ogni attimo

di AccioIdee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il bacio ***
Capitolo 2: *** l'errore ***
Capitolo 3: *** il rifiuto ***
Capitolo 4: *** la delusione ***
Capitolo 5: *** la rabbia. ***
Capitolo 6: *** Le lacrime ***
Capitolo 7: *** Lo sporco ***



Capitolo 1
*** il bacio ***


Le luci come ogni volta gli facevano uno strano effetto al viso, che era di una bellezza unica. I suoi occhi azzurri intensi diventavano color ghiaccio solo in due occasioni: al sole e a quel tipo di luci da palco scenico. La pelle gli si schiariva e la poca peluria bionda che aveva risaltava sempre di più. Era di questo che Michael si era innamorato, del Luke che era sul palco, quello che dava sempre tutto se stesso e suonava con tutta l’energia che aveva per farsi valere, perché voleva realizzare i suoi sogni, del Luke che lo guardava solo quando era sicuro che Mich non riuscisse a vederlo, il ragazzo che nascondeva tutto dietro un sorriso, quel sorriso cosi perfetto e cosi pieno di tristezza e di gioia insieme. –Mich? Mich!- era la voce di Calum. Michael strizzò gli occhi e ci passo le dita sopra per cercare di ritornare alla realtà –che succede?- rivolse il suo sguardo a Calum che lo guardava a sua volta ma con aria preoccupata –sei fermo in quella posizione da cinque minuti, sicuro di sentirti bene?- era cosi apprensivo, cercava sempre di interessarsi a come stava Michael. –sto bene.-  rispose lui con un certo tono di gelo della voce che si stupì capace di usare. Calum annuì lentamente prima di allontanarsi abbassando lo sguardo, cercando di evitare anche quello di Luke che aveva seguito la conversazione. –Ragazzi dobbiamo essere più concentrati, non riusciamo a suonare una nota giusta sta sera e il concerto è tra due ore, quindi per favore cerchiamo di pesare a quello che facciamo, non voglio fare brutta figura.- era Luke che aveva preso il microfono tra le mani guardando dritto davanti a se. Michael scosse la testa lasciandosi sfuggire un leggero sospiro –possiamo fare 5 minuti di pausa? Ho bisogno di bere un po’ d’acqua- Ashton, che aveva notato lo sguardo spento di Calum annuì piano –si serve anche a me una pausa- disse prima di alzarsi dalla sua postazione alla batteria e dirigersi verso il back stage. Luke sbuffò e si sedette al bordo del palco –Avete 5 minuti non di più- brontolò cercando di non farsi sentire troppo arrabbiato. Calum aveva raggiunto Ashton e avevano intrapreso una conversazione piena di sussurri e pacche sulle spalle. Mich si guardò intorno cercando un posto tranquillo dove sedersi per riprendere il controllo delle sue idee; vide una cassa coperta da un telo, un posto perfetto e anche abbastanza appartato, cosi ci si diresse subito. Non fece in tempo a sedersi che era caduto di nuovo nei suoi pensieri. Quegli occhi così azzurri che erano stati l’inizio della sua vita, li aveva visti piangere, sorridere, guardarlo come non aveva guardato nessun altro. A Mich piaceva tutto quello che c’era stato tra loro, tutti i sorrisi, i baci, le carezze e gli sguardi, ormai facevano parte di lui, cosi tanto che non riusciva più a dimenticare. Avrebbe voluto scordare tutto, svegliarsi una mattina ed aver cancellato tutto dalla sua memoria, ma aveva paura che anche in quel caso, una volta rivisto Luke si sarebbe innamorato pazzamente di lui un’altra volta, come era successo al liceo. No, non poteva farlo, non poteva scordare Luke.

Improvvisamente una mano sfiorò la spalla di Michael che sussultò e scosse appena la testa alzando gli occhi sulla figura davanti a se –Dobbiamo ricominciare Mich.- odiava quando lo chiamava cosi, sapeva che era il suo punto debole, sapeva che avrebbe fatto tutto quello che gli avrebbe chiesto. –Arrivo- saltò giù dalla cassa e si avviò sul palco cercando di non notare lo sguardo di Luke accanto a se. Calum era tornato al suo posto, al basso e strimpellava qualche nota cercando di mostrarsi indifferente mentre Ashton si abbuffava di merendine. Avevano ricominciato a suonare, ormai Michael continuava a suonare a memoria, non sentiva neanche gli altri, non riusciva proprio a concentrarsi. Erano sul palco del loro primo concerto live, a Sidney. Dove era iniziato tutto, era impossibile suonare correttamente con tutti quei ricordi che gironzolavano nella testa del ragazzo. Michael sussultò una seconda volta quando la mano che lo aveva sfiorato prima gli prese il braccio –Michael, non puoi suonare sta sera, non sei in condizioni.- Luke lo guardava dall’alto, cercava di non essere troppo aggressivo, Mich lo sapeva, lui voleva essere il capo ma raramente i ragazzi gli davano retta, tranne quella volta. –Ma che dici? Ce la faccio benissimo- Luke prese un respiro profondo che lasciò andare lentamente –Stai continuando a suonare mentre noi siamo fermi non puoi fare cosi.- Michael strabuzzò gli occhi e si guardò attorno. Era vero, Ashton e Calum lo guardavano preoccupati. –Io sto bene, devo solo riprendermi un attimo- si sfilò la chitarra e la posò a terra prima di camminare a grandi passi verso i camerini. Appena svoltato l’angolo la camminata veloce si trasformò in una corsa che si concluse quando spalancò la porta del proprio camerino e ci si fiondò dentro sbattendola alle sue spalle. Si lasciò cadere sulla sedia passandosi entrambe le mani sul viso –Ora basta Michael, devi riprenderti- fece un lungo sospiro seguito da un momento di silenzio. Mich rivolse il suo sguardo allo specchio davanti a se osservando le evidenti ombre nere sotto i suoi occhi. Passò la mano destra tra i capelli scompigliandoli un po’. –Sono sempre stati perfetti senza che li spettinasti troppo- Michael, che continuava a guardare il proprio riflesso, ebbe un tuffo al cuore, erano due mesi che non si trovavano in una stanza da soli. –Sono sempre stati un disastro, e lo sai bene- gli rispose cercando di non far trapelare l’agitazione e il nervosismo nella propria voce, mentre Luke si avvicinava a lui e faceva scivolare le mani sulle sue spalle.  Michael chiuse istintivamente gli occhi a quel gesto, era un abitudine, tutte le sere dopo i concerti Luke si dedicava un po’ a lui facendolo rilassare. Solo lui ci riusciva. –Non è il caso di tornare sul palco?- chiese Mich. Luke scosse la testa –Non finche tu non starai bene- fece una leggera pressione con le mani sulle spalle di Mich e iniziò a massaggiarle piano. Mentre Michael si scioglieva completamente sotto il tocco delle mani di Luke, lui posò le labbra tra i capelli colorati di Mich lasciandone un leggero bacio. Michael rabbrividì leggermente a quel gesto, gli ricordava tutto ciò che cercava di dimenticare da mesi, mentre il biondo lasciò cadere le mani lungo le sue braccia e posò il mento sulla sua spalla –Non voglio vederti cosi Michael-  il ragazzo girò appena la testa aprendo lentamente gli occhi e notando quelli azzurri di Luke –Te l’ho detto sto bene, è stato solo.. un momento- erano cosi vicini che Mich poteva sentire il respiro del biondo sulle proprie labbra –Un momento che non passerà mai se non parliamo no?- Luke si era avvicinato ancora un po’, ora erano qualche centimetro, e Michael aveva paura che da quella distanza Luke potesse sentire come il suo cuore andasse veloce. Chiusero entrambi gli occhi, mentre Luke posava delicatamente le labbra sua quelle di Michael che invece sembrava aver bisogno di quel bacio per vivere, quel qualcosa che era come l’aria ma che allo stesso tempo te la toglieva. Si i baci di Luke ti mozzavano il fiato. Le loro labbra si toccavano e Mich sentiva il sapore del metallo del piercing di Luke in bocca, ma non gli importava, gli era mancato quel sapore, era il sapore del ragazzo di cui era innamorato da anni. Anche Luke si era abbandonato al bacio, aveva socchiuso le labbra e intrecciato la lingua con quella di Mich come non faceva da mesi. Michael si era girato e aveva preso tra le mani il viso del biondo che si era seduto sulle gambe del ragazzo senza smettere di baciarlo.  Erano avvinghiati l’uno all’altro quando la porta del camerino si spalancò e una figura si fermò alla soglia balbettando –L-Luke…- Michael spalancò gli occhi e Luke saltò giù dalle gambe del ragazzo per cadere a terra e fissare la figura alla porta –Non è come sembra…- ma Calum era già andato via correndo.

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Capitolo 2
*** l'errore ***


cosa aveva fatto? lo sbaglio più grande della sua vita: era ricaduto nel vortice infinito di amore che provava per Luke. ora sarebbe tornato a dipendere da lui per ogni singola cosa, avrebbe avuto bisogno di lui per vivere, di nuovo, dopo tutto ciò che aveva fatto per riprendersi dalla loro storia, aveva anche lasciato i ragazzi per qualche giorno e era tornato dalla sua famiglia; aveva attraversato l'oceano per riprendersi da Luke, e dopo due mesi, si ritrovava ad essere innamorato di lui per la seconda volta. ma lui era corso via. ormai non c'era già più, aveva attraversato la stanza talmente velocemente che Michael non era riuscito neanche a sentire la scia del suo profumo, che di solito era molto persistente nei luoghi in cui Luke si fermava. ma era questo il bello di lui, se teneva davvero ad una persona, faceva di tutto per farsi perdonare. con Michael lo aveva fatto molte volte, tutte le loro litigate alla fine si risolvevano solo grazie a Luke, che gli si avvicinava e gli chiedeva scusa per tutto,per poi baciarlo. solo che adesso Luke non correva più per Michael, ma andava dietro a Calum, che era scappato vedendoli baciarsi. A Michael e Ashton non avevano mai detto niente, ma c'era sempre stata una certa intesta tra quei due, nessun fidanzamento ufficiale certo, ma Michael era sicuro che tra Luke e Calum ci fosse sempre stato qualcosa. la reazione di Calum in effetti era da comprendere, aveva avuto una speranza che Luke si mettesse con lui dopo aver rotto con Mich, ma dopo due mesi lui ancora non batteva ciglio, e aveva anche smesso di avvicinarsi a Calum quel che bastava per avvolgerlo tra le sue braccia. doveva essere successo qualcosa, ma Luke non ne parlava con nessuno, era solo, sempre.
era passata un'ora dall'interruzione delle prove, se avessero continuato così, avrebbero dovuto annullare il concerto, cosa che Luke non avrebbe mai permesso, così Michael chiuse gli occhi, prese un lungo respiro che rilasciò lentamente e si alzò dalla sedia. si continuava a ripetere ce avrebbero dovuto suonare, farlo per le fan, e lasciare da parte questi stupidi litigi interni. si avvicinò alla porta e la socchiuse per spiare poi ciò che accadeva in corridoio. tutto ciò che vedeva era la figura alta e ben posata di Luke, avrebbe riconosciuto quei capelli biondi tra mille, erano diversi da tutti, di un colore che aveva solo lui. difronte a Luke, che gesticolava per spiegarsi, Calum aveva lo sguardo posato su un estintore,uno sguardo lucido ma allo stesso tempo spento, era sul punto di scoppiare in lacrime.  Calum era troppo sensibile, se la prendeva per ogni cosa, e soprattutto riusciva a piangere anche per una formica morta. aveva un cuore d'oro non gli si poteva negare, ma a volte era insopportabile. Michael si sporse leggermente avanti sulla porta per ascoltare la conversazione, nonostante ripetesse a se stesso che non era giusto. 
-perche non mi hai detto che siete tornati insieme?- aveva detto Calum continuando a guardare dappertutto tranne che negli occhi di Luke 
-non siamo tornati insieme, è stata solo una svista, è stata colpa mia, è stato un errore- Luke si era avvicinato a Calum e gli aveva posato una mano sulla guancia per poi accarezzargliela piano. quindi era questo che era Michael per Luke, un errore. Mich stava per uscire allo scoperto, fare una scenata a Luke davanti a tutti, mollare tutto e tornare a casa, aveva gia sofferto per luke e non aveva intenzione di ricadere in quel periodo orrendo della sua vita. era sul punto di spalancare la porta quando Luke improvvisamente si allontanò da Calum e fissò lo sguardo su di lui. Calum per la prima volta nella conversazione lo guardò negli occhi, e le lacrime iniziarono a sgorgare inaspettatamente. -Lo so che sei ancora innamorato di lui, me lo hai detto tu che non lo avresti mai dimenticato, la sera dopo che avete chiuso, dopo aver scopato.- Luke abbassò lo sguardo sui propri piedi e allungò le mani su quelle di Calum -mi dispiace se ti ho illuso Cal- sussurrò -ma ora voglio andare a suonare, sfogarmi un po' e magari tu riuscirai a trovare qualcuno migliore di un demente che è ancora innamorato del suo ex- alzò nuovamente gli occhi e posò lo sguardo suo suoi. Micheal ebbe un piccolo sussulto, era davvero ancora innamorato di lui, dopo due mesi, non aveva smesso di amarlo. Calum annuì leggermente prima di lasciare un leggero bacio a fior di labbra a Luke che gli accarezzò la guancia prima di allontanarsi per tornare sul palco. Mich richiuse la porta alle sue spalle e afferrò la sua chitarra preferita, attraversò nuovamente la stanza e spalancò la porta e iniziò a correre nel corridoio per raggiungere il palco. doveva suonare per Luke, perché lui non avrebbe mai voluto vederlo bloccato. Luke lo amava ancora, tutto era tornato al suo posto. Calum tornò al suo basso strimpellando qualcosa, per poi passarsi ogni tanto le dita sul viso e asciugarsi le lacrime mentre Ashton lo guardava con aria preoccupata. Ashton riusciva sempre a tirare su di morale tutti, una battuta, un sorriso, un abbraccio, alla fine di una conversazione con Ashton tornava sempre il buon umore. ma durante lo show non avrebbe potuto dire nulla a Calum, perché tutti nella band sapevano che durante Amnesia lui avrebbe pianto, e l'unica cosa era sperare che non scappasse via. Michael si sistemò la chitarra per poi strimpellare qualche nota, giusto per accordarla. Luke guardava dritto davanti a se, con aria determinata, era deciso. ogni volta che entrava sul palco, cambiava totalmente. solo li si riusciva a scorgere il vero Luke. quella sera Michael era sicuro che non gli avrebbe rivolto neanche uno sguardo, non si sarebbe neanche avvicinato per suonare e scherzare insieme, non lo avrebbe fatto. 
Michael si sbagliava perché quella sera gli sarebbe cambiata la vita 

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Capitolo 3
*** il rifiuto ***


Il concerto andava avanti, e per Michael, che era costantemente deconcentrato a pensare a Luke, sembrava non arrivare mai alla fine. Le fan continuavano a gridare, chiamavano i loro nomi, ma tutto ciò che riusciva a fare Michael era posare lo sguardo sulle mani veloci di Luke che si muovevano sulla chitarra ogni volta che ne aveva la possibilità. Erano stati i due mesi più brutti della sua vita senza Luke, non aveva neanche voglia di mangiare. l'unica cosa che voleva fare era piangere. -R-ragazzi.. aspettate un attimo!- La voce di Ashton aveva fermato i pensieri di Michael che altrimenti sarebbero sfociati in qualche ricordo di lui e Luke. scosse velocemente la testa per tornare alla realtà e accorgersi che Ashton aveva rotto nuovamente uno dei tamburi della sua batteria -sono desolato, davvero, ne ho rotto un altro! la band finirà per cacciarmi perché non faccio altro che rompere tamburi- cercava di scherzarci su. Calum finalmente era riuscito a sorridere dopo circa un'ora. Se per Michael era stato difficile vivere senza Luke per due mesi, per Calum lo era stato per tutta la vita. Quando Michael Luke e Calum si presentarono, dopo aver fissato Luke per circa 5 minuti senza spiccicare parola Mich, aveva spostato lo sguardo su Calum, e si era reso conto che i due si guardavano con intesa. Fin dal primo momento Michael era molto geloso del rapporto di Calum e Luke, non poteva sopportare che qualcuno a parte lui, avesse un qualcosa con il suo ragazzo, o meglio, ex. Dannazione, era ricaduto nuovamente nei ricordi. Mentre Ashton sistemava l'ultimo chiavistello della batteria Michael prese un lungo respiro, pizzicò la chitarra con il plettro e posò lo sguardo su Luke che a sua volta lo guardava. I loro sguardi si incontrarono e per un momento l'uno si perse in quello dell'altro. Improvvisamente peró Luke scosse la testa e spostò lo sguardo su Calum. era arrivato il momento di cantare Amnesia, e se tutti e tre avessero retto quella canzone, anche quel concerto sarebbe finito. Ashton riportò ancora una volta Michael alla realtà -OK SIDNEY, SIETE PRONTI? DI NUOVO?- Questa volta strappò un sorriso a Luke, e Michael si sentì stringere il cuore guardandogli la fossetta. 
Calum afferrò il microfono in una mano, mentre gli altri si preparavano a suonare. Michael poteva vedere gli evidenti segni del dolore e della tensione sul suo volto, che era contratto come il resto del suo corpo. La canzone era iniziata e lo Calum guardava fisso il pubblico senza batter ciglio, teneva davvero molto a quella canzone. Luke si era avvicinato al microfono per cantare il secondo ritornello quando Michael incrociò lo sguardo con quello di Calum. aveva il viso rigato dalle lacrime e i suoi stupendi occhi nocciola erano lucidi, appena si accorse che Michael lo stava guardando si passò velocemente le dita sul viso per asciugarselo. Mich prese un altro profondo respiro e con un ultimo movimento delle mani, finì di suonare la canzone. Luke salutò come sempre e Ashton invece ringraziava lo stuff. Avevano superato un altra serata, un altro concerto dove nessuno si era accorto di cosa c'era tra loro. 
Ash aveva preso la mano di Calum e lo aveva portato nel suo camerino per abbracciarlo e consolarlo. solo lui riusciva a farlo, iniziava a fargli battute sceme, lo coccolava e non faceva altro che dire stupidaggini. Più di una volta Michael era entrato in camera di Calum e lo aveva trovato accoccolato ad Ashton, o addormentati l'uno tra le braccia dell'altro. 
Nel frattempo, nel back stage erano rimasti solo Luke e Michael che si apprestava a sistemare la sua chitarra e a muoversi verso il proprio camerino, ripensando alle parole di Luke, che ormai erano l'unica cosa che lo faceva sorridere. era completamente assorto nei suoi pensieri, ricordi e nella sua immaginazione quando una mano gli prese il polso e lo trascinò con se, verso una porta. Michael aggrottò le sopracciglia con confusione spostando lo sguardo sulla mano che gli cingeva il braccio. improvvisamente la sua espressione mutò, quando si accorse di uno scintillio che proveniva dal dito mignolo di quella mano. era l'anello che Michael aveva regalato a Luke per i loro 6 mesi, lui lo teneva ancora, non lo aveva mai tolto. La porta bianca difronte a loro si spalancò dopo che Luke aveva girato il pomello e Michael si ritrovò con la schiena poggiata al muro, la porta chiusa a chiave e Luke Hemmings che aveva posato entrambe le mani ai lati del suo viso, sul muro per fissare lo sguardo nel suo. -E-ehy?- aveva sussurrato Mich arrossendo di colpo sulle guance. -Dobbiamo parlare ricordi?- Lui continuava a fissarlo negli occhi e Michael non era sicuro di riuscir a reggere quel confronto -si, me lo ricordo, ricordo ogni singola parola che dici.- la fossetta torno evidente sul volto del biondo che aveva curvato le labbra in un piccolo sorriso -lo sai peró che non sono bravo con le parole, non riesco mai a esprimermi- era vero. Luke, il vero Luke era quello che cantava. -E allora, come pensi di parlare?- dopo un secondo, che a Michael sembrò un'eternità, Luke posò entrambe le mani sulle sue guance e con un gesto veloce premette le labbra contro quelle di Mich. Quest'ultimo preso dalla sorpresa inizialmente si irrigidì ma, dopo aver riconosciuto il sapore famigliare di Luke, si lasciò andare e ricambiò lentamente il bacio. era tutte le volte cosi, Luke lo prendeva alla sprovvista. Mentre le loro lingue si intrecciavano, il biondo si spinse maggiormente contro Michael che si trovò compresso tra il muro e Luke. Entrambi avevano gli occhi serrati e le mani che prima gli accarezzavano le guance ora erano scivolate sui suoi fianchi e lo avevano stretto maggiormente al ragazzo che amava. Michael intanto aveva cinto il collo ci Luke con le sue braccia e gli accarezzava piano la parte inferiore dei capelli, il suo punto piu sensibile. si conoscevano cosi bene che l'uno sapeva tutti i punti deboli dell'altro e quando si trovavano in situazioni del genere, molto spesso amavano giocare su questa cosa, per eccitarsi a vicenda. Al tocco di Mich, Luke trasalì e strinse improvvisamente le mani sui suoi fianchi per tirarlo maggiormente a se. Michael sentiva l'erezione del ragazzo premere sulla sua coscia e allontanò leggermente le labbra da quelle di Luke per riprendere fiato. Il biondo approfittò del momento per abbassarsi velocemente e posare le mani sul sotto coscia di Michael, sollevandolo e prendendolo in braccio, posò nuovamente le labbra su quelle di Mich mentre a grandi passi si dirigeva verso il divano del camerino. A Sidney si erano baciati la prima volta, nello stesso camerino. Ora peró era tutto diverso, mentre prima erano solo due sedie e uno specchio, ora il manager era riuscito a procurargli un vero camerino, con un divano comodissimo, una tv al plasma e tutto ciò che gli occorreva per rilassarsi prima del concerto. Luke era molto eccitato, Mich lo sapeva, sentiva il suo cuore da sotto la maglietta battere all'impazzata e il suo respiro accelerato. Dopo essersi seduto con Michael sulle ginocchia Luke allontanò il viso da lui e fece scivolare le mani sotto la sua maglietta per poi sfilarla velocemente. Michael gli aveva preso il viso tra le mani e lo aveva guardato negli occhi, erano azzurri come il ghiaccio quella sera, ed era strano perche non erano mai cosi intensi, il colore degli occhi di Luke fece uno strano effetto ai pensieri di Michael, che iniziarono a vagare mentre il biondo gli posava le labbra sul collo e afferrava un lembo di pelle tra i denti per iniziare a succhiarlo. Mich invece di godersi quel piacevole momento si irrigidì di colpo, aveva appena riflettuto su ciò che sarebbe successo dopo quella sera, sarebbe tornato a soffrire. Luke, tesissimo, aveva notato il movimento di Michael e si era allontanato appena dopo avergli lasciato un segno evidente sulla pelle -che succede?- lo aveva guardato incuriosito e preoccupato nello stesso momento. -è solo sesso per te Luke, non voglio essere una puttana.- gli occhi azzurrissimi di Luke si sgranarono mentre Michael scendeva dalle sue gambe -M-Mi hai lasciato tu, non ho intenzione di rivivere quel periodo della mia vita, lo sai- il biondo socchiuse le labbra e ci passò la lingua per inumidirle, cercando di nascondere l'evidente disagio. -mi stai rifiutando?- Michael si morse il labbro -i-io.... no, ti sto solo chiedendo di aspettare un po' per farlo, perché non mi sento pronto- Luke annuì abbassando lo sguardo, si passò una mano tra i capelli e si alzò dal divano. -va bene.- si girò improvvisamente, attraversò la stanza e aprì la porta, sparire nel corridoio.
"cazzo Michael, sei un coglione. adesso non tornerà mai più, ti ha lasciato per sempre, rincorrilo, vagli dietro!" questa volta non era la vocina nella sua testa a parlare, ma qualcos'altro, qualcosa che veniva da dentro, qualcosa di più profondo, qualcosa che andava in contrasto con quello che la sua testa gli diceva, cioè di stare fermo, perché se Luke lo avesse amato davvero sarebbe tornato. Infatti quella sera, la testa aveva ragione.

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Capitolo 4
*** la delusione ***


era l'una di notte, fuori il caldo secco dell'estate di luglio si faceva sentire, ma Michael aveva un enorme aggeggio che gli forniva aria fresca e calda a suo piacimento. lui era steso li, sul suo letto a guardare il soffitto, continuando a tralasciare sospiri di tanto in tanto. quella sera non era finita nel migliore dei modi, insomma, erano a Sidney, a casa loro, dovevano stare bene. invece no, Michael si sentiva malissimo. il letto era così tremendamente vuoto, mancava qualcosa, quel qualcosa che per due mesi della sua vita lo aveva riempito. a Michael, come ogni momento della sua vita, mancava Luke. si girò sul fianco destro portando lo sguardo sugli oggetti che erano sul comodino: un mazzo di chiavi, una bottiglia d'acqua, il suo telefono appositamente attaccato al caricabatterie, e un biglietto del bus. cosa ci faceva li? non potevano prenderlo, non più almeno, di solito si muovevano in macchina, quella di Ashton se erano a Sidney. Michael allungò la mano verso il biglietto e se lo girò tra le dita. era di due anni prima, non lo aveva mai buttato, ma perché? era solo uno stupido biglietto dell'autobus. la data sull'obliterazione era troppo scolorita per essere capita, così Michael lo ripose sul comodino. Quella sera era troppo preso dal rammarico per preoccuparsi di un biglietto, aveva lasciato che il ragazzo che amava se ne andasse. -hai fatto una cazzata Michael, lui non tornerà più.- se lo ripeteva in continuazione. ma d'altronde non poteva più farci nulla, l'ultima volta che aveva visto Luke quella sera era stato nel momento in cui i luminosi capelli del biondino avevano varcato la porta del camerino ed erano scomparsi. Non ce la faceva piu, aveva bisogno di lui, di stare accoccolato sul suo Luke, tra le sue braccia, al caldo. scosse la testa cercando di tornare alla realtà, non aveva senso tutto questo. Chiuse gli occhi, cadendo in un sonno leggerissimo e tormentato da incubi. dopo circa un'ora di sonno irrequieto, Mich si svegliò preso dal panico del suo ultimo sogno. si stropicciò gli occhi per circa un minuto,prima di accorgersi che qualcuno bussava alla sua finestra. Aggrottò le sopracciglia e si alzo dal letto. sicuramente era Ashton che era venuto per raccontargli tutto ciò che aveva fatto Calum, ogni suo piccolo particolare, ogni suo gesto. un lungo sospiro uscì dalle labbra di Michael. non aveva voglia di sentire l'amico che parlava della sua piccola cotta. non ce la faceva davvero, non quella sera. ma glielo doveva, Ashton aveva consolato Michael nei momenti peggiori della relazione con Luke. quando litigavano e Mich si sentiva tremendamente solo bussava a Ashton che lo accoglieva sempre in camera sua con una cioccolata, una coperta, un film e le sue coccole. era ormai arrivato difronte alla finestra e con un altro lungo sospiro scostò la tenda. socchiuse poi la porta sapendo che sicuramente Ashton sarebbe entrato senza problemi, si girò e con passi lenti si avviò al bagno della propria camera. Lo specchio era sporco, la mamma di Mich non amava toccare le cose del figlio, soprattutto mentre era in tour, cosi si limitava a non entrare in camera sua, perche altrimenti, secondo lei, sarebbe crollata a piangere pensando a lui e a quanta strada avesse fatto, ma secondo Mich era solo troppo pigra. aprì il rubinetto e con un gesto veloce si buttò degli schizzi d'acqua sugli occhi, in modo da restare sveglio e attento, pronto per Ashton. ad occhi chiusi aveva posato il viso nell'asciugamano. -Non saluti neanche più ormai?- il cuore di Michael fece un sobbalzo, lui cercò di trattenersi dal saltare ma era evidente che quella voce lo aveva sorpreso alquanto. -posso anche andarmene se non sono gradito- la voce aveva parlato di nuovo. Michael si girò improvvisamente, e lo sguardo cadde subito nei profondi occhi azzurri che lo fissavano. -no, non andare- sussurrò Mich quasi impercettibilmente -sarei solo poi.- Luke annuì per poi uscire dal bagno e ritrovarsi seduto a gambe incrociate sul letto. Michael sorpreso lo aveva seguito e si era lasciato cadere su una sedia accanto alla scrivania. per qualche momento il silenzio regnò. Mich aveva paura a parlare, non aveva idea del perché Luke fosse li sul suo letto, a fissarlo. avrebbe voluto chiedergli scusa, ma la sua voce non si decideva ad uscire. il silenzio venne finalmente rotto da Luke che si stese sul letto cigolante, e gli fece cenno di avvicinarsi. Michael non resisteva, ogni gesto di Luke era pura dolcezza, anche nei loro momenti piu intimi, quando doveva essere più istintivo, si preoccupava sempre prima che Mich stesse bene. il ragazzo si alzò dalla sedia raggiungendo il letto, ci si stese sopra e avvolse le braccia attorno alla vita del biondino. la sua testa era finita tra la scapola e il collo di Luke che lo aveva stretto a se con un braccio mentre gli accarezzava dolcemente i bianchi e freddi fianchi. Mich si perdeva tra le sue coccole, sarebbe potuto rimanere così per anni, senza muoversi, vivendo solo di Luke, del suo modo di stringere, di ogni suo piccolo movimento, del suo profumo; un profumo che inebriava, era simile a quello dei fiori, ma con quella punta di sudore, che non dava fastidio, ma che faceva impazzire, un profumo che Michael amava, così strofinò il naso contro la pelle del suo collo mentre Luke continuava a muovere piano i polpastrelli sulla pelle dei suoi fianchi. Mich aspirò una grande quantità del l'odore di Luke,stava cosi bene, era felice, ecco arrivare l'odore di fiore, adesso doveva esserci quella punta di sudore che... erba? erba appena tagliata? perche Luke profumava di erba appena tagliata? non era possibile. in due mesi di intimità non aveva mai profumato in quel modo, era un odore strano somigliava, somigliava a quello di Calum!  Michael alzò appena lo sguardo sul so collo e notò un evidente segno rosso sulla pelle, qualcosa come un livido ma più rosso. -un succhiotto, un fottuto succhiotto- aveva pensato Mich. era proprio li, sotto la mascella, e anche abbastanza evidente. Luke aveva chiuso gli occhi senza smettere di accarezzarlo, segno che era ancora sveglio. Il cuore di Michael era andato in frantumi per la seconda volta in tre mesi, per colpa della stessa persona. la sua testa gli diceva di non preoccuparsi, che magari era qualcosa di vecchio, che ne avrebbero parlato la mattina seguente. Ma non ce l'avrebbe fatta. così scattò seduto e rivolse uno sguardo arrabbiato al biondo che aveva aperto gli occhi -che c'è?- sussurrò Luke. -vattene, ora.- gli ordinò Michael. 
-cosa scusa?-
-hai capito benissimo, vai via!- Mich si era alzato dal letto e indicava la finestra. sentiva le lacrime bruciare in gola
- ma perche? che ho fatto ora?-Luke sembrava davvero esterrefatto 
-hai scopato con Calum dopo che io ti ho chiesto di aspettare. sei assurdo Lucas, vattene prima che chiami la polizia, o peggio, tua madre.- Gli occhi di Luke si incupirono e con qualche grande passo attraversò la stanza trovandosi faccia a faccia con Michael -non chiamarmi Lucas, lo sai che mi da fastidio.- ora Luke era il piu alto e aveva un qualcosa di minaccioso -ti chiamo come mi pare, visto tutto il male che mi hai fatto, ne avrò il diritto no?- gli occhi di Luke erano persi in quelli di Michael -non ho mai voluto farti del male, io ti ho sempre amato, ma sono troppo stupido per ammetterlo.- Michael socchiuse le labbra sorpreso da qell'affermazione, ma riprese velocemente il controllo di se stesso -e mi sembra giusto, allora vai da Calum e te lo scopi, è sensato, cosi stai illudendo due persone Luke!- il biondo che prima di quelle parole era a qualche centimetro da Michael, si allontanò improvvisamente e lo guardò con aria ferita. -io non voglio illudere nessuno io cerco solo di.. sistemare le cose ma non è facile- le sue labbra si erano seccate, era come se Michael potesse sentire l'amaro che era in bocca di Luke, ma quella sera non avrebbe demorso, era troppo arrabbiato e deluso per cedere alla tentazione idiota di perdonarlo -vai via, ora.- Luke annuì appena abbassando lo sguardo e si avvicinò alla finestra, era sul punto di uscire, quando un sussurro arrivò alle orecchie di Michael, una parola che di solito Luke non pronunciava, almeno non con lui -scusami- ed era sparito, senza far rumore, soltanto andato via. per la seconda volta.

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Capitolo 5
*** la rabbia. ***


dopo il brutto incontro con Luke, quella notte Michael non era riuscito a chiudere occhio. aveva un dolore allo stomaco e non capiva cosa fosse, aveva provato a mangiare qualcosa, ma non era fame, era più come una fitta costante che tirava i suoi muscoli e li contraeva in modo da farlo sentire peggio di quanto già non stesse. erano le sette e mezza quando dopo ore di travaglio nel cercare il sonno Michael aveva deciso di alzarsi e afferrare il cellulare sul comodino. lo sbloccò e girando con il dito tra le varie applicazioni, trovò twitter. era indeciso, ma dopo un sospiro aprì il social che fremeva di menzioni, messaggi e nuovi seguaci. Michael sbuffo appena, non era in condizioni di leggere quello che le fan pensavano di lui, non in quel momento. premette il dito contro la barra di ricerca e digitò il nome di Luke. Twitter lo accontentò subito aprendogli il suo profilo. Mich rimase un secondo fermo a fissare l'icon dell'amico, era davvero perfetta, dopodiché spostò lo sguardo sui tweet: un paio di risposte alle fan, qualche retweet, e qualche tweet idiota con delle faccine. Michael sbuffò di nuovo, e scorse giu con le dita, sperando di trovare qualcosa dedicato al loro ultimo incontro. stava per perdere le speranze quando un tweet gli fece storcere il naso 'so che menti'. a chi si riferiva? a lui? sentì la rabbia salirgli in gola, lui non aveva mentito, lui gli aveva sempre detto tutto. infuriato chiuse improvvisamente il social, per aprire poi la rubrica e chiamare Ashton. il telefono squillava, ma dall'altra parte nessuna voce. la sera prima era uscito, aveva sicuramente fatto tardissimo. Mich si era alzato dal letto e camminava nervoso per tutta la stanza aspettando che l'amico gli rispondesse. -e-ehy? stai bene? sono le sette di mattina, non mi chiami mai a quest'ora! Michael stavo dormendo,cristo- Ashton appena sveglio era il contrario di tutti, invece di spiccicare un paio di parole a caso, aveva la parlantina. -no, non sto bene per niente, quel cretinoide del tuo amico inizia veramente a rompermi i coglioni, vieni qui, ho bisogno di parlare, anzi aspetta vengo io- attaccò improvvisamente il telefono senza dare il tempo ad Ashton di rispondere, lo lasciò sul letto per prendere un paio di pantaloni e una canottiera, infilarseli, afferrare nuovamente il cellulare e uscire di casa cercando di non svegliare nessuno. chiuse la porta lentamente e si girò verso la strada trovandola bloccata da una figura, Michael sussultò per la sorpresa e cercò di mettere a fuoco la persona davanti a se: scarpe nere, pantaloni strappati su un ginocchio, maglietta grigia con un disegno a fumetti sopra che ricordava il logo della NASA, occhi color nocciola, capelli altrettanto scuri. -Cristo santissimo! Calum mi hai spaventato che ci fai qui?- ma l'amico gli aveva già afferrato il polso e lo trascinava con se per la strada. Michael era confuso, era la seconda volta in due giorni che qualcuno lo tirava con se, e visto che la prima volta Luke aveva intenzioni poco carine, Mich alzò un sopracciglio guardando Calum che camminava sempre più velocemente. quel ragazzo era un vero e proprio armadio, spalle piazzate, muscoli delle braccia sviluppati, bicipiti scolpiti, gambe robuste e muscolose, nonché il suo migliore amico, un buon motivo per non cadere in strane tentazioni. Michael non si sarebbe mai immaginato una notte con Cal, nonostante lo ritenesse un ragazzo stupendo, era il suo migliore amico, non riusciva a vederlo come possibile ragazzo; infatti quando si trovarono Michael spalle al muro e Calum davanti, il ragazzo si rese conto che stava succedendo qualcosa che avrebbe dovuto fermare. stava per parlare, allontanare Cal da lui quando il moro lo anticipò e con un movimento rapido del braccio tirò uno schiaffo in pieno viso a Michael che rimase così sorpreso da riuscire a trattenere a stento le lacrime -che ti passa per la testa brutto imbecille?- Mich si teneva la guancia in una mano premendo appena cercando di non mostrarsi troppo vulnerabile -cosa mi passa per la testa? me lo stai chiedendo davvero?- sembrava infuriato -ha pianto Michael, ha pianto tutta la notte! non è riuscito neanche a dirmi il perché, singhiozzava e basta, scuoteva la testa e diceva il tuo nome. che cazzo gli hai fatto?- aveva alzato il tono di voce, la vena sul suo collo si era gonfiata e una delle sue mani aveva stretto il braccio di Michael -perché ti giuro, che se gli hai fatto qualcosa o lo hai fatto soffrire,ti ammazzo con le mie mani- a quelle parole le dita di Calum si strinsero di più sul braccio di Mich che iniziò a sentire un dolore atroce su quel punto. spostò lo sguardo incredulo dagli occhi furiosi di Calum alla  mano stretta contro la sua pelle. Luke era tornato da Calum dopo che Mich lo aveva sgridato, piangendo, era tornato da Calum per piangere, non per altro. A Luke serviva solo una spalla su cui posare le sue preoccupazioni, qualcuno che potesse stringerlo a se e non lasciarlo più. per la prima volta dopo due mesi, Michael si rese conto che era quello che voleva essere per Luke, anche una spalla su cui piangere, non solo sesso, o il ragazzo perfetto, aveva bisogno anche di piangere con lui, sgridarlo, arrabbiarsi per poi fare pace con un bacio rubato. 'ha pianto' pensò tra se e se Michael mentre Calum si aspettava una risposta. lo aveva davvero fatto piangere? lui lo amava, non voleva che piangesse, voleva essere felice con lui, nonostante tutto, nonostante lo avesse tradito ancora. -Calum, io non gli ho fatto niente. dovresti chiederti invece cosa lui ha fatto a me. E non dirmi che ne sei all'oscuro, perché continui a scopartelo- Il colorito di Cal cambiò improvvisamente, balbettando qualche parola lasciò il braccio di Michael e abbassò lo sguardo -i-io... n-non...- continuava a farfugliare. Mich non sopportava quando lo faceva, gli faceva saltare il sistema nervoso, non era capace mai di giustificarsi. -sta zitto per favore, ieri sera il tuo amichetto è venuto a casa mia, ha attraversato tutta la città per stendersi sul mio letto, con il TUO odore addosso.- Mich iniziava a metabolizzare lo schiaffo che gli aveva dato prima il moro e di conseguenza la sua rabbia salì -ho visto il succhiotto che gli hai fatto. abbi almeno la decenza di non lasciargli segni visibili, cretino- Calum arrossì e si allontanò velocemente dall'amico, che gli andò contro avvicinandosi di più  -quindi, prima di venire a picchiarmi, chiediti se sei apposto con la coscienza- gli puntò un dito contro per poi premerglielo sul petto, all'altezza del cuore -stai bene qui dentro dopo che mi hai tradito? dopo che tu e Luke mi avete spezzato il cuore?- i suoi occhi erano puntati su quello di Calum che iniziavano a riempirsi di lacrime -s-scusa Mich, hai ragione non mi merito niente i-io sono... - con qualche grande passo si allontanò di più -smettila di chiedere scusa e prenditi le tue responsabilità- ma Calum era già corso via, lasciandosi dietro l'odore di erba appena tagliata che aveva distrutto Mich la sera prima. 
rimasto solo in quella vietta stretta Michael si passò entrambe le mani sul viso, strofinandoselo per riprendersi un attimo. non voleva trattare così Calum, ma era così arrabbiato che non si era reso contro delle parole che aveva pronunciato. un lungo sospiro uscì dalle labbra di Michael. che cazzo, continuava a combinare danni, ora gli rimaneva solo Ashton. oh merda Ash! lo aveva scordato, lo schiaffo di Calum lo aveva rincoglionito completamente, doveva andare dal suo amico. si incamminò velocemente per la strada cercando di non pensare a tutto ciò che era successo ma la sua mente ormai vagava tra gli occhi Luke e il profumo di Calum. aveva ripensato ai mesi in cui erano una coppia, quando le loro mani non si staccavano mai, si sfioravano continuamente cercandosi e trovandosi sempre. gli mancava quel contatto così innocente con Luke, era quello di cui aveva bisogno più di ogni altra cosa al mondo. scosse la testa tornando alla realtà e si trovò davanti a casa di Ashton, le sue gambe conoscevano a memoria la strada. si schiarì leggermente la voce per poi posare la mano chiusa a pugno sulla porta e lasciarci due colpi. si aprì quasi subito e la mamma di Ashton fece capolino dalla porta salutandolo amorevolmente tra abbracci e pacche sulle spalle-Michael tesoro! dai vieni entra, Ash è di sopra, credo che dorma ancora- Mich strinse appena tra le braccia la signora Irwin che sciolse l'abbraccio per lasciarlo passare e chiudere la porta. il ragazzo si diresse sulle scale, verso la porta della camera del suo amico, che trovò appena socchiusa. ""-No ehy, non piangere, no no no non farlo- Ashton non parlava mai da solo, ci doveva essere qualcuno con lui, così Mich si affacciò dallo spiraglio di porta aperta senza farsi sentire e spiò nella camera: tutto sembrava normale, il solito letto a una piazza e mezzo, la solita scrivania, il solito armadio. La finestra era spalancata e sulla soglia Ashton stringeva tra le braccia qualcuno che singhiozzava -l'ho p-picchiato Ash, ti rendi conto? è tutta colpa mia se Mich e Luke si sono lasciati, i-io non volevo, sto malissimo- sussurrava Calum che era sempre più  stretto ad Ashton,doveva essere entrato dalla finestra. -ehy, non stare male ti prego, non riesco a vederti così- Ash aveva preso il viso dell'amico tra le mani e lo guardava dritto negli occhi. -sono una persona insignificante Ashton, una piccola, insignificante merdina, che non serve a nulla- Il ragazzo dalle iridi chiare mosse appena i pollici sulle guance di Calum per asciugargli le lacrime.-servi a farmi sentire così fottutamente bene. ogni volta che sorridi mi si illumina il cuore, ogni fottuto giorno penso come sarebbe averti tra le braccia per stringerti e non lasciarti, mi farei piccolo piccolo per potermi infilare in una tua tasca ed essere li, pronto per proteggerti quando ne hai bisogno, mi fai sentire vivo Calum quindi servi, servi a farmi respirare- A queste parole gli occhi scuri di Cal incontrarono quelli verdi e accesi di Ashton, entrambi si protesero in avanti, chiusero le palpebre, e si sfiorarono le labbra. rimasero fermi per qualche minuto, entrambi presi a bagnarsi le labbra con quelle dell'altro, a intrecciare le loro lingue restando cosi stretti l'uno all'altro che Mich si sentì di troppo nonostante Cal e Ash non sapevano che lui fosse li, dietro la porta ad osservare qualcosa di così tremendamente irreale. Finalmente Ash era riuscito a baciare Calum. non ne aveva mai avuto il coraggio,ogni volta dopo un concerto, mentre Mich cercava di riprendersi, Ashton correva da lui e gli raccontava quanto era triste, o quanto era stato bello Calum quella sera sul palco. e ora si baciavano. Ma Calum si era davvero reso conto di quello che Ash provava per lui? 
un rumore improvviso fece tornare alla realtà Michael, che si girò abbastanza velocemente da vedere il piccolo fratellino di Ashton, Harry, che correva verso la camera socchiusa dove i suoi due migliori amici stavano avendo un momento di intimità. Mich voleva bloccarlo, ma Harry era un bambino di otto anni troppo veloce, così in dieci secondo si ritrovò scaraventato nella camera di Ashton con suo fratello in braccio che scalciava chiamando il nome del suo amico e di Calum. i due si staccarono velocemente l'uno dall'altro e il viso di Ashton attraversò prima la fase della sorpresa, poi quella della tristezza per aver dovuto lasciare Calum e infine la rabbia. Michael non lo aveva mai visto cosi furioso, e non riusciva a capire se si trattava di rabbia verso di lui o verso Harry, così posò il piccolo a terra e guardò Ashton che avanzava verso di lui -ehy!- non sapeva veramente cosa dire, di solito aveva sempre qualcosa con cui chiudere una discussione -cosa diamine ci fai qui? mh?- le parole di Ashton erano chiaramente riferite a lui e non al piccolo Harry che era corso ad abbracciare Calum. -te l'avevo detto che sarei passato- Cal intanto aveva preso in braccio Harry che chiedeva continuamente al moro di giocare. -potevi almeno bussare no?- le iridi verdi di Ash si incupirono e si puntarono verso quelle di Mich -non volevo.. interrompere.- Calum socchiuse le labbra, voleva dire che Mich li aveva visti. -vai via. ora, prima che perda il controllo del tutto.- Ashton si era avvicinato troppo a Michael e aveva serrato le mani in due pugni lungo i fianchi. -va bene, ho capito, vado.- Mich si era avvicinato velocemente alla porta, pronto per lasciare la stanza, posò uno sguardo su Calum e scosse appena la testa. l'amico di rimando non lo guardò non ne ebbe il coraggio, teneva lo sguardo basso, passava dei piccolo giocattoli a Harry ma non accennò neanche appena a Michael. 
il ragazzo corse giù dalle scale, piu veloce che poteva, afferrando la maniglia della porta si scaraventò fuori dalla casa del suo amico. cosa aveva fatto? aveva distrutto il momento d'intimità tra Ashton e Calum.lui sapeva come ci si sentiva, molto spesso infatti, quando Luke e Mich erano una coppia e erano soli per qualche minuto, arrivava prontamente qualcuno a interromperli. era una cosa che non sopportava. ma adesso cosa gli rimaneva? Calum era troppo testardo, e poi con lui aveva sbagliato Cal, non aveva intenzione di chiedergli scusa; per Ash invece, avrebbe dovuto mettersi in ginocchio  cercando di farsi perdonare; e poi c'era Luke, un tasto che non era il caso di premere al momento. Così Michael abbastanza logorato dai suoi pensieri si ritrovò a camminare verso casa. Gli mancava. non c'era niente da fare, gli mancava il suo piccolo, il ragazzo che avrebbe voluto per sempre, il suo Lukey. infilò una mano nella tasca dei pantaloni cercando le chiavi, ma un sospiro scocciato che gli uscì spontaneo segnalò che le aveva dimenticate. Controllò l'ora sul cellulare, erano le dieci e mezza. a quest'ora di solito lui e Luke si svegliavano, e si facevano la colazione. "basta Michael,smettila di pensare a lui." sussurrò tra se e se -a chi pensi Mich?- una voce fin troppo famigliare lo fece sussultare. non era possibile, per la terza volta in due giorni, Luke lo aveva spaventato, quel ragazzo aveva bisogno di muoversi con meno grazia, altrimenti sarebbero andati avanti così all'infinito. Michael si girò e il suo sguardo si perse, come ogni volta, tra le iridi azzurre si Luke. il biondo fissò lo sguardo negli occhi di Michael ed entrambi rimasero in silenzio per qualche secondo.-hai veramente bisogno di una risposta a questa domanda inutile?- Luke curvò appena le labbra, accennando un sorriso. quelle due maledette fossette erano sempre presenti, e con loro Mich faceva fatica a concentrarsi. -pensavo che magari, avremmo potuto parlare un attimo- aveva cambiato discorso? -di cosa vuoi parlare? credevo che sta notte fossimo stati chiari, tu hai Calum no?- Mich cercava di provocarlo, Luke non sapeva niente del bacio tra i suoi amici, quindi questo era un punto a suo favore. -io non ho Calum, lo sappiamo entrambi.- gli occhi del biondo si erano incupiti e il suo sguardo era precipitato verso terra -non prendermi in giro. sei ancora innamorato di lui non è così?- Luke tese tutti i muscoli e con una fatica immensa alzò lo sguardo, posandolo su quello di Michael -non sono innamorato di lui- il tono di voce era rimasto in sospeso come se avesse voluto dire qualcos'altro, ma Michael fu più  veloce e lo interruppe -si che lo sei, mi hai mollato per lui, questo lo sanno tutti, hai fatto di tutto perché io non sapessi che c'era e c'è qualcosa tra di voi, poi vieni da me, con un fottuto succhiotto sul collo, come se io fossi scemo. Ho gli ho occhi Luke, ci vedo benissimo.- prese fiato prima di ricominciare a parlare -quindi se quello che vuoi è Calum ok, vai da lui, ma non voglio che tu venga da me, per chissà quale ragione e mi illuda.- aveva detto tutto questo a Luke, si era sfogato, gli aveva rivelato quello che provava. -cosa stai dicendo Michael?- le sopracciglia del biondo di aggrottarono e Michael senza staccare gli occhi dai suoi disse -sto dicendo che devi scegliere, o me, o lui.-

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Capitolo 6
*** Le lacrime ***


Il ghiaccio dentro lo smeraldo, era questo che succedeva quando gli sguardi di Michael e quello di Luke si incontravano. Potevano rimanere così per giorni, a fissarsi, senza staccare mai gli occhi da quello che li rendeva felici, senza aver bisogno d'altro. Michael aveva appena chiesto a Luke di prendere una decisione importante, e non sapeva neanche perché lo avesse fatto, era chiaro che, come la prima volta che lo aveva lasciato, Luke preferiva Calum. Eppure i loro occhi continuavano a fissarsi. Michael si girò deluso, Luke gli aveva appena confermato, con l'assenza di una risposta, che non era lui che voleva. Allungò il braccio puntando il dito contro il campanello, quando il biondo gli afferrò il polso con decisione, e con la stessa intensità lo girò verso di se. I loro occhi si incontrarono di nuovo, il verde di Michael nell'azzurro di Luke. Perdeva la testa ogni volta che lo guardava. Il minore si protese in avanti socchiudendo gli occhi e posò le labbra su quelle di Michael che colto dalla sorpresa sussultò leggermente, prima di sciogliersi tra le braccia del ragazzo che amava. Il sapore del metallo del piercing di Luke era ormai tra le labbra di Mich, che aveva posato entrambe le mani attorno al collo del biondo per avvicinarsi di più a lui. Le loro labbra continuavano a sfiorarsi, le loro lingue giocavano, danzavano l'una con l'altra, le loro braccia si stringevano, era tornato tutto come due mesi prima, quando tutto questo era normalità. Luke fu il primo ad allontanare il viso, riprese fiato e sussurrò con un filo di voce, in modo da far sentire le sue parole solo a Michael. -io ti amo, io voglio te, te e basta Mich- lo aveva detto. Luke si era confessato. Michael che aveva ancora gli occhi socchiusi e i pensieri offuscati dal loro bacio si morse il labbro cercando di tornare alla realtà, cercando di realizzare ciò che il ragazzo che aveva sempre desiderato gli aveva appena detto.-ti amo anch'io- non aveva altre parole ora in mente, non c'erano altre risposte. Il biondo sorrise e posò una mano sulla guancia di Mich. Il suo tocco risvegliò in Michael delle sensazioni dimenticate, quel calore che aveva solo la mano di Luke, quel movimento così rilassante che solo lui era capace di compiere. Le loro labbra si sfiorarono nuovamente, un bacio veloce, quasi rubato, come per confermare ciò che si erano detti. Erano tornati insieme, dopo due mesi Michael era ricaduto nel vortice che ti prendeva, ti strapazzava, ti confondeva e ti rimetteva in piedi, chiamato anche Luke Hemmings. Il biondino cercò la mano di Mich che non perse tempo e la intrecciò con la sua. Rimasero lì fermi, per qualche minuto, a guardarsi, a cercare quegli sguardi che mancavano così tanto l'uno all'altro, quegli occhi che si completavano. Cosa era successo a due ragazzi che si odiavano,che non potevano stare nella stessa stanza senza che qualcuno di loro due finisse con l'insultare qualche parente stretto del nemico, a quei due ragazzi che poi pian piano avevano imparato a conoscersi, ad essere amici, ora avevano iniziato ad amarsi davvero. Gli occhi di Michael si chiusero completamente e il respiro caldo e rassicurante di Luke si espanse sulle sue labbra, ma nessuno dei due sì protendeva in avanti, non volevano sfiorarsi più del necessario, volevano godersi ogni singolo bacio, ogni momento passato abbracciati, così stretti l'uno all'altro da sembrare una persona sola. Era tutto perfetto, quello era il momento più bello della vita di Michael, aveva tralasciato tutto il resto, per lui ora esisteva solo Luke. Quando un rumore lo portò alla realtà si allontanò velocemente dal suo ragazzo, che con un'espressine triste ma più simile al deluso abbassò lo sguardo. Mich posò gli occhi sulla porta che si stava aprendo, sua madre era in piedi sulla soglia, qualche bigodino tra i biondi capelli, vestaglia rosa e pantofole abbinate -Michael, cosa diamine ci fai lì? Sono le 10 del mattino, pensavo dormissi- il ragazzo sbuffò roteando gli occhi al cielo -ho una vita mamma.- era davvero scocciato, aveva interrotto il suo momento speciale. -va bene, stai calmo. Muoviti ho fatto la colazione- lo rimproverò con lo sguardo, continuando ad ignorare la presenza del biondo. -sisi, ok, saluto Luke e arrivo- la mamma di Mich sembrò come uscita da una trance, scosse la testa, stropicciò gli occhi e posò in fine lo sguardo su Luke. Sua madre lo odiava, lo odiava davvero. Aveva sempre pensato che non fosse un bravo ragazzo. Tutto chitarra e voce, era sicura che avrebbe fatto del male al suo piccolo Michael, infatti quando Mich e Luke si erano lasciati, e il ragazzo era tornato a casa qualche giorno, lei non si trattenne dal dirgli il solito "te l'avevo detto" che mandò su tutte le furie Michael. Sua madre non capiva cosa fosse per lui Luke, quando Mich parlava del suo ragazzo, sembrava come se non si fosse mai innamorata, come se Luke fosse la persona più spregevole del mondo. -salve signora Clifford- il biondo alzo una mano e accennò un dolce sorriso, che fece sciogliere il cuore a Michael, era ricomparsa la fossetta destra. Gli occhi della donna si assottigliarono, e lo guardarono con astio -si, ciao.- si girò e rientrò in casa lasciando la porta socchiusa. Mich si avvicinò velocemente a Luke. -mio dio scusala- il ragazzo di rimando gli sorrise -dovrà accettarmi prima o poi, perché non credo me ne andrò mai dalla tua vita- a queste parole lascio un bacio a fior di labbra a Michael, e andò via lasciandosi dietro la solita scia di profumo che riempiva le narici di Mich e gli saliva fin nel cervello, offuscandolo. Il ragazzo rimasto alla porta, sorridente si avviò dentro essa è la chiuse alle sue spalle iniziando a camminare verso la cucina. Cristo, lui e Luke erano tornati insieme, dopo due mesi di dolore al cuore, Mich era felice, riusciva a sorridere ancora. Si sedette al tavolo con sua madre e iniziò a mangiare i suoi cereali -dovresti smetterla di frequentare quell'Hemmings, non mi piace per niente, e sai già come la penso al riguardo- Michael sbuffò rumorosamente - ho 18 anni mamma, so cavarmela da solo, e poi sta volta é diverso- la signora Clifford posò nel lavandino qualche stoviglia facendo più rumore del necessario, come per far notare a suo figlio quanto fosse arrabbiata - oh e in che modo sarebbe diverso? Sta volta tornerà con dei succhiotti sul petto?- sua madre aveva sentito cos'era successo la sera prima. -sai dovresti imparare che origliare non è una cosa carina- Mich si era alzato, allontanando la sedia dal tavolo velocemente. -non ho origliato, eri arrabbiato e hai iniziato ad urlare- le guance del ragazzo avvamparono improvvisamente. Aveva ragione sua madre, come sempre, tra quelle mura passava davvero anche l'aria, e lui se lo ricordava perché quando stava male, e piangeva la notte per Luke, la mamma ad una certa ora entrava in camera sua e lo stringeva forte tra le sue braccia. -beh ora è diverso, accettalo mamma.- con uno sguardo furioso, ma ancora rosso sulle guance Michael si fiondò in camera sua chiudendo la porta a chiave. Doveva chiamare Ashton, parlargli, chiedergli scusa. Afferrò il cellulare dalla propria tasca e finì su chiamate recenti. Il telefono squillava. -pronto?- Ash sembrava scocciato -ehy Ash sono io, Mich- l'altro sbuffò cercando di fare il sostenuto, ma entrambi sapevano che erano troppo amici per litigare tanto. -dimmi.- le sue risposte però erano troppo secche, c'era qualcosa che non andava. -io ho chiamato per chiederti scusa, sono stato un idiota,mi dispiace, volevo solo fermare Harry perché avrebbe rovinato il vostro momento e non mi andava- Ash rimase zitto per qualche istante,doveva essere davvero grave, poi però rispose -va bene Mikey, non preoccuparti, passo da te più tardi così parliamo un po'- agganciò il telefono senza dare la possibilità a Michael di ribattere. Avrebbe aspettato Ash sul suo letto, a sorridere, a pensare a lui e Luke. Prese le cuffiette chiuse gli occhi sospirando. Era partita una delle poche loro canzoni che aveva salvato sul telefono: The Only Reason. Era la canzone che aveva scritto per Luke, lui lo sapeva, lo sapevano tutti, anche le fan, ma lui non lo aveva mai ammesso. Non poteva, non avrebbe mai potuto rovinare l'immagine che stavano cercando di dare alla band, ci teneva troppo a non sembrare una delle classiche boyband composte da soli ragazzi,che tutti odiano. Quello che voleva essere Michael era molto più di questo, lui e i suoi amici volevano diventare una leggenda, volevano seguire le orme dei Green Day, dei Rolling Stones dei Blink 182. Era sempre stata la sua musica, quello che amava fare, non poteva certo dire al mondo che lui era gay e che stava con Luke, ne tantomeno Ashton avrebbe potuto dire di lui e Calum. Finita la canzone Michael iniziò a girarsi nel letto. Avrebbe voluto davvero dire a tutti che aveva ritrovato l'amore della sua vita, dopo due mesi. Qualcuno bussò alla solita finestra, e lui tornò alla realtà. Ashton, sicuramente. Si alzò velocemente dal letto e aprì la porta vetrata, trovandosi davanti la figura muscolosa e massiccia, vestita con jeans neri e maglia a fumetti di Calum. Michael alzò un sopracciglio confuso -cosa ci fai qui?- Cal scosse la testa -devo parlarti, posso entrare?- il ragazzo si spostò di lato e lo lasciò passare. Calum entrò in camera e si sedette sulla sedia accanto alla scrivania, i suoi occhi diventarono leggermente lucidi alla visione di quella stanza, non ci entrava dai tempi del liceo, quando erano ancora bambini, quando si preoccupavano solo di divertirsi, di vivere le loro normali vite. -ricordi quando ci sedemmo qui- indicò con la mano l'altra sedia accanto a lui -e facemmo quel video in cui chiedevamo di seguirci su Facebook e su Twitter e magari di farci diventare famosi?- Mich ebbe una stretta al cuore. Certo che se lo ricordava, era un periodo della sua vita in cui tutto era nuovo, anche Calum era diverso quegli anni. Era molto più affettuoso con lui, lo abbracciava di continuo, non si staccavano un momento, si capivano con uno sguardo e quello che faceva uno faceva l'altro. Annuì facendo capire a Calum che anche a lui mancavano quei tempi. -a volte tornerei in dietro, per rimediare alle stupidaggini che ho fatto.- il moro s'incupì improvvisamente. Alludeva a lui e Luke sicuramente -lo faremmo tutti.- Michael voleva davvero bene a Calum, non voleva litigarci o trattarlo male, ma sta volta aveva esagerato. Si sedette sulla sedia affianco alla sua e accese il computer. -pensi che finirà mai questa storia?- Mich iniziò a giocare con qualche tasto del computer e alzò le spalle rimanendo in silenzio. -ascoltami, è importante.- lo sguardo di Michael si spostò su Calum, erano davvero troppo vicini -senti Mich, i-io non volevo darti quello schiaffo prima, sono un idiota, hai ragione tu, solo che io lo sai insomma..- le parole finirono attorcigliate tra loro e Michael si morse il labbro inferiore, non ce la faceva a vederlo così, pieno di colpe, che cercava di giustificarsi. La sua mano si posò sulla spalla dell' amico, che di rimando alzò gli occhi nei suoi -mi dispiace, davvero tanto, sono un egoista, L-Luke mi aveva anche detto di essere ancora innamorato di te, è colpa mia, io l'ho spinto a tornare a letto insieme ieri sera, non prendertela con lui, ti prego- le braccia di Michael si mossero da sole e si strinsero attorno all'amico, facendo così tanta pressione che sembrava stesse per strozzarlo -smettila idiota, tutti siamo stati innamorati- le parole gli uscirono in un sussurro all'orecchio di Calum, che gli prese il viso tra le mani e lo guardò dritto negli occhi -il fatto è che tu non sai di chi sono innamorato io.- anche quest'ultimo sussurrò avvicinandosi di più a Michael che fermo chiuse gli occhi aspettandosi il peggio. Deglutì sapendo che stava facendo la cosa più sbagliata del mondo, che stava tradendo Luke e Ashton, ma non riusciva a fermarlo, gli voleva troppo bene, era il suo migliore amico e un'altra delusione lo avrebbe ucciso. Le labbra di Calum erano davvero vicine, aveva chiuso gli occhi anche lui, si era proteso in avanti. Stavano per sfiorarsi le labbra quando una figura apparve dalla finestra. La sua voce non era mai roca, i capelli mai stati così scompigliati, neanche la bandana che aveva in testa li conteneva, gli occhi mai stati così pieni di odio e delusione. -scusate se interrompo, mentre scappavi da casa mia,ci hai lasciato un po' di fedeltà- Ashton era furioso, fissava Michael. -Ash non è successo niente- Ashton gli aveva puntato un dito contro e gli di avvicinava minacciosamente -non ho appena visto il mio migliore amico con quello che pensavo fosse il mio ragazzo?- spostò lo sguardo su Calum -con te faccio i conti dopo- Michael si alzò e indietreggiò, arrivando con la schiena contro il muro -si ma non è successo niente, stavamo solo parlando-Ashton era davvero troppo vicino -io non parlo ad una persona con le labbra attaccate alle sue- aveva afferrato Michael per il colletto della maglietta e lo aveva alzato appena da terra. Il ragazzo deglutì, gli sembrava di essere tornato davvero al liceo, con i bulletti che lo rincorrevano, lo picchiavano e lo infilavano nei bidoni della spazzatura. Ashton non ci vedeva più dalla rabbia, Calum di suo si era coperto il viso con le mani e aveva iniziato a piangere. Michael sentiva già il pugno di Ashton sulla guancia. -sei una merda lo sai?- fissò lo sguardo nel suo e carico il destro. Mich era pronto a ricevere il cazzotto quando qualcosa blocco il braccio di Ash. Una mano con un anello al mignolo lo girò con violenza e lo scaraventò sul letto,sferrandogli un pugno in pieno viso. Luke era completamente rosso di rabbia, fissava Ashton con odio puro negli occhi e gli puntava un dito contro -non devi toccare Michael, neanche se ha fatto una cazzata, non devi sfiorarlo, intesi?- 

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Capitolo 7
*** Lo sporco ***


Qualcosa di accecante si sprigionò sul viso del ragazzo, che, con estrema fatica aprì gli occhi. La signora Clifford era sulla porta della camera di suo figlio, ancora rannicchiato tra le coperte, con un vassoio in mano e un'espressione dolce sul viso. Era veramente una gran rompiscatole, sapeva mettere il dito nella piaga quando voleva, sapeva colpire Michael con frecciatine e commenti provocatori se c'è n'era bisogno ma quando suo figlio stava male, per qualsiasi motivo, per lei il mondo non c'era più. Si avvicinò con passo felino al letto di Michael che sbuffando, si girò di spalle mormorando qualche parola sconnessa. Il vassoio si fece largo sul comodino accanto al cellulare del ragazzo che minacciava di spegnersi da un momento all'altro. La mamma si sedette al bordo del letto, passando una mano tra i capelli fini, e rossi quel mese, di suo figlio. Non appena percepita la presenza della madre, Michael si girò, e si rese conto che un altro giorno era arrivato. Andava avanti così da sette giorni dopo la rissa. Stava chiuso nella sua camera mentre leggeva i commenti che le fan postavano su Twitter, tutti che si chiedevano cosa facessero i 5 seconds of summer in quei momenti  di relax a casa. Ma nessuno di loro era dell'umore per postare qualcosa. La mamma gli portava il cibo tre volte al giorno, e lui lasciava la sua piccola reggia sicura solo per lo spuntino di mezzanotte. Gli sembrava di essere tornato ai tempi del liceo, quando non aveva nessuno,era solo lui contro il mondo. La mano della signora Clifford scivolò sulla guancia ancora leggermente arrossata di suo figlio. - hai passato di nuovo tutta la notte ad aspettarlo non è vero?- il ragazzo annuì piano, mentre sentì come un nodo formarglisi nella gola. - e non l'hai sentito neanche oggi.- quella della signora Clifford fu come una risposta alla sua stessa domanda, suonata come un dolce ma preoccupato sussurro. Un altro piccolo movimento del capo segnalò alla signora che ancora una volta aveva avuto ragione. Mich infatti aveva lasciato che il sonno lo travolgesse solo dopo il sorgere dell'alba, quando gli uccellini avevano iniziato a cantare. Lo aveva aspettato, un possibile messaggio, una chiamata o forse aveva aspettato proprio lui, che con le sue spalle larghe, i suoi capelli lucenti e gli occhi ghiacciati si presentasse alla porta della sua finestra e bussasse. Ma niente, niente di niente. Da sette giorni Luke era sparito, così come erano spariti Ashton e Calum. Aveva scritto a tutti e tre, ma ovviamente con scarsi risultati. Così invece di leggere un Twitter arrabbiato per la loro improvvisa scomparsa, si costrinse a scorrere il rullino fotografico del suo cellulare e le lacrime gli rigarono le guance. Poi aveva finalmente chiuso gli occhi, con le immagini ancora fresche della rissa impresse nella mente, rivedeva Ashton dallo sguardo furioso, che lottava contro Luke, e Calum, lo vedeva sulla sedia accanto al computer in lacrime. Rivedeva il viso sconvolto della signora Clifford, che minacciava di chiamare la polizia, e rivedeva suo padre fermare la scarica di pugni che Luke era intento a sferrare contro Ashton. Allora aveva riaperto gli occhi, velocemente, trovandosi nuovamente nel buio della sua stanza, come ogni notte dove cercava di addormentarsi. Non poteva rivivere quell'orrore ancora una volta, così, per una settima notte, aveva deciso di non dormire, finché il sonno non lo avesse travolto senza bisogno di pensare a nulla. - non credi sia il momento di chiamarlo?- la voce della signora Clifford tornò ancora una volta all'orecchio del figlio, che prontamente scosse la testa. Non faceva altro che accennare movimenti con il capo o piccole alzate di spalle da ormai una settimana. La mamma annuì, continuando a passare le dita tra i capelli del figlio - dovrai farlo prima o poi Mikey.- lo sapeva, avrebbe dovuto farlo. Ma aveva paura, paura di essere travolto nuovamente dallo sguardo glaciale che Luke gli aveva lanciato uscendo dalla sua camera il giorno della rissa, paura però anche di non rivederlo più. Quel pensiero gli blocco il cuore per un secondo e lo sguardo gli si posò sul muro, come per nascondere alla mamma le grandi lacrime che iniziavano a rigargli le guance.  La signora Clifford sospirò leggermente nel vedere il luccichio del bagnato sulla pelle del figlio, e passò le dita nei punti in cui le lacrime erano più evidenti, per asciugarle. Tornò poi a parlare un'ultima volta - vado a fare la spesa, perché non esci un po' con me? magari starai meglio.- la voce della donna risuonò come un sussurro all'orecchio di Michael, che con gli occhi fissi sul muro, scosse ancora una volta la testa. Sconfitta, la mamma si alzò dal letto, e uscendo dalla stanza lasciò nuovamente suo figlio con i suoi pensieri. Un rumore fin troppo famigliare scosse Michael che si passo le dita sulle guance, per asciugare quel poco di pelle bagnata rimasta, e afferrò il cellulare che sul comodino continuava a tremare. La luce dello schermo lo investì improvvisamente, tanto da fargli socchiudere gli occhi. Non appena ripresa la sensibilità della vista, il cuore perse un altro battito. L'ultimo messaggio sullo schermo del suo cellulare proveniva da Luke. Le labbra gli si schiusero appena per la sorpresa e gli occhi vedevano tutto perfettamente. "Voglio vederti, sto venendo a casa tua. Assicurati che non ci sia nessuno questa volta." Le mani di Michael presero a tremare, e il telefono cadette sul letto. - cazzo - fu tutto quello che riuscì a dire, mentre si guardava intorno. Fogli a terra, vestiti sulla scrivania, cibo della notte buttato sul letto o sul comodino. Quella stanza era un vero disastro, per non parlare di lui, non si faceva una doccia da una settimana. Si alzò con un'agilità non sua, afferro tutti i vestiti che aveva sparsi per la stanza e li lanciò dentro l'armadio. Prese poi un cestino, dove invece ammucchiò tutti i rimasugli di cibo, e cartacce. Passò davanti allo specchio, le occhiaie erano evidenti e i capelli cadevano sporchi sul suo viso. Si avvicinò velocemente alla finestra, tirò su la tapparella. La luce invase la stanza e gli ci volle qualche secondo per abituarsi. Spalancò la portafinestra e mise il viso fuori per un momento cercando di prendere aria. Chiuse gli occhi, prima di rientrare in camera, e avviarsi al bagno, dove aprì l'acqua della doccia. I vestiti gli scivolarono via velocemente, uno dietro l'altro e con un movimento veloce si ritrovò sotto il getto caldo della doccia. Posò la fronte contro il muro e sospirò, godendosi quegli attimi di silenzio. Aveva ancora la mente scombussolata da tutto quello che era successo da quando erano tornati in Australia. Lui è Luke erano tornati insieme, Calum e Ashton, poi Cal che aveva provato a baciarlo. Un'improvvisa sensazione di paura lo percosse. Un piccolo tremolio, come un brivido gli passò sulla schiena, la sua mente aveva ricominciato a produrre pensieri malsani e la paura non lo aiutava. Non voleva che Luke lo lasciasse, non voleva non poterlo più guardare negli occhi, aveva bisogno di lui, delle sue braccia, delle sue labbra. Tra le gocce d'acqua, una lacrima si fece largo. Si passo la mano sulla guancia, prima di tornare alla realtà scosso dal rumore della porta della doccia che si apriva. Si girò, e ancora una volta, il ghiaccio si perse nello smeraldo. Si guardavano, nessuno dei due osava parlare, mentre il corpo perfetto di Luke si avvicinava a Michael. Due possenti braccia lo avvolsero, e lo tirarono verso il biondino che non staccava lo sguardo dal suo. Le dita di Michael passarono tra i capelli del ragazzo più alto, che posò la fronte sulla sua e chiuse gli occhi. - non voglio parlare ora, ok?- il sussurro di Luke strinse il cuore di Michael. Non lo aveva mai sentito così indifeso, così debole e abbattuto, così per la prima volta in una settimana le labbra di Michael si mossero - dovremmo farlo prima o poi Luke- sapeva che con quelle parole, il ragazzo si sarebbe allontanato. Ma non quella volta, Luke lo strinse con più forza e le dita di Michael i intrecciarono tra i suoi capelli.  - preferisco poi- un altro sussurro si insinuò nell'orecchio del più basso, che affondò il viso nell'incavo del suo collo. Luke passò le dita sulla schiena di Michael che alzò lo sguardo. Le loro labbra si sfiorarono, in un piccolo e veloce bacio. Poi il biondo si spostò e prese a mordicchiargli un lembo di pelle del collo. Un ansimo uscì dalle labbra di Michael che si rilassò completamente tra le braccia del suo ragazzo. Le loro braccia si stringevano, le loro labbra si sfioravano, tutto era perfetto. Michael era scosso da gemiti mentre Luke lo stuzzicava, lo spingeva contro il muro e giocava con la sua intimità. Tutto ora era al suo posto, niente poteva cambiare ciò che erano loro due in quel momento, ciò che si sussurravano. Luke lo tirò su, alzandolo per le cosce, che Michael legò prontamente al suo bacino. Si fermarono qualche istante a fissarsi negli occhi, non era solo un momento d'eccitazione reciproca, non era solo sesso, non era solo fisico. Loro due, con quello sguardo, in quel preciso momento, si stavano dicendo che si amavano. Michael posò la fronte su quella del suo ragazzo e sussurrò quasi senza farsi sentire - ora è tutto perfetto- le labbra di Luke si fiondarono su quelle del ragazzo di fronte a lui mentre con una spinta dolce e lenta, lo penetrava. Michael strinse improvvisamente le dita contro la pelle delle spalle di Luke, e strozzò un gemito sulle labbra del suo ragazzo. Erano passati mesi dall'ultima volta che avevano fatto l'amore, tutto era cambiato, tutto, ma non loro due, non in quei momenti di intimità, era tutto come lo ricordava, dolce, l'uno faceva parte dell'altro. Le spinte di Luke si facevano sempre più veloci, le loro pelli bagnate aderivano l'una all'altra, le loro labbra si sfioravano, ci volle poco prima che Michael si riversasse sull'addome di Luke, mentre lui continuava a spingersi nella sua carne, stringendolo, senza mai staccare le labbra da quelle di Mich. Un ultimo gemito strozzato e Luke si riversò in Michael, senza vergognarsi del piacere che provava in quel momento. Finalmente Michael aprì gli occhi e si beò del viso accaldato del biondo. Gli occhi azzurro ghiaccio erano appena più brillanti del solito, le guance rosee, le labbra appena gonfie per i numerosi baci, i capelli gli ricadevano bagnati sulla fronte alta. Era passato tutto, l'orrenda rissa di sette giorni prima svanita in un ricordo lontano, i loro occhi a determinare quanto si amassero. Le dita bagnate di Michael passarono veloci sulle braccia di Luke, che lo sorreggeva ancora. Era il momento, non l'aveva mai fatto, non aveva mai pronunciato quelle due parole, ma se non ora, quando? Avevano ritrovato i loro corpi stretti, avevano ritrovato le loro labbra e mai prima di ora, la leggera nebbia che si sprigionava attorno ai sentimenti di Michael era stata così nitida. Adesso lo sapeva, sapeva che lo amava. Aveva sempre temuto ciò che provava, aveva sempre represso quel sentimento perché troppo prematuro, ma ora non lo avrebbe più fatto, quello sarebbe stato il momento di dire a Luke che lo amava. E lo avrebbe fatto, se in quel momento il telefono di casa non avesse preso a squillare. Gli occhi ghiacciati finirono al cielo e il corpo caldo a cui Michael era rannicchiato si allontanò. Uscirono entrambi dalla doccia, Luke afferrò un asciugamano e se lo legò attorno alla vita, Michael invece, indossato un accappatoio velocemente corse a rispondere al telefono, si schiarì la voce prima di -pronto?- domandare. La voce dall'altro capo del telefono si identificò come quella di Ashton -Cliffy, che fai di bello?- il cuore gli saltò in gola, tremò leggermente. Il tono di voce di Ashton era alterato, e soprattuto pieno delle sue risatine da ubriaco. Erano appena le undici del mattino e lui era ubriaco, era successo qualcosa. -Ash dove sei?- un sospiro simile a uno sbuffo dall'altra parte del telefono, un'altra risatina -io e CalCal siamo al parco, ho preso una birra ma forse era qualcosa di più non ne ho idea, perché poi il mio Cal ha portato un po' d'erba e ora è steso sul prato da venti minuti, e non si alza, fa finta di dormire- risate, ancora. Le labbra di Michael si socchiusero, gli occhi si spalancarono e il nodo alla gola sempre più forte -Ash ti prego non muoverti di li, arrivo - il telefono si posò velocemente al suo posto - che succede? - Luke si era avvicinato, aveva passato le dita tra i capelli di Michael e poi lo aveva guardato aspettando una risposta. Il più basso però si soffermo per qualche istante a fissare il vuoto, era colpa sua se Calum stava così, colpa sua se Ashton lo odiava, colpa sua se Luke aveva picchiato Ash, tutta colpa sua -Mikey? Che succede? - la voce preoccupata del biondo scosse Michael che alzò gli occhi e incontro i suoi - andiamo al parco, adesso. Ashton è ubriaco, e Calum è svenuto, dobbiamo portarlo all'ospedale -  il viso del più alto fece una piccola smorfia preoccupata, poi si allontanò. Presero a vestirsi senza parlare, velocemente, si guardarono prima di uscire di casa, le mani intrecciate, il viso sconvolto. Le loro labbra si sfiorarono un'ultima volta prima di uscire, come per rafforzarsi l'un l'altro.

Caldo, era questo ciò che si sentiva nel parchetto vicino a casa di Calum, sempre, costantemente, caldo. Era uno dei pochi posti non utilizzati di Sydney, sporco, pieno di sterpaglie, una o due panchine e qualche alberello. Calum era steso proprio sotto uno di quegli alberelli con Ashton accanto che lo schiaffeggiava ridendo - dai Hood, svegliati, devi girarmene un'altra, lo sai che non sono capace, voglio fumare!- un'altra risata. Michael e Luke invece erano fermi, immobili davanti a quella scena. Nessuno dei due riusciva a muovere un muscolo. Ashton si stese a terra e li guardò con fare interrogativo -uhuh Cliffy, tu e il tuo trombamico siete qui! Volete sballarvi? Credo che dobbiate chiedere a Calum però, anche perché è lui che vuole scoparvi entrambi- la mano di Michael si serrò a quella di Luke, voleva assicurarsi che il suo ragazzo non sarebbe saltato addosso ad Ashton, voleva tenerlo stretto perché quelle parole gli avevano ricordato che Luke gli aveva fatto del male, ma anche che lui stesso aveva fatto del male a tutti e quattro. Luke sciolse la mano da quella di Mich, che ebbe un leggero tuffo al cuore, forse per paura che il ragazzo potesse saltare al collo di Ashton. Invece il biondo prese in braccio Calum, diede un bacio sulla fronte di Michael e gli sussurrò - fai calmare questo ritardato, lunedì abbiamo un concerto e se tutti e due non si riprendono, faccio un casino.- poi si allontanò. Mich sapeva che a Luke non importava del concerto, sapeva che lui voleva solo il bene dei suoi amici, ma voleva sembrare diverso da ciò che era, per questo fumava, per questo non parlava mai dei suoi sentimenti a Michael, per questo lo aveva lasciato mesi prima. Vedendo il biondo allontanarsi con Calum in braccio Ashton si alzò di botto, e urlò nella sua direzione - NON MI PORTERAI VIA IL MIO CALUM! - Michael gli tappò la bocca con una mano e lo portò a sedersi tra le sue gambe, passò le dita tra i suoi capelli, li accarezzò lentamente finché Ash non smise di dimenarsi, si rilassò tra le braccia di Michael, che pian piano lo vide addormentarsi. Rimasero lì tutto il giorno, gli occhi chiusi di Ashton e quelli attenti e vigili di Michael. Solo verso le sei, il telefono del ragazzo dai capelli rossi squillò, Una grande foto di Luke appariva sullo schermo - Luke? - si affrettò a rispondere Michael. - venite all'ospedale, si è svegliato, sta meglio, dice che vuole vederti Mich, dice che deve parlarti che ha fatto qualcosa di tremendamente stupido e deve parlarne con te. - attaccò il cellulare, il tono di voce leggermente irritato del ragazzo era ancora impresso nella mente di Michael. Quelle parole gli gironzolavano in testa lasciandolo a stringere protettivamente Ashton, in un parco, alle sei e mezza di sera. 

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