Avrei dovuto salvarti

di Joey_97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il telefono squilla ***
Capitolo 2: *** L'aereo ***
Capitolo 3: *** Confessioni ***
Capitolo 4: *** Senza di te ***



Capitolo 1
*** Il telefono squilla ***


23 Gennaio 2008.

Non vedevo Heath da più di tre mesi, non mi rispondeva al telefono, al cellulare, non rispondeva agli SMS né ai miei messaggi in segreteria da 6 settimane. Durante quel periodo sapevo che stava bene solo tramite Michelle, che mi aveva chiamato due settimane prima dicendomi che l'aveva sentito per parlargli di Matilda, che era stata poco bene. Era stata una telefonata insolitamente breve, a detta sua. Ma poi non era più riuscita a rintracciarlo nemmeno lei, che essendo a LA per delle riprese non poteva verificare di persona ed anche Heath era impegnato con un nuovo film a NY da qualche mese.

In quei giorni mi sentivo il petto stretto in una morsa micidiale, tra ansia, paura, tristezza perchè non ci eravamo visti nè sentiti come al solito... Come facevamo da 4 anni, senza mai un interruzione. Non era mai successo che stessimo separati per cosi tanto tempo, senza nemmeno parlare al telefono. Non potevamo fare a meno l'uno dell'altro. Per la maggior parte del tempo stavamo a casa mia da quando aveva lasciato Michelle e ci separavamo solo nei week-end in cui doveva stare con Matilda e andava nel suo appartamento a Soho oppure quando andava fuori città per qualche intervista o evento

Anche nei mesi passati stava vivendo li, a Soho, perchè era impossibile fare la spola da NY a LA ed io non potevo andare da lui per via di varie promozioni,interviste e photocalls che mi tenevano inchiodato qui.

Se solo avessi immaginato, se solo ci avessi riflettuto un po' di più. Se solo Heath si fosse aperto di più con me, se mi avesse parlato, se si fosse sfogato...Forse...Forse ora non sarei davanti al computer, con gli occhi gonfi dalla notte passata in bianco a piangere, a rigirarmi tra le coperte in preda agli spasmi, non riuscendo a respirare perchè non mi capacitavo di quello che mi era stato detto poche ore prima. Non avrei mai immaginato che avrei dovuto farlo, che avrei dovuto prenotare un volo per Sydney, per andare a salutare per l'ultima volta il mio migliore amico, il mio compagno...l'amore della mia vita.

Dio... Perchè Heath!?...Perchè mi hai lasciato!!?

Due giorni prima era successa una cosa che avrebbe segnato la mia vita per sempre, per la quale non mi sarei mai più ripreso, ero morto anche io dopo quella notizia, e avevo l'impressione che non sarei mai più riuscito a tornare a vivere...

 

 

Ero appena tornato a casa dopo un pomeriggio passato con mia sorella e mia nipote in centro, avevamo deciso di portare alle giostre Ramona e poi fare una passeggiata, come facevamo spesso. Avevo cenato relativamente tranquillo, con un po di ansia in meno dopo la chiamata di due settimane prima di Michelle che mi aveva garantito che Heath stava bene, quindi mi ero messo l'anima in pace pensando che fosse solo occupato dalle riprese e fosse troppo stanco alla sera per poter fare altro se non dormire... Sapevo fin troppo bene quanto Heath mettesse tutta l'anima in ogni cosa che faceva , soprattutto la recitazione. Veniva letteralmente assorbito dalla storia, dal suo personaggio, lo studiava in ogni sua sfaccettatura, in modo quasi morboso. Era stato uno dei motivi delle rare “litigate” tra di noi, perchè secondo me si estraniava troppo dal mondo, e da me, quando lavorava. E lavorava veramente, veramente tanto. Volevo solo che si rilassasse un pò, che staccasse la spina ogni tanto, che non pensasse a nulla quando eravamo insieme, solo a noi due , ai nostri momenti...

 

Verso le undici di sera, quel giorno, ho ricevuto una chiamata ma ho lasciato squillare a vuoto per un po' con la vivida intenzione di non rispondere, era stata una giornata interminabile, volevo solo dormire!

Ma poi qualcosa mi aveva risuonato in testa e mi ero alzato di scatto dal divano, rispondendo prima che dall'altro capo mettessero giù. Era stata la telefonata peggiore della mia vita e mi sembrò durare un eternità.

Una volta risposto, ho riconosciuto a fatica la voce di Ashleigh, la sorella di Heath, rotta dai singhiozzi e dagli ansiti, sconvolta. Ho sentito immediatamente un tonfo al cuore, come se mi ci avessero tirato un' incudine di piombo sopra.

No... No ti prego, fa che non sia quello che penso...

Ho scoperto pochi minuti dopo che quello che a cui stavo pensando in quel momento era molto peggio della realtà. Perchè mai, un pensiero simile mi sarebbe passato anche solo per un secondo per la testa. Heath non avrebbe mai fatto una cosa del genere...

Ash dall'altro capo aveva fatto un mezzo sospiro di sollievo per avermi trovato al telefono e tra le lacrime e i singhiozzi stavo capendo molto a fatica quello che mi stava dicendo, inoltre l'accento australiano non era il mio forte. Fortuna che Heath lo aveva perso quasi del tutto durante la sua carriera...

-Jake! Jake, dio santo, ti ho trovato!!- Staca singhiozzando e tirando su col naso, aveva la voce roca e bassa

-Ash!!! Ashleigh calmati!! Che è successo!? Stai bene? Heath... lui sta bene? E' successo qual...- Ma mi ero interrotto perche aveva riominciato a piangere scompostamente. La mia ansia saliva, la paura stava prendendo il sopravvento su di me. Doveva essere più grave di quel che pensavo. Mi si era gelato il sangue solo al pensiero.

-Dio Jake!!!Sì,sì io sto bene... Ti prego siediti devo dirti una cosa... una cosa importante...- Aveva un tono disperato che mi stava facendo agitare ancora di più. Stavo cominciando a respirare male, così avevo deciso di slacciare i primi bottoni della camicia che avevo ancora addosso dal pomeriggio e incespicando all'indietro ho incontrato il divano, su cui lentamente e senza pensare mi sono seduto.

-Ash cazzo! Mi stai spaventando, vuoi dirmi che diavolo è successo!??- Mi stavo cominciando ad alterare perchè Ashleigh continuava a balbettare cose senza senso, troppo velocemente per capirla.

-Sì... sì scusa... Ora mi calmo... Non ci riesco Jake, non riesco a dirtelo per telefono ma...- nessuno dovrebbe ricevere una notizia del genere per telefono ma dovevo dirtelo... dovevi saperlo da qualcuno di familiare e non dai media...

-Ash ti prego dimmi che cavolo è...-

-JAKE HEATH E' MORTO!!!... Heath...è... è... lui...- Aveva urlato di colpo per poi abbassare il tono e ricominciare a piangere ancora peggio di prima mentre io cominciavo a sentire tutto ovattato, la testa mi stava per scoppiare, avevo un dolore alle tempie martellante... No... no cazzo!! NO!!! Non è possibile, non è così, Ash si sta sbagliando..

Ma no, Ash non poteva dirmi una cosa del genere senza esserne sicura e poi era sua sorella... Era di sicuro la prima che avrebbero avvertito, insieme al resto della famiglia a Sidney

Anche io, però, ero la sua famiglia...

-Ash... cosa stai dicendo... non...non stai dicendo sul serio... - Mi era uscito come un soffio, così piano che non ero nemmeno sicuro di averlo detto davvero o che lei avesse sentito la mia voce.

-Oddio Jay... Mi dispiace... mi dispiace tanto...io...io non avrei voluto dirtelo in questo modo ma... Scusa ma non potevo non avvertirti subito... sei la prima persona che abbiamo deciso di chiamare... La mamma ha chiamato Michelle poco fa ma non trovavmo il tuo numero della casa a Los Angeles e tu avevi il cellulare spento e...- Sentivo una voce poco chiara, interrotta da singhiozzi e sussurrata talmente piano e ad una velocità tale che con quel trambusto che avevo in testa non fui sicuro di aver capito bene le sue parole.

-Ash... come è possibile... io... lui... Michelle mi aveva detto che stava bene, che lo aveva sentito qualche giorno fa... Come cazzo è possibile! cosa... cosa è successo? - Senza rendermene conto avevo cominciato a urlare, piangere singhiozzare e non mi importò molto se Ash mi avesse capito o meno.

-Jay, calmati!! E' successo oggi nel primo pomeriggio... Ma lo hanno trovato poche ore fa... ci... ci hanno chiamato e... e io ho pensato subito a te... e.. Jake devo dirtelo, mi dispiace. Non voglio che tu lo legga su qualche giornale... Lui si è.... Heath si è suicidato, Jay... O almeno è quello che ha detto la polizia quando ci ha chiamato, lor... loro hanno detto che è stato intenzionale... mi dispiace tanto Jay...- " Aveva cominciato a parlare velocemente, forse per l'agitazione ma era troppo per il mio cervello che aveva rallentato tutte le sue funzioni per assimilare le ultime notizie.

 

Mentre Ash parlava, sentivo tutte le forze defluire da mio corpo lentamente come un contagocce che viene svuotato, le lacrime mi rigavano il viso, lo sguardo fisso fuori la vetrata del balcone. Il corpo immobile, le orecchie che ronzavano, sentivo che se avessi mosso un solo muscolo, mi sarei spezzato per quanto ero teso.

No... no... Heath! Cristo, il mio Heath!

Silenzio. Tutto quello che sentivano le mie orecchi appena Ash aveva smesso di parlare era silenzio. Un silenzio doloroso. Ero riuscito dopo qualche minuto di shock, a recuperare quel poco di funzioni mentali e un minimo di controllo per calmare i singhiozzi e capire come reagire a quelle parole, nel frattempo Ash era rimasta in silenzio dall'altro capo tirando su col naso e cercando di respirare a fondo per calmarsi, dopo avermi detto tutto quello che sapeva.

Cosa che dovevo fare anche io che non mi ero reso conto di stare trattenendo il fiato fino a quel momento.

-Ok...ok Ash adesso vado in areoporto e cerco un last-minute per NY e ti raggiungo e insieme...- Mi interruppe riprendendo a parlare, leggermente piu calma di prima ma con un tono sconsolato.

-No... No Jake... non venire a NY... Domani trasferiamo direttamente il corpo a Perth, con la massima discrezione... Già c'è stato troppo trambusto stasera con i media fuori l'appartamento a Soho e tutto il resto... Vogliamo mantenere un po' di privacy... Và direttamente a Sydney ci vediamo lì nella sua casa davanti all'oceano... Ci sistemiamo un attimo e dopodomani faremo i funerali sulla spiaggia... La sua piccola spiaggia dietro la casa.-

-Va... va bene... allora adesso lo prenoto e...-

-No, Jake... dormi... riposati... sarai sconvolto, come tutti noi... cerca di riprenderti un po', ti serve dormire un pò per affrontare il fuso orario domani, o se proprio non ci riesci almeno cerca di riposare e basta... Domattina vai direttamente al LAX e prendi il primo volo... Molte delle tue cose sono rimaste nella casa a Sydney dall'ultima volta, non c'è bisogno che ti porti dietro molte cose... solo... solo l'abito scuro... -

-Sì... hai ragione... ci... ci proverò...Grazie Ash, di avermi chiamato... e.. e mi disp... mi dispiace tan...- Ma non riuscivo a parlare interrotto nuovamente dalle lacrime che sgorgavano inesorabili dai mie occhi oramai già gonfi e stanchi.

-Shhh... Shhh Jay... stà tranquillo... ce la faremo... insieme!- Disse dolcemente Ash con un lieve tremolio nella voce segno che non avrebbe retto ancora per molto a trattenere le lacrime, prima di salutarmi e ripetermi di riposare.

 

E così eccomi qua... alle 7 del mattino collegato al sito del LAX in cerca del primo volo per Sydney.

Fortunatamente ne avevo trovato uno alle 8.15, diretto. Sarei arrivato di notte ma non c'erano problemi, Ash mi sarebbe venuta a prendere a qualsiasi ora e mi avrebbe accompagnato a casa di Heath per sistemarmi e farmi una dormita, sempre che ci fossi riuscito, prima del... prima... No non riuscivo nemmeno a pronunciare quella parola, ci credevo, non è possibile, non stava accadendo davvero... Perchè mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere. Volevo solo stare con te Heath! Cristo, volevo invecchiare con te... Era chiedere tanto?

 

Nda: Saaaalveeee!!! Questa è la mia prima storia! l'ho scritta dopo aver letto una shot sempre ispirata a loro e tante tante altre storie su di loro che sono i miei amori da quando hanno fatto Brokeback Mountan! Si vi avverto piangerete tanto, ho piato io mentre la scrivevo!! ho sgocciolato tutta la tastiera muahaha che masochista!!! Detto ciò spero vi piaccia... non so quanti capitoli verranno perche ho scritto circa 15 fogli di word e non so in termini di capitoli su efp quanti saranno! Ma la storia è già finita quindi tranquilli la leggerete tutta e in poco tempo... cercerò di aggiornare quasi tutti i giorni!! Quindi se vi piace questo primo spezzone lasciate una recensioncina piccina picciò XD AGGIORNAMENTO: Ho ripreso in mano questa storia a distanza di svariati anni e la sto rivedendo e correggendo, piu per una questione personale che altro ma avere un feedback sarebbe comuqnue cosa buona! grazie e a presto! -Joey

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Capitolo 2
*** L'aereo ***


La mattina dopo, mi ero svegliato dopo essere crollato per appena un paio d’ore e con la testa che mi stava scoppiando, ho chiamato un taxi per il LAX. Una volta salito a bordo mi sono abbandonato sul poggiatesta del sedile e ho chiuso gli occhi, sfinito. Sentivo le voci delle assistenti di volo che spiegavano il solito protocollo di emergenza, qualche bambino che piangeva, una coppia che litigava ma era come se io fossi da un’altra parte con la mente, non ero più consapevole di nulla. Mi sentivo come un corpo inconsistente, senza forze, stanco morto, svuotato... Persino i miei occhi si erano stancati di piangere e le lacrime avevano lasciato spazio ad una lacerante apatia.

Non ero riuscito a dormire, solo perdermi nei miei pensieri e... nei ricordi.

Come avrei fatto d'ora in avanti? Heath... amore... Come faccio adesso da solo? Tu sei la mia ancora, il mio sostegno, sei tu che mi riporti coi piedi per terra quando la mia fantasia prende il volo, sei tu che riesci a farmi calmare quando sono arrabbiato, o a farmi sorridere se sono giù, che riesci sempre a farmi vedere il lato positivo, sei la persona che mi ha salvato durante i momenti più difficili della mia vita ... Eri... Abituatici Jake...

 

Una volta arrivato a Sydney la sera del 23 Gennaio 2008, data che non avrei mai dimenticato, ho incontrato Ashleigh con il suo fidanzato che mi aspettavano agli arrivi. Non ci siamo detti niente, ci siamo abbracciati solamente, l’ho stretta forte a me, lei completamente racchiusa tra le mie braccia e io che le accarezzavo la testa. In fondo mi ero affezionato tanto a lei in questi anni, era come aver adottato un'altra sorella più piccola. Nessuno avrebbe potuto capirci, nemmeno i loro genitori... Perché io e Ash avevamo un legame speciale con lui, che aveva solo con noi, conoscevamo dei lati di lui che nessun’altro conosceva.

Per tutto il viaggio siamo rimasti in silenzio, mentre mi spogliavo dei vestiti superflui dato che in Australia a Gennaio era estate e faceva caldo anche a quell'ora di notte.

Dopo avermi lasciato davanti al porticato della casa ci siamo salutati solo con un cenno della mano e un accenno di sorriso da lontano, non essendo nessuno di noi emotivamente in grado di fare di più .

Sono entrato in casa con la mia copia di chiavi e ho lanciato malamente la borsa nell'ingresso, insieme alle scarpe e alla giacca. Ricordo di essere rimasto senza fiato per un tempo indefinito e non per la sensazione che si prova di solito nel tornare in un luogo che non si vede da tanto, come di smarrimento ma proprio perché era esattamente come me la ricordavo dall'estate precedente. Tutto era immutato, di un'immobilità quasi spaventosa e la cosa più brutta che mi lasciò una fitta al petto era stato il pensiero che mi aveva attraversato la mente nell'istante in cui ho messo piede in salone. Quella stanza, quel divano, il tappeto davanti alla porta finestra...

Dio, non immaginavo fosse così doloroso...

 

Entrare per quella porta senza di lui era stata una sensazione orribile, quasi come se mi fossi reso conto solo in quel momento che se n'era andato davvero...Per sempre.

 

Sentivo gli occhi che si riempivano di lacrime, lentamente, e poi le gocce scivolare piano sulla mia guancia, fino a un lato della bocca e improvvisamente la mia lingua percepì qualcosa di salato bagnarla. Era un pianto silenzioso, senza singhiozzi, urla, gemiti. Era come involontario, anche volendo non sarei riuscito a fermare le lacrime, che erano salate,come sempre, ma non erano mai state così “pesanti” prima d'ora.

Dopo un breve momento di calma, il senso di oppressione era tornato di colpo quando per un istante mi era caduto lo sguardo su una cornice... Una nostra foto messa lì da lui per dimostrarmi, per dimostrare a entrambi che ora anche quella casa non era più sua come nemmeno quella a LA non era più solo mia ma erano diventate nostre . L’ho presa in mano con un gesto inconsapevole e l’ho stretta al petto convulsamente come se stringendola avessi potuto riaverlo con me, tra le mie braccia, lui in carne e ossa e non solo un immagine.

 

Non so per quanto tempo sono rimasto in quella posizione, in piedi in mezzo alla stanza, ancora vestito dalla mattina, continuando a piangere e assecondando quel dolore che, avevo capito in quel momento, necessitava solo di essere sentito.

 

Era notte fonda credo, quando finalmente mi sono concesso di sdraiarmi sul divano, sfinito, ancora vestito, senza più forze, forse ho dormito anche per qualche ora, più per esaurimento che per voglia di dormire vera e propria. Non ho avuto il coraggio di salire le scale, entrare in quella camera, la nostra camera da letto,con le nostre foto, alcuni vestiti suoi e miei nell'armadio, le sue tavole da surf nella stanza accanto. Mi sembrava come se fosse sbagliato entrare in quella stanza, in quel letto senza di lui... Non aveva nemmeno senso... Nulla aveva più senso.

Mi aveva svegliato la mattina del 24 Gennaio la luce forte che entrava dalla vetrata della veranda, che dava direttamente sulla piccola spiaggia sul retro. Sapevo che era li che si sarebbe tenuta la cerimonia, ma non osavo guardare fuori, continuavo a distogliere lo sguardo anche dopo essermi alzato per darmi una sistemata e mettere qualcosa sotto i denti, solo perchè il mio stomaco stava protestando dalla sera prima, perchè di cibo, proprio non avevo voglia. Al massimo caffè, tanto caffè! E magari un'aspirina...

Intanto, fuori vedevo arrivare delle persone che stavano allestendo la spiaggia con fiori, panche, gazebi , varie piante e il legìo dal quale il sacerdote avrebbe tenutp la cerimonia.

Non avevo avuto tempo nemmeno di scrivere un elogio funebre decente, per la fretta con cui mi ero precipitato lì. Ma non importava... sapevo benissimo, anche troppo bene cosa provavo e cosa avrei voluto dire. Ma mi sarei comunque trattenuto.

Nessuno sapeva della nostra storia ovviamente, solo Ash a cui l'avevamo detto l'anno prima quando ci è, anzi , gli è piombata a casa dicendogli che sarebbe rimasta per parecchi mesi per seguire un corso all'università di NY che era in collaborazione con la sua a Sydney. All’inizio era stata molto sorpresa ma anche felice vedendoci, perchè si era accorta fin da subito che il nostro era un legame speciale, profondo.

Alle 10.30 era tutto pronto per la cerimonia e cominciavano ad arrivare alcune persone, parenti , immaginai, e forse qualche amico che aveva nel quartiere o che conosceva dai tempi della scuola.

Sarebbe venuta ovviamente anche Michelle con la bimba, erano arrivate il pomeriggio del giorno prima e stavano dai genitori di Heath che non avevano voluto lasciarle in albergo. Anche se lui l'aveva lasciata anni prima, Michelle e Sally erano rimaste sempre in contatto, più che altro per la piccola che meritava di conoscere anche i nonni paterni.

Quel fatto mi rendeva un pò nervoso, avrei rivisto Mati dopo molto tempo, me la ricordavo ancora in fasce. Nonostante fossi il suo padrino la vedevo molto raramente, anzi quasi mai, solo qualche volta quando passava i weekend con Heath e lei chiedeva di vedermi e come tutti i bambini, per quel poco tempo che ci vedevamo si affezionava sempre di più a me. E io a lei... Nel profondo delle mie più sfrenate fantasie sognavo una vita con Heath, in un'altra casa, comprata insieme solamente per noi, e con Matilda , come se fosse nostra figlia. Volevo bene a Michelle, davvero, ma il desiderio di una vita normale e alla luce del sole con lui scatenava in me questi pensieri egoistici e anche un pò fuori luogo. Desideravo davvero una famiglia con lui, un giorno. Lo amavo talmente tanto... No... Lo amo, lo amo ancora... e lo amerò sempre.

Cazzo... era troppo difficile, non sapevo come affrontare una cosa del genere, praticamente ed emotivamente. Non ero preparato, per niente. Dove potevo trovare la forza per un momento del genere, per affrontare tutto questo... senza di lui?

Andiamo Jake. Cazzo rialzati, datti una sistemata... fallo per lui,preparati per lui, come se dovessi andare ad un appuntamento con lui, come quando uscivate per il vostro anniversario. Dimostragli che ci tieni davvero, che puoi farcela per lui... Fallo anche per Mati, per Ash...Resisti.

Qualcuno aveva bussato alla porta-finestra della veranda e io, che ero pronto da 10 minuti mi sono avvicinato alla sala per scoprire chi fosse.

Cazzo. Michelle. Come sapeva che ero lì?

 

 

Nda: Salve a tutti ecco il nuovo capitolo... ho cancellato la storia scritta in origine e la sto ripubblicando con delle correzioni e modifiche e aggiunte. Sono passati anni dalla pubblicazione ma questa è la mia prima storia e l'unica che ho pubblicato qui e ci sono molto legata e ci tengo che resti qui una versione piu pulita e aggiornata rispetto a quando è stata scritta di getto tanti anni fa. Non so se chi aveva già letto la storia avrà piacere di rileggerla ma in ogni caso un benvenuto anche a chi non l'aveva letta e la leggerà per la prima volta. Un saluto a tutti :)

-Joey 

 

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Capitolo 3
*** Confessioni ***


Volevo farlo. Ci avevo pensato bene, volevo dirle tutto.

Ok bhe... non proprio tutto forse, ma volevo raccontarle di me e Heath, magari omettendo la parte in cui lui era ancora sposato con lei quando abbiamo cominciato a capire che tra noi non poteva essere solo amicizia, per quanto forte.

Non volevo darle anche quel dispiacere, volevo solo che sapesse che Heath era stato felice, che era si era innamorato finalmente, che non era solo e che aveva capito davvero quello che voleva. Per anni dopo la separazione Michelle aveva tirato fuori di tanto in tanto la questione relazioni quando sentiva Heath, in fondo erano rimasti amici e lei voleva vederlo felice con un’altra persona accanto, che gli desse quella felicità e spensieratezza che la loro relazione a lungo andare non aveva saputo dargli.

 

-Hey Michelle... Ciao...- La salutai, dissimulando la mia ansia, subito dopo aver aperto il vetro scorrevole della finestra.

Aveva un aspetto pessimo, gli occhi gonfi, rossi, oscurati da un alone che non sapevo definire, ma sicuramente era un misto di angoscia e tristezza... un po come i miei.

-Ciao Jake... Come stai?Ahh scusa io... scusa, che domanda stupida...- feci un mezzo sorriso per sdrammatizzare facendole capire che non importava.

-Tranquilla... non fa niente,da qualche giorno a questa parte è la domanda più genttonata a quanto pare...bhè, diciamo che... perdonami, ma non mi va di parlarne ancora...- Avevo tentato di risponderle, cercando di sembrare normale ma stavo morendo dentro e non riuscii del tutto a nasconderlo.

Infatti se ne accorse facendo subito dopo un gesto che per un attimo mi spiazzò.

Mi si lanciò addosso abbracciandomi, stringendomi le braccia attorno al collo.

-Oddio Jake... è così difficile, non so nemmeno io come fare, non so come reagire, so solo che devo essere forte per Matilda ma non... non ci riesco!! io... io non.. da sola non ce la faccio...- stava cominciando a piangere silenziosamente.

-Michelle calmati...stai tranquilla... Non sei da sola!- Le dissi dolcemente, guardandola negli occhi, per farla calmare perchè stava cominciando a singhiozzare.

 

Dopo un tempo indefinito la sentii annuire contro il mio petto e tirare su col naso, per poi guardarmi di nuovo negli occhi.

-Grazie... si, hai ragione. Grazie di tutto Jake, per essere qui, per.. per..- Ma la interruppi cappendo che non ce la faceva ancora a parlare.

-Hey... è ovvio che io sia qui, si tratta di lui, non avrei potuto non esserci.-

 

Ci separammo lentamente mentre lei sembrava essersi ripresa. Era vestita di nero come me. Stavo cominciando a odiare quel colore, mi appuntai a mente che non avrei mai più indossato nulla di nero, almeno per un bel pò.

-Comunque... ero venuta a chiamarti, tra poco cominciamo e... mi chiedevo... ecco, stanno trasportando la bara qui davanti alla casa, così faranno il giro e la metteranno su quel piccolo palco in spiaggia, davanti all'altare. Così... ecco pensavo che ti avrebbe fatto piacere portarla tu... insieme al padre, al cognato e un amico d’infanzia di Heath.-

Rimasi di sasso a quella richiesta, da un lato mi aveva fatto piacere che me l'avesse chiesto ma.. Dio, non so se potevo farcela, se sarei riuscito a toccare la bara... a stare così vicino a lui...No Jake, non cominciare a piangere di nuovo, sii forte!

 

 

-Oh.. io...ehm, si, si certo che mi farebbe piacere, conta su di me!- Dissi dopo un po' di incertezza ma non volevo deluderla e soprattutto deluderlo. Ma nel dirlo mi sentii molto strano... Non era possibile che stessi per farlo! Non lo avrei mai voluto, non avrei mai voluto doverlo farle!

-Grazie! Davvero Jake, da parte di tutti. Tra mezz'ora cominciamo se vuoi aspetto qui con te finche non arriva il carro funebre.- Ok questo è il momento giusto...

 

-Sì! Grazie... a... a dire il vero dovrei parlarti di una cosa... ti va se ci sediamo sul divano?- Partii cautamente con questa premessa, aspettando la sua reazione, un pò confusa.

-Ehm... si, certo, è successo qualcosa? Stai bene?- Chiese un po incerta e quasi preoccupata.

-Oh si è tutto apposto, sto bene... Volevo... parlarti di una cosa, una cosa mia e di Heath.- Feci una pausa per studiare la sua reazione. Appena lo nominai abbassò lo sguardo e poi lo ripuntò nel mio e annuì.

-Si... ti ascolto.-

-Ecco è... è una storia lunga.- presi un bel respiro per cominciare.

 

- E' cominciato tutto quando vi siete separati, sai, noi eravamo diventati grandi amici già dopo Brokeback Mountain e poi avevamo continuato a sentirci e mi teneva aggiornato sulla vostra storia e sulla gravidanza, mi raccontava di Mati quando non ci potevamo vedere per lunghi periodi.- Pausa. Lei stava annuendo, un pò spaesata da quella conversazione... Ovviamente quelle cose le sapeva anche lei.

-Si... si lo so era continuamente al telefono...- Fece una mezza risata amara, ricordando quando ancora stavano insieme e soprattutto quando lui era ancora con noi.

-Già...- Abbassai lo sguardo preparandomi a dirle quello che dovevo dirle.

-Si bhè... insomma quando mi ha detto che vi eravate lasciati io ho pensato che stesse a pezzi e l'ho invitato a casa da me, qualche giorno per staccare un po' e gli promisi che lo avrei ospitato finchè non avrebbe trovato un altro appartamento dove stare stabilmente... Dopo qualche settimana mi disse che lo aveva trovato a NY, appunto a Soho...-

Mi si seccò un istante la gola pensado a quell'appartamento, dove due giorni prima, le stelle avverse al nostro amore hanno portato via Heath da me, per sempre.

Michelle aveva ancora la stessa espressione stranita da quel discorso e non aveva ancora capito dove volessi andare a parare, ma non disse nulla si limitò a farmi cenno di andare avanti.

-Comunque, continuammo a vederci molto piu spesso di prima, e ogni volta ci dispiaceva sempre di piu salutarci... Adoravo passare le giornate con lui, le nostre uscite, le nostre solite ciacchierate...- Cominciai a sentire gli occhi lucidi e le lacrime spingere prepotentemente per uscire. Non ce la feci a trattenerne una ma non mi scomposi, e nemmeno lei.

-Bhè ti risparmio i particolari, sarebbe una storia troppo lunga e magari non vuoi nemmeno sentirla... Insomma Michelle il punto è che... quello di cui volevo parlarti...- Sospirai profondamente e mi misi le mani fra i capelli non riuscendo a pronunciare quelle parole, con la paura che lei non capisse.

-Avanti Jake mi stai facendo venire l'ansia e mi stai cominciando a spaventare!- Disse con tono spazientito e lamentoso.

-Okok è che... non è facile da dire così... Michelle,vedi.. io e Heath abbiamo scoperto che non volevamo più essere solo amici e che cominciavamo a vederci sotto una luce diversa. Un giorno è successo tutto così infretta che non ce ne siamo nemmeno resi conto... non sapevamo come dircelo così... abbiamo lasciato stare le parole e ce lo siamo detti a gesti. Io e Heath ci piacevamo, davvero. Volevamo soltanto stare insieme, in tutti i sensi.- Sorvolai di proposito sulla sua espressione stupita, aveva aperto leggermente la bocca e aveva spalancato gli occhi...

Non seppi definire cosa stava provando in quel momento ma andai avanti o non ce l'avrei mai fatta a continuare.

-Quel giorno ci siamo baciati... per la prima volta... Siamo stati un pò impacciati ma ci siamo resi conto da subito che era quello che avevamo sempre voluto. Poi ci conoscevamo così profondamente l'uno con l'altro che alla fine è stato inevitabile... Dopo pochissimo tempo ci siamo innamorati, così profondamente che, ti giuro, non avevo mai provato nulla di così forte per nessun'altro, nemmeno per una donna...Da quel giorno siamo stati insieme per 3 anni... I piu belli della mia vita, della nostra vita. Michelle... lo so che non ci crederai ma... Heath era felice,per la prima volta lo vedevo davvero felice e stavo bene anche io. Eravamo felici! Ma non abbiamo detto nulla a nessuno, bhè quasi nessuno... Non era una cosa semplice da dire. Ma ti assicuro Michelle che lui, in qualche modo ti aveva amato! Amava Matilda piu di se stesso , piu di qualsiasi altra cosa! Io non ho voluto portalo via da voi... ti assicuro che è successo dopo! -Chiarii per essere sicuro che avesse afferrato e non fraintendesse... insomma che non capisse tutta la verità...In fondo ero un'attore discretamente bravo...

 

Michelle non mosse un muscolo per tutto il mio monologo e notai solo che le luccicavano un po gli occhi.

-Jake... io non so cosa dire...- disse dopo quella che a me sembro un'eternità, aveva spalancato gli occhi ed era molto sorpresa.

-Se... se è vero quello che mi dici... bhè ora mi spiego alcune cose ma... ma non me lo sarei mai immaginato... Dio, Heath. Con un altro uomo! Ahh scusa ma è difficile da mandare giù, soprattutto dopo quello che c'è stato tra noi e che io provavo per lui. Poi, scusa ma con te... bhè di sicuro sono molto sorpresa...- Disse un po sconsolata e rassegnata ma non mi sembrava così sconvolta, anzi... Ma per sicurezza rincarai la dose.

-Michelle... Credimi... Ti ho detto tutto questo non per vantarmi o per farti dispiacere , ma proprio perchè volevo che tu sapessi che Heath era stato felice negli ultimi anni... Che non era solo , che era amato! Che era innamorato veramente a sua volta.

Purtroppo non so dirti perchè negli ultimi mesi stava così male da spingersi a fare una cosa del genere e non so perchè prendesse quei farmaci... Davvero non ne ho idea... E un pò mi colpevolizzo per questo perchè io dovevo esseci, dovevo stare con lui per aiutarlo per stargli vicino in un momento così... Ma non sono stato abbastanza bravo, abbastanza attento...Dio... scusa...- Cominciai a piangere silenziosamente lasciando solo scorrere le lacrime senza cercare di fermarle.

 

-Oh Jake... Però se quello che mi hai detto è vero... che era felice... bhè, cambia tutto...- Fece un sospiro profondo e poi si alzò per venire ad abbracciarmi così forte che mi meravigliai che una donna così esile come lei potesse avere una stretta del genere.

-Scusa, scusami Michelle se te lo abbiamo tenuto nascosto ma... vi eravate lasciati da poco, poi con la bambina... era meglio così. Di sicuro lo avremmo fatto un giorno, ma avrei voluto farlo con lui presente, molto più in là... tra qualche anno, quando anche Mati sarebbe stata piu grande.- Dissi con amarezza, tristezza, angoscia, rammarico e tutte le orribili sensazioni che si possono provare in una sola volta.

 

Michelle non disse piu nulla per molto tempo rimanendo stretta a me e anche io la circondai con le braccia, e ad un certo punto non so dopo quanto la sentii cominciare a piangere sommessamente.

-Grazie Jake... grazie per avermelo detto, per esserti fidato... E soprattutto grazie per tutto quello che hai fatto per lui, per essergli stato vicino e averlo compreso. Per averlo amato, per essere stato capace là dove io non lo sono stata...- Disse un po dispiaciuta ma fermamente convinta delle sue parole. Lo si capiva dal tono di voce, ancora un po tremolante ma determinato a farmi capire le sue intenzioni. Ma io non riuscii a dire nulla ancora spiazzato dalla sua reazione, positivamente.

-E sappi che... ecco, isomma tu sei il padrino di Matilda, hai tutto il diritto di vederla, davvero , quando vuoi e poi anche lei sentirà la mancanza di una figura paterna d'ora in poi … so che si è affezionata molto a te... Magari anche lei percepiva quanto vi volevate bene e quanto eravate legati e sicuramente quell'amore era arrivato anche a lei. -

 

Il suo sgrardo, mentre mi diceva quelle parole era carico di empatia, complicità, affetto, e mi trasmise una tranquillità tale che fu come se avessi improvvisamente lasciato cadere dalle mie spalle tutto il peso di quelle ultime 48 ore. Sentivo che da quel momento in poi, non sarei stato più solo.

 

 

 

 

 

Saaalveee, ecco il terzo capitolo, anche questo revisionato e corretto, un po lungo stavolta e quasi tutto dialogato ma è una parte importante della storia, soprattutto l'ultima frase di Michelle... ok basta non vi dico piu nulla! Alla prossima un bacione -J

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Capitolo 4
*** Senza di te ***


 CAP 4: Senza di te
Mi commossero quelle parole così dolci, così sincere e la strinsi di nuovo con le lacrime agli occhi pensando, con il solito dolore al petto, a quanto sarebbero piaciute a Heath quelle parole, soprattutto sentite da Michelle. Pensai che si sarebbe commosso anche lui, che non amava mostrare le sue vere emozioni. Non ero sicuro, dopo quel momento così intenso, di poter sopportare anche la cerimonia.
Presi sotto braccio Michelle che aveva gli occhi un bel po' arrossati e decise di mettersi gli occhiali da sole scuri.Seguii anch'io il suo esempio, dato che i miei non erano messi meglio. Uscimmo dalla porta a vetri che dava direttamente sulla spiaggia e ci incamminammo direttamente verso il centro dove era stato allestito il tutto.
 
Ci siamo... Jake è arrivato il momento, non puoi tirarti indietro, fallo per lui  e per Michelle e sua figlia.
Ma,Dio come è difficile... Non so ce la faccio.

Stavo cercando di calmarmi in ogni modo ma come al solito ogni mio pensiero era rivolto a lui e non riuscivo a non pensarci, a non pensare a lui, a quello che gli era successo, a noi.A quello che eravamo e quello che avremmo pututo essere insieme.Alle cose che avremmo potuto fare insieme, agli anni che ancora avevamo davanti. 28 anni, cazzo,Heath... non puoi essertene andato così presto.

Così non andava affatto bene, mi stavo distruggendo da solo ed ero talmente perso tra i miei pensieri che non mi accorsi che Michelle mi aveva trascinato vicino al carro funebre dove ci aspettavano Kim,il padre di Heath,  il marito di Kate, la sorella maggiore di Heath, e quel suo amico di cui mi aveva parlato anni prima.
Appena mi resi conto del motivo per cui mi aveva portato lì cominciò a salirmi l'ansia, sostituita subito da puro dolore, in qualsiasi parte del mio corpo, quando aprirono la portiera e fecero scorrere il carrello con sopra...

No! no, amore mio... Il mio cuore in quel momento andò in mille pezzi, così piccoli che i frammenti sarebbero potuti passare per la cruna di un ago.
Sentii la solita fitta al petto che sentivo oramai quasi sempre dopo quella telefonata di Ash e fu talmente forte che mi portai la mano al cuore, stringendo la giacca, cominciando a repirare male.

-Hey... Jake! Cos'hai?! Ti senti bene!?- Chiese Michelle preoccupata essendosi accorta del mio cambiamento di colorito e del mio affanno. Mi sorresse meglio dal braccio guardandomi spaventata. Ero come paralizzato. Inconsciamente camminai verso la bara e la toccai con una mano, accarezzandola, ma erano come movimenti involontari, non controllati, automatici. 

Cominciavo a vedere sfocato.
-No...- dissi in un sussurro – Non... io... io non, non ce la faccio... scusate!- Dissi balbetando e cercando di inspirare, allontanandomi con uno scatto da Michelle e dall'auto. Mi girai e cercai di fare qualche passo, ma caddi in ginocchio sulla sabbia, scosso dai tremiti, le lacrime avevano ricominciato a scorrere senza nemmeno piu rendermene conto e cominciai a slacciarmi la cravatta in cerca di più aria.Stavo andando in ipervetilazione.

-Oddio! Jay... Jake!! Vieni, vieni a sederti...- Urlò spaventata Michelle che mi corse incontro accucciandosi vicino a me e cercando di farmi rialzare.

-Scusatemi, non mi... non mi sento molto bene- Dissi con il fiato corto.
-Va tutto bene Jake,tranquillo, va tutto bene. Vieni con me.- 

Michelle mi fece alzare e mi portò poco lontano per farmi sedere su un muretto.

-Respira.Così... Va tutto bene Jake, è tutto apposto. E' normale che ti senta così.- Disse con più calma per farmi tranquillizzare , passandomi un bracio attorno alle spalle, con una nota dispiaciuta nel tono di voce.

-No...no Michelle tu non capisci,tu non...- singhiozzai e tremai contro di lei, incapace di contenermi oramai.

-Tu non capisci... io devo essere forte, per lui,per Ash, per Matilda! Non posso crollare così! Non... non posso. - Dissi l'ultima frase con un sospiro amaro e rassegnato, rassgnato all'idea che oramai non mi sarei più sentito normale, ma avrei dovuto sempre cercare di nasconderlo, per essere forte per le altre persone, per dimostrare a lui che ce la posso fare.

-No... non è così. Non devi essere forte per nessuno , lui non vorrebbe che stessi male, non vorrebbe che tu ti sforzassi di essere “normale” solo per non far dispiacere agli altri. Hai tuttop il diritto di stare così, di stare male, di soffrire. Tu lo amavi! Anzi, tu lo ami ancora e sarà sempre così.Non negarti di provare ancora questo sentimento, perchè se lo provi veramente, è normale provare anche tanto dolore. E' così per tutti!- La ascoltai calmandomi un po' e dandole ragione.
 
Si. Io lo amo, lo amerò sempre. E se voglio continuare ad amarlo , continuerò anche a soffrire per il fatto di non averlo più con me.
Ma lo sopporterò come come posso per me, e per lui. Per noi.
-Ok... dai andiamo,si è fatto tardi, ci stanno aspettando.- dissi un po' piu calmo ma con la voce ancora rotta. 
Michelle mi fece un cenno d'asseso con la testa e un mezzo sorriso, un po triste, e ci avvicinammo di nuovo agli altri.
 
Ancora col respiro rotto non ci pensai due volte, e cominciai ad avvicinarmi alla bara, seguito dagli altri. Ce la caricammo sulle spalle. 

Le mie mani su quella bara, il peso del corpo di Heath che avrei preferito avere su di me, sdraiato nel letto , tra le coperte come sempre. Era un peso che conoscevo bene, quello del suo corpo , che adoravo sentire su di me. Non così. Non in quel modo.... Pensai a lui, al mio bellissimo, dolce amore lì dentro. 

Lo immaginai come quando, dopo aver fatto l'amore, si addormentava sul mio petto , o io sul suo o contro la sua schiena, e lo accarezzavo. Bello come un angelo, addormentato come un bambino.
 
Fu una pugnalata, quel ricordo. Ma lo ignorai continuando a camminare verso la spiaggia e adagiando la bara sul rialzo in legno.
Strinsi la mano agli altri uomini che la trasportarono con me e mi diressi alla panca vicino a Michelle, Sally, Ash e la piccola Matilda. Sì era venuta anche lei. Non so quanto capisse di quel mometo. Aveva solo quattro anni ma Michelle non poteva lasciarla a nessuno e così l'aveva portata raccontantole non so quale storia sul motivo per cui erano lì, sulla cosa a cui stava per assistere e per chi fossimo lì tutti quanti.
 
Abbracciai le donne una alla volta e poi presi Mati in braccio abbracciandola senza dire nulla, lei si nascose nell'incavo del mio collo. Aveva l'aria triste , perciò in qualche modo sua madre doveva averle spiegato qualcosa, ma non indagai, stringendola ancora a me. Non riuscii a trattenere una lacrima quando separandomi da lei la guardai bene e vidi i Suoi occhi. Gli occhi di Heath. Tirai un sospiro e le sorrisi per farle capire che andava tutto bene.
 
La tenni in braccio tutta la cerimonia, stretta a me, a parte nel momento in cui feci il mio elogio funebre, improvvisato lì per lì. Ma ogni parola era vera.
 Non fui troppo esplicito sui miei sentimenti, non era il caso, ma tutto quello che dissi era la verità. Dopo quel discorso mi sentii svuotato completamente di tutte le mie forze, ogni briciolo di energia era servita per tenermi insieme e non crollare mentre parlavo.
Il discorso di Michelle poi mi aveva tolto il fiato. Lei era ancora innamorata di lui, di un'amore diverso, diverso dal mio, diverso da quello che provava quando era sposata con lui. Condividevano una figlia, era legata per sempre a lui anche lei. 
 
 
 Poi lesse una poesia, un sonetto di Shakespeare. Lo recitò ad alta voce, guardandomi e guardando verso la bara ogni tanto. Gliela aveva dedicata quando erano ancora insieme, ma aveva sempre pensato quelle cose di lui.
 
“Devo paragonarti ad un giorno d'estate?
Tu sei più incantevole e mite.
Impetuosi venti scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell’estate e' fin troppo breve.
Talvolta troppo caldo splende l’occhio del cielo
e spesso il suo aureo volto e' offuscato,
e ogni bellezza col tempo perde il suo fulgore,
sciupata dal caso o dal corso mutevole della natura.
Ma la tua eterna estate non sfiorira',
ne perderai possesso della tua bellezza;
ne morte si vanterà di coprirti con la sua ombra,
poiche' tu cresci nel tempo in versi eterni.
Finche' uomini respirano e occhi vedono,
vivranno questi miei versi, e daranno vita a te. “
 
Era una poesia meravigliosa, sembrava parlasse proprio di lui. Me ne innamorai all'sitante , tra le lacrime e i sinhiozzi. Fui profondamente grato a Michelle per averla letta. 

Rientrai in casa subito dopo la cerimonia e dopo aver salutato ed essermi presentato ad alcuni dei presenti.
Dissi a Michelle che non ce la facevo ad andare al cimitero.Non potevo stare li a guardare mentre veniva messo in una buca profonda, seppellito lì per sempre. Lontano da me, dall'altra parte del mondo rispetto a dove abitavo. sapendo che non lo avrei mai più rivisto dopo quel momento. Pensando che non avrei più potuto stringerlo, baciarlo, fare l'amore con lui, dirgli “Ti amo“, uscire come facevamo sempre o stare sul divano a coccolarci. Pensando ai suoi occhi, scuri e profondi, dolci come quelli di un bambino a volte , ma allo stesso tempo così intensi e provocanti, alle sue labbra così perfette, al suo naso, che non avrei più potuto mordergli per dagli fastidio. Alle sue mani, le sue mani su di me, il suo tocco così delicato ma così forte, a quello che mi faceva provare solo sfiorandomi. 

Pensando a quando ci eravamo conosciuti sul set e ringraziando qualsiasi Dio esistesse per avermelo fatto incorntrare, per aver fatto in modo che fosse mio, per avermi permesso di essere suo. Pensando a quando ci ervamo dichiarati, al nostro primo bacio, la nostra prima volta, il nostro primo anniversario...
No, era troppo. Ma lei mi capì perfettamente e mi abbracciò, dicendomi che era orglogliosa di me per quello che ero riuscito a fare fin ora e che era già abbastanza così. Non dovevo dimostrare niente a nessuno. 
 
-Jake, davvero, sei stato bravissimo fin ora, non ti preoccupare. Non ti biasimo. Ma voglio essere vicina a Sally fino all'ultimo. Anzi, ti dispiace tenere Mati?... Non vorrei che vedesse... sai...-  
Ma non la lasciai finire, avendo capito perfettamente cosa stesse per dire ed ero d'accordo con lei.
-Certo! Certo, Michelle, non ti preoccupare penso io a lei... anzi credo che mi farà bene stare un po' insieme a lei. Mi è mancata moltoe poi... poi sai, rivedo tante cose di Heath in lei. - Dissi un po' incerto sll'ultima frase. 
Michelle annuì vigorosamente capendo alla perfezione quello che intendevo. Mi salutò con una stretta sulla spalla, tornando da Sally che era con Mati.
 Dopo averle detto che la mamma sarebbe stata via per un pò con la nonna per fare una cosa e che sarebbe rimasta con me, la portò dentro. Era contenta anche lei di rimanere un po' con me e mi si strinse il cuore a quel pensiero e al pensiero che Heath sarebbe stato al settimo cielo vedendoci insieme. Noi eravamo la sua famiglia. Siamo la sua famiglia.
 
 
Salutai Michelle con un abbraccio e lei ricambiò con un cenno complice. L'avevo fatto, glielo avevo detto, rischiando che non mi volesse piu vedere e di rovinare ogni rapporto tra noi perchè non potevo sopportarlo, non potevo portarmi dentro un segreto così grande da solo. D'accordo l'avevamo detto ad Ash anzi, lo aveva quasi scoperto da sola e comunque dato che sarebbe andata a stare da Heath per parecchi mesi non ci sembrava giusto fare tutto alle sue spalle... Poi era sua sorella, lo avrebbe scoperto comunque prima o poi. Però una cosa era avere lui accanto, che non mi faceva pensare a niente e a nessuno, con lui non mi importava di farci vedere in giro in attegiamenti un po' più espliciti perchè in quei momenti avevo occhi solo per lui. E soprattutto lui era riuscito a superare la sua timidezza, a buttare giù quel muro che aveva eretto attorno a sè quando era piccolo. Con me si era liberato e stava cominciando ad essere se stesso anche fuori dalla nostra storia. Finchè eravamo noi, finchè eravamo in due, avremmo affrontato qualsiasi cosa. Era il nostro segreto e per quanto avessimo voluto essere come tutte le coppie normali e mettere il nostro amore alla luce del sole, era bello condividere con lui quella cosa. Ma ora che ero rimasto solo, che avrei visto Ash una volta l'anno se era tanto, non avrei saputo come fare una volta a casa, chiuso nella mia solitudine senza poter dire a nessuno come mi sentivo veramente. Perchè sì è dura perdere il proprio migliore amico, ma quando questo è anche il tuo compagno, l'amore della tua vita, la cosa più importante al mondo... Bhè, ti distrugge, ti annienta lentamente, ti svuota dentro.
 
Ero stato fortunato che Michelle mi avesse capito, e se non avesse provato tanta stima e anche ancora un po' d'amore verso Heath, credo che non l'avrebbe presa così.
Lei più di ogni altra persona mi capiva, anche lei aveva amato davvero Heath, credo tanto quanto lo amo io, e anche se non erano più insieme erano in buoni rapporti e anche lui le voleva bene. Il nostro dolore era simile e l'avremmo potuto superare solo insieme, con l'aiuto di Matilda, un collegamento diretto con lui. Lei ce lo ricorda in tutto. Sì fisicamente somiglia anche a lei, ma lo sguardo, gli occhi stessi, le espressioni, le fossette che si formano quando sorride, la sua curiosità, determinazione nel fare le cose. Avrei voluto che avesse conosciuto meglio il suo papà, come lo conoscevamo io e la mamma, perchè potesse sapere che uomo straordinario, di talento, dolce e generoso era. Sarebbe stato un papà altrettanto capace, finora glielo aveva sempre dimostrato, e sono sicuro che non l'avrebbe mai delusa, l'avrebbe protetta sempre.
 
Heath avrei voluto che tu la vedessi crescere come farò io per il resto della mia vita! Ti giuro, non la lascerò mai, la proteggerò sempre, cercherò di essere per lei almeno un minimo di quello che eri tu. Avrei voluto esserti accanto in questo, sostenerti. Vederti felice con lei, mentre sarebbe cresciuta somigliandoti sempre di più, imparando da te, imitandoti, vedendoti orgoglioso di lei... Sarebbe potuto essere come in una bellissima favola...





-Saaalvee! Eccomi di nuovo... E' passato pochissimo tempo dall'ultima pubblicazione ma siccome la prossima settimana sarò piena di impegni non vorrei che passasse troppo tempo e che perdeste il filo della storia. Meglio prevenire che curare! ;) Comunque questo è un capitolo di passaggio da un momento imortante ad un altro momento importante da me inventati. Ovvio che anche il funerale è parte integrante della storia ma quello c'è stato veramente, io ho solo immaginato come poteva essere stato in base alla mia storia. Ma il momento che piu mi premeva descrivere comincia proprio dopo questo capitolo. 
Premetto che potrebbero esserci degli errori come gia mi è stato fatto notare quindi se li vedete segnalatemeli così che possa correggere la storia originale che è gia tutta scritta e finita ! Alla prossima -J 
 
 
CAP 5: In ogni parte di lei
Mi commossero quelle parole così dolci, così sincere e la strinsi di nuovo con le lacrime agli occhi pensando, con il solito dolore al petto, a quanto sarebbero piaciute a Heath quelle parole, soprattutto sentite da Michelle e pensai che si sarebbe commosso anche lui, che non amava mostrare le sue vere emozioni. Non ero sicuro, dopo quel momento così intenso, di poter sopportare anche la cerimonia.
Presi sotto braccio Michelle che aveva gli occhi un bel po' arrossati e decise di mettersi gli occhiali da sole scuri... Seguii anch'io il suo esempio, dato che i miei non erano messi meglio. Uscimmo dalla porta a vetri che dava direttamente sulla spiaggia e ci incamminammo direttamente verso il centro dove era stato allestito il tutto.
 
Ci siamo... Jake è arrivato il momento, non puoi tirarti indietro, fallo per lui , e per Michelle e sua figlia.
Ma.. Dio come è difficile... Non ce la faccio...
Stavo cercando di calmarmi in ogni modo ma come al solito ogni mio pensiero era rivolto a lui e non riuscivo a non pensarci, a non pensare a lui, a quello che gli era successo, a noi... a quello che eravamo, e quello che avremmo pututo essere, insieme... Alle cose che avremmo potuto fare insieme, agli anni che ancora avevamo davanti. 28 anni, cazzo... Heath... non puoi essertene andato così presto...
Così non andava affatto bene, mi stavo distruggendo da solo, ed ero talmente perso tra i miei pensieri che non mi accorsi che Michelle mi aveva trascinato vicino al carro funebre dove ci aspettavano Kim,
il padre di Heath, il cognato ovvero il marito di Kate, la sorella maggiore di Heath, e quel suo amico di cui mi aveva parlato prima.
Appena mi resi conto del motivo per cui mi aveva portato lì cominciò a salirmi l'ansia, sostituita da puro dolore, in qualsiasi parte del mio corpo quando aprirono la portiera e fecero scorrere il carrello con sopra...
No... no, amore mio... Il mio cuore in quel momento andò in mille pezzi, così piccoli che i frammenti sarebbero potuti passare per la cruna di un ago.
Sentii la solita fitta al petto che sentivo quasi sempre dopo quella telefonata di Ash e fu talmente forte che mi portai la mano al livello del cuore, stringendo la giacca, cominciando a repirare male.
-Hey... Jake! Cos'hai?! Ti senti bene!?- Chiese Michelle preoccupata essendosi accorta del mio cambiamento di respirazione e mi sorresse meglio dal braccio guardandomi spaventata. Ero come paralizzato. Inconsciamente camminai verso la bara e la toccai con una mano, accarezzandola, ma stavo troppo male... cominciavo a vedere sfocato.
-No...- dissi in un sussurro – Non... io... io non, non ce la faccio... scusate!!- Dissi balbetando e cercando di inspirare, allontanandomi con uno scatto da Michelle e dall'auto. Mi girai e cercai di fare qualche passo, ma caddi in ginocchio, scosso dai tremiti, le lacrime avevano ricominciato a scorrere senza nemmeno piu rendermene conto e cominciai a slacciarmi la cravatta... Stavo andando in ipervetilazione.
-Oddio! Jay... Jake!! Vieni... vieni a sederti...- Urlò spaventata Michelle che mi corse incontro accucciandosi vicino a me e cercando di farmi rialzare.
-Scusatemi, non mi... non mi sento molto bene- Dissi con il fiato corto.
-Va tutto bene Jake... tranquillo, va tutto bene... Vieni con me.- Michelle mi fece alzare e mi portò poco lontano per farmi sedere su un muretto.
-Respira... così... Va tutto bene Jake... è tutto apposto, è normale che ti senta così...- Disse con più calma per farmi tranquillizzare , passandomi un bracio attorno alle spalle, con una nota dispiaciuta nel tono di voce.
-No...no Michelle tu non capisci... tu non...- singhiozzai e tremai contro di lei, incapace di contenermi oramai.
-Tu non capisci... io devo essere forte, per lui,per Ash, per Matilda! Non posso crollare così! Non... non posso... - Dissi l'ultima frase con un sospiro amaro e rassegnato, rassgnato all'idea che oramai non mi sarei più sentito normale, ma avrei dovuto sempre cercare di nasconderlo, per essere forte per le altre persone, per dimostrare a lui , che ce la posso fare.
-No... No Jake non è così... non devi essere forte per nessuno , lui non vorrebbe che stessi male, non vorrebbe che tu ti sforzassi di essere “normale” solo per non far dispiacere agli altri. Sei liberissimo di stare così, di stare male, di soffrire. Tu lo amavi!... Anzi, tu lo ami ancora e sarà sempre così... Non negarti questo sentimento, perchè se lo provi veramente è normale che tu provi anche tanto dolore. E' così per tutti!- La ascoltai calmandomi un po' e dandole ragione.
 
Si... è vero io lo amo, lo amerò sempre. E se voglio continuare ad amarlo , continuerò a soffrire per il fatto di non averlo con me.
Ma lo sopporterò come come posso per me, e per lui. Per noi.
-Ok... dai andiamo...si è fatto tardi, ci stanno aspettando...- dissi un po' piu calmo ma con la voce ancora rotta. Michelle mi fece un cenno d'asseso con la testa e un mezzo sorriso, un po triste, e ci avvicinammo di nuovo agli altri.
 
Ancora col respiro rotto non ci pensai due volte, e cominciai ad avvicinarmi alla bara, seguito dagli altri. Ce la caricammo sulle spalle. Le mie mani su quella bara, il peso del corpo di Heath che avrei preferito avere su di me, sdraiato nel letto , tra le coperte come sempre. Era il peso che conoscevo, la forma del suo corpo , che adoravo sentire su di me. Non quello. Non in quel modo.... Pensai a lui, al mio bellissimo, dolce, amore lì dentro. Lo immaginai come quando, dopo aver fatto l'amore, si addormentava sul mio petto , o io sul suo, o contro la sua schiena, e lo accarezzavo. Bello come un angelo, addormentato come un bambino.
 
Mi fece molto male quel ricordo. Tanto, tanto male. Ma lo ignorai continuamdo a camminare verso la spiaggia e adagiando la bara sul rialzo in legno.
Strinsi la mano agli altri uomini che la trasportarono con me e mi diressi alel panche vicino a Michelle, Sally, Ash e la piccola Matilda. Sì era venuta anche lei. Non so quanto capisse di quel mometo. Aveva solo quattro anni ma Michelle non poteva lasciarla a nessuno e così l'aveva portata raccontantole non so quale storia sul motivo per cui erano lì, a cosa stava per assistere e per chi fossimo lì tutti quanti.
 
Abbracciai le donne una alla volta e poi presi Mati in braccio abbracciandola senza dire nulla, lei si nascose nell'incavo del mio collo. Aveva l'aria triste , perciò in qualche modo sua madre doveva averle spiegato qualcosa, ma non indagai, stringendola acora, non potei trattenere una lacrima quando separandomi da lei la guardai bene e vidi i Suoi occhi. Gli occhi di Heath. Tirai un sospiro, e le sorrisi a mò di saluto, dato che non avevo ancora parlato.
 
La tenni in braccio tutta la cerimonia, stretta a me, a parte nel momento in cui feci il mio elogio funebre, improvvisato lì per lì. Ma ogni parola era vera! Non fui troppo esplicito nei miei sentimenti ma tutto quello che dissi era la verità. Dopo quel discorso mi sentii svuotato completamente di tutte le mie forze.
Il discorso di Michelle mi aveva tolto il fiato. Lei era ancora innamorata di lui, ci aveva fatto una figlia, era normale.
 
 
 
 
 
 
Poi lesse una poesia, un sonetto di Shakespeare, lo recitò ad alta voce, guardandomi e guardando verso la bara ogni tanto. Gliela aveva dedicata quando erano insieme, e aveva sempre pensato quelle cose di lui.
 
“Devo paragonarti ad un giorno d'estate?
Tu sei più incantevole e mite.
Impetuosi venti scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell’estate e' fin troppo breve.
Talvolta troppo caldo splende l’occhio del cielo
e spesso il suo aureo volto e' offuscato,
e ogni bellezza col tempo perde il suo fulgore,
sciupata dal caso o dal corso mutevole della natura.
Ma la tua eterna estate non sfiorira',
ne perderai possesso della tua bellezza;
ne morte si vanterà di coprirti con la sua ombra,
poiche' tu cresci nel tempo in versi eterni.
Finche' uomini respirano e occhi vedono,
vivranno questi miei versi, e daranno vita a te. “
 
Era una poesia meravigliosa, e me ne innamorai all'sitante , tra le lacrime e i sinhiozzi. Rientrai in casa subito dopo la cerimonia e dopo aver salutato ed essermi presentato ad alcuni dei presenti.
Dissi a Michelle che non ce la facevo ad andare al cimitero, sapevo che l'avrei deluso, che avrei deluso lei e Ash ma non potevo sopportarlo. Non potevo stare li a guardare mentre veniva messo in una buca profonda, seppellito lì per sempre. Lontano da me, dall'altra parte del mondo rispetto a dove abitavo. Pensando che non avrei più potuto stringerlo, baciarlo, fare l'amore con lui, dirgli “Ti amo“, uscire come facevamo sempre o stare sul divano a coccolarci. Pensando ai suoi occhi, scuri e profondi, dolci come quelli di un bambino a volte , ma allo stesso tempo così intensi e provocanti, alle sue labbra, così perfette, al suo naso, che non avrei più potuto mordergli per dagli fastidio, alle sue mani, le sue mani su di me, il suo tocco così delicato ma così forte, a quello che mi faceva provare solo sfiorandomi. Pensando a quando ci eravamo conosciuti sul set, e ringraziando quasiasi Dio esistesse per avermelo fatto incorntrare, per aver fatto in modo che fosse mio, per avermi fatto suo. Pensando a quando ci ervamo dichiarati, al nostro primo bacio, la nostra prima volta, il nostro primo anniversario...
No era troppo. Ma lei mi capì perfettamente, e mi abbracciò dicendomi che era orglogliosa di me per come stavo reagendo.
 
 
-Jake, davvero, sei stato bravissimo fin ora, non ti preoccupare.... Non ti biasimo. Ma voglio essere vicina a Sally fino all'ultimo. Anzi, ti dispiace tenere Mati?... Non vorrei che vedesse... sai...- Ma non la lasciai finire, avendo capito perfettamente cosa stesse per dire, ed ero d'accordo con lei.
-Certo! Certo, Michelle, non ti preoccupare penso io a lei... anzi credo che mi farà bene stare un po' insieme a lei... Mi è mancata molto... e poi... poi sai, rivedo tante cose di Heath in lei... - Dissi un po' incerto sll'ultima frase. Michelle annuì vigorosamente salutandomi con una stretta sulla spalla e tornando da Sally che era con Mati. Dopo che la ebbe informata che andava via con la nonna per fare una cosa e che sarebbe rimasta con me, la portò dentro. Era contenta anche lei di rimanere un po' con me, e mi sinstrinse il cuore a quel pensiero e al pensiero che Heath sarebbe stato al settimo cielo se ci avesse visti insieme. Noi eravamo la sua famiglia. Siamo la sua famiglia.
 
 
Salutai Michelle con un abbraccio e lei ricambiò con un cenno complice.
 L'avevo fatto, glielo avevo detto, rischiando che non mi volesse piu vedere e di rovinare ogni rapporto tra noi, perchè non potevo sopportarlo, non potevo portarmi dentro un segreto così grande da solo. 
D'accordo, l'avevamo detto ad Ash anzi, lo aveva quasi scoperto da sola e comunque dato che sarebbe andata a stare da Heath per parecchi mesi non ci sembrava giusto fare tutto alle sue spalle... Poi era sua sorella, lo avrebbe scoperto comunque prima o poi. 
Non potevo continuare a mentire, non senza di lui accanto. Senza avere il suo appoggio e sostegno, con lui non mi importava di farci vedere in giro in attegiamenti un po' più espliciti perchè in quei momenti avevo occhi solo per lui. E soprattutto lui era riuscito a superare la sua timidezza, a buttare giù quel muro che aveva eretto attorno a sè quando era piccolo. Con me si era liberato e stava cominciando ad essere se stesso anche fuori dalla nostra storia.
 Finchè eravamo noi, finchè eravamo in due, avremmo affrontato qualsiasi cosa. Era il nostro segreto e per quanto avessimo voluto essere come tutte le coppie normali e mettere il nostro amore alla luce del sole, era bello condividere con lui quella cosa. Ma ora che ero rimasto solo, che avrei visto Ash una volta l'anno se era tanto, non avrei saputo come fare una volta a casa, chiuso nella mia solitudine senza poter dire a nessuno come mi sentivo veramente.
 Perchè s,ì è dura perdere il proprio migliore amico, ma quando questo è anche il tuo compagno, l'amore della tua vita, la cosa più importante al mondo... Bhè, ti distrugge, ti annienta lentamente, ti svuota dentro.
 
Ero stato fortunato che Michelle mi avesse capito e se non avesse provato tanta stima e anche amore verso Heath, credo che non l'avrebbe presa così.
Lei più di ogni altra persona mi capiva, anche lei aveva amato davvero Heath, credo tanto quanto lo amo io. Anche se non erano più insieme da tanto, erano sempre stati in buoni rapporti e anche lui le voleva bene. 
Il nostro dolore era simile e l'avremmo potuto superare solo insieme, con l'aiuto di Matilda, un collegamento diretto con lui. Lei ce lo ricorda in tutto. Sì fisicamente somiglia anche a lei, ma lo sguardo, gli occhi stessi, le espressioni, le fossette che si formano quando sorride, la sua curiosità, determinazione nel fare le cose. Avrei voluto che avesse conosciuto meglio il suo papà, come lo conoscevamo io e la mamma, perchè potesse sapere che uomo straordinario, di talento, dolce e generoso era. Sarebbe stato un papà altrettanto capace, finora glielo aveva sempre dimostrato e sono sicuro che non l'avrebbe mai delusa, l'avrebbe sostenuta e protetta sempre.
 
Heath , avrei voluto che tu la vedessi crescere come farò io per il resto della mia vita! Ti giuro, non la lascerò mai, la proteggerò sempre, cercherò di essere per lei almeno un minimo di quello che eri tu. Avrei voluto esserti accanto in questo, sostenerti. Vederti felice con lei, mentre sarebbe cresciuta somigliandoti sempre di più, imparando da te, imitandoti, vedendoti orgoglioso di lei... Sarebbe potuto essere come in una bellissima favola...





-Saaalvee! Eccomi di nuovo... E' passato pochissimo tempo dall'ultima pubblicazione ma siccome la prossima settimana sarò piena di impegni non vorrei che passasse troppo tempo e che perdeste il filo della storia. Meglio prevenire che curare! ;) Comunque questo è un capitolo di passaggio da un momento imortante ad un altro momento importante da me inventati. Ovvio che anche il funerale è parte integrante della storia ma quello c'è stato veramente, io ho solo immaginato come poteva essere stato in base alla mia storia. Ma il momento che piu mi premeva descrivere comincia proprio dopo questo capitolo. 
Premetto che potrebbero esserci degli errori come gia mi è stato fatto notare quindi se li vedete segnalatemeli così che possa correggere la storia originale che è gia tutta scritta e finita ! Alla prossima -J 

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