Note dell'autrice
Beh, ecco l'ultima parte della storia. Come avevo anticipato, questa non è una drabble, ma una piccola one-shot, e troviamo entrambi i pairing (Peter/Susan e Ed/Lu), anche se la storia è più concentrata su Edmund e Lucy. Devo ammettere che è la mia preferita tra le tre, è troppo dolce **
Comunque ... Grazie a chi ha recensito, aggiunto la storia tra i preferiti, o solo letto. ^^
ps. Per Simba: sisi io ho solo tradotto, questa storia non è farina del mio sacco ^^ Comunque se hai bisogno di aiuto per qualche traduzione puoi contattarmi su msn...Il mio contatto è sul profilo. ^^ Kiss.
La
sua corona non è
più
fatta
d’argento
Edmund
guardava da lontano le risate felici di una famiglia;
ricordò la sua famiglia.
(Ma la sua
famiglia non
era completa lì a Londra, non veramente.)
Si
alzò,
affrettato, per tornare a casa.
(Peccato che
quella non
era più casa… Narnia lo era.)
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Era il
compleanno di Lucy e la madre aveva preparato una piccola festa, solo
con la
famiglia, meno il padre.
Edmund si
era rifiutato di aiutare con i preparativi, non volendo sorbirsi le
lamentele
di sua madre su quanto era stata veloce la crescita dei suoi bambini.
(Si chiedeva se
la
madre avrebbe mai saputo che i suoi bambini erano già
cresciuti e che erano
stati, una volta, re e regine di una terra magica.)
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Lucy stava
aprendo i regali, ed Edmund non poteva far altro che stare a guardare i
suoi
falsi sorrisi ai genitori.
(Il suo sorriso,
un
tempo, era raggiante.)
Quando
aprì
il regalo di Susan e Peter – un fermaglio per capelli
– sorrise davvero, ma
tristemente. “Grazie.”
“E’
fatto
d’argento.” Disse Peter.
Susan
annuì,
sorridendo dolcemente.
(Susan e Peter.
Loro,
insieme, avevano ritrovato la felicità.)
I secondi
passarono e, inevitabilmente, tutti gli sguardi si puntarono su di lui.
Edmund fece
una smorfia e si alzò all’improvviso.
“No,
non le
ho preso niente.” Disse ed uscì dalla sala.
Non
ebbe bisogno di vedere l’espressione addolorata di Lucy per
sapere che l’aveva
ferita, ancora.
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Più
tardi, quella notte, Edmund entrò in silenzio nella stanza
delle sue sorelle,
un’espressione colpevole sul suo volto.
Avvicinandosi
a Lucy, ormai addormentata, vide il suo viso striato di lacrime.
“Mi
dispiace, Lu.”
Lasciò
il suo regalo –si, lui le aveva preso un regalo e
l’aveva fatto con le sue
mani- accanto al letto, uscendo dalla camera poco dopo.
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Lucy
si svegliò la mattina successiva, trovando una corona fatta
di fiori accanto al
suo letto.
Singhiozzò
piano, ricordando una vita in cui portava ogni giorno una corona
d’argento.
E
sorrise.
Sorrise
davvero.
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