Quel bullo del mio compagno di banco

di mattstarlight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mai camminare a testa bassa! ***
Capitolo 2: *** Il bullo dei bulli ***
Capitolo 3: *** E adesso passo anche per maniaco! ***
Capitolo 4: *** E ti pareva! ***



Capitolo 1
*** Mai camminare a testa bassa! ***


La campanella suonò tardi quel giorno. Ben venti minuti in ritardo. Mentre uscivamo da scuola altri studenti si lamentavano mentre altri esultavano per aver avuto più tempo durante il compito in classe.
Sinceramente la cosa non mi importava ma non avendo alcun argomento di conversazione da sfruttare con i miei compagni di classe avanzai qualche lamentela, così… per non essere emarginato come al solito.
Era da troppo che l’idea di essere catalogato come l’asociale di turno mi aveva rotto. Non era colpa mia se non trovavo nessuno con i miei stessi interessi e ogni qual volta cercassi di farmi avanti non ero mai ben accetto.
 
Il sole era basso e le strade della periferia di Seoul erano irradiate da un’intensa luce solare arancione. Gli altri studenti che di solito percorrevano un tratto di strada con me se n’erano già andati e proseguivo l’ampio marciapiede da solo accompagnato dal solo suono delle mie scarpe.
Attraversati due isolati il sole era completamente coperto dall’orizzonte e solo i suoi raggi erano visibili; fu allora che i lampioni si accesero illuminando a chiazze il terreno come piccole isole tra le quali mi divertivo a saltare pensando che ci fosse veramente acqua.
 
In quel momento mi scontrai in un passante. Avevo preso la rincorsa molto di più visto che il lampione successivo era stranamente più lontano e colpii lo sfortunato tanto da farlo cadere per terra sotto di me.
“Ah—“ esultò “ma che cazzo fai? Non guardi avanti quando cammini?”.
Feci per alzare la testa quando vidi il suo viso.
 
Era un ragazzo, aveva all’incirca la mia stessa età ma aveva i capelli tinti di un forte arancione come quello del sole di poco prima. Forse anche più intenso.
Aveva un forte odore di sigaretta sia sui capelli che sull’uniforme scolastica.
Io ramasi incantato a fissarlo, non sapevo perché ma non potevo far altro che guardarlo, non so se fosse curiosità, stupore o cos’altro, ma avrei potuto continuare a studiare il suo volto per ore.
Dopo qualche secondo mi spinse a terra lontano da lui e si mise una mano dietro la testa cercando di far passare il dolore per aver colpito il terreno. Ciò mi fece rinvenire, mi alzai il più velocemente possibile e ancor prima di sistemarmi i vestiti mi inchinai a novanta gradi balbettando uno “Scusami, non volevo colpirti”.
Prima che potessi rialzarmi si era già sistemato e rialzato “Sicuramente scusarti non mi farà passare il mal di testa!” disse rimettendosi la mano destra sulla nuca e portandosi alle mie spalle.
“Scusami veramente non avevo intenzione…” cercai di giustifacarmi ma venni bruscamente interrotto da un “Seh, seh, come ti pare!”.
 
Nell’arco di poco era ormai troppo lontano per potermi far sentire.
Mi riassestai e proseguii per la mia strada. “Certo che strano quello…” pensai.
Ma una cosa era certa, non me ne sarei dimenticato tanti facilemente.
 
Quando rientrai finalemente a casa dopo quella passieggiata che era durata fin troppo trovai mia madre alla porta con un tono di voce che rasentava una sirena dei pompieri “Si può sapere dove sei stato? Ti sembra questo il modo di far preoccupare tua madre? Sai quanto sono contraria al fatto che tu venga da solo da scuola!” urlò.
Non voglio neanche pensare di essere accompagnato dai miei! Già sono abbastanza asociale, non voglio essere ridicolizzato ancora di piu!
Corsi a tavola dove mi aspettava il resto della famiglia: mio padre sempre e rigorosamente con il giornale in mano e mia sorella maggiore che rideva come una pazza a quella vista. “Il nostro kookie si è fermano a parlare con una ragazza, o per la sfortuna che si ritrova con un ragazzo! Ahahahahah!” –Arrossii- concluse con una risata fragorosa che venne poi stroncata da mamma “Tu signorina non sei da meglio eh! Sempre davanti a quel cellulare! Quand’è che ti deciderai a migliorare a scuola?”.
“Basta mangiamo!” si intromise nostro padre dopo aver letto l’ultima pagina del giornale.
 
Vista l’ora decisi di mangiare velocemente e dopo aver fatto i compiti mi misi a letto.
Non c’è dubbio che quella fu una notte lunga e priva di sonno. Quella faccia mi era rimasta impressa nella mente da quando le nostre teste si erano scontrate arrivando a toccarsi con le fronti.
Vidi tutte le ore all’orologio e la mattina seguente sembravo un cadavere ambulante.
Mi trascinai fino in classe al mio banco, ero l’unico a non avere un vicino ma me n’ero fatto una ragione sfruttando un po’ di spazio in più.
 
Col suonare della campanella evitai di addormentarmi proprio mentre entrava il professore insieme ad uno studente che non avevo mai visto prima a scuola. Teneva la testa bassa e sembrava irriquieto.
“Seduti ragazzi, ho un annuncio da fare” e si rivolse al nuovo arrivato “Questo è Taehyung, si è trasferito oggi e starà con voi per il resto dell’anno. E’ più grande di voi di due anni, penso, “ alcune ragazze si misero a ridere e il professore se ne accorse “Ehi ragazze non c’è nulla da ridere, se ha dovuto rifare due volte il terzo non è un problema vostro! Avrà avuto le sue buone ragioni!” e mentre diceva questo Taehyung alzò la testa mostrando il viso proprio nella mia direzione visto che le ragazze che si divertivano a prenderlo in giro erano proprio dietro di me.
Sia io che lui ci accorsimo della presenza reciproca e per un momento perse l’attenzione sulle ragazze e mi lanciò un’occhiata confusa come a dire “E tu che ci fai qui?”.
“Bene, ora che le presentazioni sono fatte puoi andare a sederti… fammi vedere…”continuò il professore scrutando i banchi liberi della classe “là! vai a sederti vicino a Jungkook!” e si rivolse a me “Jungkook! Trattamelo bene! Così magari rimane con noi fino all’anno prossimo”.
Volevo sprofondare nella merda. Perché io, perché proprio a me?!? Anche se…era veramente così male? In fondo avevamo iniziato solo con il piede sbagliato. Non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro.
“Ah ma che ancora tu? Ma che mi spii?” mi disse appena si sedette spostando il mio zaino a terra.
Ok, ritiro tutto. Che stronzo! Però… Non pensai più e buttai la mia testa sul banco.
Preferivo che la stanchezza prendesse il sopravvenzo su questo casino.

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Capitolo 2
*** Il bullo dei bulli ***


Grazie a Dio le prime due ore passarono più velocemente di quanto immaginassi. Con il suono della campana schizzai fuori dalla classe raggiungendo il corridoio affolato. Pensai che mi sarei sentito più a mio agio nella folla, quando nessuno può essere riconosciuto e si crea una specie di barriera tra te e le persone che vuoi evitare.
Non potei neanche emettere un primo sospiro di sollievo che mi sentii il braccio preso da dietro. Venni girato in meno di un secondo ritrovandomi davanti l’unica persona che volevo evitare.
“Mi raccomando, vediamo di andare d’accordo! Ci si rivede in classe!” mi disse Taehyung mentre scompariva nuovamente nella mischia.
Cioè ma io dico… Possibile che non ce la faccia ad evitarlo neanche in un fiume di studenti irriquieti?
Il posto migliore per evitare chiunque rimaneva il cortile della scuola.
Da quando era stato vietato agli studenti per il suo utilizzo come zona fumatori solo pochi sapevano come accedervi.
Una porta di servizio secondaria all’interno di uno sgabuzzino conduceva al loggiato imminente al prato che ricordava vagamente quei chiostri medioevali nei monasteri di quelli che si vedono nei libri di storia.
 
Una volta entrato in quest’oasi di silenzio mi sentii già più a mio agio. Non sopportavo stare tra le persone se non per nascondermi da qualcuno. Sin da piccolo mi ero abituato ad isolarmi dal mondo e spesso mi venivano poste domande come “Ma come fai? Ma quanto sei asociale?” ma io non le prendevo in considerazione, sempre convinto che se per stare bene dovevo rimanere da solo si vede che era la cosa giusta da fare. Non sopporto la gente che cerca di forzare se stessa solo per far piacere agli altri.
 
Mentre pensavo ciò camminavo percorrendo il perimetro del loggiato per la seconda volta.
Avevo quasi finito nuovamente il percorso quando vidi uscire dalla porta un gruppo di ragazzi di un anno più grandi di me.
Tra di loro uscì un ragazzo nettamente più piccolo, forse di due anni, che cadde a terra e venne accerchiato dagli altri.
“Questo è quello che succede quindi fai la spia ai professori!” disse uno  lanciando un calcio al minore che gemette rannicchiandosi ancora di più.
Io rimasi immobile, shockato dalla scena che mi si presentava davanti. Non sapevo cosa fare. Stavano bloccando l’unica uscita e non c’era possibilità di evitarli se non aspettare che se ne fossero andati.
 
Feci per girarmi muovendomi in direzione opposta quando sentii un “Ehi tu!”.
No, no, no, vi prego no! Perché a me?
Fui costretto a rigirarmi. “Ehi tu” ripetè “vieni qui!” e io, cercando di fare il finto tonto “Chi? Io? Perché?”. Il ragazzo non se la bevette e mi fece cenno piegando la mano verso l’interno del braccio di avvicinarmi.
Non avevo scelta.
 
Quando mi avvicinai mi prese la camicia arrivando ad alzarmi da terra rischiando di soffocarmi. Non avevo neanche la forza di divincolarmi tanto era il mio spavento. Non mi ero mai imbattuto in una situazione del genere, ero sempre riuscito ad evitare certi elementi ma sapevo che prima o poi una cosa del genere doveva capitare… solo che…. Avrei sperato avvenisse più tardi… non ero ancora pronto!
 
Avvicino la sua bocca ai miei occhi cercando di parlarmi quando si sentì un tremendo suono di una porta sbattere.
Era l’ingresso al cortile che si era spalancanto mostrando la figura di Taehyung.
Il suo sguardo era fisso sul mio “molestatore” e lo guardava con un’aria di superficialità che non faceva altro che aumentare l’attrito dell’aria.
 
Taehyung si mise a ridere avvicinandosi al bullo con un andatura sciolta e tranquilla. Io nel frattempo gli inviavo occhiate come a dire Cosa aspetti? Fai qualcosa? AIUTAMI!  Sempre cercando di non essere troppo ovvio. Non volevo che pensasse che fossi un bambino incapace di difendersi da solo.
 
Quando finalemente arrivò all’obbiettivo si appoggiò alla spalla del gradasso “Non ti hanno insegnato a prendertela con quelli della tua stessa taglia?” e allungando la mano libera mi tolse dalla presa. Nel mentre lanciò un calcio al ragazzo che con mia sorpresa non battè ciglio. Sembrava più scioccato di me! Anche gli altri ragazzi non ebbero neanche la benché minima idea di controbattere.
Taehyung poi fece una finta abbastanza efficace da far allontanare i ragazzi.
La sua mano era ancora aggrappata alla mia uniforme quando uscimmo dalla porta tornando nel corridoio che conduceva alla nostra classe.
Nessuno dei due parlò finche non entrammo in classe. Ma fu troppo tardi per conversare sull’accaduto. Il prof entrò accompagnato dal suono della campanella.
 
Non fui molto attivo durante la lezione, troppo preso nei miei pensieri.
E se dopo quei tizi mi vengono a cercare di nuovo? Ma come faceva a sapere quell’entrata? Mi aveva seguito? Perché mai dovrebbe farlo?... eppure la sua tempistica era troppo azzeccata!
Beh di una cosa sono sicuro, ero grato per quel gesto e… quando mi ha preso per la giacca…non mi sono mai sentito così completo e felice…Cosa mi sta succedendo?

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Capitolo 3
*** E adesso passo anche per maniaco! ***


Alla fine dell’ora, appena il professore si allontanò dalla classe, Taehyung si girò verso di me con fare molto arrabbiato e stizzito lamentandosi “Come cazzo eri finito in mezzo a quella merda? Voglio proprio saperlo!” e io, un po’ stupito dalla domanda così estremamente premurosa “Stavo solo facendo un giro per stare un po’ traquillo, niente di più e poi mi si sono presentati davanti! Ma non c’era bisogno che intervenissi… avevo la cosa perfettamente sotto controllo!”…interruppi il mio discorso realizzando la grande cavolata che avevo appena lanciato.
“Certo, crediamoci. Senti… non farti più vedere in giro immischiato con quella gentaccia, intesi?” ribattè Taehyung.
Ma li conosceva? Beh, a giudicare dalle loro facce quando lo hanno visto mi sa proprio di si…
Feci un cenno con la testa e nel mentre si alzò dal banco e uscì dalla classe.
Appena solcò l’uscio della porta mi si avvicinò un ragazzo. Era uno di quelli del gruppo di poco prima. Il suo fare era molto più pacato e tranquillo rispetto all’assalto di prima.
“Ma… tu conosci V?” approcciò lo studente. “Chi è V?” risposi confuso…
“Il tuo compagno di banco! Non accetta di essere chiamato in altro modo da nessuno! Comunque…evitalo se puoi. E’ più pericoloso di quanto pensi… nessuno vorrebbe mai avere a che fare con un tipo del genere, neanche il più gradasso dei bulli!” interruppe bruscamente la conversazione quando sentì la voce di Taehyung avvicinarsi dal corridoio alla classe.
E’ perché non mi avrebbe detto di voler essere chiamato così? Aspetta… finora non ho mai avuto occasione di chiamarlo per nome…forse aspetta che qualcuno lo chiami…E se provo adesso? Pero… adesso che ci penso…è così pericoloso V? Eppurre era lui che mi aveva tirano fuori da quella sitazione…AAAHHHH! Ma che casino!
Taehyung rientrò dentro l’aula e ne approfittai per chiamarlo per nome. Quando sentì essere pronunciato in quel modo tutti i maschi della classe si girarono verso di me. Percepivo uno spavento nei loro occhi ma più per pietà che per vera paura.
“Che vuoi?” lanciò Taehyung contro di me smorzando quella breve tensione che si era creata. Ne segui un vociare generale mentre il ragazzo tornava a sedersi al mio fianco. E adesso? L’ho chiamato… devo pur dirgli qualcosa!
“Ti volevo ringraziare per prima visto che non ne ho avuto ancora l’occasione…” giustificai io.
“Lascia perdere, non ne parlare più!” concluse lo hyung.
Quando girai la testa in avanti, nel tragitto, incrocia la testa del ragazzo che mi era venuto a parlare prima lanciandomi un “Te ne pentirai, evitalo finchè sei in tempo!” con gli occhi.
 
Le restanti ore di scuola passarono tranquille fino ad arrivare all’uscita pomeridiana. Col suono dell’ultima campanella Taehyung si dileguò in pochi secondi tanto da far quasi arrabbiare il professore.
All’ingresso principale c’era molta folla e non vidi i compagni con cui ero solito tornare a casa e quindi decisi di partire da solo. Non avrebbe avuto molta differenza visto che finivo sempre con lo stare in disparte e camminare a metri di distanza dal gruppo.
Girato l’angolo verso il viale dove mi divertivo a saltare di luce in luce preferii evitare di giocare nuovamente… non volevo altri incontri imbarazzanti.
 
“Jungkook! Jungkook!” mi sentii chiamare da dietro. Girata la testa verso destra mi apparve Taehyung che correva nella mia direzione abbastanza affannosamente…E ora che vuole?
Quando mi raggiunse “Senti, di solito io mi faccio chiamare V in giro quindi… se proprio devi chiamarmi chiamami hyung. Non so perché ma detto da te ‘V’ suonerebbe male” e scoppiò in una risata chiassosa.
Era un complimento o una battuta di cattivo gusto? Perché non lo potevo chiamare V come tutti gli altri? Bah… ormai non voglio neanche perderci tempo con queste cavolate!
“Dove devi andare?” mi chiese all’improvviso.
“Casa mia si trova alla fine del viale quindi sono quasi arrivato” sbrigai velocemente cercando di pormi a distanza da lui ma questi non voleva saperne di allontanarsi da me.
Quando arrivai davanti casa mia continuava a non volersene andare e dovei inventarmi qualche scusa “Io sarei arrivato… tu abiti vicino?” e mi sentii risposto “Emh… si… più o meno a qualche isolato da qui. Perché?”
Ma come perché? Non è evidente che dovresti andare per conto tuo?
 
Quello fu un momento così imbarazzante che rimase nella mia mente per molte notti.
Io ero sul primo gradino delle scale di casa mia e raggiungevo la sua altezza. Senza proferire parola ci guardavamo negli occhi. Non c’era bisogno di parole, i miei occhi erano incantati nei suoi e altrettanto era lo hyung. L’aria sembrava essersi calmata e tutt’intorno noi si creava una specie di quiete che isolava complemente dai rumori del traffico.
 
Quando realizzai la cosa sentivo il calore farsi strada nella mia faccia… sentivo il mio viso farsi rosso. “Emh… allora vado ciao!” feci uscire velocemente dalla bocca schiavando la porta di casa e richiudendola alle mie spalle senza voltarmi. Rimasi in ascolto dietro la porta aspettando un suo movimento.
Dopo dieci secondi buoni sentii i primi passi dello hyung che si allontanavano. Mi spostai dalla porta alla finestra scrutando la situazione all’estero. Taehyung era ormai una figura indistinta tra le tante che si avventuravano dall’altra parte della strada.
 
Mentre spiavo il mio amico il resto della mia famiglia continuava a fissarmi e io me ne accorsi solo quando mi girai completamente distogliendo l’attenzione dalla strada.
Ero ancora rosso in viso e mia sorella fu la prima a notarlo.
“Il nostro kookie si è fatto un amichetto! Puahahahah! Ma non ti sembra di esagerare spiandolo dalla finestra???  Puahahahah!”
Certo che la delicatezza di mia sorella non ha limiti! Ma in che famiglia sono nato??
“Guarda che stavo solo vedendo se aveva attraversato la strada sicuramente!” ribattei, o almeno cercadi di ribattere.
“Certo, certo” mi rispose appoggiando la mano sulla mia spalla.
“Vuoi due smettetela di litigare che è ora di mangiare!” ci interruppe nostra madre.

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Capitolo 4
*** E ti pareva! ***


Quella notte fu dura dormire. Mi rigiravo continuamente nel sonno. Il letto non sembrava essere abbastanza spazioso e mi sentivo richiuso nelle coperte. Le lanciai via per scoprirmi e guardai verso la finestra. Tra le aperture della serranda traspariva una luce flebile tanto che presi il cellulare per vedere l’ora. …5.30 AM ……PERCHE’ MAI MI SONO SVEGLIATO COSI’ PRESTO? Mi misi le mani sulla faccia. “… che casino…”
 
Non riuscendo a prendere sonno aspettai, con il cellulare alla mano, che la sveglia suonasse. Proprio a me? E proprio un maschio? Ma che cavolo! Furono i miei primi pensieri. In effetti poteva risultare strano, infondo, due maschi, che si guardano negli occhi, e…MA BASTA CHE STO PENSANDO? …però…
 
La sveglia suonò e fu come un suono liberatorio. La libertà da quel silenzio angosciante dove i miei pensieri sembravano urlare dalla disperazione.
Quella mattina fui molto taciturno con i miei ma, presi dal prepararsi per andare a lavoro, non ci fecero neanche caso. “Mamma io esco” gridai prima di chiudere la porta e mi sentii risposto “Uhm… a stasera!” e uscii immettendomi nella strada.
 
Tempo tre passi che vidi venire verso di me proprio l’unica persona che non avrei voluto vedere così presto la mattina o forse sì …Taehyung.
 
“Oi, come mai qui?” chiesi timido. “Sai com’è ci vivo…e poi, sembra impossibile, ma tocca anche a me andare a scuola” e scoppiò in una risata scomposta che finì con un colpo di tosse. “mi raccomando non ti strozzare!” dissi trattenendomi dalle risate. “Yah..taci un po’!”
 
Camminammo per più di cinque minuti stando in silenzio, nessuno dei due sapeva cosa dire e non voleva dire nulla ma poi… “Ah, senti, oggi verranno formate le coppie per il progetto di scienze…e siccome sei un secchione” “Ohi c’è differenza tra essere secchioni e andare bene a scuola” “seh seh come no… comunque voglio che tu sia il mio compagno. Avrai capito che la gente non si avvicina facilmente a me” e rise. Ma cos’aveva da ridere? Io fossi stato lui mi sarei fatto due domande…però…perchè ho improvvisamente caldo? E sbottonai un bottone della camicia. Così va meglio…aspetta…presi il cellulare per specchiarmi. MA SONO TUTTO ROSSO COSA STA SUCCEDENDO? Il mio istinto mi spinse a nascondere il viso e girai il viso verso la strada. “Taehyung ma le coppie non le decide… il professore?” woh… scampato pericolo! “Oh… in effetti hai ragione…ma potrei sempre usare la mia autorità di bullo anche per questo” e sghignazzò.
 
Arrivati a scuola mi sedei al mio posto con la testa bassa aspettando l’arrivo del professore e, mentre questo entrava, Taehyung mi pizzicò un fianco. Lo guardai e mi fece un occhiolino. Arrossii improvvisamente cercando di nasconderlo girando il viso verso la finestra.
 
“Buongiorno, professore” disse la classe come una corale. “Sedetevi ragazzi sedetevi. Allora… oggi come sapete inizia il progetto di scienze sulle cellule eucariotiche…” e si sentii un vociare improvviso tra un “che palle… come se non studiassimo abbastanza” dei soliti scansafatiche e “che bello! Così un pomeriggio ci incontriamo a “studiare”” delle ragazze che la usavano come scusa per potersi incontrare. “Ohi ragazzi un po’ di attenzione! Non costringetemi a farvi rimanere un’ora in più!” e fu il silenzio. “Bene. Come stavo dicendo le coppie sono scritte qui…” e alzò un foglio che teneva in mano. “Lo appenderò sulla porta, a fine lezione andatelo a vedere. Bene, e ora cominciamo la lezione…” e continuò introducendo il nuovo argomento di scienze della terra.
 
Per quanto inutile fosse, persi tutta l’ora a cercare di capire cosa ci fosse scritto su quel foglio da lontano. Mi rassegnai poco prima che suonasse la campanella. Una volta finita la lezione mi alzai, mi inchinai al professore e aspettai che uscisse seguendolo con la coda dell’occhio. Non appena varcò la soglia della porta e la richiuse dietro di se un’orda di ragazzi si ammassò su di essa per scoprire chi sarebbe stato il loro compagno per il progetto. Non volendo entrare nella mischia aspettai poco distante dal resto della classe. Tutta questa agitazione per un progetto di scienze non la capisco…vabbè… parlo io che qui dentro ho più problemi di tutti.
Quando si furono calmati e man mano la folla si stava smaltendo, riuscii a farmi strada verso la porta e lessi i nomi cercando il mio. Eccolo! “Jeon Jungkook –“…… non ci posso credere……. “ – Kim Taehyung”. Mi girai rassegnato e lo trovai dietro di me con un sorrisone più che finto come se sapesse che quella decisioni sarebbe stata l’unica possibile. “Chi l’avrebbe detto che alla fine avrebbe accoppiato i compgni di banco! Non era un po’ ovvio infondo?” e non vedendo una risposta sul mio volto continuò “Allora? Non sei felice di essere il mio compagno?” e mi prese il collo avvolgendolo con un braccio e strofinò il pugno suoi miei capelli.
“…una gioia” sospirai mentre mi prendevo tutte le occhiatacce dei miei compagni di classe. Com’è ingiusto il mondo…però… non sarà poi così male dai…
 
Mi lasciò andare non appena arrivo il professore dell’ora successiva. La classe si ricompose ed iniziò la lezione.
Quando suonò l’ultima campanella, una volta uscito, Taehyung mi si affiancò e mi disse “Senti, domani e dopodomani non ci sarò quindi ci vediamo Venerdì. Vedi di portarti a buon punto con il progetto non voglio perdere tempo” e lì mi salì un tic nervoso all’occhio… annuii velocemente e cercai di seminarlo. Ma tu guarda! Voleva fare di tutto per stare con me e ora MI TOCCA FARE TUTTO IL LAVORO ANCHE PER LUI? E NO STAVOLTA NON GLIELA FACCIO PASSARE LISC- mi sentii preso per un braccio all’indietro e urtai il petto di quel qualcuno con la mia schiena. Sentii la bocca di questo avvicinarsi sempre di più al mio orecchio e il suo braccio farsi sempre più stretto attorno alla mia vita. “Grazie” mi sentii sussurrare e il mio cuore cominciò a batture all’impazzatta. Il mio viso si fece rossissimo ed emisi un suono smorzato, un respiro andato a vuoto. Lo sentii anche sorridere tanto era vicino il suo viso. Quell’attimo fu estremamente veloce e appena allentò la presa ripresi a camminare. Non mi seguì.
 
Voglio morire. Qualcuno mi uccida. Perché fa così? PERCHE’????? perché il mio cuore sembra sul punto di esplodere? Perché sento il mio viso bruciare, le mie mani tremare e i miei piedi stentare?
Jungkook. Taehyung è un maschio NON CI PENSARE JUNGKOOK NON CI PENSARE.

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