Quando ti guardai davvero di phoenix_esmeralda (/viewuser.php?uid=178541)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Insensibilità ***
Capitolo 2: *** Impulsività ***
Capitolo 3: *** Orgoglio ***
Capitolo 4: *** Gelosia ***
Capitolo 5: *** Insaziabilità ***
Capitolo 6: *** Timidezza ***
Capitolo 1 *** Insensibilità ***
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Autore:
phoenix_esmeralda
Titolo:
“Quando ti guardai davvero”
Personaggi
e Pairing:
donna, ragazzino (nessuna
coppia)
Genere:
generale, introspettivo, slice of life
Rating:
verde
Avvertimenti:
nessuno
Introduzione:
quando
si parla di ragazzini, mai fermarsi di fronte a un’etichetta,
a un pregiudizio.
Guardare oltre può diventare molto importante.
Note
dell'Autore: so di non aver creato una storia che
prenderà dei gran punti aggiuntivi... Non sono fatta per il
rating rosso né per
lo slash, ma qualcosa di fluff avrei potuto anche crearlo. Invece sono
andata a
parare qui, attingendo a quello che ho nel cuore ora. Sono psicologa,
lavoro
nel doposcuola fondato dalla mia associazione dove arrivano ragazzi con
disturbi dell’apprendimento, iperattivi, disattenti ecc... E
riporto, in questa
storia, la parte più bella del mio ultimo anno di lavoro.
Quando
ti guardai davvero
1
INSENSIBILITÁ
I
tuoi professori mi dissero: “È un
demonio!”
Aggiunsero:
“Non gli importa di nulla.”
E
poi: “È insensibile!”
Sguardo
impassibile, sarcasmo e spallucce; occhi da dodicenne sfuggenti, che
non si
lasciano penetrare.
Ma
un corpo insensibile è privo di dolore, e quel tic agli
occhi che ti stancava
il viso bisbigliava al mio cuore... suggerendo di un animo contratto,
difeso,
spaventato.
“È
indifferente a tutto!”, ribadì la professoressa di
italiano.
Ma
al mio doposcuola iniziai a osservarti. Quegli occhi bassi, quelle
frasi
taglienti.
Chi
c’era lì dentro?
Non
credetti alla tua insensibilità, Mat. Non riuscirono a
convincermi.
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Capitolo 2 *** Impulsività ***
2
IMPULSIVITÁ
Mai
guardare il mondo attraverso la mente altrui.
Lasciai
cadere i giudizi che diligentemente i professori avevano ammucchiato
nella mia
testa.
Non
solo insensibile, ma anche stupido. Lento, in ritardo su tutto.
“Non distingue
un soggetto da un verbo.” “Non sa fare un calcolo a
mente.”
Ma
io ti osservai. Rispondevi prima di sentire la domanda, senza leggere
le
consegne, senza soffermarti un solo istante a riflettere.
Ti
costrinsi a fermarti a pensare e per un attimo mi odiasti. Ma facesti
quel
calcolo a mente e distinguesti il verbo dal soggetto.
Sorrisi
complimentandomi e tu abbassasti gli occhi, lo sguardo impassibile.
No,
non stupido.
Impulsivo.
Cosa
ben diversa, Mat.
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Capitolo 3 *** Orgoglio ***
3
ORGOGLIO
“Mat
ha dato del figlio di puttana a Jacopo, sgridalo tu.”
Ti
trovai seduto al banco: testa bassa, posa contratta.
Dissi
poche parole, perché non sono brava a sgridare, soprattutto
te. Ma furono
sufficienti: percepii le lacrime cadere una a una sulla carta del
quaderno. Ti
incurvasti cercando di nasconderle, perché
l’orgoglio è una parte del tuo
carattere che non sei mai riuscito a sfumare.
Così ti appoggiai una mano
sulla schiena e
inghiottii il mio, di orgoglio.
“Scusami,
ho sbagliato. Dovevo chiederti cos’era successo, invece di
sgridarti subito.”
I
tuoi occhi umidi si alzarono su di me, sbalorditi.
Fu
la prima volta che ci fissammo sul serio.
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Capitolo 4 *** Gelosia ***
4
GELOSIA
Ti avevo toccato l’anima e
lo compresi.
Scuse per parlarmi, per venirmi
vicino, per raccontarmi
qualcosa di te.
So ascoltare e interessarmi, far
sentire una persona
importante, questo è parte del mio lavoro. Ti diedi la mia
attenzione, ma al
doposcuola siamo in tanti e non potevo guardare solo te.
Così la notai, la gelosia.
Quel distaccarti appena
comprendevi che quel giorno non avrei lavorato con te, quella paura di
essere
rifiutato, quelle battute scontrose quando incoraggiavo qualcun altro.
La tua fragilità mi spinse
verso di te: diventammo una
coppia di lavoro fissa.
Volevo togliere dal tuo sguardo il
terrore del rifiuto.
Ti saresti fidato di me, Mat.
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Capitolo 5 *** Insaziabilità ***
5
INSAZIABILITÁ
Ti
ascoltai, e tu imparasti a parlare.
Imparasti
a guardarmi negli occhi, ad arrivare in fondo ai discorsi, a fidarti
del mio
giudizio.
Nel
tuo volto, da cui il tic era scomparso, si specchiava la voragine dei
tuoi
bisogni.
Il
bisogno
di essere visto, di essere creduto, di ricevere fiducia. Di essere
protetto e
guidato.
Bisogno
vorace, insaziabile di sentirti considerato e accettato.
Sfidai
i tuoi professori, cercai la loro collaborazione, ti difesi a spada
tratta. E
tu ti addolcivi, giorno dopo giorno.
I
voti migliorarono, il sarcasmo scomparve.
Ti
vidi venire alla superficie, Mat. Il vero te stesso, finalmente libero
di mostrarsi.
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Capitolo 6 *** Timidezza ***
6
TIMIDEZZA
È
passato
quasi un anno da allora: da quando mi dissero che eri insensibile,
stupido, che
non ti importava di nulla.
Ti
ho visto piangere più volte in questi mesi,
perché nel cuore porti angosce da
ascoltare. Ti ho visto migliorare, trasformare brutti voti in successi,
mostrare
al mondo il tuo vero viso. Che non è sarcastico,
indifferente, provocatorio.
È
solo
timido. La timidezza di chi non è consapevole delle proprie
qualità.
Ti
sorrido e ti stringo in un abbraccio.
“Ti
voglio un sacco di bene, sai?”, dico.
“Mmh-mmh”,
risponde la timidezza al tuo posto. Ma poi fai un respiro profondo e la
tua
voce, bassa ma chiara, mi raggiunge.
“Anch’io.”
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