The Darkest Night - La Notte più Profonda di Bumbix (/viewuser.php?uid=148404)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricominciare ***
Capitolo 2: *** Test d'abilità ***
Capitolo 3: *** Di Racconti e Maghi Oscuri ***
Capitolo 4: *** Hysteria Savant Syndrome ***
Capitolo 5: *** Smistamento e Responsabilità ***
Capitolo 6: *** La Verità del Sangue ***
Capitolo 7: *** Di Quidditch, scontri e decisioni ***
Capitolo 8: *** Di Scuse Sentite e Verità Nascoste ***
Capitolo 9: *** Di Bestie, Ritorni e Subdoli Sorrisi ***
Capitolo 1 *** Ricominciare ***
The Darkest Night
E se....
.... alla fine del prigioniero di Azkaban Harry, Hermione e Sirius
fossero stati baciati da dissennatori sulle sponde del lago nero? E se
nonostante questo, Harry si fosse comunque salvato grazie al frammento
di anima di Zio Voldy, racchiuso nella sua cicatrice? Con Hermione
morta, nessun torneo tre maghi avrebbe mai avuto luogo, nessun Signore
Oscuro sarebbe mai risorto grazie al sangue del solo col potere di
sconfiggerlo e non avverrebbe quasi tutto quello che è stato
scritto. Ma non per questo tutti vivranno felici e contenti. Un male
peggiore della morte risorge dai tempi dimenticati. Un principe della
valacchia, i discendenti di famose leggende ed un Harry come non
l'avete mai visto... perchè senza la fastidiosa presenza del
frammento, che limitava le sue capacità, finalmente potremo
vedere il vero potere del bambino sopravvissuto...
Prologo:
L'uggiolio cessa bruscamente. Mentre raggiungi la riva del lago capisci
perché: Sirius è nuovamente umano. È
in ginocchio, le mani sopra la testa.
‘Nooo’ geme. ‘Nooo... per
favore...’
E poi li vedi. Dissennatori, almeno un centinaio, che scivolano in una
massa nera attorno al lago, verso di voi. Ti volti di scatto, mentre il
familiare freddo gelido ti pervade le viscere e la nebbia comincia a
offuscare i tuoi occhi; altri ancora ne appaiono
dall'oscurità, da tutte le parti; vi stanno accerchiando....
‘Hermione, pensa a qualcosa di allegro!’ urli,
alzando la bacchetta e battendo furiosamente le palpebre cerchi di
snebbiarti la vista, scuotendo la testa per svuotarla dal debole urlo
che ha cominciato a levarsi dentro di te...
Vivrò con il mio padrino. Dirò addio ai Dursley.
Ti costringi a pensare a Black e solo a Black, inziando a ripetere:
‘Expecto Patronum! Expecto Patronum!’
Black trema, cade su un fianco e giace immobile a terra, mortalmente
pallido.
Guarirà. Andrò a vivere con lui.
‘Expecto Patronum! Hermione, aiutami! Expecto
Patronum!’
‘Expecto...’ sussurra Hermione,
‘expecto... expecto...’
Ma non ci riesce. I Dissennatori si stanno avvicinando, ormai sono a
poco più di tre metri. Formano una muraglia attorno a voi, e
sono sempre più vicini...
‘EXPECTO PATRONUM!’ urli, cercando di sopraffare
l'urlo che ti rimbomba nelle orecchie. ‘EXPECTO
PATRONUM!’
Una scia sottile di fumo sfugge dalla tua bacchetta e aleggia come una
nebbiolina davanti a te. Nello stesso istante, senti Hermione cadere al
tuo fianco. Sei solo... completamente solo...
‘Expecto... expecto Patronum...’
Senti le ginocchia premere contro l'erba fredda. La nebbia sta per
accecarlo. Con uno sforzo enorme, lotti per ricordare...
Sirius è innocente... innocente... staremo bene...
andrò a vivere con lui...
‘Expecto Patronum!’ ansimi.
Alla debole luce del tuo informe Patronus, vedi un Dissennatore
arrestarsi, molto vicino. Non riesce ad attraversare la nuvola di
nebbiolina argentea da te evocata. Una viscida mano morta
scivola fuori da sotto il mantello. Fa un gesto come per spingere da
parte il Patronus.
‘No... no’ dici in un soffio.
‘E' innocente... expecto... expecto Patronum...’
Senti che lo stanno osservando, riesci a sentire il loro respiro
spezzato come un vento maligno tutto intorno. Il Dissennatore
più vicino sembra studiarlo. Poi alza entrambe le mani... e
abbassa il cappuccio.
Dove avrebbero dovuto esserci gli occhi c'è solo pelle
sottile, grigia, butterata, tesa su orbite vuote. Ma c'è la
bocca... un buco informe che si spalanca e risucchia l'aria in un
rantolo.
Un terrore paralizzante ti invade rendendoti incapace di muoverti o
parlare. Il tuo Patronus emette un piccolo guizzo e sparisce.
La nebbia bianca ti acceca. Devi lottare... expecto Patronum... non
vedi niente... e a grande distanza senti l'urlo familiare...expecto
Patronum... cerchi a tentoni Sirius nella foschia, e trovi il
suo braccio... non l'avrebbero preso...
Ma due mani robuste e appiccicose all'improvviso si stringono attorno
al tuo collo. Costringono il tuo viso a voltarsi verso l'alto...
avvertì l'alito dell'essere... per prima cosa si sarebbe
sbarazzato di te... ne fiuti l'alito putrido... tua madre urla nella
tua testa... è l'ultima cosa che sentirai...
E poi avviene, l'abominio poggia le sue labbra sulle tue ed il tuo
corpo viene meno. Con la coda dell'occhio riesci a vedere gli altri
dissennatori chinarsi su Sirius ed Hermione, entrambi inermi nelle loro
mani. Alla fine sei morto non per mano di Voldemort, ne per mano dei
suoi seguaci. Non c'è stato nessun lampo di luce verde come
ti è sembrato spesso di ricordare. Solo un contatto grezzo,
un rantolo disperato, e la tua anima, stranamente piccola e
sfilacciata, che viene richiamata dal centro del tuo essere.
Con un ultimo spasmo ti si rovesciano gli occhi, la cicatrice sulla tua
fronte si infrange come se qualcuno vi avesse poggiato sopra una sbarra
incandescente, e muori.
O almeno... saresti dovuto essere morto.... in lontanaza odi il canto
della fenice.
Capitolo 1 :
Ricominciare
Quando l'oscurità si attenua, la prima cosa che avverti
è il caldo soffocante. Apri gli occhi, allungando un braccio
nel buio, e afferri gli occhiali posti sul comodino di fianco al tuo
letto. La tua vista resta appannata ancora per qualche secondo, mentre
con la mente ripercorri il sogno appena concluso. L'hai rivissuto
ancora. Di nuovo, notte dopo notte, torni sul bordo del lago nero e
assisti alla tua disfatta contro i dissennatori. Calde lacrime iniziano
a radunarsi al limitare del campo visivo, ma sbattendo le palpebre in
fretta le scacci indietro.
Non è il momento di deprimersi. Non è il momento
di mollare.
Hermione non l'avrebbe voluto, e probabilmente nemmeno Sirius.
Al ricordo delle persone care, perse quella notte, il tuo cuore
sobbalza dolorosamente. Non hai nemmeno avuto modo di conoscere il
migliore amico di tuo padre. Non sai niente di lui, eppure lui
è morto e dovresti esserlo anche tu.
Con mani tremanti ti tasti la cicatrice, che va scomparendo dalla tua
fronte. Ogni giorno è meno visibile, ogni giorno
è meno marcata, a questo ritmo sarà scomparsa
completamente prima che l'estate giunga a termine. Quella piccola
saetta è l'unico motivo per cui cammini e respiri. Si
è frapposta fra te e il dissennatore, permettendo
all'abominio di assorbire solo le qualità e i poteri che
Voldemort ti ha trasmesso. Non hai ben capito la spiegazione di
Silente, ma era qualcosa che c'entrava con le anime o qualcosa del
genere. Al momento del suo discorso eri confuso, ed una spiegazione per
la tua sopravvivenza non era quello che volevi.
Cercando una distrazione dai brutti pensieri, ti metti a sedere facendo
vagare lo sguardo sulla tua camera di Privet Drive. Nonostante tutto
sei dovuto tornarci.
Per un breve, glorioso momento, hai immaginato la tua vita a casa del
tuo Padrino, senza degli inutili zii ed un cugino obeso. Che illuso sei
stato, quel fuggevole pensiero ha reso il rimetterci piede ancora
più amaro.
Sorridendo nel buio davanti alla tua ingenuità, noti la
presenza di un bell'allocco davanti alla tua finestra. Il rapace sta
picchiettando piano con il becco per attirare la tua attenzione, e
senza farlo aspettare ti alzi raggiungendolo. Apri la finestra
facendolo entrare, e gli porgi la vaschetta d'acqua di Edvige per farlo
ristorare.
Hai riconosciuto subito l'animale, è quello che il professor
Lupin ha acquistato alla fine dell'anno scolastico per restare in
contatto con te. C'è da dire molto sull'uomo, che alla fine
dell'anno è stato costretto a lasciare il suo impiego a
causa dell'unticcio professore di Pozioni, ma almeno ti scrive
regolarmente e si preoccupa per te. Come molte altre persone del
resto...
Infatti dall'inizio delle vacanze il numero di persone che ti scrivono
è aumentato vertiginosamente, rendendo i Dursley ancora
più scorbutici del solito. Gufi sono visti volare dentro e
fuori la tua camera a qualsiasi ora del giorno e della notte, ed i
mittenti sono i più disparati. Hai ricevuto lettere da tutti
i membri della squadra di Quidditch, dai tuoi compagni di classe, e
persino da membri di altre case che nemmeno conosci. I più
volevano solo mostrarti sostegno in questo periodo difficile, ma
c'è addirrittura chi ha approfittato della situazione per
cercare di allacciare i rapporti con te.
Arrampicatori sociali, non c'è altro modo per definirli.
Oltre pochi eletti, facenti parte di persone realmente
affezionate a te, i più sono solo interessati al
bambino sopravvissuto, che di recente ha assunto anche il nome di
"bambino-che-non-può-morire". La notizia che nemmeno il
bacio di un dissennatore ha avuto effetto sulla tua persona ha
infiammato i servitore della Luce, e fatto tremare quelli delle Tenebre.
Ma di tutto questo non ti importa nulla. Non ora.
Con gesti lenti spacchi la ceralacca sulla busta, e apri la lettera del
tuo ex-professore.
La lettera è breve e concisa, ma riesce comunque a
strapparti un vero sorriso:
Caro
Harry,
come stai? Spero che tutto vada bene e che il tempo passato a casa dei
tuoi zii non sia orribile come lo descrivi di solito. Io al momento
sono in viaggio, sto facendo un piccolo Tour dell'Europa Magica alla
ricerca di qualcuno che sia tollerante abbastanza da assumermi
nonostante la mia condizione. Come ti ho gia spiegato in una delle mie
precedenti lettere, insegnare ad Hogwarts è stata una delle
esperienze più appaganti della mia vita, e grazie all'aiuto
e al sostegno di Silente spero di poter trovare presto un altro lavoro
simile. Oggi ho un colloquio fissato a Beauxbatons, l'equivalente
francese di Hogwarts e spero veramente di essere assunto. La cattedra e
gli argomenti sono leggermente diversi da quelli che si studiano da voi
(tant'è che la materia non si chiama "Difesa contro le Arti
Oscure", ma "Comprensione delle Arti Oscure"), ciononostante penso di
potermela cavare. Sappiamo entrambi che per quanto riguarda le Creature
Oscure, non mi batte nessuno (almeno in quelle). Adesso vado, il tempo
stringe e voglio provare ad arrivare un pò in anticipo per
fare buona impressione. Rimango in attesa di una risposta, e ti mando i
miei saluti.
Remus
J. Lupin
Ps.
Forse non dovrei scriverlo, ma... mi manca Sirius... credo per te sia
lo stesso... non sei solo nel tuo dolore. Volevo solo ricordartelo...
La lettera termina con quelle poche parole ricche di significato. E
così Remus ha deciso di partire, di mettere centinaia di
chilometri tra se stesso ed il suo dolore, tra se stesso ed il suo
rimpianto, tra se stesso e quello che non potrà mai essere
cambiato. La sua idea non è malvagia, anche tu vorresti
cambiare aria, andare dove nessuno ti conosce e per una volta vivere
davvero, ma sai già che Silente non lo
permetterà. È di prioritaria importanza che tu
rimanga in Inghilterra, che tu rimanga ad Hogwarts e che tu passi
l'estate dai tuoi zii. Sai dalle rade lettere di Ron, che i Weasley
hanno provato ad intercedere con il Supremo Pezzo Grosso per farti
passare l'estate alla Tana, ma evidentemente per lui è
prioritario che tu non venga spostato. Da qualche parte dentro di te
senti il seme del rancore nutrirsi delle tue emozioni negative.
Silente che ti ha salvato con il suo Patronus a forma di Fenice prima
che i Dissennatori ti baciassero nuovamente per completare l'opera.
Silente, sempre un passo indietro, sempre in ritardo. È
successo con la pietra, è successo con la camera dei
segreti, ed è successo sulle sponde del lago nero.
Sei sempre stato tu a lottare per lui, a risolvere i suoi problemi. Ma
non hai diritto a nessuna concessione.
Resta da parte Harry, noi sappiamo quello che è meglio per
te...
Stai tranquillo Harry, tutto si risolverà per il meglio...
Oh Harry, nessuno te l'ha detto. È generalmente una cattiva
idea cercare di salvare il tuo padrino da un'orda di dissennatori.
Potevi sparare delle scintille in aria e aspettare i rinforzi mentre
scappavi, non sarebbe stata questa la cosa giusta da fare?
Tutte scuse, patetiche parole che ti sono state dette per placarti e
rabbonirti. Il breve lampo di sollievo avuto con la lettura della
lettera di Remus è ormai sparito. Con calma forzata ripieghi
la pagina di pergamena nella sua busta, e la poggi nel cassetto della
scrivania insieme al resto della corrispondenza "importante". Altre
decine di lettere inutili, trasbordano dal cestino posto nell'angolo
della stanza.
Lentamente reprimi questi sentimenti dentro di te, avviandoti verso il
piano di sotto. È un pò presto per fare
colazione, ma il tempo in più potrai utilizzarlo per pulire
le stoviglie dopo aver cucinato, in modo che la tua "famiglia" non si
alteri. Non che ti importi di loro e della grassa balena di tuo cugino,
ma cercare di rabbonire i Dursley ti permette di passare meno tempo
arrabbiato.
Con gesti esperti inizi a soffrigere della pancetta vegetale (davvero
zia? Hai comprato pancetta vegetale?) e uova all'occhio di bue (almeno
quelle sono normali), apparecchiando al contempo la tavola.
In una decina di minuti Zia Petunia fa il suo ingresso in cucina,
regalandoti uno dei suoi sguardi pieni di disgusto.
"Cosa fai già sveglio? Non starai mica facendo qualcosa alla
colazione del mio Duddy!?"
Buongiorno anche a te zia, che tono soave di prima mattina. Quasi mi
verrebbe voglia di sbatterti la padella in faccia e vedere se
così riesco a far diventare normale quella tua faccia
cavallina...
Scuoti il capo allontanando questi pensieri, rivolgendo alla matrona di
casa solo uno sguardo irritato.
"Non ho fatto nulla alla colazione. Puoi stare tranquilla...."
Il tuo tono di voce è piatto, cerchi di non prestarle
ascolto. Lei ti fissa ancora qualche minuto e poi annuisce brevemente.
"Bene, è giusto così. Ti stai comportando bene
quest'estate ragazzo."
Che tradotto in linguaggio comune vuol dire .
In effetti a pensarci bene è una vita che non prendi una
boccata d'aria. Da quando sei tornato non hai fatto altro che cucinare,
mangiare e usare il bagno. Per il resto è come se non
esistessi. Non strilli, non urli, non sfidi la pazienza di tuo zio, ne
dai modo a tuo cugino di importunarti. Di certo se non ci sei Dudley
non ti verrà mica a cercare no? Soprattutto ora che ha
quella sua mezza banda di deficenti a cui pensare. Quindi hai
incominciato a trascorrere le giornate in camera tua, passando da uno
studio febbrile di ogni argomento in tuo posseso, a lunghi momenti di
noia durante i quali non hai nemmeno la forza di stare in piedi. Ogni
tanto rispondi a qualcuna delle lettere che arrivano e di tanto in
tanto scrivi a Silente chiedendo quando potrai lasciare la tua
prigione. Per inciso non ha risposto nemmeno una volta. Vecchio
bastardo.
Tu fai un cenno col capo alla donna in segno di ringraziamento, e poi
servi la colazione nello stesso momento in cui entrano in cucina Vernon
e Dudley. Entrambi indossano leggeri pigiami estivi e prendono posto al
tavolo senza degnarti di uno sguardo. Abituato alle loro azioni, ti
limiti a mangiare qualcosa con lo sguardo perso nel vuoto. È
la voce di Dudley che ti riporta alla realtà.
"Chi è Hermione?"
La domanda giunge inaspettata. La forchetta ti si ferma a mezz'aria
mentre fissi sbalordito tuo cugino. Piccole gocce di tuorlo iniziano a
gocciolare nel tuo piatto.
"Come?"
Non puoi dire altro, la tua mente si inceppa al solo sentire le sue
parole. La tua reazione ha attirato l'attenzione dei tuoi zii, che
guardano Dudley e te cercando di capire. Tuo cugino dal canto suo
ghigna in maniera maledetta, come gli hai visto fare tante volte quando
era bambino. Ti ha preparato un tiro mancino e stai pur certo che non
sarà una bella esperienza.
"Hai ucciso la tua fidanzatina? Ti ho sentito ieri notte" il ghigno si
allarga "Che parlavi nel sonno. Che piagnucolavi."
"Che cosa vuoi dire?" i tuoi occhi trasudano veleno mentre cerchi di
fare un buco nel punto in cui è seduto. Eppure non puoi
negare il vuoto allo stomaco ed il gelo nelle ossa.
"È colpa mia, è colpa mia. Ti prego Hermione,
perdonami. Ti ho ucciso io! Sirius no! È innocente! Epcetto
Patrono! Epcetto Patrono! Non facevi che ripeterlo. Quindi chi
è Hermione, la tua fidanzatina?" rilassa i muscoli del viso
appoggiandosi contro lo schienale della sedia, mentre zio e zia ti
fissano shockati. "Oh meglio... chi era?"
Il silenzio si tende come una corda di violino. I tuoi occhi saettano e
senti una decade di rabbia accumulata spingere per uscire. Sarebbe la
terza volta. La tua terza magia senza permesso al di fuori della
scuola. Questa volta neanche Silente potrebbe salvarti dall'espulsione
certa.....
E poi l'illuminazione.....
Questa volta neanche Silente potrebbe salvarti dall'espulsione certa.
Sorridi. Un sorriso che regge il confronto con quello che tuo cugino ti
ha fatto solo qualche attimo prima.
"Bene....." incroci le braccia al petto allungando le gambe sotto il
tavolo. "Così alla fine sono stato scoperto. È
vero, ho ucciso Hermione Granger, la mia migliore amica...." qui la tua
gola minaccia di chiudersi, ma ti forzi a continuare. "... e anche
Sirius Black. Il ricercato pericoloso che l'anno scorso compariva
sempre in televisione. E se volete prorprio saperlo è da
quando ho undici anni che uccido miei simili. Alla fine del mio primo
anno ho carbonizzato vivo il mio professore di Difesa, nel secondo ho
ucciso, con la zanna di un serpente, uno studente di tre anni
più grande... e adesso.... voi siete venuti a saperlo....."
ghigni malefico, lasciando la tua magia trasudare dalla pelle.
È un piccolo trucchetto che hai imparato di recente. Non
è proprio un incantesimo, quindi non può essere
localizzato dal Ministero, è solo una manifestazione fisica
della tua aura. Rivoletti di corrente magica fanno
sbatacchiare i mobili intorno a te, e senti i piatti in ceramica cadere
man mano che il tavolo traballa.
"Non è proprio un segreto nel mio mondo, ma il preside
è riuscito sempre a giustificarmi. Capite vero? È
come se avessi l'immunità diplomatica. Ogni azione
è senza consequenze sempre e comunque.... sempre e
comunque....." Tuo zio è terreo, Dudley è cinereo
e Zia Cavallina ha gli occhi fuori dalle orbite. "Esatto Dudley, mossa
sbagliata stuzzicare il drago che dorme. È pure il motto
della mia scuola"
Ridi con una risata canina che ti ricorda tanto quella di Sirius,
richiamando a te il tuo potere. I mobili smettono di tremare, l'aria si
distende, e tu sorridi. "Quindi forse è giunto il momento
che anche voi paghiate il conto per avermi trattato tutto questo tempo
come uno schiavo?"
Sorridi, andando ad estrarre la bacchetta dalla tasca del pigiama.
Appena lo fai Zio Vernon si alza in piedi.
"Aspetta ragazzo!" riesce a controllare la paura in maniera eccellente,
il suo viso ha ripreso colore e sembra che riesca a tenerti testa. Ma
ad un osservatore attento non può sfuggire il suo sguardo
che rivolge ad intermittenza verso la tua bacchetta.
"Dudley ha sbagliato, e verrà punito per questo!" A quanto
pare la tua sceneggiata sta avendo successo, di rado Dudley viene
punito. "Ma tu poserai quella b-b-bacch... o si insomma, quella cosa! E
lo farai subito, altrimenti non saremo responsabili delle azioni che
compiremo!"
"Cosa?" é il tuo turno di essere nuovamente scioccato. Non
ti aspettavi che Zio Vernon ti minacciasse.
"Pensavi che saremmo rimasti a guardare le tue stramberie per sempre
senza tutelarci in qualche modo?" Zia Petunia e tuo cugino si alzano e
mentre la donna affianca suo marito, il ragazzo si nasconde dietro ai
due. Nonostante ci siano entrambi i suoi genitori a corprirlo il suo
sederone esce fuori dal nascondiglio.
"La coda di Dudley, torte che volano per il soggiorno, macchine volanti
nel cortile, Zia Marge gonfiata come un dirigibile. Pensi che non ci
saremmo preparati ad altri eventi simili? Abbiamo qui i documenti..."
L'uomo si allontana verso la credenza e tu rimani a fissarlo mentre
armeggia con qualcosa. Dopo pochi istanti si volta puntandoti contro
una pistola....
No, non sta scherzando, è una pistola vera, di quelle a
tamburo. Non ne conosci il modello, ma sei abbastanza sicuro che farsi
colpire sia una cattiva idea. Volti il viso, e noti l'espressione
sorpresa degli altri. Evidentemente Vernon non ha tenuto quel segreto
nascosta sola a te.
Indeciso sul da farsi stringi la presa sulla bacchetta alzandoti in
piedi. Tuo Zio in risposta tira indietro la sicura. La pistola
è armata e puntata, e tu sei il bersaglio.
"Ora metti giù quel bastoncino, e nessuno si farà
male. Non costringermi a farlo ragazzo. Non voglio, ma ti
sparerò se mi costringi."
Sei arrabbiato, l'uomo che si suppone sia il tuo tutore, ti sta
puntando contro un'arma potenzialmente letale. Lentamente, molto
lentamente, poggi la bacchetta sul tavolo, allontanadola dalla tua
portata.
Vernon sorride, usando un tovagliolo per afferrarla.
"Hai fatto bene ragazzo, ed ora che ci hai detto la verità
su tutte le mostruosità che hai fatto, penso che sia
ufficiale. Vattene. Non ti voglio più in casa mia. Non
voglio ne te ne le tue stranezze. Basta gufi che usano i nostri
lampioni come trespoli, basta a tutte le magie che compi in
continuazione intorno alla mia famiglia. Basta tutte queste stranezze!"
Per un attimo sei shockato. Sei già scappato da quella casa,
non è passato nemmeno un anno da quando l'hai fatto, ma
questa è la prima volta che sono loro a cacciarti. Ad un
qualche livello sei consapevole che questo avrà delle
conseguenze che andranno ben oltre quelle che puoi immaginare, ma per
adesso ti limiti a morderti le labbra. Le mordi fino a farti male, le
mordi fino a sentire il sapore del sangue sulla lingua. Stai per
voltarti per lasciare la stanza, quando senti di nuovo Dudley. Pare che
ora abbia riacquistato la sua faccia tosta il bastardello.
"Si, vattene MOSTRO! Sappi che non ti abbiamo voluto, sei solo un
fenomeno da baraccone!"
La rabbia ti acceca, sei certo di star per avere un episodio di magia
accidentale, eppure non accade nulla. O almeno non accade nulla
all'esterno di te. Come richiamata dalla tua rabbia, il tuo nucleo
magico si è raddensato nel tuo ventre incominciando a
pulsare in maniera febbrile.
THUMP!
Ondate di energia ti percorrono tutto il corpo rendendoti estremamente
lucido. Senti il potere percorrerti e non sai da dove esso provenga. Ti
volti di nuovo, affrontando la tua famiglia, con la consapevolezza che
questa volta non potrà accaderti nulla di male. Fai un passo
in avanti e sorridi a tuo Zio che punta di nuovo la sua arma contro di
te.
"Hai detto una cosa giusta Dudley, cosa incredibile anche per te. Voi
non mi avete mai voluto. Sono stato confinato qui per un qualche
incantesimo di sangue che mi lega a tua madre, ma non sono mai stato
ben accetto. Non ve ne faccio una colpa, so di essere diverso, di
essere strano, di non meritare una famiglia amorevole...."
La tua voce è calda, non sai nemmeno tu perchè
parli così, ma il tuo tono sembra far presa sui presenti.
Sorridi cordialmente sentendo l'energia continuare a fremere.
"Se volete che me ne vada io lo farò. Andrò via e
non importunerò più la vostra famiglia.
Però Zio, mi serve la bacchetta. Non posso andarmene senza
quella. Un mago non è un mago se non ha la sua bacchetta..."
Docilmente allunghi una mano, sorridendo a Vernon. Lui ti fissa, fissa
suo figlio, e poi con lo sguardo chiede a Petunia cosa fare. Lei fa
cenno di no. Non meriti nemmeno di riavere la tua bacchetta.
Zio Vernon si ficca la bacchetta in tasca e ti guarda irritato.
"Abbiamo già parlato abbastanza ragazzo. Adesso te ne
andrai, e dopo getterò questa COSA nel fuoco insieme
all'altra legna da ardere!"
Sorvoli sul fatto che la sua frase abbia poco senso. Che motivo ci
sarebbe di metterla nel camino in piena estate? Non crdi certo di
accendere il fuoco molto presto giusto? Però dai, avevi
previsto anche questo. Fai un altro passo in avanti. Tuo Zio solleva di
più l'arma, ma non ti importa. Allungando una mano verso la
tavola afferri una forchetta e te la ficchi in bocca.
Il famoso tuorlo d'uovo lasciato a gocciolare nel tuo piatto
è finalmente stato mangiato. Sorridi gustando il boccone con
deliberata lentezza. Tutti ti fissano, cercano di capire, la loro
attenzione è concentrata solo su di te che mangi. Si
aspettano chissà quale trucco. Ma tu hai mente ben altro....
Nello stesso momento in cui la loro attenzione è sulla
forchetta, tu usi la mano libera per afferra un coltello.
Sorridi.
Sorridi.
E infine con un movimento che fatichi a definire tuo lanci il coltello
verso Zio Vernon. Traiettoria, diametro del coltello, diametro della
pistola, forze di attrito... tutto ti è chiaro nella tua
mente. Il coltello vola a rallentatore. Sei abbastanza sicuro che con
un pò di esercizio saresti pure capace di riafferrarlo prima
che raggiunga la destinazione.
Ma per ora ti gusti lo spettacolo. Il coltello, ruota in aria
velocemente, tuo Zio salta indietro per la sorpresa e....
BOOM!
Sembrerebbe che tu sia spacciato, morto completamente giusto? E di una
morte pure abbastanza ridicola a dirla tutta. Ma è qui che
casca l'asino. Avevi previsto anche questo. La tua mente ha viaggiato
così avanti rispetto alle azioni in corso, che sei stato
capace di prevedere perfettamente quale sarebbe stata la reazione di
tuo Zio.
Piegando il capo di lato, con sempre il sorriso smagliante sul volto,
azzeri la distanza che ti separa dal disteso Vernon. Sta bene, non ha
riportato alcuna ferita, è solo caduto indietro per il
rinculo dell'arma e l'esplosione della stessa.
Si perchè non sei tu quello che è stato colpito
dal proiettile, ma è l'arma stessa che è esplosa
per sua colpa. Il motivo è estremamente semplice, il
coltello, vorticando come un pazzo, non era destinato a tuo zio, ma
alla sua pistola. Infatti poco prima che lo zio sparasse, qualcosa come
pochi decimi di secondo prima, il coltello è penetrato fino
a metà nella canna dalla parte del manico. Ciò ha
causato la conseguente esplosione nel momento in cui il colpo non ha
trovato una via d'uscita.
Ah, come ti senti leggero. Questa strategia così ben
organizzata ti è venuta in mente in un battito di ciclio, e
già sapresti dirne altre dieci tutte simili o anche
più efficaci. Non hai idea di cosa sia questa sensazione di
potere che ti inonda, ma sei consapevole del fatto che
finchè dura saresti capace di affrontare chiunque, perfino
lo Zio Tom.
Annuisci a te stesso recuperando la tua baccheta, dopodichè
ti allontani dalla stanza. Prima di uscire ti volti un'ultima volta
facendo l'occhiolino a Zia Petunia.
"Come promesso me ne vado. Grazie di nulla Zia, e sappi che prima o poi
qualcuno verrà a reclamare il conto per tutto questo. Ciao
Ciao."
Fai un cenno con la mano in direzione dei tuoi zii e di tuo cugino.
Tutti e tre ti fissano come se avessero visto un fantasma.
Ghigni, finalmente puoi permettertelo, e come un sonnanbulo voli in
camera tua raccogliendo le tue cose. In pochi minuti sei finalmente
fuori. Per la prima volta da settimane, il caldo sole estivo ti bacia
la pelle e senti di non aver un solo problema al mondo.
La tua storia è appena iniziata.... È ora di
ricominciare!
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N.D.A. Bene,
rieccoci amici telespettatori con questa nuova storia. Per non
c'è molto da dire. Ho in mente già la trama e
spero (università permettendo) di postare almeno un capitolo
a settimana. Il capitolo non è stato ancora betato, dunque
se ci fossero errore vi prego di segnalarmeli in modo che possa
correggerli. Ora facciamo un piccolo sondaggio. Quanti di voi vogliono
che Ron torni ad Hogwarts? L'ho sempre trovato un personaggio di
sfondo, dalla dubbia utilità, e sono ben disposto a metterlo
da parte, ma dopo avervi ucciso Hermione prima ancora di iniziare la
storia qualcuno di voi potrebbe essere contrario, quindi fatemi sapere
cosa ne pensate.
Vi lascio con un ultimo suggerimento, pensate bene al professor Lupin,
perchè avrà una parte moooolto importante nella
storia. Have a Nice Day. Bumbix
|
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Capitolo 2 *** Test d'abilità ***
The Darkest
Night
Capitolo 2 – Test d'abilità
Londra
– Inghilterra 22 Luglio 1994
Caro Professore
sono felice di aver ricevuto la sua ultima, e spero vivamente che il
colloquio sia andato bene. È stato assunto? Spero
per loro di si, è difficile trovare un professore di Difesa
del suo calibro di questi tempi (Eh lo so bene io, che prima di lei ho
avuto un egocentrico e un posseduto... non proprio il massimo a livello
di istruzione). Per quanto mi riguarda non posso fare a meno di
sorridere per lo strano tempismo della sua domanda. Mi ha chiesto come
andasse il tempo con i miei zii. Bhe sono felice di annunciarle, che
quel capitolo della mia vita si è finalmente concluso. Ieri
sono stato cacciato di casa ed ho fermamente intenzione di non
rimetterci più piede. Prima che lei possa tornare in
Inghilterra in preda all'agitazione, mi faccia mettere in chiaro che
sto bene e sono al sicuro. Ho raccolto tutte le mie cose e grazie al
Nottetempo ho raggiunto una delle aree magiche periferiche di Londra.
Probabilmente si starà chiedendo perchè non abbia
scelto di nuovo il Paiolo Magico come lo scorso anno, quando fui io a
scappare di casa anzichè essere cacciato. Bhe la risposta
è semplice, non voglio essere rintracciato ne da Silente, ne
dal Ministero, ne da Zio Tom e dai suoi scagnozzi. Grazie agli eventi
avvenuti in giugno, la mia cicatrice è praticamente
scomparsa, quindi non corro più il rischio di essere
riconosciuto da qualunque passante, inoltre spendo molto tempo sotto il
mantello dell'invisibilità, per evitare che qualcuno che mi
conosca sul serio possa riconoscermi. In segno di fiducia voglio
rivelarle l'ubicazione della mia casa sicura, nella speranza che questa
informazione possa restare segreta almeno per un pò.
Alloggio al numero 215A di Baker Street. Esatto, ha capito bene, ho
scelto un piccolo appartamento nella stessa via del famoso Sherlock
Holmes! Immagini la mia sorpresa quando ho scoperto che il Detective
più famoso di tutti i tempi era in realtà un
mago, e il 221B era realmente l'appartamento di casa sua nella Londra
Magica. Non mi sarei mai aspettato che tutte quelle storie,
così famose nel mondo babbano, fossero in realtà
la trascrizione e rielaborazione babbana, di fatti realmente accaduti!
Ahhhhh, come può vedere mi sono proprio goduto il giro
turistico e sto finalmente assaporando il dolce nettare chiamato
“libertà”.
Parte della mia euforia
è dovuta a qualcosa che mi è capitata mentre
andavo via da casa dei miei zii. Remus (scusa se passo al nome, ma
considero questa una cosa molto importante), sai dirmi se esiste un
qualche fenomeno, simile alla magia accidentale, che amplifica e
migliora tutte le capacità di un mago? Per fartela breve la
rabbia provata nei confronti dei miei parenti si è
trasformata in forza ed intelligenza, che sono riuscito a sfruttare per
riavere indietro la mia bacchetta senza ferire i miei zii. È
stata una cosa incredibile, fatico ancora a crederci io stesso e sono
sicuro che se fosse solo l'inizio di un qualcosa di più
profondo! Domani ho in programma un giro in diverse librerie per
trovare argomenti in merito, allo stesso tempo aspetto una risposta del
mio professore di fiducia, nella speranza che questa possa arrivare
prima che io mi spacchi la schiena sui libri (mi toglieresti proprio un
gran peso dicendomi in breve di cosa si tratta, o quantomeno
indicandomi un qualche tomo specifico da leggere). Bene, dopo questa
lunga, lunga lettera ti saluto e ti mando tutto il mio affetto. Ancora
in bocca al lupo [:)] per il colloquio, e spero che ci sentiremo
presto! Tuo
Harry J. Potter
Concludi la lettera, la leghi alla zampa di Edvige, e spedisci infine
il tuo gufo verso il paese vicino, sperando che non ci siano
difficoltà nella traversata dello stretto. Il sorriso e
l'euforia del giorno prima è già scemata in gran
parte, ma hai preferito dare alla tua lettera un tono allegro per non
far troppo preoccupare il Licantropo. Sai per esperienza che
è un uomo sensibile, e se sospettasse che tu avessi una
qualche difficoltà probabilmente lascerebbe su due piedi il
posto in cui si trova per accorrere al tuo fianco. Con sguardo triste
osservi la modica stanza che hai potuto affittare con i pochi galeoni a
disposizione nel tuo baule. Non avevi previsto una situazione del
genere, dunque non hai avuto modo di ritirare qualche soldo dal tuo
conto della Gringott. Dovrai farti bastare quel poco che hai fino a che
non troverai un modo per tirare avanti per tutto il prossimo mese.
Sistemando i tuoi pochi averi nei mobili del micro-appartamento, ignori
l'ennesima lettera di Silente. Il suo gufo tuba e sbraita cercando di
attirare la tua attenzione, ma ti limiti ad ignorare lui e la lettera
che porta legato alla zampa. Fino ad ora il venerabile preside non si
è preso il disturbo di rispondere ad una sola delle tue
missive, dunque perché tu ora dovresti prestare attenzione
alle sue? Che si fotta e si crogioli nel suo brodo. Non sei
più un bambino e non sei più al suo servizio.
Saprai badare a te stesso in un modo o nell'altro...
Ma per farlo devi capire come controllare quello strano potere che hai
scoperto di possedere. Per ora sai solo che può incrementare
la tua forza, la tua velocità e le tue capacità
cognitive, ma la durata è veramente limitata. Dopo solo
dieci minuti l'effetto svanisce lasciandoti leggermente stanco e
assonnato. Non hai ancora avuto modo di testare che effetti abbia sulla
tua magia, ma vuoi attendere un po' prima di farti espellere da
Hogwarts. Del resto ora come ora sei libero, ed usare la magia
renderebbe solo più facile individuarti.
Sospirando a pieni polmoni svuoti il tuo baule, estraendo il vecchio
mantello di tuo padre. Hai scritto al professore che l'avresti
indossato, e probabilmente dovresti farlo, ma non hai molto voglia di
girare per i sobborghi magici completamente invisibile. Decidi di
portarlo con te, nel tuo pratico zainetto, ma di non indossarlo. In
caso di necessità sarà facilmente reperibile.
Annuendo a te stesso in maniera decisa provi a goderti un po' di quella
libertà, che fino al giorno prima era al centro dei tuoi
desideri. Hai deciso di ricominciare e così farai.
Ricominciare da dove ancora non lo sai, ma può darsi che un
giro tra i quartieri di periferia ti schiarirà le idee.
Tanto per dirne una devi riprovare ad attivare il tuo super potere. Una
delle condizioni sembra essere provare una cocente rabbia o trovarsi in
una condizione di pericolo, quindi perché non andare
gironzolando alla ricerca di guai per stimolarti un po? Con la fortuna
che ti ritrovi finirai nel bel mezzo di un incontro clandestino tra
lupi mannari, oppure in una festa a sorpresa dedicata allo Zio Tom.
Sei fiducioso che qualcosa accadrà. Del resto qualcosa ti
capita sempre no?
…..........................
Bonk!
Un altro pugno, altro dolore, altro sangue che va alla testa.
Ufficialmente non puoi dirlo per una questione d'onore, ma il sapore
del tuo sangue fa schifo. Hai assaggiato molte brodaglie orribili,
liquami maleodoranti e pozioni curative ad effetto lassativo, ma il
sapore metallico che ti lascia il tuo stesso sangue è
imbattibile. Può quasi fare a gara con l'Ossofast che hai
dovuto prendere il tuo secondo anno dopo l'incidente causato da
Allock... il che è tutto dire!
Col rischio di soffocare cerchi di tirarti in piedi sputando in terra
quello che non sei riuscito a mandar giù.
La causa dei tuoi mali è su di te, seduta sul tuo petto, e
ti guarda divertita. Solo tu potevi incappare in un pestaggio ad un
povero vecchio, ed ovviamente la tua parte da Leone non poteva
permettere che tale atrocità continuasse. Sfortuna ha voluto
che la mancanza di rinforzi e il tuo aspetto, magro e allampanato
abbiano giocato contro di te. Hai sperato che la situazione di pericolo
ti risvegliasse, che magari la rabbia per le atrocità che ha
subito il povero vecchio servisse da catalizzatore per la tua
trasformazione... inutile dire che l'ingente quantità di
sangue perso, ed il viso ridotto a carne macinata sono la dimostrazione
vivente di come non sia questa la scintilla che fa ardere il tuo fuoco
interiore.
Respiri a fatica, sentendo il naso pulsare dolorosamente, mentre con
una mano tenti di afferrare la bacchetta scivolata lontano dalla tua
presa. Tasti il terreno ricco di spazzatura e rifiuti alla ricerca di
quel piccolo bastoncino che potrebbe salvarti contro gli odiosi
babbani, ma non c'è verso. Il tuo carnefice non è
uno di quegli stupidi cattivi che incontri di solito, non ti da tregua.
Un altro pugno, un'altra ondata di dolore.
“B-basta, fermatevi!”
La tua voce trema per via delle lacrime trattenute. Sei al limite, stai
supplicando. Il vecchio è già scappato lontano,
senza curarsi minimamente di te e tu non puoi che chiedere
pietà. Il tuo aguzzino ride con una risata sguaiata, mentre
i suoi complici iniziano a frugarti nelle tasche e nello zaino.
Afferrano il mantello, gli danno solo un'occhiata, e lo buttano via. Di
certo un banale pezzo di stoffa non deve valere molto per loro. Almeno
questo ti può consolare, l'unico cimelio di tuo padre non ti
sarà portato via.
Boccheggi quando l'energumeno ti afferra per la gola, sollevandoti
letteralmente da terra per sbatterti contro il muro. Il tuo cranio
impatta, la vista ti si annebbia e per qualche secondo sprofondi
nell'oscurità.
Quando riprendi conoscenza sei di nuovo a terra, la tua schiena
è poggiata al muro, ed intorno a te è sceso il
silenzio. Credi che abbiano finito, che alla fine dopo averti pestato
per bene, abbiamo preso quelle strane monete dal sacchettino che
portavi legato alla vita, e se siano andati....
Sbagliato. Stasera proprio non ne azzecchi una. Sono tutti a terra.
Tutti i tuoi aggressori sono stesi, l'uno dietro l'altro in un'ordinata
fila. Hanno il viso gonfio e gli occhi pesti. Ad alcuni sono saltati
dei denti e decisamente nessuno di loro è in grado di
alzarsi.
“..... ma che?...”
Sei scioccato, allibito, stralunato. Possibile che sia stato tu a fare
questo? Possibile che in stato di incoscienza tu sia entrato in
modalità Berserk come tanti personaggi dei videogiochi di
Dudley e abbia restituito il favore a questi farabutti? Sorridi
compiaciuto vagliando questa teoria, ma....
Non ti ho già detto che stasera non ne azzecchi una? No,
perché non appena quest'idea si affaccia nella tua menta,
qualcosa attira la tua attenzione. Un rumore leggero di passi ed una
voce. Volti il capo in direzione dell'ingresso del vicolo nel quale
è accaduto il fattaccio e la vedi. Una ragazza, con lunghi
capelli biondo sabbia acconciati in due codini sopra la testa. Ha
lunghe gambe flessuose coperte da calze che gli arrivano fin quasi alle
cosce, ed una gonna corta che si ferma poco sopra il ginocchio
lasciando ben poco all'immaginazione. Il resto di lei porta un golfino
ed una camicia, leggermente sgualcita. Nella mano destra stringe due
bacchette, una delle quali è tua.
Batti gli occhi un paio di volte per togliere quell'allucinazione dalla
tua vista, ma in risposta la ragazza si piega verso di te mettendo
ancora più in mostra le sue gambe. Tu concentri la tua
attenzione sul suo viso per non far osare troppo la tua vista li dove
non dovrebbe.
“Ti ho chiesto se stai bene. Sei stato davvero un cretino ad
affrontare quei mascalzoni da solo. Devo chiamare un guaritore o
portarti al San Mungo?”
Tu boccheggi, non sai cosa rispondere, in parte perché sei
così malmesso da essere ancora convinto che sia tutta
un'allucinazione.
“Non riesci neanche a parlare? Lascia che ti aiuti ad
alzarti.”
Allunga le mani verso di te e si china in avanti sfiorandoti appena con
le sue dita vellutate. In quel momento ti accorgi di due cose. La
prima, e quella forse di minor conto, è che le sue dita sono
delicate e allo stesso tempo forti. Un'ondata di calore ti avvolge nel
punto in cui la vostra pelle è a contatto. La seconda,
quella catastrofica, è che chinandosi in avanti ti ha
praticamente messo davanti agli occhi la scollatura ben evidente dalla
camicia. Ti aspettavi fosse piatta, quasi come una tavola, ma ora
davanti agli occhi ti ritrovi quelle due morbidi colline, sostenuta da
un piccolo reggiseno color pesca.....
THUMP!
Non è possibile. Il calore al centro del tuo corpo,
l'addensarsi del tuo nucleo magico, la potente energia che inizia a
percorrere ogni fibra del tuo essere. Ti sei trasformato! Di nuovo! E
nella situazione più strana possibile! Non è
bastata una lotta disperata, non è bastata la rabbia contro
i soprusi perpetuati nei confronti di un vecchio, eppure ecco che una
stretta di mano, ed un petto quasi piatto ti fanno trasformare.
La tua mente, ora completamente lucida, ti sembra... diversa.
Ricambiando la stretta della ragazza, ti lasci issare in piedi
reggendoti straordinariamente bene sulle gambe per uno che è
stato appena ridotto a carne macinata. Lei sembra accorgersene ed
annuisce soddisfatta.
“Bene, non sembri essere ridotto così
male.”
Ti sorride e nonostante la faccia martoriata tu ricambi il gesto
facendo un passo verso di lei.
“Tutto grazie a te, piccola mia....”
EHHHHH?! COSA HAI DETTO? No, ok, questa non hai la più
pallida idea di come ti sia uscita. Hai sentito solo che fosse naturale
dirlo e l'hai detto. Ma fossero solo le parole il problema. Il tono che
hai usato... Zio Voldy maledetto, se mai dovessi sentirti nuovamente
parlare così probabilmente ti impiccheresti usando la
veneranda barba del Supremo Pezzo Grosso!
Continui a sorridere in maniera naturale, fregandotene altamente di
quello che la tua mente pensa e ordina. Il tuo corpo è come
assente, riesci a sentirlo, da una qualche parte sai di essere tu a
controllarlo, ma perlopiù di sembra di essere un ospite
mentre qualcun altro è alla guida.
La ragazza, sentendo le tue parole arrossisce e si allontana da te. Le
sue mani lasciano le tue, e si portano al petto come a proteggere
quella misura di seno quasi inesistente.
“CO-COSA!?”
A quanto pare l'hai colta di sorpresa. E del resto la cosa non ti
stupisce. Tuttavia non riesci proprio a fermarti. Ti chini un attimo,
prendendo un fazzoletto tra gli oggetti disseminati in terra, e con una
mano ti asciughi il sangue dalla faccia, mentre l'altra ti scompiglia i
capelli.
“Ho detto solo la verità, sei stata tu a salvarmi
vero? L'ho capito dalle tue parole e da tanti altri piccoli dettagli.
Sul tuo petto per esempio, proprio all'altezza della clavicola, ci sono
piccole tracce di sangue, ma nessuna ferita che possa averle causate.
In mano stringi due bacchette, il che mi fa intuire che sei una strega,
ma visto che i miei avversari sono stati picchiati vuol dire che non
hai potuto usare la magia. Sei minorenne, proprio come me, e proprio
come me hai provato a risolvere la faccenda alla maniera babbana. La
differenza è che io ho fallito clamorosamente mentre tu sei
riuscita.”
Sorridi, incominciando a raccogliere le tue cose. Il mantello
è poco lontano e finisce di nuovo nel suo zaino, le monete
sono di nuovo nel borsellino e tutto il resto è a posto. A
parte la tua bacchetta stretta ancora dalla ragazza.
Con un sorriso seducente, che speri di non vedere MAI e poi
MAI, torni a rivolgere la tua attenzione alla piccola strega. Ora che
sei in piedi noti che è più bassa di te di almeno
una decina di centimetri, e la cosa.... ti intriga. Lei dal canto suo
continua a fissarti come ipnotizzata, la sua faccia rossa come un
peperone è così.... carina. Vorresti tenerla
stretta a te, mordicchiandole piano i lobi delle orecchie e
…..
No, ok basta, anche la tua mente si sta perdendo a causa del tuo
potere. La situazione degenera sempre di più. Cerchi di
costringerti a venirne via, ad uscire da questa fastidiosa
modalità, ma riesci solo a fare un altro passo in avanti.
Lei fa un passo indietro. Tu ne fai un altro avanti. E la situazione si
ripete fino a che lei non è con le spalle al muro, e tu non
torreggi sul di lei con lo sguardo più bello che tu abbia
mai fatto. Lei è così rossa che fatichi ad
immaginare che possa resisterti.
Chini il capo verso di lei, le tue labbra sono già in
posizione per un bacio, quando.....
SWING!
… uno spostamento d'aria preannuncia l'arrivo di un calcio.
Schivi all'indietro flettendo completamente la schiena mentre le gambe
restano fisse al suolo. Cavolo una mossa alla Matrix!! Ma la cosa ti
aiuta solo fino ad un certo punto. Con un piccolo balzo riguadagni la
distanza, mentre la ragazza si mette in posizione.
“Dovevo immaginarlo! T-t-t-tu sei un maniaco! Un
P-p-p-pervertito! Ma io ti prenderò, nel nome della
Giustizia!”
Eh? Com'è arrivata ad una conclusione del genere? Ok,
diciamo che le tue azioni non sono normali. Al momento non sei in te e
difficilmente potresti spiegarle il perché, ma questo non
giustifica assolutamente la piccola ragazza che corre verso di te,
esibendosi in una danza mortale.
Calci, pugni, gomitate. Diversi stili di lotta corpo a corpo che
giungono come in risposta alla domanda su come una piccola ragazza
dall'aria innocente abbia atterrato tre uomini grandi e grossi senza
l'uso della magia.
Tu dal canto tuo ti limiti a schivare. Ogni suo colpo è come
percepito al rallentatore dal te in questo stato, quindi hai tutto il
tempo di farla avvicinare per poi schivarla con uno scarto minimo.
Volendo potresti contrattaccare, atterrarla con un colpo e poi
spiegarle, ma in qualche modo non riesci a costringerti a farlo.
È solo una ragazza, che in un vicolo buio ha salvato un suo
coetaneo da un'aggressione e poi si è vista rimorchiata alla
grande. Riesci a capirla, la comprendi... ma anche se così
non fosse non la toccheresti ugualmente nemmeno con un fiore.
A quanto pare sei incapace di far male ad una donna finchè
sei trasformato. Da un certo punto di vista questa è una
bella cosa... no?
Lo scontro continua sempre più serrato, fino a che la
ragazza non inizia ad avere il fiatone. Vedi la sua ginocchiata
arrivare, la scansi, ma questa volta ti ha fregato. Con una piroetta il
colpo torna su di te, e chissà come ti ritrovi bloccato in
una presa di Jujitsu. Il suo corpo si flette, tu accompagni il
movimento per evitare che opponendo resistenza lei si faccia del male,
e finisci per essere proiettato in avanti. Chiudendoti a palla durante
il volo a mezz'aria, minimizzi i danni prodigandoti in una bella
rotolata.
“Ahhhhhhhh Basta, ora ti affatturo!”
Le sue mani corrono alla gonna, in cui aveva riposto le due bacchette,
ma poi la sua espressione cambia. Se n'è accorta. Sorridendo
alzi la tua mano destra mostrandole le due bacchette in essa contenute.
Già che non potevi evitare la sua presa ne hai approfittato
per recuperare la tua bacchetta, e per ogni evenienza hai preso anche
la sua.
Con un'occhiata rapida ne studi le particolarità.
“Uhm... pesco e corde di cuore di drago. Una combinazione un
po' insolita, quanto tempo hai impiegato a farti scegliere da
lei?”
Ok, non hai proprio idea di come tu abbia capito tutto questo solo
guardandola. Hai solo avvertito in legno in ogni sua piccola
sfaccettatura, arrivando ad identificare graffi e segni d'usura che la
datano come molto vecchia. Forse lei non è nemmeno la sua
prima padrona.
“Co.... Come hai fatto? Rendimi la mia bacchetta!!”
Tu sorridi facendo ruotare il bastoncino tra le dita.
“Ogni tuo desiderio è un ordine mio piccolo
bocciolo d'Aurora, ma l'ho fatto per non causarti altri disturbi sai?
Ho letto il flusso della tua magia, ed ho capito che eri
pericolosamente vicina a sguainare la bacchetta. Noi siamo minorenni,
usare le nostre bacchette è illegale. Non volevo che tu
avessi dei problemi a causa mia... sei troppo importante per
me.”
Una parte della tua mente vomita per tali sdolcinatezze, l'altra si
scioglie davanti al rossore della ragazza. È così
rossa che sembra quasi stia splendendo. Eppure questa tua immagine
mentale non si combina bene con la ragazzina ringhiante che ora ti
carica addosso. Con un passo laterale la eviti come si eviterebbe un
toro al rodeo, e poi lanci la sua bacchetta lontano, in direzione di un
cassonetto di rifiuti che viene centrato in pieno.
Lei volta il capo, seguendo la parabola del sottile bastoncino, e
quando si volta a guardarti tu sei sparito.
“Ci rivedremo all'espresso per Hogwarts. Non fare tardi
piccola mia, potrei non reggere alla tua mancanza se non ci
fossi!”
Con indosso il mantello che rende invisibili la osservi frugare con lo
sguardo l'intero vicolo, e poi prodigarsi per recuperare la sua
bacchetta dai rifiuti. Un po' ti dispiace per averle fatto fare una
cosa così sporca, ma ti serviva una distrazione che
allontanasse il suo sguardo da te, in modo che potessi estrarre ed
indossare il mantello senza essere visto.
Sorridendo la osservi un'ultima volta, e poi ti allontani. La tua casa
è vicina, e presto sentirai un dolore cane in tutto il
corpo. Meglio prepararsi, no?
…................................
Parigi
– Francia 23 Luglio 1994
Gli occhi sfogliano febbrilmente la missiva che il figlio di uno dei
tuoi migliori amici ti ha inviato. Man mano che le parole vengono
assimilate i tuoi occhi si allargano per lo stupore fino a che non
concludi la lettere con la bocca spalancata.
“Non è possibile, ero convinto che avesse scampato
lo stesso destino di suo padre... com'è possibile che
ciò avvenga adesso.... Non ha il minimo senso!”
Barcollando leggermente prendi posto su una sedia portandoti le mani
tra i capelli.
“Devo avvisarlo... devo... devo dirgli di cosa si tratta....
Célie!”
Chiami a gran voce avviandoti verso l'armadio. Con un colpo di
bacchetta inizi a sistemare tutti i tuoi averi nella pratica valigia da
viaggio che hai sempre con te. Al contempo una ragazza adolescente ti
raggiunge guardandoti incuriosita.
“Si, zio?”
I tuoi occhi si soffermano un attimo su di lei a mo di scusa, mentre
risistemi la stanza come l'hai trovata prima del tuo arrivo.
“Fai i bagagli, dovremo anticipare il nostro viaggio in
Inghilterra, un mio amico ha bisogno di me.”
Il suo sguardo si accende di curiosità mentre si avvicina
ancora. Il suo aspetto è grazioso, i capelli lunghi e neri
le scendono fino ai fianchi, la vita sottile ed il petto prosperoso la
rendono un banchetto per gli occhi. Ma tu, povero lupo mannaro, non
puoi permetterti di guardarla con lussuria. È solo una
ragazzina che ti è stata affidata al termine del colloquio,
e per di più è una tua lontana parente.
“Si tratta di Harry Potter?”
È diretta come al solito, e davanti alla sua domanda non
puoi che annuire.
“Non ti preoccupare, potremo evitare il peggio se ci
muoveremo in tempo. Ora andiamo!”
E così il lupo rientra in patria per avvertire il giovane
Harry di qualcosa. Speriamo solo che non sia altra roba oscura, no?
...................................................................................................................................................................................................................
N.D.A. Rieccomi miei accaniti lettori
con il secondo capitolo di questa mia piccola fanfiction. Inizio con il
ringraziare Minus e LadyRiddle per il supporto datomi nella
stesura/revisione =) Grazie ragazzi, siete unici....
E ora passo a qualche piccola informazione. Per chi facesse questo
collegamento voglio chiarire che in nessun modo il nostro Harry
è imparentato/discendente/reincarnazione dell'amato
Detective Sherlock Holmes. Sono due personaggi distinti e separati.
Detto questo so di essere in anticipo con la tabella di marcia, ed in
effetti il capitolo è gia pronto da un pò, ma ho
aspettato un paio di giorni prima di postarlo in modo da portare avanti
altro lavoro. La scadenza per i prossimi capitoli resta sempre sabato,
ma se dovessi finire prima, come in questo caso, allora vi
farò una sorpresa a metà settimana. Finito con i
convenevoli ora tocca a voi. Fatemi sapere che ne pensate, se i miei
sforzi sono serviti e vi hanno reso la lettura piacevole, o se
c'è qualcosa che vada rivisto. Il nuovo Harry come vi
sembra? Ai posteri l'ardua sentenza.
Bumbix
|
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Capitolo 3 *** Di Racconti e Maghi Oscuri ***
cap 2
The Darkest
Night
Capitolo 3 – Di Racconti e Maghi Oscuri
Inghilterra 24 Luglio ore 11:00 – Londra
Il peggio è passato. È la mattina del secondo
giorno dopo la rissa nel vicolo e finalmente riesci a muoverti senza
sentire dolore ovunque... certo, il tuo viso è ancora gonfio
e pesto al punto da sembrare un'opera d'arte moderna, ma ehi,
c'è chi sta peggio! Non sai bene chi, ne dove, ma sei
convinto che deve pur esistere qualcuno che sta peggio di te.
Cioè, facendo il conto hai finito i pochi soldi che avevi,
ti hanno picchiato fino a farti supplicare, vivi in un buco di
appartamente così piccolo che probabilmente i babbani lo
definirebbero una violazione dei diritti umani, e peggio che peggio hai
una personalità multipla dissociata. Perchè non
può esserci altra spiegazione al tuo comportamento
dell'altra sera. Un tale livello di idiozia e dolcezza non è
assolutamente da te. In genere hai a malapena il coraggio di parlarci
con una ragazza, figurati flirtare in quel modo. Con Hermione...
reprimi una fitta di dolore ripensando alla tua amica... con lei, siete
diventati amici in quell'età indefinita, in cui ancora non
c'è
molta differenza tra ragazzi e ragazze. Tolta lei non avevi mai
sostenuto una vera conversazione con qualcuno del sesso opposto, che
non fosse un'insegnante o l'infermierà della scuola.
Può essere che anzichè rubarti l'anima il
Dissennatore te ne abbia soffiata dentro un'altra? Quest'idea suono
totalmente inverosimile, ma non ti viene in mente altro.
Guardando fuori dalla finestra, studi per qualche momento lo spicchio
d'orizzonte visibile oltre i tetti delle case. Alla fine il professor
Lupin non ti ha risposto. O almeno una sua risposta non ti è
ancora pervenuta. Sospiri debolmente osservando il mucchio di lettere
del professor Silente. Nessuna di queste è stata aperta, ma
dalle tracce di cenere presenti in giro è facilmente
intuibile la tattica del vecchio. Capendo che era inutile scriverti ha
iniziato a mandarti strilettere. Almeno tre al giorno, e tutte, con
toni molto dolci (i suoi soliti modi da nonno), ti invitano a tornare a
casa dei tuoi zii, a presentarti ad Hogwarts, o anche solo a dar segni
di vita per far sentire gli altri più al sicuro.
Il loro fottuto eroe non è morto, ma si è solo
preso una vacanza!
Sbuffi sentendoti tanto una scimmia ammaestrata pronta a danzare nelle
mani del vecchio, ciononostante hai deciso di non rispondere, nemmeno
una volta. Tantopiù che senza Edvige ti è
impossibile mandare lettere a chicchessia.
Dopo un paio di minuti di contemplazione, ti allontani dalla finestra,
indossando i vestiti meno sformati e orribili che possiedi. Quest'oggi,
se possibile, vuoi fare un giro per cercare qualche lavoretto che ti
consenta di campare alla giornata, in modo da estendere il tuo "felice"
periodo di libertà.
Sorridi mestamente indossando i calzini enormi di Zio Vernon, quando
qualcosa interrompe i tuoi viaggi mentali. Un sordo bussare alla tua
porta riecheggia nello spoglio appartamento. Indeciso sul da farsi ti
guardi un attimo intorno. Può essere che qualcuno ti abbia
rintracciato? In questi giorni hai evitato di uscire se non di notte, e
l'hai fatto unicamente per sfamarti. Rintracciarti sarebbe dovuto
essere impossibile. Per ogni evenienza indossi il tuo famoso mantello,
scomparendo alla vista.
Un piccolo vantaggio in caso di una fuga rapida.
Avvicinandoti alla porta osservi i nuovi arrivati dallo spioncino.
All'inizio vedi solo una ragazza. Una ragazza molto carina, con capelli
neri, e occhi castani leggermente a mandorla. Non abbastanza da essere
una straniera, ma quel tanto che basta a collocare uno dei suoi
antenati nei paesi orientali. Non puoi vedere il suo corpo dato il
limitato campo visivo e stai quasi per voltarti e tornare al
tuo letto, quando un altro individuo, leggermente più in
alto si porta vicino a lei. I due discutono per qualche momento, e poi
si scambiano di posto. L'uomo bussa di nuovo, chinandosi poi per
centrare il viso all'altezza dello spioincino.
"Harry, sei in casa? Sono io, il professor Lupin."
Per un attimo sei troppo stupito per rispondere. Fissi il volto segnato
prematuramente dall'età a causa della maledizione dell'uomo,
ed è solo quando questo bussa nuovamente che riesci a
riprenderti.
"Si.. Sto aprendo."
Allungando una mano da sotto il mantello cerchi a tentoni la maniglia,
schiudendo piano la porta. Ti affacci sul pianerottolo incontrando il
viso sorridente del professore e quello perplesso della ragazza che
è li con lui. Entrambi portano con se delle valigie. Quella
del professore la riconosci facilmente, è la stessa che
aveva l'anno prima sull'espresso per Hogwarts, quella della ragazza ti
è ovviamente sconosciuta... come la ragazza stessa del resto.
"Harry, vorrei dirti che è un piacere rivederti, ma hai
ancora addosso il mantello.... possiamo entrare? Sia io che
Célie siamo reduci da un lungo viaggio.”
“Ehm... ah si, prego entrate....”
Ancora intontito ti fai da parte, sfilando il mantello della testa. I
due entrano, guardandosi intorno, e non appena torni visibile si
concentrano su di te. Immediatamente il sorriso del professore si
tramuta in un'espressione preoccupata.
“Harry, che diavolo ti è successo alla
faccia?”
È il professore a chiedertelo. Il suo tuo tono è
serio, e sembra esigere una risposta. Tu, leggermente in imbarazzo,
sposti il peso del corpo da un piede all'altro grattandoti il capo.
“Nulla professore, sono solo inciampato, vedrà che
in un paio di giorni passerà tutto.”
Hai il cervello in pappa? Sei inciampato? Sul serio? Non potevi
inventare una scusa migliore, magari qualcosa di eroico o
più semplicemente la verità? Lo capisci dallo
sguardo che ti rivolge che non se l'è bevuta. Eppure non
dice nulla. Continua solo a fissarti. Ha uno strano modo il tuo
professore per rimproverarti, lui non urla ne alza la voce, si limita a
guardarti negli occhi, rimanendo in silenzio. Le braccia incrociate al
petto ed il cipiglio deciso di chi si aspetta che tu faccia la cosa
giusta.
Non ha intenzione di parlare con un bambino che si comporta come tale,
quindi ti tratta in modo maturo, ma pretende maturità.
“Ecco, a dire il vero....”
Ci riesce sempre, non puoi non confessare quando sai che lui
è l'unico a trattarti con il rispetto che meriti.
“.... c'è stata una rissa con dei babbani. Stavano
importunando un vecchio, ed ho pensato di mettermi in mezzo.
Così magari sarei pure riuscito a tornare in quella strano
stato di cui le avevo scritto. Si ricorda?”
La fronte del professore si rilassa leggermente e sulle sue labbra
torna a formarsi un piccolo sorriso.
“Si mi ricordo Harry, ed è proprio per quello che
mi hai scritto che ho anticipato il mio ritorno in patria. Ma ora
voglio sentire come finisce la tua storia. Visto come sei ridotto mi
sembra di capire che questa volta tu sia finito nei guai. Non sei
riuscito a trasformarti vero?”
“Come... no, all'inizio non ci sono riuscito. Mi hanno
picchiato per bene e stavano per rubarmi tutto se non fosse stato per
una ragazza....”
La conversazione continua, e con lo sguardo osservi l'accompagnatrice
del professore. Ora che riesci a vedere qualcosa, oltre al suo viso,
puoi dire senza remore che è una bellezza come poche. Lo
sguardo leggermente esotico, la vita stretta, il seno abbondante, il
tutto abbinato con vestiti semplici, che sembrano voler dire che lei
non è il tipo da dar peso a queste cose. Arrossisce
leggermente quando la guardi, e ti sorride di rimando facendoti
l'occhiolino. Subito ritorni sul professore il cui sorriso si
è accentuato dopo questo piccolo scambio.
“Una ragazza Harry...?”
“Ehm... si... Lei... bhe ecco lei li ha picchiati tutti, e
poi a cercato di aiutarmi ad alzarmi. In quel momento mi sono
trasformato, ma è stato diverso dalla prima volta. Ero tutto
strano, sempre potente, ma anche... bhe, strano.”
Il professore aggrotta le sopracciglia quando gli spieghi nel dettaglio
come una ragazza abbia potuto stendere tre criminali, e poi si
ridacchia leggermente prendendo posto sul tuo letto pulcioso. La
ragazza al suo fianco guarda in maniera critica il letto, prima di fare
altrettanto. Tu resti in piedi fissandoli entrambi.
“Ma davvero professore, sono sicuro che le mie ferite
passeranno in un baleno, non c'è bisogno che mi porti da
Madama Chips, o da qualche altro guaritore. Vedrà che
starò bene anche da solo.”
“Non sono qui per portarti da un guaritore Harry, anche se
probabilmente sarebbe meglio che almeno ti mettessi qualche crema su
quella faccia. Ecco, prendi questa. La uso sempre nei miei periodi no,
ed ha grandi effetti su ferite di questo tipo....”
Dalla valigia estrae un vasetto e te lo passo. Tu lo sviti osservando
la densa crema gialla al suo interno.
“Grazie professore. Mi dispiace averla disturbata fino a
questo punto, se è venuto qui per riportarmi a casa dei miei
zii o da Silente, devo declinare. Non me la sento ancora, e anche se
ormai ha scoperto che vivo in una topaia, è sempre meglio
delle alternative che mi hanno proposto.”
Lui scuote il capo sorridendo sornione.
“Harry non sono qui neanche per riportarti indietro, anche se
probabilmente questa sarebbe la cosa giusta da fare. Sono qui per darti
delle spiegazioni riguardo quello che sta succedendo al tuo corpo.
Appena mi hai scritto ho capito subito il problema e sono venuto qui
per aiutarti a risolverlo, o quantomeno a controllarlo. Prima
però lascia che ti presenti la madamigella che è
in mia compagnia. Harry lei è Célie Mine,
Célie lui è Harry Potter. Spero andrete
d'accordo.”
Con lo sguardo torni sulla ragazza e la trovi a fissarti intensamente.
Nei suoi occhi leggi una strana luce mentre si fa avanti per stringerti
la mano. Tu assecondi la stretta, borbottando qualche parola sottovoce.
Come dicevo non sai proprio farci con le ragazze. Immediatamente torni
a rivolgere la tua attenzione al professore, cercando di nascondere il
rossore sulle tue gote.
“Lei Harry, è una mia lontana parente, potremmo
definirla una mia nipote. Il nostro incontro è stato
curioso, ma ti basti sapere che sono riuscito ad avere la cattedra a
Beauxbatons e che durante la visita della scuola sono venuto a
conoscenza della sua situazione. Come te lei ha subito un grave lutto
in Giugno, e non ha nessuno che possa prendersi cura di lei. A scuola
non è riuscita a costruire nessun solido rapporto come
quelli che hai avuto tu, e rischiava di venir trasferita in un
orfanotrofio babbano. Per fortuna nel suo albero genealogico non
c'è un solo ramo della sua famiglia. Tornando indietro negli
anni si è scoperto che i Lupin hanno origini francesi, e per
la precisione il mio bisnonno ed il trisavolo di questa signorina erano
fratelli. Questo mi ha dato la possibilità di adottarla, e
renderla legalmente mia figlia.”
Conclusa la spiegazione la ragazza da un buffetto sulla spalla del
professore, parlando per la prima volta. Nonostante le sue origini, il
suo accento non è molto marcato.
“Lo Ziò è stata una
bénédiction du ciel.... una benedizione del
cielo. Non pensavo che nella mia familia ci fossero persone
così buone. E lui parla sempre di te Henry, dice che sei uno
dei maghi più talentuosi della tua
école ! Spero che riusciremo a diventare amici
quando anche io frequenterò Hogwarts”
Ti sorride, un sorriso aperto e sincero. Tu metabolizzi le
informazioni. Le tante, tante informazioni.
“Ehm... si, qui-quindi verrai ad Hogwarts? Pensavo che il
professore avesse accettato un posto in Francia, come mai non frequenti
li?”
Lei storce il viso alla tua domanda, aspettando qualche secondo per
rispondere.
“Io... voglio vivere loin de la douleur.... lontana dal
dolore. Troppi ricordi e troppo dolore in Francia. Senza di lei,
io......”
La sua voce si incrina, e lo sguardo si abbassa. Capisci di essere
entrato in un territorio pericoloso, e guardi agitato Remus. Lui
stringe la spalla della ragazza come a darle forza, e poi torna su di
te.
“Non dovrebbe esserti nuovo il concetto di cambiare aria
Harry. Anche lei ha bisogno dei suoi spazi e di un posto sicuro dove
riprendersi dal suo trauma. Ho acconsentito a che si trasferisse a
patto che frequentasse Hogwarts, e tra le altre cose vorrei chiederti
di badare a lei durante il periodo che passerà li. So che
anche tu stai affrontando un brutto momento, ma penso che la cosa
gioverà ad entrambi.”
Tu annuisci alle parole del professore, rimuginando sulla situazione.
Di certo sarà un colpo per Ron vedere che conosci una
così bella ragazza. Sperando non consideri la cosa come un
insulto alla memoria di Hermione. Il pensiero di attraversa la mente in
maniera fugace. Hemione è morta da così poco e tu
già cerchi un rimpiazzo per lei nel tuo piccolo gruppo. La
cosa ti fa sentire mortalmente schifoso, ma sei certo che lei non
vorrebbe che tu ti isolassi. Sei certo che vorrebbe che continuassi a
vivere la tua vita pienamente. E poi non è detto che
Célie sarà una presenza fissa come lo era
Hermione, probabilmente dovrai esserle di supporto fino a che non
troverà qualche amico, il resto verrà
naturalmente.
Dopo questa riflessione noti il professore farti segno di sedere
e prendi posto su una piccola sedia posta nell'angolo della
stanza. Davvero, quant'è piccolo il buco in cui vivi? Con le
ginocchia urti il letto su cui sono seduti i tuoi ospiti! Comunque
incuriosito torni a rivolgere la tua attenzione all'uomo, che ora ha
tolto una vecchia foto da un taccuino recuperato nella giacca. Con
esitazione te la passa.
Nella foto sono rappresentati quattro ragazzi, per essere precisi la
foto rappresenta i quattro malandrini nel loro terzo anno ad Hogwarts.
Riconosci tuo padre sulla sinistra, con la sua divisa da cercatore,
seguito da Sirius e dal professore presi a braccetto, e davanti a tutti
Minus che mangia un pezzo di formaggio. Stupido ratto obeso.
Osservi per qualche istante la foto sorridendo, per poi restituirla al
licantropo che la guarda con nostalgia.
“Già sai Harry, che la nostra storia, la storia
dei malandrini, è nata durante i nostri anni a scuola. Ci
siamo conosciuti il primo giorno sul treno, esattamente
com'è successo a te, Ron ed Hermione, e da quel momento
siamo stati inseparabili. All'inizio la nostra era un'amicizia come
molte; ridevamo, facevamo scherzi e ci godevamo la nostra giovinezza,
al terzo anno tuttavia le cose cambiarono. Per un certo periodo mi
allontanai dagli altri perché loro avevano scoperto il mio
segreto. Non fui capace di affrontarli, di accettare che loro mi
volessero bene ugualmente nonostante la mia maledizione. Fu un brutto
periodo Harry, non voglio mentirti. A quel tempo mi sentii solo ed
emarginato, ero arrivato al punto da voler mollare tutto e farla
finita....”
La sua voce è roca, come se gli costasse fatica rivangare
quel periodo da lungo tempo dimenticato. Eppure sorride con un sorriso
triste. Il solito sorriso a cui hai imparato a voler bene.
“... fu in quel momento davvero brutto che noi, i malandrini,
facemmo un patto. Perché tutti fossimo sullo stesso piano,
ognuno avrebbe raccontato il suo più profondo segreto agli
altre tre. Era un sacrificio che gli altri vollero fare per rendermi di
nuovo uno di loro. Pensarono che in questo modo non avrei
più avuto timore di ferirli. Fui egoista e infantile in
quanto accettai la loro idea. Mi piaceva il pensiero di poter fare
qualcosa per vendicarmi se loro mi avessero tradito. Non avevo in mente
il bene che loro stavano facendo, ma solo quello che sarebbe tornato
utile a me. A posteriori mi resi conto dell'ignoranza dietro questo mio
modo di vedere le cose, ma fu troppo tardi per disfare ciò
che era stato fatto... ad ogni modo, ogni malandrino racconto
il suo segreto. Erano segreti importanti, tramandati nelle loro
famiglie da sempre. Segreti che non sarebbero dovuti mai essere
raccontati. Fu in queste circostanze che venni a sapere dell' Hysteria Savant Syndrome....”
…....................................................
Inghilterra 24
Luglio ora 19:00 – Hogwarts
Seduto sul venerando scranno, che prima di lui ha ospitato decine di
illustri personaggi, riposa l'anziano e debole Albus Silente. Il suo
sguardo è perso nel vuoto mentre con una mano accarezza il
capo della piccola Fanny appena rinata.
“E così lei è qui per il posto di
difesa contro le arti oscure? Mi lasci dire che la materia per la quale
si propone ha una fama molto particolare. Sono quasi due decadi che non
riusciamo a trattenere un professore per più di un anno. Ne
è consapevole?”
Di fronte a lui, siede in maniera composta un giovane uomo. I capelli
lunghi sono acconciati in una coda che scende gentilmente lungo la
schiena, lo sguardo è fisso in avanti mentre con un sorriso
poggia una pila di carte sulla scrivania posta di fronte a lui.
“Preside, la fama della cattedra che ho intenzione di
occupare è ben conosciuta in tutto il mondo. Si racconta che
lo stesso uomo che ha lanciato la maledizione che la insedia
è stato suo succube anni fa. Sono ben consapevole dei rischi
che corro, ed è per questo che mi sono proposto per il
lavoro. Sono uno spezza-incantesimi e voglio rompere una maledizione
che nemmeno il Supremo Pezzo Grosso è riuscito a
sconfiggere. Mi lasci tentare, posso attingere ad un bagaglio di
esperienze che nessun altro docente possiede e raccontare cose ai suoi
allievi che non saprebbero mai.”
Lo sguardo del preside si acciglia mentre porta la sua attenzione sul
ragazzo. Ha da poco superato i trent'anni, ha vissuto per maggior parte
della sua vita in Australia, e solo di recente ha deciso di trasferirsi
nell'uggiosa Inghilterra per concorrere ad una cattedra che nessuno
vuole. Come se tutto questo non fosse abbastanza sospetto, le ricerche
dell'ex-Auror Alastor Malocchio Moody hanno portato ad un nulla di
fatto. A parte le credenziali presenti nel curriculum nessuno ha mai
sentito parlare di lui, nessuno ha idea di chi sia realmente, ne
può immaginare il suo obbiettivo. Un sorriso scaltro incurva
le labbra dell'uomo ormai prossimo alla fine dei suoi giorni.
“Già qualcun altro, prima di lei, mi ha tentato
con simili parole. All'epoca rifiutai il suo invito, lo scaccia dalla
scuola e mi preparai ad affrontare una guerra contro di lui. Ovviamente
sto parlando di Voldemort.”
Le mani dell'anziano sfogliano lentamente le varie carte fornite
dall'aspirante professore, che al pronunciare il nome del mago
più pericoloso dell'ultimo secolo non ha battuto ciglio.
Sospetto.
“Non le mentirò, quest'anno avevo chiesto ad un
mio vecchio amico di ricoprire la cattedra temporaneamente prima di
tornare in pensione, e sembrava quasi l'avessi convinto, ma la sua
domanda arriva a turbare questi eventi. Le andrebbe bene tornare il
prossimo anno e proporsi allora? Le assicuro che il posto
sarà vacante e pronto ad accoglierla.”
Le mani tornano ad incrociarsi sui braccioli della sedia, mentre lo
spezza-incantesimi reprime una qualche emozione sul suo viso.
“Non c'è modo per me di ottenere la cattedra
quest'anno? Nutro davvero molto interesse per la maledizione, e porre
un freno alla mia curiosità proprio ad un passo dalla meta
non è nel mio stile. Tanto più se anche questi
sono eventi dettati dalla maledizione stessa. Ha appena detto che il
suo amico si fermerà solo un anno giusto? Quali sono stati i
percorsi logici che avete seguito prima di arrivare a pensare ad un
tale periodo di tempo? L'ha proposto lei? È stato il suo
amico? In queste decisioni potrebbe già esserci l'impronta
dell'incantesimo che non è riuscito ancora
spezzare. Questa è una situazione fin troppo ghiotta per uno
come me.”
L'anziano mago, incurvato dagli anni, appare visibilmente sorpreso
dalla linea di pensiero della sua controparte. Lui stesso, nonostante
la sua centenaria esperienza, non aveva ancora colto quell'aspetto
della maledizione. Che potesse avere un effetto passivo remissivo,
capace di indurre addirittura pensieri e parole nella sua mente?
Sorridendo con più spirito, Silente prende una caramella al
limone, la scarta e ne gusta il sapore porgendo poi il sacchetto
all'altro, che con garbo rifiuta.
“Le sue parole mi hanno colpito, e le prometto che
terrò a mente la sua richiesta, sebbene mi sia chiaro che
c'è molto altro che le interessa oltre la maledizione... Ora
se non ha altro da aggiungere la prego di andare. C'è uno
studente piuttosto problematico che richiede la mia costante
assistenza.”
L'uomo sorride, e dopo un breve inchino si allontana, chiudendosi la
porta alle spalle.
Da un angolo nascosto sopraggiunge una voce.
“Sicuro di volerlo assumere Silente? Quell'uomo è
di certo un mago oscuro, e le sue ragioni sono fandonie belle e buone.
L'incantesimo di Voldemort non può essere rotto fino a che
lui sarà vivo e provarci è semplicemente
follia.”
A parlare è un vecchio cappello posto su una mensola, vicino
ad una vecchia teca che contiene una spada. Una delle ultime reliquie
dei quattro fondatori: il cappello parlante.
“Cappello, lui è proprio l'uomo che serve per far
crescere ancora di più Harry, che ha conosciuto il male del
mondo, ha conosciuto battaglie e sofferenze, ma non è ancora
pronto per affrontare quello che lo aspetta. Devo prepararlo, e sebbene
questo sia un uomo che non ho ancora capito appieno, nutro la speranza
che possa fornire ottimo materiale per l'addestramento del
ragazzo....”
Un'esclamazione, seguito da un borbottio d'insulti, precede la risposta
del cappello.
“Mi chiedo sempre cosa mi abbia impedito di sbatterti a
Serpeverde, maledetto menagramo rincoglionito. La cazzonagine dentro la
tua testa è già costata la vita di uno studente
lo scorso anno, ed è solo per miracolo se il ragazzo
è sopravvissuto!”
L'espressione di Silente si rabbuia mentre con veemenza estrae la
bacchetta.
“Miracolo? Ti sbagli cappello, un miracolo sarebbe stato se
avessi lanciato il mio patronus qualche istante prima salvando tutti,
anziché guardare in disparte mentre i Dissennatori
avanzavano. Era necessario che loro venissero baciati e che io
risultassi comunque la persona corretta che ha tentato di salvarli. Ed
ero sicuro che Harry sarebbe sopravvissuto per adempiere alla profezia.
Sto giocando ad un gioco pericoloso Cappello, ma non permetto ad un
vecchio artefatto come te di giudicarmi. Questo è un pegno
per aver usato questo tono con me.”
Dalla punta della bacchetta dell'anziano mago fuoriescono fulmini di
energia nera, che colpiscono il cappello causando grida di dolore. Con
un incantesimo silenziante le urla sono messe a tacere, e non rimane
che la stropicciata figura del cappello a contorcersi.
“Cielo, cielo, mi sa che dovrò chiedere alla
professore McGranitt di fare un altro rammendo al cappello. Questi
vecchi artefatti tendono sempre a deteriorarsi col tempo no?”
Le sue parole sono rivolte alla fenice, che piccola ed indifesa
continua a pigolare tra le sue ginocchia ignara del male del suo
padrone.
“Ora torniamo ad Harry, Alastor dovrebbe fare rapporto a
momenti sugli spostamenti del ragazzo. Speriamo non si sia cacciato di
nuovo nei guai. Creare incidenti sul suo percorso è
unicamente compito mio.”
Un sorriso, crudele come la morte, appare sul suo volto.
Ecco l'anziano mago, che dovrebbe essere l'ultimo baluardo della luce.
Che sfiga....
*************************************************************************
N.D.A. Signori, sono felice di
aggiornare con un altro paio di giorni d'anticipo, ma non vi abituate.
Questo periodo di feste mi ha consentito di avere tempo extra da poter
dedicare alla FF, ma purtroppo la pacchia è finita e mi
tocca rimettermi a studiare. Fatta questra premessa parliamo
del capitolo. In questo capitolo abbiamo fondamentalmente la
presentazione di Célie e del mio personale Dumbledore
bastardo e manipolatore. Forse anche troppo, ma suvvia, è
un'opera di fantasia, e io odio profondamente quel mago che ha lasciato
Harry dai suoi zii quando poteva benissimo crescerlo ad Hogwarts e
prepararlo fin dall'infanzia al suo destino. Ma sto divagando, si
parlava del capitolo giusto? Bene, oltre le presentazioni finalmente
arrivano le spiegazioni. Nel prossimo capitolo avremo finalmente la
storia dietro la storia, ciò che i malandrini nascondono, ed
il Segreto che solo Remus conosce su cosa sta capitando ad Harry.
Inoltre ricordate la ragazzina del capitolo 2? Non è solo
una comparsa, quindi tenetela da conto per il prossimo futuro. Sto
lasciando tante mollichine di pane in giro, spero che quando le
disporro in serie la sorpresa risultante vi piaccia. Adesso
però sta a voi. Io ho messo impegno e fatica nel capitolo,
leggendo e rileggendo, e chiedendo pareri al mio beta Minus, e alla mia
collaboratrice LadyRiddle; dimostratemi che non sto scrivendo la storia
solo per me stesso (non è ho proprio bisogno) e lasciatemi un
parere sul capitolo in una recensione. Ora vi lascio, vado cucinare
pasta e zucchine!
Bumbix
|
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Capitolo 4 *** Hysteria Savant Syndrome ***
cap 2
The Darkest
Night
Capitolo 4 – Hysteria Savant Syndrome
Inghilterra 24 Luglio ore 12:00 – Londra
Nell'aria, il ticchettio dell'orologio a muro. Lento, costante,
intermittente. Scandisce il tempo che passi confuso dalle parole del
tuo vecchio professore. Stai cercando di metabolizzare il fatto che da
ragazzo, lui non fosse la persona equilibrata e gentile che hai
davanti, ma qualcuno di più ingenuo ed egoista, pronto ad
accaparrarsi i segreti dei suoi amici per usarli contro di loro. Quando
torni a guardarlo i tuoi occhi sono un po' più duri,
più
freddi, ma non puoi evitare di sapere, sebbene in queste circostanze
così poco invitanti.
“Hysteria... come?”
Lui ti fissa a disagio, probabilmente sentendo la tensione nelle tue
parole, e per il minuto successivo si sistema i polsini a disagio. Una
volta finito riprende a parlare, cercando di mantenere il tono
amichevole.
“Hysteria Savant Syndrome.... è una malattia, se
così si può chiamare, unica nel suo genere,
riscontrata
solo nei membri della famiglia Potter. L'HSS, così la
chiamava
tuo padre quando era tra noi, è la causa ed il motivo di
quasi
tutte le scelte che un Potter fa durante la vita. Non so spiegarti
molto al riguardo, in quanto solo un Potter potrebbe istruirti sulle
origini e i dettagli della malattia, ma ti racconterò quello
che
tuo padre disse a noi...”
“Aspetti un momento, mi sta dicendo che sono
malato?”
Lui soppesa la domanda per qualche istante, lanciando uno sguardo a
Célie, ancora lì tra voi, seduta compostamente.
È
silenziosa, ma interessata. Sembra che sappia già molto
della
malattia. Che il professore abbia svenduto il segreto della tua
famiglia raccontandolo prima a lei che a te? Non sai più
cosa
pensare.
“Beh, Harry, puoi vederla così, ma l'HSS
è una
parte di te. Devi imparare a controllarla e conviverci, ma non puoi
curarla come se fosse una malattia qualunque...”
Di nuovo silenzio, di nuovo tensione, il tuo sguardo è
rabbuiato, ma con un cenno della mano fai segno al professore di
continuare.
“Bene, ti dicevo... si, quello che James ci
raccontò. Non
ti sei mai chiesto come mai tu sei l'unico Potter ancora in vita, come
mai non hai cugini o parenti da parte di tuo padre? Tuo padre era
figlio unico, suo padre era figlio unico, e tu sei figlio unico.
Ciò non è dovuto semplicemente al fato o agli
eventi
sfortunati, la verità è che a causa della loro
malattia,
ogni Potter mai vissuto è stato un paladino della giustizia,
che
ha sacrificato la sua vita per il bene superiore, non riuscendo mai ad
avere più di un figlio....”
“Cosa?”
“Per fartela breve funziona così. Quando un Potter
arriva
all'età per frequentare Hogwarts, inizia a sviluppare degli
appetiti verso il sesso opposto. È normale, è la
natura,
in tutti i ragazzi funziona così, ma per un Potter la cosa
è leggermente diversa. Ogni qual volta voi vi sentite
stimolati,
ogni volta che il vostro cuore freme e venite eccitati, qualcosa in voi
si sblocca e acquisite capacità straordinarie. Queste
capacità tuttavia hanno un prezzo e delle limitazioni, per
questo in genere i bambini della vostra famiglia vengono addestrati a
tenere sotto controllo la malattia, e a non parlarne con
nessuno...”
“E-e-eccitati? Intende s-sessualmente? Ma tutto questo non ha
senso, la prima volta che questa cosa si è attivata stavo
litigando con i miei zii, non penso fosse la situazione ideale per
avere... sa, insomma, un'erezione....”
Il tuo tono di voce si fa flebile verso la fine, e non puoi che
arrossire davanti al sorriso ammiccante di Célie. Pare si
stia
divertendo un mondo.
“Harry, devi capire che qualsiasi forte emozione
può
attivare l'HSS. Per farla semplice la sua attivazione corrisponde al
riempire un vaso con dell'acqua. L'odio, la rabbia, la frustrazione,
sono piccole gocce, che con il tempo riempono il vaso e ti permettono
di entrare nell'HSS. Al confronto l'eccitazione sessuale è
un
geyser che in un istante riempe e fa trasbordare quel vaso. Tuttavia
hai già testato sulla tua persona, che quando sei
trasformato
sei impossibilitato a far male ad una ragazza, in qualsiasi modo. Al
contrario sei portato a difenderla, sempre e comunque, anche a costo
della tua vita. Questo rende la tua malattia un'arma a doppio taglio,
in quanto qualsiasi ragazza ne fosse a conoscenza potrebbe indurti a
trasformarti per farti combattere per lei... Molti Potter hanno perso
la vita in questo modo, per questo è di massima
priorità
che tu non racconti il tuo segreto a nessuno, nemmeno a Ron!”
Ma che diavolo? Lui ti dice di non raccontare dell'HSS a nessuno,
eppure ne parla tranquillamente davanti a sua nipote? A tutto
c'è un limite e questo il tuo, sei pronto a far valere i
tuoi
diritti con il professore, e pretendere che la ragazza sia obliviata,
se necessario!
Vai per parlare, con un'espressione al contempo decisa e feroce, quando
Célie si allunga verso di te poggiando il suo indice sulle
tue
labbra. È vicina, troppo vicina. A questa distanza riesci
quasi
a vedere nella scollatura la sua pelle bianca come l'avorio. Vorresti,
toccarla, anche solo per un..... NO. Ti imponi di tornare alla
realtà, alzando il tuo sguardo dai suoi seni abbondanti, al
suo
viso.
“So cosa stai pensando Henry....”
Che hai un davanzale da
paura. Sono sicuro che se provassi a poggiarci sopra un bicchiere
resterebbe in bilico senza cadere.
“... ma devi fidarti di me, ho prestàto un Serment
Inviolable... un Voto Infrangibile... per mantenere il tuo segreto, ed
aiutarti nel tuo addestramento durante il mese che rimane prima
dell'inizio dell'école .”
“Cosa? Cos'è un Voto Infrangibile?”
La ragazza si tira indietro, ed il professore riprende la parola.
“Un Voto Infrangibile è un sortilegio che lega il
mago
alla parola data. Se dovesse mai essere infranto il mago in questione
perderebbe la vita. Per questo sto parlando così liberamente
davanti a Célie, ha già dato prova di fiducia e
tanto
dovrebbe bastare ad entrambi, non pensi?”
Sei scioccato, il professore ha legato la vita di un membro della sua
famiglia, al segreto che coinvolge la tua. A questo punto inizi a
capire il quadro generale, inoltre hai più fiducia nella
persona
che, appena qualche minuto fa, aveva iniziato a perdere punti.
Annuisci, incrociando le braccia al petto.
“Capisco, beh, in questo caso va bene, non ho nulla da ridire
e,
anzi, vorrei scusarmi. Tu sei disposta a rischiare la vita per
mantenere il mio segreto, ed io stavo per urlarti addosso. Per urlare
addosso ad entrambi. Per favore continua, cosa vuol dire che sei qui
per addestrarmi? Che addestramento devo seguire?”
Ora sei curioso, hai messo da parte il rancore, focalizzandoti
unicamente su come affrontare questa nuova situazione. Ed un
addestramento non suona per nulla male come idea.
“Beh, è semplice Harry. Tuo padre è
stato senza
ombra di dubbio il Potter più forte che sia mai esistito
grazie
all'HSS. Era letteralmente in grado di fare cose strabilianti una volta
trasformato. Aveva sempre la risposta, sempre un piano, riusciva a
schivare incantesimi che altri non vedevano arrivare. Solo grazie a
queste sue capacità è riuscito a sfuggire per ben
tre
volte a Voldemort prima che lui lo uccidesse, e anche allora sono
convinto che sia stato per proteggere tua madre e te che non sia
riuscito a salvare se stesso. Tu devi superare perfino le sue
abilità, Harry, e costruire da solo il tuo futuro. Non ti ho
parlato l'hanno scorso di tutto questo perché pensavo fossi
sfuggito alla maledizione della tua famiglia. Tuo padre, già
il
suo primo giorno sul treno, ebbe l'imprinting su tua madre attivando la
sua Hysteria Savanti Syndrome, tu eri al terzo anno e non mostravi
segni di interessamento alle ragazze, ne sintomi della malattia. Penso
di capire perché. I poteri che Voldemort ti aveva trasmesso
avevano soppiantato i tuoi, ora che questi poteri non ci sono
più, risucchiati dai dissennatori, le tue vere
capacità
stanno emergendo. Per questo è giusto che tu venga
addestrato...”
“Ma professore, io non posso usare la magia fuori dalla
scuola...
e cosa vuol dire che mio padre ha avuto l'imprinting con mia madre il
primo giorno sul treno? Cos'è un imprinting?”
Il professore si tira indietro, prodigandosi in una risata gioviale,
che pare togliergli almeno dieci anni dalla faccia segnata per via
della maledizione.
“Ah, Harry, mi ricordi tanto noi ragazzi quando James ci
parlò per la prima volta dell'HSS. Cercherò di
rispondere
al meglio delle mie possibilità, ma potrebbero esserci delle
lacune in ciò che so. Innanzitutto partiamo con
l'addestramento.
Per quello non avrai nessun bisogno di usare la tua magia, non avrai
bisogno della bacchetta, né di altro, questo
perché l'HSS
ti impedisce di usare la magia....”
Tu boccheggi. In cambio di forza, velocità, prontezza di
riflessi ed acume, perdi la possibilità di usare la magia?
L'affare non sembra molto conveniente, non per te. Ti indispettisci, ma
il professore alza una mano fermandoti.
“...Il motivo per cui non hai accesso alla tua magia
è
perché questa è già impiegata per
aumentare tutte
le tue facoltà, fisiche e mentali. Per ogni incantesimo che
lancerai perderai un po' dell'HSS, e se supererai un certo limite
porrai fine alla trasformazione. So che vista così non
sembra
molto conveniente, ma Harry, tuo padre ideò un addestramento
pratico, per potenziare ed ampliare le sue capacità una
volta
trasformato. Lo fece perché, e qui mi ricollego alla tua
seconda
domanda, lui era perennemente in HSS. Dal primo momento in cui vide tua
madre, ogni altra cosa per lui smise di avere senso. Fu come se tutte
le sue certezze, che prima lo tenevano saldo a terra come se fossero
delle corde a cui era legato, si fossero infrante, e fossero state
sostituite da un milione di cavi d'acciaio. Fino a quel momento non
aveva colto il centro esatto dell'universo, ma in quel momento capii
che l'universo girava intorno a quel punto. Non aveva mai colto la
simmetria dell'universo, che solo allora gli fu chiara, in quel momento
non era la gravità a trattenerlo, ma la bambina seduta
vicino a
quello che sarebbe stato il tuo professore di pozioni in futuro. Lui la
amò Harry, fin dal primo sguardo, e l'amore lo rese forte
più di qualsiasi altra cosa. Questo spiega anche l'odio che
covò tra lui ed il professor Piton, che all'epoca era il
migliore amico di tua madre...”
“Il professor Piton era il migliore amico di mia
madre?!”
Lupin ridacchia di nuovo, scuotendo il capo.
“Hai capito solo quella parte? Si, il professor Piton e tua
madre
erano molto amici durante i loro primi anni ad Hogwarts, e la cosa
faceva imbestialire James, che non perdeva mai occasione di colpire e
maledire Piton.”
“Scusi, professore, è solo che la cosa mi sembra
troppo
strana. Non pensavo che mia madre potesse essere amica con uno come
Piton....”
Gentilmente il professore scosse il capo, con il suo solito sorriso
tranquillo.
“Sbagli a malgiudicare Piton. Lui è una persona
migliore
di quanto sembri. Ha fatto molti errori nella sua vita, ma ha sempre
trovato il coraggio di provare a rimediare...”
“Questo però non gli ha impedito di dire a tutti
che lei fosse un licantropo costringendola ad andare via!”
“Harry, la cattedra era maledetta, avresti voluto che facessi
la
fine di Raptor o di Allock? Io non dimentico che il professor Piton ha
preparato per me la pozione anti-lupo ogni mese in maniera eccellente,
per evitare che soffrissi durante le mie trasformazioni e gli sono solo
grato per quello che ha fatto alla fine dell'anno, perché
guarda
dove sono ora. Ho un nuovo impiego, ho una famiglia, e nonostante tutto
sto legando con il figlio di uno dei miei migliori amici. Avrei potuto
dire lo stesso se fossi rimasto ad Hogwarts?”
“Io e lei avremmo legato in ogni caso, non c'entra nulla
Piton!”
Lo sguardo del professore si rabbuia appena, nonostante il suo sorriso
permanga lo stesso.
“Non esserne così sicuro Harry. Silente era
contrario ad
un nostro avvicinamento, pensava che se tu mi avessi considerato
più che un professore, saremmo arrivati al punto in cui
avrei
potuto chiedere la tua custodia e farti vivere con me.”
“Ma io avrei adorato vivere con lei! Lei e Sirius sareste
stati i padri migliori del mondo per me”
Per un attimo il professore è senza parole per la tua onesta
disarmante, e si schiarisce la gola ripetutamente prima di continuare.
Tra i suoi occhi ti è parso di vedere per un istante l'ombra
delle lacrime trattenute, ma quando parla la sua voce è
ferma,
come sempre.
“Ti ringrazio per le tue parole Harry, che mi commuovono in
modi
che non puoi comprendere. Ma no, questo non sarebbe mai stato
possibile. Nemmeno Sirius avrebbe potuto adottarti nonostante le sue
parole, questo perché non rientrava nei piani di
Silente...”
“Silente....?”
L'astio nella tua voce è ben evidente a chiunque, non appena
la conversazione si sposta sull'odioso vecchio.
“Si Harry, lui potrà sembrare anche il miglior
mago del
mondo, ma come in ogni persona in lui si nascondono luci e ombre.
L'anno passato mi chiese espressamente di avvicinarmi a te e di
rivelarti il mio segreto per guadagnarmi la tua fiducia. Ad un certo
punto suggerì addirittura che io ti mordessi per farti Dono
della mia maledizione, in modo che tu avessi un'ulteriore arma contro
Voldemort una volta che lui avesse fatto ritorno. Ovviamente mi
rifiutai e la cosa non venne più a galla, ma fidati delle
mie
parole quando ti dico di stare all'erta con Albus Silente. Quell'uomo
nasconde più segreti di quanti io e te potremmo mai
concepirne.
Anche ora che finge di non sapere dove ti trovi, ha messo un uomo a
controllarti. Alastor Moody, mio probabile successore alla cattedra di
difesa, è fuori da questa casa a tenerti d'occhio. L'ho
riconosciuto quando siamo arrivati.”
Tu soppesi le nuove informazioni, e subito ti alzi. Come un lampo ti
muovi verso l'armadio, raccogliendo tutti i tuoi vestiti, che finisco
immediatamente dentro il baule.
“Harry ma cosa?....”
Tu continui a spostare mobili e raccogliere oggetti, radunando i tuoi
pochi averi.
“Professore, ha detto che devo essere addestrato e devo
diventare
più forte. Non penserà davvero di farlo qui. Devo
muovermi, far perdere di nuovo le mie tracce. Non ho intenzione di
essere una pedina nelle mani di quel bastardo, quindi me ne
andrò via. E vorrei che lei mi aiutasse e mi portasse in un
luogo sicuro.”
L'uomo e spiazzato, Célie confusa.
“Harry non puoi scappare da Albus Silente. Puoi opporti a
lui,
combatterlo se devi, ma non puoi sfuggirgli ne vincere. Lui
è
sopravvissuto a due signori oscuri, uno dei quali ha pure battuto in
circostanze misteriose!”
Ti fermi, con in mano ancora il mantello dell'invisibilità.
Ti volti verso l'uomo e leggi nel suo volto la paura.
“Mi sta dicendo che non mi aiuterà? Non
aiuterà il figlio del suo migliore amico?”
Quanto sei stronzo, sai di stare toccando i tasti giusti, e lo vedi dal
volto dell'uomo che sta cedendo, ma non puoi impedire a te stesso di
sentirti da schifo. Fare leva sui sentimenti altrui non è
proprio da te. In ogni caso Remus si rabbuia, guarda fuori dalla
finestra ed infine annuisce.
“Va bene Harry, andremo a Beauxbatons per il resto delle
vacanze
estive e nel farlo partiremo di nascosto. Ma una volta li
dovrò
avvertire il preside. Se davvero non sapesse dove ti trovi farebbe
partire una caccia all'uomo in tutta l'Inghilterra magica. Quanto meno
fuori da questa nazione perfino i suoi poteri sono limitati. Avremo
più possibilità di manovra. Ma intanto conviene
che io
trovi un diversivo per Moody. Al suo occhio incantato non sfugge nulla,
ma in qualche modo lo distrarrò. Voi finite di impacchettare
tutto e aspettatemi nel vicolo dietro l'edificio. Vi
raggiungerò
li.”
Quasi arrabbiato, Lupin esce dalla stanza, chiudendosi la porta alle
spalle con forza. Sembra che non abbia gradito l'essere messo
all'angolo, sebbene alla fine la scelta di aiutarti fosse la cosa
più ovvia da fare. E così ti ritrovi da solo. In
un
appartamento squallido. Con una bellissima ragazza, il cui sorriso,
prima appena accennato, ora sta lentamente allargandosi in qualcosa di
non meglio identificato. La vedi squadrarti, fissarti, mangiarti con
gli occhi, mentre finisci di sistemare le tue cose.
“Ehm... credo dovremmo incominciare ad andare, il professore
ci starà aspettando.”
Tu inizi a camminare, ma lei si frappone tra te e la porta poggiandosi
contro lo stipite della stessa. Il suo sorriso, sembra quello di una
bambina pronto a fare una marachella.
“Penso che ci vorranno ancora cinque minuti prima che la voie
est
libre.. la strada sia libera. Non dobbiamo affrettare le cose Henry. E
poi ti da così fastidio stare da solo con me?”
Ingoi a vuoto un paio di volte, cercando di non far caso al modo
sensuale con cui si lecca le labbra. Sembra un uccello pronto a
ghermire la sua preda indifesa.
“Ehm... no, non mi da fastidio. Ma credo dovremmo proprio
andare. Sul serio. Veramente....”
Provi ancora a parlare, ma lei inizia a camminare verso di te. Tu fai
un passo indietro. Nella tua mente ti ritorna la scena vissuta un paio
di sere prima con la piccola ragazzina, piatta come una tavola. Adesso
capisci come deve essersi sentita quando hai provato a sedurla.
“Henry, sono qui solo per aiutare... e credo che questo sia
un
buon momento per vedere questa famosa HSS di cui tanto si è
parlato.”
Silenziosamente sbottona il primo passante del suo vestito. Con
lentezza sbottona anche il secondo. Con trepidazione non puoi che
osservarla mentre inizia ad esporre la sua bianca carnagione. Vorresti
chiudere gli occhi, opporti a questa tortura, ma c'è una
parte
di te che desidera ardentemente vedere di più. Quando solo
un
passo vi separa, e a lei non manca che schiudere l'ultimo bottone, un
sordo bussare alla porta vi avvisa dell'arrivo di qualcuno.
“Siete pronti ragazzi? Dobbiamo muoverci, non abbiamo che una
finestra di due minuti prima che Moody si accorga dell'inganno. Ehi, ma
che stavate facendo?”
Con una maestria di cui non le avresti dato credito, Célie
ha
richiuso i suoi vestiti in un lampo, voltandosi sorridente verso lo zio
come se nulla fosse successo. Tu avverti il sordo pulsare della tua
magia dentro di te. L'HSS non si è attivata, ma ci
è
mancato davvero poco.
In silenzio segui la coppia, meditando su chi davvero tu abbia di
fronte.
Questo è l'inizio di una nuova grande avventura.
…......................................................................................
Stesso giorno, poche ore
più tardi
Hogwarts – Ufficio del preside
“Cosa vuol dire che hai perso Potter, non è mica
un mazzo
di chiavi. Dovevi solo seguirlo tenendoti alla larga!”
L'espressione del venerando è alterata, gli occhi, in genere
giocosi o scaltri sono congelati in un'espressione di fredda furia.
“Mi hai molto deluso Alastor, ti avevo dato un compito tanto
semplice, e sei riuscito a mandare tutto a rotoli. Cosa ne
sarebbe della Gran Bretagna magica se succedesse qualcosa ad
Harry?”
Dall'altra parte del camino un uomo vecchio, con il viso deturpato da
orrende cicatrici cerca di spiegarsi. Il suo occhio magico vortica come
un pazzo dando la nausea al Supremo pezzo grosso.
“Non mi interessano le tue scuse Alastor, trova Harry, e
quando
l'avrai trovato catturalo e portalo da me. Si gentile con lui, ma non
farti scrupoli a schiantarlo se tenta la fuga. Per il suo bene come per
il nostro dobbiamo tenerlo al sicuro qui ad Hogwarts, non
c'è
altra via....”
Congedato l'uomo, il vecchio preside si appoggia contro lo
schienale della morbida sedia, evocata davanti al camino.
“Moody è diventato inaffidabile. Non posso
concedere certo
la cattedra a qualcuno che si fa mettere nel sacco da un ragazzino.
Fortunatamente ho un'alternativa per quest'anno, vero
cappello?”
Nell'angolo, rattoppato a più non posso, un vecchio e
sdrucito cappello riposa non degnando il preside di una risposta.
“Quanta maleducazione.... bhe meglio scrivere al nuovo
professore, il signor Jonathan Harker...”
*************************************************************************
N.D.A. Rieccoci miei cari ammiratori,
con soli 6 giorni di ritardo! Yeahhhhhhhhhh xD questo capitolo da una
nota definitiva a cosa sia l'HSS, su come funzioni ed il resto delle
notizie basilari su Lupin e Célie, che per la cronaca, si
comporta in maniera pacata e formale davanti allo zio, ed è
una mangiauomini in privato. Spero di aver reso bene queste
caratteristiche xD Scusate per il clamoroso ritardo, ma ho riscritto e
riaggiornato una mia vecchia storia (The worst of evil), che vi invito
a leggere se vi capitasse di averne il tempo. Ora vi lascio, e vi
chiedo un'ultima cosa. Volete un assaggio del mese di allenamento che
Harry passerà in Francia, oppure saltiamo direttamente ad
Hogwarts e diamo le informazioni man mano che procede la storia? Io
propendo per quest'ultima ipotesi, in modo da non arenare troppo la
storia su dettagli dalla dubbia utilità xD Infine un
ringraziamento sincero al mio amico Minus, per il betaggio del
capitolo, e a LadyRiddle, che se non fosse per il suo insano tentativo
di portarmi nella via dello slash, sarebbe perfetta xD Spero di
ricevere qualche recensione e con questo vi saluto. Sempre vostro.
Bumbix
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Capitolo 5 *** Smistamento e Responsabilità ***
cap 2
The Darkest
Night
Capitolo 5 – Smistamento
e Responsabilità
1° Settembre – Stazione di King's Cross
Il tuo passo è calmo e pacato, i tuoi occhi
fermi e sicuri. È passato un mese. Un intero mese di
allenamento e studio, che ti hanno cambiato e forgiato a nuova vita.
Fisicamente sei più alto, hai le spalle leggermente
più ampie, ed il fisico più robusto. Non sei di
certo diventato possente come un battitore, ma almeno la tua aria
gracile e smunta sta venendo pian piano sostituita da quella
più sana, di un ragazzo nel pieno della sua giovinezza.
Al tuo fianco, sorridente come se non avesse un solo pensiero al mondo,
avanza Célie, la bella francese che hai conosciuto grazie al
professor Lupin, di cui è la figlia adottiva. Il suo corpo
snello e slanciato, il seno abbondate, i capelli scuri e gli occhi
castani; ogni cosa in lei sembra ispirare amore e gentilezza. Ma tu sai
la verità. Mentre entrambi spingete i vostri carrelli verso
il muro illusorio, ripassi mentalmente il tuo mese d'allenamento.
Troppe volte l'hai vista nuda, troppe volte ha tentato di sedurti,
facendosi toccare dove non avrebbe dovuto, troppe volte ti ha fatto
andare in Hysteria Mode, solo per godere nel trattarti come uno
schiavetto.
Perché una volta trasformato non puoi dirle di no, non puoi
negarle alcunché, diventi in tutto e per tutto un cavaliere
pronto a servire la sua dama fino alla morte. E lei lo sa. Nella tua
mente, insieme alla trasformazione, è iniziata a nascere la
paura. La paura che una qualunque donna scopra il tuo segreto e possa
fare quello che già lei sta facendo... ora inizi a capire
come mai le doti della tua famiglia erano tenute segrete al mondo
intero.
Eppure nonostante il suo atteggiamento, a metà tra il
gentile e il dittatoriale, hai imparato a volerle bene e considerarla
un'amica. L'hai conosciuta, passando con lei intere settimane ad
affinare la sua conoscenza con la lingua, che hai scoperto i francesi
non usano solo per parlare, e lei ha fatto altrettanto aiutandoti nei
tuoi allenamenti.
Sorridi, voltandoti verso di lei per un momento, avanzando poi deciso
oltre il muro. Il mondo babbano scompare e finalmente arrivi
al binario 9 e ¾, prima tappa di un viaggio che ti
riporterà tra le grinfie del vecchio. Il pensiero non
è piacevole, ma ti basta la vista di centinaia di ragazzi,
tutti stipati insieme per salutare le proprie famiglie, a farti tornare
il buon umore.
Istintivo avanzi verso la marea di teste rosse, marca Weasley, seguito
qualche passo dietro di te da Célie.
“Dove stiamo andando Henry?”
Rallenti un momento, in modo che la ragazza possa affiancarti e non si
perda nel caos della folla, e poi le rispondi con
tranquillità.
“Ti sto portando dal mio migliore amico, ti ho parlato di
lui, si chiama Ron”
“Oh oui, mi ricordo di lui. Il vos ami con tanti fratelli, ho
ragione?”
Tu annuisci, ammiccandole ed accelerando il passo. Quando ormai sei
vicino alla famiglia, alzi una mano richiamando l'attenzione.
“Ehi!”
In molti si girano ad osservarti, compresa la famiglia Weasley, che
però ti appare diversa. La bolgia di teste rosse, un tempo
ridente e rumorosa, sta in disparte, chiusa in silenzio, con
espressione ferita. Tu ti avvicini, e noti mamma Weasley farsi avanti,
con un triste sorriso in viso. In silenzio ti da un abbraccio
spettinandoti i capelli ribelli.
“Harry, bentornato, sapevo che ti avremmo rivisto oggi, il
preside ci ha avvertito. Siamo dispiaciuti che non hai passato l'estate
con noi, ma posso capire cosa ti ha spinto a partire. Ti vedo in
salute, sono contento di sapere che la Francia ti ha fatto
bene.”
Nonostante le parole siano sincere, noti che il sorriso non arriva fino
agli occhi, che rimangono spenti. Ricambiando l'abbraccio passi in
rassegna gli altri membri della famiglia.
“Grazie signora, sono contento che almeno voi non giudichiate
la mia come una fuga adolescenziale. Avevo bisogno di andare via per un
po', ma non vi avrei mai abbandonati.”
La stringi un'ultima volta a te, allontanandoti poi da lei. Il tuo
sguardo è ancora fermo sugli altri Weasley, e solo ora noti
la mancanza di un membro della famiglia. Un membro importante, molto
importante.
“Signora, dov'è Ron? È già
salito sul treno per caricare i bagagli?”
Appena pronunci il nome del tuo migliore amico, l'aria si incupisce.
Senti la tensione diventare più densa, quasi potesse essere
tagliata con un coltello.
“Harry... ecco.. non so come dirtelo... ma vedi... Ron non
tornerà ad Hogwarts quest'anno.”
Fatichi a capire le parole di Molly, che si volta verso suo marito,
poggiando il capo nell'incavo della sua spalla. Sta singhiozzando
lentamente, e già presagisci il peggio. Cosa può
essere successo a Ron di tanto grave da impedirgli di tornare a scuola?
Una malattia, un incidente, che sia morto anche lui?
Panico. Il tuo corpo inizia a tremare, e quasi stai per scagliarti
irrazionalmente contro la già distrutta famiglia, ma una
mano sulla tua spalla, una piccola mano, ti ferma. Célie
è al tuo fianco, almeno lei. Prendi un profondo respiro,
reprimi le brutte sensazioni, e ritorni di nuovo al presente.
“C'è un motivo dietro questa scelta? Pensavo che
ci saremmo rivisti al treno, come ogni anno.”
La signora Weasley deglutisce, e suo marito si fa avanti, stringendole
con dolcezza il braccio.
“Vedi Harry, le persone reagiscono in maniera diversa al
dolore. Tu hai messo centinaia di chilometri tra te e qualsiasi cosa
potesse ferirti, Ron invece ha adottato un altro metodo. Un metodo
peggiore se posso dire la mia... lui non si è arreso. Quando
ha saputo che i genitori di Hermione l'hanno fatta internare nel
reparto di terapia intensiva, dove i guaritori Babbani usano le loro
macchine per mantenere in vita il suo corpo, si è ostinato a
dire di non doverla lasciare. Ha passato tutte l'estate in
quell'ospedale, e si è rifiutato di tornare a scuola.
Abbiamo provato pure a contattarti, sperando che tu riuscissi a
smuoverlo dalla sua decisione, ma ogni gufo tornava indietro. Solo
allora abbiamo saputo da Albus che eri partito per la Francia. Come
genitori abbiamo deciso di dargli i suoi spazi, e di farlo studiare a
casa per un po'. Quando sarà pronto rientrerà a
scuola, e tutto sarà come prima...”
Anche lui sorride, sebbene sia solo una facciata. Ora comprendi. Quella
notte, quella fatidica notte in cui tutto è finito, in cui
una delle colonne portanti della tua vita si è spezzata per
sempre, tu non hai perso solo Hermione, hai perso anche Ron. Come hai
fatto a non capire che tra i due era lui il più distrutto da
quella situazione? Tu avevi la rabbia a mitigare la tua sofferenza, lui
solo i sensi di colpa. È stato il suo topo a portarvi fuori
quella sera, a farvi scoprire la verità, a farvi affrontare
l'orda di Dissennatori. E tu non l'hai capito. Non l'hai compreso e ora
hai perso anche lui.
Volti le spalle alla famiglia, sentendo su di te i loro sguardi. Chi ti
fissa con rammarico, chi con pietà, e sei sicuro che la
più giovane, la piccola Ginny, abbia per te solo uno sguardo
di rabbia. È normale che ti accusi di questo. È
stato standoti vicino che ha perso suo fratello maggiore.
Calde lacrime si affollano all'interno dei tuoi occhi, ed alcune di
esse iniziano a colare lentamente sulle tue guance. Célie,
ancora al tuo fianco, ti prende la mano stringendola leggermente. Un
gesto d'affetto che vorresti evitare. Vorresti allontanare anche lei
prima che tu ti possa affezionare al punto da essere ferito dalla sua
perdita. Eppure non ci riesci. Hai bisogno di lei, hai bisogno del suo
tocco, del suo calore. Non puoi fare a meno di amare quel contatto, ed
odiare te stesso per non riuscire a farne a meno.
Le persone si allontano da te, bisbigliando agitate.
Il Bambino-Che-Non-Può-Morire è tornato, per un
altro anno pieno di avventure...
…...............................................................
Sei più tranquillo. Le lunghe ore in treno, passate in
compagnia di Célie e delle altre poche persone che ritieni
amici, sono servite per distenderti i nervi i riguadagnare il minimo
controllo necessario per affrontare il vecchio. Quando entri in Sala
Grande il pensiero di Ron è ormai messo da parte, e non
resta che un sordo dolore nel sottofondo della tua mente. Anche
volendo, non potresti essere più preparato di
così.
Annuisci una volta prendendo posto al tavolo dei Grifoni, scambiando un
rapido sguardo con la ragazza, che per tutto il giorno ti ha tenuto
compagnia cercando di distrarti dai brutti pensieri. Purtroppo lei non
può ancora sedersi con te perché è
costretta a seguire la McGrannit insieme a tutti gli altri bambini del
primo anno, per la cerimonia dello smistamento. Molti sono quelli che
la fissano abbagliati, durante la marcia serrata, e questo non solo
perché spicca in altezza in mezzo alla moltitudine di
undicenni, ma anche e soprattutto per la sua incredibile bellezza ed il
suo portamento regale.
Cammina sicura, ma tranquilla, trasmettendo tutto intorno quell'aria
pacifica e cordiale, che usa come facciata nei confronti del mondo. Tu
sai la verità, l'hai conosciuta meglio di così,
quindi non ti fai dubbi sulla Casa in cui finirà.
Sarà certamente in Serpeverde, ma per la prima volta questo
non è un problema. Se vorrà potrà
scegliere, il Cappello tiene conto dell'opinione di chi deve smistare,
e nessuno può saperlo meglio di te, ma anche se fosse nella
Casa delle Serpi non ti preoccupi. La vostra amicizia non è
qualcosa che potrà essere messa da parte così
facilmente, non dopo tutto quello che avete passato insieme.
Sorridi, spostando ingenuamente lo sguardo verso il tavolo dei
professori. È in quel momento che quel piccolo moto di
allegria viene sopito dagli sguardi che ti vengono rivolti. Silente ti
fissa con un sorriso tranquillo, quasi come se cercasse ancora di
mantenere intatta la sua maschera di perbenismo. Lo odi. Piton invece
ti fissa con rancore e malcelato disgusto. Per lui provi sentimenti
contrastanti, da quando hai scoperto che per un lungo periodo
è stato il migliore amico di tua madre hai cominciato a
rivalutarlo. Non guasta neanche il fatto che sia sempre stato l'unico
completamente onesto con te. Non ha mai nascosto di odiarti
più di qualsiasi altra cosa.
Ed infine un volto sconosciuto alla destra di Piton, dove in genere
siede il professore di Difesa. È un ragazzo, con capelli
lunghi e neri legato in una morbida coda di cavallo. Il suo volto, come
quello del preside, è disteso in un sorriso, ma nei suoi
occhi riesci a leggere la curiosità. Probabilmente sta solo
valutando te e la tua leggenda come succede sempre a chi ti incontra
per la prima volta, eppure qualcosa non ti torna. Oltre alla
curiosità, riesci a intravedere qualcosa di celato, che non
comprendi, come un'oscura intelligenza all'opera.
Per un paio di attimi continui a soppesare l'uomo, mantenendo ben salde
le tue deboli barriere da Occlumante, che se anche non potranno
difenderti dovrebbero comunque avvisarti se qualcuno cerca di entrare
nella tua mente. Alla fine la tua attenzione viene richiamata dalla
professore McGrannit, pronta a cominciare la cerimonia.
“Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il
cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere
smistati”
Il suo tono di voce è chiaro e forte come al solito. Fa
sempre la sua porca figura Minerva...
“Alen Gregory!”
Un ragazzino smilzo, con una zazzera di capelli biondo sporco, avanza
esitante verso lo sgabello, mettendosi in testa il cappello offertogli
dalla professoressa. Per un paio di minuti è silenzio, ma
alla fine la voce del cappello, roboante come sempre, dichiara
[CORVONERO!], dando libero sfogo al giubilo del tavolo blu e nero
Tu sorridi, applaudendo educatamente. E, da lì, la tua
concentrazione inizia a dissolversi. Presti poca attenzioni alle nuove
aggiunte del tuo tavolo, ed in generale non hai granché
voglia di restare in compagnia. Sei bloccato ad Hogwarts, un tempo la
tua casa, ora la tua prigione. Una gabbia d'oro, la si potrebbe
definire, in cui altri ti ammaestrano per fare giochi di prestigio. Per
lunghi minuti attendi solo la fine di quel supplizio, in modo da
rivendicare con forza il tuo letto a baldacchino. Sei stanco,
immensamente stanco, e vuoi solo riposare. Socchiudi gli occhi
placidamente, lasciandoti andare a memorie di tempi più
felice, quando a quel tavolo non eri solo, ma affiancato ad ogni lato
da una persona fidata.
Ron ed Hermione, i fantasmi della loro presenza perseguitano il tuo
presente, lasciandoti l'amaro in bocca. Alla fine, quando apri gli
occhi, scopri di esserti assopito. Il tepore della sala, la tua
spossatezza fisica e mentale, unita al poco sonno dell'ultimo mese, ti
hanno giocato un brutto scherzo. Eppure, non è questa la
cosa strana. Ultimamente ti capita di addormentarti un po' ovunque,
come conseguenza dello stress eccessivo che l'Hysteria Savanti Syndome
ha sul cervello, ma in genere al tuo risveglio non hai due centinaia di
occhi a fissarti.
Sbatti le palpebre velocemente, ritornando alla realtà. Il
tuo sguardo si muove confuso tra la folla, soffermandosi, infine, su
Célie, che ha le vesti bordate di verde e la cravatta
argentata. Ad occhio diresti che sta tenendo un discorso, e dal modo in
cui ti fissa... Oddio, riconosci quello sguardo... ne ha combinato
un'altra delle sue.
Ti tiri un po' più su, continuando a voltarti in giro nel
tentativo di capire, quando la voce calda ed armoniosa della ragazza ti
raggiunge dal suo punto sopraelevato. In piedi di fronte lo sgabello,
con le braccia unite dietro la schiena, sembra torreggiare su tutta la
platea.
“Vedo che il mio amour si è svegliato. Bentornato
tra noi Henry, je… io stavo giusto spiegando ai nostri
compagni del nostro mariage, e come ci farebbe comodo avere una delle
chambres destinate ai visiteurs, per sai... notre activités
privées.”
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Una forchetta cade, tintinnando rumorosamente per la sala, ed in quel
momento che scoppia il caos.
Tra i ragazzi c'è chi ti urla invettive contro, soprattutto
dal tavolo dei Serpeverde, le ragazze invece sono tutte impegnate a
spettegolare sul succulento gossip che le ha travolte. Da secoli ad
Hogwarts non avveniva una cosa del genere, da secoli non vi erano due
ragazzi sposati già al loro quarto anno. Una volta non era
così raro che da matrimoni combinati nascessero situazioni
del genere, e per preservare le intimità delle coppiette la
scuola aveva una serie di stanze al sesto piano, che una volta erano
riservate solo per loro. Tuttavia da quando era passata la legge
sull'emancipazione femminile, ed era stata abrogata la clausola che
imponeva ai purosangue di sposarsi entro e non oltre la maggiore
età, quelle camere erano diventate semplicemente le camere
per gli ospiti del castello.
Tu sbatti le palpebre. Ti alzi facendo qualche passo in avanti, con una
furia omicida negli occhi che rivaleggia con quella che Piton, quando
dal suo alto scranno Silente richiama l'ordine con un colpo di
bacchetta.
“SILENZIO!”
La voce del vecchio ha finalmente perso il suo tono demenziale, ed
è ferrea, come la sua volontà.
“Signorina Mine, sono più consapevole che lei
è a conoscenza che questo suo matrimonio è
illegale per gli standard del Ministero, dunque mi è
impossibile appoggiare la sua idea.”
Célie sorride, togliendo dall'interno del mantello una serie
di rotoli di pergamena. Con un colpo di bacchetta li spedisce tra le
mani del Preside, che subito li sfoglia, con espressione sempre
più cupa.
“Come vede il mio matrimonio è
légitime, Henry Potter ha firmato ces contratti vincolanti
nel mese passato in France, e secondo le sacre leggi che governano l'
Union Magique International, ogni contratto magico vincolante che sia
convalidato in uno degli Stati facenti parti du traité de
Rome, deve essere accettato e convalidato da ogni altro stato facente
parte de ce traité. Può certamente sporgere une
réclamation in quanto Chef Sorcier de la
Communauté Magical Britannique, ma fino a che la sua motion
non sarà passata, moi et Henry sommes mariés, e
secondo le règles della école ci spetta una
chambre privée al sesto piano del castello”
Non sai se essere più arrabbiato per quel mare di scartoffie
che sei stato costretto a firmare una delle tante volte che
Célie ha abusato della tua trasformazione, o ammirare il suo
coraggio nello sfidare Silente e riuscire a metterlo sotto scacco con
così tanta classe.
Di certo una persona molto davanti a te, ancora ferma in mezzo ai
bambini da smistare, non ha tali dubbi. Le sue mani tremano, il suo
corpo vibra come in preda alle convulsioni, e dalle sue labbra
provengono parole inudibili.
“nonononononononononononononononono.....”
Un roco borbottio che lentamente cresce di volume, ancora e ancora fino
a trasformarsi in un urlo di rabbia.
“N-NO!”
Anche Cèlie è sconvolta. Come ogni Serpeverde che
si rispetti aveva probabilmente calcolato ogni cosa fino allo scontro
con Silente, ideando mosse e contro mosse per ribattere alle varie
situazione possibili, ma nemmeno lei si sarebbe potuta aspettare
l'intervento di una primina.
Tutti vi voltate verso la bambina, che è più alta
di tutta la testa rispetto ai suoi compagni. Il suo viso è
rosso fuoco, i capelli biondo sabbia sono legate in due codini posti ai
lati della testa. Ti ricorda vagamente qualcuno.
“Io n-n-non ac-ac-accetto che mi rubi il mio
sch-schiavo!”
Eh?
Ora anche Silente e gli altri insegnanti osservano la bambina farsi
avanti, fronteggiando la molto più alta, e molto
più formosa Célie. Lo scontro sembra
così impari, che in un moto di simpatia ti verrebbe voglia
di metterti dalla parte della bambina, aiutandola contro la cattiva
strega Francese.
Eppure basta poco a Célie per riprendersi. Il suo solito
sorriso, finto e gentile, torna a farsi vedere, mentre da qualche pacca
sulla testa dell'altra.
“Oh, je suis désolé, piccola, ti ho
rubato le Prince Charmant? Prometto che se vorrai ti aiuterò
a trovare un garçon più adatto a te, magari tra
quelli appena smistati? Ne ho visti alcuni très
intéressant...”
Ah... La piccoletta ora sembra una pentola in ebollizione. Se prima le
sue mani tremavano, ora sbiancano sotto la stretta dei suoi pugni.
Riesci a capire quanto sta per accadere giusto un attimo primo che
accada, e solo per via del duro addestramento fatto con Lupin, che ti
ha insegnato i rudimenti dell'Haru Kata, la danza mortale inventata da
tuo padre per ottimizzare la sua Hysteria.
SWING!
Un pugno parte dalla piccola ragazza, che sfiora la guancia della
più grande, lasciando un segno rosseggiante.
Célie, scioccata, si copre istintivamente la parte lesa
arretrando. Quando la bambina approfitta di questo momento per far
perno sulla gamba destra e dare un calcio diretto allo stomaco della
sua avversaria, hai finalmente un flashback.
Un mese prima, in un vicolo malfamato di Londra. Un vecchio bisognoso,
un giovane eroe picchiato a morte, ed una principessa dalla forza
sovrumana, che ti ha incantato con quella sua scollatura, atta a
coprire i seni quasi inesistenti. È stata la tua prima
Hysteria causata dall'eccitazione sessuale.
Ora l'hai riconosciuta, ma nonostante questo c'è ben poco
che tu possa fare. Il suo calcio è troppo veloce, e tu sei
troppo distante per aiutare Célie. Le mani della francese
stringono forte la bacchetta, lanciando un veloce sortilegio scudo, che
frapponendosi tra lei ed il calcio che stava per colpirla, la salva da
possibili ripercussioni sul suo bellissimo corpo.
È in quel momento che i docenti di Hogwarts si ricordano del
loro ruolo in campo educativo. La McGrannit disarma una
Célie piuttosto irritata, pronta a vendicarsi del torto
subito, mentre la bambina viene bloccata in un incantesimo delle
Pastoie lanciata dal Preside in persona.
“La situazione sta degenerando, chi è quest'altra
ragazzina Minerva? Non sembra una del primo anno.”
La McGrannit riprende tra le mani la lista, precedentemente messa da
parte, e dopo qualche attimo la passa al preside.
“Ne era stato informato Preside, questa è l'altra
ragazza trasferita. Il suo nome è Liri H. Lancaster, ha
quattordici anni ed ha passato gli esami d'ammissione al quarto anno.
Sostanzialmente è una coetanea del signor Potter e della
signorina Mine, anche se non conosco il legame che li unisce.”
Ah, quindi la piccola ragazza ha la tua età? E dire che
sembra più una bambina delle elementari... beh, in ogni caso
non è che questo faccia molto la differenza, con lei hai
avuto solo un fugace incontro, non c'è nulla che vi leghi.
Il preside sospende parte del suo incantesimo, permettendo ad una Liri,
bloccata dalle spalle in giù, di parlare.
“Allora signorina Lancaster, ha definito il signor Potter un
suo schiavo. Si spieghi.”
La ragazza sbraita ancora qualche momento, torcendo la testa nel
tentativo di liberarsi... Passa un po' prima che si arrenda
all'evidenza di non poter annullare un incantesimo del preside. Capito
questo prende un profondo respiro, chiudendo gli occhi.
“L-Lui mi ha... l-lui mi ha... in un vicolo... …
toccata.. e poi... contro un muro... ecco... lui... lui...
LUI DEVE PRENDERSI LE SUE RESPONSABILITÀ!”
La folla trattiene il fiato, tu ti passi una mano sul volto stordito.
Se la storia la racconta così, sembrerà che tu
abbia fatto chissà cosa. Alla fine hai solo provato a
baciarla, ci hai combattuto contro, e sei scappato. Ma per come l'ha
spiegato lei sembra chissà cosa.
“S-Sono venuta fino ad Hogwarts per trovarlo, e ora non mi
importa se è sposato, ne se.. se la sua donna è
una mucca da latte! Lui è il mio schiavo!”
“Ah....”
Pure Silente non sa come rispondere. Célie dal canto suo ha
iniziato ad arrabbiarsi sul serio. Lo capisci dalla vena che le pulsa
sulla fronte, e dalle pupille ridotte a due fessure piccolissime.
Eppure la sua rabbia sembra indirizzata verso di te, non verso Liri che
l'ha provocata.
“Signorina Lancaster, lei fa parte della famiglia reale
Magica Inglese, la prego di calmarsi. Se quanto dice è vero,
e ne avremo presto la conferma, allora ha ragione nel dichiarare una
faida nei confronti del Signor Potter, e può richiedere come
pagamento un periodo di schiavitù dalla durata variabile. Ma
non credo sia questo il momento di discutere di ciò.
Professoressa, la smisti, così potrà unirsi alla
sua Casa.”
La McGrannit non manca di eseguire l'ordine ricevuto, ed il cappello
viene posto in testa alla ragazzina. Per qualche attimo è
silenzio, ma alla fine lo strappo che funge da bocca si apre e la
ragazzina viene assegnata a …
[GRIFONDORO!]
Un boato si leva dal tuo tavolo rosso e oro, ma stranamente Liri non
è felice. Il preside la libera con una stoccata dal suo
incantesimo, e lei si allontana, solo che non si dirige verso il tavolo
della sua Casa, bensì esce dai grandi portoni, dirigendosi
verso le scalinate. Quando ti passa di fianco, senza degnarti di uno
sguardo, ti è parso di vedere delle lacrime colare dalle sue
guance.
Stranamente la cosa ti fa stringere il cuore... Scuoti un attimo il
capo ritornando alla realtà, ed avanzando a passo deciso
prendi per mano una Célie piuttosto suscettibile.
“Per oggi hai fatto abbastanza, andiamo via.”
Lei ricambia la tua stretta, ma noti che la rabbia nei suoi occhi non
si è placata. Anche voi vi dirigete verso le porte,
superando le quattro tavolate delle varie case, ma queste sbattono
sbarrandovi il passaggio.
“Signor Potter!”
La voce del preside è dura.
“Dove pensa di andare? Questa sera ha causato una baraonda,
ci sarà molto di cui discutere!”
Tu ti volti lentamente, rifilando al vecchiaccio uno sguardo di
ghiaccio.
“Io e lei... non abbiamo nulla da dirci.”
Con forza ti poggi contro il portone, schiudendolo quel tanto che basta
a farvi uscire.
È stata una serata da schifo... una di quelle serate che non
scorderai mai.
Bentornato a casa, Harry....
*************************************************************************
N.D.A. Bene, per i più
grandi fan della mia serie, sono felice di annunciare
l'uscita del nuovo capitolo di "The darkest Night", anche questo con
solo una settimana di ritardo! Ormai il ritardo è divenuto
la regola, ma con due serie da portare avanti e degli esami imminenti
purtroppo non ho molta scelta xD Spero mi perdonerete. xD Parlando del
capitolo, finalmente si torna ad Hogwarts, ed inizio a mantenere alcune
delle mie promesse. Avevo promesso che se non volevate Ron, Ron non ci
sarebbe stato (anche se mi dispiace, ma la sua assenza è
solo temporanea... Ho grandi piani per lui), ed avevo promesso che la
piccola Liri sarebbe tornata dopo il capitolo 2! La sua non
è stata una toccata e fuga, ma avrà un ruolo
importante nella saga. Detto questo, vi piace Célie
serpeverde? E la sua strategia per stare sempre con Henry? Ammettetelo,
vi ho stupito xD E le sorprese sono solo all'inizio, nel prossimo
capitolo inizieranno scene leggermente più audaci, che
motiveranno il rank arancione della storia! Vi ho incuriosito? non
credo, in ogni caso vi lascio un veloce saluto e vi invito a leggere
l'altra mia fanfiction (The worst of evils) che verrà
aggiornata a giorni, spero entro domenica. =) See ya Bumbix
P.S. Il
titolo del prossimo capitolo sarà "La verità del
sangue" ed il focus principale sarà sulla prima lezione di
Difesa Contro le Arti Oscure.
P.P.S. Ancora
una volta dimentico i ringraziamenti... a volte ho l'utilità
di una lettiera per gatti! Ringrazio il Minus per aver betato la
storia, Lady Riddle per sopportare le mie deliranze un giorno si e
l'altro pure, ed Elettra, una nuova aggiunta alla mia squadra, la cui
onestà e consigli sono sempre unici e spiazzanti!
|
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Capitolo 6 *** La Verità del Sangue ***
cap 2
The Darkest
Night
Capitolo 6 – La
verità del Sangue
1° Settembre – Hogwarts
SBANG!
Sbatti la porta con forza, facendo riecheggiare il tonfo per tutto
l'appartamento. È passata un'ora, un'ora da quando hai
lasciato la Sala Grande, un'ora da quando ti sei scoperto sposato ad
una ragazza, un'ora da quando un'altra ragazza ha iniziato a vantare
diritti di schiavitù su di te. Ed in questa ora tu hai
girovagato per il castello, con una mano stretta intorno al polso di
Célie, senza parlare. Avete vagato in lungo ed in largo,
salendo e scendendo scale alla rinfusa. Solo quando un elfo domestico
vi ha raggiunto per mostrarvi il vostro alloggio al sesto piano, avete
camminato con una meta in mente.
Ed ora siete li, in quel grande e lussuoso appartamento di quattro
camere, con un soggiorno, una cucina, un bagno ed una camera da letto.
Ogni cosa li dentro trasuda opulenza, e se fosse stata un'altra
occasione saresti rimasto ore ad osservare i disegni finemente
intarsiati nella parete, in cui si racconta tutta la storia di
Hogwarts, dalla sua fondazione fino ai giorni attuali. Invece ti limiti
a camminare in avanti portandoti le mani ai capelli. Per un momento sei
tentato di vedere quanto forte puoi tirare prima che questi vengano
via, ma poi decidi di affrontare la radice di ogni male.
Ti volti, ed una Célie pallida, ma determinata, ti
fronteggia. I suoi occhi si incatenano ai tuoi, e in quelle pozze
castane riesci a leggere tensione, paura, ma soprattutto rabbia. Non
comprendi il motivo di quest'ultima, ma non puoi frenarti dal parlare.
“Perchè? Perchè l'hai fatto? Ti rendi
anche solo lontanamente conto di quello che hai provocato stasera?
Entro domani tutto il mondo magico saprà che siamo sposati,
cosa di cui avresti almeno potuto informarmi! Giuda di un Caino, mi hai
fatto firmare quelle carte di proposito durante l'HSS in modo da avere
tutto pronto per il nostro rientro! Perché non me l'hai
detto!? Sai cosa si dirà di me da domani?!”
Fai una sfuriata, le parole escono praticamente da sole, mentre
impossibilitato a sfogarti con la violenza su di lei, opti per iniziare
a camminare per il soggiorno. Lei assorbe il colpo chiudendo gli occhi,
ascolta ogni cosa che hai da dirle, e aspetta che tu finisca prima di
cominciare.
“Se ti avessi avvisato mi avresti impedito di...”
“Certo che te l'avrei impedito! Ma ti senti? Sei praticamente
uscita di testa! PER CHE DIAVOLO DI MOTIVO L'HAI FATTO!?”
Il volume della tua voce, già alto, si trasforma in un rombo
di tuono. Una scarica di magia involontaria fuoriesce dal tuo corpo
sbalzando di lato il tavolino, con tutto il suo carico di bigiotteria e
porcellane. Célie arretra di fronte alla tua rabbia, ma noti
i suoi occhi riempirsi di lacrime.
“L'ho fatto per proteggerti Testone!”
Arresti la tua avanzata, voltandoti spiazzato verso di lei.
“Ed in che modo, di grazia, tutto questo mi avrebbe aiutato?
Sono curioso, racconta....”
La tua voce, ora è peggio che furiosa... è
pacata. La tipica voce che Zio Vernon usava quando era realmente
arrabbiato con te. È nel momento in cui sembrava
più tranquillo, che nei suoi occhi compariva l'ombra del
demonio e tu subivi le peggiore punizioni. Sul tuo corpo, non
più gracile ed infantile, ci sono ancora i segni di quelle
rare volte.
Célie fa un altro passo indietro, e noti la mano della
bacchetta avvicinarsi alla tasca della divisa scolastica. Ha
effettivamente paura che tu possa farle qualcosa, ed ora come ora non
te la senti di smentire. In ogni caso la ragazza riesce a prendere un
profondo respiro, incominciando il suo discorso. La voce è
tremula mentre ti parla, e per un attimo sei davvero sicuro di aver
sbagliato approccio.
“Tu... tu non capisci. Quello che hai, anzi quello che sei...
se qualcuno oltre me scoprisse dell'HSS, per te sarebbe la fine... ho
dovuto agire così, ho dovuto legarti a me e l'ho dovuto fare
in modo che tutti vedessero per salvarti da queste conseguenze.... tu
non ti sei visto, non sai come ti comporti quando sei trasformato.
Diventi un cagnolino pronto a fare qualsiasi cosa ti ordini una
ragazza... pure se questa cosa fosse malvagia....”
La vedi deglutire, ma il blocco di rabbia nel tuo petto è
intatto. Questa motivazione non è sufficiente.
“Quindi mi stai dicendo che non so badare a me stesso, che ho
bisogno della tua costante vigilanza per rimanere fuori dai guai. Bhe
ho una notizia per te, sono in questa scuola da tre anni, ed in tre
anni mai nessuna ragazza si è avvicinata a me. Non sono mai
piaciuto a nessuna, ne nessuna hai mai flirtato con me. Quindi tutto
questo è stato...”
“Ma ora è diverso! Tu sei diverso! Lo vedo che sei
più sensibile ai corpi femminili, lo vedo che non sempre sai
come comportarti, lo vedo che sei maturato e stai diventato non un
bell'uomo, ma un uomo stupendo!”
Eh?? Ti ha appena fatto un complimento, cosa che ti spiazza alquanto, e
per un momento non sai come rispondere. Lei approfitta della tua
esitazione per continuare il suo affondo.
“Tu sei una splendida persona Henry, sei un ragazzo gentile,
coraggioso, pronto sempre a sacrificarsi, e come se questo non fosse
abbastanza stai crescendo. Nel mese passato insieme ho visto tutti gli
allenamenti che hai fatto, come eri disposto a spaccarti la schiena da
mattina a sera piuttosto che vedere uno dei tuoi amici ancora ferito, e
questo ti ha reso forte, ti ha reso bello.... e poi sei famoso, per
tutta la storia del bambino sopravvissuto e dei dissennatori a
giugno... Se non ti avessi protetto già domani avresti
incontrato le prime ragazze pronte a gettarsi ai tuoi piedi, pronte a
fare qualsiasi cosa per averti! Non doveva accadere!”
Tu sbuffi, il blocco di granito nel tuo petto si è in parte
sbriciolato, e finalmente hai riacquisito una parvenza di calma.
“Capisco perché l'hai fatto, e potresti aver avuto
pure ragione a comportarti così, ma perché non
dirmelo? Perché non spiegarmi tutto prima? È una
vita che vengo manipolato dalle persone che credo mi siano vicine, e
non volevo che anche tu lo facessi. Anche se accettassi le tue parole e
ti perdonassi, non potrei dimenticare questo torto...”
Ti volti, dando le spalle a Célie, e nel farlo la senti
distintamente singhiozzare. Non avresti voluto farla piangere, ma non
puoi solo accettare e andare avanti. Fingendo di essere più
forte di quanto non sei, ti avvi verso la camera da letto, chinandoti
verso il tuo baule. Per stanotte dormirai sul divano in soggiorno, da
domani si vedrà.
Quando ti alzi per tornare di là però, ti trovi
la strada bloccata. Célie ti ha seguito, chiudendosi la
porta alle spalle, ed ora vi si appoggia contro ostruendoti il
passaggio. La scena ti ricorda tanto quello che è avvenuto
nel tuo appartamento di Londra, mentre il professor Lupin si procurava
un diversivo con il quale farvi scappare, l'unica differenza
è che ora lei sta piangendo.
“Sai cosa diranno di me domani...?”
La sua voce è tremula mentre ti parla... Non ti aspettavi
che ritornasse subito all'attacco, quindi preso alla sprovvista non sai
come rispondere. Ti limita a fissarla, nel buio della stanza, con la
luna che placidamente illumina la sua splendida figura, facendo
brillare come diamanti le lacrime sulle sue guance.
“Di te... alcuni diranno cose cattive, qualcuno potrebbe pure
insultarti, ma i più ti adoreranno... sarai la loro star,
ancora una volta, io invece....”
Un singhiozzo sfugge dalle sue labbra, e lei si strofina gli occhi per
arginare un altro eccesso di pianto.
“... mi chiameranno Puttana.... diranno che sono facile,
diranno che sono piccola per fare quello che loro pensano che io
faccia... non capisci, non riesci proprio a vederlo? Henry ho
sacrificato tutto solo per te... ti ho dato il mondo, ed ho lasciato
che gli altri credano che io non sia più ve-vergine per
salvarti. Questo è il mio primo giorno e ho scelto di
rinunciare alla possibilità di legare con gli altri. La mia
vita qui sarà un inferno se mi lascerai sola.... non
lasciarmi sola... ti prego....”
Lentamente, molto lentamente, la vedi scivolare lungo lo stipite. Alla
fine si accascia al suolo in preda ad un pianto disperato. Non hai
pensato, non hai ragionato, non sei solo tu la parte lesa da tutta
questa storia. Célie ha subito un trauma come il tuo in
Giugno, l'hai vista combattere i suoi demoni, e risollevarsi con le sue
sole forze, ma nemmeno lei può fare tutto da sola. Non
è perfetta, e probabilmente non potrai dimenticare mai
questo suo primo tradimento, ma molto più di altri lei ha
meritato la tua fiducia...
In silenzio ti chini su di lei, e con gentilezza l'accogli sul tuo
petto, stringendola a te. Una volta li, lei inizia a piangere ancora di
più. Un groppo in gola ti impedisce di parlare, ma la
accarezzi gentilmente, consolandola. Quando ormai è passato
molto tempo, ed i suoi singhiozzi convulsi si trasformano in un lento
respiro che precede il sonno, accosti le tue labbra al suo orecchio,
sussurrando piano.
“Io non ti lascerò mai Célie... lo
giuro sulla mia vita...”
Per un momento ti è sembrato che un sorriso increspasse le
sue labbra, ma un istante dopo sei convinto di averlo solo immaginato.
Continuando ad accarezzarle i capelli la lasci dormire sulle tue gambe,
mentre tu ti poggi stancamente contro il muro.
La tua prima notte e passata, ed anche questo sarà uno di
quei momenti che non dimenticherai mai...
…................................................................................
2°
Settembre – Hogwarts ore 08:00
Sbadigli. Il tuo passo è lento, svogliato, grosse borse nere
ti circondano gli occhi. Hai passato l'ennesima notte insonne.
L'ennesima dalla morte d'Hermione, l'ennesima da quando hai scoperto il
tuo potere, l'ennesima da quando Célie si è unita
alla tua vita. E non puoi che sbadigliare.
La mente confusa, la vista appannata. Avanzi, seguendo il lento fluire
dello sciame rosso-oro del tuo anno. Non hai nemmeno prestato troppa
attenzione all'orario, ed in fondo perché avresti dovuto?
È il primo giorno, ed il primo giorno si ripassa quanto
studiato l'anno prima. Niente di più, niente di meno.
Arranchi nei labirintici corridoi,fino ad entrare in un'aula. Vagamente
intuisci di essere al quarto piano, e dall'arredamento spartano questa
deve essere la classe di Difesa. La sera prima sei andato via ancora
prima che iniziasse il banchetto, dunque non sai il nome del nuovo
professore, ma... neanche questo ti preoccupa.
Semplicemente punti un banco in fondo all'aula, ti siedi, e poggi il
capo sul legno duro, completamente indifferente ai chiacchiericci ed al
ciarlare agitato. Molti ti indicano, spettegolando su di te,
ipotizzando quale genere di attività ti abbia stancato al
punto da farti addormentare in Sala Grande, prima, ed in aula, poi.
Vorresti ribadire, chiarire che con Célie non c'è
nulla, ma a che pro? Che te ne verrebbe? La gente sparlerebbe comunque,
ti giudicherebbe male in ogni caso. Dunque ti fai cullare dal lento
tempo dell'aula, fino a che una voce forte e chiara non ti richiama
all'attenzione.
“Buongiorno ragazzi, e benvenuti al corso di Difesa di
quest'anno!”
Quando alzi il capo, noti che tutti hanno preso posto, ed insieme al
rosso e oro dei Grifoni, c'è il verde argento dei Serpenti.
Al tuo fianco, immancabile come il sole la mattina, siede
Célie. Non l'hai nemmeno notata avvicinarsi, e dallo sguardo
limpido e sereno che ti rivolge, intuisci che anche per lei quanto
è accaduto la sera prima è solo un brutto
ricordo. Tutto è tornato come prima. Sorridendo di rimando
torni a voltarti verso il professore, dedicandogli almeno un minimo
d'attenzione. Giusto per valutare se sia un tipo alla Lupin, oppure un
tipo alla Allock. Speri che non sia un posseduto come lo è
stato Raptor, ma quello è livello di sfortuna al quale non
sei disposto ad arrivare.
L'uomo è alto, ha lunghi capelli scuri legati in una coda di
cavallo, e ad occhio e croce, è sulla trentina. La sua
carnagione è leggermente pallida, ma il suo sorriso
è solare ed il suo volto tranquillo. Non sembra soffrire di
manie di protagonismo, e già questo è un gran
risultato.
“Come ormai saprete quasi tutti, io sono il Professor
Jonathan Harker, sono uno spezza-incantesimi, ed ho accettato la
cattedra di difesa per indagare sulla misteriosa maledizione, che
costringe ogni professore che assuma questo ruolo ad andare via alla
fine dell'anno scolastico.”
Un lento brusio di apprezzamento si leva dalla popolazione femminile
presente in aula. Indubbiamente è un uomo attraente, dotato
di fascino, cosa che colpisce le menti più deboli.
Istintivamente lanci uno sguardo a Célie, ma la trovi
tranquillamente intenta a scarabocchiare. Su di lei, l'avvenente
professore non sembra avere effetto, cosa che ti lascia stranamente
soddisfatto.
“Come prima lezione avevo pensato di mettere in chiaro un
vecchio e noioso tabù della comunità magica
inglese, sulla così detta purezza del sangue. Vi
farò vedere un video babbano, con annesso un piccolo test da
portare a termine. Il test è estremamente semplice, ed il
suo conseguimento equivale ad un terzo del vostro voto di fine
anno...”
Come te, molti sono colpiti dalla notizia. Non è mai
capitato che si facesse una verifica il primo giorno, ne che l'esito
della suddetta verifica avesse un impatto così importante a
livello di profitto. Alcuni serpeverde alzano la mano chiedendo la
parola. Il primo a parlare è ovviamente Draco
“Faccia-da-culo” Malfoy, che come un damerino si
alza per dar maggiore enfasi alle sue cazzate.
“Cosa vuol dire che ci farà vedere un video babbano?”
Marca sull'ultima parola, come se fosse il peggiore degli insulti.
È ovvio che l'unica parte del discorso che il rampollo di
casa Malfoy abbia sentito è quella relativa al video
babbano. Un purosangue come lui, figlio di un purosangue ancora
più ignorante, non può permettersi di insozzarsi
con tali assurdità, no?
“Pensavo questa fosse una scuola di magia, non un porcile
dove si studiano le abitudini dei maiali”
Per l'appunto...
Il professore gli rivolge uno sguardo duro, mal celando la rabbia.
“È proprio per persone che la pensano come lei,
signor Malfoy, che il test sarà facoltativo. Chi non vuole
sentire la verità, e continuare a vivere nell'ottusa
convinzione che essere maghi vi renda migliori, è
liberissimo di andare. Non ci saranno ripercussioni di nessun tipo, e
potrete così godervi una delle ultime giornate di sole di
questo mese.”
Le braccia si incrociano al petto, quasi sfidando Malfoy ad andare via.
E lui lo fa. Infischiandosene del rispetto e della buona educazione, il
biondo si volta uscendo dall'aula. Al suo fianco ci sono Tiger, Goyle e
qualche altro Serpeverde. Alla fine quasi un terzo degli studenti
è andato via, lasciando la classe decisamente più
vuota.
Concluso l'esodo il professore annuisce, facendo la conta dei presenti, ai
quali viene consegnato un banale test vero o falso a cui si
potrà rispondere guardando il video. Una vera e propria
cazzata. Sorridi, pensando a quanto sarebbe piaciuto questo professore
ad Hermione. Un professore che inizia il corso con un test, ed in
più si batte contro i purosangue per affermare l'uguaglianza
di mezzo sangue e nati babbani. Si, la tua vecchia amica l'avrebbe
adorato.
Mentre stai ancora pensando ad Hermione, si spengono le luci, facendo
sprofondare l’intera stanza
nell’oscurità.
Parte il video.
“Questi sono dei ‘geni’. Trasmettono le
informazioni dei tratti dei genitori che possono essere ereditati dai
discendenti. Parliamo della loro fisiologia.”
Echeggia la voce del narratore, mentre immagini di un doppio filamento
vengono proiettate contro il muro dell'aula. Sei attento, e pronto
sbarrare caselle, ma non tutti sono come te. Célie infatti
afferra il tuo braccio sinistro e lo abbraccia, completamente dimentica
della situazione in cui si trova.
Oh. Una sensazione dolce e voluttuosa si propaga verso lungo il lato
sinistro del tuo corpo, come in un sogno— in risposta ti
inclini dall’altro lato, per allontanarla.
“Perché mi stai tirando?”
“Dai Henry. Ti va di toccare Célie?”
“P-Perché mai dovrei fare una cosa del
genere!?”
“Perché io voglio che tocchi
Célie.”
“Questa non è una risposta alla mia domanda!
Perché all’improvviso mi fai una domanda
del—”
“Tocca Célie fino a provare piacere. Puoi toccare
Célie dovunque. Senza restrizioni.”
Un aroma simile alla vaniglia si diffonde partendo dal suo corpo, che
spinge verso di te. Trattieni il fiato per mostrare la tua resistenza.
“S-Siamo nel mezzo di un quiz. Che farai se
l’insegnante ci scopre?”
“Ciò non fa altro che rendere le cose
più eccitanti,” ridacchia.
“Célie è una ragazza molto
cattiva.”
Mentre parla, accosta il suo viso al tuo braccio, iniziando a
strofinarcisi contro.
“Smettila! Sei forse un gatto?”
“Nya Nya”
Célie alza il polso, imitando la zampa di un gatto, e inizia
a grattare l’aria.
“Abbraccia Célie, Abbraccia Célie
Henry… Ora! Ora!!!”
Célie inizia ad avvicinare i suoi piedi, coperti da calze
nere, ai tuoi.
No-non va affatto bene.
C-che ti sta succedendo?
Non riesci bene ad accorgertene, ma hai la strana sensazione di stare
per entrare in Hysteria Mode.
Tuttavia, puoi ancora trattenerla.
Ci sono altri studenti e persino un insegnante in quest'aula. Usando
ciò come scusa, riesci a mantenere in qualche modo il
controllo.
Resisti. Resisti, Harry.
Non capisci perché mai devi affrontare una seccatura del
genere. Ma non fa niente, continua a resistere!
“Ah, Henry, ti stai trattenendo. Tenerti queste cose dentro
fa male al tuo corpo.”
Swish.
Célie gira la parte superiore del suo corpo lateralmente e
la lascia cadere sul tuo grembo.
La sua uniforme ti fa il solletico.
“Battimi dolcemente la testa.”
“Non lo farò mai, idiota!”
“Se non lo fai, Célie griderà. Quindi
Célie andrà a dire agli insegnanti che tu mi hai
fatto cose strane.”
“C…cosa…oseresti…dire?”
Sbianchi. Célie, che sta ancora sul tuo grembo, alza lo
sguardo per fronteggiarti. Alla fine sembra che tu stia facendo da
cuscino a Célie.
“Rawr! Guarda che sono seria. Tra 5 secondi Célie
griderà. Quattro~ Tre~ Due~ Uno~”
“E va bene, va bene. Lo farò.”
Nessuna via di scampo.
Afferri la testa di Célie fino quasi a stritolarla. Senti le
tue dita sotto i suoi capelli ondulati color ebano.
“Ahnn. Fa male Henry. Sii più
gentile…”
I capelli di Célie sono più morbidi di quanto
pensassi. Non sono scintillanti come quelli di Liri. Le punte sono
tutte sparpagliate, come in disordine. Tuttavia pensi che questa
capigliatura si addica a Célie.
Dannazione.
E’ un dolore doverlo ammetterlo, ma questa ragazza
è troppo carina. Almeno da un punto di vista generale.
Pat. Pat.
Batti continuamente la testa di Célie fino alla
disperazione. Célie stringe i suoi occhi grandi in reazione.
La sua faccia mostra un’intensa euforia.
“Nn…Così è perfetto. Solo un
po’ più lentamente.”
Pat. Pat.
“Ancora, ancora!”
Arrossisci vedendo Célie trasformarsi in una bambina.
Continui a fare il tuo lavoro.
Pat… Pat…Pat…
Pat… Pat…Pat… Pat…
Se Liri, seduta pochi posti davanti a te, ti vedesse fare una cosa del
genere, ti giustizierebbe sette volte.
Afuhh. Célie lascia andare un sospiro rapito come se fosse
divenuta un angelo.
“Ci fu una festa durante la quale l’attrice Marilyn
Monroe chiese al Professor Einstein: ‘Con il mio aspetto e il
tuo cervello, non pensi che avremmo dei bambini magnifici?’.
In risposta a questa domanda di Marylin, quasi una scherzosa proposta
di matrimonio, Einstein rispose: ‘Non sono
d’accordo. C’è anche la
possibilità che i bambini abbiano invece il tuo cervello e
il mio aspetto.’ Questo scherzo ci fa capire
l’importanza di studiare
l’‘Ereditarietà’ e la
‘Non ereditarietà’ dei geni.”
Continua la narrazione, seguita dal suono di matite sui fogli.
(…Oh, no!)
Guardandoti attorno, vedi tutti gli studenti scrivere le risposte sui
loro fogli.
Va male.
Se non inizi ora a scrivere le risposte, anche se il quiz è
facile, finirai per prendere un voto da schifo.
Allunghi in agitazione la mano verso la matita, ma…
Hmm? Dove è finita la tua matita?
Ricordi di averla poggiata sul banco.
“*risolino* Cerchi la tua matita? Sta giocando a
nascondino~.”
Célie ti bisbiglia da sopra il tuo grembo.
“L’hai rubata tu!? E quando?”
“Célie è una cattiva ragazza. Non
c’è nulla che non possa rubare.”
“Ridammela subito!”
“Certo~”
Célie tira indietro la schiena e proietta in avanti il
petto. C…cosa diavolo avrà in mente?
Ti senti quasi cadere gli occhi dalle orbite quando noti una cosa.
La tua matita è incastrata tra le tette voluttuose di
Célie, dalle dimensioni sproporzionate rispetto alla sua
statura.
L-l’ha nascosta nel suo seno.
“Tirala fuori Henry~”
“T-tirala fuori? Non posso certo fare una cosa del
genere!”
“Eddai. Presto, prima che il video finisce! Il
V-I-D-E-O!”
Célie fa un sorriso diabolico. Pronuncia la parola VIDEO
lettera per lettera battendo le mani.
E che diavolo! Questa ragazza è impazzita.
Purtroppo, non puoi fare altro che assecondarla… Per il tuo
voto…!
Giri la testa lontano dalla pelle bianca di Célie, quasi
trasparente al punto che puoi vederle le vene.
Ti sembra di stare cercando di disarmare una bomba a tempo, no, forse
qualcosa addirittura di più pericoloso…comunque
spingi la tua mano destra dentro l’uniforme di
Célie.
*Rustle* *Rustle*
Dannazione. E’ morbido. E caldo. E questo
cos’è?.
“Hhn…Giusto per informazione, Célie al
momento non indossa un reggiseno.”
Piantala di dire cose non necessarie! Non fai altro che peggiorare le
cose.
Resisti… Resisti Harry!
Non andare in Hysteria…
*Rustle* *Rustle*
Frughi dentro il petto di Célie. Poiché non stai
guardando direttamente, non puoi essere certo di cosa stai toccando.
Ah, è qui?
“A-Ahhnn. Henry! Quella è…!!”
Célie lascia uscire una voce disperata. Tiri fuori le mani
perplesso.
“C-Che è successo!?”
“Henry! Non pensavo fossi così audace! Una mossa
del genere ha scioccato persino Célie.”
Perché è così sconvolta? Non hai
toccato altro che la gomma dietro la matita.
“Ma non preoccuparti, Henry. A Célie non importa
qualsiasi cosa tu le possa fare. Non gliene importa affatto. E allora,
provaci un’altra volta, ma con più impegno
ok?”
“…Perché? Perché mai vuoi
che mi impegni tanto in una cosa del genere?”
“E’ un modo per allenarti ad usare Célie
come interruttore per attivare la tua Hysteria Mode. Per poterti
difendere in ogni circostanza è necessario che tu impari ad
entrare nella tua Hysteria Mode al momento opportuno.”
E allora… ecco quali… ecco quali sono…
Ma lasciamo perdere per il momento le intenzioni di Célie.
La cosa importante al momento è il tuo voto. In altre
parole, riprendere la tua matita.
Giri la testa per la seconda volta lontano dal petto di
Célie. Stringi i denti e reinserisci le mani dentro la sua
uniforme.
Le mie mani sono avvolte da una sensazione gommosa, quasi una
caramella, che proviene dalla scollatura di Célie.
In quel momento—
Click*
Si riaccendono le luci.
“…..?”
Guardi in avanti, verso lo schermo, leggendo la parola
“Fine”.
…E’ g-già finito…?
Sobbalzi e ti volti sentendo la presenza di una persona.
Il professor Harker è in piedi vicino a noi.
Non l’hai notato perché avevi
l’attenzione concentrata su Célie.
E poi il sospiro collettivo. Tutti i presenti che si voltano fissandovi
sbalorditi. Fortunatamente il banco copre Célie, e la tua
mano nella sua scollatura, ma il professore si trova in una posizione
in cui può notare chiaramente quanto accade.
“E-Ecco, professore! Célie ha finito di rispondere
a tutto! Bene allora, arrivederci! Ciao ciao, Henry!”
Célie si alza, spinge il foglio con le risposte verso il
professor Harker, e corre via.
Tu resti immobile come uno stupido, a guardare Célie
fuggire, con la sua gonna svolazzante.
Ti sembra di vedere uscire una vena dalla tempia del professore, e non
ti serve guardare per avvertire la rabbia proveniente di Liri. Devi
proprio parlare con quella ragazza per chiarire la situazione, ma ora,
forse, non è questa la tua priorità.
“P-Potter. Mai sentita la frase: ‘maniere giuste al
posto giusto’?”
Nell'aula scoppia il putiferio, e tu non puoi che subire in silenzio.
Purtroppo ogni difesa che ti venga in mente sarebbe superflua a dir
poco.
…...........................................................................
3°
Settembre – Hogwarts ore 03:45 a.m.
I tuoi occhi, azzurri come le sponde di un lago, vagano sull'orizzonto
buio e scarno che circonda la Tana. Sei appena rientrato da un'altra
visita all'ospedale e per l'ennesima volta sei distrutto. Vederla li,
immobile, senza un'anima a sostenere un corpo ormai abbandonato ti ha
fatto troppo male. Hai cercato dentro di te la forza per reagire, ma
non puoi, non riesci, la tua rabbia è consumata nel buco
nero formatosi al centro del tuo petto. Solo ora che sai di non poterla
vedere mai più, sei certo di averla sempre amata.
Asciugando una lacrima solitaria, che lenta scorre sulla tua guancia
immacolata, porti la tua attenzione ad una fotografia, non vecchia, ma
consumata per le troppe volte che l'hai stretta con rabbia. Li siete
ritratti voi tre, il trio dei miracoli, che ha battuto Raptor, ha
battuto lo spirito di Tom Riddle, ma non è riuscita ad
affrontare un'orda di dissennatori. O almeno è Harry a non
esserci riuscito, perché è lui l'eroe, voi
eravate solo le sue spalle, i suoi subordinati...
Prendi fiato, riponi la foto al suo posto, tornando a guardare fuori.
La luna sta iniziando la sua lenta discesa verso l'orizzonte, saranno
le quattro di notte forse, ma ormai dormire non ti è
più di nessun conforto, ogni volta che lo fai riesci solo ad
avere incubi. che ti fanno stare in maniera peggiore che se dormissi.
Mentre ancora vaghi con lo sguardo, in attesa che la mattina giunga,
noti in lontananza una figura avanzare velocemente, molto velocemente,
verso la tua casa.
All'inizio è solo un'ombra, una piccola macchia nera
nell'orizzonte illuminato dai raggi lunari, ma in pochi minuti la
figura diventa più grande e definita. È una
persona, indubbiamente una figura umana, che scavalca lo steccato che
delimita il tuo giardino. Sei già in piedi, con la mano che
cerca la bacchetta ed un urlo in gola, quando la figura scompare per
poi riapparire sotto un triangolo di luce proveniente dalla camera dei
tuoi genitori.
Alla luce della finestra riconosci finalmente l'intruso. Ed il tuo
cuore si ferma, il sudore inizia ad imperlarti il viso, mentre arretri
lentamente. L'urlo è morto senza aver mai visto la luce, ma
certamente lei ha visto te. Con i suoi capelli cespugliosi, il sorriso
formato da denti un po' sporgenti ed il suo sguardo, indubbiamente
vivo.
Hermione è tornata, ed è ormai certo che tu sei
completamente impazzito.
*************************************************************************
N.D.A. Altro capitolo, stranemente in
orario. Spero vi piaccia, questa è una delle mie parti
preferite.. =) See ya Bumbix
P.S. Ringrazio LadyRiddle, Elettra,
Minus e tanti altri per il supporto che mi danno. Siete sempre nel mio
cuore.
|
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Capitolo 7 *** Di Quidditch, scontri e decisioni ***
Capitolo 7
The Darkest Night
Capitolo 7:
Di Quidditch, scontri e decisioni
8 Settembre - Hogwarts
Una settimana.
È passata solo una settimana dal tuo rientro
a scuola, una settimana da quando hai iniziato a condividere la stanza
con
Célie, una settimana da quella prima, disastrosa, lezione di
Difesa Contro le
Arti Oscure.
Eppure il tempo per te
sembra essersi fermato, bloccato in
un ciclo infinito, ipnotico ed altamente noioso, fatto di lezioni tra
mattino e
pomeriggio, e punizioni la sera. Perché è questo
che sei riuscito a guadagnare
dopo lo scherzo che la francese ti ha tirato, un intero mese di
punizione, che
sei costretto a trascorrere catalogando ed archiviando tutti i
programmi ed
appunti dei precedenti professori di difesa. Di per se il lavoro non
è così
noioso, ne è umiliante come lo sarebbe stato se fosse stato
Piton ad assegnartelo,
infatti hai avuto accesso a materiale di parecchi anni più
avanti del tuo, ed
il professor Harker è stato così gentile da
illustrarti la teoria dietro le
cose più complicate, facendoti addirittura copiare alcuni
appunti, tuttavia non
è il massimo dover interrompere il tuo regime
d’allenamento, preparato con
Lupin mentre eri in Francia, per delle lunghissime sessioni di studio
supplementare, che avresti comunque modo di fare negli anni avvenire.
L’unica nota
positiva dietro questo tuo tragico regime quotidiano,
è che ti tiene lontano da Célie quanto
più possibile. Certo pranzate ancora
insieme, e condividete la stanza, sebbene tu rientra a notte
così fonda che lei
sta già dormendo, ma tolto questo i vostri rapporti si sono
ridotti al minimo.
Sei profondamente offeso per il modo in cui sei stato trattato,
soprattutto
dopo aver accettato il finto matrimonio nel quale sei stato incastrato.
È stato
un colpo basso quello della Corvina, e non sarai certo tu a riprendere
i
contatti con lei… non ora almeno.
Anche perchè se
le cose con i tuoi compagni di scuola erano
già tese prima di quell’evento, ora sei
praticamente un escluso. Ricordi quasi
con nostalgia i giorni del secondo anno in cui tutti ti credevano
l’erede di
Serpeverde, perché almeno a quei tempi la loro paura era
giustificata, il loro
comportamento sgradevole, ma accettabile. Adesso invece sei oggetto di
invidia
e cattiveria senza motivo. Molti hanno diffuso la voce che la perdita
di
Hermione ti abbia scosso al punto da richiedere un tappabuchi per il
tuo tempo
libero, altri sono semplicemente verdi di gelosia per il legame che ti
unisce
alla bella francese, ed infine ci sono i soliti disfattisti come Draco,
che non
hanno bisogno di un motivo apparente per prendersela con te. Insomma,
viva
l’amicizia…
Ma tra tutti, professori,
studenti e personale di Hogwarts,
nessuno ce l’ha con te come la piccola Liri. Dopo quel primo
scoppio di rabbia,
la sera dello smistamento, la ragazza non ti ha più rivolto
la parola, non si è
più avvicinata a te, ne ti ha guardando, anche solo per
sbaglio. È un pensiero
che ti tormenta quello di averla illusa, averle fatto credere qualcosa
che era
dovuto solo e soltanto ad un momento di debolezza della tua
trasformazione, e
ti piange il cuore ogni volta che la vedi camminare da sola per i
corridoi del
castello senza poterle parlare.
Non sai bene
perché, ma la ragazza, più simile per aspetto
ad una bambina che ad una coetanea, è sempre al centro dei
tuoi pensieri. Fin
dalla volta che lasciò l’aula di difesa,
sbattendosi la porta alle spalle, non
sei riuscito a pensare ad altro che a lei. Speri di avere tempo prima o
poi per
sistemare le cose, ma fino ad allora dovrai rassegnarti e condurre la
normale
vita di uno studente fuori dall’ordinario.
Ripiegando con cura
l’ultima lettera di scuse di Remus, che
da quando ha saputo del tuo matrimonio non ha fatto altro che
rammaricarsi per
averti presentato la nipote, ti avvii fuori dai tuoi appartamenti. La
scopa in
spalla e l’aria rassegnata. Questo è il primo
sabato dell’anno scolastico, il che
vuol dire che fino a sera non avrai lezione e potrai fare qualcosa di
diverso
dallo studiare. Finalmente potrai fare qualcosa che ti piace, e non fai
da
molto tempo, cioè
montare la tua
Firebolt, unico regalo che hai ricevuto dal tuo defunto padrino.
Superato indenne la sala
d’ingresso, ti lasci alle spalle il
castello, costeggiando il lago, mentre quasi istintivi i tuoi passi si
dirigono
verso lo stadio di Quidditch. L’aria è fresca, il
cielo luminoso, un leggero
vento che spazza il manto erboso è quello che ti accoglie e
che ti separa dalla
tua meta. Nella tua mente già ti immagini mentre con una
spinta ti stacchi dal
suolo, godendo di ogni istante passato in cielo.
Speri solo di essere
venuto abbastanza presto, in modo da
non dover sopportare la compagnia di nessuno durante il volo. In fondo
hai
saltato addirittura la colazione per essere qui ad un orario
accettabile.
Reprimendo un quanto mai
meritato sbadiglio, entri nello
stadio fermandoti per prima cosa negli spogliatoi. Le vesti da mago
vengono appese
al muro, mentre indossi la più comoda veste di Quidditch di
grifondoro. O
meglio, la veste della squadra te la ricordavi più comoda,
ma ora che la hai
messa su, ti rendi conto di quanto anche questa sia stretta ed
attillata. Le
spalle larghe, gli addominali scolpiti, i bicipiti gonfi, tutto sembra
trasbordare dalla maglia elastica che ti stringe fin quasi a soffocarti.
Con un colpo di bacchetta
sistemi l’indumento quel tanto che
basta a farti respirare, riflettendo nel frattempo su quanto il tuo
corpo sia
cambiato in quell’ultima estate. Sono lontani i tempi in cui
qualsiasi cosa
indossassi di cadeva addosso come un sacco su uno spaventapasseri,
ormai stai
diventando sempre più un uomo, con un corpo tonico e ben
tornito degno di un
Dio Greco.
Se proprio dobbiamo
ammetterlo, sei fiero del tuo fisico,
soprattutto se lo paragoni a quello che avevi negli anni passati, o a
quello di
tuo cugino, Dudley “la balena” Dursley. Sorridendo
una volta vistoti allo
specchio, muovi i tuoi primi passi nel campo da gioco, lasciando il tuo
sguardo
spaziare verso il mondo circostante. La stretta sul manico si scopa si
rafforza
mentre prendi una grande boccata di quell’aria benefica.
È solo in quel momento
però, che cogli qualcosa all’angolo della tua
visuale.
Qualcosa di piccolo, che
vola come una scheggia da una parte
all’altra del campo facendo passare una pluffa rossa negli
anelli del portiere.
Per un momento sei amareggiato, sei già pronto a dire addio
al tuo desiderio di
una sessione solitaria di volo, ma poi i tuoi occhi da cercatore notano
un
lungo codino provenire da quello che sembrava un ragazzino del primo
anno.
Sgrani gli occhi
riconoscendo Liri, in tenuta da ginnastica,
che si esibisce in una danza area complessa, ma aggraziata che termina
sempre
con un gol nell’anello del portiere. Stai quasi per andare
via, rifugiandoti li
dove puoi osservarla senza essere visto, quando lei si ferma a
mezz’aria. Il
suo sguardo si sofferma su di te. Evidentemente anche lei ti ha notato,
e nei
suoi occhi riesci a leggere prima stupore, poi rabbia, ed infine una
fredda
rassegnazione. Planando verso terra inizia ad allontanarsi senza
degnarti di
uno sguardo ulteriore. Come suo solito.
Solo che stavolta non la
farai andare via. Se davvero
cercavi un momento per parlarle, per mettere a posto le cose, per far
tornare
tutto com’era... Bhe, è questo il momento!
Caricati di coraggio Grifondoro
Harry James Potter, ed affronta quella piccola tigre in miniatura,
pronta ad
azzannarti.
Dopo aver preso la tua
decisione, ti muovi quel tanto che basta
per intralciarle il cammino, costringendola a fermarsi. Per un momento
non sai
cosa dire, ma anche se l’avessi saputo lei non ti avrebbe
dato modo di parlare,
infatti quasi come se non esistessi, la ragazza ti gira intorno
riprendendo la
marcia. Il suo passo è leggermente più svelto,
come se volesse distanziarsi il
più possibile da te. Ancora una volta ti metti in mezzo,
costringendola a
cambiare strada. Questo piccolo gioco continua a ripetersi
finché non noti una
vena pulsare sulla sua fronte.
“Senti Liri,
volevo dirti che…”
“Zitto! Non mi
parlare, non mi guardare, non voglio
assolutamente sentire nulla di ciò che hai da
dire!”
Inforcando la scopa, la
ragazza si da una spinta verso
l’alto, slanciandosi verso gli spogliatoi. Non ti aspettavi
che reagisse in
questo modo, ma non ti lascerai sfuggire la preda solo per questo.
Imitandone i
movimenti, anche tu salti sopra la tua scopa partendo
all’inseguimento.
Come stimolato dalla
situazione, il tuo sangue inizia a
fluire più denso, mentre il tuo nucleo magico si raccoglie
all’altezza del tuo
petto. Ora capisci, ora finalmente comprendi. La sensazione di potere
che provi
ogni volta che voli, la straordinaria capacità da cercatore
che hai sempre
posseduto… era tutto merito dell’Hysteria
Savant Syndrome. Fin dal primo anno hai sofferto dunque di
questa
malattia, ma in maniera così lieve e selettiva che non te ne
eri mai reso
conto. Solo ora che la conosci, che l’ha studiata, che il suo
potere è
realmente libero dentro di te, riesci a comprendere che il volare,
l’essere
libero, l’euforia del gioco sono potenti stimolanti.
Non sei ancora
completamente trasformato, ma l’HSS è ormai
attiva ed è a metà del suo potere. Per ora puoi
solo assecondarla e sperare che
tanto basti a farti raggiungere la piccola strega, che ha
già un discreto
vantaggio su di te.
Chinandoti sulla scopa
fino ad appiattirti sul manico,
concedi alla tua Firebolt di accelerare al massimo della sua
capacità. Il vento
ti fischia nelle orecchie, il legno freme sotto le tue dita, ma se
già riuscito
a raggiungerla facendola deviare. Il vostro da inseguimento si sta
lentamente trasformando
in uno scontro aereo, fatto di stoccate, toccate e fuga, ed
accelerazioni
repentine.
La rabbia della ragazza,
fino ad ora trattenuta, sta
finalmente scoppiando incontrollata. Non ti eri aspettato che le si
arrossassero gli occhi, ne che il suo viso esprimesse così
tanto dolore, ma non
puoi fermarti ora. Devi cercare di tirarle fuori tutto e controbattere
colpo su
colpo.
Alla fine sembra quasi che
tu stia giocando contro un bolide
di forma umana, piuttosto che contro un ragazza, ma
c’è davvero poco che puoi
fare al riguardo. Schivi, svicoli, devi, ti muovi a zig zag, alternando
fughe
repentine a piccole provocazioni. Sempre un po’
più vicino, sempre un pò più
pericoloso, sempre u pò più trasformato.
Nel frattempo
l’orologio fa il suo corso, ed un piccolo
numero di curiosi raggiunge lo stadio, rimanendo affascinato dal vostro
combattimento. Perché ormai non sono solo lievi spinte, o
urti involontari.
Liri ti carica con forza come un toro impazzito, e tu la schivi o la
blocchi
come meglio puoi. E dalla folla sentite provenire incitazioni, o
addirittura
persone che trattengono in fiato davanti a manovre particolarmente
complesse.
Ma lo scontro è
già deciso, nonostante tutti i lividi che
hai accumulato, nonostante il naso rotto, nonostante la costola
incrinata, hai
comunque più forza e resistenza di lei, che a dispetto tuo
non mostra alcuna
ferita evidente, ma è immensamente stanca.
Dopo aver preso un
profondo respiro, la ragazza sembra
essere pronta a compiere il suo ultimo assalto.
Lentamente prende quota nel cielo azzurro del mattino. In
alto, sempre
più in alto, ad un’altezza dove l’aria
inizia a diventare rarefatta. Alla fine
non è che un puntino nel cielo, un puntino invisibile che si
muove in ogni
direzione, lasciando tutti voi a
seguirla con lo sguardo.
Hai già capito
cosa abbia in mente, ma nonostante questo non
puoi staccarle gli occhi di dosso. Hai troppa paura che cada, che possa
rimanere uccisa in quell’ultimo folle piano. Quindi come
tutti gli altri
spettatori, anche tu rimane accecato, quando la ragazza si sposta,
portandosi
infine in una posizione che le consente di avere il sole alle spalle.
Ed è in
quel momento, quando la tua vista è completamente inutile,
che un rombo di
tuono fende l’aria.
La senti arrivare sebbene
tu non la possa vedere, ma
nonostante questo non ti sposti per evitarla. Sai bene che se dovesse
mancarti
finirebbe spiaccicata al suolo nella sua picchiata. Una picchiata che
va oltre
la normale velocità raggiungibile da una scopa, e a cui non
sai dare un
significato… ma non sei qui per questo. Rafforzando i
muscoli del tuo corpo, ti
prepari all’impatto venendo colpito solo qualche istante dopo
dal manico di
scopa della strega.
Il legno ti penetra la
carne, e lo senti spaccarsi dentro di
te in una miriade di schegge. Per un momento ti senti mozzare il fiato,
e
rischi di perdere l’equilibrio sulla tua scopa, quando la sua
piccola voce ti
raggiunge.
“Oh..”
Se
n’è accorta anche lei. Se il suo manico di scopa
è
spezzato nel tuo stomaco, allora non può essere sotto di lei
per sorreggerla.
Le crepe lungo in legno si diramano per tutta la lunghezza del manico,
fino a
sgretolarsi sotto di lei, lasciandola in caduta incontrollata.
Un coro di urla spaventate
si diffonde dal basso. Molti
levano le loro bacchette pronti con incantesimi imbottiti e levitanti,
ma
nessuno di quelli sarà sufficiente. È troppa
l’accelerazione che la ragazzina
ha acquistato nella sua picchiata. Solo tu puoi salvarla. Solo tu puoi
correre
in suo aiuto, solo tu puoi evitare che muoia.
THUMP!
Il calore dentro di te si
amplifica a dismisura, il mondo si
ferma, così come si ferma il dolore. Ci sei solo tu, nel
cielo infinito, mentre
la tua HSS supera i suoi stessi limiti. Il tuo corpo si oppone, i tuoi
muscoli
si strappano, il tuo stomaco freme, ma nessuna di queste sensazioni
raggiunge
la tua mente, satura di potere al punto da desiderare solo la salvezza
di Liri.
E così scendi
in picchiata, più veloce di quanto abbia fatto
prima la ragazza stessa, provocando uno scoppio dieci volte
più potente del suo.
Le impalcature dello stadio fremono ed il legno della tua scopa inizia
a
sgretolarsi mentre lingue di fuoco si accalcano nella tua scia.
Riesci a raggiungerla
giusto poco prima che tocchi il suolo,
ma questo non vi salva dall’impatto con il duro manto erboso.
Puoi solo
avvolgerla tra le tue braccia, assorbendo la maggior parte
dell’urto, e finendo
per rotolare insieme fino a fermarvi.
La magia scema da dentro
di te, il tuo corpo si indebolisce,
e la vista si appanna. Ciò nonostante senti che è
viva, la senti stringersi a
te e piangere come la bambina che sembra essere.
Lei ti ha attaccato,
mutilato, quasi ucciso. E tu hai
rischiato la vita per lei arrivando sul baratro della morte pur di
salvarla.
Non ti stupisce che stia picchiando il tuo petto con i suoi piccoli
pugni
gridando il solito interrogativo.
“Perche!?
Perche!?!? PERCHE!?”
Sorridi mentre il mondo
diventa solo un ammasso di ombre. E
le tue dita sfiorano il suo viso.
“Perché
così ho scelto…”
E poi è buio e
nulla più.
…………………………………………………………………………
Sei certa sia morto, sei
certa sia morto, sei certa,
assolutamente certa, di averlo ucciso. Ricordi il sangue imbrattarti le
vesti e
formare una pozza sotto di voi, mentre i suoi occhi si chiudono e le
sue mani
ti sfiorano con quel loro tocco così gentile.
Non lo sopporti, lo
detesti, vorresti non averlo mai
incontrato! Perché non ti ha combattuto, perché
si è limitato a difendersi
affrontando la tua furia, perché non ha schivato quel tuo
ultimo, prevedibile
attacco. Ne era in grado, sai che lo era, altrimenti non
l’avresti scelto come
tuo compagno, ma allora perché? Perché infine
sacrificarsi nonostante il corpo
martoriato pur di salvare te!
Le tue ferite sono state
sanate con un colpo di bacchetta. È
bastato che la medimaga della scuola vi vedesse perché
subito le tue ferite
risultassero insignificanti in confronto alle sue. Ossa rotte, stomaco
perforato, muscoli strappati, commozione celebrare, lesione alla spina
dorsale.
Si parlava di paralisi, perdita dell’uso della gambe, e nel
caso peggiore
morte.
Dall’ospedale
San Mungo sono arrivati i migliori guaritori
che avessero a disposizione, e tu hai contribuito chiamando a rapporto
i
guaritori della vostra clinica privata. Sono ore che lo operano, con
l’ausilio
di pozioni e antiche magie, eppure ancora non sai nulla.
Non sai neppure se
sopravvivrà.
Il suo sorriso prima di
chiudere gli occhi… le sue braccia
calde e forti che ti stringono mentre colpite il suolo con forza. NO.
Non puoi
innamorarti di lui, lui è sposato, lui ha una moglie, una
moglie bellissima con
cui sono arrivati a fare c-cosacce perfino in aula! Eppure era li per
te, per
parlarti. Non ti ha evitato come fanno tutti, non ti ha lasciato sola,
ha
voluto che le vostre strade si incrociassero nuovamente. Forse per
scusarsi
forse… forse per dirti altro, qualcosa di più
importante… potresti non saperlo
mai…
Lacrime ti colano
irrefrenabili lungo le guance, mentre ti
chini stringendo le gambe al petto. Lui è il tuo compagno.
Lo avevi scelto
perché è forte, forte come te, ma non devi
provare nulla per lui se non
rispetto. È una regola della tua famiglia trovare un
compagno che vi
supporti e riveli le vostre vere capacità,
perché senza un compagno oltre il 50% della vostra magia
è sprecata,
inefficace… e tu oggi l’hai avvertita. Quella
potenza inimmaginabile di cui
parlano in continuazione gli antichi testi, quella forza proveniente
dall’aver
trovato il compagno ideale. La forza che ti ha permesso di colpirlo a
morte con
il tuo manico di scopa fin quasi ad ucciderlo…
E nonostante questo lui
era li per te…
Stai ancora cercando di
venire a capo dei tuoi sentimenti,
delle tue emozioni, dei tuoi desideri, quando in lontananza senti dei
passi.
L’intero piano dell’infermeria è stato
chiuso al pubblico, quindi solo il
personale autorizzato può raggiungerti. Speri che sia un
guaritore pronto a
portarti notizie, ma quando la vedi arrivare il sangue ti si ghiaccia
nelle
vene. Non è un guaritore, è Célie, la
ragazza francese che ti ha rubato… no,
lei non ti ha rubato nulla, lui non era tuo.
Ingoi a vuoto un paio di
volte, asciugando le lacrime sul
tuo viso.
“è colpa
tua….” [francese]
Ti parla in francese,
forse per l’agitazione, forse perché
spaventata, forse perché sofferente, proprio come
te… ma nonostante questo la
comprendi. La tua formazione d’infanzia arriva in tuo aiuto
in questo momento.
“Io…”
Non sai come
giustificarti, hai di sicuro attentato alla sua
vita, e non puoi negare che era proprio quello il tuo obbiettivo.
La ragazza francese alza
una mano, asciugandosi anche lei
alcune lacrime sul suo viso perfetto. Solo ora noti i capelli
scompigliati, i
segni delle unghie sul viso, gli occhi gonfi e lucidi. Ha pianto, si
è
disperata, ha sofferto… come ogni brava moglie farebbe.
“Lui non sarà mai tuo.”
[francese]
“Cosa?”
Strabuzzi gli occhi mentre
le parole della francese ti
penetrano in profondità.
“Io ti conosco Liri, conosco
quelle come te, perché anche io
sono come te. Vuoi qualcosa che non ti appartiene, lo brami
più di ogni altra
cosa al mondo, e faresti di tutto per averla, ma lui non
sarà mai tuo. Io sono
arrivata prima, ho legato Harry a me in modi che non puoi minimamente
comprendere… lui è solo mio! E se oggi ti ha
salvato è solo perché è un uomo
buono, un uomo giusto, lui non prova nulla per te. NULLA!”
[francese]
L’ultima parola
ti viene gridata contro con forza, e per un
momento sei come morta. Una candela spenta da un vento
impetuoso… ma la tua
morte è solo apparente, finalmente hai trovato qualcuno che
può starti vicino
tenendo il tuo passo, qualcuno da cui non ti senti oppressa, ma
confortata.
Nonostante le condizioni disastrose del vostro rapporto, nonostante lui
sia
sposato, nonostante tutto… tu non ti arrenderai.
Determinata, come mai lo
sei stata prima d’ora, ti ergi in
tutta la tua non notevole altezza. La francese ancora torreggia su di
te, ma la
cosa non ti spaventa, non più.
“Io mi
arrenderò… quando sarà lui a dirmi di
non voler stare
con me. Sarò sua compagna perché il destino
così ha voluto. Non è nulla di
romantico, non mi metterò tra voi in quel senso, ma non
sarò nemmeno un’ombra
rispetto a te. Temi le mie parole Célie Mine,
perché le persone della mia
famiglia non mentono mai!”
La ragazza appare
stranita, come se fosse stata colpita da
uno schiaffo, che in effetti potreste anche darle, proprio li, sulla
sua bella
faccina, ma invece della sfuriata che ti aspetteresti, lei sorride.
“Famiglia…
non sai quanto hai ragione piccola Liri, noi
saremo rivali come i nostri avi prima di noi. Così
com’è destino che Henry sia
tuo compagno, io ti dico che è destino che le nostre
famiglie si odino ancora una volta… anche
se ancora non puoi capirne il perché.”
Senza aggiungere altro la
ragazza si allontana, e ad ogni
suo passo un po’ della tua convinzione viene meno. Hai scelto
la strada
peggiore, la più difficile, e non capisci nemmeno se sia
solo perché hai
finalmente trovato un compagno, oppure perché il compagno
che hai trovato sia
anche l’amore della tua vita.
Arretri di qualche passo,
la tua schiena colpisce li muro.
Scivoli lentamente al suolo tornando nella posizione fetale da poco
abbandonata. Qualche minuto dopo un medimago ti raggiunge.
“Signorina
Lancaster, la prego di seguirmi… il paziente si è
svegliato ed ha chiesto di lei.”
Trattieni il fiato.
È vivo! Ed ha chiesto di te… un’ondata
di nausea ti attraversa, mentre segui l’uomo nei corridoi del
castello. Questa
situazione non sai proprio come affrontarla.
……………………………………………………………………………
28 Settembre - La Tana
Quando l’ultimo
raggio di sole, scompare dietro le colline
in lontananza, senti finalmente i muscoli distendersi ed un sorriso
spianare le
rughe del tuo viso. In quell’ultimo mese tante cose sono
cambiate. Hai
finalmente ritrovato un barlume di vitalità, ed ogni giorno
ti senti più
sereno.
I tuoi parenti hanno
accolto con sollievo la notizia che non
andrai più a trovare Hermione in ospedale, e sembrano sicuri
che questo sia un
sintomo di guarigione. Che presto il tuo cuore ferito
ritroverà la pace, e
potrai riprendere la tua vita esattamente li dove l’hai
lasciata.
Quanto sono ingenui. Con
una mano ti scompigli i capelli rossi,
rimanendo affacciato alla finestra in attesa. Sai bene che non
tarderà ad
arrivare, non lo fa mai. Lei, che tutti credono morta o in coma, ma che
tu sai
essere viva e vegeta.
Lei che è il
motivo per cui non vai più in quei maleodoranti
ospedali babbani. In fondo perché andare a trovarla se
sarà lei a venire da te
subito dopo il tramonto?
Sorridi quando in
lontananza noti il primo movimento, una
scia scura che fende l’erba alta sotto la collina di fronte
la tua casa. Appena
noti quello inizi con i preparativi. Con un cenno della bacchetta rompi
la runa
di controllo della casa, perché nessuno degli altri Weasley
si allerti per
l’arrivo di un intruso, con un leggero lumos dai il via
libera alla tua vecchia
compagna di classe, osservandola poi saltare agilmente la staccionata
che
ancora la separa dalla Tana.
E poi
l’abilità straordinaria con cui si arrampica lungo
il
profilo dell’edificio, arrivando in pochi secondi fin sotto
la tua finestra.
“Non mi inviti
ad entrare Ron?”
La sua voce è
addirittura più melodiosa di quanto non la
ricordassi. Con un cenno d’assenso ti sposti dalla finestra,
permettendo alla
non più strega di entrare. Il suo corpo, al contrario della
sua voce, è
esattamente lo stesso dei tuoi ricordi, nulla di lei è
cambiato, salvo gli occhi
che ora tendono al rosso scarlatto.
Sul suo viso grazioso, e
perlaceo, noti un’ombra di
stanchezza, e subito ti fai avanti per supportarla. Lei si accascia tra
le tue
braccia lasciandoti guidarla fino al suo letto.
“Te
l’ho detto Hermione, devi andarci piano con queste tue
nuove capacità, non sai ancora bene come funzionano,
potresti farti male e non
accorgertene. Se vuoi posso provare a creare una passaporta per farti
venire
qui la sera, così non devi più correre per tutto
il tragitto da Londra a qui.”
Lei ti sorride, e con il
suo tocco freddo come la morte, ti
scosta leggermente.
“Sto bene Ron,
non sarà certo una corsetta ad uccidermi, non
dopo che sono sopravvissuta ad un Dissennatore. Allora, hai trovato
qualcosa?
Hai letto i libri che ti ho consigliato?”
Tu sorridi, estraendo dal
cassetto del comodino una fila di
appunti scritti su pergamena.
“Questo
è tutto quello che ho trovato, non sono ancora
riuscito a capire come tu abbia fatto a divenire un vampiro dopo
l’attacco del
dissennatore, ma è evidente che qualcosa è
successo. Forse quella sera stessa,
o forse più tardi nell’ospedale. Questo non lo so,
fatto sta che ormai non sei
più umana, sei diventato l’unico essere vivente
capace di sopravvivere senza
anima. Ed io non posso che ringraziare Merlino per questo.”
D’istinto di
protendi verso di lei, stringendola in un caldo
abbraccio. Il suo corpo è freddo, quasi ghiacciato, ma non
ti importa. Hermione
è viva, Hermione è con te, Hermione che sei certo
di amare più della tua stessa
vita.
“Ron…
sai di non potermi venire così vicino. Hai un odore
così… intenso che potrei non controllarmi dal
morderti. Per favore, fai qualche
passo indietro.”
Sempre la stessa storia.
Lo leggi dai suoi occhi tristi che
anche lei non vorrebbe rompere quel contatto, ma ogni volta che ti
avvicini più
del necessario, i suoi occhi si infiammano di rosso. Lentamente ti fai
indietro, osservandola riprendere il controllo.
“Sai di potermi
mordere se hai bisogno di sangue…”
“Ron, ci siamo
già passati. Non sappiamo che effetti avrebbe
su di te. Potresti correre il rischio di diventare anche tu un Vampiro,
ed è
una cosa che non possiamo permetterci. Mi nutrirò come
sempre all’ospedale, non
appena ce ne sarà occasione. Adesso torniamo a
noi.”
In soggezione osservi
Hermione prendere gli appunti da te
redatti, ordinandoli a seconda della loro varia natura. Poi
è il momento del
planning, della mappa concettuale e delle prossime mosse. Ogni sera
cercate di
andare un po’ più affondo alla questione,
basandovi sui pochi libri presenti
alla Tana.
Hermione vorrebbe che tu
riprendessi a frequentare Hogwarts,
in modo da avere accesso alla biblioteca, ma una volta lì le
barriera della
scuola, decisamente più potenti di quelle di casa tua, la
terrebbero fuori
impedendovi di vedervi.
Non sei pronto a questo,
non ancora, non ora che l’hai
appena ritrovata.
“Ron…
Ron? Ma mi stai ascoltando?”
“Si scusa, mi
ero perso nel guardarti. Ti ho già detto che
sei bellissima?”
Le parole escono spontanee
dalle tue labbra mentre la
osservi arrossire. È incomprensibile come nonostante la
non-morte lei possa
ancora farlo, ma non dai nessun peso alla cosa. Hai perso anni prima di
capire
di amarla, e non vuoi attendere oltre.
“Ron, sai che
è normale, i miei tratti da vampiro mi rendono
più avvenente perché voi umani, le mie prede, vi
avviciniate a me senza opporre
resistenza. Non dire cose così sconvenienti senza pensare.
Comunque ti chiedevo
di Harry. Ti ha scritto?”
Ecco. Parla di nuovo di
lui. I tuoi occhi si rabbuiano, la
mascella si indurisce, mentre cerchi mentalmente di mantenere il
controllo.
“No e ancora no.
Hermione, forse non mi hai capito quando ti
ho detto che lui è andato avanti. Ha una moglie ora, non ha
più bisogno di noi,
forse non ha mai avuto bisogno di noi. E ricordi le lettere dei miei
fratelli?
L’Harry che conoscevamo è morto con te quella
notte, non so cosa lui sia
diventato, ma non è più nostro
amico…”
La tua rabbia verso il
bambino-che-non-può-morire, trasborda
da ogni sillaba avvelenata che pronunci. È colpa sua, tutta
colpa sua, solo
colpa sua. Non lo perdonerai mai, mai!
“Ma
Ron… forse potrebbe aiut…”
“Aiutarci!?”
La tua voce supera i
decibel consentiti dall’orario, ed un
tonfo sordo vi avvisa che qualcuno si è appena alzato da
qualche parte nella
casa.
“Hemione, non
hai bisogno di lui, noi non ne abbiamo
bisogno. Tu hai me, ed io posso fare qualsiasi cosa facesse lui prima.
Quindi
basta, non lo nominare più. Per favore.”
Sei roso dalla gelosia, e
sai che lei lo sa, ma non puoi
farci nulla. I passi si avvicinano lungo la scala, mentre tu torni alla
finestra spalancandola.
“Vai Hermione,
continueremo domani. Non puoi correre il
rischio che qualcuno ti scopra…”
Triste e sconsolata la
vampira si avvia verso la finestra.
Il suo sguardo è addolorato mentre ti fissa
un’ultima volta prima di lanciarsi
di sotto.
“Tu non sei come
lui… ma puoi diventarlo… torna ad Hogwarts
Ron, è quello il tuo posto….”
Quando lei scompare, la
porta alle tue spalle si schiude
leggermente.
“Ron caro,
è tutto a posto? Mi era sembrato di sentire la
tua voce….”
Con gli occhi spenti e
spiritati di volti verso tua madre.
“Tutto bene
mamma, ho solo avuto un incubo, torna a
dormire…”
E così dovresti
tornare ad Hogwarts… se anche lo facessi non
sarebbe per i motivi che crede Hermione… ma
forse… forse puoi far coincidere le
due cose. Aiutarla e vendicarti…
Chissà… Del resto la vita è
imprevedibile, e
nessuno lo sa meglio di te. Vero Ron?
…………………………………………………………………………………
N.D.A. Rieccomi
signori con un nuovo capitolo di "The Darkest Night". Vi sono mancato?
Sono sicuro di si, e prima di passare a qualche spiegazione per il
capitolo, voglio iniziare con il dirvi che mi dispiace per il ritardo.
Purtroppo l'università mi sta succhiando la vita,
è c'è davvero poco che io possa fare in merito.
Sto scrivendo quando posso, a anche così mi è
impossibile portare avanti tre storie, quindi la mia altra storia, "The
Worst of Evils", è ufficialmente in pausa, fino a che la
situazione non si sbroglierà un pò. Detto questo
c'è poco da spiegare sul capitolo, ho voluto focalizzare
l'attenzione su Liri che aveva perso un pò di tono, ho
lasciato qui e la qualche altro indizio sulla famiglia di Liri e di
Célie, ed ho deciso che quando Célie
parlerà unicamente in francese, non metterò una
traduzione fatta con il translator (per non offendere con la mia
ignoranza della lingua qualche savio), mi limitero a mettere il
discorso in corsivo. Per quanto riguarda la parte su Ron, ho cercato di
giocarmi il personaggio più fedele possibile all'originale,
con le ovvie conseguenze psicologiche dell'aver perso e poi ritrovato
Hermione, ciononostante potrebbe essere forse un pò OOC. Per
questo chiedo venia. Il capitolo doveva includere un altro piccolo
paragrafetto che aggiungeva un pò di mistero alla vicenda
tutta, ma ho deciso di ometterlo, spero non vi spiaccia. Detto questo
non mi rimane che ringraziare LadyRiddle e Minus per il continuo e
costante supporto alla mia storia, ed ovviamente tutti voi Fan che con
le vostre recensioni mi motivate a continuare. Al prossimo capitolo,
che spero di scriver il prima possibile. Bye dal vostro Bumbix di
quartiere
Ps. Per chi
volesse ho creato un account facebook appositamente per efp. Si chiama
Bumbix Efp. Aggiungetimi ^_*
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Capitolo 8 *** Di Scuse Sentite e Verità Nascoste ***
Capitolo 8
The Darkest Night
Capitolo 8:
Di Scuse Sentite e Verità Nascoste
Quando riprendi sensi
tutto intorno a te
è confuso. Macchie di colore si muovono nel tuo campo visivo
e
voci indaffarate si sovrappongono le une alle altre in una cacofonia
dissonante. Alzando lo sguardo da quello che pensi sia un lettino, ti
ritrovi a fissare un uomo che ha una mano dentro di te. Il tuo ventre
è aperto, la carne esposta, e come se questo non fosse
sufficiente per causarti una nausea lancinante un guaritore sta
estraendo schegge di legno dal tuo intestino.
Solo che questo non lo
capisci, non ora. Per
te è solo un uomo che ti sta squartando pezzo a pezzo, con
immane rabbia e ferocia. Cerchi di divincolarti, di scappare,
ma
braccia e gambe sono pesanti come cemento, ed oltre alla testa non puoi
muovere altro. Anche la lingua è inerte, e giace spugnosa e
ruvida all’interno della tua bocca come un verme morto.
Panico, sempre maggiore. E poi rabbia, paura, dolore, dolore che in
effetti non avverti, ma la tua mente gioca contro di te. Ti basta
vedere il sangue e gli intestini sgusciare dalle mani del guaritore per
avvertire un moto involontario ed inesistente di dolore.
“Guaritore
Williams! Il paziente è sveglio!”
“Cosa!? Gli era
stata somministrata
un’intera dose di pozione senza-sogni! Qualcuno lo schianti,
qualcuno lo schianti!”
L’ultima cosa
che vedi è un lampo di luce rossa, e poi è di
nuovo buio.
………………………………………………………………………………………
Lentamente, molto lentamente, sbatti le palpebre perplesso. Hai fatto
un sogno strano, un sogno in cui un uomo con indosso un camice bianco
giocava all’allegro chirurgo con te. Scuotendo il capo
confuso
cerchi di mettere a fuoco la stanza in cui ti trovi. Il soffitto
è bianco perlaceo, sei steso in un comodo letto avvolto da
morbide coperte, con indosso quello che sembrerebbe un pigiama con lo
stemma di Grifondoro. Facendo leva sulle braccia cerchi di metterti a
sedere, ma quel semplice movimento basta a farti girare la testa
facendoti crollare di nuovo tra le coperte.
Quando la tua testa
colpisce il cuscino, il suono attira qualcuno che si trova poco oltre
le tende intorno al tuo letto.
“Signor Potter,
è già
sveglio? Non ci aspettavamo si riprendesse prima di domani! Bene, molto
bene, questo accelererà la fase di guarigione delle sue
ferite.
Non c’è che dire, è stato un miracolo
se siamo
riusciti a riprenderla dopo le condizioni pietose con le quali si
è presentato in infermeria. Mi dica la verità,
per lei
ogni anno che passa senza rischiare la vita è un anno noioso
vero? Giuro su Merlino che ho più capelli bianchi per le
ferite
che lei continua a riportare, che per le ferite d tutti gli altri
studenti del castello messi insieme! Ci sono voluti venti guaritori ed
una montagna di magia per stabilizzarla e se non fosse stato per i
medi-maghi della clinica privata Circe&Co, probabilmente ora
non
sarebbe qui!”
Ma che…? Hai appena ripreso coscienza e la tua testa non
è ancora del tutto connessa, qualcuno dovrebbe dire a questa
donna (che sia Madama Chips?), che non dovrebbe lanciarsi in un
soliloquio proprio ora. Lo faresti tu, ma l’unica parola che
riesci a pronunciare con la tua bocca secca è:
“Acqua….”
La voce è
gracchiante come se non la
usassi da molto tempo, ma guardando fuori dalla finestra, con i caldi
raggi del sole che iniziano il loro declino dietro le colline, non
può che essere passata al massimo mezza giornata.
“Certo certo, mi
scusi Signor Potter,
ecco prenda la sua acqua. E si ricordi di ringraziare la signorina
Lancaster per i medi-maghi della clinica, senza il loro supporto lei a
quest’ora sarebbe morto o peggio!”
Sorseggi dal bicchiere che
ti viene porto, ma
non appena la conversazione verte su Liri, allora hai un flashback di
quanto accaduto quella mattina. Il litigio, la corsa su scopa, lo
scontro ed infine la caduta. Lupin ti aveva avvertito, te lo aveva
detto più volte, ma solo ora capisci il fardello che grava
su di
te. Durante la tua trasformazione sei completamente preda delle tue
emozioni, e a prescindere dalla tua salute, farai di tutto per
proteggere una donna. Addirittura farti infilzare da un manico di scopa
e schiantarti al suolo per attutirle la caduta. Adesso non sai, forse
avresti fatto le stesse scelte anche senza essere sotto
l’influenza dell’HSS, ma quello che è
certo è
che senza HSS non vi saresti riuscito.
Sospiri lasciando che la
tua mente rifletta
su questo punto, quando infine poni la domanda che più di
ogni
altra ti pesa sul cuore.
“Liri sta
bene?”
La tua voce ora
è più normale,
e solo il tono stanco tradisce le condizioni pessime del tuo corpo.
Anche senza guardarti sai di non essere completamente a posto, non
ancora.
L’anziana
strega, che fino a quel punto
aveva un’espressione ferrea sul viso serio, si lascia andare
ad
un sorriso. I suoi occhi si addolciscono mentre ti poggia una mano
sulla spalla in maniera confidenziale. Forse troppo
confidenziale…
“Signor Potter,
ho sentito quello che
è successo e molti studenti sono stati testimoni del suo
coraggio. Grazie alle sue azioni, degne di Godric Grifondoro in
persona, la signorina Lancaster non ha riportato alcun danno
permanente. A differenza sua, che quando è arrivato qui era
ridotto uno straccio. Non avevo mai visto qualcuno ridotto peggio di
lei per un semplice incidente su scopa!”
Semplice incidente su
scopa? Che la donna non
abbia sentito del feroce scontro avvenuto nei cieli sopra il campo da
Quidditch? In ogni caso non è questo che conta, sorvoli
sulle
pacche gentile che ti vengono somministrate, riuscendo solo a pensare
di essere riuscito a salvarla. Lei sta bene, non ha subito alcun danno
permanente. Sei felice, inspiegabilmente felice.
“Posso
vederla?”
“Vedere chi,
signor Potter?”
“Ehm.. si
insomma, vorrei vedere Liri. È anche lei in infermeria,
no?”
Gli occhi della donna si
sgranano leggermente, mentre il suo sorriso si allarga.
“Signor Potter,
piccolo briccone, lei
si ricorda di essere sposato vero? In ogni caso farò come mi
chiede, mi sono sempre piaciuti i triangoli amorosi. Mi misi in mezzo
pure quella volta che suo padre ed il professor Piton si contendevano
le attenzione di sua madre, Lilly Evans. Ah, bei tempi quelli. Mi
aspetti qui per favore, io torno subito.”
Eh? Non ti aspettavi che
l’infermiera
della scuola avesse un tale fiuto per il gossip, ma la cosa non ti
spiace. Appena ne avrai occasione le chiederai qualche notizia in
più sui tuoi genitori ed il loro rapporto con Piton.
Tornando a stenderti,
rifletti ancora ed
ancora sugli eventi della giornata, con un vago accenno di sorriso sul
volto. Quando la porta dell’infermeria torna a spalancarsi, e
le
tende intorno al tuo letto vengono tirate, ti ritrovi ad osservare una
quanto mai timida Liri, nascondersi dietro la medimaga, che
è
accompagnata da un altro uomo in camicie bianco. Un uomo stranamente
familiare.
“Professor
Archer? Cosa ci fa lei qui, pensavo che solo i guaritori avessero
accesso al piano.”
L’uomo, con
indosso il suo solito
vestito di Tweed sotto il camice ospedaliero, ti sorride mostrandoti la
sua dentatura perfetta.
“Signor Potter,
sono felice di vederla
sano e salvo, e pure più in salute di quanto prognosticato.
Devo
dire che la sua guarigione repentina è stato un vero e
proprio
miracolo, un miracolo degno di Tosca Tassorosso in persona. E per
rispondere alla sua domanda, io sono stato richiamato in infermeria per
dare una mano nelle fasi finali della sua operazione.
L’ammontare
di potere necessario a sanare tutte le sue ferite è stato
impressionante, e perfino un tipo come me, che ha solo conoscenze
basilari di guarigione, è stato d’aiuto.
Però non
credo che lei volesse parlare con me, giusto? Poppy, lasciamo i nostri
due studenti da soli, penso avranno molto di cui parlare.”
Con un sorriso furbo, ed
un occhiolino, il
professore di difesa prende da parte una restia Poppy, lasciando te e
Liri da soli. La ragazzina, già minuta di suo, ora sta
china,
con le spalle basse e lo sguardo concentrato sulle sue scarpe, cosa che
la fa apparire ancora più piccola ed adorabile….
Aspetta,
adorabile? Datti un contegno Potter, non puoi mica essere vittima della
tua malattia per così poco, sarebbe vergognoso!
Prendendo un profondo
respiro, e scacciando
dalla mente tutti i pensieri molesti vai per parlare mentre Liri si
appresta a fare lo stesso.
“Io..”
“Io..”
Le vostre voci si
sovrappongono, ed un
sorriso imbarazzato illumina il viso della ragazza. Il tuo cuore
accelera i battiti per quel gesto così spontaneo e
innocente.
Con un cenno della mano le fai segno di continuare, prodigandoti in una
qualche galanteria decisamente non da te.
“Si ecco
io… io volevo dirti che
mi dispiace per quello che è successo giù al
campo.
Non… non volevo farti così male, ho solo perso il
controllo e poi è tutto confuso. E… e volevo
ringraziarti
per avermi salvata. Sei stato davvero molto coraggioso a fare tanto per
me, ma per favore non fare una cosa del genere mai più. Se
tu
dovessi morire, io… io…”
La sua voce viene meno
mentre la tonalità di rosso del suo viso si accende,
rendendola simile ad una fragola matura.
“Si
beh… se tu dovessi morire io
perderei il mio schiavo. Era questo quello che volevo dire. Non
è che io mi sia affezionata a te o qualcosa di simile,
è
solo che perderei il mio schiavo. Perché tu sei in debito,
quindi sei il mio schiavo. Si, è sicuramente questo quello
che
volevo dire!”
Se prima parlava
docilmente, quasi con
rispetto, ora la sua voce è tesa e affrettata. Non ne
capisci il
motivo, ha reso fin troppo chiaro che ti considera solo uno schiavo e
nulla di più. Quale altro motivo dovrebbe avere per
dispiacersi?
Nessuno, no? In ogni caso tu le sorridi, ignorando il sordo pulsare del
tuo cuore, che fa male, non perché tu sia triste a causa
delle
sue parole, ma per l’intervento da cui sei reduce.
“Capisco. Anche
io ti devo le mie
scuse. Mi dispiace per il mio comportamento di Luglio, non ero in me
quella sera, e so di averti fatto un grave torto, quindi mi va bene se
per un po’ sarò tuo schiavo, ma solo per un
po’...”
Pur di starle
vicina…
“…E
poi vorrei ringraziarti per
i medi-maghi della clinica privata che hai mandato ad assistermi. Ti
sarà costato una fortuna farli venire fino a qui.
Se vuoi
posso ripagarti, ho qualche soldo da parte nella mia camera blindata, e
sono sicuro che Silente mi farebbe prelevare quanto è
necessario
quindi non esitare a chiedere.”
Le sorridi cercando di
mantenere un tono affabile, ma lei sta già facendo cenno di
no con la testa.
“Non
c’è bisogno che mi
ripaghi di n-nulla, davvero, quelli in fondo sono gli uomini di mio
padre, è il loro compito esaudire ogni mio desiderio. Quindi
va
tutto bene, si tutto bene.”
Annuisci, Liri fa
altrettanto, e poi…
cala il silenzio. Un silenzio imbarazzato, durante il quale tu passi il
tempo a guardarti in giro, mentre lei continua a strofinarsi le mani
con lo sguardo basso. Nella tua mente cerchi un argomento, un qualche
argomento che quanto meno sia utile a rompere questa situazione, ma non
ti viene in mente nulla.
Alla fine rimanete così per quasi cinque minuti, prima che
le
tende vengano schiuse nuovamente e faccia capolino la testa di Poppy.
Il suo volto speranzoso si tramuta in un’espressione delusa
non
appena coglie l’atmosfera che circonda il tuo letto.
Evidentemente la sua fervida immaginazione di strega chissà
cosa
le aveva fatto immaginare.
“Ehm…
si, Signor Potter, ha
un’altra visita. Il professor Lupin è venuto dalla
Francia
per accertarsi della sua situazione. E lei signorina Lancaster, il
preside Silente ha chiesto di raggiungerlo nel suo ufficio. Suo padre
è già li per parlare
dell’incidente.”
Tu sei spiazzato in
positivo, mentre Liri in
negativo. La sua carnagione, che era stata così rosea fino a
qualche momento prima, diventa cadaverica, il suo respiro irregolare,
le mani si stringono così forte sull’orlo della
gonna,
quasi fino a strapparlo. Sta per avere un violentissimo attacco di
panico, e per una volta sei convinto che non sia la convocazione del
preside la causa. Del resto Liri ha tenuto testa a Silente durante lo
smistamento… c’è di sicuro qualcosa
sotto.
“Liri…
non importa cosa diranno,
sono pronto ad assumermi tutta la colpa. Tanto io sono Harry Potter, il
bambino-immortale o come diavolo mi chiamano di recente, non
c’è nulla che mi possano fare, capito? Se ci
saranno
problemi, tu fai il mio nome, mandami a chiamare, al resto
penserò io, d’accordo? Non avere paura, nessuna
paura, io
sono con te.”
In un gesto molto poco da
te, ti allunghi da
sopra le lenzuola, stringendole una mano. La sua pelle è
fredda
e sudata, ma reagisce al tuo tocco ricambiando la stretta. I vostri
occhi si incrociano e sei sicuro ci sia tanto di non detto in quello
sguardo.
Il contatto tra di voi
dura, fino a che una
persona non si schiarisce la gola pesantemente. Alzando lo sguardo
dalla tua piccola, ti ritrovi a fissare un sorridente Remus Lupin.
Intorno ai suoi occhi noti delle profonde occhiaie, cosa che ti fa
riflettere sul fatto che non manca poi molto alla luna piena. Il
professore ha rischiato molto nel venire proprio in questo periodo
così critico per lui.
Quando anche Liri si
accorge della presenza del lupo mannaro, lascia subito andare la tua
mano facendo qualche passo indietro.
“Io…
io devo andare. Ora devo andare… ci… ci
vediamo.”
Dice questo senza
guardarti negli occhi, ma
ti è sembrato stesse meglio rispetto a qualche istante
prima.
Sospirando di sollievo torni a stenderti, poggiando le spalle contro lo
schienale del letto. Ora il tuo ex-professore, ha finalmente tutta la
tua attenzione.
L’uomo, che fino
a quel momento
è sembrato sollo stanco, caracolla in avanti, lasciandosi
cadere
su una sedia. Con un tocco della bacchetta chiude le tende, esibendosi
poi in un complicato incantesimo di privacy.
“Così
dovremmo poter parlare
tranquillamente per un po’. Allora Harry, raccontami quello
che
è successo stamattina.”
Come sempre, Remus ti
parla apertamente,
senza troppi giri di parole, una cosa che tu apprezzi nel profondo. E
così inizi a raccontare di tutti gli eventi avvenuti sin dal
giorno dello smistamento fino al giorno che è in fase di
chiusura. Ovviamente glissi su alcuni comportamenti di
Célie,
non vuoi certo coinvolgerla più del necessario e farla
rimproverare dal suo unico tutore. Meglio che resti fuori da questa
storia.
“Quindi sono
sceso in picchiata e
l’ho salvata. Se non fosse stato per l’HSS non ci
sarei mai
riuscito, e pure con quella non so davvero come abbia fatto.
È
stato come se la mia mente avesse forzato il mio corpo a muoversi
più velocemente di quanto avesse mai fatto. Il mondo intero
si
era fermato, e tutto quello che vedevo era la caduta senza controllo di
Liri. Lei sa spiegarmi cos’è successo professore?
Non ho
mai avuto un attacco di HSS forte come questo…”
Quando termini di parlare
trovi l’uomo seduto, con le mani giunte al livello
dell’addome, e gli occhi socchiusi.
“Harry, sei in
HSS pure ora?”
“Cosa?”
La domanda giunge
inaspettata, e davvero non
sai come rispondere. Che motivo avresti per essere trasformato? Non sei
stato a contatto con ragazze troppo avvenenti, e le tue emozioni sono
sotto controllo. Anche volendo non ci sarebbe ragione perché
tu
fossi trasformato.
“No,
signore.”
“Ne sei
sicuro?”
“Si,
signore.”
“Bene, allora
mettiamoti alla prova. Schiva questo.”
D’improvviso,
come se non stesse
aspettando altro, la sua bacchetta viene estratta ed un lampo di luce
si dirige verso di te.
THUMP!
In un nanosecondo hai
tutto chiaro, il colpo
è debole, non avrebbe nessun effetto neanche se ti colpisse,
serve solo ad attivare appieno la tua malattia. Chinandoti quel tanto
che basta a schivare il colpo, correggi il tuo afflusso di sangue
facendo tornare tutto alla normalità.
“Come sapeva che
l’avrei schivato?”
“Perché
Harry, c’è
solo un motivo per cui tu sei trasformato ora, per cui lo sei stato
stamattina e perché le tue ferite si sanano così
in
fretta. Mi hanno detto che perfino la pozione senza-sogni ha avuto un
effetto quasi nullo su di te. Tu sai di che motivo si tratta,
vero?”
La tua mente,
sovraeccitata dalla HSS, lavora
centinaia di volte più veloce del normale. Tutte le vicende,
le
conversazioni, gli allenamenti, avuti dal giorno della scoperta della
malattia, fino ad ora, si rincorrono nella tua mente a
rapidità
folle. Alla fine, sputi fuori la risposta con un’espressione
contrariata in viso.
“Ho avuto il mio
Imprinting con Liri”
“Esatto Harry.
Per tuo padre fu lo
stesso, lui ebbe il suo imprinting con tua madre la prima volta che la
vide in treno. Lo si potrebbe definire amore a prima vista, o un colpo
di fulmine, fatto sta che quell’unico evento
cambiò
l’intera vita di tuo padre. Se la normale HSS ti permette di
superare i limiti umani, l’HSS derivante da un Imprinting ti
permette di superare i limiti della malattia stessa. Per questo sei
riuscito a salvare la ragazza giù al campo, la tua
capacità di reazione era così folle che i tuoi
muscoli
non riuscivano a starti dietro, e per questo si sono strappati.
L’imprinting è una cosa bella e brutta allo stesso
tempo
Harry. Tuo padre ha passato anni a lottare contro il suo amore per tua
madre, cosa che lo ha portato quasi alla follia e l’ha spinto
più volte oltre il baratro che tu hai appena attraversato.
Era
geloso, follemente geloso di Piton, cosa che fece di lui un bullo ed un
idiota. Noi lo aiutammo come potemmo, aiutandolo a controllare la
malattia, facendolo sfogare, e poi tornare in sé. Non
è
stato un bel periodo Harry, ma per te può essere diverso. Se
deciderai di accettare i tuoi sentimenti avrai
l’opportunità di essere felice..”
Le sue parole penetrano in
profondità,
toccando tasti che non pesavi di avere. Quando tuo padre si
innamorò di tua padre era poco più di un bambino,
e come
tutti i bambini non capiva cose come l’amore o la passione.
Per
lui era solo una seccatura di cui voleva liberarsi. Tu sei
più
grande di quanto era grande lui allora, tu sei più maturo di
quanto lo fosse lui allora. Forse per te sarà diverso. Forse
tu
non dovrai aspettare per avere il tuo lieto fine.
C’è solo
un piccolo problema…
“Professore…
come posso anche
solo pensare di accettare questi sentimenti quando io stesso non so se
siano reali? So che la malattia mi rende diverso, e diverso non vuol
dire migliore… e come se questo non fosse sufficiente, io
sono
sposato con sua nipote. Non dovrebbe fare il tifo per lei?
Cioè,
è l’unico parente che le rimane e pensavo sarebbe
stato
contento di vederla accasata con me…”
A questo punto
l’uomo si passa una mano
sul viso segnato dalle ingiustizie del tempo. Lentamente prende posto
vicino a te, sedendo sul materasso del tuo letto.
“Harry, volevo
parlarti anche di
questo. Dopo quello che è successo il primo giorno
dell’anno scolastico, con tutto il casino del matrimonio ed
il
resto, ho iniziato a nutrire qualche dubbio su Célie. Non
che
non le voglia bene, ma non so, sentivo che c’era qualcosa di
strano in lei, nel suo modo di comportarsi, dunque ho ripercorso gli
annali della mia famiglia, cercando informazioni sul ramo francese dei
Lupin, ed ho fatto una scoperta che ti potrebbe
scioccare…”
Con un colpo della
bacchetta, una pila di
documenti viene evocato. In cima alla pila si trova una pergamena
consunta e ripiegata, che subito ti viene porta. Schiudendo il foglio,
e dispiegandolo sul letto, ti ritrovi davanti un grande albero
genealogico, con ramificazioni e nomi a partire dal 1300. Scorri
velocemente la lista, trovando il nome del professore, indicandoglielo
infine.
“Esatto Harry,
quella pergamena
è incantata perché si aggiorni da sola ogni volta
che
nasce un Lupin, ed è uno degli ultimi tesori della mia
famiglia.
In ogni caso non era il mio nome quello che volevo cercassi,
bensì quello del mio trisavolo. Sali lungo
l’albero
Harry…”
Come richiesto risali di
tre file, superando il padre ed il nonno di Remus, fino ad arrivare al
suo bis-nonno.
“Alcard Lupin,
nato nel 1815, morto nel 1904. Quindi?”
“Ricordi quando
ti dissi che per motivi
sconosciuti il mio trisavolo abbandonò la Francia,
trasferendosi
in Inghilterra, dove diede origine ad un ramo inglese della famiglia.
Bene penso di aver capito il motivo per cui lui si trasferì.
Leggi il nome del fratello del mio bis-nonno e dimmi se non ti risulta
familiare.”
Con il dito segui la linea
che da Alcard porta ai suoi genitori, arrivando infine al fratello.
“Arsenio Lupin
nato nel 1823, morto nel 1910”
“Giusto, ma
sbagliato. Guarda bene l’accento Harry, e leggilo con la
pronuncia francese.”
“Arsenio
Lupìn. Arsenio Lupìn?”
Quel nome ti riporta alla
memoria qualcosa.
Non ricordi bene cosa, ma sei sicuro che l’uomo sia stato
protagonista di un qualche romanzo o simili. Anche in HSS non sei in
grado di acquisire conoscenze che non hai. Puoi fare deduzioni e
speculazioni, ma non molto di più.
“Davvero non
conosci quel nome? Dovete
essere indietro in Storia della Magia… in ogni caso sappi
che
quello è il nome del grande ladro gentiluomo, che ha
infestato i
sogni dei ricchi proprietari, babbani e non, per secoli. Dopo di lui,
ogni suo figlio fu un ladro…”
Con un dito ti conduce da
Arsenio
Lupìn, ad Arsenio Lupìn II, poi ancora
più
giù fino ad Arsenio Lupìn III, ed infine la linea
che
conduce a Célie. Legato ad Arsenio Lupin III
c’è il
nome di Fujiko Mine. Mine come Célie Mine. Ora inizi a
capire.
La ragazza che ha organizzato il tuo matrimonio, che ti provoca in
continuazione, ma alla quale senti di dovere molto, è la
figlia,
nipote e bis-nipote di un’intera generazione di ladri.
Tuttavia…
“Professore,
penso di capire quale sia
il punto, ma non credo sia giusto giudicare Célie per delle
colpe non sue. Erano i suoi genitori ed antenati ad essere dei ladri,
non lei… Non porta più nemmeno lo stesso cognome,
forse
ha intenzione di rompere la tradizione di famiglia!”
L’uomo scuote il
capo tristemente, ripiegando il foglio di pergamena per metterlo
insieme agli altri.
“Come docente
della suola di Magia
francese, ho avuto accesso a diversi registri, tra cui alcune punizioni
ad ignoti. Negli anni in cui Célie è stata
lì,
sono avvenute strane sparizioni di oggetti importanti, oggetti di
valore, poi ricomparsi altrove. Ogni furto è stato come uno
spettacolo in cui sospetto che ad esibirsi sia stata Célie.
Ma
non è questa la cosa preoccupante, fosse solo questo il
problema
allora basterebbe parlarle e cercare di risolvere. Il punto
è
che la famiglia Lupìn, la mia famiglia, ha il vizio di
circondarsi di persone eccezionali per avere successo nei suoi crimini.
Ora che ci penso anche io sono un po’ come loro. Mi circondai
di
amici forti ed importanti ed insieme fondammo i malandrini…
a
volte sembra che le eredità del sangue siano un fardello
troppo
pesante per chiunque… tuttavia temo che Célie si
sia
avvicinata a te, abbia combinato il matrimonio e abbia fatto tutto
quello che ha fatto, solo per farti entrare nella sua squadra di ladri.
Lei conosce il tuo segreto, e sebbene non possa rivelarlo a nessuno,
può comunque usarlo come leva contro di te. Ho paura Harry,
di
averti cacciato in un guaio peggiore di quanto già non
fosse…”
Davanti alle spiegazioni
dell’uomo sei ancora confuso. Non capisci, proprio
non ci riesci.
“Scusi
professore, ma cosa mai potrebbe
farmi Célie? Infondo è solo una ragazza senza
neanche
troppo potere magico…”
“Harry…
non hai idea di cosa
possa fare un Lupìn quand’è
arrabbiato…
davvero non ne hai idea.”
……………………………………………………………………………………
Le tue mani tremano contro i bordi del lavandino, lacrime rigano il tuo
viso altrimenti perfetto mentre sfoghi rabbia e frustrazione. Un urlo,
come di bestia ferita prorompe dalle tue labbra… ed i tuoi
lineamenti iniziano a cambiare.
Succede sempre
così, quando perdi il
controllo delle tue emozioni perdi anche il controllo delle tue
capacità. I capelli si allungano, cambiando colore, la tua
statura si abbassa e gli occhi diventano di uno splendido color ambra.
Non volevi assumere le sue
sembianze, le
sembianze della donna che più odi, dell’unica che
sai
essere in grado di rubarti una tua proprietà, ma
è
inutile combattere contro la tua mente. Tu la invidi, la detesti, la
vorresti morta o peggio, ma Harry la ama come non amerà mai
te.
Hai pensato che bastasse guadagnare la sua fiducia, avvicinarti a lui e
man mano saldare il vostro rapporto.
Hai addirittura rubato i
documenti per il
matrimonio dal ministero Francese, li hai resi legali apponendo la
firma di Harry, eppure questo ancora non è bastato. Harry
nemmeno ti guarda, non ti considera, non da peso alle tue emozioni.
Però guarda lei, l’hai notato già la
sera dello
smistamento, ed ogni giorno da allora. Lui la cerca con lo sguardo,
l’ammira da lontano, la studia cercando di carpirne le
debolezze.
Fa esattamente quello che
tu fai con lui,
solo che lui lo fa meglio. Sospirando affranta ti asciughi le lacrime
dal volto, non più tuo, ricominciando ad assumere la tua
identità. Le tue capacità, tramandate di
generazione in
generazione, sono instabili. Ti aiutano ad essere sempre bellissima, e
sono una manna dal cielo quando devi rubare qualcosa, ma in generale
sono difficili da controllare. Il tuo corpo è perennemente
come
cera liquida, pronto a cambiare ed adattarsi ad ogni tuo pensiero. Se
non fosse per il duro addestramento che tua madre ti ha impartito
quando era ancora in vita, probabilmente non riusciresti a controllare
le capacità da Metamorfomagus di tuo padre.
Tuo padre, Lupin III,
praticamente una
leggenda come tutti i suoi predecessori. Un ladro eccezionale,
conosciuto addirittura nel mondo babbano in cui le sue imprese sono
state trascritte sotto forma di romanzo. E poi ci sei tu,
Célie
Mine Lupin la IV, che dai genitori non ha preso nulla e quel poco che
ha, ha dovuto lottare per averlo. Sei sempre stata sola, esclusa, non
voluta. Quando eri piccola ed i tuoi poteri erano instabili non potevi
nemmeno uscire di casa. Solo tua madre ti ha amato, ti ha dato affetto
e prestato ascolto, arrivando a morire pur di proteggerti…
ed
ora lei non c’è più, non
c’è
più a causa di un tuo errore, di una tua frase detta, del
tuo
consenso ad un uomo che era in fondo uno sconosciuto.
Come se questo non
bastasse, la missione che
ti è stata affidata, perché di questo si tratta,
sta
andando da schifo. Avevi trovato Harry, eri convinta che lui fosse la
risposta a tutte le tue esigenze, ma alla fine sembra che tu non sia in
grado di farlo innamorare di te, di renderlo tuo partner in quel furto
impossibile che ti è stato commissionato.
Senza di lui, l’imminente promessa di morte
ricevuta da
quell’uomo è ormai realà, non ti resta
che piangere
attendendo l’inevitabile… Istintiva le tue mani si
portano
al petto, stringendo tra le dita il Rosario che tua madre ti ha
lasciato come sua ultima eredità. È una semplice
croce
azzurra, che tuo padre rubò apposta per tua madre, e che ora
lei
ha lasciato a te.
Ti è stato
detto che quella croce
racchiude un grande segreto, che verrà il giorno in cui
capirai
come usarla e diverrai la degna discendente della famiglia Lupin, ma
per te è solo un ricordo, una sporgenza a cui aggrapparsi
mentre
il tuo cuore e la tua mente sprofondano nell’oblio.
Perché tua
madre ha voluto che tu
tenessi la croce, l’ha protetta e lasciata a te, dicendoti di
non
mollare mai. Ti ha amato, ha creduto in te, e tu ora stai disonorando
la sua memoria cedendo alle difficoltà…
Il tuo cuore si gonfia
d’emozione, mentre gli occhi, da lucidi e spenti assumono
un’aria determinata.
Non andrà
così, non cederai.
Harry potrà anche essere innamorato di Liri, lei
potrà
anche essere il suo innesco principale per l’Hysteria Savant
Syndrome, ma tu non hai ancora perso.
Lotterai, lotterai in ogni
modo per Harry,
farai l’impossibile per lui, ed allora lui capirà
chi
è veramente degno di stare al suo fianco.
La discendente della
famiglia Holmes non
vincerà, non questa volta. Era destino che fosse un Holmes a
mettersi sulla tua strada… come Sherlock affrontò
e
sconfisse Lupin I, così lo scontro si ripete. Solo che
questa
volta sarai tu a vincere, riuscendo a fare qualcosa che nemmeno i tuoi
predecessori riuscirono a fare.
“La pagherai, la
pagherai, la
pagherai… la pagherai Liri Holmes Lancaster, la pagherai
cara
per aver rubato ad un ladro… la pagherai”
Il tuo viso si storce e
deforma assumendo un aspetto demoniaco.
"Che il gioco…
abbia inizio."
…………………………………………………………………………………
N.D.A.
Bene signori, eccoci con un altro capitolo, che serve come punto di
raccordo. Ora tutti insieme raccogliamo le idee di quanto ho scritto
fino ad ora. Da una parte abbiamo i dissennatori, che baciano Harry
rivelando i poteri della sua famiglia, dall'altro l'arrivo di vecchi e
nuovi personaggi, alcuni dei quali sono ancora piuttosto misteriosi. Ma
non è troppo presto per farsi un'idea generale, quindi
riassumiamo per ogni personaggio i punti fondamentali:
Harry: Solito Harry
Potter, ma con
una marcia in più. Finalmente il bambino sopravvissuto
eredita
le capacità dei maschi Potter, riuscendo a scoprire come il
padre è riuscito a sfuggire per ben tre volte allo Zio Tom.
Tolto questo è divenuto un gran figo, e tutti lo vogliono.
Che
vita grama che conduce (XD)
Hermione: Baciata dai
dissennatori,
ma tenuta in vita artificialmente in un ospedale Babbano, si scopre
essere diventata una vampira. E non si parla dei vampiri di Twilight,
ma dei vampiri alla Stocker. Per il resto sembra essere rimasta
uguale... sembra.
Ron: Roso di gelosia e
rabbia,
è l'unico sapere della trasformazione di Hermione,
che ora
è convinto essere la donna della sua vita. Accusa Harry di
ogni
cosa sia accaduta ad Hermione, ed è pronto a vendicarsi di
lui.
Célie Mine Lupin: Una
delle
nuove aggiunte, in questo capitolo si fa finalmente luce sulle sue
origini. La ragazza, dai tratti asiatici, ha discendenze francesi, ed
è figlia d Fujiko Mine e Arsenio Lupin III. Dal capitolo si
evince che si ritiene responsabile della morte della madre (il
perchè lo spiegherò meglio più in
là), e
che è stata ingaggiata da qualcuno di molto pericoloso per
rubare qualcosa di impossibile da rubare. Come ogni Lupìn
che si
rispetti ha però bisogno di una squadra fatta di gente
eccezionale che gli copra le spalle, ed Harry è la sua prima
scelta. Solo che non tutto va come lei sperava...
Liri Holmes Lancaster: Figlia
dell'ormai decaduta casata regale inglese, e discendente di Sherlock
Holmes. Le sue origini si scoprono per via trasversa attraverso
l'ultimo spezzone del capitolo, dunque immagino che ci saranno molte
persone con dubbi o domande su di lei, ma tranquilli, a suo tempo
spiegherò tutto. Di lei si può dire che
è una
ragazza forte, esperta in diversi tipi di arti marziali, fedele alla
giustizia, che ha come obbiettivo raggiungere e superare le
capacità del suo antenato. Per fare ciò sta
cercando un
compagno che esalti tutte le sue capacità, come Watson fece
per
Sherlock, liberando il suo potere latente. Quella persona è
ovviamente Harry, che durante l'Hysteria Savant Syndrome riesce non
solo a tenerle testa, ma addirittura a metterla sotto scacco. Fino ad
ora non ha dimostrato nessuna delle straordinarie capacità
deduttive del suo antenato. Vorrà dire qualcosa? In ogni
caso
quella che doveva essere una semplice relazione tra partner sta
diventando qualcosa di più, Liri si sta innamorando di
Harry, ma
lui è sposato. Situazione non facile vero?
Jonathan Archer: Nuovo
professore di
difesa contro le arti oscure, si è presentato come
spezza-incantesimi proveniente dalla lontana Australia. Il suo
obbiettivo ufficiale è quello di spezzare la maledizione sul
posto di professore di difesa, ma il Cappello Parlante ha avvertito in
lui potenti forze oscure. Fino ad ora tuttavia è stato un
modello da imitare per Harry, contravvenendo alla mentalità
purosangue Inglese, aiutandolo durante la punizione, e curandolo dopo
il volo con Liri. Quindi è uno dei buoni o dei cattivi? Bho
^_*
Per farla
breve ci sono
vampiri e lupi mannari, ladri e investigatori, principesse di un regno
decaduto e ragazzi folli di gelosia. Direi che finalmente ho finito di
piazzare tutte le pedine e si può inziare la partita, voi
che ne
pensate?
Sperando che il
capitolo vi piaccia, vi lascio e vi saluto. Il vostro Bumbix
Ps: Come
al solito i
ringraziamenti alla fine xD Un caloroso ringraziamento va a Lunastorta,
che ha letto e betato il capitolo, dandomi una mano quando ne avevo
bisogno... Grazie cara, sei stata gentilissima =) Un altro
ringraziamento va a LadyRiddle, la mia prima e più vecchia
seguace, che anche in questo caso mi ha aiutato con la stesura iniziale
del capitolo... Donna, non sarò uno slasher, ma sono
contento
che le mie storie ti piacciano ugualmente ^_*
Ok, detto questo vado davvero! Alla prossima.
|
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Capitolo 9 *** Di Bestie, Ritorni e Subdoli Sorrisi ***
Capitolo 9: Di
Bestie, Ritorni e Subdoli Sorrisi
Oscurità.
Ciò che ti circonda
è il buio, ciò che avverti è il nulla,
ciò a cui pensi è lei.
THUMP.
Cuore che pompa, sangue che scorre,
forza che aumenta. Il
tuo nucleo magico si raddensa ed i tuoi sensi si acuiscono.
È notte, sei nella foresta
proibita e sono passati tre
giorni dal tuo ricovero in infermeria. Una persona normale avrebbe
impiegato
mesi a riprendersi dalle ferite che tu hai riportato, un mago qualsiasi
avrebbe
impiegato settimane, per te sono stati sufficienti tre giorni.
Una zaffata d’aria ti
colpisce, avverti il suo odore.
L’odore di rabbia, paura e dolore.
Avanzi nella foresta, tutti intorno a
te è silenzio, ma
anche in quel fitto groviglio di rovi e spine, dove non pochi
troverebbero
difficoltà a districarsi, tu sei tranquillo.
L’assenza della vista non
è un problema, anzi è, al
contrario, un vantaggio. Puoi così scandagliare i tuoi
limiti. Devi capire,
devi comprendere quanto tu sia cambiato.
Perché tre giorni, solo
tre giorni, sono un miracolo pure
per il mago più potente. Neanche assumendo
l’elisir estratto dalla pietra
filosofale avresti impiegato così poco tempo, neanche
tramite l’utilizzo delle
lacrime della fenice.
Nessuno riesce spiegarselo, nessuno
riesce a comprenderlo,
nessuno riesce a capirlo. Fatta eccezione per te ed il tuo professore.
Un ruggito lacera l’aria,
gli uccelli in caccia notturna
stridono, la foresta silenziosa si anima di bestie in fuga. Asticelli
penzolano
dagli alberi infuriati, unicorni argentei illuminano per un attimo la
tua
visuale.
È vicino, molto vicino.
Anche attraverso la fitta criniera di
rami, che oscurano
perfino le stelle in cielo, avverti la presenza della luna.
Inebriante Luna che concede al tuo
professore poteri
eccezionali. Se solo non l’avessi convinto a prendere solo
metà della solita
pozione, se solo l’avesse assunta tutta. Ora non saresti qui,
in questa
situazione, a lottare tra la vita e la morte.
Eppure non puoi farci nulla. Era
iniziato tutto come un
allenamento nel campo da Quidditch. Potenti barriere erano state erette
perché
nessuno potesse avvicinarsi, e tu con l’aiuto del professore
volevi mettere
alla prova le tue abilità.
Ma la tua stupida arroganza ha
portato a questo. Durante
l’allenamento Remus ha perso il controllo, il lupo ha preso
il sopravvento,
e la notte
è diventata immensamente più
lunga.
Se il licantropo venisse scoperto nei
territori della
scuola, completamente trasformato, per lui la pena sarebbe Azkaban se
non
peggio. In teoria il professore dovrebbe essere in Francia, in teoria
non ha
più il permesso di insegnare in Inghilterra, in teoria non
dovrebbe trovarsi
qui.
Ma è un malandrino,
è un Lupìn, è un tuo amico. Si
è
sacrificato, ha corso questo rischio, solo e unicamente per te, ed ora
ne sta
pagando le conseguenze. Sta a te rimediare prima che sorga il sole,
prima che
qualcuno venga ferito, prima che un nuovo licantropo venga generato.
Avresti voluto avvertire il preside,
comunicare con lui
tramite i ritratti o chiedendo ad uno dei fantasmi del castello, ma non
nutri
più alcuna stima per Albus Silente, nessun barlume
d’ammirazione né di fiducia.
È solo un vecchio deviato che ha cercato di manipolarti da
che hai memoria.
E così avanzi, incurante
delle tue ferite da poco sanate, in
una foresta ricca di orrori, solo per salvare un professore che tu
stesso hai
messo in pericolo…
E nonostante tutto non riesci che a
pensare a lei. Ai suoi
occhi, al suo sguardo ambrato, al suo viso color fragola matura quando
si trova
in imbarazzo…
Sai di amarla, lo hai capito, anche
se solo grazie a Remus.
Ma non sai cosa fare di questi sentimenti, di queste emozioni
così forti che ti
riverberano l’anima.
Per ora puoi solo utilizzarle per
fermare lui, per salvarlo
da se stesso. Ed è una svolta, un passo felpato, il fremito
di ramo che si
spezza. E poi l’assalto.
Il lupo ti balza addosso. Le fauci
sono spalancate, la
schiena inarcata di chi è per metà uomo e per
metà bestia. Sono attimi, battiti
di ciglia, ma tu sei già in azione.
Riesci addirittura a vedere le iridi
macchiate di sangue,
quando la tua bacchetta si alza in un muto incantesimo di luce.
Un banalissimo lumos, il cui effetto
è però amplificato dal
buio estremo e dalla potenza con cui tu carichi l’incantesimo.
La bestia rimane accecata, tu ti
chini schivando il suo
balzo e sei di nuovo in piedi. Hai perso parte del tuo potere per aver
usato la
magia, ma questo ti ha fatto guadagnare qualcosa. Per qualche minuto il
semi-umano non potrà vedere e tu avrai un vantaggio su di
lui.
Mentre l’animale si alza,
sferzando l’aria con i suoi
artigli, tu gli sei già dietro.
Dalla
manica della giacca estrai un’arma, un costrutto babbano
più efficace, veloce e
letale di qualsiasi bacchetta, che tuttavia i maghi non si curano di
studiare
ne neutralizzare.
Un benvenuto va dato alla
meravigliosa Desert Eagle 5.0, una
pistola semi automatica di grosso calibro azionata a gas.
L’arma di per se non
è nulla per un lincantropo, le cui
ferite, le notti di Luna Piena si rigenerano, molto velocemente, ma le
modifiche che vi hai apportato la rendono… diversa.
Ogni proiettile della tua pistola
è placcato in argento, immerso
in acqua santa, benedetto, ed incantato. Un incantesimo anti-rinculo
impedisce
al tuo braccio di sbalzare indietro quando premi il grilletto, e credi
sia
finita.
Una spalla viene colpita, la bestia
cade in terra
agonizzante, e sei già pronto a sedare l’animale
aspettando che torni il
giorno. Tuttavia…
… la pallottola esce dalla
spalla della bestia come se fosse
incantata, in un attimo di distrazione non hai notato
l’afflusso di magia
nell’aria richiamarla. Qualcun altro è qui con te
in questa foresta, qualcuno
che ha intenzione di far durare ancora questo scontro.
Ed è di nuovo follia di
morte e disperazione, urla
disperate, ringhi feroci e rabbia.
La bestia che è il tuo
amico, la bestia che è tuo
professore, ti è di nuovo addosso, questa volta
letteralmente. L’istante che
hai speso ad immaginare i possibili colpevoli di questo sabotaggio, ti
è
costata l’iniziativa.
Ed le sue zanne affondano nella tua
spalla, le tue mani
stringono bacchetta e pistola, mentre spari qualche colpo a caso. Gli
artigli
di smembrano il corpo, lacerano la carne, ed il dolore sta raggiungendo
la
soglia. La soglia in cu sei certo perderai i sensi, e di te non
resterà che
qualche boccone avanzato ed osso spolpato.
Sei pronto a morire, a soffrire,
nessuno piangerà la tua
morte, nessuno pregherà per te.
Un bambino sopravvissuto che forse
è andato già oltre il
momento in cui sarebbe dovuto morire.
Nessuno sentirà la tua
mancanza.
Nemmeno lei.
THUMP! THUMP! THUMP!
Calore, lo stesso intenso calore
provato al campo da
Quidditch, lo stesso intenso calore provato mentre spingevi il tuo
corpo oltre
i suoi limiti, solo per salvare lei.
Ed il tempo si ferma. Centinaia di
volte superiore alla
media non basta, migliaia di volte nemmeno. Allora perché
non un milione?
Perché non decina di milioni? Con la mente abbracci il
mondo, l’universo. Ogni
stella in cielo è solo un puntino per te che li abbatti
tutti.
Hysteria Agonizzante.
Era tra gli appunti che il professore
ti aveva mostrato.
Quando un Potter è in fin
di vita, quando per lui non resta
che la morte, allora entra in gioco l’Hysteria Agonizzante.
Fondamentalmente è
un istinto basilare, l’istinto di vivere per procreare,
l’istinto di vivere per
amare, l’istinto di vivere per la persona amata e non morire
se non per lei.
Ed i tuoi vasi sanguigni si
costringono, le tue ferite si
iniziano a sanare. Su di te giace ancora un lupo, ma si muove
così lentamente
che è come se fosse fermo.
Come hai fatto ad aver paura per lui?
Le tue braccia si
muovono contro ogni logica umana, il gomito si rompe ed il braccio si
piega
innaturalmente verso di lei. Arriverà il dolore, e
sarà atroce, ma non ora e
non per te.
BANG!
Spari. A questo livello riesci a
vedere perfino la
pallottola fendere l’aria. Le incisioni e rune che vi hai
scolpito sopra,
brillano tenuemente, mentre vai a scalfire la settima vertebra dorsale
della
bestia.
La paralisi è immediata.
Così com’è immediata un ulteriore
intervento esterno. Avverti un altro fiotto di magia provenire da uno
sconosciuto con l’intento di curare la ferita, ma ancora una
volta, con te non
si scherza, non ora.
Il tuo incantesimo d’urto
vola in direzione opposta al
fiotto di magia, ed una decina di alberi vengono tranciati.
La presenza è scomparsa e
lo scontro è finito.
Il tempo riassume il suo normale
andamento, mentre tu
applichi incantesimi anestetizzanti su tutto il tuo corpo. Quando
l’adrenalina
scemerà, soffrirai come sotto una maledizione Cruciatus,
dunque è meglio
correre ai ripari.
Nel frattempo osservi il professore.
La spina dorsale si sta
già curano, ma ti basta inserire il bossolo della pallottola
nell’incavo della
ferita, per fermare la rigenerazione. Fino a mattina lo lascerai
così,
paralizzato dalla testa in giù, con l’unica
possibilità di ululare.
In fondo ti dispiace, ma non
è colpa tua, è colpa di chiunque
sia intervenuto a tuo sfavore.
E poi il pensiero più
orribile.
Sei stato morso da un lupo mannaro.
Sei stato morso da una
creatura della notte. Sei stato morso, e dunque sei stato…
infettato?
Abbassi lo sguardo sulla tua spalla spolpata. Muscoli e tendini stanno
già
rigenerandosi sotto effetto dell’HSS. Eppure non sai che
effetti avrà questo su
di te.
Sei sicuro di una cosa tuttavia.
Remus non dovrà mai sapere
di averti morso. Mai.
La cosa lo ucciderebbe.
È un uomo buono.
È un uomo giusto. È un uomo vero.
Sorridi, alzando gli occhi alle fitte
ombre della notte,
pensando a quanto tu sia fortunato. Questa malattia, o quello che
diavolo è,
sembra essere senza limiti. Non capisci come qualcuno possa perdere
possedendola. In un qualsiasi scontro si è in vantaggio.
L’unico contrappeso ad
equilibrare la bilancia è l’amore. Un sentimento
potente, ma che spinge al
sacrificio.
E ti chiedi dove sia Liri. Sono
giorni che non la vedi e che
non sai nulla di lei. Nonostante tu abbia chiesto, nonostante tu ti sia
informato,
nessuno ha saputo dirti nulla. Sembra abbia lasciato temporaneamente il
castello per tornare a casa.
Ti manca.
Un ultimo sguardo al cielo, e poi
anche per te si fa tutto
buio. I sensi ti vengono meno e rimani spossato dalla tua stessa magia.
Al tuo fianco
un lupo agonizzante. Nella tua mente il suo sorriso.
************************
Non hai riflettuto alle conseguenze.
Non ci hai pensato, non
le avevi previste. Sei stata una stupida su quel campo, a perdere
così il
controllo, a fargli così male. E poi convocare i guaritori
della clinica senza
avvertire tuo padre, fare tutto alle sue spalle sperando che non se ne
accorgesse. Lui, che è tra i più grandi detective
magici che siano mai
esistiti, quasi all’altezza del tuo bisnonno.
Lo hai deluso. L’incontro
con il preside è stato degradante,
le accuse di tuo padre mortificanti, ed ancora avresti preferito che
urlasse,
che si rivolgesse a te in maniera normale, che provasse rabbia. Invece
sembrava
solo immensamente deluso, come se stesse guardando lo scarto di quello
che
doveva essere l’erede di un patrimonio di cui non
è in grado.
Non è colpa tua se sei
nata senza alcuna dote deduttiva, non
è colpa tua se tutto quello che puoi fare è
affidarti all’istinto, non è colpa
tua se l’unica cosa che sei riuscita a rafforzare negli anni
sono il tuo corpo
e la tua magia.
Corvonero, la casa dei maghi
dall’intelletto fine. Quella è
stata la casa di Sherlock Holmes, mentre Watson era un Tassorosso. Due
anime
improbabile, due persone così incompatibili, da completarsi
a vicenda. E da
quel momento è tradizione che si trovi un compagno che
aumenti le proprie
capacità, che aiuto eliminando l’impossibile, in
modo che quel che resta, per
quanto improbabile, sia la verità.
E così fu per tuo nonno, e
così fu per tuo padre. Tutti grandi
detective, tutti con un compagno adeguato. E poi ci sei tu, che ti
innamori
della persona che vuoi per compagno, che tenti di uccidere la persona
che hai
per compagno, che strappi dall’abbraccio della morte la
persona che vuoi per
compagno, ignorando ogni logica e deduzione.
Perfino la casa in cui sei stata
smistata è un esempio di
quanto tu sia fuori posto, lontana dalla tua famiglia, diversa dalla
tua
stirpe. Grifondoro, la casa dei cuori impavidi, delle persone
coraggiose, delle
persone giuste.
Eppure alla tua famiglia non
è andata bene, ancora delusione
e risentimento. Le parole di tuo padre sono ancora impresse a fuoco
nella tua
mente…
…Ci
vuole una persona
coraggiosa per fare ciò che è giusto, ma solo una
persona arguta sa quale sia
la cosa giusta da fare. Figlia, ancora una volta non sei
all’altezza della tua
casata…
Sola, sei sola, la tua famiglia ti
sta abbandonando, non hai
amici su cui contare, ne un compagno che tu possa definire tale. Hai
Harry, con
lui c’è stato un legame, una sorta di contatto,
qualcosa che ti ha spinto a
pensare che forse… ma lui è sposato, questo
è un problema insuperabile,
qualcosa che non puoi cambiare.
Liri… Il tuo nome stesso
significa solitudine. Si dice che
lo scelse Sherlock Holmes stesso per te, ai tempi in cui era ancora un
giovane
detective. Che le sue doti deduttive l’avessero spinto tanto
in là da intuire
il tuo destino?
Sei sola, sempre stata sola e lo
sarai sempre.
I tuoi pensieri si sgretolano come
roccia man mano che ti
avvicini al castello. Hai passato gli ultimi giorni a casa, nel
tentativo di
riguadagnare il favore di tuo padre. A poco sono valse le scuse, le
difese, o
anche solo la tua presenza. Per il modo in cui sei stata trattata
saresti
potuta morire davanti a loro, e la cosa non gli sarebbe
importato…
Morire…
Un pensiero strano in effetti.
C’è così poco che separa la
vita dalla morte, ti basterebbe un taglio nel punto giusto, un
incantesimo
innocuo nella parte sbagliata di te, per farti superare il velo e porre
fine a
tutto.
Stai già alzando la
bacchetta… una lacrima ti riga il viso.
La mano trema, l’asticella di legno torna nella fondina. Non
ce la fai, non
puoi farlo. Sei una codarda, non riesci nemmeno a finire di esistere,
non
riesci nemmeno a porre fine ad una vita senza alcuno scopo, ne
significato.
Ed è così,
mentre stai chinata, con il voto rigato di
lacrime, che lui ti trova.
No, non lui, non Harry, non il tuo
Harry.
A trovarti è un ragazzo
che non hai mai visto. È alto e
dinoccolato, con capelli rosso carota ed occhi azzurri.
Istintivamente hai paura. Sei sola,
in piena notte alla
stazione di Hogsmande, ti stai attardando in attesa durante il rientro
al
castello, e non ti era parso di vedere nessun altro sul treno di
ritorno.
Eppure eccolo li, che ti fissa con un misto di tristezza e compassione.
Ma cosa ti fa paura di lui?
È ancora il tuo istinto che ti
urla di scappare, di nasconderti, di stare lontana da lui, come se
fosse la
fonte di ogni male.
Eppure non ti muovi, nemmeno quando
si siede vicino a te,
nemmeno quando ti passa con un colpo di bacchetta un fazzoletto.
Nemmeno quando
ti sorride cordiale.
“Non so
cos’è successo, ma non dovresti piangere. Non da
sola. Purtroppo qui ci sono solo io, ma puoi piangere sulla mia spalla
se ti
va…”
Il suo atteggiamento è
teso, e vedi le sue orecchie bordarsi
di rosso per l’imbarazzo quando ti propone di piangere sulla
sua spalla. Eppure
la sensazione di pericolo non ti abbandona.
“Io sono Ron, Ron Weasley.
Anche tu torni ad Hogwarts con un
po’ di ritardo quest’anno?”
In effetti è
già passato poco più di un mese
dall’inizio
della scuola, ed ora capisci perché all’apparenza
ti sembrava familiare. È
pieno di ragazzi con i suoi stessi capelli tra i Grifondoro.
“Io sono Liri…
Liri Lan… Holmes.”
Non ce la fai nemmeno più
a pronunciare il cognome della tua
famiglia. Preferisci quello del tuo bisnonno, che pesa su di te come
una spada
di Damocle, ma che riesci comunque ad apprezzare.
E lui annuisce, si mette un
po’ più comodo ed alzo lo
sguardo al cielo.
“Sai… di recente
ho perso qualcuno. Qualcuno di molto importante
per me. La cosa mi ha distrutto e mi ha lasciato senza uno
scopo… eppure ne
sono venuto fuori. Non da solo, no, questo sarebbe impossibile, ma sono
tornato
qui. Ho trovato un motivo per andare avanti. E se ci sono riuscito io,
credo
che qualsiasi problema tu abbia sia risolvibile. Nel dubbio puoi sempre
venire
da me. Non mi sembri una cattiva persona, dunque ti
aiuterò.”
Le sue parole sono…
strane. Come un vortice di dolorose
bugie e sinceri sentimenti d’affetto. Non sai cosa
rispondere, non sai cosa
dire, puoi solo alzarti ed asciugarti gli occhi.
“Grazie. Ora andiamo,
è già fin troppo tardi…”
Lo spilungone rosso si alza, si
spazzola i vestiti, e ti
precede lungo la strada. Tu lo accompagni.
Con i sensi all’erta per
qualche strano motivo.
E così ritornate al
castello, attraversato il verde prato
che precede l’ingresso principale, ed entrate in Sala Grande
giusto in tempo
per la cena.
Nel momento in cui le porte si
aprono, e voi fate il vostro
ingresso, ogni chiacchiericcio si spegne e l’attenzione
è tutta su di voi.
Non hai ancora affrontare Hogwarts ed
il suo gossip
colossale. Immagini che nel periodo in cui sei stata assente, le voci
sul tuo
scontro aereo con Harry abbiano fatto il giro per il castello.
Chissà cosa
penserà la gente di te…
Il capo chino,
l’espressione affranta… sei quasi pronta a
scappare via pur di non affrontarli, quando una voce spezza
l’aria.
“Ron!”
È Harry.
*****************
II rientro è stato duro. A
mattina inoltrata ti sei
svegliato, Lupin vegliava su di te, con il corpo coperto solo da radi
stracci
sporchi di sangue. La sua espressione era affranta, debole, addolorata.
Ti sei
guardato intorno cercando di capire, ma nulla sembrava fuori posto. Le
tue
ferite erano guarite, i tuoi vestiti sanati da un colpo di bacchetta, e
non
c’erano segni dell’orrendo scontro della notte
prima.
“Scusami Harry…
io… io non volevo.”
La sua voce era roca, con il timbro
da chi ha smesso da poco
di piangere.
“Credevo… fossi
morto… credevo… di averti ucciso”
Ed hai dovuto rassicurarlo, rimettere
insieme i pezzi di un
uomo altrimenti distrutto, e mentirgli. Non gli hai parlato del morso,
della
tua possibile infezione, e nemmeno dell’intrusione di un
estraneo durante la
vostra lotta. Lupin è un uomo giusto, un uomo retto, ma
anche molto fragile.
La sua maledizione lo ha privato di
quasi ogni affetto e
questo l’ha sempre portato a darsi la colpa di ogni minimo
errore, pure di
errori non suoi.
E tu devi sostenerlo come fece tuo
padre prima di te, perché
lui lo merita.
E così siete tornati al
castello, gli hai dato la
possibilità di lavarsi, vestirsi, sistemarsi, e poi
è ripartito.
Il resto della giornata è
passato in completa solitudine.
Liri non è ancora
rientrata, Célie ti evita come la peste, e
come se questo non fosse abbastanza, voci e sussurri ti seguono
ovunque. La
gente ti indica, ride di te, ti ammira, ti schernisce. Sei stanco di
tutto
questo, stanco di essere solo.
Solo a sera, quando tutto sembrava
destinato a ripetersi
ancora ed ancora… un lampo di luce ha illuminato la tua
giornata.
“Ron!”
È lui, è Ron,
il tuo Ron, il Ron che pensavi di avevi perso
quella stessa notte in cui avevi perso Hermione.
E poco importa della folla in Sala
Grande, poco importa del
pudore, ti alzi senza esitazione dalla panca dei Grifondoro correndo
verso di
lui.
E lo abbracci, lo stringi, per un
momento quasi non noti i
suoi occhi restringersi e le labbra assottigliarsi per reprimere la
rabbia. Non
ricambia il saluto, non ti rivolge la parola.
Solo uno sguardo cattivo, ed un lento
movimento che lo porta
a sedersi vicino a Dean e Neville.
Solo ora che lui non
c’è più, noti Liri, fino a quel momento
nascosta all’ombra del decisamente più alto Ron.
“Liri…
io”
Stai per parlare, le orecchie di
tutta la sala si tendono
verso di te, quando le porte della Sala Grande si aprono nuovamente,
solo che
non sono studenti ad entrare, ma maghi in divisa grigia, con bacchetta
alla
mano ed aria tremendamente seria.
“Liri Holmes Lancaster, in
nome del Ministero della Magia,
la dichiaro in arresto per il furto del sigillo Reale Inglese”
Ed è caos, confusione,
stordimento.
Solo una persona, dal fondo della
sala, dal tavolo
verde-argento, sorride subdolamente.
Célie sorride, un sorriso
pieno di cattiveria.
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N.D.A. Tornato,
anche se con estremo ritardo. In questo capitolo torna Ron, Harry si
scontra con Lupin in versione lincantropo e Liri viene arrestata. Urge
una spiegazione. Per chi non l'avesse ancora capito, le
facoltà di Harry, dovute alla sua malattia, permettono alla
sua magia di attecchire al suo cervello aumentandone
capacità fisiche, riflessi e capacità mentali.
Ogni volta che però questa magia viene usata, tramite un
incantesimo per esempio, la sua forza naturale scema, e le sue
capacità diminuiscono. Fatta questa premessa è
normale supporre che Harry abbia cercato un modo non magico per
combattere, preservando così le sue capacità, e
quale modo migliore se non le vecchie armi babbane? Bene, detto questo
vi lascio, e spero di aggiornare presto. Sempre vostro. Bumbix.
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