The Darkest Night - La Notte più Profonda

di Bumbix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricominciare ***
Capitolo 2: *** Test d'abilità ***
Capitolo 3: *** Di Racconti e Maghi Oscuri ***
Capitolo 4: *** Hysteria Savant Syndrome ***
Capitolo 5: *** Smistamento e Responsabilità ***
Capitolo 6: *** La Verità del Sangue ***
Capitolo 7: *** Di Quidditch, scontri e decisioni ***
Capitolo 8: *** Di Scuse Sentite e Verità Nascoste ***
Capitolo 9: *** Di Bestie, Ritorni e Subdoli Sorrisi ***



Capitolo 1
*** Ricominciare ***


The Darkest Night

E se....

.... alla fine del prigioniero di Azkaban Harry, Hermione e Sirius fossero stati baciati da dissennatori sulle sponde del lago nero? E se nonostante questo, Harry si fosse comunque salvato grazie al frammento di anima di Zio Voldy, racchiuso nella sua cicatrice? Con Hermione morta, nessun torneo tre maghi avrebbe mai avuto luogo, nessun Signore Oscuro sarebbe mai risorto grazie al sangue del solo col potere di sconfiggerlo e non avverrebbe quasi tutto quello che è stato scritto. Ma non per questo tutti vivranno felici e contenti. Un male peggiore della morte risorge dai tempi dimenticati. Un principe della valacchia, i discendenti di famose leggende ed un Harry come non l'avete mai visto... perchè senza la fastidiosa presenza del frammento, che limitava le sue capacità, finalmente potremo vedere il vero potere del bambino sopravvissuto...

Prologo:

L'uggiolio cessa bruscamente. Mentre raggiungi la riva del lago capisci perché: Sirius è nuovamente umano. È in ginocchio, le mani sopra la testa.
‘Nooo’ geme. ‘Nooo... per favore...’
E poi li vedi. Dissennatori, almeno un centinaio, che scivolano in una massa nera attorno al lago, verso di voi. Ti volti di scatto, mentre il familiare freddo gelido ti pervade le viscere e la nebbia comincia a offuscare i tuoi occhi; altri ancora ne appaiono dall'oscurità, da tutte le parti; vi stanno accerchiando....
‘Hermione, pensa a qualcosa di allegro!’ urli, alzando la bacchetta e battendo furiosamente le palpebre cerchi di snebbiarti la vista, scuotendo la testa per svuotarla dal debole urlo che ha cominciato a levarsi dentro di te...
Vivrò con il mio padrino. Dirò addio ai Dursley.
Ti costringi a pensare a Black e solo a Black, inziando a ripetere:
‘Expecto Patronum! Expecto Patronum!’
Black trema, cade su un fianco e giace immobile a terra, mortalmente pallido.
Guarirà. Andrò a vivere con lui.
‘Expecto Patronum! Hermione, aiutami! Expecto Patronum!’
‘Expecto...’ sussurra Hermione, ‘expecto... expecto...’
Ma non ci riesce. I Dissennatori si stanno avvicinando, ormai sono a poco più di tre metri. Formano una muraglia attorno a voi, e sono sempre più vicini...
‘EXPECTO PATRONUM!’ urli, cercando di sopraffare l'urlo che ti rimbomba nelle orecchie. ‘EXPECTO PATRONUM!’
Una scia sottile di fumo sfugge dalla tua bacchetta e aleggia come una nebbiolina davanti a te. Nello stesso istante, senti Hermione cadere al tuo fianco. Sei solo... completamente solo...
‘Expecto... expecto Patronum...’
Senti le ginocchia premere contro l'erba fredda. La nebbia sta per accecarlo. Con uno sforzo enorme, lotti per ricordare...
Sirius è innocente... innocente... staremo bene... andrò a vivere con lui...
‘Expecto Patronum!’ ansimi.
Alla debole luce del tuo informe Patronus, vedi un Dissennatore arrestarsi, molto vicino. Non riesce ad attraversare la nuvola di nebbiolina argentea da te evocata. Una viscida mano morta
scivola fuori da sotto il mantello. Fa un gesto come per spingere da parte il Patronus.
‘No... no’  dici in un soffio. ‘E' innocente... expecto... expecto Patronum...’
Senti che lo stanno osservando, riesci a sentire il loro respiro spezzato come un vento maligno tutto intorno. Il Dissennatore più vicino sembra studiarlo. Poi alza entrambe le mani... e abbassa il cappuccio.
Dove avrebbero dovuto esserci gli occhi c'è solo pelle sottile, grigia, butterata, tesa su orbite vuote. Ma c'è la bocca... un buco informe che si spalanca e risucchia l'aria in un rantolo.
Un terrore paralizzante ti invade rendendoti incapace di muoverti o parlare. Il tuo Patronus emette un piccolo guizzo e sparisce.
La nebbia bianca ti acceca. Devi lottare... expecto Patronum... non vedi niente... e a grande distanza senti l'urlo familiare...expecto Patronum... cerchi a tentoni Sirius nella foschia, e trovi il
suo braccio... non l'avrebbero preso...
Ma due mani robuste e appiccicose all'improvviso si stringono attorno al tuo collo. Costringono il tuo viso a voltarsi verso l'alto... avvertì l'alito dell'essere... per prima cosa si sarebbe
sbarazzato di te... ne fiuti l'alito putrido... tua madre urla nella tua testa... è l'ultima cosa che sentirai...
E poi avviene, l'abominio poggia le sue labbra sulle tue ed il tuo corpo viene meno. Con la coda dell'occhio riesci a vedere gli altri dissennatori chinarsi su Sirius ed Hermione, entrambi inermi nelle loro mani. Alla fine sei morto non per mano di Voldemort, ne per mano dei suoi seguaci. Non c'è stato nessun lampo di luce verde come ti è sembrato spesso di ricordare. Solo un contatto grezzo, un rantolo disperato, e la tua anima, stranamente piccola e sfilacciata, che viene richiamata dal centro del tuo essere.
Con un ultimo spasmo ti si rovesciano gli occhi, la cicatrice sulla tua fronte si infrange come se qualcuno vi avesse poggiato sopra una sbarra incandescente, e muori.
O almeno... saresti dovuto essere morto.... in lontanaza odi il canto della fenice.

Capitolo 1 : Ricominciare

Quando l'oscurità si attenua, la prima cosa che avverti è il caldo soffocante. Apri gli occhi, allungando un braccio nel buio, e afferri gli occhiali posti sul comodino di fianco al tuo letto. La tua vista resta appannata ancora per qualche secondo, mentre con la mente ripercorri il sogno appena concluso. L'hai rivissuto ancora. Di nuovo, notte dopo notte, torni sul bordo del lago nero e assisti alla tua disfatta contro i dissennatori. Calde lacrime iniziano a radunarsi al limitare del campo visivo, ma sbattendo le palpebre in fretta le scacci indietro.

Non è il momento di deprimersi. Non è il momento di mollare.

Hermione non l'avrebbe voluto, e probabilmente nemmeno Sirius.

Al ricordo delle persone care, perse quella notte, il tuo cuore sobbalza dolorosamente. Non hai nemmeno avuto modo di conoscere il migliore amico di tuo padre. Non sai niente di lui, eppure lui è morto e dovresti esserlo anche tu.

Con mani tremanti ti tasti la cicatrice, che va scomparendo dalla tua fronte. Ogni giorno è meno visibile, ogni giorno è meno marcata, a questo ritmo sarà scomparsa completamente prima che l'estate giunga a termine. Quella piccola saetta è l'unico motivo per cui cammini e respiri. Si è frapposta fra te e il dissennatore, permettendo all'abominio di assorbire solo le qualità e i poteri che Voldemort ti ha trasmesso. Non hai ben capito la spiegazione di Silente, ma era qualcosa che c'entrava con le anime o qualcosa del genere. Al momento del suo discorso eri confuso, ed una spiegazione per la tua sopravvivenza non era quello che volevi.
Cercando una distrazione dai brutti pensieri, ti metti a sedere facendo vagare lo sguardo sulla tua camera di Privet Drive. Nonostante tutto sei dovuto tornarci.

Per un breve, glorioso momento, hai immaginato la tua vita a casa del tuo Padrino, senza degli inutili zii ed un cugino obeso. Che illuso sei stato, quel fuggevole pensiero ha reso il rimetterci piede ancora più amaro.
Sorridendo nel buio davanti alla tua ingenuità, noti la presenza di un bell'allocco davanti alla tua finestra. Il rapace sta picchiettando piano con il becco per attirare la tua attenzione, e senza farlo aspettare ti alzi raggiungendolo. Apri la finestra facendolo entrare, e gli porgi la vaschetta d'acqua di Edvige per farlo ristorare.

Hai riconosciuto subito l'animale, è quello che il professor Lupin ha acquistato alla fine dell'anno scolastico per restare in contatto con te. C'è da dire molto sull'uomo, che alla fine dell'anno è stato costretto a lasciare il suo impiego a causa dell'unticcio professore di Pozioni, ma almeno ti scrive regolarmente e si preoccupa per te. Come molte altre persone del resto...

Infatti dall'inizio delle vacanze il numero di persone che ti scrivono è aumentato vertiginosamente, rendendo i Dursley ancora più scorbutici del solito. Gufi sono visti volare dentro e fuori la tua camera a qualsiasi ora del giorno e della notte, ed i mittenti sono i più disparati. Hai ricevuto lettere da tutti i membri della squadra di Quidditch, dai tuoi compagni di classe, e persino da membri di altre case che nemmeno conosci. I più volevano solo mostrarti sostegno in questo periodo difficile, ma c'è addirrittura chi ha approfittato della situazione per cercare di allacciare i rapporti con te.
Arrampicatori sociali, non c'è altro modo per definirli.

Oltre pochi eletti, facenti parte di persone realmente affezionate  a te, i più sono solo interessati al bambino sopravvissuto, che di recente ha assunto anche il nome di "bambino-che-non-può-morire". La notizia che nemmeno il bacio di un dissennatore ha avuto effetto sulla tua persona ha infiammato i servitore della Luce, e fatto tremare quelli delle Tenebre.
Ma di tutto questo non ti importa nulla. Non ora.
Con gesti lenti spacchi la ceralacca sulla busta, e apri la lettera del tuo ex-professore.
La lettera è breve e concisa, ma riesce comunque a strapparti un vero sorriso:

Caro Harry,
  come stai? Spero che tutto vada bene e che il tempo passato a casa dei tuoi zii non sia orribile come lo descrivi di solito. Io al momento sono in viaggio, sto facendo un piccolo Tour dell'Europa Magica alla ricerca di qualcuno che sia tollerante abbastanza da assumermi nonostante la mia condizione. Come ti ho gia spiegato in una delle mie precedenti lettere, insegnare ad Hogwarts è stata una delle esperienze più appaganti della mia vita, e grazie all'aiuto e al sostegno di Silente spero di poter trovare presto un altro lavoro simile. Oggi ho un colloquio fissato a Beauxbatons, l'equivalente francese di Hogwarts e spero veramente di essere assunto. La cattedra e gli argomenti sono leggermente diversi da quelli che si studiano da voi (tant'è che la materia non si chiama "Difesa contro le Arti Oscure", ma "Comprensione delle Arti Oscure"), ciononostante penso di potermela cavare. Sappiamo entrambi che per quanto riguarda le Creature Oscure, non mi batte nessuno (almeno in quelle). Adesso vado, il tempo stringe e voglio provare ad arrivare un pò in anticipo per fare buona impressione. Rimango in attesa di una risposta, e ti mando i miei saluti.
Remus J. Lupin                                    

Ps. Forse non dovrei scriverlo, ma... mi manca Sirius... credo per te sia lo stesso... non sei solo nel tuo dolore. Volevo solo ricordartelo...


La lettera termina con quelle poche parole ricche di significato. E così Remus ha deciso di partire, di mettere centinaia di chilometri tra se stesso ed il suo dolore, tra se stesso ed il suo rimpianto, tra se stesso e quello che non potrà mai essere cambiato. La sua idea non è malvagia, anche tu vorresti cambiare aria, andare dove nessuno ti conosce e per una volta vivere davvero, ma sai già che Silente non lo permetterà. È di prioritaria importanza che tu rimanga in Inghilterra, che tu rimanga ad Hogwarts e che tu passi l'estate dai tuoi zii. Sai dalle rade lettere di Ron, che i Weasley hanno provato ad intercedere con il Supremo Pezzo Grosso per farti passare l'estate alla Tana, ma evidentemente per lui è prioritario che tu non venga spostato. Da qualche parte dentro di te senti il seme del rancore nutrirsi delle tue emozioni negative.
Silente che ti ha salvato con il suo Patronus a forma di Fenice prima che i Dissennatori ti baciassero nuovamente per completare l'opera. Silente, sempre un passo indietro, sempre in ritardo. È successo con la pietra, è successo con la camera dei segreti, ed è successo sulle sponde del lago nero.
Sei sempre stato tu a lottare per lui, a risolvere i suoi problemi. Ma non hai diritto a nessuna concessione.

Resta da parte Harry, noi sappiamo quello che è meglio per te...
Stai tranquillo Harry, tutto si risolverà per il meglio...
Oh Harry, nessuno te l'ha detto. È generalmente una cattiva idea cercare di salvare il tuo padrino da un'orda di dissennatori. Potevi sparare delle scintille in aria e aspettare i rinforzi mentre scappavi, non sarebbe stata questa la cosa giusta da fare?

Tutte scuse, patetiche parole che ti sono state dette per placarti e rabbonirti. Il breve lampo di sollievo avuto con la lettura della lettera di Remus è ormai sparito. Con calma forzata ripieghi la pagina di pergamena nella sua busta, e la poggi nel cassetto della scrivania insieme al resto della corrispondenza "importante". Altre decine di lettere inutili, trasbordano dal cestino posto nell'angolo della stanza.

Lentamente reprimi questi sentimenti dentro di te, avviandoti verso il piano di sotto. È un pò presto per fare colazione, ma il tempo in più potrai utilizzarlo per pulire le stoviglie dopo aver cucinato, in modo che la tua "famiglia" non si alteri. Non che ti importi di loro e della grassa balena di tuo cugino, ma cercare di rabbonire i Dursley ti permette di passare meno tempo arrabbiato.
Con gesti esperti inizi a soffrigere della pancetta vegetale (davvero zia? Hai comprato pancetta vegetale?) e uova all'occhio di bue (almeno quelle sono normali), apparecchiando al contempo la tavola.

In una decina di minuti Zia Petunia fa il suo ingresso in cucina, regalandoti uno dei suoi sguardi pieni di disgusto.

"Cosa fai già sveglio? Non starai mica facendo qualcosa alla colazione del mio Duddy!?"

Buongiorno anche a te zia, che tono soave di prima mattina. Quasi mi verrebbe voglia di sbatterti la padella in faccia e vedere se così riesco a far diventare normale quella tua faccia cavallina...

Scuoti il capo allontanando questi pensieri, rivolgendo alla matrona di casa solo uno sguardo irritato.

"Non ho fatto nulla alla colazione. Puoi stare tranquilla...."

Il tuo tono di voce è piatto, cerchi di non prestarle ascolto. Lei ti fissa ancora qualche minuto e poi annuisce brevemente.

"Bene, è giusto così. Ti stai comportando bene quest'estate ragazzo."

Che tradotto in linguaggio comune vuol dire . In effetti a pensarci bene è una vita che non prendi una boccata d'aria. Da quando sei tornato non hai fatto altro che cucinare, mangiare e usare il bagno. Per il resto è come se non esistessi. Non strilli, non urli, non sfidi la pazienza di tuo zio, ne dai modo a tuo cugino di importunarti. Di certo se non ci sei Dudley non ti verrà mica a cercare no? Soprattutto ora che ha quella sua mezza banda di deficenti a cui pensare. Quindi hai incominciato a trascorrere le giornate in camera tua, passando da uno studio febbrile di ogni argomento in tuo posseso, a lunghi momenti di noia durante i quali non hai nemmeno la forza di stare in piedi. Ogni tanto rispondi a qualcuna delle lettere che arrivano e di tanto in tanto scrivi a Silente chiedendo quando potrai lasciare la tua prigione. Per inciso non ha risposto nemmeno una volta. Vecchio bastardo.

Tu fai un cenno col capo alla donna in segno di ringraziamento, e poi servi la colazione nello stesso momento in cui entrano in cucina Vernon e Dudley. Entrambi indossano leggeri pigiami estivi e prendono posto al tavolo senza degnarti di uno sguardo. Abituato alle loro azioni, ti limiti a mangiare qualcosa con lo sguardo perso nel vuoto. È la voce di Dudley che ti riporta alla realtà.

"Chi è Hermione?"

La domanda giunge inaspettata. La forchetta ti si ferma a mezz'aria mentre fissi sbalordito tuo cugino. Piccole gocce di tuorlo iniziano a gocciolare nel tuo piatto.

"Come?"

Non puoi dire altro, la tua mente si inceppa al solo sentire le sue parole. La tua reazione ha attirato l'attenzione dei tuoi zii, che guardano Dudley e te cercando di capire. Tuo cugino dal canto suo ghigna in maniera maledetta, come gli hai visto fare tante volte quando era bambino. Ti ha preparato un tiro mancino e stai pur certo che non sarà una bella esperienza.

"Hai ucciso la tua fidanzatina? Ti ho sentito ieri notte" il ghigno si allarga "Che parlavi nel sonno. Che piagnucolavi."

"Che cosa vuoi dire?" i tuoi occhi trasudano veleno mentre cerchi di fare un buco nel punto in cui è seduto. Eppure non puoi negare il vuoto allo stomaco ed il gelo nelle ossa.

"È colpa mia, è colpa mia. Ti prego Hermione, perdonami. Ti ho ucciso io! Sirius no! È innocente! Epcetto Patrono! Epcetto Patrono! Non facevi che ripeterlo. Quindi chi è Hermione, la tua fidanzatina?" rilassa i muscoli del viso appoggiandosi contro lo schienale della sedia, mentre zio e zia ti fissano shockati. "Oh meglio... chi era?"

Il silenzio si tende come una corda di violino. I tuoi occhi saettano e senti una decade di rabbia accumulata spingere per uscire. Sarebbe la terza volta. La tua terza magia senza permesso al di fuori della scuola. Questa volta neanche Silente potrebbe salvarti dall'espulsione certa.....

E poi l'illuminazione.....

Questa volta neanche Silente potrebbe salvarti dall'espulsione certa.

Sorridi. Un sorriso che regge il confronto con quello che tuo cugino ti ha fatto solo qualche attimo prima.

"Bene....." incroci le braccia al petto allungando le gambe sotto il tavolo. "Così alla fine sono stato scoperto. È vero, ho ucciso Hermione Granger, la mia migliore amica...." qui la tua gola minaccia di chiudersi, ma ti forzi a continuare. "... e anche Sirius Black. Il ricercato pericoloso che l'anno scorso compariva sempre in televisione. E se volete prorprio saperlo è da quando ho undici anni che uccido miei simili. Alla fine del mio primo anno ho carbonizzato vivo il mio professore di Difesa, nel secondo ho ucciso, con la zanna di un serpente, uno studente di tre anni più grande... e adesso.... voi siete venuti a saperlo....." ghigni malefico, lasciando la tua magia trasudare dalla pelle. È un piccolo trucchetto che hai imparato di recente. Non è proprio un incantesimo, quindi non può essere localizzato dal Ministero, è solo una manifestazione fisica della tua aura.  Rivoletti di corrente magica fanno sbatacchiare i mobili intorno a te, e senti i piatti in ceramica cadere man mano che il tavolo traballa.

"Non è proprio un segreto nel mio mondo, ma il preside è riuscito sempre a giustificarmi. Capite vero? È come se avessi l'immunità diplomatica. Ogni azione è senza consequenze sempre e comunque.... sempre e comunque....." Tuo zio è terreo, Dudley è cinereo e Zia Cavallina ha gli occhi fuori dalle orbite. "Esatto Dudley, mossa sbagliata stuzzicare il drago che dorme. È pure il motto della mia scuola"

Ridi con una risata canina che ti ricorda tanto quella di Sirius, richiamando a te il tuo potere. I mobili smettono di tremare, l'aria si distende, e tu sorridi. "Quindi forse è giunto il momento che anche voi paghiate il conto per avermi trattato tutto questo tempo come uno schiavo?"

Sorridi, andando ad estrarre la bacchetta dalla tasca del pigiama. Appena lo fai Zio Vernon si alza in piedi.

"Aspetta ragazzo!" riesce a controllare la paura in maniera eccellente, il suo viso ha ripreso colore e sembra che riesca a tenerti testa. Ma ad un osservatore attento non può sfuggire il suo sguardo che rivolge ad intermittenza verso la tua bacchetta.

"Dudley ha sbagliato, e verrà punito per questo!" A quanto pare la tua sceneggiata sta avendo successo, di rado Dudley viene punito. "Ma tu poserai quella b-b-bacch... o si insomma, quella cosa! E lo farai subito, altrimenti non saremo responsabili delle azioni che compiremo!"

"Cosa?" é il tuo turno di essere nuovamente scioccato. Non ti aspettavi che Zio Vernon ti minacciasse.

"Pensavi che saremmo rimasti a guardare le tue stramberie per sempre senza tutelarci in qualche modo?" Zia Petunia e tuo cugino si alzano e mentre la donna affianca suo marito, il ragazzo si nasconde dietro ai due. Nonostante ci siano entrambi i suoi genitori a corprirlo il suo sederone esce fuori dal nascondiglio.

"La coda di Dudley, torte che volano per il soggiorno, macchine volanti nel cortile, Zia Marge gonfiata come un dirigibile. Pensi che non ci saremmo preparati ad altri eventi simili? Abbiamo qui i documenti..." L'uomo si allontana verso la credenza e tu rimani a fissarlo mentre armeggia con qualcosa. Dopo pochi istanti si volta puntandoti contro una pistola....

No, non sta scherzando, è una pistola vera, di quelle a tamburo. Non ne conosci il modello, ma sei abbastanza sicuro che farsi colpire sia una cattiva idea. Volti il viso, e noti l'espressione sorpresa degli altri. Evidentemente Vernon non ha tenuto quel segreto nascosta sola a te.

Indeciso sul da farsi stringi la presa sulla bacchetta alzandoti in piedi. Tuo Zio in risposta tira indietro la sicura. La pistola è armata e puntata, e tu sei il bersaglio.

"Ora metti giù quel bastoncino, e nessuno si farà male. Non costringermi a farlo ragazzo. Non voglio, ma ti sparerò se mi costringi."

Sei arrabbiato, l'uomo che si suppone sia il tuo tutore, ti sta puntando contro un'arma potenzialmente letale. Lentamente, molto lentamente, poggi la bacchetta sul tavolo, allontanadola dalla tua portata.

Vernon sorride, usando un tovagliolo per afferrarla.

"Hai fatto bene ragazzo, ed ora che ci hai detto la verità su tutte le mostruosità che hai fatto, penso che sia ufficiale. Vattene. Non ti voglio più in casa mia. Non voglio ne te ne le tue stranezze. Basta gufi che usano i nostri lampioni come trespoli, basta a tutte le magie che compi in continuazione intorno alla mia famiglia. Basta tutte queste stranezze!"

Per un attimo sei shockato. Sei già scappato da quella casa, non è passato nemmeno un anno da quando l'hai fatto, ma questa è la prima volta che sono loro a cacciarti. Ad un qualche livello sei consapevole che questo avrà delle conseguenze che andranno ben oltre quelle che puoi immaginare, ma per adesso ti limiti a morderti le labbra. Le mordi fino a farti male, le mordi fino a sentire il sapore del sangue sulla lingua. Stai per voltarti per lasciare la stanza, quando senti di nuovo Dudley. Pare che ora abbia riacquistato la sua faccia tosta il bastardello.

"Si, vattene MOSTRO! Sappi che non ti abbiamo voluto, sei solo un fenomeno da baraccone!"

La rabbia ti acceca, sei certo di star per avere un episodio di magia accidentale, eppure non accade nulla. O almeno non accade nulla all'esterno di te. Come richiamata dalla tua rabbia, il tuo nucleo magico si è raddensato nel tuo ventre incominciando a pulsare in maniera febbrile.

THUMP!

Ondate di energia ti percorrono tutto il corpo rendendoti estremamente lucido. Senti il potere percorrerti e non sai da dove esso provenga. Ti volti di nuovo, affrontando la tua famiglia, con la consapevolezza che questa volta non potrà accaderti nulla di male. Fai un passo in avanti e sorridi a tuo Zio che punta di nuovo la sua arma contro di te.

"Hai detto una cosa giusta Dudley, cosa incredibile anche per te. Voi non mi avete mai voluto. Sono stato confinato qui per un qualche incantesimo di sangue che mi lega a tua madre, ma non sono mai stato ben accetto. Non ve ne faccio una colpa, so di essere diverso, di essere strano, di non meritare una famiglia amorevole...."

La tua voce è calda, non sai nemmeno tu perchè parli così, ma il tuo tono sembra far presa sui presenti. Sorridi cordialmente sentendo l'energia continuare a fremere.

"Se volete che me ne vada io lo farò. Andrò via e non importunerò più la vostra famiglia. Però Zio, mi serve la bacchetta. Non posso andarmene senza quella. Un mago non è un mago se non ha la sua bacchetta..."

Docilmente allunghi una mano, sorridendo a Vernon. Lui ti fissa, fissa suo figlio, e poi con lo sguardo chiede a Petunia cosa fare. Lei fa cenno di no. Non meriti nemmeno di riavere la tua bacchetta.

Zio Vernon si ficca la bacchetta in tasca e ti guarda irritato. "Abbiamo già parlato abbastanza ragazzo. Adesso te ne andrai, e dopo getterò questa COSA nel fuoco insieme all'altra legna da ardere!"

Sorvoli sul fatto che la sua frase abbia poco senso. Che motivo ci sarebbe di metterla nel camino in piena estate? Non crdi certo di accendere il fuoco molto presto giusto? Però dai, avevi previsto anche questo. Fai un altro passo in avanti. Tuo Zio solleva di più l'arma, ma non ti importa. Allungando una mano verso la tavola afferri una forchetta e te la ficchi in bocca.

Il famoso tuorlo d'uovo lasciato a gocciolare nel tuo piatto è finalmente stato mangiato. Sorridi gustando il boccone con deliberata lentezza. Tutti ti fissano, cercano di capire, la loro attenzione è concentrata solo su di te che mangi. Si aspettano chissà quale trucco. Ma tu hai mente ben altro.... Nello stesso momento in cui la loro attenzione è sulla forchetta, tu usi la mano libera per afferra un coltello.

Sorridi.

Sorridi.

E infine con un movimento che fatichi a definire tuo lanci il coltello verso Zio Vernon. Traiettoria, diametro del coltello, diametro della pistola, forze di attrito... tutto ti è chiaro nella tua mente. Il coltello vola a rallentatore. Sei abbastanza sicuro che con un pò di esercizio saresti pure capace di riafferrarlo prima che raggiunga la destinazione.

Ma per ora ti gusti lo spettacolo. Il coltello, ruota in aria velocemente, tuo Zio salta indietro per la sorpresa e....

BOOM!

Sembrerebbe che tu sia spacciato, morto completamente giusto? E di una morte pure abbastanza ridicola a dirla tutta. Ma è qui che casca l'asino. Avevi previsto anche questo. La tua mente ha viaggiato così avanti rispetto alle azioni in corso, che sei stato capace di prevedere perfettamente quale sarebbe stata la reazione di tuo Zio.

Piegando il capo di lato, con sempre il sorriso smagliante sul volto, azzeri la distanza che ti separa dal disteso Vernon. Sta bene, non ha riportato alcuna ferita, è solo caduto indietro per il rinculo dell'arma e l'esplosione della stessa.

Si perchè non sei tu quello che è stato colpito dal proiettile, ma è l'arma stessa che è esplosa per sua colpa. Il motivo è estremamente semplice, il coltello, vorticando come un pazzo, non era destinato a tuo zio, ma alla sua pistola. Infatti poco prima che lo zio sparasse, qualcosa come pochi decimi di secondo prima, il coltello è penetrato fino a metà nella canna dalla parte del manico. Ciò ha causato la conseguente esplosione nel momento in cui il colpo non ha trovato una via d'uscita.

Ah, come ti senti leggero. Questa strategia così ben organizzata ti è venuta in mente in un battito di ciclio, e già sapresti dirne altre dieci tutte simili o anche più efficaci. Non hai idea di cosa sia questa sensazione di potere che ti inonda, ma sei consapevole del fatto che finchè dura saresti capace di affrontare chiunque, perfino lo Zio Tom.

Annuisci a te stesso recuperando la tua baccheta, dopodichè ti allontani dalla stanza. Prima di uscire ti volti un'ultima volta facendo l'occhiolino a Zia Petunia.

"Come promesso me ne vado. Grazie di nulla Zia, e sappi che prima o poi qualcuno verrà a reclamare il conto per tutto questo. Ciao Ciao."

Fai un cenno con la mano in direzione dei tuoi zii e di tuo cugino. Tutti e tre ti fissano come se avessero visto un fantasma.

Ghigni, finalmente puoi permettertelo, e come un sonnanbulo voli in camera tua raccogliendo le tue cose. In pochi minuti sei finalmente fuori. Per la prima volta da settimane, il caldo sole estivo ti bacia la pelle e senti di non aver un solo problema al mondo.

La tua storia è appena iniziata.... È ora di ricominciare!

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N.D.A. Bene, rieccoci amici telespettatori con questa nuova storia. Per non c'è molto da dire. Ho in mente già la trama e spero (università permettendo) di postare almeno un capitolo a settimana. Il capitolo non è stato ancora betato, dunque se ci fossero errore vi prego di segnalarmeli in modo che possa correggerli. Ora facciamo un piccolo sondaggio. Quanti di voi vogliono che Ron torni ad Hogwarts? L'ho sempre trovato un personaggio di sfondo, dalla dubbia utilità, e sono ben disposto a metterlo da parte, ma dopo avervi ucciso Hermione prima ancora di iniziare la storia qualcuno di voi potrebbe essere contrario, quindi fatemi sapere cosa ne pensate.
Vi lascio con un ultimo suggerimento, pensate bene al professor Lupin, perchè avrà una parte moooolto importante nella storia. Have a Nice Day.   Bumbix










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Capitolo 2
*** Test d'abilità ***



The Darkest Night

Capitolo 2 – Test d'abilità


Londra – Inghilterra 22 Luglio 1994

Caro Professore
   sono felice di aver ricevuto la sua ultima, e spero vivamente che il colloquio sia andato bene.  È stato assunto? Spero per loro di si, è difficile trovare un professore di Difesa del suo calibro di questi tempi (Eh lo so bene io, che prima di lei ho avuto un egocentrico e un posseduto... non proprio il massimo a livello di istruzione). Per quanto mi riguarda non posso fare a meno di sorridere per lo strano tempismo della sua domanda. Mi ha chiesto come andasse il tempo con i miei zii. Bhe sono felice di annunciarle, che quel capitolo della mia vita si è finalmente concluso. Ieri sono stato cacciato di casa ed ho fermamente intenzione di non rimetterci più piede. Prima che lei possa tornare in Inghilterra in preda all'agitazione, mi faccia mettere in chiaro che sto bene e sono al sicuro. Ho raccolto tutte le mie cose e grazie al Nottetempo ho raggiunto una delle aree magiche periferiche di Londra. Probabilmente si starà chiedendo perchè non abbia scelto di nuovo il Paiolo Magico come lo scorso anno, quando fui io a scappare di casa anzichè essere cacciato. Bhe la risposta è semplice, non voglio essere rintracciato ne da Silente, ne dal Ministero, ne da Zio Tom e dai suoi scagnozzi. Grazie agli eventi avvenuti in giugno, la mia cicatrice è praticamente scomparsa, quindi non corro più il rischio di essere riconosciuto da qualunque passante, inoltre spendo molto tempo sotto il mantello dell'invisibilità, per evitare che qualcuno che mi conosca sul serio possa riconoscermi. In segno di fiducia voglio rivelarle l'ubicazione della mia casa sicura, nella speranza che questa informazione possa restare segreta almeno per un pò. Alloggio al numero 215A di Baker Street. Esatto, ha capito bene, ho scelto un piccolo appartamento nella stessa via del famoso Sherlock Holmes! Immagini la mia sorpresa quando ho scoperto che il Detective più famoso di tutti i tempi era in realtà un mago, e il 221B era realmente l'appartamento di casa sua nella Londra Magica. Non mi sarei mai aspettato che tutte quelle storie, così famose nel mondo babbano, fossero in realtà la trascrizione e rielaborazione babbana, di fatti realmente accaduti! Ahhhhh, come può vedere mi sono proprio goduto il giro turistico e sto finalmente assaporando il dolce nettare chiamato “libertà”.
Parte della mia euforia è dovuta a qualcosa che mi è capitata mentre andavo via da casa dei miei zii. Remus (scusa se passo al nome, ma considero questa una cosa molto importante), sai dirmi se esiste un qualche fenomeno, simile alla magia accidentale, che amplifica e migliora tutte le capacità di un mago? Per fartela breve la rabbia provata nei confronti dei miei parenti si è trasformata in forza ed intelligenza, che sono riuscito a sfruttare per riavere indietro la mia bacchetta senza ferire i miei zii. È stata una cosa incredibile, fatico ancora a crederci io stesso e sono sicuro che se fosse solo l'inizio di un qualcosa di più profondo! Domani ho in programma un giro in diverse librerie per trovare argomenti in merito, allo stesso tempo aspetto una risposta del mio professore di fiducia, nella speranza che questa possa arrivare prima che io mi spacchi la schiena sui libri (mi toglieresti proprio un gran peso dicendomi in breve di cosa si tratta, o quantomeno indicandomi un qualche tomo specifico da leggere). Bene, dopo questa lunga, lunga lettera ti saluto e ti mando tutto il mio affetto. Ancora in bocca al lupo [:)] per il colloquio, e spero che ci sentiremo presto! Tuo

Harry J. Potter                    

Concludi la lettera, la leghi alla zampa di Edvige, e spedisci infine il tuo gufo verso il paese vicino, sperando che non ci siano difficoltà nella traversata dello stretto. Il sorriso e l'euforia del giorno prima è già scemata in gran parte, ma hai preferito dare alla tua lettera un tono allegro per non far troppo preoccupare il Licantropo. Sai per esperienza che è un uomo sensibile, e se sospettasse che tu avessi una qualche difficoltà probabilmente lascerebbe su due piedi il posto in cui si trova per accorrere al tuo fianco. Con sguardo triste osservi la modica stanza che hai potuto affittare con i pochi galeoni a disposizione nel tuo baule. Non avevi previsto una situazione del genere, dunque non hai avuto modo di ritirare qualche soldo dal tuo conto della Gringott. Dovrai farti bastare quel poco che hai fino a che non troverai un modo per tirare avanti per tutto il prossimo mese.

Sistemando i tuoi pochi averi nei mobili del micro-appartamento, ignori l'ennesima lettera di Silente. Il suo gufo tuba e sbraita cercando di attirare la tua attenzione, ma ti limiti ad ignorare lui e la lettera che porta legato alla zampa. Fino ad ora il venerabile preside non si è preso il disturbo di rispondere ad una sola delle tue missive, dunque perché tu ora dovresti prestare attenzione alle sue? Che si fotta e si crogioli nel suo brodo. Non sei più un bambino e non sei più al suo servizio. Saprai badare a te stesso in un modo o nell'altro...

Ma per farlo devi capire come controllare quello strano potere che hai scoperto di possedere. Per ora sai solo che può incrementare la tua forza, la tua velocità e le tue capacità cognitive, ma la durata è veramente limitata. Dopo solo dieci minuti l'effetto svanisce lasciandoti leggermente stanco e assonnato. Non hai ancora avuto modo di testare che effetti abbia sulla tua magia, ma vuoi attendere un po' prima di farti espellere da Hogwarts. Del resto ora come ora sei libero, ed usare la magia renderebbe solo più facile individuarti.

Sospirando a pieni polmoni svuoti il tuo baule, estraendo il vecchio mantello di tuo padre. Hai scritto al professore che l'avresti indossato, e probabilmente dovresti farlo, ma non hai molto voglia di girare per i sobborghi magici completamente invisibile. Decidi di portarlo con te, nel tuo pratico zainetto, ma di non indossarlo. In caso di necessità sarà facilmente reperibile.

Annuendo a te stesso in maniera decisa provi a goderti un po' di quella libertà, che fino al giorno prima era al centro dei tuoi desideri. Hai deciso di ricominciare e così farai. Ricominciare da dove ancora non lo sai, ma può darsi che un giro tra i quartieri di periferia ti schiarirà le idee. Tanto per dirne una devi riprovare ad attivare il tuo super potere. Una delle condizioni sembra essere provare una cocente rabbia o trovarsi in una condizione di pericolo, quindi perché non andare gironzolando alla ricerca di guai per stimolarti un po? Con la fortuna che ti ritrovi finirai nel bel mezzo di un incontro clandestino tra lupi mannari, oppure in una festa a sorpresa dedicata allo Zio Tom.

Sei fiducioso che qualcosa accadrà. Del resto qualcosa ti capita sempre no?

…..........................

Bonk!

Un altro pugno, altro dolore, altro sangue che va alla testa. Ufficialmente non puoi dirlo per una questione d'onore, ma il sapore del tuo sangue fa schifo. Hai assaggiato molte brodaglie orribili, liquami maleodoranti e pozioni curative ad effetto lassativo, ma il sapore metallico che ti lascia il tuo stesso sangue è imbattibile. Può quasi fare a gara con l'Ossofast che hai dovuto prendere il tuo secondo anno dopo l'incidente causato da Allock... il che è tutto dire!

Col rischio di soffocare cerchi di tirarti in piedi sputando in terra quello che non sei riuscito a mandar giù.

La causa dei tuoi mali è su di te, seduta sul tuo petto, e ti guarda divertita. Solo tu potevi incappare in un pestaggio ad un povero vecchio, ed ovviamente la tua parte da Leone non poteva permettere che tale atrocità continuasse. Sfortuna ha voluto che la mancanza di rinforzi e il tuo aspetto, magro e allampanato abbiano giocato contro di te. Hai sperato che la situazione di pericolo ti risvegliasse, che magari la rabbia per le atrocità che ha subito il povero vecchio servisse da catalizzatore per la tua trasformazione... inutile dire che l'ingente quantità di sangue perso, ed il viso ridotto a carne macinata sono la dimostrazione vivente di come non sia questa la scintilla che fa ardere il tuo fuoco interiore.

Respiri a fatica, sentendo il naso pulsare dolorosamente, mentre con una mano tenti di afferrare la bacchetta scivolata lontano dalla tua presa. Tasti il terreno ricco di spazzatura e rifiuti alla ricerca di quel piccolo bastoncino che potrebbe salvarti contro gli odiosi babbani, ma non c'è verso. Il tuo carnefice non è uno di quegli stupidi cattivi che incontri di solito, non ti da tregua. Un altro pugno, un'altra ondata di dolore.

“B-basta, fermatevi!”

La tua voce trema per via delle lacrime trattenute. Sei al limite, stai supplicando. Il vecchio è già scappato lontano, senza curarsi minimamente di te e tu non puoi che chiedere pietà. Il tuo aguzzino ride con una risata sguaiata, mentre i suoi complici iniziano a frugarti nelle tasche e nello zaino. Afferrano il mantello, gli danno solo un'occhiata, e lo buttano via. Di certo un banale pezzo di stoffa non deve valere molto per loro. Almeno questo ti può consolare, l'unico cimelio di tuo padre non ti sarà portato via.

Boccheggi quando l'energumeno ti afferra per la gola, sollevandoti letteralmente da terra per sbatterti contro il muro. Il tuo cranio impatta, la vista ti si annebbia e per qualche secondo sprofondi nell'oscurità.

Quando riprendi conoscenza sei di nuovo a terra, la tua schiena è poggiata al muro, ed intorno a te è sceso il silenzio. Credi che abbiano finito, che alla fine dopo averti pestato per bene, abbiamo preso quelle strane monete dal sacchettino che portavi legato alla vita, e se siano andati....

Sbagliato. Stasera proprio non ne azzecchi una. Sono tutti a terra. Tutti i tuoi aggressori sono stesi, l'uno dietro l'altro in un'ordinata fila. Hanno il viso gonfio e gli occhi pesti. Ad alcuni sono saltati dei denti e decisamente nessuno di loro è in grado di alzarsi.

“..... ma che?...”

Sei scioccato, allibito, stralunato. Possibile che sia stato tu a fare questo? Possibile che in stato di incoscienza tu sia entrato in modalità Berserk come tanti personaggi dei videogiochi di Dudley e abbia restituito il favore a questi farabutti? Sorridi compiaciuto vagliando questa teoria, ma....

Non ti ho già detto che stasera non ne azzecchi una? No, perché non appena quest'idea si affaccia nella tua menta, qualcosa attira la tua attenzione. Un rumore leggero di passi ed una voce. Volti il capo in direzione dell'ingresso del vicolo nel quale è accaduto il fattaccio e la vedi. Una ragazza, con lunghi capelli biondo sabbia acconciati in due codini sopra la testa. Ha lunghe gambe flessuose coperte da calze che gli arrivano fin quasi alle cosce, ed una gonna corta che si ferma poco sopra il ginocchio lasciando ben poco all'immaginazione. Il resto di lei porta un golfino ed una camicia, leggermente sgualcita. Nella mano destra stringe due bacchette, una delle quali è tua.

Batti gli occhi un paio di volte per togliere quell'allucinazione dalla tua vista, ma in risposta la ragazza si piega verso di te mettendo ancora più in mostra le sue gambe. Tu concentri la tua attenzione sul suo viso per non far osare troppo la tua vista li dove non dovrebbe.

“Ti ho chiesto se stai bene. Sei stato davvero un cretino ad affrontare quei mascalzoni da solo. Devo chiamare un guaritore o portarti al San Mungo?”

Tu boccheggi, non sai cosa rispondere, in parte perché sei così malmesso da essere ancora convinto che sia tutta un'allucinazione.

“Non riesci neanche a parlare? Lascia che ti aiuti ad alzarti.”

Allunga le mani verso di te e si china in avanti sfiorandoti appena con le sue dita vellutate. In quel momento ti accorgi di due cose. La prima, e quella forse di minor conto, è che le sue dita sono delicate e allo stesso tempo forti. Un'ondata di calore ti avvolge nel punto in cui la vostra pelle è a contatto. La seconda, quella catastrofica, è che chinandosi in avanti ti ha praticamente messo davanti agli occhi la scollatura ben evidente dalla camicia. Ti aspettavi fosse piatta, quasi come una tavola, ma ora davanti agli occhi ti ritrovi quelle due morbidi colline, sostenuta da un piccolo reggiseno color pesca.....

THUMP!

Non è possibile. Il calore al centro del tuo corpo, l'addensarsi del tuo nucleo magico, la potente energia che inizia a percorrere ogni fibra del tuo essere. Ti sei trasformato! Di nuovo! E nella situazione più strana possibile! Non è bastata una lotta disperata, non è bastata la rabbia contro i soprusi perpetuati nei confronti di un vecchio, eppure ecco che una stretta di mano, ed un petto quasi piatto ti fanno trasformare.

La tua mente, ora completamente lucida, ti sembra... diversa. Ricambiando la stretta della ragazza, ti lasci issare in piedi reggendoti straordinariamente bene sulle gambe per uno che è stato appena ridotto a carne macinata. Lei sembra accorgersene ed annuisce soddisfatta.

“Bene, non sembri essere ridotto così male.”

Ti sorride e nonostante la faccia martoriata tu ricambi il gesto facendo un passo verso di lei.

“Tutto grazie a te, piccola mia....”

EHHHHH?! COSA HAI DETTO? No, ok, questa non hai la più pallida idea di come ti sia uscita. Hai sentito solo che fosse naturale dirlo e l'hai detto. Ma fossero solo le parole il problema. Il tono che hai usato... Zio Voldy maledetto, se mai dovessi sentirti nuovamente parlare così probabilmente ti impiccheresti usando la veneranda barba del Supremo Pezzo Grosso!

Continui a sorridere in maniera naturale, fregandotene altamente di quello che la tua mente pensa e ordina. Il tuo corpo è come assente, riesci a sentirlo, da una qualche parte sai di essere tu a controllarlo, ma perlopiù di sembra di essere un ospite mentre qualcun altro è alla guida.

La ragazza, sentendo le tue parole arrossisce e si allontana da te. Le sue mani lasciano le tue, e si portano al petto come a proteggere quella misura di seno quasi inesistente.

“CO-COSA!?”

A quanto pare l'hai colta di sorpresa. E del resto la cosa non ti stupisce. Tuttavia non riesci proprio a fermarti. Ti chini un attimo, prendendo un fazzoletto tra gli oggetti disseminati in terra, e con una mano ti asciughi il sangue dalla faccia, mentre l'altra ti scompiglia i capelli.

“Ho detto solo la verità, sei stata tu a salvarmi vero? L'ho capito dalle tue parole e da tanti altri piccoli dettagli. Sul tuo petto per esempio, proprio all'altezza della clavicola, ci sono piccole tracce di sangue, ma nessuna ferita che possa averle causate. In mano stringi due bacchette, il che mi fa intuire che sei una strega, ma visto che i miei avversari sono stati picchiati vuol dire che non hai potuto usare la magia. Sei minorenne, proprio come me, e proprio come me hai provato a risolvere la faccenda alla maniera babbana. La differenza è che io ho fallito clamorosamente mentre tu sei riuscita.”

Sorridi, incominciando a raccogliere le tue cose. Il mantello è poco lontano e finisce di nuovo nel suo zaino, le monete sono di nuovo nel borsellino e tutto il resto è a posto. A parte la tua bacchetta stretta ancora dalla ragazza.

Con un sorriso seducente, che speri di non vedere MAI  e poi MAI, torni a rivolgere la tua attenzione alla piccola strega. Ora che sei in piedi noti che è più bassa di te di almeno una decina di centimetri, e la cosa.... ti intriga. Lei dal canto suo continua a fissarti come ipnotizzata, la sua faccia rossa come un peperone è così.... carina. Vorresti tenerla stretta a te, mordicchiandole piano i lobi delle orecchie e …..

No, ok basta, anche la tua mente si sta perdendo a causa del tuo potere. La situazione degenera sempre di più. Cerchi di costringerti a venirne via, ad uscire da questa fastidiosa modalità, ma riesci solo a fare un altro passo in avanti. Lei fa un passo indietro. Tu ne fai un altro avanti. E la situazione si ripete fino a che lei non è con le spalle al muro, e tu non torreggi sul di lei con lo sguardo più bello che tu abbia mai fatto. Lei è così rossa che fatichi ad immaginare che possa resisterti.

Chini il capo verso di lei, le tue labbra sono già in posizione per un bacio, quando.....

SWING!

… uno spostamento d'aria preannuncia l'arrivo di un calcio. Schivi all'indietro flettendo completamente la schiena mentre le gambe restano fisse al suolo. Cavolo una mossa alla Matrix!! Ma la cosa ti aiuta solo fino ad un certo punto. Con un piccolo balzo riguadagni la distanza, mentre la ragazza si mette in posizione.

“Dovevo immaginarlo! T-t-t-tu sei un maniaco! Un P-p-p-pervertito! Ma io ti prenderò, nel nome della Giustizia!”

Eh? Com'è arrivata ad una conclusione del genere? Ok, diciamo che le tue azioni non sono normali. Al momento non sei in te e difficilmente potresti spiegarle il perché, ma questo non giustifica assolutamente la piccola ragazza che corre verso di te, esibendosi in una danza mortale.

Calci, pugni, gomitate. Diversi stili di lotta corpo a corpo che giungono come in risposta alla domanda su come una piccola ragazza dall'aria innocente abbia atterrato tre uomini grandi e grossi senza l'uso della magia.

Tu dal canto tuo ti limiti a schivare. Ogni suo colpo è come percepito al rallentatore dal te in questo stato, quindi hai tutto il tempo di farla avvicinare per poi schivarla con uno scarto minimo. Volendo potresti contrattaccare, atterrarla con un colpo e poi spiegarle, ma in qualche modo non riesci a costringerti a farlo. È solo una ragazza, che in un vicolo buio ha salvato un suo coetaneo da un'aggressione e poi si è vista rimorchiata alla grande. Riesci a capirla, la comprendi... ma anche se così non fosse non la toccheresti ugualmente nemmeno con un fiore.

A quanto pare sei incapace di far male ad una donna finchè sei trasformato. Da un certo punto di vista questa è una bella cosa... no?

Lo scontro continua sempre più serrato, fino a che la ragazza non inizia ad avere il fiatone. Vedi la sua ginocchiata arrivare, la scansi, ma questa volta ti ha fregato. Con una piroetta il colpo torna su di te, e chissà come ti ritrovi bloccato in una presa di Jujitsu. Il suo corpo si flette, tu accompagni il movimento per evitare che opponendo resistenza lei si faccia del male, e finisci per essere proiettato in avanti. Chiudendoti a palla durante il volo a mezz'aria, minimizzi i danni prodigandoti in una bella rotolata.

“Ahhhhhhhh Basta, ora ti affatturo!”

Le sue mani corrono alla gonna, in cui aveva riposto le due bacchette, ma poi la sua espressione cambia. Se n'è accorta. Sorridendo alzi la tua mano destra mostrandole le due bacchette in essa contenute. Già che non potevi evitare la sua presa ne hai approfittato per recuperare la tua bacchetta, e per ogni evenienza hai preso anche la sua.

Con un'occhiata rapida ne studi le particolarità.

“Uhm... pesco e corde di cuore di drago. Una combinazione un po' insolita, quanto tempo hai impiegato a farti scegliere da lei?”

Ok, non hai proprio idea di come tu abbia capito tutto questo solo guardandola. Hai solo avvertito in legno in ogni sua piccola sfaccettatura, arrivando ad identificare graffi e segni d'usura che la datano come molto vecchia. Forse lei non è nemmeno la sua prima padrona.

“Co.... Come hai fatto? Rendimi la mia bacchetta!!”

Tu sorridi facendo ruotare il bastoncino tra le dita.

“Ogni tuo desiderio è un ordine mio piccolo bocciolo d'Aurora, ma l'ho fatto per non causarti altri disturbi sai? Ho letto il flusso della tua magia, ed ho capito che eri pericolosamente vicina a sguainare la bacchetta. Noi siamo minorenni, usare le nostre bacchette è illegale. Non volevo che tu avessi dei problemi a causa mia... sei troppo importante per me.”

Una parte della tua mente vomita per tali sdolcinatezze, l'altra si scioglie davanti al rossore della ragazza. È così rossa che sembra quasi stia splendendo. Eppure questa tua immagine mentale non si combina bene con la ragazzina ringhiante che ora ti carica addosso. Con un passo laterale la eviti come si eviterebbe un toro al rodeo, e poi lanci la sua bacchetta lontano, in direzione di un cassonetto di rifiuti che viene centrato in pieno.

Lei volta il capo, seguendo la parabola del sottile bastoncino, e quando si volta a guardarti tu sei sparito.

“Ci rivedremo all'espresso per Hogwarts. Non fare tardi piccola mia, potrei non reggere alla tua mancanza se non ci fossi!”

Con indosso il mantello che rende invisibili la osservi frugare con lo sguardo l'intero vicolo, e poi prodigarsi per recuperare la sua bacchetta dai rifiuti. Un po' ti dispiace per averle fatto fare una cosa così sporca, ma ti serviva una distrazione che allontanasse il suo sguardo da te, in modo che potessi estrarre ed indossare il mantello senza essere visto.

Sorridendo la osservi un'ultima volta, e poi ti allontani. La tua casa è vicina, e presto sentirai un dolore cane in tutto il corpo. Meglio prepararsi, no?

…................................

Parigi – Francia 23 Luglio 1994

Gli occhi sfogliano febbrilmente la missiva che il figlio di uno dei tuoi migliori amici ti ha inviato. Man mano che le parole vengono assimilate i tuoi occhi si allargano per lo stupore fino a che non concludi la lettere con la bocca spalancata.

“Non è possibile, ero convinto che avesse scampato lo stesso destino di suo padre... com'è possibile che ciò avvenga adesso.... Non ha il minimo senso!”

Barcollando leggermente prendi posto su una sedia portandoti le mani tra i capelli.

“Devo avvisarlo... devo... devo dirgli di cosa si tratta.... Célie!”

Chiami a gran voce avviandoti verso l'armadio. Con un colpo di bacchetta inizi a sistemare tutti i tuoi averi nella pratica valigia da viaggio che hai sempre con te. Al contempo una ragazza adolescente ti raggiunge guardandoti incuriosita.

“Si, zio?”

I tuoi occhi si soffermano un attimo su di lei a mo di scusa, mentre risistemi la stanza come l'hai trovata prima del tuo arrivo.

“Fai i bagagli, dovremo anticipare il nostro viaggio in Inghilterra, un mio amico ha bisogno di me.”

Il suo sguardo si accende di curiosità mentre si avvicina ancora. Il suo aspetto è grazioso, i capelli lunghi e neri le scendono fino ai fianchi, la vita sottile ed il petto prosperoso la rendono un banchetto per gli occhi. Ma tu, povero lupo mannaro, non puoi permetterti di guardarla con lussuria. È solo una ragazzina che ti è stata affidata al termine del colloquio, e per di più è una tua lontana parente.

“Si tratta di Harry Potter?”

È diretta come al solito, e davanti alla sua domanda non puoi che annuire.

“Non ti preoccupare, potremo evitare il peggio se ci muoveremo in tempo. Ora andiamo!”

E così il lupo rientra in patria per avvertire il giovane Harry di qualcosa. Speriamo solo che non sia altra roba oscura, no?

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N.D.A.  Rieccomi miei accaniti lettori con il secondo capitolo di questa mia piccola fanfiction. Inizio con il ringraziare Minus e  LadyRiddle per il supporto datomi nella stesura/revisione =) Grazie ragazzi, siete unici....
E ora passo a qualche piccola informazione. Per chi facesse questo collegamento voglio chiarire che in nessun modo il nostro Harry è imparentato/discendente/reincarnazione dell'amato Detective Sherlock Holmes. Sono due personaggi distinti e separati. Detto questo so di essere in anticipo con la tabella di marcia, ed in effetti il capitolo è gia pronto da un pò, ma ho aspettato un paio di giorni prima di postarlo in modo da portare avanti altro lavoro. La scadenza per i prossimi capitoli resta sempre sabato, ma se dovessi finire prima, come in questo caso, allora vi farò una sorpresa a metà settimana. Finito con i convenevoli ora tocca a voi. Fatemi sapere che ne pensate, se i miei sforzi sono serviti e vi hanno reso la lettura piacevole, o se c'è qualcosa che vada rivisto. Il nuovo Harry come vi sembra? Ai posteri l'ardua sentenza.

Bumbix                                      

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Capitolo 3
*** Di Racconti e Maghi Oscuri ***


cap 2
The Darkest Night

Capitolo 3 – Di Racconti e Maghi Oscuri



Inghilterra 24 Luglio ore 11:00 – Londra


Il peggio è passato. È la mattina del secondo giorno dopo la rissa nel vicolo e finalmente riesci a muoverti senza sentire dolore ovunque... certo, il tuo viso è ancora gonfio e pesto al punto da sembrare un'opera d'arte moderna, ma ehi, c'è chi sta peggio! Non sai bene chi, ne dove, ma sei convinto che deve pur esistere qualcuno che sta peggio di te.

Cioè, facendo il conto hai finito i pochi soldi che avevi, ti hanno picchiato fino a farti supplicare, vivi in un buco di appartamente così piccolo che probabilmente i babbani lo definirebbero una violazione dei diritti umani, e peggio che peggio hai una personalità multipla dissociata. Perchè non può esserci altra spiegazione al tuo comportamento dell'altra sera. Un tale livello di idiozia e dolcezza non è assolutamente da te. In genere hai a malapena il coraggio di parlarci con una ragazza, figurati flirtare in quel modo. Con Hermione... reprimi una fitta di dolore ripensando alla tua amica... con lei, siete diventati amici in quell'età indefinita, in cui ancora non c'è
molta differenza tra ragazzi e ragazze. Tolta lei non avevi mai sostenuto una vera conversazione con qualcuno del sesso opposto, che non fosse un'insegnante o l'infermierà della scuola.

Può essere che anzichè rubarti l'anima il Dissennatore te ne abbia soffiata dentro un'altra? Quest'idea suono totalmente inverosimile, ma non ti viene in mente altro.

Guardando fuori dalla finestra, studi per qualche momento lo spicchio d'orizzonte visibile oltre i tetti delle case. Alla fine il professor Lupin non ti ha risposto. O almeno una sua risposta non ti è ancora pervenuta. Sospiri debolmente osservando il mucchio di lettere del professor Silente. Nessuna di queste è stata aperta, ma dalle tracce di cenere presenti in giro è facilmente intuibile la tattica del vecchio. Capendo che era inutile scriverti ha iniziato a mandarti strilettere. Almeno tre al giorno, e tutte, con toni molto dolci (i suoi soliti modi da nonno), ti invitano a tornare a casa dei tuoi zii, a presentarti ad Hogwarts, o anche solo a dar segni di vita per far sentire gli altri più al sicuro.

Il loro fottuto eroe non è morto, ma si è solo preso una vacanza!

Sbuffi sentendoti tanto una scimmia ammaestrata pronta a danzare nelle mani del vecchio, ciononostante hai deciso di non rispondere, nemmeno una volta. Tantopiù che senza Edvige ti è impossibile mandare lettere a chicchessia.

Dopo un paio di minuti di contemplazione, ti allontani dalla finestra, indossando i vestiti meno sformati e orribili che possiedi. Quest'oggi, se possibile, vuoi fare un giro per cercare qualche lavoretto che ti consenta di campare alla giornata, in modo da estendere il tuo "felice" periodo di libertà.

Sorridi mestamente indossando i calzini enormi di Zio Vernon, quando qualcosa interrompe i tuoi viaggi mentali. Un sordo bussare alla tua porta riecheggia nello spoglio appartamento. Indeciso sul da farsi ti guardi un attimo intorno. Può essere che qualcuno ti abbia rintracciato? In questi giorni hai evitato di uscire se non di notte, e l'hai fatto unicamente per sfamarti. Rintracciarti sarebbe dovuto essere impossibile. Per ogni evenienza indossi il tuo famoso mantello, scomparendo alla vista.

Un piccolo vantaggio in caso di una fuga rapida.

Avvicinandoti alla porta osservi i nuovi arrivati dallo spioncino. All'inizio vedi solo una ragazza. Una ragazza molto carina, con capelli neri, e occhi castani leggermente a mandorla. Non abbastanza da essere una straniera, ma quel tanto che basta a collocare uno dei suoi antenati nei paesi orientali. Non puoi vedere il suo corpo dato il limitato campo visivo e stai quasi per voltarti e tornare al tuo letto, quando un altro individuo, leggermente più in alto si porta vicino a lei. I due discutono per qualche momento, e poi si scambiano di posto. L'uomo bussa di nuovo, chinandosi poi per centrare il viso all'altezza dello spioincino.

"Harry, sei in casa? Sono io, il professor Lupin."

Per un attimo sei troppo stupito per rispondere. Fissi il volto segnato prematuramente dall'età a causa della maledizione dell'uomo, ed è solo quando questo bussa nuovamente che riesci a riprenderti.

"Si.. Sto aprendo."

Allungando una mano da sotto il mantello cerchi a tentoni la maniglia, schiudendo piano la porta. Ti affacci sul pianerottolo incontrando il viso sorridente del professore e quello perplesso della ragazza che è li con lui. Entrambi portano con se delle valigie. Quella del professore la riconosci facilmente, è la stessa che aveva l'anno prima sull'espresso per Hogwarts, quella della ragazza ti è ovviamente sconosciuta... come la ragazza stessa del resto.

"Harry, vorrei dirti che è un piacere rivederti, ma hai ancora addosso il mantello.... possiamo entrare? Sia io che Célie siamo reduci da un lungo viaggio.”

“Ehm... ah si, prego entrate....”

Ancora intontito ti fai da parte, sfilando il mantello della testa. I due entrano, guardandosi intorno, e non appena torni visibile si concentrano su di te. Immediatamente il sorriso del professore si tramuta in un'espressione preoccupata.

“Harry, che diavolo ti è successo alla faccia?”

È il professore a chiedertelo. Il suo tuo tono è serio, e sembra esigere una risposta. Tu, leggermente in imbarazzo, sposti il peso del corpo da un piede all'altro grattandoti il capo.

“Nulla professore, sono solo inciampato, vedrà che in un paio di giorni passerà tutto.”

Hai il cervello in pappa? Sei inciampato? Sul serio? Non potevi inventare una scusa migliore, magari qualcosa di eroico o più semplicemente la verità? Lo capisci dallo sguardo che ti rivolge che non se l'è bevuta. Eppure non dice nulla. Continua solo a fissarti. Ha uno strano modo il tuo professore per rimproverarti, lui non urla ne alza la voce, si limita a guardarti negli occhi, rimanendo in silenzio. Le braccia incrociate al petto ed il cipiglio deciso di chi si aspetta che tu faccia la cosa giusta.

Non ha intenzione di parlare con un bambino che si comporta come tale, quindi ti tratta in modo maturo, ma pretende maturità.

“Ecco, a dire il vero....”

Ci riesce sempre, non puoi non confessare quando sai che lui è l'unico a trattarti con il rispetto che meriti.

“.... c'è stata una rissa con dei babbani. Stavano importunando un vecchio, ed ho pensato di mettermi in mezzo. Così magari sarei pure riuscito a tornare in quella strano stato di cui le avevo scritto. Si ricorda?”

La fronte del professore si rilassa leggermente e sulle sue labbra torna a formarsi un piccolo sorriso.

“Si mi ricordo Harry, ed è proprio per quello che mi hai scritto che ho anticipato il mio ritorno in patria. Ma ora voglio sentire come finisce la tua storia. Visto come sei ridotto mi sembra di capire che questa volta tu sia finito nei guai. Non sei riuscito a trasformarti vero?”

“Come... no, all'inizio non ci sono riuscito. Mi hanno picchiato per bene e stavano per rubarmi tutto se non fosse stato per una ragazza....”

La conversazione continua, e con lo sguardo osservi l'accompagnatrice del professore. Ora che riesci a vedere qualcosa, oltre al suo viso, puoi dire senza remore che è una bellezza come poche. Lo sguardo leggermente esotico, la vita stretta, il seno abbondante, il tutto abbinato con vestiti semplici, che sembrano voler dire che lei non è il tipo da dar peso a queste cose. Arrossisce leggermente quando la guardi, e ti sorride di rimando facendoti l'occhiolino. Subito ritorni sul professore il cui sorriso si è accentuato dopo questo piccolo scambio.

“Una ragazza Harry...?”

“Ehm... si... Lei... bhe ecco lei li ha picchiati tutti, e poi a cercato di aiutarmi ad alzarmi. In quel momento mi sono trasformato, ma è stato diverso dalla prima volta. Ero tutto strano, sempre potente, ma anche... bhe, strano.”

Il professore aggrotta le sopracciglia quando gli spieghi nel dettaglio come una ragazza abbia potuto stendere tre criminali, e poi si ridacchia leggermente prendendo posto sul tuo letto pulcioso. La ragazza al suo fianco guarda in maniera critica il letto, prima di fare altrettanto. Tu resti in piedi fissandoli entrambi.

“Ma davvero professore, sono sicuro che le mie ferite passeranno in un baleno, non c'è bisogno che mi porti da Madama Chips, o da qualche altro guaritore. Vedrà che starò bene anche da solo.”

“Non sono qui per portarti da un guaritore Harry, anche se probabilmente sarebbe meglio che almeno ti mettessi qualche crema su quella faccia. Ecco, prendi questa. La uso sempre nei miei periodi no, ed ha grandi effetti su ferite di questo tipo....”

Dalla valigia estrae un vasetto e te lo passo. Tu lo sviti osservando la densa crema gialla al suo interno.

“Grazie professore. Mi dispiace averla disturbata fino a questo punto, se è venuto qui per riportarmi a casa dei miei zii o da Silente, devo declinare. Non me la sento ancora, e anche se ormai ha scoperto che vivo in una topaia, è sempre meglio delle alternative che mi hanno proposto.”

Lui scuote il capo sorridendo sornione.

“Harry non sono qui neanche per riportarti indietro, anche se probabilmente questa sarebbe la cosa giusta da fare. Sono qui per darti delle spiegazioni riguardo quello che sta succedendo al tuo corpo. Appena mi hai scritto ho capito subito il problema e sono venuto qui per aiutarti a risolverlo, o quantomeno a controllarlo. Prima però lascia che ti presenti la madamigella che è in mia compagnia. Harry lei è Célie Mine, Célie lui è Harry Potter. Spero andrete d'accordo.”

Con lo sguardo torni sulla ragazza e la trovi a fissarti intensamente. Nei suoi occhi leggi una strana luce mentre si fa avanti per stringerti la mano. Tu assecondi la stretta, borbottando qualche parola sottovoce. Come dicevo non sai proprio farci con le ragazze. Immediatamente torni a rivolgere la tua attenzione al professore, cercando di nascondere il rossore sulle tue gote.

“Lei Harry, è una mia lontana parente, potremmo definirla una mia nipote. Il nostro incontro è stato curioso, ma ti basti sapere che sono riuscito ad avere la cattedra a Beauxbatons e che durante la visita della scuola sono venuto a conoscenza della sua situazione. Come te lei ha subito un grave lutto in Giugno, e non ha nessuno che possa prendersi cura di lei. A scuola non è riuscita a costruire nessun solido rapporto come quelli che hai avuto tu, e rischiava di venir trasferita in un orfanotrofio babbano. Per fortuna nel suo albero genealogico non c'è un solo ramo della sua famiglia. Tornando indietro negli anni si è scoperto che i Lupin hanno origini francesi, e per la precisione il mio bisnonno ed il trisavolo di questa signorina erano fratelli. Questo mi ha dato la possibilità di adottarla, e renderla legalmente mia figlia.”

Conclusa la spiegazione la ragazza da un buffetto sulla spalla del professore, parlando per la prima volta. Nonostante le sue origini, il suo accento non è molto marcato.

“Lo Ziò è stata una bénédiction du ciel.... una benedizione del cielo. Non pensavo che nella mia familia ci fossero persone così buone. E lui parla sempre di te Henry, dice che sei uno dei maghi più talentuosi della tua école ! Spero che riusciremo a diventare amici quando anche io frequenterò Hogwarts”

Ti sorride, un sorriso aperto e sincero. Tu metabolizzi le informazioni. Le tante, tante informazioni.

“Ehm... si, qui-quindi verrai ad Hogwarts? Pensavo che il professore avesse accettato un posto in Francia, come mai non frequenti li?”

Lei storce il viso alla tua domanda, aspettando qualche secondo per rispondere.

“Io... voglio vivere loin de la douleur.... lontana dal dolore. Troppi ricordi e troppo dolore in Francia. Senza di lei, io......”

La sua voce si incrina, e lo sguardo si abbassa. Capisci di essere entrato in un territorio pericoloso, e guardi agitato Remus. Lui stringe la spalla della ragazza come a darle forza, e poi torna su di te.

“Non dovrebbe esserti nuovo il concetto di cambiare aria Harry. Anche lei ha bisogno dei suoi spazi e di un posto sicuro dove riprendersi dal suo trauma. Ho acconsentito a che si trasferisse a patto che frequentasse Hogwarts, e tra le altre cose vorrei chiederti di badare a lei durante il periodo che passerà li. So che anche tu stai affrontando un brutto momento, ma penso che la cosa gioverà ad entrambi.”

Tu annuisci alle parole del professore, rimuginando sulla situazione. Di certo sarà un colpo per Ron vedere che conosci una così bella ragazza. Sperando non consideri la cosa come un insulto alla memoria di Hermione. Il pensiero di attraversa la mente in maniera fugace. Hemione è morta da così poco e tu già cerchi un rimpiazzo per lei nel tuo piccolo gruppo. La cosa ti fa sentire mortalmente schifoso, ma sei certo che lei non vorrebbe che tu ti isolassi. Sei certo che vorrebbe che continuassi a vivere la tua vita pienamente. E poi non è detto che Célie sarà una presenza fissa come lo era Hermione, probabilmente dovrai esserle di supporto fino a che non troverà qualche amico, il resto verrà naturalmente.

Dopo questa riflessione noti il professore farti segno di sedere e prendi posto su una piccola sedia posta nell'angolo della stanza. Davvero, quant'è piccolo il buco in cui vivi? Con le ginocchia urti il letto su cui sono seduti i tuoi ospiti! Comunque incuriosito torni a rivolgere la tua attenzione all'uomo, che ora ha tolto una vecchia foto da un taccuino recuperato nella giacca. Con esitazione te la passa.

Nella foto sono rappresentati quattro ragazzi, per essere precisi la foto rappresenta i quattro malandrini nel loro terzo anno ad Hogwarts. Riconosci tuo padre sulla sinistra, con la sua divisa da cercatore, seguito da Sirius e dal professore presi a braccetto, e davanti a tutti Minus che mangia un pezzo di formaggio. Stupido ratto obeso.

Osservi per qualche istante la foto sorridendo, per poi restituirla al licantropo che la guarda con nostalgia.

“Già sai Harry, che la nostra storia, la storia dei malandrini, è nata durante i nostri anni a scuola. Ci siamo conosciuti il primo giorno sul treno, esattamente com'è successo a te, Ron ed Hermione, e da quel momento siamo stati inseparabili. All'inizio la nostra era un'amicizia come molte; ridevamo, facevamo scherzi e ci godevamo la nostra giovinezza, al terzo anno tuttavia le cose cambiarono. Per un certo periodo mi allontanai dagli altri perché loro avevano scoperto il mio segreto. Non fui capace di affrontarli, di accettare che loro mi volessero bene ugualmente nonostante la mia maledizione. Fu un brutto periodo Harry, non voglio mentirti. A quel tempo mi sentii solo ed emarginato, ero arrivato al punto da voler mollare tutto e farla finita....”

La sua voce è roca, come se gli costasse fatica rivangare quel periodo da lungo tempo dimenticato. Eppure sorride con un sorriso triste. Il solito sorriso a cui hai imparato a voler bene.

“... fu in quel momento davvero brutto che noi, i malandrini, facemmo un patto. Perché tutti fossimo sullo stesso piano, ognuno avrebbe raccontato il suo più profondo segreto agli altre tre. Era un sacrificio che gli altri vollero fare per rendermi di nuovo uno di loro. Pensarono che in questo modo non avrei più avuto timore di ferirli. Fui egoista e infantile in quanto accettai la loro idea. Mi piaceva il pensiero di poter fare qualcosa per vendicarmi se loro mi avessero tradito. Non avevo in mente il bene che loro stavano facendo, ma solo quello che sarebbe tornato utile a me. A posteriori mi resi conto dell'ignoranza dietro questo mio modo di vedere le cose, ma fu troppo tardi per disfare ciò che era stato fatto... ad ogni modo, ogni malandrino racconto il suo segreto. Erano segreti importanti, tramandati nelle loro famiglie da sempre. Segreti che non sarebbero dovuti mai essere raccontati. Fu in queste circostanze che venni a sapere dell' Hysteria Savant Syndrome....”

…....................................................


Inghilterra 24 Luglio ora 19:00 – Hogwarts

Seduto sul venerando scranno, che prima di lui ha ospitato decine di illustri personaggi, riposa l'anziano e debole Albus Silente. Il suo sguardo è perso nel vuoto mentre con una mano accarezza il capo della piccola Fanny appena rinata.

“E così lei è qui per il posto di difesa contro le arti oscure? Mi lasci dire che la materia per la quale si propone ha una fama molto particolare. Sono quasi due decadi che non riusciamo a trattenere un professore per più di un anno. Ne è consapevole?”

Di fronte a lui, siede in maniera composta un giovane uomo. I capelli lunghi sono acconciati in una coda che scende gentilmente lungo la schiena, lo sguardo è fisso in avanti mentre con un sorriso poggia una pila di carte sulla scrivania posta di fronte a lui.

“Preside, la fama della cattedra che ho intenzione di occupare è ben conosciuta in tutto il mondo. Si racconta che lo stesso uomo che ha lanciato la maledizione che la insedia è stato suo succube anni fa. Sono ben consapevole dei rischi che corro, ed è per questo che mi sono proposto per il lavoro. Sono uno spezza-incantesimi e voglio rompere una maledizione che nemmeno il Supremo Pezzo Grosso è riuscito a sconfiggere. Mi lasci tentare, posso attingere ad un bagaglio di esperienze che nessun altro docente possiede e raccontare cose ai suoi allievi che non saprebbero mai.”

Lo sguardo del preside si acciglia mentre porta la sua attenzione sul ragazzo. Ha da poco superato i trent'anni, ha vissuto per maggior parte della sua vita in Australia, e solo di recente ha deciso di trasferirsi nell'uggiosa Inghilterra per concorrere ad una cattedra che nessuno vuole. Come se tutto questo non fosse abbastanza sospetto, le ricerche dell'ex-Auror Alastor Malocchio Moody hanno portato ad un nulla di fatto. A parte le credenziali presenti nel curriculum nessuno ha mai sentito parlare di lui, nessuno ha idea di chi sia realmente, ne può immaginare il suo obbiettivo. Un sorriso scaltro incurva le labbra dell'uomo ormai prossimo alla fine dei suoi giorni.

“Già qualcun altro, prima di lei, mi ha tentato con simili parole. All'epoca rifiutai il suo invito, lo scaccia dalla scuola e mi preparai ad affrontare una guerra contro di lui. Ovviamente sto parlando di Voldemort.”

Le mani dell'anziano sfogliano lentamente le varie carte fornite dall'aspirante professore, che al pronunciare il nome del mago più pericoloso dell'ultimo secolo non ha battuto ciglio.

Sospetto.

“Non le mentirò, quest'anno avevo chiesto ad un mio vecchio amico di ricoprire la cattedra temporaneamente prima di tornare in pensione, e sembrava quasi l'avessi convinto, ma la sua domanda arriva a turbare questi eventi. Le andrebbe bene tornare il prossimo anno e proporsi allora? Le assicuro che il posto sarà vacante e pronto ad accoglierla.”

Le mani tornano ad incrociarsi sui braccioli della sedia, mentre lo spezza-incantesimi reprime una qualche emozione sul suo viso.

“Non c'è modo per me di ottenere la cattedra quest'anno? Nutro davvero molto interesse per la maledizione, e porre un freno alla mia curiosità proprio ad un passo dalla meta non è nel mio stile. Tanto più se anche questi sono eventi dettati dalla maledizione stessa. Ha appena detto che il suo amico si fermerà solo un anno giusto? Quali sono stati i percorsi logici che avete seguito prima di arrivare a pensare ad un tale periodo di tempo? L'ha proposto lei? È stato il suo amico? In queste decisioni potrebbe già esserci l'impronta dell'incantesimo che non è riuscito ancora spezzare. Questa è una situazione fin troppo ghiotta per uno come me.”

L'anziano mago, incurvato dagli anni, appare visibilmente sorpreso dalla linea di pensiero della sua controparte. Lui stesso, nonostante la sua centenaria esperienza, non aveva ancora colto quell'aspetto della maledizione. Che potesse avere un effetto passivo remissivo, capace di indurre addirittura pensieri e parole nella sua mente? Sorridendo con più spirito, Silente prende una caramella al limone, la scarta e ne gusta il sapore porgendo poi il sacchetto all'altro, che con garbo rifiuta.

“Le sue parole mi hanno colpito, e le prometto che terrò a mente la sua richiesta, sebbene mi sia chiaro che c'è molto altro che le interessa oltre la maledizione... Ora se non ha altro da aggiungere la prego di andare. C'è uno studente piuttosto problematico che richiede la mia costante assistenza.”

L'uomo sorride, e dopo un breve inchino si allontana, chiudendosi la porta alle spalle.

Da un angolo nascosto sopraggiunge una voce.

“Sicuro di volerlo assumere Silente? Quell'uomo è di certo un mago oscuro, e le sue ragioni sono fandonie belle e buone. L'incantesimo di Voldemort non può essere rotto fino a che lui sarà vivo e provarci è semplicemente follia.”

A parlare è un vecchio cappello posto su una mensola, vicino ad una vecchia teca che contiene una spada. Una delle ultime reliquie dei quattro fondatori: il cappello parlante.

“Cappello, lui è proprio l'uomo che serve per far crescere ancora di più Harry, che ha conosciuto il male del mondo, ha conosciuto battaglie e sofferenze, ma non è ancora pronto per affrontare quello che lo aspetta. Devo prepararlo, e sebbene questo sia un uomo che non ho ancora capito appieno, nutro la speranza che possa fornire ottimo materiale per l'addestramento del ragazzo....”

Un'esclamazione, seguito da un borbottio d'insulti, precede la risposta del cappello.

“Mi chiedo sempre cosa mi abbia impedito di sbatterti a Serpeverde, maledetto menagramo rincoglionito. La cazzonagine dentro la tua testa è già costata la vita di uno studente lo scorso anno, ed è solo per miracolo se il ragazzo è sopravvissuto!”

L'espressione di Silente si rabbuia mentre con veemenza estrae la bacchetta.

“Miracolo? Ti sbagli cappello, un miracolo sarebbe stato se avessi lanciato il mio patronus qualche istante prima salvando tutti, anziché guardare in disparte mentre i Dissennatori avanzavano. Era necessario che loro venissero baciati e che io risultassi comunque la persona corretta che ha tentato di salvarli. Ed ero sicuro che Harry sarebbe sopravvissuto per adempiere alla profezia. Sto giocando ad un gioco pericoloso Cappello, ma non permetto ad un vecchio artefatto come te di giudicarmi. Questo è un pegno per aver usato questo tono con me.”

Dalla punta della bacchetta dell'anziano mago fuoriescono fulmini di energia nera, che colpiscono il cappello causando grida di dolore. Con un incantesimo silenziante le urla sono messe a tacere, e non rimane che la stropicciata figura del cappello a contorcersi.

“Cielo, cielo, mi sa che dovrò chiedere alla professore McGranitt di fare un altro rammendo al cappello. Questi vecchi artefatti tendono sempre a deteriorarsi col tempo no?”

Le sue parole sono rivolte alla fenice, che piccola ed indifesa continua a pigolare tra le sue ginocchia ignara del male del suo padrone.

“Ora torniamo ad Harry, Alastor dovrebbe fare rapporto a momenti sugli spostamenti del ragazzo. Speriamo non si sia cacciato di nuovo nei guai. Creare incidenti sul suo percorso è unicamente compito mio.”

Un sorriso, crudele come la morte, appare sul suo volto.

Ecco l'anziano mago, che dovrebbe essere l'ultimo baluardo della luce.

Che sfiga....

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N.D.A. Signori, sono felice di aggiornare con un altro paio di giorni d'anticipo, ma non vi abituate. Questo periodo di feste mi ha consentito di avere tempo extra da poter dedicare alla FF, ma purtroppo la pacchia è finita e mi tocca rimettermi a studiare. Fatta questra premessa parliamo del capitolo. In questo capitolo abbiamo fondamentalmente la presentazione di Célie e del mio personale Dumbledore bastardo e manipolatore. Forse anche troppo, ma suvvia, è un'opera di fantasia, e io odio profondamente quel mago che ha lasciato Harry dai suoi zii quando poteva benissimo crescerlo ad Hogwarts e prepararlo fin dall'infanzia al suo destino. Ma sto divagando, si parlava del capitolo giusto? Bene, oltre le presentazioni finalmente arrivano le spiegazioni. Nel prossimo capitolo avremo finalmente la storia dietro la storia, ciò che i malandrini nascondono, ed il Segreto che solo Remus conosce su cosa sta capitando ad Harry. Inoltre ricordate la ragazzina del capitolo 2? Non è solo una comparsa, quindi tenetela da conto per il prossimo futuro. Sto lasciando tante mollichine di pane in giro, spero che quando le disporro in serie la sorpresa risultante vi piaccia. Adesso però sta a voi. Io ho messo impegno e fatica nel capitolo, leggendo e rileggendo, e chiedendo pareri al mio beta Minus, e alla mia collaboratrice LadyRiddle; dimostratemi che non sto scrivendo la storia solo per me stesso (non è ho proprio bisogno) e lasciatemi un parere sul capitolo in una recensione. Ora vi lascio, vado cucinare pasta e zucchine!

Bumbix

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Capitolo 4
*** Hysteria Savant Syndrome ***


cap 2
The Darkest Night

Capitolo 4 – Hysteria Savant Syndrome



Inghilterra 24 Luglio ore 12:00 – Londra


Nell'aria, il ticchettio dell'orologio a muro. Lento, costante, intermittente. Scandisce il tempo che passi confuso dalle parole del tuo vecchio professore. Stai cercando di metabolizzare il fatto che da ragazzo, lui non fosse la persona equilibrata e gentile che hai davanti, ma qualcuno di più ingenuo ed egoista, pronto ad accaparrarsi i segreti dei suoi amici per usarli contro di loro. Quando torni a guardarlo i tuoi occhi sono un po' più duri, più freddi, ma non puoi evitare di sapere, sebbene in queste circostanze così poco invitanti.

“Hysteria... come?”

Lui ti fissa a disagio, probabilmente sentendo la tensione nelle tue parole, e per il minuto successivo si sistema i polsini a disagio. Una volta finito riprende a parlare, cercando di mantenere il tono amichevole.

“Hysteria Savant Syndrome.... è una malattia, se così si può chiamare, unica nel suo genere, riscontrata solo nei membri della famiglia Potter. L'HSS, così la chiamava tuo padre quando era tra noi, è la causa ed il motivo di quasi tutte le scelte che un Potter fa durante la vita. Non so spiegarti molto al riguardo, in quanto solo un Potter potrebbe istruirti sulle origini e i dettagli della malattia, ma ti racconterò quello che tuo padre disse a noi...”

“Aspetti un momento, mi sta dicendo che sono malato?”

Lui soppesa la domanda per qualche istante, lanciando uno sguardo a Célie, ancora lì tra voi, seduta compostamente. È silenziosa, ma interessata. Sembra che sappia già molto della malattia. Che il professore abbia svenduto il segreto della tua famiglia raccontandolo prima a lei che a te? Non sai più cosa pensare.

“Beh, Harry, puoi vederla così, ma l'HSS è una parte di te. Devi imparare a controllarla e conviverci, ma non puoi curarla come se fosse una malattia qualunque...”

Di nuovo silenzio, di nuovo tensione, il tuo sguardo è rabbuiato, ma con un cenno della mano fai segno al professore di continuare.

“Bene, ti dicevo... si, quello che James ci raccontò. Non ti sei mai chiesto come mai tu sei l'unico Potter ancora in vita, come mai non hai cugini o parenti da parte di tuo padre? Tuo padre era figlio unico, suo padre era figlio unico, e tu sei figlio unico. Ciò non è dovuto semplicemente al fato o agli eventi sfortunati, la verità è che a causa della loro malattia, ogni Potter mai vissuto è stato un paladino della giustizia, che ha sacrificato la sua vita per il bene superiore, non riuscendo mai ad avere più di un figlio....”

“Cosa?”

“Per fartela breve funziona così. Quando un Potter arriva all'età per frequentare Hogwarts, inizia a sviluppare degli appetiti verso il sesso opposto. È normale, è la natura, in tutti i ragazzi funziona così, ma per un Potter la cosa è leggermente diversa. Ogni qual volta voi vi sentite stimolati, ogni volta che il vostro cuore freme e venite eccitati, qualcosa in voi si sblocca e acquisite capacità straordinarie. Queste capacità tuttavia hanno un prezzo e delle limitazioni, per questo in genere i bambini della vostra famiglia vengono addestrati a tenere sotto controllo la malattia, e a non parlarne con nessuno...”

“E-e-eccitati? Intende s-sessualmente? Ma tutto questo non ha senso, la prima volta che questa cosa si è attivata stavo litigando con i miei zii, non penso fosse la situazione ideale per avere... sa, insomma, un'erezione....”

Il tuo tono di voce si fa flebile verso la fine, e non puoi che arrossire davanti al sorriso ammiccante di Célie. Pare si stia divertendo un mondo.

“Harry, devi capire che qualsiasi forte emozione può attivare l'HSS. Per farla semplice la sua attivazione corrisponde al riempire un vaso con dell'acqua. L'odio, la rabbia, la frustrazione, sono piccole gocce, che con il tempo riempono il vaso e ti permettono di entrare nell'HSS. Al confronto l'eccitazione sessuale è un geyser che in un istante riempe e fa trasbordare quel vaso. Tuttavia hai già testato sulla tua persona, che quando sei trasformato sei impossibilitato a far male ad una ragazza, in qualsiasi modo. Al contrario sei portato a difenderla, sempre e comunque, anche a costo della tua vita. Questo rende la tua malattia un'arma a doppio taglio, in quanto qualsiasi ragazza ne fosse a conoscenza potrebbe indurti a trasformarti per farti combattere per lei... Molti Potter hanno perso la vita in questo modo, per questo è di massima priorità che tu non racconti il tuo segreto a nessuno, nemmeno a Ron!”

Ma che diavolo? Lui ti dice di non raccontare dell'HSS a nessuno, eppure ne parla tranquillamente davanti a sua nipote? A tutto c'è un limite e questo il tuo, sei pronto a far valere i tuoi diritti con il professore, e pretendere che la ragazza sia obliviata, se necessario!

Vai per parlare, con un'espressione al contempo decisa e feroce, quando Célie si allunga verso di te poggiando il suo indice sulle tue labbra. È vicina, troppo vicina. A questa distanza riesci quasi a vedere nella scollatura la sua pelle bianca come l'avorio. Vorresti, toccarla, anche solo per un..... NO. Ti imponi di tornare alla realtà, alzando il tuo sguardo dai suoi seni abbondanti, al suo viso.

“So cosa stai pensando Henry....”

Che hai un davanzale da paura. Sono sicuro che se provassi a poggiarci sopra un bicchiere resterebbe in bilico senza cadere.

“... ma devi fidarti di me, ho prestàto un Serment Inviolable... un Voto Infrangibile... per mantenere il tuo segreto, ed aiutarti nel tuo addestramento durante il mese che rimane prima dell'inizio dell'école .”

“Cosa? Cos'è un Voto Infrangibile?”

La ragazza si tira indietro, ed il professore riprende la parola.

“Un Voto Infrangibile è un sortilegio che lega il mago alla parola data. Se dovesse mai essere infranto il mago in questione perderebbe la vita. Per questo sto parlando così liberamente davanti a Célie, ha già dato prova di fiducia e tanto dovrebbe bastare ad entrambi, non pensi?”

Sei scioccato, il professore ha legato la vita di un membro della sua famiglia, al segreto che coinvolge la tua. A questo punto inizi a capire il quadro generale, inoltre hai più fiducia nella persona che, appena qualche minuto fa, aveva iniziato a perdere punti.

Annuisci, incrociando le braccia al petto.

“Capisco, beh, in questo caso va bene, non ho nulla da ridire e, anzi, vorrei scusarmi. Tu sei disposta a rischiare la vita per mantenere il mio segreto, ed io stavo per urlarti addosso. Per urlare addosso ad entrambi. Per favore continua, cosa vuol dire che sei qui per addestrarmi? Che addestramento devo seguire?”

Ora sei curioso, hai messo da parte il rancore, focalizzandoti unicamente su come affrontare questa nuova situazione. Ed un addestramento non suona per nulla male come idea.

“Beh, è semplice Harry. Tuo padre è stato senza ombra di dubbio il Potter più forte che sia mai esistito grazie all'HSS. Era letteralmente in grado di fare cose strabilianti una volta trasformato. Aveva sempre la risposta, sempre un piano, riusciva a schivare incantesimi che altri non vedevano arrivare. Solo grazie a queste sue capacità è riuscito a sfuggire per ben tre volte a Voldemort prima che lui lo uccidesse, e anche allora sono convinto che sia stato per proteggere tua madre e te che non sia riuscito a salvare se stesso. Tu devi superare perfino le sue abilità, Harry, e costruire da solo il tuo futuro. Non ti ho parlato l'hanno scorso di tutto questo perché pensavo fossi sfuggito alla maledizione della tua famiglia. Tuo padre, già il suo primo giorno sul treno, ebbe l'imprinting su tua madre attivando la sua Hysteria Savanti Syndrome, tu eri al terzo anno e non mostravi segni di interessamento alle ragazze, ne sintomi della malattia. Penso di capire perché. I poteri che Voldemort ti aveva trasmesso avevano soppiantato i tuoi, ora che questi poteri non ci sono più, risucchiati dai dissennatori, le tue vere capacità stanno emergendo. Per questo è giusto che tu venga addestrato...”

“Ma professore, io non posso usare la magia fuori dalla scuola... e cosa vuol dire che mio padre ha avuto l'imprinting con mia madre il primo giorno sul treno? Cos'è un imprinting?”

Il professore si tira indietro, prodigandosi in una risata gioviale, che pare togliergli almeno dieci anni dalla faccia segnata per via della maledizione.

“Ah, Harry, mi ricordi tanto noi ragazzi quando James ci parlò per la prima volta dell'HSS. Cercherò di rispondere al meglio delle mie possibilità, ma potrebbero esserci delle lacune in ciò che so. Innanzitutto partiamo con l'addestramento. Per quello non avrai nessun bisogno di usare la tua magia, non avrai bisogno della bacchetta, né di altro, questo perché l'HSS ti impedisce di usare la magia....”

Tu boccheggi. In cambio di forza, velocità, prontezza di riflessi ed acume, perdi la possibilità di usare la magia? L'affare non sembra molto conveniente, non per te. Ti indispettisci, ma il professore alza una mano fermandoti.

“...Il motivo per cui non hai accesso alla tua magia è perché questa è già impiegata per aumentare tutte le tue facoltà, fisiche e mentali. Per ogni incantesimo che lancerai perderai un po' dell'HSS, e se supererai un certo limite porrai fine alla trasformazione. So che vista così non sembra molto conveniente, ma Harry, tuo padre ideò un addestramento pratico, per potenziare ed ampliare le sue capacità una volta trasformato. Lo fece perché, e qui mi ricollego alla tua seconda domanda, lui era perennemente in HSS. Dal primo momento in cui vide tua madre, ogni altra cosa per lui smise di avere senso. Fu come se tutte le sue certezze, che prima lo tenevano saldo a terra come se fossero delle corde a cui era legato, si fossero infrante, e fossero state sostituite da un milione di cavi d'acciaio. Fino a quel momento non aveva colto il centro esatto dell'universo, ma in quel momento capii che l'universo girava intorno a quel punto. Non aveva mai colto la simmetria dell'universo, che solo allora gli fu chiara, in quel momento non era la gravità a trattenerlo, ma la bambina seduta vicino a quello che sarebbe stato il tuo professore di pozioni in futuro. Lui la amò Harry, fin dal primo sguardo, e l'amore lo rese forte più di qualsiasi altra cosa. Questo spiega anche l'odio che covò tra lui ed il professor Piton, che all'epoca era il migliore amico di tua madre...”

“Il professor Piton era il migliore amico di mia madre?!”
Lupin ridacchia di nuovo, scuotendo il capo.

“Hai capito solo quella parte? Si, il professor Piton e tua madre erano molto amici durante i loro primi anni ad Hogwarts, e la cosa faceva imbestialire James, che non perdeva mai occasione di colpire e maledire Piton.”

“Scusi, professore, è solo che la cosa mi sembra troppo strana. Non pensavo che mia madre potesse essere amica con uno come Piton....”

Gentilmente il professore scosse il capo, con il suo solito sorriso tranquillo.

“Sbagli a malgiudicare Piton. Lui è una persona migliore di quanto sembri. Ha fatto molti errori nella sua vita, ma ha sempre trovato il coraggio di provare a rimediare...”

“Questo però non gli ha impedito di dire a tutti che lei fosse un licantropo costringendola ad andare via!”

“Harry, la cattedra era maledetta, avresti voluto che facessi la fine di Raptor o di Allock? Io non dimentico che il professor Piton ha preparato per me la pozione anti-lupo ogni mese in maniera eccellente, per evitare che soffrissi durante le mie trasformazioni e gli sono solo grato per quello che ha fatto alla fine dell'anno, perché guarda dove sono ora. Ho un nuovo impiego, ho una famiglia, e nonostante tutto sto legando con il figlio di uno dei miei migliori amici. Avrei potuto dire lo stesso se fossi rimasto ad Hogwarts?”

“Io e lei avremmo legato in ogni caso, non c'entra nulla Piton!”

Lo sguardo del professore si rabbuia appena, nonostante il suo sorriso permanga lo stesso.

“Non esserne così sicuro Harry. Silente era contrario ad un nostro avvicinamento, pensava che se tu mi avessi considerato più che un professore, saremmo arrivati al punto in cui avrei potuto chiedere la tua custodia e farti vivere con me.”

“Ma io avrei adorato vivere con lei! Lei e Sirius sareste stati i padri migliori del mondo per me”

Per un attimo il professore è senza parole per la tua onesta disarmante, e si schiarisce la gola ripetutamente prima di continuare. Tra i suoi occhi ti è parso di vedere per un istante l'ombra delle lacrime trattenute, ma quando parla la sua voce è ferma, come sempre.

“Ti ringrazio per le tue parole Harry, che mi commuovono in modi che non puoi comprendere. Ma no, questo non sarebbe mai stato possibile. Nemmeno Sirius avrebbe potuto adottarti nonostante le sue parole, questo perché non rientrava nei piani di Silente...”

“Silente....?”

L'astio nella tua voce è ben evidente a chiunque, non appena la conversazione si sposta sull'odioso vecchio.

“Si Harry, lui potrà sembrare anche il miglior mago del mondo, ma come in ogni persona in lui si nascondono luci e ombre. L'anno passato mi chiese espressamente di avvicinarmi a te e di rivelarti il mio segreto per guadagnarmi la tua fiducia. Ad un certo punto suggerì addirittura che io ti mordessi per farti Dono della mia maledizione, in modo che tu avessi un'ulteriore arma contro Voldemort una volta che lui avesse fatto ritorno. Ovviamente mi rifiutai e la cosa non venne più a galla, ma fidati delle mie parole quando ti dico di stare all'erta con Albus Silente. Quell'uomo nasconde più segreti di quanti io e te potremmo mai concepirne. Anche ora che finge di non sapere dove ti trovi, ha messo un uomo a controllarti. Alastor Moody, mio probabile successore alla cattedra di difesa, è fuori da questa casa a tenerti d'occhio. L'ho riconosciuto quando siamo arrivati.”

Tu soppesi le nuove informazioni, e subito ti alzi. Come un lampo ti muovi verso l'armadio, raccogliendo tutti i tuoi vestiti, che finisco immediatamente dentro il baule.

“Harry ma cosa?....”

Tu continui a spostare mobili e raccogliere oggetti, radunando i tuoi pochi averi.

“Professore, ha detto che devo essere addestrato e devo diventare più forte. Non penserà davvero di farlo qui. Devo muovermi, far perdere di nuovo le mie tracce. Non ho intenzione di essere una pedina nelle mani di quel bastardo, quindi me ne andrò via. E vorrei che lei mi aiutasse e mi portasse in un luogo sicuro.”

L'uomo e spiazzato, Célie confusa.

“Harry non puoi scappare da Albus Silente. Puoi opporti a lui, combatterlo se devi, ma non puoi sfuggirgli ne vincere. Lui è sopravvissuto a due signori oscuri, uno dei quali ha pure battuto in circostanze misteriose!”

Ti fermi, con in mano ancora il mantello dell'invisibilità. Ti volti verso l'uomo e leggi nel suo volto la paura.

“Mi sta dicendo che non mi aiuterà? Non aiuterà il figlio del suo migliore amico?”

Quanto sei stronzo, sai di stare toccando i tasti giusti, e lo vedi dal volto dell'uomo che sta cedendo, ma non puoi impedire a te stesso di sentirti da schifo. Fare leva sui sentimenti altrui non è proprio da te. In ogni caso Remus si rabbuia, guarda fuori dalla finestra ed infine annuisce.

“Va bene Harry, andremo a Beauxbatons per il resto delle vacanze estive e nel farlo partiremo di nascosto. Ma una volta li dovrò avvertire il preside. Se davvero non sapesse dove ti trovi farebbe partire una caccia all'uomo in tutta l'Inghilterra magica. Quanto meno fuori da questa nazione perfino i suoi poteri sono limitati. Avremo più possibilità di manovra. Ma intanto conviene che io trovi un diversivo per Moody. Al suo occhio incantato non sfugge nulla, ma in qualche modo lo distrarrò. Voi finite di impacchettare tutto e aspettatemi nel vicolo dietro l'edificio. Vi raggiungerò li.”

Quasi arrabbiato, Lupin esce dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle con forza. Sembra che non abbia gradito l'essere messo all'angolo, sebbene alla fine la scelta di aiutarti fosse la cosa più ovvia da fare. E così ti ritrovi da solo. In un appartamento squallido. Con una bellissima ragazza, il cui sorriso, prima appena accennato, ora sta lentamente allargandosi in qualcosa di non meglio identificato. La vedi squadrarti, fissarti, mangiarti con gli occhi, mentre finisci di sistemare le tue cose.

“Ehm... credo dovremmo incominciare ad andare, il professore ci starà aspettando.”

Tu inizi a camminare, ma lei si frappone tra te e la porta poggiandosi contro lo stipite della stessa. Il suo sorriso, sembra quello di una bambina pronto a fare una marachella.

“Penso che ci vorranno ancora cinque minuti prima che la voie est libre.. la strada sia libera. Non dobbiamo affrettare le cose Henry. E poi ti da così fastidio stare da solo con me?”

Ingoi a vuoto un paio di volte, cercando di non far caso al modo sensuale con cui si lecca le labbra. Sembra un uccello pronto a ghermire la sua preda indifesa.

“Ehm... no, non mi da fastidio. Ma credo dovremmo proprio andare. Sul serio. Veramente....”

Provi ancora a parlare, ma lei inizia a camminare verso di te. Tu fai un passo indietro. Nella tua mente ti ritorna la scena vissuta un paio di sere prima con la piccola ragazzina, piatta come una tavola. Adesso capisci come deve essersi sentita quando hai provato a sedurla.

“Henry, sono qui solo per aiutare... e credo che questo sia un buon momento per vedere questa famosa HSS di cui tanto si è parlato.”

Silenziosamente sbottona il primo passante del suo vestito. Con lentezza sbottona anche il secondo. Con trepidazione non puoi che osservarla mentre inizia ad esporre la sua bianca carnagione. Vorresti chiudere gli occhi, opporti a questa tortura, ma c'è una parte di te che desidera ardentemente vedere di più. Quando solo un passo vi separa, e a lei non manca che schiudere l'ultimo bottone, un sordo bussare alla porta vi avvisa dell'arrivo di qualcuno.

“Siete pronti ragazzi? Dobbiamo muoverci, non abbiamo che una finestra di due minuti prima che Moody si accorga dell'inganno. Ehi, ma che stavate facendo?”

Con una maestria di cui non le avresti dato credito, Célie ha richiuso i suoi vestiti in un lampo, voltandosi sorridente verso lo zio come se nulla fosse successo. Tu avverti il sordo pulsare della tua magia dentro di te. L'HSS non si è attivata, ma ci è mancato davvero poco.
In silenzio segui la coppia, meditando su chi davvero tu abbia di fronte.

Questo è l'inizio di una nuova grande avventura.

…......................................................................................

Stesso giorno, poche ore più tardi

Hogwarts – Ufficio del preside

“Cosa vuol dire che hai perso Potter, non è mica un mazzo di chiavi. Dovevi solo seguirlo tenendoti alla larga!”

L'espressione del venerando è alterata, gli occhi, in genere giocosi o scaltri sono congelati in un'espressione di fredda furia.

“Mi hai molto deluso Alastor, ti avevo dato un compito tanto semplice, e sei riuscito a mandare tutto a rotoli. Cosa ne sarebbe della Gran Bretagna magica se succedesse qualcosa ad Harry?”

Dall'altra parte del camino un uomo vecchio, con il viso deturpato da orrende cicatrici cerca di spiegarsi. Il suo occhio magico vortica come un pazzo dando la nausea al Supremo pezzo grosso.

“Non mi interessano le tue scuse Alastor, trova Harry, e quando l'avrai trovato catturalo e portalo da me. Si gentile con lui, ma non farti scrupoli a schiantarlo se tenta la fuga. Per il suo bene come per il nostro dobbiamo tenerlo al sicuro qui ad Hogwarts, non c'è altra via....”

Congedato l'uomo, il vecchio preside si appoggia contro lo schienale della morbida sedia, evocata davanti al camino.

“Moody è diventato inaffidabile. Non posso concedere certo la cattedra a qualcuno che si fa mettere nel sacco da un ragazzino. Fortunatamente ho un'alternativa per quest'anno, vero cappello?”

Nell'angolo, rattoppato a più non posso, un vecchio e sdrucito cappello riposa non degnando il preside di una risposta.

“Quanta maleducazione.... bhe meglio scrivere al nuovo professore, il signor Jonathan Harker...”

*************************************************************************

N.D.A. Rieccoci miei cari ammiratori, con soli 6 giorni di ritardo! Yeahhhhhhhhhh xD questo capitolo da una nota definitiva a cosa sia l'HSS, su come funzioni ed il resto delle notizie basilari su Lupin e Célie, che per la cronaca, si comporta in maniera pacata e formale davanti allo zio, ed è una mangiauomini in privato. Spero di aver reso bene queste caratteristiche xD Scusate per il clamoroso ritardo, ma ho riscritto e riaggiornato una mia vecchia storia (The worst of evil), che vi invito a leggere se vi capitasse di averne il tempo. Ora vi lascio, e vi chiedo un'ultima cosa. Volete un assaggio del mese di allenamento che Harry passerà in Francia, oppure saltiamo direttamente ad Hogwarts e diamo le informazioni man mano che procede la storia? Io propendo per quest'ultima ipotesi, in modo da non arenare troppo la storia su dettagli dalla dubbia utilità xD Infine un ringraziamento sincero al mio amico Minus, per il betaggio del capitolo, e a LadyRiddle, che se non fosse per il suo insano tentativo di portarmi nella via dello slash, sarebbe perfetta xD Spero di ricevere qualche recensione e con questo vi saluto. Sempre vostro.

Bumbix

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Capitolo 5
*** Smistamento e Responsabilità ***


cap 2
The Darkest Night

Capitolo 5 – Smistamento e Responsabilità


1° Settembre – Stazione di King's Cross

Il tuo passo è calmo e pacato, i tuoi occhi fermi e sicuri. È passato un mese. Un intero mese di allenamento e studio, che ti hanno cambiato e forgiato a nuova vita. Fisicamente sei più alto, hai le spalle leggermente più ampie, ed il fisico più robusto. Non sei di certo diventato possente come un battitore, ma almeno la tua aria gracile e smunta sta venendo pian piano sostituita da quella più sana, di un ragazzo nel pieno della sua giovinezza.

Al tuo fianco, sorridente come se non avesse un solo pensiero al mondo, avanza Célie, la bella francese che hai conosciuto grazie al professor Lupin, di cui è la figlia adottiva. Il suo corpo snello e slanciato, il seno abbondate, i capelli scuri e gli occhi castani; ogni cosa in lei sembra ispirare amore e gentilezza. Ma tu sai la verità. Mentre entrambi spingete i vostri carrelli verso il muro illusorio, ripassi mentalmente il tuo mese d'allenamento. Troppe volte l'hai vista nuda, troppe volte ha tentato di sedurti, facendosi toccare dove non avrebbe dovuto, troppe volte ti ha fatto andare in Hysteria Mode, solo per godere nel trattarti come uno schiavetto.

Perché una volta trasformato non puoi dirle di no, non puoi negarle alcunché, diventi in tutto e per tutto un cavaliere pronto a servire la sua dama fino alla morte. E lei lo sa. Nella tua mente, insieme alla trasformazione, è iniziata a nascere la paura. La paura che una qualunque donna scopra il tuo segreto e possa fare quello che già lei sta facendo... ora inizi a capire come mai le doti della tua famiglia erano tenute segrete al mondo intero.

Eppure nonostante il suo atteggiamento, a metà tra il gentile e il dittatoriale, hai imparato a volerle bene e considerarla un'amica. L'hai conosciuta, passando con lei intere settimane ad affinare la sua conoscenza con la lingua, che hai scoperto i francesi non usano solo per parlare, e lei ha fatto altrettanto aiutandoti nei tuoi allenamenti.

Sorridi, voltandoti verso di lei per un momento, avanzando poi deciso oltre il muro. Il mondo babbano scompare e finalmente arrivi al binario 9 e ¾, prima tappa di un viaggio che ti riporterà tra le grinfie del vecchio. Il pensiero non è piacevole, ma ti basta la vista di centinaia di ragazzi, tutti stipati insieme per salutare le proprie famiglie, a farti tornare il buon umore.

Istintivo avanzi verso la marea di teste rosse, marca Weasley, seguito qualche passo dietro di te da Célie.

“Dove stiamo andando Henry?”

Rallenti un momento, in modo che la ragazza possa affiancarti e non si perda nel caos della folla, e poi le rispondi con tranquillità.

“Ti sto portando dal mio migliore amico, ti ho parlato di lui, si chiama Ron”

“Oh oui, mi ricordo di lui. Il vos ami con tanti fratelli, ho ragione?”

Tu annuisci, ammiccandole ed accelerando il passo. Quando ormai sei vicino alla famiglia, alzi una mano richiamando l'attenzione.

“Ehi!”

In molti si girano ad osservarti, compresa la famiglia Weasley, che però ti appare diversa. La bolgia di teste rosse, un tempo ridente e rumorosa, sta in disparte, chiusa in silenzio, con espressione ferita. Tu ti avvicini, e noti mamma Weasley farsi avanti, con un triste sorriso in viso. In silenzio ti da un abbraccio spettinandoti i capelli ribelli.

“Harry, bentornato, sapevo che ti avremmo rivisto oggi, il preside ci ha avvertito. Siamo dispiaciuti che non hai passato l'estate con noi, ma posso capire cosa ti ha spinto a partire. Ti vedo in salute, sono contento di sapere che la Francia ti ha fatto bene.”

Nonostante le parole siano sincere, noti che il sorriso non arriva fino agli occhi, che rimangono spenti. Ricambiando l'abbraccio passi in rassegna gli altri membri della famiglia.

“Grazie signora, sono contento che almeno voi non giudichiate la mia come una fuga adolescenziale. Avevo bisogno di andare via per un po', ma non vi avrei mai abbandonati.”

La stringi un'ultima volta a te, allontanandoti poi da lei. Il tuo sguardo è ancora fermo sugli altri Weasley, e solo ora noti la mancanza di un membro della famiglia. Un membro importante, molto importante.

“Signora, dov'è Ron? È già salito sul treno per caricare i bagagli?”

Appena pronunci il nome del tuo migliore amico, l'aria si incupisce. Senti la tensione diventare più densa, quasi potesse essere tagliata con un coltello.

“Harry... ecco.. non so come dirtelo... ma vedi... Ron non tornerà ad Hogwarts quest'anno.”

Fatichi a capire le parole di Molly, che si volta verso suo marito, poggiando il capo nell'incavo della sua spalla. Sta singhiozzando lentamente, e già presagisci il peggio. Cosa può essere successo a Ron di tanto grave da impedirgli di tornare a scuola? Una malattia, un incidente, che sia morto anche lui?

Panico. Il tuo corpo inizia a tremare, e quasi stai per scagliarti irrazionalmente contro la già distrutta famiglia, ma una mano sulla tua spalla, una piccola mano, ti ferma. Célie è al tuo fianco, almeno lei. Prendi un profondo respiro, reprimi le brutte sensazioni, e ritorni di nuovo al presente.

“C'è un motivo dietro questa scelta? Pensavo che ci saremmo rivisti al treno, come ogni anno.”

La signora Weasley deglutisce, e suo marito si fa avanti, stringendole con dolcezza il braccio.

“Vedi Harry, le persone reagiscono in maniera diversa al dolore. Tu hai messo centinaia di chilometri tra te e qualsiasi cosa potesse ferirti, Ron invece ha adottato un altro metodo. Un metodo peggiore se posso dire la mia... lui non si è arreso. Quando ha saputo che i genitori di Hermione l'hanno fatta internare nel reparto di terapia intensiva, dove i guaritori Babbani usano le loro macchine per mantenere in vita il suo corpo, si è ostinato a dire di non doverla lasciare. Ha passato tutte l'estate in quell'ospedale, e si è rifiutato di tornare a scuola. Abbiamo provato pure a contattarti, sperando che tu riuscissi a smuoverlo dalla sua decisione, ma ogni gufo tornava indietro. Solo allora abbiamo saputo da Albus che eri partito per la Francia. Come genitori abbiamo deciso di dargli i suoi spazi, e di farlo studiare a casa per un po'. Quando sarà pronto rientrerà a scuola, e tutto sarà come prima...”

Anche lui sorride, sebbene sia solo una facciata. Ora comprendi. Quella notte, quella fatidica notte in cui tutto è finito, in cui una delle colonne portanti della tua vita si è spezzata per sempre, tu non hai perso solo Hermione, hai perso anche Ron. Come hai fatto a non capire che tra i due era lui il più distrutto da quella situazione? Tu avevi la rabbia a mitigare la tua sofferenza, lui solo i sensi di colpa. È stato il suo topo a portarvi fuori quella sera, a farvi scoprire la verità, a farvi affrontare l'orda di Dissennatori. E tu non l'hai capito. Non l'hai compreso e ora hai perso anche lui.

Volti le spalle alla famiglia, sentendo su di te i loro sguardi. Chi ti fissa con rammarico, chi con pietà, e sei sicuro che la più giovane, la piccola Ginny, abbia per te solo uno sguardo di rabbia. È normale che ti accusi di questo. È stato standoti vicino che ha perso suo fratello maggiore.

Calde lacrime si affollano all'interno dei tuoi occhi, ed alcune di esse iniziano a colare lentamente sulle tue guance. Célie, ancora al tuo fianco, ti prende la mano stringendola leggermente. Un gesto d'affetto che vorresti evitare. Vorresti allontanare anche lei prima che tu ti possa affezionare al punto da essere ferito dalla sua perdita. Eppure non ci riesci. Hai bisogno di lei, hai bisogno del suo tocco, del suo calore. Non puoi fare a meno di amare quel contatto, ed odiare te stesso per non riuscire a farne a meno.

Le persone si allontano da te, bisbigliando agitate.

Il Bambino-Che-Non-Può-Morire è tornato, per un altro anno pieno di avventure...

…...............................................................

Sei più tranquillo. Le lunghe ore in treno, passate in compagnia di Célie e delle altre poche persone che ritieni amici, sono servite per distenderti i nervi i riguadagnare il minimo controllo necessario per affrontare il vecchio. Quando entri in Sala Grande il pensiero di Ron è ormai messo da parte, e non resta che un sordo dolore nel sottofondo della tua mente. Anche volendo, non potresti essere più preparato di così.

Annuisci una volta prendendo posto al tavolo dei Grifoni, scambiando un rapido sguardo con la ragazza, che per tutto il giorno ti ha tenuto compagnia cercando di distrarti dai brutti pensieri. Purtroppo lei non può ancora sedersi con te perché è costretta a seguire la McGrannit insieme a tutti gli altri bambini del primo anno, per la cerimonia dello smistamento. Molti sono quelli che la fissano abbagliati, durante la marcia serrata, e questo non solo perché spicca in altezza in mezzo alla moltitudine di undicenni, ma anche e soprattutto per la sua incredibile bellezza ed il suo portamento regale.

Cammina sicura, ma tranquilla, trasmettendo tutto intorno quell'aria pacifica e cordiale, che usa come facciata nei confronti del mondo. Tu sai la verità, l'hai conosciuta meglio di così, quindi non ti fai dubbi sulla Casa in cui finirà. Sarà certamente in Serpeverde, ma per la prima volta questo non è un problema. Se vorrà potrà scegliere, il Cappello tiene conto dell'opinione di chi deve smistare, e nessuno può saperlo meglio di te, ma anche se fosse nella Casa delle Serpi non ti preoccupi. La vostra amicizia non è qualcosa che potrà essere messa da parte così facilmente, non dopo tutto quello che avete passato insieme.

Sorridi, spostando ingenuamente lo sguardo verso il tavolo dei professori. È in quel momento che quel piccolo moto di allegria viene sopito dagli sguardi che ti vengono rivolti. Silente ti fissa con un sorriso tranquillo, quasi come se cercasse ancora di mantenere intatta la sua maschera di perbenismo. Lo odi. Piton invece ti fissa con rancore e malcelato disgusto. Per lui provi sentimenti contrastanti, da quando hai scoperto che per un lungo periodo è stato il migliore amico di tua madre hai cominciato a rivalutarlo. Non guasta neanche il fatto che sia sempre stato l'unico completamente onesto con te. Non ha mai nascosto di odiarti più di qualsiasi altra cosa.

Ed infine un volto sconosciuto alla destra di Piton, dove in genere siede il professore di Difesa. È un ragazzo, con capelli lunghi e neri legato in una morbida coda di cavallo. Il suo volto, come quello del preside, è disteso in un sorriso, ma nei suoi occhi riesci a leggere la curiosità. Probabilmente sta solo valutando te e la tua leggenda come succede sempre a chi ti incontra per la prima volta, eppure qualcosa non ti torna. Oltre alla curiosità, riesci a intravedere qualcosa di celato, che non comprendi, come un'oscura intelligenza all'opera.

Per un paio di attimi continui a soppesare l'uomo, mantenendo ben salde le tue deboli barriere da Occlumante, che se anche non potranno difenderti dovrebbero comunque avvisarti se qualcuno cerca di entrare nella tua mente. Alla fine la tua attenzione viene richiamata dalla professore McGrannit, pronta a cominciare la cerimonia.

“Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati”

Il suo tono di voce è chiaro e forte come al solito. Fa sempre la sua porca figura Minerva...

“Alen Gregory!”

Un ragazzino smilzo, con una zazzera di capelli biondo sporco, avanza esitante verso lo sgabello, mettendosi in testa il cappello offertogli dalla professoressa. Per un paio di minuti è silenzio, ma alla fine la voce del cappello, roboante come sempre, dichiara [CORVONERO!], dando libero sfogo al giubilo del tavolo blu e nero

Tu sorridi, applaudendo educatamente. E, da lì, la tua concentrazione inizia a dissolversi. Presti poca attenzioni alle nuove aggiunte del tuo tavolo, ed in generale non hai granché voglia di restare in compagnia. Sei bloccato ad Hogwarts, un tempo la tua casa, ora la tua prigione. Una gabbia d'oro, la si potrebbe definire, in cui altri ti ammaestrano per fare giochi di prestigio. Per lunghi minuti attendi solo la fine di quel supplizio, in modo da rivendicare con forza il tuo letto a baldacchino. Sei stanco, immensamente stanco, e vuoi solo riposare. Socchiudi gli occhi placidamente, lasciandoti andare a memorie di tempi più felice, quando a quel tavolo non eri solo, ma affiancato ad ogni lato da una persona fidata.

Ron ed Hermione, i fantasmi della loro presenza perseguitano il tuo presente, lasciandoti l'amaro in bocca. Alla fine, quando apri gli occhi, scopri di esserti assopito. Il tepore della sala, la tua spossatezza fisica e mentale, unita al poco sonno dell'ultimo mese, ti hanno giocato un brutto scherzo. Eppure, non è questa la cosa strana. Ultimamente ti capita di addormentarti un po' ovunque, come conseguenza dello stress eccessivo che l'Hysteria Savanti Syndome ha sul cervello, ma in genere al tuo risveglio non hai due centinaia di occhi a fissarti.

Sbatti le palpebre velocemente, ritornando alla realtà. Il tuo sguardo si muove confuso tra la folla, soffermandosi, infine, su Célie, che ha le vesti bordate di verde e la cravatta argentata. Ad occhio diresti che sta tenendo un discorso, e dal modo in cui ti fissa... Oddio, riconosci quello sguardo... ne ha combinato un'altra delle sue.

Ti tiri un po' più su, continuando a voltarti in giro nel tentativo di capire, quando la voce calda ed armoniosa della ragazza ti raggiunge dal suo punto sopraelevato. In piedi di fronte lo sgabello, con le braccia unite dietro la schiena, sembra torreggiare su tutta la platea.

“Vedo che il mio amour si è svegliato. Bentornato tra noi Henry, je… io stavo giusto spiegando ai nostri compagni del nostro mariage, e come ci farebbe comodo avere una delle chambres destinate ai visiteurs, per sai... notre activités privées.”

Silenzio.

Silenzio.

Silenzio.

Una forchetta cade, tintinnando rumorosamente per la sala, ed in quel momento che scoppia il caos.

Tra i ragazzi c'è chi ti urla invettive contro, soprattutto dal tavolo dei Serpeverde, le ragazze invece sono tutte impegnate a spettegolare sul succulento gossip che le ha travolte. Da secoli ad Hogwarts non avveniva una cosa del genere, da secoli non vi erano due ragazzi sposati già al loro quarto anno. Una volta non era così raro che da matrimoni combinati nascessero situazioni del genere, e per preservare le intimità delle coppiette la scuola aveva una serie di stanze al sesto piano, che una volta erano riservate solo per loro. Tuttavia da quando era passata la legge sull'emancipazione femminile, ed era stata abrogata la clausola che imponeva ai purosangue di sposarsi entro e non oltre la maggiore età, quelle camere erano diventate semplicemente le camere per gli ospiti del castello.

Tu sbatti le palpebre. Ti alzi facendo qualche passo in avanti, con una furia omicida negli occhi che rivaleggia con quella che Piton, quando dal suo alto scranno Silente richiama l'ordine con un colpo di bacchetta.

“SILENZIO!”

La voce del vecchio ha finalmente perso il suo tono demenziale, ed è ferrea, come la sua volontà.

“Signorina Mine, sono più consapevole che lei è a conoscenza che questo suo matrimonio è illegale per gli standard del Ministero, dunque mi è impossibile appoggiare la sua idea.”

Célie sorride, togliendo dall'interno del mantello una serie di rotoli di pergamena. Con un colpo di bacchetta li spedisce tra le mani del Preside, che subito li sfoglia, con espressione sempre più cupa.

“Come vede il mio matrimonio è légitime, Henry Potter ha firmato ces contratti vincolanti nel mese passato in France, e secondo le sacre leggi che governano l' Union Magique International, ogni contratto magico vincolante che sia convalidato in uno degli Stati facenti parti du traité de Rome, deve essere accettato e convalidato da ogni altro stato facente parte de ce traité. Può certamente sporgere une réclamation in quanto Chef Sorcier de la Communauté Magical Britannique, ma fino a che la sua motion non sarà passata, moi et Henry sommes mariés, e secondo le règles della école ci spetta una chambre privée al sesto piano del castello”

Non sai se essere più arrabbiato per quel mare di scartoffie che sei stato costretto a firmare una delle tante volte che Célie ha abusato della tua trasformazione, o ammirare il suo coraggio nello sfidare Silente e riuscire a metterlo sotto scacco con così tanta classe.

Di certo una persona molto davanti a te, ancora ferma in mezzo ai bambini da smistare, non ha tali dubbi. Le sue mani tremano, il suo corpo vibra come in preda alle convulsioni, e dalle sue labbra provengono parole inudibili.

“nonononononononononononononononono.....”

Un roco borbottio che lentamente cresce di volume, ancora e ancora fino a trasformarsi in un urlo di rabbia.

“N-NO!”

Anche Cèlie è sconvolta. Come ogni Serpeverde che si rispetti aveva probabilmente calcolato ogni cosa fino allo scontro con Silente, ideando mosse e contro mosse per ribattere alle varie situazione possibili, ma nemmeno lei si sarebbe potuta aspettare l'intervento di una primina.

Tutti vi voltate verso la bambina, che è più alta di tutta la testa rispetto ai suoi compagni. Il suo viso è rosso fuoco, i capelli biondo sabbia sono legate in due codini posti ai lati della testa. Ti ricorda vagamente qualcuno.

“Io n-n-non ac-ac-accetto che mi rubi il mio sch-schiavo!”

Eh?

Ora anche Silente e gli altri insegnanti osservano la bambina farsi avanti, fronteggiando la molto più alta, e molto più formosa Célie. Lo scontro sembra così impari, che in un moto di simpatia ti verrebbe voglia di metterti dalla parte della bambina, aiutandola contro la cattiva strega Francese.

Eppure basta poco a Célie per riprendersi. Il suo solito sorriso, finto e gentile, torna a farsi vedere, mentre da qualche pacca sulla testa dell'altra.

“Oh, je suis désolé, piccola, ti ho rubato le Prince Charmant? Prometto che se vorrai ti aiuterò a trovare un garçon più adatto a te, magari tra quelli appena smistati? Ne ho visti alcuni très intéressant...”

Ah... La piccoletta ora sembra una pentola in ebollizione. Se prima le sue mani tremavano, ora sbiancano sotto la stretta dei suoi pugni. Riesci a capire quanto sta per accadere giusto un attimo primo che accada, e solo per via del duro addestramento fatto con Lupin, che ti ha insegnato i rudimenti dell'Haru Kata, la danza mortale inventata da tuo padre per ottimizzare la sua Hysteria.

SWING!

Un pugno parte dalla piccola ragazza, che sfiora la guancia della più grande, lasciando un segno rosseggiante. Célie, scioccata, si copre istintivamente la parte lesa arretrando. Quando la bambina approfitta di questo momento per far perno sulla gamba destra e dare un calcio diretto allo stomaco della sua avversaria, hai finalmente un flashback.

Un mese prima, in un vicolo malfamato di Londra. Un vecchio bisognoso, un giovane eroe picchiato a morte, ed una principessa dalla forza sovrumana, che ti ha incantato con quella sua scollatura, atta a coprire i seni quasi inesistenti. È stata la tua prima Hysteria causata dall'eccitazione sessuale.

Ora l'hai riconosciuta, ma nonostante questo c'è ben poco che tu possa fare. Il suo calcio è troppo veloce, e tu sei troppo distante per aiutare Célie. Le mani della francese stringono forte la bacchetta, lanciando un veloce sortilegio scudo, che frapponendosi tra lei ed il calcio che stava per colpirla, la salva da possibili ripercussioni sul suo bellissimo corpo.

È in quel momento che i docenti di Hogwarts si ricordano del loro ruolo in campo educativo. La McGrannit disarma una Célie piuttosto irritata, pronta a vendicarsi del torto subito, mentre la bambina viene bloccata in un incantesimo delle Pastoie lanciata dal Preside in persona.

“La situazione sta degenerando, chi è quest'altra ragazzina Minerva? Non sembra una del primo anno.”

La McGrannit riprende tra le mani la lista, precedentemente messa da parte, e dopo qualche attimo la passa al preside.

“Ne era stato informato Preside, questa è l'altra ragazza trasferita. Il suo nome è Liri H. Lancaster, ha quattordici anni ed ha passato gli esami d'ammissione al quarto anno. Sostanzialmente è una coetanea del signor Potter e della signorina Mine, anche se non conosco il legame che li unisce.”

Ah, quindi la piccola ragazza ha la tua età? E dire che sembra più una bambina delle elementari... beh, in ogni caso non è che questo faccia molto la differenza, con lei hai avuto solo un fugace incontro, non c'è nulla che vi leghi.

Il preside sospende parte del suo incantesimo, permettendo ad una Liri, bloccata dalle spalle in giù, di parlare.

“Allora signorina Lancaster, ha definito il signor Potter un suo schiavo. Si spieghi.”

La ragazza sbraita ancora qualche momento, torcendo la testa nel tentativo di liberarsi... Passa un po' prima che si arrenda all'evidenza di non poter annullare un incantesimo del preside. Capito questo prende un profondo respiro, chiudendo gli occhi.

“L-Lui mi ha... l-lui mi ha... in un vicolo... … toccata.. e poi... contro un muro... ecco... lui... lui... LUI DEVE PRENDERSI LE SUE RESPONSABILITÀ!”

La folla trattiene il fiato, tu ti passi una mano sul volto stordito. Se la storia la racconta così, sembrerà che tu abbia fatto chissà cosa. Alla fine hai solo provato a baciarla, ci hai combattuto contro, e sei scappato. Ma per come l'ha spiegato lei sembra chissà cosa.

“S-Sono venuta fino ad Hogwarts per trovarlo, e ora non mi importa se è sposato, ne se.. se la sua donna è una mucca da latte! Lui è il mio schiavo!”

“Ah....”

Pure Silente non sa come rispondere. Célie dal canto suo ha iniziato ad arrabbiarsi sul serio. Lo capisci dalla vena che le pulsa sulla fronte, e dalle pupille ridotte a due fessure piccolissime. Eppure la sua rabbia sembra indirizzata verso di te, non verso Liri che l'ha provocata.

“Signorina Lancaster, lei fa parte della famiglia reale Magica Inglese, la prego di calmarsi. Se quanto dice è vero, e ne avremo presto la conferma, allora ha ragione nel dichiarare una faida nei confronti del Signor Potter, e può richiedere come pagamento un periodo di schiavitù dalla durata variabile. Ma non credo sia questo il momento di discutere di ciò. Professoressa, la smisti, così potrà unirsi alla sua Casa.”

La McGrannit non manca di eseguire l'ordine ricevuto, ed il cappello viene posto in testa alla ragazzina. Per qualche attimo è silenzio, ma alla fine lo strappo che funge da bocca si apre e la ragazzina viene assegnata a …

[GRIFONDORO!]

Un boato si leva dal tuo tavolo rosso e oro, ma stranamente Liri non è felice. Il preside la libera con una stoccata dal suo incantesimo, e lei si allontana, solo che non si dirige verso il tavolo della sua Casa, bensì esce dai grandi portoni, dirigendosi verso le scalinate. Quando ti passa di fianco, senza degnarti di uno sguardo, ti è parso di vedere delle lacrime colare dalle sue guance.

Stranamente la cosa ti fa stringere il cuore... Scuoti un attimo il capo ritornando alla realtà, ed avanzando a passo deciso prendi per mano una Célie piuttosto suscettibile.

“Per oggi hai fatto abbastanza, andiamo via.”

Lei ricambia la tua stretta, ma noti che la rabbia nei suoi occhi non si è placata. Anche voi vi dirigete verso le porte, superando le quattro tavolate delle varie case, ma queste sbattono sbarrandovi il passaggio.

“Signor Potter!”

La voce del preside è dura.

“Dove pensa di andare? Questa sera ha causato una baraonda, ci sarà molto di cui discutere!”

Tu ti volti lentamente, rifilando al vecchiaccio uno sguardo di ghiaccio.

“Io e lei... non abbiamo nulla da dirci.”

Con forza ti poggi contro il portone, schiudendolo quel tanto che basta a farvi uscire.

È stata una serata da schifo... una di quelle serate che non scorderai mai.

Bentornato a casa, Harry....

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N.D.A. Bene, per i più grandi fan della mia serie, sono felice di annunciare l'uscita del nuovo capitolo di "The darkest Night", anche questo con solo una settimana di ritardo! Ormai il ritardo è divenuto la regola, ma con due serie da portare avanti e degli esami imminenti purtroppo non ho molta scelta xD Spero mi perdonerete. xD Parlando del capitolo, finalmente si torna ad Hogwarts, ed inizio a mantenere alcune delle mie promesse. Avevo promesso che se non volevate Ron, Ron non ci sarebbe stato (anche se mi dispiace, ma la sua assenza è solo temporanea... Ho grandi piani per lui), ed avevo promesso che la piccola Liri sarebbe tornata dopo il capitolo 2! La sua non è stata una toccata e fuga, ma avrà un ruolo importante nella saga. Detto questo, vi piace Célie serpeverde? E la sua strategia per stare sempre con Henry? Ammettetelo, vi ho stupito xD E le sorprese sono solo all'inizio, nel prossimo capitolo inizieranno scene leggermente più audaci, che motiveranno il rank arancione della storia! Vi ho incuriosito? non credo, in ogni caso vi lascio un veloce saluto e vi invito a leggere l'altra mia fanfiction (The worst of evils) che verrà aggiornata a giorni, spero entro domenica. =) See ya Bumbix

P.S.
Il titolo del prossimo capitolo sarà "La verità del sangue" ed il focus principale sarà sulla prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.
P.P.S.
Ancora una volta dimentico i ringraziamenti... a volte ho l'utilità di una lettiera per gatti! Ringrazio il Minus per aver betato la storia, Lady Riddle per sopportare le mie deliranze un giorno si e l'altro pure, ed Elettra, una nuova aggiunta alla mia squadra, la cui onestà e consigli sono sempre unici e spiazzanti!

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Capitolo 6
*** La Verità del Sangue ***


cap 2
The Darkest Night

Capitolo 6 – La verità del Sangue


1° Settembre – Hogwarts
 

SBANG!

Sbatti la porta con forza, facendo riecheggiare il tonfo per tutto l'appartamento. È passata un'ora, un'ora da quando hai lasciato la Sala Grande, un'ora da quando ti sei scoperto sposato ad una ragazza, un'ora da quando un'altra ragazza ha iniziato a vantare diritti di schiavitù su di te. Ed in questa ora tu hai girovagato per il castello, con una mano stretta intorno al polso di Célie, senza parlare. Avete vagato in lungo ed in largo, salendo e scendendo scale alla rinfusa. Solo quando un elfo domestico vi ha raggiunto per mostrarvi il vostro alloggio al sesto piano, avete camminato con una meta in mente.

Ed ora siete li, in quel grande e lussuoso appartamento di quattro camere, con un soggiorno, una cucina, un bagno ed una camera da letto. Ogni cosa li dentro trasuda opulenza, e se fosse stata un'altra occasione saresti rimasto ore ad osservare i disegni finemente intarsiati nella parete, in cui si racconta tutta la storia di Hogwarts, dalla sua fondazione fino ai giorni attuali. Invece ti limiti a camminare in avanti portandoti le mani ai capelli. Per un momento sei tentato di vedere quanto forte puoi tirare prima che questi vengano via, ma poi decidi di affrontare la radice di ogni male.

Ti volti, ed una Célie pallida, ma determinata, ti fronteggia. I suoi occhi si incatenano ai tuoi, e in quelle pozze castane riesci a leggere tensione, paura, ma soprattutto rabbia. Non comprendi il motivo di quest'ultima, ma non puoi frenarti dal parlare.

“Perchè? Perchè l'hai fatto? Ti rendi anche solo lontanamente conto di quello che hai provocato stasera? Entro domani tutto il mondo magico saprà che siamo sposati, cosa di cui avresti almeno potuto informarmi! Giuda di un Caino, mi hai fatto firmare quelle carte di proposito durante l'HSS in modo da avere tutto pronto per il nostro rientro! Perché non me l'hai detto!? Sai cosa si dirà di me da domani?!”

Fai una sfuriata, le parole escono praticamente da sole, mentre impossibilitato a sfogarti con la violenza su di lei, opti per iniziare a camminare per il soggiorno. Lei assorbe il colpo chiudendo gli occhi, ascolta ogni cosa che hai da dirle, e aspetta che tu finisca prima di cominciare.

“Se ti avessi avvisato mi avresti impedito di...”

“Certo che te l'avrei impedito! Ma ti senti? Sei praticamente uscita di testa! PER CHE DIAVOLO DI MOTIVO L'HAI FATTO!?”

Il volume della tua voce, già alto, si trasforma in un rombo di tuono. Una scarica di magia involontaria fuoriesce dal tuo corpo sbalzando di lato il tavolino, con tutto il suo carico di bigiotteria e porcellane. Célie arretra di fronte alla tua rabbia, ma noti i suoi occhi riempirsi di lacrime.

“L'ho fatto per proteggerti Testone!”

Arresti la tua avanzata, voltandoti spiazzato verso di lei.

“Ed in che modo, di grazia, tutto questo mi avrebbe aiutato? Sono curioso, racconta....”

La tua voce, ora è peggio che furiosa... è pacata. La tipica voce che Zio Vernon usava quando era realmente arrabbiato con te. È nel momento in cui sembrava più tranquillo, che nei suoi occhi compariva l'ombra del demonio e tu subivi le peggiore punizioni. Sul tuo corpo, non più gracile ed infantile, ci sono ancora i segni di quelle rare volte.

Célie fa un altro passo indietro, e noti la mano della bacchetta avvicinarsi alla tasca della divisa scolastica. Ha effettivamente paura che tu possa farle qualcosa, ed ora come ora non te la senti di smentire. In ogni caso la ragazza riesce a prendere un profondo respiro, incominciando il suo discorso. La voce è tremula mentre ti parla, e per un attimo sei davvero sicuro di aver sbagliato approccio.

“Tu... tu non capisci. Quello che hai, anzi quello che sei... se qualcuno oltre me scoprisse dell'HSS, per te sarebbe la fine... ho dovuto agire così, ho dovuto legarti a me e l'ho dovuto fare in modo che tutti vedessero per salvarti da queste conseguenze.... tu non ti sei visto, non sai come ti comporti quando sei trasformato. Diventi un cagnolino pronto a fare qualsiasi cosa ti ordini una ragazza... pure se questa cosa fosse malvagia....”

La vedi deglutire, ma il blocco di rabbia nel tuo petto è intatto. Questa motivazione non è sufficiente.

“Quindi mi stai dicendo che non so badare a me stesso, che ho bisogno della tua costante vigilanza per rimanere fuori dai guai. Bhe ho una notizia per te, sono in questa scuola da tre anni, ed in tre anni mai nessuna ragazza si è avvicinata a me. Non sono mai piaciuto a nessuna, ne nessuna hai mai flirtato con me. Quindi tutto questo è stato...”

“Ma ora è diverso! Tu sei diverso! Lo vedo che sei più sensibile ai corpi femminili, lo vedo che non sempre sai come comportarti, lo vedo che sei maturato e stai diventato non un bell'uomo, ma un uomo stupendo!”

Eh?? Ti ha appena fatto un complimento, cosa che ti spiazza alquanto, e per un momento non sai come rispondere. Lei approfitta della tua esitazione per continuare il suo affondo.

“Tu sei una splendida persona Henry, sei un ragazzo gentile, coraggioso, pronto sempre a sacrificarsi, e come se questo non fosse abbastanza stai crescendo. Nel mese passato insieme ho visto tutti gli allenamenti che hai fatto, come eri disposto a spaccarti la schiena da mattina a sera piuttosto che vedere uno dei tuoi amici ancora ferito, e questo ti ha reso forte, ti ha reso bello.... e poi sei famoso, per tutta la storia del bambino sopravvissuto e dei dissennatori a giugno... Se non ti avessi protetto già domani avresti incontrato le prime ragazze pronte a gettarsi ai tuoi piedi, pronte a fare qualsiasi cosa per averti! Non doveva accadere!”

Tu sbuffi, il blocco di granito nel tuo petto si è in parte sbriciolato, e finalmente hai riacquisito una parvenza di calma.

“Capisco perché l'hai fatto, e potresti aver avuto pure ragione a comportarti così, ma perché non dirmelo? Perché non spiegarmi tutto prima? È una vita che vengo manipolato dalle persone che credo mi siano vicine, e non volevo che anche tu lo facessi. Anche se accettassi le tue parole e ti perdonassi, non potrei dimenticare questo torto...”

Ti volti, dando le spalle a Célie, e nel farlo la senti distintamente singhiozzare. Non avresti voluto farla piangere, ma non puoi solo accettare e andare avanti. Fingendo di essere più forte di quanto non sei, ti avvi verso la camera da letto, chinandoti verso il tuo baule. Per stanotte dormirai sul divano in soggiorno, da domani si vedrà.

Quando ti alzi per tornare di là però, ti trovi la strada bloccata. Célie ti ha seguito, chiudendosi la porta alle spalle, ed ora vi si appoggia contro ostruendoti il passaggio. La scena ti ricorda tanto quello che è avvenuto nel tuo appartamento di Londra, mentre il professor Lupin si procurava un diversivo con il quale farvi scappare, l'unica differenza è che ora lei sta piangendo.

“Sai cosa diranno di me domani...?”

La sua voce è tremula mentre ti parla... Non ti aspettavi che ritornasse subito all'attacco, quindi preso alla sprovvista non sai come rispondere. Ti limita a fissarla, nel buio della stanza, con la luna che placidamente illumina la sua splendida figura, facendo brillare come diamanti le lacrime sulle sue guance.

“Di te... alcuni diranno cose cattive, qualcuno potrebbe pure insultarti, ma i più ti adoreranno... sarai la loro star, ancora una volta, io invece....”

Un singhiozzo sfugge dalle sue labbra, e lei si strofina gli occhi per arginare un altro eccesso di pianto.

“... mi chiameranno Puttana.... diranno che sono facile, diranno che sono piccola per fare quello che loro pensano che io faccia... non capisci, non riesci proprio a vederlo? Henry ho sacrificato tutto solo per te... ti ho dato il mondo, ed ho lasciato che gli altri credano che io non sia più ve-vergine per salvarti. Questo è il mio primo giorno e ho scelto di rinunciare alla possibilità di legare con gli altri. La mia vita qui sarà un inferno se mi lascerai sola.... non lasciarmi sola... ti prego....”

Lentamente, molto lentamente, la vedi scivolare lungo lo stipite. Alla fine si accascia al suolo in preda ad un pianto disperato. Non hai pensato, non hai ragionato, non sei solo tu la parte lesa da tutta questa storia. Célie ha subito un trauma come il tuo in Giugno, l'hai vista combattere i suoi demoni, e risollevarsi con le sue sole forze, ma nemmeno lei può fare tutto da sola. Non è perfetta, e probabilmente non potrai dimenticare mai questo suo primo tradimento, ma molto più di altri lei ha meritato la tua fiducia...

In silenzio ti chini su di lei, e con gentilezza l'accogli sul tuo petto, stringendola a te. Una volta li, lei inizia a piangere ancora di più. Un groppo in gola ti impedisce di parlare, ma la accarezzi gentilmente, consolandola. Quando ormai è passato molto tempo, ed i suoi singhiozzi convulsi si trasformano in un lento respiro che precede il sonno, accosti le tue labbra al suo orecchio, sussurrando piano.

“Io non ti lascerò mai Célie... lo giuro sulla mia vita...”

Per un momento ti è sembrato che un sorriso increspasse le sue labbra, ma un istante dopo sei convinto di averlo solo immaginato. Continuando ad accarezzarle i capelli la lasci dormire sulle tue gambe, mentre tu ti poggi stancamente contro il muro.

La tua prima notte e passata, ed anche questo sarà uno di quei momenti che non dimenticherai mai...

…................................................................................

2° Settembre – Hogwarts ore 08:00

Sbadigli. Il tuo passo è lento, svogliato, grosse borse nere ti circondano gli occhi. Hai passato l'ennesima notte insonne. L'ennesima dalla morte d'Hermione, l'ennesima da quando hai scoperto il tuo potere, l'ennesima da quando Célie si è unita alla tua vita. E non puoi che sbadigliare.

La mente confusa, la vista appannata. Avanzi, seguendo il lento fluire dello sciame rosso-oro del tuo anno. Non hai nemmeno prestato troppa attenzione all'orario, ed in fondo perché avresti dovuto? È il primo giorno, ed il primo giorno si ripassa quanto studiato l'anno prima. Niente di più, niente di meno.

Arranchi nei labirintici corridoi,fino ad entrare in un'aula. Vagamente intuisci di essere al quarto piano, e dall'arredamento spartano questa deve essere la classe di Difesa. La sera prima sei andato via ancora prima che iniziasse il banchetto, dunque non sai il nome del nuovo professore, ma... neanche questo ti preoccupa.

Semplicemente punti un banco in fondo all'aula, ti siedi, e poggi il capo sul legno duro, completamente indifferente ai chiacchiericci ed al ciarlare agitato. Molti ti indicano, spettegolando su di te, ipotizzando quale genere di attività ti abbia stancato al punto da farti addormentare in Sala Grande, prima, ed in aula, poi. Vorresti ribadire, chiarire che con Célie non c'è nulla, ma a che pro? Che te ne verrebbe? La gente sparlerebbe comunque, ti giudicherebbe male in ogni caso. Dunque ti fai cullare dal lento tempo dell'aula, fino a che una voce forte e chiara non ti richiama all'attenzione.

“Buongiorno ragazzi, e benvenuti al corso di Difesa di quest'anno!”

Quando alzi il capo, noti che tutti hanno preso posto, ed insieme al rosso e oro dei Grifoni, c'è il verde argento dei Serpenti. Al tuo fianco, immancabile come il sole la mattina, siede Célie. Non l'hai nemmeno notata avvicinarsi, e dallo sguardo limpido e sereno che ti rivolge, intuisci che anche per lei quanto è accaduto la sera prima è solo un brutto ricordo. Tutto è tornato come prima. Sorridendo di rimando torni a voltarti verso il professore, dedicandogli almeno un minimo d'attenzione. Giusto per valutare se sia un tipo alla Lupin, oppure un tipo alla Allock. Speri che non sia un posseduto come lo è stato Raptor, ma quello è livello di sfortuna al quale non sei disposto ad arrivare.

L'uomo è alto, ha lunghi capelli scuri legati in una coda di cavallo, e ad occhio e croce, è sulla trentina. La sua carnagione è leggermente pallida, ma il suo sorriso è solare ed il suo volto tranquillo. Non sembra soffrire di manie di protagonismo, e già questo è un gran risultato.

“Come ormai saprete quasi tutti, io sono il Professor Jonathan Harker, sono uno spezza-incantesimi, ed ho accettato la cattedra di difesa per indagare sulla misteriosa maledizione, che costringe ogni professore che assuma questo ruolo ad andare via alla fine dell'anno scolastico.”

Un lento brusio di apprezzamento si leva dalla popolazione femminile presente in aula. Indubbiamente è un uomo attraente, dotato di fascino, cosa che colpisce le menti più deboli. Istintivamente lanci uno sguardo a Célie, ma la trovi tranquillamente intenta a scarabocchiare. Su di lei, l'avvenente professore non sembra avere effetto, cosa che ti lascia stranamente soddisfatto.

“Come prima lezione avevo pensato di mettere in chiaro un vecchio e noioso tabù della comunità magica inglese, sulla così detta purezza del sangue. Vi farò vedere un video babbano, con annesso un piccolo test da portare a termine. Il test è estremamente semplice, ed il suo conseguimento equivale ad un terzo del vostro voto di fine anno...”

Come te, molti sono colpiti dalla notizia. Non è mai capitato che si facesse una verifica il primo giorno, ne che l'esito della suddetta verifica avesse un impatto così importante a livello di profitto. Alcuni serpeverde alzano la mano chiedendo la parola. Il primo a parlare è ovviamente Draco “Faccia-da-culo” Malfoy, che come un damerino si alza per dar maggiore enfasi alle sue cazzate.

“Cosa vuol dire che ci farà vedere un video babbano?”

Marca sull'ultima parola, come se fosse il peggiore degli insulti. È ovvio che l'unica parte del discorso che il rampollo di casa Malfoy abbia sentito è quella relativa al video babbano. Un purosangue come lui, figlio di un purosangue ancora più ignorante, non può permettersi di insozzarsi con tali assurdità, no?

“Pensavo questa fosse una scuola di magia, non un porcile dove si studiano le abitudini dei maiali”

Per l'appunto...

Il professore gli rivolge uno sguardo duro, mal celando la rabbia.

“È proprio per persone che la pensano come lei, signor Malfoy, che il test sarà facoltativo. Chi non vuole sentire la verità, e continuare a vivere nell'ottusa convinzione che essere maghi vi renda migliori, è liberissimo di andare. Non ci saranno ripercussioni di nessun tipo, e potrete così godervi una delle ultime giornate di sole di questo mese.”

Le braccia si incrociano al petto, quasi sfidando Malfoy ad andare via. E lui lo fa. Infischiandosene del rispetto e della buona educazione, il biondo si volta uscendo dall'aula. Al suo fianco ci sono Tiger, Goyle e qualche altro Serpeverde. Alla fine quasi un terzo degli studenti è andato via, lasciando la classe decisamente più vuota.

Concluso l'esodo il professore annuisce, facendo la conta dei presenti, ai quali viene consegnato un banale test vero o falso a cui si potrà rispondere guardando il video. Una vera e propria cazzata. Sorridi, pensando a quanto sarebbe piaciuto questo professore ad Hermione. Un professore che inizia il corso con un test, ed in più si batte contro i purosangue per affermare l'uguaglianza di mezzo sangue e nati babbani. Si, la tua vecchia amica l'avrebbe adorato.

Mentre stai ancora pensando ad Hermione, si spengono le luci, facendo sprofondare l’intera stanza nell’oscurità.

Parte il video.

“Questi sono dei ‘geni’. Trasmettono le informazioni dei tratti dei genitori che possono essere ereditati dai discendenti. Parliamo della loro fisiologia.”

Echeggia la voce del narratore, mentre immagini di un doppio filamento vengono proiettate contro il muro dell'aula. Sei attento, e pronto sbarrare caselle, ma non tutti sono come te. Célie infatti afferra il tuo braccio sinistro e lo abbraccia, completamente dimentica della situazione in cui si trova.

Oh. Una sensazione dolce e voluttuosa si propaga verso lungo il lato sinistro del tuo corpo, come in un sogno— in risposta ti inclini dall’altro lato, per allontanarla.

“Perché mi stai tirando?”

“Dai Henry. Ti va di toccare Célie?”

“P-Perché mai dovrei fare una cosa del genere!?”

“Perché io voglio che tocchi Célie.”

“Questa non è una risposta alla mia domanda! Perché all’improvviso mi fai una domanda del—”

“Tocca Célie fino a provare piacere. Puoi toccare Célie dovunque. Senza restrizioni.”

Un aroma simile alla vaniglia si diffonde partendo dal suo corpo, che spinge verso di te. Trattieni il fiato per mostrare la tua resistenza.

“S-Siamo nel mezzo di un quiz. Che farai se l’insegnante ci scopre?”

“Ciò non fa altro che rendere le cose più eccitanti,” ridacchia. “Célie è una ragazza molto cattiva.”

Mentre parla, accosta il suo viso al tuo braccio, iniziando a strofinarcisi contro.

“Smettila! Sei forse un gatto?”

“Nya Nya”

Célie alza il polso, imitando la zampa di un gatto, e inizia a grattare l’aria.

“Abbraccia Célie, Abbraccia Célie Henry… Ora! Ora!!!”

Célie inizia ad avvicinare i suoi piedi, coperti da calze nere, ai tuoi.

No-non va affatto bene.

C-che ti sta succedendo?

Non riesci bene ad accorgertene, ma hai la strana sensazione di stare per entrare in Hysteria Mode.

Tuttavia, puoi ancora trattenerla.

Ci sono altri studenti e persino un insegnante in quest'aula. Usando ciò come scusa, riesci a mantenere in qualche modo il controllo.

Resisti. Resisti, Harry.

Non capisci perché mai devi affrontare una seccatura del genere. Ma non fa niente, continua a resistere!

“Ah, Henry, ti stai trattenendo. Tenerti queste cose dentro fa male al tuo corpo.”

Swish.

Célie gira la parte superiore del suo corpo lateralmente e la lascia cadere sul tuo grembo.

La sua uniforme ti fa il solletico.

“Battimi dolcemente la testa.”

“Non lo farò mai, idiota!”

“Se non lo fai, Célie griderà. Quindi Célie andrà a dire agli insegnanti che tu mi hai fatto cose strane.”

“C…cosa…oseresti…dire?”

Sbianchi. Célie, che sta ancora sul tuo grembo, alza lo sguardo per fronteggiarti. Alla fine sembra che tu stia facendo da cuscino a Célie.

“Rawr! Guarda che sono seria. Tra 5 secondi Célie griderà. Quattro~ Tre~ Due~ Uno~”

“E va bene, va bene. Lo farò.”

Nessuna via di scampo.

Afferri la testa di Célie fino quasi a stritolarla. Senti le tue dita sotto i suoi capelli ondulati color ebano.

“Ahnn. Fa male Henry. Sii più gentile…”

I capelli di Célie sono più morbidi di quanto pensassi. Non sono scintillanti come quelli di Liri. Le punte sono tutte sparpagliate, come in disordine. Tuttavia pensi che questa capigliatura si addica a Célie.

Dannazione.

E’ un dolore doverlo ammetterlo, ma questa ragazza è troppo carina. Almeno da un punto di vista generale.

Pat. Pat.

Batti continuamente la testa di Célie fino alla disperazione. Célie stringe i suoi occhi grandi in reazione. La sua faccia mostra un’intensa euforia.

“Nn…Così è perfetto. Solo un po’ più lentamente.”

Pat. Pat.

“Ancora, ancora!”

Arrossisci vedendo Célie trasformarsi in una bambina. Continui a fare il tuo lavoro.

Pat… Pat…Pat…

Pat… Pat…Pat… Pat…

Se Liri, seduta pochi posti davanti a te, ti vedesse fare una cosa del genere, ti giustizierebbe sette volte.

Afuhh. Célie lascia andare un sospiro rapito come se fosse divenuta un angelo.

“Ci fu una festa durante la quale l’attrice Marilyn Monroe chiese al Professor Einstein: ‘Con il mio aspetto e il tuo cervello, non pensi che avremmo dei bambini magnifici?’. In risposta a questa domanda di Marylin, quasi una scherzosa proposta di matrimonio, Einstein rispose: ‘Non sono d’accordo. C’è anche la possibilità che i bambini abbiano invece il tuo cervello e il mio aspetto.’ Questo scherzo ci fa capire l’importanza di studiare l’‘Ereditarietà’ e la ‘Non ereditarietà’ dei geni.”

Continua la narrazione, seguita dal suono di matite sui fogli.

(…Oh, no!)

Guardandoti attorno, vedi tutti gli studenti scrivere le risposte sui loro fogli.

Va male.

Se non inizi ora a scrivere le risposte, anche se il quiz è facile, finirai per prendere un voto da schifo.

Allunghi in agitazione la mano verso la matita, ma…

Hmm? Dove è finita la tua matita?

Ricordi di averla poggiata sul banco.

“*risolino* Cerchi la tua matita? Sta giocando a nascondino~.”

Célie ti bisbiglia da sopra il tuo grembo.

“L’hai rubata tu!? E quando?”

“Célie è una cattiva ragazza. Non c’è nulla che non possa rubare.”

“Ridammela subito!”

“Certo~”

Célie tira indietro la schiena e proietta in avanti il petto. C…cosa diavolo avrà in mente?

Ti senti quasi cadere gli occhi dalle orbite quando noti una cosa.

La tua matita è incastrata tra le tette voluttuose di Célie, dalle dimensioni sproporzionate rispetto alla sua statura.

L-l’ha nascosta nel suo seno.

“Tirala fuori Henry~”

“T-tirala fuori? Non posso certo fare una cosa del genere!”

“Eddai. Presto, prima che il video finisce! Il V-I-D-E-O!”

Célie fa un sorriso diabolico. Pronuncia la parola VIDEO lettera per lettera battendo le mani.

E che diavolo! Questa ragazza è impazzita.

Purtroppo, non puoi fare altro che assecondarla… Per il tuo voto…!

Giri la testa lontano dalla pelle bianca di Célie, quasi trasparente al punto che puoi vederle le vene.

Ti sembra di stare cercando di disarmare una bomba a tempo, no, forse qualcosa addirittura di più pericoloso…comunque spingi la tua mano destra dentro l’uniforme di Célie.

*Rustle* *Rustle*

Dannazione. E’ morbido. E caldo. E questo cos’è?.

“Hhn…Giusto per informazione, Célie al momento non indossa un reggiseno.”

Piantala di dire cose non necessarie! Non fai altro che peggiorare le cose.

Resisti… Resisti Harry!

Non andare in Hysteria…

*Rustle* *Rustle*

Frughi dentro il petto di Célie. Poiché non stai guardando direttamente, non puoi essere certo di cosa stai toccando. Ah, è qui?

“A-Ahhnn. Henry! Quella è…!!”

Célie lascia uscire una voce disperata. Tiri fuori le mani perplesso.

“C-Che è successo!?”

“Henry! Non pensavo fossi così audace! Una mossa del genere ha scioccato persino Célie.”

Perché è così sconvolta? Non hai toccato altro che la gomma dietro la matita.

“Ma non preoccuparti, Henry. A Célie non importa qualsiasi cosa tu le possa fare. Non gliene importa affatto. E allora, provaci un’altra volta, ma con più impegno ok?”

“…Perché? Perché mai vuoi che mi impegni tanto in una cosa del genere?”

“E’ un modo per allenarti ad usare Célie come interruttore per attivare la tua Hysteria Mode. Per poterti difendere in ogni circostanza è necessario che tu impari ad entrare nella tua Hysteria Mode al momento opportuno.”

E allora… ecco quali… ecco quali sono…

Ma lasciamo perdere per il momento le intenzioni di Célie.

La cosa importante al momento è il tuo voto. In altre parole, riprendere la tua matita.

Giri la testa per la seconda volta lontano dal petto di Célie. Stringi i denti e reinserisci le mani dentro la sua uniforme.

Le mie mani sono avvolte da una sensazione gommosa, quasi una caramella, che proviene dalla scollatura di Célie.

In quel momento—

Click*
Si riaccendono le luci.

“…..?”

Guardi in avanti, verso lo schermo, leggendo la parola “Fine”.

…E’ g-già finito…?

Sobbalzi e ti volti sentendo la presenza di una persona.

Il professor Harker è in piedi vicino a noi.

Non l’hai notato perché avevi l’attenzione concentrata su Célie.

E poi il sospiro collettivo. Tutti i presenti che si voltano fissandovi sbalorditi. Fortunatamente il banco copre Célie, e la tua mano nella sua scollatura, ma il professore si trova in una posizione in cui può notare chiaramente quanto accade.

“E-Ecco, professore! Célie ha finito di rispondere a tutto! Bene allora, arrivederci! Ciao ciao, Henry!”

Célie si alza, spinge il foglio con le risposte verso il professor Harker, e corre via.

Tu resti immobile come uno stupido, a guardare Célie fuggire, con la sua gonna svolazzante.

Ti sembra di vedere uscire una vena dalla tempia del professore, e non ti serve guardare per avvertire la rabbia proveniente di Liri. Devi proprio parlare con quella ragazza per chiarire la situazione, ma ora, forse, non è questa la tua priorità.

“P-Potter. Mai sentita la frase: ‘maniere giuste al posto giusto’?”

Nell'aula scoppia il putiferio, e tu non puoi che subire in silenzio. Purtroppo ogni difesa che ti venga in mente sarebbe superflua a dir poco.

…...........................................................................
3° Settembre – Hogwarts ore 03:45 a.m.

I tuoi occhi, azzurri come le sponde di un lago, vagano sull'orizzonto buio e scarno che circonda la Tana. Sei appena rientrato da un'altra visita all'ospedale e per l'ennesima volta sei distrutto. Vederla li, immobile, senza un'anima a sostenere un corpo ormai abbandonato ti ha fatto troppo male. Hai cercato dentro di te la forza per reagire, ma non puoi, non riesci, la tua rabbia è consumata nel buco nero formatosi al centro del tuo petto. Solo ora che sai di non poterla vedere mai più, sei certo di averla sempre amata.

Asciugando una lacrima solitaria, che lenta scorre sulla tua guancia immacolata, porti la tua attenzione ad una fotografia, non vecchia, ma consumata per le troppe volte che l'hai stretta con rabbia. Li siete ritratti voi tre, il trio dei miracoli, che ha battuto Raptor, ha battuto lo spirito di Tom Riddle, ma non è riuscita ad affrontare un'orda di dissennatori. O almeno è Harry a non esserci riuscito, perché è lui l'eroe, voi eravate solo le sue spalle, i suoi subordinati...

Prendi fiato, riponi la foto al suo posto, tornando a guardare fuori. La luna sta iniziando la sua lenta discesa verso l'orizzonte, saranno le quattro di notte forse, ma ormai dormire non ti è più di nessun conforto, ogni volta che lo fai riesci solo ad avere incubi. che ti fanno stare in maniera peggiore che se dormissi. Mentre ancora vaghi con lo sguardo, in attesa che la mattina giunga, noti in lontananza una figura avanzare velocemente, molto velocemente, verso la tua casa.

All'inizio è solo un'ombra, una piccola macchia nera nell'orizzonte illuminato dai raggi lunari, ma in pochi minuti la figura diventa più grande e definita. È una persona, indubbiamente una figura umana, che scavalca lo steccato che delimita il tuo giardino. Sei già in piedi, con la mano che cerca la bacchetta ed un urlo in gola, quando la figura scompare per poi riapparire sotto un triangolo di luce proveniente dalla camera dei tuoi genitori.

Alla luce della finestra riconosci finalmente l'intruso. Ed il tuo cuore si ferma, il sudore inizia ad imperlarti il viso, mentre arretri lentamente. L'urlo è morto senza aver mai visto la luce, ma certamente lei ha visto te. Con i suoi capelli cespugliosi, il sorriso formato da denti un po' sporgenti ed il suo sguardo, indubbiamente vivo.

Hermione è tornata, ed è ormai certo che tu sei completamente impazzito.



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N.D.A. Altro capitolo, stranemente in orario. Spero vi piaccia, questa è una delle mie parti preferite.. =) See ya   Bumbix

P.S.
Ringrazio LadyRiddle, Elettra, Minus e tanti altri per il supporto che mi danno. Siete sempre nel mio cuore.

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Capitolo 7
*** Di Quidditch, scontri e decisioni ***


Capitolo 7
The Darkest Night

Capitolo 7:  Di Quidditch, scontri e decisioni

8 Settembre - Hogwarts

Una settimana. È passata solo una settimana dal tuo rientro a scuola, una settimana da quando hai iniziato a condividere la stanza con Célie, una settimana da quella prima, disastrosa, lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.

Eppure il tempo per te sembra essersi fermato, bloccato in un ciclo infinito, ipnotico ed altamente noioso, fatto di lezioni tra mattino e pomeriggio, e punizioni la sera. Perché è questo che sei riuscito a guadagnare dopo lo scherzo che la francese ti ha tirato, un intero mese di punizione, che sei costretto a trascorrere catalogando ed archiviando tutti i programmi ed appunti dei precedenti professori di difesa. Di per se il lavoro non è così noioso, ne è umiliante come lo sarebbe stato se fosse stato Piton ad assegnartelo, infatti hai avuto accesso a materiale di parecchi anni più avanti del tuo, ed il professor Harker è stato così gentile da illustrarti la teoria dietro le cose più complicate, facendoti addirittura copiare alcuni appunti, tuttavia non è il massimo dover interrompere il tuo regime d’allenamento, preparato con Lupin mentre eri in Francia, per delle lunghissime sessioni di studio supplementare, che avresti comunque modo di fare negli anni avvenire.

L’unica nota positiva dietro questo tuo tragico regime quotidiano, è che ti tiene lontano da Célie quanto più possibile. Certo pranzate ancora insieme, e condividete la stanza, sebbene tu rientra a notte così fonda che lei sta già dormendo, ma tolto questo i vostri rapporti si sono ridotti al minimo. Sei profondamente offeso per il modo in cui sei stato trattato, soprattutto dopo aver accettato il finto matrimonio nel quale sei stato incastrato. È stato un colpo basso quello della Corvina, e non sarai certo tu a riprendere i contatti con lei… non ora almeno.

Anche perchè se le cose con i tuoi compagni di scuola erano già tese prima di quell’evento, ora sei praticamente un escluso. Ricordi quasi con nostalgia i giorni del secondo anno in cui tutti ti credevano l’erede di Serpeverde, perché almeno a quei tempi la loro paura era giustificata, il loro comportamento sgradevole, ma accettabile. Adesso invece sei oggetto di invidia e cattiveria senza motivo. Molti hanno diffuso la voce che la perdita di Hermione ti abbia scosso al punto da richiedere un tappabuchi per il tuo tempo libero, altri sono semplicemente verdi di gelosia per il legame che ti unisce alla bella francese, ed infine ci sono i soliti disfattisti come Draco, che non hanno bisogno di un motivo apparente per prendersela con te. Insomma, viva l’amicizia…

Ma tra tutti, professori, studenti e personale di Hogwarts, nessuno ce l’ha con te come la piccola Liri. Dopo quel primo scoppio di rabbia, la sera dello smistamento, la ragazza non ti ha più rivolto la parola, non si è più avvicinata a te, ne ti ha guardando, anche solo per sbaglio. È un pensiero che ti tormenta quello di averla illusa, averle fatto credere qualcosa che era dovuto solo e soltanto ad un momento di debolezza della tua trasformazione, e ti piange il cuore ogni volta che la vedi camminare da sola per i corridoi del castello senza poterle parlare.

Non sai bene perché, ma la ragazza, più simile per aspetto ad una bambina che ad una coetanea, è sempre al centro dei tuoi pensieri. Fin dalla volta che lasciò l’aula di difesa, sbattendosi la porta alle spalle, non sei riuscito a pensare ad altro che a lei. Speri di avere tempo prima o poi per sistemare le cose, ma fino ad allora dovrai rassegnarti e condurre la normale vita di uno studente fuori dall’ordinario.

Ripiegando con cura l’ultima lettera di scuse di Remus, che da quando ha saputo del tuo matrimonio non ha fatto altro che rammaricarsi per averti presentato la nipote, ti avvii fuori dai tuoi appartamenti. La scopa in spalla e l’aria rassegnata. Questo è il primo sabato dell’anno scolastico, il che vuol dire che fino a sera non avrai lezione e potrai fare qualcosa di diverso dallo studiare. Finalmente potrai fare qualcosa che ti piace, e non fai da molto tempo,  cioè montare la tua Firebolt, unico regalo che hai ricevuto dal tuo defunto padrino.

Superato indenne la sala d’ingresso, ti lasci alle spalle il castello, costeggiando il lago, mentre quasi istintivi i tuoi passi si dirigono verso lo stadio di Quidditch. L’aria è fresca, il cielo luminoso, un leggero vento che spazza il manto erboso è quello che ti accoglie e che ti separa dalla tua meta. Nella tua mente già ti immagini mentre con una spinta ti stacchi dal suolo, godendo di ogni istante passato in cielo.

Speri solo di essere venuto abbastanza presto, in modo da non dover sopportare la compagnia di nessuno durante il volo. In fondo hai saltato addirittura la colazione per essere qui ad un orario accettabile.

Reprimendo un quanto mai meritato sbadiglio, entri nello stadio fermandoti per prima cosa negli spogliatoi. Le vesti da mago vengono appese al muro, mentre indossi la più comoda veste di Quidditch di grifondoro. O meglio, la veste della squadra te la ricordavi più comoda, ma ora che la hai messa su, ti rendi conto di quanto anche questa sia stretta ed attillata. Le spalle larghe, gli addominali scolpiti, i bicipiti gonfi, tutto sembra trasbordare dalla maglia elastica che ti stringe fin quasi a soffocarti.

Con un colpo di bacchetta sistemi l’indumento quel tanto che basta a farti respirare, riflettendo nel frattempo su quanto il tuo corpo sia cambiato in quell’ultima estate. Sono lontani i tempi in cui qualsiasi cosa indossassi di cadeva addosso come un sacco su uno spaventapasseri, ormai stai diventando sempre più un uomo, con un corpo tonico e ben tornito degno di un Dio Greco.

Se proprio dobbiamo ammetterlo, sei fiero del tuo fisico, soprattutto se lo paragoni a quello che avevi negli anni passati, o a quello di tuo cugino, Dudley “la balena” Dursley. Sorridendo una volta vistoti allo specchio, muovi i tuoi primi passi nel campo da gioco, lasciando il tuo sguardo spaziare verso il mondo circostante. La stretta sul manico si scopa si rafforza mentre prendi una grande boccata di quell’aria benefica. È solo in quel momento però, che cogli qualcosa all’angolo della tua visuale.

Qualcosa di piccolo, che vola come una scheggia da una parte all’altra del campo facendo passare una pluffa rossa negli anelli del portiere. Per un momento sei amareggiato, sei già pronto a dire addio al tuo desiderio di una sessione solitaria di volo, ma poi i tuoi occhi da cercatore notano un lungo codino provenire da quello che sembrava un ragazzino del primo anno.

Sgrani gli occhi riconoscendo Liri, in tenuta da ginnastica, che si esibisce in una danza area complessa, ma aggraziata che termina sempre con un gol nell’anello del portiere. Stai quasi per andare via, rifugiandoti li dove puoi osservarla senza essere visto, quando lei si ferma a mezz’aria. Il suo sguardo si sofferma su di te. Evidentemente anche lei ti ha notato, e nei suoi occhi riesci a leggere prima stupore, poi rabbia, ed infine una fredda rassegnazione. Planando verso terra inizia ad allontanarsi senza degnarti di uno sguardo ulteriore. Come suo solito.

Solo che stavolta non la farai andare via. Se davvero cercavi un momento per parlarle, per mettere a posto le cose, per far tornare tutto com’era... Bhe, è questo il momento! Caricati di coraggio Grifondoro Harry James Potter, ed affronta quella piccola tigre in miniatura, pronta ad azzannarti.

Dopo aver preso la tua decisione, ti muovi quel tanto che basta per intralciarle il cammino, costringendola a fermarsi. Per un momento non sai cosa dire, ma anche se l’avessi saputo lei non ti avrebbe dato modo di parlare, infatti quasi come se non esistessi, la ragazza ti gira intorno riprendendo la marcia. Il suo passo è leggermente più svelto, come se volesse distanziarsi il più possibile da te. Ancora una volta ti metti in mezzo, costringendola a cambiare strada. Questo piccolo gioco continua a ripetersi finché non noti una vena pulsare sulla sua fronte.

“Senti Liri, volevo dirti che…”

“Zitto! Non mi parlare, non mi guardare, non voglio assolutamente sentire nulla di ciò che hai da dire!”

Inforcando la scopa, la ragazza si da una spinta verso l’alto, slanciandosi verso gli spogliatoi. Non ti aspettavi che reagisse in questo modo, ma non ti lascerai sfuggire la preda solo per questo. Imitandone i movimenti, anche tu salti sopra la tua scopa partendo all’inseguimento.

Come stimolato dalla situazione, il tuo sangue inizia a fluire più denso, mentre il tuo nucleo magico si raccoglie all’altezza del tuo petto. Ora capisci, ora finalmente comprendi. La sensazione di potere che provi ogni volta che voli, la straordinaria capacità da cercatore che hai sempre posseduto… era tutto merito dell’Hysteria  Savant Syndrome. Fin dal primo anno hai sofferto dunque di questa malattia, ma in maniera così lieve e selettiva che non te ne eri mai reso conto. Solo ora che la conosci, che l’ha studiata, che il suo potere è realmente libero dentro di te, riesci a comprendere che il volare, l’essere libero, l’euforia del gioco sono potenti stimolanti.

Non sei ancora completamente trasformato, ma l’HSS è ormai attiva ed è a metà del suo potere. Per ora puoi solo assecondarla e sperare che tanto basti a farti raggiungere la piccola strega, che ha già un discreto vantaggio su di te.

Chinandoti sulla scopa fino ad appiattirti sul manico, concedi alla tua Firebolt di accelerare al massimo della sua capacità. Il vento ti fischia nelle orecchie, il legno freme sotto le tue dita, ma se già riuscito a raggiungerla facendola deviare. Il vostro da inseguimento si sta lentamente trasformando in uno scontro aereo, fatto di stoccate, toccate e fuga, ed accelerazioni repentine.

La rabbia della ragazza, fino ad ora trattenuta, sta finalmente scoppiando incontrollata. Non ti eri aspettato che le si arrossassero gli occhi, ne che il suo viso esprimesse così tanto dolore, ma non puoi fermarti ora. Devi cercare di tirarle fuori tutto e controbattere colpo su colpo.

Alla fine sembra quasi che tu stia giocando contro un bolide di forma umana, piuttosto che contro un ragazza, ma c’è davvero poco che puoi fare al riguardo. Schivi, svicoli, devi, ti muovi a zig zag, alternando fughe repentine a piccole provocazioni. Sempre un po’ più vicino, sempre un pò più pericoloso, sempre u pò più trasformato.

Nel frattempo l’orologio fa il suo corso, ed un piccolo numero di curiosi raggiunge lo stadio, rimanendo affascinato dal vostro combattimento. Perché ormai non sono solo lievi spinte, o urti involontari. Liri ti carica con forza come un toro impazzito, e tu la schivi o la blocchi come meglio puoi. E dalla folla sentite provenire incitazioni, o addirittura persone che trattengono in fiato davanti a manovre particolarmente complesse.

Ma lo scontro è già deciso, nonostante tutti i lividi che hai accumulato, nonostante il naso rotto, nonostante la costola incrinata, hai comunque più forza e resistenza di lei, che a dispetto tuo non mostra alcuna ferita evidente, ma è immensamente stanca.

Dopo aver preso un profondo respiro, la ragazza sembra essere pronta a compiere il suo ultimo assalto.  Lentamente prende quota nel cielo azzurro del mattino. In alto, sempre più in alto, ad un’altezza dove l’aria inizia a diventare rarefatta. Alla fine non è che un puntino nel cielo, un puntino invisibile che si muove  in ogni direzione, lasciando tutti voi a seguirla con lo sguardo.

Hai già capito cosa abbia in mente, ma nonostante questo non puoi staccarle gli occhi di dosso. Hai troppa paura che cada, che possa rimanere uccisa in quell’ultimo folle piano. Quindi come tutti gli altri spettatori, anche tu rimane accecato, quando la ragazza si sposta, portandosi infine in una posizione che le consente di avere il sole alle spalle. Ed è in quel momento, quando la tua vista è completamente inutile, che un rombo di tuono fende l’aria.

La senti arrivare sebbene tu non la possa vedere, ma nonostante questo non ti sposti per evitarla. Sai bene che se dovesse mancarti finirebbe spiaccicata al suolo nella sua picchiata. Una picchiata che va oltre la normale velocità raggiungibile da una scopa, e a cui non sai dare un significato… ma non sei qui per questo. Rafforzando i muscoli del tuo corpo, ti prepari all’impatto venendo colpito solo qualche istante dopo dal manico di scopa della strega.

Il legno ti penetra la carne, e lo senti spaccarsi dentro di te in una miriade di schegge. Per un momento ti senti mozzare il fiato, e rischi di perdere l’equilibrio sulla tua scopa, quando la sua piccola voce ti raggiunge.

“Oh..”

Se n’è accorta anche lei. Se il suo manico di scopa è spezzato nel tuo stomaco, allora non può essere sotto di lei per sorreggerla. Le crepe lungo in legno si diramano per tutta la lunghezza del manico, fino a sgretolarsi sotto di lei, lasciandola in caduta incontrollata.

Un coro di urla spaventate si diffonde dal basso. Molti levano le loro bacchette pronti con incantesimi imbottiti e levitanti, ma nessuno di quelli sarà sufficiente. È troppa l’accelerazione che la ragazzina ha acquistato nella sua picchiata. Solo tu puoi salvarla. Solo tu puoi correre in suo aiuto, solo tu puoi evitare che muoia.

THUMP!

Il calore dentro di te si amplifica a dismisura, il mondo si ferma, così come si ferma il dolore. Ci sei solo tu, nel cielo infinito, mentre la tua HSS supera i suoi stessi limiti. Il tuo corpo si oppone, i tuoi muscoli si strappano, il tuo stomaco freme, ma nessuna di queste sensazioni raggiunge la tua mente, satura di potere al punto da desiderare solo la salvezza di Liri.

E così scendi in picchiata, più veloce di quanto abbia fatto prima la ragazza stessa, provocando uno scoppio dieci volte più potente del suo. Le impalcature dello stadio fremono ed il legno della tua scopa inizia a sgretolarsi mentre lingue di fuoco si accalcano nella tua scia.

Riesci a raggiungerla giusto poco prima che tocchi il suolo, ma questo non vi salva dall’impatto con il duro manto erboso. Puoi solo avvolgerla tra le tue braccia, assorbendo la maggior parte dell’urto, e finendo per rotolare insieme fino a fermarvi.

La magia scema da dentro di te, il tuo corpo si indebolisce, e la vista si appanna. Ciò nonostante senti che è viva, la senti stringersi a te e piangere come la bambina che sembra essere.

Lei ti ha attaccato, mutilato, quasi ucciso. E tu hai rischiato la vita per lei arrivando sul baratro della morte pur di salvarla. Non ti stupisce che stia picchiando il tuo petto con i suoi piccoli pugni gridando il solito interrogativo.

“Perche!? Perche!?!? PERCHE!?”

Sorridi mentre il mondo diventa solo un ammasso di ombre. E le tue dita sfiorano il suo viso.

“Perché così ho scelto…”

E poi è buio e nulla più.

…………………………………………………………………………

Sei certa sia morto, sei certa sia morto, sei certa, assolutamente certa, di averlo ucciso. Ricordi il sangue imbrattarti le vesti e formare una pozza sotto di voi, mentre i suoi occhi si chiudono e le sue mani ti sfiorano con quel loro tocco così gentile.

Non lo sopporti, lo detesti, vorresti non averlo mai incontrato! Perché non ti ha combattuto, perché si è limitato a difendersi affrontando la tua furia, perché non ha schivato quel tuo ultimo, prevedibile attacco. Ne era in grado, sai che lo era, altrimenti non l’avresti scelto come tuo compagno, ma allora perché? Perché infine sacrificarsi nonostante il corpo martoriato pur di salvare te!

Le tue ferite sono state sanate con un colpo di bacchetta. È bastato che la medimaga della scuola vi vedesse perché subito le tue ferite risultassero insignificanti in confronto alle sue. Ossa rotte, stomaco perforato, muscoli strappati, commozione celebrare, lesione alla spina dorsale. Si parlava di paralisi, perdita dell’uso della gambe, e nel caso peggiore morte.

Dall’ospedale San Mungo sono arrivati i migliori guaritori che avessero a disposizione, e tu hai contribuito chiamando a rapporto i guaritori della vostra clinica privata. Sono ore che lo operano, con l’ausilio di pozioni e antiche magie, eppure ancora non sai nulla.

Non sai neppure se sopravvivrà.

Il suo sorriso prima di chiudere gli occhi… le sue braccia calde e forti che ti stringono mentre colpite il suolo con forza. NO. Non puoi innamorarti di lui, lui è sposato, lui ha una moglie, una moglie bellissima con cui sono arrivati a fare c-cosacce perfino in aula! Eppure era li per te, per parlarti. Non ti ha evitato come fanno tutti, non ti ha lasciato sola, ha voluto che le vostre strade si incrociassero nuovamente. Forse per scusarsi forse… forse per dirti altro, qualcosa di più importante… potresti non saperlo mai…

Lacrime ti colano irrefrenabili lungo le guance, mentre ti chini stringendo le gambe al petto. Lui è il tuo compagno. Lo avevi scelto perché è forte, forte come te, ma non devi provare nulla per lui se non rispetto. È una regola della tua famiglia trovare un compagno che  vi supporti e riveli le vostre vere capacità, perché senza un compagno oltre il 50% della vostra magia è sprecata, inefficace… e tu oggi l’hai avvertita. Quella potenza inimmaginabile di cui parlano in continuazione gli antichi testi, quella forza proveniente dall’aver trovato il compagno ideale. La forza che ti ha permesso di colpirlo a morte con il tuo manico di scopa fin quasi ad ucciderlo…

E nonostante questo lui era li per te…

Stai ancora cercando di venire a capo dei tuoi sentimenti, delle tue emozioni, dei tuoi desideri, quando in lontananza senti dei passi. L’intero piano dell’infermeria è stato chiuso al pubblico, quindi solo il personale autorizzato può raggiungerti. Speri che sia un guaritore pronto a portarti notizie, ma quando la vedi arrivare il sangue ti si ghiaccia nelle vene. Non è un guaritore, è Célie, la ragazza francese che ti ha rubato… no, lei non ti ha rubato nulla, lui non era tuo.

Ingoi a vuoto un paio di volte, asciugando le lacrime sul tuo viso.

è colpa tua….” [francese]

Ti parla in francese, forse per l’agitazione, forse perché spaventata, forse perché sofferente, proprio come te… ma nonostante questo la comprendi. La tua formazione d’infanzia arriva in tuo aiuto in questo momento.

“Io…”

Non sai come giustificarti, hai di sicuro attentato alla sua vita, e non puoi negare che era proprio quello il tuo obbiettivo.

La ragazza francese alza una mano, asciugandosi anche lei alcune lacrime sul suo viso perfetto. Solo ora noti i capelli scompigliati, i segni delle unghie sul viso, gli occhi gonfi e lucidi. Ha pianto, si è disperata, ha sofferto… come ogni brava moglie farebbe.

Lui non sarà mai tuo.” [francese]

“Cosa?”

Strabuzzi gli occhi mentre le parole della francese ti penetrano in profondità.

Io ti conosco Liri, conosco quelle come te, perché anche io sono come te. Vuoi qualcosa che non ti appartiene, lo brami più di ogni altra cosa al mondo, e faresti di tutto per averla, ma lui non sarà mai tuo. Io sono arrivata prima, ho legato Harry a me in modi che non puoi minimamente comprendere… lui è solo mio! E se oggi ti ha salvato è solo perché è un uomo buono, un uomo giusto, lui non prova nulla per te. NULLA!” [francese]

L’ultima parola ti viene gridata contro con forza, e per un momento sei come morta. Una candela spenta da un vento impetuoso… ma la tua morte è solo apparente, finalmente hai trovato qualcuno che può starti vicino tenendo il tuo passo, qualcuno da cui non ti senti oppressa, ma confortata. Nonostante le condizioni disastrose del vostro rapporto, nonostante lui sia sposato, nonostante tutto… tu non ti arrenderai.

Determinata, come mai lo sei stata prima d’ora, ti ergi in tutta la tua non notevole altezza. La francese ancora torreggia su di te, ma la cosa non ti spaventa, non più.

“Io mi arrenderò… quando sarà lui a dirmi di non voler stare con me. Sarò sua compagna perché il destino così ha voluto. Non è nulla di romantico, non mi metterò tra voi in quel senso, ma non sarò nemmeno un’ombra rispetto a te. Temi le mie parole Célie Mine, perché le persone della mia famiglia non mentono mai!”

La ragazza appare stranita, come se fosse stata colpita da uno schiaffo, che in effetti potreste anche darle, proprio li, sulla sua bella faccina, ma invece della sfuriata che ti aspetteresti, lei sorride.

“Famiglia… non sai quanto hai ragione piccola Liri, noi saremo rivali come i nostri avi prima di noi. Così com’è destino che Henry sia tuo compagno, io ti dico che è destino che le nostre famiglie si odino ancora una volta… anche se ancora non puoi capirne il perché.”

Senza aggiungere altro la ragazza si allontana, e ad ogni suo passo un po’ della tua convinzione viene meno. Hai scelto la strada peggiore, la più difficile, e non capisci nemmeno se sia solo perché hai finalmente trovato un compagno, oppure perché il compagno che hai trovato sia anche l’amore della tua vita.

Arretri di qualche passo, la tua schiena colpisce li muro. Scivoli lentamente al suolo tornando nella posizione fetale da poco abbandonata. Qualche minuto dopo un medimago ti raggiunge.

“Signorina Lancaster, la prego di seguirmi… il paziente si è svegliato ed ha chiesto di lei.”

Trattieni il fiato. È vivo! Ed ha chiesto di te… un’ondata di nausea ti attraversa, mentre segui l’uomo nei corridoi del castello. Questa situazione non sai proprio come affrontarla.

……………………………………………………………………………

28 Settembre - La Tana

Quando l’ultimo raggio di sole, scompare dietro le colline in lontananza, senti finalmente i muscoli distendersi ed un sorriso spianare le rughe del tuo viso. In quell’ultimo mese tante cose sono cambiate. Hai finalmente ritrovato un barlume di vitalità, ed ogni giorno ti senti più sereno.

I tuoi parenti hanno accolto con sollievo la notizia che non andrai più a trovare Hermione in ospedale, e sembrano sicuri che questo sia un sintomo di guarigione. Che presto il tuo cuore ferito ritroverà la pace, e potrai riprendere la tua vita esattamente li dove l’hai lasciata.

Quanto sono ingenui. Con una mano ti scompigli i capelli rossi, rimanendo affacciato alla finestra in attesa. Sai bene che non tarderà ad arrivare, non lo fa mai. Lei, che tutti credono morta o in coma, ma che tu sai essere viva e vegeta.

Lei che è il motivo per cui non vai più in quei maleodoranti ospedali babbani. In fondo perché andare a trovarla se sarà lei a venire da te subito dopo il tramonto?

Sorridi quando in lontananza noti il primo movimento, una scia scura che fende l’erba alta sotto la collina di fronte la tua casa. Appena noti quello inizi con i preparativi. Con un cenno della bacchetta rompi la runa di controllo della casa, perché nessuno degli altri Weasley si allerti per l’arrivo di un intruso, con un leggero lumos dai il via libera alla tua vecchia compagna di classe, osservandola poi saltare agilmente la staccionata che ancora la separa dalla Tana.

E poi l’abilità straordinaria con cui si arrampica lungo il profilo dell’edificio, arrivando in pochi secondi fin sotto la tua finestra.

“Non mi inviti ad entrare Ron?”

La sua voce è addirittura più melodiosa di quanto non la ricordassi. Con un cenno d’assenso ti sposti dalla finestra, permettendo alla non più strega di entrare. Il suo corpo, al contrario della sua voce, è esattamente lo stesso dei tuoi ricordi, nulla di lei è cambiato, salvo gli occhi che ora tendono al rosso scarlatto.

Sul suo viso grazioso, e perlaceo, noti un’ombra di stanchezza, e subito ti fai avanti per supportarla. Lei si accascia tra le tue braccia lasciandoti guidarla fino al suo letto.

“Te l’ho detto Hermione, devi andarci piano con queste tue nuove capacità, non sai ancora bene come funzionano, potresti farti male e non accorgertene. Se vuoi posso provare a creare una passaporta per farti venire qui la sera, così non devi più correre per tutto il tragitto da Londra a qui.”

Lei ti sorride, e con il suo tocco freddo come la morte, ti scosta leggermente.

“Sto bene Ron, non sarà certo una corsetta ad uccidermi, non dopo che sono sopravvissuta ad un Dissennatore. Allora, hai trovato qualcosa? Hai letto i libri che ti ho consigliato?”

Tu sorridi, estraendo dal cassetto del comodino una fila di appunti scritti su pergamena.

“Questo è tutto quello che ho trovato, non sono ancora riuscito a capire come tu abbia fatto a divenire un vampiro dopo l’attacco del dissennatore, ma è evidente che qualcosa è successo. Forse quella sera stessa, o forse più tardi nell’ospedale. Questo non lo so, fatto sta che ormai non sei più umana, sei diventato l’unico essere vivente capace di sopravvivere senza anima. Ed io non posso che ringraziare Merlino per questo.”

D’istinto di protendi verso di lei, stringendola in un caldo abbraccio. Il suo corpo è freddo, quasi ghiacciato, ma non ti importa. Hermione è viva, Hermione è con te, Hermione che sei certo di amare più della tua stessa vita.

“Ron… sai di non potermi venire così vicino. Hai un odore così… intenso che potrei non controllarmi dal morderti. Per favore, fai qualche passo indietro.”

Sempre la stessa storia. Lo leggi dai suoi occhi tristi che anche lei non vorrebbe rompere quel contatto, ma ogni volta che ti avvicini più del necessario, i suoi occhi si infiammano di rosso. Lentamente ti fai indietro, osservandola riprendere il controllo.

“Sai di potermi mordere se hai bisogno di sangue…”

“Ron, ci siamo già passati. Non sappiamo che effetti avrebbe su di te. Potresti correre il rischio di diventare anche tu un Vampiro, ed è una cosa che non possiamo permetterci. Mi nutrirò come sempre all’ospedale, non appena ce ne sarà occasione. Adesso torniamo a noi.”

In soggezione osservi Hermione prendere gli appunti da te redatti, ordinandoli a seconda della loro varia natura. Poi è il momento del planning, della mappa concettuale e delle prossime mosse. Ogni sera cercate di andare un po’ più affondo alla questione, basandovi sui pochi libri presenti alla Tana.

Hermione vorrebbe che tu riprendessi a frequentare Hogwarts, in modo da avere accesso alla biblioteca, ma una volta lì le barriera della scuola, decisamente più potenti di quelle di casa tua, la terrebbero fuori impedendovi di vedervi.

Non sei pronto a questo, non ancora, non ora che l’hai appena ritrovata.

“Ron… Ron? Ma mi stai ascoltando?”

“Si scusa, mi ero perso nel guardarti. Ti ho già detto che sei bellissima?”

Le parole escono spontanee dalle tue labbra mentre la osservi arrossire. È incomprensibile come nonostante la non-morte lei possa ancora farlo, ma non dai nessun peso alla cosa. Hai perso anni prima di capire di amarla, e non vuoi attendere oltre.

“Ron, sai che è normale, i miei tratti da vampiro mi rendono più avvenente perché voi umani, le mie prede, vi avviciniate a me senza opporre resistenza. Non dire cose così sconvenienti senza pensare. Comunque ti chiedevo di Harry. Ti ha scritto?”

Ecco. Parla di nuovo di lui. I tuoi occhi si rabbuiano, la mascella si indurisce, mentre cerchi mentalmente di mantenere il controllo.

“No e ancora no. Hermione, forse non mi hai capito quando ti ho detto che lui è andato avanti. Ha una moglie ora, non ha più bisogno di noi, forse non ha mai avuto bisogno di noi. E ricordi le lettere dei miei fratelli? L’Harry che conoscevamo è morto con te quella notte, non so cosa lui sia diventato, ma non è più nostro amico…”

La tua rabbia verso il bambino-che-non-può-morire, trasborda da ogni sillaba avvelenata che pronunci. È colpa sua, tutta colpa sua, solo colpa sua. Non lo perdonerai mai, mai!

“Ma Ron… forse potrebbe aiut…”

“Aiutarci!?”

La tua voce supera i decibel consentiti dall’orario, ed un tonfo sordo vi avvisa che qualcuno si è appena alzato da qualche parte nella casa.

“Hemione, non hai bisogno di lui, noi non ne abbiamo bisogno. Tu hai me, ed io posso fare qualsiasi cosa facesse lui prima. Quindi basta, non lo nominare più. Per favore.”

Sei roso dalla gelosia, e sai che lei lo sa, ma non puoi farci nulla. I passi si avvicinano lungo la scala, mentre tu torni alla finestra spalancandola.

“Vai Hermione, continueremo domani. Non puoi correre il rischio che qualcuno ti scopra…”

Triste e sconsolata la vampira si avvia verso la finestra. Il suo sguardo è addolorato mentre ti fissa un’ultima volta prima di lanciarsi di sotto.

“Tu non sei come lui… ma puoi diventarlo… torna ad Hogwarts Ron, è quello il tuo posto….”

Quando lei scompare, la porta alle tue spalle si schiude leggermente.

“Ron caro, è tutto a posto? Mi era sembrato di sentire la tua voce….”

Con gli occhi spenti e spiritati di volti verso tua madre.

“Tutto bene mamma, ho solo avuto un incubo, torna a dormire…”

E così dovresti tornare ad Hogwarts… se anche lo facessi non sarebbe per i motivi che crede Hermione… ma forse… forse puoi far coincidere le due cose. Aiutarla e vendicarti… Chissà… Del resto la vita è imprevedibile, e nessuno lo sa meglio di te. Vero Ron?

…………………………………………………………………………………

N.D.A. Rieccomi signori con un nuovo capitolo di "The Darkest Night". Vi sono mancato? Sono sicuro di si, e prima di passare a qualche spiegazione per il capitolo, voglio iniziare con il dirvi che mi dispiace per il ritardo. Purtroppo l'università mi sta succhiando la vita, è c'è davvero poco che io possa fare in merito. Sto scrivendo quando posso, a anche così mi è impossibile portare avanti tre storie, quindi la mia altra storia, "The Worst of Evils", è ufficialmente in pausa, fino a che la situazione non si sbroglierà un pò. Detto questo c'è poco da spiegare sul capitolo, ho voluto focalizzare l'attenzione su Liri che aveva perso un pò di tono, ho lasciato qui e la qualche altro indizio sulla famiglia di Liri e di Célie, ed ho deciso che quando Célie parlerà unicamente in francese, non metterò una traduzione fatta con il translator (per non offendere con la mia ignoranza della lingua qualche savio), mi limitero a mettere il discorso in corsivo. Per quanto riguarda la parte su Ron, ho cercato di giocarmi il personaggio più fedele possibile all'originale, con le ovvie conseguenze psicologiche dell'aver perso e poi ritrovato Hermione, ciononostante potrebbe essere forse un pò OOC. Per questo chiedo venia. Il capitolo doveva includere un altro piccolo paragrafetto che aggiungeva un pò di mistero alla vicenda tutta, ma ho deciso di ometterlo, spero non vi spiaccia. Detto questo non mi rimane che ringraziare LadyRiddle e Minus per il continuo e costante supporto alla mia storia, ed ovviamente tutti voi Fan che con le vostre recensioni mi motivate a continuare. Al prossimo capitolo, che spero di scriver il prima possibile. Bye dal vostro Bumbix di quartiere

Ps. Per chi volesse ho creato un account facebook appositamente per efp. Si chiama Bumbix Efp. Aggiungetimi ^_*

 

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Capitolo 8
*** Di Scuse Sentite e Verità Nascoste ***


Capitolo 8
The Darkest Night

Capitolo 8:  Di Scuse Sentite e Verità Nascoste

Quando riprendi sensi tutto intorno a te è confuso. Macchie di colore si muovono nel tuo campo visivo e voci indaffarate si sovrappongono le une alle altre in una cacofonia dissonante. Alzando lo sguardo da quello che pensi sia un lettino, ti ritrovi a fissare un uomo che ha una mano dentro di te. Il tuo ventre è aperto, la carne esposta, e come se questo non fosse sufficiente per causarti una nausea lancinante un guaritore sta estraendo schegge di legno dal tuo intestino.

Solo che questo non lo capisci, non ora. Per te è solo un uomo che ti sta squartando pezzo a pezzo, con immane rabbia e ferocia.  Cerchi di divincolarti, di scappare, ma braccia e gambe sono pesanti come cemento, ed oltre alla testa non puoi muovere altro. Anche la lingua è inerte, e giace spugnosa e ruvida all’interno della tua bocca come un verme morto.
Panico, sempre maggiore. E poi rabbia, paura, dolore, dolore che in effetti non avverti, ma la tua mente gioca contro di te. Ti basta vedere il sangue e gli intestini sgusciare dalle mani del guaritore per avvertire un moto involontario ed inesistente di dolore.

“Guaritore Williams! Il paziente è sveglio!”

“Cosa!? Gli era stata somministrata un’intera dose di pozione senza-sogni! Qualcuno lo schianti, qualcuno lo schianti!”

L’ultima cosa che vedi è un lampo di luce rossa, e poi è di nuovo buio.
………………………………………………………………………………………
Lentamente, molto lentamente, sbatti le palpebre perplesso. Hai fatto un sogno strano, un sogno in cui un uomo con indosso un camice bianco giocava all’allegro chirurgo con te. Scuotendo il capo confuso cerchi di mettere a fuoco la stanza in cui ti trovi. Il soffitto è bianco perlaceo, sei steso in un comodo letto avvolto da morbide coperte, con indosso quello che sembrerebbe un pigiama con lo stemma di Grifondoro. Facendo leva sulle braccia cerchi di metterti a sedere, ma quel semplice movimento basta a farti girare la testa facendoti crollare di nuovo tra le coperte.

Quando la tua testa colpisce il cuscino, il suono attira qualcuno che si trova poco oltre le tende intorno al tuo letto.

“Signor Potter, è già sveglio? Non ci aspettavamo si riprendesse prima di domani! Bene, molto bene, questo accelererà la fase di guarigione delle sue ferite. Non c’è che dire, è stato un miracolo se siamo riusciti a riprenderla dopo le condizioni pietose con le quali si è presentato in infermeria. Mi dica la verità, per lei ogni anno che passa senza rischiare la vita è un anno noioso vero? Giuro su Merlino che ho più capelli bianchi per le ferite che lei continua a riportare, che per le ferite d tutti gli altri studenti del castello messi insieme! Ci sono voluti venti guaritori ed una montagna di magia per stabilizzarla e se non fosse stato per i medi-maghi della clinica privata Circe&Co, probabilmente ora non sarebbe qui!”
Ma che…? Hai appena ripreso coscienza e la tua testa non è ancora del tutto connessa, qualcuno dovrebbe dire a questa donna (che sia Madama Chips?), che non dovrebbe lanciarsi in un soliloquio proprio ora. Lo faresti tu, ma l’unica parola che riesci a pronunciare con la tua bocca secca è:

“Acqua….”

La voce è gracchiante come se non la usassi da molto tempo, ma guardando fuori dalla finestra, con i caldi raggi del sole che iniziano il loro declino dietro le colline, non può che essere passata al massimo mezza giornata.

“Certo certo, mi scusi Signor Potter, ecco prenda la sua acqua. E si ricordi di ringraziare la signorina Lancaster per i medi-maghi della clinica, senza il loro supporto lei a quest’ora sarebbe morto o peggio!”

Sorseggi dal bicchiere che ti viene porto, ma non appena la conversazione verte su Liri, allora hai un flashback di quanto accaduto quella mattina. Il litigio, la corsa su scopa, lo scontro ed infine la caduta. Lupin ti aveva avvertito, te lo aveva detto più volte, ma solo ora capisci il fardello che grava su di te. Durante la tua trasformazione sei completamente preda delle tue emozioni, e a prescindere dalla tua salute, farai di tutto per proteggere una donna. Addirittura farti infilzare da un manico di scopa e schiantarti al suolo per attutirle la caduta. Adesso non sai, forse avresti fatto le stesse scelte anche senza essere sotto l’influenza dell’HSS, ma quello che è certo è che senza HSS non vi saresti riuscito.

Sospiri lasciando che la tua mente rifletta su questo punto, quando infine poni la domanda che più di ogni altra ti pesa sul cuore.

“Liri sta bene?”

La tua voce ora è più normale, e solo il tono stanco tradisce le condizioni pessime del tuo corpo. Anche senza guardarti sai di non essere completamente a posto, non ancora.

L’anziana strega, che fino a quel punto aveva un’espressione ferrea sul viso serio, si lascia andare ad un sorriso. I suoi occhi si addolciscono mentre ti poggia una mano sulla spalla in maniera confidenziale. Forse troppo confidenziale…

“Signor Potter, ho sentito quello che è successo e molti studenti sono stati testimoni del suo coraggio. Grazie alle sue azioni, degne di Godric Grifondoro in persona, la signorina Lancaster non ha riportato alcun danno permanente. A differenza sua, che quando è arrivato qui era ridotto uno straccio. Non avevo mai visto qualcuno ridotto peggio di lei per un semplice incidente su scopa!”

Semplice incidente su scopa? Che la donna non abbia sentito del feroce scontro avvenuto nei cieli sopra il campo da Quidditch? In ogni caso non è questo che conta, sorvoli sulle pacche gentile che ti vengono somministrate, riuscendo solo a pensare di essere riuscito a salvarla. Lei sta bene, non ha subito alcun danno permanente. Sei felice, inspiegabilmente felice.

“Posso vederla?”

“Vedere chi, signor Potter?”

“Ehm.. si insomma, vorrei vedere Liri. È anche lei in infermeria, no?”

Gli occhi della donna si sgranano leggermente, mentre il suo sorriso si allarga.

“Signor Potter, piccolo briccone, lei si ricorda di essere sposato vero? In ogni caso farò come mi chiede, mi sono sempre piaciuti i triangoli amorosi. Mi misi in mezzo pure quella volta che suo padre ed il professor Piton si contendevano le attenzione di sua madre, Lilly Evans. Ah, bei tempi quelli. Mi aspetti qui per favore, io torno subito.”

Eh? Non ti aspettavi che l’infermiera della scuola avesse un tale fiuto per il gossip, ma la cosa non ti spiace. Appena ne avrai occasione le chiederai qualche notizia in più sui tuoi genitori ed il loro rapporto con Piton.

Tornando a stenderti, rifletti ancora ed ancora sugli eventi della giornata, con un vago accenno di sorriso sul volto. Quando la porta dell’infermeria torna a spalancarsi, e le tende intorno al tuo letto vengono tirate, ti ritrovi ad osservare una quanto mai timida Liri, nascondersi dietro la medimaga, che è accompagnata da un altro uomo in camicie bianco. Un uomo stranamente familiare.

“Professor Archer? Cosa ci fa lei qui, pensavo che solo i guaritori avessero accesso al piano.”

L’uomo, con indosso il suo solito vestito di Tweed sotto il camice ospedaliero, ti sorride mostrandoti la sua dentatura perfetta.

“Signor Potter, sono felice di vederla sano e salvo, e pure più in salute di quanto prognosticato. Devo dire che la sua guarigione repentina è stato un vero e proprio miracolo, un miracolo degno di Tosca Tassorosso in persona. E per rispondere alla sua domanda, io sono stato richiamato in infermeria per dare una mano nelle fasi finali della sua operazione. L’ammontare di potere necessario a sanare tutte le sue ferite è stato impressionante, e perfino un tipo come me, che ha solo conoscenze basilari di guarigione, è stato d’aiuto. Però non credo che lei volesse parlare con me, giusto? Poppy, lasciamo i nostri due studenti da soli, penso avranno molto di cui parlare.”

Con un sorriso furbo, ed un occhiolino, il professore di difesa prende da parte una restia Poppy, lasciando te e Liri da soli. La ragazzina, già minuta di suo, ora sta china, con le spalle basse e lo sguardo concentrato sulle sue scarpe, cosa che la fa apparire ancora più piccola ed adorabile…. Aspetta, adorabile? Datti un contegno Potter, non puoi mica essere vittima della tua malattia per così poco, sarebbe vergognoso!

Prendendo un profondo respiro, e scacciando dalla mente tutti i pensieri molesti vai per parlare mentre Liri si appresta a fare lo stesso.

“Io..”

“Io..”

Le vostre voci si sovrappongono, ed un sorriso imbarazzato illumina il viso della ragazza. Il tuo cuore accelera i battiti per quel gesto così spontaneo e innocente. Con un cenno della mano le fai segno di continuare, prodigandoti in una qualche galanteria decisamente non da te.

“Si ecco io… io volevo dirti che mi dispiace per quello che è successo giù al campo. Non… non volevo farti così male, ho solo perso il controllo e poi è tutto confuso. E… e volevo ringraziarti per avermi salvata. Sei stato davvero molto coraggioso a fare tanto per me, ma per favore non fare una cosa del genere mai più. Se tu dovessi morire, io… io…”

La sua voce viene meno mentre la tonalità di rosso del suo viso si accende, rendendola simile ad una fragola matura.

“Si beh… se tu dovessi morire io perderei il mio schiavo. Era questo quello che volevo dire. Non è che io mi sia affezionata a te o qualcosa di simile, è solo che perderei il mio schiavo. Perché tu sei in debito, quindi sei il mio schiavo. Si, è sicuramente questo quello che volevo dire!”

Se prima parlava docilmente, quasi con rispetto, ora la sua voce è tesa e affrettata. Non ne capisci il motivo, ha reso fin troppo chiaro che ti considera solo uno schiavo e nulla di più. Quale altro motivo dovrebbe avere per dispiacersi? Nessuno, no? In ogni caso tu le sorridi, ignorando il sordo pulsare del tuo cuore, che fa male, non perché tu sia triste a causa delle sue parole, ma per l’intervento da cui sei reduce. 

“Capisco. Anche io ti devo le mie scuse. Mi dispiace per il mio comportamento di Luglio, non ero in me quella sera, e so di averti fatto un grave torto, quindi mi va bene se per un po’ sarò tuo schiavo, ma solo per un po’...”

Pur di starle vicina…

“…E poi vorrei ringraziarti per i medi-maghi della clinica privata che hai mandato ad assistermi. Ti sarà  costato una fortuna farli venire fino a qui. Se vuoi posso ripagarti, ho qualche soldo da parte nella mia camera blindata, e sono sicuro che Silente mi farebbe prelevare quanto è necessario quindi non esitare a chiedere.”

Le sorridi cercando di mantenere un tono affabile, ma lei sta già facendo cenno di no con la testa.

“Non c’è bisogno che mi ripaghi di n-nulla, davvero, quelli in fondo sono gli uomini di mio padre, è il loro compito esaudire ogni mio desiderio. Quindi va tutto bene, si tutto bene.”

Annuisci, Liri fa altrettanto, e poi… cala il silenzio. Un silenzio imbarazzato, durante il quale tu passi il tempo a guardarti in giro, mentre lei continua a strofinarsi le mani con lo sguardo basso. Nella tua mente cerchi un argomento, un qualche argomento che quanto meno sia utile a rompere questa situazione, ma non ti viene in mente nulla.
Alla fine rimanete così per quasi cinque minuti, prima che le tende vengano schiuse nuovamente e faccia capolino la testa di Poppy. Il suo volto speranzoso si tramuta in un’espressione delusa non appena coglie l’atmosfera che circonda il tuo letto. Evidentemente la sua fervida immaginazione di strega chissà cosa le aveva fatto immaginare.

“Ehm… si, Signor Potter, ha un’altra visita. Il professor Lupin è venuto dalla Francia per accertarsi della sua situazione. E lei signorina Lancaster, il preside Silente ha chiesto di raggiungerlo nel suo ufficio. Suo padre è già li per parlare dell’incidente.”

Tu sei spiazzato in positivo, mentre Liri in negativo. La sua carnagione, che era stata così rosea fino a qualche momento prima, diventa cadaverica, il suo respiro irregolare, le mani si stringono così forte sull’orlo della gonna, quasi fino a strapparlo. Sta per avere un violentissimo attacco di panico, e per una volta sei convinto che non sia la convocazione del preside la causa. Del resto Liri ha tenuto testa a Silente durante lo smistamento… c’è di sicuro qualcosa sotto.

“Liri… non importa cosa diranno, sono pronto ad assumermi tutta la colpa. Tanto io sono Harry Potter, il bambino-immortale o come diavolo mi chiamano di recente, non c’è nulla che mi possano fare, capito? Se ci saranno problemi, tu fai il mio nome, mandami a chiamare, al resto penserò io, d’accordo? Non avere paura, nessuna paura, io sono con te.”

In un gesto molto poco da te, ti allunghi da sopra le lenzuola, stringendole una mano. La sua pelle è fredda e sudata, ma reagisce al tuo tocco ricambiando la stretta. I vostri occhi si incrociano e sei sicuro ci sia tanto di non detto in quello sguardo.

Il contatto tra di voi dura, fino a che una persona non si schiarisce la gola pesantemente. Alzando lo sguardo dalla tua piccola, ti ritrovi a fissare un sorridente Remus Lupin. Intorno ai suoi occhi noti delle profonde occhiaie, cosa che ti fa riflettere sul fatto che non manca poi molto alla luna piena. Il professore ha rischiato molto nel venire proprio in questo periodo così critico per lui.

Quando anche Liri si accorge della presenza del lupo mannaro, lascia subito andare la tua mano facendo qualche passo indietro.

“Io… io devo andare. Ora devo andare… ci… ci vediamo.”

Dice questo senza guardarti negli occhi, ma ti è sembrato stesse meglio rispetto a qualche istante prima. Sospirando di sollievo torni a stenderti, poggiando le spalle contro lo schienale del letto. Ora il tuo ex-professore, ha finalmente tutta la tua attenzione.

L’uomo, che fino a quel momento è sembrato sollo stanco, caracolla in avanti, lasciandosi cadere su una sedia. Con un tocco della bacchetta chiude le tende, esibendosi poi in un complicato incantesimo di privacy.

“Così dovremmo poter parlare tranquillamente per un po’. Allora Harry, raccontami quello che è successo stamattina.”

Come sempre, Remus ti parla apertamente, senza troppi giri di parole, una cosa che tu apprezzi nel profondo. E così inizi a raccontare di tutti gli eventi avvenuti sin dal giorno dello smistamento fino al giorno che è in fase di chiusura. Ovviamente glissi su alcuni comportamenti di Célie, non vuoi certo coinvolgerla più del necessario e farla rimproverare dal suo unico tutore. Meglio che resti fuori da questa storia.

“Quindi sono sceso in picchiata e l’ho salvata. Se non fosse stato per l’HSS non ci sarei mai riuscito, e pure con quella non so davvero come abbia fatto. È stato come se la mia mente avesse forzato il mio corpo a muoversi più velocemente di quanto avesse mai fatto. Il mondo intero si era fermato, e tutto quello che vedevo era la caduta senza controllo di Liri. Lei sa spiegarmi cos’è successo professore? Non ho mai avuto un attacco di HSS forte come questo…”

Quando termini di parlare trovi l’uomo seduto, con le mani giunte al livello dell’addome, e gli occhi socchiusi.

“Harry, sei in HSS pure ora?”

“Cosa?”

La domanda giunge inaspettata, e davvero non sai come rispondere. Che motivo avresti per essere trasformato? Non sei stato a contatto con ragazze troppo avvenenti, e le tue emozioni sono sotto controllo. Anche volendo non ci sarebbe ragione perché tu fossi trasformato.

“No, signore.”

“Ne sei sicuro?”

“Si, signore.”

“Bene, allora mettiamoti alla prova. Schiva questo.”

D’improvviso, come se non stesse aspettando altro, la sua bacchetta viene estratta ed un lampo di luce si dirige verso di te.

THUMP!

In un nanosecondo hai tutto chiaro, il colpo è debole, non avrebbe nessun effetto neanche se ti colpisse, serve solo ad attivare appieno la tua malattia. Chinandoti quel tanto che basta a schivare il colpo, correggi il tuo afflusso di sangue facendo tornare tutto alla normalità.

“Come sapeva che l’avrei schivato?”

“Perché Harry, c’è solo un motivo per cui tu sei trasformato ora, per cui lo sei stato stamattina e perché le tue ferite si sanano così in fretta. Mi hanno detto che perfino la pozione senza-sogni ha avuto un effetto quasi nullo su di te. Tu sai di che motivo si tratta, vero?”

La tua mente, sovraeccitata dalla HSS, lavora centinaia di volte più veloce del normale. Tutte le vicende, le conversazioni, gli allenamenti, avuti dal giorno della scoperta della malattia, fino ad ora, si rincorrono nella tua mente a rapidità folle. Alla fine, sputi fuori la risposta con un’espressione contrariata in viso.

“Ho avuto il mio Imprinting con Liri”

“Esatto Harry. Per tuo padre fu lo stesso, lui ebbe il suo imprinting con tua madre la prima volta che la vide in treno. Lo si potrebbe definire amore a prima vista, o un colpo di fulmine, fatto sta che quell’unico evento cambiò l’intera vita di tuo padre. Se la normale HSS ti permette di superare i limiti umani, l’HSS derivante da un Imprinting ti permette di superare i limiti della malattia stessa. Per questo sei riuscito a salvare la ragazza giù al campo, la tua capacità di reazione era così folle che i tuoi muscoli non riuscivano a starti dietro, e per questo si sono strappati. L’imprinting è una cosa bella e brutta allo stesso tempo Harry. Tuo padre ha passato anni a lottare contro il suo amore per tua madre, cosa che lo ha portato quasi alla follia e l’ha spinto più volte oltre il baratro che tu hai appena attraversato. Era geloso, follemente geloso di Piton, cosa che fece di lui un bullo ed un idiota. Noi lo aiutammo come potemmo, aiutandolo a controllare la malattia, facendolo sfogare, e poi tornare in sé. Non è stato un bel periodo Harry, ma per te può essere diverso. Se deciderai di accettare i tuoi sentimenti avrai l’opportunità di essere felice..”

Le sue parole penetrano in profondità, toccando tasti che non pesavi di avere. Quando tuo padre si innamorò di tua padre era poco più di un bambino, e come tutti i bambini non capiva cose come l’amore o la passione. Per lui era solo una seccatura di cui voleva liberarsi. Tu sei più grande di quanto era grande lui allora, tu sei più maturo di quanto lo fosse lui allora. Forse per te sarà diverso. Forse tu non dovrai aspettare per avere il tuo lieto fine. C’è solo un piccolo problema…

“Professore… come posso anche solo pensare di accettare questi sentimenti quando io stesso non so se siano reali? So che la malattia mi rende diverso, e diverso non vuol dire migliore… e come se questo non fosse sufficiente, io sono sposato con sua nipote. Non dovrebbe fare il tifo per lei? Cioè, è l’unico parente che le rimane e pensavo sarebbe stato contento di vederla accasata con me…”

A questo punto l’uomo si passa una mano sul viso segnato dalle ingiustizie del tempo. Lentamente prende posto vicino a te, sedendo sul materasso del tuo letto.

“Harry, volevo parlarti anche di questo. Dopo quello che è successo il primo giorno dell’anno scolastico, con tutto il casino del matrimonio ed il resto, ho iniziato a nutrire qualche dubbio su Célie. Non che non le voglia bene, ma non so, sentivo che c’era qualcosa di strano in lei, nel suo modo di comportarsi, dunque ho ripercorso gli annali della mia famiglia, cercando informazioni sul ramo francese dei Lupin, ed ho fatto una scoperta che ti potrebbe scioccare…”

Con un colpo della bacchetta, una pila di documenti viene evocato. In cima alla pila si trova una pergamena consunta e ripiegata, che subito ti viene porta. Schiudendo il foglio, e dispiegandolo sul letto, ti ritrovi davanti un grande albero genealogico, con ramificazioni e nomi a partire dal 1300. Scorri velocemente la lista, trovando il nome del professore, indicandoglielo infine.

“Esatto Harry, quella pergamena è incantata perché si aggiorni da sola ogni volta che nasce un Lupin, ed è uno degli ultimi tesori della mia famiglia. In ogni caso non era il mio nome quello che volevo cercassi, bensì quello del mio trisavolo. Sali lungo l’albero Harry…”

Come richiesto risali di tre file, superando il padre ed il nonno di Remus, fino ad arrivare al suo bis-nonno.

“Alcard Lupin, nato nel 1815, morto nel 1904. Quindi?”

“Ricordi quando ti dissi che per motivi sconosciuti il mio trisavolo abbandonò la Francia, trasferendosi in Inghilterra, dove diede origine ad un ramo inglese della famiglia. Bene penso di aver capito il motivo per cui lui si trasferì. Leggi il nome del fratello del mio bis-nonno e dimmi se non ti risulta familiare.”

Con il dito segui la linea che da Alcard porta ai suoi genitori, arrivando infine al fratello.

“Arsenio Lupin nato nel 1823, morto nel 1910”

“Giusto, ma sbagliato. Guarda bene l’accento Harry, e leggilo con la pronuncia francese.”

“Arsenio Lupìn. Arsenio Lupìn?”

Quel nome ti riporta alla memoria qualcosa. Non ricordi bene cosa, ma sei sicuro che l’uomo sia stato protagonista di un qualche romanzo o simili. Anche in HSS non sei in grado di acquisire conoscenze che non hai. Puoi fare deduzioni e speculazioni, ma non molto di più.

“Davvero non conosci quel nome? Dovete essere indietro in Storia della Magia… in ogni caso sappi che quello è il nome del grande ladro gentiluomo, che ha infestato i sogni dei ricchi proprietari, babbani e non, per secoli. Dopo di lui, ogni suo figlio fu un ladro…”

Con un dito ti conduce da Arsenio Lupìn, ad Arsenio Lupìn II, poi ancora più giù fino ad Arsenio Lupìn III, ed infine la linea che conduce a Célie. Legato ad Arsenio Lupin III c’è il nome di Fujiko Mine. Mine come Célie Mine. Ora inizi a capire. La ragazza che ha organizzato il tuo matrimonio, che ti provoca in continuazione, ma alla quale senti di dovere molto, è la figlia, nipote e bis-nipote di un’intera generazione di ladri. Tuttavia…

“Professore, penso di capire quale sia il punto, ma non credo sia giusto giudicare Célie per delle colpe non sue. Erano i suoi genitori ed antenati ad essere dei ladri, non lei… Non porta più nemmeno lo stesso cognome, forse ha intenzione di rompere la tradizione di famiglia!”

L’uomo scuote il capo tristemente, ripiegando il foglio di pergamena per metterlo insieme agli altri.

“Come docente della suola di Magia francese, ho avuto accesso a diversi registri, tra cui alcune punizioni ad ignoti. Negli anni in cui Célie è stata lì, sono avvenute strane sparizioni di oggetti importanti, oggetti di valore, poi ricomparsi altrove. Ogni furto è stato come uno spettacolo in cui sospetto che ad esibirsi sia stata Célie. Ma non è questa la cosa preoccupante, fosse solo questo il problema allora basterebbe parlarle e cercare di risolvere. Il punto è che la famiglia Lupìn, la mia famiglia, ha il vizio di circondarsi di persone eccezionali per avere successo nei suoi crimini. Ora che ci penso anche io sono un po’ come loro. Mi circondai di amici forti ed importanti ed insieme fondammo i malandrini… a volte sembra che le eredità del sangue siano un fardello troppo pesante per chiunque… tuttavia temo che Célie si sia avvicinata a te, abbia combinato il matrimonio e abbia fatto tutto quello che ha fatto, solo per farti entrare nella sua squadra di ladri. Lei conosce il tuo segreto, e sebbene non possa rivelarlo a nessuno, può comunque usarlo come leva contro di te. Ho paura Harry, di averti cacciato in un guaio peggiore di quanto già non fosse…”

Davanti alle spiegazioni dell’uomo sei ancora confuso. Non capisci, proprio  non ci riesci.

“Scusi professore, ma cosa mai potrebbe farmi Célie? Infondo è solo una ragazza senza neanche troppo potere magico…”

“Harry… non hai idea di cosa possa fare un Lupìn quand’è arrabbiato… davvero non ne hai idea.”

……………………………………………………………………………………
Le tue mani tremano contro i bordi del lavandino, lacrime rigano il tuo viso altrimenti perfetto mentre sfoghi rabbia e frustrazione. Un urlo, come di bestia ferita prorompe dalle tue labbra… ed i tuoi lineamenti iniziano a cambiare.

Succede sempre così, quando perdi il controllo delle tue emozioni perdi anche il controllo delle tue capacità. I capelli si allungano, cambiando colore, la tua statura si abbassa e gli occhi diventano di uno splendido color ambra.

Non volevi assumere le sue sembianze, le sembianze della donna che più odi, dell’unica che sai essere in grado di rubarti una tua proprietà, ma è inutile combattere contro la tua mente. Tu la invidi, la detesti, la vorresti morta o peggio, ma Harry la ama come non amerà mai te. Hai pensato che bastasse guadagnare la sua fiducia, avvicinarti a lui e man mano saldare il vostro rapporto.

Hai addirittura rubato i documenti per il matrimonio dal ministero Francese, li hai resi legali apponendo la firma di Harry, eppure questo ancora non è bastato. Harry nemmeno ti guarda, non ti considera, non da peso alle tue emozioni. Però guarda lei, l’hai notato già la sera dello smistamento, ed ogni giorno da allora. Lui la cerca con lo sguardo, l’ammira da lontano, la studia cercando di carpirne le debolezze. 

Fa esattamente quello che tu fai con lui, solo che lui lo fa meglio. Sospirando affranta ti asciughi le lacrime dal volto, non più tuo, ricominciando ad assumere la tua identità. Le tue capacità, tramandate di generazione in generazione, sono instabili. Ti aiutano ad essere sempre bellissima, e sono una manna dal cielo quando devi rubare qualcosa, ma in generale sono difficili da controllare. Il tuo corpo è perennemente come cera liquida, pronto a cambiare ed adattarsi ad ogni tuo pensiero. Se non fosse per il duro addestramento che tua madre ti ha impartito quando era ancora in vita, probabilmente non riusciresti a controllare le capacità da Metamorfomagus di tuo padre.

Tuo padre, Lupin III, praticamente una leggenda come tutti i suoi predecessori. Un ladro eccezionale, conosciuto addirittura nel mondo babbano in cui le sue imprese sono state trascritte sotto forma di romanzo. E poi ci sei tu, Célie Mine Lupin la IV, che dai genitori non ha preso nulla e quel poco che ha, ha dovuto lottare per averlo. Sei sempre stata sola, esclusa, non voluta. Quando eri piccola ed i tuoi poteri erano instabili non potevi nemmeno uscire di casa. Solo tua madre ti ha amato, ti ha dato affetto e prestato ascolto, arrivando a morire pur di proteggerti… ed ora lei non c’è più, non c’è più a causa di un tuo errore, di una tua frase detta, del tuo consenso ad un uomo che era in fondo uno sconosciuto.

Come se questo non bastasse, la missione che ti è stata affidata, perché di questo si tratta, sta andando da schifo. Avevi trovato Harry, eri convinta che lui fosse la risposta a tutte le tue esigenze, ma alla fine sembra che tu non sia in grado di farlo innamorare di te, di renderlo tuo partner in quel furto impossibile che ti è stato commissionato.
Senza di lui,  l’imminente promessa di morte ricevuta da quell’uomo è ormai realà, non ti resta che piangere attendendo l’inevitabile… Istintiva le tue mani si portano al petto, stringendo tra le dita il Rosario che tua madre ti ha lasciato come sua ultima eredità. È una semplice croce azzurra, che tuo padre rubò apposta per tua madre, e che ora lei ha lasciato a te.

Ti è stato detto che quella croce racchiude un grande segreto, che verrà il giorno in cui capirai come usarla e diverrai la degna discendente della famiglia Lupin, ma per te è solo un ricordo, una sporgenza a cui aggrapparsi mentre il tuo cuore e la tua mente sprofondano nell’oblio.

Perché tua madre ha voluto che tu tenessi la croce, l’ha protetta e lasciata a te, dicendoti di non mollare mai. Ti ha amato, ha creduto in te, e tu ora stai disonorando la sua memoria cedendo alle difficoltà…

Il tuo cuore si gonfia d’emozione, mentre gli occhi, da lucidi e spenti assumono un’aria determinata.

Non andrà così, non cederai. Harry potrà anche essere innamorato di Liri, lei potrà anche essere il suo innesco principale per l’Hysteria Savant Syndrome, ma tu non hai ancora perso. 

Lotterai, lotterai in ogni modo per Harry, farai l’impossibile per lui, ed allora lui capirà chi è veramente degno di stare al suo fianco.

La discendente della famiglia Holmes non vincerà, non questa volta. Era destino che fosse un Holmes a mettersi sulla tua strada… come Sherlock affrontò e sconfisse Lupin I, così lo scontro si ripete. Solo che questa volta sarai tu a vincere, riuscendo a fare qualcosa che nemmeno i tuoi predecessori riuscirono a fare.

“La pagherai, la pagherai, la pagherai… la pagherai Liri Holmes Lancaster, la pagherai cara per aver rubato ad un ladro… la pagherai”

Il tuo viso si storce e deforma assumendo un aspetto demoniaco. 

"Che il gioco… abbia inizio."

…………………………………………………………………………………

N.D.A. Bene signori, eccoci con un altro capitolo, che serve come punto di raccordo. Ora tutti insieme raccogliamo le idee di quanto ho scritto fino ad ora. Da una parte abbiamo i dissennatori, che baciano Harry rivelando i poteri della sua famiglia, dall'altro l'arrivo di vecchi e nuovi personaggi, alcuni dei quali sono ancora piuttosto misteriosi. Ma non è troppo presto per farsi un'idea generale, quindi riassumiamo per ogni personaggio i punti fondamentali:
Harry: Solito Harry Potter, ma con una marcia in più. Finalmente il bambino sopravvissuto eredita le capacità dei maschi Potter, riuscendo a scoprire come il padre è riuscito a sfuggire per ben tre volte allo Zio Tom. Tolto questo è divenuto un gran figo, e tutti lo vogliono. Che vita grama che conduce (XD)
Hermione: Baciata dai dissennatori, ma tenuta in vita artificialmente in un ospedale Babbano, si scopre essere diventata una vampira. E non si parla dei vampiri di Twilight, ma dei vampiri alla Stocker. Per il resto sembra essere rimasta uguale... sembra.
Ron: Roso di gelosia e rabbia, è l'unico  sapere della trasformazione di Hermione, che ora è convinto essere la donna della sua vita. Accusa Harry di ogni cosa sia accaduta ad Hermione, ed è pronto a vendicarsi di lui.
Célie Mine Lupin: Una delle nuove aggiunte, in questo capitolo si fa finalmente luce sulle sue origini. La ragazza, dai tratti asiatici, ha discendenze francesi, ed è figlia d Fujiko Mine e Arsenio Lupin III. Dal capitolo si evince che si ritiene responsabile della morte della madre (il perchè lo spiegherò meglio più in là), e che è stata ingaggiata da qualcuno di molto pericoloso per rubare qualcosa di impossibile da rubare. Come ogni Lupìn che si rispetti ha però bisogno di una squadra fatta di gente eccezionale che gli copra le spalle, ed Harry è la sua prima scelta. Solo che non tutto va come lei sperava...
Liri Holmes Lancaster: Figlia dell'ormai decaduta casata regale inglese, e discendente di Sherlock Holmes. Le sue origini si scoprono per via trasversa attraverso l'ultimo spezzone del capitolo, dunque immagino che ci saranno molte persone con dubbi o domande su di lei, ma tranquilli, a suo tempo spiegherò tutto. Di lei si può dire che è una ragazza forte, esperta in diversi tipi di arti marziali, fedele alla giustizia, che ha come obbiettivo raggiungere e superare le capacità del suo antenato. Per fare ciò sta cercando un compagno che esalti tutte le sue capacità, come Watson fece per Sherlock, liberando il suo potere latente. Quella persona è ovviamente Harry, che durante l'Hysteria Savant Syndrome riesce non solo a tenerle testa, ma addirittura a metterla sotto scacco. Fino ad ora non ha dimostrato nessuna delle straordinarie capacità deduttive del suo antenato. Vorrà dire qualcosa? In ogni caso quella che doveva essere una semplice relazione tra partner sta diventando qualcosa di più, Liri si sta innamorando di Harry, ma lui è sposato. Situazione non facile vero?
Jonathan Archer: Nuovo professore di difesa contro le arti oscure, si è presentato come spezza-incantesimi proveniente dalla lontana Australia. Il suo obbiettivo ufficiale è quello di spezzare la maledizione sul posto di professore di difesa, ma il Cappello Parlante ha avvertito in lui potenti forze oscure. Fino ad ora tuttavia è stato un modello da imitare per Harry, contravvenendo alla mentalità purosangue Inglese, aiutandolo durante la punizione, e curandolo dopo il volo con Liri. Quindi è uno dei buoni o dei cattivi? Bho ^_*

Per farla breve ci sono vampiri e lupi mannari, ladri e investigatori, principesse di un regno decaduto e ragazzi folli di gelosia. Direi che finalmente ho finito di piazzare tutte le pedine e si può inziare la partita, voi che ne pensate?
Sperando che il capitolo vi piaccia, vi lascio e vi saluto. Il vostro Bumbix

Ps: Come al solito i ringraziamenti alla fine xD Un caloroso ringraziamento va a Lunastorta, che ha letto e betato il capitolo, dandomi una mano quando ne avevo bisogno... Grazie cara, sei stata gentilissima =) Un altro ringraziamento va a LadyRiddle, la mia prima e più vecchia seguace, che anche in questo caso mi ha aiutato con la stesura iniziale del capitolo... Donna, non sarò uno slasher, ma sono contento che le mie storie ti piacciano ugualmente ^_*
Ok, detto questo vado davvero! Alla prossima.


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Capitolo 9
*** Di Bestie, Ritorni e Subdoli Sorrisi ***


Capitolo 9: Di Bestie, Ritorni e Subdoli Sorrisi

 

Oscurità.

Ciò che ti circonda è il buio, ciò che avverti è il nulla, ciò a cui pensi è lei.

THUMP.

Cuore che pompa, sangue che scorre, forza che aumenta. Il tuo nucleo magico si raddensa ed i tuoi sensi si acuiscono.

È notte, sei nella foresta proibita e sono passati tre giorni dal tuo ricovero in infermeria. Una persona normale avrebbe impiegato mesi a riprendersi dalle ferite che tu hai riportato, un mago qualsiasi avrebbe impiegato settimane, per te sono stati sufficienti tre giorni.

Una zaffata d’aria ti colpisce, avverti il suo odore. L’odore di rabbia, paura e dolore.

Avanzi nella foresta, tutti intorno a te è silenzio, ma anche in quel fitto groviglio di rovi e spine, dove non pochi troverebbero difficoltà a districarsi, tu sei tranquillo.

L’assenza della vista non è un problema, anzi è, al contrario, un vantaggio. Puoi così scandagliare i tuoi limiti. Devi capire, devi comprendere quanto tu sia cambiato.

Perché tre giorni, solo tre giorni, sono un miracolo pure per il mago più potente. Neanche assumendo l’elisir estratto dalla pietra filosofale avresti impiegato così poco tempo, neanche tramite l’utilizzo delle lacrime della fenice.

Nessuno riesce spiegarselo, nessuno riesce a comprenderlo, nessuno riesce a capirlo. Fatta eccezione per te ed il tuo professore.

Un ruggito lacera l’aria, gli uccelli in caccia notturna stridono, la foresta silenziosa si anima di bestie in fuga. Asticelli penzolano dagli alberi infuriati, unicorni argentei illuminano per un attimo la tua visuale.

È vicino, molto vicino.

Anche attraverso la fitta criniera di rami, che oscurano perfino le stelle in cielo, avverti la presenza della luna.

Inebriante Luna che concede al tuo professore poteri eccezionali. Se solo non l’avessi convinto a prendere solo metà della solita pozione, se solo l’avesse assunta tutta. Ora non saresti qui, in questa situazione, a lottare tra la vita e la morte.

Eppure non puoi farci nulla. Era iniziato tutto come un allenamento nel campo da Quidditch. Potenti barriere erano state erette perché nessuno potesse avvicinarsi, e tu con l’aiuto del professore volevi mettere alla prova le tue abilità.

Ma la tua stupida arroganza ha portato a questo. Durante l’allenamento Remus ha perso il controllo, il lupo ha preso il sopravvento, e  la notte è diventata immensamente più lunga.

Se il licantropo venisse scoperto nei territori della scuola, completamente trasformato, per lui la pena sarebbe Azkaban se non peggio. In teoria il professore dovrebbe essere in Francia, in teoria non ha più il permesso di insegnare in Inghilterra, in teoria non dovrebbe trovarsi qui.

Ma è un malandrino, è un Lupìn, è un tuo amico. Si è sacrificato, ha corso questo rischio, solo e unicamente per te, ed ora ne sta pagando le conseguenze. Sta a te rimediare prima che sorga il sole, prima che qualcuno venga ferito, prima che un nuovo licantropo venga generato.

Avresti voluto avvertire il preside, comunicare con lui tramite i ritratti o chiedendo ad uno dei fantasmi del castello, ma non nutri più alcuna stima per Albus Silente, nessun barlume d’ammirazione né di fiducia. È solo un vecchio deviato che ha cercato di manipolarti da che hai memoria.

E così avanzi, incurante delle tue ferite da poco sanate, in una foresta ricca di orrori, solo per salvare un professore che tu stesso hai messo in pericolo…

E nonostante tutto non riesci che a pensare a lei. Ai suoi occhi, al suo sguardo ambrato, al suo viso color fragola matura quando si trova in imbarazzo…

Sai di amarla, lo hai capito, anche se solo grazie a Remus. Ma non sai cosa fare di questi sentimenti, di queste emozioni così forti che ti riverberano l’anima.

Per ora puoi solo utilizzarle per fermare lui, per salvarlo da se stesso. Ed è una svolta, un passo felpato, il fremito di ramo che si spezza. E poi l’assalto.

Il lupo ti balza addosso. Le fauci sono spalancate, la schiena inarcata di chi è per metà uomo e per metà bestia. Sono attimi, battiti di ciglia, ma tu sei già in azione.

Riesci addirittura a vedere le iridi macchiate di sangue, quando la tua bacchetta si alza in un muto incantesimo di luce.

Un banalissimo lumos, il cui effetto è però amplificato dal buio estremo e dalla potenza con cui tu carichi l’incantesimo.

La bestia rimane accecata, tu ti chini schivando il suo balzo e sei di nuovo in piedi. Hai perso parte del tuo potere per aver usato la magia, ma questo ti ha fatto guadagnare qualcosa. Per qualche minuto il semi-umano non potrà vedere e tu avrai un vantaggio su di lui.

Mentre l’animale si alza, sferzando l’aria con i suoi artigli, tu gli sei già dietro.  Dalla manica della giacca estrai un’arma, un costrutto babbano più efficace, veloce e letale di qualsiasi bacchetta, che tuttavia i maghi non si curano di studiare ne neutralizzare.

Un benvenuto va dato alla meravigliosa Desert Eagle 5.0, una pistola semi automatica di grosso calibro azionata a gas.

L’arma di per se non è nulla per un lincantropo, le cui ferite, le notti di Luna Piena si rigenerano, molto velocemente, ma le modifiche che vi hai apportato la rendono… diversa.

Ogni proiettile della tua pistola è placcato in argento, immerso in acqua santa, benedetto, ed incantato. Un incantesimo anti-rinculo impedisce al tuo braccio di sbalzare indietro quando premi il grilletto, e credi sia finita.

Una spalla viene colpita, la bestia cade in terra agonizzante, e sei già pronto a sedare l’animale aspettando che torni il giorno. Tuttavia…

… la pallottola esce dalla spalla della bestia come se fosse incantata, in un attimo di distrazione non hai notato l’afflusso di magia nell’aria richiamarla. Qualcun altro è qui con te in questa foresta, qualcuno che ha intenzione di far durare ancora questo scontro.

Ed è di nuovo follia di morte e disperazione, urla disperate, ringhi feroci e rabbia.

La bestia che è il tuo amico, la bestia che è tuo professore, ti è di nuovo addosso, questa volta letteralmente. L’istante che hai speso ad immaginare i possibili colpevoli di questo sabotaggio, ti è costata l’iniziativa.

Ed le sue zanne affondano nella tua spalla, le tue mani stringono bacchetta e pistola, mentre spari qualche colpo a caso. Gli artigli di smembrano il corpo, lacerano la carne, ed il dolore sta raggiungendo la soglia. La soglia in cu sei certo perderai i sensi, e di te non resterà che qualche boccone avanzato ed osso spolpato.

Sei pronto a morire, a soffrire, nessuno piangerà la tua morte, nessuno pregherà per te.

Un bambino sopravvissuto che forse è andato già oltre il momento in cui sarebbe dovuto morire.

Nessuno sentirà la tua mancanza.

Nemmeno lei.

THUMP! THUMP! THUMP!

Calore, lo stesso intenso calore provato al campo da Quidditch, lo stesso intenso calore provato mentre spingevi il tuo corpo oltre i suoi limiti, solo per salvare lei.

Ed il tempo si ferma. Centinaia di volte superiore alla media non basta, migliaia di volte nemmeno. Allora perché non un milione? Perché non decina di milioni? Con la mente abbracci il mondo, l’universo. Ogni stella in cielo è solo un puntino per te che li abbatti tutti.

Hysteria Agonizzante.

Era tra gli appunti che il professore ti aveva mostrato.

Quando un Potter è in fin di vita, quando per lui non resta che la morte, allora entra in gioco l’Hysteria Agonizzante. Fondamentalmente è un istinto basilare, l’istinto di vivere per procreare, l’istinto di vivere per amare, l’istinto di vivere per la persona amata e non morire se non per lei.

Ed i tuoi vasi sanguigni si costringono, le tue ferite si iniziano a sanare. Su di te giace ancora un lupo, ma si muove così lentamente che è come se fosse fermo.

Come hai fatto ad aver paura per lui? Le tue braccia si muovono contro ogni logica umana, il gomito si rompe ed il braccio si piega innaturalmente verso di lei. Arriverà il dolore, e sarà atroce, ma non ora e non per te.

BANG!

Spari. A questo livello riesci a vedere perfino la pallottola fendere l’aria. Le incisioni e rune che vi hai scolpito sopra, brillano tenuemente, mentre vai a scalfire la settima vertebra dorsale della bestia.

La paralisi è immediata. Così com’è immediata un ulteriore intervento esterno. Avverti un altro fiotto di magia provenire da uno sconosciuto con l’intento di curare la ferita, ma ancora una volta, con te non si scherza, non ora.

Il tuo incantesimo d’urto vola in direzione opposta al fiotto di magia, ed una decina di alberi vengono tranciati.

La presenza è scomparsa e lo scontro è finito.

Il tempo riassume il suo normale andamento, mentre tu applichi incantesimi anestetizzanti su tutto il tuo corpo. Quando l’adrenalina scemerà, soffrirai come sotto una maledizione Cruciatus, dunque è meglio correre ai ripari.

Nel frattempo osservi il professore. La spina dorsale si sta già curano, ma ti basta inserire il bossolo della pallottola nell’incavo della ferita, per fermare la rigenerazione. Fino a mattina lo lascerai così, paralizzato dalla testa in giù, con l’unica possibilità di ululare.

In fondo ti dispiace, ma non è colpa tua, è colpa di chiunque sia intervenuto a tuo sfavore.

E poi il pensiero più orribile.

Sei stato morso da un lupo mannaro. Sei stato morso da una creatura della notte. Sei stato morso, e dunque sei stato… infettato?
Abbassi lo sguardo sulla tua spalla spolpata. Muscoli e tendini stanno già rigenerandosi sotto effetto dell’HSS. Eppure non sai che effetti avrà questo su di te.

Sei sicuro di una cosa tuttavia.

Remus non dovrà mai sapere di averti morso. Mai.

La cosa lo ucciderebbe.

È un uomo buono. È un uomo giusto. È un uomo vero.

Sorridi, alzando gli occhi alle fitte ombre della notte, pensando a quanto tu sia fortunato. Questa malattia, o quello che diavolo è, sembra essere senza limiti. Non capisci come qualcuno possa perdere possedendola. In un qualsiasi scontro si è in vantaggio. L’unico contrappeso ad equilibrare la bilancia è l’amore. Un sentimento potente, ma che spinge al sacrificio.

E ti chiedi dove sia Liri. Sono giorni che non la vedi e che non sai nulla di lei. Nonostante tu abbia chiesto, nonostante tu ti sia informato, nessuno ha saputo dirti nulla. Sembra abbia lasciato temporaneamente il castello per tornare a casa.

Ti manca.

Un ultimo sguardo al cielo, e poi anche per te si fa tutto buio. I sensi ti vengono meno e rimani spossato dalla tua stessa magia. Al tuo fianco un lupo agonizzante. Nella tua mente il suo sorriso.

************************

Non hai riflettuto alle conseguenze. Non ci hai pensato, non le avevi previste. Sei stata una stupida su quel campo, a perdere così il controllo, a fargli così male. E poi convocare i guaritori della clinica senza avvertire tuo padre, fare tutto alle sue spalle sperando che non se ne accorgesse. Lui, che è tra i più grandi detective magici che siano mai esistiti, quasi all’altezza del tuo bisnonno.

Lo hai deluso. L’incontro con il preside è stato degradante, le accuse di tuo padre mortificanti, ed ancora avresti preferito che urlasse, che si rivolgesse a te in maniera normale, che provasse rabbia. Invece sembrava solo immensamente deluso, come se stesse guardando lo scarto di quello che doveva essere l’erede di un patrimonio di cui non è in grado.

Non è colpa tua se sei nata senza alcuna dote deduttiva, non è colpa tua se tutto quello che puoi fare è affidarti all’istinto, non è colpa tua se l’unica cosa che sei riuscita a rafforzare negli anni sono il tuo corpo e la tua magia.

Corvonero, la casa dei maghi dall’intelletto fine. Quella è stata la casa di Sherlock Holmes, mentre Watson era un Tassorosso. Due anime improbabile, due persone così incompatibili, da completarsi a vicenda. E da quel momento è tradizione che si trovi un compagno che aumenti le proprie capacità, che aiuto eliminando l’impossibile, in modo che quel che resta, per quanto improbabile, sia la verità.

E così fu per tuo nonno, e così fu per tuo padre. Tutti grandi detective, tutti con un compagno adeguato. E poi ci sei tu, che ti innamori della persona che vuoi per compagno, che tenti di uccidere la persona che hai per compagno, che strappi dall’abbraccio della morte la persona che vuoi per compagno, ignorando ogni logica e deduzione.

Perfino la casa in cui sei stata smistata è un esempio di quanto tu sia fuori posto, lontana dalla tua famiglia, diversa dalla tua stirpe. Grifondoro, la casa dei cuori impavidi, delle persone coraggiose, delle persone giuste.

Eppure alla tua famiglia non è andata bene, ancora delusione e risentimento. Le parole di tuo padre sono ancora impresse a fuoco nella tua mente…

…Ci vuole una persona coraggiosa per fare ciò che è giusto, ma solo una persona arguta sa quale sia la cosa giusta da fare. Figlia, ancora una volta non sei all’altezza della tua casata…

Sola, sei sola, la tua famiglia ti sta abbandonando, non hai amici su cui contare, ne un compagno che tu possa definire tale. Hai Harry, con lui c’è stato un legame, una sorta di contatto, qualcosa che ti ha spinto a pensare che forse… ma lui è sposato, questo è un problema insuperabile, qualcosa che non puoi cambiare.

Liri… Il tuo nome stesso significa solitudine. Si dice che lo scelse Sherlock Holmes stesso per te, ai tempi in cui era ancora un giovane detective. Che le sue doti deduttive l’avessero spinto tanto in là da intuire il tuo destino?

Sei sola, sempre stata sola e lo sarai sempre.

I tuoi pensieri si sgretolano come roccia man mano che ti avvicini al castello. Hai passato gli ultimi giorni a casa, nel tentativo di riguadagnare il favore di tuo padre. A poco sono valse le scuse, le difese, o anche solo la tua presenza. Per il modo in cui sei stata trattata saresti potuta morire davanti a loro, e la cosa non gli sarebbe importato…

Morire…

Un pensiero strano in effetti. C’è così poco che separa la vita dalla morte, ti basterebbe un taglio nel punto giusto, un incantesimo innocuo nella parte sbagliata di te, per farti superare il velo e porre fine a tutto.

Stai già alzando la bacchetta… una lacrima ti riga il viso. La mano trema, l’asticella di legno torna nella fondina. Non ce la fai, non puoi farlo. Sei una codarda, non riesci nemmeno a finire di esistere, non riesci nemmeno a porre fine ad una vita senza alcuno scopo, ne significato.

Ed è così, mentre stai chinata, con il voto rigato di lacrime, che lui ti trova.

No, non lui, non Harry, non il tuo Harry.

A trovarti è un ragazzo che non hai mai visto. È alto e dinoccolato, con capelli rosso carota ed occhi azzurri.

Istintivamente hai paura. Sei sola, in piena notte alla stazione di Hogsmande, ti stai attardando in attesa durante il rientro al castello, e non ti era parso di vedere nessun altro sul treno di ritorno. Eppure eccolo li, che ti fissa con un misto di tristezza e compassione.

Ma cosa ti fa paura di lui? È ancora il tuo istinto che ti urla di scappare, di nasconderti, di stare lontana da lui, come se fosse la fonte di ogni male.

Eppure non ti muovi, nemmeno quando si siede vicino a te, nemmeno quando ti passa con un colpo di bacchetta un fazzoletto. Nemmeno quando ti sorride cordiale.

“Non so cos’è successo, ma non dovresti piangere. Non da sola. Purtroppo qui ci sono solo io, ma puoi piangere sulla mia spalla se ti va…”

Il suo atteggiamento è teso, e vedi le sue orecchie bordarsi di rosso per l’imbarazzo quando ti propone di piangere sulla sua spalla. Eppure la sensazione di pericolo non ti abbandona.

“Io sono Ron, Ron Weasley. Anche tu torni ad Hogwarts con un po’ di ritardo quest’anno?”

In effetti è già passato poco più di un mese dall’inizio della scuola, ed ora capisci perché all’apparenza ti sembrava familiare. È pieno di ragazzi con i suoi stessi capelli tra i Grifondoro.

“Io sono Liri… Liri Lan… Holmes.”

Non ce la fai nemmeno più a pronunciare il cognome della tua famiglia. Preferisci quello del tuo bisnonno, che pesa su di te come una spada di Damocle, ma che riesci comunque ad apprezzare.

E lui annuisce, si mette un po’ più comodo ed alzo lo sguardo al cielo.

“Sai… di recente ho perso qualcuno. Qualcuno di molto importante per me. La cosa mi ha distrutto e mi ha lasciato senza uno scopo… eppure ne sono venuto fuori. Non da solo, no, questo sarebbe impossibile, ma sono tornato qui. Ho trovato un motivo per andare avanti. E se ci sono riuscito io, credo che qualsiasi problema tu abbia sia risolvibile. Nel dubbio puoi sempre venire da me. Non mi sembri una cattiva persona, dunque ti aiuterò.”

Le sue parole sono… strane. Come un vortice di dolorose bugie e sinceri sentimenti d’affetto. Non sai cosa rispondere, non sai cosa dire, puoi solo alzarti ed asciugarti gli occhi.

“Grazie. Ora andiamo, è già fin troppo tardi…”

Lo spilungone rosso si alza, si spazzola i vestiti, e ti precede lungo la strada. Tu lo accompagni.

Con i sensi all’erta per qualche strano motivo.

E così ritornate al castello, attraversato il verde prato che precede l’ingresso principale, ed entrate in Sala Grande giusto in tempo per la cena.

Nel momento in cui le porte si aprono, e voi fate il vostro ingresso, ogni chiacchiericcio si spegne e l’attenzione è tutta su di voi.

Non hai ancora affrontare Hogwarts ed il suo gossip colossale. Immagini che nel periodo in cui sei stata assente, le voci sul tuo scontro aereo con Harry abbiano fatto il giro per il castello. Chissà cosa penserà la gente di te…

Il capo chino, l’espressione affranta… sei quasi pronta a scappare via pur di non affrontarli, quando una voce spezza l’aria.

“Ron!”

È Harry.

*****************

II rientro è stato duro. A mattina inoltrata ti sei svegliato, Lupin vegliava su di te, con il corpo coperto solo da radi stracci sporchi di sangue. La sua espressione era affranta, debole, addolorata. Ti sei guardato intorno cercando di capire, ma nulla sembrava fuori posto. Le tue ferite erano guarite, i tuoi vestiti sanati da un colpo di bacchetta, e non c’erano segni dell’orrendo scontro della notte prima.

“Scusami Harry… io… io non volevo.”

La sua voce era roca, con il timbro da chi ha smesso da poco di piangere.

“Credevo… fossi morto… credevo… di averti ucciso”

Ed hai dovuto rassicurarlo, rimettere insieme i pezzi di un uomo altrimenti distrutto, e mentirgli. Non gli hai parlato del morso, della tua possibile infezione, e nemmeno dell’intrusione di un estraneo durante la vostra lotta. Lupin è un uomo giusto, un uomo retto, ma anche molto fragile.

La sua maledizione lo ha privato di quasi ogni affetto e questo l’ha sempre portato a darsi la colpa di ogni minimo errore, pure di errori non suoi.

E tu devi sostenerlo come fece tuo padre prima di te, perché lui lo merita.

E così siete tornati al castello, gli hai dato la possibilità di lavarsi, vestirsi, sistemarsi, e poi è ripartito.

Il resto della giornata è passato in completa solitudine.

Liri non è ancora rientrata, Célie ti evita come la peste, e come se questo non fosse abbastanza, voci e sussurri ti seguono ovunque. La gente ti indica, ride di te, ti ammira, ti schernisce. Sei stanco di tutto questo, stanco di essere solo.

Solo a sera, quando tutto sembrava destinato a ripetersi ancora ed ancora… un lampo di luce ha illuminato la tua giornata.

“Ron!”

È lui, è Ron, il tuo Ron, il Ron che pensavi di avevi perso quella stessa notte in cui avevi perso Hermione.

E poco importa della folla in Sala Grande, poco importa del pudore, ti alzi senza esitazione dalla panca dei Grifondoro correndo verso di lui.

E lo abbracci, lo stringi, per un momento quasi non noti i suoi occhi restringersi e le labbra assottigliarsi per reprimere la rabbia. Non ricambia il saluto, non ti rivolge la parola.

Solo uno sguardo cattivo, ed un lento movimento che lo porta a sedersi vicino a Dean e Neville.

Solo ora che lui non c’è più, noti Liri, fino a quel momento nascosta all’ombra del decisamente più alto Ron.

“Liri… io”

Stai per parlare, le orecchie di tutta la sala si tendono verso di te, quando le porte della Sala Grande si aprono nuovamente, solo che non sono studenti ad entrare, ma maghi in divisa grigia, con bacchetta alla mano ed aria tremendamente seria.

“Liri Holmes Lancaster, in nome del Ministero della Magia, la dichiaro in arresto per il furto del sigillo Reale Inglese”

Ed è caos, confusione, stordimento.

Solo una persona, dal fondo della sala, dal tavolo verde-argento, sorride subdolamente.

Célie sorride, un sorriso pieno di cattiveria.

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N.D.A. Tornato, anche se con estremo ritardo. In questo capitolo torna Ron, Harry si scontra con Lupin in versione lincantropo e Liri viene arrestata. Urge una spiegazione. Per chi non l'avesse ancora capito, le facoltà di Harry, dovute alla sua malattia, permettono alla sua magia di attecchire al suo cervello aumentandone capacità fisiche, riflessi e capacità mentali. Ogni volta che però questa magia viene usata, tramite un incantesimo per esempio, la sua forza naturale scema, e le sue capacità diminuiscono. Fatta questa premessa è normale supporre che Harry abbia cercato un modo non magico per combattere, preservando così le sue capacità, e quale modo migliore se non le vecchie armi babbane? Bene, detto questo vi lascio, e spero di aggiornare presto. Sempre vostro. Bumbix.

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