Medioevo

di angel15
(/viewuser.php?uid=24896)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno: Il ramingo ***
Capitolo 2: *** Il bambino ***
Capitolo 3: *** Lyasise ***
Capitolo 4: *** La leggenda ***
Capitolo 5: *** Il rapimento ***
Capitolo 6: *** Passato, presente e futuro ***
Capitolo 7: *** La fattoria ***
Capitolo 8: *** Progetti ***
Capitolo 9: *** Tentativo di salvataggio ***
Capitolo 10: *** Partenze e arrivi ***
Capitolo 11: *** Legami di famiglia ***
Capitolo 12: *** Enlil ***
Capitolo 13: *** Il monte Grettier ***
Capitolo 14: *** Oro puro, viola intenso ***
Capitolo 15: *** Una casa, una famiglia, un lieto fine ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno: Il ramingo ***


Capitolo uno
Il ramingo


Gli zoccoli rumoreggiavano sul selciato.
I cavalli nitrivano innervositi. Anche colui che cavalcava scrutava il paesaggio con circospezione. I capelli biondi del cavaliere erano mossi dalla brezza invernale. Il tempo non era dei migliori, si disse il cavaliere. Tra poco avrebbe nevicato.
Proseguì per il sentiero, ascoltando il fruscio portato dal vento.
Ancora qualche istante, e poi, finalmente, comparve l’aurora dalle dita rosate, illuminando il cielo debolmente.
Il cavaliere socchiuse gli occhi e percepì l’imponenza del portone d’ingresso del villaggio di Chiarella. Lì avrebbe dovuto fare scorta di cibo, rifletté il giovane. Ma, non appena giunse di fronte all’ingresso del paese, si bloccò. I forti e i robusti battenti erano stati scardinati e il villaggio pareva deserto. Il cavaliere incitò il destriero a proseguire, appoggiando la mano sull’elsa della spada.
Poi dei passi. I primi leggeri e rapidi, i secondi più pesanti e rumorosi.
Una figura sfrecciò di fianco allo stallone del cavaliere.
Il biondo si chinò ad una velocità sorprendente, cinse la vita della figurina e sollevò il corpicino di un bambino, il quale cacciò uno strillo dalla sorpresa.
I secondi passi si avvicinarono. Il piccolo afferrò la tunica del cavaliere, il cui nome era Sanzo, e vi affondò il visetto sporco.
Sanzo era troppo impegnato a scrutare le sagome che si stagliavano di fronte a lui per non accorgersi subito del gesto del bambino. Lo allontanò bruscamente. Il piccolo lo fissò, sbalordito.
E Sanzo si impietrì. Occhi dorati. Osservò il piccolo più attentamente e scorse un diadema dorato cingere la fronte del bimbo.
Il cavaliere distolse lo sguardo a fatica e osservò i due energumeni dinnanzi a lui.
Uno dei due parlò:
-    Ci perdoni signore, ma quel moccioso ci appartiene. Ha offeso gravemente il nostro signore, il principe Shien.-
Sanzo sobbalzò impercettibilmente a sentir pronunciare quel nome. Tutti sapevano che Shien non aveva sangue reale nelle vene, ma discendeva da una delle famiglie più nobili del paese.
Quando il vero principe era stato esiliato, Shien aveva preso posto al trono col padre.
-    E quale sarebbe l’offesa?- chiese indifferente il biondino.
Non aveva problemi a consegnare il bambino, infatti aveva già cercato di farlo smontare, ma il piccolo scalciava incredibilmente forte.
-    Non le è dato saperlo, civile!- rispose l’energumeno.
Sanzo si immobilizzò. Nessuno poteva rivolgersi così a lui.
-    Prego?- chiese freddamente.
-    Questi sono affari di stati, cavaliere.- rispose ghignando la guardia.
Sanzo, che ancora cercava di spingere il piccolo giù dal cavallo, lasciò la presa e scese di sella. Il bimbo lo vide, coi suoi occhi dorati, prendere la spada e avvicinarsi minaccioso ai due energumeni.
-    Le uniche persone che mi si sono rivolte così sono state due.
Una, il giorno dopo, è stata ritrovata morta, gettata in un mucchio di letame, l’altra non è stata mai più rinvenuta.- annunciò Sanzo.
Il bimbo, alle sue spalle, spalancò gli occhi sorpreso e trattenne un sorriso.
Ma il suo entusiasmo si spense subito. Il cavaliere, con uno scatto, si era portato vicino le due guardie e, con un gesti rapidi ed eleganti, aveva ferito gravemente i due uomini, rimasti pietrificati per la sorpresa. Il piccolo emise un gemito di spavento quando, infine, Sanzo pose fine alla loro vita con due fendenti precisi, calcolati ma improvvisi.
I due non fecero neanche in tempo a tirare fuori la loro lama per difendersi, che già giacevano in terra, nella polvere.
Sanzo si voltò a guardare il bambino, che durante lo scontro (se si può definire tale) era rimasto in groppa al cavallo. Il piccolo tremò, ma sostenne il suo sguardo, ricambiandolo con due grandi occhi dorati e lucidi.
Il cavaliere si avvicinò, seguito dallo sguardo del ragazzino. In seguito gli ordinò di scendere.
Il bimbo scivolò a terra e scrutò il giovane dal basso verso l’alto.
Poi allungò una mano e col ditino indicò i capelli del suo salvatore.
-    Risplendono come il sole- disse, e sorrise.
“Il sole?” quella semplice, comune, banale parola risuonò nella sua testa per diversi minuti.
-    Tsk! Ora direi che sia il caso che tu torni dai tuoi familiari…-iniziò Sanzo, rinfoderando la spada.
-    Ma… -
-    Io non ho tempo da perdere con i bambini!- affermò Sanzo, con un tono che non ammetteva repliche.
Il piccolo non rispose, e si limitò ad afferrarlo per il mantello.
Il biondo si voltò, innervosito e seccato, e schiaffeggiò la candida manina.
Il bambino la staccò di scatto, sorpreso, con le lacrime sulle soglie dei suoi occhi dorati. Il cavaliere spostò lo sguardo e si affrettò a salire in groppa allo stallone.
-    No… per favore, non andare via… non lasciarmi solo…- lo pregò il cucciolo.
-    Io… ho sempre vissuto da solo – ribatté Sanzo. E spronò il cavallo al galoppo.
Il ragazzino lo osservò allontanarsi. Le lacrime, dopo essere state trattenute troppo a lungo, scesero copiose, rigando quel viso dolce e infantile, dai tratti immaturi.
“Perché… perché? Forse questo è il mio destino…restare, vivere, morire completamente solo…”
Il piccolo si osservò le manine e si accorse del pezzetto di stoffa del mantello di quel cavaliere, dai capelli dorati e splendenti come il sole,che gli si era incastrato tra le dita.
Senza pensarci di più, si incamminò sul sentiero percorso poco fa dal ramingo.
E mentre il sole sorgeva alto nel cielo, un sorriso illuminò il visetto del bimbo, infondendo, non si sa come, calore all’atmosfera di quel gelido inverno.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il bambino ***


Grazie mille per i commenti!! ^^ Ecco il seguito...
Capitolo due
Il bambino


Sanzo procedeva verso la città fortificata di Lyasise, perso nei suoi pensieri.
 Non si era neanche preoccupato di chiedere a quel ragazzino perché due soldati lo stessero inseguendo.
 Inoltre aveva evitato di entrare a Chiarella non solo per il fatto che il villaggio fosse disabitato, ma anche perché aveva percepito quell’odore acre di sangue.
Il destriero sbuffò. Sanzo alzò lo sguardo. Erano giunti a una locanda di passaggio. Lyasise era ancora distante e avevano cavalcato tutto il giorno. Il biondo scese di sella e decise di fermarsi per la notte. Lasciò il cavallo allo stalliere della locanda ed entrò.
La taverna era vuota, ma l’aria era ancora densa di fumo e bevande alcoliche. Si avvicinò al bancone, dietro al quale stava un giovane dai lunghi capelli rossi, raccolti in una coda, intento ad asciugare i boccali di birra.
-    Posso aiutarvi?- chiese il giovane, squadrando il biondo da capo a piedi e intuendo subito la sua identità. Si capiva lontano un miglio che Sanzo fosse un ramingo.
-    Cerco una stanza singola per passare la notte…-
-    Una notte… tranquilla…?- chiese l’oste, ammiccando.
-    Che vuoi dire?- chiese gelido Sanzo.
-    Che abbiamo qualche servizio extra… solo qualche danaro in più…-
-    Se non la finisci di dire cavolate, te lo do io l’extra…- disse Sanzo, accarezzando lievemente l’elsa della spada.
-    Va bene, va bene! D’accordo! Ecco la chiave! Buona nottata tranquilla, signore!- si affrettò a rispondere il giovane dai capelli rossi, agitando le mani convulsamente.
Sanzo non si degnò neanche di ribattere, afferrò la chiave e prese a salire le scale. Giunto nella camera, si stese sul letto, addirittura senza togliersi dalla cintura la spada. Egli dormiva sempre con l’arma al fianco.
Chiuse gli occhi, nella speranza di riuscire a sprofondare in un sonno profondo e senza incubi a tormentarlo.

Il piccolo pervenne stremato di fronte alla locanda. Si doveva fermare? O il cavaliere aveva proseguito fino ad arrivare alla città?
Non ebbe il tempo di pensarci perché vide la porta aprirsi di scatto, con rabbia.
Un uomo stava sulla soglia, lo sguardo rivolto all’interno dell’osteria.
-    Sono stufo del vostro gioco sporco! Se ottengo una cosa, la voglio tenere in seguito, è chiaro??-
-    Non è certo colpa mia- ribatté una voce dall’interno – hai perso e ora ti tocca cedermi il premio!-
-    Scordatelo!- grugnì l’uomo, fece per voltarsi e andarsene , ma, sotto lo sguardo stupito e terrorizzato del bimbo, il poveretto fu trapassato da parte a parte da un pugnale.
L’uomo boccheggiò, sputando sangue, mentre il cucciolo tratteneva a fatica un urlo. Il corpo cadde a terra, ai piedi del bambino.
Subito sulla porta comparve l’assassino, che stringeva convulsamente un pugnale. Era così intento a frugare nella casacca della vittima, che non si accorse dell’unico testimone, finché questi non singhiozzò.
L’assassino alzò lo sguardo e incrociò i bagnati occhi dorati del ragazzino. Il bimbo arretrò di un passo, ma l’uomo fu più rapido e lo afferrò per un braccio, tirandolo a sé.
Il piccolo strillò e cercò di divincolarsi dalla forte stretta.
-    I mocciosi come te non dovrebbero girovagare a quest’ora di notte!- affermò l’uomo, irritato.
-    M.. mi lasci andare…la prego…non mi faccia del male…- balbettò il bimbetto, continuando a cercare di sfuggire alla morsa di quel pazzo.
-    Zitto!- sbraitò. Girò il bimbo e, stringendolo fra le braccia, gli tappò la bocca con una mano.
-    Accidenti… e adesso che faccio..?- l’uomo stava velocemente perdendo la calma. Il piccolo strinse gli occhi e trattenne un conato di vomito. La mano di quell’uomo puzzava terribilmente di sangue. Tremò leggermente. Cosa gli avrebbe fatto quell’individuo? Stava praticamente perdendo la ragione…
-    Che faccio? Che faccio? Maledetto marmocchio, se tu non fossi mai nato…-
Ecco. Raggiunta la soglia della follia. L’uomo sollevò il pugnale.
Il piccolo urlò, ma  ne uscì solo un mugolio, a causa della mano premuta sulla sua bocca.
-    Hai fatto sicuramente la scelta sbagliata, figliolo.- disse una voce pacata.
-    C..cosa?- l’uomo si bloccò e si voltò. “ Un altro testimone?!”
-    Lascia il bambino, per favore. Non fare azioni di cui in seguito potresti pentirtene!- continuò il nuovo arrivato.
-    E tu chi diavolo sei per dirmi cosa fare??-
-    Oh! Vi prego non pronunciate il Diavolo! Il mio nome è Hakkai e sono un predicatore errante!- si presentò lo sconosciuto.
Il bambino si voltò quanto bastava per vedere un giovane uomo, vestito con una lunga tonaca nera. Gli occhi, color verde come lo smeraldo, lo guardavano e tentavano di tranquillizzarlo.
-    Ora, la prego! In nome del Signore, lasci il bambino. So che può farlo! Se lei chiede perdono, il Signore la perdonerà.- tentò di condircelo Hakkai.
-    E come la metti con la giustizia, idiota?- urlò l’uomo, stringendo ancora più forte il corpicino, come se fosse uno scudo. Per fortuna del bimbo, almeno tolse la sua tozza mano dalla piccola bocca, che si aprì subito per inalare profondi respiri.
-    Ora, sciocco, sarò costretto a uccidere anche te!- affermò l’assassino.
-    Non credo proprio, IDIOTA! Finiscila di fare baccano!!! Mi stai irritando!-
Il piccolo sobbalzò. Riconosceva quella voce. L’aveva seguita tanto a lungo e, a causa di questa disavventura, si era dimenticato il motivo per cui era finito nei guai. Per seguire il sole.
Sanzo aveva sentito casino proprio sotto la sua finestra, ma aveva sperato che il frastuono si spegnesse, prima o poi. Sperava proprio di non dover intervenire, per il semplice fatto che sarebbe dovuto scendere dal letto e suonarle a qualcuno, con il gelido vento della notte che gli avrebbe sferzato il viso. Ora, però, era sbalordito nel vedere il bambino, che oggi stesso aveva salvato e poi scacciato, davanti a lui, che lo guardava con uno sguardo…d’adorazione?
“ Che stupido! Mi conosce solo da stamattina e già mi saltella dietro come una scimmia! Solo che almeno le scimmie non sono tanto stupide da cacciarsi così facilmente nei guai!” pensò Sanzo.
Velocemente sfilò la spada dal fodero. L’assassino se ne accorse e reagì prontamente. Puntò il pugnale alla gola del ragazzino, che sussultò nel sentire la lama fredda e affilata poggiare sul suo collo. Sembrava quasi lo volesse accarezzare. Ma se la lama si fosse avvicinata di più avrebbe lasciato una carezza un po’ dolorosa.
-    Non vi avvicinate! Non esiterò a sgozzarlo!!- urlò il pazzo, oramai sul punto di esplodere.
-    No la prego! Il Signore non la perdonerà per questo…-
-    Cosa vuoi che me ne importi?-
Il tono gelido del biondino schiaffeggiò il piccolo, che scosso guardò il ramingo come se fosse uno spettro.
-    Tu…Tu menti!!!- urlò l’uomo.
-    Affatto.-
Il bimbo, troppo sbigottito e triste a causa della risposta del cavaliere, prese a singhiozzare.
L’assassino sobbalzò, sorpreso. Sanzo, non l’avrebbe mai ammesso, ma sentì come una stretta al cuore. Il suo sguardo, però, rimase indifferente. “Guarda cosa hai fatto..”
Con uno scatto veloce, prima che l’uomo se ne accorgesse, conficcò la spada nel torace dell’assassino, che lasciò la presa sul ragazzino, e cadde a terra come un peso morto. Il bimbo si accasciò e, sorpreso, alzò lo sguardo sul biondo, che lo ricambiò freddo.
-    Stupido!- disse solo il cavaliere, dopodiché si allontanò per riprendere la spada.
-    Tutto bene?- Hakkai sollevò gentilmente il piccolo.
-    S.. sì – rispose il bimbetto, asciugandosi le lacrime con i piccolo polsi.
-    Bene!-
-    Tutto bene, qui??- il giovane rosso, che poco fa aveva servito Sanzo, uscì frettoloso dalla locanda e si avvicinò ad Hakkai.
-    Certo! Il Signore ci ha protetti!- rispose Hakkai.
-    Oh sì! Il signor Sanzo ci ha protetti!- affermò il piccolo, ripresosi un pochino.
-    Non intendevo quel tipo di signore, piccolo…- disse Hakkai, alquanto imbarazzato.
-    Ma allora quel pazzo fulminato dai capelli biondi ha ucciso questi clienti!!- esclamò il giovane dai capelli rossi.
-    No si sbaglia! Il signor Sanzo ha ucciso l’assassino di quel cliente in nome della giustizia!- affermò Hakkai solenne.
-    No!!- ribatté Sanzo. – In nome di una bella dormita!!!-
-    Beh signore non l’ho ancora ringraziata e volevo complimentarmi per…- disse Hakkai.
Ma Sanzo non lo ascoltava. Aveva già preso a salire le scale, verso la sua camera. Il bambino gli sgattaiolò dietro.
“ Oh per tutte le donne!” pensò il giovane oste “Ora sono rimasto solo con questo sfigato, dal sorriso da ebete!!”
-    Ehm…- disse – Posso offrirti qualcosa?-


-    Che vuoi? Perché cavolo continui a seguirmi?- chiese il biondo fermandosi sulle scale e voltandosi verso il bambino.
-    Non so…- rispose il ragazzino, sincero.
Sanzo sbuffò. Restò un attimo in silenzio, poi…
-    Qual è il tuo nome?- chiese.
Il bimbo si illuminò in volto e sorrise, felice.
-    Goku! Son Goku!!-
-    Non dirlo con quell’espressione idiota sulla faccia..-
-    E che sono contento che tu me l’abbia chiesto…- ammise Goku, con un sorrisino timido e innocente.
-    E ora cosa pensi di fare? Non crederai che io ti porti con te?! Vero?- chiese Sanzo.
Goku abbassò lo sguardo.
-    Tsk! Scordatelo!-
-    Ti prego!-
Sanzo si bloccò. Quella scimmia piangeva di continuo! I suoi occhi color ametista incontrarono due pozzi dorati, colmi di lacrime.
-    Ti prego!- ripeté il bambino – Non lasciarmi solo ancora…-
-    I tuoi genitori sono morti, vero?-
Goku lo fissò sbigottito.
-    …- non rispose.
-    Tsk!-
-    Perché hanno attaccato il tuo villaggio? Perché tu vieni da Chiarella, vero?- continuò gelido Sanzo.
-    Sì, Chiarella…non so perché l’abbiano fatto…-  il piccolo abbassò lo sguardo.
-    Fatti dare da quel pervertito di un locandiere una coperta, poi raggiungimi nella mia stanza.- disse Sanzo, inaspettatamente.
Goku lo fissò. Poi trattenne un grido di gioia.
-    Sbrigati! Prima che cambi idea!!- sbottò Sanzo, scocciato.
Il piccolo schizzò via.
“ Agile come una scimmia…” pensò il biondo.

Aggiornerò il prima possibile!! Grazie a chi commenta o anche solo a chi legge...^^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Lyasise ***


Grazie a tutti per i commenti!! ^^
x Temari: Vero, è proprio da Sanzo! Ho prestato molta attenzione al carattere del bonzo. Anche se cambia ruolo, vorrei che tenga il proprio modo di fare gelido e severo che tanto lo caratterizza...Spero di riuscire nell'intento!! ^^
x Azrael: Grazie mille per i complimenti!!! " me imbarazzata.." Sono felice che la storia ti piaccia e vedrò di aggiornare il prima possibile, in seguito...
x Krikka86 : Grazie mille anche a te per il commento!! Ti rispondo subito: Sanzo ha 23 anni, Gojyo e Hakkai 22, mentre di Goku non so l'età esatta...Immaginatelo come un bambino di circa 10-9 anni...
Ecco il prossimo capitolo, sperando di riuscire ad aggiornare in settimana...


Capitolo tre
Lyasise

Sanzo si svegliò a causa della luce del sole che filtrava dalla finestra e gli illuminava il viso. Rimase un attimo steso, dopodiché si sollevò. E rimase sorpreso nel vedere Goku accoccolato sul pavimento e arrotolato in una coperta. Dormiva ancora, respirando regolarmente e stringendo un lato della coperta con una manina.
“Che moccioso…” pensò il cavaliere. Non fece in tempo a svegliarlo, che la porta della camera si spalancò all’improvviso.
-    Tu!!- strillò il giovane oste, indicando Sanzo con un dito.
-    Io – Sanzo lo guardò indifferente.
-    Per colpa tua ho perso il lavoro!! Dopo quel che è successo ieri sera, il proprietario mi ha convocato nel retro della locanda e ha affermato che se entro oggi non ero sparito dalla circolazione, avrebbe chiamato i soldati!- disse il giovane.
-    E dunque?- chiese Sanzo. – Stai accusando me delle tue disgrazie? Prenditela con questa scimmia e con te stesso, se non sai tenere a bada una taverna e se i tuoi “servizi extra” portano la gente a commettere omicidi!-
Il cavaliere scese dal letto e scosse il bambino con un piede ( privo di stivale!).
Il piccolo si svegliò, aprendo lentamente le sue iridi dorate.
-    Dobbiamo partire, vedi di darti una mossa, scimmia!- lo rimproverò Sanzo.
-    Uhm?- Goku, ancora addormentato, arrancò verso il fondo della stanza, dove vi aveva posato la sua casacca. Se la infilò velocemente e, dopo averla allacciata al collo, seguì Sanzo al piano di sotto, strofinandosi gli occhi e barcollando leggermente.
-    Ehi un momento!!- il giovane oste li rincorse. – Vengo anche io qualunque sia la vostra destinazione!-
-    Cosa??? Tu non ti avvicini neanche di un passo a me!!- Sanzo era fermamente contrario. Aveva sempre viaggiato da solo e, da un giorno all’altro, doveva portarsi dietro un moccioso e un pervertito!
-    Calma, non serve litigare.-
Sanzo gemette dentro di sé. Ci mancava solo il predicatore a fargli la predica!
-    Io concordo con il signor Gojyo, lei signor Sanzo le deve un lavoro, dopotutto.- continuò Hakkai, avvicinandosi e accarezzando affettuosamente i capelli di Goku.
-    Dormito bene, piccolo? – chiese Hakkai.
-    Sì! E il mio nome è Goku.- rispose il bimbo sollevando il capo.
-    Sono felice! Ricorda il signore è con te!-
-    Sì! Sanzo ha detto che posso stare con lui!- esclamò Goku, con tono innocente.
Mentre Hakkai si cingeva a spiegare a Goku l’identità del Signore per cui lui predicava, e che non era certo Sanzo, il cavaliere si rivolse a Gojyo.
-    Bene pervertito, ma alla prima città, ovvero Lyasise, ti levi di torno!-
-    Non chiamarmi pervertito! E mi leverò di torno solo quando avrò un lavoro, e di questi tempi è difficile! Il principe Shien ha acquistato molte botteghe, in cui fa lavorare solo uomini di fiducia, soprattutto nelle taverne, perché teme complotti contro di lui e contro il padre! Ah! Se solo il re Komyo fosse ancora vivo!- sospirò Gojyo.
Sanzo sobbalzò impercettibilmente. Goyjo non vi fece caso e si voltò verso Goku e Hakkai.
-    Sbrigati Goku, si parte per Lyasise!-
-    Che coincidenza!- esclamò Hakkai- Anch’io vado da quella parte!-
Sanzo gemette, Gojyo si mise le mani fra i capelli, mentre Goku, ingenuo, sorrise e abbracciò il predicatore,
Ora non era più solo.

-    Non vedo perché proprio questo moccioso debba stare sul cavallo!!- si lamentò Gojyo.
-    Perché, hai usato il termine giusto Gojyo, anche se un po’ dispregiativo…Goku è un bambino e, come tale, il suo fisico non può sopportare troppo sforzo…- lo giustificò Hakkai.
-    E che mi dici della principessa dai capelli biondi?-
-    Bè , fino a prova contraria, il cavallo è suo- ragionò Hakkai.
-    Non mi sembra un giusto motivo per…
-    Taci!!- il cavaliere interruppe Gojyo con un ringhio e un’espressione gelida.
-    Taci tu! Porti sfiga! Prima mi fai perdere il lavoro, poi mi costringi a camminare sotto il sole, senza cedermi mai il posto sul tuo destriero!- si lamentò Gojyo.
-    Hai detto bene, pervertito! Il mio destriero!- lo fulminò Sanzo.
-    Hakkai – chiese Goku innocentemente – Che significa “pervertito”?-
-    Beh… è quella persona che ha istinti perversi…per esempio il signor Gojyo, appena avvista una donna…-
-    HAKKAI! Non devi svelare tutto quello che ieri sera ti ho raccontato!!- lo richiamò Gojyo.
-    Ti sei confessato con un predicatore?- chiese Sanzo dall’alto del suo stallone.
-    Non è come sembra…ero sbronzo!- balbettò Gojyo, imbarazzato.
-    Che vuol dire “sbronzo”?- chiese Goku, voltandosi sulla sella, per incontrare gli occhi di Sanzo, in attesa di una risposta.
-    Ma i tuoi genitori non ti hanno insegnato nulla?- gli rinfacciò Gojyo.
Goku non rispose e abbassò lo sguardo.
Un velo di silenzio chiuse il sipario. Gojyo, alquanto imbarazzato, spostò lo sguardo altrove.
Hakkai prese a leggere il vangelo che portava sotto il braccio. Sanzo scrutò il bambino, accucciato davanti a sé. C’erano troppi misteri da chiarire. Dopo essersi fermati Sanzo cercò il piccolo con gli occhi e lo trovò che, in riva al fiume, riempiva gli otri d’acqua.
Gli si avvicinò e disse con tono brutale:
-    Non sopporto i bugiardi…-
Il bimbo sobbalzò e, timidamente, alzò il volto su di lui.
-    Dimmi perché hanno attaccato il tuo villaggio.- impartì.
-    Ecco.. ho fatto cadere da cavallo il principe Shien, attraversandogli la strada… lui non ha saputo… cioè, scusa, io non sono stato attento e per colpa mia è rovinato a terra, nella polvere.- spiegò il bimbo.
Sanzo si allontanò per riflettere, lasciando Goku interdetto.
Il piccolo si riscosse e afferrò con una manina il mantello di Sanzo. Il ramingo si voltò. La prima volta che il bambino aveva compiuto quel gesto, era stato allontanato con disprezzo da lui stesso.
-    Allora…non mi caccerai via, vero? Posso restare con te…vero?- chiese timoroso Goku.
-    Come potrei lasciar solo uno stupido come te? Non sopravvivresti neanche un’ora e…- le parole gli morirono in gola. Goku gli era saltato letteralmente addosso e lo stringeva in vita, come per paura di perderlo.
Questo lo lasciò un po’ interdetto, ma subito riprese il suo carattere scontroso di sempre.
   - Staccati, stupida scimmia appiccicosa!- ma il cavaliere diede              uno spintone troppo forte al piccolo, che ruzzolò nel fiume.
   - Uffi! Sanzo, sei sempre il solito bruto- il bimbo mise il broncio.
   -  Sbrigati a uscire da lì – gli intimò il biondo.
   - Ma… non ho il cambio e sono tutto bagnato…-
   - Tsk! Che seccatura!- così dicendo si tolse il mantello e lo lanciò al piccolo dagli occhi dorati.
   - Grazie San..- ma il ramingo si era già avviato, per raggiungere Gojyo e Hakkai.
Il bimbo si sfilò velocemente la maglia e si avvolse nel mantello. Dopo essere uscito dall’acqua, seguì il cavaliere, sorridendo felice e grondando acqua, lasciando pozzanghere qua e là.

Lyasise. La città del commercio. E dei bordelli.
-    Che fantastica sensazione..!!!- Gojyo non sapeva più dove guardare. C’erano donne ovunque. E dove c’erano donne, c’era sakè e dove c’era sakè c’era fumo e gioco d’azzardo.
-    Prima dovremmo trovare una locanda per passare la notte..-
ragionò Hakkai.
-    Hai capito male, frate! Io la notte la passo qui!!- esclamò Gojyo.
-    Fermo, pervertito!- il tono gelido di Sanzo bloccò tutti.
Purtroppo per loro, entrati in città, aveva iniziato a diluviare. E il carattere del cavaliere era notevolmente peggiorato ( come se già non fosse abbastanza gelido…).
-    Sì?- chiese Gojyo. Lo sguardo di Sanzo era coperto dal mantello e Gojyo ringraziava il Signore per quello( oh mamma! Il Signore??? È tutta colpa di Hakkai!!).
-    Voglio trovare una locanda, subito! E non ho intenzione di restare un giorno di più in questa città per sgualdrine e disoccupati!- sbraitò il biondino.
-    Ok, ok! Va bene! Stai calmo…-
I quattro proseguirono. In mezzo a quella folla era un problema proseguire con un destriero, ma Sanzo non volle sentire ragioni. I due non replicarono. Il cavaliere scese dal cavallo, lasciando su solo il piccolo Goku, che si era addormentato da un po’, coperto gentilmente da Hakkai con il mantello appartenente a Sanzo.
Dopo aver camminato attraverso vari vicoli, giunsero a una locanda.
Sanzo non esitò ad entrare, mentre Gojyo guardava dubbioso Goku.
-    Ehi, principessa!- lo richiamò Gojyo, beccandosi un’occhiataccia dal ramingo. – La scimmia è tua, vedi di venirtela a prendere!-
-    Quel moccioso non è mio, mi ha seguito di sua spontanea volontà!- detto ciò, entrò e si avviò al bancone.
Gojyo guardò Hakkai, che gli rivolse un sorriso disarmante.
-    Non vorrai farmi portare un peso, vero? Le mie spalle sono fragili…-
-    Oh! Ok, ho capito.- esclamò esasperato Gojyo.
Dopo aver affidato il cavallo a un vecchio stalliere, prese in braccio il bimbo e si affrettò a raggiungere i compagni. Entrando lo colpì il calore e l’odore di sakè e fumo. Gli ricordarono la taverna in cui lui prima lavorava. E si trovò a suo agio. A differenza dalla sua, però, questa era gremita di gente. Il baccano destò il bambino, accasciato tra le sue braccia, che si guardò intorno, confuso.
-    Era ora che ti svegliassi, scimmia!- Ma non lasciò il piccolo. Questa locanda, come tutta la città, era un luogo pericoloso per un bambino.
-    Gojyo, da questa parte!- lo chiamò Hakkai.
Il giovane dai capelli rossi avanzò verso il retro della locanda, sotto gli sguardi curiosi e maliziosi di tutti. Goku si strinse forte al suo petto quando un uomo allungò la mano per tentare di afferrarlo. Gojyo percorse rapidamente la sala e salì le scale, seguendo i suoi compagni fino alle camere.
Si divisero a coppie. Sanzo e Goku ( in realtà il piccolo seguì il giovane biondo di sua spontanea volontà) e Gojyo e Hakkai.
Il cavaliere si appropriò di un letto, gettandoci sopra la spada e si diresse verso la finestra. La pioggia non cessava di scendere.
D’un tratto, tra le gocce che picchiettavano sul vetro, apparve un volto. Sanzo sobbalzò. I ricordi di quella notte di pioggia lo tormentavano continuamente. Distolse lo sguardo e prese a guardare Goku che, avvolto nelle coperte del secondo letto presente nella stanza, ricambiava il suo sguardo, perplesso.
Infine il ragazzino gli sorrise innocentemente, incapace di trattenere le sue emozioni troppo a lungo.
-    Tsk- Sanzo si voltò e riprese il corso dei suoi pensieri. Goku guardò quella persona così gelida, fredda e irritabile, ma che per lui era calda come il sole, finché i suoi dolci occhioni dorati non si chiusero del tutto.

Il giorno dopo Sanzo era più che intenzionato a partire, ovviamente con una buona scorta di alimenti e otri pieni d’acqua. Gojyo si presentò con un otre pieno di sakè, ma Sanzo non disse niente, anzi lo requisì al giovane rosso. Ci fu qualche debole protesta, subito smorzata dalla lama del cavaliere puntata al collo di Gojyo.
Per una volta il destriero portava in sella Sanzo e Hakkai, dato che Goku si divertiva a inseguire le farfalle, in quella mattina soleggiata. Non ancora usciti dalla città, però, si imbatterono in una folta folla che strepitava verso un altare.
In mezzo ad una piazza, su un altare appunto, stava una donna, legata strettamente ad un palo e circondata da diverse cataste di legna. Accanto a lei stava un boia con in mano una fiaccola accesa, di fronte un prete che si rivolgeva ai cittadini.
Sanzo notò gli occhi dorati della donna. “Pena di morte per eresia…” pensò. Gojyo non attese oltre. Afferrò Goku per la vita e incitò Sanzo e Hakkai a proseguire. Il ragazzino non perdeva di vista l’altare, ma soprattutto la donna. Doveva aver notato gli occhi dorati, pensò Sanzo. Hakkai scuoteva la testa, contrariato e disgustato. Aveva compreso l’intenzione di Gojyo: far allontanare il prima possibile Goku, per evitare che il bambino scoprisse quel lato crudele dell’umanità, del mondo. Ma il piccolo non avrebbe mai scordato quella scena, Hakkai lo sapeva. Difatti, appena usciti dalla città, Goku chiese, perplesso:
-    Perché volevano bruciare quella donna?-
Sanzo sobbalzò. Era piccolo, ma non stupido. Aveva identificato subito l’accaduto come un’esecuzione.
Nessuno rispose. E Goku non chiese altro.

La notte si accamparono presso una radura.
Sanzo si era appartato ed era intento ad osservare il panorama, quando gli si avvicinò Hakkai.
-    Se non sono indiscreto…dove siamo diretti?- chiese.
Sanzo si voltò. Le sue due ametiste scrutarono quel giovane dagli occhi verde smeraldo.
-    Io non ho una meta…- rispose, indifferente.
-    Capisco.- il predicatore non aggiunse altro, ma restò lì, accanto a lui.
E questo Sanzo lo trovò…strano. Egli era abituato a viaggiare ( o vagare) da solo.
   - Penso dovresti parlare con Goku..-
Sanzo si riscosse.
-    E perché dovrei?-
-    È rimasto molto scioccato da quanto è successo oggi…-
-    Non sono affari miei- lo interruppe il biondo.- Deve iniziare a vedere la vita per quello che è…una schifezza..-
-    Per te, forse…-
Sanzo si volse, sorpreso.
-    Ma quel ragazzino può ancora conoscere la felicità…e tu puoi donargliela.. probabilmente, in parte, l’hai già fatto..- disse Hakkai.
-    Io…- Sanzo si zittì. Dopo poco si sollevò e si allontanò da quegli occhi gentili che sembrava potessero leggere nell’animo delle loro vittime.
Trovò Goku accoccolato davanti al fuoco. Osservava le fiamme scoppiettare. Probabilmente stava ancora pensando alla fiaccola di quella mattina.
Gojyo, poco più lontano, li guardava, preoccupato.
-    Non ti sembra l’ora di andare a dormire, scimmia? Domani, e in futuro, non voglio a presso pesi morti…- disse il biondo.
Il ragazzino si riscosse e lo fissò, stupito. “In futuro…? Questo...vuol dire che mi terrà con sé?” . Quelle parole gli riecheggiarono nella testa e bastarono a tirarlo su di morale. Goku si sollevò di scatto e annuì.
-    Sì…buonanotte Sanzo.- e gli sorrise, come al solito.
-    Tsk! Le coperte sono accanto al cavallo.-
-    Va bene! Notte a tutti!-
Gojyo guardò sbalordito il biondino. Aveva capito subito il punto debole del piccolo e con poche parole (dette appositamente,ne era sicuro) era riuscito ad illuminare nuovamente l’animo e il visetto di quel bimbo.
Hakkai si avvicinò al cavaliere, sorridendo. Sanzo si limitò a lanciargli un’occhiataccia, come suo solito.

La mattina seguente partirono che l’alba era già sorta da qualche ora. Goku , in groppa al cavallo insieme a Sanzo, prese a canticchiare un motivetto, che, dopo pochi minuti, Sanzo aveva già inserito nella sua personale lista di cose o persone che non sopportava ( chissà com’era lunga!).
-    Vuoi finirla??- sbottò, infine, altamente irritato.
-    Mh?- chiese Goku, innocente.
Gojyo e Hakkai erano rimasti leggermente indietro e, attorno a loro, vi stava solo la pianura.
-    Smettila di cantare!-
-    Ma mi annoio!- protestò Goku, mettendo il broncio.
Il piccolo stette in silenzio per un po’. Sanzo sospirò, sperando che quella atmosfera durasse tutta la mattina, tutto il giorno, o addirittura, per sempre. Ma..
-    Sanzo mi racconti una storia?- chiese d’un tratto il bambino, voltandosi sulla sella a guardarlo.
-    Tsé! Scordatelo!- lo liquidò il biondo.
-    E daiii! Sanzo per favore!- lo scongiurò Goku.
-    Ho detto di no!-
-    Per favore! Se lo farai, starò buono e silenzioso per tutta la giornata! Lo prometto!- insisté il piccolo.
-    Non mi fido delle tue promesse…e poi le scimmie non sanno promettere!-
-    Ma io non sono una scimmia!...Per favore!!!-
-    Oh! E va bene, sei esasperante!- concesse il cavaliere, passandosi una mano fra i biondi capelli.
Il piccolo lanciò un urlo di gioia. Ma poi si tappò la bocca con le manine, ricordandosi della promessa.
-    Tempo fa- iniziò a narrare Sanzo – il regno era governato e controllato da un re. Questo re non aveva né moglie, né figli e, di conseguenza, nessun erede al trono. Un giorno però decise di prendere con sé un bambino, che, rimasto orfano, era costretto a lavorare come schiavo per sopravvivere. Si incontrarono in riva a un fiume, mentre il bambino raccoglieva acqua con alcuni secchi. Non si è mai capito il perché ma lui accolse il ragazzino nella sua reggia e, essendo l’unico erede, il bambino fu eletto principe. Questo non fece piacere al popolo e, soprattutto, irritò non poco gli aspiranti eredi al trono. Così il principe fu rifiutato da tutti, si pensò, addirittura, che avesse stregato il re.-
Sanzo fece una pausa. Goku lo fissava con rinnovato interesse.
-    Un giorno il re si ammalò, ma i medici affermarono che si sarebbe ripreso in fretta dalla malattia. Invece una settimana dopo morì.-
-    E.. poi che accadde?- chiese il bimbo dagli occhi dorati, iniziando a giocare con la fibbia che gli serrava la casacca.
-    Il principe, essendo stato l’ultimo a vedere il re prima del decesso, fu accusato di omicidio...o meglio…parricidio. Infine fu esiliato dal suo regno… o suo futuro regno…- concluse il cavaliere.
-    Dalla sua casa?- chiese il piccolo Goku, sorpreso.
-    Ovvio…era così confuso che se andò quasi di sua spontanea volontà…-
Goku rimase in silenzio. Sanzo osservò il suo visetto infantile che si fece d’un tratto pensieroso.
-    Ma finisce male…-
-    Non tutte le storie hanno un lieto fine…- ribatté Sanzo.
-    Ma così è brutta..- insisté Goku.
-    E tu come la faresti finire?- chiese Sanzo, indifferente.
-    Ecco io… farei affrontare al principe varie prove…- il piccolo si fece pensieroso.- Una per mettere alla prova la sua forza e la sua intelligenza, un’altra per spingerlo ad affrontare il suo passato e la terza… beh…per fargli comprendere che non è solo…-
Sanzo sobbalzò, impercettibilmente.
-    Hai una bella fantasia…- disse solo.
Poi si fece più curioso. Strano comportamento da parte sua…lo sentiva così estraneo al suo carattere.
-    E in cosa consisterebbe la terza prova?- chiese il cavaliere.
-    Bé, durante il suo viaggio potrebbe aver trovato una persona a cui, senza volerlo, si sia affezionato… e per salvarla da un qualsiasi pericolo dovrebbe prima superare le due prove precedenti…Salvando quella persona, potrebbe sentirsi completo…poi la porterebbe con sé nel suo regno..- ipotizzò il bimbo.
-    Nel regno?-
-    Certo! Ho intenzione di farlo tornare a casa sua… per dimostrare a tutti quel che vale…- continuò il piccolo, sempre più eccitato. Per lui era tutto un gioco.
-    E la storia finirebbe qui…?- chiese Sanzo.
-    Non necessariamente…- rispose evasivo il piccolo. – Ma sono sicuro che avrà un lieto fine…-

Quella notte, Sanzo ripensò al discorso avuto con Goku.
Il piccolo si era divertito a fantasticare, senza tener conto del grado di maturità che aveva dimostrato e che probabilmente possedeva, nonostante fosse ancora un ragazzino ingenuo. Aveva guardato nel cuore di quel principe e aveva capito cosa lo tormentasse e, soprattutto, di cosa avesse bisogno.
Si girò su un lato, facendo spostare la coperta. Tutti dormivano profondamente, ma Sanzo non riusciva a prendere sonno. Non aveva mai parlato con nessuno di questa storia e, in un attimo, si era ritrovato a confrontarsi con un bimbo di appena dieci anni, conosciuto da tre giorni!
Sospirò e chiuse gli occhi. Quella notte non ebbe incubi.

-    Ehi, cavaliere dei miei stivali, quanto manca all’attesissima ora di quel fantastico momento chiamato riposo?- chiese Gojyo, affiancandosi al destriero del biondino.
-    Gojyo ha ragione, Sanzo.- intervenne Hakkai.- Anche io sono sfinito! Per non parlare di Goku!-
-    Ma io…non ho sonno!- disse il piccolo, non convincendo nessuno. Si vedeva lontano un miglio che il bimbo era a pezzi. Normale dopo una camminata sotto il sole cocente, che non dava segno di abbandonarli, ma continuava a risplendere nel cielo. Goku si strofinò gli occhietti con un pugno e sbadigliò.
-    Non ho intenzione di fermarmi finchè non arriveremo almeno fino alla fine di questa via.- rispose gelido Sanzo, per niente addolcito dal comportamento di Goku.
-    E dove conduce, di grazia?- chiese Gojyo, ironico.
-    Per te potrebbe condurre all’inferno, con un biglietto di solo andata da parte mia…-
-    Va bene, va bene, ho capito!- si affrettò a dire Gojyo, scuotendo le mani, convulsamente.
-    Non vorrei interrompere i vostri discorsi amichevoli, ma più avanti, accanto a quel carro, vi sta un uomo.- li interruppe Hakkai.
-    Ha ragione!- esclamò Gojyo. Sanzo spronò, cauto. Sia per lo strano aspetto dell’uomo, sia perché oramai Goku, sfinito, gli si era appisolato addosso e avrebbe rischiato di cadere da cavallo a un eccessivo scossone.
La figura estranea percepì gli zoccoli del cavallo e si voltò.
E Sanzo avrebbe giurato di vederlo sogghignare.


Concluso anche il terzo! ^^ Grazie a chi commenta, che può approvare o fornirmi consigli utili, e a chi legge, perchè vuol dire che se legge la fic non dev'essere poi così male...XD Questo mi rincuora!
kiss, angel

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La leggenda ***


Grazie millissime per i vostri commenti!!
x Temari: Immaginavo sarebbero sorti dei dubbi su questo punto...In effetti non l'ho spiegato bene...Riguardo a Gojyo non si fermerà finchè non avrà trovato un lavoro e ho già spiegato, nel capitolo precedente, che più ci si avvicina alla capitale, più le città sono invase degli uomini fedele del principe, di cui la gente, ovviamente, non si fida...Per Hakkai, come ogni predicatore che si rispetti, egli non ha una meta precisa, ma predica di città in città, anche se gli risulta impossibile farlo a Lyalise, dato che è piena zeppa di bordelli e dato che i nostri eroi si fermano soltanto una notte! Spero di essere stata chiara! Grazie per i commenti!!
x Azrael: Grazie tantissime per i complimenti!! Mi hai fatta arrossire da quanti me ne hai fatti!! Forse alcuni neanche li meritavo!! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto...Come vedi, però, stavolta non sono riuscita ad aggiornare con la stessa rapidità!! Anche perchè se no, poi, come dici tu, la storia si conclude subito e poi che attesa c'è??? XD Riguardo alla trama, non seguo come modello in particolare nè Saiyuki, nè Saiyuki Gaiden...Anche perchè Sanzo e Hakkai, a quanto sembra, vanno abbastanza d'accordo anche in Saiyuki e Saiyuki Reload...Grazie ancora per il commento!!
xKrikka 86: Mi dispiace, ma purtroppo Homura è il solito pervertito anche qui e si fisserò con il piccolo Gokucciolo!! Povero!
Non so se dispiacermi di più per Homura, che è sempre nei panni del più cattivo, o per Goku...
Grazie tantissime per i commenti e i complimenti!! ^^
xrika 87: Ciao Rika! Devo ammettere che neanche io adoro le AU, ma credo di aver fatto bene a metterlo nella recensione, quanto meno per avvertire!! ^^
Comunque, come ho già detto, neanche io amo particolarmente le AU, infatti sto cercando di impegnarmi a modificare solo i ruoli dei personaggi e le ambientazioni, e di tenere fedeli il carattere e l'aspetto fisico dei nostri eroi! Spero di riuscire nell'intento!! ^^
x Valy: Sore! Grazie per i commenti e i consigli che mi dai! Mi infondono fiducia, come gli altri del resto!!
Sapere la tua approvazione mi ha fatto molto piacere! Spero commenterai ancora!! XD

Bene dopo i saluti, devo ammettere di avere lettrici troppo sveglie!! Scommetto che non immagineranno mai, leggendo, chi sarà il tipo misterioso...Dato che l'hanno già scoperto!! XD Spero che questo non tolga curiosità alla lettrici di scoprire il seguito...Per cui eccolo qua...



Capitolo quattro
La leggenda

L’uomo indossava abiti di un nero talmente profondo da creare la sensazione, se lo si fissava, di perdersi in un abisso.
Era piuttosto pallido, alto e magro. Portava uno spadone appeso al fianco grazie a una cintura di cuoio. Ma la cosa che colpiva di più erano gli occhi. Uno di un profondo azzurro, profondo quanto l’oceano, l’altro dorato.
“Il che sta a significare che è un essere eretico, come Goku…?” Il dubbio assaliva Sanzo. Ma uno più grave si faceva strada. “ Ma io…questo viso l’ho già visto, mi è familiare…Che io lo conosca?...non ricordo.”
Goku si agitò nel sonno, attirando la curiosità dello straniero, che strinse gli occhi. Senza rendersene conto, Sanzo attirò a sé Goku. Quell’uomo non gli comunicava nulla di buono: né nell’aspetto, né nel portamento.
Lo straniero ruppe il silenzio. – Questo bambino è molto bello. Percepisco qualcosa di speciale in lui…-
-    E’ solo una stupida scimmia.- controbatté freddamente Sanzo.
L’uomo alzò il suo sguardo sul cavaliere.
“Eppure io lo conosco…” rifletté Sanzo.
-    Dai vostri sguardi vacui, percepisco un’ alone di stanchezza…Perché non vi fermate in questa radura?- continuò l’uomo, scrutando il cavaliere.
-    Perché mai dovremmo sederci qui??? Con te, poi?!- rispose brusco Sanzo.
-    Su, su, Sanzo! Non essere così scortese…in fondo quest’uomo …cerca solo di darci una mano…- intervenne Hakkai.
-    Ahah! Capisco perfettamente, signore- disse l’uomo, rivolgendosi ad Hakkai.- A proposito… il mio nome è Homura…sono il consigliere del principe Shien, nonché suo tutore.-
Sanzo si irrigidì, di scatto. Hakkai sobbalzò, sorpreso, e Gojyo stava per farsi sfuggire un’esclamazione di pura meraviglia.
Il piccolo Goku continuava imperterrito a dormire, sotto lo sguardo
attento dello sconosciuto. Il che portò l’umore di Sanzo al limite che, scendendo frustato e non trovando una qualsiasi motivazione valida per rifiutare l’ invito, scaricò Goku dalla groppa del destriero e quasi lo lanciò in braccio ad un esterrefatto Gojyo.

Stavano tutti intorno ad un tenue fuoco, che non serviva a scaldare i viaggiatori.
Goku si era svegliato da qualche ora ed era rimasto scioccato alla presenza di Homura. Ma dopo poco si era adattato e parlava animatamente con l’estraneo, a proprio agio.
-    Quel bambino è così ingenuo- affermò Hakkai- Vedrebbe il bene anche nel più feroce degli assassini…-
-    Che stupido!- sbottò Sanzo.
-    Sai, ramingo, non sempre l’ingenuità e l’eccessiva bontà sono qualità deboli…entrambe conducono alla fiducia e al perdono. L’arte del perdonare alberga costantemente nel cuore di Goku…per quanto tu lo possa ferire, lui tornerà sempre da te…- disse Hakkai.
-    Come una scimmia fedele…- commentò Gojyo. Poi si sollevò e raggiunse i due.
-    Sai Sanzo…io non credo che Goku abbia i genitori…( che intuizione!)…quale adulto permetterebbe che suo figlio se ne vada in giro con gente sconosciuta e sospetta come te…?- proseguì Hakkai.
-    Ehi…!!- cominciò il biondo.
-    Perdonami, ma è la verità. Non sembri molto raccomandabile…-
-    Beh ti ringrazio!!-
A quel punto Hakkai esplose in una fragorosa risata, sotto lo sguardo perplesso di Sanzo.
Ripreso il controllo, Hakkai riprese il suo discorso.
-    Cosa sai su quel bambino, Sanzo?-
La domanda colpì il biondo, che osservò sorpreso il predicatore.
-    Io…-
Sanzo non trovò nulla da dire. Che sapeva di quel ragazzino? Che era una scimmia petulante e noiosa?
Come se avesse captato il suo complesso interiore, Hakkai si alzò e si allontanò.
Ma Sanzo non ci fece gran che caso. Stava osservando la scimmietta che bisticciava con Gojyo.
 Possibile che quel ragazzino fosse più misterioso di lui…? Il suo sguardo si spostò all’orizzonte, osservando il cielo puntellato da piccoli e luminosi astri.
Dalla morte di suo padre si era chiuso in se stesso. Non che prima non fosse gelido, anzi lo era eccome. Ma quantomeno scambiava opinioni coi coetanei, seguiva regolarmente lezioni di scherma ed era persino fidanzato con una bella ragazza…Valeria, gli pareva si chiamasse, o Alice… non ricordava…era passato talmente tanto tempo che aveva rimosso questi tipi di ricordi…
Un tonfo lo riscosse dai suoi pensieri.
-    Ehi, Sanzo!- lo chiamò una vocina.
Il cavaliere si voltò sul fianco, sorpreso.
Goku gli si era accucciato accanto e gli aveva afferrato un braccio, stringendolo come se fosse un cuscino.
-    Goku…che fai?
Il bimbo lo fissò, sbigottito. Poi sorrise. Un sorriso sincero, candido, puro, come solo lui sapeva regalarli.
-    Mi hai chiamato Goku…Goku…e non moccioso o stupida scimmia…Goku…-
-    Sì beh…e con questo? Vedi di non abituartici, scimmia, chiaro?
-    Mmm… chiaro- rispose il piccolo, mettendo il broncio.
Subito dopo, però, gli angoli della bocca si curvarono, e il visetto del cucciolo si illuminò di nuovo.

Sanzo si svegliò, sobbalzando.
“Ancora quel sogno! Non è possibile!” pensò, e imprecò.
Fece per sollevarsi, con la schiena dolorante dato che si era addormentato contro il tronco di un albero, ma, sorpreso, notò che Goku si era dolcemente appisolato sulle sue gambe.
Sbuffando, irritato, sollevò quel corpicino e lo appoggiò a terra, sopra il suo mantello, che si fece scivolare via dalle spalle.
Finalmente libero, si alzò e solo allora si accorse che era ancora notte.
Si avviò presso il falò, ormai spento, e, scrutando nel buio, individuò il profilo dello straniero.
-    Ancora sveglio? Pensavo vi foste addormentati tutti…- chiese Homura sollevando un sopracciglio. Sembrava irritato.
-    Pensa per te!- sbottò Sanzo, per niente amichevole.- Che ci fai tu ancora sveglio, piuttosto!-
-    Ma come siamo sospettosi!- Homura gli rivolse un sorriso.- Tranquillo, cavaliere! Stavo giusto per andare a riposare…-
-    Bene- ribatté Sanzo, incrociando le braccia al petto e fissandolo impaziente. Un chiaro invito a sparire dalla sua vista.
-    Bene- rispose Homura. – Ma fai attenzione. In questa regione si aggira di tutto…-
-    Che vuoi dire?- ringhiò Sanzo, imbestialito. “ Ma per chi mi ha preso?! Per un poppante??”
-    Non hai mai sentito la leggenda del Dio Del Caos? Più comunemente chiamato Seiten Taisei?- l’uomo lo fissò, stupito.
-    No.-
-    Si narra- iniziò a raccontare lo straniero, senza che Sanzo l’avesse invitato a farlo, - che millenni fa nacque una divinità eretica, in uno sperduto villaggio. Non si quando, non si sa da chi, non si sa come e non si sa perché…-
-    Si sa solo che questo…essere…Aveva una forza portentosa…Distruggeva qualunque cosa incontrasse sul suo cammino...Gli abitanti abbandonarono il villaggio, dato che non riuscivano a respingere quel demone. Da quel giorno la creatura visse sola, sterminando la fauna ,in quell’area, di cui si cibava.
-    Passarono sì e no cinquecento anni circa…Finchè le divinità del cielo non decisero di intervenire…Doveva bloccare quella potenza…- Homura tacque per un attimo, forse per raccogliere le idee.
Sanzo lo guardava, vagamente scocciato. Non era molto in vena di ascoltare leggende. Ma non lo interruppe…Così avrebbe parlato solo lo straniero e non lo avrebbe infastidito con le sue continue domande…
Homura riprese il racconto.
-    Si dice che al demonietto non fu sigillato il potere fino ad allora, perché gli dei celesti lo avevano posto a guardia di un tesoro…Un patrimonio, frutto di molte vittorie di alcune divinità…Eretiche, sicuramente, dato che erano le uniche che potevano combattere in guerra, mentre le restanti facevano da superiori.
-    Sta di fatto che, un giorno, esse si resero conto che quel piccolo essere poteva divenire un problema e acquisire troppa potenza…Così, come ho accennato prima, gli sigillarono la sua incredibile forza, insieme al suo aspetto.
-    Si trasformò in un essere umano comune, rintracciabile solo grazie ad un tatuaggio, disegnatogli sulla schiena, rappresentante la chiave per accedere al patrimonio divino. – scrollò le spalle. –Almeno così dice la leggenda…-
-    Interessante…- disse Sanzo, poco convinto.
-    Vero? Dimmi, cavaliere, tu credi alle leggende?- chiese Homura, fissandolo intensamente con lo sguardo.
-    No – rispose secco Sanzo.
-    Dovresti, sai? A volte, alcune sono autentiche per quanto assurde…- riprese Homura. Sanzo ebbe di nuovo la sensazione che fosse un po’ irritato…Che avesse riposato male? Non indagò. In fondo che gli importava?
-    Eh! Forse è meglio che io torni a riposare qualche ora, prima che sorga l’alba…- sospirò lo straniero.
Sanzo non rispose. Si sollevò nuovamente e si avviò verso l’albero, dove c’era ancora Goku accucciato per terra, avvolto nel suo mantello, che riposava intensamente.
Si sedette e chiuse gli occhi, godendo del calore che quel corpicino gli regalava.

Il mattino seguente giunse in fretta.
I viaggiatori si sollevarono, rassegnati, alla dolce melodia del canto degli uccelli, che spiccavano il volo alle luci dell’aurora.
Come se l’umore di Sanzo non  fosse già abbastanza irritato, il destino volle unire Homura al gruppo.
Lo straniero si aggregò alla compagnia con un sorrisino cortese, in cui Sanzo vi lesse…Soddisfazione? No, decisamente non si fidava di quell’uomo.
Camminarono per tutta la mattinata, senza sosta, il che provocò le lamentele di Gojyo, subito zittite da un’occhiataccia acida del cavaliere.
Infine arrivarono a Delany. La città aveva superato da tempo le ore caotiche. Ormai gli abitanti si affrettavano a tornare a casa, prima che calasse il crepuscolo.
Delany era una città molto ampia. Sorgeva su un colle, un ottima posizione strategica. Infatti Delany era una fortezza, inespugnabile.
Le mura spesse la racchiudevano e la nascondevano da occhiate esterne, curiose o maliziose.
Le case risultavano basse e tozze. Insignificanti rispetto alle mura, la cui imponenza oscurava le piccole botteghe addossate confusamente alle basi dei massi.
La muraglia nascondeva il sole, rendendo la città tenebrosa, per niente sicura. Una donna sfrecciò davanti a Sanzo per afferrare il braccio del figlio e allontanarlo da un uomo che gli aveva appena mostrato un piccolo pugnale, che aveva affascinato il bambino.
L’uomo sogghignò e sorrise alla madre, che con uno stridulo acuto si allontanò tra svolazzi di gonne, tirandosi dietro la prole.
Hakkai osservò la scena con pacato interesse, ma dentro di sé l’animo era in fermento. Come poteva una città così grande e importante avere un così elevato tasso di criminalità e ingiustizia?
Tutto era cambiato all’ascesa al trono del principe Shien.
Il principe preferiva tenersi accanto l’esercito, piuttosto di inviare truppe a controllare le province del regno.
Giunsero, trafelati, stanchi e affamati, ad una locanda. Il locale era vuoto, dato che quella non era un’osteria, ma un semplice ospizio.
- E io? -chiese Gojyo, d’un tratto. - Come vivo senza birra e donne?- chiese, allargando le braccia, in un evidente segno di disperazione.
Nessuno lo ascoltò. Sanzo si avviò al bancone, seguito da Hakkai, che stringeva la mano di Goku.
Homura si affiancò al giovane locandiere.
-    Se ti può interessare – disse – C’è una birreria quattro vie in là. – indicò la strada principale.
-    Sul serio? Ehi, cavaliere, che ne pensi di farci una scappata?- Gojyo, entusiasta, si rivolse a Sanzo, il quale lo guardava, accigliato.
-    Non sarebbe una cattiva idea…- ammise.
-    Come? Come? – chiese Gojyo , portandosi una mano all’orecchio. – Ho sentito bene? Tu che mi dai ragione?-
-    L’idea non è stata tua, idiota. – puntualizzò Sanzo, fissando lo straniero. Avrebbe preferito che l’idea fosse venuta da quello sciocco donnaiolo, piuttosto che dallo straniero.
Gojyo iniziò a borbottare confusamente, trattenuto, da Hakkai, nello sferrare un pugno in faccia al biondo ramingo.
Dopo essersi tranquillizzato, Gojyo chiese a Homura di accompagnarli, ma questi rifiutò, affermando di essere troppo esausto, dato che la notte precedente non aveva riposato granché.
Sanzo si rassegnò all’idea di dover passare tutta la sera con quello stupido, e si avvolse il mantello sulle spalle, pronto ad uscire.
-    Sanzo…-
Sentendosi chiamare, il biondo si volse, ritrovandosi di fronte una figurina accigliata.
-    Non mi lasciare qui…Da solo…- lo pregò il bambino, giungendo le mani.
Sanzo sbuffò.
-    Smettila di lagnarti. Non sarai solo. Hakkai rimane qua.-
-    Sì…Ma …- Goku si stropicciava le mani, visibilmente imbarazzato.
Poi Sanzo esplose. Tutto lo stress, la stanchezza, l’irritazione, l’amarezza si unirono in un solo colpo, letale, spietato. Era stanco. Stanco di vivere. Stanco di vivere per qualcuno. Perché alla fine era il sempre il suddetto qualcuno a tradirlo, abbandonarlo. Come aveva fatto sua madre. Come aveva fatto suo padre. E come avrebbero fatto Goku, Gojyo e Hakkai, un giorno…
E il colpo arrivò. Senza lasciare tracce visibili.
- Non avrei dovuto prenderti con me. – disse Sanzo, gelidamente. – Alla prossima città, ti costruirai una vita tua. Senza di me. –
Non era una minaccia, né tanto meno una sentenza. Era semplicemente la paura più viva di quel ragazzino dagl’occhi dorati.
L’abbandono.
Il piccolo spalancò gli occhi, avvolto dal silenzio dei presenti. Si udivano solo lo strisciare delle sedie e i cigolii dei vecchi tavoli in metallo, arrugginito, dall’altra stanza. Segno che il proprietario era intento a sistemare il locale.
Goku spostò lo sguardo da Sanzo ad Hakkai a Gojyo. Ma quest’ultimi rivolgevano gli occhi altrove, chi in terra, chi in cielo, non avendo il coraggio di sostenere la vista del cuore spezzato del ragazzino.
Solo Homura lo fissava, freddo, indifferente, distaccato.
Ma Goku non puntò i suoi pozzi d’oro su di lui, ma su Sanzo.
Aprì la bocca, come per dire qualcosa, ma la richiuse. Non c’era nulla da dire.
Abbassò la testa, confuso. Poi si allontanò lentamente. Da Sanzo, dai presenti, da tutto, rinchiuso in una sua dimensione, dove forse sognava ancora di passeggiare sotto il sole con l’amato protettore.
Si voltò leggermente e si accorse che Sanzo era uscito. L’aveva abbandonato per sempre. Solo dopo si rese conto della mancanza di Gojyo. Quando si riscosse. O meglio, quando venne riscosso da una mano, che gli aveva arpionato una spalla.
Girò il visetto, bagnato e inconsapevolmente rigato di lacrime, aspettandosi di incrociare gli occhi smeraldo, gentili del predicatore.
Ma si trovò davanti un sogghignante Homura.
-    Ora mi seguirai, ragazzino, senza fare storie.-
Goku annuì, con occhi spenti. Non gl’importava più quello che succedeva intorno. Non voleva vedere il mondo reale. Solo albergare ancora per un po’ in quella sua dimensione fantastica, in cui uno splendido sole illuminava i fiori.
Avvertì un leggero tocco sulle labbra e un sapore che gli inebriava i sensi. Era così stanco…
Udì un grido nelle vicinanze, poi si abbandonò al sonno.

Fine del quarto capitolo! ^^
Perdonate qualche eventuale errore grammaticale! XD Alla prossima! Spero a breve!! ^^
kiss, angel

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il rapimento ***


xTemari: In effetti non ho accennato spesso riguardo al diadema di Goku, ma, se controlli, nel primo capitolo, quando Sanzo osserva Goku, egli note il diadema dorato...E' lì che ne ho parlato...In effetti, durante la storia, non ho avuto molte occasioni per ribadirlo! Spero che, grazie a questa tua nota, avendo risposto, abbia chiarito eventuali dubbi anche ad altri lettori ^^
Una curiosità... Ma poi Homura ti ha pagato? xD
x rika 87: Inizio con: grazie mille per il tuo commento! Quando hai detto che, leggendo la lite tra Goku e Sanzo, hai sentito come se il cuore di Goku si spezzasse, mi hai commosso ç_ç Non immaginavo di essere riuscita a far provare qualcosa ai lettori...Non lo speravo proprio!
Riguardo ai nomi delle città, sarò modesta: li ho praticamente inventati. Ti dirò di più! Il primo, Chiarella, l'ho creato rigirando il nome di un'acqua minerale! XD
x Azrael: Grazie mille!! I tuoi commenti sono sempre così gioios e pieni della tua personalità!!  ^^  Devo dire che nessuno ha reagito alla risposta di Sanzo perchè:
1. Non sarebbe servito a nulla.
2. Sanzo mette soggezione un pò a tutti
3. Il cavaliere è uscito subito dopo dalla locanda
Comunque, conoscete Sanzo. E' fatto così, il suo comportamento risulta crudele, ma in realtà vuole bene alla sua scimmietta! ^^ Come ho già detto e ripeto, in quanto a carattere, vorrei restare il più possibile vicino alla saga, e quindi ai personaggi delle Minekura.
x Krikka 86: Homura mette un pò rabbia a tutti, vero? In effetti è un gran...! Stragraziemillissime per il commento!!! xD

Eccovi il capitolo cinque...E' un breve, in effetti, è non c'è molta azione ( non che nei precedenti ce ne fosse chissà quanta! xD), ma è già qualcosa! ^^



Capitolo cinque
Il rapimento


Sanzo uscì dalla locanda, silenzioso. Talmente silenzioso, che neppure Hakkai si accorse delle sua scomparsa, come di quella di Gojyo.
Il predicatore sospirò. Toccava a lui consolare il più piccolo. Osservò il suo visetto turbato, rassegnato, sconfitto, afflitto…Tutto quello che non avrebbe mai voluto vedere sul volto del ragazzino era lì, di fronte, come per farsi beffe di lui.
Mosse un passo verso il bambino… E venne bruscamente spinto all’indietro. Due braccia possenti si chiusero su di lui e lo gettarono a terra con estrema facilità. Hakkai gemette, quando sbatté violentemente il mento sul pavimento freddo della locanda.
Vide varie figure indistinte e sconosciute, ma si concentrò principalmente su quella di Homura, che si era portato alle spalle di Goku.
L’uomo pronunciò poche parole: necessarie, però, a dissolvere i dubbi del predicatore, nati appena era stato aggredito.
-    Ora mi seguirai, ragazzino, senza fare storie.- sogghignò.
 Goku era troppo scosso per reagire. Annuì, sereno, come se si trovasse davanti ad una madre che gli ha appena comunicato di un’imminente gita all’aperto. I suoi occhi, però, tradivano i suoi movimenti. I pozzi dorati erano lucidi, come se contenessero realmente acqua, proprio come un pozzo.
Hakkai urlò, ma nulla. Troppo tardi. Homura aveva imbevuto un fazzoletto in una strana boccetta e l’aveva premuto per pochi secondi sulle labbra del piccolo, che, non resistendo alla droga, si addormentò in poco tempo, adagiandosi tra le braccia di Homura, protese a sorreggerlo.
Lo straniero, o meglio il rapitore, sollevò il bambino e si rivolse velocemente ad alcuni uomini, che nel frattempo erano scesi di corsa dai piani superiori. Era tutto organizzato. La locanda non era vuota. Un gruppo di uomini, al servizio di Homura, ovviamente, aveva sostato lì, in attesa del loro arrivo.
Era sicuro, inoltre, che non fosse una coincidenza il recente allontanamento di Sanzo e Gojyo. L’unica perplessità era: perché? Perché rapire un bambino tanto piccolo, senza famiglia, né dimora?
Tutti gli uomini erano in frenesia. Due corsero fuori a preparare i cavalli per la fuga. Altri due sbarrarono la porta per evitare a chiunque di entrare o uscire.
Homura sembrava piuttosto soddisfatto e stringeva trionfante il corpo addormentato del bambino. Neanche nel sonno, Goku sembrava sereno. I suoi lineamenti, per quanto distesi, lasciavano intendere un’ombra di tormento. L’uomo scambiò le ultime parole, poi sembrò ricordarsi del predicatore, che tentava invano di ribellarsi.
I reni erano soppressi dal peso del suo aguzzino, e Hakkai faceva fatica a respirare.
Si avvicinò indifferente e gli rivolse un sorriso.
-    Dunque- disse – Siete comodo?-
-    Perché?- sospirò Hakkai, bloccandosi e cercando di inalare un po’ di fiato.
-    Perché? –
-    Perché stai facendo questo? Intendo a Goku.- Il suo sguardo si spostò sul piccolo, seguito subito da quello di Homura.
L’uomo gli sfiorò una ciocca di capelli castani, ma il bambino era profondamente addormentato e non percepì nulla.
-    Questo bambino…- Homura scosse la testa. – Non hai idea di cosa sia…-
-    Che intendi dire?- chiese Hakkai a fatica.
-    Egli può portare il principe a re, a imperatore! Può permettergli di conquistare nuove terre, con la sua potenza…!!- Gli occhi di Homura erano sognanti.
-    Stai parlando di un bambino! E’ assurdo!- replicò Hakkai.
Homura scoppiò in una risata sguaiata.
-    Non sai quello che dici! Ti sei mai chiesto a cosa serva il diadema che porta in fronte?-
-    In effetti sì…- ammise il predicatore. Sopra di lui udì l’uomo che lo tratteneva sogghignare.
-    Lui è un demone…- sussurrò Homura, come farebbe un bambino nell’intento di svelare un segreto. – Ha una potenza pari a quella divina! –
Hakkai lo guardò stranito, muovendosi debolmente.
-    Ho grandi progetti per il cucciolo…Non preoccuparti per lui…_ sogghignò infine l’uomo, poi fece un cenno al suo aguzzino e si allontanò, dirigendosi sul retro dell’ospizio.
-    Fermo…!- tentò Hakkai, ma era immobilizzato.
Poi l’uomo che lo sovrastava gli sferrò un potente colpo sul cranio, e Hakkai perse i sensi.


Sanzo camminava svelto, perso nei suoi pensieri.
Cercava di dimenticare l’espressione di sconforto di Goku, quel bambino che lo aveva fatto tanto penare.
Gojyo lo seguiva silenzioso, conscio del fatto che il cavaliere non era in vena di battutine sarcastiche. Per cui, per evitare errori, taceva e guardava fisso davanti a sé.
Poi Sanzo si bloccò. Avevano percorso pochi metri, e non erano ancora giunti alla locanda. Ma il cavaliere si fermò in mezzo alla via.
Un ricordo, un’ immagine improvvisa lo colpì. Su uno sfondo luminoso, si stagliava la figura di un uomo, con lunghi capelli castano chiaro, le cui punte gli sfioravano la vita.
Reggeva in mano un fiore, tanto candido e pure, quanto semplice.
Una margherita. L’uomo avvicinò il fiore al naso, poi si voltò con lentezza e incontrò lo sguardo di Sanzo.
E gli sorrise. Un sorriso dolce e puro. Un sorriso che solo un’altra persona era capace di regalargli. Un sorriso denso d’affetto…
Sanzo sbatté le palpebre, frustato. Perché proprio in quel momento?
Girò sui tacchi, accompagnato dal fruscio del mantello, e affrettò il passo verso la locanda, appena lasciata.
-    Ehi!- protestò il locandiere dai capelli rossi, ma non vi badò.
Perché proprio in quel momento aveva rivisto suo padre? Una figura così nitida e perfetta da sembrare reale.
Perché proprio ora? Che fosse un segno?
Sanzo non lo sapeva. Sapeva di per certo che doveva seguire il suo cuore, il suo istinto. Unicamente quello.
Sentì i passi di Gojyo, frettolosi, che lo seguivano.
Non si fermò. Proseguì, deciso.
Ad appena pochi metri dall’ospizio li vide.
Dieci cavalli. Immagazzinò nella mente anche i colori. Quattro neri e sei marroni.
Ma la sua attenzione si concentrò sullo stallone più imponente.
Riconobbe il cavaliere, Homura. E riconobbe anche il fagotto che stringeva tra le braccia.
Goku…
-    Homura!- urlò, sorpreso. Si fermò di scatto, raggiunto da Gojyo che sgranò gli occhi.
Sanzo imprecò. Ma era troppo tardi. Percepì appena Gojyo che rientrava nella casupola in legno. Perché quei pochi istanti li concentrò sul volto di Goku, profondamente addormentato e ignaro, con le guance bagnate di lacrime.
In seguito i cavalli si allontanarono, nascosti in fretta da un vortice di polvere. Furioso, Sanzo si rese conto che il cavallo condotto da Homura era il suo. Poi realizzò, come un pugno nello stomaco, che non avrebbe potuto seguirli…
Non era certo di dove si sarebbero diretti, ma li avrebbe rincorsi fino in capo al mondo. Per riprendersi ciò che era suo di diritto.
E che non avrebbe mai più abbandonato.

Quando Hakkai si riprese, si ritrovò disteso in un caldo letto.
Gli ci vollero pochi minuti per riprendersi dallo stordimento, e capire perché la testa gli doleva talmente tanto da fargli stingere i denti ad ogni piccolo movimento.
Si mosse fra le coperte, voltandosi da un lato.
Vide l’ombra di un uomo stagliarsi nella stanza e, girando un po’ lo sguardo, individuò la figura del biondo cavaliere, appoggiato al davanzale, con il mantello che scivolava candido sul pavimento in legno.
-    Sanzo…- sussurrò, con voce flebile.
Il cavaliere si voltò all’istante, girando la testa di scatto.
Sospirò, poi si sollevò e si affiancò all’uomo dagl’occhi smeraldo.
-    Hakkai…Come ti senti? – gli chiese, sedendosi accanto al letto e incrociando le braccia sul petto.
-    Mmm…Un po’ scosso…- ammise Hakkai. Poi i suoi occhi incontrarono quelli del ramingo. Rimase per un attimo interdetto, poi gemette, sentendosi colpevole.
-    Mi dispiace, Sanzo…Non sono riuscito a fermarlo…-
Sanzo interruppe le sue parole con un gesto svogliato della mano, come se volesse scacciare quelle ridicole parole.
Restarono in silenzio. In un silenzio non imbarazzante, ma quasi complice. Entrambi avevano bisogno di armonia per rielaborare tutti gli avvenimenti accaduti in quella sera.
-    Quanto…? – Hakkai non finì la frase, cercando di voltarsi a controllare dalla finestra il mondo di fuori.
Sanzo capì cosa volesse sapere dai suoi gesti.
-    Un giorno. – disse. – E’ notte ora. Il sole è tramontato da un bel po’.-
-    Io…Mi dispiace di avervi rallentato così…-
Il cavaliere scrollò le spalle.
-    Non sappiamo dove dirigerci…E non potevamo partire, lasciandoti qui…Probabilmente sei l’unico a cui Homura ha parlato, prima di scappare…-
-    Sì, in effetti mi ha accennato qualcosa, ma nulla di sensato…- ammise Hakkai, mortificato.
-    Ci racconterai tutto…- Le parole di Sanzo furono bloccate dallo sbattere di una porta.
Hakkai si sporse leggermente e vide Gojyo, stravolto e affaticato, avanzare verso il letto.
-    Ho seguito le tracce per un po’…Si dirigono verso ovest…L’unica città importante, che mi viene in mente e che potrebbe essere una possibile meta è…-
-    La capitale.- concluse, asciutto, Sanzo per lui.
Gojyo annuì. Poi posò lo sguardo su Hakkai e sorrise, mesto.
-    Ben svegliato. Hai preso una bella botta , sai? Hai il fisico deboluccio per restare svenuto un giorno intero per una semplice…-
-    Raccontaci, ora, come si sono svolti i fatti.- lo interruppe Sanzo, fattosi stranamente interessato.
Hakkai acconsentì.
-    Dopo che siete usciti dalla locanda, il ricordo della lite pesava su..Goku..- pronunciare il nome di quel bimbo tanto dolce, lo fece sentire stranamente infelice…- Poi tutto è accaduto velocemente. Qualcuno mi è piombato addosso e mi ha immobilizzato. Nel frattempo Homura si è portato alle spalle di Goku…Il piccolo era troppo scosso per reagire…-
A quelle parole, Sanzo sbuffò. Non immaginava di aver ferito così tanto Goku…
Hakkai riprese, non facendoci caso.
-    Homura deve avere usato qualche droga.. Non saprei…Sta di fatto che spalmando un specie di liquido rosso sulle labbra di Goku, il bambino si è addormentato all’istante…-
-    Curioso…- borbottò Gojyo.
-    Già...-
Hakkai fece una pausa, perso nei suoi pensieri e intento a dare un senso alle ultime parole di Homura.
I due compagni attesero, pazienti, il continuo della testimonianza.
- Subito dopo…Ho chiesto il motivo di tale rapimento…- disse infine Hakkai. – Ma la risposta non è stata molto chiara…Diceva che Goku possedeva una potenza a me sconosciuta…Una potenza tale che non potevo nemmeno immaginarla…Una forza nascosta…-
-  Che vuoi dire? – esclamò Gojyo. – E’ solo un bambino!!-
-  Quando gli ho detto così, è scoppiato a ridere…- affermò Hakkai.
Gojyo lo fissò perplesso.
Hakkai scosse la testa, confuso.
-    Una forza nascosta…- mormorò Sanzo.
Hakkai e Gojyo spostarono l’attenzione sul cavaliere, che non aveva ancora parlato.
-    Sì…- Hakkai esitò.- Ha accennato al diadema che Goku porta in fronte…-
-    Il diadema? – chiese Sanzo, puntando i suoi occhi sul volto affranto di Hakkai, che non riusciva a concludere nulla con quelle poche informazioni.
-    Sì…il diadema dorato che cinge la fronte di Goku…Pare sia un sigillo che imprigioni questa sua straordinaria potenza…- rispose Hakkai.
Sanzo sgranò gli occhi, sbalordito.
-    Non è possibile…-
Gojyo e Hakkai si voltarono verso di lui, curiosi.
-    La leggenda…- mormorò il cavaliere.
-    Leggenda?- inveì subito Gojyo. – Che leggenda?-
-    La notte scorsa – rispose Sanzo – Homura mi ha raccontato una leggenda piuttosto singolare…Riguardante un demone…-
-    Un demone? – chiese, sorpreso Hakkai. – Pensavo non esistessero…-
-    Infatti non esistono! – affermò Gojyo, risoluto. – Sono solo leggende!-
-    Non credete alla leggende?- chiese d’un tratto Sanzo.
I due rimasero interdetti. Il ramingo si rivolse ad Hakkai.
- Allora? Credi alle leggende Hakkai?-
- Beh…Ecco…
- No?-
- Sono ricche di creature inventate, fantastiche…- ammise il predicatore.
- Solo perché tu non le hai mai viste, le giudichi così. Chi ti dice che non esistano? Allora non dovresti credere neanche in Dio, se credi solo a quello che vedi…- continuò imperterrito Sanzo.
Hakkai ammutolì, riflettendo.
-    Quindi…Cosa diceva la leggenda?- Con questa domanda Hakkai ruppe il silenzio, nuovamente interessato. Gojyo sbuffò, poco convinto.
-    Narrava di un demone posto a guardia di un tesoro divino…Un demonietto, per essere precisi…- gli raccontò brevemente la leggenda.
-    Per cui – chiese Hakkai. – Tu pensi che Goku sia…Insomma il custode del tesoro, il demone delle leggenda?-
-    Esattamente- rispose Sanzo.
-    Ma…E’ assurdo!- ribatté Gojyo.
-    Dice la leggenda…- proseguì Hakkai, ignorandolo, che l’unico modo per scoprire se il demone è effettivamente Goku è controllare se il bambino ha un simbolo inciso sulla schiena, giusto?.
-    Già…- Sanzo rifletté, ma non ricordò di aver mai osservato la schiena del bambino.
-    Beh…- disse Gojyo, interrompendo il filo dei suoi pensieri.- Non importa se la leggenda sia vera o no…Anche se così spiegherebbe il motivo del rapimento…L’importante è che sappiamo dove sono diretti…-
-    Non possiamo esserne sicuri…- disse Sanzo.
Ma Hakkai sorrise, prontamente. – Homura ha accennato al principe Shien, se l’è lasciato sfuggire, preso dall’euforia…Per cui, a meno che non ci sia sotto un trucco, ma ne dubito perché le tracce parlano chiaro, questo vuol dire che la nostra prossima meta sarà la capitale…-
-    A quanto pare…- fece Sanzo.
Mentre Hakkai e Gojyo progettavano il viaggio e il salvataggio, il cavaliere pensò alla sua futura destinazione.
L’idea di metter piede a Zagral, la capitale, lo inorridiva.
Quella città, una volta splendente e sicura, ora era tormentata dalla corruzione e dall’ingiustizia.
Non voleva che una città così sporca, insudiciasse anche il bambino più puro che avesse mai conosciuto. Non che ne avesse conosciuti tanti, ma sentiva che Goku non era un ragazzino qualunque. Ricordò la storiella inventata da Goku quella mattina dal cielo limpido…
L’eroe della storia avrebbe affrontato alcune prove per salvare una
persona a lui molto cara…Una di queste era lo scontro con il suo passato…Un passato oscuro, tenebroso, che era stato da tempo rimosso. Rimosso, non eliminato.
Sapeva che sarebbe giunta la resa dei conti, prima o poi. E lo scenario della sua vittoria, perché lui avrebbe vinto, sarebbe stata la capitale di un regno perduto e caduto, il cui destino avrebbe dovuto essere da molto tempo nelle sue mani.





Fine del quinto!!! ^^  Vabè, è inutile dire che il principe di cui parlava la storiella narrata a Goku, ovviamente, era Sanzo. ^^ Ma nella storia andava comunque scritto! Spero di riuscire ad aggiornare presto! Sapete, la scuola è un pò opprimente! ^^'''
kiss, angel




Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Passato, presente e futuro ***


Uh, quanti commenti! O_o Sorry, ma per me sono tanti...^^ Sono commossa...ç_ç
x rika87: Tranquilla, Rika, il tuo bel finale lo avrai! Io non amo le storie tragiche! ^^ Sono una tipetta ottimista e vitale!
Eh, già Homura è proprio un pervertito!! xD Povero Gokucciolo, sempre nel suo mirino...So che in effetti le situazioni sono un pò monotone, ma lui mi sembrava il più adatto al ruolo del rapitore...
La mai seconda opzione era Li Totuen, ma poi ho deciso che avrei fatto danni, non conoscendo molto bene il carattere del personaggio. Ora che ci penso, però, sarebbe stata un'idea innovativa! ^^
x krikka 86: Krikka, hai assolutamente ragione, sorry! Ho corretto e modificato quel pezzettino...Sai com'è ero abituata a decsrivere la visione di Sanzo con gli occhi di Goku...Ho fuso le cose!
Grazie mille dell'avvertimento!! ^^ Colgo anche l'occasione per dire ai lettori che, qualora trovino qualche imprecisione, mi avvertano! ^^
Grazie ancora, Krikka! Perdonami! ù_ù
x Temari: Homura ce la fa sempre a farla franca! Ma in fondo non è cattivo ( nell'anime, dico, non qui xD) Quindi, su, perchè non lo difendi? ^^
x Maki-chan: Grazie millissime per il commento!! ^^ Sono davvero felice che ti piaccia! Perdonami se non l'ho aggiornata troppo presto, ma...Meglio tardi che mai, no?
L'idea dell'Hakkai predicatore? Sono felice che a qualcun altro piaccia!!! Pensavo che ai lettori questo ruolo non piacesse! ^^
A dire il vero non so come mi sia venuta...Va a sapere cosa mi frulla in questa testa, a volte!! Spero seguirai ancora la fic! E grazie nacora!
x azrael: E ci rotroviamo! ^^ Vedi , Sanzo sta migliorando un pochino, dagli il tempo, no? xD E' un pò ritardato lui! ^^ Spero non mi senta...>_>
Povero Gojyo! Tutto sommato, è vero non svolge ruoli importanti, ma definirlo "inutile" è crudele..ç_ç Adesso mi hai fatto venire i dubbi! Non so se affidargli un ruolo un pò più emergente nel seguito della storia...Mmm...Vediamo come si svolgeranno le vicende, magari un posto lo trovo! ^^
x Valy 90: Grazie per aver letto i capitoli, sorellina! E grazie millissime per i commenti! ^^  In realtà non ho pensato ad una leggenda particolare da inserire su Homura...Anche qui sarò in dubbio come Gojyo...Io scrivo ispirandomi molto, non mi piace seguire uno schema prefissato, per cui, se avrò modo, magari, aggiungerò qulache dettaglio in più su Homura ^^
Spero continuerai a commentare o a leggere! ^^

Bene, dopo i saluti e le risposte ai dubbi, vi presento il sesto capitolo! ^^  ( sembra debba apparire chissà cosa...^^ )
Buona lettura...


Capitolo sei
Passato, presente e futuro

Sommessi tonfi arrivavano alle orecchie di Goku.
Un calpestio, ma non rumoroso, quasi nascosto, come se fosse avvolto da un panno che ne attutisse il frastuono…
Capì subito che non era giorno, perché il sole non lo riscaldava e non gli bruciava gli occhi…Al contrario sentiva freddo…Una lieve brezza s’insinuava sotto le vesti che portava e gli solleticava la schiena e il piccolo petto.
Percepiva di essere scosso da veloci e ritmati movimenti. Ripetitivi.
Si stava muovendo. Ma verso dove? Non ricordava che Sanzo avesse ordinato di riprendere il viaggio…Anzi erano ad una locanda, stavano prenotando le camere, per restare una notte o due e prendere provviste e…
Il vento si fece più forte come a volerlo schiaffeggiare e scuoterlo dall’intorpidimento del suo corpo e della sua mente…
Ricordò tutto. La litigata furiosa con il cavaliere e…
Spalancò gli occhi, sorpreso e diede conferma ai suoi timori.
Non stava osservando una chioma bionda e uno sguardo ametista e gelido.
Ma, mossi dalla forza del vento, sottili capelli neri si aprivano e abbracciavano l’aria, coronando un volto dagl’occhi bicolore.
Goku gemette impercettibilmente, riconoscendo Homura, lo straniero che li aveva scortati a Delany…
Quando Goku cercò di liberarsi dalla presa salda dell’uomo, quest’ultimo abbassò lo sguardo, un po’ sorpreso.
“ La medicina che gli ho somministrato avrebbe dovuto metterlo fuori gioco per minimo due giorni…Siamo alla notte del primo…Com’è possibile? “ si chiese l’uomo mentalmente.
Il piccolo cercò di districarsi dalle vesti che lo avvolgevano come un neonato in fasce, ma si trovava in una posizione alquanto scomoda…
Precisamente, si accorse subito dopo, su un cavallo spronato al galoppo.
Homura guardò beffardo il bambino che tentava con tutte le sue forze di fuggire. Ma fece male a sottovalutare il fanciullo, perché questi riuscì quasi a scivolargli via, allontanandosi dal suo petto, puntando le mani, e colpendolo con un calcio al fianco destro.
Homura imprecò e afferrò il prigioniero per il gomito. Non aveva corde a disposizione per cui legò i piccoli polsi con una cinghia, che pendeva inerte e inutilizzata dalla sella del cavallo.
Goku tentò inutilmente di tirare i polsi verso di sé, cercando di rompere la cinghia, ma questa, pur essendo vecchia, era piuttosto resistente e aveva la capacità di sfregargli la pelle, dolorosamente.
Alla fine, Goku si arrese, emettendo un sospiro di rassegnazione misto a un sibilo di frustrazione.
Homura sogghignò.
-    Te ne starai fermo, adesso?- chiese l’uomo, portando una mano al fianco offeso.
Goku si voltò per lanciargli uno sguardo talmente selvaggio che, Homura, allarmato, spostò gli occhi per controllare che il diadema fosse ancora lì, splendente.
-    Dove mi stai portando?- chiese il bambino, osservando, per la prima volta da quando si era risvegliato, il paesaggio monotono che si estendeva dinnanzi a lui.
-    A Zagral.-
Goku si girò, per quanto glielo permettesse la cinghia di cuoio.
-    La capitale?- chiese, sorpreso.
-    Esattamente.-
-    Perché?- sussurrò Goku, come se stesse facendo una domanda proibita.
-    Diciamo che il principe desidera vederti…- rispose evasivo l’uomo.
-    E’ per averlo fatto cadere da cavallo? Ancora? Non gli è bastato distruggere il mio villaggio?-
Homura rise. Una risata spenta.
-    No, non è affatto per un motivo così banale…-
Goku lo fissò con espressione interrogativa.
Homura sogghignò. Poi, d’un tratto, spinse Goku contro il collo del cavallo e lo tenne fermo con una mano.
Il bambino urlò. L’uomo non perse tempo e sollevò la giubba del piccolo, scoprendo la schiena.
-    Magnifico…- sussurrò.
Sulla pelle ambrata si districava un motivo nero, a tribale. Ogni punta di ogni raggio sembrava indicare una via da seguire. Una mappa…Che non sarebbe stata riconosciuta, però, da qualcuno che non fosse stato a conoscenza del segreto che quel bambino custodiva.
-    Ingegnoso…- commentò l’uomo.
Goku rabbrividì. Non tanto per il vento che gli sferzava la schiena scoperta, quanto per il tono usato dall’uomo per proferire quelle due parole.
Un uomo che sa di aver vinto, un uomo che si sente superiore a tutto, l’uomo più potente della regione.
Goku si dimenò sotto quella prese d’acciaio e a quel punto Homura mollò la presa.
Il bambino si tirò su, indolenzito.
-    Ma sei impazzito…?- mormorò il bimbo, arrabbiato.
Homura rise e si chinò su di lui.
-    Hai proprio un bel disegno sulla schiena…Chi te l’ha lasciato?-
Goku lo fissò , perplesso. Poi sgranò gli occhi.
-    Tu…come facevi a sapere di quel simbolo?- chiese, scosso.
-    Quindi non neghi di conoscere questo disegno…-
-    Io…So di averlo da quando ero piccolo, ma non conosco il significato di quelle linee… E’ per questo che mi hai rapito?-
-    Che bambino perspicace!- esclamò l’uomo, sorridendo beffardo.
-    Ma…perché? Che senso hanno quei segni?- chiese Goku, curioso.
-    Dovresti dirmelo tu, questo…- Homura puntò freddamente i suoi occhi sul visetto del suo prigioniero.
Goku ricambiò lo sguardo, senza battere ciglio.
-    Se è così, hai perso il tuo tempo. Io ne so meno di te sull’argomento!-
-    Oh, certo! Ti avranno cancellato la memoria…- rifletté Homura.
-    Co..Come?-
-    O forse mi stai semplicemente nascondendo tutto…Io opterei per la seconda ipotesi. Ma non mi preoccupo. Abbiamo buoni mezzi per far parlare le persone.- disse maligno l’uomo.
-    Io non ho paura!- esplose Goku, gonfiando il piccolo petto.
-    Vedo che Sanzo ti ha insegnato bene…O dovrei dire male? Non è saggio ribellarsi quando si è con le mani legate…Nel vero senso del termine.-
Al nome del ramingo, il cuore di Goku si strinse.
Che senso aveva ribellarsi al destino che gli si apriva dinnanzi? Con un po’ di fortuna, se avesse assecondato le sue richieste, magari Homura lo avrebbe lasciato in vita.
Che senso aveva scappare? E poi scappare dove? Con chi? Sanzo lo aveva rifiutato, non l’avrebbe mai ripreso con sé.
E poi da solo non sarebbe mai riuscito a fuggire…Tanto valeva abbandonarsi al proprio destino, allora.
E con questo pensiero, le sue spalle si abbassarono e da quel piccolo corpicino espirarono tenacia e determinazione, lasciando il posto alla rassegnazione e alla disperazione.


Sanzo si strinse il mantello sulle spalle.
Il giorno dopo li aveva salutati con una folata di vento impetuoso.
Si avvicinavano al mare e le correnti si facevano più insistenti, dato che non erano bloccate da catene montuose, e si estendevano libere nelle pianure.
-    Cavaliere! Ehi, cavaliere!!!-
Sanzo si voltò scocciato verso il giovane dai capelli rossi, che lo seguiva con lo stallone, accompagnato da Hakkai.
-    Che vuoi?- chiese brusco.
-    Ci devi delle spiegazioni!- ribatté Gojyo.
-    Riguardo a cosa, di grazia?-
-    Riguardo a questi, principessa!- così dicendo, Gojyo accennò ai tre destrieri che Sanzo si era procurato la mattina stessa.
-    Si chiamano cavalli-
-    So bene cosa sono!- urlò, infuriato, il giovane.
-    Bene. Allora non vedo il problema.- Il ramingo lo fulminò con lo sguardo.
-    Il problema è che, mio caro, i cavalli costano un occhio della testa. Tu nei hai comprati addirittura tre, mentre prima non t’interessava affatto affidare due stalloni a me e ad Hakkai, ma ci facevi proseguire a piedi, mentre tu e…- La sua voce si spezzò e Gojyo reclinò il capo, mordendosi il labbro.
Calò un silenzio improvviso sulla compagnia. Ora più che mai si percepiva l’assenza di quel bambino tanto allegro e dolce da illuminare le giornate di pioggia col suo sorriso.
Hakkai interrupe il silenzio.
-    Il fatto è che, Sanzo, ci chiedevamo dove tu avessi trovato i soldi…-
Sanzo sbuffò.
-    Li ho sempre avuti. Prima non ho voluto spenderli per il semplice motivo che non era necessario comprare altri due cavalli. Speravo vi staccasse presto dal gruppo, ma il destino ha voluto che vi sopportassi ancora!-
-    Fammi capire bene…- s’intromise Gojyo, ignorando l’affermazione del cavaliere, - Tu…Hai sempre avuto quella cifra? E dove l’hai presa?-
-    Non sono affari che ti riguardano!-
-    Oh, io invece credo che dovremmo saperlo!-
-    Calma, calma!- disse Hakkai col suo tono di voce pacato.- Sanzo…Perché non ci concedi un po’ di fiducia?-
Sanzo sospirò. Tanto alla fine, arrivati a Zagral, al castello, lo avrebbero comunque riconosciuto.
-    E’ solo una minima parte dell’eredità che mi spetta…-
-    Eredità?- Entrambi i giovani lo guardarono meravigliati.
Sanzo frenò il destriero e smontò. Fissò per un attimo il manto vellutato dell’animale, poi disse:
-    Il mio vero nome è Koryu, vi dice qualcosa?-
Hakkai sgranò gli occhi, scuotendo il capo, incredulo. Gojyo lasciò cadere le redini del cavallo e balbettò qualcosa di incomprensibile.
-    Il principe Koryu?- chiese, con un sussurro, Hakkai.
Gojyo non proferì parola. Il cavaliere si limitò ad annuire.
-    Correva voce che fosse morto…- disse Hakkai.
Sanzo annuì lentamente. – Già. Faceva comodo a Shien diffondere questa falsa notizia. Non avrebbe creato ribellioni interne.-
I due compagni rimasero muti. Sanzo sapeva bene quale domanda martellava loro nella testa.
Poi Gojyo deglutì.
-    E’ vero…Insomma…Che hai assassinato il re Komyo?-
-    No- rispose secco Sanzo.
Il giovane rosso annuì, poi spronò il cavallo, superando un allibito Sanzo.
-    Allora?- chiese Gojyo, voltandosi.- Hai intenzione di restare lì tutto il giorno? Ti ricordo che abbiamo un ragazzino da riprenderci.
-    Tu mi credi?- chiese il ramingo, interdetto.
-    Non dovrei?-
Sanzo non seppe trovare risposta a quella domanda. Hakkai gli si affiancò e gli tese le redini del cavallo, sorridendo.
-    Sarà meglio proseguire, principe…O possiamo continuare a chiamarti Sanzo?-
-    Meglio Sanzo. Non voglio si scopre la mia identità. E se qualcuno venisse a saperlo, incolperei Gojyo e sfogherei la mia violenta furia su di lui.- rispose Sanzo, montando e spronando l’animale al galoppo.
-    Ehi!- esclamò Gojyo.
Ma Sanzo era troppo lontano per udirlo.


Cavalcarono in modo estenuante per tutto il giorno. Si arrischiarono a proseguire perfino dopo il tramonto, per quanto la luce chiara e fioca gli e lo permettesse, prima di abbandonarli del tutto, lasciando calare la notte.
A quel punto anche Sanzo fu costretto ad ammettere che non potevano proseguire, dato che le strade, in quella zona, erano piuttosto pericolose di notte, grondavano, infatti, di banditi.
Gojyo smontò con un sospiro di sollievo e si avviò, sotto ordine di Sanzo, ovvio, a raccattare legna qua e là, nella boscaglia.
Hakkai si apprestò a preparare il pentolone, in cui avrebbe bollito la carne che avevano comprato all’ultima sosta.
Sanzo si occupò dei cavalli, legandoli in un angolo, lontano da sguardi indiscreti, in modo che fossero meno appetitosi sia per le bestie che per i banditi che, rivendendoli, ci avrebbero ricavato una buona cifra.
Poi afferrò il suo mantello e se lo gettò in spalla…Sentì la stoffa ruvida sfiorargli la pelle diafana. Quel tocco così ruvido, ma portatore di ricordi così dolci, lo scosse. Quello, ricordò, era lo stesso mantello in cui il piccolo Goku si era avvolto l’ultima sera, quella notte in cui aveva ascoltato la leggenda da quel bastardo.
Lo prese fra le mani e lo fissò interdetto per un attimo, il volto inespressivo, poi, in un moto di rabbia, lo scagliò a terra, dove il bel porpora del tessuto si macchiò di fango.
Non era buono a nulla, come un terreno che non porta frutti al contadino. Ogni suo obiettivo, ogni sua ambizione andava in fumo e si disperdeva. Non aveva saputo proteggere quel bambino, così come non aveva saputo proteggere suo padre.
Frustato, tornò alla radura, sotto lo sguardo cauto di Hakkai, che si distolse subito, dato l’indole del predicatore a farsi gli affari suoi.
D’un tratto un fruscio. Un movimento rapido, silenzioso. Sanzo sospirò. Hakkai sorrise.
Ma nessuno dei due diede segno di aver udito il suono, smorzato dal vento che muoveva le foglie, accompagnandole nella lenta danza della morte, al momento della caduta.
In seguito, Sanzo si voltò di scatto, infilando un braccio nel cespuglio e afferrando un tessuto grezzo, poco resistente che, quando fece per tirarlo verso di sé, si strappò.
Uno strillo, poi un: - Pervertito!- tranquillizzarono il ramingo.
Uno perché la voce era parecchio infantile.
Due perché, dato che possedeva un vestito così scadente, era poco probabile che la suddetta persona avesse delle armi, oggetti troppo costosi,
Dopo questo breve calcolo, afferrò con forza il braccio della vittima, chiaramente umana, e lo trasse verso l’esterno.
Dal cespuglio ne uscì una figurina, avvolta in un cencio, dato che non può essere definito maglia, con corte brache, che scalciava come una forsennata.
Sanzo la squadrò. Era un ragazzina, avrà avuto sì e no dieci anni.
Sospirando, mollò la presa, facendo atterrare la bambina con un tonfo.
-    Ehi!- ribatté quella, offesa.
-    Lo sai, mocciosa, che non si spia?- disse Sanzo.
-    Io non stavo affatto spiando!- strillò lei, stringendo i piccoli pugni, pronta a sferrarli sul naso di Sanzo, molto probabilmente.
-    O giusto. Stavi rubando, vero? Cosa pensavi di portare via?-
-    Io non stavo rubando! Ero solo venuta a cercare un po’ d’acqua!-
-    A una centinaia di piedi da un fiume?- chiese Sanzo, scettico.
La ragazzina si morse il labbro.
A quel punto Hakkai si avvicinò.
- Qual è il tuo nome, fanciulla?- chiese, sorridendo soave.
La bambina si sentì un po’ più confortata a passare da uno sguardo da falco a un sorriso da ebete.
Per cui distese il viso e rispose:
-    Lirin!-
-    Bene, Lirin, e dì la verità ti prego, di fronte a Dio.-
La bambina lo fissò perplesso. – Dio? E chi sarebbe?-
-    Oh, cielo!- sopirò Hakkai.
Sanzo lo scostò sbuffando, piazzandosi davanti a Lirin.
-    Che stavi rubando?-
-    Eh?- Lirin spostò lo sguardo su Sanzo. Poi fece una smorfia e disse: - Il mantello.-
-    Il mantello?-
-    Sì, ho visto che lo hai scagliato in terra, come se non ti servisse! E noi abbiamo bisogno di coperte! Voi nobili siete degli sciagurati, a sprecare così tutte le ricchezze che avete! Dal cibo ai mantelli!-
-    Noi?- la interruppe Hakkai.
-    Sì…Io e la mia famiglia.-
-    Una famiglia di ladroni!- corresse Sanzo.
-    Non è così!- strillò Lirin.
-    Ehi, ma che diavolo avete da urlare?- Gojyo spuntò dalla folta boscaglia, a mani vuote.
-    E la legna, idiota?- chiese Sanzo, già alquanto irritato.
-    Non ne ho trovata…- rispose Gojyo.
-    Imbranato!-
-    Cercala tu, allora, principe dei miei stivali!-
-    Te li faccio invogliare i miei stivali, se non torni in quella foresta a cercare del legname!-
-    Principe??- squittì la vocina della bambina, intromettendosi nella lite.
-    Taci, tu! Sbrigati, buono a nulla!- aggiunse il cavaliere, rivolto a Gojyo.
-    Non troverete legna.- affermò Lirin, guardando con adorazione Sanzo. Dalla parola “ principe” il suo atteggiamento sembrava mutato.
-    E perché mai?- chiese Hakkai, perplesso.
-    Qualche mese fa qui c’è stato un incendio e molti terreni sono stati distrutti dalle fiamme. In più molti magazzini dei villaggi accanto sono stati svuotati della legna da quel verme del principe Shien, e la gente ora soffre gravemente il freddo…- ammise la ragazzina, afflitta.
-    Perfetto! Per stanotte si congelerà, qui, all’aperto!- esclamò Sanzo.
-    Oh, no! Io non farei mai dormire un principe all’aperto!- esclamò Lirin, riaccendendo lo sguardo e puntandolo verso Sanzo.
Sanzo la fissò, irritato.- Lasciati sfuggire questa parola, bimba, e sei morta…- la minacciò.
-    Oh, certo, certo! Ma, la prego, perché non viene a riposare da noi, questa notte? La nostra dimora è modesta, non adatta a un principe, ma mio fratello si è preoccupato di nascondere legna e provviste per noi…Credo non abbia problemi ad offrirvene!- Lirin afferrò la casacca di Sanzo, in un gesto di preghiera.
Sanzo osservò indifferente il viso della bambina.
-    Credo tu abbia ascoltato troppe favole su noi principi, bimba. Non sono tutti pieni di virtù come coloro di cui narrano le imprese. Se è questo che cerchi, lascia perdere.-
La piccola mollò la presa, osservandola stranita.
Hakkai scattò. – Sanzo, finiscila di compiangerti!-
-    Ha ragione, principe, datti una svegliata!- s’intromise Gojyo.
-    Che diavolo…?!- s’accese la protesta di Sanzo, ma fu bloccata dall’esclamazione di Hakkai.
-    Non dirlo! Non pronunciare il diavolo! E ascoltami! Il passato serve all’uomo per spingerlo a riparare ai suoi errori. E’ un’ insegnamento più importante di quello che sembri. Anni fa hai perso tuo padre, non lasciare che succeda anche con Goku! Quel bambino ha bisogno di te, Sanzo. Ma ha bisogno di un Sanzo che gli facci da guida, perché più esperto di lui, dato che è più anziano e quindi ha vissuto le sue esperienze, belle o brutte che siano.
-    Dimentica il passato, vivi il presente e pensa al futuro!- affermò Gojyo.
Il cavaliere li scrutò minaccioso. Mai nessuno gli aveva fatto una predica, tranne suo padre.
Poi scosse il capo e si rivolse alla bambina, che era rimasta silenziosa tutto il tempo.
-    Conducici alla tua dimora, mocciosa. Per stanotte ci riposeremo e domani riprenderemo il viaggio.- aggiunse, poi, rivolto agli altri.
Hakkai sorrise, soddisfatto e Gojyo affermò, sarcastico: - Sì, mio principe!-
-    Ma – aggiunse Sanzo – Prima di pensare al futuro, devo imparare dal passato. Così nel presente potrò darvi tanti di quei calci, che non vi permetterete mai più di rivolgervi a me così, come poco fa!-
Quando avvistarono la fattoria in cui viveva Lirin, Gojyo si tastava stranamente il didietro, mentre Hakkai sorrideva tranquilla, barcollando leggermente sul piede destro, avvertendo delle fitte acute agli stinchi, ma si consolava, affermando che il Signore aveva sofferto molto per gli uomini.




 
Fine anche del sesto capitolo! ^^ Spero sia piaciuto e perdonate qualche errore o imprecisione grammaticale! Grazie a chi commenta, che mi sostiene e mi fornisce utili consigli, e a chi legge, perchè possa condividere questa storiella con me! xD
Al prossimo capitolo, spero a breve! -^^-

kiss, angel
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La fattoria ***


x rika 87: Ho capito di che film parli: Waterworld, o qualcosa di simile...In effetti la storia è simile, ma non ho preso spunto da lì ^^. Ho avuto l'ispirazione da un libro, uscito qualche anno fa, anche se la trama è completamente diversa... Grazie mille per i complimenti! ^^ E scusa se ti ho fatto attendere molto per il prossimo capitolo.
x Krikka86: Non temere, Krikka! Sanzo non abbandonerà Goku! E Lirin non riuscirà sviarlo! Grazie millissime per il commento! Sei molto gentile, sono felice, inoltre, che la fic ti piaccia sempre di più! ^^ Scusa per il tempo che ci ho messo a pubblicare il seguito! ç_ç
x Maki-chan: Grazie mille per il tuo commento! Sono felice che tu abbia continuato a seguire la mia fic! Mi piace rispondere ai commenti dei lettori, così  mi sento un pò più vicina  e presente, piuttosto di una scrittrice che pubblica i capitoli e basta! Scusa se ho aggiornato un pò in ritardo! ^^
x azrael : Scusa, cara! Ho aggiornato proprio tardi! ç_ç Perdonami, anche, se faccio soffrire un pò Goku...Non sai come dispiace anche a me scrivere certe cose! Però immaginavo che il lettori si chiedessero che fine avesse fatto il piccolo cucciolo di scimmia! ^^
Neanche io amo particolarmente il personaggio di Lirin, ma l'incontro con i quattro " antagonisti" di Saiyuki mi serviva per un dettaglio importante della storia. ^^ Grazie mille del commento e dei complimenti!
x Temari: Vedo che per Homura non c'è niente da fare! Si dovrà rassegnare, povero! ^^ Beh, in effetti Sanzo ha svelato un pò prematuramente la sua identità, ma non penso sarebbe cambiato qualcosa se Gojyo e Hakkai lo fossero venuti a sapere dopo...Consolati! C'è ancora Goku che non ne è al corrente...E non temere, i tre sono in viaggio e sostano per breve tempo, quindi riusciranno a salvare il nostro Goku! Speriamo in tempo!! ^^ Scusa per l'aggiornamento un pò in ritardo!

Grazie tantissime per i commenti e, ho già chiesto scusa a ciascuno di coloro che mi commentano, ma chiedo ufficialmente perdono per il ritardo nell'aggiornamento!! ^^''' Non che avessi una data di scadenza, ma mi dispiaceva farvi aspettare tanto...Ecco il prossimo capitolo...E' breve, ma spero che vi piaccia!



Capitolo settimo
La fattoria



-    Assolutamente no!-
Queste erano state le parole di quello sporco contadino straccione, dai capelli rossi, appena li aveva visti.
Possibile che avesse avversità contro tutti coloro che possedevano capelli rossi??. Con questo pensiero, Sanzo spostò lo sguardo su Gojyo, che era intento a discutere col padrone di casa.
Un giovane dalla pelle abbronzata, con i lunghi capelli raccolti in una coda, affrontava Gojyo, reggendo un forcone nella mano destra e agitando la sinistra verso il locandiere, come a voler scacciare una mosca.
Hakkai fissava imbarazzato la scena, senza sapere bene come comportarsi. Cercava, semplicemente, di calmare i litigandi, con gesti frettolosi ma precisi. Come afferrare il braccio di Gojyo quando il suo pugno stava per abbattersi sul volto del povero contadino. Egli, tra l’altro, indossava una casacca stracciata ed enorme, che lasciava intravedere il petto muscoloso grazie al duro lavoro che ogni giorno egli, probabilmente, svolgeva.
Il cavaliere, dal canto suo, restava in disparte, totalmente disinteressato.
Aveva le braccia incrociate sul petto e fissava, da pochi minuti, la scena che si era venuta a creare.
Lirin se ne stava accanto a lui, adorante, accucciata su un mucchietto di fieno e contemplava la figura slanciata del ramingo.
-    Non c’è bisogno di aggredirci in questo modo!! E ti ricordo che avremmo potuto denunciare il furto fallito di quella ragazzina, ma non abbiamo mosso un dito per…- stava dicendo Gojyo.
-    Mia sorella – sottolineò l’altro – Non è affatto una ladra!-
-    Ah, certo…- ribatté Gojyo.
-    Non voglio nobili in casa mia!!- urlò il giovane piantando, irritato, il forcone nel terreno.
Ma Gojyo non si fece intimorire.

-    Chiamala casa, questa!-
-    Ma chi vi ha invitato…?
-    La ragazzina…
-    Lo so chi vi ha invitato! Era una domanda retorica!- sbraitò il giovane.
-    Scusate…?
I due si voltarono di scatto verso Hakkai, tra uno svolazzo di ciocche rosse.
- Ehm…Non vi sembra più…Come dire … Maturo…Sedersi e parlarne con calma?- s’intromise esitante il predicatore.
I due rimasero in silenzio per un attimo.
Poi il giovane contadina sembrò riscuotersi e disse:
-    Perfetto. Da questa parte.-
I tre viaggiatori lo seguirono, affiancati da una saltellante Lirin.
Il giovane li condusse fuori dalla stalla in cui erano entrati, poi si diresse verso una casetta in legno, circondata da alcuni zolle di terra.
Entrarono nella casetta umida. L’ambiente era poco ospitale, ma accogliente, pur essendo rustico.
Vi era un tavolo in mezzo alla stanza. Accanto qualche pensile, su cui erano posati vari pacchetti che emanavano un odore di formaggio fresco. Essi erano affiancati da alcune bacinelle, piene di latte e acqua, coperte solo da un pezzo di stoffe, unica protezione.
Dal lato sinistro della stanza, partiva una scaletta che potava, probabilmente, alla soffitta, dove vi erano di materassi con lenzuola fresche e pulite.
I tre si accomodarono attorno al tavolo, osservando il proprietario di casa.
Questi si sedette. Attese qualche attimo, poi parlò.
-    Non c’è molto su cui discutere- affermò il giovane.- Questa è casa mia e io non ho né spazio né denaro per accogliere degli ospiti. Certo, farei il possibile se questi sono poveri e affamati, ma, a giudicare dai cavalli e dal mantello, non mi sembra…-
-    Noi…- lo interruppe Hakkai – chiediamo alloggio solo per una notte, questa notte. Possiamo anche fare a meno di mangiare, ci procureremo noi del cibo, ma abbiamo bisogno di un luogo sicuro dove riposare…Siamo anche disposti a rimborsarvi per il disturbo…-
-    Ehi!- esclamarono Sanzo e Gojyo in contemporanea.
Ma Hakkai non vi badò.
-    Ce ne andremo domani all’alba, anche perché non possiamo stare fermi per molto, ci aspetta un lungo viaggio ed abbiamo urgente bisogno di raggiungere la nostra meta…Ma siamo anche noi esseri umani, per cui la preghiamo di lasciarci riposare qui… Solo per una notte…-
Calò il silenzio, mentre il giovane contadino si mordicchiava un labbro, pensieroso, e giocherellava con un bottone della giubba che, d’un tratto, si staccò.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, osservando il bottone roteare e poi fermarsi, immobile, sul terreno.
Risollevò lo sguardo.
-    D’accordo…- disse e annuì, come per convincersi di quello che stava dicendo. – Quello lì – aggiunse, indicando Gojyo – non aveva accennato al fatto che fosse solo per una notte…Per cui avevo rifiutato. Non abbiamo la possibilità di mantenere altre tre bocche.-
-    Certo, comprendo. Grazie mille per la sua cortesia, il signore le sarà grato. Grazie al suo contributo, una vita sarà salvata.- sorrise Hakkai, benevolo.
Il giovane annuì, scocciato da tutte quelle lodi.
-    Vado a prendervi alcune coperte…Dormirete nella stalla.- aggiunse. – A proposito…- si bloccò a metà scala. – Io sono Kogaiji.- Dopodiché salì in soffitta e scomparve.
-    Vedi Gojyo ..– ne approfittò Hakkai per parlare – A volte basta usare un tono diverso con le persone…
-    Perché non lo dici anche a lui?- chiese il locandiere, indicando Sanzo , che alzò gli occhi per incenerirlo con lo sguardo.

La stalla era fredda, ma almeno coperta.
Sanzo volgeva lo sguardo al cielo, avvolto nel mantello porpora, appartenuto, precedentemente a suo padre.
Hakkai e Gojyo riposavano già da molto, ma il cavaliere non riusciva a prendere sonno.
Si vergognava ad ammetterlo, ma ora come mai sentiva la mancanza di un piccolo peso sul fianco.
Un peso chiacchierone, rompiscatole, vivace…Ma anche dolce, sincero, puro…
Scosse il capo, come per risvegliarsi da un incubo.
Non doveva lasciarsi trasportare dai sentimenti. Cosa sapeva di Goku? Solo il nome… Ora che ci rifletteva non sapeva neanche l’età di quel bambino.
Eppure non riusciva a non provare angoscia al pensiero di quel ragazzino, solo e indifeso, nelle mani di prepotenti nemici, senza scrupoli, pronti ad uccidere perfino un bambino…
Tuttavia era più che sicuro che Goku fosse ancora vivo. Homura non l’avrebbe mai ucciso…
Ripensò alla smorfia che aveva fatto quel verme, la sera stessa in cui gli aveva rivelato la leggenda.
Probabilmente, se non si fosse svegliato, l’uomo avrebbe rapito Goku quella notte. Ecco perché era così infastidito alla vista di Sanzo…
Così il cavaliere, perso nei suoi ragionamenti, si abbandonò alla spossatezza e lasciò che i suoi occhi si chiudessero.

Goku aprì gli occhi di scatto, trattenendo un gemito.
Le sue pupille restarono spalancate per molti secondi. Il bambino ansimava, sconvolto dall’incubo a cui era appena sfuggito.
Si girò di lato, stringendo le coperte tra le dita intorpidite…La porta della capanna era chiusa a chiave, per cui non sarebbe potuto scappare…Ma non era a questo che pensava Goku.
Pensava che era solo, al freddo, senza un minimo di conforto.
Rafforzò la presa sul lembo della coperta, serrando le palpebre per cercare di imprigionare le lacrime. Ma queste vinsero la battaglia e scivolarono veloci, limpidi, spianando il volto sporco di terra del bambino, che sentiva il suo cuore stringersi per il dolore e la tristezza…
Si raggomitolò, come un cucciolo accanto alla madre, sotto la coperta. Percepì un debole tonfo, poi si sentì sollevare di peso, insieme al cencio in cui era avvolto.
Non aprì gli occhi quando un soffio di aria gelida lo schiaffeggiò…
Stavano per ripartire, ma non osava crederci. Si rifugiò, così, nel suo mondo, dove un cavaliere scorbutico lo rimproverava, furioso, e lo chiamava scimmia.
Non badò all’urto contro la sella e alla fitta di dolore che ne seguì.
Poi, come una frustata, si rese conto che il ramingo, probabilmente, lo aveva già dimenticato…In fondo che legami aveva con lui?
Sarà in viaggio, ora, chissà dove, continuando a vivere tranquillamente…Goku era stato solo un’interferenza nella sua vita…



Al risveglio, Sanzo si sentì sovrastato da una presenza sconosciuta.
Scattò in avanti, afferrando il collo dell’estraneo. Egli lanciò un urlo stridulo, spezzato dalla mano del cavaliere premuta sulla trachea.
Sanzo aprì gli occhi e mise a fuoco colei che gli si parava di fronte, coprendogli la luce.
-    Chi diavolo sei?- chiese Sanzo alla donna, scocciato.
-    Y..Y..A…
Sanzo allentò la stretta.
-    Yao..o..ne- ansimò la fanciulla, cercando di portarsi le mani al collo.
Vedendo che Sanzo non la lasciava, sussurrò:
-    La prego…- disse, stringendogli i polsi, in un tentativo di trasmettere al ramingo la sua disperazione.
Sanzo mollò la presa e si portò una mano fra i capelli biondi.
-    Che buon risveglio…- disse, con la voce densa di sarcasmo. – Posso sapere cosa vuoi?-
-    Ehm…Mi.. Mi dispiace…Non era mia intenzione svegliarla tanto bruscamente, ma volevo avvisarla che l’alba è sorta…- risposa la giovane, alquanto imbarazzata.
Sanzo non rispose, si sollevò e si infilò la giubba, sotto lo sguardo della giovane, le cui guance si fecero ancora più rosse alla vista del petto nudo e perfetto del ramingo.
Il biondino non vi fece caso e uscì dalla stalla.
Entrato nella casupola, vide Hakkai già sveglio, mentre Gojyo, gli disse il predicatore, era stato svegliato bruscamente da Kogaiji, che affermava che, per ripagare la notte, avrebbero dovuto rendersi utili.
Al momento i due erano nella foresta, a cercare legna.
In quell’ istante  entrò Yaone che, alla vista di Sanzo, abbassò gli occhi e si affrettò a raggiungere Hakkai, che stava tagliando il formaggio per la colazione.
Il cavaliere sospirò a si accomodò sullo sgabello traballante, accanto al tavolo.
La notte non aveva dormito, tormentato dalla preoccupazione per Goku.
Inoltre l’ambiente non aveva certo aiutato. La notte era scesa l’umidità e il ramingo era stato costretto ad avvolgersi nel mantello, ma a togliersi la giubba, imperlata di sudore per i continui incubi.
Continuava a sognare un luogo immenso, totalmente bianco e lui si trovava al centro di questo luogo, solo.
Ma intorno a lui continuava a vorticare l’immagine di suo padre, Komyo.
Sorrideva, tranquillo, ma Sanzo era tormentato da quel sorriso. Voleva dimenticarlo, perché sapeva che nessuno avrebbe potuto restituirglielo, perché suo padre era morto, ormai.
Sembrava che quel sorriso si facesse beffa di lui, che volesse a tutti i costi imprimersi nella memoria del giovane, quando lui avrebbe voluto cancellarlo.
Eppure tornava, a volte inaspettato. Sanzo si prese la testa fra le mani, guardando il legno del tavolo, non vedendolo, però.
Dei suoni lo richiamarono alla realtà.
Udì il rumore di zoccoli sul selciato e si alzò di scatto, in allarme.
Uno strillo, poi tre uomini fecero irruzione nella casetta.
Yaone si portò le mani alla bocca, per trattenere un grido, mentre Hakkai le cingeva le spalle, protettivo.
Sanzo squadrò il trio di guardie reali. Una di loro stringeva il polso di Lirin. La ragazzina non era spaventata, semplicemente infuriata di simile trattamento.
Sanzo sospirò. Poi uno dei tre uomini parlò.
Portava una casacca istoriata, e brandiva una spada.
-    Siamo qui perché ci è giunta voce che voi possediate parecchie provviste…Ogni provvista del regno appartiene al principe Shien, conoscete la legge! Dovete consegnarla!-
Yaone sgranò gli occhi, mentre Sanzo sbuffava.
-    Quelle provviste sono nostre! Che il principe vada a coltivare, se vuol mangiare!- strillò Lirin.
-    C…Come ti permetti, ragazzina? Il principe ha ben altri affari da sbrigare! Non può certo permettersi di perdere tempo, come voi contadini! Egli è molto indaffarato!- scattò la guardia.
-    Impegnato a dare ordini, certo!- sbottò Lirin.
L’uomo che la tratteneva le mollò uno schiaffo violento, il cui suono risuonò nella casupola, tra il silenzio dei presenti.
Senza preavviso e con sorpresa da parte di Hakkai, Sanzo sguainò la spada, puntandola alla gola di colui che tratteneva la ragazzina, che, nel frattempo, era rimasta scioccata e ammutolita.
-    Non mi piace – disse il cavaliere, con tono feroce, irritato e lo sguardo gelido – questa abitudine delle guardie di prendersela con gli indifesi. Siete solo dei maiali prepotenti e arroganti. Dovreste essere tutti sterminati. E’ gente come voi che inquina il regno.-
Le parole del ramingo furono tanto fredde che, per un attimo, i tre uomini non seppero che rispondere.
Poi sguainarono le lame in contemporanea. I primi due si scagliarono contro Sanzo, inferociti, mentre il terzo tenne in ostaggio Lirin, puntandole la spada alla gola.
Il ramingo socchiuse gli occhi, minaccioso. Poi rispose velocemente ai fendenti, schivando la seconda guardia e ferendo la prima al fianco.
L’uomo si accasciò, gemendo. Sanzo lo scavalcò con un balzo e tentò di colpire il secondo alla gola, ma questi inarcò la schiena all’indietro, per sfuggire alla lama, la quale lasciò un lungo graffio sul petto, lacerando la casacca di cuoio.
Il cavaliere non attese e infilò l’arma fra le costole dell’uomo che urlò di dolore e lasciò cadere la propria spada.
Ritirata dal petto della guardia, la lama di Sanzo parò prontamente il fendente, dell’uomo alla sue spalle, diretto alla coscia sinistra.
L’uomo, sbalordito dai riflessi del giovane, ebbe un attimo di esitazione che gli costò caro…
Infatti il ramingo ne approfittò e conficcò la punta dell’arma nel braccio dell’uomo.
Yaone guardava la scena sbalordita, quando fu riscossa da Hakkai.
-    Avete un’arma in casa, che lei sappia, signorina?-
La donna squadrò dubbiosa la veste del predicatore, ma, in seguito, si sollevò e corse verso la scala che conduceva alla soffitta.
Rovistò sotto alcuni panni, poi scostò una trave e ne tirò fuori un arco, fatto di corna di cervo.
Tornò indietro e lo porse al giovane predicatore, sussurrando:
-    Spero riesca a tenderlo…-
-    Non si preoccupi…- la liquidò Hakkai, studiando l’arma.
Poi tese con velocità e senza problemi l’arco, puntando la freccia, che nel frattempo la giovane gli tendeva.
La freccia scattò e andò a conficcarsi nel cranio della terza guardia che con un tonfo crollò i terra, lasciando la presa su Lirin.
La fanciulla scattò in avanti e sferrò un calcio sulla ferita della prima guardia caduta sotto la forza di Sanzo.
Poi si avvicinò a Yaone e Hakkai, che stava riponendo l’arco.
Sanzo guardò gelido i due uomini. Poi ordinò, secco:
-    Levatevi i vestiti e, per amor del cielo, fatelo in un angolo, veloci, rapidi. Poi consegnatemeli.
Yaone e Lirin lo guardarono dubbiose, ma Hakkai sorrise.
La donna cucì la casacca strappata e le pulì dal sangue rappreso.
Poi il cavaliere e il predicatore se le infilarono, lanciando una coperta a ciascuno dei prigionieri.
Si occupò Sanzo di sbarazzarsene. Li legò su un due cavalli, che spronò sul sentiero, verso il villaggio, portando il terzo stallone nella stalla. Fece in modo di terrorizzarli a morte che i tre promisero di non farsi più vivi in quella zona.
Al ritorno dalla foresta, Kogaiji era, suo malgrado, grato al cavaliere e al predicatore per aver salvato le sue sorelle. Insieme a Gojyo vi era un altro uomo, più robusto dei due rossi messi insieme, che si presentò come Dokugaiji, il primo fra i fratelli di quella assurda famiglia.
Riguardo al locandiere, si infilò la casacca e le brache con disprezzo, restio ad abbandonare i suoi cari vestiti.
Kogaiji si avvicinò al cavaliere, leggermente scocciato.
-    Grazie per aver protetto mia sorella…- disse, facendo una smorfia.
-    Tzk! Non l’ho fatto per la mocciosa…Mi stavano seccando quei tre…-
Non poteva ammettere che la scena di quella mattina gli aveva revocato, dolorosamente, alla mente il suo primo incontro con Goku, mentre il bambino fuggiva da due guardie reali.
Scossa il capo, per scacciare quei ricordi.
-    Beh…- continuò Kogaiji.- Può darsi, ma grazie comunque.-
Sanzo annuì, accettando i ringraziamenti, senza proferire parole.
Subito dopo i tre ripartirono. Indossava le casacche dei tre uomini, in modo che chiunque li avrebbe scambiati per soldati reali.
Ed erano ricchi di provviste, che Yaone aveva generosamente offerto loro, osservando, per un’ultima volta, Hakkai, complimentandosi con lui per la destrezza dimostrata con l’arco.
Quando Gojyo chiese ad Hakkai di cosa stesse parlando, egli rispose con un gesto svogliato della mano.
Anche Sanzo era curioso, ma non invadente. Sapeva, ormai, che anche i suoi compagni di viaggio nascondevano un passato oscuro, misterioso. In effetti era un po’ assurdo il fatto che un predicatore sapesse maneggiare un arco, per di più tenderlo e centrare perfino l’obiettivo.
Ciò nonostante Sanzo non interrogò Hakkai.
Quando si sarebbe sentito pronto, il predicatore si sarebbe confessato.
Sorrise al pensiero.


Scusate per il capitolo alquanto breve! ^^ E lasciatemi correre qualche errore grammaticale! ^^ Al prossimo capitolo, stavolta dovrei aggiornare un pò più in fretta! ^^

kiss, angel

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Progetti ***


capitolo otto fanfic x Temari: Brava, consola tu Gokucciolo! xD Povero piccolo...a volte mi sento tanto cattiva...ç___ç Grazie del commento ^^
x Krikka86: Scusa se ho tardato anche questa volta xD Però, come gesto di scusa, in questo capitolo Goku appare più spesso...Grazie del commento, kiss!
x azrael: Grazie mille per il commento e i complimenti! Scusa se ti ho fatto attendere tanto di nuovo...ç______ç Sorry!! Mi spiace moltissimo, ma a mio padre serviva il computer...
Beh, almeno ho aggiornato...^^ Il capitolo stavolta è più lunghino rispetto a quello di prima ^^ Per Hakkai dovrai aspettare ancora un pò...xD  In effetti le parti di Goku sono sempre un pò tristi, ma tra poco anche la scimmietta troverà la sua serenità, pazientiamo...
x rika87: Hakkai si svelerà, ma non in questo cap! xD In effetti è un pò confusionaria la famiglia contadina, ma non importa ^^  Grazie mill per il commento! ^^
x Maki-chan: ehi, già, povero Kou!! xDDD Beh, scusa se mi sono fatta attendere con il nuovo capitolo!! Spero ti piaccia! Grazie per i complimeti! baci!!!
x Ali-chan: Grazie mille per il tuo commento! ^^ Ripeto, i ruoli mi sono venuti piuttosto spontanei. Non ricordo neanche se ho avuto bisogno di ispirazione...>_>
Spero continuerai a seguire la mia fic...^^ Grazie ancora per il commento! Baci!


Scusate il ritardo dell'aggiornamento. Ma, ultimamente, il computer è servito a mio padre, per cui ho trovato solo oggi la disponobilità ad aggiornare...
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia, non uccidetemi per quello che faccio passare a Goku...^^''' Non temete, troverà la felicità...Prima o poi...>_>

Capitolo otto
Progetti

Pervennero a Zagral a notte inoltrata.
Nessuno li vide entrare in città. Goku si strinse il mantello intorno, atterrito dagli alti edifici in legno e mattoni che oscuravano la luna.
Homura, invece, si sentiva molto a suo agio, fischiettando un’inquietante melodia, che alle orecchie di Goku suonava come una marcia al patibolo.
Già, perché non sapeva se sarebbe riuscito a uscire vivo da quella situazione…D’altronde la morte non era poi così terribile.
Il macellaio del suo paesino, Chiarella, gli aveva raccontato che ogni anima, alla morte, giungeva in un nuovo mondo, dove chi era stato puro nella vita precedente avrebbe vissuto nella pace e nella felicità assoluta. Chi, invece, aveva peccato avrebbe vissuto una vita dolorosa.
Il bambino sperava tanto di essere stato puro, fino a quel momento. Voleva trovare la felicità e non essere più solo, almeno dopo la morte.
Gli zoccoli dei cavalli risuonavano sul selciato, accompagnando i loro cavalieri.
Poco dopo, alzando il visetto, Goku lo vide. Era un castello grandissimo, che affacciava su una collina.
Dalla città partiva un sentiero tortuoso e stretto, costeggiato da muri coperti di muschio, che racchiudevano quella stradina, escludendo chiunque la percorreva dal mondo esterno.
Goku si sarebbe sentito soffocare, tra quelle pareti così vicine, se non si fosse imposto di mantenere la calma.
I cavalli arrancavano a fatica.
In seguito, dopo pochi passi, Homura scese di sella e trascinò il bambino con sé.
Goku aguzzò gli occhi. Non aveva notato, in mezzo alla parete, un battente di legno, che l’uomo spalancò, con forza.
Cigolando la porta si aprì e affacciò su una specie di stalla, che, probabilmente, dato i sacchi accatastati, fungeva anche da magazzino.
Legò tutti i sei stalloni nella stalla, mentre tre uomini iniziavano la faticosa salita, seguiti da un quarto.
Homura richiuse i battenti e afferrò il ragazzino per il polso, tirandolo con uno scatto e arrancando su per il sentiero.
Il corteo era chiuso dal sesto uomo che, dopo essersi guardato intorno, sospettoso, raggiunse Homura e puntò gli occhi su Goku, nel caso il bambino avesse pensato di fuggire.
Ma Goku era talmente concentrato sulla figura oscura del castello ,che si innalzava minaccioso, per accorgersi dello sguardo minaccioso dell’altro.
Non aveva mai osservato nulla di più maestoso.
La luna era ancora coperta, stavolta, però, dalla punta della torre più alta.
I bastioni erano larghissimi e immensi. Le finestre lunghe e sottili erano le uniche e concedere un po’ di colore e decorazione, tra tutta quella pietra. Essendo istoriate, infatti, raffiguravano immagini di cavalieri e angeli.
Goku emise un piccolo gemito, notando alcuni corvi appollaiati sui merletti, come ad indicare presagio di morte tra quelle mura così elevate.
Homura fraintese il gemito e allentò la stretta sul polso. Goku non si lamentò. Meglio che avesse frainteso, a dire il vero.
Distolse lo sguardo quando giunsero davanti al portone, tutti affaticati e sudati, perfino Homura era ansante.
Dopo pochi attimi, le porte di legno e acciaio si spalancarono, affacciando su un giardino poco curato.
Homura non esitò ad entrare e, con uno strattone, trascinò dentro anche il bambino.
Il piccolo volse un ultimo sguardo frettoloso al mondo esterno, a quello che si lasciava alle spalle, chiedendosi se sarebbe mai uscito da quelle quattro mura.
Proprio in quel momento, come per salutarlo, spuntò la luna, illuminando i campi sottostanti che circondavano la fortezza, visibili ora, data l’altezza del colle, su cui si ergeva la dimora del principe.
Poi essa venne, per le terza volta in quella nottata, nascosta dai battenti che si chiusero e furono bloccati da un gruppetto di uomini.
La luce si spense, come la speranza nel cuore del bambino, lasciando il posto ad un vuoto buio e assoluto.

A pomeriggio inoltrato, avvistarono la città, con non poco difficoltà.
Zagral era altamente fortificata, timorosa di qualunque attacco…O meglio questo era il timore del principe Shien, che aveva racchiuso la capitale tra i mattoni, bloccando l’aria e la luce ai cittadini.
Sanzo aggrottò la fronte, ammirando l’abominevole luogo in cui si era trasformata la sua casa.
Giurò a se stesso che avrebbe strangolato Shien con le proprie mani.
Non pronunciò parola e spronò il cavallo giù dalla collina, su cui si erano appostati.
Gli animali erano stanchi, e Zagral, seppur visibile, distanziava ancora parecchio.
Per cui, con approvazione di Gojyo e Hakkai, Sanzo decise di fermarsi e accamparsi per la notte. Si fermarono in una radura, nel mezzo della foresta che affiancava alcuni appezzamenti di terra, coltivati, presenti nella campagna.
Tutti e tre, sfiniti, decisero di consumare un pasto freddo, a base di formaggio e salumi, gentilmente offertigli da Yaone, perché troppo stanchi per raccogliere legna e accendere un fuoco.
I suoi due compagni di viaggio si addormentarono all’istante, mentre Sanzo si aggirò per la foresta. Conosceva bene quella zona, sapeva di non potersi perdere.
Giunse a una piccola scogliera, che affacciava su un torrente impetuoso, in quel punto, dato che terminava in una cascata.
Discese e percorse il letto del fiume, perso nei suoi pensieri, mentre il mantello era sospinto all’indietro dal vento.
Il cavaliere si spostava come un’ombra, in quella notte. Nera, fredda, silenziosa, letale.
Allora si fermò. Si chinò e osservò il suo riflesso nell’acqua, rievocando alla memoria il suo primo incontro con il re, Komyo.
Vide davanti a sé un bambino, biondo e minuto,  malnutrito, ma fiero. Camminava con spavalderia, nonostante stesse portando due secchi pieni d’acqua, che si versava a tradimento sul terreno.
E poi aveva guardato con feroce ostilità la figura che gli bloccava la strada.
Quella stessa figura che, sotto il suo sguardo sbalordito e sospettoso al tempo stesso, aveva afferrato i secchi e lo aveva inventato a bere una calda tazza di the.
Sorrise mesto, ricordando l’insulto che lui gli aveva lanciato, sicuro che lo stesse prendendo in giro.
Ma l’adulto aveva sospirato, rimproverandolo bonariamente per il linguaggio troppo scurrile.
Poi gli aveva rivolto nuovamente quel sorriso da ebete, ripetendo l’invito che Sanzo, stranito, aveva finito per accettare.
Strano, ma vero, quell’uomo si era portato dietro tutto il peso dei secchi, risalendo la collina, fino al castello.
Sanzo era rimasto sbalordito alla vista della pendenza del sentiero, e aveva notato, ancora più sorpreso, che pochi scrosci d’acqua erano risuonati sul selciato.
Quel sentiero così ripido…
Un giorno l’aveva percorso da ignaro, un altro da traditore, o così pensava la popolazione…E ora? Come l’avrebbe percorso?
Da infiltrato, probabilmente, agli occhi dei cittadini…Da salvatore, però, agli occhi di Goku.
A Sanzo, senza dubbio, importava più il secondo giudizio.


-    Fammi capire…- disse Gojyo, scrutando le divise delle guardie che indossavano da due giorni a quella parte - L’inchino dev’essere profondo, ma non troppo, perché devo sempre essere pronto a sfoderare la spada…Giusto?-
-    Esatto – rispose Sanzo, con un cenno del capo.
-    E ad ogni parola di un superiore dobbiamo raddrizzarci, col capo alto, ma non guardarlo negli occhi, perché potrebbe risultare un affronto o un invito ad un duello.- disse Hakkai.
-    Esattamente.-
La compagnia si stava preparando ad entrare in città. Al contrario di qualsiasi essere vivente in una situazione del genere, ovvero girare la città sotto false sembianze, entrare nel castello, rapire un ragazzino, strangolare il re e il suo consigliere dagli occhi bicolore, e, infine, fuggire, loro si sentivano tranquilli, sicuri e pronti.
Non avrebbero destato facilmente sospetto.
-    Il piano?- chiese Hakkai.
-    Piano?- ripeté Gojyo.
-    Niente piani. Sono noiosi.- rispose Sanzo.
-    Oh…beh…certo…- ammise Hakkai, senza ribattere, anche se la sua mente urlava: “ Siete pazzi, tutti e tre!”
-    Questo è lo spirito giusto, cavaliere! Andare in bocca al nemico, senza uno straccio di progetto, ma armati solo di una spada, o un arco…- lanciò un’occhiata eloquente ad Hakkai – e di una forte stupidità…-
-    Beh, almeno uno scopo l’abbiamo. – ammise Hakkai, come per giustificare un’impresa tanto insensata.
-    Più di uno…- sussurrò Sanzo.
I due lo fissarono interdetti. Ma  non fecero domande.
Decisero di disporsi così. Due fanti e un cavaliere, per cui solo Sanzo avrebbe sfilato a cavallo, mentre gli altri due lo avrebbero affiancato a piedi.
Avrebbero comunque nascosto i restanti stalloni, in una stalla, all’interno di Zagral, in modo che fossero disponibili per la fuga.
Si avviarono rapidamente e cavalcarono mezza giornata, giungendo, alla fine, di fronte alle mura della capitale.
Quattro soldati erano schierati dinnanzi al portone di legno spesso e guardarono in tralice i nuovi arrivati.
Uno di loro si avvicinò, di malavoglia. Il lavoro che svolgeva non lo entusiasmava di certo, al contrario, però, di un suo compagno, che guardava curioso quei loro strambi alleati, ricoperti dalla divisa dell’esercito.
-    Da che fronte, che città, che paese venite?-
-    Da Est.- rispose Sanzo, evasivo.
Il soldato, che lo stava interrogando, lo fissò truce.
-    Rispondi alla domanda – sibilò.
-    Non devo dare conto a te, guardiano…- pronunciò l’ultima parola con disprezzo.- Sei capace solo di aprire le porte e molestare i viaggiatori, che si affliggono alla tua vista, lurido come sei, d’aspetto e di carattere. Che immagini dai alla capitale e al potere del principe?- chiese gelido e disgustato il cavaliere.
-    C..Come…!-
-    Taci, và. E spostati! Torniamo da un lungo viaggio, siamo stanchi e affamati. E molto facilmente irascibili!-
Il guardiano ammutolì e si fece da parte.
I tre entrarono in città, senza voltarsi, quando, d’un tratto, si sentirono chiamare.
- Ehi, voi tre! Aspettate!-
Sanzo si voltò, scocciato.
Il giovane che, prima, li aveva osservati da lontano, si avvicinava correndo, accompagnato dal clamore che creava la spada, sbattendo sul fianco.
Si bloccò con un sorrisino dispiaciuto sul viso. Era piuttosto giovane. Biondo, alto ed esile.
Aveva un viso quasi infantile, che portava chiunque a scambiarlo per un ragazzino di quindici, quattordici anni.
I suoi occhi azzurri erano profondi e inesplorabili come l’oceano.
- Che vuoi?-
Sanzo non era tipo da farsi impietosire. Fissò il giovane da capo a piedi, mentre lui arrossiva, imbarazzato.
-    Ecco, signore, mi spiace disturbala, capisco che lei sia di fretta, ma…Horst* mi ha ordinato di tenervi d’occhio e…-
Sanzo lo afferrò per la collottola.
-    E…?- gli sibilò a un centimetro dal viso.
Quello divenne paonazzo.
Sanzo continuò, implacabile e spietato.
-    Chi sei, tu, pupo, per darmi ordini? Chi è costui, Horst? Quell’idiota di prima? Rispondimi!- ingiunse, strattonandolo.
Hakkai e Gojyo, che non avevano proferito parola, lo guardarono sbalorditi. Da quando Sanzo era così scontroso? Certo, era nel suo carattere, ma, nei confronti di un qualsiasi uomo, di norma, egli provava solo indifferenza…
-    Io…- balbettò il ragazzino.- Io sono solo un misero soldato, signore. Non un generale, non un guerriero e neanche un guardiano, signore. Al momento, fino a nuovi ordini, sono solo la vostra guida.-
-    Tzk! Conosco questa città, sciocco! Ora levati dai piedi!-
-    No, la prego!- Il giovane lo afferrò per la manica della giubba.- La prego, si fidi di me! La condurrò ovunque lei voglia, le prenoterò delle stanze, un luogo caldo e accogliente in cui riposare e banchettare e…-
-    Non ho tempo per queste cose!- sbottò il cavaliere.
Il biondino lasciò il braccio del ramingo, sconsolato.
Hakkai lo guardò benevolo.
-    C’è qualcosa che potresti fare per noi, giovane volenteroso…-
Il ragazzo lo fissò, gli occhi lucidi. – Davvero? Cosa?-
Hakkai gli indicò il portone.
-    Fuori abbiamo lasciato due cavalli. E’ necessario che, entro stanotte, si trovino nella stalla a riposare.-
Il giovane annuì. – Sicuro. Ci saranno!-
Hakkai lo ringraziò, mentre Gojyo gli assestò una pacca sulla spalla.
Ma con gli occhi, il soldato cercava l’approvazione di quel cavaliere tanti scorbutico.
Sanzo attese qualche minuto, poi disse solo:
-    Hai la mia fiducia. Te la sei guadagnata.- E spronò.
Hakkai e Gojyo lo seguirono frettolosi, mentre il giovane fissava, sconvolto e stranito, quel cavaliere tanto maestoso che si divertiva a confondere le idee ai più inesperti.
Poi il fanciullo girò sui tacchi, per adempiere il suo lavoro.

-    Ehi, biondina! Non ti sembra di essere stato troppo duro con quel ragazzino?- chiese Gojyo, dopo che si erano piacevolmente accomodati in una taverna, in cui aveva trovato delle stanze prenotate, pronte per loro. Nonostante il rifiuto di Sanzo, il soldato si era dato da fare.
-    Devo mettere alla prova i miei futuri sudditi…- disse solo il cavaliere.
-    Sudditi?- ripeté Gojyo.
-    Ho intenzione di riprendermi ciò che è mio di diritto, ovvero la scimmia e il reame.-
Nessuno trovò nulla da dire, al pensiero di una decisione tanto ardua quanto pericolosa.
Poi Gojyo chiese:
-    Che cosa ti ha spinto a dargli fiducia così in fretta?-
-    Non ha fatto domande.-
-    Come?-
-    Il ragazzo. Non ha chiesto. Non ti sembra strano che due fanti posseggano un cavallo? Inoltre perché lasciarlo fuori dalla città, se non per nasconderlo? Un soldato qualunque si sarebbe insospettito.- rispose Sanzo.- Lui, invece, o è troppo stupido per non intuire nulla, ma non credo, oppure ha semplicemente rispettato il suo ruolo. Prendere ordini ed eseguirli. Inoltre, se avesse voluto denunciarci, la prima cosa che avrebbe fatto non sarebbe stata quella di prenotare le stanze, ma di farci arrestare.-
-    Wow! Sei attento, eh, biondino?- lo schernì Gojyo, anche se visibilmente impressionato. Poi si riscosse.
-    Quindi la domanda di Hakkai era mirata?-
Rispose il predicatore per lui:
-    Gli ho concesso una chance, per dimostrare chi fosse. L’ho visto molto devoto, fin da subito, a Sanzo. Non è che lo conosci?-
Il cavaliere scrollò le spalle, indifferente.
-    E’ molto che manco da qui, potrebbe essere. Ma mi sembra troppo giovane. Non credo di conoscerlo…-
Poco dopo calò il silenzio.
-    Dunque…- iniziò Gojyo. – Quando abbiamo intenzione di agire?-
-    Sarebbe meglio di notte…- rispose Hakkai. – In modo che, al momento della fuga, non ci sia nessuno in giro per la città…-
-    Non sarà un’impresa facile…- sospirò il giovane locandiere.
-    Vero…- convenne Hakkai. – Ma non dobbiamo arrenderci. Goku conta su di noi…-
-    Se hanno provato solo a sfiorare quel bambino, giuro su…-
-    Non si giura, Gojyo.- intervenne Hakkai, beccandosi un’occhiataccia dal giovane oste.
Il predicatore sospirò.
-    Vedrai, starà bene. Ma dobbiamo agire alla svelta, prima che succeda qualcosa o la fortuna decida di girarci alla larga…Non sappiamo per quanto Goku potrà essere al sicuro…-
Sanzo, dal canto suo, non proferì parola.
Hakkai lo guardò, preoccupato.
-    Tu cosa ne pensi, Sanzo?- chiese, cauto.
-    Di notte.- rispose solo il cavaliere.
-    Mi riferivo a Goku…Pensi che stia bene?-
-    A Homura serve vivo. Di sicuro non sarà morto, in quanto alla sua incolumità, non saprei.- rispose Sanzo. Poi si alzò e si allontanò, per avvicinarsi al bancone.
-    Ma perché fa così?- sbottò Gojyo.
-    Per Sanzo è difficile ammettere i suoi sentimenti…Per questo forse è meglio non toccare l’argomento Goku, fino a stanotte…-
Gojyo non rispose. Non trovò nulla da dire.


Goku guardava intimorito quei soldati, tanti esuberanti.
Aleggiava nell’aria un odore di vino e sakè. Era chiaro che erano ubriachi. E, stando alle poche esperienze vissute da Goku, un uomo ubriaco era da evitare.
Se ne stava accucciato in un angolino, con accanto il piatto della cena, che non aveva neanche sfiorato o guardato.
Si sentiva terribilmente infreddolito e sporco, ma soprattutto inadatto a quella sala così maestosa.
Si trovavano nella sala da pranzo del castello. Non quella ufficiale, perché era troppo piccolo per contenere anche cento persone. Ma non per questo era trascurata.
I soffitti decorati con paesaggi collinari, con, come sfondo, un cielo limpido e sereno.
Ma erano poco distinguibili le decorazioni, dato il denso fumo che aleggiava nella stanza, emanato dalle cucine, e la poca luce, visto che alle pareti vi erano appese piccole torce.
Una sala tanto bella quanto insudiciata…Insudiciata dagli stivali degli uomini, che lasciavano fango ovunque. Insudiciata dai piatti che si rovesciavano con noncuranza. O anche dalla bava dei cani, che stavano accucciati, fedeli, sotto il loro padroni e che sbranavano all’istante qualsiasi pezzo di carne fosse stato loro lanciato.
Homura non era presente. Lo aveva affidato alle cure di un energumeno e si era affrettato a salire le scale che, probabilmente, conducevano a piani molto più puliti e decorosi.
Non vi erano solo gli uomini che aveva effettuato il suo rapimento, ma anche guardie reali e guerrieri, che rientravano da varie spedizioni.
Goku distolse lo sguardo dai vari tavoli e prese a giocherellare con un pezzettino di pane, scivolato, inavvertitamente, da qualche vassoio.
Prese ad ascoltare il discorso del tavolo più vicino a lui, alla sua destra.
-    Quel…- poi una parola molto colorita –di un principe! Sapete perché è ricco? Grazie a noi! Noi, che ci sbattiamo dall’alba al tramonto! Noi, che scorrazziamo qua e là per il regno, senza tregua! E lui ci ripaga solo con cibo? Con bevande?- diceva uno, sollevando un calice e scaraventandolo per terra.
-    Io voglio di più!- annunciò poi, seguito da un’approvazione generale dei commensali.
Solo un uomo ribatté, con voce flebile:- A me sembra abbastanza. Insomma…Abbiamo un lavoro, una paga…- Era ovvio che era l’unico che non aveva bevuto.
-    Taci!- lo zittì un altro, tirandogli uno scappellotto.
-    Giusto!- ruggì un secondo, con voce impastata.
Mentre ascoltava, fu afferrato bruscamente per un braccio e sollevato con facilità.
Fu trascinato verso destra, oltrepassando il tavolo da cui era nata la discussione, e scaraventato tra le braccia di un guerriero, che indossava una casacca al posto dell’armatura.
Goku era troppo sorpreso per urlare e alzò lo sguardo, incontrando un viso tozzo e paffuto, bagnato dal sudore. L’alito che lo colpì era denso di sakè.
-    Divertiamoci col bambino!- urlò il guerriero.
Gli altri, suoi sottoposti, esultarono, iniziando a elencare una serie di richieste come : “ Lanciamelo!” oppure “ Fallo ballare!” o ancora “ Offrigli un po’ di vino!”
Il suo aguzzino sembrò trovare divertente l’ultima e, afferrando un calice, che gli era stato gentilmente offerto da una guardia, lo spinse contro le labbra di Goku.
Il bambino scalciò e puntò le mani sul calice, cercando di opporsi alla forza del guerriero. Avvertì il liquido che si gli si versava addosso e l’imprecazione di frustrazione dell’uomo, che reggeva la coppa.
All’ordine “ Tienilo fermo!” qualcuno lo afferrò da dietro, strappandolo dalle braccia dell’uomo, che gli si avvicinò, ridendo e riempiendo il calice di nuovo sakè.
Goku vide il sorriso del suo torturatore trasformarsi in smorfia, allorché qualcuno gli tirò indietro il capo, prendendolo per i capelli.
Il guerriero fu sbattuto a terra e tutto il fragore, la confusione, le risate si spensero, come di tacito accordo.
Goku non osò alzare il viso, restando col capo inclinato perfino quando venne lasciato andare e si accasciò in terra.
-    Ge…Generale! Noi non…- balbettò uno al suo fianco.
-    Idioti…- le parole furono gelide. – Sapete quanto il principe e il consigliere Homura tengano al ragazzino.-
-    Ma noi…Non credevamo fosse lui…- Era la voce del guerriero.
-    Zitto, maiale! Quanti bambini vedi nel castello?-
L’uomo sussurrò qualcosa.
-    Come?- ripeté la voce, sempre più fredda, ma calma.
-    Uno, generale. –
-    Bravo, maiale. Che non riaccada.-
Goku udì dei passi e la stretta sul braccio tornò.
Il bambino trattenne un gemito, osservando che proprio quel punto era segnato da un grande livido.
Fu condotto fuori dalla sala e trascinato fino al piano superiore, dove fu depositato sul letto di una stanzetta, piuttosto piccola, ma accogliente.
 Quando, finalmente, sollevò gli occhi, vide una figura a lui sconosciuta. Doveva essere il generale che lo aveva salvato. Lo scrutò, non sapendo se considerarlo liberatore o carceriere.
Era molto alto e muscoloso. Portava lunghi capelli neri, raccolti in una coda.
Quando si girò verso di lui, incontrò due occhi grigi, freddi, letali e…tristi?
L’uomo si avvicinò, ma Goku si ritrasse, terrorizzato.
Quegl’occhi grigi si soffermarono su di lui, analizzando, calcolatori.
-    Sei soggetto ai lividi.- Quella stessa voce indifferente e fredda.
Il bambino si limitò a guardare il braccio.
L’uomo sospirò. – Mi chiamo Hugh, sono il generale di quei fannulloni ubriaconi e mi devo occupare di te, fino a ulteriori ordini.-
Goku non rispose.
-    Non ti farò del male. Se non lo meriti.- precisò alla fine. – Non provo piacere a fare del male, ma sono anche piuttosto istintivo, per cui non farmi arrabbiare e obbedisci a tutto ciò che ti dirò. Chiaro?
Goku tenne basso lo sguardo.
-    Voglio che mi guardi quando ti parlo, inoltre voglio che tu risponda, se interrogato...-
-    Ch..Chiaro..- balbettò Goku, ma non alzò il viso.
Hugh si avvicinò, spazientito e, con forza, gli sollevò il visetto sporco e lurido.
I suoi occhi grigi scrutarono per un secondo i dorati del bambino, poi il generale disse:
   - Un’altra cosa. Ti rivolgerai a me chiamandomi signore, chiaro?-
   - Sì, signore.-
   - Bene. Ora spogliati e lavati. Il bagno è la porta a destra. Dopo che ti sarai lavato, indossa le vesti che ti porteranno le ancelle…-
Goku scossa la testa e si strinse addosso la casacca, strappata da Homura.
Hugh si accigliò, ma rispose: - Te li farò ricucire e lavare, e indosserai questi, d’accordo? Ma ora và a lavarti!-
Goku lo guardò sorpreso, ma l’uomo l’aveva già lasciato andare e si era chiuso la porta alle spalle.



*= Horts, nome preso dal romanzo fantasy "Eragon" di Cristopher Paolini. Fine ottavo capitolo. Spero di poter aggiornare presto, dato che il computer serve a mio padre...>_> Perdonate qualche errore grammaticale o imprecisione...-^^-
Grazie a chi legge e a chi commenta xD
kiss, angel

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Tentativo di salvataggio ***


medioevo x Temari: In effetti, hai ragione. Non mi ero accorta di aver utilizzato il nome del falegname di Eragon...( Era il falegname? O_o) Grazie per avermelo fatto notare, così ho potuto modificare il capitolo e aggiungere la nota! ^^ Mi scuso per non averlo notato...^^ ma, sopratutto, mi scuso dell'enorma ritardo...Pensa che il computer ce l'ha ancora mio padre e, solo oggi, sono riuscita a sottrarglielo..^^  Il ragazzino? Saprai qualcosina più avanti, temo ^^ Mi è sembrato carino aggiungere dei personaggi...
x rika87: Sì, i due nuovi personaggi non sono nel manga. Le caratteristiche sono mie, ma i nomi li ho tratti da un libro ^^
Grazie del commento! E scusa se ti ho fatto aspettare anche questa volta ç_ç!! kiss!
x Ali-chan: Sono felice ti piaccia il personaggio di Hugh...Anche a me affascina molto *_* Certo paragonarlo ad uno degli spartani di 300 ^^''' Quelli sono fin troppo affascinanti! ^^
Certo chiarirò qualcosa sui due, ma non subito...Grazie mille per i complimenti! ^^ Mi sono commossa, quasi! ^^ Grazie davvero, gentilissima!
x Maki-chan: Hugh l'ho inventato ma il nome e l'ispirazione l'ho presa da un libro fantasy, di circa tre anni fa... Grazie mille per i commenti e i complimenti!
E scusa per l'aggiornamento molto tardivo...-_-'''
x krikka 86: Grazie del commento. E perdonami per un altro aggiornamento così lontano ç_ç Pensa che il computer tornerà subito in mano a mio padre...
Ce l'avete tutti con Shien! ^^ Siete assetate di vendetta, eh?

Ecco il nuovo capitolo! Scusate per il ritardo...Meglio tardi che mai, no? ^^ Spero vi piaccia la nuova parte!

Capitolo nove
Tentativo di salvataggio


Goku si svegliò, trovandosi avvolto nelle coperte, in un ambiente caldo, confortevole e asciutto. Non riusciva a prendere sonno.
Si rotolò fra le lenzuola. Non aveva osato indossare la camicia da notte, lasciatagli da Hugh, per paura che gli portassero via i vestiti per cambiarli, anche se il generale aveva dato ordine espresso di non toccare i suoi abiti.
Quella casacca, quelle brache gli ricordavano il viaggio trascorso con Sanzo, Gojyo e Hakkai.
Era un attaccamento stupido, ma essenziale per un bambino gettato in un mondo di estranei, con chissà quali intenzioni.
Guardò fuori dalla finestra. Era ancora notte. Maledizione, perchè si era svegliato? Per una notte, in cui non aveva avuto incubi, sperava di riposare...
Passarono pochi minuti e cominciò ad avvertire dei rumori che, molto probabilmente, l'avevano destato.
La porta si aprì ed entrò Hugh, illuminato da un lume di candela.
Goku lo osservò, dubbioso. Il generale gli fece cenno con la mano di alzarsi e il bambino ubbidì, esitante.
- Il principe vuole vederti. Non chiedermi il perchè di quest'ora. Pare dobbiate partire,-
A Goku si gelò il sangue nelle vene. Scese dal letto e si avvicinò, sconfortato, all'uomo.
Poi sentì che Hugh gli prendeva la mano. Sobbalzò, sbalordito. La presa non era forte, ma più un tocco leggero, come una carezza.
- Seguimi.- il tono era rimasto freddo, ma Goku affiancò l'uomo, sentendosi vagamente protetto.
Il castello era inquietante, immerso nell'oscurità. Vi erano dei ritratti alle pareti, probabilmente di antichi re, che avevano abitato nel palazzo.
Scrutavano accusatori i due, come se li stessero rimproverando per aver disturbato il loro riposo.
Goku si strinse involontariamente al generale, oppresso da quegli sguardi.
L'uomo abbassò lo sguardo, perplesso e, seguendo gli occhi del bambino, osservò i ritratti. Sospirò e sollevò inaspettatamente Goku fra le braccia, portandolo all'altezza di uno dei re, che sedeva severo su un podio ed aveva le sopracciglia aggrottate.
Goku fece per ritrarsi , ma l'uomo lo spinse verso il dipinto.
- Guardalo.- gli impose.
Goku abbassò il viso.
- Guardalo!- ripeté più forte.
Il piccolo alzò gli occhi, incontrando  quelli freddi e secolare del soggetto del quadro.
- Non hai idea di quello che ti attende...E ti fai impressionare da un uomo finto? Chi è lui, in confronto a te? -
Goku non distolse lo sguardo, e smise di arretrare.
- E' solo un nobile, un re, creato dall'uomo. E può essere distrutto dall'uomo stesso. Puoi prendere un coltellino e sfigurargli il volto, senza che lui sfiguri il tuo. Ora dimmi, chi è più potente?-
- I-io...- Goku esitò.- Sì, io.-
- Esatto. Per cui perchè avere paura di lui? Dovresti, invece, preoccuparti di chi stai per incontrare. Loro sì che possono sfigurarti il volto, se tu sfiguri il loro.-
Così dicendo, Hugh posò il bambino e lo spinse a proseguire.  Goku cominciò a guardare con interesse il resto dei ritratti, sentendosi, per una volta, superiore.
Era bello non aver paura di qualcuno.
Ma le sue speranze si spensero, giunto di fronte all'ingresso di una sala. E rimase sorpreso nel constatare che non era una stanza per i ricevimenti, ma niente meno che la camera del principe, come potè osservare una volta entrato.
La camera era immersa nella penombra, e Goku non osò analizzarla, ma tenne il viso puntato sul pavimento, iniziando a tremare.
- Bel lavoro,generale Hugh. Può congedarsi.- disse una voce familiare.
Homura uscì dall'ombra e afferrò malamente Goku per una spalla, trascinandolo verso la poltrona, su cui era comodamente accomodato il principe.
Il piccolo si voltò appena, cercando con gli occhi il generale, ma questi stava già lasciando la stanza.
Goku avrebbe voluto chiamarlo, ma la voce gli si era bloccata in gola. Non ne ebbe bisogno, comunque.
Hugh si girò, impercettibilmente, e pose i suoi occhi grigi su Goku. Il bambino sentì come un'ondata di calore invadergli il corpo, nonostante quello sguardo così freddo. Poi il generale lasciò la stanza e Goku rabbrividì, come se il calore avesse abbandonato la camera.
Homura non aveva notato nulla, perchè era intento ad inchinarsi al cospetto del principe, che, subito dopo, Goku scrutò.
Portava lunghi capelli sciolti, che ricadevano sulle spalle, non molto robuste.
Il viso era ovale e gli occhi piccoli, con labbra troppo fini. Non si poteva certo definire un uomo assai affascinante.
Homura non si sprecò a presentargli colui che controllava il regno in cui lui viveva...Si limitò a dire:
- Siamo pronti, vostra maestà.-
Goku lo guardò perplesso e confuso, spostando lo sguardo, con non poco coraggio, sul principe.
Shien sorrise, divertito. - Vedo che il bambino non conosce il suo destino...-
Homura si accigliò. - Non ho ritenuto necessario informarlo.- ammise.
Shien scrollò le spalle. - Poco importa.- poi si sporse verso Goku.- Ti ricordi di me, ragazzino?-
Goku annuì con vigore. - E' caduta da cavallo davanti a me.-
Il principe s'infuriò: - TU mi hai fatto cadere, moccioso!!-
- Io non ho fatto nulla! Lei avrebbe dovuto stare più attento! Era logico che in quella via era impossibile andare a cavallo, tanto era stretta!- ribatté Goku.
- Questo ragazzino parla un pò troppo...- fece il principe, alzando una mano per schiaffeggiarlo.
Goku si ritrasse e il principe, a causa della spinta del braccio, rischiò di cadere dalla poltrona, perdendo l'equilibrio.
Il bambino non fece in tempo a dire qualcosa che il principe lo afferrò per la collottola.
- Tu! Pensi di essere tanto importante? Da dove viene questa arroganza? Dimmi, moccioso, dove sono i tuoi amici? Coloro con cui viaggiavi, ti sono venuti a cercare? Hai più avuto notizie di loro? -
Goku sussultò e abbassò il visetto, spostando lo sguardo sul pavimento.
- No, vero?- Shien sogghignò.- E non ne avrai più, di notizie! Rassegnati!-
Homura tossicchiò per richiamare l'attenzione. Non sembrava interessato alla discussione.
- Dovremmo avviarci, vostra maestà.-
Shien annuì e lasciò la presa, allontanando il ragazzino con una spinta.
Il bambino ruzzolò a terra e si sentì sollevare da braccia robuste. Non guardò neanche chi lo stesse trasportando tra i corridoi del castello, fino a giungere al cortile dell'edificio. Venne caricato su una carozza, nel mezzo di altre due. Salito, si rannicchiò in un angolo, soffocando i singhiozzi nella stoffa della casacca e stringendosi le ginocchia.
Sentì qualcuno afferrargli il braccio e scostarglielo bruscamente dal volto. Alzò gli occhi dorati, colmi di lacrime.
Hugh era lì, seduto di fronte a lui, con occhi gelidi lo scrutava. Il generale strinse gli occhi, al ricordo di un bambino accucciato in un angolo, il viso coperto da una cascata di riccioli biondi.
Goku vide il dolore negli occhi dell'uomo. Poi un dito di Hugh raggiunse una lacrima e la deterse dal viso, lasciando una scia di bagnato sulla guancia.
- Non sei solo...-
Il bambino fissò sbalordito il giovane. Aveva distolto lo sguardo e fissava assente il sedile della carozza.
- Non chiedermi perchè, ma sento che questa avventura finirà bene. Abbi fede.- continuò Hugh. I capelli lunghi gli sfioravano il petto, scoperto in parte dalla camicia. Era rimasto fuori dalla porta tutto il tempo, ascoltando la conversazione, dato che non si era neanche cambiato.
Goku lasciò vagare lo sguardo sul suo volto, poi singhiozzò: - Fede in Dio?- Una fitta di dolore lo travolse. "Hakkai..."
- In Dio...- rispose Hugh, guardandolo pensieroso. - In Dio, negli altri e in te stesso.-


 Sanzo non si mosse per qualche minuto interminabile, poi sollevò la spada e la conficcò in uno fra i tanti cadaveri ai suoi piedi. Abbandonò lì la spada, avviandosi all'interno del luogo in cui aveva trascorso la sua infanzia.
Sfilò di fronte ai molti prigionieri. Poi si chinò accanto ad un uomo, caratterizzato da una lunga cicatrice sulla guancia.
- Giuri fedeltà?- chiese il ramingo, togliendogli il bavaglio che aveva applicato a tutti . L'uomo lo guardò stranito e infuriato, poi sgranò gli occhi.
- Koryu!- sussurrò, stupito.
Sanzo si limitò ad annuire. Poi, sotto i due compagni meravigliati, sorrise. Raccolse la spada, abbandonata dall'uomo sfregiato, per tagliare le corde che gli legavano i polsi e lo aiutò ad alzarsi.
L'uomo lo abbracciò con forza, trafitto dalle occhiate accusatrici dei suoi sottoposti e quelle confuse di Hakkai e Gojyo.
- Koryu...- ripetè, sussurrando per non farsi udire dai soldati. - Sei tornato. Perchè sei andato via? Non hai fatto altro che indurre il popolo a pensare che fossi colpevole...E hai permesso a quella gallina di Shien di governare...-
- Non ero in me, non avrei potuto gestire il regno, ma ora sono pronto.- rispose Sanzo. - E il mio nome, per ora e per sempre, è Genjyo Sanzo, non Koryu...- precisò.
- Ehm...Sanzo? - chiese esitante Hakkai. - Potremmo avere dei chiarimenti?-
Il cavaliere annuì. - Non qui, però.-
Si spostarono nel giardino, con circospezione, dato che non avevano ancora occupato il castello e avrebbero potuto imbattersi in qualche sentinella...
Ritenendosi abbastanza lontano dai prigionieri e abbastanza nascosto dalle guardie, Sanzo parlò:
- Vedi, Hakkai, costui è il mio vecchio maestro d'armi, Hiroshi. Viene da oriente, da come puoi capire sentendo il nome. E' un uomo molto fedele. Ci serve il suo aiuto per occupare il castello. In tre è un suicidio.-
Hakkai annuì: - Ora capisco. - disse.
- Bene. - disse Sanzo. - Non abbiamo tempo da perdere. I tuoi soldati saranno disposti ad affiancarmi? - chiese Sanzo, tornando serio e inespressivo.
- Certo.- rispose Hiroshi. - Sono mercenari, soldati a pagamento, non sono legati in alcun modo al principe.-
- Quanti?-
- Una cinquantina a me devoti, circa.-
-Dovrebbero bastare. - affermò il cavaliere.
- Immagino di sì, principe.-
Sanzo si bloccò, fissandolo stranito.
- Non avrei dovuto?- si premurò di chiedere Hiroshi.
- No...No, anzi è una bella sensazione...- rispose il giovane.

- Maledizione!- imprecò Gojyo.
Sanzo non proferì parola, osservava assente fuori dalla finestra. Il suo sguardo era spento e gelido.
Hakkai stringeva il crocifisso fra le mani, era intento in un colloquio con il Signore.
Hiroshi li fissava, visibilmente confuso.
- Non capisco, principe. Non dovreste essere contento? Avete ripreso il castello con poca difficoltà, con pochi feriti, nessun morto...Insomma è stata quasi una resa pacifica...Non poteva andare meglio, no?-
Sanzo non rispose nè si voltò. Non prestò la minima attenzione al maestro d'armi.
Fu Hakkai che trovò la forza di rispondere all'uomo.
- Vede...Speravamo di trovare...un nostro amico...Si chiama Goku, è un bambino di appena nove, dieci anni...- Hakkai si bloccò, afflitto.
- Un bambino...Non ci posso credere!!- L'uomo si prese la testa fra le mani.
Sanzo per la prima volta, a distanza di ore, si girò, interessato.
- Cosa sai?- la sua voce gelida sferzò l'aria.
Hiroshi si strinse nelle spalle : - So solo che sono partiti stanotte, prima che voi giungeste qui. Il bambino, il principe Shien e il suo consigliere Homura...-
- Dove? Dove sono andati?- chiese di getto Gojyo.
- Questo non ve lo so dire. Homura non si fida particolarmente di me, perchè io mantengo un carattere un pò ostile nei suoi confronti. Per cui non mi ha rivelato il luogo in cui sono diretti...-
- Conviene- s'intromise Hakkai. - controllare se vi sono ancora tracce fresche, magari ci possono aiutare ad avere un'idea...Dobbiamo farlo ora però, o domani i carri dei viaggiatori cancelleranno quelle della carozza del principe...Perchè in carrozza credo che viaggi, giusto?- chise poi, rivolto a Hiroshi.
Il comandante annuì: - Uno come lui non può affaticarsi a cavallo...!- disse, ironico.
- Perfetto.-  Sanzo prese parola. - Affrettiamoci. Hiroshi resta qui, controlla la situazione.-
- Devo dare l'annuncio ai cittadini sul nuovo principe?- chiese quest'ultimo.
- No. Tanto la voce si spargerà comunque, ma io non credo di restare qui ancora per molto. Ripartiremo subito.-
- Ma, principe...Cos'ha di tanto speciale questo ragazzino per lei?- chiese il comandante, sbalordito.
- E' questo il problema...Non lo so.- rispose il principe.



Scusatemi è un capitolo un pò breve ^^ Purtroppo non sono riuscita a pubblicare di più...Non so dirvi quando aggiornerò...Potrebbe essere tra due giorni, come tra cinque...Portare pazienza, please!
Per chiarire i dubbi...Homura e Shien non hanno lasciato il castello incustodito, ma nelle mani di Hiroshi. Homura non ha calcolato il pericolo di Sanzo e compagnia perchè pensava di essere di rotorno prima del loro arrivo...Ricordatevi che lui aveva due giorni di vantaggio rispetto a loro...Ha sottovalutato la tenacia di Sanzo xDD!!

E' tutto per ora! Grazie a chi legge e a chi commenta! ^^

kiss, angel

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Partenze e arrivi ***


cap 10 x rika87: Immagino vorrai uccidermi visto quanto mi sono fatta attendere ora! ^__^ In effetti Goku ha bisogno di qualcuno che lo comprenda...
x Temari: Sono contenta che Hugh ti piaccia. Assomiglia un pò a Sanzo, ma è molto più tranquillo e meno irascibile di lui! xD
Riguardo a Hiroshi, meno male che almeno lui sostiene i nostri amici!
x Ali-chan: Finalmente ho aggiornato! xD Ci è voluto un pò, ma meglio tardi che mai, no? Hugh, in effetti, ha un carattere un pò strano, ma, se così non fosse, non sarebbe affascinante, no? ^__^
x Azrael: Certo che mi sei mancata!!! Sono felice che non mi hai abbandonato! Immagino mi maledirai per il mostruoso ritardo! xD Abbiate pazineza! Purtroppo non riesco ad aggiornare con regolarità! Il passato di Hakkai ho voluto un pò posticiparlo...Non volevo metterlo troppo vicino a quello di Sanzo.,.^_^
x Neko: Grazie per il commento! xD Brava è una parola grossa, comunque! Non oso immaginare quanto errori grammaticali avrò fatto in questo cap! xD Perdonatemi, purtroppo non ho il tempo x rileggerli! Grazie ancora!
x krikka 86: Grazie mille del commento! Prega per Goku, che dovrà aspettare ancora un pò per riunirsi ai suoi compagni! xD
x Maki-chan: Ti accontento! In questo capitolo scoprirai qualcosina in più del ragazzino biondo! ^__^ Il segreto sarà svelato pian piano, ma già in questo cap farai un passo avanti!
x Bonza Corrotta '92: Vale! xD Come sono felice dei tuoi commenti! xD Sorry se ti ho lasciato così, ma tu sai i vari problemi che ho avuto!!
ç__ç Comuqnue ecco il nuovo cap! Fammi sapere se ti piace, ok? Bacioni!

Scusate il ritardo...Ma in questo mese, mentre mio padre usava il mio, quello di mia madre ci ha salutato, non chiedetemi il perchè, dato che non lo so!
So solo che i computer sono tutti s*****i !!
Per cui sono andati persi anche i dati della fic...ç___ç Portate pazienza! La storia è tutta nella mia testolina bacata, ma ora dovrò riscrivere capitolo per capitolo e il tempo è tiranno!
Comunque, per adesso, godetevi il nuovo capitolo! Spero vi piaccia! ^___^



Capitolo 10
Partenze e arrivi

Sanzo scrutò scettico il terreno.
Le tracce davano ben poco aiuto...Nonostante l'ora, infatti, a quanto pare altri due carri erano entrati in città, cancellando, in parte, i segni lasciati dalle ruote della carrozza che aveva portato Goku chissà dove.
Gojyo pestò il piede, esasperato. - Ma che sfortuna!- sbottò, altamente irritato.
- Calma, Gojyo. Non possiamo affliggerci. - lo rimproverava bonariamente Hakkai.
Hiroshi si affiancò a Sanzo, sussurrando, concitato: - Come facciamo, ora?-
Sanzo non seppe cosa rispondere. Seguì per un breve pezzo le tracce, poi si bloccò, scrutandole, pensieroso.
Il comandante dell'esercito fece per seguirlo, ma pensò che sarebbe stato meglio lasciare il principe solo, a riflettere.
Per cui si avvicinò ai due strani compagni del ramingo.
- Io sono calmo!- stava replicando Gojyo, spostandosi da un punto all'altro e sferzando l'aria con le braccia.
- Certo, Gojyo...- Hakkai sospirò. Poi alzò il viso, al rumore di passi frettolosi sul selciato.
I due lo avvistarono subito, seguiti da Sanzo, mentre Hiroshi dovette aguzzare gli occhi per distinguere la figura di un giovane biondo che correva verso di loro.
Affannato, si fermò davanti a Gojyo e Hakkai e sorrise.
Hiroshi lo riconobbe immediatamente. - Simon!- lo chiamò.
Era il ragazzino che, la mattina stessa, aveva aiutato i viaggiatori, prenotando loro le stanze e accudendo i cavalli.
Si inchinò frettolosamente. - Comandante Hiroshi, signore!-
Hiroshi sorrise benevolo. - Sollevati, non ho ordini per te...Cosa ci fai qui?-
Hakkai e Gojyo guardarono i due, perplessi. Strano che un comandante, con tutti i sottoposti che ha, si ricordi proprio il nome di quel ragazzino.
- Ecco, signore, mi prendo cura dei viaggiatori, sotto ordine di Horst...- rispose Simon.
- Uh, Horst, quel vecchio impiccione! E ditemi...- chiese rivolgendosi a Sanzo, - Vi ha servito bene, questo soldato?-
Simon guardò spaventato il biondo.
Sanzo sospirò. - Abbastanza. Niente male per un moccioso.-
Il ragazzo si rilassò.
- Quanti anni hai?- chiese il predicatore, curioso.
- Sedici, signore.-
- Sedici...?- mormorò perplesso Hakkai. - Sei piuttosto giovane...- constatò.
Sotto il suo sguardo il ragazzino arrosì vistosamente. Sanzo si ostinava a restare in disparte. Non era dell'umore adatto per stare in compagnia....
Seguì per l'ennesima volta le tracce delle carozze che sfanivano, come d'incanto. Sbuffò, irritato.
A quella smorfia, Gojyo e Hakkai si riscossero, come se si ricordassero solo ora perchè, a quell'ora della notte, erano di fronte alle porte della città, anzichè infossati in un bel letto caldo.
Simon osservò l'intensità delle pupille del cavaliere, deglutì, raccolse il suo coraggio e si avvicinò lentamente all'uomo.
- Signore...- esitò. - Ha bisogno di qualcosa? La vedo perplessa, come se le mancasse una parte di se...-
Il cavaliere si voltò di scatto, irritato.
- Cosa vuoi saperne tu?- sbottò, velenoso.
Simon abbassò il viso, sussurrando e balbettando qualche incomprensibile parola.
Gojyo lo sentì e, rapido, afferrò il principe per la collottola.
- Smettila!- gli ringhiò in faccia. - E' per colpa di questo tuo caratterino che Goku non è qui! E' solo colpa tua...!!-
- Gojyo!- lo richiamò, invano, Hakkai.
Il volto di Hiroshi si incupì. Sguainò prontamente la spada e si avvicinò al barista che, tuttavia, non si allontanò di un centimetro.
Simon sgranò gli occhi, facendo scorrere lo sguardo da Sanzo a Gojyo a Hiroshi.
Hiroshi sollevò la lama, pronto a colpire.
- No!-
Con sorpresa dei presenti fu Sanzo a bloccarlo. - No...- ripetè il cavaliere.
- Ma...Ma...Signore...!- protestò debolmente Hiroshi. Non voleva disubbidire al principe, ma quanto meno farlo ragionare. - Signore è mio compito proteg...-
- Riponi la spada. Ha ragione.- ammise Sanzo, spostando lo sguardo all'orizzonte. Poi lo puntò sul volto di un Gojyo alquanto esterefatto.
Il cavaliere lo fissò intensamente, poi caricò un pugno e lo sferrò sul naso del giovane rosso.
- Hai ragione!- sbraitò, - Ma questo non ti concede il permesso di toccarmi, brutto idiota!-
Hakkai sorrise, mentre Simon si faceva sempre più confuso.
Sanzo sospirò e fece un cenno a Simon che, preso alla sprovvista, si mise sull'attenti con qualche minuto di ritardo.
- Seguimi...- disse il cavaliere, oltrepassando le porte della città.
Il ragazzino lo seguì, senza fiatare. Gli si affiancò e ascoltò rapito la voce del principe.
- Vedi queste tracce? Appartengono ad alcune carrozze, che hanno lasciato la capitale stanotte...-
- Aspetti!- lo interruppe Simon. - Io le ho viste, le carrozze. Sono partite circa quattro ore fa, se non erro...-
- Davvero?- Sanzo lo guardò, interessato, con una scintilla di speranza che si accendeva nel petto. - Dov'erano dirette?-
- Hanno proseguito dritto, finchè non sono scomparse dalla vista...Ma ho sentito un uomo sussurrare la loro destinazione...Un monte per la precisione...Ma non ricordo il nome esatto...- ammise il ragazzino, dispiaciuto.
- Un monte...- Sanzo riflettè qualche istante, poi esclamò:- Dev'essere il Grettier! Fa parte della catena a nord ed è l'unico attraversabile...ha le rocce meno friabili ed è raro che lì ci sia una frana...Passeranno di lì...Ma per giungere dove?- si chiese poi perplesso.
- A Enlil...- mormorò Simon.
- Come hai detto?-
- E' un piccolo villaggio. Insignificante, sconusciuto a molti, famoso nei dintorni solo per le leggende che vi circolano, conosciute solo dai più saggi...-
- Tu come conosci quel posto?- chiese Sanzo, perplesso.
Simon abbassò lo sguardo e fissò le punte degli stivali.
- Sono nato lì...-
Sanzo non rispose e rimase zitto per pochi attimi. - Sei sicuro che siano diretti lì?-
Simon ragionò : - E' ai piedi del monte Grettier...-
- Hai parlato di leggende...- aggiunse poi Sanzo in tono vacuo.
- Ehm.... sì...-
- Ne conosci una che narra di un demone, posto su di un monte, a salvaguardare un tesoro divino...?-
Il giovane lo fissò sbalordito. - Sì...- rispose cauto. - Ma lei come conosce questa leggenda? Deve aver studiato o letto qualche libro...!-
Il cavaliere scosse la testa. - Pura tramandazione orale...- rispose.
Simon scosse il capo, stupito. Poi sorrise : - Me la raccontava spesso mio fratello, per indurmi a non avventurarmi da solo sulle montagne...-
I suoi occhi si offuscarono, mentre il ragazzino si perdeva nei suoi ricordi.
- Dobbiamo partire. -
Queste due parole lo riscossero.
- Subito.- soggiunse il ramingo.
- Ma come?- chiese il soldato. - Siete appena arrivato!-
Ma Sanzo non vi badò e si avviò verso Gojyo e Hakkai a riferire la notizia.
- Ancora in viaggio?- Gojyo sbuffò. - Speravo di potermi riposare...!-
- Taci, scemo. - ribattè Sanzo.
- Non c'è bisogno di essere offensivi!- lo attaccò Gojyo.
- Calmi....- intervenne Hakkai.
Sanzo non perse tempo in litigi, rivolgendosi a Hiroshi.
- Voglio tre cavalli, con provviste e scorte. Pronti entro stanotte. Ti concedo mezz'ora.-
- Vorrà dire quattro...- lo corresse Hiroshi. - La accompagno, signore.-
- Oh, vi prego!- scattò Simon. - Fate venire anche me, signore! Vorrei tanto...!-
Sanzo lo fissò con freddezza, poi sbottò lapidario : - Scordatelo-
- La prego!- insistette il giovane dai capelli dorati. - E' molto importante per me!-
Sanzo commise l'errore di fissarlo negli occhi e, per un attimo, al viso del soldato si sovrappose quello di Goku.
Sanzo fece una smorfia alla vista, poi rispose: - D'accordo. Ma vedi di non essere d'intralcio.-
- Non lo sarò!- promise Simon, con le lacrime agli occhi.
Mentre Simon e Hiroshi sparivano per adempiere il proprio lavoro, Sanzo si passò una mano fra i capelli.
" Che mi succede?" si chiese, poi sbuffò. " Goku...."

Il bambino starnutì e si avvolse maggiormente nel lenzuolo.
Era notte fonda. Avevano viaggiato per chissà quante ore di fila, ma ora si erano fermati ai piedi di una cima. In confronto, Goku si sentiva una formica.
Non aveva osato guardarla di più. Non era affascinante, ma tenebrosa. Svettava su di loro con imponenza, prepotenza, incombendo come un mostro pronto a disintegrarli.
Gemette al pensiero di una montagna che lo inseguiva e poi lo schiacciava, spezzando tutte le ossa, rendendolo polvere e seppellendolo sotto il terreno...
- Hai freddo?-
Si voltò verso la voce ed incontrò gli occhi grigi di Hugh. Egli entrò nella tenda, montata prontamente dai suoi sottoposti, e si sedette su uno sgabello, prendendo tra le mani una bacinella d'acqua e bevendo avidamente.
Goku lo osservò, sbalordito. L'uomo era a torso nudo e i muscoli delle braccia e delle spalle sembravano un'unica persona, si contraevano nello sforzodi tenere sollevato il recipiente. Sobbalzò alla vista di varie cicatrici, probabilmente ricordi di battaglie, che gli sfregiavano il petto, altrimenti perfetto.
Il piccolo non rispose. Evidentemente il suo gemito era stato frainteso. Non poteva dire di avere caldo, ma stretto nel lenzuolo si sentiva protetto e riscaldato.
- Non riesci a dormire, vero? Tipico.- continuò Hugh, posando la bacinella in terra.
- Tu non dormi ?- chiese Goku, osservando quegli occhi vigili e svegli.
- In guerra non si dorme mai. - rispose l'uomo.
- Però adesso non siamo in guerra...- ribattè debolmente Goku.
- Vero. Ma la guerra condiziona la tua vita. Oramai sono abituato a restare sveglio anche per giorni.- Non c'era nota di vanità nella sua voce, anzi il tono era piatto e non lasciava trapelare alcuna emozione.
- E come passi le notti?- chiese il bambino, incuriosito. - Non ti senti solo?-
Hugh non rispose e fissò il terreno così a lungo, che Goku temette si fosse arrabbiato.
Poi il guerriero si sollevò e si accucciò accanto al ragazzino, appoggiando la schiena contro il palo che reggeva la tenda e che, sotto il peso di quella schiena forte e muscolosa, si piegò leggermente.
- La vuoi sentire una storia?-
Goku sgranò gli occhi, sbalordito. Poi annuì, sempre, però, convinto di aver sentito male.
- E' una storia che esalta il sacrificio. In questo caso per amore. Ma di solito viene narrata per spingere i soldati a trovare il coraggio e la volontà di combattere. Allora , la vuoi sentire?-
Il piccolo annuì una seconda volta.
- Bene...Dunque tempo fa, in un villaggio lontano e sconosciuto, viveva un giovane di nome Tom. Tom era l'orgoglio della sua famiglia. Era un bravo guerriero, un grande capo-famiglia e un volenteroso lavoratore. Anche se la sua attività preferita era l'arte dell'uso della spada. Era un abilissimo spadaccino. Perfino i combattenti più anziani cadevano sotto la sua lama.-
Hugh si interruppe, rivolse lo sguardo a Goku e, vedendolo rapito dalla sua voce e dal racconto proseguì:
- Tom, inoltre, era innamorato. Il suo cuore batteva per la figlia del fabbro, Janet, che lui chiamava amorevolmente Jenny. Solo lui poteva chiamarla così.
Janet, dall'altro lato, era anch'ella invaghita del giovane guerriero e i due si frequentavano regolarmente, ogni giorno al calare del sole, quando entrambi avevano svolto le loro mansioni.
Accade che, una sera, Janet avesse ritardato ad un appuntamento. Tom non si preoccupò in principio. Ma quando si rese conto che la fanciulla non arrivava, prese il mantello, una lanterna, e uscì nelle tenebre, invocando il suo nome. Si addentrò nel boschetto che portava a casa sua e, a pochi passi dall'abitazione, trovò una delle sue scarpette rosse, ricoperte di una leggera polvere dorata.
Era chiaro che Jenny era stata rapita. In quelle zone accadeva spesso che i comuni mortali fossero rapiti da guerrieri dalle orecchie stranamente a punta, che avevano una forza superiore a quella umana e vivevano in zone remote della regione.
Tom non si arrese. Amava con tutto il cuore quella ragazza e così si diresse dalla donna più vecchia e brutta del villagio, che, però, sapeva come liberare  la sua amata, perchè molto saggia.
La donna era dapprima restia a svelare le sue conoscenze, ma notando il dolore del giovane per la mancanza di Jenny, spiegò al guerriero che, se voleva che la fanciulla tornasse da lui, doveva, nella notte di luna piena, quando questo popolo si svelava, tenerle la mano fino all'alba, senza mai lasciarla o lei sarebbe tornata sotto il controllo dei suoi rapitori.
Tom sospirò, affermando che non c'era nulla di più semplice, ma la vecchia gli rise in faccia, dicendogli che sarebbe stata una delle prove più difficili che avesse mai affrontato in tutta la sua vita.-
Goku ascoltava, preso dalla storia, e si era completamente dimenticato di dove si trovasse in quel momento, Anzi, mentre Hugh continuava, si vedeva nella radura insieme a Tom e Jenny.
- La notte tanto attesa giunse e Tom fece come gli era stato consigliato. Vedendo il popolo a cavallo, con le tipiche orecchie a punta, si sollevò da dove si era nascosto e afferrò la mano dell'amata, tirandola giù dal destriero.
I cavalieri che la scortavano sibilarono, infuriati, e il lori capo schernì il giovane eroe, affermando che non sarebbe mai riuscito a riprendersi la ragazza.
Tom non rispose e strinse la mano di Jenny che, all'improvviso, cominciò a ricoprirsi di pelo, mentre lei si trasformava in un lupo, feroce e sanguinario.
Il lupo conficcò i denti nella spalla di Tom , che urlò di dolore, ma non lasciò la presa. Le unghie della zampa si conficcavano nel torso della sua mano, lasciandogli profondi solchi, da cui prese a sgorgare sangue. Ma lui non mollò la presa.
A quel punto la fanciulla mutò in un serpente, sotto gli sguardi divertiti dei cavalieri.
Il serpente si strinse intorno al collo del giovane, che allentò la stretta con la mano sinistra, mentre la destra, rossa di sangue, stringeva la coda del rettile.
Subito dopo apparve un ragno. Ma lui non mollò la presa.
Un aquila, ma lui non mollò la presa.
Poi arrivò l'alba. Il popolo, frustato, si dileguò in fretta e Jenny riprese il suo aspetto umano. Perfino quando lei si sollevò a sedere Tom non lasciò la presa.
Avrebbe potuto difendersi con la spada, ma avrebbe ferito la fanciulla che, ora, fissava sbalordita la mano del giovane, completamente rossa.
"Oh, Tom! " sospirò lei e lo abbracciò. Entrambi tornarono al villaggio e, qualche stagione dopo, si sposarono.-
Hugh si interruppe, segno che la storia era conclusa.
- Ebbero dei figli?- chiese di getto Goku, emozionato dal racconto.
Hugh lo fissò stranito. - Questo la storia non lo racconta a dire il vero...-
Goku sorrise.
Il guerriero scrollò le spalle. - Bene..- disse - Tu non sei abituato a una vita da soldato, Per cui che ne dici di coricarti?-
Il bimbo annuì, chiuse gli occhi e, nel giro di poco, si addormentò.
Hugh sospirò, fissando il volto addormentato del bambino.
- Simon....- mormorò solo.
Poi uscì dalla tenda, accolto dalla fredda aria della notte.

Bene. Fine decimo capitolo ^__^ . Mi scuso ancora per l'enorme ritardo. Spero vi sia piaciuto.

kiss, angel

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Legami di famiglia ***


capitolo 11 ^__^ x Temari: Grazie del commento! Comunque più che elfi, io quelle creature le vedevo come demoni...O_o Non ho proprio pensato e Eragon! xD
Comunque Simon non è il figlio di Hugh! ^__^ Ci sei quasi, ma non è il figlio...Hugh è giovane! Ha sì e no 24 anni!
x Azrael: Sono felice che tu sia felice! Eh? O_o? Mah, non importa! Hai visto? Anche questa volta ho aggiornato piuttosto in tempo ^__^
Anche se il capitolo è un pò corto, è necessario. Piuttosto che unirlo ad il successivo, ho preferito dividerlo! ^_^ Sono anche contenta che stai iniziando a perdonare Sanzo! ^__^ Grazie ancora del commento! xD
x rika 87: Grazie! ^__^ Beh, in effetti i personaggi nuovi sono parecchi! Ma ora i più importanti sono Hiroshi, Simon e Hugh...^__^
x krikka 86: Non parliamo di computer, please! Che rabbia col mio...!! Ora direi che, dopo aver letto questo capitolo, i dubbi su Simon e Hugh saranno chiariti! ^__^ Grazie del commento e per i complimenti... -^^-

Ecco l'undicesimo...E' molto breve, ma almeno scoprirete la verità su Hugh e Simon...Se c'è qualcosa che non è chiaro su questi due personaggi, chiedete pure! ^__^ Per il resto, buona lettura!




Capitolo 11
Legami di famiglia



- Allora...- sospirò l'uomo, passandosi stancamente una mano fra i capelli neri. - Come si giunge a questo tesoro? Rispondi, maledizione!- sbottò Homura, scattando in piedi.
Goku non rispose. Lo guardò confuso per l'ennesima volta, poi sussurrò : - Ma ...Io non so di cosa stai parlando...- si portò una manina agli occhi, detergendo una lacrima.
Homura ringhiò, frustato. Poi prese fiato e cominciò a girare intorno al bambino, accucciato al centro della stanza.
Erano giunti da poco ad un paesino di montagna, di cui Goku ignorava il nome. La gente era molto diffidente e scostante nei confronti degli stranieri. Avevano preso tre stanze in una locanda fuori città, per non destare sospetti. Con disappunto di Goku, il bambino era stato costretto a dormire nella stanza di Homura. Ma quella notte Goku non era riuscito a chiudere occhio, perchè l'uomo l'aveva incalzato di domande assurde, riguardanti un tesoro e un passato oscuro che riguardava proprio lui, ma di cui Goku stesso non era a conoscenza.
Il bambino si mosse a disagio. Avrebbe voluto piangere, in fondo era solo un ragazzino, che era stato rapito e solo, sfinito da varie vicessitudine, ma non voleva mostrarsi debole di fronte al nemico.
Perciò tirò su col naso e strinse i pugni, fissando il terreno, senza vederlo, cercando di pensare a qualcosa di confortevole.
Una volta Hakkai gli aveva raccontato che, in passato, si era sentito infinitamente solo e perso, senza una guida, e che, per sollevare il proprio umore, pensava ai rari momenti belli della sua vita, che lo spingevano ad andare avanti e a sorridere.
Allora Goku ricordò il giorno in cui si era perso nella foresta quando, all'ennesima sosta, per rendersi utile, aveva deciso di sua iniziativa di raccogliere legna.
Si era addentrato nella selva, ascoltando allegramente i suoni della natura. Raccoglieva qua e là, di tanto in tanto, qualche ceppo di legna secca, finchè, orgoglioso, aveva deciso di tornare al campo. Rendendosi conto, però, che aveva smarrito la via.
D'un tratto la foresta si fece oscura e si trasformò da divertimento a pericolo.
Il bambino spalancò gli occhi dorati, terrorizzato dai rumori e i fruscii, che prima aveva trovato piacevoli.
Deglutì e si fece coraggio. Cercò di pensare ad un bel piatto di brasato caldo, come quelli preparati da Hakkai. Subito sorrise, e non si accorse della presenza di qualcuno, solo quando questo qualcuno lo afferrò per un braccio.
Si voltò col cuore in gola, aprendo la bocca per urlare, quando essa gli fu tappata con una mano.
- Non strillare, stupido! Sono io!-
La mano si scostò e il bambino, felice e sollevato, circondò il collo del ramingo.
- Sanzo!- esclamò, sorridendo.
- E staccati!! - sibilò Sanzo. Goku si sentì sollevare.
- Stupido! - lo rimproverò Sanzo, prendendolo in braccio. - Ti sei allontanato, come un'idiota! Ero certo che ti saresti perso!!-
- E...- Goku abbassò lo sguardo imbarazzato. - E mi sei venuto a cercare..?-
- E che altro avrei dovuto fare??- Sanzo esasperato si mise in cammino e tornarono all'accampamento in pochi attimi. Il ramingo, avendo viaggiato molto, era incredibilmente bravo ad orientarsi.
Goku si stupì. Perchè proprio quel ricordo? Certo, forse perchè era uno dei più limpidi ed apparteneva al periodo più felice della sua giovane vita.
Venne riportato bruscamente alla realtà, quando Homura lo afferrò per la collottola e gli sibilò in viso, con tono gelido: - Rispondi! Non perdo facilmente la pazienza, ma tu...!-
Il piccolo sostenne lo sguardo. Forse, pensò, Sanzo verrà a prendermi, perchè ora mi sento più perso che mai...

- Non posso crederci!- esclamò Simon, osservando stupefatto il ramingo.
Sanzo sbuffò.
- E invece è così. - replicò Hiroshi.
- Principe...- sussurrò il ragazzino. - Non me lo sarei mai immaginato...-
Sanzo non rispose e spronò il cavallo. Simon sorrise e lo raggiunse, beccandosi un'occhiata stizzita del cavaliere.
Hiroshi sogghignò, vedendo le gote di Simon colorarsi per l'imbarazzo. Mentre Hakkai e Gojyo discutevano appassionatamente su qualche sconosciuto argomento, Simon chiese cauto al biondino : - Ma, signore, non capisco...Cosa la spinge a raggiungere il mio villaggio?-
Sanzo lo fulminò con lo sguardo. - Tu sei un pò troppo curioso, sai?-
- Mi scusi, principe...- cominciò Simon, ma Sanzo lo bloccò : - Non chiamarmi principe...-
- Perchè?- chiese il giovane, con ingenuità. - Perchè rinnegare la propria stirpe?-
- La mia stirpe mi ha portato solo disgrazia... Hai visto quanti pochi uomini fedeli ho al palazzo? Per fortuna quei pochi sono generali o condottieri, alcuni fidabili altri meno...Ma i soldati mi considerano un assassino. Non che la cosa mi scandalizzi...- disse Sanzo.
Simon rimase in silenzio per un pò.
- Io credo in lei...Mi sembra una brava persona...-
Sanzo voltò impercettibilmente il capo verso il ragazzo. I biondi ricci gli coprivano gli occhi, nascondendogli lo sguardo.
- Non mi conosci...-
- E' vero...Ma, dal poco che ho colto del suo carattere, non credo che sarebbe mai in grado di fare del male a qualcuno...- mormorò Simon.
Sanzo scoppiò in una risata sonora e si sporse verso il ragazzino, congelandolo con uno sguardo ametista.
- E' qui che ti sbagli , ragazzino. Io ho fatto del male a molte persone.-  mormorò Sanzo.
Simon rimase pietrificato per pochi istanti ed entrambi fermarono i destrieri. Il resto della compagnia era rimasta indietro.
- Ma..ma...- balbettò Simon. - Lei sta cercando di salvare quel bambino, no?-
Sanzo strinse gli occhi. - Come sai questo?-
- Me l'ha detto il signor Gojyo. Se lei fosse così cattivo, non si impegnerebbe così tanto a raggiungerli...-
Sanzo sospirò, non sapendo cosa ribattere. Ripresero la via, circondati da un'alone di silenzio, che fu rotto, solo in seguito, da Sanzo.
- Dimmi una cosa. - esordì. - Perchè sei entrato nell'esercito?-
Simon sobbalzò. - Volevo...Rendermi utile...-
- Non dire cavolate! Anche un fabbro si rende utile, a suo modo. Perchè proprio nell'esercito? Non sei un pò troppo giovane...?- Sanzo scrutò i suoi tratti giovanili.
- Questo...- cominciò Simon. - Questo è un segreto...Io non l'ho mai detto a nessuno...-
- Ti fidi di me?-
Simon si bloccò. - Co...Come?-
- Ho detto: ti fidi di me?- ripetè Sanzo, con tono asciutto.
- Sì...- mormorò Simon.
- E allora tranquillo. Non ne farò parola con nessuno.-
- Perchè lo vuoi sapere?- s'incuriosì Simon.
- Devo conoscere i miei uomini...Sapere se mando in guerra un soldato che si è arruolato per interesse o per constrizione.-
- No...Nessuno mi ha costretto...-
- Ma non ti sei neanche arruolato perchè ti piace questo mestiere, giusto?- lo incalzò il principe.
- N...No...- ammise il giovane, chinando il capo.
- Quindi? Voglio i motivi.-
- L'ho fatto per...Beh...Per incontrare mio fratello...-
Sanzo si voltò, sbalordito.
- Beh...sì...Lui è entrato nell'esercito anni fa...In realtà è stato obbligato dalle grida* emanate dal principe...Cioè ex.principe...Shien...-
- Cosa dicevano queste grida?- chiese Sanzo.
- Affermavano che tutti i giovani compresi tra l'età di sedici- diciotto anni, era chiamati a prendere le armi...-
Sanzo sbuffò. Erano anni che non vi erano guerre, in quella zona. Shien voleva soltanto sentirsi il più protetto possibile e avere tutti i giovani sotto il suo controllo...Temeva in una ribellione.
Simon continuò:
- Partì da casa a diciasette anni...Io ne avevo nove...Volevo, ecco, rivederlo...-
- E ... ?-
Simon sospirò, deluso. - Non l'ho mai incontrato...Diciamo che sono rare le volte che sono stato al castello...Lui è sempre lì...E' un generale valoroso e famoso, ma molto riservato...-
- Qual è il suo nome?-
- Hugh. - rispose Simon. - Si chiama Hugh....-

*grida: vocabolo preso da Manzoni. ^^ è sinonimo di editto. Fine dell'undicesimo. Ve l'avevo detto che era breve >_> Grazie a chi commenta e a chi legge! ^__^

kiss, angel


Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Enlil ***


capitolo 12
x rika87: Non credo di far comparire Nataku...Non saprei...Per ora la priorità è salvare Goku, come hai detto tu stessa. xD
x Maki chan: Certo il lietofine ci sarà ^^! Sono felice ti piaccia Hugh come personaggio. In effetti era mia intenzione fin dall'inizio far ricongiungere i due! xD
x Temari: Comunque che erano dello stesso sangue lo avevi azzeccato! xD Non temere! Non permetterò a Homura di toccare Gokucciolo in alcun modo! >.<
Gokucciolo è unicamente di Sanzo! *_* Solo lui può spupazzarlo quanto vuole...Non troppo però! xD Altrimenti mi ingelosisco! >.<
x azrael: Ihih...Hai ragione non ho proprio mezze misure...Aggiorno dopo mesi o dopo un giorno...Bah! xD Cmq visto che ci tieni tanto in questo capitolo ti accontento e rivelerò un pò sul passato di Hakkai. ^^
x krikka 86: sono felice del tuo entusiasmo! xD Alla fine il bene trionfa sempre...O almeno nelle mie storie! xD
x Francesca Akira 89: O.o Cavolo! sei stata l'unica ad arrivarci! Non posso che farti i miei complimenti! Tutti avevano optato per il figlio! xD Sono felice che la fic ti piaccia! xD
Dici che Homura sembra un fessacchiotto? O.o sai che non me n'ero accorta..? Non pensavo apparisse così agli occhi dei lettori! xD

Capitolo 12
Enlil

Fu la luce del sole a risvegliare Goku da un lungo e profondo sonno.
Era crollato di stanchezza la sera prima. Homura aveva ripreso col suo assurdo interrogatorio.
"Ma non può farlo di mattina? Perchè proprio quando calano le tenebre?" si lamentò il piccolo, strofinandosi gli occhi.
Con una manina urtò involontariamente il diadema che gli cingeva la fronte. Si era accorto che Homura si soffermava spesso ad analizzarlo, come se quell'oggetto potesse parlargli da un momento all'altro.
Si sollevò, accorgendosi che, per fortuna, Homura era già uscito. Probabilmente si era recato da Shien.
Arrancò fino alla porta e, al momento di spingere la maniglia, si accorse che questa era chiusa a chiave. Sbuffò. Doveva aspettarselo. I suoi aguzzini temevano ancora la sua fuga...
Fuga...Goku si voltò verso la finestra, speranzoso, quando si accorse che era " decorata" da alcune sbrarre, come in una prigione.
All'improvviso udì alcuni passi. Puntò lo sguardo sulla porta e fece qualche passo verso di essa.
Come previsto dal bambino, qualcuno la spalancò. Senza curarsi di chi fosse, Goku spiccò una corsa e spintonò il nuovo arrivato, nel tentativo di uscire e scappare...scappare...scappare...
L'uomo rimase sbalordito e non reagì, in principio: perchè subito dopo rincorse il bambino.
Goku prese a zigzagare tra i tavoli, tra i clienti della locanda, più veloce e abile di una scimmia. Gli abitanti lì presenti lo guardarono straniti.
Un bimbo sporco, con vesti larghe indosso, e due occhioni oro sfrecciava per il locale.Chiunque si sarebbe sbalordito. Sopratutto se questo bambino era seguito da un uomo con occhi di ghiaccio.Infine il piccolo, con un sospiro, giunto all'ingresso, uscì. Si ritrovò in un paesino curioso che non prese ad analizzare.
Non si fermò neanche un attimo e si diresse verso la piazza del paese, alla ricerca di un posto, un vicolo, in cui rifugiarsi.
Goku sentiva i passi avvicinarsi. Era terrorizzato, ma non smise di correre. Superò un fosso, saltò un muretto, ma, all'ultimo, inciampò e cadde sui ciottoli che costituivano il terreno.
Il peso del corpo gravò sulle mani, che si sbucciarono, e sulle ginocchia, coperte solo dalla ruvida stoffa delle brache.
Fu sollevato da mani ferme senza difficoltà.
Si divincolò fino allo stremo, poi si abbandonò al suo inseguitore. Timoroso, osservò il volto dell'uomo...e incontrò lo sguardo truce di Hugh.
Goku non l'aveva mai visto così arrabbiato. La mandibola era serrata, gli zigomi duri e gli occhi...Occhi gelidi e cupi, che avrebbero terrorizzato chiunque.
Ma quello che percepì fisicamente Goku fu lo schiaffo che l'uomo gli sferrò sulla guancia.
L'oro si fece liquido e lacrime scesero sul visetto di Goku. A quella visione, Hugh riacquistò il suo atteggiamento freddo e distaccato, quasi indifferente.
Passò le sue enormi dita sulle lacrime del piccolo, cancellandole. Il bambino sussultò, come scottato da quel contatto.
Chinò il capo, colpevole, mentre Hugh lo sollevava fra le braccia, incamminandosi verso l'ostello.
- Tu non hai idea di cosa mi hai portato a rivivere...-
La voce era talmente bassa che il cucciolo non seppe mai dire se quelle parole le avesse solo immaginate o se fossero state realmente pronunciate...


Il cervo correva zigzaganzo per il bosco, evitando agilmente i rami degli alberi pronti a ghermirlo... poi un tonfo sommesso e l'animale crollò in terra, con una freccia conficcata nel fianco.
Gojyo lanciò un fischio di ammirazione, battendo le mani mentre si avvicinava ad Hakkai.
- Complimenti!- esclamò. - E' questo dove hai imparato a farlo? Un predicatore che tira con l'arco? Bizzarro...-
Hakkai gli rivolse un sorriso mesto, puntando i suoi occhi smeraldo in quelli rubino dell'amico.
- In effetti mio padre era un cacciatore...O meglio, mio padre adottivo. Il mio vero padre non ho mai avuto modo di conoscerlo. Fui abbandonato da piccolo su un colle, presso la riva di un fiume e lì fui trovato da Wassen. Era un vecchietto piuttosto arzillo e si ubriacava spesso, ma anche un uomo dai grandi valori morali. Fu lui ad insegnarmi il tiro con l'arco...- ammise. - Diceva che dovevo imparare a difendermi, perchè spesso il mondo è ingiusto.
- Aveva ragione...- sospirò Gojyo.
- Già...- concordò Hakkai. - Lo capii all'età di sedici anni, quando la fanciulla che amavo fu data in sposa dal padre ad un nobile che deteneva tutte le terre lì intorno... Kanan era il suo nome... Ci amavamo molto, moltissimo, ma per interessi economici e sociali i genitori non si sono fatti scrupoli a cederla a quel vecchio lussurioso... Lei si suicidò piuttosto che "giacere nel talamo" con lui...-
- Fare che..?-
- Giacere nel talamo...E' una cosa che ti piace fare particolarmente...-
- Oh.-
- Non devi venire da un ambiente molto colto se non conosci questa espressione...- puntualizzò Hakkai. - Senza offesa...
- Nessuna offesa..- ribattè Gojyo. - E' così.-
Rimasero in silenzio per un pò. - Comunque mi dispiace...- aggiunse poi Gojyo.
Hakkai sorrise grato, ma non proferì parola.
- E dopo che hai fatto...?- chiese Gojyo, portandosi indietro i capelli rossi con una mano.
Hakkai si fece serio e irrigidì la mascella. - Sono stato accecato dalla furia del demonio. - confessò.
Gojyo lo fissò, perplesso.
Hakkai tornò a rivolgergli un sorriso, divertito dalla confusione dell'altro. - Ho ucciso il barone..Il nobile.-
Gojyo sbuffò: - Uh! Se questo è abbandonarsi al demonio allora quel maledetto biondino è già stato all'inferno, come minimo!-
I loro sguardi si spostarono, in sintonia, verso la figura del cavaliere, accovacciato in terra, con lo sguardo rivolto all'orizzonte.
Sanzo stava giocherellando distrattamente col fodero della spada, perso nei suoi pensieri, intento a progettare un piano efficace per liberare Goku e annientare Shien. Oramai erano quasi giunti a Enlil, mancava poco, questo Sanzo lo percepiva sopratutto dal comportamento di Simon, che si faceva ogni giorno sempre più teso.
Si era fatto illustrare a grandi linee la struttura del paese dal ragazzo, per quanto la sua memoria glielo permetteva, ed era più che sicuro che Homura avesse alloggiato in qualche locanda all'estremità del paese, ai piedi dei monti circostanti.
Serrò i pugni, desiderando di stringere la gola di Homura. Quel bastardo...! Se mai avesse avuto l'opportunità, lo avrebbe fatto morire di una morte atroce!
Si sollevò in piedi e si avvicinò ai cavalli, pronto a ripartire.
- Forza, muovetevi!- ingiunse. - Dobbiamo arrivare ad Enlil entro stanotte!- disse, strattonando le redini dello stallone e, dopo alcuni istanti, lo spinse al galoppo, senza curarsi se il resto della compagnia lo stesse seguendo. Un pò perchè aveva abbastanza fiducia nei suoi compagni, ma sopratutto perchè spinto da uno strano e puro istinto omicida, che sarebbe esploso se mai avesse scoperto che Goku era in pericolo...

E così fu. Giunsero a Enlil prima di notte, come Sanzo aveva progettato.
Entrarono nel paese senza bisogno di essere sottoposti a controlli. Evidentemente la gente del posto era abituata ad una vita tranquilla, non si aspettava di avere visitatori sgradevoli.
Simon aveva smesso da qualche ora di parlare, il che era stato d'avvertimento per tutti che la meta era vicina, dato che il ragazzino era piuttosto loquace.
Ora muoveva lo sguardo titubante, ma anche emozionato. Chissà da quanti anni mancava dal suo paese natale...
Hakkai e Gojyo erano in fermento. Era arrivata l'ora d'agire. Speravano ardentemente che, entro quella notte, Goku si sarebbe riunito al gruppo...
Sanzo, dal canto suo, era la solita persona fredda e distaccata. Il suo carattere si era addolcito al contatto con quel bambino, su questo non c'erano dubbi, ma il cavaliere non aveva abbandonato quel suo carattere gelido ed autoritario, che incuteva soggezione perfino ai passanti, che scrutavano incuriositi i volti sconosciuti degli stranieri, tranne il suo. Scavalcavano la sua figura con lo sguardo, per timore di essere fulminati da quegl'occhi color ametista.
Giunti alla piazza del paese, scesero dai cavalli e Hiroshi ne approfittò per affiancarsi al ramingo.
- Mio signore - esordì. - Ho raccolto informazioni, chiedendo alla popolazione di uno strano trio, composto da un bambino e due uomini...Senza rivelare i nostri nomi, sono riuscito a scoprire dove si trova la locanda. Un vecchio signore mi ha confermato che hanno alloggiato presso il monte Grettier, come aveva sospettato lei.-
- Ottimo lavoro.-
- Ma c'è un piccolo particolare che ci è sfuggito...-
-E sarebbe?- chiese Sanzo, perplesso, inarcando un sopracciglio.
- Pare che il gruppo sia composto da quattro persone, non tre...-
Sanzo si accigliò. - Bè questo altera il mio piano di poche fasi. Tre o quattro fa poco differenza...-
- Conviene non sottovalutare il quarto membro, mio principe. Me lo sono fatto descrivere dettagliatamente e le assicuro che è un combattente valorosissimo.-
- Quindi, cosa suggerisci?-
- Coverebbe andare più cauti col piano, forse posticiparlo...- azzardò Hiroshi.
Sanzo scossa il capo, lapidario. - Questo è impossibile. Non se ne parla. Finchè ho Goku così vicino devo approfittarne. Non posso rischiare che si allontani nuovamente da me.-
- Capisco. Allora agiremo stanotte.-
Sanzo, in tutta risposta, si avviò, stringendo tra le mani le redini del cavallo, seguito a ruota dai suoi compagni.

Il principe non più in carica Shien sedeva tranquillamente nella sua stanza affittata alla locanda. Con suo disappunto, Homura non si era procurato l'alloggio più lussuoso.
Affermava, infatti, che sarebbe stato meglio non svelare al locandiere la presenza del principe ad Enlil, per cui aveva prenotato, senza il consenso di Shien, perchè sapeva che non l'avrebbe ottenuto da un capriccioso come lui, una stanza leggermente meno lussuosa e meno costosa.
Già leggermente. Perchè la tappezzeria non era certamente da pochi soldi, per non parlare della poltrona su cui Shien era seduto, ornata con ricami d'ora, e ricoperta di stoffa rossa.
Ma, ovviamente, Shien non era soddisfatto. E non faceva che rimproverare il fatto che lui sarebbe dovuto rimanere al castello e non seguirlo in quel piano suicida.
Il bambino, infatti, sembrava proprio ignorare ciò che Homura ogni notte gli chiedeva. O ignorava o fingeva. Ma per un bambino così piccolo era difficile tener testa agl'interrogatori lunghi e pressanti di Homura. Anche se, avendone seguito qualcuno, Shien poteva confermare che il ragazzino non aveva versato una sola lacrima, nonostante le percosse subite ogni tanto dal suo aguzzino.
Sapeva anche che, subito dopo, Hugh curava, per quanto possibile, tutti i lividi e graffi che il bambino portava.
All'improvviso la porta della camera si spalancò. Shien si volse, infastidito e fulminò con lo sguardo Homura che, affannato, avanzava a grandi passi nella stanza.
- Homura!- sbraitò il principe, posando il bicchiere che stava sorseggiando su un mobiletto accanto.- Ti sembra il modo di giungere al cospetto di un...-
- Al diavolo!- lo interruppe Homura. Negl'occhi brillava la rabbia e la sorpresa. - Non siete più un principe! La voce è giunta perfino fin qui!-
Shien rimase talmente di sasso da non riuscire a sollevarsi. - Ch..Che significa? Quale voce?!-
- Che il re..- rispose Homura allargando le braccia e con un ghigno beffardo sul volto - ..è stato deposto!-
- Co..Cosa? Com'è possibile?!-
- Il vero principe è tornato ed è deciso a riprendersi tutto ciò di cui l'ho privato!-
Shien non era così confuso da non percepire quella sottigliezza. - L'hai...?- chiese perplesso.
Homura abbassò lo sguardo e per qualche istante non proferì parola. Poi, repentineamente, sfoderò un pugnale e lo conficcò nel petto del principe, ancora sbalordito.
- Non sei mai stato un abile guerriero...- sorrise Homura.
Shien sputò sangue. - Neanche..tu...! Hai..sempre e solo...colpito a ...tradiment...-
- Sarà, ma intanto ora che la scacchiera è pronta, posso fare la mia mossa. Prenderò il tuo posto e sbaraglierò Sanzo grazie al potere di quel ragazzino. Non solo diventerò ricco, ma avrò la mia personale guardia del corpo. La leggenda narra infatti che chiunque detenga il tesoro controllerà anche il suo custode. Avrò il Seiten Taisei al mio fianco, una divinità! Nulla potrà fermarmi!-
Shien ormai non aveva abbastanza fiato per inmprecare e si limitò a lanciargli uno sguardo di disprezzo.
Ad Homura non sfuggì, ma si limitò a sorridere, quasi compatendo la sua vittima.
Dopodichè  Shien reclinò il capo senza vita, esalando il suo ultimo respiro.
Homura riplì accuratamente il manico del pugnale e lo lasciò cadere sul corpo di Shien, con la lama ancora insanguinata.
- Il povero principino non ha retto al colpo di essere stato spodestato...- sussurrò, come per convincere se stesso di quella versione dei fatti.
Un tonfo al piano di sotto lo riscosse dai suoi pensieri. Si voltò ed uscì a grandi passi dalla stanza.
Possibile che...? No, ma come poteva essere? Il cavaliere si era spinto fino a lì solo per quel ragazzino? O forse perchè aveva intuito la minaccia che lui costituiva per il trono?
Assillato da questi dubbi, velocizzò il passo, accompagnato dal fruscio del mantello, che svolazzava alle sue spalle.

Fine capitolo 12
Ed ecco concluso un nuovo capitolo, dopo mesi! Avevo avvertito i gentili lettori del fatto che, dopo che il computer è andato a riparare, avevo perso tutti i dati della storia? No?  ^__^ bene lo faccio ora!
Per cui.. Perdonatemi, ma ho dovuto riscrivere il capitolo e dovrò rifarlo anche per i seguenti... Spero che l'aggiornamento sarà più frequente da oggi in poi... Se non riesco ad aggiornare entro questa settimana, allora, ahimè, dovrete aspettare a settembre, perchè parto per le vacanze... ^^
Comunque non manca molto all'incontro tra Sanzo e Goku... Credo di farli riabbracciare già nel prossimo capitolo, anche se... eheh, non vi svelo di più -^^-
Chiedo scusa ai fan di Homura se ho reso il personaggio leggermente bastardo in questa fic. Ma mi risulta troppo facile far fare a lui la parte del fetente di turno! *__*
Mi scuso ancora per il ritardo.
kiss, angel

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Il monte Grettier ***


capitolo 13 x Maki-chan: Sono felice che ti sia piaciuto, e grazie per i complimenti. ^^ Spero che anche questo capitolo ti soddisfi. Ho intenzione di svelare qualcosina in più su Gojyo probabilmente nel prossimo    capitolo ^_^. Inoltre ti tranquillizzo, Homura la pagherà per quanto sta facendo soffrire il piccolo Goku...( povero Homura! Lui non c'entra nulla...Sono io che sto facendo soffrire                           Gokucciolo... ç__ç) Comunque le sofferenze di tutti, compresi Hugh e Simon, finiranno a breve. Non sono poi così sadica... -.-''
x Temari:  Come ti capisco!Solo che tu hai perso tutte le tue storie! Mi dispiace! Ne ho letta qualcuna e sei davvero brava! Comunque hai ragione. Homura  è perfetto in questo ruolo... Insomma gli si  addice! Riguardo a Shien, molto francamente, sarebbe stato un peso in questo capitolo. Voglio essere sincera, non avrei saputo come gestirlo e sarebbe risultato un pò inutile... Spero che                       questo capitolo ti piaccia. Alla prossima!
x krikka86: Ti ho accontentato, il seguito è arrivato abbastanza in fretta! ^^ Mi ero solo presa una pausa...( tutte scuse! In realtà mi ero un pò scoraggiata perchè il computer mi aveva cancellato tutti i  dati, in più ero agl'ultimi mesi di scuola, i più pesanti...) Cmq, scordiamo il passato. ^^ Ora ho aggiornato!
x rika87: Hai ragione, povero Goku.... ç__ç Anche tu non mi uccidere dopo aver letto questo capitolo... ^^'' Ti assicuro che ho in mente un bel finale, ma per avere tanta felicità prima bisogna soffrire un pò....^^


Prima di cominciare il nuovo capitolo, volevo ringraziare tutte coloro che mi commentano ( ovviamente anche quelli che, eventualmente, mi seguono), ma sopratutto chi mi ha scritto più volte il proprio parere... Lo dico ora perchè siamo quasi alla fine ( ho in cantiere, al massimo, altri tre capitoli, non di più, se tutto va bene u_u). Grazie mille a tutti perchè, con le vostre opinioni e i vostri complimenti, sono riuscita a portare avanti questa fanfic.



Capitolo 13
Il monte Grettier


Mentre Homura teneva il "colloquio" con Shien, qualche stanza più accanto, Goku giaceva sul letto, pronto ad abbandonarsi al sonno.
Dopo la fuga di quella mattina Hugh non aveva proferito parola, ma non sembrava portargli rancore. Anzi fu piuttosto protettivo nei suoi confronti quando Homura, venuto a sapere la notizia, avrebbe voluto punirlo severamente, ma il comandante, solitamente silenzioso e ubbidiente, era intervenuto, pregando l'uomo di scordare l'accaduto e garantendo che non si sarebbe ripetuto mai più un simile evento.
Aveva lasciato Homura talmente sorpreso per la sua uscita da riuscire a ottenere quella piccola concessione e Goku era rientrato in camera, sano e salvo.
Il ragazzino chiuse gli occhi. Era stanco di quella situazione...Ma la cosa più brutta era che, ormai, aveva perso le speranze. Infatti non gli erano pervenute notizie di alcun genere, per cui si era rassegnato al fatto che, probabilmente, avrebbe passato il resto della sua vita con Homura. Sanzo, Gojyo e Hakkai non sarebbero venuti a prenderlo... Non per cattiveria, semplicemente perchè era un'azione suicida mettersi contro il principe.
Era sul punto di addormentarsi quando nella stanza entrò Hugh. Aveva un'aria affannata e qualche goccia di sudore gli scorreva sul viso.
La porta sbattuta con violenza fece sobbalzare il bambino, che si tirò a sedere, stordito.
- Dobbiamo andarcene.- disse con tono secco Hugh, senza lasciar tempo a Goku di dire qualcosa.
- Perchè..?- chiese il piccolo, assonnato.
Hugh non rispose. Teneva le spalle al bambino, per cui Goku non potè leggere la sua espressione combattuta. Che fare...?
- Hugh..?- Il bambino scese dalla branda e si avvicinò cauto all'uomo. Gli prese piano la mano, stringendo quelle dita lunghe, con la dolcezza tipica di un bambino.
Hugh si voltò e puntò i suoi occhi freddi e calcolatori in quelli di Goku. - Ascolta...- proferì.
Ma fu interrotto da Homura che, entrato precipitosamente nella stanza, si dirigeva a grandi passi verso i due.
- Sono qui! Dobbiamo abbandonare la locanda. Ho messo dei miei uomini all'ingresso, mercenari comprati a poco prezzo in paese, ma non credo siano esperti combattenti. Saranno stesi in pochi attimi. Hugh! Voglio che tu l'intrattenga, mentre io mi allontano col ragazzino.-
Goku, che aveva ascoltato con attenzione il discorso, sgranò gli occhi. Qualcuno era venuto a prenderlo? Possibile che...?
Ma mentre rifletteva fu strappato con violenza lontano da Hugh, a cui stringeva ancora la mano.
Homura lo aveva preso per un polso, con l'intenzione di trascinarlo fuori dalla locanda. Luogo in cui probabilmente si trovavano anche...
- No!- strillò il ragazzino.- No! Lasciami!-
Homura non si fece intimidire e lo sollevò di peso, caricandoselo in spalla. Goku si dimenava, scalciava, tirava pugni sulla schiena dell'uomo, ma inutilmente.
"No..." pensò il bambino." Non può finire così...!!"
La rabbia, la frustazione e la disperazione esplosero. Due lacrime bagnarono le guance del piccolo. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Il diadema tremò violentemente, raggelando i presenti.
Poi, fulmineo, Hugh sfoderò la spada e, con uno slancio, colpì Homura alla gamba. L'uomo fu veloce a scansarsi, evitando il peggio, ma la pelle fu comunque squarciata dalla lama.
Homura imprecò e cadde rovinosamente a terra, lasciando la presa su Goku, che si sollevò, chiaramente sbalordito.
- Corri!- gli intimò Hugh. - Corri fuori di qui!-
Il bambino spostò lo sguardo incredulo su quel giovane che lo aveva preso sotto la sua ala protettiva fin dall'inizio. Lo fissò per non più di tre secondi, poi schizzò fuori dalla camera, la cui porta era rimasta spalancata.
Una volta fuori, udì distinte grida di combattimento provenire dal piano di sotto. Scese frettolosamente le scale, col cuore in gola, che batteva velocemente, traboccante di emozione e terrore.
Giunto al pian terreno, non riuscì a distinguere nulla, data la confusione. Si guardò intorno smarrito. Vi erano una quindicina di uomini nella sala, che urlavano, gemevano e sbraitavano quasi all'unisono.
Goku spostava lo sguardo da un angolo all'altro, sperando di scorgere qualche viso conosciuto.
Quando avvertì una stretta al braccio, la rabbia salì, e morse con forza la pelle dell'aggressore.
- Maledizione!- sbottò una voce. - Pensavo di averti insegnato l'educazione, scimmia! A quanto pare mi sbagliavo.-
Goku mollò la presa e si voltò, incredulo. Di fronte a lui si stagliava la figura di Sanzo, con le vesti leggermente insanguinate e lo sguardo accigliato.
Il bambino avvertì il suo battito accellerare. Si sentì mancare il fiato. Ma, d'altronde, cosa c'era da dire? In situazioni del genere le parole non bastano e, comunque, non servirebbero a nulla.
Infatti parlano i gesti. Goku si tuffò fra le braccia del cavaliere che, nonostante se l'aspettasse, non seppe come reagire. Alla fine decise di cingere le spalle del bambino con un braccio, mentre con l'altro, con cui impugnava la spada, recise il collo di un mercenario lanciatosi all'attacco, con freddezza. ( Che vi aspettavate da Sanzo? -.-)
Il ragazzino sobbalzò all'udire il tonfo del cadavere e, inavvertitamente, strinse i fianchi del cavaliere. Sanzo fissò quella testolina arruffata per qualche istante, lasciandosi sfuggire un sorrisino, a cui nemmeno lui seppe dare significato.
Goku sollevò lo sguardo. La confusione nella sala stava diminuendo. Probabilmente, pensò Sanzo mentre incontrava gli occhi dorati del bambino, Hakkai e Gojyo stavano sbaragliando parecchi nemici.
- Sei...Sei venuto a prendermi...- balbettò Goku.
- Tsk! Ovvio, scimmia. Avevo detto che ti avrei portato con me.-
- Ma...Alla locanda...- Goku era visibilmente confuso, ma il suo animo era al settimo cielo.
- Tsk! Stupido, pensavi davvero che dicessi sul serio? Io voglio la tua compagnia. Non ti lascerò più solo.- Il tono di Sanzo era rimasto secco e gelido, ma Goku oramai lo conosceva abbastanza bene per capire che quelle parole contenevano affetto. Sorrise. Sapeva che per il cavaliere manifestare un sentimento, che non fosse odio o disprezzo, era piuttosto difficile.
- Grazie Sanzo!- strillò contento e affondando il volto nel petto del biondino.
Il cavaliere si accigliò, ma non allontanò il bambino. Vide Hakkai e Gojyo che si avvicinavano e sciolse la presa di Goku per voltarlo verso i due giovani. Goku fissò confuso Sanzo, ma, dopo aver focalizzato Hakkai e Gojyo spiccò una breve corsa verso di loro. I due reagirono prontamente. Gojyo sollevò il ragazzino tra le braccia, mentre Hakkai sorrideva benevolo.
Sanzo li guardava a distanza. Finalmente erano riusciti a riprendersi quel dolce sorriso che era stato strappato loro con la forza.
Quel bambino che sembrava un raggio di sole in un giorno di pioggia...Così raro, così luminoso...
Mentre Gojyo gli spettinava con affetto i capelli, Goku si riscosse, ricordandosi improvvisamente di una persona.
- Hugh!- sobbalzò il bambino.
Gojyo lo fissò stranito. - Ti è venuto il singhiozzo per l'emozione?-
Goku gli tirò un colpetto sul braccio. - No! Hugh, è un nome! Dobbiamo aiutarlo! E' di sopra...!-
- Di sopra?- lo interruppe Gojyo. - E' uno dei tuoi rapitori? E tu vuoi aiutarlo?!-
- No, non capisci! Lui...-
- Hai detto Hugh?!-
Tutti e tre sobbalzarono. Simon si era materializzato alle spalle di Hakkai, senza preavviso e sorprendendo tutti.
- S..Sì...- rispose il piccolo. - Lo conosci?-
- E' mio fratello!!- scattò il ragazzo. Poi, senza aggiungere altro, salì precipitosamente le scale.
- Aspetta!- Goku tentò di fermarlo, ma il giovane era già scomparso.
- Seguiamolo, presto!- incitò Hakkai.
Salirono tutti, tranne Hiroshi, intento a parlare con un sbigottito locandiere, che si ritrovava col locale macchiato di sangue e sottosopra.
Giunsero troppo tardi. Simon era affacciato alla stanza in cui Hugh duellava con Homura. Quando il ragazzino biondo urlò il suo nome, il comandante, per la sorpresa, perse la concentrazione e Homura ne approfittò per colpire.
L'uomo cadde in ginocchio, con un gemito, tenendosi il fianco destro. Simon si tuffò in aiuto del fratello e dimostrò grande abilità e rapidità quando, brandendo la lama di Hugh per difenderlo, parò il fendente di Homura. Il consigliere imprecò e, in seguito, sbiancò quando vide un Sanzo insanguinato ed indemoniato avvicinarsi a lui con passo felino.
- Brutto bastardo!- ringhiò il principe.
Homura ( si deve dire a sua difesa ^^'') si riprese in fretta. Sollevò la lama, pronto ad affrontare il cavaliere.
Sanzo sbuffò. - Non c'è gusto! Questo colosso- e accennò a Hugh - ti ha già ferito. Non sarò io il primo a versare il tuo sangue, sembra.-
Homura sogghignò: - Credo che dovrai aspettare ancora per veder scorrere il mio sangue!-
Si udì il sibilo di due lame snudate. Due uomini attaccarono Hakkai e Gojyo alle spalle, che reagirono prontamente. Gojyo sfoderò la spada, mentre Hakkai si difese con un pugnale.
Sanzo, tuttavia, non si fece distrarre e non staccò gli occhi da Homura.
Quest'ultimo, con un rapido movimento del polso, gli scagliò contro un pugnale, probabilmente nascosto nella manica.
- Che diavolo...?!- Sanzo rimase sorpreso, ma la sua abilità in combattimento gli permise di evitare il colpo, ma perse la presa sull'elsa dell'arma, dato che la mano sbattè inavvertitamente contro lo spigolo del tavolo, situato nella stretta camera.
Sanzo imprecò e recuperò velocemente la presa, riuscendo ad evitare che l'arma cadesse in terra. Ma un attimo di distrazione permise al consigliere, rapido, di afferrare Goku e uscire dalla stanza.
Sanzo fece in tempo a voltarsi e sentire l'urlo del bambino che si trovò la strada sbarrata da due uomini di Homura.
" Ancora? Pensavo di averli eliminati tutti!" pensò Sanzo, frustato. " Maledizione, Goku...!"
Stava per contrattaccare, quando intervenne Gojyo in suo aiuto.
- Corri, stupida principessa!!- urlò il locandiere.
Sanzo non se lo fece ripetere due volte, appuntando mentalmente di uccidere il rosso una volta finito tutto.
Nel salone d'ingresso fu Hiroshi a tenere occupato un altro mercenario, mentre lui schizzava fuori dalla locanda.
Si guardò intorno. Solo un altro mercenario lo separavo dal suo obiettivo.
- Levati di mezzo!- ringhiò all'uomo. Vedendo che non cedeva, lanciò uno sguardo a Homura. L'uomo aveva caricato il ragazzino sul dorso del cavallo e, tenendolo stretto, aveva preso a cavalcare verso un'insenatura. Sanzo aguzzò la vista, dopo aver tirato un calcio nelle parti basse del suo avversario. Mentre l'uomo si piegava in due dal dolore, Sanzo ebbe pochi attimi , prima che il mercenario si rialzasse, per osservare dove fosse diretto Homura.
Furbo....Il consigliere aveva scelto questo ostello proprio perchè si trova affacciato su un sentiero di montagna.
Homura si stava dirigendo verso una spelonca, situata, più o meno, ai piedi del monte Grettier.
Abbassò lo sguardo, riconcentrandosi sul suo nemico. Lo stese con un fendente, poi, senza neanche sellarlo, prese uno fra i cavalli che riposavano nella stalla e lo spronò al galoppo.
Mentre si avviava su per il sentiero, lasciò scivolare il suo mantello in terra, per segnalare ai suoi compagni dove si fosse diretto.
Guardandosi alle spalle vide che altri scagnozzi del principe avevano assediato il locale.
Poi un pensiero lo riscosse. Il principe Shien non era ancora entrato in scena... Probabilmente era troppo fifone per mostrarsi. Decise che si sarebbe occupato dei membri reali più tardi.
Ora aveva ben altro a cui pensare che alla corona del regno....

La fuga fu un susseguirsi di strattoni, urli e ordini per il piccolo Goku. Era quasi riuscito a scappare alla presa del suo carceriere una volta che erano giunti davanti alla grotta, ma Homura non aveva intenzioni di perdere e lo aveva riacciuffato velocemente.
L'uomo lo sospinse nell'antro buio che si stagliava loro davanti.
Poco dopo l'ingresso, vi era una scalinata, illuminata solo da un crepa nella roccia della montagna. Homura cominciò a salirla, senza esitazione, trascinandosi appresso il piccolo.
- Ti ricorda qualcosa, moccioso?!- sogghignò l'uomo.
Goku non rispose. Quel luogo, in effetti, gli era un pò familiare...Ma ricordava di non esserci mai stato in vita sua... O forse sì?
D'un tratto giunsero, circa a metà scalinata, di fronte ad una parete leggermente sporgente. Homura si bloccò a riflettere pochi attimi. Poi prese il bambino e lo sollevò senza sforzo, lanciandolo pochi gradini più su di dove si trovava lui.
Sfoderò la spada e la conficcò nella parete, con forza. La terra franò con facilità, bloccando la scalinata, grazie all'aiuto anche di qualche masso.
Goku lo fissò sbalordito. - Ma...Ma come faremo a tornare indietro?!- Capiva il desiderio di impedire il passaggio a visitatori eventuali, ma in questo modo anche loro sarebbero rimasti bloccati lì dentro.
L'uomo si voltò e lo squadrò con un sorriso beffardo. - Quando avrò il tesoro, non avrò problemi ad uscire da qui, vedrai. Sarai tu stesso ad aprire il passaggio.-
- Io? Ma come potrei...? Non ne avrei mai la forza...-
- Questo è quello che credi tu, sciocco.- Homura raggiunse il ragazzino e lo tirò in piedi con uno strattone. - Basta con le chiacchere. E' tempo di agire.-
Mentre Goku veniva nuovamente sospinto in avanti, i suoi pensieri andarono a Sanzo.
Per quanto quella situazione fosse spiacevole, non aveva paura. Sapeva che il cavaliere sarebbe venuto a salvarlo....

Fine capitolo 13
...
.....
.......
Ok, non mi fucilate! Non temete Goku tornerà presto nelle braccia di Sanzo e, stavolta, per sempre. Ma dovrete pazientare ancora poco... Per ora accontentatevi di questo tenero abbraccio fra i due in questo capitolo! ^^ Purtroppo per leggere il prossimo capitolo, dovrete attendere a settembre, visto che giovedì parto... ^^''
Devo ammettere che questo capitolo non è stato affatto semplice da scrivere e non so dire se mi sia uscito benissimo...Sarete voi a giudicare... ( non mi lapidate però, please ^^) Il problema più grande sono stati i vocaboli.... Credo di avere ripetuto un pò troppo parole come " spada" o " uomini"... So che esistono molti sinonimi, ma perdonatemi se non mi sono applicata più di tanto a cercarli.
Bene, bene...Allora auguro buone vacanze a chi è già in ferie e chi deve ancora partire, come me... ^^
kiss, angel

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Oro puro, viola intenso ***


capitolo 14 x azrael: Ciau cara! ^^ A dire il vero per un momento ho temuto il peggio! ç_ç Ma ti assicuro che ti ho pensato ^^ Poi sono arrivata alla conclusione che, probabilmente, eri in vacanza... O almeno così continuavo ad augurarmi! Non perchè importasse che non avessi commentato ( in fondo capita di scordarsi), ma perchè temevo che il capitolo non ti fosse piaciuto! Cmq contenta del tuo ritorno! Mi è mancato il tuo commentino! ( che di solito è lungo tre pagine, per cui impossibile non notarne la mancanza a colpo d'occhio! ^^)
x krikka86: Sono finite le vacanze... ç___ç Non voglio pensarci! Cmq sono felice che ti sia piaciuta la scena fra Goku e Sanzo! xD E comunque hai ragione! Hugh è un grande... Poi è troppo figo! *_*
x Maki-chan: uh, grazie Maki!! -^^- Mi hai reso davvero felice col tuo commento! Non sapevo ti piacesse così tanto la mia fic! Me commossa ç__ç! Davvero sei stata gentilissima! Spero di ricambiare un giorno! xD Grazie ancora! Cmq tranquilla! E' in arrivo il lieto fine. In quanto a scrivere ancora... si vedrà. Questo per me era un esperimento. Direi che è uscito piuttosto bene xD Non mi lamento!!
x rika87: eheh, in effeti Homura è davvero bastard!! xD Povero, è colpa mia! ^^ Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo e l'abbraccio fra i due! Era proprio quello che speravo! xD
Grazie mille per il commento!!
x Temari: Vuoi vedere il Seiten, eh? Ma chissà se ti acontento... ^^ Sono felice sia piaciuta a tutte la scena tra Sanzo e Goku, temevo che Sanzo fosse risultato un pò troppo dolce, ma, dopotutto, Goku ha bisogno di un pò d'affetto in questo periodo!! xD



Come promesso, è settembre ed ho aggiornato, anche se a distanza di un pò ^^. Sorry per i miei tempi, che vi fanno impazzire!! xD
Eccovi il quattordicesimo capitolo. Ne ho in mente quindici, per cui ritenetelo il penultimo. Buona lettura....





Capitolo 14  Oro puro, viola intenso

Appena Goku mise piede nell'antro della grotta, percepì quel luogo come stranamente familiare.
Si guardò attorno perplesso, cercando di scacciare quell'impressione, ma era sempre più convinto di aver già solcato quel terreno in tutta la sua breve vita.
Homura, dal canto suo, non avendo notato la confusione del suo prigioniero, si era diretto a grandi passi al centro dell'ambiente, illuminato fiocamente grazie ad alcune crepe nel soffitto.
L'alzato della spelonca era caratterizzato da pareti decorate con strani simboli e Goku, con un sobbalzo, si rese conto che questi rimandavano al disegno che portava sulla schiena, del quale aveva sempre cercato di scoprire il significato. Solo nel mezzo di questo intreccio di segni, vi era uno spazio vuoto, che interrompeva bruscamente il motivo decorativo, come la tessera di un puzzle mancante ( scusate il paragone un pò moderno...^^'')
Goku rimase alquanto perplesso di fronte a quella particolarità ed, evidentemente, se ne accorse anche Homura, dato che si avvicinò alla roccia ed accarezzò il ruvido strato vuoto.
Sogghignò soddisfatto, come se vedere quell'errore nella decorazione lo rendesse partecipe di un segreto che Goku faticava a capire. Ovviamente Homura non si fece lo scrupolo di informarlo su ciò che lo aveva così cmpiaciuto, ma si limitò ad afferrarlo malamente per un braccio, preso dall'entusiasmo.
- Osserva!- disse l'uomo, puntando un dito contro quella stranezza. - Questo è il punto in cui il tratto si è staccato dall'insieme. E sai dove si trova il pezzo mancante?- chiese Homura.
Goku non era sicuro di volerlo sapere.
- Sulla tua schiena, sciocco!- affermò l'uomo, compiaciuto e, con un movimento rapido e fluido, gli sfilò la camicia di seta che portava, scoprendo il simbolo nero che il bambino copriva con tanta cura.
Goku rabbrividì, e non solo per il freddo. Quella situazione non  gli piaceva per niente. Tutte quelle linee nere lo intimidivano.
Aveva la sensazione che quel luogo fosse proibito a chiunque e che loro lo stessero profanando.
Il bambino fece un passo indietro sussurrando:- Non dovremmo essere qui....- , ma non riuscì a ritrarsi, data la presa ferrea del suo aguzzino che gli rispose con uno strattone.
- Oh sì, invece! Questo è il posto giusto. Non credevo che la leggenda fosse vera! Sai perchè c'è questa brusca interruzione? A causa tua, moccioso, a causa tua! Ti sarai mai chiesto chi fossero i tuoi genitori, no? Ecco tua madre! Guarda tua madre! Tu sei nato in questa caverna, dalla roccia. Sei uscito in questo punto, dove prima il simbolo che hai sulla schiena si intrecciava ai suoi fratelli!-
Mentre parlava, Homura continuava ad indicare la parete che Goku prese ad odiare.
- No!-strillò. Lui era nato da una mamma, una vera mamma. Tutti gli avevano detto al suo villaggio che era una bella donna! E che aveva i capelli del suo stesso colore, con qualche lieve sfumatura rossastra. Lui non era nato dalla terra!!
Eppure, riflettè il bimbo con le lacrime agli occhi, lui aveva quel simbolo, che da poco aveva iniziato a bruciare, come il diadema che portava in fronte...
Infine Homura sbattè violentemente il bambino contro la pietra levigata e variopinta, facendo aderire il corpo del piccolo col punto di rottura della decorazione.
Goku si dimenò, sentendo la schiena diventare rovente finchè fu quasi sul punto di perdere conoscenza. Non si accorse dei tratti che da nero si tingevano di un oro limpido e splendente e che la grotta prese a tremare per qualche istante, come se si sentisse offesa di quell'affronto.
Poi, come il giorno segue la notte, il silenzio segue il frastuono, se placato.
Si udì solo un tintinnio alquanto inquietante. Homura, scioccato dai fatti appena avvenuti, si accorse a malapena che il diadema del bambino era in terra, abbandonato a se stesso.
Però percepì più che bene il dolore acuto che gli attraversò il petto quando gli artigli lo colpirono. Con uno scatto repentino, si allontanò dal bambino, che non era più un bambino. Mentre si sollevava, Homura notò che Goku ora aveva orecchie a punta e zanne lunghe che sporgevano dal labbro.
Ma la visione più terrificante furono gli occhi. Occhi da felino, da predatore, selvaggi, desiderosi di uccidere, cacciare, sbranare.
Il demonietto si scagliò con forza contro di lui e lo sbattè violentemente contro la roccia.
Homura gemette e si guardò intorno, in cerca di una via d'uscita. Non avrebbe mai immaginato che il Seiten Taisei si sarebbe potuto manifestare prima che lui si imposessasse del tesoro e, quindi, del suo custode.
Aveva progettato di togliere il diadema al bambino solo dopo aver portato a compimento il suo obiettivo.
Si rialzò prima che la sua testa finisse disintegrata a causa del pugno che il Seiten era intenzionato a dargli.
Si guardò intorno, in cerca di una via di fuga, ma non c'era molta scelta. L'ingresso da cui erano giunti era bloccato, dato che aveva pensato di utilizzare la potenza del bimbo, per uscire dalla grotta. Quella stessa potenza che lo avrebbe ucciso se non avesse trovato in tempo una soluzione.
Poi si udì un sibilo, quando gli artigli del Seiten, mancato il bersaglio, ovvero il collo dell'uomo dai capelli corvini, cozzarono contro la parete, provocando una lieve frana della roccia.
Homura imprecò, ringranziando il cielo di non essere stato colpito. Osservò rapido i danni provocati dall'attacco. E strabuzzò gli occhi. Il disegno di quel lato si stava lentemente sgretolando e Homura avrebbe giurato di aver scorto dell' oro sotto gli strati di roccia. Ecco perchè, si disse, nonostante la breve scossa, la caverna non è ancora crollata! Ma questo era nulla in confronto all'aver scoperto una ricchezza infinita!!
L'uomo lanciò un urlo di gioia, ma un attimo dopo urlò di dolore. Il demone aveva conficcato le sue zanne nella gamba dell'uomo, già precedentemente offesa, e Homura crollò a terra, osservando sgomento il sangue che usciva a fiotti dalla ferita. Alzò lo sguardo e osservò il Seiten Taisei che lo sovrastava, ghignante.
Come a farsi beffa di lui, il destino volle che gli occhi del suo assassino fossero di oro colato e, forse, anche più puro di quello che aveva tanto agognato.
Il suo scopo di vita lo aveva portato alla sua morte.
Il demone sollevò il braccio per trapassargli il cuore e porre fine alla sua vita, quando si udì il nome del bambino urlato.
Il Seiten, senza pensarci, riconoscendosi in quell'appellativo, si voltò.
Sanzo fissava la creatura, indifferente. Non si riusciva a cogliere nei suoi occhi, anche se presente, la sorpresa nell'aver trovato, al posto della sua petulante scimmietta, un mostro che lo fissava famelico, acceso da istinto omicida. Il cavaliere, infatti, si riprese subito e osservò di sbieco il diadema, abbandonato in terra.
- Homura- disse - Sei un'idiota.- Proferite queste parole si avvicinò lentamente alla coppia. Il demone analizzava con lo sguardo ogni suo singolo gesto.
Sanzo ricambiò lo sguardo, freddo e calcolatore.
- Non- sibilò - ti azzardare ad attaccarmi, scimmia!-
Ma, ovviamente, il Seiten Taisei si scagliò, senza esitare, contro il biondino. Sanzo ebbe pochi secondi per pensare. Sollevò la daga, puntando la punta contro il petto del bambino lanciatosi all'attacco.
Quando il demonietto fu abbastanza vicino, inclinò la lama, in modo che non tagliasse o procurasse alcuna ferita. Dopodichè colpì. Fece pressione sulla fronte abbastanza per stordire il demone che, barcollando, cadde all'indietro.
Per bloccarlo, il cavaliere conficcò l'arma nel terreno, trappassando la camicia del bambino, ma questi, comunque, non reagì, data la botta presa.
Il biondino si affrettò a recuperare il diadema e a farlo scivolare tra i capelli del ragazzino, adagiandolo sul capo.
Fu un attimo e Goku riacquistò il suo originario aspetto. Sanzo rimase fermo qualce attimo, controllando che il respiro del piccolo fosse regolare.
Poi si sollevò e si avvicinò lentamente all'uomo, osservando l'oro che risplendeva nella grotta, creando strani, ma piacevoli, effetti ottici. Poi il suo sguardo si posò, implacabile, spietato, su Homura, accasciato ai suoi piedi.
L'uomo biascicò qualcosa, poi ripetè a voce più alta: - Come hai fatto a passare? Avevo bloccato...-
- Non sono solo. Ci sono molti, là fuori, che aspettano i vedere le tue viscere rotolare fuori dal tuo corpo..- lo interruppe Sanzo.
Homura sogghignò, seppur con una smorfia di dolore. - Non sei cambiato, Koryu...Per niente...-
Sanzo si irriggidì. - Come dici?-
- Ah, io ti conosco da più di quanto credi...Ti odiavo anche quando eri un bambino petulante e viziato! E odiavo anche Komyo! Come aveva potuto farmi questo?! Se non fosse stato per voi due - disse le ultime due parole con diprezzo- io sarei divenuto presto re della regione! Avrei dovuto succedere a quel rimbanbito di Komyo!! E invece? Salti fuori tu!
Oh, ma ho avuto la mia vendetta! E che vendetta!-
Il principe lo afferrò per la collottola. - Parla chiaro, brutto stronzo! ( perdonate il volgare, ma Sanzo è Sanzo U.U nd me)-
L'uomo rise. - Ma come? Non sai nulla? Bene, allora te lo dirò chiaro e tondo! Ho ucciso io Komyo*. L'ho avvelenato nella notte, mentre era già in convalescenza per la malattia! Avevo programmato tutto con perfezione! Tu saresti stato incolpato della sua morte, perchè eri stato l'ultimo a vederlo prima del decesso. E, poichè non eri figlio legittimo, saresti stato cacciato ed io avrei avuto campo libero! E così è stato! Se non per il fatto che quello stupido circolo di consiglieri ha deciso di far salire al trono, in attesa di un valido sostituto, nientemeno che Shien, quell'incapace!! La mia ultima possibilità era divenire così ricco e potente da influenzare e corrompere qualunque esponente di nobiltà e arrivare al potere! Per questo mi sono messo al servizio di Shien! E, dopo anni di ricerca, ho scoperta la leggenda di quel ragazzino! E, controllate che le fonti fossero attendibili, mi sono messo alla ricerca del bambino...-
Quando Sanzo parlò, il suo tono era atono. - E' per questo che hai attaccato Chiarella? Non certo perchè Goku aveva tagliato la starda al principe e al suo stallone.-
Homura agitò una mano: - Quella è stata una coincidenza!-
La mano di Sanzo si serrò attorno al collo del nero, bloccandogli l'uso della parola.
Un gelido sorrisino era comparso sul volto del biondino. Homura osservò per un secondo le ametiste ghiacciate.
Poi avvertì un dolore acuto e si perse nel viola più totale.

Fine capitolo! ^^
Felici? So che non è il massimo, ma è stato complesso da scrivere!! Ho voluto accennare solo al Seiten Taisei e non prolungare lo scontro... Non so perchè, ma ho preferito così!
Troppo bella la frase * Ho ucciso io Komyo!, mi sa tanto di Re Leone! ( Ho ucciso io Mofasa!! xD)
Ok, dopo questa posso anche ritirarmi... >.> Che volete farci? Sarà l'aver ripreso la scuola che mi rende così stanca e demente...
Sapete, avevo in mente di scrivere un'altra storiella sui nostri Saiyuki Boys...A breve.... A voi farebbe piacere? Fatemi sapere che ne pensate... Penso, però, di farla più breve di questa...^^'''
Sempre AU, però. Mi piace troppo immaginarli in altre realtà! ^^
Detto questo, perdonate, come al solito, qualche errore grammaticale...
Al prossimo capitolo!

kiss, angel

ps= ah, per chi non l'avesse capito, dato che non è scritto esplicitamente, Homura is +__+ ( ovvero, DEAD)
Povero Homura... xD

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Una casa, una famiglia, un lieto fine ***


capitolo 1 x Maki-chan: Creata la nuova AU, ma è Shounen ai, non ho idea se come genere ti piaccia... O.o Spero di sì, altrimenti ho perso una mia cara lettrice! ç__ç
Solo che, sai, avevo il desiderio di provare a scrivere anche questo tipo di fanfic, è una sorta di sfida... Comunque se ti interessa, per la nuova storia ho già pubblicato il primo capitolo.. ^^
Per il resto sì, Homura è +_+ definitivamente! E, finalmente, il dolce epilogo! xD
x Temari: Visto? Ho inserito il Seiten, anche se per poco... xD Per quanto riguarda un'altra fic, stesso discorso di prima. Già scritta e pubblicata, ma avverto che è Shounen ai... Non so se ti possa piacere come genere... Comunque, nel caso di una risposta affermativa, allora spero ci rincontremo! ^^
x Mara: Ciau Mara, grazie del commento! E, non preoccuparti, puoi utilizzare ancora la mia password per ora. No problem! Comunque grazie mille del commento! Alessia scrive Fiction? Non lo sapevo... Ma ne ha mai pubblicata qualcuna? O.o
x Francesca Akira89: Ma ciauu! Sono felice sia tornata! ^^ Fa sempre piacere! Ricordo ancora il tuo commento! Grazie mille di aver ri-commentato! xD Troppo carina!
Visto che aspettavi, eccoti la conclusione!
x rika 87: Questo è l'ultimo capitolo, purtroppo... I'm sorry, ma non amo le fanfiction troppo lunghe, e questa è già uscita piuttosto ampia... Insomma, 15 capitoli! xD
Hai ragione, però! Homura se l'è proprio meritato! xD Cmq, come ho già accennato, ho già scritto un'altra fic, per cui credo che ora mi dedicherò a quella... Sarebbe assurdo portarne avanti due, quando è già difficile aggiornarne regolarmente una... ^^
x krikka 86: Ora vedrai la reazione di entrambi! xD Sono felice ti sia piaciuta la descrizione della grotta! xD Grazie mille, sento che i miei sforzi vengono apprezzati! :3
x azrael: Tranquilla, i tuoi commenti lunghi mi piacciono un sacco! xD Ma sopratutto apprezzo la tua sincerità. Grazie davvero. Ho tenuto nascosta la morte di Homura, così ogni lettore può divertirsi a immaginare quale parte del corpo Sanzo abbia colpito o fatto a pezzettini! *__* Libero arbitrio! xD


Questo è l'ultimo capitolo... Devo dire di essere abbastanza soddisfatta di me stessa! Insomma, credo che la storia sia piaciuta, per quanto possa aver avuto qualche imprecisione o difettuccio...Almeno io la penso così... Non è da tutti arrivare a più di 80 recensioni! Per essere la mia prima fic è un traguardo! Cmq, affermo che la mia intenzione era quella di intrattenere i lettori e di fargli provare quella soddisfazione che provo io quando, dopo la lunga attesa di un altro capitolo, finalmente posso leggerlo, col cuore che batte, e decidere se mi soddisfa o meno.
I ringraziamenti li rimando a dopo. Ora vi lascio al capitolo!




Capitolo 15
Una casa, una famiglia, un lieto fine

Sanzo osservò indifferente la pozza di sangue che si allargava sotto il cadavere. Le pareti erano state macciate da schizzi di quel liquido rosso e ferroso.
Il cavaliere si allontanò, non rivolgendo più lo sguardo verso Homura, e si avvicinò al corpicino del ragazzino, steso in terra.
Il viso del piccolo era sereno e rilassato, tipico di un bambino.
Le palpebre chiuse dolcemente, la bocca leggermente aperta, la fronte distesa, coperta da qualche ciocca ribelle. L'effetto immacolato, però, era spezzato da un particolare.
Una sfumatura di sangue sulla guancia destra, una macchia indistinta e sbavata, leggera, che, però, comunicava l'innocenza e la spensieratezza perduta.
Goku non avrebbe mai dimenticato quella brutta avventura, Sanzo lo sapeva bene. Ma, si disse, il tempo avrebbe aiutato a curare le ferite e, col passare degli anni, Goku si sarebbe reso conto che è necessario continuare a guardare avanti e vivere.
Il biondo principe, o meglio re, si chinò sul bambino. Allungò le braccia per sollevarlo, ma esitò quando vide il piccolo aprire gli occhi, sbattendo le palpebre, per poi richiuderle e abbandonarsi al sonno con un sorriso sul viso, dopo essersi tranquillizzato con la visione di Sanzo. Il ramingo prese in braccio il bambino, sentendo il calore e il battito del cuore familiare contro il suo petto.
Discese senza fretta i gradini, cullando il ragazzino tra un dislivello e l'altro.
Infine Goku, disturbato e al tempo stesso rassicurato dalla camminata del suo salvatore, riuscì a riscuotersi dal torpore e dalla stanchezza che la trasformazione aveva provocato.
Puntò i suoi occhioni dorati sul volto cupo del biondo che, accortosi dello sguardo del cucciolo, lo strinse leggermente a sè, non riuscendo a dimostrare con un altro modo il suo affetto e quanto quel ragazzino petulante gli fosse mancato.
- Sanzo...- biascicò il piccolo, ancora mezzo addormentato.
Sanzo sbuffò e le labbra si distesero di qualche centimetro in un sorriso. - Cosa c'è, Goku?-
Non era ancora il momento di riutilizzare l'appellativo scimmia, sapeva che avrebbe colpito la sensibilità del bambino, sopratutto in un momento così fragile.
- Dove...- Goku impiegò qualche istante a formulare la domanda. - Dove stiamo andando?- chiese dopo un pò.
Sanzo reclinò il capo in avanti e i capelli biondi nascosero i suoi occhi.
- Sei il solito curioso...- disse, poi riflettè su cosa rispondere al bambino.
Nel frattempo Goku sollevò il visino, alla ricerca delle ametiste dell'altro. Ma non fece in tempo ad aggiungere qualcosa, che giunse la risposta.
- A casa.-
Il bambino rimase interdetto e sorpreso. - Con... Con te?-
- Ovvio, sciocco!- Sanzo gli rivolse uno sguardo indifferente. Probabilmente aveva recuperato il suo autocontrollo.
Ma Goku non si fece intimidire. Sorrise dolcemente e strinse tra le dita il mantello del ramingo, come per assicurarsi che non svanisse da un momento all'altro. Era troppo bello per essere vero. Un sogno.
Lui, finalmente, avrebbe avuto una famiglia, costituita da membri che provano affetto reciproco, anche se poco visibile in alcuni casi, come Sanzo.
Avuta la certezza che il cavaliere fosse reale, mormorò un grazie e, infine, si abbandonò al sonno profondo e, per la prima volta dopo molti giorni, privo di incubi, ma ornato con paesaggi primaverili e soleggiati.

I giorni seguenti furono tranquilli e densi. Il gruppo riprese il viaggio di ritorno, solo Hiroshi rimase al villaggio, incaricato da Sanzo di controllare il tesoro custodito sotto gli affreschi della grotta fino all'arrivo di un corpo di uomini scelti, che avrebbero dovuto estrarre e trasportare gran parte dell'oro nella capitale.
Sanzo aveva già progettato di impiegarlo per il bene del popolo e della nazione e, con grande gioia di Goku, per riedificare Chiarella, che era stata letteralmente bruciata e distrutta.
Ovviamente gran parte dell'oro sarebbe rimasto nella spelonca, anche perchè gli abitanti avevano ritenuto l'estrazione del tesoro come un affronto agli dei ed avevano permesso amaramente al principe di portarne via un pò, ma non più del dovuto o una maledizione si sarebbe scagliata sul villaggio.
Sanzo non seppe se ritenere la motivazione come una scusa affinchè il villaggio poi usufruisse per conto suo dell'oro, o se, veramente, si trattava di pura devozione religiosa.
Ma non stette ad interrogarsi più di tanto. Ora il loro unico obiettivo era tornare al castello e stabilirsi per un pò, sopratutto perchè Sanzo avrebbe dovuto sistemare non pochi affari burocratici e politici.
A questi piccoli affari avrebbe pensato in seguito.
Goku socializzò con Simon in una velocità sorprendente. Si trovava così bene col giovane che, ogni tanto, cavalcava con lui durante il giorno.
Il giovane soldato, dal canto suo, non rifiutava la compagnia del bambino. Entrambi erano i più allegri e spensierati del gruppo e schiamazzavano tutto il viaggio, con grande irritazione di Sanzo e di Hugh, che spesso zittiva il fratellino con un'occhiataccia.
Sanzo cominciò a provare un filo di simpatia per l'uomo dagl'occhi grigi. Era silenzioso, ubbidiente, lavorativo ma, sopratutto, non ficcava il naso negli affari altrui.
Eppure, si rese conto il cavaliere, quando stava accanto al fratello, sembrava trasformarsi.
Un giorno, per dirne una, Simon si era allontanato per recuperare dell'acqua e non aveva più fatto ritorno. Il cavaliere aveva visto gli occhi di Hugh lampeggiare, alla notizia, e, per un'istante, l'uomo sembrò perdere il suo autocontrollo. Ma si riprese più che in fretta. Posò la legna che aveva in mano e si allontanò di gran passo. Mentre Sanzo spostava lo sguardo, indifferente, sentì Goku mormorare:
- Non gli piace quando una persona a lui cara gli si allontana...-
L'avventura comunque si concluse per il meglio. I due rientrarono al " campo" poco dopo, il giovane si era solo attardato perchè, essendosi rovesciato il secchio contenente l'acqua, aveva dovuto tornare indietro e riempire il contenitore. Hugh gli diede dell'imbranato, ma presto lo perdonò.
La sera,davanti al braciere, spesso giocherellava distrattamente con una ciocca bionda ribelle di Simon, mentre questi si adoperava a preparare il fuoco e, quando tutti si ritiravano, i due fratelli si appartavano in un angolo a parlare per un tempo, apparentemente, infinito.
Aveva sentito Gojyo chiedere a Simon come mai i due non fossero rimasti a Enlil, ma il ragazzino aveva risposto, senza esitazione, che il loro posto, ormai, era al servizio del re.
Nei giorni seguenti, Gojyo cominciò a farsi stranamente scontroso e triste. Non proferiva parola e non stuzzicava più Goku, il che era alquanto strano.
Non che Sanzo si lamentasse, ma Hakkai nutriva una certa preoccupazione per il comportamento del compagno. Così una sera lo prese da parte, nonostante il rosso lo avesse mandato più volte a quel paese e apprese il motivo del nervosismo di Gojyo.
Proprio in quel periodo, Gojyo era stato sbattuto fuori casa dalla madre e, pochi mesi dopo, il padre, che si occupava di lui, era morto perchè malato e lui era stato costretto a rubacchaire qua e là per sopravvivere.
Fortunatamente, dopo la conversazione col predicatore, Gojyo riprese il suo carattere di sempre, questo lo confermava il fatto che, il giorno dopo, aveva spinto, durante un battibecco, il piccolo Goku nel fiume. Ma ora, con grande irritazione di Sanzo, il bambino tremava di freddo, dato che, proprio in quel momento, un leggero venticello aveva deciso di alzarsi.
- Sei un imbecille!- sbottava ripetutamente il principe all'oste, ma il rosso era talmente di buon umore che non se la prese.
Ma che diavolo s'erano detti quei due? La curiosità lo vinse e chiese ad Hakkai come avesse fatto a farlo cambiare così nel giro di una sera.
- Oh, - rispose Hakkai. - Gli ho solo detto che un uomo irritante non piace e...-
- E..?-
- Beh, gli ho promesso che tra due notti, quando saremo a casa, lo accompagnerò in un bordello...- Il predicatore sembrava abbastanza preoccupato.
Sanzo sogghignò.- E scommetto che non sei mai stato in un bordello...-
- Certo che no!- s'indignò Hakkai. - Non è il posto più adatto per una professione di fede.-
- No, direi di no. - ammise il cavaliere.
Hakkai si limitò a scuotere il capo, sconsolato, quando venne preso per un braccio da Gojyo e trascinato in avanti, verso il centro del campo.
Sanzo, rimasto solo, chiuse gli occhi, rilassandosi, appoggiando la schiena contro il fusto di un albero.
Ma la sua sosta durò pochi attimi, visto che fu scosso per un spalla. Aprì le iridi, irritato, e fulminò con lo sguardo Goku, che lo fissava contrito ma, al tempo stesso, eccitato.
- Sanzo, Sanzo! Accompagnami, per favore! Accompagnami!-
Sanzo sollevò un sopracciglio, stizzito: - Dove?-
Ma il bambino non perse tempo. Cominciò a tirarlo per un braccio, costringendolo ad alzarsi, e lo trascinò verso l'interno della boscaglia.
- Sbrigati, sbrigati!- continuava a ripetere.
- Insomma!- Sanzo si bloccò e tirò a se il ragazzino. - Dove mi stai portando, scimmia?!-
- Di qua, di qua!- strillò Goku, sfuggendo alla presa. Sanzo dovette corrergli dietro, ma lo perse comunque di vista.
Un morso lievissimo di preoccupazione cominciava ad affiorare. Possibile che quel bambino non riuscisse a stare fermo un attimo?
Poi sentì chiamare il suo nome. Seguì quella vocina infantile, petulante ma vellutata, che lo guidò presso il suo proprietario.
Goku rideva, zigzagando tra un mare di girasoli che si offrivano alla luce del sole e costituivano un'immensa distesa gialla.
- Hai visto, Sanzo? Visto che bello?-
Sanzo raggiunse il ragazzino, osservando la purezza personifoicata. Goku non stonava affatto in quel paesaggio, anzi si adattava benissimo. I suoi colori e tratti caldi si sposavano con quelli allegri del campo di girasoli.
Gli occhi dorati erano stati rapiti dallo splendore di quel paesaggio, tanto che Goku rimase immobile qualche istante a fissarlo. Sanzo lo raggiunse, affiancandoglisi, silenzioso e rapido.
Il bambino allungò le dita fino a sfiorare un petalo del fiore più vicino.
- Come si chiamano?-
Sanzo impiegò qualche istante a capire che il piccolo si riferiva a quei fiori.
- Girasoli. Sono fiori particolari. Vivono amando il sole, seguendolo in ogni suo spostamento e riposano quando calano le tenebre. E' una sorta di devozione.-
- Anche a me piace il sole!- esclamò il bambino contento. -I tuoi capelli sembrano raggi di sole, Sanzo! Sono così luminosi...!
Sanzo rimase interdetto per un pò. Fu Goku a rompere il silenzio.
- Ho avuto paura all'inizio... Pensavo che non mi saresti venuto a prendere...- gli occhi del bambino era lucidi.- Credevo che sarei rimasto solo per sempre..-
Il ramingo scompigliò i capelli del piccolo. - Questo non accadrà mai. - disse asciutto.
Goku non replicò, ma sorrise, godendo del calore che il sole sul viso e quella mano gli regalava.

Giunsero a Zagral, la capitale, due giorni dopo. La città accolse, con sorpresa del gruppo e una smorfia stizzita di Sanzo, il nuovo re.
La voce dell'equivoco sull'assassino del re Komyo si era sparsa a velocità stratosferica. Sanzo sospettava fosse opera di Hiroshi.
Fatto sta che i cittadini prepararono una festa in suo onore, allestendo nella piazza un altare, destinato all'accoglienza del nuovo erede al trono.
Sanzo riconobbe, con sua grande irritazione e rabbia, tutti i nobili della coorte che, anni prima, lo avevano condannato senza pensarci due volte. Li fulminò a uno a uno con occhiate velenose, e quelli si ritrassero, all'istante.
Il biondo si affiancò a Hakkai, Gojyo e Hugh e annunciò: - Da oggi, siete tutti eletti miei consiglieri. Devo fare un pò piazza pulita di idioti ricconi.-
I due giovani lo fissarono stupiti, Hugh si limitò ad un cenno del capo, restando impassibile.
Restarono bloccati tra la folla per ore, dato che Sanzo doveva anche mostrarsi al popolo.
Le fanciulle rimasero impressionate dalla sua bellezza e dal suo splendore. I giovani lo fissavano chi invidioso, chi socievole, chi con odio.
Il carattere di Sanzo non tardò a mostrarsi e la folla cambiò atteggiamento. Le ragazze, che prima lo ammiravano, qualcuna lo trovava ancora più affascinante, ma la maggior parte erano intimorite.
Quando giunsero a palazzo, Gojyo si lamentò della salita vistosa che avrebbero dovuto fare e affermò che non sarebbe mai più uscito da quel luogo... Se non in compagnia di una bella donzella.
Sanzo salì per ultimo, rispondendo gelido a qualunque guardia gli si avvicinava per difenderlo da chissà quali pericoli.
Così l'unico che gli si affiancò fu Goku, che saltellava qua e là, intorno a lui.
Un nervo cominciò a pulsare sulla fronte del re, ma egli cercò di trattenersi da tirare un pugno in testa a quella scimmietta così pimpante.
Si rassegnò al fatto che avrebbe dovuto sopportarlo per un bel pò.
Il portone era già spalancato e alcune donne si affacendavano per dare il benvenuto a sua maestà.
Sanzo si voltò a guardare indietro, cominciando a rimpiangere la sua vita da ramingo, da libero da ogni impegno. Sbuffò, arrabbiato.
Poi avvertì una manina vellutata prendere la sua.
- Sanzo, non vieni?- chiese candido Goku. Il sole accompagnava la sua figura, illuminandolo.
Il biondo non rispose. Si incamminò verso il portone e, vedendo il bambino sorridere e superarlo con una breve corsa, si rese conto che, tutto sommato, non si sarebbe lamentato.
La libertà gli mancava, certo, ma ormai era legato indissolubilmente a quel ragazzino e riteneva che sarebbe rimasto suo prigioniero per sempre, volente o nolente.

 - THE END-



Finita! ^^ Un pò mi dispiace, ma ogni storia ha un inizio e una fine.

Sanzo sarà un re in gamba, anche se molto, ma molto, scorbutico. Goku diverrà il begnamino del castello e, in seguito, legittimo erede al trono.
Hakkai gestirà il monastero poco fuori dalla città, ma entrerà a far parte della coorte del re.
Gojyo aprirà una catena di locande e spesso gli capiterà, ubriaco, di recarsi da Hakkai per confessarsi.
Simon e Hugh resteranno fedeli a Sanzo per un lungo periodo, dopodichè torneranno a Enlil, dove, oltre a sposarsi e mettere su famiglia, custodiranno per il re il tesoro rimasto nella grotta, come promesso ai cittadini.
Hiroshi si ritirò con la moglie e nominò suo figlio come generale al suo posto.
Kogaiji, Lirin, Yaone e Dokugaiji ebbero in dono una fattoria più ampia e pulita e divennero i fornitori ufficiali di legna per il castello, dato la qualità pregiata della zona.
Il corpo di Shien fu richiesto dal padre, il corpo di Homura non ebbe sepoltura, ma le sue ossa rimasero in eterno nella grotta, affianco all'oro ( in fondo era quello che voleva xD)
Per ogni chiarimento contattatemi! ^^

Ora i ringraziamenti:
innanzitutto alla sensei Minekura, che ha dato vita ai personaggi!
poi a:

- azrael: grazie di avermi seguito fino in fondo e di avermi fornito il tuo giudizio sincero, attraverso commenti lunghi chilometri! ^^ Ed è un complimento!
- Temari: grazie mille di avermi fatto notare alcune imprecisioni all'inizio, che mi hanno permesso di migliorare la fic ^^ Grazie per i tuoi commenti spiritosi!
- Maki-chan: grazie perchè hai apprezzato la mia fic in particolare e mi hai dato al spinta per continuarla!
- Ali-chan: grazie mille di aver commentato!
- Bonza Corrotta '92: Amore, grazie di tutto! E' grazie a te che ho pubblicato la fic! Ma, sopratutto, grazie ai tuoi consigli e alle tue minacce sono riuscita a concluderla! Il disegno che hai fatto per la fic è stupendo! Appena ho lo scanner, lo inserisco nel mio profilo! xD
- rika87: grazie per aver commentato sempre e di aver sempre approvato i miei capitoli ^^ La tua gentilezza è stata molto apprezzata! xD
- krikka86: grazie mille di avermi seguito fino alla fine!! E di aver partecipato, con i tuoi commenti, alla produzione dei vari capitoli! Grazie mille! :3
- Valy 90: Grazie amore di aver commentato! Ricordati di iscriverti su EFP! Ci si sente via msn! Grazie millissime!
- Francesca Akira89: Sono felice che anche tu abbia commentato, alla fine! Vuol dire che la fic, tuttosommato, ti è piaciuta! Grazie ancora! xD
- Mara: Appena vengo da te, ti faccio iscrivere a questo maledetto sito, così la finisci di usare la mia password per commentare! xD Grazie del pensiero! ^^

grazie a chi ha inserito questa fanfic nei preferiti:
- deedlit83
- drfafy
- HPalessandra
- krikka86
- leuconoe
- Maki-chan
- rika87
- Shiva Fuyu
- Temari

Non dovrei aver dimenticato nessuno ^^!
Spero che la fic vi sia piaciuta, nonostante le imprecisioni e gli errori grammaticali. Scusate anche per i vari ritardi negli aggiornamenti! ^^


kiss, claudietta



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=194135