Silence

di NorthStar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


boh Dunque...
piccola-grande introduzione...
Ho scoperto che se non scrivo un minimo al giorno non vivo bene.
Questo perchè scrivendo riesco a tirarmi fuori dalla mia vita che, per tanti e tanti motivi, non è esattamente il massimo... Quindi questo non è altro che uno dei miei ennesimi scapocciamenti, ve lo dico, così non vi aspettate altro.

Premessa 1:
Questa storia è molto "alla bell'e meglio".
Non ha pretese, affatto. Non è come She walks in beauty, a cui mi ero affezionata ancor prima di cominciare a scrivere, e di certo non è la ff su cui punterei per dire "Ah! Questa sarà un capolavoro!".
No, proprio no.

E' una storia che decido di postare anzichè tenere nel pc così inutilmente.
Premessa 2:
Non sarà aggiornata ai ritmi di She walks in beauty... nope...
Premessa 3:
Penserete "Ma questa è scema! C'ha altre due storie in corso!".
Si, avete ragione, ma prometto che non le abbandonerò. Mai mai mai abbandonare una storia, è un po' come abbandonare un cane... MAI abbandonare le storie, prendete nota.
Premessa 4:
Si lo so, l'ho già detto, ma non aspettatevi proprio niente. Io comunque butto lì questo capitoletto e poi se piacerà si vedrà...

Un abbraccio

Northstar

ps: quando comincerò a rompervi le scatole con tutte ste ff (e badate che sono seria, non sono in cerca di commenti adulatori testimone ValeLenee), fatelo semplicemente presente e vi lascerò in pace...
per un po'.

:)

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"Come hai potuto essere così stupida, Santana..." 
sbuffò Quinn frugando fra i suoi fogli.
"
Ricordami ancora perchè sono qui?" rispose la mora limandosi le unghie annoiata.
"Perchè hai avuto la brillante idea di salire in macchina così ubriaca da riuscire a travolgere in retro marcia il parco giochi di fronte al Pub di Harry..."
"Ho chiesto scusa!" sbottò la mora per poi aggiungere "Ed è stato un incidente, succede!"
"Non è un'incidente se è la seconda volta che succede nel giro di pochi mesi, Santana..."
"E va bene! Diciamo che è stata una coincidenza molto, molto particolare..." esclamò la mora "Ma non ho fatto male a nessuno!"
"Ma avresti potuto!" si voltò Quinn inviperita "Non so nemmeno perchè sono qui a difenderti! Sono uno degli avvocati più brillanti della città e sono qui a perdere tempo con un caso chiaramente indifendibile! Dimmi, perchè sono qui a fare la mia figuraccia mensile!?"
"Perchè i soldi sono sempre soldi..." sbuffò Santana.
"Lo sto facendo gratis!"
"Lo so, volevo solamente farti arrabbiare..." sorrise Santana "Lo stai facendo perchè sei la mia migliore amica che, guarda caso, lavora anche per la mia compagnia... E se le cose vanno bene posso sempre portarti fuori a farci una bella bevuta al suddetto pub di Harry..." sorrise Santana.
"Smettila. Davvero, smettila, stai solamente peggiorando la tua posizione..." sbuffò Quinn, per poi dare una gomitata alla migliore amica "Ecco il giudice."
"Salutalo da parte mia..."
"In piedi, Santana!" esclamò la bionda, facendo controvoglia alzare la latina.
"Lopez... ci incontriamo di nuovo!" cominciò il giudice mettendosi a sedere, per poi rivolgersi a Quinn con un sorriso "Fabray, ancora una volta a difendere la sua amica, eh?"
Quinn annuì a disagio
"Dunque... Oltre ovviamente al ritiro della patente, stavo per rifilarti la solita, classica multa del caso... Ma raramente mi capita di dover giudicare una persona per lo stesso reato, per la seconda volta e per di più nel giro di sei mesi..." sorrise l'uomo "Perchè sai, quando si tratta di questi piccoli reati la base è la stessa che si usa con i bambini..."
Santana lo guardo confuso, corrugando le sopracciglia.
"Se scrivi ancora sul muro papà si arrabbia..." disse l'uomo divertito "Ma con te questa strategia sembra non funzionare... Quindi ho deciso per una punizione alternativa che possa... come dire... farti passare la voglia di fare la bambina cattiva..."
"Servizio pubblico..." bisbigliò Quinn, conoscendo l'uomo.
"Cosa?! No, no, no..." cominciò la latina.
"Vedrai." sorrise la bionda.
"Fa che non sia servizio pubblico, fa che non sia servizio pubblico... ti prego..." sussurrò Santana chiudendo gli occhi.
"Credo che sessanta ore di servizio pubblico faranno al caso nostro..." sorrise l'uomo.
"SESSANTA!?" esclamò la mora scioccata, per poi aggraparsi al braccio della migliore amica e supplicare "Fa qualcosa Q!"
"Non posso fare nulla a questo punto, è la sentenza ultima del giudice..." sussurrò Quinn.
"Signor giudice..." cominciò Santana sforzandosi di leggere il nome dell'uomo ed esclamare
col suo sorriso più convincente "Signor Harris!"
"Si, signora Lopez. Mi dica pure."
"Non voglio certo dirle come fare il suo mestiere, che tra l'altro svolge egregiamente"  disse la mora sporgendosi in avanti fino a poggiare gli avambracci sul bancone dell'uomo, tentando di mostrare quanta più scollatura potesse "...ma non crede sarebbe forse più indicato fammi versare un po' di grana nelle casse della comunità?! Avanti... i soldi fanno sempre comodo... magari riusciamo a dare una mano a tutti quei senza tetto accampati per la città..."
"Signora Lopez... Ci sono due cose che deve sapere." cominciò l'uomo "La prima è che sono gay. Quindi puo' anche rificcare le gemelle al loro posto..."
"Ugh..." sbuffò Santana incrociando le braccia.
"La seconda cosa è che so benissimo chi è lei." sorrise l'uomo "A ventisette anni lei è l'amministratrice unica del marchio "Breadstix"... I soldi non sono esattamente un problema per lei... A proposito se non erro presto aprirà anche sotto casa mia?"
"Dove vive?" chiese Santana annoiata.
"Bedford Avenue?"
"Un paio di mesi..." rispose la ragazza velocemente.
"Oh, bene... Adoro Breadstix!" sorrise l'uomo per poi riprendere "Ad ogni modo, stavo sottolineando come le multe previste per il caso, anche le più alte, per lei siano davvero irrisorie... quindi sperò di farle cambiare idea di fronte alla minaccia di altre sessanta ore di servizio pubblico. Tramite la signora Fabray le fornirò l'elenco di lavori che potrà svolgere. La sentenza è definitiva. Buon divertimento, Lopez."
"No! No! Un momento la prego!" continuò Santana cercando di aggrapparsi a qualunque cosa, per poi esclamare "Le garantisco una fornitura gratuita a vita di Breadstix!"
"Cosa stai facendo!? Questa si chiama corruzione!" disse Quinn prendendo al volo il braccio dell'amica.
"Per quanto la sua offerta sia invitante, sono costretto a declinarla... Buona giornata signore..." disse l'uomo uscendo.

"Ma grandioso! Semplicemente grandioso!" sbottò Santana lasciandosi cadere sulla sua sedia.
"Avanti, sono sessanta ore di servizio pubblico... sopravviverai..." sorrise Quinn non sforzandosi nemmeno di nascondere il sorriso divertito.
"No che non sopravviverò! Non sono in grado di andare in giro per parchi a raccogliere fazzoletti, cartacce, bicchieri o peggio, preservativi usati! No! Non è quello che faccio io!"
"Non hai molta scelta..."
"Al diavolo!" esclamò Santana raccogliendo la sua borsa.
"Dove stai andando!?"
"E' arrivata l'ora di chiedere quel vecchio favore che mi deve il senatore Lewis per avergli finanziato la campagna elettorale..." sorrise Santana.
"Ci vediamo più tardi in ufficio?"
"No, più tardi al pub di Harry..." disse la latina prima di fiondarsi fuori dall'aula del tribunale.

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"Stai scherzando!?" esclamò Rachel.
"No... sessanta ore tonde tonde di servizio pubblico..." sorrise Quinn.
"E non è andata fuori di testa!? Niente sedie volanti o... insulti volanti?" chiese Puck.
"No... però è andata subito dopo a chiedere l'aiuto di un suo amico senatore..." rispose Quinn.
"Che sciocchezza, non può fare niente per una sentenza già pronunciata!" osservò Kurt.
"Esattamente." sorrise la bionda.
"Perchè non glielo hai detto allora?" chiese Finn pensando forse di essersi perso qualcosa.
"Perchè..." cominciò la bionda guardando l'orologio al suo posto, per poi indicare la porta del locale "... non volevo perdere questo momento..."
Santana entrò evidentemente fumante nel pub, lasciandosi cadere sulla prima sedia libera al solito tavolo occupato dagli amici.
"Non una parola." ringhiò per poi esclamare "Harry, tequila al tavolo per favore!"
"Arriva..." rispose puntuale l'uomo conoscendo il tono della mora.
"Santana non credi che bere dopo quell-" cominciò Finn.
"Berry, metti la museruola al T-rex o finirò per cucirgli le labbra." disse Santana massaggiandosi lentamente le tempie.
"Non è che abbia tutti i torti..." osservò la brunetta.
"Mettiamo un paio di cose in chiaro." cominciò la mora "Sono stata condannata a sessanta ore di attivita socialmente utili, cosa che immagino sappiate già, perchè Quinn non perde occasione per divertirsi alle mie spalle e se te lo stai chiedendo Q, si, con "divertirsi alle mie spalle" intendo anche tutte le scappatelle con Puck nel bagno del terzo piano che sfortunatamente sembra trovarsi proprio di fianco al mio ufficio! Ed in tal proposito complimenti Puck non pensavo che fossi ancora in grado di farle fare quei versi!" sorrise Santana in faccia ad una paonazza Quinn "Tutto questo per dirvi che sono molto, molto vicina ad una crisi di nervi ed in questo momento non ho bisogno di sentire le vostre frasette ad effetto su come stasera potrei evitare di bere, ma di fatto ho bisogno di bere almeno quanto ho bisogno di respirare, e se non berrò entro i prossimi sessanta secondi passerò a sputtanare ognuno di voi compresi i non presenti.".
"Rum & Coca?" sorrise Quinn strappando il bicchiere di Puck dalle sue mani per passarlo all'amica.
"Grazie, Q." sorrise ironicamente la mora accettando il bicchiere.
Diversi bicchieri dopo Santana ricominciò a varare tutte le possibili scappatoie al provvedimento del giudice.
"E se non lo faccio?"
"Cosa vuol dire?" chiese Quinn confusa.
"Se non faccio nemmeno un'ora di maledetta attività utilmente sociale!?" sbiascicò Santana.
"Socialmente utile..." la corresse Quinn.
"E' quello che ho detto!" insistette Santana "Se non lo faccio!?"
"Entro la fine della settimana devi aver svolto almeno un'ora Santana, quindi domani vedremo di trovare l'attività che più farà per te e vedrai di andare a passare un'ora diversa dal solito...".
"Io non voglio farlo!"
"Dovrai, invece." rispose Quinn annoiata.
"Quali sono le opzioni?"
"Hai l'assistenza ai barboni..."
"Non ci penso proprio..." sbottò la latina.
"Il lavoro nei canili pubblici..."
"Non dirlo nemmeno per scherzo..."
"Assistenza agli anziani?"
"No."
"Mensa pubblica?"
"Nooo." sbottò Santana "Ho bisogno di un posto in cui posso presentarmi, firmare il foglio all'entrata, nascondermi, e rifirmare all'uscita..."
"Allora va bene una qualunque clinica di riabilitazione o simili..." disse Quinn.
"Visto!? Non era così difficile!" disse la mora alzandosi.
"Dove stai andando?!"
"Visto che ero venuta per ubriacarmi e rimorchiare, ma di rimorchiare non se ne parla-"
"Di certo non in questo stato..." commentò la bionda.
"Esattamente..." annuì la latina "Sto andando a casa..."
"Aspetta ti accompagnamo noi..." disse Quinn alzandosi.
"Ho chiamato un taxi... non preoccuparti mammina..." sorrise la mora.
"Riesci ad andare fuori da sola o hai bisogno di una mano?"
"Avrei davvero, davvero bisogno di una mano per andare fuori... ma non penso sia quello che intendi..." sorrise la latina, gettandosi sulla porta del locale "Buonanotte..."
"A domani S." la salutò la bionda.

Il viaggio in taxi, seppur breve, era stato un incubo per Santana.
Era arrivata nel suo bell'attico praticamente correndo verso il bagno, sperando almeno di raggiungere il lavandino se non il water.
Era quello che succedeva quasi ogni sera.
Ma una volta non era così.
Il venerdi o il sabato sera beveva un po' di più con gli amici.
Poi aveva cominciato a bere anche il lunedì perchè di martedì non aveva mai riunioni importanti.
Poi anche il giovedì perchè il venerdì faceva solamente mezza giornata.
E ben presto si era ritrovata a bere, per lo meno a casa, tutte le sere.
"Siamo sempre e solo noi due, eh?" sbuffò la latina gettandosi sul suo letto enorme "Chissà se un giorno porterò qualcuno qui che sia più che una stupida scopata eh?... Allora sai che conversazioni che ci faremo...".
Era giovane, ricca, di successo... Santana aveva proprio la vita che tutti desideravano.

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"Buongiorno..." disse Puck poggiando un bicchiere d'acqua con un aspirina accanto alla testa di Santana, poggiata sulla scrivania.
"Potevi sbatterlo più forte quel bicchiere, Puck..." si lamentò la latina sollevando leggermente la testa.
"Prendi quell'aspirina e non fare troppe storie... sei intrattabile sempre, figuriamoci con un dopo sbronza del genere..." sbuffò il ragazzo sedendosi sul divanetto dell'ufficio.
"Cosa pensi di fare?" chiese la latina guardando l'amico.
"Quinn mi ha detto di aspettare che prendessi la tua aspirina per poi farti scegliere in quale clinica prestare servizio..." spiegò il ragazzo.
"Ok. Prima di tutto, togli quei piedi dal divano prima che te li tranci di netto col tuo stesso, prezioso, taglia carte. Secondo, quale clinica!?"
"Buon dio, Lopez... le sessanta ore di attivita socialmente utili non comprendono ubriacarsi e rompere le scatole agli amici..."
"Oh... quello..." sussurrò Santana "Merda..."
"Già..." disse Puck sistemandosi comodamente sul divanetto "Quando sarai pronta a scegliere fammi un fischio..."
"Vieni qui..." ordinò Santana.
"Che c'è?"
"Sono pronta a scegliere..."
"No, fai con calma! Prenditi il tuo tempo."
"Non ti lascerò fare un riposino sul mio divano, quindi alza il culo e vieni qui." ringhiò la latina.
"Potrei quasi farti causa per mobbing..." sbuffò Puck alzandoti.
"Quello che ti pare..." disse Santana "Avanti stendi i vari fogli con le opzioni."
Puck poggiò tutti i fogli sulla scrivania dell'amica.
"Fatto."
"Bene... ora scegliamo..." disse Santana alzando il dito indice per fargli fare qualche giro in aria e lasciarlo cadere su uno dei fogli.
"Clinica riabilitativa S. Jackson." lesse Puck.
"Dove si trova?"
"Ad un paio di isolati da qui..." rispose il ragazzo.
"Perfetto. Avverti Quinn e chiamami un taxi per le sedici, voglio togliermi il pensiero..." disse Santana per poi rialzare la testa e dire "E non pensare nemmeno di ributtarti sul mio divano."
"Si, padrona..." sbuffò Puck lasciando la stanza.

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"Almeno è di bell'aspetto..." pensò Santana di fronte alla clinica "Vediamo se anche dentro è dello stesso livello..."
Appena entrata Santana tirò un sospiro di sollievo notando come anche l'interno era decisamente curato e pulito e sopra ogni cosa luminoso.
"Posso aiutarla?" chiese un uomo in divisa.
"Ehm... sono qui per delle ore di servizio pubblico..."
"Mmm, Lopez..." disse l'uomo scorrendo il dito su una lista, per poi sorridere divertito e dire "Quella Lopez?"
"Ugh.. fantastico... non sono neppure arrivata e già ho trovato il primo impiccione..."
"Nah..." disse l'uomo avvicinandosi per porgerle la mano "Piacere, Dave Karofsky."
"Piacere un corno..." rispose Santana stringendo reclutante la mano dell'uomo "Allora? Cosa devo fare?"
"Deve mettermi una firma qui..."
"Non c'è un qualche modo di barare sugli orari? Che sò, io firmo e lei scrive 15:00, così posso andarmene subito e dire che ho fatto un'ora di servizio?"
"Non credo..." rispose l'uomo riprendendo il foglio, pronto a scrivere l'orario.
"Sono sicura che possiamo trovare un accordo..." provò Santana rigiocandosi il potere che sapeva poteva derivare dalla sua alquanto attraente scollatura.
"Gay." rispose semplicemente l'uomo per scrivere chiaramente "16:15" sul foglio di Santana.
"Merda! Questa città è davvero così piena di gay!?"
"Lo è davvero? Non ho avuto questa impressione..." rispose Karofsky riponendo il foglio sulla sua scrivania.
"Posso sempre pagarti, avanti... Dave?"
"Ci tengo al mio posto di lavoro..." rispose l'uomo, per poi dire "E non è niente di che fare servizio qui... avanti vieni con me, ti accompagno a fare un giro..."
"Grandioso..." sbottò la mora seguendo il tipo nell'ascensore.
"Come te la cavi con i bambini disabili?" chiese il ragazzo indicando il primo piano.
"Non sono la persona più brava con i bambini... il fatto che siano disabili peggiora la situazione..." spiegò Santana.
"Allora adulti?" chiese ancora Dave spostando il dito sul secondo piano.
"Che non siano malati mentali se possibile..."
"Chiedi troppo, Carmen..."
"Santana." lo corresse la mora.
"Lo so... era un riferimento a Carmen Sandiego... conosci?"
"Ascolta, quale è la parte più tranquilla e silenziosa di questo posto?!" chiese Santana spazientita.
"Il quarto piano..." rispose Karofsky pigiando il tasto corrispondente.
"Che c'è al quarto piano?"
"Sorpresa..." sorrise l'uomo.
Appena aperta la porta dell'ascensore Santana notò subito il silenzio, proprio quello che aveva richiesto.
Silenzio perchè nessuno dei ragazzi presenti nell'ampio atrio stava parlando, al massimo muovevano le labbra, ma non usciva nemmeno un suono.
Solo quando Santana notò il gesticolare continuo capì.
"Sordi?" chiese al ragazzo al suo fianco.
"Si dice non udenti."
"Quello che è..." sbottò la mora per poi chiedere "Cosa devo fare ora?"
"Cerca Brittany, è lei la responsabile del piano. Saprà trovarti qualcosa da fare."
"Brittany?" esclamò Santana sollevando le sopracciglia "E come la dovrei trovare!?"
"Bionda, alta, sorridente... in una parola, fantastica... la riconoscerai, credimi..." rispose il ragazzo tornando nell'ascensore "Ci vediamo fra un'ora, o due... chissà..."

"Ok. Ok. Posso farcela. Devo solamente trovare questa... Ugh, come si chiamava? Tiffany?"
sospirò Santana pensando "Bionda. Bionda, alta, attraente? O era sorridente? Che importa, ha detto fantastica! La riconoscerò in qualche modo!"
La mora cominciò a girare timidamente per l'atrio, evitando che il suo sguardo incontrasse quello di chiunque altro. Cosa poteva dire a qualcuno che non poteva sentirla?
Cominciò lentamente ad osservare aula per aula, una alla volta, fino a che non si trovò davanti ad una classe piena di adolescenti... ma nessun insegnante...
Così pensò semplicemente di continuare a cercare la bionda indicatagli dal portiere.
Ma voltandosi si trovò di fronte forse la donna più bella che avesse mai visto in vita sua.
"Fantastica..." pensò Santana cercando di collegare le parole di Dave "Bionda: c'è. Alta: c'è. Sorridente! Ecco qual'era la parola! Sorridente, c'è eccome!"
"Ehm... sono Santana Lopez, sono qui per il servizio pubblico... Ho parlato con un tale Dave all'ingresso e mi ha detto di rivolgermi a lei..." cominciò velocemente Santana "La prego, la prego, sia buona con me e non mi faccia fare cose strane!
La bionda continuò a guardarla confusa per poi sorridere, indicarsi le orecchie e scuotere la testa.

"Oh merda..." sussurrò Santana collegando.

Brittany non poteva sentirla.



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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


boh Eccomi di nuovo...
Grazie grazie grazie per l'enorme fiducia che avete già dimostrato nei miei confronti, cosa che mi preoccupa assai perchè questa storia è così... insomma... diciamo che "ancora da definire" è dire anche troppo xD
vediamo un po' come va, via... spero che ne esca fuori qualcosa di decente e leggibile...

Un altro grazie, per forza, e buona lettura di questo noioso capitolo di assestamento...

Northstar

ps: l'epilogo di She walks in beauty è praticamente finito... ma voglio rivederlo ancora un paio di volte per concludere la storia senza fretta e/o dimenticanze, come credo che meriti... Grazie per la pazienza... :)


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"Ehm... sono Santana Lopez, sono qui per il servizio pubblico... mi hanno detto di rivolgermi a lei..." .
La bionda continuò a guardarla confusa per poi sorridere, indicarsi le orecchie e scuotere la testa.

"Oh merda..." sussurrò Santana collegando.

Brittany non poteva sentirla.


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"Io..." cominciò Santana per poi rendersi conto che era inutile parlare quando la bionda non poteva sentirla.
"Idiota! Non puo' sentirti, per la miseria... puoi parlare quanto vuoi ma non ti sentirà!" pensò la mora.
La ragazza alzò un momento le mani, facendo cenno a Santana di aspettare, per poi entrare un momento nell'aula, fare un paio di gesti e farle di nuovo cenno di attendere.
Santana si limitò ad annuire, guardando la bionda allontanarsi di corsa verso quello che doveva essere il suo ufficio.
"Stupida! Stupida! Stupida! Stupida!" sussurrò Santana accorgendosi poi che era inutile sussurrare se nessuno poteva sentirla "Stupida, stupida idea! Perchè la clinica!
Perchè il silenzio!? Qui c'è fin troppo silenzio! Era meglio andare a raccogliere fazzoletti che fare l'ennesima figuraccia qui dentro!".
Quando sentì i passi della ragazza avvicinarsi, Santana si volto cercando di nuovo di sorridere.
Dave aveva ragione.
Brittany era davvero fantastica.
Gambe interminabili, capelli morbidi come seta, occhi lucenti come il sole ed un sorriso per cui morire.
La ragazza porse a Santana una lavagnetta magnetica, di quelle su cui si poteva scrivere e ricancellare per un'infinità di volte. La latina prese la lavagnetta, guardandola confusa, per poi tornare a guardare perplessa la bionda, che le fece cenno di scrivere.
"Cosa devo scrivere?" pensò un momento Santana, per poi realizzare e scrivere semplicemente "Servizio pubblico."
La bionda cogliendo aprì la bocca sorpresa, per poi riprendere la lavagnetta e scrivere "Cosa vorresti fare?".
"E' un cuoricino quello sopra la i?..." sorrise internamente la mora, per poi riprendersi, guardare la ragazza di fronte a lei alzando le spalle.
Non aveva idea di cosa poteva fare lì dentro, se non alfabetizzare schede o pulire aule, visto che non aveva modo di comunicare con nessuno.
La bionda sorrise di nuovo ed indicandosi scrisse sulla lavagna "Brittany Pierce." per poi offrire la lavagna a Santana, che prontamente scrisse "Santana Lopez.".
Brittany annuì per poi poi porgerle la mano con l'ennesimo sorriso.
"Ora il "sorridente" di quel tipo ha decisamente più senso..." pensò Santana stringendole la mano.
La bionda poi le fece cenno di entrare con lei nell'aula, e Santana non avendo modo di dirle di no, la seguì sedendosi sulla sedia indicatale dalla ragazza, proprio vicino alla cattedra.
Brittany poi cominciò quella che sembrava un'articolata conversazione con i ragazzi dell'aula, che si trovarono tutti a guardare Santana salutandola con le mani.
La latina forzò ancora una volta un sorriso salutando a sua volta l'aula colma, per poi guardare la lavagna e leggere vari verbi e parole che Brittany indicava pian piano facendo seguire una serie di gesti.
Di tanto in tanto la bionda si voltava a guardare Santana, ripetendo alcuni gesti e la mora non sapendo cos'altro fare si limitava a sorridere ed annuire.
"Dio, che figura di merda..." disse Santana continuando a guardarsi intorno, per poi sentire qualche ragazzo ridere ed alzò lo sguardo confusa trovandosi un paio di occhi divertiti addosso.
In quel momento i ragazzi cominciarono a preparare gli zaini per poi lentamente uscire e salutarla di nuovo.
La mora salutò a sua volta
i ragazzi che le passarono davanti, per poi guardare Brittany con aria interrogativa.
La bionda si sedette in cattedra facendole segno di avvicinarsi e Santana obbedì trovandosi a pochi centimetri dalla ragazza.
"Santo Dio, è fantastica davvero..." pensò la mora osservando la donna da vicino mentre scriveva qualcosa sulla lavagnetta.
"In questa classe insegno il linguaggio dei segni." lesse Santana.
"Devo chiamarti professoressa?" scrisse la latina per poi passare di nuovo la lavagna alla bionda che con un sorriso fece cenno di no con la testa, per tornare a scrivere "Sono non udenti post-verbali. Alcuni di loro hanno cominciato ad imparare da poco."
"Post-verbali?" chiese Santana ad alta voce, dimenticandosi che Brittany non poteva sentirla, ma la ragazza scrisse invece "Vuol dire che hanno perso l'udito quando sapevano già parlare."
Santana la guardò confusa scrivendo "Come hai fatto a capirmi?"
Brittany sorrise e si indicò le labbra.
"Sa leggere il labiale quindi..." sorrise Santana "Questa è una bella notizia!".
"Riesci a capirmi?" disse Santana ad alta voce indicandosi la bocca.
Brittany annuì per poi scrivere "Non tutto. Parli molto velocemente..." ed aggiungere una faccina sorridente.
"Mi dispiace..." rispose Santana, ma la bionda poggiandole la mano sul polso cenno di non con la testa, a dirle di non preoccuparsi.
Santana guardò la mano della bionda chiedendosi per quale motivo non fosse scattata in quello stesso istante.
Per lei, gli unici contatti fisici (non casuali) consentiti erano solamente quelli inclusi nel sesso. Nient'altro.
Non era tipa da carezze o strette di mano e meno che mai abbracci... ma quella mano sul suo polso non le dava fastidio, non le faceva scattare in testa l'allarme che le partiva ogni volta che qualcuno le si avvicinava troppo, fisicamente e non.
Santana allora prese la lavagnetta e scrisse "Cosa posso fare qui? Per il servizio sociale?".
Brittany indicò l'aula, per poi scrivere "Puoi seguire il corso con i ragazzi se vuoi. Oppure puoi aiutarmi con l'amministrazione."
"Okay..." rispose la mora sorridendo.
"Avrai bisogno di una di queste lavagnette. Ne puoi chiedere una a Dave, il nostro portiere-tuttofare."
scrisse la bionda per poi cercare di imitare la fisicità dell'uomo, cosa che fece sorridere divertita Santana che annuì.
Brittany rispose al sorriso per poi scrivere "Devo andare ora.", indicando l'orologio al suo polso.
"Oh! Certo!" annuì la latina indicandosi "Anche io!
"E' stato un piacere conoscerti..." scrisse ancora la bionda portandosi una mano sul petto.
"Anche per me." disse Santana con un sorriso sincero.
"Ci vediamo uno di questi giorni, spero." scrisse ancora Brittany.
"Si, certo..." rispose la mora.
Brittany, stava per uscire dall'aula, quando rientrando scrisse sulla lavagnetta "Hai un bellissimo sorriso.
Dovresti sorridere di più.".
La latina arrossì annuendo alla bionda, e salutandola la vide uscire dall'aula.

Santana si guardò un momento attorno, esaminando le pareti dell'aula.
Erano coperti di cartelloni e schemi chiaramente realizzati da Brittany, e da un milione di foto in metà delle quali compariva anche la bionda .
"Wow..." sussurrò Santana fermandosi a guardare una foto in particolare.
Un primo piano della ragazza con un gatto enorme tra le braccia.
Aveva un sorriso così genuino, così caldo e dolce che Santana si trovò a sorridere a sua volta senza accorgersene.
"Cavolo, Lopez, riprenditi! Stai sorridendo ad una maledetta foto!" si disse la mora cercando di staccare gli occhi dal muro.
Fortunatamente il cellulare che le squillava nella tasca fu sufficiente a distrarla.
"Cosa vuoi?" rispose Santana col suo solito tono scocciato.
"Come è andata?" chiese Quinn.
"Uno schifo." mentì la mora.
"Bugiarda, lo sento che stai sorridendo."
"Mi conosci troppo bene Q, non è divertente così..."
"Avanti, racconta!"
"Non posso ora. Ho da fare... ci vediamo più tardi da Harry?"
"Cosa hai da fare? Sono le cinque del pomeriggio!"
"Affari miei, Fabray! Se ti va bene è così oppure niente..." rispose Santana continuando a studiare le foto sul muro.
"E va bene. Ma voglio sapere tutto poi, niente scuse."
"Quello che ti pare..." replicò la latina attaccando per poi richiamare immediatamente un altro numero.
"Che succede hai finito la tequila?" chiese Sam rispondendo al volo.
"Ahah, simpatico, Trouty, davvero..." rispose  la mora "E non preoccuparti, ho scorte di tequila per un intero inverno nucleare...".
"Cosa posso fare per te?"
"Sei ancora a scuola?"
"Si, perchè?"
"Devi trovarmi una di quelle lavagnette magnetiche che fanno usare ai bambini, hai presente?" chiese la latina non volendo chiedere l'aiuto del "tuttofare" che aveva incontrato all'ingresso.
"Santana, insegno ad una scuola superiore... Dove le trovo delle lavagnette magnetiche?!"
"Non lo so, sei tu quello che dovrebbe saperlo..."
"Cosa devi farci?!"
"Non ti riguarda cosa devo farci, ho bisogno di trovarne una." concluse brevemente l'ispanica.
"Santana, ti ho già detto che qui non ne troverò... ma puoi andare a comprarne una..."
"Sai cosa? Lascia stare, Sam..." disse la mora.
"Ci vediamo più tardi?"
"Come sempre..." rispose il ragazzo attaccando.

"Hai intenzione di rimanere a lungo?" chiese Karofsky appoggiato alla porta dell'aula.
"Cosa?" chiese Santana confusa.
"La scuola chiude alle sei di martedì..."
"Scuola? Credevo fosse una clinica..."
"Per i primi tre piani, si." rispose l'uomo per poi allargare le braccia indicando il piano "Questo piano è una scuola."
"Oh..." disse Santana pensando "Ora è più chiaro...".
"Allora hai conosciuto Brittany?"
"Già..." annuì.
"E... come ti è sembrata?"
"La creatura più bella mai posatasi sulla terra..." pensò la mora per poi mentire "Una bravissima insegnante... qualificata..."
"Molto qualificata... non trovi?" sorrise il ragazzo alzando divertito le sopracciglia.
"Ascoltami..." cominciò Santana fingendo di non ricordare il nome del tipo.
"Dave."
"Dave, giusto... avrei bisogno di trovare una di quelle lavagnette magnetiche che si usano per i bambini..."
"Vieni con me." disse il ragazzo, portandola in un aula che era evidentemente dedicata ai più piccoli.
Fiori e farfalle ovunque, tappetini colorati per terra, ed un intera cesta di lavagnette che Dave indicò dicendo "Scegli pure."
"Posso prenderne una in prestito?"
"Certo..." rispose l'uomo sorridendo "Da quello che ho capito tornerai a trovarci spesso..."
"Si, come no..." mormorò Santana cominciando a frugare nella cesta.
"Ok..." rispose Dave sedendosi su una seggiolina lì vicino.
"Gattini, fiorellini, ippopotami, giraffe, orsacchiotti..." commentò Santana "Non c'è qualcosa di più dignitoso? Che sò una tigre o qualcosa di simile?"
"Oh certo. Abbiamo tigri, leoni ruggenti, draghi, e la lavagna più richiesta dai bambini d'america: il lupo cattivo che azzanna Cappuccetto Rosso..." rispose ironico il ragazzo.
"Era un no?"
"Hai mai visto un quaderno per bambini con uno zombie disegnato sulla copertina!?"
"Non sto cercando uno zombie, sto cercando... qualcosa di meno bambinesco..."
"Buona fortuna allora..." sorrise il ragazzo allargando le braccia ad indicare i vari disegni e cartelloni per bambini.
"Ugh..." sbuffò Santana prendendo una lavagnetta a caso per poi osservarla e sbuffare "Magnifico. Topi..."
"Poteva andare peggio..." osservò Dave alzandosi per fare di nuovo strada alla mora.
"Allora quando è aperta questa scuola?" chiese Santana.
"Tutti i giorni fino alle sei. Ma solamente di martedì e giovedi proseguono le lezioni. Altrimenti sono aperti solo gli uffici amministrativi..."
"Di cui si occupa Brittany..." osservò la latina.
"Non solo.. ma sì, se ne occupa Brittany..." sorrise Karofsky.
"Cos'hai da ridere?" chiese Santana rientrando nell'ascensore.
"Niente..."
Arrivata al piano terra Dave disse "Allora, Santana, ci vediamo presto?"
"Santana Lopez, prego. O signora Lopez..." lo corresse Santana col suo sorriso altezzoso "E si, ci vediamo presto..." rispose la ragazza uscendo.
"A presto allora, Santana..." sorrise il ragazzo, guadagnando in risposta un dito medio alzato.
_______________________________________________________________________________________

"Ehi Patch!" disse Kurt salutando Santana appena entrata nel pub.
"Patch?" chiese la mora sollevando le sopracciglia.
"Patch Adams! Non sei andata a lavorare in clinica?" chiese il ragazzo.
"Non è quel tipo di clinica, Kurt..." spiegò la latina "Anzi, in realtà è una scuola..."
"Allora, racconta!" insistette Quinn.
"Dove sono Barbra e Gulliver?" chiese la mora guardandosi attorno.
"Serata di prove a Broadway..." rispose Puck.
"Cosa ci fai tu qui allora?" chiese Santana guardando Kurt.
"Sono il costumista, mi spettano solo le prove in costume..." rispose il ragazzo.
"E Sam?" domandò ancora la latina.
"Che c'è vuoi fare tutto l'appello prima di cominciare a raccontare?" disse Quinn.
Santana alzò lo sguardo infastidita per poi dire "Ho trovato un posto nel piano riservato ai sordi."
"Si dice non udenti..." la corresse Quinn.
"Fa lo stesso..." protestò la mora.
"Fico!" esclamò Puck per poi realizzare e chiedere "E come vi capite?".
"Per ora scrivo..." rispose la mora tirando fuori dalla borsa la neo-guadagnata lavagnetta "Qui".
"Topolini... che carini..." sospirò Kurt.
"Proprio per timore di commenti come questi, devo assolutamente trovarmi qualcosa di più dignitoso..." commentò la latina.
"E cosa ti fanno fare?" chiese Quinn curiosa.
"Non lo so di preciso... ho conosciuto la ragazza che si occupa del piano e-"
"E' carina?" chiese curioso Puck.
"Non è rilevante, Puck..." rispose secca Santana.
"E' uno schianto, allora..." sorrise il ragazzo alle parole della latina.
Santana fece finta di niente e continuò "Posso scegliere se aiutarla durante le lezioni o per quanto riguarda l'amministrazione della scuola... Non ho ancora deciso."
"Lezioni di?" chiese Quinn.
"Linguaggio dei segni."
"Non sarebbe male imparare il linguaggio dei segni..." commentò la bionda.
"Già..." cominciò Puck "Mi sono sempre chiesto se i gesti più comuni sono parte della loro lingua..."
"Se i gesti comuni a cui ti riferisci hanno un vago riferimento sessuale, dubito fortemente che siano gli stessi..." si intromise Kurt.
"Sono gli unici gesti che conosco..." si giustificò Puck alzando le spalle.
"E quando ci tornerai?" chiese Quinn.
"Chi ti ha detto che ci tornerò?"
"Hai già la tua lavagnetta personale Santana... è più che evidente che hai deciso di tornarci..." sorrise la bionda.
"Domani, credo." rispose la latina.
"Di già?" domandò stupita Quinn.
"Prima capisco come fregare il sistema, prima termineranno queste sessanta, anzi cinquantanove ore..." sorrise Santana, nascondendo che la realtà era un'altra.
L'unico motivo per cui sarebbe tornata in quella clinica, o scuola, o quello che era, era per rivedere Brittany.
Per sedersi di nuovo vicino a lei ed osservare quelle mille lentiggini sul suo volto, o quella grafia così tondeggiante ed armoniosa, o quelle mani sinuose e semplicemente perfette.
"Perchè hai scelto proprio i non udenti?" chiese curioso Kurt.
"Cercavo un posto silenzioso... tranquillo..." rispose la mora.
"Allora potevi cercare qualche occupazione in un obitorio... Ancora meglio in un cimitero..." si intromise Puck.
"Sei serio?" chiese Santana alzando le sopracciglia.
"Non troverai un posto più silenzioso e tranquillo di un cimitero... ho solamente detto le cose come stanno..." rispose il ragazzo convinto, per poi dire sognante "Senza contare che puoi sempre puntare alle vedove inconsolabili".
"Sai cosa Puckerman?" disse Santana con aria schifata.
"Cosa?"
"Di tanto in tanto mi domando come sia possibile che una donna elegante ed acculturata come Quinn, si ritrovi a condividere la sua esistenza con un troglodita come te..." cominciò Santana facendo sorrdere la bionda, per poi aggiungere "Poi ricordo che Q è stata anche con Finnocence ed anche nella peggiore delle ipotesi è scientificamente impossibile che sia più arretrato di lui..."
"Grazie!" sorrise il ragazzo soddisfatto come avesse ricevuto chissà quale complimento.
"Figurati..." sospirò la latina.
"Allora ragazzi, cosa vi porto? Il solito?" chiese Harry avvicinandosi al tavolo.
"Per me una Blue Moon..." disse Santana.
"E?" chiese ancora il barista.
"Nient'altro..." rispose la mora attirando gli sguardi increduli degli amici.
"Che ha fatto? Ha battuto la testa per caso?" chiese Harry scioccato guardando gli altri ragazzi..
"Che c'è? Devo lavorare più tardi..." spiegò la mora alzando le spalle.
"Buon Dio, cosa hai visto oggi in quella clinica?" chiese Kurt preoccupato "Avrai mica avuto un'illuminazione!?".
"Non ho visto nulla, Kurt... Niente di chè..." replicò la latina, pensando in realtà a Brittany.
"Ok..." disse Harry sospettoso, allontanandosi con gli ordini presi.
"E su cos'è che dovresti lavorare?" chiese Quinn guardando curiosa Santana.


"
Sordità pre-verbale blablabla... post-verbale invece è quando blablabla... ok..." mormorò la latina continuando a leggere tutto quello che Google avesse da offrire sull'argomento, sorseggiando la seconda birra della serata.
"Chissà se Brittany è nata così..." 
si chiese la latina "Magari ha avuto un incidente... E chissà come è la sua vita... come comunica con gli altri? Come chiede un cappuccino da Starbucks? Come ordina una pizza, o come se la cava col caos del menu di Breadstix?"
Non si era mai chiesta come potesse essere la vita per un non udente. Almeno fino ad allora.
Aveva sempre pensato superficialmente che l'esistenza dei non udenti dovesse essere triste o vuota... insomma, quanto puo' essere facile integrarsi nella società quando non si puo' comunicare?
Eppure il sorriso di Brittany le diceva tutt'altro.
C'era qualcosa in lei di così intrigante che non riusciva a spiegarsi... Le faceva pensare che nonostante non potesse sentire o parlare, avesse davvero tanto da trasmettere agli altri.
A lei.

Per quello aveva aveva già deciso.
Il giorno dopo sarebbe tornata alla scuola.
Non aveva tempo da perdere.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


boh


Santana aveva sempre sottovalutato l'importanza della comunicazione orale.
Non era mai stata una gran chiacchierona e tendeva a parlare solo ed unicamente in tre contesti: per spettegolare, insultare o sedurre. Forse per questo non aveva mai pensato alla quantità di informazioni che il parlare permetteva di trasmettere in un lasso di tempo pressochè minimo. Non si era nemmeno resa conto di quanto fosse più facile dire determinate cose che scriverle. Non se ne era resa conto fino al momento in cui si era trovata a creare un elenco di poche e brevi domande da porre a Brittany che potessero brevemente soddisfare la sua curiosità.

"Credevo che avessi dimenticato come scrivere a penna visto che non ti stacchi mai dal tuo preziosissimo  portatile..." cominciò il ragazzo.
"Cosa vuoi Puck?" chiese Santana coprendo il foglio con le braccia.
"Buongiorno anche a te, Santana. Ecco il tuo caffè." rispose il ragazzo con un sorriso, prendendo il suo solito posto sul divano in pelle della mora.
Santana decise di fare finta di niente preferendo bere in santa pace il caffè delle undici.
"Deve essere importante se stai scrivendo a mano..." cominciò Puck.
"Puck."
"Si?"
"Sai perchè al tuo posto non ho preso una neo-diplomata con un fisico da top-model?" cominciò Santana.
"Perchè ti avrebbe distratto troppo?" chiese il ragazzo portandosi le mani dietro la testa, mettendosi comodo sul divano.
"No."
"Perchè non puoi vivere senza di me?"
"No." rispose Santana "Perchè ero stanca di sentire Quinn passare serate intere a lamentarsi del tuo fare niente sul divano di casa, ma soprattutto perchè si suppone che tu mi conosca e sappia quando scocciare o meno. E questo non è il momento adatto, Puck."
"Stronzate! Non è mai il momento adatto con te..." sbottò il ragazzo per poi dire "Perchè non mi regali un divano da mettere dietro la mia scrivania? Te lo puoi permettere tanto..."
"Perchè altrimenti passeresti le giornate a dormire su quel divano, o peggio, a passar tempo con Quinn..." rispose la mora per poi prendere il foglio ed indicarlo "Ora, ti dispiace lasciarmi in pace? Ho un lavoro da svolgere...."
"Altri cinque minuti..." mormorò il ragazzo chiudendo gli occhi.
"Puck, sarò chiara con te." disse la latina "Se entro cinque secondi non avrai alzato il culo da quel divano, giuro che ti trasferisco in amministrazione-"
"No! Non le gattare single!"
"Dove non solo dovrai davvero lavorare," continuò la mora ignorandolo "ma dove dovrai sorbirti ridicole avances ogni singolo giorno..."
"Vado." scattò il ragazzo chiudendo la porta dell'ufficio della latina.
"Con le buone maniere si ottiene tutto..." sospirò la mora sorseggiando il suo caffè, per poi rimettersi a studiare la lista.

Era rimasta a rileggere la lista per quasi due ore, cercando di memorizzare le domande da fare. Ma perlopiù si era fermata ad immaginare la vita di Brittany.
Beh, la vita di qualunque non udente.
Insomma New York era una città pericolosa con tutti e cinque i sensi a disposizione, figuriamoci con uno in meno... Senza contare l'ostacolo più grande agli occhi di Santana: la comunicazione.
Insomma, comunicare è un bisogno primario!
E' facile chiedere un sandwich al tonno usando le parole, ma a gesti? Quante persone possono capirti? Quante sono veramente disposte a farlo?
"Ehi!" disse Quinn affacciandosi alla porta dello studio.
"Ehi..." rispose Santana ripiegando la lista.
"Che cos'era quel foglio?"
"Niente di chè..." rispose sbrigativa la mora.
"Andiamo a pranzo insieme?" chiese la bionda.
"Va bene, ma restiamo nelle vicinanze. Ho una riunione col consiglio d'amministrazione alle quattordici e trenta. E mi piacerebbe partecipassi anche tu Quinn."
"Ok..." rispose la bionda aspettando che l'amica prendesse la sua borsa.
 
Un quarto d'ora dopo le due amiche erano sedute nel solito ristorante all'angolo a parlare del più e del meno, come ogni giorno praticamente.
"Puck mi ha detto che ha provato a richiederti un divano di pelle tutto per lui..." sorrise Quinn.
"Mh-mh..." annuì la latina prendendo un'altra forchettata di pasta "Puo' continuare a chiedermelo quanto vuole, non mi lascerò convincere."
"Sai che la sua tecnica è lo sfinimento..."
"Non ha mai funzionato con me... lo conosco da troppo tempo..." sorrise la latina vittoriosa.
"Allora oggi tornerai davvero alla clinica?"
"Scuola." la corresse Santana "E' una scuola."
"Si, insomma, hai intenzione di tornarci?"
"Già."
"Hai optato per aiutare in amministrazione?"
"Credo che la mia laurea in marketing ed economia possa aiutare..." spiegò la latina per poi aggiungere "E la mattina sono quasi sempre impegnata, sarebbe impossibile seguire le lezioni..."
"Giusto." annuì la bionda.
"Ho intenzione di andarci due o tre ore a settimana... così in qualche mese sarò libera..." continuò la mora.
"Vedo che hai preso seriamente la storia del servizio pubblico!" sorrise stupita Quinn.
"Si. Certo. Il servizio pubblico..." pensò la latina per poi dire "Non c'è modo di aggirare questa stupida punizione... tanto vale prenderla nel modo giusto...".
"Esattamente..." commentò la bionda che, conoscendo Santana, era rimasta stupita dal fatto che l'amica si fosse arresa così facilmente al sistema. Sapeva che doveva esserci qualcosa sotto.
"Che c'è?" chiese l'ispanica.
"Cosa?" domandò Quinn colta alla sprovvista.
"A cosa stai pensando?" chiese Santana curiosa.
"Niente di chè..." replicò la ragazza alzando le spalle.
"Credo che cominci a farti male convivere con Puck. Scommetto che i tuoi neuroni avranno già cominciato a suicidarsi per colpa dell'influenza di quelli di Puck..."
"Ma smettila..." sorrise Quinn tornando a mangiare, continuando a pensare a cosa avesse potuto colpire a tal punto la migliore amica.

"Ok. Ci siamo. Ci sono e posso farcela." si disse Santana prima di entrare nel palazzo con la fedele lavagnetta sotto braccio.
"Bentornata, Santana..." sentì la mora appena varcata la porta d'entrata.
"Ok." cominciò Santana voltandosi verso Karofsky "Ti diverti a perseguitarmi o sei uno stalker di natura?"
"Stalker?" sorrise il ragazzo per poi indicare la divisa che indossava "Sono un portiere, accolgo la gente quando entra e chiedo come posso aiutarla... Quindi, come posso aiutarti?".
"Puoi aiutarmi togliendoti quel sorrisetto compiaciuto e divertito dalla faccia ed avvertendo Brittany che sto salendo."
"Puoi salire. Non devo avvertire nessuno..." rispose il ragazzo tornando ad accomodarsi dietro la sua scrivania a sfogliare un giornale, per poi dire a Santana "Buon divertimento..."
La mora scuotendo la testa fece finta di niente, salendo sull'ascensore vuoto.
Stavolta l'ampio atrio su cui si affacciava l'ascensore era totalmente vuoto e quasi tutte le aule lungo il corridoio erano vuote e buie.  Santana cercò di ricordare quale fosse l'ufficio di Brittany per poi avvicinarsi a leggere la targhetta sulla porta che le confermò di trovarsi nel posto giusto.

Brittany era presa dal computer, battendo di tanto in tanto dei numeri su una calcolatrice li vicino, per poi appuntare tutto su un foglio.
Santana sovrappensiero bussò alla porta, per rendere la ragazza consapevole che fosse lì, per poi realizzare e dirsi "Bella furbata, Santana... Vai così...".
Allora la mora si avvicino alla scrivania, osservando come la ragazza avesse sul volto un'espressione di disperazione mista a noia, cosa che la fece sorridere per come era imbronciata.
Non sapendo esattamente cosa fare Santana si avvicinò fino a poggiarle la punta delle dita sulla spalla, cosa che fece balzare la bionda per lo spavento.
"Mi dispiace, Brittany! Io non- Non volevo, davvero!" esclamò la latina sperando di essersi fatta comprendere.
La ragazza, portandosi una mano sul petto, sorrise scuotendo la testa, come a dirle che non era successo nulla.
"Io-" ricominciò Santana, per poi collegare e prendere immediatamente la lavagnetta dalla borsa per mostrarla alla ragazza di fronte a lei, che con un altro dei suoi sorrisi killer le sorrise indicando i topolini sparsi sulla lavagna.
"Già..." disse Santana guardandola "Non ho trovato di meglio."
La ragazza aprendo un cassetto tirò fuori a sua volta una lavagnetta, decorata a sua volta da una miriade di paparelle, scrivendo "Io li trovo carini. :)".
"Oh! Certo!" annuì Santana cercando di sorridere nella maniera più genuina possibile "Non sono un amore?".
Brittany le sorrise, facendole cenno di sedersi vicino a lei.
"Hai scelto di aiutarmi con l'amministrazione?" scrisse la bionda sulla sua lavagnetta.
"Ho una laurea in economia e marketing." rispose a voce Santana, per poi notare che Brittany non aveva afferrato e riscriverlo sulla lavagnetta, aggiungendo "Spero di esserti d'aiuto..."
Brittany annuì scrivendo "Non sono un genio con numeri e problemi amministrativi...".
Santana non voleva sembrare indiscreta, ma decise lo stesso di scrivere "Per quale motivo non assumete un contabile?"
La bionda scosse la testa per poi scrivere "Non abbiamo abbastanza fondi. Le rette che riceviamo dagli studenti coprono a malapena l'affitto ed i costi della struttura e gli stipendi degli insegnanti."
"Oh..." sospirò Santana, per poi scrivere "Credevo che foste sovvenzionati dallo stato..."
"No, siamo una scuola "privata", senza soldi." scrisse la bionda, per poi alzare le spalle con un sorriso.
Santana annuì un momento, pensando alla prossima domanda da porre "Quali sono le spese più considerevoli?"
"Luce, riscaldamenti, ed affitto..." scrisse la bionda.
"Per l'affitto c'è poco da fare, ma potreste cominciare a ritagliare sulle spese legate alla corrente..." appuntò la latina.
"Come? Studiando al buio ed al gelo? :)" scrisse Brittany per poi alzare gli occhi e sorridere a Santana.
"Gelo. Quello che ci vorrebbe ora. Comincia a fare un po' troppo caldo qui dentro..." pensò la mora lasciando scorrere lo sguardo sul collo di Brittany e lentamente sempre più in giù, per poi scuotere la testa e capire che Brittany stava aspettando una sua risposta.
"Potreste ottimizzare i tempi delle lezioni, e trovare un accordo commerciale con fornitori di gas ed elettricità. Come quelli che ci sono nel mio ufficio e nei locali.".
"Locali?" scrisse la bionda per poi aggiungere "Che lavoro fai?"
"Sono l'amministratore del marchio Breadstix." pensò Santana "No, non voglio sembrare spocchiosa... Possiedo Breadstix? Nah... forse è meglio non specificare.".
"Gestisco una serie di attività." scrisse infine.
"Allora potresti aiutarmi a mettermi in contatto con queste società?" scrisse Brittany.
"Certo." rispose Santana ad alta voce con un sorriso, per poi aggiungere attentamente "Posso aiutarti in qualche maniera ora?"
"Te la cavi bene con la matematica hai detto?" scrisse la bionda.
"Già..." annuì Santana.
"Avrei qualche compito da correggere... ti andrebbe?" appuntò Brittany alzando le sopracciglia.
"Assolutamente..." sorrise Santana seguendo con lo sguardo, passo per passo, i movimenti della bionda che si era alzata ad aprire un fascicolo pieno di fogli.
"Aspetta, ti aiuto." disse Santana sovrappensiero, avvicinandosi a prendere parte dei fogli dalle braccia della ragazza, che voltandosi di colpo si ritrovò faccia a faccia con Santana.
"Gesù..." sussurrò la latina inavvertitamente facendo arrossire e sorridere la bionda, per poi andare a poggiare i documenti sulla scrivania lì vicino.
Brittany poi le poggiò una mano sulla spalla, indicandosi, invitandola a guardare quello che stava per fare.
Poi la bionda piegò il braccio destro fino a portare la mano sulla spalla, battendo lì un paio di volte medio ed anulare.
Santana la guardò confusa, finchè non si accorse che Brittany le disse muta "Grazie.", per poi prendere la lavagnetta e specificare "Questo gesto," scrisse ripetendo il movimento "significa grazie.".
"Oh!" esclamò Santana, cercando incerta di ripetere il gesto.
Brittany sorrise alla goffagine della mora, avvicinandosi a prenderle il polso, per poi piegarlo verso la spalla ed aprire la mano della ragazza con la sua, cosa che fece trattenere il respiro a Santana, lasciando che solamente le dita giuste toccassero la spalla della latina.
"Ok!" sorrise Santana ripetendo un paio di volte il gesto, ora più sicura, facendo annuire Brittany soddisfatta.
"Oppure..." scrisse la bionda, portandosi la punta delle dita sul mento, per poi lasciar cadere la mano in avanti e ripetere senza voce "Grazie".
"Grazie." ripetè Santana imitando la ragazza, che ancora una volta annuì sorridendo, per poi sedersi e passare metà dei fogli alla mora.
"Correggi questa metà, per favore. Poi scriverò i voti." scrisse la bionda sulla lavagnetta.
"Ok." annuì Santana, sperando di riuscire a concentrarsi sul lavoro più che sulle lentiggini della bionda vicino a lei.

Quasi un'ora di tortura più tardi, Santana poggiò delicatamente la mano sul polso della ragazza, indicandole che aveva finito di correggere i suoi documenti. Brittany sorrise ringraziandola, per poi scrivere sulla lavagnetta "Hai voglia di un caffè?"
"Volentieri," scrisse Santana interrompendosi, per poi ripetere il gesto che Brittany le aveva appena insegnato, ringraziandola.
Brittany le fece cenno di seguirla lungo il corridoio, per poi indicarle un distributore automatico.
"Faccio io." si offrì immediatamente Santana prendendo dalla borsa il portafoglio, ma Brittany fu più veloce di lei a prenderle la mano, sfilandola dalla borsa, per poi mostrare con un sorriso i soldi già nella sua mano.
"Solo per questa volta." scrisse velocemente Santana sulla sua lavagnetta, per poi rificcarsela sotto il braccio.
Brittany annuì, passando il caffè alla ragazza, indicandole di sedersi su una panchina nell'atrio.
"La prossima volta andiamo ad un bar che conosco." scrisse Santana avvicinando la lavagnetta a Brittany, che scosse subito la testa.
"Perchè?" chiese Santana ad alta voce.
"Perchè vado solo dove so che posso essere compresa." rispose la bionda, sulla lavagna.
"Non ti capiscono?" scrisse la latina.
"Generalmente non sono disposti a comprendermi. Sono quasi spaventati da quelli come me, si sentono in imbarazzo."
"Quanta gente conosce la lingua dei segni tra la popolazione udente?" scrisse Santana.
"Meno del cinque per cento." scrisse la bionda.
"Così poca!?" esclamò Santana, ricevendo un cenno affermativo da Brittany.
"E come fa la gente a comunicare in generale?"
"Non siamo muti... :)" scrisse Brittany per poi aggiungere "E la maggior parte di noi usa delle protesi acustiche." ed indicarsi le orecchie.
"Perchè non le indossi?" scrisse Santana curiosa.
"Perchè non cambiava molto per me. Per altri però è un grande aiuto."
"Quindi puoi parlare..." scrisse ancora veloce la mora.
La ragazza fece cenno di si per poi scrivere "Ma non lo faccio quasi mai."
"Perchè?" chiese Santana aggrottando le sopracciglia, confusa.
Brittany alzò le spalle, per poi scrivere "Perchè la mia voce mi imbarazza." con un sorriso nervoso.
Santana spalancò gli occhi, stupita da quella risposta.
"Non posso sentire la mia voce." cominciò a scrivere Brittany "La fonetica non è perfetta. So esprimermi ma non come vorrei.".
Santana annuì comprendendo cosa voleva dire, per poi scrivere grande sulla lavagna "Ti capisco. Ma sono sicura che la tua voce sia fantastica." per poi annuire alla bionda con un gran sorriso.
Brittany sorrise abbassando lo sguardo imbarazzata, per poi rispondere "Sei gentile, ma la mia voce è tutto meno che fantastica...".
Santana rimase a sorseggiare lentamente il caffè, pensando lentamente a tutte le domande che voleva fare a Brittany, per poi decidersi e scrivere sulla lavagnetta "Posso chiederti una cosa personale?".
La ragazza annuì subito, guardando Santana scrivere velocemente "Sei nata non udente?"
Brittany sorrise per poi scrivere "Puoi dire "sorda", lo sai?"
"Ah si?" chiese Santana ad alta voce.
"Non è un'offesa..." scrisse la bionda per poi aggiungere "E' la verità.".
"Ok." annuì Santana, per poi concentrarsi sulle nuove parole scritte da Brittany.
"E no. Sono nata perfettamente udente. Sono diventata sorda a sette anni. Venti anni fa.".
"Mi disp-" cominciò a scrivere la latina, per poi essere immediatamente fermata dal tocco gentile di Brittany, che le fece cenno di non dispiacersi con la testa.
"Come?" chiese Santana guardando la ragazza.
"Farmaco ototossico."
"Cosa!?" esclamò la mora.
Brittany annuì per poi scrivere "E' più frequente di quel che si pensa."
"Merda..." sussurrò Santana, ottenendo un "Già" di risposta sulla lavagna, per poi rispondere ad alta voce "Scusa, non volevo-".
Brittany la interruppe di nuovo per farle un nuovo gesto. La ragazza, chiudendo la mano a pugno la portò, tenendo il dorso rivolto verso Santana, fino al mento per poi mimare "Scusa.".
"Scusa" riprovò Santana ripetendo il gesto, ottenendo un ok da Brittany.
 Santana rimase un istante in silenzio, per poi scrivere sulla lavagna "Quindi non sai come è la tua voce da adulta..."
Brittany fece cenno di no con la testa, per poi scrivere "Ma va bene, oramai ricordo appena la voce che avevo da bambina... :)".
Santana forzò un sorriso, sapendo però dentro di sè che Brittany non si sentiva veramente così tranquilla come voleva far vedere. Sapeva che non aveva nessun diritto nemmeno di pensarlo visto che conosceva la ragazza solamente da qualche giorno, ma davvero sperava che potesse aprirsi con lei e parlarle. Beh, almeno spiegarle.
E non capiva cosa fosse in realtà a colpirla così, ma più aspetti conosceva di Brittany e più aveva voglia di conoscerne altri ed altri ancora, come in un circolo vizioso.

In quel momento arrivò Dave chiedendo "Cosa ci fai ancora qui?".
"Stavo proprio per andare..." rispose la latina prendendo la sua borsa, per poi notare che Dave si stava rivolgendo a Brittany con una serie di gesti così veloci che Santana non riusciva nemmeno a seguire il movimento delle sue mani. Brittany sorridendo rispose a sua volta, per poi indicarmi al ragazzo che disse "Vorrebbe farti sapere che ha passato un pomeriggio molto piacevole con te e che spera di vederti di nuovo, non solo per aiutarla con i compiti di matematica, per i quali ti ringrazia, ma magari per fare altre due chiacchiere."
"Vi siete detti tutte queste cose!?" chiese Santana scioccata.
"Con i gesti si comunica facilmente Santana..." osservò il ragazzo, per poi aggiungere "Vuoi che le dica qualcosa?"
"Si" esclamò la latina per poi spiegare "Dille che tornerò sicuramente, probabilmente venerdì. E dille che anche per me è stato un pomeriggio molto piacevole."
"Ti prego..." commentò il ragazzo alzando le sopracciglia.
"Diglielo e basta." rispose la mora arrossendo.
Dave ricominciò la sua serie di gesti verso Brittany, che sorridendo spostò lo sguardo verso Santana annuendo, per poi tornare a rispondere al ragazzo.
"Cosa ha detto?" chiese Santana impaziente.
"Ha detto che è felice che tu abbia scelto di prestare servizio qui." spiegò Karofsky.
"Già... anche io..." sorrise Santana, per poi salutare Brittany con la mano ed avvicinarsi all'ascensore seguita da Karofsky.
"Come mai conosci la lingua dei segni?" chiese la latina curiosa nella discesa.
"Mio nonno era sordo."
"Oh. Interessante." commentò la latina cercando di non prestare troppa attenzione al ragazzo.
"Ti piace eh?" chiese il ragazzo sorridendo.
"Cosa?" esclamò la mora "No. No io- non è come sembra..."
"Che c'è? Non vuoi ammetterlo?" chiese il ragazzo.
"Io?" sbottò a ridere la mora "L'intera comunità New Yorkese, e non solo, conosce i miei gusti sessuali, credimi, di certo non me ne vergogno.".
"Santana, credimi,"
rispose il ragazzo indicandosi "sei una leggenda per la comunità Lgbt di New York... Giovane, bella, ricca, carismatica e di successo, sei il nostro simbolo... quello che intendevo è che non vuoi ammettere che ti piaccia Britt, nello specifico..."
"Non sono affari tuoi." rispose veloce la latina.
"Woah! Devi fare attenzione a come eludi le domande, o certe risposte diventano anche fin troppo evidenti..."
"Non riesci a farti salutare con un semplice "arrivederci" tu, eh?" sorrise la mora voltandosi prima di uscire "Vuoi sempre un caloroso "vai a farti fottere", a quanto pare..."
"Era un augurio?" sorrise il ragazzo.
"Vai a farti fottere, Karofsky..." ribadì la ragazza, con un sorriso stavolta, lasciando l'edificio.

Velocemente Santana chiamò un taxi, per poi darle l'indirizzo del suo appartamento e chiamare velocemente Puck.
"Puck. O Puckerman... o anche Puckzilla, dipende chi lo sta cercando. Con chi parlo?"
"Dio, Puck! Non hai nemmeno salvato il mio numero!?" esclamò Santana schifata dalla risposta dell'amico.
"No, Santana, mi chiami sempre ed unicamente dall'ufficio... ma se per caso hai bisogno di me al di fuori dell'ambiente lavorativo, tendi a chiamare Quinn... quindi..." spiegò il ragazzo.
"Allora vedi di salvare questo maledetto numero."
"Si, capo." sbuffò Puck per poi chiedere "Cosa posso fare per te?"
"Devi trovarmi qualcuno che possa insegnarmi la lingua dei segni."
"Cosa!?" esclamò sorpreso il ragazzo "Santana sono le sei, non credi che è un po' presto per essere da Harry a bere?"
"Non sono da Harry e-"
"Beh, è comunque presto per bere..."
"Puckerman!" esclamò la mora "Apri bene le orecchie. Ho bisogno di un professionista. Il migliore insegnante in circolo. Digli che sono disposta ad offrirgli il triplo della sua normale parcella se puo' venire a lavorare il martedì ed il giovedì dalle nove alle dieci nel mio ufficio."
"Ma tu non arrivi in ufficio prima delle dieci e mezza, Santana..." osservò il ragazzo.
"Non importa. Comincerò a venire prima."
"Posso prendere anche io il triplo della mia parcella se arrivo a lavoro un paio d'ore prima?" chiese ancora Puck.
"Maledizione, Puck! Ne abbiamo già parlato mille volte!" sbottò la latina "Se ti chiedo di fare qualcosa tu la fai, senza domande ed osservazioni specialmente se idiote! Ti prego, fai bene quel poco che ti affido!"
"Va bene." rispose Puck "Anche se davvero non capisco cosa devi farci con un mimo..."
"Non ha importanza." rispose Santana sorridendo, pensando che in realtà di importanza ne aveva eccome.

Voleva poter comunicare con Brittany.

Voleva abbattere quel muro che sentiva tra loro. Voleva poter parlare con Brittany di qualunque cosa e voleva portarla a prendere un caffè ovunque volesse, senza la preoccupazione di dover avere con se lavagnette o fogli o qualunque altra cosa dovesse aiutarla ad esprimersi.

Ma c'era una cosa che voleva fare ancor prima...

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Ok.
Sono ancora un po' restia su questa storia perchè non volevo fare niente di lungo, ma se continuo va a sbattere che prima che le cose diventino "interessanti" ci vorrà un pochino...
uff... sono ancora un po' indecisa...
E via! Si vedrà!

Grazie ancora per aver aggiunto la storia tra le seguite e le ricordate, ma soprattutto tra le preferite xD
Siete mooooooooolto fiduciosi, forse anche troppo eh! :D
E grazie come sempre per le recensioni gentilissime, a cui corro a rispondere :)

Un abbraccio e grazie ancora.

Northstar



ps: si lo so vi scoccio, ma mi trovate anche su twitter xD http://twitter.com/#!/NorthStar_Efp

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


boh


"Si puo' sapere che ti è successo?"
"Ora anche tu ti ci metti, Harry?" sbottò Santana "Sei un barista, non dovresti fare tante domande. Anzi, la tua battuta ad effetto dovrebbe essere solamente una."
"E sarebbe?" chiese l'uomo curioso.
Santana si schiarì la voce per poi dire con un tono profondo "Giornata dura?".
"Ma non posso farla a te... si vede chiarissimo quando è stata una giornataccia o quando non lo è stata... come oggi..."
"E cosa ne sapresti te delle mie giornate?" sorrise Santana prendendo il suo bicchiere, per poi recarsi al solito tavolo dove si trovava il resto della compagnia.
"E' semplice." si inserì Kurt sedendosi al suo fianco.
"Nessuno ti ha chiesto niente Jack." sbottò la latina rivolgendosi all'amico per poi aggiungere "Dove hai lasciato la tua Karen?"
"Mercedes è impegnata ad una serata di beneficienza..." rispose Kurt per poi riprendere "E seriamente Santana? Will & Grace?"
"Che c'è? Sapevo che avresti colto la citazione."
"Già... era davvero oro quella serie..." rispose sognante Kurt "E Will, beh-"
"Frena gli ormoni Kurt, non voglio che sbavi sul mio tavolino..."
"Ad ogni modo, prima di giudicare, ascoltami." insistette il ragazzo "C'è un motivo per cui so che è stata una bella giornata..."
"Sentiamo."
"Quando sei veramente giù di morale vai di wishky, quando è stata una giornataccia dal punto di vista lavorativo vai di tequila, quando è una giornata come le altre allora vai di birra, se invece è una giornata piuttosto piacevole... Ta-dan! Cocktail super femminili, super zuccherati, super fruttosi!"
"Wow, complimenti." replicò Santana "Ti ci impegni o ti viene naturale farti gli affari degli altri?"
"Oh, avanti Santana... sarebbe impossibile anche da un miglio di distanza non notare che evidentemente ti gira alquanto bene stasera..." commentò Rachel con un sorriso.
"E anche se fosse?"
"Beh, siamo curiosi di sapere quale miracolo possa averti convertito ai cocktail super zuccherati..." sorrise Kurt.
"Sei consapevole del fatto che non uscirà mezza parola dalla mia bocca?" rispose la latina con un sorriso soddisfatto.
"E' stata di nuovo alla scuola." disse Quinn lasciandosi cadere su una delle sedie, seguita da Puck.
"Q!" esclamò Santana.
"Che c'è? Non ho mica detto nulla!" si difese la bionda.
"Lasciamo stare..." rispose la latina tornando a sorseggiare il suo drink, per poi essere distratta da Puck "Ho fatto un po' di telefonate in giro. A quanto pare il migliore sul mercato è un tale Michael Chang."
"Ti ho chiesto qualcuno che mi insegnasse il linguaggio dei segni, non che mi facesse i migliori ravioli al vapore di New York..."
"Fidati, Santana. Quel poco di lavoro che faccio è oro, esattamente come d'oro è questo tipo." spiegò Puck sorseggiando una birra "Ho spulciato il suo curriculum. Ha una laurea stranissima con una tesi sull'importanza della comunicazione del corpo e altre stronzate simili. Domani arriverà in ufficio alle nove, vedi di esserci."
"No, no, no, scusate un istante..." cominciò Kurt "Vuoi imparare il linguaggio dei segni? Ho capito bene?"
"Si e allora?" replicò veloce la latina.
"Che mi venga un colpo..." rispose ancora il ragazzo.
"Che c'è di così sconvolgente?!"
"Perdonami ma le opzioni sono due: uno, nottetempo ti è spuntato un cuore vero a sostituzione di quello che avevi in polistirolo, cosa che mi sento di escludere;  due, ti piace davvero svolgere questo servizio alla scuola e no, questa non la berrò mai, Santana..."
"Per prima cosa, il mio cuore sta benissimo." specificò la latina "Per seconda cosa che ci sarebbe di male se mi piacesse davvero quello che faccio per la scuola?!"
"Nah..." sorrise Finn.
"Non ci credo neanche se lo vedo con i miei santi occhi, Santana..." sorrise Rachel scuotendo la testa.
"C'è solo una motivazione valida." si intromise Puck.
"Sentiamo la stronzata delle ore..." cominciò Santana guardando l'orologio al suo polso "Ventidue e dieci."
"C'è qualcuno che ti piace." rispose il ragazzo.
"E tu credi che per una scopata imparerei il linguaggio dei segni?" rispose la latina alzando le sopracciglia.
"Chi ha parlato di una scopata... io ho detto che c'è qualcuno che ti piace..." insistette il ragazzo.
"Ecco." disse la latina alzandosi "Su questa nota vi lascio, come avete sentito domani mi aspetta una giornata impegnata."
"Si, impegnata a giocare al mimo col cinese..." rispose Puck con un sorriso, ricevendo in risposta un ceffone sulla nuca "Ehi!"
"Questo è perchè sei stupido." replicò la latina per poi salutare "Ci si vede ragazzi...".


La sveglia alle sette e trenta non era piaciuta a Santana. Non le era piaciuta proprio per niente, ma si era fatta forza e per le otto era già sotto la doccia a domandarsi cosa stesse facendo.
Avrebbe davvero imparato la lingua dei segni per Brittany?
Per una ragazza di cui non sapeva praticamente nulla, solo per poter approfondire il loro rapporto?
Non che sperasse in qualcosa di più di un'amicizia, insomma... non sapeva nemmeno se la ragazza potesse essere interessata in fin dei conti... Ma si disse che come aveva imparato quel minimo di francese al college, poteva imparare anche quel minimo di lingua dei segni che le serviva.

"'Giorno..." sorrise Puck vedendo Santana arrivare in ufficio alle otto e trenta spaccate.
"'Giorno un corno. Dov'è il mio caffè?" abbaiò la latina.
"E' tutto al calduccio sulla tua scrivania..." disse Puck divertito "Non è bello alzarsi prima eh? Pensa a me che sono in ufficio alle otto..."
"Ti pago ad ore. E' tuo interesse stare qui quanto più puoi, cerebroleso che non sei altro." 
"Ehi, San, appena arriva il tipo lo faccio entrare o ti chiamo?"
"Chiamami." rispose la latina entrando nel suo ufficio.

Nemmeno cinque minuti dopo, Santana sentì il telefono squillare a pochi centimetri dalle sue orecchie.
"Che c'è!?" sbottò notando che era la linea interna di Puck.
"Il signor Chang è qui."
"Ma sono le nove meno dieci..." osservò Santana.
"Lo faccio entrare o no?"
"Fallo entrare, maledizione..." sbuffò la latina attaccando, cercando di sistemarsi velocemente i capelli.
"Signorina Lopez?" chiese il giovane asiatico affacciandosi.
"Prego." rispose secca la mora.
"Buongiorno, sono Michael Chang. Ma puo' chiamarmi Mike."
"Santana Lopez. Puo' chiamarmi Signorina Lopez. O Lopez. Faccia lei." disse Santana stringendo la mano all'uomo, indicandogli di prendere pure posto sulla sedia di fronte alla scrivania.
"Dunque, signor Chang... vorrei porle una domanda prima di tutto." cominciò Santana.
"Prego."
"Sa cosa odio più di chi arriva in ritardo ad un appuntamento?"
"No?" rispose confuso Mike.
"Chi arriva in anticipo." rispose bruscamente la ragazza, sollevando le sopracciglia "Quindi, la prego di arrivare in orario per i nostri prossimi appuntamenti. Nè prima, nè dopo. Crede di poterlo fare?"
"Certamente. Mi perdoni." rispose educatamente il ragazzo.
"Bene!" esclamò la mora sorridendo "Lei mi piace. Silenzioso, conciso, risponde sempre chiaramente. Scommetto che è un ottimo insegnante..."
"Così dicono..."
"Oh, anche umile! Potrebbe andare meglio?" sorrise ancora la latina.
"Prima di cominciare con la lezione vera e propria ora devo farle io una domandina..."
"Va bene..." annuì Santana.
"Perchè vuole imparare il linguaggio dei segni?"
"Beh..." cominciò Santana prendendo tempo.
Non voleva dirgli di Brittany. Non voleva scoprirsi a tal punto.
"Mi sono improvvisamente resa conto di quanto sia difficile dover comunicare a qualcuno senza poter usare la parola e di quanto sia terribile-"
"La prego, sia sincera con me." la interruppe il ragazzo.
"Signor Chang, posso darle del tu?" cominciò Santana.
"Certo."
"Bene, Mike, scommetto che sai chi sono e che ti sarai informato su di me prima di venire qui dentro, quindi possiamo anche smettere di far finta di non sapere nulla l'uno dell'altro."
"So che stai lavorando alla scuola che fa parte del complesso riabilitativo S. Jackson." rispose il ragazzo per poi  aggiungere "Non so nient'altro. Ma so con certezza che una persona come lei, e non la prenda come un'offesa, non fa nulla senza un guadagno di qualunque tipo."
"Perspicace..." commentò Santana annuendo per poi alzare le spalle ed ammettere "C'è una persona a cui sono molto interessata e per conoscere meglio la suddetta persona devo poter comunicare con lei. Tutto qui."
"E questo interesse è più direzionato verso un'amicizia o-"
"Ti pago per insegnarmi il linguaggio dei segni non per psicanalizzarmi..." lo fermò la latina.
"Giusto, giusto..." annuì Mike per poi riprendere "Beh, direi che motivazione mi basta..."
"Oh, quindi se la motivazione non ti fosse piaciuta avresti avuto il coraggio di dire no a cinquecento dollari a settimana?"
"Certo." rispose il ragazzo alzando le spalle.
"Prima mi piacevi di più." disse semplicemente Santana scrutando Mike.
"Succede..." sorrise l'asiatico prendendo un libro dalla sua valigetta "Allora... cominciamo?"


Il venerdì seguente Santana tornò alla clinica nel primo pomeriggio. Aveva seguito solamente due lezioni con Mike e sapeva esprimere a malapena i saluti e qualche stato d'animo. Così preferì evitare la figuraccia, tenendosi pronta una bella sorpresa, più in là, per Brittany.
In compenso però c'era qualcun altro che poteva stupire.
"Buon pomeriggio signorina Lopez..." sorrise Dave accogliendo la mora.
Santana rispose salutandolo con il gesto corrispondente a "buona sera", cosa che fece spalancare gli occhi al ragazzo, che mollando il giornale sorrise divertito.
"Qualcuno ha preso seriamente la storia del servizio pubblico..." cominciò Dave per poi aggiungere "O forse, ripensandoci, ha preso sul serio un paio d'occhi azzurri..."
"Per una volta che stavamo avendo una conversazione quasi normale, Dave..." rispose Santana con un sorriso annoiato avviandosi verso l'ascensore.
"Non la conquisterai con così poco sai?" continuò il ragazzo facendo voltare Santana "Qualunque idiota puo' imparare il linguaggio dei segni..."
"Io non voglio conquistarla. Voglio conoscerla." rispose la latina, fermandosi ad osservare una folla di ragazzi scendere le scale per dirigersi verso l'uscita.
Karofsky doveva piacere a quei ragazzi, perchè quasi tutti si erano fermati un istante a salutarlo. Poi lo sguardo di Santana si andò a posare sull'ultimo pianerottolo delle scale di fronte a lei, dove un paio di ragazzi avevano incastrato in un angolo un altro ragazzo in lacrime. 
"Ehi!" esclamò Santana attirando l'attenzione di Dave, per poi avvicinarsi al gruppo di studenti. Non si faceva impressionare facilmente Santana, ma quel ragazzino le ricordava troppo un giovane Kurt che più di una volta aveva visto in quelle condizioni, ed ignorato per via del suo status superiore di cheerleader.
Karofsky si mosse immediatamente seguendo la latina.
I due ragazzi continuarono a spintonare il più piccolo finchè Karofsky non li spinse così forte da farli finire sull'altra parete "Dovete finirla!" gridò il ragazzo con una voce così forte e profonda che sembrava più un ruggito "Non avete idea del male che gli fate!"
"Calmati Karofsky!" esclamò Santana mettendosi fra i due ragazzi e il giovane uomo.
Il ragazzo poi si avvicinò immediatamente allo studente chiedendo spiegazioni.
"Cosa è successo?" chiese Santana guardando Karofsky gesticolare.
"E' stato bullato, di nuovo." rispose Dave voltandosi a guardare in cagnesco gli altri due studenti che gesticolando, da quel poco che aveva capito Santana, si stavano scusando.
Dave rispose ancora ai due, per poi fare loro cenno di uscire.
"Io rimango a ripulire questo ragazzo, potresti far presente a Brittany questo episodio?" chiese Karofsky incredibilmente serio.
"Si, certo." annuì Santana dirigendosi di nuovo verso l'ascensore prima di essere fermata da una mano sul braccio.
"Grazie." disse il ragazzo con un tono di voce che a Santana sembrò piuttosto goffo, accompagnandosi con cenno della mano.
Santana si limitò a sorridere ed annuire, guardando con la coda dell'occhio un soddisfatto Dave, per poi dirigersi finalmente all'ascensore.

Quando raggiunse l'ufficio della bionda, trovandolo vuoto, Santana si chiese per un momento se aveva sbagliato giornata, per poi sentire una mano familiare sulla sua spalla.
Voltandosi, trovò Brittany con un sandwich in bocca e la lavagnetta stretta di fronte a sè con su scritto "Ciao! :)"
"Ciao!" rispose Santana con un sorriso, per poi scrivere sulla sua lavagnetta "Mi dispiace se ho interrotto il tuo pranzo...".
Brittany fece cenno di no con la testa, per poi invitarla ad entrare nel suo ufficio e sedersi al suo solito posto.
"Come stai?" scrisse Brittany.
"Sto bene, grazie. E tu?" scrisse Santana, pensando con un sorriso che sapeva già come rispondere a quella domanda, utilizzando i gesti.
"Bene!" scrisse ancora la bionda, per poi mostrare a Santana un blocco di fogli simile a quelli che aveva già corretto. Poi la latina notò che non erano compiti di matematica e guardò la bionda con aria confusa.
"Sono dei pensierini. Sono stati scritti da bambini di terza elementare." spiegò la bionda mostrando a Santana le grafie infantili con un sorriso, per poi ricancellare e scrivere "Dovrai solamente correggere gli errori ortografici, con questa...".
La bionda aprendo il cassetto tirò fuori una matita arcobaleno, mostrando alla latina su un foglio come effettivamente tracciasse tutti e sette i colori.
"Ok." sorrise la latina, per poi ricordarsi delle parole di Karofsky e poggiare una mano sul polso della bionda, per ottenere la sua attenzione e scrivere "Prima due studenti hanno bullato un ragazzo all'ingresso. Dave mi ha chiesto di riferirtelo."
La bionda reagì scuotendo la testa delusa, per poi scrivere "Abbiamo una politica durissima contro il bullismo, qui. Ma ad alcuni non importa nulla..."
"Dovete fare qualcosa..." scrisse Santana "Per il bene dei ragazzi che vengono bullati..."
"Suggerisci di punirli?" scrisse Brittany.
"Suggerisco di parlare con loro. Di mostrare loro quali possono essere gli effetti dei loro comportamenti."
La bionda annuì, per poi sorridere e scrivere "Grazie. Prometto che più tardi parlerò con Dave e mi occuperò al più presto della faccenda."
"Ok..." sorrise la latina tornando ai suoi fogli.
Santana lesse velocemente i titoli dei "pensierini" che aveva di fronte. Il titolo su ogni foglio era un semplice "Vorrei...".
"La cosa si fa interessante..." pensò la latina passando a leggere il primo dei fogli.
"Vorrei che il mio cane sapesse volare."
"Carina questa!"
"Vorrei poter giocare con Michael Jordan..."
"Wow! Questi bambini sanno chi è Michael Jordan?!"
"Vorrei che mio fratello giocasse con me, anche se non posso sentirlo."
"Ouch..." pensò Santana passando velocemente al foglio successivo.
"Vorrei avere un milione di dollari per comprarmi tutto il mondo!"
"Ragazzino furbo..."
Santana passò mezzora a correggere frase per frase ogni singolo foglio, per poi fermarsi ad una sola frase.
"Vorrei tanto poter sentire la voce della mia mamma."
"E pensare che io che posso sentirla non chiamo mia madre se non per le feste..." si disse la latina auto sgridandosi.
Le sembrava strano pensare che molti di quei bambini non avevano mai potuto sentire le cose più elementari.
Dal cinguettio degli uccelli, allo scrosciare dell'acqua, o ai clacson e le sirene che perennemente riempivano l'aria di New York.
Immediatamente Santana si sentì super fortunata.
"Tutto ok?" scrisse Brittany avvicinando la sua lavagnetta alla mora.
Santana annuì per poi rispondere "Stavo solo pensando..."
"A cosa? Se posso chiedere..." scrisse ancora Brittany avvicinandosi alla mora, fino a far sfiorare la sua spalla contro quella di Santana.
"Pensavo alle cose che questi bambini non possono sentire..." scrisse Santana con un sorriso malinconico.
Brittany si limitò ad annuire consapevole.
Allora Santana prendendo un po' di coraggio scrisse "Qual è il suono che ti manca di più?"
Brittany sembrò pensarci un momento, chiudendo gli occhi.
Poi prendendo la lavagnetta scrisse "Mi mancano le voci dei miei genitori, e di mia sorella. Ed il miagolio del mio gatto.".
Santana sorrise al pensiero del gatto che aveva visto in qualche foto, la prima volta che era arrivata alla scuola.
"Ma la cosa che probabilmente mi manca di più è il suono delle scarpette di danza che toccavano il pavimento in legno della scuola dove andavo."
"Eri una ballerina?"
"Mi piaceva davvero tanto ballare." scrisse Brittany per poi aggiungere "Ma non ho fatto davvero in tempo a diventare una "ballerina"...". 
Santana non sapeva cosa scrivere.
Di fronte all'espressione afflitta di Brittany, era davvero senza parole. Qualunque cosa avesse scritto su quella lavagnetta, per quanto pensata o profonda, non avrebbe mai potuto esprimere quello che avrebbe voluto.
Così si limitò a compiere un solo gesto.

Allungò appena la mano, fino a raggiungere quella della bionda per poi stringerla appena.

Brittany alzò lo sguardo non aspettandosi quel gesto, rimanendo ancora una volta colpita dal sorriso pieno di comprensione e dolcezza della latina. La bionda poi sorrise a sua volta annuendo, e rispose alla stretta, continuando a guardare la mora.
Santana non sapeva cosa fare a quel punto.
Avrebbe stretto la mano della bionda per l'eternità.
Così morbida e delicata. E quello sguardo così intenso e penetrante eppure così trasparente.
"Fa qualcosa Santana!" si disse la mora, avvicinandosi forse inconsapevolmente al viso della bionda notando per la prima volta quanto fossero veramente vicine.
Santana notò con incanto che le labbra della bionda da vicino sembravano ancora più rosee e sinuose, che quegli occhi potevano davvero essere lo specchio del cielo d'estate e sorrise al pensiero che quelle lentiggini sparse sul naso della ragazza sembravano una spruzzata di cannella, e moriva dalla voglia di scoprire se avevano davvero quel sapore.

In quell'istante sentì bussare alla porta e notò Brittany allontanarsi di colpo, per guardare alle sue spalle e sorridere.
"Ehm... Ciao Santana..." sorrise Dave avvicinandosi, per poi dare un momento le spalle a Brittany e dire velocemente "Ho per caso interrotto qualcosa?".
"Oh, sta zitto Karofsky..." rispose la latina arrossendo.
Poi il ragazzo si rivolse a Brittany con la sua solita, incomprensibile, serie di gesti.
"Ti dispiacerebbe rendermi al corrente di quello che le stai dicendo?" chiese Santana.
"Ho convocato i genitori dei due bulli per parlare con Brittany." spiegò il ragazzo.
"Wow, che velocità!" esclamò Santana sorpresa.
"Col bullismo non si scherza." rispose serio il ragazzo.
"Lo so bene." annuì la mora guardando Dave uscire dall'ufficio.
"Devo andare." scrisse Brittany aggiungendo una ":("
"Non fa niente..." rispose la mora con un sorriso.
"Scriverò che abbiamo comunque fatto un'ora, anche se sono passati quarantacinque minuti, non preoccuparti." sorrise Brittany per poi alzarsi.
Santana fece lo stesso preparando la sua borsa, per poi voltarsi a salutare Brittany e ricevere inaspettatamente un abbraccio dalla ragazza.
La latina rimase un momento a disagio, per poi lentamente rispondere alla stretta, poggiando delicatamente le sue mani sulla schiena della bionda.
Una volta staccatasi dall'abbraccio la bionda scrisse velocemente "Non vedo l'ora di rivederti! Mi piace passare tempo con te! :)"
Santana sorrise arrossendo per poi rispondere "Anche per me è lo stesso :)"
Brittany sorrise divertita indicando la faccina disegnata da Santana, per poi scrivere "Sei più brava di me a disegnare, dovrai insegnarmi!"
"Prometto che lo farò." rispose la latina per poi salutare ancora la bionda, ed uscire dallo studio.

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Le lezioni con Mike erano piuttosto piacevoli.
Era un ragazzo sveglio e simpatico, con molto tatto e pazienza tanto che Santana si divertiva a metterlo alla prova, testando fino a quanto potesse sopportarla finchè dovette ammettere che era davvero molto, molto paziente.
Sette lezioni erano volate e Santana cominciava a spazientirsi.
"Dunque" riprese Mike indicando la lavagna della sala riunioni "abbiamo appena detto che nel linguaggio dei segni essere ed avere non si usano come ausiliari... Allora come si dirà "Sono affamata"?".
"Ok, Mike." sbuffò Santana tornando a sedersi correttamente sulla sedia dov'era stata sdraiata finora "Dobbiamo chiarire un punto. Non sto imparando la lingua dei segni per poterla re-insegnare o perchè ne ho bisogno per sopravvivere capisci?"
"No..."
"Ugh... A me serve per poter comunicare con Brittany!" sbottò la latina "Quante probabilità ci sono che vada a dirle "Ehi ciao Britt! Sono affamata!" ?!"
"Ok, allora traduci "sono felice"...".
Santana tradusse a gesti quello che aveva imparato.
"Dillo ad alta voce mentre gesticoli. Il labiale è importantissimo..." la riprese Mike.
"Io-sono-felice." ripetè Santana associando le parole ai gesti.
"Esattamente."
"Wow! Questa lezione somiglia sempre più ad uno spettacolo di mimi..." si intromise Puck mimando di tirare una corda verso di sè.
"Finiscila." lo seccò la latina per poi chiedere "E si puo' sapere cosa ci fai qui!?"
"E' la mia pausa pranzo ed oggi in tv non c'è niente..." si giustificò il ragazzo.
"Puck, sono le nove e quaranta... Come puo' essere la tua pausa pranzo!?" chiese Santana.
"La prima pausa pranzo." specificò il ragazzo.
"Puck, sparisci. Ora." ordinò la mora serissima, facendo sgattaiolare via Puck con la coda fra le gambe.
"Posso farti una domanda Santana?" chiese Mike sedendosi vicino alla mora.
"Sentiamo."
"E' vero quello che si sente in giro?".
"Quale delle tante cose?"
"Che sei al cento per cento, super, arci, gay?" chiese il ragazzo.
"Qualche problema, Mike?" chiese la latina sospettosa.
"No. Cioè..." cominciò l'asiatico.
"Avanti. Prometto di concederti dieci secondi di vantaggio prima di picchiarti se la cosa è veramente offensiva." concedette la mora.
"Non c'è alcuna possibilità che tu esca con me, vero?" disse velocemente Mike "Voglio dire, non sei affatto attratta dagli uomini?"
"Non credo... Non che ricordi ad ogni modo..." spiegò la latina "E' un bel po che non succede."
"Quindi è successo che ti sia sentita attratta da un uomo..." continuò ad indagare il ragazzo.
"Forse si. Fisicamente. Perchè, vuoi invitarmi a cena?"
"Già..."
"Senza offesa Mike... sei un bel ragazzo e da quel poco che ho potuto notare hai un gran set di addominali... ma non è il momento giusto per sperimentare..."
"Ah si?" chiese il ragazzo ricevendo il colpo con grazia.
"Sai c'è una persona che mi ha piuttosto preso..." sorrise Santana evidentemente riferendosi a Brittany.
"Io credo..." cominciò il ragazzo passandosi una mano fra i capelli "Io credo che tu sia pronta a mostrarle quello che hai imparato..."
"Ma se l'altro ieri mi hai detto che avrei avuto bisogno di altre quattro lezioni almeno..." rispose sospettosa la mora.
"Posso insegnarti cose precise da dire. Frasi adatte alle circostanze..." sorrise il ragazzo.
"Davvero?"
"Davvero." annui Mike.
"Quindi, supponendo, potrei già invitarla ad uscire stasera?"
"Supponendo, si, potresti."
"Sono tutta orecchi professore..." sorrise Santana

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In realtà non si sentiva così preparata.
Ma aveva deciso che era giusto darsi una chance, senza contare che forse la sua goffagine avrebbe potuto farle accaparrare punti.
Si era piazzata fuori dall'entrata del palazzo attendendo che puntualmente, alle sei, Brittany scendesse dal palazzo per andare a casa.
"Ok. Sei Santana Lopez. Sei fantastica. Donne, uomini, piante ed animali cadono ai tuoi piedi. Sei grandiosa." continuò a ripetersi Santana, ripetendo mentalmente alcuni gesti importanti.
"Le chiederò semplicemente se più tardi avrà voglia di venire con me da Harry, così da conoscere anche i miei amici... niente di così difficile, no?" continuò la latina, per poi voltarsi di colpo al suono della porta che si apriva.
Era a qualche metro di distanza dall'uscita e sentendo quel rumore si avvicinò per andare incontro alla ragazza.
Ma si fermò immediatamente quando vide che non era sola.
C'era un ragazzo sulla sedia a rotelle con lei.
"Merda." pensò Santana trovandosi a due passi da Brittany, che immediatamente si sbracciò per salutarla, andandole incontro.
"Ciao..." sorrise Santana.
Brittany si limitò a farle cenno con la mano, cercando con lo sguardo la lavagnetta che non era presente nella borsa della mora.
"Salve." sentì poi Santana provenire dal basso.
"Oh, salve." rispose la latina concentrandosi sul ragazzo disabile.
"Arthur Abrams, ma preferisco Artie, piacere..."
"Santana Lopez..." rispose la mora stringendo la mano del ragazzo "A volte aiuto Brittany in ammin-"
"Oh, so tutto di te. Brittany non fa altro che parlarmene." sorrise Artie.
"Ah, mi fa piacere..." sorrise Santana per poi domandare "Insegni qui?"
"Oh, no io sono un architetto..." spiegò il ragazzo per poi indicare Brittany "Sono passato a prendere la mia fidanzata."
"Merda. Merda. Merda." pensò Santana sentendo la parola "fidanzata".
"Ritirata, Santana. Attua la ritirata più veloce ed indolore che puoi." si disse tra sè e sè la latina.
"Io- ehm... devo andare... avrei un- un appuntamento..." cominciò Santana indicando la strada alle sue spalle.
"Credevo che venissi da quella direzione..." osservò il ragazzo.
"Si-beh... ho sbagliato strada..." rispose la mora, picchiandosi interiormente per la stupida pensata.
"Allora buona serata..." sorrise il ragazzo per poi aggiungere "E' stato un piacere conoscerti, Santana."
"Si, anche per me..." si sforzò di rispondere la latina con un sorriso, per poi guardare Brittany e mimarle l'arrivederci che aveva imparato qualche lezione prima.
Brittany spalancò gli occhi sorpresa, sorridendo, e rispondendo con enfasi con lo stesso gesto, per poi salutarla di nuovo con la mano.

Santana rimase qualche secondo a guardare Brittany allontanarsi spingendo la sedia del suo "fidanzato", per poi optare per la via meno dolorosa, quella senza troppi pensieri, e chiamare un numero che conosceva fin troppo bene.
"Harry. Assicurati di lasciare libero il mio tavolino. E prepara del wishky. Tanto wishky." terminò la latina, rificcando il cellulare in tasca, pensando "Ah... sarà una lunga, lunga, notte..."



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Et voilà, ecco a voi un altro capitolo... Cosa ve ne pare?
Come al solito spero di aver fatto un buon lavoro...
fatemi sapere cosa ne pensate!

Un abbraccio grande ed un grazie ancora più grande a tutti voi che continuate ad incoraggiarmi!

Northstar



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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


boh Per un intera giornata Santana aveva evitato il suo ufficio.
Per un intera giornata aveva evitato i suoi amici.
Per la seconda sera consecutiva si era ritrovata da sola a bere da Harry.

"Santana credo che per stasera hai bevuto abbastanza..." disse serio Harry letteralmente strappando la bottiglia di wishky dalle mani della mora, che si limitò a mugugnare uno scomposto "Fottiti."
"Inoltre sono le due e trenta e ho intenzione di chiudere... chi vuoi che chiami?" continuò il barista.
"Taxi." replicò la mora, poggiando la fronte sul tavolino, cercando un po' di fresco.
"Certo, perchè credi che ti faccio tornare a casa in taxi in queste condizioni?" disse Harry sollevando le sopracciglia, per poi prendere un'agenda, sedersi vicino alla latina e cominciare "Dunque... ho i numeri di Rachel e Fin-"
"Non ci provare nemmeno... non voglio una ramanzina su quanto sia senza speranze..."
"Allora, Kurt?"
"Non sopporto la sua voce da sobria, figurati ora..." sbottò la latina.
"Mercedes?"
"Col cavolo che verrebbe a recuperarmi..." 
"Ok, Rimangono Quinn e Puck... e Sam."
"Sam!" esclamò la latina "Chiama Sam o rischio di licenziare Puck stasera..."
"Va bene..." rispose l'uomo muovendosi sul retro a telefonare.

"Ha detto che sarà qui fra un quarto d'ora." spiegò l'uomo tornandosi a sedere al fianco della mora.
"Chi se ne frega..." sbiascicò Santana.
"Allora." cominciò curioso Harry "Erano settimane che ti alternavi felicemente tra Sex on the beach, Mojito, Capiroska e birre varie... cosa è successo per farti ridurre in questo stato?"
"Non sono affari che ti riguardano Harry... Sai che non parlerò mai delle mie faccende..."
"Si ma sei alquanto ubriaca e-"
"Appunto. Sono ubriaca, non stupida..." sorrise soddisfatta la latina, per poi tornare a poggiare la fronte contro il tavolino.
"Vuoi un bicchiere d'acqua? Qualcosa da mangiare? Un caffè?"
"No." rispose secca Santana per poi accorgersi che si stava comportando fin troppo da stronza con Harry che invece si era sempre preso cura di lei, ed aggiungere veocemente "Grazie."
"Servizio di recupero vecchie megere ubriache al rapporto." disse Sam affacciandosi al locale.
"Vecchio sarai tu!" sbottò la latina.
"Quindi te la prendi per "vecchia" ma non per "megera"?" sorrise Sam avvicinandosi a ficcare il giacchetto all'amica.
"Sono un po' megera..." rispose la latina per poi guardare lentamente Sam da capo a piedi.
"Che c'è?"
"Indossi un mantello?"
"Beh... e' la vestaglia di Batman, quindi..." spiegò Sam indicando il logo del supereroe cucito sulla tasca della vestaglia "Ha senso che sia fatta a mantello..."
"Oh Dio... Era meglio il taxi..." commentò la mora guardando Harry.
"Andiamo Santana. Per stasera e solo stasera, fingerò che non sono venuto a recuperarti alle tre del mattino..." rispose Sam praticamente caricandosi in spalla l'amica, per poi aggiungere "E avverti se devi vomitare..."
"Ugh... muoviti..." si lamentò Santana.

Un quarto d'ora dopo Santana e Sam erano miracolosamente arrivati nell'attico della latina senza troppi guai.
"Aspetta, aspetta!" esclamò Sam prendendo al volo Santana prima che si gettasse sul suo letto.
"Che c'è?"
"Se ti allunghi ora è garantito che fra dieci minuti sarai stretta al water a rigettare tutto quello che hai bevuto..."
"E allora?"
"Siccome ti sta già passando la botta, non è necessario svuotare il contenuto del tuo stomaco... E poi non ho voglia di assisterti nella fase vomito..." spiegò il ragazzo dirigendo la mora verso il divano "Ecco, siedi."
"Voglio dormire..." mugugnò la latina poggiando la testa allo schienale del divano.
"Anche a me sarebbe piaciuto dormire visto che domani ho lezione..." commentò Sam.
"E' il tuo dovere venirmi a recuperare quando sono ubriaca. Sei il mio migliore amico." spiegò Santana.
"Pensavo che fosse Puck il tuo migliore amico."
"Nah..." cominciò la mora sorridendo "Lui... lui è... beh, non è come te. Tu sai ascoltare. E sai prenderti tutti gli insulti che ti tiro."
"Questione di allenamento." sorrise Sam.
"E pazienza. E poi Puck capisce la metà dei miei insulti... non è così divertente come lo è con te..."
"Ovvio." annuì Sam, per poi voltarsi verso la ragazza e dire "Allora, vuoi dirmi per quale motivo ti sei ridotta così o..."
"Non voglio parlarne."
"Vediamo... hai ri-litigato con i tuoi?"
"Mpff..." sorrise Santana per poi aggiungere "Non possono litigare con me... sono io che pago le loro vacanze..."
"Beh, hai bevuto decisamente troppo per qualche stupida problematica lavorativa..." pensò Sam "Quindi rimane l'opzione momento di tristezza ed autocommiserazione... vero?"
"No, Sam." rispose Santana sospirando.
"Oh no... non è possibile..." cominciò Sam spalancando gli occhi.
"Cosa?"
"Non dirmi che- Non dirmi che è per una ragazza!"
"No!" rispose Santana fin troppo velocemente, cosa che fece sorridere Sam che aggiunse "Oh lo è, eccome se è per una ragazza! Santana Lopez ha rispolverato il suo cuoricino d'oro!"
"Appena in tempo perchè qualcuno ci passasse sopra con quattro maledette ruote..."
"Sei stata investita?!" chiese il ragazzo preoccupato.
"No, idiota... era figurativa la cosa..."
"Cosa vuol dire?"
"Lascia stare Sam..."
"No. Anzi, ora mi racconterai tutto..." sorrise il ragazzo avvicinandosi alla latina.
"Si, come no." replicò la mora.
"Ok. Allora non ti dispiacerà se mi metto a ripassare numero per numero le uscite di Dylan Dog a partire dal numero uno. Dunque," cominciò il ragazzo solennemente "numero uno: l'alba dei morti viventi-"
"Smettila."
"Numero due: Jack lo squartatore-"
"Sam. Finiscila."
"Numero tre: le notti della luna piena. Numero quat-"
"Ok! Ok, mi arrendo! Ora chiudi quella bocca spropositata." commentò Santana allungandosi a prendere una confezione di Breadstix poggiata sul tavolino del salone.
"Raccontami tutto..." sorrise il ragazzo rubando un grissino all'amica.
"C'è questa ragazza alla scuola dove svolgo il servizio pubblico..." cominciò Santana masticando lentamente "Che è totalmente diversa dalle ragazze che di solito mi piacciono..."
"Oh, quindi non è una sgualdrina senza cervello?"
"Ehi! Non infierire! Sai benissimo che sono le più facili da abbordare!"
"Va bene, va bene, perdonami... continua pure..."
"Lei è così spontanea e semplice... così ingenua a volte-"
"Aspetta un momento Santana..." cominciò Sam preoccupato "Non è una studentessa vero!? Perchè altrimenti-"
"No che non è una studentessa, Sam! E' una delle insegnanti!"
"Oh, una mia collega!" sorrise il ragazzo "Cosa insegna?"
"Credo insegni un po' tutto ai più piccoli... Ai più grandi insegna il linguaggio dei segni."
"Oh! Quindi è lei che te lo sta insegnando?"
"No, ma è per lei che lo sto imparando..." ammise imbarazzata Santana.
"Woah! Stai imparando il linguaggio dei segni... per lei!?"
"Per poter comunicare meglio..." aggiunse la latina alzando le spalle.
"Per poter comunicare meglio?" chiese il ragazzo confuso.
"E' sorda, Sam." spiegò Santana "Pensavo avessi capito..."
"Io- No..." rispose il biondo per poi sorridere "Beh, questo spiega tutto..."
"Ah si?"
"Decisamente..."
"Questa la voglio sentire..." rispose la latina aprendo gli occhi, guardando l'amico.
"Beh, quando ti trovi davanti una tizia che vuoi portarti a letto, o magari una che ti piace davvero, riesci a dire solamente delle stronzate aberranti. Cose che sappiamo tutti che non ti rispecchiano nemmeno lontanamente, ma ti aiutano a conquistare la ragazza di turno..."
"Farò finta di non aver sentito gran parte delle parole che hai usato in questa frase. Ma ho afferrato il concetto, quindi?"
"Semplice: con questa ragazza non puoi farlo."
"Fare cosa?"
"Crearti il personaggio. Non puoi fingere di essere quella che non sei. Non puoi fingere di essere un'altra persona per allontanare volutamente chiunque possa avvicinartisi troppo... Paradossalmente questa difficoltà di comunicazione, questa limitazione, tra di voi è la tua fortuna più grande."
"Se non fosse che è fidanzata... con un uomo. Cosa che oltretutto mi fa pensare che non ho alcuna chance..."
"Santana, conosco tante ragazze che hanno rivalutato la loro sessualità dopo averti incontrato... Non sarebbe la prima..." sorrise Sam per poi aggiungere "Ma in compenso, da come ne parli, potrebbe essere l'ultima..."
"Oh, smettila..." sbottò la latina alzandosi "Ora voglio davvero andare a letto."
"Ti dispiace se rimango a dormire qui? Non ho voglia di tornare a casa..." disse Sam.
"Fa come ti pare..." rispose la latina dirigendosi verso la sua camera da letto, per poi voltarsi e dire "Cosa aspetti?"
"Cosa aspetto cosa?" domandò Sam togliendosi le scarpe.
"Hai sempre dormito con me, ora vuoi dormire sul divano?"
"Beh, devo alzarmi presto domattina..."
"Anche io. Alle 9 devo essere in ufficio..." rispose la mora per poi fare cenno a Sam di seguirla.
"Ok, ma se devi vomitare Santana vedi di avvertirmi per tempo..." rispose il ragazzo raggiungendola.
Dieci minuti dopo che si erano ficcati sotto le coperte Sam cominciò dicendo "San... Stai dormendo?".
"Cosa c'è, Sam?"
"Cosa centravano le quattro ruote? Quelle che hanno calpestato il tuo cuore, sai?"
"Lui è sulla sedia a rotelle..."
"Oh..."
"Oh, cosa?"
"Niente. Ora è più chiaro..." rispose il ragazzo per poi ripetere "'notte San."
"'Notte un corno..." sbuffò un'ultima volta la latina.

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"Wow..." sorrise Puck vedendo la latina arrivare in ufficio "Qualcuno ieri sera ha bevuto alla grande... O ha rimorchiato alla stragrandissima! Quale delle due!?"
"Rimediami un'aspirina, Puck..." rispose semplicemente la latina facendo chiaramente capire al ragazzo di cosa si trattava.
"Subito." replicò il ragazzo scattando in piedi.

TUM.
"Ti prego. Ti prego. Compra dei maledetti sotto bicchieri, ogni volta che poggi quella tazza sulla mia scrivania mi sembra di sentire una fucilata."
"E' perchè sei ubriaca come una scimmia Santana..." replicò il ragazzo, per poi sedersi e riprendere "Allora...sei scomparsa per due giorni... credo di aver capito che le cose non sono andate gran bene..."
"Ma dai!?"
"Super-etero irremobivile?"
"Super-fidanzata." rispose brevemente la latina.
"Ouch..."
"Già..." replicò Santana prendendo l'aspirina.
"Allora..." cominciò Puck sdraiandosi al solito sul divanetto "Vuoi parlarne?"
"Puck."
"Cosa?"
"Non funziona. Non ti farò restare sdraiato sul mio divano. Come devo dirtelo ancora?"
"Ehi!" esclamò il ragazzo facendo letteralmente saltare Santana "Sono veramente ferito da questa tua assizione! Sono davvero disposto ad ascoltarti, anche se non devo stare sul divano!"
"Si dice asserzione... non copiare le parole di Quinn se non sei sicuro che siano corrette! Rischi di passare per un idiota ancora più grande di quello che sei." disse Santana per poi aggiungere "E ti ringrazio della disponibilità ma fra poco arriverà Mike per la solita lezione..."

Dopo qualche minuto la mora disse "Ti ho fatto restare sul divano per cinque minuti. Ora ti dispiace andare ad aprire a Mike?"
"Oh, non devo aprirgli..."
"Perchè?"
"Mi è sembrato un tipo a posto e gli ho dato le chiavi del portone."
"Gli hai-" esclamò Santana prendendo un respiro per poi sentire Mike parlare dalla porta "E' permesso?".
"Avanti!" rispose velocemente Puck.
"Buongiorno!" sorrise il ragazzo entrando nell'ufficio.
"'Giorno..." rispose la latina.
"Spero non ti dispiaccia, Puck mi ha dato le chiavi del portone..."
"No." rispose la latina gelando l'amico con uno sguardo, per poi rivolgersi di nuovo a Mike "Niente affatto..."
"Beh... meglio che vada a fare il mio lavoro..." disse Puck congedandosi.
Mike togliendosi la giacca e poggiando la ventiquattrore a terra si sedette di fronte a Santana con uno sguardo suggestivo.
"Che c'è?" chiese la mora sentendosi osservata.
"Allora? Come è andata?"
"Beh... Non è andata affatto..."
"Perchè!? Non dirmi che ti sei dimenticata i segni perchè-"
"No, no... ero preparatissima Mike. Sapevo di esserlo... Ma era con un ragazzo... il suo ragazzo..."
"Oh..."
"Quindi ho evitato..."
"Mi dispiace Santana..." disse sinceramente il ragazzo.
"Si, anche a me..." rispose la latina per poi fare cenno al ragazzo di fare silenzio, avvicinarsi alla porta, e dare una manata violenta alla superficie in legno.
"OUCH!" esclamò Puck dall'altra parte.
Prevedibilmente Santana aprì la porta trovando il vecchio amico a massaggiarsi l'orecchio destro.
"Sei un cretino, Puckerman." affermò la latina.
"Volevo solo sapere i particolari!".
"C'è altro che vuoi sapere?"
"Si." rispose Puck "Da quando Bruce Lee mi ha superato nella graduatoria "Amici di Santana"?!"
"Chi ti dice che sei mai stato su quella lista?" rispose Santana guardando Puck spalancare gli occhi all'affronto, per poi aggiungere "Scherzavo, Puck..." e tornare a sedere alla scrivania.
"Ed ora!?" chiese ancora il ragazzo sedendosi vicino a Mike "Hai intenzione di lasciar stare?"
"Non so..." rispose la latina.
"Lui come è?" chiese Mike.
"Prima cosa, è paraplegico." spiegò la latina.
"Grandioso!" esclamò Puck.
"Cosa?"
"Hai già un vantaggio, San! Anzi due!" sorrise il ragazzo indicando le gambe della mora.
"Farò fintà di non averti sentito, Puck..." continuò Santana "Per il resto non mi è sembrato assolutamente niente di che... capelli castani con evidente taglio della generazione Bieber, occhialoni, occhi azzurri..."
"Sembra che non sia un grande avversario, almeno esteriormente..." osservò Mike.
"Ma se Brittany è con lui qualcosa di buono deve avere..." rispose l'ispanica alzando le spalle.
"Oh, non lo metto in dubbio... ma non ti manca nulla per fargli concorrenza non credi?".
Mike aveva ragione. Ma c'era qualcosa che non la convinceva.
"Puck, ho bisogno che tu mi vada a comprare il Financial Times..." disse assente Santana, per poi aggiungere "Ora. Se non ti dispiace."
"Oh!" esclamò il ragazzo afferrando, uscendo dalla stanza.
Santana aspettò qualche secondo per poi domandare a Mike "A che gioco stai giocando?"
"Perdonami?"
"L'altro ieri mi hai chiesto di uscire con te... Oggi mi incoraggi ad insistere con Brittany..." spiegò Santana "Non ci credo che hai già rinunciato ad un appuntamento con me."
"Infatti. Chi ha mai detto di aver rinunciato?"
"Allora perchè mi stai aiutando?" chiese la latina curiosa.
"Perchè mi piace giocare pulito. Che c'è ti aspettavi che facessi un discorso del tipo "Lascia stare Santana, quei due sono evidentemente fatti l'uno per l'altra"?"
"No..." rispose la mora ancora più confusa per poi aggiungere "Sei consapevole del fatto che sono passati anni dall'ultima volta che mi sono sentita lontanamente attratta da un uomo?"
"Ora lo sono."
"E non ti interessa?"
"Non proprio..." rispose il ragazzo prendendo il suo manuale per poi dire "Cominciamo?"

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Per la prima volta da quando aveva cominciato il servizio pubblico Santana non aveva affatto voglia di andare alla scuola. Non aveva voglia di affrontare Brittany, con la sua nuova immagine mentale affiancata al siuo prezioso fidanzato. Non aveva voglia nemmeno di pensarci.
Ma sapeva che sarebbe stato stupido evitarla, perchè l'unica cosa che le mancava era che Brittany sospettasse qualcosa.
Per il momento era meglio tenere le cose al loro posto.

"Santana, buonasera..." sorrise Dave vedendola entrare.
"Buonasera..." rispose la latina dirigendosi direttamente verso l'ascensore, evitando qualunque contatto superfluo.
"Che c'è? Oggi non merito nessun "va a farti fottere" o simili?" chiese Karofsky uscendo dal suo gabbiotto, spalancando le braccia deluso "Avanti...".
Santana si voltò seria per dire "Perchè non mi hai detto che era fidanzata?"
"Non me lo hai chiesto..." si giustificò il ragazzo.
"Sapevi benissimo che ero interessata a lei. Mi hai lasciato sbavare su di lei per l'ultimo mese e mezzo e non ti ha sfiorato il cervello il fatto che forse sarebbe stato corretto dirmi che era impegnata?!"
"Ha davvero importanza Santana?" sorrise il ragazzo alzando le spalle.
"Cosa?"
"Rinuncerai a lei, smetterai di sbavarle addosso, solamente perchè sai che è fidanzata?" insistette Dave.

Non aveva tutti i torti.
In effetti non ne aveva affatto.
Ma Santana non aveva davvero voglia di litigare o insistere, così si limitò a salire sull'ascensore.
Arrivata nell'atrio, chiudendo gli occhi, prese un paio di lunghi respiri ricordandosi che doveva fingere che non fosse successo ancora nulla.

Aprì gli occhi di colpo quando sentì una mano sfiorare la sua.
"Gesù!" esclamò la latina spaventata.
"Mi dispiace!" le segnò Brittany ripetendo continuamente lo stesso movimento.
"Non è successo niente..." sorrise Santana sorridendo.
"Come stai?" scrisse la bionda sulla lavagnetta della latina.
"Bene" rispose Santana col segno corrispondente, per poi aggiungere "E tu?".
Brittany sorrise rispondendo alla mora per poi scrivere "Stai imparando!?".
"Forse..." segnò ancora la latina, per poi seguire Brittany che le aveva fatto cenno di andare con lei. L'aveva portata fino a quella che sembrava l'aula di ritrovo dei vari professori e le aveva subito indicato la lavagna su cui era scritto "Cena annuale professori e genitori".
Brittany prese la sua lavagnetta scrivendo "Come te la cavi ad organizzare feste?"
Santana sorrise, alzando entrambi i pollici con un sorriso, facendo sorridere e tirare un sospiro di sollievo alla bionda.
"Tra gli anni di liceo e quelli di college ho accumulato una seria esperienza nell'organizzare feste." scrisse la latina sorridendo, rendendosi conto che era in grado oramai di comunicare molte cose di quelle che ancora si trovava a scrivere.
Ma non era il momento giusto per mostrare a Brittany quello che sapeva fare.
"Io non sono mai stata ad una di quelle feste in casa. I miei genitori sono sempre stati iper-apprensivi..." scrisse Brittany, praticamente chiarendo che non aveva idea di come organizzare la cosa "Ed è il primo anno che sono io ad organizzare la serata..."
"Non è difficile. Bisogna stabilire che tipo di serata vuoi organizzare, e comprare quello di cui c'è bisogno in base al numero degli partecipanti stimati."
"Non sforando il budget della serata..." aggiunse Brittany aggrottando le sopracciglia preoccupata.
"Quanto?" chiese Santana cominciando a temere.
"Quattromila dollari..."
"Quanti invitati stimati?" 
"Piu o meno trecento..."
"Trecento!?" esclamò Santana ad alta voce, per poi fare due calcoli veloci a mente e scrivere sulla lavagna dell'aula "Sono tredici dollari a testa! A meno che non compriamo trecento McCicken menu o qualcosa di simile non basteranno mai questi soldi..."
Brittany si limitò ad annuire sconsolata.
"Perchè avete così pochi soldi? Come facevate gli altri anni?"
"Avevamo il figlio di un importante politico..." spiegò Brittany.
"Capisco..." disse Santana pensando.
"Ci vogliono almeno diecimila dollari... seimila dollari posso donarli senza che la compagnia faccia domande... ma come faccio a rimanere nascosta?" pensò la latina.
"Uno sponsor!" esclamò Santana, ricevendo uno sguardo confuso da Brittany.
"Abbiamo bisogno di uno sponsor!" scrisse Santana sulla lavagna sottolineando un paio di volte la parola sponsor.
"Come?" chiese Brittany.
"Ci penso io..." annuì Santana fiera scrivendo "Conosco qualcuno che mi deve un paio di favori... Dammi una decina di minuti...".
Santana prese velocemente il suo telefono dalla tasca chiamando Puck.
"Dica." rispose il ragazzo "No anzi, aspetta!"
"Vado di fretta Puck."
"Sei dalla tua ragazza vero? Britney."
"Brittany. Si, ho bisogn-"
"No, Santana ascoltami... usa la tecnica Indiana Jones!"
"Indian- Puck cosa cavolo stai dicendo?"
"Avanti! Fingi... che ne sò... fingi che ti si è ficcata una matita nell'occhio e lascia che lei si prenda cura di te, poi... quando ti si avvicinerà ad assicurarsi che tu stia bene... tu agirai!"
"Puck. Smettila di bere caffè. Ed ora trovami il numero diretto, e ripeto, diretto di Isdell."
"Isdell... Coca Cola?"
"Esattamente."
"Che c'è? Avete trovato di nuovo delle bottiglie manomesse?"
"Puck, trovami quel numero e mandamelo al più presto." rispose la mora attaccando.

"Fatto?" scrisse Brittany sulla sua lavagnetta.
"Sto aspettando un numero di telefono..." sorrise la latina.
"Dove stavi andando l'altra sera?" scrisse velocemente Brittany.
"Oh..." esclamò la mora pensando velocemente "Da amici."
Brittany annuì, percependo che Santana forse non voleva parlarne.
"Il tuo fidanzato, Artie, sembra un bravo ragazzo." scrisse Santana sorridendo.
"Lo è."
Non voleva fosse evidente che intendeva farsi gli affari della bionda, ma Santana non riusci a non scrivere "Da quanto tempo state insieme?"
"Poco, a dire la verità. Ci conosciamo da anni, ma abbiamo cominciato ad uscire da cinque mesi."
"Oddio, Sì!" pensò Santana "Non rischio una proposta di matrimonio per i prossimi sette mesi almeno!"
"Si vede che vi conoscete da tanto." si limitò a scrivere la latina sorridendo.
"Tu? Sei fidanzata?" scrisse la bionda.
Forse per la prima volta negli ultimi cinque anni Santana si trovò a sperare che il suo telefono squillasse il prima possibile.
"Io..." cominciò Santana ad alta voce per poi realizzare che stava per far partire una delle sue solite frasi ad effetto, col solo intento di confondere l'interlocutore, proprio come le aveva fatto notare Sam.
Ma Sam aveva ragione.
Non attaccava con Brittany.
"Al momento sono single." scrisse Santana pensando "Sono single da una vita, ma se le avventure di una notte contassero tutte come un giorno di relazione sarei una record woman..."
"Non ci credo!" scrisse veloce la bionda "Una ragazza come te, così bella ed intelligente, non ha nessuno a ronzarle intorno!?"
"C'è chi mi ronza intorno." scrisse la latina guardando Brittany "Ma non è la persona che mi interessa...".
Brittany rimase un momento a guardare Santana, che ancora una volta sperò che il suo telefono squillasse Santana.
La bionda aveva ricominciato a scrivere quando il telefono di Santana segnalò il messaggio arrivato.
"Un momento." disse Santana facendosi facilmente comprendere da Brittany uscendo nel corridoio.
"Neville? Si, sono io carissimo. Spero di non disturbare...  Dunque ti chiamo per chiederti un favore..." cominciò la latina "Nah, non ti costerà assolutamente nulla, è questo il bello. Ho bisogno che la tua compagnia mi faccia da prestanome. Devo fare una donazione ma non deve sembrare che provenga da me. Esatto. Ah ed avrò bisogno di un paio di cartelloni pubblicitari un metro per tre... Si, di quelli decenti... Quando?"
Santana guardò velocemente Brittany facendole cenno di avvicinarsi per poi scriversi sulla mano "Quando cena?"
"Questa domenica." scrisse la bionda sulla mano della latina.
"Que- Questa domenica!?" esclamò Santana guardando Brittany confusa, per poi ripetere al telefono "Questoa domenica. Si. Perfetto. Al mio ufficio, da lì ci penso io. Grazie Neville. A buon rendere..." terminò la latina chiudendo la telefonata. 
Santana sorrise a Brittany facendole capire che era andato tutto bene, per poi dirigersi di nuovo verso l'aula, ma prima che potesse registrare Brittany le aveva preso la mano, stretta nella sua e la stava guidando da qualche parte.
Santana continuò a seguirla confusa finchè non si trovò di fronte all'insegna "Toilette".
Brittany la trascinò nel bagno, per poi indicarle il lavello e la mano su cui avevano scritto.
"Oh, questo? Non fa niente! Torniamo ad organizzare la serata, non abbiamo tempo da perder-" disse lentamente Santana non avendo con se la lavagnetta.
Brittany scosse la testa divertita per poi prendere la mano di Santana e guidarla sotto il getto d'acqua calda, per poi insaponarsi le mani e cominciare a strofinare la mano della latina.
"Oh Dios! Chi avrebbe mai detto che lavarsi le mani potesse essere così... sexy!" pensò Santana cercando di controllarsi.
La bionda aveva le mani leggermente più grandi delle sue, prevedibile, si disse Santana vista la differenza d'altezza. Erano più chiare e meno curate delle sue, ma erano decisamente un bel paio di mani, continuò a dirsi la latina non riuscendo a trattenere un sorriso che non passò inosservato a Brittany.
"Tutto ok?" disse mutà Brittany.
"Si, si!" annuì velocemente Santana cercando di non arrossire.
"Avanti, cos'hai, dodici anni!?" si sgridò Santana, per poi alzare lo sguardo e trovare Brittany a ridere.
"Cosa?" chiese Santana curiosa sorridendo alla reazione della bionda, che continuò a ridere, per poi stringere la mano della latina facendole alzare lo sguardo verso l'enorme specchio appannato di fronte a loro.
"Pagherei per sapere cosa pensi quando fai quest'espressione." scrisse Brittany per poi indicarsi ed imitare la faccia confusa di Santana.
La mora la trovò semplicemente adorabile e non riuscì a trattenersi, scoppiando in una fragorosa risata, trascinando anche la bionda nel vortice.
Poi mentre Santana si asciugava le lacrime la bionda scrisse ancora "La tua risata deve essere qualcosa di prezioso da poter sentire!"
Santana scrisse "E' chiassosa e scomposta... Non è così bella..."
"Ma quando ridi hai le fossette più carine che abbia mai visto :)" sorrise Brottany per poi indicarle con la punta delle dita sul volto della mora.
"Già..." sorrise l'ispanica abbassando lo sguardo, aggiungendo semplicemente un cuoricino sotto la scritta della bionda che le passò un'altro foglio di carta per finire di asciugarsi le mani ed il volto per poi farle di nuovo strada verso l'aula dei professori.
Santana poi aveva spiegato a Brittany che aveva ottenuto almeno altri seimila dollari dal suo "sponsor", e che forse le conveniva chiamare un servizio di catering, visto che ora non aveva problema di finanziamenti.
Brittany era stata daccordo a tutte le proposte di Santana annuendo con veemenza ad ogni nuova idea.
Mezzora dopo, al termine della loro ora giornaliera, le due ragazze avevano praticamente terminato di organizzare la cena.
"Questo è il mio numero," scrisse Santana sulla lavagna "se hai problemi con l'arrivo dei soldi o hai qualche dubbio, scrivimi. Ok?"
Brittany annuì copiando subito il numero sul suo telefono.
"Beh, è ora che vada..." scrisse Santana sorridendo.
"Grazie ancora per oggi." scrisse la bionda.
"Figurati..." rispose la latina salutando con la mano la ragazza per poi essere di nuovo fermata dalla bionda.
"Mi piacerebbe che ci fossi anche tu alla cena. Io ed Artie ci saremo... Puoi portare chi vuoi..."
"Oh..." Santana alzò lo sguardo scuotendo la testa. Al solo pensiero che avrebbe rivisto Artie le si accapponava la pelle, ma Brittany mise il broncio più adorabile che la mora si fosse trovata davanti.
"Facciamo così." scrisse Santana guardando seria Brittany "Verrò alla cena... se mi prometti che un giorno verrai con me ad una festa di quelle a cui non sei mai stata..."
Brittany sembrò pensarci un po, combattuta sul da farsi, per poi convincersi, annuire ed allungare la mano verso Santana che la strinse dicendo "Affare fatto, allora.".
"Ci vediamo venerdì." disse Santana utilizzando la lingua dei segni, facendo ancora una volta sorridere Brittany che la saluto con entrambe le mani come una bambina.

Sulla strada di casa Santana pensò alla festa.
A come si sarebbe organizzata per il versamento al conto di Brittany, alla quantità di denaro da versare, alle telefonate da fare, ma soprattutto pensò a come si sarebbe vestita e soprattutto a chi avrebbe potuto portare con sè.

Se Brittany avrebbe avuto Artie al suo fianco, di certo Santana non si sarebbe presentata da sola...



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Eccoci qui!!!
Quinto capitoletto andato!!!
Non abituatevi a questi aggiornamenti veloci eh... è colpa della febbre (ed ora tutti giù a tirarmi colpi, già vi sento xD).
Allora? Che ve ne pare??
Vi piacciono queste San e Britt "alle prime armi"?
Lasciatemi come al solito i vostri pensieri che sono una manna dal cielo!

Un abbraccio grandissimo a tutti quanti voi!!!

Northstar

http://twitter.com/#!/NorthStar_Efp

ps: è colpa della febbre, per questo ho scritto una marea di "!!!" in Lea's style... me ne sono accorta ora ma non ho voglia di correggerli... xD

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


boh "Si puo' sapere a cosa stai pensando così presa?" chiese Puck curioso fermandosi a sorseggiare una birra direttamente al bancone del Bar vicino alla latina.
"Devo rimediarmi un appuntamento. Devo trovare qualcuno da portare con me alla cena di domenica sera."
"Beh, basta guardarti intorno... et voilà!" sorrise Puck indicando il locale pieno di ragazze.
"Nah. Non credevo avrei mai più detto questa frase... ma ho bisogno di un uomo."
"Perchè?!" chiese Sam sedendosi all'altro fianco della latina.
"Che c'è? Avete un segnale o qualcosa di simile per ritrovarvi sempre insieme!?" chiese la latina guardandosi circondata.
"Perchè un uomo?" chiese ancora Sam.
"Perchè voglio rispondere a Brittany con le stesse carte. E poi lei non sa ancora niente di me..." spiegò la latina.
"E' ridicolo!" insistette il biondo.
"E' quello che le ho detto!" disse Puck.
"Ci avrei scommesso!" rispose Sam.
"Perchè voi due non vi sposate!? Sareste la coppia perfetta!" rispose la latina prendendo la sua birra, per poi dirigersi al tavolino, seguita dagli amici.
"Seriamente, Santana... chi hai intenzione di portare?" chiese Puck sottintendendo che la scelta era necessariamente fra lui e Sam.
"Non lo so, ancora..." spiegò la mora.
"Oh avanti... Kurt è escluso ovviamente, riuscirebbe a farvi passare la serata a parlare di stupidi costumi da damerini!" insistette Puck.
"Ti ho sentito, Puckerman!" si intromise Kurt.
"Finn?!" cominciò allora Sam "Che rimanga fra noi, ma ti chiederebbero che razza di malattia ha per essere così sproporzionato..."
"Dunque... rimaniamo noi due..." sorrise Puck.
"Teoricamente rimarrebbe Sam, visto che te sei al guinzaglio..." sorrise Santana indicando Quinn a pochi passi da loro a chiacchierare con Rachel, Mercedes e Kurt.
"Quindi verrò io!?" esclamò Sam sorridendo.
"E' così importante per te venire a questa cena?" domandò la latina curiosa.
"Beh io vado dove mi porta lo stomaco... ovunque ci sia da mangiare e da bere gratis è il posto per Sam Evans!" sorrise il biondo.
"Quindi passeresti la serata ad abbuffarti..." osservò Santana.
"Ehi! Per chi mi hai preso!" esclamò il ragazzo.
"Quindi passeresti la serata ad abbuffarti..." ripetè l'ispanica.
"Probabilmente..." ammise Sam "Non mi porterai con te, vero?"
"Nah... non avevo intenzione di portare nessuno dei due fin dall'inizio." spiegò la latina.
"Ah si? E a chi avresti pensato?" chiese Puck per poi aggiungere "E non dirmi Harry perchè allora abbiamo chiuso!"
"Pensavo di portare Mike."
"Chi è Mike!?" chiese Sam confuso.
"Il suo insegnante personale... nonchè corteggiatore preferito..." rispose Puck.
"Insegnante di cosa?"
"Linguaggio dei segni! Te l'ho detto stanotte!" disse Santana scioccata.
"Oh, giusto... E come è?"
"Asiatico." rispose Puck.
"Razzista!" sbottò la latina.
"Stavo per continuare..." spiegò il ragazzo per poi dire "Asiatico, virgola, alto, moro, curato, intelligente, ironico."
"Ed ha dei gran bei addominali..." aggiunse Santana.
"Come gli hai visto gli addominali!?" chiese Puck.
"Si è stiracchiato e gli si è sollevata la camicia..." spiegò pigra la latina.
"Anche io ho dei gran bei addominali..." disse Sam col broncio tastandosi la pancia.
"Si ma hai quei canotti tra il mento ed il naso che distraggono alquanto..." sorrise Santana ad un ormai abituato Sam.
"E quando glielo dirai?"
"Pensavo di chiamarlo domani..."
"Santana lui sà che giochi per la squadra delle ragazze?" chiese Sam curioso.
"Si." annuì Santana sorridendo.
"E gli va bene?"
"A quanto pare crede molto in sè stesso... quindi..." spiegò la mora "Buon per lui!"
"Sai non è molto onesto portare un ragazzo ad una cena, facendogli magari credere che ha una qualche possibilità..." si intromise Quinn.
"Q, tu più di chiunque altro qui dentro dovresti sapere che non sarei dove sono ora se fossi sempre stata onesta..." sorrise Santana.
"E se non dovesse accettare?" chiese Quinn.
"Allora, solo in quel funesto caso, porterei Sam..."
"Si!" esclamò il biondo.
"Se e solo se, promette di non indossare spille di supereroi, fumetti o stronzate simili." aggiunse Santana smontando l'amico.
"In tal proposito, Puck... dovresti darmi il suo numero se lo hai memorizzato..."
"Ce l'ho tra le mail. Te lo mando domattina, ok?"
"Perfetto." sorrise Santana pensando "Accompagnatore: quasi fatto.".
"Oh, quasi dimenticavo..." cominciò Santana "Ragazze, e Kurt ovviamente, domani si va a fare shopping..."



Il giorno dopo Puck si era miracolosamente ricordato di inviarle il numero di Mike, ma Santana si decise ad aspettare prima di chiamarlo, d'altro canto le aspettava una lunga mattinata in compagnia delle sue migliori amiche.
"Vade retro reparto Rachel Berry..." commentò Santana, osservando la brunetta passare in rassegna diversi maglioni su un catalogo nel suo appartamento.
"Cosa stiamo cercando per l'esattezza?" chiese Tina cercando di evitare che le due ragazze ricominciassero a battibeccare come al solito.
"Un vestito da sera." spiegò Santana.
"Potremmo avere più dettagli?" chiese Kurt.
"Devo fare la mia porca figura." cominciò Santana "Ma non devo essere troppo appariscente o esagerata. Devo essere semplicemente ricordata."
"Dunque escludiamo il "rosso Santana"..." commentò Quinn.
"Assolutamente." annuì la latina.
"Nero?" propose Kurt "Il nero fa sempre scena".
"Nah, troppo anonimo..." si intromise Mercedes per poi aggiungere "Opterei per un colore freddo..."
"Giusto quello che ci vuole per placare i bollenti spiriti..." sorrise Quinn indicando la latina.
"Potremmo andare sullo stile "Jungle Dress" della Versace..." propose Kurt.
"Oh! Fantastico!" sorrise Mercedes.
"Jungle Dress?" chiese Santana confusa guardando i due amici.
"Jennifer Lopez... Grammy, duemila? Secretamente attaccato al corpo di Jennifer da del semplice nastro biadesivo?" provò Kurt.
"Davvero!? Non lo avete presente?!" sbottò incredula Mercedes
"Avevo sei anni nel duemila... ed a differenza vostra non ho studiato moda!" si giustificò Santana.
"Abbiamo bisogno del mio palmare." cominciò Kurt cercando velocemente il vestito per mostrarlo a Santana e alle altre ragazze che subito spalancarono gli occhi.
"Kurt." cominciò Santana prendendo un respiro "Forse non ti è chiaro. E' una serata importante, sì, ma è pur sempre tra genitori e professori... Non sto andando ai Grammy!"
"Ok, allora. Andiamo sul semplice..." annuì Kurt.
"Lungo?" chiese Mercedes.
"Nah..." rispose la latina.
"Sopra o sotto il ginocchio?"
"Sopra!" esclamò Rachel attirando l'attenzione degli altri, per poi spiegare "Sopra, ma non troppo... Insomma deve fare colpo! Non deve vestirsi da suora."
"Stranamente, Yentl, hai detto una cosa sensata..." annuì Santana "Magari appena sopra il ginocchio con un piccolo spacco?"
"Dammi dieci minuti." disse Kurt continuando a lavorare sul palmare seguito da Mercedes.
"Allora..." cominciò Rachel curiosa "Vogliamo parlare della persona su cui vuoi così disperatamente fare colpo."
"Disperatamente non puo' stare in una frase che mi riguarda..." obiettò Santana "Ti conviene riformulare."
"Ok, allora." riprese la brunetta "Vogliamo parlare della persona su cui vuoi così ardentemente fare colpo?"
"Così va meglio." sorrise la latina per poi aggiungere "E no. Non ne vogliamo parlare."
"Santana!" sbottò Quinn.
"Che c'è! Ha chiesto se ne volevamo parlare ed io me e me stessa abbiamo deciso di no. Fine." rispose la latina.
"Allora vi dirò tutto quello che Puck ha scoperto." cominciò la bionda.
"Non ci provare-"
"Dunque, alta, bionda, adorabile, laureata in qualcosa di cui Puck non è riuscito a ricordarsi il nome, ha una sorella, un gatto obeso ed insegna ad i bambini più piccoli. E' sorda da quando aveva sette anni a causa di un farmaco ototossico e va quasi ogni estate in vacanza in Florida."
"Come fa Puck a sapere tutte queste cose!?" chiese Santana scioccata "Nemmeno io sapevo alcune di queste cose! Questo è stalking!"
"No. Questo è internet!" spiegò la bionda per poi aggiungere "Ah proposito hai mai provato a googlarti?".
"No..." rispose Santana.
"Oh! Una sera dovremmo farlo tutte insieme, ci sono tante tante tante cose su cui ridere!" esclamò Rachel annuendo con Tina.
"Un momento." disse Santana pensando "Avete sentito tutte cosa ha detto?"
"Quale delle tante cose?" chiese Tina.
"Brittany... lei è sorda..."
"Oh, si..." annuì Rachel.
"E non avete nulla da dire?" chiese Santana sollevando le sopracciglia.
"Io sono felice." rispose Tina "Forse hai finalmente trovato una ragazza per bene..."
"Già! Voglio dire le uniche due che ci hai presentato erano davvero... Bleah..." commentò Rachel.
"Cosa avete da dire su Tess e Francis?!"
"Beh, non ricordo se era Tess o Francis, ma non faceva altro che parlare del suo piercing là dove non batte il sole e cominciava ad essere davvero disgustosa..."
"Quella era Tess..." rispose Santana.
"E Francis a questo punto, è colei che ti ha rubato qualcosa come mille dollari per comprarsi la cocaina... insomma... C'è bisogno di altri commenti?" terminò Rachel sollevando le sopracciglia.
"Vestiti individuati!" esclamò Kurt avvicinandosi col palmare.
"Avanti, fa vedere." ordinò Santana.
"Numero uno, modello che ho affettuosamente rinominato estasi cobalto-"
"Kurt, taglia corto non siamo alla presentazione ufficiale della collezione autunno-inverno..." sbottò Santana.
"E va bene! Numero uno!" disse il ragazzo voltando il tablet verso le amiche.
Era un semplice tubino cobalto, con delle spalline piuttosto spesse ed una cinta bianca intorno alla vita.
"No..." disse Santana scuotendo la testa.
"Che c'è?" chiese Kurt curioso.
"Le spalline, la forma... il colore... Non ci siamo..." spiegò Santana guardando le altre ragazze annuire alle sue parole.
"Numero due..." ripetè Kurt.
Il secondo vestito sembrava più una vestaglia estiva di un verde troppo chiaro tra l'altro per stare bene col suo tono di pelle.
"Eliminato, per l'amor di Dio! Devo andare ad una cena, non in spiaggia..."
"Ok!" sbottò il ragazzo per poi esclamare "Vestito numero tre!"
"Ecco, ci siamo!" esclamò immediatamente Santana.
Era un abito semplice ma notevole. Color blu di prussia, non era troppo aderente nè troppo cadente. Avrebbe fasciato il corpo della latina fino ai fianchi, per poi cadere più morbido e sinuoso sulle curve. L'abito inoltre non aveva spalline ed avrebbe lasciato scoperto non solo il dècollète della bellezza ispanica, ma anche parte della schiena.
"E' perfetto..." sospirò Santana osservando ancora il vestito per poi chiedere "Dove si trova!?"
"Sulla 5th Avenue ovviamente... E' un Versace."
"Andiamo. Andiamo subito e prometto che vi regalo un paio di Louboutin ciascuna!" esclamò Santana saltando in piedi.
"Ehi!" esclamò Kurt indicandosi i piedi.
"Per te troverò qualcos'altro, promesso! Ma ora andiamo, voglio provare quel vestito!"
"Vestito: fatto." pensò Santana.


La prova del vestito, come prevedibile, era andata alla perfezione.
Santana aveva acquistato il suo abito e come promesso aveva portato le ragazze e Kurt a fare shopping, rimediando anche le scarpe adatte per la sua cena.
Ora non le rimaneva altro da fare che contattare quello che poteva essere il suo cavaliere.
O meglio, doveva essere.
Scorrendo sulla rubrica trovò il numero del ragazzo, premendo il tasto di chiamata.
"Si?" rispose il ragazzo confuso non riconoscendo il numero.
"Parlo con Michael Chang?"
"... Santana?"
"Bingo." sorrise la latina, divertita.
"Chi ti ha dato il mio numero?"
"Mike, io posso arrivare ovunque... ricordalo..."
"O-Ok..." sorrise il ragazzo "A cosa devo questa piacevole quanto inaspettata telefonata?"
"Avevo in mente di farti una proposta..."
"Che genere di proposta?"
"Beh... sono stata invitata ad una cena questa domenica..."
"Domani?" chiese confuso il ragazzo.
"Già, domani..."
"Oh..." rispose Mike prendendo tempo.
"Saresti interessato a farmi da cavaliere?"
"Io- Beh... E' una specie di appuntamento?"
"Non te lo posso assicurare... dipende da come andrà la serata... e dipende da come giocherai le tue carte..."
"Mmm..."
"Ci stai pensando?"
"Devo vestire elegante?"
Santana sorrise per poi aggiungere "Indossa una cravatta. Blu scura."
"Va bene... C'è altro che devo sapere?"
"Ti passo a prendere alle diciannove e quarantacinque."
"Mi farò trovare pronto." rispose sicuro il ragazzo.
"A domani allora, Mike..."
"A domani, Santana..." terminò il ragazzo.
"Ed anche il cavaliere..." cominciò Santana sbarrando la sua lista mentale "è fatto..."


Santana era stata abbastanza intelligente da evitare di andare a passare il suo solito sabato sera distruttivo da harry o in qualche locale "in" di New York.
Si era alzata con molta calma, si era fatta una doccia e si era messa sul suo bel terrazzo a leggere distrattamente il Financial Times, alternandolo a giornali di gossip.
A distrarla fu la notifica sul suo telefono di un nuovo messaggio in arrivo da un numero sconosciuto.
"Se è qualche stupida pubblicità stavolta licenzio Puck per non aver eliminato-" cominciò Santana per poi leggere "Sei pronta per stasera? xoxo -B."
Santana dovette rileggere il messaggio una seconda volta per assicurarsi che non avesse immaginato tutto, per poi sentire il telefono vibrare di nuovo all'arrivo di un altro messaggio.
"Sono Brittany per la cronaca..."
La latina si trovò a sorridere.
"Avevo capito che eri tu, Britt :) e per stasera... non so se riuscirò a farcela..." rispose Santana divertita.
"Cosa?! No, Santana, mi avevi promesso che saresti venuta!"
"Sto scherzando, B. E' tutto pronto lì? I cartelloni pubblicitari dovrebbero arrivare nel pomeriggio."
"Tutto prontissimo. Mancano solamente gli invitati! :D ps: con chi verrai stasera?"
"Un amico. Si chiama Mike."
"E' solo un'amico? ;)"
"Che c'è Britt? Ti interessa per caso?" sorrise Santana ricevendo in risposta "Sono curiosa... ma lo scoprirò stasera! Posso almeno sapere cosa indosserai?"
"Oh, quindi vuoi sapere cosa aspettarti??" sorrise ancora una volta la latina per poi rispondere "Niente di chè... posso dirti solamente "blu". Te invece?"
"Non so perchè ma ti ho sempre immaginato in rosso fuoco! :P Io sarò in color corallo..." arrivò nel messaggio della bionda.
"Ti ho immaginato!?" esclamò la latina decidendo di giocare un po' scrivendo "Ah si? Ed in quale circostanza mi avresti immaginato vestita di rosso?".
"A qualche ballo scolastico... o qualcosa di simile... Non è così? Sono sicura che lo hai fatto..."
"Ok. Ero vestita di rosso al mio junior prom :3 Tu invece? Di che colore ti sei vestita ai balli?"
"Mai stata ad un ballo scolastico... :|."
"Oh, avanti..." sbottò la latina incredula per poi rispondere "Devi farmi una lista di tutte le cose che non hai fatto! Così pian piano possiamo farle tutte!"
"Davvero?" rispose immediatamente la bionda.
"Si, ma dovrai essere sincera! Tutte, tutte dovrai scriverle..."
"Va bene. Uno di questi pomeriggi possiamo stilarla insieme..."
"Quando vuoi :D"
"Ci vediamo stasera allora..."
"Alle otto in punto."
"A più tardi! xoxo -B."
"A più tardi... xoxo -S." rispose Santana per poi sorridere divertita "Non vedo l'ora che arrivi questa sera..."


Non voleva ammetterlo, ma era un po' in agitazione per la cena e la cosa preoccupava Santana che non era abituata a sentirsi così.
Si stava osservando allo specchio a parete della sua camera da letto, sistemando gli ultimi particolari.
Aveva scelto degli orecchini molto semplici ed una collana leggermente lunga tanto per far cadere l'occhio sulla scollatura. Inoltre aveva optato per lasciare i capelli sciolti, tanto per non avere la schiena davvero troppo scoperta.
Con un ultimo controllo ed un ultimo sorriso compiaciuto la latina prese il cellulare dalla sua borsa per chiamare il suo autista.
"Andiamo a prendere Mike." si era detta uscendo dall'appartamento.

Puntuale, il ragazzo si era fatto trovare ad aspettarla sul marciapiede subito sotto l'appartamento che aveva indicato alla latina.
"Pronto per la serata?" chiese santana abbassando il finestrino della macchina.
"Non si vede?" sorrise il ragazzo indicando la cravatta blu che Santana aveva richiesto.
"Credo che starà molto bene vicino al mio vestito..." sorrise la mora aprendo lo sportello.
"Oh!" esclamò il ragazzo vedendo la latina al completo per la prima volta.
"Ti piace?" sorrise Santana ammiccante.
"Molto. Ti sta veramente molto bene." rispose Mike ancora incantato.
"Allora vogliamo andare?" chiese l'ispanica facendo cenno al ragazzo di salire.
"A proposito... dove stiamo andando?"
"Lo scoprirai fra qualche minuto..."
Ed infatti Mike non aveva impiegato molto a fare due più due quando si era trovato di fronte alla clinica S. Jackson.
"E' qui la cena?" chiese il ragazzo scendendo dall'auto porgendo la mano a Santana.
"Esattamente."
"Quindi immagino che posso mettermi da subito in testa che questo non è decisamente un appuntamento..." osservò Mike.
"Te l'ho detto: potrebbe esserlo! Dipende da te..."
"Non siamo qui solo per Brittany?"
"Siamo qui per passare una bella serata, Brittany o non Brittany..." sorrise Santana per poi aggiungere "E se a fine serata avrai qualcosa di cui lamentarti prometto che farò qualunque cosa per ripagarti."
"Mmm..." pensò il ragazzo seguendo Santana all'interno dell'edificio "Si puo' fare...".
"Buonasera..." cominciò Dave vedendo entrare la latina.
"Karofsky, ti presento Mike Chang il mio..." cominciò Santana non trovando la parola adatta, per poi riprendere con un semplice "Ti presento Mike Chang. Mike, lui è Dave Karofsky."
I due ragazzi si salutarono educatamente con una stretta di mano prima che Karofsky guardando Santana disse "Stasera sei veramente fantastica..."
"Grazie." sorrise la latina "Anche te senza la divisa da portinaio sei quasi decente."
"Oh, non esagerare con i complimenti..." sorrise ancora Karofsky per poi aggiungere "Ci vediamo sopra..."
"A dopo..." rispose la latina portando Mike con sè nell'ascensore.
"Wow, vedo che hai fatto amicizia..."
"Con Dave? Nah..." rispose Santana scuotendo la testa.
"Dunque io sono Mike Chang il tuo... ?" cominciò il ragazzo.
"Sei Mike Chang e basta." rispose la latina.
"Non devo fingere di essere qualcun altro o qualcos'altro?"
"No..." disse sicura Santana sistemando la cravatta del ragazzo con un sorriso "Cerca solo di goderti la serata se non ti è troppo difficile...".
Appena si aprirono le porte dell'ascensore Santana individuò Brittany in un quarto di secondo.
Era a parlare con una coppia di genitori, sorridente e perfetta come sempre.
Indossava un vestitino piuttosto corto, come aveva annunciato color corallo, quasi sull'arancione.
L'abito le giungeva a metà coscia ed il margine era decorato da un pizzo floreale, mentre la schiena era quasi scoperta, attraversata da una piccola striscia di tessuto che le passava fra le scapole.
Era letteralmente una visione.
Il problema fu che al suo fiancò individuò subito anche Artie.
"Dio, avrà trent'anni! Cosa sono quelle lucine sulle ruote!?" disse Santana.
"Cominciamo bene!" esclamò Mike offrendo il braccio alla latina, che subito accettò l'invito.
Santana decise di far finta di non aver visto Brittany, aspettando che fosse lei ad andarla a cercare, quindi continuo' a gironzolare per l'atrio notando tra l'altro un ampio balcone a cui non aveva mai fatto caso.
"Allora, quello è il ragazzo." cominciò Mike porgendo alla latina un bicchiere di prosecco.
"Già."
"Capito." annuì Milke per poi riprendere "Allora stasera le mostrerai quello che hai imparato?"
"Credo di si. Non vedo lavagnette nei dintorni..." osservò la latina.
"Bionda fantastica in arrivo, Santana..." la avvertì il ragazzo.
Santana voltandosi si trovò Brittany di fronte con occhi e bocca spalancati in sorpresa ed ammirazione.
"Sei bellissima!" disse Brittany senza emettere un suono, indicando la latina che sorridendo rispose utilizzando per la prima volta con la bionda il linguaggio dei segni "Sei bellissima anche tu."
Brittany sorrise avvicinandosi ad abbracciare la latina per qualche secondo, per poi staccarsi e sorriderle di nuovo.
"Buonasera!" esclamò Artie alle loro spalle.
"Buonasera..." rispose Santana sorridendo, per poi ricordarsi di Mike presentarlo "Lui è Mike Chang. Mike, ti presento Arthur Abrams e Brittany Pierce."
"E' un piacere conoscervi." rispose il ragazzo utilizzando la lingua dei segni facendo sorridere Brittany.
"E' il mio insegnante." aggiunse Santana con un sorriso utilizzando ancora una volta il linguaggio dei segni.
"Un bravo insegnante!" sorrise Brittany.
"Si, è davvero molto bravo..." rispose Santana guardando Mike compiaciuto.
"Allora, Brittany mi ha detto che hai organizzato tu la serata." disse Artie accompagnandosi con i gesti.
"Io l'ho solo aiutata..." sorrise la mora.
"Beh, in realtà mi è stato detto che sei stata te a trovarci lo sponsor... e che sponsor!" sorrise il ragazzo indicando i cartelloni pubblicitari.
"Mi ha fatto piacere poter aiutare..."
"Ad ogni modo, complimenti ad entrambi... si prospetta davvero una bella cena..." rispose il ragazzo con un sorriso per poi rivolgersi a Mike e chiedere "Allora Mike, cosa fai nella vita?".
"Sono un terapeuta per non udenti. Aiuto a superare alcuni problemi derivanti dalla sordità ed insegno la lingua dei segni..." spiegò il ragazzo rapendo l'attenzione di Artie e Brittany, indicando Santana.
"Voi invece? Cosa fate?" chiese educatamente Mike.
"Io sono un architetto." rispose Artie.
"Io insegno qui..." disse semplicemente Brittany sorridendo di sfuggita a Santana.
"Beh..." cominciò Artie "Dobbiamo tornare al tavolo... Ci ribecchiamo durante la serata."
"Certo." annuì Mike parlando anche per Santana.
"A più tardi!" sorrise Brittany rivolgendosi a Santana.
"Ok." rispose semplicemente la latina, salutando la bionda con la mano.
"Wow..." sorrise Mike appena i due ragazzi erano abbastanza lontani da non poterli sentire.
"Cosa?"
"E' un vero schianto..."
"Già..." rispose la latina continuando a guardare Brittany spingere Artie per la stanza.
"Andiamo a mangiare qualcosa?" propose Mike cogliendo il momento difficile della latina.
"Molto volentieri." annuì Santana con un sorriso.

Un'ora e mezza dopo, terminata la cena, l'ampio atrio della scuola si era riempito di coppie che ballavano divertite.  Una coppia in particolare era davvero bella da vedere. Danzavano leggeri come libellule su uno stagno.
Poi lo sguardo di Santana si spostò su Brittany, che guardava la coppia incantata, con le mani strette l'una all'altra sotto al mento e due occhi sognanti.
"Era una ballerina." cominciò Mike.
"Come?" chiese Santana confusa, distogliendo un momento lo sguardo dalla bionda.
"Quella è Hellen Philips. Era una ballerina. Per questo è così brava." sorrise il ragazzo.
"Oh... Non ho mai sentito il suo nome." rispose Santana tornando in sè.
"Io sono stato a vederla ai tempi del liceo. Era parte del corpo di ballo del New York City Ballet."
"Sei un appassionato?"
"Sono un ballerino!" sorrise il ragazzo.
"Le tue giornate sono composte da quarantotto ore? Altrimenti non mi spiego dove tu possa trovare tempo..."
"La danza è parte del mio insegnamento. La comunicazione avviene anche danzando... soprattutto danzando..." spiegò il ragazzo con un sorriso.
"Brittany-" cominciò Santana "Le piaceva ballare prima che diventasse sorda."
"Ah si?"
"Si. Le piaceva davvero molto da quello che ho capito."
"Un giorno dovresti portarla nel mio studio. Il venerdì pomeriggio balliamo..." sorrise Mike.
"Ballate? Non può sentire la musica..." obiettò Santana.
"Puo' sentire altre cose." disse emblematico Mike per poi alzarsi ed allungare una mano alla latina "Mi concedi un ballo?"
"Uno solo però..." specificò Santana.
"Grazie..." sorrise Mike portando la latina sulla improvvisata pista di ballo.
La canzone in sottofondo non era lenta ne veloce. Aveva uno di quei ritmi intermedi che invitano davvero a ballare.
"Cosa stai facendo?" sorrise Mike.  
"Cosa sto facendo?"
"Sono io a condurre!" spiegò il ragazzzo
prendendo la mano destra della latina nella sua. Ecco, dammi la mano destra e poggia la sinistra sulla mia spalla. Così."
Santana sorrise quando Mike le poggiò la mano sulla schiena, tirandola delicatamente verso di lui.
"So che non è il momento migliore per dirtelo ma non so veramente ballare..." sorrise Santana.
"Tutti sappiamo ballare. Lasciati andare..." sorrise il ragazzo cominciando a guidare la latina.
Dopo un paio di canzoni, e diversi giri della pista Santana aveva acquistato sicurezza e cominciava davvero a divertirsi.
"Visto? Non sei niente male!" sorrise il ragazzo rallentando i passi insieme al cambio di ritmo della musica.
"Oh Dio no... non un lento..." disse Santana con una smorfia.
"Avanti, fa questo sforzo..." sorrise Mike portando le mani della latina attorno al suo collo.
Fu allora che Santana si accorse che Brittany, alle spalle di Mike, la stava osservando.
Era come al solito vicino ad Artie, in piedi, a giocherellare nervosamente con il ciondolo che le pendeva pericolosamente in basso.
"No. No. Non farti distrarre... ti sta guardando... concentrati..." pensò la latina spostando lo sguardo, per poi stringersi ancora di più a Mike.
Un paio di volteggi più tardi Santana si ritrovò curiosa a guardare la bionda, che continuava a guardarla, ora seduta vicino al fidanzato.
Poi, nel momento in cui era sicura di avere addosso gli occhi della latina, Brittany lentamente accavallò le gambe facendo scivolare pericolosamente il vestitino scoprendo ancora più pelle.
"Merda." pensò Santana trattenendo per un momento il respiro, tenendo un momento gli occhi chiusi, quasi a voler registrare quella scena nella sua testa.
Quando riaprì gli occhi e notò che Brittany la stava ancora guardando e lo stava facendo con insistenza, Santana si chiese se quella di Brittany era stata una provocazione bella e buona, come se la ragazza stesse aspettando la sua risposta.
Santana si chiese improvvisamente se stava ancora ballando, o se stava giocando una partita a scacchi, per poi ripensare alle stesse parole di Mike "
La comunicazione avviene anche danzando... soprattutto danzando...", dovendo ammettere che non aveva tutti i torti.
Fu allora che Mike fece una cosa che in qualunque altra situazione gli avrebbe fatto guadagnare un ceffone dritto in faccia. Lentamente, approfittando forse della distrazione della latina, l'asiatico lasciò scivolare la mano sinistra verso il fondoschiena della latina per poi fermarsi prima che il cambiamento di posizione fosse troppo evidente.
"Vedo che ti piace la seta del mio vestito... specialmente quella morbida della gonna..." sorrise Santana senza staccarsi dal ragazzo.
"Se vuoi-"
"No. Non preoccuparti..." spiegò la latina "Stai giocando le tue carte, no?"
"Già..." rispose Mike.

All'ennesimo girò Santana tornò a cercare la bionda con lo sguardo, stavolta trovandola direttamente seduta sulle ginocchia del fidanzato.
La mora spalancò gli occhi per un istante, cercando di non mostrare troppo alla ragazza che le sue mosse la stavano effettivamente influenzando.
"E' una sfida, Brittany?" pensò Santana, per poi portare la mano destra fra i capelli alla base del collo del suo cavaliere, stringendo appena.
"Ti piacciono i miei capelli?" chiese Mike sorpreso.
"Mhmh..." annuì Santana portando le sue labbra ad un millimetro dall'orecchio destro del ragazzo, senza mai distogliere lo sguardo da Brittany per poi dire "Sono così morbidi...".
La battaglia di sguardi continuò ancora per qualche secondo, finchè Brittany cedette abbassando di colpo lo sguardo.
Santana sorrise soddisfatta, continuando ad ondeggiare stretta a Mike fino all'ultima nota della canzone.
"Ti va di bere qualcosa?" chiese il ragazzo.
"Volentieri. Mi andrebbe anche un giro sul terrazzo, così magari fumo una sigaretta..." rispose la latina avvinghiandosi al braccio dell'asiatico, lanciando un ultimo sguardo per controllare se Brittany la stava ancora guardando.
"Bingo..." sorrise soddisfatta la mora vedendo con la coda dell'occhio che era così.

"Allora..." cominciò Santana frugando nella sua borsetta alla ricerca delle sigarette "Ti è piaciuta questa serata?"
"Fino ad ora, si." sorrise il ragazzo.
"Fino ad ora?" chiese Santana curiosa.
"Beh, potrebbe ancora migliorare..."
"Tutto può sempre migliorare. Tranne Puck. Lui è un caso disperato..." osservò la latina strappando una risata al ragazzo di fronte a lei.
"Dunque, come sto giocando le mie carte?"
"Mmm..." sorrise Santana facendo finta di pensare "Diciamo che ora hai in mano un tris..."
"Un tris?"
"Mh-mh..." rispose la mora prendendo un tiro dalla sigaretta.
"E se calassi un poker?" rispose il ragazzo sfilandosi il giacchetto per poi poggiarlo sulle spalle dell'ispanica.
"Era questo il tuo poker?" sorrise Santana stringendosi la giacca addosso.
"No. Questo era un bluff..." spiegò il ragazzo per poi prendere un respiro e dire "C'è una cosa che ho desiderato fare dalla prima volta che ti ho visto. E non importa come andrà a finire questa serata... ma devo chiedertelo..."
"Cosa?" chiese Santana curiosa.
"Posso baciarti, Santana?"
"Questo è il tuo poker, dunque..." sorrise la latina.
"Se mi lascerai calare le carte, si..." rispose il ragazzo annuendo.

Doveva ammetterlo. 
Aveva giocato gran bene le sue carte.
E se non altro, meritava una piccola soddisfazione.
Così Santana non ci pensò due volte, e gettando la sigaretta si avvicinò al ragazzo, poggiandogli le mani sul collo, per poi raggiungere lentamente le sue labbra.
"Mostrami questo poker, Mike..." sussurrò appena Santana.


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Se ve lo state chiedendo...
Si, mi diverto come una pazza a scrivere queste scene e a lasciarvi così! xD
Non odiatemi... ma mi piace complicare un po' le cose...
Ed ora?!? Cosa succederà!?

Lo scoprirete solo leggendo... il prossimo capitolo!

Un abbraccio ed un grazie immenso!

A presto!

Northstar




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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


boh "Posso baciarti, Santana?"
"Questo è il tuo poker, dunque..." sorrise la latina.
"Se mi lascerai calare le carte, si..." rispose il ragazzo annuendo.

Doveva ammetterlo. 
Aveva giocato gran bene le sue carte.
E se non altro, meritava una piccola soddisfazione.
Così Santana non ci pensò due volte, e gettando la sigaretta si avvicinò al ragazzo, poggiandogli le mani sul collo, per poi raggiungere lentamente le sue labbra.
"Mostrami questo poker, Mike..." sussurrò appena Santana.

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Se ne sarebbe pentita probabilmente.
Se ne sarebbe pentita meno di due secondi dopo aver staccato le sue labbra da quelle di Mike, ma al momento non le importava troppo. 
In fin dei conti aveva baciato così tante sconosciute, che un bacio dato a Mike non le sembrava assolutamente nulla di grave.
E poi era stato un signore per tutta la serata, lo era stato davvero, e meritava almeno quella piccola soddisfazione.

Era ad un millimetro, letteralmente ad un millimetro da quel bacio. Sentiva il respiro del ragazzo sulla sua pelle ed il profumo che doveva essersi spruzzato meticolosamente addosso prima di uscire.
Ancora un istante e...

-Stunc-

Santana spalancò gli occhi, cercando istintivamente di individuare la fonte del rumore, guardando alle spalle del ragazzo.
"Merda..."
Pensò la mora vedendo chiaramente Brittany, lavagnetta alla mano e quel suo maledetto vestitino, che aveva studiato troppo bene per sperare che fosse di qualcun'altro, allontanarsi dalla finestra scorrevole per tornare a mischiarsi tra la gente all'interno della scuola.
"No, aspetta!" esclamò Santana facendo un passo indietro.
"Lo sapevo!" sorrise genuinamente Mike guardando in alto.
"Mi dispiace Mike io-"
"No, non importa..." sorrise ancora il ragazzo.
"Davvero Mike io non volevo-"
"Non fa nulla, Santana, davvero..." insistette Mike per poi prendere la mano di Santana e lasciarci dentro venti dollari.
"Cos- Non capisco Mike..." disse la mora guardando i soldi nella sua mano.
"Hai presente il tipo che mi hai presentato di sotto? Quello col cognome russo?"
"Karofsky!?" disse Santana corrugando le sopracciglia.
"Si, lui. L'ho incontrato al bagno e mi ha detto che non sarei nemmeno riuscito a baciarti... Ed ho scommesso venti dollari che invece ce l'avrei fatta..."
"Un momento... era tutto parte di una scommessa?!" chiese l'ispanica.
"No, non lo era. Davvero voglio baciarti dalla prima volta che ti ho visto... insomma, guardati... chi non lo vorrebbe? Ad ogni modo, vedi di dargli i venti dollari quando lo rivedrai..."
Santana sorrise compiaciuta per poi dire "Mi dispiace Mike, ma non potevo farlo... non sarebbe stato giusto..."
"Per chi?" chiese Mike alzando un sopracciglio curioso.
"Per te... per me..." replicò Santana.
"Per Brittany..."
"Non importa, San... Forse è meglio se è andata così..." sorrise ancora una volta l'asiatico "Torniamo a goderci la festa?"
"Con molto piacere." annuì la latina restituendo la giacca al ragazzo.

Appena rientrata Santana si trovò immediatamente di fronte una donna con le spalle larghe come un armadio, corti capelli ricci ed occhi chiarissimi.
"Santana Lopez?".
"Si?" rispose la mora quasi in soggezione.
"Buonasera, sono Shannon Beiste. B-e-i-s-t-e. E' francese." sorrise la donna stringendo la mano della latina "Mi dispiace se non mi sono presentata prima, sono la preside dell'istituto."
"Oh, salve..." rispose confusa la mora.
"Lo so, nessuno pensa mai che possa essere la preside. Tutti mi prendono per la bidella. Quando sono fortunata mi prendono per l'insegnante di educazione fisica, che in effetti sono..." spiegò la donna sorridendo, non lasciando modo a Santana di parlare.
"Mi perdoni, sto straparlando. Succede spesso." disse ancora la donna per poi riprendere seria "Quello che volevo dirle è che Brittany mi ha detto che è grazie a lei se abbiamo ricevuto i fondi necessari per organizzare anche quest'anno la nostra cena annuale. Quindi, la ringrazio profondamente."
"Nessun problema." sorrise Santana "Si figuri."
"E questo giovanotto? E' il suo fidanzato?"
"Oh- No, lui è- un amico." rispose velocemente la mora.
"Michael Chang, piacere di conoscerla."
"Michael Chang... meglio conosciuto come Mike Chang?!" esclamò la donna sbarrando gli occhi "Il terapeuta dei miracoli!?"
"Il terapeuta dei miracoli!?" pensò Santana voltandosi a guardare Mike scioccata "Va a finire che sono con la celebrità del momento..."
"Oh, la prego..." sorrise Mike "Non si fidi delle voci!"
"Ommiodio! So di una ragazza che-" cominciò la donna, per essere interrotta da Santana che, temendo un'altra valanga di parole, si scusò dicendo "Perdonatemi. Ho bisogno di usare la toilette...".
La donna era talmente presa dall'avere di fronte "Il terapeuta dei miracoli" che non si accorse nemmeno delle parole di Santana che finalmente aveva l'occasione di andare a cercare Brittany, ovunque si fosse cacciata, visto che non riusciva ad individuarla nell'ampia sala nonostate il suo vestito alquanto appariscente. Aveva individuato Artie a parlare con un gruppo di uomini di mezza età, ma non c'era traccia della bionda, così Santana, dopo un paio di giri veloci dell'atrio, si decise a controllare anche nei bagni senza molta fortuna però.
"Cosa ci fai in giro per la scuola quando hai al tuo fianco quell'aitante giovanotto?" cominciò Karofsky.
"Oh, fantastico. Non vedevo l'ora di rivederti!" esclamò Santana fingendo di essere felice, per poi cambiare improvvisamente espressione ed aggiungere "Ora che ti ho visto puoi anche sparire Karofsky."
"Chi è il tuo amichetto?"
"Ah dovresti dirmelo tu visti i venti dollari che avete scommesso su di me..." rispose la mora porgendo i venti dollari al ragazzo di fronte a lei.
"Eheh... proprio come immaginavo..." sorrise il ragazzo prendendo i soldi.
"Perchè pensavi che non lo avrei baciato? Sono arrivata ad un soffio dal baciarlo, sai?" continuò Santana.
"E cos'è che ti ha fermato?" chiese curioso Dave, per poi alzare una mano a fermarla e dire "No, ti prego, non dirmelo, lasciami indovinare!"
Karofsky sapeva ovviamente cosa aveva fermato Santana.
Ma la latina non voleva certo dargli la soddisfazione di rispondere, così prima che potesse continuare, disse a denti stretti "Va al diavolo.".
"Oh, non riesco più a vivere bene se non mi maltratti così almeno un paio di volte a settimana..." sorrise il ragazzo.
Santana si guardò attorno un'ultima volta cercando di individuare quel vestito svolazzante, per poi decidersi  e dire "Torno tra la popolazione civilizzata, ci si vede prossimamente Karofsky..."
"E' sul terrazzo del quinto piano."
"Come?" chiese Santana confusa.
"Brittany." aggiunse Dave indicando le scale d'emergenza alle spalle di una porta a vetri alle loro spalle "E' sul terrazzo del quinto piano."
"Credi che-" cominciò Santana muovendo inconsapevolmente un passo verso la porta.
"Cosa?"
"Credi che non le darò fastidio?"
"Oh Dio... Come hai fatto a diventare l'amministratore unico di una società del calibro di Breadstix!?" chiese il ragazzo scioccato.
"Cosa centra?"
"No, che non le darai fastidio! Muoviti prima che decida di tornare dal suo amichetto a ruote!" insistette Dave.
Stavolta Santana non se lo fece ripetere. Fece velocemente i due piani di scale che la separavano dal quinto piano per poi cercare frettolosamente la porta del terrazzo ed aprirla.
E come annunciato da Dave, Brittany era lì.
Nel centro del terrazzo, si muoveva delicatamente, volteggiando graziosa e leggiadra di qua e di là.
Gli occhi chiusi dolcemente, i capelli mossi dal vento ed il vestito ondeggiante ad ogni suo minimo movimento.
Di tanto in tanto sollevava l'angolo sinistro della bocca in un sorriso sognante, senza però perdere la concentrazione.
Dopo qualche secondo Santana si accorse che la bionda si muoveva seguendo un ritmo.
Un ritmo non troppo veloce, ma nemmeno lento.
Poi capì.
"Sta ballando..." si disse aprendo la bocca meravigliata.
Ballava eccome.
Sui mille suoni di New York nel pieno della vita notturna.
Quegli stessi suoni che Santana solitamente odiava, sirene, clacson, voci ed echi di diverse canzoni troppo lontane per essere distinte, erano diventate improvvisamente una melodia fantastica per la latina catturata dai movimenti della bionda.
Santana uscì nel terrazzo per gustarsi quanto ancora la bionda aveve da offrire, chiudendo delicatamente la porta dietro di sè, distrattamente temendo che qualunque minimo rumore potesse disturbare la ragazza e svegliarla da quella fantastica trance.
La latina trovò un posto da cui osservare la bionda senza rischiare di essere vista, allontanandosi verso l'esterno dell'ampio terrazzo e dopo qualche secondo di attenta contemplazione si disse che forse non era nemmeno corretto starla a guardare in quel modo, ma non c'era alcun modo per rendere consapevole la bionda della sua presenza che non implicasse il dover interromperla, cosa che la convinse a pensare che non stava facendo nulla di male dopo tutto.
Se Brittany le avesse ripetuto in quel momento che non aveva frequentato una scuola di ballo negli ultimi venti anni, Santana non le avrebbe mai, mai e poi mai creduto. Anzi avrebbe pensato che la bionda la stava prendendo in giro, perchè dal modo in cui si muoveva, così perfettamente armoniosa e leggera, sembrava davvero che non avesse mai smesso di ballare professionalmente, beh per quanto professionalmente si puo' ballare a sette anni, si disse la mora.
Quando si accorse che Brittany stava rallentando i movimenti, come per voler giungere ad una conclusione ancor più delicata, Santana pensò ad un modo per non far pesare troppo alla bionda in fatto che era stata a guardarla fino a quel momento.
Ma quando non riuscì a pensare a nessuna idea geniale decise che sarebbe stato meglio farsi semplicemente trovare lì.
Stava proprio per uscire quando sentì la porta del terrazzo aprirsi.
"Merda!" sussurrò la latina vedendo arrivare Artie, chiedendosi perchè mai Karofsky lo avesse fatto salire nonostante sapesse che lei era lì.
La latina era rimasta nascosta nel suo angoletto ad osservare da lontano i due ragazzi pregando ardentemente chiunque fosse stato ad ascoltarla, di non dover assistere a nulla di traumatizzante.
Fortunatamente, dopo qualche secondo Artie smise di comunicare con Brittany che si abbassò annuendo a baciarlo, cosa che fece accapponare la pelle a Santana, per poi tornare all'interno.
Brittany non lo seguì immediatamente, ma si avvicinò a raccogliere la sua borsa avvicinandosi pericolosamente al nascondiglio della mora, per poi sollevare lo sguardo al cielo per qualche lungo secondo.
Santana stava quasi per andarle incontro quando notò una lacrima rigare il viso della ragazza, fermarsi un momento sulla punta del naso per poi cadere pesante a terra.
A maggior ragione la mora si decise ad avvicinarsi alla bionda, poggiandole delicatamente una mano sulla spalla.
Brittany si voltò di colpo verso Santana con un espressione spaventata, per poi portarsi velocemente una mano sul petto, sorpresa dalla presenza inattesa della mora.
"Non volevo spaventarti."
disse la latina utilizzando la lingua dei segni.
Brittany scuotendo la testa si asciugò velocemente le lacrime sul dorso delle mani, per poi rispondere a Santana che però, non riuscendo a cogliere quello che la bionda stava dicendo, decise di ricorrere alla fedele lavagnetta che aveva portato offrendola alla ragazza.
"Devi migliorare i tuoi approcci. :)" scrisse Brittany restituendo la lavagna alla mora.
Santana sorrise annuendo, per poi poggiare la mano destra sul braccio di Brittany per ottenere la sua attenzione e dire "Va tutto bene, Britt?",
sicura che a quella distanza avrebbe senz'altro colto il movimento delle sue labbra
La bionda annuì ripetutamente.
"Sicura?" insistette Santana.
"Un po' di tristezza." rispose Brittany cercando di rassicurare la latina con un sorriso.
"Ti ho visto ballare." scrisse Santana.
La bionda spalancò la bocca in shock.
"Sei fantastica." aggiunse la mora annuendo sincera.
Brittany abbassò lo sguardo arrossendo, per poi scuotere la testa.
Santana capì 
che doveva tentare un approccio diverso per voler veramente far aprire la bionda.
"Su che canzone stavi ballando? A che canzone pensavi?" scrisse Santana mostrando la lavagna a Brittany che prendendole il pennarello dalle mani scrisse "Stuck in a moment. U2."
"Mi piacciono gli U2." disse Santana con un sorriso.
"E' l'ultima canzone che ricordo di aver ascoltato." aggiunse Brittany restituendo la lavagnetta a Santana.
"Oh..." sospirò la latina per poi dire "Mi dispiace."
Brittany come al suo solito alzò le spalle come a dire "Non fa niente.".
"Ricordi altre canzoni?" scrisse curiosa Santana.
"Ricordo le canzoni che mi cantava mia madre. Qualche canzone dei cartoni Disney... Ne ricordo di diverse, ma sono tutte sfocate. Questa è l'unica che mi sembra di poter ascoltare davvero nella mia testa."
"Wow..." sorrise Santana stupita per poi scrivere "Non ti manca la musica?".
"Riesco ad ascoltare la musica con delle protesi particolari. Ma non somiglia a quella che ricordo. Per questo non lo faccio più." spiegò Brittany.
"Capisco."
"Dovresti andare dal tuo amico." scrisse la bionda per poi insistere "Si starà annoiando da solo.".
"Mike?" sorrise Santana per poi prendere la lavagnetta "Credo che abbia fatto colpo sulla Beiste..."
Brittany si lasciò sfuggire un sorriso divertito, per poi scrivere "Ha fatto colpo anche su di te da quel che ho visto...".
Santana pensò di risponderle facendo finta di niente, facendo finta di non averla vista allontanarsi dalla porta a vetro, ma qualcosa le disse di finirla coi giochi che aveva tirato avanti fino a quel momento.
"Non l'ho baciato." scrisse la mora osservando segretamente divertita l'espressione fintamente confusa di Brittany.
"Ti ho visto." continuò Santana sollevando le sopracciglia a mo' di sfida facendo arrendere Brittany che rispose con un "Ok..." cercando di apparire disinteressata, ma il sorriso che cercava di nascondere non sfuggì certamente all'occhio allenato della mora.
"Non ti piace?" scrisse la bionda.
"Non è che non mi piace." scrisse Santana pensando al modo più corretto per completare la risposta.
Non faceva fatica ad ammettere che Mike era interessante e simpatico e si, affascinante... ma allo stesso tempo sapeva che non era affatto lui che voleva.
Così guardando la bionda alzò lavagnetta "E' che non è la persona giusta.".
"So cosa vuol dire." rispose Britttany forse inconsapevolmente usando il linguaggio dei segni, per poi stringersi forte le mani al petto, colpevole, come se avesse appena compiuto un omicidio.
Santana aggrottò le sopracciglia cercando disperatamente di collegare i movimenti della bionda.
"So... so... so cosa?!" si disse velocemente Santana per poi sentire Brittany prendere la lavagnetta dalla sua mano.
"Devo andare ora. Artie mi starà aspettando, deve accompagnarmi a casa..."
"Merda!" pensò la latina per poi rispondere con un sorriso ed un "Ci vediamo domani?"
"La scuola è chiusa fino a martedì... Columbus Day..."
"Oh... giusto..." annuì Santana imprecando mentalmente ancora una volta per poi scrivere "Ci vediamo mercoledì, allora?"
"Ti aspetto!" sorrise la bionda salutando Santana con la mano.
"A presto..." rispose latina guardandola allontanarsi.

"Dio, sono cotta..." sospirò Santana voltandosi ad occhi chiusi verso New York e tutti i suoi suoni che dopo quella sera, per lei, non sarebbero mai più stati degli odiosi rumori.

Quando si decise a scendere Santana trovò seduti sui gradini a chiacchierare come due vecchi amici Mike e Karofsky.
La latina non ci pensò due volte prima di prendere per i capelli Dave e tirare.
"Ow! Ow! OW!" esclamò il ragazzo per ogni strattone.
"E ringrazia che non ho scelto di prenderti a calci!" esclamò la latina mostrando il pericoloso tacco delle sue scarpe.
"Cosa ho fatto!?!"
"Hai fatto salire l'uomo a rotelle!"
"Chi?" chiese confuso Mike.
"Non immischiarti tu!" abbaiò la mora.
"Non gli ho detto niente io!" provò a difendersi Dave.
"Non mentirmi se hai a cuore il tuo apparato riproduttivo, Karofsky!"
"Ok! Ok! Gliel'ho detto perchè mi aveva visto parlare con te e salire le scale!"
"Non potevi inventarti nient'altro!?"
"Che c'è ha interrotto un momento clou?" chiese curioso Mike.
"Non ha interrotto un bel niente! E' questo il problema..." commentò Santana sedendosi tra i due ragazzi.
Dopo qualche secondo di silenzio Mike disse "La festa è praticamente finita, ma la notte è giovane e domani è festa... qualche proposta?"
"Io ho il mio fedele bar... ma non ho alcuna intenzione di portarvi con me..." cominciò Santana.
"Oh, avanti! E' il minimo che puoi fare per ripagarmi... ti ricorda qualcosa questa parola?" sorrise Mike.
"E va bene! Tu sei dentro..." replicò la latina sbuffando per poi guardare Karofsky e dire "E tu? Hai una motivazione più o meno decente per convincermi a portarti con me?"
"Io ho una macchina. Posso portarvi e riaccompagnarvi a casa..."
"E' sufficiente. Andiamo avanti. Tu vai a prendere la suddetta macchina... ti aspettiamo all'ingresso" concluse Santana alzandosi, per essere seguita dai due ragazzi.

Una volta in macchina Mike cominciò a bombardare di domande Santana.
"Allora? Fammi l'elenco delle tue amiche avanti!" sorrise il ragazzo.
"Dunque. Rachel: fidanzata. Quinn: fidanzata. Mercedes: apparentemente fidanzata. Tina: single col cuore spezzato."
"Spiacente amico," sorrise Mike guardando Dave alla guida "Io punto su Tina."
"Mpfff!" sorrise Santana "Non credo che sia un problema per Karofsky visto che è-"
"Super fidanzato." la interruppe Karofsky per poi aggiungere velocemente "Da anni, con la mia cotta del liceo."
"Ah si!?" chiese la latina cogliendo le intenzioni del ragazzo "E come si chiamerebbe questa ragazza?"
"J-Jennifer."
"Jennifer. Un nome alquanto comune eh?" sorrise Santana "Direi quasi il primo che ti è venuto in mente...".
Dave la guardò dallo specchietto retrovisore con sguardo supplicante, ed una volta tanto Santana preferì tacere.
"Siamo arrivati comunque. Il posto di fronte alla panchina distrutta è il mio." indicò la mora.
"Wow! Si vede che sei un pezzo grosso... hai anche il tuo posto personale..." sorrise Mike.
"Ovviamente." rispose la mora scendendo per poi fermarsi di fronte alla porta del locale e dire "Evitate di farmi fare figure di merda, chiaro?"
"Cristallino!" disse Mike sistemandosi i capelli dal riflesso del vetro.
"Possono vederti dall'interno, sai?" lo riprese Santana trascinandolo dalla manica della giacca.
"Ops..." sorrise l'asiatico.
"Venite..." disse la mora facendo strada, per poi individuare subito il suo gruppetto e dire "Ragazzi, vi presento Mike Chang e Dave Karofsky. Non trattateli troppo bene se vi riesce...", per poi allontanarsi dal tavolo e prendere posto direttamente al bancone.
Dopo qualche minuto ed una birra già a metà Santana si voltò trovandosi vicino Dave.
"Allora? Come sta Jennifer?" chiese la latina alzando le sopracciglia.
"Oh sai come vanno le cose nel paese dei fidanzati e fidanzate immaginarie... fantasticamente, come al solito!" rispose il ragazzo prendendo un sorso della sua birra.
"Perchè hai mentito?" chiese Santana confusa.
"Perchè è quello che faccio sempre..." rispose Dave alzando le spalle.
"Ma perchè!?"
"Perchè... perchè mi sento più sicuro..."
"Più sicuro?" sorrise Santana "Se non l'avessi notato non siamo in Texas o in qualche villaggio Amish... questa è New York... a nessuno interessa se sei vivo o morto, figurati se interessa che sei gay!"
"Shh!" esclamò il ragazzo guardandosi intorno sospettoso per poi dire "Meglio prevenire, che curare..."
"Meglio attaccare che difendersi..." rispose la latina per poi aggiungere "In senso figurativo. Viva la pace."
"Già..." si limitò a rispondere Karofsky.
Dopo qualche secondo di silenzio Santana disse "Non hai mentito a me. Perchè?".
"Sei Santana Lopez. Sei una leggenda... sono un tuo fan praticamente..."
"Fan?" sorrise la mora "Almeno ora mi si spiegano i comportamenti da stalker..."
"Non in quel senso..." sorrise Dave "Nel senso che mi piacerebbe essere come te."
"Potresti esserlo. Se solo lo volessi." rispose Santana.
"Non è così semplice..."
"Dovresti fare un paio di chiacchiere col mio amico Kurt." disse Santana indicandolo "Oh, e se non ti era chiaro da subito che fosse la regina delle fatine gay di New York, il tuo gaydar ha bisogno di una bella rispolverata..."
"Oh, no... lo avevo colto subito quello..." sorrise il ragazzo per poi aggiungere "Magari più tardi vado".
"Visto? Non è così difficle! E se hai paura dei miei amici, fidati... sono tutti quanti più che gay friendly, ovviamente..."
"Ok. Vista la tua inaspettata quanto preoccupante gentilezza credo di doverti dire una cosa in cambio."
"Sentiamo."
"Potresti decisamente interessare a Brittany."
"Ah si?" sorrise la mora improvvisamente interessata.
"Già..."
"Dimmi di più..."
"Diciamo che non saresti la prima ragazza sui cui ha lasciato cadere l'occhio... e non solo..."
"Interessante..." sorrise Santana soddisfatta "Se non fosse per il Professor Xavier perennemente alle sue calcagna e per il piccolo problema di comunicazione..."
"Problema di comunicazione?" chiese il ragazzo confuso "Mi sembra che comunichiate piuttosto bene..."
"Non in quel senso..." cominciò Santana "E' che a volte vorrei riuscire a mettermi più nei suoi panni, capisci? Vorrei comprenderla di più..."
"Allora mettiti nei suoi panni." rispose Dave alzando le spalle.
"Mi stai consigliando di perforarmi i timpani?" chiese la latina scettica.
"Così intelligente eppure così ottusa..." commentò il ragazzo scuotendo la testa in disappunto "Mai sentito parlare di tappi per le orecchie?!"
"Ma con quelli senti comunque!" protestò Santana.
"Senti molto meno del solito... e credimi, anche solo così sarà un inferno per te, abituata ad essere circodata da milioni di suoni e rumori..."
"Sei serio?".
"Serissimo. Mettiti nei suoi panni per un paio di giorni. Non sarà la stessa cosa, ma è quanto più potrai avvicinarti alla sua vita di tutti i giorni..." insistette Dave.
"A proposito di comunicazione... prima Britt mi ha fatto questi segni..." disse Santana cercando di ripetere al meglio i movimenti della bionda.
"So cosa significa." rispose il ragazzo.
"Ok allora, cosa vuol dire?"
"So cosa significa." ripetè il ragazzo "E' questo che vuol dire: so cosa significa."
"Non è che non mi piace." pensò Santana cercando di ricordare la scena. "E' che non è la persona giusta...".
In quel momento la bionda aveva risposto "So che significa.".
Improvvisamente, la serata della latina aveva assunto totalmente un nuovo senso.
"Sai cosa? Dopotutto non sei così inutile..." disse Santana alzandosi.
"Cosa stai facendo?"
"Sto andando a cercare una farmacia, dove comprare i migliori tappi per le orecchie che esistano in circolazione." disse la mora per poi voltarsi verso Harry e dire "Una tequila, sul mio conto!"
"Arriva subito!" rispose l'uomo.
"
Ed ecco cosa farai tu." disse Santana avvicinando il bicchiere al ragazzo "Berrai questa tequila, prenderai un bel respiro ed andrai a sederti vicino a Kurt, dove comincerai ad chiacchierare con gli altri, magari cercando di non mostrare troppo il tuo lato finto-etero, perchè sai, non sei così credibile come pensi, per poi infine attaccare bottone con Kurt. E' chiaro?"
"Io-"
"Perfetto." replicò la latina vestendosi "Domani chiamerò Kurt per sapere come è andata... Ci vediamo mercoledì Karofsky. Oh! E quasi dimenticavo..." continuò sorridendo Santana prima di uscire dal locale "Vai a farti fottere...".

La mora uscì chiamando immediatamente un taxi per farsi portare nella prima farmacia aperta di New York, e dopo quindici minuti di ricerca arrivò a destinazione.
"Buonasera." disse la latina ad un commesso annoiato "Ho bisogno dei tappi per orecchie migliori che avete."
"Migliori?" chiese l'uomo confuso.
"Sa, vivo in un condominio pessimo. Il mio dirimpettaio sta imparando a suonare la batteria, mentre la coppia al piano di sopra è continuamente impegnata in super maratone di sesso e per me dormire è quasi impossibile..." disse la mora cercando di tagliare corto.
"Oh." rispose il tipo voltandosi a frugare su uno scaffale per poi dire "Questi schermano il sessanta percento dei suoni, ma sentirà comunque... Non ho di meglio."
"Vanno benissimo." rispose la latina afferrando la confezione, per poi lasciare venti dollari sul bancone ed uscire.
Appena rientrata sul taxi la ragazza aprì velocemente la scatola per poi inserire uno alla volta i due tappi.
"Dica qualcosa." disse la latina guardando le labbra dell'autista dallo specchietto.
La mora aveva visto la bocca dell'uomo muoversi, ma il vago suono della sua voce era stato coperto dai rumori della strada e non aveva capito una parola di quello che aveva detto.
"Perfetto, grazie!" esclamò la latina facendo sobbalzare l'uomo, non rendendosi conto di aver inconsapevolmente alzato il tono della voce.
"Mi scusi!" rispose ancora Santana pensando "Wow... ci sarà da ridere...".

Ma per Brittany avrebbe fatto questo ed altro.

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Scusate, scusate, scusate per la lunghissima attesa, ma sono piena di casini a casa :S
Spero di riuscire ad aggiornare più o meno presto!

E se avete tempo lasciatemi due paroline per farmi sapere che ne pensate!

Un abbraccio e grazie a tutti voi!

Northstar

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


boh "Sento i miei pensieri."
"Santana?" rispose Dave confuso.
"
Non ho ancora capito se la cosa è positiva o negativa... ma è fottutamente spettacolare!" continuò Santana euforica, al telefono, ignorando il ragazzo.
"Non dovresti indossare i tuoi tappi?!"
"Ho deciso di fare una piccola pausa... e non è incredibile!? Voglio dire, sento anche il mio respiro ed è strano in effetti... Ma soprattutto sento i miei pensieri!"
"Ed io riesco a sentire la tua voce, forte e chiara, purtroppo..." rispose il ragazzo.
"Non è fantastico?"
"Sei ubriaca, Santana?" 
"No, non sono ubriaca..." rispose velocemente la mora.
"Drogata?"
"No, ma credo che questa storia del silenzio, in qualche modo, mi stia un po' sballando l'orologio interno..."
"Non lo avrei mai detto!" replicò ridendo il ragazzo.
"Perchè?"
"Sono le tre e venticinque del mattino, ne sei consapevole!?"
"Davvero!?" esclamò Santana guardando l'orologio.
"Si davvero! E si può sapere perchè mi hai chiamato!?"
"Perchè... perchè volevo aggiornarti sull'esperimento..."
"Come sta andando allora?" chiese il ragazzo cercando di non suonare troppo scocciato.
"Riesco a sentire i miei pensieri!"
"Si. Lo hai già detto questo se non sbaglio. Altro?"
"Oh, beh... ho rischiato di essere investita un paio di volte ed ho mandato ripetutamente a quel paese un paio di tipi da Starbucks... ma credo che mi stia lentamente avvicinando a Brittany..."
"Bene... molto bene..."
"Già!"
"L'hai sentita a proposito?"
"No, la vedrò domani, non volevo, non so... assillarla..."
"Da uno a dieci, quanto hai voluto mandarle un messaggio?"
"Due?"
"Santana..." disse Dave scettico.
"Va bene, dodici!" esclamò la ragazza colta in flagrante "Ma non è così che si comporta Santana Lopez... Non sono io a chiamare, mi faccio sempre desiderare!"
"Ovvio... Ma stando ai gossip sul tuo conto credo che Brittany sia leggermente distante dal tipo di conquiste che ti vengono solitamente attribuite..."
"Ehi! Non criticare la mia vita privata!"
"Santana quelle erano davvero delle-"
"Delle? Sentiamo."
"... Poco di buono..."
"Erano attraenti!"
"Ma poco di buono..." insistette il ragazzo.
"Ok. Non ti ho chiamato per farmi ramanzinare sulle mie conquiste. Quindi cambiamo argomento oppure va a dormire."
"Buonanotte allor-"
"No! Aspetta!"
"Cos'altro c'è?!"
"Niente di particolare..."
"Santana..." cominciò Dave sbuffando "Sono felice che tra tanta gente abbia voluto chiamare me per i tuoi strampalati ed alquanto preoccupanti pensieri notturni, dico davvero, sono onorato... ma se non hai altro da dire, fammi dormire visto che alle sette e trenta di domattina devo trovarmi nel mio caro gabiotto..."
"Va bene..." concedette la latina per poi aggiungere "Oh, quasi dimenticavo! Come è andata con Kurt?!"
"Ci vediamo domani pomeriggio, Santana..."
"Aspetta!"
"Buonanotte!" terminò il ragazzo attaccando.
"Va a quel paese!" rispose la latina lanciando il telefono sul letto per poi rificcarsi i tappi nelle orecchie, alzarsi e stiracchiarsi un po'.
Santana per abitudine si gettò sul letto accendendo la tv, non rendendosi conto che non poteva sentirla però.
"Merda!" pensò la latina sbuffando.
Non si era minimamente abituata a questa nuova, temporanea, sensazione.
Si, era particolarmente curioso riuscire a sentire i suoi pensieri, ma non riusciva comunque ad immaginare una vita così... limitata?
Non sapeva nemmeno se quella era la parola giusta.
Insomma, stava perdendo la pazienza perchè non poteva ascoltare uno stupido telegiornale, si era fatta quasi investire, ed aveva inveito contro i commessi di Starbucks per la loro ottusità!
Su quante altre cose ancora avrebbe dato di matto?
Prendendo un respiro, cercando di ficcarsi in testa che quel problema in particolare non era nient'altro che una stupidaggine di fronte al quadro generale, la mora si alzò a rovistare tra la sua collezione di dvd alla ricerca di un film sottotitolato da seguire finchè il sonno non avrebbe avuto la meglio.
Una volta scelto il titolo, optando per il classico "Arsenico e vecchi merletti", Santana si gettò sul letto avvolta da quei pensieri che prima aveva amato e che ora, così rumorosi ed ingombranti, cominciava ad odiare.

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"Apri questa maledetta porta, Puck." disse Quinn cercando di rimanere calma, in realtà fumante.
"E se la troviamo a letto con qualcuno!? E' violazione della privacy!" esclamò il ragazzo piazzandosi di fronte alla bionda, poggiandosi protettivamente alla porta.
"Da quando in quà ti interessi di privacy!? E della privacy di Santana?!"
"Da quando lavoro per lei! Renderà la mia vita un inferno se interrompiamo il suo divertimento mattutino!"
"E' mezzogiorno passato!"
"Il divertimento di mezzogiorno allora!" esclamò il ragazzo alzando le spalle.
"Puck. Apri questa porta se vorrai anche te un po' di "divertimento" nei prossimi anni."
"Subito." rispose velocemente il ragazzo aprendo la porta ed esclamando "Santana!? Santana, stiamo entrando!"
I ragazzi aspettarono un momento sulla porta, attendendo una risposta infastidita della latina.
"Forse non è in casa..." provò Puck, per poi essere superato da una spedita Quinn diretta nell'attico "La macchina è qui. Il suo autista non l'ha sentita da domenica sera e nessun altro ha sue notizie da allora!".
"Santana!?" gridò ancora la bionda attraversando le varie stanze, cominciando a preoccuparsi, per poi guardare Puck e seguirlo al soppalco, verso la camera da letto della mora.
"Sta dormendo..." concluse Puck indicando la mora, a pancia in giù sotto le coperte.
"Santana!" esclamò Quinn volendo intenzionalmente spaventare la mora, che però non si mosse d'un millimetro.
Puck guardò la bionda confuso per poi dire "Forse è molto, molto, molto ubriaca! Non a caso il massimo grado del nostro etilometro è Sanciucca..."
"Puck..." sospirò Quinn senza spostare lo sguardo dalla latina, per poi avvicinarsi spaventata "Non riesco a capire se respira..."
"Stai scherzando spero!" rispose il ragazzo avvicinandosi deciso, poggiando una mano sulla schiena dell'amica, scuotendola violentemente.
"MA CHE DIAVOL- PUCK!?" esclamò Santana voltandosi immediatamente con un'espressione rabbiosa.
"Ommiodio! Sta bene!" sospirò Quinn portandosi una mano sul petto "Sta bene!" ripetè sedendosi sul letto.
"Te lo avevo dett- OUCH!" rispose il ragazzo per poi essere colpito in pieno volto da una cuscinata.
"SIETE FUORI DI TESTA?!" gridò la latina infuriata "PIOMBARMI IN CASA COSI'!? SVEGLIARMI A QUESTA MANIERA?! SPERO PER VOI CHE ABBIATE UN MOTIVO PIU' CHE VALIDO CHE DI CONSEGUENZA NON RIGUARDI BERRY O FINNOCENCE NEMMENO INDIRETTAMENTE!"
"Sei una pazza! Altrochè! Sei fuori di testa!" gridò Puck allontanandosi terrorizzato dalla mora.
"Santana pensavamo fossi morta!" esclamò Quinn cercando di riprendersi.
Santana guardò confusa i due amici parlare e gesticolare, sentendo solamente degli strani mugolii uscire dalle loro bocche, per poi realizzare dei tappi ancora nelle sue orecchie.
"Un momento!" disse la latina.
"Perchè continua a gridare?" chiese Puck confuso a Quinn.
Quando la mora si sfilò le due piccole barriere dalle orecchie poggiandole sul comodino, Quinn spalanco gli occhi furiosa.
"Ok. Parlate pure, ora."
"Stai scherzando!?" domandò Quinn gridando.
"Che c'è?"
"TAPPI PER LE ORECCHIE!?" esclamò la bionda indicando gli oggetti sul comodino.
"E allora?" sbottò la mora.
"PENSAVAMO FOSSI MORTA!"
"Cosa?"
"Non rispondevi al telefono, al citofono, nessuno ha parlato con te da domenica sera! Non ci pensi!?" rispose furiosa Quinn.
"Oh..." realizzò Santana guardando il telefono, trovando trentaquattro chiamate perse e ventidue messaggi non letti.
"Oh?! E' tutto quello che hai da dire?!" esclamò Puck cercando una volta tanto di approfittarsene.
"Taci, tu." rispose la mora puntandogli l'indice contro, per poi guardare l'orologgio sul comodino e dire confusa "E l'una!?"
"A quanto pare!"
"Devo vestirmi! Devo vestirmi, devo prepararmi." disse velocemente la mora pensando "E devo andare da Brittany!", per poi guardare Quinn e dire "Andiamo a mangiare da Breadstix, voglio farmi perdonare. Datemi venticinque minuti e sono pronta.".
"Fa con comodo!" esclamò ironicamente Puck per poi guardare Quinn e dire "Te lo avevo detto che era tutto ok!"
"Puck: non un'altra parola."
"Come non detto...".

Come aveva predetto, venticinque minuti più tardi Santana tornò nella camera da letto pronta ad uscire, per poi avvicinarsi al comodino e prendere i suoi preziosi tappi.
"Cosa stai facendo!?" esclamò Quinn fermando momentaneamente la ragazza.
"Sto mettendo i tappi." rispose Santana alzando le spalle.
"Stai scherzando!?" chiese la bionda sollevando le sopracciglia.
"No... perchè?" replicò la latina ficcandosi uno dei tappi.
"Non sei in grado di andare in giro con quei cosi! Sei totalmente sorda!"
"No, in realtà sento più di quel che volevo sentire... quindi..." spiegò la mora infilando anche l'altro tappo.
"Santana!" gridò la bionda scioccata.
"Ok! Pronta!" disse la latina prendendo la borsa.
"Abbassa la voce, Berry!" disse Puck gridando a sua volta.
"Sbaglio o mi ha appena chiamato Berry!?" chiese la latina guardando Quinn.
"Giuro, giuro che se questa storia non finisce presto vi faccio a pezzi e vi butto tra l'immondizia dell'azienda." disse la bionda prendendo la borsa, dirigendosi verso la porta di casa.
"Cosa ha detto?" chiese Santana.
"Lascia stare..." rispose Puck scuotendo la testa.

"Allora... per quanto andrà avanti questa storia?" chiese Quinn guardando scettica Santana di fronte a lei.
"Q, le cose sono due. Uno: parli più lentamente e mi dai modo di capire almeno di cosa stai parlando... Due: scrivi qui quello che devi dirmi." rispose la latina prendendo dalla borsa l'ormai inseparabile lavagnetta.
La bionda sbuffando si decise a scrivere sulla lavagnetta, mostrandola all'amica.
"Oggi pomeriggio li toglierò... Ma ho intenzione di continuare ad usarli di tanto in tanto..." rispose Santana.
"Perchè!?"
Santana stava per cominciare a parlare, per poi abbassare lo sguardo e togliersi i tappi.
"Puck, vai a lavarti le mani." cominciò la latina.
"Sono pulite."
"No, non lo sono. Sei come un bambino che tocca tutto quello che vede, quindi vai a lavarti le mani." insistette la latina, cercando di far capire all'amico che doveva parlare in privato con Quinn.
"Sono pulite ti dico!"
"Puck. Va a lavarti le mani." disse Quinn guardandolo minacciosa.
"E va bene! Quanto deve durare la mia tappa al bagno?!"
La bionda guardò Santana confusa, aspettando una risposta.
"Facciamo dieci minuti, ok?"
"Va bene. Io voglio le penne piccanti. Non ricordo mai come si chiamano."
"All'arrabbiata." rispose Santana conoscendo a memoria ogni piatto del menu.
"Esatto. Quelle ed una coca cola." rispose il ragazzo allontanandosi
Quinn aspettò che il ragazzo fosse abbastanza lontano per poi dire "Allora? Cos'è questa storia?"
"Prometti di non ride-"
"Lo prometto."
"Non ho finito!" esclamò la latina cercando di non attirare troppa attenzione.
"Va bene!" replicò Quinn alzando le mani in segno di resa "Continua pure."
"Prometti di non ridere, non fare facce strane, non prendermi in giro e non dire niente a Puck finchè non avrò la sicurezza che non potrà ficcare il naso nei miei affari?"
"Lo prometto, Santana." rispose seria la bionda.
"Ok..." cominciò la latina guardando il piatto vuoto di fronte a sè per poi dire "Mi piace davvero."
"Chi?"
"La regina d'Inghilterra!" esclamò l'ispanica alzando lo sguardo, per poi sussurrare "Brittany!"
"Oh..." esclamò Quinn annuendo, per poi domandare "Perchè stai bisbigliando?"
"Non lo so. Ora vuoi ascoltarmi o preferisci continuare a fare domande stupide?"
"Si, hai ragione." disse la bionda annuendo per poi dire "Ti piace davvero."
"Già..." ammise Santana prendendo un sorso d'acqua.
"E perchè la storia dei tappi?"
"Perchè- Beh, perchè vorrei avvicinarmi a lei il più possibile... so che non potrò mai sapere come ci si sente, o cosa prova... ma questo è il massimo che posso fare per sentirmi vicina a lei...".
"E funziona?"
"Direi di si... "
"Bene..." sorrise Quinn.
"Bene..." ripetè Santana per poi aggiungere velocemente "E' fidanzata."
"Cosa?"
"Cosa vi posso portare?" chiese il cameriere avvicinandosi.
"Due ragù, un'arrabbiata e tre coca cole." disse velocemente Santana per poi chiedere "Conosci per caso la lingua dei segni?"
"Ehm... no... mi spiace..."
"C'è qualcuno tra i tuoi colleghi che la conosce?" insistette la mora.
"Non credo..."
"Bene puoi andare." rispose la latina per poi guardarsi intorno e chiedere a Quinn "Ad occhio e croce... Quanta gente entra in questo locale quando pieno?"
"Direi una cinquantina... facciamo settantacinque persone?"
"Perfetto. Dalla prossima settimana almeno un cameriere ogni venticinque clienti deve conoscere la lingua dei segni. Ci pensi tu?"
"Sei seria?"
"Sono serissima. Avessi indossato i miei tappi, se il cameriere mi avesse chiesto qualcosa di diverso da "cosa vi porto" non sarei riuscita a capirlo facilmente... e viceversa, per quanto Brittany si faccia comprendere alla grande, deve essere comunque imbarazzante e frustrante il dover impegnarsi per essere capiti..."
"Ok..." annuì la bionda confusa per poi dire "Parlando di Brittany... insomma... è fidanzata..."
"Già..."
"Quindi vuoi sedurre una ragazza fidanzata?"
"Chi ha parlato di sedurre?" sbottò la latina.
"Non vuoi... Non vuoi conquistarla?"
"Si che lo voglio ma "sedurre" lo fa sembrare così... sporco e disonesto!"
"In effetti è sporco e disonesto voler "conquistare" una ragazza fidanzata... E non è cosa che non hai già fatto, voglio dire..."
"Lo so, ma stavolta è diverso." spiegò la mora specificando "Lei è diversa."
"Oh buon Dio..."
"Non dire qualunque cosa stai pensando di dir-"
"Ti sei innamorata davvero, Santana..."
"Sta zitta!"
"Non posso crederci!" sorrise la bionda.
"Che c'è pensavi davvero che avevo il famoso cuore di polistirolo come sostiene Kurt?"
"Non avevo dubbi sul fatto che avessi un gran cuore, credimi..." continuò Quinn.
"Ed ora? Cosa faccio? Voglio dire è fidanzata..."
"La cosa ti ha mai fermato?" chiese Puck tornando a sedersi vicino alle ragazze.
"Cosa ci fai qui?! Non sono passati dieci minuti!"
"Ops! Non ho un orologio..." rispose il ragazzo alzando le spalle.
"Lascialo stare, ed ascoltami!" disse Quinn attirando l'attenzione della mora, per poi dover concedere a bassa voce "Per una volta ha ragione Puck..."
"Visto?!"
"Che vuol dire?" riprese Santana zittendo l'amico.
"Vuol dire che devi provarci!"
"Certo, qualche minuto fa era "sporco e disonesto", ed ora devo provarci?!" chiese la latina confusa.
"Non vuoi rubarla a quel tipo per portartela a letto, Santana!" esclamò Puck immettendosi di nuovo nella conversazione "Se ti piace davvero, come è evidente, allora chi se ne frega se è fidanzata! Sei giustificata se è per una buona ragione!"
Santana lo guardò un momento confusa, ed il ragazzo insistette "E' come quando non facevi i compiti perchè stavi male! Ed allora la firma falsificata dei tuoi genitori non ti faceva sentire altrettanto colpevole perchè stavi male davvero! Perchè era per una valida ragione!"
"Esatto! Più o meno..." commentò Quinn per poi aggiungere "Il che non significa che puoi andare e sedurla senza contegno, ma nel frattempo puoi avvicinarti a lei, approfondire questo vostro rapporto, e vedere fin dove puo muoversi la cosa...".
"Avvicinarmi a lei... approfondire il rapporto... vedere fin dove può muoversi la cosa..." commentò la latina.
"Già..." annuì la bionda.
"Posso farlo. Posso farlo." annuì la mora.
"Ovvio che puoi farlo..." osservò Puck.
"Ma come?" chiese Santana.
"Potresti portarla in quel bar per sole donne dove vai a buttarti quando sei in cerca di azione... la fai ingelosire un po', e poi BAM! Metti in azione le tue mosse da latin lover!" esclamò Puck.
"Non perdi mai un'occasione per tenere la bocca chiusa, vero Puckerman?"
"Il come" cominciò Quinn sospirando alle parole del ragazzo "lo scoprirai pian piano... si spera..." rispose Quinn.
"Credi?"
"Devi conoscerla prima, poi potrai mettere in atto il come..." insistette la bionda convincendo Santana.


Dopo un'oretta di lavoro in uffcio, Santana decise di camminare fino alla scuola di Brittany, cercando di mantenere quell'ottimismo che Puck e Quinn le avevano miracolosamente inculcato durante il pranzo.
Al solito, arrivata all'ingresso, trovò Dave ad aspettarla.
"Voglio sapere tutto." sorrise la mora.
"Non so di cosa stai parlando..." replicò il ragazzo senza sollevare lo sguardo dal suo giornale.
"Sai benissimo di cosa sto parlando... di un mio amico, con pelle chiara come la porcellana e occhi azzurri come il cielo..." insistette la latina.
"Nah. Non mi ricorda nessuno..."
Santana, spazientita, strappo il giornale dalle mani del ragazzo per poi dire "Vuoi parlare con le buone, o preferisci le cattive maniere?"
"Cosa vuoi sapere, Santana?"
"Ti piace, non è vero?" osservò l'ispanica.
"Tu cosa pensi?"
"E allora? Cosa aspetti! Ti do il suo numero e-"
"Non è così facile..." la interruppe Dave.
"Continui a dire che non è così facile, quando in realtà lo sarebbe se solo tirassi fuori gli attributi!" esclamò Santana.
"E se non gli piaccio?"
"C'è un solo modo per saperlo!" insistette la mora indicando il suo telefono.
"Non sono sicuro, Santana..."
"Ascoltami Karofsky... Per quanto mi pesi ammetterlo sembri essere un bravo ragazzo e generalmente i bravi ragazzi vanno daccordo con tutti, specialmente con altri bravi ragazzi... quindi ora prenderai il tuo telefono e copierai il numero di Kurt, e lo terrai a portata di mano per quel magico, e speriamo non troppo lontano momento, in cui avrai abbastanza fegato da provare a tirarti fuori da quella che sembra, e sono quasi sicura che sia, una misera esistenza vissuta fin troppo di nascosto... E' chiaro?"
"Io-"
"Ecco il numero." lo interruppe Santana cominciando a dettare lentamente cifra per cifra "E voglio che lo salvi come "A Kurt"."
"Perchè?" chiese Karofsky confuso.
"Perchè in questo modo salirà direttamente in cima alla tua rubrica, comparendoti di fronte ogni volta che avrai bisogno di cercare un numero." spiegò la mora sorridendo per poi insistere "Avanti. Salvalo e fammi vedere.".
"Ok!" sbuffò il ragazzo obbedendo, per poi mostrare alla latina che aveva seguito alla lettera le sue istruzioni.
"Complimenti, Karofsky. Dandomi ascolto, hai appena compiuto il primo passo verso una vita meno schifosa."
"Grazie..."
"Non c'è di che..." sorrise Santana prendendo l'ascensore.

La latina andò direttamente nello studio di Brittany, trovandola seduta alla scrivania a giocare con i suoi capelli.
La bionda si accorse subito di Santana, mostrandole un sorriso diverso dal solito.
Santana la salutò con la mano, cercando di non pensare a quella strana espressione, rispondendo con un sorriso più grande.
Brittany al solito, le fece cenno di sedersi vicino a lei, ma senza guardarla.
Era ovvio agli occhi di Santana che qualcosa non andava...
La bionda prese la fedele lavagnetta dal primo cassetto, per poi guardare Santana seriamente e scrivere "Dobbiamo parlare..."
Santana spalancò gli occhi preoccupata, sussurrando un debole e confuso "Ok.".
"C'è qualcosa che devi dirmi?" scrisse ancora la bionda.
"Ci sono un miliardo di cose che dovrei dirti..." pensò la latina sollevando le spalle.
Brittany annuendo riprese la sua lavagnetta cominciando a scrivere.
"Volevo ringraziare il nostro sponsor per la serata di domenica... così questa mattina ho contattato la banca della scuola, per chiedere informazioni, ed indovina un po'?".
"Merda..." sospirò Santana abbassando lo sguardo.
"Apparentemente la Coca Cola non ha nulla a che fare con quei soldi, che invece provengono dalla Breadstix Corporation... il cui amministratore unico è una certa Santana Lopez..."
"Brittany io-" Santana cercò immediatamente di scusarsi, per essere immediatamente fermata da un gesto della bionda, che velocemente voltò verso di se la tavoletta per scrivere "Perchè mi hai mentito?".
"Non- Non era una bugia! Io- Volevo-" Santana cercò di giustificarsi, non rendendosi conto nella foga, che Brittany in quel modo avrebbe capito poco o niente.
La latina prese velocemente la sua lavagnetta cominciando a scrivere velocissima "Non volevo mentirti! Non era una bugia! Era una verità omessa!"
"Perchè non mi hai detto che sei stata tu a fare la donazione? Perchè non mi hai detto chi sei?"
"Perchè la gente mi guarda diversamente quando sa chi sono e cosa rappresento..." scrisse la mora, voltando la lavagnetta, ricevendo uno sguardo quasi offeso dalla bionda.
"Non tu! Non tu!" disse a segni la latina cercando di tirarsi fuori dall'equivoco, per poi ricorrere di nuovo alla lavagnetta e scrivere "Non potevo sapere che fossi diversa dagli altri! E credimi, non volevo tenerti nulla nascosto ma è quello che faccio sempre! Non rivelo mai tutte le mie carte!".
Brittany lesse le parole della mora guardandola con aria perplessa, per poi scrivere "Potevi almeno dirmelo che eri stata tu a fare la donazione...".
"Non volevo" scrisse la latina per poi fermarsi e completare mentalmente "Una volta tanto non volevo giocare sporco e conquistarti con il potere dei miei soldi...".
Brittany allungò una mano ad indicare la frase incompleta con uno sguardo confuso, e Santana scrisse "Non volevo si sapesse."
"Perchè?" chiese la bionda segnandolo.
Santana si limitò ad alzare le spalle.
Dopo qualche secondo di pesantissimo silenzio Brittany scrisse "Ieri sera sono andata a cercarti su Google...".
Santana, preparandosi a doversi difendere da mille e più cattive voci, sorrise scrivendo "Hai letto qualcosa di interessante?".
"Tra un gossip ed un altro, sono finita sul sito della comunita LGBT di New York...".
Santana prese un respiro, per poi rendere nella lingua dei segni una delle prime frasi che aveva imparato su suggerimento di Mike.
"Sono gay." comunicò la latina, per poi aggiungere pur conoscendo la risposta "La cosa ti disturba?".
Britttany rispose in un lampo "No, niente affatto."
"Allora qual è il punto di questa tua scoperta?" scrisse la latina.
"Mi domando per quale motivo domenica alla cena ti sei presentata con quel ragazzo..."
"Mike è solo un amico..." sorrise la latina chiedendosi per quale motivo doveva giustificare a Brittany l'aver portato con Mike alla cena.
"Un amico che hai quasi baciato..." scrisse Brittany sollevando scettica le sopracciglia.
"Perchè ti interessa tanto cosa faccio o non faccio con i miei amici?" chiese la latina cominciando ad essere infastidita, per poi aggiungere "Ho già i giornali di gossip alle calcagna a farmi il terzo grado su ogni singola uscita... non ho bisogno di altri...".
Santana non avrebbe mai pensato che potesse essere così impulsiva anche solamente scrivendo, ma quando si rese conto del modo in cui aveva scritto quelle frasi, Brittany aveva già letto il tutto ed aveva sul viso un'espressione così ferita, che per un momento Santana credette di sentire fisicamente il dolore della bionda.
"Brittany-" cominciò Santana cercando di sfiorare la mano della ragazza che però prontamente la tirò di nuovo verso di sè.
"Maledizione!" esclamò la latina riprendendo la sua borsa per uscire dall'ufficio di Brittany.
La bionda rimase a guardare la porta confusa, per poi quasi spaventarsi quando improvvisamente, qualche minuto dopo, tornò ad aprirsi rivelando nuovamente Santana.
Santana allungò la lavagnetta alla bionda invitandola a leggere.
"Mi chiamo Santana Lopez. Sono l'amministratore unico del marchio Breadstix. Ho ventisette anni e sono dichiaratamente gay. Vivo in un attico a Manhattan e sono circondata da quasi tutti i miei vecchi amici del liceo. Ho una passione poco salutare per l'alcool, motivo per cui mi trovo qui a scontare queste restanti 48 ore di servizio pubblico. E' un piacere conoscerti."
Brittany alzò lo sguardo confusa.
"Ho sbagliato, Brittany e mi dispiace." disse lentamente la latina "Permettimi di ricominciare nella maniera giusta".
La bionda sorrise sorpresa dalla sceneggiata, ora chiara, della mora.
Per poi prendere la lavagnetta e scrivere "Il piacere è mio. Mi chiamo Brittany Pierce." ed allungare la mano alla latina, che l'afferrò senza farselo ripetere, per poi essere inaspettatamente avvolta dall'abbraccio della bionda.
"Siamo ok ora?" chiese la latina, ricevendo in risposta uno dei veri, genuini, sorrisi di Brittany.
"Siamo ok..." sorrise ancora la bionda.
"Allora signorina Pierce... qual è il programma di oggi?" scrisse Santana.
"Non c'è molto da fare, visto che la scuola ha riaperto questa mattina... ma possiamo trovare qualcosa da fare..." sorrise la bionda, facendo rabbrividire Santana che velocemente cercò di ficcare in fondo al cervello tutto quello che le era passato per la testa sul "qualcosa da fare".
"E sarebbe?" chiese la latina.
"Possiamo fare le nostre liste!" sorrise Brittany sottolineando le parole.
"Quali liste?"
"Le liste delle cose che non abbiamo mai fatto prima d'ora!"
"Oh..." rispose Santana colta di sorpresa.
"Che ne dici?"
"Va bene... regole?" scrisse la latina.
"Devono riguardare noi stesse e basta. Non deve essere coinvolto nessun altro." scrisse Brittany.
"Quante?"
"Facciamo dieci?" rispose la ragazza passando un foglio ed una penna alla latina, che sorridendo replicò "E dieci siano...".

Una ventina di minuti dopo, Santana si accorse che Brittany aveva già terminato la sua lista, mentre a lei mancavano le ultime due voci.
"Hai già finito?" scrisse velocemente la latina curiosa.
"Si. Ora finisci la tua lista." rispose la bionda indicando la lista fra le mani dell'ispanica..
"Prepotente..." rispose la mora con una linguaccia, che fece sorridere Brittany.
Qualche minuti dopo anche Santana aveva finalmente terminato il suo elenco.
"Allora? Chi comincia?" scrisse Santana.
"Tocca a te. Io ho già eliminato la prima voce della lista..." rispose la bionda.
"Non è vero!" protestò la mora.
Brittany si limitò a piegare il suo foglio, lasciando fuori solamente la prima riga, già sbarrata.
"Mai ballato di fronte a qualcuno".
Santana alzò gli occhi incrociando lo sguardo con quello della bionda, che le mostrò la lavagnetta "Sei stata la prima persona in assoluto a vedermi ballare. Prima di te mi avevano visto le insegnanti e le altre bambine del corso.".
Santana sorrise, sentendosi inspiegabilmente orgogliosa e fortunata e onorata, per poi fare la stessa cosa e mostrare a Brittany la prima riga della sua lista.
"Mai stata ad un osservatorio astronomico."
"Questa è una cosa che ho fatto anche io!" sorrise la bionda stupita, mostrando la lavagnetta.
"Mi sarebbe sempre piaciuto andarci... ma tra una cosa ed un'altra... non ci sono mai stata..." scrisse Santana spiegando.
"Questa è facile da barrare..." sorrise Brittany per poi scrivere "Venerdì sera."
"Venerdì sera?" chiese la latina confusa.
"Al planetario! Ti faccio poi sapere l'orario."
"Quindi, ricapitolando... posso passare una serata intera, in uno dei posti più romantici della città, solamente con Brittany..." si disse la mora "Se non le avessi promesso che sarei stata sincera, avrei cambiato tutti i nomi della lista in un batter d'occhio... Maledizione!"
"Allora? Cosa ne dici?" scrisse Brittany sorridendo.
"Non vedo l'ora..." sorrise la latina, per una volta non preoccupandosi di apparire diversamente da quella che era davvero.



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Scusate se ci ho messo circa quarant'anni.
Ma già ho poco tempo di mio, in più questo capitolo continuava ad uscire fuori schifosetto, perciò...

Tornando a noi... Vi piace come procede? Troppo lenta? Troppo noiosa?
Riuscite ad immaginare qualche voce della lista, vero? ;)

Un grazie immenso a tutti, dal cuore.
Prometto che se domani mi libero un po' rispondo a tuuuuuutte le recensioni xD

Un abbraccio grande, grande, grandissimo!

Northstar

http://twitter.com/#!/NorthStar_Efp


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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


boh Non riusciva a ricordare l'ultima volta che si era sentita così.
Leggera.
Spensierata.
Felice.
Soprattutto felice.
Così felice che le guance cominciavano a farle male per il troppo sorridere.

Forse, in effetti, non si era mai sentita così.
Ovviamente era stata felice prima di allora... Era stata felice il giorno un cui aveva finalmente messo chiarezza nel rapporto con l'abuela... Era stata felice il giorno in cui aveva guadagnato i suoi primi diecimila dollari... Era stata felice quando Quinn aveva accettato di lavorare al suo fianco, anche se comportava il dover aver a che fare con Puck quotidianamente.

Ma stavolta era diverso.
Era felice perche doveva incontrarsi con una ragazza.
Non un appuntamento, ma una semplicissima uscita.

Si era guardata bene dal considerare la proposta della bionda un appuntamento. Brittany era fidanzata ed era troppo onesta per poter anche lontanamente pensare di mettere per un momento da parte il quattrocchi.
Ma, incredibilmente, le andava bene anche così.
Era felice per la sola occasione di poter passare del tempo con Brittany, con una ragazza che la faceva letteralmente impazzire, senza secondi fini o intenzioni.
E questa era la vera prima volta.


"Quanto hai bevuto ieri sera?" chiese Mike osservandola da vicino.
"Io- Non ho bevuto affatto! Perchè ti sei fatto mettere in testa questa fissa! E' stato Puck non è vero!?"
"Ecco, ci risiamo. Io centro sempre qualcosa!" sbuffò il ragazzo dal divanetto.
"Che cos'hai oggi? Sembri vivere su un altro pianeta..." insistette l'asiatico.
"Pianeta. Pianeti. Planetario. Promemoria: devo chiamare Sam, devo-" pensò la latina per essere interrotta dalla voce di Mike "Santana? Ci sei ancora?"
"Si. Si, certo che ci sono..." rispose casualmente la mora.
"Sta pensando alla sua ragazza, ovviamente..." sorrise compiaciuto Puck.
"Puck." cominciò Santana tentando di avvertire l'amico.
"Sta pensando alla biondina che le fa girare la testa... Oramai è tutta cuoricini e farfalline, non la vedi?" sorrise divertito il ragazzo.
"Un'altra parola indirettamente connessa a Brittany o al mio pensare alla suddetta persona ed il prossimo divano su cui siederai sarà rivestito della tua pelle, è chiaro?" disse con calma la latina.
"A volte penso che saresti il serial killer perfetto..." commentò il ragazzo alzandosi dal divano per poi guardare Santana e dire "E' l'orario di punta, torno a fare il mio lavoro."
"Che è meglio..." appuntò la mora sostenendo lo sguardo dell'amico.
Mike aspettò qualche secondo prima di dire "Allora? Cosa devi dirmi?"
"Non penserai davvero di essere il mio amichetto del cuore alias confessore alias ti-dico-tutto-di-me-se-mi-dici-tutto-di-te... non è vero? Perchè non me ne importa affatto delle tue avventure..."
"Oh, smettila. So bene che questa facciata alla Dottor Cox non ti appartiene davvero... quindi sputa il rospo e falla finita..." disse il ragazzo sedendosi vicino alla latina.
"Non mi hai conquistato solo perchè hai tirato in ballo il Dottor Cox, Mike..."
"Bando alle ciance Santana, non sono il tipo di persona che andrà a sputtanarti in quel buco di locale che chiamate Bar di fronte ai tuoi amici solo perchè hai tolto la maschera per cinque minuti, e lo sai... quindi, cosa aspetti?"
"Hai studiato anche psicologia non è vero?" chiese la latina sospettosa.
"Vuoi cortesemente smettere di cercare di cambiare argomento?" chiese il ragazzo con un sorriso sincero.
Santana sbuffò sollevando un momento lo sguardo per poi concedere "Ci vediamo domani al planetario. Perchè non sono mai stata ad un planetario. Fine."
"Solo voi due?" chiese il ragazzo.
"Solo noi due."
Mike stava per aprire bocca quando la latina lo fermò esclamando "No."
"No cosa, non ho aperto bocca!"
"No, non è un appuntamento..."
L'asiatico non rispose, ma si limitò a sorridere.
"Cos'è quella faccia da ebete?" chiese la mora infastidita.
"Seriamente non pensi sia un appuntamento?".
"Brittany è pur sempre... fidanzata... è un incontro..." spiegò quasi schifata Santana.
"Perdonami ma se penso a voi due ed al planetario esce fuori qualcosa di più di un "incontro"..."
"E' un incontro, con un'amica. Fine."
"Amica di cui sei innamorata..." aggiunse Mike.
"Innamorata è una parola molto grossa, Jackie Chan." lo corresse la mora "Diciamo con un'amica... che mi piace."
"Che ti piace... molto..."
"Ok. Fine del discorso. Ti pago per insegnarmi il linguaggio dei segni, non per psicanalizzarmi e mettermi in imbarazzo..." disse velocemente Santana.
"Ti metto in imbarazzo!?" sorrise Mike.
"Fine. Del. Discorso." ripetè la latina.
"Oook... Ad ogni modo ci rimangono dieci minuti... quindi non vale nemmeno la pena di cominciare qualcosa di nuovo..."
"Bene, ho una domanda " cominciò Santana "Sono io la strana di turno o è effettivamente difficile comunicare col linguaggio dei segni?".
"Dipende da cosa intendi..."
"Intendo dire che spesso mi trovo in difficoltà ad esprimere quello che effettivamente vorrei comunicare a Brittany, utilizzando il linguaggio dei segni... faccio prima a scriverlo sulla lavagnetta, anche se a questo punto il nostro rapporto potrebbe definirsi più "epistolare" che altro..."
Mike sorrise alle parole della ragazza per poi rispondere alzando le spalle "Non è sempre facile comunicare con i segni... ma se ti trovi meglio con la lavagnetta puoi continuare ad utilizzarla... in fondo quel che conta è semplicemente il riuscire a comunicare..."
Santana annuì trovandosi daccordo col ragazzo, per poi sentirsi osservata e dire "Che c'è?"
"Hai mai pensato al fatto che forse c'è un motivo per cui preferisci usare la lavagnetta?"
"Forse perchè è più facile e te l'ho appena detto?" replicò velocemente la mora.
"Non intendevo questo..."
"E cosa allora?"
"E' come se fosse più facile per te esprimerti attraverso la penna e la lavagnetta... come se fossero dei  catalizzatori e ti aiutassero ad esternare al meglio quello che vuoi davvero comunicare, fornendoti comunque una linea difensiva..." disse Mike.
"Cosa?"
"So che è complicato da comprendere... Ma è come se ponendo quella piccola barriera fra te e Brittany, ti sentissi più libera di esprimerti... E' come se sostituissi la facciata che porti di fronte a tutti, con una più piccola e più trasparente, che esiste esclusivamente per Brittany... Capisci?"
"Come fai a tirare certe conclusioni?" chiese Santana ridendo, cercando di non mostrare al ragazzo quanto avesse ragione.
"Sono abituato a lavorare con persone che hanno difficoltà ad esprimersi o non si esprimono affatto. Devo leggere i loro comportamenti, i loro piccoli atteggiamenti, se voglio capire cosa passa per la loro testa... Come la tua risata, adesso, che serve a cercare di nascondere quello che pensi davvero."
"Stai cominciando ad inquietarmi. Passiamo ad altro, ok?" disse sinceramente Santana, per una volta.
"Va bene... allora posso dirti una cosa senza che me ne riderai addosso?"
"Sentiamo..."
"Credi sarebbe possibile portarmi ancora una volta con te al bar?"
"Perchè dovrei riderti addosso?" chiese confusa Santana.
"Voglio tornare da Harry per poter vedere di nuovo la tua amica, Tina..."
"Quanto siete prevedibili voi asiatici, vi attirate come calamite..." sorrise la latina.
"Ehi!" esclamò scherzando il ragazzo per poi aggiungere "Allora? Mi porterai con te una di queste sere?"
"Vedrò cosa posso fare..." replicò Santana volendosi divertire.
"Lo prendo per un "si"..." sorrise Mike prendendo le sue cose "Ci vediamo martedì se non decidi di riportarmi prima da Harry..."
"Mi farò viva..." rispose la latina salutando il ragazzo, per poi afferrare il telefono e chiamare il secondo numero rapido salvato.
"Trouty Mouth."


"Ci hai messo una vita per arrivare..." commentò Santana aprendo la porta dell'attico.
"Noi comuni mortali viaggiamo con i mezzi pubbici..." sorrise Sam entrando e facendosi strada verso la cucina, per frugare nel frigorifero.
"Fai pure come fossi a casa tua, Sammy..." osservò ironicamente la latina.
"Ti rendi conto del fatto che non è normale avere due terzi di frigorifero occupati da birre, superalcolici e bevande varie?" disse il ragazzo ficcandosi in bocca un sandwich che non sembrava esser troppo vecchio "Le persone normali usano il frigo per il cibo...".
"Ti rendi conto che quella pettinatura che ti ostini a portare è passata da un decennio? Le persone normali non indossano un casco di capelli..." replicò secca Santana.
"Alle vagaffe piafe!" mugugnò Sam.
"Ugh, finisci almeno di mangiare..." lo supplicò la mora prendendo una redbull, per poi tornare nell'ampio salone gettandosi sul divano.
"Dunque, per quale motivo sono stato convocato stavolta?" cominciò Sam lasciandosi cadere di fianco all'amica, per poi aggiungere "Un momento. Se si tratta ancora di inserire i grissini "Breadstix" nei distributori automatici della scuola, non cominciare nemmeno... Non c'è verso che il preside mi lasci-"
"Non si tratta di questo, Trouty..."
"Allora cosa?"
"Devi dirmi tutto quello che sai di astronomia..." tagliò corto Santana.
"Santana, l'astronomia è una materia vastissima... e si da il caso che abbia una laurea correata ad essa, non basterebbero settimane per farti imparare tutto quello che so..." rispose il ragazzo per poi realizzare e chiedere "Cosa devi farci con l'astronomia!?"
"Niente che ti riguardi." rispose secca la latina.
"Ok." cominciò Sam alzandosi "Ci vediamo da Harry-"
"Riporta immediatamente quelle chiappe bianche sul mio divano se vuoi ancora vedere la luce del giorno." rispose veloce Santana prendendo per la manica il biondo.
"O-ok..."
"Allora, cosa aspetti?" chiese la latina guardando l'amico.
"Cosa devo dirti?! Ci sono così tante cose da dire, non è così facile!"
Santana sbuffò per poi decidere di parlare chiaramente "Domani sera mi vedo con Brittany al planetario... Ho bisogno di qualcosa da dire per fare bella figura, capisci?"
"Oh..." sorrise il ragazzo divertito "Beh in quel caso ho quello che fa al caso tuo..."
"No. Non è chiaro. Non voglio le tue improbabili ed inutili frasi da rimorchio a tema stellare, Sam... ho bisogno di qualcosa da dirle che sia..."
"Romantico."
"No, carino..." spiegò la latina.
"Oh... beh, posso dirti qualche curiosità..." provò il ragazzo "Tipo perchè i pianeti si chiamano come si chiamano, o stronzate simili...".
"Ecco, ora ci siamo." sorrise soddisfatta la latina.
"Pronta a prendere appunti?"
"Prontissima." sorrise Santana.

Quella sera, sentendosi stranamente benevola, Santana aveva deciso di chiamare Mike per portarlo di nuovo con lei da Harry e non volendo sensi di colpa aveva optato per fare uno squillo anche a Karofsky. Aveva passato la serata a tra qualche birra e qualche chiacchiera con i suoi amici, pregustando ogni minuto in meno che la separava dalla serata con Brittany.
"Pronta per domani sera?" chiese Karofsky sedendo al suo fianco al bancone.
"Cosa ne sai tu di domani sera?"
"Io e Brittany siamo amici." spiegò il ragazzo.
"Ah si?" chiese perplessa la mora.
"Ci conosciamo da anni..."
"E... cosa ti ha detto di domani?" domandò curiosa la mora.
"Ha detto che è molto felice di poter passare un po' di tempo extra con te..." rispose semplicemente il ragazzo.
"Solo questo?"
"Cosa pensavi mi dicesse?" chiese Dave alzando le sopracciglia.
"Sto correndo troppo con la fantasia vero?"
"Accontentati dei piccoli passi, ok?"
"E' solo-" cominciò Santana per poi guardarsi intorno ed abbassare la voce "E' passato davvero tanto tempo dall'ultima persona che mi prese tanto quanto mi prende e piace Britt... E non è facile averla a due centimetri da me quando vorrei poter fare tante di quelle cose..."
Dave sorrise divertito.
"NON quello che stai pensando, pervertito... Parlo delle cose più semplici... E poi non riesco a comportarmi come fosse una qualunque ragazza fidanzata! Con chiunque altro, non me ne farei problema... Ma con Brittany... è come se non volessi mancarle di rispetto, capisci?"
"Wow..."
"Che c'è?"
"Sei davvero una ragazza per bene, allora..."
"A meno che non hai da dire qualcosa di veramente utile, taci Kaforsky. Ok?".
"Quello che voglio dire è che per queste cose ci vuole tempo... L'unica cosa onesta che puoi fare è... farti piacere da Brittany..."
"Farmi piacere?"
"Si, devi... devi piacerle, Santana. In fondo solo in questo modo puoi provare a "smuoverla".... se non lo hai già fatto..."
"Cosa vuol dire se non l'ho già fatto!?" chiese la mora scattando.
"Beh... non puoi sapere cosa frulla per la testa di Brittany..."
"Meno male che ero io quella che correva troppo..." commentò la latina.
"E' una possibilità... chi puo' saperlo?"
"Già..."
"Posso darti un ultimo consiglio?"
"Sto ascoltando..." rispose la mora sorseggiando la sua birra.
"Non pensarci troppo a questa storia... domani sera rilassati, divertiti, passa una bella serata... Non pensare a nient'altro..."
"Posso provarci... se ora farai allo stesso modo andando a scambiare due chiacchiere con Kurt..."
"Avevo intenzione di farlo in effetti..."
"Bene." disse Santana.
"Bene."
"Cosa aspetti?"
"Vado..." replicò Dave alzandosi, andando diretto al tavolo di Kurt.
"A questo punto, credo di poter andare anche io..." si disse fra sè e sè Santana, raccogliendo la sua giacca, per poi passare a salutare velocemente i suoi amici, e tornare con un sorriso verso casa.


Bzzz. Bzzz.
Bzzz. Bzzz.

Santana aprì con molta fatica gli occhi, guardando immediatamente la radiosveglia sul comodino.
"Sono le otto e ventidue minuti! Chi manda messaggi a quest'ora del mattino!?" sbuffò la latina afferrando il telefono.
"Buongiorno! Sei pronta per stasera? xo B."
La mora sorrise leggendo il messaggio, per poi cogliersi in flagrante e sussurrare ancora con un sorriso "Merda... è grave se non mi arrabbio per una sveglia in anticipo...".
"Dimenticavo, prendiamo un taxi? B."
"Taxi?!" esclamò Santana per poi pensare che forse prendere la sua macchina, col suo autista personale e tutto il resto avrebbe potuto mettere in difficoltà una ragazza semplice come Brittany...
"Io sono sempre pronta, Britt ;) e va benissimo il taxi. Ti passiamo a prendere? A che ora? Dove?" rispose Santana aspettando come un adolescente il messaggio di risposta.
"Per le nove e trenta dovremmo essere già dentro... Facciamo otto e quarantacinque? Ti mando l'indirizzo via email! B."
 "Perfetto! Non vedo l'ora che arrivi stasera! :D" scrisse Santana senza rendersi conto di quello che la sua frase poteva implicare per poi scrivere velocemente "ps: mi piace da morire il fatto che firmi ogni tuo messaggio con la "B" :)".
Dopo qualche secondo di silenzio Santana cominciò effettivamente a chiedersi se con l'ultimo commento aveva finito per peggiorare le cose.
"Non risponde. Ecco. Ho rovinato tutto. Sono una cretina, cretina, cretina! Puck è più perspicace di me! Maledizione!"
Bzzz. Bzzz.
La mora si fiondò a leggere il messaggio, sorridendo alle parole della ragazza.
"A me piace da impazzire come metti sempre una faccina ^.^  Ed anche io non vedo l'ora! B."
"Allora ci vediamo alle sette in punto nel luogo che mi indicherai nella tua email, non dimenticartene..."
"Non potrei mai farlo! A stasera! xo B." rispose la bionda facendo sospirare Santana che, rigettandosi sul suo lettone, pregò con tutta se stessa che la serata arrivasse in un batter d'occhio.

La cosa che più piaceva a Santana di un appuntamento, beh, in quel caso di un "incontro", era la preparazione per la serata.
Aveva optato per un abbigliamento killer, per poi rigettare tutto nell'armadio ricordandosi per l'ennesima volta che quello non era un appuntamento, ne una serata rimorchio.
Aveva pensato a Brittany, al suo modo di vestire, sempre così semplice eppure mai troppo sobrio ed alla fine aveva optato per un paio di jeans scuri, una maglietta rossa appena scollata, due semplici orecchini, un punto luce, un leggerissimo trucco ed infine il tocco di classe che sapeva avrebbe fatto centro su Brittany: un semplicissimo paio di converse rosse.
E per una volta dovette ammettere che per quanto i suoi completi, i suoi vestiti e soprattutto i suoi tacchi la facessero sentire sicura di sè, potente e bellissima, niente era fantastico come sentirsi bella in un paio di converse e jeans.

Puntuale, aveva chiamato un taxi e si era diretta verso l'indirizzo indicatogli dalla bionda che, radiosa come sempre, era ad aspettarla con un sorriso sul marciapiede.
Santana scese dal taxi per poterla salutare a modo.
Più di una volta Santana aveva mentito complimentandosi con la ragazza di turno anche se non la faceva veramente impazzire... ma con Brittany il bisogno di mentire era lontano anni luce...
"Sei bellissima!" sorrise Santana avvicinandosi per poi abbracciarla.
"Anche tu lo sei!" rispose la bionda indicando la ragazza di fronte a se, per poi mostrarle le sue converse color verde fosforescente.
"Quelle saranno fantastiche al buio..." esclamò divertita la mora, facendo annuire velocemente Brittany.
"Vieni, prego!" continuò Santana aprendo lo sportello alla bionda che ringraziandola si ficcò nel taxi.
"Sei bellissima..." commentò Santana per poi sorriderle, rendersi conto che glielo aveva detto solamente due secondi prima, e voltarsi verso il suo finestrino per prendere un respiro profondo "E' troppo bella. Non ce la farò mai. E quella maglietta? Poteva venire direttamente in top! Merda, non ce la farò mai a controllarmi."
Santana sentì la mano di Brittany sfiorarle il ginocchio, saltando sul sedile, sorpresa.
"Tutto ok?" chiese muta la bionda.
"Certo!" esclamò Santana in una maniera così esaltata che non sembrava nemmeno lei.
"Ok." sorrise divertita Brittany guardando la strada

Arrivate al planetario Santana si guardò attorno confusa, c'erano una o due coppie che uscivano, ma nessun altro oltre a loro diretto all'entrata.
Entrate nell'edificio, Brittany andò diretta alla reception mostrando quello che sembrava un biglietto. La donna di turno poi disse qualcosa facendo immediatamente scattare Santana, ma prima che la mora potesse avvicinarsi e sentire, Brittany annuì per poi tornare verso di lei.
"Tutto ok?" chiese Santana andando incontro all'amica.
"Possiamo entrare fra cinque minuti." spiego Brittany con i segni.
"Perfetto." sorrise la mora

Sapeva benissimo che Brittany non aveva minimamente bisogno del suo aiuto, sapeva che era perfettamente in grado di cavarsela da sola, eppure quando la donna aveva aperto bocca Santana aveva sentito il bisogno di andare a "soccorrerla", come fosse stato il principe azzurro sul cavallo bianco.
"Posso chiederti-" cominciò Santana, per poi fermarsi e decidere di prendere la lavagnetta realizzando che non era in grado di spiegarsi col linguaggio dei segni.
"Si è incastrata... perfetto..." disse tra sè e sè Santana, cercando di tirare fuori la lavagnetta dalla borsa "Avanti... mi servi questa sera, non farmi questo!"
La latina alzò lo sguardo un momento incrociandolo con quello di Brittany che continuava a guardarla chiaramente divertita.
"Avanti... Avanti!"
sussurrò la latina riuscendo finalmente a scastrare la lavagnetta, ma facendo praticamente esplodere per la stanza l'intero contenuto della sua borsa.
Veloce la mora si inginocchiò a raccogliere il tutto, poi tra i mille insulti che continuava a tirarsi addosso mentalmente, sentì qualcosa di sottofondo.
Brittany stava ridendo.
Brittany stava ridendo e Santana poteva sentirla ridere, poteva sentire finalmente la sua voce piccola e delicata.
Non aveva mai desiderato come in quel momento di avere una di quelle videocamere tascabili, ma quell'espressione, quella risata, quel preciso momento... quelle erano cose che non avrebbe mai voluto dimenticare.
Santana alzò lo sguardo stupita, guardando Brittany che improvvisamente, come accorgendosi che stava effettivamente ridendo, si portò una mano sulle labbra diventando improvvisamente seria.
"No... No! Non smettere di ridere, ti prego non- Ti prego..." sorrise estasiata Santana.
Brittany rispose al sorriso, togliendo finalmente la mano dal suo viso ma non tornò a ridere, anzi si inginocchiò di fronte alla latina per aiutarla.
Ma Santana aveva bisogno di quella risata. Doveva risentirla ancora ed ancora ed ancora.
"Pensi sia divertente? Vedermi fare queste figuracce, eh?" scrisse la latina sorridendo.
Brittany sorrise ancora, divertita, scrivendo "E' che sei goffa!"
"Non sono goffa!" si difese la mora ad alta voce facendo voltare un paio di ragazzi che, dagli sguardi evidentemente divertiti, non la pensavano come lei.
Brittany la guardò scettica, sollevando le sopracciglia a mo' di sfida.
"Ok... forse sono un po' sbadata..." ammise Santana sulla lavagnetta.
Brittany tornò a ridacchiare divertita.
"Ok, fai pure, continua a ridere di me!" scherzò la latina.
"E' divertente perchè sei così... perfetta, che nessuno se lo aspetterebbe da te..." spiegò Santana.
"Perfetta?" si ripetè Santana cercando con tutta se stessa di frenare che un sorriso compiaciuto le spuntasse sul viso.
"Sono tutt'altro che perfetta..." scrisse la mora sorridendo.
"Per questo mi piaci." rispose la bionda, facendo per un momento trattenere il respiro alla latina, per poi rendersi conto del momento imbarazzante e scrivere "Non sei affatto quella che sembri..."
"Quella che sembro?" domandò confusa Santana.
"Pierce?" chiamò la donna alla reception.
"Tocca a noi." sorrise Santana alzandosi, per poi offrire una mano alla bionda che sorridendo si lasciò aiutare.
"Prego." sorrise la donna indicando una porta a vetri.
"Grazie." rispose Santana seguendo Brittany.

La prima cosa che colse l'attenzione di Santana erano i pianeti enormi appesi al soffitto della sala in cui erano appena entrate.
"Woah..." sospirò Santana guardando in alto, per poi continuare a seguire Brittany che era già arrivata nel centro della sala indicando il soffitto.
"Ho visto!" sorrise la mora, ma Brittany scuotendo la testa le fece cenno di avvicinarsi per poi indicare di nuovo il soffitto e far notare a Santana l'enorme vetrata che dal piano di sopra offriva una maxi vista della volta stellata che copriva New York.
"La miseria!" sorrise la latina divertita continuando ad osservare il cielo "Credo che sia la prima volta in sette anni che sono qui a New York che non c'è nemmeno una nuvola a rompere le scatole...".
Poi sentì Brittany prenderle il braccio e curiosa seguì la bionda che sembrava conoscere bene il posto.
"Andiamo di sopra." spiegò la bionda indicando l'ascensore.
"Ok!" sorrise Santana.
"Questa cosa potrebbe piacermi più del previsto..." pensò la latina affacciandosi al secondo piano, continuando a guardarsi attorno curiosa, soffermandosi su ogni immagine e modellino.
Poi sentì un rumore provenire dal centro della sala e vide Brittany piazzare una tovaglia a terra.
"Cosa sta facendo!?" sussurrò Santana confusa avvicinandosi alla bionda che voltandosi verso di lei sorrise per poi riprendere ad apparecchiare.
La latina tirò velocemente fuori la lavagnetta, stavolta evitando di distruggere definitivamente la sua borsa, per scrivere "Cosa stai facendo Britt?!? Non si puo' mangiare nei musei!"
Brittany sorrise divertita scrivendo "Per i prossimi cinquantuno minuti il planetario è nostro e solo nostro, e finchè non ci mettiamo a fare qualcosa di veramente molesto nessuno ci dirà nulla, credimi!".
"Solo nostro!?" chiese Santana confusa, cercando con tutte le forze di mettere da parte la parola "molesto".
Brittany sorrise indicando la stanza.
S
antana sorrise accorgendosi solo in quel momento che erano effettivamente le uniche persone nell'immensa stanza.
"Brittany..." sospirò Santana prendendo la lavagnetta e scrivendo "Quanto ti è costata questa cosa?!".
"Hai dato cinquemila dollari alla mia scuola, non cominciare questo paragone San..." scrisse la ragazza.
"Beh..." sorrise la latina dovendo dare ragione alla bionda, per poi scrivere "E possiamo mangiare qui? Sei sicura?"
Santana continuò a guardare la ragazza confusa, finchè Brittany sospirando non le afferrò la mano trascinandola a sedere vicino a lei, continuando a tirare fuori varie cibarie dalla sua borsa.
"Sandwich al burro d'arachidi!?" esclamò la latina spalancando gli occhi, quasi commossa.
Brittany la guardò confusa non capendo esattamente cosa stesse succedendo nella testa della latina.
"Potrei affogare nel burro d'arachidi! E' la mia cosa preferita al mondo!" spiegò Santana con un sorriso mostrando la lavagna.
"Buono a sapersi..." scrisse Brittany porgendole il sandwich scartato che la latina afferrò immediatamente.
Dopo aver mangiato i sandwich, Brittany ripulì velocemente il pic nic improvvisato per poi invitare di nuovo Santana a seguirla nel centro perfetto della stanza, di fronte alla proiezione del telescopio elettronico.

Fino ad allora Santana non aveva sentito quel senso di insofferenza che di solito la assaliva quando si trovava da sola con Brittany, ma in quel momento, seduta per terra al fianco di Brittany, nel silenzio e nel buio quasi totale della stanza, la mora deglutì nervosamente cercando di non guardare la splendida ragazza vicino a sè.
"No. Non farlo. Guarda le stelle! Guarda come sono belle! Guarda-" continuò a dirsi la latina cercando di non far cadere gli occhi alla sua destra, su Brittany, quasi sdraiata, appoggiata sugli avambracci "No. No. Maledetta luce, perchè deve illuminarle proprio la scollatura- No! Santana! Non farlo!"
Proprio quando stava per voltarsi a guardare la bionda, Brittany prese la lavagnetta scrivendo "Secondo te le stelle quante sono?"
Santana sorrise, ripetendosi in testa le parole di Sam, per poi rispondere "Sono approssimativamente settantamila miliardi. Ma ad occhio nudo se ne possono contare anche tremila in una notte molto buia e molto stellata."
Brittany alzò le sopracciglia sorpresa.
"E sai che i babilonesi e gli antichi greci credevano che Venere fosse in realtà due pianeti diversi?" scrisse ancora Santana cercando di sfruttare il momento.
"Perchè?" domandò la bionda.
"Perchè Venere in determinati periodi è visibile ad occhio nudo prima dell'alba e subito dopo il tramonto, e per loro Lucifero era l'astro del mattino, mentre Vespero era quello della sera." sorrise Santana mostrando la sua lavagnetta.
Brittany sorrise scuotendo la testa.
"Che c'è?!"
"Ti piace l'astronomia?" chiese la bionda.
"Si, sono un'appassionata..." scrisse veloce la mora.
"Un'appassionata di astronomia che non è mai stata ad un planetario?" rispose Brittany sorridendo scettica.
"Beh?" chiese Santana sentendosi sotto pressione.
"Non la bevo, San..." rispose sorridendo per poi aggiungere "Avevamo detto niente bugie...".
"Ok..." sospirò Santana scrivendo "Mi sono fatta fare una veloce lezione di astronomia per poter fare bella figura... volevo essere interessante..."
Brittany sorrise, quasi aspettandosi quella risposta, per poi voltare la lavagnetta "Ma tu sei interessante!"
Santana piegò la testa di lato, dubbiosa.
"Non mi interessa se conosci tutte le costellazioni dell'universo! Sei interessante perchè sei come sei!" insistette Brittany.
"Non sai niente di me, praticamente...".
"Allora dimmi di te."
"Cosa?" chiese Santana.
"Cosa ti piace fare? Qual'è il tuo posto preferito al mondo... cose così!" sorrise Brittany.
"Io-..." cominciò la mora pensandoci su.
"Cosa fai nel tuo tempo libero? Quali sono i tuoi hobby?" scrisse la bionda incoraggiandola.
"Beh..." sorrise Santana "Mi piace collezionare."
"Collezionare cosa?"
"Cd, dvd, poster, cappelli e..." disse la latina interrompendosi per poi scrivere a tratti "Immagini che... si attaccano... su album..."
"Foto?"
"Figurine..." scrisse velocemente Santana arrossendo, guardando con la coda dell'occhio l'espressione perplessa di Brittany.
"Figurine?" disse muta la bionda cercando di trattenere le risa.
"Figurine." ripetè Santana evitando di guardarla.
"Figurine di cosa?" scrisse Brittany avvicinandosi alla mora così da potersi passare più velocemente la lavagnetta.
"Baseball... film... telefilm..." scrisse Santana per poi aprire la borsa e tirare fuori un pacchetto di figurine, per passarlo a Brittany.
Appena la bionda posò gli occhi sull'involucro, guardò per un istante Santana cercando di capire se era davvero seria.
Brittany voltò le figurine verso la latina per poi indicare il titoletto della collezione "Gli animali della fattoria.", e chiedere "Davvero!?"
"Già..." annuì la mora con un sorriso imbarazzato.
Fu allora che Santana sollevò gli occhi, sentendo di nuovo la risata di Brittany.
Rideva e rideva di gusto, come se non avesse mai riso così in tutta la sua vita.
Santana si trovò inconsapevolmente a ridere a crepapelle con la bionda.
Non sapeva perchè stesse ridendo, forse perchè aveva appena rivelato alla ragazza che le piaceva che collezionava le figurine degli "Animali della fattoria" e rischiava ora di non avere più nemmeno mezza chance... ma quando tornò a guardare il viso della bionda, con quelle guance paonazze così in contrasto con quegli occhi azzurri e quella pelle chiarissima, capì perchè stava ridendo.
Era semplicemente felice di poter vedere quella che era la vera Brittany, quella che non nascondeva una risata dietro un sorriso per paura di far sentire la sua voce.
Sapeva che forse era sbagliato e che rischiava di metterla in imbarazzo, ma doveva farlo.
Santana si avvicinò a Brittany stringendole la mano cercando di ottenere la sua attenzione, per poi guardarla dritta negli occhi e dire con un sorriso "Hai la più bella risata che abbia mai sentito, Brittany. Non pensare mai più di tenermela nascosta, o dovrò ricorrere a metodi poco piacevoli...".
Brittany annuì seria rispondendo con un imbarazzato "Grazie, Santana".
Dopo qualche secondo di silenzio Santana scrisse "Vuoi aprire la bustina?"
"Posso?" chiese in silenzio Brittany.
"Prego!" sorrise la mora.
Brittany aprì velocemente la bustina, proprio come avrebbe fatto una bambina, estraendo una figurina alla volta per mostrarla a Santana.
Un maialino. L'ennesimo.
Un coniglietto.
Un piccione.
Un coniglietto in posa chic.
Poi gli occhi di Brittany si illuminarono guardando ripetutamente Santana e la figurina fra le sue mani.
"Cos'è?" chiese Santana curiosa.
Brittany non le rispose, prese velocemente la lavagnetta per poi scrivere "Siamo io e te!" e  voltare la figurina (
--> http://i42.tinypic.com/2w1yyas.jpg).
Santana cercò di resistere e di mantenere la sua facciata, ma quando Brittany le si avvicinò mostrandole ancora una volta l'evidente somiglianza, o quanto meno corrispondenza, la mora non riuscì a trattenere ancora il sorriso che stava combattendo.  
"Sono carine vero!?" scrisse ancora Brittany.
"Carine?" scrisse Santana lasciando confusa la bionda per poi aggiungere "Fantastiche vorrai dire...".
Brittany guardò l'orologio, notando che mancavano solo 6 minuti al termine del loro turno.
"Dobbiamo iniziare a raccogliere le nostre cose." spiegò Brittany porgendo le figurine alla mora.
"No, puoi tenerle..." sorrise Santana "Come ricordo di questa serata..."
La bionda sorrise, portandosi le mani sul cuore, per poi inginocchiarsi a prendere qualcosa dalla sua borsa.
Brittany mostrò a Santana quello che sembrava un libro, per poi aprirlo ed indicare la scritta sulla prima pagina "Diario.".
"Hai un diario?" chiese Santana.
"Mi piace avere un posto dove raccogliere pensieri e ricordi." spiegò la bionda per poi aprire la prima pagina bianca e scrivere "Diciotto ottobre duemilaventuno. Hayden planetarium. Santana ed io in fattoria.".
Brittany si voltò verso Santana porgendole la figurina per poi indicare il punto dove doveva attaccarla.
Dopo aver meticolosamente sistemato la figurina, Brittany mise la sua firma alla fine della pagina, per poi avvicinare il diario alla mora e passarle la sua penna.
"Ecco fatto!" sorrise Santana guardando soddisfatta l'ultimissima pagina del diario di Brittany, di cui ora faceva orgoglisamente parte, per poi voltarsi a guardare Brittany praticamente poggiata alla sua spalla, così vicina a lei che poteva sentire il profumo della sua gomma alla frutta... solo qualche millimetro ed avrebbe potuto sentirne il sapore se solo avesse avuto un po' di coraggio, o forse stupidità, in più.
Brittany si voltò a guardarla proprio in quell'istante e Santana spostò velocemente lo sguardo dalle labbra della bionda ai suoi occhi azzurrissimi.
"No. No. No. Non guardarla negli occhi!" si disse cercando disperatamente di darsi ascolto, ma quando si rese conto che Brittany si stava lentamente avvicinando, e non era una sua impressione, Santana mise da parte ogni altro pensiero al di fuori della fantastica ragazza che aveva di fronte.
Era a due centimetri, non più, dalle labbra di Brittany quando le sembrò di sentire qualcosa vibrare e fu allora che la bionda si staccò di colpo portandosi le mani in tasca alla ricerca del telefono.
"Dobbiamo andare..." disse Brittany con il linguaggio dei segni, passando oltre Santana, cercando di evitare ogni contatto visivo con lei.
"Merda, merda, merda! Cosa ti ho fatto di male!?" sussurrò Santana guardando il cielo attraverso l'immensa finestrona della stanza "Un giorno, molto in là, ti garantisco che ci faremo delle belle chiacchiere a quattrocchi..."

Uscite dal planetario le due ragazze continuarono ad evitarsi quanto più possibile, troppo imbarazzate dal quasi-bacio per poter sostenere una conversazione. Santana chiese a Brittany cosa voleva fare, e proprio quando le stava per proporre di andare con lei da Harry, la bionda ricevette un messaggio che le fece storcere la bocca.
"Cosa?" chiese Santana curiosa.
"Artie..." spiegò a segni "Chiede se vogliamo vederci più tardi."
"Oh..." sospirò la latina per poi proporle "Se vuoi chiamo un taxi e ti accompagno..."
Brittany sospirò chiudendo gli occhi un istante per poi afferrare velocemente la lavagnetta e scrivere "Mi dispiace, Santana, mi sarebbe piaciuto passare la serata insieme...".
"Non fa niente..." mentì la latina cercando di suonare credibile "Andiamo, chiamo un taxi."

A casa della bionda non c'era ancora traccia di Artie, anche se avevano impiegato quasi quaranta minuti per districarsi nel traffico newyorchese, così Brittany alzando le spalle propose a Santana di salire.
Un'altra mezzora era passata, ma di Artie ancora nessuna notizia.
"Bella casa..." cominciò Santana cercando di far conversazione.
Brittany sorrise spiegando "Lo hai già detto tre volte..."
"Beh, vuol dire che è una casa veramente molto bella..." rispose Santana andandosi a sedere sul divano vicino a Brittany che aveva un'espressione a metà fra il triste ed il rassegnato.
"Non credo che verrà più." annunciò la bionda sulla fedele lavagnetta.
"Cosa te lo fa pensare?"
"Fa sempre così."
"Ti da appuntamenti che non rispetta?" chiese la latina confusa.
"Si assicura che in caso di serata noiosa con gli amici ha almeno un altro passatempo sicuro..." scrisse Brittany, per poi alzare le spalle come a dire che non era importante.
Santana non riuscì a non scuotere la testa sussurrando "Che stronzo...".
"Già..." scrisse Brittany facendo spalancare gli occhi a Santana che subito cercò di scusarsi "Mi dispiace Brittany- Non volevo- Cioè volevo ma non volevo che-".
"Non importa..."
sorrise la bionda "E' vero...".
"Perchè stai con lui allora?" chiese Santana prima di poter passare le sue parole al filtro mentale che di solito utilizzava.
Brittany rimase un momento bloccata a guardare Santana, per poi alzarsi di colpo, imbarazzata.
Santana non si sarebbe scusata stavolta, ma capendo che la serata era giunta per entrambe al capolinea si alzò scrivendo sulla lavagnetta "Credo sia arrivata l'ora di andare...".
"Grazie per la serata." rispose Brittany sincera.
"Grazie a te..." scrisse di nuovo Santana.
Un'altra sera si sarebbero salutate con un abbraccio, breve, ma con un abbraccio.
Santana sapeva che quella sera non sarebbe successo, non dopo il quasi-bacio... così si limitò a prendere la sua giacca di pelle e dirigersi verso la porta, per poi fermarsi e salutare Brittany con la mano, ottenendo una risposta pressochè identica.

Chiusa la porta Santana alzò lo sguardo prendendo un respiro profondo, per poi ficcarsi la giacca, e cercare il telefono nella sua borsa. Dopo aver chiamato il terzo taxi della serata la mora, posando il telefono prese l'ipod ficcandosi astiosamente le cuffie nelle orecchie portando il volume al massimo, come faceva ogni volta che aveva bisogno di sfogare un po' di stress, cominciando a camminare verso le scale.

"Santana!" esclamò Brittany, utilizzando per la prima volta da quando si conoscevano la sua voce,
sperando di far voltare la mora.
"Santana?" riprovò la bionda portandosi una mano sulla gola per capire se stava emettendo davvero qualche suono.
Quando notò l'ipod nella mano destra della mora Brittany capì e si avvicinò velocemente alla mora afferrandola per il polso, fino a voltarla verso di sè.
Santana non ebbe il tempo di realizzare cosa stava succedendo.
La musica nelle orecchie, il trovarsi improvvisamente con spalle al muro, e Brittany a qualche centimetro da lei, erano tutte cose che le rendevano difficile mettere in fila dei pensieri sensati.
"Britt-" cominciò Santana per essere interrotta dalle labbra di Brittany sulle sue.

Brittany la stava baciando.
E non era un casto bacio della buonanotte... era un bacio vero, profondo, affamato.
Era uno di quei baci che sembrano voler consumare l'altro fino a non farne rimanere nulla.
Santana lasciò cadere l'ipod per poter portare entrambe le mani fra i capelli della ragazza, cercando a sua volta di guidare le labbra di Brittany, ma prima che potesse effettivamente fare la minima mossa, la bionda si staccò velocemente prendendo un respiro spezzato, per poi tornare di corsa in casa
e sbattere la porta alle sue spalle.

Santana si portò le dita sulle labbra, quasi a controllare che non avesse appena sognato il tutto. Ed era li.
 Il sapore di Brittany era ancora lì, non era affatto un sogno... era sucesso per davvero, si disse la mora sorridendo, per poi realizzare che Brittany era letteralmente fuggita a barricarsi in casa sua.
Solo allora Santana capì che forse la cosa non era interamente positiva.
Così prendendo l'ennesimo respiro profondo della serata, Santana tornò a dirigersi verso le scale con un nuovo milione di pensieri per la testa.


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Gioisci, o popolo! xD
Ce l'ho fatta!

Spero di essermi fatta perdonare con la lunghezza del capitolo e con i nuovi risvolti ;)

No seriamente, non so come scusarmi, ma la vita vera mi ha un po' inghiottito questi ultimi dieci giorni e temo che non andrà meglio la prossima settimana... cercate di avere un po' di pazienza.
Cmq problemissimi a parte, visto come vi ho lasciato, cercherò di essere una scrittrice decente ed aggiornare più o meno presto...

Grazie a tutti e ripeto, TUTTI, voi che commentate in primisi xD e a tutti gli altri che hanno aggiunto la storia ai preferiti/seguiti/ricordati ed a tutti coloro che si fermano anche solamente a leggere...

Un abbraccio super immenso ed ancora grazie!

Northstar


http://twitter.com/#!/NorthStar_Efp



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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


boh "Posso sapere perchè mi hai fatto venire in qui un'ora prima? Avevo appuntamento col consiglio d'amministrazione alle dodici..." domandò annoiata Quinn.
"Devo dirti una cosa..." spiegò Santana sprofondando sulla sua poltrona.
"Ok. Conosco quel tono. Sei scomparsa da venerdi ed improvvisamente mi dici che devi dirmi una cosa... Cosa hai combinato stavolta?! E non dirmi che sono di nuovo guai con la legge perchè stavolta-"
"No, niente legge tranquilla..." rispose velocemente la mora.
"Bene, sentiamo allora."
"Beh... vedi..." balbettò la latina "Venerdì sera al planetario cioè- in realtà nel corridoio del suo condominio io- anzi... ehm..."
"Vuoi impiegarci tutta la mattina o vuoi andare al punto?" la interruppe la bionda.
"Ok." cominciò Santana prendendo un respiro "Venerdì sera Brittany mi ha baciato e poi è corsa a rintanarsi nel suo appartamento."
"Che vuol dire "è corsa a rintanarsi nel suo appartamento"?"
"Vuol dire che è tornata in casa subito dopo avermi baciato... Bam! Un secondo era addosso a me, quello dopo dentro casa sua..."
"Chi a era addosso chi?!" esclamò Puck spalancando la porta dell'ufficio.
"Cosa ci fai tu qui!? Sbaglio o ti avevo chiesto di andarmi a comprare del gelato artigianale!?" sbraitò la latina.
"E ci sono andato, ma di lunedì il negozio è chiuso Santana."
"Merda!"
"Ora ti dispiace ripetermi il tutto?" chiese Puck sedendosi vicino a Quinn.
"Non ripeterò un bel niente, non sono affari che ti riguardano Puckerman..."
"Oh, certo! Quinn puo' sentire i resoconti delle tue serate ed io, io il tuo migliore amico, il tuo "lesbro", non posso!?"
"Lesbro!?" sbottò Santana con un sorriso "Dove l'hai imparata questa?"
"Non ha importanza, voglio sapere tutto!" insistette il ragazzo.
Santana annoiata guardò Quinn invitandola a spiegare il tutto a Puck.
"Ha baciato Brittany e lei si è andata a chiudere in casa subito dopo."
"Non sono stata io a baciarla! E' stata LEI a baciare ME! Così mi fai sembrare una pervertita che non sa quando baciare o meno una ragazza! E' stata lei!"
"Woah... cosa le hai fatto?" domandò Puck corrugando le sopracciglia.
"Ho semplicemente risposto al suo bacio..." rispose Santana annoiata.
"Sei sicura di non aver sviluppato la sindrome della mano aliena?" chiese il ragazzo sollevando le sopracciglia.
"Di cosa diavolo stai parlando Puck?" 
"Beh... sai, la mano del Dottor Stranamore, che ha una mente tutta sua ed agisce di conseguenza?"
"Continuo a non capire..."
"Beh, sai... di mi è successo spesso... che magari... vedi, quando sono particolarmente preso... insomma... Perdo totalmente il controllo dei miei arti e finisco per... affrettare un po' le cose..."
Santana sollevò le sopracciglia scioccata, per poi guardare Quinn e dirle "Sei consapevole del fatto che convivi con uno psicopatico bipolare con primi, ed alquanto evidenti, segni di schizofrenia?"
"Non me ne parlare..." sbuffò la bionda.
"Beh? E' andata così?" insistette Puck.
"A differenza tua, Puckerman, io ho imparato a controllarmi molto molto molto tempo fa..."
"E' un no, quindi."
"E' decisamente un no." spiegò la latina.
"Allora cosa hai fatto?"
"Non ho fatto nulla! Sono riuscita a malapena a sfiorarle i capelli e si è allontanata!"
"Mmm... Almeno è stato un bel bacio?" chiese il ragazzo sorridendo.
"Smettila." replicò Santana arrossendo.
"E' stato un bel bacio..." disse Puck tirando le conclusioni "Come è stato? Cinquanta lingua, cinquanta labbra? Trenta lingua, settanta labbra?"
"Sei serio?" sbottò Quinn.
"Che c'è?"
"Smettila! Puoi fare queste domande a Sam non a Santana!"
"E perchè no?!" protestò Puck.
"Perchè... beh, perchè queste sono il tipo di domande su cui io ho l'esclusiva in quanto effettiva migliore amica e suo avvocato."
"Effettiva migliore amica?! Ero io quello che la sosteneva quando eravate nemiche-amiche al liceo!"
"Ah si!? Perchè pensavo che eri impegnato a "sostenere" me, nello stesso periodo..." obiettò la bionda.
"Ma non è di questo che stavamo parlando..." provò Puck, capendo di essersi cacciato in un brutto argomento.
"Infatti." riprese Santana "Cosa devo fare?"
"Chiamala!" esclamò Puck.
"Ignoralo." consigliò Quinn "Fai come faccio io, immagina la sua voce come il dolce cinguettio primaverile..."
"Questa è grandiosa, Q..." sorrise la latina.
"Cosa ho detto di male questa volta?"
"Non puo' sentirmi, Puckerman! La chiamo e poi?" speigò Santana
"Oh..."
"Già!"
"Beh, sai dove vive... puoi sempre andare da lei..." riprovò il ragazzo.
"Certo. Da brava maniaca-stalker mi presento alla sua porta e le chiedo se vogliamo parlare, ma sul corridoio del condominio, così se vuole riprovarci puo' tranquillamente correre a barricarsi di nuovo in casa!"
"Nah.. non è la cosa migliore da fare..." disse Quinn concordando con Santana per poi aggiungere "Chiedile se vuole prendere un caffè con te..."
"Quando?"
"Perchè non oggi? Meglio tagliare la testa al toro... queste cose vanno chiarite prima che diventino troppo complicate..." insistette la bionda.
"E se-" cominciò Santana corrugando le sopracciglia "E se mi allontana?"
Quinn guardò Puck in silenzio, sperando per una volta che avesse qualcosa di idiota da dire, ma il ragazzo si limitò ad alzare le spalle e dire "E un rischio che devi correre... Io lo farei..."
"Tu, Quinn?"
"Anche io lo farei..."
"Ed allora è quello che farò..." disse decisa la latina.


Aveva aspettato l'orario del termine delle lezioni prima di mandarle un sms, a cui Brittany aveva immediatamente risposto con un "Quando ci vediamo? B-".

Santana le aveva poi detto ora e luogo sperando in una risposta magari più articolata, ma ancora una volta la bionda si limitò a risponderle con un "Ok. B-".

La mora rimase ad aspettarla fuori dal locale, passeggiando nervosamente su e giù per il marciapiede, finchè non la vide avvicinarsi in lontananza.
Bella come al solito, i capelli mossi dal vento, la borsa enorme che portava sempre con sè, ed un espressione tesa almeno quanto la sua.
"Ehi!" provò Santana sorridendo.
Brittany le rispose salutandola con la mano, rispondendo ovviamente al sorriso nervoso.
"Vieni, ho già preso un tavolo..." spiegò Santana facendole cenno di entrare.
Non avevano parlato praticamente che di sciocchezze fino a che la cameriera di turno non aveva portato loro le ordinazioni.
"Allora..." cominciò Santana più fra sè e sè che rivolgendosi a Brittany, cercando di fare chiarezza sulle cose che doveva dirle.
Quando pensò di aver trovato il punto di partenza, prendendo la lavagnetta scrisse "Venerdì, al planetario, è stata una bella serata non trovi?"
Brittany sorrise, sinceramente stavolta, per poi rispondere "E' stata fantastica! Dovremmo farlo di nuovo!"
"Al planetario?" chiese Santana.
"Dove vogliamo." scrisse ancora la bionda.
E di nuovo Santana dovette decidersi a rompere il silenzio "Poi si è presentato?".
Brittany sembrò irrigidirsi un istante, per poi prendere un respiro e fare cenno di no con la testa.
"Capisco..." commentò Santana.
"Non è come sembra..." scrisse velocemente Brittany.
"Non ho detto nulla..." ripose la mora per poi alzare le mani, a sua difesa.
"E' un bravo ragazzo." insistette la bionda.
Santana sollevò le sopracciglia per poi scrivere "E' una cosa che ti dici spesso?".
Brittany spalancò la bocca non aspettandosi che Santana potesse diventare così diretta.
"Non fraintendermi, ma un ragazzo che ripetutamente da appuntamenti alla propria ragazza per poi non presentarsi, non mi sembra esattamente un bravo ragazzo.".
"Nessuno è perfetto..." rispose semplicemente la ragazza.
"No, certo che no..." scrisse Santana decidendo di far cadere l'argomento.
Sapeva che non sarebbe finita bene continuando su quella linea, ma d'altro canto l'altro argomento per cui le aveva chiesto di incotrarla non era certo più sicuro e tranquillo.
Ma ripensando alle parole di Quinn e Puck, temendo il fatto che la cosa potesse crescere troppo e sfuggirle dalle mani, Santana prese la penna scrivendo "Vogliamo parlare di quello che è successo o faremo semplicemente finta che non sia mai successo?".
Appena Brittany lesse la lavagnetta abbassò lo sguardo scuotendo la testa.
"Bene. Era tutto quello che volevo sapere. Ora possiamo tornare ad essere amiche come prima..." scrisse velocemente la latina, cercando di non mostrare la delusione.
"Non volevo dire questo." cominciò Brittany mordendosi le labbra, per poi continuare "Credo che abbiamo commesso uno sbaglio..."
"Abbiamo?" scrisse Santana "Perdonami ma io ho avuto modo di fare ben poco, e quel ben poco non è stato uno sbaglio per me..."
"Sono impegnata Santana. Per me è stato uno sbaglio. Mi dispiace.".
Santana sorrise sardonica, scuotendo la testa in disappunto.
"Non è per questo. Non è per Artie. Non l'avresti fatto per niente allora."
"Non è così."
"Cos'è allora gay panic?" insistette la latina fissando la ragazza di fronte a lei.
Brittany sorrise divertita "Non sei la prima ragazza della mia vita, Santana..."
"Allora cosa? Cos'è che ti spaventa tanto?"
"Non ha importanza, davvero." rispose Brittany.
"E invece ce l'ha eccome! Cos'è che rende così importante e prezioso Artie? Cos'è che ti fa credere che sia così necessario per te?"
"Tu non lo conosci. E non conosci nemmeno me." scrisse Brittany guardando seriamente la mora.
"Hai ragione. Non conosco lui e non conosco nemmeno te. E non ho la benchè minima intenzione di mettermi in mezzo ad una storia d'amore così pura e spontanea!" scrisse Santana lasciando cadere la tavoletta di fronte a Brittany, che senza scomporsi troppo scrisse "Devo andare.".
"Non preoccuparti per i caffè." rispose la mora voltandosi a guardare dall'altra parte del locale.

Subito dopo aver pagato, Santana uscì dal locale e prendendo un respiro digitò il numero di Quinn.
"Allora?" chiese immediatamente la bionda.
"Ho bisogno di un nuovo posto dove svolgere le ore di servizio pubblico. Possibilmente un posto in cui non è necessario lavorare a stretto contatto con altra gente."
"Oh..." sospirò Quinn delusa "Posso fare qualcos'altro?"
"Si. Avverto in ufficio che mi prendo una settimana di vacanza..."
"Santana non dirmi che ricominc-"
"Ci vediamo lunedì Q." rispose la mora attaccando per poi dirigersi e fare l'unica cosa che sapeva fare quando la vita decideva di mostrarle le spalle: mostrarle le spalle a sua volta, nel suo appartamento, circondata da tanto, tanto, alcool.

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Mike e Dave erano ormai parte integrante del gruppetto da Harry.
Da quando Santana aveva cominciato a portarli con sè, e da quando i due avevano stretto amicizia con tutti gli altri (specialmente con Tina e Kurt), i ragazzi erano sempre più presenti nel piccolo pub.
"Posso farvi una domanda?" cominciò Mike scambiandosi uno sguardo consapevole con Dave.
"Certo!" risposero i ragazzi.
"Dave ed io... ci stavamo chiedendo che fine avesse fatto Santana... Insomma oltre ad aver cancellato i nostri appuntamenti, non si è fatta vedere nè lunedì, nè martedì nè ieri ed evidentemente nemmeno stasera..."
Gli altri abbassarono lo sguardo alla menzione della latina.
"Insomma, sappiamo di non essere ancora "nel gruppo", ma siamo preoccupati. In fondo è lei la nostra amica tra voi... "
"Santana..." cominciò Quinn, quasi per abitudine, occupandosi della sua immagine "Sta passando un periodo spiacevole..."
"Cosa è successo?" chiese Dave preoccupato.
"Lutto in famiglia?" provò Mike.
"No... non proprio..." rispose la bionda cercando sostegno negli occhi degli amici.
"Oh, finiamola con le stronzate..." sbottò Sam poggiando la sua birra sul tavolo "Proprio quando le cose con Brittany sembravano mettersi sulla buona strada, la biondina ha deciso di tornare sui suoi passi e quindi direttamente sulla cara sedia a rotelle del fidanzato. Santana non l'ha presa affatto bene ed ora è probabilmente a casa a bersi l'anima."
"E-" cominciò Dave cercando di formulare in maniera decente i suoi pensieri "Perdonate la franchezza... ma non avete intenzione di fare... nulla?"
"Buona fortuna." sorrise Puck tirando fuori dalla tasca le chiavi dell'appartamento della mora, seguito praticamente da tutti gli altri ragazzi.
"E' intrattabile..." spiegò semplicemente Sam.
"Non è intrattabile... è solo il suo modo di convincersi che va tutto bene. Stare sola... e bevicchiare...".
"Se posso dire la mia, cosa che intendevo fare anni orsono..." cominciò Rachel.
"Oh, ecco che riparte col comizio elettorale..." sorrise Mercedes guardando Kurt.
"Santana a mio modesto parere, ha decisamente un problema legato all'abuso di alcool e se non altro ha bisogno di un abile e perspicace psicanalista che la aiuti perlomeno a superare i suoi problemi di relazione con la vita... In quanto all'alcool suggerirei invece la permanenza in una clinica di rehab..."
"Non ha bisogno di uno psichiatra nè di una clinica..." la difese Puck incontrando degli sguardi incerti.
"Ha solo bisogno di... qualcuno che le tiri fuori la testa dal culo..." spiegò il ragazzo per poi guardare Kurt e dire velocemente "Nessuna offesa, amico..."
Kurt guardò Mercedes confuso, facendo finta di non aver sentito nulla.
"E chi sarebbe questo qualcuno?" chiese Finn cercando di capire se era solamente lui a non aver capito, come al solito, o se la domanda era priva di risposta.
"Noi siamo il qualcuno che deve tirarle la testa fuori dal culo." disse decisa Quinn.
"Esattamente!" esclamò Puck galvanizzato stringendo la bionda a sè.
"E quale sarebbe esattamente il piano?" sorrise scettica Mercedes "Facciamo irruzione nel suo appartamento, schiviamo una ad una le bottiglie di birra che ci scaglierà contro e poi la chiudiamo in una stanza con Rachel ed i suoi discorsetti? Andiamo, non funzionerebbe da sobria, figuriamoci nello stato in cui sarà ridotta a quest'ora.".
"Beh... non c'è un piano in effetti..." spiegò Quinn "Ma dalla nostra parte abbiamo la superiorità numerica, sarà già qualcosa, no?"
"Contro Sanciucca?" sorrise Finn ironico "Non abbiamo chance...".
"Beh, io vado. Voi fate come volete." disse Puck alzandosi e prendendo Quinn per mano.
"Io vengo con te." annuì Sam, seguito da Mike e Dave, ed infine da tutti gli altri.

"Ok." Cominciò Quinn appena fuori dall'appartamento della latina "Per primi entreremo io Puck e Sam-"
"Perchè non poss-" cominciò Rachel cercando di protestare.
"Perchè non possiamo Broadway non sopporterebbe la tua prematura scomparsa..." rispose Quinn lasciando compiaciuta Rachel, per poi ripetere "Tutti pronti?"
Puck si lasciò sfuggire una piccola risata, che gli attirò addosso gli sguardi degli altri.
"E' solo che sembra tanto una festa a sorpresa... potevamo almeno portarle una torta!" spiegò il ragazzo, per essere bellamente ignorato dagli amici.
"Bene, dopo questa perla, direi che possiamo entrare. Io vado verso sinistra, voi fate il giro di destra." spiegò Quinn.
Dopo qualche passo all'interno dell'ampio appartamento Sam spalancando la bocca in un'espressione schifata commentò "Dio! Cos'è questa puzza?!"
"La sento anche io..." cominciò Puck "Oh Dio e se stavolta è davvero morta?! Così morta che ha cominciato a puzzare?!".
"E' incenso, ritardati." spiegò Santana affacciandosi dal soppalco "Ora volete dirmi cosa ci fate in casa mia o devo denunciarvi per violazione di proprietà privata?"
Sam guardò un istante Puck, che mostrando un sorriso si limitò a dire "Sorpresa...?"
"Santana?" cominciò Quinn spuntando dall'altro lato dell'atrio.
"Quinn!? Cosa ci fai tu qui!? Davvero sei con loro!?"
"Non sei ubriaca..." sorrise felicemente stupita la bionda.
"No, ma se vuoi ci metto poco a rimediare..." replicò la latina annoiata, per poi aggiungere "Si puo' sapere cosa ci fate qui!?" 
"Noi... beh, noi tutti avevamo pensato che potessi avere bisogno di un po' di... sostegno..."
"Noi tutti, chi?"
"Entrate, non è ubriaca nè armata..." disse Puck facendo cenno agli altri di avvicinarsi.
Santana spalancò la bocca guardando l'intero gruppetto entrare nel suo appartamento.
"E' uno scherzo vero?" sorrise la mora per poi aggiungere "E' decisamente uno scherzo, e sapete da cosa capisco che è per forza uno scherzo? Dal fatto che mi avete portato in casa Berry ed il lumacone al guinzaglio."
"Santana non-" cominciò Rachel per essere gelata da uno sguardo cagnesco di Quinn "-Non pensare che non ci preoccupiamo per te nonostante le nostre piccole avversità..."
"Comincio a domandarmi perchè ho deciso di non bere proprio questa sera... Sarebbe stato tutto più divertente ora..." rispose Santana decidendosi a scendere, per poi fare cenno agli amici di sedersi nell'enorme salone.

"Allora..." riprese la latina "Immagino che tutti sappiate minimamente la storia, altrimenti non sareste qui in questa inaspettata quanto indesiderata visita..."
"Non sappiamo cosa è successo lunedì..." spiegò brevemente Tina.
"E' successo che Brittany ha ritenuto quel bacio uno sbaglio. Perchè lei sta con Artie ed Artie è un bravo ragazzo che la tratta come uno straccio. E nonostante ciò continua a difenderlo anche se è evidente anche a lei il fatto che lui sia uno stronzo nemmeno lontanamente alla sua altezza."
I ragazzi continuarono a guardarsi confusi.
"Lo so a cosa state pensando. "Santana non avrà problemi a trovarsene un'altra."... Ma non stavolta. Non come lei. Se ne parlo in questo modo, anche voi beoti riuscite a capire quanto è speciale..."
"Wow..." sospirò stupito Kurt.
"Che c'è sei l'unico che conosce il significato di "beoti"?".
"No... wow, deve essere una su un milione per farti questo effetto..." continuò il ragazzo.
"Già ed è anche una di qualcun altro... quindi..."
Solo in quel momento Santana si accorse della presenza di Dave, e sorridendo chiese "Cosa hai da dire te su tutto questo? Infondo sei la linea di confine... Ti ha detto qualcosa lei?"
"Niente. Mi ha praticamente evitato."
"Bene! Forse capisce di avere torto marcio..." insistette la latina per poi chiedere "E di Artie? Cosa mi dici?"
"Non è cattivo... è solo... sempre concentrato su di sè, i suoi impegni, i suoi mille problemi... forse è per questo che Brittany sta bene con lui... Il concetrarsi sui suoi problemi le fa dimenticare i suoi..."
"Non è così superficiale..." la difese la latina "E' solo che mi brucia il fatto che stia con quel tizio che non è alla sua altezza, non è per lei è... lei è troppo!"
"Oh avanti Santana, dici sempre che nemmeno Finn è all'altezza di Rachel..." sorrise Mercedes.
"Lui almeno la rispetta." sbottò Santana con un sorriso amaro "Non le da appuntamenti a cui non si presenta e non la tratta come fosse uno stupido  cagnolino muto da mostrare al braccio... Come è stato quella sera alla cena... Non è giusto...".
I ragazzi si trovarono ad annuire alle parole della ragazza.
"Sei sicura di non voler tornare alla scuola?" chiese Quinn.
"Se deve guardarmi con l'aria pentita e colpevole preferisco continuare a raccogliere fazzoletti, preservativi e lattine al parco..." spiegò Santana.
Dopo qualche minuto di silenzio la latina si decise a parlare "Visto che siete venuti fin qui, posso almeno... offrirvi qualcosa?"
"Non ci credo..." sorrise Sam "Non solo non è ubriaca persa, ma si sta comportando in maniera educata!"
"No, sto cercando di farvi sloggiare, in maniera educata. Questa è la prassi. Vi offro qualcosa, si chiacchiera ancora cinque minuti, e poi ve ne tornate al bar visto che sono solamente le dieci, lasciandomi sola soletta a godermi qualche vecchio film..." spiegò la mora.
"Allora io prendo una birra!" rispose per primo Puck.
"Sapete dove è la cucina... vi aspettavate davvero che vi servissi? Non ho una targhetta con su scritto Harry..." replicò la latina dirigendosi per prima verso la cucina.

Come promesso, dopo essersi ampiamente serviti dal maxi frigorifero della latina, i ragazzi cominciarono a prepararsi per tornare al pub.
"Sicura di star bene?" chiese Quinn prima di uscire.
"Te l'ho detto Q... So prendermi cura di me..." rispose per l'ennesima volta quella sera la latina.
"Non verrai in ufficio domani però..."
"Niente affatto! Mi sono presa una settimana di ferie ed ho intenzione di sfruttarla..." spiegò Santana con un sorriso.
"Ma verrai da Harry domani sera, non è vero?" insistette Quinn.
"Vedremo..." rispose vaga la mora, per poi essere praticamente attaccata da un abbraccio della migliore amica.
"Passerà anche questa, vedrai..." si limitò a dire la bionda.
"Già..." annuì Santana rispondendo per un istante all'abbraccio.
"Allora ci vediamo domani da Harry..." sorrise ancora una volta Quinn prima di uscire e raggiungere il gruppo.

Chiusa finalmente la porta, Santana tornò a sdraiarsi sul suo lettone accendendo di nuovo la tv, ficcandosi beata sotto le coperte. Ma puntualmente, qualche minuto dopo, sentì suonare ancora il campanello.
Lentamente, scese di nuovo le scale del soppalco per poi cominciare "Puck, se sei qui per scroccare un'altra birra giuro che-".

Non era decisamente Puck

"Brittany?" cominciò Santana confusa.
La bionda si limitò a sorridere per poi scrivere "Non dovresti aprire la porta così, senza nemmeno chiedere chi è... potevo essere un malvivente...".
Santana prese delicatamente la lavagnetta dalle mani della bionda, per poi scrivere "Per questo abbiamo un portiere... ti hanno fatto entrare loro?"
Brittany annuì cominciando a chiedersi se Santana l'avrebbe fatta entrare prima o poi.
"Cosa ci fai qui, Brittany? Sono stati i miei amici a chiamarti?" chiese la latina.
La bionda scosse velocemente la testa "Non sei venuta nè martedì, nè giovedì... cominciavo a preoccuparmi. E poi..." terminò per poi frugare nella borsa e tirare fuori un paio di manciate di pacchetti di figurine degli "Animali della fattoria".
Santana sorrise scuotendo la testa per poi farle finalmente cenno di entrare.
Brittany dopo essersi guardata intorno un paio di minuti, tornò a prendere la lavagnetta dalle mani di Santana per scrivere un solo enorme "WOW".
"Lo so..." sorrise Santana fiera.
"Vieni, ti mostro il mio piccolo regno..." spiegò Santana a segni indicando il soppalco.
Appena raggiunta la camera da letto la latina afferò la sua lavagnetta, scusandosi il disordine cosa che fece sorridere Brittany che rispose "In qualche modo immaginavo fossi un po' disordinata... oltre che goffa... :)"
"Non insistere su questa storia..." scherzò Santana per poi aprire un cassetto e tirarne fuori l'album di figurine  e proporre "Vogliamo attaccarle?".
"Volentieri." rispose Brittany con uno dei suoi super sorrisi.

Dopo aver attaccato tutte le figurine tra un sorriso ed un commento, ed aver regalato tutti i doppioni a Brittany, Santana disse "Vuoi qualcosa da bere?"
La bionda fece cenno di no con la testa, per poi prendere la lavagnetta e scrivere "Cosa hai fatto questa settimana invece di venire alla scuola?"
Santana sorrise per poi scrivere "Ho raccolto rifiuti per i piccoli parchi cittadini... esperienza che intendo non ripetere mai più..."
Brittany sorrise, per poi cambiare espressione e voltare la sua lavagnetta "Mi dispiace."
Santana annuì cercando di non far sembrare la cosa troppo importante.
Ma Brittany le poggiò la mano sul ginocchio invitandola a leggere quello che stava continuando a scrivere.
"Non sono stata corretta con te. Nè venerdì sera, nè ne lunedì al bar...".
Santana annuì facendole capire che poteva cancellare e proseguire.
"Soprattutto non sono stata sincera, quando sono stata proprio io ad insistere su questo punto." continuò la bionda per poi scrivere con un sospiro "Mi piaci Santana. Mi piaci davvero tanto e credo che da venerdì la cosa sia evidente... Ma non è così semplice."
La mora annuì di nuovo permettendo a Brittany di andare avanti "Per tutta la mia vita le cose sono procedute senza intoppi. Ho sempre avuto una vita semplicissima. Non ho mai avuto nulla di più. Per mio volere o per scelte altrui, s
ono sempre stata sulla linea "mediocre". E sono stata felice."
"Ok..." sussurrò Santana.
"In Artie ho trovato una persona semplice e normale come me e la cosa mi ha reso felice... Poi sei arrivata tu nella mia vita a destabilizzare tutto... Perchè tu sei tutt'altro che semplice o normale o mediocre..."
"Che c'è? Ho un'occhio in più?" scherzò Santana toccandosi la fronte.
"Tu sei straordinaria, sei migliore... E la cosa mi ha fatto vedere il lato un po' più superiore delle cose..."
"Ed è un male?" chiese Santana cercando di capire dove la cosa stava andando a parare.
"E' un bene, è qualcosa di fantastico, ma io non posso- Non posso cambiare così radicalmente la mia vita... ed Artie- Artie è importante nonostante tutto."
La mora annuì sinceramente, perchè in qualche modo capiva il discorso della bionda.
"Mi piaci davvero Santana. E tornassi indietro ti bacerei di nuovo perchè non è stato affatto uno sbaglio... Ma le cose non sono così semplici."
"Per Artie?"
"Non solo per lui. Artie viene dopo..." spiegò Brittany accennando ad un sorriso.
"Posso chiederti solo una cosa?" scrisse Santana sulla sua lavagnetta.
Brittany annuì attendendo la domanda della latina.
"Cos'ha lui che io non ho?" chiese la mora per poi aggiungere con un sorriso "A parte l'ovvio..."
Brittany sembrò indecisa per un momento, per poi scrivere "
Lui è come me."
"Perdonami, ma non mi sembra proprio..."
"Lui è... incompleto... come me..."
"Non cominciare con questa stronzata, Britt..."
"Questo è il problema principale... Non sono nemmeno adatta a te Santana"
"Perchè?!" sbottò la latina.
"Tu sei così... migliore!"
"Non sei seria vero? Stai dicendo che non sei alla mia altezza?"
"Io non posso pensare che tu voglia avere me, che non posso nemmeno sentire la tua voce, quando puoi avere chiunque..."
"Quindi posso avere anche te!" insistette la mora.
"Puoi avere molto di più di me!"
"Io non voglio niente più di te... Tu... sei tutto quello che desidero...".
Brittany si limitò a scuotere la testa.
"Perchè stai con lui Brittany?" scrisse ancora Santana.
La bionda guardò Santana con occhi supplicanti, quasi a chiederle di ritirare la domanda, poi prendendo un respiro scrisse "Perchè mi sento sua pari. Mi sento al sicuro."
"Non è abbastanza per definire una relazione non credi? Dovrebbe almeno farti sentire... bene... felice..."
"Per quello ci sei tu." scrisse ancora Brittany abbassando lo sguardo.

"Quindi? Sarà sempre così?" scrisse Santana dopo qualche minuto di silenzio.
"No." rispose velocemente la bionda "Ma ho bisogno di tempo, San... per capire cosa voglio, per sistemare delle cose fra me ed Artie... Fra me e me... Prendiamo le cose con molta calma... Possiamo farlo questo?"
"Certo... certo che possiamo, Britt..." scrisse Santana.
"Allora siamo ok?"
"Siamo ok solamente se riusciamo a terminare l'album per questa sera... Che ne pensi? Le troveremo le figurine da qualche parte a questora?" scrisse Santana ricevendo un sorriso da Brittany.


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Yaaaaaaaaaaaay!
Capitolo bonus per festeggiare il mio compleanno su Efp!

Come ho già scritto su twitter...
Il 30 marzo 2011, più per curiosità che per altro,
mi sono iscritta al sito...
Ora, un anno dopo, mi ritrovo ad essere tra gli autori preferiti di 86 lettori, ho ricevuto più di 1000 recensioni, ed in qualche modo le mie storie sono entrate a far parte dei preferiti di qualcuno per 386 volte.
Aldilà del fatto che state creando un mostro, io vi avverto, UN MILIARDO DI GRAZIE vanno a VOI tutti, che giornalmente mi permettete di vivere il mio piccolo-grande sogno.

Grazie grazie grazie a tutti voi, per il sostegno, la gentilezza, la partecipazione e la fiducia!

Un abbraccio enorme

Northstar



Piccola preview del prossimo capitolo:

Santana:
1. Mai stata ad un planetario
2. Mai mangiato shushi.

Brittany:
1. Mai ballato di fronte a qualcuno
2. Mai visto un film porno.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 12 ***


boh
Non ci sono scuse che tengano per giustificare o spiegare il ritardo con cui ricompaio... diciamo solo che a volte la vita vera, quella lontana dal pc, fatta di metro e treni e università e libri e congressi ecc ecc, riprende il controllo ed io non posso farci nulla...

Il capitolo oltretutto è una schifezzuola, ma rallegratevi perchè spero di postare presto la seconda parte (ho dovuto spezzarlo altrimenti veniva fuori un bordello da paura xD)....

Niente altro da dire se non che siete tutti fantastici e vi adoro alla follia per aver atteso pazientemente il ritorno di questa fic... grazie grazie grazie grazie grazie!

Un abbraccio grande grandissimo e buona lettura

Northstar


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"Allora? Qual è la prossima voce sulla lista?" cominciò Brittany spingendo la lavagnetta davanti a Santana.
"Prima tu." rispose la mora.
"Non ho mai saltato su un tappeto elastico..." scrisse la bionda.
"Oh! Facile!" sorrise Santana divertita.
"Avanti, dimmi di te!" insistette Brittany.
"Mai avuto un animale domestico..." replicò l'ispanica per aggiungere subito "Ma se proprio ci tieni a farlo davvero... fa che non sia un quadrupede, a pelo e nè tantomeno a scaglie perchè potrei avere una crisi di panico, stessa storia per qualunque tipo di essere strisciante. E fa che non sia un animale che ha bisogno di molte attenzioni perchè riesco a malapena a badare a me stessa, e soprattutto fa che non sia un pesciolino perchè ne ho avuti due ed hanno fatto davvero una brutta fine..."
"A spasso nelle fogne direttamente dal water?".
"Magari, sarebbe stato meglio per loro..."
"Allora cosa è successo?" chiese curiosa la bionda agitando la lavagna.
"Da piccola era sempre mia madre a cambiare l'acqua a Goldie e Blackie, i miei pesciolini, ma una volta era ad una conferenza con mio padre ed ero sola con mia nonna e quindi ho dovuto pensarci io... Beh... Ho aggiunto una manciata di sale all'acqua perchè pensavo che fossero pesci marini... La mattina dopo li ho trovati stecchiti, a galla. Fine della storia."
Brittany abbassò lo sguardo annuendo, cercando di non guardare la mora.
"Puoi ridere Britt, è acqua passata..."
"E' acqua salata, volevi dire!" scrisse veloce la bionda scoppiando a ridere.
"Touchè!" sorrise Santana sorpresa.
"Non preoccuparti, so esattamente cosa fare..." riprese poi Brittany asciugandosi le guance.
"Ah si?"
"Assolutamente..." rispose la bionda allungando la lavagnetta.
"Beh, si dà il caso che anche io abbia un'idea per te... Facciamo domani pomeriggio?"
La bionda sembrò pensarci su, per poi annuire compiaciuta e rispondere "Ci sto..."
"Scusate..." cominciò Karofsky affacciandosi allo studio di Brittany, per poi spiegare alla bionda "Ci sono i tuoi genitori qui fuori..."
"Oh..." sospirò Santana alzandosi.
Brittany spalancò la bocca per poi alzarsi in piedi super sorridente.
"Beh, allora sarà meglio che vada..." disse la mora afferrando velocemente la borsa, per voltarsi e sospirare "Perfetto..." alla vista di quelli che dovevano evidentemente essere i signori Pierce.
"Salve!" esclamò la donna con un sorriso allungando la mano a Santana.
"S-Salve, piacere di conoscerla sono Santana... un'amica di Britt..."
"Ciao, splendore!" sorrise la donna avvicinandosi ad abbracciare la latina che cercò di rispondere spontaneamente "E' un piacere conoscerti, sono Diane Pierce, la mamma di Brittany! E ti presento mio marito, Geoffrey Pierce!" 
"Salve..." sorrise l'uomo guardandosi intorno distratto.
"Ecco da chi ha preso Brittany..." sorrise mentalmente Santana stringendo la mano dell'uomo.
Erano esattamente come li aveva immaginati.
Non che passasse molto del suo tempo ad immaginare i genitori di Brittany, o sua sorella... o il suo gatto... e beh, la sua cameretta.... Ma Santana decisamente li aveva immaginati così.
Biondi entrambi, con occhi chiarissimi e luminosi ed i vestiti più strani che Santana avesse mai visto.
"Brittany! Amore, fatti abbracciare!" esclamò la donna lanciandosi a stringere la figlia, per poi staccarsi e dire indicando Santana "Non mi avevi detto di aver fatto amicizia..."
Brittany si limitò a sorridere ed alzare le spalle per poi spiegare con i segni "Santana è una persona speciale", rivolgendo un sorriso alla mora e correndo a stringere il padre.
"Oh, ci credo! Deve esserlo per essere entrata nella tua ristrettissima cerchia di amici!" sorrise la bionda usando i segni con una tale velocità che Santana difficilmente avrebbe capito qualcosa se la donna non avesse comunque continuato a parlare.
"Sai, difficilmente stringe amicizia per via del suo imbarazzo... Eppure è una cosa così infantile..." commentò la donna.
"Ne abbiamo già parlato Diane... se si sente in imbarazzo fa bene quel che fa..." disse l'uomo stringendo Brittany, facendosi veramente sentire per la prima volta da quando era entrato nella stanza.

"Cosa fai nella vita Santana?" chiese la donna poggiandosi alla scrivania.
"Io- sono una... manager... diciamo..." spiegò la latina.
"Manager?" insistette la bionda curiosa.
"Dirigo un'azienda."
"E di che tipo?"
"Santana... Lopez, per caso?" chiese Geoffrey inserendosi nella conversazione.
"Già..." cominciò la latina capendo dove il discorso sarebbe finito "Sono proprio io..."
"Perdonami, tesoro... ma conviene dirglielo e farla finita altrimenti continuerà a bombardarti di domande fino a che non avrà ottenuto ogni dettaglio..."
"Dirmi cosa?"
"Dirige il marchio Breadstix..." spiegò l'uomo per poi indicare Santana che si limitò ad annuire alzando le spalle imbarazzata.
"Oh. Mio. Dio! Quel Breadstix?!?" esclamò Diane
"Già..."
"Geoffrey! Ti rendi conto?! Stiamo parlando con una milionaria!" sorrise la donna battendo agitata le mani.
"Dicono che sono piuttosto simili a noi comuni mortali e da quello che vedo... due occhi, un naso, una bocca... Beh, Santana qui, dimostra che è davvero così!" sorrise l'uomo cercando di mettere la mora a suo agio.
"Brittany! Hai fatto amicizia con una milionaria!" esclamò la donna sorridendo.
"Te lo avevo detto che era speciale..." spiegò Brittany con un sorriso, facendo l'occhiolino.
"Beh..." cominciò Santana imbarazzata "Dovrei andare ora..."
"Di già!?" esclamò la signora Pierce facendo saltare la latina.
"Ho un impegno con degli amici..."
"Oh che peccato!" replicò sinceramente dispiaciuta la donna "Ma possiamo rivederci Santana cosa ne dici? Magari una di queste sere? Ti piacerebbe venire a cena con noi domani ad esempio?"
"Io-"
"Non accetterò una risposta negativa..." insistette Diane.
"Allora, verrò volentieri..." sorrise Santana arrendendosi.
"Ci sentiamo domani..." sorrise Brittany avvicinandosi ad abbracciare velocemente l'amica.
"Ok..." sorrise l'ispanica per poi riprendere "E' stato un grande piacere conoscervi signori Pierce..."
"Il piacere è stato nostro, tesoro..." sorrise Geoffrey.
"Ci vediamo domani Santana! Buona serata!" esclamò ancora una volta Diane.

Uscita dall'ufficio di Brittany, Santana si fermò un momento poggiata al muro a prendere un respiro.
"Cavolo..." cominciò Karofsky "Le cose si fanno serie... Ora anche la cena con i genitori?"
"Sai che potresti essere denunciato per aver origliato?!" sussurrò la latina non volendo attirare l'attenzione della famiglia Pierce.
"Non ho origliato... E' che è piuttosto difficile ignorare la voce della signora Pierce..." sorrise il ragazzo.
"Ho notato..." sorrise Santana avviandosi verso l'ascensore.
"Non sei felice?"
"Per cosa?"
"Hai anche conosciuto i genitori della tua fidanzata..."
"Smettila Karofsky. Ti ricordo che sono una cara amica di un tale Kurt Hummel..." lo avvertì l'ispanica "A proposito... Come vanno le cose con Miss New York?"
"Hai tempo per un caffè?"
"Sei ancora in servizio..."
"Lo so..." spiegò Dave indicando il distributore automatico.
"No, non berrò quella roba che spacciano per caffè quindi dammi il numero del bar più vicino e ci facciamo portare qualcosa qui perchè ho veramente bisogno di un vero caffè se devi parlarmi del signor Armani-Broadway..."
"Torno subito..." esclamò il ragazzo afferrando il telefono.

Un caffè e qualche chiacchiera dopo Santana riprese l'argomento, intenzionata a chiuderlo quanto prima.
"Eravamo rimasti a come vanno le cose col presidente di Gaylandia?"
"Sono ferme..."
"Ferme?"
"Ferme." ripetè il ragazzo annuendo.
"Vogliamo andare avanti per molto?!" sbottò la latina, per poi spiegare "So cosa vuol dire ferme. Ho compreso il senso della frase, ora vuoi dare i dettagli cortesemente?"
"Siamo alla fase "qualcuno deve fare il passo in più"..."
"Perdonami, non parlo il dialetto di voi ometti gay-New Yorchesi..."
"Siamo amici... ma qualcuno ora deve provare oltrepassare la linea con su scritto "più che amici"..."
"Hai conosciuto Rachel Berry? Potreste andare daccordo... dopo tutto anche lei ha la mania di parlare per esempi figurati..." spiegò Santana per poi riprendere "Quello che hai appena descritto nella tua bizzarra lingua, nella mia si chiama "appuntamento".".
"Si ma cosa faccio? Dove posso portare Kurt per impressionarlo, dove... Insomma cosa gli piace?"
"Usa la fantasia!"
"Broadway?"
"Ho detto usa la fantasia!"
"Perchè? che c'è di male?"
"Kurt ha visto tutti gli spettacoli che abbiano messo piede in quei teatri negli ultimi otto anni, e quelli che non ha visto dal vivo li ha comunque riprodotti nella sua testa, quindi elimina Broadway..."
"Ed allora cosa faccio?"
"Cosa si fa di solito ad un appuntamento?!"
"Si va al cinema?"
"Altro?"
"Un gelato insieme?"
"Cos'è, sei appena uscito da una DeLorean proveniente dagli anni ottanta?" sbottò Santana "Un gelato!?"
"E' che... Vedi... Io-"
"Cosa c'è ora?"
"Io non sono mai stato ad un appuntamento..."
"Cioè, questo è il tuo primissimo appuntamento!?"
"Si..."
"Quanti anni hai!? Venisette? Ventotto?!" esclamò scioccata la latina.
"Ventisette. E ti sarei grato se evitassi di prendermi in giro..."
"Ma- voglio dire... Hai... insomma... Hai concluso qualcosa prima d'ora? Capisci cosa intendo?"
"Si, Santana. Non sono un ventisettenne vergine..."
"Ok..." sospirò sollevata la latina "Pensavo di doverti fare le lezioncine di educazione sessuale..."
"Ne hai ancora per molto?"
"Non ti stavo prendendo in giro! Ero serissima una volta tanto..."
"Allora? Una cena? Un locale? Cosa?"
"Una cena per cominciare puo' andare bene... In un locale molto semplice, ma non troppo folkloristico, Kurt è un tipo particolare..."
"Ok. Perfetto. Questo posso farlo."
"Si, spera..." commentò Santana alzandosi e prendendo la borsa.
"Posso chiamarti se- Se magari ho qualche problema o... qualcosa di simile?" chiese ancora il ragazzo.
"Per chi mi hai preso? Ho per caso scritto "consigliere sentimentale" sulla fronte?" sbottò la mora per poi guardare qualche secondo lo sguardo preoccupato di Karofsky e dire "E va bene! Ma prega dio di non chiamarmi mai quando sono in bagno o a letto... altrimenti giuro che questo sarà il primo e l'ultimo appuntamento della tua vita!".
"Sei un tesoro Santana!" esclamò Dave guardando uscire Santana, che puntualmente rispose alzandogli contro il dito medio.

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"Mi serve un tappeto elastico." cominciò Santana gettando giacca e borsa sullo sgabello vuoto al suo fianco.
"Vuoi darti alla ginnastica?" domandò Puck sbucciando una nocciolina.
"Sono seria..."
"Anche io. Cosa devi farci con un tappeto elastico?!"
"Mi serve un trampolino elastico. Domani. Sul mio terrazzo."
"Mpf! Santana, se non lo avessi notato non sono Gesù Cristo, nè il genio della lampada, nè Sue Sylvester..."
"Ma sei il mio assistente super personale... e se io chiedo una cosa tu devi assecondarmi... E' questo che c'è scritto sul contratto redatto da una tale L.Q. Fabray..."
"Quinn!" protestò il ragazzo indicando la latina.
"Ho fatto il mio dovere! E poi è vero... è il tuo capo, Puck... Non guardare me, ho poco a che fare con questa storia..."
"Dove lo trovo un tappeto elastico entro domani!?" insistette il ragazzo.
"Non lo so e non mi interessa..." sorrise Santana sorseggiando la sua birra.
"C'è un negozio poco distante da quel locale in cui mi hai portato qualche tempo fa che vende articoli sportivi e stronzate simili..." cominciò Sam.
"Wow... Alla veneranda età di ventisette anni il tonno ha finalmente aperto le fauci per dire qualcosa di socialmente utile..."
"Grazie Santana..."
"No, ero assolutamente seria. Si da il caso che abbia veramente bisogno di quel tappeto...".
"Avanti, cosa devi farci? Non ti facevo tipa da tappeto elastico sai..." cominciò Rachel.
"Esattamente come io non ti facevo tipa da bietoloni tanto alti quanto ingenui... eppure..." sorrise Santana indicando Finn.
"Scommetto che ha a che fare con Brittany..." tornò ad intromettersi Puck "Venderebbe la sua azienda pur di farla felice..."
"Non tirare troppo la corda, Puck..."
"E ancora non hai concluso nulla, pensa quando finalmente riuscirai a metterci la firma!"
"Ti ho mai detto che il tuo contratto include una durissima politica sulla diffusione volontaria o meno di notizie sul mio conto?"
"Non esiste niente del genere, Santana... Mi hai preso per Finn, per caso? Non sono così stupido..."
"Fate pure con comodo!" esclamò il ragazzo sentendosi di nuovo chiamato in causa.
"In realtà quella clausola esiste davvero..." spiegò Quinn sorridendo.
"Spiacente, Puckerman... devo difendere la mia immagine..."
"Non- Voglio dire non mi farai causa... vero?"
"Prima devo discuterne col mio avvocato..." disse seria Santana divertita guardando Quinn "Ma qualcosa mi dice che per stavolta ci passeremo sopra..."
"Per stavolta..." ribadì la bionda.
"Ma il tappeto me lo devi rimediare assolutamente Puck... Ne ho bisogno almeno quanto Sam ha bisogno della sua mano destra..." sorrise Santana ricevendo un'occhiata imbarazzata dal biondo, per poi aggiungere "Per i videogiochi, ovviamente..."
"Non sei divertente..."
"Continua a ripetertelo forte forte nella tua testolina, Sammy..."
"Allora cosa devo farci con questo tappeto?"
"Fattelo consegnare e montalo, o meglio, fallo montare sul mio terrazzo..."
"Vedrò cosa posso fare..."

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"Sono le sette meno venti." cominciò Santana guardando nervosamente l'orologio.
"E allora?" sbottò Puck.
"Sarà qui alle sette e te sei ancora a montare il primo piede! Non potevi fartelo montare dal tipo delle consegne?!"
"No..."
"Perchè!?"
"Perchè voleva cinquanta dollari!"
"Stai scherzando, vero? Vero!?"
"No, perchè?"
"Non ho costruito un enorme impero di grissini per risparmiare cinquanta dollari!"
"Non è questo il punto! E' che sono un uomo... Sono geneticamente programmato per costruire... cose!"
"Oh, ma lo vedo!" sbraitò la latina.
"Non preoccuparti, Sam sta arrivando per darmi una mano..."
"Cosa?! No, no, no, chiamalo e digli di girare i tacchi!"
"Troppo tardi... due minuti fa era alla fermata della metro... sarà a momenti..."
"Perchè devi sempre rovinarmi la vita?"
"Oh, questa è bella, perchè potrei tranquillamente girarti la domanda..."
"Vedi di montare questo maledetto tappeto e poi sparisci se ci tieni alla pelle..." ringhiò minacciosa Santana.
"Veramente deve venirmi a prendere Quinn..."
"Oh! Ma certo! Visto che ci siamo chiamiamo anche Aretha, Yoko Ono, la fatina di Broadway, l'hobbit ed il bigfoot!"
"E' veramente così difficile per te usare i nomi propri? Voglio dire, anche io ho imparato ad usarli..."
"Puck?" gridò Sam dall'ingresso.
"In terrazza!"
"Quante volte devo ancora dirti che le tue chiavi sono per le emergenze!? Non puoi prendere ed entrare in casa mia come ti pare e piace!" sbottò la latina andando incontro all'amico.
"Nervosa?" sorrise Sam.
"Puoi dirlo forte..." rispose Puck con un sorriso divertito.
"Non sono nervosa, sono imbestialita, è diverso! Perchè a quest'ora il mio tappeto elastico doveva essere già montato ma qualcuno, pur di difendere il suo "orgoglio maschile", ha pensato bene di cacciare il tipo che doveva assemblare il tutto!"
"Che problema c'è! Ci penso io!" esclamò Sam in una mossa alla Fonzie per poi guardarsi intorno e chiedere "Dove sono le istruzioni?"
"Non ci sono le istruzioni..." rispose Puck alzando le spalle "A quel punto credo ce l'avrei fatta, Evans... Grazie per la fiducia..."
"E come facciamo a montarlo senza istruzioni?"
"Bella domanda..."
"Non ci posso credere... Non ci posso credere..." sbuffò Santana passandosi le mani fra i capelli "Doveva essere tutto pronto a quest'ora! E soprattutto voi non dovevate essere qui!"
"Allora, idee?" chiese Puck grattandosi la testa per poi guardare Santana prendere il telefono "Hai avuto un idea?"
La mora sbuffò rispondendo al telefono "Quinn, dove sei!? Ho bisogno che tu venga a recuperare Gianni e Pinotto prima che Brittany arrivi... No, e non stanno aiutando. Va bene, ma sbrigati..."
"Perchè non vuoi farci incontrare Brittany?" domandò Sam.
"Si, infatti! Non siamo mica così stupidi da metterla in difficoltà..." insistette Puck.
"No, ma siete abbastanza imbarazzanti da mettere me in difficoltà..." rispose la latina prendendo il cacciavite dalle mani del ragazzo.
"Prendete il mio portatile, ci sarà su internet un qualche manuale..." ordinò poi Santana.
"Internet! Ma certo!" annuì Sam improvvisamente illuminato correndo verso il soggiorno.
"Allora avete in mente qualche strana posizione da provare sul tappeto? Perchè se ne uscite senza lussazioni o strappi muscolari... poi devi prestarmelo, sai?"
"Chiudi la bocca Puckerman e soprattutto tieni a freno i tuoi ormoni adolescenziali..." sbuffò l'ispanica passandosi le mani fra i capelli.
"Eureka!" sorrise Sam sedendosi per terra vicino a Puck, col portatile già configurato "E' facilissimo! Ci vorranno al massimo una ventina di minuti..."
"Che sono troppi! Quindi vedete di sbrigarvi e volatilizzarvi prima che arrivi Britt..."
"E' permesso?" gridò Quinn dall'ingresso.
"Oh, Quinn! Finalmente sei qui, questi due cretin- BRITT!? Perchè- Cosa-"
"Siamo arrivate insieme e l'ho riconosciuta..."
"Riconosciuta!?"
"Io e Puck abbiamo fatto le nostre ricerche..." spiegò la bionda continuando a sorridere.

Brittany si avvicinò per poter abbracciare velocemente Santana per poi indicare Quinn.
"Lei è Quinn, la mia migliore amica te ne ho già parlat-"
"Si, San... ci siamo già presentate..." sorrise la ragazza divertita dall'evidente cambiamento di comportamento della latina.
"Oh..."
"Dove sono i due geni?" chiese Quinn.
"In terrazzo..." rispose velocemente Santana continuando a guardare Brittany con uno sguardo mortificato.
Non appena Quinn si allontanò abbastanza Santana cominciò a spiegarsi mischiando segni e voce "Mi spiace Britt, volevo che fosse tutto perfetto per ora ma i miei amici sono degli incapaci e-"
"Ci sono i tuoi amici?" chiese immediatamente la bionda fermando le mani della mora.
"Si... Puck e Sam... Sono di là..." rispose Santana confusa.
"Voglio conoscerli!" segnò la bionda entusiasta.
"Sicura, Britt?" chiese Santana preoccupata "Sono dei tipi particolari..."
"Per favore?"
"Va bene... ma non dare loro troppa confidenza, ok?" cominciò la mora "Sono come dei bambini, una volta che li lasci avvicinare non si staccano più...".
Brittany si limitò ad annuire saltellando, per poi seguire l'ispanica verso il terrazzo.
"Che c'è sei venuta a frustarci per farci lavorare più velocemente, Cleopatra?" sorrise Sam scambiandosi un'occhiata divertita con Puck.
"Non proprio..." disse la latina per poi aggiungere solennemente "Stanlio, Ollio... vi presento Brittany Pierce...".
Entrambi i ragazzi si voltarono di colpo quasi sbattendo la testa l'uno contro l'altro.
"Ciao!" esclamò Sam cercando di alzarsi in piedi, per essere immediatamente ri-spinto a terra da Puck, che lo aveva usato come appoggio.
"Ci-a-o! Io so-no Puck!" cominciò il ragazzo lentamente stringendo la mano della bionda, divertita.
"Idiota! Non puo' sentirti, ma non è mica ritardata!" esclamò Santana arrossendo, per essere subito distratta dal sorriso di Brittany.
"Sam..." sorrise il ragazzo stringendo a sua volta la mano della bionda per poi aggiungere "Sono un insegnante. Io insegno... cose..."
"E' un'insegnante anche lei, Sherlock..."
"Oh giusto..." arrossì il biondo.
"Sono simpatici" sorrise Brittany guardando Santana, per poi indicare i due ragazzi volendo che Santana riferisse.
"Dice che siete irritanti..." disse la latina guardando i suoi amici, per poi ricevere una gomitata sul braccio da Brittany che aveva ovviamente letto il labiale della mora.
"Ok! Ok! Ha detto che siete simpatici!" sorrise Santana arrendendosi.
"Perdonami, Santana, se fino ad ora sono stato scettico in proposito... ma ora che la vedo in persona capisco ed appoggio pienamente ogni tuo comportamento, compresa la perdita totale delle tue figurative "palle"..." sorrise Puck.
"Puckerman!" esclamò Quinn scioccata.
"Grazie, ma le mie "palle" sono ancora al loro posto..."
"Se lo dici te!"
"Cosa stanno facendo?" chiese Brittany guardando i vari pezzi poggiati a terra.
"Loro... Stanno montando una cosa..." spiegò la latina cercando di rimanere vaga.
"E' un tappeto elastico per caso?" sorrise la bionda divertita.
"Se non lo è dovrebbe diventarlo prima o poi..."
"Oh, avanti! Dacci ancora una decina di minuti!" protestò Puck mostrando come parte della base fosse già assemblata.
"Nel frattempo allora noi andiamo a prenderci qualcosa da bere..." annunciò Santana trascinando con sè Brittany.
"Io pensavo che avremmo fatto un dolce oggi..." spiegò Brittany tirando fuori la fidata lavagnetta.
"Seguendo la lista il tuo desiderio è questo..."
"Beh, in compenso io ho trovato il perfetto animale domestico per te..."
"Dov'è?" chiese la latina guardandosi intorno confusa.
"Appena fuori il tuo appartamento..." sorrise la bionda.
Santana guardò confusa la porta principale dell'attico, valutando o meno se la bionda fosse seria.
"Sei seria?"
"Certo che lo sono!" scrisse la bionda per poi prendere la latina per il braccio, accompagnandola fino alla porta.
Santana si fermò di colpo ad un passo dalla maniglia per guardare di nuovo Brittany che con un gesto la invitò ad aprire la porta.
"Ok." pensò Santana abbassando la maniglia, per affacciarsi poi lentamente "Qualunque cosa sia, fosse anche un alligatore che soffre di meteorismo, lo amerai e lo apprezzerai perchè è un regalo di Brittany e non potresti mai deluderla o vederla mortifi-"
"E'- quello è-" cominciò Santana indicando la gabbietta "E' un gatto!?"
"Ta-daaan!" scrisse la bionda sorridendo.
L'ispanica rimase qualche secondo immobile a guardare la gabbietta senza avvicinarsi ad osservare veramente il suo interno.
"E' un gatto..." commentò di nuovo Santana guardando Brittany sorridere eccitata per poi aggiungere velocemente "Il che viola la richiesta di NON-quadrupedi, NON-pelosi..."
"Non ti piace?!" chiese Brittany spalancando gli occhi preoccupata.
"Nooo, nooo! Lo adoro!" provò Santana tentando di esibire il sorriso più sincero che potesse "E' che non mi aspettavo... un gatto..."
"Sei sicura?"
"Assolutamente!" esclamò la latina piegandosi per osservare l'animale "In fondo... è un... tenero, piccolo, gattino... con... con gli occhi... storti?"
"Che c'è?" chiese Brittany notando l'espressione confusa della latina.
"Gli occhi... beh, ha gli occhi... incrociati..."
"Lo so!" sorrise Brittany "Il tipo che me lo dato ha detto che tutti i suoi fratelli e sorelle erano stati già adottati mentre lui era rimasto lì per quello e cominciava a sentirsi solo..."
"Oh..."
"Ma io lo trovo così carino! E poi è solo un problema estetico, perchè lui ci vede benissimo!" insistette la bionda.
"O-ok... In effetti sei decisamente buffo, gatto..."
sorrise Santana tornando a guardare il gattino per la prima volta con un sorriso "Portiamolo dentro che ne dici? Così lo facciamo abituare alla sua nuova casa..."
Brittany si abbassò immediatamente ad afferrare la gabbietta seguendo Santana all'interno, per poi fermarsi in salone e indicare la gabbia a Santana
"Cosa?"
"Avanti! Sei tu la sua padrona! Prendilo tu!" sorrise Brittany sedendosi per terra.
"Oh, certo..."
Santana si inginocchiò incerta di fronte alla gabbietta per poi aprirla lentamente.
"Ok. Ora puoi uscire... ma se fai la pipì o peggio sul tappeto persiano giuro che- Oddio... però... sei carino davvero..." sospirò la latina allungando una mano verso il gattino che lentamente si avvicinò ad annusarla.
Santana sorrise cercando di spostare equalmente il suo sguardo fra Brittany e il gattino oramai fra le sue braccia.
"Ti piace questa casa micio? Meglio per te che ti piaccia perchè mi è costata un occhio della testa e perchè non cambierò certo casa per i tuoi comodi... Hai un bel terrazzo e tanto spazio e- Non pensare di buttarti dal balcone perchè sento che potresti piacermi e non ne sarei felice... Aaaw..." sospirò la mora al primo timido miagolio proprio sotto la sua mano.
"Vuoi tenerlo?" chiese Santana avvicinandosi alla bionda che subito annuì velocemente prendendo il cucciolo dalle mani della latina.
Brittany rimase a giocherellare e sorridere col gattino per diversi minuti, interrompendosi solamente per dire "E' così morbido" o "E' così carino".
"Ehi! Cosa c'è di così interessante lì per terra?" esclamò Puck entrando dal terrazzo, terrorizzando e facendo correre ai ripari il gattino.
"Sta zitto!" sussurrò Santana indicando la gabbietta.
"Quello è... Un gatto?" cominciò Puck sorridendo.
"Il mio gatto regalatomi da Brittany..." puntualizzò la latina riprendendo il gattino per poi prenderlo in braccio.
"Tu!? Un gatto!?" replicò il ragazzo scoppiando a ridere "Sam! Quinn! Questa non ve la potete perdere!"
"Che c'è?" chiese Sam affacciandosi.
"Santana ha appena ricevuto un gatto in regalo da Brittany!" spiegò il ragazzo indicando la mora.
"Cosa c'è da ridere?"
"Il fatto che tu odi gli animali e non sai prenderti cura nemmeno di te stessa ma finirai per innamorarti perdutamente di quell'animaletto solamente perchè te lo ha regalato Brittany e OH MIO DIO, ho appena realizzato l'ampia gamma di battute che l'immagine di voi due ed un gattino mi permette di fare!"
[è in momenti come questi che maledico l'italiano per non permettere bei giochi di parole, come in questo caso con pussy... xD].
"Smettila Puck!" lo zittì Quinn per poi avvicinarsi a Santana per accarezzare il micio "Aaw... è così tenero e dolce!"
"Sbaglio o ha gli occhi stort-" cominciò Puck osservandolo da vicino.
"Non ha gli occhi perfettamente... calibrati! E allora? Questo fa di lui un gatto speciale!" sbottò Santana stringendo il gattino quasi a volerlo "riparare" dalle parole dell'amico.
"Non volevo offenderti!" si difese il ragazzo piacevolmente sorpreso dalla reazione protettiva della latina.
"Io lo trovo super-adorabile! E' come se avesse perennemente una mosca sul naso!" sorrise Sam aggiungendo "E poi con quegli occhioni azzurri chi va a notare che è strabico?"
"Non è strabico! E' speciale!" insistette Santana allontanando il gattino dagli amici.
"Wow... ed io che pensavo che non avevi alcun istinto materno!" osservò Puck stupito "Devo ricredermi a quanto pare..."
"Il tappeto li fuori è pronto?" chiese Santana cercando di cambiare argomento.
"Non proprio..." rispose velocemente il ragazzo "Era per questo che sono entrato, a quanto pare abbiamo bisogno di un trapano elettrico che non abbiamo e che Finn ci sta gentilmente portando..."
Santana sorrise guardando Quinn per poi chiedere "Sta scherzando vero?".
"Temo di no..."
"Rinnovo la mia idea, perchè a questo punto non chiamiamo tutta la glee-gang?" replicò ironicamente la latina.
"Perchè stasera devi andare a cena con i suoceri..." scherzò Sam ricevendo un'occhiata glaciale da Santana.
"A quanto pare al gattino piacciono le tue tette..." sorrise poi il biondo indicando l'animaletto accoccolato sul seno della latina.
"Come piacciono a chiunque altro..." rispose compiaciuta la mora, che però fu distratta immediatamente dalla risatina di Brittany.
"Che c'è?"
"Non riesco a cogliere tutto quello che vi dite, ma quest'ultimo scambio l'ho compreso alla grande..." spiegò la bionda sorridendo e facendo arrossire Santana.
"Woah! Sei proprio cotta Lopez... Non ti vedevo arrossire dalle elementari!" sorrise Puck divertito.
"Falla finita!" esclamò Quinn cercando di nascondere un sorriso.
"Santana!? Quinn!?"
"Bisogna che qualcuno spieghi finalmente all'hobbit che esistono campanelli, citofoni ed al limite i cellulari..." sbottò Santana indicando la porta.
"Vado io..." sorrise Sam.
"Non capisco perchè tutti hanno la loro copia delle chiavi e noi non abbiamo un bel nien-" cominciò Rachel per poi notare prima Brittany seduta per terra che sorridendo timidamente salutò appena con la mano e poco più un là il gattino in braccio alla latina.
"Lei è Brittany, Rachel. Cerca di salutarla prima di fiondarti sul gatto..." cominciò Santana indicando la bionda.
"Ciao!" cominciò Rachel sforzandosi di scandire tutte le sillabe "Sono Rachel Barbra Berry, una delle più care e vecchie amiche di Santana! E' un piacere conoscerti Brittany! Posso decisamente vedere cosa Santana trovi in te ora che ti posso finalmente vedere dal vivo-"
"Taglia, Berry..." sussurrò pericolosa Santana.
"Oh... e lui è Finn, il mio fidanzato!" sorrise la brunetta indicando il ragazzo alle sue spalle, che si limitò a ricambiare il saluto con la mano.
"Non sono così male!" sorrise Brittany a Santana "Da come li avevi descritti sembravano terribili... Mi piacciono!"
"Perchè non li conosci bene..." spiegò Santana per poi rivolgersi agli amici e dire semplicemente "Gli siete simpatici, vi trova carini... ora Finn ti prego, vai ad aiutare Tom e Jerry prima che quel tappeto elastico decida di prendere vita e gettarsi dal terrazzo per la disperazione..."
"Certo..." annuì il ragazzo seguendo gli amici.
"E questo batuffolo di pelo chi è!?" cominciò Rachel in un tono super acuto.
"E' il mio gatto. Si è mio per davvero e si, è ha uno sguardo particolare... e ti prego evità di lesionargli subito i timpani..." rispose velocemente Santana.
"Che carino! E come si chiama!?"
"Non- Non ha ancora un nome in realtà..."
"Oooh! Potreste chiamarlo Barbra! Barbra è affetta da strabismo, lieve, ma pur sempre strabismo!" esclamò Rachel velocissima.
"Prima cosa, non è strabico ma speciale. Secondo, è un maschio. Terzo, fosse stata una femmina non l'avrei mai e poi mai chiamata Barbra." spiegò la latina per poi aggiungere "Ma mi hai dato un'idea... Abrahm Lincoln era leggermente strabico..."
"Davvero?" chiese Brittany sorpresa.
"Già..."
"Allora potremmo chiamarlo Abe..." commentò la Brittany guardando il gatto "Ti piace Abe? A me sembra che manchi qualcosa..."
"Potremmo chiamarlo Special Abe..." replicò Santana sorridendo.
"Mi piace Special Abe!" sorrise Quinn guardando il gattino.
"Gli si addice è vero" riprese Rachel "ma io vi inviterei a riconsiderare la possibilità di chiamarlo Barbr-"
"Non succederà mai, Barbra... " rispose veloce la latina per poi sorridere guardando il gattino "Ormai è deciso... Signore vi presento Special Abe, ultimo arrivato nella famiglia Lopez ed apparentemente nella glee-gang..."


-TBC-



Ricordate?
Abbiamo ancora due tre voci da spuntare dalla lista e una cena con la famiglia Pierce xD
Grazie ancora!

Northstar

https://twitter.com/#!/NorthStar_Efp


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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


boh

Quando Santana entrò nel suo ufficio il lunedì mattina non si stupì nemmeno di trovare Puck sdraiato sul suo personale divano.
"Non dire nulla. So già cosa fare..." protestò il ragazzo alzandosi con una smorfia "Il il tuo caffè ed in Financial Times sono sulla scrivania... posso anche dileguarmi...".
"Stavo per dire "Buongiorno"." spiegò la latina sedendosi sulla sua poltrona "Ma fai pure come preferisci...".
"Quindi... posso... posso restare?"  chiese Puck sospettoso.
"Ti ho appena detto "fai come preferisci"... non mi sembra di parlare in aramaico..." ripetè Santana aprendo il Financial Times.
"Cosa vuol dire?"
"Cosa?"
"Aramaico..."
"E' una lingua." rispose Santana sfogliando il giornale.
"Interessante... dal nome sembra più un qualcosa da mangiare..." rispose Puck per poi chiedere ancora "Quindi, posso mettermi sul tuo divano... di cui sei ossessivamente gelosa... senza alcuna minaccia... o ricatto... o altro?".
"Puck," cominciò la latina alzando gli occhi "vorrei leggere il giornale in santa pace. Per una volta che non ti sto minacciando, ricattando o altro, chiudi quella bocca."
"Oh... Ok..." sospirò il ragazzo sedendosi lentamente, ancora non credendo alla mora.
Dopo più di mezzora di silenziosa e minuziosa osservazione Puck scattò a sedere sul divano, attirando l'attenzione di Santana che, sollevando le sopracciglia, chiese "Che c'è ora?".
"Non so se è un sogno o se hai battuto la testa veramente forte o se hai ricevuto una qualche misteriosa illuminazione divina... Ma oggi ti stai comportando in maniera stranamente gentile... insomma non mi hai mai fatto restare su quel divano per più di cinque minuti ed è passata già una buona mezzora e poi sei incredibilmente tranquilla e rilassata quindi-"
"Arriva al punto Puck."
"Beh... Se non lo faccio ora non lo faccio mai più... Sono anni che io e Sam ci chiediamo come sarebbe vedere Blade Runner nel maxi schermo della sala riunioni e appunto stavo pensando se magari... insomma... potessimo sfruttarlo una di queste sere?"
"Quindi dovrei darvi il permesso di entrare qui, nei miei uffici, una di queste sere... solamente te e il pesce Bieber, notoriamente due adolescenti mai cresciuti, e lasciarvi fare i vostri comodi sul mio maxischermo... è così?"
"E' così. Ma saremmo solo noi due!"
"E' proprio questo che mi preoccupa..." spiegò la latina.
"Possiamo invitare Finn!"
"Non stai migliorando la tua posizione..."

"Allora solo noi due!" ritentò Puck.
"Sei consapevole del fatto che ogni stanza di questo palazzo ha delle videocamere di sorveglianza e quindi finirei per accorgermi se invece di Blade Runner decideste di vedere qualcos'altro... vero?"
"Vogliamo vedere Blade Runner, lo giuro!"
"Mmm... Posso pensarci... in fin dei conti anche io ho un favore da chiedere a Sam..." osservò Santana.
"Ehi!" sorrise Quinn entrando nell'ufficio della mora "Ho il rapporto entrate del mese...".
"Buongiorno, entra pure." rispose Santana chiudendo definitivamente il giornale.
"Cosa ci fa Puck sul divano?" domandò confusa la bionda, ignorando i gesti di Puck che la supplicava nel frattempo di tacere.
"E' seduto?" provò la latina.
"Si, è questo il punto..." sorrise Quinn osservando attentamente la migliore amica "Tutto ok, Santana?"
"Grandioso. Perchè?"
La bionda guardò per un istante Puck cercando di capire cosa stesse succedendo, ma il ragazzo in risposta alzò le spalle scuotendo la testa.
"Santana... Non è che per caso... Hai dimenticato di dirci qualcosa?"
"Non credo. Anzi, no. Decisamente no. Perchè?"
"Sembri... diversa..." insistette la bionda.
"Diversa?"
"Più... tranquilla, calma... rilassata diciamo..." spiegò lentamente Quinn "Non trovi Puck?"
"Sembra più che altro miracolata..." sorrise il ragazzo.
"Quinn, se non lo hai notato non sono nè Kurt nè Rachel. Non parlo per allusioni e perifrasi. Di cosa stai parlando?" chiese Santana sollevando le sopracciglia.
"Tu e Brittany... insomma... voi avete-" cominciò la bionda.
"Woooah! Non ci avevo pensato!" esclamò Puck scattando in piedi per farsi dare il cinque da Santana.
"No! No!" rispose velocemente Santana, quasi arrossendo, per poi rivolgersi a Puck e dire "E rificcati in tasca quella mano!"
"Oh avanti, sei troppo... beata, per non aver combinato nulla!" insistette Puck riproponendo la mano per il cinque.
"Per l'ultima volta: no, io e Brittany non abbiamo combinato nulla, e Puck metti via quella mano." ripetè Santana.
"Non hai fatto nulla?" chiese ancora Quinn.
"No! Ve l'ho già detto, abbiamo solamente chiarito la situazione. Fine." spiegò la latina.
"Ma quello era venerdì... magari avete combinato altre cose nel frattempo..." provò la bionda.
"Perchè dovrei negarlo o nasconderlo!? Non ho mai tenuto troppo privata la mia vita sessuale!" insitette la mora.
"Perchè a lei ci tieni..." spiegò Quinn sorridendo.
"Giusto...." annuì Santana per poi riprendere "Ma giuro che non è successo assolutamente nulla."
"Altri appuntamenti questa settimana?" chiese Puck per poi sorprendersi ed aggiungere "Wow... Sto veramente prendendo a cuore questa cosa..."
Santana scosse la testa annoiata, per poi spiegare "Venerdì mi porta a mangiare il sushi."
"Sushi." ripetè Quinn.
"Già... sushi..."
"E dov'è finita la storia "Non mangerò mai nulla che non sia passato prima per un microonde, padella, teglia o simili"?"
"Aaaah e va bene! Per conoscerci meglio e per altri motivi, io e Brittany abbiamo stilato una lista delle cose che non abbiamo mai fatto e la stiamo lentamente spuntando..."
"Posso leggere la tua lista!?" chiese curiosissimo Puck.
"No."
"E'... è per caso incluso un mènage à trois? Perchè io mi presterei volentieri..."
"Puck!" esclamò Quinn colpendolo sul braccio.
"Con te e Santana! Non Brittany!" spiegò il ragazzo "Se poi Brittany volesse aggiungersi io non avrei alcun problema però, sappiatelo!"
"Devo cacciarlo io, o ci pensi tu?" chiese Santana.
"Faccio io..." rispose Quinn prendendo il fidanzato per la manica.
"Aspetta, aspetta, aspetta!"
"Cosa!?" risposero in coro le due ragazze.
"Tu non hai mai mangiato sushi, cos'è che Brittany non ha mai fatto?" chiese Puck.
Santana si lasciò sfuggire un sorriso divertito per poi dire "Non posso dirvelo..."
"Oh, avanti! Non uscirà da questa stanza! Promesso!" insistette il ragazzo "Ti do la mia parola!".
"Da quando la tua parola conta qualcosa?"
"Ok! Giuro su Quinn, che non ne farò parola con nessuno!" riprovò il ragazzo facendo cambiare idea a Santana che sorridendo spiegò "Lei... beh, lei non ha mai visto un porno... quindi..."
"Cosa!?" gridò praticamente Puck "Ma-ma- non è possibile! A ventisette anni? Nah. Non ci credo..."
"Non tutti sono pervertiti come te..." rispose Quinn.
"O come voi, visto il fatto che avete ovviamente visto almeno un porno nella vostra vita... beh, per quanto riguarda Santana so con certezza che ne visti più di una decina... contando quelli che abbiamo visto insieme..." sorrise compiaciuto Puck.
Quinn guardò un momento Santana confusa.
"Avevamo quindici anni! Eravamo curiosi..." spiegò la ragazza incrociando le braccia imbarazzata.
"Ad ogni modo, lo guarderete insieme?" chiese Puck curioso.
"Si... e niente commenti di nessun tipo." replicò secca Santana.
"Sai cosa?" sorrise Puck guardando la fidanzata "Dovremmo farlo anche noi."
"La lista?"
"No, guardare un porno insieme! Sarebbe una cosa spettacolare, no?"
"No, Puck." rispose seria Quinn.
"Oh, avanti! Almeno proviamoci!" insistette il ragazzo "Sono sicuro che finirà col piacerti!"
"Potreste almeno discutere della vostra vita sessuale al di fuori del mio ufficio?" chiese Santana schifata.
"Andiamo Puck..." rispose Quinn trascinando fuori con sè il fidanzato.

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Brittany e Santana, nonostante l'evoluzione del loro rapporto, avevano continuato a prendere sul serio le loro ore alla scuola. D'altro canto Brittany aveva davvero bisogno d'aiuto nel correggere i compiti o nel sistemare i  piccoli problemi amministrativi della scuola, e non era ormai un problema il vedersi o sentirsi al di fuori del servizio sociale.
"Conosci il ristorante giapponese dietro il tuo palazzo?" scrisse Brittany notando che oramai mancavano meno di dieci minuti alla fine della loro ora "lavorativa".
"Mai mangiato sushi significa anche mai stata ad un ristorante giapponese..." spiegò Santana con un sorriso.
"Giusto..." annuì Brittany sovrappensiero.
"Sceglierai te dove andremo a mangiare?" chiese Santana mostrando la lavagnetta alla bionda.
"Certo. Ognuna pensa alla lista dell'altra... è più divertente!"
"Oh..." sospirò Santana per poi scrivere "In questo caso allora hai preferenze?"
Brittany alzò le sopracciglia confusa.
"Il porno intendo..." sorrise la latina.
"Vuoi farmelo vedere davvero?" chiese la bionda quasi spaventata.
"Ovviamente." annuì Santana divertita.
La bionda sorrise nervosa per poi voltare la lavagnetta senza alzare lo sguardo "Prendi pure quello che preferisci..."
"Parli come fossi un'esperta!" sorrise la mora cercando di sdrammatizzare.
"Sembri un'esperta..." scrisse ancora Brittany.
"Cosa?" esclamò Santana per poi insistere "In che senso!?"
La bionda sorrise divertita alla reazione della ragazza per poi spiegare "Sembri una che sa il fatto suo..."
"Riguardo al porno!?"
"Riguardo al sesso..." scrisse ancora Brittany.
"Oh..." sorrise Santana quasi tirando un sospiro di sollievo "C'è molta differenza nel dire "Sembri un esperta di porno" e "Sembri un esperta di sesso", Britt..."
"Qual è la differenza?"
"Principalmente la prima suona come un offesa e la seconda come un complimento... almeno per me... E poi il porno ed il sesso sono due cose così lontane..."
"Perchè?"
"Vedrai..." sorrise misteriosa Santana.
"Già ti vedo a scaricare un qualche porno su internet..." scrisse divertita Brittany.
"Nah... non ho bisogno di scaricare alcun porno... Si dà il caso che uno dei miei migliori amici sia un collezionista di porno..." spiegò la mora con un sorriso.
"Devo proprio conoscere i tuoi amici... Da tutto quello che mi dici sembrano essere grandiosi..." scrisse Brittany.
"Si... sono dei tipi a posto... Quando vuoi, una di queste sere ti porto da Harry... che ne dici?"
"Volentieri." annuì la bionda.
"E... se vuoi puoi portare anche Artie..." scrisse Santana guardando nervosamente Brittany.
Brittany sollevò le sopracciglia quasi a chiedere "Davvero?".
"Ok, no, non lo portare..." disse Santana ad alta voce, facendola sorridere.
"Non devi fingere che ti piaccia... lo so che non lo sopporti..." scrisse Brittany.
"Non lo conosco nemmeno!
Non posso non sopportarlo!" scrisse la mora pensando "E' che non riesco a pensare al fatto che abbia te al suo fianco non capendo nemmeno lontanamente quanto sia dannatamente fortunato, senza che mi venga voglia di investirlo con la sua stessa sedia...".
"Ok..." rispose quasi convinta Brittany "Ma non parliamo più di lui. Quando siamo sole, io e te, lui non deve esserci."
"Affare fatto." annuì Santana felice, per poi guardare l'orologio e dire "Devo andare fra poco. Ho un appuntamento con Sam... Allora ci organizziamo per venerdì sera?"
"Questa settimana sono impegnata da giovedì in poi... Ti va bene dopo domani?" chiese Brittany.
"Perfetto!"
"Allora ti faccio sapere entro domani."
"Aspetterò con ansia un tuo messaggio." sorrise Santana riprendendo borsa e giacca per poi salutarla ed uscire.

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"Non ci credo!"
"Che c'è!?" chiese Sam stringendo il joypad nervosamente.
"Non è possibile che ci sia qualcuno ancora più lento di Finnocence!" esclamò Santana indicando lo schermo.
"Ehi!" sbottò Sam offeso per poi cercare di difendersi "Non sono lento, è che vengono da tutte le parti!". 
"Dovessimo trovarci invasi dagli zombie saresti il primo ad essere mangiato, Sam... Cosa aspetti? Sali su un tetto e usa il fucile di precisione! Se continui così ti farai uccidere per la terza volta in cinque minuti e non posso tollerare questo scempio!"
"Come se sapresti fare di meglio!" replicò il biondo.
"Scommetto cinquanta dollari che riesco a sopravvivere almeno quindici minuti." cominciò Santana convinta.
"Facciamo venti e ci sto..."
"Affare fatto." sorrise la mora soddisfatta allungando la mano per predere il joypad "Dammi quà...".
"Non ho ben capito cosa sei venuta a fare qui stasera, a parte criticare la mia tattica di gioco e scommettere con me..." cominciò Sam aprendosi una birra.
"Ne voglio una anche io Trouty." rispose la latina troppo presa dal videogioco.
"Subito, maestà..."
"E' il minimo che puoi fare visto porterò il tuo stupido cowboy in cima alla classifica dei giocatori on-line... E che razza di nick è Keldorn?"
"E' il personaggio di un vecchio videogame... ma non hai ancora risposto alla mia domanda, Santana, il che comincia ad incuriosirmi..."
"Non posso distrarmi ora. Lasciami finire la partita."
"Lasciami indovinare... Ha a che fare con la bionda rubacuori?" chiese Sam divertito, guardando Santana quasi lasciare la presa dal joypad.
"C'è mancato poco che mi facessero fuori, Sam! Tieni la bocca chiusa!"
"Ok. Quindi si tratta della bionda." insistette il ragazzo.
"La bionda ha un nome, ed è Brittany."
"Non c'è bisogno che ti arrabbi se non ricordo il nome della tua amata, Santana..." continuò Sam.
"Ok." cominciò la latina mettendo in pausa il videogame "Se pensi di riuscire a distrarmi parlandomi di Brittany, pensi male. Ora prepara i tuoi venti dollari e lasciami finire questi nove minuti che mi separano dalla vittoria."
"Strano, perchè la parola "Brittany" sembra avere un certo effetto su di te..."
La mora, capendo che l'amico non avrebbe ceduto, decise che prendere la situazione in mano forse era la cosa migliore da fare.
"Mi serve uno dei tuoi porno." disse velocemente Santana cercando di non distrarsi troppo.
"Cosa?!"
"Mi devi prestare uno dei tuoi preziosi porno da collezione..."
"Sai San, se sei davvero così... disperata... esiste internet! Non è davvero così squallido andare a cercare porno online... beh, non troppo perlomeno..."
"Disperata, Sam? Io?" sorrise Santana "Ma mi hai visto? Posso avere chiunque... le ragazze vengono a beccare dalle mie mani come galline..."
"A quanto pare però non puoi ancora avere l'unica che desideri davvero...".
"Non funzionerà Sam. Te l'ho già detto, prepara i tuoi venti dollari..." sorrise Santana.
"Scherzi a parte, San... cosa devi farci con un porno?"
Santana prese un respiro per poi spiegare velocemente "Io e Brittany abbiamo stilato una lista di cose che non abbiamo mai fatto, e Brittany non ha mai visto un porno."
"Wow..." sospirò il ragazzo.
"Sei contento ora?"
"Posso venire anche io quando lo vedrete?"
"Assolutamente no." rispose veloce la latina per poi aggiungere "Pervertito..."
"Io? Pervertito!? Non sarò io quello che guarderà un film porno con la ragazza dei suoi sogni..." sorrise il biondo.
"Perchè ne state facendo tutti una questione di stato? Non è niente di chè in fin dei conti..." obiettò Santana.
"Non sarà nulla di chè, ma è una scena a cui vorrei assistere, credimi..." sorrise il ragazzo.
"Quanto mi manca?" chiese la latina continuando a concentrarsi sullo schermo.
"Quattro minuti ai tuoi venti dollari... Ma promettimi, promettimi che le scatterai delle foto! O meglio, piazza una videocamera sopra la tv, voglio troppo vedere le vostre reazioni."
"Non sperarci Sam." replicò secca Santana.
"Ad ogni modo... hai richieste particolari?"
"Nah... non le interessa niente di che, quindi andrei sul classico porno, senza niente di troppo estremo..."
"Come niente di troppo estremo!? E' quello il bello dei porno! Specialmente per chi non ha idea di cosa riescono a combinare!"
"Dio, sei davvero un pervertito... Quanto manca?"
"Due minuti... Dai, nemmeno una cosa a tre? O che so... qualche location particolare?"
"No, Sam. Voglio il classico film porno, con la musichetta al sassofono, la minima trama cretina, e quel minimo di azione che basti a definirlo porno. Fine della storia."
"Uffa! Non sapete proprio come divertirvi..."
"Io mi diverto..." disse la latina, poggiando il joypad per terra "Lasciandoti godere i miei ultimi, vittoriosi, trenta secondi di partita, senza nemmeno toccare nulla...".
"Aah che scatole! Non sia mai che si vinca una scommessa con te..." replicò il ragazzo lanciando i venti dollari all'amica, per poi spengere la tv.
"Ora... vogliamo vedere di scegliere questo benedetto porno?"
"Prego..." sorrise Sam aprendo un'anta del mobiletto su cui poggiava la tv.
"Per la miseria... ma quanti sono?"
"Non so esattamente quanti sono, ma sicuramente ho superato i cento... ora buona ricerca del "porno classico"..."
"Perchè dici così?" domandò Santana cominciando a scorrere i titoli piùttosto grotteschi, per poi spalancare la bocca e dire "No... ti prego, non dirmelo..."
"Oh, si..."
"Tu, Samuel Evans, sei una persona molto malata ed hai bisogno di serio aiuto." disse lentamente la latina voltandosi a guardare l'amico.
"Sono malato perchè ho dei porno a tema?"
"Dio, Sam! Mi auguro che "Pokèporn" non riguardi veramente i Pokèmon!" esclamò Santana indicando il dvd.
"Riguarda gli esseri umani protagonisti... e beh, in effetti c'è qualche scena in maschera..."
"Sei serio!? Ti eccita la zoofilia!?"
"No che non mi eccita! Ed anche se fosse i Pokèmon non sono animali-
"Non migliori la tua posizione così..." lo interruppe Santana.
"E per la precisione la zoofilia è un'altra cosa, quella in questione sarebbe zooerastia..."
"Non so se essere impressionata o schifata..."
"Non sono così stupido come pensi sai, conosco anche io qualche parolone..."
"Si, qualche parolone nell'ambito porno... Non ci tengo, grazie..." sospirò Santana scorrendo ancora tra i dvd per poi sorridere "Guarda qui, "I tre porcellini"... almeno in questo caso non hanno cambiato il nome..."
"No, quello è per davvero "I tre porcellini"..." spiegò Sam, prendendo il dvd "E non so come sia finito lì..."
"Sai una cosa? Lascio fare a te... Non voglio ficcare le mani fra le tue cose e rischiare di incontrare altri "Doraeporn", "Star tits" o simili... quindi mentre io mi godo la mia birra sul divano, te prendi i tre dvd più semplici che hai e facciamola finita..."
"Sono daccordo." annuì Sam cominciando la ricerca.

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Come per il venerdì al planetario, si era ripetuta la stessa routine per le ragazze.
Santana aveva chiamato un taxi, per poi passare a prendere Brittany e tornare di nuovo nel suo quartiere, al ristorante scelto da Brittany.
"E' questo il posto?" chiese Santana indicando l'insegna appena visibile.
Brittany fece cenno di si con la testa.
"Sicura? Perchè... sembra di entrare in casa di qualcuno..."
"I giapponesi sono solo molto discreti..." spiegò Brittany sulla lavagnetta.
"Se lo dici te, Britt..." commentò Santana guardando sospettosa il posto, per poi essere presa a braccetto e trascinata all'interno del ristorante dalla bionda.
L'interno era in effetti più somigliante ad un ristorante.
Santana tirò un sospiro quando vide che i tavolini erano quelli di qualunque altro ristorante di New York, collegando che non avrebbe dovuto inginocchiarsi col rischio di rimanere letteralmente bloccata a terra.
Al loro ingresso un cameriere si avvicinò subito alle ragazze e Santana subito disse "Abbiamo prenotato... a nome Pierce, credo...".
"Per di quà..." sorrise l'uomo facendo strada alle due.
Il tavolino delle ragazze si trovava poggiato ad una parete ad acquario cosa che lasciò Brittany senza fiato e Santana piuttosto perplessa.
Una volta indicato il tavolo ed annotato le ordinazioni di Brittany il cameriere tornò verso la cucina con un sorriso, dando finalmente modo a Santana di tirare fuori la lavagnetta e scrivere "Sicura che non ci crollerà addosso questa parete di vetro ed acqua?".
Brittany sorrise facendole cenno di sì con la testa.
"Quindi i nipponici possono avere una parete-acquario mentre il mio ristorante a Manhattan non puo' avere un maxi-Breadstix che pende dal soffitto!?" sospirò la latina annoiata.
"Sarebbe fortissimo!" rispose Brittany con un sorriso.
"Lo so! Ma dicono che è contro le norme di sicurezza..." spiegò Santana per poi scrivere preoccupata "Un momento... Siamo qui davanti  perchè prenderanno uno di questi pesci e ce lo taglieranno davanti!?"
"Penso che quelle cose succedano solo nei film, San..." sorrise la bionda divertita.
"Ok, perchè non sono amante degli animali ma mi farebbe decisamente pena vedere un pesce morire sotto i miei occhi sapendo che poi finirà nel mio stomaco..." scrisse ancora la latina.
"Dopo andremo a vedere quella cosa a casa tua?" chiese Brittany.
"Quella cosa, sta per "porno"?" rispose divertita Santana facendo arrossire Brittany.
"Non è niente di chè, sai? Sarà divertente invece, vedrai..." promise la mora con un sorriso, per poi decidere di cambiare argomento "Allora, a te piace il sushi?"
"Molto!"
"Sarà... è che non mi piace l'idea di mangiare pesce crudo..." spiegò Santana.
"Non sembra nemmeno pesce crudo!" scrisse Brittany "Non ti accorgerai nemmeno che lo è!"
"Solo perchè nei pesci non si vede il sangue non vuol dire che la cosa faccia meno schifo..." spiegò Santana lasciando Brittany perplessa.
"Vedi... sei hai davanti della carne cruda, la cosa che fa più schifo è vedere il colore rosso del sangue e quell'aspetto così... vivo! Per il pesce non è lo stesso perchè non ha le stesse sembianze della carne..." insistette Santana.
"Non devi pensare al fatto che non sia cotto..." scrisse ancora Brittany.
"Non è così facile sai?"
"San, siamo qui per farti provare una cosa nuova, una cosa nuova! Non succede tutti i giorni di provare qualcosa per la prima volta! Prendila come una cosa positiva!" sorrise Brittany voltando la lavagnetta.
"Se lo dici te..." rispose poco convinta la mora.
Brittany allora allungando la mano strinse appena quella della latina per poi dire un silenzioso "Fidati di me... Ok?"
"Ok..." sorrise Santana cercando inutilmente di non arrossire.
"Ecco a voi..." sorrise il cameriere poggiando a tavola un mega vassoio "Buon appetito..."
"Grazie..." rispose Santana cercando di non maledire l'uomo per essere arrivato precisamente ad interrompere quello che sembrava essere un momento magico.
"Pronta?" chiese Brittany indicando il vassoio.
Santana osservò lentamente i vari assaggini di fronte a lei per poi prendere un respiro ed annuire.
"Avanti? Voglio gustarmi questo momento!" scrisse Brittany offrendo il vassoio alla mora.
"Ok. Puoi farcela. Non deluderla. Mangia e se proprio fa schifo manda giù e sorridi. E' stata lei a portarti qui, quindi devi sorridere Santana, sorridi!" si disse Santana portandosi lentamente alla bocca il primo involtino indicatogli dalla bionda.
"Ok." pensò Santana masticando lentamente "Non è niente. E' viscido, ma non sa di molto... E' un po' come mangiare le schifezze vegane di Rachel, ce la posso fare...".
"Allora?" chiese Brittany curiosa.
"E' viscido..." osservò la latina con un sorriso "Ma è buono."
"Prova questo, ora..." insistette la bionda passandole quello che sembrava essere un diverso tipo d'involtino.
Ancora una volta Santana sorrise, ripetendosi mentalmente che non poteva deludere Brittany, per poi accorgersi che quello che stava mangiando le piaceva per davvero.
"Ok, questo è molto molto buono..." rispose Santana allo sguardo curioso di Brittany.
"Ovviamente..." sorrise la bionda.
"Ora quale provo?" chiese la latina curiosa.
"Questo..." indicò ancora Brittany "E' salmone".
Stavolta Santana si lanciò più sicura all'assaggio.
"Mmm... Grandioso..." commentò la latina.
"Te l'avevo detto che dovevi fidarti di me!" scrisse Brittany sottolineando la frase.
"Hai ragione, mai più dubiterò delle tue parole!" sorrise Santana continuando ad assaporare le varie portate "Mai, mai, mai più! Promesso!".

La serata al ristorante era proseguita e terminata alla grande e Santana era veramente felice del fatto che per una volta aveva messo da parte le sue convinzioni fidandosi di Brittany, ma sapeva che la parte veramente bella della serata doveva ancora arrivare.

"Pronta a spuntare il tuo punto della lista?" chiese Santana divertita facendo accomodare Brittany nel suo salone.
"Più o meno..." sorrise Brittany.
"Non ti dico di fidarti di me perchè nessuno dovrebbe mai fidarsi dei porno di Sam..." scherzò la mora.
"E' Sam che colleziona porno? Sam è il professore di astronomia, vero?"
"Si e si." rispose Santana leggendo la lavagnetta, per poi scrivere "E' un po' fuori di testa per quanto riguarda videogiochi, fumetti, film e giochi da tavola ma è una delle persone più preziose della terra ed è un grandioso insegnante... ti piacerebbe..."
"Sono sicura che mi piacerebbero tutti i tuoi amici..." sorrise Brittany.
"Aspetta di conoscere Berry..." replicò veloce Santana per poi alzarsi a prendere una busta ed estrarre in ordine tre dvd: "X-pen", "Puffando Puffetta", "James Porn - Octopussy".
"Devo scegliere?" scrisse Brittany sgranando gli occhi.
"Prego..." sorrise Santana non riuscendo a trattenere il sorriso divertito.
"Tra quei tre?"
"Credimi, sono i migliori che aveva..."
"Non oso immaginare gli altri..."
"Non farlo ti prego..." scherzò Santana.
"Allora..." cominciò Brittany pensandoci su "Credo che sceglierò "Puffando Puffetta"... Mi sono sempre piaciuti i Puffi..."
"E sia..." sorrise Santana alzandosi ad inserire il dvd.
"Di solito questi film... hanno una trama?" scrisse curiosa Brittany.
"Di solito hanno una trama molto molto molto breve... Ma visto che si tratta oltretutto dei puffi non credo dobbiamo aspettarci molto..."
"Giusto..." sorrise la bionda.
"Pronta?" chiese ancora una volta Santana, ricevendo un cenno dalla bionda.
"Puffo Forzuto!" sorrise Brittany guardando la latina riconoscendo il tatuaggio del puffo, per poi scrivere a mano a mano che i nuovi attori entravano in scena "Ecco Puffo Quattrocchi, e Puffo Vanitoso!"
Brittany guardò Santana divertita quando vide entrare in scena insieme a Puffetta, l'ultimo attore.
"No, ti prego... Non grande puffo..." sospirò Santana scioccata notando che l'attore era evidentemente davvero attempato.
"Per ora è carino!" scrisse Brittany sulla lavagnetta aggiungendo una faccia sorridente.
"Si, ed ecco che cominciano a spogliarsi..." rispose Santana indicando la tv, non volendosi perdere la faccia della bionda.
Brittany aveva semplicemente piegato la testa da un lato, quasi a cercare di osservare meglio, per poi sollevare le sopracciglia divertita.
"Tutto ok?" scrisse Santana con un sorriso.
"Almeno hanno lasciato i cappelli! E poi non è niente che non ho già visto..." scrisse Brittany per poi aggiungere "Da entrambe le parti..." facendo ridere Santana.
"C'è solo una cosa che non capisco..." scrisse Brittany quando le cose cominciavano a farsi più movimentate "Se c'è una sola Puffetta... Come andrà a finire?".
Santana sembrò pensarci un momento su per poi guardare lo schermo e collegare improvvisamente con un salto.
"E' una gang bang! E' una gang bang!" esclamò la latina cercando improvvisamente il telecomando, mentre Brittany la guardava confusa.
"Che c'è?" chiese la bionda.
"NON GUARDARE! NON GUARDARE!" esclamò Santana gesticolando, sollevando velocemente i cuscini del divano alla ricerca del telecomando.
"Non capisco, cosa succed- Oh!" esclamò Brittany guardando la tv.
Non trovando il telecomando la latina andò a piazzarsi direttamente davanti al televisore coprendo però ben poco, con la sua minuta figura, del cinquanta pollici alle sue spalle.
"Avevo chiesto a Sam di darmi dei film molto semplici! Niente di esagerato!" scrisse Santana dando tempo a Brittany di leggere, per poi continuare "Ma quello stupido cervello di gallina mi ha dato un film che comincia con una gang bang! UNA GANG BANG!".
"Una cosa?"
"E'... e'-" cominciò balbettando la mora per poi notare come gli occhi di Brittany si fossero improvvisamente sgranati.
Allora Santana si voltò un momento verso la tv, capendo perfettamente l'origine dell'espressione della bionda di fronte a sè.
"Non credo ci sia più bisogno di spiegarmelo..." scrisse Brittany continuando a guardare perplessa lo schermo.
"No! No! No!" esclamò la latina cercando freneticamente il tasto di spegnimento della tv, per poi decidere drasticamente di staccare la spina.
Voltandosi di nuovo verso Brittany, Santana sospirò mortificata "Mi dispiace così, così, tanto, Britt... Non era quello che avevo in mente, giuro..."
Brittany si fermò un momento a guardarla, per poi scoppiare a ridere a crepapelle.
Santana rimase confusa dalla reazione della bionda "Che c'è?".
Ma Brittany non rispose, anzi, continuò a ridere, piegandosi di tanto in tanto a riprendere fiato, contagiando anche la mora con la sua risata.
Quando finalmente la bionda sembrò essersi calmata, prendendo la tavoletta scrisse "Avresti dovuto vedere la tua faccia quando hai gridato "UNA GANG BANG"! E poi? Quando ti sei incasinata in giro a cercare il telecomando?" sorrise Brittany mostrandole l'aggeggio nascosto alle sua spalle, scoppiando di nuovo a ridere "Potevo morire dalle risate!".
"E' stato divertente per te quindi..." scrisse Santana spalancando la bocca.
"Non mi divertivo così da anni, San!" sorrise Brittany entusiasta.
"Beh... Vuoi provare "X-pen" o "James Porn"?" provò la latina con un sorriso.
"No, dopo questi primi veloci minuti di "Puffando Puffetta" credo di essere a posto con i porno per tutta la mia vita!"
"Lo credo bene..." scherzò Santana ricordando il poco che aveva intravisto.
"Cosa facciamo ora?" chiese Brittany "E' presto per andare a dormire e voglio comunque il mio film con te anche se non sarà un porno...".
Santana sorrise alle parole della bionda, che davvero voleva passare la serata con lei... non era lì per una lista o per altro... era lì, nel salone di casa sua, probabilmente traumatizzata dopo aver visto dei tizi vestiti da Puffi darci dentro, solamente per stare con lei.
"Va benissimo per me..." sorrise Santana.
"Cosa ci vediamo?"
"Qualunque cosa tu voglia vedere..." sospirò praticamente la latina non cercando nemmeno di nascondere quanto fosse innegabilmente stracotta.
"Ti va un classico Disney?" scrisse entusiasta la bionda.
"Con te anche tutti quanti, dal primo all'ultimo, in ordine alfabetico, e senza interruzioni..." rispose Santana ricevendo un'occhiata confusa dalla ragazza, per poi scrivere semplicemente "Va benissimo, ce li ho tutti!".
Brittany sorrise quasi scodinzolante per poi aggiungere "Allora cominciamo con Aladdin?".
"Perfetto..." sorrise Santana andando a recuperare il dvd.

Al termine del film Santana aveva ovviamente accompagnato Brittany fino al marciapiede ad aspettare il suo taxi.
"Allora, ti è piaciuta la serata?" scrisse Brittany passando la lavagnetta alla latina cercando di rompere il "silenzio".
"Mi è piaciuta da impazzire..." sorrise sincera Santana per poi vedere arrivare il taxi e scrivere veloce "E non vedo l'ora di ripeterla la settimana prossima, impegni permettendo..."
"Ci sto, basta che non ci siano di mezzo porno o puffi..." 
"Magari possiamo guardare un altro classico Disney..." sorrrise Santana.
"Abbiamo dimenticato che prima di Aladdin c'è A bug's life ed A Christmas Carol..."
replicò la bionda.
"Perchè prima?" domandò Santana confusa.
"Beh, se vuoi vederli tutti ed in ordine alfabetico..." sorrise Brittany facendo arrossire Santana al pensiero che non era stata poi così discreta.
"Grazie di nuovo per la bella serata..."
scrisse sorridente Brittany per poi avvicinarsi ad abbracciare forte l'ispanica
"Grazie a te, Brittbritt..." sorrise Santana lasciando salire la bionda in macchina, per poi salutarla di nuovo.

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Aaaaaaah scusate come sempre se ci metto una vita per pubblicare capitoletti così, un po' sciapetti! Ma ho poco poco poco tempo e devo giostrarmi in mille cose!

Grazie ancora a tutti voi che continuate a seguire la storia con tanta passione!
Grazie a chi ha aggiunto la fic tra i preferiti/seguiti/ricordati, e grazie infinite a tutti voi che continuate a recensire rendendomi la persona più felice della terra dopo Brittany, che ovviamente avendo Santana batte tutti!

Un abbraccio grandissimo!

Buona Pasqua!

Northstar


ps: in settimana dovrebbe arrivare l'aggiornamento pasquale di Festivities :)



Aspettatevi questo nel prossimo capitolo:

Santana:
3. Mai avuto un animale domestico
4. Mai preparato una torta

Brittany:
3. Mai saltato su un tappeto elastico
4. Mai guidata una macchina

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


boh
"Credo che cominci ad essere stanco..." osservò Santana accarezzando la pancia del gattino, per poi guardare Brittany "Sbadiglia continuamente...".
"Dobbiamo trovargli un lettino..."
"Un lettino?" chiese Santana confusa.
"Ma sì, basta una scatola di scarpe riempita di qualcosa di morbido." replicò Quinn.
"Questo si può fare..." sorrise la latina lasciando il gattino a Brittany.
Dopo qualche secondo Santana tornò vittoriosa stringendo tra le mani una maxi scatola di scarpe ed un vecchio maglione.
"Quello per lui è un castello..." osservò divertita Rachel.
"Jimmi Choo. Solo il meglio per il mio gatto..." sorrise la latina facendo l'occhiolino a Brittany, sistemando la vecchia lana all'interno della scatola "Ecco, ora è tutto pronto. Prego!"
Brittany sistemò con cura il gattino che subito cominciò ad accoccolarsi nel suo lettone.
"Allora..." cominciò Rachel dopo qualche secondo di silenzio "Siete pronte per stasera?"
"Un momento..." cominciò Santana spalancando gli occhi "Chi terrà d'occhio Abe stasera?! Non possiamo lasciarlo solo! E' così piccolo! E così indifeso!"
"Oh dio..." sospirò Quinn divertita "Abbiamo creato un mostro..."
"Voglio dire, non puo' restare da solo..." insistette la latina.
"Se vuoi possiamo restare noi con lui... Io e Puck non abbiamo granchè da fare stasera..." si offrì Quinn.
"In effetti anche io e Finn siamo liberi! Possiamo restare noi se preferisci..."
"Beh..." cominciò Sam affacciandosi dal terrazzo "Se proprio qualcuno deve restare a fare da baby-sitter, quello è lo zio single..." terminò indicandosi con un sorriso.
"Io l'ho detto per prima, Santana..." aggiunse velocemente Quinn "E sono il tuo avvocato!"
"State veramente litigando per chi rimarrà a prendersi cura del gattino?!"
"Certo!" esclamarono in coro Rachel e Quinn.
"Sam?" chiese la latina curiosa.
"E per il maxi schermo, i video game ed i tuoi fumetti... Ma anche per il gatto! Io adoro Axe!"
"Abe!" lo ripresero insieme le ragazze.
"Maledizione!"
"Beh, c'è una sola soluzione a questo dilemma..." cominciò Santana guardando il gattino dormire beato.
"Resterete tutti a guardarlo..."
"E non farai storie sull'occupare la tua preziosa dimora?" chiese Rachel stupita.
"Fino a che non andate a ficcare il naso in camera mia per me non ci sono problemi..."
"Ma i fumetti sono in cam-"
"Lo so, Sam. Puoi leggere i miei fumetti solo sotto la mia stretta sorveglianza se lo hai dimenticato..." replicò decisa Santana.
"Perchè?" domandò Brittany divertita.
"Perchè ha sempre le mani appiccicose, come quelle dei bambini, e non voglio che rovini le mie preziose collezioni..."
"Certo..." sorrise la bionda scuotendo la testa.
"Vedi!? Anche Brittany pensa che sei ridicola!" esclamò Sam soddisfatto.
"Lei non pensa che sono ridicola! Pensa che sono particolarmente affezionata ai miei fumetti... Non è così?"
"Non mi aspettavo nemmeno che potessi possedere una collezione di fumetti in realtà... sei piena di sorprese..." sorrise Brittany.
"E non ha ancora visto le vere sorprese..." s'intromise beffardo Puck affacciandosi "Il tappeto è pronto per la cronaca..."
"Dio sia lodato!" esclamò la mora alzandosi, per poi afferrare Brittany per il polso e tirarla verso di sè "Pronta?"
"Assolutamente!"
"Avanti allora... abbiamo una cena che ci attende..."

Arrivata sul terrazzo Santana si fermò qualche secondo ad osservare il tappeto.
"Cosa aspettate?" chiese Finn soddisfatto.
"Qualcuno deve testarlo prima... Non voglio che Brittany si spezzi l'osso del collo per la vostra incompetenza..." spiegò Santana indicando i diversi pezzi misteriosamente avanzati.
Finn, Puck e Sam si guardarono per qualche secondo, fino a che proprio Sam sospirando si sfilò le scarpe annunciando "Ok. Vado io... Ma se mi faccio male pagherete voi due le spese ospedaliere, sia chiaro...".
Finn e Puck si limitarono ad alzare le spalle.
Sam salì lentamente valutando la tenuta del tappeto per poi cominciare lentamente a saltellare sempre più e più in alto.
"Sembra ok! Woooo!" esclamò il ragazzo divertito continuando a saltare.
Prima che Santana potesse rivolgersi a Brittany anche Puck e Finn erano saliti prendendosi a spintoni per fare prima dell'altro.
"Come volevasi dimostrare: tre ragazzini..." sospirò Santana guardando Quinn e Rachel "Questo è il motivo per cui non ho scelto l'attico con piscina...".
Poi la mora si voltò a cercare lo sguardo di Brittany, trovandola a smessaggiare freneticamente.
"Tutto ok?" domandò Santana avvicinandosi.
"I miei genitori ci stanno aspettando al ristorante..."
"Di già!?"
"Come al solito mia madre ha fatto di testa sua..." spiegò la bionda scuotendo la testa.
"Ma il tappeto- Non-" cominciò Santana spostando velocemente lo sguardo fra la bionda e la terrazza.
"Potete sempre tornare più tardi..." propose Quinn dando una gomitata ben poco discreta alla migliore amica "Non è una buona idea?"
"Io- Ti va bene Britt?" chiese la latina cogliendo la palla al balzo.
"Assolutamente! Non vedo l'ora di avere il mio turno sul tappeto elastico!"
"Fantastico!" esclamò Santana eccitata, cercando poi di ricomporsi "Ehm, ok allora... Vado a prendere la mia borsa e possiamo andare..."
"Ti aspetto..." sorrise la bionda tornando a guardare i tre ragazzi saltare sul tappeto elastico.
Al suo ritorno Santana fece attenzione a non farsi notare dalla bionda per poi prendere da parte Rachel e Quinn e cominciare "Meglio per tutti voi se al nostro ritorno avete già tolto le tende..."
"Che c'è? Vuoi organizzarti una seratina speciale?" sorrise Rachel alzando suggestivamente le sopracciglia.
"No." replicò secca la mora.
"Non c'è niente di male sai?" insistette la brunetta.
"E' fidanzata Rachel, ricordi?"
"E quando mai questo è stato un problema per te?"
"Quinn, cortesemente, riassumi a Barbra la situazione durante la mia assenza... e mi raccomando, vi voglio tutti fuori al mio ritorno." disse Santana avvicinandosi a Brittany "Andiamo?".
"Pronta!" sorrise la bionda salutando velocemente gli altri, togliendo velocemente dalla borsa la sua fedele lavagnetta "E' stato un piacere conoscervi! Spero di rivedervi molto presto!".
"Anche noi lo speriamo..." sorrise Quinn per tutti con un sorriso.
"Ok, ora possiamo anche andare... buona serata e ricordati cosa ti ho detto Quinn!" ripetè seria Santana guardando la bionda.

Dirigendosi verso l'ascensore Brittany chiese subito "Hai già chiamato un taxi?"
"Niente taxi stasera..." rispose Santana.
"So che il locale è relativamente vicino, ma davvero vuoi andare a piedi quando siamo già in ritardo?"
"Non cammineremo non preoccuparti..." sorrise Santana per poi pigiare il tasto "-1".
"Dove stiamo andando, Santana?" chiese Brittany a metà fra il divertito ed il preoccupato.
"Mi risulta che tu non abbia mai guidato una macchina, quindi..." sorrise ancora la latina uscendo dall'ascensore per poi essere immediatamente fermata da Brittany.
"Che c'è?"
"Sei seria?" domandò la bionda spalancando gli occhi.
"Certo! Visto che il tappeto elastico è letteralmente saltato per il momento, voglio almeno farti guidare fino al ristorante..."
"Sicura?"
"Sicurissima e non chiedermelo ancora perchè la risposta continuerà ad essere la stessa..." sorrise Santana aprendo la porta che dava al garage sotterraneo.

Brittany si fermò di stucco all'entrata.
Non si aspettava certo tutte quelle macchine, ma di certo non si aspettava tutte quelle macchine d'epoca.
"A te la scelta. Tanto hanno tutte il cambio automatico..." spiegò Santana indicando il garage.
Brittany non aveva idea di quale macchina scegliere, ma in compenso aveva subito individuato quale non scegliere: un macchinone grigio metallizzato che sembrava pronto per scendere in campo per qualche importante competizione.
La bionda così cominciò a cercare la macchina che le sembrava poter avere meno valore, ma la scelta non era certo facile visto l'età di alcune di quelle macchine.
"So cosa vuoi fare..." cominciò Santana "E non funzionerà..."
Brittany alzò le spalle fingendo di essere confusa.
"Visto che non vuoi scegliere veramente la macchina che preferisci lo farò io... e scelgo l'Audi R8 Spyder del 2010..."
"Quale sarebbe?"
"Vieni..." sorrise Santana guardando Brittany, per poi fermarsi di fronte ad una macchina nera "Ta-dan!"
"Sei sicura?" chiese la bionda preoccupata.
"Si! Saranno nemmeno dieci minuti di strada... E poi ti aiuterò io!
Non avere paura!" esclamò la latina eccitata  per poi sedersi sul sedile del passeggero "Avanti! Salta su e allaccia la cintura!"
Brittany dopo un respiro profondo si decise a seguire la latina.
"Ok, ora metto in moto e-"
"Aspetta, aspetta, aspetta!" gesticolò veloce Brittany.
"Cosa?"
"Hai pensato al fatto che non ti sento!? Non posso guardare la strada e guardare le tue indicazioni!"
"Non preoccuparti, Britt... sono sicura che andrà tutto bene e capirai benissimo le mie indicazioni...." sorrise Santana spostandosi verso l'interno dell'abitacolo sul suo sedile.
Brittany annuì sembrando più calma.
"Ora, questo è il freno e questo è l'acceleratore, questo è ovviamente il volante e per il resto non ti deve importare di nulla... ok?"
Brittany annuì una volta colti i gesti della latina che dopo qualche secondo le prese la mano, portandola subito sotto il volante, invitandola a premere il tasto.
Ora Brittany non poteva sentire il ruggito appena emesso dal motore, ma dal suo sguardo e dalla bocca spalancata, Santana sapeva certamente che riusciva a sentire le vibrazioni.
Santana allora poggiò delicatamente la mano sul ginocchio destro della bionda che, comprendendo il gesto, cominciò a premere delicatamente sull'acceleratore fino a che la macchina non iniziò a muoversi lentamente.
Brittany si voltò per un istante con la bocca spalancata in meraviglia e quando dopo qualche secondo continuò a non voltarsi, Santana le indicò la strada con un sorriso.

Era questo che le piaceva di Brittany. Il sorriso meravigliato che le spuntava sul volto ogni volta che faceva o vedeva qualcosa per la prima volta. Quel tipo di sorriso che solamente le persone più pure, più speciali, riescono a mantenere dall'infanzia alla vecchiaia senza nessuna fatica.

Arrivata all'uscita del parcheggio la latina aiutò Brittany a direzionare il volante per poi poggiarle di nuovo la mano sul ginocchio, facendo sorridere ed arrossire la bionda: per la prima volta Santana realizzò che forse aveva sottovalutato i vantaggi di questo semplice giretto in macchina. Tornando a concentrarsi sulla guida, Santana continuò a spostare, a seconda del bisogno, la sua mano sulle ginocchia della bionda che rispondeva ad ogni tocco con un leggero scatto.
Al primo semaforo rosso, Santana poggiò delicatamente due dita sul mento della bionda, invitandola a voltarsi verso di lei.
"E' rosso, puoi guardarmi..." sorrise la latina ricevendo in risposta un sorriso.
"Ho paura di combinare qualche guaio..." spiegò Brittany, per poi indicare lo specchietto retrovisore "Senza contare la fila di macchine che ho creato alle mie spalle... mi vorranno uccidere tutti..."
"Fregatene... è più importante arrivare a destinazione sana e salva..." sorrise Santana per poi aggiungere "Allora? Mi sembra che riesco a comunicare piuttosto bene anche senza gesti, non trovi?"
Brittany sorrise per poi rispondere "Devo ammettere che funziona bene... ma non è il massimo della sicurezza perchè riesci davvero a distrarmi ogni volta che sposti la mano..."
Santana rimase senza parole limitandosi a sorridere imbarazzata alla bionda.
Non le succedeva spesso di rimanere senza parole, ma dovette ammettere che da quando Brittany era piombata nella sua vita, le succedeva sempre e sempre più spesso.
Ma in maniera totalmente positiva.
E sarebbe rimasta a guardarla a lungo, totalmente felice tra l'altro, se non fosse stato per il clacson insistente di una macchina alle loro spalle.
"Ok, Britt! E' verde!" sorrise Santana tornando a poggiare la mano sul ginocchio destro della bionda, stavolta con più intenzione, facendo sorridere di nuovo la bionda.

Dopo altri dieci minuti, volati, le ragazze erano infine giunte al ristorante dell'appuntamento. Santana lasciò velocemente le sue chiavi al parcheggiatore, per poi sistemarsi le pieghe sulla semplice camicia che indossava e prendere un respiro prima di entrare.
"Non è un esame, lo sai?" sorrise Brittany aspettandola appena all'ingresso.
"Cosa?"
"Sembri agitata..." osservò la bionda divertita.
"Agitata? Io?" cominciò Santana sollevando le sopracciglia "Figurati!"
"Ok..." sorrise Brittany procedendo.
"Perchè dovrei essere agitata?" si disse ironicamente l'ispanica "In fondo è solamente la primissima volta nella mia vita in cui conosco ufficialmente i genitori di qualcuno, e la situazione degenera se quel qualcuno è il qualcuno con cui sto cominciando a sognare un futuro... Non ho alcun motivo d'essere agitata!"
"Ragazze!" sorrise la signora Pierce vedendo entrare le ragazze.
"Signori Pierce..." sorrise Santana con un cenno della testa.
"Fatti abbracciare, Santana Lopez!" sorrise Diane stringendo a sè la mora, per poi abbracciare alla stessa maniera la figlia.
Dopo aver salutato il signor Pierce, Santana prese posto di fianco a Brittany proprio di fronte ai suoi genitori.
"Perdonate il ritardo." cominciò Santana "Abbiamo avuto un piccolo imprevisto nel traffico..."
"Oh adesso si chiama così, eh?" sorrise la donna divertita, facendo l'occhiolino al marito.
"Prego?" domandò ancora la latina imbarazzata.
"Oh! Non preoccuparti tesoro! Anche noi siamo stati ragazzi! Con quei fisici e tutti quegli ormoni! Sarebbe grave il contrario!"
Santana guardò per un istante Brittany alla ricerca d'aiuto, ma la ragazza però sembrava totalmente immersa nello scrutinio del menu, così la latina si limitò a sorridere ed annuire, morendo internamente per l'imbarazzo.
"Allora!" cominciò la signora Pierce catturando l'attenzione di sua figlia con un gesto "Come è andata la consegna del gattino?"
"Dovresti chiederlo a Santana..." sorrise soddisfatta Brittany.
"E' stato grandioso... semplicemente grandioso..." rispose la latina "Ora è a casa con un paio di miei amici..."
"Da quanto conosci la lingua dei segni, Santana?" chiese il signor Pierce curioso.
"Ho cominciato ad impararla un mese e mezzo fa... credo? Forse meno..." rispose la mora cercando appunto di accompagnarsi dai segni "Ma sto ancora imparando... cerco di usarla il più possibile ora..."
"E' un bel gesto da parte tua... Ammirabile..." sorrise l'uomo.
"Cosa?"
"L'aver imparato la lingua dei segni per Brittany..." sottolineò Geoffrey sorridendo amorevolmente alla figlia.
"Beh... era il minimo che potevo fare per lei..." rispose sinceramente Santana ricevendo un "Aaaw!" da parte della signora Pierce.

"Allora, come vi siete conosciute?" chiese la signora Pierce ad un certo punto tra il dolce ed il caffè  quando Brittany si era scusata un momento per andare in bagno.
"Beh..." cominciò Santana imbarazzata "Ho avuto un poco piacevole incidente che comprendeva l'essere alla guida in stato di ebbrezza... ed ora sono a scontare la pena del servizio civile al fianco di Brittany...".
La tavola rimase silenziosa per qualche secondo, mentre Santana mentalmente già malediva la sua boccaccia impulsiva.
"Mi piaci..." sorrise il signor Pierce "Chiunque altro avrebbe inventato una menzogna, ma tu... non hai avuto problemi a dire la verità... e da quel che ho visto dici sempre le cose come stanno... E' un pregio!"
"G-grazie?" rispose confusa Santana.
"E da quanto vi conoscete?"
"Un paio di mesi..." rispose Santana con un sorriso.
"Che mi venga un colpo!" esclamò poco garbatamente Diane facendo sorridere i commensali "Devi essere qualcosa di speciale se Brittany ti ha fatto entrare nella sua vita con questa velocità!"
"In realtà non è stato così facile all'inizio..." sorrise la latina.
"Tesoro, se c'è una cosa che posso dirti con una sicurezza che si avvicina al cento per cento, è che tutte le più grandi coppie sono partite con qualche difficoltà..."
"Coppie?" chiese Santana confusa.
"Che c'è? Esiste un'altro nome ora per le coppie di sole ragazze?" chiese la donna sorridendo.
"Oh no-no-" cominciò la latina balbettando.
"No, tesoro! Non preoccuparti! Sappiamo che Brittany va sia per il dolce che per il salato..." replicò la donna per poi aggiungere di fronte all'epsressione scioccata di Santana "Si, insomma, sia per il tenero che per il dur-"
"Diane!" cominciò il signor Pierce afferrando la mano della moglie sul tavolo "Credo che Santana abbia colto cosa vuoi dire..."
"Si, io ho- ho capito ma-"
"Non c'è niente che non va, sai? L'amore è amore! Che importa se ha forme diverse da quelle che vanno per la maggiore?"
"E sono assolutamente daccordo ma-" provò ancora Santana.
"Oh! Ecco l'altra metà della mela! Non trovi che siano particolarmente... complementari, Geoff?" sorrise la donna indicando Brittany.
"Cosa mi sono persa?" chiese la ragazza sedendosi.
"Stavamo giusto elogiando come siete diverse! Come lo Ying e lo Yang! Così diverse eppure così perfette insieme!"
"Stasera sei su di giri eh, mamma?" sorrise Brittany confusa bevendo un goccio d'acqua.
"Sono su di giri perchè la mia bambina finalmente ha trovato la persona adatta a lei! La fidanzata adatta a lei!" esclamò la donna, facendo quasi strozzare Brittany, che subito domandò "Fidanzata??"
"E' quello che stavo cercando di dirvi... Noi non-"
"Cosa!?" esclamò la signora Pierce scioccata.
"Siamo buone amiche..." spiegò Santana.
"Voi non- insomma non- non state insieme!?" cominciò la donna indicandole a turno "Voglio dire- Nemmeno un po'!?"
"No..." rispose Santana incrociando lo sguardo con quello della donna, per poi abbassarlo sul tavolino più per tristezza che per imbarazzo.
"Quindi sei ancora con Arthur?!" chiese scioccata Diane.
"Si... Ma se ti puo' consolare, le cose non vanno gran bene..." spiegò Brittany facendo tirare un sospiro di sollievo alla madre, che subito si riprese fingendo l'espressione più dispiaciuta che potesse.
"Mamma..." sorrise Brittany "Il mondo intero sa che non impazzisci per lui..."
"Mi dispiace tesoro... Non posso farci nulla..."
"E non te ne faccio una colpa..." insistette la bionda.
Santana nel frattempo aveva lo sguardo fisso sul suo piatto, pregando con tutta sè stessa che arrivasse presto un cameriere ad interrompere il prima possibile quel momento super-imbarazzante.
"Tu sei fidanzata, Santana?" chiese improvvisamente il signor Pierce.
"No- Io... Non lo sono..."
"E sei dello stessa visione di Brittany? Insomma... sia per rosa che per il blu?"
"Sono più per il rosa..." ammise Santana con un sorriso imbarazzato, sentendo Diane sussurrare un deciso "Si! Si! Si!".
"Mamma!" esclamò la bionda cogliendo di sorpresa tutti, ma più di chiunque altro Santana, che si voltò con un'espressione sconvolta e felice.
"Di tanto in tanto bisogna farti usare quella vocina, altrimenti finirà per diventare ancora più ina..." sorrise la donna.
"Dobbiamo andare ad ogni modo..." riprese Brittany con i gesti alzandosi prendendo per il polso Santana che si alzò con lei.
"Di già?"
"Abbiamo appuntamento con i suoi amici..." menti Brittany velocemente.
"Ma voi potete restare quanto volete, la cena è già pagata..." aggiunse Santana.
"Pagata?" domandò il signor Pierce stupito.
"Santana, non dovevi!" riprese la signora Pierce colpita.
"La prossima volta pagherete voi... che ne dite?" propose Santana con un sorriso.
"Fatti abbracciare!" esclamò la donna alzandosi a stringere la latina per poi sussurrare "Non perderti d'animo! Non sono fatti per stare insieme!".
"Arrivederci, Santana..." sorrise il signor Pierce con una più educata stretta di mano "A presto."
Brittany salutò velocemente i genitori, ancora imbarazzata, per poi trascinare fuori dal locale Santana.

Dopo qualche minuto di totale silenzio in attesa della macchina, Santana disse "Non è successo niente, sai?"
Brittany non rispose, si limitò a sollevare le sopracciglia a mo' di sfida.
"I tuoi sono persone simpatiche... vorrei che i miei genitori fossero più come loro..." insistette la latina.
"Non ti sei sentita in imbarazzo?" chiese la bionda confusa.
"Ho vissuto situazioni peggiori, che ci creda o no..." sorrise Santana per poi aggiungere all'arrivo della macchina "Vuoi guidare? Magari ti aiuta a rilassarti un po'...".
"Cosa direbbe Quinn se sapesse che stai infrangendo la legge per la seconda volta nel giro di poche ore?" chiese la Brittany con un sorriso.
"Sicuramente partirebbe con una filippica delle sue... Ma sai come si dice? Quando il gatto non c'è, i topi ballano..."
"Mi piacciono i topi..." replicò Brittany prendendo le chiavi dalle mani della latina con un sorriso.


Una volta raggiunto il garage sane e salve, le due ragazze tornarono all'ultimo piano, verso l'attico della latina che prima di aprire la porta pregò con tutta se stessa che i suoi amici se ne fossero andati.
Una volta contati ben quindici secondi consecutivi di assoluto silenzio Santana si tranquillizzò sul fatto che almeno Rachel non era lì, tirando un sospiro di sollievo prima di aprire la porta dell'appartamento.
Incredibilmente all'interno della era tutto al suo posto e non solo, la casa era quasi ordinata.
"Ti dispiace se vado a ficcarmi una tuta ed un paio di scarpe da ginnastica?" chiese la latina.
"No, assolutamente..." rispose Brittany per poi aggiungere "Nel frattempo vado a controllare come sta Special Abe..."
"Ok" rispose Santana con un sorriso.

Pochi minuti dopo la latina scendendo trovò Brittany sul divano a giocherellare col gattino.
"E' piuttosto sveglio per aver avuto una giornata così ricca di avvenimenti, eh?" sorrise Santana accarezzando il gatto tra le braccia della bionda.
"Già..."
"Sai cosa pensavo?" cominciò Santana improvvisamente.
"Cosa?"
"Pensavo che questa storia della lavagnetta comincia ad annoiarmi..."
"Perchè?"
Brittany continuò a guardare la latina confusa, aspettando che si spiegasse.
"Voglio dire... ci ho fatto caso, riesci a leggere perfettamente il labiale... capisci tutto quello che dico, e se non capisci qualcosa basta che lo ripeta nel linguaggio dei segni, allora perchè continuare ad usare la lavagnetta?"
"E' comoda..." spiegò la bionda alzando le spalle.
"No, non lo è in realtà..." cominciò Santana guardando la bionda dritta negli occhi "Basterebbe che usassi quella splendida voce che ho sentito stasera e che sento ogni volta che ridi a crepapelle..."
Brittany si limitò a scuotere la testa risoluta.
"Perchè? Ti ho sentito ridere mille volte e cerco di farti ridere il più possibile pur di sentire la tua voce! E quel "mamma", stasera! E' stato come- è stato come un fuoco d'artificio, lo giuro!" insistette Santana sorridendo "Perchè non vuoi parlare? Con me?"
"Non è così facile..."
"Si, Britt, lo è!"
"Non sento la mia voce da vent'anni, credi sia facile riuscire a parlare senza sentirsi?" rispose bruscamente la bionda.
"Immagino non sia facile, ma-"
"Io odio la mia voce." la interruppe Brittany "Odio il fatto che so bene, che non sono più in grado di pronunciare quello che dico nella maniera in cui vorrei..."
"Che importa! Non mi importa se non parli come uno di quegli stupidi lettori di audio libri! Voglio solo sentire la tua voce... Puoi farlo? Per me? Dì qualunque cosa, ti prego..."
Brittany, continuò ad accarezzare Abe senza alzare lo sguardo, per poi prendere un respiro e dire semplicemente "Ciao... ?".
Santana sorrise, tirando quasi un sospiro di sollievo, per poi dire "E' un inizio..."
Brittany annuì con un sorriso imbarazzato.
"E la tua voce? Non ha niente che non va, Britt... Credimi..." insistette Santana cercando lo sguardo della bionda che continuò a sorridere nervosa.
Ma Santana non voleva insistere... così, ottenuta l'attenzione della bionda, si limitò a dire "Pronta per il tappeto elastico?".
Brittany annuì decisa alzandosi velocemente, ma delicatamente, per poggiare di nuovo Abe nel suo "letto", per poi seguire Santana in terrazzo.
"Prego..." sorrise la latina indicando il tappeto.
"No..." cominciò Brittany scuotendo la testa.
"No cosa?"
"Anche tu sali!"
"Io? Nonono... Non sono un appassionata di questo genere di cose..." spiegò velocemente la latina.
Brittany rimase qualche secondo speranzosa a guardarla, per poi sfilarsi le scarpe e salire lentamente sul tappeto, provando qualche piccolo salto sperimentale.
Inutile a dirsi, trenta secondi dopo la bionda aveva già preso confidenza col tappeto saltando in aria come se volesse prendere il volo da un momento all'altro.
Santana rimase a guardarla per diversi minuti fino a quando Brittany, fermandosi le allungo una mano sorridendo, per poi sussurrare "Per favore?".
La mora sorrise, per poi sfilarsi le scarpe ed aggiungere "Solo perchè me lo hai chiesto educatamente..." salendo sul tappeto.
"Ti prego Brittany non cominciare a saltare come un canguro epilettico altriment- Brittany!" esclamò la latina cercando di aggrapparsi alla bionda che, prevedibilmente aveva ripreso con i suoi super salti.
"Britt! Ancora qualche salto e dovremo pulire il mio vomito dal tappeto!" esclamò Santana, consapevole del fatto che Brittany, non l'avrebbe comunque capita.
Stava per scendere, stava per farlo davvero, quando sentì la bionda cominciare a ridere a crepapelle, divertita probabilmente dalla sua stessa espressione terrorizzata, e fu sufficiente quel suono fantastico a farle decidere di rimanere ancora su quel tappeto, fino a che non avrebbe sentito quella risata esaurirsi.

Dieci minuti più tardi, quando anche per Brittany era diventato stancante saltellare senza tregua sul tappeto, Santana si decise a scendere cercando di riprendere fiato, per essere poi seguita dalla bionda che andò a sedersi vicino a lei.
"Allora? Ti è piaciuto il tappeto elastico?" chiese Santana con un sorriso.
"Da impazzire!" rispose eccitata la bionda per poi aggiungere "Ma c'è ancora una cosa da fare questa sera...", offrendo una mano alla latina che la afferrò dopo qualche secondo di confusione.
"Britt? Cosa- Cosa c'è ancora da fare?" chiese Santana lasciandosi condurre in casa sua dalla bionda.
"Non guardarmi così!" sorrise Brittany, arrossendo sotto lo sguardo di Santana per poi spiegare "Mi risulta che abbiamo ancora un dolce da preparare...".
"Oh! Quello..."
"Beh, se non sei stanca..." aggiunse la bionda.
"Stanca?" sorrise Santana aprendo un cassetto per poi prendere un grembiule e lanciarlo a Brittany e dire "Non hai idea di quanto a lungo possa restare sveglia ed attenta..."
"E' una sfida?"
"Puo' darsi..." rispose la latina con un sorriso, cominciando a seguire le azioni della bionda, per poi sentire "Grazie, San..."
La mora restò un istante confusa, a sorridere come un ebete per l'ennesima volta quella sera, per poi finalmente uscire dalla sua trance e rispondere semplicemente "Grazie a te, Britt..."



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Se ve lo state chiedendo, ecco quali sono le prossime voci delle liste:

Santana:
5) Mai visitata la Statua della Libertà.
6) Mai visto Titanic.

Brittany
5) Mai viaggiato fuori New York in macchina.
6) Mai stata ad una festa in casa.

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Piccolo momento di pazzia dell'autrice, ogni tanto succede xD


Vorrei innanzi tutto chiedere perdono per il ritardo con cui sto pubblicando ultimamente e vorrei ringraziare tutti voi che con tanta pazienza attendete comunque l'arrivo dei nuovi capitoli.

Le cause di questo ritardo sono diverse, ma quella principale si chiama vita.
Perchè, purtroppo o per fortuna, la mia vita va avanti anche al di fuori di Efp... il che si traduce in poco tempo, poca ispirazione e conseguente poca voglia... a cui vanno aggiunti troppi impegni, troppi casini in famiglia e fuori e troppe poche ore nel corso della giornata.

Il punto è questo: scrivo per pura passione, scrivo perchè mi piace potervi intrattenere e potervi trasmettere qualcosa, e chi mi conosce sa bene che mi riduco a scrivere nella penosa fascia oraria 22:30 - 02:30 (quando sono fortunata) pur di produrre il nuovo capitolo nella sola speranza che sia decente, perchè ultimamente non ho nemmeno modo di rileggere.
 
Perchè, nonostante tutto, continuo a farlo?
- Per un tornaconto economico? No.
- Perchè ho tempo da buttare? No.
- Perchè amo così tanto toccare la mia tastiera che non posso farne a meno? No.
Lo faccio, sempre e comunque, per voi lettori, perchè è un piacere immenso ed incalcolabile sapere che posso sollevare anche in minima parte la giornata di qualcuno di voi.
E' una delle sensazioni più belle al mondo.

Quindi perdonatemi per il ritardo, ma vi chiedo di mostrarmi lo stesso rispetto che io mostro a voi impegnandomi a pubblicare ad orari orrendi, come ora che sono le 2 e 50 del mattino, quando la sveglia suona comunque alle 6 spaccate...

A tutti coloro che mi hanno scritto privatamente, prometto di provare a rispondere domani in giornata :)

Per il resto, come sempre, un grazie infinito a tutti voi per continuare a seguire con passione questa/e mia/e storie :)
Oh, e fatevi leggere che mica mordo ;P

Un abbraccio grande

Northstar

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


boh Perdonate il ritarderrimo e buona lettura!



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"Buongiorno..." salutò Santana entrando nel suo ufficio, lasciando un piatto da portata avvolto in una busta sulla scrivania di Puck.
"Buongiorno?" chiese Puck alzando le sopracciglia.
"Che c'è?"
"Mi hai dato il buongiorno... E non lo fai mai a meno che non sia ironico e quindi seguito da una serie infinita di rimproveri..." cominciò il ragazzo per poi sorridere "A meno che te e Brittany..."
"No, Puck." tagliò corto la mora.
"Come no!? Vuoi prendermi in giro!?" esclamò il ragazzo scioccato seguendo la latina nel suo ufficio, afferrando al volo il piatto lasciato da Santana.
"E cosa avete fatto dopo la cena?" chiese ancora incredulo Puck.
"Questo," cominciò la latina indicando il piatto "abbiamo giocato con Abe, che tra l'altro sta avendo uno strano effetto su di me, il che potrebbe benissimo essere allergia... E..."
"E? Le hai almeno toccato le tette?"
"No."
"Pomiciata spinta sul divano!? Ti prego dimmi di si!"
"No, Puckerman, e rimettilo nei pantaloni..." replicò Santana con un espressione schifata.
"Allora cosa?"
"Abbiamo parlato..." sorrise la mora soddisfatta.
"Bah..." sbuffò Puck.
"Bah!?" esclamò Santana "Hai sentito cosa ho detto!?"
"Sapete fare solo questo voi donne..." commentò il ragazzo lasciandosi cadere sul divano.
"Puck... Britt mi ha parlato! Ha usato la sua voce!"
"Oh..."
"In realtà "parlato" è una parola grossa... non abbiamo fatto grandi discorsi, si è limitata a qualche monosillabo qua e là... ma è un inizio, no?"
"Direi proprio di si..." sorrise divertito Puck.
"Che c'è?"
"E' quanto meno strano vederti così presa e... paziente..."
"Paziente?"
"Avanti Santana, da una scala da uno a dieci quanto hai voglia di trascinarla a letto?!"
"Vuoi sapere qual è la cosa veramente strana?"
"Non dirmi che non ti importa perchè saresti una gran bugiarda..."
"Non è che non mi importa... Ma per la prima volta l'aspetto prettamente fisico è passato in secondo piano..."
"Davvero?" domandò il ragazzo sollevando le sopracciglia scettico.
"Sono seria, Puck..." sbuffò Santana quasi offesa "E' emozionante e gratificante vederla aprirsi a me così lentamente... è come veder sbocciare un fiore, capisci?"
"Da quando fai uso di acidi?" chiese seriamente il ragazzo.
"Perchè, perchè ho deciso di avere questa conversazione con te?!"
"Perchè Quinn è in tribunale?"
"Probabile..." rispose Santana sedendosi alla sua scrivania "Allora, qual è il programma della giornata?"
"A parte Mike, che dovrebbe essere a momenti, hai la giornata totalmente vuota..."
"Perfetto..." sorrise la latina.
"Perchè? Hai intenzione di combinare qualcosa con Brittany?"
"Puo' darsi..."
"Ti ricordi del week end, vero?" chiese il ragazzo improvvisamente serio.
"Il week end cosa?"
"Sei seria!?"
"Lo so Puck... E' il tuo compleanno..."
"E si festeggia alla solita vecchia maniera..."
"Anche quest'anno torniamo a Lima?"
"Puoi scommetterci l'azienda, capo..." sorrise il ragazzo soddisfatto.
"Quale sarà il tema quest'anno?"
"Il tuo regalo sarà sempre il pagarmi la festa?"
"Se non vuoi cambiare la "vecchia maniera"..."
"Allora voglio un gran festino in stile universitario... Torniamo tutti al college!"
"College che non hai frequentato..." aggiunse Santana confusa.
"E' questo il punto..." spiegò sorridente il ragazzo guardando curioso il piatto sulla scrivania della mora.
"Puoi mangiarlo."
"Cos'è?"
"Il dolce che abbiamo fatto stanotte..."
"Forte!" esclamò Puck strappando l'involucro del piatto osservando la torta.
"Sembra buona!" disse poi il ragazzo ficcandosi in bocca un pezzo gigante di dolce.
"Già..." sospirò la latina sfogliando distrattamente il giornale.
"Oh mio Dio..." cominciò Puck correndo dietro la scrivania di Santana per sputare il boccone nel cestino.
"Oh... sembra che il mio assistente debba ripulire il cestino..."
"Cosa c'era lì dentro!?" chiese Puck schifato indicando la torta "Non ho mai mangiato niente di simile ed una volta ho cenato a casa di Lauren!"
"Beh... E' uscito fuori che Brittany non è poi una così esperta pasticciera... senza contare che ci siamo distratte ed abbiamo ridotto la cucina in un campo di battaglia..." spiegò Santana divertita.
"Potevi avvertire!"
"E dov'era il divertimento?" sorrise ancora la mora.
"E' permesso?" disse Mike affacciandosi appena all'ufficio.
"Entra pure, Bruce Lee..."
"Wow! Cosa si festeggia?" chiese il ragazzo notando la torta.
"Ne vuoi un po?" esclamò velocemente Puck.
"Graz-"
"E' immagniabile..." lo interruppe Santana.
"Perchè hai dovuto rovinarmi la scena?!"
"Perchè ho bisogno di Mike in salute e non posso rischiare che muoia per la torta-tossica..." rispose velocemente la mora.
"Non so se devo sentirmi lusingato..." commentò confuso il ragazzo per poi aggiungere "Allora? Come è andata ieri sera?"
"Non hanno combinato nulla. Nada de nada." spiegò Puck.
"Avanti, dì pure la tua..." lo invitò Santana curiosa.
"Oh... Beh il procedere cauti è quasi sempre la cosa migliore da fare..."
"Mike non puoi dare consigli del genere quando so che hai già concluso con Tina..." lo interruppe Santana.
"Bingo!" sorrise Puck dando una pacca sulla spalla all'asiatico.
"Come- Chi-" balbettò Mike imbarazzato.
"So tutto, Chang... Appuntamento numero cinque per la precisione..."
"Tina ha appena guadagnato cinquanta punti-stima..." sorrise Puck.
"Ad- Ad ogni modo... Hai bisogno di me per cosa, esattamente?"
"Il venerdì pomeriggio fate ancora quei corsi di ballo?"
"Non sono esattamente "corsi", ma si, balliamo..."
"A che ora esattamente chiudi di solito?"
"Diciannove?"
"Perfetto..." sorrise Santana.

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"Sicura che faremo presto?" cominciò Santana guardando Brittany seduta al suo fianco sul traghetto.
Brittany si limitò ad annuire con un sorriso ma la latina sollevò le sopracciglia speranzosa, per essere ricompensata con un flebile "Si...".
"Bene, perchè vorrei portarti in un posto più tardi..."
"Dove?"
"E' una sorpresa..." rispose misteriosa Santana.
"Devo preoccuparmi?" chiese scherzosamente Brittany.
"Che c'è? Non ti fidi di me?"
"Beh... Dopo il video porno..." sorrise la bionda.
"Ehi! Quello lo hai scelto tu!"
"In realtà li hai scelti te per prima..."
"Sam. Sam li ha scelti." spiegò Santana "Ed ora che ci penso non l'ho ancora punito..."
"Oh, avanti, non credo che lo abbia fatto di proposito..."
"Qualcosa mi dice di si, invece..." sorrise la mora conoscendo l'amico, per poi notare come Brittany continuava a strofinarsi nervosamente le mani.
"Cos'hai?"
"Non mi piace pensare che siamo sopra una distesa immensa d'acqua in questo momento..." spiegò la bionda con una smorfia.
"Perchè?"
"Non so nuotare..."
"Nah, ti prometto che dovessimo affondare..." cominciò Santana facendo sussultare Brittany "Cosa ti assicuro non succederà, ci penserò io a portarti in salvo..."
Brittany si lasciò sfuggire una risata "Perdonami, ma non sembri proprio la più esperta delle nuotatrici... e poi sei così minuta!"
"Chi ha mai detto di essere un'esperta nuotatrice?" sorrise Santana "Ma stai sicura che a costo di gettare tutti gli altri passeggeri in mare, ti farei salire su una delle scialuppe. Fosse anche l'unica scialuppa..."
"Non so se essere impressionata dal tuo eroismo, o dal fatto che condanneresti a morte gli altri passeggeri per salvare me..."
"Grazie!" esclamò la latina scherzosamente per poi osservare la Statua diventare sempre più grande mano a mano che il traghetto si avvicinava
"Non dobbiamo fare il giro guidato, vero?"
"Perchè?"
"Perchè i giri guidati mi annoiano a morte."
"No, il giro guidato non è necessario. Ma ti dico subito che arriveremo fino all'osservatorio sulla corona."
La latina guardò attentamente la statua per poi dire "Va bene... Ci sarà un ascensore, insomma..."
Brittany sorrise voltandosi verso il mare.
"Britt?" cominciò Santana poggiando la mano sulla gamba della bionda che però continuò a sorridere evitandola.
"Brittany. C'è un ascensore, vero?"
"Non proprio..."
"Cosa?"
"Sono trecentoventisei gradini..."
"No." sorrise Santana "Dimenticalo. Non c'è alcuna possibilità. Non farò mai e poi mai trecentoventi e passa gradini solamente per guardare New York. No."
"Fallo per me, San!" provò Brittany.
"Trecentoventisei hai detto? Io prendo l'ascensore anche per arrivare al primo piano dell'azienda!"
"Ti prometto che ne varrà la pena!"
"C'è un buffet con fiumi di alcool in cima?"
"Non credo..."
"Allora rimango sulla mia posizione. Irremovibile."
Brittany spalancò la bocca fingendo di essersi offesa.
"Non fare quella faccia, Britt! Non c'è alcuna possibilità che io faccia tutti e trecentoventis-"
"Per favore?" disse Brittany riuscendo ancora una volta a stupire Santana che sorridendo disse "No, no, no! Non attacca! Non attac-"
"Fallo per me?" insistette la bionda.
"Ugh..." sospirò Santana "E va bene! Ma sia chiaro il fatto che non basterà sempre così poco a farmi cedere, ok?"
"Ok..." annuì soddisfatta Brittany.
"Ok." ripetè Santana volendo avere l'ultima parola per poi sentire l'annuncio dell'arrivo a Liberty Island.
"Ci conviene sbrigarci se dobbiamo arrivare fino in cima, perchè ho intenzione di prendermela molto con calma, ma non voglio restare qui fino a stasera..."
"Va bene... Vado avanti io..."
cominciò Brittany passando avanti alla mora per poi aggiungere "Così al massimo posso trainarti per una decina di gradini..."

Mezzora più tardi, dopo un caffè ed una tappa ai negozi di souvenir, le ragazze non avevano ancora raggiunto la corona della statua.
Santana era al suo quarto break proprio nell'ultimo minuscolo pianerottolo che le divideva dalla vista mozzafiato che Brittany continuava a promettere.
"Posso farti una foto?" provò Brittany.
"No." rispose velocemente Santana coprendosi il viso per sicurezza, per poi sentire Brittany ridere e sollevare lo sguardo "Che hai da ridere?".
Brittany si limitò ad indicare con lo sguardo le persone che circondavano Santana e che come lei stavano cercando di riprendere fiato.
La mora, non appena si rese conto che vicino a lei a riposare erano rimasti solamente un paio di vecchietti ed una coppia con almeno quaranta chili di troppo a testa, si staccò di colpo dal muro facendo finta di nulla.
"Non è divertente..." sorrise Santana guardando Brittany ancora divertita.
"Si che lo è..." rispose Brittany una volta ottenuta l'attenzione della latina.
"No, non lo è! E oltretutto sto sudando!" sbuffò frustrata Santana.
"E' normale!" sorrise la bionda.
"No! Non lo è!" esclamò Santana facendo voltare le altre persone, che fino ad ora non avevano nemmeno notato la conversazione in corso.
Brittany si limitò a sollevare le sopracciglia curiosa per poi riprendere "Non è normale?"
"Non lo è per me!" spiegò la latina cominciando a parlare con voce leggermente più alta guardando divertita le due coppie lì vicino "Io non sudo! Non sudo... se non quando sono impegnata in particolari attività fisicamente estenuanti ed allo stesso tempo molto soddisfacenti..."
"Santana!" sussurrò Brittany, arrossendo di fronte alle espressioni imbarazzate dei quattro signori li vicino.
"Ok. Sono pronta per ripartire..." spiegò Santana dirigendosi verso le scale seguita da Brittany.
Arrivata in cima Santana si guardò attorno notando il minuscolo spazio che la circondava, per poi voltarsi verso Brittany con un'espressione confusa.
"E' tutto qui?"
"Cosa ti aspettavi?"
"Qualcosa- Qualc- E' davvero tutto qui!?" ripetè Santana "Trecentoventisei gradini per due metri per tre di... di... ACCIAIO!?"
Brittany sorrise divertita per poi avvicinarsi alle aperture della corona e fare cenno a Santana di avvicinarsi.
"No." replicò Santana incrociando le braccia e piantando il broncio come un bambino.
"Santanaaa..." provò delicatamente Brittany tentando la sua arma migliore.
"No. Non funziona. Non stavolta." insistette la latina dirigendosi decisa verso le scale per essere poi fermata da un braccio attorno alla vita.
"Fidati di me..." insistette Brittany praticamente sussurrando all'orecchio della latina che si bloccò improvvisamente, come pietrificata.
"Per favore?" disse di nuovo la bionda facendo rabbrividire e sciogliere Santana nello stesso istante.
La latina allora, cercando di riprendere il controllo della situazione, disse voltandosi lentamente "Dobbiamo stabilire delle regole su quando e come utilizzare la tua ritrovata voce."
"Perchè?"
"Perchè- Perchè... Per validi motivi che ora non ho voglia di esplicare."
"Ok." sorrise Brittany trascinando Santana verso le minuscole finestrelle della corona invitandola a guardare  il panorama "Non è incredibile?"
Santana avrebbe voluto continuare con la recita della bimba offesa, ma la vista era davvero troppo incredibile per non commentare genuinamente con un "Wow..."
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto..." sorrise Brittany dando una spallata giocosa alla mora.
"A-Ah! Non sfidarmi!" scherzò Santana per poi guardare Brittany frugare nella sua borsa e tirare fuori due birre.
La latina sollevo le sopracciglia nello stupore per poi puntare il dito contro la ragazza e dire "Cattiva, Britt! Cattiva! Non si può bere quassù..."
"Credevi davvero che ti avrei portata fin qui senza farti almeno un po' felice?" sorrise Brittany per poi passare entrambe le bottiglie alla mora ed indicarle spiegando "Quando l'altra sera hai aperto il frigo ho notato che avevi sia delle Corona che delle Guinness... così..."
"Quale preferisci tu?" propose la mora.
"Non sono un'esperta di birra..." spiegò Brittany alzando le spalle.
"Ok, allora per te la Corona, per me la Guinness." sorrise Santana stappando la bottiglia per poi passarla alla bionda "Anche se la prossima volta dovrai assaggiarla con il limone... altrimenti non è la stessa cosa... Ma sbrighiamoci prima che le altre coppie arrivino a fare la spia..."
"Ok..." annuì Brittany allungando la bottiglia verso Santana, che prontamente rispose al "brindisi".
"Alla nostra." sorrise Santana
"Alla nostra...".

__________________________________________________________________________________________


"Dove stiamo andando insomma?" chiese Brittany guardandosi intorno.
"E' una sorpresa..."
"Lo hai già detto..."
"E continuerò a ripeterlo ogni volta che me lo chiederai..." spiegò Santana divertita "E poi siamo praticamente arrivate..." rispose Santana indicando una porta consumata sull'altro lato della strada.
"Lì?"
"Lì."
"Cos'è?" chiese la bionda curiosa.
"Sai già cosa sto per risponderti, Britt..." sorrise Santana facendo cenno alla ragazza di seguirla.
Arrivata alla porta Santana provò a spingere trovando però la porta chiusa.
"Maledizione..."
"E' chiuso?"
"Mi aveva detto che sarebbe stato qui fino alle sette..." mugugnò Santana frugando nella borsa per estrarne una chiave evidentemente appena copiata e canticchiare "Ta-daaan...".
Brittany la guardò terrorizzata, forse pensando che la ragazza stava per infiltrarsi nella casa di qualcuno.
"E' tutto ok! Ho il permesso..." sorrise Santana per poi abbassare la testa ed aggiungere "Più o meno..." aprendo la porta.
"Andiamo!" esclamò la mora entrando velocemente nel palazzo.
"Sei sicura di sapere dove stiamo andando?" chiese Brittany fermando Santana a due passi dall'entrata.
"Dovrebbero esserci delle scale per il seminterrato qui da qualche parte..." spiegò Santana guardandosi attorno per poi esclamare "Eccole lì! Andiamo!".
Brittany continuò a seguire Santana in un misto di curiosità e preoccupazione, fino a quando nel buio percepì di trovarsi in un ambiente più vasto senza tra l'altro riuscire a trovare la mora.
"Santana?" provò Brittany guardandosi intorno, fino a che le luci non si accesero di colpo.

Una scuola di ballo.
Gli specchi alle pareti, le barre, il pavimento in parquet.
Si trovava chiaramente in una scuola di ballo ed era totalmente pietrificata.

Fu solamente quando sentì Santana avvicinarsi che uscì di colpo da quella strana trance.
"Tutto ok?"
Brittany si limitò ad un singolo cenno della testa.
"Questo è il posto dove Mike gestisce la sua "danza-terapia"..." spiegò Santana guardando la bionda che però non sembrava dare alcun segno di vita.
"Non devi ballare se non hai voglia, sai?" provò la mora dopo qualche lungo secondo di silenzio "Volevo solo portarti in un luogo che credevo ti potesse piacere...".
"Non si può ballare senza musica..." rispose Brittany suonando più sarcastica di quanto intendesse.
"Oh, anche perchè al momento non ce n'è di musica..." spiegò la latina con un sorriso, per poi voltarsi ed avvicinarsi un immenso impianto audio.
"Pronta?" chiese Santana per poi premere il tasto "play" e guardare l'espressione di Brittany cambiare totalmente in un singolo istante.
 
Non riusciva a sentire la musica.
Non riusciva, ovviamente, a sentirla nelle sue orecchie.
Ma la sentiva chiaramente dal pavimento e dalle pareti, da quelle vibrazioni così familiari eppure ormai così nuove.

Le sentiva nelle gambe e nella testa... ma soprattutto le sentiva dentro al petto come se per magia provenisse ro proprio da dentro di lei.
E forse, in un certo senso, era così.
Perchè sentì come un clic dentro di sè.
Come se all'improvviso tutto fosse tornato al suo posto, come se all'improvviso fosse tornata di nuovo lei, la bambina che era scomparsa venti anni prima.

Erano anni che non ballava davvero.
Anni.
Le sembrava strana persino la sola idea di muoversi a tempo...
Eppure, di colpo, messi da parte i pensieri più razionali, sentì qualcosa.
Quell'impulso che conosceva bene, quella voglia di lasciarsi andare, se non alla musica, a quel ritmo che ad ogni vibrazione sembrava spingerla sempre di più verso il centro della pista.

Era consapevole del fatto che Santana era solamente qualche passo dietro di lei, riusciva a vederla riflessa nello specchio di fronte a sè.
Sorridente come forse non l'aveva mai vista.
Brittany si chiese a cosa stava sorridendo, per poi accorgersi finalmente del suo riflesso e del suo sorriso, uno di quelli che non vedeva da veramente troppo tempo.
Le bastò quello per chiudere gli occhi e lasciarsi andare, per cominciare a ballare davvero e non solo nella sua mente come aveva fatto per gli ultimi venti anni.

Non ricordava quanto fosse bello anche il semplice volteggiare, realizzò dopo diversi minuti.
In effetti non riusciva a ricordare l'ultima volta che si era sentita così leggera e felice e- se stessa...
da quella prima sera con Santana al planetario.

Per questo fermandosi, si voltò a guardare Santana riflettendo perfettamente il suo sorriso, per poi andarle velocemente incontro.

"Sapevo che ti sarebbe pia-" cominciò Santana per essere interrotta dalle labbra di Brittany sulle sue.

Era un bacio inaspettato ed improvviso, ma non per questo meno dolce o delicato.
Santana cominciò davvero a chiedersi se Brittany riuscisse a fare qualcosa senza la sua immancabile grazia, per poi smettere di pensare a nient'altro che a quel bacio.

Brittany continuò a baciarla con quella foga e quella gentilezza che era solamente sua fino a quando, portando le mani sul volto della mora, si staccò leggermente per sussurrare qualcosa.
"Io-" balbettò la bionda sorridendo quasi imbarazzata "Io-"
"Tu?" la invitò Santana divertita.
"Io... Grazie...".

"Seriamente?
Io, grazie?!" sorrise la mora guardando Brittany arrossire.
"Dobbiamo davvero lavorare la tua capacità di espr-" provò Santana per essere di nuovo interrotta dalle labbra della bionda.
"Hai intenzione di continuare a zittirmi- a suon di baci?" sorrise la latina tra un bacio ed un altro "No, perchè- posso andare avanti a lungo- Britt... Molto a lungo..."
"San..." sussurrò la bionda quasi minacciosa.
"San..." ripetè Santana sorridendo "Mi piace davvero la tua voce, Brit-"
"Smettila di parlare e lasciami baciarti..."





____________________________________FINE PRIMA PARTE _____________________________
 




 Dunque...

Prima di tutto mi scuso per avervi lasciato a questo punto xD
Ma sapete che i "cliffhanger" sono la mia grande passione dopo Naya eheh

Mi scuso poi per il capitolo che oltre ad essere affrettato è anche piùttosto breve... ma spero di avervi fatto comunque un po' contenti...

Mi scuso infine, ovviamente, per avervi fatto aspettare così tanto...
ma, in breve, ci sono un po' di guai abbastanza seri in famiglia e come se non bastasse comincio con gli esami... è un super periodo in poche parole!


Spero di riuscire ad aggiornare presto.
Il prossimo capitolo in pratica è già scritto nella mia testa, spero solo di poterlo buttar giù materialmente più o meno presto.

Un abbraccio grande a tutti voi e grazie per l'infinita pazienza!

Northstar


ps: un grande grande grande in bocca al lupo ad eventuali lettori "semi"-terremotati (non credo che i terremotati veri stiano qui a leggere ovviamente...)
pps: fatevi leggere!!!

https://twitter.com/#!/NorthStar_Efp

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


boh
Piccolo appunto per chiarirvi un po' le idee: il corsivo usato per le battute di Brittany, sta ad indicare che la bella bionda sta usando la sua adorabile vocettina :), negli altri casi è sottointeso che usa il linguaggio dei segni!


________________________________________________________________________________________



"Santana..." provò Brittany tra un bacio e l'altro.
"Oh Dio... Adoro la tua voce..."
"Santana..."
"Britt, se continui a ripetere il mio nome in questo modo, non credo arriveremo a casa-"
"Santana..." riprese la bionda staccandosi a forza dalle labbra della latina "Non riesco a sentire la tua voce, ma decisamente sento che le tue labbra non si muovono nella maniera che preferisco..."
Santana spalancò gli occhi alle parole della ragazza che subito le chiese "Cosa?" con un segno ed uno sguardo preoccupato.
"E' la frase più lunga che ti ho mai sentito pronunciare..." sorrise Santana alzando le spalle "E' strano..."
"E' strano?"
"Nella più positiva possibile accezione del termine strano, Britt..." la assicurò la latina avvicinandosi di nuovo a strapparle un bacio.
"Aspetta, San!"
"Cosa?"
"Non credi sia il caso di... Insomma, di andare da qualche altra parte?"
"Oh..." sospirò Santana guardandosi intorno, ricordandosi di essere ancora nella scuola di ballo di Mike.
"Credi di poter resistere?"
"Farò uno sforzo... E poi non sono così esibizionista..." sorrise la latina indicando la telecamera di sorveglianza dall'altra parte della stanza, facendo arrossire Brittany.
"Andiamo avanti!" sorrise Santana prendendo per mano la ragazza per poi correre in strada alla disperata ricerca di un taxi.

Santana aveva fermato il primo taxi di passaggio praticamente gettandosi in mezzo alla strada, aveva fatto velocemente salire Brittany ed ancor più velocemente aveva dato indicazioni al tassista su come raggiungere il più rapidamente possibile il suo appartamento.
"Non guardarmi così, Santana..." cominciò Brittany guardando divertita la mora.
"Farei molto più che guardarti se non fossimo in pubblico..." sorrise suggestiva Santana.
"Puoi baciarmi nel frattempo..."
"Credimi, lo farei se non ci fosse Apu, lì davanti a farsi gli affari nostri dallo specchietto retrovisore..."
"Non mi chiamo Apu, mi chiamo Devesh! E questo è razzista!" rispose l'uomo.
"Come volevasi dimostrare..." sospirò Santana guardando Brittany.
"E potete fare quello che volete la dietro! Finchè non ci va di mezzo il mio taxi, non sono affari miei!"
"Certo, e diventare materiale per i momenti intimi fra te e la tua mano?" insistette Santana "Avanti, Devesh, schiaccia l'acceleratore e portaci a casa... Abbiamo da fare..."
"Posso immaginare..." commentò l'uomo con un sorriso divertito.
"Sta zitto e guarda la strada, pervertito..." replicò secca Santana guardando impazientemente la strada.

Dieci lunghissimi minuti dopo le ragazze erano finalmente arrivate nell'appartamento della latina, che nervosamente stava cercando di infilare la chiave nella toppa della sua porta.
"Maledizione!" sbottò Santana continuando a tentare, fino a che non sentì la mano di Brittany strapparle la chiave di mano ed aprire la porta con naturalezza.
"Spero che tu non sia così maldestra in altri campi..." sorrise la bionda con un occhiolino restituendo le chiavi alla latina.
"Oh, credimi, non lo sono..." sorrise Santana spingendo la ballerina contro la porta appena chiusa, tornando a baciarla.
"San..."
"Mmm... Lo so..."
"No, San..." sorrise Brittany cercando di ottenere l'attenzione della mora.
"Cosa?"
"La porta, la maniglia, mi sta uccidendo..." spiegò la bionda scoppiando a ridere.
"Quinn ed i suoi maledetti consiglli d'arredamento... Devo assolutamente cambiare quella maledetta porta!" sbuffò Santana per poi prendere per mano Brittany e condurla velocemente al soppalco, nella sua camera da letto.
"Qui non dovremmo avere problemi, finalmente..." sorrise Santana afferrando le mani della bionda facendola cadere con lei sul letto.
Proprio quando le cose stavano per farsi interessanti e Santana era ad un passo dallo sfilare la maglietta della bionda, la ragazza sentì alle sue spalle un flebile "miao".
Santana alzò istintivamente lo sguardo verso la testiera, trovando Abe a guardarle curioso.
A sua volta Brittany seguendo lo sguardo dell'ispanica si accorse del gattino sospirando divertita.
"Fa finta di niente Britt, fra poco si annoierà e tornera dai suoi giochini..." propose Santana attirando verso di sè il volto della ballerina.
"Miao?"
"San..." cominciò Brittany intenerita guardando il gattino.
"Abe!" cominciò Santana 
cercando senza successo di suonare autorevole "Va di sotto! Vai dai tuoi giochini! Avanti!" cosa che invece fece avvicinare il gattino, che prese a strusciarsi contro la sua mano.
"No! No! Abe!" insistette la latina.
"E' così carino..."
"E così obbediente, soprattutto..." sbuffò Santana facendo delicatamente spostare Brittany per alzarsi.
"Dove vai?"
"A versargli un po' di latte, sperando che lo tenga impegnato per un po..." spiegò Santana prendendo in braccio il micio "Lo adoro, davvero, lo adoro... Ma deve imparare a rispettare la mia privacy di tanto in tanto... ieri mi si è ficcato sotto la doccia! E meno male che i gatti odiano l'acqua!"
"Abbiamo un pesce-gatto..."
"Abbiamo?" sorrise Santana, per poi aggiungere "A fra poco..."


Un paio di minuti dopo la latina era tornata a gettarsi sul letto con un felice "Finalmente sole!"
"Finalmente..." replicò Brittany tornando a baciarla e riprendendo la posizione sopra di lei.
Bzzz.  Bzzz.  Bzzz.
"Mmm..."
sospirò annoiata la bionda sentendo il telefono vibrarle nella tasca.
"Ti prego ignoralo..." pregò Santana ad alta voce, sperando che la bionda in qualche modo la capisse.
Bzzz.  Bzzz.  Bzzz.
Brittany si staccò un momento dalla latina per portare la mano in tasca, ma prima che potesse fare alcuna mossa Santana la fermò supplicando un "Non rispondere, ti prego..."
Con un sorriso Brittany alzò le spalle baciando di nuovo, e con nuovo vigore, la latina.
Santana era di nuovo a due secondi dallo sfilare la maglietta della bionda quando anche il suo telefono cominciò a squillare con insistenza, nonchè a vibrare nella sua tasca, facendo saltare Brittany.
"No, no, no! L'universo mi si sta rivoltando contro!" esclamò la latina, per poi sentire di nuovo anche il telefono della ballerina.
"Ok." cominciò con calma Santana portandosi annoiata una mano sulla fronte "Ecco cosa faremo. Risponderemo ai nostri telefoni e fra trenta secondi, massimo sessanta, ci ritroveremo qui. Chiaro?".
Brittany si limitò ad annuire per poi scattare velocissima a rispondere al suo telefono.
Una volta raggiunto il balcone Santana guardò il telefono leggendo disperata "Trouty Mouth".
"Cosa vuoi!?" sbottò la mora.
"Mmm, ti ho preso in un brutto momento, San?"
"Sam, ascolta bene-"
"Sam!? La situazione deve essere seria!"
"Questa conversazione continuerà solo nei seguenti casi: Berry ha finalmente mollato Fred Flinstone; hai incontrato Robert Downey Junior; qualcuno è in serio pericolo di vita."
"Ma-"
"Non ho finito. Ora dimmi, la risposta è una di queste?"
"No, ma-"
"Sto per attaccare."
"E per la festa di Puck!" esclamò velocemente il ragazzo.
"Hai dieci secondi."
"Possiamo farla a tema super eroi?"
"Buonanotte, Sam."
"Santana!"
"Cosa!?"
"Saluta Brittany da parte mia..."
"Com-"
"Volevo venire a chiedertelo di persona e scroccarti una birra... ma poi vi ho viste scendere di corsa dal taxi e immagino che ora-"
"Va a farti fottere, Sam!" rispose la mora attaccando, per poi rientrare e gettare con stizza il telefono sulla sua scrivania, e sedersi sul letto ad aspettare il ritorno della bionda.
Dopo un paio di minuti Santana sentì finalmente la ballerina salire le scale per il soppalco.
"Ehi!" sorrise Santana, per poi notare l'espressione sul volto della ragazza "... cosa succede?"
"Era..." cominciò Brittany gesticolando nervosamente "Era Artie..."
"Oh..." sospirò la mora colta di sorpresa.
Aveva totalmente dimenticato la presenza del ragazzo.
Aveva totalmente dimenticato che in realtà Brittany non era sua.
"E'... E' tutto ok?" chiese Santana volendo rompere il silenzio.
"Si, si... come al solito..."
Santana si limitò ad annuire, offrendole un mezzo sorriso comprensivo.
Dopo qualche secondo di quiete Brittany andò a sedersi vicino alla latina poggiandole una mano sul ginocchio.
"Mi dispiace..." provò la bionda.
"No... Non scusarti..." replicò la mora sentendosi davvero in colpa "Siamo state un po' avventate e non abbiamo pensato al resto..."
Santana non rispettava Artie.
Ma rispettava Brittany e sapeva come poteva sentirsi in quel momento.
"Devo sistemare le cose..." cominciò la bionda.
"Sistemare le cose?"
"Io non lo amo..." spiegò Brittany con un sorriso amaro "Ma glielo devo. Gli devo almeno una spiegazione..."
"Giusto..." annuì Santana "Beh, vuol dire che proverai il mio fantastico letto in un'altra occasione..."
Brittany sorrise portandosi una mano sugli occhi, squotendo la testa imbarazzata.
"Scusa... Nella mia testa era più carina..." sorrise la latina.
"Beh, posso sempre provare il tuo fantastico letto..." sorrise la bionda frugando nella sua borsa
"Se si tratta di metterci a saltare sul letto: scordalo. Ho avuto una brutta esperienza al college e-" cominciò Santana per poi notare il dvd tra le mani della ballerina.
"Titanic?"
"Perchè no?"
"Ok, ma chiedo la possibilità di fare tutte le pause che riterrò necessarie..." premise la latina.
"San..." cominciò divertita Brittany "Ci sono solo due o tre scene strappalacrime, non saranno necessarie tutte queste pause..."
"Non è come pensi..." rispose veloce la mora.
"Ok..." sorrise la bionda "Allora, cominciamo?"
"Quanto hai detto che dura?"


Tre ore e diverse pause più tardi...
"Allora? Cosa ne pensi?" chiese Brittany curiosa accarezzando Abe addormentato sulle sue gambe.
"Sopravvalutato... Molto sopravvalutato..." rispose velocemente la mora.
"Ah si?"
"Non è chissà quale grande storia... Grandiosi effetti speciali, ma la storia... E poi Rose... Ugh..."
"Cosa?"
"Non riesco a capire se Jack è lo stupido innamorato di turno o se Rose è solo egoista o anche stupida..."
"Perchè?"
"Perchè potevano salirci in quattro su quella maledetta zattera!"
"No, non è vero!"
"Si che è vero! Potevano salvarsi la vita entrambi!" insistette Santana
"Ma correvano il rischio di affondare entrambi!"
"Cosa importa! Potevano provarci almeno!"
"Potevano morire!" rispose Brittany.
"Come potevano vivere!" riprese la mora "Io ci avrei provato..."
"E' perchè non riesci a vederlo nell'ottica di Jack..." spiegò la bionda.
"Cosa vuol dire?"
"Immagina di trovarti al suo posto." cominciò Brittany seria "Immagina di trovarti nel mare ghiacciato con la persona che più ami al mondo, ed immagina di avere solo una porta di legno a cui aggrapparti, a cui stringerti nella speranza di sopravvivere... Saresti salita anche tu o avresti lasciato solo quella persona sulla zattera?"
Santana provò ad immaginarsi nel mare ghiacciato, nelle stesse vesti di Jack, per poi realizzare senza alcun dubbio che la Rose della sua immaginazione era proprio Brittany.
E no, non sarebbe mai riuscita anche solo a pensare di farle rischiare la vita.
"Ok, si, hai ragione..." ammise Santana sconfitta.
"Lo sapevo!" sorrise soddisfatta Brittany.
"Ciò non cambia che Titanic non rientra decisamente per me nei film che vale la pena vedere e rivedere..."
"Anche perchè sono decisamente troppe tre ore per un film..." sorrise Brittany.
"In tal proposito..." cominciò Santana "E' l'una passata, non voglio mandarti a casa da sola a quest'ora... Che ne dici di fermarti a dormire qui? Ho un divano letto nella stanza degli ospiti... Non so come si apre, ma è lì..."
"In effetti... domani lavoro di pomeriggio... posso anche dormire qui..."
"Qui!? Qui nel mio letto!?" chiese Santana cercando di mantenere un minimo di compostezza.
"Se per te non è un problema..."
"Oh... Certo!"
"Ovviamente, dormire... e basta... Niente di più..."
"Ovviamente!" ripetè la latina per poi riprendersi e dire "Ok, ti rimedio un pigiama..."
"Grazie..." sorrise la bionda.
"Non c'è di che!"

Dopo aver lasciato il bagno a Brittany e dopo aver svolto la sua routine serale Santana tornò in camera trovando la bionda già sotto le coperte.
"Quale lato posso occupare?" chiese Brittany.
"Cosa?" cominciò Santana troppo distratta dai mille e più pensieri nella sua testa "Non ti ho seguito, scusami..."
"Chiedevo da quale lato posso dormire..."
"Dove vuoi..."
"Ok, allora resterò qui..." sorrise la ballerina accomodandosi sotto le coperte.
Santana la raggiunse lentamente cercando di sembrare il più naturale possibile.
"Allora... Buonanotte, Britt..." sospirò Santana spengendo la luce.
"Buonanotte, San..." rispose la bionda con un sorriso sulle labbra.


_____________________________________________________________________________________________
 

"Credi che sia ancora a dormire?" chiese Puck sedendosi al tavolo della cucina di Santana.
"Probabilmente." rispose Quinn "Il giovedì ha solamente l'incontro con gli altri dirigenti e arriva un ufficio alle undici passate. E ti dico che finirà per castrarti quando ti troverà qui..."
"Non è colpa mia se ieri è scomparsa! Deve darmi il suo regalo!"
"Questa volta ti ucciderà, me lo sento..." ripetè la bionda.
"Che ore sono?"
"Le nove e quaranta."
"Basta. Vado a svegliarla! Mi ha fatto prendere due ore di permesso oltretutto!" esclamò il ragazzo dirigendosi deciso verso il soppalco.
"Santana!" esclamò il ragazzo salendo gli ultimi gradini "Santana avanti alz- Oh Cristo!".
"Cosa diavolo ci fai qui, Puck!?!" esclamò Santana assonnata sedendosi lentamente sul letto.
"Shh!" cominciò istintivamente Puck indicando Brittany ancora addormentata.
"Non può sentirti brutto idiota! Ora ti dispiace dirmi cosa ci fai in casa mia!?"
"Cosa succede?" chiese Quinn raggiungendo gli amici.
"Deve salire qualcun altro?" chiese ironicamente Santana-
"Ho sentito- Oh! Oh!" esclamò la bionda, voltandosi di scatto per istinto.
"Siamo vestite per la miseria! Siamo vestite!"
"Non avete-" provò Puck
"No. Ed ora, cortesemente, vorrei sapere per quale motivo continuate ad usare le chiavi di EMERGENZA, specialmente per piombarmi in casa nei peggiori momenti!"
Puck guardò Quinn consapevole del fatto che Santana sarebbe stata capace di ucciderlo se le avesse semplicemente detto che aveva bisogno dei soldi per la sua festa, così con un sorriso provò "Caffè?".
"Spero per voi che lo abbiate già preparato..." sbottò Santana scendendo le scale.

"Allora?" chiese Santana guardando la migliore amica.
"Chiedi a Puck..." rispose Quinn lavandosene le mani.
"Oh! Non dovevi disturbarti! Grazie del sostegno, tesoro!" replicò ironicamente Puck.
"Sto aspettando..." insistette Santana.
"Mi servirebbero i soldi per organizzare la mia festa..."
"Quanto quest'anno?"
"Ehmemila..."
"Scusa?"
"Cinquemila!" esclamò Puck.
"Quanta gente hai invitato!?" chiese Santana scioccata.
"Ehi, è una festa in stile college! Deve essercene di gente!"
"Ok... Ok, pagherò anche stavolta per i tuoi stravizi.... Ma sappi che è l'ultima festa idiota che finanzierò..."
"Cosa!?"
"Esattamente. Continuerò a pagare le tue feste ma mai più cose del tipo toga party o festa in maschera o peggio ancora in stile Indiana Jones...."
"La festa Indiana Jones era per far contento Sam!" provò a difendersi Puck.
"Chi se ne frega! Non pagherò più le tue feste adolescenziali, Puckerman. Così o niente..." rispose Santana tamburellando le dita sull'assegno appena scritto.
Puck sembrò pensarci un momento per poi guardare Quinn e notare come le sue sopracciglia dicessero praticamente "Sei stupido o cosa?".
"E va bene! Va bene!" cedette il ragazzo arrendendosi, prendendo l'assegno dalle mani della mora.
"Buon compleanno, Puck..." sorrise Santana "Tra l'altro, quando si parte?"
"Domattina, ore sette in punto sotto casa nostra..."
"Alle sette!? Non c'era un aereo più tardi?"
"Abbiamo tante cose  da fare..." spiegò il ragazzo.
"Avete! Io ho giò fatto la mia parte..." sbottò Santana sventolando il libretto degli assegni.
"Buongiorno, Brittany!" cominciò Quinn vedendo la bionda arrivare in cucina.
"Buongiorno..." rispose la ragazza confusa.
"Ehi, buongiorno!" sorrise Santana "C'è del caffè, ne vuoi una tazza?"
"Si, grazie."
"Ehi! Perchè non porti anche Brittany con noi?!" esclamò eccitato Puck.
"Cosa?"
"Dille se vuole venire con noi!"
"In Ohio?"
"Certo!" insistette il ragazzo.
"Uhm..." cominciò la latina guardando Quinn.
"Perchè no? In fondo ci conosce tutti ormai..."
"... Brittany?" cominciò Santana avvicinandosi alla bionda "Ti- Ehm... Ti piacerebbe venire con me- cioè, con noi in Ohio?"
"In Ohio?"
"Dopodomani è il compleanno di Puck e lo festeggiamo sempre a casa con una festa... Ci farebbe piacere averti con noi..."
"Oh..." sospirò Brittany sorpresa.
"Ed è tutto pagato da Santana! Viaggi, festa, tutto!" provò Puck.
"Sei la benvenuta, Brittany!" sorrise Quinn cercando di ignorare il commento del fidanzato.
"Ok..." annuì la bionda guardando Santana.
"Perfetto! Allora aggiungerò un posto alla mia festa!"
"Come se un posto contasse a questo punto..." sbuffò Santana.
"Quando si parte?" chiese Brittany.
"Loro partiranno domattina con un volo alle sette, ma noi li raggiungeremo più tardi perchè ho intenzione di sbarrare un'altra voce dalla tua lista..."
"Ossia?"
"Non voglio saperlo..." sorrise Quinn.
"Io invece voglio proprio saperlo!" esclamò Puck curioso.
"Cosa ci fate voi ancora qui?! Se non erro avete un impiegno, tra l'altro impiego da ME pagato... Quindi apprezzerei se ora levaste le tende e tornaste ai vostri posti di lavoro..."
"Si, signora..." sbuffò Puck stiracchiandosi.
"Ci vediamo più tardi, San..." salutò Quinn, per poi trascinare con sè il fidanzato.
"Allora?" chiese Brittany curiosa giocherellando con Abe "Cosa vuoi fare?"
"Hai detto che non hai mai viaggiato in macchina fuori New York... giusto?"
Brittany annuì curiosa.
"Beh, stavo pensando che potremmo andare fino a Philadelphia, fare un giro veloce della città e ripartire verso Columbus e da lì, Lima..."
"Mmm..." sospirò la bionda.
"Ci stai pensando?"
"Mi farai vedere la tua cameretta quando arriveremo a Lima?"
"Forse..." sorrise Santana.
"Forse?"
"Ok, ti farò vedere la mia cameretta!"
Brittany si alzò in piedi per poi sorridere a Santana "Quando si parte?"




______________________________________________________________________________________________



Ce l'ho fatta!!!
Incredibile ma vero!

Non prometto niente ma cercherò di postare il prossimo a giorni, sperando che non escano fuori i peggiori imprevisti del mondo -.-'

GRAZIE come sempre per la pazienza!
Grazie per aver aggiunto la/le storia/e ai preferiti e per avermi aggiunto ai vostri autori preferiti!
Siete grandiosi!!!

Un abbraccio grandissimo!

Northstar

ps: universitari e maturandi, tenete duro!!! :D
pps: un giorno tornerò e risponderò a tutte le recensioni spettacolari che mi lasciate, è una promessa!
ppps: per domande, curiosità, aggiornamenti, notizie, mi trovate su twitter!  
https://twitter.com/#!/NorthStar_Efp

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


boh

Dire che Santana era eccitata era probabilmente l'eufemismo del secolo.

Si era svegliata alle sette in punto ed alle otto era già a dare indicazioni alla sua fedelissima custode, che avrebbe avuto l'importante compito di occuparsi della casa e di Abe per i tre giorni seguenti.
"Dunque tre piccoli pasti, tante coccole e tanti giochi..." ripetè la donna accarezzando il gattino.
"Esattamente, e niente rumori troppo forti... si sta ancora ambientando..."
"Certo..."
"Oh, e assolutamente non lasci aperta la porta finestra del terrazzo... è ancora così piccolo e curioso..." insistette Santana riprendendo il gatto dalle braccia della donna che avvicinandosi alla porta disse "Non si preoccupi miss Lopez, me ne prenderò cura come fosse suo figlio.".
"Grazie..." sospirò Santana genuinamente preoccupata al pensiero di dover lasciare il micio.

Una volta rimasta sola la latina prese il gattino portandoselo a due centimetri dal naso "Vedi di non lanciarti dal soppalco al divano. Non sei Spiderman, ok? E niente agguati alla signora Rosenberg non credo sia una buona idea... voglio dire, con l'età che ha e tutto il resto... Non combinare guai, insomma..."
"Miao..."
"Credi di poterlo fare?" chiese seria Santana quasi ad aspettarsi una vera risposta.
"Miao?" replicò il gattino piegando la testa di lato.
"Già..." sorrise la latina divertita continuando ad accarezzare l'animaletto sulle sue gambe.

"Avrei voluto avere una video-camera, giuro..." cominciò Sam poggiato allo stipite della porta, mostrando soddisfatto proprio una videocamera tra le sue mani.
"Tu..." cominciò minacciosa la latina.
"Io..." sorrise il ragazzo.
"Non lo hai fatto davvero... vero?"
"No, certo che no..." replicò Sam per poi premere play e far sentire alla latina.
"Non sei Spiderman, ok? E niente agguat-".
"Sam..." cominciò Santana con un sorriso "Se mai farai vedere quel video a qualcuno, ti giuro che assumerò il più cruento e silenzioso killer sul mercato per asportarti i testicoli nel sonno. Uomo avvisato..."
"Ok. Ok. Lo eliminerò appena arriveremo a Lima... forse..."
"Un momento..." sospirò la latina realizzando "Cosa ci fai tu qui!?"
"Beh, diciamo che ho avuto una serie di imprevisti che mi hanno portato a perdere l'aereo..."
"Imprevisti!?"
"Non ho sentito la sveglia..."
"E pensi di venire con noi!?"
"Per favore?"
"No."
"Ma San-"
"NO. Prenderai il prossimo aereo. Fine."
"Lo sai che ho paura di prendere l'aereo! E da solo per giunta! Non ce la posso fare! Ti prego, San!" cominciò il ragazzo praticamente aggrappandosi al braccio dell'amica "Fallo per me! Ti prego!"
"Sam, non c'è alcuna poss-" cominciò Santana per essere improvvisamente abbracciata dal migliore amico "SAM! Lasciami! Lasciami!"
"No."
"Sam!"
"Gli abbracci sono il tuo punto debole e la mia ultima speranza! Ti preeeeego!" insistette il ragazzo stringendo la presa sulla latina che continuava a dimenarsi come un pesce fuor d'acqua.
"SAM! Se non mi lasci entro cinque secondi giuro che-"
Click.

I due ragazzi si voltarono di scatto verso la fonte del rumore.
All'ingresso dell'appartamento c'era Brittany con una polaroid ed una foto appena scattata tra le mani, ed un sorrisone sul volto.
"Buongiorno..." provò la bionda.
Sam guardò un momento Santana confuso, per poi indicare Brittany e osservare "Ha appena detto buongiorno..."
"Molla la presa, idiota!" replicò la latina liberandosi dalla presa del biondo con una spinta.
"Ehi, Britt..." sorrise la mora avvicinandosi ad abbracciare velocemente la ragazza.
"Non ho saputo resistere..." spiegò Brittany mostrando la foto appena scattata.
"Fa vedere!" esclamò Sam praticamente strappando la foto dalle mani della latina "Aaaw! Ma guarda! Hai scattato la foto del millennio, Britt!"
"Dammela!" replicò Santana riprendendosi la foto, per poi fallire miseramente nel tentativo di trattenere un sorriso di fronte al ritratto effettivemente dolce che Brittany aveva colto.
"E davvero bella..." sorrise Santana guardando Brittany "Complimenti..."
"Ed è solo la prima di una lunga serie..." rispose con un sorrisone la ragazza sollevando la macchinetta fotografica, per poi domandare "Allora, siamo in partenza? Sam viene con noi?"
Il ragazzo guardò Santana praticamente supplicandola con lo sguardo.
"Viene con noi.... a patto di non superare le duecento parole ad ora..." precisò Santana.
"Duecento!? Avanti, Santana! Duecento sono davvero troppo poche! Facciamo almeno cinquecento!"
"Sembra che tu abbia appena sprecato una decina di preziose parole..." sorrise divertita la mora.
"Oh, avanti!!!"
"Continua pure, Sam..." replicò ancora Santana "Allora, siamo pronti?"
"Prontissimi!" sorrise Brittany.
"Sam. Le valigie di Brittany, prego."
"Si, signora..." rispose il ragazzo arrendendosi.

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Il viaggio continuava ad essere piuttosto silenzioso, almeno per le due ragazze.
Con Santana al volante che non poteva ovviamente distrarsi per seguire i segni di Britt e la bionda che continuava ad evitare di usare la sua voce, era difficile conversare.
"Quanto manca?"
"Siamo partiti da poco più di quaranta minuti, Sam." replicò Santana guardando il ragazzo dallo specchietto retrovisore.
"Quindi?"
"Almeno un'ora e mezza, probabilmente di più dato il traffico." sospirò la mora cercando di mantenere la calma.
"Posso guidare?"
"No."
"Volete cantare?"
Santana lanciò un'occhiata terrificante dallo specchietto retrovisore a Sam che subito si corresse con "Facciamo un gioco!"
"Oh mio Dio, vuoi stare zitto!?"
"Ma mi sto annoiando..."
"Ancora una parola e ti assicuro che accosto, ti lego al primo albero e ti abbandono. Esisterà qualche lega sull'abbandono dei pesci, no? Magari esiste un numero verde, ti vedono e lo chiamano per mandarti aiuto."
"Ok..." sospirò il ragazzo.

Dopo qualche secondo di silenzio Sam cominciò a parlare "Vedo... vedo... vedo qualcosa di bianco..."
"Quanti anni hai, dieci?!"
"Dieci e mezzo..." sorrise il ragazzo per poi frugare nella borsa di Santana ed estrarre la lavagnetta.
Una volta scritto il tutto, poggiando la mano sulla spalla di Brittany la invitò a voltarsi per leggere gli indizi.
"Vedo qualcosa di bianco, di infinito e piatto..."
"Che razza di descrizione è!? Non sai nemmeno giocare!"
"Descrivo quello che vedo ed è proprio come funziona il gioco!" esclamò Sam per poi guardare la lavagnetta di Brittany.
"Strisce stradali." lesse a mente Sam per poi esclamare con un sorriso "Hai visto!? Brittany ha indovinato!"
"Cos'era?"
"Le striscie stradali!"
"Bel lavoro Brittbritt..." sorrise Santana.
"Ora tocca a te, Britt!" spiegò Sam passando la lavagnetta alla bionda.
"Vedo qualcosa di nero, piccolo e brillante."
"Nero e brillante?" chiese confuso il ragazzo, ottenendo un cenno affermativo da Brittany.
"Mmm..." sospirò Sam "Un altro indizio per favore?"
"Sono le mie unghie Trouty..." rispose Santana staccando una mano dalla solida presa sul volante facendo annuire Brittany.
"Ok... tocca a te San, cosa devo scrivere?"
"Vedo qualcosa di giallo, lungo e appiccicoso..." annunciò la mora quasi annoiata.
Brittany alzò le spalle scuotendo la testa.
"E' all'interno della macchina?"
"Si." rispose Santana.
"Mmm... Non lo so..."
"Ti arrendi?" sorrise la latina
"Si, mi arrendo..." sospirò abbattuto il ragazzo.
"E' davvero strano che non riesca a vedere i tuoi stessi capelli visto che superano abbondantemente i tuoi occhi..."
"Cosa?! Non- Non sono appiccicosi!" esclamò Sam ferito.
"L'importante è crederci..." sorrise divertita Santana.
"Te lo faccio vedere io... appiccicosi!" rispose Sam afferrando la mano di Brittany invitandola a passarla fra la sua chioma "Sono appiccicosi, Brittany?"
La bionda sorrise divertita, per poi scrivere sulla lavagnetta "Mi piacciono i tuoi capelli... e non sono appiccicosi, sono soffici.".
"Hai letto!?" chiese Sam sorridente.
"Difficilmente posso aver letto visto che sto guidando."
"Ehmehm..." cominciò il ragazzo schiarendosi la voce "Una tale Brittany Pierce scrive "Mi piacciono i tuoi capelli e non sono appiccicosi"! Sei soddisfatta ora? Anche la tua Brittbritt è daccordo con me!"
"Non ho detto che non mi piacciono i tuoi capelli, Thor... quello che intendo dire da un paio di anni a questa parte è che arrivato a ventisette anni quello non è proprio il migliore dei tagli..."
"Non è vero..."
"Sam, quando sei fresco di rasatura nei locali ti chiedono regolarmente se hai già compiuto ventun'anni! Lo dico per il tuo bene, davvero..." continuò Santana guardando il ragazzo dallo specchietto retrovisore "E questo spiega per quale motivo continui solamente a rimorchiare liceali arrapate!".
"Cosa!? Io non rimorchio liceali arrapate!" esclamò il ragazzo offeso rannicchiandosi sui sedili posteriori come un bambino "Basta! Mi metto a dormire, svegliatemi quando arriviamo a Philadelphia."
"Dio sia lodato..." sospirò Santana con un sorriso divertito.

Quasi un'ora più tardi Sam era ancora addormentato, mentre Santana cominciava a mostrare i primi segni di stanchezza.
"San..." cominciò Brittany poggiando una mano sul ginocchio della latina.
"Mmm?"
"Ti va un caffè?" sorrise la bionda indicando lungo la strada il cartello di una stazione di servizio cinquecento metri più avanti.
"Dobbiamo svegliare Draco Malfoy?" chiese Santana guardando Sam dallo specchietto.
Brittany sorrise per poi alzare le spalle e scuotere la testa.
"Allora volentieri..." annuì la mora imboccando per la stazione di servizio.
Camminando verso il bar Santana si fermò di colpo voltandosi verso la macchina e facendo fermare di colpo anche la bionda.
"Cosa è successo?" chiese Brittany.
"Ho chiuso la macchina." replicò la latina.
"Ma c'è Sam!"
"Appunto. Conoscendolo, se decidessero di rubarci la macchina, arriverebbero tranquillamente in Messico senza rischiare di svegliarlo." spiegò Santana.
"San!" sorrise Brittany poggiando la sua mano su quella dell'ispanica tentando di fermarla.
"Spiacente ma mi trovo costretta a farlo. E poi gli ho lasciato un finestrino aperto..." sorrise Santana ficcandosi le chiavi in tasca, per poi continuare a camminare verso il bar.
Brittany sorrise incredula per poi guardarsi intorno e raggiungere velocemente Santana ed afferrarle il braccio fino a farla voltare.
"Cos-" provò a domandare Santana per poi essere sorpresa dalle labbra di Brittany sulle sue.
Santana rimase quache momento disorientata per poi riprendersi e rispondere al bacio della ragazza, un bacio che sembrava diventare più intenso di secondo in secondo.
Almeno fino a che Santana non sentì un "bip-bip" alle sue spalle, realizzando che la ragazza aveva appena ri-aperto la macchina.
Quando sentì Brittany sorridere sulle sue labbra la latina si allontano appena, tanto per rendere possibile a Britt di leggere le sue labbra.
"E va bene..." sorrise Santana "Ma se ci ritroviamo senza macchina darò la colpa a te..."
"Ok..." annuì Brittany ficcandosi le chiavi in tasca.
"A proposito, puoi rubarmi le chiavi di tasca tutte le volte che vuoi..." replicò Santana riprendendosi al volo le chiavi dalla giacca della bionda.

Entrate nel locale le ragazze andarono a prendere il posto più isolato, all'angolo dell'edificio.
"Cosa prendi?" chiese Brittany sfogliando il menu.
"Solo un caffè."
"Devi mangiare qualcosa."
"Nah, sto bene così..." insistette la mora.
"Hai mangiato stamattina?"
"No, ma non faccio mai colazione... quindi è ok, immagino..."
"La colazione è importante..."
"Per questo prendo il caffè..." sorrise la latina per poi cercare di cambiare argomento "Cosa prendi tu?"
"Un caffè e dei pancakes."
"Perfetto...".
Una volta arrivate le ordinazioni Brittany cominciò"Ho parlato con Artie ieri..."
Santana sollevò le sopracciglia curiosa, stringendo le mani sulle ginocchia cercando di non mostrare quanto fosse interessata all'argomento, ma quando Brittany sorridendo continuò a mangiare, la latina non riusci a trattenere un impaziente "E...?"
"Non te lo dico se non mangi almeno un paio di pancakes..." spiegò la bionda.
"Davvero?"
"Mh-mh..."
Santana sembrò pensarci su qualche secondo per poi fare cenno di passarle il piatto.
Brittany con un sorriso fece scorrere il suo piatto verso Santana che ripetè ansiosa "E... ?"
"Mangia prima..." insistette Brittany.
"Sicura di averci parlato davvero?" sospettò la latina "Non è che è solamente un modo per farmi mangiare i tuoi pancakes?"
"Forse si, forse no... lo scoprirai solamente se rispetti i patti..."
Sbuffando, Santana mangiò contro voglia il primo boccone "Allora? Sono belle notizie?".
"Non ti dirò nulla fino a che non avrai mangiato i due pancakes che abbiamo pattuito..."
"Perchè è così importante che mangi questi pancakes?!" sbottò Santana al secondo boccone.
"Perchè abbiamo di fronte una lunga giornata e devi essere in forma..."
"E va bene..." replicò la mora letteralmente ingurgitando le ultime forchettate dei suoi due pancakes "Ora, finalmente, saresti così gentile da dirmi-"
"Ehi! Potevate dirmi che si mangiava!" esclamò Sam prendendo posto vicino a Santana per poi sbarrare gli occhi di fronte al piatto della latina praticamente gridando "Oooh! Pancakes!".
"Per questo ed altri mille motivi volevo chiuderlo in macchina..." spiegò la mora, lasciando che il ragazzo le rubasse pure il piatto per poi riprendere seriamente "Questa conversazione non è finita...".
"Stavo pensando..." cominciò Sam.
"Questa si che è una piacevole novità, o forse è un disastro..." replicò Santana fingendo di pensarci su e dire "Rettifico: è decisamente un disastro..."
"Già, ad ogni modo, mi chiedevo... Perchè non siamo andati direttamente a Columbus con gli altri? Cosa dovete fare a Philadelphia?"
"Brittany non aveva mai viaggiato in macchina fuori da New York..."
"Davvero?" esclamò Sam curioso ottenendo un cenno affermativo da Brittany.
"Nemmeno da New York a... che ne so New Haven?"
"La parola MAI ti dice qualcosa, idiota?" lo riprese Santana.
"E perchè farlo ora?"
"Perchè non sono affari tuoi..." insistette la latina.
Brittany sorridendo si decise a scrivere sulla sua lavagnetta "Perchè abbiamo deciso di compilare una lista di cose che non abbiamo mai fatto e le stiamo piano piano spuntando."
"Mmm..." cominciò Sam pensandoci su "Per caso la lista comprende una cosa a tre? Perchè io sarei più che disp-"
"Sbrigati a mangiare quei pancakes prima che decida di usarli in maniera alternativa..." lo avvertì minacciosa Santana.
"La risposta è no, immagino..."
"Sam. Non tirare la corda..."



Una mezzora più tardi i ragazzi erano finalmente arrivati a Philadelphia.
E dopo aver visitato tutti i classici monumenti, Santana e Brittany erano state letteralmente trascinate da Sam fino al Museo del Cinema dove il ragazzo si era fatto scattare da Brittany almeno venti foto sotto la statua di Rocky Balboa ed allo stesso modo aveva preteso di farsi filmare a mo' di Sylvester Stallone, mentre risaliva correndo i gradini dello stesso museo.
La gita era proseguita con l'immancabile visita del museo, con Sam che eccitato fotografava qualunque cosa gli capitasse sotto mano.
"Mi sento tanto come una mamma che porta il bambino in gita allo zoo." cominciò Santana guardando Sam  praticamente saltellante lungo il corridoio del museo "Con la differenza che questo non è uno zoo e Sam non è decisamente un bambino.".
"Ti piacciono i bambini?". chiese improvvisamente Brittany.
Santana ci pensò un momento per poi rispondere "Non lo so... Non ho mai avuto a che fare con dei bambini, sai? E dovessi immaginarmi con un bambino credo che non mi piacerebbero, no... A te invece piacciono?"
"Molto..." sorrise Brittany per poi aggiungere "Ed a tutti piacciono i bambini... E' solo che alcuni ne hanno paura..."
"Stai dicendo che ho paura... dei bambini!?" sorrise Santana.
"No, sto dicendo che forse hai paura dell'idea di qualcuno di che dipenda interamente da te..."
"Forse. Allora significa che non sono la persona adatta a diventare madre..." replicò la mora.
"Sciocchezze!"
"Non rifilarmi la storia "tutte le donne sono nate per diventare madri" perchè posso garantirti che è una stronzata..."
"No, quello che volevo dire è che solo dal modo in cui tratti Abe si vede che sei più che adatta a diventare madre... Un giorno..."
Quando Santana si rese conto di cominciare ad arrossire rispose velocemente "Dov'è Sam!? Di questo passo finirà per farci perdere l'aereo..."
Brittany sorrise per poi rispondere "Credo di averlo visto entrare nella sala dedicata a "Il mistero dei templari"..."
"Perfetto. Non arriveremo mai a Lima." commentò Santana scoraggiata.


Invece qualche ora più tardi le ragazze e Sam, erano finalmente arrivate a Lima ed avevano raggiunto gli altri ragazzi a casa di Puck.
"Meno male che la festa è domani..." commentò Santana trovando praticamente tutto l'ex liceo McKinley ad aiutare Puck e gli altri ad addobbare la casa.
Sam, a differenza delle ragazze, scese subito dalla macchina per correre immediatamente a salutare gli ex compagni della squadra di football mentre Puck corse incontro alle ragazze.
"Ben arrivate!" sorrise Puck per poi mostrare il finto logo della fraternità che stava montando "Vi piace? Tao Rigma!".
"Tao Sigma, forse..." provò Santana.
"No! Tao Rigma!" ripetè convinto Puck.
"Puck, il "rigma" come dici tu, non esiste..."
"Oh..." sospirò il ragazzo "Beh, meglio così, non volevo rischiare di dover pagare i diritti a qualche testa calda del college!"
"Dove sono le ragazze?" chiese poi la latina.
"Rispettive famiglie. Ci vediamo stasera per un post cena, ci siete?" cominciò Puck per poi sorridere suggestivamente "O avete altri programmi?"
"Tappa quella bocca prima che decida di privarti dei fondi..." rispose Santana rimettendo in moto.
"Sissignora... Ma fatemi sapere per stasera!" sorrise Puck tornando verso la casa.

"Dov'è la famiglia di Puck?" chiese improvvisamente Brittany una volta tornate su strada.
"Quando ho assunto il controllo del marchio Breadstix ed ho cominciato ad accumulare soldi su soldi, ho avuto modo di soddisfare qualche desiderio dei miei amici. Puck ha voluto regalare alla madre ed alla sorella un nuovo posto in cui stare."
"Perchè cos'ha questo posto che non va?"
"Il padre di Puck ha lasciato la famiglia quando lui era ancora un bambino. E quella casa aveva troppi ricordi."
"Oh..." sospirò Brittany per poi domandare "Sei sicura che non darò fastidio alla tua di famiglia invece?"
Santana sorrise divertita.
"Cosa?" chiese Brittany confusa.
"Mia madre vive a New York, mio padre a Columbus... credo che non darai fastidio proprio a nessuno..."
"Davvero?"
"Davvero... et voilà..." sorrise Santana accostando "Ti presento Casa Lopez...".
"Wow..." sospirò Brittany "E bellissima..."
"Grazie..." sorrise Santana per poi andare ad aprire lo sportello di Brittany che era ancora incantata a guardare l'abitazione.
"Vieni, ti faccio fare un tour veloce e poi ti lascio sistemare nella tua camera..." spiegò la mora offrendo la mano a Brittany, che l'afferrò senza pensarci.

Come promesso Santana aveva mostrato a Brittany la casa e poi l'aveva aiutata a piazzarsi nella stanza degli ospiti. La mora le aveva portato degli asciugamani puliti e dopo averle mostrato il suo bagno le aveva detto di fare con comodo, e che l'avrebbe aspettata in fondo al corridoio, nella sua stanza.

Santana era presa a frugare nel suo vecchi armadio tanto da non accorgersi della presenza della bionda fino a che non sentì la sua voce.
"Perfetta."
"Come?" domandò Santana confusa.
"La tua camera è perfetta, è proprio come l'avevo immaginata. Disordinata, sobria, un po' buia... perfetta."
"E ti piace?"
"Molto..." annuì Brittany sedendosi sul letto, continuando a guardarsi curiosa intorno "Passavi molto tempo nella tua stanza, vero?"
"Come fai a dirlo?"
"I dettagli. Si vede che ci tenevi..."
"Già..." annuì Santana "era uno dei pochi posti in cui potevo sentirmi a posto con me stessa senza nascondere quella che ero."
Dopo qualche secondo di silenzio, Santana disse "Britt, non voglio insistere nè forzarti ma- Ma... Insomma, hai davvero parlato con..."
"Noi... Io..." cominciò la bionda "Gli ho detto come stanno le cose. Che non lo amo e che non sono sicura di averlo mai fatto..."
"Oh..." sospirò la latina.
"Sono single, San..." spiegò Brittany facendo spuntare un sorriso sul volto di Santana che trionfante disse "Perfetto, perchè avevo davvero sperato di portarti in un posto speciale per il nostro ufficiale primo appuntamento..."
"Primo appuntamento?" sorrise la bionda.
"Sempre se accetterai..."
"Un posto speciale hai detto?"
"Mh-mh..." annuì Santana.
"Devo vestire elegante?"
"Oh, no... niente affatto!" sorrise la mora.

Un paio d'ore dopo...

"Breadstix?" domadò Brittany divertita come non mai di fronte all'insegna del locale.
"Breadstix." annuì Santana.
"Questo è il tuo posto speciale?".
"Questo non è Breadstix, Britt... questo è IL Breadstix! E' il posto dove è nato tutto!" spiegò la latina "Senza contare che non mangerai mai altrove gli stessi grissini che mangerai qui...".

La bionda continuò a guardarsi intorno curiosa per tutta la serata, fino a quando Santana non riuscì più a trattenersi.
"Lo so, puo' sembrare stupido e può sembrare una pessima scelta..." cominciò Santana "Ma è importante per me essere qui stasera..."
"Non è stupido e non è una pessima scelta..." sorrise Brittany "Mi fido di te, Santana. Mi sarei fidata se mi avessi portato a mangiare in una discarica e anche a quel punto sono sicura che mi sarebbe comunque piaciuto. Voglio solo passare la serata con te..."
"Vuoi sapere perchè, di tanti posti, ho voluto portarti proprio qui?" cominciò Santana.
"Assolutamente..." sorrise Brittany.
"Breadstix è la mia vita ora... Ma anche in passato ne è sempre stato una parte importante... Vedi Britt, ho passato qui dentro tante di quelle sere... Con Puck quando combinava qualcosa con i miei soldi e doveva farsi perdonare, con Quinn ogni volta che dovevamo superare una delusione amorosa... E con Sam! Quante sere mi ha portato qui quando fingevamo di stare insieme..." sorrise la mora facendo sollevare le sopracciglia a Brittany.
"Un giorno ti racconterò..." sorrise Santana per poi riprendere "Ci ho riso qui dentro, ci ho pianto, ci ho bevuto fino a star male. Ci ho passato feste di Natale, Ringraziamenti e più San Valentini di quanti riesca a ricordare, Britt... Eppure mai, mai nella mia vita, sono stata in questo locale per un vero appuntamento, con una persona a cui tenevo veramente.... Potrà sembrarti stupido, ma a questo posto io devo tutto, questo posto per me è davvero importante... è come una persona a cui tieni troppo per poterle mentire... per questo è importante che sia tu la prima... La prima vera ragazza da presentare a Breadstix..."   
"Pensavo di essere strana perchè parlavo col mio gatto..." sorrise Brittany "Ma il fatto che parli di "Breadstix" come fosse una persona mi fa rivalutare tutto...".
"Mi disp-"
"Non ho mai sentito un discorso così caotico e assurdo..." cominciò la bionda rubando per qualche istante il respiro della latina "Ma allo stesso tempo posso nessuno prima di te era stato così premuroso e paradossalmente dolce nel riservarmi un tale onore..."
"Oh... Quindi non sei schifata?"
"Niente affatto..."
"Beh avevo comunque un piano B nell'eventualità che le cose potessero esser andate male..."
"E sarebbe stato?".
"Questo..." sorrise Santana avvicinandosi a baciare Brittany, presa di sorpresa.
Dopo qualche intenso secondo la bionda si staccò con un sorriso, sospirando "C'è anche un piano C?".
Santana sorrise scuotendo la testa, quasi non credendo a quello che stava per dire "Per quanto vorrei che il piano C involvesse la mia camera da letto e nient'altro che noi... Non voglio affrettare le cose, non sei una ragazza che ho appena rimorchiato e... e voglio assaporare passo dopo passo tutto quello che abbiamo da condividere, Britt..."
"In fondo questo è stato il nostro primo appuntamento..." aggiunse la bionda.
"Sei daccordo?"
"Al cento per cento... Ma non posso assicurarti che resisterò a lungo..." sorrise Brittany lasciando un bacio veloce sulle labbra di una super sorridente e senza parole Santana.



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Lo sò.
Capitolo stupido, ma volevo lasciarvi qualcosa visto che sono incasinatissima la prossima settimana...
Insomma un po' frettoloso e sciapo e insensato e random (molto random), ma spero che siate comunque un po' felici, via!

Un abbraccio e spero a presto!

Northstar


ps: grazie infinite per tutte le recensioni e per aver inserito la storia fra i preferiti/seguiti/ricordati!









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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


boh Mi sono presa una vacanzina.
S'è per caso, ma dico per caso, notato?

Perdonatemi ma ne avevo/ho bisogno!
Per ulteriori comunicazioni ci vediamo a fine capitolo

Oh e attrezzatevi con acqua e viveri, che questo capitolo non finisce mai!
Vi ho avvertito!

Buona lettura!
Northstar


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"Mi è piaciuta davvero questa serata... Non mi ero mai divertita così tanto!" cominciò Brittany sulla strada verso casa.
"Davvero?"
"Mhmm" annuì la bionda.
"Strano... perchè quando Puck e Sam si sono letteralmente strappati i vestiti di dosso e si sono buttati nella piscina gonfiabile di due metri per due, non sembravi così divertita..." sorrise Santana.
"Oh, no! E' stato... è stato..."
"Rivoltante?"
"Fantastico!"
"Ah si?"
"Io non ho mai avuto amici così!" insistette la bionda per poi fermarsi e correggersi "Io non ho mai avuto amici... Tutto questo è nuovo ed eccitante e... fantastico!"
"Dici davvero?"
"Si è divertente e-"
"No, del non avere amici..."
"Beh... Non è proprio così. Voglio dire ho avuto degli amici, ma non-"
"Non?"
"Mia madre e mio padre mi hanno sempre spinto a stringere amicizia tra i ragazzi della scuola per non udenti o tra i corsi di fonetica... probabilmente perchè credevano che sarebbe stato più facile. Ma la verità è che io ho sempre odiato quei posti... Mi hanno- Beh, ci hanno sempre fatto sentire diversi, e lo so che siamo diversi in realtà, ma nessuno di noi voleva sentirsi tale..."
"Credi di essere diversa da me?"
"Non lo sono?"
"No che non lo sei..."
"Ah no?" sorrise Brittany alzando le sopracciglia scettica.
"Siamo esseri viventi, o meglio siamo esseri umani..."
"Si, ma-"
"Cos'è che caratterizza un essere umano?"
"Non- non saprei..."
"Vediamo le cose più semplici... ad esempio gli esseri umani... sorridono. E mi sembra che tu sappia sorridere piuttosto bene..." cominciò Santana facendo distogliere lo sguardo alla bionda "Poi, poi, poi... gli esseri umani... pensano. Sai pensare, non è vero Britt?"
"Apparentemente..." sorrise la bionda.
"Gli esseri umani... sanno creare forme d'arte... E se il tuo ballare non è arte allora dimmi cosa lo è..." sorrise la latina.
"Ok..."
"Gli esseri umani sognano e-"
"E sai cosa?" cominciò Brittany.
"Cosa?"
"Gli esseri umani parlano. E gli altri esseri umani riescono a sentirli..."
"Comunicano." specificò Santana fermandosi all'improvviso, per prendere la mano della bionda e farla voltare  "Gli esseri umani comunicano. E non serve poter pronunciare ed ascoltare delle parole per comunicare... Non serve affatto..."
"San-"
"No, lascia solo che ti mostri una cosa, ok?"
Brittany annuì divertita per poi ritrovarsi le dita di Santana delicatamente poggiate sul collo, e ancora più inaspettatamente le labbra della mora sulle sue.
Superato lo shock iniziale Brittany rispose al bacio tirando Santana per stringerla a sè, fino a quando la mora con un sorriso si allontanò di nuovo guardandola negli occhi.
"Hai bisogno di una trascrizione per questo?" sorrise soddisfatta la mora.
"No..." replicò Brittany arrossendo e scuotendo la testa.
"Eppure non ho detto una sola parola... Il che stra-dimostra la mia tesi e mi porta dritta dritta al fatto che gli esseri umani provano sensazioni." continuò Santana prendendo per mano la bionda, per poi aggiungere "Sopra ogni cosa, gli esseri umani amano."
"Credo di saperne qualcosa..." sorrise Brittany.
"Si, anche io..." annuì Santana per poi abbassare lo sguardo ed indicare le scale del portico "Beh, siamo arrivate a casa..."
"Già..." 
"Ti proporrei di guardare un film o di bere qualcosa ma credo di aver bisogno di riposare un po'... E' stata una lunga giornata e quella di domani non sarà diversa..."
"Concordo..." annuì Brittany sfilandosi la giacca, per poi poggiarla sul divano del salone.
"Beh allora... Immagino che sia il momento di darci la buonanotte... Ricordi dov'è la tua camera, vero?"
Brittany sollevò le sopracciglia divertita.
"Ok. Domanda stupida. Ti ricordi dov'è la mia?" domandò ancora la mora per poi riprendersi "Ok, non intendevo quello che ti è passato per la mente, maliziosa... ma nel caso avessi bisogno di qualunque cosa..."
"Si, me lo ricordo perfettamente San. Grazie."
"Allora buonanotte... di nuovo..."
"'Notte, San... a domattina..."

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Nonostante la sveglia di primissima mattina e l'intera giornata passata in giro ad inseguire Brittany e Sam, Santana non riusciva a prendere sonno.
Dopo un'ora di vari tentativi (la tv, un libro, le parole crociate) la latina si era arresa ed era scesa in cucina a cercare qualcosa da bere, trovando Brittany sul divano a sfogliare qualcosa.
Non volendo terrorizzarla Santana si avvicinò all'interruttore della luce accendendola e spengendola un paio di volte, fino ad attirare l'attenzione della bionda.
"Ehi!"
"Ehi, non sono l'unica allora che non riesce a dormire eh?"
"Già... E bel pigiama!" sorrise Brittany indicando la maglietta da football col numero sei stampato sul fronte.
"Ti piace? Era di Sam..."
"Di Sam?"
"Già, è un trofeo."
"Non capisco..."
"Una sfida all'ultimo sangue. Se avesse vinto lui avrebbe ricevuto una delle mie divise da cheerleader... Ma come vedi ho vinto io..." sorrise soddifatta Santana.
"Dovevate annoiarvi davvero tanto..." sorrise Brittany.
"Non ne hai idea..." replicò la latina sedendosi vicino alla ballerina "Cosa guardi?"
"Spero di non averti mancato di rispetto ma... Ho trovato questo sopra il tavolo e..." spiegò la bionda indicando un album fotografico.
"Oh..." sospirò Santana.
"Mi dispiace se ho esagerato, San... lo rimetto subito al suo post-"
"No, no! Non preoccuparti!" esclamò la mora fermando la ragazza "E poi è una vita che non guardo queste foto, davvero..."
"Ok, allora..." sorrise Brittany aprendo di nuovo l'album "Ero arrivata qui."
"Oh Dio! Guarda mio padre! Aveva ancora i baffi! E' così ridicolo! Sembra Tom Selleck in Magnum P.I.!"
"Questa sei tu?"
"Già..."
"Adorabile..."
"Adorabile sarebbe stato l'ultimo termine con cui mi avrebbero descritto i miei genitori...." sorrise Santana.
"Perchè?"
"Ero un uragano... Poi ho scoperto il dolce far niente e la pigrizia ha avuto la meglio..." spiegò la mora.
"Oh... E questa quindi è tua mamma?"
"Si."
"Che vive a New York."
"Esattamente."
"Vi vedete spesso?"
"Si. Era solita chiamarmi ogni sera fino a che le ho chiesto di evitare perchè mi sembrava ancora di essere qui in Ohio e di avere il coprifuoco..." sorrise la latina.
"Hai un buon rapporto con i tuoi genitori?"
"Sono straordinari. Mi hanno sempre sostenuto. Sempre. Anche quando per forza di cose ho dovuto dichiararmi e dire loro che ero gay. Mio padre, giuro che gliel'ho letto sul viso, ha avuto un momento di "oh mio dio, io e la mia bambina abbiamo gli stessi gusti!"." sorrise divertita la latina "Ma poi mi ha sempre appoggiato. Così come mia mamma. E' solo grazie a lei se ora sono quella che sono. Letteralmente. Avevo una borsa di studio per un college in Kentucky, ma lei è venuta da me con una busta di soldi e mi ha detto di fare quello che volevo. Et voilà."
"Quando hanno divorziato?"
"Oh, no, non sono divorziati. Sono semi-separati a dir loro."
"Cosa vuol dire?"
"Che passano due settimane del mese insieme e le altre due per fatti loro. Stando a mia madre "trent'anni di routine uccidono più del veleno"."
"Dovrei suggerirlo ai miei..." sorrise Brittany per poi domandare "E lei?"
"Mia nonna." sorrise nostalgica la mora "Mi abuelita. E' morta due anni fa."
"Oh... mi spiace Santana..."
"Quanto vorrei che le cose fossero andate diversamente..." continuò Santana.
"Cosa è successo tra voi?"
"Lei... beh, diciamo che non aveva preso affatto bene la mia... diversità. Non mi ha parlato per quasi cinque anni. Non una sola parola."
"E poi?"
"Poi qualcosa le deve essere balenato in testa e una mattina di Natale mi ha telefonato come niente fosse stato. Me lo sarei dovuto aspettare in effetti..." sorrise nostalgica Santana "Avrei davvero voluto più tempo con lei...".
"E questo?" chiese Brittany indicando la moneta da un dollaro incollata sul retro di una cartolina di New York.
"Non è possibile... Non ci credo!" esclamò la latina afferrando la cartolina "Credevo di averlo perso!".
"Cosa?"
"Questo è il primo dollaro! Il primo vero dollaro che mi ha fruttato Breadstix! Beh, tecnicamente non era ancora Breadstix, ma lo era nella mia testa..."
"Tecnicamente?" sorrise la bionda.
"No è che... E' una lunga storia..."
"Cosa aspetti, allora?"
"Ok... Beh, dopo essermi pagata l'iscrizione al college, all'insaputa dei miei, ho comprato con i soldi rimanenti un minuscolo ammuffito e buio "appartamento" seminterrato. Una topaia in realtà. In tre lunghi anni sono riuscita a sistemarlo, con tre lavori ed le spese ridotte al minimo ovviamente, e poi ho fatto quello che avevo programmato secoli prima: ho chiesto al vecchio marchio Breadstix l'affiliazione... Come puoi immaginare la loro risposta è stato un secco "no grazie, non abbiamo bisogno di un buco umido e buio". Così dopo anni di sacrifici mi ritrovavo improvvisamente senza nulla in mano. Letteralmente. Non avevo più soldi."
"Triste..."
"Già... Ma se non fosse stato per quel rifiuto, quella stessa sera non avrei scaraventato a terra la mia abat-jour sfondando il pavimento di legno... per poi trovare una vecchia scatola di spiccioli e delle vecchie figurine del baseball. Tra tutti i centesimi nella scatola ho trovato il famoso primo dollaro. Come direbbe Zio Paperone, questa è la mia Numero Uno."
"Ti ha portato fortuna?"
"Beh, un paio di giorni dopo Sam è venuto a consolarmi, e ad un certo punto l'ho sentito letteralmente gridare come una bambina. Ho pensato avesse visto uno dei tanti ragni che vivevano con me... Invece aveva semplicemente trovato le figurine del baseball e da bravo collezionista ha velocemente scoperto quanto potevano valere. Diciamo solo che quella di minore valore veniva cercata on line per quindicimila dollari..." spiegò Santana fingendo disinteresse "Così dopo aver investito i soldi delle figurine in un nuovo locale, finalmente Breadstix accettò la mia richiesta d'affiliazione... e beh, il resto è storia...".
"Cavolo!"
"Quindi direi che ha portato fortuna. Molta fortuna, nel corso degli anni.... Infatti credo proprio che la riporterò con me a New York..."
"Saggia idea..." annuì Brittany "Hai ancora il vecchio appartamento?"
"Certo. E' ancora uno dei miei posti preferiti nonostante l'umidità e tutto il resto..."
"Un giorno dovrai mostrarmelo..."
"Quando vuoi, Britt..."  annuì Santana per poi riprendere "Dunque... Il sonno comincia a farsi sentire?"
"Non proprio... Ma se vuoi andare non preoccuparti..."
"Allora credo proprio che tenterò di nuovo di prendere sonno... Buonanotte di nuovo, Britt..."
"'Notte San..."
Dopo qualche passo verso le scale, la mora si voltò di nuovo avvicinandosi a Brittany "Puoi venire con me."
"Come?"
"Voglio dire... puoi venire con me, in camera da letto- a vedere le foto... Magari un po' di compagnia ci fa prendere sonno..."
"O non ce lo fa prendere affatto..." sorrise Brittany.
"Prometti che non mi tenterai?" provò Santanacon un sorriso.
"Lo prometto... Tu?"
"Giurin giurello!" annuì la latina convinta "Voglio solo un po' di compagnia..."
"Va bene allora... possiamo provarci, andiamo..."
Appena arrivata nella camera di Santana, Brittany si voltò a chiedere "Quale lato scegli?"
"Oh... Beh... E' lo stesso credo..."
"Allora io scelgo il sinistro..."
"Prego..." sorrise Santana per poi voltarsi e prendere un lungo respiro, prima di ficcarsi sotto le coperte.
"Buonanotte San..."
"Buonanotte Britt..."

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"SANTANA!" esclamò Puck sbattendo la porta d'ingresso "Non dirmi che stai ancora dormendo perchè stavolta ti- Ooooh!"
"Puck?" sbuffò confusa Santana.
"Si..."
"Buon compleanno." 
borbottò la mora strizzando gli o cchi e stringendosi istintivamente le coperte addosso per poi cambiare espressione e domandare annoiata "Cosa diavolo ci fai qui?!" 
"Io- ehm-"
"Cosa?!?"
"Non dovremmo discuterne di là?" chiese Puck guardando Brittany.
"Non puo' sentirti, idiota! E no, non voglio di discuterne di là perchè ho intenzione di tornare a letto. Quindi sii veloce e dimmi cosa ci fai nella mia camera da letto. Ora."
"Ok... Dunque..." riprese il ragazzo "Io volevo- No un momento, devo chiedertelo altrimenti il mio cervello non funzionerà per il resto della giornata... Là sotto siete vestite o-"
"Siamo vestite." rispose secca Santana scoprendosi "Va al dunque."
"Ok. Non ricordi cosa dovevamo fare?"
"No, evidentemente. Cosa dovevamo fare?"
"Ehi!" esclamò Sam affacciandosi alla porta della camera.
"Oh, ovvio Pinco Panco e Panco Pinco vanno sempre in coppia..." osservò scocciata Santana.
"Oooh non dirmi che-"
"Sono vestite." spiegò velocemente Puck facendo sospirare Sam "Maledizione..."
"Che cos'hai sulla faccia?" domandò Santana.
"Cosa ho?"
"Sei sporco..."
"Oh, è cioccolata. Ho trovato dei cioccolatini sul tavolo della cucina e non ho resistito."
"Quelli sono probabilmente scaduti da... secoli..."
"Potrei morire!?"
"Potresti passare un bel quarto d'ora in bagno, ma non morirai, credimi..." lo rassicurò Puck "Una volta però ho mangiato del formaggio scaduto e quando sono andato in bagno ho dovuto chiamare mia madre ad asciugarmi il sudore sulla fron-"
"Ne ho abbastanza! Perchè siete qui?!"
"Non ricordi davvero Santana?"
Santana guardò per un momento Sam che con incredibile (leggi inesistente) discrezione stava tentando di farle capire qualcosa mimando di avere qualcosa in testa.
"Sam non sei mai stato un fenomeno al gioco dei mimi..." replicò la latina.
"Sposa! Ero una sposa che si toglieva il velo!"
"Te ne sei dimenticata." sospirò Puck.
"No, non me ne sono dimenticata! E' che in questo momento non mi passava certo per la mente... voglio dire..." provò la latina indicando Brittany ancora addormentata al suo fianco.
"Non importa..." replicò il ragazzo per poi sorridere malizioso "Sei perdonata se almeno sei riuscita a combinare qualcosa..."
"In effetti... no..."
"Ok. La questione è seria e non possiamo far finta che sia tutto ok." cominciò seriamente Sam sedendosi delicatamente sul letto "Qual è il problema San? Con noi puoi parlarne."
"Parlare di cosa?"
"San..."
"Seriamente Sam, non so dove vuoi arrivare..."
"Voglio dire ti vedi con Brittany da quanto tre mesi?"
"Quattro..."
"E non sei ancora arrivata al traguardo!?!"
"No, fermati subito. Non ho intenzione di avere questa conversazione con voi. Non con Brittany presente."
"Non puo' sentirci..." obiettò Puck.
"Non ha importanza. Non avremo questa conversazione. Punto e basta."
"Hai qualche problema logistico... tipo... tunnel carpale?"
"Cos-" cominciò Santana arrossendo.
"Riesci a muovere la lingua? Di "aaaah"."
"Smettila. Smettila. Ti assicuro che tutto l'apparato "logistico" sta bene. Ora basta."
"E allora cos'hai?!"
"Che c'è!? Non posso aspettare ora!? E' forse un crimine!?"
"E' che... Non è da te..." spiegò Sam.
"... Mi sono innamorata, ok!?"
"Merda..." sospirò Puck.
"Grazie del sostegno!" esclamò la latina scioccata.
"Davvero Puck! Pensavo che anche tu eri il suo lesbro!"
"No! Non intendevo questo! Ma- Cavolo rischia di fare più notizia Santana innamorata che la mia proposta di matrimonio a Quinn!"
"No, perchè questo rimane fra noi! E se scopro che ve ne siete usciti con qualcun altro potrete ben presto dire addio alle vostre- noci- riproduttive!"
"Promesso!" esclamò Sam stringendo velocemente le gambe.
"Assolutamente, non uscirà da questa stanza." affermò Puck annuendo deciso.
"Bene. Ora possiamo parlare della proposta."
"Avevo pensato a-"
"No, non qui. Andiamo in cucina. E Sam, fammi un caffè."

Dieci minuti dopo Santana era quasi sveglia, seduta al tavolo della cucina ad ascoltare le strampalate idee di Puck.
"Dunque, avevamo pensato di vestirci da Batman e Robin e inscenare uno sketch-"
"Ho sempre sospettato che foste gay l'uno per l'altro, gran bel modo di fare coming out specialmente nel giorno in cui intendi chiedere alla tua ragazza di sposarti..."
"Non ho capito..."
"Scarta. L'idea." sillabò la latina "Prossima?"
"Quella era la mia unica idea."
"Fantastico..."
"Ed ora!?"
"Ora ti rilassi e pensi ad un qualche modo per chiederle di sposarti. Che non includa direttamente Sam. Per favore."
"Ok. Subito dopo la torta potrei semplicemente inginocchiarmi e-"
"Durante la festa?"
"Mmm... No?"
"Puck... Non voglio dirti come chiedere a Quinn di sposarti... Ma la cosa deve essere tra voi... Non dovreste avere tutto il vecchio McKinley come pubblico..."
"Non è vero che ho invitato tutto il vecchio liceo... L'ho detto solo per farti arrabbiare..." sorrise Puck per poi aggiungere "Ma è giusto che la cosa sia tra di noi... Quindi dici di farle la proposta dopo la festa?"
"O prima... così puoi riservarti il piacere di fare l'annuncio durante la festa..."
"... E se dice di no?"
"Non dirà mai no, Puck." si intromise Sam con un sorriso.
"Devo trovare un momento, un posto, una frase perfetta." si disse convinto Puck.
"Entro le sette di stasera."
"Oh..."
"Ce la puoi fare!" esclamò Sam dando una pacca sulla spalla del migliore amico.
"Ce la puoi fare ma per l'amor di Dio non avvicinarti a niente di alcolico e non farti saltare in testa l'assurda idea di ascoltare i suggerimenti di Sam."
"Ehi!"
"Senza offesa, Sam... Ma finireste per vestirvi da Groucho e Dylan Dog..."
"Perchè non ci ho pensato prima!?"
"Come volevasi dimostrare: Puck, non ascoltarlo. Ed ora a lavoro. Avanti."
"Andiamo Sam. Ci chiuderemo a pensare nel seminterrato."
"Ehi Puckerman... Buon compleanno e buona fortuna..." sorrise Santana.
"A più tardi!" sorrise il ragazzo uscendo dalla casa, trascinandosi dietro Sam.

Santana si stiracchio continuando a sorseggiare la sua preziosa tazza di caffè per poi tornare ad affacciarsi e trovare Brittany ancora beatamente addormentata.
Era strano per la latina vedere la bionda nel suo letto.
Nessuno aveva mai dormito con lei nel suo letto.
Nessuno. Nemmeno Quinn, Sam o Puck.
Sorridendo Santana tornò in cucina decisa ad offrire un risveglio decisamente dolce alla ballerina.


Mezzora più tardi Santana era quasi arrivata in camera da letto con un intero vassoio pieno di varie cibarie.
"Buongiorno..." sentì la latina trovando Brittany in piedi vicino al letto.
"No!" esclamò la latina lasciando la bionda perplessa, per poi praticamente ordinare "Torna a letto! Torna a letto forza!"
"Perchè?"
"Ti ho preparato la colazione e sarà una colazione a letto, proprio come avevo deciso." spiegò decisa Santana guardando Brittany obbedirle immediatamente e tornare a letto.
"Ok. Ora ti faccio scegliere." spiegò con un sorriso l'ispanica poggiando il tavolino da letto sopra le coperte.
"Cosa ho fatto per meritare la colazione a letto?"
"La meriti e basta." rispose veloce la mora per poi cominciare "Ho preparato i pancakes. Poi ho pensato che anche ieri hai mangiato i pancakes, così ho preparato anche i waffles... ma come puoi vedere il risultato non è proprio dei migliori... Allora sono uscita e ho comprato qualche ciambella! Poi ho realizzato che non avevo niente per i pancakes e ho preso un po' di marmellate e sciroppi e-"
"San."
"Si?" 
"Ho smesso di capirti alla parola waffles. Vai troppo veloce..." sorrise la bionda.
"Oh... Non importa. Quello che volevo dire è che puoi scegliere qualunque cosa."
"Hai detto bene: qualunque! Perchè hai preparato tutte queste cose?"
"Volevo che avessi un'ampia scelta. Tutto qui."
"E tu? Cosa mangi?"
"Io non faccio mai colazione..."
"Invece da ieri hai cominciato a farla... ricordi?"
"Ah si?"
"Già..." 
"E va bene..." sorrise la latina arrendendosi.
"
E poi mangiare in compagnia è più piacevole."
"Se lo dici tu..."
"San?"
"Mmm?"
Non appena Santana sollevò la testa per guardare Brittany e poter comunicare con lei, le labbra della bionda erano già sulle sue.
Santana per una volta aveva messo da parte tutte le riserve, tutti i freni, tutte quelle frasi che si era ripetuta fino a convincersi che era meglio, che era giusto aspettare con Brittany, ed avrebbe continuato a lungo se non fosse stato per una strana sensazione di freddo e di umido sulla sua gamba.
La latina si staccò un solo momento per notare immediatamente la chiazza color arancione lasciata dal succo d'arancia sul suo pigiama.
"Merda..." sospirò Santana con un sorriso alzando lo sguardo, sotto sotto quasi grata per l'interruzione forzata.
"Mi spiace San!"
"Figurati... è solo succo d'arancia... E poi ne è valsa la pena..." sorrise ancora la latina avvicinandosi a lasciare un bacio veloce sulle labbra della ballerina "Detto questo credo sia il caso di andarmi a fare una doccia prima che cominci a formarsi della muffa sul mio pigiama..."
"Grazie ancora, San..." sorrise Brittany.
"Grazie a te..." replicò Santana, forzandosi ad uscire dalla sua stessa camera prima di rischiare di saltare addosso alla bionda.


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"Credi che sia troppo... sconcio?"
"Sconcio?" ripetè Kurt incredulo.
"E' esagerato vero?"
"Santana, in confronto al tuo normale vestiario questo è un abito da suora..."
"Dici davvero?"
"Rachel?" chiamò Kurt.
"Si?"
"Che ne pensi del vestito di Santana?"
"Perchè indossi quella cosa?!" esclamò quasi spaventata.
"Dio, se anche Berry è schifata devo decisamente cambiare vestito..." sospirò la latina tornando a cambiarsi.
"Dov'è Brittany per la cronaca?"
"A cambiarsi in camera sua. A differenza di qualcun altro lei non ha bisogno di venire a scroccare i miei vestiti."
"Non è certo colpa mia se Finn ha lasciato la mia valigia a casa!"
"Non è certo colpa mia se Finn ha evidenti danni cerebrali!"
"Per l'ultima volta Santana! Finn non ha subito danni cerebrali quando ha sbattuto la testa sulla porta del mio camerino."
"Il modo in cui si esprime e le cose che combina mi dicono tutt'altro..."
"Basta. Santana va a cambiarti, Rachel- Per l'amor di Dior, togliti quella specie di salopette! Non siamo negli anni sessanta e non sei un meccanico."
"Ero curiosa..." si giustificò Rachel alzando le spalle.
"Occhio a non insultare troppo le mie salopette, Valentino..." sospirò minacciosa Santana frugando nel suo armadio.
"Hai trovato qualcosa tra i tuoi trecento mila abiti?"
"Forse..."
"Vestiti e fammi vedere, e Rachel ho una sola parola per te: no."
"Ma-" cominciò Rachel mostrando un abitò giallo canarino.
"Niente ma. Non vuoi somigliare a Titti, vero?"
"No..."
"Allora lascia quel vestito e trovatene immediatamente un altro."
"E va bene!" sbuffò la brunetta frugando fra gli altri vestiti della latina.
"Allora..." cominciò Santana sistemandosi il vestito addosso "Puo' andare?"
"Oh..."
"Lo sapevo vado a cercarne un altro..."
"NO!" esclamò Kurt facendo voltare sia Santana che Rachel.
"Wow..." sospirò Rachel.
"Non so come possa essere successo... Ma avevo dimenticato quanto ti sta bene il nero, Santana... forse anche più del rosso..."
"Non bestemmiare ora..." sorrise la latina per poi domandare "Va bene davvero?"
"Perfetta San. Sei perfetta... E sai che detto da me assume tutto un nuovo valore..." sorrise Kurt.
"Hobbit?"
"Preferirei che non mi chiamassi Hobbit o Yentl o Barbra, e questo lo sai già... Ma si, sei perfetta Santana..."
"Grazie, Rachel."
"Pre- Prego..." sorrise la brunetta stupita.
"Posso entrare?" chiamò Quinn dal corridoio.
"Avanti!" rispose Kurt continuando a scrutare attentamente Santana.
"Come procede l'angolo della moda?"
"Diccelo tu..." sorrise Santana mostrando il vestito.
"Wow..."
"Già... Ad ogni modo cosa ci fai qui? Credevo che ci saremmo visti direttamente dopo..."
"In effetti è proprio con te che devo parlare..."
"Ok... Ti dispiace se nel frattempo mi trucco?"
"Ti vorrei parlare... da sola..."
"Allora andiamo di sotto..." annuì Santana afferrando i suoi trucchi per poi seguire.

"Allooora..." cominciò Santana guardando Quinn dallo specchio "Di cos'è che devi parlarmi?"
"Sai già di cosa devo parlarti..."
"No, non credo..."
"Dunque... Noah si propone senza scene da rock star, senza idee stupide e ancor più sorprendentemente senza l'aiuto o la presenza di Sam... e tu vuoi farmi credere che non hai niente a che vedere con la faccenda? Avanti..."
"Fammi vedere l'anello!" esclamò la latina voltandosi velocemente ed afferrando la mano della migliore amica "Per la miseria! Per una volta Puck ha fatto qualcosa con gusto!"
"Non lo avevi visto!?"
"Quel cazzone me lo ha impedito... In effetti era l'unica cosa per cui ero preoccupata, sapevo che se la sarebbe cavata alla grande per il resto..."
"E' vero... è stato davvero- è stato incredibilmente Noah..."
"Raccontami tutto che aspetti?"
"Mi ha fatto arrivare fino in cucina con una scusa e-"
"Santana!?" esclamò Puck fiondandosi in cucina.
"Occupata..." sorrise la mora.
"Cosa ci fai qui!?" domandò il ragazzo notando la bionda.
"Ero venuta a parlare con Santana!"
"Oh, non siamo nemmeno sposati e già menti!?"
"Cosa?"
"Vado a fare la spesa, parole tue!"
"Lasciami stare e torna ad organizzare la tua festa! Ci sono già io!" replicò Quinn.
"Ma è la mia migliore amica..."
"Beh, è anche la mia! E poi hai Sam!"
"Sam lo sa già..."
"Se ti interessa ci sono Rachel e Kurt in camera mia..."
"No! Non farlo Puck! Avevamo detto che potevamo dirlo a Santana e ad un'altra sola persona e hai scelto Sam!"
"Sam sapeva tutto da- sette mesi!"
"Sette mesi!? Ci hai messo sette mesi a deciderti?! Potevi proporti al mio compleanno e hai scelto il tuo?!"
"Ok." cominciò Santana  "Quinn, calmati. Puck, vai via. Torna da Sam e andate a prepararvi per la serata. Approfittane per pensare ad un discorso da fare dopo che avrai annunciato a tutti del fidanzamento."
"Sono qui dietro, per la cronaca..." annunciò Sam comparendo dalla porta del salone.
"Perfetto. Sam, porta via Puck."
"Posso avere qualche cioccolatino? Non hanno ancora fatto effetto, forse non fanno così male...."
"Fuori. Immediatamente"
"A dopo..." sbuffò Puck seguendo Sam.
"Allora... dove eravamo?"
"Ti stavo per raccontare la proposta..."
"Ok. Vai."
"Mi ha fatto arrivare in cucina e sul tavolo c'era un maxi scatolone. Mi ha chiesto di aprirlo e all'interno c'era solo un'altra scatola... così mi ha chiestodi guardare all'interno del coperchio. C'era scritto "Ti amo perchè"..."
"Sdolcinato..."
"Nemmeno troppo..." commentò la bionda per poi continuare "E sotto ogni coperchio ho trovato un perchè... Da "perchè mi impedisci di farmi venire la pancia da alcolizzato" a Beth... è stato veramente molto... toccante... fino a che non sono arrivata all'ultima, minuscola, scatolina..." sorrise Quinn.
"Fammi indovinare... c'era forse un anello!?"
"No..."
"Come sarebbe a dire, no!?"
"Il genio aveva paura di perdere l'anelllo e ha continuato a tenerlo in tasca fino alla fine... quando si è dimenticato di metterlo nella confezione..." spiegò Quinn.
"E' da Puck..." annuì Santana divertita.
"San..." riprese Quinn con un sorrisone "Sto per sposarmi..."
"Si, non ci crederai ma lo avevo afferrato..."
"Sto per sposare Noah Puckerman... il ragazzo arrogante e idiota con cui non volevo avere nulla a che fare... il ragazzo con cui abbiamo dormito insieme lo stesso anno!"
"Oh, grazie... proprio quando stavo per dimenticarmene del tutto..." sorrise Santana "Consolati almeno del fatto che stai anche per sposare il padre di tua figlia... Non è qualcosa che tutte le donne finiscono per ottenere..."
"Già..." sorrise la bionda per poi ripetermi "Sto per sposarmi."
"Sono davvero felice per voi, Q... Voglio dire per quanto possa essere felice sapendo che stai per sposare un uomo evidentemente disturbato con un preoccupante quanto ambiguo legame col suo migliore amico..."
"Correrò il rischio..."
"San?"
"Gesù Cristo santissimo creatore di- MERDA!" imprecò velocemente Santana notando Brittany sulla porta, per poi ricevere una gomitata da Quinn che subito si alzò a salutare la bionda "Ehi, Britt! Sei bellissima!"
"Anche tu." rispose timidamente la bionda.
"Grazie!" sorrise Quinn per poi annunciare "Beh, sarà meglio che vada a prepararmi anche io visto che voi siete già pronte! A fra poco ragazze!"
"Ehi..." cominciò Brittany avvicinandosi a Santana per sollevarle delicatamente il volto, per poterle comuncare "Ti senti bene?"
"Io- Uhm... Credo di aver bisogno di sciacquarmi il viso..." rispose velocemente la latina.
"Ti sei appena truccata!" sorrise Brittany indicandole il volto.
"Giusto. Giusto. Niente acqua."
"San? Sicura di stare bene?"
"Si. Benissimo."
"Sei bellissima."  sorrise Brittany indicando il vestito della latina.
"E tu, voglio dire- wow, insomma... wow..." sospirò la mora "Ok. Ho bisogno di sedermi. Divano?"
"Va bene..."
"Santa Julie Andrews!" esclamò Kurt scendendo le scale.
"Già..."
"Che mi ven sospirò Santana.
"Sei perfetta tesoro! Perfetta!" sorrise Kurt sillabando esageratamente le parole per Brittany.
"Grazie..."
"E con una voce adorabile!" sorrise Rachel spuntando alle spalle del ragazzo.
"Wow! Siete tutti fantastici!" spiegò Brittany con un sorriso.
"Grazie!" rispose Rachel praticamente scodinzolando.
"Allora, siete tutte pronte? Andiamo ad aiutare Quinn e Puck?"
Brittany annuì velocemente seguendo Rachel verso il giardino.
"Santana? Ti senti bene?"
"No, dico, l'hai vista?!" sbottò la latina "Come dovrei riuscire ad essere paziente ed aspettare e rispettarla quando è- insomma- l'hai vista?! E' una tortura! Una tortura!"
"Capisco..." cominciò Kurt poggiando la mano sulla spalla della latina "E quello che posso dirti è semplicemente questo: non devi torturarti ed aspettare... tu rispetti già quella ragazza."
"Davvero?! Perchè tutto quello a cui riesco a pensare ora è come è bella e come vorrei trascinarla in camera mia per-"
"BLABLABLA! Non voglio saperlo!" esclamò Kurt per poi riprendersi "In effetti ho il sospetto che tu faccia qualcosa di più del semplice rispettarla, sai?"
"E sarebbe"
"Amarla." sorrise Kurt per poi allungare il braccio e sollevare letteralmente la latina dal divano "E sai che raramente mi sbaglio su queste cose... Quindi non farti troppi problemi la prossima volta che ricapita l'occasione. E' chiaro?"
"Cristallino..."
"Bene. Ora respira e procedi un passo alla volta."
"Posso farcela. Posso farcela."

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La festa era stata un successone, come previsto.
Quinn e Puck avevano annunciato il prossimo matrimonio, quasi senza litigare, e poco dopo Puck aveva spento le candeline (sempre diciotto, da ormai troppi anni).

"Sai una cosa Britt?"
"Cosa?"
"Mi sembra di ricordare che sulla tua lista c'era scritto che non eri mai stata ad una festa in casa..."
"Esatto..."
"Beh, questa non è esattamente la tipica festa in casa da teenager troppo cresciuto, ed aggiungerei grazie al cielo, ma credo che possiamo eliminare quella voce... non trovi?"
"Già..." sorrise Brittany distogliendo lo sguardo.
Santana andò ad intercettare la direzione dello sguardo della bionda, trovandolo fisso su un gruppo di ragazzi che ballavano nell'angolo.
"Britt..." provò Santana per poi allungare la mano e prendere quella della ragazza "Britt? Tutto ok?"
"Si..." rispose Brittany fingendo un sorriso.
"Vuoi ballare?" provò Santana.
"Con quale musica?" sorrise Brittany per poi abbassare lo sguardo.
Santana rimase in totale silenzio per qualche secondo per poi guardare la bionda e dire "Vieni con me?"
"Dove?"
"Vieni con me?" ripetè semplicemente Santana con un sorriso offrendole la mano.
Brittany annuì per poi prendere la mano della latina e farsi strada con lei tra la gente.
Arrivate sul portico la mora cominciò a percorrere velocemente il parquet scricchiolante che circondava i tre lati della casa, fino a quando scelto un punto particolare, tornò a recuperare la bionda per poi stringerle le mani e dire "Riesci a sentire la musica?".
"Cosa?" domandò la bionda confusa.
"Senti come vibra il pavimento? Riesci a sentirlo Britt?"
"Io- si..."
"E' come alla scuola di Mike... Senti? Tump-tutump..." sorrise ancora la latina.
"Sta cambiando..." osservò Brittany con un sorriso.
"Si, sta cambiando..." sorrise Santana.
"E' un lento."
"Si..." annuì ancora la latina "Balli con me?"
Brittany si guardò attorno nervosa.
"Britt... e' come da Mike! Siamo solo io e te... Nessun altro... ok?"
La bionda annuì avvicinandosi a Santana che raccogliendo tutta la sua confidenza portò immediatamente le sue braccia sul collo della ragazza finendo con la guance praticamente sul suo collo, sorridendo divertita alla differenza d'altezza.
Brittany dopo qualche secondo di tensione finì per abbandonarsi alle movenze di Santana, continuarono a dondolare sul portico seguendo il ritmo che la latina continuava a dettare.
Brittany si ritrovò inaspettatamente a sorridere ed a pensare che forse, tra le braccia di Santana, non aveva poi così bisogno della musica per ballare.
Quando la bionda si accorse del nuovo, veloce, ritmo sorrise tra i capelli della latina per poi sussurrare "Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie Santana..."
Santana si allontanò un po', appena per riuscire a guardarla negli occhi per risponderle "Grazie a te..."
Brittany sorrise arrossendo, per poi guardare la strada ed osservare "Sta piovendo..."
"Si..." replicò Santana confusa.
"Non ti ricorda qualcosa?"
"Mmm... Acqua?"
"La lista!"
"La list-" cominciò Santana per poi essere afferrata dalla bionda e trascinata sotto la pioggia.
"BRITTANY!!! Ci prenderà una polmonite!!! E' dicembre, fa freddo! E' ghiacciata!" protestò la latina cercando di tornare sotto il portico.
"La lista!" sorrise ancora Brittany, già fradicia "Hai scritto che non sei mai rimasta a prendere la pioggia!"
"Ma non vedo perchè dobbiamo farlo ora!" sorrise Santana confusa.
"Perchè- Perchè sta piovendo!" sorrise la bionda alzando le spalle con un sorriso.
Santana si limitò a sorridere ed abbassare lo sguardo, per poi sollevare la testa, allargare le braccia ed arrendersi alla pioggia battente.
Rimase immobile per qualche secondo, fino a che sentì distinta la risata di Brittany.
"Cosa?"
"Il trucco..." sorrise la bionda.
"Merda!"
"No! No!" esclamò Brittany fermando le mani della latina "Finirai per peggiorare la situazione!"
"Finirò per sembrare Brandon Lee ne Il Corvo!" protestò Santana cercando di nuovo di pulirsi.
"Sei bellissima..." sorrise Brittany avvicinandosi a raccogliere con un fazzoletto (fradicio) il trucco colato sulle guance della mora.
"Ok..." cominciò Santana prendendo un respiro "Devo parlarti. E cercherò di farlo nella maniera più calma ma non ti garantisco di riuscire a mantenere la calma perchè quando mi agito... mi agito, ok?"
Brittany annuì con un sorriso.
"Devo parlarti e non so se voglio davvero farlo sotto la pioggia perchè è davvero assurdo e mi sembra di trovarmi in uno di quei stupidi film sentimentali anni ottanta in cui lo sfigato dopo un'ora e mezza di epopea riesce a conquistare la fighetta con una sottospecie di serenata e-"
"San?"
"Giusto. La calma. Devo mantenere la calma." riprese la latina "Quello che voglio dire, nonostante la pioggia lo farà sembrare incredibilmente ridicolo, è che mi sono innamorata."
Brittany sollevò le sopracciglia.
"Si, hai capito bene... Mi sono innamorata. O almeno credo perchè è la prima volta che provo questi- sentimenti! Ed ora arriva la parte bella, quella che con la pioggia sarà ancora più comica perchè... Vuoi sapere quando mi sono innamorata di te? La prima volta che ti ho visto, alla scuola... Ed avevo paura di sbagliarmi! Ma poi l'ho capito per davvero questa mattina quando ti ho visto dormire nel mio letto ed ho- ho pensato "Dio! Quanto vorrei poter vedere questo quadretto ogni giorno per il resto della mia vita"!"
"San-"
"No, ho quasi finito giuro. Comincio a fare veramente fatica a continuare questo discorso perchè piove e tu indossi un maledetto vestito bianco ed è tutto... in mostra! E sinceramente non so come sia possibile che riesca ancora a dire cose sensate... Ma quello che volevo dirti era questo. Mi sono innamorata di una ragazza che ha probabilmente il mio stesso numero di problemi, se non di più!" sorrise la latina "Una ragazza che mi ha fatto infrangere le regole sulla statua della libertà, che mi ha insegnato un modo tutto nuovo di comunicare e che ora mi sta facendo prendere una bronco polmonite sotto la pioggia gelida per eliminare una stupida voce da una stupida lista... ma tutto questo non importa, e sai perchè? Perchè sono innamorata di te. Brittany Pierce. Ed ora puoi parlare."
"Andiamo a casa?"
Santana spalancò la bocca confusa.
"Ti ho appena detto che- insomma-"
"Santana," ripetè Brittany avvicinandosi pericolosamente al volto della mora per poi sussurrare "Andiamo a casa..." e sfiorare appena le sue labbra.



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Ok.
Spero di aver ripagato l'attesa.
Spero.

Ora, lo dico per il vostro bene, giocate TANTO di fantasia! xD
Perchè nel prossimo capitolo non troverete la descrizione accurata della notte di San e Britt.
Troverete la mia versione, sempre super super super soft (non a caso il rating non è rosso xD), perchè a me piace che siate voi ad immaginare tutto esattamente come lo desiderate.

Detto questo.

GRAZIE per la pazienza, spero che siate ancora qui a seguire la storia!

Un abbraccio immenso!

E fatevi leggere pleaaase!



Northstar


ps: perdonate eventuali errori e fatemeli presenti... sono le 3 e 40 non sono molto operativa al momento!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


boh
Dunque, si.
Sono tornata e non credo nemmeno sia il bel capitolo che speravo di riuscire scrivere per ripagarvi della pazienza... 
Ma spero comunque che vi faccia sorridere/emozionare :)

Vi annuncio inoltre che il capitolo è stato tagliato e che so già cosa devo scrivere/come organizzare il prossimo capitolo quindi non dovrebbe volerci molto (dopo aver pensato anche ad Unexpected, per parità xD).

Ok.

Detto questo, vi auguro una buona lettura!
Grazie ancora!

Un abbraccio grandissimo!



Northstar



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Era solita pensare che avrebbe sempre ricordato alla perfezione momenti come l'apertura del suo primissimo Breadstix, o il giorno dell'acquisizione a pieno titolo della società, o la sua prima apparizione su People.

Santana poteva ora dire che si sbagliava.
E quanto si sbagliava.

Si era alzata presto ed aveva lasciato a malincuore Brittany nel suo letto.

Brittany.
Nel suo letto.

Arrossiva al solo pensiero, non riusciva nemmeno a crederci.
Le sembrava tutto ancora un sogno.

Questa era una cosa che non avrebbe mai potuto dimenticare.

Non avrebbe mai dimenticato nessun minuscolo dettaglio di quella notte.
Dalla risata di Brittany quando le aveva strappato le chiavi di casa dalle mani tremati, per riuscire finalmente ad aprire la porta ed entrare. Al suo sorriso quando nella fretta era rimasta impigliata nel vestito fradicio e la bionda aveva dovuto letteralmente guidarla fuori dall'indumento.
Santana pensò che forse non aveva fatto poi una così bella figura, ma non le importava.
Non le importava minimamente, e forse questi piccoli particolari li avrebbe dimenticati anche Brittany.

No, invece, non li avrebbe dimenticati nemmano lei...
Ma davvero, non le importava, non le interessava che Brittany avesse potuto scoprire quel suo lato un po' goffo e sbadato, quello che solitamente teneva nascosto a costo della vita a chiunque altro.
Ma Brittany era lontanissima da chiunque altro.

Continuava a pensare a quanto fosse importante il silenzio fra loro.
A quanto era spaventata inizialmente da quella quiete a cui non era certamente abituata lei che della parola aveva fatto la sua più grande arma e armatura.

Eppure quella notte aveva imparato qualcosa di nuovo del silenzio.
Aveva imparato quanto,
paradossalmente, il silenzio fosse riuscito ad amplificare ogni cosa, ad ingrandirla, a concentrarla al massimo.
Continuava a pensare a quanto forse, per la prima volta, non fosse contato nient'altro che conoscere, esplorare... vivere l'altra persona.
Continuava a pensare a quanto quella notte fosse stata di soli gemiti, respiri affannati e fruscii di lenzuola.
Niente parole provocanti, niente indicazioni, niente commenti di alcun tipo.
Niente di superfluo, ma l'essenziale.

Due corpi, due anime.


E se l'altro corpo, l'altra anima, era proprio Lei...
Beh, la situazione assumeva tutto un nuovo grado di profondità.


Santana sapeva che stava premendo un po' troppo sull'acceleratore, ma davvero non vedeva l'ora di tornare da Brittany, dalla sua ragazza, ora a tutti gli effetti, per darle il buongiorno.
Per quanto sperasse che la bionda fosse ancora a letto un po' per approfittarne, un po' per avere l'occasione di svegliarla, Santana sorrise quando, parcheggiando, vide chiaramente la bionda gironzolare per la cucina.

La mora scese velocemente dalla macchina per saltellare felice fino alla porta, e fermarsi qualche passo prima della porta per recuperare un minimo di contegno, ma prima che potesse raggiungere il pomello vide la stessa porta aprirsi improvvisamente di fronte a lei.
"Buongiorno..." sorrise suadente Brittany.
Santana impiegò qualche secondo prima di riuscire a ricollegare corretttamente la connessione cervello-bocca, per la vista mozzafiato che aveva di fronte.
Brittany.
In una camicia e degli slip.
E basta.

"Buon-Buongior-no." replicò Santana finalmente raggiungendo con lo sguardo il viso della bionda.
"Colazione?"
La latina non provò nemmeno a rifiutare conoscendo ormai la ragazza, per poi replicare con un sorriso "Certamente.".
Brittany raggiunse per prima la cucina mostrando fiera a Santana cosa aveva preparato.
"Di questo passo finirò per diventare extralarge..." sospirò la mora in realtà fin troppo contenta di avere qualcuno che non solo era disposto a preparare la colazione ma, soprattutto, a condividerla con lei.

"Abbiamo programmi per la giornata?" chiese Brittany.
"Abbiamo un bel programma direi..." annuì la latina.
"Cosa ti sei inventata?"
"Qualcosa che spero ti piacerà..." provò Santana.
"A proposito ti piace questa camicia?" sorrise maliziosa la bionda.
"Ti sta da Dio... se non fosse che è un po'... strano, visto che qualche decade fa era di mio padre..."
"Oh-" cominciò Brittany arrossendo "Forse dovrei toglierla..."
"Nononono!!!" esclamò Santana afferrando i polsi della ragazza.
"Cosa?"
"Britt. Se togli quella camicia so bene come andranno a finire le cose e- e per quanto voglio che vadano a finire così... Finiremo per non combinare niente di niente... quindi, seppur a malincuore, ti devo chiedere di non tentarmi... Ok?"
"Ok..." annuì Brittany, per poi dirigersi verso le scale.
"Ok..." ripetè Santana con un sospiro.
"San?"
"Mmh?" replicò istintivamente la mora voltandosi, per poi ricevere dritta in faccia la camicia che poco prima era indosso alla bionda.
Santana si liberò velocemente dell'indumento per cercare immediatamente con lo sguardo la bionda.
Ed era proprio a due passi da lei, sul primo gradino ad aspettarla.
Lei come non mai, con quel sorriso così innocente eppure così ferino.
"Sei cattiva Britt..." sorrise Santana avvicinandosi, cercando di ritrovare un po' di controllo.
"Perchè?" rispose Brittany poggiando le mani sulle spalle ragazza.
"Perchè così finiremo per dover posticipare tutto e dovremo rinunciare a qualcosa..."
"Non importa..."
"Ah no?"
"Sai a cosa voglio fare?"
"Forse ho un'idea..." sorrise la latina lasciando che i suoi occhi si spostassero per la prima volta dall'inizio della conversazione dal viso della bionda, che sorrise arrossendo.
"Cosa vuoi fare?" riprovò Santana tornando a guardare direttamebte Brittany.
"Voglio stare con te. A letto, con i nostri amici, nella giungla... non importa... Voglio solo stare conte."
"E' lo stesso per me, Britt..." sorrise la mora.
"Allora cosa stiamo aspettando?" riprese la bionda per poi guidare al piano di sopra la sua ragazza.

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"Santana..."
"Mmm..." replicò istintivamente la latina parlando praticamente nel cuscino.
"Santana?"
"Credi che stia bene?"
"Certo che sta bene..."
"Tu dici? Ieri sera ha bevuto abbastanza..."
"Rachel, ieri sera hai bevuto quanto un contadino russo avvolto dal gelo e non mi sembra che tu stia male."
"Non ho bevuto poi così tanto..."
"Si, credimi, lo hai fatto..."
"Ecco, sta aprendo gli occhi..."
La mora aprì lentamente gli occhi fissando confusa il soffitto, per poi accorgersi altrettanto lentamente del calore del corpo di Brittany attaccato alla sua schiena, di un braccio allungato lungo il suo stomaco e di un paio di voci che conosceva fin troppo, ma che nella confusione del sonno non riusciva bene a identificare.
"Buongiorno Santana!" esclamò la più squillante delle voci.
"Cristo!" eclamò Santana voltandosi di colpo, registrando finalmente la presenza delle due amiche nella sua camera "Cosa diavolo- Cosa-" cominciò la ragazza blaterando.
"Cosa?" domandò Rachel.
"Cosa diavolo ci fate in camera mia!?" ripetè più lentamente la latina.
"Noi... uhm..." provo Quinn.
"Ieri Puck, oggi voi, domani troverò l'intera parata di Macy's nel salotto!?"
"Uhm..." riprese la bionda.
"Cosa!?"
"Noi dovremmo parlarti..." 
"Allora fatelo!"
"Non- Non ci riesco se- Ehm..."
"Cosa!?"
"Ci penso io." cominciò Rachel "Quello che Quinn è troppo imbarazzata per spiegarti è che, per quanto tu sappia che siamo ovviamente felicissime per te e per Brittany, la tua ultimissima conquista e tra l'altro la prima che veramente approvo, lasciamelo dire-"
"Berry, hai cinque secondi per terminare la frase prima che mi alzi dal letto e ti faccia ricordare perchè eri solita avere paura di me."
"E' alquanto imbarazzante, e conseguentemente difficile, parlarti Santana... mentre la mano di Brittany è comodamente infilata nei tuoi- uhm... è più difficile da dire di quel che sembra-"
"La mano di Brittany negli slip, Santana!" esclamò esasperata Quinn arrossendo e voltandosi.
"Oh... Oh!" realizzò la latina notando la mano della bionda.
"Già... Quello..." commentò Rachel.
"Beh siete voi quelle che mi siete in camera..." sbuffò la latina spostando delicatamente il braccio della bionda per poi tirarsi le coperte addosso e chiedere "Qualunque cosa dobbiate dirmi spero per voi che sia una cosa veramente importante".
"Si, si lo è Santana..." provò Rachel "Non ti avremmo disturbato altrimenti..."
"
E va bene..." sospirò la mora "Passami la maglietta... e quei jeans lì sopra..."
"Ecco."
Una volta rivestitasi Santana cerco di alzarsi lentamente dal letto nella speranza di non svegliare Brittany che ancora dormiva beata, per poi aggiustare con cura le coperte intorno al corpo della ragazza.
"Wow..." sorrise Quinn.
"Niente commenti." replicò veloce la mora infilandosi i pantaloni.
"Ha detto solo "wow"... Tecnicamente non è nemmeno una parola." la corresse Rachel.
"Silenzio, Rachel, conosci il significato di questa parola?" insistette arrossendo.
"Certo che lo conosco, per chi mi hai preso!?"
"Sarcasmo, questo sconosciuto..." sospirò Quinn sollevando gli occhi esasperata.
"Vedete di prepararmi un caffè, visto che mi avete svegliato, me lo dovete..."


"Sai una cosa?" cominciò Quinn.
"Cosa?"
"Tu e Brittany siete davvero carine insieme..."
"Uhm... ok..."
"Forse carine non è l'aggettivo giusto perchè effettivamente sono due ragazze di bellezza oltremodo superiore alla media... Io le avrei definite almeno magnifiche..." si intromise Rachel.
"Grazie, Rachel, intendevo carine nel senso di tenere... E poi beh... Santana è particolarmente dolce con lei come avrai notato."
"Ok..." annuì imbarazzata Santana.
"Oh e congratulazioni tra l'altro." sorrise Rachel.
"Per cosa?"
"Beh per aver posto la stella sulla punta dell'albero..."
"Stella? E quale albero?"
"Era una stupida metafora..." sbuffò Quinn.
"Le metafore non sono mai stupide! Specialmente quelle con le stelle!" replicò colpita la brunetta.
"Continuo a non capire..."
"Voleva congratularsi per il... sesso... immagino..."
"Ovviamente era quella l'intenzione..." annuì Rachel.
"Ti ringrazio Barbra, ma per cortesia la prossima volta tieni fuori dalla metafora alberi e... punte..." rispose Santana con un'espression schifata.
"Pensa un po' stavo per citare anche le palle di natale..." aggiunse la ragazza.
"Ad ogni modo il mio caffè è quasi finito e non avete fatto altro che parlare di me e Brittany... qual è questa cosa importante di cui dovete parlarmi?"
"Prima cosa-" cominciò Rachel.
"Quante cose dovete dirmi?!"
"Prima cosa-" ripetè la brunetta "Per questa sera è tutto sistemato, ricordati di chiedere le chiavi a Finn."
"Sperando che l'idiosaurus-rex non le perda prima..."
"Seconda cosa..." insistette Rachel ignorando i commenti della latina "Devi rimediare coperte e sacchi a pelo perchè non erano attrezzati..."
"Va bene..."
"Terza cosa fossi in te chiarirei con Sam il tipo di decorazione che vuoi avere all'interno di quel posto perchè non credo che abbia molto chiaro cosa voglia dire genericamente il termine "caraibico"..."
"Cosa intendi?"
"Sembrava che stesse decorando il set de "I pirati dei caraibi"..."
"Merda..." sbuffò la latina "Beh, ora che abbiamo sistemato queste cose volete dirmi, finalmente, cosa ci fate qui?"
"Beh vedi..." riprese la bionda.
"In tre parole o meno, Q."
"Tre parole o meno?"
"E hai 5 secondi per rispondere... Uno, due, tre-"
"Potrei essere incinta." rispose velocemente Quinn.
"Cosa!?" esclamò scioccata la latina.
"Lo so-"
"No! Non puoi! Non- Stai scherzando!? Abbiamo due nuove aperture nei prossimi sei mesi, non puoi abbandonarmi ora! Sai i rischi legali che derivano da ogni nuova apertura e-"
"Ho detto potrei, Santana. Ma grazie per il sincero interessamento!"
"Potresti- Potresti?"
"Questa mattina ho realizzato di essere leggermente in ritardo..." spiegò la bionda.
"Leggermente... quanto?"
"Ventuno giorni..."
"Mpf..." sbuffo la latina "Tanto vale cominciare a scegliere il nome..."
"Santana!" esclamò la bionda.
"Oh, avanti! Ventuno giorni di ritardo sono tanti!" si giustificò la latina.
"Il ruolo della migliore amica..." cominciò Quinn "E' quello di sostenere e incoraggiare sempre l'altra migliore amica."
"Si lo so ma-"
"Non puoi consigliarmi di cominciare a scegliere il nome!" esclamò la bionda lasciando scioccata Santana che però dopo qualche secondo sospirò "Anche il comportamento da psicopatica suggerirebbe una gravidanza in effetti- MA," si riprese velocemente "non è detto! Non è detto ancora!"
"Grazie..."
"Magari è menopausa precoce- Stavo scherzando, Quinn!" replicò velocemente Santana.
"Ehm..." si fece sentire Rachel dando una gomitata alla bionda vicino a lei.
"E c'è un'altra cosa..." riprese la bionda.
"Positiva o negativa?" sorrise la latina.
"Smettila. Di alludere. Al mio possibile stato." scandì seriamente la bionda.
"Ok, sto esagerando la faccio finita..."
"Non sono l'unica che potrebbe essere nei guai..."
"No, no, no, non dirmi che-"
"Guai?" sorrise nervosamente Rachel "Speriamo almeno che il guaio sia uno!".
"Oh Dio..." sospirò Santana "E' una qualche tipo di prova televisiva vero? Dove sono le telecamere?"
"Non c'è nessuna telecmera Santana..." sbuffò Rachel per poi rivolgersi a Quinn "Te lo avevo detto che aveva bevuto troppo..."
"Abbiamo comprato qualche test..." riprese la bionda ignorando le amiche, indicando la busta poggiata sul tavolo "Ma non potevamo certo farli a casa di Puck con loro che ficcano il naso ovunque..."
"Cosa ho fatto di male?" sospirò Santana.
"Devi fare pipì?" domandò Rachel guardando Quinn.
"Per niente..."
"Benissimo, ho preso due litri di succo d'arancia, la vitamina C fa sempre bene..." sorrise la brunetta tirando fuori dalla busta un cartone di succo di frutta.
"Tanto vale..." sospirò Quinn.
"A proposito di bere... havete idea di quanto avete bevuto ieri sera? Doveste essere in dolce attesa, Dio ce ne salvi, potreste aver in grembo i nuovi Lindsay Lohan o... Colin Farrel!"
"Tu si che sai come tranquillizzare la gente..." sospirò Rachel.
"Beh, voi bevete pure, io vado a svegliare Brittany... E non cominciate senza di me... visto che ci sono voglio almeno godermi le vostre facce..." sorrise Santana.
"Alla salute?" provò la brunetta.
"Rachel, ti prego, bevi e smettila di parlare." rispose Quinn esasperata.

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Arrivata in camera, Santana si poggiò appena al letto prima di sentire la bionda mugugnare un lungo "Mmm..." e sollevare la testa guardandola.
"Speravo dormissi..." sorrise Santana sedendosi a gambe incrociate sul letto
"Perchè?"
"Volevo svegliarti a modo mio..."
"Posso ancora far finta di dormire..." sorrise la bionda tornando a ficcare le braccia sotto al cuscino, per poi voltare la testa da Santana.
La latina andò velocemente a mettersi a cavallo della schiena della bionda, che sorrise divertita, per poi sfiorarle appena la schiena con la punta delle dita, fino a che non ottenne un brivido e un sospirato "San...
Santana si abbassò a lasciare alla bionda un bacio sulla tempia, sulla guancia, sul collo, sulla spalla, per poi...
sorprendere la bionda con un attacco di solletico.
"San! San!" esclamò Brittany tra le risate per poi riuscire finalmente a fermare le mani della mora sulla sua schiena e guardarla quasi a chiederle pietà.
"Ok..." sospirò Santana sollevando le mani in segno di resa, per poi lasciare che Brittany si voltasse a pancia in su.
Dopo aver ripreso fiato la bionda chiese sorridendo "Come mai questo risveglio?".
"Per quello che mi hai detto prima..." spiegò Santana figendosi offesa, con un broncio veramente poco convincente.
"Gli alluci?" domandò la bionda divertita
"Gia..."
"Beh è vero! Hai gli alluci più grandi che abbia mai visto... Ed è strano perchè sei... minuta..." spiegò ancora la bionda.
"Non sono minuta..."
"Si che lo sei..."
"Berry è più piccola di me..."
"Ma tu sei più piccola di me..." spiegò la bionda mettendosi a sedere, per poi lasciare un bacio veloce sulle labbra della latina che subito protestò "E allora?"
"E sono più forte di te..."
"Non è vero!"
Brittany alzò le sopracciglia scettica.
"Non puoi fare riferimento a qualunque cosa sia successa tra questa notte o questa mattina perchè sono particolarmente... debole... in certi momenti..."
"Sono più forte..." insistette la bionda.
"Non è vero!"
Brittany sorrise per poi afferrare i fianchi della latina ed invertire la posizione, portandosi di peso sopra la ragazza, sorridendo vittoriosa.
Dopo qualche tentativo di contrattacco Santana annunciò "Questo non prova niente!".
Brittany sorrise per poi guardare la mora dritta negli occhi e dire "Sei la persona più testarda che abbia mai conosciuto."
Dopo qualche secondo di shock Santana rispose "E' la frase più lunga che ti ho sentito pronunciare... E non so nemmeno se è un complimento o meno..."
Brittany invece di rispondere decise di sorprendere la latina con un lungo bacio.
"Immagino fosse un complimento..." commentò la mora, ricevendo un sorriso dalla bionda.
"Ugh..." sospirò poi Santana sentendo squillare il suo telefono ancora sul comodino per poi guardarlo con astio.
Accorgendosi del telefono Brittany si spostò da sopra la latina, dandole modo di allungarsi per afferrare il cellulare.
"E' Kurt..." annunciò la mora per poi rispondere "Cosa c'è?"
"Sono da te?" chiese immediatamente il ragazzo
"Chi?" rispose Santana cercando di fingersi confusa.
"Sono lì!" esclamò Kurt parlando con qualcun altro.
"Chi c'è con te?"
"Mercedes e Tina! Oh e stiamo venendo lì, ovviamente!"
"Ovviamente..." sospirò Santana per poi chiedere "Come fate a sapere già tutto?"
"Oh avanti! Rachel non sa tenersi nemmeno la pipì, figurati come faceva a tenersi questo segreto!"
"Dovevo immaginarlo..."
"A fra poco!" esclamò il ragazzo terminando la chiamata.
"Che c'è?" chiese Brittany.
"Dobbiamo alzarci... Fra poco ci sarà da ridere..." spiegò Santana stiracchiandosi.
"Mmm?"
"Giochiamo a "Indovina chi è incinta"..."
"Cosa?" chiese la bionda ancora più confusa.
"Mettiti qualcosa addosso, ti spiego tutto..." sorrise la mora alzandosi.

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"Allora?" cominciò Santana "Non per scocciare ma ho un appuntamento fra un'ora e non vorrei arrivare in ritardo..."
"Dove devi andare?" domandò Kurt curioso.
"Non sono affari tuoi, Lady Hummel..."
"Sono pronta." rispose Quinn afferrando i suoi test "Vado."
"Buona fortuna!" provò Tina.
"Dovevi dirglielo un po' prima..." commentò Mercedes.
"Wow..." sospirò Rachel.
"Cosa?"
"Siamo già in quel momento delle nostre vite?" continuò la ragazza.
"Quello in cui si blatera ad oltranza senza sapere di cosa si blatera? Quella si chiama vecchiaia, e tu ci sei dentro da una decade apparentemente..." commentò Santan facendo sorridere Mercedes e ricevendo uno sguardo confuso da Brittany "Non è importante Britt..."
"Ridi pure quanto vuoi Santana, ma anche se non fossi già incinta, potresti diventare presto zia..."
"State pensando di avere un bambino!?" gridò praticamente Kurt.
"No..." cominciò Rachel "Ok, forse si... Ma quello che sto dicendo è che siamo cresciuti!"
"Sono sicura che se avremmo avuto una qualche musichetta commovente queste tue riflessioni avrebbero avuto più senso ma non capisco dove vuoi arrivare..." commentò la mora.
"Beh, guardate Quinn e Puck che si sposano e forse allargano la famiglia... Io e Finn che potremmo pensare un giorno di avere dei bambini... Tu e Britt che-"
"Ok. Punto afferrato. Siamo cresciuti..." la femò Santana arrossendo.
"Ehm..." provò Quinn facendosi notare con i tre test in mano "Cosa stai aspettando?"
"Vado, vado!" esclamò Rachel correndo verso il bagno.
"Allora!?" esclamò Kurt praticamente saltando in piedi.
"Non- Non ho il coraggio..."
"Beh, aspettiamo che sia tornata anche la scimmia urlatrice..." propose la latina.
"Si, sono daccordo, aumentiamo un po' la suspence..." annuì Kurt.
Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, Santana piegò appena la testa guardando confusa il corridoio.
"Che c'è?" domandò Kurt confuso.
"Non sta cantando vero? Me lo sto immaginando... vero?" spiegò Santana facendo concentrare tutti gli altr iragazzi.
"Raindrops keep falling on my head. Burt Bacharach..." confermò Kurt "Sta decisamente cantando.".
"Non solo sta cantando... ma sta cantando una canzone sulla pioggia, mentre fa pipì..." commentò Mercedes.
"Ha veramente dei seri problemi..." annuì Tina.
"E' quello che cerco di farvi capire da circa dieci anni..." insistette Santana.
"Ok..." sospirò Rachel mostrando i tre test in mano "Chi legge?"
I ragazzi si guardarono fra loro cercando il candidato migliore, fino a che Santana, a sorpresa disse "Datemi quà e mettetevi a sedere. Ci penso io."
"Ok..." sospirò la bionda seguita da Rachel.
"Quando siete pronte..."
"Siamo pronte..." provò Rachel.
"Lo siamo?" sorrise Quinn.
"Non credo abbia importanza ora..." replicò la brunetta alzando le spalle.
"Dunque..." cominciò la latina studiando i tre test nelle sue mani.
"Allora, Santana?" si intromise spazientita Rachel.
"Beh... a quanto pare nessuna di voi è in dolce attesa..." annunciò Santana con un sorriso.
"Wow... Beh... Wow..." sospirò Quinn.
"Tranne Rachel." continuò la latina "Tu, sei decisamente incinta. Congratulazioni o condoglianze... come preferisci..."
"Cosa!?" esclamò la brunetta lanciandosi ad afferrare i test dalle mani dell'amica.
"Che c'è scritto!?" domandò Kurt.
"E' uno scherzo vero?" chiese Tina.
"Incinta." sospirò Rachel alzando lo sguardo "C'è scritto incinta..."
"Congratulazioni?" provò Mercedes.
"Yay! Diventerò presto zio!" esclamò Kurt avvicinandosi ad abbracciare Rachel.
"Beh offrici qualcosa Santana! Credo che dovremmo celebrare il fatto che Quinn non sarà privata dei piaceri dell'alcohol per almeno un anno e che beh... Si, Rachel è in dolce attesa..." sorrise Mercedes.
"Sapete dov'è la cucina, servitevi pure..." rispose la mora indicandola.
"Scusatemi..." disse Quinn alzandosi e dirigendosi velocemente verso le scale.
"Quinn?" provò Santana seguendo la bionda per poi voltarsi ed afferrare la mano di Brittany tirandola con sè.
"Aspettat-" provò Tina seguita da Rachel.
"Ci penso io," cominciò la latina "e se qualcuno si azzarda ad oltrepassare l'arco dell'ingresso ne subirà le conseguenze. E' chiaro?"
"Sai cosa?" cominciò Kurt "Credo sia meglio che ce ne andiamo a festeggiare altrove e ci aggiorniamo a più tardi... per la cena..."
"E l'annuncio..." scherzò Mercedes.
"Si, forse è meglio..." annuì Santana per poi dirigersi verso il piano superiore con Brittany.


"Quinn?" provò appena la latina non volendo spaventare la ragaza "Che succede?"
"Io non- non lo so!" rispose la bionda alzando il viso, rigato dalle lacrime.
"Non sei felice? Credevo fossi felice..." domandò confusa Santana sedendosi a sua volta intorno al tavolino, seguita da Brittany.
"Lo so! Credevo anche io di esserlo ma- come vedi non capisco cosa mi stia succedendo!"
"Beh è piuttosto chiaro invece..." sorrise Santana.
"Cosa?"
"Forse, dopotutto, saresti stata felice se quei test fossero stati positivi..."
"Cosa? No..." provò la bionda.
"E' l'unica spiegazione..." rispose la latina passando un tovagliolo all'amica.
"Tu credi che nel profondo io voglia avere un bambino?"
"Puo' darsi, e non ci sarebbe niente di male nell'ammetterlo..." provò Santana distogliendo lo sguardo.
Dopo qualche secondo di silenzio Santana riprese "Forse devi solo parlarne con Puckerman... Digli quello che è successo, digli come ti senti... magari prova a chiedergli cosa ne penserebbe di un... Puckerman mini... possibilmente più educato..."
"Come? Non voglio affrontare questa discussione... Non voglio nemmeno vedere Puck in questo momento...  farei fatica a guardarlo in faccia..."
Santana rimase un momento in silenzio per poi dire "Potresti venire con noi.".
"Cosa?"
"Vieni con noi tu-sai-dove... Passi un pomeriggio diverso, lontano da Puck e in piacevole compagnia... Che ne pensi Britt? Ti fa piacere se Quinn viene con noi?"
La bionda annuì sorridendo.
"No, Santana... non voglio rovinarvi il pomeriggio lo stai preparando da-"
"Avanti, Quinn... Mi conosci, sai che non te lo avrei mai detto se avessi pensato che potessi rovinarmi il pomeriggio... E poi  credimi sarà la prima di tante uscite con me e Brittany... Insomma... Non è che ho intenzione di lasciarmela sfuggire presto... o meglio, mai..." spiegò Santana arrossendo.
"Cosa ne pensi Brittany?" domandò Quinn.
"Ne sarei felice!" replicò la bionda stupendo sia Quinn che Santana.
"Aaaw..." sospirò Quinn lasciandosi sfuggire ancora qualche lacrima inaspettata.
"Che c'è ora?" chiese Santana confusa.
"Ha la voce più tenera del mondo..." sospirò la bionda.
"Comincio a sospettare che sia tu quella incinta e che ho scambiato i vostri test, sai?"
"Dici sul serio?"
"No, Quinn, ovviamente non ho sbagliato..."
"Oh..."
"Ad ogni modo, Britt, preparati. Indossa qualcosa di comodo e siamo pronte a partire."
"Partire per dove?"
"Per sbarrare la prossima voce della lista..."
"Qual è la prossima voce sulla lista?" domandò Brittany.
"Dimmelo tu... Qual è la prossima voce sulla lista?"
"Dormire in spiaggia?" chiese la bionda.
"Si, c'è anche quella..." sorrise la latina "Ma no... Un'altra cosa..."
"Cosa?"
"E' una voce che abbiamo in comune sulla lista..."
"Oh!" esclamò Brittany spalancando gli occhi.
"Oh?" sorrise Santana volendola stuzzicare.
"Andiamo a cavallo!?"
"Andiamo a cavallo..." annuì sorridente la latina "Sei felice?"
Prima che potesse accorgersene Brittany le si era lanciata addosso attaccandole le labbra.

"Ho capito." sospirò Quinn "Vi aspetto in macchina ma non più di mezzora!"






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Quindi si.
Vi aspetta un pomeriggio a cavallo in compagnia dell'unholy trinity e...
Una serata particolare...
A presto!


Northstar

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


boh


Risparmio le scuse perchè... beh, credo che ci faccio più bella figura...

Ne approfitto per chiedere perdono in anticipo per questo capitolo che, nella mia testa, era molto più simpatico e carino mentre è uscito un po' una schifezza...

Piccolo appunto: ricordate che quando si tratta di Brittany il corsivo è per quando effettivamente parla, tutto il resto è lingua dei segni.


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"Sono altissimi..." commentò Santana guardando a distanza i cavalli sparsi per il recinto.
"Non hai mai visto un cavallo?" domandò Quinn curiosa.
"Non da così vicino..." sospirò la mora continuando a scrutare gli animali "Sono... insomma... veramente enormi..."
"Allora, ragazze! Chi sale per prima?" chiese l'allevatore avvicinandosi.
Santana istintivamente fece un passo indietro, realizzando come Brittany si fosse invece mossa verso l'uomo alzando la mano come una bambina, super eccitata.
"Prego." sorrise l'uomo.
"Lei non puo' sentirla." cominciò Santana apprensiva, fermando l'uomo per il braccio "Ricorda? Gliel'ho detto-"
"Stamattina. Lo ricordo." sorrise l'uomo "Non si preoccupi, è in buone mani."
"Lo spero per lei..." rispose minacciosa la latina continuando a seguire con lo sguardo Brittany.
"Falla finita..." cominciò Quinn.
"Falla finita con cosa?"
"Con tutto. Sei troppo agitata."
"Non è vero."
"Il fatto che ti strofini le mani e che ti mordi le labbra in continuazione dice ben altro." replicò Quinn imitando il movimento delle mani dell'amica.
"Da quando in quà te ne intendi del linguaggio del corpo?"
"Non mi intendo di linguaggio del corpo, ma in compenso mi intendo della mia migliore amica..." sorrise la bionda.
"Non mi piacciono i cavalli..." confessò la latina.
"Perchè? Sono animali così eleganti..."
"E con denti che possono staccarti un braccio..." continuò Santana.
"Sono vegetariani..." sbuffò la bionda.
"Non è detto che mordano per fame..."
"Non ti morderanno, Santana... Smettila di essere così fifona, sono animali innocui."
"Si, vallo a dire a Christopher Reeve..."
"Christopher chi?"
"Christopher Reeve, IL Superman del cinema!"
"Quale dei tanti?"
"Lascia stare. Non puoi conoscerlo se non hai vissuto con Sam... Ad ogni modo, era un grande appassionato di  cavalli. Un giorno stava gareggiando, il cavallo si è imbizzarrito, è caduto a terra ed è rimasto totalmente paralizzato..."
"Santana, guarda." riprese Quinn afferrando le spalle della mora, per rivolgerla verso Brittany "Sta a malapena trottando! Come pensi di poter cadere?"
"Hai mai sentito il detto "matto come un cavallo"? Ti sei mai domandata da dove provenga il detto!? Beh io non ho voglia di scoprirlo!"
"Chi è la prossima?" chiese l'uomo a distanza.
"Santana?" propose Quinn.
"Non ci provare, Lucy..."
"Avanti, non sarai mica una fifona..."
"Forza ragazze!" insistette l'uomo.
"Quinn, se non sali immediatamente su quel cavallo giuro che ti assegno Puck come assistente personale e tu ed io sappiamo bene quanto sia estenuante avere a che fare tutto il giorno e tutta la notte con Noah Puckerman e non vorrai certo rovinare il vostro rapporto proprio ora che il matrimonio è alle port-"
"E va bene!" sospirò la bionda "Sai una cosa? Continuo a chiedermi perchè non hai preso la facoltà di legge... saresti stato un avvocato grandioso..."
"Perchè ti avrei rubato i riflettori..."
"Continua a crederci..." sorrise ironica la bionda.

Quando anche Quinn era ormai avviata e trotterellava divertita sul cavallo, l'allevatore fece cenno a Santana di avvicinarsi.
"Sa cosa?" cominciò Santana "Credo di averci ripensato. Me ne rimarrò qui a guardare le mie amiche cavalcare."
"Ma la smetta, avanti! Non è niente di che! Si avvicini!" insistette l'uomo tenendo per le briglie un cavallo nero come l'inchiostro.
"No- davvero-"
L'uomo allora si avvicinò col cavallo.
"Le presento Parachutes."
"Parachutes!? Che razza di nome è!?"
"E' il cavallo più focoso che abbiamo. Faccia due più due."
Santana rimase qualche secondo in silenzio per poi collegare.
Parachute. Paracadute. Cavallo più focoso.
"Non ci salgo li sopra..." ripetè decisa la mora.
"Stavo scherzando..." sorrise l'uomo.
"Allora come si chiama?"
"Parachutes. Ma non ha nulla a che vedere con quello che le ho fatto pensare."
"Ah no?"
"No, è il nome di un album dei Coldplay, glielo prometto, solo per questo!"
Santana alzò un momento lo sguardo trovandosi di fianco Brittany in cima al suo cavallo.
"Che succede?" chiese la bionda con la lingua dei segni.
"Uhm..." sospirò Santana arrossendo "Britt... Ho un po' paura...".
La bionda sorrise divertita per poi riprendere e proporre "Sali con me?".
"Non credo si possa fare..." replicò la mora.
"Cosa?" si intromise l'uomo.
"Salire sullo stesso cavallo..." provò Santana sperando che la risposta fosse un sonante "No, mi dispiace.".
"Ma certo!"
"Non- Non siamo troppo pesanti?" provò ancora la latina.
"Mpf! Peserete si e no cento chili insieme!" sorrise l'uomo "E poi è la classica richiesta di tutte le coppie che vengono qui... Avanti vuole salire davanti o dietro?"
Santana lanciò un'occhiata veloce al cavallo per poi rispondere velocemente "D-davanti."
"Ok, dica alla sua amica di farle spazio, rivolga la schiena contro il cavallo e poggi la gamba sinistra sulle mie mani."
"Ci sono..."
"Al mio tre si dia una spinta con l'altro piede e si prepari a salire..."
"Cosa!?"
"Uno... Due... Tre!" esclamò deciso l'uomo praticamente lanciando Santana sul cavallo "Ecco, ora porti la gamba sull'altro lato della groppa, ed è a cavallo in tutti i sensi!"
"Oddio, oddio, oddio!" sospirò Santana veloce tenendo le mani strette sul suo petto non sapendo dove poggiarle.
"Si diverta!" sorrise l'uomo divertito, dando una pacca sul fondoschiena del cavallo che riprese a trotterellare per il recinto.
"Merda!" esclamò Santana chiudendo gli occhi e stringendo la presa sulla sua stessa giacca
"Merda! Merda! Merda! Si muove tutto!".
"Riprenditi fifona!" esclamò Quinn dall'altro lato del recinto.
"Taci Quinn!" esclamò Santana facendo per un momento sobbalzare il cavallo.
"Shh... Shh..." sussurrò Brittany prendendo delicatamente le mani della latina per guidarle poi sulle briglie "Tieniti qui.  E' facile!".
"Stai parlando troppo Britt. Stai parlando troppo e non ti sto nemmeno guardando. E non mi stai aiutando, perchè quando parli mi fai sciogliere e non posso sciogliermi ora!" sbottò la latina, consapevole del fatto che la bionda non potesse comprenderla.
"Apri quegli occhi, avanti!" provò Quinn avvicinandosi.
"Quinn, lasciami stare e vatti a divertire dall'altra parte del campo!" esclamò la mora esasperata.
"Santana... sei su un cavallo, con la tua splendida ragazza che ti adora e non vede l'ora di divertirsi un po' con te! Non vedi quanto è felice?" insistette la bionda "Apri quegli occhi e goditi la cavalcata, fallo per lei almeno!"
"San..." insistette la bionda alle sue spalle poggiandole la testa sulla spalla, per poi portare le mani sulle briglie, sopra le sue, e insistere "E' divertente, guarda!".
Santana prese un respiro prima di aprire gli occhi e puntarli sulle mani di Brittany, sicure, sopra le sue.
Poi si decise ad alzare lentamente lo sguardo lasciandosi cullare dai movimenti del cavallo.
Ok.
Forse "divertente" non era proprio la parola giusta da usare.
Ma di sicuro trotterellare non era poi così terrificante come le sembrava ad occhi chiusi.
Quasi sorrise realizzando l'assurdità della situazione.
"Ok?" provò Brittany parlandole praticamente all'orecchio.
Santana si limitò ad annuire decisa, continuando a guardarsi intorno, ora più presa dall'intera situazione.
E Quinn aveva ragione.
Stava per perdersi alcuni dei momenti più belli della sua vita, con Brittany letteralmente alle sue spalle a sostenerla, a sorriderle e soprattutto a parlarle.
Lo stava facendo solo per lei.
"Così..." sussurrò la bionda dietro di lei guidando le sue mani, tirando prima la briglia nella mano destra e poi quella nella sinistra, mostrandole come il cavallo seguiva i movimenti.
"Prova."
Santana sorridendo ripetè le azioni che poco prima le aveva mostrato la bionda.
Per poi sorridere finalmente quasi divertita.
"E' un po' come guidare..." sorrise Santana, guardando Quinn.
"E' anche più facile..." replicò la bionda voltando il cavallo e continuando a trotterellare quà e là.
Santana approfittò del momento di distrazione dell'amica per voltarsi fino a poter guardare Brittany, sorridendole.
La bionda sollevò le sopracciglia confusa, aspettando che la latina le dicesse qualcosa.
Ma Santana si limitò a baciarla con tutta la passione che poteva permettersi in quel momento.
"Grazie." sorrise Santana.
"Di niente..." sospirò Brittany sorpresa.
"Stasera sarà fantastica... Te lo prometto..." sorrise la mora riprendendo più decisa le redini.


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Santana era nervosa. Era quanto mai agitata a dir la verità.
Non solo stava per sorprendere Brittany con un appuntamento decisamente insolito, ma stava per fidarsi degli strani gusti e delle altrettanto strane idee di Sam che si era proposto di aiutarla nell'organizzazione della serata.
Preso un respiro Santana sorrise avvicinandosi alla bionda, che rispose riflettendo lo stesso sorriso.
"Hai preso tutto?" domandò la latina.
Brittany annuì divertita.
"Che c'è?"
"Sono curiosa..."
"Oh... Beh, hai ragion d'esserlo..." rispose Santana cercando di mantenere il mistero, per poi domandare "Hai preso il costume da bagno?".
"Si. Stiamo andando in piscina?"
"No."
"Dove mi stai portando?"
"E' una sorpresa... Ma se sei pronta possiamo cominciare ad avviarci."
"Non vedo l'ora..." sorrise la bionda.
"Britt..." sospirò Santana "Devi promettermi una cosa..."
"Va bene..."
"Promettimi che se qualcosa, qualunque cosa, dovesse non andarti a genio me lo dirai subito e senza problemi..."
Brittany corrugò le sopracciglia confusa.
"Vedi, Sam mi ha aiutato ad organizzare questa cosa ma- voglio dire è Sam! Non sa nemmeno allacciarsi le scarpe senza canticchiare la filastrocca sul coniglietto e- ho un po' paura di quel che potrebbe aver combinato... Quindi, ti prego, se qualcosa non ti piace o se trovi il tutto un'idea ridicola... basta dirmelo, ecco.".
"Santana..." sorrise la bionda avvicinandosi per stringerle le mani "Dubito che una tua idea possa essere ridicola o possa semplicemente non piacermi... Quindi prendi la tua borsa e andiamo... Non vedo l'ora di scoprire questa sorpresa... ok?"
"Ok..."

Durante il tragitto in macchina Santana non si era calmata.
Anzi, continuava ad immaginare i peggiori scenari che la fantasia di Sam potrebbe aver partorito alla parola "caraibi".  Forse la colpa era la sua, continuava a dirsi la latina, era lei ad aver usato per prima l'aggettivo "caraibico" e doveva saperlo, doveva aspettarselo, che la testa di Sam avrebbe automaticamente creato un collegamento cinematografico o fumettistico...
Era persa nei suoi pensieri quando sentì la mano di Brittany sulla sua gamba.
Distogliendo un momento gli occhi dalla strada guardò la bionda.
"Smettila..." le fece segno con un sorriso.
Santana, annuendo e ricambiando il suo sorriso, tornò a concentrarsi sulla strada poggiando la sua mano su quella della bionda, stringendola forte.

Brittany si era guardata attorno, curiosa, per tutto il viaggio, ma alla vista del lago verso cui Santana stava guidando si voltò di colpo verso la brunetta, stringendole la mano, fino a farla voltare velocemente.
"Un lago?!" chiese stupita.
Santana si limitò ad annuire.
"Mi stai portando al lago?" insistette la bionda.
"Si. Ancora cinque minuti e saremo arrivate." rispose Santana tornando a concentrarsi sulla stradina che stavano percorrendo.
Una volta parcheggiata la macchina Santana si voltò verso la bionda.
"Ora tu aspetti in macchina mentre vado ad accendere le luci e tutto il resto, va bene?".
"Va bene..." annuì la bionda per poi afferrare Santana e segnarle "Fai presto!".
"Promesso..." sorrise Santana uscendo dalla macchina.

Arrivata sul portico la mora infilò le chiavi nella serratura per poi fermarsi, prendere un respiro, e sperare di non trovare niente di veramente orrendo all'interno dell'abitazione.
"Ti prego, Sam. Per una volta non deludermi!" sospirò Santana, decidendosi ad aprire la porta ed accendere velocemente le luci.
Dopo qualche secondo di black out, il cervello di Santana riuscì a connettersi.
"Cristo! Cristo! Cristo! SAM!" gridò praticamente la mora, trovandosi di fronte, come le aveva predetto Rachel, la riproduzione esatta di quello che doveva essere stato il set de "I pirati dei caraibi".
Velocemente la mora prese il telefono dalla tasca per digitare il numero che conosceva a memoria.
"Santana?" rispose Sam confuso.
"Vuoi morire?" chiese Santana con calma.
"Cosa?"
"Vuoi morire?"
"Cosa stai dicendo!?"
"E' una domanda semplicissima. E credo di conoscere la risposta." continuò Santana.
"Sant-"
"La risposta è ovviamente "No, si voglio morire", perchè altrimenti non avresti ricreato il set di uno stupido film sui pirati!"
"Ma a te piacciono i pirati!"
"Non è questo il punto! Doveva essere una serata romantica con la mia fidanzata non una serata a tema piratesco!"
"Beh avevi detto caraibico-"
"Caraibico non è sinonimo di piratesco! Ce li hai presenti i caraibi!? Spiagge bianche, cocktail dentro le noci di cocco, animali esotici!"
"Beh la sabbia e i cocktail ci sono... e non è poi così... piratesco!"
"Sam! C'è la bandiera con teschio e ossa, la miniatura della Perla Nera e un forziere pieno di monete!"
"Oh! Quelle sono di cioccolata! Non alzare troppo i riscaldamenti!"
"Perchè continuo a fidarmi di te!?"
"Cosa ne pensa Brittany?" provò Sam cercando di sviare la mora.
"Brittany- Oh! Riprenderemo questo discorso prossimamente perchè devo andare a recuperarla, ma ti giuro Sam, questa me la pagherai a caro prezzo!"
"Buona serata, Santana."
"Ti odio!"
"Anche io. Ci sentiamo domani." replicò il ragazzo terminando la chiamata.
"Stupidi pirati!" sbuffò Santana uscendo velocemente per andare da Brittany, ritrovandosela però a mezzo metro di distanza: la bionda era già fuori la porta con le loro borse in mano.
"Britt-" cominciò Santana cercando di coprire l'entrata "Io-".
Prima che potesse continuare Brittany l'aveva già superata ed era entrata nell'abitazione.
Santana la seguì demoralizzata, trovando la bionda con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.
"Mi dispiace..." sospirò Santana.
Brittany si voltò lentamente.
Con un sorrisone stampato sul volto.
Santana allora cercò di rispondere con un imbarazzato sorriso.
"Come facevi a saperlo?!" chiese la bionda quasi saltellando.
"Uhm...."
"La saga dei pirati dei caraibi! La adoro!"
"Sul serio?" chiese Santana sorpresa.
"Da impazzire! E poi Johnny Depp! Quale essere vivente non era innamorato di lui!" insistette la bionda guardandosi attorno "Avete fatto un lavoro pazzesco!"
"Ti piace davvero?" chiese ancora la latina.
"Assolutamente! Quando avevo sedici anni avevano aperto un parco a tema a Tampa, ma non potevo andarci perchè era un parco totalmente acquatico e io- io non so nuotare... Ma così è tutta un'altra storia!"
"Io so un sacco di cose sui pirati." cominciò Santana cercando di sfruttare la situazione a suo vantaggio e pensando fra sè e sè "Sam Evans sei un fortunato bastardo.".
"Davvero?" chiese Brittany.
"Dopo una vita passata con Sam, i suoi libri ed i suoi film..."
"Dimmi tutto quello che sai!"
"Subito dopo aver acceso il fuoco e preparato la cena..."
"La cena? Non è presto?"
"Pensavi ti avrei fatto morire di fame?"
"Avrei trovato sicuramente qualcosa da... mangiare..." sorrise maliziosa la bionda.
"Brittbritt... Non farlo..."
"Cosa?" rispose innocentemente la ragazza.
"Non è valido distrarmi così... devo ancora preparare la cena e gestire tutta la serata e così non riuscirò a combinare niente, e lo sai bene..."
"Non è un po' presto per la cena?" chiese la bionda guardando l'orologio al suo polso.
"Si. Si è presto, ma... Dobbiamo rimanere "leggere" per più tardi..." spiegò Santana.
"Ed ero io quella che ti stava distraendo..."
"Non è come pensi... O almeno è anche quello che pensi ma c'è ancora una cosa prima di quello..."
"La serata si annuncia grandiosa..."
"Lo spero..." sorrise la latina.
"Allora cosa ne dici se prima ci dedichiamo alla cena e poi mi racconti tutte queste cose che sai sui pirati?" propose la bionda.
"Affare fatto." sorrise la mora.

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Dopo aver cenato ed aver ripulito i piatti insieme, Brittany aveva trascinato Santana sul divano di fronte al camino per sdraiarsi ed allungare le gambe sopra quelle della latina.
"Quando arriverà la seconda parte della serata?" chiese Brittany impaziente.
"Non prima di... mezzora almeno."
"E in cosa consiste la seconda parte della serata?"
"E' una sorpresa Britt!"
"Posso avere un aiutino?"
"Non posso darti aiutini..."
"Perchè?"
"Perchè se ti dò anche un solo aiutino capirai subito.".
"Ha a che fare col costume da bagno?" domandò la bionda con un sorriso.
"Non te lo avrei fatto portare altrimenti."

"Ok, allora. Dimmi tutto quello che sai sui pirati.".
"Vediamo... tanto per cominciare, sai perchè portavano quasi tutti gli orecchini?"
"Perchè?"
"Perchè credevano che gli orecchini, per qualche strana ragione, potessero aumentare la loro vista!" spiegò Santana con un sorriso "E quella bandiera lì, con teschio ed ossa, non era così comune come i film ci hanno fatto credere...".
"E cosa c'era sulle bandiere?"
"Ogni capitano aveva il suo simbolo. Anche se sembrano diffuse le bandiere con... Beh, riproduzioni più o meno fedeli delle amanti periodiche dei suddetti capitani..."
"Bandiere porno?"
"Più o meno. Anche i colori delle bandiere erano molto importanti. Ad esempio la bandiera nera, per quanto minacciosa, era tipica dei pirati che aderivano al codice di comportamento piratesco. Da temere erano le bandiere rosse, che significavano "nessuna pietà", e quindi il non rispetto del codice."
"Quindi il codice piratesco esisteva davvero? Come nei film?"
"Certo che esisteva. I pirati erano così tanti e così diffusi che anche loro avevano bisogno di una... chiamiamola "legislatura".  Si racconta che alla stesura del codice piratesco abbia partecipato anche una donna capitano."
"Una donna?" chiese Brittany incantata continuando a seguire le labbra della latina "Esistevano donne capitano?".
"Sai la storia dei pirati che credevano che una donna a bordo portasse sfortuna?"
Brittany annuì curiosa.
"Per questo le "piratesse" si imbarcavano camuffandosi da uomini e comportandosi come loro. Solo una volta diventate capitani, e solo a quel punto, si mostravano come donne. Perchè erano rispettate come capitani."
"Ce n'erano molte?"
"No, ma quello che è stimato come il più grande pirata di tutti i tempi è una donna."
"Il più grande pirata?"
"Aveva quasi duecento navi sotto il suo dominio. Era una donna cinese, ma non ricordo il suo nome."
"E tutti quei pirati famosi?"
"La maggior parte sono leggendari... Barbanera è esistito davvero, ma non era il terribile pirata che tutti descrivono. Era un pirata come tanti e ha mantenuto il controllo del mar dei Caraibi per soli due anni."
"Quindi non sono mai esistiti pirati come Jack Sparrow..."
"Come il Capitan Jack Sparrow..." sorrise Santana "Erano tutti dei criminali, assassini, ladri e poco di buono... E nessuno ha mai vissuto le avventure che ci raccontano e nessuno ha mai nemmeno sepolto dei forzieri per quanto ne sappiamo...".
"Grazie al cielo esiste la fantasia..."
"Già..."
Dopo qualche secondo di silenzio, Brittany, attirando l'attenzione di Santana cominciò "Io non so nuotare... Te lo ricordi?"
Santana sorrise divertita.
"Certo che lo ricordo. Perchè me lo chiedi?"
"Perchè stiamo per fare il bagno nel lago... vero?" domandò la bionda.
"Come hai fatto ad indovinare?" sorrise ironica la mora per poi continuare "E poi la lista l'hai scritta tu... sapevi bene a cosa andavi incontro, no?"
"In effetti..." annuì Brittany per poi sorridere ed aggiungere "Nella lista c'è anche la parola "nuda"... A cosa servono allora i costumi?".
"Beh, quello dipende solo da te... Ti interesserebbe per caso fare il bagno nuda... con me?"
"Molto..." sorrise la bionda "Anche se credo che farà veramente tanto freddo..."
"Troveremo un modo per scaldarci..."
"Credi?"
"Nah..." sorrise la mora "Dureremo al massimo dieci minuti sempre se non vogliamo rischiare di assiderarci... Per questo ho preparato il camino e delle fantastiche coperte termiche..."
"Come sei premurosa!" esclamò Brittany stringendo la mano della mora poggiata sulla sua gamba.
"E non hai visto ancora niente..."
"Tu dici?"
"Britt... lo so che stiamo insieme da... da niente effettivamente... ma-" cominciò Santana cercando di organizzare i pensieri e di procedere con molta calma "So che è una cosa veramente sdolcinata da dire, ma da quando ti conosco hai reso migliore tutti gli aspetti della mia vita che hai anche solo sfiorato. E non hai idea di quello che mi fai provare ed è tutto così nuovo e inaspettatamente perfetto che non riesco a non pensare a quello che potrebbe aspettarci... Quindi credimi, non hai visto ancora niente di quello che voglio fare per te..."
"Non quelloche potrebbe aspettarci.
rispose la bionda mettendosi a sedere sul divano, ritrovandosi faccia a faccia con la  latina.
"No?" chiese Santana con un filo di voce.
"Quello che ci aspetta." sospirò la bionda avvicinandosi a baciare la latina.
"Mi piace il tuo modo di pensare..." sorrise Santana tra un bacio e l'altro "E sai cosa?"
"Cosa?"
"Credo che possiamo cominciare a cambiarci..."
"Finalmente!" gesticolò velocemente la bionda.
"Non pensavo fossi così ansiosa per un bagno al lago..."
"Un bagno al lago "nude"..." specificò Brittany per poi aggiungere "E sono ansiosa per il dopo-bagno..."
"Ok. Andiamo a metterci immediatamente i costumi!" esclamò la latina scattando in piedi per offrire poi la mano a Brittany e sollevarla dal divano abbracciandola.
Quando Santana notò il sorriso malizioso della bionda, domandò confusa "Che c'è?".
"Perchè non lasciamo stare i costumi... e andiamo direttamente a spogliarci in spiaggia?"
"Brittbritt..." sorrise Santana.
"A cosa servono i costumi?" insistette la bionda sollevando le sopracciglia.
"Ok. Lasciami preprare gli asciugamani e sono pronta!" esclamò la latina correndo nella camera da letto a prendere i teli da lasciare davanti al caminetto e quelli da portare fuori.

"Qual è il piano d'attacco?" chiese Brittany.
"Poggiamo i teli in terra, ci spogliamo il più velocemente possibile ed entriamo con molta, ma non troppa calma."
"Va bene." sorrise Brittany.
"Che c'è?"
"Ci penserai te ad accudirmi quando mi verrà il raffreddore del secolo?" chiese la bionda continuando a sorridere.
"Maledizione... Dovevo aspettare almeno per la primavera... Hai ragione ci prenderà un malanno storico..."
"Almeno ci prenderemo cura l'una dell'altra..."
"Ci puoi contare..." rispose Santana per poi stringere la mano della bionda "Pronta?".
"Pronta." ripetè Brittany seguendo la latina verso la spiaggia.
Arrivata a pochi metri dall'acqua Santana lasciò cadere i teli a terra cominciandosi a spogliare, cercando di non perdere di vista la bionda che, come lei, ridendo divertita cercava di spogliarsi il più velocemente possibile.
"San!" esclamò Brittany, già nuda, invitando Santana a seguirla.
"Arrivo!" rispose la mora tirandosi via la maglietta con foga per poi gridare "Merda! Fa troppo freddo!" e dirigersi decisa verso l'acqua ferma del lago.
"Vieni Britt!" esclamò la mora facendo cennò alla bionda di raggiungerla "Vieni, avanti!"
Brittany preso un respiro raggiunse velocemente la latina nel lago, fino a che l'acqua non arrivò a coprire le spalle di Santana.
A quel punto Brittany cercò, spaventata, di tirare Santana verso la riva con un flebile 
"Vieni qui."
"Eccomi!" sorrise la mora seguendola verso l'acqua più bassa per poi abbracciarla forte alle spalle.
"E' tutto ok!" sospirò Santana sul collo della bionda sicura che, anche se Brittany non poteva sentirla, riusciva certamente a capirla.
Dopo qualche secondo Santana ammorbidì la presa attorno al corpo della bionda, per permetterle di voltarsi e baciarla come forse non aveva mai fatto prima d'ora.
Ormai si erano scambiate diversi baci, ma nessuno era ancora stato come questo: calmo e sicuro, come se Brittany fosse consapevole che avevano tutto il tempo del mondo per stare insieme.
Altrettanto tempo non avevano invece per stare in acqua, e quando Brittany si rese conto di come Santana tremasse, si staccò appena per chiedere "Quanto è durato il nostro bagno fino ad ora?".
"Cinque minuti?" provò Santana "Credo che possano bastare, cosa ne pensi?"
"Assolutamente..." sorrise la bionda trascinando la latina fuori dall'acqua per poi afferrare al volo i teli per terra ed avvolgerla per bene e fare lo stesso su di sè.
Una volta entrate in casa, Brittany si mosse diretta verso il caminetto per essere immediatamente fermata da Santana che, con un sorriso suggestivo propose "Doccia bollente?".
"Bollente..." replicò maliziosa Brittany.
"Credimi, Britt... in tutte le sue accezioni..." rispose Santana
sorridendo, conducendo con sè per l'ennesima volta quella sera, la sua fidanzata.


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Ancora una volta chiedo perdono per il capitolo-schifo...

Oh, dimenticavo...
Ancora due, massimo tre capitoli, e siamo arrivati al capolinea...


Un abbraccio immenso e grazie infinite per la pazienza, la passione e l'affetto.

Northstar

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


boh Note, note, note!
No, scherzo, non starò a rompervi le balle.
Solo una piccola cosa: in questo capitolo si affronta un discorso piuttosto "complesso" dal punto di vista medico.
Mi sono informata, ho avuto modo di parlare con diverse persone, ho avuto modo di ascoltare diverse esperienze eccecc e spero di non aver scritto stronzate essendomi basata sulle loro opinioni e parole.
Se l'ho fatto è in buona fede, nel senso che ho capito male cosa volessero dirmi.
Quindi, dovessi aver scritto le suddette stronzate, non esitate a messaggiarmi in privato e farò di tutto per correggere le eventuali cazzate scritte.

Buona lettura!

Northstar

ps: ricordate che il corsivo, quando usato nelle frasi di Brittany, è il parlato vero e proprio, non la lingua dei segni! Invece Santana si rivolge quasi sempre a voce a Brittany, che ne interpreta il labiale, nelle frasi più complesse ovviamente fa uso della LIS per aiutarsi, ma non è sempre descritto!

pps: inutile starmi a scusare per quanto ci ho messo vabbè... Spero solo che non vi faccia schifo dopo tutta questa attesa!  Se trovte errori, come sopra, segnalate!



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"Mmm... questo è il tipo di bagno che mi piace..." sospirò Santana accomodandosi sul bordo della vasca riscaldata "Ti piace Britt?".
"Mhmh." sorrise la bionda.
"Niente a che vedere con il famoso bagno della quasi-polmonite..." sorrise ancora la latina.
"Ci pensi mai a quanto tempo è già passato?" osservò Brittany
"E' passato così tanto?"
"E' passato più di un anno.... credo..." rispose la bionda.
"Nah..."
"Si, invece..."
"E' già passato un anno?" domandò sorpresa Santana avvicinandosi, fino a sedere sulle ginocchia della fidanzata.
"E' tanto?"
"No! E' niente! Mi sembra di conoscerti da- da sempre!" sorrise Santana
"Già..." sorrise Brittany lasciando un bacio sul collo della latina.
"In compenso posso dire che questo è stato il più bell'anno della mia vita, senza alcun dubbio..." sorrise in risposta Santana.
"Più dell'anno in cui sei diventata milionaria?"
"Un milione di volte di più..." replicò sicura la mora
"Anche per me... credo che abbia a che fare con una certa donna d'affari ispanica..."
"Tu dici?" sorrise Santana dopo un bacio veloce alla bionda.
"Non ne sono sicura... ma qualcosa mi dice di si..." replicò Brittany stringendo Santana per poi riprendere e chiedere "Allora, qual è il programma della settimana?"
"Usciamo e ne parliamo comode comode sulle sdraio?"
"Ne dividiamo una?"
"Farò questo sforzo..." sorrise Santana alzandosi per prendere l'accappatoio, ed avvolgere la bionda per poi fare lo stesso col suo accappatoio.

Una volta raggiunta Brittany, sedutasi ai piedi della sdraio, Santana prese un respiro profondo alzando lo sguardo al cielo stellato.
"Brittbritt..." cominciò la latina prendendo il viso della ragazza fra le sue mani "Sai che non siamo qui solo per il mare, il sole, le vasche idromassaggio e- Beh, il tuo compleanno... vero?".
"Lo immaginavo..." annuì la bionda.
"Vorrei parlarti di una cosa..."
"Mi stai... lasciando?"
"No. No, credimi non dovrai avere questa paura con me..." sorrise Santana.
"Allora, dimmi."
"Siamo a Miami perchè... Perchè ho scoperto che il migliore medico nel suo campo, il miglior specialista, vive qui..."
"Medico? Specialista?"
"Britt... non prenderla nella maniera sbagliata. Ti amo e ti amo così come sei e- "
"San... "
"Già... Britt, il punto è che... Da quando Rachel ha avuto la bambina io- Non riesco a non pensare a-"
"Oh mio Dio..."
"Cosa?"
"Vuoi avere un bambino?!" chiese la bionda sgranando gli occhi.
"Si! Cioè- No!" esclamò Santana confusa, per poi riprendere "Voglio dire, certo che voglio avere un bambino! Ma- insomma, non- non in questo esatto momento..."
"Oh..." sospirò Brittany sollevata "Per un attimo ho avuto-"
"Paura?"
"No, ho avuto l'impressione che non volessi avere figli!"
"Non eri- Uhm... Non eri spaventata all'idea di avere, insomma, un bambino?"
"No."
"Anche se- così presto?"
"Per niente..." sorrise la bionda "Ce la caviamo alla grande con Abe..."
"Che non è affatto la stessa cosa di un bambino- Ne sei consapevole?"
"Stavo scherzando, San... calmati."
"La parte su Abe o sul bambino?"
"Su Abe. Seriamente non sono spaventata dall'idea di avere un bambino. Non con te."
"Oh... questo è- questo è molto interessante... molto..." balbettò Santana.
"Stai perdendo il filo del discorso..." sorrise Brittany.
"Già. Stavo dicendo?"
"Da quando Rachel ha avuto la bambina..." suggerì la ragazza.
"Da quando ha avuto la bambina" riprese Santana "non riesco a non pensare al giorno in cui avremo anche noi un-"
"Un?" la interruppe Brittany con uno sguardo interrogativo.
"Dei? Si, ovviamente. Dei bambini."
"Così va meglio."
"E- vedi, non fa altro che raccontarmi di ogni piccola cosa che scopre ogni giorno! Dagli sbadigli, ai sorrisetti, alle smorfie e- e degli stupidi urletti che le escono quando gioca con lei e Finnocence e-" Santana si interruppe prendendo un respiro "Brittany, vorrei prendessi in considerazione l'idea dell'impianto cocleare."
"Io-"
"Aspetta..." la interruppe la latina "Devo essere sicura che tu capisca perchè ti sto dicendo questo. Ok?"
"Ma-"
"Ti prego." sospirò Santana ricevendo un "Ok" dalla ragazza.
"Non ha importanza per me il fatto che tu non possa sentire. Non ha alcuna importanza, ti amo per quello che sei e non voglio che tu cambi. Ma- Ma quando avremo i nostri bambini, non troppo in là a quanto pare... Voglio che tu sia in grado di sentire tutti, tutti, quegli stupidi e fastdiosi gridolini e versetti. Voglio che senta i nostri bambini piangere nel cuore della notte, e non solo perché così non sarò l'unica ad alzarmi..." sorrise Santana
"E non è solo per i nostri figli, a dirla tutta. E' per risentire le voci dei tuoi genitori, di tua sorella, la musica."
"Ti sei ricordata?" sorrise la bionda stupita.
"Brittany, voglio che tu viva ogni aspetto di tutto quello che il futuro ci riserva. E lo so che- Lo so che sei sempre stata restia perché, mi sono informata e so che non è certo come tornare ad avere un udito naturale... Ma ti immagini? Ti immagini quando sentirai per la prima volta nostro figlio chiamarti "Mamma"? Non vuoi tutto questo?"
"Sai cosa voglio più di ogni altra cosa?" provò Brittany, visibilmente emozionata.
"Cosa?"
"Voglio sentire la tua voce."
"Questo significa che-"
"Farò tutte le visite necessarie."
"Cosa significa?"
"San..." cominciò la bionda guardando negli occhi la latina "Non voglio smontarti ma... è possibile che non possa funzionare con me... Ci sono dei casi in cui-"
"No." la interuppe Santana "Non- Non pensiamoci ok?"
"Promettimi solo che lo terrai a mente, ok? Non voglio che tu rimanga delusa."
"Non potrei mai rimanere delusa, questo è solo un qualcosa in più a quello che già di meraviglioso abbiamo..."
"Ok..." annuì Brittany "Allora, quando abbiamo questo appuntamento?"
"Chi ti dice che ho già preso appuntamento?" domandò la latina confusa.
"Ti conosco troppo bene, San..."
"Beh, si da il caso che non ho ancora preso alcun appuntamento."
"Bugiarda." sorrise Brittany.
"E va bene! Abbiamo appuntamento domattina..."
"Domattina! E se avessi detto di no?"
"Ti conosco troppo bene, Britt..." replicò la latina avvicinandosi a baciare la fidanzata.

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Ci era voluta un'intera mattinata di test e visite e ancora test per sapere se e quando avrebbero potuto procedere con l'operazione.
"Ti sei stancata, tesoro?" domandò Santana cominciando ad innervosirsi.
"No, non preoccuparti." replicò Brittany con un sorriso.
"Britt." cominciò Santana guardando la bionda dritta negli occhi "Non lo stai facendo per me, vero? Insomma, non stai facendo questa cosa solo per me... Non è vero?"
"San," sorrise ancora la bionda "anche se farei di tutto per te... questo è per me e per te. E' per noi. Lo so quanto sia importante per te, ma lo è ancora di più per me."
Santana la guardò confusa.
"Ovviamente avevo già pensato a questa possibilità, ma- Non so non avevo coraggio o, probabilmente, motivazioni per farlo. Alla fine la mia vita mi andava quasi bene nella sua mediocrità.".
Santana sbuffò alla parola "mediocrità".
"Già, lo so che non ti è mai piaciuto quel discorso. Ed avevi ragione. Anche per questo sono qui."
"Sei preoccupata per la parte chirurgica dell'impianto?"
Brittany scosse la testa, per poi chiedere "Tu?".
"Beh, non è che il pensiero di te sotto i ferri mi faccia saltare di gioia..." replicò Santana "Non hai paura nemmeno del periodo post-operatorio?"
"Ci sarai tu a prenderti cura di me, no?" sorrise Brittany.
"Puoi scommetterci il tuo grasso gatto..."
"Ehi! Non toccare Lord Tubbington Secondo!".
"Signorine?" sorrise un'infermiera "Potete entrare nello studio del dottor Conrad."
Santana guardò Brittany stringendole forte la mano, prima di alzarsi e seguire la donna.
"Bentornate." le accolse l'uomo con un sorriso per poi riprendere con la lingua dei segni "Prego accomodatevi."
"Allora? Buone notizie?"
"Buone notizie." sorrise l'uomo "La signorina Pierce è un ottimo candidato per l'impianto. Salute perfetta, parametri adatti. Tutto perfettamente nella norma."
"Grandioso!" sorrise Santana.
"Ma sono in dovere di avvertirvi di un... particolare..."
"Ossia?"
"C'è una diversa percezione riscontrata tra chi ha perso l'udito per meno o più di venti anni."
"Cosa significa?"
"Che mentre nei non udenti da meno tempo l'udito post-impianto migliora visibilmente, nei non udenti da più tempo il processo è più difficoltoso. Ora, la signorina Pierce raggiungerebbe i ventuno anni quest'anno e rientra in questa categoria..."
"Cosa intende con un processo più difficoltoso?"
"Significa che mentre con alcuni pazienti il miglioramento è evidente e pressochè rapido, con altri, con le caratteristiche della signorina Pierce, potrebbe essere meno evidente e più lento e, di conseguenza, apparire come uno sforzo, beh, inutile..."
Santana guardò Brittany con la coda dell'occhio, cercando di capire cosa ne pensasse.
"Ricordo a malapena qualche suono." cominciò Brittany "Sarei grata di riuscire a sentire anche la sirena di un'autoambulanza. Quindi, anche se ci vorrà molto tempo e se i risultati potrebbero essere non ottimali... Lo farò."
"Bene. Ora parliamo di questo impianto." cominciò il dottore guardando Santana.
"Mmh?" domandò la ragazza colta di sorpresa.
"Ho la sensazione che Brittany ne sappia molto più di te."
"In che senso?"
"Cos'è l'impianto cocleare, Santana? A cosa serve?"
"E' un'impianto che serve per- restituire l'udito a Brittany in questo caso..."
"Non è esattamente così."
"No?"
"L'impianto cocleare non è un aggeggio miracoloso che farà tornare Brittany normo udente."
"Non capisco..." sospirò Santana guardando Brittany.
"Quello che il dottore intende è che non tornerò improvvisamente a sentire tutto e alla perfezione. I suoni continueranno a confondersi e in stanze affollate non riuscirò a distinguere bene i suoni, non potrò usare il telefono, il cinema e il teatro sono fuori discussione... Ci vorrà molto, molto tempo prima che riesca a sfruttare per bene l'impianto cocleare... che ad ogni modo non mi restituirà miracolosamente l'udito..."
"Quindi?"
"Quindi ci vorrà tempo e esercizio e fatica e non vogliamo che tu finisca per restare delusa o per perdere l'entusiasmo quando ce ne sarà più bisogno."
"No, no, non- non perderò l'entusiasmo, farò tutto quello che devo fare." rispose la latina stringendo la mano della bionda "Farò di tutto, lascerò la direzione di Breadstix a Quinn se necessario, te lo giuro."
"Non lo faresti mai."
"No, non lo farei mai. Ma per te? Lo farei immediatamente."
"Non credo sarà necessario niente di ciò..." sorrise l'uomo "Era solo per chiarirti per bene le idee, Santana."
"Ok... Ora sono decisamente, decisamente, più chiare... Ed ora? Quando cominciamo?"
"Quando volete cominciare?"
"Ora?" rispose Brittany con un sorriso sorprendendo Santana.
"Facciamo un paio di settimane?"
"Perfetto." sorrise Santana stringendo ancora una volta la mano delle bionda.

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"Tutto ok?" sorrise Brittany lasciando un bacio veloce sulla tempia della latina, seduta nervosamente alla scrivania.
"Si." replicò Santana sfilandosi gli occhiali dal naso "Stavo solo assicurandomi di aver lasciato tutto al suo posto a lavoro."
"Certo che lo hai fatto. Sei la numero uno, ricordi?"
"Britt, detto da te non vale poi più di tanto..." sorrise Santana prendendo per mano Brittany.
"Invece vale ancora di più perché io posso dirti che sei la numero uno in tante e tante cose... Non solo per quanto riguarda il tuo lavoro..."
"Ah si?"
"Mhmh..." sorrise Brittany.
"Pronta a partire?"
La bionda annuì decisa "Tu?"
"Si." replicò la mora per poi alzare lo sguardo verso la fidanzata e cominciare "Britt... se non vuoi farlo- se non sei più sicura non devi preoccuparti sai? Puoi dire "non voglio più farlo" anche domani, due secondi prima di entrare in sala operatora."
Brittany scosse la testa sbuffando.
"Non devi farlo per me."
"Io, voglio, farlo. Santana."  
"Ma se dovessi ripens-" riprovò la mora per essere fermata da un bacio della bionda.
"Ok. La smetto."
"E' quasi ora di andare." osservò Brittany indicando l'orologio appeso al muro poco distante da loro "Ci aspetta una lunga giornata."
"Una lunga mesata." sorrise Santana.
"Qualcosa di più probabilmente." osservò la bionda.
"Fosse anche una lunga, lunga annata sono pronta."
"Anche io." sorrise Brittany.
"Ma... prima di andare a dormire ho qualcosa per te..."
"Una cosa per me?" chiese curiosa la bionda seguendo con lo sguardo Santana che, aprendo un cassetto, ne tirò fuori una piccola scatola.
"San? Cosa mi hai comprato?!"
"Un portafortuna." rispose semplicemente la mora "Aprilo".
Brittany scartò velocemente l'involucro per poi aprire il pacchetto e sorridere.
"Lord Tubbington?" domandò la ragazza tirando fuori una collana con uno scintillante ciondolo di un gatto.
"Nah, dovrebbe essere tre volte più grasso per essere Lord Tubbington..."
"Non era così grasso!"
"Stando alle foto che ho visto, lo era..."
"E va bene lo era..." sorrise la bionda per poi avvicinarsi a baciare la fidanzata "Grazie. Grazie di tutto."
"Grazie a te Brittbritt...".
"Non vedo l'ora di sentire la tua voce."
"Anche se confusa e robotica?"
"Certo." annuì la bionda sicura.
"Allora, siamo in partenza?"
"Già."
"Le valigie sono tutte lì?"
"Mhmh."
"Florida, stiamo tornando!" sorrise Santana.

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Una volta sistemato tutto nell'appartamento che Santana aveva affittato per la loro permanenza nello stato del sole, le ragazze erano pronte a partire per l'ospedale, giusto in tempo per il loro appuntamento per il ricovero della bionda.
"San?" chiese improvvisamente la bionda guardando dalla finestra.
"Mmh?"
"Perché mia madre e mio padre stanno scendendo da quel taxi?"
"Cosa!?" esclamò Santana.
Non che non le piacessero i genitori di Brittany ma Diane, di tanto in tanto, sapeva essere piuttosto invadente...
"Io-"
"Le hai detto che eravamo qui?"
"Io- Si, ma avevo detto loro che saremmo arrivate fra qualche giorno... Sai, dopo l'operazione e tutto..."
"San..." sbuffò la bionda con un sorriso.
"Cosa?"
"E' impossibile nascondere qualcosa a mia madre, dovresti saperlo."
"Si ma io pensavo che- ma come ha fatto?!" esclamò Santana raggiungendo la bionda alla finestra, osservando i signori Pierce mentre si avviavano all'entrata del palazzo.
"Non è possibile, ho dato un altro nome nel contratto d'affitto!"
"Te l'ho detto, non puoi nasconderle nulla."
"Maledizione..."
"Din don!" esclamò l'inconfondibile voce di Diane dalla porta, prima di suonare il campanello.
Santana sorridendo, prese un lungo respiro, prima di avviarsi alla porta ed aprire.
"Diane!" esclamò la mora fingendosi sorpresa "Come hai fatto!?"
"Oh, sai un buon investigatore non può rivelare i suoi trucchi!"
Santana sorrise notando come il signor Pierce alle spalle della moglie continuasse a sussurrare "Mi dispiace! Mi dispiace!"
"Venite, cosa aspettate."
"Dolcezza, vieni qui, fatti abbracciare!" esclamò la donna aprendo le braccia per la mora che, ormai abituata al trattamento della signora Pierce, si avvicinò per essere stretta in un abbraccio stritolante.
"Mmm, sei troppo magra Santana... Non ti starai dimagrendo per questa faccenda dell'impianto, no?"
"No-"
"Eppure sento che sei tesa. Non è vero? Non ti senti tesa?"
"Un po'-"
"Lo sapevo. Lo sapevo tesoro, niente che un po' di "attività fisica" non possa sistemare però, non è vero?" sorrise divertita la donna, per poi spostare lo sguardo sulla figlia.
"Tesoro..."
"Ciao mamma." sorrise Brittany.
"Geoffrey!" esclamò la donna ad un volume tale che Santana per un momento pensò che anche Brittany l'avesse sentita "Hai sentito!?"
"Era difficile non sentirti, Diane..." sorrise l'uomo.
"No- sciocco! Hai sentito Britt!?" domandò la donna quasi commossa per poi praticamente lanciarsi addosso alla figlia per abbracciarla.
"Mi dispiace... Davvero." sussurrò Geoffrey abbracciando Santana "Ho provato a fermarla ma-"
"Non fa niente signor Pierce, e poi è importante che siate qui anche voi."
"Beh, ci tenevamo ad essere qui per aiutarti..."
"C'è un telefono che squilla qui!" annunciò Diane indicando il telefono di Santana poggiato sul divano vicino a lei.
"Arrivo." replicò Santana afferrando velocemente il telefono "Quinn? Tutto ok?!"
"Si, si, uhm.. potresti cortesemente dirmi cosa vedi verso il mare?"
Santana rimase qualche secondo in silenzio per poi chiedere "E' uno scherzo?"
"No, ho bisogno che tu mi dica cosa vedi guardando il mare."
"Vedo il mare." rispose la mora.
"Avanti, Santana avvicinati almeno alla finestra."
"Che gioco è questo? E' una nuova idea di Puck?" domandò la mora avvicinandosi alla finestra per poi sbarrare gli occhi e sussurrare "Non è possibile."
"Non sei felice di vederci!?".
"Non proprio."
Santana prese per mano Brittany portandola fino alla finestra, per poi indicarle la strada lì sotto.
Dove si stavano sbracciando Quinn e Puck.
Brittany con un sorriso cominciò a salutare a sua volta i due ragazzi.
"Cosa ci fate qui!?"
"Siamo venuti a farti compagnia e ad aiutarti per qualunque cosa mentre Britt sarà in ospedale."
"E Breadstix!?"
"Santana hai commercialisti e avvocati invidiati da tutta New York, davvero avresti preferito lasciare Breadstix nelle mani mie e di Puck?"
"In effetti..."
"Dobbiamo continuare a parlare al telefono o possiamo sallire?"
"Interno 2E."
"Lo so, l'ho firmato io il contratto." sorrise la bionda attaccando.
"Speriamo non ci saranno altri interventi, ma dovessero essercene ce ne andiamo in Alaska." disse la mora sorridendo a Brittany.

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"Wow..." osservò Puck guardandosi in giro.
"Cosa c'è?" chiese Santana seduta vicino a lui sul piccolo divano che ornava la stanza di Brittany.
"Sembra più un albergo che un ospedale."
"Perché in realtà è una clinica, non un albergo."
"Mi piace questo divano... quasi più comodo del tuo..."
"Perché hai questa ossessione per i divani Puck? E' un fetish o qualcosa di simile?".
"No. Mi piace solamente avere il sedere al morbido."
"Perché non sei rimasto a casa?" si intromise  Quinn
"Non volevo stare da solo. E poi non posso perdermi Santana in agitazione."
"Non sono in agitazione."
"Lo sarai fra..." cominciò Puck prendendo il telefono "Dieci minuti, circa."
"Cosa?!"
"Già."
"Fuori." cominciò Santana balzando in piedi.
"Mmm?" domandò Diane confusa.
"Non voglio essere maleducata, ma vorrei qualche minuto da sola con Brittany prima dell'operazione."
"Oh, ma certo!" sorrise Geoffrey praticamente trascinando fuori la moglie, seguito da Puck e Quinn.
"Brittbritt," cominciò Santana sedendosi sul letto della fidanzata "Sei pronta?"
"Si. E tu?"
"Certo!" esclamò Santana un po' troppo velocemente.
"San..." cominciò la bionda "Sai che non è un'operazione a cuore aperto, vero?"
"Si..."
"Non devi preoccuparti, è una semplice operazione di routine..."
"No, un'appendicite è di routine non un impianto cocleare..."
"San... Stai calma, ok?" sorrise la bionda "Sarò fuori da quella sala operatoria prima che tu te ne accorga."
"Non ne sono proprio sicura..." protestò Santana.
"Pensa che questo è il primo grande passo verso il nuovo grandioso capitolo della nostra vita, ok?"
"Della nostra vita?"
"Certo. Insieme. E ricorda che questo è solo l'inizio. Puoi farcela."
"Posso farcela. Si." sorrise la mora.
"Promettimi che non te la prenderai troppo con Puck mentre sarò in sala operatoria... non è il tuo puntaspilli, sai..."
"Non farmi promettere, sai che non posso mantenere questa promessa..."
"Almeno promettimi che non alzerai le mani su di lui."
"E va bene, lo prometto."
"Signorine? Siete pronte?" chiese un'infermiera affacciandosi alla stanza.
"Solo un minuto." rispose Santana.
"Va bene." annuì la donna.
"Andrà tutto bene." sorrise Brittany.
"Dovrei essere io a dirti queste cose..." sorrise Santana.
"Va bene anche così."
"Già..." annuì la mora "Ti amo, Britt."
"Ti amo, San. Non vedo l'ora di sentirtelo dire."

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Dopo un mese di lunghe giornate passate ad accudire Brittany, di cui le ultime tre settimane (fortunatamente) da sola, Santana era diventata un'infermiera perfetta.
Non che fosse necessario, Brittany era forse la paziente più gentile ed educata e... paziente, che le poteva capitare.
A parte un paio di notti durante la prima settimana in cui la bionda aveva fatto fatica a dormire a causa del dolore, per il resto un mese era volato come nulla fosse.
Forse perché entrambe le ragazze non aspettavano altro che il giorno che, finalmente, era arrivato.
Brittany avrebbe attivato, se pur solo per prova, il suo nuovissimo impianto.
"Oggi è il giorno."  aveva sorriso Brittany svegliando Santana.
"Mmm?"
"Oggi sentirò la tua voce." insistette la bionda con un sorriso a trentadue denti.
Santana sorrise stiracchiandosi, per poi dire "Hai sentito quel che ha detto il dottor Conrad, potremmo limitarci ai suoi di prova oggi..."
"Mi impegnerò e farò di tutto per sentire anche una sola tua parola."

Prima delle nove le ragazze erano già alla clinica ad aspettare l'arrivo del dottor Conrad che, puntualmente, si presentò alle nove in punto, consapevole di quanto le ragazze fossero eccitate.
"Buongiorno!"
"Buongiorno!" esclamarono in coro le due ragazze.
"Siete pronte?"
"Prontissime." sorrise Santana stringendo la mano della fidanzata.
"Andiamo."

Dopo aver sistemato tutto, il dottor Conrad disse "Non posso garantirvi niente di certo. C'è chi riesce a distinguere voci e rumori senza troppa fatica, e chi impiega giorni e giorni. Quindi non voglio che vi demoralizziate se non dovessimo riuscire a farcela entro la mattinata."
"Ok."
"Ricordate, oggi siamo qui solo per la calibrazione iniziale. Non aspettatevi grandi cose."
"Lo sappiamo doc... ma siamo speranzose..."
"Ok, allora. Cominciamo."
Dopo aver sistemato l'impianto di Brittany l'uomo tornò a sedersi.
"Brittany, avvertimi se senti un rumore continuo." spiegò l'uomo passando delle grandi cuffie alla ragazza.
La bionda annuì, stringendo la mano di Santana.
Dopo qualche secondo il dottore domandò "Non senti niente?"
Brittany fece cenno di "No" con la testa, rafforzando la presa sulla mano della mora.
"Ora?"
Brittany quasi saltò dalla sedia.
"Senti?"
"E' forte!" osservò la bionda.
"Mi dispiace! Sono stato io!" sorrise l'uomo scusandosi.
"Ora?"
"Lo senti ancora?"
"Si!" ripetè Brittany sorridendo quasi commossa.
"Ora cambiamo suono, dimmi se cambia qualcosa."
"E' più basso."
"Si. Ora varieremo il volume delle due cuffie. Dimmi da quale orecchio percepisci piu suono?"
Brittany rimase qualche secondo ad ascoltare per poi scuotere la testa.
"E' normale, non preoccuparti. Dovrai farci l'abitudine."
"Ora cosa senti?"
"E' un beep intermittente."
"Bene. Molto bene." sorrise l'uomo per poi avvicinare un piccolo microfono a Santana.
"Prego."
"Posso?" chiese Santana poggiando la mano sul microfono.
"Mi sentirà?"
"Proviamo." sorrise il medico.
Santana prese un lungo respiro per poi guardare Brittany e sorridere.
"Sono Santana Lopez." cominciò lentamente Santana guardando Brittany sorridere "Sono qui per il servizio pubblico.".
Brittany rimase in silenzio, con la bocca spalancata, per qualche istante.
"E' la prima cosa che ti ho detto... Abbiamo un po' da recuperare..."
Brittany annuì velocemente per poi scoppiare in lacrime, troppo emozionata.




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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


boh PSSST!
In questo capitolo troverete in corsivo le parti in cui Britt usa la lingua dei segni! Al contrario di ogni altro capitolo! Ricordate!


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Santana prese un lungo respiro per poi guardare Brittany e sorridere.

"Sono Santana Lopez." cominciò lentamente Santana guardando Brittany sorridere "Sono qui per il servizio pubblico.".
Brittany rimase in silenzio, con la bocca spalancata, per qualche istante.
"E' la prima cosa che ti ho detto... Abbiamo un po' da recuperare..."
Brittany annuì velocemente per poi scoppiare in lacrime, troppo emozionata.



"Brittbritt..." sospirò Santana a sua volta commossa stringendo forte la mano della ragazza che continuava a piangere.
Brittany continuò a singhiozzare, cercando di prendere lunghi respiri per calmarsi.
"Britt..." riprese lentamente la mora cercando di attirare l'attenzione della ragazza "E' tutto ok, è normale piangere, sei- anzi, siamo- emozionatissime!".
"Vi lascio da sole." sorrise il dottore alzandosi dalla sua sedia, per poi lasciare lo studio.
"
Guardami, Britt... ".
La bionda obbedì alzando lentamente lo sguardo per incrociarlo con quello di Santana che, continuando a guardarla negli occhi, si limitò a dirle con un gran sorriso "Ciao." facendo scoppiare Brittany in una risata mista ad un singhiozzo.
"San! Non la finirò mai se continui cos-" esclamò Brittany, fermandosi di colpo.
La bionda si portò scioccata una mano sulla bocca, spalancando gli occhi incredula.
"Si." annuì Santana continuando a sorridere "Questa è la tua voce. La tua bellissima, piccola, delicata, voce. Avanti-" insistette la latina "Parla, Britt!".
Brittany si portò lentamente una mano sulla gola, quasi a volersi provare che, al cento per cento, stava parlando.
"Io-" cominciò la bionda sorridendo alle vibrazioni che sentiva sulle sue dita "Io ti amo.".
Santana scoppiò in una fragorosa risata avvicinandosi ancora di più alla bionda.
Solo qualche secondo dopo Brittany prese di nuovo un lungo respiro per riprendere "Ti amo. Ti amo! Ti amo, San, ti amo! Ti amo!"
"Ti amo anch'io, Britt..." replicò la mora avvicinandosi a stringere e baciare la sua fidanzata.
"Continua a parlare..." sorrise Brittany guardando negli occhi la latina "Voglio sentirti, San."
"Britt, ho talmente tante cose da dirti che ti stancherai prima di quel che immagini, credimi."
"Oh no... Non potrei mai stancarmi... 
La tua voce è proprio come la immaginavo..." sorrise Brittany continuando a guardare la mora dritta negli occhi.
"Ah si?" rispose Santana, non cercando nemmeno di nascondere il suo compiacimento.
"Si. E' perfetta. E' la voce che sentivo nei miei sogni... Dolce, vellutata... e così- così sexy, San-"
"Ok! Ok!" esclamò Santana portandosi le mani davanti al viso, per poi sventolarsi violentemente con un foglio afferrato lì vicino, e cominciare "Britt-"
"Si?"
"Meglio fermarci prima che il dottor Conrad entri nello studio e ci ritrovi in una posizione compromettente e arrotolate fra tutti questi fili, ok?"
"Ok..." rispose Brittany con un sorriso divertito "Ma non vedo l'ora di arrivare a casa per-".
"Dottor Conrad?" esclamò Santana continuando a sventolarsi "DOTTOR CONRAD?!"
"Si?" rispose l'uomo affacciandosi
"Ora cosa si fa?"
"In che senso?"
"Abbiamo ancora molto da fare?" rispose Santana cercando di nascondere il suo spazientimento.
"Beh, dobbiamo fare le prove senza cuffie e poi vi aspetta un breve incontro con un'infermiera che si occuperà di controllare che tutto sia a posto a livello tecnico."
"Ok, facciamo la prova senza cuffie?" sorrise Santana.
"Prego, Brittany, togli pure le cuffie."
Brittany obbedì prontamente, lasciando le cuffie sulla scrivania.
"Prego." sussurrò il dottore.
"Non vedo l'ora di andare a casa Britt..." provò Santana con un sorriso.
"Ho letto il labiale ma ti ho appena sentito..." spiegò Brittany scuotendo la testa.
"Prova ad alzare leggermente la voce, Santana." ordinò il dottore.
"Non vedo l'ora di andare a casa... e cominciare il nuovo capitolo della nostra vita." riprovò la mora.
"Ora ti ho sentito..." sorrise la bionda continuando a guardare dritta negli occhi la latina.
"Vorrei ancora una volta che fosse chiara una cosa Brittany." cominciò lentamente il dottore assicurandosi che Brittany riuscisse a sentirlo "I rumori che sentirai non saranno assolutamente quelli che ricordavi. Sarà una nuova forma di essi. Come ti ho detto ci vorrà pazienza, e anche se vai già piuttosto bene, voglio che tu sappia che ci sarà da lavorare molto... Dovrai imparare a distinguere quello che sentirai, ad esempio. La prima impressione sarà quella di una serie di suoni confusi e sovrapposti: starà a te imparare a selezionarli e riconoscerli. "
Brittany si limitò ad annuire.
"Ti sembra facile ora ascoltare la mia voce o quella di Santana perché non ci sono altri rumori. Ma quando uscirai da qui, cambierà tutto. Non aver paura di spegnere l'impianto, ne avrai bisogno. Sarà un lungo percorso Brittany.  L'impianto cocleare non fa miracoli, non guarisce dalla sordità. Si limita a riportare nella tua testa dei suoni, ma non sarà comunque come prima.".
"Lo so." annuì Brittany "Ed è già molto più di quel che avrei mai pensato."
Il dottor Conrad si limitò a sorridere per poi avvicinare una mano e stringerla a quella della bionda.
"Come ti sembra la tua voce? Riesci a sentirti bene?"
"Si."
"E che te ne pare?"
"Devo ancora capirlo, credo."
"Cerca di parlare, il più possibile. Prenditi il tuo tempo, certo, ma più ti sforzerai di parlare, più sarà facile tornare a farlo con naturalezza." sorrise ancora il dottore.
"Possiamo andare ora?" provò Santana praticamente supplicando il dottor Conrad.
"Prima dobbiamo andare dall'infermiera, San."
le ricordò la bionda. "Vado a vedere se la dottoressa è disponibile." replicò l'uomo scusandosi dalla stanza.
"Concentrati." sorrise la bionda.
"Fosse facile... con tutte le idee che mi hai ficcato in testa..." bofonchiò la mora.
"Ti ho sentito, lo sai?" sorrise Brittany
"Cosa?"
"Fosse facile..."
"Cavolo! Da oggi in poi dovrò stare attenta ai miei commenti alle tue spalle!" sorrise Santana fingendosi preoccupata.
"Sarà meglio per te che non senta mai quei commenti..."
"Britt..." cominciò seducente la latina approfittando del momento di assenza del dottor Conrad "La stragrande maggioranza di quei commenti sono apprezzamenti sul tuo conto o beh, generalmente cose che vorrei fare. A te. Quindi, credimi: li vorrai sentire tutti..."
"Quando cominciamo con queste prove?" chiese spazientita Brittany.
"Spero il prima possibile o veramente il dottor Conrad dovrà disincagliarci da tutti questi cavi..."

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Durante il tragitto dalla clinica all'appartamento Brittany sembrava una bambina impazzita sulla via per Disneyland e Santana- Beh, Santana cominciava ad avere le guance doloranti per tutto quel sorridere.
"Suona il clacson San."
Santana sorrise obbedendo alla richiesta.
"Lo hai sentito?"
"Come?"
"Lo hai sentito?" ripetè la mora alzando la voce.
Brittany fece cenno di no con la testa, ma senza perdere il sorriso "Sento tante cose, ma non le capisco. Dovrò lavorarci su...".
"Britt, non avrei mai pensato riuscissi a sentire TUTTO questo! Voglio dire, il dottor Conrad aveva paura non riuscissi a sentire tramite il microfono e invece senti- beh senti tutto! Non è incredibile?"
"Beh, senza il microfono solo rumori forti e molto vicini... E se c'è silenzio attorno altrimenti sento solo una gran confusione..."
"Britt, sta comunque andando tutto un milione di volte meglio della migliore delle nostre mille ipotesi! Due ore fa non potevi sentire la mia voce... Guarda ora..."
"Anche se devi un po' urlare..."
"Chi se ne frega se devo urlare! Sono disposta a restare senza voce per farmi sentire da te..."
"Lo so, spero solo di abituarmi presto a questa storia del distinguere i suoni..."
"Come sono i suoni? Come li senti?"
"Un po'... Artificiali? Non saprei... Ma riesco a sentire!"
"Ed è tutto quel che conta..." sorrise la mora "Immagina tutte le cose che pian piano riuscirai a sentire di nuovo! Ci vorrà tempo e allenamento e tanta pazienza, ma immagini?"
"Già... Faccio fatica a credere che- voglio dire, io ti sento! Riesco a sentire la tua voce!" esclamò Brittany quasi saltellando sul sedile "Posso sentire la tua voce, San!"
"Devi ancora sentire la voce della tua mamma e del tuo papà! Di tua sorella e- beh, dei miei amici! E te lo dico subito, la voce di Lady Hummel è veramente così come la sentirai non si tratta di un problema dell'impianto... Oh e se mai sentissi il bisogno di spegnere l'impianto mentre Rachel parla, a nome di tutti noi che non possiamo farlo, ti prego, fallo!"
"San!"
"E' così!"
"E comunque, per ora, mi basta sentire la tua bellissima voce..."
"Ma è solo la prima di tante altre cose, tienilo a mente tesoro."
"Mmm... Dillo di nuovo..."
"Cosa?"
"Tesoro."
"Tesoro..." ripetè Santana con un sorriso.
"Ancora?"
Santana sorrise prima di ripetere "Tesoro" con un'ottava di voce più grave.
"Quanto manca a casa, San?"
"Poco, Britt. Poco..."

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Brittany aveva fatto le scale che la separavano dal portone dell'appartamento a quattro a quattro, praticamente saltando da un pianerottolo all'altro, sfuggendo a Santana che tentava inutilmente di starle dietro.
"Non correre così Brittany! Sei ancora convalescente!" gridò a pieni polmoni la latina, sinceramente preoccupata.
Brittany proseguì nel suo passo facendo finta di niente.
"Lo so che mi senti, Britt! Forse non distingui chiaramente quel che dico, ma ora lo so che mi senti!"
"A quanto pare però la settimana scorsa non ero convalescente, ed abbiamo fatto decisamente più attività fisica di un paio di rampe di scale in corsa..." sorrise la bionda aspettando la ragazza davanti alla porta del loro appartamento.
"Maledizione, Britt..." sospirò Santana al ricordo di quella notte combattendo l'istinto di saltare addosso alla bionda, per poi quasi ringhiare "Avanti, apri questa porta, cosa aspetti?"
"Io? Aprila tu..."
"Cosa?" domandò perplessa la latina.
"San, io non ho le chiavi..." replicò la bionda.
"Ma- Ma sei stata tu l'ultima ad uscire!"
"Si, ma sei tu che sfili sempre le chiavi di casa quando usciamo! Sei tu che chiudi sempre la porta!"
"Ma l'hai chiusa tu!"
"Merda!"
realizzò Santana realizzando.
Santana si mise in ginocchio a cercare di guardare dalla toppa della porta, almeno per capire se le chiavi erano appese lì.
"Le chiavi sono qui..." sbuffò Santana poggiando la fronte sulla porta in disperazione "Devo chiamare l'agenzia e farci mandare qualcuno con un altro paio di chiavi..."
"
Non è possibile!"
"Puoi dirlo di nuovo." sbuffò Santana accasciandosi sull'ultimo gradino del pianerottolo.
"
Tutto quel che voglio e entrare in casa e-"
"Britt, ti prego!" provò disperata Santana cercando di fermare la bionda.
"
... E... scoprire altri benefici di questo impianto..."
"Sarà meglio che chiami l'agenzia, o che Quinn lo faccia per me. Non ho voglia di spiegare mille cose..." continuò Santana trafficando sul suo telefono, inviando chiaramente un messaggio alla migliore amica.
"Cosa facciamo ora?" domandò Brittany raggiungendo la fidanzata.
"Non lo so... Possiamo approfittarne e fare qualche esercizio col tuo impianto... Se non sei troppo stanca..."
"Oh, ok..."
"Bene, tu siedi sul secondo gradino, io mi siedo alle tue spalle. Ora quando parlerò dovrai indovinare da quale direzione arriva il suono... Vuoi provare?"
"Vai."
"Brittany S. Pierce è la donna più straordinaria del pianeta terra.".
"Devi alzare la voce San, ti sento appena così. Oppure devi avvicinarti."
"Ora mi senti?" domandò la mora.
"Si."
"Allora riprovo, tu guarda avanti."
"Va bene."
"Brittany S. Pierce è la donna più straordinaria dell'universo."
"Sei alla mia destra."
"Vai alla grande Britt!"
"Vedo la tua ombra, San..." sorrise Britt voltandosi.
"Disonesta..."
"Errore tuo..."
"Britt... Hai già realizzato cosa sta succedendo?"
"Che se alzi abbastanza il volume della voce riesco a sentirti?" sorrise euforica la bionda.
"No, parlo di un'altra cosa."
"Cosa?"
"Ti sei resa conto del fatto che- Beh, stai parlando?"
Brittany rimase un istante in silenzio.
"Voglio dire... Stai parlando davvero, da quando siamo usciti dallo studio tu- Non hai smesso mai di parlare..."
"Parlo sempre con te" rispose confusa la bionda.
"No, no, non usare la lingua dei segni..."
"Io parlo sempre con te..." ripetè Brittany.
"Si, ma- Sempre qualche piccola frase e spesso quando non potevo guardarti... sai, mentre guidavo o mentre ero presa con i miei documenti... Ma- Britt stai parlando
ininterrottamente da più di un'ora..." sospirò Santana eccitata "Te ne rendi conto?"
"Beh il dottor Conrad mi ha consigliato di parlare... E... Non lo so- Non me ne sono accorta, forse ora che riesco un po' a sentirmi sono più... sicura?"
Santana si limitò ad annuire, per poi domandare "Sii sincera.. Avevi motivo di preoccuparti prima?"
"Del modo in cui parlo?"
"Mhmh."
"La mia pronuncia non è perfetta."
"E' solo una questione di allenamento..."
"Sicuramente... Ma voglio comunque vedere un logopedista."
"Tutto quello che vuoi, tesoro, ma non smettere mai più di parlare... Adoro la tua voce..."
"Credimi, io adoro la tua di più..."
"Mio Dio, quand'è che siamo diventate così sdolcinate?" domandò Santana perplessa.
"Credo tra la notte nel planetario e il bacio sotto la pioggia e la serata che ne è seguita..."
"Piuttosto poetico, eh..."
"Già... "poetico"..." sorrise Brittany sollevando maliziosamente le sopracciglia.
"Quanto ci meteranno ancora a consegnarci la maledetta chiave di riserva?!" sbuffò Santana.
"Signora Lopez?" sentì poi la latina, voltandosi di colpo.
"Si!?"
"Uhm ha chiamato per un problema con le chiavi?"
"Oh si!" sorrise Brittany.
"Si! Abbiamo lasciato le chiavi dietro la porta e non possiamo entrare.".
"Non c'è problema." sorrise l'uomo avvicinandosi con le sue chiavi a spingere fuori quelle interne, per poi aprire la porta.
"Oh grazie, grazie, grazie mille!" sospirò Santana euforica.
"Non c'è di che. Buona giornata." rispose il tipo tornando a scendere le scale.
"Andiamo Britt! Esclamò Santana trascinando la bionda dentro la casa."
Quando Santana chiuse la porta la bionda si girò velocemente colpita dal rumore.
"Troppo forte?" domandò la mora confusa.
"No- No è solo che- Mi sembra strano sentire questi rumori- beh, stupidi..."
"Non li senti da vent'anni Brittbritt... Mi sembra più che normale..." sorrise Santana "Cos'altro vuoi sentire?"
La bionda rimase a pensare per qualche istante, prima di rispondere con un sorriso "Musica."
"Andiamo..." sorrise Santana allungando la mano verso la bionda per poi condurla nella camera da letto e piazzarsi davanti all'impianto stereo "Sei pronta?"
"Non mettere il volume troppo alto, ok?"
"No, lo alzerò piano piano. Va bene?"
"Va bene, sono pronta." annuì Brittany chiudendo gli occhi.
Santana collegò velocemente il telefono per poi premere play e lasciare partire la musica.
"Riesci a sentire?" domandò la mora, ricevendo un cenno negativo da Brittany.
"Ora?" ripeté Santana alzando ancora il volume fino a che Brittany scosse ancora la testa.
"Sento qualcosa ma è molto confuso..." spiegò la bionda, evidentemente delusa.
"Siediti, Britt." ordinò la latina per poi raggiungerla "Chiudi gli occhi e cerca di concentrarti."
"Ok."
"Riesci a distinguere qualcosa?"
"Sento chiaramente la tua voce, il resto è... un ronzio... una serie di rumori..."
"Prova a rilassarti, ok?" continuò la latina "Ricordi la sera della cena alla scuola?"
"Quella che hai tentato di finanziare sotto falso nome?"
"E' sorprendente che di quella serata tiri fuori sempre questa storia e non il fatto che hai fatto di tutto per farmi ingelosire..."
"E tu no, invece?" rispose Brittany spalancando gli occhi per guardare la mora che rispose con un secco "Assolutamente no!"
"Bugiarda..." replicò la bionda divertita.
"Ok ok, lo ammetto, ho provato- anzi, sono riuscita a farti ingelosire! Ora però chiudi gli occhi, avanti!".
Brittany sorrise soddisfatta per poi tornare a chiudere gli occhi.
"Torniamo a noi."
"Mhmh."
"Ricordi quando ti ho trovata nella terrazza? Ricordi come stavi ballando?"
"Si..." rispose la bionda aggrottando le sopracciglia, per poi realizzare e trattenere il respiro alla realizzazione.
"..Carry your own weight, these tears are goingo nowhere, baby..."
"San..." sospirò Brittany per poi interrompersi quando sentì la voce della latina invaderle delicatamente la testa.
"You've got to get yourself together, you got stuck in a moment and now you can't get out of it... Don't say that later will be better, you got stuck in a moment and you can't get out of it... Riesci a sentirla ora?"
"Si..." annuì Brittany con un sorriso sul volto "Come hai fatto a ricordare?"
"Ricordo tutto quello che mi hai detto Britt. E' dal primissimo giorno che pendo dalle tue labbra..."
Brittany sorrise ancora, per poi voltarsi verso la fidanzata e sospirare "Canti come un angelo San... Rachel mi aveva detto che avevi una voce straordinaria ma non potevo immaginarla così..."
"Oh, per favore..." replicò Santana arrossendo visibilmente.
"E' per caso... Rossore, quello che vedo sulle tue guance?"
"No..."
"Si, che lo è..." sorrise la bionda lasciando un bacio sulla guancia della mora, poi uno sulla punta del naso ed infine sulle sue labbra.
"Grazie, San." sospirò Brittany.
"No, grazie a te..." sorrise la latina confusa.
"No, davvero. Grazie di tutto. Grazie per aver bevuto troppo e distrutto il parcheggio o la panchina o quello che era ed essere finita nella mia scuola. Grazie per aver cambiato la mia vita."
"Oh Britt..." sospirò Santana cercando di nascondere la commozione, per poi allargare le braccia ed invitare la bionda ad abbracciarla "Vieni qui, avanti...".
"Ti amo, San." mormorò Brittany stretta al collo di Santana che, a sua volta, rispose con un "Ti amo, Britt".
Santana si accorse immediatamente del brivido che aveva scosso la ragazza fra le sue braccia.
"Cosa c'è, Britt?" provò la mora tirandosi indietro così da poter guardare la bionda negli occhi
"No," protestò Brittany ritirando Santana a sé "Continua a parlare..."
"A parlare?"
"Si..."
"Cosa c'è... ti piace sentire la mia voce... così da vicino?"
"Si..." annuì Brittany con un'espressione meravigliata.
"Bene... E cosa devo dire?"
"Qualunque cosa!" replicò spazientita Brittany.
"Qualunque cosa eh? Uhm... dunque..." cominciò Santana "Vediamo. Mele, kiwi, pere, uva, banane, ciliegie-"
Brittany si staccò velocemente dall'abbraccio per cercare di seguire lo sguardo della mora.
"Stai davvero elencando il contenuto della fruttiera?"
"Hai detto qualunque cosa!" sorrise divertita Santana "Oh a proposito dobbiamo ricomprare le fragole-"
"Sta zitta." protestò Brittany trascinando la latina con sé, sul letto.
"Britt-britt- aspetta- dobbiamo ancora chiamare i tuoi-"
"I miei possono davvero aspettare, San!" protestò la bionda per poi ordinare "Ora torna a declamare la frutta, la lista della spesa, l'elenco telefonico o quello che vuoi, ma non smettere di parlare!"
"Aspetta- io pensavo che- pensavo che stavamo per darci- beh, ad altre attività..."
"No, San, voglio solo sentire la tua voce..." sorrise la bionda lasciando a bocca spalancata la latina.
"Sei... uhm... sei seria?"
"Ovvio che no! Avanti, sei ancora troppo vestita per i miei gusti!"
"Per un attimo ho avuto paura, giuro!" sorrise Santana cominciando velocemente a svestirsi.



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Dunque...
Beh... Posso dirvi che, per me, questa potrebbe benissimo essere la fine?
Cioè mi sembra una storia ormai completa...

Però, però, però, mi rendo anche conto che magari voi vorreste vedere  ancora qualcos'altro prima della parola fine.

Quindi ecco quel che propongo: fatemi sapere cosa vorreste ancora leggere.
Scrivete cosa vorreste ancora vedere e cercherò di accontentarvi in un ultimo capitolo dei vostri sogni.

Cos'altro dire?
Prego! Fatemi sapere!

Un abbraccio grandissimo!

Northstar

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


boh E niente, data la lunga attesa speravo di riuscire a fare di meglio e invece niente... questo è il massimo che ormai riesco a produrre.
Sono passati i tempi d'oro...

Grazie per la compagnia e la fedeltà in questo lungo, lungo, lungo e altalenante viaggio.
Grazie di cuore.

Ci rivediamo presto per qualche nuovo aggiornamento.



Northstar


PSSST!
In questo capitolo troverete in corsivo le parti in cui Britt usa la lingua dei segni! Al contrario di ogni altro capitolo! Ricordate!


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E’ una cosa cui è ormai abituata.
Vagiti, gridolini, flebili risate e un paio pugni paffutelli sul suo viso.

E’ così che si sveglia quasi ogni mattina.

“Svegliati, mamma! Svegliati!”.

E la voce di Brittany, naturalmente.

La migliore sveglia di sempre.

“E’ il mio compleanno, mamma! Abbiamo tante cose da fare! Tanta gente da vedere!” insiste Brittany agitando le braccia della bimba.

Santana si stiracchiò pigramente, per poi aprire lentamente gli occhi regalare un gran sorriso alla sua famiglia.

La sua famiglia.

Ancora le faceva una strana impressione pensarlo.

 

“Buongiorno…” sospirò Santana allungandosi a ricevere un bacio da sua moglie, per poi rivolgersi alla festeggiata “E buongiorno a te, Emily! Buon compleanno tesoro!”.
Santana sorrise, quasi commossa, prendendo in braccio la bimba “Non riesco a credere sia già passato un anno intero… Un anno!”.

“Lo so, San… Il tempo vola.”

“Già, è proprio così… Guarda questa bambolina come è cresciuta!” sospirò la latina guardando incantata la sua bambina.

“Ne voglio altre dieci, proprio così…”.

“Dieci, Britt? Non saranno un po’ troppi bambini?”

“Cinque?”

“No, al massimo altri due...” chiarì velocemente la mora.

“E pensare che ricordo benissimo le tue esatte parole…”

“Le mie parole?”

“Mhmm… erano state “Uno è poco, tre sono troppi…”."

“E allora? Solo gli stupidi non cambiano mai idea…” sorrise Santana.

“Allora, sii chiara. Intendevi altre due oltre Emily o altre due oltre-“

“Non tirare troppo la corda Britt…” replicò divertita Santana restituendo la bimba alla moglie.

“A proposito... io e Emily siamo molto, molto emozionate…” sorrise Brittany.

“Siamo o sei, Britt…”

“Oh, sono sicura che sotto sotto è eccitata anche lei… E’ solamente brava come te nel contenersi.”

“Non direi che è così brava…”

“Perché?”

“Perché se il mio naso non sbaglia…”

“Oh!" esclamò Brittany realizzando "Qualcuno ha mollato la numero due…”

“Già...”.

“Vado a cambiarla… Oh, il tuo caffè è già in bagno.”

“Brittbritt...” cominciò Santana afferrando la bionda per la vita “Volevo solo dirti-“

“San!” sbuffò Brittany con un sorriso “Ne abbiamo già parlato, non devi ringraziarmi per ogni piccola cosa…”

“No, no… Lo so. Volevo ringraziarti per-“.

“Se è per il focoso ses-Ehm… Ses- sestetto di stanotte, non devi farlo… Sono pronta a ripetere quando e quanto vuoi...”

“Britt no, intendevo- intendevo per tutto- per ogni cosa Britt, io-”

Brittany sorrise, stringendo la presa sulla mano della moglie per poi tirarla verso di sé e lasciarle un bacio delicato sulle labbra e sospirare “Lo so, San… Grazie a te.” sparendo velocemente dalla camera da letto ancora con un grande sorriso sul suo volto.

“Oh! A proposito, San?”

“Mmh?”

“Stanotte non era Emily dal baby monitor, era Abe…”

“Oh, non ci provare… Non è possibile!”

“Oh si… te l’avevo detto che la stava facendo addormentare..."

"Britt i gatti non cantano ninne nanne...."

"Esatto, i gatti miagolano ninne nanne. Quindi la prossima volta tocca a te alzarti…”

“Ma Britt-”

“Tocca a te, niente scuse!”

“Abe! Ovunque tu sia, me la pagherai!”

“Non torcerai un singolo pelo ad Abe...”

“Non allearti col gatto, non vale!”

“Vai a fare colazione! Sai com’è fatta Rachel, se le dici alle undici per le nove è già nel viale…”

“Ugh, non ricordarmelo… Anzi, ricordamelo… Come mai abbiamo invitato anche Bilbo e Pantagruel?”

“Perché sono nostri amici almeno quanto ti piace fingere che non lo siano… E ora alzati!”

“Si, signora…”

 

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Santana era seduta in cucina cercando di raccogliere quanta più pazienza potesse per affrontare di nuovo Rachel che, se di solito Rachel era incredibilmente logorroica, beh… si stava superando.

"Ehi, tutto ok?" domandò Brittany raggiungendo la moglie per poi avvolgerla in un abbraccio.

"Si, sono solamente un po'... Non so..." 

"Pensierosa?"

"Si, pensierosa."

"A cosa pensi?"

"A tutto quanto."

"Sii più precisa?"

"Ci pensi mai a dove saremmo state se avessi fatto il servizio in qualche altro posto?" 

"No..."

"Mai?"

"Mai."

"Non ti sfiora l'idea nemmeno da lontano?"

"Si, ma non ci penso."

"Perché?"

"Non tirerò fuori dal cappello qualche fase filmica tipo "in qualche modo saresti entrata nella mia vita"... Ma in un certo senso sento che è così che doveva andare tutto. Le alternative non contano. E poi, volendo tirare le somme, la mia vita sarebbe stata molto, molto, molto... meno."

"Meno cosa?"

"Meno tutto." rispose con sicurezza la bionda "Meno rumorosa, soprattutto."

"E' colpa di Rachel, che tu hai voluto invitare..."

"No, non intendevo in questo momento preciso..." precisò la bionda "Sarei continuata a vivere nel mio silenzio."

Santana annuì, comprendendo cosa intendesse la bionda.

"Ora invece vivo nel nostro non-silenzio. E adoro il nostro non-silenzio."

"Mai silenzio... Specialmente con Emily..."

"E ci sarà sempre meno silenzio in questa casa..."

"Rischi di cominciare a sentirne la mancanza..."

"Mai." sorrise Brittany baciando la moglie.

“Oh! Eccovi qui!” esclamò Rachel affacciandosi nella stanza, seguita da Quinn "Potreste raggiungerci in sala da pranzo?"

"Cosa vuoi fare? Ci mettiamo seduti in cerchio e cantiamo una strofa per uno di qualche ballata delle tue?"

"Sebbene debba ammettere che la tua sia una grande idea-"

"Le mie sono sempre grandi idee, Rachel."

"-avevamo altre intenzioni e richiedono anche la vostra presenza." terminò la brunetta lasciando la stanza,
per poi ricomparire un solo istante dopo.

"Che c'è ancora?"

"Ho avuto un qualche tipo di... come dire... "Allucinazione uditiva", o mi hai davvero chiamato Rachel?"

"Allucinazione uditiva? Sei seria?"

"Mi hai chiamato o no Rachel?"

"No, ovviamente." mentì la latina minacciando Quinn con il solo sguardo, che si limitò ad annuire.

"Che peccato... Pensavo davvero avessi detto Rachel."

"Perché lo ha detto..." sorrise la bionda.

"Brittany! NO!"

"Oh avanti, falla felice per una volta! Cosa potrà mai succedere-" cominciò Brittany per essere interrotta da un lungo lamento.

"Questo." risposero all'unisono Quinn e Santana indicando Rachel in una pozzanghera di lacrime.

"Scusate è-è-è solo che- che sono così felice- e- ed è colpa degli ormoni-"

"Ormoni?" domandò Quinn "Quali ormoni?"

"No! O no, no, no, no, no!" esclamò Santana balzando in piedi.

"Cosa?" domandò Brittany confusa.

"Berry, ti prego, concentrami e dimmi che non hai in grembo la progenie di Golia... Ti prego!"

"Sei incinta!?" esclamò Quinn spalancando la bocca.

"Dodici settimaneeee! Dovevo dirlo di là davanti a tuttiiii!" continuò confusamente Rachel, singhiozzando.

"No! No, no, no!" riprese Santana assumendo improvvisamente un'espressione incredula.

"Cos'hai tu!? Vuoi smetterla di dire "no"!?" provò la brunetta.

"Britt-" cominciò la latina cercando un abbraccio prontamente ricevuto dalla sorridente moglie.

"Che sta succedendo?" domandò Quinn, sul punto di lasciare la cucina in preda al terrore.

"Non riesco a credere che stia succedendo davvero!" sospirò Santana, abbattuta.

"Cosa, esattamente?" insistette Quinn.

"Ormai possiamo dirlo, vero San?" chiese Brittany alla moglie, che rispose di sì con un flebile cenno del capo.

"Siamo nuovamente in attesa anche noi. O meglio, Santana. Undici settimane." sorrise eccitata Brittany.

"Congratulazioni!" sorrise Quinn

"Oh mio dio!" gridò Rachel tra le lacrime "Avremo il bambino insieme!"

"Non avremo mai, alcun bambino, insieme!" ringhiò praticamente Santana.

"Potremo seguire i corsi prenatali insieme! E fare gli stessi corsi prenatali in palestra! E fare dei party prenatali!"

"Rachel se continui ad usare la parola "prenatale" giuro che-"

"Mi ha chiamato ancora Rachel!" sospirò la brunetta scoppiando nuovamente in lacrime "Sono così- così sopraffatta dalle emozioni!"

"Brittbritt-" squittì Santana sull'orlo delle lacrime, cercando sostegno nella bionda "Non ci libereremo mai di lei, non ci libereremo mai della sua voce!"

"Dobbiamo iniziare a discutere gli eventuali nomi dei nostri bambini! Non voglio avere un'altra Grace che faccia confondere la mia Grace..."

"Sai già che è una femmina?" domandò Quinn.

"No, è solo nell'eventualità che- Oh e anche Laura, non rubatemi i nomi!"

"Oh mio Dio!" sbuffò Santana guardando Brittany, per poi notare qualcosa di strano "BRITTANY! Hai spento l'impianto!? Hai- Brittany! Oh no, te la devi sorbire anche tu!"

"Ti piacerebbe..."

"Non- non ci provare!"

"Mi spiace, non riesco a sentirti!" sorrise la bionda facendo spallucce.


Brittany era sincera: adorava il non-silenzio della sua vita con Santana.
O almeno per la maggior parte del tempo...


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Fine.

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