Kölner Zoo

di shaolin7272
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Autore: Shaolin7272

Genere: Poliziesco

Rating: Giallo

Titolo: Kölner Zoo

Personaggi: Ispettore Capo André Fux, Ispettore Capo Semir Gerkhan , Otto Herzberger , Dieter Bonrath Commissario Anna Engelhardt, Andrea.

Citazione: Un fiume quando è in piena travolge il bene e il male

I personaggi non sono miei e non mi appartengono, ma sono di diritto di Marc Conrad e Hermann Joha e della rete RTL. O ulteriori aventi diritti.

Questa storia non è a scopo di lucro.

I personaggi di : Petra Kossak, Felix Krüger, Uwe Heckmann sono di mia pura invenzione e qualsiasi analogia con fatti, luoghi reali e persone, vive o scomparse è assolutamente casuale.

 

Kölner Zoo

 

Capitolo 1

Era un tranquillo lunedì mattina di fine estate, gli ispettori Gerkhan e Fux viaggiavano sulla A55 dove il traffico era quasi inesistente. André, stravaccato sul sedile del passeggero, con un enorme sorriso stampato sul volto, canticchiava giulivo sopra una canzone dell'autoradio. Il suo buonumore era contagioso anche per Semir, che di solito detestava l'inizio settimana.

“Devo dedurre che hai passato un buon week end?” Gli chiese alla fine incuriosito da tutta quella allegria.

Andrè strizzò l'occhio in direzione dell'amico “E' stato, come dire … rigenerante.”

“Posso sapere il nome del ricostituente?”

“Ti ricordi la Mazda nera che abbiamo fermato due settimane fa in Karolinger Ring?”.

Semir lanciò un'occhiata al collega, gli occhi scuri sgranati a bocca aperta. Eccome ricordava! Perfettamente. Come si poteva scordare lo spettacolo delle gambe chilometriche della rossa che era scesa da quell'auto. Senza parlare poi della “carrozzeria”. “Non mi dire che...”

André annuì sospirando un “Svetlana.” per poi scoppiare a ridere.

“Sei incorreggibile André!”. Esclamò Semir scrollando la testa sogghignando un po' invidioso.

Un Suv Nissan metallizzato blu con i vetri oscurati li sorpassò a tutta velocità. Fux si raddrizzò di colpo aggrottando la fronte “Il tipo ha fretta.” Osservò.

Il fuoristrada intanto sempre correndo superò un'altra macchina per poi affiancarsi ad un furgoncino bianco senza però dar segno di volerlo oltrepassare.

“Che cosa diavolo sta facendo?”. Domandò Semir

“Non ne ho la più pallida idea, ma non mi piace per niente, è il caso di intervenire.” Rispose il partner allacciandosi la cintura di sicurezza e mettendo in funzione il lampeggiante.

“Riesci a leggere la targa?”

“Negativo, si vedono solo le due lettere iniziali, il resto è coperto dal fango.” Brontolò André.

Il Suv nel frattempo colpì un paio di volte la fiancata del furgone facendolo sbandare fuori carreggiata in un fossato.

“Avvicinati!” Ordinò Fux mentre esponeva la paletta fuori dal finestrino, facendo segno alla Nissan di accostarsi.

“Cosa credi che stia tentando di fare?”.

Il guidatore non aveva nessuna intenzione di fermarsi, anzi, con uno scarto cozzò violentemente contro la BMW, Andrè fece appena in tempo a ritirare il braccio prima dell'impatto. La macchina strisciò contro il guardrail facendo schizzare scintille; un pneumatico esplose, Gerkhan tentò di controllarla, ma inutilmente, il Suv li speronò un'ultima volta allontanandosi impunemente mentre la loro vettura si fermava.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Grazie a tutti quelli che hanno letto il primo capitolo 

Capitolo 2

Gerkhan e Fux entrarono al distretto a dir poco furenti. Otto Herzberger con un sorriso di circostanza stampato sul faccione gli andò incontro.

“ Avete trovato il Suv?” Ringhiò Andrè prima che potesse parlare.

L'uomo scosse tristemente la testa “Andrea sta cercando di risalire al proprietario usando il numero di targa parziale che avete preso, ma non sarà facile.”

In quel momento si avvicinò la figura allampanata di Dieter Bonrath “Nel vostro ufficio c'è il guidatore del furgoncino. Si tratta della Dottoressa Petra Kossak, responsabile dell'acquario del Kölner Zoo. Ho pensato che avreste voluto parlarle di persona.” Comunicò ai colleghi.

“Ottimo, andiamo subito.” Disse Semir dando una pacca sulla spalla di Dieter e dirigendosi verso la loro stanza.

“Se trovate il Suv avvisatemi immediatamente!”Abbaiò André seguendo il compagno.

La donna sulla quarantina, nonostante un caschetto corto di capelli candidi, era seduta in attesa. Dopo essersi presentati Gerkhan si accomodò alla sua scrivania, mentre Fux, a braccia conserte, il volto cupo, si sedette sul bordo.

“Non so che cosa dire, ho detto tutto ai vostri colleghi.” Esordì con voce morbida.

“Sarebbe molto gentile da parte sua ripeterlo a noi. Potrebbe venirle in mente qualcosa che non ha detto a loro.” Disse in tono gentile Semir.

“Che cosa dire, deve essere opera di un pazzo!”

“Ha dei nemici?”. Sbottò a bruciapelo André.

La Kossak spalancò gli occhi grigi sbalordita, scrollando poi furiosamente la testa “No, assolutamente, che cosa vi salta in mente.”

“Amanti gelosi?Pretendenti respinti? Qualcuno che possiede un Suv Nissan?”. Rincarò l'uomo.

Petra inarcò un sopracciglio perplessa dall'aggressività del poliziotto.

“André piantala! Ricordati che qui la vittima è la dottoressa Kossak.” Interruppe l'interrogatorio Semir, “Lo scusi, di solito non si comporta come un troglodita. Essere preso a sportellate l'ha messo di malumore.”

La donna trattenne un sorriso mentre Fux lanciava un'occhiata truce al compagno che restituì senza scomporsi. “Vorrei farti presente che dovrei essere io quello inferocito, visto che quella che è andata distrutta è la mia auto di servizio, non la tua.” Puntualizzò.

André fece spallucce, resosi conto di aver esagerato alzò le mani in segno di resa.

“ Ha ricevuto minacce di qualche tipo?” Riprese poi a domandare in modo più garbato.

“Minacce?” Esitò per un istante riflettendo la dottoressa “Non so se si possono definire tali.”

“Lasci giudicare a noi.” Intervenne Gerkhan.

“Ho ricevuto alcune lettere, ma definirle minatorie mi sembra esagerato. Direi più di protesta.”

“Da parte di chi?”.

“Un gruppo di animalisti chiamati Animal free. La guida del movimento è Felix Krüger.”

“Ha tenuto qualche lettera. Possiamo leggerle?”.

“Sì, certo. Se mi accompagnate a casa ve le posso consegnare subito. Ma non penserete davvero che possa essere stato qualcuno di loro?” Domandò scettica “Non mi sembrano i tipi.”

“Non si può dire. Intanto vediamo le lettere.” Disse alzandosi Semir e facendo segno alla dottoressa di seguirlo. “Poi faremo due chiacchiere con Krüger e compagni.”

“E chissà, se siamo fortunati, che qualcuno di loro non abbia un fuoristrada.” Ringhiò sottovoce André. Semir alzò gli occhi al cielo sospirando. “Accompagna la dottoressa alla tua macchina, io arrivo subito.” Dicendo questo si affacciò sulla porta dell'ufficio di Andrea.

“Scusa Andrea, so che sei impegnata, ma mi faresti una ricerca sul movimento Animal Free e sul suo capo, Felix Krüger?”

La giovane fece una smorfia scrollando i lunghi capelli castani, “Per quando ti serve?”

“Il più presto possibile, grazie.” Poi, come ripensandoci, “ E se puoi, dovresti controllare se tra loro qualcuno possiede un fuori strada.”

Andrea lo folgorò con lo sguardo.

L'uomo giunse le mani in muta preghiera, sorrise, e le mandò un bacio uscendo.

La donna gli fece un cenno di saluto con la mano e si rimise al lavoro sbuffando. “Ci vorrà molto più di un sorriso e un bacio per ricompensarmi per questo lavoro, mio caro.”

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

L'ispettore Fux fermò la mercedes in Riehller Strasse di fronte all'abitazione della dottoressa Kossak; una zona tranquilla immersa nel verde e poco distante dal Kölner Zoo.

“Veramente un bel posto.” Commentò l'ispettore Gerkhan, scendendo dall'auto, ammirando la casetta dalla facciata lilla. La donna sorrise mentre appoggiava la mano al cancello di legno che si aprì di scatto sorprendendola; aggrottò la fronte fermandosi.

“Qualcosa non va?”. Domandò Fux, notando il cambiamento d'espressione.

“Ero convinta di aver chiuso a chiave.”

I due colleghi si scambiarono una rapida occhiata e istantaneamente le loro mani si portarono al fianco; André l'allontanò dalla cancellata rudemente e balzò dentro al giardino spianando la Walther P 88 Compact seguito da Semir in copertura.

Sembrava tutto in ordine; la porta di casa ermeticamente chiusa, nessuna traccia di effrazione. Forse si era semplicemente dimenticata di chiudere il cancello, per scrupolo Fux fece il giro del perimetro verificando anche le finestre e il cortile interno dove c'era solo una piscina gonfiabile piena d'acqua.

“Semir è libero, potete entrare.” Informò mentre tornando sui suoi passi, rimetteva la pistola nella fondina.

“Ira dove sei?” Chiamò la donna turbata.

Dal box proruppe un guaito seguito da diversi tonfi contro il portone basculante. André aprì circospetto; l'animale uscì di corsa latrando dirigendosi verso la padrona che rassicurata si inginocchiò ad abbracciarla.

“Una foca?” Esclamarono all'unisono i due poliziotti sorpresi.

“E' una zalophus californianus o volgarmente detto leone marino per la precisione.” Puntualizzò la Kossak facendo cenno di seguirla all'interno. “Non capisco come abbia fatto a rimanere chiusa dentro.”

“E' possibile che qualcuno sia entrato e l'abbia imprigionata?” Domandò Gerkhan

“No, probabilmente mi ha seguito stamattina quando ho preso l'auto; ho chiuso senza accorgermi della sua presenza. E' una curiosona.” Disse grattandole la testa. Ira la gratificò con un “Wuff Wuff” a occhi socchiusi.

Fece entrare i due uomini in un salottino caldo e confortevole arredato con mobili in legno, sul

divano c'era steso un telo arredo multicolore e cuscini sparsi altrettanto colorati che donavano vivacità all'ambiente, il tavolo era carico di riviste, le mensole straripavano di libri e portaritratti con foto della donna.

“Prima di andare a prendere le lettere posso offrirvi qualcosa da bere? Un caffè, un tè... ne ho uno particolare, aromatizzato alla violetta. E' da provare.”

“Vada per il tè se non la disturba troppo. Sono curioso di assaggiarlo.” Accettò André, sorridendo per la prima volta, rilassato, verso la dottoressa e sedendosi sul sofà. Anche Semir fece un cenno di adesione con la testa e Petra si diresse verso la cucina.

“Té alla violetta? Davvero?” Sussurrò Gerkhan guardando perplesso l'amico mentre la donna usciva.

“Perché no, bisogna sperimentare tutto nella vita.” Gli rispose strizzando l’occhio.

Ira rimase ad osservare gli ospiti per qualche istante poi saltellò fino al divano e posò il muso sul ginocchio dell'uomo lanciando un soddisfatto “Wuff Wuff” Lui rimase immobile indeciso su cosa fare.

Petra Kossak rientrando con il vassoio ridacchiò vedendo la scena, “Ira cosa stai facendo?” Poi rivolgendosi a Fux “Non si preoccupi, vuole una carezza, fa così solo con le persone che le sono simpatiche.” Disse porgendogli una tazza bianca con fiori blu fumante poi facendo lo stesso con il collega.

Wuff Wuff” richiamò l'attenzione Ira.

L'ispettore non era ancora del tutto convinto che l'animale fosse innocuo, ma alla fine accarezzò il pelo color cioccolato. “Non dovrebbe stare all’acquario?”

“Ira è mia.”

“E questo spiega la piscina nel cortile.” Commentò André sorseggiando il tè. Sgranò gli occhi verde acqua strabiliato dal gusto delicato, ma allo stesso tempo intenso. “E' fantastico!” Esclamò.

La donna annuì con il capo sorridendo e pensò che quell'uomo era decisamente attraente quando non aveva l'aria seccata.

“Diceva che Ira è sua, come è possibile?” Riprese il discorso Semir sedendosi accanto al compagno bevendo anche lui il tè.

“Ho liberato Ira da un circo russo, il Galiya, un paio d’anni fa. La facevano saltare in mezzo a cerchi di fuoco, la picchiavano quando non obbediva. Una sera si è anche bruciata una pinna e sono intervenuta.”

“E questo gli animalisti lo sanno?” Domandò André, mentre il leone marino, soddisfatto delle coccole, si stendeva ai suoi piedi.

“Sì, per loro Ira dovrebbe ritornare nel suo ambiente naturale. Solo che per lei sarebbe una

condanna a morte, ormai è abituata a convivere con gli uomini e non saprebbe procacciarsi il cibo.” Poi ricordandosi del motivo per cui erano lì “Vado a prendervi le lettere.” Disse allontanandosi.

“Che ne pensi?” Chiese Semir.

“Potrebbero non essere gli animalisti, ma quelli del circo a minacciarla?”.

“Tutto è possibile.”

“Ecco qua i documenti di cui vi parlavo.” Disse la donna ritornando con un plico di fogli, porgendoli ai poliziotti, che li scorsero in silenzio.

“I proprietari del circo dove ha preso Ira potrebbero avercela con lei?” Domandò Gerkhan.

Lei sospirò e rimase a riflettere per qualche istante prima di rispondere.

“Certo sì. In passato hanno anche tentato di riprendersi Ira. Ma ormai è più di un anno che non sento parlare di loro.”

“Qualcuno potrebbe ospitarla per qualche giorno? Sarebbe meglio non restasse da sola, almeno fino a quando non avremo idea di chi può avercela con lei.” Suggerì Fux.

“No, non ho nessuna intenzione di lasciare casa, non credo di essere in pericolo e poi non sono sola. Sono con Ira, che è meglio di un cane da guardia.”

I due colleghi si scambiarono un'occhiata scettici sul “cane da guardia”.

“Tuttavia per precauzione faremo passare una pattuglia ogni due ore. E per qualsiasi problema può contattarci in qualunque momento.” Comunicò André porgendole un biglietto da visita.

La dottoressa li accompagnò alla porta congedandoli. Ira li seguì fino in giardino agitando la pinna a mo' di saluto.

“Da dove iniziamo?” Chiese Semir salendo sull'auto.

“Credo che sia il momento di andare a conoscere il signor Felix Krüger ” Rispose Fux mettendo in moto. “E chiediamo ad Andrea di fare una ricerca sul circo Galiya e i suoi componenti.”

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

La sede dell’associazione si trovava in Bolzengasse in un edificio moderno al quarto piano; i due poliziotti, usciti dall'ascensore, si diressero verso il bancone dove una giovane, bionda e prosperosa, stava lavorando al computer masticando una gomma.

“Ispettore Fux. Questo è mio collega Gerkhan.” Abbaiò André mostrando il tesserino “Vogliamo parlare con Felix Krüger.”

La ragazza diede un'occhiata indifferente ai documenti e una più prolungata all'uomo che aveva parlato. Attraente, muscoloso e con splendidi occhi, decisamente il suo tipo, peccato per quell'aria seccata, pensò, pigiando il tasto dell'interfono.

“Felix c'è la polizia che ti vuole parlare.” Miagolò al microfono; guardò Fux con un grande sorriso sbattendo le ciglia, “Arriva subito. Ma nell'attesa posso esservi d'aiuto io?” Non ottenendo la risposta desiderata, delusa, passò ad osservare il compagno, molto più basso, moro con pizzetto e una faccia da elfo; non bellissimo, ma decisamente più simpatico.

Da una porta comparve un uomo grassoccio, coda di riccioli scuri, occhi verdi, vestito con jeans strappati e maglioncino rosa, andò loro incontro con la mano paffuta tesa. Dopo le presentazioni di rito li guidò verso il suo studio.

“In che cosa posso aiutare la legge?” Domandò Krüger con una punta di ironia sedendosi dietro la sua scrivania e facendo il gesto di fare altrettanto ai due poliziotti.

“Alcune domande su delle lettere spedite dalla vostra associazione alla dottoressa Kossak.” Disse Fux andando direttamente al punto e sbattendo di fronte all'uomo la busta di plastica contenente i fogli prima di sedersi.

“Mandiamo lettere a diverse persone, siamo nel nostro pieno diritto.”

“Non quando si tratta di minacce di morte.” Sentenziò Gerkhan.

Felix inarcò un sopracciglio sorpreso “Noi non minacciamo di morte nessuno.”

“Non causate nemmeno incidenti?” Interrogò André.

“Di cosa state parlando?”

“Tamponare auto del Kölner Zoo, ad esempio. Stamattina qualcuno ha fatto uscire fuori strada un loro mezzo ed è stato un miracolo che non ci siano state vittime.”

“Non penserete...” scrollò il capo “Noi siamo un'associazione pacifica, facciamo dimostrazioni con striscioni e cartelloni, scriviamo lettere e facciamo petizioni, ma tutto nel rispetto delle regole.”

“Davvero? Il tono delle lettere non sembrava così pacifico.” Dichiarò Fux picchiettando con un dito sopra i fogli e accostandosi minacciosamente all'uomo “Possiede un Suv Nissan blu? Lei, o qualcuno dei suoi seguaci?”

Semir posò una mano sulla spalla dell'amico dandogli una lieve stretta per frenarlo.

“Lo chiediamo perché é stato quel modello a mandare fuori strada la dottoressa Kossak.” Riprese Gerkhan mentre André si rimetteva seduto.

“Petra sta bene?” Chiese con tono sinceramente preoccupato Krüger.

“Scusi prima le mandate lettere intimidatorie e poi si preoccupa della sua salute?” Domandò Fux confuso.

“Non le ho mai mandato minacce. Non lo farei mai. In passato abbiamo avuto una relazione e nonostante avessimo una visione diversa della vita sono ancora legato a lei.”

I due agenti si guardarono sorpresi, la dottoressa Kossak non aveva fatto alcun cenno della relazione tra loro.

“Forse non è stato lei personalmente a mandarle, ma qualcuno del suo staff potrebbe averlo fatto.” Suggerì l'ispettore Gerkhan.

“No, non credo proprio. Abbiamo mandato delle lettere al direttore del Kölner Zoo, Theo Gimpel, ma non abbiamo mai minacciato né lui né tanto meno chi lavora lì.” Poi prese una lettera e cominciò ad osservarla con cura. Corrugò la fronte. “Molto strano, sembra una delle nostre, ma il testo è assolutamente folle e l'intestazione sembra fotocopiata.” E per dimostrarlo prese un foglio di carta intestata dal cassetto.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Capitolo 5

Uwe Heckmann si presentò alla porta della dottoressa Kossak con un enorme mazzo di rose rosse; la donna rimase piacevolmente sorpresa di vedere la figura massiccia del suo collaboratore fidato.

“Uwe, che sorpresa! Vieni entra.” L'accolse con un sorriso.

“Ho saputo quello che è successo stamattina e ho pensato di venire a vedere come stavi.” Disse con voce fonda l'uomo.

Pfft Pfft Uaa Uaaa” Fece Ira, sbattendo le lunghe pinne anteriori, in segno di disapprovazione vedendo Uwe.

“Scusa, vado a chiuderla in camera. Non capisco perché faccia così ogni volta che ti vede. Sai la strada, accomodati” Si scusò la donna allontanandosi con l'animale.

L'uomo fece una smorfia di disgusto verso il leone marino; l'avversione era reciproca. Aveva una gran voglia di far sparire o sopprimere quella maledetta bestiaccia.

Si diresse nel salotto ancora con il mazzo in mano, con una gran voglia di scaraventarlo contro al muro. Ogni volta che tentava di creare un atmosfera romantica quella bestia rovinava tutto. Si passò una manona sul cranio calvo respirando profondamente nel tentativo di calmarsi.

“Eccomi! Scusa ancora.” Disse Petra rientrando, sorridendo, prese i fiori che gli stava porgendo.

“Grazie, sono meravigliosi.”

L'uomo si rasserenò, non riusciva a rimanere arrabbiato a lungo davanti alle fossette che si creavano sul viso di Petra e che le donavano un'aria sbarazzina. La donna annusò profondamente le rose.

Uwe si sedette sul divano “Petra non dovresti prendere troppo alla leggera quello che è successo oggi.” Esordì, mentre lei era intenta a sistemare le rose in un vaso.

“Sei caro a preoccuparti, ma il tamponamento sull'autostrada sicuramente è stato opera di un ubriaco che la polizia prenderà al più presto, vedrai.”

“Se non fosse così? Non dimenticare le lettere di minaccia che hai ricevuto. Sarei più tranquillo se tu accettassi la mia ospitalità. A casa mia saresti al sicuro. Ira potresti lasciarla all'acquario per qualche giorno.”

“Ti assicuro che non c'è nessun pericolo che incombe su di me.” Poi corrugando la fronte “Chi ti ha parlato delle lettere?” Era sicura di non averne parlato a nessuno tranne ai poliziotti e ovviamente al direttore Gimpel.

“Ecco a dire il vero… tu!” Rispose agitandosi sul divano “Me l'hai detto tu l'altro giorno all'acquario, non ricordi?”.

Petra sospirò scuotendo il capo, non ricordava proprio di averne parlato.

“Comunque non è importante come ne sia venuto a conoscenza.” Disse alzandosi di scatto e camminando avanti e indietro per la stanza gesticolando. “Non dovresti comunque sottovalutarle, potresti essere in pericolo.”

Petra osservò l'uomo per qualche istante poi come colta da un'illuminazione esclamò “Sei stato tu a mandarle!” .

Gli si parò di fronte affrontandolo “Sei stato tu, vero?”.

Lui abbassò lo sguardo.

“Guardami, maledizione! Uwe sei stato tu?” Ripetè

“Petra...” Cercò le parole, ma lei riprese a parlare.

“C'entri anche con quello che è accaduto stamattina?”. Chiese in tono accusatorio.

“No! Sì! Ecco non volevo farti del male…volevo solo spaventarti. Pensavo che se ti fossi sentita in pericolo e io mi fossi offerto di proteggerti...”

“ Ti rendi conto di quello che stai dicendo?”.

“Ti amo Petra! Sono mesi che cerco di dirtelo, ma c'è sempre Ira di mezzo, sì lo so, è assurdo...”

“Di cosa stai farneticando Uwe!”

“Volevo solo dimostrarti...”

“Dimostrarmi cosa? Che sei un potenziale assassino? Devi costituirti!”.

La donna si avvicinò al telefono “Anzi, ora chiamo la polizia.”

“Petra, per favore non farlo.” Supplicò l'uomo, ma vedendola determinata l'afferrò per il braccio strappandole la cornetta dalle mani. Lei si divincolò cercando di allontanarlo, ma nel tentativo perse l'equilibrio colpì il capo contro lo spigolo del tavolino e cadde a terra esanime.

Ira cominciò ad ululare dando colpi ripetuti alla porta della camera nel tentativo di uscire, Uwe preso dal panico scappò via.

 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Capitolo 6

André guidava in silenzio elaborando le informazioni ricevute da Krüger, Semir conosceva bene l'amico, sapeva che qualcosa frullava per la sua graziosa testolina, poteva quasi sentire girare gli ingranaggi del cervello e stava aspettando che parlasse.

“Petra Kossak non ci ha detto tutto.” Pronunciò all'improvviso in tono cupo Fux.

“No, non ci ha detto tutto, ha detto di non aver nemici...”

“E sono usciti fuori i proprietari del circo che volevano riprendersi Ira, non ci ha detto che lei e Krüger avevano avuto una relazione. Perché?” Domandò André “Che cosa altro ci avrà tenuto nascosto?” Poi colto da un'idea fece una brusca inversione a U lasciandosi dietro lo stridio di frenate e suoni di clacson di guidatori inferociti .

“Ma dico sei impazzito? Ti spiacerebbe dirmi che cosa hai in mente di fare? Vuoi ammazzarci?”. Strillò Semir preso in contropiede dalla mossa del collega.

“Tranquillo è tutto sotto controllo. A titolo informativo ritorniamo dalla nostra dottoressa. Questa volta dovrà essere un po' più precisa su eventuali nemici. O amanti. O quant'altro. Niente più reticenze.”

Semir scosse il capo “Non è una scusa per berti un'altra tazza di tè alla violetta, per caso?”.

André lo fissò per qualche istante incerto poi capendo che stava prendendosi gioco di lui ridacchiò tirandogli una manata scherzosa sulla spalla.

Arrivati alla casa si accorsero che il cancello era spalancato, in lontananza si sentiva il latrato disperato di Ira.

Qualcosa non andava. Scesero dall'auto ed entrarono di corsa dentro l'abitazione con le pistole spianate. Nel salottino trovarono la dottoressa Kossak stesa sul pavimento immobile.

Semir si chinò sulla donna per accertarsi delle sue condizioni “E' ancora viva.”

Andrè chiamò la centrale per i soccorsi mentre andava ad aprire ad Ira che continuava ad urlare e dare colpi sempre più furiosi alla porta.

Appena libera caracollò verso la padrona, strusciando delicatamente il muso contro una mano della donna tentando di alzargliela per farsi accarezzare, non ottenendo risposta si rivolse verso l'ispettore Fux emettendo un debole “Wuff Wuff” sdraiandosi poi con il capo accanto a quello della dottoressa sospirando.

“Non dovevamo lasciarla sola!” Esclamò iroso André gesticolando mentre ispezionava la stanza.

“E dove diavolo è la pattuglia che doveva passare per controllarla?”

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Rimasero per qualche istante a guardare l'ambulanza allontanarsi prima di ritornare dentro casa per iniziare la perquisizione.

“Hai notato i fiori?” Domandò André al collega. “Non c'erano quando siamo venuti la prima volta.”.

“Sì, l'ho visti, qualcuno le ha mandato delle rose, che c'è di strano?”.

“Le ha mandato, ho gliel'ha portati?”. L'uomo prese il mazzo osservandolo attentamente “Se siamo fortunati potremo risalire al fioraio e magari scoprire chi è stato a comprarli.”.

“Pensi sia il responsabile del ferimento della Kossak?”.

“Possibile, non ci sono segni di effrazione. Probabilmente è stata lei a farlo entrare. Era qualcuno di cui si fidava.” Disse mentre trovava il logo del locale. “Ecco qua il nome del negozio, Blumen und Keime in Schildergasse 10, che ne dici andiamo a fare qualche domanda?”.

“Che ne facciamo di Ira? Dobbiamo chiamare la protezione animali.”. Disse Semir indicando l'animale steso a terra.

“Per il momento possiamo portarla con noi.”.

“André, non è un cane. Cosa pensi che dirà la Engelhardt? Non possiamo mica portarcela dietro a interrogare i sospettati!”.

“Invece potrebbe tornarci utile.”.

“E come?”. Rispose scettico Gerkhan.

“Potrebbe riconoscere chi ha aggredito la sua padrona.”.

“André, ragiona! Come può ...”.

“Petra ha chiuso Ira in camera, non ti sembra strano? Perché l'ha fatto?”.

“Potrebbe averla chiusa per sbaglio come è successo con il garage ...”.

“Oppure Ira non gradiva l'ospite.” Terminò Fux.

Semir alzò gli occhi al soffitto arrendendosi, anche se considerava la cosa alquanto bizzarra, André poteva aver ragione. Aveva imparato a sue spese che quando l'amico agiva d'istinto, di solito, non sbagliava mai.

“D'accordo, come pensi di farla salire in macchina?”.

“Ordinandoglielo.”.

“Ordinandoglielo.” Gli fece di rimando sarcastico Semir “Ovvio. Non ci avevo pensato.”.

Ira sembrava aver capito tutto il discorso perché si alzò e li seguì senza nessuna difficoltà, salì agilmente sui sedili posteriori della vettura annuendo vigorosamente con il capo e facendo una smorfia che sembrava un sorriso.

Arrivati da Blumen und Keime una graziosa commessa dalle fattezze orientali rispose alle loro domande in tono cortese, ma purtroppo non poté essere molto d'aiuto. Aveva venduto diversi mazzi di rose rosse nell'arco della giornata, acquistati sia da uomini che da donne e quasi tutti avevano pagato in contanti. L'unica cosa certa che non aveva mandato nessun fattorino all'indirizzo della dottoressa Kossak, questo stava a significare che con tutta probabilità i fiori erano stati consegnati da chi l'aveva comprati.

Semir e André la ringraziarono per la sua gentilezza e stavano per uscire quando quest'ultimo alzando lo sguardo vide una telecamera; si fermò di botto e ritornò indietro.

“Mi scusi avete un servizio di videosorveglianza?”. Domandò alla commessa.

“Sì certo, perché?”.

“Potrebbe farci una copia del filmato di oggi? Per favore.” Supplicò Fux scoccando uno dei suoi sorrisi assassini.

“Che cosa hai in mente?” Chiese Gerkhan al collega mentre la donna andava nel retro.

“Potremmo provare a far vedere a Ira le immagini.”.

“Ah sì, certo e magari farci indicare anche chi è l'aggressore.”.

“Sì, perché no?”.

“Ti sei bevuto il cervello? Anche ammesso e non concesso che possa davvero riconoscere qualcuno, pensi che la Engelhardt ci appoggerà? E il procuratore? Credi che darebbe l'autorizzazione ad interrogare qualcuno sulla base della testimonianza di una foca?!”

“Leone Marino!” Puntualizzò André “E poi non dobbiamo mica dire necessariamente che il nostro testimone è un animale.”.

“Mi arrendo. Torno in macchina, magari con Ira riesco ad avere un colloquio più proficuo.”.

André gli fece una linguaccia per tutta risposta.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


 

Capitolo 8

Semir ogni tanto lanciava un'occhiata ad André che guidava e ad Ira che aveva posato il muso sulla sua spalla come un cagnolino, più pensava e più tutta la situazione gli sembrava folle, la cosa peggiore era che non avevano altro su cui lavorare, tranne un video e un leone marino.

Cercarono di entrare al quartier generale cercando di passare inosservati, ma era impossibile visto che Ira saltellava allegramente dietro a loro emettendo gridolini entusiasti come se fosse ad una visita turistica.

“Shh, Ira, zitta!”. Intimò Gerkhan voltandosi. Ci mancava solo che attirasse l'attenzione della Engelhardt.

“Ehi, Semir! Hai cambiato collega?” Domandò bonariamente Herzberger avvicinandosi all'animale “Morde?”.

“Non lo so, prova a mettergli la mano davanti la bocca e vediamo.” Rispose sarcasticamente.

“Calma, era solo una domanda, che ci fate con una foca ?”.

“Chiedilo al mio socio.”.

“E' un leone marino, Otto, non una foca.” Precisò André dirigendosi verso il loro ufficio con la cassetta in mano.

“Hai notizie della dottoressa Kossav?” Domandò Gerkhan a Herzberger nel tentativo di distrarlo.

“No, i medici non si sbilanciano, scioglieranno la prognosi solo quando, e se, la donna riprenderà conoscenza.”

“Grazie Otto, adesso cerchiamo di portare Ira nella nostra stanza prima che la veda il commissario.”

“ Non hai risposto alla domanda. Che ci fate con … il leone marino?”.

“E' l'animale di compagnia di Petra Kossav. André non voleva farla portare via dalla protezione animali.”.

Andrea sopraggiunse in quel momento e Ira vedendola incominciò a trillare sollevando una pinna e scuotendola a mo' di saluto; così facendo scatenò l'ilarità dei presenti.

Il commissario Engelhardt venne distolta dagli incartamenti dal trambusto e incuriosita uscì dal suo studio rimanendo sbigottita davanti alla scena che gli si parava di fronte. Non era possibile, pensò, aveva le allucinazioni. Chiuse gli occhi e li riaprì; no, era tutto vero, c'era una foca nell'open space del suo distretto. Scrollò la testa poi fissò l'ispettore capo Gerkhan che cercava di spingere via l'animale e allo stesso tempo tentava di balbettare qualcosa.

“Gerkhan! Fux! Nel mio ufficio immediatamente!” Urlò la donna ritornando poi a sedersi alla sua scrivania cercando di calmarsi.

Passi la rottamazione continua delle macchine, rimuginò, passi il sacco da boxe e le urla belluine di Fux contro gli uomini della scientifica o contro i malcapitati di turno nei momenti di luna storta, ma … questo era veramente troppo! Doveva mettere un freno a quei due. Il fatto che fossero i suoi migliori agenti non gli dava l'autorizzazione di trasformare il commissariato in uno zoo!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

L'ispettore Fux bussò allo stipite prima di entrare seguito dal collega con aria imbarazzata.

“Chiudete la porta e sedetevi!” Intimò la Engelhardt seccamente.

Non fecero in tempo ad eseguire l'ordine che si udì il “Pfft Pfft Uaa Uaaa”di Ira, che scappata dall'ufficio di Andrea, stava soffiando contro Herzberger che cercava di riportarla dentro.

André intervenne decidendo di portarla con lui; appena si sedette l'animale si calmò di colpo, socchiuse gli occhi e posò il muso sul suo ginocchio emettendo un “Wuff Wuff” soddisfatto.

La bella e la bestia ...” Mormorò Semir “E immagina chi può essere la bestia.”

Il collega storse la bocca.

“Datemi una spiegazione veramente valida sulla presenza di questo animale in commissariato.” Chiese il commissario cercando di trattenere un sorriso divertito. Peggio che i bambini dell'asilo, pensò.

“Vive con la dottoressa Kossav.” Rispose l'ispettore Fux “Semir non c'entra nulla, lui voleva chiamare la protezione animali, sono io che ho ...”

“E' un'idea un po' folle capo, lo so” l'interruppe Gerkhan “André pensa che Ira possa riconoscere chi ha aggredito la donna.”

“Come scusi?”. Si passò la mano tra i capelli corvini incominciando a desiderare ardentemente una sigaretta.

“L'aggressore probabilmente ha portato dei fiori alla dottoressa; ne abbiamo trovato un mazzo fresco. Grazie alla cassetta di videosorveglianza del negozio dove sono stati acquistati volevamo...”

“Fare identificare la persona da Ira.” Terminò Fux serafico.

Il commissario inarcò un sopracciglio osservandoli attentamente. I suoi sottoposti non stavano scherzando. Prese un lungo respiro; più che folle, l'idea, era assurda.

“E' un tentativo, ma non abbiamo niente da perdere, se la donna non riprende conoscenza, potrebbero volerci mesi prima di trovare il responsabile.” Disse Semir sconfortato al pensiero della mole di lavoro da fare.

“Va bene, ho intenzione di sostenervi in questa follia, vi do tempo fino a stasera, poi però dovete consegnare l'animale agli enti preposti.”

“Va bene Capo! Comunque avevo già pensato di portare Ira al Kölner Zoo appena terminato l'esperimento; almeno lì conosce l'ambiente e il personale.” Rassicurò André, accarezzando il muso del leone marino.

°-°-°

Andrea bussò alla porta prima di entrare nella stanza, Semir e André erano chiusi lì dentro da ore.

“Non avete ancora finito?”. Chiese la ragazza al più basso dei due.

Gerkhan scosse la testa avvilito, avevano guardato il video più volte cercando di studiare le reazioni di Ira, ma avevano fatto un buco nell'acqua.

“Va pure Semir, è inutile continuare.” Esortò Fux guardando l'orologio appeso alla parete e strofinandosi il volto stanco.

“Sei sicuro? Cosa intendi fare con Ira?”.

“E' tardi per portarla al Kölner Zoo, ce la porteremo domani mattina quando andremo a interrogare i dipendenti. Per stanotte la porterò a casa della dottoressa Kossav.”

“Se vuoi ti accompagniamo e poi andiamo a mangiare un boccone tutti assieme.” Invitò Andrea dispiaciuta nel vederlo abbattuto.

André le fece un sorriso tirato “Grazie, sei un tesoro, ma credo che il tuo bello ne abbia abbastanza di avermi tra i piedi per oggi. Andate ci vediamo domani.”

“Se hai bisogno...”

“So dove trovarti Semir.” concluse André facendo il gesto eloquente con la mano di andare.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Dopo una notte quasi insonne, all'alba Fux decise di fare un ultimo tentativo con Ira e si recò al distretto sperando che il commissario Engelhardt non fosse ancora arrivata. La fortuna era con lui, incontrò solo alcuni agenti assonnati di turno che lo salutarono distrattamente, mentre lui si infilava veloce in ufficio seguito dal leone marino.

Si sedette alla scrivania e mise in funzione il video poi accarezzando Ira cercò di attirare la sua attenzione sulle immagini “Forza bella, dai so che puoi farcela.”

L'animale osservò lo schermo per qualche istante poi socchiuse gli occhi e appoggiò il muso sul ginocchio dell'uomo emettendo un “Wuff Wuff” sommesso in cerca di coccole.

André sospirò sconfitto. In quell'istante entrò Gerkhan che sbarrò gli occhi alla vista di Ira; chiuse di scatto la porta alle sue spalle.

“Sei ammattito! Che ci fa qui Ira? Non dovevi portarla al Kölner Zoo?” Sussurrò allarmato.

“Tranquillo il capo non è ancora arrivato.”

“Se non vogliamo finire a dirigere il traffico in Anatolia ci conviene farla sparire da qui prima che arrivi.”

“Parla per te, quello è il tuo paese d'origine mica il mio. Al massimo a me possono spedire a Überlingen a multare i turisti alle terme.”

“No, mio caro, nel bene e nel male dove vado io, vieni anche tu.”

“E' una minaccia?”

Qualcuno bussò facendoli sussultare, Semir aprì uno spiraglio per vedere chi fosse; sollevato fece entrare Andrea.

“Che sta succ...” La frase fu interrotta da Ira che vedendola incominciò a trillare agitando una pinna.

“Shhh, zitta Ira!” Sussurrò Gerkhan.

La ragazza si voltò verso l'uomo bruno con uno sguardo di disapprovazione.

“Non guardarmi così, io non c'entro, prenditela con lui.” Le disse indicando il collega.

“Siete fortunati che la Engelhardt è in riunione alla sede centrale e che ne avrà per qualche ora, però vi consiglio caldamente di sparire prima del suo rientro.” Poi sorridendo si accucciò ad accarezzare l'animale “Comunque volevo informarvi che Herzberger e Bonrath hanno ritrovato il Suv.”

“Hai il nome del proprietario?” Chiese Fux alzandosi di slancio pronto ad andare a prenderlo.

“Non essere così entusiasta, il possessore risulta morto da sei mesi.” Lo frenò Andrea.

“Non è possibile! Qualcuno ha usato quell'auto, un parente, un amico!” Disse André risedendosi con il broncio.

“Sto facendo una ricerca sul computer per sapere chi poteva avere accesso alla vettura, ma ci vorrà un po' di tempo.”

“Intanto noi andiamo all'acquario a lasciare Ira e a parlare con i colleghi della dottoressa Kossav.” Suggerì Gerkhan.

 

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Capitolo 11

Il Kölner Zoo era ancora chiuso ai visitatori quando Gerkhan e Fux arrivarono, ma all'ingresso li attendeva un'addetta in t-shirt bianca e calzoni rossi; il volto punteggiato di efelidi si illuminò sorpresa nel vedere il leone marino, che a sua volta riconoscendola, le corse incontro trillando, la giovane si inginocchiò ad abbracciarla, poi si rivolse ai due uomini. “Sono Tania Lang , il direttore Gimpel si scusa, è dovuto andare fuori città, ma ha dato a me l'incarico di supportarvi in tutto quello che desiderate.”

“Proprio in tutto?” Chiese André, in tono malizioso, facendo arrossire la ragazza.

“Sono l'ispettore Fux e lui é il mio collega, Gerkhan.” Proseguì lui con voce morbida e carezzevole, tanto che il collega l'osservò sconcertato; si aspettava di vederlo fare fuoco e fiamme per il fatto che il direttore non fosse lì, non che ronfasse come un gatto! Gli diede una gomitata per rimetterlo in riga.

“Se volete seguirmi il dottor Gimpel vi ha messo a disposizione il suo ufficio per poter interrogare i dipendenti, sulla scrivania troverete l'elenco in ordine alfabetico.”

I due uomini la seguirono piacevolmente colpiti dall'efficiente organizzazione e soprattutto dalla collaborazione.

Lo studio del direttore Gimpel era molto spazioso e confortevole e come aveva annunciato Tania, sulla scrivania accanto al computer di ultima generazione, c'era l'elenco del personale; in un angolo della stanza c'era anche un tavolino basso e tre poltrone di pelle scura; André andò a sedersi su una di esse seguito da Ira che si sdraiò ai suoi piedi

“Prima di iniziare potrei chiederle un favore?” Domandò a Tania.

“Dipende.”

“Volevo solo sapere se potevate tenere da voi Ira. Dovevamo consegnarla alla protezione animali, ma pensavo che per lei sarebbe meglio rimanere in un ambiente che conosce.”

“Certo! Spero che Petra si riprenda presto, comunque Ira può rimanere qui per tutto il tempo necessario.”

“Ottimo, e adesso al lavoro!” Esclamò Gerkhan strofinandosi le mani.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

L'ora di pranzo era passata da parecchio quando decisero di prendere una pausa; ormai avevano interrogato quasi tutti i dipendenti dello zoo senza rilevare nulla di interessante.

“Il prossimo chi é?” Domandò, stancamente André , lanciando il bicchierino di plastica del caffè nel cestino.

“Uwe Heckmann.”

Il leone marino sentendo il nome alzò il capo soffiando “Pfft Pfft Uaa Uaaa”

“Che le prende?”.

“Non ne ho idea.” Rispose Fux stiracchiandosi “Forse è stanca. E non è l'unica.”

“Coraggio, abbiamo da ascoltare ancora una decina di persone e poi abbiamo finito per oggi.”

“Finito, si fa per dire, non abbiamo uno straccio di prova, né un sospetto; può essere ognuna delle persone che abbiamo interrogato o quelle che dobbiamo ancora interrogare; potrebbero essere gli animalisti o i circensi ...” .

Il cellulare di Gerkhan iniziò a squillare interrompendo lo sfogo dell'amico. Era la centrale, Semir rimase ad ascoltare per qualche istante chiudendo poi la telefonata con un sorriso.

“Era Andrea, buone notizie dall'ospedale, Petra Kossav ha ripreso conoscenza.”

“Bene, allora possiamo andare ad interrogarla e sapere chi l'ha aggredita!” Esultò Fux.

Gerkhan scosse il capo “Mi spiace deluderti, ma i medici hanno proibito le visite almeno per le prossime quarantotto ore.”

André sbuffò frustrato dimenandosi irritato sulla poltrona.

“Pazienza André, pazienza.”

“Andrea non ha trovato nulla riguardo il suv?”.

“Ci sta lavorando, appena avrà qualcosa ce lo farà sapere.” Semir chiamò Tania “Gentilmente faccia venire il signor Uwe Heckmann, grazie.”

Pfft Pfft Uaa Uaaa”

I due uomini guardarono incuriositi il leone marino.

“Hey, che ti prende?” André rivolgendosi all'animale accarezzandolo sul muso. “Non ti piace il tipo?”

“Credi ti possa rispondere?”.

“Non ti sembra strano che ogni volta che nominiamo questo tizio lei da di matto? Non l'ha fatto per nessun altro, eppure abbiamo parlato con almeno una ventina di persone.”

Semir scrollò le spalle “Forse gli è antipatico, questo però non lo rende più sospetto degli altri.”

“Sarà...”

“Uffa! Non ricominciare per favore con la storia che lei possa riconoscere l'aggressore! Ieri abbiamo provato praticamente tutto il giorno senza successo!” Replicò Semir seccato stropicciandosi gli occhi, appoggiandosi contro la spalliera della sedia.

Erano stanchi tutti e due e incominciavano a darsi sui nervi reciprocamente, forse era il caso di chiudere la giornata e aspettare di parlare con la Kossav. “Facciamo così, sentiamo ancora Heckmann e poi smontiamo. Una buona dormita e domani ripartiamo freschi.”

Fux annuì concorde.

Tania Lang comparve sulla porta con aria contrita.

“Sono mortificata non sono riuscita a rintracciare Uwe. Non è nel suo ufficio e non risponde al telefonino.”

“Può essere uscito per la pausa pranzo?” Ipotizzò Gerkhan.

“No, non è possibile, ho dato istruzioni precise. Le persone che erano sulla lista dovevano rimanere a disposizione fino ad ordine contrario.” Disse la donna.

Semir e André si lanciarono uno sguardo d'intesa.

“Forse è il caso di fare una visita a domicilio.” Propose Fux.

Il compagno assentì, il fatto che Heckmann fosse antipatico a Ira non lo rendeva sospetto, ma che fosse irreperibile sì. “Ha il suo recapito?” Domandò alla donna.

Efficiente Tania procurò velocemente ai due poliziotti l'indirizzo richiesto senza fare domande.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

Scesero dall'auto e rimasero per qualche istante ad osservare l'abitazione dove viveva Heckman.

Per arrivare al portoncino, di legno color noce con un oblò di vetro intarsiato, bisognava salire tre

gradini.

“Penso sia meglio che tu lasci a me la conduzione dell'interrogatorio.” Comunicò Gerkhan mentre si avviava alla porta.

“E perché scusa?”

“Sei troppo aggressivo, il tuo modo di fare intimidisce le persone.”

“Cosa?”

“Sì, a nessuno piace trovarsi davanti ad un energumeno che gonfia i muscoli, fa domande con faccia truce, della serie, se non mi dici quello che voglio, ti gonfio.”

“Io?”. Domandò cercando di mantenere un' aria innocente. “Ma non è vero!” Si difese.

“Sì, invece, è vero, proprio tu!”

“Stiamo andando a interrogare una persona sospettata di aggressione, che dovrei fare; offrirgli un mazzo di fiori?” Brontolò André mettendo il broncio.

Semir sospirò “Ti sto solo chiedendo di non comportarti da panzer come al solito.”

“Non si è presentato spontaneamente allo zoo pur sapendo che volevamo parlargli. E ad Ira non è simpatico.”

“Come ti ho detto prima, può aver avuto un motivo valido a non rimanere all'acquario, e sul fatto che non sia simpatico ad un leone marino... non lo rende necessariamente colpevole di qualche reato, quindi non c'è bisogno di aggredirlo.”

“E se ci accoglie sparando cosa facciamo? Gli sorridiamo?”

Gerkhan alzò gli occhi al cielo “In quel caso, e solo in quello, sei autorizzato a comportarti da panzer. Però ora sorridi e cerca di avere un'aria inoffensiva.” Disse indicando l'oblò, pigiò il pulsante sotto la targhetta del nome senza dare molto peso al ringhio soffocato del compagno che intanto metteva in mostra il tesserino di riconoscimento

Uwe Heckmann camminava avanti e indietro nel salottino torcendosi le grosse mani disperato. Non voleva farle del male! Lui l'amava. Non doveva finire così! Che follia!

Il tentativo di spaventare Petra, per avvicinarlo a lui, era stata una vera e propria follia! Aveva perso il controllo, come un fiume quando in piena travolge il bene e il male, lui aveva travolto Petra, la sua unica vera ragione di vita.

Il suono del campanello lo distolse dai suoi pensieri, si avvicinò alla porta d'ingresso silenziosamente, scorse dall'oblò, riconoscendoli, i due poliziotti che aveva intravisto all'acquario. Uwe non riusciva a decidersi ad aprire, rimase immobile in attesa che se ne andassero trattenendo il respiro.

Dopo alcuni minuti Gerkhan riprovò a suonare. “Signor Heckmann, polizia criminale, vorremmo farle qualche domanda.”

“Forse non è in casa.” Ipotizzò André.

“Forse. Ma prima mi è sembrato di sentire qualcuno dietro la porta.”

“Ok, faccio un giro intorno per controllare.” Disse Fux “Intanto sento se Andrea ha delle novità sul fuoristrada.”

Heckmann vide allontanarsi l'uomo più robusto, però il collega era rimasto lì piantato davanti alla porta; se lo faceva entrare e gli parlava lui avrebbe capito subito che era colpevole. Asciugò i palmi delle mani sui calzoni. Non voleva finire in prigione, doveva trovare una soluzione, allontanarsi … il suo sguardo si posò sulle chiavi posate sulla mensola; le afferrò, poi corse verso la portafinestra sul retro. Doveva nascondersi almeno per il momento.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Fux aveva appena finito di parlare con Andrea, quando avvistò un tizio dalla corporatura massiccia uscire dalla portafinestra della casa di Heckmann.

“Hey, tu!” L'apostrofò.

L'uomo non si voltò, ma schizzò via di corsa.

“Si fermi Heckmann!”. Urlò André riconoscendolo come uno dei clienti del fiorista. “Polizia! Si fermi ! Vogliamo solo parlarle.” Ripetè correndogli dietro.

Gerkhan sentendo il collega accorse arrivando in tempo per vedere il fuggitivo salire su una golf gt turbo nera, partire a folle velocità, e tentare di investire Fux, Andrè riuscì a schivarla con un balzo felino buttandosi di lato e rotolando per terra.

Andrè rialzandosi lanciò le chiavi della mercedes a Semir che era più vicino alla loro macchina, questi si mise alla guida mentre André saltò dentro con il fiatone.

“Sei fuori forma, ti devi allenare di più.” Disse Semir sollevato nel vederlo incolume e mettendosi all'inseguimento del fuggitivo.

“Pensa a guidare, non perderlo di vista! E soprattutto, cerca di non distruggermi l'auto.” Ringhiò Fux, accendendo i lampeggianti e sirena.

“Cobra 11.2 a centrale, stiamo inseguendo un sospetto su una golf gt turbo nero targato KIK665, ripeto KIK665 diretto verso l'A3 uscita 26 Köln Delbrück. Richiedo rinforzi.”Comunicò Fux al comando.

“E' Heckmann?”Si informò Gerkhan.

“Direi di sì. A proposito Andrea mi ha comunicato che Heckmann era l'esecutore testamentario del proprietario del Suv, quindi, aveva le chiavi e la disponibilità del mezzo. E non è tutto, era nel video di sorveglianza del fiorista; l'ho riconosciuto.”

“Ok, ok, avevi ragione di sospettare di lui. Cosa vuoi sentirti dire? Che sei bravo? Un fantastico intuito ...” Celiò Semir guardando l'amico sorridendo.

Andrè grugnì facendo una boccaccia di risposta.

Heckmann continuava a lanciare occhiate nervose allo specchietto retrovisore, quei maledetti non mollavano, continuavano a stargli dietro con le sirene spiegate, entrò in autostrada buttandosi nella corsia di marcia opposta evitando le macchine che sterzavano disperatamente per scansarlo.

“Che fa, è impazzito!”Esclamò Semir.

“Seguilo!”

Heckmann continuò la sua folle corsa zigzagando tallonato dalla mercedes blu.

Ad un tratto la strada si restrinse per un cantiere stradale; da un'uscita comparve una gru, una piccola berlina si trovò la golf davanti, Uwe sterzò frenando, cercando di evitare l'impatto riuscì in qualche modo a passare tra la gru e la vettura e si infilò dentro al cantiere finendo la sua fuga contro una barriera new jersey.

I due poliziotti accostarono alla golf, André scese con un balzo, spalancando lo sportello trascinò fuori Heckmann sbattendolo contro il cofano della mercedes.

“E' completamente impazzito? Mi poteva ammazzare! Poteva causare una strage, se ne rende conto?” Gli urlò in faccia André, scuotendolo.

“André per favore sta calmo!” Esclamò Semir mettendosi fra i due e fronteggiando lo sguardo omicida dell'amico.

“Va bene! va bene, tranquillo, sono calmo.” Sbuffò Andrè alzando le mani in segno di resa.

“E' meglio che tu vada incontro ai colleghi.” Gli consigliò Gerkhan sentendo le sirene delle volanti avvicinarsi “e comunque cerca di vedere il lato positivo.”

“E quale sarebbe di grazia?”

“Abbiamo preso il cattivo e … non abbiamo distrutto la macchina.”

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