Silence di NorthStar (/viewuser.php?uid=127802)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
boh
Dunque...
piccola-grande
introduzione...
Ho scoperto che se non
scrivo un minimo al giorno non vivo bene.
Questo perchè scrivendo
riesco
a tirarmi fuori dalla mia vita che, per tanti e tanti motivi, non
è esattamente il massimo... Quindi questo non è altro che
uno dei miei ennesimi scapocciamenti, ve lo dico, così non vi
aspettate altro.
Premessa
1:
Questa storia è molto
"alla bell'e meglio".
Non ha pretese, affatto.
Non è
come She walks in beauty, a cui mi ero affezionata ancor prima di
cominciare a scrivere, e di certo non è la ff su cui punterei
per dire "Ah! Questa sarà un capolavoro!".
No, proprio no.
E' una storia che decido
di postare anzichè tenere nel pc così inutilmente.
Premessa
2:
Non sarà
aggiornata ai ritmi di She walks in beauty... nope...
Premessa
3:
Penserete "Ma questa è
scema! C'ha altre due storie in corso!".
Si, avete ragione, ma
prometto che
non le abbandonerò. Mai mai mai abbandonare una storia, è
un po' come abbandonare un cane... MAI abbandonare le storie, prendete
nota.
Premessa
4:
Si lo so, l'ho già
detto, ma
non aspettatevi proprio niente. Io comunque butto lì questo
capitoletto e poi se piacerà si vedrà...
Un abbraccio
Northstar
ps: quando comincerò a
rompervi le scatole con tutte ste ff (e badate che sono seria, non sono
in cerca di commenti adulatori testimone ValeLenee), fatelo
semplicemente presente e vi lascerò in pace...
per un po'.
:)
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"Come hai potuto essere così stupida, Santana..." sbuffò
Quinn frugando fra i suoi fogli.
"Ricordami ancora perchè sono qui?"
rispose la mora limandosi le unghie annoiata.
"Perchè hai avuto la brillante idea di salire in
macchina così ubriaca da riuscire a travolgere in retro
marcia il parco giochi di fronte al Pub di Harry..."
"Ho chiesto scusa!" sbottò la mora per poi aggiungere "Ed è stato un
incidente, succede!"
"Non è un'incidente se è la seconda volta che succede nel giro di pochi
mesi, Santana..."
"E va bene! Diciamo che è stata una coincidenza molto, molto
particolare..." esclamò la mora "Ma non ho fatto male a nessuno!"
"Ma avresti potuto!" si voltò Quinn inviperita "Non so nemmeno
perchè sono qui a difenderti! Sono uno degli avvocati più
brillanti della città e sono qui a perdere tempo con un caso
chiaramente
indifendibile! Dimmi, perchè sono qui a fare la mia figuraccia
mensile!?"
"Perchè i soldi sono sempre soldi..." sbuffò Santana.
"Lo sto facendo gratis!"
"Lo so, volevo solamente farti arrabbiare..." sorrise Santana "Lo stai
facendo perchè sei la mia migliore amica che, guarda caso,
lavora anche per la mia compagnia... E se le cose vanno bene posso
sempre portarti fuori a farci una bella bevuta al suddetto pub di
Harry..." sorrise Santana.
"Smettila. Davvero, smettila, stai solamente peggiorando la tua
posizione..." sbuffò Quinn, per poi dare una gomitata alla
migliore amica "Ecco il giudice."
"Salutalo da parte mia..."
"In piedi, Santana!" esclamò la bionda, facendo controvoglia alzare la
latina.
"Lopez... ci incontriamo di nuovo!" cominciò il giudice
mettendosi a sedere, per poi rivolgersi a Quinn con un sorriso "Fabray,
ancora
una volta a difendere la sua amica, eh?"
Quinn annuì a disagio
"Dunque... Oltre ovviamente al ritiro della patente, stavo per
rifilarti la solita, classica multa del caso... Ma
raramente mi capita di dover giudicare una persona per lo stesso reato,
per la seconda volta e per di più nel giro di sei mesi..."
sorrise l'uomo "Perchè sai,
quando si tratta di questi piccoli reati
la base è la stessa
che si usa con i bambini..."
Santana lo guardo confuso, corrugando le sopracciglia.
"Se scrivi ancora sul
muro papà si arrabbia..." disse l'uomo
divertito "Ma con te questa strategia sembra non funzionare...
Quindi ho deciso per una punizione alternativa che possa... come
dire... farti passare la voglia di fare la bambina cattiva..."
"Servizio pubblico..." bisbigliò Quinn, conoscendo l'uomo.
"Cosa?! No, no, no..." cominciò la latina.
"Vedrai." sorrise la bionda.
"Fa che non sia servizio pubblico, fa che non sia servizio pubblico...
ti prego..." sussurrò Santana chiudendo gli occhi.
"Credo che sessanta ore di servizio pubblico faranno al caso nostro..."
sorrise l'uomo.
"SESSANTA!?" esclamò la mora scioccata, per poi aggraparsi al braccio
della migliore amica e supplicare "Fa qualcosa Q!"
"Non posso fare nulla a questo punto, è la sentenza ultima del
giudice..." sussurrò Quinn.
"Signor giudice..." cominciò Santana sforzandosi di leggere il nome
dell'uomo ed esclamare col suo sorriso
più convincente "Signor Harris!"
"Si, signora Lopez. Mi dica pure."
"Non voglio certo dirle come fare il suo mestiere, che tra l'altro
svolge egregiamente" disse la mora sporgendosi in avanti fino
a
poggiare gli avambracci sul bancone dell'uomo, tentando di mostrare
quanta più scollatura potesse "...ma non crede sarebbe
forse più
indicato fammi versare un po' di grana nelle casse
della comunità?! Avanti... i soldi fanno sempre
comodo... magari riusciamo a dare una mano a tutti quei senza tetto
accampati per la città..."
"Signora Lopez... Ci sono due cose che deve sapere." cominciò l'uomo
"La prima è
che sono gay. Quindi puo' anche rificcare le gemelle al loro posto..."
"Ugh..." sbuffò Santana incrociando le braccia.
"La seconda cosa è che so benissimo chi è lei." sorrise
l'uomo "A ventisette anni
lei è l'amministratrice unica del marchio "Breadstix"... I
soldi
non sono esattamente un problema per lei... A proposito se non
erro presto aprirà anche sotto casa mia?"
"Dove vive?" chiese Santana annoiata.
"Bedford Avenue?"
"Un paio di mesi..." rispose la ragazza velocemente.
"Oh, bene... Adoro Breadstix!" sorrise l'uomo per poi riprendere "Ad
ogni modo, stavo
sottolineando come le multe previste per il caso, anche le più
alte, per lei siano davvero irrisorie... quindi sperò di farle
cambiare idea di fronte alla minaccia di altre sessanta ore di servizio
pubblico. Tramite la signora Fabray le fornirò l'elenco di
lavori che potrà svolgere. La sentenza è definitiva. Buon
divertimento, Lopez."
"No! No! Un momento la prego!" continuò Santana cercando di
aggrapparsi a qualunque cosa, per poi esclamare "Le garantisco una
fornitura gratuita a vita di Breadstix!"
"Cosa stai facendo!? Questa si chiama corruzione!" disse Quinn
prendendo al volo il braccio dell'amica.
"Per quanto la sua offerta sia invitante, sono
costretto a declinarla... Buona giornata signore..." disse l'uomo
uscendo.
"Ma grandioso! Semplicemente grandioso!" sbottò Santana lasciandosi
cadere sulla sua sedia.
"Avanti, sono sessanta ore di servizio pubblico... sopravviverai..."
sorrise Quinn non sforzandosi nemmeno di nascondere il sorriso
divertito.
"No che non sopravviverò! Non sono in grado di andare in giro
per parchi a raccogliere fazzoletti, cartacce, bicchieri o
peggio, preservativi usati!
No! Non è quello che faccio io!"
"Non hai molta scelta..."
"Al diavolo!" esclamò Santana raccogliendo la sua borsa.
"Dove stai andando!?"
"E' arrivata l'ora di chiedere quel vecchio favore che mi deve il
senatore Lewis per avergli finanziato la campagna elettorale..."
sorrise Santana.
"Ci vediamo più tardi in ufficio?"
"No, più tardi al pub di Harry..." disse la latina prima di fiondarsi
fuori dall'aula del tribunale.
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"Stai scherzando!?" esclamò Rachel.
"No... sessanta ore tonde tonde di servizio pubblico..." sorrise Quinn.
"E non è andata fuori di testa!? Niente sedie volanti o... insulti
volanti?" chiese Puck.
"No... però è andata subito dopo a chiedere l'aiuto di un suo amico
senatore..." rispose Quinn.
"Che sciocchezza, non può fare niente per una sentenza già
pronunciata!" osservò Kurt.
"Esattamente." sorrise la bionda.
"Perchè non glielo hai detto allora?" chiese Finn pensando forse di
essersi perso qualcosa.
"Perchè..." cominciò la bionda guardando l'orologio al
suo posto, per poi indicare la porta del locale "... non volevo perdere
questo momento..."
Santana entrò evidentemente fumante nel pub, lasciandosi cadere
sulla prima sedia libera al solito tavolo occupato dagli amici.
"Non una parola." ringhiò per poi esclamare "Harry, tequila al tavolo
per favore!"
"Arriva..." rispose puntuale l'uomo conoscendo il tono della mora.
"Santana non credi che bere dopo quell-" cominciò Finn.
"Berry, metti la museruola al T-rex o finirò per cucirgli le labbra."
disse Santana massaggiandosi lentamente le tempie.
"Non è che abbia tutti i torti..." osservò la brunetta.
"Mettiamo un paio di cose in chiaro." cominciò la mora "Sono
stata condannata a sessanta ore di attivita socialmente utili,
cosa che immagino sappiate già, perchè Quinn non perde
occasione per divertirsi alle mie spalle e se te lo stai chiedendo Q,
si, con "divertirsi alle
mie spalle"
intendo anche tutte le scappatelle con Puck nel bagno del terzo piano
che sfortunatamente sembra trovarsi proprio di fianco al mio ufficio!
Ed in tal proposito complimenti Puck non pensavo che fossi ancora in
grado di farle fare quei versi!" sorrise Santana in faccia ad una
paonazza Quinn "Tutto questo per dirvi che sono molto, molto vicina ad
una crisi di nervi ed in questo momento non ho bisogno di sentire le
vostre frasette ad effetto su come stasera potrei evitare di bere, ma
di fatto ho bisogno di bere almeno quanto ho bisogno di respirare, e se
non berrò entro i prossimi sessanta secondi passerò a
sputtanare ognuno di voi compresi i non presenti.".
"Rum & Coca?" sorrise Quinn strappando il bicchiere di Puck
dalle sue mani per passarlo all'amica.
"Grazie, Q." sorrise ironicamente la mora accettando il bicchiere.
Diversi bicchieri dopo Santana ricominciò a varare tutte le possibili
scappatoie al provvedimento del giudice.
"E se non lo faccio?"
"Cosa vuol dire?" chiese Quinn confusa.
"Se non faccio nemmeno un'ora di maledetta attività utilmente
sociale!?" sbiascicò Santana.
"Socialmente utile..." la corresse Quinn.
"E' quello che ho detto!" insistette Santana "Se non lo faccio!?"
"Entro la fine della settimana devi aver svolto almeno un'ora Santana,
quindi domani vedremo di trovare l'attività che più
farà per te e vedrai di andare a passare un'ora diversa dal
solito...".
"Io non voglio farlo!"
"Dovrai, invece." rispose Quinn annoiata.
"Quali sono le opzioni?"
"Hai l'assistenza ai barboni..."
"Non ci penso proprio..." sbottò la latina.
"Il lavoro nei canili pubblici..."
"Non dirlo nemmeno per scherzo..."
"Assistenza agli anziani?"
"No."
"Mensa pubblica?"
"Nooo." sbottò Santana "Ho bisogno di un posto in cui posso
presentarmi, firmare il foglio all'entrata, nascondermi, e rifirmare
all'uscita..."
"Allora va bene una qualunque clinica di riabilitazione o simili..."
disse Quinn.
"Visto!? Non era così difficile!" disse la mora alzandosi.
"Dove stai andando?!"
"Visto che ero venuta per ubriacarmi e rimorchiare, ma di rimorchiare
non se ne parla-"
"Di certo non in questo stato..." commentò la bionda.
"Esattamente..." annuì la latina "Sto andando a casa..."
"Aspetta ti accompagnamo noi..." disse Quinn alzandosi.
"Ho chiamato un taxi... non preoccuparti mammina..." sorrise la mora.
"Riesci ad andare fuori da sola o hai bisogno di una mano?"
"Avrei davvero, davvero bisogno di una mano per andare fuori... ma
non
penso sia quello che intendi..." sorrise la latina, gettandosi sulla
porta del locale "Buonanotte..."
"A domani S." la salutò la bionda.
Il viaggio in taxi, seppur breve, era stato un incubo per Santana.
Era arrivata nel suo bell'attico praticamente correndo verso il bagno,
sperando almeno di raggiungere il lavandino se non il water.
Era quello che succedeva quasi ogni sera.
Ma una volta non era così.
Il venerdi o il sabato sera beveva un po' di più con gli amici.
Poi aveva cominciato a bere anche il lunedì perchè di martedì non aveva
mai riunioni importanti.
Poi anche il giovedì perchè il venerdì faceva solamente mezza giornata.
E ben presto si era ritrovata a bere, per lo meno a casa, tutte le sere.
"Siamo sempre e solo noi due, eh?" sbuffò la latina
gettandosi sul suo letto enorme "Chissà se un giorno
porterò qualcuno qui che sia più che una stupida scopata
eh?... Allora sai che conversazioni che ci faremo...".
Era giovane, ricca, di successo... Santana aveva proprio la vita che
tutti desideravano.
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"Buongiorno..." disse Puck poggiando un bicchiere d'acqua con un
aspirina accanto alla testa di Santana, poggiata sulla scrivania.
"Potevi sbatterlo più forte quel bicchiere, Puck..." si lamentò la
latina sollevando leggermente la testa.
"Prendi quell'aspirina e non fare troppe storie... sei intrattabile
sempre, figuriamoci con un dopo sbronza del genere..." sbuffò il
ragazzo sedendosi sul divanetto dell'ufficio.
"Cosa pensi di fare?" chiese la latina guardando l'amico.
"Quinn mi ha detto di aspettare che prendessi la tua aspirina per poi
farti scegliere in quale clinica prestare servizio..." spiegò il
ragazzo.
"Ok. Prima di tutto, togli quei piedi dal divano prima che te li tranci
di netto col tuo stesso, prezioso, taglia carte. Secondo, quale
clinica!?"
"Buon dio, Lopez... le sessanta ore di attivita socialmente utili non
comprendono ubriacarsi e rompere le scatole agli amici..."
"Oh... quello..." sussurrò Santana "Merda..."
"Già..." disse Puck sistemandosi comodamente sul divanetto "Quando
sarai pronta a scegliere fammi un fischio..."
"Vieni qui..." ordinò Santana.
"Che c'è?"
"Sono pronta a scegliere..."
"No, fai con calma! Prenditi il tuo tempo."
"Non ti lascerò fare un riposino sul mio divano, quindi alza il culo e
vieni qui." ringhiò la latina.
"Potrei quasi farti causa per mobbing..." sbuffò Puck alzandoti.
"Quello che ti pare..." disse Santana "Avanti stendi i vari fogli con
le opzioni."
Puck poggiò tutti i fogli sulla scrivania dell'amica.
"Fatto."
"Bene... ora scegliamo..." disse Santana alzando il dito indice per
fargli fare qualche giro in aria e lasciarlo cadere su uno dei fogli.
"Clinica riabilitativa S. Jackson." lesse Puck.
"Dove si trova?"
"Ad un paio di isolati da qui..." rispose il ragazzo.
"Perfetto. Avverti Quinn e chiamami un taxi per le sedici, voglio
togliermi il pensiero..." disse Santana per poi rialzare la testa e
dire "E non pensare nemmeno di ributtarti sul mio divano."
"Si, padrona..." sbuffò Puck lasciando la stanza.
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"Almeno è di bell'aspetto..." pensò Santana di fronte
alla clinica "Vediamo se
anche dentro è dello stesso livello..."
Appena entrata Santana tirò un sospiro di sollievo notando come
anche l'interno era decisamente curato e pulito e sopra ogni cosa
luminoso.
"Posso aiutarla?" chiese un uomo in divisa.
"Ehm... sono qui per delle ore di servizio pubblico..."
"Mmm, Lopez..." disse l'uomo scorrendo il dito su una lista, per poi
sorridere divertito e dire "Quella Lopez?"
"Ugh.. fantastico... non sono neppure arrivata e già ho trovato il
primo impiccione..."
"Nah..." disse l'uomo avvicinandosi per porgerle la
mano "Piacere, Dave Karofsky."
"Piacere un corno..." rispose Santana stringendo reclutante la mano
dell'uomo "Allora? Cosa devo fare?"
"Deve mettermi una firma qui..."
"Non c'è un qualche modo di barare sugli orari? Che sò,
io firmo e lei scrive 15:00, così posso andarmene subito e dire
che ho fatto un'ora di servizio?"
"Non credo..." rispose l'uomo riprendendo il foglio, pronto a scrivere
l'orario.
"Sono sicura che possiamo trovare un accordo..."
provò Santana rigiocandosi il potere che sapeva poteva
derivare dalla sua alquanto attraente scollatura.
"Gay." rispose semplicemente l'uomo per scrivere chiaramente "16:15"
sul foglio di Santana.
"Merda! Questa città è davvero così piena di gay!?"
"Lo è davvero? Non ho avuto questa impressione..." rispose Karofsky
riponendo il foglio sulla sua scrivania.
"Posso sempre pagarti, avanti... Dave?"
"Ci tengo al mio posto di lavoro..." rispose l'uomo, per poi dire "E
non è niente di che fare servizio qui... avanti vieni con me,
ti accompagno a fare un giro..."
"Grandioso..." sbottò la mora seguendo il tipo nell'ascensore.
"Come te la cavi con i bambini disabili?" chiese il ragazzo indicando
il primo piano.
"Non sono la persona più brava con i bambini... il fatto che
siano disabili peggiora la situazione..." spiegò Santana.
"Allora adulti?" chiese ancora Dave spostando il dito sul secondo piano.
"Che non siano malati mentali se possibile..."
"Chiedi troppo, Carmen..."
"Santana." lo corresse la mora.
"Lo so... era un riferimento a Carmen Sandiego... conosci?"
"Ascolta, quale è la parte più tranquilla e silenziosa di questo
posto?!" chiese Santana spazientita.
"Il quarto piano..." rispose Karofsky pigiando il tasto corrispondente.
"Che c'è al quarto piano?"
"Sorpresa..." sorrise l'uomo.
Appena aperta la porta dell'ascensore Santana notò subito il silenzio,
proprio quello che aveva richiesto.
Silenzio perchè nessuno dei ragazzi presenti nell'ampio atrio
stava parlando, al massimo muovevano le labbra, ma non usciva nemmeno
un suono.
Solo quando Santana notò il gesticolare continuo capì.
"Sordi?" chiese al ragazzo al suo fianco.
"Si dice non udenti."
"Quello che è..." sbottò la mora per poi chiedere "Cosa devo fare ora?"
"Cerca Brittany, è lei la responsabile del piano. Saprà trovarti
qualcosa da fare."
"Brittany?" esclamò Santana sollevando le sopracciglia "E come la
dovrei trovare!?"
"Bionda, alta, sorridente... in una parola, fantastica... la
riconoscerai, credimi..." rispose il ragazzo tornando nell'ascensore
"Ci vediamo fra un'ora, o due... chissà..."
"Ok. Ok. Posso farcela.
Devo solamente trovare questa... Ugh, come si chiamava? Tiffany?"
sospirò Santana pensando "Bionda. Bionda, alta,
attraente? O era sorridente? Che importa, ha detto fantastica! La
riconoscerò in qualche modo!"
La mora cominciò a girare timidamente per l'atrio,
evitando che il suo sguardo incontrasse quello di chiunque altro. Cosa
poteva dire a qualcuno che non poteva sentirla?
Cominciò lentamente ad osservare aula per aula, una alla volta,
fino a che non si trovò davanti ad una classe piena di
adolescenti... ma nessun insegnante...
Così pensò semplicemente di continuare a cercare la bionda
indicatagli dal portiere.
Ma voltandosi si trovò di fronte forse la donna più bella che avesse
mai visto in vita sua.
"Fantastica..."
pensò Santana cercando di collegare le parole di Dave "Bionda: c'è. Alta: c'è.
Sorridente! Ecco qual'era la parola! Sorridente, c'è eccome!"
"Ehm... sono Santana Lopez, sono qui per il servizio
pubblico...
Ho parlato con un tale Dave all'ingresso e mi ha detto di rivolgermi a
lei..." cominciò velocemente Santana "La prego, la prego, sia buona con
me e non mi faccia fare cose strane!
La bionda continuò a guardarla confusa per poi sorridere, indicarsi le
orecchie e scuotere la testa.
"Oh merda..." sussurrò Santana collegando.
Brittany non poteva sentirla.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
boh
Eccomi di nuovo...
Grazie grazie grazie per l'enorme fiducia che avete già
dimostrato nei miei confronti, cosa che mi preoccupa assai
perchè questa storia è così...
insomma... diciamo
che "ancora da definire" è dire anche troppo xD
vediamo un
po' come va, via... spero che ne esca fuori qualcosa di decente e
leggibile...
Un altro grazie, per
forza, e buona lettura di questo noioso capitolo di assestamento...
Northstar
ps: l'epilogo di She walks in beauty è praticamente
finito... ma voglio rivederlo ancora un paio di volte per concludere la
storia senza fretta e/o dimenticanze, come credo che meriti... Grazie
per la pazienza... :)
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"Ehm... sono Santana Lopez, sono
qui per il servizio pubblico... mi hanno detto di rivolgermi a lei..." .
La bionda continuò a guardarla confusa per poi sorridere,
indicarsi le orecchie e scuotere la testa.
"Oh merda..." sussurrò Santana collegando.
Brittany non poteva sentirla.
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"Io..." cominciò Santana per poi rendersi conto che era
inutile parlare quando la bionda non poteva sentirla.
"Idiota! Non puo'
sentirti, per la miseria... puoi parlare quanto vuoi ma non ti
sentirà!" pensò la mora.
La ragazza alzò un momento le mani, facendo cenno a Santana
di
aspettare, per poi entrare un momento nell'aula, fare un paio di gesti
e farle di nuovo cenno di attendere.
Santana si limitò ad annuire, guardando la bionda
allontanarsi di corsa verso quello che doveva essere il suo ufficio.
"Stupida! Stupida! Stupida! Stupida!" sussurrò
Santana accorgendosi poi che era inutile sussurrare se nessuno
poteva sentirla
"Stupida, stupida idea! Perchè la clinica! Perchè
il silenzio!? Qui c'è fin troppo silenzio! Era
meglio andare a raccogliere fazzoletti che fare l'ennesima figuraccia
qui dentro!".
Quando sentì i passi della ragazza avvicinarsi, Santana si
volto cercando di nuovo di sorridere.
Dave aveva ragione.
Brittany era davvero fantastica.
Gambe interminabili, capelli morbidi come seta, occhi lucenti
come il sole ed un sorriso per cui morire.
La ragazza porse a Santana una lavagnetta magnetica, di
quelle su cui si poteva scrivere e ricancellare per
un'infinità
di volte. La latina prese la lavagnetta, guardandola confusa, per poi
tornare a guardare perplessa la bionda, che le fece cenno di scrivere.
"Cosa devo scrivere?"
pensò un momento Santana, per poi realizzare e scrivere
semplicemente "Servizio pubblico."
La bionda cogliendo aprì la bocca sorpresa, per poi
riprendere la lavagnetta e scrivere "Cosa vorresti fare?".
"E' un cuoricino quello
sopra la i?..." sorrise internamente la mora, per poi
riprendersi, guardare la ragazza di fronte a lei alzando le
spalle.
Non aveva idea di cosa poteva fare lì dentro, se non
alfabetizzare schede o pulire aule, visto che non aveva modo di
comunicare con nessuno.
La bionda sorrise di nuovo ed indicandosi scrisse sulla lavagna
"Brittany Pierce."
per poi offrire la lavagna a Santana, che prontamente scrisse
"Santana Lopez.".
Brittany annuì per poi poi porgerle la mano con l'ennesimo
sorriso.
"Ora il "sorridente" di
quel tipo ha decisamente più senso..."
pensò Santana stringendole la mano.
La bionda poi le fece cenno di entrare con lei nell'aula, e Santana non
avendo modo di dirle di no, la seguì sedendosi sulla sedia
indicatale dalla ragazza, proprio vicino alla cattedra.
Brittany poi cominciò quella che sembrava un'articolata
conversazione con i ragazzi dell'aula, che si trovarono tutti a
guardare Santana salutandola con le mani.
La latina forzò ancora una volta un sorriso
salutando a sua
volta l'aula colma, per poi guardare la lavagna e leggere vari verbi e
parole che Brittany indicava pian piano facendo seguire una serie di
gesti.
Di tanto in tanto la bionda si voltava a guardare Santana, ripetendo
alcuni gesti e la mora non sapendo cos'altro fare si limitava a
sorridere ed annuire.
"Dio, che figura di merda..." disse Santana
continuando a
guardarsi intorno, per poi sentire qualche ragazzo ridere
ed alzò lo sguardo confusa trovandosi un paio di occhi
divertiti addosso.
In quel momento i ragazzi cominciarono a preparare gli zaini per poi
lentamente uscire e salutarla di nuovo.
La mora salutò a sua volta i ragazzi
che le passarono davanti, per poi guardare Brittany con aria
interrogativa.
La bionda si sedette in cattedra facendole segno di avvicinarsi e
Santana obbedì trovandosi a pochi centimetri dalla ragazza.
"Santo Dio, è
fantastica davvero..." pensò la mora osservando
la donna da vicino mentre scriveva qualcosa sulla lavagnetta.
"In questa classe insegno il linguaggio dei segni." lesse Santana.
"Devo chiamarti professoressa?" scrisse la latina per poi passare di
nuovo la lavagna alla bionda che con un sorriso fece cenno di no con la
testa, per
tornare a scrivere "Sono
non udenti post-verbali. Alcuni di loro hanno cominciato ad imparare da
poco."
"Post-verbali?" chiese Santana ad alta voce, dimenticandosi che
Brittany
non poteva sentirla, ma la ragazza scrisse invece "Vuol dire che hanno
perso l'udito quando sapevano già parlare."
Santana la guardò confusa scrivendo "Come hai fatto a
capirmi?"
Brittany sorrise e si indicò le labbra.
"Sa leggere il labiale
quindi..." sorrise Santana "Questa è una bella
notizia!".
"Riesci a capirmi?" disse Santana ad alta voce indicandosi la bocca.
Brittany annuì per poi scrivere "Non tutto. Parli molto
velocemente..." ed aggiungere una faccina sorridente.
"Mi dispiace..." rispose Santana, ma la bionda poggiandole la mano sul
polso cenno di non con la testa, a dirle di non preoccuparsi.
Santana guardò la mano della bionda chiedendosi per quale
motivo non fosse scattata in quello stesso istante.
Per lei, gli unici contatti fisici (non casuali) consentiti
erano solamente quelli inclusi nel sesso. Nient'altro.
Non era tipa da carezze o strette di mano e meno che mai abbracci... ma
quella mano sul suo polso non le dava fastidio, non le faceva scattare
in testa l'allarme che le partiva ogni volta che qualcuno le si
avvicinava troppo, fisicamente e non.
Santana allora prese la lavagnetta e scrisse "Cosa posso fare qui? Per
il servizio sociale?".
Brittany indicò l'aula, per poi scrivere "Puoi seguire il
corso
con i ragazzi se vuoi. Oppure puoi aiutarmi con l'amministrazione."
"Okay..." rispose la mora sorridendo.
"Avrai bisogno di una di queste lavagnette. Ne puoi chiedere una a
Dave, il nostro portiere-tuttofare." scrisse
la bionda per poi cercare di imitare la fisicità dell'uomo,
cosa
che fece sorridere divertita Santana che annuì.
Brittany rispose al sorriso per poi scrivere "Devo andare ora.",
indicando l'orologio al suo polso.
"Oh! Certo!" annuì la latina indicandosi "Anche io!
"E' stato un piacere conoscerti..." scrisse ancora la bionda portandosi
una mano sul petto.
"Anche per me." disse Santana con un sorriso sincero.
"Ci vediamo uno di questi giorni, spero." scrisse ancora Brittany.
"Si, certo..." rispose la mora.
Brittany, stava per uscire dall'aula, quando rientrando scrisse sulla
lavagnetta "Hai un bellissimo sorriso. Dovresti
sorridere di più.".
La latina arrossì annuendo alla bionda, e salutandola la
vide uscire dall'aula.
Santana si guardò un momento attorno, esaminando le pareti
dell'aula.
Erano coperti di cartelloni e schemi chiaramente realizzati da
Brittany, e da un milione di foto in metà delle quali
compariva anche la
bionda .
"Wow..." sussurrò Santana fermandosi a guardare una foto in
particolare.
Un primo piano della ragazza con un gatto enorme tra le braccia.
Aveva un sorriso così genuino, così caldo e dolce
che
Santana si trovò a sorridere a sua volta senza accorgersene.
"Cavolo, Lopez,
riprenditi! Stai sorridendo ad una maledetta foto!" si
disse la mora cercando di staccare gli occhi dal muro.
Fortunatamente il cellulare che le squillava nella tasca fu sufficiente
a distrarla.
"Cosa vuoi?" rispose Santana col suo solito tono scocciato.
"Come è andata?" chiese Quinn.
"Uno schifo." mentì la mora.
"Bugiarda, lo sento che stai sorridendo."
"Mi conosci troppo bene Q, non è divertente
così..."
"Avanti, racconta!"
"Non posso ora. Ho da fare... ci vediamo più tardi da Harry?"
"Cosa hai da fare? Sono le cinque del pomeriggio!"
"Affari miei, Fabray! Se ti va bene è così oppure
niente..." rispose Santana continuando a studiare le foto sul muro.
"E va bene. Ma voglio sapere tutto poi, niente scuse."
"Quello che ti pare..." replicò la latina attaccando per poi
richiamare immediatamente un altro numero.
"Che succede hai finito la tequila?" chiese Sam rispondendo al volo.
"Ahah, simpatico, Trouty, davvero..." rispose la mora "E non
preoccuparti, ho scorte di tequila per un intero inverno nucleare...".
"Cosa posso fare per te?"
"Sei ancora a scuola?"
"Si, perchè?"
"Devi trovarmi una di quelle lavagnette magnetiche che fanno usare ai
bambini, hai presente?" chiese la latina non volendo chiedere l'aiuto
del "tuttofare"
che aveva incontrato all'ingresso.
"Santana, insegno ad una scuola superiore... Dove le trovo delle
lavagnette magnetiche?!"
"Non lo so, sei tu quello che dovrebbe saperlo..."
"Cosa devi farci?!"
"Non ti riguarda cosa devo farci, ho bisogno di trovarne una." concluse
brevemente l'ispanica.
"Santana, ti ho già detto che qui non ne
troverò... ma puoi andare a comprarne una..."
"Sai cosa? Lascia stare, Sam..." disse la mora.
"Ci vediamo più tardi?"
"Come sempre..." rispose il ragazzo attaccando.
"Hai intenzione di rimanere a lungo?" chiese Karofsky appoggiato alla
porta dell'aula.
"Cosa?" chiese Santana confusa.
"La scuola chiude alle sei di martedì..."
"Scuola? Credevo fosse una clinica..."
"Per i primi tre piani, si." rispose l'uomo per poi allargare le
braccia indicando il piano "Questo piano è una scuola."
"Oh..." disse Santana pensando "Ora
è più chiaro...".
"Allora hai conosciuto Brittany?"
"Già..." annuì.
"E... come ti è sembrata?"
"La creatura
più bella mai posatasi
sulla terra..." pensò la mora per poi
mentire "Una bravissima insegnante... qualificata..."
"Molto
qualificata... non trovi?" sorrise il ragazzo alzando divertito le
sopracciglia.
"Ascoltami..." cominciò Santana fingendo di non ricordare il
nome del tipo.
"Dave."
"Dave, giusto... avrei bisogno di trovare una di quelle lavagnette
magnetiche che si usano per i bambini..."
"Vieni con me." disse il ragazzo, portandola in un aula che era
evidentemente dedicata ai più piccoli.
Fiori e farfalle ovunque, tappetini colorati per terra, ed un intera
cesta di lavagnette che Dave indicò dicendo "Scegli pure."
"Posso prenderne una in prestito?"
"Certo..." rispose l'uomo sorridendo "Da quello che ho capito tornerai
a trovarci spesso..."
"Si, come no..." mormorò Santana cominciando a frugare nella cesta.
"Ok..." rispose Dave sedendosi su una seggiolina lì vicino.
"Gattini, fiorellini, ippopotami, giraffe, orsacchiotti..."
commentò Santana "Non c'è qualcosa di
più
dignitoso? Che sò una tigre o qualcosa di simile?"
"Oh certo. Abbiamo tigri, leoni ruggenti, draghi, e la lavagna
più richiesta dai bambini d'america: il lupo cattivo che
azzanna Cappuccetto Rosso..."
rispose ironico il ragazzo.
"Era un no?"
"Hai mai visto un quaderno per bambini con uno
zombie disegnato sulla copertina!?"
"Non sto cercando uno zombie, sto cercando... qualcosa di meno
bambinesco..."
"Buona fortuna allora..." sorrise il ragazzo allargando le braccia ad
indicare i vari disegni e cartelloni per bambini.
"Ugh..." sbuffò Santana prendendo una lavagnetta a caso per
poi osservarla e sbuffare "Magnifico. Topi..."
"Poteva andare peggio..." osservò Dave alzandosi per fare di
nuovo strada alla mora.
"Allora quando è aperta questa scuola?" chiese Santana.
"Tutti i giorni fino alle sei. Ma solamente di martedì e
giovedi
proseguono le lezioni. Altrimenti sono aperti solo gli uffici
amministrativi..."
"Di cui si occupa Brittany..." osservò la latina.
"Non solo.. ma sì, se ne occupa Brittany..." sorrise
Karofsky.
"Cos'hai da ridere?" chiese Santana rientrando nell'ascensore.
"Niente..."
Arrivata al piano terra Dave disse "Allora, Santana, ci vediamo presto?"
"Santana Lopez,
prego. O signora Lopez..."
lo corresse Santana col suo
sorriso altezzoso "E si, ci vediamo presto..." rispose la ragazza
uscendo.
"A presto allora, Santana..."
sorrise il ragazzo, guadagnando in risposta un dito medio alzato.
_______________________________________________________________________________________
"Ehi Patch!" disse Kurt salutando Santana appena entrata nel pub.
"Patch?" chiese la mora sollevando le sopracciglia.
"Patch Adams! Non sei andata a lavorare in clinica?" chiese il ragazzo.
"Non è quel tipo di clinica, Kurt..." spiegò la
latina
"Anzi, in realtà è una scuola..."
"Allora, racconta!" insistette Quinn.
"Dove sono Barbra e Gulliver?" chiese la mora guardandosi attorno.
"Serata di prove a Broadway..." rispose Puck.
"Cosa ci fai tu qui allora?" chiese Santana guardando Kurt.
"Sono il costumista, mi spettano solo le prove in costume..." rispose
il ragazzo.
"E Sam?" domandò ancora la latina.
"Che c'è vuoi fare tutto l'appello prima di cominciare a
raccontare?" disse Quinn.
Santana alzò lo sguardo infastidita per poi dire "Ho trovato
un
posto nel piano riservato ai sordi."
"Si dice non udenti..." la corresse Quinn.
"Fa lo stesso..." protestò la mora.
"Fico!" esclamò Puck per poi realizzare e chiedere "E come
vi capite?".
"Per ora scrivo..." rispose la mora tirando fuori dalla borsa la
neo-guadagnata lavagnetta "Qui".
"Topolini... che carini..." sospirò Kurt.
"Proprio per timore di commenti come questi, devo assolutamente
trovarmi qualcosa di più dignitoso..." commentò
la latina.
"E cosa ti fanno fare?" chiese Quinn curiosa.
"Non lo so di preciso... ho conosciuto la ragazza che si occupa del
piano e-"
"E' carina?" chiese curioso Puck.
"Non è rilevante, Puck..." rispose secca Santana.
"E' uno schianto, allora..." sorrise il ragazzo alle parole della
latina.
Santana fece finta di niente e continuò "Posso scegliere se
aiutarla durante le lezioni o per quanto riguarda
l'amministrazione della scuola... Non ho ancora deciso."
"Lezioni di?" chiese Quinn.
"Linguaggio dei segni."
"Non sarebbe male imparare il linguaggio dei segni..."
commentò la bionda.
"Già..." cominciò Puck "Mi sono sempre chiesto se
i gesti più comuni sono parte della loro lingua..."
"Se i gesti comuni a cui ti riferisci hanno un vago riferimento
sessuale, dubito fortemente che siano gli stessi..." si intromise Kurt.
"Sono gli unici gesti che conosco..." si giustificò Puck
alzando le spalle.
"E quando ci tornerai?" chiese Quinn.
"Chi ti ha detto che ci tornerò?"
"Hai già la tua lavagnetta personale Santana... è
più che evidente che hai deciso di tornarci..." sorrise la
bionda.
"Domani, credo." rispose la latina.
"Di già?" domandò stupita Quinn.
"Prima capisco come fregare il sistema, prima termineranno queste
sessanta, anzi cinquantanove ore..." sorrise Santana, nascondendo che
la realtà era un'altra.
L'unico motivo per cui sarebbe tornata in quella clinica, o scuola, o
quello che era, era per rivedere Brittany.
Per sedersi di nuovo vicino a lei ed osservare quelle mille lentiggini
sul suo volto, o quella grafia così tondeggiante ed
armoniosa, o
quelle mani sinuose e semplicemente perfette.
"Perchè hai scelto proprio i non udenti?" chiese curioso
Kurt.
"Cercavo un posto silenzioso... tranquillo..." rispose la mora.
"Allora potevi cercare qualche occupazione in un obitorio... Ancora
meglio in un cimitero..." si
intromise Puck.
"Sei serio?" chiese Santana alzando le sopracciglia.
"Non troverai un posto più silenzioso e tranquillo di un
cimitero... ho solamente detto le cose come stanno..." rispose il
ragazzo convinto, per poi dire sognante "Senza contare che puoi sempre
puntare alle vedove inconsolabili".
"Sai cosa Puckerman?" disse Santana con aria schifata.
"Cosa?"
"Di tanto in tanto mi domando come sia possibile che una donna elegante
ed acculturata come Quinn, si ritrovi a condividere la sua esistenza
con un troglodita come te..." cominciò Santana
facendo
sorrdere la bionda, per poi aggiungere "Poi ricordo che Q è
stata anche con Finnocence ed anche nella peggiore delle ipotesi
è scientificamente impossibile che sia più
arretrato di
lui..."
"Grazie!" sorrise il ragazzo soddisfatto come avesse ricevuto
chissà quale complimento.
"Figurati..." sospirò la latina.
"Allora ragazzi, cosa vi porto? Il solito?" chiese Harry avvicinandosi
al tavolo.
"Per me una Blue Moon..." disse Santana.
"E?" chiese ancora il barista.
"Nient'altro..." rispose la mora attirando gli sguardi increduli degli
amici.
"Che ha fatto? Ha battuto la testa per caso?" chiese Harry scioccato
guardando gli altri ragazzi..
"Che c'è? Devo lavorare più tardi..."
spiegò la mora alzando le spalle.
"Buon Dio, cosa hai visto oggi in quella clinica?" chiese Kurt
preoccupato "Avrai mica avuto un'illuminazione!?".
"Non ho visto nulla, Kurt... Niente di chè..."
replicò la latina, pensando in realtà a Brittany.
"Ok..." disse Harry sospettoso, allontanandosi con gli ordini presi.
"E su cos'è che dovresti lavorare?" chiese Quinn guardando
curiosa Santana.
"Sordità pre-verbale
blablabla... post-verbale
invece è quando blablabla... ok..." mormorò la latina
continuando a
leggere tutto quello che Google avesse da offrire sull'argomento,
sorseggiando la seconda birra della serata.
"Chissà se
Brittany è nata così..." si
chiese la latina
"Magari ha avuto un incidente... E chissà come è
la sua
vita... come comunica con gli altri? Come chiede un cappuccino da
Starbucks? Come ordina una pizza, o come se la cava col caos del menu
di Breadstix?"
Non si era mai chiesta come potesse essere la vita per un
non udente. Almeno fino ad allora.
Aveva sempre pensato superficialmente che l'esistenza dei non udenti
dovesse essere triste o vuota... insomma, quanto puo' essere facile
integrarsi nella società quando non si puo' comunicare?
Eppure il sorriso di Brittany le diceva tutt'altro.
C'era qualcosa in lei di così
intrigante che non riusciva a spiegarsi... Le
faceva pensare che nonostante non potesse sentire o parlare, avesse
davvero tanto da trasmettere agli altri.
A lei.
Per quello aveva aveva già deciso.
Il giorno dopo sarebbe tornata alla scuola.
Non aveva tempo da perdere.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
boh
Santana aveva sempre sottovalutato l'importanza della comunicazione
orale.
Non era mai stata una gran chiacchierona e tendeva a parlare
solo
ed unicamente in tre contesti: per spettegolare, insultare o
sedurre. Forse per questo non aveva mai pensato alla
quantità di
informazioni che il parlare permetteva di trasmettere in un lasso di
tempo pressochè
minimo. Non si era nemmeno resa conto di quanto fosse più
facile
dire determinate cose che scriverle. Non se ne era resa conto fino al
momento in cui si era trovata a creare un elenco di poche e brevi
domande da porre a Brittany che potessero brevemente soddisfare la sua
curiosità.
"Credevo che avessi dimenticato come scrivere a penna visto che non ti
stacchi mai dal tuo preziosissimo portatile..."
cominciò il ragazzo.
"Cosa vuoi Puck?" chiese Santana coprendo il
foglio con le braccia.
"Buongiorno anche a te, Santana. Ecco il tuo
caffè." rispose il ragazzo con un sorriso, prendendo il suo
solito
posto sul divano in pelle della mora.
Santana decise di fare finta di niente preferendo bere in santa pace
il caffè delle undici.
"Deve essere importante se stai scrivendo a
mano..."
cominciò Puck.
"Puck."
"Si?"
"Sai perchè al tuo posto non ho preso una neo-diplomata con
un fisico da top-model?" cominciò Santana.
"Perchè ti avrebbe distratto troppo?" chiese il ragazzo
portandosi le mani dietro la testa, mettendosi comodo sul divano.
"No."
"Perchè non puoi vivere senza di me?"
"No." rispose Santana "Perchè ero stanca di sentire Quinn
passare serate intere a lamentarsi del tuo fare niente sul divano di
casa, ma soprattutto perchè si suppone che tu mi conosca e
sappia quando scocciare o meno. E questo non è il momento
adatto,
Puck."
"Stronzate! Non è mai il momento adatto con te..."
sbottò
il ragazzo per poi dire "Perchè non mi regali un divano da
mettere dietro la mia scrivania? Te lo puoi permettere tanto..."
"Perchè altrimenti passeresti le giornate a dormire su quel
divano, o peggio, a passar tempo con Quinn..." rispose la mora per poi
prendere il foglio ed indicarlo "Ora, ti dispiace lasciarmi in pace? Ho
un lavoro da svolgere...."
"Altri cinque minuti..." mormorò il ragazzo chiudendo gli
occhi.
"Puck, sarò chiara con te." disse la latina "Se entro cinque
secondi non avrai alzato il culo da quel divano, giuro che ti
trasferisco in amministrazione-"
"No! Non le gattare single!"
"Dove non solo dovrai davvero lavorare," continuò la mora
ignorandolo "ma dove dovrai sorbirti ridicole avances ogni singolo
giorno..."
"Vado." scattò il ragazzo chiudendo la porta dell'ufficio
della latina.
"Con le buone maniere si ottiene tutto..." sospirò la mora
sorseggiando il suo caffè, per poi rimettersi a studiare la
lista.
Era rimasta a rileggere la lista per quasi due ore, cercando di
memorizzare le domande da fare. Ma perlopiù si era fermata
ad
immaginare la vita di Brittany.
Beh, la vita di qualunque non udente.
Insomma New York era una città pericolosa con tutti e cinque
i
sensi a disposizione, figuriamoci con uno in meno... Senza contare
l'ostacolo più grande agli occhi di Santana: la
comunicazione.
Insomma, comunicare è un bisogno primario!
E' facile chiedere un sandwich al tonno usando le parole, ma a gesti?
Quante persone possono capirti? Quante sono veramente disposte a farlo?
"Ehi!" disse Quinn affacciandosi alla porta dello studio.
"Ehi..." rispose Santana ripiegando la lista.
"Che cos'era quel foglio?"
"Niente di chè..." rispose sbrigativa la mora.
"Andiamo a pranzo insieme?" chiese la bionda.
"Va bene, ma restiamo nelle vicinanze. Ho una riunione col consiglio
d'amministrazione alle quattordici e trenta. E mi piacerebbe
partecipassi anche tu Quinn."
"Ok..." rispose la bionda aspettando che l'amica prendesse la sua borsa.
Un quarto d'ora dopo le due amiche erano sedute nel solito ristorante
all'angolo a parlare del più e del meno, come ogni giorno
praticamente.
"Puck mi ha detto che ha provato a richiederti un divano di pelle tutto
per lui..." sorrise Quinn.
"Mh-mh..." annuì la latina prendendo un'altra forchettata di
pasta "Puo' continuare a chiedermelo quanto vuole, non mi
lascerò convincere."
"Sai che la sua tecnica è lo sfinimento..."
"Non ha mai funzionato con me... lo conosco da troppo tempo..." sorrise
la latina vittoriosa.
"Allora oggi tornerai davvero alla clinica?"
"Scuola." la corresse Santana "E' una scuola."
"Si, insomma, hai intenzione di tornarci?"
"Già."
"Hai optato per aiutare in amministrazione?"
"Credo che la mia laurea in marketing ed economia possa aiutare..."
spiegò la latina per poi aggiungere "E la mattina sono quasi
sempre impegnata, sarebbe impossibile seguire le lezioni..."
"Giusto." annuì la bionda.
"Ho intenzione di andarci due o tre ore a settimana... così
in qualche mese sarò libera..." continuò la mora.
"Vedo che hai preso seriamente la storia del servizio pubblico!"
sorrise stupita Quinn.
"Si. Certo. Il servizio pubblico..." pensò la
latina per poi
dire "Non c'è modo di aggirare questa stupida punizione...
tanto
vale prenderla nel modo giusto...".
"Esattamente..." commentò la bionda che, conoscendo Santana,
era
rimasta stupita dal fatto che l'amica si fosse arresa così
facilmente al sistema. Sapeva che doveva esserci qualcosa sotto.
"Che c'è?" chiese l'ispanica.
"Cosa?" domandò Quinn colta alla sprovvista.
"A cosa stai pensando?" chiese Santana curiosa.
"Niente di chè..." replicò la ragazza alzando le
spalle.
"Credo che cominci a farti male convivere con Puck. Scommetto che i
tuoi neuroni avranno già cominciato a suicidarsi per colpa
dell'influenza di quelli di Puck..."
"Ma smettila..." sorrise Quinn tornando a mangiare, continuando a
pensare a cosa avesse potuto colpire a tal punto la migliore amica.
"Ok. Ci siamo. Ci sono e
posso farcela." si disse Santana prima di entrare nel
palazzo con la fedele lavagnetta sotto braccio.
"Bentornata, Santana..." sentì la mora appena varcata la
porta d'entrata.
"Ok." cominciò Santana voltandosi verso Karofsky "Ti diverti
a perseguitarmi o sei uno stalker di natura?"
"Stalker?" sorrise il ragazzo per poi indicare la divisa che indossava
"Sono un portiere, accolgo la gente quando entra e chiedo come posso
aiutarla... Quindi, come posso aiutarti?".
"Puoi aiutarmi togliendoti quel sorrisetto compiaciuto e divertito
dalla faccia ed avvertendo Brittany che sto salendo."
"Puoi salire. Non devo avvertire nessuno..." rispose il ragazzo
tornando ad accomodarsi dietro la sua scrivania a sfogliare un
giornale, per poi dire a Santana "Buon divertimento..."
La mora scuotendo la testa fece finta di niente, salendo sull'ascensore
vuoto.
Stavolta l'ampio atrio su cui si affacciava l'ascensore era totalmente
vuoto e quasi tutte le aule lungo il corridoio erano vuote e buie.
Santana cercò di ricordare quale fosse l'ufficio
di
Brittany per poi avvicinarsi a leggere la targhetta sulla porta che le
confermò di trovarsi nel posto giusto.
Brittany era presa dal computer, battendo di tanto in tanto dei numeri
su una calcolatrice li vicino, per poi appuntare tutto su un foglio.
Santana sovrappensiero bussò alla porta, per rendere la
ragazza
consapevole che fosse lì, per poi realizzare e dirsi "Bella furbata, Santana... Vai
così...".
Allora la mora si avvicino alla scrivania, osservando come
la
ragazza avesse sul volto un'espressione di disperazione mista a noia,
cosa che la fece sorridere per come era imbronciata.
Non sapendo esattamente cosa fare Santana si avvicinò fino a
poggiarle la punta delle dita sulla spalla, cosa che fece balzare la
bionda per lo spavento.
"Mi dispiace, Brittany! Io non- Non volevo, davvero!"
esclamò la latina sperando di essersi fatta comprendere.
La ragazza, portandosi una mano sul petto, sorrise scuotendo la testa,
come a dirle che non era successo nulla.
"Io-" ricominciò Santana, per poi collegare e prendere
immediatamente la lavagnetta dalla borsa per mostrarla alla ragazza di
fronte a lei, che con un altro dei suoi sorrisi killer le sorrise
indicando i topolini sparsi sulla lavagna.
"Già..." disse Santana guardandola "Non ho trovato di
meglio."
La ragazza aprendo un cassetto tirò fuori a sua volta una
lavagnetta, decorata a sua volta da una miriade di paparelle, scrivendo
"Io li trovo carini. :)".
"Oh! Certo!" annuì Santana cercando di sorridere nella
maniera più genuina possibile "Non sono un amore?".
Brittany le sorrise, facendole cenno di sedersi vicino a lei.
"Hai scelto di aiutarmi con l'amministrazione?" scrisse la bionda sulla
sua lavagnetta.
"Ho una laurea in economia e marketing." rispose a voce Santana, per
poi notare che Brittany non aveva afferrato e riscriverlo sulla
lavagnetta, aggiungendo "Spero di esserti d'aiuto..."
Brittany annuì scrivendo "Non sono un genio con numeri e
problemi amministrativi...".
Santana non voleva sembrare indiscreta, ma decise lo stesso di scrivere
"Per quale motivo non assumete un contabile?"
La bionda scosse la testa per poi scrivere "Non abbiamo abbastanza
fondi. Le rette che riceviamo dagli studenti coprono a malapena
l'affitto ed i costi della struttura e gli stipendi degli insegnanti."
"Oh..." sospirò Santana, per poi scrivere "Credevo che foste
sovvenzionati dallo stato..."
"No, siamo una scuola "privata",
senza soldi." scrisse la bionda, per poi alzare le spalle con un
sorriso.
Santana annuì un momento, pensando alla prossima domanda da
porre "Quali sono le spese più considerevoli?"
"Luce, riscaldamenti, ed affitto..." scrisse la bionda.
"Per l'affitto c'è poco da fare, ma potreste cominciare a
ritagliare sulle spese legate alla corrente..." appuntò la
latina.
"Come? Studiando al buio ed al gelo? :)" scrisse Brittany per poi
alzare gli occhi e sorridere a Santana.
"Gelo. Quello che ci
vorrebbe ora. Comincia a fare un po' troppo caldo qui dentro..."
pensò la mora lasciando scorrere lo sguardo sul collo di
Brittany e lentamente sempre più in giù, per poi
scuotere
la testa e capire che Brittany stava aspettando una sua risposta.
"Potreste ottimizzare i tempi delle lezioni, e trovare un accordo
commerciale con fornitori di gas ed elettricità. Come quelli
che
ci sono nel mio ufficio e nei locali.".
"Locali?" scrisse la bionda per poi aggiungere "Che lavoro fai?"
"Sono l'amministratore
del marchio Breadstix." pensò Santana "No, non voglio sembrare
spocchiosa... Possiedo Breadstix? Nah... forse è meglio non
specificare.".
"Gestisco una serie di attività." scrisse infine.
"Allora potresti aiutarmi a mettermi in contatto con queste
società?" scrisse Brittany.
"Certo." rispose Santana ad alta voce con un sorriso, per poi
aggiungere attentamente "Posso aiutarti in qualche maniera ora?"
"Te la cavi bene con la matematica hai detto?" scrisse la bionda.
"Già..." annuì Santana.
"Avrei qualche compito da correggere... ti andrebbe?"
appuntò Brittany alzando le sopracciglia.
"Assolutamente..." sorrise Santana seguendo con lo sguardo, passo per
passo, i movimenti della bionda che si era alzata ad aprire un
fascicolo pieno di fogli.
"Aspetta, ti aiuto." disse Santana sovrappensiero, avvicinandosi a
prendere parte dei fogli dalle braccia della ragazza, che voltandosi di
colpo si ritrovò faccia a faccia con Santana.
"Gesù..." sussurrò la latina inavvertitamente
facendo
arrossire e sorridere la bionda, per poi andare a poggiare i documenti
sulla
scrivania lì vicino.
Brittany poi le poggiò una mano sulla spalla, indicandosi,
invitandola a guardare quello che stava per fare.
Poi la bionda piegò il braccio destro fino a portare la mano
sulla spalla, battendo lì un paio di volte medio ed
anulare.
Santana la guardò confusa, finchè non si accorse
che
Brittany le disse muta "Grazie.", per poi prendere la lavagnetta e
specificare "Questo gesto," scrisse ripetendo il movimento "significa
grazie.".
"Oh!" esclamò Santana, cercando incerta di ripetere il gesto.
Brittany sorrise alla goffagine della mora, avvicinandosi a prenderle
il polso, per poi piegarlo verso la spalla ed aprire la mano della
ragazza con la sua, cosa che fece trattenere il respiro a Santana,
lasciando che solamente le dita giuste toccassero
la spalla della latina.
"Ok!" sorrise Santana ripetendo un paio di volte il gesto, ora
più sicura, facendo annuire Brittany soddisfatta.
"Oppure..." scrisse la bionda, portandosi la punta delle dita sul
mento, per poi lasciar cadere la mano in avanti e ripetere senza voce
"Grazie".
"Grazie." ripetè Santana imitando la ragazza, che ancora una
volta annuì sorridendo, per poi sedersi e passare
metà
dei fogli alla mora.
"Correggi questa metà, per favore. Poi scriverò i
voti." scrisse la bionda sulla lavagnetta.
"Ok." annuì Santana, sperando di riuscire a concentrarsi sul
lavoro più che sulle lentiggini della bionda vicino a lei.
Quasi un'ora di tortura più tardi, Santana poggiò
delicatamente la mano sul polso della ragazza, indicandole che aveva
finito di correggere i suoi documenti. Brittany sorrise ringraziandola,
per poi scrivere sulla lavagnetta "Hai voglia di un caffè?"
"Volentieri," scrisse Santana interrompendosi, per poi ripetere il
gesto che Brittany le aveva appena insegnato, ringraziandola.
Brittany le fece cenno di seguirla lungo il corridoio, per poi
indicarle un distributore automatico.
"Faccio io." si offrì immediatamente Santana prendendo dalla
borsa il portafoglio, ma Brittany fu più veloce di lei a
prenderle la mano, sfilandola dalla borsa, per poi mostrare con un
sorriso i soldi già nella sua mano.
"Solo per questa volta." scrisse velocemente Santana sulla sua
lavagnetta, per poi rificcarsela sotto il braccio.
Brittany annuì, passando il caffè alla ragazza,
indicandole di sedersi su una panchina nell'atrio.
"La prossima volta andiamo ad un bar che conosco." scrisse Santana
avvicinando la lavagnetta a Brittany, che scosse subito la testa.
"Perchè?" chiese Santana ad alta voce.
"Perchè vado solo dove so che posso essere compresa."
rispose la bionda, sulla lavagna.
"Non ti capiscono?" scrisse la latina.
"Generalmente non sono disposti a comprendermi. Sono quasi spaventati
da quelli come me, si sentono in imbarazzo."
"Quanta gente conosce la lingua dei segni tra la popolazione udente?"
scrisse Santana.
"Meno del cinque per cento." scrisse la bionda.
"Così poca!?" esclamò Santana, ricevendo un cenno
affermativo da Brittany.
"E come fa la gente a comunicare in generale?"
"Non siamo muti... :)" scrisse Brittany per poi aggiungere "E la
maggior
parte di noi usa delle protesi acustiche." ed indicarsi le orecchie.
"Perchè non le indossi?" scrisse Santana curiosa.
"Perchè non cambiava molto per me. Per altri però
è un grande aiuto."
"Quindi puoi parlare..." scrisse ancora veloce la mora.
La ragazza fece cenno di si per poi scrivere "Ma non lo faccio quasi
mai."
"Perchè?" chiese Santana aggrottando le sopracciglia,
confusa.
Brittany alzò le spalle, per poi scrivere "Perchè
la mia voce mi imbarazza." con un sorriso nervoso.
Santana spalancò gli occhi, stupita da quella risposta.
"Non posso sentire la mia voce." cominciò a scrivere
Brittany
"La fonetica non è perfetta. So esprimermi ma non come
vorrei.".
Santana annuì comprendendo cosa voleva dire, per poi
scrivere
grande sulla lavagna "Ti capisco. Ma sono sicura che la tua
voce
sia fantastica." per poi annuire alla bionda con un gran sorriso.
Brittany sorrise abbassando lo sguardo imbarazzata, per poi rispondere
"Sei gentile, ma la mia voce è tutto meno che fantastica...".
Santana rimase a sorseggiare lentamente il caffè, pensando
lentamente a tutte le domande che voleva fare a Brittany, per poi
decidersi e scrivere sulla lavagnetta "Posso chiederti una cosa
personale?".
La ragazza annuì subito, guardando Santana scrivere
velocemente "Sei nata non udente?"
Brittany sorrise per poi scrivere "Puoi dire "sorda", lo sai?"
"Ah si?" chiese Santana ad alta voce.
"Non è un'offesa..." scrisse la bionda per poi aggiungere
"E' la verità.".
"Ok." annuì Santana, per poi concentrarsi sulle nuove parole
scritte da Brittany.
"E no. Sono nata perfettamente udente. Sono diventata sorda a sette
anni. Venti anni fa.".
"Mi disp-" cominciò a scrivere la latina, per poi essere
immediatamente fermata dal tocco gentile di Brittany, che le fece cenno
di non dispiacersi con la testa.
"Come?" chiese Santana guardando la ragazza.
"Farmaco ototossico."
"Cosa!?" esclamò la mora.
Brittany annuì per poi scrivere "E' più frequente
di quel che si pensa."
"Merda..." sussurrò Santana, ottenendo un "Già"
di
risposta sulla lavagna, per poi rispondere ad alta voce "Scusa, non
volevo-".
Brittany la interruppe di nuovo per farle un nuovo gesto. La ragazza,
chiudendo la mano a pugno la portò, tenendo il dorso rivolto
verso Santana, fino al mento per poi mimare "Scusa.".
"Scusa" riprovò Santana ripetendo il gesto, ottenendo un ok
da Brittany.
Santana rimase un istante in silenzio, per poi scrivere sulla
lavagna "Quindi non sai come è la tua voce da adulta..."
Brittany fece cenno di no con la testa, per poi scrivere "Ma va bene,
oramai ricordo appena la voce che avevo da bambina... :)".
Santana forzò un sorriso, sapendo però dentro di
sè che Brittany non si sentiva veramente così
tranquilla
come voleva far vedere. Sapeva che non aveva nessun diritto nemmeno di
pensarlo visto che conosceva la ragazza solamente da qualche giorno, ma
davvero sperava che potesse aprirsi con lei e parlarle. Beh, almeno
spiegarle.
E non capiva cosa fosse in realtà a colpirla
così, ma
più aspetti conosceva di Brittany e più aveva
voglia di
conoscerne altri ed altri ancora, come in un circolo vizioso.
In quel momento arrivò Dave chiedendo "Cosa ci fai ancora
qui?".
"Stavo proprio per andare..." rispose la latina prendendo la sua borsa,
per poi notare che Dave si stava rivolgendo a Brittany con una serie di
gesti così veloci che Santana non riusciva nemmeno a seguire
il
movimento delle sue mani. Brittany sorridendo rispose a sua volta, per
poi indicarmi al ragazzo che disse "Vorrebbe farti sapere che ha
passato un pomeriggio molto piacevole con te e che spera di vederti di
nuovo, non solo per aiutarla con i compiti di matematica, per i quali
ti ringrazia, ma magari per fare altre due chiacchiere."
"Vi siete detti tutte queste cose!?" chiese Santana scioccata.
"Con i gesti si comunica facilmente Santana..." osservò il
ragazzo, per poi aggiungere "Vuoi che le dica qualcosa?"
"Si" esclamò la latina per poi spiegare "Dille che
tornerò sicuramente, probabilmente venerdì. E
dille che anche per me è stato un pomeriggio molto
piacevole."
"Ti prego..." commentò il ragazzo alzando le sopracciglia.
"Diglielo e basta." rispose la mora arrossendo.
Dave ricominciò la sua serie di gesti verso Brittany, che
sorridendo spostò lo sguardo verso Santana annuendo, per poi
tornare a rispondere al ragazzo.
"Cosa ha detto?" chiese Santana impaziente.
"Ha detto che è felice che tu abbia scelto di prestare
servizio qui." spiegò Karofsky.
"Già... anche io..." sorrise Santana, per poi salutare
Brittany
con la mano ed avvicinarsi all'ascensore seguita da Karofsky.
"Come mai conosci la lingua dei segni?" chiese la latina curiosa nella
discesa.
"Mio nonno era sordo."
"Oh. Interessante." commentò la latina cercando di non
prestare troppa attenzione al ragazzo.
"Ti piace eh?" chiese il ragazzo sorridendo.
"Cosa?" esclamò la mora "No. No io- non è come
sembra..."
"Che c'è? Non vuoi ammetterlo?" chiese il ragazzo.
"Io?" sbottò a ridere la mora "L'intera
comunità New Yorkese, e non solo, conosce i miei
gusti
sessuali, credimi, di certo non me ne vergogno.".
"Santana, credimi," rispose il ragazzo
indicandosi
"sei una leggenda per la comunità Lgbt di New York...
Giovane, bella, ricca, carismatica e di successo, sei il nostro
simbolo... quello che
intendevo è che non vuoi ammettere che ti piaccia Britt, nello
specifico..."
"Non sono affari tuoi." rispose veloce la latina.
"Woah! Devi fare attenzione a come eludi le domande, o certe risposte
diventano anche fin troppo evidenti..."
"Non riesci a farti salutare con un semplice "arrivederci" tu,
eh?"
sorrise la mora voltandosi prima di uscire "Vuoi sempre un caloroso "vai a farti fottere",
a quanto pare..."
"Era un augurio?" sorrise il ragazzo.
"Vai a farti fottere, Karofsky..." ribadì la ragazza, con un
sorriso stavolta, lasciando l'edificio.
Velocemente Santana chiamò un taxi, per poi darle
l'indirizzo del suo appartamento e chiamare velocemente Puck.
"Puck. O Puckerman... o anche Puckzilla, dipende chi lo sta cercando.
Con chi parlo?"
"Dio, Puck! Non hai nemmeno salvato il mio numero!?" esclamò
Santana schifata dalla risposta dell'amico.
"No, Santana, mi chiami sempre ed unicamente dall'ufficio... ma se per
caso hai bisogno di me al di fuori dell'ambiente lavorativo, tendi a
chiamare Quinn... quindi..." spiegò il
ragazzo.
"Allora vedi di salvare questo maledetto numero."
"Si, capo."
sbuffò Puck per poi chiedere "Cosa posso fare per te?"
"Devi trovarmi qualcuno che possa insegnarmi la lingua dei segni."
"Cosa!?" esclamò sorpreso il ragazzo "Santana sono le sei,
non
credi che è un po' presto per essere da Harry a bere?"
"Non sono da Harry e-"
"Beh, è comunque presto per bere..."
"Puckerman!" esclamò la mora "Apri bene le orecchie. Ho
bisogno
di un professionista. Il migliore insegnante in circolo. Digli
che
sono disposta ad offrirgli il triplo della sua normale parcella se puo'
venire a lavorare il martedì ed il giovedì dalle
nove
alle dieci nel mio ufficio."
"Ma tu non arrivi in ufficio prima delle dieci e mezza, Santana..."
osservò il ragazzo.
"Non importa. Comincerò a venire prima."
"Posso prendere anche io il triplo della mia parcella se arrivo a
lavoro un paio d'ore prima?" chiese ancora Puck.
"Maledizione, Puck! Ne abbiamo già parlato mille volte!"
sbottò la latina "Se ti chiedo di fare qualcosa tu la fai,
senza
domande ed osservazioni specialmente se idiote! Ti prego, fai bene quel
poco che ti
affido!"
"Va bene." rispose Puck "Anche se davvero non capisco cosa devi farci
con un mimo..."
"Non ha importanza." rispose Santana sorridendo, pensando che in
realtà di importanza ne aveva eccome.
Voleva poter comunicare con Brittany.
Voleva abbattere quel muro che sentiva tra loro. Voleva poter parlare
con Brittany di qualunque cosa e voleva portarla a prendere un
caffè ovunque volesse, senza la preoccupazione di dover
avere
con se lavagnette o fogli o qualunque altra cosa dovesse aiutarla ad
esprimersi.
Ma c'era una cosa che voleva fare ancor prima...
_____________________________________________________________________________________________
Ok.
Sono ancora un po'
restia su questa storia perchè non volevo fare niente di
lungo, ma se continuo va a sbattere che prima che le cose diventino
"interessanti" ci vorrà un pochino...
uff... sono ancora un
po' indecisa...
E via! Si
vedrà!
Grazie ancora per aver
aggiunto la storia tra le seguite e le ricordate, ma soprattutto tra le
preferite xD
Siete mooooooooolto
fiduciosi, forse anche troppo eh! :D
E grazie come sempre per
le recensioni gentilissime, a cui corro a rispondere :)
Un abbraccio e grazie
ancora.
Northstar
ps: si lo so vi scoccio, ma mi trovate anche su twitter xD
http://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
boh
"Si puo' sapere che ti è successo?"
"Ora anche tu ti ci metti, Harry?" sbottò Santana "Sei un
barista, non dovresti fare tante domande. Anzi, la tua battuta ad
effetto dovrebbe essere solamente una."
"E sarebbe?" chiese l'uomo curioso.
Santana si schiarì la voce per poi dire con un tono profondo
"Giornata dura?".
"Ma non posso farla a te... si vede chiarissimo quando è
stata
una giornataccia o quando non lo è stata... come oggi..."
"E cosa ne sapresti te delle mie giornate?" sorrise Santana prendendo
il suo bicchiere, per poi recarsi al solito tavolo dove si trovava il
resto della compagnia.
"E' semplice." si inserì Kurt sedendosi al suo fianco.
"Nessuno ti ha chiesto niente Jack." sbottò la latina
rivolgendosi all'amico per poi aggiungere "Dove hai lasciato la tua
Karen?"
"Mercedes è impegnata ad una serata di beneficienza..."
rispose
Kurt per poi riprendere "E seriamente Santana? Will & Grace?"
"Che c'è? Sapevo che avresti colto la citazione."
"Già... era davvero oro quella serie..." rispose sognante
Kurt "E Will, beh-"
"Frena gli ormoni Kurt, non voglio che sbavi sul mio tavolino..."
"Ad ogni modo, prima di giudicare, ascoltami." insistette il ragazzo
"C'è un motivo per cui so che è stata una bella
giornata..."
"Sentiamo."
"Quando sei veramente giù di morale vai di wishky, quando
è stata una giornataccia dal punto di vista lavorativo vai
di
tequila, quando è una giornata come le altre allora vai di
birra, se invece è una giornata piuttosto piacevole...
Ta-dan!
Cocktail super femminili, super zuccherati, super fruttosi!"
"Wow, complimenti." replicò Santana "Ti ci impegni o ti
viene naturale farti gli affari degli altri?"
"Oh, avanti Santana... sarebbe impossibile anche da un miglio di
distanza non notare che evidentemente ti gira alquanto bene stasera..."
commentò Rachel con un sorriso.
"E anche se fosse?"
"Beh, siamo curiosi di sapere quale miracolo possa averti convertito ai
cocktail super zuccherati..." sorrise Kurt.
"Sei consapevole del fatto che non uscirà mezza parola dalla
mia bocca?" rispose la latina con un sorriso soddisfatto.
"E' stata di nuovo alla scuola." disse Quinn lasciandosi cadere su una
delle sedie, seguita da Puck.
"Q!" esclamò Santana.
"Che c'è? Non ho mica detto nulla!" si difese la bionda.
"Lasciamo stare..." rispose la latina tornando a sorseggiare il suo
drink, per poi essere distratta da Puck "Ho fatto un po' di telefonate
in giro. A quanto pare il migliore sul mercato è un tale
Michael
Chang."
"Ti ho chiesto qualcuno che mi insegnasse il linguaggio dei segni, non
che mi facesse i migliori ravioli al vapore di New York..."
"Fidati, Santana. Quel poco di lavoro che faccio è oro,
esattamente come d'oro è questo tipo." spiegò
Puck
sorseggiando una birra "Ho spulciato il suo curriculum. Ha una laurea
stranissima con una tesi sull'importanza della comunicazione del corpo
e
altre stronzate simili. Domani arriverà in ufficio alle
nove,
vedi di esserci."
"No, no, no, scusate un istante..." cominciò Kurt "Vuoi
imparare il linguaggio dei segni? Ho capito bene?"
"Si e allora?" replicò veloce la latina.
"Che mi venga un colpo..." rispose ancora il ragazzo.
"Che c'è di così sconvolgente?!"
"Perdonami ma le opzioni sono due: uno, nottetempo ti è
spuntato
un cuore vero a sostituzione di quello che avevi in polistirolo, cosa
che mi sento di escludere; due, ti piace davvero svolgere
questo servizio
alla scuola e no, questa non la berrò mai, Santana..."
"Per prima cosa, il mio cuore sta benissimo." specificò la
latina "Per seconda cosa che ci sarebbe di male se mi piacesse davvero
quello che faccio per la scuola?!"
"Nah..." sorrise Finn.
"Non ci credo neanche se lo vedo con i miei santi occhi, Santana..."
sorrise Rachel scuotendo la testa.
"C'è solo una motivazione valida." si intromise Puck.
"Sentiamo la stronzata delle ore..." cominciò Santana
guardando l'orologio al suo polso "Ventidue e dieci."
"C'è qualcuno che ti piace." rispose il ragazzo.
"E tu credi che per una scopata imparerei il linguaggio dei segni?"
rispose la latina alzando le sopracciglia.
"Chi ha parlato di una scopata... io ho detto che c'è
qualcuno che ti piace..."
insistette il ragazzo.
"Ecco." disse la latina alzandosi "Su questa nota vi lascio, come avete
sentito domani mi aspetta una giornata impegnata."
"Si, impegnata a giocare al mimo col cinese..." rispose Puck con un
sorriso, ricevendo in risposta un ceffone sulla nuca "Ehi!"
"Questo è perchè sei stupido." replicò
la latina per poi salutare "Ci si vede ragazzi...".
La sveglia alle sette e trenta non era piaciuta a Santana. Non le era
piaciuta proprio per niente, ma si era fatta forza e per le otto era
già sotto la doccia a domandarsi cosa stesse facendo.
Avrebbe davvero imparato la lingua dei segni per Brittany?
Per una ragazza di cui non sapeva praticamente nulla, solo per poter
approfondire il loro rapporto?
Non che sperasse in qualcosa di più di un'amicizia,
insomma...
non sapeva nemmeno se la ragazza potesse essere interessata in fin dei
conti... Ma si disse che come aveva imparato quel minimo di francese al
college, poteva imparare anche quel minimo di lingua dei segni che le
serviva.
"'Giorno..." sorrise Puck vedendo Santana arrivare in ufficio alle otto
e trenta spaccate.
"'Giorno un corno. Dov'è il mio caffè?"
abbaiò la latina.
"E' tutto al calduccio sulla tua scrivania..." disse Puck divertito
"Non è bello alzarsi prima eh? Pensa a me che sono in
ufficio
alle otto..."
"Ti pago ad ore. E' tuo interesse stare qui quanto più puoi,
cerebroleso che non sei altro."
"Ehi, San, appena arriva il tipo lo faccio entrare o ti chiamo?"
"Chiamami." rispose la latina entrando nel suo ufficio.
Nemmeno cinque minuti dopo, Santana sentì il telefono
squillare a pochi centimetri dalle sue orecchie.
"Che c'è!?" sbottò notando che era la linea
interna di Puck.
"Il signor Chang è qui."
"Ma sono le nove meno dieci..." osservò Santana.
"Lo faccio entrare o no?"
"Fallo entrare, maledizione..." sbuffò la latina attaccando,
cercando di sistemarsi velocemente i capelli.
"Signorina Lopez?" chiese il giovane asiatico affacciandosi.
"Prego." rispose secca la mora.
"Buongiorno, sono Michael Chang. Ma puo' chiamarmi Mike."
"Santana Lopez. Puo' chiamarmi Signorina Lopez. O Lopez. Faccia lei."
disse Santana stringendo la mano all'uomo, indicandogli di prendere
pure posto sulla sedia di fronte alla scrivania.
"Dunque, signor Chang... vorrei porle una domanda prima di tutto."
cominciò Santana.
"Prego."
"Sa cosa odio più di chi arriva in ritardo ad un
appuntamento?"
"No?" rispose confuso Mike.
"Chi arriva in anticipo." rispose bruscamente la ragazza, sollevando le
sopracciglia "Quindi, la prego di arrivare in orario per i nostri
prossimi appuntamenti. Nè prima, nè dopo. Crede
di
poterlo fare?"
"Certamente. Mi perdoni." rispose educatamente il ragazzo.
"Bene!" esclamò la mora sorridendo "Lei mi piace.
Silenzioso,
conciso, risponde sempre chiaramente. Scommetto che è un
ottimo
insegnante..."
"Così dicono..."
"Oh, anche umile! Potrebbe andare meglio?" sorrise ancora la latina.
"Prima di cominciare con la lezione vera e propria ora devo farle io
una domandina..."
"Va bene..." annuì Santana.
"Perchè vuole imparare il linguaggio dei segni?"
"Beh..." cominciò Santana prendendo tempo.
Non voleva dirgli di Brittany. Non voleva scoprirsi a tal punto.
"Mi sono improvvisamente resa conto di quanto sia difficile dover
comunicare a qualcuno senza poter usare la parola e di quanto sia
terribile-"
"La prego, sia sincera con me." la interruppe il ragazzo.
"Signor Chang, posso darle del tu?" cominciò Santana.
"Certo."
"Bene, Mike, scommetto che sai chi sono e che ti sarai informato su di
me prima di venire qui dentro, quindi possiamo
anche smettere di far finta di non sapere nulla l'uno dell'altro."
"So che stai lavorando alla scuola che fa parte del complesso
riabilitativo S. Jackson." rispose il ragazzo per poi
aggiungere
"Non so nient'altro. Ma so con certezza che una persona come lei, e non
la prenda come un'offesa, non fa nulla senza un guadagno di qualunque
tipo."
"Perspicace..." commentò Santana annuendo per poi alzare le
spalle ed ammettere "C'è una persona a cui sono molto
interessata e per conoscere meglio la suddetta persona devo poter
comunicare con lei. Tutto qui."
"E questo interesse è più direzionato verso
un'amicizia o-"
"Ti pago per insegnarmi il linguaggio dei segni non per
psicanalizzarmi..." lo fermò la latina.
"Giusto, giusto..." annuì Mike per poi riprendere "Beh,
direi che motivazione mi basta..."
"Oh, quindi se la motivazione non ti fosse piaciuta avresti avuto il
coraggio di dire no a cinquecento dollari a settimana?"
"Certo." rispose il ragazzo alzando le spalle.
"Prima mi piacevi di più." disse semplicemente Santana
scrutando Mike.
"Succede..." sorrise l'asiatico prendendo un libro dalla sua valigetta
"Allora... cominciamo?"
Il venerdì seguente Santana tornò alla clinica
nel primo
pomeriggio. Aveva seguito solamente due lezioni con Mike e sapeva
esprimere a malapena i saluti e qualche stato d'animo. Così
preferì evitare la figuraccia, tenendosi pronta una bella
sorpresa, più in là, per Brittany.
In compenso però c'era qualcun altro che poteva stupire.
"Buon pomeriggio signorina Lopez..." sorrise Dave accogliendo la mora.
Santana rispose salutandolo con il gesto corrispondente a "buona sera",
cosa che fece spalancare gli occhi al ragazzo, che mollando il giornale
sorrise divertito.
"Qualcuno ha preso seriamente la storia del servizio pubblico..."
cominciò Dave per poi aggiungere "O forse, ripensandoci, ha
preso sul serio un paio d'occhi azzurri..."
"Per una volta che stavamo avendo una conversazione quasi normale,
Dave..." rispose Santana con un sorriso annoiato avviandosi verso
l'ascensore.
"Non la conquisterai con così poco sai?" continuò
il
ragazzo facendo voltare Santana "Qualunque idiota puo' imparare il
linguaggio dei segni..."
"Io non voglio conquistarla. Voglio conoscerla." rispose la latina,
fermandosi ad osservare una folla di ragazzi scendere le scale per
dirigersi verso l'uscita.
Karofsky doveva piacere a quei ragazzi, perchè quasi tutti
si
erano fermati un istante a salutarlo. Poi lo sguardo di Santana si
andò a posare sull'ultimo pianerottolo delle scale di fronte
a
lei, dove un paio di ragazzi avevano incastrato in un angolo un altro
ragazzo in lacrime.
"Ehi!" esclamò Santana attirando l'attenzione di Dave, per
poi
avvicinarsi al gruppo di studenti. Non si faceva impressionare
facilmente Santana, ma quel ragazzino le ricordava troppo un giovane
Kurt che più di una volta aveva visto in quelle condizioni,
ed
ignorato per via del suo status superiore di cheerleader.
Karofsky si mosse immediatamente seguendo la latina.
I due ragazzi continuarono a spintonare il più piccolo
finchè Karofsky non li spinse così forte da farli
finire
sull'altra parete "Dovete finirla!" gridò il ragazzo con una
voce così forte e profonda che sembrava più un
ruggito
"Non avete idea del male che gli fate!"
"Calmati Karofsky!" esclamò Santana mettendosi fra i due
ragazzi e il giovane uomo.
Il ragazzo poi si avvicinò immediatamente allo
studente chiedendo spiegazioni.
"Cosa è successo?" chiese Santana guardando Karofsky
gesticolare.
"E' stato bullato, di nuovo." rispose Dave voltandosi a guardare in
cagnesco gli altri due studenti che gesticolando, da quel poco che
aveva capito Santana, si stavano scusando.
Dave rispose ancora ai due, per poi fare loro cenno di uscire.
"Io rimango a ripulire questo ragazzo, potresti far presente a Brittany
questo episodio?" chiese Karofsky incredibilmente serio.
"Si, certo." annuì Santana dirigendosi di nuovo verso
l'ascensore prima di essere fermata da una mano sul braccio.
"Grazie." disse il ragazzo con un tono di voce che a Santana
sembrò piuttosto goffo, accompagnandosi con cenno della mano.
Santana si limitò a sorridere ed annuire, guardando con la
coda
dell'occhio un soddisfatto Dave, per poi dirigersi finalmente
all'ascensore.
Quando raggiunse l'ufficio della bionda, trovandolo vuoto, Santana si
chiese per un momento se aveva sbagliato giornata, per poi sentire una
mano familiare sulla sua spalla.
Voltandosi, trovò Brittany con un sandwich in bocca e la
lavagnetta stretta di fronte a sè con su scritto "Ciao! :)"
"Ciao!" rispose Santana con un sorriso, per poi scrivere sulla sua
lavagnetta "Mi dispiace se ho interrotto il tuo pranzo...".
Brittany fece cenno di no con la testa, per poi invitarla ad entrare
nel suo ufficio e sedersi al suo solito posto.
"Come stai?" scrisse Brittany.
"Sto bene, grazie. E tu?" scrisse Santana, pensando con un sorriso che
sapeva già come rispondere a quella domanda, utilizzando i
gesti.
"Bene!" scrisse ancora la bionda, per poi mostrare a Santana un blocco
di fogli simile a quelli che aveva già corretto. Poi la
latina
notò che non erano compiti di matematica e guardò
la
bionda con aria confusa.
"Sono dei pensierini. Sono stati scritti da bambini di terza
elementare." spiegò la bionda mostrando a Santana le grafie
infantili con un sorriso, per poi ricancellare e scrivere "Dovrai
solamente correggere gli errori ortografici, con questa...".
La bionda aprendo il cassetto tirò fuori una matita
arcobaleno,
mostrando alla latina su un foglio come effettivamente tracciasse tutti
e sette i colori.
"Ok." sorrise la latina, per poi ricordarsi delle parole di Karofsky e
poggiare una mano sul polso della bionda, per ottenere la sua
attenzione e scrivere "Prima due studenti hanno bullato un ragazzo
all'ingresso. Dave mi ha chiesto di riferirtelo."
La bionda reagì scuotendo la testa delusa, per poi scrivere
"Abbiamo una politica durissima contro il bullismo, qui. Ma ad alcuni
non importa nulla..."
"Dovete fare qualcosa..." scrisse Santana "Per il bene dei ragazzi che
vengono bullati..."
"Suggerisci di punirli?" scrisse Brittany.
"Suggerisco di parlare con loro. Di mostrare loro quali possono essere
gli effetti dei loro comportamenti."
La bionda annuì, per poi sorridere e scrivere "Grazie.
Prometto
che più tardi parlerò con Dave e mi
occuperò al
più presto della faccenda."
"Ok..." sorrise la latina tornando ai suoi fogli.
Santana lesse velocemente i titoli dei "pensierini" che aveva di
fronte. Il titolo su ogni foglio era un semplice "Vorrei...".
"La cosa si fa
interessante..." pensò la latina passando a
leggere il primo dei fogli.
"Vorrei che il mio cane sapesse volare."
"Carina questa!"
"Vorrei poter giocare con Michael Jordan..."
"Wow! Questi bambini
sanno chi è Michael Jordan?!"
"Vorrei che mio fratello giocasse con me, anche se non posso sentirlo."
"Ouch..."
pensò Santana passando velocemente al foglio successivo.
"Vorrei avere un milione di dollari per comprarmi tutto il mondo!"
"Ragazzino furbo..."
Santana passò mezzora a correggere frase per frase ogni
singolo foglio, per poi fermarsi ad una sola frase.
"Vorrei tanto poter sentire la voce della mia mamma."
"E pensare che io che
posso sentirla non chiamo mia madre se non per le feste..."
si disse la latina auto sgridandosi.
Le sembrava strano pensare che molti di quei bambini non avevano mai
potuto sentire le cose più elementari.
Dal cinguettio degli uccelli, allo scrosciare dell'acqua, o ai clacson
e le sirene che perennemente riempivano l'aria di New York.
Immediatamente Santana si sentì super fortunata.
"Tutto ok?" scrisse Brittany avvicinando la sua lavagnetta alla mora.
Santana annuì per poi rispondere "Stavo solo pensando..."
"A cosa? Se posso chiedere..." scrisse ancora Brittany avvicinandosi
alla mora, fino a far sfiorare la sua spalla contro quella di Santana.
"Pensavo alle cose che questi bambini non possono sentire..." scrisse
Santana con un sorriso malinconico.
Brittany si limitò ad annuire consapevole.
Allora Santana prendendo un po' di coraggio scrisse "Qual è
il suono che ti manca di più?"
Brittany sembrò pensarci un momento, chiudendo gli occhi.
Poi prendendo la lavagnetta scrisse "Mi mancano le voci dei miei
genitori, e di mia sorella. Ed il miagolio del mio gatto.".
Santana sorrise al pensiero del gatto che aveva visto in qualche foto,
la prima volta che era arrivata alla scuola.
"Ma la cosa che probabilmente mi manca di più è
il suono
delle scarpette di danza che toccavano il pavimento in legno della
scuola dove andavo."
"Eri una ballerina?"
"Mi piaceva davvero tanto ballare." scrisse Brittany per poi aggiungere
"Ma non ho fatto davvero in tempo a diventare una
"ballerina"...".
Santana non sapeva cosa scrivere.
Di fronte all'espressione afflitta di Brittany, era davvero
senza
parole. Qualunque cosa avesse scritto su quella lavagnetta, per quanto
pensata o profonda, non avrebbe mai potuto esprimere quello che avrebbe
voluto.
Così si limitò a compiere un solo gesto.
Allungò appena la mano, fino a raggiungere quella della
bionda per poi stringerla appena.
Brittany alzò lo sguardo non aspettandosi quel gesto,
rimanendo
ancora una volta colpita dal sorriso pieno di comprensione e dolcezza
della latina. La bionda poi sorrise a sua volta annuendo, e rispose
alla stretta, continuando a guardare la mora.
Santana non sapeva cosa fare a quel punto.
Avrebbe stretto la mano della bionda per l'eternità.
Così morbida e delicata. E quello sguardo così
intenso e penetrante eppure così trasparente.
"Fa qualcosa Santana!"
si disse la mora, avvicinandosi forse
inconsapevolmente al viso della bionda notando per la prima volta
quanto fossero veramente vicine.
Santana notò con incanto che le labbra della bionda da
vicino
sembravano ancora più rosee e sinuose, che quegli occhi
potevano
davvero essere lo specchio del cielo d'estate e sorrise al pensiero che
quelle lentiggini sparse sul naso della ragazza sembravano una
spruzzata di cannella, e moriva dalla voglia di scoprire se avevano
davvero quel sapore.
In quell'istante sentì bussare alla porta e notò
Brittany
allontanarsi di colpo, per guardare alle sue spalle e sorridere.
"Ehm... Ciao Santana..." sorrise Dave avvicinandosi, per poi dare un
momento le spalle a Brittany e dire velocemente "Ho per caso interrotto
qualcosa?".
"Oh, sta zitto Karofsky..." rispose la latina arrossendo.
Poi il ragazzo si rivolse a Brittany con la sua solita,
incomprensibile, serie di gesti.
"Ti dispiacerebbe rendermi al corrente di quello che le stai dicendo?"
chiese Santana.
"Ho convocato i genitori dei due bulli per parlare con Brittany."
spiegò il ragazzo.
"Wow, che velocità!" esclamò Santana sorpresa.
"Col bullismo non si scherza." rispose serio il ragazzo.
"Lo so bene." annuì la mora guardando Dave uscire
dall'ufficio.
"Devo andare." scrisse Brittany aggiungendo una ":("
"Non fa niente..." rispose la mora con un sorriso.
"Scriverò che abbiamo comunque fatto un'ora, anche se sono
passati quarantacinque minuti, non preoccuparti." sorrise Brittany per
poi alzarsi.
Santana fece lo stesso preparando la sua borsa, per poi voltarsi a
salutare Brittany e ricevere inaspettatamente un abbraccio dalla
ragazza.
La latina rimase un momento a disagio, per poi lentamente rispondere
alla stretta, poggiando delicatamente le sue mani sulla schiena della
bionda.
Una volta staccatasi dall'abbraccio la bionda scrisse velocemente "Non
vedo l'ora di rivederti! Mi piace passare tempo con te! :)"
Santana sorrise arrossendo per poi rispondere "Anche per me
è lo stesso :)"
Brittany sorrise divertita indicando la faccina disegnata da Santana,
per poi scrivere "Sei più brava di me a disegnare, dovrai
insegnarmi!"
"Prometto che lo farò." rispose la latina per poi salutare
ancora la bionda, ed uscire dallo studio.
__________________________________________________________________________________________
Le lezioni con Mike erano piuttosto piacevoli.
Era un ragazzo sveglio e simpatico, con molto tatto e pazienza tanto
che Santana si divertiva a metterlo alla prova, testando fino a quanto
potesse sopportarla finchè dovette ammettere che era davvero
molto, molto paziente.
Sette lezioni erano volate e Santana cominciava a spazientirsi.
"Dunque" riprese Mike indicando la lavagna della sala riunioni "abbiamo
appena detto che nel linguaggio dei segni essere ed avere non si usano
come ausiliari... Allora come si dirà "Sono affamata"?".
"Ok, Mike." sbuffò Santana tornando a sedersi correttamente
sulla sedia dov'era stata sdraiata finora "Dobbiamo chiarire un punto.
Non sto imparando la lingua dei segni per poterla re-insegnare o
perchè ne ho bisogno per sopravvivere capisci?"
"No..."
"Ugh... A me serve per poter comunicare con Brittany!"
sbottò la
latina "Quante probabilità ci sono che vada a dirle "Ehi
ciao
Britt! Sono affamata!" ?!"
"Ok, allora traduci "sono felice"...".
Santana tradusse a gesti quello che aveva imparato.
"Dillo ad alta voce mentre gesticoli. Il labiale è
importantissimo..." la riprese Mike.
"Io-sono-felice." ripetè Santana associando le parole ai
gesti.
"Esattamente."
"Wow! Questa lezione somiglia sempre più ad uno spettacolo
di
mimi..." si intromise Puck mimando di tirare una corda verso di
sè.
"Finiscila." lo seccò la latina per poi chiedere "E si puo'
sapere cosa ci fai qui!?"
"E' la mia pausa pranzo ed oggi in tv non c'è niente..." si
giustificò il ragazzo.
"Puck, sono le nove e quaranta... Come puo' essere la tua pausa
pranzo!?" chiese Santana.
"La prima
pausa pranzo." specificò il ragazzo.
"Puck, sparisci. Ora." ordinò la mora serissima, facendo
sgattaiolare via Puck con la coda fra le gambe.
"Posso farti una domanda Santana?" chiese Mike sedendosi vicino alla
mora.
"Sentiamo."
"E' vero quello che si sente in giro?".
"Quale delle tante cose?"
"Che sei al cento per cento, super, arci, gay?" chiese il ragazzo.
"Qualche problema, Mike?" chiese la latina sospettosa.
"No. Cioè..." cominciò l'asiatico.
"Avanti. Prometto di concederti dieci secondi di vantaggio prima di
picchiarti se la cosa è veramente offensiva." concedette la
mora.
"Non c'è alcuna possibilità che tu esca con me,
vero?"
disse velocemente Mike "Voglio dire, non sei affatto attratta dagli
uomini?"
"Non credo... Non che ricordi ad ogni modo..." spiegò la
latina "E' un bel po che non succede."
"Quindi è successo che ti sia sentita attratta da un
uomo..." continuò ad indagare il ragazzo.
"Forse si. Fisicamente. Perchè, vuoi invitarmi a cena?"
"Già..."
"Senza offesa Mike... sei un bel ragazzo e da quel poco che ho
potuto notare hai un gran set di addominali... ma non è il
momento giusto per sperimentare..."
"Ah si?" chiese il ragazzo ricevendo il colpo con grazia.
"Sai c'è una persona che mi ha piuttosto preso..." sorrise
Santana evidentemente riferendosi a Brittany.
"Io credo..." cominciò il ragazzo passandosi una mano fra i
capelli "Io credo che tu sia pronta a mostrarle quello che hai
imparato..."
"Ma se l'altro ieri mi hai detto che avrei avuto bisogno di altre
quattro lezioni almeno..." rispose sospettosa la mora.
"Posso insegnarti cose precise da dire. Frasi adatte alle
circostanze..." sorrise il ragazzo.
"Davvero?"
"Davvero." annui Mike.
"Quindi, supponendo, potrei già invitarla ad uscire stasera?"
"Supponendo, si, potresti."
"Sono tutta orecchi professore..." sorrise Santana
________________________________________________________________________________________
In realtà non si sentiva così preparata.
Ma aveva deciso che era giusto darsi una chance, senza contare che
forse la sua goffagine avrebbe potuto farle accaparrare punti.
Si era piazzata fuori dall'entrata del palazzo attendendo che
puntualmente, alle sei, Brittany scendesse dal palazzo per andare a
casa.
"Ok. Sei Santana Lopez.
Sei fantastica. Donne, uomini, piante ed animali cadono ai tuoi piedi.
Sei grandiosa." continuò a ripetersi Santana,
ripetendo mentalmente alcuni gesti importanti.
"Le chiederò
semplicemente se
più tardi avrà voglia di venire con me da Harry,
così da conoscere anche i miei amici... niente di
così
difficile, no?" continuò la latina, per poi
voltarsi di colpo al suono della porta che si apriva.
Era a qualche metro di distanza dall'uscita e sentendo quel rumore si
avvicinò per andare incontro alla ragazza.
Ma si fermò immediatamente quando vide che non era sola.
C'era un ragazzo sulla sedia a rotelle con lei.
"Merda."
pensò Santana
trovandosi a due passi da Brittany, che immediatamente si
sbracciò per salutarla, andandole incontro.
"Ciao..." sorrise Santana.
Brittany si limitò a farle cenno con la mano, cercando con
lo
sguardo la lavagnetta che non era presente nella borsa della mora.
"Salve." sentì poi Santana provenire dal basso.
"Oh, salve." rispose la latina concentrandosi sul ragazzo disabile.
"Arthur Abrams, ma preferisco Artie, piacere..."
"Santana Lopez..." rispose la mora stringendo la mano del ragazzo "A
volte aiuto Brittany in ammin-"
"Oh, so tutto di te. Brittany non fa altro che parlarmene." sorrise
Artie.
"Ah, mi fa piacere..." sorrise Santana per poi domandare "Insegni qui?"
"Oh, no io sono un architetto..." spiegò il
ragazzo per poi indicare Brittany "Sono passato a prendere la mia
fidanzata."
"Merda. Merda. Merda."
pensò Santana sentendo la parola "fidanzata".
"Ritirata, Santana.
Attua la ritirata più veloce ed indolore che puoi."
si disse tra sè e sè la latina.
"Io- ehm... devo andare... avrei un- un appuntamento..."
cominciò Santana indicando la strada alle sue spalle.
"Credevo che venissi da quella direzione..." osservò il
ragazzo.
"Si-beh... ho sbagliato strada..." rispose la mora, picchiandosi
interiormente per la stupida pensata.
"Allora buona serata..." sorrise il ragazzo per poi aggiungere "E'
stato un piacere conoscerti, Santana."
"Si, anche per me..." si sforzò di rispondere la latina con
un
sorriso, per poi guardare Brittany e mimarle l'arrivederci che aveva
imparato qualche lezione prima.
Brittany spalancò gli occhi sorpresa, sorridendo, e
rispondendo
con enfasi con lo stesso gesto, per poi salutarla di nuovo con la mano.
Santana rimase qualche secondo a guardare Brittany allontanarsi
spingendo la sedia del suo "fidanzato", per poi optare per la via meno
dolorosa, quella senza troppi pensieri, e chiamare un numero che
conosceva fin troppo bene.
"Harry. Assicurati di lasciare libero il mio tavolino. E prepara del
wishky. Tanto wishky." terminò la latina, rificcando il
cellulare in tasca, pensando "Ah...
sarà una lunga, lunga, notte..."
___________________________________________________________________________________________
Et voilà,
ecco a voi un altro capitolo... Cosa ve ne pare?
Come al solito spero di
aver fatto un buon lavoro...
fatemi sapere cosa ne
pensate!
Un abbraccio grande ed
un grazie ancora più grande a tutti voi che continuate ad
incoraggiarmi!
Northstar
http://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
boh
Per un intera giornata Santana aveva evitato il suo ufficio.
Per un intera giornata aveva evitato i suoi amici.
Per la seconda sera consecutiva si era ritrovata da sola a bere da
Harry.
"Santana credo che per stasera hai bevuto abbastanza..." disse serio
Harry letteralmente strappando la bottiglia di wishky dalle mani della
mora, che si limitò a mugugnare uno scomposto "Fottiti."
"Inoltre sono le due e trenta e ho intenzione di chiudere... chi vuoi
che chiami?" continuò il barista.
"Taxi." replicò la mora, poggiando la fronte sul tavolino,
cercando un po' di fresco.
"Certo, perchè credi che ti faccio tornare a casa in taxi in
queste condizioni?" disse Harry sollevando le sopracciglia, per poi
prendere un'agenda, sedersi vicino alla latina e cominciare "Dunque...
ho i numeri di Rachel e Fin-"
"Non ci provare nemmeno... non voglio una ramanzina su quanto sia senza
speranze..."
"Allora, Kurt?"
"Non sopporto la sua voce da sobria, figurati ora..." sbottò
la latina.
"Mercedes?"
"Col cavolo che verrebbe a recuperarmi..."
"Ok, Rimangono Quinn e Puck... e Sam."
"Sam!" esclamò la latina "Chiama Sam o rischio di licenziare
Puck stasera..."
"Va bene..." rispose l'uomo muovendosi sul retro a telefonare.
"Ha detto che sarà qui fra un quarto d'ora."
spiegò l'uomo tornandosi a sedere al fianco della mora.
"Chi se ne frega..." sbiascicò Santana.
"Allora." cominciò curioso Harry "Erano settimane che ti
alternavi felicemente tra Sex on the beach, Mojito, Capiroska e birre
varie... cosa è successo per farti ridurre in questo stato?"
"Non sono affari che ti riguardano Harry... Sai che non
parlerò mai delle mie faccende..."
"Si ma sei alquanto ubriaca e-"
"Appunto. Sono ubriaca, non stupida..." sorrise soddisfatta la latina,
per poi tornare a poggiare la fronte contro il tavolino.
"Vuoi un bicchiere d'acqua? Qualcosa da mangiare? Un caffè?"
"No." rispose secca Santana per poi accorgersi che si stava comportando
fin troppo da stronza con Harry che invece si era sempre preso cura di
lei, ed aggiungere veocemente "Grazie."
"Servizio di recupero vecchie megere ubriache al rapporto." disse Sam
affacciandosi al locale.
"Vecchio sarai tu!" sbottò la latina.
"Quindi te la prendi per "vecchia"
ma non per "megera"?"
sorrise Sam avvicinandosi a ficcare il giacchetto all'amica.
"Sono un po' megera..." rispose la latina per poi guardare lentamente
Sam da capo a piedi.
"Che c'è?"
"Indossi un mantello?"
"Beh... e' la vestaglia di Batman, quindi..." spiegò Sam
indicando il logo del supereroe cucito sulla tasca della vestaglia "Ha
senso che sia fatta a mantello..."
"Oh Dio... Era meglio il taxi..." commentò la mora guardando
Harry.
"Andiamo Santana. Per stasera e solo stasera, fingerò che
non
sono venuto a recuperarti alle tre del mattino..." rispose Sam
praticamente caricandosi in spalla l'amica, per poi aggiungere "E
avverti se devi vomitare..."
"Ugh... muoviti..." si lamentò Santana.
Un quarto d'ora dopo Santana e Sam erano miracolosamente arrivati
nell'attico della latina senza troppi guai.
"Aspetta, aspetta!" esclamò Sam prendendo al volo Santana
prima che si gettasse sul suo letto.
"Che c'è?"
"Se ti allunghi ora è garantito che fra dieci minuti sarai
stretta al water a rigettare tutto quello che hai bevuto..."
"E allora?"
"Siccome ti sta già passando la botta, non è
necessario svuotare il contenuto del tuo stomaco... E poi non ho voglia
di assisterti nella fase vomito..." spiegò il ragazzo
dirigendo la mora verso il divano "Ecco, siedi."
"Voglio dormire..." mugugnò la latina poggiando la testa
allo schienale del divano.
"Anche a me sarebbe piaciuto dormire visto che domani ho lezione..."
commentò Sam.
"E' il tuo dovere venirmi a recuperare quando sono ubriaca. Sei il mio
migliore amico." spiegò Santana.
"Pensavo che fosse Puck il tuo migliore amico."
"Nah..." cominciò la mora sorridendo "Lui... lui
è...
beh, non è come te. Tu sai ascoltare. E sai prenderti tutti
gli
insulti che ti tiro."
"Questione di allenamento." sorrise Sam.
"E pazienza. E poi Puck capisce la metà dei miei insulti...
non
è così divertente come lo è con te..."
"Ovvio." annuì Sam, per poi voltarsi verso la ragazza e dire
"Allora, vuoi dirmi per quale motivo ti sei ridotta così
o..."
"Non voglio parlarne."
"Vediamo... hai ri-litigato con i tuoi?"
"Mpff..." sorrise Santana per poi aggiungere "Non possono litigare con
me... sono io che pago le loro vacanze..."
"Beh, hai bevuto decisamente troppo per qualche stupida problematica
lavorativa..." pensò Sam "Quindi rimane l'opzione momento di
tristezza ed autocommiserazione... vero?"
"No, Sam." rispose Santana sospirando.
"Oh no... non è possibile..." cominciò Sam
spalancando gli occhi.
"Cosa?"
"Non dirmi che- Non dirmi che è per una ragazza!"
"No!" rispose Santana fin troppo velocemente, cosa che fece sorridere
Sam che aggiunse "Oh lo è, eccome se è per una
ragazza! Santana Lopez ha rispolverato il
suo cuoricino d'oro!"
"Appena in tempo perchè qualcuno ci passasse sopra con
quattro maledette ruote..."
"Sei stata investita?!" chiese il ragazzo preoccupato.
"No, idiota... era figurativa la cosa..."
"Cosa vuol dire?"
"Lascia stare Sam..."
"No. Anzi, ora mi racconterai tutto..." sorrise il ragazzo
avvicinandosi alla latina.
"Si, come no." replicò la mora.
"Ok. Allora non ti dispiacerà se mi metto a ripassare numero
per
numero le uscite di Dylan Dog a partire dal numero uno. Dunque,"
cominciò il ragazzo solennemente "numero uno: l'alba dei
morti
viventi-"
"Smettila."
"Numero due: Jack lo squartatore-"
"Sam. Finiscila."
"Numero tre: le notti della luna piena. Numero quat-"
"Ok! Ok, mi arrendo! Ora chiudi quella bocca spropositata."
commentò Santana allungandosi a prendere una confezione di
Breadstix poggiata sul tavolino del salone.
"Raccontami tutto..." sorrise il ragazzo rubando un grissino all'amica.
"C'è questa ragazza alla scuola dove svolgo il servizio
pubblico..." cominciò Santana masticando lentamente "Che
è totalmente diversa
dalle ragazze che di solito mi piacciono..."
"Oh, quindi non è una sgualdrina senza cervello?"
"Ehi! Non infierire! Sai benissimo che sono le più facili da
abbordare!"
"Va bene, va bene, perdonami... continua pure..."
"Lei è così spontanea e semplice...
così ingenua a volte-"
"Aspetta un momento Santana..." cominciò Sam preoccupato
"Non è una studentessa vero!? Perchè altrimenti-"
"No che non è una studentessa, Sam! E' una delle insegnanti!"
"Oh, una mia collega!" sorrise il ragazzo "Cosa insegna?"
"Credo insegni un po' tutto ai più piccoli... Ai
più grandi insegna il linguaggio dei segni."
"Oh! Quindi è lei che te lo sta insegnando?"
"No, ma è per lei che lo sto imparando..." ammise
imbarazzata Santana.
"Woah! Stai imparando il linguaggio dei segni... per lei!?"
"Per poter comunicare meglio..." aggiunse la latina alzando le spalle.
"Per poter comunicare meglio?" chiese il ragazzo confuso.
"E' sorda, Sam." spiegò Santana "Pensavo avessi capito..."
"Io- No..." rispose il biondo per poi sorridere "Beh, questo spiega
tutto..."
"Ah si?"
"Decisamente..."
"Questa la voglio sentire..." rispose la latina aprendo gli occhi,
guardando l'amico.
"Beh, quando ti trovi davanti una tizia che vuoi portarti a letto, o
magari una che ti piace davvero, riesci a dire solamente delle
stronzate
aberranti. Cose che sappiamo tutti che non ti rispecchiano nemmeno
lontanamente, ma ti aiutano a conquistare la ragazza di turno..."
"Farò finta di non aver sentito gran parte delle parole che
hai
usato in questa frase. Ma ho afferrato il concetto, quindi?"
"Semplice: con questa ragazza non puoi farlo."
"Fare cosa?"
"Crearti il personaggio. Non puoi fingere di essere quella che
non
sei. Non puoi fingere di essere un'altra persona per
allontanare volutamente
chiunque possa avvicinartisi troppo... Paradossalmente questa
difficoltà di comunicazione, questa limitazione, tra di voi
è la tua fortuna più grande."
"Se non fosse che è fidanzata... con un uomo. Cosa che
oltretutto mi fa pensare che non ho alcuna chance..."
"Santana, conosco tante ragazze che hanno rivalutato la loro
sessualità dopo averti incontrato... Non sarebbe la
prima..."
sorrise Sam per poi aggiungere "Ma in compenso, da come ne parli,
potrebbe essere l'ultima..."
"Oh, smettila..." sbottò la latina alzandosi "Ora voglio
davvero andare a letto."
"Ti dispiace se rimango a dormire qui? Non ho voglia di tornare a
casa..." disse Sam.
"Fa come ti pare..." rispose la latina dirigendosi verso la sua camera
da letto, per poi voltarsi e dire "Cosa aspetti?"
"Cosa aspetto cosa?" domandò Sam togliendosi le scarpe.
"Hai sempre dormito con me, ora vuoi dormire sul divano?"
"Beh, devo alzarmi presto domattina..."
"Anche io. Alle 9 devo essere in ufficio..." rispose la mora per poi
fare cenno a Sam di seguirla.
"Ok, ma se devi vomitare Santana vedi di avvertirmi per tempo..."
rispose il ragazzo raggiungendola.
Dieci minuti dopo che si erano ficcati sotto le coperte Sam
cominciò dicendo "San... Stai dormendo?".
"Cosa c'è, Sam?"
"Cosa centravano le quattro ruote? Quelle che hanno calpestato il tuo
cuore, sai?"
"Lui è sulla sedia a rotelle..."
"Oh..."
"Oh, cosa?"
"Niente. Ora è più chiaro..." rispose il ragazzo
per poi ripetere "'notte San."
"'Notte un corno..." sbuffò un'ultima volta la latina.
_________________________________________________________________________________________
"Wow..." sorrise Puck vedendo la latina arrivare in ufficio "Qualcuno
ieri sera ha bevuto alla grande... O ha rimorchiato alla
stragrandissima! Quale delle due!?"
"Rimediami un'aspirina, Puck..." rispose semplicemente la latina
facendo chiaramente capire al ragazzo di cosa si trattava.
"Subito." replicò il ragazzo scattando in piedi.
TUM.
"Ti prego. Ti prego. Compra dei maledetti sotto bicchieri, ogni volta
che poggi quella tazza sulla mia scrivania mi sembra di
sentire una fucilata."
"E' perchè sei ubriaca come una scimmia Santana..."
replicò il ragazzo, per poi sedersi e riprendere
"Allora...sei scomparsa per due giorni... credo di aver capito che le
cose non sono andate gran bene..."
"Ma dai!?"
"Super-etero irremobivile?"
"Super-fidanzata." rispose brevemente la latina.
"Ouch..."
"Già..." replicò Santana prendendo l'aspirina.
"Allora..." cominciò Puck sdraiandosi al solito sul
divanetto "Vuoi parlarne?"
"Puck."
"Cosa?"
"Non funziona. Non ti farò restare sdraiato sul mio divano.
Come devo dirtelo ancora?"
"Ehi!" esclamò il ragazzo facendo letteralmente saltare
Santana
"Sono veramente ferito da questa tua assizione! Sono davvero disposto
ad ascoltarti, anche se non devo stare sul divano!"
"Si dice asserzione... non copiare le parole di Quinn se non sei sicuro
che siano corrette! Rischi di passare per un idiota ancora
più
grande di quello che sei." disse Santana per poi aggiungere "E ti
ringrazio della disponibilità ma fra poco
arriverà Mike
per la solita lezione..."
Dopo qualche minuto la mora disse "Ti ho fatto restare sul divano per
cinque minuti. Ora ti dispiace andare ad aprire a Mike?"
"Oh, non devo aprirgli..."
"Perchè?"
"Mi è sembrato un tipo a posto e gli ho dato le chiavi del
portone."
"Gli hai-" esclamò Santana prendendo un respiro per poi
sentire Mike parlare dalla porta "E' permesso?".
"Avanti!" rispose velocemente Puck.
"Buongiorno!" sorrise il ragazzo entrando nell'ufficio.
"'Giorno..." rispose la latina.
"Spero non ti dispiaccia, Puck mi ha dato le chiavi del portone..."
"No." rispose la latina gelando l'amico con uno sguardo, per poi
rivolgersi di nuovo a Mike "Niente affatto..."
"Beh... meglio che vada a fare il mio lavoro..." disse Puck
congedandosi.
Mike togliendosi la giacca e poggiando la ventiquattrore a terra si
sedette di fronte a Santana con uno sguardo suggestivo.
"Che c'è?" chiese la mora sentendosi osservata.
"Allora? Come è andata?"
"Beh... Non è andata affatto..."
"Perchè!? Non dirmi che ti sei dimenticata i segni
perchè-"
"No, no... ero preparatissima Mike. Sapevo di esserlo... Ma era con un
ragazzo... il suo ragazzo..."
"Oh..."
"Quindi ho evitato..."
"Mi dispiace Santana..." disse sinceramente il ragazzo.
"Si, anche a me..." rispose la latina per poi fare cenno al ragazzo di
fare silenzio, avvicinarsi alla porta, e dare una manata violenta alla
superficie in legno.
"OUCH!" esclamò Puck dall'altra parte.
Prevedibilmente Santana aprì la porta trovando il vecchio
amico a massaggiarsi l'orecchio destro.
"Sei un cretino, Puckerman." affermò la latina.
"Volevo solo sapere i particolari!".
"C'è altro che vuoi sapere?"
"Si." rispose Puck "Da quando Bruce Lee mi ha superato nella
graduatoria "Amici di
Santana"?!"
"Chi ti dice che sei mai stato su quella lista?" rispose Santana
guardando Puck spalancare gli occhi all'affronto, per poi aggiungere
"Scherzavo, Puck..." e tornare a sedere alla scrivania.
"Ed ora!?" chiese ancora il ragazzo sedendosi vicino a Mike "Hai
intenzione di lasciar stare?"
"Non so..." rispose la latina.
"Lui come è?" chiese Mike.
"Prima cosa, è paraplegico." spiegò la latina.
"Grandioso!" esclamò Puck.
"Cosa?"
"Hai già un vantaggio, San! Anzi due!" sorrise il ragazzo
indicando le gambe della mora.
"Farò fintà di non averti sentito, Puck..."
continuò Santana "Per il resto non mi è sembrato
assolutamente niente di che... capelli castani con evidente taglio
della generazione Bieber, occhialoni, occhi azzurri..."
"Sembra che non sia un grande avversario, almeno esteriormente..."
osservò Mike.
"Ma se Brittany è con lui qualcosa di buono deve avere..."
rispose l'ispanica alzando le spalle.
"Oh, non lo metto in dubbio... ma non ti manca nulla per fargli
concorrenza non credi?".
Mike aveva ragione. Ma c'era qualcosa che non la convinceva.
"Puck, ho bisogno che tu mi vada a comprare il Financial Times..."
disse assente Santana, per poi aggiungere "Ora. Se non ti
dispiace."
"Oh!" esclamò il ragazzo afferrando, uscendo dalla stanza.
Santana aspettò qualche secondo per poi domandare a Mike "A
che gioco stai giocando?"
"Perdonami?"
"L'altro ieri mi hai chiesto di uscire con te... Oggi mi incoraggi ad
insistere
con Brittany..." spiegò Santana "Non ci credo che hai
già
rinunciato ad un appuntamento con me."
"Infatti. Chi ha mai detto di aver rinunciato?"
"Allora perchè mi stai aiutando?" chiese la latina curiosa.
"Perchè mi piace giocare pulito. Che c'è ti
aspettavi che
facessi un discorso del tipo "Lascia
stare Santana, quei due sono
evidentemente fatti l'uno per l'altra"?"
"No..." rispose la mora ancora più confusa per poi
aggiungere
"Sei consapevole del fatto che sono passati anni dall'ultima volta che
mi sono sentita lontanamente
attratta da un uomo?"
"Ora lo sono."
"E non ti interessa?"
"Non proprio..." rispose il ragazzo prendendo il suo manuale per poi
dire "Cominciamo?"
______________________________________________________________________________________________
Per la prima volta da quando aveva cominciato il servizio pubblico
Santana non aveva affatto voglia di andare alla scuola. Non aveva
voglia di affrontare Brittany, con la sua nuova immagine mentale
affiancata al siuo prezioso fidanzato. Non aveva voglia nemmeno di
pensarci.
Ma sapeva che sarebbe stato stupido evitarla, perchè l'unica
cosa che le mancava era che Brittany sospettasse qualcosa.
Per il momento era meglio tenere le cose al loro posto.
"Santana, buonasera..." sorrise Dave vedendola entrare.
"Buonasera..." rispose la latina dirigendosi direttamente verso
l'ascensore, evitando qualunque contatto superfluo.
"Che c'è? Oggi non merito nessun "va a farti fottere"
o
simili?" chiese Karofsky uscendo dal suo gabbiotto, spalancando le
braccia deluso "Avanti...".
Santana si voltò seria per dire "Perchè non mi
hai detto che era fidanzata?"
"Non me lo hai chiesto..." si giustificò il ragazzo.
"Sapevi benissimo che ero interessata a lei. Mi hai lasciato sbavare su
di lei per l'ultimo mese e mezzo e non ti ha sfiorato il cervello il
fatto che forse sarebbe stato corretto dirmi che era impegnata?!"
"Ha davvero importanza Santana?" sorrise il ragazzo alzando le spalle.
"Cosa?"
"Rinuncerai a lei, smetterai di sbavarle addosso, solamente
perchè sai che è fidanzata?" insistette Dave.
Non aveva tutti i torti.
In effetti non ne aveva affatto.
Ma Santana non aveva davvero voglia di litigare o insistere,
così si limitò a salire sull'ascensore.
Arrivata nell'atrio, chiudendo gli occhi, prese un paio di lunghi
respiri ricordandosi che doveva fingere che non fosse successo ancora
nulla.
Aprì gli occhi di colpo quando sentì una mano
sfiorare la sua.
"Gesù!" esclamò la latina spaventata.
"Mi dispiace!" le segnò Brittany ripetendo continuamente lo
stesso movimento.
"Non è successo niente..." sorrise Santana sorridendo.
"Come stai?" scrisse la bionda sulla lavagnetta della latina.
"Bene" rispose Santana col segno corrispondente, per poi aggiungere "E
tu?".
Brittany sorrise rispondendo alla mora per poi scrivere "Stai
imparando!?".
"Forse..." segnò ancora la latina, per poi seguire Brittany
che
le aveva fatto cenno di andare con lei. L'aveva portata fino a quella
che sembrava l'aula di ritrovo dei vari professori e le aveva subito
indicato la lavagna su cui era scritto "Cena annuale professori e
genitori".
Brittany prese la sua lavagnetta scrivendo "Come te la cavi ad
organizzare feste?"
Santana sorrise, alzando entrambi i pollici con un sorriso, facendo
sorridere e tirare un sospiro di sollievo alla bionda.
"Tra gli anni di liceo e quelli di college ho accumulato una seria
esperienza nell'organizzare feste." scrisse la latina sorridendo,
rendendosi conto che era in grado oramai di comunicare molte cose di
quelle che ancora si trovava a scrivere.
Ma non era il momento giusto per mostrare a Brittany quello che sapeva
fare.
"Io non sono mai stata ad una di quelle feste in casa. I miei genitori
sono sempre stati iper-apprensivi..." scrisse Brittany, praticamente
chiarendo che non aveva idea di come organizzare la cosa "Ed
è
il primo anno che sono io ad organizzare la serata..."
"Non è difficile. Bisogna stabilire che tipo di serata vuoi
organizzare, e comprare quello di cui c'è bisogno in base al
numero degli partecipanti stimati."
"Non sforando il budget della serata..." aggiunse Brittany aggrottando
le sopracciglia preoccupata.
"Quanto?" chiese Santana cominciando a temere.
"Quattromila dollari..."
"Quanti invitati stimati?"
"Piu o meno trecento..."
"Trecento!?" esclamò Santana ad alta voce, per poi fare due
calcoli veloci a mente e scrivere sulla lavagna dell'aula "Sono tredici
dollari a testa! A meno che non compriamo trecento McCicken menu o
qualcosa di simile non basteranno mai questi soldi..."
Brittany si limitò ad annuire sconsolata.
"Perchè avete così pochi soldi? Come facevate gli
altri anni?"
"Avevamo il figlio di un importante politico..." spiegò
Brittany.
"Capisco..." disse Santana pensando.
"Ci vogliono almeno
diecimila dollari... seimila dollari posso donarli senza che la
compagnia faccia domande... ma come faccio a rimanere nascosta?"
pensò la latina.
"Uno sponsor!" esclamò Santana, ricevendo uno sguardo
confuso da Brittany.
"Abbiamo bisogno di uno sponsor!" scrisse Santana sulla lavagna
sottolineando un paio di volte la parola sponsor.
"Come?" chiese Brittany.
"Ci penso io..." annuì Santana fiera scrivendo "Conosco
qualcuno
che mi deve un paio di favori... Dammi una decina di minuti...".
Santana prese velocemente il suo telefono dalla tasca chiamando Puck.
"Dica." rispose il ragazzo "No anzi, aspetta!"
"Vado di fretta Puck."
"Sei dalla tua ragazza vero? Britney."
"Brittany. Si, ho bisogn-"
"No, Santana ascoltami... usa la tecnica Indiana Jones!"
"Indian- Puck cosa cavolo stai dicendo?"
"Avanti! Fingi... che ne sò... fingi che ti si è
ficcata una
matita nell'occhio e lascia che lei si prenda cura di te, poi... quando
ti
si avvicinerà ad assicurarsi che tu stia bene... tu agirai!"
"Puck. Smettila di bere caffè. Ed ora trovami il numero
diretto, e ripeto, diretto di Isdell."
"Isdell... Coca Cola?"
"Esattamente."
"Che c'è? Avete trovato di nuovo delle bottiglie manomesse?"
"Puck, trovami quel numero e mandamelo al più presto."
rispose la mora attaccando.
"Fatto?" scrisse Brittany sulla sua lavagnetta.
"Sto aspettando un numero di telefono..." sorrise la latina.
"Dove stavi andando l'altra sera?" scrisse velocemente Brittany.
"Oh..." esclamò la mora pensando velocemente "Da amici."
Brittany annuì, percependo che Santana forse non voleva
parlarne.
"Il tuo fidanzato, Artie, sembra un bravo ragazzo." scrisse Santana
sorridendo.
"Lo è."
Non voleva fosse evidente che intendeva farsi gli affari della bionda,
ma Santana non riusci a non scrivere "Da quanto tempo state insieme?"
"Poco, a dire la verità. Ci conosciamo da anni, ma abbiamo
cominciato ad uscire da cinque mesi."
"Oddio, Sì!"
pensò Santana "Non
rischio una proposta di matrimonio per i prossimi sette mesi almeno!"
"Si vede che vi conoscete da tanto." si limitò a scrivere la
latina sorridendo.
"Tu? Sei fidanzata?" scrisse la bionda.
Forse per la prima volta negli ultimi cinque anni Santana si
trovò a sperare che il suo telefono squillasse il prima
possibile.
"Io..." cominciò Santana ad alta voce per poi realizzare che
stava per far partire una delle sue solite frasi ad effetto, col solo
intento di confondere l'interlocutore, proprio come le aveva fatto
notare Sam.
Ma Sam aveva ragione.
Non attaccava con Brittany.
"Al momento sono single." scrisse Santana pensando "Sono single da una vita, ma se
le avventure di una notte contassero tutte come un giorno di relazione
sarei una record woman..."
"Non ci credo!" scrisse veloce la bionda "Una ragazza come te,
così bella ed intelligente, non ha nessuno a ronzarle
intorno!?"
"C'è chi mi ronza intorno." scrisse la latina guardando
Brittany "Ma non è la persona che mi interessa...".
Brittany rimase un momento a guardare Santana, che ancora una volta
sperò che il suo telefono squillasse Santana.
La bionda aveva ricominciato a scrivere quando il telefono di Santana
segnalò il messaggio arrivato.
"Un momento." disse Santana facendosi facilmente comprendere da
Brittany uscendo nel corridoio.
"Neville? Si, sono io carissimo. Spero di non disturbare...
Dunque ti chiamo per chiederti un favore..."
cominciò la
latina "Nah, non ti costerà assolutamente nulla,
è questo
il bello. Ho bisogno che la tua compagnia mi faccia da prestanome. Devo
fare una donazione ma non deve sembrare che provenga da me. Esatto. Ah
ed avrò bisogno di un paio di cartelloni pubblicitari un
metro
per tre... Si, di quelli decenti... Quando?"
Santana guardò velocemente Brittany facendole cenno di
avvicinarsi per poi scriversi sulla mano "Quando cena?"
"Questa domenica." scrisse la bionda sulla mano della latina.
"Que- Questa domenica!?" esclamò Santana guardando
Brittany confusa, per poi ripetere al telefono "Questoa domenica.
Si. Perfetto.
Al mio ufficio, da lì ci penso io. Grazie Neville. A buon
rendere..." terminò la latina chiudendo la
telefonata.
Santana sorrise a Brittany facendole capire che era andato tutto bene,
per poi dirigersi di nuovo verso l'aula, ma prima che potesse
registrare Brittany le aveva preso la mano, stretta nella sua e la
stava guidando da qualche parte.
Santana continuò a seguirla confusa finchè non si
trovò di fronte all'insegna "Toilette".
Brittany la trascinò nel bagno, per poi indicarle il lavello
e la mano su cui avevano scritto.
"Oh, questo? Non fa niente! Torniamo ad organizzare la serata, non
abbiamo tempo da perder-" disse lentamente Santana non avendo con se la
lavagnetta.
Brittany scosse la testa divertita per poi prendere la mano di Santana
e guidarla sotto il getto d'acqua calda, per poi insaponarsi le mani e
cominciare a strofinare la mano della latina.
"Oh Dios! Chi avrebbe
mai detto che lavarsi le mani potesse essere così... sexy!"
pensò Santana cercando di controllarsi.
La bionda aveva le mani leggermente più grandi delle sue,
prevedibile, si disse Santana vista la differenza d'altezza. Erano
più chiare e meno curate delle sue, ma erano decisamente un
bel
paio di mani, continuò a dirsi la latina non riuscendo a
trattenere un sorriso che non passò inosservato a Brittany.
"Tutto ok?" disse mutà Brittany.
"Si, si!" annuì velocemente Santana cercando di non
arrossire.
"Avanti, cos'hai, dodici
anni!?" si sgridò Santana, per poi alzare lo
sguardo e trovare Brittany a ridere.
"Cosa?" chiese Santana curiosa sorridendo alla reazione della bionda,
che continuò a ridere, per poi stringere la mano
della
latina facendole alzare lo sguardo verso
l'enorme specchio appannato di fronte a loro.
"Pagherei per sapere cosa pensi quando fai quest'espressione."
scrisse Brittany per poi indicarsi ed imitare la faccia confusa di
Santana.
La mora la trovò semplicemente adorabile e non
riuscì a
trattenersi, scoppiando in una fragorosa risata, trascinando anche la
bionda nel vortice.
Poi mentre Santana si asciugava le lacrime la bionda scrisse ancora "La
tua risata deve essere qualcosa di prezioso da poter sentire!"
Santana scrisse "E' chiassosa e scomposta... Non è
così bella..."
"Ma quando ridi hai le fossette più carine che abbia mai
visto
:)" sorrise Brottany per poi indicarle con la punta delle dita sul
volto della mora.
"Già..." sorrise l'ispanica abbassando lo sguardo,
aggiungendo semplicemente un
cuoricino sotto la scritta della bionda che le passò
un'altro
foglio di carta per finire di asciugarsi le mani ed il volto per poi
farle di nuovo strada verso l'aula dei professori.
Santana poi aveva spiegato a Brittany che aveva ottenuto almeno altri
seimila dollari dal suo "sponsor", e che forse le conveniva chiamare un
servizio di catering, visto che ora non aveva problema di finanziamenti.
Brittany era stata daccordo a tutte le proposte di Santana annuendo con
veemenza ad ogni nuova idea.
Mezzora dopo, al termine della loro ora giornaliera, le due ragazze
avevano praticamente terminato di organizzare la cena.
"Questo è il mio numero," scrisse Santana sulla lavagna "se
hai
problemi con l'arrivo dei soldi o hai qualche dubbio, scrivimi. Ok?"
Brittany annuì copiando subito il numero sul suo telefono.
"Beh, è ora che vada..." scrisse Santana sorridendo.
"Grazie ancora per oggi." scrisse la bionda.
"Figurati..." rispose la latina salutando con la mano la ragazza per
poi essere di nuovo fermata dalla bionda.
"Mi piacerebbe che ci fossi anche tu alla cena. Io ed Artie ci
saremo... Puoi portare chi vuoi..."
"Oh..." Santana alzò lo sguardo scuotendo la testa. Al solo
pensiero che avrebbe rivisto Artie le si accapponava la pelle,
ma Brittany mise il broncio più adorabile che la mora si
fosse
trovata davanti.
"Facciamo così." scrisse Santana guardando seria Brittany
"Verrò alla cena... se mi prometti che un giorno verrai con
me
ad una festa di quelle a cui non sei mai stata..."
Brittany sembrò pensarci un po, combattuta sul da farsi, per
poi
convincersi, annuire ed allungare la mano verso Santana che la strinse
dicendo "Affare fatto, allora.".
"Ci vediamo venerdì." disse Santana utilizzando la lingua
dei
segni, facendo ancora una volta sorridere Brittany che la saluto con
entrambe le mani come una bambina.
Sulla strada di casa Santana pensò alla festa.
A come si sarebbe organizzata per il versamento al conto di Brittany,
alla quantità di denaro da versare, alle telefonate da fare,
ma soprattutto pensò a come si sarebbe vestita e soprattutto
a chi avrebbe potuto portare con sè.
Se Brittany avrebbe avuto Artie al suo fianco, di certo Santana non si
sarebbe presentata da sola...
___________________________________________________________________________________________
Eccoci qui!!!
Quinto capitoletto
andato!!!
Non abituatevi a questi
aggiornamenti veloci eh... è colpa della febbre (ed ora
tutti giù a tirarmi colpi, già vi sento xD).
Allora? Che ve ne pare??
Vi piacciono queste San
e Britt "alle prime armi"?
Lasciatemi come al
solito i vostri pensieri che sono una manna dal cielo!
Un abbraccio grandissimo
a tutti quanti voi!!!
Northstar
http://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
ps: è colpa
della febbre, per questo ho scritto una marea di "!!!" in Lea's
style... me ne sono accorta ora ma non ho voglia di correggerli... xD
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
boh
"Si
puo'
sapere a cosa stai pensando così presa?" chiese Puck curioso
fermandosi a sorseggiare una birra direttamente al bancone del
Bar vicino alla latina.
"Devo rimediarmi un appuntamento. Devo trovare qualcuno da portare con
me alla cena di domenica sera."
"Beh, basta guardarti intorno... et voilà!" sorrise Puck
indicando il locale pieno di ragazze.
"Nah. Non credevo avrei mai più detto questa frase... ma ho
bisogno di un uomo."
"Perchè?!" chiese Sam sedendosi all'altro fianco della
latina.
"Che c'è? Avete un segnale o qualcosa di simile per
ritrovarvi sempre insieme!?" chiese la latina guardandosi circondata.
"Perchè un uomo?" chiese ancora Sam.
"Perchè voglio rispondere a Brittany con le stesse carte. E
poi
lei non sa ancora niente di me..." spiegò la latina.
"E' ridicolo!" insistette il biondo.
"E' quello che le ho detto!" disse Puck.
"Ci avrei scommesso!" rispose Sam.
"Perchè voi due non vi sposate!? Sareste la coppia
perfetta!"
rispose la latina prendendo la sua birra, per poi dirigersi al
tavolino, seguita dagli amici.
"Seriamente, Santana... chi hai intenzione di portare?" chiese Puck
sottintendendo che la scelta era necessariamente fra lui e Sam.
"Non lo so, ancora..." spiegò la mora.
"Oh avanti... Kurt è escluso ovviamente, riuscirebbe a farvi
passare la serata a parlare di stupidi costumi da damerini!" insistette
Puck.
"Ti ho sentito, Puckerman!" si intromise Kurt.
"Finn?!" cominciò allora Sam "Che rimanga fra noi, ma ti
chiederebbero che razza di malattia ha per essere così
sproporzionato..."
"Dunque... rimaniamo noi due..." sorrise Puck.
"Teoricamente rimarrebbe Sam, visto che te sei al guinzaglio..."
sorrise Santana indicando Quinn a pochi passi da loro a chiacchierare
con Rachel, Mercedes e Kurt.
"Quindi verrò io!?" esclamò Sam sorridendo.
"E' così importante per te venire a questa cena?"
domandò la latina curiosa.
"Beh io vado dove mi porta lo stomaco... ovunque ci sia da mangiare e
da bere gratis è il posto per Sam Evans!" sorrise il biondo.
"Quindi passeresti la serata ad abbuffarti..." osservò
Santana.
"Ehi! Per chi mi hai preso!" esclamò il ragazzo.
"Quindi passeresti la serata ad abbuffarti..." ripetè
l'ispanica.
"Probabilmente..." ammise Sam "Non mi porterai con te, vero?"
"Nah... non avevo intenzione di portare nessuno dei due fin
dall'inizio." spiegò la latina.
"Ah si? E a chi avresti pensato?" chiese Puck per poi aggiungere "E non
dirmi Harry perchè allora abbiamo chiuso!"
"Pensavo di portare Mike."
"Chi è Mike!?" chiese Sam confuso.
"Il suo insegnante personale... nonchè corteggiatore
preferito..." rispose Puck.
"Insegnante di cosa?"
"Linguaggio dei segni! Te l'ho detto stanotte!" disse Santana scioccata.
"Oh, giusto... E come è?"
"Asiatico." rispose Puck.
"Razzista!" sbottò la latina.
"Stavo per continuare..." spiegò il ragazzo per poi dire
"Asiatico, virgola,
alto, moro, curato, intelligente, ironico."
"Ed ha dei gran bei addominali..." aggiunse Santana.
"Come gli hai visto gli addominali!?" chiese Puck.
"Si è stiracchiato e gli si è sollevata la
camicia..." spiegò pigra la latina.
"Anche io ho dei gran bei addominali..." disse Sam col broncio
tastandosi la pancia.
"Si ma hai quei canotti tra il mento ed il naso che distraggono
alquanto..." sorrise Santana ad un ormai abituato Sam.
"E quando glielo dirai?"
"Pensavo di chiamarlo domani..."
"Santana lui sà che giochi per la squadra delle ragazze?"
chiese Sam curioso.
"Si." annuì Santana sorridendo.
"E gli va bene?"
"A quanto pare crede molto in sè stesso... quindi..."
spiegò la mora "Buon per lui!"
"Sai non è molto onesto portare un ragazzo ad una cena,
facendogli magari credere che ha una qualche possibilità..."
si
intromise Quinn.
"Q, tu più di chiunque altro qui dentro dovresti sapere che
non
sarei dove sono ora se fossi sempre stata onesta..." sorrise Santana.
"E se non dovesse accettare?" chiese Quinn.
"Allora, solo in quel funesto caso, porterei Sam..."
"Si!" esclamò il biondo.
"Se e solo se, promette di non indossare spille di supereroi, fumetti o
stronzate simili." aggiunse Santana smontando l'amico.
"In tal proposito, Puck... dovresti darmi il suo numero se lo hai
memorizzato..."
"Ce l'ho tra le mail. Te lo mando domattina, ok?"
"Perfetto." sorrise Santana pensando "Accompagnatore: quasi fatto.".
"Oh, quasi dimenticavo..." cominciò Santana "Ragazze, e Kurt
ovviamente, domani si va a fare shopping..."
Il giorno dopo Puck si era miracolosamente ricordato di inviarle il
numero di Mike, ma Santana si decise ad aspettare prima di chiamarlo,
d'altro canto le aspettava una lunga mattinata in compagnia delle sue
migliori amiche.
"Vade retro reparto Rachel Berry..."
commentò
Santana, osservando la brunetta passare in rassegna diversi maglioni su
un catalogo nel suo appartamento.
"Cosa stiamo cercando per l'esattezza?" chiese Tina cercando
di
evitare che le due ragazze ricominciassero a battibeccare come al
solito.
"Un vestito da sera." spiegò Santana.
"Potremmo avere più dettagli?" chiese Kurt.
"Devo fare la mia porca figura." cominciò Santana "Ma non
devo
essere troppo appariscente o esagerata. Devo essere semplicemente
ricordata."
"Dunque escludiamo il "rosso
Santana"..." commentò Quinn.
"Assolutamente." annuì la latina.
"Nero?" propose Kurt "Il nero fa sempre scena".
"Nah, troppo anonimo..." si intromise Mercedes per poi aggiungere
"Opterei per un colore freddo..."
"Giusto quello che ci vuole per placare i bollenti spiriti..." sorrise
Quinn indicando la latina.
"Potremmo andare sullo stile "Jungle Dress" della Versace..." propose
Kurt.
"Oh! Fantastico!" sorrise Mercedes.
"Jungle Dress?" chiese Santana confusa guardando i due amici.
"Jennifer Lopez... Grammy, duemila? Secretamente attaccato al corpo di
Jennifer da del semplice nastro biadesivo?" provò Kurt.
"Davvero!? Non lo avete presente?!" sbottò incredula Mercedes
"Avevo sei anni nel duemila... ed a differenza vostra non ho studiato
moda!" si giustificò Santana.
"Abbiamo bisogno del mio palmare." cominciò Kurt cercando
velocemente il vestito per mostrarlo a Santana e alle altre ragazze che
subito spalancarono gli occhi.
"Kurt." cominciò Santana prendendo un respiro "Forse non ti
è chiaro. E' una serata importante, sì, ma
è pur
sempre tra genitori e professori... Non sto andando ai Grammy!"
"Ok, allora. Andiamo sul semplice..." annuì Kurt.
"Lungo?" chiese Mercedes.
"Nah..." rispose la latina.
"Sopra o sotto il ginocchio?"
"Sopra!" esclamò Rachel attirando l'attenzione degli altri,
per
poi spiegare "Sopra, ma non troppo... Insomma deve fare colpo!
Non
deve vestirsi da suora."
"Stranamente, Yentl, hai detto una cosa sensata..." annuì
Santana "Magari appena sopra il ginocchio con un piccolo spacco?"
"Dammi dieci minuti." disse Kurt continuando a lavorare sul palmare
seguito da Mercedes.
"Allora..." cominciò Rachel curiosa "Vogliamo parlare della
persona su cui vuoi così disperatamente fare colpo."
"Disperatamente non puo' stare in una frase che mi riguarda..."
obiettò Santana "Ti conviene riformulare."
"Ok, allora." riprese la brunetta "Vogliamo parlare della persona su
cui vuoi così ardentemente fare colpo?"
"Così va meglio." sorrise la latina per poi aggiungere "E
no. Non ne vogliamo parlare."
"Santana!" sbottò Quinn.
"Che c'è! Ha chiesto se ne volevamo parlare ed io me e me
stessa abbiamo deciso di no. Fine." rispose la latina.
"Allora vi dirò tutto quello che Puck ha scoperto."
cominciò la bionda.
"Non ci provare-"
"Dunque, alta, bionda, adorabile, laureata in qualcosa di cui Puck non
è riuscito a ricordarsi il nome, ha una sorella, un gatto
obeso
ed insegna ad i bambini più piccoli. E' sorda da quando
aveva
sette anni a causa di un farmaco ototossico e va quasi ogni estate in
vacanza in Florida."
"Come fa Puck a sapere tutte queste cose!?" chiese Santana scioccata
"Nemmeno io sapevo alcune di queste cose! Questo è stalking!"
"No. Questo è internet!" spiegò la bionda per poi
aggiungere "Ah proposito hai mai provato a googlarti?".
"No..." rispose Santana.
"Oh! Una sera dovremmo farlo tutte insieme, ci sono tante tante tante
cose su cui ridere!" esclamò Rachel annuendo con Tina.
"Un momento." disse Santana pensando "Avete sentito tutte cosa ha
detto?"
"Quale delle tante cose?" chiese Tina.
"Brittany... lei è sorda..."
"Oh, si..." annuì Rachel.
"E non avete nulla da dire?" chiese Santana sollevando le sopracciglia.
"Io sono felice." rispose Tina "Forse hai finalmente trovato una
ragazza per bene..."
"Già! Voglio dire le uniche due che ci hai presentato erano
davvero... Bleah..." commentò Rachel.
"Cosa avete da dire su Tess e Francis?!"
"Beh, non ricordo se era Tess o Francis, ma non faceva altro che
parlare del suo piercing là dove non batte il sole e
cominciava ad essere
davvero disgustosa..."
"Quella era Tess..." rispose Santana.
"E Francis a questo punto, è colei che ti ha rubato qualcosa
come mille dollari per
comprarsi la cocaina... insomma... C'è bisogno di altri
commenti?"
terminò Rachel sollevando le sopracciglia.
"Vestiti individuati!" esclamò Kurt avvicinandosi col
palmare.
"Avanti, fa vedere." ordinò Santana.
"Numero uno, modello che ho affettuosamente rinominato estasi cobalto-"
"Kurt, taglia corto non siamo alla presentazione ufficiale della
collezione autunno-inverno..." sbottò Santana.
"E va bene! Numero uno!" disse il ragazzo voltando il tablet verso le
amiche.
Era un semplice tubino cobalto, con delle spalline piuttosto spesse ed
una cinta bianca intorno alla vita.
"No..." disse Santana scuotendo la testa.
"Che c'è?" chiese Kurt curioso.
"Le spalline, la forma... il colore... Non ci siamo..."
spiegò
Santana guardando le altre ragazze annuire alle sue parole.
"Numero due..." ripetè Kurt.
Il secondo vestito sembrava più una vestaglia estiva di un
verde
troppo chiaro tra l'altro per stare bene col suo tono di pelle.
"Eliminato, per l'amor di Dio! Devo andare ad una cena, non in
spiaggia..."
"Ok!" sbottò il ragazzo per poi esclamare "Vestito numero
tre!"
"Ecco, ci siamo!" esclamò immediatamente Santana.
Era un abito semplice ma notevole. Color blu di prussia, non era troppo
aderente nè troppo cadente. Avrebbe fasciato il corpo della
latina fino ai fianchi, per poi cadere più morbido e sinuoso
sulle curve. L'abito inoltre non aveva spalline ed avrebbe lasciato
scoperto non solo il dècollète della bellezza
ispanica,
ma anche parte della schiena.
"E' perfetto..." sospirò Santana osservando ancora il
vestito per poi chiedere "Dove si trova!?"
"Sulla 5th Avenue ovviamente... E' un Versace."
"Andiamo. Andiamo subito e prometto che vi regalo un paio di Louboutin
ciascuna!" esclamò Santana saltando in piedi.
"Ehi!" esclamò Kurt indicandosi i piedi.
"Per te troverò qualcos'altro, promesso! Ma ora andiamo,
voglio provare quel vestito!"
"Vestito: fatto."
pensò Santana.
La prova del vestito, come prevedibile, era andata alla perfezione.
Santana aveva acquistato il suo abito e come promesso aveva portato le
ragazze e Kurt a fare shopping, rimediando anche le scarpe adatte per
la sua cena.
Ora non le rimaneva altro da fare che contattare quello che poteva
essere il suo cavaliere.
O meglio, doveva essere.
Scorrendo sulla rubrica trovò il numero del ragazzo,
premendo il tasto di chiamata.
"Si?"
rispose il ragazzo confuso non riconoscendo il numero.
"Parlo con Michael Chang?"
"... Santana?"
"Bingo." sorrise la latina, divertita.
"Chi ti ha dato il mio
numero?"
"Mike, io posso arrivare ovunque... ricordalo..."
"O-Ok..."
sorrise il ragazzo "A
cosa devo questa piacevole quanto inaspettata telefonata?"
"Avevo in mente di farti una proposta..."
"Che genere di proposta?"
"Beh... sono stata invitata ad una cena questa domenica..."
"Domani?"
chiese confuso il ragazzo.
"Già, domani..."
"Oh..."
rispose Mike prendendo tempo.
"Saresti interessato a farmi da cavaliere?"
"Io- Beh... E' una
specie di appuntamento?"
"Non te lo posso assicurare... dipende da come andrà la
serata... e dipende da come giocherai le tue carte..."
"Mmm..."
"Ci stai pensando?"
"Devo vestire elegante?"
Santana sorrise per poi aggiungere "Indossa una cravatta. Blu scura."
"Va bene...
C'è altro che devo sapere?"
"Ti passo a prendere alle diciannove e quarantacinque."
"Mi farò
trovare pronto." rispose sicuro il ragazzo.
"A domani allora, Mike..."
"A domani, Santana..."
terminò il ragazzo.
"Ed anche il cavaliere..." cominciò Santana sbarrando la sua
lista mentale "è fatto..."
Santana era stata abbastanza intelligente da evitare di andare a
passare il suo solito sabato sera distruttivo da harry o in qualche
locale "in"
di New York.
Si era alzata con molta calma, si era fatta una doccia e si era messa
sul suo bel terrazzo a leggere distrattamente il Financial Times,
alternandolo a giornali di gossip.
A distrarla fu la notifica sul suo telefono di un nuovo messaggio in
arrivo da un numero sconosciuto.
"Se è qualche stupida pubblicità stavolta
licenzio Puck
per non aver eliminato-" cominciò Santana per poi leggere "Sei pronta per stasera? xoxo -B."
Santana dovette rileggere il messaggio una seconda volta per
assicurarsi che non avesse immaginato tutto, per poi sentire il
telefono vibrare di nuovo all'arrivo di un altro messaggio.
"Sono Brittany per la
cronaca..."
La latina si trovò a sorridere.
"Avevo capito che eri tu, Britt :) e per stasera... non so se
riuscirò a farcela..." rispose Santana divertita.
"Cosa?! No, Santana, mi
avevi promesso che saresti venuta!"
"Sto scherzando, B. E' tutto pronto lì? I cartelloni
pubblicitari dovrebbero arrivare nel pomeriggio."
"Tutto prontissimo.
Mancano solamente gli invitati! :D ps: con chi verrai stasera?"
"Un amico. Si chiama Mike."
"E' solo un'amico? ;)"
"Che c'è Britt? Ti interessa per caso?" sorrise Santana
ricevendo in risposta "Sono
curiosa... ma lo scoprirò stasera! Posso almeno sapere cosa
indosserai?"
"Oh, quindi vuoi sapere
cosa aspettarti??" sorrise ancora una volta la latina per
poi rispondere "Niente di chè... posso dirti solamente
"blu". Te invece?"
"Non so
perchè ma ti ho sempre immaginato in rosso fuoco! :P Io
sarò in color corallo..." arrivò nel
messaggio della bionda.
"Ti ho immaginato!?" esclamò la latina decidendo di giocare
un
po' scrivendo "Ah si? Ed in quale circostanza mi avresti immaginato
vestita di rosso?".
"A qualche ballo
scolastico... o qualcosa di simile... Non è così?
Sono sicura che lo hai fatto..."
"Ok. Ero vestita di rosso al mio junior prom :3 Tu invece? Di che
colore ti sei vestita ai balli?"
"Mai stata ad un ballo
scolastico... :|."
"Oh, avanti..." sbottò la latina incredula per poi
rispondere
"Devi farmi una lista di tutte le cose che non hai fatto!
Così
pian piano possiamo farle tutte!"
"Davvero?"
rispose immediatamente la bionda.
"Si, ma dovrai essere sincera! Tutte, tutte dovrai scriverle..."
"Va bene. Uno di questi
pomeriggi possiamo stilarla insieme..."
"Quando vuoi :D"
"Ci vediamo stasera
allora..."
"Alle otto in punto."
"A più tardi!
xoxo -B."
"A più tardi... xoxo -S." rispose Santana per poi sorridere
divertita "Non vedo l'ora che arrivi questa sera..."
Non voleva ammetterlo, ma era un po' in agitazione per la cena e la
cosa preoccupava Santana che non era abituata a sentirsi
così.
Si stava osservando allo specchio a parete della sua camera da letto,
sistemando gli ultimi particolari.
Aveva scelto degli orecchini molto semplici ed una collana leggermente
lunga tanto per far cadere l'occhio sulla scollatura. Inoltre aveva
optato per lasciare i capelli sciolti, tanto per non avere la schiena
davvero troppo scoperta.
Con un ultimo controllo ed un ultimo sorriso compiaciuto la latina
prese il cellulare dalla sua borsa per chiamare il suo autista.
"Andiamo a prendere Mike." si era detta uscendo
dall'appartamento.
Puntuale, il ragazzo si era fatto trovare ad aspettarla sul
marciapiede subito sotto l'appartamento che aveva indicato alla
latina.
"Pronto per la serata?" chiese santana abbassando il finestrino della
macchina.
"Non si vede?" sorrise il ragazzo indicando la cravatta blu che Santana
aveva richiesto.
"Credo che starà molto bene vicino al mio vestito..."
sorrise la mora aprendo lo sportello.
"Oh!" esclamò il ragazzo vedendo la latina al completo per
la prima volta.
"Ti piace?" sorrise Santana ammiccante.
"Molto. Ti sta veramente molto bene." rispose Mike ancora incantato.
"Allora vogliamo andare?" chiese l'ispanica facendo cenno al ragazzo di
salire.
"A proposito... dove stiamo andando?"
"Lo scoprirai fra qualche minuto..."
Ed infatti Mike non aveva impiegato molto a fare due più due
quando si era trovato di fronte alla clinica S. Jackson.
"E' qui la cena?" chiese il ragazzo scendendo dall'auto porgendo la
mano a Santana.
"Esattamente."
"Quindi immagino che posso mettermi da subito in testa che questo non
è decisamente un appuntamento..." osservò Mike.
"Te l'ho detto: potrebbe esserlo! Dipende da te..."
"Non siamo qui solo per Brittany?"
"Siamo qui per passare una bella serata, Brittany o non Brittany..."
sorrise Santana per poi aggiungere "E se a fine serata avrai qualcosa
di cui lamentarti prometto che farò qualunque cosa per
ripagarti."
"Mmm..." pensò il ragazzo seguendo Santana all'interno
dell'edificio "Si puo' fare...".
"Buonasera..." cominciò Dave vedendo entrare la latina.
"Karofsky, ti presento Mike Chang il mio..." cominciò
Santana
non trovando la parola adatta, per poi riprendere con un semplice "Ti
presento Mike Chang. Mike, lui è Dave Karofsky."
I due ragazzi si salutarono educatamente con una stretta di mano prima
che Karofsky guardando Santana disse "Stasera sei veramente
fantastica..."
"Grazie." sorrise la latina "Anche te senza la divisa da portinaio sei
quasi decente."
"Oh, non esagerare con i complimenti..." sorrise ancora Karofsky per
poi aggiungere "Ci vediamo sopra..."
"A dopo..." rispose la latina portando Mike con sè
nell'ascensore.
"Wow, vedo che hai fatto amicizia..."
"Con Dave? Nah..." rispose Santana scuotendo la testa.
"Dunque io sono Mike Chang il tuo... ?" cominciò il ragazzo.
"Sei Mike Chang e basta." rispose la latina.
"Non devo fingere di essere qualcun altro o qualcos'altro?"
"No..." disse sicura Santana sistemando la cravatta del ragazzo con un
sorriso "Cerca solo di goderti la serata se non ti è troppo
difficile...".
Appena si aprirono le porte dell'ascensore Santana individuò
Brittany in un quarto di secondo.
Era a parlare con una coppia di genitori, sorridente e perfetta come
sempre.
Indossava un vestitino piuttosto corto, come aveva annunciato color
corallo, quasi sull'arancione.
L'abito le giungeva a metà coscia ed il margine era decorato
da
un pizzo floreale, mentre la schiena era quasi scoperta, attraversata
da una piccola striscia di tessuto che le passava fra le scapole.
Era letteralmente una visione.
Il problema fu che al suo fiancò individuò subito
anche Artie.
"Dio, avrà trent'anni! Cosa sono quelle lucine sulle
ruote!?" disse Santana.
"Cominciamo bene!" esclamò Mike offrendo il braccio alla
latina, che subito accettò l'invito.
Santana decise di far finta di non aver visto Brittany, aspettando che
fosse lei ad andarla a cercare, quindi continuo' a gironzolare per
l'atrio notando tra l'altro un ampio balcone a cui non aveva mai fatto
caso.
"Allora, quello è il ragazzo." cominciò Mike
porgendo alla latina un bicchiere di prosecco.
"Già."
"Capito." annuì Milke per poi riprendere "Allora stasera le
mostrerai quello che hai imparato?"
"Credo di si. Non vedo lavagnette nei dintorni..." osservò
la latina.
"Bionda fantastica in arrivo, Santana..." la avvertì il
ragazzo.
Santana voltandosi si trovò Brittany di fronte con occhi e
bocca spalancati in sorpresa ed ammirazione.
"Sei bellissima!" disse Brittany senza emettere un suono, indicando la
latina che sorridendo rispose utilizzando per la prima volta con la
bionda il linguaggio dei segni "Sei bellissima anche tu."
Brittany sorrise avvicinandosi ad abbracciare la latina per qualche
secondo, per poi staccarsi e sorriderle di nuovo.
"Buonasera!" esclamò Artie alle loro spalle.
"Buonasera..." rispose Santana sorridendo, per poi ricordarsi di Mike
presentarlo "Lui è Mike Chang. Mike, ti presento Arthur
Abrams e
Brittany Pierce."
"E' un piacere conoscervi." rispose il ragazzo utilizzando la lingua
dei segni facendo sorridere Brittany.
"E' il mio insegnante." aggiunse Santana con un sorriso utilizzando
ancora una volta il linguaggio dei segni.
"Un bravo insegnante!" sorrise Brittany.
"Si, è davvero molto bravo..." rispose Santana guardando
Mike compiaciuto.
"Allora, Brittany mi ha detto che hai organizzato tu la serata." disse
Artie accompagnandosi con i gesti.
"Io l'ho solo aiutata..." sorrise la mora.
"Beh, in realtà mi è stato detto che sei stata te
a
trovarci lo sponsor... e che sponsor!" sorrise il ragazzo indicando i
cartelloni pubblicitari.
"Mi ha fatto piacere poter aiutare..."
"Ad ogni modo, complimenti ad entrambi... si prospetta davvero una
bella cena..." rispose il ragazzo con un sorriso per poi rivolgersi a
Mike e chiedere "Allora Mike, cosa fai nella vita?".
"Sono un terapeuta per non udenti. Aiuto a superare alcuni problemi
derivanti dalla sordità ed insegno la lingua dei segni..."
spiegò il ragazzo rapendo l'attenzione di Artie e Brittany,
indicando Santana.
"Voi invece? Cosa fate?" chiese educatamente Mike.
"Io sono un architetto." rispose Artie.
"Io insegno qui..." disse semplicemente Brittany sorridendo di sfuggita
a Santana.
"Beh..." cominciò Artie "Dobbiamo tornare al tavolo... Ci
ribecchiamo durante la serata."
"Certo." annuì Mike parlando anche per Santana.
"A più tardi!" sorrise Brittany rivolgendosi a Santana.
"Ok." rispose semplicemente la latina, salutando la bionda con la mano.
"Wow..." sorrise Mike appena i due ragazzi erano abbastanza lontani da
non poterli sentire.
"Cosa?"
"E' un vero schianto..."
"Già..." rispose la latina continuando a guardare Brittany
spingere Artie per la stanza.
"Andiamo a mangiare qualcosa?" propose Mike cogliendo il momento
difficile della latina.
"Molto volentieri." annuì Santana con un sorriso.
Un'ora e mezza dopo, terminata la cena, l'ampio atrio della scuola si
era riempito di coppie che ballavano divertite. Una coppia in
particolare era davvero bella da vedere. Danzavano leggeri come
libellule su uno stagno.
Poi lo sguardo di Santana si spostò su Brittany, che
guardava la
coppia incantata, con le mani strette l'una all'altra sotto al mento e
due occhi sognanti.
"Era una ballerina." cominciò Mike.
"Come?" chiese Santana confusa, distogliendo un momento lo sguardo
dalla bionda.
"Quella è Hellen Philips. Era una ballerina. Per questo
è così brava." sorrise il ragazzo.
"Oh... Non ho mai sentito il suo nome." rispose Santana tornando in
sè.
"Io sono stato a vederla ai tempi del liceo. Era parte del corpo di
ballo del New York City Ballet."
"Sei un appassionato?"
"Sono un ballerino!" sorrise il ragazzo.
"Le tue giornate sono composte da quarantotto ore? Altrimenti non mi
spiego dove tu possa trovare tempo..."
"La danza è parte del mio insegnamento. La comunicazione
avviene
anche danzando... soprattutto danzando..." spiegò il ragazzo
con
un sorriso.
"Brittany-" cominciò Santana "Le piaceva ballare prima che
diventasse sorda."
"Ah si?"
"Si. Le piaceva davvero molto da quello che ho capito."
"Un giorno dovresti portarla nel mio studio. Il venerdì
pomeriggio balliamo..." sorrise Mike.
"Ballate? Non può sentire la musica..." obiettò
Santana.
"Puo' sentire altre cose." disse emblematico Mike per poi alzarsi ed
allungare una mano alla latina "Mi concedi un ballo?"
"Uno solo però..." specificò Santana.
"Grazie..." sorrise Mike portando la latina sulla improvvisata pista di
ballo.
La canzone in sottofondo non era lenta ne veloce. Aveva uno di quei
ritmi intermedi che invitano davvero a ballare.
"Cosa stai facendo?" sorrise Mike.
"Cosa sto facendo?"
"Sono io a condurre!" spiegò il ragazzzo prendendo
la mano destra della latina nella sua. Ecco,
dammi la mano destra e poggia la sinistra sulla mia spalla.
Così."
Santana sorrise quando Mike le poggiò la mano sulla schiena,
tirandola delicatamente verso di lui.
"So che non è il momento migliore per dirtelo ma non so
veramente ballare..." sorrise Santana.
"Tutti sappiamo ballare. Lasciati andare..." sorrise il ragazzo
cominciando a guidare la latina.
Dopo un paio di canzoni, e diversi giri della pista Santana aveva
acquistato sicurezza e cominciava davvero a divertirsi.
"Visto? Non sei niente male!" sorrise il ragazzo rallentando i passi
insieme al cambio di ritmo della musica.
"Oh Dio no... non un lento..." disse Santana con una smorfia.
"Avanti, fa questo sforzo..." sorrise Mike portando le mani della
latina attorno al suo collo.
Fu allora che Santana si accorse che Brittany, alle spalle di Mike, la
stava osservando.
Era come al solito vicino ad Artie, in piedi, a giocherellare
nervosamente con il ciondolo che le pendeva pericolosamente in basso.
"No. No. Non farti
distrarre... ti sta guardando... concentrati..."
pensò la latina spostando lo sguardo, per poi stringersi
ancora di più a Mike.
Un paio di volteggi più tardi Santana si ritrovò
curiosa
a guardare la bionda, che continuava a guardarla, ora seduta
vicino al fidanzato.
Poi, nel momento in cui era sicura di avere addosso
gli occhi della latina, Brittany lentamente accavallò le
gambe
facendo scivolare pericolosamente il vestitino scoprendo ancora
più pelle.
"Merda."
pensò Santana
trattenendo per un momento il respiro, tenendo un momento gli occhi
chiusi, quasi a voler registrare quella scena nella sua testa.
Quando riaprì gli occhi e notò che Brittany la
stava
ancora guardando e lo stava facendo con insistenza, Santana si chiese
se quella di Brittany era stata una provocazione bella e buona, come se
la ragazza stesse aspettando la sua risposta.
Santana si chiese improvvisamente se stava ancora ballando, o se stava
giocando una partita a scacchi, per poi ripensare alle stesse parole di
Mike "La
comunicazione avviene
anche danzando... soprattutto danzando...",
dovendo ammettere che non aveva tutti i torti.
Fu allora che Mike fece una cosa che in qualunque altra situazione gli
avrebbe fatto guadagnare un ceffone dritto in faccia. Lentamente,
approfittando forse della distrazione della latina, l'asiatico
lasciò scivolare la mano sinistra verso il fondoschiena
della
latina per poi fermarsi prima che il cambiamento di posizione fosse
troppo evidente.
"Vedo che ti piace la seta del mio vestito... specialmente quella
morbida della gonna..." sorrise Santana senza staccarsi dal ragazzo.
"Se vuoi-"
"No. Non preoccuparti..." spiegò la latina "Stai giocando le
tue carte, no?"
"Già..."
rispose Mike.
All'ennesimo girò Santana tornò a cercare la
bionda con
lo sguardo, stavolta trovandola direttamente seduta sulle ginocchia del
fidanzato.
La mora spalancò gli occhi per un istante, cercando di non
mostrare troppo alla ragazza che le sue mosse la stavano effettivamente
influenzando.
"E' una sfida, Brittany?"
pensò Santana, per poi portare la mano destra fra i capelli
alla base del collo del suo cavaliere, stringendo appena.
"Ti piacciono i miei capelli?" chiese Mike sorpreso.
"Mhmh..." annuì Santana portando le sue labbra ad un
millimetro
dall'orecchio destro del ragazzo, senza mai distogliere lo sguardo da
Brittany per poi dire "Sono così morbidi...".
La battaglia di sguardi continuò ancora per qualche secondo,
finchè Brittany cedette abbassando di colpo lo sguardo.
Santana sorrise soddisfatta, continuando ad ondeggiare stretta a Mike
fino all'ultima nota della canzone.
"Ti va di bere qualcosa?" chiese il ragazzo.
"Volentieri. Mi andrebbe anche un giro sul terrazzo, così
magari
fumo una sigaretta..." rispose la latina avvinghiandosi al braccio
dell'asiatico, lanciando un ultimo sguardo per controllare se Brittany
la stava ancora guardando.
"Bingo..."
sorrise soddisfatta la mora vedendo con la coda dell'occhio che era
così.
"Allora..." cominciò Santana frugando nella sua borsetta
alla
ricerca delle sigarette "Ti è piaciuta questa serata?"
"Fino ad ora, si." sorrise il ragazzo.
"Fino ad ora?" chiese Santana curiosa.
"Beh, potrebbe ancora migliorare..."
"Tutto può sempre migliorare. Tranne Puck. Lui è
un caso
disperato..." osservò la latina strappando una risata al
ragazzo
di fronte a lei.
"Dunque, come sto giocando le mie carte?"
"Mmm..." sorrise Santana facendo finta di pensare "Diciamo che ora hai
in mano un tris..."
"Un tris?"
"Mh-mh..." rispose la mora prendendo un tiro dalla sigaretta.
"E se calassi un poker?" rispose il ragazzo sfilandosi il giacchetto
per poi poggiarlo sulle spalle dell'ispanica.
"Era questo il tuo poker?" sorrise Santana stringendosi la giacca
addosso.
"No. Questo era un bluff..." spiegò il ragazzo per poi
prendere
un respiro e dire "C'è una cosa che ho desiderato fare dalla
prima volta che ti ho visto. E non importa come andrà a
finire
questa serata... ma devo chiedertelo..."
"Cosa?" chiese Santana curiosa.
"Posso baciarti, Santana?"
"Questo è il tuo poker, dunque..." sorrise la latina.
"Se mi lascerai calare le carte, si..." rispose il ragazzo annuendo.
Doveva ammetterlo.
Aveva giocato gran bene le sue carte.
E se non altro, meritava una piccola soddisfazione.
Così Santana non ci pensò due volte, e gettando
la
sigaretta si avvicinò al ragazzo, poggiandogli le mani sul
collo, per poi raggiungere lentamente le sue labbra.
"Mostrami questo poker, Mike..." sussurrò appena Santana.
_________________________________________________________________________________________
Se ve lo state
chiedendo...
Si, mi diverto come una
pazza a scrivere queste scene e a lasciarvi così! xD
Non odiatemi... ma mi piace complicare un po' le cose...
Ed ora?!? Cosa succederà!?
Lo scoprirete solo leggendo... il prossimo capitolo!
Un abbraccio ed un grazie immenso!
A presto!
Northstar
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
boh
"Posso baciarti, Santana?"
"Questo è il tuo poker, dunque..." sorrise la latina.
"Se mi lascerai calare le carte, si..." rispose il ragazzo annuendo.
Doveva ammetterlo.
Aveva giocato gran bene le sue carte.
E se non altro, meritava una piccola soddisfazione.
Così Santana non ci pensò due volte, e gettando
la
sigaretta si avvicinò al ragazzo, poggiandogli le mani sul
collo, per poi raggiungere lentamente le sue labbra.
"Mostrami questo poker, Mike..." sussurrò appena Santana.
____________________________________________________________________________________________
Se ne sarebbe pentita probabilmente.
Se ne sarebbe pentita meno di due secondi dopo aver staccato le sue
labbra da quelle di Mike, ma al momento non le importava
troppo.
In fin dei conti aveva baciato così tante sconosciute, che
un
bacio dato a Mike non le sembrava assolutamente nulla di grave. E
poi era stato un signore per tutta la serata, lo era
stato davvero, e meritava almeno quella piccola soddisfazione.
Era ad un millimetro, letteralmente ad un millimetro da quel bacio.
Sentiva il respiro del ragazzo sulla sua pelle ed il profumo che doveva
essersi spruzzato meticolosamente addosso prima di uscire.
Ancora un istante e...
-Stunc-
Santana spalancò gli occhi, cercando istintivamente di
individuare la fonte del rumore, guardando alle spalle del ragazzo.
"Merda..."
Pensò la mora vedendo chiaramente Brittany, lavagnetta alla
mano
e quel suo maledetto vestitino, che aveva studiato troppo bene per
sperare che fosse di qualcun'altro, allontanarsi dalla finestra
scorrevole per tornare a mischiarsi tra la gente all'interno della
scuola.
"No, aspetta!" esclamò Santana facendo un passo indietro.
"Lo sapevo!" sorrise genuinamente Mike guardando in alto.
"Mi dispiace Mike io-"
"No, non importa..." sorrise ancora il ragazzo.
"Davvero Mike io non volevo-"
"Non fa nulla, Santana, davvero..." insistette Mike per poi prendere la
mano di Santana e lasciarci dentro venti dollari.
"Cos- Non capisco Mike..." disse la mora guardando i soldi nella sua
mano.
"Hai presente il tipo che mi hai presentato di sotto? Quello col
cognome russo?"
"Karofsky!?" disse Santana corrugando le sopracciglia.
"Si, lui. L'ho incontrato al bagno e mi ha detto che non sarei nemmeno
riuscito a baciarti... Ed ho scommesso venti dollari che invece ce
l'avrei fatta..."
"Un momento... era tutto parte di una scommessa?!" chiese l'ispanica.
"No, non lo era. Davvero voglio baciarti dalla prima volta che ti ho
visto... insomma, guardati... chi non lo vorrebbe? Ad ogni modo, vedi
di dargli i venti dollari quando lo rivedrai..."
Santana sorrise compiaciuta per poi dire "Mi dispiace Mike, ma non
potevo farlo... non sarebbe stato giusto..."
"Per chi?" chiese Mike alzando un sopracciglio curioso.
"Per te... per me..." replicò Santana.
"Per Brittany..."
"Non importa, San... Forse è meglio se è andata
così..." sorrise ancora una volta l'asiatico "Torniamo a
goderci
la festa?"
"Con molto piacere." annuì la latina restituendo la giacca
al ragazzo.
Appena rientrata Santana si trovò immediatamente di fronte
una
donna con le spalle larghe come un armadio, corti capelli ricci ed
occhi chiarissimi.
"Santana Lopez?".
"Si?" rispose la mora quasi in soggezione.
"Buonasera, sono Shannon Beiste. B-e-i-s-t-e. E' francese." sorrise la
donna stringendo la mano della latina "Mi dispiace se non mi sono
presentata prima, sono la preside dell'istituto."
"Oh, salve..." rispose confusa la mora.
"Lo so, nessuno pensa mai che possa essere la preside. Tutti mi
prendono per la bidella. Quando sono fortunata mi prendono per
l'insegnante di educazione fisica, che in effetti sono..."
spiegò la donna sorridendo, non lasciando modo a Santana di
parlare.
"Mi perdoni, sto straparlando. Succede spesso." disse ancora la donna
per poi riprendere seria "Quello che volevo dirle è che
Brittany
mi ha detto che è grazie a lei se abbiamo ricevuto i fondi
necessari per organizzare anche quest'anno la nostra cena annuale.
Quindi, la ringrazio profondamente."
"Nessun problema." sorrise Santana "Si figuri."
"E questo giovanotto? E' il suo fidanzato?"
"Oh- No, lui è- un amico." rispose velocemente la mora.
"Michael Chang, piacere di conoscerla."
"Michael Chang... meglio conosciuto come Mike Chang?!"
esclamò la donna sbarrando gli occhi "Il terapeuta dei
miracoli!?"
"Il terapeuta dei
miracoli!?" pensò Santana voltandosi a guardare
Mike scioccata "Va a
finire che sono con la celebrità del momento..."
"Oh, la prego..."
sorrise Mike
"Non si fidi delle voci!"
"Ommiodio! So di una ragazza che-" cominciò la donna, per
essere
interrotta da Santana che, temendo un'altra valanga di parole, si
scusò dicendo "Perdonatemi. Ho bisogno di usare la
toilette...".
La donna era talmente presa dall'avere di fronte "Il terapeuta dei
miracoli" che non si accorse nemmeno delle parole di
Santana che
finalmente aveva l'occasione di andare a cercare Brittany, ovunque si
fosse cacciata, visto che non riusciva ad individuarla nell'ampia sala
nonostate il suo vestito alquanto appariscente. Aveva individuato Artie
a parlare con un gruppo di uomini di mezza età, ma non c'era
traccia della bionda, così Santana, dopo un paio di giri
veloci
dell'atrio, si decise a controllare anche nei bagni senza
molta
fortuna però.
"Cosa ci fai in giro per la scuola quando hai al tuo fianco
quell'aitante giovanotto?" cominciò Karofsky.
"Oh, fantastico. Non vedevo l'ora di rivederti!" esclamò
Santana
fingendo di essere felice, per poi cambiare improvvisamente espressione
ed aggiungere "Ora che ti ho visto puoi anche sparire Karofsky."
"Chi è il tuo amichetto?"
"Ah dovresti dirmelo tu visti i venti dollari che avete scommesso su di
me..." rispose la mora porgendo i venti dollari al ragazzo di fronte a
lei.
"Eheh... proprio come immaginavo..." sorrise il ragazzo prendendo i
soldi.
"Perchè pensavi che non lo avrei baciato? Sono arrivata ad
un soffio dal baciarlo, sai?" continuò Santana.
"E cos'è che ti ha fermato?" chiese curioso Dave, per poi
alzare
una mano a fermarla e dire "No, ti prego, non dirmelo, lasciami
indovinare!"
Karofsky sapeva ovviamente cosa aveva fermato Santana.
Ma la latina non voleva certo
dargli la soddisfazione di rispondere, così prima che
potesse
continuare, disse a denti stretti "Va al diavolo.".
"Oh, non riesco più a vivere bene se non mi maltratti
così almeno un paio di volte a settimana..." sorrise il
ragazzo.
Santana si guardò attorno un'ultima volta cercando di
individuare quel vestito svolazzante, per poi decidersi
e dire "Torno tra la popolazione civilizzata, ci si vede
prossimamente
Karofsky..."
"E' sul terrazzo del quinto piano."
"Come?" chiese Santana confusa.
"Brittany." aggiunse Dave indicando le scale d'emergenza alle spalle di
una porta a vetri alle loro spalle "E' sul terrazzo del quinto piano."
"Credi che-" cominciò Santana muovendo inconsapevolmente un
passo verso la porta.
"Cosa?"
"Credi che non le darò fastidio?"
"Oh Dio... Come hai fatto a diventare l'amministratore unico di una
società del calibro di Breadstix!?" chiese il ragazzo
scioccato.
"Cosa centra?"
"No, che non le darai fastidio! Muoviti prima che decida di tornare dal
suo amichetto a ruote!" insistette Dave.
Stavolta Santana non se lo fece ripetere. Fece velocemente i due piani
di scale che la separavano dal quinto piano per poi cercare
frettolosamente la porta del terrazzo ed aprirla.
E come annunciato da Dave, Brittany era lì.
Nel centro del terrazzo, si muoveva delicatamente, volteggiando
graziosa e leggiadra di qua e di là.
Gli occhi chiusi dolcemente, i capelli mossi dal vento ed il vestito
ondeggiante ad ogni suo minimo movimento.
Di tanto in tanto sollevava l'angolo sinistro
della bocca in un sorriso sognante, senza però perdere la
concentrazione.
Dopo qualche secondo Santana si accorse che la bionda si
muoveva seguendo un ritmo.
Un ritmo non troppo veloce, ma nemmeno lento.
Poi capì.
"Sta ballando..."
si disse aprendo la bocca meravigliata.
Ballava eccome.
Sui mille suoni di New York nel pieno della vita notturna.
Quegli stessi suoni che Santana solitamente odiava, sirene, clacson,
voci ed echi di diverse canzoni troppo lontane
per essere distinte, erano diventate improvvisamente una melodia
fantastica per la latina catturata dai movimenti della bionda.
Santana uscì nel terrazzo per gustarsi quanto ancora
la bionda aveve da offrire, chiudendo delicatamente la porta dietro di
sè, distrattamente temendo che qualunque minimo rumore
potesse
disturbare la ragazza e svegliarla da quella fantastica trance.
La latina trovò un posto da cui osservare la bionda senza
rischiare di essere vista, allontanandosi verso l'esterno dell'ampio
terrazzo e dopo qualche secondo di attenta contemplazione si disse che
forse non era nemmeno corretto starla a guardare
in quel modo, ma non c'era alcun modo per rendere consapevole la bionda
della sua presenza che non implicasse il dover interromperla, cosa che
la convinse a pensare che non stava facendo nulla di
male dopo tutto.
Se Brittany le avesse ripetuto in quel momento che non aveva
frequentato una scuola di ballo negli ultimi venti anni, Santana non le
avrebbe mai, mai e poi mai creduto. Anzi avrebbe pensato che la bionda
la stava prendendo in giro, perchè dal modo in cui si
muoveva,
così perfettamente armoniosa e leggera, sembrava
davvero
che non avesse mai smesso di ballare professionalmente, beh per quanto
professionalmente si puo' ballare a sette anni, si disse la mora.
Quando si accorse che Brittany stava rallentando i movimenti, come per
voler giungere ad una conclusione ancor più delicata,
Santana
pensò ad un modo per non far pesare troppo alla bionda in
fatto che era stata a guardarla fino a quel momento.
Ma quando non riuscì a pensare a nessuna idea geniale decise
che
sarebbe stato meglio farsi semplicemente trovare lì.
Stava proprio per uscire quando sentì la porta del terrazzo
aprirsi.
"Merda!" sussurrò la latina vedendo arrivare Artie,
chiedendosi
perchè mai Karofsky lo avesse fatto salire nonostante
sapesse
che lei era lì.
La latina era rimasta nascosta nel suo angoletto ad osservare da
lontano i due ragazzi pregando ardentemente chiunque fosse stato ad
ascoltarla, di non dover assistere a nulla di traumatizzante.
Fortunatamente, dopo qualche secondo Artie smise di comunicare con
Brittany che si abbassò annuendo a baciarlo, cosa che fece
accapponare la pelle a Santana, per poi tornare all'interno.
Brittany non lo seguì immediatamente, ma si
avvicinò a
raccogliere la sua borsa avvicinandosi pericolosamente al nascondiglio
della mora, per poi sollevare lo sguardo al cielo per qualche lungo
secondo.
Santana stava quasi per andarle incontro quando notò una
lacrima
rigare il viso della ragazza, fermarsi un momento sulla punta del naso
per poi
cadere pesante a terra.
A maggior ragione la mora si decise ad avvicinarsi alla bionda,
poggiandole delicatamente una mano sulla spalla.
Brittany si voltò di colpo verso Santana con un espressione
spaventata, per poi portarsi
velocemente una mano sul petto, sorpresa dalla presenza inattesa
della mora.
"Non volevo spaventarti." disse la latina
utilizzando la lingua dei segni.
Brittany scuotendo la testa si asciugò velocemente le
lacrime
sul dorso delle mani, per poi rispondere a Santana che però,
non
riuscendo a cogliere quello che la bionda stava dicendo, decise di
ricorrere alla fedele lavagnetta che aveva portato offrendola alla
ragazza.
"Devi migliorare i tuoi approcci. :)" scrisse Brittany restituendo la
lavagna alla mora.
Santana sorrise annuendo, per poi poggiare la mano destra sul braccio
di Brittany per ottenere la sua attenzione e dire "Va tutto bene,
Britt?", sicura che a quella distanza
avrebbe senz'altro colto il movimento delle sue labbra
La bionda annuì ripetutamente.
"Sicura?" insistette Santana.
"Un po' di tristezza." rispose Brittany cercando di rassicurare la
latina con un sorriso.
"Ti ho visto ballare." scrisse Santana.
La bionda spalancò la bocca in shock.
"Sei fantastica." aggiunse la mora annuendo
sincera.
Brittany abbassò lo sguardo arrossendo, per poi scuotere la
testa.
Santana capì che doveva
tentare un
approccio diverso per voler veramente far aprire la bionda.
"Su che canzone stavi ballando? A che canzone pensavi?" scrisse Santana
mostrando la lavagna a Brittany che prendendole il pennarello dalle
mani scrisse "Stuck in a moment. U2."
"Mi piacciono gli U2." disse Santana con un sorriso.
"E' l'ultima canzone che ricordo di aver ascoltato." aggiunse Brittany
restituendo la lavagnetta a Santana.
"Oh..." sospirò la latina per poi dire "Mi dispiace."
Brittany come al suo solito alzò le spalle come a dire "Non
fa niente.".
"Ricordi altre canzoni?" scrisse curiosa Santana.
"Ricordo le canzoni che mi cantava mia madre. Qualche canzone dei
cartoni Disney... Ne ricordo di diverse, ma sono tutte sfocate. Questa
è l'unica che mi sembra di poter ascoltare davvero nella mia
testa."
"Wow..." sorrise Santana stupita per poi scrivere "Non ti manca la
musica?".
"Riesco ad ascoltare la musica con delle protesi particolari. Ma non
somiglia a quella che ricordo. Per questo non lo faccio
più."
spiegò Brittany.
"Capisco."
"Dovresti andare dal tuo amico." scrisse la
bionda per poi insistere "Si starà annoiando da solo.".
"Mike?" sorrise Santana per poi prendere la lavagnetta "Credo che abbia
fatto colpo sulla Beiste..."
Brittany si lasciò sfuggire un sorriso divertito, per poi
scrivere "Ha fatto colpo anche su di te da quel che ho visto...".
Santana pensò di risponderle facendo finta di niente,
facendo
finta di non averla vista allontanarsi dalla porta a vetro, ma qualcosa
le disse di finirla coi giochi che aveva tirato avanti fino a quel
momento.
"Non l'ho baciato." scrisse la mora osservando segretamente divertita
l'espressione fintamente confusa di Brittany.
"Ti ho visto." continuò Santana sollevando le sopracciglia a
mo'
di sfida facendo arrendere Brittany che rispose con un
"Ok..." cercando di apparire disinteressata, ma il sorriso che
cercava di nascondere non sfuggì certamente all'occhio
allenato
della mora.
"Non ti piace?" scrisse la bionda.
"Non è che non mi piace." scrisse Santana pensando al modo
più corretto per completare la risposta.
Non faceva fatica ad ammettere che Mike era interessante e simpatico e
si, affascinante... ma allo stesso tempo sapeva che non era affatto lui
che
voleva.
Così guardando la bionda alzò
lavagnetta "E' che non è la persona giusta.".
"So cosa vuol dire." rispose Britttany forse inconsapevolmente usando
il linguaggio dei segni, per poi stringersi forte le mani al petto,
colpevole, come se avesse appena compiuto un omicidio.
Santana aggrottò le sopracciglia cercando disperatamente di
collegare i movimenti della bionda.
"So... so... so cosa?!"
si disse velocemente Santana per poi sentire Brittany prendere la
lavagnetta dalla sua mano.
"Devo andare ora. Artie mi starà aspettando, deve
accompagnarmi a casa..."
"Merda!" pensò la latina per poi rispondere con un sorriso
ed un "Ci vediamo domani?"
"La scuola è chiusa fino a martedì... Columbus
Day..."
"Oh... giusto..." annuì Santana imprecando mentalmente
ancora
una volta per poi scrivere "Ci vediamo mercoledì, allora?"
"Ti aspetto!" sorrise la bionda salutando Santana con la mano.
"A presto..." rispose latina guardandola allontanarsi.
"Dio, sono cotta..." sospirò Santana voltandosi ad occhi
chiusi
verso New York e tutti i suoi suoni che dopo quella sera, per lei, non
sarebbero mai più stati degli odiosi rumori.
Quando si decise a scendere Santana
trovò seduti sui gradini a chiacchierare come due vecchi
amici Mike e Karofsky.
La latina non ci pensò due volte prima di prendere per i
capelli Dave e tirare.
"Ow! Ow! OW!" esclamò il ragazzo per ogni strattone.
"E ringrazia che non ho scelto di prenderti a calci!"
esclamò la latina mostrando il pericoloso tacco delle sue
scarpe.
"Cosa ho fatto!?!"
"Hai fatto salire l'uomo a rotelle!"
"Chi?" chiese confuso Mike.
"Non immischiarti tu!" abbaiò la mora.
"Non gli ho detto niente io!" provò a difendersi Dave.
"Non mentirmi se hai a cuore il tuo apparato riproduttivo, Karofsky!"
"Ok! Ok! Gliel'ho detto perchè mi aveva visto parlare con te
e salire le scale!"
"Non potevi inventarti nient'altro!?"
"Che c'è ha interrotto un momento clou?" chiese curioso Mike.
"Non ha interrotto un bel niente! E' questo il problema..."
commentò Santana sedendosi tra i due ragazzi.
Dopo qualche secondo di silenzio Mike disse "La festa è
praticamente finita, ma la notte è giovane e domani
è
festa... qualche proposta?"
"Io ho il mio fedele bar... ma non ho alcuna intenzione di portarvi con
me..." cominciò Santana.
"Oh, avanti! E' il minimo che puoi fare per ripagarmi... ti
ricorda qualcosa questa parola?" sorrise Mike.
"E va bene! Tu sei dentro..." replicò la latina sbuffando
per
poi guardare Karofsky e dire "E tu? Hai una motivazione più
o
meno decente per convincermi a portarti con me?"
"Io ho una macchina. Posso portarvi e riaccompagnarvi a casa..."
"E' sufficiente. Andiamo avanti. Tu vai a prendere la suddetta
macchina... ti aspettiamo all'ingresso" concluse Santana alzandosi, per
essere seguita dai due ragazzi.
Una volta in macchina Mike cominciò a bombardare di domande
Santana.
"Allora? Fammi l'elenco delle tue amiche avanti!" sorrise il ragazzo.
"Dunque. Rachel: fidanzata. Quinn: fidanzata. Mercedes: apparentemente
fidanzata. Tina: single col cuore spezzato."
"Spiacente amico," sorrise Mike guardando Dave alla guida "Io punto su
Tina."
"Mpfff!" sorrise Santana "Non credo che sia un problema per Karofsky
visto che è-"
"Super fidanzato." la interruppe Karofsky per poi aggiungere
velocemente "Da anni, con la mia cotta del liceo."
"Ah si!?" chiese la latina cogliendo le intenzioni del ragazzo "E come
si chiamerebbe questa ragazza?"
"J-Jennifer."
"Jennifer. Un nome alquanto comune eh?" sorrise Santana "Direi quasi il
primo che ti è venuto in mente...".
Dave la guardò dallo specchietto retrovisore con sguardo
supplicante, ed una volta tanto Santana preferì tacere.
"Siamo arrivati comunque. Il posto di fronte alla panchina distrutta
è il mio." indicò la mora.
"Wow! Si vede che sei un pezzo grosso... hai anche il tuo posto
personale..." sorrise Mike.
"Ovviamente." rispose la mora scendendo per poi fermarsi di fronte alla
porta del locale e dire "Evitate di farmi fare figure di merda, chiaro?"
"Cristallino!" disse Mike sistemandosi i capelli dal riflesso del vetro.
"Possono vederti dall'interno, sai?" lo riprese Santana trascinandolo
dalla manica della giacca.
"Ops..." sorrise l'asiatico.
"Venite..." disse la mora facendo strada, per poi individuare subito il
suo gruppetto e dire "Ragazzi, vi presento Mike Chang e Dave Karofsky.
Non trattateli troppo bene se vi riesce...", per poi allontanarsi dal
tavolo e prendere posto direttamente al bancone.
Dopo qualche minuto ed una birra già a metà
Santana si voltò trovandosi vicino Dave.
"Allora? Come sta Jennifer?" chiese la latina alzando le sopracciglia.
"Oh sai come vanno le cose nel paese dei fidanzati e fidanzate
immaginarie... fantasticamente, come al solito!" rispose il ragazzo
prendendo un sorso della sua birra.
"Perchè hai mentito?" chiese Santana confusa.
"Perchè è quello che faccio sempre..." rispose
Dave alzando le spalle.
"Ma perchè!?"
"Perchè... perchè mi sento più
sicuro..."
"Più sicuro?" sorrise Santana "Se non l'avessi notato non
siamo
in Texas o in qualche villaggio Amish... questa è New
York... a
nessuno interessa se sei vivo o morto, figurati se interessa che sei
gay!"
"Shh!" esclamò il ragazzo guardandosi intorno sospettoso per
poi dire "Meglio prevenire, che curare..."
"Meglio attaccare che difendersi..." rispose la latina per poi
aggiungere "In senso figurativo. Viva la pace."
"Già..." si limitò a rispondere Karofsky.
Dopo qualche secondo di silenzio Santana disse "Non hai mentito a me.
Perchè?".
"Sei Santana Lopez. Sei una leggenda... sono un tuo fan praticamente..."
"Fan?" sorrise la mora "Almeno ora mi si spiegano i comportamenti da
stalker..."
"Non in quel senso..." sorrise Dave "Nel senso che mi piacerebbe essere
come te."
"Potresti esserlo. Se solo lo volessi." rispose Santana.
"Non è così semplice..."
"Dovresti fare un paio di chiacchiere col mio amico Kurt." disse
Santana indicandolo "Oh, e se non ti era chiaro da subito che fosse la
regina delle fatine gay di New York, il tuo gaydar ha bisogno di una
bella rispolverata..."
"Oh, no... lo avevo colto subito quello..." sorrise il ragazzo per poi
aggiungere "Magari più tardi vado".
"Visto? Non è così difficle! E se hai paura dei
miei
amici, fidati... sono tutti quanti più che gay friendly,
ovviamente..."
"Ok. Vista la tua inaspettata quanto preoccupante gentilezza credo di
doverti dire una cosa in cambio."
"Sentiamo."
"Potresti decisamente interessare a Brittany."
"Ah si?" sorrise la mora improvvisamente interessata.
"Già..."
"Dimmi di più..."
"Diciamo che non saresti la prima ragazza sui cui ha lasciato cadere
l'occhio... e non solo..."
"Interessante..." sorrise Santana soddisfatta "Se non fosse per il
Professor Xavier perennemente alle sue calcagna e per il piccolo
problema di comunicazione..."
"Problema di comunicazione?" chiese il ragazzo confuso "Mi sembra che
comunichiate piuttosto bene..."
"Non in quel senso..." cominciò Santana "E' che a volte
vorrei
riuscire a mettermi più nei suoi panni, capisci? Vorrei
comprenderla di più..."
"Allora mettiti nei suoi panni." rispose Dave alzando le spalle.
"Mi stai consigliando di perforarmi i timpani?" chiese la latina
scettica.
"Così intelligente eppure così ottusa..."
commentò
il ragazzo scuotendo la testa in disappunto "Mai sentito parlare di
tappi per le orecchie?!"
"Ma con quelli senti comunque!" protestò Santana.
"Senti molto meno del solito... e credimi, anche
solo così sarà un inferno per te, abituata ad
essere
circodata da milioni di suoni e rumori..."
"Sei serio?".
"Serissimo. Mettiti nei suoi panni per un paio di giorni. Non
sarà la stessa cosa, ma è quanto più
potrai
avvicinarti alla sua vita di tutti i giorni..." insistette Dave.
"A proposito di comunicazione... prima Britt mi ha fatto questi
segni..." disse Santana cercando di ripetere al meglio i movimenti
della bionda.
"So cosa significa." rispose il ragazzo.
"Ok allora, cosa vuol dire?"
"So cosa significa." ripetè il ragazzo "E' questo che vuol
dire: so cosa significa."
"Non è che
non mi piace." pensò Santana cercando di
ricordare la scena. "E'
che non è la persona giusta...".
In quel momento la bionda aveva risposto "So che significa.".
Improvvisamente, la serata della latina aveva assunto
totalmente un nuovo senso.
"Sai cosa? Dopotutto non sei così inutile..."
disse Santana alzandosi.
"Cosa stai facendo?"
"Sto andando a cercare una farmacia, dove comprare i migliori tappi per
le orecchie che esistano in circolazione." disse la mora per poi
voltarsi verso Harry e dire "Una tequila, sul mio conto!"
"Arriva subito!" rispose l'uomo.
"Ed ecco cosa farai tu." disse Santana
avvicinando il
bicchiere al ragazzo "Berrai questa tequila, prenderai un bel respiro
ed andrai a sederti vicino a Kurt, dove comincerai ad chiacchierare con
gli altri, magari cercando di non mostrare troppo il tuo lato
finto-etero, perchè sai, non sei così credibile
come
pensi, per poi infine attaccare bottone con Kurt. E' chiaro?"
"Io-"
"Perfetto." replicò la latina vestendosi "Domani
chiamerò
Kurt per sapere come è andata... Ci vediamo
mercoledì
Karofsky. Oh! E quasi dimenticavo..." continuò sorridendo
Santana prima di uscire dal locale "Vai a farti fottere...".
La mora uscì chiamando immediatamente un taxi per farsi
portare
nella prima farmacia aperta di New York, e dopo quindici minuti di
ricerca arrivò a destinazione.
"Buonasera." disse la latina ad un commesso annoiato "Ho bisogno dei
tappi per orecchie migliori che avete."
"Migliori?" chiese l'uomo confuso.
"Sa, vivo in un condominio pessimo. Il mio dirimpettaio sta imparando a
suonare la batteria, mentre la coppia al piano di sopra è
continuamente impegnata in super maratone di sesso e per me dormire
è quasi impossibile..." disse la mora cercando di tagliare
corto.
"Oh." rispose il tipo voltandosi a frugare su uno scaffale per poi dire
"Questi schermano il sessanta percento dei suoni, ma sentirà
comunque... Non ho di meglio."
"Vanno benissimo." rispose la latina afferrando la confezione, per poi
lasciare venti dollari sul bancone ed uscire.
Appena rientrata sul taxi la ragazza aprì velocemente la
scatola per poi inserire uno alla volta i due tappi.
"Dica qualcosa." disse la latina guardando le labbra dell'autista dallo
specchietto.
La mora aveva visto la bocca dell'uomo muoversi, ma il vago suono della
sua voce era stato coperto dai rumori della strada e non aveva capito
una parola di quello che aveva detto.
"Perfetto, grazie!" esclamò la latina facendo sobbalzare
l'uomo,
non rendendosi conto di aver inconsapevolmente alzato il tono della
voce.
"Mi scusi!" rispose ancora Santana pensando "Wow... ci sarà da
ridere...".
Ma per Brittany avrebbe fatto questo ed altro.
___________________________________________________________________________________________
Scusate, scusate,
scusate per la lunghissima attesa, ma sono piena di casini a casa :S
Spero di riuscire ad
aggiornare più o meno presto!
E se avete tempo
lasciatemi due paroline per farmi sapere che ne pensate!
Un abbraccio e grazie a
tutti voi!
Northstar
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
boh
"Sento i miei pensieri."
"Santana?" rispose Dave confuso.
"Non ho ancora capito se la cosa è
positiva o
negativa... ma è fottutamente spettacolare!"
continuò
Santana euforica, al telefono, ignorando il ragazzo.
"Non dovresti indossare i tuoi tappi?!"
"Ho deciso di fare una piccola pausa... e non è
incredibile!?
Voglio dire, sento anche il mio respiro ed è strano in
effetti... Ma soprattutto sento i miei pensieri!"
"Ed io riesco a sentire la tua voce, forte e chiara, purtroppo..."
rispose il ragazzo.
"Non è fantastico?"
"Sei ubriaca, Santana?"
"No, non sono ubriaca..." rispose velocemente la mora.
"Drogata?"
"No, ma credo che questa storia del silenzio, in
qualche modo, mi stia un po' sballando l'orologio interno..."
"Non lo avrei mai detto!" replicò ridendo il ragazzo.
"Perchè?"
"Sono le tre e venticinque del mattino, ne sei
consapevole!?"
"Davvero!?" esclamò Santana guardando l'orologio.
"Si davvero! E si può sapere perchè mi hai
chiamato!?"
"Perchè... perchè volevo aggiornarti
sull'esperimento..."
"Come sta andando allora?" chiese il ragazzo cercando di non
suonare troppo scocciato.
"Riesco a sentire i miei pensieri!"
"Si. Lo hai già detto questo se non sbaglio. Altro?"
"Oh, beh... ho rischiato di essere investita un paio di volte ed ho
mandato ripetutamente a quel paese un paio di tipi da Starbucks... ma
credo che mi stia lentamente avvicinando a Brittany..."
"Bene... molto bene..."
"Già!"
"L'hai sentita a proposito?"
"No, la vedrò domani, non volevo, non so...
assillarla..."
"Da uno a dieci, quanto hai voluto mandarle un messaggio?"
"Due?"
"Santana..." disse Dave scettico.
"Va bene, dodici!" esclamò la ragazza colta in flagrante "Ma
non
è così che si comporta Santana Lopez... Non sono
io a
chiamare, mi faccio sempre desiderare!"
"Ovvio... Ma stando ai gossip sul tuo conto credo che Brittany sia
leggermente distante dal tipo di conquiste che ti vengono solitamente
attribuite..."
"Ehi! Non criticare la mia vita privata!"
"Santana quelle erano davvero delle-"
"Delle? Sentiamo."
"... Poco di buono..."
"Erano attraenti!"
"Ma poco di buono..." insistette il ragazzo.
"Ok. Non ti ho chiamato per farmi ramanzinare sulle mie conquiste.
Quindi cambiamo argomento oppure va a dormire."
"Buonanotte allor-"
"No! Aspetta!"
"Cos'altro c'è?!"
"Niente di particolare..."
"Santana..." cominciò Dave sbuffando "Sono felice che tra
tanta
gente abbia voluto chiamare me per i tuoi strampalati ed alquanto
preoccupanti pensieri
notturni, dico davvero, sono onorato... ma se non hai altro da dire,
fammi dormire visto che alle sette e trenta di domattina devo trovarmi
nel
mio caro gabiotto..."
"Va bene..." concedette la latina per poi aggiungere "Oh, quasi
dimenticavo! Come è andata con Kurt?!"
"Ci vediamo domani pomeriggio, Santana..."
"Aspetta!"
"Buonanotte!" terminò il ragazzo attaccando.
"Va a quel paese!" rispose la latina lanciando il telefono sul letto
per poi rificcarsi i tappi nelle orecchie, alzarsi e stiracchiarsi un
po'.
Santana per abitudine si gettò sul letto accendendo la tv,
non rendendosi conto che non poteva sentirla però.
"Merda!" pensò la latina sbuffando.
Non si era minimamente abituata a questa nuova, temporanea, sensazione.
Si, era particolarmente curioso riuscire a sentire i suoi pensieri, ma
non riusciva comunque ad immaginare una vita così...
limitata?
Non sapeva nemmeno se quella era la parola giusta.
Insomma, stava perdendo la pazienza perchè non poteva
ascoltare
uno stupido telegiornale, si era fatta quasi investire, ed aveva
inveito contro i commessi di Starbucks per la loro ottusità!
Su
quante altre cose ancora avrebbe dato di matto?
Prendendo un respiro, cercando di ficcarsi in testa che quel problema
in particolare non era nient'altro che una stupidaggine di fronte al
quadro generale, la mora si alzò a rovistare tra la sua
collezione di dvd alla ricerca di un film sottotitolato da seguire
finchè il sonno non avrebbe avuto la meglio.
Una volta scelto il titolo, optando per il classico "Arsenico e vecchi
merletti", Santana si gettò sul letto avvolta
da quei pensieri
che prima aveva amato e che ora, così rumorosi ed
ingombranti,
cominciava ad odiare.
____________________________________________________________________________________________
"Apri questa maledetta porta, Puck." disse Quinn cercando di rimanere
calma, in realtà fumante.
"E se la troviamo a letto con qualcuno!? E' violazione della privacy!"
esclamò il ragazzo piazzandosi di fronte alla bionda,
poggiandosi protettivamente alla porta.
"Da quando in quà ti interessi di privacy!? E della privacy di Santana?!"
"Da quando lavoro per lei! Renderà la mia vita un inferno se
interrompiamo il suo divertimento mattutino!"
"E' mezzogiorno passato!"
"Il divertimento di mezzogiorno allora!" esclamò il ragazzo
alzando le spalle.
"Puck. Apri questa porta se vorrai anche te un po' di "divertimento" nei
prossimi anni."
"Subito." rispose velocemente il ragazzo aprendo la porta ed esclamando
"Santana!? Santana, stiamo entrando!"
I ragazzi aspettarono un momento sulla porta, attendendo una risposta
infastidita della latina.
"Forse non è in casa..." provò Puck, per poi
essere
superato da una spedita Quinn diretta nell'attico "La macchina
è
qui. Il suo autista non l'ha sentita da domenica sera e nessun altro ha
sue notizie da allora!".
"Santana!?" gridò ancora la bionda attraversando le varie
stanze, cominciando a preoccuparsi, per poi guardare Puck e seguirlo al
soppalco, verso la camera da letto della mora.
"Sta dormendo..." concluse Puck indicando la mora, a pancia in
giù sotto le coperte.
"Santana!" esclamò Quinn volendo intenzionalmente spaventare
la mora, che però non si mosse d'un millimetro.
Puck guardò la bionda confuso per poi dire "Forse
è
molto, molto, molto ubriaca! Non a caso il massimo grado del nostro
etilometro è Sanciucca..."
"Puck..." sospirò Quinn senza spostare lo sguardo dalla
latina,
per poi avvicinarsi spaventata "Non riesco a capire se respira..."
"Stai scherzando spero!" rispose il ragazzo avvicinandosi deciso,
poggiando una mano sulla schiena dell'amica, scuotendola violentemente.
"MA CHE DIAVOL- PUCK!?" esclamò Santana voltandosi
immediatamente con un'espressione rabbiosa.
"Ommiodio! Sta bene!" sospirò Quinn portandosi una mano sul
petto "Sta bene!" ripetè sedendosi sul letto.
"Te lo avevo dett- OUCH!" rispose il ragazzo per poi essere colpito in
pieno volto da una cuscinata.
"SIETE FUORI DI TESTA?!" gridò la latina infuriata
"PIOMBARMI IN
CASA COSI'!? SVEGLIARMI A QUESTA MANIERA?! SPERO PER VOI CHE ABBIATE UN
MOTIVO PIU' CHE VALIDO CHE DI CONSEGUENZA NON RIGUARDI BERRY O
FINNOCENCE NEMMENO INDIRETTAMENTE!"
"Sei una pazza! Altrochè! Sei fuori di testa!"
gridò Puck allontanandosi terrorizzato dalla mora.
"Santana pensavamo fossi morta!" esclamò Quinn cercando di
riprendersi.
Santana guardò confusa i due amici parlare e gesticolare,
sentendo solamente degli strani mugolii uscire dalle loro bocche, per
poi realizzare dei tappi ancora nelle sue orecchie.
"Un momento!" disse la latina.
"Perchè continua a gridare?" chiese Puck confuso a Quinn.
Quando la mora si sfilò le due piccole barriere dalle
orecchie
poggiandole sul comodino, Quinn spalanco gli occhi furiosa.
"Ok. Parlate pure, ora."
"Stai scherzando!?" domandò Quinn gridando.
"Che c'è?"
"TAPPI PER LE ORECCHIE!?" esclamò la bionda indicando gli
oggetti sul comodino.
"E allora?" sbottò la mora.
"PENSAVAMO FOSSI MORTA!"
"Cosa?"
"Non rispondevi al telefono, al citofono, nessuno ha parlato con te da
domenica sera! Non ci pensi!?" rispose furiosa Quinn.
"Oh..." realizzò Santana guardando il telefono, trovando
trentaquattro chiamate perse e ventidue messaggi non letti.
"Oh?! E' tutto quello che hai da dire?!" esclamò Puck
cercando una volta tanto di approfittarsene.
"Taci, tu." rispose la mora puntandogli l'indice contro, per poi
guardare l'orologgio sul comodino e dire confusa "E l'una!?"
"A quanto pare!"
"Devo vestirmi! Devo vestirmi, devo prepararmi." disse velocemente la
mora pensando "E devo
andare da Brittany!", per poi guardare Quinn e
dire "Andiamo a mangiare da Breadstix, voglio farmi perdonare. Datemi
venticinque minuti e sono pronta.".
"Fa con comodo!" esclamò ironicamente Puck per poi guardare
Quinn e dire "Te lo avevo detto che era tutto ok!"
"Puck: non un'altra parola."
"Come non detto...".
Come aveva predetto, venticinque minuti più tardi Santana
tornò nella camera da letto pronta ad uscire, per poi
avvicinarsi al comodino e prendere i suoi preziosi tappi.
"Cosa stai facendo!?" esclamò Quinn fermando momentaneamente
la ragazza.
"Sto mettendo i tappi." rispose Santana alzando le spalle.
"Stai scherzando!?" chiese la bionda sollevando le sopracciglia.
"No... perchè?" replicò la latina ficcandosi uno
dei tappi.
"Non sei in grado di andare in giro con quei cosi! Sei totalmente
sorda!"
"No, in realtà sento più di quel che volevo
sentire...
quindi..." spiegò la mora infilando anche l'altro tappo.
"Santana!" gridò la bionda scioccata.
"Ok! Pronta!" disse la latina prendendo la borsa.
"Abbassa la voce, Berry!"
disse Puck gridando a sua volta.
"Sbaglio o mi ha appena chiamato Berry!?" chiese la latina guardando
Quinn.
"Giuro, giuro che se questa storia non finisce presto vi faccio a pezzi
e vi butto tra l'immondizia dell'azienda." disse la bionda prendendo la
borsa, dirigendosi verso la porta di casa.
"Cosa ha detto?" chiese Santana.
"Lascia stare..." rispose Puck scuotendo la testa.
"Allora... per quanto andrà avanti questa storia?" chiese
Quinn guardando scettica Santana di fronte a lei.
"Q, le cose sono due. Uno: parli più lentamente e mi dai
modo di
capire almeno
di cosa
stai parlando... Due: scrivi qui quello che devi
dirmi." rispose la latina prendendo dalla borsa l'ormai inseparabile
lavagnetta.
La bionda sbuffando si decise a scrivere sulla lavagnetta, mostrandola
all'amica.
"Oggi pomeriggio li toglierò... Ma ho intenzione di
continuare ad usarli di tanto in tanto..." rispose Santana.
"Perchè!?"
Santana stava per cominciare a parlare, per poi abbassare lo sguardo e
togliersi i tappi.
"Puck, vai a lavarti le mani." cominciò la latina.
"Sono pulite."
"No, non lo sono. Sei come un bambino che tocca tutto quello che vede,
quindi vai a lavarti le mani." insistette la latina, cercando di far
capire all'amico che doveva parlare in privato con Quinn.
"Sono pulite ti dico!"
"Puck. Va a lavarti le mani." disse Quinn guardandolo minacciosa.
"E va bene! Quanto deve durare la mia tappa al bagno?!"
La bionda guardò Santana confusa, aspettando una risposta.
"Facciamo dieci minuti, ok?"
"Va bene. Io voglio le penne piccanti. Non ricordo mai come si
chiamano."
"All'arrabbiata." rispose Santana conoscendo a memoria ogni piatto del
menu.
"Esatto. Quelle ed una coca cola." rispose il ragazzo allontanandosi
Quinn aspettò che il ragazzo fosse abbastanza lontano per
poi dire "Allora? Cos'è questa storia?"
"Prometti di non ride-"
"Lo prometto."
"Non ho finito!" esclamò la latina cercando di non attirare
troppa attenzione.
"Va bene!" replicò Quinn alzando le mani in segno di resa
"Continua pure."
"Prometti di non ridere, non fare facce strane, non prendermi in giro e
non dire niente a Puck finchè non avrò la
sicurezza che
non potrà ficcare il naso nei miei affari?"
"Lo prometto, Santana." rispose seria la bionda.
"Ok..." cominciò la latina guardando il piatto vuoto di
fronte a sè per poi dire "Mi piace davvero."
"Chi?"
"La regina d'Inghilterra!" esclamò l'ispanica alzando lo
sguardo, per poi sussurrare "Brittany!"
"Oh..." esclamò Quinn annuendo, per poi domandare
"Perchè stai bisbigliando?"
"Non lo so. Ora vuoi ascoltarmi o preferisci continuare a fare domande
stupide?"
"Si, hai ragione." disse la bionda annuendo per poi dire "Ti piace
davvero."
"Già..." ammise Santana prendendo un sorso d'acqua.
"E perchè la storia dei tappi?"
"Perchè- Beh, perchè vorrei avvicinarmi a lei il
più possibile... so che non potrò mai sapere come
ci si
sente, o cosa prova... ma questo è il massimo che posso fare
per
sentirmi vicina a lei...".
"E funziona?"
"Direi di si... "
"Bene..." sorrise Quinn.
"Bene..." ripetè Santana per poi aggiungere velocemente "E'
fidanzata."
"Cosa?"
"Cosa vi posso portare?" chiese il cameriere avvicinandosi.
"Due ragù, un'arrabbiata e tre coca cole." disse velocemente
Santana per poi chiedere "Conosci per caso la lingua dei segni?"
"Ehm... no... mi spiace..."
"C'è qualcuno tra i tuoi colleghi che la conosce?"
insistette la mora.
"Non credo..."
"Bene puoi andare." rispose la latina per poi guardarsi intorno e
chiedere a Quinn "Ad occhio e croce... Quanta gente entra in questo
locale quando pieno?"
"Direi una cinquantina... facciamo settantacinque persone?"
"Perfetto. Dalla prossima settimana almeno un cameriere ogni
venticinque clienti deve conoscere la lingua dei segni. Ci pensi tu?"
"Sei seria?"
"Sono serissima. Avessi indossato i miei tappi, se il cameriere mi
avesse chiesto qualcosa di diverso da "cosa vi porto" non
sarei
riuscita
a capirlo facilmente... e viceversa, per quanto
Brittany si faccia comprendere alla grande, deve essere comunque
imbarazzante e frustrante il dover impegnarsi per essere capiti..."
"Ok..." annuì la bionda confusa per poi dire "Parlando di
Brittany... insomma... è fidanzata..."
"Già..."
"Quindi vuoi sedurre una ragazza fidanzata?"
"Chi ha parlato di sedurre?" sbottò la latina.
"Non vuoi... Non vuoi conquistarla?"
"Si che lo voglio ma "sedurre"
lo fa sembrare così... sporco e disonesto!"
"In effetti è sporco e disonesto voler "conquistare" una
ragazza
fidanzata... E non è cosa che non hai già fatto,
voglio
dire..."
"Lo so, ma stavolta è diverso." spiegò la mora
specificando "Lei è diversa."
"Oh buon Dio..."
"Non dire qualunque cosa stai pensando di dir-"
"Ti sei innamorata davvero, Santana..."
"Sta zitta!"
"Non posso crederci!" sorrise la bionda.
"Che c'è pensavi davvero che avevo il famoso cuore di
polistirolo come sostiene Kurt?"
"Non avevo dubbi sul fatto che avessi un gran cuore, credimi..."
continuò Quinn.
"Ed ora? Cosa faccio? Voglio dire è fidanzata..."
"La cosa ti ha mai fermato?" chiese Puck tornando a sedersi vicino alle
ragazze.
"Cosa ci fai qui?! Non sono passati dieci minuti!"
"Ops! Non ho un orologio..." rispose il ragazzo alzando le spalle.
"Lascialo stare, ed ascoltami!" disse Quinn attirando l'attenzione
della mora, per poi dover concedere a bassa voce "Per una volta ha
ragione Puck..."
"Visto?!"
"Che vuol dire?" riprese Santana zittendo l'amico.
"Vuol dire che devi provarci!"
"Certo, qualche minuto fa era "sporco
e disonesto", ed ora devo provarci?!" chiese la latina
confusa.
"Non vuoi rubarla a quel tipo per portartela a letto, Santana!"
esclamò Puck immettendosi di nuovo nella conversazione "Se
ti
piace davvero, come è evidente, allora chi se ne frega se
è fidanzata! Sei giustificata se è per una buona
ragione!"
Santana lo guardò un momento confusa, ed il ragazzo
insistette "E' come quando non facevi i compiti perchè stavi
male! Ed allora la firma falsificata dei tuoi genitori non ti faceva
sentire altrettanto colpevole perchè stavi male davvero!
Perchè era per una valida ragione!"
"Esatto! Più o meno..." commentò Quinn per poi
aggiungere "Il che non significa che
puoi andare e sedurla senza contegno, ma nel frattempo puoi avvicinarti
a lei, approfondire questo vostro rapporto, e vedere fin dove puo
muoversi la cosa...".
"Avvicinarmi a lei... approfondire il rapporto... vedere fin dove
può muoversi la cosa..." commentò la latina.
"Già..." annuì la bionda.
"Posso farlo. Posso farlo." annuì la mora.
"Ovvio che puoi farlo..." osservò Puck.
"Ma come?" chiese Santana.
"Potresti portarla in quel bar per sole donne dove vai a buttarti
quando sei in cerca di azione... la fai ingelosire un po', e poi BAM!
Metti in azione le tue mosse da latin lover!" esclamò Puck.
"Non perdi mai un'occasione per tenere la bocca chiusa, vero Puckerman?"
"Il come" cominciò Quinn sospirando
alle parole del ragazzo "lo scoprirai pian piano... si spera..."
rispose Quinn.
"Credi?"
"Devi conoscerla prima, poi potrai mettere in atto il come..."
insistette la bionda convincendo Santana.
Dopo un'oretta di lavoro in uffcio, Santana decise di camminare fino
alla scuola di Brittany,
cercando di mantenere quell'ottimismo che Puck e Quinn le avevano
miracolosamente inculcato durante il pranzo.
Al solito, arrivata all'ingresso, trovò Dave ad aspettarla.
"Voglio sapere tutto." sorrise la mora.
"Non so di cosa stai parlando..." replicò il ragazzo senza
sollevare lo sguardo dal suo giornale.
"Sai benissimo di cosa sto parlando... di un mio amico, con pelle
chiara come la porcellana e occhi azzurri come il cielo..." insistette
la latina.
"Nah. Non mi ricorda nessuno..."
Santana, spazientita, strappo il giornale dalle mani del ragazzo per
poi dire "Vuoi parlare con le buone, o preferisci le cattive maniere?"
"Cosa vuoi sapere, Santana?"
"Ti piace, non è vero?" osservò l'ispanica.
"Tu cosa pensi?"
"E allora? Cosa aspetti! Ti do il suo numero e-"
"Non è così facile..." la interruppe Dave.
"Continui a dire che non è così facile, quando in
realtà lo sarebbe se solo tirassi fuori gli attributi!"
esclamò Santana.
"E se non gli piaccio?"
"C'è un solo modo per saperlo!" insistette la mora indicando
il suo telefono.
"Non sono sicuro, Santana..."
"Ascoltami Karofsky... Per quanto mi pesi ammetterlo sembri essere un
bravo ragazzo e generalmente i bravi ragazzi vanno daccordo con tutti,
specialmente con altri bravi ragazzi... quindi ora prenderai il tuo
telefono e copierai il numero di Kurt, e lo terrai a portata di mano
per quel magico, e speriamo non troppo lontano momento, in cui avrai
abbastanza fegato da provare a tirarti fuori da quella che sembra, e
sono quasi sicura che sia, una
misera esistenza vissuta fin troppo di nascosto... E' chiaro?"
"Io-"
"Ecco il numero." lo interruppe Santana cominciando a dettare
lentamente cifra per cifra "E voglio che lo salvi come "A Kurt"."
"Perchè?" chiese Karofsky confuso.
"Perchè in questo modo salirà direttamente in
cima alla
tua rubrica, comparendoti di fronte ogni volta che avrai bisogno di
cercare un numero." spiegò la mora sorridendo per poi
insistere
"Avanti. Salvalo e fammi vedere.".
"Ok!" sbuffò il ragazzo obbedendo, per poi mostrare alla
latina che aveva seguito alla lettera le sue istruzioni.
"Complimenti, Karofsky. Dandomi ascolto, hai appena compiuto il primo
passo verso una vita meno schifosa."
"Grazie..."
"Non c'è di che..." sorrise Santana prendendo l'ascensore.
La latina andò direttamente nello studio di Brittany,
trovandola seduta alla scrivania a giocare con i suoi capelli.
La bionda si accorse subito di Santana, mostrandole un sorriso diverso
dal solito.
Santana la salutò con la mano, cercando di non pensare a
quella
strana espressione, rispondendo con un sorriso più grande.
Brittany al solito, le fece cenno di sedersi vicino a lei, ma senza
guardarla.
Era ovvio agli occhi di Santana che qualcosa non andava...
La bionda prese la fedele lavagnetta dal primo cassetto, per poi
guardare Santana seriamente e scrivere "Dobbiamo parlare..."
Santana spalancò gli occhi preoccupata, sussurrando un
debole e confuso "Ok.".
"C'è qualcosa che devi dirmi?" scrisse ancora la bionda.
"Ci sono un miliardo di
cose che dovrei dirti..." pensò la latina
sollevando le spalle.
Brittany annuendo riprese la sua lavagnetta cominciando a scrivere.
"Volevo ringraziare il nostro sponsor per la serata di domenica...
così questa mattina ho contattato la banca della scuola, per
chiedere informazioni, ed indovina un po'?".
"Merda..." sospirò Santana abbassando lo sguardo.
"Apparentemente la Coca Cola non ha nulla a che fare con quei soldi,
che invece provengono dalla Breadstix Corporation... il cui
amministratore unico è una certa Santana Lopez..."
"Brittany io-" Santana cercò immediatamente di scusarsi, per
essere immediatamente fermata da un gesto della bionda, che velocemente
voltò verso di se la tavoletta per scrivere
"Perchè mi
hai mentito?".
"Non- Non era una bugia! Io- Volevo-" Santana cercò di
giustificarsi, non rendendosi conto nella foga, che Brittany in quel
modo avrebbe capito poco o niente.
La latina prese velocemente la sua lavagnetta cominciando a scrivere
velocissima "Non volevo mentirti! Non era una bugia! Era una
verità omessa!"
"Perchè non mi hai detto che sei stata tu a fare la
donazione? Perchè non mi hai detto chi sei?"
"Perchè la gente mi guarda diversamente quando sa chi sono e
cosa rappresento..." scrisse la mora, voltando la lavagnetta, ricevendo
uno sguardo quasi offeso dalla bionda.
"Non tu! Non tu!" disse a segni la latina cercando di tirarsi fuori
dall'equivoco, per poi ricorrere di nuovo alla lavagnetta e scrivere
"Non potevo sapere che fossi diversa dagli altri! E credimi, non volevo
tenerti nulla nascosto ma è quello che faccio sempre! Non
rivelo
mai tutte le mie carte!".
Brittany lesse le parole della mora guardandola con aria perplessa, per
poi scrivere "Potevi almeno dirmelo che eri stata tu a fare la
donazione...".
"Non volevo" scrisse la latina per poi fermarsi e completare
mentalmente "Una volta
tanto non volevo giocare sporco e conquistarti con il potere dei miei
soldi...".
Brittany allungò una mano ad indicare la frase
incompleta
con uno sguardo confuso, e Santana scrisse "Non volevo si sapesse."
"Perchè?" chiese la bionda segnandolo.
Santana si limitò ad alzare le spalle.
Dopo qualche secondo di pesantissimo silenzio Brittany scrisse "Ieri
sera sono andata a cercarti su Google...".
Santana, preparandosi a doversi difendere da mille e più
cattive
voci, sorrise scrivendo "Hai letto qualcosa di interessante?".
"Tra un gossip ed un altro, sono finita sul sito della comunita LGBT di
New York...".
Santana prese un respiro, per poi rendere nella lingua dei segni una
delle prime frasi che aveva imparato su suggerimento di Mike.
"Sono gay." comunicò la latina, per poi aggiungere pur
conoscendo la risposta "La cosa ti disturba?".
Britttany rispose in un lampo "No, niente affatto."
"Allora qual è il punto di questa tua scoperta?" scrisse
la latina.
"Mi domando per quale motivo domenica alla cena ti sei presentata con
quel ragazzo..."
"Mike è solo un amico..." sorrise la latina chiedendosi per
quale motivo doveva giustificare a Brittany l'aver portato con Mike
alla cena.
"Un amico che hai quasi baciato..." scrisse Brittany sollevando
scettica le sopracciglia.
"Perchè ti interessa tanto cosa faccio o non faccio con i
miei
amici?" chiese la latina cominciando ad essere infastidita, per poi
aggiungere "Ho già i giornali di gossip alle calcagna a
farmi il
terzo grado su ogni singola uscita... non ho bisogno di
altri...".
Santana non avrebbe mai pensato che potesse essere così
impulsiva anche solamente scrivendo,
ma quando si rese conto del modo in cui aveva scritto quelle frasi,
Brittany aveva già letto il tutto ed aveva sul viso
un'espressione così ferita, che per un momento Santana
credette
di sentire fisicamente il dolore della bionda.
"Brittany-" cominciò Santana cercando di sfiorare la mano
della ragazza che però prontamente la
tirò di nuovo verso di
sè.
"Maledizione!" esclamò la latina riprendendo la sua borsa
per uscire dall'ufficio di Brittany.
La bionda rimase a guardare la porta confusa, per poi quasi spaventarsi
quando improvvisamente, qualche minuto dopo, tornò ad
aprirsi
rivelando nuovamente Santana.
Santana allungò la lavagnetta alla bionda invitandola a
leggere.
"Mi chiamo Santana Lopez. Sono l'amministratore unico del marchio
Breadstix. Ho ventisette anni e sono dichiaratamente gay. Vivo in un
attico a Manhattan e sono circondata da quasi tutti i miei vecchi amici
del liceo. Ho una passione poco salutare per l'alcool, motivo per cui
mi trovo qui a scontare queste restanti 48 ore di servizio pubblico. E'
un
piacere conoscerti."
Brittany alzò lo sguardo confusa.
"Ho sbagliato, Brittany e mi dispiace." disse lentamente la latina
"Permettimi di ricominciare nella maniera giusta".
La bionda sorrise sorpresa dalla sceneggiata, ora chiara, della mora.
Per poi prendere la lavagnetta e scrivere "Il piacere è mio.
Mi
chiamo Brittany Pierce." ed allungare la mano alla latina, che
l'afferrò senza farselo ripetere, per poi essere
inaspettatamente avvolta dall'abbraccio della bionda.
"Siamo ok ora?" chiese la latina, ricevendo in risposta uno dei veri,
genuini, sorrisi di Brittany.
"Siamo ok..." sorrise ancora la bionda.
"Allora signorina Pierce... qual è il programma di oggi?"
scrisse Santana.
"Non c'è molto da fare, visto che la scuola ha riaperto
questa
mattina... ma possiamo trovare qualcosa da fare..." sorrise la bionda,
facendo rabbrividire Santana che velocemente cercò di
ficcare in
fondo al cervello tutto quello che le era passato per la testa sul
"qualcosa da fare".
"E sarebbe?" chiese la latina.
"Possiamo fare le nostre liste!" sorrise Brittany sottolineando le
parole.
"Quali liste?"
"Le liste delle cose che non abbiamo mai fatto prima d'ora!"
"Oh..." rispose Santana colta di sorpresa.
"Che ne dici?"
"Va bene... regole?" scrisse la latina.
"Devono riguardare noi stesse e basta. Non deve essere coinvolto nessun
altro." scrisse Brittany.
"Quante?"
"Facciamo dieci?" rispose la ragazza passando un foglio ed una penna
alla latina, che sorridendo replicò "E dieci siano...".
Una ventina di minuti dopo, Santana si accorse che Brittany aveva
già terminato la sua lista, mentre a lei mancavano le ultime
due
voci.
"Hai già finito?" scrisse velocemente la latina curiosa.
"Si. Ora finisci la tua lista." rispose la bionda indicando la lista
fra le mani dell'ispanica..
"Prepotente..." rispose la mora con una linguaccia, che fece sorridere
Brittany.
Qualche minuti dopo anche Santana aveva finalmente terminato il suo
elenco.
"Allora? Chi comincia?" scrisse Santana.
"Tocca a te. Io ho già eliminato la prima voce della
lista..." rispose la bionda.
"Non è vero!" protestò la mora.
Brittany si limitò a piegare il suo foglio, lasciando fuori
solamente la prima riga, già sbarrata.
"Mai ballato di fronte a
qualcuno".
Santana alzò gli occhi incrociando lo sguardo
con quello
della bionda, che le mostrò la lavagnetta "Sei stata la
prima
persona in assoluto a vedermi ballare. Prima di te mi avevano visto le
insegnanti e le altre bambine del corso.".
Santana sorrise, sentendosi inspiegabilmente orgogliosa e fortunata e
onorata, per poi fare la stessa cosa e mostrare a Brittany la prima
riga della sua lista.
"Mai stata ad un
osservatorio astronomico."
"Questa è una cosa che ho fatto anche io!" sorrise la bionda
stupita, mostrando la lavagnetta.
"Mi sarebbe sempre piaciuto andarci... ma tra una cosa ed un'altra...
non ci sono mai stata..." scrisse Santana spiegando.
"Questa è facile da barrare..." sorrise Brittany per poi
scrivere "Venerdì sera."
"Venerdì sera?" chiese la latina confusa.
"Al planetario! Ti faccio poi sapere l'orario."
"Quindi,
ricapitolando... posso
passare una serata intera, in uno dei posti più romantici
della
città, solamente con Brittany..." si disse la
mora "Se non le avessi
promesso che sarei stata sincera, avrei cambiato tutti i nomi della
lista in un batter d'occhio... Maledizione!"
"Allora? Cosa ne dici?" scrisse Brittany sorridendo.
"Non vedo l'ora..." sorrise la latina, per una volta non
preoccupandosi di apparire diversamente da quella che era davvero.
___________________________________________________________________________________________
Scusate se ci ho messo
circa quarant'anni.
Ma già ho
poco tempo di mio, in più questo capitolo continuava ad
uscire fuori schifosetto, perciò...
Tornando a noi... Vi
piace come procede? Troppo lenta? Troppo noiosa?
Riuscite ad immaginare
qualche voce della lista, vero? ;)
Un grazie immenso a
tutti, dal cuore.
Prometto che se domani
mi libero un po' rispondo a tuuuuuutte le recensioni xD
Un abbraccio grande,
grande, grandissimo!
Northstar
http://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
boh
Non riusciva a ricordare l'ultima volta che si era sentita
così.
Leggera.
Spensierata.
Felice.
Soprattutto felice.
Così felice che le guance cominciavano a farle male per il
troppo sorridere.
Forse, in effetti, non si era mai sentita così.
Ovviamente era stata felice prima di allora... Era stata felice il
giorno un cui aveva finalmente messo chiarezza nel rapporto con
l'abuela... Era stata felice il giorno in cui aveva guadagnato i suoi
primi diecimila dollari... Era stata felice quando Quinn aveva
accettato di lavorare al suo fianco, anche se comportava il dover aver
a che fare con Puck quotidianamente.
Ma stavolta era diverso.
Era felice perche doveva incontrarsi con una ragazza.
Non un appuntamento, ma una semplicissima uscita.
Si era guardata bene dal considerare la proposta della bionda un
appuntamento. Brittany era fidanzata ed era troppo onesta per poter
anche lontanamente pensare di mettere per un momento da parte il
quattrocchi.
Ma, incredibilmente, le andava bene anche così.
Era felice per la sola occasione di poter passare del tempo con
Brittany, con una ragazza che la faceva letteralmente impazzire, senza
secondi fini o intenzioni.
E questa era la vera prima volta.
"Quanto hai bevuto ieri sera?" chiese Mike osservandola da vicino.
"Io- Non ho bevuto affatto! Perchè ti sei fatto mettere in
testa questa fissa! E' stato Puck non è vero!?"
"Ecco, ci risiamo. Io centro sempre qualcosa!" sbuffò il
ragazzo dal divanetto.
"Che cos'hai oggi? Sembri vivere su un altro pianeta..." insistette
l'asiatico.
"Pianeta. Pianeti.
Planetario. Promemoria: devo chiamare Sam, devo-"
pensò la latina per essere interrotta dalla voce di Mike
"Santana? Ci sei ancora?"
"Si. Si, certo che ci sono..." rispose casualmente la mora.
"Sta pensando alla sua ragazza, ovviamente..." sorrise compiaciuto Puck.
"Puck." cominciò Santana tentando di avvertire l'amico.
"Sta pensando alla biondina che le fa girare la testa... Oramai
è tutta cuoricini e farfalline, non la vedi?" sorrise
divertito
il ragazzo.
"Un'altra parola indirettamente connessa a Brittany o al mio pensare
alla suddetta persona ed il prossimo
divano su cui siederai sarà rivestito della tua pelle,
è
chiaro?" disse con calma la latina.
"A volte penso che saresti il serial killer perfetto..."
commentò il ragazzo alzandosi dal divano per poi guardare
Santana e dire "E' l'orario di punta, torno a fare il mio lavoro."
"Che è meglio..." appuntò la mora sostenendo lo
sguardo dell'amico.
Mike aspettò qualche secondo prima di dire "Allora? Cosa
devi dirmi?"
"Non penserai davvero di essere il mio amichetto del cuore alias
confessore alias ti-dico-tutto-di-me-se-mi-dici-tutto-di-te...
non
è vero? Perchè non me ne importa affatto delle
tue
avventure..."
"Oh, smettila. So bene che questa facciata alla Dottor Cox non ti
appartiene davvero... quindi sputa il rospo e falla finita..." disse il
ragazzo sedendosi vicino alla latina.
"Non mi hai conquistato solo perchè hai tirato in ballo il
Dottor Cox, Mike..."
"Bando alle ciance Santana, non sono il tipo di persona che
andrà a sputtanarti in quel buco di locale che chiamate Bar
di
fronte ai tuoi amici solo perchè hai tolto la maschera per
cinque minuti, e lo sai... quindi, cosa aspetti?"
"Hai studiato anche psicologia non è vero?" chiese la latina
sospettosa.
"Vuoi cortesemente smettere di cercare di cambiare argomento?" chiese
il ragazzo con un sorriso sincero.
Santana sbuffò sollevando un momento lo sguardo per poi
concedere "Ci vediamo domani al planetario. Perchè non
sono mai stata ad un planetario. Fine."
"Solo voi due?" chiese il ragazzo.
"Solo noi due."
Mike stava per aprire bocca quando la latina lo fermò
esclamando "No."
"No cosa, non ho aperto bocca!"
"No, non è un appuntamento..."
L'asiatico non rispose, ma si limitò a sorridere.
"Cos'è quella faccia da ebete?" chiese la mora infastidita.
"Seriamente non pensi sia un appuntamento?".
"Brittany è pur sempre... fidanzata... è un
incontro..." spiegò quasi schifata Santana.
"Perdonami ma se penso a voi due ed al planetario esce fuori qualcosa
di più di un "incontro"..."
"E' un incontro, con un'amica. Fine."
"Amica di cui sei innamorata..." aggiunse Mike.
"Innamorata è una parola molto grossa, Jackie Chan." lo
corresse la mora "Diciamo con un'amica... che mi piace."
"Che ti piace... molto..."
"Ok. Fine del discorso. Ti pago per insegnarmi il linguaggio dei segni,
non per psicanalizzarmi e mettermi in imbarazzo..." disse velocemente
Santana.
"Ti metto in imbarazzo!?" sorrise Mike.
"Fine. Del. Discorso." ripetè la latina.
"Oook... Ad ogni modo ci rimangono dieci minuti... quindi non vale
nemmeno la pena di cominciare qualcosa di nuovo..."
"Bene, ho una domanda " cominciò Santana "Sono io la strana
di
turno o è effettivamente difficile comunicare col linguaggio
dei
segni?".
"Dipende da cosa intendi..."
"Intendo dire che spesso mi trovo in difficoltà ad esprimere
quello che effettivamente vorrei comunicare a Brittany, utilizzando il
linguaggio dei segni... faccio prima a scriverlo sulla lavagnetta,
anche se a questo punto il nostro rapporto potrebbe definirsi
più "epistolare" che altro..."
Mike sorrise alle parole della ragazza per poi rispondere alzando le
spalle "Non è sempre facile comunicare con i segni... ma se
ti
trovi meglio con la lavagnetta puoi continuare ad utilizzarla... in
fondo quel che conta è semplicemente il riuscire a
comunicare..."
Santana annuì trovandosi daccordo col ragazzo, per poi
sentirsi osservata e dire "Che c'è?"
"Hai mai pensato al fatto che forse c'è un motivo per cui
preferisci usare la lavagnetta?"
"Forse perchè è più facile e te l'ho
appena detto?" replicò velocemente la mora.
"Non intendevo questo..."
"E cosa allora?"
"E' come se fosse più facile per te esprimerti attraverso la
penna e la lavagnetta... come se fossero dei catalizzatori e
ti
aiutassero ad esternare al meglio quello che vuoi davvero
comunicare, fornendoti comunque una linea difensiva..." disse Mike.
"Cosa?"
"So che è complicato da comprendere... Ma è come
se
ponendo quella piccola barriera fra te e Brittany, ti sentissi
più libera di esprimerti... E' come se sostituissi la
facciata che porti di fronte a tutti, con una più
piccola e più trasparente, che esiste esclusivamente per
Brittany... Capisci?"
"Come fai a tirare certe conclusioni?" chiese Santana ridendo, cercando
di non mostrare al ragazzo quanto avesse ragione.
"Sono abituato a lavorare con persone che hanno difficoltà
ad
esprimersi o non si esprimono affatto. Devo leggere i loro
comportamenti, i loro piccoli
atteggiamenti, se voglio capire cosa passa per la loro testa... Come la
tua risata, adesso, che serve a cercare di nascondere quello che pensi
davvero."
"Stai cominciando ad inquietarmi. Passiamo ad altro, ok?" disse
sinceramente Santana, per una volta.
"Va bene... allora posso dirti una cosa senza che me ne riderai
addosso?"
"Sentiamo..."
"Credi sarebbe possibile portarmi ancora una volta con te al bar?"
"Perchè dovrei riderti addosso?" chiese confusa Santana.
"Voglio tornare da Harry per poter vedere di nuovo la tua amica,
Tina..."
"Quanto siete prevedibili voi asiatici, vi attirate come calamite..."
sorrise la latina.
"Ehi!" esclamò scherzando il ragazzo per poi aggiungere
"Allora? Mi porterai con te una di queste sere?"
"Vedrò cosa posso fare..." replicò Santana
volendosi divertire.
"Lo prendo per un "si"..." sorrise Mike prendendo le sue cose "Ci
vediamo martedì se non decidi di riportarmi prima da
Harry..."
"Mi farò viva..." rispose la latina salutando il ragazzo,
per
poi afferrare il telefono e chiamare il secondo numero rapido salvato.
"Trouty Mouth."
"Ci hai messo una vita per arrivare..." commentò Santana
aprendo la porta dell'attico.
"Noi comuni mortali viaggiamo con i mezzi pubbici..." sorrise Sam
entrando e facendosi strada verso la cucina, per frugare nel
frigorifero.
"Fai pure come fossi a casa tua, Sammy..." osservò
ironicamente la latina.
"Ti rendi conto del fatto che non è normale avere due terzi
di
frigorifero occupati da birre, superalcolici e bevande varie?" disse il
ragazzo
ficcandosi in bocca un sandwich che non sembrava esser troppo vecchio
"Le persone normali usano il frigo per il cibo...".
"Ti rendi conto che quella pettinatura che ti ostini a portare
è
passata da un decennio? Le persone normali non indossano un casco di
capelli..." replicò secca Santana.
"Alle vagaffe piafe!" mugugnò Sam.
"Ugh, finisci almeno di mangiare..." lo supplicò la mora
prendendo una redbull, per poi tornare nell'ampio salone gettandosi sul
divano.
"Dunque, per quale motivo sono stato convocato stavolta?"
cominciò Sam lasciandosi cadere di fianco all'amica, per poi
aggiungere "Un momento. Se si tratta ancora di inserire i grissini
"Breadstix"
nei distributori automatici della scuola, non cominciare nemmeno... Non
c'è verso che il preside mi lasci-"
"Non si tratta di questo, Trouty..."
"Allora cosa?"
"Devi dirmi tutto quello che sai di astronomia..." tagliò
corto Santana.
"Santana, l'astronomia è una materia vastissima... e si
da il caso che abbia una laurea correata ad essa, non basterebbero
settimane per farti imparare tutto quello che so..." rispose il ragazzo
per poi realizzare e chiedere "Cosa devi farci con l'astronomia!?"
"Niente che ti riguardi." rispose secca la latina.
"Ok." cominciò Sam alzandosi "Ci vediamo da Harry-"
"Riporta immediatamente quelle chiappe bianche sul mio divano se vuoi
ancora vedere la luce del giorno." rispose veloce Santana prendendo per
la manica il biondo.
"O-ok..."
"Allora, cosa aspetti?" chiese la latina guardando l'amico.
"Cosa devo dirti?! Ci sono così tante cose da dire, non
è così facile!"
Santana sbuffò per poi decidere di parlare chiaramente
"Domani
sera mi vedo con Brittany al planetario... Ho bisogno di qualcosa da
dire per fare bella figura, capisci?"
"Oh..." sorrise il ragazzo divertito "Beh in quel caso ho quello che fa
al caso tuo..."
"No. Non è chiaro. Non voglio le tue improbabili ed inutili
frasi da rimorchio a tema stellare, Sam... ho bisogno di qualcosa da
dirle che sia..."
"Romantico."
"No, carino..." spiegò la latina.
"Oh... beh, posso dirti qualche curiosità..."
provò il
ragazzo "Tipo perchè i pianeti si chiamano come si chiamano,
o
stronzate simili...".
"Ecco, ora ci siamo." sorrise soddisfatta la latina.
"Pronta a prendere appunti?"
"Prontissima." sorrise Santana.
Quella sera, sentendosi stranamente benevola, Santana aveva deciso di
chiamare Mike per portarlo di nuovo con lei da Harry e non volendo
sensi di colpa aveva optato per fare uno squillo anche a Karofsky.
Aveva passato la serata a tra qualche birra e qualche chiacchiera con i
suoi amici, pregustando ogni minuto in meno che la separava dalla
serata con Brittany.
"Pronta per domani sera?" chiese Karofsky sedendo al suo fianco al
bancone.
"Cosa ne sai tu di domani sera?"
"Io e Brittany siamo amici." spiegò il ragazzo.
"Ah si?" chiese perplessa la mora.
"Ci conosciamo da anni..."
"E... cosa ti ha detto di domani?" domandò curiosa la mora.
"Ha detto che è molto felice di poter passare un po' di
tempo extra con te..." rispose semplicemente il ragazzo.
"Solo questo?"
"Cosa pensavi mi dicesse?" chiese Dave alzando le sopracciglia.
"Sto correndo troppo con la fantasia vero?"
"Accontentati dei piccoli passi, ok?"
"E' solo-" cominciò Santana per poi guardarsi intorno ed
abbassare la voce "E' passato davvero tanto tempo dall'ultima persona
che mi prese tanto quanto mi prende e piace Britt... E non è
facile
averla a due centimetri da me quando vorrei poter fare tante di quelle
cose..."
Dave sorrise divertito.
"NON quello che stai pensando, pervertito... Parlo delle cose
più
semplici... E poi non riesco a comportarmi come fosse una qualunque
ragazza fidanzata! Con chiunque altro, non me ne farei problema... Ma
con Brittany... è come se non volessi mancarle di rispetto,
capisci?"
"Wow..."
"Che c'è?"
"Sei davvero una ragazza per bene, allora..."
"A meno che non hai da dire qualcosa di veramente utile, taci Kaforsky.
Ok?".
"Quello che voglio dire è che per queste cose ci vuole
tempo...
L'unica cosa onesta che puoi fare è... farti piacere da
Brittany..."
"Farmi piacere?"
"Si, devi... devi piacerle, Santana. In fondo solo in questo modo puoi
provare a "smuoverla"....
se non lo hai già fatto..."
"Cosa vuol dire se non l'ho già fatto!?" chiese la mora
scattando.
"Beh... non puoi sapere cosa frulla per la testa di Brittany..."
"Meno male che ero io quella che correva troppo..." commentò
la latina.
"E' una possibilità... chi puo' saperlo?"
"Già..."
"Posso darti un ultimo consiglio?"
"Sto ascoltando..." rispose la mora sorseggiando la sua birra.
"Non pensarci troppo a questa storia... domani sera rilassati,
divertiti, passa una bella serata... Non pensare a nient'altro..."
"Posso provarci... se ora farai allo stesso modo andando a scambiare
due chiacchiere con Kurt..."
"Avevo intenzione di farlo in effetti..."
"Bene." disse Santana.
"Bene."
"Cosa aspetti?"
"Vado..." replicò Dave alzandosi, andando diretto al tavolo
di Kurt.
"A questo punto, credo di poter andare anche io..." si disse fra
sè e sè Santana, raccogliendo la sua giacca, per
poi
passare a salutare velocemente i suoi amici, e tornare con un sorriso
verso casa.
Bzzz. Bzzz.
Bzzz. Bzzz.
Santana aprì con molta fatica gli occhi,
guardando immediatamente la radiosveglia sul comodino.
"Sono le otto e ventidue minuti! Chi manda messaggi a quest'ora del
mattino!?" sbuffò la latina afferrando il telefono.
"Buongiorno! Sei pronta
per stasera? xo B."
La mora
sorrise leggendo il
messaggio, per poi cogliersi in flagrante e sussurrare ancora con un
sorriso "Merda... è grave se non mi arrabbio per una sveglia
in
anticipo...".
"Dimenticavo, prendiamo
un taxi? B."
"Taxi?!" esclamò Santana per poi pensare che forse prendere
la
sua macchina, col suo autista personale e tutto il resto avrebbe potuto
mettere in difficoltà una ragazza semplice come Brittany...
"Io sono sempre pronta, Britt ;) e va benissimo il taxi. Ti passiamo a
prendere? A che ora? Dove?" rispose Santana aspettando come un
adolescente il messaggio di risposta.
"Per le nove e trenta
dovremmo essere già dentro... Facciamo otto e
quarantacinque? Ti mando l'indirizzo via email! B."
"Perfetto! Non vedo l'ora che arrivi stasera! :D" scrisse
Santana
senza rendersi conto di quello che la sua frase poteva implicare per
poi scrivere velocemente "ps: mi piace da morire il fatto che firmi
ogni tuo messaggio con la "B" :)".
Dopo qualche secondo di silenzio Santana cominciò
effettivamente
a chiedersi se con l'ultimo commento aveva finito per peggiorare le
cose.
"Non risponde. Ecco. Ho rovinato tutto. Sono una cretina, cretina,
cretina! Puck è più perspicace di me!
Maledizione!"
Bzzz. Bzzz.
La mora si fiondò a leggere il messaggio, sorridendo alle
parole della ragazza.
"A me piace da impazzire
come metti sempre una faccina ^.^ Ed anche io non vedo l'ora!
B."
"Allora ci vediamo alle sette in punto nel luogo che mi
indicherai nella tua email, non dimenticartene..."
"Non potrei mai farlo! A
stasera! xo B." rispose
la bionda facendo sospirare Santana che, rigettandosi sul suo lettone,
pregò con tutta se stessa che la serata arrivasse in un
batter
d'occhio.
La cosa che più piaceva a Santana di un appuntamento, beh,
in
quel caso di un "incontro", era
la preparazione per la serata.
Aveva optato per un abbigliamento killer, per poi rigettare tutto
nell'armadio ricordandosi per l'ennesima volta che quello non era un
appuntamento, ne una serata rimorchio.
Aveva pensato a Brittany, al suo modo di vestire, sempre
così
semplice eppure mai troppo sobrio ed alla fine aveva optato per un paio
di jeans scuri, una maglietta rossa appena scollata, due semplici
orecchini, un punto luce, un leggerissimo trucco ed infine il tocco di
classe che sapeva avrebbe fatto centro su Brittany: un semplicissimo
paio di converse rosse.
E per una volta dovette ammettere che per quanto i suoi completi, i
suoi vestiti e soprattutto i suoi tacchi la facessero sentire sicura di
sè, potente e bellissima, niente era fantastico come
sentirsi
bella in un paio di converse e jeans.
Puntuale, aveva chiamato un taxi e si era diretta verso l'indirizzo
indicatogli dalla bionda che, radiosa come sempre, era ad aspettarla
con un sorriso sul marciapiede.
Santana scese dal taxi per poterla salutare a modo.
Più di una volta Santana aveva mentito complimentandosi con
la
ragazza di turno anche se non la faceva veramente impazzire... ma con
Brittany il bisogno di mentire era lontano anni luce...
"Sei bellissima!" sorrise Santana avvicinandosi per poi abbracciarla.
"Anche tu lo sei!" rispose la bionda indicando la ragazza di fronte a
se, per poi mostrarle le sue converse color verde fosforescente.
"Quelle saranno fantastiche al buio..." esclamò divertita la
mora, facendo annuire velocemente Brittany.
"Vieni, prego!" continuò Santana aprendo lo sportello alla
bionda che ringraziandola si ficcò nel taxi.
"Sei bellissima..." commentò Santana per poi sorriderle,
rendersi conto che glielo aveva detto solamente due secondi prima, e
voltarsi verso il suo finestrino per prendere un respiro profondo "E'
troppo bella. Non ce la farò mai. E quella maglietta? Poteva
venire direttamente in top! Merda, non ce la farò mai a
controllarmi."
Santana sentì la mano di Brittany sfiorarle il ginocchio,
saltando sul sedile, sorpresa.
"Tutto ok?" chiese muta la bionda.
"Certo!" esclamò Santana in una maniera così
esaltata che non sembrava nemmeno lei.
"Ok." sorrise divertita Brittany guardando la strada
Arrivate al planetario Santana si guardò attorno confusa,
c'erano una o due coppie che uscivano, ma nessun altro oltre a loro
diretto all'entrata.
Entrate nell'edificio, Brittany andò diretta alla reception
mostrando quello che sembrava un biglietto. La donna di turno poi disse
qualcosa facendo immediatamente scattare Santana, ma prima che la mora
potesse avvicinarsi e sentire, Brittany annuì per
poi
tornare verso di lei.
"Tutto ok?" chiese Santana andando incontro
all'amica.
"Possiamo entrare fra cinque minuti." spiego Brittany con i segni.
"Perfetto." sorrise la mora
Sapeva benissimo che Brittany non aveva minimamente bisogno
del
suo aiuto, sapeva che era perfettamente in grado di cavarsela da sola,
eppure quando la donna aveva aperto bocca Santana aveva sentito il
bisogno di andare a "soccorrerla",
come fosse stato il principe azzurro
sul cavallo bianco.
"Posso chiederti-" cominciò Santana, per poi fermarsi e
decidere
di prendere la lavagnetta realizzando che non era in grado di spiegarsi
col linguaggio dei segni.
"Si è
incastrata... perfetto..." disse tra sè e
sè Santana, cercando di tirare fuori la lavagnetta dalla
borsa "Avanti... mi
servi questa sera, non farmi questo!"
La latina alzò lo sguardo un momento
incrociandolo con
quello di Brittany che continuava a guardarla chiaramente divertita.
"Avanti... Avanti!" sussurrò la latina
riuscendo
finalmente a scastrare la lavagnetta, ma facendo praticamente esplodere
per la stanza l'intero contenuto della sua borsa.
Veloce la mora si inginocchiò a raccogliere il
tutto, poi
tra i mille insulti che continuava a tirarsi addosso mentalmente,
sentì qualcosa di sottofondo.
Brittany stava ridendo.
Brittany stava ridendo e Santana poteva sentirla ridere,
poteva sentire
finalmente la sua voce piccola e delicata.
Non aveva mai desiderato come in quel momento di avere una di quelle
videocamere tascabili, ma quell'espressione, quella risata,
quel preciso momento... quelle erano cose che non avrebbe mai voluto
dimenticare.
Santana alzò lo sguardo stupita, guardando Brittany che
improvvisamente, come accorgendosi che stava effettivamente ridendo, si
portò una mano sulle labbra diventando improvvisamente seria.
"No... No! Non smettere di ridere, ti prego non- Ti prego..." sorrise
estasiata Santana.
Brittany rispose al sorriso, togliendo finalmente la mano dal suo viso
ma non tornò a ridere, anzi si inginocchiò di
fronte alla
latina per aiutarla.
Ma Santana aveva bisogno di quella risata. Doveva risentirla ancora ed
ancora ed ancora.
"Pensi sia divertente? Vedermi fare queste figuracce, eh?" scrisse la
latina sorridendo.
Brittany sorrise ancora, divertita, scrivendo "E' che sei goffa!"
"Non sono goffa!" si difese la mora ad alta voce facendo voltare un
paio di ragazzi che, dagli sguardi evidentemente
divertiti, non la
pensavano come lei.
Brittany la guardò scettica, sollevando le sopracciglia a
mo' di sfida.
"Ok... forse sono un po' sbadata..." ammise Santana sulla lavagnetta.
Brittany tornò a ridacchiare divertita.
"Ok, fai pure, continua a ridere di me!" scherzò la latina.
"E' divertente perchè sei così... perfetta, che
nessuno se lo aspetterebbe da te..." spiegò Santana.
"Perfetta?"
si ripetè Santana cercando con tutta se stessa di frenare
che un sorriso compiaciuto le spuntasse sul viso.
"Sono tutt'altro che perfetta..." scrisse la mora sorridendo.
"Per questo mi piaci." rispose la bionda, facendo per un momento
trattenere il respiro alla latina, per poi rendersi conto del momento
imbarazzante e scrivere "Non sei affatto quella che sembri..."
"Quella che sembro?" domandò confusa Santana.
"Pierce?" chiamò la donna alla reception.
"Tocca a noi." sorrise Santana alzandosi, per poi offrire una mano alla
bionda che sorridendo si lasciò aiutare.
"Prego." sorrise la donna indicando una porta a vetri.
"Grazie." rispose Santana seguendo Brittany.
La prima cosa che colse l'attenzione di Santana erano i pianeti enormi
appesi al soffitto della sala in cui erano appena entrate.
"Woah..." sospirò Santana guardando in alto, per poi
continuare
a seguire Brittany che era già arrivata nel centro della
sala
indicando il soffitto.
"Ho visto!" sorrise la mora, ma Brittany scuotendo la testa le fece
cenno di avvicinarsi per poi indicare di nuovo il soffitto e far notare
a Santana l'enorme vetrata che dal piano di sopra offriva una maxi
vista della volta stellata che copriva New York.
"La miseria!" sorrise la latina divertita continuando ad osservare il
cielo "Credo che sia la prima volta in sette anni che sono qui a New
York che non
c'è nemmeno una nuvola a rompere le scatole...".
Poi sentì Brittany prenderle il braccio e curiosa
seguì la bionda che sembrava conoscere bene il posto.
"Andiamo di sopra." spiegò la bionda indicando l'ascensore.
"Ok!" sorrise Santana.
"Questa cosa potrebbe
piacermi più del previsto..." pensò
la latina affacciandosi al secondo piano, continuando a guardarsi
attorno curiosa, soffermandosi su ogni immagine e modellino.
Poi sentì un rumore provenire dal centro della sala e vide
Brittany piazzare una tovaglia a terra.
"Cosa sta facendo!?" sussurrò Santana confusa avvicinandosi
alla
bionda che voltandosi verso di lei sorrise per poi riprendere ad
apparecchiare.
La latina tirò velocemente fuori la lavagnetta, stavolta
evitando di distruggere definitivamente la sua borsa, per scrivere
"Cosa stai facendo Britt?!? Non si puo' mangiare nei musei!"
Brittany sorrise divertita scrivendo "Per i prossimi cinquantuno minuti
il planetario è nostro e solo nostro, e finchè
non ci
mettiamo a fare qualcosa di veramente molesto nessuno ci
dirà
nulla, credimi!".
"Solo nostro!?" chiese Santana confusa, cercando con tutte le forze di
mettere da parte la parola "molesto".
Brittany sorrise indicando la stanza.
Santana sorrise accorgendosi solo in quel
momento che erano effettivamente le uniche persone
nell'immensa stanza.
"Brittany..." sospirò Santana prendendo la lavagnetta e
scrivendo "Quanto ti è costata questa cosa?!".
"Hai dato cinquemila dollari alla mia scuola, non cominciare questo
paragone San..." scrisse la ragazza.
"Beh..." sorrise la latina dovendo dare ragione alla bionda, per poi
scrivere "E possiamo mangiare qui? Sei sicura?"
Santana continuò a guardare la
ragazza confusa,
finchè Brittany sospirando non le afferrò la mano
trascinandola a sedere vicino a lei, continuando a tirare fuori varie
cibarie dalla sua borsa.
"Sandwich al burro d'arachidi!?" esclamò la latina
spalancando gli occhi, quasi commossa.
Brittany la guardò confusa non capendo esattamente cosa
stesse succedendo nella testa della latina.
"Potrei affogare nel burro d'arachidi! E' la mia cosa preferita al
mondo!" spiegò Santana con un sorriso mostrando la lavagna.
"Buono a sapersi..." scrisse Brittany porgendole il sandwich scartato
che la latina afferrò immediatamente.
Dopo aver mangiato i sandwich, Brittany ripulì velocemente
il
pic nic improvvisato per poi invitare di nuovo Santana a seguirla nel
centro perfetto della stanza, di fronte alla proiezione del telescopio
elettronico.
Fino ad allora Santana non aveva sentito quel senso di insofferenza che
di solito la assaliva quando si trovava da sola con Brittany, ma in
quel momento, seduta per terra al fianco di Brittany, nel silenzio e
nel buio quasi totale della stanza, la mora deglutì
nervosamente
cercando di non guardare la splendida ragazza vicino a sè.
"No. Non farlo. Guarda
le stelle! Guarda come sono belle! Guarda-"
continuò a dirsi la latina cercando di non far cadere gli
occhi
alla sua destra, su Brittany, quasi sdraiata, appoggiata sugli
avambracci "No. No.
Maledetta luce, perchè deve illuminarle proprio la
scollatura- No! Santana! Non farlo!"
Proprio quando stava per voltarsi a guardare la bionda,
Brittany
prese la lavagnetta scrivendo "Secondo te le stelle quante sono?"
Santana sorrise, ripetendosi in testa le parole di Sam, per poi
rispondere "Sono approssimativamente settantamila miliardi. Ma ad
occhio nudo se ne possono contare anche tremila in una notte molto buia
e molto stellata."
Brittany alzò le sopracciglia sorpresa.
"E sai che i babilonesi e gli antichi greci credevano che Venere
fosse in realtà due pianeti diversi?" scrisse ancora Santana
cercando
di sfruttare il momento.
"Perchè?" domandò la bionda.
"Perchè Venere in determinati periodi è visibile
ad
occhio nudo prima dell'alba e subito dopo il tramonto, e per
loro
Lucifero era l'astro del mattino, mentre Vespero era quello della
sera." sorrise Santana mostrando la sua lavagnetta.
Brittany sorrise scuotendo la testa.
"Che c'è?!"
"Ti piace l'astronomia?" chiese la bionda.
"Si, sono un'appassionata..." scrisse veloce la mora.
"Un'appassionata di astronomia che non è mai stata ad un
planetario?" rispose Brittany sorridendo scettica.
"Beh?" chiese Santana sentendosi sotto pressione.
"Non la bevo, San..." rispose sorridendo per poi aggiungere "Avevamo
detto niente bugie...".
"Ok..." sospirò Santana scrivendo "Mi sono fatta fare una
veloce
lezione di astronomia per poter fare bella figura... volevo essere
interessante..."
Brittany sorrise, quasi aspettandosi quella risposta, per poi voltare
la lavagnetta "Ma tu sei interessante!"
Santana piegò la testa di lato, dubbiosa.
"Non mi interessa se conosci tutte le costellazioni dell'universo! Sei
interessante perchè sei come sei!" insistette Brittany.
"Non sai niente di me, praticamente...".
"Allora dimmi di te."
"Cosa?" chiese Santana.
"Cosa ti piace fare? Qual'è il tuo posto preferito al
mondo... cose così!" sorrise Brittany.
"Io-..." cominciò la mora pensandoci su.
"Cosa fai nel tuo tempo libero? Quali sono i tuoi hobby?" scrisse la
bionda incoraggiandola.
"Beh..." sorrise Santana "Mi piace collezionare."
"Collezionare cosa?"
"Cd, dvd, poster, cappelli e..." disse la latina interrompendosi per
poi scrivere a tratti "Immagini che... si attaccano... su album..."
"Foto?"
"Figurine..." scrisse velocemente Santana arrossendo, guardando con la
coda dell'occhio l'espressione perplessa di Brittany.
"Figurine?" disse muta la bionda cercando di trattenere le risa.
"Figurine." ripetè Santana evitando di guardarla.
"Figurine di cosa?" scrisse Brittany avvicinandosi alla mora
così da potersi passare più velocemente la
lavagnetta.
"Baseball... film... telefilm..." scrisse Santana per poi aprire la
borsa e tirare fuori un pacchetto di figurine, per passarlo a Brittany.
Appena la bionda posò gli occhi sull'involucro,
guardò
per un istante Santana cercando di capire se era davvero seria.
Brittany voltò le figurine verso la latina per poi indicare
il titoletto della collezione "Gli
animali della fattoria.", e chiedere "Davvero!?"
"Già..." annuì la mora con
un sorriso imbarazzato.
Fu allora che Santana sollevò gli occhi, sentendo di nuovo
la risata di Brittany.
Rideva e rideva di gusto, come se non avesse mai riso così
in tutta la sua vita.
Santana si trovò inconsapevolmente a ridere a crepapelle con
la bionda.
Non sapeva perchè stesse ridendo, forse perchè
aveva
appena rivelato alla ragazza che le piaceva che collezionava le
figurine degli "Animali
della fattoria" e rischiava ora di non avere
più nemmeno
mezza chance... ma quando tornò a guardare il viso della
bionda,
con quelle guance paonazze così in contrasto con quegli
occhi
azzurri e quella pelle chiarissima, capì perchè
stava
ridendo.
Era semplicemente felice di poter vedere quella che era la vera
Brittany, quella che non nascondeva una risata dietro un sorriso per
paura di far sentire la sua voce.
Sapeva che forse era sbagliato e che rischiava di metterla in
imbarazzo, ma doveva farlo.
Santana si avvicinò a Brittany stringendole la mano cercando
di
ottenere la sua attenzione, per poi guardarla dritta negli occhi e dire
con un sorriso "Hai la più bella risata che abbia mai
sentito,
Brittany. Non pensare mai più di tenermela nascosta, o
dovrò ricorrere a metodi poco piacevoli...".
Brittany annuì seria rispondendo con un imbarazzato "Grazie,
Santana".
Dopo qualche secondo di silenzio Santana scrisse "Vuoi aprire la
bustina?"
"Posso?" chiese in silenzio Brittany.
"Prego!" sorrise la mora.
Brittany aprì velocemente la bustina, proprio come avrebbe
fatto
una bambina, estraendo una figurina alla volta per mostrarla a Santana.
Un maialino. L'ennesimo.
Un coniglietto.
Un piccione.
Un coniglietto in posa chic.
Poi gli occhi di Brittany si illuminarono guardando ripetutamente
Santana e la figurina fra le sue mani.
"Cos'è?" chiese Santana curiosa.
Brittany non le rispose, prese velocemente la lavagnetta per poi
scrivere "Siamo io e te!" e voltare la figurina (-->
http://i42.tinypic.com/2w1yyas.jpg).
Santana cercò di resistere e di mantenere la sua facciata,
ma
quando Brittany le si avvicinò mostrandole ancora una volta
l'evidente somiglianza, o quanto meno corrispondenza, la mora non
riuscì a trattenere ancora il sorriso che stava combattendo.
"Sono carine vero!?" scrisse ancora Brittany.
"Carine?" scrisse Santana lasciando confusa la bionda per poi
aggiungere "Fantastiche vorrai dire...".
Brittany guardò l'orologio, notando che mancavano solo 6
minuti al termine del loro turno.
"Dobbiamo iniziare a raccogliere le nostre cose." spiegò
Brittany porgendo le figurine alla mora.
"No, puoi tenerle..." sorrise Santana "Come ricordo di questa serata..."
La bionda sorrise, portandosi le mani sul cuore, per poi inginocchiarsi
a prendere qualcosa dalla sua borsa.
Brittany mostrò a Santana quello che sembrava un libro, per
poi
aprirlo ed indicare la scritta sulla prima pagina "Diario.".
"Hai un diario?" chiese Santana.
"Mi piace avere un posto dove raccogliere pensieri e ricordi."
spiegò la bionda per poi aprire la prima pagina bianca e
scrivere "Diciotto
ottobre duemilaventuno. Hayden planetarium. Santana ed io in fattoria.".
Brittany si voltò verso Santana porgendole la figurina per
poi indicare il punto dove doveva attaccarla.
Dopo aver meticolosamente sistemato la figurina, Brittany mise la sua
firma alla fine della pagina, per poi avvicinare il diario alla mora e
passarle la sua penna.
"Ecco fatto!" sorrise Santana guardando soddisfatta l'ultimissima
pagina del diario di Brittany, di cui ora faceva orgoglisamente parte,
per poi voltarsi a guardare Brittany praticamente poggiata alla sua
spalla, così vicina a lei che poteva sentire il profumo
della
sua gomma alla frutta... solo qualche millimetro ed avrebbe potuto
sentirne il sapore se solo avesse avuto un po' di coraggio, o forse
stupidità, in più.
Brittany si voltò a guardarla proprio in quell'istante e
Santana
spostò velocemente lo sguardo dalle labbra della bionda ai
suoi
occhi azzurrissimi.
"No. No. No. Non
guardarla negli occhi!"
si disse cercando disperatamente di darsi ascolto, ma quando si rese
conto che Brittany si stava lentamente avvicinando, e non era una sua
impressione, Santana mise da parte ogni altro pensiero al di fuori
della fantastica ragazza che aveva di fronte.
Era a due centimetri, non più, dalle labbra di Brittany
quando
le sembrò di sentire qualcosa vibrare e fu allora che la
bionda
si staccò di colpo portandosi le mani in tasca alla ricerca
del
telefono.
"Dobbiamo andare..." disse Brittany con il linguaggio dei segni,
passando oltre Santana, cercando di evitare ogni contatto visivo con
lei.
"Merda, merda, merda! Cosa ti ho fatto di male!?" sussurrò
Santana guardando il cielo attraverso l'immensa finestrona della stanza
"Un giorno, molto in là, ti garantisco che ci faremo delle
belle
chiacchiere a quattrocchi..."
Uscite dal planetario le due ragazze continuarono ad evitarsi quanto
più possibile, troppo imbarazzate dal quasi-bacio per poter
sostenere una conversazione. Santana chiese a Brittany cosa voleva
fare, e proprio quando le stava per proporre di andare con lei da
Harry, la bionda ricevette un messaggio che le fece storcere la bocca.
"Cosa?" chiese Santana curiosa.
"Artie..." spiegò a segni "Chiede se vogliamo vederci
più tardi."
"Oh..." sospirò la latina per poi proporle "Se vuoi chiamo
un taxi e ti accompagno..."
Brittany sospirò chiudendo gli occhi un istante per poi
afferrare velocemente la lavagnetta e scrivere "Mi dispiace, Santana,
mi sarebbe piaciuto passare la serata insieme...".
"Non fa niente..." mentì la latina cercando di suonare
credibile "Andiamo, chiamo un taxi."
A casa della bionda non c'era ancora traccia di Artie, anche se avevano
impiegato quasi quaranta minuti per districarsi nel traffico
newyorchese, così Brittany alzando le spalle propose a
Santana
di salire.
Un'altra mezzora era passata, ma di Artie ancora nessuna notizia.
"Bella casa..." cominciò Santana cercando di far
conversazione.
Brittany sorrise spiegando "Lo hai già detto tre volte..."
"Beh, vuol dire che è una casa veramente molto bella..."
rispose
Santana andandosi a sedere sul divano vicino a Brittany che aveva
un'espressione a metà fra il triste ed il rassegnato.
"Non credo che verrà più." annunciò la
bionda sulla fedele lavagnetta.
"Cosa te lo fa pensare?"
"Fa sempre così."
"Ti da appuntamenti che non rispetta?" chiese la latina confusa.
"Si assicura che in caso di serata noiosa con gli amici ha almeno un
altro passatempo sicuro..." scrisse Brittany, per poi alzare le spalle
come a dire che non era importante.
Santana non riuscì a non scuotere la testa sussurrando "Che
stronzo...".
"Già..." scrisse Brittany facendo spalancare gli occhi a
Santana
che subito cercò di scusarsi "Mi dispiace Brittany- Non
volevo-
Cioè volevo ma non volevo che-".
"Non importa..." sorrise la bionda "E'
vero...".
"Perchè stai con lui allora?" chiese Santana prima di poter
passare le sue parole al filtro mentale che di solito utilizzava.
Brittany rimase un momento bloccata a guardare Santana, per poi alzarsi
di colpo, imbarazzata.
Santana non si sarebbe scusata stavolta, ma capendo che la serata era
giunta per entrambe al capolinea si alzò scrivendo sulla
lavagnetta "Credo sia arrivata l'ora di andare...".
"Grazie per la serata." rispose Brittany sincera.
"Grazie a te..." scrisse di nuovo Santana.
Un'altra sera si sarebbero salutate con un abbraccio, breve, ma con un
abbraccio.
Santana sapeva che quella sera non sarebbe successo, non dopo il
quasi-bacio... così si limitò a prendere la sua
giacca di
pelle e dirigersi verso la porta, per poi fermarsi e salutare Brittany
con la mano, ottenendo una risposta pressochè identica.
Chiusa la porta Santana alzò lo sguardo prendendo un respiro
profondo, per poi ficcarsi la giacca, e cercare il telefono nella sua
borsa. Dopo aver chiamato il terzo taxi della serata la mora, posando
il telefono prese l'ipod ficcandosi astiosamente le cuffie nelle
orecchie portando il volume al massimo, come faceva ogni volta che
aveva bisogno di sfogare un po' di stress, cominciando a camminare
verso le scale.
"Santana!" esclamò Brittany, utilizzando per la
prima volta da quando si conoscevano la sua voce, sperando
di far voltare la mora.
"Santana?" riprovò la bionda portandosi una mano sulla gola
per capire se stava emettendo davvero qualche suono.
Quando notò l'ipod nella mano destra della mora Brittany
capì e si avvicinò velocemente alla mora
afferrandola per
il polso, fino a voltarla verso di sè.
Santana non ebbe il tempo di realizzare cosa stava succedendo.
La musica nelle orecchie, il trovarsi improvvisamente con spalle al
muro, e Brittany a qualche
centimetro da lei, erano tutte cose che le rendevano difficile mettere
in fila dei pensieri sensati.
"Britt-" cominciò Santana per essere interrotta dalle labbra
di Brittany sulle sue.
Brittany la stava baciando.
E non era un casto bacio della buonanotte... era un bacio vero,
profondo, affamato.
Era uno di quei baci che sembrano voler consumare l'altro fino a non
farne rimanere nulla.
Santana lasciò cadere l'ipod per poter portare entrambe le
mani
fra i capelli della ragazza, cercando a sua volta di guidare le labbra
di Brittany, ma prima che potesse effettivamente fare la minima mossa,
la bionda si staccò velocemente prendendo un respiro
spezzato,
per poi tornare di corsa in casa e sbattere la
porta alle sue spalle.
Santana si portò le dita sulle labbra, quasi a controllare
che non avesse appena sognato il tutto. Ed era li.
Il sapore di Brittany era ancora lì, non era
affatto un
sogno... era sucesso per davvero, si disse la mora sorridendo, per poi
realizzare che Brittany era letteralmente fuggita a barricarsi in casa
sua.
Solo allora Santana capì che forse la cosa non era
interamente positiva.
Così prendendo l'ennesimo respiro profondo della serata,
Santana
tornò a dirigersi verso le scale con un nuovo milione di
pensieri per la testa.
_____________________________________________________________________________________________
Gioisci, o popolo! xD
Ce l'ho fatta!
Spero di essermi fatta
perdonare con la lunghezza del capitolo e con i nuovi risvolti ;)
No seriamente, non so
come scusarmi, ma la vita vera mi ha un po' inghiottito questi ultimi
dieci giorni e temo che non andrà meglio la prossima
settimana... cercate di avere un po' di pazienza.
Cmq problemissimi a
parte, visto come vi ho lasciato, cercherò di essere una
scrittrice decente ed aggiornare più o meno presto...
Grazie a tutti e ripeto,
TUTTI, voi che commentate in primisi xD e a tutti gli altri che hanno
aggiunto la storia ai preferiti/seguiti/ricordati ed a tutti coloro che
si fermano anche solamente a leggere...
Un abbraccio super
immenso ed ancora grazie!
Northstar
http://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
boh
"Posso sapere perchè mi hai fatto venire in qui un'ora
prima?
Avevo appuntamento col consiglio d'amministrazione alle dodici..."
domandò annoiata Quinn.
"Devo dirti una cosa..." spiegò Santana sprofondando sulla
sua poltrona.
"Ok. Conosco quel tono. Sei scomparsa da venerdi ed improvvisamente mi
dici che devi dirmi una cosa... Cosa hai combinato stavolta?! E non
dirmi che sono di nuovo guai con la legge perchè stavolta-"
"No, niente legge tranquilla..." rispose velocemente la mora.
"Bene, sentiamo allora."
"Beh... vedi..." balbettò la latina "Venerdì sera
al
planetario cioè- in realtà nel corridoio del suo
condominio io- anzi... ehm..."
"Vuoi impiegarci tutta la mattina o vuoi andare al punto?" la
interruppe la bionda.
"Ok." cominciò Santana prendendo un respiro
"Venerdì sera
Brittany mi ha baciato e poi è corsa a rintanarsi nel suo
appartamento."
"Che vuol dire "è
corsa a rintanarsi nel suo appartamento"?"
"Vuol dire che è tornata in casa subito dopo avermi
baciato...
Bam! Un secondo era addosso a me, quello dopo dentro casa sua..."
"Chi a era addosso chi?!" esclamò Puck spalancando la porta
dell'ufficio.
"Cosa ci fai tu qui!? Sbaglio o ti avevo chiesto di andarmi a comprare
del gelato artigianale!?" sbraitò la latina.
"E ci sono andato, ma di lunedì il negozio è
chiuso Santana."
"Merda!"
"Ora ti dispiace ripetermi il tutto?" chiese Puck sedendosi vicino a
Quinn.
"Non ripeterò un bel niente, non sono affari che ti
riguardano Puckerman..."
"Oh, certo! Quinn puo' sentire i resoconti delle tue serate ed io, io
il tuo migliore amico, il tuo "lesbro",
non posso!?"
"Lesbro!?" sbottò Santana con un sorriso "Dove l'hai
imparata questa?"
"Non ha importanza, voglio sapere tutto!" insistette il ragazzo.
Santana annoiata guardò Quinn invitandola a spiegare il
tutto a Puck.
"Ha baciato Brittany e lei si è andata a chiudere
in casa subito dopo."
"Non sono stata io
a baciarla! E' stata LEI
a baciare ME!
Così
mi fai sembrare una pervertita che non sa quando baciare o meno una
ragazza! E' stata lei!"
"Woah... cosa le hai fatto?" domandò Puck corrugando le
sopracciglia.
"Ho semplicemente risposto al suo bacio..." rispose Santana annoiata.
"Sei sicura di non aver sviluppato la sindrome della mano aliena?"
chiese il ragazzo sollevando le sopracciglia.
"Di cosa diavolo stai parlando Puck?"
"Beh... sai, la mano del Dottor Stranamore, che ha una mente tutta sua
ed agisce di conseguenza?"
"Continuo a non capire..."
"Beh, sai... di mi è successo spesso... che magari... vedi,
quando sono particolarmente preso... insomma... Perdo totalmente il
controllo dei miei arti e finisco per... affrettare un po' le cose..."
Santana sollevò le sopracciglia scioccata, per poi guardare
Quinn e dirle "Sei consapevole del fatto che convivi con uno
psicopatico bipolare con primi, ed alquanto evidenti, segni di
schizofrenia?"
"Non me ne parlare..." sbuffò la bionda.
"Beh? E' andata così?" insistette Puck.
"A differenza tua, Puckerman, io ho imparato a controllarmi molto molto
molto tempo
fa..."
"E' un no, quindi."
"E' decisamente un no." spiegò la latina.
"Allora cosa hai fatto?"
"Non ho fatto nulla! Sono riuscita a malapena a sfiorarle i capelli e
si è allontanata!"
"Mmm... Almeno è stato un bel bacio?" chiese il ragazzo
sorridendo.
"Smettila." replicò Santana arrossendo.
"E' stato un bel bacio..." disse Puck tirando le conclusioni "Come
è stato? Cinquanta lingua, cinquanta labbra? Trenta lingua,
settanta labbra?"
"Sei serio?" sbottò Quinn.
"Che c'è?"
"Smettila! Puoi fare queste domande a Sam non a Santana!"
"E perchè no?!" protestò Puck.
"Perchè... beh, perchè queste sono il tipo di
domande su
cui io ho l'esclusiva in quanto effettiva migliore amica e suo
avvocato."
"Effettiva migliore amica?! Ero io quello che la sosteneva quando
eravate nemiche-amiche al liceo!"
"Ah si!? Perchè pensavo che eri impegnato a "sostenere" me,
nello stesso periodo..." obiettò la bionda.
"Ma non è di questo che stavamo parlando..."
provò Puck, capendo di essersi cacciato in un brutto
argomento.
"Infatti." riprese Santana "Cosa devo fare?"
"Chiamala!" esclamò Puck.
"Ignoralo." consigliò Quinn "Fai come faccio io,
immagina la sua voce come il dolce cinguettio primaverile..."
"Questa è grandiosa, Q..." sorrise la latina.
"Cosa ho detto di male questa volta?"
"Non puo' sentirmi, Puckerman! La chiamo e poi?" speigò
Santana
"Oh..."
"Già!"
"Beh, sai dove vive... puoi sempre andare da lei..." riprovò
il ragazzo.
"Certo. Da brava maniaca-stalker mi presento alla sua porta e le chiedo
se vogliamo parlare, ma sul corridoio del condominio, così
se
vuole riprovarci puo' tranquillamente correre a barricarsi di nuovo in
casa!"
"Nah.. non è la cosa migliore da fare..." disse Quinn
concordando con Santana per poi aggiungere "Chiedile se vuole prendere
un caffè con te..."
"Quando?"
"Perchè non oggi? Meglio tagliare la testa al toro... queste
cose vanno chiarite prima che diventino troppo complicate..."
insistette la bionda.
"E se-" cominciò Santana corrugando le sopracciglia "E se mi
allontana?"
Quinn guardò Puck in silenzio, sperando per una volta che
avesse
qualcosa di idiota da dire, ma il ragazzo si limitò ad
alzare le
spalle e dire "E un rischio che devi correre... Io lo farei..."
"Tu, Quinn?"
"Anche io lo farei..."
"Ed allora è quello che farò..." disse decisa la
latina.
Aveva aspettato l'orario del termine delle lezioni prima di mandarle un
sms, a cui Brittany aveva immediatamente risposto con un "Quando ci vediamo? B-".
Santana le aveva poi detto ora e luogo sperando in una
risposta
magari più articolata, ma ancora una volta la bionda si
limitò a risponderle con un "Ok. B-".
La mora rimase ad aspettarla fuori dal locale, passeggiando
nervosamente su e giù per il marciapiede, finchè
non la
vide avvicinarsi in lontananza.
Bella come al solito, i capelli mossi dal vento, la borsa enorme che
portava sempre con sè, ed un espressione tesa almeno quanto
la
sua.
"Ehi!" provò Santana sorridendo.
Brittany le rispose salutandola con la mano, rispondendo ovviamente al
sorriso nervoso.
"Vieni, ho già preso un tavolo..." spiegò Santana
facendole cenno di entrare.
Non avevano parlato praticamente che di sciocchezze fino a che la
cameriera di turno non aveva portato loro le ordinazioni.
"Allora..." cominciò Santana più fra
sè e
sè che rivolgendosi a Brittany, cercando di fare chiarezza
sulle
cose che doveva dirle.
Quando pensò di aver trovato il punto di partenza, prendendo
la
lavagnetta scrisse "Venerdì, al planetario, è
stata una
bella serata non trovi?"
Brittany sorrise, sinceramente stavolta, per poi rispondere "E' stata
fantastica! Dovremmo farlo di nuovo!"
"Al planetario?" chiese Santana.
"Dove vogliamo." scrisse ancora la bionda.
E di nuovo Santana dovette decidersi a rompere
il silenzio "Poi si è presentato?".
Brittany sembrò irrigidirsi un istante, per poi prendere un
respiro e fare cenno di no con la testa.
"Capisco..." commentò Santana.
"Non è come sembra..." scrisse velocemente Brittany.
"Non ho detto nulla..." ripose la mora per poi alzare le mani, a sua
difesa.
"E' un bravo ragazzo." insistette la bionda.
Santana sollevò le sopracciglia per poi scrivere "E' una
cosa che ti dici spesso?".
Brittany spalancò la bocca non aspettandosi che Santana
potesse diventare così diretta.
"Non fraintendermi, ma un ragazzo che ripetutamente da appuntamenti
alla propria ragazza per poi non presentarsi, non mi sembra esattamente
un bravo ragazzo.".
"Nessuno è perfetto..." rispose semplicemente la ragazza.
"No, certo che no..." scrisse Santana decidendo di far cadere
l'argomento.
Sapeva che non sarebbe finita bene continuando su quella linea, ma
d'altro canto l'altro argomento per cui le aveva chiesto di incotrarla
non era certo più sicuro e tranquillo.
Ma ripensando alle parole di Quinn e Puck, temendo il fatto che la cosa
potesse crescere troppo e sfuggirle dalle mani, Santana prese la penna
scrivendo "Vogliamo parlare di quello che è successo o
faremo
semplicemente finta che non sia mai successo?".
Appena Brittany lesse la lavagnetta abbassò lo sguardo
scuotendo la testa.
"Bene. Era tutto quello che volevo sapere. Ora possiamo tornare ad
essere amiche come prima..." scrisse velocemente la latina, cercando di
non mostrare la delusione.
"Non volevo dire questo." cominciò Brittany mordendosi le
labbra, per poi continuare "Credo che abbiamo commesso uno sbaglio..."
"Abbiamo?" scrisse Santana "Perdonami ma io ho avuto modo di fare ben
poco, e quel ben poco non è stato uno sbaglio per me..."
"Sono impegnata Santana. Per me è stato uno sbaglio. Mi
dispiace.".
Santana sorrise sardonica, scuotendo la testa in disappunto.
"Non è per questo. Non è per Artie. Non l'avresti
fatto per niente allora."
"Non è così."
"Cos'è allora gay panic?" insistette la latina fissando la
ragazza di fronte a lei.
Brittany sorrise divertita "Non sei la prima ragazza della mia vita,
Santana..."
"Allora cosa? Cos'è che ti spaventa tanto?"
"Non ha importanza, davvero." rispose Brittany.
"E invece ce l'ha eccome! Cos'è che rende così
importante
e prezioso Artie? Cos'è che ti fa credere che sia
così necessario
per te?"
"Tu non lo conosci. E non conosci nemmeno me." scrisse Brittany
guardando seriamente la mora.
"Hai ragione. Non conosco lui e non conosco nemmeno te. E non ho la
benchè minima intenzione di mettermi in mezzo ad una storia
d'amore così pura e spontanea!" scrisse Santana lasciando
cadere
la tavoletta di fronte a Brittany, che senza scomporsi troppo scrisse
"Devo andare.".
"Non preoccuparti per i caffè." rispose la mora voltandosi a
guardare dall'altra parte del locale.
Subito dopo aver pagato, Santana uscì dal locale e prendendo
un respiro digitò il numero di Quinn.
"Allora?"
chiese immediatamente la bionda.
"Ho bisogno di un nuovo posto dove svolgere le ore di servizio
pubblico. Possibilmente un posto in cui non è necessario
lavorare a stretto contatto con altra gente."
"Oh..."
sospirò Quinn delusa "Posso
fare qualcos'altro?"
"Si. Avverto in ufficio che mi prendo una settimana di vacanza..."
"Santana non dirmi che
ricominc-"
"Ci vediamo lunedì Q." rispose la mora attaccando per poi
dirigersi e fare l'unica cosa che sapeva fare quando la vita decideva
di mostrarle le spalle: mostrarle le spalle a sua volta, nel suo
appartamento, circondata da tanto, tanto, alcool.
___________________________________________________________________________________________
Mike e Dave erano ormai parte integrante del gruppetto da Harry.
Da quando Santana aveva cominciato a portarli con sè, e da
quando i due avevano stretto amicizia con tutti gli altri (specialmente
con Tina e Kurt), i ragazzi erano sempre più presenti nel
piccolo pub.
"Posso farvi una domanda?" cominciò Mike scambiandosi uno
sguardo consapevole con Dave.
"Certo!" risposero i ragazzi.
"Dave ed io... ci stavamo chiedendo che fine avesse fatto Santana...
Insomma oltre ad aver cancellato i nostri appuntamenti, non si
è fatta vedere nè lunedì,
nè
martedì nè ieri ed evidentemente nemmeno
stasera..."
Gli altri abbassarono lo sguardo alla menzione della latina.
"Insomma, sappiamo di non essere ancora "nel gruppo", ma siamo
preoccupati. In fondo è lei la nostra amica tra voi... "
"Santana..." cominciò Quinn, quasi per abitudine,
occupandosi della sua immagine "Sta passando un periodo spiacevole..."
"Cosa è successo?" chiese Dave preoccupato.
"Lutto in famiglia?" provò Mike.
"No... non proprio..." rispose la bionda cercando sostegno negli occhi
degli amici.
"Oh, finiamola con le stronzate..." sbottò Sam poggiando la
sua
birra sul tavolo "Proprio quando le cose con Brittany sembravano
mettersi sulla buona strada, la biondina ha deciso di tornare sui suoi
passi e quindi direttamente sulla cara sedia a rotelle del fidanzato.
Santana non l'ha presa affatto bene ed ora è probabilmente a
casa a bersi l'anima."
"E-" cominciò Dave cercando di formulare in maniera decente
i
suoi pensieri "Perdonate la franchezza... ma non avete intenzione di
fare... nulla?"
"Buona fortuna." sorrise Puck tirando fuori dalla tasca le chiavi
dell'appartamento della mora, seguito praticamente da tutti gli altri
ragazzi.
"E' intrattabile..." spiegò semplicemente Sam.
"Non è intrattabile... è solo il suo modo di
convincersi che va tutto bene. Stare sola... e bevicchiare...".
"Se posso dire la mia, cosa che intendevo fare anni orsono..."
cominciò Rachel.
"Oh, ecco che riparte col comizio elettorale..." sorrise Mercedes
guardando Kurt.
"Santana a mio modesto parere, ha decisamente un problema legato
all'abuso di alcool e se non altro ha bisogno di un abile e perspicace
psicanalista che la aiuti perlomeno a superare i suoi problemi di
relazione con la vita... In quanto all'alcool suggerirei invece la
permanenza in una clinica di rehab..."
"Non ha bisogno di uno psichiatra nè di una clinica..." la
difese Puck incontrando degli sguardi incerti.
"Ha solo bisogno di... qualcuno che le tiri fuori la testa dal culo..."
spiegò il ragazzo per poi guardare Kurt e dire velocemente
"Nessuna offesa, amico..."
Kurt guardò Mercedes confuso, facendo finta di non aver
sentito nulla.
"E chi sarebbe questo qualcuno?" chiese Finn cercando di capire se era
solamente lui a non aver capito, come al solito, o se la domanda era
priva di risposta.
"Noi siamo il qualcuno che deve tirarle la testa fuori dal culo." disse
decisa Quinn.
"Esattamente!" esclamò Puck galvanizzato stringendo la
bionda a sè.
"E quale sarebbe esattamente il piano?" sorrise scettica Mercedes
"Facciamo irruzione nel suo appartamento, schiviamo una ad una le
bottiglie di birra che ci scaglierà contro e poi la
chiudiamo in
una stanza con Rachel ed i suoi discorsetti? Andiamo, non
funzionerebbe da sobria, figuriamoci nello stato in cui sarà
ridotta a quest'ora.".
"Beh... non c'è un piano in effetti..." spiegò
Quinn "Ma
dalla nostra parte abbiamo la superiorità numerica,
sarà
già qualcosa, no?"
"Contro Sanciucca?" sorrise Finn ironico "Non abbiamo chance...".
"Beh, io vado. Voi fate come volete." disse Puck alzandosi e prendendo
Quinn per mano.
"Io vengo con te." annuì Sam, seguito da Mike e Dave, ed
infine da tutti gli altri.
"Ok." Cominciò Quinn appena fuori dall'appartamento della
latina "Per primi entreremo io Puck e Sam-"
"Perchè non poss-" cominciò Rachel cercando di
protestare.
"Perchè non possiamo Broadway non sopporterebbe la tua
prematura scomparsa..." rispose Quinn lasciando compiaciuta Rachel, per
poi ripetere "Tutti pronti?"
Puck si lasciò sfuggire una piccola risata, che gli
attirò addosso gli sguardi degli altri.
"E' solo che sembra tanto una festa a sorpresa... potevamo almeno
portarle una torta!" spiegò il ragazzo, per essere
bellamente
ignorato dagli amici.
"Bene, dopo questa perla, direi che possiamo entrare. Io vado verso
sinistra, voi fate il giro di destra." spiegò Quinn.
Dopo qualche passo all'interno dell'ampio appartamento Sam spalancando
la bocca in un'espressione schifata commentò
"Dio! Cos'è questa puzza?!"
"La sento anche io..." cominciò Puck "Oh Dio e se stavolta
è davvero morta?! Così morta che ha cominciato a
puzzare?!".
"E' incenso, ritardati." spiegò Santana affacciandosi dal
soppalco "Ora volete dirmi cosa ci fate in casa mia o devo denunciarvi
per violazione di proprietà privata?"
Sam guardò un istante Puck, che mostrando un sorriso si
limitò a dire "Sorpresa...?"
"Santana?" cominciò Quinn spuntando dall'altro lato
dell'atrio.
"Quinn!? Cosa ci fai tu qui!? Davvero sei con loro!?"
"Non sei ubriaca..." sorrise felicemente stupita la bionda.
"No, ma se vuoi ci metto poco a rimediare..." replicò la
latina
annoiata, per poi aggiungere "Si puo' sapere cosa ci fate
qui!?"
"Noi... beh, noi tutti avevamo pensato che potessi avere bisogno di un
po' di... sostegno..."
"Noi tutti, chi?"
"Entrate, non è ubriaca nè armata..." disse Puck
facendo cenno agli altri di avvicinarsi.
Santana spalancò la bocca guardando l'intero gruppetto
entrare nel suo appartamento.
"E' uno scherzo vero?" sorrise la mora per poi aggiungere "E'
decisamente uno scherzo, e sapete da cosa capisco che è per
forza uno scherzo? Dal fatto che mi avete portato in casa
Berry ed il
lumacone al guinzaglio."
"Santana non-" cominciò Rachel per essere gelata da uno
sguardo
cagnesco di Quinn "-Non pensare che non ci preoccupiamo per te
nonostante le nostre piccole avversità..."
"Comincio a domandarmi perchè ho deciso di non bere proprio
questa sera... Sarebbe stato tutto più divertente ora..."
rispose Santana decidendosi a scendere, per poi fare cenno agli amici
di sedersi nell'enorme salone.
"Allora..." riprese la latina "Immagino che tutti sappiate minimamente
la storia, altrimenti non sareste qui in questa inaspettata quanto
indesiderata visita..."
"Non sappiamo cosa è successo lunedì..."
spiegò brevemente Tina.
"E' successo che Brittany ha ritenuto quel bacio uno sbaglio.
Perchè lei sta con Artie ed Artie è un bravo
ragazzo che
la tratta come uno straccio. E nonostante ciò continua a
difenderlo anche se è evidente anche a lei il fatto che lui
sia
uno stronzo nemmeno lontanamente alla sua altezza."
I ragazzi continuarono a guardarsi confusi.
"Lo so a cosa state pensando. "Santana
non avrà problemi a
trovarsene un'altra."... Ma non stavolta. Non come lei. Se
ne parlo in
questo modo, anche voi beoti riuscite a capire quanto è
speciale..."
"Wow..." sospirò stupito Kurt.
"Che c'è sei l'unico che conosce il significato di "beoti"?".
"No... wow, deve essere una su un milione per farti questo effetto..."
continuò il ragazzo.
"Già ed è anche una di qualcun altro... quindi..."
Solo in quel momento Santana si accorse della presenza di Dave, e
sorridendo chiese "Cosa hai da dire te su tutto questo? Infondo sei la
linea di confine... Ti ha detto qualcosa lei?"
"Niente. Mi ha praticamente evitato."
"Bene! Forse capisce di avere torto marcio..." insistette la latina per
poi chiedere "E di Artie? Cosa mi dici?"
"Non è cattivo... è solo... sempre concentrato
su di sè, i suoi impegni, i suoi mille problemi... forse
è per
questo che Brittany sta bene con lui... Il concetrarsi sui suoi
problemi le fa dimenticare i suoi..."
"Non è così superficiale..." la difese la latina
"E' solo
che mi brucia il fatto che stia con quel tizio che non è
alla
sua altezza, non è per lei è... lei è
troppo!"
"Oh avanti Santana, dici sempre che nemmeno Finn è
all'altezza di Rachel..." sorrise Mercedes.
"Lui almeno la rispetta." sbottò Santana con un sorriso
amaro "Non le da appuntamenti a cui non si presenta e
non la tratta come fosse uno stupido cagnolino muto da
mostrare
al braccio... Come è stato quella sera alla cena... Non
è giusto...".
I ragazzi si trovarono ad annuire alle parole della ragazza.
"Sei sicura di non voler tornare alla scuola?" chiese Quinn.
"Se deve guardarmi con l'aria pentita e colpevole preferisco continuare
a raccogliere fazzoletti, preservativi e lattine al parco..."
spiegò Santana.
Dopo qualche minuto di silenzio la latina si decise a parlare "Visto
che siete venuti fin qui, posso almeno... offrirvi qualcosa?"
"Non ci credo..." sorrise Sam "Non solo non è ubriaca persa,
ma si sta comportando in maniera educata!"
"No, sto cercando di farvi
sloggiare, in maniera educata. Questa
è la prassi. Vi offro qualcosa, si chiacchiera ancora cinque
minuti, e poi ve ne tornate al bar visto che sono solamente le dieci,
lasciandomi sola soletta a godermi qualche vecchio film..."
spiegò la mora.
"Allora io prendo una birra!" rispose per primo Puck.
"Sapete dove è la cucina... vi aspettavate davvero che vi
servissi? Non ho una targhetta con su scritto Harry..."
replicò
la latina dirigendosi per prima verso la cucina.
Come promesso, dopo essersi ampiamente serviti dal maxi frigorifero
della latina, i ragazzi cominciarono a prepararsi per tornare al pub.
"Sicura di star bene?" chiese Quinn prima di uscire.
"Te l'ho detto Q... So prendermi cura di me..." rispose per l'ennesima
volta quella sera la latina.
"Non verrai in ufficio domani però..."
"Niente affatto! Mi sono presa una settimana di ferie ed ho intenzione
di sfruttarla..." spiegò Santana con un sorriso.
"Ma verrai da Harry domani sera, non è vero?" insistette
Quinn.
"Vedremo..." rispose vaga la mora, per poi essere praticamente
attaccata da un abbraccio della migliore amica.
"Passerà anche questa, vedrai..." si limitò a
dire la bionda.
"Già..." annuì Santana rispondendo per un istante
all'abbraccio.
"Allora ci vediamo domani da Harry..." sorrise ancora una volta Quinn
prima di uscire e raggiungere il gruppo.
Chiusa finalmente la porta, Santana tornò a sdraiarsi sul
suo
lettone accendendo di nuovo la tv, ficcandosi beata sotto le coperte.
Ma puntualmente, qualche minuto dopo, sentì suonare ancora
il
campanello.
Lentamente, scese di nuovo le scale del soppalco per poi cominciare
"Puck, se sei qui per scroccare un'altra birra giuro che-".
Non era decisamente Puck
"Brittany?" cominciò Santana confusa.
La bionda si limitò a sorridere per poi scrivere "Non
dovresti
aprire la porta così, senza nemmeno chiedere chi
è...
potevo essere un malvivente...".
Santana prese delicatamente la lavagnetta dalle mani della bionda, per
poi scrivere "Per questo abbiamo un portiere... ti hanno fatto entrare
loro?"
Brittany annuì cominciando a chiedersi se Santana l'avrebbe
fatta entrare prima o poi.
"Cosa ci fai qui, Brittany? Sono stati i miei amici a chiamarti?"
chiese la latina.
La bionda scosse velocemente la testa "Non sei venuta nè
martedì, nè giovedì... cominciavo a
preoccuparmi. E poi..." terminò per poi frugare nella borsa
e
tirare fuori un paio di manciate di pacchetti di figurine degli
"Animali della fattoria".
Santana sorrise scuotendo la testa per poi farle finalmente cenno di
entrare.
Brittany dopo essersi guardata intorno un paio di minuti,
tornò
a prendere la lavagnetta dalle mani di Santana per scrivere un solo
enorme "WOW".
"Lo so..." sorrise Santana fiera.
"Vieni, ti mostro il mio piccolo regno..." spiegò Santana a
segni indicando il soppalco.
Appena raggiunta la camera da letto la latina afferò la sua
lavagnetta, scusandosi il disordine cosa che fece sorridere Brittany
che rispose "In qualche modo immaginavo fossi un po' disordinata...
oltre che goffa... :)"
"Non insistere su questa storia..." scherzò Santana per poi
aprire un cassetto e tirarne fuori l'album di figurine e
proporre
"Vogliamo attaccarle?".
"Volentieri." rispose Brittany con uno dei suoi super sorrisi.
Dopo aver attaccato tutte le figurine tra un sorriso ed un commento, ed
aver regalato tutti i doppioni a Brittany, Santana disse "Vuoi qualcosa
da bere?"
La bionda fece cenno di no con la testa, per poi prendere la lavagnetta
e scrivere "Cosa hai fatto questa settimana invece di venire alla
scuola?"
Santana sorrise per poi scrivere "Ho raccolto rifiuti per i piccoli
parchi cittadini... esperienza che intendo non ripetere mai
più..."
Brittany sorrise, per poi cambiare espressione e voltare la sua
lavagnetta "Mi dispiace."
Santana annuì cercando di non far sembrare la cosa troppo
importante.
Ma Brittany le poggiò la mano sul ginocchio invitandola a
leggere quello che stava continuando a scrivere.
"Non sono stata corretta con te. Nè venerdì sera,
nè ne lunedì al bar...".
Santana annuì facendole capire che poteva cancellare e
proseguire.
"Soprattutto non sono stata sincera, quando sono stata proprio io ad
insistere su questo punto." continuò la bionda per poi
scrivere
con un sospiro "Mi piaci Santana. Mi piaci davvero tanto e credo che da
venerdì la cosa sia evidente... Ma non è
così
semplice."
La mora annuì di nuovo permettendo a Brittany di andare
avanti
"Per tutta la mia vita le cose sono procedute senza intoppi. Ho sempre
avuto una vita semplicissima. Non ho mai avuto nulla di più.
Per
mio volere o per scelte altrui, sono sempre
stata sulla linea "mediocre". E sono stata
felice."
"Ok..." sussurrò Santana.
"In Artie ho trovato una persona semplice e normale come me e la cosa
mi ha reso felice... Poi sei arrivata tu nella
mia vita a destabilizzare tutto... Perchè tu sei tutt'altro
che
semplice o normale o mediocre..."
"Che c'è? Ho un'occhio in più?"
scherzò Santana toccandosi la fronte.
"Tu sei straordinaria, sei
migliore... E la cosa mi ha fatto vedere il lato un po'
più superiore delle cose..."
"Ed è un male?" chiese Santana cercando di capire dove la
cosa stava andando a parare.
"E' un bene, è qualcosa di fantastico, ma io non posso- Non
posso cambiare così radicalmente la mia vita... ed Artie-
Artie
è importante nonostante tutto."
La mora annuì sinceramente, perchè in qualche
modo capiva il discorso della bionda.
"Mi piaci davvero Santana. E tornassi indietro ti bacerei di
nuovo
perchè non è stato affatto uno sbaglio... Ma le
cose non sono così semplici."
"Per Artie?"
"Non solo per lui. Artie viene dopo..." spiegò Brittany
accennando ad un sorriso.
"Posso chiederti solo una cosa?" scrisse Santana sulla sua lavagnetta.
Brittany annuì attendendo la domanda della latina.
"Cos'ha lui che io non ho?" chiese la mora per poi aggiungere con un
sorriso "A parte l'ovvio..."
Brittany sembrò indecisa per un momento, per poi scrivere "Lui
è come me."
"Perdonami, ma non mi sembra proprio..."
"Lui è... incompleto...
come me..."
"Non cominciare con questa stronzata, Britt..."
"Questo è il problema principale... Non sono nemmeno adatta
a te Santana"
"Perchè?!" sbottò la latina.
"Tu sei così... migliore!"
"Non sei seria vero? Stai dicendo che non sei alla mia altezza?"
"Io non posso pensare che tu voglia avere me, che non posso nemmeno
sentire la tua voce, quando puoi avere chiunque..."
"Quindi posso avere anche te!" insistette la mora.
"Puoi avere molto di più di me!"
"Io non voglio niente più di te... Tu... sei tutto
quello che desidero...".
Brittany si limitò a scuotere la testa.
"Perchè stai con lui Brittany?" scrisse ancora Santana.
La bionda guardò Santana con occhi supplicanti, quasi a
chiederle di ritirare la domanda, poi prendendo un respiro scrisse
"Perchè mi sento sua pari. Mi sento al sicuro."
"Non è abbastanza per definire una relazione non credi?
Dovrebbe almeno farti sentire... bene... felice..."
"Per quello ci sei tu." scrisse ancora Brittany abbassando lo sguardo.
"Quindi? Sarà sempre così?" scrisse Santana dopo
qualche minuto di silenzio.
"No." rispose velocemente la bionda "Ma ho bisogno di tempo, San... per
capire cosa voglio, per sistemare delle cose fra me ed Artie... Fra me
e me... Prendiamo
le cose con molta calma... Possiamo farlo questo?"
"Certo... certo che possiamo, Britt..." scrisse Santana.
"Allora siamo ok?"
"Siamo ok solamente se riusciamo a terminare l'album per questa sera...
Che ne pensi? Le troveremo le figurine da qualche parte a questora?"
scrisse Santana ricevendo un sorriso da Brittany.
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Yaaaaaaaaaaaay!
Capitolo bonus per
festeggiare il mio compleanno su Efp!
Come ho già
scritto su twitter...
Il 30 marzo 2011,
più per curiosità che per altro, mi sono iscritta al sito...
Ora, un anno dopo, mi
ritrovo ad essere tra gli autori preferiti di 86 lettori, ho ricevuto
più di 1000 recensioni, ed in qualche modo le mie storie
sono entrate a far parte dei preferiti di qualcuno per 386 volte.
Aldilà del
fatto che state creando un mostro, io vi avverto, UN MILIARDO DI GRAZIE
vanno a VOI tutti, che giornalmente mi permettete di vivere il mio
piccolo-grande sogno.
Grazie grazie grazie a
tutti voi, per il sostegno, la gentilezza, la partecipazione e la
fiducia!
Un abbraccio enorme
Northstar
Piccola
preview del prossimo capitolo:
Santana:
1. Mai stata ad un
planetario
2. Mai mangiato shushi.
Brittany:
1. Mai ballato di fronte
a qualcuno
2. Mai visto un film
porno.
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 12 ***
boh
Non ci sono
scuse che tengano per giustificare o spiegare il ritardo con cui
ricompaio... diciamo solo che a volte la vita vera, quella lontana dal
pc, fatta di metro e treni e università e libri e congressi
ecc ecc, riprende il controllo ed io non posso farci nulla...
Il capitolo oltretutto
è una schifezzuola, ma rallegratevi perchè spero
di postare presto la seconda parte (ho dovuto spezzarlo altrimenti
veniva fuori un bordello da paura xD)....
Niente altro da dire se
non che siete tutti fantastici e vi adoro alla follia per aver atteso
pazientemente il ritorno di questa fic... grazie grazie grazie grazie
grazie!
Un abbraccio grande
grandissimo e buona lettura
Northstar
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"Allora? Qual è la prossima voce sulla lista?"
cominciò Brittany spingendo la lavagnetta davanti a Santana.
"Prima tu." rispose la mora.
"Non ho mai saltato su un tappeto elastico..." scrisse la bionda.
"Oh! Facile!" sorrise Santana divertita.
"Avanti, dimmi di te!" insistette Brittany.
"Mai avuto un animale domestico..." replicò l'ispanica per
aggiungere subito "Ma se proprio ci tieni a farlo davvero... fa che non
sia un quadrupede, a pelo e nè
tantomeno a scaglie perchè potrei avere una crisi di panico,
stessa storia per qualunque tipo di essere strisciante. E fa che non
sia un animale che ha bisogno di molte attenzioni perchè
riesco
a malapena a badare a me stessa, e soprattutto fa che non sia un
pesciolino perchè ne ho avuti due ed hanno fatto davvero una
brutta fine..."
"A spasso nelle fogne direttamente dal water?".
"Magari, sarebbe stato meglio per loro..."
"Allora cosa è successo?" chiese curiosa la bionda agitando
la lavagna.
"Da piccola era sempre mia madre a cambiare l'acqua a Goldie e
Blackie, i miei pesciolini, ma una volta era ad una conferenza con mio
padre ed ero sola con mia nonna e quindi ho dovuto pensarci io...
Beh... Ho aggiunto una manciata di sale all'acqua perchè
pensavo
che fossero pesci marini... La mattina dopo li ho trovati stecchiti, a
galla. Fine della storia."
Brittany abbassò lo sguardo annuendo, cercando di non
guardare la mora.
"Puoi ridere Britt, è acqua passata..."
"E' acqua salata, volevi dire!" scrisse veloce la bionda scoppiando a
ridere.
"Touchè!" sorrise Santana sorpresa.
"Non preoccuparti, so esattamente cosa fare..." riprese poi Brittany
asciugandosi le guance.
"Ah si?"
"Assolutamente..." rispose la bionda allungando la lavagnetta.
"Beh, si dà il caso che anche io abbia un'idea per te...
Facciamo domani pomeriggio?"
La bionda sembrò pensarci su, per poi annuire compiaciuta e
rispondere "Ci sto..."
"Scusate..." cominciò Karofsky affacciandosi allo studio di
Brittany, per poi spiegare alla bionda "Ci sono i tuoi genitori qui
fuori..."
"Oh..." sospirò Santana alzandosi.
Brittany spalancò la bocca per poi alzarsi in piedi super
sorridente.
"Beh, allora sarà meglio che vada..." disse la mora
afferrando
velocemente la borsa, per voltarsi e sospirare "Perfetto..." alla vista
di quelli che dovevano evidentemente essere i signori Pierce.
"Salve!" esclamò la donna con un sorriso allungando la mano
a Santana.
"S-Salve, piacere di conoscerla sono Santana... un'amica di Britt..."
"Ciao, splendore!" sorrise la donna avvicinandosi ad abbracciare la
latina
che cercò di rispondere spontaneamente "E' un piacere
conoscerti, sono Diane Pierce, la mamma di Brittany! E ti
presento mio marito, Geoffrey Pierce!"
"Salve..." sorrise l'uomo guardandosi intorno distratto.
"Ecco da chi ha preso
Brittany..." sorrise mentalmente Santana stringendo la
mano dell'uomo.
Erano esattamente come li aveva immaginati.
Non che passasse molto del suo tempo ad immaginare i genitori di
Brittany, o sua sorella... o il suo gatto... e beh, la sua
cameretta.... Ma Santana
decisamente li aveva immaginati così.
Biondi entrambi, con occhi chiarissimi e luminosi ed i vestiti
più strani che Santana avesse mai visto.
"Brittany! Amore, fatti abbracciare!" esclamò la donna
lanciandosi a stringere la figlia, per poi staccarsi e dire indicando
Santana "Non mi avevi detto di aver fatto amicizia..."
Brittany si limitò a sorridere ed alzare le spalle per poi
spiegare con i segni "Santana è una persona speciale",
rivolgendo un sorriso alla mora e correndo a stringere il padre.
"Oh, ci credo! Deve esserlo per essere entrata nella tua ristrettissima
cerchia di amici!" sorrise la bionda usando i segni con una tale
velocità che Santana difficilmente avrebbe capito
qualcosa
se la donna non avesse comunque continuato a parlare.
"Sai, difficilmente stringe amicizia per via del suo
imbarazzo... Eppure è una cosa così infantile..."
commentò la donna.
"Ne
abbiamo già parlato Diane... se si sente in imbarazzo fa
bene quel che
fa..." disse l'uomo stringendo Brittany, facendosi veramente sentire
per la prima volta da
quando era entrato nella stanza.
"Cosa fai nella vita Santana?" chiese la donna poggiandosi
alla scrivania.
"Io- sono una... manager... diciamo..." spiegò la latina.
"Manager?" insistette la bionda curiosa.
"Dirigo un'azienda."
"E di che tipo?"
"Santana... Lopez,
per caso?" chiese Geoffrey inserendosi nella conversazione.
"Già..." cominciò la latina capendo dove il
discorso sarebbe finito "Sono proprio io..."
"Perdonami, tesoro... ma conviene dirglielo e farla finita altrimenti
continuerà a bombardarti di domande fino a che non
avrà
ottenuto ogni dettaglio..."
"Dirmi cosa?"
"Dirige il marchio Breadstix..." spiegò l'uomo per poi
indicare Santana che si limitò ad annuire alzando
le spalle imbarazzata.
"Oh. Mio. Dio! Quel
Breadstix?!?" esclamò Diane
"Già..."
"Geoffrey! Ti rendi conto?! Stiamo parlando con una
milionaria!" sorrise la donna battendo agitata le mani.
"Dicono che sono piuttosto simili a noi comuni mortali e da
quello
che vedo... due occhi, un naso, una bocca... Beh, Santana qui, dimostra
che è davvero così!" sorrise l'uomo cercando di
mettere
la mora a suo agio.
"Brittany! Hai fatto amicizia con una milionaria!" esclamò
la donna sorridendo.
"Te lo avevo detto che era speciale..." spiegò Brittany con
un sorriso, facendo l'occhiolino.
"Beh..." cominciò Santana imbarazzata "Dovrei andare ora..."
"Di già!?" esclamò la signora Pierce facendo
saltare la latina.
"Ho un impegno con degli amici..."
"Oh che peccato!" replicò sinceramente dispiaciuta la donna
"Ma
possiamo rivederci Santana cosa ne dici? Magari una di queste sere? Ti
piacerebbe venire a cena con noi domani ad esempio?"
"Io-"
"Non accetterò una risposta negativa..." insistette Diane.
"Allora, verrò volentieri..." sorrise Santana arrendendosi.
"Ci sentiamo domani..." sorrise Brittany avvicinandosi ad abbracciare
velocemente l'amica.
"Ok..." sorrise l'ispanica per poi riprendere "E' stato un grande
piacere conoscervi signori Pierce..."
"Il piacere è stato nostro, tesoro..." sorrise Geoffrey.
"Ci vediamo domani Santana! Buona serata!" esclamò ancora
una volta Diane.
Uscita dall'ufficio di Brittany, Santana si fermò un momento
poggiata al muro a prendere un respiro.
"Cavolo..." cominciò Karofsky "Le cose si fanno serie... Ora
anche la cena con i genitori?"
"Sai che potresti essere denunciato per aver origliato?!"
sussurrò la latina non volendo attirare l'attenzione della
famiglia Pierce.
"Non ho origliato... E' che è piuttosto difficile ignorare
la voce della signora Pierce..." sorrise il ragazzo.
"Ho notato..." sorrise Santana avviandosi verso l'ascensore.
"Non sei felice?"
"Per cosa?"
"Hai anche conosciuto i genitori della tua fidanzata..."
"Smettila Karofsky. Ti ricordo che sono una cara amica di un
tale
Kurt Hummel..." lo avvertì l'ispanica "A proposito... Come
vanno
le cose con Miss New York?"
"Hai tempo per un caffè?"
"Sei ancora in servizio..."
"Lo so..." spiegò Dave indicando il distributore automatico.
"No, non berrò quella roba che spacciano per
caffè quindi
dammi il numero del bar più vicino e ci facciamo portare
qualcosa qui perchè ho veramente bisogno di un vero
caffè
se devi parlarmi del signor Armani-Broadway..."
"Torno subito..." esclamò il ragazzo afferrando il telefono.
Un caffè e qualche chiacchiera dopo Santana riprese
l'argomento, intenzionata a chiuderlo quanto prima.
"Eravamo rimasti a come vanno le cose col presidente di Gaylandia?"
"Sono ferme..."
"Ferme?"
"Ferme." ripetè il ragazzo annuendo.
"Vogliamo andare avanti per molto?!" sbottò la latina, per
poi
spiegare "So cosa vuol dire ferme.
Ho compreso il senso della frase,
ora vuoi dare i dettagli cortesemente?"
"Siamo alla fase "qualcuno
deve fare il passo in più"..."
"Perdonami, non parlo il dialetto di voi ometti gay-New Yorchesi..."
"Siamo amici... ma qualcuno ora deve provare oltrepassare la linea con
su scritto "più
che amici"..."
"Hai conosciuto Rachel Berry? Potreste andare daccordo... dopo tutto
anche
lei ha la mania di parlare per esempi figurati..." spiegò
Santana per poi riprendere "Quello che hai appena descritto nella tua
bizzarra lingua, nella mia si chiama "appuntamento".".
"Si ma cosa faccio? Dove posso portare Kurt per impressionarlo, dove...
Insomma cosa gli piace?"
"Usa la fantasia!"
"Broadway?"
"Ho detto usa la fantasia!"
"Perchè? che c'è di male?"
"Kurt ha visto tutti gli spettacoli che abbiano messo piede in quei
teatri negli ultimi otto anni, e quelli che non ha visto dal vivo li ha
comunque riprodotti
nella sua testa, quindi elimina Broadway..."
"Ed allora cosa faccio?"
"Cosa si fa di solito ad un appuntamento?!"
"Si va al cinema?"
"Altro?"
"Un gelato insieme?"
"Cos'è, sei appena uscito da una DeLorean proveniente dagli
anni ottanta?" sbottò Santana "Un gelato!?"
"E' che... Vedi... Io-"
"Cosa c'è ora?"
"Io non sono mai stato ad un appuntamento..."
"Cioè, questo è il tuo primissimo appuntamento!?"
"Si..."
"Quanti anni hai!? Venisette? Ventotto?!" esclamò scioccata
la latina.
"Ventisette. E ti sarei grato se evitassi di prendermi in giro..."
"Ma- voglio dire... Hai... insomma... Hai concluso qualcosa
prima d'ora? Capisci cosa intendo?"
"Si, Santana. Non sono un ventisettenne vergine..."
"Ok..." sospirò sollevata la latina "Pensavo di doverti fare
le lezioncine di educazione sessuale..."
"Ne hai ancora per molto?"
"Non ti stavo prendendo in giro! Ero serissima una volta tanto..."
"Allora? Una cena? Un locale? Cosa?"
"Una cena per cominciare puo' andare bene... In un locale molto
semplice, ma non troppo folkloristico, Kurt è un tipo
particolare..."
"Ok. Perfetto. Questo posso farlo."
"Si, spera..." commentò Santana alzandosi e prendendo la
borsa.
"Posso chiamarti se- Se magari ho qualche problema o... qualcosa di
simile?" chiese ancora il ragazzo.
"Per chi mi hai preso? Ho per caso scritto "consigliere sentimentale"
sulla fronte?" sbottò la mora per poi guardare qualche
secondo
lo sguardo preoccupato di Karofsky e dire "E va bene! Ma prega dio di
non chiamarmi mai quando sono in bagno o a letto... altrimenti giuro
che questo sarà
il primo e l'ultimo appuntamento della tua vita!".
"Sei un tesoro Santana!"
esclamò Dave guardando uscire Santana, che puntualmente
rispose alzandogli contro il dito medio.
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"Mi serve un tappeto elastico." cominciò Santana gettando
giacca e borsa sullo sgabello vuoto al suo fianco.
"Vuoi darti alla ginnastica?" domandò Puck sbucciando una
nocciolina.
"Sono seria..."
"Anche io. Cosa devi farci con un tappeto elastico?!"
"Mi serve un trampolino elastico. Domani. Sul mio terrazzo."
"Mpf! Santana, se non lo avessi notato non sono Gesù Cristo,
nè il genio della lampada, nè Sue Sylvester..."
"Ma sei il mio assistente super personale... e se io chiedo una cosa tu
devi assecondarmi... E' questo che c'è scritto sul contratto
redatto da una tale L.Q. Fabray..."
"Quinn!" protestò il ragazzo indicando la latina.
"Ho fatto il mio dovere! E poi è vero... è il tuo
capo,
Puck... Non guardare me, ho poco a che fare con questa storia..."
"Dove lo trovo un tappeto elastico entro domani!?" insistette il
ragazzo.
"Non lo so e non mi interessa..." sorrise Santana sorseggiando la sua
birra.
"C'è un negozio poco distante da quel locale in cui mi hai
portato qualche tempo fa che vende articoli sportivi e stronzate
simili..." cominciò Sam.
"Wow... Alla veneranda età di ventisette anni il tonno ha
finalmente aperto le fauci per dire qualcosa di socialmente utile..."
"Grazie Santana..."
"No, ero assolutamente seria. Si da il caso che abbia veramente bisogno
di quel tappeto...".
"Avanti, cosa devi farci? Non ti facevo tipa da tappeto elastico
sai..." cominciò Rachel.
"Esattamente come io non ti facevo tipa da bietoloni tanto alti quanto
ingenui... eppure..." sorrise Santana indicando Finn.
"Scommetto che ha a che fare con Brittany..."
tornò ad
intromettersi Puck "Venderebbe la sua azienda pur di farla felice..."
"Non tirare troppo la corda, Puck..."
"E ancora non hai concluso nulla, pensa quando finalmente riuscirai a
metterci la firma!"
"Ti ho mai detto che il tuo contratto include una durissima politica
sulla diffusione volontaria o meno di notizie sul mio conto?"
"Non esiste niente del genere, Santana... Mi hai preso per Finn, per
caso? Non sono così stupido..."
"Fate pure con comodo!" esclamò il ragazzo sentendosi di
nuovo chiamato in causa.
"In realtà quella clausola esiste davvero..."
spiegò Quinn sorridendo.
"Spiacente, Puckerman... devo difendere la mia immagine..."
"Non- Voglio dire non mi farai causa... vero?"
"Prima devo discuterne col mio avvocato..." disse seria Santana
divertita
guardando Quinn "Ma qualcosa mi dice che per stavolta ci passeremo
sopra..."
"Per stavolta..." ribadì la bionda.
"Ma il tappeto me lo devi rimediare assolutamente Puck... Ne ho bisogno
almeno quanto Sam ha bisogno della sua mano
destra..." sorrise Santana ricevendo un'occhiata imbarazzata dal
biondo, per poi aggiungere "Per i videogiochi, ovviamente..."
"Non sei divertente..."
"Continua a ripetertelo forte forte nella tua testolina, Sammy..."
"Allora cosa devo farci con questo tappeto?"
"Fattelo consegnare e montalo, o meglio, fallo montare sul mio
terrazzo..."
"Vedrò cosa posso fare..."
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"Sono le sette meno venti." cominciò Santana guardando
nervosamente l'orologio.
"E allora?" sbottò Puck.
"Sarà qui alle sette e te sei ancora a montare il primo
piede! Non potevi fartelo montare dal tipo delle consegne?!"
"No..."
"Perchè!?"
"Perchè voleva cinquanta dollari!"
"Stai scherzando, vero? Vero!?"
"No, perchè?"
"Non ho costruito un enorme impero di grissini per risparmiare
cinquanta dollari!"
"Non è questo il punto! E' che sono un uomo... Sono
geneticamente programmato per costruire... cose!"
"Oh, ma lo vedo!" sbraitò la latina.
"Non preoccuparti, Sam sta arrivando per darmi una mano..."
"Cosa?! No, no, no, chiamalo e digli di girare i tacchi!"
"Troppo tardi... due minuti fa era alla fermata della metro...
sarà a momenti..."
"Perchè devi sempre rovinarmi la vita?"
"Oh, questa è bella, perchè potrei
tranquillamente girarti la domanda..."
"Vedi di montare questo maledetto tappeto e poi sparisci se ci tieni
alla pelle..." ringhiò minacciosa Santana.
"Veramente deve venirmi a prendere Quinn..."
"Oh! Ma certo! Visto che ci siamo chiamiamo anche Aretha, Yoko Ono, la
fatina di Broadway, l'hobbit ed il bigfoot!"
"E' veramente così difficile per te usare i nomi propri?
Voglio dire, anche io ho imparato ad usarli..."
"Puck?" gridò Sam dall'ingresso.
"In terrazza!"
"Quante volte devo ancora dirti che le tue chiavi sono per le
emergenze!? Non puoi prendere ed entrare in casa mia come ti pare e
piace!" sbottò la latina andando incontro all'amico.
"Nervosa?" sorrise Sam.
"Puoi dirlo forte..." rispose Puck con un sorriso divertito.
"Non sono nervosa, sono imbestialita, è diverso!
Perchè a
quest'ora il mio tappeto elastico doveva essere già montato
ma
qualcuno, pur di difendere il suo "orgoglio maschile", ha
pensato
bene di cacciare il tipo che doveva assemblare il tutto!"
"Che problema c'è! Ci penso io!" esclamò Sam in
una mossa
alla Fonzie per poi guardarsi intorno e chiedere "Dove sono le
istruzioni?"
"Non ci sono le istruzioni..." rispose Puck alzando le spalle "A quel
punto credo ce l'avrei fatta, Evans... Grazie per la fiducia..."
"E come facciamo a montarlo senza istruzioni?"
"Bella domanda..."
"Non ci posso credere... Non ci posso credere..." sbuffò
Santana
passandosi le mani fra i capelli "Doveva essere tutto pronto a
quest'ora! E soprattutto voi non dovevate essere qui!"
"Allora, idee?" chiese Puck grattandosi la testa per poi guardare
Santana prendere il telefono "Hai avuto un idea?"
La mora sbuffò rispondendo al telefono "Quinn, dove sei!? Ho
bisogno che tu venga a recuperare Gianni e Pinotto prima che Brittany
arrivi... No, e non stanno aiutando. Va bene, ma sbrigati..."
"Perchè non vuoi farci incontrare Brittany?"
domandò Sam.
"Si, infatti! Non siamo mica così stupidi da metterla in
difficoltà..." insistette Puck.
"No, ma siete abbastanza imbarazzanti da mettere me in
difficoltà..." rispose la latina prendendo il cacciavite
dalle mani del ragazzo.
"Prendete il mio portatile, ci sarà su internet un qualche
manuale..." ordinò poi Santana.
"Internet! Ma certo!" annuì Sam improvvisamente illuminato
correndo verso il soggiorno.
"Allora avete in mente qualche strana posizione da provare sul tappeto?
Perchè se ne uscite senza lussazioni o strappi muscolari...
poi
devi prestarmelo, sai?"
"Chiudi la bocca Puckerman e soprattutto tieni a freno i tuoi
ormoni adolescenziali..." sbuffò l'ispanica passandosi le
mani
fra i capelli.
"Eureka!" sorrise Sam sedendosi per terra vicino a Puck, col portatile
già configurato "E' facilissimo! Ci vorranno al massimo una
ventina di minuti..."
"Che sono troppi! Quindi vedete di sbrigarvi e volatilizzarvi prima che
arrivi Britt..."
"E' permesso?" gridò Quinn dall'ingresso.
"Oh, Quinn! Finalmente sei qui, questi due cretin- BRITT!?
Perchè- Cosa-"
"Siamo arrivate insieme e l'ho riconosciuta..."
"Riconosciuta!?"
"Io e Puck abbiamo fatto le nostre ricerche..." spiegò la
bionda continuando a sorridere.
Brittany si avvicinò per poter abbracciare
velocemente Santana per poi indicare Quinn.
"Lei è Quinn, la mia migliore amica te ne ho già
parlat-"
"Si, San... ci siamo già presentate..." sorrise la ragazza
divertita dall'evidente cambiamento di comportamento della latina.
"Oh..."
"Dove sono i due geni?" chiese Quinn.
"In terrazzo..." rispose velocemente Santana continuando a guardare
Brittany con uno sguardo mortificato.
Non appena Quinn si allontanò abbastanza Santana
cominciò
a spiegarsi mischiando segni e voce "Mi spiace Britt, volevo che fosse
tutto perfetto per ora ma i miei amici sono degli incapaci e-"
"Ci sono i tuoi amici?" chiese immediatamente la bionda fermando le
mani della mora.
"Si... Puck e Sam... Sono di là..." rispose Santana confusa.
"Voglio conoscerli!" segnò la bionda entusiasta.
"Sicura, Britt?" chiese Santana preoccupata "Sono dei tipi
particolari..."
"Per favore?"
"Va bene... ma non dare loro troppa confidenza, ok?"
cominciò la
mora "Sono come dei bambini, una volta che li lasci avvicinare non si
staccano più...".
Brittany si limitò ad annuire saltellando, per poi seguire
l'ispanica verso il terrazzo.
"Che c'è sei venuta a frustarci per farci lavorare
più
velocemente, Cleopatra?" sorrise Sam scambiandosi un'occhiata divertita
con Puck.
"Non proprio..." disse la latina per poi aggiungere solennemente
"Stanlio, Ollio... vi presento Brittany Pierce...".
Entrambi i ragazzi si voltarono di colpo quasi sbattendo la testa l'uno
contro l'altro.
"Ciao!" esclamò Sam cercando di alzarsi in piedi, per essere
immediatamente ri-spinto a terra da Puck, che lo aveva usato come
appoggio.
"Ci-a-o! Io so-no Puck!" cominciò il ragazzo lentamente
stringendo la mano della bionda, divertita.
"Idiota! Non puo' sentirti, ma non è mica ritardata!"
esclamò
Santana arrossendo, per essere subito distratta dal sorriso di Brittany.
"Sam..." sorrise il ragazzo stringendo a sua volta la mano della bionda
per poi aggiungere "Sono un insegnante. Io insegno... cose..."
"E' un'insegnante anche lei, Sherlock..."
"Oh giusto..." arrossì il biondo.
"Sono simpatici" sorrise Brittany guardando Santana, per poi indicare i
due ragazzi volendo che Santana riferisse.
"Dice che siete irritanti..." disse la latina guardando i suoi
amici, per poi ricevere una gomitata sul braccio da Brittany che aveva
ovviamente letto il labiale della mora.
"Ok! Ok! Ha detto che siete simpatici!" sorrise Santana arrendendosi.
"Perdonami, Santana, se fino ad ora sono stato scettico in proposito...
ma ora che la vedo in persona capisco ed appoggio pienamente ogni tuo
comportamento, compresa la perdita totale delle tue figurative
"palle"..."
sorrise Puck.
"Puckerman!" esclamò Quinn scioccata.
"Grazie, ma le mie "palle"
sono ancora al loro posto..."
"Se lo dici te!"
"Cosa stanno facendo?" chiese Brittany guardando i vari pezzi poggiati
a terra.
"Loro... Stanno montando una cosa..." spiegò la latina
cercando di rimanere vaga.
"E' un tappeto elastico per caso?" sorrise la bionda divertita.
"Se non lo è dovrebbe diventarlo prima o poi..."
"Oh, avanti! Dacci ancora una decina di minuti!" protestò
Puck
mostrando come parte della base fosse già assemblata.
"Nel frattempo allora noi andiamo a prenderci qualcosa da bere..."
annunciò Santana trascinando con sè Brittany.
"Io pensavo che avremmo fatto un dolce oggi..." spiegò
Brittany tirando fuori la fidata lavagnetta.
"Seguendo la lista il tuo desiderio è questo..."
"Beh, in compenso io ho trovato il perfetto animale domestico per
te..."
"Dov'è?" chiese la latina guardandosi intorno confusa.
"Appena fuori il tuo appartamento..." sorrise la bionda.
Santana guardò confusa la porta principale dell'attico,
valutando o meno se la bionda fosse seria.
"Sei seria?"
"Certo che lo sono!" scrisse la bionda per poi prendere la
latina per il braccio, accompagnandola fino alla porta.
Santana si fermò di colpo ad un passo dalla maniglia per
guardare di nuovo Brittany che con un gesto la invitò ad
aprire
la porta.
"Ok."
pensò Santana abbassando la maniglia, per affacciarsi poi
lentamente "Qualunque
cosa sia, fosse anche un alligatore che soffre di meteorismo, lo amerai
e lo apprezzerai perchè è un regalo di Brittany e
non
potresti mai deluderla o vederla mortifi-"
"E'- quello è-" cominciò Santana indicando la
gabbietta "E' un gatto!?"
"Ta-daaan!" scrisse la bionda sorridendo.
L'ispanica rimase qualche secondo immobile a guardare la gabbietta
senza avvicinarsi ad osservare veramente il suo interno.
"E' un gatto..." commentò di nuovo Santana guardando
Brittany
sorridere eccitata per poi aggiungere velocemente "Il che viola la
richiesta di NON-quadrupedi, NON-pelosi..."
"Non ti piace?!" chiese Brittany spalancando gli occhi preoccupata.
"Nooo, nooo! Lo adoro!" provò Santana tentando di esibire il
sorriso più sincero che potesse "E' che non mi aspettavo...
un
gatto..."
"Sei sicura?"
"Assolutamente!" esclamò la latina piegandosi per osservare
l'animale "In fondo... è un... tenero, piccolo, gattino...
con... con gli occhi... storti?"
"Che c'è?" chiese Brittany notando l'espressione confusa
della latina.
"Gli occhi... beh, ha gli occhi... incrociati..."
"Lo so!" sorrise Brittany "Il tipo che me lo dato ha detto che
tutti i suoi fratelli e sorelle erano stati già adottati
mentre
lui era rimasto lì per quello e cominciava a sentirsi
solo..."
"Oh..."
"Ma io lo trovo così carino! E poi è solo un
problema
estetico, perchè lui ci vede benissimo!" insistette la
bionda.
"O-ok... In effetti sei decisamente buffo, gatto..."
sorrise
Santana tornando a guardare il gattino per la prima volta con un
sorriso "Portiamolo dentro che ne dici? Così lo facciamo
abituare alla sua nuova casa..."
Brittany si abbassò immediatamente ad afferrare la gabbietta
seguendo Santana all'interno, per poi fermarsi in salone e indicare la
gabbia a Santana
"Cosa?"
"Avanti! Sei tu la sua padrona! Prendilo tu!" sorrise Brittany
sedendosi per terra.
"Oh, certo..."
Santana si inginocchiò incerta di fronte alla gabbietta per
poi aprirla lentamente.
"Ok. Ora puoi uscire... ma se fai la pipì o peggio sul
tappeto
persiano giuro che- Oddio... però... sei carino davvero..."
sospirò la latina allungando una mano verso il gattino che
lentamente si avvicinò ad annusarla.
Santana sorrise cercando di spostare equalmente il suo sguardo fra
Brittany e il gattino oramai fra le sue braccia.
"Ti piace questa casa micio? Meglio per te che ti piaccia
perchè
mi è costata un occhio della testa e perchè non
cambierò certo casa per i tuoi comodi... Hai un bel terrazzo
e
tanto spazio e- Non pensare di buttarti dal balcone perchè
sento
che potresti piacermi e non ne sarei felice... Aaaw..."
sospirò
la mora al primo timido miagolio proprio sotto la sua mano.
"Vuoi tenerlo?" chiese Santana avvicinandosi alla bionda che subito
annuì velocemente prendendo il cucciolo dalle mani della
latina.
Brittany rimase a giocherellare e sorridere col gattino per diversi
minuti, interrompendosi solamente per dire "E' così morbido"
o
"E' così carino".
"Ehi! Cosa c'è di così interessante lì
per terra?"
esclamò Puck entrando dal terrazzo, terrorizzando e facendo
correre ai ripari il
gattino.
"Sta zitto!" sussurrò Santana indicando la gabbietta.
"Quello è... Un gatto?" cominciò Puck sorridendo.
"Il mio
gatto regalatomi da Brittany..." puntualizzò la latina
riprendendo il gattino per poi prenderlo in braccio.
"Tu!? Un gatto!?" replicò il ragazzo scoppiando a ridere
"Sam! Quinn! Questa non ve la potete perdere!"
"Che c'è?" chiese Sam affacciandosi.
"Santana ha appena ricevuto un gatto in regalo da Brittany!"
spiegò il ragazzo indicando la mora.
"Cosa c'è da ridere?"
"Il fatto che tu odi gli animali e non sai prenderti cura nemmeno di te
stessa ma finirai per innamorarti perdutamente di quell'animaletto
solamente perchè te lo ha regalato Brittany e OH MIO DIO, ho
appena realizzato l'ampia gamma di battute che l'immagine di voi due ed
un gattino mi permette di fare!" [è
in momenti come questi che maledico l'italiano per non permettere bei
giochi di parole, come in questo caso con pussy... xD].
"Smettila Puck!" lo zittì Quinn per
poi avvicinarsi
a Santana per accarezzare il micio "Aaw... è così
tenero
e dolce!"
"Sbaglio o ha gli occhi stort-" cominciò Puck osservandolo
da vicino.
"Non ha gli occhi perfettamente... calibrati!
E allora? Questo fa di
lui un gatto speciale!" sbottò Santana stringendo il gattino
quasi a volerlo "riparare" dalle parole dell'amico.
"Non volevo offenderti!" si difese il ragazzo piacevolmente sorpreso
dalla reazione protettiva della latina.
"Io lo trovo super-adorabile! E' come se avesse perennemente una mosca
sul naso!" sorrise Sam aggiungendo "E poi con quegli occhioni azzurri
chi va a notare che è strabico?"
"Non è strabico! E' speciale!" insistette Santana
allontanando il gattino dagli amici.
"Wow... ed io che pensavo che non avevi alcun istinto materno!"
osservò Puck stupito "Devo ricredermi a quanto pare..."
"Il tappeto li fuori è pronto?" chiese Santana cercando di
cambiare argomento.
"Non proprio..." rispose velocemente il ragazzo "Era per questo che
sono entrato, a quanto pare abbiamo bisogno di un trapano elettrico che
non abbiamo e che Finn ci sta gentilmente portando..."
Santana sorrise guardando Quinn per poi chiedere "Sta scherzando vero?".
"Temo di no..."
"Rinnovo la mia idea, perchè a questo punto non chiamiamo
tutta la glee-gang?" replicò ironicamente la latina.
"Perchè stasera devi andare a cena con i suoceri..."
scherzò Sam ricevendo un'occhiata glaciale da Santana.
"A quanto pare al gattino piacciono le tue tette..." sorrise poi il
biondo indicando l'animaletto accoccolato sul seno della latina.
"Come piacciono a chiunque altro..." rispose compiaciuta la mora, che
però fu distratta immediatamente dalla risatina di Brittany.
"Che c'è?"
"Non riesco a cogliere tutto quello che vi dite, ma quest'ultimo
scambio l'ho compreso alla grande..." spiegò la bionda
sorridendo e facendo arrossire Santana.
"Woah! Sei proprio cotta Lopez... Non ti vedevo arrossire dalle
elementari!" sorrise Puck divertito.
"Falla finita!" esclamò Quinn cercando di nascondere un
sorriso.
"Santana!? Quinn!?"
"Bisogna che qualcuno spieghi finalmente all'hobbit che esistono
campanelli, citofoni ed al limite i cellulari..." sbottò
Santana indicando la porta.
"Vado io..." sorrise Sam.
"Non capisco perchè tutti hanno la loro copia delle chiavi e
noi non abbiamo un bel nien-" cominciò Rachel per poi notare
prima Brittany seduta per terra che sorridendo timidamente
salutò appena con la mano e poco più un
là il gattino in braccio alla latina.
"Lei è Brittany, Rachel. Cerca di salutarla prima di
fiondarti sul gatto..." cominciò Santana indicando la bionda.
"Ciao!" cominciò Rachel sforzandosi di scandire tutte le
sillabe "Sono Rachel Barbra Berry, una delle più care e vecchie amiche di
Santana! E' un piacere conoscerti Brittany! Posso decisamente vedere
cosa Santana trovi in te ora che ti posso finalmente vedere dal vivo-"
"Taglia, Berry..." sussurrò pericolosa Santana.
"Oh... e lui è Finn, il mio fidanzato!" sorrise la brunetta
indicando il ragazzo alle sue spalle, che si limitò a
ricambiare il saluto con la mano.
"Non sono così male!" sorrise Brittany a Santana "Da come li
avevi descritti sembravano terribili... Mi piacciono!"
"Perchè non li conosci bene..." spiegò Santana
per poi rivolgersi agli amici e dire semplicemente "Gli siete
simpatici, vi trova carini... ora Finn ti prego, vai ad aiutare Tom e
Jerry prima che quel tappeto elastico decida di prendere vita e
gettarsi dal terrazzo per la disperazione..."
"Certo..." annuì il ragazzo seguendo gli amici.
"E questo batuffolo di pelo chi è!?" cominciò
Rachel in un tono super acuto.
"E' il mio gatto. Si è mio per davvero e si, è ha
uno sguardo particolare... e ti prego evità di lesionargli
subito i timpani..." rispose velocemente Santana.
"Che carino! E come si chiama!?"
"Non- Non ha ancora un nome in realtà..."
"Oooh! Potreste chiamarlo Barbra! Barbra è affetta da
strabismo, lieve, ma pur sempre strabismo!" esclamò Rachel
velocissima.
"Prima cosa, non è strabico ma speciale. Secondo,
è un maschio. Terzo, fosse stata una femmina non l'avrei mai
e poi mai chiamata Barbra." spiegò la latina per poi
aggiungere "Ma mi hai dato un'idea... Abrahm Lincoln era
leggermente strabico..."
"Davvero?" chiese Brittany sorpresa.
"Già..."
"Allora potremmo chiamarlo Abe..." commentò la Brittany
guardando il gatto "Ti piace Abe? A me sembra che manchi qualcosa..."
"Potremmo chiamarlo Special
Abe..." replicò Santana sorridendo.
"Mi piace Special Abe!" sorrise Quinn guardando il gattino.
"Gli si addice è vero" riprese Rachel "ma io vi inviterei a
riconsiderare la possibilità di chiamarlo Barbr-"
"Non succederà mai, Barbra... "
rispose veloce la latina per poi sorridere guardando il gattino "Ormai
è deciso... Signore vi presento Special Abe, ultimo arrivato
nella famiglia Lopez ed apparentemente nella glee-gang..."
-TBC-
Ricordate?
Abbiamo ancora due tre
voci da spuntare dalla lista e una cena con la famiglia Pierce xD
Grazie ancora!
Northstar
https://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
boh
Quando Santana entrò nel suo ufficio il
lunedì
mattina non si stupì nemmeno di trovare Puck sdraiato sul
suo
personale divano.
"Non dire nulla. So già cosa fare..." protestò il
ragazzo
alzandosi con una smorfia "Il il tuo caffè ed in
Financial Times sono sulla scrivania... posso anche dileguarmi...".
"Stavo per dire "Buongiorno"."
spiegò la latina sedendosi sulla sua poltrona "Ma fai pure
come preferisci...".
"Quindi... posso... posso restare?" chiese Puck sospettoso.
"Ti ho appena detto "fai
come preferisci"... non mi sembra di parlare
in aramaico..." ripetè Santana aprendo il Financial Times.
"Cosa vuol dire?"
"Cosa?"
"Aramaico..."
"E' una lingua." rispose Santana sfogliando il giornale.
"Interessante... dal nome sembra più un qualcosa da
mangiare..."
rispose Puck per poi chiedere ancora "Quindi, posso mettermi sul tuo
divano... di cui sei ossessivamente
gelosa... senza alcuna minaccia... o ricatto... o altro?".
"Puck," cominciò la latina alzando gli occhi "vorrei leggere
il
giornale in santa pace. Per una volta che non ti sto minacciando,
ricattando o altro, chiudi quella bocca."
"Oh... Ok..." sospirò il ragazzo sedendosi lentamente,
ancora non credendo alla mora.
Dopo più di mezzora di silenziosa e minuziosa osservazione
Puck
scattò a sedere sul divano, attirando l'attenzione di
Santana
che, sollevando le sopracciglia, chiese "Che c'è ora?".
"Non so se è un sogno o se hai battuto la testa veramente
forte
o se hai ricevuto una qualche misteriosa illuminazione
divina... Ma
oggi ti stai comportando in maniera stranamente gentile... insomma non
mi hai mai
fatto restare su quel divano per più di cinque minuti
ed è passata già una buona mezzora e poi sei
incredibilmente tranquilla e rilassata quindi-"
"Arriva al punto Puck."
"Beh... Se non lo faccio ora non lo faccio mai più... Sono
anni che io e Sam ci chiediamo come sarebbe vedere
Blade
Runner nel maxi schermo della sala riunioni e appunto stavo pensando se
magari... insomma... potessimo sfruttarlo una di queste sere?"
"Quindi dovrei darvi il permesso di entrare qui, nei miei uffici, una
di queste sere... solamente te e il pesce Bieber, notoriamente due
adolescenti mai cresciuti, e lasciarvi fare i vostri comodi sul mio
maxischermo... è così?"
"E' così. Ma saremmo solo noi due!"
"E' proprio questo che mi preoccupa..." spiegò la latina.
"Possiamo invitare Finn!"
"Non stai migliorando la tua posizione..."
"Allora solo noi due!" ritentò Puck.
"Sei consapevole del fatto che ogni stanza di questo palazzo ha delle
videocamere di sorveglianza e quindi finirei per accorgermi se invece
di Blade Runner decideste di vedere qualcos'altro... vero?"
"Vogliamo vedere Blade Runner, lo giuro!"
"Mmm... Posso pensarci... in fin dei conti anche io ho un favore da
chiedere a Sam..." osservò Santana.
"Ehi!" sorrise Quinn entrando nell'ufficio della mora "Ho il rapporto
entrate del mese...".
"Buongiorno, entra pure." rispose Santana chiudendo definitivamente il
giornale.
"Cosa ci fa Puck sul divano?" domandò confusa la bionda,
ignorando i gesti di Puck che la supplicava nel frattempo di tacere.
"E' seduto?" provò la latina.
"Si, è questo il punto..." sorrise Quinn osservando
attentamente la migliore amica "Tutto ok, Santana?"
"Grandioso. Perchè?"
La bionda guardò per un istante Puck cercando di capire cosa
stesse succedendo, ma il ragazzo in risposta alzò le spalle
scuotendo la testa.
"Santana... Non è che per caso... Hai dimenticato di dirci
qualcosa?"
"Non credo. Anzi, no. Decisamente no. Perchè?"
"Sembri... diversa..." insistette la bionda.
"Diversa?"
"Più... tranquilla, calma... rilassata
diciamo..." spiegò lentamente Quinn "Non trovi Puck?"
"Sembra più che altro miracolata..."
sorrise il ragazzo.
"Quinn, se non lo hai notato non sono nè Kurt nè
Rachel. Non parlo per allusioni e perifrasi. Di
cosa stai parlando?" chiese Santana sollevando le sopracciglia.
"Tu e Brittany... insomma... voi avete-" cominciò la bionda.
"Woooah! Non ci avevo pensato!" esclamò Puck scattando in
piedi per farsi dare il cinque da Santana.
"No! No!" rispose velocemente Santana, quasi arrossendo, per poi
rivolgersi a Puck e dire "E rificcati in tasca quella mano!"
"Oh avanti, sei troppo... beata,
per non aver combinato nulla!" insistette Puck riproponendo la mano per
il cinque.
"Per l'ultima volta: no, io e Brittany non abbiamo combinato nulla, e
Puck metti via quella mano." ripetè Santana.
"Non hai fatto nulla?" chiese ancora Quinn.
"No! Ve l'ho già detto, abbiamo solamente chiarito la
situazione. Fine." spiegò la latina.
"Ma quello era venerdì... magari avete combinato altre cose
nel frattempo..." provò la bionda.
"Perchè dovrei negarlo o nasconderlo!? Non ho mai tenuto
troppo privata la mia vita sessuale!" insitette la mora.
"Perchè a lei ci tieni..." spiegò Quinn
sorridendo.
"Giusto...." annuì Santana per poi riprendere "Ma giuro che
non è successo assolutamente nulla."
"Altri appuntamenti questa settimana?" chiese Puck per poi sorprendersi
ed aggiungere "Wow... Sto veramente prendendo a cuore questa cosa..."
Santana scosse la testa annoiata, per poi spiegare "Venerdì
mi porta a mangiare il sushi."
"Sushi." ripetè Quinn.
"Già... sushi..."
"E dov'è finita la storia "Non mangerò mai nulla
che non
sia passato prima per un microonde, padella, teglia o simili"?"
"Aaaah e va bene! Per conoscerci meglio e per altri motivi, io e
Brittany abbiamo stilato una lista delle cose che non abbiamo mai fatto
e la stiamo lentamente spuntando..."
"Posso leggere la tua lista!?" chiese curiosissimo Puck.
"No."
"E'... è per caso incluso un mènage à
trois? Perchè io mi presterei volentieri..."
"Puck!" esclamò Quinn colpendolo sul braccio.
"Con te e Santana! Non Brittany!" spiegò il ragazzo "Se poi
Brittany volesse aggiungersi io non avrei alcun problema
però,
sappiatelo!"
"Devo cacciarlo io, o ci pensi tu?" chiese Santana.
"Faccio io..." rispose Quinn prendendo il fidanzato per la manica.
"Aspetta, aspetta, aspetta!"
"Cosa!?" risposero in coro le due ragazze.
"Tu non hai mai mangiato sushi, cos'è che Brittany non ha
mai fatto?" chiese Puck.
Santana si lasciò sfuggire un sorriso divertito per poi dire
"Non posso dirvelo..."
"Oh, avanti! Non uscirà da questa stanza! Promesso!"
insistette il ragazzo "Ti do la mia parola!".
"Da quando la tua parola conta qualcosa?"
"Ok! Giuro su Quinn, che non ne farò parola con nessuno!"
riprovò il ragazzo facendo cambiare idea a Santana che
sorridendo spiegò "Lei... beh, lei non ha mai visto un
porno...
quindi..."
"Cosa!?" gridò praticamente Puck "Ma-ma- non è
possibile! A ventisette anni? Nah. Non ci credo..."
"Non tutti sono pervertiti come te..." rispose Quinn.
"O come voi, visto il fatto che avete ovviamente visto almeno un porno
nella vostra vita... beh, per quanto riguarda Santana so con certezza
che ne visti più di una decina... contando quelli che
abbiamo visto insieme..." sorrise compiaciuto Puck.
Quinn guardò un momento Santana confusa.
"Avevamo quindici anni! Eravamo curiosi..." spiegò la
ragazza incrociando le braccia imbarazzata.
"Ad ogni modo, lo guarderete insieme?" chiese Puck curioso.
"Si... e niente commenti di nessun tipo." replicò secca
Santana.
"Sai cosa?" sorrise Puck guardando la fidanzata "Dovremmo farlo anche
noi."
"La lista?"
"No, guardare un porno insieme! Sarebbe una cosa spettacolare, no?"
"No, Puck." rispose seria Quinn.
"Oh, avanti! Almeno proviamoci!" insistette il ragazzo "Sono sicuro che
finirà col piacerti!"
"Potreste almeno discutere della vostra vita sessuale al di fuori del
mio ufficio?" chiese Santana schifata.
"Andiamo Puck..." rispose Quinn trascinando fuori con sè il
fidanzato.
___________________________________________________________________________________________
Brittany e Santana, nonostante l'evoluzione del loro rapporto, avevano
continuato a prendere sul serio le loro ore alla
scuola. D'altro
canto Brittany aveva davvero bisogno d'aiuto nel correggere i compiti o
nel sistemare i piccoli problemi amministrativi della scuola,
e
non era ormai un problema il vedersi o sentirsi al di fuori
del
servizio sociale.
"Conosci il ristorante giapponese dietro il tuo palazzo?" scrisse
Brittany notando che oramai mancavano meno di dieci minuti alla fine
della loro ora "lavorativa".
"Mai mangiato sushi significa anche mai stata ad un ristorante
giapponese..." spiegò Santana con un sorriso.
"Giusto..." annuì Brittany sovrappensiero.
"Sceglierai te dove andremo a mangiare?" chiese Santana mostrando la
lavagnetta alla bionda.
"Certo. Ognuna pensa alla lista dell'altra... è
più divertente!"
"Oh..." sospirò Santana per poi scrivere "In questo caso
allora hai preferenze?"
Brittany alzò le sopracciglia confusa.
"Il porno intendo..." sorrise la latina.
"Vuoi farmelo vedere davvero?" chiese la bionda quasi spaventata.
"Ovviamente." annuì Santana divertita.
La bionda sorrise nervosa per poi voltare la lavagnetta senza alzare lo
sguardo "Prendi pure quello che preferisci..."
"Parli come fossi un'esperta!" sorrise la mora cercando di
sdrammatizzare.
"Sembri un'esperta..." scrisse ancora Brittany.
"Cosa?" esclamò Santana per poi insistere "In che senso!?"
La bionda sorrise divertita alla reazione della ragazza per poi
spiegare "Sembri una che sa il fatto suo..."
"Riguardo al porno!?"
"Riguardo al sesso..." scrisse ancora Brittany.
"Oh..." sorrise Santana quasi tirando un sospiro di sollievo
"C'è molta differenza nel dire "Sembri un esperta di porno"
e "Sembri un esperta di
sesso", Britt..."
"Qual è la differenza?"
"Principalmente la prima suona come un offesa e la seconda come un
complimento... almeno per me... E poi il porno ed il sesso sono due
cose così lontane..."
"Perchè?"
"Vedrai..." sorrise misteriosa Santana.
"Già ti vedo a scaricare un qualche porno su internet..."
scrisse divertita Brittany.
"Nah... non ho bisogno di scaricare alcun porno... Si dà il
caso
che uno dei miei migliori amici sia un collezionista di
porno..."
spiegò la mora con un sorriso.
"Devo proprio conoscere i tuoi amici... Da tutto quello che mi dici
sembrano essere grandiosi..." scrisse Brittany.
"Si... sono dei tipi a posto... Quando vuoi, una di queste sere ti
porto da Harry... che ne dici?"
"Volentieri." annuì la bionda.
"E... se vuoi puoi portare anche Artie..." scrisse Santana guardando
nervosamente Brittany.
Brittany sollevò le sopracciglia quasi a chiedere "Davvero?".
"Ok, no, non lo portare..." disse Santana ad alta voce, facendola
sorridere.
"Non devi fingere che ti piaccia... lo so che non lo sopporti..."
scrisse Brittany.
"Non lo conosco nemmeno! Non posso non
sopportarlo!" scrisse la mora pensando "E' che non riesco a pensare al
fatto che abbia te
al suo fianco non capendo nemmeno lontanamente quanto sia dannatamente
fortunato, senza
che mi venga voglia di investirlo con la sua stessa sedia...".
"Ok..." rispose quasi convinta Brittany "Ma non parliamo più
di lui. Quando siamo sole, io e te, lui non deve esserci."
"Affare fatto." annuì Santana felice, per poi guardare
l'orologio e dire "Devo andare fra poco. Ho un appuntamento con Sam...
Allora ci organizziamo per venerdì sera?"
"Questa settimana sono impegnata da giovedì in poi... Ti va
bene dopo domani?" chiese Brittany.
"Perfetto!"
"Allora ti faccio sapere entro domani."
"Aspetterò con ansia un tuo messaggio." sorrise Santana
riprendendo borsa e giacca per poi salutarla ed uscire.
_________________________________________________________________________________________
"Non ci credo!"
"Che c'è!?" chiese Sam stringendo il joypad nervosamente.
"Non è possibile che ci sia qualcuno ancora più
lento di Finnocence!" esclamò Santana indicando lo schermo.
"Ehi!" sbottò Sam offeso per poi cercare di difendersi "Non
sono lento, è che vengono da tutte le parti!".
"Dovessimo trovarci invasi dagli zombie saresti il primo ad essere
mangiato, Sam... Cosa aspetti? Sali su un tetto e usa il fucile di
precisione! Se continui così ti farai uccidere per la terza
volta in cinque minuti e non posso tollerare questo scempio!"
"Come se sapresti fare di meglio!" replicò il biondo.
"Scommetto cinquanta dollari che riesco a sopravvivere almeno quindici
minuti." cominciò Santana convinta.
"Facciamo venti e ci sto..."
"Affare fatto." sorrise la mora soddisfatta allungando la mano per
predere il joypad "Dammi quà...".
"Non ho ben capito cosa sei venuta a fare qui stasera, a parte
criticare la mia tattica di gioco e scommettere con me..."
cominciò Sam aprendosi una birra.
"Ne voglio una anche io Trouty." rispose la latina troppo presa dal
videogioco.
"Subito, maestà..."
"E' il minimo che puoi fare visto porterò il tuo stupido
cowboy
in cima alla classifica dei giocatori on-line... E che razza di nick
è Keldorn?"
"E' il personaggio di un vecchio videogame... ma non hai ancora
risposto alla mia domanda, Santana, il che comincia ad incuriosirmi..."
"Non posso distrarmi ora. Lasciami finire la partita."
"Lasciami indovinare... Ha a che fare con la bionda rubacuori?" chiese
Sam divertito, guardando Santana quasi lasciare la presa dal joypad.
"C'è mancato poco che mi facessero fuori, Sam! Tieni la
bocca chiusa!"
"Ok. Quindi si tratta della bionda." insistette il ragazzo.
"La bionda ha un nome, ed è Brittany."
"Non c'è bisogno che ti arrabbi se non ricordo il nome della
tua amata, Santana..." continuò Sam.
"Ok." cominciò la latina mettendo in pausa il videogame "Se
pensi di riuscire a distrarmi parlandomi di Brittany, pensi male. Ora
prepara i tuoi venti dollari e lasciami finire questi nove minuti che
mi separano dalla vittoria."
"Strano, perchè la parola "Brittany" sembra avere un certo
effetto su di te..."
La mora, capendo che l'amico non avrebbe ceduto, decise che prendere la
situazione in mano forse era la cosa migliore da fare.
"Mi serve uno dei tuoi porno." disse velocemente Santana cercando di
non distrarsi troppo.
"Cosa?!"
"Mi devi prestare uno dei tuoi preziosi porno da collezione..."
"Sai San, se sei davvero così... disperata... esiste
internet!
Non è davvero così squallido andare a cercare
porno
online... beh, non troppo perlomeno..."
"Disperata, Sam? Io?" sorrise Santana "Ma mi hai visto? Posso avere
chiunque... le ragazze vengono a beccare dalle mie mani come galline..."
"A quanto pare però non puoi ancora avere l'unica che
desideri davvero...".
"Non funzionerà Sam. Te l'ho già detto, prepara i
tuoi venti dollari..." sorrise Santana.
"Scherzi a parte, San... cosa devi farci con un porno?"
Santana prese un respiro per poi spiegare velocemente "Io e Brittany
abbiamo stilato una lista di cose che non abbiamo mai fatto, e Brittany
non ha mai visto un porno."
"Wow..." sospirò il ragazzo.
"Sei contento ora?"
"Posso venire anche io quando lo vedrete?"
"Assolutamente no." rispose veloce la latina per poi aggiungere
"Pervertito..."
"Io? Pervertito!? Non sarò io quello che guarderà
un film
porno con la ragazza dei suoi sogni..." sorrise il biondo.
"Perchè ne state facendo tutti una questione di stato? Non
è niente di chè in fin dei conti..."
obiettò
Santana.
"Non sarà nulla di chè, ma è una scena
a cui vorrei assistere, credimi..." sorrise il ragazzo.
"Quanto mi manca?" chiese la latina continuando a concentrarsi sullo
schermo.
"Quattro minuti ai tuoi venti dollari... Ma promettimi, promettimi che
le scatterai delle foto! O meglio, piazza una videocamera sopra la tv,
voglio troppo vedere le vostre reazioni."
"Non sperarci Sam." replicò secca Santana.
"Ad ogni modo... hai richieste particolari?"
"Nah... non le interessa niente di che, quindi andrei sul classico
porno, senza niente di troppo estremo..."
"Come niente di troppo estremo!? E' quello il bello dei porno!
Specialmente per chi non ha idea di cosa riescono a combinare!"
"Dio, sei davvero un pervertito... Quanto manca?"
"Due minuti... Dai, nemmeno una cosa a tre? O che so... qualche
location particolare?"
"No, Sam. Voglio il classico film porno, con la musichetta al
sassofono, la minima trama cretina, e quel minimo di azione che basti a
definirlo porno. Fine della storia."
"Uffa! Non sapete proprio come divertirvi..."
"Io mi diverto..." disse la latina, poggiando il joypad per terra
"Lasciandoti godere i miei ultimi, vittoriosi, trenta secondi di
partita, senza nemmeno toccare nulla...".
"Aah che scatole! Non sia mai che si vinca una scommessa con te..."
replicò il ragazzo lanciando i venti dollari all'amica, per
poi
spengere la tv.
"Ora... vogliamo vedere di scegliere questo benedetto porno?"
"Prego..." sorrise Sam aprendo un'anta del mobiletto su cui poggiava la
tv.
"Per la miseria... ma quanti sono?"
"Non so esattamente quanti sono, ma sicuramente ho superato i cento...
ora buona ricerca del "porno classico"..."
"Perchè dici così?" domandò Santana
cominciando a
scorrere i titoli piùttosto grotteschi, per poi spalancare
la
bocca e dire "No... ti prego, non dirmelo..."
"Oh, si..."
"Tu, Samuel Evans, sei una persona molto malata ed hai bisogno di serio
aiuto." disse lentamente la latina voltandosi a guardare l'amico.
"Sono malato perchè ho dei porno a tema?"
"Dio, Sam! Mi auguro che "Pokèporn"
non riguardi veramente i Pokèmon!" esclamò
Santana indicando il dvd.
"Riguarda gli esseri umani protagonisti... e beh, in effetti
c'è qualche scena in maschera..."
"Sei serio!? Ti eccita la zoofilia!?"
"No che non mi eccita! Ed anche se fosse i Pokèmon
non sono animali-
"Non migliori la tua posizione
così..." lo interruppe Santana.
"E per la precisione la zoofilia è
un'altra cosa, quella in questione sarebbe zooerastia..."
"Non so se essere impressionata o schifata..."
"Non sono così stupido come pensi sai, conosco anche io
qualche parolone..."
"Si, qualche parolone nell'ambito porno... Non ci tengo, grazie..."
sospirò Santana scorrendo ancora tra i dvd per poi sorridere
"Guarda qui, "I tre
porcellini"... almeno in questo caso non hanno cambiato il
nome..."
"No, quello è per davvero "I tre porcellini"..."
spiegò Sam, prendendo il dvd "E non so come sia finito
lì..."
"Sai una cosa? Lascio fare a te... Non voglio ficcare le mani fra le
tue cose e rischiare di incontrare altri "Doraeporn", "Star tits"
o simili... quindi mentre io mi godo la mia birra sul divano, te prendi
i tre dvd più semplici che hai e facciamola finita..."
"Sono daccordo." annuì Sam cominciando la ricerca.
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Come per il venerdì al planetario, si era
ripetuta la stessa routine per le ragazze.
Santana aveva chiamato un taxi, per poi passare a prendere Brittany e
tornare di nuovo nel suo quartiere, al ristorante scelto da Brittany.
"E' questo il posto?" chiese Santana indicando l'insegna appena
visibile.
Brittany fece cenno di si con la testa.
"Sicura? Perchè... sembra di entrare in casa di qualcuno..."
"I giapponesi sono solo molto discreti..." spiegò Brittany
sulla lavagnetta.
"Se lo dici te, Britt..." commentò Santana guardando
sospettosa
il posto, per poi essere presa a braccetto e trascinata all'interno del
ristorante dalla bionda.
L'interno era in effetti più somigliante ad un ristorante.
Santana tirò un sospiro quando vide che i tavolini erano
quelli
di qualunque altro ristorante di New York, collegando che non avrebbe
dovuto inginocchiarsi col rischio di rimanere letteralmente bloccata a
terra.
Al loro ingresso un cameriere si avvicinò subito alle
ragazze e
Santana subito disse "Abbiamo prenotato... a nome Pierce, credo...".
"Per di quà..." sorrise l'uomo facendo strada alle due.
Il tavolino delle ragazze si trovava poggiato ad una parete ad acquario
cosa che lasciò Brittany senza fiato e Santana piuttosto
perplessa.
Una volta indicato il tavolo ed annotato le ordinazioni di Brittany il
cameriere tornò verso la cucina con un sorriso, dando
finalmente
modo a Santana di tirare fuori la lavagnetta e scrivere "Sicura che non
ci crollerà addosso questa parete di vetro ed acqua?".
Brittany sorrise facendole cenno di sì con la testa.
"Quindi i nipponici possono avere una parete-acquario mentre il mio
ristorante a Manhattan non puo' avere un maxi-Breadstix che pende dal
soffitto!?" sospirò la latina annoiata.
"Sarebbe fortissimo!" rispose Brittany con un sorriso.
"Lo so! Ma dicono che è contro le norme di sicurezza..."
spiegò Santana per poi scrivere preoccupata "Un momento...
Siamo
qui davanti perchè prenderanno uno di questi pesci
e ce lo
taglieranno davanti!?"
"Penso che quelle cose succedano solo nei film,
San..." sorrise la bionda divertita.
"Ok, perchè non sono amante degli animali ma mi
farebbe
decisamente pena vedere un pesce morire sotto i miei occhi sapendo che
poi finirà nel mio stomaco..." scrisse ancora la latina.
"Dopo andremo a vedere quella cosa a casa tua?" chiese Brittany.
"Quella cosa, sta per "porno"?" rispose divertita Santana facendo
arrossire Brittany.
"Non è niente di chè, sai? Sarà
divertente invece,
vedrai..." promise la mora con un sorriso, per poi decidere di cambiare
argomento "Allora, a te piace il sushi?"
"Molto!"
"Sarà... è che non mi piace l'idea di mangiare
pesce crudo..." spiegò Santana.
"Non sembra nemmeno pesce crudo!" scrisse Brittany "Non ti accorgerai
nemmeno che lo è!"
"Solo perchè nei pesci non si vede il sangue non vuol dire
che
la cosa faccia meno schifo..." spiegò Santana lasciando
Brittany
perplessa.
"Vedi... sei hai davanti della carne cruda, la cosa che fa
più
schifo è vedere il colore rosso del sangue e quell'aspetto
così... vivo!
Per il pesce non è lo stesso perchè non ha le
stesse sembianze della carne..." insistette Santana.
"Non devi pensare al fatto che non sia cotto..." scrisse ancora
Brittany.
"Non è così facile sai?"
"San, siamo qui per farti provare una cosa nuova, una cosa nuova!
Non succede tutti i giorni di provare qualcosa per la prima volta!
Prendila come una cosa positiva!" sorrise Brittany voltando la
lavagnetta.
"Se lo dici te..." rispose poco convinta la mora.
Brittany allora allungando la mano strinse appena quella della latina
per poi dire un silenzioso "Fidati di me... Ok?"
"Ok..." sorrise Santana cercando inutilmente di non arrossire.
"Ecco a voi..." sorrise il cameriere poggiando a tavola un mega vassoio
"Buon appetito..."
"Grazie..." rispose Santana cercando di non maledire l'uomo per essere
arrivato precisamente ad interrompere quello che sembrava essere un
momento magico.
"Pronta?" chiese Brittany indicando il vassoio.
Santana osservò lentamente i vari assaggini di fronte a lei
per poi prendere un respiro ed annuire.
"Avanti? Voglio gustarmi questo momento!" scrisse Brittany offrendo il
vassoio alla mora.
"Ok. Puoi farcela. Non
deluderla.
Mangia e se proprio fa schifo manda giù e sorridi. E' stata
lei
a portarti qui, quindi devi sorridere Santana, sorridi!"
si disse Santana portandosi lentamente alla bocca il primo involtino
indicatogli dalla bionda.
"Ok."
pensò Santana masticando lentamente "Non
è niente. E' viscido, ma non sa di molto... E' un po' come
mangiare le schifezze vegane di Rachel, ce la posso fare...".
"Allora?" chiese Brittany curiosa.
"E' viscido..." osservò la latina con un sorriso "Ma
è buono."
"Prova questo, ora..." insistette la bionda passandole quello che
sembrava essere un diverso tipo d'involtino.
Ancora una volta Santana sorrise, ripetendosi mentalmente che non
poteva deludere Brittany, per poi accorgersi che quello che stava
mangiando le piaceva per
davvero.
"Ok, questo è molto molto buono..." rispose Santana allo
sguardo curioso di Brittany.
"Ovviamente..." sorrise la bionda.
"Ora quale provo?" chiese la latina curiosa.
"Questo..." indicò ancora Brittany "E' salmone".
Stavolta Santana si lanciò più sicura
all'assaggio.
"Mmm... Grandioso..." commentò la latina.
"Te l'avevo detto che dovevi fidarti di me!" scrisse Brittany
sottolineando la frase.
"Hai ragione, mai più dubiterò delle tue
parole!"
sorrise Santana continuando ad assaporare le varie portate "Mai, mai,
mai più! Promesso!".
La serata al ristorante era proseguita e terminata alla grande e
Santana era veramente felice del fatto che per una volta aveva messo da
parte le sue convinzioni fidandosi di Brittany, ma sapeva che la parte
veramente bella della serata doveva ancora arrivare.
"Pronta a spuntare il tuo punto della lista?" chiese Santana divertita
facendo accomodare Brittany nel suo salone.
"Più o meno..." sorrise Brittany.
"Non ti dico di fidarti di me perchè nessuno dovrebbe mai
fidarsi dei porno di Sam..." scherzò la mora.
"E' Sam che colleziona porno? Sam è il professore di
astronomia, vero?"
"Si e si." rispose Santana leggendo la lavagnetta, per poi scrivere "E'
un po' fuori di testa per quanto riguarda videogiochi, fumetti, film e
giochi da tavola ma è una delle persone più
preziose
della terra ed è un grandioso insegnante... ti piacerebbe..."
"Sono sicura che mi piacerebbero tutti i tuoi amici..." sorrise
Brittany.
"Aspetta di conoscere Berry..." replicò veloce Santana per
poi
alzarsi a prendere una busta ed estrarre in ordine tre dvd: "X-pen", "Puffando Puffetta",
"James Porn - Octopussy".
"Devo scegliere?" scrisse Brittany sgranando gli occhi.
"Prego..." sorrise Santana non riuscendo a trattenere il sorriso
divertito.
"Tra quei tre?"
"Credimi, sono i migliori che aveva..."
"Non oso immaginare gli altri..."
"Non farlo ti prego..." scherzò Santana.
"Allora..." cominciò Brittany pensandoci su "Credo che
sceglierò "Puffando
Puffetta"... Mi sono sempre piaciuti i Puffi..."
"E sia..." sorrise Santana alzandosi ad inserire il dvd.
"Di solito questi film... hanno una trama?" scrisse curiosa Brittany.
"Di solito hanno una trama molto molto molto breve... Ma visto che si
tratta oltretutto dei puffi non credo dobbiamo aspettarci molto..."
"Giusto..." sorrise la bionda.
"Pronta?" chiese ancora una volta Santana, ricevendo un cenno dalla
bionda.
"Puffo Forzuto!" sorrise Brittany guardando la latina riconoscendo il
tatuaggio del puffo, per poi scrivere a mano a mano che i nuovi attori
entravano in scena "Ecco Puffo Quattrocchi, e Puffo
Vanitoso!"
Brittany guardò Santana divertita quando vide entrare in
scena insieme a Puffetta, l'ultimo attore.
"No, ti prego... Non grande puffo..."
sospirò Santana scioccata notando che l'attore era
evidentemente davvero attempato.
"Per ora è carino!" scrisse Brittany sulla lavagnetta
aggiungendo una faccia sorridente.
"Si, ed ecco che cominciano a spogliarsi..." rispose Santana indicando
la tv, non volendosi perdere la faccia della bionda.
Brittany aveva semplicemente piegato la testa da un lato, quasi a
cercare di osservare meglio, per poi sollevare le sopracciglia
divertita.
"Tutto ok?" scrisse Santana con un sorriso.
"Almeno hanno lasciato i cappelli! E poi non è niente che
non ho
già visto..." scrisse Brittany per poi aggiungere "Da
entrambe
le parti..." facendo ridere Santana.
"C'è solo una cosa che non capisco..." scrisse Brittany
quando
le cose cominciavano a farsi più movimentate "Se
c'è una sola Puffetta... Come
andrà a finire?".
Santana sembrò pensarci un momento su per poi guardare lo
schermo e collegare improvvisamente con un salto.
"E' una gang bang! E' una gang bang!" esclamò la latina
cercando
improvvisamente il telecomando, mentre Brittany la guardava confusa.
"Che c'è?" chiese la bionda.
"NON GUARDARE! NON GUARDARE!" esclamò Santana gesticolando,
sollevando velocemente i cuscini del divano alla ricerca del
telecomando.
"Non capisco, cosa succed- Oh!" esclamò Brittany guardando
la tv.
Non trovando il telecomando la latina andò a piazzarsi
direttamente davanti al televisore coprendo però ben poco,
con
la sua minuta figura, del cinquanta pollici alle sue spalle.
"Avevo chiesto a Sam di darmi dei film molto semplici! Niente di
esagerato!" scrisse Santana dando tempo a Brittany di leggere, per poi
continuare "Ma quello stupido cervello di gallina mi ha dato un film
che comincia con una gang bang! UNA GANG BANG!".
"Una cosa?"
"E'... e'-" cominciò balbettando la mora per poi notare come
gli occhi di Brittany si fossero improvvisamente sgranati.
Allora Santana si voltò un momento verso la tv, capendo
perfettamente l'origine dell'espressione della bionda di fronte a
sè.
"Non credo ci sia più bisogno di spiegarmelo..." scrisse
Brittany continuando a guardare perplessa lo schermo.
"No! No! No!" esclamò la latina cercando freneticamente il
tasto
di spegnimento della tv, per poi decidere drasticamente di staccare la
spina.
Voltandosi di nuovo verso Brittany, Santana sospirò
mortificata "Mi dispiace
così, così, tanto, Britt... Non era quello che
avevo in
mente, giuro..."
Brittany si fermò un momento a guardarla, per poi scoppiare
a ridere a crepapelle.
Santana rimase confusa dalla reazione della bionda "Che
c'è?".
Ma Brittany non rispose, anzi, continuò a ridere,
piegandosi di tanto in tanto a riprendere fiato, contagiando anche la
mora con la sua risata.
Quando finalmente la bionda sembrò essersi calmata,
prendendo la
tavoletta scrisse "Avresti dovuto vedere la tua faccia quando hai
gridato "UNA GANG BANG"!
E poi? Quando ti sei incasinata in giro a cercare
il telecomando?" sorrise Brittany mostrandole l'aggeggio nascosto alle
sua spalle, scoppiando di nuovo a ridere "Potevo morire dalle risate!".
"E' stato divertente per te quindi..." scrisse Santana spalancando la
bocca.
"Non mi divertivo così da anni, San!" sorrise Brittany
entusiasta.
"Beh... Vuoi provare "X-pen"
o "James Porn"?"
provò la latina con un sorriso.
"No, dopo questi primi veloci minuti di "Puffando Puffetta"
credo di essere a posto con i porno per tutta la mia vita!"
"Lo credo bene..." scherzò Santana ricordando il poco che
aveva intravisto.
"Cosa facciamo ora?" chiese Brittany "E' presto per andare a
dormire e voglio comunque il mio film con te anche se non
sarà
un porno...".
Santana sorrise alle parole della bionda, che davvero voleva
passare la serata con lei...
non era lì per una lista o per altro... era lì,
nel
salone di casa sua, probabilmente traumatizzata dopo aver visto dei
tizi vestiti da Puffi darci dentro, solamente per stare con lei.
"Va benissimo per me..." sorrise Santana.
"Cosa ci vediamo?"
"Qualunque cosa tu voglia vedere..." sospirò praticamente la
latina non cercando nemmeno di nascondere quanto fosse innegabilmente
stracotta.
"Ti va un classico Disney?" scrisse entusiasta la bionda.
"Con te anche tutti quanti, dal primo all'ultimo, in ordine alfabetico,
e senza interruzioni..." rispose Santana ricevendo un'occhiata confusa
dalla ragazza, per poi scrivere semplicemente "Va benissimo, ce li ho
tutti!".
Brittany sorrise quasi scodinzolante per poi
aggiungere "Allora cominciamo con Aladdin?".
"Perfetto..." sorrise Santana andando a recuperare il dvd.
Al termine del film Santana aveva ovviamente accompagnato Brittany fino
al marciapiede ad aspettare il suo taxi.
"Allora, ti è piaciuta la serata?" scrisse Brittany passando
la lavagnetta alla latina cercando di rompere il "silenzio".
"Mi è piaciuta da impazzire..." sorrise sincera Santana per
poi
vedere arrivare il taxi e scrivere veloce "E non vedo l'ora di
ripeterla la settimana prossima, impegni permettendo..."
"Ci sto, basta che non ci siano di mezzo porno o puffi..."
"Magari possiamo guardare un altro classico Disney..." sorrrise Santana.
"Abbiamo dimenticato che prima di Aladdin
c'è A bug's
life ed A Christmas
Carol..." replicò la
bionda.
"Perchè prima?" domandò Santana confusa.
"Beh, se vuoi vederli tutti ed in ordine alfabetico..." sorrise
Brittany facendo arrossire Santana al pensiero che non era stata poi
così discreta.
"Grazie di nuovo per la bella serata..." scrisse
sorridente Brittany per poi avvicinarsi ad abbracciare forte l'ispanica
"Grazie a te, Brittbritt..." sorrise Santana lasciando
salire la bionda in macchina, per poi salutarla di nuovo.
___________________________________________________________________________________________
Aaaaaaah scusate come sempre se ci metto una vita per pubblicare
capitoletti così, un po' sciapetti! Ma ho poco poco poco
tempo e
devo giostrarmi in mille cose!
Grazie ancora a tutti voi che continuate a seguire la storia con tanta
passione!
Grazie a chi ha aggiunto la fic tra i preferiti/seguiti/ricordati, e
grazie infinite a tutti voi che continuate a recensire rendendomi la
persona più felice della terra dopo Brittany, che ovviamente
avendo Santana batte tutti!
Un abbraccio grandissimo!
Buona Pasqua!
Northstar
ps: in settimana dovrebbe arrivare l'aggiornamento pasquale di
Festivities :)
Aspettatevi questo nel prossimo capitolo:
Santana:
3. Mai avuto un animale
domestico
4. Mai preparato una
torta
Brittany:
3. Mai saltato su un
tappeto elastico
4. Mai guidata una
macchina
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
boh
"Credo che cominci ad essere stanco..." osservò Santana
accarezzando la pancia del gattino, per poi guardare Brittany
"Sbadiglia continuamente...".
"Dobbiamo trovargli un lettino..."
"Un lettino?" chiese Santana confusa.
"Ma sì, basta una scatola di scarpe riempita di qualcosa di
morbido." replicò Quinn.
"Questo si può fare..." sorrise la latina lasciando il
gattino a Brittany.
Dopo qualche secondo Santana tornò vittoriosa stringendo tra
le mani una maxi scatola di scarpe ed un vecchio maglione.
"Quello per lui è un castello..." osservò
divertita Rachel.
"Jimmi Choo. Solo il meglio per il mio gatto..." sorrise la latina
facendo l'occhiolino a Brittany, sistemando la vecchia lana all'interno
della scatola "Ecco, ora è tutto pronto. Prego!"
Brittany sistemò con cura il gattino che subito
cominciò ad accoccolarsi nel suo lettone.
"Allora..." cominciò Rachel dopo qualche secondo di silenzio
"Siete pronte per stasera?"
"Un momento..." cominciò Santana spalancando gli occhi "Chi
terrà d'occhio Abe stasera?! Non possiamo lasciarlo solo! E'
così piccolo! E così indifeso!"
"Oh dio..." sospirò Quinn divertita "Abbiamo creato un
mostro..."
"Voglio dire, non puo' restare da solo..." insistette la latina.
"Se vuoi possiamo restare noi con lui... Io e Puck non abbiamo
granchè da fare stasera..." si offrì Quinn.
"In effetti anche io e Finn siamo liberi! Possiamo restare noi se
preferisci..."
"Beh..." cominciò Sam affacciandosi dal terrazzo "Se proprio
qualcuno deve restare a fare da baby-sitter, quello è lo zio
single..." terminò indicandosi con un sorriso.
"Io l'ho detto per prima, Santana..." aggiunse velocemente Quinn "E
sono il tuo avvocato!"
"State veramente litigando per chi rimarrà a prendersi cura
del gattino?!"
"Certo!" esclamarono in coro Rachel e Quinn.
"Sam?" chiese la latina curiosa.
"E per il maxi schermo, i video game ed i tuoi fumetti... Ma anche per
il gatto! Io adoro Axe!"
"Abe!" lo ripresero insieme le ragazze.
"Maledizione!"
"Beh, c'è una sola soluzione a questo dilemma..."
cominciò Santana guardando il gattino dormire beato.
"Resterete tutti a guardarlo..."
"E non farai storie sull'occupare
la tua preziosa dimora?" chiese Rachel stupita.
"Fino a che non andate a ficcare il naso in camera mia per me non ci
sono problemi..."
"Ma i fumetti sono in cam-"
"Lo so, Sam. Puoi leggere i miei fumetti solo sotto la mia stretta
sorveglianza se lo hai dimenticato..." replicò decisa
Santana.
"Perchè?" domandò Brittany divertita.
"Perchè ha sempre le mani appiccicose, come quelle dei
bambini, e non voglio che rovini le mie preziose collezioni..."
"Certo..." sorrise la bionda scuotendo la testa.
"Vedi!? Anche Brittany pensa che sei ridicola!" esclamò Sam
soddisfatto.
"Lei non pensa che sono ridicola! Pensa che sono particolarmente
affezionata ai miei fumetti... Non è così?"
"Non mi aspettavo nemmeno che potessi possedere una collezione di
fumetti in realtà... sei piena di sorprese..." sorrise
Brittany.
"E non ha ancora visto le vere sorprese..." s'intromise beffardo Puck
affacciandosi "Il tappeto è pronto per la cronaca..."
"Dio sia lodato!" esclamò la mora alzandosi, per poi
afferrare
Brittany per il polso e tirarla verso di sè "Pronta?"
"Assolutamente!"
"Avanti allora... abbiamo una cena che ci attende..."
Arrivata sul terrazzo Santana si fermò qualche secondo ad
osservare il tappeto.
"Cosa aspettate?" chiese Finn soddisfatto.
"Qualcuno deve testarlo prima... Non voglio che Brittany si spezzi
l'osso del collo per la vostra incompetenza..." spiegò
Santana
indicando i diversi pezzi misteriosamente avanzati.
Finn, Puck e Sam si guardarono per qualche secondo, fino a che proprio
Sam sospirando si sfilò le scarpe annunciando "Ok. Vado
io... Ma
se mi faccio male pagherete voi due le spese ospedaliere, sia
chiaro...".
Finn e Puck si limitarono ad alzare le spalle.
Sam salì lentamente valutando la tenuta del tappeto per poi
cominciare lentamente a saltellare sempre più e
più in
alto.
"Sembra ok! Woooo!" esclamò il ragazzo divertito continuando
a saltare.
Prima che Santana potesse rivolgersi a Brittany anche Puck e Finn erano
saliti prendendosi a spintoni per fare prima dell'altro.
"Come volevasi dimostrare: tre ragazzini..." sospirò Santana
guardando Quinn e Rachel "Questo è il motivo per cui non ho
scelto l'attico con piscina...".
Poi la mora si voltò a cercare lo sguardo di Brittany,
trovandola a smessaggiare freneticamente.
"Tutto ok?" domandò Santana avvicinandosi.
"I miei genitori ci stanno aspettando al ristorante..."
"Di già!?"
"Come al solito mia madre ha fatto di testa sua..." spiegò
la bionda scuotendo la testa.
"Ma il tappeto- Non-" cominciò Santana spostando velocemente
lo sguardo fra la bionda e la terrazza.
"Potete sempre tornare più tardi..." propose Quinn dando una
gomitata ben poco discreta alla migliore amica "Non è una
buona
idea?"
"Io- Ti va bene Britt?" chiese la latina cogliendo la palla al balzo.
"Assolutamente! Non vedo l'ora di avere il mio turno sul tappeto
elastico!"
"Fantastico!" esclamò Santana eccitata, cercando poi di
ricomporsi "Ehm, ok allora... Vado a prendere la mia borsa e possiamo
andare..."
"Ti aspetto..." sorrise la bionda tornando a guardare i tre ragazzi
saltare sul tappeto elastico.
Al suo ritorno Santana fece attenzione a non farsi notare dalla bionda
per poi prendere da parte Rachel e Quinn e cominciare "Meglio per tutti
voi se al nostro ritorno avete già tolto le tende..."
"Che c'è? Vuoi organizzarti una seratina speciale?" sorrise
Rachel alzando suggestivamente le sopracciglia.
"No." replicò secca la mora.
"Non c'è niente di male sai?" insistette la brunetta.
"E' fidanzata Rachel, ricordi?"
"E quando mai questo è stato un problema per te?"
"Quinn, cortesemente, riassumi a Barbra la situazione durante la mia
assenza... e mi raccomando, vi voglio tutti fuori al mio ritorno."
disse Santana avvicinandosi a Brittany "Andiamo?".
"Pronta!" sorrise la bionda salutando velocemente gli altri, togliendo
velocemente dalla borsa la sua fedele lavagnetta "E' stato un piacere
conoscervi! Spero di rivedervi molto presto!".
"Anche noi lo speriamo..." sorrise Quinn per tutti con un sorriso.
"Ok, ora possiamo anche andare... buona serata e ricordati cosa ti ho
detto Quinn!" ripetè seria Santana guardando la bionda.
Dirigendosi verso l'ascensore Brittany chiese subito "Hai
già chiamato un taxi?"
"Niente taxi stasera..." rispose Santana.
"So che il locale è relativamente vicino, ma davvero vuoi
andare a piedi quando siamo già in ritardo?"
"Non cammineremo non preoccuparti..." sorrise Santana per poi pigiare
il tasto "-1".
"Dove stiamo andando, Santana?" chiese Brittany a metà fra
il divertito ed il preoccupato.
"Mi risulta che tu non abbia mai guidato una macchina, quindi..."
sorrise ancora la latina uscendo dall'ascensore per poi essere
immediatamente fermata da Brittany.
"Che c'è?"
"Sei seria?" domandò la bionda spalancando gli occhi.
"Certo! Visto che il tappeto elastico è letteralmente saltato
per il momento, voglio almeno farti guidare fino al ristorante..."
"Sicura?"
"Sicurissima e non chiedermelo ancora perchè la risposta
continuerà ad essere la stessa..." sorrise Santana aprendo
la
porta che dava al garage sotterraneo.
Brittany si fermò di stucco all'entrata.
Non si aspettava certo tutte quelle macchine, ma di certo non si
aspettava tutte quelle macchine d'epoca.
"A te la scelta. Tanto hanno tutte il cambio automatico..."
spiegò Santana indicando il garage.
Brittany non aveva idea di quale macchina scegliere, ma in compenso
aveva subito individuato quale non scegliere: un macchinone grigio
metallizzato che sembrava pronto per scendere in campo per qualche
importante competizione.
La bionda così cominciò a cercare la macchina che
le
sembrava poter avere meno valore, ma la scelta non era certo facile
visto l'età di alcune di quelle macchine.
"So cosa vuoi fare..." cominciò Santana "E non
funzionerà..."
Brittany alzò le spalle fingendo di essere confusa.
"Visto che non vuoi scegliere veramente la macchina che preferisci lo
farò io... e scelgo l'Audi R8 Spyder del 2010..."
"Quale sarebbe?"
"Vieni..." sorrise Santana guardando Brittany, per poi fermarsi di
fronte ad una macchina nera "Ta-dan!"
"Sei sicura?" chiese la bionda preoccupata.
"Si! Saranno nemmeno dieci minuti di strada... E poi ti
aiuterò io! Non avere paura!"
esclamò la latina eccitata per poi sedersi sul
sedile del passeggero "Avanti! Salta su e allaccia la cintura!"
Brittany dopo un respiro profondo si decise a seguire la latina.
"Ok, ora metto in moto e-"
"Aspetta, aspetta, aspetta!" gesticolò veloce Brittany.
"Cosa?"
"Hai pensato al fatto che non ti sento!? Non posso guardare la strada e
guardare le tue indicazioni!"
"Non preoccuparti, Britt... sono sicura che andrà tutto bene
e
capirai benissimo le mie indicazioni...." sorrise Santana spostandosi
verso l'interno dell'abitacolo sul suo sedile.
Brittany annuì sembrando più calma.
"Ora, questo è il freno e questo è
l'acceleratore, questo
è ovviamente il volante e per il resto non ti deve importare
di
nulla... ok?"
Brittany annuì una volta colti i gesti della latina che dopo
qualche secondo le prese la mano, portandola subito sotto il volante,
invitandola a premere il tasto.
Ora Brittany non poteva sentire il ruggito appena emesso dal motore, ma
dal suo sguardo e dalla bocca spalancata, Santana sapeva certamente che
riusciva a sentire le vibrazioni.
Santana allora poggiò delicatamente la mano sul ginocchio
destro della bionda che, comprendendo il gesto, cominciò a
premere delicatamente sull'acceleratore fino a che la macchina non
iniziò a muoversi lentamente.
Brittany si voltò per un istante con la bocca spalancata in
meraviglia e quando dopo qualche secondo continuò a non
voltarsi, Santana le indicò la strada con un
sorriso.
Era questo che le piaceva di Brittany. Il sorriso meravigliato che le
spuntava sul volto ogni volta che faceva o vedeva qualcosa per la prima
volta. Quel tipo di sorriso che solamente le persone più
pure,
più speciali, riescono a mantenere dall'infanzia alla
vecchiaia
senza nessuna fatica.
Arrivata all'uscita del parcheggio la latina aiutò Brittany
a
direzionare il volante per poi poggiarle di nuovo la mano sul
ginocchio, facendo sorridere ed arrossire la bionda: per la prima volta
Santana realizzò che forse aveva sottovalutato i vantaggi di
questo semplice giretto in macchina. Tornando a concentrarsi sulla
guida, Santana continuò a spostare, a seconda del bisogno,
la
sua mano sulle ginocchia della bionda che rispondeva ad ogni tocco con
un leggero scatto.
Al primo semaforo rosso, Santana poggiò delicatamente due
dita
sul mento della bionda, invitandola a voltarsi verso di lei.
"E' rosso, puoi guardarmi..." sorrise la latina ricevendo in risposta
un sorriso.
"Ho paura di combinare qualche guaio..." spiegò Brittany,
per
poi indicare lo specchietto retrovisore "Senza contare la fila di
macchine che ho creato alle mie spalle... mi vorranno uccidere tutti..."
"Fregatene... è più importante arrivare a
destinazione
sana e salva..." sorrise Santana per poi aggiungere "Allora? Mi sembra
che riesco a comunicare piuttosto bene anche senza gesti, non trovi?"
Brittany sorrise per poi rispondere "Devo ammettere che funziona
bene... ma non è il massimo della sicurezza
perchè riesci
davvero a distrarmi ogni volta che sposti la mano..."
Santana rimase senza parole limitandosi a sorridere imbarazzata alla
bionda.
Non le succedeva spesso di rimanere senza parole, ma dovette ammettere
che da quando Brittany era piombata nella sua vita, le succedeva sempre
e sempre più spesso.
Ma in maniera totalmente positiva.
E sarebbe rimasta a guardarla a lungo, totalmente felice tra l'altro,
se non fosse stato per il clacson insistente di una macchina alle loro
spalle.
"Ok, Britt! E' verde!" sorrise Santana tornando a poggiare la mano sul
ginocchio destro della bionda, stavolta con più intenzione,
facendo sorridere di nuovo la bionda.
Dopo altri dieci minuti, volati, le ragazze erano infine giunte al
ristorante dell'appuntamento. Santana lasciò velocemente le
sue
chiavi al parcheggiatore, per poi sistemarsi le pieghe sulla semplice
camicia che indossava e prendere un respiro prima di entrare.
"Non è un esame, lo sai?" sorrise Brittany aspettandola
appena all'ingresso.
"Cosa?"
"Sembri agitata..." osservò la bionda divertita.
"Agitata? Io?" cominciò Santana sollevando le sopracciglia
"Figurati!"
"Ok..." sorrise Brittany procedendo.
"Perchè
dovrei essere agitata?" si disse ironicamente l'ispanica
"In fondo è solamente la primissima volta nella mia vita in
cui
conosco ufficialmente i genitori di qualcuno, e la situazione degenera
se quel qualcuno è il qualcuno con cui sto cominciando a
sognare
un futuro... Non ho alcun motivo d'essere agitata!"
"Ragazze!" sorrise la signora Pierce vedendo entrare le
ragazze.
"Signori Pierce..." sorrise Santana con un cenno della testa.
"Fatti abbracciare, Santana Lopez!" sorrise Diane stringendo a
sè la mora, per poi abbracciare alla stessa maniera la
figlia.
Dopo aver salutato il signor Pierce, Santana prese posto di fianco a
Brittany proprio di fronte ai suoi genitori.
"Perdonate il ritardo." cominciò Santana "Abbiamo avuto un
piccolo imprevisto nel traffico..."
"Oh adesso si chiama così, eh?" sorrise la donna divertita,
facendo l'occhiolino al marito.
"Prego?" domandò ancora la latina imbarazzata.
"Oh! Non preoccuparti tesoro! Anche noi siamo stati ragazzi! Con quei
fisici e tutti quegli ormoni! Sarebbe grave il contrario!"
Santana guardò per un istante Brittany alla ricerca d'aiuto,
ma
la ragazza però sembrava totalmente immersa nello scrutinio
del
menu, così la latina si limitò a sorridere ed
annuire,
morendo internamente per l'imbarazzo.
"Allora!" cominciò la signora Pierce catturando l'attenzione
di
sua figlia con un gesto "Come è andata la consegna del
gattino?"
"Dovresti chiederlo a Santana..." sorrise soddisfatta Brittany.
"E' stato grandioso... semplicemente grandioso..." rispose la latina
"Ora è a casa con un paio di miei amici..."
"Da quanto conosci la lingua dei segni, Santana?" chiese il signor
Pierce curioso.
"Ho cominciato ad impararla un mese e mezzo fa... credo? Forse meno..."
rispose la mora cercando appunto di accompagnarsi dai segni "Ma sto
ancora imparando... cerco di usarla il più possibile ora..."
"E' un bel gesto da parte tua... Ammirabile..." sorrise l'uomo.
"Cosa?"
"L'aver imparato la lingua dei segni per Brittany..."
sottolineò Geoffrey sorridendo amorevolmente alla figlia.
"Beh... era il minimo che potevo fare per lei..." rispose sinceramente
Santana ricevendo un "Aaaw!" da parte della signora Pierce.
"Allora, come vi siete conosciute?" chiese la signora Pierce ad
un certo punto tra il dolce ed il caffè quando
Brittany si era
scusata un momento per andare in bagno.
"Beh..." cominciò Santana imbarazzata "Ho avuto un poco
piacevole incidente che comprendeva l'essere alla guida in stato di
ebbrezza... ed ora sono a scontare la pena del servizio civile al
fianco di Brittany...".
La tavola rimase silenziosa per qualche secondo, mentre Santana
mentalmente già malediva la sua boccaccia impulsiva.
"Mi piaci..." sorrise il signor Pierce "Chiunque altro avrebbe
inventato una menzogna, ma tu... non hai avuto problemi a dire la
verità... e da quel che ho visto dici sempre le cose come
stanno... E' un pregio!"
"G-grazie?" rispose confusa Santana.
"E da quanto vi conoscete?"
"Un paio di mesi..." rispose Santana con un sorriso.
"Che mi venga un colpo!" esclamò poco garbatamente Diane
facendo
sorridere i commensali "Devi essere qualcosa di speciale se Brittany ti
ha fatto entrare nella sua vita con questa velocità!"
"In realtà non è stato così facile
all'inizio..." sorrise la latina.
"Tesoro, se c'è una cosa che posso dirti con una sicurezza
che si
avvicina al cento per cento, è che tutte le più
grandi
coppie sono partite con qualche difficoltà..."
"Coppie?" chiese Santana confusa.
"Che c'è? Esiste un'altro nome ora per le coppie di sole
ragazze?" chiese la donna sorridendo.
"Oh no-no-" cominciò la latina balbettando.
"No, tesoro! Non preoccuparti! Sappiamo che Brittany va sia per il
dolce che per il salato..." replicò la donna per poi
aggiungere
di fronte all'epsressione scioccata di Santana "Si, insomma, sia per il
tenero che per il dur-"
"Diane!" cominciò il signor Pierce afferrando la mano della
moglie sul tavolo "Credo che Santana abbia colto cosa vuoi dire..."
"Si, io ho- ho capito ma-"
"Non c'è niente che non va, sai? L'amore è amore!
Che
importa se ha forme diverse da quelle che vanno per la maggiore?"
"E sono assolutamente daccordo ma-" provò ancora Santana.
"Oh! Ecco l'altra metà della mela! Non trovi che siano
particolarmente... complementari, Geoff?" sorrise la donna indicando
Brittany.
"Cosa mi sono persa?" chiese la ragazza sedendosi.
"Stavamo giusto elogiando come siete diverse! Come lo Ying e lo Yang!
Così diverse eppure così perfette insieme!"
"Stasera sei su di giri eh, mamma?" sorrise Brittany confusa bevendo un
goccio d'acqua.
"Sono su di giri perchè la mia bambina finalmente
ha
trovato la persona adatta a lei! La fidanzata adatta a lei!"
esclamò la donna, facendo quasi strozzare Brittany, che
subito
domandò "Fidanzata??"
"E' quello che stavo cercando di dirvi... Noi non-"
"Cosa!?" esclamò la signora Pierce scioccata.
"Siamo buone amiche..." spiegò Santana.
"Voi non- insomma non- non state insieme!?" cominciò la
donna indicandole a turno "Voglio dire- Nemmeno un po'!?"
"No..." rispose Santana incrociando lo sguardo con quello della donna,
per poi abbassarlo sul tavolino più per tristezza che per
imbarazzo.
"Quindi sei ancora con Arthur?!" chiese scioccata Diane.
"Si... Ma se ti puo' consolare, le cose non vanno gran bene..."
spiegò Brittany
facendo tirare un sospiro di sollievo alla madre, che subito si riprese
fingendo l'espressione più dispiaciuta che potesse.
"Mamma..." sorrise Brittany "Il mondo intero sa che non impazzisci per
lui..."
"Mi dispiace tesoro... Non posso farci nulla..."
"E non te ne faccio una colpa..." insistette la bionda.
Santana nel frattempo aveva lo sguardo fisso sul suo piatto, pregando
con tutta sè stessa che arrivasse presto un cameriere ad
interrompere il prima possibile quel momento super-imbarazzante.
"Tu sei fidanzata, Santana?" chiese improvvisamente il signor Pierce.
"No- Io... Non lo sono..."
"E sei dello stessa visione di Brittany? Insomma... sia per rosa che per il blu?"
"Sono più per il rosa..." ammise Santana con un sorriso
imbarazzato, sentendo Diane sussurrare un deciso "Si! Si! Si!".
"Mamma!" esclamò la bionda cogliendo di sorpresa tutti, ma
più di chiunque altro Santana, che si voltò con
un'espressione sconvolta e felice.
"Di tanto in tanto bisogna farti usare quella vocina, altrimenti
finirà per diventare ancora più ina..." sorrise
la donna.
"Dobbiamo andare ad ogni modo..." riprese Brittany con i gesti
alzandosi prendendo per il polso Santana che si alzò con
lei.
"Di già?"
"Abbiamo appuntamento con i suoi amici..." menti Brittany velocemente.
"Ma voi potete restare quanto volete, la cena è
già pagata..." aggiunse Santana.
"Pagata?" domandò il signor Pierce stupito.
"Santana, non dovevi!" riprese la signora Pierce colpita.
"La prossima volta pagherete voi... che ne dite?" propose Santana con
un sorriso.
"Fatti abbracciare!" esclamò la donna alzandosi a stringere
la
latina per poi sussurrare "Non perderti d'animo! Non sono fatti per
stare insieme!".
"Arrivederci, Santana..." sorrise il signor Pierce con una
più educata stretta di mano "A presto."
Brittany salutò velocemente i genitori, ancora imbarazzata,
per poi trascinare fuori dal locale Santana.
Dopo qualche minuto di totale silenzio in attesa della macchina,
Santana disse "Non è successo niente, sai?"
Brittany non rispose, si limitò a sollevare le sopracciglia
a mo' di sfida.
"I tuoi sono persone simpatiche... vorrei che i miei genitori fossero
più come loro..." insistette la latina.
"Non ti sei sentita in imbarazzo?" chiese la bionda confusa.
"Ho vissuto situazioni peggiori, che ci creda o no..." sorrise Santana
per poi aggiungere all'arrivo della macchina "Vuoi guidare? Magari ti
aiuta a rilassarti un po'...".
"Cosa direbbe Quinn se sapesse che stai infrangendo la legge per la
seconda volta nel giro di poche ore?" chiese la Brittany con un sorriso.
"Sicuramente partirebbe con una filippica delle sue... Ma sai come si
dice? Quando il gatto non c'è, i topi ballano..."
"Mi piacciono i topi..." replicò Brittany prendendo le
chiavi dalle mani della latina con un sorriso.
Una volta raggiunto il garage sane e salve, le due ragazze tornarono
all'ultimo piano, verso l'attico della latina che prima di aprire la
porta pregò con tutta se stessa che i suoi amici se ne
fossero
andati.
Una volta contati ben quindici secondi consecutivi di assoluto silenzio
Santana si tranquillizzò sul fatto che almeno Rachel non era
lì, tirando un sospiro di sollievo prima di aprire la porta
dell'appartamento.
Incredibilmente all'interno della era tutto al suo posto e non solo, la
casa era quasi ordinata.
"Ti dispiace se vado a ficcarmi una tuta ed un paio di scarpe da
ginnastica?" chiese la latina.
"No, assolutamente..." rispose Brittany per poi aggiungere "Nel
frattempo vado a controllare come sta Special Abe..."
"Ok" rispose Santana con un sorriso.
Pochi minuti dopo la latina scendendo trovò Brittany sul
divano a giocherellare col gattino.
"E' piuttosto sveglio per aver avuto una giornata così ricca
di
avvenimenti, eh?" sorrise Santana accarezzando il gatto tra le braccia
della bionda.
"Già..."
"Sai cosa pensavo?" cominciò Santana improvvisamente.
"Cosa?"
"Pensavo che questa storia della lavagnetta comincia ad annoiarmi..."
"Perchè?"
Brittany continuò a guardare la latina confusa, aspettando
che si spiegasse.
"Voglio dire... ci ho fatto caso, riesci a leggere perfettamente il
labiale... capisci tutto quello che dico, e se non capisci qualcosa
basta che lo ripeta nel linguaggio dei segni, allora perchè
continuare ad usare la lavagnetta?"
"E' comoda..." spiegò la bionda
alzando le spalle.
"No, non lo è in realtà..." cominciò
Santana
guardando la bionda dritta negli occhi "Basterebbe che usassi quella
splendida voce che ho sentito stasera e che sento ogni volta che ridi a
crepapelle..."
Brittany si limitò a scuotere la testa risoluta.
"Perchè? Ti ho sentito ridere mille volte e cerco di farti
ridere
il più possibile pur di sentire la tua voce! E quel "mamma",
stasera! E' stato come- è stato come un fuoco d'artificio,
lo
giuro!" insistette Santana
sorridendo "Perchè non vuoi parlare? Con me?"
"Non è così facile..."
"Si, Britt, lo è!"
"Non sento la mia voce da vent'anni, credi sia facile riuscire a
parlare senza sentirsi?" rispose bruscamente la bionda.
"Immagino non sia facile, ma-"
"Io odio la mia voce." la interruppe Brittany "Odio il fatto che so
bene, che non sono più in grado di pronunciare quello che
dico
nella maniera in cui vorrei..."
"Che importa! Non mi importa se non parli come uno di quegli stupidi
lettori di audio libri! Voglio solo sentire la tua voce... Puoi farlo?
Per me? Dì qualunque cosa, ti prego..."
Brittany, continuò ad accarezzare Abe senza alzare lo
sguardo, per poi prendere un respiro e dire semplicemente "Ciao... ?".
Santana sorrise, tirando quasi un sospiro di sollievo, per poi dire "E'
un inizio..."
Brittany annuì con un sorriso imbarazzato.
"E la tua voce? Non ha niente che non va, Britt... Credimi..."
insistette Santana cercando lo sguardo della bionda che
continuò
a sorridere nervosa.
Ma Santana non voleva insistere...
così, ottenuta
l'attenzione della bionda, si limitò a dire "Pronta per il
tappeto elastico?".
Brittany annuì decisa alzandosi velocemente, ma
delicatamente,
per poggiare di nuovo Abe nel suo "letto", per poi seguire Santana in
terrazzo.
"Prego..." sorrise la latina indicando il tappeto.
"No..." cominciò Brittany scuotendo la testa.
"No cosa?"
"Anche tu sali!"
"Io? Nonono... Non sono un appassionata di questo genere di cose..."
spiegò velocemente la latina.
Brittany rimase qualche secondo speranzosa a guardarla, per poi
sfilarsi le scarpe e salire lentamente sul tappeto, provando qualche
piccolo salto sperimentale.
Inutile a dirsi, trenta secondi dopo la bionda aveva già
preso
confidenza col tappeto saltando in aria come se volesse prendere il
volo da un momento all'altro.
Santana rimase a guardarla per diversi minuti fino a quando Brittany,
fermandosi le allungo una mano sorridendo, per poi sussurrare "Per
favore?".
La mora sorrise, per poi sfilarsi le scarpe ed
aggiungere "Solo
perchè me lo hai chiesto educatamente..." salendo sul
tappeto.
"Ti prego Brittany non cominciare a saltare come un canguro epilettico
altriment- Brittany!" esclamò la latina cercando di
aggrapparsi
alla bionda che, prevedibilmente aveva ripreso con i suoi super salti.
"Britt! Ancora qualche salto e dovremo pulire il mio vomito dal
tappeto!" esclamò Santana, consapevole del fatto che
Brittany,
non l'avrebbe comunque capita.
Stava per scendere, stava per farlo davvero, quando sentì la
bionda cominciare a ridere a crepapelle, divertita probabilmente dalla
sua stessa espressione terrorizzata, e fu sufficiente quel suono
fantastico a farle decidere di rimanere ancora su quel tappeto, fino a
che non avrebbe sentito quella risata esaurirsi.
Dieci minuti più tardi, quando anche per Brittany era
diventato stancante saltellare senza tregua sul tappeto, Santana si
decise a scendere cercando di riprendere fiato, per essere poi seguita
dalla bionda che andò a sedersi vicino a lei.
"Allora? Ti è piaciuto il tappeto elastico?" chiese Santana
con un sorriso.
"Da impazzire!" rispose eccitata la bionda per poi aggiungere "Ma
c'è ancora una cosa da fare questa sera...", offrendo una
mano alla latina che la afferrò dopo qualche secondo di
confusione.
"Britt? Cosa- Cosa c'è ancora da fare?" chiese Santana
lasciandosi condurre in casa sua dalla bionda.
"Non guardarmi così!" sorrise Brittany, arrossendo sotto lo
sguardo di Santana per poi spiegare "Mi risulta che abbiamo ancora un
dolce da preparare...".
"Oh! Quello..."
"Beh, se non sei stanca..." aggiunse la bionda.
"Stanca?" sorrise Santana aprendo un cassetto per poi prendere un
grembiule e lanciarlo a Brittany e dire "Non hai idea di quanto a lungo
possa restare sveglia ed attenta..."
"E' una sfida?"
"Puo' darsi..." rispose la latina con un sorriso, cominciando a seguire
le azioni della bionda, per poi sentire "Grazie, San..."
La mora restò un istante confusa, a sorridere come un ebete
per l'ennesima volta quella sera, per poi finalmente uscire dalla sua
trance e rispondere semplicemente "Grazie a te, Britt..."
___________________________________________________________________________________________
Se ve lo state
chiedendo, ecco quali sono le prossime voci delle liste:
Santana:
5) Mai visitata la
Statua della Libertà.
6) Mai visto Titanic.
Brittany
5) Mai viaggiato fuori
New York in macchina.
6) Mai stata ad una
festa in casa.
_____________________________________________________________________________________________
Piccolo
momento di pazzia dell'autrice, ogni tanto succede xD
Vorrei innanzi tutto
chiedere perdono per il ritardo con cui sto pubblicando ultimamente e
vorrei ringraziare tutti voi che con tanta pazienza attendete comunque
l'arrivo dei nuovi capitoli.
Le cause di questo
ritardo sono diverse, ma quella principale si chiama vita.
Perchè,
purtroppo o per fortuna, la mia vita va avanti anche al di fuori di
Efp... il che si traduce in poco tempo, poca ispirazione e conseguente
poca voglia... a cui vanno aggiunti troppi impegni, troppi
casini in famiglia e fuori e troppe poche ore nel corso della giornata.
Il punto
è questo: scrivo per pura passione, scrivo perchè
mi piace potervi intrattenere e potervi trasmettere qualcosa, e chi mi
conosce sa bene che mi riduco a scrivere nella penosa fascia oraria
22:30 - 02:30 (quando sono fortunata) pur di produrre il nuovo capitolo
nella sola speranza che sia decente, perchè ultimamente non
ho nemmeno modo di rileggere.
Perchè,
nonostante tutto, continuo a farlo?
- Per un tornaconto
economico? No.
- Perchè ho
tempo da buttare? No.
- Perchè amo
così tanto toccare la mia tastiera che non posso farne a
meno? No.
Lo faccio, sempre e
comunque, per
voi lettori, perchè è un piacere
immenso ed incalcolabile sapere che posso sollevare anche in minima
parte la giornata di qualcuno di voi.
E' una delle sensazioni più belle al mondo.
Quindi
perdonatemi per il ritardo, ma vi chiedo di mostrarmi lo stesso
rispetto che io mostro a voi impegnandomi a pubblicare ad orari
orrendi, come ora che sono le 2 e 50 del mattino, quando la sveglia
suona comunque alle 6 spaccate...
A tutti coloro che mi
hanno scritto privatamente, prometto di provare a rispondere domani in
giornata :)
Per il resto, come
sempre, un grazie infinito a tutti voi per continuare a seguire con
passione questa/e mia/e storie :)
Oh, e fatevi leggere che
mica mordo ;P
Un abbraccio grande
Northstar
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
boh
Perdonate il ritarderrimo
e buona lettura!
_____________________________________________________________________________________________________
"Buongiorno..." salutò Santana entrando nel suo
ufficio,
lasciando un piatto da portata avvolto in una busta sulla scrivania di
Puck.
"Buongiorno?" chiese Puck alzando le sopracciglia.
"Che c'è?"
"Mi hai dato il buongiorno... E non lo fai mai a meno che non
sia
ironico e quindi seguito da una serie infinita di rimproveri..."
cominciò il ragazzo per poi sorridere "A meno che te e
Brittany..."
"No, Puck." tagliò corto la mora.
"Come no!?
Vuoi prendermi in giro!?" esclamò il ragazzo
scioccato seguendo la latina nel suo ufficio, afferrando al volo il
piatto lasciato da Santana.
"E cosa avete fatto dopo la cena?" chiese ancora incredulo Puck.
"Questo," cominciò la latina indicando il piatto "abbiamo
giocato con Abe, che tra l'altro sta avendo uno strano effetto su di
me, il che potrebbe benissimo essere allergia... E..."
"E? Le hai almeno toccato le tette?"
"No."
"Pomiciata spinta sul divano!? Ti prego dimmi di si!"
"No, Puckerman, e rimettilo nei pantaloni..." replicò
Santana con un espressione schifata.
"Allora cosa?"
"Abbiamo parlato..." sorrise la mora soddisfatta.
"Bah..." sbuffò Puck.
"Bah!?" esclamò Santana "Hai sentito cosa ho detto!?"
"Sapete fare solo questo voi donne..." commentò il ragazzo
lasciandosi cadere sul divano.
"Puck... Britt mi ha parlato!
Ha usato la sua voce!"
"Oh..."
"In realtà "parlato" è una parola grossa... non
abbiamo
fatto grandi discorsi, si è limitata a qualche monosillabo
qua e
là... ma è un inizio, no?"
"Direi proprio di si..." sorrise divertito Puck.
"Che c'è?"
"E' quanto meno strano vederti così presa e... paziente..."
"Paziente?"
"Avanti Santana, da una scala da uno a dieci quanto hai voglia di
trascinarla a letto?!"
"Vuoi sapere qual è la cosa veramente strana?"
"Non dirmi che non ti importa perchè saresti una gran
bugiarda..."
"Non è che non mi importa... Ma per la prima volta l'aspetto
prettamente fisico è passato in secondo piano..."
"Davvero?" domandò il ragazzo sollevando le sopracciglia
scettico.
"Sono seria, Puck..." sbuffò Santana quasi offesa "E'
emozionante e gratificante vederla aprirsi a me così
lentamente... è come veder sbocciare un fiore, capisci?"
"Da quando fai uso di acidi?" chiese seriamente il ragazzo.
"Perchè, perchè
ho deciso di avere questa conversazione con te?!"
"Perchè Quinn è in tribunale?"
"Probabile..." rispose Santana sedendosi alla sua scrivania "Allora,
qual è il programma della giornata?"
"A parte Mike, che dovrebbe essere a momenti, hai la giornata
totalmente vuota..."
"Perfetto..." sorrise la latina.
"Perchè? Hai intenzione di combinare qualcosa con Brittany?"
"Puo' darsi..."
"Ti ricordi del week end, vero?" chiese il ragazzo improvvisamente
serio.
"Il week end cosa?"
"Sei seria!?"
"Lo so Puck... E' il tuo compleanno..."
"E si festeggia alla solita vecchia maniera..."
"Anche quest'anno torniamo a Lima?"
"Puoi scommetterci l'azienda, capo..." sorrise il ragazzo soddisfatto.
"Quale sarà il tema quest'anno?"
"Il tuo regalo sarà sempre il pagarmi la festa?"
"Se non vuoi cambiare la "vecchia maniera"..."
"Allora voglio un gran festino in stile universitario... Torniamo tutti
al college!"
"College che non hai frequentato..." aggiunse Santana confusa.
"E' questo il punto..." spiegò sorridente il ragazzo
guardando curioso il piatto sulla scrivania della mora.
"Puoi mangiarlo."
"Cos'è?"
"Il dolce che abbiamo fatto stanotte..."
"Forte!" esclamò Puck strappando l'involucro del piatto
osservando la torta.
"Sembra buona!" disse poi il ragazzo ficcandosi in bocca un pezzo
gigante di dolce.
"Già..." sospirò la latina sfogliando
distrattamente il giornale.
"Oh mio Dio..." cominciò Puck correndo dietro la scrivania
di Santana per sputare il boccone nel cestino.
"Oh...
sembra che il mio
assistente debba ripulire il cestino..."
"Cosa c'era lì dentro!?" chiese Puck schifato indicando la
torta "Non ho
mai mangiato niente di simile ed una volta ho cenato a casa di Lauren!"
"Beh... E' uscito fuori che Brittany non è poi una
così
esperta pasticciera... senza contare che ci siamo distratte ed abbiamo
ridotto la cucina in un campo di battaglia..." spiegò
Santana
divertita.
"Potevi avvertire!"
"E dov'era il divertimento?" sorrise ancora la mora.
"E' permesso?" disse Mike affacciandosi appena all'ufficio.
"Entra pure, Bruce Lee..."
"Wow! Cosa si festeggia?" chiese il ragazzo notando la torta.
"Ne vuoi un po?" esclamò velocemente Puck.
"Graz-"
"E' immagniabile..." lo interruppe Santana.
"Perchè hai dovuto rovinarmi la scena?!"
"Perchè ho bisogno di Mike in salute e non posso rischiare
che
muoia per la torta-tossica..." rispose velocemente la mora.
"Non so se devo sentirmi lusingato..." commentò confuso il
ragazzo per poi aggiungere "Allora? Come è andata ieri sera?"
"Non hanno combinato nulla. Nada de nada." spiegò Puck.
"Avanti, dì pure la tua..." lo invitò Santana
curiosa.
"Oh... Beh il procedere cauti è quasi sempre la cosa
migliore da fare..."
"Mike non puoi dare consigli del genere quando so che hai
già concluso con Tina..." lo interruppe Santana.
"Bingo!" sorrise Puck dando una pacca sulla spalla all'asiatico.
"Come- Chi-" balbettò Mike imbarazzato.
"So tutto, Chang... Appuntamento numero cinque per la precisione..."
"Tina ha appena guadagnato cinquanta punti-stima..." sorrise Puck.
"Ad- Ad ogni modo... Hai bisogno di me per cosa, esattamente?"
"Il venerdì pomeriggio fate ancora quei corsi di ballo?"
"Non sono esattamente "corsi",
ma si, balliamo..."
"A che ora esattamente chiudi di solito?"
"Diciannove?"
"Perfetto..." sorrise Santana.
____________________________________________________________________________________________
"Sicura che faremo presto?" cominciò Santana guardando
Brittany seduta al suo fianco sul traghetto.
Brittany si limitò ad annuire con un sorriso ma la latina
sollevò le sopracciglia speranzosa, per essere ricompensata
con un
flebile "Si...".
"Bene, perchè vorrei portarti in un posto più
tardi..."
"Dove?"
"E' una sorpresa..." rispose misteriosa Santana.
"Devo preoccuparmi?" chiese scherzosamente Brittany.
"Che c'è? Non ti fidi di me?"
"Beh... Dopo il video porno..." sorrise la bionda.
"Ehi! Quello lo hai scelto tu!"
"In realtà li hai scelti te per prima..."
"Sam. Sam
li ha scelti." spiegò Santana "Ed ora che ci penso non l'ho
ancora punito..."
"Oh, avanti, non credo che lo abbia fatto di proposito..."
"Qualcosa mi dice di si, invece..." sorrise la mora conoscendo l'amico,
per poi notare come Brittany continuava a strofinarsi nervosamente le
mani.
"Cos'hai?"
"Non mi piace pensare che siamo sopra una distesa immensa d'acqua in
questo momento..." spiegò la bionda con una smorfia.
"Perchè?"
"Non so nuotare..."
"Nah, ti prometto che dovessimo affondare..." cominciò
Santana
facendo sussultare Brittany "Cosa ti assicuro non
succederà, ci penserò io a portarti in salvo..."
Brittany si lasciò sfuggire una risata "Perdonami, ma non
sembri
proprio la più esperta delle nuotatrici... e poi sei
così
minuta!"
"Chi ha mai detto di essere un'esperta nuotatrice?" sorrise Santana "Ma
stai sicura che a costo di gettare tutti gli altri passeggeri in mare,
ti farei salire su una delle scialuppe. Fosse anche l'unica
scialuppa..."
"Non so se essere impressionata dal tuo eroismo, o dal fatto che
condanneresti a morte gli altri passeggeri per salvare me..."
"Grazie!" esclamò la latina scherzosamente per poi osservare
la
Statua diventare sempre più grande mano a mano che il
traghetto
si avvicinava
"Non dobbiamo fare il giro guidato, vero?"
"Perchè?"
"Perchè i giri guidati mi annoiano a morte."
"No, il giro guidato non è necessario. Ma ti dico subito che
arriveremo fino all'osservatorio sulla corona."
La latina guardò attentamente la statua per poi dire "Va
bene... Ci sarà un ascensore, insomma..."
Brittany sorrise voltandosi verso il mare.
"Britt?" cominciò Santana poggiando la mano sulla gamba
della
bionda che però continuò a sorridere evitandola.
"Brittany. C'è un ascensore, vero?"
"Non proprio..."
"Cosa?"
"Sono trecentoventisei gradini..."
"No." sorrise Santana "Dimenticalo. Non c'è alcuna
possibilità. Non farò mai e poi mai trecentoventi
e passa
gradini solamente per guardare New York. No."
"Fallo per me, San!" provò Brittany.
"Trecentoventisei hai detto? Io prendo l'ascensore anche per arrivare
al primo piano dell'azienda!"
"Ti prometto che ne varrà la pena!"
"C'è un buffet con fiumi di alcool in cima?"
"Non credo..."
"Allora rimango sulla mia posizione. Irremovibile."
Brittany spalancò la bocca fingendo di essersi offesa.
"Non fare quella faccia, Britt! Non c'è alcuna
possibilità che io faccia tutti e trecentoventis-"
"Per favore?"
disse Brittany riuscendo ancora una volta a stupire Santana che
sorridendo disse "No, no, no! Non attacca! Non attac-"
"Fallo per me?"
insistette la bionda.
"Ugh..." sospirò Santana "E va bene! Ma sia chiaro il fatto
che
non basterà sempre così poco a farmi cedere, ok?"
"Ok..."
annuì soddisfatta Brittany.
"Ok." ripetè Santana volendo avere l'ultima parola per poi
sentire l'annuncio dell'arrivo a Liberty Island.
"Ci conviene sbrigarci se dobbiamo arrivare fino in cima,
perchè ho intenzione di prendermela molto
con calma,
ma non voglio restare qui fino a stasera..."
"Va bene... Vado avanti io..." cominciò
Brittany passando avanti alla mora per poi aggiungere "Così
al massimo posso trainarti per una decina di gradini..."
Mezzora più tardi, dopo un caffè ed una tappa ai
negozi di souvenir, le ragazze non avevano ancora raggiunto la corona
della statua.
Santana era al suo quarto break proprio nell'ultimo minuscolo
pianerottolo che le divideva dalla vista mozzafiato che Brittany
continuava a promettere.
"Posso farti una foto?" provò Brittany.
"No." rispose velocemente Santana coprendosi il viso per sicurezza, per
poi sentire Brittany ridere e sollevare lo sguardo "Che hai da ridere?".
Brittany si limitò ad indicare con lo sguardo le persone che
circondavano Santana e che come lei stavano cercando di riprendere
fiato.
La mora, non appena si rese conto che vicino a lei a riposare erano
rimasti solamente un paio di vecchietti ed una coppia con almeno
quaranta chili di troppo a testa, si staccò di colpo dal
muro
facendo finta di nulla.
"Non è divertente..." sorrise Santana guardando Brittany
ancora divertita.
"Si che lo è..." rispose Brittany una volta ottenuta
l'attenzione della latina.
"No, non lo è! E oltretutto sto sudando!" sbuffò
frustrata Santana.
"E' normale!" sorrise la bionda.
"No! Non lo è!" esclamò Santana facendo voltare
le altre
persone, che fino ad ora non avevano nemmeno notato la conversazione in
corso.
Brittany si limitò a sollevare le sopracciglia curiosa per
poi riprendere "Non è normale?"
"Non lo è per me!" spiegò la latina cominciando a
parlare
con voce leggermente più alta guardando divertita le due
coppie
lì vicino "Io non sudo! Non sudo... se non quando sono
impegnata
in particolari attività fisicamente estenuanti ed allo
stesso
tempo molto soddisfacenti..."
"Santana!" sussurrò Brittany, arrossendo di fronte alle
espressioni imbarazzate dei quattro signori li vicino.
"Ok. Sono pronta per ripartire..." spiegò Santana
dirigendosi verso le scale seguita da Brittany.
Arrivata in cima Santana si guardò attorno notando il
minuscolo
spazio che la circondava, per poi voltarsi verso Brittany con
un'espressione confusa.
"E' tutto qui?"
"Cosa ti aspettavi?"
"Qualcosa- Qualc- E' davvero tutto qui!?" ripetè Santana
"Trecentoventisei gradini per due metri per tre di... di... ACCIAIO!?"
Brittany sorrise divertita per poi avvicinarsi alle aperture della
corona e fare cenno a Santana di avvicinarsi.
"No." replicò Santana incrociando le braccia e piantando il
broncio come un bambino.
"Santanaaa..."
provò delicatamente Brittany tentando la sua arma migliore.
"No. Non funziona. Non stavolta." insistette la latina dirigendosi
decisa verso le scale per essere poi fermata da un braccio attorno alla
vita.
"Fidati di me..."
insistette
Brittany praticamente sussurrando all'orecchio della latina che si
bloccò improvvisamente, come pietrificata.
"Per favore?"
disse di nuovo la bionda facendo rabbrividire e sciogliere Santana
nello stesso istante.
La latina allora, cercando di riprendere il controllo della
situazione, disse voltandosi lentamente "Dobbiamo stabilire
delle
regole su quando e come utilizzare la tua ritrovata voce."
"Perchè?"
"Perchè- Perchè... Per validi motivi che ora non
ho voglia di esplicare."
"Ok." sorrise Brittany trascinando Santana verso le minuscole
finestrelle della corona invitandola a guardare il panorama
"Non è
incredibile?"
Santana avrebbe voluto continuare con la recita della bimba offesa, ma
la vista era davvero troppo incredibile per non commentare genuinamente
con un "Wow..."
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto..." sorrise Brittany dando una spallata
giocosa alla mora.
"A-Ah! Non sfidarmi!" scherzò Santana per poi guardare
Brittany frugare nella sua borsa e tirare fuori due birre.
La latina sollevo le sopracciglia nello stupore per poi puntare il dito
contro la ragazza e dire "Cattiva, Britt! Cattiva! Non si
può
bere quassù..."
"Credevi davvero che ti avrei portata fin qui senza farti almeno un po'
felice?" sorrise Brittany per poi passare entrambe le bottiglie alla
mora ed
indicarle spiegando "Quando l'altra sera hai aperto il frigo ho notato
che avevi sia delle Corona che delle Guinness... così..."
"Quale preferisci tu?" propose la mora.
"Non sono un'esperta di birra..." spiegò Brittany alzando le
spalle.
"Ok, allora per te la Corona, per me la Guinness." sorrise Santana
stappando la bottiglia per poi passarla alla bionda "Anche se la
prossima volta dovrai assaggiarla con il limone... altrimenti non
è la stessa cosa... Ma sbrighiamoci prima che le altre
coppie arrivino a fare la spia..."
"Ok..." annuì Brittany allungando la bottiglia verso
Santana, che prontamente rispose al "brindisi".
"Alla nostra." sorrise Santana
"Alla nostra...".
__________________________________________________________________________________________
"Dove stiamo andando insomma?" chiese Brittany guardandosi intorno.
"E' una sorpresa..."
"Lo hai già detto..."
"E continuerò a ripeterlo ogni volta che me lo chiederai..."
spiegò Santana divertita "E poi siamo praticamente
arrivate..."
rispose Santana indicando una porta consumata sull'altro lato della
strada.
"Lì?"
"Lì."
"Cos'è?" chiese la bionda curiosa.
"Sai già cosa sto per risponderti, Britt..." sorrise Santana
facendo cenno alla ragazza di seguirla.
Arrivata alla porta Santana provò a spingere trovando
però la porta chiusa.
"Maledizione..."
"E' chiuso?"
"Mi aveva detto che sarebbe stato qui fino alle sette..."
mugugnò Santana frugando nella borsa per estrarne una chiave
evidentemente appena copiata e canticchiare "Ta-daaan...".
Brittany la guardò terrorizzata, forse pensando che la
ragazza stava per infiltrarsi nella casa di qualcuno.
"E' tutto ok! Ho il permesso..." sorrise Santana per poi abbassare la
testa ed aggiungere "Più o meno..." aprendo la porta.
"Andiamo!" esclamò la mora entrando velocemente nel palazzo.
"Sei sicura di sapere dove stiamo andando?" chiese Brittany fermando
Santana a due passi dall'entrata.
"Dovrebbero esserci delle scale per il seminterrato qui da qualche
parte..." spiegò Santana guardandosi attorno per poi
esclamare
"Eccole lì! Andiamo!".
Brittany continuò a seguire Santana in un misto di
curiosità e preoccupazione, fino a quando nel buio
percepì di trovarsi in un ambiente più vasto
senza tra
l'altro riuscire a trovare la mora.
"Santana?"
provò Brittany guardandosi intorno, fino a che le luci non
si accesero di colpo.
Una scuola di ballo.
Gli specchi alle pareti, le barre, il pavimento in parquet.
Si trovava chiaramente in una scuola di ballo ed era totalmente
pietrificata.
Fu solamente quando sentì Santana avvicinarsi che
uscì di colpo da quella strana trance.
"Tutto ok?"
Brittany si limitò ad un singolo cenno della testa.
"Questo è il posto dove Mike gestisce la sua
"danza-terapia"..."
spiegò Santana guardando la bionda che però non
sembrava
dare alcun segno di vita.
"Non devi ballare se non hai voglia, sai?" provò la
mora dopo qualche lungo secondo di silenzio
"Volevo solo portarti in un luogo che credevo ti potesse piacere...".
"Non si può ballare senza musica..." rispose Brittany
suonando più sarcastica di quanto intendesse.
"Oh, anche perchè al momento non ce n'è di
musica..." spiegò
la latina con un sorriso, per poi voltarsi ed avvicinarsi un immenso
impianto audio.
"Pronta?" chiese Santana per poi premere il tasto "play" e guardare
l'espressione di Brittany cambiare totalmente in un singolo istante.
Non riusciva a sentire la musica.
Non riusciva, ovviamente, a sentirla nelle sue orecchie.
Ma la sentiva chiaramente dal pavimento e dalle pareti, da quelle
vibrazioni così familiari eppure ormai così nuove.
Le sentiva nelle gambe e nella testa... ma soprattutto le sentiva
dentro al petto come se per magia provenisse ro proprio da dentro di
lei.
E forse, in un certo senso, era così.
Perchè sentì come un clic dentro di
sè.
Come se all'improvviso tutto fosse tornato al suo posto, come se
all'improvviso fosse tornata di nuovo lei, la bambina che
era scomparsa venti anni prima.
Erano anni che non ballava davvero.
Anni.
Le sembrava strana persino la sola idea di muoversi a tempo...
Eppure, di colpo, messi da parte i pensieri più razionali,
sentì qualcosa.
Quell'impulso che conosceva bene, quella voglia di lasciarsi andare, se
non alla musica, a quel ritmo che ad ogni vibrazione sembrava spingerla
sempre di più verso il centro della pista.
Era consapevole del fatto che Santana era solamente qualche passo
dietro
di lei, riusciva a vederla riflessa nello specchio di fronte a
sè.
Sorridente come forse non l'aveva mai vista.
Brittany si chiese a cosa stava sorridendo, per poi accorgersi
finalmente del suo riflesso e del suo
sorriso, uno di quelli che non vedeva da veramente troppo tempo.
Le bastò quello per chiudere gli occhi e lasciarsi andare,
per
cominciare a ballare davvero e non solo nella sua mente come aveva
fatto per gli ultimi venti anni.
Non ricordava quanto fosse bello anche il semplice volteggiare,
realizzò dopo diversi minuti.
In effetti non riusciva a ricordare l'ultima volta che si era sentita
così leggera e felice e- se stessa...
da quella prima sera con Santana al planetario.
Per questo fermandosi, si voltò a guardare Santana
riflettendo
perfettamente il suo sorriso, per poi andarle velocemente incontro.
"Sapevo che ti sarebbe pia-" cominciò Santana per essere
interrotta dalle labbra di Brittany sulle sue.
Era un bacio inaspettato ed improvviso, ma non per questo meno dolce o
delicato.
Santana cominciò davvero a chiedersi se Brittany riuscisse a
fare qualcosa senza la sua immancabile grazia, per poi smettere di
pensare a
nient'altro che a quel bacio.
Brittany continuò a baciarla con quella foga e quella
gentilezza
che era solamente sua fino a quando, portando le mani sul volto della
mora, si staccò leggermente per sussurrare qualcosa.
"Io-"
balbettò la bionda sorridendo quasi imbarazzata "Io-"
"Tu?" la invitò Santana divertita.
"Io... Grazie...".
"Seriamente? Io, grazie?!"
sorrise la mora guardando Brittany arrossire.
"Dobbiamo davvero lavorare la tua capacità di espr-"
provò Santana per essere di nuovo interrotta dalle labbra
della
bionda.
"Hai intenzione di continuare a zittirmi- a suon di baci?" sorrise la
latina tra un bacio ed un altro "No, perchè- posso andare
avanti a lungo- Britt... Molto a lungo..."
"San..."
sussurrò la bionda quasi minacciosa.
"San..." ripetè Santana sorridendo "Mi piace davvero la tua
voce, Brit-"
"Smettila
di parlare e lasciami baciarti..."
____________________________________FINE
PRIMA PARTE _____________________________
Dunque...
Prima di tutto mi scuso per avervi lasciato a questo punto xD
Ma sapete che i "cliffhanger" sono la mia grande passione dopo Naya eheh
Mi scuso poi per il capitolo che oltre ad essere affrettato
è anche piùttosto breve... ma spero di avervi
fatto comunque un po' contenti...
Mi scuso
infine, ovviamente, per avervi fatto aspettare così tanto...
ma, in breve, ci sono un po' di guai abbastanza seri in famiglia e
come se non bastasse comincio con gli esami... è un super
periodo in poche parole!
Spero di riuscire ad
aggiornare presto.
Il prossimo capitolo in
pratica
è già scritto nella mia testa, spero solo di
poterlo
buttar giù materialmente più o meno presto.
Un abbraccio grande a
tutti voi e grazie per l'infinita pazienza!
Northstar
ps: un grande grande
grande in bocca
al lupo ad eventuali lettori "semi"-terremotati (non credo che i
terremotati veri stiano qui a leggere ovviamente...)
pps: fatevi leggere!!!
https://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
boh
Piccolo appunto per
chiarirvi un po' le idee: il corsivo usato per le battute di Brittany,
sta ad indicare che la bella bionda sta usando la sua adorabile
vocettina :), negli altri casi è sottointeso che usa il
linguaggio dei segni!
________________________________________________________________________________________
"Santana..."
provò Brittany tra un bacio e l'altro.
"Oh Dio... Adoro la tua voce..."
"Santana..."
"Britt, se continui a ripetere il mio nome in questo modo, non credo
arriveremo a casa-"
"Santana..."
riprese la bionda staccandosi a forza dalle labbra della latina "Non riesco a sentire la tua
voce, ma decisamente sento che le tue labbra non si muovono nella
maniera che preferisco..."
Santana spalancò gli occhi alle parole della ragazza che
subito
le chiese "Cosa?" con un segno ed uno sguardo preoccupato.
"E' la frase più lunga che ti ho mai sentito pronunciare..."
sorrise Santana alzando le spalle "E' strano..."
"E' strano?"
"Nella più positiva possibile accezione del termine strano,
Britt..." la assicurò la latina avvicinandosi di nuovo a
strapparle un bacio.
"Aspetta, San!"
"Cosa?"
"Non credi sia il caso di... Insomma, di andare da qualche altra parte?"
"Oh..." sospirò Santana guardandosi intorno, ricordandosi di
essere ancora nella scuola di ballo di Mike.
"Credi di poter resistere?"
"Farò uno sforzo... E poi non sono così esibizionista..."
sorrise la latina indicando la telecamera di sorveglianza dall'altra
parte della stanza, facendo arrossire Brittany.
"Andiamo avanti!" sorrise Santana prendendo per mano la ragazza per poi
correre in strada alla disperata ricerca di un taxi.
Santana aveva fermato il primo taxi di passaggio praticamente
gettandosi in mezzo alla strada, aveva fatto velocemente salire
Brittany ed ancor più velocemente aveva dato indicazioni al
tassista su come raggiungere il più rapidamente possibile il
suo
appartamento.
"Non guardarmi così, Santana..." cominciò
Brittany guardando divertita la mora.
"Farei molto più che guardarti se non fossimo in
pubblico..." sorrise suggestiva Santana.
"Puoi baciarmi nel frattempo..."
"Credimi, lo farei se non ci fosse Apu, lì davanti a farsi
gli affari nostri dallo specchietto retrovisore..."
"Non mi chiamo Apu, mi chiamo Devesh! E questo è razzista!"
rispose l'uomo.
"Come volevasi dimostrare..." sospirò Santana guardando
Brittany.
"E potete fare quello che volete la dietro! Finchè non ci va
di mezzo il mio taxi, non sono affari miei!"
"Certo, e diventare materiale per i momenti intimi fra te e la tua
mano?" insistette Santana "Avanti, Devesh,
schiaccia l'acceleratore e portaci a casa... Abbiamo da
fare..."
"Posso immaginare..." commentò l'uomo con un sorriso
divertito.
"Sta zitto e guarda la strada, pervertito..." replicò secca
Santana guardando impazientemente la strada.
Dieci lunghissimi minuti dopo le ragazze erano finalmente arrivate
nell'appartamento della latina, che nervosamente stava cercando di
infilare la chiave nella toppa della sua porta.
"Maledizione!" sbottò Santana continuando a tentare, fino a
che
non sentì la mano di Brittany strapparle la chiave di mano
ed
aprire la porta con naturalezza.
"Spero che tu non sia così maldestra in altri campi..."
sorrise
la bionda con un occhiolino restituendo le chiavi alla latina.
"Oh, credimi, non lo sono..." sorrise Santana spingendo la ballerina
contro la porta appena chiusa, tornando a baciarla.
"San..."
"Mmm... Lo so..."
"No, San..."
sorrise Brittany cercando di ottenere l'attenzione della mora.
"Cosa?"
"La porta, la maniglia, mi sta uccidendo..." spiegò la
bionda scoppiando a ridere.
"Quinn ed i suoi maledetti consiglli d'arredamento... Devo
assolutamente cambiare quella maledetta porta!" sbuffò
Santana
per poi prendere per mano Brittany e condurla velocemente al soppalco,
nella sua camera da letto.
"Qui non dovremmo avere problemi, finalmente..." sorrise Santana
afferrando le mani della bionda facendola cadere con lei sul letto.
Proprio quando le cose stavano per farsi interessanti e Santana era ad
un passo dallo sfilare la maglietta della bionda, la ragazza
sentì alle sue spalle un flebile "miao".
Santana alzò istintivamente lo sguardo verso la testiera,
trovando Abe a guardarle curioso.
A sua volta Brittany seguendo lo sguardo dell'ispanica si accorse del
gattino sospirando divertita.
"Fa finta di niente Britt, fra poco si annoierà e tornera
dai
suoi giochini..." propose Santana attirando verso di sè il
volto della
ballerina.
"Miao?"
"San..."
cominciò Brittany intenerita guardando il gattino.
"Abe!" cominciò Santana cercando
senza successo di suonare autorevole "Va di
sotto! Vai dai tuoi giochini! Avanti!" cosa che invece fece avvicinare
il gattino, che prese a strusciarsi contro la sua mano.
"No! No! Abe!" insistette la latina.
"E' così carino..."
"E così obbediente, soprattutto..." sbuffò
Santana facendo delicatamente spostare Brittany per alzarsi.
"Dove vai?"
"A versargli un po' di latte, sperando che lo tenga impegnato per un
po..." spiegò Santana prendendo in braccio il micio "Lo
adoro, davvero, lo adoro... Ma deve imparare a rispettare la mia
privacy di tanto in tanto... ieri mi si è ficcato sotto la
doccia! E meno male che i gatti odiano l'acqua!"
"Abbiamo un pesce-gatto..."
"Abbiamo?" sorrise Santana, per poi aggiungere "A fra poco..."
Un paio di minuti dopo la latina era tornata a gettarsi sul letto con
un felice "Finalmente sole!"
"Finalmente..." replicò Brittany tornando a baciarla e
riprendendo la posizione sopra di lei.
Bzzz. Bzzz.
Bzzz.
"Mmm..." sospirò annoiata la bionda sentendo il
telefono vibrarle nella tasca.
"Ti prego ignoralo..." pregò Santana ad alta voce, sperando
che la bionda in qualche modo la capisse.
Bzzz.
Bzzz. Bzzz.
Brittany si staccò un momento dalla latina per
portare la
mano in tasca, ma prima che potesse fare alcuna mossa Santana la
fermò supplicando un "Non rispondere, ti prego..."
Con un sorriso Brittany alzò le spalle baciando di nuovo, e
con nuovo vigore, la latina.
Santana era di nuovo a due secondi dallo sfilare la maglietta della
bionda
quando anche il suo telefono cominciò a squillare con
insistenza, nonchè a vibrare nella sua tasca, facendo
saltare
Brittany.
"No, no, no! L'universo mi si sta rivoltando contro!"
esclamò la latina, per poi sentire di nuovo anche il
telefono della ballerina.
"Ok." cominciò con calma Santana portandosi annoiata una
mano
sulla fronte "Ecco cosa faremo. Risponderemo ai nostri telefoni e fra
trenta secondi, massimo sessanta, ci ritroveremo qui. Chiaro?".
Brittany si limitò ad annuire per poi scattare velocissima a
rispondere al suo telefono.
Una volta raggiunto il balcone Santana guardò il telefono
leggendo disperata "Trouty
Mouth".
"Cosa vuoi!?" sbottò la mora.
"Mmm, ti ho preso in un
brutto momento, San?"
"Sam, ascolta bene-"
"Sam!? La situazione
deve essere seria!"
"Questa conversazione continuerà solo nei seguenti casi:
Berry
ha finalmente mollato Fred Flinstone; hai incontrato Robert Downey
Junior; qualcuno è in serio pericolo di vita."
"Ma-"
"Non ho finito. Ora dimmi, la risposta è una di queste?"
"No, ma-"
"Sto per attaccare."
"E per la festa di Puck!"
esclamò velocemente il ragazzo.
"Hai dieci secondi."
"Possiamo farla a tema
super eroi?"
"Buonanotte, Sam."
"Santana!"
"Cosa!?"
"Saluta Brittany da
parte mia..."
"Com-"
"Volevo venire a
chiedertelo di persona e scroccarti una birra... ma poi vi ho viste
scendere di corsa dal taxi e immagino che ora-"
"Va a farti fottere, Sam!" rispose la mora attaccando, per poi
rientrare e gettare con stizza il telefono sulla sua scrivania, e
sedersi sul letto ad aspettare il ritorno della bionda.
Dopo un paio di minuti Santana sentì finalmente la ballerina
salire le scale per il soppalco.
"Ehi!" sorrise Santana, per poi notare l'espressione sul volto della
ragazza "... cosa succede?"
"Era..." cominciò Brittany gesticolando nervosamente "Era
Artie..."
"Oh..." sospirò la mora colta di sorpresa.
Aveva totalmente dimenticato la presenza del ragazzo.
Aveva totalmente dimenticato che in realtà Brittany non era
sua.
"E'... E' tutto ok?" chiese Santana volendo rompere il silenzio.
"Si, si... come al solito..."
Santana si limitò ad annuire, offrendole un mezzo sorriso
comprensivo.
Dopo qualche secondo di quiete Brittany andò a sedersi
vicino alla latina poggiandole una mano sul ginocchio.
"Mi dispiace..." provò la bionda.
"No... Non scusarti..." replicò la mora sentendosi davvero
in
colpa "Siamo state un po' avventate e non abbiamo pensato al resto..."
Santana non rispettava Artie.
Ma rispettava Brittany e sapeva come poteva sentirsi in quel momento.
"Devo sistemare le cose..." cominciò la bionda.
"Sistemare le cose?"
"Io non lo amo..." spiegò Brittany con un sorriso amaro "Ma
glielo devo. Gli devo almeno una spiegazione..."
"Giusto..." annuì Santana "Beh, vuol dire che proverai il
mio fantastico letto in un'altra occasione..."
Brittany sorrise portandosi una mano sugli occhi, squotendo la testa
imbarazzata.
"Scusa... Nella mia testa era più carina..." sorrise la
latina.
"Beh, posso sempre provare il tuo fantastico letto..." sorrise la
bionda frugando nella sua borsa
"Se si tratta di metterci a saltare sul letto: scordalo. Ho avuto una
brutta esperienza al college e-" cominciò Santana per poi
notare
il dvd tra le mani della ballerina.
"Titanic?"
"Perchè no?"
"Ok, ma chiedo la possibilità di fare tutte le pause che
riterrò necessarie..." premise la latina.
"San..." cominciò divertita Brittany "Ci sono solo due o tre
scene strappalacrime, non saranno necessarie tutte queste pause..."
"Non è come pensi..." rispose veloce la mora.
"Ok..." sorrise la bionda "Allora, cominciamo?"
"Quanto hai detto che dura?"
Tre ore e diverse pause più tardi...
"Allora? Cosa ne pensi?" chiese Brittany curiosa accarezzando Abe
addormentato sulle sue gambe.
"Sopravvalutato... Molto sopravvalutato..." rispose velocemente la mora.
"Ah si?"
"Non è chissà quale grande storia... Grandiosi
effetti speciali, ma la storia... E poi Rose... Ugh..."
"Cosa?"
"Non riesco a capire se Jack è lo stupido innamorato di
turno o se Rose è solo egoista o anche stupida..."
"Perchè?"
"Perchè potevano salirci in quattro su quella maledetta
zattera!"
"No, non è vero!"
"Si che è vero! Potevano salvarsi la vita entrambi!"
insistette Santana
"Ma correvano il rischio di affondare entrambi!"
"Cosa importa! Potevano provarci almeno!"
"Potevano morire!" rispose Brittany.
"Come potevano vivere!" riprese la mora "Io ci avrei provato..."
"E' perchè non riesci a vederlo nell'ottica di Jack..."
spiegò la bionda.
"Cosa vuol dire?"
"Immagina di trovarti al suo posto." cominciò Brittany seria
"Immagina di trovarti nel mare ghiacciato con la persona che
più
ami al mondo, ed immagina di avere solo una porta di legno a cui
aggrapparti, a cui stringerti nella speranza di sopravvivere... Saresti
salita anche tu o avresti lasciato solo quella persona sulla zattera?"
Santana provò ad immaginarsi nel mare ghiacciato, nelle
stesse
vesti di Jack, per poi realizzare senza alcun dubbio che la Rose della
sua immaginazione era proprio Brittany.
E no, non sarebbe mai riuscita anche solo a pensare di farle rischiare
la vita.
"Ok, si, hai ragione..." ammise Santana sconfitta.
"Lo sapevo!" sorrise soddisfatta Brittany.
"Ciò non cambia che Titanic non rientra decisamente per me
nei film che vale la pena vedere e rivedere..."
"Anche perchè sono decisamente troppe tre ore per un
film..." sorrise Brittany.
"In tal proposito..." cominciò Santana "E' l'una passata,
non
voglio mandarti a casa da sola a quest'ora... Che ne dici di fermarti a
dormire qui? Ho un divano letto nella stanza degli ospiti... Non so
come si apre, ma è lì..."
"In effetti... domani lavoro di pomeriggio... posso anche dormire
qui..."
"Qui!? Qui nel mio letto!?" chiese Santana cercando di mantenere un
minimo di compostezza.
"Se per te non è un problema..."
"Oh... Certo!"
"Ovviamente, dormire... e basta... Niente di più..."
"Ovviamente!" ripetè la latina per poi riprendersi e dire
"Ok, ti rimedio un pigiama..."
"Grazie..." sorrise la bionda.
"Non c'è di che!"
Dopo aver lasciato il bagno a Brittany e dopo aver svolto la sua
routine serale Santana tornò in camera trovando la bionda
già sotto le coperte.
"Quale lato posso occupare?" chiese Brittany.
"Cosa?" cominciò Santana troppo distratta dai mille e
più pensieri nella sua testa "Non ti ho seguito, scusami..."
"Chiedevo da quale lato posso dormire..."
"Dove vuoi..."
"Ok, allora resterò qui..." sorrise la ballerina
accomodandosi sotto le coperte.
Santana la raggiunse lentamente cercando di sembrare il più
naturale possibile.
"Allora... Buonanotte, Britt..." sospirò Santana spengendo
la luce.
"Buonanotte, San..."
rispose la bionda con un sorriso sulle labbra.
_____________________________________________________________________________________________
"Credi che sia ancora a dormire?" chiese Puck sedendosi al tavolo della
cucina di Santana.
"Probabilmente." rispose Quinn "Il giovedì ha solamente
l'incontro con gli altri dirigenti e arriva un ufficio alle undici
passate. E ti dico che finirà per castrarti quando ti
troverà qui..."
"Non è colpa mia se ieri è scomparsa! Deve darmi
il suo regalo!"
"Questa volta ti ucciderà, me lo sento..." ripetè
la bionda.
"Che ore sono?"
"Le nove e quaranta."
"Basta. Vado a svegliarla! Mi ha fatto prendere due ore di permesso
oltretutto!" esclamò il ragazzo dirigendosi deciso verso il
soppalco.
"Santana!" esclamò il ragazzo salendo gli ultimi gradini
"Santana avanti alz- Oh Cristo!".
"Cosa diavolo ci fai qui, Puck!?!" esclamò Santana assonnata
sedendosi lentamente sul letto.
"Shh!" cominciò istintivamente Puck indicando Brittany
ancora addormentata.
"Non può sentirti brutto idiota! Ora ti dispiace dirmi cosa
ci fai in casa mia!?"
"Cosa succede?" chiese Quinn raggiungendo gli amici.
"Deve salire qualcun altro?" chiese ironicamente Santana-
"Ho sentito- Oh! Oh!" esclamò la bionda, voltandosi di
scatto per istinto.
"Siamo vestite per la miseria! Siamo vestite!"
"Non avete-" provò Puck
"No. Ed ora, cortesemente, vorrei sapere per quale motivo continuate ad
usare le chiavi di EMERGENZA, specialmente per piombarmi in casa nei
peggiori momenti!"
Puck guardò Quinn consapevole del fatto che Santana sarebbe
stata capace di ucciderlo se le avesse semplicemente detto che aveva
bisogno dei soldi per la sua festa, così con un sorriso
provò "Caffè?".
"Spero per voi che lo abbiate già preparato..."
sbottò Santana scendendo le scale.
"Allora?" chiese Santana guardando la migliore amica.
"Chiedi a Puck..." rispose Quinn lavandosene le mani.
"Oh! Non dovevi disturbarti! Grazie del sostegno, tesoro!"
replicò ironicamente Puck.
"Sto aspettando..." insistette Santana.
"Mi servirebbero i soldi per organizzare la mia festa..."
"Quanto quest'anno?"
"Ehmemila..."
"Scusa?"
"Cinquemila!" esclamò Puck.
"Quanta gente hai invitato!?" chiese Santana scioccata.
"Ehi, è una festa in stile college! Deve essercene di gente!"
"Ok... Ok, pagherò anche stavolta per i tuoi stravizi.... Ma
sappi
che è l'ultima festa idiota che finanzierò..."
"Cosa!?"
"Esattamente. Continuerò a pagare le tue feste ma mai
più
cose del tipo toga party o festa in maschera o peggio ancora in stile
Indiana Jones...."
"La festa Indiana Jones era per far contento Sam!" provò a
difendersi Puck.
"Chi se ne frega! Non pagherò più le tue feste
adolescenziali, Puckerman. Così o niente..." rispose Santana
tamburellando le dita sull'assegno appena scritto.
Puck sembrò pensarci un momento per poi guardare Quinn e
notare
come le sue sopracciglia dicessero praticamente "Sei stupido o cosa?".
"E va bene! Va bene!" cedette il ragazzo arrendendosi, prendendo
l'assegno dalle mani della mora.
"Buon compleanno, Puck..." sorrise Santana "Tra l'altro, quando si
parte?"
"Domattina, ore sette in punto sotto casa nostra..."
"Alle sette!? Non c'era un aereo più tardi?"
"Abbiamo tante cose da fare..." spiegò il ragazzo.
"Avete! Io ho giò fatto la mia parte..." sbottò
Santana sventolando il libretto degli assegni.
"Buongiorno, Brittany!" cominciò Quinn vedendo la bionda
arrivare in cucina.
"Buongiorno..." rispose la ragazza confusa.
"Ehi, buongiorno!" sorrise Santana "C'è del
caffè, ne vuoi una tazza?"
"Si, grazie."
"Ehi! Perchè non porti anche Brittany con noi?!"
esclamò eccitato Puck.
"Cosa?"
"Dille se vuole venire con noi!"
"In Ohio?"
"Certo!" insistette il ragazzo.
"Uhm..." cominciò la latina guardando Quinn.
"Perchè no? In fondo ci conosce tutti ormai..."
"... Brittany?" cominciò Santana avvicinandosi alla bionda
"Ti-
Ehm... Ti piacerebbe venire con me- cioè, con noi in Ohio?"
"In Ohio?"
"Dopodomani è il compleanno di Puck e lo festeggiamo sempre
a casa con una festa... Ci farebbe piacere averti con noi..."
"Oh..." sospirò Brittany sorpresa.
"Ed è tutto pagato da Santana! Viaggi, festa, tutto!"
provò Puck.
"Sei la benvenuta, Brittany!" sorrise Quinn cercando di ignorare il
commento del fidanzato.
"Ok..." annuì la bionda guardando Santana.
"Perfetto! Allora aggiungerò un posto alla mia festa!"
"Come se un posto contasse a questo punto..." sbuffò Santana.
"Quando si parte?" chiese Brittany.
"Loro partiranno domattina con un volo alle sette, ma noi li
raggiungeremo più tardi perchè ho intenzione di
sbarrare
un'altra voce dalla tua lista..."
"Ossia?"
"Non voglio saperlo..." sorrise Quinn.
"Io invece voglio proprio saperlo!" esclamò Puck curioso.
"Cosa ci fate voi ancora qui?! Se non erro avete un impiegno, tra
l'altro impiego
da ME pagato... Quindi apprezzerei se ora levaste le tende e tornaste
ai vostri posti di lavoro..."
"Si, signora..." sbuffò Puck stiracchiandosi.
"Ci vediamo più tardi, San..." salutò Quinn, per
poi trascinare con sè il fidanzato.
"Allora?" chiese Brittany curiosa giocherellando con Abe "Cosa vuoi
fare?"
"Hai detto che non hai mai viaggiato in macchina fuori New York...
giusto?"
Brittany annuì curiosa.
"Beh, stavo pensando che potremmo andare fino a Philadelphia, fare un
giro veloce della città e ripartire verso Columbus e da
lì, Lima..."
"Mmm..."
sospirò la bionda.
"Ci stai pensando?"
"Mi farai vedere la tua cameretta quando arriveremo a Lima?"
"Forse..." sorrise Santana.
"Forse?"
"Ok, ti farò vedere la mia cameretta!"
Brittany si alzò in piedi per poi sorridere a Santana "Quando si parte?"
______________________________________________________________________________________________
Ce l'ho fatta!!!
Incredibile ma vero!
Non prometto niente ma
cercherò di postare il prossimo a giorni, sperando che non
escano fuori i peggiori imprevisti del mondo -.-'
GRAZIE come sempre per
la pazienza!
Grazie per aver aggiunto
la/le storia/e ai preferiti e per avermi aggiunto ai vostri autori
preferiti!
Siete grandiosi!!!
Un abbraccio grandissimo!
Northstar
ps: universitari e
maturandi, tenete duro!!! :D
pps: un giorno
tornerò e risponderò a tutte le recensioni
spettacolari che mi lasciate, è una promessa!
ppps: per domande, curiosità, aggiornamenti, notizie, mi
trovate su twitter! https://twitter.com/#!/NorthStar_Efp
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
boh
Dire che Santana era eccitata era probabilmente l'eufemismo del secolo.
Si era svegliata alle sette in punto ed alle otto era già a
dare
indicazioni alla sua fedelissima custode, che avrebbe avuto
l'importante compito di occuparsi della casa e di Abe per i tre giorni
seguenti.
"Dunque tre piccoli pasti, tante coccole e tanti giochi..."
ripetè la donna accarezzando il gattino.
"Esattamente, e niente rumori troppo forti... si sta ancora
ambientando..."
"Certo..."
"Oh, e assolutamente non lasci aperta la porta finestra del terrazzo...
è ancora così piccolo e curioso..." insistette
Santana
riprendendo il gatto dalle braccia della donna che avvicinandosi alla
porta disse "Non si preoccupi miss Lopez, me ne prenderò
cura
come fosse suo figlio.".
"Grazie..." sospirò Santana genuinamente preoccupata al
pensiero di dover lasciare il micio.
Una volta rimasta sola la latina prese il gattino portandoselo a due
centimetri dal naso "Vedi di non lanciarti dal soppalco al divano. Non
sei Spiderman, ok? E niente agguati alla signora Rosenberg non credo
sia una buona idea... voglio dire, con l'età che ha e tutto
il
resto... Non combinare guai, insomma..."
"Miao..."
"Credi di poterlo fare?" chiese seria Santana quasi ad aspettarsi una
vera risposta.
"Miao?"
replicò il gattino piegando la testa di lato.
"Già..." sorrise la latina divertita continuando ad
accarezzare l'animaletto sulle sue gambe.
"Avrei voluto avere una video-camera, giuro..." cominciò Sam
poggiato allo stipite della porta, mostrando soddisfatto proprio una
videocamera tra le sue mani.
"Tu..." cominciò minacciosa la latina.
"Io..." sorrise il ragazzo.
"Non lo hai fatto davvero... vero?"
"No, certo che no..." replicò Sam per poi premere play e far
sentire alla latina.
"Non sei Spiderman, ok?
E niente agguat-".
"Sam..." cominciò Santana con un sorriso "Se mai farai
vedere
quel video a qualcuno, ti giuro che assumerò il
più
cruento e silenzioso killer sul mercato per asportarti i testicoli nel
sonno. Uomo avvisato..."
"Ok. Ok. Lo eliminerò appena arriveremo a Lima... forse..."
"Un momento..." sospirò la latina realizzando "Cosa ci fai
tu qui!?"
"Beh, diciamo che ho avuto una serie di imprevisti che mi hanno portato
a perdere l'aereo..."
"Imprevisti!?"
"Non ho sentito la sveglia..."
"E pensi di venire con noi!?"
"Per favore?"
"No."
"Ma San-"
"NO. Prenderai il prossimo aereo. Fine."
"Lo sai che ho paura di prendere l'aereo! E da solo per giunta! Non ce
la posso fare! Ti
prego, San!" cominciò il ragazzo praticamente aggrappandosi
al
braccio dell'amica "Fallo per me! Ti prego!"
"Sam, non c'è alcuna poss-" cominciò Santana per
essere
improvvisamente abbracciata dal migliore amico "SAM! Lasciami!
Lasciami!"
"No."
"Sam!"
"Gli abbracci sono il tuo punto debole e la mia ultima speranza! Ti
preeeeego!"
insistette il ragazzo stringendo la presa sulla latina che continuava a
dimenarsi come un pesce fuor d'acqua.
"SAM! Se non mi lasci entro cinque secondi giuro che-"
Click.
I due ragazzi si voltarono di scatto verso la fonte del rumore.
All'ingresso dell'appartamento c'era Brittany con una polaroid ed una
foto appena scattata tra le mani, ed un sorrisone sul
volto.
"Buongiorno..."
provò la bionda.
Sam guardò un momento Santana confuso, per poi indicare
Brittany e osservare "Ha appena detto
buongiorno..."
"Molla la presa, idiota!" replicò la latina liberandosi
dalla presa del biondo con una spinta.
"Ehi, Britt..." sorrise la mora avvicinandosi ad abbracciare
velocemente la ragazza.
"Non ho saputo resistere..." spiegò Brittany mostrando la
foto appena scattata.
"Fa vedere!" esclamò Sam praticamente strappando la foto
dalle
mani della latina "Aaaw! Ma guarda! Hai scattato la foto del millennio,
Britt!"
"Dammela!" replicò Santana riprendendosi la foto, per poi
fallire miseramente nel tentativo di trattenere un sorriso di fronte al
ritratto effettivemente dolce che Brittany aveva colto.
"E davvero bella..." sorrise Santana guardando Brittany "Complimenti..."
"Ed è solo la prima di una lunga serie..." rispose con un
sorrisone la ragazza sollevando la macchinetta fotografica, per poi
domandare "Allora, siamo in partenza? Sam
viene con noi?"
Il ragazzo guardò Santana praticamente supplicandola con lo
sguardo.
"Viene con noi.... a patto di non superare le duecento parole ad
ora..." precisò Santana.
"Duecento!? Avanti, Santana! Duecento sono davvero troppo poche!
Facciamo almeno cinquecento!"
"Sembra che tu abbia appena sprecato una decina di preziose parole..."
sorrise divertita la mora.
"Oh, avanti!!!"
"Continua pure, Sam..." replicò ancora Santana "Allora,
siamo pronti?"
"Prontissimi!" sorrise Brittany.
"Sam. Le valigie di Brittany, prego."
"Si, signora..." rispose il ragazzo arrendendosi.
___________________________________________________________________________________________
Il viaggio continuava ad essere piuttosto silenzioso, almeno per le due
ragazze.
Con Santana al volante che non poteva ovviamente distrarsi per seguire
i segni di Britt e la bionda che continuava ad evitare di usare la sua
voce, era difficile conversare.
"Quanto manca?"
"Siamo partiti da poco più di quaranta minuti, Sam."
replicò Santana guardando il ragazzo dallo specchietto
retrovisore.
"Quindi?"
"Almeno un'ora e mezza, probabilmente di più dato il
traffico." sospirò la mora cercando di mantenere la calma.
"Posso guidare?"
"No."
"Volete cantare?"
Santana lanciò un'occhiata terrificante dallo specchietto
retrovisore a Sam che subito si corresse con "Facciamo un gioco!"
"Oh mio Dio, vuoi stare zitto!?"
"Ma mi sto annoiando..."
"Ancora una parola e ti assicuro che accosto, ti lego al primo albero e
ti abbandono. Esisterà qualche lega sull'abbandono dei
pesci,
no? Magari esiste un numero verde, ti vedono e lo chiamano per mandarti
aiuto."
"Ok..." sospirò il ragazzo.
Dopo qualche secondo di silenzio Sam cominciò a parlare
"Vedo... vedo... vedo qualcosa di bianco..."
"Quanti anni hai, dieci?!"
"Dieci e mezzo..." sorrise il ragazzo per poi frugare nella borsa di
Santana ed estrarre la lavagnetta.
Una volta scritto il tutto, poggiando la mano sulla spalla di Brittany
la invitò a voltarsi per leggere gli indizi.
"Vedo qualcosa di bianco, di infinito e piatto..."
"Che razza di descrizione è!? Non sai nemmeno giocare!"
"Descrivo quello che vedo ed è proprio come funziona il
gioco!"
esclamò Sam per poi guardare la lavagnetta di Brittany.
"Strisce stradali." lesse a mente Sam per poi esclamare con un sorriso
"Hai visto!? Brittany ha indovinato!"
"Cos'era?"
"Le striscie stradali!"
"Bel lavoro Brittbritt..." sorrise Santana.
"Ora tocca a te, Britt!" spiegò Sam passando la lavagnetta
alla bionda.
"Vedo qualcosa di nero, piccolo e brillante."
"Nero e brillante?" chiese confuso il ragazzo, ottenendo un cenno
affermativo da Brittany.
"Mmm..." sospirò Sam "Un altro indizio per favore?"
"Sono le mie unghie Trouty..." rispose Santana staccando una mano dalla
solida presa sul volante facendo annuire Brittany.
"Ok... tocca a te San, cosa devo scrivere?"
"Vedo qualcosa di giallo, lungo e appiccicoso..." annunciò
la mora quasi annoiata.
Brittany alzò le spalle scuotendo la testa.
"E' all'interno della macchina?"
"Si." rispose Santana.
"Mmm... Non lo so..."
"Ti arrendi?" sorrise la latina
"Si, mi arrendo..." sospirò abbattuto il ragazzo.
"E' davvero strano che non riesca a vedere i tuoi stessi capelli visto
che superano abbondantemente i tuoi occhi..."
"Cosa?! Non- Non sono appiccicosi!" esclamò Sam ferito.
"L'importante è crederci..." sorrise divertita Santana.
"Te lo faccio vedere io... appiccicosi!" rispose Sam afferrando la mano
di Brittany invitandola a passarla fra la sua chioma "Sono appiccicosi,
Brittany?"
La bionda sorrise divertita, per poi scrivere sulla lavagnetta "Mi
piacciono i tuoi capelli... e non sono appiccicosi,
sono soffici.".
"Hai letto!?" chiese Sam sorridente.
"Difficilmente posso aver letto visto che sto guidando."
"Ehmehm..." cominciò il ragazzo schiarendosi la voce "Una
tale Brittany Pierce scrive "Mi
piacciono i tuoi capelli e non sono appiccicosi"! Sei
soddisfatta ora? Anche la tua Brittbritt
è daccordo con me!"
"Non ho detto che non mi piacciono i tuoi capelli, Thor...
quello che intendo dire da un paio di anni a questa parte è
che
arrivato a ventisette anni quello non è proprio il migliore
dei
tagli..."
"Non è vero..."
"Sam, quando sei fresco di rasatura nei locali ti chiedono regolarmente
se hai già compiuto ventun'anni! Lo dico per il tuo bene,
davvero..." continuò Santana guardando il ragazzo dallo
specchietto retrovisore "E questo spiega per quale motivo continui solamente a
rimorchiare liceali arrapate!".
"Cosa!? Io non rimorchio liceali arrapate!" esclamò il
ragazzo
offeso rannicchiandosi sui sedili posteriori come un bambino "Basta! Mi
metto a dormire, svegliatemi quando arriviamo a Philadelphia."
"Dio sia lodato..." sospirò Santana con un sorriso divertito.
Quasi un'ora più tardi Sam era ancora addormentato,
mentre Santana cominciava a mostrare i primi segni di
stanchezza.
"San..."
cominciò Brittany poggiando una mano sul ginocchio della
latina.
"Mmm?"
"Ti va un
caffè?" sorrise la bionda indicando lungo la
strada il cartello di una stazione di servizio cinquecento metri
più avanti.
"Dobbiamo svegliare Draco Malfoy?" chiese Santana guardando Sam dallo
specchietto.
Brittany sorrise per poi alzare le spalle e scuotere la testa.
"Allora volentieri..." annuì la mora imboccando per la
stazione di servizio.
Camminando verso il bar Santana si fermò di colpo voltandosi
verso la macchina e facendo fermare di colpo anche la bionda.
"Cosa è successo?" chiese Brittany.
"Ho chiuso la macchina." replicò la latina.
"Ma c'è Sam!"
"Appunto. Conoscendolo, se decidessero di rubarci la macchina,
arriverebbero tranquillamente in Messico senza rischiare di
svegliarlo."
spiegò Santana.
"San!"
sorrise Brittany poggiando la sua mano su quella dell'ispanica tentando
di fermarla.
"Spiacente ma mi trovo costretta a farlo. E poi gli ho lasciato un
finestrino aperto..." sorrise Santana ficcandosi le chiavi in tasca,
per poi continuare a camminare verso il bar.
Brittany sorrise incredula per poi guardarsi intorno e raggiungere
velocemente Santana ed afferrarle il braccio fino a farla voltare.
"Cos-" provò a domandare Santana per poi essere sorpresa
dalle labbra di Brittany sulle sue.
Santana rimase quache momento disorientata per poi riprendersi e
rispondere al bacio della ragazza, un bacio che sembrava diventare
più intenso di secondo in secondo.
Almeno fino a che Santana non sentì un "bip-bip" alle sue
spalle, realizzando che la ragazza aveva appena ri-aperto la macchina.
Quando sentì Brittany sorridere sulle sue labbra la latina
si
allontano appena, tanto per rendere possibile a Britt di leggere le sue
labbra.
"E va bene..." sorrise Santana "Ma se ci ritroviamo senza macchina
darò la colpa a te..."
"Ok..."
annuì Brittany ficcandosi le chiavi in tasca.
"A proposito, puoi rubarmi le chiavi di tasca tutte le volte che
vuoi..." replicò Santana riprendendosi al volo le chiavi
dalla
giacca della bionda.
Entrate nel locale le ragazze andarono a prendere il posto
più isolato, all'angolo dell'edificio.
"Cosa prendi?" chiese Brittany sfogliando il menu.
"Solo un caffè."
"Devi mangiare qualcosa."
"Nah, sto bene così..." insistette la mora.
"Hai mangiato stamattina?"
"No, ma non faccio mai colazione... quindi è ok, immagino..."
"La colazione è importante..."
"Per questo prendo il caffè..." sorrise la latina per poi
cercare di cambiare argomento "Cosa prendi tu?"
"Un caffè e dei pancakes."
"Perfetto...".
Una volta arrivate le ordinazioni Brittany cominciò"Ho
parlato con Artie ieri..."
Santana sollevò le sopracciglia curiosa, stringendo le mani
sulle ginocchia cercando di non mostrare quanto fosse interessata
all'argomento, ma quando Brittany sorridendo continuò a
mangiare, la latina non riusci a trattenere un impaziente "E...?"
"Non te lo dico se non mangi almeno un paio di pancakes..."
spiegò la bionda.
"Davvero?"
"Mh-mh..."
Santana sembrò pensarci su qualche secondo per poi fare
cenno di passarle il piatto.
Brittany con un sorriso fece scorrere il suo piatto verso Santana che
ripetè ansiosa "E... ?"
"Mangia prima..."
insistette Brittany.
"Sicura di averci parlato davvero?" sospettò la latina "Non
è che è solamente un modo per farmi mangiare i
tuoi
pancakes?"
"Forse si, forse no... lo scoprirai solamente se rispetti i patti..."
Sbuffando, Santana mangiò contro voglia il primo boccone
"Allora? Sono belle notizie?".
"Non ti dirò nulla fino a che non avrai mangiato i due
pancakes che abbiamo pattuito..."
"Perchè è così importante che mangi
questi pancakes?!" sbottò Santana al secondo boccone.
"Perchè abbiamo di fronte una lunga giornata e devi essere
in forma..."
"E va bene..." replicò la mora letteralmente ingurgitando le
ultime forchettate dei suoi due pancakes "Ora, finalmente, saresti
così gentile da dirmi-"
"Ehi! Potevate dirmi che si mangiava!" esclamò
Sam prendendo posto vicino a Santana per poi sbarrare gli
occhi di
fronte al piatto della latina praticamente gridando "Oooh! Pancakes!".
"Per questo ed altri mille motivi volevo chiuderlo in macchina..."
spiegò la mora, lasciando che il ragazzo le rubasse pure il
piatto per poi riprendere seriamente "Questa conversazione non
è
finita...".
"Stavo pensando..." cominciò Sam.
"Questa si che è una piacevole novità, o forse
è
un disastro..." replicò Santana fingendo di pensarci su e
dire
"Rettifico: è decisamente un disastro..."
"Già, ad ogni modo, mi chiedevo... Perchè non
siamo
andati direttamente a Columbus con gli altri? Cosa dovete fare a
Philadelphia?"
"Brittany non aveva mai viaggiato in macchina fuori da New York..."
"Davvero?" esclamò Sam curioso ottenendo un cenno
affermativo da Brittany.
"Nemmeno da New York a... che ne so New Haven?"
"La parola MAI
ti dice qualcosa, idiota?" lo riprese Santana.
"E perchè farlo ora?"
"Perchè non sono affari tuoi..." insistette la latina.
Brittany sorridendo si decise a scrivere sulla sua lavagnetta
"Perchè abbiamo deciso di compilare una lista di cose che
non
abbiamo mai fatto e le stiamo piano piano spuntando."
"Mmm..." cominciò Sam pensandoci su "Per caso la lista
comprende
una cosa a tre? Perchè io sarei più che disp-"
"Sbrigati a mangiare quei pancakes prima che decida di usarli in
maniera alternativa..." lo avvertì minacciosa Santana.
"La risposta è no, immagino..."
"Sam. Non tirare la corda..."
Una mezzora più tardi i ragazzi erano finalmente arrivati a
Philadelphia.
E dopo aver visitato tutti i classici monumenti, Santana e Brittany
erano state letteralmente trascinate da Sam fino al Museo del Cinema
dove il ragazzo si era fatto scattare da Brittany almeno venti foto
sotto la statua di Rocky Balboa ed allo stesso modo aveva preteso di
farsi filmare a mo' di Sylvester Stallone, mentre risaliva correndo i
gradini dello stesso museo.
La gita era proseguita con l'immancabile visita del museo,
con Sam che eccitato fotografava qualunque cosa gli capitasse sotto
mano.
"Mi sento tanto come una mamma che porta il bambino in gita allo zoo."
cominciò Santana guardando Sam praticamente
saltellante
lungo il corridoio del museo "Con la differenza che questo non
è
uno zoo e Sam non è decisamente un bambino.".
"Ti piacciono i bambini?". chiese improvvisamente Brittany.
Santana ci pensò un momento per poi rispondere "Non lo so...
Non
ho mai avuto a che fare con dei bambini, sai? E dovessi immaginarmi con
un bambino credo che non mi piacerebbero, no... A te invece piacciono?"
"Molto..." sorrise Brittany per poi aggiungere "Ed a tutti piacciono i
bambini... E' solo che alcuni ne hanno paura..."
"Stai dicendo che ho paura... dei bambini!?" sorrise Santana.
"No, sto dicendo che forse hai paura dell'idea di qualcuno di che
dipenda interamente da te..."
"Forse. Allora significa che non sono la persona adatta a diventare
madre..." replicò la mora.
"Sciocchezze!"
"Non rifilarmi la storia "tutte le donne sono nate per diventare madri"
perchè posso garantirti che è una stronzata..."
"No, quello che volevo dire è che solo dal modo in cui
tratti
Abe si vede che sei più che adatta a diventare madre... Un
giorno..."
Quando Santana si rese conto di cominciare ad arrossire rispose
velocemente "Dov'è Sam!? Di questo passo finirà
per farci
perdere l'aereo..."
Brittany sorrise per poi rispondere "Credo di averlo visto entrare
nella sala dedicata a "Il mistero dei templari"..."
"Perfetto. Non arriveremo mai a Lima." commentò Santana
scoraggiata.
Invece qualche ora più tardi le ragazze e Sam, erano
finalmente
arrivate a Lima ed avevano raggiunto gli altri ragazzi a casa di Puck.
"Meno male che la festa è domani..." commentò
Santana
trovando praticamente tutto l'ex liceo McKinley ad aiutare Puck e gli
altri ad addobbare la casa.
Sam, a differenza delle ragazze, scese subito dalla macchina per
correre immediatamente a salutare gli ex compagni della squadra di
football mentre Puck corse incontro alle ragazze.
"Ben arrivate!" sorrise Puck per poi mostrare il finto
logo della fraternità che stava montando "Vi piace? Tao
Rigma!".
"Tao Sigma,
forse..." provò Santana.
"No! Tao Rigma!"
ripetè convinto Puck.
"Puck, il "rigma"
come dici tu, non esiste..."
"Oh..." sospirò il ragazzo "Beh, meglio così, non
volevo
rischiare di dover pagare i diritti a qualche testa calda del college!"
"Dove sono le ragazze?" chiese poi la latina.
"Rispettive famiglie. Ci vediamo stasera per un post cena, ci siete?"
cominciò Puck per poi sorridere suggestivamente "O avete
altri
programmi?"
"Tappa quella bocca prima che decida di privarti dei fondi..." rispose
Santana rimettendo in moto.
"Sissignora... Ma fatemi sapere per stasera!" sorrise Puck tornando
verso la casa.
"Dov'è la famiglia di Puck?" chiese improvvisamente Brittany
una volta tornate su strada.
"Quando ho assunto il controllo del marchio Breadstix ed ho cominciato
ad accumulare soldi su soldi, ho avuto modo di soddisfare
qualche
desiderio dei miei amici. Puck ha voluto regalare alla madre ed alla
sorella un nuovo posto in cui stare."
"Perchè cos'ha questo posto che non va?"
"Il padre di Puck ha lasciato la famiglia quando lui era ancora un
bambino. E quella casa aveva troppi ricordi."
"Oh..."
sospirò Brittany per poi domandare "Sei sicura che non
darò fastidio alla tua di famiglia invece?"
Santana sorrise divertita.
"Cosa?" chiese Brittany confusa.
"Mia madre vive a New York, mio padre a Columbus... credo che non darai
fastidio proprio a nessuno..."
"Davvero?"
"Davvero... et voilà..." sorrise Santana accostando "Ti
presento Casa Lopez...".
"Wow..."
sospirò Brittany "E bellissima..."
"Grazie..." sorrise Santana per poi andare ad aprire lo sportello di
Brittany che era ancora incantata a guardare l'abitazione.
"Vieni, ti faccio fare un tour veloce e poi ti lascio sistemare nella
tua camera..." spiegò la mora offrendo la mano a Brittany,
che
l'afferrò senza pensarci.
Come promesso Santana aveva mostrato a Brittany la casa e poi l'aveva
aiutata a piazzarsi nella stanza degli ospiti. La mora le aveva portato
degli asciugamani puliti e dopo averle mostrato il suo bagno le aveva
detto di fare con comodo, e che l'avrebbe aspettata in fondo al
corridoio, nella sua stanza.
Santana era presa a frugare nel suo vecchi armadio tanto da non
accorgersi della presenza della bionda fino a che non sentì
la
sua voce.
"Perfetta."
"Come?" domandò Santana confusa.
"La tua camera è perfetta, è proprio come l'avevo
immaginata. Disordinata, sobria, un po' buia... perfetta."
"E ti piace?"
"Molto..." annuì Brittany sedendosi sul letto, continuando a
guardarsi curiosa intorno "Passavi molto tempo nella tua stanza, vero?"
"Come fai a dirlo?"
"I dettagli. Si vede che ci tenevi..."
"Già..." annuì Santana "era uno dei pochi posti
in cui
potevo sentirmi a posto con me stessa senza nascondere quella che ero."
Dopo qualche secondo di silenzio, Santana disse "Britt, non voglio
insistere nè forzarti ma- Ma... Insomma, hai davvero parlato
con..."
"Noi... Io..." cominciò la bionda "Gli ho detto come stanno
le
cose. Che non lo amo e che non sono sicura di averlo mai fatto..."
"Oh..." sospirò la latina.
"Sono single, San..."
spiegò Brittany facendo spuntare un sorriso sul volto di
Santana
che trionfante disse "Perfetto, perchè avevo davvero sperato
di
portarti in un posto speciale per il nostro ufficiale primo appuntamento..."
"Primo appuntamento?"
sorrise la bionda.
"Sempre se accetterai..."
"Un posto speciale hai detto?"
"Mh-mh..." annuì Santana.
"Devo vestire elegante?"
"Oh, no... niente affatto!" sorrise la mora.
Un paio d'ore dopo...
"Breadstix?"
domadò Brittany divertita come non mai di fronte all'insegna
del locale.
"Breadstix." annuì Santana.
"Questo è il tuo posto speciale?".
"Questo non è Breadstix, Britt... questo è IL
Breadstix! E' il posto dove è nato tutto!" spiegò
la
latina "Senza contare che non mangerai mai altrove gli stessi grissini
che mangerai qui...".
La bionda continuò a guardarsi intorno curiosa per tutta la
serata, fino a quando Santana non riuscì più a
trattenersi.
"Lo so, puo' sembrare stupido e può sembrare una pessima
scelta..." cominciò Santana "Ma è importante per
me
essere qui stasera..."
"Non è stupido e non è una pessima scelta..."
sorrise
Brittany "Mi fido di te, Santana. Mi sarei fidata se mi avessi portato
a mangiare in una discarica e anche a quel punto sono sicura che mi
sarebbe comunque piaciuto. Voglio solo passare la serata con te..."
"Vuoi sapere perchè, di tanti posti, ho voluto portarti
proprio qui?" cominciò Santana.
"Assolutamente..." sorrise Brittany.
"Breadstix è la mia vita ora... Ma anche in passato ne
è
sempre stato una parte importante... Vedi Britt, ho passato qui dentro
tante di quelle sere... Con Puck
quando combinava qualcosa con i miei soldi e doveva farsi perdonare,
con Quinn ogni volta che dovevamo superare una delusione amorosa... E
con Sam! Quante sere mi ha portato qui quando fingevamo di stare
insieme..." sorrise la mora facendo sollevare le sopracciglia a
Brittany.
"Un giorno ti racconterò..." sorrise Santana per poi
riprendere
"Ci ho riso qui dentro, ci ho pianto, ci ho bevuto fino a star male. Ci
ho passato feste di Natale, Ringraziamenti e più San
Valentini
di quanti riesca a ricordare, Britt... Eppure mai, mai nella mia
vita, sono stata in questo locale per un vero appuntamento,
con una persona a cui tenevo veramente....
Potrà sembrarti
stupido, ma a questo posto io devo tutto, questo posto per me
è
davvero importante... è come una persona a cui tieni troppo
per
poterle mentire... per questo è importante che sia tu la
prima... La prima vera ragazza
da presentare a Breadstix..."
"Pensavo di essere strana perchè parlavo col mio gatto..."
sorrise Brittany "Ma il fatto che parli di "Breadstix" come fosse una
persona mi fa rivalutare tutto...".
"Mi disp-"
"Non ho mai sentito un discorso così caotico e
assurdo..."
cominciò la bionda rubando per qualche istante il respiro
della
latina "Ma allo stesso tempo posso nessuno prima di te era stato
così premuroso e paradossalmente dolce nel riservarmi un
tale
onore..."
"Oh... Quindi non sei schifata?"
"Niente affatto..."
"Beh avevo comunque un piano B nell'eventualità che le cose
potessero esser andate male..."
"E sarebbe stato?".
"Questo..." sorrise Santana avvicinandosi a baciare Brittany, presa di
sorpresa.
Dopo qualche intenso secondo la bionda si staccò con un
sorriso, sospirando "C'è anche un piano C?".
Santana sorrise scuotendo la testa, quasi non credendo a quello che
stava per dire "Per quanto vorrei che il piano C involvesse la mia
camera da letto e nient'altro che noi... Non voglio affrettare le cose,
non sei una ragazza che ho appena rimorchiato e... e voglio
assaporare
passo dopo passo tutto quello che abbiamo da condividere, Britt..."
"In fondo questo è stato il nostro primo appuntamento..."
aggiunse la bionda.
"Sei daccordo?"
"Al cento per cento... Ma
non posso assicurarti che resisterò a lungo..."
sorrise Brittany lasciando un bacio veloce sulle labbra di una super
sorridente e senza parole Santana.
___________________________________________________________________________________________
Lo sò.
Capitolo stupido, ma
volevo lasciarvi qualcosa visto che sono incasinatissima la prossima
settimana...
Insomma un po'
frettoloso e sciapo e insensato e random (molto random), ma spero che
siate comunque un po' felici, via!
Un abbraccio e spero a
presto!
Northstar
ps: grazie infinite per
tutte le recensioni e per aver inserito la storia fra i
preferiti/seguiti/ricordati!
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
boh
Mi sono presa una
vacanzina.
S'è per caso,
ma dico per caso, notato?
Perdonatemi ma ne
avevo/ho bisogno!
Per ulteriori
comunicazioni ci vediamo a fine capitolo
Oh e attrezzatevi con
acqua e viveri, che questo capitolo non finisce mai!
Vi ho avvertito!
Buona lettura!
Northstar
________________________________________________________________________________________________________
"Mi è piaciuta davvero questa serata... Non mi
ero mai
divertita così tanto!" cominciò Brittany sulla
strada
verso casa.
"Davvero?"
"Mhmm" annuì la bionda.
"Strano... perchè quando Puck e Sam si sono letteralmente
strappati i vestiti di dosso e si sono buttati nella piscina gonfiabile
di due metri per due, non sembravi così divertita..."
sorrise
Santana.
"Oh, no! E' stato... è stato..."
"Rivoltante?"
"Fantastico!"
"Ah si?"
"Io non ho mai avuto amici così!" insistette la bionda per
poi
fermarsi e correggersi "Io non ho mai avuto amici... Tutto questo
è nuovo ed eccitante e... fantastico!"
"Dici davvero?"
"Si è divertente e-"
"No, del non avere amici..."
"Beh... Non è proprio così. Voglio dire ho avuto
degli amici, ma non-"
"Non?"
"Mia madre e mio padre mi hanno sempre spinto a stringere amicizia tra
i ragazzi della scuola per non udenti o tra i corsi di
fonetica...
probabilmente perchè credevano che sarebbe stato
più
facile. Ma
la verità è che io ho sempre odiato quei posti...
Mi
hanno- Beh, ci
hanno sempre fatto sentire diversi, e lo so che siamo
diversi in
realtà, ma nessuno di noi voleva sentirsi tale..."
"Credi di essere diversa da me?"
"Non lo sono?"
"No che non lo sei..."
"Ah no?" sorrise Brittany alzando le sopracciglia scettica.
"Siamo esseri viventi, o meglio siamo esseri umani..."
"Si, ma-"
"Cos'è che caratterizza un essere umano?"
"Non- non saprei..."
"Vediamo le cose più semplici... ad esempio gli esseri
umani...
sorridono. E mi sembra che tu sappia sorridere piuttosto bene..."
cominciò Santana facendo distogliere lo sguardo alla
bionda "Poi, poi, poi... gli esseri umani... pensano. Sai pensare, non
è vero Britt?"
"Apparentemente..." sorrise la bionda.
"Gli esseri umani... sanno creare forme d'arte... E se il tuo ballare
non è arte allora dimmi cosa lo è..." sorrise la
latina.
"Ok..."
"Gli esseri umani sognano e-"
"E sai cosa?" cominciò Brittany.
"Cosa?"
"Gli esseri umani parlano.
E gli altri esseri umani riescono a sentirli..."
"Comunicano." specificò Santana fermandosi all'improvviso,
per
prendere la mano della bionda e farla voltare "Gli esseri
umani comunicano.
E non serve poter pronunciare ed ascoltare delle parole per
comunicare... Non serve affatto..."
"San-"
"No, lascia solo che ti mostri una cosa, ok?"
Brittany annuì divertita per poi ritrovarsi le dita di
Santana
delicatamente poggiate sul collo, e ancora più
inaspettatamente
le labbra della mora sulle sue.
Superato lo shock iniziale Brittany rispose al bacio tirando Santana
per stringerla a sè, fino a quando la mora con un sorriso si
allontanò di nuovo guardandola negli occhi.
"Hai bisogno di una trascrizione per questo?" sorrise soddisfatta la
mora.
"No..." replicò Brittany arrossendo e scuotendo la testa.
"Eppure non ho detto una sola parola... Il che stra-dimostra la mia
tesi e mi
porta dritta dritta al fatto che gli esseri umani provano sensazioni."
continuò Santana prendendo per mano la bionda, per poi
aggiungere "Sopra ogni cosa, gli esseri umani amano."
"Credo di saperne qualcosa..." sorrise Brittany.
"Si, anche io..." annuì Santana per poi abbassare lo sguardo
ed
indicare le scale del portico "Beh, siamo arrivate a casa..."
"Già..."
"Ti proporrei di guardare un film o di bere qualcosa ma credo di aver
bisogno di riposare un po'... E' stata una lunga giornata e quella di
domani non sarà diversa..."
"Concordo..." annuì Brittany sfilandosi la giacca, per poi
poggiarla sul divano del salone.
"Beh allora... Immagino che sia il momento di darci la buonanotte...
Ricordi dov'è la tua camera, vero?"
Brittany sollevò le sopracciglia divertita.
"Ok. Domanda stupida. Ti ricordi dov'è la mia?"
domandò
ancora la mora per poi riprendersi "Ok, non intendevo quello che ti
è passato per la mente, maliziosa... ma nel caso avessi
bisogno
di qualunque cosa..."
"Si, me lo ricordo perfettamente San. Grazie."
"Allora buonanotte... di nuovo..."
"'Notte, San... a domattina..."
_________________________________________________________________________________________
Nonostante la sveglia di primissima mattina e l'intera giornata passata
in giro ad inseguire Brittany e Sam, Santana non riusciva a prendere
sonno.
Dopo un'ora di vari tentativi (la tv, un libro, le parole crociate) la
latina si era arresa ed era scesa in cucina a cercare qualcosa da bere,
trovando Brittany sul divano a sfogliare qualcosa.
Non volendo terrorizzarla Santana si avvicinò
all'interruttore
della luce accendendola e spengendola un paio di volte, fino ad
attirare l'attenzione della bionda.
"Ehi!"
"Ehi, non sono l'unica allora che non riesce a dormire eh?"
"Già... E bel pigiama!" sorrise Brittany indicando la
maglietta da football col numero sei stampato sul fronte.
"Ti piace? Era di Sam..."
"Di Sam?"
"Già, è un trofeo."
"Non capisco..."
"Una sfida all'ultimo sangue. Se avesse vinto lui avrebbe ricevuto una
delle mie divise da cheerleader... Ma come vedi ho vinto io..." sorrise
soddifatta Santana.
"Dovevate annoiarvi davvero tanto..." sorrise Brittany.
"Non ne hai idea..." replicò la latina sedendosi vicino alla
ballerina "Cosa guardi?"
"Spero di non averti mancato di rispetto ma... Ho trovato questo sopra
il tavolo e..." spiegò la bionda indicando un album
fotografico.
"Oh..." sospirò Santana.
"Mi dispiace se ho esagerato, San... lo rimetto subito al suo post-"
"No, no! Non preoccuparti!" esclamò la mora fermando la
ragazza
"E poi è una vita che non guardo queste foto, davvero..."
"Ok, allora..." sorrise Brittany aprendo di nuovo l'album "Ero arrivata
qui."
"Oh Dio! Guarda mio padre! Aveva ancora i baffi! E' così
ridicolo! Sembra Tom Selleck in Magnum P.I.!"
"Questa sei tu?"
"Già..."
"Adorabile..."
"Adorabile sarebbe stato l'ultimo termine con cui mi avrebbero
descritto i miei genitori...." sorrise Santana.
"Perchè?"
"Ero un uragano... Poi ho scoperto il dolce far niente e la pigrizia ha
avuto la meglio..." spiegò la mora.
"Oh... E questa quindi è tua mamma?"
"Si."
"Che vive a New York."
"Esattamente."
"Vi vedete spesso?"
"Si. Era solita chiamarmi ogni sera fino a che le ho
chiesto di evitare perchè mi sembrava ancora di essere qui
in
Ohio e di avere il coprifuoco..." sorrise la latina.
"Hai un buon rapporto con i tuoi genitori?"
"Sono straordinari. Mi hanno sempre sostenuto. Sempre. Anche quando per
forza di cose ho dovuto dichiararmi e dire loro che ero gay. Mio padre,
giuro che gliel'ho letto sul viso,
ha avuto un momento di "oh
mio dio, io e la mia bambina abbiamo gli stessi gusti!"."
sorrise divertita la latina "Ma poi mi ha sempre appoggiato.
Così come mia
mamma. E' solo grazie a lei se ora sono quella che sono. Letteralmente.
Avevo una borsa di studio per un college in Kentucky, ma lei
è
venuta da me con una busta di soldi e mi ha detto di fare quello che
volevo. Et voilà."
"Quando hanno divorziato?"
"Oh, no, non sono divorziati. Sono semi-separati a dir loro."
"Cosa vuol dire?"
"Che passano due settimane del mese insieme e le altre due per fatti
loro. Stando a mia madre "trent'anni
di routine uccidono più del veleno"."
"Dovrei suggerirlo ai miei..." sorrise Brittany per poi domandare "E
lei?"
"Mia nonna." sorrise nostalgica la mora "Mi abuelita. E' morta due anni
fa."
"Oh... mi spiace Santana..."
"Quanto vorrei che le cose fossero andate diversamente..."
continuò
Santana.
"Cosa è successo tra voi?"
"Lei... beh, diciamo che non aveva preso affatto bene la mia...
diversità. Non mi ha
parlato per quasi cinque anni. Non una sola parola."
"E poi?"
"Poi qualcosa le deve essere balenato in testa e una mattina di Natale
mi ha
telefonato come niente fosse stato. Me lo sarei dovuto aspettare in
effetti..." sorrise nostalgica Santana "Avrei davvero voluto
più tempo con lei...".
"E questo?" chiese Brittany indicando la moneta da un dollaro incollata
sul retro di una cartolina di New York.
"Non è possibile... Non ci credo!" esclamò la
latina afferrando la cartolina "Credevo di averlo perso!".
"Cosa?"
"Questo è il primo dollaro! Il primo vero dollaro che mi ha
fruttato Breadstix! Beh, tecnicamente non era ancora Breadstix, ma lo
era nella mia testa..."
"Tecnicamente?" sorrise la bionda.
"No è che... E' una lunga storia..."
"Cosa aspetti, allora?"
"Ok... Beh, dopo essermi pagata l'iscrizione al
college, all'insaputa dei miei, ho comprato con i soldi
rimanenti
un minuscolo ammuffito e buio "appartamento"
seminterrato. Una topaia in realtà. In tre lunghi anni sono
riuscita a sistemarlo, con tre lavori ed le spese ridotte al minimo
ovviamente, e poi ho fatto quello che avevo programmato secoli prima:
ho chiesto al vecchio marchio Breadstix l'affiliazione... Come puoi
immaginare la loro risposta è stato un secco "no grazie, non
abbiamo bisogno di un buco umido e buio". Così
dopo anni di
sacrifici mi ritrovavo improvvisamente senza nulla in mano.
Letteralmente. Non avevo più soldi."
"Triste..."
"Già... Ma se non fosse stato per quel rifiuto, quella
stessa
sera non avrei scaraventato a terra la mia abat-jour sfondando il
pavimento di legno... per poi trovare una vecchia scatola di spiccioli
e delle vecchie figurine del baseball. Tra tutti i centesimi
nella scatola ho trovato il famoso primo dollaro. Come direbbe Zio
Paperone, questa è la mia Numero Uno."
"Ti ha portato fortuna?"
"Beh, un paio di giorni dopo Sam è venuto a consolarmi, e ad
un certo punto l'ho sentito letteralmente gridare come una bambina. Ho
pensato avesse visto uno dei tanti ragni che vivevano con me... Invece
aveva semplicemente trovato le figurine del baseball e da bravo
collezionista ha velocemente scoperto quanto potevano valere. Diciamo
solo che quella di minore valore veniva cercata on line per
quindicimila dollari..." spiegò Santana fingendo
disinteresse
"Così dopo aver investito i soldi delle figurine in un nuovo
locale, finalmente Breadstix accettò la mia richiesta
d'affiliazione... e beh, il resto è storia...".
"Cavolo!"
"Quindi direi che ha portato fortuna. Molta fortuna, nel corso degli
anni.... Infatti credo proprio che la riporterò con me a New
York..."
"Saggia idea..." annuì Brittany "Hai ancora il vecchio
appartamento?"
"Certo. E' ancora uno dei miei posti preferiti nonostante
l'umidità e tutto il resto..."
"Un giorno dovrai mostrarmelo..."
"Quando vuoi, Britt..." annuì Santana per poi
riprendere "Dunque... Il sonno comincia a farsi sentire?"
"Non proprio... Ma se vuoi andare non preoccuparti..."
"Allora credo proprio che tenterò di nuovo di prendere
sonno... Buonanotte di nuovo, Britt..."
"'Notte San..."
Dopo qualche passo verso le scale, la mora si voltò di nuovo
avvicinandosi a Brittany "Puoi venire con me."
"Come?"
"Voglio dire... puoi venire con me, in camera da letto- a vedere le
foto... Magari un po' di compagnia ci fa prendere sonno..."
"O non ce lo fa prendere affatto..." sorrise Brittany.
"Prometti che non mi tenterai?" provò Santanacon un sorriso.
"Lo prometto... Tu?"
"Giurin giurello!" annuì la latina convinta "Voglio solo un
po' di compagnia..."
"Va bene allora... possiamo provarci, andiamo..."
Appena arrivata nella camera di Santana, Brittany si voltò a
chiedere "Quale lato scegli?"
"Oh... Beh... E' lo stesso credo..."
"Allora io scelgo il sinistro..."
"Prego..." sorrise Santana per poi voltarsi e prendere un lungo
respiro, prima di ficcarsi sotto le coperte.
"Buonanotte San..."
"Buonanotte Britt..."
______________________________________________________________________________________________
"SANTANA!" esclamò Puck sbattendo la porta d'ingresso "Non
dirmi
che stai ancora dormendo perchè stavolta ti- Ooooh!"
"Puck?" sbuffò confusa Santana.
"Si..."
"Buon compleanno." borbottò
la mora
strizzando gli o cchi e stringendosi istintivamente le coperte addosso
per poi cambiare espressione e domandare annoiata "Cosa
diavolo ci fai qui?!"
"Io- ehm-"
"Cosa?!?"
"Non dovremmo discuterne di là?" chiese Puck guardando
Brittany.
"Non puo' sentirti, idiota! E no, non voglio di discuterne di
là
perchè ho intenzione di tornare a letto. Quindi sii veloce e
dimmi cosa ci fai nella mia camera da letto. Ora."
"Ok... Dunque..." riprese il ragazzo "Io volevo- No un momento, devo
chiedertelo altrimenti il mio cervello non funzionerà per il
resto della giornata... Là sotto siete vestite o-"
"Siamo vestite." rispose secca Santana scoprendosi "Va al dunque."
"Ok. Non ricordi cosa dovevamo fare?"
"No, evidentemente. Cosa dovevamo fare?"
"Ehi!" esclamò Sam affacciandosi alla porta della camera.
"Oh, ovvio Pinco Panco e Panco Pinco vanno sempre in coppia..."
osservò scocciata Santana.
"Oooh non dirmi che-"
"Sono vestite." spiegò velocemente Puck facendo sospirare
Sam "Maledizione..."
"Che cos'hai sulla faccia?" domandò Santana.
"Cosa ho?"
"Sei sporco..."
"Oh, è cioccolata. Ho trovato dei cioccolatini sul tavolo
della cucina e non ho resistito."
"Quelli sono probabilmente scaduti da... secoli..."
"Potrei morire!?"
"Potresti passare un bel quarto d'ora in bagno, ma non morirai,
credimi..." lo rassicurò Puck "Una volta però ho
mangiato del formaggio scaduto e
quando sono andato in bagno ho dovuto chiamare mia madre ad asciugarmi
il sudore sulla fron-"
"Ne ho abbastanza! Perchè siete qui?!"
"Non ricordi davvero Santana?"
Santana guardò per un momento Sam che con incredibile (leggi
inesistente) discrezione stava tentando di farle capire qualcosa
mimando di avere qualcosa in testa.
"Sam non sei mai stato un fenomeno al gioco dei mimi..."
replicò la latina.
"Sposa! Ero una sposa che si toglieva il velo!"
"Te ne sei dimenticata." sospirò Puck.
"No, non me ne sono dimenticata! E' che in questo momento non mi
passava certo per la mente... voglio dire..." provò la
latina
indicando Brittany ancora addormentata al suo fianco.
"Non importa..." replicò il ragazzo per poi sorridere
malizioso
"Sei perdonata se almeno sei riuscita a combinare qualcosa..."
"In effetti... no..."
"Ok. La questione è seria e non possiamo far finta che sia
tutto
ok." cominciò seriamente Sam sedendosi delicatamente sul
letto
"Qual è il problema San? Con noi puoi parlarne."
"Parlare di cosa?"
"San..."
"Seriamente Sam, non so dove vuoi arrivare..."
"Voglio dire ti vedi con Brittany da quanto tre mesi?"
"Quattro..."
"E non sei ancora arrivata al traguardo!?!"
"No, fermati subito. Non ho intenzione di avere questa conversazione
con voi. Non con Brittany presente."
"Non puo' sentirci..." obiettò Puck.
"Non ha importanza. Non avremo questa conversazione. Punto e basta."
"Hai qualche problema logistico... tipo... tunnel carpale?"
"Cos-" cominciò Santana arrossendo.
"Riesci a muovere la lingua? Di "aaaah"."
"Smettila. Smettila. Ti assicuro che tutto l'apparato "logistico" sta
bene. Ora basta."
"E allora cos'hai?!"
"Che c'è!? Non posso aspettare ora!? E' forse un crimine!?"
"E' che... Non è da te..." spiegò Sam.
"... Mi sono innamorata, ok!?"
"Merda..." sospirò Puck.
"Grazie del sostegno!" esclamò la latina scioccata.
"Davvero Puck! Pensavo che anche tu eri il suo
lesbro!"
"No! Non intendevo questo! Ma- Cavolo rischia di fare
più
notizia Santana innamorata che la mia proposta di matrimonio a Quinn!"
"No, perchè questo rimane fra noi! E se scopro che ve ne
siete
usciti con qualcun altro potrete ben presto dire addio alle vostre-
noci- riproduttive!"
"Promesso!" esclamò Sam stringendo velocemente le gambe.
"Assolutamente, non uscirà da questa stanza."
affermò Puck annuendo deciso.
"Bene. Ora possiamo parlare della proposta."
"Avevo pensato a-"
"No, non qui. Andiamo in cucina. E Sam, fammi un caffè."
Dieci minuti dopo Santana era quasi sveglia, seduta al tavolo della
cucina ad ascoltare le strampalate idee di Puck.
"Dunque, avevamo pensato di vestirci da Batman e Robin e inscenare uno
sketch-"
"Ho sempre sospettato che foste gay l'uno per l'altro, gran bel modo di
fare coming out specialmente nel giorno in cui intendi chiedere alla
tua ragazza di sposarti..."
"Non ho capito..."
"Scarta. L'idea." sillabò la latina "Prossima?"
"Quella era la mia unica idea."
"Fantastico..."
"Ed ora!?"
"Ora ti rilassi e pensi ad un qualche modo per chiederle di sposarti.
Che non includa direttamente Sam. Per favore."
"Ok. Subito dopo la torta potrei semplicemente inginocchiarmi e-"
"Durante la festa?"
"Mmm... No?"
"Puck... Non voglio dirti come chiedere a Quinn di sposarti... Ma la
cosa deve essere tra voi... Non dovreste avere tutto il vecchio
McKinley come pubblico..."
"Non è vero che ho invitato tutto il vecchio liceo... L'ho
detto
solo per farti arrabbiare..." sorrise Puck per poi aggiungere "Ma
è giusto che la cosa sia tra di noi... Quindi dici
di farle
la proposta dopo la festa?"
"O prima... così puoi riservarti il piacere di fare
l'annuncio durante la festa..."
"... E se dice di no?"
"Non dirà mai no, Puck." si intromise Sam con un sorriso.
"Devo trovare un momento, un posto, una frase perfetta." si disse
convinto Puck.
"Entro le sette di stasera."
"Oh..."
"Ce la puoi fare!" esclamò Sam dando una pacca sulla spalla
del migliore amico.
"Ce la puoi fare ma per l'amor di Dio non avvicinarti a niente di
alcolico e non farti saltare in testa l'assurda idea di ascoltare i
suggerimenti di Sam."
"Ehi!"
"Senza offesa, Sam... Ma finireste per vestirvi da Groucho e Dylan
Dog..."
"Perchè non ci ho pensato prima!?"
"Come volevasi dimostrare: Puck, non ascoltarlo. Ed ora a lavoro.
Avanti."
"Andiamo Sam. Ci chiuderemo a pensare nel seminterrato."
"Ehi Puckerman... Buon compleanno e buona fortuna..." sorrise Santana.
"A più tardi!" sorrise il ragazzo uscendo dalla casa,
trascinandosi dietro Sam.
Santana si stiracchio continuando a sorseggiare la sua preziosa tazza
di caffè per poi tornare ad affacciarsi e trovare Brittany
ancora beatamente addormentata.
Era strano per la latina vedere la bionda nel suo letto.
Nessuno aveva mai dormito con lei nel suo letto.
Nessuno. Nemmeno Quinn, Sam o Puck.
Sorridendo Santana tornò in cucina decisa ad offrire un
risveglio decisamente dolce alla ballerina.
Mezzora più tardi Santana era quasi arrivata in camera da
letto con un intero vassoio pieno di varie cibarie.
"Buongiorno..."
sentì la latina trovando Brittany in piedi vicino al letto.
"No!" esclamò la latina lasciando la bionda perplessa, per
poi
praticamente ordinare "Torna a letto! Torna a letto forza!"
"Perchè?"
"Ti ho preparato la colazione e sarà una colazione a letto,
proprio come avevo deciso." spiegò decisa Santana guardando
Brittany obbedirle immediatamente e tornare a letto.
"Ok. Ora ti faccio scegliere." spiegò con un sorriso
l'ispanica poggiando il tavolino da letto sopra le coperte.
"Cosa ho fatto per meritare la colazione a letto?"
"La meriti e basta." rispose veloce la mora per poi cominciare "Ho
preparato i pancakes. Poi ho pensato che anche ieri hai mangiato i
pancakes, così ho preparato anche i waffles... ma come puoi
vedere il risultato non è proprio dei migliori... Allora
sono
uscita e ho comprato qualche ciambella! Poi ho realizzato che non avevo
niente per i pancakes e ho preso un po' di marmellate e sciroppi e-"
"San."
"Si?"
"Ho smesso di capirti alla parola waffles. Vai troppo veloce..."
sorrise la bionda.
"Oh... Non importa. Quello che volevo dire è che puoi
scegliere qualunque cosa."
"Hai detto bene: qualunque! Perchè hai preparato tutte
queste cose?"
"Volevo che avessi un'ampia scelta. Tutto qui."
"E tu? Cosa mangi?"
"Io non faccio mai colazione..."
"Invece da ieri hai cominciato a farla... ricordi?"
"Ah si?"
"Già..."
"E va bene..." sorrise la latina arrendendosi.
"E poi mangiare in compagnia è
più piacevole."
"Se lo dici tu..."
"San?"
"Mmm?"
Non appena Santana sollevò la testa per guardare Brittany e
poter comunicare con lei, le labbra della bionda erano già
sulle
sue.
Santana per una volta aveva messo da parte tutte le riserve, tutti i
freni, tutte quelle frasi che si era ripetuta fino a convincersi che
era meglio, che era giusto aspettare con Brittany, ed avrebbe
continuato a lungo se non fosse stato per una strana sensazione di
freddo e di umido sulla sua gamba.
La latina si staccò un solo momento per notare
immediatamente la
chiazza color arancione lasciata dal succo d'arancia sul suo pigiama.
"Merda..." sospirò Santana con un sorriso alzando lo
sguardo, sotto sotto quasi grata per l'interruzione forzata.
"Mi spiace San!"
"Figurati... è solo succo d'arancia... E poi ne è
valsa
la pena..." sorrise ancora la latina avvicinandosi a lasciare un bacio
veloce sulle labbra della ballerina "Detto questo credo sia il caso di
andarmi a fare una doccia prima che cominci a formarsi della muffa sul
mio pigiama..."
"Grazie ancora, San..."
sorrise Brittany.
"Grazie a te..." replicò Santana, forzandosi ad uscire dalla
sua
stessa camera prima di rischiare di saltare addosso alla bionda.
____________________________________________________________________________________________
"Credi che sia troppo... sconcio?"
"Sconcio?" ripetè Kurt incredulo.
"E' esagerato vero?"
"Santana, in confronto al tuo normale vestiario questo è un
abito da suora..."
"Dici davvero?"
"Rachel?" chiamò Kurt.
"Si?"
"Che ne pensi del vestito di Santana?"
"Perchè indossi quella cosa?!"
esclamò quasi spaventata.
"Dio, se anche Berry è schifata devo decisamente cambiare
vestito..." sospirò la latina tornando a cambiarsi.
"Dov'è Brittany per la cronaca?"
"A cambiarsi in camera sua. A differenza di qualcun altro lei non ha
bisogno di venire a scroccare i miei vestiti."
"Non è certo colpa mia se Finn ha lasciato la mia valigia a
casa!"
"Non è certo colpa mia se Finn ha evidenti danni cerebrali!"
"Per l'ultima volta Santana! Finn non ha subito danni cerebrali quando
ha sbattuto la testa sulla porta del mio camerino."
"Il modo in cui si esprime e le cose che combina mi dicono
tutt'altro..."
"Basta. Santana va a cambiarti, Rachel- Per l'amor di Dior, togliti
quella specie di salopette! Non siamo negli anni sessanta e non sei un
meccanico."
"Ero curiosa..." si giustificò Rachel alzando le spalle.
"Occhio a non insultare troppo le mie salopette, Valentino..."
sospirò minacciosa Santana frugando nel suo armadio.
"Hai trovato qualcosa tra i tuoi trecento mila abiti?"
"Forse..."
"Vestiti e fammi vedere, e Rachel ho una sola parola per te: no."
"Ma-" cominciò Rachel mostrando un abitò giallo
canarino.
"Niente ma. Non vuoi somigliare a Titti, vero?"
"No..."
"Allora lascia quel vestito e trovatene immediatamente un altro."
"E va bene!" sbuffò la brunetta frugando fra gli altri
vestiti della latina.
"Allora..." cominciò Santana sistemandosi il vestito addosso
"Puo' andare?"
"Oh..."
"Lo sapevo vado a cercarne un altro..."
"NO!" esclamò Kurt facendo voltare sia Santana che Rachel.
"Wow..." sospirò Rachel.
"Non so come possa essere successo... Ma avevo dimenticato quanto ti
sta bene il nero, Santana... forse anche più del rosso..."
"Non bestemmiare ora..." sorrise la latina per poi domandare "Va bene
davvero?"
"Perfetta San. Sei perfetta... E sai che detto da me assume tutto un
nuovo valore..." sorrise Kurt.
"Hobbit?"
"Preferirei che non mi chiamassi Hobbit o Yentl o Barbra, e questo lo
sai già... Ma si, sei perfetta Santana..."
"Grazie, Rachel."
"Pre- Prego..." sorrise la brunetta stupita.
"Posso entrare?" chiamò Quinn dal corridoio.
"Avanti!" rispose Kurt continuando a scrutare attentamente Santana.
"Come procede l'angolo della moda?"
"Diccelo tu..." sorrise Santana mostrando il vestito.
"Wow..."
"Già... Ad ogni modo cosa ci fai qui? Credevo che ci saremmo
visti direttamente dopo..."
"In effetti è proprio con te che devo parlare..."
"Ok... Ti dispiace se nel frattempo mi trucco?"
"Ti vorrei parlare... da sola..."
"Allora andiamo di sotto..." annuì Santana afferrando i suoi
trucchi per poi seguire.
"Allooora..." cominciò Santana guardando Quinn dallo
specchio "Di cos'è che devi parlarmi?"
"Sai già di cosa devo parlarti..."
"No, non credo..."
"Dunque... Noah si propone senza scene da rock star, senza idee stupide
e
ancor più sorprendentemente senza l'aiuto o la presenza di
Sam... e tu vuoi farmi credere che non hai niente a che vedere con la
faccenda? Avanti..."
"Fammi vedere l'anello!" esclamò la latina voltandosi
velocemente ed afferrando la mano della migliore amica "Per la miseria!
Per una volta Puck ha fatto qualcosa con gusto!"
"Non lo avevi visto!?"
"Quel cazzone me lo ha impedito... In effetti era l'unica cosa per cui
ero preoccupata, sapevo che se la sarebbe cavata alla grande per il
resto..."
"E' vero... è stato davvero- è stato
incredibilmente Noah..."
"Raccontami tutto che aspetti?"
"Mi ha fatto arrivare fino in cucina con una scusa e-"
"Santana!?" esclamò Puck fiondandosi in cucina.
"Occupata..." sorrise la mora.
"Cosa ci fai qui!?" domandò il ragazzo notando la bionda.
"Ero venuta a parlare con Santana!"
"Oh, non siamo nemmeno sposati e già menti!?"
"Cosa?"
"Vado a fare la spesa,
parole tue!"
"Lasciami stare e torna ad organizzare la tua festa! Ci sono
già io!" replicò Quinn.
"Ma è la mia migliore amica..."
"Beh, è anche la mia! E poi hai Sam!"
"Sam lo sa già..."
"Se ti interessa ci sono Rachel e Kurt in camera mia..."
"No! Non farlo Puck! Avevamo detto che potevamo dirlo a Santana e ad
un'altra sola persona e hai scelto Sam!"
"Sam sapeva tutto da- sette mesi!"
"Sette mesi!? Ci hai messo sette mesi a deciderti?! Potevi proporti al
mio compleanno e hai scelto il tuo?!"
"Ok." cominciò Santana "Quinn,
calmati. Puck, vai
via. Torna da Sam e andate a prepararvi per la serata. Approfittane per
pensare ad un discorso da fare dopo che avrai annunciato a tutti del
fidanzamento."
"Sono qui dietro, per la cronaca..." annunciò Sam comparendo
dalla porta del salone.
"Perfetto. Sam, porta via Puck."
"Posso avere qualche cioccolatino? Non hanno ancora fatto effetto,
forse non fanno così male...."
"Fuori. Immediatamente"
"A dopo..." sbuffò Puck seguendo Sam.
"Allora... dove eravamo?"
"Ti stavo per raccontare la proposta..."
"Ok. Vai."
"Mi ha fatto arrivare in cucina e sul tavolo c'era un maxi scatolone.
Mi ha chiesto di aprirlo e all'interno c'era solo un'altra scatola...
così mi ha chiestodi guardare all'interno del coperchio.
C'era
scritto "Ti amo perchè"..."
"Sdolcinato..."
"Nemmeno troppo..." commentò la bionda per poi continuare "E
sotto ogni coperchio ho trovato un perchè... Da "perchè
mi impedisci di farmi venire la pancia da alcolizzato" a Beth...
è stato veramente molto... toccante... fino a che non sono
arrivata all'ultima, minuscola, scatolina..." sorrise Quinn.
"Fammi indovinare... c'era forse un anello!?"
"No..."
"Come sarebbe a dire, no!?"
"Il genio aveva paura di perdere l'anelllo e ha continuato a tenerlo in
tasca fino alla fine... quando si è dimenticato di metterlo
nella confezione..." spiegò Quinn.
"E' da Puck..." annuì Santana divertita.
"San..." riprese Quinn con un sorrisone "Sto per sposarmi..."
"Si, non ci crederai ma lo avevo afferrato..."
"Sto per sposare Noah Puckerman... il ragazzo arrogante e idiota con
cui non volevo avere nulla a che fare... il ragazzo con cui abbiamo
dormito insieme lo stesso anno!"
"Oh, grazie... proprio quando stavo per dimenticarmene del tutto..."
sorrise Santana "Consolati almeno del fatto che stai anche per sposare
il padre di tua figlia... Non è qualcosa che tutte le donne
finiscono per ottenere..."
"Già..." sorrise la bionda per poi ripetermi "Sto per
sposarmi."
"Sono davvero felice per voi, Q... Voglio dire per quanto possa essere
felice sapendo che stai per sposare un uomo evidentemente disturbato
con un preoccupante quanto ambiguo legame col suo migliore amico..."
"Correrò il rischio..."
"San?"
"Gesù Cristo santissimo creatore di- MERDA!"
imprecò
velocemente Santana notando Brittany sulla porta, per poi ricevere una
gomitata da Quinn che subito si alzò a salutare la bionda
"Ehi,
Britt! Sei bellissima!"
"Anche tu."
rispose timidamente la bionda.
"Grazie!" sorrise Quinn per poi annunciare "Beh, sarà meglio
che
vada a prepararmi anche io visto che voi siete già pronte! A
fra poco ragazze!"
"Ehi..."
cominciò Brittany avvicinandosi a Santana per sollevarle
delicatamente il volto, per poterle comuncare "Ti senti bene?"
"Io- Uhm... Credo di aver bisogno di sciacquarmi il viso..." rispose
velocemente la latina.
"Ti sei appena truccata!" sorrise Brittany indicandole il volto.
"Giusto. Giusto. Niente acqua."
"San? Sicura di stare bene?"
"Si. Benissimo."
"Sei bellissima." sorrise Brittany indicando il vestito della
latina.
"E tu, voglio dire- wow, insomma... wow..." sospirò la mora
"Ok. Ho bisogno di sedermi. Divano?"
"Va bene..."
"Santa Julie Andrews!" esclamò Kurt scendendo le scale.
"Già..."
"Che mi ven sospirò Santana.
"Sei perfetta tesoro! Perfetta!" sorrise Kurt sillabando esageratamente
le parole per Brittany.
"Grazie..."
"E con una voce adorabile!" sorrise Rachel spuntando alle spalle del
ragazzo.
"Wow! Siete tutti fantastici!" spiegò Brittany con un
sorriso.
"Grazie!" rispose Rachel praticamente scodinzolando.
"Allora, siete tutte pronte? Andiamo ad aiutare Quinn e Puck?"
Brittany annuì velocemente seguendo Rachel verso il giardino.
"Santana? Ti senti bene?"
"No, dico, l'hai vista?!" sbottò la latina "Come dovrei
riuscire
ad essere paziente ed aspettare e rispettarla quando è-
insomma-
l'hai vista?! E' una tortura! Una tortura!"
"Capisco..." cominciò Kurt poggiando la mano sulla spalla
della
latina "E quello che posso dirti è semplicemente questo: non
devi torturarti ed aspettare... tu rispetti già quella
ragazza."
"Davvero?! Perchè tutto quello a cui riesco a pensare ora
è come è bella e come vorrei trascinarla in
camera mia
per-"
"BLABLABLA! Non voglio saperlo!" esclamò Kurt per poi
riprendersi "In effetti ho il sospetto che tu faccia qualcosa di
più del semplice rispettarla, sai?"
"E sarebbe"
"Amarla." sorrise Kurt per poi allungare il braccio e sollevare
letteralmente la latina dal divano "E sai che raramente mi sbaglio su
queste cose... Quindi non farti troppi problemi la prossima volta che
ricapita l'occasione. E' chiaro?"
"Cristallino..."
"Bene. Ora respira e procedi un passo alla volta."
"Posso farcela. Posso farcela."
__________________________________________________________________________________________
La festa era stata un successone, come previsto.
Quinn e Puck avevano annunciato il prossimo matrimonio, quasi senza
litigare, e poco dopo Puck aveva spento le candeline (sempre diciotto,
da ormai troppi anni).
"Sai una cosa Britt?"
"Cosa?"
"Mi sembra di ricordare che sulla tua lista c'era scritto che non eri
mai stata ad una festa in casa..."
"Esatto..."
"Beh, questa non è esattamente la tipica festa in casa da
teenager troppo cresciuto, ed aggiungerei grazie al cielo, ma credo che
possiamo eliminare quella voce... non trovi?"
"Già..." sorrise Brittany distogliendo lo sguardo.
Santana andò ad intercettare la direzione dello sguardo
della
bionda, trovandolo fisso su un gruppo di ragazzi che ballavano
nell'angolo.
"Britt..." provò Santana per poi allungare la mano e
prendere quella della ragazza "Britt? Tutto ok?"
"Si..." rispose Brittany fingendo un sorriso.
"Vuoi ballare?" provò Santana.
"Con quale musica?" sorrise Brittany per poi abbassare lo sguardo.
Santana rimase in totale silenzio per qualche secondo per poi guardare
la bionda e dire "Vieni con me?"
"Dove?"
"Vieni con me?" ripetè semplicemente Santana con un sorriso
offrendole la mano.
Brittany annuì per poi prendere la mano della latina e farsi
strada con lei tra la gente.
Arrivate sul portico la mora cominciò a percorrere
velocemente
il parquet scricchiolante che circondava i tre lati della casa, fino a
quando scelto un punto particolare, tornò a
recuperare la bionda per poi stringerle le mani e dire "Riesci a
sentire la
musica?".
"Cosa?" domandò la bionda confusa.
"Senti come vibra il pavimento? Riesci a sentirlo Britt?"
"Io- si..."
"E' come alla scuola di Mike... Senti? Tump-tutump..." sorrise ancora
la latina.
"Sta cambiando..." osservò Brittany con un sorriso.
"Si, sta cambiando..." sorrise Santana.
"E' un lento."
"Si..." annuì ancora la latina "Balli con me?"
Brittany si guardò attorno nervosa.
"Britt... e' come da Mike! Siamo solo io e te... Nessun altro... ok?"
La bionda annuì avvicinandosi a Santana che raccogliendo
tutta
la sua confidenza portò immediatamente le sue braccia sul
collo
della ragazza finendo con la guance praticamente sul suo collo,
sorridendo divertita alla differenza d'altezza.
Brittany dopo qualche secondo di tensione finì per
abbandonarsi
alle movenze di Santana, continuarono a dondolare sul portico seguendo
il ritmo che la latina continuava a dettare.
Brittany si ritrovò inaspettatamente a sorridere ed a
pensare
che forse, tra le braccia di Santana, non aveva poi così
bisogno
della musica per ballare.
Quando la bionda si accorse del nuovo, veloce, ritmo sorrise tra i
capelli della latina per poi sussurrare "Grazie, grazie, grazie, grazie,
grazie Santana..."
Santana si allontanò un po', appena per riuscire a guardarla
negli occhi per risponderle "Grazie a te..."
Brittany sorrise arrossendo, per poi guardare la strada ed osservare "Sta piovendo..."
"Si..." replicò Santana confusa.
"Non ti ricorda qualcosa?"
"Mmm... Acqua?"
"La lista!"
"La list-" cominciò Santana per poi essere afferrata dalla
bionda e trascinata sotto la pioggia.
"BRITTANY!!! Ci prenderà una polmonite!!! E' dicembre, fa
freddo! E' ghiacciata!" protestò la latina cercando di
tornare
sotto il portico.
"La lista!" sorrise ancora Brittany, già fradicia "Hai
scritto che non sei mai rimasta a prendere la pioggia!"
"Ma non vedo perchè dobbiamo farlo ora!" sorrise Santana
confusa.
"Perchè- Perchè sta piovendo!" sorrise la bionda
alzando le spalle con un sorriso.
Santana si limitò a sorridere ed abbassare lo sguardo, per
poi
sollevare la testa, allargare le braccia ed arrendersi alla pioggia
battente.
Rimase immobile per qualche secondo, fino a che sentì
distinta la risata di Brittany.
"Cosa?"
"Il trucco..." sorrise la bionda.
"Merda!"
"No! No!" esclamò Brittany fermando le mani della latina
"Finirai per peggiorare la situazione!"
"Finirò per sembrare Brandon Lee ne Il Corvo!"
protestò Santana cercando di nuovo di pulirsi.
"Sei bellissima..."
sorrise Brittany avvicinandosi a raccogliere con un fazzoletto
(fradicio) il trucco colato sulle guance della mora.
"Ok..." cominciò Santana prendendo un respiro "Devo
parlarti. E
cercherò di farlo nella maniera più calma ma non
ti
garantisco di riuscire a mantenere la calma perchè quando mi
agito... mi agito, ok?"
Brittany annuì con un sorriso.
"Devo parlarti e non so se voglio davvero farlo sotto la pioggia
perchè
è davvero assurdo e mi sembra di trovarmi in uno di quei
stupidi
film sentimentali anni ottanta in cui lo sfigato dopo un'ora e mezza di
epopea riesce a conquistare la fighetta con una sottospecie di serenata
e-"
"San?"
"Giusto. La calma. Devo mantenere la calma." riprese la latina "Quello
che voglio dire, nonostante la pioggia lo farà sembrare
incredibilmente ridicolo, è che mi sono innamorata."
Brittany sollevò le sopracciglia.
"Si, hai capito bene... Mi sono innamorata. O almeno credo
perchè è la prima volta che provo questi-
sentimenti! Ed
ora arriva la parte bella, quella che con la pioggia sarà
ancora
più comica perchè... Vuoi sapere quando mi sono
innamorata di te? La prima volta che ti ho visto, alla scuola... Ed
avevo paura di sbagliarmi! Ma poi l'ho capito per davvero questa
mattina quando ti ho visto dormire nel mio letto ed ho- ho pensato
"Dio! Quanto vorrei poter vedere questo quadretto ogni giorno per il
resto della mia vita"!"
"San-"
"No, ho quasi finito giuro. Comincio a fare veramente fatica a
continuare questo discorso perchè piove e tu indossi un
maledetto vestito bianco ed è tutto... in mostra! E
sinceramente non so come sia possibile che riesca ancora a dire cose
sensate... Ma quello che volevo dirti era questo. Mi sono
innamorata di una ragazza che ha probabilmente il mio stesso numero di
problemi, se non di più!" sorrise la latina "Una ragazza che
mi
ha fatto infrangere le regole sulla statua della libertà,
che mi
ha insegnato un modo tutto nuovo di comunicare e che ora mi sta
facendo prendere una bronco polmonite sotto la pioggia gelida
per eliminare una stupida voce da una stupida lista... ma tutto questo
non
importa, e sai perchè? Perchè sono innamorata di
te.
Brittany Pierce. Ed ora puoi parlare."
"Andiamo a casa?"
Santana spalancò la bocca confusa.
"Ti ho appena detto che- insomma-"
"Santana," ripetè
Brittany avvicinandosi pericolosamente al volto della mora per poi
sussurrare "Andiamo a
casa..." e sfiorare appena le sue labbra.
___________________________________________________________________________________________
Ok.
Spero di aver ripagato
l'attesa.
Spero.
Ora, lo dico per il
vostro bene, giocate
TANTO di fantasia! xD
Perchè nel
prossimo capitolo non
troverete la descrizione accurata della notte di San e Britt.
Troverete la mia
versione, sempre super super super soft (non a caso il rating non
è rosso xD), perchè a me piace che siate voi ad
immaginare tutto esattamente come lo desiderate.
Detto questo.
GRAZIE per la pazienza,
spero che siate ancora qui a seguire la storia!
Un abbraccio immenso!
E fatevi leggere
pleaaase!
Northstar
ps: perdonate eventuali
errori e fatemeli presenti... sono le 3 e 40 non sono molto operativa
al momento!
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
boh
Dunque, si.
Sono tornata e non credo
nemmeno sia il bel capitolo che speravo di riuscire scrivere per
ripagarvi della pazienza...
Ma spero comunque che vi
faccia sorridere/emozionare :)
Vi annuncio inoltre che
il capitolo è stato tagliato e che so già cosa
devo scrivere/come organizzare il prossimo capitolo quindi non dovrebbe
volerci molto (dopo aver pensato anche ad Unexpected, per
parità xD).
Ok.
Detto questo, vi auguro
una buona lettura!
Grazie ancora!
Un abbraccio grandissimo!
Northstar
https://twitter.com/NorthStar_Efp
https://www.facebook.com/pages/NorthStar/129073120562595
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Era solita pensare che avrebbe sempre ricordato alla
perfezione momenti come l'apertura del suo primissimo
Breadstix, o il giorno dell'acquisizione a pieno titolo della
società, o la sua prima apparizione su People.
Santana poteva ora dire che si sbagliava.
E quanto si sbagliava.
Si era alzata presto ed aveva lasciato a malincuore Brittany nel suo
letto.
Brittany.
Nel suo letto.
Arrossiva al solo pensiero, non riusciva nemmeno a crederci.
Le sembrava tutto ancora un sogno.
Questa era una cosa che non avrebbe mai potuto dimenticare.
Non avrebbe mai dimenticato nessun minuscolo dettaglio di quella notte.
Dalla risata di Brittany quando le aveva strappato le chiavi di casa
dalle mani tremati, per riuscire finalmente
ad aprire la porta ed
entrare. Al suo sorriso quando nella fretta era rimasta impigliata nel
vestito fradicio e la bionda aveva dovuto letteralmente guidarla fuori
dall'indumento.
Santana pensò che forse non aveva fatto poi una
così bella figura, ma non le importava.
Non le importava minimamente, e forse questi piccoli particolari li
avrebbe dimenticati anche Brittany.
No, invece, non li avrebbe dimenticati nemmano lei...
Ma davvero, non le importava,
non le interessava che Brittany avesse potuto scoprire quel suo lato un
po' goffo e sbadato, quello che solitamente teneva nascosto a costo
della vita a chiunque altro.
Ma Brittany era lontanissima da chiunque altro.
Continuava a pensare a quanto fosse importante il silenzio fra loro.
A quanto era spaventata inizialmente da quella quiete a cui
non
era certamente abituata lei che della parola aveva fatto la sua
più grande arma e armatura.
Eppure quella notte aveva imparato qualcosa di nuovo del silenzio.
Aveva imparato quanto, paradossalmente,
il silenzio fosse
riuscito ad amplificare ogni
cosa, ad
ingrandirla, a concentrarla al massimo.
Continuava a pensare a quanto forse, per la
prima volta, non fosse contato nient'altro che conoscere, esplorare... vivere l'altra
persona.
Continuava a pensare a quanto quella notte fosse stata di
soli gemiti, respiri affannati e fruscii di lenzuola.
Niente parole provocanti, niente indicazioni, niente commenti di alcun
tipo.
Niente di superfluo, ma l'essenziale.
Due corpi, due anime.
E se l'altro corpo, l'altra anima, era proprio Lei...
Beh, la situazione assumeva tutto un nuovo grado di
profondità.
Santana sapeva che stava premendo un po' troppo sull'acceleratore, ma
davvero non vedeva l'ora di tornare da Brittany, dalla sua ragazza,
ora a tutti gli effetti, per darle il buongiorno.
Per quanto sperasse che la bionda fosse ancora a letto un po' per
approfittarne, un po' per avere l'occasione di svegliarla, Santana
sorrise quando, parcheggiando, vide chiaramente la bionda gironzolare
per la cucina.
La mora scese velocemente dalla macchina per saltellare
felice fino
alla porta, e fermarsi qualche passo prima della porta per recuperare
un minimo di contegno, ma prima che potesse raggiungere il pomello vide
la stessa
porta aprirsi improvvisamente di fronte a lei.
"Buongiorno..."
sorrise suadente Brittany.
Santana impiegò qualche secondo prima di riuscire a
ricollegare
corretttamente la connessione cervello-bocca, per la vista
mozzafiato che aveva di fronte.
Brittany.
In una camicia e degli slip.
E basta.
"Buon-Buongior-no." replicò Santana finalmente raggiungendo
con lo sguardo il viso della bionda.
"Colazione?"
La latina non provò nemmeno a rifiutare conoscendo ormai la
ragazza, per poi replicare con un sorriso "Certamente.".
Brittany raggiunse per prima la cucina mostrando fiera a Santana cosa
aveva preparato.
"Di questo passo finirò per diventare extralarge..."
sospirò la mora in realtà fin troppo contenta di
avere
qualcuno che non solo era disposto a preparare la colazione ma,
soprattutto, a condividerla con lei.
"Abbiamo programmi per la giornata?" chiese Brittany.
"Abbiamo un bel programma direi..." annuì la latina.
"Cosa ti sei inventata?"
"Qualcosa che spero ti piacerà..." provò Santana.
"A proposito ti piace questa camicia?" sorrise maliziosa la bionda.
"Ti sta da Dio... se non fosse che è un po'... strano, visto
che qualche decade fa era di mio padre..."
"Oh-"
cominciò Brittany arrossendo "Forse dovrei toglierla..."
"Nononono!!!" esclamò Santana afferrando i polsi della
ragazza.
"Cosa?"
"Britt. Se togli quella camicia so bene come andranno a finire le cose
e- e per quanto voglio che vadano a finire così... Finiremo
per
non combinare niente di niente... quindi, seppur a malincuore, ti devo
chiedere di non
tentarmi... Ok?"
"Ok..."
annuì Brittany, per poi dirigersi verso le scale.
"Ok..." ripetè Santana con un sospiro.
"San?"
"Mmh?" replicò istintivamente la mora voltandosi, per poi
ricevere dritta in faccia la camicia che poco prima era indosso alla
bionda.
Santana si liberò velocemente dell'indumento per cercare
immediatamente con lo sguardo la bionda.
Ed era proprio a due passi da lei, sul primo gradino ad aspettarla.
Lei come
non mai, con quel sorriso così innocente eppure
così ferino.
"Sei cattiva Britt..." sorrise Santana avvicinandosi, cercando di
ritrovare un po' di controllo.
"Perchè?"
rispose Brittany poggiando le mani sulle spalle ragazza.
"Perchè così finiremo per dover posticipare tutto
e dovremo rinunciare a qualcosa..."
"Non importa..."
"Ah no?"
"Sai a cosa voglio fare?"
"Forse ho un'idea..." sorrise la latina lasciando che i suoi occhi si
spostassero per la prima volta dall'inizio della conversazione dal viso
della bionda, che sorrise arrossendo.
"Cosa vuoi fare?" riprovò Santana tornando a guardare
direttamebte Brittany.
"Voglio stare con te. A letto, con i nostri amici, nella
giungla... non importa... Voglio solo stare conte."
"E' lo stesso per me, Britt..." sorrise la mora.
"Allora cosa stiamo aspettando?" riprese la bionda per poi guidare al
piano di sopra la sua ragazza.
___________________________________________________________________________________________
"Santana..."
"Mmm..." replicò istintivamente la latina parlando
praticamente nel cuscino.
"Santana?"
"Credi che stia bene?"
"Certo che sta bene..."
"Tu dici? Ieri sera ha bevuto abbastanza..."
"Rachel, ieri sera hai bevuto quanto un contadino russo avvolto dal
gelo e non mi sembra che tu stia male."
"Non ho bevuto poi così tanto..."
"Si, credimi, lo hai fatto..."
"Ecco, sta aprendo gli occhi..."
La mora aprì lentamente gli occhi fissando confusa il
soffitto,
per poi accorgersi altrettanto lentamente del calore del corpo di
Brittany attaccato alla sua schiena, di un braccio allungato lungo il
suo stomaco e di un paio di voci che conosceva fin troppo, ma che nella
confusione del sonno non riusciva bene a identificare.
"Buongiorno Santana!" esclamò la più squillante
delle voci.
"Cristo!" eclamò Santana voltandosi di colpo, registrando
finalmente la presenza delle due amiche nella sua camera "Cosa
diavolo- Cosa-" cominciò la ragazza blaterando.
"Cosa?" domandò Rachel.
"Cosa diavolo ci fate in camera mia!?" ripetè più
lentamente la latina.
"Noi... uhm..." provo Quinn.
"Ieri Puck, oggi voi, domani troverò l'intera parata di
Macy's nel salotto!?"
"Uhm..." riprese la bionda.
"Cosa!?"
"Noi dovremmo parlarti..."
"Allora fatelo!"
"Non- Non ci riesco se- Ehm..."
"Cosa!?"
"Ci penso
io." cominciò Rachel "Quello che Quinn è troppo
imbarazzata per
spiegarti è che, per quanto tu sappia che siamo ovviamente
felicissime per
te e per Brittany, la tua ultimissima conquista e tra
l'altro la prima che
veramente approvo, lasciamelo dire-"
"Berry, hai cinque secondi per
terminare la frase prima che mi alzi dal letto e ti faccia ricordare
perchè eri solita avere paura di me."
"E' alquanto imbarazzante, e
conseguentemente difficile, parlarti Santana... mentre la mano di
Brittany è
comodamente infilata nei tuoi- uhm... è più
difficile da dire di quel
che sembra-"
"La mano di Brittany negli slip, Santana!" esclamò
esasperata Quinn arrossendo e voltandosi.
"Oh... Oh!" realizzò la latina notando la mano della bionda.
"Già... Quello..." commentò Rachel.
"Beh siete voi quelle che mi siete in camera..."
sbuffò la latina spostando delicatamente il braccio della
bionda
per poi tirarsi le coperte addosso e chiedere "Qualunque
cosa dobbiate dirmi spero per voi che sia una cosa veramente importante".
"Si, si lo è Santana..." provò Rachel "Non ti
avremmo disturbato altrimenti..."
"E va bene..." sospirò la mora
"Passami la maglietta... e quei jeans lì sopra..."
"Ecco."
Una volta rivestitasi Santana cerco di alzarsi lentamente dal
letto nella speranza di non svegliare Brittany che ancora dormiva
beata, per poi aggiustare con cura le coperte intorno al corpo della
ragazza.
"Wow..." sorrise Quinn.
"Niente commenti." replicò veloce la mora infilandosi i
pantaloni.
"Ha detto solo "wow"...
Tecnicamente non è nemmeno una parola." la corresse Rachel.
"Silenzio, Rachel, conosci il significato di questa
parola?" insistette arrossendo.
"Certo che lo conosco, per chi mi hai preso!?"
"Sarcasmo, questo sconosciuto..." sospirò Quinn sollevando
gli occhi esasperata.
"Vedete di prepararmi
un caffè, visto che mi avete svegliato, me lo dovete..."
"Sai una cosa?" cominciò Quinn.
"Cosa?"
"Tu e Brittany siete davvero carine insieme..."
"Uhm... ok..."
"Forse carine non è l'aggettivo giusto perchè
effettivamente sono due ragazze di bellezza oltremodo superiore alla
media... Io le avrei definite almeno magnifiche..."
si intromise Rachel.
"Grazie,
Rachel, intendevo carine nel senso di tenere... E poi
beh... Santana è
particolarmente dolce con lei come avrai notato."
"Ok..." annuì imbarazzata Santana.
"Oh e congratulazioni tra l'altro." sorrise Rachel.
"Per cosa?"
"Beh per aver posto la stella sulla punta dell'albero..."
"Stella? E quale albero?"
"Era una stupida metafora..." sbuffò Quinn.
"Le metafore non sono mai stupide! Specialmente quelle con le stelle!"
replicò colpita la brunetta.
"Continuo a non capire..."
"Voleva congratularsi per il... sesso... immagino..."
"Ovviamente era quella l'intenzione..." annuì Rachel.
"Ti
ringrazio Barbra, ma per cortesia la prossima volta tieni fuori dalla
metafora alberi e... punte..." rispose Santana con un'espression
schifata.
"Pensa un po' stavo per citare anche le palle di natale..." aggiunse la
ragazza.
"Ad ogni modo il mio
caffè è quasi finito e non avete fatto altro che
parlare di
me e Brittany... qual è questa cosa importante di cui dovete
parlarmi?"
"Prima cosa-" cominciò Rachel.
"Quante cose dovete dirmi?!"
"Prima cosa-" ripetè la brunetta "Per questa sera
è tutto sistemato, ricordati di chiedere le chiavi a Finn."
"Sperando che l'idiosaurus-rex non le perda prima..."
"Seconda cosa..." insistette Rachel ignorando i commenti della latina
"Devi rimediare coperte e sacchi a pelo perchè non erano
attrezzati..."
"Va bene..."
"Terza cosa fossi in te chiarirei con Sam il tipo di decorazione che
vuoi avere all'interno di quel posto perchè non credo che
abbia
molto chiaro cosa voglia dire genericamente il termine "caraibico"..."
"Cosa intendi?"
"Sembrava che stesse decorando il set de "I pirati dei caraibi"..."
"Merda..." sbuffò la latina "Beh, ora che abbiamo sistemato
queste cose volete dirmi, finalmente, cosa ci fate qui?"
"Beh vedi..." riprese la bionda.
"In tre parole o meno, Q."
"Tre parole o meno?"
"E hai 5 secondi per rispondere... Uno, due, tre-"
"Potrei essere incinta." rispose velocemente Quinn.
"Cosa!?" esclamò scioccata la latina.
"Lo so-"
"No! Non puoi! Non- Stai
scherzando!? Abbiamo due nuove aperture nei prossimi sei mesi, non puoi
abbandonarmi ora! Sai i rischi legali che derivano da ogni nuova
apertura e-"
"Ho detto potrei,
Santana. Ma grazie per il sincero interessamento!"
"Potresti- Potresti?"
"Questa mattina ho realizzato di essere leggermente in ritardo..."
spiegò la bionda.
"Leggermente... quanto?"
"Ventuno giorni..."
"Mpf..." sbuffo la latina "Tanto vale cominciare a scegliere il nome..."
"Santana!" esclamò la bionda.
"Oh, avanti! Ventuno giorni di ritardo sono tanti!" si
giustificò la latina.
"Il ruolo della migliore amica..." cominciò Quinn "E' quello
di sostenere e incoraggiare sempre l'altra migliore amica."
"Si lo so ma-"
"Non puoi consigliarmi di cominciare a scegliere il nome!"
esclamò la bionda lasciando scioccata Santana che
però
dopo qualche secondo sospirò "Anche il comportamento da
psicopatica
suggerirebbe una gravidanza in effetti- MA," si riprese
velocemente "non è detto! Non è detto ancora!"
"Grazie..."
"Magari è menopausa precoce- Stavo scherzando, Quinn!"
replicò velocemente Santana.
"Ehm..." si fece sentire Rachel dando una gomitata alla bionda vicino a
lei.
"E c'è un'altra cosa..." riprese la bionda.
"Positiva o negativa?" sorrise la latina.
"Smettila. Di alludere. Al mio possibile
stato." scandì seriamente la bionda.
"Ok, sto esagerando la faccio finita..."
"Non sono l'unica che potrebbe essere nei guai..."
"No, no, no, non dirmi che-"
"Guai?"
sorrise nervosamente Rachel "Speriamo almeno che il guaio sia uno!".
"Oh Dio..." sospirò Santana "E' una qualche tipo di prova
televisiva vero? Dove sono le telecamere?"
"Non c'è nessuna telecmera Santana..." sbuffò
Rachel per
poi rivolgersi a Quinn "Te lo avevo detto che aveva bevuto troppo..."
"Abbiamo comprato qualche test..." riprese la bionda ignorando le
amiche, indicando la busta
poggiata sul tavolo "Ma non potevamo certo farli a casa di Puck con
loro che ficcano il naso ovunque..."
"Cosa ho fatto di male?" sospirò Santana.
"Devi fare pipì?" domandò Rachel guardando Quinn.
"Per niente..."
"Benissimo,
ho preso due litri di succo d'arancia, la vitamina C fa sempre bene..."
sorrise la brunetta tirando fuori dalla busta un cartone di succo di
frutta.
"Tanto vale..." sospirò Quinn.
"A proposito di bere... havete idea di quanto avete bevuto ieri sera?
Doveste essere in dolce attesa, Dio ce ne salvi, potreste aver in
grembo i nuovi Lindsay Lohan o... Colin Farrel!"
"Tu si che sai come tranquillizzare la gente..." sospirò
Rachel.
"Beh, voi bevete pure, io vado a svegliare Brittany... E non cominciate
senza di me... visto che ci sono voglio almeno godermi le vostre
facce..." sorrise Santana.
"Alla salute?"
provò la brunetta.
"Rachel, ti prego, bevi e smettila di parlare." rispose Quinn
esasperata.
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Arrivata in camera, Santana si poggiò appena al letto prima
di sentire la bionda mugugnare un lungo "Mmm..." e sollevare
la testa guardandola.
"Speravo dormissi..." sorrise Santana sedendosi a gambe incrociate sul
letto
"Perchè?"
"Volevo svegliarti a modo mio..."
"Posso ancora far finta di dormire..." sorrise la bionda tornando a
ficcare le braccia sotto al cuscino, per poi voltare la testa da
Santana.
La latina andò velocemente a mettersi a cavallo della
schiena
della bionda, che sorrise divertita, per poi sfiorarle appena la
schiena con la punta delle dita, fino a che non ottenne un brivido e un
sospirato "San..."
Santana si abbassò a lasciare alla bionda un bacio sulla
tempia, sulla guancia, sul collo, sulla spalla, per poi...
sorprendere la bionda con un attacco di solletico.
"San! San!" esclamò
Brittany tra le risate per poi riuscire finalmente a fermare le mani
della mora sulla sua schiena e guardarla quasi a chiederle
pietà.
"Ok..." sospirò Santana sollevando le mani in segno di resa,
per poi lasciare che Brittany si voltasse a pancia in su.
Dopo aver ripreso fiato la bionda chiese sorridendo "Come mai questo
risveglio?".
"Per quello che mi hai detto prima..." spiegò Santana
figendosi offesa, con un broncio veramente poco convincente.
"Gli alluci?" domandò la bionda divertita
"Gia..."
"Beh è vero! Hai gli alluci più grandi
che abbia mai visto... Ed è
strano perchè sei... minuta..." spiegò ancora la
bionda.
"Non sono minuta..."
"Si che lo sei..."
"Berry è più piccola di me..."
"Ma tu sei più piccola di me..." spiegò la bionda
mettendosi a sedere, per poi lasciare un bacio veloce sulle labbra
della latina che subito protestò "E allora?"
"E sono più forte di te..."
"Non è vero!"
Brittany alzò le sopracciglia scettica.
"Non puoi fare riferimento a qualunque cosa sia successa tra questa
notte o questa mattina perchè sono particolarmente... debole... in
certi momenti..."
"Sono più forte..." insistette la bionda.
"Non è vero!"
Brittany sorrise per poi afferrare i fianchi della latina ed invertire
la posizione, portandosi di peso sopra la ragazza, sorridendo
vittoriosa.
Dopo qualche tentativo di contrattacco Santana annunciò
"Questo non prova niente!".
Brittany sorrise per poi guardare la mora dritta negli occhi e dire "Sei la persona più
testarda che abbia mai conosciuto."
Dopo qualche secondo di shock Santana rispose "E' la frase
più
lunga che ti ho sentito pronunciare... E non so nemmeno se è
un
complimento o meno..."
Brittany invece di rispondere decise di sorprendere la latina con un
lungo bacio.
"Immagino fosse un complimento..." commentò la mora,
ricevendo un sorriso dalla bionda.
"Ugh..." sospirò poi Santana sentendo squillare il suo
telefono
ancora sul comodino per poi guardarlo con astio.
Accorgendosi del telefono Brittany si spostò da sopra la
latina, dandole modo di allungarsi per afferrare il cellulare.
"E' Kurt..." annunciò la mora per poi rispondere "Cosa
c'è?"
"Sono da te?" chiese immediatamente il ragazzo
"Chi?" rispose Santana cercando di fingersi confusa.
"Sono lì!" esclamò Kurt parlando con qualcun
altro.
"Chi c'è con te?"
"Mercedes e Tina! Oh e stiamo venendo lì, ovviamente!"
"Ovviamente..." sospirò Santana per poi chiedere "Come fate
a sapere già tutto?"
"Oh avanti! Rachel non sa tenersi nemmeno la pipì, figurati
come faceva a tenersi questo
segreto!"
"Dovevo immaginarlo..."
"A fra poco!" esclamò il ragazzo terminando la chiamata.
"Che c'è?" chiese Brittany.
"Dobbiamo alzarci... Fra poco ci sarà da ridere..."
spiegò Santana stiracchiandosi.
"Mmm?"
"Giochiamo a "Indovina
chi è incinta"..."
"Cosa?" chiese la bionda ancora più confusa.
"Mettiti qualcosa addosso, ti spiego tutto..." sorrise la mora
alzandosi.
_______________________________________________________________________________________
"Allora?" cominciò Santana "Non per scocciare ma ho un
appuntamento fra un'ora e non vorrei arrivare in ritardo..."
"Dove devi andare?" domandò Kurt curioso.
"Non sono affari tuoi, Lady Hummel..."
"Sono pronta." rispose Quinn afferrando i suoi test "Vado."
"Buona fortuna!" provò Tina.
"Dovevi dirglielo un po' prima..." commentò Mercedes.
"Wow..." sospirò Rachel.
"Cosa?"
"Siamo già in quel momento delle nostre vite?"
continuò la ragazza.
"Quello in cui si blatera ad oltranza senza sapere di cosa si blatera?
Quella si chiama vecchiaia, e tu ci sei dentro da una decade
apparentemente..." commentò Santan facendo sorridere
Mercedes e
ricevendo uno sguardo confuso da Brittany "Non è importante
Britt..."
"Ridi pure quanto vuoi Santana, ma anche se non fossi già
incinta, potresti diventare presto zia..."
"State pensando di avere un bambino!?" gridò praticamente
Kurt.
"No..." cominciò Rachel "Ok, forse si... Ma quello che sto
dicendo è che siamo cresciuti!"
"Sono sicura che se avremmo avuto una qualche musichetta commovente
queste tue riflessioni avrebbero avuto più senso ma non
capisco
dove vuoi arrivare..." commentò la mora.
"Beh, guardate Quinn e Puck che si sposano e forse allargano la
famiglia... Io e Finn che potremmo pensare un giorno di avere
dei bambini... Tu e Britt che-"
"Ok. Punto afferrato. Siamo cresciuti..." la femò Santana
arrossendo.
"Ehm..." provò Quinn facendosi notare con i tre test in mano
"Cosa stai aspettando?"
"Vado, vado!" esclamò Rachel correndo verso il bagno.
"Allora!?" esclamò Kurt praticamente saltando in piedi.
"Non- Non ho il coraggio..."
"Beh, aspettiamo che sia tornata anche la scimmia urlatrice..." propose
la latina.
"Si, sono daccordo, aumentiamo un po' la suspence..." annuì
Kurt.
Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, Santana piegò
appena la testa guardando confusa il corridoio.
"Che c'è?" domandò Kurt confuso.
"Non sta cantando vero? Me lo sto immaginando... vero?"
spiegò Santana facendo concentrare tutti gli altr iragazzi.
"Raindrops keep falling on my head. Burt Bacharach..."
confermò Kurt "Sta decisamente cantando.".
"Non solo sta cantando... ma sta cantando una canzone sulla pioggia,
mentre fa pipì..." commentò Mercedes.
"Ha veramente dei seri problemi..." annuì Tina.
"E' quello che cerco di farvi capire da circa dieci anni..." insistette
Santana.
"Ok..." sospirò Rachel mostrando i tre test in mano "Chi
legge?"
I ragazzi si guardarono fra loro cercando il candidato migliore, fino a
che Santana, a sorpresa disse "Datemi quà e mettetevi a
sedere.
Ci penso io."
"Ok..." sospirò la bionda seguita da Rachel.
"Quando siete pronte..."
"Siamo pronte..." provò Rachel.
"Lo siamo?" sorrise Quinn.
"Non credo abbia importanza ora..." replicò la brunetta
alzando le spalle.
"Dunque..." cominciò la latina studiando i tre test nelle
sue mani.
"Allora, Santana?" si intromise spazientita Rachel.
"Beh... a quanto pare nessuna di voi è in dolce attesa..."
annunciò Santana con un sorriso.
"Wow... Beh... Wow..." sospirò Quinn.
"Tranne Rachel." continuò la latina "Tu, sei decisamente
incinta. Congratulazioni o condoglianze... come preferisci..."
"Cosa!?" esclamò la brunetta lanciandosi ad afferrare i test
dalle mani dell'amica.
"Che c'è scritto!?" domandò Kurt.
"E' uno scherzo vero?" chiese Tina.
"Incinta." sospirò Rachel alzando lo sguardo "C'è
scritto incinta..."
"Congratulazioni?" provò Mercedes.
"Yay! Diventerò presto zio!" esclamò Kurt
avvicinandosi ad abbracciare Rachel.
"Beh offrici qualcosa Santana! Credo che dovremmo celebrare il
fatto che Quinn non sarà privata dei piaceri dell'alcohol
per
almeno un anno e che beh... Si, Rachel è in dolce attesa..."
sorrise Mercedes.
"Sapete dov'è la cucina, servitevi pure..." rispose la mora
indicandola.
"Scusatemi..." disse Quinn alzandosi e dirigendosi velocemente verso le
scale.
"Quinn?" provò Santana seguendo la bionda per poi voltarsi
ed afferrare la mano di Brittany tirandola con sè.
"Aspettat-" provò Tina seguita da Rachel.
"Ci penso io," cominciò la latina "e se qualcuno si azzarda
ad
oltrepassare l'arco dell'ingresso ne subirà le conseguenze.
E' chiaro?"
"Sai cosa?" cominciò Kurt "Credo sia meglio che ce ne
andiamo a
festeggiare altrove e ci aggiorniamo a più tardi...
per la
cena..."
"E l'annuncio..." scherzò Mercedes.
"Si, forse è meglio..." annuì Santana per poi
dirigersi verso il piano superiore con Brittany.
"Quinn?" provò appena la latina non volendo spaventare la
ragaza "Che succede?"
"Io non- non lo so!" rispose la bionda alzando il viso, rigato dalle
lacrime.
"Non sei felice? Credevo fossi felice..." domandò confusa
Santana sedendosi a sua volta intorno al tavolino, seguita da Brittany.
"Lo so! Credevo anche io di esserlo ma- come vedi non capisco cosa mi
stia succedendo!"
"Beh è piuttosto chiaro invece..." sorrise Santana.
"Cosa?"
"Forse, dopotutto, saresti stata felice se quei test fossero stati
positivi..."
"Cosa? No..." provò la bionda.
"E' l'unica spiegazione..." rispose la latina passando un tovagliolo
all'amica.
"Tu credi che nel profondo io voglia avere un bambino?"
"Puo' darsi, e non ci sarebbe niente di male nell'ammetterlo..."
provò Santana distogliendo lo sguardo.
Dopo qualche secondo di silenzio Santana riprese "Forse devi solo
parlarne con Puckerman... Digli quello che è successo, digli
come ti senti... magari prova a chiedergli cosa ne penserebbe di un...
Puckerman mini... possibilmente più educato..."
"Come? Non voglio affrontare questa discussione... Non
voglio nemmeno vedere Puck in questo momento... farei fatica
a
guardarlo in faccia..."
Santana rimase un momento in silenzio per poi dire "Potresti venire con
noi.".
"Cosa?"
"Vieni con noi tu-sai-dove...
Passi un pomeriggio diverso, lontano da Puck e in piacevole
compagnia... Che ne pensi Britt? Ti fa piacere se Quinn viene con noi?"
La bionda annuì sorridendo.
"No, Santana... non voglio rovinarvi il pomeriggio lo stai preparando
da-"
"Avanti, Quinn... Mi conosci, sai che non te lo avrei mai detto se
avessi pensato
che potessi rovinarmi il pomeriggio... E poi credimi
sarà
la prima di tante uscite con me e Brittany... Insomma... Non
è
che ho intenzione di lasciarmela sfuggire presto... o meglio, mai..."
spiegò Santana arrossendo.
"Cosa ne pensi Brittany?" domandò Quinn.
"Ne sarei felice!"
replicò la bionda stupendo sia Quinn che Santana.
"Aaaw..." sospirò Quinn lasciandosi sfuggire ancora qualche
lacrima inaspettata.
"Che c'è ora?" chiese Santana confusa.
"Ha la voce più tenera del mondo..." sospirò la
bionda.
"Comincio a sospettare che sia tu quella incinta e che ho scambiato i
vostri test, sai?"
"Dici sul serio?"
"No, Quinn, ovviamente non ho sbagliato..."
"Oh..."
"Ad ogni modo, Britt, preparati. Indossa qualcosa di comodo e siamo
pronte a partire."
"Partire per dove?"
"Per sbarrare la prossima voce della lista..."
"Qual è la prossima voce sulla lista?" domandò
Brittany.
"Dimmelo tu... Qual è la prossima voce sulla lista?"
"Dormire in spiaggia?" chiese la bionda.
"Si, c'è anche quella..." sorrise la latina "Ma no...
Un'altra cosa..."
"Cosa?"
"E' una voce che abbiamo in comune sulla lista..."
"Oh!"
esclamò Brittany spalancando gli occhi.
"Oh?" sorrise Santana volendola stuzzicare.
"Andiamo a cavallo!?"
"Andiamo a cavallo..." annuì sorridente la latina "Sei
felice?"
Prima che potesse accorgersene Brittany le si era lanciata addosso
attaccandole le labbra.
"Ho capito." sospirò Quinn "Vi aspetto in macchina ma non
più di mezzora!"
_____________________________________________________________________________________________
Quindi si.
Vi aspetta un pomeriggio
a cavallo in
compagnia dell'unholy trinity e...
Una serata particolare...
A presto!
Northstar
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
boh
Risparmio le scuse perchè... beh, credo che ci faccio
più bella figura...
Ne approfitto per
chiedere perdono in anticipo per questo capitolo che,
nella mia testa, era molto più simpatico e carino mentre
è uscito un po' una schifezza...
Piccolo appunto:
ricordate che quando si tratta di Brittany il corsivo
è per quando effettivamente parla, tutto il resto
è
lingua dei segni.
__________________________________________________________________________________________
"Sono altissimi..." commentò Santana guardando a distanza i
cavalli sparsi per il recinto.
"Non hai mai visto un cavallo?" domandò Quinn curiosa.
"Non da così vicino..." sospirò la mora
continuando a scrutare gli animali "Sono... insomma... veramente enormi..."
"Allora, ragazze! Chi sale per prima?" chiese l'allevatore
avvicinandosi.
Santana istintivamente fece un passo indietro, realizzando come
Brittany si fosse invece mossa verso l'uomo alzando la mano come una
bambina, super eccitata.
"Prego." sorrise l'uomo.
"Lei non puo' sentirla." cominciò Santana apprensiva,
fermando l'uomo per il braccio "Ricorda? Gliel'ho detto-"
"Stamattina. Lo ricordo." sorrise l'uomo "Non si preoccupi,
è in buone mani."
"Lo spero per lei..." rispose minacciosa la latina continuando a
seguire con lo sguardo Brittany.
"Falla finita..." cominciò Quinn.
"Falla finita con cosa?"
"Con tutto. Sei troppo agitata."
"Non è vero."
"Il fatto che ti strofini le mani e che ti mordi le labbra in
continuazione dice ben altro." replicò Quinn imitando il
movimento delle mani dell'amica.
"Da quando in quà te ne intendi del linguaggio del corpo?"
"Non mi intendo di linguaggio del corpo, ma in compenso mi intendo
della mia migliore amica..." sorrise la bionda.
"Non mi piacciono i cavalli..." confessò la latina.
"Perchè? Sono animali così eleganti..."
"E con denti che possono staccarti un braccio..." continuò
Santana.
"Sono vegetariani..." sbuffò la bionda.
"Non è detto che mordano per fame..."
"Non ti morderanno, Santana... Smettila di essere così
fifona, sono animali innocui."
"Si, vallo a dire a Christopher Reeve..."
"Christopher chi?"
"Christopher Reeve, IL
Superman del cinema!"
"Quale dei tanti?"
"Lascia stare. Non puoi conoscerlo se non hai vissuto con Sam... Ad
ogni modo, era un grande
appassionato di cavalli. Un giorno stava gareggiando, il
cavallo si è imbizzarrito, è caduto a terra
ed è rimasto totalmente paralizzato..."
"Santana, guarda." riprese Quinn afferrando le spalle della mora, per
rivolgerla verso Brittany "Sta a malapena trottando! Come
pensi di poter cadere?"
"Hai mai sentito il detto "matto
come un cavallo"? Ti sei mai domandata
da dove provenga il detto!? Beh io non ho voglia di scoprirlo!"
"Chi è la prossima?" chiese l'uomo a distanza.
"Santana?" propose Quinn.
"Non ci provare, Lucy..."
"Avanti, non sarai mica una fifona..."
"Forza ragazze!" insistette l'uomo.
"Quinn, se non sali immediatamente su quel cavallo giuro che ti assegno
Puck come assistente personale e tu ed io sappiamo bene quanto sia
estenuante avere a che fare tutto il giorno e tutta la notte con Noah
Puckerman e non vorrai certo rovinare il vostro rapporto proprio ora
che il matrimonio è alle port-"
"E va bene!" sospirò la bionda "Sai una cosa? Continuo a
chiedermi perchè non hai preso la facoltà di
legge...
saresti stato un avvocato grandioso..."
"Perchè ti avrei rubato i riflettori..."
"Continua a crederci..." sorrise ironica la bionda.
Quando anche Quinn era ormai avviata e trotterellava
divertita sul cavallo, l'allevatore fece cenno a Santana di avvicinarsi.
"Sa cosa?" cominciò Santana "Credo di averci ripensato. Me
ne rimarrò qui a guardare le mie amiche cavalcare."
"Ma la smetta, avanti! Non è niente di che! Si avvicini!"
insistette l'uomo tenendo per le briglie un cavallo nero come
l'inchiostro.
"No- davvero-"
L'uomo allora si avvicinò col cavallo.
"Le presento Parachutes."
"Parachutes!? Che razza di nome è!?"
"E' il cavallo più focoso che abbiamo. Faccia due
più due."
Santana rimase qualche secondo in silenzio per poi collegare.
Parachute. Paracadute. Cavallo più focoso.
"Non ci salgo li sopra..." ripetè decisa la mora.
"Stavo scherzando..." sorrise l'uomo.
"Allora come si chiama?"
"Parachutes. Ma non ha nulla a che vedere con quello che le ho fatto
pensare."
"Ah no?"
"No, è il nome di un album dei Coldplay, glielo prometto,
solo per questo!"
Santana alzò un momento lo sguardo trovandosi di fianco
Brittany in cima al suo cavallo.
"Che succede?" chiese la bionda con la lingua dei segni.
"Uhm..." sospirò Santana arrossendo "Britt... Ho un po' paura...".
La bionda sorrise divertita per poi riprendere e proporre "Sali con
me?".
"Non credo si possa fare..." replicò la mora.
"Cosa?" si intromise l'uomo.
"Salire sullo stesso cavallo..." provò Santana sperando che
la risposta fosse un sonante "No,
mi dispiace.".
"Ma certo!"
"Non- Non siamo troppo pesanti?" provò ancora la latina.
"Mpf! Peserete si e no cento chili insieme!" sorrise l'uomo "E poi
è la classica richiesta di tutte le coppie che vengono
qui...
Avanti vuole salire davanti o dietro?"
Santana lanciò un'occhiata veloce al cavallo per poi
rispondere velocemente "D-davanti."
"Ok, dica alla sua amica di farle spazio, rivolga la schiena contro il
cavallo e poggi la gamba sinistra sulle mie mani."
"Ci sono..."
"Al mio tre si dia una spinta con l'altro piede e si prepari a
salire..."
"Cosa!?"
"Uno... Due... Tre!" esclamò deciso l'uomo praticamente
lanciando Santana sul cavallo "Ecco, ora porti la gamba sull'altro lato
della groppa, ed è a cavallo in tutti i sensi!"
"Oddio, oddio, oddio!" sospirò Santana veloce tenendo le
mani strette sul suo petto non sapendo dove poggiarle.
"Si diverta!" sorrise l'uomo divertito, dando una pacca sul
fondoschiena del cavallo che riprese a trotterellare per il recinto.
"Merda!" esclamò Santana chiudendo gli occhi e stringendo la
presa sulla sua stessa giacca "Merda! Merda!
Merda! Si muove tutto!".
"Riprenditi fifona!" esclamò Quinn dall'altro lato del
recinto.
"Taci Quinn!" esclamò Santana facendo per un momento
sobbalzare il cavallo.
"Shh...
Shh..."
sussurrò Brittany prendendo delicatamente le mani della
latina per guidarle poi sulle briglie "Tieniti qui. E' facile!".
"Stai parlando troppo Britt. Stai parlando troppo e non ti sto nemmeno
guardando. E non mi stai aiutando, perchè quando parli mi
fai
sciogliere e non posso sciogliermi ora!" sbottò la latina,
consapevole del fatto che la bionda non potesse comprenderla.
"Apri quegli occhi, avanti!" provò Quinn avvicinandosi.
"Quinn, lasciami stare e vatti a divertire dall'altra parte del campo!"
esclamò la mora esasperata.
"Santana... sei su un cavallo, con la tua splendida ragazza che ti
adora e non vede l'ora di divertirsi un po' con te! Non vedi quanto
è felice?" insistette la bionda "Apri quegli occhi e goditi
la cavalcata, fallo per lei almeno!"
"San..."
insistette la bionda alle sue spalle poggiandole la testa sulla spalla,
per poi portare le mani sulle briglie, sopra le sue, e insistere "E' divertente, guarda!".
Santana prese un respiro prima di aprire gli occhi e puntarli sulle
mani di Brittany, sicure, sopra le sue.
Poi si decise ad alzare lentamente lo sguardo lasciandosi cullare dai
movimenti del cavallo.
Ok.
Forse "divertente" non era proprio la parola giusta da usare.
Ma di sicuro trotterellare non era poi così terrificante
come le sembrava ad occhi chiusi.
Quasi sorrise realizzando l'assurdità della situazione.
"Ok?"
provò Brittany parlandole praticamente all'orecchio.
Santana si limitò ad annuire decisa, continuando a guardarsi
intorno, ora più presa dall'intera situazione.
E Quinn aveva ragione.
Stava per perdersi alcuni dei momenti più belli della sua
vita,
con Brittany letteralmente alle sue spalle a sostenerla, a sorriderle e
soprattutto a parlarle.
Lo stava facendo solo per lei.
"Così..."
sussurrò la bionda dietro di lei guidando le sue mani,
tirando
prima la briglia nella mano destra e poi quella nella sinistra,
mostrandole come il cavallo seguiva i movimenti.
"Prova."
Santana sorridendo ripetè le azioni che poco prima le aveva
mostrato la bionda.
Per poi sorridere finalmente quasi
divertita.
"E' un po' come guidare..." sorrise Santana, guardando Quinn.
"E' anche più facile..." replicò la bionda
voltando il
cavallo e continuando a trotterellare quà e là.
Santana approfittò del momento di distrazione dell'amica per
voltarsi fino a poter guardare Brittany, sorridendole.
La bionda sollevò le sopracciglia confusa, aspettando che la
latina le dicesse qualcosa.
Ma Santana si limitò a baciarla con tutta la passione che
poteva permettersi in quel momento.
"Grazie." sorrise Santana.
"Di niente..."
sospirò Brittany sorpresa.
"Stasera sarà fantastica... Te lo prometto..." sorrise la
mora riprendendo più decisa le redini.
_______________________________________________________________________________________________
Santana era nervosa. Era quanto mai agitata a dir la verità.
Non solo stava per sorprendere Brittany con un appuntamento
decisamente insolito, ma stava per fidarsi degli strani gusti e delle
altrettanto strane idee di Sam che si era proposto di aiutarla
nell'organizzazione della serata.
Preso un respiro Santana sorrise avvicinandosi alla bionda, che rispose
riflettendo lo stesso sorriso.
"Hai preso tutto?" domandò la latina.
Brittany annuì divertita.
"Che c'è?"
"Sono curiosa..."
"Oh... Beh, hai ragion d'esserlo..." rispose Santana cercando di
mantenere il mistero, per poi domandare "Hai preso il costume da
bagno?".
"Si. Stiamo andando in piscina?"
"No."
"Dove mi stai portando?"
"E' una sorpresa... Ma se sei pronta possiamo cominciare ad avviarci."
"Non vedo l'ora..." sorrise la bionda.
"Britt..." sospirò Santana "Devi promettermi una cosa..."
"Va bene..."
"Promettimi che se qualcosa, qualunque cosa, dovesse non andarti a
genio me lo dirai subito e senza problemi..."
Brittany corrugò le sopracciglia confusa.
"Vedi, Sam mi ha aiutato ad organizzare questa cosa ma- voglio dire
è Sam! Non sa nemmeno allacciarsi le scarpe senza
canticchiare
la filastrocca sul coniglietto e- ho un po' paura di quel che potrebbe
aver combinato... Quindi, ti prego, se qualcosa non ti piace o se trovi
il tutto un'idea ridicola... basta dirmelo, ecco.".
"Santana..."
sorrise la bionda
avvicinandosi per stringerle le mani "Dubito che una tua idea possa
essere ridicola o possa semplicemente non piacermi... Quindi prendi la
tua borsa e andiamo... Non vedo l'ora di scoprire questa sorpresa... ok?"
"Ok..."
Durante il tragitto in macchina Santana non si era calmata.
Anzi, continuava ad immaginare i peggiori scenari che la fantasia di
Sam potrebbe aver partorito alla parola "caraibi". Forse la
colpa era la sua, continuava a dirsi la latina, era lei ad
aver usato per prima l'aggettivo "caraibico" e doveva saperlo, doveva
aspettarselo, che la testa di Sam avrebbe automaticamente creato un
collegamento cinematografico o fumettistico...
Era persa nei suoi pensieri quando sentì la mano di Brittany
sulla sua gamba.
Distogliendo un momento gli occhi dalla strada guardò la
bionda.
"Smettila..." le fece segno con un sorriso.
Santana, annuendo e ricambiando il suo sorriso,
tornò a
concentrarsi sulla strada poggiando la sua mano su quella della bionda,
stringendola forte.
Brittany si era guardata attorno, curiosa, per tutto il viaggio, ma
alla vista del lago verso cui Santana stava guidando si
voltò di
colpo verso la brunetta, stringendole la mano, fino a farla voltare
velocemente.
"Un lago?!" chiese stupita.
Santana si limitò ad annuire.
"Mi stai portando al lago?" insistette la bionda.
"Si. Ancora cinque minuti e saremo arrivate." rispose Santana tornando
a concentrarsi sulla stradina che stavano percorrendo.
Una volta parcheggiata la macchina Santana si voltò verso la
bionda.
"Ora tu aspetti in macchina mentre vado ad accendere le luci e tutto il
resto, va bene?".
"Va bene..." annuì la bionda per poi afferrare Santana e
segnarle "Fai presto!".
"Promesso..." sorrise Santana uscendo dalla macchina.
Arrivata sul portico la mora infilò le chiavi nella
serratura
per poi fermarsi, prendere un respiro, e sperare di non trovare niente
di veramente orrendo all'interno dell'abitazione.
"Ti prego, Sam. Per una volta non deludermi!" sospirò
Santana,
decidendosi ad aprire la porta ed accendere velocemente le luci.
Dopo qualche secondo di black out, il cervello di Santana
riuscì a connettersi.
"Cristo! Cristo! Cristo! SAM!" gridò praticamente la mora,
trovandosi di fronte, come le aveva predetto Rachel, la riproduzione
esatta di quello che doveva essere stato il set de "I pirati dei
caraibi".
Velocemente la mora prese il telefono dalla tasca per digitare il
numero che conosceva a memoria.
"Santana?" rispose Sam confuso.
"Vuoi morire?" chiese Santana con calma.
"Cosa?"
"Vuoi morire?"
"Cosa stai dicendo!?"
"E' una domanda semplicissima. E credo di conoscere la risposta."
continuò Santana.
"Sant-"
"La risposta è ovviamente "No, si voglio morire",
perchè
altrimenti non avresti ricreato il set di uno stupido film sui pirati!"
"Ma a te piacciono i pirati!"
"Non è questo il punto! Doveva essere una serata romantica
con la mia fidanzata non una serata a tema piratesco!"
"Beh avevi detto caraibico-"
"Caraibico non è sinonimo di piratesco! Ce li hai presenti i
caraibi!? Spiagge bianche, cocktail dentro le noci di cocco, animali
esotici!"
"Beh la sabbia e i cocktail ci sono... e non è poi
così... piratesco!"
"Sam! C'è la bandiera con teschio e ossa, la miniatura della
Perla Nera e un forziere pieno di monete!"
"Oh! Quelle sono di cioccolata! Non alzare troppo i riscaldamenti!"
"Perchè continuo a fidarmi di te!?"
"Cosa ne pensa Brittany?" provò Sam cercando di sviare la
mora.
"Brittany- Oh! Riprenderemo questo discorso prossimamente
perchè
devo andare a recuperarla, ma ti giuro Sam, questa me la pagherai a
caro prezzo!"
"Buona serata, Santana."
"Ti odio!"
"Anche io. Ci sentiamo domani." replicò il ragazzo
terminando la chiamata.
"Stupidi pirati!" sbuffò Santana uscendo velocemente per
andare
da Brittany, ritrovandosela però a mezzo metro di distanza:
la
bionda era già fuori la porta con le loro borse in mano.
"Britt-" cominciò Santana cercando di coprire l'entrata
"Io-".
Prima che potesse continuare Brittany l'aveva già superata
ed era entrata nell'abitazione.
Santana la seguì demoralizzata, trovando la bionda con gli
occhi sgranati e la bocca spalancata.
"Mi dispiace..." sospirò Santana.
Brittany si voltò lentamente.
Con un sorrisone stampato sul volto.
Santana allora cercò di rispondere con un imbarazzato
sorriso.
"Come facevi a saperlo?!" chiese la bionda quasi saltellando.
"Uhm...."
"La saga dei pirati dei caraibi! La adoro!"
"Sul serio?" chiese Santana sorpresa.
"Da impazzire! E poi Johnny Depp! Quale essere vivente non era
innamorato di lui!" insistette la bionda guardandosi attorno "Avete
fatto un lavoro pazzesco!"
"Ti piace davvero?" chiese ancora la latina.
"Assolutamente! Quando avevo sedici anni avevano aperto un parco a tema
a Tampa, ma non potevo andarci perchè era un parco
totalmente
acquatico e io- io non so nuotare... Ma così è
tutta
un'altra storia!"
"Io so un sacco di cose sui pirati." cominciò Santana
cercando
di sfruttare la situazione a suo vantaggio e pensando fra sè
e
sè "Sam Evans sei un fortunato bastardo.".
"Davvero?" chiese Brittany.
"Dopo una vita passata con Sam, i suoi libri ed i suoi film..."
"Dimmi tutto quello che sai!"
"Subito dopo aver acceso il fuoco e preparato la cena..."
"La cena? Non è presto?"
"Pensavi ti avrei fatto morire di fame?"
"Avrei trovato sicuramente qualcosa da... mangiare..." sorrise
maliziosa la bionda.
"Brittbritt... Non farlo..."
"Cosa?" rispose innocentemente la ragazza.
"Non è valido distrarmi così... devo ancora
preparare la
cena e gestire tutta la serata e così non
riuscirò a
combinare niente, e lo sai bene..."
"Non è un po' presto per la cena?" chiese la bionda
guardando l'orologio al suo polso.
"Si. Si è presto, ma... Dobbiamo rimanere "leggere" per
più tardi..." spiegò Santana.
"Ed ero io quella che ti stava distraendo..."
"Non è come pensi... O almeno è anche quello che
pensi ma c'è ancora una cosa prima di quello..."
"La serata si annuncia grandiosa..."
"Lo spero..." sorrise la latina.
"Allora cosa ne dici se prima ci dedichiamo alla cena e poi mi racconti
tutte queste cose che sai sui pirati?" propose la bionda.
"Affare fatto." sorrise la mora.
____________________________________________________________________________________________
Dopo aver cenato ed aver ripulito i piatti insieme, Brittany aveva
trascinato Santana sul divano di fronte al camino per sdraiarsi ed
allungare le gambe sopra quelle della latina.
"Quando arriverà la seconda parte della serata?" chiese
Brittany impaziente.
"Non prima di... mezzora almeno."
"E in cosa consiste la seconda parte della
serata?"
"E' una sorpresa Britt!"
"Posso avere un aiutino?"
"Non posso darti aiutini..."
"Perchè?"
"Perchè se ti dò anche un solo aiutino capirai
subito.".
"Ha a che fare col costume da bagno?" domandò la bionda con
un sorriso.
"Non te lo avrei fatto portare altrimenti."
"Ok, allora. Dimmi tutto quello che sai sui pirati.".
"Vediamo... tanto per cominciare, sai perchè portavano quasi
tutti gli orecchini?"
"Perchè?"
"Perchè credevano che gli orecchini, per qualche strana
ragione,
potessero aumentare la loro vista!" spiegò Santana con un
sorriso "E quella bandiera lì, con teschio ed ossa, non era
così comune come i film ci hanno fatto credere...".
"E cosa c'era sulle bandiere?"
"Ogni capitano aveva il suo simbolo. Anche se sembrano diffuse
le
bandiere con... Beh, riproduzioni più o meno fedeli delle
amanti
periodiche dei suddetti capitani..."
"Bandiere porno?"
"Più o meno. Anche i colori delle bandiere erano molto
importanti. Ad
esempio la bandiera nera, per quanto minacciosa, era tipica dei pirati
che aderivano al codice di comportamento piratesco. Da temere erano le
bandiere rosse, che significavano "nessuna pietà", e quindi
il
non rispetto del codice."
"Quindi il codice piratesco esisteva davvero? Come nei film?"
"Certo che esisteva. I pirati erano così tanti e
così diffusi che anche loro avevano bisogno di una...
chiamiamola
"legislatura". Si racconta che alla stesura del codice
piratesco
abbia partecipato anche una donna capitano."
"Una donna?" chiese Brittany incantata continuando a seguire le labbra
della latina "Esistevano donne capitano?".
"Sai la storia dei pirati che credevano che una donna a bordo portasse
sfortuna?"
Brittany annuì curiosa.
"Per questo le "piratesse" si imbarcavano camuffandosi da
uomini e comportandosi come loro. Solo una volta diventate capitani, e
solo a quel punto, si mostravano come donne. Perchè
erano rispettate come capitani."
"Ce n'erano molte?"
"No, ma quello che è stimato come il più grande
pirata di tutti i tempi è una donna."
"Il più grande pirata?"
"Aveva quasi duecento navi sotto il suo dominio. Era una donna cinese,
ma non ricordo il suo nome."
"E tutti quei pirati famosi?"
"La maggior parte sono leggendari... Barbanera è
esistito davvero, ma non era il terribile pirata che tutti descrivono.
Era un pirata come tanti e ha mantenuto il controllo del mar dei
Caraibi per soli due anni."
"Quindi non sono mai esistiti pirati come Jack Sparrow..."
"Come il Capitan
Jack
Sparrow..." sorrise Santana "Erano tutti dei criminali, assassini,
ladri e poco di
buono... E nessuno ha mai vissuto le avventure che ci raccontano e
nessuno ha mai nemmeno sepolto dei forzieri per quanto ne sappiamo...".
"Grazie al cielo esiste la fantasia..."
"Già..."
Dopo qualche secondo di silenzio, Brittany, attirando l'attenzione di
Santana cominciò "Io non so nuotare... Te lo ricordi?"
Santana sorrise divertita.
"Certo che lo ricordo. Perchè me lo chiedi?"
"Perchè stiamo per fare il bagno nel lago... vero?"
domandò la bionda.
"Come hai fatto ad indovinare?" sorrise ironica
la mora per poi continuare "E poi la lista
l'hai scritta tu... sapevi bene a cosa andavi incontro, no?"
"In effetti..." annuì Brittany per poi sorridere ed
aggiungere
"Nella lista c'è anche la parola "nuda"... A cosa servono
allora
i costumi?".
"Beh, quello dipende solo da te... Ti interesserebbe per caso fare il
bagno nuda... con me?"
"Molto..." sorrise la bionda "Anche se credo che farà
veramente tanto freddo..."
"Troveremo un modo per scaldarci..."
"Credi?"
"Nah..." sorrise la mora "Dureremo al massimo dieci minuti sempre se
non vogliamo rischiare di assiderarci... Per questo ho preparato il
camino e delle fantastiche coperte termiche..."
"Come sei premurosa!" esclamò Brittany stringendo la mano
della mora poggiata sulla sua gamba.
"E non hai visto ancora niente..."
"Tu dici?"
"Britt... lo so che stiamo insieme da... da niente effettivamente...
ma-" cominciò Santana cercando di organizzare i pensieri e
di
procedere con molta calma "So che è una cosa veramente
sdolcinata da dire, ma da quando ti conosco hai reso migliore tutti gli
aspetti della mia vita che hai anche solo sfiorato. E non hai idea di
quello che mi fai provare ed è tutto così nuovo e
inaspettatamente perfetto
che
non riesco a non pensare a quello che potrebbe aspettarci... Quindi
credimi, non hai visto ancora niente di quello che voglio fare per
te..."
"Non quelloche potrebbe aspettarci." rispose
la bionda mettendosi a sedere sul divano, ritrovandosi faccia a faccia
con la latina.
"No?" chiese Santana con un filo di voce.
"Quello che ci aspetta."
sospirò la bionda avvicinandosi a baciare la latina.
"Mi piace il tuo modo di pensare..." sorrise Santana tra un bacio e
l'altro "E sai cosa?"
"Cosa?"
"Credo che possiamo cominciare a cambiarci..."
"Finalmente!" gesticolò velocemente la bionda.
"Non pensavo fossi così ansiosa per un bagno al lago..."
"Un bagno al lago "nude"..." specificò Brittany per poi
aggiungere "E sono ansiosa per il dopo-bagno..."
"Ok. Andiamo a metterci immediatamente i costumi!" esclamò
la
latina scattando in piedi per offrire poi la mano a Brittany e
sollevarla dal divano abbracciandola.
Quando Santana notò il sorriso malizioso della bionda,
domandò confusa "Che c'è?".
"Perchè non lasciamo stare i costumi... e andiamo
direttamente a spogliarci in spiaggia?"
"Brittbritt..." sorrise Santana.
"A cosa servono i costumi?" insistette la bionda sollevando le
sopracciglia.
"Ok. Lasciami preprare gli asciugamani e sono pronta!"
esclamò
la latina correndo nella camera da letto a prendere i teli da lasciare
davanti al caminetto e quelli da portare fuori.
"Qual è il piano d'attacco?" chiese Brittany.
"Poggiamo i teli in terra, ci spogliamo il più velocemente
possibile ed entriamo con molta, ma non troppa calma."
"Va bene." sorrise Brittany.
"Che c'è?"
"Ci penserai te ad accudirmi quando mi verrà il raffreddore
del secolo?" chiese la bionda continuando a sorridere.
"Maledizione... Dovevo aspettare almeno per la primavera... Hai ragione
ci prenderà un malanno storico..."
"Almeno ci prenderemo cura l'una dell'altra..."
"Ci puoi contare..." rispose Santana per poi stringere la mano della
bionda "Pronta?".
"Pronta." ripetè Brittany seguendo la latina verso la
spiaggia.
Arrivata a pochi metri dall'acqua Santana lasciò cadere i
teli a
terra cominciandosi a spogliare, cercando di non perdere di vista la
bionda che, come lei, ridendo divertita cercava di spogliarsi il
più velocemente possibile.
"San!"
esclamò Brittany, già nuda, invitando Santana a
seguirla.
"Arrivo!" rispose la mora tirandosi via la maglietta con foga per poi
gridare "Merda! Fa troppo freddo!" e dirigersi decisa verso l'acqua
ferma del lago.
"Vieni Britt!" esclamò la mora facendo cennò alla
bionda di raggiungerla "Vieni, avanti!"
Brittany preso un respiro raggiunse velocemente la latina nel lago,
fino a che l'acqua non arrivò a coprire le spalle di Santana.
A quel punto Brittany cercò, spaventata, di tirare Santana
verso la riva con un flebile "Vieni qui."
"Eccomi!" sorrise la mora seguendola verso l'acqua più bassa
per poi abbracciarla forte alle spalle.
"E' tutto ok!" sospirò Santana sul collo della bionda sicura
che, anche se Brittany non poteva sentirla, riusciva certamente a
capirla.
Dopo qualche secondo Santana ammorbidì la presa attorno al
corpo
della bionda, per permetterle di voltarsi e baciarla come forse non
aveva mai fatto prima d'ora.
Ormai si erano scambiate diversi baci, ma nessuno era ancora stato come
questo: calmo e sicuro, come se Brittany fosse consapevole che avevano
tutto il tempo del mondo per stare insieme.
Altrettanto tempo non avevano invece per stare in acqua, e quando
Brittany si rese conto di come Santana tremasse, si staccò
appena per chiedere "Quanto è durato il nostro bagno fino ad
ora?".
"Cinque minuti?" provò Santana "Credo che possano bastare,
cosa ne pensi?"
"Assolutamente..." sorrise la bionda trascinando la latina fuori
dall'acqua per poi afferrare al volo i teli per terra ed avvolgerla per
bene e fare lo stesso su di sè.
Una volta entrate in casa, Brittany si mosse diretta verso il caminetto
per essere immediatamente fermata da Santana che, con un sorriso
suggestivo propose "Doccia bollente?".
"Bollente..." replicò maliziosa Brittany.
"Credimi, Britt... in tutte
le sue accezioni..." rispose Santana sorridendo,
conducendo con sè per l'ennesima volta quella sera, la sua
fidanzata.
______________________________________________________________________________________________
Ancora una volta chiedo
perdono per il capitolo-schifo...
Oh, dimenticavo...
Ancora due, massimo tre
capitoli, e siamo arrivati al capolinea...
Un abbraccio immenso e
grazie infinite per la pazienza, la passione e l'affetto.
Northstar
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
boh
Note, note,
note!
No, scherzo, non starò a
rompervi le balle.
Solo una piccola cosa:
in questo capitolo si affronta un discorso piuttosto "complesso" dal
punto di vista medico.
Mi
sono informata, ho avuto modo di parlare con diverse persone, ho avuto
modo di ascoltare diverse esperienze eccecc e spero di non aver scritto
stronzate essendomi basata sulle loro opinioni e parole.
Se l'ho fatto è in buona fede, nel senso che ho capito male cosa
volessero dirmi.
Quindi,
dovessi aver scritto le suddette stronzate, non esitate a messaggiarmi
in privato e farò di tutto per correggere le eventuali cazzate scritte.
Buona lettura!
Northstar
ps:
ricordate che il corsivo, quando usato nelle frasi di Brittany, è il
parlato vero e proprio, non la lingua dei segni! Invece Santana si
rivolge quasi sempre a voce a Brittany, che ne interpreta il labiale,
nelle frasi più complesse ovviamente fa uso della LIS per aiutarsi, ma
non è sempre descritto!
pps:
inutile starmi a scusare per quanto ci ho messo vabbè... Spero solo che
non vi faccia schifo dopo tutta questa attesa! Se trovte
errori,
come sopra, segnalate!
_______________________________________________________________________________________________
"Mmm... questo è il tipo di bagno che mi piace..."
sospirò Santana accomodandosi sul bordo della vasca riscaldata
"Ti piace Britt?".
"Mhmh." sorrise la bionda.
"Niente a che vedere con il famoso bagno della quasi-polmonite..."
sorrise ancora la latina.
"Ci pensi mai a quanto tempo è già passato?" osservò Brittany
"E' passato così tanto?"
"E' passato più di un anno.... credo..." rispose la bionda.
"Nah..."
"Si, invece..."
"E' già passato un anno?" domandò sorpresa
Santana avvicinandosi, fino a sedere sulle ginocchia della fidanzata.
"E' tanto?"
"No! E' niente! Mi sembra di conoscerti da- da sempre!" sorrise Santana
"Già..." sorrise Brittany lasciando un bacio sul collo della latina.
"In compenso posso dire che questo è stato il più bell'anno
della mia vita, senza alcun dubbio..." sorrise in risposta Santana.
"Più dell'anno in cui sei diventata milionaria?"
"Un milione di volte di più..." replicò sicura la mora
"Anche per me... credo che abbia a che fare con una certa donna
d'affari ispanica..."
"Tu dici?" sorrise Santana dopo un bacio veloce alla bionda.
"Non ne sono sicura... ma qualcosa mi dice di si..." replicò
Brittany stringendo Santana per poi riprendere e chiedere "Allora, qual
è il programma della settimana?"
"Usciamo e ne parliamo comode comode sulle sdraio?"
"Ne dividiamo una?"
"Farò questo sforzo..." sorrise Santana alzandosi per prendere
l'accappatoio, ed avvolgere la bionda per poi fare lo stesso col suo
accappatoio.
Una volta raggiunta Brittany, sedutasi ai piedi della sdraio, Santana
prese un respiro profondo alzando lo sguardo al cielo stellato.
"Brittbritt..." cominciò la latina prendendo il viso della ragazza
fra le sue mani "Sai che non siamo qui solo per il mare, il sole, le
vasche idromassaggio e- Beh, il tuo compleanno... vero?".
"Lo immaginavo..."
annuì la bionda.
"Vorrei parlarti di una cosa..."
"Mi stai... lasciando?"
"No. No, credimi non dovrai avere questa paura con me..." sorrise
Santana.
"Allora, dimmi."
"Siamo a Miami perchè... Perchè ho scoperto che
il migliore medico nel suo campo, il miglior specialista, vive qui..."
"Medico? Specialista?"
"Britt... non prenderla nella maniera sbagliata. Ti amo e ti amo
così come sei e- "
"San... "
"Già... Britt, il punto è che... Da quando Rachel ha avuto la bambina
io- Non riesco a non pensare a-"
"Oh mio Dio..."
"Cosa?"
"Vuoi avere un bambino?!" chiese la bionda sgranando gli occhi.
"Si!
Cioè- No!" esclamò Santana confusa, per poi riprendere "Voglio dire,
certo che voglio avere un bambino! Ma- insomma, non- non in questo
esatto momento..."
"Oh..." sospirò Brittany sollevata "Per un attimo ho avuto-"
"Paura?"
"No, ho avuto l'impressione che non volessi avere figli!"
"Non eri- Uhm... Non eri spaventata all'idea di avere, insomma, un
bambino?"
"No."
"Anche se- così presto?"
"Per niente..." sorrise la bionda "Ce la caviamo alla grande con Abe..."
"Che non è affatto la stessa cosa di un bambino- Ne sei consapevole?"
"Stavo scherzando, San... calmati."
"La parte su Abe o sul bambino?"
"Su Abe. Seriamente non sono spaventata dall'idea di avere un bambino.
Non con te."
"Oh... questo è- questo è molto interessante... molto..." balbettò
Santana.
"Stai perdendo il filo del discorso..." sorrise Brittany.
"Già. Stavo dicendo?"
"Da quando Rachel ha avuto la bambina..." suggerì la ragazza.
"Da quando ha avuto la bambina" riprese Santana "non riesco a non
pensare al giorno in cui avremo anche noi un-"
"Un?" la interruppe Brittany con uno sguardo interrogativo.
"Dei? Si,
ovviamente. Dei bambini."
"Così va meglio."
"E-
vedi, non fa altro che raccontarmi di ogni piccola cosa che scopre ogni
giorno! Dagli sbadigli, ai sorrisetti, alle smorfie e- e degli stupidi
urletti che le escono quando gioca con lei e Finnocence e-" Santana si
interruppe prendendo un respiro "Brittany, vorrei prendessi in
considerazione l'idea dell'impianto cocleare."
"Io-"
"Aspetta..." la interruppe la latina "Devo essere sicura che tu capisca
perchè ti sto dicendo questo. Ok?"
"Ma-"
"Ti prego." sospirò Santana ricevendo un "Ok" dalla ragazza.
"Non
ha importanza per me il fatto che tu non possa sentire. Non ha alcuna
importanza, ti amo per quello che sei e non voglio che tu cambi. Ma- Ma
quando
avremo i nostri bambini, non troppo in là a quanto pare... Voglio che
tu sia in grado di sentire tutti, tutti, quegli stupidi e fastdiosi
gridolini e
versetti. Voglio che senta i nostri bambini piangere nel
cuore della notte, e non solo perché così non sarò l'unica ad
alzarmi..."
sorrise Santana
"E non è solo per i nostri figli, a dirla tutta. E' per risentire
le voci dei tuoi genitori, di tua sorella, la musica."
"Ti sei ricordata?" sorrise la bionda stupita.
"Brittany,
voglio che tu viva ogni aspetto di tutto quello che il futuro ci
riserva. E lo so che- Lo so che sei sempre stata restia perché, mi sono
informata e so che non è
certo come tornare ad avere un udito naturale... Ma ti immagini? Ti
immagini quando sentirai per la prima volta nostro figlio chiamarti
"Mamma"? Non vuoi tutto questo?"
"Sai cosa voglio più di ogni altra cosa?" provò Brittany, visibilmente
emozionata.
"Cosa?"
"Voglio sentire la tua
voce."
"Questo significa che-"
"Farò tutte le visite necessarie."
"Cosa significa?"
"San..."
cominciò la bionda guardando negli occhi la latina "Non voglio
smontarti ma... è possibile che non possa funzionare con me... Ci sono
dei casi in cui-"
"No." la interuppe Santana "Non- Non pensiamoci ok?"
"Promettimi solo che lo terrai a mente, ok? Non voglio che tu rimanga
delusa."
"Non potrei mai rimanere delusa, questo è solo un qualcosa in più a
quello che già di meraviglioso abbiamo..."
"Ok..." annuì Brittany "Allora, quando abbiamo questo appuntamento?"
"Chi ti dice che ho già preso appuntamento?" domandò la latina confusa.
"Ti conosco troppo bene, San..."
"Beh, si da il caso che non ho ancora preso alcun appuntamento."
"Bugiarda."
sorrise Brittany.
"E va bene! Abbiamo appuntamento domattina..."
"Domattina! E se avessi detto di no?"
"Ti conosco troppo bene, Britt..." replicò la latina avvicinandosi a
baciare la fidanzata.
______________________________________________________________________________________________
Ci
era voluta un'intera mattinata di test e visite e ancora test per
sapere se e quando avrebbero potuto procedere con l'operazione.
"Ti sei stancata, tesoro?" domandò Santana cominciando ad innervosirsi.
"No, non preoccuparti." replicò Brittany con un sorriso.
"Britt."
cominciò Santana guardando la bionda dritta negli occhi "Non lo stai
facendo per me, vero? Insomma, non stai facendo questa cosa solo per
me... Non è vero?"
"San," sorrise ancora la bionda "anche se farei di tutto per te...
questo è per me e
per te. E' per noi. Lo so quanto sia importante per te, ma lo è ancora
di più per me."
Santana la guardò confusa.
"Ovviamente avevo già pensato a questa possibilità, ma- Non so
non avevo coraggio o, probabilmente, motivazioni per farlo. Alla fine
la mia
vita mi andava quasi bene nella sua mediocrità.".
Santana sbuffò alla parola "mediocrità".
"Già, lo so che non ti è mai piaciuto quel discorso. Ed avevi ragione.
Anche per questo sono qui."
"Sei preoccupata per la parte chirurgica dell'impianto?"
Brittany scosse la testa, per poi chiedere "Tu?".
"Beh,
non è che il pensiero di te sotto i ferri mi faccia saltare di
gioia..." replicò Santana "Non hai paura
nemmeno del periodo post-operatorio?"
"Ci sarai tu a prenderti cura di me, no?" sorrise Brittany.
"Puoi scommetterci il tuo grasso gatto..."
"Ehi! Non toccare Lord Tubbington Secondo!".
"Signorine?" sorrise un'infermiera "Potete entrare nello studio del
dottor Conrad."
Santana guardò Brittany stringendole forte la mano, prima di alzarsi e
seguire la donna.
"Bentornate." le accolse l'uomo con un sorriso per poi riprendere con
la lingua dei segni "Prego accomodatevi."
"Allora? Buone notizie?"
"Buone
notizie." sorrise l'uomo "La signorina Pierce è un ottimo candidato per
l'impianto. Salute perfetta, parametri adatti. Tutto perfettamente
nella norma."
"Grandioso!" sorrise Santana.
"Ma sono in dovere di avvertirvi di un... particolare..."
"Ossia?"
"C'è una diversa percezione riscontrata tra chi ha perso l'udito per
meno o più di venti anni."
"Cosa significa?"
"Che
mentre nei non udenti da meno tempo l'udito post-impianto migliora
visibilmente, nei non udenti da più tempo il processo è più
difficoltoso. Ora, la signorina Pierce raggiungerebbe i ventuno anni
quest'anno e rientra in questa categoria..."
"Cosa intende con un processo più difficoltoso?"
"Significa
che mentre con alcuni pazienti il miglioramento è evidente e pressochè
rapido, con altri, con le caratteristiche della signorina Pierce,
potrebbe essere meno evidente e più lento e, di conseguenza, apparire
come uno sforzo, beh, inutile..."
Santana guardò Brittany con la coda dell'occhio, cercando di capire
cosa ne pensasse.
"Ricordo a malapena
qualche suono."
cominciò Brittany "Sarei grata di riuscire a sentire anche la sirena di
un'autoambulanza. Quindi, anche se ci vorrà molto tempo e se i
risultati potrebbero essere non ottimali... Lo farò."
"Bene. Ora parliamo di questo impianto." cominciò il dottore guardando
Santana.
"Mmh?" domandò la ragazza colta di sorpresa.
"Ho la sensazione che Brittany ne sappia molto più di te."
"In che senso?"
"Cos'è l'impianto cocleare, Santana? A cosa serve?"
"E' un'impianto che serve per- restituire l'udito a Brittany in questo
caso..."
"Non è esattamente così."
"No?"
"L'impianto cocleare non è un aggeggio miracoloso che farà tornare
Brittany normo udente."
"Non capisco..." sospirò Santana guardando Brittany.
"Quello
che il dottore intende è che non tornerò improvvisamente a sentire
tutto e alla perfezione. I suoni continueranno a confondersi e in
stanze affollate non riuscirò a distinguere bene i suoni, non potrò
usare il telefono, il cinema e il teatro sono fuori discussione... Ci
vorrà
molto, molto tempo prima che riesca a sfruttare per bene l'impianto
cocleare... che ad ogni modo non mi restituirà miracolosamente
l'udito..."
"Quindi?"
"Quindi ci vorrà tempo e esercizio e fatica
e non vogliamo che tu finisca per restare delusa o per perdere
l'entusiasmo quando ce ne sarà più bisogno."
"No, no, non- non
perderò l'entusiasmo, farò tutto quello che devo fare." rispose la
latina stringendo la mano della bionda "Farò di tutto, lascerò la
direzione di Breadstix a Quinn se necessario, te lo giuro."
"Non lo faresti mai."
"No, non lo farei mai. Ma per te? Lo farei immediatamente."
"Non credo sarà necessario niente di ciò..." sorrise l'uomo "Era solo
per chiarirti per bene le idee, Santana."
"Ok... Ora sono decisamente, decisamente, più chiare... Ed ora? Quando
cominciamo?"
"Quando volete cominciare?"
"Ora?"
rispose Brittany con un sorriso sorprendendo Santana.
"Facciamo un paio di settimane?"
"Perfetto." sorrise Santana stringendo ancora una volta la mano delle
bionda.
_____________________________________________________________________________________________
"Tutto ok?"
sorrise Brittany lasciando un bacio veloce sulla tempia della latina,
seduta nervosamente alla scrivania.
"Si." replicò Santana sfilandosi gli occhiali dal naso "Stavo solo
assicurandomi di aver lasciato tutto al suo posto a lavoro."
"Certo che lo hai fatto. Sei la numero uno, ricordi?"
"Britt, detto da te non vale poi più di tanto..." sorrise Santana
prendendo per mano Brittany.
"Invece
vale ancora di più perché io posso dirti che sei la numero uno in tante
e tante cose... Non solo per quanto riguarda il tuo lavoro..."
"Ah si?"
"Mhmh..." sorrise Brittany.
"Pronta a partire?"
La bionda annuì decisa "Tu?"
"Si."
replicò la mora per poi alzare lo sguardo verso la fidanzata e
cominciare "Britt... se non vuoi farlo- se non sei più sicura non devi
preoccuparti sai? Puoi dire "non voglio più farlo" anche domani, due
secondi prima di entrare in sala operatora."
Brittany scosse la testa sbuffando.
"Non devi farlo per me."
"Io, voglio, farlo.
Santana."
"Ma se dovessi ripens-" riprovò la mora per essere fermata da un bacio
della bionda.
"Ok. La smetto."
"E'
quasi ora di andare." osservò Brittany indicando l'orologio appeso
al muro poco distante da loro "Ci aspetta una lunga giornata."
"Una lunga mesata." sorrise Santana.
"Qualcosa di più probabilmente." osservò la bionda.
"Fosse anche una lunga, lunga annata sono pronta."
"Anche io." sorrise Brittany.
"Ma... prima di andare a dormire ho qualcosa per te..."
"Una
cosa per me?" chiese curiosa la bionda seguendo con lo sguardo Santana
che, aprendo un cassetto, ne tirò fuori una piccola scatola.
"San? Cosa
mi hai comprato?!"
"Un portafortuna." rispose semplicemente la mora "Aprilo".
Brittany scartò velocemente l'involucro per poi aprire il pacchetto e
sorridere.
"Lord Tubbington?" domandò la ragazza tirando fuori una
collana con uno scintillante ciondolo di un gatto.
"Nah, dovrebbe essere tre volte più grasso per essere Lord
Tubbington..."
"Non era così grasso!"
"Stando alle foto che ho visto, lo era..."
"E va bene lo era..." sorrise la bionda per poi avvicinarsi a baciare
la fidanzata "Grazie.
Grazie di tutto."
"Grazie a te Brittbritt...".
"Non vedo l'ora di sentire la tua voce."
"Anche se confusa e robotica?"
"Certo." annuì la bionda sicura.
"Allora, siamo in partenza?"
"Già."
"Le valigie sono tutte lì?"
"Mhmh."
"Florida, stiamo tornando!" sorrise Santana.
__________________________________________________________________________________________________
Una
volta sistemato tutto nell'appartamento che Santana aveva affittato per
la loro permanenza nello stato del sole, le ragazze erano pronte a
partire per l'ospedale, giusto in tempo per il loro appuntamento per il
ricovero della bionda.
"San?"
chiese improvvisamente la bionda guardando dalla finestra.
"Mmh?"
"Perché mia madre e mio padre stanno scendendo da quel taxi?"
"Cosa!?" esclamò Santana.
Non che non le piacessero i genitori di Brittany ma Diane, di tanto in
tanto, sapeva essere piuttosto invadente...
"Io-"
"Le hai detto che eravamo qui?"
"Io- Si, ma avevo detto loro che saremmo arrivate fra qualche giorno...
Sai, dopo l'operazione e tutto..."
"San..."
sbuffò la bionda con un sorriso.
"Cosa?"
"E' impossibile nascondere qualcosa a mia madre, dovresti saperlo."
"Si
ma io pensavo che- ma come ha fatto?!" esclamò Santana raggiungendo la
bionda alla finestra, osservando i signori Pierce mentre si avviavano
all'entrata del palazzo.
"Non è possibile, ho dato un altro nome nel contratto d'affitto!"
"Te l'ho detto, non puoi nasconderle nulla."
"Maledizione..."
"Din don!" esclamò l'inconfondibile voce di Diane dalla porta, prima di
suonare il campanello.
Santana sorridendo, prese un lungo respiro, prima di avviarsi alla
porta ed aprire.
"Diane!" esclamò la mora fingendosi sorpresa "Come hai fatto!?"
"Oh, sai un buon investigatore non può rivelare i suoi trucchi!"
Santana sorrise notando come il signor Pierce alle spalle della moglie
continuasse a sussurrare "Mi dispiace! Mi dispiace!"
"Venite, cosa aspettate."
"Dolcezza,
vieni qui, fatti abbracciare!" esclamò la donna aprendo le braccia per
la mora che, ormai abituata al trattamento della signora Pierce, si
avvicinò per essere stretta in un abbraccio stritolante.
"Mmm, sei troppo magra Santana... Non ti starai dimagrendo per questa
faccenda dell'impianto, no?"
"No-"
"Eppure sento che sei tesa. Non è vero? Non ti senti tesa?"
"Un po'-"
"Lo sapevo. Lo sapevo tesoro, niente che un po' di "attività fisica"
non possa sistemare però, non è vero?" sorrise divertita la donna, per
poi spostare lo sguardo sulla figlia.
"Tesoro..."
"Ciao mamma." sorrise Brittany.
"Geoffrey!"
esclamò la donna ad un volume tale che Santana per un momento pensò che
anche Brittany l'avesse sentita "Hai sentito!?"
"Era difficile non sentirti, Diane..." sorrise l'uomo.
"No-
sciocco! Hai sentito Britt!?" domandò la donna quasi commossa per poi
praticamente lanciarsi addosso alla figlia per abbracciarla.
"Mi dispiace... Davvero." sussurrò Geoffrey abbracciando Santana "Ho
provato a fermarla ma-"
"Non fa niente signor Pierce, e poi è importante che siate qui anche
voi."
"Beh, ci tenevamo ad essere qui per aiutarti..."
"C'è un telefono che squilla qui!" annunciò Diane indicando il telefono
di Santana poggiato sul divano vicino a lei.
"Arrivo." replicò Santana afferrando velocemente il telefono "Quinn?
Tutto ok?!"
"Si, si, uhm.. potresti cortesemente dirmi cosa vedi verso il mare?"
Santana rimase qualche secondo in silenzio per poi chiedere "E' uno
scherzo?"
"No, ho bisogno che tu mi dica cosa vedi guardando il mare."
"Vedo il mare." rispose la mora.
"Avanti, Santana avvicinati almeno alla finestra."
"Che
gioco è questo? E' una nuova idea di Puck?" domandò la mora
avvicinandosi alla finestra per poi sbarrare gli occhi e sussurrare
"Non è possibile."
"Non sei felice di vederci!?".
"Non proprio."
Santana prese per mano Brittany portandola fino alla finestra, per poi
indicarle la strada lì sotto.
Dove si stavano sbracciando Quinn e Puck.
Brittany con un sorriso cominciò a salutare a sua volta i due ragazzi.
"Cosa ci fate qui!?"
"Siamo venuti a farti compagnia e ad aiutarti per qualunque cosa mentre
Britt sarà in ospedale."
"E Breadstix!?"
"Santana
hai commercialisti e avvocati invidiati da tutta New York, davvero
avresti preferito lasciare Breadstix nelle mani mie e di Puck?"
"In effetti..."
"Dobbiamo continuare a parlare al telefono o possiamo sallire?"
"Interno 2E."
"Lo so, l'ho firmato io il contratto." sorrise la bionda attaccando.
"Speriamo non ci saranno altri interventi, ma dovessero essercene ce ne
andiamo in Alaska." disse la mora sorridendo a Brittany.
__________________________________________________________________________________________
"Wow..." osservò Puck guardandosi in giro.
"Cosa c'è?" chiese Santana seduta vicino a lui sul piccolo divano che
ornava la stanza di Brittany.
"Sembra più un albergo che un ospedale."
"Perché in realtà è una clinica, non un albergo."
"Mi piace questo divano... quasi più comodo del tuo..."
"Perché hai questa ossessione per i divani Puck? E' un fetish o
qualcosa di simile?".
"No. Mi piace solamente avere il sedere al morbido."
"Perché non sei rimasto a casa?" si intromise Quinn
"Non volevo stare da solo. E poi non posso perdermi Santana in
agitazione."
"Non sono in agitazione."
"Lo sarai fra..." cominciò Puck prendendo il telefono "Dieci minuti,
circa."
"Cosa?!"
"Già."
"Fuori." cominciò Santana balzando in piedi.
"Mmm?" domandò Diane confusa.
"Non voglio essere maleducata, ma vorrei qualche minuto da sola con
Brittany prima dell'operazione."
"Oh, ma certo!" sorrise Geoffrey praticamente trascinando fuori la
moglie, seguito da Puck e Quinn.
"Brittbritt," cominciò Santana sedendosi sul letto della fidanzata "Sei
pronta?"
"Si. E tu?"
"Certo!" esclamò Santana un po' troppo velocemente.
"San..." cominciò la bionda "Sai che non è un'operazione a cuore
aperto, vero?"
"Si..."
"Non devi preoccuparti, è una semplice operazione di routine..."
"No, un'appendicite è di routine non un impianto cocleare..."
"San... Stai calma, ok?" sorrise la bionda "Sarò fuori da quella sala
operatoria prima che tu te ne accorga."
"Non ne sono proprio sicura..." protestò Santana.
"Pensa che questo è il primo grande passo verso il nuovo grandioso
capitolo della nostra vita, ok?"
"Della nostra vita?"
"Certo. Insieme. E ricorda che questo è solo l'inizio. Puoi
farcela."
"Posso farcela. Si." sorrise la mora.
"Promettimi che non te la prenderai troppo con Puck mentre sarò in sala
operatoria... non è il tuo puntaspilli, sai..."
"Non farmi promettere, sai che non posso mantenere questa promessa..."
"Almeno promettimi che non alzerai le mani su di lui."
"E va bene, lo prometto."
"Signorine? Siete pronte?" chiese un'infermiera affacciandosi alla
stanza.
"Solo un minuto." rispose Santana.
"Va bene." annuì la donna.
"Andrà tutto bene." sorrise Brittany.
"Dovrei essere io a dirti queste cose..." sorrise Santana.
"Va bene anche così."
"Già..." annuì la mora "Ti amo, Britt."
"Ti amo, San. Non vedo l'ora di sentirtelo dire."
______________________________________________________________________________________________
Dopo
un mese di lunghe giornate passate ad accudire Brittany, di cui le
ultime tre settimane (fortunatamente) da sola, Santana era diventata
un'infermiera perfetta.
Non che fosse necessario, Brittany era forse la paziente più gentile ed
educata e... paziente, che le poteva capitare.
A
parte un paio di notti durante la prima settimana in cui la bionda
aveva fatto fatica a dormire a causa del dolore, per il resto un mese
era volato come nulla fosse.
Forse perché entrambe le ragazze non aspettavano altro che il giorno
che, finalmente, era arrivato.
Brittany avrebbe attivato, se pur solo per prova, il suo nuovissimo
impianto.
"Oggi è il giorno." aveva
sorriso Brittany svegliando Santana.
"Mmm?"
"Oggi sentirò la tua
voce." insistette la bionda con un sorriso a trentadue
denti.
Santana
sorrise stiracchiandosi, per poi dire "Hai sentito quel che ha detto il
dottor Conrad, potremmo limitarci ai suoi di prova oggi..."
"Mi impegnerò e farò di tutto per sentire anche una sola tua parola."
Prima
delle nove le ragazze erano già alla clinica ad aspettare l'arrivo del
dottor Conrad che, puntualmente, si presentò alle nove in punto,
consapevole di quanto le ragazze fossero eccitate.
"Buongiorno!"
"Buongiorno!" esclamarono in coro le due ragazze.
"Siete pronte?"
"Prontissime." sorrise Santana stringendo la mano della fidanzata.
"Andiamo."
Dopo
aver sistemato tutto, il dottor Conrad disse "Non posso garantirvi
niente di certo. C'è chi riesce a distinguere voci e rumori senza
troppa fatica, e chi impiega giorni e giorni. Quindi non voglio che vi
demoralizziate se non dovessimo riuscire a farcela entro la mattinata."
"Ok."
"Ricordate, oggi siamo qui solo per la calibrazione iniziale. Non
aspettatevi grandi cose."
"Lo sappiamo doc... ma siamo speranzose..."
"Ok, allora. Cominciamo."
Dopo aver sistemato l'impianto di Brittany l'uomo tornò a sedersi.
"Brittany, avvertimi se senti un rumore continuo." spiegò l'uomo
passando delle grandi cuffie alla ragazza.
La bionda annuì, stringendo la mano di Santana.
Dopo qualche secondo il dottore domandò "Non senti niente?"
Brittany fece cenno di "No" con la testa, rafforzando la presa sulla
mano della mora.
"Ora?"
Brittany quasi saltò dalla sedia.
"Senti?"
"E' forte!" osservò la bionda.
"Mi dispiace! Sono stato io!" sorrise l'uomo scusandosi.
"Ora?"
"Lo senti ancora?"
"Si!" ripetè Brittany sorridendo quasi commossa.
"Ora cambiamo suono, dimmi se cambia qualcosa."
"E' più basso."
"Si. Ora varieremo il volume delle due cuffie. Dimmi da quale orecchio
percepisci piu suono?"
Brittany rimase qualche secondo ad ascoltare per poi scuotere la testa.
"E' normale, non preoccuparti. Dovrai farci l'abitudine."
"Ora cosa senti?"
"E' un beep intermittente."
"Bene. Molto bene." sorrise l'uomo per poi avvicinare un piccolo
microfono a Santana.
"Prego."
"Posso?" chiese Santana poggiando la mano sul microfono.
"Mi sentirà?"
"Proviamo." sorrise il medico.
Santana prese un lungo respiro per poi guardare Brittany e sorridere.
"Sono Santana Lopez." cominciò lentamente Santana guardando Brittany
sorridere "Sono qui per il servizio pubblico.".
Brittany rimase in silenzio, con la bocca spalancata, per qualche
istante.
"E' la prima cosa che ti ho detto... Abbiamo un po' da recuperare..."
Brittany annuì velocemente per poi scoppiare in lacrime, troppo
emozionata.
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
boh
PSSST!
In questo capitolo troverete in corsivo le parti in cui Britt usa la
lingua dei segni! Al contrario di ogni altro capitolo! Ricordate!
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Santana prese un lungo respiro per poi guardare Brittany e sorridere.
"Sono Santana Lopez."
cominciò lentamente Santana guardando Brittany sorridere "Sono qui per
il servizio pubblico.".
Brittany rimase in
silenzio, con la bocca spalancata, per qualche istante.
"E' la prima cosa che ti
ho detto... Abbiamo un po' da recuperare..."
Brittany annuì
velocemente per poi scoppiare in lacrime, troppo emozionata.
"Brittbritt..." sospirò Santana a sua volta commossa
stringendo forte la mano della ragazza che continuava a piangere.
Brittany continuò a singhiozzare, cercando di prendere lunghi respiri
per calmarsi.
"Britt..."
riprese lentamente la mora cercando di attirare l'attenzione della
ragazza "E' tutto ok, è normale piangere, sei- anzi, siamo-
emozionatissime!".
"Vi lascio da sole." sorrise il dottore alzandosi dalla sua sedia, per
poi lasciare lo studio.
"Guardami, Britt... ".
La
bionda obbedì alzando lentamente lo sguardo per incrociarlo con quello
di Santana che, continuando a guardarla negli occhi, si limitò a dirle
con un gran sorriso "Ciao." facendo scoppiare Brittany in una risata
mista ad un singhiozzo.
"San! Non la finirò mai se continui cos-" esclamò Brittany, fermandosi
di colpo.
La bionda si portò scioccata una mano sulla bocca, spalancando gli
occhi incredula.
"Si."
annuì Santana continuando a sorridere "Questa è la tua voce. La tua
bellissima, piccola, delicata, voce. Avanti-" insistette la latina
"Parla, Britt!".
Brittany si portò lentamente una mano sulla gola, quasi a volersi
provare che, al cento per cento, stava parlando.
"Io-" cominciò la bionda sorridendo alle vibrazioni che sentiva sulle
sue dita "Io ti amo.".
Santana scoppiò in una fragorosa risata avvicinandosi ancora di più
alla bionda.
Solo qualche secondo dopo Brittany prese di nuovo un lungo
respiro per riprendere "Ti amo. Ti amo! Ti amo, San, ti amo! Ti amo!"
"Ti amo anch'io, Britt..." replicò la mora avvicinandosi a stringere e
baciare la sua fidanzata.
"Continua
a parlare..." sorrise Brittany guardando negli occhi la
latina "Voglio sentirti,
San."
"Britt, ho talmente tante cose da dirti che ti stancherai prima di quel
che immagini, credimi."
"Oh no... Non
potrei mai stancarmi... La tua voce è proprio come la
immaginavo..." sorrise Brittany continuando a guardare la
mora dritta negli occhi.
"Ah si?" rispose Santana, non cercando nemmeno di nascondere il suo
compiacimento.
"Si. E' perfetta. E' la
voce che sentivo nei miei sogni... Dolce, vellutata... e così- così
sexy, San-"
"Ok!
Ok!" esclamò Santana portandosi le mani davanti al viso, per poi
sventolarsi violentemente con un foglio afferrato lì vicino, e
cominciare "Britt-"
"Si?"
"Meglio
fermarci prima che il dottor Conrad entri nello studio e ci ritrovi in
una posizione compromettente e arrotolate fra tutti questi fili, ok?"
"Ok..."
rispose Brittany con un sorriso divertito "Ma non vedo l'ora di
arrivare a casa per-".
"Dottor Conrad?" esclamò Santana continuando a sventolarsi "DOTTOR
CONRAD?!"
"Si?" rispose l'uomo affacciandosi
"Ora cosa si fa?"
"In che senso?"
"Abbiamo ancora molto da fare?" rispose Santana cercando di nascondere
il suo spazientimento.
"Beh,
dobbiamo fare le prove senza cuffie e poi vi aspetta un breve incontro
con un'infermiera che si occuperà di controllare che tutto sia a posto
a livello tecnico."
"Ok, facciamo la prova senza cuffie?" sorrise Santana.
"Prego, Brittany, togli pure le cuffie."
Brittany obbedì prontamente, lasciando le cuffie sulla scrivania.
"Prego." sussurrò il dottore.
"Non vedo l'ora di andare a casa Britt..." provò Santana con un sorriso.
"Ho letto il labiale
ma ti ho appena sentito..." spiegò Brittany
scuotendo la testa.
"Prova ad alzare leggermente la voce, Santana." ordinò il dottore.
"Non vedo l'ora di andare a casa... e cominciare il nuovo capitolo
della nostra vita." riprovò la mora.
"Ora ti ho sentito..." sorrise la bionda continuando a guardare dritta
negli occhi la latina.
"Vorrei
ancora una volta che fosse chiara una cosa Brittany." cominciò
lentamente il dottore assicurandosi che Brittany riuscisse a sentirlo
"I rumori che sentirai non saranno assolutamente quelli che ricordavi.
Sarà una nuova forma di essi. Come ti ho detto ci vorrà pazienza, e
anche se vai già piuttosto bene, voglio che tu sappia
che ci
sarà da lavorare molto... Dovrai imparare a distinguere quello che
sentirai, ad esempio. La prima
impressione sarà quella di una serie di suoni confusi e sovrapposti:
starà a te
imparare a selezionarli e riconoscerli. "
Brittany si limitò ad annuire.
"Ti
sembra facile ora ascoltare la mia voce o quella di Santana perché non
ci sono altri rumori. Ma quando uscirai da qui, cambierà tutto. Non
aver paura di spegnere l'impianto, ne avrai bisogno. Sarà un lungo
percorso Brittany. L'impianto cocleare non fa miracoli, non
guarisce dalla sordità. Si limita a riportare nella tua testa dei
suoni, ma non sarà comunque come prima.".
"Lo so."
annuì Brittany "Ed è già molto più di quel che avrei mai pensato."
Il dottor Conrad si limitò a sorridere per poi avvicinare una mano e
stringerla a quella della bionda.
"Come ti sembra la tua voce? Riesci a sentirti bene?"
"Si."
"E che te ne pare?"
"Devo ancora capirlo, credo."
"Cerca
di parlare, il più possibile. Prenditi il tuo tempo, certo, ma più ti
sforzerai di parlare, più sarà facile tornare a farlo con
naturalezza." sorrise ancora il dottore.
"Possiamo andare ora?" provò Santana praticamente supplicando il dottor
Conrad.
"Prima dobbiamo andare
dall'infermiera, San." le ricordò
la bionda.
"Vado a vedere se la dottoressa è
disponibile." replicò l'uomo scusandosi dalla stanza.
"Concentrati."
sorrise la bionda.
"Fosse facile... con tutte le idee che mi hai ficcato in testa..."
bofonchiò la mora.
"Ti ho sentito, lo sai?"
sorrise Brittany
"Cosa?"
"Fosse facile..."
"Cavolo! Da oggi in poi dovrò stare attenta ai miei commenti alle tue
spalle!" sorrise Santana fingendosi preoccupata.
"Sarà
meglio per te che non senta mai quei commenti..."
"Britt..."
cominciò seducente la latina approfittando del momento di assenza del
dottor Conrad "La stragrande maggioranza di quei commenti sono
apprezzamenti sul tuo conto o beh, generalmente cose che vorrei fare. A
te. Quindi, credimi: li vorrai sentire tutti..."
"Quando cominciamo con
queste prove?" chiese spazientita Brittany.
"Spero il prima possibile o veramente il dottor Conrad dovrà
disincagliarci da tutti questi cavi..."
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Durante
il tragitto dalla clinica all'appartamento Brittany sembrava una
bambina impazzita sulla via per Disneyland e Santana- Beh, Santana
cominciava ad avere le guance doloranti per tutto quel sorridere.
"Suona il clacson San."
Santana sorrise obbedendo alla richiesta.
"Lo hai sentito?"
"Come?"
"Lo hai sentito?" ripetè la mora alzando la voce.
Brittany
fece cenno di no con la testa, ma senza perdere il sorriso "Sento tante
cose, ma non le capisco.
Dovrò lavorarci su...".
"Britt,
non avrei mai pensato riuscissi a sentire TUTTO questo! Voglio dire, il
dottor Conrad aveva paura non riuscissi a sentire tramite il microfono
e invece senti- beh senti tutto! Non è incredibile?"
"Beh,
senza il microfono solo rumori forti e molto vicini... E se c'è
silenzio attorno altrimenti sento solo una gran confusione..."
"Britt,
sta comunque andando tutto un milione di volte meglio della migliore
delle nostre mille ipotesi!
Due ore fa non potevi sentire la mia voce... Guarda ora..."
"Anche se
devi un po' urlare..."
"Chi se ne frega se devo urlare! Sono disposta a restare senza voce per
farmi sentire da te..."
"Lo so, spero solo di abituarmi presto a questa storia del distinguere
i suoni..."
"Come sono i suoni? Come li senti?"
"Un po'... Artificiali? Non saprei... Ma riesco a sentire!"
"Ed
è tutto quel che conta..." sorrise la mora "Immagina tutte le cose che
pian piano
riuscirai a sentire di nuovo! Ci vorrà tempo e allenamento e tanta
pazienza, ma immagini?"
"Già... Faccio fatica a credere che- voglio
dire, io ti sento! Riesco a sentire la tua voce!" esclamò Brittany
quasi saltellando sul sedile "Posso sentire la tua voce, San!"
"Devi
ancora sentire la voce della tua mamma e del tuo papà! Di tua sorella
e- beh, dei miei amici! E te lo dico subito, la voce di Lady Hummel è
veramente così come la sentirai non si tratta di un problema
dell'impianto... Oh e se mai sentissi il bisogno di
spegnere l'impianto mentre Rachel parla, a nome di tutti noi che non
possiamo farlo, ti prego, fallo!"
"San!"
"E' così!"
"E comunque, per ora, mi basta sentire la tua bellissima voce..."
"Ma è solo la prima di tante altre cose, tienilo a mente tesoro."
"Mmm... Dillo di nuovo..."
"Cosa?"
"Tesoro."
"Tesoro..." ripetè Santana con un sorriso.
"Ancora?"
Santana sorrise prima di ripetere "Tesoro" con
un'ottava di voce più grave.
"Quanto manca a casa, San?"
"Poco, Britt. Poco..."
_____________________________________________________________________________________________________
Brittany
aveva fatto le scale che la separavano dal portone dell'appartamento a
quattro a quattro, praticamente saltando da un pianerottolo all'altro,
sfuggendo a Santana che tentava inutilmente di starle dietro.
"Non correre così Brittany! Sei ancora convalescente!" gridò a pieni
polmoni la latina, sinceramente preoccupata.
Brittany proseguì nel suo passo facendo finta di niente.
"Lo so che mi senti, Britt! Forse non distingui chiaramente quel che
dico, ma ora lo so che mi senti!"
"A
quanto pare però la settimana scorsa non ero convalescente, ed abbiamo
fatto decisamente più attività fisica di un paio di rampe di scale in
corsa..." sorrise la bionda aspettando la ragazza davanti
alla porta del loro appartamento.
"Maledizione,
Britt..." sospirò Santana al ricordo di quella notte combattendo
l'istinto di saltare
addosso alla bionda, per poi quasi ringhiare "Avanti, apri questa
porta, cosa aspetti?"
"Io? Aprila tu..."
"Cosa?" domandò perplessa la latina.
"San, io
non ho le chiavi..." replicò
la bionda.
"Ma- Ma sei stata tu l'ultima ad uscire!"
"Si, ma sei
tu che sfili sempre le chiavi di casa quando usciamo! Sei tu che chiudi
sempre la porta!"
"Ma l'hai chiusa tu!"
"Merda!" realizzò
Santana realizzando.
Santana
si mise in ginocchio a cercare di guardare dalla toppa della porta,
almeno per capire se le chiavi erano appese lì.
"Le
chiavi sono qui..." sbuffò Santana poggiando la fronte sulla porta in
disperazione "Devo chiamare l'agenzia e farci mandare qualcuno con un
altro paio di chiavi..."
"Non è possibile!"
"Puoi dirlo di nuovo." sbuffò Santana accasciandosi
sull'ultimo gradino del pianerottolo.
"Tutto quel che voglio e entrare in casa e-"
"Britt, ti prego!" provò disperata Santana cercando di
fermare la bionda.
"... E... scoprire altri benefici di questo impianto..."
"Sarà
meglio che chiami l'agenzia, o che Quinn lo faccia per me. Non ho
voglia di spiegare mille cose..." continuò Santana trafficando sul suo
telefono, inviando chiaramente un messaggio alla migliore amica.
"Cosa facciamo ora?" domandò Brittany raggiungendo la fidanzata.
"Non lo so... Possiamo approfittarne e fare qualche esercizio col tuo
impianto... Se non sei troppo stanca..."
"Oh, ok..."
"Bene,
tu siedi sul secondo gradino, io mi siedo alle tue spalle. Ora quando
parlerò dovrai indovinare da quale direzione arriva il suono... Vuoi
provare?"
"Vai."
"Brittany S. Pierce è la donna più straordinaria del pianeta terra.".
"Devi alzare la voce San, ti sento appena così. Oppure devi
avvicinarti."
"Ora mi senti?" domandò la mora.
"Si."
"Allora riprovo, tu guarda avanti."
"Va bene."
"Brittany S. Pierce è la donna più straordinaria dell'universo."
"Sei alla mia destra."
"Vai alla grande Britt!"
"Vedo la tua ombra, San..." sorrise Britt voltandosi.
"Disonesta..."
"Errore tuo..."
"Britt... Hai già realizzato cosa sta succedendo?"
"Che se alzi abbastanza il volume della voce
riesco a sentirti?" sorrise euforica la bionda.
"No, parlo di un'altra cosa."
"Cosa?"
"Ti sei
resa conto del fatto che- Beh, stai parlando?"
Brittany rimase un istante in silenzio.
"Voglio dire... Stai parlando davvero, da quando siamo usciti dallo
studio tu- Non hai smesso mai di parlare..."
"Parlo sempre con te"
rispose confusa la bionda.
"No, no, non usare la lingua dei segni..."
"Io parlo sempre con te..." ripetè Brittany.
"Si,
ma- Sempre qualche piccola frase e spesso quando non potevo
guardarti... sai, mentre guidavo o mentre ero presa con i miei
documenti... Ma- Britt stai parlando
ininterrottamente da più di un'ora..." sospirò
Santana eccitata "Te ne rendi conto?"
"Beh
il dottor Conrad mi ha consigliato di parlare... E... Non lo
so-
Non me ne sono accorta, forse ora che riesco un po' a sentirmi sono
più... sicura?"
Santana si limitò ad annuire, per poi domandare "Sii
sincera.. Avevi motivo di preoccuparti prima?"
"Del modo in cui parlo?"
"Mhmh."
"La mia pronuncia non è perfetta."
"E' solo una questione di allenamento..."
"Sicuramente... Ma voglio comunque vedere un logopedista."
"Tutto quello che vuoi, tesoro, ma non smettere mai più di parlare...
Adoro la tua voce..."
"Credimi, io adoro la tua di più..."
"Mio Dio, quand'è che siamo diventate così sdolcinate?" domandò Santana
perplessa.
"Credo tra la notte nel planetario e il bacio sotto la pioggia e la
serata che ne è seguita..."
"Piuttosto poetico, eh..."
"Già... "poetico"..." sorrise Brittany sollevando maliziosamente le
sopracciglia.
"Quanto ci meteranno ancora a consegnarci la maledetta chiave di
riserva?!" sbuffò Santana.
"Signora Lopez?" sentì poi la latina, voltandosi di colpo.
"Si!?"
"Uhm ha chiamato per un problema con le chiavi?"
"Oh si!" sorrise Brittany.
"Si! Abbiamo lasciato le chiavi dietro la porta e non possiamo
entrare.".
"Non c'è problema." sorrise l'uomo avvicinandosi con le sue chiavi a
spingere fuori quelle interne, per poi aprire la porta.
"Oh grazie, grazie, grazie mille!" sospirò Santana euforica.
"Non c'è di che. Buona giornata." rispose il tipo tornando a scendere
le scale.
"Andiamo Britt! Esclamò Santana trascinando la bionda dentro la casa."
Quando Santana chiuse la porta la bionda si girò velocemente colpita
dal rumore.
"Troppo forte?" domandò la mora confusa.
"No- No è solo che- Mi sembra strano sentire questi rumori- beh,
stupidi..."
"Non li senti da vent'anni Brittbritt... Mi sembra più che normale..."
sorrise Santana "Cos'altro vuoi sentire?"
La bionda rimase a pensare per qualche istante, prima di rispondere con
un sorriso "Musica."
"Andiamo..."
sorrise Santana allungando la mano verso la bionda per poi condurla
nella camera da letto e piazzarsi davanti all'impianto stereo "Sei
pronta?"
"Non mettere il volume troppo alto, ok?"
"No, lo alzerò piano piano. Va bene?"
"Va bene, sono pronta." annuì Brittany chiudendo gli occhi.
Santana collegò velocemente il telefono per poi premere play e lasciare
partire la musica.
"Riesci a sentire?" domandò la mora, ricevendo un cenno negativo da
Brittany.
"Ora?" ripeté Santana alzando ancora il volume fino a che Brittany
scosse ancora la testa.
"Sento qualcosa ma è molto confuso..." spiegò la bionda, evidentemente
delusa.
"Siediti, Britt." ordinò la latina per poi raggiungerla "Chiudi gli
occhi e cerca di concentrarti."
"Ok."
"Riesci a distinguere qualcosa?"
"Sento chiaramente la tua voce, il resto è... un ronzio... una serie di
rumori..."
"Prova a rilassarti, ok?" continuò la latina "Ricordi la sera della
cena alla scuola?"
"Quella che hai tentato di finanziare sotto falso nome?"
"E'
sorprendente che di quella serata tiri fuori sempre questa storia e non
il fatto che hai fatto di tutto per farmi ingelosire..."
"E tu no, invece?" rispose Brittany spalancando gli occhi per guardare
la mora che rispose con un secco "Assolutamente no!"
"Bugiarda..." replicò la bionda divertita.
"Ok ok, lo ammetto, ho provato- anzi, sono riuscita a farti ingelosire!
Ora però chiudi gli occhi, avanti!".
Brittany sorrise soddisfatta per poi tornare a chiudere gli occhi.
"Torniamo a noi."
"Mhmh."
"Ricordi quando ti ho trovata nella terrazza? Ricordi come stavi
ballando?"
"Si..." rispose la bionda aggrottando le sopracciglia, per poi
realizzare e trattenere il respiro alla realizzazione.
"..Carry your own weight, these tears are goingo nowhere, baby..."
"San..." sospirò Brittany per poi interrompersi quando sentì la voce
della latina invaderle delicatamente la testa.
"You've
got to get yourself together, you got stuck in a moment and now you
can't get out of it... Don't say that later will be better, you got
stuck in a moment and you can't get out of it... Riesci a
sentirla
ora?"
"Si..." annuì Brittany con un sorriso sul volto "Come hai fatto a
ricordare?"
"Ricordo tutto quello che mi hai detto Britt. E' dal primissimo giorno
che pendo dalle tue labbra..."
Brittany
sorrise ancora, per poi voltarsi verso la fidanzata e sospirare "Canti
come un angelo San... Rachel mi aveva detto che avevi una voce
straordinaria ma non potevo immaginarla così..."
"Oh, per favore..." replicò Santana arrossendo visibilmente.
"E' per caso... Rossore, quello che vedo sulle tue guance?"
"No..."
"Si,
che lo è..." sorrise la bionda lasciando un bacio sulla guancia della
mora, poi uno sulla punta del naso ed infine sulle sue labbra.
"Grazie, San." sospirò Brittany.
"No, grazie a te..." sorrise la latina confusa.
"No,
davvero. Grazie di tutto. Grazie per aver bevuto troppo e distrutto il
parcheggio o la panchina o quello che era ed essere finita nella mia
scuola. Grazie per aver cambiato la mia vita."
"Oh Britt..." sospirò
Santana cercando di nascondere la commozione, per poi allargare le
braccia ed invitare la bionda ad abbracciarla "Vieni qui, avanti...".
"Ti amo, San." mormorò Brittany stretta al collo di Santana che, a sua
volta, rispose con un "Ti amo, Britt".
Santana si accorse immediatamente del brivido che aveva scosso la
ragazza fra le sue braccia.
"Cosa c'è, Britt?" provò la mora tirandosi indietro così da poter
guardare la bionda negli occhi
"No," protestò Brittany ritirando Santana a sé "Continua a parlare..."
"A parlare?"
"Si..."
"Cosa c'è... ti piace sentire la mia voce... così da vicino?"
"Si..." annuì Brittany con un'espressione meravigliata.
"Bene... E cosa devo dire?"
"Qualunque cosa!" replicò spazientita Brittany.
"Qualunque cosa eh? Uhm... dunque..." cominciò Santana "Vediamo. Mele,
kiwi, pere, uva, banane, ciliegie-"
Brittany si staccò velocemente dall'abbraccio per cercare di seguire lo
sguardo della mora.
"Stai davvero elencando il contenuto della fruttiera?"
"Hai detto qualunque cosa!" sorrise divertita Santana "Oh a proposito
dobbiamo ricomprare le fragole-"
"Sta zitta." protestò Brittany trascinando la latina con sé, sul letto.
"Britt-britt- aspetta- dobbiamo ancora chiamare i tuoi-"
"I
miei possono davvero aspettare, San!" protestò la bionda per poi
ordinare "Ora torna a declamare la frutta, la lista della spesa,
l'elenco telefonico o quello che vuoi, ma non smettere di parlare!"
"Aspetta- io pensavo che- pensavo che stavamo per darci- beh, ad altre
attività..."
"No, San, voglio solo sentire la tua voce..." sorrise la bionda
lasciando a bocca spalancata la latina.
"Sei... uhm... sei seria?"
"Ovvio che no! Avanti, sei ancora troppo vestita per i miei gusti!"
"Per un attimo ho avuto paura, giuro!" sorrise Santana cominciando
velocemente a svestirsi.
__________________________________________________________________________________________________
Dunque...
Beh... Posso dirvi che,
per me, questa potrebbe benissimo essere la fine?
Cioè mi sembra una
storia ormai completa...
Però, però,
però, mi rendo anche conto che magari voi vorreste vedere
ancora qualcos'altro prima della parola fine.
Quindi ecco quel che
propongo: fatemi sapere cosa vorreste ancora leggere.
Scrivete cosa vorreste
ancora vedere e cercherò di accontentarvi in un ultimo capitolo dei
vostri sogni.
Cos'altro dire?
Prego! Fatemi sapere!
Un abbraccio grandissimo!
Northstar
|
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Capitolo 22 *** Epilogo ***
boh
E niente,
data la lunga attesa
speravo di riuscire a fare di meglio e invece niente... questo è il
massimo che ormai riesco a produrre.
Sono passati i tempi d'oro...
Grazie per la compagnia e la fedeltà in questo lungo, lungo, lungo e
altalenante viaggio.
Grazie di cuore.
Ci rivediamo presto per qualche nuovo aggiornamento.
Northstar
PSSST!
In questo capitolo
troverete in corsivo le parti in cui Britt usa la lingua dei segni! Al
contrario di ogni altro capitolo! Ricordate!
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E’ una cosa cui è ormai
abituata.
Vagiti, gridolini, flebili risate e un paio pugni paffutelli sul suo
viso.
E’ così che si sveglia
quasi ogni mattina.
“Svegliati, mamma!
Svegliati!”.
E la voce di Brittany,
naturalmente.
La migliore sveglia di
sempre.
“E’ il mio compleanno,
mamma! Abbiamo tante cose da fare!
Tanta gente da vedere!” insiste Brittany agitando le braccia della
bimba.
Santana si stiracchiò
pigramente, per poi aprire lentamente
gli occhi regalare un gran sorriso alla sua famiglia.
La sua famiglia.
Ancora le faceva una
strana impressione pensarlo.
“Buongiorno…” sospirò
Santana allungandosi a ricevere un
bacio da sua moglie, per poi rivolgersi alla festeggiata “E buongiorno
a te, Emily! Buon compleanno tesoro!”.
Santana sorrise, quasi commossa, prendendo in braccio la bimba “Non
riesco a
credere sia già passato un anno intero… Un anno!”.
“Lo so, San… Il tempo
vola.”
“Già, è proprio così…
Guarda questa bambolina come è
cresciuta!” sospirò la latina guardando incantata la sua bambina.
“Ne voglio altre dieci,
proprio così…”.
“Dieci, Britt? Non saranno
un po’ troppi bambini?”
“Cinque?”
“No, al massimo altri
due...” chiarì velocemente la mora.
“E pensare che ricordo
benissimo le tue esatte parole…”
“Le mie parole?”
“Mhmm… erano state “Uno è
poco, tre sono troppi…”."
“E allora? Solo gli
stupidi non cambiano mai idea…” sorrise
Santana.
“Allora, sii chiara.
Intendevi altre due oltre Emily o
altre due oltre-“
“Non tirare troppo la
corda Britt…” replicò divertita
Santana restituendo la bimba alla moglie.
“A proposito... io e Emily
siamo molto, molto
emozionate…” sorrise Brittany.
“Siamo o sei, Britt…”
“Oh, sono sicura che sotto
sotto è eccitata anche lei… E’
solamente brava come te nel contenersi.”
“Non direi che è così
brava…”
“Perché?”
“Perché se il mio naso non
sbaglia…”
“Oh!" esclamò Brittany
realizzando "Qualcuno ha mollato la numero due…”
“Già...”.
“Vado a cambiarla… Oh, il
tuo caffè è già in bagno.”
“Brittbritt...” cominciò
Santana afferrando la bionda per la
vita “Volevo solo dirti-“
“San!” sbuffò Brittany con
un sorriso “Ne abbiamo già
parlato, non devi ringraziarmi per ogni piccola cosa…”
“No, no… Lo so. Volevo
ringraziarti per-“.
“Se è per il focoso
ses-Ehm… Ses- sestetto
di stanotte, non devi
farlo… Sono pronta a ripetere quando e quanto vuoi...”
“Britt no, intendevo-
intendevo per tutto- per ogni cosa
Britt, io-”
Brittany sorrise,
stringendo la presa sulla mano della
moglie per poi tirarla verso di sé e lasciarle un bacio delicato sulle
labbra e
sospirare “Lo so, San… Grazie a te.” sparendo velocemente dalla camera
da letto
ancora con un grande sorriso sul suo volto.
“Oh! A proposito, San?”
“Mmh?”
“Stanotte non era Emily
dal baby monitor, era Abe…”
“Oh, non ci provare… Non è
possibile!”
“Oh si… te l’avevo detto
che la stava facendo addormentare..."
"Britt i gatti non cantano ninne nanne...."
"Esatto, i gatti miagolano ninne
nanne. Quindi la prossima volta tocca a te alzarti…”
“Ma Britt-”
“Tocca a te, niente scuse!”
“Abe! Ovunque tu sia, me
la pagherai!”
“Non torcerai un singolo
pelo ad Abe...”
“Non allearti col gatto,
non vale!”
“Vai a fare colazione! Sai
com’è fatta Rachel, se le dici
alle undici per le nove è già nel viale…”
“Ugh, non ricordarmelo…
Anzi, ricordamelo… Come mai abbiamo
invitato anche Bilbo e Pantagruel?”
“Perché sono nostri amici
almeno quanto ti piace fingere che
non lo siano… E ora alzati!”
“Si, signora…”
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Santana era seduta in
cucina cercando di raccogliere quanta
più pazienza potesse per affrontare di nuovo Rachel che, se di solito
Rachel era incredibilmente
logorroica, beh… si stava superando.
"Ehi, tutto ok?" domandò
Brittany raggiungendo la moglie per poi avvolgerla in un abbraccio.
"Si, sono solamente un
po'... Non so..."
"Pensierosa?"
"Si, pensierosa."
"A cosa pensi?"
"A tutto quanto."
"Sii più precisa?"
"Ci pensi mai a dove
saremmo state se avessi fatto il servizio in qualche altro
posto?"
"No..."
"Mai?"
"Mai."
"Non ti sfiora l'idea
nemmeno da lontano?"
"Si, ma non ci penso."
"Perché?"
"Non
tirerò fuori dal cappello qualche fase filmica tipo "in qualche modo
saresti entrata nella mia vita"... Ma in un certo senso sento che è
così che doveva andare tutto. Le alternative non contano. E poi,
volendo tirare le somme, la mia vita sarebbe stata molto, molto,
molto... meno."
"Meno cosa?"
"Meno tutto." rispose con
sicurezza la bionda "Meno rumorosa, soprattutto."
"E' colpa di Rachel, che
tu hai voluto invitare..."
"No, non intendevo in
questo momento preciso..." precisò la bionda "Sarei continuata a vivere
nel mio silenzio."
Santana annuì,
comprendendo cosa intendesse la bionda.
"Ora invece vivo nel
nostro non-silenzio. E adoro il nostro non-silenzio."
"Mai silenzio...
Specialmente con Emily..."
"E ci sarà sempre meno
silenzio in questa casa..."
"Rischi di cominciare a
sentirne la mancanza..."
"Mai." sorrise Brittany
baciando la moglie.
“Oh! Eccovi qui!” esclamò Rachel affacciandosi nella stanza,
seguita da Quinn "Potreste raggiungerci in sala da pranzo?"
"Cosa vuoi fare? Ci
mettiamo seduti in cerchio e cantiamo una strofa per uno di qualche
ballata delle tue?"
"Sebbene debba ammettere che la tua sia una grande idea-"
"Le mie sono sempre grandi idee, Rachel."
"-avevamo altre intenzioni e richiedono anche la vostra presenza."
terminò la brunetta lasciando la stanza,
per poi ricomparire un solo istante dopo.
"Che c'è ancora?"
"Ho avuto un qualche tipo di... come dire... "Allucinazione uditiva", o
mi hai davvero chiamato Rachel?"
"Allucinazione uditiva? Sei seria?"
"Mi hai chiamato o no Rachel?"
"No, ovviamente." mentì la latina minacciando Quinn con il
solo sguardo, che si limitò ad annuire.
"Che peccato... Pensavo davvero avessi detto Rachel."
"Perché lo ha detto..." sorrise la bionda.
"Brittany! NO!"
"Oh avanti, falla felice per una volta! Cosa potrà mai succedere-"
cominciò Brittany per essere interrotta da un lungo lamento.
"Questo." risposero all'unisono Quinn e Santana indicando Rachel in una
pozzanghera di lacrime.
"Scusate è-è-è solo che- che sono così felice- e- ed è colpa degli
ormoni-"
"Ormoni?" domandò Quinn "Quali ormoni?"
"No! O no, no, no, no, no!" esclamò Santana balzando in piedi.
"Cosa?" domandò Brittany confusa.
"Berry, ti prego, concentrami e dimmi che non hai in grembo la progenie
di Golia... Ti prego!"
"Sei incinta!?" esclamò Quinn spalancando la bocca.
"Dodici settimaneeee! Dovevo dirlo di là davanti a tuttiiii!" continuò
confusamente Rachel, singhiozzando.
"No! No, no, no!" riprese Santana assumendo improvvisamente
un'espressione incredula.
"Cos'hai tu!? Vuoi smetterla di dire "no"!?" provò la brunetta.
"Britt-" cominciò la latina cercando un abbraccio prontamente ricevuto
dalla sorridente moglie.
"Che sta succedendo?" domandò Quinn, sul punto di lasciare la cucina in
preda al terrore.
"Non riesco a credere che stia succedendo davvero!" sospirò Santana,
abbattuta.
"Cosa, esattamente?" insistette Quinn.
"Ormai possiamo dirlo, vero San?" chiese Brittany alla moglie, che
rispose di sì con un flebile cenno del capo.
"Siamo nuovamente in attesa anche noi. O meglio, Santana. Undici
settimane." sorrise eccitata Brittany.
"Congratulazioni!" sorrise Quinn
"Oh mio dio!" gridò Rachel tra le lacrime "Avremo il bambino insieme!"
"Non avremo mai,
alcun bambino,
insieme!"
ringhiò praticamente Santana.
"Potremo seguire i corsi prenatali insieme! E fare gli stessi corsi
prenatali in palestra! E fare dei party prenatali!"
"Rachel se continui ad usare la parola "prenatale" giuro che-"
"Mi
ha chiamato ancora Rachel!" sospirò la brunetta scoppiando nuovamente
in lacrime "Sono così- così sopraffatta dalle emozioni!"
"Brittbritt-"
squittì Santana sull'orlo delle lacrime, cercando sostegno nella bionda
"Non ci libereremo mai di lei, non ci libereremo mai della sua voce!"
"Dobbiamo
iniziare a discutere gli eventuali nomi dei nostri bambini! Non voglio
avere un'altra Grace che faccia confondere la mia Grace..."
"Sai già che è una femmina?" domandò Quinn.
"No, è solo nell'eventualità che- Oh e anche Laura, non rubatemi i
nomi!"
"Oh mio Dio!" sbuffò Santana guardando Brittany, per poi notare
qualcosa di strano "BRITTANY! Hai
spento l'impianto!? Hai- Brittany! Oh no, te la devi
sorbire anche tu!"
"Ti piacerebbe..."
"Non- non ci provare!"
"Mi spiace, non riesco a
sentirti!" sorrise la bionda facendo spallucce.
Brittany era sincera: adorava il non-silenzio della sua vita con
Santana.
O almeno per la maggior parte del tempo...
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Fine.
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