Legami del Futuro

di Vaniz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Nuovo Inizio ***
Capitolo 2: *** La scintilla del Futuro ***
Capitolo 3: *** L'alba del Nuovo Inizio ***
Capitolo 4: *** Cannone Alabarda contro Drago Montaggio! ***
Capitolo 5: *** Ricordi di un Futuro passato ***
Capitolo 6: *** Il motore del futuro ***



Capitolo 1
*** Un Nuovo Inizio ***


Legami del Futuro
Capitolo 1. Un nuovo inizio
 

Era finita. La seconda battaglia per il destino della Nuova Città di Domino si era conclusa, e Yusei ne era uscito vincitore, sconfiggendo miracolosamente il suo avversario. Durante l’ultimo attacco di Drago Stella Cadente, il visore del servo di Z-ONE si spaccò, lasciando visibile l’occhio azzurro opaco sinistro, e subito dopo il buco nero finì per inglobare entrambi. Ma c’era ancora una speranza.

“Yusei. Ho finito per incontrati sotto queste circostanze…” Bruno iniziò a dire mentre la sua Duel Runner, la Delta Eagle, iniziava a dare segni di malfunzionamento, dovuti al duello concluso pochi attimi prima. “E per ciò che non sono mai riuscito a conoscerti come un vero amico…”


L’oscurità era tutta attorno ai corridori, ma entrambi potevano vedersi chiaramente.


Yusei, a cavallo della sua moto YuseiGo!, si accostò a Bruno, estendendo il suo braccio verso di lui e formando un pugno, simbolo di amicizia da sempre usato con i suoi amici, Jack Atlas e Crow Hogan. “Antinomy!” Yusei scosse la testa. “No! Bruno!” Si corresse velocemente. “Tu sei uno di noi! Uno del Team 5D’s! E tu sei mio amico, Bruno!” Il duellante disse tentando di convincere l’amico che quello che avevano passato insieme non era falso.

Gli occhi di Bruno si spalancarono. “Amico…? Tu mi consideri come tuo amico, Yusei?”

Yusei annuì, mostrando con un semplice gesto la sincerità delle sue parole. “Un tuo amico, huh?” Bruno continuò, riprendendosi dal momentaneo shock. L’androide iniziò a scorrere dentro la sua mente tutti i momenti che aveva passato con il gruppo, da quando andò a vivere con loro alla vittoria nel torneo WRGP, sentendo dentro il suo cuore artificiale tutta l’energia positiva che quelle esperienze gli avevano trasmesso.

“Possibile che io, nonostante sia un essere artificiale, possa provare queste emozioni?” Bruno si chiese, non capendo come le sensazioni che aveva provato fossero più forti ed intense delle semplici simulazioni di colui che l’aveva programmato. “A meno che…” Il cuore di Bruno era alimentato dal Momentum, ovvero dalla Ener-D che veniva prodotta dal Reattore interno che possedeva, e la stessa energia era influenzata dalle emozioni umane. “Ma certo…!”

“Yusei!” Bruno esclamò, sorprendendo l’amico. Non c’era più tempo da perdere, la Delta Eagle stava per andarsene. “Ho apprezzato stare con tutti voi e vedervi combattere contro tutti! Durante quel periodo, ho avvertito tutta la tua forza e potenziale illimitati!” Yusei, commosso da tali parole, rispose soltanto con il nome del suo compagno.

Una piccola esplosione del motore fece perdere velocità alla Duel Runner viola, causando panico al duellante con il marchio del drago. “Bruno! Salta sulla mia moto, sbrigati!” Yusei urlò, mentre una punta di disperazione iniziò ad affluire nel suo essere.

Bruno scosse la testa semplicemente, come se avesse già deciso il suo futuro. “Sarebbe inutile.” Yusei spalancò gli occhi, le sue pupille color cobalto intenso interamente visibili. “L’unico modo per terminare questa corsa è far si che uno dei due venga distrutto!” L’androide disse con fermezza, facendo pronunciare all’amico il suo nome. Nuovamente. “Il tempo passato con voi è stato fantastico!”

“Bruno…!”

L’espressione del duellante dai capelli blu divenne decisa, e dopo vari click sul quadro dei comandi, iniziò nuovamente ad accellerare, spingendo il motore al limite delle sue possibilità, e si posizionò dietro la YuseiGo!, per poterla spingere ad uscire dal tracciato.

“Cosa stai facendo, Bruno!?” Yusei chiese, la sua disperazione tangibile, negando l’evidenza di fronte a lui.

“Yusei! Tu sei la mia speranza!” Yusei spalancò gli occhi al limite delle sue possibilità, e lentamente la sua disperazione fece spazio alla commozione. “Afferra la luce oltre la Accel Synchro!” Bruno continuò ad accellerare, costringendo il duellante marchiato ad agire di conseguenza. “Afferra quella luce e salva il futuro!”

Entrambi riuscirono a raggiungere una velocità tale che la stessa luce era come una lumaca al loro confronto, una velocità tale da superare la forza d’attrazione del buco nero. Ogni parola dell’androide esprimeva speranza, cercando di far capire al suo amico che nella sua morte avrebbe dovuto cercare la sua luce, la sua eredità, ciò che gli avrebbe permesso di evitare che il futuro da cui proveniva non accadesse mai. La moto stava cedendo, era tempo di agire.

Bruno si levò l’elmetto danneggiato. “VAI! YUSEI!” E con un’ultima spinta, entrambe le moto raggiunsero la velocità necessaria a compiere l’Accel Synchro, e mentre la YuseiGo! usciva dalla pista per rientrare nell’Arca, la Delta Eagle stava per esplodere.

“Bruno…” Yusei chiamò, il suo cervello incapace di processare l'intera scena.

“Yusei…!” E sorridendo, il duellante dai capelli azzurri si abbandonò al suo destino, e la moto esplose.

“BRUNOOO!!!”
 

Ma la vita di Bruno non era finita. Nessuno con un cuore come il suo meritava di terminare la sua esistenza così brutalmente. No, Antinomy meritava un’altra chance, avendo deciso di redimersi all’ultimo garantendo al suo mondo la speranza di cambiare quel futuro orribile che, in origine, aveva preso forma. Così, proprio mentre l’anima del giovane veniva liberata dalle grinfie di quel flagello oscuro, il Drago Cremisi decise di offrire lui una terza possibilità di vita, a costo di lasciare quella dimensione per cercare di salvarne un’altra.

L’uomo conosciuto come Bruno aprì gli occhi, e poco dopo si rese conto che non era possibile che l’avesse fatto. “Come è possibile che sia ancora qui? Yusei è uscito dal circuito in cui abbiamo duellato, l’ho visto poco prima di…” Ma non poté finire la frase. Quale uomo potrebbe parlare della propria morte come se fosse un evento qualsiasi? “Accidenti, non riesco proprio a capire come mai sono ancora vivo! Le probabilità di sopravvivenza all’interno di un buco nero sono pari a… a…” Bruno rimase a bocca aperta, nel vano tentativo di calcolare la risposta esatta, ma ogni suo sforzo era inutile. “Questa è la prima volta che non riesco a calcolare le probabilità di un evento.” Pensò esterrefatto.

“Questo è perché non fai più parte del regno delle macchine, mio giovane predestinato.” Una voce antica e misteriosa echeggiò nella mente di Bruno, lasciandolo con più domande che risposte. Poi, improvvisamente, il suo braccio destro si illuminò di rosso, mentre delle linee prendevano rapidamente la forma di un drago.

Lo stesso drago che Yusei e gli altri predestinati servivano. "Ai miei occhi ti sei dimostrato degno di essere riportato in vita, ed inoltre ora servirai la stessa causa che i miei prescelti hanno completato, prendendo il loro posto in questo nuovo mondo.” Ed il drago apparso sul suo braccio si animò, risalendo il suo arto per poi andare a riposare sulla sua schiena, esattamente nella stessa posizione dove i segni del drago riuniti comparivano sul predestinato che aveva bisogno della forza di tutti i suoi compagni.

Bruno era senza parole. Le parole del Drago Cremisi portavano tante emozioni dentro di lui, ma le più intense erano la gioia, provocata dall’avere nuovamente una vita da godere senza essere controllato e con il suo corpo, non più per metà macchina, ma interamente umano, e una strana preoccupazione per il nuovo mondo in cui avrebbe vissuto. Cosa sarebbe successo se non fosse stato all’altezza del suo compito? Cosa sarebbe successo se, questa volta, avesse dovuto affrontare la stessa sfida che l’ha portato alla morte, soltanto per vedere lui vincitore? La verità è che, anche se questa volta era suo compito portare a casa la vittoria, non se la sarebbe sentita di dover sconfiggere e quindi distruggere il suo avversario, neppure se fosse stato il peggior essere mai apparso al mondo.

"Non temere, mio giovane predestinato. In nessun modo avrai occasione di ripetere quella terribile esperienza.” Il Drago Cremisi annunciò solennemente. Bruno tirò un sospiro di sollievo, anche se prematuramente. “Tuttavia, il tuo compito non cambierà. Solamente se sarà necessario acconsentirò al sacrificio di uno dei miei protetti per salvare tanti altri.” Il duellante redivivo sentì un brivido gelido attraversagli la schiena. “Ma come ben saprai, avendo vissuto con i miei predestinati, c’è sempre un'altra via. Spero metterai in pratica i loro insegnamenti.” A fine frase, Bruno ridacchiò per smorzare l’enorme tensione accumulata.

“Se questo è il mio destino, allora lo seguirò, e proteggerò la mia nuova casa.” Il ragazzo dai capelli blu giurò, deciso di voler dimostrare al Drago che anche lui, come Yusei, sarebbe stato capace di portare speranza.

Il dragone color rosso rise compiaciuto. “Sono sicuro di aver fatto una buona scelta, predestinato. Ma ricorda: se la via ti appare lunga e tortuosa, non esitare a chiedere aiuto.” A queste parole, Bruno fu quasi sicuro che un enorme punto di domanda fosse apparso sopra la sua testa. Il Drago ridacchiò ancora. “Come tu allora dissi a Yusei di non voler svelare tutti i trucchi per l’Accel Synchro, così io non ti svelerò tutto. Sta a te scoprirlo durante il viaggio.”

Bruno abbassò la testa, e sospirò. “Scommetto che è il karma. Non ci avevo mai creduto ma ora mi sembra più che reale.”
 

Il Drago Cremisi rise per l’ennesima volta, prima di scomparire ruggendo. A quel punto il simbolo sulla schiena del ragazzo si illuminò, abbagliandolo e facendogli riaprire gli occhi solamente dopo che fu in grado di appoggiare i piedi sul terreno.

Era ormai il crepuscolo nel mondo in cui ora si trovava, e Bruno si ritrovò nel bel mezzo di una ridente cittadina, esattamente al centro della piazza. Non c’erano molte persone, ma le uniche che lo videro apparire dal nulla furono degli eccentrici vecchietti di paese appassionati di birra annacquata, e diedero la colpa all’ubriachezza che li affliggeva da quando le loro mogli non erano più così soddisfacenti. Il display della torre dell’orologio segnava le 18:30 del giorno 15/07/2024, e l’unica cosa rimasta datata era la costruzione stessa, ristrutturata occasionalmente per dare un tocco di antico al luogo, ormai raggiunto dall’inesorabile e rapido progresso. Strade con asfalto sempre nuovo e liscio, marciapiedi puliti e striscie pedonali ben visibili, semafori intelligenti con sensori di velocità a lungo raggio e conto alla rovescia e automobili silenziose.

“Non c’è che dire, non cambia molto dalla città di Neo Domino…” Bruno pensò, iniziando a camminare verso una meta imprecisa, scrutando attentamente i dintorni. “Anche le case non sembrano diverse, anche se ci sono un sacco di pannelli solari e pale eoliche…”

Le case che Bruno stava osservando non erano nulla in confronto a quelle delle grandi città, che potevano autosostenersi usando a vuoto e per ore decine di elettrodomestici, ma poteva comunque ammirare la tecnologia di quel mondo nonostante si trovasse in un quella cittadina, a ridosso delle montagne. Le casette e condomini che circondavano il centro del paese erano tutte ben dipinte e in ottimo stato, quasi come fossero state costruite il giorno prima.

“Questo mondo non mi sembra così male, non capisco perché debba proteggerl…” Ma prima di poter terminare la frase, il duellante si scontrò contro un oggetto di grandi dimensioni, ma fortunatamente l’unico a cadere fu il nostro amato personaggio. “Accidenti, devo smetterla di stare tra le nuvole.” Si rimproverò mentre si massaggiava il fondoschiena, non abituato alla sensazione di dolore che gli umani provavano. Come biasimare qualcuno che, in origine, era una macchina? “Ehi, ma questa è la mia moto!” Bruno spalancò gli occhi. La sua moto, che credeva distrutta, era davanti a lui.

Incredulo, salì a bordo. “Ma questo è il mio deck!” Esclamò, lacrime di gioia sgorgavano dai suoi occhi azzurro opaco. “Beh, almeno ora ho un mezzo di trasporto!” Detto ciò, mise in moto e sfrecciò per le vie, prestando attenzione al limite di velocità.

Dopo un’accurata visita turistica della cittadina, il cui nome era ed è Scintillarea, l’unica cosa che passava per la mente del ragazzo era dove poteva trovare un luogo per dormire senza avere nulla con sé se non il uso deck o la sua moto. Dalle poche informazioni che aveva raccolto, aveva intuito di come il mondo in cui risiedeva ora non aveva alcuna idea di cosa fossero i Duelli Turbo, ma almeno sapevano e giocavano al gioco di carte che, nella sua vecchia dimora, era considerato anche una carriera lavorativa. La loro strategia di gioco era molto avanzata rispetto a quella che conosceva: oltre ai mostri synchro, la gente di questa dimensione aveva altri due tipi di mostri a cui ricorrere, i mostri dalle carte nere denominati XYZ, e dei mostri metà arancioni e metà verdi, denominati Mostri Pendulum.

Bruno venne forzatamente costretto a concentrarsi sul mondo fisico quando sentii un rumore che, con l’esperienza che aveva, conosceva quasi come le sue tasche. “Questo è un motore in panne.” E si diresse immediatamente verso la fonte del suono.

La prima cosa che il duellante udì quando giunse a destinazione fu una serie lunghissima di parolacce seguita da un grugnito di intensità tale da poter spaventare un orso. “DANNAZIONE! Lo sapevo che non dovevo comprarti di seconda mano!” Urlò il ragazzo alle prese con una moto color blu acceso. “Avrei dovuto fare un altro check-up prima di uscire a provarti.” Sospirò il ragazzo, alzandosi in piedi ed appoggiandosi vicino al muro, braccia incrociate e sguardo al cielo ormai in procinto di diventare nero pece.

Bruno non resistì al richiamo. “Ehi, se vuoi posso darti una mano io!” Esclamò il giovine dai capelli blu, attirando l’attenzione del ragazzo dai capelli biondo scuro.

Il ragazzo in questione spalancò gli occhi. “Ci conosciamo?” Chiese scioccato, come se avesse visto un fantasma.

Bruno ci pensò su per un po’, ma la risposta era comunque una sola. “Non credo, sono nuovo di queste parti.” Disse con sincerità.

L’altro alzò un sopracciglio. “Sei un cosplayer?” Chiese nuovamente, questa volta socchiudendo gli occhi come se volesse scoprirlo a tutti i costi.

Il duellante spalancò gli occhi. “Un cos-che?” Esclamò in totale ignoranza. “Questo ragazzo è strano." Pensò.

Il ragazzo in panne si staccò dal muro. “Il tuo nome?” Chiese nuovamente, mantenendo stessa serietà ed espressione.

Bruno non ci pensò su questa volta. “Antin…” Ma poi si interruppe. No, non era quello il suo nome. Non più. “Mi chiamo Bruno. Borelli Bruno.” Disse orgoglioso.

Il biondo spalancò gli occhi nuovamente, rivelando le sue pupille azzurre come acqua cristallina. “Oh, Gesù.” Fu l’unica cosa che disse prima di camminare verso di lui.

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Capitolo 2
*** La scintilla del Futuro ***


Legami del Futuro
Capitolo 2. La scintilla del futuro


Il ragazzo dai capelli biondo scuro si avvicinò lentamente a Bruno, che non sapendo cosa fare rimase fermo sul posto, leggermente spaventato dallo strano comportamento. Si trovavano in un parcheggio poco lontanto da quella che Bruno aveva ipotizzato fosse la zona industriale, abbastanza ampio da poter ospitare almeno cento veicoli.

“Mi stai dicendo che ti chiamo Borelli Bruno, sei nuovo di queste parti, non hai la minima idea di cosa sia un cosplayer e che quella moto è la tua moto?” Il ragazzo chiese, scrutandolo ed analizzandolo da cima a fondo.

Bruno indossava l’outfit classico in cui lo si vedeva sempre nel garage di Yusei: giacca dai bordi rossi bianca, con delle striscie color giallo e blu che occupavano due terzi del capo rispettivamente, una maglietta nera con una striscia bianca sul petto, dei normali jeans e delle scarpe bianca con delle righe blu. I capelli erano spinosi e tenuti a caschetto, che coprivano un po’ di fronte ed arrivavano alla base della nuca, ed erano, ovviamente, color blu.

Il duellante si sentiva molto a disagio, ma non sapeva dire se fosse a causa del comportamento da investigatore della persona in fronte a lui. “Anche se, probabilmente, è proprio per questo.” Pensò ridacchiando.

“Ok, le possibilità sono due.” Annunciò il ragazzo in panne, posizionandosi in fronte al duellante a braccia incrociate. Erano egualmente alti, quindi nessuno dei due si sentiva intimidito. “O tu mi stai prendendo in giro, e ci stai riuscendo bene…” Bruno spalancò gli occhi, assumendo un’espressione perplessa, quasi offesa dall’affermazione del ragazzo. “…oppure, per qualche strana ragione a me non nota, sei lo stesso Bruno che faceva parte del Team 5D’s e che è…” Qui il duellante notò come il biondo in fronte a lui stesse cercando una parola in particolare. “…scomparso…”

“Oh, ecco perché si è fermato un attimo.” Pensò. “Almeno ha cercato di essere gentile.”

“…duellando con Yusei Fudo.” Concluse il ragazzo, poi sospirò. “Ma dato che le probabilità che un evento come il secondo da me citato avvenga sono veramente basse, mi aspetto qualche telecamera ed un conduttore televisivo che mi dica che sono in un programma di scherzi.”

Bruno riflesse a lungo prima di parlare. Questo ragazzo conosceva la sua storia, era a conoscenza della sua identità segreta come Antinomy e sicuramente avrebbe potuto anche conoscere le sue origini. Tuttavia, sembrava scettico riguardo la sua presenza in questo mondo. “Sembri sapere molte cose sul mio conto.” Provò a dire il duellante, più curioso che mai di scoprire come il biondo fosse a conoscenza di tutte quelle cose. Il ragazzo alzò un sopracciglio, perplesso. “Non so come mai io sia qui, so solo che dopo il mio duello con Yusei il Drago Cremisi mi ha dato un’altra possibilità, a patto che riesca a salvare questa cittadina.” Disse con tutta la sincerità che poteva mettere nelle sue parole.

Il ragazzo non cambiò né espressione, né posizione. Bruno sospirò. “Se non mi credi, allora cosa posso fare per dimostrarti che non ti sto prendendo in giro?” Chiese il duellante nel tentativo di convincere al ragazzo che lui era davvero il Bruno di cui conosceva molte cose.

Il biondo sorrise immediatamente, probabilmente si aspettava una domanda del genere. “Se davvero sei il Bruno che penso tu possa essere, allora prendi il tuo Dueling Disk e fai apparire l’ologramma di questa carta.” Disse sorridendo mentre gli porgeva una carta mostro dal nome “Drago Montaggio”.

“Perché non usare una delle mie?” Chiese d’impulso Bruno.

“C’è la possibilità che tu faccia parte di un programma televisivo, e se aveste inventato un Dueling Disk che proietta solo le carte che hai allora non potrai proiettare la mia. Se invece verrà proiettata…” Concluse senza terminare la frase, lasciando intuire la fine però.

Bruno sorrise, annuendo semplicemente.

 
La dimostrazione andò fin troppo bene. Bruno prese dalla sua Duel Runner il suo dispositivo per duellare, lo attivò e posizionò la carta del ragazzo in panne nella zona apposita, ed un enorme drago blu con tre teste, coperte da elmetti che lasciavano spazio soltanto agli occhi ed alla bocca e dalla pancia bianco panna apparve in mezzo al parcheggio, ruggendo. Il duellante si voltò per verificare se la dimostrazione era andata a buon fine, ma si ritrovò in fronte ad una teenager della Duel Academy, con cuoricini al posto degli occhi, gamba alzata e braccia in posizione da preghiera.

“Ehi, tutto ben…” Ma non finì mai quella frase.

“Per la Peppa e la Peppina! FUNZIONA! FUNZIONA!” Esclamò guardando il drago, poi si rivolse a Bruno. “E quindi tu sei veramente… Oh, accipicchia. Sei davvero quel Bruno…” Disse, abbassando sempre di più il tono di voce ed alzandone la tonalità.

Bruno non poté fare a meno di strofinarsi il dito indice sotto il naso e di sorridere stupidamente.
 

Dopo la decina di minuti necessaria al giovane di riprendersi dallo shock, Bruno si offrì di riparare la moto in cambio di un paio di domande che avrebbe fatto al ragazzo, che acconsentì senza fare storie. Il duellante scoprì così che il suo nome era Andrea, 28 anni ed ingegnere, residente nelle zone altolocate di Scintillarea grazie agli innumerevoli lavori svolti per la cittadina. “Al momento lavoro con un anziano meccanico che si è offerto di insegnarmi due o tre trucchetti del mestiere, ma il mio sogno è quello di, un giorno, andare nello spazio usando un motore disegnato apposta per rendere i viaggi spaziali meno lunghi e più economici.” Concluse Andrea mentre Bruno cercava di identificare cosa ci fosse nel motore.

“È davvero un bel sogno, Andrea.” Affermò sorridendogli il duellante. “Tuttavia vorrei chiederti…” Bruno spalancò gli occhi, poi tolse la mano dal motore, portando con sé un pezzo di celophan. “E questo come ci è finito lì dentro?” Chiese retoricamente, sbalordito.

Andrea sospirò. “Ho preso questa moto ad un prezzo veramente basso, e pensavo di poterla riparare senza spenderci troppo. Peccato che ogni tre check-up mi ritrovo con scarti di cibo nella marmitta o pezzi di plastica infilati chissà dove.” Disse con un po’ di malinconia.

Improvvisamente, il rumore di un tuono si levò nell’aria. “Strano, non ci sono nuove questa sera.” Disse Andrea scrutando il cielo notturno. Un altro tuono si udì subito dopo. “Ma cosa diamine succede?” Esclamò spazientito il biondo, cercando la fonte del suono.

Bruno ridacchiò rumorosamente, grattandosi la nuca. “Penso di essere io la causa.” Poi il suo viso si fece più cupo, provando una sensazione che non aveva più provato da troppo tempo. “Sto morendo di fame…” si lamentò il giovane, tenendosi lo stomaco tra le braccia.

“Ma non eri un androide? Non mangi solo perché ti va?” Chiese perplesso Andrea, che purtroppo non conosceva tutti i dettagli sulla resurrezione dell’ex-androide.

“Non più.” Iniziò a spiegare. “Il Drago Cremisi, riportandomi in vita, ha deciso di ridarmi nuovamente un corpo fatto interamente di carne, concedendomi così una vita libera e senza controlli da nessuno.” Concluse seriamente, poi sorrise. “Almeno finché non mi fanno il lavaggio del cervello e sarò costretto a comprare strani prodotti alla televisione!” E rise, facendo ridere anche Andrea.

“Ahahaha! Bruno, sei una sagoma!” Riuscì a dire il ragazzo tra una risata e l’altra, lasciando Bruno spiazzato.

“Perché dovrei essere una sagoma?” Chiese molto ma molto perplesso.

Il biondo smise di ridere, ancora più spiazzato del duellante. “Beh, ecco… Si dice quando fai una battuta e…” Tentò di spiegare Andrea, ma più incespicava più lo sguardo di Bruno si intensificava. “Ok, fa nulla.”

“Comuunque…” Cambiò discorso il ragazzo. “Immagino tu non abbia un luogo dove andare.” Chiese al duellante con tono saccente, quasi fosse sicuro della risposta.

Bruno sistemò velocemente la moto, mettendola in moto per verificare il corretto funzionamento, poi annuì semplicemente. “Per ripagarti vorrei offrirti un luogo per dormire dove non dovrai pagare assolutamente nulla.” Continuò cambiando il tono da sapientone in uno da “uomo più felice della Terra”.

L’altro sorrise ampiamente, toccato dalla gentilezza dell’abitante della sua nuova dimensione. “E dove, se posso chiedere?” Andrea non poté fare a meno di ghignare come se Crow avesse avuto ragione.

 


“Benvenuto in uno delle case più belle di Scintillarea, Bruno!” Esclamò il biondo aprendo la porta della sua piccola villa.

La casa di Andrea, dipinta di un bellissimo blu notte, era composta da un giardino molto ampio, adiacente alle altre ville delle zone altolocate e separate da muretti poco più alti di due metri con delle ringhiere, da un garage nel seminterrato abbastanza grande da poter essere utilizzato come piccola officina, piena di attrezzi oleosi e sporchi, ma tutto sommato in ordine, e la casa vera e propria aveva due piani ed un attico che fungeva da studio, che si estendeva ancor di più verso l’alto con una piccola torre che veniva utilizzata come un osservatorio.

Il giardino veniva utilizzato maggiormente sul retro della casa, in quanto vi era una piscina abbastanza ampia che poteva essere suddivisa in due zone: la parte bassa che serviva per rilassarsi, senza preoccuparsi della profondità, e la parte alta dove l’acqua arrivava all’incirca a 165 centimetri, che veniva utilizzata per una bella nuotata o semplicemente per lasciarsi galleggiare senza aver alcuna preoccupazione. Ed inoltre era possibile nuotare anche al buio, in quanto era illuminata. Tutt’intorno vi erano delle mattonelle, che davano un tocco artistico.

Il garage, dipinto di grigio, era ben organizzato: sul lato sinistro che portava all’unica uscita per i veicoli vi erano quattro piazze per motociclette e due posti per automobili, di cui una occupata da una piccola Mercedes Cabrio color blu, mentre sul lato destro c’erano due carrelli con attrezzi di vario genere, un banco da lavoro su cui vi erano poggiati vari strumenti ed un luogo apposito per la riparazione. Sul lato più a destra del seminterrato c’era una piccola porta che portava al piano terra, che facilitava l’accesso alla casa per chiunque arrivasse con il proprio mezzo di trasporto.

Il pianterreno era suddiviso tra una cucina dipinta di rosso, un salotto arancione, due bagni azzurro cielo ed un ripostiglio bianco. La cucina era situata a nord dell’entrata, con un’enorme porta-finestra che si affacciava sul retro del giardino, con fornelli a piastra ed armadi di legno color bronzo, che contenevano tovaglie, pentole, piatti e via discorrendo, finendo con la dispensa. Al centro vi era un tavolo sospeso con attorno ben quattro sedie, che solo alla vista facevano intuire la loro comodità, pur trattandosi di sedie utilizzate per mangiare. Il salotto era al centro del piano, che tutto sommato era vuoto fatta eccezione per una televisione al plasma molto grande fissa al muro, un divano a penisola in fronte ad essa, delle mensole con vari oggetti e souvenir di vacanze, alcune invece piene di libri o videogiochi, vari quadri che raffiguravano momenti importanti nella vita del ragazzo della dimensione che Bruno doveva aiutare, come il diploma o la laurea, ed appena sotto la televisione vi era un mobiletto con sopra varie console di gioco, che seppur fossero molto datate ero in ottimo stato. I due bagni erano semplicemente composti da un bidé, un wc, una doccia-vasca ed un lavandino con specchio, mentre il ripostiglio aveva delle scorte di cibo e vari strumenti per la pulizia della casa.

Il piano superiore era accessibile da una scala a chiocciola vicino al divano, che portava al secondo piano, che era suddiviso in tre camere da letto, tutte e tre colorate di azzurrino. La camera di Andrea era arredata con un letto matrimoniale ed un’altra televisione a muro, mentre le altre due avevano un letto singolo ed una piccola scrivania con lampada. Un altro bagno si trovava in fondo al corridoio che conduceva alle tre camere.

La scala a chiocciola proseguiva e terminava nell’attico, dove si trovava lo studio di Andrea, composto da librerie ed una scrivania con un potente computer che venina utilizzato sia come fonte di svago sia come risorsa di lavoro, mentre sul muro alle spalle vi erano appesi il diploma e la laurea. L’unica finestra era sul tetto e lasciava entrare molta luce. Lo studio era l’unico che possedeva un pavimento in legno.
L’unica zona inaccessibile era il piccolo osservatorio.

 


“Wow, sono sicuro che questa casa potrebbe rivaleggiare con l’appartamento di Leo e Luna!” Fu tuttociò che Bruno riuscì a dire una volta terminato il tour della casa. “E tutto questo lo hai avuto in che modo?” Chiese mentre ammirava e contemplava la sua nuova residenza.

Andrea rise di gusto. “Te l’avevo detto! Mi hanno dato la possibilità di vivere in questa zona grazie al servizio che ho offerto alla comunità!” Rispiegò nuovamente mentre preparava la seconda camera da letto per la futura permanenza del suo nuovo amico.

La domanda seguente era praticamente ovvia. “Cos’hai fatto a questa città per aver ricevuto come premio una villa simile?” Il duellante dai capelli blu mentre sistemava il suo deck sulla scrivania, veramente curioso di sapere quali diavolerie avesse fatto il suo primo amico su quella strana e, seppur non troppo, diversa Terra.

Il biondo foderò il cuscino e lo sistemò accuratamente sul letto, completando l’opera, per poi rivolgersi a Bruno con uno sguardo orgoglioso.

“Ho scoperto una nuova fonte di energia proveniente da una scintilla particolare, che ho nominato Future Bonds, tradotto in Legami del Futuro, e creato un sistema automatico di produzione della suddetta energia, che è andato a sostituire i carburanti fossili per la maggior parte dei casi.” Spiegò chiudendo gli occhi e gonfiando il petto.

“Una specie di Ener-D, giusto?” Chiese ancora Bruno, cercando di capire al meglio quella strana tecnologia.

“Non conosco molto bene la Ener-D, ma credo di sì. Tuttavia la capacità energetica di Future Bonds è ancora limitata: non può alimentare un automezzo né tantomeno propellere un’astronave nello spazio, quindi è leggermente screditata.” Continuò la spiegazione cercando di rispondergli. “Ma il sindaco di Scintillarea ha deciso di continuare a darmi fiducia, e per dimostrare al mondo che la mia ricerca può rivoluzionare i trasporti, e da qui il nome della cittadina, e la mia casa.” Concluse grattandosi il collo, cercando di mascherare un pizzico di delusione e tristezza, che furono notate da Bruno.

Sul punto di chiedergli cosa avesse, Andrea decise di andare a letto per riprendersi dagli eventi della giornata, lasciando il duellante con l’amaro in bocca. Con un semplice saluto e la raccomandazione di fare come se fosse a casa sua, il biondo si dileguò nella sua stanza, chiudendo la porta e lasciando Bruno con mille domande e pochissime risposte, che tral’altro non sapeva fossero corrette.

“Non sembrava molto orgoglioso della sua scoperta, né tantomeno sembrava desideroso di parlarne.” Pensò tra sé e sé mentre si svestiva. “Sembrava che sperasse di non averla mai scoperta. È veramente strano…” E si sdraiò sul letto, rimasto solo con i suoi boxer. Bruno mise le sue braccia dietro la nuca. “Beh, per ora meglio non pensarci, sarebbe inutile continuare a chiedere e devo cercare di capire cosa volesse dire il Drago Cremisi. Sicuramente tratta bene i suoi predestinati, voglio dire, mi ha fatto riavere la moto ed il mio deck.”

“Non è così, Cannone Alabarda?” disse ridendo alla sua carta mostro preferita, che gli rispose illuminandosi.

“È strano non avere un obiettivo fisso.” Pensò ancora mentre il sonno prendeva il sopravvento sul giovane. “Quando Z-ONE mi aveva ordinato di aiutare Yusei, andavo a dormire e mi svegliavo con quel pensiero in mente. Ora invece…” Un lungo sbadiglio echeggiò nella stanza. “Ora invece mi sento libero. Libero di rilassarmi o di preoccuparmi di ciò che voglio io. Una libertà che prima provavo solo a metà.” Girandosi sul lato, chiuse gli occhi definitivamente per quella giornata e ringraziò il dragone rosso che lo aveva salvato.

Se solo avesse resistito un po’ di più, avrebbe notato che il simbolo sulla sua schiena si era illuminato.

 


Nota dell’autore: Sostanzialmente, questo capitolo è quasi tutto filler, usato per evitare lunghe descrizioni nei futuri capitoli, ed è stato difficile da scrivere. Ma il risultato mi ha soddisfatto, e spero soddisfi pure voi. Dal prossimo capitolo ci saranno delle risposte ad alcune domande di Bruno, ma verranno sostituite da altre domande. Vi ringrazio della lettura!

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Capitolo 3
*** L'alba del Nuovo Inizio ***


Legami del Futuro
Capitolo 3. L’alba del Nuovo Inizio


La mattina seguente all’arrivo di Bruno, per Andrea, doveva essere una giornata come tutte le altre: alzarsi molto presto, attendere una chiamata di lavoro e nel mentre pulire la sua enorme casa. Ma ovviamente, il giovane non poteva sperare che la giornata fosse come le altre, almeno quel giorno. La prima cosa che fece fu controllare che Bruno non fosse stato solo un sogno, ma il duellante confermò la sua presenza russando allegramente. Il biondo decise che era ancora troppo presto per svegliarlo e fare colazione, quindi ammazzò il tempo fino alle 7:30 con una bella doccia rigenerante, cullato dalle melodie che lo avevano accompagnato per gli ultimi dieci anni: la sigla italiana di 5D’s, e due canzoni di Maasaki Endoh: Clear Mind e Going my Way, che canticchiava allegramente in lingua originale, avendo imparato le basi della lingua giapponese per lavoro. Quelle canzoni l’avevano sempre spinto ad essere determinato, a non rassegnarsi ed a dare il massimo, proprio come se dovesse effettuare un Accel Synchro.

Andrea era malato di 5D’s da quando l’aveva scoperto, e da allora ha cercato di applicare tutte le lezioni che l’anime gli aveva trasmesso. Non erano molte, se si conta che il ragazzo era già per sé una persona squisita nonostante l’ego grande quello di Jack Atlas, ma bastavano a far di lui un faro nel mare dei dubbi. Il vero problema appariva nel momento in cui il faro si spegneva, e questo era uno di quei momenti.

Doveva pensare a cosa fare ora che non era più solo in casa.

Se si fosse trattato di una ragazza, i problemi sarebbero stati almeno il 50% in meno, ma come avrebbe fatto a convivere con una persona che non dovrebbe neppure esistere?

“Quante sono le probabilità che un personaggio proveniente da un cartone animato, o anime per i pignoli che stanno leggendo, appaia nel mondo reale? E soprattutto, questo mondo può essere considerato reale o è solo un altro cartone animato?” Pensò dubbioso guardandosi allo specchio, alzando il collo più volte per verificare lo stato di crescita della sua barba. “Le mie azioni sono dettate da uno scrittore che non ha nulla di meglio da fare? Il mio aspetto fisico e ciò che indosso sono disegnati da una decina di disegnatori pagati poco o nulla? E le musiche che ascolto?” Continuò, interrogandosi, desideroso di saperne di più ma spaventato da una possibile verità.

L’arrivo di Bruno era stato traumatico. Se durante la scoperta di Future Bonds era convinto di aver aperto una nuova dimensione, l’esperienza della sera prima ne aveva aperto un’altra, solamente molto, ma molto più vasto e pieno di cose da scoprire.
 

Ma passiamo al nostro personaggio. Andrea era un ragazzo nella norma, come già detto prima era alto quanto Bruno e possedeva dei capelli biondo-scuro, che portava tutti tirati all’indietro tranne che per un piccolo ciuffo tutto diritto in stile Super Saiyan, che aveva copiato, e per finire aveva gli occhi azzurro-chiaro. Aveva un fisico snello, ma non era neppure molto muscoloso, ed il suo outfit era composto da una semplice canottiera nera, che portava sotto una maglietta blu con disegnato il Gigante di Ferro, mentre quando lavorava portava sotto una giacca rossa, realizzata con un materiale apposito per essere lavata da olio facilmente oltre che molto resistente. Indossava sempre dei jeans blu mare lunghi e delle scarpe grigie con stringhe bianche.
 

Dopo un’ora passata in bagno a lavarsi con cura, a radersi ed a vestirsi, Andrea uscì silenziosamente dal bagno del secondo piano con lo scopo di dirigersi prima verso lo studio per recuperare il suo portatile, poi verso la cucina per preparare la colazione ad entrambi.
“Uhm… a Bruno piace di tutto, se non ricordo male…” Pensò il ragazzo ancora assonnato mentre rovistava nella dispensa. “Penso che un cappuccino ed un paio di plumcake vadano bene, d’altronde è quello che mangio io. Più che altro non sono in grado di fare omelette, non ho cereali, e via discorrendo…” E pensato questo, ridacchiò tra sé e sé.

Nel giro di dieci minuti le bevande ed i dolcetti erano sul tavolo, pronti per essere scartati e mangiati, ed era giunto il momento di svegliare il suo nuovo coinquilino. “Brun…”

“Buondì!” Annunciò Bruno scendendo le scale, vestito e con aria stranamente allegra.

Andrea borbottò un buongiorno tra uno sbadiglio e l’altro, mentre con una mano teneva la tazza da dove sorseggiava il suo amato cappuccino, e con l’altra digitava con foga la tastiera del portatile, quasi la propria vita dipendesse da quell’aggeggio. Bruno ignorò il comportamento del giovane, essendo abituato a Jack ed alle sue sfuriate di prima mattina, ma capì subito che non aveva dormito molto bene, quindi si sedette a tavola ed iniziò a mangiare, riprovando le sensazioni che un tempo erano solo simulate da un potentissimo processore. Una persona normale lo avrebbe giudicato male vedendolo mangiare, ma per chi conosceva il suo passato, come Andrea in questo caso, vederlo in quello stato strappava un sorriso.

La colazione durò molto poco, neanche una decina di minuti, ed il ragazzo dai capelli blu si sdebitò lavando le stoviglie. “Ti ringrazio Bruno, ma bastava usassi la lavastoviglie sotto la dispensa. Avresti faticato meno.” Disse Andrea senza troppi indugi, interpretando veramente male l’atto di gentilezza del meccanico, che ridacchiò semplicemente. “Bene, ora che hai finito…” Annunciò il biondo facendo segno al duellante di avvicinarsi. “Penso tu abbia molte domande da pormi in merito a ciò che io conosco di te e di ciò che tu vorresti conoscere di me.” Disse senza emozioni, assumendo un tono da imprenditore, serio ed impassibile.

Bruno assunse un’espressione simile, ed annuendo si incamminò verso Andrea, pronto a capire di più.
 

Se per Andrea la giornata era stata stressante fin dal principio, quella di Bruno iniziava ora. Dopo una lettura approfondita della pagina di Antinomy sul Wiki di Yu-Gi-Oh!, seguita da una rapida spiegazione sulla questione “tu vieni da un cartone animato, ma evidentemente non lo è davvero” e comprovata da una piccola teoria sui multiversi dove ogni pensiero corrisponde ad un nuovo universo, implicando che il mondo di 5D’s e di Yu-Gi-Oh! in generale sia stato creato da un’idea e che poi abbia preso forma, il duellante era collassato sulla sedia per le troppe informazioni. E come biasimarlo? È come se da un momento all’altro arrivasse una persona a dirti che sei disegnato da una strana entità. Poi Andrea lo lasciò riprendere per qualche minuto.

“Bruno, meglio saperlo da subito che scoprirlo dopo mesi e mesi, no?” Gli disse con tono rassicurante, o almeno sperava suonasse così. Il duellante annuì debolmente, ancora frastornato dal carico di informazioni ricevute. “Poi dobbiamo riconsiderare le ipotesi. Se il Drago Cremisi ti ha portato qui, vuol dire che esisti come me o le altre persone fuori di qua.” Continuò ad incoraggiarlo il biondo per non farlo abbattere, ma essendo anche lui piuttosto insicuro su come farlo decise di cambiare argomento. “Piuttosto Bruno, tra le domande che mi hai posto ce ne era una a proposito della mia ricerca Future Bonds, giusto?” Il meccanico annuì nuovamente, sorridendo lievemente all’incoraggiamento di Andrea ed incuriosito dalla sua strana quanto fantastica scoperta. “Allora leggi qua, è tutta la mia ricerca.” Concluse porgendogli il pc.

Bruno non poteva credere ai suoi occhi. Il tempo trascorso con Paradox, Aporia e Z-ONE aveva giovato alle sue facoltà intellettive, concedendogli la possibilità di capire cose che andavano ben oltre la tecnologia che aveva questo mondo, ed è proprio per questo che non poteva non pensare che i suoi occhi lo stessero tradendo.

La scintilla, altrimenti nota come Future Bonds, aveva il potere di sconvolgere l’esistenza e di portarla in una nuova era così come le particelle planetarie avevano cambiato radicalmente i modi di vivere della città di Neo Domino.

La reazione partiva da una semplice collisione di due atomi di uno strano elemento chiamato C.D.I.M., numero periodico 117, riproducibile in grandi quantità artificialmente e soprattutto con un dispendio veramente basso di energia, che poteva essere prodotta da risorse rinnovabili, per creare una particella formata da sola energia. “Una manna dal cielo per i magnanti di petrolio.” Pensò il ragazzo dai capelli blu con un pizzico di ironia e tristezza, mentre si addentrava nella parte dove io, narratore, non spiegherò perché veramente lunga e complessa.

Infine, il duellante capì il problema principale della scintilla: l’energia che scaturiva dalla reazione veniva prodotta in quantità enormi per essere controllata liberamente, e tutti i dispositivi che la utilizzavano, i quali erano principalmente elettrodomestici, chiamati ancora così per comodità che per altro, oppure oggetti di piccole dimensioni, dovevano installare un dispositivo che potesse reggere l’enorme potenza di essa.

“…tuttavia, fino ad oggi nessuno è mai riuscito a controllare la reazione ad almeno l’80%, consentendo così l’utilizzo di Future Bonds solo a prodotti meccanici che non superino un consumo di elettricità specifico.” Ed il meccanico smise di leggere. Andrea sospirò tristemente.

“Quindi la tua scoperta non può alimentare tutti i prodotti tecnologici del tuo mondo soltanto perché è troppo potente e non riuscite ad inventare un motore o qualcosa di simile per usarla nel modo corretto?” Chiese Bruno, riassumendo al meglio delle sue possibilità.

Il ragazzo annuì. “Purtroppo Future Bonds è una scoperta recente, neppure due anni fa la stavo studiando in laboratorio con alcuni colleghi di università, e da allora ho avuto pochi sostenitori dopo che ho provato ad impiegarla con una ditta che produce autovetture. Il sindaco di Scintillarea primo tra questi.” Spiegò Andrea mentre lavava le tazze che avevano usato. “Ed avendo pochi sostenitori, ho ricevuto pochi fondi per studiarla al meglio, e quindi la sua evoluzione è molto lenta. Avrei un progetto per un motore nello studio, ma ci vogliono ancora delle modifiche e poi ci vorranno almeno… beh, tanti soldini per recuperare i pezzi necessari. Peccato che i grandi magnanti del petrolio, nonostante le riserve a secco, vogliano sfruttare tutti i loro pozzi e lasciar cadere il mondo in rovina per un po’.” Continuò il biondo asciugando le stoviglie. “I mezzi ad elettricità sono inutili, bisognerebbe aprire una stazione di servizio ogni chilometro, e non penso che la politica mondiale voglia iniziare a costruire ferrovie in giro per il mondo. Quindi, o qualcuno ha in mente una soluzione per l’esaurimento del petrolio, o torniamo ai cavalli.” Concluse il giovane scienziato mentre toglieva le briciole dal tavolo, tentando di scherzare su una quasi certa futura crisi energetica.
 

Il duellante spense il computer ed appoggiò il mento sulle mani congiunte, cercando di capire quello strano mondo dove la gente, seppur in pericolo di regressione tecnologica, sembrava solo più avida ed egoista della popolazione che, nel suo futuro, aveva portato all’apocalisse ed all’invasione dei Signori delle Macchine. Poi i suoi occhi si illuminarono, scattò in piedi all’improvviso facendo quasi cadere la sedia ed Andrea, che si stava rapidamente addormentando mentre fissava Bruno pensare. “Ma certo! Forse ho capito perché il Drago Cremisi mi ha mandato qui!” Esclamò a gran voce, tutto felice per essere riuscito a scoprire il motivo della sua rinascita. Lo scienziato lo guardò, alzando un sopracciglio. “Io e Yusei siamo riusciti a creare un motore per le nostre…” Qui il duellante si corresse. “…le loro moto utilizzando le particelle planetarie, e forse adesso sono qui per riuscire a creare un motore con le particelle Future Bonds insieme a te! Mi trovo nella stessa situazione! Yusei aveva già il progetto ma non riusciva a farlo funzionare, e non per vantarmi ma abbiamo fatto davvero un buon lavoro.” Concluse la sua geniale teoria grattandosi sotto il naso con l’indice, pavoneggiandosi.

“Beh, mi pare sensato, ma non pensi che…” Tentò di parlare il biondo, ma senza successo.

Il duellante lo interruppe, sbiadendo. “Oppure dei malvagi potrebbero aver utilizzato l’energia per creare armi potentissime per conquistare la Terra!” Esclamò nuovamente, terrorizzato da quella possibilità.

Andrea si alzò e rassicurò il suo nuovo amico, che al sol pensiero di riaffrontare qualcosa con armi così potenti come i Meklords stava per bagnarsi i pantaloni. “Bruno, non pensi che ci abbia già pensato?” Gli disse l’amico sorprendendolo.

“La particella non reagisce con nessun elemento, neppure con il 117, ed inoltre la particella è come un piccolo petardo: una volta esplosa l’energia cambia forma, e non è più utilizzabile per altri scopi se non alimentare mezzi tecnologici. Lo stesso computer che hai usato tu è un mio prototipo alimentato a Future Bonds.” Poi il ragazzo si grattò il mento. “Ora che lo stiamo pronunciando molto, il nome Future Bonds è abbastanza fastidioso da ripetere. Però, beh, volevo qualcosa di forte per la mia piccola scintilla.”

Il duellante si riprese ridendo di tutto cuore. “Ahahahah! Beh, effettivamente ci sono nomi più belli da ripetere, ma sono sicuro che tu abbia avuto una ragione per dargli questo nome.” Ipotizzò giustamente.

“Oh, assolutamente! Ho scelto di nominarla così perché…” In quel momento il telefono squillò. Era giunto per Andrea il tempo di andare a lavorare come meccanico. Il biondo si scusò, rimandando a dopo la spiegazione. Dopo aver detto a Bruno dov’erano posizionate le chiavi di scorta in caso volesse uscire per gli affari suoi, gli disse di fare come se fosse a casa sua e che sarebbe tornato per pranzo, in quanto il lavoro che doveva fare non era dei più complessi. Il ragazzo dai capelli blu sorrise ed annuì, salutandolo ed augurandogli un buon lavoro.
 

Mentre Andrea tentava di accendere la sua moto di seconda mano, pensò a come poteva far abituare al nuovo mondo Bruno mentre trascorrevano del tempo insieme. Valutando bene la situazione, si chiese cosa piacesse al suo nuovo amico, per distrarlo ed allo stesso tempo spiegargli le differenze tra la sua e la propria dimensione. “Vediamo un po’. Con Yusei e gli altri chiacchierava, riparava ed inventava motori, ma mentre era Antinomy era un duellante turb…” E qui il biondo giurò di avere una lampadina accesa sulla testa. “Per la peppa e la peppina! Ci sono! Un duello! Certo, non ho un Dueling Disk… Dannazione, quei cosi non esistono neppure! Ma un buon duello su un tappetino! Li hanno anche in 5D’s!” E riuscì ad accendere la moto. “Il mio deck si trova sul comodino in camera mia…” La moto ruggì, e l’uscita si avvicinò. “…mi ricordo ancora come si usano i synchro, i miei amorini…” La luce del sole sembrava più brillante del solito, influenzando l’anima del ragazzo. “…ho un solo XYZ che ho comprato in un rush di follia dopo aver letto una storia molto bella su YuGiOh che probabilmente evocherò solo quando il sole esploder… Ah, ma che dico, gli voglio bene anche se è un XYZ…” Le strade dei quartieri altolocati erano lisce e senza sporcizia come nelle altre zone della cittadina, ma qui erano ancora più splendenti. Come la luce del sole che rifletteva la giacca del ragazzo. “…e poi, ho un sacco di carte che il caro Bruno ricorderà di sicuro!” E la motò accellerò, uscendo dalle zone alte. “È deciso! Oggi pomeriggio, io e Bruno duelleremo! È passato almeno un decennio dall’ultima volta che sono stato così eccitato nel duellare! Di solito, non ho problemi a battere tutti e tutto…” Ed Andrea prese in mano la collana che aveva al collo. Era un rettangolo, sul retro vi era scritto un nome in puro argento, mentre davanti era visibile una carta, protetta da un vetro. “Non è così, vecchio mio?”


Il ruggito di un drago squarciò l’aria, e la moto proseguì a tutto gas, con il conducente che non vedeva l’ora di iniziare la nuova parte della sua vita.
 

Note dell’autore: Andrea compie una certa azione sulla moto, ma non se ne accorge. Non ho voluto specificarla perché vorrei la scopriste voi. Se avete difficoltà, leggete qua sotto, e se volete verificare le vostre supposizioni, leggete lo stesso qua sotto.
“Andrea compie involontariamente tutti i procedimenti per raggiungere il Clear Mind, e se avesse voluto avrebbe potuto effettuare l’Accel Synchro. Ma non ha una Duel Runner, quindi sarebbe stato inutile sprecare energie.”

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Capitolo 4
*** Cannone Alabarda contro Drago Montaggio! ***


Legami del Futuro
Capitolo 4. Cannone Alabarda contro Drago Montaggio!



Bruno passò la mattina a navigare sul web alla ricerca di informazioni sulla nuova dimensione, ma scoprì che era in tutto e per tutto uguale alla sua, tranne che per una cosa.
 
Duel Monsters.
 
Nella dimensione di Bruno, la vita ruotava attorno alle carte da gioco e si poteva arrivare ad essere una celebrità se ci si impegnava, mentre nella dimensione di Andrea era solo… un gioco di carte per bambini. C’erano tornei e manifestazioni, ma nulla in confronto alla Fortune Cup o al World Racing Gran Prix.
 
Qui si sentiva perso.
 
Ed ora che ci pensava, da quanto tempo non duellava solo per il gusto di farlo? L’ultimo duello prima dell’invasione dei Meklords era l’unica cosa che rispondeva alla sua domanda. Erano passati più di cinquant’anni.
 
Troppo giù di morale per aver dovuto affrontare nuovamente il suo passato infelice, non si accorse neppure che Andrea era tornato, aveva appoggiato due deck e due tappetini da gioco sul tavolo e lo stava chiamando da almeno cinque minuti.
 
“Bruno! Bruno!” Continuò a chiamarlo l’amico, ma il ragazzo dai capelli blu era in catalessi. Pensava al suo anno con il Team 5D’s, a come i gemelli amavano uscire con lui, a come Crow e Jack apparissero così buffi mentre litigavano, a come la cotta di Akiza per Yusei fosse ben visibile ed ovviamente contraccambiata…
 
“Santo piripillo, Bruno! Sei diventato cieco?” Chiese Andrea nel tentativo di risvegliarlo dal suo coma autoindotto.
 
Nella sua mente stavano passando i bei momenti che aveva trascorso con Paradox, Aporia e Z-ONE, che nonostante vivessero in quel disastroso futuro avevano avuto la possibilità di divertirsi. Pensava a come il suo amico biondo lo contraddicesse sempre e comunque quando trattavano la loro macchina del tempo, a come Z-ONE era in grado di dargli speranza in quella landa desolata, e a come ammirava Aporia per aver ancora speranza nonostante la disperazione che aveva provato.
 
Per non parlare del giorno del suo settantesimo compleanno, dove i tre gli avevano detto che avevano sviluppato un raggio della giovinezza e che avrebbero voluto che fosse lui a provarlo, per poi addormentarlo e quindi truccarlo per farlo sembrare una donna, cosa che riuscì molto bene e che lo spaventò a morte. Quel giorno i quattro sopravvissuti si dimenticarono della desolazione e si divertirono un sacco. Ma purtroppo, tutto era giunto al termine nel momento in cui il suo ultimo respirò lasciò il suo corpo, per poi ritrovarsi in un corpo meccanico comandato dal suo amico Z-ONE.
 
 
Ed ora era di nuovo nei suoi anni migliori, la stessa età che aveva quando i Meklords attaccarono. “Forse avrei dovuto rifiutare l’offerta del Drago Cremisi…” Pensò sconfortato.
 
 
“Ehi Bruno! Non è Sherry Le Blanc quella bionda in bikini nella mia piscina?” Esclamò improvvisamente lo scienziato.
L’idea di Le Blanc in costume nella piscina del suo amico fu sufficiente a fargli dimenticare i suoi problemi ed a farlo scattare come una molla dal divano per poi fiondarsi in cucina con dei cuoricini al posto degli occhi e la lingua a penzoloni, sbavando come un cane da soccorso. La concreta realtà piombò su di lui quando fu fermato dalla porta-finestra che separava la cucina dal giardino, sbattendoci violentemente contro e cadendo all’indietro. L’espressione di prima fu sostituita da pupille che giravano in tondo e bocca spalancata. Andrea arrivò in cucina giusto in tempo per commentare la scena.
“Fortuna che i vetri sono anti-proiettile.”
 
 
Dopo una decina di minuti per far passare il dolore alla lingua a Bruno, che l’aveva schiacciata rialzandosi, e per farlo smettere di piangere dopo avergli spiegato che non c’era nessuna Sherry in costume nel giardino, gli occhi del duellante caddero sui due deck sul tavolo. Andrea gli indicò il suo deck, dicendo di averlo preso dalla sua stanza, poi lui prese il suo e separò l’Extra Deck dal Main Deck, sistemò il tappetino e si mise dalla parte opposta del tavolo, aspettando che il suo sfidante accettasse, o rifiutasse, la sfida.
 
“Eddai Bruno, hai bisogno di distrarti un poco.” Pregò silenziosamente lo scienziato, sperando che il suo amico accettasse. Non gli era piaciuto lo sguardo sul volto del meccanico poco prima, in quanto sembrava addolorato ed esausto.
 
La sedia su cui era seduto scricchiolò, ed il duellante prese il suo deck, ripetè le azioni di Andrea e si mise comodo. “Pensi di essere così in gamba da potermi tenere testa?” Lo provocò Bruno, sorridendo malvagiamente. “Ti ricordo che ero un campione nella mia dimensione.”
 
Aveva davvero bisogno di un duello. E se c’era qualcosa che Yusei gli aveva insegnato, era che un semplice duello poteva sollevare qualsiasi nebbia che era calata sui proprio pensieri. E Bruno, al momento, aveva molta foschia sui suoi. Confuso e sballottato nel tempo, chi non avrebbe un mal di testa da record?
 
Andrea ignorò la sua frecciatina. “Vedo che accetti. Benissimo, avevo bisogno di carne fresca per il mio drago.” Lo provocò a sua volta aggiungendo la carta drago che aveva al collo nel deck, quindi mischiò.
 
“Il grande Bruno accetta eccome! Non ti perdonerò per lo scherzo di Le Blanc. Preparati a ricevere una bella sculacciata dai miei mostri Tecno Genio!” Esclamò Bruno con una spensieratezza mai vista prima.
 
“È un peccato che i deck non rispecchino sempre il giocatore, altrimenti io volerei e tu saresti intelligente.” Rispose Andrea pescando cinque carte dal deck. Bruno sorrise e fece lo stesso. “Inizia tu.” Concluse il biondo.
 
Bruno non se lo lasciò ripetere due volte.
 
E da lì, entrambi assunsero un’espressione seria e risoluta, cercando di intimidire l’avversario.
 
 
Turno 1
 
Andrea: 4000 Life Points – Bruno: 4000 Life Points
 
Bruno pescò dal deck, e guardò con attenzione la sua mano. Sorrise. Sapeva già che combo mettere in pratica.
 
“Chiamo T.G. Catapulta Drago di livello 2 in posizione d’attacco!” E sistemò con cura la carta sul tappetino. “Quindi attivo l’effetto per chiamare T.G. Falco Jet di livello 3 in posizione di attacco! Quindi li unisco tramite sincronizzazione!” Il ragazzo prese l’extra deck e scelse il suo mostro. “Synchro di Livello 5, T.G. Iper Bibliotecario! Ed ora si attiva l’effetto di Falco Jet! Quando viene usato per un’evocazione synchro, tu perdi 500 life points.” Spiegò Bruno mentre Andrea scriveva il nuovo risultato su un foglio di carta.
 
Andrea: 3500 Life Points – Bruno: 4000 Life Points
 
“Ora attivo la magia De-Sicronizzazione! Rimetto un mostro synchro nel mio extra e posso richiamare i componenti se sono nel cimitero.” Prese i due mostri e li sistemò entrambi in attacco. Il duellante sorrise mentre lo scienziato digrignò i denti. “Ma prima di unirli, attivo nuovamente l’effetto di Catapulta Drago, ed evoco T.G. Mago Cibernetico di livello 1. Ora unisco per sincronizzazione nuovamente per richiamare Iper Bibliotecario, infliggendoti altri 500 danni con Falco Jet!”
 
Andrea: 3000 Life Points – Bruno: 4000 Life Points
 
Uno scarabocchio dopo, il turno di Bruno era ancora nel vivo. “Ed ora attivo l’effetto di Mago Cibernetico. Come vedi, mi è rimasta una sola carta in mano, ovvero T.G. Rinoceronte in Carica di livello 4, e quindi usando l’effetto del mio maghetto posso sincronizzarlo con dei mostri nella mia mano per evocare tramite sincronizzazione, per poi pescare grazie al mio fidato Bibliotecario.”
 
Andrea si finse stupito. “Oh, quindi vuoi davvero vendicarti per lo scherzo di prima?” Disse sarcasticamente, non potendo fare altro mentre vedeva Bruno evocare T.G. Maga Meravigliosa, un synchro tuner di livello 5.
 
Il duellante era troppo entusiasta di duellare nuovamente e solo e soltanto per passione che non lo ascoltò neppure. “Ora unisco i miei due mostri di livello 5 per evocare un nuovo e potente mostro!” E qui, Bruno non poté fare a meno di usare la prassi. Ovvero usare un canto specifico per evocare uno dei suoi assi. “Il potere dell’infinito sta per essere rilasciato qui ed oltre la dimensione! Vai! Accel Synchro!” Esclamò nonostante non stesse duellando su una moto. Ma Andrea stesso era felice di vedere tanta grinta dopo averlo visto così triste e pensieroso. “Vieni a me, Tecno Genio Fuciliere Lama!” E posizionò il suo asso in bella vista, uno sguardo fiero mentre fissava il suo avversario. “Termino il turno.” Annunciò finalmente.
 
Turno 2
 
Andrea: 3000 Life Points – Bruno: 4000 Life Points
 
“Era ora! È il mio turno! Pesco!” Andrea sorrise ampiamente, mettendo Bruno sull’attenti. “Scarto Mangia Livello di livello 1 dalla mia mano per evocare Pistolero Synchron di livello 5 in posizione di attacco! Ora attivo l’effetto del mio insettino, che mi consente di riportarlo in vita a patto che un mostro di livello superiore a 4 sul mio terreno rinunci ad una stella!” E con questo riportò la situazione in vantaggio, sistemando la carta in difesa. “Ora unisco per sincronizzazione Pistolero Synchron e Mangia Livello.” E qui Andrea si abbandonò al canto d’evocazione. “I desideri riuniti chiameranno a sé un nuovo potere! Evocazione synchro!” Bruno spalancò gli occhi, sorpreso. Stava per evocare un mostro che aveva già visto. “Appari, Guerriero Rottame! Il suo effetto non gli servirà purtroppo, non avendo mostri di livello 2 o meno sul terreno che possano prestargli punti d’attacco. Tuttavia, ho ancora la mia evocazione normale. Ma prima attivo Uno per Uno! Scartando un mostro dalla mano, posso evocarne uno dal deck, a patto che sia di livello uno! La mia scelta ricade su Turbo Synchron di livello 1!” E dopo averlo posizionato in difesa, Andrea rimischiò il deck.
 
“Il tuo deck assomiglia molto…” Incominciò Bruno, quasi scioccato. Come il biondo aveva previsto quali mosse avrebbe eseguito, anch’esso aveva intuito cosa stava per accadere.
 
“Lascia che ti dica una cosa. Tutte le carte rarissime che pensavi esistessero per interventi divini, qui esistono in milioni di copie. Tuttavia, in pochi le rispettano perché il sistema di gioco attuale si basa su una carta sola, e se si riesce a sconfiggere quella carta, beh, l’avversario rimane senza carte in mano e senza carte chiave nel deck. La tua e la mia tattica è diversa, in quanto io reggo molto bene il match oltre i dieci turni grazie ad alcune carte, e tu riesci a rifornirti la mano grazie ai tuoi effetti. Ma proseguiamo, d’accordo? Se hai domande, chiedi senza esitare.” Gli spiegò Andrea sorridendo e facendolo sentire a suo agio.
 
“Mi sto divertendo un sacco.” Pensò Bruno. “E seppur sia qui da un solo giorno, mi sento benissimo. Beh, anche con Yusei e gli altri è andata così, ma lì non avevo memorie… Però le mie memorie non influiscono il carattere.” Scosse la testa. “Dannazione, mi sta venendo mal di testa.” E così il meccanico finì di pensare per il momento, troppo concentrato sul duello per avere una parte di cervello libera.
 
“Evoco dalla mano Rottame Synchro di livello 3! Ora attivo il suo effetto per riprendere dal cimitero la carta scartata prima. Richiamo Salvataggio Marescuro di livello 1, con il suo effetto negato. Ovviamente, come ben saprai, il suo effetto si attiva dal cimitero, quindi non perdo nulla.” Andrea assunse quindi un’espressione decisa. Voleva dare del filo da torcere al mostro di Bruno. “Abbasso di uno il livello di Guerriero Rottame e richiamo Mangia Livello! Ora sincronizzo Rottame Synchron con Salvataggio Marescuro e Mangia Livello, pescando nel processo. Appari, T.G. Iper Bibliotecario!” Ed ora, sul terreno dello scienziato, c’erano due mostri synchro ed un tuner.
 
Alla vista del suo mostro, Bruno scoppiò a ridere selvaggiamente. Tra una risata e l’altra si poteva udire delle piccole frasi riguardo alla sentenza precedente di Andrea sulle carte rare, e che l’aveva detto solo per usare il suo Tecno Genio. Il biondo si unì alla risata poco dopo, dicendo che se il meccanico avesse voluto, avrebbe cambiato synchro con un altro di livello 5. Ma la cosa non dispiacque a Bruno, e gli disse di tenerlo sul campo. Voleva vedere come avrebbe impiegato il suo potere.
 
“Benissimo!” Riprese Andrea, lacrime agli occhi dalle risate di prima. “Ora diminuisco di 1 il livello di Bibliotecario per riportare Mangia Livello! Quindi unisco Turbo Synchron e Mangia Livello per evocare un tuner synchron! I desideri riuniti chiameranno a sé un nuovo orizzonte della velocitò, che illuminerà la tua strada! Evoco Formula Synchron! Ed ora, grazie al suo effetto, pesco quando viene evocato per sincronizzazione, poi aggiungo un’altra carta grazie al mio Bibliotecario preferito! Oh, ma tu guarda, ho una De-Sincronizzazione anche io! La uso su Formula Synchron e poi lo riporto indietro per avere altre due carte!” Annunciò lo scienziato, giocandosela veramente bene. Il duellante dai capelli blu era senza parole. Da zero carte a quattro in una sola giocata.
 
“Ora attivo Sintonia Naturale! Grazie a questa magia, un mostro di livello 4 o inferiore sul mio terreno diventa un tuner! Scelgo il mio amico libraio! Ed ora unisco T.G. Iper Bibliotecario a Guerriero Rottame!” Bruno dovette dirlo insieme a lui. “I desideri riuniti diventeranno una stella di nuova luce, che illuminerà la tua strada! Evocazione synchro! Prendi il volo, Drago Polvere di Stelle!”
 
“Poi, unisco Formula Synchron e Drago Polvere di Stelle! I desideri cristallini riuniti apriranno la porta ad una nuova evoluzione, che illuminerà la tua strada! Accel Synchro! Nasci, Drago Stella Cadente! Quindi ora attivo la magia Un Giorno di Pace, che ci consente di pescare ma non prendiamo danno fino al mio prossimo turno. Finisco qui.” E lasciò il testimone al meccanico.
 
Turno 3
 
Andrea: 3000 Life Points – Bruno: 4000 Life Points
 
“Uhm… Se ora attacco, i nostri mostri si distruggeranno a vicenda, e lui ha il vantaggio di quattro carte contro le mie due. Posso lasciare in stallo la situazione se posso, ma tutto dipende dalla mia prossima carta.” Calcolò Bruno analizzando il duello.
 
“Pesco!” E diede uno sguardo alla carta. Il suo sorriso spaventò non poco Andrea. “Volevo ringraziarti della pescata bonus di prima, amico mio. Ora che finalmente ho pescato, evoco dalla mano un altro Mago Cibernetico, quindi attivo l’effetto e sincronizzo lui con T.G. Ingranaggio Zombie di livello 1 dalla mano! Evoco per sincronizzazione T.G. Libellula Recipro! Ne attivo l’effetto e mando al cimitero il mio fidato Fuciliere Lama per richiamare il mio…” E sottolineò il possessivo. “Iper Blibliotecario e Maga Magnifica! Ma non pensare sia finita qui!” Annunciò Bruno, mettendo mano al suo extra deck.
 
“Stiamo per avere un mega titano in campo, vero?” Chiese retoricamente il biondo, eccitato di vedere un campione come Bruno all’opera.
 
“Assolutamente. Potere dell’infinito, passa attraverso lo spazio ed il tempo per aprire un mondo sconosciuto! E direi che la frase suona adatta al momento!” Il commento del duellante fece rotolare lo scienziato per terra dalle risate. “Il mio limite! Delta Over Accel Synchro! Compari tra di noi, Tecno Genio Cannone Alabarda!”
 
Poi improvvisamente, il marchio del Drago Cremisi si illuminò, e sia Bruno che Andrea viderò qualcosa di inaspettato. Il mostro più potente di Bruno era al suo fianco in scala ridotta, in attesa di ordini, mentre il suo Drago Stella Cadente era in miniatura sopra la carta. “E-Ehi, n-ne sai q-q-qualcosa?” Chiese spaventato il biondo, tremante di paura. Il ragazzo dai capelli blu scosse la testa.
 
“Deve essere il potere del Drago Cremisi. Non penso ci sia nulla da aver paura.” Provò a rassicurarlo Bruno, e Andrea annuì molto lentamente, non ancora sicuro. “Posso procedere alla mossa?” Chiese gentilmente, cercando di instillare sicurezza nel cuore del giovane, non esattamente esperto a vedere spiriti. Egli annuì.
 
“Che mi tolgano il mio cappuccino mattutino, sono impazzito sul serio?” Pensò terrorizzato Andrea, che stava avendo dei dubbi sulla sua sanità mentale. “Se quel maledetto drago color sangue non spiega come stanno le cose, giuro sul mio ego che… che… Dannazione, giuro che farò qualcosa!” Urlò nella sua mente, tentando di calmarsi.
 
“Con Cannone Alabarda attacco Drago Stella Cadente. Ma prima di entrare in fase di battaglia, attivo Risolutore d’Effetto, col quale nego gli effetti di Stella Cadente impedendogli di annullare il mio attacco. Tuttavia, grazie alla tua magia non subisci danno. Termino il turno.” Concluse, seppur con un tono molto serio. Non sapeva neppure lui come comportarsi per far sembrare il fenomeno “normale”.
 
Il colpo di Cannone Alabarda che si abbattè su Drago Stella Cadente, che sparì nell’esplosione, sembrò quasi un effetto olografico. Poi però, comparve nuovamente accanto al cimitero, insieme a piccole miniature dei mostri che Andrea aveva giocato prima, tutti a fare il tifo per lui. La stessa cosa accadeva nel cimitero di Bruno.
 
“Ehi, ma stanno facendo il tifo per me!” Pensò stupito il biondo, e come se lo avessero sentiro, Drago Stella Cadente e tutti gli altri annuirono. “Wow! Se questa è la pazzia, allora non voglio essere curato!” Lo scienziato si rilassò moltissimo nel vedere che i suoi mostri non erano malvagi, anzi, erano simpaticissimi, e quindi decise di dare il massimo. Guardò attentamente la sua mano, e notò che aveva la combo giusta per eliminare Cannone Alabarda e vincere il duello. Serviva solo un’esca per far sprecare l’effetto del mostro e poi avrebbe avuto via libera.
 
Alla vista dello sguardo determinato di Andrea, Bruno si tranquillizzò. Non era più così teso.
 
Turno 4
 
Andrea: 3000 Life Points – Bruno: 4000 Life Points
 
“È il mio turno, quindi pesco!”
 
“Perfetto!” Pensò Andrea, facendo un sorrisetto malvagio.
 
“Evoco specialmente Stregone del Chaos rimuovendo dal mio cimitero un mostro luce, Formula Synchron, ed un mostro oscurità, Rottame Synchron!” E posizionò l’esca sul terreno.
 
Il pesce fu costretto ad abboccare. “Non mi lasci scelta. Attivo l’effetto di Alabarda. Una volta per turno, durante un qualsiasi turno, posso negare un’evocazione. Il tuo stregone se ne va. Fortunatamente, avevi solo un mostro luce nel cimitero.” Quindi il duellante sospirò, come se avesse evitato un proiettile. Ma la scarica doveva ancora arrivare.
 
“Sei caduto in trappola, Bruno! Attivo l’effetto di Drago Montaggio!” Disse Andrea, sorprendendo il duellante.
 
“Mi aspettavo un contrattacco, ma non uno così vasto! Tutto dipende da cosa scarterà per potenziarlo!” Pensò disperato Bruno digrignando i denti mentre il biondo scartava Soldato dell’Oscuro Desiderio – Emissario dell’Inizio di livello 8, Bri Synchron di livello 4 ed un Mangia Livello di livello 1, che lo fece rimanere con solo una carta in mano.
 
La forza e l’ingegno umano si riuniscono! Ed il loro ruggito darà speranza al futuro! Evocazione avanzata! Ruggisci, Drago Montaggio!” Esclamò lo scienziato, esordendo con un cantico appositamente studiato per il suo mostro, che comparve a fianco di Andrea alla stessa maniera di Cannone Alabarda. “Il potere di Drago Montaggio è pari al numero totale dei livelli dei mostri scartati, in questo caso 13, moltiplicati per 300!”
 
Il drago ruggì mentre il suo potere saliva a 3900.
 
“Ma ha solo 100 punti in meno del mio mostro! Quindi per ora sono ancora in vantaggio!” Esclamò Bruno sospirando. Temeva il peggio, ma Andrea non era turbato, e neppure il suo maestoso drago blu a tre teste, che ruggì a pieni polmoni.
 
 
Si preannunciava un finale coi fiocchi. Il miglior mostro di Bruno contro il miglior mostro di Andrea. Solo il più forte ed astuto avrebbe sconfitto l’altro ed assicurato la vittoria al proprio compagno.

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Capitolo 5
*** Ricordi di un Futuro passato ***


Legami del Futuro
Capitolo 5. Ricordi di un Futuro passato



“Il suo mostro ha solo 3900 punti di attacco, non abbastanza per contrastare i nostri 4000… Ma allora perché giocarlo e rinunciare a ben tre mostri?” Pensò agitato il duellante dai capelli blu.

Nel suo turno, lo scienziato era riuscito a far scattare l’effetto di Cannone Alabarda chiamando un mostro dall’effetto devastante, ma il secondo che aveva evocato poteva essere il suo punto vincente! Tuttavia il suo potere offensivo veniva battuto di soli cento punti, e per ora Bruno pensava di essere al sicuro, anche se non era sicuramente calmo e concentrato.

Non sarebbe riuscito neppure ad effettuare una banale Accel Synchro.

“Dichiaro di voler entrare in fase di battaglia!”

“Che cosa?!” Esclamò sorpreso Bruno spalancando gli occhi, mentre il suo Cannone Alabarda si mise pronto a contrattaccare.

“Drago Montaggio, attacca con Raggio Costruttore il mostro di Bruno!” Continuò imperterrito Andrea mentre il suo drago caricava nelle sue tre fauci il potente raggio multicolore.

“Tu sei pazzo, Andrea! Ma non vincerai! Cannone Alabarda, pronto a contrattaccare con Fuoco Dimensionale!” Contrattaccò il meccanico, ancora confuso dalla mossa suicida dello scienziato, mentre il suo soldato tecnologico prendeva attentamente la mira.

“Mi dispiace Bruno,” disse improvvisamente il biondo. “Ma attivo la carta magia rapida Abito Proibito, con il quale bersaglio Cannone Alabarda facendogli perdere 600 punti di attacco ma rendendolo immune ad effetti!” Concluse giocando la magia mentre sorrideva compiaciuto, lasciando Bruno di stucco.

Il raggio di Drago Montaggio partì proprio mentre una damigella comparve alle spalle di Cannone Alabarda, infilandogli un abito bianco che ricordava gli abiti utilizzati dai greci secoli e secoli fa, lasciando al povero guerriero solo il tempo necessario a parare il colpo con il suo fucile, che venne disintegrato poco prima di lui.
Turno 4

Andrea: 3000 Life Points – Bruno: 3500 Life Points

Subito dopo la scomparsa del fumo che seguì l’esplosione, il marchio del Drago Cremisi smise di brillare e tutti gli spiriti dei Duel Monster ritornarono invisibili, lasciando i due duellanti più perplessi che mai.

Cosa era successo? I mostri erano davvero qui? E perché il segno del Drago Cremisi si era illuminato? Troppe domande c’erano già, troppe se ne erano appena aggiunte alla lista.

“…pensi che dovremmo smettere di duellare?” Chiese Bruno massaggiandosi le tempie, chiaramente sconcertato dall’apparizione innaturale del suo miglior compagno.

Andrea scosse la testa. “Vuoi scherzare? Prima di tutto, il duello va finito perché sono anni che non giocavo a questo gioco e mi sto divertendo tantissimo, e poi se continuiamo potrebbe riaccadere di nuovo.” Rispose il biondo con fare saccente, il suo lato scientifico attivo e pronto ad essere sfruttato.

Bruno annuì, e senza aggiungere oltre procedette con la sua mossa. “Quando T.G. Cannone Alabarda lascia il terreno, posso richiamare un qualsiasi mostro T.G. nel mio cimitero ad eccezione di sé stesso. Perciò riporto in campo Fuciliere Lama.” E scambiando velocemente i mostri, il suo terreno tornò nuovamente abitato.

Lo scienziato lasciò la mano al meccanico, entrando così nel quinto turno.
Turno 5

Andrea: 3000 Life Points – Bruno: 3500 Life Points

Le uniche carte sul terreno erano T.G. Fuciliere Lama, 3300 punti di attacco, e Drago Montaggio, 3900 punti di attacco, ed entrambi i giocatori avevano zero carte in mano. L’esito del duello era incerto: se Bruno avesse continuato a giocare in difesa, prima o poi Drago Montaggio avrebbe azzerato i suoi life points, ma se fosse riuscito ad eliminarlo allora il duello avrebbe volto in suo favore.

“Pesco!” Disse Bruno fiducioso. “Posiziono una carta coperta e ti passo la mano.” Annunciò.

“Il duello verrà deciso nel mio prossimo turno.” Pensò preoccupato il ragazzo dai capelli blu. L’unica sua sconfitta l’aveva accettata per un motivo ben preciso, ma questa sconfitta non l’avrebbe tollerata. I suoi mostri Tecno Genio erano formidabili: nessuno delle leghe più alte durante la sua epoca era in grado di sconfiggerli, e non si sarebbe lasciato battere da un semplice Drago Montaggio.
Turno 6

Andrea: 3000 Life Points – Bruno: 3500 Life Points

“Pesco! Poi entro subito in fase di battaglia e ti attacco! Attivi qualcosa?” Chiese con un tono che supplicava una risposta negativa.

Bruno sorrise a 32 denti. “Veramente sì. Attivo la trappola TG1-EM1, che mi consente di scambiare un mio mostro T.G. con un mostro del mio avversario, continuando l’attacco ovviamente!” Spiegò con un tono gioioso da bambina petulante il nostro caro amico dalla chioma azzurra.

“Cosa?!” Esclamò il biondo. “Noooo!” Si lamentò mentre il meccanico spostava i mostri ridendo come un bambino che scartava i regali di Natale.

“Ed ora ti infliggo 600 di danno, ed il mio mostro torna nel mio cimitero, eheh.”

Il duello terminò poco dopo con l’attacco diretto del dragone blu di Andrea, che gli azzerò i life points.
Turno 7

Andrea: 0 Life Points – Bruno: 3500 Life Points

Vincitore: Bruno

 


Dopo aver pranzato con dei semplici panini con insalata e salumi vari, dato che nessuno dei due aveva voglia di cucinare, Andrea ripose con cura entrambi i deck nelle stanze rispettive, nonostante il suo orgoglio gli impedisse di congratularsi con Bruno. Tutto ciò che riusciva a ripetere era “Non hai vinto tu, hai solo usato la mia potenza per annientarmi”, a cui il meccanico rispondeva con un semplice “Tu e Jack potreste essere fratelli”.

Il duello era stato un toccasana per entrambi: Bruno accettò rapidamente il fatto che era nuovamente vivo e vegeto, con una nuova vita ed un nuovo futuro da vivere serenamente, a patto che riuscisse a sconfiggere l’eventuale minaccia di cui era a conoscenza grazie al dragone rosso che gli aveva dato un’altra possibilità, mentre Andrea capì che la batosta che aveva subito era molto più che reale, e finalmente accettò l’esistenza del suo nuovo amico facendosi mille problemi in meno.

Ma le risposte trovate erano nettamente inferiori alle domande che si erano rivelate nel corso del duello, ed una in particolare assillava il meccanico.

Il duellante dai capelli azzurri era turbato dalla manifestazione apparentemente casuale del suo marchio, che tral’altro sentiva incompleto nella zona dove le ali dovevano essere. “Andrea, mi faresti un favore?” Chiese tra un pensiero e l’altro.

“Mh-mh.” Rispose l’altro mentre faceva ordine nella sua testa.

“Controlleresti che il mio simbolo sia apposto? È come se mancasse qualcosa su di esso ma non riesco proprio a vedermi la schiena da solo.” Disse senza scherzare neppure un pochino, anche se lo scienziato si aspettava una battutina.

Questi soddisfò immediatamente il desiderio dell’amico, ed in un lampo analizzò con cura il suo marchio, rosso come il sangue ma maestoso come un tramonto al mare. Lo esaminò per parecchi minuti, confrontando le ali alle altre zone nel tentativo di identificare il problema, ma più il tempo passava più Bruno diventava impaziente. “Allora, trovato nulla di strano?” Chiese spazientito.

“Se per strano intendi che le tue ali sono diventate, come dire, opache rispetto al resto del disegno, allora sì, c’è qualcosa di strano.” Rispose sarcasticamente Andrea nel tentativo di rompere la tensione nell’aria.

“Cosa intendi dire con questo!?” Esclamò Bruno girandosi di scatto e beccando con il gomito il naso dello scienziato, che cadde a terra tenendosi il punto colpito gemendo dal dolore.

“Che un drago mi porti via la moto! Ma ti sembra normale voltarti di scatto mentre la gente si improvvisa dermatologa, santo piripillo?” Si lamentò dolorante Andrea rialzandosi, usando come appoggio il divano.

Il ragazzo dai capelli blu si rimise la maglietta di corsa e assunse un’espressione rattristata. Era davvero dispiaciuto di aver causato quell’incidente. “Scusami tanto, è che non sono abituato a non sapere cosa devo fare. E tutta questa mia ignoranza mi altera il sistema nervoso più di quanto immagini.” Tentò di giustificare le sue azioni Bruno, ma ricevette una pacca sulla spalla da un Andrea sorridente ma con un naso rossissimo.

“Suvvia, è solo una botta, passerà!” Disse ridacchiando proprio come avrebbe fatto Crow. “E poi, mio nonno diceva sempre che se si pensa troppo ad un problema, non si arriverà mai alla risposta! Quindi che ne dici se ci dimentichiamo delle tue ali opache e della tua missione ed andiamo a fare compere?” Propose lo scienziato mentre si dirigeva nel bagno del pianterreno, cercando probabilmente un cerotto.

Bruno alzò un sopracciglio. “E cosa dovremmo, anzi, dovresti comprare?” Chiese curioso.

Andrea uscì dal bagno incerottato e sorridente. “Wow, questo ragazzo è sempre così solare ed ottimista? Chi diavolo è, il gemello dimensionale di Crow?” Pensò sarcastico il meccanico.

“Dato che durante la tua permanenza a Neo Domino cambiavi abiti con qualche aggegio tecnologico, presumo tu abbia solo quei vestiti per adesso, per non parlare della biancheria.” Spiegò rapidamente lo scienziato, ottendendo conferme dal duellante man mano che parlava. “Quindi, a meno che tu non intenda indossare sempre quei vestiti, e ti assicuro non ti permetterò di andare in giro con i panni sporchi, oggi andremo al centro commerciale di Scintillarea e ti prenderai almeno due completi ed un abito da sera. Poi magari un abito elegante per le serate importanti.” E prima che il ragazzo dalla chioma azzurra potesse parlare per parlare di come avrebbe fatto a pagare quella roba, aggiunse… “Pago io. E se ti interessa sapere come ho fatto, ti si legge in faccia. Ora muoviti e prendi la moto. Non ho intenzione di stare in quel maledetto posto per comperare stupidi vestiti. Io stesso ci vado solo e soltanto per comprare nuovi camici da laboratorio o tute da lavoro.”

Bruno ridacchiò, ringraziò Andrea e si diresse con lui nel garage per prendere i loro mezzi.

 


Dopo un intero pomeriggio passato tra negozi di abbigliamento e sale giochi varie, la sera calò sulla cittadina alimentata dalle particelle Future Bonds ed i due baldi giovanotti ritornarono a casa, pronti a spacchettare tutti i loro acquisti.

Bruno aveva comperato tre magliette in tinta unita a maniche corte, rispettivamente di color bianco, blu e giallo, mentre per i pantaloni aveva optato per dei classici jeans lunghi con tre diverse sfumature di blu. Per le future uscite serali aveva comperato una camicia a maniche corte azzurro-chiaro con dei fiori rossi disegnati sopra e dei pantaloncini corti color carbone, mentre per l’abito elengante aveva scelto un classico smoking con un simpatico farfallino rosso.

Andrea invece ne aveva approfittato per ritirare i suoi camici da laboratorio bianchi in tintoria, le tute da lavoro dalla sartoria ed aveva comperato una camicia blu scuro con tante piccole stelle cadenti che la attraversavano, giusto per avere qualcosa di bello per quando sarebbe uscito con Bruno.

Mentre correvano sulla strada principale di Scintillarea però, un auto della polizia li rincorse e fece segno al duellante di accostare, mentre lo scienziato percorreva tranquillamente la via del ritorno, non essendosi accorto dei fari della polizia che segnalavano al compagno di fermarsi, scambiandoli per un segno del ragazzo.

“Buonasera signore.” Disse un poliziotto abbastanza anziano scendendo dalla macchina, leggermente sovrappeso e con dei lunghi baffoni bianchi, con il cappello che nascondeva i segni della calvizia.

“Sapere che accadrà anche a me di restare senza capelli non conforta molto.” Pensò tra sé e sé Bruno, abbastanza depresso per i futuri problemi che avrà ai capelli. Amava così tanto la sua lunga chioma a caschetto…

“Buonasera agente.” Disse Bruno sorridente mentre la visiera rossa rientrava nel suo elmetto grigio scuro. “C’è qualche problema?” Chiese innocentemente all’agente, che stava esaminando con gli occhi la sua Duel Runner.

“A dir la verità, sì, ci sarebbe un problema. La sua… motocicletta, è regolamentare alla circolazione?” Chiese senza un filo di emozione, svolgendo il suo lavoro alla perfezione.

Il duellante sudò freddo. “Ecco, sì, è regolamentare. Perché lo chiede?” Mentì spudoratamente, sperando se la bevesse. L’anziano signore si gratto il mento rugoso, avvicinandosi ulteriormente alla moto ed esaminandola ancora più accuratamente.

“Chiedo perché di norma questi veicoli hanno bisogno di un certificato speciale per circolare, quindi la lascerò andare immediatamente non appena mi avrà dato la certificazione.” Rispose senza troppi giri di parole l’agente, lasciando Bruno impietrito. Come sarebbe scampato alla polizia? Non poteva di certo salire sulla moto e correre via, altrimenti chissà in quale guaio si sarebbe cacciato!

In momenti come questi rimpiangeva di non poter impersonare il suo ruolo di Antinomy e di fuggire. “Allora, sto aspettando.” Lo incitò l’anziano, evidentemente spazientito dopo solo due minuti di controllo.

“Beh, ecco, io…” Balbettò furiosamente il ragazzo dalla chioma azzurra, cercando un modo per sfuggire al controllo. “Ed ora come esco da questa situazione? Pensa Bruno, pensa!” Continuava a ripetere nella sua testa.

“Ragazzo mio, non ha con sé la certificazione, o non ce l’ha affatto?” Chiese nuovamente il poliziotto, più minaccioso.

Ma proprio mentre Bruno stava per piangere sotto lo stress di quella situazione, come un miracolo Andrea comparve dietro di lui. “Lascialo stare Carlo, è il mio nuovo assistente su al laboratorio, mi sta aiutando con il nuovo motore e pensavamo che non ci fosse in giro nessuno per provarlo su strada.” Disse con tono scherzoso mentre si avvicinava all’agente, casco blu ornato di fiamme cremisi sotto braccio.

Il viso dell’agente si illuminò e trovò il sorriso. “Ah, è uno nuovo? Perdonami allora, non lo sapevo proprio.” Replicò sorridendo il poliziotto di nome Carlo, stringendo la mano allo scienziato.

A statura massima Carlo raggiungeva Andrea e Bruno alla base del collo, e come già detto prima era un uomo sovrappeso ed anziano, con dei baffi alla Hulk Hogan bianchissimi ed una pelata coperta dal cappello azzurro.

“Perdonarti per cosa? Perdonare chi fa giustamente il suo lavoro?” Disse con un sorriso Andrea riportando la mano in tasca. “Piuttosto, non ti affaticare troppo. Sono quasi le 19 e sei ancora in servizio. Non sei in giro da questa mattina presto?” Chiese il biondo, preoccupato per il vecchio.

“Capirai!” Rispose lui battendosi il petto. “Il mio allievo è andato a casa un’ora fa e nessuno fa la ronda qui durante l’ora di cena, a meno che io non sia in giro!” Disse orgoglioso mentre ridacchiava.

“In questo mondo c’è da ammirare gente come te. O come il sindaco. Voi siete persone magnifiche, e vi ringrazio per il servizio offerto alla comunit-“ Ma venne interrotto da una potentissima pacca sulla schiena, che gli fece uscire tutta l’aria dai polmoni.

“Non iniziare con questi discorsi idioti! Il nostro è un dovere e ci piace farlo! Tu vedi soltanto di far funzionare quelle dannate particelle prima che il nostro sindaco deponga la sua poltrona o saremo nei guai! Lo sai che manca poco meno di un anno prima che sia costretto a cedere il suo posto, e senza di lui ho paura che le tue ricerche verranno abbandonate…” Tagliò corto lui, un po’ malinconico sull’ultima parte.

“Coff! Coff! Certo, certo… Grazie del sostegno.” Rispose sorridendo.

“Wow! Andrea è sostenuto da così tanta gente! Come mai è triste riguardo alla sua scoperta?” Pensò esterrefatto Bruno, confuso riguardo all’argomento Future Bonds.

 


Era giunta l’ora di andare a letto in casa dello scienziato, e Bruno aveva appena terminato di infilarsi sotto le coperte. Lui ed Andrea avevano cenato con un’altra serie di panini e si erano lavati, poi dopo un divertentissimo lungometraggio si erano dati la buonanotte.

Era la seconda sera nella nuova dimensione e Bruno si era già abituato. Certo, Yusei e gli altri lasciavano nel suo cuore una fitta terribile, ma sapeva già che il suo ritorno era impossibile senza conseguenze gravi. La sua serie animata terminava con i gemelli Leo e Luna già grandi, circa dieci anni da quando si era sacrificato, e dato che tutto finiva con i membri del Team 5D’s che se ne andavano più o meno settimane dopo l’arca, aveva calcolato che sarebbe tornato in un mondo dove Yusei, Akiza, Jack e Crow erano all’incirca ventottenni come lui, ad eccezione dei gemelli che ne avrebbero avuti 21.

In un possibile futuro dove lui tornava da loro però, avrebbe lasciato lo scienziato da solo.

Al pensiero di quella probabilità però, una fitta al cuore colse il nostro duellante impreparato. Non gli andava di lasciare lui per gli altri, ma allo stesso tempo voleva tornare da loro.

“Che mi salta in mente? Tu lì hai già fatto abbastanza, Bruno. Hai dato speranza al Team 5D’s, e loro pensano che tu sia morto! Lo eri, certo, ma loro non sanno nulla di tutto ciò…” Pensò tristemente mentre il suo drago sulla schiena si illuminava. “…ed inoltre, tu hai tolto i loro segni e li hai dati a me. Quindi non possono neppure comunicare con te.” Bisbigliò quasi furioso al suo marchio, sperando di ottenere qualche risposta dal Drago Cremisi, che purtroppo non arrivò mai. “Sigh.” Disse mentre si rigirava nel letto e si sistemò a pancia in su con le mani dietro la nuca.

“Sarebbe come chiedermi… Preferisci restare con il Team 5D’s o con Z-ONE, Aporia e Paradox? Non saprei scegliere nonostante la differenza di tempo che ho trascorso con loro.”

E ci ragionò su a lungo. Così a lungo che si ritrovò addormentato senza neppure rendersene conto, con una lacrima che scendeva sulla sua guancia.

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Capitolo 6
*** Il motore del futuro ***


Legami del Futuro
Capitolo 6. Il motore del futuro

 
“Ehi Andrea, che ne dici di un duello turbo?”
“Non dire sciocchezze Bruno, lo sai che non ho neppure una Duel Runner.”
“Aggiungi fino ad ora alla fine della tua frase.”
“Bruno, non è il momento di scherzare. Il motore Antinomy sta per essere lanciato si scala mondiale e sono veramente teso. Potrei iniziare ad insultarti.”
“Ok, testone. Vuol dire che se non credi alle mie parole crederai ai fatti.”
 
Erano passati alcuni mesi dall’arrivo di Bruno nel mondo di Andrea, e dopo il loro primo duello dove il meccanico era giunto alla conclusione che era giunto in quella dimensione per aiutare lo scienziato con il suo motore, entrambi avevano dedicato tutto il loro tempo alla realizzazione del progetto, e tanta fatica fu ripagata immensamente dopo poche settimane di lavoro. La conoscenza futuristica di Bruno e l’intelligenza di Andrea, unita ai fondi che il sindaco di Scintillarea aveva fornito, avevano dato un risultato ben oltre le aspettative.
“Un brindisi alla brillante coppia di ingegneri di Scintillarea! Che il loro futuro sia luminoso come l’energia Future Bonds!” Annunciò il sindaco alla cena indetta per festeggiare la nascita del motore Antinomy. “Lasciatemelo dire, ragazzi! Siete stati fantastici!” Aggiunse sorseggiando dello champagne.
“Tutto merito di Bruno, signor sindaco!” Lo corresse Andrea tagliando un pezzo della sua sugosa e tenera bistecca. “Senza il suo aiuto non avrei mai capito come non far esplodere il motore.” Disse felicemente lo scienziato addentando il pezzo di carne.
“Tutte baggianate, signor sindaco!” Intervenne Bruno, appoggiando il bicchiere di gassosa che stava sorseggiando. “Se Andrea non mi avesse mostrato il suo progetto per il motore, starei ancora capendo come montarlo su un qualsiasi tipo di veicolo!” Esclamò entusiasta il meccanico, cercando di dare un po’ di merito anche al suo amico.
Il sindaco appoggiò il suo bicchiere e si pulì delicatamente le labbra con un tovagliolo, e ridacchiò. “Siete sicuri di non essere fratelli separati alla nascita?” Chiese scherzosamente il Primo Cittadino, lasciando perplessi i due.
“In che senso, scusi?” Dissero insieme, occhi spalancati, facendo ridere l’uomo.
“Niente ragazzi. Ora continuiamo a festeggiare. Abbiamo tutta la sera per chiacchierare.” Poi il sindaco si alzò in piedi.
Era un uomo molto minuto, assomigliava vagamente al Direttore della Sicurezza Lazar, e differiva unicamente per il colore dei capelli, un bel marrone lucente, gli occhi grigi e non indossava trucco.
“E per favore, chiamatemi…” Disse loro pronunciando il suo nome.
“D’accordo!” Risposero nuovamente insieme, per poi riprendere a parlare del più e del meno.
 
“Maledizione Bruno, domani notte abbiamo un aereo da prendere per l’expo mondiale di ingegneria. Son già teso per conto mio, dato che avrò anche io una piccola parte da presentare, e lo sai che l’idea di duellare su una moto mi aggrada parecchio! Non prendermi in giro!” Disse piuttosto seccato Andrea mentre il suo amico lo spingeva come una vecchia cassa nel garage.
“Non… Nnngh… Sto… Nnngh… Scherzand… Hoff! Puoi anche usare le tue gambe per andare nel seminterrato, lo sai?” Disse Bruno affaticato.
 
“Come signor sindaco? Dobbiamo volare in Germania per l’expo mondiale?” Chiese incredulo il meccanico mentre lo scienziato, accanto a lui sul divano, stava per esplodere dalla felicità.
Il Primo Cittadino era in conferenza video con loro, ed il suo volto era proiettato sull’enorme televisore del salotto. “Ho fatto il possibile per avere uno stand ed un’ora massima di presentazione con test dal vivo per la settimana prossima, quindi scrivetevi qualcosa e portatemi un veicolo con almeno due ruote che utilizzi il motore Antinomy. Lanceremo la nostra linea di veicoli il giorno prima dell’expo, con dei prezzi ridicoli che attireranno le masse. Poi nei primi minuti dopo il termine della nostra esposizione alzeremo i prezzi quanto basta per avere un piccolo guadagno a vettura, e finalmente usciremo dalla crisi energetica.” Annunciò fieramente l’Amministratore della Città.
Bruno era sorpreso da tanta determinazione per salvare il pianeta. “Mi permetta una domanda, signor sindaco.” L’uomo annuì. “Come mai ha così a cuore la crisi energetica del pianeta?” Chiese il duellante, incuriosito.
Il sindaco rise tristemente. “Ragazzo mio, una volta consumavo allo sfinimento i combustibili fossili del pianeta, pensando che lo facessi solo io e che quindi altri avrebbero riparato ai miei errori. Ma poi…” Qui il suo volto si incupì. “Ho visto cosa accadeva a causa dei nostri sprechi. Animali sconvolti dall’aumento delle temperature, città che pian piano dovevano mettere dei bordi di protezione per non essere sommersi. Gente morire a causa della fauna che moriva per i nostri sbagli.” E qui i suoi occhi si illuminarono con determinazione. “Decisi di smettere con quello stupido consumismo e di darmi da fare per trovare un modo per aiutare tutti, ma purtroppo il nostro caro Signore non mi ha concesso un cervello come i vostri, capaci di inventare e d’ideare, ma potevo ancora fare qualcosa per aiutare quelli come voi. Così, dopo innumerevoli studi e ricerche, ho trovato Andrea e con le mie conoscenze sono diventato sindaco di questa cittadina, avendo così una scusa per giustificare i fondi che, agli occhi della massa ignorante del mondo, venivano sprecati per la ricerca.” Poi il suo sguardo si ammorbidì. “Ma per fortuna, ho riposto bene la mia fiducia.” Andrea sorrise ed annuì, orgoglioso. “Ora scusatemi, ma devo andare. Scartoffie da firmare e tutto il resto. Vi lascio a pensare qualcosa per l’expo. Non deludetemi, ok?” E chiuse la connessione.
 
“Eccola, che te ne pare?”
“…Per la peppa e…”
“…la peppina, sì, lo so. Ma dimmi, ti piace?”
“Santo cielo, Bruno. È uguale a quella di…”
“Non uguale. È blu, la sua è rossa. Poi ha uno schienale diverso, uno schermo più grande, un motore differente…”
“Sì, ok, ho capito. Hai ragione tu.” Disse sarcasticamente il biondo.
“Andiamo a duellare?” Propose la chioma blu sorridendo e passandogli le chiavi.
“Spero tu sia pronto a perdere, Bruno!”
 
“Ecco qua! La mia parte è pronta!” Annunciò Andrea sistemando i fogli per la sua presentazione in un comodo quaderno ad anelli. “Tu a che punto sei?” Chiese lo scienziato, alzandosi e prendendo un bicchiere d’acqua.
“Ho terminato tutto ad eccezione della spiegazione della resistenza. Come spiego che abbiamo riprodotto un pezzo del mio motore? Non posso di certo dire Scusate! La mia moto ed io veniamo da Yu-Gi-Oh! 5D’s ed ho utilizzato un pezzo della mia fantastica moto alimetata ad Ener-D, accipicchia!” Esclamò esasperato Bruno, battendo la testa contro il tavolo più volte.
Il biondo sorseggiò lentamente, pensando ad una maniera per aiutare l’amico. “Ehi, ci sono!” Disse avvicinandosi alla presentazione del meccanico. “Accenna solo alla resistenza, giustificando l’assenza di spiegazione dicendo che è un segreto. D’altronde, tutti prima o poi arriveranno a capire come utilizzare Future Bonds, ma nessuno capirà per un po’ come fabbricare la resistenza! Quindi siamo coperti per molti anni ed inoltre quando…” E qui mise tra virgolette, gesticolando. “Scopriranno come produrla verremo acclamati come geni, andando oltre la nostra epoca per quanto riguarda invenzioni. Beh, io. Tu vieni dal futuro!” E rise.
Bruno ci pensò su, poi accettò la proposta dell’amico, e si mise a scrivere. Poi si fermò.
“Qualcosa non va, Bruno?” Chiese un po’ preoccupato Andrea.
“Mi spieghi perché non le abbiamo scritte a computer?” Fu tutto ciò che disse il meccanico.
Andrea spalancò gli occhi, ci pensò su e poi si diede una gran manata in faccia.
 
La strada montana di Scintillarea era deserta a quell’ora, ed era un perfetto campo d’addestramento per il giovane duellante turbo. La Delta Eagle di Bruno sfrecciò rapidamente sui versanti, seguita a ruota dalla moto di Andrea.
“Allora, per la prima lezione salterò i concetti di Mondo Velocità 2 e le carte magia Velocità, e passerò immeditamente al controllo della moto durante un duello. Poi, una volta diventato…” Qui il meccanico pensò ad un termine gentile per l’amico. “…accettabile…”
“Grazie per il sostegno, eh.” Disse sarcasticamente lo scienziato, ottenendo una risatina da parte dell’amico.
“…passeremo all’Accel Synchro ed eventualmente oltre, visto che possiedi una carta che va oltre l’Accel. Siamo d’accordo?” Chiese la chioma blu una volta terminato di spiegare.
“Certo capo! Ora dimmi cosa devo fare!” Rispose deciso il biondo, ottenendo un pollice in su d’approvazione.
“Iniziamo subito allora! Ricorda, se ti senti stanco, ci fermeremo e continueremo più avanti. Ora, la prima cosa che devi imparare è…”
 
Il sindaco di Scintillarea venne a prenderli in una semplice automobile sportiva, con la capotte abbassata data l’afa del tardo Agosto. Quella macchina era, ovviamente, alimentata a particelle energetiche. Il loro volo era previsto per le 23:15 con arrivo a Berlino per le 01:35, mentre l’expo cominciava alle 03:00.
“Sono le 21:30, l’aereoporto dista solo un’ora di distanza da Scintillarea ed avremo tempo anche per un cappuccino se vi va! Ora però sbrigatevi!” Incoraggiò il sindaco mentre i due si affrettavano a mettere dei semplici trolley da viaggio nel bagagliaio.
“Wow! E questa macchinina va con il nostro motore?” Chiese Bruno incredulo.
“Certo ragazzo! E non ha nulla da invidiare con le attuali ed obsolete automobili a benzina. Ed inoltre, non avendo costi di consumo, è un’affare! Certo, bisognerà revisionarla almeno due volte l’anno, ma per ora è il massimo che possiamo fare, giusto?” Disse loro, i quali annuirono.
“Poi ovviamente, dopo alcuni mesi da questo expo, potremmo vendere i progetti a varie industrie automobilistiche e lasciare che siano loro ad ideare motori sempre più efficenti.” Suggerì Andrea mentre si sistemava nel lato passeggero anteriore.
“A patto che noi rimaniamo i produttori di resistenze! E grazie per il posto dietro, almeno posso sdraiarmi!” Disse Bruno mentre si stendeva sui sedili posteriori.
“D’accordo ragazzi, affare fatto.” Accettò il sindaco ingranando la marcia e dirigendosi verso la loro meta.
 
La meta dove avrebbero scritto una nuova pagina nella storia della Terra.
 
Note dell’Autore: Ammetto che questo capitolo è stato molto difficile, ed era veramente diverso nella prima stesura. Poi ho optato per una versione più leggera e simpatica, e sono veramente soddisfatto del risultato! E poi adesso Andrea ha una Duel Runner! Sigh, ora dovrò aggiungere i segnalini e le magie velocità, ma chissene! Viva i duelli turbo!

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