Quando ti guardai davvero

di phoenix_esmeralda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Insensibilità ***
Capitolo 2: *** Impulsività ***
Capitolo 3: *** Orgoglio ***
Capitolo 4: *** Gelosia ***
Capitolo 5: *** Insaziabilità ***
Capitolo 6: *** Timidezza ***



Capitolo 1
*** Insensibilità ***


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Autore: phoenix_esmeralda
Titolo: “Quando ti guardai davvero”
Personaggi e Pairing:  donna, ragazzino  (nessuna coppia)
Genere: generale, introspettivo, slice of life
Rating: verde
Avvertimenti: nessuno
Introduzione:  quando si parla di ragazzini, mai fermarsi di fronte a un’etichetta, a un pregiudizio. Guardare oltre può diventare molto importante.
Note dell'Autore: so di non aver creato una storia che prenderà dei gran punti aggiuntivi... Non sono fatta per il rating rosso né per lo slash, ma qualcosa di fluff avrei potuto anche crearlo. Invece sono andata a parare qui, attingendo a quello che ho nel cuore ora. Sono psicologa, lavoro nel doposcuola fondato dalla mia associazione dove arrivano ragazzi con disturbi dell’apprendimento, iperattivi, disattenti ecc... E riporto, in questa storia, la parte più bella del mio ultimo anno di lavoro.


Quando ti guardai davvero

 

 

 

1

INSENSIBILITÁ

 

 

I tuoi professori mi dissero: “È un demonio!”

Aggiunsero: “Non gli importa di nulla.”

E poi: “È insensibile!”

Sguardo impassibile, sarcasmo e spallucce; occhi da dodicenne sfuggenti, che non si lasciano penetrare.

Ma un corpo insensibile è privo di dolore, e quel tic agli occhi che ti stancava il viso bisbigliava al mio cuore... suggerendo di un animo contratto, difeso, spaventato.

“È indifferente a tutto!”, ribadì la professoressa di italiano.

Ma al mio doposcuola iniziai a osservarti. Quegli occhi bassi, quelle frasi taglienti.

Chi c’era lì dentro?

Non credetti alla tua insensibilità, Mat. Non riuscirono a convincermi.

 

 

 

 

 


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Capitolo 2
*** Impulsività ***


2

IMPULSIVITÁ

 

Mai guardare il mondo attraverso la mente altrui.

Lasciai cadere i giudizi che diligentemente i professori avevano ammucchiato nella mia testa.

Non solo insensibile, ma anche stupido. Lento, in ritardo su tutto. “Non distingue un soggetto da un verbo.” “Non sa fare un calcolo a mente.”

Ma io ti osservai. Rispondevi prima di sentire la domanda, senza leggere le consegne, senza soffermarti un solo istante a riflettere.

Ti costrinsi a fermarti a pensare e per un attimo mi odiasti. Ma facesti quel calcolo a mente e distinguesti il verbo dal soggetto.

Sorrisi complimentandomi e tu abbassasti gli occhi, lo sguardo impassibile.

No, non stupido.

Impulsivo.

Cosa ben diversa, Mat.

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Capitolo 3
*** Orgoglio ***


3

ORGOGLIO

 

 

“Mat ha dato del figlio di puttana a Jacopo, sgridalo tu.”

Ti trovai seduto al banco: testa bassa, posa contratta.

Dissi poche parole, perché non sono brava a sgridare, soprattutto te. Ma furono sufficienti: percepii le lacrime cadere una a una sulla carta del quaderno. Ti incurvasti cercando di nasconderle, perché l’orgoglio è una parte del tuo carattere che non sei mai riuscito a sfumare.

Così  ti appoggiai una mano sulla schiena e inghiottii il mio, di orgoglio.

“Scusami, ho sbagliato. Dovevo chiederti cos’era successo, invece di sgridarti subito.”

I tuoi occhi umidi si alzarono su di me, sbalorditi.

Fu la prima volta che ci fissammo sul serio.

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Capitolo 4
*** Gelosia ***


4

GELOSIA

 

 

Ti avevo toccato l’anima e lo compresi.

Scuse per parlarmi, per venirmi vicino, per raccontarmi qualcosa di te.

So ascoltare e interessarmi, far sentire una persona importante, questo è parte del mio lavoro. Ti diedi la mia attenzione, ma al doposcuola siamo in tanti e non potevo guardare solo te.

Così la notai, la gelosia. Quel distaccarti appena comprendevi che quel giorno non avrei lavorato con te, quella paura di essere rifiutato, quelle battute scontrose quando incoraggiavo qualcun altro.

La tua fragilità mi spinse verso di te: diventammo una coppia di lavoro fissa.

Volevo togliere dal tuo sguardo il terrore del rifiuto.

Ti saresti fidato di me, Mat.

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Capitolo 5
*** Insaziabilità ***


 

 

5

INSAZIABILITÁ

 

 

Ti ascoltai, e tu imparasti a parlare.

Imparasti a guardarmi negli occhi, ad arrivare in fondo ai discorsi, a fidarti del mio giudizio.

Nel tuo volto, da cui il tic era scomparso, si specchiava la voragine dei tuoi bisogni.

Il bisogno di essere visto, di essere creduto, di ricevere fiducia. Di essere protetto e guidato.

Bisogno vorace, insaziabile di sentirti considerato e accettato.

Sfidai i tuoi professori, cercai la loro collaborazione, ti difesi a spada tratta. E tu ti addolcivi, giorno dopo giorno.

I voti migliorarono, il sarcasmo scomparve.

Ti vidi venire alla superficie, Mat. Il vero te stesso, finalmente libero di mostrarsi.

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Capitolo 6
*** Timidezza ***


6

TIMIDEZZA

 

 

È passato quasi un anno da allora: da quando mi dissero che eri insensibile, stupido, che non ti importava di nulla.

Ti ho visto piangere più volte in questi mesi, perché nel cuore porti angosce da ascoltare. Ti ho visto migliorare, trasformare brutti voti in successi, mostrare al mondo il tuo vero viso. Che non è sarcastico, indifferente, provocatorio.

È solo timido. La timidezza di chi non è consapevole delle proprie qualità.

Ti sorrido e ti stringo in un abbraccio.

“Ti voglio un sacco di bene, sai?”, dico.

“Mmh-mmh”, risponde la timidezza al tuo posto. Ma poi fai un respiro profondo e la tua voce, bassa ma chiara, mi raggiunge.

“Anch’io.”

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