Le Origini

di Raven626
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Victore Stone ***
Capitolo 2: *** Dick Graison ***
Capitolo 3: *** Koriand'r ***
Capitolo 4: *** Rachel Roth ***
Capitolo 5: *** Garfield Logan ***
Capitolo 6: *** Teen Titans ***



Capitolo 1
*** Victore Stone ***


Victore era un ragazzo come gli altri, b'è forse non proprio come gli altri, era un piccolo genio, in camera sua aveva un laboratorio dove faceva esperimenti e non solo, era anche un esperto di meccanica a solo 13 anni. I suoi genitori avevano fiducia in lui e lo lasciavano fare, specialmente il padre, infatti era stato lui a insegnargli tutto ciò che sapeva, era orgoglioso di suo figlio.

Era un giorno come gli altri, Victore era nel suo laboratorio i genitori in salone, stava lavorando a un medicinale capace di curare qualsiasi malattia, doveva solo aggiungere una polvere blu, il caso volle che nella sua camera lui avesse due polveri blu, una era quella che gli serviva e l'altra era esplosivo (non chiedetemi perché aveva dell'esplosivo in camera) lui prese quella sbagliata e la versò, fu un attimo, un esplosione spazzò via la sua casa e gli cambiò la vita per sempre.

Aprì gli occhi, era in un ospedale, in realtà non riusciva ad aprire l'occhio sinistro, ma dopo quello che era successo era il minimo, aveva la gola secca, sul comodino accanto al letto c'era un bicchiere, lui allungò la mano per prenderlo e quasi gli venne un infarto, quella che aveva allungato non era la sua mano, era un pezzo di metallo! Urlò per lo spavento e dopo pochi secondi arrivò un medico

 

-Vedo che ti sei svegliato- disse lui

-cosa mi è successo!?-

-dopo l'esplosione avvenuta per circostanze misteriose- cominciò il medico e vide che Victore indietreggiava e arrossiva, ma decise di andare avanti -sei svenuto, ti abbiamo trovato accanto a tuo padre, disse che aveva fatto il possibile per tenerti in vita, poi... morì-

-No! E mia madre?- il dottore guardò in basso e Victore capì che era morta anche lei

-Da quanto dormo?-

-un mese-

-e la mia casa?-

-distrutta-

-dove andrò a vivere?-

-andrai da tua nonna, vive in periferia-

 

Un ora dopo era lì nella sua nuova casa, era già stato dalla nonna, ma c'erano sempre i suoi genitori con lui, giorno dopo giorno imparava nuove cose sul suo corpo, ma ce n'era ancora una che mai avrebbe immaginato...

Era notte e lui tornava a casa dopo essere stato da un amico quando vide 3 uomini intorno a un anziana che cercavano di prenderle la borsa, lui senza pensarci corse in suo aiuto

 

-Vattene, non sono affari che ti riguardano- disse uno di loro

-lasciatela in pace o...-

-o...- disse il secondo

 

Victore gli puntò contro il braccio e prima che se ne rendesse conto il braccio meccanico era diventato un enorme cannone e per giunta carico “Grazie papà” pensò “Hai pensato a tutto”

 

-Scappiamo!- urlò il primo correndo via e gli altri al seguito

-Grazie- disse l'anziana -come posso ringraziarti?-

-niente, davvero-

-sei un bravo ragazzo- disse lei allontanandosi

 

“Ragazzo”, da molto tempo nessuno lo chiamava così, da quella sera capì qual'era il suo posto, non un garage o un laboratorio come pensava un mese fa, ma per le strade, la notte pronto ad aiutare la gente in pericolo, era un Cyborg e ora ne andava fiero, era un supereroe.

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Capitolo 2
*** Dick Graison ***


Era una giornata come le altre al circo, Dick aveva 9 anni e faceva quello che poteva per aiutare i genitori, dava da mangiare agli animali anche se le tigri pensavano fosse lei il pranzo e aiutava i genitori con i loro numeri acrobatici. Quel giorno Dick era seduto in un angolo del palco e aspettava che arrivasse il suo turno di entrare in scena, intanto osservava il pubblico, un uomo in particolare, armeggiava con una biglia nera, d'un tratto sul palco si chiamo un volontario e l'uomo alzò la mano, pochi secondi dopo era lì, erano tutti presi dal numero e non si accorsero di niente, ma Dick, lo vide, l'uomo aveva fatto scivolare la biglia alla base del trapezio dove si dovevano esibire lui e i suoi genitori, l'uomo fece velocemente il numero come se temesse di saltare all'aria da un momento all'altro, quando finì corse via, i suoi genitori erano appena arrivati, erano appena saliti sul trapezio che questo esplose come esplose tutto il capannone. Dick vide la gente agitarsi verso le uscite, lui era lì paralizzato dalla paura, non riusciva a muoversi, d'un tratto vide un ombra, era un uomo, lo prese e portò in salvo.

 

-Grazie- fu tutto quello che riuscì a dire il bambino

-di niente, dove sono i tuoi genitori?- Dick si guardava intorno spaesato, cominciò ad urlare

-Mamma! Papà!- si sentiva solo lui, ma non ci fu nessuna risposta , il bambino aveva le lacrime agli occhi, quegli splendidi occhi azzurri

-se vuoi puoi venire con me-

-chi sei?-

-di questo parleremo dopo, per ora sono Bruce, Bruce Wyne- Dick non capì molto di cosa intendesse l'uomo, ma lo seguì, sapeva che c'erano i centri per le adozioni, ma quell'uomo gli ispirava fiducia, lo faceva sentire protetto, al sicuro,

 

-dove siamo?- chiese Dick quando furono arrivati, non erano in città, ma davanti a un monte

 

Bruce tirò lo spuntone di una roccia e comparve una tastiera, digitò il codice e si aprì un passaggio, Dick lo seguì con la bocca aperta, quella non era una casa, era un covo segreto! Ma si sbalordì ancora di più quando vide un costume, il costume di Batman!

 

-Manterrai il segreto?- chiese Batman abbassandosi all'altezza di Dick

-Promesso- disse il bambino

-Anche tu sarai un supereroe- disse poi

-SI!- esclamò Dick

-Ma hai bisogno di un altro nome, qualcosa che catturi l'attenzione-

-tipo?-

-Ragazzo Meraviglia!-

-è uno scherzo vero?-

-no, è perfetto- Dick pensò “per chi cerca disperatamente di attirare l'attenzione”

-non è troppo appariscente?-

-allora cosa suggerisci tu?-

-non lo so-

-vedi, se non hai idee non criticare le mie- “neanche se sono mostruosamente ridicole” si disse

-cosa ti piace?-

-i pettirossi-

-ti piace il nome pettirosso?- “Quest'uomo non ha un briciolo di immaginazione”

-Robin- disse Dick

-Io preferisco Ragazzo Meraviglia-

-Tutti e due?-

-Ok... Ragazzo Meraviglia-

 

Il giorno dopo ci fu una lezione pratica, Batman voleva vedere le abilità del suo nuovo aiutante.

 

-Sei bravo- disse schivando un suo pugno -sei molto agile-

-allora perché non riesco a colpirti?-

-È colpa dei tuoi occhi, dal tuo sguardo capisco che mossa avrai intenzione di fare, prova questa- disse porgendogli una maschera

 

Non riusciva ancora a colpirlo, ma era molto più vicino, da quel giorno Robin Ragazzo Meraviglia (Non trovarono mai un accordo) venne addestrato giorno dopo giorno, diventando sempre più forte, quando fu più grande cominciò ad aiutare Batman nelle missioni, erano molto uniti (peccato che non lo fossero anche riguardo al nome), in breve Batman non diventò solo il padre adottivo di Dick, ma il suo maestro, collega, il suo migliore amico.

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Capitolo 3
*** Koriand'r ***


La ragazza vedeva dalla finestra della propria cella l'ultimo dei tre soli del pianeta tramontare, in momenti come quello le passava davanti la sua vita e in particolare quel giorno, era passato un anno, ma lo ricordava come se fosse ieri.

 

Era una giornata tranquilla su Tamaran, il suo pianeta quando il cielo si oscurò, non erano nuvole, ma navicelle spaziali militari del pianeta Citadel, da sempre in guerra con i tamariani, presa alla sprovvista non riuscì a difendersi e venne rapita, mentre la dirigevano ammanettata verso la navicella lei si guardava intorno in cerca della sorella, se lei era stata rapita anche Komand'r si doveva trovare nella stessa situazione, ma non la trovava, mentre saliva i gradini che la conducevano all'interno del veicolo la vide, era in compagnia del capo dei Citadel, ma non lo stava combattendo, i due si strinsero la mano, poi sentì dire dall' “uomo”(tra virgolette perché tutto è tranne un uomo)

-Manterrai la promessa?- chiese, poi la sorella rispose

-Certo, ora che Koriand'r è fuori dai piedi noi due saremo i re di Tamaran!-

 

Quella fu l'ultima volta che vide la sorella, da quel giorno era tenuta come prigioniera.

Kori dormiva quando sentì un tonfo, la guardia che controllava la sua cella si era addormentata, non era la prima volta, gli abitanti di Citadel sono famosi per il loro sonno profondo, ma questa volta c'era anche qualcos'altro, luccicava, erano le chiavi! Koriand'r era ammanettata, quindi si mise a pancia in giù sul pavimento e si allungò il più possibile, dopo un po' ce la fece, poi non senza fatica aprì la porta, era libera! Cominciò a correre per i corridoi in cerca di un uscita, dopo mezz'ora di ricerche la vide, era in fondo al corridoio, corse più che poteva, ma andò a sbattere contro una persona, l'unica che mai avrebbe voluto rincontrare.

 

-Ma guarda chi si vede, la piccola Kori, che piacere-

-Non posso dire lo stesso di te-

-Perché ce l'hai con me?- chiese con un finto tono di dispiacere

-Sai il perché, ti ho sentita Komand'r!-

-Non ti scaldare, potrei chiamare le guardie quando voglio-

-perché non lo fai?-

-mi piace vederti spaventata, ma ora il gioco è finito. Guardie!- urlò

 

Koriand'r sentiva dei passi avvicinarsi minacciosi, doveva scappare, volò verso l'ucita, ma due guardie la raggiunsero, lei si voltò verso di loro e con lo sguardo le fece saltare all'aria (letteralmente) volò via lontana, si voltò, Komand'r era lì che la guardava con un ghigno, non mandò altre guardie a seguirla, probabilmente perché sapeva che senza una meta non sarebbe resistita a lungo, ma Kori non si poteva fermare, non sapeva dove andare, ma qualunque posto era meglio di quello.



Ciao, spero che vi sia piaciuta, recensite e ditemi cosa ne pensate, presto metterò il prossimo, vi do un suggerimento, guardate la mia immagine del profilo e scoprirete il/la protagonista del prossimo capitolo, a presto :)

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Capitolo 4
*** Rachel Roth ***


Una donna entrò nella camera e si diresse verso il letto.

 

-Rachel- sussurrava -svegliati, è giorno- nessuna risposta, sollevò le coperte, ma non c'era nessuno, solo 3 cuscini

-Bu!!!- urlò una voce dietro di lei, alla donna venne un colpo, si girò

-Rachel! Basta fare questi scherzi-

-Ma è troppo divertente-

-Forza andiamo in cucina-

-Subito- disse la bambina creando un buco nero, in realtà non era nero, aveva tutti i colori dell'arcobaleno e non solo, la bambina lo attraversò felice ritrovandosi in cucina

 

In cucina mangiò tutto quello che aveva davanti, come se non mangiasse da mesi

 

-Posso andare a giocare?-

-Sì, ma rimani nel castello e ricorda- disse, ma venne interrotta

-non entrare nella camera n. 2 dell'ala ovest- concluse Rachel scocciata di sentirselo ripetere ogni mattina

 

Nel palazzo non c'era mai nessuno con cui giocare così Rachel usava i suoi poteri per creare cani, mostriciattoli, unicorni e tante altre creature. In quel momento giocava con un unicorno, un bellissimo unicorno azzurro, giocavano ad acchiapparello e Rachel correva per i corridoi tentando di acchiapparlo, quando l'unicorno si fermò.

 

-Perché ti sei fermato?-

 

Vide che era fermo davanti a una porta, la numero 2, senza accorgersene era andata nell'ala ovest, in effetti quell'unicorno era come una parte di lei e come tale fremeva dal desiderio di scoprire cosa c'era dietro quella porta

 

-Non possiamo entrare- disse, ma subito si rimangiò quello che aveva detto

 

Si avvicinò alla porta e con un po' di esitazione l'aprì, la maniglia era arrugginita, chissà da quanto tempo nessuno apriva quella porta, cominciò a girare per la sala, era tutto buio, a un certo punto inciampo, inciampo su delle catene! Qualcuno era tenuto prigioniero in questa stanza, ma chi? Di colpo la porta si chiuse alle sue spalle, sentì una voce, una voce demoniaca

 

-È da tanto che aspettavo questo momento- disse la voce

 

Poi Rachel sentì una fitta al cuore e svenne.

Intanto per le camere del castello girava la madre, cercava la figlia, aveva un orribile presentimento. Vide i suoi animali, non erano colorati come i soliti, erano tutti neri e alcuni avevano delle sfumature viola, vide un unicorno tutto nero davanti a una porta, lentamente alzò lo sguardo per vedere il numero, era la numero 2. aprì la porta e vide la figlia a terra.

 

-Rachel!- disse correndole incontro -cosa le hai fatto!?-

-Le ho dato una parte di me, le uniche due emozioni che prima di oggi non aveva mai provato: rabbia e paura-

-Sei un mostro!-

-Preferisco demone e tra poco sarò libero-

 

Era l'una quando Rachel si svegliò, non era veramente sveglia, ma come se fosse sonnambula , senza svegliare nessuno andò verso la camera, la numero 2, l'aprì ed entrò.

 

-Ti aspettavo- disse una voce -liberami-

-No!- disse Arella (la madre) entrando nella sala, ma era troppo tardi

-Azarath Metrion Zintos!- disse Rachel, ora Trigon era libero

 

Al contrario di quello che si aspettava la donna Trigon non la uccise, invece scomparve, ma sapeva che quando recupererà le forze tornerà anche se ci mettesse 5 anni.

 

-Vuoi che ti porti a letto?- chiese

-No- disse lei aprendo un buco nero e questa volta era nero sul serio

 

Il giorno dopo in cucina...

 

-Vuoi i biscotti?- chiese Arella

-no prenderò solo una tazza di tè-

-sicura?-

-si-

-non li hai mai rifiutati-

-Ho detto che non li voglio!- urlò, la tazza si ruppe e i biscotti volarono in aria, non era mai successo prima

-Cos'è successo?- chiese Rachel spaventata

-calma, sapevo che sarebbe successo e ho chiamato lui- disse aprendo la porta da cui entrò un uomo, aveva un mantello bianco -sarà il tuo maestro, ti aiuterà a controllare i tuoi poteri-

-Sono Yetkileri, andiamo-

-Dove?- chiese la madre, pensava che le lezioni si sarebbero tenute nel palazzo

-A meno che non vuole far saltare in aria il palazzo, andiamo in montagna, il luogo migliore per allenarsi-

-Ha solo 11 anni-

-Non c'è tempo, salutatevi- disse uscendo

-A presto- disse Rachel

-Ciao-disse la madre abbracciandola

 

Poi uscì, pronta per la sua nuova vita, in quei giorni che poi furono settimane, mesi, anni, Rachel imparò a controllare i suoi poteri rischiando però per ben 2 volte di distruggere tutta la montagna, ma col passare del tempo diventava sempre più brava.

Erano passati 4 anni e mezzo e Rachel meditava quando arrivò Yetkileri.

 

-È il momento-

-di cosa?-

-di andare, Trigon è pronto-

-lo dovrò combattere?-

-no, non sei abbastanza forte per affrontarlo, devi cercare qualcuno che ti aiuti-

-dove?-

-Sul pianeta Terra, cerca aiuto, se lo trovi combatterai tuo padre altrimenti rimarrai su quel pianeta, sarai al sicuro, Trigon non immagina minimamente che tu stia per partire-

-Quando?-

-Il prima possibile, torna a casa, saluta tua madre e parti-

-ok, addio Yetkilari-

-ciao Rachel, è stato un onore essere il tuo maestro-

 

Rachel scomparve ricomparendo a casa

 

-ciao- disse, la donna che le stava davanti si girò

-Rachel! Sei tornata!-

-non per molto-

-che vuoi dire?-

-devo partire per cercare qualcuno che mi aiuti a sconfiggere Trigon-

-Buona fortuna-

 

Rachel fece velocemente i bagagli e partì. La Terra non era male, si stabilì lì, cambiò il nome in Corvina, era una super eroina , non trovò chi l'avrebbe aiutata (per ora), ma almeno poteva aiutare lei gli altri, le piaceva quella vita, più dell'altra, qui non era una mezza demone con il padre che a solo sentirne il nome te la fai addosso, qui era Corvina, la super eroina della notte.

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Capitolo 5
*** Garfield Logan ***


Un bambino correva per i sentieri della foresta solo lì si sentiva a casa

 

-Garfield!- lo chiamavano i genitori

-Sono qui!- urlò lui

 

Si guardava intorno e la sua attenzione cadde su una scimmia, era molto bella, non ne aveva mai vista una simile eppure viveva in Africa da sempre, era una scimmia nera, ma aveva il muso e il petto bianco, Garfield si avvicinò per accarezzarla, l'aveva appena toccata che la scimmia lo morse, lui cadde a terra privo di sensi

 

I genitori lo riportarono a casa e attesero il suo risveglio, quando aprì gli occhi notò che i genitori erano molto e dico molto preoccupati, come se avesse la peste

 

-Cos'è successo?-

-Glielo diciamo?- chiese la madre al papà

-Si, prima o poi lo avrebbe comunque scoperto da solo-

-Cosa dovrei sapere?- chiese Garfield

-Bé...- la madre prese uno specchio e lo mise davanti al figlio

-Non può essere- disse il bambino indietreggiando spaventato

-mi dispiace- disse il padre

-Perché sono verde?!- disse lui sull'orlo del pianto

-Quella scimmia aveva un virus-

-che fa diventare verde!?- chiese lui

-Non solo, che porta alla... morte-

-No!-

-Tranquillo, c'è un modo per salvarti, ma dovrai essere molto paziente perché ci vorrà un po'-

-Cosa?-

-Sugli animali il virus non ha effetto, quindi se ti mettiamo i geni di tutti gli animali esistenti dovresti sopravvivere, almeno spero, ma è l'unico modo, hai 30 minuti prima delle iniezioni-

-io...ok-

 

Garfield uscì, era spaventato, accadeva tutto così in fretta, non sapeva che fare, non era più neanche lui, i capelli che prima erano biondi ora erano verdi come la pelle e gli occhi che un tempo erano azzurri, era un altra persona, no, tra mezz'ora non sarebbe più stato neanche una persona, era diventato un mostro, uno scherzo della natura, ecco cos'era.

 

Rientrò e anche se con una faccia da funerale, si sdraiò e attese pazientemente le 3 ore che ci vollero a iniettarli tutti gli animali esistenti.

 

-Ti senti bene?- chiese la madre

-si- disse lui, poi guardò la finestra, passava un bellissimo pappagallo colorato -guardate com'è bello- disse indicando fuori, i genitori si voltarono, ma quando il pappagallo volò via si voltarono verso il figlio e poco ci mancò che la madre ebbe un infarto

-che succede- chiese guardando i volti dei genitori

-saluta-

-cosa?-

-fai ciao con la mano- Garfield non capiva, ma salutò, non si sentiva più le dita!

-datemi uno specchio- il padre glielo mise davanti, era un pappagallo verde! -No!-

-calmo-

-Come faccio!?- disse tornando un ragazzo, poi corse fuori, si doveva riprendere

 

3 mesi dopo...

Erano tutti in nave, si stavano trasferendo in America, il padre aveva trovato lavoro lì, mancavano solo due ore all'arrivo quando...

 

-Attenzione! Codice rosso! Emergenza! La nave sta affondando, tutti i passeggeri devono raggiungere le scialuppe di salvataggio, non è un esercitazione- si sentì dall'altoparlante

 

Sembrava di essere in uno di quei film dove d'un tratto tutto va al rallentatore, Gar si guardava intorno, ma dei genitori non c'era traccia, corse alle scialuppe, ma non erano neanche lì, vide una barca dopo l'altra lasciare la nave, non si erano resi conto che lui e i suoi genitori erano ancora lì, tornò sul ponte e li vide

 

-mamma! Papà!-

-Garfield! Vai via!-

-non posso, sono già partiti- ma vide li sguardi dei genitori e capì che non si riferivano alle scialuppe -no! Non lo farò mai più!-

-vai!-

-non posso lasciarvi qui-

-per noi non c'è più speranza, ma tu ti puoi ancora salvare

 

Una trave cadde tra lui e i genitori e anche se con il cuore a pezzi lo fece, diventò un falco e volò via, mentre una lacrima gli rigava il volto o meglio il becco

 

1 mese dopo...

Arrivato in America, Garfield aveva cercato un posto dove stare, magari un lavoro in cambio di cibo, ma nessuno voleva avere a che fare con lui, per mangiare di diventava un cane e vagava in cerca di avanzi, un giorno era in un vicolo, frugava nel bidone di un ristorante quando si avvicinarono 3 ragazzi

 

-Sappiamo che te la cavi bene con i “travestimenti”- disse facendo le virgolette con la mano

-E sappiamo che hai fame- disse il secondo fissando il cassonetto

-Se accetti di fare come ti diciamo avrai tutto quel cibo che non saprai più che farne- disse l'ultimo, Garfield non sapeva che dire, sapeva che non gli avrebbero chiesto niente di bello o almeno legale, ma la fame era tale che accetto.

 

Come sospettava quei ragazzi facevano parte di un giro di criminali di cui ormai faceva parte anche lui, nelle missioni lui era come l'esca o il diversivo, irrompeva nelle banche sotto forma di cobra o coccodrillo facendo scappare tutti, poi entravano gli altri e prendevano i soldi, più o meno funzionava così.

Un giorno erano in una gioielleria quando arrivarono delle persone, 3 ragazzi e una ragazza, non erano della polizia, erano supereroi!

Accadde tutto rapidamente, Garfield si era nascosto dietro il banco e quando si affacciò per controllare tutti e 3 i ragazzi erano stati presi e legati. Poi la ragazza si avvicinò a Garfield

 

-Tu non dovresti essere con loro- disse lei, poi gli porse la mano -Elastigirl, tu sei...-

-Garfield Logan- disse stringendole la mano -mi porterete in prigione?-

-No, tutti noi siamo passati in una situazione simile, ma se sei diverso non vuol dire che devi essere un criminale, noi l'abbiamo capito ora è il tuo turno, vuoi provare a scappare sapendo che ti prenderemo prima che riesci a fare un isolato o ti unirai a noi?-

 

Il giorno dopo era alla base della Doom Patrol, la squadra di supereroi, Elastigirl aveva ragione, se la cavava bene come supereroe, cambiò il nome in Beast Boy e finalmente credeva di aver trovato il suo posto (credeva).

-BB- disse Mento (un membro della Doom Patrol) -ho una notizia da darti-

-cioè?-

-Abbiamo scoperto che hai un parente, il tuo padrino a Jump City, non lontano da qui-

-Io...ok, mi mancherete- disse BB

 

Ed eccolo di nuovo alle prese con la sua nuova vita, il padrino era molto gentile con lui anche se più di una volta al giorno accadevano strani “incidenti” in casa o almeno così li definiva lo zio, per esempio cadeva per le scale, ma diventando un passerotto si salvava subito, il pavimento era pieno di cera facendolo scivolare, la pentola era incandescente anche se non era sul fuoco e altri “incidenti” simili.

Un giorno lui e lo zio tornavano a casa, erano le 8 passate, mancava poco per arrivare quando lo zio prese un altra strada,disse che era una scorciatoia, ma presto BB notò che erano in un vicolo ceco.

 

-Perché siamo qui?- chiese, ma una parte di lui lo aveva capito

 

L'uomo infilò la mano nella tasca e tirò fuori un coltello!

 

-che vuoi fare?-

-ciò che ho provato a fare dal primo giorno in cui sei arrivato-

-Perché?-

-tu non lo sai, ma i tuoi genitori ti hanno lasciato un eredità così grande che volendo mi potrei comprare Jump City-

-Cosa!?- disse il ragazzo, non ne sapeva niente

-E tu sei l'unica persona che mi separa da quel malloppo-

-No!- disse BB cominciando a correre, avrebbe potuto volare e mettersi in salvo, ma era troppo agitato per riuscire a controllare i suoi poteri, corse più veloce che poteva quando si trovò ad un bivio, senza pensarci lui andò a destra, ma si trovò in un altro vicolo ceco, l'uomo si avvicinò, aveva puntato il coltello quando dal celo scese qualcuno, sembrava un angelo, un angelo nero, in realtà per il buio non si capiva bene se era nero o viola, la figura creò delle aure nere intorno alle mani, il padrino si voltò per vedere che succedeva, ma se ne pentì subito perché una di quelle aure lo colpì scaraventandolo privo di sensi in un angolo, poi l'”angelo” si avvicinò a BB

 

-Tutto bene?- chiese

-Si...- disse lui ancora intento a fissarla, ne era rimasto come incantato -io sono Beast Boy, ma mi puoi chiamare BB-

-Senti, non sono qui per fare amicizia, tu chiama la polizia io vado-

-Aspetta, come ti chiami?-

-Corvina- disse creando un buco nero e scomparendoci dentro

 

Corvina, non le aveva neanche visto il volto, ma sapeva che non l'avrebbe mai dimenticata, tornò alla Doom Patrol e per un po' la sua vita fu finalmente tranquilla (per quanto possa essere tranquilla la vita di un supereroe.


Se pensate che la storia sia finita qui vi sbagliate di grosso, c'è ancora l'ultimo capitolo che aspetta solo di essere pubblicato, recensite e ditemi che ne pensate.

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Capitolo 6
*** Teen Titans ***


Cyborg era come al solito intento a fare il suo giro di pattuglia quando vide una figura in celo sfrecciare a tutta velocità verso il centro, non sapeva di cosa si trattava, ma sapeva che era in suo dovere scoprire cos'era.

5 minuti dopo era lì, la figura scomparve sopra le nuvole e Cyborg decise di salire sulla cima di un palazzo per vedere meglio, una volta lì però si accorse di non essere solo, c'era un altro ragazzo intento a fissare il cielo

 

-Ciao- disse Victore

-Ciao, sono Robin- disse lui stringendogli la mano -lavoro con Batman-

-Anche tu sei un supereroe! Io sono Cyborg-

-Anche?-

-Sì, sei qui per capire cos'è quella?- disse indicando un fascio di luce che si agitava sopra le nuvole.

 

Dopo qualche secondo arrivò dal cielo un altra figura, era uno... pterodattilo?

 

-Non si erano estinti?- disse Cyborg

 

Una volta arrivato il dinosauro diventò un ragazzo

 

-Ciao- disse come se non fosse appena arrivato sul palazzo sotto forma di un dinosauro

-...ciao...-disse Cyborg

-Robin- disse porgendo la mano

-Beast Boy della Doom Patrol- disse Garfield stringendola

-Allora siamo tutti supereroi- disse Cyborg

-A quanto pare- disse Robin

 

Avevano appena finito le presentazioni che un fascio di luce verde colpì un auto facendola esplodere, tutti si voltarono, quella “cosa” era una ragazza o più precisamente un'aliena. Cominciò a lanciare i suoi dardi ovunque poi atterrò sull'edificio.

 

-Ciao- disse BB avvicinandosi, ma indietreggiò subito vedendo che preparava un attacco

-Giù!- urlò Robin, i tre si abbassarono appena in tempo, un raggio li aveva quasi colpiti, poi la ragazza volò via seminando distruzione ovunque

-Va fermata-disse Cyborg

-Subito- aggiunse Robin

-Come facciamo?- chiese BB

-Suggerirei un attacco a sorpresa: BB la individua, Cyborg la distrae e io la blocco, poi le daremo il colpo finale- disse Robin

-Ottima idea- disse BB

-No!- disse una voce, tutti si girarono

 

Comparve un buco nero da cui passò una ragazza, BB la ricordava molto bene, era...

 

-Corvina!- disse lui avvicinandosi

-La conosci?- chiese Cyborg

-Non esattamente- rispose lui

-Perché hai detto “no”?- chiese Robin alla maga

-Perché quell'aliena non va attaccata, ma aiutata-

-Che vuoi dire?- chiese Cyborg

-Fa così perché ha paura, non so se l'avete notato, ma ai polsi ha delle manette, sarà scappata da qualche specie di carcere e sicuramente non sa neanche dove si trova-

-Cosa proponi allora?- chiese BB

-Propongo il piano di Robin, ma alla fine invece di farla fuori le toglierò le manette-

-Ok, ragazzi Go!- urlò Robin

-Che?- chiese BB

-Go! Andiamo!- ripetè lui

-Ok-

 

BB volò lontano e dopo 10 minuti era tornato

 

-È in periferia, sta distruggendo tutto-

-non arriveremo mai in tempo-

-invece si- disse Corvina -Azarath Metrion Zintos!- disse facendo comparire un altro buco nero in cui fece passare tutti ritrovandosi poi in periferia

-Eccola!- disse Cyborg

 

Le corse davanti e le fece una boccaccia, poi corse via, lei infuriata lo rincorse e presto si ritrovò in un vicolo ceco, si guardò intorno e senza capire cosa fosse successo si trovò due braccia intorno al bacino che la tenevano ferma, non riusciva a muoversi, dal nulla poi comparve una ragazza, l'aliena vide due aure nere comparire intorno alle sue mani, sferrò l'attacco, ma non era rivolto a lei, era diretto alle sue manette, queste si spezzarono, era libera!

 

-Stai meglio?- chiese Robin, ma lei lo fissò con aria interrogativa, non parlava la sua lingua, si voltò verso Corvina

-Se non sbaglio è tamariana- disse la maga -non conosce la nostra lingua, ma se viene veramente da Tamaran presto riceverai una sorpresa-

-Di quale sorpresa parli?- chiese prima che l'aliena lo afferrò baciandolo! Dopo pochi secondi si staccò

-Ecco di cosa parlavo- disse Corvina

-Scusa- disse lei

-Parli la nostra lingua!- disse BB

-No, la parlo adesso, scusa, ma era l'unico modo per comunicare con voi- disse rivolta a Robin (per chi non lo sapesse Stella ha il potere di imparare lingue straniere baciando una persona che parla quella lingua)

-Come ti chiami?- chiese Robin

-Sono Koriand'r, ma nella vostra lingua Stella Rubia-

-Io sono Robin, loro sono Cyborg e BB, lei invece è...- stava per completare la frase quando si accorse che la ragazza era sparita, di lei non c'era più traccia

-Chi?- chiese Stella

-La ragazza che era qui poco fa, lei è Corvina. Tu invece dove andrai?-

-Non lo so- disse lei con una nota di tristezza

-Conosco una vecchia torre su un isola vicino alla costa- disse Cyborg

 

10 minuti erano tutti lì, ci misero 4 ore, ma riuscirono a rendere il posto vivibile

 

-Ti piace?- chiese BB

-Lo adoro!- disse lei

-noi andiamo, ma torneremo- disse Robin

 

I tre uscirono e tornarono a casa, ma ogni 3 giorni tornavano alla torre per controllare come stesse l'amica, di Corvina invece non si seppe più nulla, in TV ogni tanto si parlava di un eroina solitaria che aiutava la gente, ma niente di più, com'era apparsa era scomparsa e per molto tempo nessuno ne avrebbe saputo più niente.

 

5 mesi dopo...

 

Corvina girava per la città inquieta, sentiva un orribile sensazione, stava per accadere qualcosa e lei temeva di sapere di cosa si trattava, alle 6 sentì una voce, era nella sua mente, ma sapeva che non sarebbe rimasta lì a lungo.

“Pensavi di essermi sfuggita, vero? Mi dispiace, ma non sfuggirai alla mia ira, nessuno sfugge a Trigon!” non poteva crederci, stava accadendo sul serio, Trigon l'aveva trovata e stava arrivando sulla Terra! Doveva trovare aiuto, ma chi? Il pensiero raggiunse quei 4 supereroi incontrati 5 mesi prima, sicuramente era meglio che combattere da sola, valeva la pena provare, ma si doveva sbrigare, non aveva molto tempo.

 

Alla torre...

 

BB, Cyborg e Robin erano come al solito dall'amica, parlavano tra loro quando videro comparire davanti a loro un buco nero, sapevano bene a chi apparteneva, ma non ci speravano più, pensavano che non l'avrebbero rivista mai più.

 

-Corvina!- esclamarono tutti in coro

-Che ci fai qui?- chiese Stella

-Ho bisogno del vostro aiuto-

-Per cosa?-

-Mio padre sta arrivando sulla Terra-

-hem...no!- disse Cyborg con finto timore, non capiva dove fosse il problema

-mio padre è Trigon!-

-Trigon!?- dissero in coro gli altri, ora si che avevano paura -intendi il demone più malvagio che sia mai esistito?-

-no, il coniglietto, certo che è il demone! Quanti Trigon conosci?-

-dobbiamo fare qualcosa- disse Cyborg -quando arriverà?-

 

In lontananza si sentì un tonfo, poi un esplosione

 

-direi adesso- disse BB

-che facciamo?- chiese Stella agitata

-ho un idea- disse Robin -noi lo indeboliamo e tu con qualche incantesimo lo fai tornare da dove è venuto-

-veramente non- provò a dire Corvina, ma erano già usciti tutti “non esiste un incantesimo del genere” pensò “un attimo! C'è , ma è proibito, se lo recito il prezzo che dovrò pagare è... non importa, lo devo fare”

 

I 4 supereroi erano già lì, Trigon era preso alla sprovvista, non si aspettava tutta questa gente e combatterlo. BB diventò un corvo e graffiò due dei sei occhi del demone, Robin gli tirò un colpo con il bastone dove nessuno verrebbe essere colpito, Cyborg gli tirò una cannonata e Stella gli mise fuori uso un braccio con uno dei suoi dardi, proprio in quel momento arrivò Corvina, sapeva che quello che stava per fare era rischioso, ma non aveva scelta.

 

-Sotniz Noirtem Tarazah- un forte fascio di luce colpì Trigon che scomparve

-che gli hai fatto?- chiese Cyborg

-l'ho spedito in un'altra dimensione- disse la maga, ma sapeva di non aver fatto solo questo, si era praticamente venduta a Trigon, se lui fosse riuscito a scappare per lei sarebbe stata la fine, ma era quasi impossibile così decise di non pensarci. Si voltò per andarsene

-Aspetta!- disse BB -non te ne andare di nuovo, rimani-

-io...-

-dai- disse Stella

 

Corvina ci rifletté un attimo, non aveva niente da perderci e una parte di lei era curiosa di sapere com'era vivere con altri ragazzi della sua età

 

-ok- disse

-si!- urlò l'aliena

 

Nella torre...

 

-Ho parlato con Batman- disse Robin -ha detto che posso unirmi a voi anche se ho dovuto insistere e molto-

-anch'io ho parlato con mia nonna- disse Cyborg

-e tu?- chiese Stella a BB

-si... anch'io posso restare- disse tristemente

-cos'hai? Se non vuoi non sei obbligato- disse Robin

-non è questo...Elastigirl...Robotman...Negativeman...sono... morti- disse mentre alcune lacrime cadevano sul pavimento

-no!- disse Stella

-solo io e Mento siamo sopravvissuti perché non c'eravamo-

-che è successo?- chiese Cyborg

-inseguivano dei criminali in una fabbrica, ma era piena di esplosivi, è scoppiata e sono morti tutti compresi i criminali-

-mi dispiace- disse Cyborg mettendogli una mano sulla spalla

-no, tranquilli- disse asciugandosi le lacrime -ho sopportato di peggio-

-come ci chiameremo? Perché ora siamo un team, giusto?- chiese Stella

-certo- disse Robin -pensavo a Titani-

-no, è banale- disse Cyborg -Titans?-

-Non basta- disse BB -Vi piace Teen?(giovani)-

-Teen Titans!- urlò Stella, poi tutti fissarono Corvina

-Che c'è?- chiese, ma vide lo sguardo di Stella e capì -Sì, mi piace molto- disse e subito dopo sul volto di Stella si stampò un bel sorriso

 

Ce n'era voluta, ognuno di loro ne ha passate di tutti i colori (soprattutto BB), ma ora ci erano riusciti, avevano trovato degli amici, una famiglia, un team.

 

Fine

 


E così si conclude la storia, ammetto di aver cambiato alcune cose, ma sono i diritti dell'autore, spero che vi sia piaciuta questa storia, recensite, ci risentiamo presto con un altra storia (perché ci sarà) non vi libererete presto di me (segue risata diabolica).

 

Raven626

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