Diario di una banshee

di Connydc
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Be strong ***
Capitolo 2: *** When you love someone but it goes to waste, could it be worse? ***
Capitolo 3: *** I need you ***
Capitolo 4: *** white room ***
Capitolo 5: *** My time ***
Capitolo 6: *** I need hug ***
Capitolo 7: *** Bad dream ***



Capitolo 1
*** Be strong ***


Alla fine non rimane nulla, è tutto un turbine di sensazioni, di emozioni che ti portano altrove, lontano dalla realtà dove nulla può tirarti fuori. Ogni volta era così, ogni volta ero collegata altrove, ad un mondo che mi faceva tremare le gambe, mi annebbiava la vista, mi stringeva la gola, che mi metteva la pelle d'oca mi portava a vestirmi di paura e di morte. Odiavo tutto questo e soprattutto odiavo restare sola con questo e con la paura di non tornare ma come farsi forza? Serviva un'ancora ma non avevo un'ancora, non più e non meritavo di esserlo per nessuno. Come può una portatrice di morte essere l'ancora di qualcuno? Feci così allora, mi abbandonai al mio destino e feci del mio amore per le persone a me care la mia ancora, avrei dato la vita per i miei amici.

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Capitolo 2
*** When you love someone but it goes to waste, could it be worse? ***


When you love someone but it goes to waste, could it be worse?



"When you try your best but you don't succeed. When you get what you want but not what you need..." la musica iniziò a diffondersi in auto, alla radio era appena uscita "Fix you" dei Coldplay, una canzone tutt'altro che incoraggiante per me in quel momento. Frenai al semaforo, le strade erano deserte, avrei potuto benissimo continuare a guidare, faro uno strappo alle regole, schiacciare sull'accel
eratore e schizzare via come avevo progettato quella sera ma non lo feci, mi fermai. Un blocco al cuore, un nodo alla gola e un sussurro che mi fece rabbrividire la pelle.
-Lydia
Strinsi più forte il volante e serrai le labbra, ignorando quel suono, quella voce.
-Lydia no.
Non volevo ascoltare, non volevo sentire la sua voce, non volevo parlare con lei, con Allison. Alzai il volume della radio come se servisse a sovrastare quella voce che si faceva spazio nella mia testa.
"And the tears come streaming down your face. When you lose something you can't replace. When you love someone but it goes to waste, could it be worse?" 
-E' così? Pensi che possa andare peggio ora?
A poco servì, la canzone, le sue parole, non ce la feci e la mia vista si annebbiò, le mie guance si inumidirono allo scorrere delle lacrime sul mio viso.
-Va già peggio Allison! Va sempre peggio da quando non ci sei ed io non voglio più continuare così, non ce la faccio a mettere a rischio la vita di chi amo, ho già perso troppo. Ho perso te!
Un inspiegabile calore mi accarezzò le braccia e mi immobilizzai. Quel calore, il calore di un abbraccio, un sussurro, una stretta della mia migliore amica, di quella che per me era una sorella.
-Non mi hai persa, io sono sempre qui e quello che è accaduto oggi non...
-Allison si! E' colpa mia! Stiles non mi rivolge la parola perchè sono stata incapace di avvertire prima quello che è successo a lui e Scott, Jordan stava per morire a causa mia ed ora probabilmente mi odia. Non ci riesco, non riesco a fare tutto io.. Non voglio più.
Mi passai una mano sotto gli occhi e me la premetti sulle labbra per zittirmi.
-Non ti odia, sai che lui...
-Ascolta!
Alzai il volume, la fase della canzone fu chiara: "Tears streaming down your face. When you lose something you cannot replace. Tears streaming down your face and I.."
-Io non posso sostituire te, nessuno ha preso il tuo posto e non posso sostituire lui che è il primo che si interessa un minimo a come sto da quando sei scomparsa eppure continuo in un qualche modo la storia si ripete, perdo e io non riesco a cambiare le carte ma gli altri forse possono ed è giusto così!
Sentii qualcosa che tentò di frenarmi ed alzai il tono della voce.
-Lydia Martin non è più la ragazza popolare della scuola, Lydia Martin ora è la ragazza che scova i morti, è la ragazza che vaga sola e che sente il sapore della morte sulle labbra e sulla pelle ogni giorno e io non ci sto, non voglio ritrovarmi a fingere ancora di parlare con le persone che non mi sono più accanto e che mi mancano da impazzire. Si Allison perché il sto impazzendo nel fingere questa conversazione con te, fingere di averti accanto, di sentirmi dire le parole giuste, di sentire la tua voce o il calore di un tuo abbraccio. Sono sola! Io sono sola!
Lo urlai portandomi le mani alle tempie e chiudendo gli occhi. Nulla. Ci fu un silenzio. Il suono di un clacson alle mie spalle mi fece accorgere che il verde era scattato. Ripresi il volante e schiacciai il piede sull'acceleratore per prendere l'uscita da Beacon Hills e correre lontana dalla città forse per un giorno o anche una settimana. Avrei staccato da Beacon Hills e avrei portato via il pericolo da quella città e lontano dalle persone che amavo.
-Non sei sola, non ti lascerò sola, ti voglio bene Lydia
-Anch'io Allison
Sussurrai e andai dritta per la mia strada.

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Capitolo 3
*** I need you ***




-Dimmi che senso ha...che senso ha restare ancora qui?

Non aspettai la risposta, in fondo ero sola, parlavo a me stessa, al mio cervello e alla mia coscienza, che risposta potevo darmi da sola? Avevo bisogno di una sola cosa, avevo urgente bisogno di essere rassicurata e appoggiata ma nessuno sarebbe stato in grado di farlo.
-Ho bisogno di te..
Sussurrai girandomi a fissare una foro sul comodino, una foto che ritraeva me ed Allison. Mi mancava la mia migliore amica, avevo bisogno di lei, di sentirmi rimproverare per quello in cui mi stavo cacciando per l'ennesima volta. Avrei fatto di tutto per sentire la sua voce urlarmi contro.
"Lydia devi lasciar perdere, non fa per te, non è giusto, cosa direbbero gli altri? Ma..guarda, guarda il tuo sorriso, è di questo che hai bisogno, di sorridere e non di divorare con lo sguardo che ti passa accanto. Lotta, ti voglio sorridente".
Alla fine sarebbe andata così, mi avrebbe fatto la paternale e dubito dopo mi avrebbe spronata a non mollare. Mi allontanai dalla finestra, afferrai la giacca e andai verso la fonte del mio sorriso.

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Capitolo 4
*** white room ***



Avrei dovuto parlare, dire a qualcuno quello che mi stava succedendo, ma tutti avevano dei problemi ed io non ero più un egoista. Non restava che rintanarmi in quella stanza bianca ed urlare, chiedere aiuto così da poter dare colpa alla stanza se nessuno aveva sentito il mio disperato bisogno e grido di aiuto.

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Capitolo 5
*** My time ***




-Basta...baasta... BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA- 
le voci erano troppe, frequenti, insistenti e non la smettevano. Tutto quello che sentivo però lo sapevo già, non c'era più niente da fare.
-Non le ascoltare! Lydia va via, va via da loro, non è questa l'ora.
-Perchè no? Lo sai che non posso fare nulla, non posso fare altro e mi sta bene così..vedi il lato positivo, staremo di nuovo insieme.
-No non lo voglio, non voglio che tu muoia, loro si sbagliano.
-Shh le senti? E' ora..E' LA MIA ORA!
Un sorriso le percorse le labbra, fu uno di quei sorrisi spenti e privi di emozione. Fece un passo in avanti verso il muro.
-Lydia no!
-Allison sei solo la mia immaginazione. Lasciami andare, ti prego lasciami andare.
Strinse gli occhi, le guance erano rigate dalle lacrime. Fece un altro passo e poi un altro e un altro ancora fino ad arrivare davanti al muro, fino a toccarlo con le dita. In quel preciso istante sentì un buco al petto, poi nulla, un tonfo e il silenzio si diffuse sostituendo ogni cosa in quella stanza così bianca e vuota.

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Capitolo 6
*** I need hug ***




Ho bisogno di te...ok?! Io ho bisogno di te! Mi manchi, in momenti come queste mi manchi, non ce la faccio ad andare avanti senza di te, a lasciarmi andare, mi sembra di sgretolarmi momento dopo momento, giorno dopo giorno, caduta dopo caduta. Ho bisogno di un tuo abbraccio, ora. Ma indovina? Non posso averlo e di chi è la colpa? Mia. La colpa è solo mia se sto perdendo tutto.

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Capitolo 7
*** Bad dream ***


Era crollata a terra Lydia, lo shock di quella visone la fece letteralmente crollare a terra senza parole.
Si sentì privare del più piccolo briciolo di forza. Se ne stette accasciata a terra, le mani erano poggiate morbide sulle gambe, lo sguardo perso nel vuoto. Sulle labbra aveva ancora il sapore dello zenzero, avrebbe associato per sempre quel gusto all'uomo che ora le sedeva accanto, o quasi, Peter Hale.
Non riusciva a dare una spiegazione a quello strano fenomeno. Un giovane e affascinante ragazzo dagli occhi azzurri come il ghiaccio le cingeva in un bacio quasi carnale, pieno di desidero.
Lydia stringeva le mani tra i suoi capelli, attratta da quel ragazzo come mai prima di allora. Poi una strana luce le procurò fastidio agli occhi, costringendola ad aprire lentamente.

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Le chiese una voce.
Un urlo.
Il ragazzo bello e affascinante scomparve, al suo posto un uomo dal viso bruciato e dagli abiti scuri prese spazio tra le sue braccia. Peter per l'appunto.
Anche la casa cambiò aspetto. Poco prima si trovava in un salotto bianco e disabitato, comunque una casa ben rifinita, ora invece era vecchia, piena di fuliggine, disabitata e con le assi del pavimento rotte e traballanti

<< Sai Lydia, ti vedo visibilmente confusa... Ma almeno sai che non sei pazza.>>

Peter interruppe il silenzio, parlandole con tutta la tranquillità del mondo. Lydia invece dal canto suo, tenne lo sguardo avanti, non aveva il coraggio né la forza di girarsi a guardarlo. Lo stato di shock e confusione continuò a persistere, ma lei si sforzò di prestare attenzione alle parole dell'uomo.

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E fu così, nelle settimane a seguire Lydia ebbe svariati incubi. Fece fatica a distinguere la realtà dalle allucinazioni che di tanto in tanto le si presentarono.

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Dopo quella piccola frase, Peter si avvicinò ai suoi capelli, inspirando il suo profumo. Lydia strinse gli occhi impaurita, aveva timore di essere sfiorata ancora dall'uomo, si sentì tremare. Come immaginava, l'uomo le accarezzò il viso e scese a rigirare tra le dita una ciocca dei suoi capelli rossi.

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Lydia si sentì il cuore stringere. Peter le diede un bacio sui capelli. In quel momento la ragazza si pose mille domande, la più importante di tutte ovviamente era "Perché io?" e la risposta non tardò ad arrivare.

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Lydia aveva gli occhi chiusi, avrebbe voluto solo urlare e scappare in quel momento, troppo debole in quel momento. Peter continuava ad accarezzarle il viso, poteva sentire il suo respiro sulla propria pelle. Sul viso Lydia solo una lacrima. Fu un altro urlo a farla destare. Forte e potente, gettato a pieni polmoni da Peter.

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Gridò il suo nome. Una serie di immagini attraversarono la mente della giovane banshee, rivide ogni istante passato con l'affascinante ragazzo e le cose ora le parvero diverse. Quel ragazzo, un giovane Peter Hale, non era mai realmente stato lì con lei eppure lo vide, ci parlò, ebbe un dono da lui. Tutto fu più chiaro. Il suo compito fu più chiaro. Lydia riaprì gli occhi e della tristezza non vi era nessuna traccia. Si guardò accanto, come immaginava, Peter non era più lì accanto a lei ma certamente non distava molto da lei. A pochi passi da dove era accasciata infatti, sotto le vecchie asse di legno, era posto il corpo privo di vita di Peter Hale in attesa di lei. Nella sua mente si delinearono i passi da compiere, avrebbe fatto tutto pur di avere un po' di pace e di non essere più tormentata. Lo sguardo finì per posarsi sulle proprie mani, Lydia le aprì e dentro vi trovò il dono di Peter, il fiore, l'acconto viola. Aveva cercato a lungo quel fiore, non semplice dono della natura ma qualcosa di più per lei. Lydia prese tra le dita quella piccola e delicata rarità, un po' simile a lei, se lo portò davanti agli occhi. Lo sguardo ora deciso e determinato a liberarsi. La paura messa in secondo piano. Quel piccolo fiore segnò l'inizio del suo cammino nella morte.
 
 
 
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