Enyalis Hawke

di Inquisitor95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il compito della Cercatrice ***
Capitolo 2: *** Primi incontri ***
Capitolo 3: *** Problemi di natura magica ***
Capitolo 4: *** Affari del Qun ***
Capitolo 5: *** L'odio di Fenris ***
Capitolo 6: *** La spedizione nelle Vie Profonde ***
Capitolo 7: *** L'incontro con i qunari ***
Capitolo 8: *** Oltre lo specchio ***
Capitolo 9: *** Perdita ***
Capitolo 10: *** La quiete prima della tempesta ***
Capitolo 11: *** L'Arishok ***
Capitolo 12: *** Un Corvo per amico ***
Capitolo 13: *** Ritorno dal passato ***
Capitolo 14: *** La richiesta di Meredith ***
Capitolo 15: *** Disperazione ***
Capitolo 16: *** L'ultima goccia ***



Capitolo 1
*** Il compito della Cercatrice ***


CAPITOLO PRIMO
IL COMPITO DELLA CERCATRICE

Cassandra Pentaghast era la più ardita nell'ordine dei Cercatori della Chiesa, l'avere quel titolo così importante era stato combattuto. Il suo nome segnava l'appartenenza a una nobile casata di Nevarra, ma era stato il suo coraggio, il suo valore a darle l'importante nomina che aveva. Un'eccellente guerriera, forte e fedele, credeva nel Creatore ed era al servizio della chiesa e della Divina. Ma in quegli anni il suo compito era un altro, in qualità di Cercatrice, era giunta in una città nei Liberi Confini. Era giunta a Kirkwall, la città delle catene, proprio per la sua missione. Aveva ricevuto l'importante compito di trovare l'origine del male, l'origine della guerra tra i maghi e i templari, qualcosa che aveva trascinato il mondo nel caos.
« L'avete trovato? Siete certi che sia lui? » chiese rabbiosa contro i suoi uomini, era una donna forte, il carattere indomabile e capelli corti e scuri come i suoi occhi da leonessa. L'impersonificazione dell'animale in altre parole.
« Sì signora. Corrisponde alla descrizione. In molti hanno detto che è stato proprio lui a raccontare del Campione di Kirkwall. Rispose una delle guardie. Cassandra sogghignò appena, felice di aver trovato forse l'unico che poteva aiutarla.
« Molto bene! Portatemi da lui! » si incamminarono tra le pulite strade della città superiore e venne fatta entrare in una casa, una costruzione signorile con degli stemmi sulle colonne. Superò il lussuoso ingresso e si diresse subito sulla sinistra. C'era un bellissimo studio con un gigantesco caminetto spento, la luce lunare filtrava appena per illuminare la figura al centro della stanza.
Un nano vista l'altezza, sedeva su una bella poltrona, spinto lì con la forza, le guardie di Cassandra lo tenevano fermo in modo che non fuggisse. Lei si avvicinò a lui stringendo un libro tra le mani, un libro pieno di disegni che raffiguravano la cosiddetta “Via del Campione”, un libro pieno di immagini che narravano ciò che il Campione aveva vissuto. Ma qualcosa non la convinceva a pieno e la Chiesa era stata molto vaga sull'argomento, non sapeva cosa pensare esattamente.
« Allora Varric... siete forse l'unico che può darmi una seria spiegazione. L'unico che può sapere dove Enyalis Hawke sia finito... » cercò di essere fin dall'inizio dura, quel nano doveva cedere sotto la sua influenza. « Ditemi la verità o non esiterò ad uccidervi! » ecco la minaccia che le avrebbe fatto ottenere quello che voleva.
« Cara Cercatrice... cosa volete che vi dica? » disse il nano scrollando le spalle. « Non ho idea di dove Enyalis sia... ma ho io una domanda: cosa ne sapete voi? Sapete realmente chi era? O cosa fece? » lei gli rivoltò subito un ceffone in pieno viso.
« Io so! Mi chiedo però perché di questa domanda stupida! » chiese Cassandra gettandogli il libro tra le mani, Varric lo buttò via come se fosse spazzatura.
« Quel libro non dice nulla di serio! Per cercare Enyalis dovete realmente conoscerlo. E io sono ben disposto a dirvi la verità visto che è questo che chiedete! » rispose il nano, certamente aveva appena urtato la sensibilità della donna. Ma lei si dimostrò incuriosita dalle parole del nano. Poteva essere una complicanza nella sua missione. Ma avrebbe comunque potuto ottenere ciò che voleva.
« E va bene Varric. Solo la verità! Altrimenti... » fu interrotta dal nano che ghignava.
« Mi ucciderete. Ho capito! » a quel punto avrebbe cominciato a parlare.

 
* * *

Il Quinto Flagello era iniziato. L'orda dei prole oscura avanzava correndo dal sud del Ferelden, la battaglia decisiva si sarebbe dovuta tenere a Ostagar, ma Re Cailan era stato sconfitto con il suo esercito e i Custodi Grigi erano stati terminati. L'orda avanzava velocemente verso Lothering, poche settimane prima qualcuno, una bella ragazza, si aggirava per la città come una profeta: parlava dell'avanzare dell'orda, incitava la folla a fuggire via dalla città che sarebbe stata rasa al suolo dalla prole oscura. Ma in pochi avevano accolto il suo invito, tra di loro non faceva parte Enyalis Hawke, la sua famiglia era rimasta ancorata alla propria terra nel Ferelden. Questo perché il padre era morto, la madre era rimasta sola ad accudire i due gemelli, Enyalis e sua sorella Bethany e il fratello minore di un anno, Carver, che aveva già visto l'orrore della prole oscura a Ostagar. Il ragazzo aveva avuto modo di fuggire grazie ad una donna di nome Aveline e a un cavaliere nobile, un certo Fergus Cousland. Ma come predetto da quella profeta, Lothering si trovò sulla strada dei prole oscura e fu distrutta in poche ore. Comparvero dal mare e da oltre le colline, minacciosi e letali. Uccisero tutti coloro che si trovavano tra i piedi. Fortunatamente Enyalis e la sua famiglia riuscirono a scappare dalla loro terra, allontanandosi dalla Gran Via Imperiale.
« Non possiamo correre per sempre! » disse Bethany preoccupata, in fondo la ragazza era giovane, quasi diciannovenne. Ma Carver non fu d'accordo con lei.
« Io continuo a correre da Ostagar! » disse rabbioso, era più piccolo ma dimostrava di essere più grande dei due gemelli visto il fisico, in viso dimostrava la propria età.
« Non è il momento di litigare. Dobbiamo correre! » disse Enyalis interrompendo la lite che stava per nascere, si sistemò i capelli neri che gli cadevano sulla fronte nascondendo i suoi occhi dorati. La sua voce era cristallina e i suoi movimenti sinuosi e aggraziati, qualcosa di diverso da un qualunque ragazzo. Enyalis Hawke era omosessuale, ovviamente la sua famiglia lo sapeva e aveva trovato maggiore empatia con la sorella (maga anche lei), per la madre era stato un colpo e Carver per i primi tempi era stato distaccato, forse era stato soltanto pensieroso su cosa volesse significare realmente.
« Ha ragione vostro fratello. » intervenne la madre dei tre ragazzi. « Dobbiamo correre. La prole oscura non attenderà la nostra fuga... »
« Ma dove possiamo andare? » chiese Bethany alla donna, era questo il reale problema, il Ferelden non era più un luogo sicuro.
Lei pensò pochi istanti e poi poté risponderle. « Kirkwall. Abbiamo una residenza là. Un titolo nobiliare. È la nostro unica speranza nonostante ci siano i templari... »
Enyalis e Bethany furono entrambi straniti. Erano entrambi maghi, una caratteristica che avevano ereditato dal padre e che gli aveva fatto passate molte rogne a Lothering. Non parlarono ancora, sentirono delle urla poco più avanti e si affrettarono a correre, si trovarono in uno spiazzo largo, videro una donna dai capelli lunghi e arancioni e dall'aspetto curato e che vestiva da contadina, una spada e uno scudo tra le mani che lottava con grazia e forza contro le creature. A terra c'era un uomo, un templare che si trovava a Lothering da molto tempo ormai. Il marito morente della donna.
I tre ragazzi non mancarono di darle aiuto: Enyalis estrasse il suo bastone magico, un semplice lungo pezzo di legno ornato con rune e lanciò i propri incantesimi, usò la stretta invernale per congelare i propri nemici e subito usò gli incanti dei fulmini per stordirli e renderli facili bersagli per Bethany che usava dardi incantati e per Carver che li distrusse usando la sua grande spada. Lo scontro finì presto e tutti si trovarono accanto a parlare. « Grazie per averci salvati... » disse la donna dai capelli arancioni. Il suo sguardo si posò su Carver e parlò ancora. « Sei sopravvissuto? Incredibile! »
« Aveline? Mi fa piacere rivederti. Sapevo che una donna come te non poteva cadere con semplicità! » rispose il ragazzo alla donna, molto più grande di loro chiaramente.
« Un templare... » disse Bethany acida nei confronti del marito della donna, chiaramente l'uomo era stato ferito vista la visibile ferita al braccio. Una ferita del genere lo avrebbe ucciso, era stato corrotto dai prole oscura. Enyalis lo sapeva bene ma non parlò. L'incontro con quella donna poteva essere davvero utile.
« Credo sia il caso di collaborare... il Ferelden non è più un luogo sicuro e credo dovremmo fuggire via. Volevamo dirigerci a Kirkwall, se siete amica di mio fratello saremmo ben disposti ad aiutarvi! » la donna fece un sorriso e soccorse il marito.
« Grazie infinite! » ma qualcosa urtò il terreno, qualcosa che avanzava velocemente contro di loro, passi pesanti ed ebbero appena il tempo di voltarsi che si trovarono di fronte un gigantesco bestione, il più forte dei prole oscura, un ogre.
Il mostro prese Bethany tra le proprie mani mostruose, la strinse con forza e nessuno ebbe il tempo di reagire, la ragazza venne schiacciata e morì tra le sofferenze e le urla, il suo corpo fu poi gettato via come fosse spazzatura. Si scontrò con una roccia e cadde a terra, probabilmente non c'era più vita in lei. A quel punto Enyalis si vide il mondo crollare sulle spalle: la sorella gemella era morta, questo lo fece impazzire. Evocò il più potente incantesimo che conosceva e scatenò una tempesta di fuoco e circoscrisse nell'area attorno all'ogre. La creatura bruciò letteralmente viva e diventò cenere che volò via al vento.
« Oh Creatore! No! La mia piccola Bethany! » la madre di Enyalis gettò un urlo straziante e corse contro la figlia ormai morta. Sembrava che il peggio fosse passato ma un'orda di prole oscura si avvicinava a loro. Erano forse in trappola? Era la fine? Ovviamente no. Quando si trovarono circondati fecero di tutto per combattere, per lottare per la loro vita, quando dal cielo caddero delle fiamme, un urlo simile a un ruggito e un drago violaceo scese tra di loro liberandoli dai prole oscura grazie alla propria fiammata.
In un primo momento Enyalis credette di trovarsi di fronte il temibile Arcidemone di cui si parlava, tutti sapevano cosa fosse l'Arcidemone, un prole oscura che aveva preso l'anima di un Antico Dio e che portava la prole oscura in superficie. Vide poi la creatura trasformarsi e diventare una donna. Un'anziana signora rivestita in un completo di pelle rossa, i capelli lunghissimi e bianchi raccolti in un copricapo che formava due lunghe corna dietro le tempie, gli occhi dorati proprio come quelli di Enyalis. Una mutaforma. Una strega senza dubbio.
« Bene bene... un tempo le Selve non ricevevano visitatori. Ma pare che le cose siano un po' cambiate di recente. » disse la donna, poi si voltò a parlare con Enyalis. « Ti ho visto bruciare quell'ogre. Una cosa non da poco credo... » terminò in tono vago.
« Perdonatemi ma non ho recepito come vi chiamate... » disse Enyalis restando sulla difensiva, l'arma puntata ancora contro la donna-drago, non poteva fidarsi di nessuno.
« Tutti con questa passione dei nomi eh? » la donna sogghignò della propria battuta, Enyalis non avrebbe mai potuto capire a cosa la donna alludesse. « Mi chiamano con molti nomi, ma ritengo che si tratti solo di punti di vista... vengo chiamata Strega delle Selve, Asha'bellanar dagli elfi, per voi sono semplicemente Flemeth! »
Una Strega delle Selve... naturalmente non c'era persona presente che non sapesse cosa significava. Tuttavia non erano in condizione di fare discriminazioni, soprattutto per la proposta che fece loro la donna. « Casualità o Fato? Non riesco a distinguerli mai... vi offro il mio aiuto. Credo di aver capito che vi serve una via di fuga? Ebbene posso portarvi in volo fino a Gwaren, da lì potrete prendere una nave per Kirkwall e fuggire lontani... ma ho bisogno di un vostro favore! »
« Faremo la qualunque! » disse Enyalis riponendo l'arma alle proprie spalle, Carver era accanto a lui ma sempre un passo indietro, questo forse perché i due non andavano molto d'accordo all'epoca ed Enyalis non riusciva mai a distinguere se fosse per il proprio orientamento sessuale o per l'essere mago.
« Consegnate questo amuleto alla guardiana del clan dalish che vive tra quelle montagne. Si chiama Marethari... » Enyalis prese l'amuleto tra le mani e così strinse il patto con la donna. « C'è un'ultima questione però: il marito della rossa. La corruzione è in lui e va ucciso. Soffrirebbe comunque in poche ore e morirebbe senza onore... consigliò di eliminarlo ora! » Aveline non resistette a quelle parole.
« Non ucciderò mai mio marito! » la donna fu interrotta nello stesso momento dal templare che le poggiò una mano sul polso.
« Aveline... sento la corruzione in me... so che morirò. Ti prego... affida la mia anima al Creatore! » tutto quello era ridicolo a parere di Enyalis. Doveva pur esserci un modo per salvare quell'uomo, era un templare ma Enyalis non era così offeso da loro.
« Non c'è un'altra soluzione? » chiese il ragazzo. Nessuno seppe rispondere tranne Flemeth stessa.
« L'unico modo che conosco sarebbe diventare un Custode Grigio vista l'assunzione della corruzione con il sangue dei prole oscura stessi! » tutti rimasero paralizzati a quella rivelazione, la cosa era disgustosa a parer di Enyalis, ma il problema non era quello e fu Carver ad ammetterlo prima degli altri.
« Peccato che siano tutti morti a Ostagar! » disse Carver. Enyalis aveva da ridire: non aveva detto a nessuno di aver incontrato un Custode Grigio poche settimane prima, era quella Myalee, una ragazza simpatica, un'attrazione del fato che l'aveva portata lì.
« Non tutti! » disse stranamente Flemeth, conosceva anche lei l'esistenza della ragazza? « Myalee e Alistair saranno ormai lontani da Lothering, ci distanziano settimane e arriveremmo troppo tardi, inoltre sono nuovi tra i Custodi e non possono conoscere il rito... »
« Per non parlare del fatto che non sappiamo dove si trovino! » concluse Enyalis prima che la donna potesse farlo. « Aveline, è vostro marito. Non posso essere io a dirvi cosa fare... » La decisione spettò soltanto a lei. Decise di affondare la lama della spada nel cuore del suo amato giurando che avrebbe vissuto la propria vita da sola, promettendogli di mantenersi fedele a lui anche se era morto. Un eterno lutto. A quel punto la strega tornò alla forma di drago e lì portò via dalle Selve.

 
* * *

« Un drago! Anzi no... una Strega delle Selve? » chiesa Cassandra scettica. « Varric vi aspettate che io creda che li abbia presi in groppa fino al porto di Gwaren? » la storia era abbastanza strana. Ma che motivo aveva di mentire?
« Non mi credete? Vi assicurò che Enyalis è stato molto esaustivo al riguardo! Mi ha raccontato lui stesso del suo arrivo a Kirkwall... » continuò il nano a parlare. Cassandra si trovò misteriosamente incuriosita dal sapere il continuo.
« Immagino che l'intervento della Strega sia ragionevole visto ciò che è successo. E dopo? Arrivò qui a Kirkwall no? » il nano annuì.
« Cercatrice... voi vedete la storia con dei pregiudizi su Enyalis. Lui arrivò qui a Kirkwall dopo due settimane... e scoprii che suo zio aveva venduto la loro casa, dovette lavorare insieme al fratello per dei contrabbandieri visto che l'ingresso in città era chiuso a chiunque ormai. La situazione era grave ma servì per un anno i contrabbandieri in modo da pagare il debito, non solo per sé ma si indebitò anche per la madre e per Aveline, nel frattempo accaddero molte cose visto che passò un'intero anno... » fece pochi istanti di pausa per riprendere a parlare. « La fine del Flagello per esempio. Myalee Cousland vinse contro l'Arcidemone Urthemiel, diventò regina del Ferelden e qui a Kirkwall arrivarono i qunari. Approdarono con una tempesta e si insidiarono nel porto della città, tutti sapevamo che avrebbero portato parecchie rogne. E già sappiamo che il Primo Incantatore Orsino e la Comandante dei Templari Meredith avevano problemi tra loro, i primi scontri tra maghi e templari... » Cassandra era rapita, quella storia la conosceva. O forse no?
« Cosa successe allora? Parlatemi della Spedizione prima, sono certa che tutto sia cominciato da lì... » disse lei venendo al sodo. La risposta di Varric fu assenso.







Angolo Autore:
Sono tornato, più forte e raggiante che mai, per offrirvi un'altra storia. Essendo il primo capitolo mi viene sempre un dubbio: è scritta bene? Ho annoiato i lettori? E come nella scorsa ff mi chiedo: “Se sono arrivati qui cosa pensano?” Spero che la storia vi piaccia, è un prologo ma sento che l'impostazione sarà questa, molto diversa da “Myalee Cousland” visto che qui è Varric che racconta e quindi è in terza persona. La mia storia è tratta dal videogioco, ma intendo personalizzarla... o almeno spero di riuscirci, così da far passare questi ultimi due mesi che ci separano dall'Inquisition.

Come in “Myalee Cousland” intendo creare una storia il cui personaggio ha carattere; vediamo che Enyalis è un mago, un eretico e inoltre è gay. È mia intenzione trattare entrambi gli argomenti in parallelo, spero davvero di riuscire a fare un bel lavoro e di rendere giustizia al mio personaggio così come voglio far apparire gli altri proprio come io li ho visti. Parliamo quindi della mia interpretazione che può non essere concorde con la vostra ma spero apprezziate lo stesso :) Riguardo il prologo: ho voluto renderlo più scorrevole e concentrarmi soprattutto sull'incontro tra Varric e Cassandra e non su Enyalis e famiglia in sé. Ecco perché alla fine vado avanti veloce. In confronto alla mia prima partita, posso solo dire che creai una bellissima Hawke guerriera e che se non erro ho sempre agito allo stesso modo.
PS: la prima volta pensavo davvero che il dragone fosse l'Arcidemone e non Flemeth xD e poi eccola: la raggiante Asha'bellanar! :D

Voglio cominciare con il ringraziare tutti quelli che leggeranno la storia, sarebbe gradito un vostro commento, anche se non è lungo o sono meno di cinque parole, l'importante è cercare sempre di migliorare. Spero inoltre che i miei vecchi fan siano riusciti ad arrivare a questo punto e che apprezzino la storia così come hanno fatto con quella di Myalee. A presto con il prossimo capitolo ^^ (spero xD).

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Capitolo 2
*** Primi incontri ***


CAPITOLO SECONDO
PRIMI INCONTRI

Enyalis e Carver Hawke erano tra i più famosi contrabbandieri della città inferiore. In un anno ebbero modo di diventare realmente conosciuti, una cosa molto negativa in effetti ma pensate alla loro reale vita: fuggiti da Lothering, vivendo nel dolore della morte di Bethany e abitando in una catapecchia; Gamlen, il loro zio, aveva venduto anni prima la splendida tenuta della famiglia Amell nella città superiore. Era quello il loro sogno in effetti: riconquistare la gloria degli anni passati, prima di poter agire dovettero però aspettare un anno intero affinché il loro debito nei confronti di Athenril (una dei più conosciuti contrabbandieri di Kirkwall) fosse definitivamente estinto. Ebbero un anno di tempo e poterono ripagare a pieno il debito. Questo li lasciava però senza più un lavoro e un mezzo per poter tornare alla vecchia gloria. L'intera storia aveva qualcosa di strano: a sentire Gamlen i loro nonni non avevano lasciato nulla alla madre, questo a causa del litigio che la costrinse ad abbandonare la famiglia. Avevano intenzione di cercare però nel vecchio testamento.
« Rinunciateci Leandra! » disse Gamlen autoritario rivolto alla sorella. « Quel testamento ormai è perduto. È rimasto nello scantinato della tenuta, adesso appartiene a gente poco affidabile. Non vi permetterò di parlare con loro! »
« Quale razza di idiota lascerebbe il testamento nello scantinato!? » chiese Enyalis mentre parlava col fratello, avevano da poco finito di cenare. Enyalis era cresciuto: aveva passato un anno infernale, il suo fisico si era fatto più pesante perché aveva messo un po' di massa muscolare per via degli allenamenti che aveva seguito, aveva un aspetto trasandato ma sentiva di essere lo stesso ragazzo, con gli stessi problemi con Carver.
« Un idiota che non vorrebbe che lo leggessimo! » rispose Carver avvicinandosi al caminetto, spento visto che la legna da ardere costava parecchio per loro. « Posso capire cosa prova lo zio, restare nell'ombra della propria sorella... » chiaramente era un riferimento ai problemi che c'erano con Enyalis.
« Va bene Carver. Parliamone e finiamola qui! » disse quello in modo abbastanza scontroso, Carver si voltò di scatto, soffermandosi con i suoi occhi scuri rivolti al fratello, incrociò le braccia e parlò.
« Non resterò per sempre nella tua ombra. O in quella di Bethany! È colpa vostra se a Lothering vivevamo come degli assassini, e anche qui a Kirkwall i tuoi poteri magici rappresentano un problema per me! » questo fece parecchio male a Enyalis.
Prese una boccata d'aria, non poteva parlare ad alta voce, non voleva neanche urlare. Non poteva visto il nodo alla gola che si era formato. « Parli solo della magia o anche del fatto che mi piacciono i ragazzi!? » quell'argomento era finalmente saltato fuori. Carver lo fissò con sguardo di sfida. Quella era una carta subdola da giocare.
« Sai benissimo quanto io possa amarti! » rispose il minore dei due ragazzi. « Come fratello, ovviamente! » continuò. « Non mi importa se ti piacciono i ragazzi. Parliamo dei tuoi poteri. Parliamo sempre dei tuoi poteri e finisci sempre col farmi passare dalla parte del mostro. Smettila di farti vittima nei miei confronti! » non l'aveva detto con voce alta, però le parole avevano lo stesso fatto male.
« … » ci fu un lungo attimo di silenzio, forse eterno nel quale i due fratelli si fissarono intensamente attendendo qualcosa. « Cosa vogliamo fare riguardo il testamento? Mi dai una mano a riprenderlo o devo farlo da solo? » chiese Enyalis in tono distaccato, anche lui voleva bene al fratello, ma in momenti come quelli si chiedeva se non fosse diverso.
« Andiamo a prenderli a calci nel culo! » rispose Carver, prese il suo grande spadone e si avvicinò alla porta di casa. Enyalis prese il suo lungo bastone ornato e uscirono insieme rivolti verso la città oscura, da lì avrebbero scassinato la porta dello scantinato con facilità e senza destare particolare sospetti.
Camminarono a lungo, cercando di passare per i vicoli più oscuri, di notte c'era la guardia cittadina che controllava le città, solitamente avrebbero incontrato anche Aveline, che adesso faceva parte della guardia, ma in quel periodo aveva avuto alcuni problemi e non si erano neanche potuti vedere per parlarne. Sta di fatto che passando per i vicoli della città arrivarono in fretta alla città oscura, il quartiere peggiore di Kirkwall, là bisognava fare molta attenzione visto che si rischiava di tutto. Era una zona malfamata e da qualche parte c'era anche il leggendario Emporio Nero, una zona ancora più oscura e nascosta che Enyalis non aveva interesse nel conoscere. In breve arrivarono proprio dove volevano arrivare: una grande porta su cui c'era un'incisione che diceva: “cantina degli Amell”. L'incisione era appena visibile ci volle molto prima di decifrarla, alla fine entrarono dentro sfondando la porta e trovandosi nel mezzo di un raduno di persone, schiavisti visti gli strumenti di tortura nella stanza.
Il combattimento iniziò ferocemente: Enyalis agitò il bastone magico cominciando ad invocare i suoi incantesimi, utilizzò il fulmine per paralizzare i nemici più vicini a lui e poi evocò una potente lingua di fuoco con il fuori arrostì un altro sicario, si gettò in fretta contro i due che aveva paralizzato e cominciò a dare loro dei colpi precisi e letali che li fecero piegare in due dal dolore. Nel frattempo Carver si era mosso rapidamente trascinando il suo grande spadone, sferrava colpi che miravano ad uccidere, dei colpi molto diversi da quelli del fratello. Con un semplice e secco colpo si tolse di mezzo in nemici che gli stavano davanti facendoli cadere a terra, cominciò ad incrociare la lama con quella di un avversario che gli stava davanti, questo lo rendeva vulnerabile alle spalle; Enyalis ebbe appena il tempo di voltarsi e subito lanciò una stretta invernale contro un assassino che stava per colpire il fratello minore alle spalle. L'uomo si ghiacciò all'istante e Carver gli diede un colpo di spada che lo fece finire in pezzi sul pavimento provocando le urla degli altri. Fuggirono come codardi per lo stesso portone che avevano usato i due fratelli. Il maggiore si avvicinò all'altro. Non erano stanchi visto che ne avevano passate di peggio insieme, si trovò comunque stordito dalla confusione che c'era nella stanza.
« Credo che se mai riusciremo a prenderci casa nostra, quel passaggio sarà la prima cosa che scomparirà! » disse Enyalis rivolto al portone. Carver sorrise appena della battuta del fratello, era comunque già un successo!
« Vediamo un po' di cercare questo testamento. Dovrebbe essere qui da qualche parte no? » disse il ragazzo cominciando a girare per la stanza. Enyalis seguì l'esempio del fratello e cominciò a girare intorno agli attrezzi e alle scrivanie colme di documenti.
C'era così tanti documenti da poterci perdere ore e ore dentro lo scantinato, però la fortuna volle arridere ai due fratelli. Enyalis non trovò i documenti riguardo il testamento di famiglia, quello spettò a Carver poco istanti dopo. Trovò però delle lettere interessanti, erano lettere scritte da un templare rivolte ad un certo Malcolm Hawke, suo padre. A quanto sembra quel templare era riuscito a farlo scappare insieme alla sua famiglia, tutte erano firmate con una bella grafia da un certo Sir Maurevar Carver... lo stesso cognome corrispondeva al nome del fratello minore.
« Ehi Carver guarda cosa ho per te! » disse Enyalis voltandosi con i documenti in mano e correndo contro il fratello. Quello lo fissò con espressione stranita.
« Non può essere il testamento visto che l'ho trovato io! » si scambiarono i documenti e lessero entrambi in silenzio. « Carver... ecco da chi ho preso il nome! »
« Nostro padre lo considerava una speranza. Un gesto molto gentile da parte sua... » rispose il maggiore. « Dobbiamo tornare da nostra madre. Sarà furiosa leggendo il testamento! » si voltò dando le spalle al ragazzo che lo chiamò.
« Enyalis... mi dispiace che le cosa vadano male tra di noi. Vorrei solo esserti più che un impiccio. Prima o poi troverò la mia strada. Fino ad allora, ti seguirò fino ai confini del mondo e oltre! » Facciamo progressi eh, Carver? Pensò Enyalis tra sé e sé, non gli dispiaceva un po' di tranquillità con il fratello.


Una tranquillità che durò molto poco in effetti, lo scontro con Gamlen fu abbastanza furioso visto cosa c'era scritto nel testamento. I nonni lasciavano tutti i beni della famiglia a Leandra, avevano perdonato la figlia che era fuggita via dalla città. La tenuta era loro di diritto. Il problema restava però che non avevano un titolo e soldi necessario per poterla riacquistare. Certo nello scantinato avevano trovato parecchie monete d'oro. Ma scoprirono il modo di usarle nel giorno seguente quando videro un manifesto che parlava di un certo nano di nome Bartrand che cercava una grande somma di denaro per poter avviare una spedizione nelle Vie Profonde alle ricerca di tesori. Chi avrebbe finanziato la spedizione avrebbe ottenuto una grande somma di denaro ovviamente una volta ricavati i soldi dai beni venduti. Il problema restava però sempre quello: i soldi che servivano a entrambi.
« Ci servono soldi! Possiamo fare dei lavoretti qui in città. Cinquanta sovrane non sono poi così tante no? Ne mancano... » Carver fece un rapido conto. « Quaranta! » ammise con tristezza e sconfitta. Nessuno dei due ragazzi voleva ancora trovarsi sotto lo stesso tetto di Gamlen. Una voce dietro di loro li fece sobbalzare.
« Ragazzini posso assicurarvi che mio fratello saprà ben ricompensarvi! » disse il nano che si portava in avanti verso di loro. Vestito in modo strano, una giacca arancione e un pantalone marrone, una gigantesca balestra sulle proprie spalle. « Molto onorato, mi chiamo Varric... » sia Enyalis che Carver si fissarono negli occhi.
« Molto piacere! » disse il primo stringendo la mano al nano. « Bartrand è tuo fratello? » a quel punto annuì in risposta. « Pensi davvero che se gli daremo i soldi ci farà partecipare alla spedizione? »
Varric fissò il maggiore degli Hawke con uno sguardo ironico. « Conosco bene quel figlio di puttana... perdonami madre! » disse con gli occhi al cielo. Non fu possibile per Enyalis trattenersi dallo scoppiare a ridere. « Sarei felice di darvi una mano. Conosco bene la città... » a quel punto Carver ebbe un'illuminazione.
« Potremmo chiedere ad Aveline! Lei sicuramente avrà qualcosa per noi visto che fa parte della guardia cittadina! » il nano e il fratello maggiore si fissarono per un lungo attimo che parve eterno.
« Affare fatto Varric. Sarà un piacere averti con noi! » avevano appena stretto un accordo. Quel Varric sembrava un tipo apposto, ma Enyalis non si sentiva ancora pronto per essere del tutto sincero col nano: nella città inferiore parecchi l'avevano fissato male per le sue movenze poco maschili. La prima cosa da fare: andare nella bellissima residenza del Visconte, un imponente palazzo governativo dove si trovava la sede della guardia cittadina. Avrebbero iniziato parlando con Aveline.
La Fortezza del Visconte si trovava nella città superiore, era un edificio gigantesco dove non solo abitava il Visconte ma dove c'era un notevole afflusso di persone che erano là per via degli affari. Enyalis si sentiva parecchio fuori posto, per quel motivo non andava mai a trovare l'amica guardia. Salirono le scale e si spostarono lungo alcuni corridoi che portavano alla parte dell'edificio riservato alle guardie cittadine. Trovarono Aveline intenta a studiare qualcosa, su un colonna stavano appesi numerosi bigliettini. Da quanto Enyalis riuscii a capire si trattavano dei turni di guardia. Si avvicinò alla rossa chiamandola e in un primo momento non rispose.
« Aveline? Riesci a sentirmi? » chiese il ragazzo. La donna si voltò verso di lui con l'aria stupita, come se non si aspettasse di essere chiamata.
« Perdonami Enyalis, ero impegnata a controllare i turni di guardia! » chiaramente era preoccupata per qualcosa. Lo si poteva capire dai suoi occhi, era troppo espressiva quando si concentrava su qualcosa.
« Problemi con i superiori? Pensavo che ormai ti fossi adattata... » commentò Carver, lei annuì distrattamente pensando a qualcos'altro.
« No. Oh almeno non saprei... credo di aver pestato i piedi a qualcuno. Di recente sono andata su alcune vie di Monte Spezzato per delle ricognizioni speciali che non mi tornavano. Ho trovato dei briganti nascosti, eppure le loro armature erano curate. Non potevano essere comuni ladri... credo che fosse uno scherzo di pessimo gusto per qualcun altro! » spiegò velocemente la rossa. Enyalis ascoltò attentamente. « Perché siete qui? » chiese ritornando alla realtà. Il ragazzo fece una risatina.
« Avevamo bisogno di qualche lavoretto in giro per la città ma credo che dovremo darne a te. » rispose il mago. Aveline parve colpita da quell'improvviso aiuto.
« Stanotte c'è un percorso sorvegliato da un certo Donnic. Ho paura che possano tendergli un agguato... è troppo sospetta come cosa e il suo cambio è stato improvviso. Ma è nuovamente solo e nella città inferiore... » prese una boccata d'aria e alla fine parlò. « Mi serve il tuo aiuto! »
Al calare della notte, Enyalis e Aveline si incontrarono nell'ingresso della città inferiore, insieme a loro venne anche Carver, naturalmente non sarebbe mai rimasto a casa ad aspettare il fratello e si diceva di non voler lasciare tutta la gloria a lui. Aveline si trovava di fronte la gigantesca scale che si annidava per le case di Kirkwall protraendosi verso l'alto per arrivare alla città superiore. Si avvicinarono alla donna e cominciarono la guardia tutti e tre, dovettero girare molti vicoli della città inferiore, non ci avvicinarono all'Enclave elfica presente nella città tuttavia; setacciarono la zona del porto dal quale si poteva vedere la Forca, Enyalis vide in lontananza la gigantesca e imponente struttura che rappresentava il Circolo dei maghi, ringraziando il Creatore che non fosse toccato anche a lui lo stesso destino. Si spostarono nei vicoli vicini all'Impiccato, un pub dove Varric passava molto tempo, e finalmente sentirono delle voci. Ombre nella notte che si muovevano e un urlo.
« È Donnic! Dobbiamo sbrigarci! » disse Aveline urlando e spostandosi verso il vicolo dal quale proveniva l'urlo. Si mossero in fretta e svoltarono gli angoli fino a trovarsi davanti a un uomo con la stessa armatura della rossa, attorno a lui c'erano quattro individui dall'aspetto losco con le spade e i coltelli sguainati. « State lontani da quell'uomo! » urlò lei spostandosi contro di loro con la spada e lo scudo del marito pronti all'azione, ne gettò due a terra e ricevette il supporto di Carver che andò a combattere contro gli altri, Enyalis sfruttò tutto il suo arsenale di magie usando il fulmine e il fuoco come armi principali. Evocò delle grandi sfere di fuoco dal cielo che andarono a scontrarsi contro i nemici che aveva paralizzato con i fulmini, Aveline infilzò la lama nel petto del primo assassino e Carver ne uccise un altro ricevendo schizzi del suo sangue sui vestiti. Il mago a quel punto usò una stretta invernale per congelare il terzo nemico e più vicino a lui e poi mosse il bastone colpendolo ripetutamente fino a ridurlo in pezzi. Si gettarono tutti e tre contro l'ultimo degli assassini rimasti ancora in piedi: Aveline gli diede un colpo di scudo che lo fece vacillare e quasi cadere, Enyalis lo paralizzò usando i fulmini e il suo corpo fu scosso da dei tremori, a quel punto Carver sfruttò l'occasione per recidergli la testa con un colpo netto.
« Aveline... siete un miraggio. Mi avete salvato... » disse la guardia di nome Donnic, la rossa aiutò il collega a rialzarsi e per un lungo attimo si fissarono intensamente negli occhi. La situazione sembrava farsi calda tra i due.
« Credo che questo tentato omicidio dovrà essere riferito al Visconte... » disse Enyalis cercano di mettere fine a quella situazione sdolcinata. Non era un amante di quelle cose, era romantico sì, ma forse non gli piacevano solo perché non aveva mai avuto la possibilità di farle con un ragazzo, mai nessuno l'aveva amato da quel punto di vista.
« Credo che non sia esattamente opera di comuni assassini... » disse Donnic. Passò una lettera ad Aveline e la lesse più volte restando incredula di ciò che aveva appena letto. « Qualcuno che opera dentro la casa del Visconte... » Enyalis e Carver non capirono subito il motivo di tanta segretezza.
Poterono farlo l'indomani, quando giunsero alla Fortezza del Visconte per chiedere ad Aveline come era finita la questione, Enyalis era passato prima dall'Impiccato per parlare con Varric, voleva aggiornare il nano della situazione e lui aveva riso di tutta la situazione, con piacere Enyalis notò molto affinità con il nano. Era una buona compagnia e si chiedeva però quando avrebbe dovuto toccare l'argomento dei suoi gusti, forse non era meglio parlarne subito. Andarono così dalla guardia, sembrava essere scoppiato il pandemonio all'interno della Fortezza e un uomo fu trascinato via, aveva la divisa della guardia cittadina, era però più complessa e piena di medaglie per il valore e altre onorificenze. Quando chiesero ad Aveline, lei raccontò l'accaduto.
« Pare che quel bastardo stesse lavorando con una specie di setta. Adesso non ci darà più problemi per un po'... » lasciò la frase in sospeso per continuare subito. « Soprattutto adesso che sono il capitano delle guardie! » era chiaramente fiera di sé, si meritava quel posto ed Enyalis era felice per lei.
« Sono contento. Spero che collaboreremo ancora insieme e che il tuo nuovo incarico non ti distragga troppo dallo spiarmi! » disse Enyalis a mo' di battuta. Aveline fece un sorriso che le mutò il viso, era una donna dall'aspetto così duro e quel sorriso la faceva apparire bellissima e molto femminile.
« Certamente Enyalis. La mia amicizia nei vostri confronti non è cambiata. E voglio anche darvi un piccolo ringraziamento... » prese un sacchetto tintinnante e lo passò tra le mani del ragazzo. « Ho sentito da quell'ubriacone di Varric che siete in cerca di soldi per partecipare ad una spedizione nelle Vie Profonde. Fate attenzione: Bartrand è una canaglia! » disse rivolta a entrambi i fratelli.
« Credo sia giunto il momento di lasciarti ai tuoi incarichi, avrai molto da fare per migliorare Kirkwall. » disse Enyalis salutando l'amica. Carver era dietro di lui e prima di uscire Aveline si rivolse a lui severamente.
« Ah Carver: non voglio più vedervi gironzolare nei dintorni della “Rosa in fiore” o entrare o uscire della sue finestre! Prima potevo chiedere un occhio, ma adesso no. Sono stata chiara? » il ragazzo sprofondò nell'imbarazzo più totale visto che era presente anche il fratello maggiore, Enyalis si rivolse al ragazzo con l'aria sconvolta mentre quello diventava rosso.
« Carver? Cosa vai a fare alla Rosa in fiore? » domanda molto stupida visto che la Rosa in fiore era il più rinomato bordello di Kirkwall.
« Lascia stare Enyalis! Dobbiamo andare! » disse il ragazzo glissando l'argomento per l'imbarazzo e uscendo dall'ufficio di Aveline di corsa.







Angolo Autore:
Salve ^^ mancano precisamente sette settimane (uno scioglilingua?) al tanto atteso Inquisition e io vi propongo un altro capitolo della mia fanfiction ^^ commentiamo insieme questo nuovo capitolo.

Allora... iniziamo con la quest di famiglia. Mi addolora molto il fatto che Carver sia così scontroso nei confronti di Hawke nel gioco, ho voluto anche introdurre il fatto che Enyalis sia gay come possibile motivo di rivalità, ma sono pur sempre fratelli e certe cose non contano proprio di fronte all'affetto. Solo successivamente ho voluto collegare con la spedizione delle Vie Profonde e mi sembra ragionevole: i due Hawke vogliono riprendersi la vecchia tenuta e servono soldi, cosa che la spedizione potrà dare loro, qui subentra il tanto amato Varric e ci spostiamo subito alla missione di reclutamento di Aveline che ho voluto accorciare, penso che la cosa accadrà con altre missioni visto che spesso e volentieri il gioco ci fa fare avanti e indietro!
PS: che ne pensate della piccolissima scena di Carver alla fine? XD mi è venuta sul momento mentre scrivevo per cercare di concludere il capitolo in modo divertente.

Ritorno a ringraziare la carissima Alithea per l'appoggio che mi ha dato, per tutte le splendide recensioni che ha fatto e che spero continuerà a fare. Ringrazio anche Tezz sperando che anche tu continuerai a seguire e commentare la storia. Infine grazie a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo e che faranno lo stesso con questo e gli altri che lo seguiranno. ^^
 

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Capitolo 3
*** Problemi di natura magica ***


CAPITOLO TERZO
PROBLEMI DI NATURA MAGICA

I fratelli Hawke avevano lasciato in sospeso una cosa molto importante. Non che fosse loro reale intenzione, la Strega delle Selve aveva lasciato un compito di vitale importanza, un modo per ringraziarla dell'aiuto dato ed Enyalis voleva a tutti i costi pareggiare i conti. Era senza dubbio dispiaciuto per il fatto che fosse passato più di un anno per poterci pensare eppure non aveva avuto alcuna occasione. Stringeva l'amuleto tra le mani, rigirandoselo nella sua stanza, la stessa del fratello. La porta della camera si aprì ed Enyalis si vide il fratello completamente fradicio e tremante per il freddo, indossava solo un asciugamano che lo copriva dalla vita in giù. L'acqua purtroppo era un vero problema nella casa, non potevano permettersi di pagare per l'acqua calda e quella fredda era la sola che gli restava per potersi lavare. Carver si buttò sul suo letto asciugandosi leggermente senza spogliarsi del tutto.
« Che fai con quell'oggetto? » chiese rivolto al fratello maggiore. L'amuleto appariva come una bellissima collana di perle nere, c'era poi anche un bellissimo pendente simile agli acchiappa-sogni fabbricati a Lothering con i legnetti.
« Dovremmo consegnarlo agli elfi. Dovremmo restituire il favore... » disse Enyalis pensando alla strega, lei li aveva aiutati nel momento del bisogno. Eppure chissà che cosa sarebbe accaduto una volta consegnato l'amuleto.
« Potremmo venderlo a qualche mercante. Magari vale molto... » propose il ragazzo, si alzò e si mise gli indumenti intimi davanti al fratello per poi vestirsi con i suoi soliti abiti ormai logori. « Di sicuro riceveremmo una somma di denaro maggiore. Ci servono monete d'oro ricordi? »
Enyalis non si trovò d'accordo. Non era giusto. Doveva onorare il patto. « No. Voglio riconsegnarlo. Tu vuoi venire con me? » nonostante fosse contrario, non se lo fece ripetere due volte: Carver finì di vestirsi e si mise gli stivali, entrambi i ragazzi uscirono in fretta di cosa col favore della luce mattutina del giorno.
Era abbastanza fredda come giornata, c'era una vento forte per tutta Kirkwall, Enyalis e Carver non avevano però soprabiti da poter indossare visto che pativano per la mancanza di denaro. Si mossero correndo per l'uscita più vicina della città, quella che li avrebbe portati sul sentiero diretto per Monte Spezzato, era là che la strega li aveva indirizzati. Per ogni evenienza avevano portato le loro armi e ovviamente l'amuleto messo in una sacca attaccata alla cintura di Enyalis. Arrivarono verso mezzogiorno tra le colline alla valle del monte, il verde brillava di uno strano alone opaco, il terreno era grigiastro come se fosse neve sporca e il cielo era coperto da nuvole. Probabilmente avrebbe piovuto ed era bene tornare presto a casa. Si spostarono quindi fino all'ingresso di una grande radura dove c'erano moltissime case e mezzi di trasporto, c'erano anche degli animali simili a cervi, degli halla. Due elfi dall'aspetto minaccioso si avvicinarono ai due ragazzi, chiaramente infastiditi alla vista di due umani che di norma non avrebbero messo piede nella loro terra.
« Fatevi indietro shamlen. Non vogliamo stranieri nella nostra terra. Tornate alle vostre belle case e alla vostra vita! Qui non c'è niente per quelli come voi! » disse uno dei due guerrieri minacciosamente.
« Siamo qui per consegnare un amuleto alla guardiana Marethari. È da parte della Strega delle Selve... di Asha'bellanar! » rispose Enyalis alla domanda che in effetti nessuno aveva posto. I due elfi si fecero diversi in volto: chiaramente sconvolti perché il compito non era toccato a un elfo bensì a degli umani.
« Non create troppi problemi. Consegnate l'amuleto e andatevene subito! » dissero in coro, a quel punto fecero passare Enyalis e Carver che avanzarono tra le piccole case.
L'accampamento era molto piccolo in verità, potevano esserci circa venti elfi in tutto, la maggior parte di loro erano però fuori dall'accampamento, probabilmente avevano vari compiti diversi ed era giunto il momento del lavoro. Avanzarono verso un'elfa dell'aspetto anziano, dalle vesti particolari e che chiaramente aveva un qualcosa di superiore al resto dei dalish presenti, doveva essere lei la guardiana del clan. Aveva capelli argentei e raccolti in un complesso chignon sulla testa, un bastone piumato tra le mani e alto quanto lei. Si voltò verso i due nuovi arrivati mostrando un tatuaggio sul volto, chiaramente era stata già avvisata da qualcuno del loro arrivo.
« Sapevo che sareste arrivati. Vi ringrazio infinitamente per l'aiuto che avete offerto ad Asha'bellanar. Devo però chiedervi qualcosa con grande rammarico... » prese una pausa, la cosa diventava sempre più sospetta a parere di Enyalis. « Dovrete collocare l'amuleto su un altare tra le nostre colline. Eseguire un rito e poi potrete andare via... » lasciò la frase in sospeso volontariamente.
« Non conosciamo il rito in questione. Flemeth non ci aveva detto nulla al riguardo! » disse aggressivo Carver, già per lui era stato inutile trovarsi là tra gli elfi.
« Manderò con voi la mia succeditrice. La seconda guardiana. Si trova già per strada... salendo il monte la troverete. Vi devo anche chiedere di portarla con voi quando avrete consegnato l'amuleto! » tutto quello era assurdo per entrambi i fratelli Hawke.
« State scherzando? » chiese Enyalis con una vena di sarcasmo nella voce. « Perché dovremmo portarla con noi a Kirkwall? » non era una bella risposta, il vecchio Enyalis avrebbe detto sì senza nulla da obiettare. Ma si vedeva cambiato.
La guardiana si affrettò a rispondere. « Semplicemente perché lo vuole lei. Vuole abitare fuori dal clan... è una brava persona e voglio che capisca cosa significa vivere lontani dalla propria famiglia! » quelle parole potevano adattarsi al caso di Enyalis e Carver. Più volte il ragazzo aveva desiderato andare via per farsi una vita propria. Kirkwall si presentava perfetta se non fosse stato per la loro situazione.
« Certamente! La porteremo con noi... in fondo ha bisogno di capire cosa vuole realmente. Anche se noi pensiamo che sia meglio una cosa, non significa che per lei debba essere lo stesso... » commentò Enyalis, non era però il momento di litigare di nuovo con Carver specialmente visto che in quel periodo si trovavano d'accordo.
Si spostarono verso l'altura del monte, proprio dove il terreno si inclinava e la vegetazione si faceva anche più fitta trovarono la ragazza in questione: era un'elfa slanciata, alta e magra, delle vesti di una delicata seta verde scuro e un tatuaggio sul viso, un bastone magico sulle spalle e dita lunga che stringevano un fiore. « Non è meravigliosa la natura? » poteva essere anche superba vista la sua bellezza immonda, ma quando parlò Enyalis capii subito che quella ragazza poteva essersi creata dei problemi. « Posso chiedervi come vi chiamate? Io sono Merrill... » si mise le mani sui capelli scuri e pieni di treccine, disperata improvvisamente. « Scusate forse non posso chiedervelo! È buone educazione chiedere il nome a uno shamlen? » continuò.
Enyalis quasi si trattenne dal ridere. « Tranquilla stai andando bene. Io mi chiamo Enyalis, lui è mio fratello Carver. È un piacere conoscere qualcuno come te... ho sentito che vuoi vivere a Kirkwall? »
« Sì. Pare che la guardiana non condivida molto il mio pensiero. » disse con una strana espressione desolata. Era molto strana quell'elfa secondo il pensiero di Enyalis, certo non ne aveva mai viste prima di quel giorno.
« Vedo che sei una maga... » disse Enyalis mentre erano in viaggio, chiaramente aveva notato il lungo bordone della ragazza intrinseco di rune mentre erano sulla via dell'altare indicato dalla guardiana. Merrill si sapeva muovere in quell'ambiente, ad un certo punto la strada si interrompeva.
Davanti ai tre c'era una strana distorsione di natura magica, una barriera dall'aspetto potente e indistruttibile. Impenetrabile all'apparenza. Merrill però fece qualcosa che nessuno dei due Hawke si sarebbe aspettato: estrasse un pugnale e si inflisse una ferita magica con la punta della lama, del sangue fuoriuscì copiosamente dalla mano e mosse l'arto contro la barriera che si dissolse lasciando spazio ad un piccolo cimitero con un grande altare sul ciglio della collina. Dietro di esso si poteva vedere la bellissima natura e il panorama di Monte Spezzato.
« Quella era magia del sangue!? Hai evocato un demone!? » chiese Enyalis riconoscendo subito il tipo diverso di magia eseguita dall'elfa. Lei non rispose, ovvio che non le importava cosa pensavano gli altri.
« Ci ha aiutato. Ma capisco che non potete capire! » quella fu il modo per discolparsi da ciò che era stato fatto. Molti maghi avevano perso la vita per aver usato la magia del sangue. Infine si avvicinarono all'altare e Merrill eseguì il rito.
Sembravano parole confuse e messe a caso nelle frasi che diceva, Enyalis non conosceva l'elfico e in particolare quello era elfico molto antico. L'amuleto donato da Flemeth brillò intensamente finché non si distrusse e una luce ancor più forte fuoriuscì dall'oggetto quasi accecando i ragazzi. Si coprirono gli occhi dalla luce abbagliante e la videro: splendente nel suo abito rosso e stretto, l'aria fiera e potente, occhi dorati e capelli argentei. La Strega delle Selve si ergeva davanti ai loro occhi, Enyalis chiaramente sconvolto per ciò che era appena successo. Carver si strizzava gli occhi per la sorpresa.
« Sei sempre stata all'interno di quell'oggetto!? » non gli dava particolarmente fastidio ma la cosa era stata parecchio strana. La Strega fece un ghigno trasversale.
« Solo una precauzione. Nulla sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente. Pare che la mia Morrigan si sia fatta aiutare... ma ho promesso che non me ne sarei andata così tanto facilmente! Ed eccomi qui... priva di rancore » Ma di cosa sta parlando? Pensò Enyalis silenziosamente. La Strega rideva di qualcosa mentre Merrill si inginocchiò alla Strega.
« È un onore vedervi Asha'bellanar! » la strega la fissò per quella che parve l'eternità e fu come se avesse capito che si trattasse di un'elfa.
« Un abitante dell'antico popolo... lieta di vedere che portate ancora rispetto. Lo fai perché sai chi sono o per il titolo che mi è stato dato? »
« So delle storie... » disse molto vaga, a quel punto Enyalis dovette intervenire.
« Non c'è di che! » disse con sarcasmo, il suo non era un vero ringraziamento, l'atto in sé era abbastanza per la Strega. Si congedo in fretta dai ragazzi e non si fece più vedere nei Liberi Confini, certo molti anni dopo Flemeth sarebbe ancora rimasta sulla bocca di tutti e sarebbe stata di vitale importante per il Thedas. Enyalis e Carver andarono verso Kirkwall insieme a Merrill. L'accompagnarono fino all'Enclave elfica e pareva felice là in mezzo ai suoi simili di città.
« Ti troverai benissimo! » disse Enyalis in tono positivo, Carver non sembra degnare l'elfa di attenzione mentre lei era persa nei suoi pensieri: si fissava intorno, cercando qualcosa da scrutare nel dettaglio, si rivolse al maggiore degli Hawke e sorrise.
« Grazie mille. Sento che mi troverò bene qui. Fammi visita qualche volta appena ai tempo però! » disse in imbarazzo. « Sei l'unico amico che ho in città finora! » amico... era una parola grande per qualcuno che si conosceva da poco, tuttavia Enyalis non si sentì di puntualizzarla in quello.
« C'è anche mio fratello Carver! » disse sorridendo, lei parve imbarazzata, il suo volto si tinse di rosso e rivolse un debole sorriso a Carver. Enyalis per la prima volta sentì qualcosa dentro di lui: un morso di gelosia fraterna.


Nel pomeriggio Enyalis ricevette un messaggio da parte di Varric, voleva essere raggiunto all'Impiccato per parlare meglio di qualcosa, nel dettaglio la spedizione delle Vie Profonde. Enyalis non aveva quindi mancato di chiedere a Carver se volesse unirsi a lui durante quelle ore pomeridiane, il ragazzo però era nel pieno sonno e non rispose, lo sistemò meglio con le poche coperte che avevano. Uscì di casa cercando di restare alla luce del sole debole di Kirkwall e raggiunse il locale nel centro della città inferiore. Lì l'ambiente era senza dubbio più caldo, le persone gioivano e si ubriacavano di drink e intrugli pesanti. In uno dei tavoli più lontani e isolati dalla confusione, il nano si trovava in compagnia di un boccale di birra.
« Volevi parlarmi Varric? » chiese Enyalis sedendosi accanto al nano che subito aveva chiesto un altro boccale per se stesso e uno per il nuovo arrivato. Dopo pochi minuti arrivarono i boccali traboccanti di uno liquido arancione.
« Ci servo un ingresso per le Vie Profonde. Un buon ingresso... non possiamo mica entrare nel privo covo di prole oscura che troviamo, ti pare? » Enyalis scosse la testa.
« Abbiamo quindi anche un cattivo ingresso eh? » chiese in modo sarcastico, il nano rise dalla sua battuta. « Come troviamo un buon ingresso? »
Varric mise le braccia conserte e rifletté. « Ho sentito dire che un Custode Grigio si trova in città. Credo bene che potremo chiedergli se ha una mappa. Farlo venire con noi magari... si trova nella città oscura. Dicono che sia un guaritore che viene dal Ferelden... magari vi conoscete! » Un guaritore? Senza dubbio un mago a parer di Enyalis. Si mise però di buona volontà e andò insieme al nano verso la parte più cattiva e povera della città, dove la gente aveva realmente bisogno di aiuto.
Enyalis si sentiva però ancora in dovere di parlare con Varric. « Dimmi una cosa... » fu interrotto immediatamente senza poter dire un'altra parola. Voleva parlare del suo orientamento, era chiaro ormai che era pronto per parlarne.
« Ti conosco Enyalis. So che molti hanno parlato di te, di come di comporti e non mi interessa cosa pensino gli altri visto che io stesso racconto molte storie... ricche di dettagli... come dire, inventati! » continuava a buttarla sullo scherzare quando finalmente divenne serio. « Mi piacerebbe però sapere quale verità di nasconde »
Non era una richiesta, era detto con il tono di chi realmente era curioso di sapere, non avrebbe però mai potuto essere diretto per paura di ferire il ragazzo. « Vuoi sapere se realmente mi piaccio i ragazzi o no? » chiese Enyalis e il nano non disse nulla, non fece un cenno. « Sì è così. Spero non sia un problema... » si voltò verso Enyalis come se stesse parlando con un pazzo.
« Chi sono io per giudicare con chi vai a letto!? » la cosa era un po' imbarazzante, soprattutto perché Varric era così: un tipo abbastanza aperto e solo successivamente avrebbe dimostrato l'affetto che provava per Enyalis. In fondo era troppo presto e si conoscevano da pochi giorni. Arrivarono infine alla cosiddetta clinica del Custode.
Era un luogo abbastanza largo, in una delle zone più illuminate della città oscura e si affacciava direttamente sulla lunga insenatura tra le montagne che davano sull'ingresso di Kirkwall dal lato opposto alla Forca. Nella stanza non erano presenti molte persone. C'erano due adulti, marito e moglie in abiti logori, davanti a loro c'era un lettino su cui stava una ragazzina. Oltre di loro c'era un ragazzo, poco più grandi di Enyalis di qualche anno, i capelli biondi e lunghi raccolti in una coda piccola, il viso scarno ma bello e indossava un lungo abito complesso, alle spalle teneva un bastone magico con vari motivi di rune. Mosse le mani sopra il corpo della ragazza e il suo corpo fu riempito dalla luce. Una cura magica, ormai Enyalis non aveva più dubbi sul fatto che fosse un mago, sapeva riconoscerne uno quando lo vedeva. Si avvicinò lentamente insieme a Varric mentre i genitori portavano via la figlia dal lettino, si era alzata e stava bene, salvata dalla magia. Il mago prese il bastone magico e lo puntò contro i due arrivati senza spiegazioni da parte loro.
« Perché disturbate questo luogo di cura? Ho creato un santuario della pace e non uso la magia per il male delle persone. Io guarisco! » disse con voce tremante e delicata. Aveva un fisico normale, spalle larghe e alto quanto Carver probabilmente.
« Sono un mago anch'io! » puntualizzò Enyalis mostrando la mano e facendo un incantesimo, una semplice luce che tenne sospesa sulla mano. « Volevo il tuo aiuto per entrare nelle Vie Profonde. Dicono che tu sia un Custode Grigio... la cosa mi gioverebbe parecchio! » era risaputo che l'ordine dei Custodi era stato stabilito e ricreato nell'arlea di Amaranthine proprio grazie ai due sovrani del Ferelden, quell'uomo non potevamo avere molta esperienza, meno di un anno di sicuro.
Fece un sospiro. « Le notizie corrono in fretta qui eh? Dimmi perché dovrei aiutarti. In fondo tu non hai fatto nulla per me... e ritornare in quelle vie così buie e oscure non mi va bene... » la cosa era stupida, lui era un guaritore, e non uno di quelli fasulli ma uno vero. Come poteva chiedere qualcosa in cambio?
« Ho realmente bisogno del tuo aiuto. Farò qualunque cosa dopo. Se vuoi che ti nasconda ai templari ci proverò. Se ti servono soldi te ne darò, ma per me è davvero importante. Ho bisogno di soldi perché voglio acquistare la vecchia tenuta della mia famiglia. Mi servono le tue mappe, e anche tu potrai venire se non vuoi separartene... ma ho realmente bisogno del tuo aiuto! » Enyalis non aveva bisogno di essere convincente, tutte quelle parole erano vere e venute dal cuore, erano sincere e quel ragazzo guaritore se n'era accorto. Si spostò verso il compagno mago, titubante e preoccupato per qualcosa in particolare.
« Posso anche aiutarti, sembra un gesto nobile il tuo... sembra che tu sia molto attaccato alla famiglia. Magari tu sei stato fortunato e non sei stato strappato a loro da quei dannati templari! » era arrabbiato chiaramente. Mi fissò con i suoi occhi brillanti d'oro. « Prima di allearmi con te, devi sapere che ospito uno spirito della Giustizia dentro di me. È diverso da un demone... lui è uno spirito buono! Non è come gli altri... lui è parte di me e io sono parte di lui! » fece una pausa. « Se vuoi le mie mappe dovrai prendere sia me che Giustizia. Ci stai? » allungò la mano come per siglare il patto, quel dettaglio non sarebbe dovuto andare alle orecchie di Carver. Visto che quella mattina avevano visto Merrill evocare un demone.
« Affare fatto allora! » disse Enyalis in risposta, strinse la mano del ragazzo siglando il loro patto, la loro alleanza. E quello sarebbe stato l'inizio di qualcosa di forte visto che i due la vedevano allo stesso modo sulla libertà dei maghi. « Io sono... »
« Enyalis Hawke ma certo. Conosco la fama tua e di tuo fratello. Io sono Anders, onorato di lavorare con te allora! » fece un sorriso imbarazzato e poi tornò al suo lavoro. A quel punto mancava solo il denaro per la spedizione.







Angolo Autore:
Eccomi ^^ è da molto che non pubblico ma sono stato molto impegnato con il lavoro, è stato parecchio difficile andare avanti con il capitolo e questo mi fa pensare che non so ogni quanto potrei darvi il capitolo successivo (in generale). Spero presto.

Iniziamo commentando il capitolo, vediamo che finalmente Merrill è entrata nel gruppo, è davvero strano come il gioco ti faccia prima scontrare con i maghi del sangue e li facci apparire negativi (in Origins) e nel 2 siano persino tuoi alleati (cosa che mi infastidisce, sono pro-magia ma non magia del sangue); non so se mi sono fatto io i mostri mentali... ma ho sempre creduto che l'elfa provasse qualcosa per il nostro caro fratellino, credo proprio sia così visto i discorsi che fa durante il girovagare a Kirkwall se lui è in squadra, ho voluto quindi lanciare questa pietra nel mio racconto. Inoltre è una cosa normale la gelosia del proprio fratello/sorella, specialmente quando la ragazza in questione è una maga del sangue! Ho accorciato la missione di Anders perché credo sia realmente strano che lui da guaritore (volontario) chieda in cambio qualcosa per l'aiuto. Poi saranno punti di vista diversi anche se la sua missione non resterà del tutto fuori dalla ff.
PS: dolce Varric non si fa problemi di chi Enyalis si porti a letto xD!

Ringrazio Alithea per la recensione del capitolo scorso e un grazie anche a tutti voi che leggete il capitolo, commentate se volete e a presto con il prossimo cap ^^.

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Capitolo 4
*** Affari del Qun ***


CAPITOLO QUARTO
AFFARI DEL QUN

« Ti trovi bene qui nell'Enclave? » chiese Enyalis rivolto alla sua nuova amica, Merrill si stava dando un gran da fare per sistemarsi nella sua nuova casa. Era in uno dei vicoli più lontani dell'albero gigantesco all'ingresso dell'Enclave, la casa era piccola più o meno come quella di Gamlen. C'era un bagno e una stanza da letto e poi una grande stanza che l'elfa aveva adibito a zona giorno.
Portava una vassoio su cui stava una teiera e due tazze. Enyalis poté sentire distintamente l'odore dell'acqua bollita e dentro di essa qualcosa di forte. Magari foglie di radice elfica. « Non ho molto da darti... mi dispiace! » disse totalmente imbarazzata dalla situazione, la sua pelle paonazza era contornata da un alone roseo.
« Tranquilla Merrill, non voglio che tu mi offra da bere. Sono passato perché tu volevi che lo facessi e soprattutto perché lo sentivo. » rispose il ragazzo sistemandosi sulla scomoda sedia di legno, lei poggiò il vassoio sul tavolo e si sedette.
« Sì mi trovo bene. Sento che andrà tutto bene... sono qui da una settimana e ho solo te come amico. Ancora. La cosa è triste vero? » Enyalis scrollò le spalle.
« Farai conoscenza. Sai che sei speciale e simpatica, gli altri elfi non ti hanno notata? » lei scosse il viso in risposta alla domanda. « E non hai pensato di presentarti a loro? » ancora una volta scosse il viso ed Enyalis sospirò.
« Non sono una di quelle persone socievoli. Ho imparato a cavarmela da sola... oggi ho assistito a una rapina sai? » sembrava realmente emozionata all'idea, un sentimento che si spense subito dopo. « Si perdono molte cose qui... » chiaramente alludeva a qualcosa ed Enyalis se ne accorse subito.
« Ti senti persa? » chiese infine lui.
Un lieve imbarazzo fu nuovamente visibile sul viso della ragazza, annuì. « Un po'. Mi manca casa. Mi manca la guardiana... ma questo non importa. Presto mi adatterò no? » Enyalis provò ad annuire anche se non era pienamente convinto.
« Devo andare da Varric. È un tipo simpatico. Te lo presento e vediamo se ha qualcosa per noi... » Enyalis e Carver avevano lavorato duramente in quella settimana dopo la conoscenza di Merrill e Anders. Si erano impegnati a fare dei lavoretti puliti e avevano guadagnato qualcosa, non molto visto che le cinquanta sovrane sembravano essere sempre tanto distanti. Non volevano mollare però.
Uscirono insieme di casa e si spostarono per le piccole e impolverate vie dell'Enclave, c'erano moltissimi elfi ed era impossibile che nessuno di loro avesse notato Merrill. Era una persona abbastanza amichevole, forse però i suoi strani comportamenti la rendevano un fantasma agli occhi altrui. Uscirono quindi dall'Enclave e si spostarono per la città inferiore, Varric come al solito lo trovarono all'Impiccato. Era seduto al suo solito tavolo dove Enyalis aveva avuto spesso modo di andarlo a trovare, quello era l'inizio di una buona amicizia. L'elfa si sentì un attimo persa in mezzo a quella gente strana, ubriaconi come Gamlen e pirati pericolosi, ladri e assassini. Forse il peggio di Kirkwall ed Enyalis si trovava a disagio anche là. Non gli piaceva neanche che il nano si trovasse spesso lì visto che lui non aveva un'alta considerazione dei tipi loschi che si trovavano a bere nel locale. Si avvicinarono entrambi al nano che per la prima volta vide Merrill.
« Enyalis! Chi è questa graziosa margheritina che porti con te? » disse quello scherzando e mantenendo una certa eleganza. « Io sono Varric... non credo di averti mai visto in giro per Kirkwall! » la salutò allungando la mano e lei la strinse.
I due nuovi arrivati si sedettero nel tavolo del nano ed Enyalis cominciò a conversare. « Se non sbaglio mi avevi mandato un messaggio. Volevi parlarmi di qualcosa in particolare? Spero non problemi con la spedizione... » disse vago ma il nano scosse il viso negativamente per poi prendere a parlare.
« Solo parlare amichevolmente. Bartrand non ha ancora trovato un compare per la spedizione... questo è molto buono! » sottolineò. Si rivolse all'elfa che finora era rimasta in silenzio. « Come ti chiami margheritina? Enyalis ti ha detto di com'è arrivato qui? Dell'ogre che ha affrontato? »
Lei scosse il viso. « Mi chiamo Merrill. Non so nulla di Enyalis... ma resta comunque mio amico! » Varric rimase perplesso da come la ragazza si era posta.
« Dicci cosa hai pensato quando lo hai affrontato. E parla del drago... » disse lui avidamente, Enyalis gli aveva raccontato molte volte la storia. Ma il nano non si stancava mai di ascoltarla, forse per distinguere la realtà dai suoi racconti.
« “Accidenti quant'è grosso. Cosa gli daranno a mangiare?” » rispose Enyalis cercando di sorridere, Varric si sbellicò dalle risate rischiando di cadere persino dalla sedia. Dietro di loro c'erano dei movimenti, qualcuno che litigava ad alta voce ma non ci fecero particolare attenzione.
« Pare che con te non ci sia mai da annoiarsi... » disse il nano, i suoi occhi balzarono proprio là dove stava scoppiando la lite. Tutti si voltarono verso quel punto.
In mezzo a cinque uomini, c'era una ragazza dalla carnagione scura, penetranti occhi e lineamenti selvaggi di terre lontane, aveva l'aria di chi ne aveva passate tante, forse era l'impressione che davano i suoi capelli ribelli e mossi, scuri come il carbone. Vestiva con pochi abiti lasciando la propria pelle delicata alla vista dei presenti, il suo viso era però marchiato da un'espressione di odio verso coloro che la stavano disturbando: i cinque uomini erano infatti a terra doloranti, lei puntava le sue daghe contro di loro bramando la loro vita. Uno degli uomini si alzò pronto per coglierla di sorpresa ma lei mosse velocemente uno dei coltelli in direzione del pube dell'uomo ed entrambi si fermarono poco prima che l'inevitabile fosse fatto.
« Stammi lontano o giuro che ti taglio tutto quello che hai tra le gambe! » disse lei con voce fluida, il suo accento era strano, sicuramente in parte era fereldiana. Enyalis e i suoi due amici si alzarono dal loro posto e si avvicinarono alla ragazza, adesso libera dalle attenzioni degli uomini e che tornava al suo drink al bancone.
« Tutto bene? Ti hanno fatto del male? » chiese il ragazzo gentilmente, lei lo fissò distrattamente e fece un sorriso.
« Sto bene. I vermi senza palle come lui li so trattare. Piuttosto sono i bei tipetti come te che non capisco, sono gentili e strani, silenziosi e misteriosi. Uno dei tipi di ragazzi più segreti e pericolosi... piacere, mi chiamo Isabela! » disse allungando la mano.
« Enyalis » rispose il ragazzo stringendo la mano della donna. « Ho come l'impressione di averti già vista da qualche parte... e non qui a Kirkwall. » lei scrollò le spalle e fece un grande sorriso.
« Sono del Ferelden. Un tempo vivevo a Denerim... sai che ho persino visto l'attuale Regina? All'epoca era una Custode... l'ho vista da lontano e l'ammiravo. Credo di poter dire che sia l'unica bella ragazza che abbia mai visto. L'unica per cui potrei amare una donna! » disse a mo' di battuta. Bevve un sorso dal suo drink.
« Ah sì? Anch'io la vidi tempo fa. Ma io sono di Lothering. » ci mancava poco che Isabela si strozzasse con il liquido appena ingerito. Chiaramente tutti i fereldiani sapevano e piangevano la distruzione di Lothering al tempo del Quinto Flagello.
« Mi dispiace molto... ascolta: ho una proposta da farti, avrei bisogno di aiuto per una piccola scaramuccia, stanotte, nella città superiore. Quegli stronzi di prima chiameranno i rinforzi e ho dei... problemini che dovrei curare. Mi dai una mano a difendermi? Ti darò una ricompensa... denaro magari? »
Con quella strana richiesta aveva catturato l'interesse di Enyalis, non che fosse realmente intenzionato ad aiutare la ragazza visto che l'aveva appena conosciuta tuttavia il profumo dei soldi era un richiamo maggiore di qualunque cosa. « Va bene. Ci vediamo stanotte allora. »


Le ombre erano calate in fretta, Enyalis aveva deciso di portare con sé Varric e Merrill, visto che erano stati presenti all'evento all'Impiccato, e parlò di Isabela anche a Carver. Il ragazzo non fu subito convinto che allearsi con una persona del genere potesse essere buono, era il genere di ragazza che poteva pugnalarti alle spalle. Il fratello maggiore però cercava di vedere sempre il meglio delle persone e Carver non voleva distruggere quelle sue illusioni, si dimostrò favorevole ad aiutare la donna in questione. Camminarono a lungo fino alla scalinata che conduceva alla città superiore e la percorsero tutti e quattro nel totale silenzio. Da lì si entrava nel bellissimo e largo mercato. Durante il giorno era pieno di persone ma durante la notte non c'era nessuno. Neanche la guardia cittadina aveva messo piede lì. L'unica presente era una donna formosa e dai vestiti logori, era Isabela che attendeva.
« Sei arrivato... giusto in tempo! » disse mentre i quattro si avvicinavano a lei, dal vicolo scuro uscirono delle figure, erano in cinque e avevano l'aspetto di sapere il fatto loro. Sembrava combattenti eccellenti, inoltre dalle loro vesti abbastanza fresche e leggere, Enyalis dedusse che potessero essere uomini di mare, probabilmente ladruncoli nel dettaglio. E sembravano conoscere Isabela.
« Guardate un po'... la puttana ha portato degli amici! » disse quello che conduceva il piccolo gruppo. Isabela si morse il labbro inferiore facendolo diventare rosso. « Castillion vuole la reliquia. Allora capitano? Dove l'hai nascosta? » chiese l'uomo.
« Capitano? Sei anche tu un pirata non è vero? » chiese Varric alla donna, la frase aveva una vena sarcastica e Isabela si voltò verso Enyalis cercando di discolparsi.
« Ero capitano. Ma ho perso la nave e tutti i miei amici là. » si voltò verso l'uomo. « E sai benissimo che non ho la reliquia. L'ho persa... ho sentito che è qui ma non saprei dirti dov'è. E non lo direi mai a te verme... » disse vaga. L'uomo scosse il viso parecchio scontento in volto. Era tempo di combattere!
« Pare che Castillion sarà molto triste... » commentò lui ed Enyalis ebbe la risposta pronta.
« Non c'è bisogno che lo venga a sapere... » a quel punto Isabela lanciò un coltello contro uno dei cinque uomini e lo uccise, gli altri quattro si misero subito all'erta e lo scontro cominciò all'istante.
Ci gettammo addosso ai quattro pirati rimanenti, lo scontro durò meno del previsto visto che si trovarono avvolti dalle mie fiamme e dai fulmini di Merrill, era una maga bravissima e un'ottima combattente, davvero letale quando voleva e forse era proprio per la presenza del demone in lei. Enyalis non ci fece più caso visto che i nemici erano ormai tutti caduti a terra e morti, non c'era più tracce di vita. Carver si ripulì la spada con un panno che aveva con sé, la notte era fredda ma adesso che avevano combattuto sentivano piuttosto caldo. Enyalis si avvicinò al fratello minore e gli poggiò una mano sulla spalla.
« Tutto bene? » quello annuì e il ragazzo si voltò verso Isabela che stava cercando qualcosa tra i cadaveri, come un avvoltoio che cerca tra i resti delle sue prede. Tirò fuori un sacchetto di monete tintinnanti e lo tirò verso il ragazzo. « La nostra ricompensa immagino? » era parecchio pesante, c'erano moltissime monete d'argento dentro e cinque d'oro, quello si che era stato un bel colpo.
« Grazie mille del tuo aiuto. Immagino che per un po' starò con te... se ti serve una mano non esitare a chiamarmi eh? » fece l'occhiolino al ragazzo, era abbastanza intimorito dalla ragazza che sembrava abbastanza interessata a lui. Per quella notte avevano però già fatto abbastanza danni. Era meglio tornare a casa.
Il giorno dopo Varric andò direttamente nella casa di Gamlen, Enyalis si era svegliato da pochi minuti e fu abbastanza stranito nel vedersi il nano a casa. Lo fece entrare con chiaro disappunto di Gamlen. « Che orrenda bettola! Meglio vivere per strada! » disse conoscendo la storia di rivalità tra i parenti. Enyalis si vestì in fretta e sfruttò l'occasione per uscire con il suo amico. « Ti stavo cercando. Ho una piccola missioncina, e credo ti potrebbe fruttare parecchi piccioli! » disse sfregando le dita per indicare il denaro.
« Spero che sia un lavoro pulito Varric... non mi piace immischiarmi in affari sporchi lo sai benissimo! » disse Enyalis. Non aveva poi molta scelta perciò seguì il nano per le vie della città inferiore. Vicino l'ingresso della città, prima di arrivare al porto, c'era un nano dall'aspetto burbero, appena vide Varric gli fece un cenno.
« È lui? Sembra abbastanza forte... » Enyalis fu squadrato da quello stranissimo nano. Osservò principalmente la stazza e il fisico del ragazzo. « Sei ben messo. Inoltre mi è stato detto che sei un mago... potresti fare al caso mio allora! »
« Varric mi ha detto che ti servo per una missione. Che genere di missione? » chiese il ragazzo scrutando Varric con freddezza, non era il caso di spargere ai quattro venti il fatto che fosse un mago. I templari potevano prenderlo in qualunque momento.
« Ho sentito dire che i qunari al porto hanno una speciale polvere nera. È un esplosivo ma credo che si potrebbe guadagnare una bella somma di denaro dalla vendita... aiutami ad ottenerla! » disse semplicemente.
« Vuoi che io rubi ai qunari!? Sei forse impazzito? » chiese Enyalis quasi urlando, non era neanche il caso visto che i qunari soggiornavano lì vicino.
« No sciocco ragazzo. I Tal-Valshoth... sono un gruppo di qunari ribelli che credo stiano provocando parecchi problemi all'Arishok. Se tu li uccidessi potremmo prenderci la polvere nera come ricompensa e io ti darei il compenso per l'aiuto! » l'offerta sembrava rischiosa e stupida. Perché l'Arishok non ordinava la loro esecuzione se gli stavano dando tanti problemi? Inoltre Enyalis non credeva possibile che il qunari condividesse i propri segreti così facilmente.
Enyalis decise di portare con sé Varric, Carver e l'amica Aveline. Entrambi avevano sospettato qualcosa di strano e Aveline non era molto d'accordo perché conosceva il nano in questione. Javaris era infatti una carogna del commercio, nessuno lo conosceva a Kirkwall se lo chiedevi in giro, molti dicevano però che aveva addirittura avuto modo di lavorare per il segreto Emporio Nero in città, la sua sete di denaro però lo aveva fatto cacciare via. Si incamminarono verso la Costa Ferita, uscirono dall'ingresso secondario di Kirkwall che dava il benvenuto ai Liberi Confini in tutti i sensi vista la lontananza dal Mare del Risveglio, tuttavia la costa si affacciava su un bellissimo lago, Enyalis poteva solo vedere i deboli riflessi del sole sul mare, l'acqua pareva di un grigio strano e una nebbia sembrava issarsi dalla tavola lucida e pulita che era l'acqua. Carver si soffermò pochi istanti ad ammirare il lago.
« Ti manca casa vero? » chiese Enyalis fiancheggiando il fratello minore. « Questo spettacolo ricorda molto Lothering non è vero? » non ricevette nessuna risposta da parte del fratello e non si voltò neanche per guardarlo.
« Non credo di averti mai capito a pieno... forse perché mi aspettavo una figura diversa da te... voglio dire, ho pensato per anni che ti piacessero le ragazze! Sei sempre stato il mio modello da seguire... » la voce di Carver tremava appena. Enyalis non voleva parlare di quello, e ora che ci pensava meglio era assurdo che volesse parlare in generale del passato con il fratello. « Sei mai stato con un ragazzo? » chiese imbarazzato quello. Enyalis lo fissò di traverso.
« Vuoi sapere se sono stato a letto con un ragazzo? La risposta potrebbe sconvolgerti... anche se non credo che tu voglia saperne i dettagli! » Carver ebbe dei brividi perché gli fu impossibile non rendere quelle parole pensieri. Enyalis aveva avuto una piccola storia tempo fa, con un contadino di Lothering, la sua famiglia però era morta pochi mesi dopo il loro arrivo, il ragazzo era rimasto solo ed era stato accolto dalla chiesa per cui non avevano avuto modo di vedersi ancora.
« Sai se è ancora vivo lui? » chiese Carver, l'argomento era fonte di imbarazzo per entrambi, ma Enyalis capì che si trattava di un comune modo di approcciarsi del fratellino, non avevano molto di cui parlare in effetti.
« Penso sia morto a Lothering durante l'assalto dei prole oscura. Mi aveva detto che c'era una suora simpatica che gli voleva bene, si chiamava Sorella Leliana... ma poi un giorno se n'è andata improvvisamente... » Enyalis non aveva idea di cosa fosse successo e le lettere che si scambiava con il ragazzo erano troppo brevi e troppo rischiose, non volevano certo rivelare il loro amore.
« Capisco... e immagino che Bethany lo sapeva! » era un'affermazione e Enyalis impiegò troppo tempo per smentire la cosa, chiaro segno che aveva elaborato una bugia. « Non parliamo mai di noi... e io mi vergogno a parlarti di qualunque cosa sul piano emotivo! » quelle erano parole taglienti e misero un punto alla discussione.
Quando andarono dall'Arishok le cose furono molto diverse da come Enyalis e Javaris le avevano immaginate. La missione in sé era andata bene, a fatica i ragazzi avevano ucciso tutti i Tal-Valshoth che si trovavano lungo la Costa Ferita. Erano tornati immediatamente dal nano e insieme erano andati nell'angolo del porto che i qunari avevano insediato. Una gigantesca porta bloccava l'accesso a chiunque, avanzarono tra decine e decine di qunari che erano naufragati con la nave là, arrivarono a un gigantesco trono, davanti ad esso c'era un qunari dalle grandi corna rosse, un vestito che dimostrava la sua superiorità. Il qunari in questione aveva un fisico scolpito ed era imponente, alto e dalle spalle larghe, una gigantesca spada al suo fianco e l'aria annoiata nonostante il personaggio con cui parlava: un altro qunari, anche lui aveva un fisico possente e due grandi corna, indossava una bellissima armatura grigiastra e rovinata dal tempo. Al suo seguito aveva un bellissimo segugio mabari, sembrava forte e ben impostato. Non si avvicinarono di molto visto che non volevano origliare ma la discussione si era comunque sentita.
« Mi dispiace, Khenbaas. Non intendo rifiutare di attaccare il Ferelden quando tutto sarà sistemato qui a Kirkwall. » l'Arishok aveva parlato freddamente. « O preferisci che io ti chiami Sten? Visto che sei conosciuto con tal nome in quelle terre... »
Il qunari scosse la testa in modo furioso, girò sui tacchi e parlò al proprio segugio mabari. « Andiamo Drawgnar. Attento sia l'uomo che osa sfidare l'Arishok... » l'aveva detto in modo poco convincente e sorpassò Enyalis e i suoi amici.
« Ho sentito dire dalla mia avanguardia che qualche stupido si è messo ad eliminare i Tal-Valshoth per conto mio...ebbene sappiate che non si sarà ricompensa per voi! » disse il qunari con parole di rabbia. « Sparisci nano! La polvere nera non è un giocattolo per voi stolti che mirate al profitto personale! »
« Ma... noi abbiamo... » Javaris stava per lamentarsi ma i qunari accanto all'Arishok si mossero appena e ciò bastò per farlo scappare a gambe levate. Enyalis restò abbastanza deluso da come la cosa si era evoluta.
« Mi hai reso un favore ragazzo. Ma non ti aspettare ricompense da me. Perciò vai via! » digrignò i denti e i quattro scomparirono dalla vista dell'Arishok. Era stata una perdita di tempo ma ne erano comunque usciti forti, ed Enyalis ovviamente dovette sorbirsi i discorsi di Aveline e sul fatto che avesse ragione su Javaris.
« Te lo avevo detto. Ecco cosa succede se non mi ascolti. Quel piccolo bastardello è sotto i miei occhi da un po' nonostante io prima fossi una semplice guardia! » commentò la ragazza dai capelli rossi.
« Va bene. La prossima volta cercherò di ascoltarti... » sospirò Enyalis seccato dalla situazione, si scambiò un breve sguardo con Carver che aveva capito il reale tono del fratello, stava sorridendo e tratteneva le risate. Questo non poté non far sorridere persino il maggiore dei due. Era giunta l'ora di tornare a casa.








Angolo Autore:
Un nuovo capitolo ^^ Incredibile ma pensavo che non sarei riuscito a pubblicarlo in tempo e invece... eccolo qui. È inutile dire quanto io stia fremendo per il terzo capitolo perciò commentiamo subito il capitolo.

Questo capitolo mi è piaciuto moltissimo, forse il primo della storia che realmente mi ha fatto impazzire. Il discorso con Merrill che prova ad essere ospitale... troppo dolce! Non c'è mica bisogno di essere così servili, e poi la comparsa di Isabela... un personaggio carismatico e sappiamo tutti cosa accade nell'Atto Secondo. Sarà lo stesso anche qui? Riuscirò dove ho finora sempre fallito xD? Ebbene speriamo. Ho inoltre realizzato di voler inconsciamente centrare tutto l'Atto Primo su Carver e sui problemi tra i due Hawke. Mi pare giusto rendere giustizia al personaggio e ai suoi problemi, ma non preoccupatevi, ci sarà spazio anche per le romanticherie ahah.
PS: la comparsa di Sten (il cui nome è stato inventato da me visto che non ho trovato su internet nulla riguardo al vero) è venuta sul momento e mi faceva piacere, fin dal primo capitolo di questa storia speravo di aver modo di mettere alcuni dei vecchi pg, quelli più belli e carismatici magari, qui vediamo Sten con Drawgnar :D
PSS: mi accorgo che in quasi ogni capitolo ho messo un Post Scriptum!

Un grazie sempre speciale alla dolce Alithea e alle bellissime recensioni. Quest'umile scrittore è sempre pronto a porgerti i suoi sinceri ringraziamenti. Grazie molte anche a Tezz che ha anche aggiunto il proprio parere nello scorso capitolo. Un abbraccio dal nostro Enyalis a tutti voi che lo seguite e che leggete le tracce della sua vita XD al prossimo capitolo :). 

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Capitolo 5
*** L'odio di Fenris ***


CAPITOLO QUINTO
L'ODIO DI FENRIS

Enyalis si trovava nella clinica di Anders sotto richiesta del mago, era arrivato un messaggio a casa di Gamlen, l'uomo si era arrabbiato visto che si considerava una sorta di postino personale per Enyalis, il ragazzo però lo ignorò e fu Carver a rispondere al posto suo. La risposta fece piacere a tutti i presenti nella stanza ad eccezione di Gamlen stesso che rimase nel silenzio più totale. A quel punto Enyalis si era incamminato da solo verso la città oscura, infine era arrivato nella clinica che quel giorno era vuota e priva di “clienti” per il mago. Lo trovò però indaffarato con alcune carte che rappresentavano centinaia di cunicoli e passaggi. Erano le mappe delle Vie Profonde. I due ragazzi si trovarono vicini a parlare.
« Volevo chiederti scusa per come ho gestito la situazione. Non credo di aver spiegato bene il mio legame con Giustizia... » in realtà Enyalis non era molto interessato a quello. Nonostante questo si finse interessato.
« Non fa nulla. Non mi hai parlato di come vi siete incontrati mi pare... » disse pensieroso e cercando di trovare un argomento di cui poter parlare.
« Ad Amaranthine sono diventato un Custode Grigio. Insieme a me c'era un cadavere posseduto da uno spirito benigno. È successo durante alcuni movimenti sospetti dei prole oscura... ho deciso di accoglierlo con me perché eravamo amici. » fece una lunga paura e fissò Enyalis con i suoi occhi dorati. « Ti sembrerò pazzo »
« Credo sia un'ottima occasione per te e per lo spirito. Coesistere insieme... sintesi tra spirito e corpo. » magari i demoni e gli umani avessero potuto vivere così felicemente. Di sicuro i maghi non sarebbero stati marchiati come mostri!
« Sai... » chiaramente Anders si apprestava a cambiare discorso. « Una volta avevo un amico come te. Al Circolo del Ferelden... » Enyalis non capì subito a cosa il mago alludeva. Fu allora che sgranò gli occhi.
« Un amico come me in che senso? » chiese lui per controprova dei suoi pensieri.
Anders rispose in un modo che Enyalis non avrebbe mai immaginato. « Ti piacciono i ragazzi. Sì insomma... » era diventato rosso in viso. Come cavolo fa a saperlo!? Enyalis aveva movenze delicate e una falcata diversa dagli altri ragazzi, ma al suo occhio non era così facile da capire. « Si chiamava Karl... io e lui siamo stati... più che amici al Circolo. È così che ho scoperto di essere anche attratto dai ragazzi... »
Tutto questo era abbastanza confuso, strano e improvviso. Enyalis recepì bene le parole di Anders. Ciononostante non gli diede peso. « Avremo qualcosa di parlare allora... » forse quelle non erano le parole migliori da dire e per la prima volta Anders fece un sorriso ad Enyalis, un sorriso triste in verità che il mago si costrinse a ricambiare per rallegrarlo.
« Perdonami se ti ho disturbato comunque. Non preoccuparti, torna pure ai tuoi affari! » disse Anders voltandosi e dando le spalle al ragazzo. Quello gli rispose.
« Stanotte ho un incontro con un nano di nome Anso, pare che sia un contatto di Varric, potrebbe aver qualcosa per me. Mi dai una mano? » chiese Enyalis. Il mago si voltò appena e annuì silenziosamente.


Il nano di nome Anso aveva chiesto di potersi incontrare con Enyalis al tramonto nella città inferiore. Il cielo si era velato di uno strano alone arancione e le nubi coprivano il cielo a chiazze, era come un gigantesco oceano coperto dal petrolio, Enyalis si sarebbe incontrato all'Impiccato insieme a Varric e Carver, con loro sarebbe stato presente anche Anders che non mancò all'appello, si mostrò a loro lungo la via: indossava una lunga veste da mago color azzurro sporco e delle piume ornamentali sulle spalle, aveva ancora i capelli biondi raccolti e il suo bastone magico alle spalle. Quando furono pronti era quasi la fine del crepuscolo e per le strade di Kirkwall cominciava a girare un'aria fredda a glaciale. Anso li aspettava in un punto del mercato della città inferiore, c'era un odore strano, come se quella serata sarebbe andata storta in qualcosa. Enyalis si avvicinò al nano che sobbalzò urlando.
« Calmati sono io! » disse arrabbiato e spaventato a sua volta per l'urlo gettato dal nano. « Sei Anso giusto? Varric mi ha detto che avevi qualcosa per me! »
« Perdonatemi se sono sobbalzato. Sì in effetti... avrei da recuperare delle merci da un vecchio magazzino. Mi hanno rapinato e vorrei che me le recuperiate... » era una richiesta abbastanza strana e curiosa.
« E non c'entra alcuna setta segreta di Kirkwall? Gli Scaltri magari? I seguaci di Lei? » chiese Carver con sarcasmo. Il nano scosse il viso in modo semplice, chiaramente stava dicendo il vero ma entrambi gli Hawke sentivano che qualcosa non andava.
« Dicci dove si trova il magazzino e prenderemo ora stesso la tua merce! » disse Enyalis, ormai stava diventato sempre più buio e potevano agire con il favore della notte per muoversi in maniera nascosta.
Spiegò velocemente la locazione del magazzino, praticamente a pochi minuti di strada da dov'erano loro, dall'altro lato della città inferiore e in alcuni vicoli vicini all'Enclave elfica. Enyalis e il gruppo si mossero velocemente nelle ombre e lontani dai posti di guardia, non era bene far arrivare certe collaborazioni all'orecchio di Aveline e sicuramente avrebbe fatto la predica al maggiore dei due Hawke. Per tutto il viaggio fino al magazzino, Enyalis avvertì su di lui lo sguardo pesanti di Anders, il mago non distoglieva l'attenzione per un istante finché Enyalis non si voltava per guardarlo e allora lui sembrava perso a guardare d'altra parte. Quella fu la prima volta che si chiese cosa Anders pensasse di lui e cosa Giustizia, la spirito che albergava dentro il mago, fosse capace di esercitare sul corpo ospitante. Arrivarono in pochi minuti al magazzino, una stanza grande e totalmente vuota, c'era solo un grande baule aperto per di più, si spostarono facendo attenzione ad eventuali trappole ma Varric non ne vide neanche una, a quel punto Carver si avvicinò al baule aprendolo e scoprendo che era vuoto, totalmente spoglio ad eccezione della cenere.
« Che significa questo? È uno scherzo forse? » chiese Carver guardando torvo sia il baule che Enyalis. Il ragazzo era molto confuso.
« Immagino dovremo chiedere spiegazione al nano! » propose gentilmente e a bassa voce Anders, quello gli costò una scoccata di ghiaccio da parte di Carver.
« Questo era ovvio. E spero per lui che abbia una buona spiegazione che non vuole che gli infilzi lo spadone su per il... » Enyalis zittì il fratello con la mano, non perché il continuo della frase era un problema, ma perché fuori dal magazzino aveva sentito qualcosa. Rumore di passi, veloci e delle armi sguainate.
« Non siamo soli! » disse, si rivolse alla porta e la spalancò con un calcio uscendo sotto la luce della luna. Aveva ragione: non erano per niente soli.
Davanti a loro c'erano almeno una ventina di persone, un gruppo vestito di nero e con armi e armature ben curate, assassini chiaramente pagati per ucciderli. Dai loro stemmi e dalle loro complesse armature si poteva benissimo capire che la fattura dei loro equipaggiamenti era straniera, non del Ferelden e non dei Liberi Confini. Avevano le armi puntate contro di i quattro appena tornati per strada, passò un secondo esatto e lo scontro cominciò. Carver e Varric si gettarono in piena mischia usando le loro armi, Enyalis e Anders restarono invece indietro per usare i loro incantesimi, il primo utilizzava la forza elementale del fuoco e del ghiaccio e gli incanti della scuola primordiale del fulmine. Il secondo invece utilizzava dei quadrelli e dei dardi spirituali. Inoltre andava ad atterrare i nemici con i suoi incanti di entropia. Una magia ben diversa da quella che usava Enyalis. Scatenò tutto il suo repertorio di incanti: usò il fuoco e il cono di freddo per congelare i nemici davanti i suoi occhi che venivano ridotti in pezzi da Carver o da Varric con frecce potenti e distruttive. Usava anche il fulmine con il quale paralizzava i suoi nemici arrecando loro anche dei danni, infine volle sperimentare un incantesimo devastante che aveva modo di perfezionare, una tempesta di fuoco che scagliò contro i nemici uccidendoli sul colpo se riusciva a prenderli. Caddero tutti uno dopo l'altro e qualunque da lontano batté le mani. Un elfo comparve dell'ombra oscura, aveva la carnagione olivastra e degli stranissimi tatuaggi che sembravano essere tessi in tutto il suo corpo. Gli occhi color castagne e capelli morbidi e lisci e argentei come la luce lunare. Un viso marcato e bello per quello, strano a dirsi visto che solitamente gli elfi avevano lineamenti delicati, a caratterizzarlo erano i suoi abiti, un'armatura scadente.
« Avevo chiesto ad Anso di trovarmi qualcuno... ma non mi sarei mai aspettato qualcuno di così bravo, avrei dovuto chiedere prima! » disse l'elfo con voce pesante.
« E tu saresti? » chiese Enyalis senza necessità di abbassare la guardia, l'elfo era comunque armato con una gigantesca spada che teneva alle spalle. Poteva essere un loro amico anche se dalle parole non sembrava esserlo.
« Fenris. Ho parlato con Anso, è stato lui a indirizzarti da me... ho bisogno di una aiuto! » ecco che la missione mostrava le sue reali sfaccettature. « Ho bisogno di intrufolarmi in una villa nella città superiore. Lì si trova il mio vecchio padrone... » si fissò gli strani tatuaggi, chiaramente non comuni a quel punto. Enyalis lo guardò in silenzio, scrutandolo aspettando la richiesta.
« Quindi vuoi che uccidiamo il tuo vecchio padrone? » disse Carver infine, l'elfo di nome Fenris rispose annuendo e questo non era di certo un male, se un uomo arrivava a fare quelle cose, forse era giusto che morisse.
« Potremmo darti una mano. Portaci da lui. Gli spiegheremo con le buone la situazione! » rispose Enyalis in tono ferreo. Era più per la diplomazia, ma contro la violenza non riusciva a controllarsi e impazziva, forse perché aveva sempre sentito che in un ambito diverso, i templari sarebbero stati crudeli con lui.
La casa descritta da Fenris era molto simile a tutte le altre, da come ne parlava era una bella villa unita a tutte le altre della città superiore. Dalle sue informazioni avevamo ricavato che si trovava vicina la grande cattedrale di Kirkwall dove presidiava la somma sacerdotessa Elthina. La villa appariva molto grande e probabilmente a quell'ora tutti dormivano perciò era probabile che le luci fossero spente, era ancora più probabile che fossero nascosti in qualche cantina. Quando arrivarono nella grande casa però non trovarono nulla, il grande ingresso era persino aperto ed era accessibile a chiunque. C'era molta confusione ma non c'erano tracce di documenti che potevano incriminarlo o dimostrare i piani del vecchio padrone di Fenris. Enyalis ebbe modo di scoprire in futuro che egli era stato uno schiavo per anni per il pure giogo del suo padrone, l'elfo era riuscito però a scappare. Dentro di sé ardeva però di vendetta, una cosa che avrebbe dovuto dimenticare. Non c'era traccia di Danarius in tutta la villa e Fenris fu chiaramente arrabbiato e scontento di come la cosa si era apparentemente risolta. Si trovavano in una grande stanza, uno studio.
« Prendi tutto l'oro che possedeva quel bastardo. A me non importa nulla... » disse freddamente per poi uscire via dalla casa. Enyalis e Carver si guardarono un po' in giro riuscendo a trovare più di dieci monete d'oro, il loro traguardo era ormai vicinissimo e le cinquanta sovrane non erano così irraggiungibili ormai.
Quando Enyalis uscii dalla casa insieme ai suoi amici, trovò Fenris fermò a pensare, appoggiato al muro e guardando la luna lontana e splendente. « Sono stato schiavizzato da un mago. E adesso è stato uno di loro ad aiutarmi... » la cosa gli rodeva parecchio, Enyalis sentì una freddezza nei suoi confronti.
« Non tutti i maghi sono cattivi come Danarius. Io per esempio non sono lui. E Anders... » in realtà non sapeva molto cosa dire riguardo al ragazzo visto che dentro di sé aveva uno spirito, uno spirito che cominciava ad essere nutrito dall'odio per i templari e dalle ingiustizie nei confronti dei maghi.
« Tze! » Fenris non avrebbe mai potuto accettare una cosa del genere, eppure si costrinse a fare l'educato nei confronti del suo aiutante. « Per sdebitarmi immagino potrò offrirti il mio aiuto quando ne avrai bisogno... » la cosa gli scocciava parecchio.
« E adesso che farai? Voglio dire... » Enyalis provò ancora l'approccio gentile e Fenris si dimostrò ancora freddo nei suoi confronti.
« Starò qui. Non sei costretto a fare il carino con me! »
« Non puoi parlargli così solo perché è un mago! » intervenne Anders diventato rosso in volto, subito ritrovò una compostezza innaturale e intervenne anche Carver.
« Soprattutto non puoi parlargli così perché è mio fratello! Vedi di essere più gentile! » era forse la prima volta che Carver si dimostrava protettivo nei confronti di Enyalis, o almeno prima non era mai stata una cosa naturale. I due fratelli Hawke si scambiarono un sorriso, le cose non potevano andare meglio tra i due. Enyalis ringraziò anche Anders sussurrandolo appena. Fenris a quel puntò si congedò da loro, la missione di Anso gli aveva comunque fruttato parecchio denaro.
Quella stessa notte però non era destinata a finire così. In giro per la città inferiore si poteva trovare di tutto. Dal più incallito bandito al mendicante che non cessava mai di camminare per le strade. Era anche possibile trovare una suora con un tizio losco? Enyalis e il resto del gruppo la videro aggirarsi innocentemente con un assassino, un ladro probabilmente, a ogni modo era una persona che le avrebbe fatto del male. In quel tempo girava voce di un pazzo che aveva già fatto scomparire tre donne, solo i resti erano stati trovati ma nulla di più che potesse aiutare la guardia cittadina. La donna aveva un caschetto di capelli argentei, l'aria di chi la sapeva lunga. « Si può essere così stupidi da condannarsi da soli? » Varric vide l'assassino alzare una spada proprio dietro le spalle della donna e pronto per eliminarla. Scoccò una freccia in pieno cuore dell'uomo che cadde a terra morto. Corsero subito dalla donna.
« State bene? Non è stata una mossa saggia intrufolarsi nel vicolo con quell'uomo! O cercavate forse di uccidervi? » chiese Enyalis in parte sarcastico e arrabbiato dalla stupida innocenza della donna. Lei scrollò le spalle.
« Ho fatto una scelta sbagliata. Ma ora il Creatore mi arride mandandomi voi. Forse siete l'uomo che fa al caso mio... » pensò a qualcosa e poi si spostò. « Seguitemi per favore. Al mio rifugio... » quella donna doveva essere impazzita.
« Fai parecchie conquiste fratello... è un peccato che tu non possa goderne i frutti » commentò sarcasticamente Carver rivolto al maggiore. Quello lo guardò di traverso e rispose con freddezza che provocò una risata.
« È un peccato che un ragazzo come te debba intrufolarsi in un bordello da quattro soldi per fare sesso! » Varric a quel puntò scoppiò a ridere in faccia al ragazzo.
« Enyalis non ha mica torto! » la discussione morì lì.
Soprattutto perché seguirono la suore direttamente in una piccola abitazione, un losco monolocale, chiaramente adatto a un incontro segreto e non a qualcosa di legale. Qualcosa con cui la guardia cittadina forse non doveva immischiarsi, era un bene che Aveline non fosse lì al momento. Sorella Petrice aveva una semplice richiesta: scortare un qunari mago fuori da Kirkwall tramite un passaggio segreto; una cosa che non avrebbe potuto fare con la sua guardia templare visto che sarebbe stato troppo semplice e ricollegabile a lei. A Enyalis non parve poi una cosa tanto losca, sapeva che il Qun imponeva che i maghi della specie fossero trattati in un determinato modo. Per un mago come lui, Enyalis lo avrebbe fatto, nonostante sia Varric che Carver sentivano qualcosa di negativo nell'aria, la suora prometteva dei soldi ma a lui non importava, così come non importava ad Anders visto che si trattava sempre di un mago. Si spostarono quindi per un canale sotterraneo che passava per tutta la città inferiore fino ad arrivare in un angolo lontano della Costa Ferita, il sole stava quasi sorgendo velando il cielo di un alone chiaro che brillava sull'acqua che scintillava appena, una nebbia leggera si era alzata e l'aria era fredda. Il qunari si sarebbe potuto finalmente sentire realmente libero.
« Che cosa farai ora? » chiese Enyalis al qunari, quello lo fissò torvo e si voltò verso il ragazzo. Stranamente fu triste e pronto a rivelare la verità.
« La sorella ti ha mentito. Aveva intenzione di lasciarmi fuggire per seminare tracce di qualcuno che mi aveva rapito. Quelle tracce avrebbero portato a te... » guardò il cielo e sospirò. « C'è solo una soluzione! » e poi le fiamme lo divorarono.
La scusa della sorella fu patetica, era ancora convinta di essere nel giusto perché operava nella volontà del Creatore. Enyalis però non riusciva non pensare al fatto di volerla picchiare « Oggi vi siete fatto un nemico, sorella Pretice! » disse infine il ragazzo disgustato verso la donna che gli stava per rendere la vita un inferno maggiore di quello che era, con il qunari morto, qualunque traccia di rapimento sarebbe stata inutile. Enyalis non si sarebbe trovato l'Arishok contro almeno. Lei sbuffò e gli tirò un sacchetto tintinnante.
« Prendete i vostri soldi e sfamatevi! È inutile: per quanto tu possa essere ricco rimarrai sempre una feccia della città inferiore. » aggiunse con un'espressione cattiva e malvagia, Anders prese il bastone tra le mani pronto ad eliminare la donna, in riposta il templare di Petrice si armò pronto per colpire se fosse stato necessario. Enyalis però si pose davanti ad Anders, sia a sua protezione che per fermarlo.
« Tenete a bada i vostri cani randagi! » disse Enyalis rivolto alla suora, lei non si scompose e fece un cenno al templare anche se in effetti era stato Anders a iniziare.
« Questo mi ricorderà di non chiedere più aiuto all'esterno della chiesa! » disse la donna continuando, a quel punto Enyalis se ne uscii insieme ai tre compagni e al sacchetto con le monete, erano soldi sporchi e frutto dell'imbroglio, diede lo stesso una rapida occhiata all'interno. Dentro c'erano cinque monete d'oro. Le ultime che mancavano all'appello per la spedizione e che gli avrebbero permesso di parteciparvi, non poteva buttarle vie così facilmente. Ne aveva bisogno.
L'indomani mattina stesso avrebbe parlato a Bartrand con Varric, era giunto il momento atteso dopo settimane da quando avevano visto il manifesto.







Angolo Autore:
Capitolo. Puntuale come sempre e spero sempre atteso dai miei lettori ^^ ammetto che la parte finale del capitolo è stata difficile da scrivere visto che non volevo perdermi in spiegazioni. Andiamo però al sodo.

L'intero capitolo si basa posso dire sulla missione di Fenris, anche se trovo che la parte di Anders sia il pezzo forse del racconto. La relazione del ragazzo con Karl ed ho voluto anche trattare così il fatto che lui (così come gli altri romance companions) è bisessuale: un giorno ha provato e gli è piaciuto. Vede il mondo con gli occhi dell'amore, magari una situazione non del tutto impossibile ma credibile. Ho voluto glissare di proposito su tutta la parte finale, troppo lungo scrivere del percorso e dello scontro con i qunari, avevo però bisogno di un evento collegato ai qunari (per il secondo Atto) e alla spedizione allo stesso tempo visto che mancavano ormai pochi soldi. Ebbene terminò qui, ci vediamo al prossimo capitolo con la spedizione :D

Grazie infinitamente ad Alithea che non manca mai di commentare i miei capitoli e di chiarire i miei dubbi e le mie preoccupazioni, grazie veramente di cuore ^^ e un grazie speciale va anche a Tezz e alla sua recensione al capitolo scorso. Grazie a tutti quelli che leggono e seguono la storia e speriamo che questi ultimi giorni che si separano da DAI passino in fretta :). 

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Capitolo 6
*** La spedizione nelle Vie Profonde ***


CAPITOLO SESTO
LA SPEDIZIONE NELLE VIE PROFONDE


Il giorno della spedizione. Il giorno in cui Enyalis partì da Kirkwall per esplorare le Vie Profonde, forse uno dei giorni più importanti della sua vita dopo la distruzione di Lothering. Per quel giorno mise i suoi soliti indumenti consumati, portò il suo bastone magico semplice, ormai rovinato dal tempo e dalle avventure che aveva anch'esso vissuto. Quella mattina Enyalis aveva le idee ben chiare su chi avrebbe portato con sé, Varric aveva tanto insistito per venire e il ragazzo non si sentiva di dirgli di no, il nano si era rivelato un buon amico e lo aveva aiuto in tutto. Anders aveva le mappe, secondo Enyalis era giusto portarlo là sotto anche se in parte gli faceva un torto visto che il mago non voleva, tuttavia quando Enyalis glielo chiese si dimostrò ben volente a venire. Infine, Enyalis non sarebbe mai andato da nessuna parte senza suo fratello Carver, il ragazzo era determinato a venire, ma se qualcosa li aveva uniti come mai prima d'ora, era proprio la spedizione e il desiderio di far tornare il nome degli Amell famoso a Kirkwall, riacquistare la vecchia tenuta di famiglia e vivere come sempre desiderato, l'inizio della loro vita.
I quattro andarono direttamente nella grande piazza nella città superiore, Varric aveva fatto in modo di contattare Bartrand, il fratello, per proporgli qualcosa che di sicuro lo avrebbe interessato. Il nano si era infine fatto trovare là, era la copia identica di Varric, dagli occhi fino alla mascella e al naso, non potevano non essere fratelli! Enyalis e i tre si avvicinarono quindi al nano che fissava il fratello.
« Varric. Per la Pietra ne è passato di tempo... a cosa devo la disgrazia della tua chiamata? » Enyalis capì subito che tra i due fratelli non correva buon sangue, una cosa che un tempo poteva dire di aver affermato sulla sua pelle.
« Volevo proporti il tuo nuovo finanziatore. E soprattutto il tuo nuovo compagno di spedizione! Insieme alla sua squadra... di cui modestia a parte faccio parte! » disse Varric vantandosi del fatto che fossero amici, Bartrand fissò disgustato il fratello e poi si rivolse ad Enyalis.
« Hai cinquanta sovrane? » disse il nano, Enyalis gli gettò tra le mani una grande sacca con tutte le monete scintillanti d'oro, Anders gli passò delicatamente la mappa delle Vie Profonde con gli ingressi. « Questi ingressi... sono tutti utilizzabili? » disse meravigliato, tutto quello che gli fu dato era come sceso dal cielo stesso. « Datemi cinque minuti per chiamare i miei compagni. Partiremo oggi stesso! »
La notizia della partenza in breve si diffuse a macchia d'olio per tutta Kirkwall, girarono voci di un misterioso finanziatore di nome Enyalis, un ragazzetto del Ferelden che aveva trovato i soldi entrando così a far parte della spedizione più grande di tutto l'Era del Drago probabilmente. Dopo un discorso di incitamento a tutti i presenti nella piazza, Bartrand si bloccò improvvisamente rivolgendo gli occhi contro una donna. Enyalis si voltò a sua volta per vedere che la donna era proprio sua madre. Sia lui che Carver corsero contro di lei. Era affaticata per la corsa probabilmente. Le notizie erano davvero circolate in fretta.
« Madre cosa ci fate qui? » chiese Carver avvicinandosi alla donna. Era furiosa in viso e si rivolse contro Enyalis con rabbia.
« Come ti salta in mente di portare anche Carver con te!? » chiese urlando nel mezzo della piazza. Un comportamento che lasciò Enyalis sorpreso lì sul momento. « La spedizione è pericolosissima. Un anno fa ho perso la mia amata Bethany, e ora ti aspetti che io stia con il pensiero che entrambi i miei figli maschi possano morire!? Ti prego, non portarlo con te! » quasi supplicava. Carver sbuffò.
« Madre non sono un bambino. Voglio partire. E lo vuole anche Enyalis! » disse grintoso il piccolo dei due Hawke, Enyalis non seppe cosa dire in un primo momento, poi aprì le labbra per parlare.
« Io voglio Carver con me! Farò attenzione, mi metterò davanti ai prole oscura se fosse necessario pur di proteggerlo! » disse il ragazzo, questo mise il punto alla discussione, a quel punto le spedizione poteva ufficialmente partire.

 
* * *

Cassandra Penthagast sembrava colpita da tutto quel racconto, le vicende di come Enyalis aveva trovato il denaro necessario per partire. Molte cose che le aveva raccontato Varric potevano essere anche spiegabili. Ma tutto era assurdo. « Vi avevo chiesto di dirmi la verità. Posso anche accettare che il Campione arrivò a Kirkwall da solo con il fratello. Ma mi dite realmente che non sapeva cosa ci fosse là sotto? Scherzate vero? »
Varric scrollò le spalle, sospirò e parlò in risposta alla domanda sistemandosi meglio sulla poltrona al quale era incatenato. « Che motivo avrei di mentirvi adesso? Nessuno di noi poteva mai sapere cosa diavolo c'era là sotto! »
Cassandra aveva però da ridire. « Come potrei credervi? Enyalis è conosciuto per essersi alleato a una maga del sangue, un Custode rinnegato e posseduto, uno schiavo fuggitivo, una pirata. Persino la capitana delle guardia cittadina di Kirkwall fu dalla sua parte. Come potete ancora difendere il vostro amico? »
« Forse è meglio che continui a parlare allora! » disse Varric. Cassandra non se lo fece ripetere due volte, in parte convinta delle sue idee e in parte dubitativa.

 
* * *

Le Vie Profonde erano nascoste e celate a qualunque occhio non appartenesse ai nani, solo i Custodi Grigi avevano la possibilità di andarci. A parere di Anders in quei giorni dovevano esserci dei Custodi Grigi da qualche parte che stavano cercando di localizzare alcune tane dei prole oscura. Questo faceva preoccupare un po' tutti, era risaputo che dove c'erano Custodi Grigi non c'erano di certo buone notizie. E questo fu detto da Anders stesso che lo era anche lui. Polverosi, oscuri ed eterni corridoi si annidavano dall'ingresso scelto su Monte Spezzato, da lì si addentravano fino alle profondità della terra sotto metri e metri di terra. Varric e Bartrand ebbero modo di parlare dei vecchi tempi a Orzammar, la città dei nani del Ferelden. Enyalis restò insieme a Carver e Anders, i due dialogavano normalmente riguardo le condizioni dei maghi, ognuno proteggeva una propria parte.
« Mi stai dicendo che è giusto che i maghi vivano in quelle prigioni? » disse Anders quasi arrabbiato e furioso rivolto al fratello minore. « I templari sono pazzi masochisti che provano piacere nel torturare i maghi! »
« Non tutti i templari sono come li dipingi tu! » difese Carver, lui portava il nome di colui che aveva permesso al proprio padre di andare via libero. « Non ho mai detto una cosa del genere poi! Mio fratello è un mago, ma il pensiero che possa essere rinchiuso mi fa impazzire! » disse sussurrando appena la fine della frase.
« È il tuo lato sensibile a farti parlare? Non pensavo che potesse essercene in te! » chiese stupito il mago. « Vuoi bene a tuo fratello quindi nel tuo piccolo? Davvero molto interessante giovane Hawke! » quello si voltò con uno sguardo interessato al minore dei fratelli.
Carver si distanziò dal mago visto lo sguardo strano che gli stava facendo. Si spostò più vicino a Enyalis. « Mi fai paura se mi guardi in quel modo! » questo fece sorridere il fratello maggiore per pochi istanti, l'attimo seguente la carovana dovette fermarsi: davanti a loro l'intero passaggio era crollato, le macerie occupavano tutto lo spazio e rendevano impossibile l'attraversamento.
« Bartrand pare che tu abbia un problema... » disse Varric a mo' di beffa nei confronti del fratello, quello si morse quasi le labbra. Solo Enyalis sembrava essersi accorto di una frattura nel mezzo del grande corridoio. O almeno fu il solo a proporla.
« Potremmo passare per quel passaggio. Suggerirei di sgombrarlo prima da eventuali... problemini! » disse il ragazzo riferendosi alla presenza di prole oscura.
Toccò ad Enyalis e al suo gruppo spostarsi per il corridoio angusto, una caverna lunga e scavata direttamente nella roccia, probabilmente opera stessa dei nani. Ma di chissà quanti secoli fa. Dalle rovine che incontrarono sul loro cammino, l'epoca di esse sembrava molto antecedente a quelle dove si era fermata la carovana. Enyalis e i suoi compari si mossero fino a un grande spiazzo, per tutto il cammino non avevano trovato problemi a eccezione di qualche passaggio angusto o difficoltoso da attraversare. Ma adesso davanti ai loro occhi c'erano tanti prole oscura, più di una ventina probabilmente. Le cose parevano complicarsi. Enyalis per primo cominciò la battaglia evocando dal tetto una tempesta di fuoco che si scagliò sui mostri, bruciarono in molti ma non rinunciarono all'avanzata, Carver si spinse in prima linea e questo fece preoccupare il fratello maggiore, aveva promesso di proteggerlo e si lasciò distrarre. Il suo incantesimo mancò i successivi bersagli, forse un bene visto che avrebbe potuto colpire anche Carver con la sua magia. Anders si gettò nella mischia usando il suo bastone magico, lanciando incanti di ghiaccio e congelando i nemici accanto a lui, distruggendoli poi con un dardo incantato letale. Fiancheggiava il minore dei due Hawke e questo permise a Enyalis di trovare la concentrazione. Accostandosi accanto a Varric riuscì a incendiare i quadrelli della balestra del nano che fecero notevoli ferite ai prole oscura. Seguì subito una combinazione dei suoi incanti più forti: la stretta invernale con il quale congelò un prole oscura che fu ridotto in pezzi da un colpo di Carver, usò una palla di fuoco con il quale ne bruciò altri due e solo allora si rese conto che in molti li stavano attaccando. Alla fine della battaglia vide Carver spintonato a terra con forza, un prole oscura alzava il suo artiglio rivolgendolo al cielo, Enyalis non capì subito come agire per difendere il fratello minore: fece come aveva promesso, si gettò tra i due tenendosi pronto a ricevere il colpo al posto di Carver, solo che arrivò un aiuto migliore: Anders distrusse il prole oscura con un incantesimo salvando Enyalis.
Per un lungo attimo tutti furono col fiato sospeso, pronti a ricevere altri prole oscura, pronti per essere ancora sottoposti agli attacchi nemici. Ma non accadde nulla. Carver abbracciò istintivamente il fratello maggiore che ricambiò. Quello poi si voltò verso Anders che li aiutò ad alzarsi. « Grazie mille. Immagino che ti devo un favore! » disse sorridendo. Per la prima volta, Anders fece un cenno sorridente, non uno di quelli falsi o realizzati al momento, un sorriso spontaneo e semplice, che unito allo sguardo dorato del ragazzo, provocò in Enyalis qualcosa dentro di sé.
« Ragazzi... pare che abbiamo trovato la strada per continuare! » disse Varric chiamando i tre, aveva gli occhi puntati contro una bellissima via, pulita e splendente proprio come quella in cui era rimasto fermo Bartrand con i suoi uomini.
Nell'aria c'era qualcosa di diverso, qualcosa di potente e sembrava che solo Enyalis riuscisse ad avvertirlo visto che gli altri erano tranquilli. « Non mi sembra molto buono come passaggio... » in realtà era solo a causa di quella sensazione. « Ma torniamo lo stesso indietro e riferiamo a Bartrand che la via adesso è sicura! » in effetti quel passaggio si collegava perfettamente alle vie sulle mappe di Anders.
Una volta riferito che la strada era sicura, Bartrand si dimostrò meno loquace di quanto non fosse già, cominciò a non parlare neanche con Varric, questo era abbastanza strano, ma Enyalis era più preoccupato per il misterioso alone oscuro che girava in tutto il thaig. Non smetteva di essere preoccupato finché Batrand e il resto della carovana non si fermarono per fare una pausa. Chiaramente affaticati dal viaggio, tutti inoltre volevano tornare a casa visto che erano già passati quasi cinque giorni dall'inizio del viaggio. Enyalis però non si dava vinto. Voleva a tutti i costi sapere che cosa provocasse quell'aura strana.
« C'è qualcosa che non va qui! » disse ai suoi tre compagni, anche loro fermi per fare una pausa. Anders parve capire a cosa si riferiva il compagno.
« Avverti anche tu quest'aura potente? Credo sia magia a questo punto! Magia potente... forse lyrium grezzo. Proporrei di cercarlo... potrebbe anche essere un demone e se ci stiamo avvicinando è meglio che lo troviamo prima noi! » disse, gli altri tre annuirono e si misero a viaggiare da soli per pochi metri, fu allora che per la prima volta videro, in una stanza segreta del thaig, l'idolo di lyrium puro.
« Per le tette di Andraste! Bartrand guarda cosa abbiamo trovato! » chiamò Varric emozionato per l'idea dello splendente idolo, aveva una forma insolita e intrecciata. Enyalis avvicinò la mano come per toccarlo, sentiva con certezza che era da là che l'idolo espandeva tutto il proprio potere magico. Un potere forte che gli fece venire un grande mal di testa. Non arrivò a toccarlo visto che Bartrand arrivò prima di lui. Ci aveva messo tanto ad allungare semplicemente il braccio?
« Non toccherei quell'idolo... credo non sia un... » Enyalis si sentiva incredibilmente affaticato e stanco, Anders per primo accorse in soccorso, essendo un guaritore era il più esperto, nel frattempo Bartrand si avvicinava all'uscita della stanza segreta.
« Andiamo Enyalis. Potremmo farci chissà quante sovrane! Sento il mal di testa per tutti i soldi che dovremo contare! » continuò Varric emozionato alla vendita, fu allora che i quattro nella stanza sentirono il cigolio, il cigolio che avrebbe cambiato le loro vite, Batrand chiuse la porta alle sue spalle. Imprigionandoli dentro.
« Dannato figlio di puttana! » urlò Carver battendo i pugni sulla porta insieme a Varric, Anders continuava a sorreggere Enyalis che si stava lentamente riprendendo, un contatto a lungo con l'idolo poteva essere pericoloso per un mago. « Scusa Varric! » aggiunse dopo visto che condividevano la stessa madre.
« Non c'è problema! Bastardo vatti a fidare del sangue! » disse pieno di sarcasmo e amarezza. « Pare che dovremo trovarci un'altra via di fuga. E al più presto visto che non voglio stare un secondo di più in queste dannate Vie Profonde! »
Lo scherzetto di Bartrand sarebbe costato a Enyalis moltissimo tempo perso. In un primo momento avevano urgente bisogno di una via d'uscita dalle Vie Profonde, non avevano scorte di cibo con loro e potevano contare solo sulle conoscenze di erbe mediche e tossiche di Anders. Dopo cinque giorni di viaggio finalmente si avvicinarono a quello che sembrava uno dei corridoio percorsi insieme a Bartrand, probabilmente il nano era già a Kirkwall a cercare di vendere le cose trovate. Avrebbe dovuto metà della sua vendita direttamente a Enyalis visto il patto che avevano, il ragazzo sentiva già il sapore del denaro, purtroppo però qualcosa era andato storto. Carver dietro di lui improvvisamente si accasciò a terra.
« Che ti succede? » chiese il fratello maggiore preoccupato. In quei giorni avevano di certo sofferto la fame, ma cosa più importante, avevano avuto parecchie difficoltà incontrando i prole oscura sul loro cammino.
« È la corruzione... sta circolando dentro di me! » disse Carver sofferente, a quel punto Enyalis gli alzò la maglietta per vedere una ferita profonda al fianco, chiaramente danneggiata dalla corruzione delle creature.
« Ci dev'essere una cura! » disse Enyalis quasi pregando il Creatore di salvare il fratello, si sapeva che non c'era scampo. Poi l'illuminazione: Anders aveva detto che i Custodi Grigi erano in quelle caverne, e diventare un Custode non poteva forse essere una cura? Certo avrebbe perso un fratello... ma almeno sarebbe stato vivo se fosse riuscito ad entrare nei loro ranghi. Di certo aveva tutte le carte in regola!
« Sai benissimo che non funziona così. Posso accompagnarti dai Custodi Grigi, non credo siano poi così distanti... ma sai benissimo che potrebbe non farcela! » disse Anders intuendo ciò che Enyalis aveva pensato.
A quel punto intervenne Carver mentre il fratello maggiore lo faceva alzare e appoggiare alle sue spalle. « Ne sei davvero sicuro? Mi rimetto totalmente al tuo giudizio, fratello! » disse infine.
Enyalis guardò negli occhi il fratello minore, forse l'ultima volta in cui avrebbe potuto realmente dire ciò che voleva, l'ultima volta che l'avrebbe visto prima di chissà quanto tempo. « Ti voglio bene. Te ne ho sempre voluto anche nei momenti in cui non ammettevo di volertene. Sei il mio piccolo fratellino e avevo promesso che nessuno ti avrebbe fatto del male... ho fallito però! » ammise. « Non mi resta che cercare di salvarti la vita. Diventare Custode Grigio inoltre potrebbe essere un'opportunità per te... magari un giorno ci rivedremo a Kirkwall, e ti assicuro che si parlerà di noi in tutto il Thedas, vedrai! »

 
* * *

Cassandra rifletté sulle parole di Varric, il nano si era interrotto per qualche istante, lasciando presagire che cosa era accaduto nel seguito. « Quindi il fratello del Campione diventò un Custode Grigio? Immagino che al ritorno a casa ci furono problemi vista la scomparsa del ragazzo... » poteva immaginare quanto avesse sofferto la madre che già dall'inizio del viaggio non voleva che partissero entrambi.
Varric mosse il viso in modo ondulante per indicare che era vicina alla realtà. « Carver venne preso e accolto dai Custodi Grigi nelle Vie Profonde, poco tempo dopo sapemmo anche che era vivo... immaginate la gioia di Enyalis. Anche se la madre gli addosso tutta la colpa della situazione... distruggendo il loro rapporto! » disse con una venatura di tristezza nella voce. La Cercatrice continuò ad annuire.
« Abbiamo un movente. Inoltre c'è anche l'opportunità... non è forse vero che in tre anni i qunari non erano ancora andati via? Kirkwall li temeva e il Campione sfruttò la sua nuova situazione economica e il titolo nobiliare che aveva ottenuto! » a quel punto Varric scosse il viso ancora una volta per negare.
« Non è come pensate voi. Enyalis aveva un nome, tutto era tranquillo nella sua vita, con l'eccezione che i qunari appunto rappresentavano una minaccia, non solo per Kirkwall ma anche per lui che era del Ferelden. Quella ormai era la sua casa. Sta di fatto che un giorno fu chiamato dal Visconte stesso proprio per quel problema... »
Cassandra rifletté ancora una volta. « Immagino che abbiate una spiegazione anche a questo... continuate allora. Ditemi cosa successe... come si arrivò a tanto da parte dei qunari se non fu il Campione a istigarli! » e dopo quelle parole il nano continuò il racconto come richiesto dalla donna.







Angolo Autore:
Eccomi a presentarvi un nuovo capitolo della ff. L'ultimo del Primo Atto e che ci introduce nei misteriosi eventi del Secondo, vedremo successivamente cosa accadrà al nostro Enyalis ora che Carver è stato arruolato tra i Custodi Grigi.

Qui ho molto da dire visto che durante la mia prima partita, avevo Bethany (in quanto il pg era una guerriera) e l'avevo fatta stare a casa perché avevo paura che fosse pericoloso per lei. Di conseguenza se la presero al Circolo e dovetti dirle addio. Qui invece abbiamo Carver, ho sempre visto il fratello come un ragazzo forte e che non aveva bisogno di stare a casa, inoltre lo volevo realmente accanto a me durante la spedizione (e soprattutto perché avendo il pg mago mi serviva un guerriero); lo vediamo reclutato nei Custodi Grigi grazie alla presenza di Anders, altrimenti lui come Bethany sarebbero potuti brutalmente morire! Concludiamo quindi la parte della storia basata effettivamente sulla famiglia di Enyalis e dal Secondo Atto, daremo il via alla parte sentimentale del nostro eroe (o chissà, vedremo!). Ho voluto accorciare intenzionalmente alcune parti così da generare abbastanza enfasi in quelle particolari scene (un po' come l'addio a Carver). Infine i dialoghi tra Cassandra e Varric nel presente... semplicemente meravigliosi! E questo perché il personaggio di Cassandra mi fa impazzire (ecco uno dei membri del mio gruppo in Inquisition xD!)

Un grandissimo grazie per Alithea e per tutti i suoi commenti bellissimi che ogni volta mi fanno andare avanti, mi incitano a fare meglio come se fossero messaggi subliminali xD Grazie a tutti quelli che leggono e seguono la storia ^^ ci vediamo al prossimo capitolo.

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Capitolo 7
*** L'incontro con i qunari ***


CAPITOLO SETTIMO
L'INCONTRO CON I QUNARI


In tre anni Enyalis Hawke divenne una delle più famose figure di Kirkwall, conosciuto quanto l'Arishok stesso, così come il Visconte, potente e influente. Il suo giudizio poteva valere molto ora che aveva ritrovato il titolo perduto della propria famiglia. Gli Amell erano tornati ufficialmente, la sua vita procedeva regolarmente. In quei tre anni ebbe modo di stringere i rapporti che aveva legato, partendo da Merril e Anders, anch'essi maghi per arrivare a Isabela la piratessa. Purtroppo però la situazione con Fenris sembrava irrecuperabile in quanto l'elfo era accecato dall'odio nei confronti dei maghi, questo non faceva altro che ferire Enyalis che per un tempo lungo lo andava a trovare piacevolmente, ma passati quei tre anni, Fenris si mostrava ancora arrabbiato con i maghi per ciò che era accaduto con Danarius, e dopo tre anni non ne aveva neanche avuto notizia. La cosa lo sconvolgeva fin troppo, non si dava pace che finalmente era libera di costruirsi il proprio futuro, un futuro che stava pian piano accecando con la sua rabbia. A esclusione dei suoi amici, Enyalis ebbe molte rogne anche sul piano politico, per esempio i templari che lo controllavano, anche se la comandante dei templari Meredith cercava di essere più tollerante nei suoi confronti. E un giorno venne chiamato nella Fortezza del Visconte dal sovrano stesso di Kirkwall, la sua lettera sembra importante così come la richiesta, non era però stato informato nel dettaglio visto che si sarebbe presentato il giorno dopo.
Era una giornata nera, il cielo era coperto dallo strato di nubi grigiastre e appartenenti all'inverno freddo che ormai stava trasformandosi in una piacevole primavera, tuttavia c'era ancora quel clima ostile. Era stato un inverno lungo e freddo, ma Enyalis ormai avevo tutte le comodità per sopportarlo, camini grandi e accesi e vestiti puliti e pellicce calde. Inoltre aveva scelto di sua volontà di ospitare un mercante e suo figlio, entrambi esperti negli scambi e ottimi per badare alla tenuta quando né lui né la madre erano in casa. Enyalis si armò delle sue migliori vesti pesanti per l'incontro con il Visconte e poi si incamminò lungo le vie della città superiore.
Le porte del grande edificio si aprirono grazie alle due guardie che vi stavano davanti, subito Enyalis si trovò in un bellissimo atrio, quel giorno c'era meno folla in giro, la maggior parte erano guardie cittadine che andavano in giro per il cambio di turni. Si affrettò a salire le scale e si trovò davanti il Siniscalco, lo condusse direttamente davanti la porta del Visconte e l'aprì rivelando che l'uomo era piegato sulla scrivania dando la schiena alla porta. Si voltò immediatamente con l'espressione stanca.
« Vi stavo aspettando, messere Hawke! » disse in saluto il Visconte, Enyalis si avvicinò e strinse la mano del Visconte come saluto. « Ci sono parecchi problemi... e credo di non riuscire a gestire la situazione. È risaputo che avete parecchia influenza... » lasciò la frase in sospeso ed Enyalis cercò di colmarla.
« Che genere di problemi avete? » l'uomo quasi alzò gli occhi invocando il Creatore. La risposta più semplice era quella inversa alla domanda posta.
« Ho Meredith e i templari alle calcagna. Orsino, il Primo Incantatore non fa altro che chiedere aiuto per la cattiva situazione in cui si trova con il Circolo. E ora si aggiunge la minaccia dei qunari... » fece una pausa che parve lunga anni. « L'Arishok in persona ha chiesto di voi. Mi chiedo come vi abbia notato... »
« Ho fatto qualcosa di onesto. Tre anni fa abbiamo anche collaborato... pare che dovunque mi volti si trovano guai con i qunari... » disse Enyalis pensando non solo a Javaris e alla polvere esplosiva che voleva imitare, anche con Sorella Petrice aveva avuto i suoi problemi e gli era quasi costato caro.
« Siete fortunato. Ebbene vi chiedo un favore: usate diplomazia. Cercate di quietare l'Arishok, ho paura che tutto ciò porterà a una terribile guerra. Non ci possiamo permettere questi problemi, specie per via delle recenti tensioni in crescita tra maghi e templari! » il Visconte pensava chiaramente al bene della città, ma era un uomo abbastanza debole se non riusciva a controllare la furia che poteva scoppiare.
« Va bene. Mi recherò al più presto possibile dall'Arishok, giù al porto! » rispose Enyalis uscendo poi dall'ufficio. Prima di andare a parlare con il qunari, aveva intenzione di prendere il suo bastone magico nel caso fosse servito.
Tornò quindi a casa, trovando in un bellissimo ingresso, grande e con una balconata del primo piano, entrò in un grande salotto pieno di divani e con un gigantesco camino. Da un lato c'erano gli ingressi alle camere degli ospiti e alle cucine. Dall'altro invece c'era una vasta sala da pranzo e un grande biblioteca. Infine c'era la scala che portava al piano superiore dove stavano le camere di Enyalis e della madre, le altre tre stanze erano vuote. Enyalis si diceva che però un giorno sarebbe venuto alla tenuta anche Carver e qualcuno che in quel periodo gli stava particolarmente a cuore: Anders e lui aveva legato più di tutti gli altri, non come semplici amici. Con lui c'era stato una specie di tira e molla, una serie di frasi dolci, momenti che potevano essere romantici se visti con malizia, ma non si erano mai spinti con chiarezza verso la direzione dei sentimenti. E questo perché entrambi lo avrebbero fatto per i motivi sbagliati o per il momento sbagliato: Anders che credeva di fare del male solo perché dentro di sé aveva Giustizia, Enyalis lo faceva per soffocare il dolore della partenza di Carver. Ma ormai la situazione era cambiata e forse appariva più rosea.
« Stai uscendo di nuovo? » chiese la madre di Enyalis al figlio vedendolo vestito e con il bastone magico tra le mani, lo stesso bastone che si era portato da Lothering.
« Sì. Una richiesta da parte del Visconte... » in parte era vero, ma se avrebbe detto che la richiesta era partita dall'Arishok, sua madre si sarebbe preoccupata. Ormai il loro rapporto era distrutto per via di Bethany e Carver, ma forse c'era sempre speranza, d'altronde una madre non poteva essere sempre arrabbiata col figlio.
« Va bene. Ci vediamo più tardi allora! » disse salutandolo, l'attimo seguente Enyalis uscì dalla porta principale e corse per le vie della città superiore fino ad arrivare al mercato. Da lì sarebbe sceso e sarebbe arrivato al porto.
Non voleva ancora portare nessuno con sé per la missione visto che non sapeva ancora di cosa si trattasse, sta di fatto che arrivò velocemente fino al porto, arrivando a percepire l'aria salmastra e fredda fin dalla città inferiore, arrivò poi all'angolo dove i qunari si erano insediati e lo fecero passare appena lo videro quando arrivò davanti al cancello, era chiaro che l'Arishok lo stava aspettando. Avanzò di pochi metri, sentendosi spaesato intorno a tutti quei qunari e arrivando infine al cospetto del gigantesco bestione cornuto, anch'egli indossava vesti raffinate e seduto in un bellissimo trono. Era pronto per l'incontro con il ragazzo.
« Buongiorno Arishok. Mi è stato detto dal Visconte che volevate parlare direttamente con me di qualcosa di grave. Che succede? » chiese il ragazzo senza annunciarsi, sapeva benissimo chi era.
L'Arishok lo fissò con sguardo neutrale, senza espressione con quei suoi occhi vitrei e spaventosi, poi parlò. « Non mi perderò in giri di parole serah Hawke! » disse salutandolo educatamente e chiamandolo per cognome. « Sono venuto purtroppo a conoscenza, che un vostro vecchio collaboratore ha rubato una formula a noi qunari. Crede sia la ricetta della polvere nera... in realtà è la formula di un veleno... »
Già, Enyalis l'aveva incontrato solo una volta, tre anni prima, era un nano di nome Javaris che cercava di poter vendere una polvere esplosiva. Era un contatto di Varric, ma pare che il nano non avesse pagato il debito alla fine. « Immagino di doverlo fermare per conto vostro? » provò a indovinare il mago. Con sua sorpresa, l'Arishok scosse la testa una singola volta per spiegarsi subito.
« È unicamente della sicurezza di voi umani che mi preoccupo! » Qui qualcosa non mi torna, mio caro Arishok, a che pro preoccuparsi per noi? « Va eliminato s'è necessario. Risolvete la situazione... e ve ne sarò grato! »
Era un compito abbastanza difficile, soprattutto perché non aveva idea di dove andare. Enyalis volle provare a tirare la corda. « Cosa ci guadagno io? In fondo che debito ho nei vostri confronti per aiutarvi? » non poteva credere alla semplice scusa che fosse per salvare i cittadini di Kirkwall da gravi danni da veleno tossico.
« Mi sono già giustificato. E ora, vorrei dirvi che pare che quel piccolo bastardello sia stato avvistato all'uscita di un passaggio diretto alla Costa Ferita. Credo di aver compreso che sia fuggito da un ingresso nella città oscura... » disse l'Arishok sviando sulle sue vere intenzioni, magari poteva essere sincero, ma Enyalis sentiva con tutto il suo corpo che così non era. Si limitò a sorridere e chinarsi a mo' di inchino.
« Come desiderate. Provvederò subito a risolvere la questione, eviterò di fargli del male e proverò con la diplomazia, sempre se siete d'accordo... » disse Enyalis, in parte in sfida che fu accettata dal qunari. Enyalis venne quindi congedato e si spostò per chiamare i suoi compagni di gruppo.
Avrebbe portato con sé Varric prima di tutti, era un suo grandissimo amico ormai e non si sentiva di lasciarlo indietro, inoltre era stato Varric a scovarlo tre anni prima e quindi poteva conoscere bene il modo di pensare del nano. Avrebbe anche portato Isabela, vista la sua conoscenza dei vicoli più tenebrosi della città e Anders, senza di lui non si sentiva più tanto sicuro, in parte perché con lui sapeva di essere tranquillo, come se salvando Carver portandolo dai Custodi Grigi, potesse salvare Enyalis da qualunque pericolo lui corresse. Non che non l'avrebbe fatto visto che già era accaduto. I quattro si mossero quindi per tutta Kirkwall e setacciarono ogni antro buio della grande città oscura, più volte Enyalis temette di essersi perso e di finire nel misterioso e tenebroso Emporio Nero, tuttavia fu una probabilità che non accade, e magari (a detta di Enyalis) il Creatore aveva arriso loro e li aveva condotti sulla giusta via. Un lungo passaggio che venne scoperto solo nelle ultime ore del pomeriggio dove il sole cominciava a tramontare e Kirkwall si tingeva di una strana luce rossastra, simile al sangue e che incuteva timore a chiunque non fosse di là.
Quando videro la luce del sole brillare sulla sabbia morbida, capirono di essere arrivati all'accampamento di Javaris, il nano era proprio là, nascosto tra alcuni arbusti e con un falò con il quale si riscaldava, accanto a lui c'erano alcune merci e dietro di sé aveva una tenda. Il suo sguardo balenò subito ai nuovi arrivati e cominciò a tremare per la paura restando però immobile nel suo posto. Enyalis aveva realmente intenzione di usare la diplomazia, ma se avesse mentito, avrebbe reagito di conseguenza come meritava. « Buonasera Javaris. Ottimo tempo per rubare? » chiese sarcasticamente il ragazzo, a quel punto il nano sbuffò come se fosse arrabbiato per essere stato colto in flagrante.
« Non sono stato io. È stata colpa di quella dannata elfa! » disse invocando qualcuno che non era chiaramente presente. Le sue scuse interessarono Enyalis. « Lavorate anche voi per quella pazza? Si è finalmente decisa di liberarsi di me? »
« In verità... » cominciò Anders parlando al posto di Enyalis. « Noi siamo qui per conto dei qunari. Sono stati loro a mandarci... »
« Di che elfa parli? » chiese Isabela con il suo sarcasmo pungente e una risata simile a una melodia agghiacciante. « Qua ci sei solo tu. Credo stia mentendo! » Javaris scosse il viso, pietrificato dalla paura di ciò che poteva accadere.
« Dicci dove si trova quest'elfa. E se scopriremo che ci hai mentiti, tornerò da te con intenzioni tutt'altro che benigne! » disse Enyalis minacciando il nano.
Secondo le informazioni ricavate da Javaris, l'elfa si era nascosta in un vicolo della città inferiore, aveva rubato la formula velenosa pronta a far del male ai cittadini per dimostrare quanto pericolosi fossero i qunari. Una cosa che Enyalis condivideva visto che avere l'Arishok in persona era abbastanza inquietante, tuttavia non poteva fare altro che sorridere a cattivo gioco. Dopo essersi fatti dire dove si trovava il vicolo corsero a ritroso, comparvero nella città oscura con le ombre della notte a seguirli, ottimo per sentire eventuali voci minaccianti. Giunsero semplicemente al vicolo dove c'erano appostate delle guardie cittadine. Tra di loro era persino presente Aveline in qualità di comandante per bloccare l'accesso.
« Enyalis, che sorpresa vederti. Mi spiace ma la strada è bloccata, c'è una sorta di veleno nell'aria... dobbiamo aspettare... » Enyalis non esitò un altro secondo e scavalcò la donna passando oltre le staccionate, tenendosi pronto per trattenere il respiro, per incanalare nei polmoni quanto più fiato avevo.
Una cosa era certa da fare: uccidere l'elfa per impedire che divulgasse la formula velenosa, arrivò in breve alla fine del vicolo, grande e spazioso, uno spazio largo che però era occupato da alcuni barili e da un'elfa armata, indossava un completo di placche di ferro, aveva uno sguardo folle e fissava Enyalis felice di ciò che aveva fatto. Scoppiò a ridere quando vide il ragazzo, probabilmente respirando ancora veleno.
« Che piacere vederti! Serah Hawke! » un'altra risata, ognuna soffocata per l'inalazione del veleno gassoso. Alternava colpi di tosse a risate. Non poteva vivere ancora per molto, Enyalis era certo che il veleno fosse letale se ingerito o inalato in grandi quantità, proprio come stava facendo lei.
« Mi spiace, ma mi stai causando fin troppi problemi! » Enyalis sputò appena del fiato preparando il bastone e rivoltandolo contro la donna, pronta a combattere con la sua spada. Senza altra esitazione ella si gettò su Enyalis per fargli del male.


« E l'Arishok come l'ha presa? » chiese il Visconte quando Enyalis tornò per fare rapporto sul completamento della missione. Gli altri compagni erano già tornati alle loro mansioni visto che non potevano ricevere il Visconte.
Il ragazzo parve in grave difficoltà, si sentiva parecchio scombussolato, soprattutto per come l'Arishok aveva urlato in sua presenza. « Ha definito Kirkwall come una città sudicia, un posto pieno di corruzione e male, e che lui si sente insoddisfatto non solo dei suoi nemici che operano in modo indiretto, ma anche di voi... » disse in riferimento al Visconte. « È insoddisfatto. Mi ha rivelato che non può andare via se non troverà ciò per cui è approdato qui tre anni fa... » ed ecco la nota dolente. « Purtroppo però non mi ha detto di cosa si tratta... »
Il Visconte annuì, preoccupato moltissimo per come la situazione si stava evolvendo. « Aveva mandato un rappresentante qui per parlare con me, purtroppo però non ha fatto ritorno... l'Arishok darà la colpa a me della sua scomparsa. Vi chiedo di parlarne con il Siniscalco domani, visto che ora non è più alla Fortezza; lui vi darà maggiori dettagli e... » perse totalmente il suo potere. « Vi prego di aiutarmi! » non poteva rifiutare se lo chiedeva il Visconte stesso.
Quando Enyalis si apprestò a uscire dell'ufficio del Visconte si aspettava di trovare davanti ai propri occhi il Siniscalco che in realtà era tornato alla Fortezza per parlare con lui. Ma con suo stupore trovò Aveline; la rossa aveva qualcosa tra le mani, un oggetto di rame ornato, camminava per l'anticamera in modo rotatorio e snervante ed era rossa d'imbarazzo, quando finalmente vide Enyalis gli si avvicinò con l'oggetto. « Aveline che bella sorpresa! Allora come va capitano? » lei parve rispondere a metà.
« Benissimo. Mi piace il mio posto e lo sai bene... » eppure qualcosa non andava. « Questo però rappresenta anche un problema visto il ruolo che ricopro... » si girò l'oggetto tra le mani e poi lo diede al ragazzo. « Prendilo per favore e consegnalo alla guardia Donnic, si trova nell'ufficio delle guardie, digli che lo mando io... poi torna e dimmi la sua reazione! » stava per obiettare visto che doveva parlare con il Siniscalco, tuttavia dovette assecondare la follia della donna.
Quando diede l'oggetto tra le mani dell'uomo, quello lo guardò stranito ringraziando per il gesto, uno sguardo confuso. « Grazie... ma cosa dovrebbe significare? » a quel punto Enyalis scrollò le spalle, non riuscendo neanche lui a carpirne il motivo.
« Prendetelo e basta! » disse correndo via, estremamente imbarazzato per come l'uomo lo aveva guardato, poteva sembrare che gli stesse facendo il filo e non voleva dargli quell'impressione. Quando tornò da Aveline riferì la reazione dell'uomo. « Sconvolto. Come me. Come chiunque si vedrebbe ricevere un pezzo di rame! » disse, forse un po' troppo duro visto quella che la donna voleva fare.
« È da molto che non corteggio qualcuno... mi è difficile... forse sono un caso disperato! » disse autocommiserandosi. A quel punto Enyalis ebbe tutto chiaro: la rossa era chiaramente invaghita della guardia, poteva esserci speranza per lei che finalmente aveva dimenticato il defunto marito.
Enyalis era un ragazzo di ventidue anni ormai, sapeva come girava il mondo e come funzionavano le cose in amore. O almeno si vantava di sapere come andassero. « Vi organizzerò un appuntamento. Sarete presenti entrambi, gli dirò magari che voglio prendermi qualcosa da bere con lui... in modo amichevole! »
L'idea parve subito buona alla capitana della guardia, Enyalis quindi andò subito da Donnic per proporgli l'invito. L'uomo chiaramente fu sorpreso. « Una bevuta con voi all'Impiccato? » chiese per conferma ed Enyalis annuì. « Certo... magari ci vediamo là tra qualche minuto... ho quasi finito il turno! » disse, per Enyalis in verità poteva essere un problema, ormai però era tardi e il Siniscalco sicuramente non avrebbe fatto ritorno alla Fortezza del Visconte fino al giorno seguente, andò quindi via cercando di farsi trovare nel luogo per l'incontro.
L'Impiccato era il luogo perfetto dove Aveline e Donnic avrebbero potuto incontrarsi. Solo che la ragazza tardò ad arrivare e questo mise parecchio in imbarazzo l'uomo visto che si trovava a bere con un ragazzo come se fosse un appuntamento. « Allora... siete un uomo valoroso Donnic, credo che potreste suscitare l'interesse di molte donne potenti... » disse Enyalis dopo un'ora che erano a bere, avevano già bevuto quattro drink, finalmente Aveline si era fatta vedere. Il problema stava nel fatto che era immobile e li fissava da lontano.
« Sentite Enyalis, io vi sono grato per le attenzioni...sono molto lusingato. Ma a me piacciono le donne... non gli uomini. Scusate, non è mia intenzione ferirvi! » disse Donnic interrompendo il ragazzo, questo fece traboccare il vaso.
« No! Ti stai sbagliando! » disse Enyalis quasi alzando la voce fino a urlare ma senza sovrastare le altre voci nella taverna. Si voltò verso Aveline che indico con un dito in lontananza e questo lo costrinse a girarsi. « Lei vuole far colpo su di te, non io! » detto questo uscì dall'Impiccato correndo, superando la rossa che lo aveva guardato per tutto il suo percorso, dirigendosi esclusivamente verso casa propria, l'indomani avrebbe affrontato la furia omicida della donna, forse aveva appena perso un'amica.







Angolo Autore:
Buongiorno e benvenuti a una nuova puntata di “Tutti pazzi per Aveline” xD No scherzo ovviamente. Procediamo subito col dire che mancano 30 dannati giorni all'uscita di D.A.I. e commentiamo subito il nuovo capitolo ^^

L'inizio del Secondo Atto... molto combattivo direi, la nuova tenuta nella città superiore e gli affari dei qunari, un capitolo abbastanza tranquillo e dove non si ha via di scampo insomma xD Ho voluto spezzare un po' con la quest di Aveline che ha sollevato un po' l'umore così cupo che i problemi con i qunari hanno portato. Certo la fine del capitolo è abbastanza drammatica e ho deciso di tagliare tutto il resto del corteggiamento (tra cui Aveline che ci prova durante il turno di guardia, scena dove mi scompiscio dalle risate xD!!!) e rendere il capitolo più fluido e meno pesante, o almeno spero di essere riuscito nell'intento.

Come sempre un affettuoso saluto e ringraziamento ad Alithea e ancora grazie per i commenti alle mie ff. Sto purtroppo notando che mi manca moltissimo Myalee .-. la cosa mi rattrista parecchio! Grazie a tutti quelli che leggono e seguono la storia, al prossimo capitolo ^^.
 

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Capitolo 8
*** Oltre lo specchio ***


CAPITOLO OTTAVO
OLTRE LO SPECCHIO


Enyalis era incredibilmente preoccupato per come la rossa avrebbe reagito al tremendo scherzetto che le aveva fatto. Si era ripromesso di non andare più dietro a ragazzi eterosessuali, l'insinuazione di Donnic lo aveva fatto arrabbiare visto che si sentiva ridicolo nel corteggiare ciò che non avrebbe potuto mai avere. Era scoppiato e aveva messo a rischio la sua amicizia con Aveline, insieme ne avevano passate tante visto che entrambi erano fuggiti da Lothering. Andò a bussare alla porta del capitano della guardia, si sentì dire di avanzare e girò la maniglia per poter entrare nell'ufficio. La donna aveva un'aria sollevata, quando incrociò lo sguardo di Enyalis si rabbuiò.
« Pensavo che Donnic avrebbe sporto denuncia per molestie sessuali da un superiore... » cominciò lei. Enyalis non resistette più al suono delle parole.
« Mi dispiace moltissimo Aveline. Non so cosa mi sia preso. Non dovevo farlo, capisco se mi odierai ma ci tengo a dire che mi dispiace moltissimo. Che non avrei mai rischiato la nostra amicizia... » voleva continuare ma sentiva un blocco alla gola che lo strozzò quasi. Lei fece una risata, una felice e allegra.
Era da tanto che non ne sentiva una dalla rossa. « No Enyalis, non accetterò le tue scuse. Non ho nulla da perdonarti... » si affrettò a chiarire. « Pare che io e Donnic staremo insieme per un po'... magari finiremo con lo sposarci un giorno! » disse Aveline, le cose erano andate parecchio bene allora e questo sollevò Enyalis.
« Grazie al Creatore. Raccontami cos'è successo avanti! » disse lui, lei si tinse di un rossore intorno alle guance diventando una cosa sola con i capelli.
« Ecco... abbiamo parlato e poi... siamo venuti qui... e credo di aver fatto l'amore più bello e passionale di tutta la mia vita! » sia lei che Enyalis scoppiarono a ridere, finalmente la rossa poteva essere felice. « Voglio pensare al presente... non mi importa nulla del futuro per ora. Voglio concentrarmi su me e Donnic, oltre che al lavoro! » disse lei proseguendo il discorso. « Se avrai bisogno di me, non esitare un istante a chiamarmi. »
« Grazie mille Aveline. Ora è arrivato il momento di andare, ci vediamo presto » disse il ragazzo, subito si portò fuori dall'ufficio e andò a parlare con il Siniscalco per sapere com'erano esattamente andate le cose con il rappresentante dei qunari.
Le informazioni del Siniscalco furono abbastanza chiare: il qunari in questione era uscito dalle porte della Fortezza, scortato da una guardia cittadina, poi era scomparso misteriosamente. Non si sapeva altro, solo bisognava controllare i movimenti della guardia che lo aveva portato fuori. Enyalis si disse che non poteva avere migliore alleato di Aveline visto il suo legame duro con le guardie, portò con sé anche Varric come possibile aiuto ed ebbe anche Merrill, aveva fatto in modo di portare un messaggio a Varric e lui stesso concordava che la guardia poteva essersi presa qualcosa da bere proprio all'Impiccato, lo aveva sentito lui stesso, qualcuno che offriva da bere per una cospicua somma di denaro appena ricevuta. Tutti gli indizi portavano in quello stesso punto. Avevano una traccia.
Andarono quindi all'Impiccato, essendo mattina c'era meno probabilità di trovare qualcuno a ubriacarsi, Varric però aveva assicurato la presenza di quell'uomo ma non sapeva se apparteneva alla guardia cittadina. Di conseguenza dovettero vederlo di persona. Aveline non mancò di riconoscere l'uomo immediatamente appena lo vidi, si avvicinarono e chiaramente si poté sentire il cattivo odore legato al forte alcol. « Buongiorno. Davvero incredibile che abbiate tanto denaro da spendere nell'alcol... addirittura arrivare a offrire. Mi piacerebbe chiacchierare con il tuo capo... » disse Enyalis sarcasticamente. L'uomo si voltò e appena vide Aveline sbiancò.
La donna lo prese per il colletto, avvicinando il suo viso furioso e cominciando a urlare in modo che tutti sentissero. « Conosco bene la paga dei miei uomini. Per chi diavolo lavori? Come osi infangare il nome della guardia!? Tu eri colui che ha scortato il qunari fuori dalla Fortezza. Dimmi dove si trova. Subito! »
« Io...non lo so! » disse l'uomo con le gambe tremanti per la furia della rossa. « Un templare con il sigillo della somma sacerdotessa lo ha portato via. Non ne ho idea! »
« La somma sacerdotessa? Anche Elthina è contro i qunari? » chiese Varric intromettendosi nella discussione. Enyalis ci pensò bene fino a trovare la risposta.
« Credo che il sigillo di Elthina sia stato abusato ingiustamente! » perciò si spostarono subito verso la cattedrale situata nella città superiore. Non prima che Aveline avesse sospeso l'uomo dandogli il compito della ronda sulle mura.
La cattedrale apparì magnifica e imponente davanti ai loro occhi, una gigantesca piazza piena di sorelle con delle bellissime vesti nere e uno stemma del sole, il simbolo della luce, il Creatore. Salirono le scale velocemente, con furia rivolta verso Elthina, se avesse ordinato lei l'esecuzione del qunari? Quale disastro politico sarebbe stato? I qunari avevano molti nemici, e avere la chiesa contro sarebbe stato devastante, avrebbe raso al suolo Kirkwall. Specialmente visto che l'Arishok era tanto infuriato nei confronti dei cittadini della città e del Visconte. Quando misero piede dentro la chiesa Aveline non sembrava felice di quella situazione, essendo il capitano delle guardie era in una posizione difficile: come poteva schierarsi contro la somma sacerdotessa? Tuttavia le cose furono ben diverse. Davanti a loro apparve una donna dai capelli biondo cenere, ormai tendenti al grigio e lo sguardo di una iena, Enyalis ricordava la donna con una veste da monaca, non da madre superiore. Riconobbe subito Petrice, a quanto pare anche lei si era elevata nella società diventando Madre.
« Madre Petrice... » si presentò lei, ovviamente aveva riconosciuto Enyalis, ma la sua cattiveria stava proprio nel far notare il suo rango. « Posso sapere cosa ci fate qui? » chiese con cattiveria, Enyalis non poteva dimenticare cosa la donna aveva fatto tre anni prima, quasi aveva rischiato di scagliargli contro l'Arishok.
Ora aveva una nuova indiziata. Qualcuno che odiava forse i qunari. Qualcuno appartenente alla chiesa ma non troppo distante da essa. « Madre Petrice eh? Pare che qualcuno abbia abusato del sigillo della somma sacerdotessa. Un templare ha fatto sparire un rappresentante qunari... » l'espressione della donna mutò improvvisamente trasformandosi in un volto gelido, bianca come se avesse visto un fantasma. « Ops... pare che non ne siate esattamente esterna... ciò significa che Elthina non ne è a conoscenza; volete dirmi cosa accade per favore? » disse il ragazzo in maniera premurosa. Merrill nel frattempo si guardava intorno, ammirando la maestosità della chiesa, gli elfi non avevano tempi di quella dimensione per venerare i Numi e ciò forse la confondeva o forse solo sovrappensiero.
« Il mio ex cavaliere, Varnell. È stato lui a organizzare il rapimento. Si trova nei bassifondi della città oscura. Ha un nascondiglio... credo che abbia portato là il qunari... » qualcosa diceva a Enyalis che Varnell non lavorasse solo, probabilmente c'era lo zampino della madre stessa. Non avendo le prove doveva però fidarsi.
« Va bene. Fateci strada allora. In fondo mi dovete un favore no? E operereste per via del Creatore stesso nell'estirpare questo fanatico! » disse Enyalis, la madre non poteva rifiutare. Dovette accettare e partire subito per il nascondiglio del templare.
L'uomo aveva trovato un piccolo edificio abbandonato da qualche parte, la madre sapeva di quel nascondiglio perché tre anni prima avevano avuto bisogno di una piccola base dove operare e quello era stato messo in conto. Certo era stranissimo per Enyalis trovarsi alleato con Petrice, ma finché quell'alleanza durava non poteva accadere nulla di male. O almeno Enyalis sperava di non cadere in uno dei sotterfugi della madre. Come poteva però essere che un qunari fosse stato trasportato da un templare per tutta Kirkwall fino alla città oscura? Non poteva essere opera di un semplice uomo. I passanti lo avrebbero visto in giro con un corpo, forse era ancora vivo e aveva camminato con le sue gambe fino al nascondiglio. Solo allora era stato realmente messo in trappola. Tutto quadrava perfettamente. Il nascondiglio di Varnell era piccolo, costituito da una grandissima stanza, c'erano alcune persone, una piccola folla di venti persone, oltre di loro c'era l'uomo che vaneggiava qualcosa di incomprensibile. Accanto a lui c'era il rappresentante dei qunari, legato e imprigionato. Enyalis e la sua compagnia si avvicinarono, tra di loro spiccava Petrice per la sua veste e non mancarono di essere notati dal templare stesso. Molto diverso da come lo ricordava, aveva uno sguardo da folle adesso, gli occhi sbarrati e un sorriso tetro.
« Quale onore. La chiesa ci da la sua benedizione! E anche messere Hawke... colui che ha aiutato i qunari, adesso ha capito che sono dei mostri e vuole unirsi a noi! » la sua mente era accecata dalla follia, tipico di ogni fanatico.
« Ser Varnell... siete accusato di aver abusato il sigillo della somma sacerdotessa Elthina, messere Hawke... come lo dichiarate? » chiese Petrice al ragazzo. La fissò appena per poi concentrarsi sul qunari, svenuto e con una larga ferita nel collo, il sangue riversato addosso alle sue vesti, ormai morto.
« Colpevole! » annunciò Enyalis, a quel punto la battaglia cominciò, fu il ragazzo stesso a usare per primo la propria magia, usò un tempesta di fulmini, una grande nuvola comparve sopra i seguaci di Varnell e cominciò lo scontro.
I fulmini caddero direttamente sui corpi dei fanatici, bloccandoli e uccidendoli sul colpo talvolta, Enyalis si diceva che uccidere una vita innocente era sbagliato. Eppure sentiva che quelle persone meritavano di morire, non erano innocenti, avevano collaborato a tutto quel caos e meritavano di morire. Aveline si gettò nella mischia insieme a Varric, entrambi poterono evitare i fulmini lanciati dal ragazzo e attaccarono, la rossa andò a proteggersi con lo scudo per poi attaccar con furia con la spada da capitana. Varric invece lanciava tre quadrelli al colpo, letali e distruttivi in pochi istanti. Merrill fiancheggiava l'amico mago, usava incantesimi di pietrificazione e gettava a terra i nemici con la sua forza primordiale. Solo dopo qualche minuto dallo scontro Enyalis si rese conto che Madre Petrice era scomparsa, in piedi restavano solo i suoi tre seguaci e il templare, Varnell doveva morire, essere giustiziato per l'atto che aveva compiuto, un atto che avrebbe gettato Kirkwall nel caos e nella guerra se fosse rimasto impunito. Il templare non aveva comunque scampo: si trovò nel mezzo della battaglia, imprigionato tra i quattro combattenti. Alla fine dello scontro Enyalis gli diede un secco colpo che lo fece morire. Cadde a terra, proprio accanto al rappresentante dei qunari.
« Credo che il Visconte debba sapere cosa sia successo... » disse Enyalis, ovviamente gli altri furono d'accordo e mandarono Aveline per fare rapporto, la presenza del Visconte veniva richiesta e lui sarebbe venuto poco dopo.
L'uomo guardò il corpo del qunari, il suo sguardo si spostava poi al corpo del templari per poi soffermarsi su tutti coloro che lo avevano seguito, morti ormai. « Questa è una pazzia! L'intera Kirkwall ormai sta dando di matto!? » chiese alzando occhi e mani al cielo, come per invocare la grazia del Creatore.
« Non è momento per disperarsi! » disse Enyalis avvicinandosi all'uomo. « L'implicazione della chiesa è evidente. L'uomo ha portato il sigillo di Elthina... credo però che la somma sacerdotessa non sia realmente coinvolta. Sospetto di una madre » disse concludendo le sue accuse, sicuro che fossero fondate.
« Mi trovo in difficoltà messere Hawke... dovrei nascondere i corpi? » chiese il Visconte, questo fece mette Enyalis sull'attenti.
« Assolutamente no! Se l'Arishok lo venisse a sapere, e sapete benissimo che ci riuscirà col tempo, scatenerebbe una guerra che distruggerebbe Kirkwall! Parlategli, dite la verità o ne subiremo la furia omicida! » la questione sembrava chiusa.


« Grazie per essere passato Enyalis! » disse Merrill quando il ragazzo la venne a trovare, era passato qualche giorno da quando il Visconte gli aveva chiesto quel favore e qualche notte dopo gli era arrivato un messaggio da parte dell'elfa. « Hai saputo più cosa riguardo l'Arishok? »
Enyalis scrollò le spalle, stanco della situazione che stava gravitando attorno alla Fortezza e alle tensioni che stavano attraversando la città. « L'Arishok non è contento ma almeno ha apprezzato la sincerità del Visconte. » disse con un velo di tristezza. « Ma dimmi un po', dal messaggio sembrava che avessi bisogno di aiuto »
L'elfa fece un cenno di assenso e andò nell'altra stanza del suo piccolo appartamento. Si spostarono quindi verso la piccola cameretta, conteneva un letto minuscolo e un gigantesco specchio, tuttavia esso non rifletteva il resto della stanza. « Ti chiederai cosa sia. È un Eluvian. Pare che sia una sorta di collegamento... potrebbe aprire nuove frontiere agli elfi... » spiegò velocemente. « Tempo fa l'ho incontrato nel Ferelden, ero con il mio clan di elfi... povero Tamlen! » disse ricordando qualcosa, un amico deceduto forse ma non si soffermò su quello. « L'ho quasi riparato grazie alla magia del sangue! » una cosa su cui Enyalis dissentiva parecchio. Guardò attentamente lo specchio, ornato di alcune pietre e costruito con un materiale diverso da qualunque altro specchio avesse mai visto. Eppure quel vuoto, quelle nubi bianche che c'erano dietro di esso... gli mettevano timore.
« Non credo sia stato saggio ricostruirlo! » era proprio come quando aveva sentito l'idolo di lyrium, una forza incredibile che gli si opponeva. « A cosa ti serve il mio aiuto se l'hai riparato? »
« Quasi riparato! » puntualizzò l'elfa. « Mi manca una particolare pietra per poterlo riparare definitivamente, si chiama arulin'holm. Dovrebbe essere custodito dalla guardiana del mio clan... »
« E ti spaventi a chiederglielo da sola? » chiese Enyalis, lei annuì; essendo una maga non si sentiva in grado di poterle dire di no. Inoltre era comunque un'amica, meglio usare quell'oggetto piuttosto che fare ricorso alla magia del sangue, era sicuro che avrebbe trovato una via alternativa per azionarlo. « Va bene. Andiamo ora stesso! » disse, l'elfa lo seguì fuori casa e insieme si incamminarono verso Monte Spezzato.
Quando arrivarono all'accampamento si respirava un'aria diversa, non solo per via del freddo che vagava come uno spirito, gli elfi sembravano preoccupati per qualcosa che Merrill non poteva sapere. I due si incamminarono in avanti cercando la guardiana in mezzo alla confusione, la videro in piedi accanto al falò, intenta a riscaldarsi, era preoccupata e quando vide in lontananza Merrill capì che qualcosa non andava. « Forse non mi dovrei stupire che tu sia venuta figliola, cosa ti porta qui? » chiese Marethari con la sua voce saggia e preoccupata.
« Ecco... » chiaramente l'elfa era in grave difficoltà sentendosi addosso lo sguardo della guardiana. Bastò però un'occhiata verso Enyalis per farle venire coraggio. « Voglio l'arulin'holm. Mi serve per riparare l'Eluvian... » disse, lo sguardo della guardiana si tinse di tristezza, quasi divenne lucido per le lacrime.
« Sapevo che ci avresti provato... ti darò l'arulin'holm, Merrill. Voglio però che tu compia una missione per me: nelle nostre caverne, ricordi il varterrall? È impazzito. Ti chiedo di eliminarlo... ha già mietuto delle vittime... » la cosa era troppo strana, un oggetto che avrebbe riparato qualcosa di così pericoloso... come poteva la guardiana decidere di separarsene con così facilità?
Enyalis era pronto a supportare l'amica. Tuttavia non gli venne istintivo chiedersi se la guardiana non volesse liberarsi di Merrill definitivamente. In fondo perché avrebbe dovuto cedere l'oggetto? Ma sapeva benissimo quanto Marethari tenesse all'elfa, forse come una madre. Si diressero quindi verso le caverne, lo stesso passaggio che usarono anni prima per arrivare all'altare di Asha'bellanar; le vie erano buie e piene di erbacce, gli arbusti erano diversi da come li ricordava, più intrecciati e selvaggi, tuttavia Merrill riuscì perfettamente a ritrovare la strada, seguendo le tracce lasciate dalla creatura, una sorta di ragno gigantesco a detta dell'elfa. Poco prima di arrivare a quella che doveva essere la sua tana si videro arrivare contro un elfo, probabilmente del clan di Merrill.
« Pol! Stai bene almeno tu! » disse Merrill invocante, avevano già trovate tre corpi di vecchi conoscenti dell'elfa, non era intenzionata a trovarne un quarto. Quando il ragazzo la vide tremò di paura, non per qualcosa che avevano dietro, era proprio terrorizzato da Merrill stessa. Corse indietro.
A quel punto Enyalis e l'elfa si gettarono all'inseguimento dell'elfo cercando di fermarlo, non potevano permettere che si gettasse in pasto al varterrall. Purtroppo però arrivarono tardi: la creatura lo aveva già ucciso impalandolo alla roccia della grotta con una delle sue grandi e affilate zampe. Fu questione di pochi istanti: Enyalis evocò il suo letale cono di ghiaccio che rese la creatura delle stesso elemento, fragile e distruttibile, a Merrill bastò un colpo ben caricato per distruggere la creatura e ridurla in pezzi. La ragazza era sconvolta, tutta la situazione era stata una tragedia che si sarebbe benissimo potuta evitare. Il ritorno al campo fu lento, soprattutto perché Merrill riusciva a trascinarsi a malapena sui propri piedi.
« Non è colpa tua. È fuggito lui... non potevi decidere la sua morte. Si è gettato in pasto al varterrall... » disse Enyalis cercando di tirare su il morale dell'amica.
« Sono forse un mostro? » chiese a qualcuno non presente nella stanza. « Ha preferito gettarsi in pasto al varterrall piuttosto che incontrare me! » disse scoppiando in lacrime. Dovettero fermarsi, non c'era nulla che si poteva fare per portarlo indietro, ormai era perduto e neanche la magia del sangue avrebbe aiutato.
« Non sei un mostro Merrill... devi però cominciare a considerare il quadro di insieme. Quando riparerai l'Eluvian... dovrai cambiare vita. Devi fare attenzione ai demoni e alla magia del sangue... sei in pericolo! » disse Enyalis, doveva essere realista, non c'era altro da poterle dire. Era realmente in pericolo se avrebbe continuato su quella strada così oscura.
La guardiana tenne fede alla propria promessa, con dolore consegnò la pietra a Merrill, Enyalis sentiva che la ragazza non aveva imparato nulla da quell'accaduto. Lo stesso sentiva la guardiana probabilmente. Marethari consegnò l'arulin'holm tra le mani di Merrill e tornarono entrambi nell'abitazione dell'elfa nell'Enclave a Kirkwall. Erano entrambi davanti lo specchio, l'elfa alzò la pietra in aria e brillò, l'attimo seguente ci fu il nulla davanti a loro e l'Eluvian continuava a mostrare una nebbia bianca e priva di significato. Avevano fallito?
« Non può essere... l'arulin'holm non ha funzionato!? » chiese Merrill sconvolta.
« Sei sicura che funzionasse così? » chiese Enyalis cercando una spiegazione alternativa. L'elfa gettò via la pietra bianca in un impeto di rabbia, qualcosa di davvero singolare per la sua indole. Enyalis rimase con le braccia sospese, sconvolto dalla cattiva reazione che aveva avuto l'elfa. Fece un respiro.
« Mi dispiace Enyalis. Non avrei dovuto farti perdere la mattina così inutilmente... sto bene tranquillo! » in realtà i suoi occhi castani erano rossi e lucidi di rabbia e dalla tristezza, voleva forse stare da sola a piangere.
« Se avrai da sfogarti, ricordati che io sono tuo amico e ci sarò! » disse il ragazzo, l'attimo seguente uscì dalla casa dell'amica, sperando che dopo la tristezza sarebbe finalmente stata libera da ogni male.







Angolo Autore:
Vi propongo un altro bel capitolo della mia piccola ff ^^ Ammetto di aver dato il massimo all'inizio del capitolo e di essermi un po' ammosciato alla fine. Spero però di aver reso lo stesso lo stato di Enyalis e di Merrill.

Eccoci qua... la nostra focosa capitana finalmente si è dichiarata. Già nel precedente capitolo avevo saltato la parte del corteggiamento e adesso ne possiamo vedere i frutti finali. Felice per lei che finalmente ha dimenticato il marito defunto (dopo tre anni... sarebbe stata anche ora!). Proseguiamo con la comparsa di Petrice... dannata suora dei miei stivali! Ma non ti potrebbe crollare la chiesa addosso!?!? Abbiamo visto che se l'è data a gambe levata. Ma sarà realmente coinvolta nella storia? (lo vedremo solo in seguito xD) E infine ecco la missione di Merrill... benedetta ragazza ma con i demoni non si scherza!!! E lei va a ripescare l'Eluvian.... un genio -.-! Specie per chi ha giocato le origini dell'elfo dalish (dove appunto si vede anche Merrill) e sa cosa è accaduto a Tamlen. Ammetto che però è troppo tenera... non potevo negarle l'arulin'holm... così alla fine ho sempre ceduto l'oggetto.

Un generoso grazie ad Alithea che commenta sempre i miei capitoli e con la quale aspettiamo insieme il tanto atteso Dragon Age Inquisition. Ormai manca meno di un mese per il Creatore! Grazie a tutti quelli che leggono e seguono la storia, alla prossima ^^.

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Capitolo 9
*** Perdita ***


CAPITOLO NONO
PERDITA


Quel giorno Enyalis si sentiva parecchio strano, la giornata era abbastanza bella, c'era il sole ed era da un po' che a Kirkwall non si faceva vedere. L'aria primaverile era entrata nelle case riscaldando un po' le vie della città, nonostante in molti fossero felici di quello (tra cui Merrill che si era decisamente ripresa dal suo fallimento con l'Eluvian) nuove arie di pericolo si stavano lentamente abbattendo sulla città. Di questo Enyalis ne era più che certo; non solo le continue tensioni tra Meredith e Orsino, lo scontro tra maghi e templari si faceva sempre più sentire, soprattutto per Anders che era pur sempre un eretico. L'autorità di Enyalis non sarebbe bastata per proteggerlo perciò restava nascosto nella città oscura. Tra i vari problemi a cui Enyalis doveva pensare c'erano anche quelli con i qunari, era da molto che il Visconte non lo chiamava e non lo aggiornata sulla situazione. Inoltre ultimamente si sentivano voci riguardo un certo assassino in giro per Kirkwall che andava ad uccidere donne, qualche anno prima era già accaduto, ma ormai era da un po' che non se ne parlava più di conseguenza Enyalis era nuovamente preoccupato.
Decise di alzarsi di buon ora per prepararsi e per uscire presto, aveva in programma di andare da Isabela che avrebbe trovato all'Impiccato, la donna gli aveva mandato un messaggio importante. Successivamente sarebbe andato da Anders, non perché il mago lo avesse chiamato ma solo per la possibilità di vederlo e magari stare un po' con lui se non aveva impegni per la giornata. L'Impiccato si presentò come al solito sudicio e sporco pieno di persone già ubriache dalla mattinata; ormai il ragazzo si era abituato a quell'ambiente così strano e diverso per lui, era da molto in effetti che non si sentiva più a disagio, soprattutto perché grazie alle storie di Varric il suo nome era più che rispettato e conosciuto in tutte le locande e taverne di Kirkwall.
Trovò l'amica direttamente davanti al bancone con un bicchiere di vetro lungo e sottile tra le mani, uno strano intruglio marrone e del ghiaccio all'interno. Lo sorseggiava delicatamente, si voltò verso il mago con un sorriso. « Enyalis! È un piacere vederti... o almeno vederti da sbronza! » fece un risata e quasi cadde dallo sgabello. Il ragazzo si sedette accanto a lei.
« Mi avevi chiamato per sorreggerti mentre ti ubriacavi? » chiese sarcasticamente e lui scosse il viso con forza. I suoi occhi erano illuminati di speranza.
« Ho una buona notizia. Sono molto vicina al ritrovare la reliquia che stavo cercando per Castillion! E pensavo di poter contare sul tuo aiuto se ne avessi avuto bisogno a breve... » sorseggiò il drink. Enyalis era contento che fosse vicina al realizzare la soluzione del suo problema. In tre anni però Castiollion non l'aveva mai cercata, questo poteva significare che ormai era libera.
« La ricerca di questa reliquia ti ha consumata e lo sai benissimo! Lascia perdere il passato... lascia stare la reliquia e pensa al futuro. Non hai mai pensato di comprare una nuova nave? Con tutti i soldi che hai speso nell'alcol avresti potuto comprarti una due navi! » disse Enyalis. Lei smise di bere, guardo il dentro del bicchiere e poi lo allontanò da sé rifiutandolo. Sbuffò e le divennero gli occhi lucidi.
L'argomento della sua nave naufragata le faceva male. « Non me ne parlare. Lo so... ma mi trovo bene qui! » disse, non si riferiva solo all'Impiccato, ma forse a Kirkwall interamente. « Certe volte penso che sia un male essere naufragata... ma poi penso che non ci saremmo mai sconosciuti. E tu sei forse il migliore amico che abbia potuto avere nella mia vita... » quelle parole fecero riflettere molto Enyalis.
Non aveva mai considerato in tal modo Isabela, una conoscente forse, non una vera e propria amica. « Anche tu sei speciale per me... perciò quando avrai trovato la reliquia ti aiuterò! Conta sul mio aiuto. » non avrebbe potuto dirle diversamente.
Si alzò quindi dallo sgabello e fece per uscire dal locale salutando l'amica. Si diresse lentamente attraverso la città inferiore, passando davanti al piccolo bazar e superando le vie che portavano all'Enclave e quindi alla casa di Merrill. Scese le scale in modo da andare direttamente verso la città oscura e i vicoli ombrosi. In passato forse si sarebbe sentito intimorito da quelle strade, ma adesso si sentiva più sicuro visto quant'era diventato forte. Era cresciuto e non solo di anni. Giunse alla clinica ed entrò lentamente, trovò Anders indaffarato in alcune cose, quando quello alzò lo sguardo i suoi occhi presero una piega piacevole, sorrise.
« Che bello vederti qui! Ogni tanto mi vieni a trovare eh? » chiese quello scherzando, tornando però subito serio, sapevano entrambi che Giustizia non approvava quello scambio di attenzioni. Enyalis lo abbracciò per poi slegarsi subito dal saluto.
« Pensavo che avessi bisogno di un po' di compagnia... e forse ti serve anche una mano? » disse indicando alcuni documenti sulla scrivania dell'uomo. Anders parve in difficoltà oltre che in imbarazzo.
« Non vorrei chiederti aiuto. Ma ne ho bisogno: c'è un templare, con una piccola cerchia, che si diverte a sottoporre molti maghi del Circolo. Maghi che hanno superato il Tormento... credo che la somma sacerdotessa e Meredith siano immischiate negli affari e lo permettano! » dissi spiegando cosa lo preoccupava.
« Non so quanto Meredith ed Elthina possano aver approvato... ma ti aiuterò a trovarne le prove. Cosa dobbiamo fare quindi? » disse Enyalis. Anders gli si avvicinò con sguardo truce, gli accarezzò la guancia dolcemente assicurandosi che nessuno li stesse osservando e poi parlò.
« Ci sono alcuni maghi che devono fuggire per un passaggio segreto sotto la Forca. Vuoi dare loro una mano per accertarmi che la cosa sia sotto controllo? Ho paura che possano essere intercettati dal templare... » a Enyalis non bastò altro, avrebbe accettato, forse perché per Anders non provava più una semplice attrazione. Forse per lui era davvero speciale... forse poteva dirsi innamorato del mago.
Si spostarono quindi verso il suddetto passaggio, Anders fece strade al ragazzo attraverso i vari ostacoli, pietre gigantesche che bloccavano il passaggio. Enyalis si sentiva protetto dal mago che gli porgeva la mano come per aiutarlo e per evitare che cadesse. Il contatto del guanto con la mano del mago gli provocava sempre un brivido lungo la schiena, si chiedeva se il mago provasse lo stesso per lui, era in ansia di saperlo ma da come si comportava poteva essere più che semplice gentilezza. Enyalis era davvero confuso. Aveva pensato di parlare con il mago, scambiarsi qualche parola e magari parlare meglio di ciò che stava accadendo tra loro; tuttavia sentirono delle voci, l'urlo di una ragazza e delle voci maschili. Enyalis e Anders si scambiarono uno sguardo veloce e subito si apprestarono a correre per soccorrere.
Davanti ai loro occhi trovano una scena orrenda: tre templari accerchiavano una povera ragazza, indossava vesti lunghe, le mani in alto e invocanti pietà, lo sguardo terrorizzato da ciò che l'attendeva: la Calma o la morte. « Fermatevi immediatamente templari! » disse Enyalis facendosi avanti e sguainando il bastone magico. Lo stesso movimento fece Anders, i tre cavalieri però non si limitarono a voltarsi: risposero con le armi e si gettarono in avanti per combattere.
Le loro armi non poterono nulla contro i poteri magici dei due maghi, Anders era un esperto guaritore ma il suo legame con Giustizia gli forniva alcuni incantesimi spirituali o di entropia che confonderono i tre cavalieri, Enyalis si apprestò ad eliminarli in fretta ma qualcosa andò storto: improvvisamente Anders cambiò durante la battaglia: i suoi occhi castani diventarono azzurri e brillanti, la sua pelle si colorò diversamente proprio come se lo spirito stesse prendendo possesso del suo corpo, Giustizia era apparso davanti a tutti loro. Freddò i nemici in pochi istanti, ma non si placò lì, sembrava impazzito e per la prima volta Enyalis ne sentì la voce.
« Nessun templare vivrà alla fiamma della Giustizia! » disse urlando, non c'era più nessuno ad accezione di Enyalis e della ragazza, adesso piangente per la paura. « Anche tu... sento il loro tocco su di te... » era forse impazzito? Voleva uccidere la ragazza? Enyalis prese per il polso il ragazzo posseduto.
« Anders... lei è una maga che cerca di scappare. Siamo qui per aiutare quelli come lei e tutti quelli che verranno in futuro. E tu vuoi proprio ucciderla? Devi resistere a Giustizia! » disse stringendo il polso, a quel punto il ragazzo ebbe un attimo di debolezza, svenne per terra ed Enyalis riuscì a prenderlo cadendo insieme a lui ma almeno attutendo il colpo. Nel frattempo la ragazza era già fuggita per il passaggio.
Prima di andare via, Enyalis aspettò che Anders si fosse ripreso, rimase in silenzio perché aveva capito che Giustizia aveva preso potere su di lui, il legame con lo spirito era diventato pericoloso. Enyalis ne approfittò anche per controllare il corpo dei templari nel caso avessero documenti, in effetti c'erano due lettere, scritte entrambe con una grafia elegante e superba. La prima su carta semplice, la seconda su una più pregiata. Mentre andarono verso la città oscura, Enyalis ebbe modo di capirne il significato e leggerle all'amico. « Pare che sia Meredith che Elthina avessero rifiutato le azioni del templare. Agiva da solo... » si fermarono di botto nel passaggio.
« Cosa? » Anders quasi strappò le lettere dalla mani di Enyalis, realizzando che le sue idee erano infondate. Che il templare agiva in modo sbagliato ma senza autorizzazione e che prima o poi sarebbe stato punito se scoperto. « Enyalis... io non so come ringraziarti... per tutto l'aiuto che mi hai dato! » disse diventando rosso in viso, il mago gli si avvicinò e lo accarezzò sulla guancia.
« Sai che l'ho fatto per te. Non perché sei mio amico, ma perché per me sei molto di più... mi piaci, e anche tanto. E forse è una cosa pazza penserai, ma credo di amarti! » disse Enyalis senza pensare alle conseguenze. Non gli importava di cosa sarebbe accaduto. « E se tu dovessi essere in pericolo, sappi che ti proteggerò! »
Anders chinò il viso verso il terreno, sorrideva, forse era felice. Forse gli stavano offrendo la possibilità di essere felice e di non vivere per sempre nel rancore e nell'odio. Liberato dall'amore. « Non voglio più resisterti... questi tre anni... sono stati fantastici e duri. Non voglio più resistere perché ti amo, e non mi importa se tutta Kirkwall vorrà separarci perché siamo eretici o ragazzi, io ti amo! »
Il mago più grande si avvicinò all'altro, non era il luogo migliore per le romanticherie ma era di certo il momento migliore. Entrambi poggiarono le mani sulle guance dell'altro e con un semplice movimento colmarono la distanza tra di loro in un bacio, Enyalis aveva già baciato qualcuno in passato, ma ne aveva totalmente dimenticato il sentimento, il sapore delle labbra di Anders era dolciastro, un bacio quasi eterno e che nessuno dei due avrebbe mai fermato, se non per un rumore in lontananza, un cancello probabilmente o qualche rumore della città o tra le strade, Enyalis quasi si spaventò e chiuse le labbra, rischiando quasi di addentare la lingua di Anders. Il mago più grande si ritrasse e fece una risata nello stesso tempo.
« Scusami! » disse Enyalis, di certo il loro momento era stato interrotto. Ma non sarebbe finito là. « Ti andrebbe stasera di venire nella mia tenuta? C'è molto spazio e... non vorrei passare un po' di tempo con te, almeno avremo un po' di privacy... » dentro di sé sentiva qualcosa di più forte, il suo istinto che richiedeva altro da Anders, non solo le sue labbra, l'intero suo corpo. Ne aveva fame e voleva soddisfazione, e ciò Anders l'aveva non solo capito, ma anche lui stesso lo provava.
« Allora a stasera... » disse chiudendo il discorso. Entrambi si trovarono subito dopo alla luce della città oscura, dimenticando persino l'accaduto con Giustizia.
Enyalis si sentiva abbastanza in ansia, non perché fosse costretto a fare una cosa che voleva fare, ma perché era così che si era sentito ogni volta che un ragazzo lo toccava o si scambiavano particolari attenzioni. Fece un respiro e infine Anders venne a trovarlo, nel momento in cui si scambiarono uno sguardo, nell'attimo in cui i due maghi si trovarono nella camera da letto insieme, a quel punto Enyalis si sentì improvvisamente tranquillo. Più rilassato. Aveva davanti l'amore della sua vita, qualcuno che poteva capirlo perché anche lui era un mago, qualcuno che la pensava come lui e che lo amava. Qualcuno con cui avrebbe passato il resto della sua vita, o almeno questo era ciò che lui pensava e che Anders ricambiava. Non ci fu neanche bisogno di parlare, appena i due si abbracciarono si spinsero dolcemente verso il letto, Enyalis si sdraiò con la schiena e fece scivolare Anders direttamente su di lui, continuando quella danza di baci che nessuno dei due si accingeva a fermare finché i vestiti non furono scomodi, allora era il momento di andare avanti. Quella fu forse la notte più speciale per Enyalis Hawke, non c'è nessuno che sappia cosa accadde, lui stesso fu molto riservato nel raccontare quel particolare persino a Varric, perciò i pochi che ne narrano la leggenda possono solo inventare dettagli osceni o troppi strani per quello che fu realmente il loro rapporto. Vi basti sapere che una volta che ebbero finito di fare l'amore si addormentarono accanto all'altro, ma per ogni cosa ottenuta c'è sempre qualcosa che si perde. E questo Enyalis lo poté percepire sulla propria pelle più di una volta, proprio così come aveva perso Bethany o Carver che era andato coi Custodi Grigi. Nella sua mente si sarebbe istillata più di una semplice paura di perdere le persone che amava, soprattutto ora che aveva Anders.


Quel giorno Enyalis si sentiva abbastanza stanco e giù di morale, era da una settimana in effetti che era in quello stato e non se ne voleva dare un motivo. A migliorare le giornate primaverili non era solo il cambiamento del tempo, ma il fatto che Anders e lui erano fidanzati, non in modo ufficiale visto che non si sentiva pronto per dirlo alla madre, ma di certo lo aveva detto ai suoi amici e scritto in una lettera spedita a Carver dove quello gli avrebbe probabilmente esposto le sue preoccupazioni. Gli andava bene lo stesso però. Era felice. Ma quando un giorno tornò a casa, trovo qualcuno che urlava, Gamlen che stava alzando la voce con Sandal che continuava a ripetere la parola “incantamento”.
« No idiota! Leandra! Dimmi dov'è Leandra. Non mi servono incantamenti lo vuoi capire? » disse l'uomo alzando le mani al cielo, Enyalis accorse subito davanti all'uomo.
« Zio calmatevi! Che diavolo vi prende? » chiese Enyalis, in giro non c'era neanche Feddic, che altrimenti avrebbe preso le difese del figlio. « Cercate mia madre? Non è in casa? » chiese, doveva essere uscita anche se era il tramonto.
« No. Oggi doveva venire da me ma... » improvvisamente sentirono qualcuno al piano di sopra, Feddic sbucò dalla camera della madre di Enyalis con un mazzo di gigli bianchi, camminò lentamente e li consegnò a Gamlen.
« Ecco. Vi ho detto e vi ripeto che è con il suo corteggiatore. Dovevano vedersi stanotte... » indicò il biglietto, Enyalis subito lo strappò fino a far cadere quasi i fiori per terra, sua madre non aveva corteggiatori. Era la prima volta che vedeva dei fiori. E in giro per la città erano comparse le voci di un assassino che prima mandava i fiori alle sue donne per poi ucciderle. C'era forse altra spiegazione?
« Devo subito andare. Mia madre potrebbe essere in pericolo! » non perse tempo nelle spiegazioni, subito scattò via dalla tenuta dirigendosi al luogo di incontro. Le fonderie nella città inferiore, un luogo misterioso e vietato ai civili. Quale persona galante avrebbe organizzato un appuntamento lì? Non poteva toglierselo dalla testa.
Corse con tutto il fiato che aveva per cercare qualcosa, una qualunque speranza che ciò che pensava fosse sbagliato. Durante la strada però non trovò altro che la cenere, la polvere e le poche persone che vivevano nella città inferiore che a tarda ora si facevano ancora vedere per le strade. Stava andando da solo contro un assassino, era forse impazzito ma non aveva tempo di chiedere aiuto, se si dovevano vedere di sera forse era in tempo per salvare sua madre, nel migliore dei casi l'avrebbe trovata realmente con un amante. Ma tutto ciò sembrava impossibile. Arrivò quindi alle fonderie, avvertendo un incredibile potere fin dall'ingresso, il luogo era vietato a chiunque e nessuno poteva entrarvi senza autorizzazione. Il silenzio regnava sovrano, dava l'illusione che non ci fosse nessuno nella grande stanza vuota e piena di polvere, nell'ombra però c'era qualcosa, qualcuno anzi, seduto su di uno sgabello pericolante con lo schienale, indossava una bellissimo abito da sposa grigiastro, il colorito era smorto e i lineamenti della figura facevano presagire che doveva trattarsi di una donna. Non poté non riconoscere i capelli grigi della madre anche se in effetti poteva trattarsi di chiunque. La chiamò e si avvicinò lentamente quando qualcuno comparve dall'ombra scura, un uomo con la veste da mago. Un eretico come lui e molti nella città, ma dallo sguardo folle che aveva, doveva essere l'assassino di Kirkwall.
« Lascia andare mia madre! Immediatamente! » arrivò a urlare, respirava a fatica e aveva già preparato il bastone magico per attaccare l'uomo che rideva.
« Tua madre... lei è perfetta per il mio piano. Ho provato e provato più volte a cercare la donna che le somigliasse di più... tramite la sua pelle, gli occhi... ma tua madre è quella più simile. Ovviamente con qualche piccolo ritocco da qualche parte qua e là... » disse l'uomo facendo una risata strana. « Ho sfiorato il volte del Creatore e ne sono uscito vivo. Adesso Lui mi ha concesso di rivederla e ora eccola qui! » a quel punto la donna si alzò dalla sedia barcollando e voltandosi.
Se mai Enyalis avesse avuto paura prima d'allora, nulla era confrontabile a quello che si presentava ai suoi occhi. Di sua madre ormai restava solo la il viso con tutti i suoi dettagli e il collo morbido, il resto del corpo era di un'altra ragazza, o forse di altre ragazze, altre vittime probabilmente, così come lo erano le braccia e le mani, lo poteva benissimo presagire delle cuciture sugli arti insanguinati e grigiastri, dei punti messi male perché non era un guaritore vero ma un folle; il viso della donna che lo aveva cresciuto era vivo, sbatteva le palpebre per l'incredulità, era realmente arrivato troppo tardi per salvarla e ne sentiva già la disperazione e l'odio. Ormai era un burattino nelle mani di quel pazzo criminale. Enyalis non lo risparmiò: lottava contro un mago ma lui era molto più forte, usò l'arsenale di incantesimi che conosceva e l'uomo si trovò a terra, sanguinante a morente per la forza degli incanti. L'attimo prima di morire fece una risata invocando un nome, poi spirò.
Il giovane Hawke poteva solo sperare che avesse sofferto prima di morire definitivamente, si gettò per prendere il corpo della madre, o almeno quello che era il nuovo corpo, che stava per cadere a terra, privo di qualunque magia che lo tenesse vivo. Lei lo guardò con i suoi bellissimi occhi teneri, quelli che dicevano che lo amavano, che lo avrebbe protetto, quella era la donna che lo aveva cresciuto e ora stava morendo. « Il mio piccolino... è cresciuto. È diventato un uomo... » a quel punto il ragazzo scoppiò in lacrime e il suo corpo fu scosso dai singhiozzi.
« Madre non preoccupatevi... sono sicuro che potremo risolvere la cosa. Anders è un guaritore eccellente... riuscirà a... » il nulla. La gola di Enyalis si strozzò con le parole stesse, non c'era nulla che poteva fare per risolvere la cosa. Sua madre era destinata a morire e nessuno avrebbe potuto cambiare le cose.
« Sono orgogliosa di te... almeno ora raggiungerò Bethany e Malcolm... ma non disperarti per la solitudine. Avrai sempre i tuoi amici con te... » l'attimo dopo spirò, lasciando il vuoto dentro Enyalis che fu sostituito subito dopo dalla rabbia nei confronti della magia stessa, niente di ciò che Leandra Amell era stata in vita restava ormai, solo pezzi del suo corpo privi della sua anima, ormai nella pace del riposo eterno.






Angolo Autore:
Ok... ammetto che andare avanti con la ff è difficile, l'attesa del videgioco non è più neanche sopportabile con la fanfiction, e spero davvero di finirla prima dell'uscita del gioco o la lascerei morire; in fondo non manca molto alla fine quindi penso proprio che ci arriverò xD Commentiamo subito.

Ammetto che ho aggiunto questa scena perché magari Isabela mi resterà amica e quindi alla fine del Secondo Atto potrei giustificare il dato evento che molti di noi conosco (sia nel peggiore che nel migliore dei casi). Altrimenti non l'avrei mai messa, non perché Isabela non mi piace come personaggio, ma perché preferisco tenere Varric come Ladro all'interno del gruppo xD Ad ogni modo... i nostri due piccioncini si sono finalmente trovati. Ho trovato davvero molto tenero Anders e il fatto che fosse posseduto da Giustizia, e la cosa mi da fastidio è che certe volte lo spirito lo controlla. Così com'è successo e per poco si è evitato il peggio. Ma almeno tra i due è sorto qualcosa... che emozione la prima volta che vidi quelle scene romantiche *-* Posso dire che in tutte le mie giocate a Dragon Age 2, l'unica romance che ho fatto è sempre stata con Anders, questo perché Fenris non mi piace e le altre due... No xD! E inoltre abbiamo anche una perdita... ecco a cosa mi sono ispirato il titolo del capitolo. La morte della dolce madre di Hawke, molto brutte e triste. Ma speriamo che le cose migliorino... o forse peggioreranno... come la prenderà Enyalis?

Grazie come sempre ad Alithea che ha commentato anche stavolta il capitolo della ff ^^ E per tutti quelli che leggono non preoccupatevi, se scrivete una piccola recensione non vi mangio mica xD aggiornerò presto con il nuovo cap ^^.  

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Capitolo 10
*** La quiete prima della tempesta ***


CAPITOLO DECIMO
LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA


Basta così. Non ne posso più! La magia ha rovinato ogni cosa che c'è nella mia vita. A partire dalla mia vita a Lothering, mi ha seguito fin qui e mi sta lentamente distruggendo. La prossima cosa che mi porterà via cosa sarà? Anders? La mia stessa vita!? Non ne posso più! Questi erano alcuni dei pensieri che Enyalis era ormai solito fare in quei giorni, ciò che girava tutti i momenti della giornata nella sua mente.
Era passata una settimana da quando la madre di Enyalis era morta. Morta per un tragico scherzo del destino. Morta proprio a causa della magia. E di quello Enyalis si dava ogni colpa. « Non c'entri nulla tu. Non potevi fare nulla per salvarla... tanto meno la magia l'avrebbe aiutata! » gli ripeteva Anders, ormai quasi ogni giorno era alla residenza degli Amell, era l'ancora di salvataggio.
« Non ne posso più, Anders. La magia ha rovinato tutto nella mia vita... mi ha fatto passato l'infanzia nella paura di essere catturato e portato al Circolo. Mi ha portato qui a Kirkwall dove sono stato costrutto a nascondermi... mi ha portato via Carver, non sarebbe successo nulla se non fossi stato un mago. La magia mi ha creato problemi e ogni giorno ne crea di diversi... persino Giustizia, legato all'Oblio, ti vuole portare via da me! C'è troppo di sbagliato nella magia... » aveva spiegato Enyalis mentre erano seduti, per tutto il tempo aveva mantenuto la voce calma e piena di dolore, molto cose che aveva detto non erano vere, per esempio Carver.
« Tuo fratello sarebbe stato lo stesso colto alla sprovvista dai prole oscura, e forse sai cosa penso? Che tuo fratello sarebbe morto insieme a Bethany... o per il Creatore forse si sarebbe salvata lei e lui no se tu non fossi stato un mago! » disse Anders provando a convincere il proprio fidanzato. « La magia non è una cosa malvagia. Non pensarla anche tu come i templari... non pensarla come Meredith! » quello poteva essere motivo di litigio, Enyalis non si era mai sentito paragonato a un persona tanto orrenda come la comandante dei templari. Ma non avrebbe litigato con Anders per colpa della magia, non l'avrebbe permesso.
« Non userò più un incantesimo in tutta la mia vita. E questo è definitivo, Varric! » disse quando era poi andato dall'amico nano. Aveva detto la stessa frase ad Anders e quello non aveva detto più nulla, non c'era nulla che poteva dire. La stessa espressione l'aveva fatta Varric. Senza più parole.
« Posso capire che sei sconvolto. Ma la magia non ti ha causato problemi... diretti legati alla tua natura magica. Sono invece più preoccupato per Anders... tu e lui? » chiese distogliendo l'attenzione dall'argomento di cui parlavano.
« Varric... sei geloso? Non mi aspettavo certe tue tendenze... ammetto di essere parecchio lusingato! » disse scherzando un po' con l'amico. Anche il nano rise.
« Senti una cosa, forse c'è qualcosa che potrebbe sollevarti il morale. Credo di aver trovare quel bastardo di Bartrand. Ha una tenuta nella città superiore... che ne dici se andiamo a fargli una visita di bentornato? » disse in modo sarcastico, aveva tutt'altro che buone intenzioni verso il nano che li aveva lasciati quasi a marcire nelle Vie Profonde, Enyalis si era portato dietro una spada trovata nel bazar della città inferiore, aveva persino abbandonato il suo bastone magico ed era pronto a combattere con la nuova arma. Accettò la proposta di Varric e si incamminarono verso la tenuta mentre il sole andava al suo calare.
La tenuta era davvero stravagante per essere un'abitazione della città superiore, era messa in un punto davvero brutto, forse a causa di qualche errore di progettazione, si vedeva solo una piccola facciata priva di finestre, apparentemente abbandonata, chiaramente era una trappola. Enyalis non fece in tempo a suonare il campanello che Varric aveva già sfoderato la balestra e sfondato la porta con un calcio. Entrarono dentro la polverosa stanza principale, priva di qualunque mobile a eccezione di una credenza e di alcune sedie, si avvicinavano sempre di più a quello che doveva essere un bello studio in cima alle scale. L'unica camera dal quale sentivano qualcuno che si lamentava, se non era Bartrand allora avevano preso una bella balla.
« Bartrand, figlio di puttana. Fatti vedere! Giuro che ti ammazzo! » disse il nano urlando e sfondando la porta con un altro calcio, rivelando uno studio piccolo e anch'esso spoglio, solo un letto, una scrivania e un comodino.
In mezzo alla stanza a dare loro le spalle, c'era proprio il fratello del nano. Si voltò lentamente, gli occhi rossi e spalancati, uno sguardo folle e preoccupato. « Oh Bartrand per la Pietra! L'idolo... l'ho venduto! Ma ne ho bisogno... ti prego aiutami a ritrovarlo! » era letteralmente impazzito, consumato dal lyrium stesso.
« Bartrand ci hai lasciato a marcire nelle Vie Profonde. Bastardo perché dovrei aiutarti!? » disse il nano urlando. Per un attimo Enyalis non riusciva più a capire.
« Varric cerca di calmarti! » Enyalis prese il nano per la spalle chinandosi al suo livello e parlandogli davanti agli occhi. « Anch'io detesto Bartrand. Ma non possiamo continuare a vivere nel rancore... devi aiutarlo. Fare qualcosa per lui. La sua mente è confusa e ha bisogno del tuo aiuto... »
Anche se a malincuore, Varric non poté dimostrarsi contrario alle parole dell'amico mago, la colpa della sua follia era principalmente per l'idolo che aveva corrotto la sua mente. Chiunque ne entrava in possesso era in pericolo, il problema vero sarebbe stata la persona che aveva comprato l'oggetto. Bartrand però non era lucido abbastanza per rispondere, sia in quel periodo, sia nel futuro. « Va bene. Adesso usciamo da qui... ho bisogno di aria! » disse, si era ripromesso di mandare qualcuno a prendere il fratello, lo avrebbe mandato in qualche luogo in modo da poter curare la sua mente, avrebbe fatto di tutto per avere il vecchio fratello.
« Come ti senti? Immagino non debba essere piacevole... » ammise Enyalis, stringeva l'elsa della sua nuova spada che teneva al fianco, era davvero pesante da tenere, molto diverso dall'avere il bastone magico alle spalle.
« Sì tutto bene. So che però ti darò la colpa del fatto che mi hai impedito di ucciderlo! » disse con voce triste e malinconica, Enyalis provò a fargli un sorriso, era da molto che non ne faceva uno e aveva dimenticato cosa si provava. « Almeno ti ho fatto sorridere e svagare a discapito mio eh? » continuò con sarcasmo.
« Grazie Varric, sei davvero un caro amico! Quando racconterai questa storia... » cominciò con un po' di imbarazzo. « Evita di farmi sembrare uno squilibrato impazzito perché la madre è morta va bene? » a quelle parole il nano scoppiò a ridere e annuì tra le risate. Forse i problemi erano finalmente finiti.


Il giorno seguente Enyalis fu però convocato dal Visconte. Questo poteva significare o buone notizie, o gravi problemi con i qunari; il ragazzo era certo che si trattasse sicuramente dei qunari, ciò non andava bene, così si vestì in fretta, prese la spada che teneva al fianco e da solo si incamminò lungo le vie della città superiore fino alla dimora del Visconte, là risiedeva anche Aveline nel suo ufficio e si era promesso di andarle a parlare visto che lei non era potuta venire al funerale della madre. Trovò la donna in piedi davanti a una finestra, le braccia e le gambe incrociate, lo sguardo assente nel cielo azzurro e splendente sopra Kirkwall.
« Enyalis... io non so come esprimere il mio dolore per la perdita. Mi dispiace moltissimo... so che soffri, e anch'io soffro. Consideravo tua madre un po' come la mia... manca anche a me! Siamo fuggiti tutti insieme da Kirkwall... » disse senza distogliere lo sguardo dal vetro. Il ragazzo si avvicinò alla donna appoggiandosi al muro accanto ad Aveline. Solo allora lei si voltò.
« Fa male... cerco però di avere un sorriso per i miei amici. Inoltre c'è Anders con me... c'è anche il Visconte che mi tormenta con i problemi con l'Arishok! » disse cercando di fare lo spiritoso ma lei non sorrise.
« Non ho potuto fare a meno di notare la tua nuova spada. E se ciò che dice Varric è vero, allora sei uno stupido. Non è la magia il problema. Ma chi ne fa un uso sbagliato... » non voleva tornare a discutere su quel punto ancora una volta. Decise quindi di passare al punto successivo della visita. Salutò Aveline e si diresse verso la stanza dove il Visconte aveva il suo studio, salì le scale e bussò alla porta.
Le porte si aprirono e fu proprio il Visconte a farlo, fece entrare Enyalis e subito chiuse la porta. Era bianco in volto e spaventato. « Serah Hawke... vi prego di aiutarmi: ho un grande problema. Mio figlio, Seamus... è dalla parte dei qunari, e pare che si sia convertito al Qun. È andato dall'Arishok... vi prego di portarlo qui da me! »
Quella richiesta era semplicemente assurda. « Vi rendete conto che Seamus ha ormai diciott'anni ed è libero di scegliere in cosa credere? In oltre non pensate che l'Arishok mi farà a pezzi se gli chiedessi di rilasciare qualcuno che si è convertito al Qun!? » disse Enyalis in maniera fredda. Non avrebbe mai accettato quella pazzia.
« Vi prego messere... siete la mia unica speranza. L'Arishok ha moltissimo rispetto nei vostri confronti... vi stima e lo sapete benissimo! Ascolterà il vostro parere... fatelo per Kirkwall se non per me! » Kirkwall c'entrava ben poco con quell'affare, tuttavia non poté replicare diversamente. Accettò e a malincuore di diresse verso il porto, nell'area dove ormai i qunari avevano segnato un insediamento.
Tuttavia quando arrivò non vide traccia di Seamus Dumat, c'erano solo tre elfi e i qunari in tutta la zona. Forse era andato via per pochi minuti, magari si stava occupando di qualche affare, era ancora mattina e forse l'Arishok stava sfruttando la carica del figlio del Visconte per i suoi ideali. Forse trovare l'oggetto per cui non poteva andare via? Quando Enyalis chiese del ragazzo, l'Arishok cominciò il suo discorso. « Seamus non si trova qui al momento. È stato convocato in chiesa da suo padre... a ogni modo non c'è nulla che voi possiate fare, ormai si è convertito! » queste furono le parole, ma per Enyalis qualcosa non quadrava, un incontro con il Visconte? Ma non era appena stato chiamato da lui per andare a prenderlo? Non era possibile. Per non parlare di un incontro in pieno giorno...
« Molto bene. Grazie mille Arishok! » non poteva dire che avrebbe portato Seamus indietro perché era diviso in due: da un lato la scelta di Seamus di non essere più legato alla sua vita passata (così come lui aveva smesso di essere un mago) e dall'altro le costanti suppliche del Visconte.
Stava per andare in chiesa quando l'Arishok lo fermò con le parole. « Vi avverto messere Hawke, questo è l'ultimo affronto che sono disposto a tollerare. Siamo su una pira che ha ormai preso fuoco... qualcuno dovrà pur bruciare! » era inquietante il tono come l'aveva detto e aveva perfettamente reso il concetto. Era un ultimatum.
« Come desiderate! » disse Enyalis in tono servile, a quel punto si diresse correndo verso la chiesa. Aspetto di essere uscito dal porto per poi cominciare a correre. Non voleva allarmare l'Arishok e i qunari se ciò che pensava era giusto.
Un incontro nella chiesa, Seamus che amava il Qun. Qualche agente della chiesa poteva averlo attirato in trappola. Madre Petrice era la risposta a quel rompicapo. Si trovava in quell'ambiente sacro, il silenzio intorno a lui risuonava come di una musica spettrale, si incamminò verso l'altare sulla balconata cercando traccia di Seamus, il ragazzo non era presente, forse aveva cambiato strada prima di entrare nella trappola. Poi ne vide il corpo: steso a pancia in su, il viso sofferente e un pugnale dritto nel suo cuore conficcato, sulla veste c'erano tagli e segni di altre coltellate. Attorno a lui si era creato un lago di sangue, ormai asciutto. Enyalis rimase sconvolto dalla brutalità dell'atto, era stato assassinato nella casa del Creatore stesso? Poi sentì un battito di mani. Qualcuno che scendeva le scale, due donne. Si voltò verso di esse. La prima era una Madre vista la veste, aveva i capelli corti e argentei, l'espressione del male, Petrice batteva le mani. Accanto a lei una figura più anziana, gli occhi grigi come i capelli raccolti in uno splendido chignon. Indossava una veste grigia e con dei riflessi rossi, lo stemma del Creatore impresso sul petto e una camminata lenta. La somma sacerdotessa Elthina.
« Vedete somma sacerdotessa? Proprio sul suolo della chiesa. Seamus Dumat è stato assassinato da questo altro folle sostenitore dei qunari! » disse la Madre accusando il ragazzo. Divenne rosso in volto e cercò di contenersi.
« Ho i miei occhi per poter vedere e le mie orecchie per sentire la sua versione, Madre cara! » disse Elthina con voce morbida e delicata. Enyalis si avvicinò per spiegare la situazione alla somma sacerdotessa.
« Madre Petrice è responsabile di ciò che è accaduto. Seamus è stato attirato da lei con una lettera solo perché ha scelto di credere nel Qun! » Enyalis sapeva di dire la verità, e nella sua mente, sapeva che anche la somma sacerdotessa sapeva che era vero. La donna anziana si voltò verso la Madre e le parlò.
« Allora? Come spiegate quest'accusa? Che motivo avrebbe avuto messere Hawke di uccidere il figlio del Visconte? Una manovra politica? No! E che motivo avrebbe di accusare proprio voi che avete già precedenti con i qunari? » disse la donna, Madre Petrice parve in difficoltà trovandosi davanti l'ostilità di Elthina.
« Seamus Dumat rifiutava il Creatore, lui e quegli altri eretici sputano sul Suo nome, lo infangano. Dovevo fare qualcosa per agire nella Sua volontà... » ed ecco la confessione, cosa che forse avrebbe potuto fare piacere alla somma sacerdotessa.
La donna però restò di pietra e si contenne dalla furia. « Dite che loro sputano sul Suo nome, voi lo sminuite agendo in questo modo per “Sua volontà”! Il Visconte verrà a sapere dell'accaduto... suo figlio merita una sepoltura... » avanzò lungo le scale salendole e ignorando la Madre che era di ghiaccio. « Preghiamo perché l'Arishok non abbatta la sua furia su Kirkwall! » l'attimo dopo scomparve, Madre Petrice si voltò verso Enyalis fulminandolo con lo sguardo e subito dopo si trovò una freccia conficcata in mezzo al cuore. Enyalis si voltò per trovare un qunari nascosto dietro una statua con una balestra puntata contro la donna. Era meglio tornare a casa, doveva prepararsi al peggio ormai. Quando tornò a casa si trovò una sorpresa.
O meglio due.
Da un lato c'era Aveline che urlava, dall'altro c'era Isabela che la insultava e che urlava a sua volta per difendersi o per attaccarla. C'era così rumore che Enyalis non capì subito cosa stesse accadendo. Quando le due ragazze lo videro si zittirono. « Che diavolo ci fate a casa mia e urlanti!? » chiese abbastanza teso per ciò che era successo in chiesa. Che cosa mai potevano volere le due ragazze da lui?
« Enyalis... abbiamo un problema gravissimo! L'Arishok sta nascondendo dei fuggitivi elfi; dicono di essersi convertiti al Qun e cercano protezione dalla legge sotto le sue mani. Dobbiamo parlare subito con l'Arishok... » disse Aveline, probabilmente non sapeva ancora cos'era accaduto pochi minuti prima e doveva essere una cosa fresca visto che nella mattina era andato a parlarle; per lei era impossibile sapere dell'accaduto con Seamus, e l'Arishok? Lo sapeva, sicuramente era stato già informato! Fu il turno di Isabela per parlare.
« Il mio problema è più importante. Potrebbe anche essere collegato all'Arishok... » disse cominciando a parlare. Isabela e l'Arishok? Enyalis non vedeva il collegamento. « La reliquia è qui a Kirkwall. So dove si trova... e credo sia giunto il momento di dirti che... » prese fiato e a fatica parlò. « La reliquia... è un tomo, ed è proprio quello che cerca l'Arishok. L'ho rubato ma non pensavo fosse così importante! » disse infine e dopo quelle parole Enyalis sentì quasi le forze venire a mancare. Aveline si voltò verso di lei con furia omicida negli occhi.
« TU! Sgualdrina dei bassifondi! Ti rendi conto di quanti danni la tua stupida sete di denaro ha arrecato a questa città? Quanto grave sia la situazione solo perché l'Arishok non può andare via!? » Enyalis concordava perfettamente con Aveline, Isabela aveva esagerato. Non poteva credere che la causa dei problemi fosse proprio l'amica.
« Isabela... non me lo sarei mai aspettato da te. Un comportamento da stupida bambina! Dove si trova la dannata reliquia!? » chiese Enyalis. La piratessa lo guardò con il viso chino. « Dimmelo subito! » le ordinò.
« In una delle fonderie della città inferiore. Enyalis tu devi capirmi, può salvarmi la vita da Castillion! Ho bisogno di quella reliquia... aiutami a prenderla! » nei suoi occhi leggeva la disperazione, era ancora convinta che l'uomo la stesse cercando.
« Non dire idiozie! » urlò Enyalis a squarciagola, sicuro che persino il Meredith e Orsino l'avessero sentito urlare con tutto il fiato che aveva. « Mi hai deluso Isabela... pensavo fossimo amici e avresti dovuto dirmi prima della natura della reliquia. Ti aiuterò a prenderla, ma la restituirai ai qunari così andranno via, intesi!? »
Per tutta la strada Isabela rimase in silenzio, il ragazzo portò Isabela con sé visto che conosceva la strada e prese con sé anche Aveline alla quale aveva promesso di andare subito dopo dall'Arishok, era passata ora di pranzo ma il ragazzo non si sentiva molto in vena di mettersi a tavola, in effetti non mangiava molto da quando la madre era morta. Solitamente c'era lei con lui, adesso lo spaventava stare da solo, Anders non poteva sempre fermarsi insieme a lui per pranzo o per cena; aveva la clinica da gestire. Arrivarono nelle fonderie citate da Isabela verso le tre del pomeriggio, avevano camminato molto lentamente e per le strade si avvertivano forti tensioni. Era certa che uno scambio con la reliquia dovesse avvenire nel luogo, Enyalis era però molto scettico e cercava di non farsi vedere arrabbiato. Quando entrarono nella fonderia videro alcuni maghi con delle tuniche raffiguranti lo stemma dell'Impero Tevinter, davanti a loro c'era un uomo magro con vesti logore e un libro tra le mani. Avrebbero fermato lo scambio quando delle pareti comparvero dei qunari distruggendo le finestre e le altre porte del luogo, fu subito il caos tra i guerrieri e la magia, in quella confusione, l'uomo con la reliquia ebbe modo di scappare via.
« Lo fermerò, non posso lasciarlo fuggire con la reliquia! » disse Isabela urlando la frase a Enyalis, il ragazzo non si sentiva sicuro di lasciarla andare, cose le impediva di starsi ferma e di non fuggire con la reliquia una volta tra le mani? La vide scomparire oltre la porta e restò solo con Aveline.
« Te lo avevo detto, sapevo che quella puttana non era affidabile! » disse la rossa mettendo mano alla spada e allo scudo, Enyalis prese la propria arma dal fodero e si prepararono per combattere contro chiunque li avrebbe attaccati.

 
* * *

Cassandra Pentaghast guardava Varric, aspettava ansiosamente di sapere come continuava la storia che il nano aveva interrotto. « In poche parole combatté con Aveline, cosa accadde a Isabela? E della reliquia? Ci sono delle imperfezioni nella tua storia... nulla sarebbe accaduto se il Campione avesse detto alla piratessa di dare indietro la reliquia! » disse lei raccontando solo la versione che lei sapeva.
« Pensate che Enyalis sia andato di proposito dai qunari per istillare guerra? No, vi sbagliate. E non è per proteggere il mio amico. Non ne avrei alcun motivo. » disse il nano, la donna si accigliò, certi dettagli erano indiscutibilmente ovvio per poter essere bugia. Non sapeva il continuo della storia.
« Isabela fuggì con la reliquia giusto? » disse e a quel punto il nano annuì. « E cos'è questa storia che Enyalis smise di essere un mago? Sappiamo tutti cosa accadde dopo anni e il perché, immagino abbia superato la crisi o mi stai mentendo! »
Varric sospirò e spiegò subito. « Enyalis era in piena crisi emotiva, per quanto riguarda la reliquia trovarono solo un biglietto sul cadavere del bastardello. C'era scritto che Isabela era fuggita. A quel punto lui e Aveline andarono direttamente dall'Arishok. Volete che continui? » chiesi infine, avrebbe spiegato entrambi i punti che affliggevano la Cercatrice, ormai convinta di ciò che le aveva detto.
« Continuate per il Creatore. Com'è possibile che Kirkwall sia caduta in così poco tempo sotto gli attacchi dei qunari? » Varric socchiuse gli occhi e si preparò per continuare la storia dell'amico.







Angolo Autore:
Va bene... calmiamoci tutti! Mancano solo 20 giorni al tanto atteso Dragon Age Inquisition. Non so voi ma a me prendono le palpitazioni. Ci avviciniamo alla fine del Secondo Atto, molto migliore rispetto al Primo secondo me. Forse perché c'è molta storia e non si tratta solo di missioni cumulative per le sovrane xD.

Questo capitolo mi è piaciuto molto, mentre scrivevo le idee fiorivano. Enyalis ha sviluppato questa sorte di avversione nei confronti della magia, arrivando persino a negarsi di essere un mago, arrivando a cambiare arma. Una scena che non c'è nel gioco ma che ho pensato fosse interessante vista la crisi e il modo in è stata affrontata la morte di Leandra. Ma ci sono sempre i buoni amici a tirare su il morale... Varric... Isabela... quella grandissima cagna che ogni volta fuggiva e se la svignava con la reliquia! Non so ancora cosa accadrà nel gioco visto che non ho ancora preso appunti ma penso che potrei stupire me stesso. Ad ogni modo... diamo il via alla prima battaglia di Kirkwall, lo scontro contro i qunari.

Grazie ad Alithea che con tutti i ringraziamenti che le ho fatto e che le devo, non so più come ringraziare xD Non ci sono parole per descrivere il suo supporto nella ff. Grazie anche a tutti coloro che leggono e seguono la storia, a presto con il capitolo conclusivo del Secondo Atto ^^.

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Capitolo 11
*** L'Arishok ***


CAPITOLO UNDICESIMO
L'ARISHOK


Enyalis e Aveline si trovarono davanti il grande ingresso della zona del porto occupata dai qunari, il sole era quasi sul tramontare, nascosto dagli alti tetti delle case di Kirkwall e da essi sporgeva solo la luce brillante e arancione. L'aria era tesissima, in quella giornata erano successo troppe cose: l'assassinio di Seamus; il furto della reliquia da parte di Isabela e adesso gli toccava chiedere di consegnare degli elfi assassini alla giustizia nonostante fossero ormai sotto la giurisdizione del Qun. I due si avvicinarono ai qunari di guardia per annunciare il motivo del loro incontro con l'Arishok, non si persero nel dettaglio e furono fatti passare; percossero pochi metri fino a trovarsi al cospetto del qunari: non indossava le vesti eleganti che indossava sempre, aveva un'armatura rossa che copriva parte del suo corpo e al fianco una gigantesca spada, probabilmente pesantissima, Enyalis non poté fare il paragone con quella piccola che aveva lui, già quella lama era pesante. Aveline mantenne il suo tono formale e da capitana, mostrando subito rispetto per la carica del qunari.
« Buonasera Arishok. Non vorrei disturbarla ma c'è un'importante questione di cui bisogna parlare! » disse la rossa cominciando. L'Arishok sembrava essere a conoscenza di ciò di cui stavano per parlare.
« Già. In verità ci sono molte cose di cui dovremmo parlare. Al partire dalla morte del figlio del Visconte... » era amareggiato, arrabbiato, una furia. Mantenne però il tono di voce. Alla fine era riuscito a scoprirlo, non che ci volesse molto vista la presenza di uno dei suoi nella chiesa. « Sono veramente scontento di vivere in questo lerciume! »
« Non siete obbligato e lo sapete. Dimenticate la reliquia... » disse Enyalis intervenendo nella situazione. A quel punto l'Arishok lo fissò con gli occhi scuri e si rivolse a qualcuno in lontananza oltre di loro.
« Elfo, parla. Spiega perché ti considerano un delinquente! » Enyalis si voltò dov'era rivolto lo sguardo del qunari, erano gli stessi elfi che aveva visto ore prima. Erano macchiati di sangue e quello che si fece avanti tremava pure.
« Una guardia cittadina ha violentato mia sorella. Ci siamo fatti giustizia da soli... » questo lasciò Enyalis totalmente paralizzato. Sconvolto, proprio come Aveline. Era tremendamente imbarazzata, vergognata e amareggiata.
« Si sono fatti giustizia da soli. Adesso sono membri del Qun e privi di qualunque delitto. Mi batterò per avere la loro libertà, essi sono innocenti! » disse l'Arishok dando le spalle ai due ragazzi, chiaramente la situazione era irrecuperabile. « C'è solo una cosa ormai che posso fare per risanare la situazione... » e tutti ebbero subito chiaro a cosa si stesse riferendo. Una guerra per distruggere la città.
« Arishok... non credo sia necessario arrivare a tanto! » disse Enyalis, nella voce non poté nascondere la sottile vena di panico che lo stava prendendo. Il qunari però non li ascoltava più, gli dava le spalle e con un semplice movimento di braccio, diede una segnale. Enyalis e Aveline si scambiarono uno sguardo, semplice e diretto per capire che era giunto il momento di scappare via dal porto, la guerra che veniva ritardata da tre anni finalmente aveva inizio, una guerra che l'Arishok desiderava.
Fiamme e fuoco. In pochi minuti scoppiò il pandemonio, una tempesta più forte di qualunque altra scosse Kirkwall, il cielo si oscurò con il calare delle ombre e le stelle riflettevano una luce rossastra, le lontane fiamme che stavano devastando la città. In pochi minuti l'Arishok aveva fatto avanzare i qunari fino alla città superiore, probabilmente fino ad infiltrarsi lui stesso nella Fortezza del Visconte. Urla che echeggiavano nella città, il fumo che si annidava come una serpe tra le strade cittadine. I cancelli chiusi cercando di contenere i problemi e le forze dei qunari che sembravano essersi sparse ovunque. Sembravano inarrestabili ormai. Enyalis aveva fatto in modo di prendere con sé Varric e Merrill, entrambi nella città inferiore e quindi pronti subito ad aiutarlo; Aveline chiese un rapporto a una guardia: la città oscura e la Forca non erano state ancora colpite. Enyalis si preoccupò solo di Anders, Fenris se la sapeva cavare con la sua forza.
« È il caos più totale. Dobbiamo fare qualcosa... » disse Aveline, Enyalis ebbe motivo di pensare a qualcun altro, Gamlen. Si era salvato? O era stato ucciso? Aveva perso troppi membri della famiglia per non poter controllare.
« Dobbiamo muoverci! In fretta. »
Con quelle parole Enyalis e il gruppo si mossero per la città inferiore, cercando di aiutare dov'era possibile a spegnere le fiamme, cercando di abbattere i qunari e dare supporto alla guardia cittadina o ai templari stessi. Il ragazzo si muoveva con maestria, non aveva impugnato spesso la spada, ma quando era a Lothering aveva spesso giocato con finte armi di legno, in particolare con il fratellino, nonostante quello lo odiasse, forse l'unica cosa che avevano in comune oltre all'essere ragazzi. Erano passati molti anni però ricordava ancora le mosse base; montante, fendente, stoccata, il contrattacco e tutto il resto. Si rendeva conto però di essere più debole, non si trovava bene così come lo era col bastone magico, era debole? Si era indebolito forse? No, il problema stava nell'arma e lo sapeva. Non si era reso conto che nello scontro non c'erano coinvolte solo le forze cittadine, stava muovendo la spada velocemente uccidendo un qunari quando si era voltato, a quel punto si era trovato di fronte un bel ragazzo, i tratti marcati e familiari, si era difeso con un grande spadone, lo fissava con i suoi occhi azzurri, dolci e delicati, indossava un'armatura completa, grigiastra e con un simbolo, il simbolo dei Custodi Grigi.
Il bel ragazzo sorrise al giovane, mostrando una dentatura bianca e pulita, era cambiato: erano passati anni. Eppure Enyalis riconobbe all'istante il fratello, Carver. « Ciao fratellone. È un piacere vederti qui... sono stupito! » disse, attorno a loro la battaglia si era placata. Enyalis poté vedere altri Custodi con il fratello.
« Carver... non posso crederci! » Enyalis era paralizzato, totalmente immobile davanti al fratello, quello posò la spada alle spalle e colmò la distanza dal fratello maggiore, prendendolo a stringendolo tra le braccia. Era cresciuto, era molto più alto, e sembrava più forte, non ricordava il contatto con il corpo del fratellino.
« Mi sei mancato tantissimo! » disse con un nodo alla gola, a quel punto il mago si scosse e strinse il fratello, facendo passare le braccia sotto l'armatura e avvolgendolo, restando uniti anche tramite il contatto delle tempie, entrambi in lacrime per l'inaspettato momento di ritrovo. Nessuno dei due voleva smettere di stringere l'altro, fu un'esplosione lontana a farli separare e voltare verso le fiamme che si ergevano dalla città superiore. Chissà chi era morto in quell'esplosione.
« Hai incontrato Gamlen? Ti stava cercando, gli ho detto di fuggire verso la città oscura, là sembra che non siano arrivati i qunari! » disse Carver, Enyalis si sentì incredibilmente sollevato da quanto aveva detto il fratellino.
« No, ma volevo cercarlo. Mi hai risparmiato un lavoro... » disse sorridente, Carver ricambiò ma subito divenne serio e si asciugò le lacrime. « Resterai qui a combattere? Resterai con me vero? » continuò capendo le intenzioni del fratello. Scosse il viso.
« Non posso. Devo andare, specie ora che so che ci sei tu a tenere la situazione sotto controllo... » gli altri Custodi Grigi si stavano già spostando verso una delle vie per uscire. « Mi ha fatto piacere vederti! Fratellone... » aggiunse Carver con dolore.
« Capisco... » Enyalis non si poteva opporre a quello, era un Custode Grigio e doveva seguire gli altri. Strano però che non restassero, non gli riguardava la politica di Kirkwall forse? O l'intera città non era affare loro?
« Prima che me ne vada però... » disse Carver prima di voltarsi per l'ultimo addio, quella volta nelle Vie Profonde, Enyalis era convinto che non lo avrebbe più visto. Eppure adesso stavano conversando tranquillamente. Forse neanche questo era un addio. « Lascia la spada a me. Ritorna al bastone magico! » disse con sarcasmo, voleva essere una battuta ma era detta con verità.
Enyalis rise ma sapeva che aveva ragione, salutò con la mano il fratellino mentre si allontanava nuovamente da lui, la sua attenzione ritornò ai qunari, ormai erano vicini alla città superiore e dovevano sbrigarsi ad andare dal Visconte. Di certo il loro ingresso nel mercato della città superiore non fu segnato da un buon benvenuto, furono subito attaccati e, con stupore di Enyalis, dei saarebas erano al fianco dei guerrieri qunari usando magie potenti e incantesimi, non erano come i suoi ma erano efficaci. Si trovarono circondati: un'incredibile posizione di svantaggio che li costrinse quasi in un angolo, Merrill era forte visto il legame con la magia del sangue ma non abbastanza da proteggere tutti quanti, Aveline era un'ottima guerriera e forse la migliore a vicinanza, notevolmente più esperta di Enyalis che venne gettato a terra con un colpo che gli arrecò una lunga ferita al braccio, il sangue scorse velocemente fuori, bruciava come se fosse infuocato ed era già indolenzito per il dolore. Il guerriero qunari stava alzando l'arma per attaccarlo, non c'era nessuno per aiutarlo visto che anche Varric aveva delle rogne a cui badare. Ma un miracolo arrivò da una persona che Enyalis non aveva finora mai visto: una donna adulta ma giovane, i capelli mossi e quasi ricci, biondi come l'oro e un paio di occhi gelidi e azzurri, lo sguardo irato mentre la sua lunga spada rossa trafiggeva i qunari, indossava una complessa armatura che Enyalis riconobbe come uno stadio avanzato di quella dei comuni templari. Accanto a lei c'era un ragazzo dai capelli quasi castani, gli occhi dolci e caldi. Uno sguardo duro ma più dolce rispetto alla donna, un templare che Enyalis aveva spesso visto alla forca, doveva chiamarsi Cullen se non ricordava male.
La donna si pulì l'arma e porse una mano al giovane steso a terra per aiutarlo a stare in piedi. Con fatica quello si rialzò e cercò un modo di legarsi la ferita con delle bende che gli vennero poste alla fine dello scontro da Aveline, Merrill non era un'esperta con le magia curative e comunque non si sarebbe fatto curare da esse. « Grazie! » disse Enyalis rivolto alla donna principalmente ma anche a Cullen.
« È la prima volta che vedo un mago combattere con la spada. Immagino che voi siate diverso da quei topi nel Circolo! » disse la donna, non fece espressioni, rimase di pietra e poi si presentò. « Sono Meredith Stannard, comandante dei dell'ordine dei cavalieri templari di Kirkwall. Voi siete Enyalis Hawke giusto? »
« Immagino sia un piacere conoscervi... » disse Enyalis carico di sarcasmo, davanti a sé aveva una delle quattro figure più importanti di Kirkwall. « I qunari sono impazziti. Credo che l'Arishok sia andato dal Visconte... » disse alzando gli occhi al cielo e vedendo che la luna brillava di una luce ormai lugubre. La donna annuì.
« Dobbiamo avanzare. In fretta! » si spostarono velocemente e furono anche raggiunti da altri templari. Non prima che Meredith commentasse lo stato di Enyalis. « Sarà un piacere combattere accanto a un eretico che non usa più la magia! » sembrava sincera, quasi come se sperasse in un'ipotetica collaborazione. Impossibile!
Avanzando per la città, spegnendo i fuochi e cercando di soccorrere quante più persone possibile, Meredith ed Enyalis arrivarono davanti la gigantesca Fortezza del Visconte, apparentemente pulita e priva di vita, eppure da dentro si percepiva benissimo la presenza di qualcuno, delle voci spaventate. L'Arishok era quindi arrivato? E la guardia cittadina? Forse non era rimasto più nessuno dentro per controllare la situazione. Il Visconte era in gravissimo pericolo. Davanti il portone principale c'era però una figura, un uomo ormai rimasto solo. Indossava una veste da mago, lunga e color palude, un verde troppo spento e vecchio, un bellissimo bastone incantato di lyrium e pieno di rune che Enyalis quasi invidiava. Era il suo lato mago a dirgli di tornare a quelle vesti, quelle armi, alla magia. Quando l'uomo si voltò poterono vedere tutti che era caratterizzato dagli occhi dorati, pochissimi capelli sulle tempie e le orecchie affilate, un tratto comune degli elfi. Fu la comandante a parlare per prima quando i due si scambiarono uno sguardo.
« Primo Incantatore Orsino... che piacere vedervi ancora in vita! » Enyalis avrebbe potuto scommettere una mano e vincere pensando a quando Meredith fosse poco felice di vedere il mago ancora in piedi.
« Kirkwall è anche casa di noi maghi del Circolo. Dobbiamo proteggerla anche noi nonostante voi continuiate a tormentarci! » disse il Primo Incantatore in risposta, la comandante stava pure preparando una frase quando Cullen si avvicinò ad Enyalis e sussurrò qualcosa all'orecchio.
« La situazione qui sembra sotto controllo. Ma dobbiamo stare qui fuori per evitare altri rinforzi. Significa che siete il solo che può andare là dentro! » disse il giovane templare con voce forte e con il respiro pesante. « L'Arishok vi darà ascolto. »
Enyalis non ne era ormai convinto, poteva provare a parlare con lui. Dissuaderlo dall'uccidere il Visconte e tutti i nobili alla Fortezza. « Non sono sicuro che mi darà retta. Kirkwall però è anche casa mia e farò di tutto per proteggerla... »
Sia Meredith che Orsino si voltarono verso il ragazzo, stavano per dissentire, probabilmente per cercare di entrare tutti insieme quando in lontananza videro dei qunari correre verso di loro, a quel punto si doveva attuare il piano del templare Cullen: proteggere la Fortezza mentre Enyalis e il gruppo parlavano con l'Arishok.
« Che il Creatore vegli su di voi e la vostra riuscita! » disse Meredith e Orsino nello stesso tempo mentre il ragazzo li superava, prima di chiudersi le porte dietro di sé vide Orsino evocare due potenti incantesimi nello stesso istante, dei templari lo proteggevano mentre Meredith si gettava nella mischia per combattere e distruggere i qunari: era veloce, letale e distruttiva, quasi come se fosse posseduta da un'anima guerriera invincibile. Quando le porte furono chiuse ci fu solo il silenzio e l'eco lontano dei combattimenti, a quel punto ebbero modo di vedere la confusione dentro la Fortezza, mobili distrutti nel tentativo di fuga, c'erano anche dei corpi; pochi passi e poi ci furono delle urla lontane, nella sala principale delle udienze, erano in molti, con loro doveva anche esserci l'Arishok , ormai la battaglia distava solo un corridoio.
Quando la porta che divideva l'atrio dalla sala delle udienze fu aperta, Enyalis e i suoi compagni poterono vedere l'orrore dentro di essa. Una scena terrificante, la testa del Visconte stava immobile sul pavimento, attorno ad essa una macchia di sangue che veniva dal collo. In lontananza l'Arishok accerchiato dai suoi guerrieri, il corpo del Visconte in un angolo per terra e privo della sua testa. Affiancati alle pareti c'erano tutti i nobili, urlanti e spaventati, cittadini innocenti di Kirkwall e qualcuno che Enyalis aveva già visto in passato, due templari e un mago in un angolo, tutti e tre spaventati a morte dal destino che era stato scelto per loro. In un attimo di paura sembravano persino amici. I quattro arrivati avanzarono superando la testa, arrivando al cospetto dell'Arishok, armato con la sua grande spada che stava ripulendo dal sangue. « Serah Hawke! È un piacere avere proprio te tra noi... colui che si è guadagnato il mio rispetto. L'unico meritevole in questa città... » disse il qunari con sguardo di disgusto attorno a sé.
« Non è necessario combattere. Se avete davvero rispetto verso di me, allora andate via. Dimenticate la reliquia e cercheremo di risolvere le cose insieme! » disse Enyalis con durezza, era pronto a sguainare la spada in qualunque momento, ma avrebbe preferito restare in pace con i qunari ed evitare di scatenare una guerra tra Liberi Confini e Par Vollen. L'Arishok non era però concorde.
« Non posso. Inoltre è diventato il mio compito purificare questa città dal male e dalla corruzione nelle persone! » disse il qunari spostandosi avanti e indietro per il pianerottolo su cui stava. Enyalis stava per ribadire ma qualunque lo fece per lui.
« Non è necessario altro. Ho io la reliquia! L'ho rubata io anni fa ma l'avevo persa; vi chiedo perdono. Adesso potete lasciare Kirkwall... » era stata una donna a parlare, Enyalis pensava che fosse lontana miglia ormai, si voltò per vedere una Isabela diversa, un mantello che le copriva il corpo e tra le mani il grande tomo dei qunari.
Lo consegnò tra le mani dell'Arishok e si fece indietro con il capo chino ai piedi. Enyalis era arrabbiato con la ragazza prima del suo ingresso nella sala, ma il suo ritorno aveva fatto sparire ogni odio. Le stava sorridendo come un idiota. « Sono felice che tu sia tornato! » non importava il tradimento, era tornata e aveva fatto la cosa giusta per la città.
« Molto bene, Hawke... » cominciò l'Arishok stringendo il tomo e passandolo a uno dei suoi subordinati. « Lascerò Kirkwall per sempre... ma la ladra verrà con noi! » questa era una sentenza, ma come poteva il ragazzo rinunciare all'amica che aveva salvato la città? La situazione era rimasta invariata anche con la reliquia tra le mani.
« Mi spiace Arishok, non posso permettervi di farlo! Isabela resterà qui e verrà giudicata dalle nostre leggi. Sono pronto a combattere contro di voi! » disse Enyalis sguainando l'arma e puntandola contro il qunari, quello annuì lentamente e rimase serio in volto.
« Molto bene, un duello alla pari. Il vincitore prenderà la ladra, il perdente perderà la vita! » disse il qunari, a quel punto fu fatto lo spazio per il combattimento. Isabela si fece indietro scuotendo il viso, non voleva perdere l'amico.
Uno contro uno. Qunari contro umano. L'Arishok contro Enyalis... le probabilità di vittoria del ragazzo erano scarsissime, aveva appena segnato la sua condanna a morte. Sapeva benissimo di non essere bravo con la spada ma combatté lo stesso. L'Arishok mosse la sua arma in fretta facendola sbattere contro il pavimento, il ragazzo era appena riuscito a schivare il colpo, poi si era gettato contro il bestione attaccandolo ripetutamente, il qunari però si difese e con un colpo di spada fece volare via Enyalis che atterrò bruscamente sulla caviglia, non solo aveva il braccio ferito ma anche la caviglia adesso, questo rallentava moltissimo i suoi spostamenti e lo metteva in posizione di svantaggio. Si gettò ancora una volta di lato e fortunatamente per lui cadde sul pavimento, l'Arishok aveva subito sferrato un colpo veloce che lo avrebbe mozzato in due se l'avesse preso. Si rotolò dandosi anche la spinta per alzarsi, a quel punto andò a scontro nuovamente contro il bestione che si difese con la spada ancora una volta e lo respinse mettendo forza nel contraccolpo.
Non potevano resistere per sempre. O meglio, l'Arishok era ancora nel pieno delle forte, Enyalis invece sentiva la fatica della battaglia, soprattutto per le ferite del suo corpo. Ebbe modo di allontanarsi di qualche metro mentre il qunari muoveva la spada in modo spaventoso. A quel punto il ragazzo realizzò la verità, accadde in un momento: l'Arishok si spostò come una furia contro il ragazzo che sfuggì alla morte gettandosi di lato, allungò la mano che stava già brillando, ignorando per sempre la scelta che aveva fatto e la spada che aveva comprato. Enyalis era un mago: era giusto che usasse la magia, ed era inutile che si rinnegava; scagliò un fulmine diretto e preciso contro il qunari che parve confuso e dolorante dal colpo ricevuto.
« Usi la magia? Hawke... mi aspettavo un combattimento con la spada! » disse l'Arishok come se fosse stato insultato profondamente. Enyalis ebbe da ridire.
« Voi sapevate della mia natura da mago, doveva aspettarvi l'uso della magia... » ed eccola la rivelazione. « La magia è la mia vera essenza, ed è inutile che io la rinneghi visto che sono io stesso la magia! » scagliò una tempesta di fuoco contro l'Arishok che provò a difendersi in vano dagli attacchi infiammati.
Subito Enyalis ricorse ad ogni suo incantesimo elementale, terminò infine con una fredda stretta invernale che rallentò il qunari come se si stesse congelando, il suo corpo restò immobile, gli occhi colmi di paura. Enyalis compì un singolo movimento che distrusse il corpo dell'Arishok in mille pezzi spargendosi per tutto il pavimento. Silenzio intorno a lui, subito seguito dalle urla di gioia dei cittadini e dei prigionieri, aveva battuto l'Arishok e non se ne rendeva conto. Era sconvolto dalle sue stesse capacità, incredulo di aver fatto tanto. In quello stesso istante Meredith e Orsino entrarono nella stanza, i qunari indietreggiarono e le persone continuavano ad urlare una sola frase. « Viva Enyalis Hawke, il Campione di Kirkwall! »

* * *

« Quindi... il Campione sfidò l'Arishok? Davvero romantico... lo dipingete in modo cpsì eroico quando la scelta migliore sarebbe stata consegnare Isabela! » disse Cassandra Pentaghast contraria al racconto di Varric. « Immagino che però tutto possa essere plausibile. Molti elementi combaciano... e ciò spiegherebbe anche gli eventi accaduti alla Forca... forse la gelosia di Meredith! »
« Precisamente! » puntualizzò Varric. « Meredith fu costretta a proclamare Enyalis “Campione di Kirkwall” poiché chiesto a gran voce dall'intera città. Non che non avrebbe potuto fare diversamente! Ciò lo rese un'importante figura a Kirkwall; il Campione, il Primo Incantatore, la Comandante dei templari, la somma sacerdotessa e il Visconte... anche quest'ultimo ormai era morto... »
« Cosa accadde? Passarono tre anni dalla battaglia contro i qunari... » Cassandra era ormai rapita da come il Campione si era elevato dal nulla.
« Immaginatevi il caos tra i maghi e i templari visto che il Visconte era morto; Meredith si proclamò paladina della giustizia per proteggere Kirkwall. Più lei spremeva i maghi e più loro resistevano, più loro resistevano e più i templari agivano in maniera furiosa... » si fermò pochi istanti. « Fino al giorno in cui Orsino parlò in piazza denunciando Meredith... »







Angolo Autore:
Eccoci... diciamo pure addio al Secondo Atto, ci avviciniamo sempre di più alla fine della ff visto l'inizio del Terzo Atto... ma soprattutto vista la data d'uscita confermata da EA ^^! Stanno masterizzando i giochi e presto li avremoooo.

Ma concentriamoci qui e commentiamo insieme: una battaglia davvero bella, mi è piaciuta sì ma non come quella di Denerim, quella è stata davvero spettacolare. Questa mi è piaciuta, ma non mi ha ispirato come quella... forse l'Origins è migliore in tutto! XD A ogni modo sono impazzito quando Meredith è entrata nella scena, mi piace moltissimo come personaggio e la sua indole fanatica è... accettabile, vuole l'ordine in una città piena di assassini, molestatori, cerchie di matti e si aggiungono i maghi del sangue. Accidenti io stesso farei come lei forse xD! E poi Orsino... un Primo Incantatore elfo... davvero particolare, non pensavo potessero essercene sinceramente. Sono riuscito a far tornare Isabela che... accidenti mi ha intenerito e l'ho tenuta con me u.u Dannata dovevi morire in realtà! E finalmente siamo i Campioni di Kirkwall :D

Un grazie particolare ad Alithea sperando che stavolta non ci siano gli “orrori” dello scorso capitolo xD Spero che il capitolo sia piaciuto a molti e grazie per il supporto ^^ A presto con il Terzo Atto ^^.

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Capitolo 12
*** Un Corvo per amico ***


CAPITOLO DODICESIMO
UN CORVO PER AMICO


L'inverno era ormai nel pieno delle sue forze, tutta Kirkwall si era preparata a quello che era uno dei più freddi inverni, c'erano già state numerose piogge, aveva anche nevicato e il mare si era trasformato in una lastra di ghiaccio, fortunatamente la temperatura era salita all'inizio del nuovo anno e le navi erano tornate a circolare liberamente, persino i passaggi tra la Forca e il porto erano bloccati ma erano stati riaperti. Questo non toglieva il fatto che facesse comunque molto freddo e la gente preferiva stare a casa. Kirkwall si era trovata in pace per un brevissimo tempo, le cose però erano cambiate: Meredith si era messa a capo della città e i dissapori con i maghi erano sempre più evidenti; tuttavia la pace era relativamente mantenuta ed Enyalis poté passare tre anni in totale tranquillità, soprattutto visto il fatto che ormai viveva con Anders, il mago era venuto nella tenuta nella città superiore e ormai erano fidanzati da molto. Chissà che un giorno non si sarebbero pure sposati, forse per poi tornare nel Ferelden; certo altre cose terribili erano successe: per esempio lettere minatorie a Fenris da parte di alcuni magister dell'Impero Tevinter, il fatto che Isabela vivesse nel terrore della collera di Castillion, Merrill che si trovava sempre più a disagio in città dopo quasi sette anni in cui soffriva la mancanza del clan e poi la notizia più brutta: la perdita del bambino di Aveline, purtroppo non ci fu modo di salvarlo in tempo e la donna ne uscì scossa ma forte come sempre grazie al marito, Donnic, con cui abitava felicemente in un piccolo locale nella città superiore.
Enyalis si trovava tranquillo nella piazza della città superiore, una piazza abbellita e decorata d'oro e ovunque i simboli del Campione; gli era persino stata realizzata e donata una bellissima armatura: un braccio era totalmente scoperto fatta eccezione per un lungo guanto, l'altro invece era coperto da un'armatura spigolosa, la stessa fattura dei gambali, indossava poi una veste nera e rossa che lo copriva e attorno al collo una pelliccia morbida e grigiastra, sulla spalla l'ultimo pezzo di armatura. Era il simbolo dell'onore, Enyalis il Campione di Kirkwall. Quel giorno era uscito da casa e si era subito trovato una scena che non gli piaceva, Orsino che urlava contro i nobili della città nella piazza, indicando tutti con vergogna.
« Noi maghi non vogliamo farvi del male, la nostra magia non è pericolosa così come la descrive Meredith. E se voi abboccherete alle sue ciarle, non farete altro che rafforzarla. Già ha preso il controllo sulla città e poi? » a quel punto la diretta interessata era entrata come una furia nella piazza, circondata da due templari tra cui Cullen, ormai divenuto il braccio destro della comandante.
« Orsino... i vostri sforzi di mettermi in cattiva luce sono patetici, Kirkwall è un covo di pericoli e i maghi del sangue sono una minaccia reale. Agisco solo nell'interesse della mia città! Perché la amo e voglio proteggerla... » disse la donna difendendosi, il Primo incantatore era pronto per ribattere ma lo fece Enyalis al posto suo.
« Smettetela di litigare! Finirete col dividere la città! Orsino... la vostra apparizione non è forse provocatoria? E voi Meredith... quanto la vostra crudeltà può essere tollerabile!? » chiese il ragazzo a entrambe le figure, le urla però era state tali da richiamare l'attenzione di qualcuno notevolmente superiore a tutti loro. La somma sacerdotessa Elthina avanzò dalla via della cattedrale, silente e scontenta.
« Il Campione di Kirkwall ha perfettamente ragione... dividerete la città in questo modo. Orsino... siete pregato di tornare al Circolo. Meredith... da brava ragazza, vi chiedo di tornare al vostro ufficio e di pensare al vostro modo di agire! » se le parole di Enyalis non avevano potuto fare nulla, almeno la voce della somma sacerdotessa aveva decisamente messo a tacere i due litiganti, uno scontro di parole che però non sarebbe finito in quel giorno e tutti lo sapevano.
Enyalis però non era in giro per quel motivo. Era fuori per due ragioni: la prima che aveva ricevuto un messaggio da parte di Fenris, qualcosa riguardo una sorella in giro per Kirkwall, a mezzogiorno lo aspettava all'Impiccato e l'elfo temeva si trattasse di Danarius. Un altro messaggio riguardava un certo Nuncio, un nome complesso e sicuramente non dei Liberi Confini. Lo aspettava davanti la Rosa fiorita per poterlo vedere; Enyalis si era portato con sé Anders per passare una giornata insieme diversa e per fargli prendere un po' d'aria pulita. Quando arrivarono si trovarono davanti un tizio strano accerchiato da quelli che sembravano mercenari, forse assassini vista la fattura agevole delle loro armature.
« Parlo con Nuncio? » chiese Enyalis al primo uomo, occhi crudeli e cattivi. Sicuramente cattiva gente con cui era bene non avervi a che fare.
« Sì sono io, Nuncio Caldera Lanos, sono di Antiva... vi aspettavo Campione. Vedo che avete ricevuto il mio biglietto, la mia richiesta è quella di aiutarmi a recuperare un assassino... lavoro per i Corvi, forse ne avete sentito parlare... » cominciò l'uomo parlando con quello stranissimo accento che marcava le parole.
« No mi spiace. Parlate di un assassino eh? » Il bue che dice cornuto all'asino!
« Precisamente. Purtroppo però è sotto la giurisdizione dei dalish a Monte Spezzato, non possiamo prenderlo visto che lo proteggeranno... potreste pensarci voi ad ucciderlo al posto nostro? » arrivare a tanto? Enyalis forse non pensava a qualcosa del genere da quando era alla ricerca delle sovrane per la Spedizione di sei anni prima. Eppure se era un assassino, aveva imparato che era giusto punirlo.
« Va bene! » senza altri ripensamenti accettò la richiesta, andando a Monte Spezzato poteva anche portare Merrill per farle rivedere il clan, erano tre anni che non ci andava, era passato tanto tempo perché ancora lavorava con l'Eluvian.
Il trio si diresse quindi verso Monte Spezzato, Enyalis aveva paura di non poter riuscire a essere presente all'incontro con Fenris all'Impiccato, forse quella era una delle poche occasioni in cui i due sembravano poter andare d'accordo o essere amici, non poteva permettersi di mancare. Quando i dalish videro Merrill sembrarono mutare, diventarono più silenziosi e guardinghi, ancora avevano paura di lei, e come poterli biasimare vista la pericolosità dell'Eluvian, solo Marethari fu disponibile con i nuovi arrivati, quando chiesero dell'assassino antivano lei rispose subito che si trovava nelle caverne e che era stata sua stessa richiesta di rivelare la sua posizione. Forse perché non si aspettava che i Corvi avessero chiesto a qualcun altro. Non importava: si immersero nei lunghi canali formati delle caverne e dai loro intrecci che si snodavano per tutta la base della montagna fino ad arrivare a una piccola caverna, un falò acceso e un elfo con armatura verde da guerriero davanti a esso, seduto fissando con gli occhi castani le fiamme scoppiettanti. Qualcosa puzzava!
« Mi aspettavo che avessero chiesto aiuto a te... » disse l'elfo, a quel punto si voltò verso i nuovi arrivati mostrando una bellezza non solo elfica, una bellezza mascolina e perfetta, i tratti del volti marcati e sporgenti, capelli biondi e lunghi e lo sguardo spavaldo. « Accidenti! Non mi aspettavo di certo però che fossi così bello... » aggiunse l'elfo. Si alzò. « Zevran Arainai, al tuo servizio... completo servizio! »
« Davvero lusingato... » disse Enyalis, imbarazzato dalla bellezza dell'elfo, l'aria si era fatta abbastanza diversa soprattutto visto che c'era anche Anders.
« È già fidanzato! Con me! » disse il mago ponendosi davanti al Campione, i tre si scambiarono uno sguardo molto intenso e alla fine Zevran parlò.
« Non è un problema. Da noi lo chiamiamo ménage a trois! » decisamente stava rischiando di farsi picchiare da Anders. Era un assassino parecchio diverso da come era stato dipinto da quel Nuncio.
« I Corvi mi hanno chiesto di ucciderti... ma non capisco il perché! » venni direttamente al sodo, non era il caso di perdere ancora tempo là.
« Perché anch'io un tempo ero con loro. Parliamo di quasi sette o otto anni fa. Poi li ho abbandonati per seguire Myalee, l'Eroina del Ferelden. La conoscete? » e chi non la conosceva? Non solo aveva fermato il Ferelden, ma era anche diventata la Regina sposando Alistair Theirin, l'erede al trono.
« Quindi... ti vogliono morto per vendetta? » provò ad indovinare Enyalis e Zevran annuì. Tutta quella situazione era ridicola ormai. « Non intendo macchiarmi le mani col sangue di un innocente... » nell'attimo in cui lo disse non fu sicuro che fosse vero, ma quello Zevran gli stava parecchio simpatico.
« Grazie! Penserò da solo ai Corvi... grazie per aver creduto in me. A presto, bel Campione! » l'attimo seguente era già sparito dalla caverna correndo.


L'Impiccato era più rumoroso del solito in quella giornata, c'erano molto persone e due elementi in particolare attraevano l'attenzione delle persone, entrambi vestiti da maghi, un'elfa delle vesti più semplici con accanto a lei un mago, un uomo dall'aria più arcigna e malvagia, Fenris accanto ad Enyalis fremette d'odio nei confronti del vecchio padrone ritrovato, tuttavia l'amico non poté non fargli notare l'incredibile somiglianza con la donna; entrambi elfi, gli stessi occhi e gli stessi capelli lisci e setosi, la stessa pelle olivastra, a differenza del fratello, lei non aveva impressi tatuaggi dal misterioso e tormentato passato. I quattro si avvicinarono e il primo a parlare fu Fenris con disgusto verso la sorella acquisita.
« Tu... lo hai portato qui! Per uccidermi! » urlò e a quel punto l'Impiccato si trasformò in una landa di silenzio, e lo scontro poté cominciare con la comparsa di Varric e Isabela fiancheggiando Enyalis e Fenris contro il mago malvagio.
Era un solo uomo, ciò che poté fare fu evocare incantesimi in grado di difendersi per breve tempo per poi scatenare i suoi incanti spirituali ed entropici contro i quattro; Fenris attaccava la sua barriera con la forza di un leone, sprecando però solo energie, Varric e Isabela poterono sfruttare una breccia alle spalle dell'uomo che aveva creato dei cloni intorno a sé così da poter confondere i suoi nemici.
Erano molti ed Enyalis non voleva evocare potenti magie visto che era in uno spazio chiuso e rischiava di uccidere tutte le persone all'interno della taverna. Restò concentrato insieme ai suoi amici: osservò le mosse dei cloni uccisi dalle frecce, lenti e non usavano magie, lo stesso fato per i nemici che cadevano sotto le lame di Isabela; Fenris si muoveva con furia tale da confondere chiunque. Enyalis cominciò a distruggere i cloni uno per uno, usando strette invernali, fulmini e vampate di fuoco, attacchi elementari che fecero restare solo gli ultimi cinque cloni, Fenris ne abbatté uno e divenne vapore e fu salvato in tempo da una magia di Enyalis, il ragazzo lanciò un potente incantesimo del tuono contro il Danarius che si rivelò essere quello vero, cadde per terra stordito dall'incredibile potenza del fulmine. A quel punto Fenris gli prese il cranio e lo spaccò di netto con la sua potenza e la sua rabbia. Finalmente libero dai soprusi del suo vecchio padrone, ma la sete di vendetta non era esaurita.
Si rivolse con rabbia contro la sorella, alzando lo spadone per giustiziarla quando Enyalis si mise in mezzo, non solo perché lei era una maga; in quell'immagine vedeva un possibile giustiziere di Carver e avrebbe voluto che qualcuno lo proteggesse. « Fermati! Lei non c'entra nulla. È finita! » e forse proprio per quelle parole smise di combattere. Se ne andò sputando sulla sorella. Quella se ne andò via ma senza passare dalla porta principale, prese una strada secondaria.
« Lo spettacolo è finito gente! Tornate a bere o a farvi le vostre puttanelle! » disse Varric a voce alta rivolto a tutta la gente che stava fissando la scena. La guardia cittadina non avrebbe apprezzato un morto nella taverna.
Fu così che la quiete tornò ed Enyalis ebbe modo di avvicinarsi a Isabela per poterle parlare, erano passati tre anni e non avevano mai discusso di ciò che era successo. In parte perché Enyalis cercava di darsi una vita tranquilla insieme ad Anders, in parte perché era certo (e lei lo dimostrava pure) che Isabela non avesse intenzione di parlare della reliquia e della questione dell'Arishok.
« Finalmente riesco a trovarti libera. O sei troppo impegnata a bere per ascoltarmi? » forse era stato troppo freddo, eppure non era arrabbiato con lei, tutti quegli anni però senza parlarne lo avevano infastidito parecchio. « Non sono arrabbiato con te. Sei mia amica, e rispetto il grande sacrificio che hai fatto per me. Perciò volevo solo dirti che se hai bisogno d'aiuto ci sarò! » disse infine.
Isabela lo guardò dal basso, alzando gli occhi appena con sguardo triste. « Io non ti merito come amica. Mi aspettavo una lavata di capo... e invece dimostri ancora una volta di essere una persona migliore di me! »
Enyalis le rivolse un semplice sorriso spontaneo. « È a questo che servono gli amici no? » disse scherzando. « È bello riavere la vecchia Isabela con noi! » detto quello se ne uscì dall'Impiccato per tornare a casa dove Anders lo stava aspettando per pranzo, ma il mago non si sarebbe mai aspettato che quel giorno altre cose sarebbero accadute, eventi collegati al futuro stesso di Kirkwall, non poteva sapere quale terribile scherzo il destino gli stava riservando.
Quando tornò a casa vide che il tavolo da pranzo non era ancora stato preparato, Anders girava attorno a esso, pensieroso e preoccupato per qualcosa evidentemente. Enyalis si avvicinò e gli posò una mano sulle piume che aveva sulle spalle. « C'è qualcosa che non va per caso? » quello rifletté attentamente.
Anders aveva chiaramente qualcosa che non andava. Era preoccupato e non voleva darlo a dimostrazione. « Sì. Ma non vorrei coinvolgerti... ho paura che tu possa finire nei guai e ti non chiederei mai di soffrire per me! » quel discorso non era nuovo alle orecchie di Enyalis, spesso il mago rifugiato aveva detto quella frase.
Ogni volta però aveva sempre una risposta pronta. « Anders devi stare tranquillo. Ti amo e farei di tutto per proteggerti. E so badare a me stesso... » cercò di esortarlo nel parlare per dire cosa lo affliggeva. Alla fine cedette e parlò.
« Sto cercando da tempo un modo per separarmi da Giustizia. Forse ho trovato una maniera... così da poter vivere tranquillo insieme a te. Solo io e te... » specificò, era un gesto dolce, Enyalis ne era persino felice, finalmente il mago aveva capito il pericoloso legame che aveva con Giustizia. Era però possibile separarli?
« Farò qualunque cosa per aiutarti! Persino ora, dimmi dove andare e ti ci porterò! » Anders si lasciò sfuggire un sorriso, uno di quelli triste che nascondeva una tremenda verità. Tuttavia non poté parlarne subito.
« Sì tratta di un rituale. Mi servono però alcuni ingredienti... sela petrae e drakite. So dove trovare entrambi ma non sono sicuro di riuscire a farcela da solo. Ho troppa paura di ciò che potrebbe accadermi se provassi a farlo! »
« Non preoccuparti, ci sono io con te. Ma prima pranziamo va bene? Non possiamo affrontare spiriti senza esserci prima messi in forze! » provò a scherzare Enyalis, tuttavia Anders fece un debole sorriso e chiaramente era ancora in pensiero.
Si misero alla ricerca dei due ingredienti senza perdere troppo tempo, erano solo loro due e si addentrarono nelle fogne sotto la città. Ben curate e pulite, ovviamente non come e strade ma senza dubbio migliori di alcuni vicoli della città inferiore o della città oscura stessa. Enyalis indossava ancora la sua armatura e tutti gli rivolgevano ancora un saluto, era come un obbligo e lui se ne vergognava quasi. Sentiva però che era giusto così: si era guadagnato quel posto, aveva combattuto e sofferto, perso persone care e adesso aveva ciò che voleva. La fama e la ricchezza. Entrare nelle fogne fu facile, il problema fu resistere al pestilenziale odore degli scarichi, persino respirare con la bocca sembrava una tortura, come se si potessero ingoiare i rifiuti per via aerea. Anders conosceva bene la strada che portava al materiale e ciò fece pensare Enyalis che probabilmente era una cosa preparata da tempo e solo ora attuata.
La sela petrae era un minerale biancastro, molto simile a una grande pietra di sale, un deposito si trovava proprio sotto la città e davanti agli occhi dei due maghi. Il più grande si avvicinò con un coltello e ne prese alcune scaglie mettendole in un panno bianco e pulito. Enyalis lo guardò attentamente. « In che modo il rituale dovrebbe agire per separarvi? Non c'entrerà la magia del sangue? » chiese cominciando a porsi delle domanda sulla natura di tutto quello, Anders era troppo strano e troppo in ansia.
« No tranquillo. È un rituale abbastanza semplice. Dev'essere compiuto però durante la luna piena... siamo vicini alla prossima in effetti! Vorrei preparare tutto prima del grande giorno però... » disse con più tranquillità. Enyalis non si sentiva sollevato.
La drakite era un minerale più prezioso, di colore scuro e stranissimo al tatto, ruvido nonostante fosse liscio. C'era un piccolo deposito nelle miniere vicine alla città. Enyalis e Anders di affrettarono a dirigersi verso la cava perdendo così buona parte del pomeriggio nella ricerca dell'ultimo minerale. Alla fine riuscirono a entrare nella cava con un po' di persuasione sul capo della miniere. Attraversarono i passaggi scavati fino al deposito, anche stavolta Anders si chinò per raccogliere alcune scaglie e le mise nello stesso panno dov'era la sela petrae. « C'è un ultimo favore che devo chiederti... dovremmo andare in Chiesa, dovresti distrarre la somma sacerdotessa... non posso dirti il perché, ma devo farlo! »
Enyalis era totalmente in disaccordo, un rituale in Chiesa? La cosa era molto sospettosa, era il suo fidanzato ma non poteva di certo accontentarlo in tutto. Nonostante quelle sue convinzioni, annuì. « Va bene, sono con te fino alla fine! » disse senza richiedere spiegazioni dal mago.
Quello gli accarezzò il viso e sussurrò dolcemente. « Ti amo, se le cose andassero storte... voglio che tu lo sappia, ti amo più della mia stessa vita! » e dopo quella frase tornarono in fretta a Kirkwall visto che la Chiesa avrebbe chiuso dopo il tramonto.
Enyalis non sapevo come distrarre la somma sacerdotessa, però trovò effettivamente l'unico modo che conosceva: discutere di quanto accaduto quella stessa mattina; templari o maghi. La somma sacerdotessa pareva non essere dalla parte di nessuno, capiva entrambe le parti e le preoccupazioni di tutti, il problema però restava che prima o poi si sarebbe dovuta schierare, Meredith stessa avrebbe chiesto probabilmente di cacciare i maghi insieme all'aiuto della Chiesa, c'era sempre la possibilità che Orsino avrebbe chiesto alla donna aiuto per le oppressioni. Era in stallo, e l'ultima frase fece riflettere molto Enyalis. « Devi fare attenzione figliolo, Meredith e Orsino arriveranno a chiedere anche la tua di lealtà. Quel giorno scoppierà il pandemonio in città e tutti ne soffriremo... » era forse il futuro?
Nessuno poteva saperlo, Anders tornò da Enyalis pochi minuti dopo, felice e fiero di ciò che aveva fatto. Forse poteva finalmente dire addio a Giustizia molto presto.






Angolo Autore:
Vi propongo un altro capitolo ^^ Ammetto che i problemi recenti di Efp mi hanno fatto venire un colpo perché pensavo di non riuscire ad aggiornare in tempo e invece eccoci qua, come sempre puntuali.

Ecco il primo capitolo del Terzo Atto, un capitolo... di stallo oserei dire. Un capitolo dove ho cercato di far capire cosa gli altri componenti del gruppo stessero passando (per esempio la perdita del bambino di Aveline di mia totale invenzione); è un clima abbastanza brutto per tutti eccetto per Enyalis, che apparentemente è tranquillo. Si è difatti dimostrato neutro durante il primo conflitto tra Meredith e Orsino; inoltre c'è la missione di Zevran (con alcune modifiche come avrete notato): che bello *-* Mi fa sempre piacere rivedere i vecchi compagni di Origins (così com'era accaduto quando avevo introdotto Sten all'inizio) e poi il pezzo importante del capitolo: la missione di Anders, l'ultima missione personale; a tal proposito vorrei dire che non credo di riuscire a farle tutte (per esempio quella di Fenris è stata solo per colmare il vuoto e soprattutto per dargli un po' di spazio) e quanto meno di non parlarne nel dettaglio. Ma vedremo cosa accadrà in seguito ^^ Coraggio ragazzi ormai manca poco a DAI! 

Un immenso ringraziamento va ad Alithea che ogni volta commenta i capitoli, potrei anche dire che non sappiamo più cosa scriverci visto la bellissima amicizia che siamo riusciti a stingere ^^ (merito di Myalee direi u.u) Grazie anche a chi legge e a chi mi segue, a presto con il prossimo capitolo.

 
(-13)

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Capitolo 13
*** Ritorno dal passato ***


CAPITOLO TREDICESIMO
RITORNO DAL PASSATO


Quel giorno Enyalis si sentiva parecchio felice, forse perché le tensioni tra maghi e templari sembravano essere diminuite. Inoltre Anders sembrava molto più tranquillo ora che aveva sbrigato gli affari per il rituale. Si sentiva di buon umore e dopo il suo normale giro in città, aveva deciso di andare da suo zio Gamlen, era passata una vita dall'ultima volta che l'aveva visto o era andato nella sua abitazione. Sapeva che stava bene e che ogni tanto si cacciava in qualche guaio, fortunatamente c'era la guardia cittadina a tenerlo d'occhio, forse perché Aveline ormai era diventata una della famiglia visto tutto quello che avevano passato. Si sentiva di doverlo proteggere come se fosse realmente un suo familiare ed Enyalis ne era felice.
Era però giusto andarlo a trovare dopo la spiacevole morte di Leandra avvenuta ormai tre anni fa. « Come state zio? Vi trovo abbastanza bene... » in realtà Gamlen non era cambiato di una virgola, anzi, era invecchiato di più e si vedeva che era stanco.
L'uomo l'aveva fatto sedere vicino al tavolo, a Enyalis saltò subito all'occhio una lettera che stava su di esso e le parole scritte, parole abbastanza minacciose. « Tutto bene... che si dice nella città superiore? » rispose quello prendendo con forza il biglietto.
« Bene! Meredith e Orsino fanno sempre più polemiche... ho letto di una gemma e di certe cattive intenzioni nei vostri confronti. Che succede? Qualcosa in cui posso esservi d'aiuto? » in realtà Enyalis sperava che lo zio non gli dicesse nulla, non erano in buoni rapporti e maggiormente dopo la morte della madre.
« Fatti gli affari tuoi! Non c'entri nulla con questa storia! » la cosa era abbastanza curiosa. Enyalis parlò ancora con suo zio riguardo altri argomenti anche se in verità non gli interessava nulla della vita dell'uomo. Dopo qualche ora si disse di dover andare a casa visto che Anders lo aspettava per la cena.
Ovviamente il mago si accorse subito che qualcosa non andava, durante tutta la cena Enyalis rimase in silenzio mentre Sandal e Feddic parlavano tranquillamente con Anders (o meglio Sandal continuava a ripetere “incantamento”). Enyalis si trovava infine affacciato alla finestra della camera da letto, l'acqua batteva su di essa e un forte vento si era alzato, Meredith aveva consigliato a tutti di non uscire in quei giorni, ma a lui poco importava degli ordini della comandante. Restò immobile a fissare la pioggia e gli alberi che oscillavano pericolosamente. Anders entrò nella stanza, pezzo dopo pezzo si spogliò fino a restare con solo i pantaloni indossati, si avvicinò a Enyalis accarezzandogli dolcemente il braccio e cingendolo ai fianchi.
« Sei pensieroso... che ti è preso? Stamattina eri così felice... » Anders aveva in mente qualcosa per far passare i brutti pensieri. Enyalis si lasciò sfuggire un sorriso ma non poté nascondere al fidanzato le sue preoccupazioni.
« Sono in pensiero per Gamlen. Credo si sia immischiato in affari loschi e non mi piace l'idea... » rispose con sincerità, a quel punto Anders smise l'approccio sensuale per passare a toni più seri.
« Credi sia in pericolo di vita? Forse qualcuno della Cerchia? » poteva essere chiunque. La cosa che più faceva pensare Enyalis, era la misteriosa gemma nominata nella lettera. O forse aveva letto male, non aveva potuto dare una completa lettura al testo visto che Gamlen aveva subito preso la lettera per nasconderla.
« Non lo so. Vorrei però indagare io stesso... se conosco mio zio, non avrà il coraggio di chiedere aiuto. Di conseguenza dovrò intromettermi io... » a quel punto Anders aveva sorriso, si era poi allontanato ed Enyalis si era voltato, davanti a sé c'era il fisico asciutto e semplice di Anders, cominciò a togliersi i vestiti di dosso avvicinandosi al fidanzato. « Dov'eravamo rimasti? » chiese maliziosamente.
Avendo l'appoggio di Anders, Enyalis era senza dubbio più sicuro di sé, decise che avrebbe chiesto aiuto a Fenris per la sua forza bruta e a Varric, il suo migliore amico, per poter indagare tutti insieme. Da quanto aveva potuto carpire, ci sarebbe stato un incontro nella città oscura. Non sapeva nient'altro ma ovviamente non si fece trovare sprovvisto di armi. I più sospettosi erano un gruppo composto da cinque persone, comuni banditi probabilmente e forse pure stranieri; Enyalis li guardò attentamente a lungo prima di decidere di intervenire nella situazione. Infine decise di avvicinarsi a loro per potergli parlare; quelli lo guardarono straniti in un primo momento.
« Sono qui per la gemma. Credo siate voi i miei contatti? » decisamente un brutto approccio, finirono subito con le armi, soprattutto visto che quello che sembrava il loro capo aveva osato troppo con le parole.
« La gemma del Keroshek è un tesoro molto ambito. Non c'è spazio per le femminucce come te nella ricerca! » lo scontro era quindi cominciato subito grazie ad Anders che andò a difesa del suo fidanzato usando la magia primordiale.
Ci fu uno scontro di incantesimi potenti nel quale i cinque nemici rimasero gravemente feriti o confusi, i colpi finali della battaglia spettarono a Varric con la balestra e a Fenris che si voltò con rabbia contro i feriti. Enyalis notò per la prima volta dopo sei anni che l'elfo sembrava aver combattuto per lui, forse l'averlo fatto incontrare con la sorella maga era stato un bene dopotutto. Qualcosa però non quadrava, era già finita là? Enyalis setacciò i corpi dei cinque per trovare un semplice biglietto sul quale c'era scritta qualcosa in maniera confusa.
Un'indicazione che l'avrebbe portato direttamente a una caverna fuori Kirkwall, un luogo dove a Gamlen sarebbe stata concessa la gemma che tanto bramava e cercava. La cosa però puzzava troppo, quell'uomo doveva consegnare il messaggio, ma allora perché aveva attaccato Enyalis? Forse c'erano forse più grandi in gioco, persone esterne che non si erano fatte i propri affari.
« Qualcosa mi puzza... » disse il ragazzo ad alta voce. « Mio zio era vicino al farsi consegnare questa gemma. Forse qualcuno però ha cambiato idea all'ultimo... » disse riflettendo attentamente sugli uomini che lo avevano attaccato.
« Non ci resta che scoprirlo! Spero che non ci siano altri maghi di mezzo... » commentò con sarcasmo Fenris, stranamente Enyalis non ci vide nulla di offensivo in ciò che aveva detto. Aveva percepito la cosa come una battuta.
Si misero subito in marcia per uscire da Kirkwall, il cielo era scuro e pieno di nuvole grige e inquietanti, gli alberi si muovevano velocemente e le persone al mercato cercavano di tenersi con i piedi per terra vista l'intensità del vento. A quanto sembrava una forte tromba d'aria stava passando per i Liberi Confini e proveniva da Nevarra, si sarebbe spostata presto al sud ma era comunque fastidiosa.
La caverna descritta nel messaggio si trovava vicino alla Costa Ferita, Enyalis rimase meravigliato alla vista dell'acqua cristallina e della nebbia bianca e fitta che si sollevava dalla terra. Il terreno più chiaro rispetto al resto dell'anno, le nuvole non lasciavano trasparire il sole per riscaldare. Rendevano però benissimo l'idea dell'inquietudine provata davanti alla caverna, buia e davvero spettrale. Un eco di passi veniva da dentro, qualcuno che stava probabilmente aspettando Gamlen? Non restava altro che entrare dentro per poterlo scoprire. Un lungo corridoio portava direttamente in una grande caverna illuminata da poche torce, una luce tale però da illuminare le persone dentro, una ragazza con vesti normali, un aspetto comunque e capelli lunghi e rossi, un volto scarno. Accanto a lei c'erano tre uomini, assassini probabilmente, sicuramente collegati ai tizi che avevano attaccato Enyalis nella città oscura vista la stessa fattura dell'armatura.
« Sapevo che non sarebbe mai venuto! Mia madre aveva detto giusto... » disse la ragazza avvicinandosi a Enyalis con il capo chino, l'espressione immensamente delusa e distrutta. Gli occhi lucidi per le lacrime.
« Immagino che tu stessi cercando Gamlen... perché? » chiese in tono minaccioso il ragazzo, se quella ragazza voleva fare del male allo zio avrebbe dovuto subirne le conseguenze. Lei alzò il capo e prese tra le mani una piccola gemma rossa e brillante.
« La cercava da anni... volevo vedere se almeno con la gemma l'avrei potuto vedere. Incontrare. Avrei potuto... incontrare mio padre! » rispose la ragazza. Enyalis fu immensamente confuso da quell'improvvisa rivelazione.
Se la ragazza era figlia di Gamlen, questo non li rendeva automaticamente cugini? « Che piacere incontrare tua cugina! Non lo sapevo! » rispose Anders emozionato all'idea di conoscere qualcuno della famiglia del fidanzato.
« Sono Charade... mia madre lasciò Gamlen perché lui era troppo concentrato sulla gemma. Era mio desiderio vederlo... parlargli! »
« Sono sicuro che sarebbe felice di vederti. Dovresti parlargli tu stessa... » in realtà Enyalis non pensava che fosse una buona cosa che sua cugina ritrovasse lo zio visto il carattere dell'uomo. Ma Gamlen? Forse sarebbe stato felice nel rivedere la propria figlia, magari sarebbe anche potuto cambiare.
« Basta con questi triangoli familiari! Lui ha ucciso mio fratello! Questo bastardo perirà con la sua vita. Poi mi prenderò anche la tua dannata pietra, puttana! » disse uno dei tre uomini armati rivolti prima ad Enyalis e poi a Charade, il ragazzo si voltò subito con il bastone sguainato contro l'uomo per l'insulto.
« Tuo fratello ha cercato di attaccare il Campione di Kirkwall. Come poteva pretendere di uscirne vivo? Ha battuto l'Arishok! » quella notizia era davvero arrivata oltre Kirkwall? Certo... dopo tre anni poteva essere arrivata ovunque. Questo lo rendeva famoso quando l'Eroina del Ferelden probabilmente.
Nonostante Charade avesse ragione, l'uomo non volle sentire scuse e si gettò con violenza contro Enyalis e i suoi tre compagni, non ci fu neanche bisogno di preoccuparsi vista la forza del gruppo e il vantaggio numerico che avevano; In pochi minuti Enyalis atterrò tutti e tre gli uomini spedendoli all'altro mondo. L'attimo seguente c'era il silenzio e Charade era abbastanza impressionata dalle gesta e dal combattimento. Enyalis e la ragazza si scambiarono uno sguardo, l'avrebbe portata dallo zio. Ritornò quindi indietro verso Kirkwall.
Quando Enyalis presentò la ragazza a Gamlen ci fu un attimo di spiazzamento generale e silenzio. Nessuno sapeva cosa dire con esattezza. Era il caso di lasciarli soli, il ragazzo era però certo che Gamlen fosse molto felice di vedere che aveva una figlia, tuttavia non era per niente contento del fatto che Enyalis si fosse intromesso nei suoi affari, ma se non avesse visto il biglietto, non sarebbe mai venuto a conoscenza di sua cugina e suo zio non l'avrebbe neanche saputo.


La sera stessa Enyalis aveva voglia di uscire per prendere un po' d'aria, anche per passare del tempo con Anders, quale luogo migliore se non l'Impiccato? Sarebbero stati in compagnia di Varric e di Isabela allo stesso tempo e avrebbero chiacchierato piacevolmente. Possibilmente il nano li avrebbe fatti ridere. Così fu in effetti, si sedettero tutti e quattro a un tavolo ed Enyalis offrì il primo giro ai suoi amici, Anders prese qualcosa di leggero ma che gli fece lo stesso un effetto ubriacante, il ragazzo invece era ormai abituato a continui drink offerti da Varric e sopportava bene l'alcol.
« Vuoi che andiamo a casa? » chiese Enyalis al proprio fidanzato e quello scosse la testa dicendo che stava bene, provocando comunque le risate degli altri due.
« Sai Enyalis... ho scoperto una cosa troppo importante e ho bisogno del tuo aiuto. Castillion è qui! » disse Isabela, non si era annunciata, aveva tirato fuori l'argomento dal nulla, quasi il ragazzo si affogava ma si contenne.
« Immagino che dovremmo fare qualcosa al riguardo... » l'avevo più volte detto, credeva persino che Isabela si sbagliasse, che l'uomo non la cercasse più ormai. Eppure si trovava totalmente in errore. « Intendi ucciderlo? »
La ragazza alzò appena le spalle. « Non lo so. Voglio però incontrarlo... voglio mettere fine a questa storia e se significa ucciderlo... così sia. Mi darai una mano o ci hai ripensato...? » chiese quasi in imbarazzo.
Enyalis non se lo fece dire due volte. « Ti aiuterò come promesso. Hai già un piano in mente per trovarlo? Non credo sia un uomo che si trova dietro l'angolo o sbaglio? » chiese continuando. Lei gli fece l'occhiolino. « Molto bene. Volete unirvi a noi? » chiese il ragazzo al nano e ad Anders. Entrambi si alzarono anche se non li vedeva messi bene, con tutte le probabilità del mondo, Enyalis avrebbe combattuto quella sera contro Castillion.
« Alla Rosa fiorita. Voglio tendergli una agguato... voglio che mi usi come esca. Ti traccerò una via da seguire e poi lo uccideremo insieme! » spiegò velocemente Isabela, aveva già pensato a tutto? Enyalis si trovò d'accordo col suo piano. Uscirono dall'Impiccato pronti per andare al bordello nella città superiore.
Durante la strada Enyalis sentiva che quella era la cosa giusta da fare, tuttavia aveva anche molta paura che il loro piano non fosse credibile. A detta della ragazza, un “funzionario” per così dire di Castillion era “occupato” alla Rosa fiorita. Lui avrebbe subito portato la ragazza al nascondiglio dell'uomo. Avrebbe dovuto far finta di consegnare Isabela nelle mani del malvivente. Non era mai stato bravo a fingere, spesso aveva cercato di far buon viso a cattivo gioco ma senza risultati piacevoli. Quando arrivarono al bordello vide Isabela chiedere dell'uomo e una ragazza gli indicò una stanza sopra le scale. Enyalis fece segno a Varric e Anders di restare fuori dalla storia in modo da poterci pensare lui da solo ed essere credibile.
Isabela si avvicinò per prima alla porta, Enyalis fece un grande respiro e diede un calcio netto alla porta che cadde per terra fracassata e facendo rumore. Prese la ragazza per il braccio e la spinse con forza dentro; un uomo era seminudo e giocherellava con un'elfa, una prostituta del bordello che si fece prendere dal panico e scappò via dalla stanza. L'uomo cominciò a grugnire per la rabbia.
« Non credo voi siate parte del servizio chiesto! Chi diavolo sei!? » chiese l'uomo rivestendosi, indossando maglia e pantalone per poi indossare nuovamente i pezzi dell'armatura che erano a terra. Cominciava lo spettacolo.
« Sono qui con un regalo per Castillion! La puttana... l'ho finalmente trovata! Può farne ciò che vuole! » disse Enyalis in tono dispregiativo verso l'amica.
Quella si voltò disgustata. « Cosa? Razza di bastardo io mi fidavo di te! » con un semplice sguardo Enyalis vide Isabela chiedere qualcosa, forse un atto fisico. Mosse la mano istintivamente per darle un ceffone sperando di non farle troppo male; la ragazza si gettò a terra dolorante e senza riuscire ad alzarsi.
« È tutta per Castillion! » non se ne volle andare, aveva paura che l'uomo avesse potuto stuprare l'amica o farle del male. Ciò non accadde e appena ebbe finito di rivestirsi prese Isabela per poi andarsene via dal bordello.
Enyalis aspettò pochi minuti prima di uscire dal bordello per cercare subito l'amica. Mise piede fuori e l'aria gelida gli investì il volto facendo male alla pelle, si guardò intorno e vide una moneta brillante come l'oro a terra, la raccolse e non pensò subito alla traccia segnata dalla ragazza. Credeva fosse un giorno fortunato al termine, poi vide però altre monete distanti di pochi metri tra loro e capì subito che quelle erano le tracce lasciate da Isabela per farsi trovare. Corse immediatamente per raccogliere tutte le monete che trovava lungo le vie della città superiore; scendevano fino alla città inferiore e si annidavano tra le fonderie, passaggi stretti e angusti che portavano sempre più alle strade inferiori. Stavano scendendo ma dove? La risposta fu il porto. In un antro molto vicino alla zona dei moli occupati dai qunari, vide chiaramente l'uomo entrare insieme a Isabela dentro una porta e scomparire. Aspetto nuovamente pochi minuti prima di sfondare la porta per assicurarsi la comparsa di Castillion, chissà quanti uomini si era portato dietro. Non gli restò che controllare.
Quando si trovò dentro il nascondiglio, vide subito che c'era una lunga passerella, delle scale che portavano a un molo coperto dove si trovava una grande nave ancorata, Isabela era ormai davanti al cospetto di un uomo barbuto e giovane.
« Finalmente ecco la mia bella Isabela... pronta per salpare? Pagherai a prezzo caro la reliquia... » disse Castillion sfiorando appena il viso della ragazza. Enyalis fece un rapido conto dei nemici che si trovava davanti mentre si spostava.
Venti in tutto. Una ciurma intera. Non avrebbe risparmiato nessuno. « Non ne sarei così certo! » urlò una volta svoltato l'angolo della passerella, il bastone sguainato e pronto per usare magie di ogni tipo, si mosse rapidamente e fulminò il primo uomo.
La battaglia fu lunga ed estenuante, come mossa seguente Enyalis si accertò che Isabela fosse di nuovo disponibile a combattere visto che le avevano legato i polsi, si unì anche lei alla battaglia e tutti insieme decimarono gli uomini di Castillion, ormai gli incanti combinati di Anders ed Enyalis erano davvero distruttivi e non era neanche più tanto impossibile prevedere il loro evolversi per riuscire a direzionarli e sfruttarli al meglio. L'ultimo che restò in piedi fu proprio Castillion, questo prima che le lame di Isabela gli venissero piantate direttamente nel cuore! Finalmente Isabela era libera dalla minaccia dell'uomo, un incubo che l'aveva perseguitata per sei anni e anche più. Finalmente era libera dalla paura stessa di poter vivere.
Quando erano sulla strada del ritorno, Isabela sembrava realmente sfinita, ormai era passata l'una di notte, Vaccic aiutava Anders a sorreggersi visti gli effetti che l'alcol avevano avuto su di lui. « Sei davvero il mio migliore amico, Enyalis! »
« E io posso dire che sei una mia carissima amica. Non me lo sarei mai aspettato in effetti... ma ammetto di volerti bene! » disse il ragazzo, lei fece un sorriso.
« Bastardo non farmi piangere! » quello era il lato migliore di Isabela, il lato sensibile, quello che aveva paura di mostrare. « Posso chiederti un ultima cosa prima di lasciarti andare a casa? »
« Certamente! » rispose lui quando ormai erano davanti l'ingresso dell'Impiccato, alcune persone uscivano lentamente, sorrette da amici per andare a casa.
« Tu, Anders e Giustizia. Le cose ha tre mi hanno sempre affascinata... com'è farlo con uno spirito? » chiese scherzando, bastò uno sguardo di Enyalis affinché smettesse anche se rideva ancora quando entrò dentro la taverna con Varric.







Angolo Autore:
Benvenuti a un altro episodio di “Follie con Isabela” xD Scherzi a parte ecco un altro capitolo. Spero che vi piaccia, ammetto di aver avuto una crisi delle scrittore... questo perché necessito di giocare a Inquisition y.y

Be'... non c'è molto da dire. La quest di Gamlen è stata davvero interessante, inoltre Enyalis si è ritrovato con una cugina. Sì be'... Gamlen è uno stronzo ma non posso mica dirlo alla figlia! In effetti lui si è poi rivelato un bravo padre (parlo del loro incontro). E infine concludiamo velocemente con la quest di Isabela... magari nel gioco avessi potuto darle un ceffone xD! Ma dai... eccola salva e super amica per la miseria, mai successo prima d'ora O.o!

Un ringraziamento ad Alithea che anche stavolta ha lasciato un bellissimo commento :3 Ringrazio tutti i lettori e chi mi segue, baci a presto con il prossimo cap :)

 
(-9)

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Capitolo 14
*** La richiesta di Meredith ***


CAPITOLO QUATTORDICESIMO
LA RICHIESTA DI MEREDITH


La tranquillità di Enyalis fu turbata al termine della tromba d'aria che aveva finalmente lasciato Kirkwall. Si aspettava un ritorno a casa piuttosto piacevole, era appena tornato dall'Impiccato, era solo in casa visto che Anders stava operando nella sua clinica nella città oscura. Feddic si avvicinò al ragazzo con una lettera di cartoncino bianco, commentò quanto fosse incredibile il fatto che i corrieri arrivassero sempre quando lui non era in casa. Si lasciò sfuggire un sorriso e poi si concentrò sulla lettera, una grafia elegante e pulita segnava il mittente: “dalla comandante dell'ordine dei cavalieri, templari Meredith”. Enyalis non si rese conto subito di chi fosse, poi capì quando aprì la busta per tirarne fuori una lettera. Anche quella era scritta in maniera pulita, perfetta e quasi impeccabile. Lesse attentamente il breve testo per capirne ogni sfaccettatura: semplicemente c'era stata una grave emergenza alla Forca, la comandante sollecitava l'attenzione del mago. Difficile come situazione... la donna non era solita chiedere aiuto, chissà quanto gli costava chiedere aiuto proprio a Enyalis, un mago eretico libero in Kirkwall.
« Non dovresti andare. Lei è il nemico! Sarà un trappola... » disse Anders al suo ritorno dalla clinica, Enyalis gli aveva fatto leggere la lettera, ma escludeva una possibile trappola. Lui era il Campione di Kirkwall. Meredith non avrebbe mai potuto osare tanto o si sarebbe trovata la città contro.
« Hai dei pregiudizi su di lei solo perché maltratta i maghi! » frase strana detta da lui, stava forse difendendo la comandante? No, però ne capiva l'ideale di pace. « Voglio vedere che problema ha... e mi piacerebbe che tu fossi con me! » non gli stava mica chiedendo di uccidere dei maghi, semplicemente lo voleva accanto. Anders non se la sentì di rifiutare la richiesta del fidanzato e accettò di buon grado.
L'indomani i due ragazzi si svegliarono presto, si fecero un bagno veloce e nell'acqua calda insieme per poi vestirsi; Anders con la sua solita veste da mago con le piume sulle spalle, Enyalis indossava tutto il completo dell'armatura da Campione. Insieme si diressero verso il porto per poi prendere un'imbarcazione che li avrebbe portati alla Forca. Nella grande area c'era moltissima tensione, la grande torre del circolo si ergeva oltre le mura come un'imponente gigante, un titano inquietante che metteva Enyalis in agitazione al solo pensiero di poter essere rinchiuso lui stesso là. Si diresse verso le camere dei templari, praticamente situate accanto al Circolo e vi entrarono, due templari salutarono il ragazzo amichevolmente e lui contraccambiò.
Nel cortile oltre i grandi alberi spogli c'era un templare che agitava la mano rivolto a Enyalis, lo guardò distrattamente ignorandolo per poi subito rendersi conto che si era trattato di Cullen. A quel punto aveva cercato di salutare il templare ma quello si era già voltato. I due maghi proseguirono lungo i corridoi fino ad arrivare alla porta di un ufficio, un portone nero con i ghirigori di catene, tutto molto suggestivo. Enyalis bussò sulla porta e si sentì dire di avanzare.
Quando si trovò all'interno fu investito da un piacevole calore, l'intera stanza era riscaldata da un grande camino che forniva anche molta luce. Oltre la scrivania c'era una donna con armatura, bionda e riccia. Meredith si voltò appena distogliendo lo sguardo da alcuni documenti su cui era chinata.
« Grazie per essere venuto serah Hawke. Purtroppo c'è stato un gravissimo incidente come vi avevo accennato. Dei filatteri sono stati distrutti e diversi maghi del Circolo sono riusciti a fuggire... » era colma di amarezza, Enyalis sapeva bene cos'erano i filatteri, sangue dei maghi del Circolo. In modo da poter essere rintracciati.
« Come è potuta accadere una cosa del genere? Non è compito dei templari evitare certi incidenti del genere? » chiese Enyalis, dietro di lui Anders smaniava per poter rispondere alla comandante. Eppure Enyalis era certo che un confronto così diretto con Meredith non avrebbe risolto nulla. La comandante doveva capire l'errore.
« I miei templari si sono fatti impietosire da quei maghetti. A ogni modo siamo riusciti a riportarli tutti indietro, tutti eccetto tre soli... di cui vi chiedo di indagare e riportarli al Circolo, nel peggiore dei casi siete autorizzato a eliminarli! » il suo viso era impassibile, come poteva chiedere quella cosa proprio a Enyalis?
« Perché proprio io? Perché non riferirsi alla guardia cittadina? Ai vostri templari stessi... » Meredith semplicemente scrollò le spalle. Si morse il labbro e parlò.
« In questa situazione sembrate il più lucido. Al pari di Elthina stessa... » aiutare la comandante forse poteva segnare un importante passo per la riappacificazione di Kirkwall. Bisognava fare sacrifici da entrambe le parti.
« Vi aiuterò comandante! » disse infine il ragazzo in risposta alla richiesta.
La comandante gli consegnò tra le mani un rapporto, non era molto lungo ma era ben dettagliato su dove si trovassero le famiglie dei maghi fuggitivi, tutte e tre abitavano a Kirkwall ed era certa che i maghi si trovassero ancora là. Il primo fra tutti fu Huon, un elfo dalle capacità abbastanza inquietanti, vi era persino un profilo psicologico. La moglie si trovava nella città inferiore, più nel dettagli era la vicina di casa di Merrill. I due ragazzi andarono quindi a trovare l'elfa amica e insieme andarono a trovare la povera donna. L'elfa in questione teneva un bancone nell'Enclave con alcune cose in vendita. Sembrava preoccupata per qualcosa ed Enyalis si creò l'occasione.
« Chiedo scusa se vi disturbo... sono qui per vostro marito, Huon... » in un primo momento l'elfa lo guardò preoccupata e incredula allo stesso tempo. Non si aspettava che qualcuno cercasse il marito? O lo stava già nascondendo?
In breve l'elfa parlò riguardo tutta la situazione. La cosa era diventata grave, Huon era tornato pochi giorni prima, aveva l'aria minacciosa, diversa e inquietante. Inoltre era come se volesse ucciderla, lei richiedeva la protezione di Enyalis. Fu subito ovvio a tutti e tre i maghi che l'elfo doveva essersi dato alla magia del sangue, un'arte che Merrill condivideva ma che Enyalis detestava invece. Il piano di Huon era di tornare nel pomeriggio di quel giorno per portare via la moglie, portarla lontana da Kirkwall e dalla morsa dei templari. Un'ideale nobile ma che puzzava troppo! Aspettarono insieme all'elfa che si fosse fatta l'ora esatta, attendendo nascosti in una camera che lei desse un segnale o parlasse con qualcuno. Tuttavia i tre ragazzi non sentirono nulla se non un urlo strozzato, un coltello che lacerava la carne e sbucarono fuori dalla stanza in cui erano nascosti trovandosi nell'ingresso dell'abitazione dell'elfa.
Il misterioso Huon era attorniato da un'aura nera, gli occhi spiritati e tra le mani aveva ancora il coltello con cui aveva assassinato la moglie, probabilmente per utilizzare la magia del sangue. Ecco perché Enyalis si sentiva confuso, era diviso come Kirkwall stessa, come la somma sacerdotessa: i maghi venivano maltrattati dai templari, per quello ricorrevano alla magia del sangue facendosi solo torto, Meredith aveva ragione a dire che la colpa era dei maghi! Come potevano essere tanto stupidi da ricorrere a quella maniera per liberarsi? Enyalis si trovò d'accordo con Meredith per la seconda volta nella sua vita, questo non lo rendeva di certo contro i maghi, ma forse bisognava che entrambe le parti capissero i propri errori.
L'unica soluzione per Huon fu farlo morire. Con gli altri due fu più o meno la stessa cosa; una certa Evelina era come impazzita, la famiglia viveva nella città oscura, erano rifugiati proveniente dal Ferelden, imprigionati a Kirkwall senza soldi per tornare. La maga in questione si era però trasformata in un abominio, era diventata pazza e pericolosa per chiunque le stesse vicino. Anche lei fu da eliminare con estremo dolore di Enyalis. La comandante aveva ragione! I maghi di Kirkwall erano pericolosi. La colpa era di Orsino che non riusciva a controllare la situazione! Pensieri strani in mente di un mago... Enyalis era nella confusione più totale, come poteva adesso dire di essere a favore dei maghi quando aveva la dimostrazione che i maghi erano pericolosi? Elthina gli aveva detto che anche a lui sarebbe toccata una scelta. Ma a favore di chi?
L'ultimo mago diceva di non essere un mago del sangue, di aver mentito, piagnucolava così forte da essere fastidioso persino per i clienti dell'Impiccato, luogo dove si era nascosto! Varric e Isabela stessi poterono accertare che la sua pericolosità era pari a quella di una formica. Enyalis lo lasciò fuggire via e poi tornò insieme ad Anders dalla comandante per fare rapporto sulla giornata. La comandante era sempre distratta quando i due misero piede nel suo ufficio, alzò appena i suoi occhi di ghiaccio, era piuttosto risentita per qualcosa.
« Ho sentito che i resti di Huon ed Evelina sono stati trovati rispettivamente nella città inferiore e in quella oscura. Notizia riguardo Emile sono però state diverse... è stato avvistato al porto. Che le mie informazioni siano sbagliate? » chiese lei in un primo momento. Non aveva senso negare.
« No. Emile è fuggito, non era un mago del sangue e non meritava la morte! »
« Meno male allora che ci hanno pensato i miei templari! » Emile era stato ucciso o forse era stato preso e fatto tornare al Circolo. Come poteva Meredith aver fatto una cosa così mostruosa? Non si era del tutto fidata di lui...
« È per colpa vostra se i maghi usano la magia del sangue! » era stato Anders a parlare e in quell'attimo Enyalis ebbe paura per lui. « Se forse aveste lasciato Huon con sua moglie, se forse avreste permesso a Evelina di stare con la sua famiglia, se forse... » la comandante cominciò a urlare contro di lui interrompendolo.
« Ci sono troppi forse da riempire di scritte tutte le tombe nel cimitero di Kirkwall! » una frase che fece zittire tutti. « Vi sono veramente grata per l'aiuto, Enyalis. Ora potete andare... ho questioni più urgenti che richiedono la mia attenzione! » disse, con quella frase li congedò ufficialmente nonostante Enyalis sapeva che Anders aveva voglia di controbattere, lo spinse fuori dalle sale dei templari così da poter tornare a casa e calmarsi per la tensione accumulata dalla richiesta.


Naturalmente Enyalis sapeva cosa il proprio fidanzato stesse passando, non aver però parole da potergli dire per farlo stare più tranquillo, qualunque frase sarebbe suonata troppo sciocca o stupida. Ciò che poté fare fu stargli vicino, coccolarlo e baciarlo. Anders reagì bene a quelle attenzioni e infine poterono andare a dormire tranquillamente. Il giorno seguente Enyalis andò a trovare Varri all'Impiccato, non sapeva perché ma sentiva che era una cosa buona, magari avrebbe potuto parlare col nano dei recenti avvenimenti con Meredith e della cooperazione avvenuta. Si mise quindi in un tavolo insieme all'amico e cominciò a spiegare la situazione dall'inizio e parlando tranquillamente anche delle sue preoccupazioni riguardo le parole che la somma sacerdotessa gli aveva riferito giorni prima.
« Credi che ti chiederanno di scegliere? Meredith si aspetterà che tu stia con i maghi non credi? » chiese provando a immaginare gli ovvi motivi. Enyalis non era così certo, però temeva quel giorno in cui avrebbe fatto la scelta.
« Sono nella merda! » disse Enyalis a mo' di battuta, Varric quasi gli sputò in viso la birra che stava sorseggiando e scoppiò subito a ridere quando inghiottì.
« Senti una cosa Enyalis, ho bisogno di un grosso favore da chiederti! Solo tu mi puoi aiutare... anche perché sei l'unico a cui sia mai importato qualcosa di me credo! » quelle parole dette da Varric suonavano come inquietanti, il nano non era solito a chiedere aiuto, era forte e cercava una soluzione ai suoi problemi da solo.
« Varric sai che mi puoi chiedere qualunque cosa. Purché non si tratti di tradire Anders! » la buttò sullo scherzare e Varric stese al gioco per poco.
« Ho certo. Potrei rubarti a lui quando e come vorrei, sono troppo affascinante! » rise un po' per poi tornare serio e parlare. « Ricordi l'abitazione di mio fratello? La casa dove l'abbiamo trovato tre anni fa? Sto cercando di venderla... »
Quella notizia parve grandiosa alle orecchie di Enyalis. « Varric è una notizia fantastica. Hai già qualche acquirente? Posso chiedere a qualcuno di aiutarti nella vendita se è questo che ti serve... » il nano scosse il viso però.
« Non quello. La casa sarebbe già venduta in effetti... solo che pare ci sia un problema... è infestata da fantasmi! » disse tutto d'un fiato. Enyalis inizialmente cercò di assorbire la notizia, quando lo ebbe fatto scoppiò a ridere davanti al nano stesso.
« Varric per il Creatore! Ricordami che la prossima volta che ho un problema posso venire qui! Davvero divertente... fantasmi... » Enyalis non aveva mai creduto a quella roba, secondo lui erano solo sciocchezze, vedendo però lo sguardo serio del nano dovette ricredersi e cambiò espressione diventando serio.
« Ora che hai finito di prendermi in giro... mi aiuti? Tu sei un mago... sicuramente conoscerai qualcosa di questa roba. Voglio dire... non ci ho mica ammazzato Bartrand! Non credo sia uno spirito vendicativo nei miei confronti... »
Se si trattava di spiriti Enyalis non poteva saperlo, tuttavia alcune idee e teorie gli giravano per la mente, tutte collegate a una cosa soltanto. « Credo che il Velo possa aver subito uno squarcio causando... deformazioni o alterazioni, si tratta di demoni in quel caso. Mi chiedo come... » non riuscì a finire la frase che subito si era dato una risposta. « Bartrand ci ha detto di essersi liberato dell'idolo vendendolo. Può essere che ci sia ancora un pezzo che altera la realtà... » la spiegazione poteva anche essere plausibile ma la cosa suonava orribilmente alle orecchie del nano.
« Va bene... quindi... mi dai una mano? I demoni non mi sono mai piaciuti! » disse Varrci tenendo pronta la sua balestra, a quel punto Enyalis si alzò dalla sedia facendo strada al nano e correndo subito verso la tenuta nella città superiore.
Stranamente Varric non sembrava in ansia di andare a controllare la situazione nella casa dove suo fratello aveva dato sfogo alla sua pazzia. Sapeva che la colpa era dell'idolo e temeva che anche lui potesse impazzire. Enyalis lo rassicurò dicendogli che non avrebbe permesso che nulla di male accadesse al nano. Andarono più spediti anche perché la giornata lo richiedeva, avrebbe piovuto molto probabilmente visto che il cielo era immerso nelle nubi e il sole filtrava con debolezza. Quando arrivarono all'interno l'abitazione era vuota, i mobili erano ordinati e sembrava che nulla di male accadesse in quel luogo, Enyalis però avvertì subito che qualcosa non quadrava. Sentiva una forte potenza contrastante, il Velo e l'Oblio.
« Dobbiamo subito trovare il pezzo di lyrium! La situazione è già abbastanza grave così e non possiamo permettere che peggiori! » Varric non sapeva di cosa parlasse, forse Enyalis sentiva quella forza per il fatto che fosse un mago.
Si spostarono per tutta la casa, setacciando qualunque mobile e qualunque angolo, andarono per primi negli scantinati, era probabile che Bartrand l'avesse nascosto in qualche modo, Enyalis era però sicuro che l'avrebbe avvertito quando l'avrebbe avuto vicino. Gli scantinati però erano vuoti e la presenza maligna era arrivata persino là, gli oggetti si spostavano da soli, rumori di porte che sbattevano al piano superiore. Tutto quello era molto agghiacciante ma non erano spiriti. I due si spostarono su per le scale tornando nell'ingresso e controllando nel posto più ovvio, il vecchio ufficio di Bartrand, subito appena messo piede sulla soglia Enyalis avvertì la potente forza, entrò per primo lasciandosi guidare dalla forte presenza, come se lo chiamasse, come se avesse una voce, infine arrivò davanti la scrivania.
« Hai fatto svuotare i mobili? La roba di Bartrand è ancora qui... » constatò Enyalis, Varric fece spallucce visto che non sapeva cosa dire. Non l'aveva fatto lui stesso.
Il mago aprì un cassetto a caso e lo trovò, una piccola pietra, un pezzo interamente staccato dall'idolo di lyrium. Nelle Vie Profonde non lo aveva preso tra le mani e ora che avvicinava la mano sentiva di nuovo la mente confusa, quell'enorme potere, la promessa di magie incredibili e l'indistruttibilità. Strinse la pietra tra le dita e tornò di botto nella sua mente, era forse stato posseduto? Scosse il viso osservando la pietra.
« È più potente di quanto pensassi! Lo porto subito a Sandal così da distruggerlo per sempre e mettere finalmente un punto a tutta questa storia! » certo mancava ancora il restante pezzo principale dell'idolo, ma chiunque l'avesse era ormai lontano. Forse persino morto vista la potenza incontrollabile dell'oggetto.
Uscirono insieme dalla casa, Enyalis era molto frastornato, non riusciva a tenere l'idolo tra le mani, forse perché la sua mente si opponeva al controllo che esso voleva esercitare sulla di essa. Probabilmente era così, l'idolo di metteva in una condizione di sfida da cui non si poteva avere una vittoria certa. Varric sembrava imbarazzato per la situazione.
« Voglio ringraziarti Enyalis! » ma quello non ci fece caso visto che per lui era un dovere aiutare gli amici. Lo aveva sempre fatto no? Non aveva mai negato loro la sua presenza.
« Non preoccuparti! Ci vediamo presto! » disse il mago salutando l'amico e tornando sui passi della propria abitazione, era impuntato nel distruggere quella pietra, Sandal ci sarebbe sicuramente riuscito visto lo stretto legame al lyrium.
Al suo arrivo a casa consegnò subito la pietra al nano che la esaminò attentamente, prese alcuni dei suoi attrezzi con cui stava lavorando e spaccò in due la pietra. Enyalis rimase seduto sul pavimento del salone insieme a Sandal, non perché non si fidasse del nano e non credesse alla distruzione dell'idolo, era però incredibilmente affascinato da quella persona così buona e sensibile, così brava e dedita a quello che faceva. E quando Sandal gli diceva “incantamento” lui annuiva e sorrideva, dialoga persino con lui e non si era mai reso conto di quanto fosse interessante nonostante non dicesse nulla e non parlasse. Restò tutto il pomeriggio steso a terra e le ombre del tramonto calarono quando qualcuno bussò alla porta di casa. A quel punto Enyalis andò ad aprire per vedere chi fosse. Aveline si trovava in piedi sulla porta con una lettera tra le mani, la stringeva in maniera strana.
« Mi è arrivata questa lettera per te... non capisco perché l'abbiano spedita a me se era per te! » disse lei sorridendo e passando lo scritto all'amico.
« Entra pure! È da molto che non ci vediamo... che si dice di nuovo? » chiese il mago facendo accomodare la donna dentro casa. Feddic arrivò subito con delle tazze con dentro del caffé nero come l'ebano.
« Nulla di che. Io e Donnic stiamo provando ad avere un nuovo bambino... » era triste pensare a ciò che le era accaduto in passato. « Inoltre alcuni problemini con le guardie, tutto risolto però tranquillo! » subito fermò Enyalis che stava già cercando una maniera di aiutare la guardia. « E ho scoperto che per il Ferelden io e Carver eravamo morti da sette anni. Ho ricevuto l'elenco delle vittime di Ostagar... non posso crederci! » la sua voce alla fine aveva subito una venatura strana, quasi come se le si fosse formato un nodo alla gola.
« Mi dispiace... » disse Enyalis, si girò la busta tra le mani e vide una scritta strana e calcata sulla carta, la scritta nera aveva lasciato persino il solco e recitava una singola frase, un invito ad essere presente alla Fortezza l'indomani.
« Enyalis che hai? Sei diventato bianco in volto... » disse Aveline avvicinandosi al ragazzo, quello distaccò gli occhi dalla lettera e guardò attentamente quelli di Aveline.
« La lettera è da parte di Re Alistair! »







Angolo Autore:
Salve ancora ragazze e ragazzi, ancora una volta ci troviamo qui con un nuovo capitolo. Uno degli ultimi in effetti come potrete facilmente capire. Commentiamo insieme questo nuovo capitolo :D

Finalmente eccoci qua con un capitolo non di intermezzo come i primi due del Terzo Atto ma che entra nella vera e propria storia. La missione della richiesta di Meredith (da cui appunto prendo il titolo) di scovare i maghi, e cito Anders “Perché sempre con la magia del sangue?” o qualcosa del genere. Enyalis si preoccupa anche dei suoi amici come con la quest di Varric, ma soprattutto è tormentato perché sa che dovrà fare una scelta: maghi o templari? Vincerà la sua natura da mago o la ragione contro la magia del sangue? Lo scopriremo presto, non manca molto ormai alla fine :)

Un grazie speciale come sempre va alla mitica Alithea che non perde mai un capitolo e con la quale riesco sempre a trovare la forza e l'ispirazione per continuare la ff ^^ Ringrazio anche tutti i lettori e chi mi segue, a presto con il prossimo capitolo. (forse il penultimo? Bho! xD)

 
(-6)

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Capitolo 15
*** Disperazione ***


CAPITOLO QUINDICESIMO
DISPERAZIONE


Enyalis indossava la sua armatura da Campione quando era andato alla Fortezza del Visconte, si era tirato a lucido e sistemato i capelli per il grande incontro con Re Alistair del Ferelden; dentro di sé era in ansia, si chiedeva cosa mai potesse volere il Re in persona da lui, Aveline aveva inoltre insistito per poter essere presente all'incontro, tuttavia il ragazzo era certo che se il re l'aveva convocato era per un motivo importante e che richiedeva assoluta segretezza soprattutto. Quando aprì le porte però si trovo una scena molto diversa da come la immaginava: un ragazzo dal fisico muscoloso si trovava in piedi, indossava un'armatura fatta interamente in oro vulcanico e che aderiva perfettamente al corpo, i capelli biondi e tendenti al castano, gli occhi dello stesso colore e attorniati da alcune rughe, un filo di barba sul mento. Aveva le braccia incrociate e il viso annoiato davanti alla figura con cui stava litigando, la comandante Meredith.
« Sono basita dal fatto che non vogliate fare nulla. Tre maghi sono fuggiti dal Ferelden! Mi chiedo se forse il popolo avrebbe dovuto pensare prima a quale sovrano eleggere! » disse la donna urlando contro il Re. Era forse impazzita? Non poteva di certo riferirsi al Re con quelle parole!
Gli sguardi di entrambe le figure si erano spostati su Enyalis al suo ingresso ma nessuno dei due gli aveva fatto un cenno. « Non credo di essere sicuro di volervi aiutare Meredith... con tutto il rispetto che meritate... » il Re aveva una voce dolce, profonda e fu brutalmente interrotto da Meredith.
« Rispetto? Cosa ne sapete voi del rispetto!? Dopo sei anni che siete al trono avete guadagnato l'approvazione della gente senza fare nulla per migliorare la nazione! » Meredith continuò a urlare più forte per sovrastare il sovrano.
Qualcuno però interrompette il litigio facendo calare la sala nel silenzio più totale. Dalle scale del piano superiore, una figura elegante scese, indossava un vestito di sete pregiatissime color del mare, intonato ai bellissimi occhi azzurri della stessa ragazza, un trucco forte attorno agli occhi che la faceva sembrare più grande e i capelli scuri e mossi lasciati liberi a cadere verso il basso. Un aspetto fiero e di ghiaccio, la pelle candida e un rossetto color rubino che la faceva sembrare ancora più spettrale. Nonostante tutto quel trucco e gli anni passati, Enyalis riconobbe immediatamente la ragazza, forse perché una forza potente li aveva attratti tempo prima.
« Sua Altezza Reale, Regina del Ferelden, Myalee Cousland Theirin. » annunciò una guardia mentre la Regina scendeva per le scale e affiancando il marito, appoggiandogli una mano sulla spalla e lasciandola scendere in modo seducente.
« È un onore avere il piacere della vostra presenza! » disse Meredith facendo un inchino profondo, lo stesso movimento fu fatto da Enyalis.
« Grazie per avere almeno rispetto per le formalità! » disse la Regina Myalee con distacco. « Comandante Meredith... voi saprete benissimo la definizione di rispetto, dovrei forse ricordarvi che state alzando la voce a un Re!? »
« Voi non capite la gravità della situazione che Kirkwall... » qualunque scusa di Meredith fu vana visto che la Regina alzò la voce per sovrastarla e per zittirla definitivamente, una scena che a Enyalis piacque molto.
« Io pretendo rispetto! E voglio che ne portiate a mio marito, il Re! Non state parlando con uno dei vostri subordinati! » a quel punto la sua voce tornò normale e quasi angelica. « Detto questo; mio marito vi ha già detto cosa pensiamo della vostra richiesta... non intendiamo aiutarvi! »
« Grazie lo stesso! » con quella frase la comandante si congedò.
A quel punto Enyalis si fece avanti e sia la Regina che il Re si avvicinarono a lui, entrambi uniti in una sorte di abbraccio, ognuno sosteneva l'altro. Si vedeva lontano un miglio quanto i due ragazzi si amassero. La Regina Myalee si soffermò pochi istanti su Enyalis e infine lo riconobbe mettendo su un'espressione meravigliata. « Tu sei Enyalis Hawke non è vero? Ti ricordo sette anni fa a Lothering accidenti come sei cambiato! » poi la sua espressione divenne più triste « È bello che tu sia riuscito a scampare al Flagello... »
« Se non sbaglio c'è un Carver Hawke tra i Custodi Grigi... è un tuo parente immagino? » aggiunse anche Re Alistair, Enyalis annuì a entrambi.
« Sì Carver è mio fratello. È un piacere rivedervi in vesti così diverse! » disse Enyalis accennando a un inchino alla Regina, lei fece un bellissimo sorriso mostrando una dentatura perfetta e pallida come l'alabastro.
« Il piacere è mio di rivedervi sotto forma di Campione di Kirkwall... » disse lei chinando appena il volto. Allora toccò al marito parlare.
« Accidenti non mi sgridano così da molto tempo... mi ha letteralmente fatto a pezzi! Certo essere fatti a pezzi non è poi tanto male no? » disse lui con sarcasmo rivolgendo una sguardo alla moglie, con un cenno di intesa capì a cosa di riferiva Re Alistair ma Enyalis non lo comprese. « Vi avevo convocato per parlarvi... ma temo che ormai qualunque cosa che io vi possa dire sia inutile. » proseguì il sovrano. « Kirkwall è divisa mi hanno detto... la Divina è parecchio agitata per questo e speravamo in una collaborazione con voi... ma ora che Meredith ha saputo della nostra presenza temo si impossibile! » spiegò brevemente Re Alistair. Enyalis capiva certamente il fatto che il loro ruolo nella storia poteva causare dei problemi.
« Capisco benissimo... ma cosa possiamo fare allora? » chiese quindi il Campione.
Entrambi i sovrani si scambiarono uno sguardo e poi si voltarono verso Enyalis. « Resta forte! » rispose la Regina. « In questa storia Kirkwall vedrà una totale scissione... dovi proteggere la città dell'unica vera minaccia... » lasciò la frase in sospeso. « E quella minaccia è proprio uscita cinque minuti fa dalla porta d'ingresso! » aggiunse indicando la direzione verso cui era uscita Meredith.
« Lo farò! »
« Ora è tempo che torniamo nel Ferelden credo... » disse molto vaga la Regina Myalee. « Duncan sarà impegnato con il mentore ma Alenah starà piangendo se non può stare con me! Non credo le piaccia la nostra balia... »
Era strano: sette anni prima aveva visto quella ragazza, ora era Regina, sposata con due figli, con quell'ultima frase il mago si dovette congedare, tuttavia sentiva qualcosa di molto potente, una sorta di presentimento che gli diceva che non sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe visto Myalee, i due si scambiarono uno sguardo, probabilmente sentendo le stesse sensazioni.
Enyalis andò quindi via dalla Fortezza del Visconte, aveva intenzione di andare a trovare Merrill visto che era passato molto tempo da quando l'aveva fatto, non sapeva come la ragazza stava reagendo alla solitudine nell'Enclave, le aveva promesso di esserci sempre per lei eppure non si era dimostrato molto presente in quei sei anni in cui si conoscevano, senza dubbio era stato molto vicino ad Anders, a Isabela, a Varric o ad Aveline visto il legame che li univa fin da Lothering. Prese quindi le strade della città inferiore spostandosi per i vari vicoli e salutando qualche vecchia conoscenza, vidi persino sua cugina nel mercato, tuttavia non volle fermarsi a parlare con lei. Entrò nell'Enclave e subito fu inebriato dal profumo che faceva il grande albero, una sensazione di pace e quiete lo invase e si sentì rilassato. Girò per la strade fino ad arrivare davanti all'abitazione, bussò e non sentì nessuno in risposta per un po', poi Merrill andò ad aprire la porta, aveva l'espressione pensierosa.
« Scusami ero nella mia camera, non ti avevo sentito... » disse lei, lo invitò ad entrare, Enyalis sentì subito che qualcosa non quadrava e temeva di sapere cosa.
« Sembri pensierosa... qualche problema? » era spesso in pensiero per l'amica, non si era inserita ancora nel contesto dell'Enclave, forse perché gli altri elfi sentivano quanto Merrill potesse essere potente e soprattutto perché avvertivano la presenza di qualcosa di negativo in lei, Enyalis poteva ormai distinguere la forza del demone.
« Si tratta dell'Eluvian... credo di dover ricorrere al demone per scoprire come completarlo. È troppo importante per me... potrebbe cambiare il volto della storia elfica, potresti aiutarmi? » chiese l'elfa in difficoltà.
Enyalis cercò di respirare per non voltarsi male nei suoi confronti. « Merrill... l'Eluvian ti sta facendo solo del male, il tuo legame col demone è pericoloso. Come potrei aiutarti? Evocando un demone!? » questo significava confermare le paranoie di Meredith.
Lei scosse il viso con sorpresa di Enyalis. « No, se il demone dovesse possedermi vorrei che tu mi uccidessi! Te le chiedo per favore... » aveva il viso chino e a quel punto Enyalis non ci viste più dalla rabbia.
« Sei impazzita? Vuoi che ti uccida!? » non era riuscito a contenere l'urlo ma l'elfa sembrava ancora non aver capito la gravità della situazione.
Nonostante fosse chiaramente nel torto, Merrill non si diede per vinta e chiese aiuto ancora una volta a Enyalis che alla fine cedette nel volerla aiutare, la vita dell'elfa non gli apparteneva e lui non poteva salvare tutti, specialmente quando le persone non volevano farsi salvare; decise di accompagnarla da solo fino alla caverna su Monte Spezzato, passarono per il clan degli elfi e videro molti sguardi persi, qualcuno chiese persino a Merrill se avesse visto la guardiana ma i due arrivati non ne sapevano nulla. Enyalis si preoccupò che la donna potesse essere stata rapita, forse dai prole oscura visto che ultimamente avevano ripreso a circolare, c'era persino in giro la notizia che i Custodi Grigi fossero tornati a Kirkwall, dentro di sé pregava per rivedere Carver, sperava quasi che lo avessero mandato in missione là. Ovviamente non poteva essere possibile visto che ormai i Custodi Grigi erano molti di più in tutto il Thedas.
La caverna era abbastanza piccola, dall'altro lato dell'ingresso c'era uno strano altare, stalattiti minacciose scendevano dal tetto, Enyalis e Merrill si avvicinarono a quell'altare dove doveva essere conservato il demone, tuttavia non sentiva una forza demoniaca nell'area; era come se la caverna fosse vuota. Merrill stessa poté confermarlo una volta che si avvicinò all'altare invocando la creatura. Dietro di loro qualcuno mosse dei passi silenziosi fino ad arrivare dietro di loro. Un'elfa con le vesti di pelle, la guardiana Marethari stava con l'espressione afflitta dal dolore.
« Sapevo che il demone ti avrebbe chiamata qui per cercare di riparare l'Eluvian... mia piccola Merrill... » qualcosa non quadrava, la guardiana aveva gli occhi lucidi, le guance rigate dalle lacrime. Persino Merrill non capì.
« Che cosa avete fatto? » chiese Enyalis per cominciare.
La guardiana socchiuse gli occhi piano. « Ho accolto il demone in me visto che non potevo distruggerlo del tutto. Merrill... uccidimi e finalmente saremo liberi per sempre da questo inferno! » a quel punto la ragazza scosse il viso, la sua voce prese una vena di tristezza e le lacrime scorsero il suo viso.
« Non potete chiedermi questo! » ma in effetti non lo aveva chiesto a Enyalis? Era la stessa identica cosa. La guardiana a quel punto cominciò a tremare, stava perdendo il controllo del demone? Forse stava smettendo di fare forza per farsi del tutto possedere, a quel punto Merrill sarebbe stata costretta a ucciderla.
« Sapevi che la magia del sangue aveva un prezzo; io ho scelto di pagarlo al tuo posto... ti voglio bene piccola! » disse, il suo corpo era ormai giunto allo strazio, Merrill gettò un urlo di rabbia ed estrasse un coltello che lanciò direttamente nel cuore della guardiana proprio prima che il demone ne prendesse il controllo.
« Perché l'ha fatto!? » chiese la ragazza cadendo sulle ginocchia e cominciando a piangere, Enyalis capiva il momento di tristezza, non poteva però trattenersi.
« Avresti dovuto ascoltarla quando hai deciso di assimilare il demone in te! Sapevi benissimo che la magia del sangue aveva un prezzo da pagare; lei ha fatto una scelta... una scelta stupida sacrificandosi; ma l'ha fatto perché ti voleva bene... »
A quel punto la ragazza non era più in grado di parlare, lasciarono il corpo là, presto gli elfi del clan lo avrebbero portato via, con la morte della guardiana sarebbero anche emigrati verso nuove terre, specialmente visto che la colpa era di Merrill. Quando tornarono a casa Merrill era piuttosto scossa dall'accaduto, specialmente visto che il suo clan l'aveva ripudiata. Ora era davanti all'Eluvian, pensierosa.
« Che cosa farò adesso? Il mio clan non mi vuole più... la vita qui a Kirkwall è orrenda, non conosco nessuno... eccetto i presenti! » aggiunse colma d'imbarazzo. « Volevo comunque ringraziarti per l'aiuto... solo che non so cosa fare ora! »
« Io lo so: distruggi l'Eluvian e vivi finalmente libera e in pace. Hai sacrificato tanto per colpa di quell'oggetto, è giunto il momento di vivere nella luce... » consigliò Enyalis, la ragazza lo fissò negli occhi, si voltò nuovamente verso lo specchio e si prese tra le mani il pugnale che aveva lanciato alla guardiana, era ancora macchiato del sangue della donna, prese una boccata d'aria e trattenne il fiato.
Con un semplice e rapido movimento piantò il coltello al centro dello specchio che si incrinò in grandi pezzi, nel momento in cui estrasse il pugnale si ruppe ancora di più, la superficie dello specchio cadde a terra rompendosi sempre di più, la nebbia bianca che rifletteva scomparve del tutto tingendo lo specchio di nero. Entrambi sentirono un cambiamento nell'aria e Merrill in particolare fece un sospiro che la fece sentire finalmente libera. Il pugnale le cadde dalla mano e si voltò con un sorriso.
« È meglio che io ripulisca il danno dello specchio. Grazie per essermi stato vicino, ti seguirò in qualunque cosa tu voglia fare! Sei il mio migliore amico... anche l'unico direi! » aggiunse con una vena di sarcasmo che Enyalis trovò stranamente divertente. Era quasi il tramonto e aveva deciso di tornare a casa per passare un po' di tempo a casa visto che non aveva neanche pranzato ma quando arrivò Feddic gli consegnò subito una lettera.
Una grafia strana, complessa e scritta con inchiostro bluastro, era una scritta nuova agli occhi del ragazzo, quando lesse la lettera però capì chi poteva essere il mittente. Veniva richiesta nuovamente la presenza di Enyalis alle sale dei templari, non nell'ufficio di Meredith però. Era stato Orsino a scrivere la lettera, voleva riceverlo nel suo ufficio per un'importantissima questione che riguardava non solo maghi ma anche dei templari, poteva essere una cospirazione in atto e il Primo Incantatore non voleva che Meredith ne venisse a conoscenza; la questione doveva rimanere assolutamente segreta. La cosa più importante: Orsino richiedeva la presenza del Campione tra un'ora esatta; l'idea di riposarsi o mettere qualcosa nello stomaco era quindi discutibile.
Quando Enyalis arrivò nelle sale dei templari era da solo, c'erano alcuni uomini in giro per il giardino, alcuni lo fissavano male probabilmente per il fatto che fosse un mago, ancora una volta il ragazzo vide Cullen aggirarsi tranquillamente, stavolta ebbe il tempo di salutarlo per primo e quello subito gli risolve un sorriso e corse contro di lui per stringergli la mano. Il mago si diresse poi verso l'ufficio del Primo Incantatore.
« Mi trovo in una posizione difficile Campione, sospetto un incontro nella notte... dei maghi eretici fuggiti dal Circolo. Ho bisogno del vostro aiuto per debellarli... vorrei che fosse un errore ma temo che le mie informazioni siano troppo corrette! » disse subito venendo al sodo, Enyalis sentiva qualcosa che non andava in quella strana richiesta ma non riusciva a chiarirsi i dubbi.
« Debellarli? Sono dei maghi o sbaglio? » chiese lui stranito. Orsino annuì.
« Credo che sia un piano di Meredith per incastrarmi. Voglio che indaghiate... in fondo ho sentito che avete aiutato Meredith giusto ieri; vi chiedo anch'io un favore personale... » era una richiesta che non ammetteva repliche.
Enyalis dovette quindi confermare al Primo Incantatore che avrebbe fatto come richiesto; andò prima a casa per radunarsi un piccolo gruppo di amici che lo avrebbe aiutato, portò con sé Anders e Fenris vista la forza bruta di quest'ultimo inoltre portò anche Isabela, dopo di ché si spostarono verso la Costa Ferita, luogo dove l'incontro sarebbe dovuto avvenire a mezzanotte precisa. Enyalis non aveva idea di ciò che poteva trovarsi davanti, inoltre come avrebbe dovuto fare? Chiedere prima spiegazioni forse, non poté pensarci più di tanto visto che Fenris lo disturbò con le solite paranoie contro i maghi; restò concentrato nel seguire le indicazioni che Orsino gli aveva fornito sul dove sarebbe avvenuto l'incontro. Quando arrivarono videro non solo dei maghi, ma con loro c'erano anche alcuni templari proprio come detto dal Primo Incantatore, sembravano troppo d'accordo per un comune incontro per incastrarlo però; tra di loro però c'era qualcuno svenuto, il corpo di un ragazzo con l'armatura dei Custodi Grigi, il viso dai tratti marcati e capelli scuri come quelli di Enyalis. Non resistette dall'urlare il suo nome.
« Carver! » a quel punto sbucò fuori dal suo nascondiglio e si avvicinò correndo con il bastone sguainato pronto a distruggere chiunque avesse cercato di fare del male al proprio fratello!
Sia maghi che templari si voltarono verso la direzione di Enyalis, il ragazzo si soffermò pochi istanti prima di decidere come distruggerli anche perché avrebbe dato loro una chance per spiegargli la situazione, magari stava fraintendendo anche se non c'era spazio per la ragione in quella situazione: i fatti erano evidenti. Uno dei templari si fece avanti, sembrava avere una carica importante in quell'incontro, la situazione era parecchio complessa. « Speravamo di potervi incontrare Campione, mi scuso per aver coinvolto vostro fratello ma era necessario per portare il tutto alla vostra attenzione... » cominciò quello cercando di spiegare la situazione.
Le parole non servivano più e lo irritavano ormai. « Liberate mio fratello! Giuro che se gli farete del male vi farò a pezzi! » disse il mago digrignando i denti per la rabbia, nessuno però si mosse per fare qualcosa.
Enyalis non pensò neanche all'ipotesi di poter risolvere la cosa pacificamente, la dimostrazione dei fatti fu quella dei maghi che cominciarono ad irritarsi e misero mani alle loro armi. « È inutile. Il Campione non appoggerai mai il nostro piano per rovesciare Meredith! Uccidete l'ostaggio! E il Campione! E tutti coloro che ci ostacoleranno! » urlò una maga dall'aria potente.
Ecco che Enyalis si sentì il mondo crollare sulle spalle; era quello che pensavano gli altri? Che lui stava dalla parte della comandante? Non ebbe l'opportunità per spiegarsi visto come entrambe le parti erano già partite in quinta: lo scontro fu violento e Enyalis pensò unicamente alla salute del fratello, rivolse i suoi fulmini verso i templari la cui armatura fatta di metallo era un buon conduttore e li avrebbe o paralizzati o direttamente uccisi, nel frattempo sia Isabela che Fenris andarono ad attaccare i maghi che utilizzarono i loro incantesimi per contrastarli, nel momento in cui stavano rilasciando gli incanti Enyalis lanciò sui propri alleati delle barriere magiche per proteggerli, un piccolo trucchetto che aveva imparato da Anders. Con rabbia evocò poi una tempesta di fuoco che bruciò i maghi restanti e terminò con gli incanti del ghiaccio sui pochi templari ancora in vita. In breve tempo si trovarono nuovamente soli, Enyalis corse subito dal fratello cadendo sulla sabbia appena arrivò al corpo, respirava lentamente, era semplicemente svenuto.
Orsino non fu soddisfatto di com'era andata la situazione, ammise persino di essere deluso da come la situazione si era evoluta contro il suo interesse visto che il gruppo voleva spodestare Meredith. Enyalis era più o meno d'accordo, una Kirkwall senza Meredith poteva essere molto più tranquilla anche se le forze dei maghi erano ormai troppo dipendenti dalla magia del sangue. La situazione era davvero difficile.
Nel frattempo Carver ebbe il tempo di riprendersi, Enyalis l'avevo portato alla clinica di Anders in modo che il fidanzato potesse curarlo e tenerlo sott'occhio, a casa non c'era quasi sempre nessuno e non voleva che qualcuno potesse fare del male al fratello, la clinica era un luogo sicuro nonostante la minaccia templare. Carver si svegliò quando Enyalis era impegnato per le strade di Kirkwall nei suoi soliti giri e nelle sue solite commissioni; dovette passare buona parte del tempo fuori visto che c'erano alcuni problemi con delle miniere nella Fossa delle Ossa, non poté stare con il fratello alla clinica di Anders, non era molto felice all'idea che Carver non fosse a casa però forse si era esaltato troppo dal ritorno del fratello ed era anche giusto che lo stressasse con domande improvvise. Doveva dargli il tempo di riprendersi. Il fato però fu avverso contro Enyalis e contro Kirkwall stessa. Quella sera qualcosa doveva accadere, il destino di una città doveva decidersi: un'altra lettera era arrivata a casa quando il sole era ormai tramontato sulla città.
Una scritta con inchiostro bluastro, la mano di Orsino aveva scritto quel testo, richiedeva ancora la sua presenza; aveva avuto un'accesa discussione contro Meredith e aveva intenzione di dirigersi nella cattedrale per chiedere aiuto alla somma sacerdotessa Elthina visto che non riusciva più a sopportare le angherie della comandante e i maghi del Circolo soffrivano troppo. La situazione era più grave di quanto sembrasse e dalle sbavature intorno alle scritte poteva dire che Orsino tremava per la rabbia mentre scriveva la lettera. Prese il suo bastone magico e fece in modo di far sapere ai suoi amici di incontrarsi a metà strada per trovare Orsino e per incontrarsi quindi all'uscita della città inferiore per salire a quella superiore, era certo che Meredith non avrebbe lasciato il Primo Incantatore con facilità e che li avrebbero trovati entrambi per la strada, sperava solo di non arrivare troppo tardi.







Angolo Autore:
Ed eccoci ancora una volta... e sorpresa direi visto che ho anticipato xD questo perché vorrei parlare più accuratamente dello scontro finale che è ormai alle porte, andiamo però a vedere nel dettaglio questo capitolo :)

Ammetto che questo capitolo non è uno di quelli che mi è riuscito meglio però sono comunque soddisfatto. È andato un po' a scemare credo: l'incontro con Alistair e Myale... awwww credo di aver iniziato questa ff solo col pensiero di questo incontro *-* Non ho potuto riportare l'esatto dialogo per l'aggiunta appunto della mia Warden-Queen. Poi ci spostiamo alla quest di Merrill... santo cielo come mi è stata sulle palle -.- ma come può essere così stupida!? Solo che mi piace averla viva e “amica” anche se dovrei dirgliene quattro per quanto sia stupida con quel dannato demone e l'Eluvian! Infine ecco un riassunto della quest di Orsino... una missione che non mi ha fatto impazzire nel gioco ma che ho cercato di migliorare un po' qui (forse non del tutto riuscito) ed ecco che rientra in gioco Carver *-* adorato e bellissimo fratellino! <3

Un grazie... Alithea non ci sono parole per descrivere quanto io sia felice non solo per le recensioni splendide ai capitoli, soprattutto perché ho trovato un'amica pazza per Dragon Age come me :) Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fin qui, a presto con l'ultimo capitolo.

 
(-3... ormai manca poco!)

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Capitolo 16
*** L'ultima goccia ***


CAPITOLO SEDICESIMO
L'ULTIMA GOCCIA


« Perquisirò da cima a fondo l'intera torre del Circolo se sarà necessario a scovare i maghi del sangue per estirpare la corruzione da questa città! » queste furono le accuse di Meredith quando Enyalis arrivò davanti ai due litiganti, da un lato c'era Orsino con dei maghi, dall'altro c'era Meredith con i templari. Attorno a sé Enyalis aveva radunato i suoi amici, con grande stupore vide che Anders aveva portato Carver che diceva di essere pronto per combattere al fianco del fratello.
« Magia del sangue... voi vedere maghi del sangue ovunque Meredith! Siete ostinata a vedere un pericolo che non esiste per i vostri risentimenti nei miei confronti e nei confronti della magia stessa! » rispose a tono Orsino difendendo il proprio ideale.
« Che sta succedendo qui? Non starete ancora litigando spero? » chiese Enyalis intromettendosi automaticamente nell'incontro, mancava solo che anche Elthina entrasse in gioco e si mettesse contro di loro e sarebbe finita per quella sera.
« Che cosa ci fate voi qui? » chiese Meredith infastidita dalla presenza del mago. « Questi non sono affari che vi riguardano! » continuò arrabbiata.
Fu Orsino stesso a rispondere. « Ho convocato io il Campione qui per mostrargli quanto voi siate ottusa e chiusa mentalmente. Per mostrare alla città quanto voi siate paranoica! » con quelle offese Meredith scoppiò a urlare.
« Quello che ho fatto è stato proteggere la città dalla potenza di voi maghi e proteggere voi stessi dall'autodistruzione data da un potere che non sapere controllare e non smetterò di farlo. Non abbasserò la guardia! Neanche per un istante! »
Enyalis stava per parlare cercando di calmare le acque tra i due ma Orsino lo bloccò. « Siete pazza, ammettetelo! » l'elfo rischiava parecchio offendendola ma ormai era arrivato a un punto di non ritorno. « Condannate noi tutti per le azioni di alcuni... »
« Meredith forse c'è un'alternativa... » provò a farla ragionare Enyalis, era il suo compito evitare al più possibile la guerra tra le due fazioni. A quel punto l'espressione di Meredith mutò, forse perché apprezzava il tentativo di Enyalis di mettere pace.
« Che alternative abbiamo? Ditemi che non avete visto quanto siano pericolosi i maghi del sangue di questa città e quando male abbiano arrecato! » aveva quasi l'aria da indifesa, la sua voce aveva preso una venatura come per farsi innocente e vittima.
« Così non si va da nessuna parte... » disse sottovoce Orsino, si voltò poi verso le scale che portavano alla città superiore. « La somma sacerdotessa Elthina penserà a mettere un punto in questa discussione una volta per tutte! » voleva farla scegliere? Enyalis per primo cercò di non coinvolgere Elthina ma Meredith agì.
Prese con forza le vesti del Primo Incantatore in un pugno e lo tirò per il braccio sibilando quasi come fosse un serpente per quant'era arrabbiata. « Voi non disturberete in alcun modo sua grazia con i vostri piagnistei! » forse Elthina poteva realmente essere d'aiuto in quella situazione così difficile.
Qualcuno alle spalle di Enyalis si mosse in avanti, il ragazzo riconobbe subito la falcata di Anders che si faceva avanti accanto a lui col bastone stretto tra le mani e l'aria arricciata per la rabbia nei confronti della situazione. « La somma sacerdotessa non potrà esserci d'aiuto. Non starò fermo con le mani in mano mentre Meredith tratta i maghi con tale disprezzo e coloro che dovrebbero guidarci stanno sotto di lei come fossero dei cani sottomessi! » si stava riferendo in quel modo a Orsino.
« Anders che cosa stai dicendo? » Enyalis non riusciva a capire dove il mago volesse andare a parare. Agire per fare cosa e in che modo soprattutto? Anders piantò il bastone sul pavimento che si illuminò di una luce rossa fievole.
« Ho escluso la possibilità di un compromesso. Non può essercene uno. Soprattutto la Chiesa non riuscirà a risolvere questa situazione, né oggi né mai! » rispose il ragazzo, tuttavia Enyalis non riusciva ancora a capire dove volesse arrivare.
L'attimo prima che il ragazzo aprisse bocca poté avere una spiegazione. Improvvisamente una luce forte e accecante provenne dalla città superiore, le alte mura della cattedrale si vedevano appena oltre i palazzi alti della città ma erano ben visibili grazie al nuovo colore acquisito, lo stesso del sangue. Poi ci fu l'esplosione e un raggio di luce partì sparato verso il cielo e convogliò le nuvole attorno a esso, un'altra esplosione e la Chiesa fu rasa al suolo dalla forza di quel raggio magico, l'istante dopo c'era il silenzio più totale subito seguito dai detriti che cadevano in giro per la città e le urla dei cittadini che assistevano allo spettacolo della distruzione.
Enyalis collegò subito gli eventi accaduto: il misterioso rituale di Anders nella chiesa, la cosa peggiore era che lui l'aveva aiutato! « Anders che cosa diavolo hai fatto!? » il ragazzo parve impazzire e prese Anders per le spalle scuotendolo. Ma aveva già la sua risposta; non poteva esserci un compromesso.
« La somma sacerdotessa è stata uccisa dalla magia e la Chiesa distrutta... » queste furono le prime parole di Meredith. Assunse un'espressione irata. « In qualità di comandante dell'ordine dei cavalieri templari di Kirkwall, io invoco il Diritto d'Annullamento, ogni mago del Circolo verrà terminato, immediatamente! »
Enyalis dovette intervenire subito portandosi in avanti e dimenticandosi momentaneamente di Anders e di ciò che aveva fatto. « Aspettate Meredith non siate così avventata! Non è stata colpa di Orsino e... »
« Silenzio! » urlò Meredith totalmente presa dalla sua collera. Anders li aveva condannati tutti, tutti i maghi del Circolo. Si era trasformato in un assassino e innocenti erano morti a causa sua. « Vi chiedo di scegliere Campione, sappiate che alleandovi con loro andrete in contro allo stesso fato! »
Enyalis si trovava finalmente tra l'incudine e il martello, un momento che aveva temuto troppo a lungo, alla fine era stato proprio Anders a scatenare quell'inferno. Doveva scegliere e in quel preciso istante sentì il respiro pesante, i suoi occhi giravano a vuoto da Anders a Meredith, da Orsino fino alla chiesa ormai scomparsa alla loro vista, doveva essere pronto. Il Diritto di Annullamento era ormai stato convocato e i templari di Meredith si stavano già muovendo per seminare la notizia e per condannare ogni mago in giro per la città, la morte seduta stante. Infine guardò negli occhi Meredith. « Mi dispiace Meredith ma non vi permetterò di uccidere i maghi del Circolo! » a quel punto invocò un potente muro di fuoco che separò la comandante da lui e da Orsino, aveva appena scelto il suo fato.
Meredith andò subito via lasciando alcuni templari là per combattere, Orsino la seguì direttamente urlando al Campione di raggiungerli alla Forca, là si sarebbe consumata la battaglia finale avviata da Anders e dall'ultima goccia, la distruzione della chiesa. Lo scontro fu parecchio difficile e faticoso, Enyalis non si aspettava di certo il supporto di Fenris visto l'odio per i maghi, e anche Aveline era in una posizione difficile vista la carica di capitano della guardia cittadina. Nonostante queste controversie lottarono contro i templari stessi che furono abbattuti in poco tempo dalla potente magia non solo dei tre maghi presenti ma anche da quelli che Orsino aveva lasciato indietro per aiutare il Campione. A quel punto corpi privi di vita erano situati da entrambe le parti e giù tra le vie fino al porto e alla Forca la situazione doveva essere ancora più difficile. Enyalis era stato gettato a terra da un templare ma Carver aveva fatto in tempo ad agire per salvarlo, gli diede una mano per farlo alzare e si reso conto che la battaglia in quel punto era conclusa con una vittoria. I suoi compagni di squadra stavano bene, Varric e Isabela erano diversi, la stessa espressione del nano era durante la battaglia contro l'Arishok.
Un punto però era ancora da risolvere. Anders si mise seduto dando le spalle a Enyalis, prendendosi il viso tra le mani in modo disperato. « Non c'è nulla che possa discolparmi lo so... ma non potevo parlartene, non potevo permettere che tu fossi coinvolto! Accetterò qualunque tuo giudizio... »
In un primo momento Enyalis si era detto di urlare, però Anders era pur sempre il ragazzo che amava nonostante fosse diventato un assassino in pochi secondi. « Di certo ti avrei fermato. Ti avrei fatto ragionare... non ti ucciderò se è questo a cui pensavi! » Anders si voltò a guardare l'amato da sopra la spalla. « Aiutami a fermare questa pazzia. E niente più assassinii per i maghi! » non era una battuta, era serio.
Anders si alzò appena guardando il fidanzato, non si aspettava un trattamento così gentile, non pensava che l'amore potesse salvarlo. Eppure quello non disse una parola, dovevano subito raggiungere Orsino alla Forca.
L'intero gruppo si spostò per la città inferiore correndo quanto più possibile visto che non potevano permettere che Orsino o altri maghi subissero danni dai templari. Durante il loro cammino verso il porto più volte si trovarono davanti a una battaglia nella quale i templari avevano messo alle strette due o più maghi, solo che alcuni degli incantatori agivano in modo inaspettato ricorrendo alla magia del sangue stessa. I loro corpi venivano scossi da una magia rossa e pericolosa per poi generare esplosioni magiche innaturali. A quel punto diventavano abomini, si trasformavano loro stessi in demoni pronti a uccidere non solo i templari. Enyalis doveva però agire nel giusto: i maghi erano ormai incontrollabili se avevano ceduto alla possessione e dovevano essere eliminati; si trovò in una situazione ben peggiore di quella che sembrava: combatté al fianco dei due maghi del gruppo nelle retrovie mentre Carver e Aveline si fiancheggiavano, lottavano insieme e in maniera coordinata, essendo stati insieme nell'esercito forse avevano trovato una sorta di coordinazione. Vaccic restò al fianco di Enyalis durante lo scontro e scoccava le sue letali frecce e i dardi esplosivi che disorientavano o distruggevano i nemici, Fenris era altrettanto letale e distruttivo e andava alla carica con forza disorientando i suoi nemici, forse per la prima volta Enyalis notò l'utilizzo dei potenti tatuaggi del suo corpo che gli conferivano abilità innaturali e quasi spiritiche; infine Isabela si muoveva col suo fare da ladra, veloce e scaltra e invisibile quasi come un'ombra. I templari erano senza dubbio forti, il loro debole era però il combattimento ravvicinato ed Enyalis aveva dalla propria una squadra forte e valorosa che non si faceva mettere in difficoltà da nessuno.
Quando arrivarono alla Forca l'aria era tesa e le porte del Circolo erano aperte, i maghi vi stavano correndo dentro scappando, l'area era colma di cadaveri, sia dei maghi che dei templari stessi, gli unici a resistere ancora alla battaglia erano Orsino e due anziani (dovevano esserle viste le loro vesti). « Campione finalmente siete arrivato! Temevo che Meredith vi avesse preso! » allora la comandante non era ancora arrivata.
« Sono pronta per combattere Orsino! » l'aveva invocata. La donna giunse dietro di Enyalis e il gruppo indietreggiò fino a unirsi ai maghi. Avanzava come una furia con la spada sguainata e pronta per mietere vittime, il sangue brillava sotto la luce lunare, chissà quante vittime aveva già mietuto la comandante.
« Basta così Meredith! Smettiamola di combattere... vi permetterò di setacciare la torre del Circolo, vi aiuterò io stesso a farlo, a controllare ogni angolo. Ma smettiamola di combattere... » Orsino continuava a pregare la comandante, ma Meredith aveva da molto sognato quello scontro e non vi avrebbe rinunciato. Nulla sarebbe cambiato, Enyalis fu compiaciuto che Anders avesse mantenuto il silenzio di fronte alla manifestazione di resa di Orsino.
La comandante Meredith continuava a guardare il ragazzo con odio, lui aveva distrutto la Chiesa eppure dentro di sé sapeva che gli era riconoscente. « Preparatevi alla battaglia Orsino... presto l'intero ordine arriverà qui alla Forca... e voi perirete! » quelle parole segnarono la fine della discussione. Dovevano prepararsi!


I maghi intorno a Enyalis erano terrorizzati, poteva leggere la paura nei loro volti, molti erano piccoli, tra i diciassette anni e i venti. Poi c'erano anche alcuni ragazzini, probabilmente non avevano neanche dieci anni eppure erano armati e pronti per combattere. Sarebbero morti sicuramente se Meredith fosse entrata nel Circolo. Erano stipati in una grande salone ed erano circa una cinquantina di persona in tutti, i maghi erano veramente stati decimati, stavano perdendo. Orsino era parecchio preoccupato per come la situazione si era evoluta, sentiva le urla della battaglia fuori, i maghi stavano continuando a lottare, c'erano i più esperti, quelli dai trenta in su a combattere e proteggere coloro che erano dentro, Enyalis sentiva che era là che doveva essere. Fuori a combattere e non dentro.
Tuttavia Orsino lo aveva pregato di restare come ultima scogliera prima del fallimento e della caduta del Circolo. Gli aveva infine detto di salutare i suoi amici perché non poteva essere certo che qualcuno di loro fosse sopravvissuto. Come prima persona andò a salutare Varric, il nano era in disparte e stava preparando l'amata balestra per l'ultimo scontro. La battaglia finale. Alzò appena lo sguardo e sospirò. « Non mi piacciono le battaglie e le guerre, non mi piacciono le guerre civili anzi. Però so che stiamo facendo la cosa giusta... » disse proseguendo.
« Grazie Varric. Sei davvero il miglior amico che tutti possano desiderare! Finiamo questo viaggio insieme. Il dopo di vedrà! » disse scherzando, il nano sorrise debolmente e a quel punto Enyalis si spostò verso Merrill.
L'elfa stava in mezzo ad alcuni maghi, insieme a lei c'era persino Fenris che la stava aiutando nella preparazione dei più piccoli. Lui incitava a colpire forte e a non lasciarsi scoraggiare dalla forza templare. « Incredibile... adesso sostengo i maghi, la tua vicinanza mi ha fatto parecchio male! » disse lui, in realtà era felice.
« Ho paura... » fu invece la frase detta da Merrill. Le tremava la voce e le mani mentre parlava con gli altri maghi. « Vorrei solo svegliarmi e vedere che siamo in pace e voglio sentirmi stupida perché l'ho immaginato! »
« Purtroppo è vero. Tutto questo è reale... e prima che non ne abbia occasione vorrei solo ringraziarvi del vostro aiuto. In questi anni mi siete stati vicini e... grazie di tutto! » disse Enyalis cercando di respirare, non gli piacevano gli addii da Lothering.
In un altro angolo trovò invece Isabela insieme ad Aveline, per la prima volta le vedeva ridere e scherzare. Enyalis si avvicinò alle due per capire cosa avessero da ridere. Sentì Aveline rivolgersi alla piratessa. « Sta' zitta zoccola! » ed entrambe risero subito dopo. Enyalis quasi le seguì.
« Capitano... non mi aspettavo di sentirvi parlare in questo modo così scurrile! »
« Capitano non per molto se questa storia va a finire male! » disse Aveline scoppiando a ridere in maniera nervosa e incredibile. « Scusami, sono felice di essere qui e sono con te fino alla fine! » disse cercando di riprendersi. Anche Isabela fu della stessa opinione e ancora una volta il ragazzo si spostò.
Era giunto davanti ad Anders, quello teneva lo sguardo chino. « Sai mi chiedo cosa faremo dopo questo... cosa ci accadrà? Staremo ancora insieme? Io ti amo e capisco il mio errore, avrei dovuto fidarmi di te... » disse con un nodo alla gola.
« Anch'io ti amo Anders. E dopo che fermeremo Meredith fuggiremo insieme via da Kirkwall! Solo io e te... e tutti i nostri amici se ci vorranno seguire! » disse il ragazzo, si avvicinò al fidanzato prendendogli il viso tra i guanti e baciandolo leggermente, un bacio che fu ricambiato con passione dalle labbra calde di Anders.
Infine Enyalis andò da suo fratello Carver, lo guardò meglio notando quanto fosse cambiato nell'arco di altri tre anni, era un ragazzo di quasi ventiquattro anni ormai, era diventato un uomo e non era più il ragazzino che era fuggito da Lothering a diciassette anni. « Sei davvero cresciuto Carver, i nostri genitori sarebbero fieri di ciò che siamo diventati... » quello lo guardò con un sorriso, caldo e profondo.
« Sono fiero di averti come fratello, Enyalis. E non so cosa vorrai fare dopo questa situazione ma sappi ce ti seguirò dovunque! » si voltò appena verso Anders. « E non mi importa se vorrai stare solo con lui, ti starò sempre tra i piedi per ricordarti quanto io sia diventato più bello e forte di te! » Enyalis guardò il fratello come se fosse impazzito e quasi scoppiando a ridere per l'incredulità.
« Va bene la bellezza forse. Ma sono io il più forte dei fratelli Hawke! » disse sicuro di sé. « Ce la giochiamo qui? Facciamo chi sconfigge più templari? » quello annuì, a quel punto aveva parlato con tutti. Era venuta l'ora della battaglia.
Orsino era però confuso, sembrava parecchio pensieroso, pensava a qualcosa di pericoloso ed Enyalis poteva vederlo chiaramente titubante. Si avvicinò al Primo Incantatore, le urla dei maghi erano perfettamente udibili, i passi dei templari sempre più vicini quando infine fecero irruzione dal portone, Orsino si pose però davanti a loro con il bastone magico puntato contro di loro. « E così Meredith credo che tutti noi facciamo uso della magia del sangue? Ebbene le darò una dimostrazione reale della sua più grande ossessione! » Enyalis non ebbe però il tempo di fermarlo.
Il corpo di Orsino fu invaso da una luce grigia e giallastra allo stesso tempo, fu scosso da violenti tremolii e poi tirò fuori un pugnale che si conficcò direttamente nello stomaco, a quei colori morti si aggiunse il rosso del sangue e il suo corpo cominciò a trasformarsi in qualcosa di orrendo: diventò enorme e flaccido, un demonio dalle gambe piccole e con un volto deforme e mostruoso che pareva respirare a fatica, delle braccia scheletriche che si agitavano velocemente per la sofferenza, il bastone magico cadde e terra e il Primo Incantatore, ormai divenuto un demone, cominciò a fare strage dei templari sventrandoli e staccando loro gli arti per farli soffrire di più. Quando però si voltò verso i restanti maghi e Enyalis, qualcosa negli occhi del demonio era minaccioso, non era più Orsino, quella creatura era un abominio.
Enyalis si fece avanti, non poteva permettere che quella creatura facesse del male agli altri maghi. « Orsino... avete ceduto alla magia del sangue. Non mi lasciate altra scelta che la vostra esecuzione... » ma ovviamente la creatura comprese e reagì.
Il gigantesco demone saltò addosso a Enyalis che evitò per un pelo di essere schiacciato dal mostro, si gettò di lato mentre i suoi amici guerrieri combatterono contro la creatura, Aveline e Fenris presero le loro armi e furono fiancheggiati da Carver mentre attaccavano e ferivano il demone allo stomaco. Isabela gettò delle cortine fumogene per confondere il demone e si gettò nella mischia restando invisibile, Varric ebbe delle difficoltà a colpire visto che non vedeva i bersagli, tuttavia il demone si issò in aria e poté colpire la testa. Enyalis e gli altri due maghi sfruttarono quel punto debole della creatura: utilizzarono i loro attacchi concentrandoli nella testa del mostro; la creatura gettò un urlo abominevole e con un colpo sbalzò via qualcuno, Enyalis vide chiaramente che si trattava di Carver.
Abbandonò momentaneamente la battaglia per accertarsi che il fratello stava bene, aveva una ferita alla testa proprio dove il mostro lo aveva colpito, si rialzò a fatica senza l'aiuto di Enyalis che non ci vide dalla rabbia: per un breve attimo si era trovato accanto il pugnale che Orsino aveva usato per ferirsi, perché non doveva ricorrere anche lui alla magia del sangue? Poi si ricordò nella lucidità quanto lui combattesse quella magia e quanto essa fosse la causa di quello scontro. Evocò una tempesta di ghiaccio concentrata interamente nell'area attorno al demone Orsino; i suoi amici indietreggiarono e infine Merrill e Anders poterono andare con i loro attacchi, la prima con magie del tuono mentre il secondo lanciò una pioggia di fuoco che bruciò la creatura facendola cadere a terra; Enyalis corse direttamente in mezzoo al caos degli incanti e prese una delle lame di Isabela al volo, la piantò in pieno volto della creatura abominevole che spirò definitivamente perdendo litri di sangue che si riversarono sul ragazzo, estrasse la daga e poi la consegnò in mano a Isabela mentre la creatura continuava a bruciare a causa dell'incanto di Anders. Tutti parvero tirare un sospiro di sollievo ma la situazione era grave, Orsino era morto!
« Usciamo fuori... non ha senso aspettare qui la comandante. Affrontiamola fuori almeno cercheremo di proteggere ciò che resta delle mura del Circolo! » disse Enyalis, tutti gli altri non poterono fare a meno di concordare con lui.


Uscirono di corsa dalla stanza opprimente del Circolo dove Orsino aveva ceduto alla magia, era un fallimento per tutto ciò per cui Enyalis si era schierato. Allora tanto valeva combattere con Meredith no? Aveva fatto una scelta sbagliata ma ormai non poteva pentirsi, a ogni modo Meredith aveva ucciso molti innocenti già. I templari erano infine arrivati, si trovavano dietro di lei pronti per combattere, l'intero ordine radunato alla Forca per arrestarlo? Avrebbe combattuto prima. Accanto a lei vi era Cullen con espressione di profonda disapprovazione. Meredith sorrise quando vide il Campione avanzare contro di lei insieme ai suoi sette alleati.
« Infine eccovi, templari: uccidete il Campione e i suoi amici. Sono accusati di aver collaborato con Orsino, di aver usato la magia del sangue e di aver diviso Kirkwall! » l'ultima era davvero ridicola a parer di Enyalis.
« Pensavo dovessimo semplicemente arrestare il Campione! » disse Cullen spostandosi dal suo posto e allontanandosi da Meredith. Enyalis fu sorpreso da come il capitano stava reagendo contro la comandante. « Meredith sono convinto che vi siate spinta troppo oltre! »
« Volevate voi questa battaglia. Orsino è morto pochi minuti fa, il Circolo distrutto dalla vostra follia. Voi avete distrutto e rovinato questa città! » Enyalis disse puntando il dito contro la comandante. Cullen era sempre più in disapprovazione.
« Siete sollevata dall'incarico! » il ragazzo stava per avvicinarsi alla comandante quando lei estrasse la sua bellissima spada, mutata nel tempo visto come brillava di rosso, tuttavia Enyalis notò subito l'idolo di lyrium sul manico. Era lei la donna che aveva acquistato l'idolo da Bartrand.
« Immagino l'abbiate riconosciuto no? Il nano bastardo ha voluto una fortuna... » disse senza guardare Enyalis negli occhi, era impazzita ormai. « Ora ho capito! Il mio capitano è stato corrotto dalla magia del sangue! »
Meredith stava realmente dando di matta. Arrivare a definire Cullen, un templare e amico nonché capitano, come traditore era follia. Enyalis estrasse il bastone per colpirla con i suoi incantesimi ma lei si difese istantaneamente con la potente spada che si trovava. Il lyrium probabilmente la rendeva forte contro gli incantesimi; i templari si dissolsero come per lasciare spazio alla battaglia contro Enyalis, doveva toccare solo a lui trovarsi contro la comandante, non aveva bisogno di alcun aiuto. Doveva essere lui a finire quella storia. « Meredith, non mi lasciate altra scelta che uccidervi! » lanciò un potentissimo fulmine ma la donna si difese con uno scudo che pareva generato dal lyrium stesso per proteggerla dalle potenti magie.
Dopo essersi ripresa dal colpo magico, la comandante s'inginocchiò come per pregare. « Siano benedetti coloro che si elevano contro le malvagità e la corruzione e non vacillano, siano benedetti i campioni dei giusti! » era tratto dal Canto della Luce.
Pensava di agire per volontà del Creatore ma Enyalis sapeva di avere la fede dalla sua parte visto che era lui a essere nel giusto. La comandante si spinse in avanti per attaccare il mago quasi come fosse una tempesta, lui iniziò invece difendendosi con la magia dai potenti colpi della spada; a ogni colpo Enyalis riusciva a sentire la potente forza dell'idolo scontrarsi contro. Eppure riuscì a resistere perché erano anni che si preparava, che cercava di essere superiore in quanto a forza, erano anni che credeva di dover arrivare a quel giorno in cui avrebbe combattuto per Kirkwall. Con un rapido colpo di fuoco fece indietreggiare la comandante di alcuni metri e poi ci gettò su di lei sferrandole colpi letali e veloci che le ferirono il viso da cui cominciò a grondare sangue. Era dolorante eppure l'idolo le dava la forza di continuare mentre gli altri guardavano, sia i templari che i suoi amici stavano in disparte come volevano entrambi i combattenti. Continuavano a resistere con tutte le loro forze.
« Creatore, i tuoi umili servitori ti chiedono di dar loro forza per sconfiggere questo male! » urlò Meredith rivolgendosi invano al cielo, era totalmente impazzita, l'idolo l'aveva consumata e presto l'avrebbe uccisa, Enyalis poteva solo cercare di darle la pace prima che quel momento accadesse visto che avrebbe sofferto.
Enyalis si mosse più rapidamente possibile mentre Meredith riusciva col potere dell'idolo a controllare le statue attorno alla Forca, lei si era chiamata degli alleati e senza volerlo Enyalis si trovò protetto dai suoi amici e da Cullen stesso nella battaglia contro quelle creature di metallo animate dal lyrium; tutti quanti uniti nella battaglia contro Meredith il quale ormai aveva consumato tutto il potete dell'oggetto, quando si avvicinò nuovamente a Enyalis lui diede un colpo secco col bastone, credeva di aver colpito l'armatura ma si accorse dall'esplosione che aveva colpito l'idolo di lyrium. Con la forza del colpo, la spada era finita in frantumi.
Meredith si trovò accerchiata da una specie di nube rossastra, probabilmente polvere di lyrium che sembrava scottarle il viso, bruciarla e farla urlare di dolore, la pelle poi si scurì diventando come pietra così come il resto dei suoi vestiti e dell'armatura, i capelli bruciarono e cadde in ginocchio continuando a urlare disperatamente un sollievo o che il Creatore la salvasse, di lei restò solo una statua tetra e morta.
Il silenzio più totale regnava adesso nella Forca, non solo Orsino era stato ucciso per via della magia del sangue, Meredith era infine stata consumata dall'idolo. Kirkwall poteva forse tornare in pace, a un prezzo elevato. Enyalis sentiva gli sguardi dei templari addosso a lui ma nessuno osava avvicinarsi. Accanto a sé aveva i suoi compagni e suo fratello. « Andiamocene via. Non c'è più nulla per cui restare... » le parole di Enyalis non potevano essere più vere, si diressero quindi verso l'uscita della Forca, prendendo una nave per tornare in città, dovevano fuggire!
E con il crollo del Circolo dei Maghi di Kirkwall e il fallimento dei templari, in tutto il Thedas numerosi Circoli si ribellarono, la guerra tra maghi e templari aveva visto il sorgere della sua epoca, un'epoca che avrebbe portato a un disastro.

 
* * *

Cassandra Penthagast guardava Varric incuriosita, sapeva che la storia era finita, che adesso sapeva tutto ciò che poteva sapere sul Campione e su tutto ciò che era successo da quando lui era arrivato a Kirkwall. « Quindi fu Meredith a provocare il Circolo... » era così ovvio, si sentiva quasi sciocca. « Fu solo lei la responsabile! »
« O di Anders, o dell'idolo. A voi la scelta... » disse riferendosi con rispetto alla Cercatrice. « Dopo gli eventi della Forca dovemmo lasciare tutti insieme Kirkwall per rintanarci tra le colline... gli eventi successivi però ci costrinsero ad abbandonare Enyalis, solo Carver e Anders rimasero al suo fianco e capirete perché... »
Cassandra capiva benissimo di conseguenza annuì. « Ditemi solo una cosa... il Campione è morto? Lui potrebbe risolvere benissimo la situazione che si è creata... a lui darebbero ascolto sia i maghi che i templari. Era lì fin dall'inizio... »
« Certo che è vivo! Solo il Creatore sa in che guaio si sia cacciato ora! » rispose Varric con una risata. A quel punto Cassandra poté tirare un sospiro di sollievo, la sua ricerca non era comunque finita, ma il compito a Kirkwall era terminato.
« Molto bene Varric. Potete andare... che il Creatore vegli su di voi in questi tempi oscuri che ci attendono! » disse infine Cassandra uscendo dalla residenza Hawke, la casa era impolverata e chiaramente era abbandonata. Quando si trovò nella piazza di Kirkwall si immaginò il Campione girare per quelle strade. Qualcuno però distolse la sua attenzione dai suoi pensieri parlando e camminando con passo felpato.
« Quindi... » era una ragazza dall'accento di Orlais, Cassandra si voltò trovandosi davanti una ragazza con la veste dei Cercatori, capelli rossi intensi che le arrivavano fino alle spalle e occhi verdi e penetranti.
« Il Campione è sparito, Leliana. Proprio come la vostra amica Custode... Myalee! » disse lei. Chiaramente non poteva essere una coincidenza che entrambi fossero misteriosamente svaniti nel nulla, stavano collaborando! « E adesso? »
Leliana guardò attentamente il cielo nuvoloso. « È tutto nelle mani del Creatore! »


 
Fine?





Angolo Autore:
Signore e signori... finalmente siamo arrivati alla fine di questo lungo viaggio e racconto di “Enyalis Hawke”. Insieme a questa storia abbiamo passato il tempo che restava e che ci separava da Inquisition, so che molti lo hanno già tra le mani ma io lo andrò a prendere subito dopo aver pubblicato questo capitolo ^^. Commentiamo per l'ultima volta questa storia.

Un capitolo bello e difficile, parlo solo della guerra in effetti e della dura scelta di schierarsi con i maghi, una cosa che faccio spesso perché il più delle volte Meredith è un po'... pazza ^^! Ma ha ragione riguardo la magia del sangue, sono rimasto veramente sconvolto quando vidi Orsino ricorrere alla magia del sangue, così stava facendo il gioco della comandante ed era assurdo! Stupido :@ Non ho voluto fare un epilogo... in effetti non sappiamo come la storia finisce visto che sarebbe Varric a raccontarla, ma possiamo sperare che sapremo la fine dei compagni. Ho voluto aggiungere un “Fine?” perché chissà... magari tra qualche giocata riuscirò a scrivere una ff su Inquisition... chi lo sa XD

Voglio ringraziare Alithea perché anche in questa piccola impresa mi è stata vicina, mia ha sempre dato ispirazione per continuare grazie alle sue bellissime recensioni. Da oggi non ci resta che giocare al tanto atteso terzo capitolo. Grazie anche a tutti coloro che hanno letto la mia fanfiction e che in futuro mi seguiranno. Ora vado a prendere il gioco così da potermi isolare dal mondo... xD

 
Grazie ancora a tutti :)

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