Guarda oltre ciò che vedi - capitolo II

di gatta1290
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Erano passati un po’ di anni da quella volta.

Si ero rimasta sorpresa dal suo gesto ma poi l’ho passata. Era rimasto nei ricordi.

Avevo finito scuola e mio padre mi aveva portato nel mondo del lavoro facendo la segretaria insieme alla mia amica.

Era un bel posto e potevo stare a contatto con molta gente.

Avevo scoperto diverse cose sul conto suo. Aiutava la signora anziana che abitava vicino al suo appartamento, devo dire che è cosa strana per un demone come lui, e io avevo preso il suo posto passando un po’ di tempo con lei.

 

Era un giorno normale ed io ero qui che aspettavo la fine del mio turno. Era una noia perché non c’era nessuno che passava di lì, solo colleghi con cui parlare.

La mia amica per oggi avevamo il turno diverso e quindi non c’era, motivo per cui messaggiavo.

“allora.  Tutto bene?”

“si dai. È stato un po’ traumatico l’inizio ma ora ho ingranato”

“già. È stato difficile anche per me”

“certo perché fare l’animatore è difficile!” – si intromise la mia collega

“vorrei vedere te a fare ogni giorno novi giochi”

“ma va! Poi ti diverti. Se volessi cambierei io!”

“se se come no. Non c’è la faresti!”

Mi veniva da ridere per come battibeccavano.

“senti. Io stasera ho una prenotazione per due in una pizzeria al porto, ma purtroppo chi doveva venire non può, una di voi verrebbe?”

“Maria. Dai sei appena arrivata e potremmo andarci insieme”

“però è da due. Non so se posso aggiungere”

“allora ci va solo lei. Dai è la tua occasione per un uscita!”

Si certo. Come se uscire con persone che non conosci fosse un occasione. Passava di rado qui ma proprio questo!

 

“sai con chi vado stasera?” – dissi parlando al telefono

“chi?”

“hai presente Michele? Quello che passa ogni tanto in ufficio?”

“si”

“mi ha invitato a uscire”

“davvero?”

“si anche se è stata la Valeria a consigliargli la mia presenza”

“a volte si dovrebbe fare gli affari suoi.. e tu ci vai?”

“ma si. devo un po’ cambiare aria. Poi conoscere gente nuova mi fa bene”

“e se lui torna?”

“io non credo. E’ in ritardo”

“vabè. Nel caso ti fai una specie di uscita”

“infatti. Spero solo che mio padre vada al lavoro prima che esca. È rimasto traumatizzato da quella volta”

“capisco. Ma comunque dopo aver fatto centomila analisi s’è messo con il cuore in pace”

“e meno male!”

“lo sa che è sparito?”

“si. e non ti dico come era contento..”

“i padri”

“infatti. Scusa ma ora devo cambiarmi che è quasi ora. Ci sentiamo!”

Dopo aver chiuso la telefonata frugai nell’armadio per cercare qualcosa.

Trovai una minigonna nera non troppo esagerata, leggins con motivi a fiori, ballerine grigie e una maglietta con maniche corte bianca.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Ero in una pizzeria stupenda.
Non c’ero mai entrata.
Era affacciata sul porto con vista mare. Ok forse stavo sognando troppo.
Mi detti un pizzicotto per vedere se ero sveglia.
Il nostro posto era fuori sulla strada ma eravamo sotto a un gazebo con la vista sul mare.
Vedevo tutte le persone che passeggiavano.
Avevamo già ordinato e stavamo aspettando.
Vidi tra le persone che passavano una che conoscevo bene.
“Giusy!” – urlai cercando di farmi notare da lei
“Maria!” – e venne da me. Almeno ci provava vista la staccionata.
Era insieme a un ragazzo con cappelli castani.
“non sapevo venivate qui” – rispose il mio accompagnatore
“be la mia amica non mi ha fatto sapere che pizzeria!”
“se non mi chiedi i dettagli è colpa tua!”
“che dici Sebastian? Entriamo anche noi?” – Giusy si rivolse al castano
Vidi che era un po’ nervoso.
“dobbiamo proprio?” – rispose
“dai più siamo meglio è”
“mh d’accordo”
Entrarono e presero un tavolo vicino al nostro.
Michele chiese al cameriere di avvicinare i tavoli, ma di fare i conti separati.
Una buona idea visto che noi due c’è la raccontavamo e ridevamo come pazze, ogni tanto entravano anche loro nei nostri discorsi.
Anche se quei due sembrava non andassero molto d’accordo.
Non si sa perché, anche per il fatto che non si erano mai visti prima. Forse era odio a prima vista.
Passammo la serata così.
Poi dopo aver cenato andammo a fare due passi.
Cavolo mi ricordo come quella volta lo incontrai. Anche se forse non sapevo che era lui.
 
Il giorno dopo ci fu un piccolo raggio di sole che mi accecò.
E dire che avevo la finestra chiusa.
Aprì gli occhi e vidi l’ora.
“le 9..”
Era ora di alzarmi. Oggi dovevo andare dalla signora anziana.
Infatti mi vestì ed andai.
Era strano per me tornare lì. Andavo sempre davanti a quella porta..
Dannati ricordi! Lui ora se n’è andato!
E ora ho da fare!
Andai alla porta della signora e bussai.
“oh finalmente sei arrivata bambina!”
“salve signora Merris”
“vieni e accomodati. Mi sto preparando per andare al mercato”
Si preparò ed andammo.
Passai tutta la giornata con lei aiutandola con le faccende e altre cose per cui gli servivano.
Tornai a casa stanca.
Bip.
Lessi il messaggio.
“ehi hai voglia di uscire stasera?”
“no. Sono stanca. E poi domani ho il turno”
“ah si vero. Mi ero dimenticata di questa disparità”
“lo vedo. Esci col ragazzo no?”
“Sebastian dici? Perché no”
“dai si vede che voi due andate d’accordo”
“si l’unico con cui non andava d’accordo è Michele.. chissà perché”
“si ma poi. Guarda gli ho chiesto se si erano mai visti ma lui mi ha detto di no”
“te lo dico io cos’è: odio a prima vista!”
“hahah infatti”
“chissà che poi non diventi amicizia”
“chissà”
Chiusi la conversazione.
Perché ora dopo tanto mi tornavano in mente queste cose.. ormai pensavo di averlo dimenticato.. ma ieri il mio inconscio ha avuto la meglio su di me.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


E cominciai il turno.
Ovviamente di mattina presto.. ma che bella cosa alzarsi come se si stesse andando a scuola.
Poi la mattina.. nemmeno un caffè mi fa stare sveglia.
Andai e feci il mio turno per poi tornare a casa a metà pomeriggio.
Non avevo progetti per oggi e quindi potevo stare tranquilla. Anche perché la mia amica era occupata, non solo nel lavoro ma anche col suo “amico”.
Mio papà, lui era fuori e tornava prima di andare al lavoro.
Con questa visione mi accomodai sul divano.
Chiusi gli occhi per riposare, ma una strana musica mi riportò alla realtà.
Presi il cellulare e risposi.
“si?!”
“ciao Maria sono Flavia la nipote di Norma”
“ah si. cosa vuole?” – cercai di non rispondere troppo malamente
“sta un po’ delirando e cerchiamo di tenerla buona, ha chiesto che tu venga qui. Certo se non hai impegni”
“ha bisogno di qualcosa?”
“te l’ho detto. Sta delirando, crede che stanotte spirerà, anche se non è che stia molto bene”
“cosa ha?”
“un po’ di bruciore ai polmoni ha detto il dottore. Ma non una cosa grave”
“e servo per fargli sussistenza?”
“si più o meno.. vorrebbe vederti per un ultimo saluto”
“ultimo saluto?”
“si. se poi rimani qui con lei ci fai un piacere. Io sono corsa qui quando mi hanno chiamato ieri e dovrei tornare domani al lavoro”
Perché io non lavoro?
“però non posso stare tanto..”
“lo capisco. Però guarda ci faresti un grande piacere”
“va bene..”
“ok allora ti aspetto”
Chiusi la chiamata.
Bene mi ero impegnata con qualcosa stasera.
Ma non poteva trovare qualcun altro? Vabè ormai sono in ballo.
 
Avvisai mio padre che quando tornava non c’ero ed andai.
Mamma quanti ricordi in quelle scale e in quel posto.. no devo rimanere sulla via. Lui se n’è andato e non ritornerà più!
Dopotutto era un mostro ed ha fatto bene a sparire!
Devo dimenticarlo!
Ma tornare in questi luoghi..
Suonai e entrai.
“bene eccoti. Entra”
“chi è Flavia?”
“è la ragazza”
“ah ok. Bene”
La seguì in salotto.
Appena mi vide mi fece un piccolo sorriso.
“piccola, non sto molto bene. E sento che stanotte sparirò”
La stava guardando anche la nipote. Mi aveva detto che stava come recitando sua nonna.
“volevo vedere ancora il tuo bellissimo sorriso prima di andare..”
“nonna, lei ti aiuterà stanotte”
“non voglio che una ragazza giovane come te mi veda che muoio..”
“è per il tuo bene..”
“perché non rimani tu?”
“perché ho impegni..”
Per quello pure io..
“ma puoi rimanere tu invece di lei. Oppure qualcun altro..”
“mi dispiace ma tutti sono occupati”
“e va bene.. comunque mi dispiace per te cara”
Mi prese per un braccio e mi portò in cucina.
“mi raccomando. Che prenda le medicine e che stia sotto controllo. Vedrai che domani sarà ancora qui”
“speriamo..”
“non crederai mica che..”
“un po’ si.. non mi pare dica cose senza senso”
“tranquilla. Vedrai che domani sarà ancora qui..”
Speriamo..

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Sembrava una notte tranquilla.
La signora stava bene e io me ne stavo tranquilla sul divano con una coperta.
Aveva preso le medicine e quando gli avevo chiesto se era tutto a posto, lei mi aveva detto di si.
Quindi non avevo indugiato e me n’ero andata in sala.
Guardai la televisione fino a quando mi addormentai.
 
Una porta era rimasta aperta.
Forse per sbaglio, ma meglio. O forse no.
Con un balzo ero arrivato al balcone.
Meglio questa di entrata che dover entrare dal corridoio.
Non potevo immaginare di nascondermi nel buio per tutta quella strada.
Era davvero una fortuna.
La aprì per consentirmi di entrare.
C’era buio ma riuscivo a vedere bene come un gatto.
E come un gatto cercavo la mia preda, andando piano per paura che si spaventi.
Mi ricordavo ancora bene quelle stanze, le vedevo bene anche col buio.
La trovai.
Eccola lì.
Dorme beata.
Mi avvicinai.
 
Un rumore.
Mi svegliai.
Ero ancora un po’ assente ma sentivo nell’aria qualcosa.
Cercai di svegliarmi un po’ e mi tirai su dal divano.
Mi tenni la coperta sulle spalle per via del freddo.
Strano perché prima non sembrava.
Percorsi il corridoio e sentì l’ampliamento del freddo di prima.
Mi girai e vidi le tende che svolazzavano.
Perfetto. Anche la porta del balcone mi ero dimenticata di chiudere.
Strano però. Mi sembrava di averla chiusa.
La chiusi.
Meno male che me ne sono accorta prima che entrasse qualcuno.. aspetta un attimo, prima non avevo sentito qualcosa?
Oddio! E’ entrato qualcuno!
Cominciai a correre per il corridoio.
Ero spaventata.
Se fosse arrivato nella stanza dell’anziana e l’avesse uccisa per poi rubare qualcosa?
Va bene che eravamo al secondo piano però di questi tempi i ladri si ingegnano.
Arrivai alla stanza.
Stranamente era ancora chiusa.
Bussai.
Non ricevetti risposta.
 
Cavolo.
Possibile che non si possa fare un lavoro in pace?
E ora che faccio?
Mi alzai e mi nascosi nel buio.
 
Non sapevo che fare.
Bussai per un po’ ma non ricevetti risposta.
Misi la mano sulla maniglia e la girai.
Mi si aprì la stanza.
Sul letto qualcosa era sdraiato. Ma non in modo naturale. Quasi come se fosse stato preso nel sonno.
Presi il coraggio di accendere la luce.
Non dico che il risultato non fu dei migliori.
Trattenni un urlo.
“e dire che non è al prima volta che vedi il mio lavoro”
Una voce si infrangeva nella stanza.
“ne eri abituata se non ricordo male”
Usci dal separè.
Era lui. Colui che nella mia mente si era fatto spazio. Di nuovo dopo tanto tempo.
“tu?!”
“già”
“che ci fai qui Thomas?”
“be. sono qui per la mia ricompensa”

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ok.
Le immagini che la mia mente mi aveva fatto vedere in sogno ora si stavano realizzando davanti a me.
Perché?
Perché lui era di nuovo qui davanti a me?
Ed era anche più bello di qualche anno fa. Che per i demoni il tempo scorra al contrario?
“di che ricompensa parli?”
“non si saluta più a quanto vedo”
“e perché cambi discorso?”
“così. Di solito ci si saluta fra ex.. credo. Non so poi se sono cambiate le usanze in questi anni”
Proprio come me lo ricordavo. Come la prima volta.
“no. Solo che non ti aspettavo certo qui”
“sicuro” – accennò a un sorriso – “la morte non arriva suonando il campanello”
“cosa stai dicendo?”
“non hai ancora capito? Ti ho risposto alla prima domanda”
“non sarai mica qui per lei?” – dissi accennando all’anziana
Mi si avvicinò. Ora potevo vedere meglio il suo volto.
“so che ti hanno detto che mi occupavo di lei. Non fare troppo la sorpresa”
“e come fai a saperlo?”
“mh uccellino. Comunque lo facevo solo per uno scopo. Ora sono venuto a prendere la sua anima”
“adesso capisco cosa intendeva”
“piccola, non sto molto bene. E sento che stanotte sparirò”
Sapeva che stanotte sarebbe venuto.
“allora. Cosa facciamo ora? Vai e fingi di non sentire niente, oppure assisti?”
“non credo voglia replicare l’immagine di qualche anno fa”
“bene allora procederò..”
Lo presi per un braccio mentre si stava girando.
“perché? Io non te lo lascerò fare”
“uff. Maria non farmi perdere tempo per favore”
“non puoi venire qui e fare come se fossi la morte in persona e cercare di prendere le anime.. mi.. mi spaventa questa cosa!”
“lo so. Ti ho vista quando è successo. Ma che ci vuoi fare? È la mia natura”
“aspetta.. Thomas”
Si arrestò.
“non puoi fare questo. Non puoi venire qui e prendere un’anima come se niente fosse”
“ti sbagli su questo. Quella me la sono lavorata per bene. Lei ha firmato un patto. Quindi mi spetta, e non voglio che pidocchiosi cani vengano a prendere il mio lavoro”
Lo vidi che guardava intorno. Come se ci fosse qualcuno.
“scusa?”
“senti. Lasciami andare a fare il mio lavoro e nessuno si farà niente”
“se proprio devi..”
Si avvicinò di nuovo.
Mi fece indietreggiare fino al muro e mi chiuse le vie d’uscita con le braccia.
“sai. Sei davvero carina. Sei migliorata in questo tempo”
“a..anche tu”
La sua faccia venne vicino alla mia.
Sentivo il suo respiro.
Chiusi gli occhi.
Li aprì quando sentii i suoi passi allontanarsi.
Era tutto finito. Quel magico momento era finito.
Dovevo tornare a letto, anzi divano e fare finta che tutto questo non era accaduto.
Maledetto demone. Anche questo dovevo subire.
 
Entrai nella stanza.
Era tutto come mi ricordavo.
“finalmente è l’ora”
Mi avvicinai al letto e ci salii sopra.
Ci misi qualche minuto per ripulire completamente l’anima.
Alla fine ero soddisfatto.
Avevo aspettato a lungo ma ero contento.
Aprì la porta del balcone e scesi di sotto.
“avevo ragione. c’era davvero qualcuno” – dissi in direzione delle ombre
“mh non credevo che un demone mi avesse sentito”
“impara a scegliere le tue prede, botolo. E non correre dietro a quelle già segnate”
“non sapevo ci fossi proprio tu dietro a questo. Lazaros”
“stai lontano dalla mia zona. È un avvertimento”
“pensavo ti avessero trasferito in altre zone”
“pensa agli affari tuoi”
“anche tu però”
Mi allontanai.
Non avevo voglia di sentire le parole di un cane rognoso.
“Lazaros. Ci rincoreremo”
 
Il giorno dopo mi svegliai e feci finta di aver trovato l’anziana morta.
Inutile dire come le sue nipoti e figlie rimasero stupite della morte.
Ma le aveva avvertite, e loro non avevano ascoltato.
 
Erano passati un po’ di giorni dal fatto.
Avevo lasciato le condoglianze ai parenti e ora l’avevano messa nel tumulo.
Ero nella mia stanza con Giusy sdraiate sul letto.
Era da un po’ che c’era il silenzio. Nessuno delle due l’aveva spezzato.
“sai. È tornato”
Lei mi guardò con sguardo interrogativo
“chi?”
“sai chi. Thomas”
“quando l’hai visto?”
“la notte della morte dell’anziana”
“e cosa faceva li?”
“doveva prendere la sua ricompensa..”
“ah ok. Cose da demoni. Sembra strano che si sia rifatto vedere”
“si ma non è come prima.. poi quando si è avvicinato..”
“cosa avete fatto?”
“niente. sono rimasta immobile e.. niente lui se n’è andato”
“forse ti ha dimenticata”
“credo di si..”
“sai io non vorrei che Sebastian si comportasse come lui. Sarebbe da codardo. Cioè ci provi e poi ti mollo li? Non ha senso”
“è molto diverso Sebastian?”
“si. poi lui e dolce. Vive sempre in un appartamento da solo come Thomas. L’unica cosa uguale”
“capisco. Sai a me piace Michele. È molto diverso da lui..”
“perché non ci provi?”
“non so..”
“smettila di pensare al passato e goditela la vita! Tanto lui è un capitolo passato. E poi se ci provi mica rischi, e se poi ti piace meglio”
“prima voglio vedere come va. Poi ci penserò”
“brava!”

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Era una sera come tutte le altre.
Ero distesa sul letto con le cuffie nelle orecchie, lontana dal mondo con gli occhi chiusi.
Era stata una giornata faticosa è avevo bisogno di riposare prima di affrontare il giorno dopo.
La porta del balcone era chiusa ed era coperta da una tenda.
Stavo navigando nelle note della canzone, quando vidi di sfuggita un’ombra dietro la tenda.
Avevo aperto gli occhi per un attimo e la vidi.
Tolsi le cuffie incuriosita di questo fatto. Mi rialzai dal letto e andai verso la tenda.
Sembrava non ci fosse nessuno dall’altra parte, guardai meglio avvicinandomi e vidi un ombra.
Chi poteva essere a quest’ora?
Spostai la tenda e vidi il suo viso.
Va bene. Perché era qui?
Misi la mano sulla maniglia per aprire.
“cosa ci fai qui?”
“volevo vederti”
“non capisco perché”
“bè dopo un certo tempo penso sia normale che uno voglia vedere una persona che gli è mancata”
“si da il caso che avresti ucciso anche una persona però..”
“tuo padre non vuole farti vedere gli assassini oltre a me?”
“si da il caso che sto parlando della stessa persona..”
“dai non lo verrà a sapere”
“uff. e va bene”
Mi spostai per farlo entrare e poi chiusi la porta.
“strano non essere mai entrato qui. In fondo sei venuta solo nel mio ex appartamento”
“in effetti è vero. E se posso sapere, adesso dove vivi?”
La mia domanda lo sconvolse. Ok non immaginavo fosse così difficile.
“in giro.. dopo quella volta mi sono nascosto”
“ah si per quella faccenda”
“già. Però sono sempre rimasto qui. Mi mancavi.. tu no?”
Non sapevo che pensare. Si mi era mancato ma ormai era acqua passata.
“diciamo che forse un pochino”
Mi si era di nuovo avvicinato.
Quanto lo odiavo quando faceva così.
“sai che sono di sotto i miei?”
“hai paura?”
“non so che ti sta passando per la testa, e mi stai facendo paura”
“tu non sai cosa sono stati questi anni senza di te..”
“smettila. Mi stai spaventando. Non ti riconosco più” - urlai
Si staccò.
Forse ora la situazione era tornata normale.
Non lo riconoscevo più. Era strano.
“scusami. Non so cosa mi è preso”
Mi parlava a testa bassa.
Povero.
Mi abbracciò.
Cavolo da quanto era che non sentivo un suo abbraccio?
“posso chiederti di raccontarmi cosa hai fatto? Mi piacerebbe saperlo”
Mi raccontò un po’ di come aveva vissuto.
Ci eravamo seduti sul letto e mi aveva stretto ancora di più.
Sembrava che fossimo tornati indietro nel tempo.
Mi addormentai sulle sue braccia.
 
Era davvero bella quando dormiva.
Mi mancava il suo calore.
Mi aveva fatto bene vederla e sfogarmi un po’.
Forse mi sono lasciato andare troppo e ora devo andare prima di peggiorare la situazione.
La spostai e la misi meglio sul letto con una coperta che la copriva.
Mi alzai e la guardai.
Era davvero bella.
Aprì la porta e andai.
 
Mi svegliai.
Mi chiedevo se fosse stato solo un sogno.
In fondo ero nella stessa posizione, non uguale ma simile.
Era bellissimo. Mi erano mancati questi momenti.
Mi sdraiai ancora un po’ con un sorriso sulle labbra.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Quel giorno dovevo vedermi con Michele.
Fortunatamente il turno era al pomeriggio e quindi potevamo passare la mattinata insieme.
Mi vestii. Forse con le prime cose che trovai: una camicetta rossa, pantaloni neri e ballerine.
Mio padre stava ancora dormendo e non si sarebbe svegliato presto.
Uscì di casa e andai verso il centro.

Me ne stavo tranquillo sul prato.
Avevo voglia di stare tranquillo, almeno per un po’.
Era strano essere di nuovo in mezzo alla gente, non avevo voglia di cercare anime perciò mi misi tranquillo sul prato.
Se non fosse stato che qualcuno mi copriva la luce sarebbe andata avanti meglio la giornata.
“ci rivediamo Lazaros!”
“puoi anche non chiamarmi così sai?”
“questo nome mi piace di più!”
“lo sai vero che qui non sono presente come demone vero?”
“si ma è divertente! Almeno capite cosa provano gli umani!”
“senti la vuoi finire di prendermi in giro?! Che ci fai qui?”
“sono venuto a incontrare la tua ex. Maria”
A quel nome mi si alzarono le antenne.
“cosa devi fare con lei?”
“sta tranquillo demone! Non l’ho ancora toccata, almeno per ora!”
“lo spero per te!” – ringhio
“che è? Sei geloso? Ma lo sai che poi sono meglio di te? Suo padre mi adora! Almeno io non me la prendo se poi la gente scopre strane cose e non uccido la gente per questo!”
“sei proprio tu a farmi la ramanzina! Un cane come te!”
“sono molto meglio di voi creature!”
“è meglio se te ne vai prima che possa succedere qualcosa!”
“ecco. Lo vedi come siete voi?”
“smettila!”
“va bene. Va bene. Meglio smetterla qui o va a finire male. Ti saluto! Devo incontrare la tua Maria. E tranquillo che non la tocco, per ora!” – e se ne andò.
Perfetto! Come rovinare la giornata in poco tempo.
Forse era meglio che controllavo la situazione. Non mi fido di quello.
li trovai. Eccoli.
Diventai la loro ombra per tutta la mattina.
Sembrava che si trattenesse per qualcosa con lei.
Conoscevo bene il loro istinto e il fatto che si era scelto una preda così.. forse c’era qualcosa in atto.
Li avevo seguiti per tutto il giorno.
Niente mi stava facendo pensare a qualcosa di strano.

La sera mi fiondai di nuovo sul suo balcone.
Volevo vederla e avvertirla. Forse l’unica cosa che potevo fare.
Ma perché sentivo una specie di voce che mi diceva di passare avanti? Che fosse stata la mia ragione a parlare? La mia parte demoniaca stava sparendo? Stavo diventando un umano?
Spero proprio di no.
Ma ora mi sento in dovere di parlargli.
Bussai sulla finestra.
Lei spostò la tenda e mi vide.
Sbuffò. Forse non ero così benvoluto.
“Thomas! Che ci fai qui? Lo sai che sotto c’è mio padre?”
“non mi pareva che l’altra sera te ne fossi preoccupata più di tanto”
“lo so. Ma non puoi rimanere qui!”
“perché? E comunque volevo solo avvisarti di un pericolo”
“che succede?”
“riguarda il tuo fidanzato, se lo chiamate così voi”
“lo eri pure tu ti ricordo qualche anno fa. Quindi dovresti saperlo”
“si. ma non capisci che il pericolo è quello?”
“cos’hai contro Michele?”
“quello è un licantropo! Non capisci che può farti del male?”
“e come fai a dirlo? Non lo conosci! E dolcissimo!”
“è tutta messinscena”
“oh andiamo Thomas. Anche tu hai fatto la messinscena allora, ma non capisci che lui è davvero innamorato di me?”
“è amore falso..”
“anche tu però hai finto dei sentimenti del genere! E poi a dimostrarti caritatevole con una persona anziana che aveva bisogno di cure e poi prenderti la sua anima! Non ti vergogni del mostro che sei?”
“quello è un altro discorso..”
“non proprio! Sai perché ti ho lasciato? Perché ho capito che tu non eri come apparivi!”
“bene. E dopo averlo sentito dovrei sentirmi meglio?”
“forse. Visto che mi hai detto che ti mancavo da morire e sei sparito!”

Mi bloccò addosso al muro.
Cosa voleva fare ora?

“tu non sai nemmeno quanto ho patito in questi anni! Mi sei mancata da morire e ti ho sempre pensato”
Presi a baciarla. Lei si divincolò cercando di togliersi le mie labbra sulle sue.
“cosa stai facendo?”
“io ti voglio. Non lo capisci?”
“c’è mio padre sotto! Te lo devo ripetere ancora? E poi staccati!”
Mi allontanò da se.
Ok forse mi stavo lasciando andare ai miei impulsi.
“lasciami stare! Tutti noi dobbiamo vivere la nostra vita! È inutile piangersi addosso!”
“e va bene. Però io ti ho avvertita! Io adesso sparisco ma non aspettare che mi faccia vedere ancora!”
“va bene! Vai!”
Aprì la porta per andare fuori.
Se nessuno mi ascolta è inutile.
Io l’ho avvertita.


prendo questo spazio per augurarvi un buon anno!
e spero di riuscire a pubblicare più spesso ;)
per ora alla prossima!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Stavano passando dei bei giorni.
Michele mi stava facendo passare i momenti più belli della mia vita.
Non pensavo più a niente se non lui.
Si questo era amore.
Avevo passato anche qualche sera da lui.
Ovviamente mio padre era sotto stress per la cosa.
Si ricordava ancora cosa era successo quella notte e di quelle due mie compagne di scuola, morte…
Vabè acqua passata!
 
Ora mi trovavo a casa sua a cavallo sulle sue gambe.
Era davvero carino da vicino.
Mi dette un bacio e lo ricambiò volentieri.
“sto davvero bene con te”
“immagino. Meglio dell’altro..”
“scusa?”
“no niente”
“di chi stai parlando?”
“no niente tranquilla. Senti ti andrebbe stasera di fare qualcosa di nuovo?”
“tipo?”
“ti piacerebbe fare una passeggiata stasera? Al chiaro di luna”
“perché no! È una buona idea”
 
Arrivò sera e uscimmo.
Percorremmo la strada abbracciati stretti e le sue mani si intrecciavano con le mie.
Passammo per uno strano percorso.
Attraversammo tutta la città sotto i lampioni fino ad arrivare a un bosco che si trovava ai confini del paese.
Non so perché mi portò qui. Forse per l’atmosfera delle fiabe che emanava pensai.
Ci addentrammo nel bosco.
Cominciai ad avere paura.
“dove stiamo andando?”
“in un posto fantastico”
“spero non sia troppo lontano. Mi fa paura questa foresta”
“ma no. Ci sono io con te! Non averne”
Arrivammo in un posto strano. C’era una fontana in mezzo e si era formato un giardino davanti ai miei occhi.
“fantastico!”
“vero?” – disse con una voce un po’ strana
Mi guardavo intorno. Era davvero un bellissimo posto!
Meglio di quello che pensavo!
D’un tratto però ci fu un rumore.
“che succede?”
“non preoccuparti”
“sicuro?”
“si”
Un altro rumore.
“stavolta l’ho sentito. Ho paura Michele!”
Mi avvicinai al suo corpo per cercare conforto.
Sentì solo le sue mani che si posarono sopra le mie spalle. Forse questo mi bastava per tranquillizzarmi.
D’un tratto apparirono dei lupi.
Strano che ci fossero dei lupi qui in giro!
“dei lupi?”
“stai tranquilla.”
“è inutile che me lo dici! Ho paura!”
“ascoltami… e guarda bene”
Stavo guardando ancora la scena come mi aveva detto.
Quei lupi sembravano mansueti ora che li stavo vedendo meglio.
Percorsero ancora qualche passo e poi si fermarono, e poi una cosa strana.
Quelli si stavano mettendo a due zampe e si stavano trasformando.. in umani..
“ma cosa?”
“ti presento i miei compagni!”
“i tuoi compagni? Sei anche tu uno di loro?”
“già”
Ma possibile che nella mia vita sia destinata a trovare gente strana?

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


“lei chi è?” – esordì uno

“è la mia fidanzata. E l’ho portata qui perché voglio che entri nella famiglia”

Dopo che ebbe detto questo cominciarono ad annusarmi.

Mi stavo sentendo a disagio. 

Questi prima erano dei cani e ora si comportavano come tali da umani.

“state tranquilli. E con noi”

“ne siamo sicuri? Non è che sia una spia?”

“puoi stare tranquillo. Posso garantire io per lei”

Si guardarono tra di loro per conferma, pensai e per decidere sul da farsi.

Dopo essersi consultati rivolsero lo sguardo verso Michele, come per dirgli che dovevamo andare.

Annui e mi prese la mano e venni trasportata con lui nella scia.

Quei strani tipi si stavano muovendo velocemente e noi dovevamo andare con loro. 

Ma era difficile visto la loro velocità! Be forse pensando che erano cani o qualcosa di genere gli era facile prendere velocità.

Cominciavo a stancarmi di correre per stare al loro passo, ma non potevo farci molto! 

Dovevo stare al passo.

Mentre stavo dietro a questi mi guardavo intorno.

Eravamo ancora in quel posto iniziale dove mi aveva portata. Strano che nessuno conosceva questo posto! E poi, poteva esserci un posto migliore di questo? In città non esiste niente del genere in città!

La natura è proprio incontaminata qui! Non sapevo che esistesse un posto del genere fuori città.

Stavamo per lasciare però quel posto magnifico e me ne accorsi perché vidi che stavamo tornando nel bosco. Di nuovo.

Lo attraversammo quasi tutto, fino a che non giungemmo a una specie di deviazione.

Invece di seguire il sentiero lo lasciammo e passammo vicino a delle grotte con strane incisioni fino ad arrivare a una roccia.

Si trovava solo quella davanti a noi.

Ora che dovevamo fare?

Qualcuno mi saltava addosso ora? 

Eravamo finiti in una trappola?

Uno dei tipi che ci erano venuti incontro prima si avvicinò alla pietra e bussò tre volte, si disegnò una porta sulla rocca e come per incanto si aprì.

Che diavoleria è mai questa?

Attraversammo la porta rocciosa e mi trovai davanti un posto nuovo.

Era pieno di alberi e natura. Non so come ma sembrava che ci fossero valli estese nonostante sembrava fosse un posto piccolo.

Incredibile!

“vedi. Questa e la mia casa, e presto sarà anche la tua”

“cosa vuoi dire?”

“lo capirai. Vieni”

Mi prese la mano e mi condusse per la valle.

“qui e dove viviamo. Questa è la nostra comunità, e ora tu ne fai parte”

“è un bellissimo posto” – dissi ancora intenta a guardarmi intorno

“e dovremo poi ufficializzare”

“cosa?” – queste furono le parole che mi colsero di sorpresa

“non preoccuparti, non organizziamo un matrimonio” – rise sotto i baffi

“non ci stavo nemmeno pensando”

“non si sa mai. Voi donne poi! E poi qui sarai al sicuro”

“al sicuro da chi?”

“da creature a cui è meglio stare alla larga.. e non sono sicuro che siano degne di essere chiamate creature.. io li chiamerei mostri”

“non capisco a cosa ti stai riferendo..”

“demoni.. la peggior creatura nata dall’inferno”

“non andate d’accordo?”

“Sono esseri spietati che farebbero tutto per un anima e per farci del male. C’è un antica rivalità che è sorta millenni fà”

Non so perché ma il mio pensiero fu rivolto a Thomas.

Si forse perché lui era uno di quelli che temevano.

Si era stato dolce all’inizio ma però poi si è rivelato nella sua vera natura. Un incubo..

“ma non preoccuparti. Sei al sicuro qui”

Meno male che non gli avevo detto di Thomas. Ma si! ormai è acqua passata!

“tu cosa ci facevi fuori di qui?”

“volevo vivere un po’ come voi, dopo tanto tempo. Sai sono stato come te una volta.. E questa vita mi ha fatto dimenticare quella normale” – fece un sorriso – “che strana cosa”

Stavo sorridendo per le sue parole. Però mi fece venire dei dubbi.

Davvero non aveva più idea della vita normale? Che brutto!

Mi girai a guardare di nuovo il paesaggio. Era davvero diverso da quello che ho sempre visto!

“avrai tutto il tempo per ammirarlo. Vieni”

Mi prese di nuovo la mano e mi portò in una tenda a riposare. Dentro mi sdraiai su un tappeto e mi coprì con una coperta.

In effetti ero stanca. Avevamo camminato a lungo.

“dormi ora”

“ci sarai tu quando mi risveglierò?”

“si”

“allora va bene! grazie!”

Mi sorrise ed uscì dalla tenda.

 

“lo sai che non va bene portare un umana qui? Loro potrebbero averla usata per trovarci!”

“non ti preoccupare. Il demone che gli stava dietro si è arreso, e per il fatto che è umana vedrai che presto sarà dei nostri”

“spero per te che tu stia dicendo la verità”

“con un sorso di questo e poi il rito diventerà una di noi” – fece vedere al compagno una fialetta con un liquido blu

“bene. Faremo una festa per questo!”

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Mi destai dal mio sonno che mi aveva preso fino in quel momento, sentì un fremito che aveva passato le vertebre.

Qualcosa era successo.

Qualcosa che non doveva succedere.

Mi decisi ad alzarmi dal letto con questa inquietudine addosso, anche perchè dovevo farlo, dovevo trovarmi con Giusy di lì a poco.

Presi una maglietta rossa e dei jeans dal mio armadio ed uscì dalla stanza.

Perché sentivo il pavimento freddo sotto i miei piedi? Oh cavolo! le scarpe!

Tornai di nuovo dentro e presi il paio che avevo vicino all’armadio.

Mentre lo feci il cellulare suonò.

Lessi il nome sul display.

Era Giusy, cosa succede ora? Non ero in ritardo.. Almeno credo.

“pronto. Sono in ritardo?”

“no non preoccuparti. Volevo solo dirti che prima di trovarci volevo andare dalla mia amica a trovarla”

“non c’è problema! Ci vediamo là allora!”

“va bene. A dopo!”

Bene. Almeno potevo passare a fare due commissioni nel frattempo. Le avevo rimandate per troppo tempo!

 

Ero seduto sul muretto che aspettavo e intanto giocavo con il cellulare giusto per passare un po’ di tempo.

Quell’inquietudine non mi aveva mollato per un attimo. Sembrava che fosse successo qualcosa.

“Ehi Sebastian!” - urlò

“Ehi!” - risposi

“e’ da molto che mi aspetti?”

“non ti preoccupare, nel mentre ho sbrigato alcune faccende che avevo rimandato. Allora come sta la tua amica?”

“veramente non l’ho nemmeno trovata.. sembra che sia sparita”

“come sparita?” – vuoi vedere che?

“si. pare che sia uscita ieri sera e non è più tornata”

“e con chi?”

“con Michele. Anche se suo padre adesso dà la colpa a Thomas o all’ennesimo killer” – “ e dire che è stato lui ad avvertirla..”

“scusa?”

“no, e che qualche giorno fa Maria mi aveva detto che era venuto Thomas da lei a parlargli di Michele.. e il tono non era uno dei migliori..”

Pensai per un attimo. Forse dovevo parlare con lui. Di sicuro lui sa dove si trova, almeno spero. O che riesca a trovare quel dannato lupo..

“dobbiamo cercarlo..”

“non so dove si trova..”

“vedrai che lo troveremo”

“e come?” – chiesi

“fidati di me!”

 

 

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Nella casetta.

Stavo sistemando le ultime cose per la sua colazione.. forse l’ultima in quello stato.. poi sarebbe diventata come noi. Per sempre!

Presi dalla mia tasca la fialetta, tolsi il tappo e ne versai il contenuto nel bicchiere di acqua.

Presi il cucchiaio e mescolai il contenuto per nasconderlo.

 

Mi svegliai. 

Non ero nel mio letto, e io che pensavo di essere tornata a casa. Mi mancava il mio letto comodo

“ehi buongiorno!”

“buongiorno!”

“ti ho preparato due cosine come colazione, sono cose dolci come te!”

Oddio. L’ultimo che mi aveva preparato una cena dolce era stato.. Thomas.. ma perché mi torna sempre in mente?

“tutto bene?”  - mi disse vedendomi pensierosa

“si tranquillo! Stavo solo pensando..”

“ai tuoi parenti? È inutile pensarci.. non potranno più vederti”

“perché?”

“te l’avevo già detto! Questo è un posto nascosto e nessuno può trovarci..”

“ma perché siete nascosti?”

“lascia stare è una storia lunga. Godiamoci questi momenti!”

Non capivo il motivo del suo disgusto in quel momento.. e poi nascosti da chi?

Tante domande senza risposta.

Dopo colazione girammo per il villaggio. Mi fece vedere tutto quello che c’era.

Tutti mi guardavano con fare investigativo e felici.

Non ne capivo il perché. Forse oggi era una loro festa.

“stasera parteciperai a un importante rito”

“non posso esentarmi? Non sono una di voi”

“non ti preoccupare. Sarà un esperienza nuova!” E aggiunse sottovoce “..sei necessaria”

“allora va bene! Parteciperò!”

 

 

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Era notte.

Il momento ideale per trovarlo, e poi sentivo che doveva venire qui.

“c’è freddo stasera..”

“non molto”

“ma tu non soffri mai di freddo?”

“sono già freddo.. e poi queste temperature non sono niente”

“sarà. Ricordami chi stiamo aspettando..”

“l’ex della tua amica. Vedrai che si farà vedere”

“dici? Per me no. Si sono detti addio dopo aver litigato”

“io non credo.. guarda là!”

Mi indicò sul tetto una figura che saltava. Lo riconobbi dal profilo.

“che ci fa qui? Non doveva starsene lontano da lei?”

“forse vuole sincerarsi che stia bene. Andiamo!”

“dove?”

“gli andiamo incontro..”

Mi prese la mano e mi trascinò. 

Non mi ero accorta della sua forza. Mi trascinò sul tetto.

 

Mi trovavo sul balcone.

Non so che mi era saltato in mente quella sera ma sentivo il dovere di rassicurarmi che stesse bene.. almeno lo speravo.

Tenevo una mano sul petto a destra. Mi faceva un male cane.

Entrai e vidi la camera vuota.

Mi guardai intorno per vedere se c’era qualche indizio di colluttazione ma non trovai niente.

Mossi i passi verso la porta, ero desideroso di sapere dove era e sentire i discorsi dei suoi.

Immaginavo che fossero di sotto a parlare.

Andai ai lati della porta socchiusa e sentì i discorsi. Fortunatamente per me parlavano abbastanza forte.

Per di più sentivo discorsi da preoccupati, li capisco non sapevano dove fosse lei, però mi dava fastidio che suo padre c’è l’avesse ancora con me. Per cosa poi?

Sentii che dicevano che si era allontanata per una passeggiata con Sebastian e che da allora non era più tornata.

Avevo sentito abbastanza.

Feci piano per tornare nella camera per poi uscire.

Mi trovai davanti due persone, o quasi.

“perché siete qui?”

“ti cercavamo” – disse Sebastian

“per cosa?”

“per via di Maria. Immagino che tu la stia cercando”

“forse”

“dai non credo che tu non senti la mancanza.. continuavi ad avvisarla” – disse Giusy

“si quello è vero. Solo che ora non c’è”

“appunto. Stamattina ho parlato con i suoi. Ed è sparita con Michele”

La mano sul petto si stava agitando e con essa il dolore in quel posto.

“lo immaginavo. Quel lupo deve averla portata nel suo rifugio..”

“sai dove si trovano?” – disse Sebastian

“lo sai che non ti vogliono vedere vero?”

“perché? Cosa hanno contro di lui?” – chiese Giusy

“è un vampiro. Lo sai?” – tuonò

“a parte questo..” – disse un po’ contrariato – “devi aiutarci a trovarli!”

“va bene.. credo che tutti siamo d’accordo..”

 

Vagammo per non so quanto tempo, ma nel contempo avevamo goduto di posti naturali fantastici.

Però vedevo Thomas un po’ strano. Era diverso dal solito. Mi stavo preoccupando per lui.

“stai bene?” – dissi a Thomas

“tranquilla. È tutto ok” – mi disse con un sorriso

L’escursione continuò fino ad arrivare a una pietra. Bene il percorso era bloccato.

“e ora?”

“non hai fiducia?” – disse Thomas con sfida

“poca. Ma se sai cosa stai facendo..”

“volevi vedere dove è finita Maria no? Eccola qui”

“qui vedo solo un sasso”

Si avvicinò alla pietre e bussò.

Si aprì ed Entrammo.

Ci si aprì davanti tutto un altro ambiente.

Eravamo nascosti dagli alberi e da quell’altezza potevamo vedere un villaggio sotto.

“spero solo che non sia troppo tardi..”

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