Tragic

di HarrysJuliet_x
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - La lettera. ***
Capitolo 2: *** 5572.23 Km ***
Capitolo 3: *** Problems. ***
Capitolo 4: *** La scatola. ***
Capitolo 5: *** Trailer! ***
Capitolo 6: *** Why? ***
Capitolo 7: *** Darcy and Milva ***
Capitolo 8: *** Trust.. ***



Capitolo 1
*** Prologo - La lettera. ***


Tragic.

 

Prologo - La lettera.

Caro Harry,
sono lunghe le notti da quando le mie giornate non ruotano più attorno a te.
trascorro le notti camminando e contando i passi che ci hanno diviso da quando te ne sei andato, pregando che il pavimento mi sorregga senza farmi cadere.
Mi hanno accusato di aver perso il lume della ragione, ma io continuo a ripetere che sto bene. Ma non è così.
Durante il giorno guardo quel cielo limpido e blu e penso che tu quel cielo lo abbia fatto diventare piovoso.
Un po’ come quando ci siamo incontrati: mi hai fatto vedere le cose con una prospettiva diversa, migliore, ma erano fandonie, perché io vivevo nel tuo gioco fatto di scacchi, ma tu cambiavi le regole ogni giorno, io facevo fatica ad ambientarmi e tu vincevi.
Ti scrivo adesso questa lettera per farti sapere quanto la tua assenza mi abbia fatto male. E’ impossibile quantificare il dolore, però.
Ho capito tutto nel preciso istante in cui hai varcato la soglia della porta.
Ho capito che non ti avrei rivisto. Non pensi che fossi un po’ troppo giovane per essere presa in giro da te? O per sopportare tutto ciò?
Ma forse la colpa è mia e del mio sfacciato ottimismo, o forse anche un po’ tua e del tuo malato bisogno di dare amore e poi toglierlo, come se avesse una scadenza.
So già che aggiungerai il mio nome alla tua lunga lista di traditori che non ti hanno capito, ma non m’importa perché a distanza di mesi ho capito che sei stato tu a tradire me e la mia fiducia, non il contrario.
Adesso sono qui seduta a scriverti una lettera che non ti invierò mentre rimpiango di non aver ascoltato chi mi diceva di scappare da te.
Buffo pensare che all’epoca li chiamassi ‘pazzi’, mentre invece l’unica ero io.
Tu però sei un esperto nel chiedere scusa e nel confondere le idee, i pensieri, la mia vita.
Ti ho trovato più volte alla mia porta, tu mi porgevi le tue scuse migliori, io promettevo a me stessa che quella sarebbe stata l’ultima volta ma puntualmente ti rivedevo andare via.
Ma alla fine, quando te ne sei andato, ho capito tutto e ti ho tolto i fiammiferi prima che potessi dare fuoco alla mia anima.
Non pensi che forse a diciott’anni fossi un po’ troppo giovane per giocare ai tuoi giochi contori?
Yours truly,
Ariana.

Mi sembra di aver perso tutto.
Harry, la mia vita, me stessa.
Fingo di essere andata avanti, di essere una persona migliore, di essere cresciuta grazie a questa storia, grazie al dolore, non è così.
Niente o nessuno mi ha potuta salvare dalle ferite che mi ha procurato il mio riccio dagli occhi verdi.
E pensare che una volta lui amava le mie fossette ed io le sue. Amavo tanto anche quelle iridi color smeraldo con le piccole venature color marrone e oro, mentre adesso li disprezzo quegli occhi che mi hanno fatta innamorare.
Mentre ripiego la lettera per aggiungerla al cassetto insieme agli oggetti preziosi, noto che da sotto la spazzola spunta qualcosa.
Una foto, una nostra foto scattata con la mia polaroid. Sul bordo bianco ci aveva scritto con un pennarello nero: 03.02.2012 yours truly.
Quella foto ce l’aveva fatta mia madre in salotto, era bellissima. Io per quell’occasione avevo indossato il vestito a pois, il suo preferito, mentre lui era elegante ed aveva lo smoking nero.
Il nostro primo appuntamento, sembra passata un’infinità da quel giorno.
Mentre provo a reprimere le lacrime mi guardo allo specchio, cercando di concentrare i miei pensieri sul mio aspetto fisico che tanto avevo cercato di cambiare nei mesi precedenti.
I capelli non sono più rossi, sono biondi, anche se l’acconciatura è sempre la stessa.
Il viso è più scavato, più magro come il resto del corpo, le fossette sono meno accentuate e gli occhi sono spenti e stanchi.
Mi piace la nuova Ariana, più magra e meno bambina. Non sono più innocente e di questo un po’ me ne dispiaccio.
Strappo quella foto, non per rancore, ma semplicemente perché non voglio più avere cose sue nella mia vita. E’ pesante sopportare la presenza di qualcuno assente.
Apro i cassetti della scrivania e cerco altre foto nostre da strappare, ho rimandato quest’azione troppo a lungo.
Fortunatamente non ci sono molte altre foto, solo una, la peggiore.  Ritraeva me il giorno del mio compleanno.

*Flashback* 26 Giugno 2012.
‘Sarà qui e quando arriverà tu sarai così felice da vedere i fuochi d’artificio in giro per la stanza.’ mi ripetei a mente per convincermi.
Il tempo stringeva e la stanza si riempiva di amici e parenti venuti per festeggiare il mio compleanno.
Avevo il rossetto rosso, il suo colore preferito ed il mio vestito speciale, lo avevamo comprato insieme.
Il cuore mi scoppiava d’emozione, avrei passato il mio diciottesimo compleanno, quello più importante, con Harry, la persona che amavo.
Tutti ridevano e si divertivano, tranne me. Le mie paure si stavano avverando, lo sapevo.
-Hey, dov’è Harry?- Domandò avvicinandosi Alexa, la mia migliore amica dai tempi delle elementari. Gli amici più stretti sanno sempre quando qualcosa non va, era un sesto senso degli amici, diciamo. E lei è l’unica che c’è stata fin dall’inizio, fin da quando cantavo nel coro della chiesa e sognavo di avere un album tutto mio, un sogno troppo lontano da raggiungere, perché a dieci anni quando ti dicono ‘tu sei quella fortunata’ non ci credi, pensi solo che lo dicano per cortesia, perché tu fortunata non ti ci senti, ti senti solo usata.
-Non lo so, ha detto che sarebbe venuto.- Risposi con gli occhi fissi sulla porta, non preoccupandomi degli invitati.
Tutti si stavano divertendo al mio compleanno, tranne me, mi sentivo di troppo.
Mi guardo attorno cercando accuratamente di evitare l’orologio, non voglio scoppiare a piangere davanti a tutti.
-E’ l’ora di spegnere le candeline, vieni?- Mi richiamò mia madre.
La torta era bellissima, aveva due candeline a forma di 18 ed una scritta in glassa, la nostra preferita: yours truly.
Senza speranza guardai per l’ultima volta la porta, poi però riluttante li raggiunsi, sentendomi incompleta, vuota, triste.
Loro erano felici per me, mi cantavano tanti auguri, ed io piangevo perché mancavano solo tre minuti a mezza notte.
In quel momento capii che non sarebbe venuto.
-Ha detto che avrebbe festeggiato il compleanno con me.- sussurrai fra i singhiozzi prima di scappare nel bagno. Non mi preoccupai nemmeno di spegnere le candeline.
Mi accasciai sul water, con la carta igienica in mano, intenta a ripulirmi il mascara sbavato.
-Tutto bene?- Mi bussarono Alexa e Liz. Non risposi, non per maleducazione, ma non ne avevo le forze. La voce non usciva, scorrevano solo le lacrime.
-Sarebbe dovuto venire al mio compleanno, sarebbe dovuto entrare da quella dannata porta e avrebbe dovuto dire ‘Piccola sono qui.’C’erano tutti questa sera, ma cosa puoi fare quando la persona che significa di più per te non si fa vedere? Cosa puoi fare quando le lacrime ti scorrono davanti a tutti quelli che conosci? Niente.-
Mi squillò il cellulare, lessi il nome sul display e trasalii. Un barlume di speranza si accese in me.
-Mi dispiace piccola, non sono riuscito a venire.- Non era dispiaciuto, lo percepivo dal tono della sua voce.
-Dispiace anche a me, Harry.- Riattaccai.

 


Angolo scrittrice:
Weilà, chicas. Come state? Questa fanfiction, come avrete ben capito, parla di Ariana Grande (quando stava ancora diventando famosa) e di Harry, il famosissimo Harry Styles. 
Diciamo che questa fanfiction, di tutte quelle che ho scritto, è la mia preferita.

 

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Capitolo 2
*** 5572.23 Km ***


 

Tragic

Capitolo due:
 

"Taxi cabs and busy streets,
that will never bring you back to me."

Caro Harry,
questa notte non ho dormito, ho ascoltato in silenzio il rumore del mio cuore battere, batteva talmente forte che sembrava quasi un rumore di passi.
Sono passati sei mesi da quando ci siamo lasciati, ma io ancora ti cerco inconsciamente, nonostante io sappia che non ci sei più nella mia vita. Ho persino cancellato il tuo numero, meglio così, altrimenti ti avrei sicuramente scritto e mi sarei fatta del male.
Ieri notte avevo in testa migliaia di ricordi che mi riportavano a te e a tutto quello che siamo stati. Forse è un po’ troppo tardi per ritornare indietro con la memoria, però non riesco ad evitare di farlo.
Se fossimo in un film, adesso scommetto che saresti davanti alla mia porta di casa, sotto la pioggia, mentre mi aspetti ed io, noncurante del male che mi hai fatto, ti perdonerei nuovamente.
Sarei anche disposta a farlo nella vita reale, se solo mi dicessi che ti dispiace sinceramente, se cercassi di riparare al passato. So che potremmo cavarcela, in qualche modo.
Ora invece la mente mi riporta alla sera in cui avevamo litigato e tu mi dicesti che nulla sarebbe cambiato fra noi due.
Eri bravo a mentire.
So che sei la fuori da qualche parte, so che sei andato avanti, ti sei rifatto una vita con Kendall, so anche che ti sei innamorato di lei.
Odio ammetterlo, ma a me manchi, Harry. Mi fa male vedere le vostre foto sul giornale, mi fa male vedere che quando stai con lei hai quel sorriso che non avevi con me e mi odio per questo, mi odio perché questo non è il tipo di finale che mi sarei immaginata per noi.
Yours Truly,

A.R.

*Flashback 03.05.2012*

 

Mi rigiro nel letto, non riesco a dormire. Mi metto seduta, tanto è inutile riprovarci, sono troppo ansiosa per farlo. Guardo Harry, lui si è assopito mezz’ora fa, nonostante dovrà alzarsi fra poco.
Sulle mie lenzuola c’è ancora il suo odore, l’unica cosa che mi rimarrà di lui fra poche ore.
I ricci gli ricadono dolcemente sul cuscino, i suoi lineamenti sono perfetti, dritti, non c’è niente di imperfetto in lui, mi fa venir voglia di svegliarlo e di baciarlo.
Mi sono innamorata di lui, so che non va bene, io non volevo. Come fai a non innamorarti di Harry Styles una volta che lo hai conosciuto? E’ tecnicamente e praticamente impossibile.
La sveglia suona diffondendo un suono assordante nella stanza, la mia, lui l’adora.
Il cuore mi batte all’impazzata, non riesco a credere che fra poche ore sarà tutto finito. Mentre lui si alza mi asciugo una lacrima con il dorso della mano, non voglio che pensi che sono debole.
-Ho terribilmente sonno.- Afferma mettendosi in posizione fetale.
Mi scappa una risatina e penso che sono così fortunata ad averlo nella mia vita.
-Stai per caso ridendo di me?- Improvvisamente si mette sopra di me e comincia a farmi il solletico.
-No ti prego Harry, il solletico no, ti prego.- Lo supplico fra una risata e l’altra.
Sono a corto di fiato, cerco di liberarmi dalla sua presa, però non ci riesco, allora decido di passare all’attacco anch’io.
Lui è troppo forte, ogni mio tentativo di fargli il solletico è invano.
-Che ore sono?- Domanda fermandosi di scatto.
Guardo l’orologio e gli rispondo:-Le quattro del mattino, è tardi.-
Dopo aver finito di pronunciare quelle parole mi ritorna quella sensazione di vuoto incolmabile, di ansia, di disperazione. Mi ritorna la consapevolezza del corso degli eventi che non posso cambiare, dell’impotenza fisica e mentale difronte alla distanza, ai km, alla fine.
Sbuffa pesantemente ed intanto fa i bagagli, mentre io rimango sul letto, con le ginocchia strette al petto.
-Vuoi che ti restituisca la felpa?- Mi riferisco alla sua felpa oversize che mi ha regalato e che sto indossando.
-No amore, quella è tua.- Ma io non voglio avere suoi ricordi su cui piangere, renderebbe la cosa solo più difficile.
Non obietto, rimango in silenzio, è più facile così.

Ha finito di prepararsi, è pronto per andare via.
Ma sono pronta io per vederlo mentre varca la soglia di quella porta? No.
-Vieni qui, andiamo..- Sussurra tendendomi una mano per farmi alzare.
Tremante l’accetto e mi metto davanti a lui.
E’ strano come tutte le fidanzate che ha avuto avessero il doppio della mia altezza, mentre io sono alta solamente 1.53.
Harry appoggia la sua fronte alla mia, percepisco il suo cuore battere con lo stesso ritmo del mio.
Mi da un bacio sulla punta del naso, mi sfiora le labbra dolcemente, me le morde e successivamente il tutto si trasforma in passione.
Mi tiene per i fianchi, la sua lingua cerca la mia, avida, desiderosa, si intrecciano, si sfiorano, come se si appartenessero.
Si stacca e lo faccio anche io, riluttante.
Non riesco a smettere di tremare, di straziarmi perché già mi manca.  Le lacrime fanno quel che vogliono, non ascoltano i miei comandi ed escono incessatamente dagli occhi.
Lui me le asciuga, mi sorride, è tranquillo e non so come faccia.
-Devo andarmene, l’aereo partirà fra poco.- Dice semplicemente senza emozioni. Mi balena in mente l’idea che forse, non lo conosco così bene.
Lo accompagno alla porta, mi stringo nella felpa, vorrei scomparire.
Ci salutiamo con un bacio a stampo, il meglio lo abbiamo dato prima, adesso non ci rimane nulla se non la fretta.
-Ciao Ari.- Mi sorride e mostra le sue tenere fossette.
-Ciao Harry, ci vediamo.- Faccio lo stesso, cerco di tranquillizzarmi e non ci riesco.
Lo vedo andare via, scendere le scale del palazzo con la sua valigia fino a quando non sparisce.
Mi accascio sulla porta, straziante, dolorante, vuota. Vorrei solo che tornasse, che rimanesse, che non ci fossero 5575.23 km a dividerci.
-Harry, io ti amo.- Affermo sommessamente.
Rimango lì, ferma immobile mentre ascolto il suono della mia voce che gli chiede di restare.

 


Spazio autrice:
Hello belle! Come state? Io bien. Aggiorno a mezza notte perchè io può skstm. GRAZIE A CHI HA RECENSITO E PREFERITO LA STORIA, IO VI AMO.
Fa schifo, sorry.
SIETE TROPPO BELLE!


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Capitolo 3
*** Problems. ***


Tragic

Problem

 

"They say: Only fools falls in love,
well they have must be talking about us."

Caro Harry,
L’amore è un gioco spietato, contorto, perverso.
O almeno tu lo hai reso tale.
Ho una forte nostalgia dei tuoi occhi verdi, delle tue fossette, di te. Mi faccio del male da sola, non è vero?
Mi ricordo quando facesti il tuo primo concerto a New York, io ero tra il pubblico, te l’avevo promesso. Mi sembrava tutto così magico, come se stessi vivendo un sogno ad occhi aperti.
Tu saresti rimasto qui per un mese ed io pensai che era fantastico, finalmente avremmo avuto del tempo per noi.
Però i giorni passavano e tu avevi sempre qualcosa da fare: prove, meeting, interviste..etc.
Come biasimarti? Quella non è una vita facile, all’epoca ancora non lo capivo.
Però in quel mese conobbi anche tua madre Anne e tua sorella Gemma, due persone meravigliose.
Mi hai fatta sentire importante, allora perché mi hai detto addio? Perché mi hai abbandonata a me stessa?
Lo sapevi che non l’avrei superata, lo sapevi che avevo avuto un passato difficile, che ero stanca degli addii. Perché sei dovuto entrare nella mia vita così tante volte? penso che tu l’abbia fatto solo per poi uscirne sempre vincitore, tanto quella che aveva il cuore spezzato, ero io.
Ma tu ce l’hai un cuore, Harry? No.
Avrei dovuto saperlo.
Yours Truly,

A.R.

 

Mentre scrivo la mia firma la penna mi cade dalle mani, macchiando il foglio. Questo sembra proprio un segno premonitore, dovrei smetterla di scrivere queste lettere.
Ma perché a noi esseri umani, specialmente a me, piace infliggerci del dolore? Più sappiamo che una cosa è sbagliata, irraggiungibile, più la rincorriamo. Passiamo la nostra vita a cercare l’impossibile, quando invece abbiamo la soluzione ai nostri problemi proprio davanti agli occhi.
-Emozionata?- Domanda Frankie, mio fratello, mentre si siede sul mio letto.
Si riferisce alla serata che mi aspetta, ovvero, andare agli Mtv Music Awards.
-Certo, è un’occasione più unica che rara! Ci saranno tutti, Miley Cyrus, Taylor Swift, Jonas Brothers, Demi Lovato..- Sorrisi esultante.
Io e Liz abbiamo perfino attuato un piano per non incontrare i One Direction, ma se per caso non dovesse funzionare, manterrò la calma e li ignorerò.

 

Fra le risate isteriche, caccio Frankie perché devo cambiarmi.
Questa sera indosserò due abiti: Uno bianco con degli strass dorati poco sopra il seno per il red carpet e per l’esibizione un completo con dei pantaloni neri a vita alta ed un top che lascia intravedere un piccolo pezzo di stomaco.

***

 

-OK, FRA POCO SAREMO SUL RED CARPET, POSSO SVENIRE?- Trilla emozionata la mia amica. 

E’ il suo primo red carpet, non posso darle torto.
-Non svenire, mi servi!- Le dico facendo la finta egoista. Lei mi da un pizzico sul braccio e Nate, uno dei ballerini della mia crew, ride.
-Ci sarà Justin Bieber, l’ho letto sul giornale!- Ci informa.
E’ sempre stata una delle sue più grandi fans, se dovesse vederlo da vicino impazzirebbe e se le dicessi che ci sarà anche lui andrebbe a cercarlo per tutto il teatro.
-No, non ci sarà, ha avuto un contrattempo.- Certe volte sono veramente una bugiarda.
La sua faccia è palesemente delusa e decido di cambiare argomento.
- I One Direction entreranno dopo di me, dobbiamo essere veloci ragazze..- Ricordo alle mie amiche il piano.
-Certo, basta che non incontriamo ‘J.B.’- Mi sussurra scocciata all’orecchio.
Elizabeth è la più cinica, per questo interpreta ‘Jade’ in Victorious, diciamo che il ruolo le si addice.
Scendo dalla limousine e approdo sul red carpet.  Subito, s’impadronisce di me una sensazione di vuoto incolmabile, di tristezza, di ansia.

Il tappeto è veramente lungo, davanti a me c’è Miley Cyrus che mi rivolge un cenno quando mi vede arrivare, io ricambio cordialmente, ma dentro sono emozionatissima. Ho sempre amato Hannah Montana, mi teneva compagnia quando ero più piccola.

Mi avvicino allo stand e mi faccio scattare qualche foto dai paparazzi, ma non troppe, non mi sento bene.

Cerco di camminare verso i miei fans che mi acclamano, ma non ci riesco, mi sento impotente. E’ come se una cintura di sicurezza mi tenesse legata saldamente al pavimento, per poi non lasciarmi andare.

Faccio uno sforzo enorme per liberarmi dal peso che sento sulle spalle, mi avvicino ai fans e firmo qualche autografo, non voglio deluderli, loro mi hanno supportata sin dai tempi di ‘Cat Valentine’. 

-Ariana, sei il mio idolo! Puoi firmarmi questa maglietta?- Mi chiede una bambina che avrà più o meno undici anni.

Le sorrido e con il pennarello nero che mi porge le firmo la t-shirt con sopra scritto ‘I love Ari G.’ 

All’improvviso sento un boato provenire dalla folla e poi sento le ragazze urlare i loro nomi, il suo nome.  Pensavo che non l’avrei visto, ho organizzato il piano così bene, così minuziosamente, perché loro sono già qui?

Mi sta guardando, sento i suoi occhi bruciare sulla mia pelle leggermente abbronzata. Quelle iridi verdi che un tempo amavo adesso mi stanno squadrando, me le sento addosso come macigni.

Senza volerlo mi giro e la prima cosa che noto è la sua mano, intrecciata a quella di Kendall.  Il pennarello mi cade e la ragazzina mi guarda confusa, ma quando guarda anche Harry i suoi dubbi svaniscono.  

-Lui non ti merita, un giorno troverai qualcuno che ti saprà apprezzare per quella che sei, che ti tratterà bene.- Strano che queste parole vengano dette da un’undicenne, che evidentemente conosce più cose di me sulla vita.

Le sussurro un -grazie.- sommesso prima di allontanarmi e di raggiungere le quinte. 

Alexa, Liz e Scooter mi aspettano davanti al mio camerino, il secondo a destra, ha specificato.

-Eccoti finalmente, ti cercavamo. Tutto bene?- Scoot è logorroico, insistente, ma gli voglio bene. 

-Si, vado a cambiarmi, fatemi passare.- Rispondo trafelata e anche un po’ scossa.

Chiudo la porta a chiave e poi mi accascio sulla poltrona. L’abitacolo è proprio come me l’aspettavo: pareti rosse, vestiti appesi alle stampelle, mazzi di fiori da parte dei fans, luci sul perimetro dello specchio ed infine la poltrona di pelle sulla quale sono stravaccata.

Mi alzo e mi metto difronte allo specchio.  Non sarò mai bella quanto lei, non potrò mai avere quel fisico, quel viso perfetto, nell’arco della mia vita non raggiungerò mai nemmeno la metà della sua perfezione.

E’ difficile non innamorarsi di lei, penso. 

Mi asciugo qualche lacrima di troppo e mi cambio l’outfit, devo indossare quello per l’esibizione.

-Ari sbrigati, Iggy è già dietro le quinte!- Mi avverte il mio manager.

***

 

-Allora, tutto quello che devi fare è salire sulla botola ed aspettare che ti porti su. Una volta sul palco, posizionati dietro ai ballerini e poi fai la coreografia, intesi?-
Scooter è ossessivo.
Alzo gli occhi al cielo. -Si, scoot, si. Ora vado.-
Ellen Degeneres, la presentatrice, urla il mio nome proprio quando la botola approda sul palco.
Mi posiziono dietro a Nate e Gwen, prendo un respiro profondo e quando sento l’attacco della base inizio a cantare.
“Baby, even though I hate ya
I wanna love ya
I want you
And even though I can't forgive ya
I really want to
I want you
Tell me, tell me baby
Why did you leave me
Cause even though I shouldn't want it
I gotta have it
I want you”    Piccolo, nonostante io ti odi, voglio amarti, ti voglio. nonostante io non riesca a perdonarti, voglio farlo, ti voglio veramente. Dimmi piccolo, perché mi hai lasciata?

Mentre pronuncio quelle parole sento un groppo in gola. Dietro le quinte dovrebbero esserci le mie amiche, così le cerco con lo sguardo, ma tutto quello che trovo sono un paio di occhi verdi che mi squadrano.
 


CAVE VAGAZZE.
COME VA? TODO BIEN SPERO. IO SI. VOLEVO RUBARE UN MINUTO DELLA VOSTRA VITA PER RINGRAZIARE LE STUPENDE RAGAZZE CHE LEGGONO/RECENSISCONO/SEGUONO/PREFERISCONO/RICORDANO, VI AMO.
A me il capitolo non piace, non so.. 
Me le lasciate una recensione? *facciadacucciola*, se ho tre recensioni aggiorno pure domani o lunedì!

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Capitolo 4
*** La scatola. ***


Tragic.

La scatola.

"I'm not much for dancing, 
but for you I did."


*Mi sveglio improvvisamente, ho fatto di nuovo lo stesso sogno.
Mi alzo e vado a prendere la scatola, quella in cui ho conservato le nostre foto, quelle che mi fanno mancare l’aria.
Sono riposte sopra l’armadio della mia camera, non voglio che le veda qualcuno, sono ricordi che non racconterò ma che custodirò gelosamente nel mio cuore.
-Devi buttarle- Mi dico.
Afferro il contenitore in cartone e lo appoggio sul letto, non sapendo cosa fare.
La apro, tanto non ho niente da perdere da quando ho perso lui. 

La prima foto che mi salta all’occhio è quella del nostro primo mesiversario, io e Harry eravamo al parco, mi aveva fatto una sorpresa.

  • -Ok, ti guido io, mi raccomando amore: non correre o inciamperai.- Affermò con la sua calda voce che a me faceva impazzire.
    Presi la mano che mi aveva teso e con movimenti lenti mi feci scortare. Mille farfalle mi svolazzavano nello stomaco per l’eccitazione, non stavo più nella pelle.
    Avrei passato il nostro mesiversario al parco, cosa c’era di meglio?
    -Arrivati!- Mi sciolse la benda e quello che vidi fu straordinario: un gazebo con un tavolo apparecchiato per due.
    Il cuore batteva così forte che pensai che potesse esplodere da un momento all’altro, mentre le gambe non mi sorreggevano più.
    -Io..io..non so cosa dire, è spettacolare.- Avevo le lacrime, nessuno si era mai preso tanto disturbo per me.
    Lo guardai e pensai che era perfetto. I ricci gli ricadevano morbidamente sul viso ed i raggi del sole gli illuminavano gli occhi.
    -Ti amo.- Sussurrò al mio orecchio in modo che solo io potessi sentire quelle parole.*

 

Le lacrime scendono incessatamente, non riesco più a respirare, ho un altro dei miei attacchi.
Perché ho scelto il modo più crudele per innamorarmi?
Mi ha dimenticata, allora perché non riesco a farlo anch’io? Mi sembra impossibile pensare che non ci sia più nella mia vita.
Ho addosso la sua felpa grigia, quella che mi ha regalato al nostro secondo appuntamento e nonostante sia passato tanto tempo posso percepire ancora il suo odore.
Mi accascio sul pavimento con un senso di impotenza che mi avvale, con la consapevolezza che non posso cambiare il corso degli eventi, che non posso averlo indietro.
Mi sento ridicola.
Prendo la nostra foto tra le mani e la guardo intensamente, fino a quando gli occhi non mi bruciano e le lacrime mi impediscono di vedere.
- Spero che tu stia bene, perché io sto tutto tranne che bene. Mi sento ancora con i ‘nostri’ amici solo per chiedergli dove sei. Spero che vada tutto bene lì, spero che il sole brilli e che sia una bella giornata, ma soprattutto spero che tu mi abbia pensata e che qualcosa ti abbia fatto pensare che forse, saresti dovuto rimanere.- Sussurro.

*Mi misi a sedere su un divanetto senza proferire parola. Le feste non erano mai state il mio forte, soprattutto quando si facevano in discoteca.
Odiavo ballare, specialmente davanti agli altri, è imbarazzante.
-Andiamo amore, non puoi rimanere seduta tutto il tempo. Concedimi questo ballo.- Mi tese la mano ed io l’accettai titubante.
-Lo faccio solo p..- Mi interruppe baciandomi.
Lo faceva spesso, ma a me non dispiacevano affatto quelle sue rudi interruzioni.
Gli misi le mani sulle spalle e lo avvicinai a me. Le nostre lingue si cercavano, si bramavano.
Mi cinse i fianchi avvicinando il suo bacino al mio e poi si staccò.
-Balla per me, balla con me.- 

Rimanemmo avvinghiati, cominciammo a ballare sulle note di ‘Say something’ nella versione di Christina Aguilera.
Io gli accarezzavo i capelli mentre lo guardavo negli occhi beandomi di quella visione celestiale.
Era perfetto, era mio, era Harry, l’amore della mia vita.
Il dj cambiò canzone e mise ‘Move like Jagger’ dei Maroon 5.
Il riccio improvvisò una coreografia facendomi ridere e mettendosi in mostra.
Si stava scatenando, divertendo, era bello vederlo così. Improvvisamente mi tese una mano, aspettando che io accettassi il suo invito.
Roteai gli occhi, ma poi gli sorrisi ed iniziai a danzare disordinatamente per tutta la stanza, ci stavamo veramente divertendo ed io pensai che per la prima volta stavo bene.*

Mentre canto l’ultima strofa scoppio a piangere.
Non riesco a reggere il peso del suo sguardo su di me, è stressante, frustrante.
-Grazie, vi amo.- Scendo, o meglio, scappo dal palco e mi dirigo vicino al mio camerino.
-Ariana, cosa ti ha commosso durante l’esibizione?- Chiede quella che deve essere una giornalista.
Posso farcela, devo farcela.
-L’affetto dei miei fans, non avrei mai pensato che la mia voce potesse piacere a qualcuno, ma evidentemente mi sbagliavo.-  La liquido con questa dichiarazione prima di ritornare sulla via del ritorno al camerino.
-Bella esibizione.- Riconosco la sua voce calda e sobbalzo dallo spavento.
-Che ci fai tu qui?- Mi sento improvvisamente debole, è colpa sua, lui è il mio tallone d’Achille.
-Sono venuto a vedere come stavi.- Dice in tono attonito.
-Strano che in tutti questi mesi non ti sia interessato il mio stato d’animo, ma grazie, sto benissimo, mai state meglio. Ora se non ti dispiace devo tornare nel mio camerino per cambiarmi, immagino poi che tu debba tornare da Kendall, sai non vorrei ti desse per disperso.- Mi stupisco del coraggio che ho avuto nel dirgli queste cose, se solo lo avessi trovato prima.
-Non penso che tu stia bene, sei scoppiata a piangere mentre mi guardavi..- Bisbigliò al mio orecchio avvicinandosi.
-Perchè sei qui, Harry?- Domandai ancora in cerca della verità.
-Sono qui per te, sono qui per dirti che sono tornato.- Avevo lo sguardo fermo sulle sue iridi verdi.
-A che serve tornare se poi non vuoi restare? Non ti aprirò nuovamente la porta del mio cuore.- Affermai con la voce tremante.
-Non me ne sono mai andato.- Soffiò sulle mie labbra prima che potesse accadere l’imprevedibile.

 



SPAZIO AUTRICE:
ODIATEMI. odiatemi. me lo merito.
Sto aggiornando all'una di notte, il capitolo è una merda.
Nella prima parte c'è un flashback e poi dei flashback nei flashback.
Me la lasciate una recensione? *faccia da cucciola* :3 vi amo. GRAZIE A TUTTEEEEEEE

 

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Capitolo 5
*** Trailer! ***



Ciao ragazze, eccovi il trailer della fanfiction: https://www.youtube.com/watch?v=_0ngIcWId10
Oppure se non volete copiare ed inccollare cliccate qui: Trailer 
Volevo anche ringraziarvi per le bellissime recensioni, siete magnifiche ed io non me le merito..
(Se avete qualche commento o consiglio riguardo il trailer potete farlo con una recensione al capitolo precedente, in posta privata o sotto al video su youtube, perchè questo poi lo tolgo di "capitolo")
Grazie grazie grazie, vi voglio bene.

 

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Capitolo 6
*** Why? ***


Tragic
Why?

"You're the one that I love,
And i'm saying goodbye.."

Trailer storia: https://www.youtube.com/watch?v=_0ngIcWId10


Caro Harry,

mi ricordo ancora lo sguardo che avevi, nel buio, quella sera che ci siamo conosciuti, mi è rimasto impresso nella memoria.
Mi ricordo anche l’odore della pioggia di quel nove luglio, trovai un po’ insolito che piovesse in estate, ma poco m’importava, ti avrei rivisto.
Poi sei sceso da quell’aereo ed il tuo cuore batteva forte, proprio come il mio.
Adesso che ci ripenso posso ancora percepire il calore delle tue braccia attorno ai miei fianchi bagnati.
Ti amo Harry, amo quando cammini con le mani in tasca, amo i tuoi occhi, amo le tue fossette, amo il modo in cui ti tremano le mani ogni volta che devi incontrare mio padre, amo le felpe che mi hai regalato, ma soprattutto, amo te.
E vorrei tanto poter smettere di farlo, come hai fatto tu.
Perché non ti manco? Cos’ha lei in più di me? Me lo chiedo tutti i giorni.
Ma forse la cosa che ho rimpianto di più non è stata perdere te, ma perdere me stessa.

Yours Truly,

A.G.

 

*Mi sedetti su uno di quei divanetti scomodi in attesa che la serata si evolvesse in qualche maniera.
Non ho mai amato le feste sfarzose, soprattutto poi quando venivo lasciata sola dalla mia migliore amica.
Liz ha sempre saputo rimorchiare, lei era sicura di se stessa, invece io ero insicura, non mi piacevo, ero timida.
La timidezza mi ha sempre frenato dal fare pazzie, quelle che fanno gli adolescenti, oppure mi ha sempre frenato nelle relazioni, dato che non avevo mai avuto un ragazzo in vita mia.
-Hanno lasciato sola pure te?- Mi chiese qualcuno con una voce molto familiare.
La luce non mi permetteva di vederlo bene, ma sapevo chi era, chi non lo conosceva?
-Si..Purtroppo..- Dissi in tono così flebile che mi domandai se mi avesse sentita.
-Piace Harry. Harry Styles…Sai, quello dei One Direction..- Mi tese una mano e feci lo stesso con la mia, solo che mi tremava leggermente.
-Hm, sono Ariana Grande…- Non mi aspettavo che sapesse chi fossi, ma sorprendentemente mi conosceva.
-Si, ti ho vista nei panni di Cat Valentine! Sei veramente molto dolce quando reciti.- Arrossii violentemente e sperai che non lo avesse visto.
- Gr-Grazie..- Sorrisi perché era simpatico.
Il cameriere che girava per il party ci portò due ‘Sex on the beach’, ed io lo accettai, perché l'alcol mi aiutava a disinibirmi un po’.*

Nel momento in cui il flashback mi colpisce, mi accorgo che Harry mi sta baciando.
Non riesco a staccarmi, il bacio è violento, a me piace, nonostante sappia che è sbagliato.
Un altro errore madornale.
L’ennesima lacrima mi riga il volto, non ne posso più di piangere, non posso lasciarmi umiliare.
-Non possiamo.- Dico farfugliando mentre mi sposto spaventata.
I suoi occhi sono diventati più scuri, l’ho già visto in questo stato e non è piacevole.
-Cos’abbiamo da perdere, dal momento che sto perdendo te?- Alza il tono di voce, mi spaventa, perché non voglio che qualcuno senta.
-Ogni volta che torni, Harry, sei la causa delle mie lacrime. Adesso vai via, ti prego.-
“Non mi hai persa!” Vorrei urlargli, ma non posso.
Sono in uno stato di trance in cui non sento più niente.
Lui non dice niente, si allontana semplicemente, come l’ultima volta, quell’ultima maledettissima volta.
Tutte le volte che è tornato ho sempre desiderato dirgli che non potevo riaccoglierlo nella mia vita, e questa volta ce l’ho fatta.


Entro nel camerino e mi appoggio sulla poltrona.
Il cuore mi brucia come se avessi mille pugnali infilzati dentro di esso, la mente è offuscata e gli occhi piangono.
Ho sempre pensato all’amore come un sentimento bellissimo, non come una tragedia e mi ritrovo spesso a domandarmi perché lo abbia dovuto trasformare in quest’ultima.

 

Corro fuori dal camerino, voglio fargli quella domanda che mi balena in testa ogni volta che penso a lui.
Voglio saperlo, voglio capire.
Fuori dalla porta trovo subito una schiera di giornalisti, li ignoro, ho bisogno di parlare con Harry.
Lo trovo insieme agli altri, stanno facendo un’intervista.
Sorpasso le telecamere ed i microfoni, fino a quando non mi avvicino a lui.
Nella sala tutti si ammutoliscono, mi guardano, pensano che sia pazza, ma non mi interessa, questa volta niente mi impedirà di conoscere la verità.
-Perchè Harry?- La voce è rotta dal pianto, sembra che non voglia uscire, ma devo sforzarmi.
Lui mi guarda sbigottito, invece Louis mi rivolge uno sguardo di compassione, come se sapesse quello che provo.
-Perchè?- Urlo questa volta.
Non risponde ancora.
-Perchè hai dovuto trasformare la nostra bellissima e magica storia d’amore in una tragedia? Perché te ne sei andato senza dirmi niente? Perché ho dovuto sapere dai giornali che stavi con un’altra ragazza? Perché mi hai fatto così male quando invece io, io ti amavo così tanto.-
I giornalisti mormorano, sono pronti a mettere la mia sfuriata su tutte le prime pagine dei tabloid.
Non mi interessa la mia carriera, voglio il mio bene adesso.
Lui si alza, viene vicino a me e poi mi prende per un braccio. Mi porta dietro le quinte, dove nessuno può sentire o vedere niente.
-Ariana, io non volevo lasciarti. Sono stato costretto, capisci? Ci attaccavano le directioners, ci insultavano, avevamo perso molti fans. La modest ha deciso che dovevo sparire dalla tua vita, così ho fatto.-
Mi rendo conto che nonostante fosse stato costretto a lasciarmi, lui ha messo il suo lavoro davanti al nostro amore.
-Ti prego, perdonami, perché io non riesco a vivere senza di te.- Afferma con gli occhi lucidi.

*-E’ finita.- Disse prima di prendere la sua valigia.
Pensai che scherzasse, così risi, ma lui era serio, fottutamente serio.
-Lo faccio solo per te, ti prego capiscimi.- Per quanto mi sforzassi, non ci riuscivo proprio a capirlo.
Ci eravamo divertiti, avevamo scherzato, fatto l’amore, perché mi stava dicendo addio?
-No, no, no. Non lo accetto Harry, non sono una marionetta, ho dei sentimenti. Perché?-
Lui non parlò, si limitò solamente a voltarsi per poi andarsene.
Oltre al rumore dei suoi passi udii il rumore del mio cuore che si spezzava.*

 


Spazio autrice:
Si perdono, il capitolo fa schifo, il trailer pure, la storia non è da meno e boh (?)
Aggiorno sempre di sera lol, come mio solito...
Aspetto tante belle recensioni negative HAAHAH
Comunque, grazie, grazie, grazie. SIETE MAGNIFICHE, IO VI AMO.
Seriamente, grazie per spendere del tempo a leggere e recensire, siete proprio dolci. :3
*Mi dileguo*


 

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Capitolo 7
*** Darcy and Milva ***


Tragic
 

Darcy and Milva

 





Caro Harry,
Ho sempre pensato che un giorno io e te avremmo raccontato la nostra storia, di come ci eravamo incontrati e di come non ci eravamo più lasciati.
Ho sempre saputo che il mio posto era quello accanto a te, ma ora non ne sono più sicura. Anche se ora non lo so più.
Te ne sei andato, non so cosa dirti, non so cosa dire al mio cuore.
Ti ho visto prima, in quella sala conferenze e stavo morendo dalla voglia di sapere se questa situazione ti sta uccidendo nello stesso modo in cui sta uccidendo me.
Ma come siamo finiti così?

Forse un giorno racconterò la storia di noi due e di come tu hai stretto a te il tuo orgoglio, invece di stringere me.
Ti direi che mi manchi, ma questo silenzio è troppo rumoroso.
Forse un giorno potrei raccontare di come la nostra storia si è trasformata in una tragedia.
Yours Truly,
Ariana Grande.


*

Strinsi la sciarpa al collo, soddisfatta dell’outfit che avevo scelto.
Fuori era fresco, nonostante fosse primavera c’era ancora quell’aria invernale.
In macchina continuavo a specchiarmi nervosamente attraverso la fotocamera del mio cellulare, mi sentivo sotto pressione.
Avrei incontrato Anne, la madre di Harry, dovevo assolutamente fare una buona impressione.
Ci fermammo davanti ad una villetta, né io né Harry scendevamo dal veicolo, io aspettavo solo che facesse qualche mossa.
L’ansia mi stava mangiando viva, nella pancia avevo lo stomaco che si attorcigliava su se stesso dall’emozione e mi provocava dei dolori lancinanti.
-Ti amo.- Sussurrò prima di darmi un bacio a stampo.
Sgusciai fuori dalla macchina in silenzio religioso, non volevo rovinare il momento.
Mi schiarii la gola e poi bussai alla porta di casa.
Una ragazza ci aprii e rimasi abbagliata dalla sua bellezza. Era Gemma, sua sorella e si vedeva che erano fratelli.
Stesso sguardo, stessa forma del viso, fossette e persino stessa dentatura.
Lei era bionda, un po’ più bassa, ma comunque stupenda. Mi sentii a disagio, la stavo fissando e non avrei voluto.
-Ciao! Che bello conoscerti, Harold ci ha parlato tanto di te. Vero orsacchiotto?- Lo canzonò prima di dargli un buffetto sulla guancia.
Il riccio roteò gli occhi al cielo, poi l’abbracciò. Erano uniti, si vedeva.
Anche a me mancava mio fratello Frankie, avevo lo stesso rapporto.
Era molto più grande di me ma comunque avevamo un’intesa fantastica, anche perché lui lavorava con me, faceva il mio coreografo.
-Ehm, piacere mio!- Borbottai imbarazzata portandomi una ciocca di capelli ribelle dietro l’orecchio.
Gli tesi la mano ma la rifiutò stringendomi direttamente in un abbraccio.

La casa era fantastica, era molto grande sia all’interno che all’esterno.
L’arredamento era vintage, ma non scadente, il vintage che piaceva a me.
-Come sei bella, piacere tesoro, sono la mamma di Harry.- Si presentò una donna sulla quarantina dai capelli neri.
Era un vizio di famiglia essere così illegalmente belli?
-P-piacere mio signora, sono Ariana.- Arrossii leggermente quando anche lei mi abbracciò.
-Spero ti piacciano le polpette e lo sformato, sai, sono i piatti preferiti dei miei figli e volevo cucinarli per questa rimpatriata.- Sorrise guardando fiera il suo ragazzo.

-Si, grazie mille. Vuole una mano in cucina?- Domandai per rendermi utile e non fare la figura della buona a nulla, anche se non sapevo cucinare molto.
-No, non preoccuparti. Perché non vai a fare un giro nel giardino con Harry? Abbiamo le papere!- 

 

Dopo essermi presentata a tutta la famiglia, io ed il riccio ci avviammo verso il giardino di dietro.
Rimasi stupita nel vedere che il prato era veramente ampio, avevano persino un piccolo lago con due oche.
-Darcy e Milva. Sono buone, mentre invece quelle di Regent’s Park sono veramente cattive. Hanno morso Niall!- Ridemmo insieme, prima di avvicinarci a quest’ultime.
Ne accarezzai una timorosa, avevo la fobia degli uccelli.
-Ragazzi venite a cena, ha chiamato mamma.- Urlò Gemma da una finestra, che doveva essere quella della sua camera.

 

-Come va il progetto per il tuo secondo album?- Chiese il marito di Anne mentre si infilava in bocca una cucchiaiata di sformato.
-Molto bene, per il momento è uscito solamente il singolo ‘problem’, ma spero di concludere presto..- Risposi mantenendo gli occhi bassi.
Avevo cercato di mantenere la calma, ma in qualche modo non mi sentivo all’altezza.
-E’ bellissima quella canzone, complimenti vivissimi! Sono una tua grande fan, ho letteralmente pregato Harry di portarti qui. Se non lo avesse fatto lo avrei ucciso e poi probabilmente dato in pasto alle oche.- Affermò Gemma.
Fece una risata malvagia che scatenò l’ilarità di tutti.
-Ha-ha. Simpaticona. Le oche non mangiano gli umani.- Si fecero la linguaccia e poi si tirarono dei pezzi di pane.
-Oh andiamo! Ma avete vent’anni o cinque?- Li rimproverò la madre.
Risi sotto i baffi e Harry mi guardò male, però alla fine mi sorrise.
Giuro che in quel momento mi si sciolse il cuore.

 

-Sei sicuro di riuscirci? Guarda che sono tantissime!- Lo sfidai mentre guardavo il cielo.
Eravamo seduti sul prato di casa sua, avevamo i piedi immersi nell’acqua e contavamo le stelle.
Harry aveva sostenuto di saper il numero delle stelle che c’erano a Holmes Chapel, ma non ci credetti.
-Si, le ho contate e posso dirti con certezza che l’unica stella sei tu. Sei la stella che ha illuminato il mio cuore.- Mi girai a guardarlo, i suoi occhi erano pieni di dolcezza, mentre i miei erano pieni dell’amore che nutrivo per lui.
-Non lasciarmi mai, giuramelo.- Mi strinse la mano.
-Mai.- Poi mi baciò.
Mi baciò come se le mie labbra fossero aria e lui stesse soffocando.
Sapevo che non sarebbe durata per sempre, ma il mio cuore non lo avrebbe mai dimenticato.*

 


Hey chicas
Aggiorno tardi, come sempre.
GRAZIE PER LE RECENSIONI, GRAZIE PER TUTTO, VI ADORO!
BACIO!

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Capitolo 8
*** Trust.. ***


Tragic

Trust

 

 

-Devi sbrigarti, Ariana. Scooter ci sta aspettando, lo sai com’è quando ci si mette.-  Jennette alza le serrande e solleva il piumone sotto al quale mi sono rifugiata per due settimane.
In questo lasso di tempo sono successe veramente troppe cose. Mio nonno, il mio amatissimo nonno, sta male. E’ troppo vecchio, ha avuto un malore ed ora è ricoverato. Invece, per quanto riguarda il mio show per Harry, è stato un disastro. Mi odiano tutti.Una parte di me ha sempre sperato di svegliarsi il giorno dopo e di tornare indietro di due anni, ma non è mai successo. Mentre l’altra parte invece pensa che questi dolori mi aiuteranno a diventare più forte in futuro.
Ora guardo Jennette, che sembra tanto mia madre quando è in procinto di farmi una ramanzina.
-Lo so che è difficile…ma tu devi..- Inizia lentamente, con tono amorevole.
-No, non sai com’è. Mio nonno sta male, Frankie non è qui per aiutarmi, i miei genitori stanno divorziando ed ho fatto la figura della deficiente davanti ad un milione di persone. Chissà cosa diranno su Twitter, scommetto che mi odiano già tutti.- La blocco per farle capire di smetterla. Voglio stare sola, non ho bisogno di amici caritatevoli o di sgridate da parte del mio manager.
-Okay, allora non proverò a capirti, ma ti prego mettiti il primo vestito e vieni in studio con me. Scooter ci aspetta.-  Esce dalla stanza velocemente, senza darmi nemmeno il tempo di risponderle.
La luce del giorno illumina tutto l’abitacolo, mostrandomi in che stato pietoso si trova. E’ pieno di fogli, di lettere e di scatole di patatine fritte.
Davanti al mio letto c’è lo specchio, non ho nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia.
Sono patetica, veramente patetica.
Riluttante e dolorante mi alzo in piedi, prendo un vestito rosso sgualcito che si trova per terra e lo metto da parte per dopo.
Ancora con il pigiama con gli unicorni, vado verso il bagno, devo assolutamente lavarmi.
Sento mia madre che parlotta con la mia amica in modo allegro. Si, lei è brava in questo. Nasconde le cose brutte della nostra famiglia e mette su una sceneggiata felice che incanterebbe tutti quanti.
Ma d’altronde sono Ariana Grande, la mia vita è perfetta.
La mia immagine riflessa mi ricorda invece, che sono umana e che nessuno è immune all’imperfezione.
Occhi rossi, segnati dal pianto, viso scavato ed occhiaie che mi arrivano ai piedi.
Per questo scempio ci vorranno almeno sei ore di make-up.

 

 

***

 

Esco velocemente dalla porta del retro e salto sulla macchina di Jennette senza farmi beccare dai paparazzi.
E’ brutto essere perseguitati. Il mondo va a rotoli, diamine, sono una cantante, le persone dovrebbero interessarsi alla mia musica non alla mia vita privata. E’ una vergogna. Io ho scelto questo lavoro per dedicarmi ad una cosa che amo da sempre, non per raccontare le mie vicende private o per far parlare di me, inutilmente poi.
La bionda sfreccia sulla strada non curandosi dei limiti di velocità. Per poco non mi prende un colpo.
Accendo la radio, tanto per fare qualcosa, ma me ne pento subito quando sento il mio nome.
La doccia aveva scacciato via il mio cattivo umore, per un po’, ma appena uscita di casa e tornata alla realtà è tornata la pioggia.
In queste due settimane mi sono chiesta spesso: come si fa ad amare una persona a cui non interessa di te?
Io Harry l’amavo, lo amo ancora, lui no. E’ questo il problema. Mi dice che mi vuole, ma lo fa solo per egoismo. Lo fa per alimentare la convinzione che tutti lo amano, perché lui è bello e famoso. Ma io no.
Io lo amo per la sua risata, per il modo in cui arriccia il naso quando sente un odore sgradevole, per i suoi capelli, la sua piccola ossessione per Stevie Wonder, il fatto che adora girare nudo per casa facendomi ridere. Amo il modo in cui mi racconta del suo passato e delle sue vicende, perché ci mette così tanta enfasi ed è contagioso. Ma soprattutto, amo le nostre  -vecchie-telefonate notturne. Sono piccole cose che mi hanno riempito il cuore per sei mesi.
E sono certa di aver amato più lui in quei mesi che me in tutta la mia vita. Ed è triste, perché a volte penso quanto saremmo stati bene insieme io e lui, se non fossimo stati io e lui.
-Ha chiamato più volte. Tua madre non te lo ha detto, vero?- Jennette è ancora concentrata, ma non perde occasione per mettermi davanti la cruda verità.
So di chi sta parlando e subito mi viene un tuffo al cuore.
-No, non lo sapevo. Comunque non mi interessa. Ho capito tutto, adesso.- Ho capito che non potrà darmi mai ciò che voglio io.
-Dovreste chiarire, lo sai meglio di me.- Non la ascolto. Non c’è più nulla da chiarire.
Inizio a canticchiare una canzone di Mariah Carey, la mia cantante preferita.

Il tempo passa troppo velocemente, non mi accorgo nemmeno di essere arrivata da Scooter.
I bodyguard ci vengono a prendere nel parcheggio e ci scortano fino al primo piano, dove si trova il suo studio.
La mia amica bussa vigorosamente, attendiamo una risposta e quasi subito ci vengono ad aprire.
-COSA?!- Urlo in direzione dei cinque ragazzi seduti sul divano accanto alla finestra. I One Direction sono qui, dopo tutto quello che è successo hanno avuto il coraggio di tendermi questa trappola. Sono arrabbiata e vorrei piangere dal nervoso.
-Siediti, ti prego.- Scooter mi fa accomodare con le buone, che in realtà buone non sono mica. Lui usa quel tono duro ma comunque dolce che ti fa capire che non devi farlo arrabbiare.
-Avete cinque secondi per spiegarmi questa pagliacciata.- Dico duramente. So bene che qualsiasi cosa mi proporranno non potrò scegliere se farla o no, sarò obbligata dal mio contratto.
-La tua storia con Harry ha fruttato una vendita del 50% in più rispetto alle altre settimane. Ciò significa che ai vostri fans è piaciuto tutto questo dramma, questa storia contorta, così, io e la modest abbiamo pensato di farti aprire i loro concerti. Stiamo ancora lavorando al tuo album e questa è un’ottima pubblicità. Inizierete le prove dalla settimana prossima. Che ne pensi?- Il suo tono è calmo e fermo.
E’ spaventoso come in questo ambiente le persone si prendano gioco dei tuoi sentimenti. E’ tutta una strategia di Marketing. Nessuno a quattordici anni, quando fai il provino per un famoso show, ti spiega che sarà così. Nessuno mi aveva detto che avrei dovuto vendere l’anima al diavolo. Non avrei mai accettato.
Per il quieto vivere non commento, non mi esprimo, so che uscirebbero solo parole cattive e piene d’odio. Mi limito ad annuire e stare zitta.
-Bene. Tutto confermato. Ariana e Harry potete andare a pranzo, ci sentiremo dopo.- Sta tirando troppo la corda.
-COSA?!- Grido alzandomi di scatto.
Sarebbe andato tutto bene se solo non gli avessi dovuto parlare o se non lo avessi dovuto guardare. Avrei cantato davanti a lui e poi sarei sparita, per un momento mi sembrava perfetto.
-Dobbiamo continuare questa specie di commedia-fiction. Andate, su.-

 

***

-Cosa prendi?- Chiede gentilmente mentre siamo seduti in uno dei locali ‘vip’ della città. I paparazzi ovviamente ci scattano un sacco di foto a nostra ‘insaputa.’
Mi sforzo di non guardarlo, ma lo sguardo cade sul suo e per un momento mi sembra sinceramente pentito. Peccato che sia tutto falso.
Lo stomaco è totalmente chiuso, se mangiassi potrei vomitare da un momento all’altro. Ho le farfalle che mi svolazzano nello stomaco, però desidererei un insetticida per ucciderle.
-Mi hai mai amata?- Domando con gli occhi fissi sul menù. Lo so che non l’ha mai fatto, l’ho sempre saputo.
-Dal primo momento in cui ti ho vista a quella festa, fino ad adesso.- Ha la voce un po’ rotta.
-Vorrei tanto potermi fidare di te, Harry, ma chi ama RESTA.-

 


SIII LO SO SONO UNA MERDACCIAAA, PERDONO. HO PARTORITO QUESTO CAPITOLO IN NON SO QUANTO, VI PREGO LASCIATEMI UNA RECENSIONE CI HO MESSO L'ANIMAAAA DE LI MORTACCI MIA..
VI AMO HAAH

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