DESTINY

di gattinanera5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Mark camminava nervosamente avanti e indietro per la stanza tenendo le mani dietro la schiena.

"Questa volta no. E' tropppo rischioso." dice con tono duro ma preoccupato.

"Rilassati, andrà tutto liscio." Alex si appoggia stancamente alla sedia mentre fuma la sua solita sigaretta. 

Mark si passa una mano tra i capelli corti neri e fissa dritto negli occhi Alex.

"Amico, lo sai benissimo come funziona questa faccenda."

"Certamente. Non c'è motivo di preoccuparsene."

"Tu non hai la minima idea di cosa significa fare questa merdata!" scatta Mark. Tiene i pugni chiusi lungo i fianchi e fa un passo verso Alex. "Ci vuole del coraggio per farlo."

"L'abbiamo sempre fatto e non è mai successo niente di grave. In fondo ci divertiamo." 

Melissa sorride maliziosamente verso Alex mentre si attorciglia attorno al dito un boccolo dei suoi capelli neri corvino. 

"Se questo lo chiami divertimento.." sbuffa Mark contro Melissa che non lo degna di un minimo sguardo.

"Se non ti piace e non sei d'accordo te ne puoi andare." Alex spegne il mozzicone e lo getta nel portacenere sul tavolino davanti a lui.

Mark guarda Alex e Melissa e senza dire una parola esce dalla stanza sbattendo la porta dietro di sè.

Cammina a passi svelti, non vede l'ora di uscire da lì e non metterci più piede.

"Dove stai andando?" lo ferma Jane che è davanti alla macchinetta del caffè.

"Me ne vado. Questo posto fa schifo." dice seccato.

Jane prende il suo caffè e scuote la testa in segno di disapprovazione.

"Non sai cosa ti perdi." gli dice facendo muovere i suoi capelli raccolti in una coda.

Mark non le risponde e a passi svelti si allontana lasciandosi alle spalle quell'inferno.

"Un giorno la pagheranno" pensò tra sè e sè mentre si avviò verso casa.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


LISA

"Lisa, sbrigati a scendere!" chiama dal basso mia madre.

"Un momento, mi preparo e arrivo!" urlo in risposta io mentre mi affretto a pettinare i capelli castano-dorato, raccoglierli in due trecce che ricadono sulle spalle e fermarle con dei nastrini rossi. 

Apro l'armadio e indosso dei jeans scuri con un maglione a collo alto e i miei stivali di pelle marrone. 

Afferro al volo i miei occhiali insieme alle borse che mi ero preparata la sera prima e corro giù in cucina dove mi aspetta mia madre.

"La solita pigrona sei" mi rimprovera mia madre mentre scalda una tazza di latte.

"Ho fatto il più veloce possibile" le dico in risposta appoggiando le borse all'entrata della porta.

"Hai qualche altro minuto per fare colazione" dice mia madre porgendomi la tazza fumante. "Tuo padre ti sta già aspettando in macchina."

Annuisco e bevo troppo in fretta il latte scottandomi la lingua.

"Mamma, ti farò sapere appena finisco con la laurea" dico stampandole un bacio sulla guancia e avviandomi verso la macchina dove mi sta aspettando mio padre.

"Si tesoro, fa la brava e salutami Katrine"  dice prima di sparire dentro casa.

Sistemo le borse nel portabagagli e salgo a fianco di mio padre che si avvia verso la strada.

"Allora sei felice?" mi chiede dopo un pò.

"Uh...sì" rispondo soltanto, guardando fuori dal finestrino.

"Immagino ti divertirai un sacco, conoscerai un sacco di gente nuova... e magari qualche ragazzo carino" sorride facendomi l'occhiolino.

"Papà, per favore" dico arrossendo all'improvviso.

"Credo che la tua amica abbia un sacco di amici e li farà conoscere anche a te" insiste lui.

"Non conosci Katrine, e poi non credo che uscirò molto mentre sto da lei." rispondo continuando ad osservare il paesaggio fuori.

Mio padre tira le labbra in una specie di sorriso "Dovresti, non puoi pensare di restare chiusa in casa sui libri in eterno"

Non dico nulla, non ho voglia di ribattere. Sono una ragazza abbastanza solitaria e l'idea di uscire non mi entusiasma molto. Spero solo che questi mesi passino in fretta e di riuscire a laurearmi presto così poi tornerò a casa e ci trasferiremo in America. 

Io e Katrine siamo amiche da qualche anno e spesso parlo con lei del mio sogno di andare in America e che finalmente un giorno sarebbe arrivato.

"Siamo arrivati." annuncia mio padre fermando la macchina davanti alla casa di Katrine. 

Scendo e prendo la mi roba, salutando mio padre.

"Mi raccomando se c'è bisogno di qualcosa chiama" dice prima di sparire a tutta velocità.

Mi avvio per il vialetto che porta a un'enorme casa color azzurrino con un giardino pieno di fiori di ogni tipo e un buon profumo invade il mio naso facendomi quasi starnutire.

Suono il campanello e aspetto un minuto prima che Katrine apra la porta e mi avvolge in un abbraccio caloroso.

"Liz! Che bello rivederti!" dice entusiasta facendomi entrare. "Sono così felice che passerai questi mesi con me".

"Anche io sono felice di rivederti" le dico sorridendo. 

Katrine è un tipo a modo suo e si capisce dal look e da come tiene la sua casa. Porta i capelli corti a caschetto di colore fucsia che intonano bene con i suoi occhi color verde chiaro mentre i miei sono di un blu scuro. Indossa un vestito corto maculato dove da una parte ricade lasciando nuda una spalla e ai piedi tiene delle scarpe nere lucide con tanto di tacco. 

"Tua madre mi ha detto che rimarrai qui finchè non ti trasferirai" squittisce lei sbattendo i suoi occhi verdi.

La seguo mentre mi conduce in salotto e sono sorpresa da come muove perfettamente i fianchi e cammina in modo sensuale.

"Si, finisco gli studi qui e poi finalmente andrò in America" rispondo mentre mi guardo attorno nell'immenso salotto.

Le pareti sono bianche con qualche disegno in tinta dorata e un divano di pelle color rosso ciliegia troneggia al centro. 

Katrine sorride divertita e si lascia andare sul divano accavallando le lunghe e perfette gambe. "Ti piace la mia sistemazione? Mio padre mi ha fatto avere dei soldi e così ho comprato questa casa e l'ho arredata come piaceva a me" 

"Si vede!" le dico restando in piedi affianco al divano dove è seduta lei e sentendomi un pò a disagio.

"Forza! Ti mostro la tua stanza" 

Katrine si alza e si aggiusta il vestito prima di condurmi in una stanza con le pareti rosate e un letto a doppia piazza con sopra dei cuscini a forma di cuore.

"Spero ti piaccia, è l'unica che sono riuscita a sistemare al meglio" dice andando verso la finestra e aprendo le tende color pesca. "Da qui potrai goderti un bel panorama"

Sorrido e la ringrazio per l'ospitalità mentre lei mi mostra dove posso mettere i miei vestiti.

"Non penserai di restare tutto il giorno con adosso quei vestiti" mi dice facendo una mezza smorfia divertita e ridacchiando muovendo la testa "Qui fa un caldo infernale"

In effetti aveva ragione, da quando sono entrata in casa sua il caldo mi aveva subito pervaso facendomi quasi sudare. 

Apro una delle mie borse e tiro fuori una t-shirt blu con dei pantaloni della tuta e li appoggio sul letto aspettando che Katrine esca dalla camera.

"Oh Liz, io tra un pò esco, ti va di venire?" domanda aprendo la porta per andarsene.

"No grazie, sto bene così" le dico pensando che non ho nessuna voglia di uscire.

Lei mi fissa per un momento e poi annuisce "D'accordo come vuoi" dice varcando la soglie " E fa come fossi a casa tua non ti preoccupare" conclude prima di lasciarmi da sola nella mia stanza color rosa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


E' già calata la sera e Katrine se ne è andata lasciandomi da sola nella sua casa lasciandomi detto che, se volevo, potevo andare nella sua biblioteca che si tovava al piano superiore in fondo al corridoio. 

Ho sempre amato leggere e sapere che la mia amica possiede una biblioteca mi ha fatto esultare di gioia. Non sto più nella pelle e mi incammino verso le scale che conducono alla biblioteca.

Apro la porta e rimango a bocca aperta, la stanza è grande, ricoperta di scaffali alti fino al soffitto con libri di ogni genere.  Mi avvicino al primo scaffale che si trova sul fianco della porta e con le dita sfioro i libri che sono disposti in ordine uno affianco all'altro. Leggo ogni titolo sul dorso dei libri ma visto l' enorme quantità, c'è l'imbarazzo della scelta e sono indecisa su quale scegliere. 

All'improvviso urto qualcosa con il piede, e mi accorgo che un libro è a terra a cui prima non avevo fatto caso, quindi mi chino per raccoglierlo. Il titolo del libro "I mille tradimenti" spicca sulla copertina rosso-viola e dagli angoli consumati si capisce che è stato letto più di una volta. 


Il libro è abbastanza grande e l'idea mi piace così so che ci metterò più tempo per leggerlo.  Lo giro sul retro per leggere il riassunto ma c'è scritto soltanto "Dove i destini si incontreranno" e penso che dovrò leggere all'interno per capire la storia. Mi avvio verso la porta rigirandomi indietro per guardare ancora quella meraviglia davanti ai miei occhi: semplicemente un sogno.

Torno nella mia camera e mi adagio comdamente sul grande letto con il libro tra le mani e ne accarezzo la copertina prima di aprirlo.

Le parole sono scritte abbastanza in piccolo e quello che mi sorprende di più è che non sono stampate come tutti i libri, bensì sembrano scritte a mano, in un perfetto ordine che non affatica la lettura.

Un rumore mi fa trasalire e mi fa perdere l'effetto della trance in cui ero entrata nel libro e realizzo che è l'orologio a pendolo che segna la mezzanotte. Non so perchè Katrine abbia quell'aggeggio ma in questa casa enorme e adesso silenziosa, non mi piace molto. Mi sento abbastanza stanca quindi appoggio il libro sul comodino affinco al letto e mi cambio mettendo il pigiama che mi ha regalato mia madre per il compleanno di due anni fa. 

Mi metto sotto le coperte e meno di un minuto dormo già profondamente.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"Liz! Liz! Svegliati Liz!" 

Mi sento scuotere da un braccio e apro gli occhi vedendo davanti a me Katrine con il suo vestito maculato.

"Che ore sono?" dico con la voce assonnata.

"Oh, sono solo le due del mattino" fa spalluce lei guardandomi con i suoi occhi verdi e un sorriso largo mettendo in mostra i denti bianchissimi.

"Le due del mattino?" dico cercando di svegliarmi al meglio. Mi chiedo come Katrine a quest'ora sia ancora piena di energia. "Come mai mi hai svegliata? E' successo qualcosa?" le chiedo.

"No, nulla" mi tranquilizza lei "Volevo solo assicurarmi che stessi bene" mi sorride dolcemente.

"E c'era bisogno di venire a svegliarmi?" domando leggermente irritata per il fatto che mi abbia svegliata senza un motivo apparente.

Katrine alza gli occhi al cielo e batte le mani " Oh, andiamo Liz, non dovresti già essere a letto! E' troppo presto" 

"Se lo dici tu" sbuffo e mi ributto sotto alle coperte coprendomi la testa.

Sento il ticchettio dei tacchi di Katrine che si allontanano e poi fermarsi.

"Buonanotte Liz"

"Buonanotte" borbotto da sotto le coperte e ritorno a dormire.

...

I raggi del sole irradiano dalla finestra colpendomi il viso e mi costringo a svegliarmi.

Prendo il telefono che ho lasciato sul comodino e controllo l'ora: sono già le undici passate.

Mi alzo strofinandomi gli occhi e cercando di abituarmi alla luce. Prendo dei vestiti comodi dalle borse che ho lasciato vicino all'armadio e li indosso prima di andare in cucina.

Katrine è seduta al tavolo con davanti una tazza ricolma di cereali e sta sfogliando le pagine di un libro.

Indossa una canotta leggera rosata abbinata a dei pantaloni anch'essi leggeri e rosati, e appena entro in cucina alza lo sguardo su di me. "Buongiorno Liz, hai fame?" 

"Uh, un pò credo" le dico sedendomi di fronte a lei e sbadigliando.

Lei mi sorride e si alza per prendere una tazza colorata e riempirla di cereali per poi mettermela davanti.

"Spero non ti dispiaccia, in questa settimana non ho avuto tempo per far spese." dice scusandosi mentre ritorna a sedersi.

"Tranquilla, è a posto" le dico sbadigliando per la seconda volta.

"Allora, come è andata ieri sera in mia assenza? Ti sei sentita sola?" mi chiede Katrine.

"No, è andata tutto bene." rispondo "A te è andata bene la serata?" 

"Oh, a meraviglia!" sorride passandosi una mano tra i capelli fucsia "Sono uscita con un paio di amici in un locale davvero affascinante. Devi venirci una sera di queste,  così ti presenterò anche i miei amici." 

Scuoto la testa in segno di negazione mentre mastico un paio di cereali.

"Non penso di venire" dico.

"E perchè? Non penserai di restare tutto il tempo chiusa in questa casa" ridacchia portandosi una mano sulla bocca. 

"Ho un sacco di cose di cui sbrigare, tra cui le lezioni che devo seguire." dico più a me stessa che a lei. Devo davvero andare a lezione se voglio prendere la laurea.

"Capisco" dice Katrine "Hai già visto dove si trova la scuola?" mi chiede.

"No, dopo guarderò" le rispondo mentre finisco i miei cereali. 

Lei annuisce e ritorna a guardare il libro che stava sfogliando.

"Katrine, ma tu hai già finito con gli studi?" mi viene spontaneo chiederle.

"No, ma ho abbandonato." mi risponde immersa nelle pagine del libro.

"E perchè?" le domando incuriosita. 

"Mi ha stufato, voglio vivere la mia vita come mi pare." dice tranquillamente.

Io rimango zitta e sono sorpresa per ciò che mi ha appena detto. Non avrei mai immaginato che la mia amica avesse rinunciato agli studi.

Vorrei farle altre domande ma mi trattengo, non vorrei essere troppo ficcanaso nei suoi affari. 

"Vado in bagno" Le dico alzandomi dalla sedia.

"Fa come se fossi a casa tua" dice Katrine senza staccare gli occhi dal libro.

Faccio una doccia e mi pettino i capelli raccogliendoli in due trecce e nel mentre penso a cosa potrei fare    nella giornata che mi aspetta davanti. Guardo il mio aspetto nello specchio per la decima volta e vado nella mia camera decisa che avrei guardato la postazione della scuola. 

Non dovrebbe essere difficile penso mentre sistemo i miei vestiti nell'armadio. Ripenso alla proposta di Katrine di uscire con lei, so che mi annoierò restando qui, ma andare nei locali non è proprio nel mio genere. Forse potrei proporle di fare un giro per i negozi o per la città.

Sistemo il letto e prendo in mano il libro che ho cominciato a leggere la sera prima. Non faccio in tempo ad aprirlo che Katrine bussa alla porta ma prima che io riesca a rispondere 'avanti' è già dentro.

"Liz, stavo pensando di andare al centro commerciale a prendere un pò di cibo. Vieni?"

La guardo e ci penso un momento. "Non so se.." comincio ma lei mi interrompe.

"Andiamo LIz, non penserai sul serio che io ti lasci qui a marcire?" sorride divertita "Coraggio, alza le chiappe e mettiti qualcosa di decente" mi dice squadrandomi da capo a piedi.

"Perchè non va bene come sono vestita ora?" chiedo guardandomi i miei vestiti.

"Quella maglietta non mi piace, per non parlare di quei pantaloni lì..." dice indicandomi la mia maglietta preferita blu e i pantaloni neri di un tessuto abbastanza pesante.

"Ma io sto comoda così" le dico toccandomi le trecce.

Katrine non risponde e va verso l'armadio aprendolo "Uhm..vediamo che cos'hai" indugia.

Cerco di protesrare mentre fruga tra le mie cose ma lei mi fa segno di stare zitta.

"Non ci posso credere Liz! I tuoi vestiti sono orrendi!" ammette portandosi le mani sul viso per poi guardarmi con un sorrisetto sulle labbra "Qui dobbiamo rimediare ragazza mia!" 

Io la guardo senza capire dove voglia andare a parare. "Che vuoi dire?"

"Andremo a comprare dei vestiti degni di essere vestiti, non questi stracci" dice prendendo una manciata dei miei vestiti e gettandoli a terra davanti a me.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Katrine mi ha trascinato a forza dentro vari negozi, costringendomi a comprarmi vestiti nuovi totalmente diversi dai miei nonostante il mio costante rifiuto.

"Vedrai, sarai una favola" mi dice mentre saliamo in macchina per ritornare a casa. 

Tengo lo sguardo fisso fuori dal finestrino, non ho voglia di discutere con lei sul fatto di vestiti.

Me li ha comprati e li ha pagati tutti lei perchè io, sicuro come la morte non li avrei mai presi. 

"Andiamo Liz, non sarai davvero arrabbiata con me, ora" mi dice tamburellando le dita sul volante a tempo di musica.

"Uh no, non credo" le dico a malapena tenendo lo sguardo fisso fuori.

"Perfetto!" continua lei entusiasta come se non si accorgesse del mio stato d'animo in quel momento "Stasera indosserai un vestito nuovo e andremo a divertirci" 

Mi giro di scatto verso di lei fissandola "Cosa? Stasera? Io non vengo da nessuna parte!" le dico assumendo un'espressione imbronciata.

Katrine parcheggia l'auto davanti a casa sua e la spegne prima di guardarmi negli occhi.

"Smettila di fare la bambina Liz, tu stasera verrai con me" dice aprendo la portiera e scendendo prima che possa replicare.

Non mi aspettavo questa versione della mia amica. Mi sta facendo innervosire, la credevo diversa.

"Non sono una bambina, e non ho intenzione di uscire stasera. Non in quei locali." le rispondo senza guardarla mentre chiudo la portiera e la seguo dentro casa.

"Liz, hai dimenticato le borse in macchina" ridacchia Katrine prendendomi in giro.

Alzo gli occhi al cielo e torno indietro per prendere quei vestiti che odierò a vita e ritorno dentro.

Con le borse piene di vestiti in mano mi dirigo in camera e apro l'armadio infilandoli bene in fondo cosicchè potrò dimenticarmene. Richiudo il tutto e torno in cucina da Katrine.

...

"Hai bisogno di un ragazzo." 

Io e Katrine siamo sedute sul divano del salotto mentre una musica leggera proveniente da uno stereo appoggiato alla parete, si diffonde nella stanza.

"No, non credo." le rispondo troppo seccamente.

Lei mi guarda perplessa "E perchè? Ne hai mai avuto uno?"

Perchè mi sta facendo queste domande? Le detesto. E detesto parlare di ragazzi.

"No." dico solamente fissando i miei piedi infilati in un paio di pantofole blu.

Katrine butta la testa all'indietro lasciando una piccola risata. 

"Strano. Ce ne sono un sacco di carini" dice guardandomi.

"Non ne do tanto importanza al momento. Devo pensare alla laurea, non ho tempo per queste cose."

Ora Katrine ride più forte.

"Sai, sei la prima che sento" dice quando torna seria " Anche io quando studiavo non volevo impegni. Però un giorno mi innamorai di un bellissimo ragazzo e avrei rinunciato a qualsiasi cosa per lui." racconta.

Katrine ha lo sguardo fisso davanti a sè mentre con una mano si tortura una ciocca di capelli.

"Così decisi che nessuno poteva scegliere nella mia vita, solo io l'avrei fatto." si ferma e abbassa lo sguardo. 

Restiamo per qualche istante in silenzio non sapendo cosa dire. 

Vorrei chiederle chi è questo ragazzo e se si incontrano ancora ma sto zitta e non dico nulla.

Katrine si batte una mano in fronte "E' tardissimo!" esclama guardando l'orologio appeso alla parete.

"Per cosa?" le chiedo inclinando la testa.

Si alza di scatto e mi prende per un braccio facendomi alzare dal divano "Dobbiamo uscire!"

Oh, no.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il locale dove mi ha letteralmente trascinato dopo mille suppliche di Katrine, è affollato e sembra che manchi l'aria. C'è una confusione terribile e la testa comincia già a farmi male. Odio questo posto.

Katrine è riuscita a convincermi ma come ricatto le ho detto che avrei indossato i miei vestiti vale a dire una maglietta bianca con i bottoni davanti e un paio di normali jeans con i miei stivali di pelle marroni.

Lei è vestita con un mini vestito nero attilato e delle scarpe nere con il tacco. Mi trascina in mezzo alla folla tenendomi per mano e mi sembra di essere fuori posto. Mi guardo furtivamente in giro e vedo come tante ragazze siano vestite allo stesso modo di Katrine e i ragazzi siano vestiti abbastanza eleganti. 

Arriviamo a un tavolino in fondo alla sala dove ci sono quattro ragazzi e Katrine va verso di loro salutandoli. Io tengo lo sguardo basso e resto di qualche passo indietro sentendomi a disagio. 

"Ragazzi, vi presento Lisa, la mia amica che starà da me finchè non partirà per l'America." sorride Katrine mentre con una mano dietro la mia schiena mi spinge più vicino a loro.

Sento l'imbarazzo crescere in me e le guance arrossarsi improvvisamente mentre rimango impalata in piedi non sapendo cosa fare. 

Una ragazza con una canotta rossa si alza dal tavolino e mi porge gentilmente la mano.

"Piacere di conoscerti, Lisa" dice "Io sono Jane."

Le stringo timidamente la mano mentre Katrine mi presenta gli altri tre.

"Lui è Josh" mi dice indicando un ragazzo abbastanza paffutto, dai capelli biondo cenere corti, e dagli occhi azzurri che mi sorride e che io ricambio velocemente.

"Lei è Melissa" sposto lo sguardo su una ragazza dai capelli neri lunghi e un pò mossi e le labbra di un rosso fuoco. Appoggia il bicchiere dove stava bevendo e mi lancia un'occhiata senza dire nulla.

"Lui è Thomas, ma tutti lo chiamano Tom" continua Katrine. Tom mi fa un cenno con il capo in segno di saluto e un mezzo sorriso. Ha i capelli ricci e porta un giubbotto di pelle senza maniche e sotto una t-shirt bianca. 

"Ed infine Alex." dice con più enfasi indicandomi lui. Quando il mio sguardo si posa su di lui per poco non mi manca il respiro. I capelli sono di un biondo-rossiccio e un ciuffo gli ricade verso una parte del viso. Indossa una t-shirt nera con delle scritte arancioni e rosse e su entrambi i polsi tiene dei bracciali di pelle. Alza velocemente lo sguardo su di me, quel tanto che riesco a intravedere i suoi occhi azzurri e poi lo riabbassa velocemnte tornando a giocherellare con un pacchetto di sigarette che tiene tra le mani.

Katrine si siede e mi indica l'altra sedia vuota dove dovrei sedermi io. Ho la sensazione che tutti mi stiano fissando o almeno così credo, ma io continuo a tenere lo sguardo basso anche se, ogni tanto, lo alzo per guardare Katrine. 

Non sarei dovuta venire.

Il locale dove mi ha letteralmente trascinato dopo mille suppliche di Katrine, è affollato e sembra che manchi l'aria. C'è una confusione terribile e la testa comincia già a farmi male. Odio questo posto.

Katrine è riuscita a convincermi ma come ricatto le ho detto che avrei indossato i miei vestiti vale a dire una maglietta bianca con i bottoni davanti e un paio di normali jeans con i miei stivali di pelle marroni.

Lei è vestita con un mini vestito nero attilato e delle scarpe nere con il tacco. Mi trascina in mezzo alla folla tenendomi per mano e mi sembra di essere fuori posto. Mi guardo furtivamente in giro e vedo come tante ragazze siano vestite allo stesso modo di Katrine e i ragazzi siano vestiti abbastanza eleganti. 

Arriviamo a un tavolino in fondo alla sala dove ci sono quattro ragazzi e Katrine va verso di loro salutandoli. Io tengo lo sguardo basso e resto di qualche passo indietro sentendomi a disagio. 

"Ragazzi, vi presento Lisa, la mia amica che starà da me finchè non partirà per l'America." sorride Katrine mentre con una mano dietro la mia schiena mi spinge più vicino a loro.

Sento l'imbarazzo crescere in me e le guance arrossarsi improvvisamente mentre rimango impalata in piedi non sapendo cosa fare. 

Una ragazza con una canotta rossa si alza dal tavolino e mi porge gentilmente la mano.

"Piacere di conoscerti, Lisa" dice "Io sono Jane."

Le stringo timidamente la mano mentre Katrine mi presenta gli altri tre.

"Lui è Josh" mi dice indicando un ragazzo abbastanza paffutto, dai capelli biondo cenere corti, e dagli occhi azzurri che mi sorride e che io ricambio velocemente.

"Lei è Melissa" sposto lo sguardo su una ragazza dai capelli neri lunghi e un pò mossi e le labbra di un rosso fuoco. Appoggia il bicchiere dove stava bevendo e mi lancia un'occhiata senza dire nulla.

"Lui è Thomas, ma tutti lo chiamano Tom" continua Katrine. Tom mi fa un cenno con il capo in segno di saluto e un mezzo sorriso. Ha i capelli ricci e porta un giubbotto di pelle senza maniche e sotto una t-shirt bianca. 

"Ed infine Alex." dice con più enfasi indicandomi lui. Quando il mio sguardo si posa su di lui per poco non mi manca il respiro. I capelli sono di un biondo-rossiccio e un ciuffo gli ricade verso una parte del viso. Indossa una t-shirt nera con delle scritte arancioni e rosse e su entrambi i polsi tiene dei bracciali di pelle. Alza velocemente lo sguardo su di me, quel tanto che riesco a intravedere i suoi occhi azzurri e poi lo riabbassa velocemnte tornando a giocherellare con un pacchetto di sigarette che tiene tra le mani.

Katrine si siede e mi indica l'altra sedia vuota dove dovrei sedermi io. Ho la sensazione che tutti mi stiano fissando o almeno così credo, ma io continuo a tenere lo sguardo basso anche se, ogni tanto, lo alzo per guardare Katrine. 

Non sarei dovuta venire.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


"Dov'è Mark?" chiede Katrine al gruppo.

"Se n'è andato." dice Alex facendo rigirare il pacchetto tra le mani.

"Andato?" Katrine è perplessa.

"Si, ha detto che non voleva più tornare." dice Jane guardando Katrine.

"E non credo tornerà." commenta Melissa allungandosi verso Alex.

Stanno parlando tranquillamente senza fare caso a me. Più il tempo passa, più voglio uscire di qui.

Katrine continua ad accavallare le lunghe gambe e mi sta mettendo più agitazione del dovuto. Non sono posti che fanno per me.

Troppa gente che parla, ride, urla.... Si muovono a ritmo di una musica inesistente e tutto questo mi fa venire la nausea.

"Allora Lisa, parlaci un pò di te" mi interrompe una voce. Alzo lo sguardo di scatto per capire chi mi sta parlando. E' Jane. "Sei qui per gli studi?"

"Oh, chiamala pure Liz!" ridacchia Katrine rivolgendomi uno sguardo.

"Credo che abbia la lingua per parlare." commenta sarcasticamente Melissa mentre appoggia le labbra al bicchiere e prende un sorso della sua bevanda.

"Io, beh... va tutto bene." balbetto.

Katrine mi lancia una gomitata sul braccio "Coraggio, non essere timida." mi incita.

Le lancio un'occhiataccia torva in risposta e lei alza gli occhi al cielo divertita.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" mi prende in giro Melissa.

"No." Cerco di dirlo in modo convincente ma non funziona.

Melissa torna a ignorarmi e si passa le dita nei suoi capelli neri.

Comincia già a non piacermi.

"La prossima settimana faremo una festa nel parco di fronte a casa mia. Venite?" Jane è quella che tiene  in piedi la conversazione. Nessuno sembra che abbia voglia di parlare.

"Oh, sarebbe fantastico!" trilla Katrine battendo le mani. "Ci saremo sicuramente."

Mi mordo la lingua e mi prometto che appena torneremo a casa, farò i conti con la mia amica.

"Io esco." Alex si alza dal suo posto e Melissa lo guarda con due occhi da cerbiatta.

"Aspetta, dove vai?" si alza anche lei e segue Alex fuori dal locale.

"Sembrano una bella coppia eh?" Tom sorride a noi due.

"Non male, direi." commenta Katrine. Riesco a percepire dietro la sua voce un pizzico di nervosismo.

"Stanno sempre insieme, ormai lo dicono tutti." continua Tom. 

Qualcosa nel mio stomaco comincia ad agitarsi appena sento queste parole.

Il discorso si perde su altri argomenti ma io me ne sto in disparte a pensare ad altre cose. 

Stranamente i miei pensieri corrono su Alex e Melissa. Soprattutto su Alex.

Guardo un paio di volte verso l'entrata per vedere se rientra ma nulla. 

"Va tutto bene?" mi chiede Katrine distraendomi dai miei pensieri.

"Si si." le rispondo girandomi velocemente verso di lei.

"Qualcosa non va? Stavi guardando là." dice indicandomi la porta del locale.

Le mie guance arrossiscono improvvisamente e sbatto gli occhi più di una volta.

"No no, va tutto bene." Dico frettolosamente mentre abbasso lo sguardo via da lei. "Tranquilla." 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


ALEX

Mi appoggio al muro dietro la porta e prendo una sigaretta dal pacchetto accendendola. 

Melissa mi raggiunge avvicinandosi a me.

"E' lei?" chiedo esitante.

"Immagino di si." mi risponde guardandomi per studiare la mia reazione.

"Mi stai dicendo che è lei quella che io dovrei...." mi blocco imprecando mentalmente.

"Non so come riesca Katrine a trovare delle ragazzine mocciose. Mi chiedo dove l'ha conosciuta."

Mi muovo su un piede all'altro fumando la mia sigaretta. 

"No no! Io non voglio fare la parte. Non questa volta. Se Mark non se ne fosse andato, ora ci sarebbe lui al mio posto."

Melissa mi guarda con uno sguardo compassionevole mentre mi sfiora un braccio.
Alzo lo sguardo al cielo tirando un'altra boccata di fumo e sospiro. 
Ripenso agli anni passati con tutte le ragazze che mi sono capitate e ricordo che più di tanto non erano diverse e andavano anche bene. Ma Katrine questa volta aveva esagerato. 
"Pensi di farcela?" mi chiede Melissa mentre appoggia la mano sulla mia spalla e mi guarda.
"Non lo so, farò una cosa veloce." le rispondo prima di vedere che Katrine e la sua amichetta goffa escano dal locale. 
"Credo proprio che sarà facile e ci cadrà subito." ghigna la ragazza dai capelli neri e dagli occhi verdi davanti a me. 
Katrine ci vede e si avvicina a noi, seguita dalla sua amica che sembra il suo cagnolino. E' impacciata, lo si nota a distanza e non riesce nemmeno a mettere insieme una frase coerente. 
E' vestita inadeguata, almeno lo sapeva che sarebbe venuta in questo dannato locale e che non serviva vestirsi con degli stracci? 
Katrine ci saluta e Melissa mi cinge la vita con le braccia guardando verso la ragazza che mi sembra si chiami Lisa. Lei guarda me e poi Melissa e poi di nuovo me. 
Katrine la trascina via e io abbasso lo sguardo su di lei. 
"È proprio brutta!" commenta facendo una faccia schifata Melissa e io annuisco leggermente. 
Getto la sigaretta e torno a guardare il cielo mentre Melissa appoggia la testa sul mio petto e mi culla dolcemente.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


LISA

"È stata una serata fantastica!" 
Katrine entra in casa, seguita da me, e fa un giro su se stessa. 
Non so cosa ci sia stato di tanto fantastico a parlare per ore, ma ora ciò che voglio è andare a dormire.
"Io vado a dormire, domani dovrei andare a lezione." dico alla mia amica salutandola.
Metto la sveglia per le sette, così riesco a prepararmi per tempo e mi butto nel letto. 
I pensieri corrono nella mia mente, facendomi restare sveglia per un bel pò, ma dopo il sonno ha la meglio e mi addormento.
....
Sto correndo nel prato, le scarpe le tengo in mano e qualcuno mi insegue. Corro finché non arrivo davanti a una casa ed entro. 
Qualcuno bussa alla porta e mi dice di aprire.
"Apri questa porta, non potrai nasconderti in eterno! Il tuo destino è segnato!"
Mi giro per fuggire e ai miei piedi giace un libro rosso. Lo prendo e lo sfoglio e le pagine sono tutte bianche e continuo a sfogliare e sfogliare finché un urlo irrompe nel silenzio.

Mi alzo di scatto, gli occhi spalancati e mi accorgo che sono su una superficie dura. Ci metto qualche secondo per realizzare che sono caduta dal letto e che ho sognato.
Mi rialzo e mi siedo sul bordo del letto e guardo l' ora sul mio telefono. Oh no, sono già le undici e la sveglia non ha suonato! Ero così sicura di averla messa e non riesco a capacitarmi di come possa essere successo.

Vado in cerca di Katrine ma non la trovo. Forse sarà uscita e io mi sono persa il mio primo giorno di lezioni. 
Non poteva andare peggio.

Perché la sveglia non ha suonato? E perché Katrine non mi ha svegliata? Controllo il mio telefono e mi accorgo che la sveglia è stata disattivata. Come era possibile?

All'improvviso mi torna in mente lo strano sogno che ho fatto e non capisco cosa voleva significare. 
I miei pensieri sono subito distratti da un campanello che suona e rimango immobile prima di andare alla porta.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Apro la porta e davanti a me trovo un ragazzo alto dai capelli neri. I suoi occhi color nocciola si spostano da me all'interno della casa.

"C'è Katrine?" mi domanda spingendomi di lato ed entrando in casa.

"No, Katrine non c'è." gli dico chiudendo la porta dietro di me e seguendolo in cucina.

Sono quasi spaventata di questo tizio che si presenta a casa di Katrine ed entra così come se nulla fosse.

Rimango immobile a qualche metro di distanza da lui.

"Chi sei?" gli domando.

Lui alza lo sguardo su di me. Sembra pensieroso.

"Sono Mark. Un amico di Katrine. Sicura di non sapere dove sia?" mi richiede.

"No." dico soltanto.

Questo tipo che ha detto di chiamarsi Mark comincia a camminare avanti e indietro per la cucina e borbotta tra sè come se io non ci fossi in quel momento.

Un momemto. Ma il suo nome l'ho già sentito nominare... Ah si, era ieri che Katrine aveva chiesto dove era. E' tutto così confuso.

"Tu chi saresti?" Mark si è fermato e ora mi sta fissando.

"Una sua amica." rispondo cautamente. C'è qualcosa in lui che mi dice che devo stare attenta.

"E ti chiami?"

"Lisa." gli dico.

Si porta una mano al mento sfregandoselo e socchiudendo gli occhi.

Faccio qualche passo indietro.

Mark fa un lungo respiro e lo vedo rilassarsi un pò.

"Aspetterò il rientro di Katrine."

Annuisco non sapendo cosa dire. Faccio per andarmene ma Mark mi richiama.

"Si?" dico voltandomi verso di lui.

"Sei un'amica di Katrine?" mi chiede.

Lo guardo per un momento perplessa prima di rispondere.

"Si."

"Vi conoscete da molto?"

"Ci conosciamo da qualche anno." dico.

"Capisco." dice infine.

Guarda nervosamente l'orologio e dalla sua espressione sembra leggermente irritato.

"Io vado." Mark si avvia verso la porta. "Non dire a Katrine che sono stato qui."

Chiude la porta dietro di sè e io rimango in piedi davanti all'entrata con i miei pensieri confusi.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Katrine rientra a tarda notte e io mi ritrovo ancora sveglia a rigirarmi nel letto. 

Sento i suoi passi lungo il corridoio e fermarsi davanti alla mia stanza. 

Perfetto.

"Liz, sei sveglia?" la sua voce risuona nella notte mentre apre la porta.

Borbotto un sì infastidito mentre mi muovo nelle coperte.

"Scusa per essere stata assente tutto il giorno, ma avevo delle cose da sbrigare." dice lei, il tono calmo e tranquillo.

"Fa niente." dico mentre guardo la sua sagoma in contrasto con la luce che proviene dal corridoio e il buio della mia stanza.

"Passata una buona giornata?" si avvicina di più verso il mio letto.

Ripenso al disastro della mia giornata che è cominciata con la sveglia che non ha suonato e quel tipo, Mark che è venuto per cercare lei.

Mi metto seduta e rilascio un lungo sospiro. 

"No." dico alla fine.

Katrine inclina la testa di lato e credo che abbia un'espressione perplessa stampata sul viso.

"Cosa è successo?" mi chiede.

"E' venuto un tipo a cercarti oggi."  dico prima che possa fermare le parole. 

Non dovevo dirlo. Troppo tardi.

"Chi?" scorgo un lampo di panico nei suoi occhi anche se li vedo a malapena.

"Ha detto di chiamarsi Mark." dico piano tenendo lo sguardo basso.

"Oh." il tono di Katrine è sorpreso.

"Mi aveva detto di non dirtelo, che era venuto qui." azzardo a dire.

Katrine si sistema una ciocca di capelli che è già perfettamente sistemata dietro l'orecchio.

"Beh, grazie dell'informazione Liz. Hai fatto bene a dirmelo. Non sentirti in colpa." un piccolo sorriso spunta sulle sue labbra.

Sospiro e la guardo, avrei mille domande, cui vorrei farle ma non so se sarebbe il caso.

Lei non accenna ad andarsene. Ha lo sguardo perso nei suoi pensieri.

"Katrine?" la richiamo.

"Oh, si, scusami mi ero un momento distratta." ride leggermente nervosa.

"A che stavi pensando?" domando.

"A niente, tranquilla." mi dice voltandosi per andarsene.

"Aspetta!" la fermo. Sono curiosa di sapere su questo ragazzo, Mark. "Conosci Mark?"

Lei mi guarda per un momento che sembra un'etenità prima di rispondere. 

"Si. Ma non devi preoccupartene. Buonanotte LIz." mi saluta chiudendo la porta e lasciandomi ancora nei miei pensieri.

...

La mattina seguente succede ancora la stessa storia dell'altra sera. La sveglia non suona e come pensavo, è stata disattivata. 

Il nervoso mi sale a mille, qualcuno vuole prendersi gioco di me e subito il mio pensiero va a Katrine. Vado in cucina ma non la trovo. Sarà uscita nuovamente. 

Decido che non ho voglia di stare qui ad aspettarla, magari rientrerà tardi anche questa sera quindi decido di uscire. 

Indosso i miei vestiti comodi come al solito, e raccolo i capelli nelle mie trecce.

Quando esco il sole è già alto nel cielo e fa abbastanza caldo per essere una giornata primaverile. La macchina di Katrine non è al suo posto, spero soltanto che non sia andata molto distante.

Cammino per le vie della città, conosco qualche locale e negozi che sono stata gli anni precedenti quando venivo con la mia amica, ma dall'altra parte della città non ci sono mai andata.

Sono immersa nei miei pensieri quando mi scontro con qualcuno e per poco non cadiamo insieme.

"Oddio, scusami!" mi dice una voce femminile aiutandomi a riccompormi "Stai bene..oh, ma tu sei l'amica di Katrine." 

La guardo per riconoscere la ragazza che avevo visto nel locale con la canotta rossa e i capelli raccolti in una coda di cavallo. Jane.

"Come mai sei da queste parti? Vai a fare shopping?" dice sorridendo.

"In realtà no. Cercavo Katrine." le rispondo sistemandomi la maglietta.

"Mi dispiace, non l'ho vista." Jane scuote il capo. "Hai provato a chiamarla?" 

"Al telefono non risponde" dico guardando dall'altra parte della strada. "Credo che continerò a cercarla finchè non la troverò." 

Faccio per andarmene ma Jane mi afferra per un braccio. "Vieni con me, la cercheremo insieme." il suo sorriso si allarga e io non posso fare altro che arrendermi e seguirla. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Jane mi aveva condotto nel locale dove ero stata l'altra sera, dicendomi che forse avrei potuto trovare Katrine lì.

Avevo leggermente protestato ma alla fine entrai con lei.

Katrine era ancora con il suo grupetto di amici e appena Jane e io ci avvicinavamo ci guardò e le sue labbra si allargarono in un mega sorriso.

"Liz!" esclamò tutta eccitata venendomi incontro per abbracciarmi. "Che sorpresa!"

Mi divincolai dal suo abbraccio consapevole di star arrossendo come un peperone e  di avere tutti gli sguardi puntati su di noi. 

"Ti stavo cercando." le dissi piano guardandola negli occhi. 

"Oh, cara lei!" sorrise mettendomi un braccio attorno alle spalle "Dai vieni, resta un pò con noi." 

Mi scostai da lei e le feci segno di no con la testa.

Guardai furtivamente al tavolino e vidi Alex e Melissa che ci stavano osservando. 

"Dai Lisa, resta un pò con noi." si intromise Jane. 

"Davvero io.." cominciai ma Katrine mi prese per il braccio e mi trascinò al tavolino.

"Vado a prendere qualcosa da bere." disse lasciandomi lì come un sacco di patate.

Jane la seguì e sparirono  insieme nella folla. Era sempre pieno di gente questo posto.

"Allora vuoi sederti, o pensi di rimanere in piedi per la vita?" disse acida Melissa.

Mi mossi a disagio verso la sedia e mi sedetti. Mi accorsi che mancava qualcuno.

Tom e Josh.

Alex stava fumando una delle sue sigarette e iniziai a tossire.

"Ti dà fastidio?" domandò senza emozione nella voce.

Feci di nuovo segno di no con la testa e cercai di non soffoccare.

"A me sembra di si." commentò Melissa puntandomi gli occhi addosso. Odiavo quando la gente mi guardava.

Dopo un tempo che sembrava eterno Katrine e Jane tornarono con dei bicchieri pieni e li appoggiarono sul tavolo. Melissa prese il suo e lo bevve tutto d'un fiato.

"Che sete!" esclamò Jane.

Melissa le lanciò un'occhiata ma non le dette molto peso e si avvicinò di più ad Alex.

Guardai il bicchiere che mi aveva dato Katrine ma non lo toccai. Chissà cos'era, sicuramente qualcosa  di alcolico. Alzai lo sguardo e incrociai gli occhi di Alex. 

"Se non lo bevi tu, lo bevo io." disse lentamente mentre le mie guance andavano in fiamme.

Katrine mi guardò e sorrise leggermente aspettando una mia risposta.

Dato che non risposi Alex allungò la mano per afferrare il mio bicchiere e se lo bevve tranquillamente.

"Presto ci sarà la festa!" disse entusiasta Jane, "Non vedo l'ora"

"Chi verrà?" chiese svogliatamente Melissa mentre si ispezionava le unghie.

"Oh, i soliti e un paio di gente nuova." disse Jane.

"Verrà anche Mark?" Alex appoggiò il bicchiere e guardò Jane.

"L'ho invitato ma non so se verrà." 

Vidi che Alex stringeva leggermente il bicchiere e Melissa si precipitò subito ad accarezzargli il braccio come per tranquillizzarlo.

"Tu verrai vero, Liz?" Gli occhi della ragazza si spostarono su di me. 

Indugiai un momento prima di rispondere. "Io veramente avrei un sacco di cose da fare e.."

"La solita studentessa perfettina" mi interruppe quella strega alzando gli occhi al cielo. "Non muori, se vieni a una festa eh."

Sentii la rabbia salirmi, avrei voluto scaraventargli il tavolo in faccia.

Cercai tutto il coraggio in me e mi alzai.

"Liz, dove vai?" mi domandò Katrine alzando gli occhi verso di me.

"A casa." le dissi freddamente uscendo dal locale.

Sentii Katrine che mi chiamava ma non le detti ascolto e mi precipitai via da quel posto orrendo.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


ALEX

Katrine aveva un'espressione preoccupata sul volto e si direbbe che stava dibattendo se seguire la sua amichetta o meno.

"Lasciala andare." le disse stancamente Melissa.

Katrine sospirò e tornò a parlare con noi. Jane blaterava ancora sul fatto della festa che ci sarebbe stata fra due giorni e Katrine sembrava assorta nei suoi pensieri.

Melissa mi appoggiò una mano sulla gamba e mi guardò con i suoi occhi verdi. 

"Liz verrà alla festa?" stava dicendo Jane a Katrine.

"Non so se riuscirò a convincerla. E' una ragazza a cui non piacciono le feste." le rispose.

"Questo l'avevamo capito." ridacchiò compiaciuta Melissa. 

"In ogni caso deve venire." disse Jane.

"A mio parere, se ne andrà ancora prima di entrare" dissi io facendo un mezzo sorriso.

Non credevo che quella bambinetta resistesse più di un minuto tra alcol, fumo, e pervertiti.  Tipico delle nostre feste. Ma avevamo un piano da eseguire e quella doveva per forza venire.

"La convincerò" disse fermamente Katrine. "Vi assicuro che verrà." 

"Se non viene, vengo io a prelevarla." scherzò Jane.

"Oh, se ci riesci." sorrise di rimando Katrine. 

"Non sembra tando difficile a convincerla" si intromise Melissa "Basta che le sbatti in faccia un bel pezzo di figo e quella verrà sicuramente." 

"Cosa te lo dice, da fartelo dire in modo tanto sicuro?" domandò Katrine indagando il suo sguardo.

"Si vedeva come si stava mangiando con gli occhi il mio Alex." disse con disprezzo Melissa guardandomi.

Katrine e Jane mi guardarono per un momento. 

"Allora sarà più facile del previsto." commentò Jane.

"Non ci sono dubbi." concordò Katrine guardandomi con un'espressione seria.

Sbuffai irritato.

"Proprio quella doveva venire! Di meglio non ce n'erano?" dissi guardando Katrine.

Lei chiuse gli occhi e si passò una mano nei suoi capelli fucsia. Da quanto Melissa li potesse odiare, io li adoravo. Le stava bene quel colore.

"Andiamo Alex, è il suo look." mi disse alzando gli occhi al cielo.

"E che look!" commentò sarcasticamente Melissa.

"Almeno alla festa falle mettere qualcosa di decente." gli dissi pensandolo per davvero.

"Tranquillo" mi tranquillizzò lei "Le ho comprato un paio di vestiti abbastanza sexy, farà un figurone."

Melissa la guardò di traverso, non credo riuscisse a immaginarsi lei vestita con abitini attilati e sexy. Nemmeno io se era per quello.

"Anche se si vestirebbe in modo sexy, la sua faccia lo rovinerebbe comunque." disse Melissa ridendo divertita.

Katrine fece una mezza smorfia prima di rispondere.

"Vedrò io cosa posso fare." le disse.

Melissa la guardò un'istante e poi tornò a ridere nuovamente a squarciagola.

Jane le diede una gomitata per farla smettere e Melissa si ricompose. 

"Non riesco ad immaginarmi lei vestita in quel modo..." le scappò una risatina.

"A proposito, avevi detto che dovrà partire per l'America?" disse Jane cambiando argomento.

"Oh si, vorrebbe laurearsi e poi trasferirsi in America." rispose Katrine.

"Vorrebbe?" gli chiesi alzando un sopracciglio scettico. 

"Si vorrebbe." mi rispose lei facendo un sorriso a mo' di ghigno. 

Ci guardammo l'un l'altro come se ci intendessimo e annuimmo insieme.

"Suppongo che l'America non la vedrà mai." commentò Melissa alzando il suo bicchiere "Brindiamo a questo momento!" 

Brindammo insieme e ridemmo aspettando l'arrivo del grande giorno.

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Capitolo 14
*** Capitolo14 ***


LISA

Ero seduta comodamente sul divano a leggere quel libro trovato in biblioteca quando arrivò la mia amica a sedersi a fianco a me. Più che sedersi si lanciò.

"Liz, che stai leggendo?" mi chiese appoggiando pesantemente la testa sul di divano.

"Un libro." le risposi senza staccare gli occhi dal libro.

"Questo l'avevo visto anche io..." disse per poi fermarsi.

Ci fu qualche minuto di silenzio e poi Katrine mi interruppe di nuovo la lettura.

"Di cosa parla la storia?"

"Parla di una ragazza che viene tradita dal proprio ragazzo e che vorrebbe andare via lontano.." dissi.

Lei si mise a ridacchiare e alzò la testa dal divano.

"Peccato che so già come andrà a finire la storia." disse con un sorriso strano stampato in faccia.

Staccai gli occhi dal libro e mi concentrai su di lei. Katrine non mi stava guardando.

"L'hai già letta?" gli chiesi incerta.

"Oh, certo. Un sacco di volte." disse prima di posare il suo sguardo su di me.

Non dissi nulla e tornai a guardare tra le pagine.

"Liz, domani ci sarà la festa da Jane." sputò all'improvviso.

Mi ero dimenticata della festa. Maledizione.

"Non verrò." gli dissi sistemandomi meglio sul divano.

"Oh, certo che verrai." trillò lei battendo le mani.

La guardai e le mandai una fulminata con lo sguardo.

"Per quale motivo dovrei venire?" domandai con il tono più cattivo che riuscii a fare.

Lei sembrò non esserne minimamente intimorita.

"Ci sarà Alex!" disse quasi esultando.

"E con ciò?" domandai socchiudendo gli occhi.

"Vuole che tu ci sia, Liz!" disse guardandomi felice.

Per poco non mi cadde il libro dalle mani e sentii che il cuore mi batteva forte.

"I-io?" balbettai incredula "Ne sei proprio sicura Katrine?" 

"Oh sì!" strillò lei alzandosi dal divano. "Quando te ne sei andata via dal locale, Alex mi ha detto che gli dispiaceva e che ti trova carina.... e non vede l'ora di rivederti!"

Fissai Katrine a bocca spalancata. Non era possibile che ad Alex interessasse una come me.

"Io...non so...Melissa.." cercai di dire.

C'era di mezzo quella strega. 

"Oh, non preoccuparti per lei" mi disse Katrine  come se mi avesse letto nel pensiero "Tra loro non c'è nulla." 

Ci pensai un'attimo e mi venne in mente che Tom aveva detto che erano una bella coppia insieme.

Ma Katrine mi stava dicendo l'esatto opposto quindi mi fidai di lei visto che era la mia amica.

Chiusi gli occhi con un sorriso ebete stampato in faccia e Katrine se ne accorse perchè mi diede una gomitata sul braccio. 

"Dai dai, lo so che piace pure a te" mi disse facendomi l'occhiolino.

Arrossii di colpo e distolsi lo sguardo da lei. 

"Io.." le parole non mi uscivano.

"Tranquilla,  a me puoi dirlo! E' un bel ragazzo dopottutto, a chi non piacerebbe?" 

Katrine sembrava sul punto di esplodere dalla felicità. Per quale motivo non lo capivo proprio.

"Allora vieni?" mi chiese quasi supplicandomi.

"Katrine lo sai che io..." stavo per dire ma lei come sempre, mi interruppe.

"Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego!"  mi supplicò con due occhioni da gatta.

Sbuffai e acconsentii dicendole che era solo per Alex che sarei andata.

Katrine mi abbracciò forte, che quasi mi soffocò.

"Lo sai che ti voglio bene Liz?" mi disse stringendomi a lei.

"Anche io." dissi ricambiando l'abbraccio.

"Ora non resta che prepararti al meglio!" disse staccandosi da me e sorridendo felice.

Io la guardai e avevo paura per ciò che avrebbe fatto.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


"Ahia!" gridai dal dolore mentre Katrine cercava di pettinarmi i capelli.

Non so perchè avevo acconsentito di cambiare il mio solito look. E soprattutto perchè avevo acconsentito di andare a quella festa, che sarebbe stata stasera.

"Non muoverti." disse Katrine mentre cercava di spazzolarmi i capelli.

Tenevo da una vita i capelli legati nelle mie solite trecce e ora Katrine le aveva disfatte, ed era intenta a farmi una nuova acconciatura.

"E' proprio necessario?" gli chiesi ormai, per la millesima volta di quel giorno.

"Si Liz, se vorrai fare colpo su Alex." sospirò lei prima di ungere i miei capelli con qualcosa che non riuscivo a capire.

"Alex non mi degnerà nemmeno di uno sguardo." ribattei asciutta io. 

"Oh cielo, Liz! Quante volte te lo devo ripetere che se ascolterai i miei consigli, farai un figurone su di lui..- mi ripetè per la centesima volta.

Feci un verso di lamento e Katrine continuò a lavorarmi i capelli canticchiando una canzoncina sottovoce.

Dopo un'ora buona Katrine mi annunciò che aveva finito. Con i capelli. Mancava ancora la parte 'abbigliamento'.

Mi fece alzare dalla sedia sulla quale ero, e mi mise davanti uno specchio.

"Allora, che te ne pare?" disse compiaciuta Katrine.

Mi guardai attentamente e restai senza parole. Ero irriconoscibile non sembravo più io.

I capelli erano sciolti sulle spalle con dei piccoli boccoli nelle punte, ed erano morbidissimi.

Una piccola parte di ciuffo ricadeva dolcemente sul viso ed era fermato con una forcina a forma di fiore rosso.

"E'....E'..." non riuscii a trovare le parole per descrivermi.

Katrine sorrise divertita. "Oh, è solo una piccola parte. Il meglio deve ancora venire!"

Mi trascinò nella mia camera da letto e aprì l'armadio e in quell'istante sapevo già quale orribile cosa stava pensando.

"I vestiti no!" gli dissi cercando di trascinarla via dall'armadio.

Katrine mi squadrò perplessa. "Non vorrai dirmi che vorrai andare alla festa vestita con abiti orrendi." disse facendo una finta faccia schifata.

Ovviamente protestai ma invano. Così alla fine ero avvolta in quei mini abiti tanto sexy come sosteneva la mia amica.

"Sei una meraviglia!" esclamò Katrine battendo le mani e facendo dei piccoli saltini. "Sicuramente non passserai di certo innosservata!"

Mi guardai allo specchio: Il vestito era di colore rosso, non troppo brillante, stretto in vita e poi andava giù morbido fino sopra il ginocchio.  

"Mi sento...come se fossi nuda." le confessai guardandomi e rigirandomi nel vestito.

Lei ridacchiò divertita. 

"Troppo abituata con i soliti vestiti eh?" mi prese in giro.

Le lancia un'occhiataccia e sbuffai.

"Devo venire proprio vestita così?" le chiesi scocciata.

Lei annuii vigorosamente e uscì dalla stanza per tornare dopo un pò con un paio di scarpe con il tacco e una mini-borsetta.

"Stasera indosserai queste" dice mostrandomi le scarpette "E ora ti serve anche un pò di trucco"

Appoggia la mini-borsetta sul letto e ne rovescia il contenuto. Rossetti, mascara, lucidalabbra, eyeliner, matite, mascara e tanto altro.

Afferra un rossetto color porpora e si mette all'opera.

Dopo due lunghissime ore sono pronta per la serata.

Katrine guarda l'orologio e mi sorride soddisfatta.

"Sei pronta per la serata!" 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Era arrivato il momento.

Io e Katrine eravamo pronte per andare alla festa, o meglio dire, io non ero esattamente pronta.

Arrivammo davanti al parco di quale ci aveva parlato Jane e Katrine parcheggiò la macchina.

Si sentiva una musica alta, e c'era molta gente. Bene, sarà una serata molto lunga pensai e stavo dibattendo con tutta me stessa per non tornare indietro.

Passammo tra la folla e io mi aggrappai a Katrine perchè traballavo sui tacchi. Odiavo quelle scarpe.

Vicino a un tavolo si trovavano gli amici di Katrine e Jane appena ci vide ci venne incontro allargando le braccia.

"Katrine, Liz! Siete venute!" la sua voce alta per farsi sentire.

Tom e John ci salutarono mentre Melissa e Alex ci guardarono.

Melissa mi squadrò dalla testa ai piedi "Finalmente hai capito che siamo a una festa e non a un pigiama-party." 

La guardai male ma lei sembrava divertirsi di più a prendermi in giro. 

"Andiamo a ballare?" ci chiese Katrine.

"Si dai, andiamo!" si accodò Jane.

"Ma io non sono capace" si lamentò Tom.

"Dai dai, non è difficile." Jane prese Tom e lo trascinò nella folla a ballare.

Io non potevo rimanere un minuto di più lì, sarei esplosa. Con gli occhi guardai in cerca di un bagno ma non si vedeva nulla.

Stavo per chiederlo a Katrine ma mi accorsi che era sparita anche lei.

Perfetto. Mi allontanai camminando come meglio potevo e mi diressi verso il ciglio della strada.

Qualcuno mi venne addosso e caddi a terra.

"Oddio, scusami!" disse un ragazzo cercando di aiutarmi.

"Sto bene, sto bene." brontolai rialzandomi. Maledetti tacchi.

"Ma tu...non sei Lisa?" mi domandò scrutandomi.

Io alzai lo sguardo su di lui, e mi pareva famigliare..... capelli neri, corti...

"Si, sono io." gli dissi pulendomi il vestito.

Si guardò in giro come per accertarsi di qualcosa e poi tornò a guardare me. 

"Perchè sei qui?" mi chiese con voce seria.

"Sono venuta insieme a Katrine" gli risposi.

Mark, il ragazzo che era piombato a casa di Katrine mentre lei non c'era, si passò una mano sui corti capelli.

Io mi ne stavo lì, in piedi senza sapere cosa dire.

"Non è un posto adatto per te" mi disse cercando di essere gentile.

Alzai lo sguardo interrogativo su di lui per capire cosa volesse dire.

"Voglio dire, non è un posto molto affidabile e..." non concluse la frase perchè sentimmo dei passi di qualcuno che si stava avvicinando.

Nell'oscurità riuscii a intravedere gli occhi di Alex che ci scrutavano e saltavano da me a Mark per poi posarsi su di Mark.

Alex.

Quanto era bello.

Avrei potuto sciogliermi in quell'istante stesso, sotto la luce del lampione.

"Sparisci." la voce dura di Alex.

"Ma chi si rivede." controbattè Mark.

"Mi hai sentito? Ho detto di andartene!" Alex fa un passo verso di noi.

Mark si mette davanti a me come per protteggermi e io indietreggio un pò, non sapendo bene come andrà a finire tra i due.

"Lisa, vai a casa." mi ordina Mark.

"Io veramente.." cerco di dirgli che semplicente non posso, essendo venuta con la macchina di Katrine ma Alex mi interrompe.

"No, lei rimane qui. Katrine la sta cercando." Lo stesso tono duro, gli occhi puntati su quelli di Mark e i pugni stretti lungo i fianchi.

"Ti riporto io, sali in macchina!" Mark mi lancia un paio di chiavi e io, come sempre non riesco a prenderle al volo e m cadono a terra.

"Non toccarle!" mi urla Alex e io dallo spavento faccio un salto indietro.

Alex afferra il braccio di Mark bloccandolo dietro la schiena.

"Lasciami andare pezzo di.." cerca di liberarsi Mark ma invano.

Vedo Alex che afferra Mark per il collo e io temo per il peggio. Poi velocemente sposta il braccio, alza un pugno in aria e lo colpisce dritto in pancia.

Mark cade a terra per il dolore e io sono immobilizzata per quanto ho visto.

"Ma che cosa hai fatto?" Urlo spaventata.

Alex ha uno sguardo serio e duro e anche se poco illuminato dalla luce proveniente dal lampione è sempre bello.

Riesco a sentirgli dire "Stai lontana da lui" mentre si allontana velocemente nell'oscurità.

Lo seguo con gli occhi mentre sparisce definitivamente dalla mia vista e non mi accorgo che i miei piedi si stanno muovendo da soli, nella stessa direzione in cui era venuto Alex, lasciando Mark da solo a contorcersi ancora dal dolore.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Ritornai in mezzo alla folla di gente senza rendermene conto. La musica era alta, ragazzi e ragazze ballavano, si spingevano e bevevano.

Guardai intorno in cerca della mia amica Katrine ma era difficile trovarla in mezzo a tutta quella marea impazzita. 

Alex lo avevo perso di vista e in un primo momento ero intenta a seguirlo ma poi decisi che era meglio lasciar perdere.

Perchè mi aveva detto di stare lontana da Mark? Era pericoloso? 

Avrei voluto tanto chiederglielo ma non so se ne avessi avuto veramente il coraggio. I piedi mi facevano male, volevo sedermi ma l'idea di cercare una sedia in mezzo a quella mandria, non mi piaceva affatto.

Sospirai e mi voltai per allontanarmi da lì ma qualcuno mi venne addosso bruscamente e mi fece cadere.

"S-scusa.." balbettò un ragazzo mezzo ubriaco e non sapeva bene se aiutarmi o meno.

Decise di optare per la seconda opzione e si allontanò lasciandomi a terra sull'erba.

Irritata quanto mai, mi alzai e mi pulii le mani per quanto potevo e mi sistemai il vestito.

"Liz! Va tutto bene?" la voce squillante di Katrine risuonò dietro di me.

"Si si, è tutto ok" l'assicurai io anche se non era vero. Volevo andarmene da lì.

"Dov'eri? Ti ho cercata dapperttutto!" mi chiese afferrandomi per un braccio.

"Uhm, ero qui" tentennai io cercando di liberarmi dalla sua presa.

"Vieni a bere qualcosa?" mi chiese lei.

Aveva lo sguardo un pò vago e trascicava le parole, forse qualche bicchiere se lo era bevuto.

"E' tanto bello qui, vero?"  mi chiese con lo sguardo perso tra la gente.

"Uhm, credo di si" gli risposi senza troppa convinzione.

Sentimmo dei passi di qualcuno che si avvicinava e sembrava che avesse il fiato corto.

Mi voltai e vidi che era Mark che si avvicinava a noi camminando a fatica e si teneva una mano sulla pancia.

Katrine sembrò sorpresa nel vederlo, come se non lo vedesse da anni. Forse era così, chissà.

"Mark?" 

il ragazzo la guardò studiandola bene e aggrottò la fronte "Si, sono io Katrine. E' un piacere rivederti. Dov'è quel bastardo di Alex?"

Katrine non si scompose  più di tanto e scosse la testa "Qui non c'è!" esclamò come se la cosa fosse ovvia.

"L'ho appena visto, qiundi da qualche parte deve essere!" ribattè Mark duramente. 

Katrine fece spalluce come se la cosa non gli imortasse minimamente.

"Io non l'ho visto" rispose tranquillamente.

Io ero rimasta un pò in disparte a osservare i due. Non capivo che relazione ci fosse tra i due, se fossero amici o meno e perchè Katrine si comportava in quel modo. E soprattutto non mi aveva detto niente di questo ragazzo, Mark.

"Andiamocene Liz" mi disse Katrine prendendomi distrattamente da un braccio e spingendomi via.

"Aspetta!" Mark la bloccò velocemente afferrandole un polso e facendola girare su se stessa finchè non si trovò di fronte a lui a pochi centimetri.

"Quel dannato di Alex mi ha appena picchiato lo sai?" fece una pausa per vedere la sua reazione.

Katrine in tutta risposta sembrò non interessargli granchè e sbuffò come se le parole di Mark la annoiassero.

"Vorrei dargli la mia parte" continuò Mark inarcando le soppracciglia e con tono arrabbiato.

"Oh, è meglio che tu te ne vada a casa" gli rispose acidamente Katrine e si allontanò da lui.

"La pagherete! Pagherete tutti per quello che state facendo!" esclamò Mark con voce alta per sovrastare la musica che si diffondeva mentre Katrine mi trascinava via velocemente da lì.

Che stava succedendo?

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


La testa mi rimbombava, i piedi mi facevano male ed ero stanca di stare in quel posto.

Stavo seguendo Katrine di malavoglia ma l'unica cosa che volevo realmente era andarmene da lì.

"Quando finisce la festa?" chiesi alla mia amica cercando di farmi sentire sopra la musica che spaccava i miei poveri timpani.

Katrine si voltò verso di me e mimò un 'cosa' perchè non aveva capito. Gli ripetei la domanda e lei ridacchiando mi rispose che la festa era appena iniziata.

Oh, bene.

Ci avvicinammo al gruppetto vicino a un tavolo che stavano parlando animatamente.

"Avete visto che faccia che aveva? Sembrava davvero furioso." stava dicendo Josh a Tom e Melissa.

"Vorrei tanto sapere chi l'ha fatto arrabbiare così" disse acidula Melissa tenendo in mano un bicchiere di vino.

"State parlando di Alex?" domandò Katrine quando fummo vicine a loro.

"Si, lui. Si è allontanato senza dirci una parola" gli rispose Tom.

"E io non ho potuto seguirlo" stava dicendo Melissa come se la cosa fosse importante.

"Tu l'hai visto?" mi chiese Jane rivolta a me.

Oh no. Alex l'avevo visto colpire Mark per non so quale motivo e dicendomi di stare lontana da lui.

"Io..no, non credo" cercai di mentire. Non volevo finire in mezzo a guai che non mi riguardvano.

Katrine si guardava alle spalle titubante, come se avesse il timore che qualcuno la stesse seguendo.

"Sentite ragazzi, io non mi sento molto bene ed è meglio che vada..." disse con un tono che percepii preoccupato "Liz, fatti accompagnare a casa quando sarai stanca" disse velocemente e si dileguò senza che io avessi il tempo di protestare.

Non era possibile. Katrine aveva avuto il coraggio di lascirami lì da sola con i suoi amici mezzi ubriachi. Non me lo sarei mai aspettata da lei. E adesso che dovevo fare?

"Oh, la bimba ha paura di rimanere con noi?" la vocetta stridula di Melissa mi fece trasalire all'istante distraendomi dalle mie preoccupazioni.

"Non ho paura!" le ribattei contro anche se non con l'effetto desiderato.

Jane appoggiò una mano sulla mia spalla gentilmente "Non hai l'aria di una che si diverte. Sei stanca?" 

Stanca? Certo che ero stanca! E per di più la mia amica mi aveva lasciato a piedi.

"Si" le risposi soltanto. 

"A queste feste è impossibile annoiarsi" commentò sarcasticamente Melissa mentre si sistemava una ciocca di capelli neri. 

"Non sono il.." stavo dicendo ma Tom mi interruppe annunciando che stava tornando Alex.

"Eccoti finalmente! Ma dove eri finito?" cinguettò Melissa buttandosi tra le braccia del ragazzo biondo.

Alex grugnì e la spinse via da lui, ma non tanto forte quanto speravo. Melissa rimase per un momento scioccata dal suo gesto ma poi ritornò vicino ad Alex.

"E' successo qualcosa?" chiese Jane ad Alex.

"No, nulla" rispose seccamente Alex lanciandole un'occhiataccia e poi posò i suoi occhi su di me.

A quel contatto mi sentii quasi svenire, le gambe mi tremavano e i palmi delle mani mi sudavano.

"Katrine mi ha detto di riportarti a casa" mi disse rivolto a me.

Cosa? Katrine aveva detto ad Alex......

Oddio mi sembrava di sognare! Alex che mi avrebbe riaccompagnata a casa, Katrne aveva ragione....avevo fatto breccia nel cuore di Alex.

"Andiamo" disse Alex camminando velocemente lontano dal gruppo.

Vidi che sul viso di Melissa c'era evidente disapprovazione ma non ci feci caso più di tanto e mi affrettai dietro ad Alex cercando di mantenere il passo, anche se era un'impresa del tutto impossibile visto che avevo i tacchi.

Ma presa dai pensieri e dall'agitazione di tornare a casa con il ragazzo dei miei sogni non mi rendevo conto di cosa sarebbe accaduto da lì a poco....

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


ALEX

Il parcheggio non era molto distante, ma non volevo andare subito alla macchina. Dovevo disorientarla un pò altrimenti avrebbe capito tutto, anche  se ero fermamente convinto che avesse poco di cervello.

Lisa camminava a qualche passo dietro di me e con la coda dell'occhio vedevo che faceva fatica a starmi al passo ma non me ne importava. 

Dovevo sbrigarmi.

Svoltai in un sentiero che era dalla parte opposta del parcheggio e mi inoltrai tra gli alberi, sicuro di essere seguito da quella ragazza che sembrava fosse un cagnolino che segue il suo padrone.

Confermai le mie ipotesi riguardo le mie idee: Se fosse stata furba e intelligente avrebbe capito che non la stavo portando alla macchina bensì in un posto appartato dove avrei potuto farle di tutto.

Risi tra me e me; che ragazza ingenua. Mi diressi verso una siepe alta che circondava il cimitero che stava dall'altra parte e mi fermai davanti a essa, rimanendo girato di spalle.

Sentii che anche Lisa si fermò così mi voltai per vedere la sua espressione. 

"D-dove siamo.." balbettò timidamente l'ingenua guardandosi intorno spaesata.

"In un bel posticino... soli soletti..io e te" le risposi avvicinandomi pericolosamente al suo viso.

Si era fatta molto carina, ma questo, ero sicuro che fosse stata una genialata di Katrine. Metterla bene a lustro per la serata. E aveva fatto un buon lavoro, altrimenti non avrei sopportato baciare una racchia come lei.

Gli sentivo il respiro irregolare salire, le sue pipille dilattarsi dalla paura ma le afferai subito il braccio e l'avvicinai a me quasi violentemente.

"Che c-cosa.." cercava di dire lei, ma le parole gli morivano in gola. Era troppo impaurita per formulare una frase decente.

"Io ti voglio" le dissi in un sussurro leggero e mi avvicinai al suo collo. Aveva un leggero profumo di fragola e a quanto pare Katrine aveva provveduto anche a questo.

Con mia sorpresa lei non si ribellò. Se ne stave ferma immobile come una statua di marmo. Era pietrificata. Avrebbe potuto almeno urlare, chiedere aiuto. Niente.

Una ragazza troppo facile per i miei gusti.

Decisi di fare in fretta, tanto era come avere una bambola tra le mani. Presi il viso tra le mie mani, ma non in modo dolce, e la fissai dritto negli occhi.

Aveva una paura folle questo era ben visibile nei suoi occhi. Premetti le mie labbra contro le sue con forza, con violenza come se volessi abusarne. A questo punto lei cercò di respingermi ma troppo poco, per cui io continuai in questo bacio senza amore, senza emozione. Le infilai la lingua in bocca avidamente senza lascirle un momento di respiro. Lei si contorceva come un serpente per liberarsi ma io la tenevo troppo stretta.

Dopo un pò la staccai da me spingendola e lei andò a sbattere contro un albero che le si trovava dietro, e cadde svenuta.

Non avevo previsto questa mossa, ma era meglio che fosse successo, così non sarei dovuto ricorrere all'altro metodo per farla addormentare. 

Bene, la prima parte del piano era riuscita.

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