La quintessenza della distruzione

di kymyit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Letteratura ostrogota e ferite di guerra (Mai sfidare il Male Assoluto) ***
Capitolo 2: *** Educazione sessuale e consiglio di guerra (Mai mostrare gigantografie esplicite) ***
Capitolo 3: *** Il cavallo bianco della rivoluzione e il ciclo di Mr. Krabs (POF) ***
Capitolo 4: *** Nel mezzo del cammin di nostra vita (L'Inferno di Vergilio) ***
Capitolo 5: *** Il tugurio del Grande Fratello (mamma che bello, mamma che bello) ***
Capitolo 6: *** Tanto sei sempre il cocco di Smoker (E' la tua risposta definitiva?) ***
Capitolo 7: *** Una sporca apocalisse (Mai sfidare le promesse dell’inferno) ***



Capitolo 1
*** Letteratura ostrogota e ferite di guerra (Mai sfidare il Male Assoluto) ***


Note: Questa piccola long fic è il seguito di “Il dodgeball è uno sport, non una guerra!”
Tratta di come la perfida 1D costrinse il “povero” professor Vergo alle dimissioni e di quanto patì per riuscirvi.
Qualche altro dettaglio:
1. Nella fic precedente, scrissi che Kidd era un ottimo pugile, perciò quando questa cosa verrà alla luce non sorprendetevi. Ho pensato questa cosa perché non è proprio il tipo da essere un genio della fisica. Della meccanica magari sì. Infatti, è bravo in quel campo e in educazione tecnica e artistica. Ma il suo braccio meccanico mi imponeva di mettere in risalto i suoi cazzotti, ecco. u.u Diciamo gusto personale.
2. Per alcuni personaggi ho usato i loro soprannomi come cognomi: Kuroashi per Sanji, Hakuba per Cavendish, Hitokui per Bartolomeo. Per Usop, Killer, Shachi e Penguin non so che usare...
3. L'ambientazione è ovviamente AU, ma poiché citerò cose e persone del nostro mondo, diciamo che la Kamome si trova in un mondo misto fra il nostro e quello di One Piece. Almeno in queste due fic.
4. Perdonate in anticipo parolacce varie ed insulti pesanti, 'sti qui sono carogne, mi sono dovuta adeguare.
5. La fic è già finita e conta sette capitoli.

Buona lettura!! ^_^







La quintessenza della distruzione
Di come la 1D mise in fuga il terribile professore






Capitolo 1:

Letteratura ostrogota e ferite di guerra

(Mai sfidare il Male Assoluto)






Regnava sovrano il silenzio.
Nell’aula non si udivano ronzare neppure le mosche.
A stento gli studenti respiravano, tentando di non far strisciare troppo le penne sui fogli protocollo. Avrebbero tanto voluto appallottolare tutto, fra l’altro la letteratura ostrogota l’avevano iniziata da neppure un mese. Persino Rufy, l’aspirante re dei secchioni se ne stava chino sul suo banco a far fumare le meningi in silenzio. Uno scricchiolio di una sedia e tutti tremarono istintivamente di terrore.
“Fa che non passi di qui!” si trovò a pensare qualcuno.
“Se passa qui, giuro che gli metto lo sgambetto!” si oppose al proprio terrore qualcun altro, salvo rinnegare quel giuramento quando l’insegnante gli scoccò un’occhiata glaciale attraverso i suoi stramaledettissimi occhiali da sole.
-Qualche problema, Kuroashi?-
-No, signore!- esclamò quello, sudando freddo e deglutendo un grosso groppone di saliva. Dentro di sé, bruciava di rabbia e non era certo l’unico.
La metà maschile della 1D del prestigioso liceo Kamome - eccetto gli assenti, Hermeppo l’infortunato, Koby il bravo ragazzo e “Drake, il cocco di Smoker”, come puntualizzò Hawkins - era stata finalmente punita.
Nell’istituto Kamome erano riuniti gli studenti più promettenti provenienti dai luoghi più disparati del mondo. Solo che, nel caso della 1D, promettente non era sinonimo di diligente.
Da tempo gli insegnanti rinunciavano a far loro lezione, eccetto il professor Smoker e la professoressa Tashigi, gli unici capaci di resistere agli scherzi demoniaci di quel branco di diavoli.
E fu proprio durante una lezione che Smoker perse totalmente la pazienza.
Si giocava a dodgeball, una guerra più che un gioco. I ragazzi erano affiatati contro tutti, ma quando si trattava di mettersi gli uni contro gli altri in competizioni che da innocue diventavano sfide mortali, l’affiatamento se ne andava a farsi benedire. In pratica più che vederli giocare, sembrava di assistere a una battle royale senza esclusione di colpi.
Non credevano, i perfidi studenti, di aver fatto incazzare così tanto Smoker. Ma quando questi aveva schiantato a terra prima Kidd e Apoo e poi Bartolomeo, avevano capito che qualcosa nel loro spartano insegnante si era come rotto. Ed eccoli là, nell’aula di punizione sotto la supervisione del professor Vergo.
Se Trafalgar Law era il diavolo che tirava le fila della classe, Vergo era il male assoluto che aveva corrotto il cosmo. E come ogni perfida creatura, contemplava il proprio operato con le mani disposte nel fantomatico triangolo incamerante la quintessenza stessa del potere.
-Ma come siamo diligenti.- li prese in giro, con un tono quasi amorevole. Ma loro sapevano benissimo che dietro quegli occhiali da sole, i suoi occhi vagavano alla ricerca della prossima vittima. Nessuno rispose a quel commento, inutililmente, Vergo aveva puntato una preda succulenta.
-Law, dovresti davvero raddrizzare quella schiena, ti verrà la gobba a stare sdraiato sul banco.-
Ora, Trafalgar Law non ascoltava nessuno, neppure quando Smoker gli lanciava del gesso addosso si scomodava più di tanto, ma obbedì immediatamente all’ordine di Vergo.
Lo fece tentando di ostentare una certa calma, ma in silenzio. I suoi compagni si chiesero perché non tirasse fuori il suo stramaledetto sorriso sghembo. Probabilmente se l’era perso quella mattina, quando Vergo l’aveva bastonato per avergli fatto notare che la macchina fotografica non si trovava nell’armadietto.
Kidd era esterrefatto.
Lui gliele aveva suonate di santa ragione per tanto di quel tempo e quello gli rideva ancora dietro e con quel Vergo faceva il cagnolino obbediente?!
“Qui gatta ci cova.” pensò il rosso. Conosceva Law troppo bene per ignorare l’ipotesi remota che quello meditasse un omicidio. Come si suol dire, la vendetta è un piatto che va gustato freddo.
-Kidd.- s’irrigidì quando sentì la voce dell’insegnante ancor prima di avvertirne la presenza dietro di sé. -C’è qualche problema?-
Qualche problema?!
Non aveva idea di cosa cazzo scriverci in quel tema di merda, ecco cosa c’era!
-No, signore.- rispose, tentando di usare un tono sottomesso.
-Molto bene.- fece quello prima di poggiargli la mano sulla testa -Fai qualcosa per questi capelli, sono davvero troppo disordinati.-
In un’altra situazione, il rosso era convinto che Law gli avrebbe riso in faccia, magari con le guance gonfie nel tentativo di trattenere le risate e le lacrime agli occhi.
Col cazzo che avrebbe fatto qualcosa per i suoi capelli!!
-Svegliati, Roronoa!- esclamò d’un tratto, il professore, scagliando un gessetto a folle velocità contro la testa del povero Zoro che si svegliò di soprassalto, dolorante.
-Chi è stato?!- esclamò furente -Allo- incrociato lo sguardo dell’insegnante all’altro capo dell’aula, il ragazzo si risedette in silenzio e si rimise a lavorare sul compito, diligentemente. Non sarebbe finita lì, il professore doveva punire quell’alunno così cafone e l’avrebbe fatto, se una mano non si fosse levata in aria.
-Sì, Monkey?-
-Ho finito, professore!- esclamò quello, quasi mettendosi sull’attenti.
Metà classe gli lanciò occhiate basite, lo stesso Vergo inarcò il sopracciglio, meravigliato. Com’era possibile che avesse finito il compito, se quell’argomento non l’avevano mai fatto? E soprattutto, poco prima non gli stava fumando la testa? Non sapevano se essere invidiosi o meno.
Decisero di odiarlo quando Vergo finì di leggere il compito.
-Molto bene, Monkey, hai fatto un buon lavoro.- disse, per poi indicare l’orologio. -Dunque, come vi avrei sicuramente detto se non mi fossi dimenticato, avete quindici minuti di tempo dal momento in cui il primo compito verrà consegnato. Ora sono dieci minuti. Chi non consegnerà in tempo, riceverà dei compiti extra da fare a casa, che controllerò personalmente. Anche chi sarà sotto la sufficienza, riceverà compiti d’approfondimento, tutto chiaro?-
Annuirono col capo, maledicendo sia Vergo che Rufy, non tutti almeno. Nessuno osò far notare a Vergo che non avevano mai studiato quelle cose. A che sarebbe servito se non a prendersi sonore bastonate in testa? Law era vivo per miracolo perché aveva sempre quello stupido cappello di vacca delle nevi in testa.
Aveva.
Vergo, in seguito, l’aveva intimato di levarselo, con suo grande disappunto.
Fra tutti, soltanto Law e il duo Kirapen (o Penkira, a seconda di come si rapportavano fra loro) riuscì a completare il compito. Scaduti i dieci minuti, la classe taceva. Come condannati al patibolo attendevano la loro esecuzione senza neppure minacciare di morte gli stupidi insegnanti che si godevano lo spettacolo dalle finestre del corridoio.
-Male, molto male…- iniziò il professore, scorrendo fra i banchi e squadrandoli tutti uno ad uno. Neppure i sopravvissuti a quel massacro scamparono alle sue occhiate gelide.
-Essere iscritti a questa scuola è un prestigio e tutti voi siete chiamati a tenere alto il suo nome. Cosa penseranno tutti vedendovi? Che in questa scuola si perde tempo? Che possono entrarvi cani e porci e battere la fiacca? No, questa scuola,- Vergo s'interruppe di colpo, per lanciare un pezzo di gesso a velocità folle. Il missile bianco sfrecciò per la classe, centrando in pieno la fronte di Bartolomeo che cadde a terra svenuto.
-Questa scuola vi insegna a creare non solo il vostro futuro,- disse, aggiustandosi gli occhiali, mentre gli alunni fissavano sbigottiti ora lui, ora Bartolomeo, ancora steso a terra con un grosso ematoma sulla fronte. -ma il futuro di questa società. La feccia sta fuori da qui, avete capito?-
Annuirono tutti, in silenzio. L'insegnante si chinò sull'alunno privo di sensi e lo svegliò con qualche schiaffetto.
-Avete capito?- gli chiese.
Bartolomeo si era perso il discorso, ma annuì, ancora confuso per la botta e si rimise lentamente a sedere al suo posto, mentre Vergo tornava alla cattedra e compilava il registro.
-Ora aprite i quaderni e scrivete. Per domani voglio una ricerca dettagliata sul, aperte virgolette, “Uso del terrore per il controllo del potere nei popoli antichi”, chiuse virgolette. Badate a porre l'accento sui metodi violenti, quali torture, punizioni esemplari, guerre e quant'altro. E non voglio una ricerca fatta da wikipedia. Sappiate che se copiate una sola parola, io lo saprò.-
Quelle ultime tre parole raggelarono il sangue di tutti.
Non ebbe bisogno di ghignare, l'uomo, la 1D poteva avvertire la goduria che il suo animo perverso provava e ne fu schiacciata.
-Molto bene, vediamo... manca un'ora al suono della campana. Prendete un foglio e scrivete: “Il professore ha sempre il coltello dalla parte del manico.”-
-Per ricordare ai ribelli che neanche i più forti di loro possono sconfiggere Capitol City... - mormorò qualcuno con voce talmente fioca che nessuno fu sicuro di averla sentita davvero.
-Parla a voce alta, Penguin.-
Il diretto interessato s'irrigidì. Poi però alzò timidamente la mano.
-Ecco, professore... quante volte dobbiamo scriverlo?-
-Quante volte riuscirete fino alla fine dell'ora. E se qualcuno scriverà meno di cento volte la frase, per domani dovrà tradurre un brano da uno dei Poignee Griffe, a mia scelta, ovviamente.-
Penguin a quel punto sudò freddo e prese immediatamente la penna, iniziando a scrivere. Passare il pomeriggio a tradurre quella lingua morta? No, grazie, aveva altro da fare, lui. Fortunatamente Killer era piuttosto informato sul tema della ricerca, potevano svolgerla insieme.
-Tu no, Hitokui. Tu vieni alla lavagna.-
Il diretto interessato aggrottò le sopracciglia.
-Vieni o vuoi un invito scritto?-
O una bastonata? No, grazie.
Il ragazzo si alzò e si avvicinò alla lastra nera della lavagna, ostentando una falsa sicurezza.
-Scrivi:- a quel punto il sorriso diabolico di Vergo brillò in tutta la sua splendente perfidia -Non mi smanetterò più il pistolino guardando Monkey D. Rufy.-
Nessuno rise. Nessuno ebbe il coraggio di farlo, neppure quando Bartolomeo tentò goffamente di giustificarsi col suo adorato senpai diventando di tutti i colori per la vergogna. Fortuna che Rufy era troppo preso a tentare di scrivere mille volte quella frase col pensiero di Harvady fisso in testa.
Se Vergo voleva annientarli, quando le prime parole iniziarono ad essere tracciate, la classe focalizzò che era sulla buona strada per farlo.















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Capitolo 2
*** Educazione sessuale e consiglio di guerra (Mai mostrare gigantografie esplicite) ***


Capitolo 2:

Educazione sessuale e consiglio di guerra
(Mai mostrare gigantografie esplicite)




-Oggi farete un po’ di educazione sessuale.- annunciò Vergo, girandosi i pollici. E senza degnare di uno sguardo le ricerche assegnate il giorno prima. E dire che Killer si era dato alla pazza gioia scrivendo un trattato di venti pagine!
Sopra la lavagna capeggiava la foto delle frasi scritte da Bartolomeo il pomeriggio prima.
-Per non dimenticare la vergogna provata.- aveva detto il malefico insegnante.
A “sessuale”, comunque, tutti drizzarono le orecchie. Finalmente le cose prendevano una bella piega, pensarono.
Quando il maledetto prof srotolò e appese il poster illustrativo, le cose presero, invece, una piega disastrosa.



-E’ stato scorretto da parte sua.- disse Law, imbronciato, dolorante e con un pezzo di carta a tamponargli il naso.
-Farci vedere certe cose…-
-Ora che ci penso… - fece Apoo e si rivolse a Penguin e Rufy -Voi due non avete avuto reazioni.-
-E’ perché ho occhi solo per Kirachan.- rispose l'interpellato, come se gli avessero chiesto il suo segno zodiacale o roba simile, indicando il biondo accanto a lui che invece una reazione l'aveva avuta.
E bella grossa pure.
-Ero troppo concentrato. Devo entrare ad Harvady, ti ricordo.- rispose, invece, Rufy -A proposito, “eiaculazione” si scrive con la i lunga o con quella normale?-
-Non perdiamo tempo, fra poco la scuola chiude.- li interruppe Law.
-Strano che abbiano fatto effetto su di voi.- continuò ad istigare l'orientale, al che il moro reagì con un seccato: -Sono bisex, io.-
Kidd, dal canto suo, afferrò l’odiato rivale per il bavero e lo minacciò col pugno alzato.
-Adesso però te li spacco quei denti di ferro!-
-Perché non ci provi, Miss Istituto?-
-Basta, finitela!- li rimproverò esasperato Law alzando gli occhi al cielo -Ricordatevi perché siamo qui.-
Perché non aveva un martello? Avrebbe chiesto il silenzio in aula spaccandolo sulla testa di quell’idiota.
Kidd e Apoo si separarono, limitandosi a lanciarsi occhiatacce assassine in silenzio, mentre Law rivolgeva lo sguardo ai compagni, uno per uno.
Nessuno di loro era uscito indenne da quella battaglia. Sanji poi era ridotto ad uno straccio dissanguato.
-Speriamo si rimetta presto… - commentò Rufy.
A giudicare da come il suo corpo fremeva in preda agli spasmi, ci sarebbe voluto molto tempo.
-Namiswan... Robinchan... -
E forse una trasfusione.
-Quel bastardo conosce i nostri punti deboli.- fece Killer -A nessuno sano di mente verrebbe l’idea di spiegare l'apparato riproduttore femminile in modo così esplicito.-
-Chiamala col suo nome.- disse Bartolomeo per poi fare lo spelling -F.I.G.A.-
Il naso di Sanji eruttò un fiotto di sangue.
-Se non l'ho fatto un motivo c'era... - commentò seccato l'altro con un sospiro tipico da mamma esasperata. Parlare con Bartolomeo era sfiancante: era un Kidd incrociato con Law e poi mischiato a Rufy e Boa Hancock (la loro insegnante di storia): un buzzurro calcolatore, idiota e tremendamente fanboy. Il probabile parto di quattro casi patologici, in altre parole: a volte voleva proprio massacrarlo tanto era scassapalle.
-Però bisogna ammettere che n'è valsa la pena. Bella gigantografia.- puntualizzò l'altro scassaminchia, Apoo, riprendendo a sanguinare. Era più recidivo di uno scarafaggio.
-Abbiamo perso Sanji. E io la sensibilità alle dita.- puntualizzò Law, infastidito mostrando poi le sue mani livide. Possibile che quei cretini vedessero solo il lato positivo della faccenda? Nessuno ricordava i gessi missile che schizzavano ovunque mentre con la bava alla bocca guardavano e commentavano quella maledetta foto? Vergo li aveva giocati costringendoli a comportarsi scorrettamente contro tutti i loro buoni propositi.
Perché loro ci avevano provato a stare buoni buonini, ma a quanto pare Vergo non voleva semplicemente tenerli in detenzione, voleva distruggerli.
Era guerra!!
-Sì, certo certo, la sensibilità. Forse un bacetto potrebbe aiutare, eh?- sghignazzò malefico lanciandogli un'occhiatina carica di sottintesi.
-Kidd, attacca.- ordinò secco Law.
E Eustass Kidd non se lo fece ripetere due volte. Come una belva si lanciò addosso ad Apoo  per spaccargli amorevolmente quella stramaledetta faccia che si ritrovava. Poi, quando ebbe finito di rimodellargliela, si risedette accanto al moro, rinfrancato.
-Così va bene, Laurie?- gli chiese.
Law guardò la faccia tumefatta di Apoo che si alzava, in evidente stato confusionale. Era quasi completamente livido.
-Perfetto, ma non usare quel nomignolo.- asserì. Poi si guardò le mani livide e doloranti.
“Vergo pagherà per questo.” si ripromise, poi guardò gli altri e vide che lo fissavano, in solenne silenzio, in attesa di ordini.
-Così non possiamo continuare.-disse serio. -Vergo ci sta facendo capire che farà di tutto per distruggerci. Se anche ci comportassimo bene non servirebbe a nulla. A questo punto-
-Tanto vale rendergli pan per focaccia!- finì per lui Kidd, complice.
-Ma avete visto quanto è forte...- protestò Usop -Ci ammazzerà.-
-No se riusciremo a distruggerlo prima.- asserì Zoro con sguardo fermo e deciso.
Un coro di “Sìììììì!” si levò basso. Tutti alzarono il pugno, urlando a bassa voce. Tutti tranne uno.
-Rufy, se continueremo così, Harvady te la puoi scordare.- lo istigò Usop.
-Sììììììììììì!- esclamò lui, seguito nuovamente a ruota da tutti gli altri. Sempre a bassa voce, altrimenti qualcuno li avrebbe scoperti e addio rifugio segreto nella cantina della scuola, addio cospirazione, addio “Piano per la distruzione psicologica di quello stronzo di Vergo”.
-Bene, allora sentite la mia idea.- disse il diavolo manipolatore della classe, circospetto, -Voi due, Kirapen, dovrete… -
Spiegò loro puntigliosamente cosa dovevano e non dovevano fare. Sia Killer che Penguin ghignarono malignamente all’idea e fremettero al pensiero di iniziare.
-Le mie carte prevedono una disfatta totale.-
-Sono solo fesserie.- fece Zoro, secco.


Quel pomeriggio, quando tornarono a casa, gli alunni della 1D non fecero che attendere con ansia il giorno seguente. Non vedevano l'ora di vendicarsi per le pene infernali subite quel giorno.
Law saltò agilmente giù dalla moto di Kidd e, dopo avergli tirato una leggera gomitata lo salutò con un sorriso che prometteva tutto il male del mondo.
-Come va la tua sensibilità?- gli chiese allora quello.
-La recupererò.- rispose.
-Non quella delle dita.-
-Io non sono un tipo sensibile.- rispose Law con aria beffarda.
-Certo, certo. Non stai tramando tremenda vendetta, no... ma è vera la cosa dei ros- l'occhiataccia che ricevette, impedì a Kidd di terminare la domanda.
-Sicuro che funzionerà?- domandò invece.
Il moro si fermò in mezzo al vialetto.
-Credi davvero alle predizioni di Basilya?-
-Si avverano sempre.-
-Si, certo, come quando aveva predetto che a Rufy sarebbe caduto in testa un ananas.-
-Beh, gli è arrivato in testa l'amico di suo fratello all'uscita.-
Law annuì con una risatina. E chi se la dimenticava quella scena. Poi avevano aperto le scommesse su quanto ci mettesse quel Marco a prendere il suo migliore amico. L'inseguimento durò cinque secondi e Hawkins, ovviamente, vinse la scommessa.
-Ok, sono preoccupato.- concesse, sospirando pesantemente. Dopotutto, non poteva nascondergli nulla, a Kidd. Era come una bestia feroce, un po' come Vergo: fiutava la paura. Gli leggeva l'ansia nei gesti, brutta cosa. Ormai anche lui stava diventando un libro aperto.
-Ma non la passerà liscia.- asserì, serio, con lo sguardo omicida e il rosso non ebbe dubbi sul fatto che, anche se il piano fosse fallito, Trafalgar Law avrebbe continuato a combattere.
Dopotutto, certe offese vanno lavate col sangue.
Quando il compagno scomparve oltre la porta della sua modesta villa a quattro piani, Kidd diede gas e partì alla volta dell'orizzonte a velocità folle, per spazzare via la frustrazione.
Law, una volta solo, finalmente, poté abbandonarsi a capo chino sulla sedia girevole della sua stanza.
Digrignò i denti fino a sentirli scricchiolare.
“Nessuno si prende gioco di Trafalgar Law.” pensò con occhi spiritati.
Il piano avrebbe funzionato?
Quali conseguenze ci sarebbero state?
Ma sopratutto, come diavolo faceva Vergo a sapere quella cosa?
Che Smoker gli avesse svelato qualche loro segreto per tenerli buoni era un conto, ma nessuno sapeva di quella cosa, perciò come poteva saperla lui?
Di quante altre cose era a conoscenza?
-Ragazzi, è pronto in tavola!-
Era Corazon, che lo chiamava per la cena e a quel punto l'aspirante chirurgo seppellì l'ascia di guerra. I manicaretti di Cora erano strepitosi e voleva goderseli senza pensare a null'altro che ad assaporarne il sapore. Un giorno li avrebbe fatti assaggiare a Kidd. Chissà come sarebbe stato presentarlo ai suoi fratelli, trascorrere con lui le feste... le sue sdolcinate, e per fortuna (a suo dire) poco frequenti, fantasie romantiche s'interruppero davanti alla porta della stanza di suo fratello maggiore.
-Ehi, Dofy, è pronto.- gli disse.
Gli giunse una risata malefica in risposta.
-E lui che faccia ha fatto?- domandò Dofy a qualcuno. Law si appiattì contro la porta per sentire meglio. Non lo faceva quasi mai, ma in quel momento il suo spirito indagatore gli fece rizzare le antenne.
-Vergo, sei davvero uno stronzo!- e giù di nuovo a ridere -Io? No, no, no! Io l'avrei ricattato a vita, sei tu il più stronzo, sì... sì... mandami le foto, voglio assolutamente vedere la faccia che ha fatto! Fufufufu!-

Lo sapeva, oh cacchio se lo sapeva, Law! Di chi poteva esserci lo zampino se non dell'unica persona che poteva essere a conoscenza del suo sporco segreto!
Donquixote Doflamingo, il suo adorato fratello maggiore.
Fortuna che era stato adottato.
Prima di scendere in cucina, dove Cora li aspettava impaziente armato di mestolo, il ragazzo marciò in bagno e afferrò la scatola di lassativi.


Quel pomeriggio, in aula detenzione, dopo che Vergo aveva mostrato loro la gigantografia incriminata, Sanji era quasi andato in orbita con un epistassi che l'aveva quasi prosciugato. A quel punto anche altri avevano accusato problemi di sanguinamento o fastidiosi stringimenti del cavallo dei pantaloni. Usop era schizzato sul pavimento per soccorrere Sanji e Vergo l'aveva freddato sul posto con una gessata.
Poi era stata la volta di Apoo, che si era girato alla sua destra per far notare a Kidd quanto il suo rigonfiamento fosse evidente a dispetto del suo. Il rosso gli aveva risposto con un terzo dito e un “in culo” muto.
-Eustass!- lo riprese Vergo tirandogli il gesso sulla tempia -Vieni pure a parlare al mio posto, se trovi la mia lezione così noiosa.- gli ordinò, puntando il dito contro la foto.
-Guardi che è stato lui a distrarmi!- protestò indicando il maledetto orientale con l'apparecchio ai denti. Cavendish se la rideva fra sé e sé, mentre Bartolomeo preferì starsene buono buono a capo chino, senza neppure il coraggio di guardare Rufy davanti a sé.
-Giusto.- convenne l'insegnante, per poi freddare anche il nemico giurato del rosso che sorrise maligno. Fra lui e Apoo era sempre guerra aperta.
-Allora? Quali sono le malattie che possono colpire l'apparato riproduttivo femminile?-
Il rosso rimase in silenzio. Se gli chiedeva di descrivergli com'era fatto avrebbe saputo rispondere perfettamente, ma così la cosa diventava meno pratica e più scientifica. Fece scorrere rapidamente lo sguardo per la classe e incontrò gli occhi di Law. Lo supplicò con lo sguardo e il moro gli fece dei gesti.
-Eustass?- lo incitò il professore -Lo sai o ti rimando a posto?-
Con una nota sul registro e una gessata in culo?
-No, no... sto... raccogliendo le idee... -mentì.
Law fece il gesto di qualcosa che cadeva per diverse volte, poi il gesto dello sgozzamento, poi indicò Sanji riverso in un mare di sangue che agonizzava felice, perso nelle sue fantasie sconce.
-Namiswan, Robinchan, Bibichan, Bonneychan, Tashigichan, Boachan, Rebeccachan, Violetchan... -
-Uhm... mestruazioni letali?- la buttò lì.
Law si diede una manata in faccia.
Vergo rimase impassibile, mentre il resto della classe trattenne a stento una risata. Apoo non si premurò di farlo.
-Aha!- esclamò indicando il nemico.
Fu nuovamente freddato e fece compagnia a Sanji e Usop sul pavimento.
-No. Ma ci sei andato vicino, Eustass. Trafalgar, ti consiglio un corso di mimo, non sei stato molto chiaro.-
Il moro rabbrividì.
-Avvicinati.- disse l'insegnante, severamente.
Ecco, arrivava la bastonata, se lo sentiva. Quel bastardo ce l'aveva con lui!
-Alza le mani.-
-Professore, lei non è autorizzato ad usare la violenza.- gli rispose, costernato. Spaventato. Perché nello sguardo del Male Assoluto lesse esattamente ciò che era. Il Male Assoluto.
Vergo gli colpì comunque le mani roteando rapidamente la canna di bambù. Per il dolore il cuore quasi gli schizzò in gola.
-Esimio professore, Trafalgar.-
-Ehi, bastar- Kidd afferrò Vergo per il collo della camicia e lo colpì con un pugno al viso. Quello, però, non parve risentire del colpo. Rimase come immobile a fissarlo da dietro i suoi maledetti occhiali scuri. Poi scattò e colpì il rosso con un montante che lo sbalzò a un metro da terra e lo fece atterrare rovinosamente contro il cestino dei rifiuti.
-Si chiama “Stillicidio Ematico”. Per domani voglio un tema sui metodi contraccettivi. Non meno di cinque pagine. Il non fare sesso non vale come un contraccettivo. E adesso carta e penna. Scriverete, non meno di cento volte: “Il professore ci punisce per il nostro bene”. Eustass, che ci fai ancora a terra? Tu scriverai “Non alzerò mai più le mani contro il professore” trecento volte. Mentre tu, Trafalgar... -
Gli era sembrato che godesse in quel momento, mentre gli porgeva il gesso, mentre lo vedeva scrivere con la mano gonfia e dolorante.
-Tu scriverai: “Baciare i rospi morti non li riporta in vita.”-

Con rabbia, l'aspirante chirurgo schiacciò fuori dal blister due, tre, no, meglio quattro compresse.
-Perché nessuno la fa a Trafalgar Law.- ringhiò con rabbia.






Note: Chi vuole uccidere Vergo?!
Ok, noticina importante. Rufy sarà anche secchione, ma non sa tutto, in particolare fa molto casino coi nomi. E anche con alcune parole, anche perché certe cose credo a lui non interessino. Non in questa fic almeno. Lui deve andare ad Harvady u.u



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Capitolo 3
*** Il cavallo bianco della rivoluzione e il ciclo di Mr. Krabs (POF) ***


op

Capitolo 3:
 Il cavallo bianco della rivoluzione e il ciclo di Mr. Krabs
(POF)







Era una mattina davvero pessima.
Pioveva a dirotto e il cortile della scuola era ridotto a una sorta di Water Seven fangosa. Kidd e Law camminavano fianco a fianco, ognuno sotto il suo ombrello in silenzio religioso, guerrieri pronti a tutto pur di vincere la loro battaglia. Gli altri compagni arrivavano alla spicciolata e si dirigevano in classe chi con più, chi con meno fretta. Se fosse stato un giorno normale, i due avrebbero preso a pestare i piedi sul terreno per farsi dispetti, ma quella mattina di dispetto ne avevano in mente uno e bello grosso pure.
Erano talmente su di giri che, anche senza fare eccessivo casino, nessuno riuscì a concentrarsi a lezione.
-E dopo questo evento, Rufy, ci furono i cent'anni di vuoto.- diceva Boa Hancock. Nico Robin, futura promessa dell'archeologia, a sentire l'argomento che le interessava, alzò immediatamente la mano, ma fu bellamente ignorata dall'insegnante che non faceva che spargere cuoricini d'adorazione su Rufy.
-Quanto lo invidiooooo!- Sanji stringeva le mani intorno al bordo del tavolo, geloso alla follia.
-Maledetto, dev'essere sempre al centro dell'attenzioneeeeeee!- lo imitò involontariamente Cavendish.
-Maledetta tettonaaaaaa!- fece lo stesso, rodendo, Bartolomeo.
Penguin si sporse verso Law.
-Law, abbiamo due problemi.- disse, seccato.
-Ossia?-
-Abbiamo chiesto a Nami se poteva rubare le chiavi del laboratorio di chimica. Purtroppo il professor Vegapunk oggi non c'è e le chiavi ce le ha lui. Non abbiamo potuto dar inizio all'operazione.-
-Merda, ci toccherà rimandare.- borbottò turbato Law -E il secondo problema?-
-Nami vuole essere pagata.-
Seccato, l'aspirante chirurgo scoccò un'occhiataccia alla ragazza all'altro capo dell'aula. Lei se ne accorse e gli sorrise mostrando la lingua e il gesto dei quattrini con le dita. Poi sillabò col labiale una cifra astronomica.
-Stronza strozzina.- le fece lui di rimando. Ma ovviamente dovette cedere. Non prima di dare inizio ad una contrattazione.
-100.-
-500.-
-150, prendere o lasciare, Manamigella.-
-750. Più perdi tempo più gli interessi salgono, Torao.- rispose lei, con un sorrisetto perfido.
-Credimi, è così, Torao.- gli suggerì Zoro, uscito dal letargo per l'occasione.
-Trafalgar, cazzo!- protestò lui -Ok... 500 va bene... strozzina... - borbottò.

-Va bene 'sto cazzo!- ringhiò Kidd -Facciamo prima a sfondare la porta!-
-Detesto ammetterlo, ma Testarossa ha ragione.- convenne Apoo.
-Usate quei cervelli.- sospirò Law -E' un'azione sovversiva, nessuno deve accorgersene, altrimenti capiranno cosa stiamo per fare.-
-Almeno la colla l'abbiamo?- chiese Hawkins che fino a quel momento se n'era stato zitto. Vergo gli aveva strappato i tarocchi il giorno prima e lui reclamava vendetta.
-Ho mandato Nasoya a prenderne da un amico di mio fratello.-
-Cosa?- saltò su Sanji -Ma così andrà a fare la spia.-
-Per questo ho mandato lui, non lo conosceva.-
-Quel tipo è veramente inquietante... - borbottò il ragazzo col naso lungo -Non faceva che starmi appiccicato e gli gocciolava il naso da far schifo.-
-Questa colla si vale tutti i patimenti. E' il collante definitivo.- disse Law, mostrando ai compagni con orgoglio e dedizione quasi religiosa un barattolo con su scritto “Trebol Coil – Collante attaccatutto a presa istantanea”
-Ora non resta che l'ultimo tocco!- esultò Shachi.
-Non vedo l'ora di sistemare quel bastardo!- ringhiò Bartolomeo.
-Anch'io, testa di pollo, anch'io... - l'assecondò Law, con l'aria più criminale e inquietante del suo repertorio.

Quando Vergo entrò nell'aula di detenzione, non sospettò nulla. I diavoletti che stava addomesticando si erano ammutoliti all'improvviso quando aveva aperto la porta, ma leggeva ancora nei loro sguardi tutta la voglia di ribellarsi e fargliela pagare.
Come al solito dunque. Un'altra bella giornata di lavoro.
-Allora? Non si saluta?- domandò con tono marziale.
-In piedi!- esclamò Rufy e tutti scattarono, come soldatini obbedienti. -Inchino, saluto!-
E s'inchinarono...
Bruciavano di rabbia ma s'inchinarono e diedero persino il buon pomeriggio al loro carceriere.
-Potete sedervi.- disse Vergo, appoggiato alla cattedra.
-Bene. Monkey, portami i compiti che vi ho assegnato per casa.- disse e frugò nella sua borsa per tirare fuori una montagna di fascicoli che fece impallidire le giovani promesse dell'inferno.
-Oggi faremo chimica.- annunciò Vergo. -Spero abbiate studiato, perché ho parlato col vostro insegnante e influirà sulla vostra pagella. Bene, prendete carta e penna. Non voglio vedere altro sui banchi.- disse maligno iniziando a distribuire i compiti.
-...-
Law si trattenne dal contestare che la fissione nucleare ancora non l'avevano fatta, per non parlare di tutti quei complicati calcoli. Insomma, ancora stavano imparando a bilanciare le reazioni chimiche, altro che stechiometria!
-Qualche problema, Trafalgar?-
Scosse il capo.
“E siediti!” fu il pensiero di tutti, ma Vergo rimase in piedi, poggiandosi al termosifone, che per fortuna non gli offriva la vista di ciò che avevano fatto.
In compenso gli offriva un'ottima visuale sulla classe.
-Pssss... - iniziò Kidd.
Law s'irrigidì.
-Chi cavolo è Krebs?-
-Eustass.- lo richiamò Vergo. Il rosso sussultò.
-Le Chat...- mormorò Rufy scrivendo. Era preparato, ma aveva difficoltà a ricordare i nomi. -Le Cha... Chavolix, sì.-
E Vergo alzò gli occhi al cielo.
“Ma merda, oggi hai le formiche sotto il culo?!” pensò Bartolomeo “Siediti, dannazione!”
“Più ti scalderai il culo più ti maledirai dopo.” ghignò invece Law, che in chimica se la cavava meglio degli altri.
-Allora, Krebs?!-
Peccato che tutti finivano per chiedere le cose a lui..
-Mr. Krabs, Eustass. Quello di Spongebob.- disse, seccato.
Kidd lo fissò come se avesse avuto la lebbra e con tutta la pietà cristiana che provava, gli fece un bel ghigno con insulto annesso.
Un gran boato impedì ad entrambi di saltarsi addosso.
-Monkey!-
-Mi stava sconcentrando!- si difese il moro, indignato, porgendo il compito finito all'insegnante, mentre Cavendish giaceva a terra, tramortito. E dire che voleva soltanto un temperamatite!
Passarono i minuti e il biondo non aveva ancora ripreso i sensi, il che era strano, perché, a dispetto delle apparenze, non era affatto debole. Anzi.
Con sollievo da parte della classe, comunque, il bellissimo iniziò a ronfare alla grande, con tanto di bolla al naso. Insomma, ci mancava pure il morto!
Fu quando Vergo scoppiò la bolla col suo bastone di bambù, che la classe risolse uno dei dieci segreti dell'accademia Kamome: il Kamaitachi di Rommel.

Accadde durante una gita scolastica in un paesino chiamato Rommel, che degli studenti dai voti stellari furono attaccati da qualcosa o qualcuno tanto veloce da far credere che fosse stato il vento a ferirli e farli sanguinare.
Poiché gli studenti aggrediti appartenevano tutti alla stessa scuola e fra i ritagli insanguinati di stoffa verde furono ritrovati i colori (bianco e azzurro) della divisa della Kamome, fu chiaro che il pazzo che se ne andava in giro ad affettare i secchioni fosse uno studente della prestigiosa scuola.

Quando la bolla di muco si ruppe, lo sguardo angelico di Cavendish si fece affilato, malvagio, tagliente.
Uno spruzzo di sangue zampillò nell'aria. Rapido come il vento, Cavendish scivolò alle spalle di Vergo armato di taglierino e ghignò. L'insegnante si premette la mano sulla coscia ferita.
-Maledetto moccioso... -
La classe trattenne il fiato.
Ok, avevano desiderato menare Vergo, ma addirittura affettarlo...
In un certo senso erano rimasti ammirati dall'audacia del biondo. Almeno finché quello non puntò verso Rufy col preciso intento di abbattere uno degli ostacoli alla sua scalata al successo.
-Sarò io il numero uno della scuola!- esclamò saltando di banco in banco e ridendo allo stesso tempo. Vergo si sistemò gli occhiali con la mano sporca di sangue e si soffermò a fissare il liquido rosso che gli macchiava le dita.
Cavendish aveva raggiunto Rufy, che, dal canto suo, si era tolto fascia e occhiali per combattere (non si tirava mai indietro). Il taglierino strisciò a pochi centimetri dalla pelle del moro, che riuscì a deviarlo solo grazie ai propri riflessi.
-Smettila!- urlò -Che diavolo ti ho fatto?-
Cavendish ghignò diabolicamente e tornò all'assalto, muovendosi rapido come il vento e tagliando ogni cosa gli capitasse a tiro. Molti dei compagni di classe dovettero abbassarsi per non essere coinvolti. Bartolomeo, invece, tentò di fermarlo.
-Smett... smettila stupido cav...- non riuscì a dire nulla, se non poche frasi strozzate. Si morse persino la lingua e gli fece male eccome.
“Maledizione! Il senpai è in pericolo e non posso neppure incoraggiarlo, che disdetta!”
L'emozione di vedere Rufy menare le mani era troppa per lui, pensò Zoro. Beh, Rufy lasciava sempre tutti senza fiato, non te l'aspettavi mica che fosse anche così ginnico.
Ad ogni modo, il ragazzo con la cresta trovò un modo alternativo per interrompere il combattimento. Tirò il banco contro Cavendish, ma quello riuscì a schivarlo, scivolando sotto di esso con quella sua rapidità quasi sovrumana. Facevano bene a chiamarlo il Kamaitachi.
Ma facevano bene anche a temere Vergo.
Infatti, il mostruoso insegnante, ferito o meno che fosse, colpì Cavendish alla nuca con il suo bastone di bambù e lo fece crollare nuovamente a terra, Kamaitachi o non Kamaitachi.

-Non sarà morto?- si chiese Sanji, dieci minuti dopo, poiché il “mostro” se ne stava ancora disteso sul pavimento, privo di sensi e senza bollicine. Nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi a lui.
-Visto che respira, non è morto, Kuroashi.- fu la risposta secca di Vergo. -Grazie a lui, ora consegnerete i compiti.-
Si sollevarono brontolii di scontento. Non troppo alti, perché, insomma, e se il mostro si fosse svegliato?!
Vergo passò di banco in banco, recuperando i fogli protocollo.
La tensione era palpabile.
“Fa che non lo scopra!” pregava in silenzio Usop.
“E siediti!” pensò Law, tentatissimo di tirare un calcio al maledetto. A parte che prima o poi doveva fargli subire la stessa sorte di Doflamingo. Era stato veramente divertente vedere quello stronzo correre al bagno fra un'imprecazione e l'altra. Ovviamente, aveva cancellato tutte le prove a suo discapito. Doflamingo non avrebbe più mangiato gli onigiri di Corazon per il trauma, due piccioni con una fava.
Un battito gli venne a mancare quando Vergo fu molto vicino alla cattedra.
Da quella posizione avrebbe visto la sedia!
Il cervello del moro iniziò a lavorare freneticamente.
-Ahiaaaaaa!- urlò qualcuno facendo voltare tutti.
-Penguin, che hai?- esclamò Killer.
-Mi fa male la pancia!- urlò quello, contorcendosi sul pavimento.
Vergo non gli diede peso, dopotutto non era l'unico a provare quel trucchetto con lui. Poggiò i fogli sulla cattedra e andò ad accomodarsi. Tutta la classe smise di respirare.
-Vorrei proprio sapere...- iniziò l'insegnante, d'un tratto -Perché ci provate in tutti i modi.-
A quel punto, se degli aghi li avessero punzecchiati, gli alunni della 1D non avrebbero neppure sanguinato.
-Basta scene, tornate ai vostri posti voi due.-
-Ma prof, sto male sul serio!- esclamò Penguin -La prego, mi faccia andare in infermeria!-
-A.posto.- sillabò quello.
-Professore!- esclamò Killer -Non sta scherzan-
Una gessata in fronte zittì Killer, un'altra colpì Penguin. Ora sì che lo stomaco gli faceva davvero male. Il moro si alzò in fretta e si rimise a sedere composto.
-Credo che me lo terrò...- borbottò.
Killer, silenziosamente, tornò al suo posto, mentre Cavendish si svegliava, stordito.
-Che è successo qui?- domandò.
Si guardò intorno e vide che tutti lo fissavano stranamente. Compreso Vergo, che pareva teso.
Il biondo si sedette al suo posto, spaesato, e si massaggiò la nuca. Si sentiva come se gli fosse passato sopra un trattore. L'insegnante, non visto, tirò un sospiro di sollievo.
Quanto mancava alla fine dell'ora?
Cinque minuti, bene, finalmente. Si abbandonò sulla sedia e iniziò a scorrere i compiti.
-Monkey.- disse -Come dicono i tuoi insegnanti, i tuoi compiti sono eccellenti... nomi a parte. Eustass, ti annullo la domanda sul ciclo di Krebs, che si scrive con la “e”, fra le altre cose. Trafalgar, ho capito che hai un debole per Eustass, ma evita di suggerire le risposte, finisci sempre per confonderlo. Non impari proprio mai, eh?-
-Sarà il complesso del buon samaritano, esimio professore, che ci vuol fare.- rispose quello, con aria indisponente.
-Io lo chiamerei istinto da crocerossina.- fece Apoo.
-A quanto pare non impari proprio mai, denti di ferro!-
-Vuoi che ti insegni qualcosa, bacia rospi?-
A quel punto, Law si alzò, col preciso intento di fare Apoo a pezzi. E Vergo si alzò, per fare a pezzi entrambi, o meglio ci provò.
-Ma cos-
A quel punto, i visi degli alunni s'illuminarono di una luce di gioia perversa e un grido fiero si levò nell'aria.
-Te l'abbiamo fatta!- urlò Bartolomeo, lanciando verso l'insegnante un rotolo di carta igienica, subito imitato dagli altri.
-Andrò ad Harvadyyyyy!!-
-Bacia rospi a chi?!-
-Calma, bacia rospi, faceva parte del piano di riserva.-
-Io.non.baciavo.rospi.- sillabò seccato Law.
-Ma voi chi siete?- domandò Cavendish lasciando gli altri di sasso. -E io chi sono?!-
Penguin si riprese quasi subito e cogliendo l'occasione si portò al suo fianco porgendogli un uovo.
-Noi siamo i ribelli di Panem e quello è il presidente Vergo Snow. Tu sei Katniss il bellissimo, il cavallo bianco della rivoluzione. Colpiscilo e poni fine alla tirannia!-
-Tutta Panem ti esalterà!- esclamò Shachi.
-Verrò... esaltato?- gli occhi di Cavendish brillarono omicidi verso l'insegnante, che era rimasto come pietrificato.
Vergo si aspettava una ribellione, prima o poi, solo che non credeva che quelli fossero così imbecilli da...
-Muori, tiranno!- urlò Cavendish, tirandogli l'uovo che gli si ruppe in piena faccia.
Urla di giubilo esaltarono il gesto di Cavendish/Katniss, il cavallo bianco della rivoluzione.
Con un sospiro rassegnato, il professor Vergo si ripulì di tuorlo e albume. Si tolse i pantaloni e, per nulla imbarazzato, si alzò, ergendosi contro i ribelli in tutta la sua statura e virilità.
-Avete idea di quanto costino quei pantaloni?- domandò, trasudando ira, mentre le venuzze gli si gonfiavano sulla fronte. L'intera classe rimase pietrificata in silenzio.
-Meritate una bella lezione, marmocchi.-


-Merda, 'fanculo, Law!- sbottò qualcuno nel buio.
-'Sta zitto, denti di ferro.- borbottò lui in risposta.
-Questo perché non mi date mai retta.- disse cupamente Hawkins.
-Rilassatevi, non possono lasciarci qui per sempre.- fece Shachi. -Insomma, è contro i diritti umani!-
-Cos'era quel rumore?- domandò Penguin, sobbalzando.
-Credo che Cavendish si sia addormentato... - rispose Killer.
-Oh, merda!- esclamò Kidd, sottovoce. -Se si sveglia siamo fottuti!-
-Non c'è un solvente?- domandò Killer.
Law alzò le spalle.
-Ovviamente c'è.- borbottò -Solo che se l'è preso Vergo!-
-Io lo dicevo che sarebbe andata male.- bofonchiò Hawkins, con le braccia conserte.
-Smettila di portare sfiga, tu!- gli risposero gli altri, seccati.
Oltre al danno la beffa.
Quando l'indomani la scuola si ripopolò, gli altri alunni trovarono quelli della 1D incollati alle loro sedie, senza pantaloni. Esposti come animali da macello. In un angolo c'era un cesto pieno di uova marce e rotoli di carta igienica.
Sulla lavagna era stata appuntata una lista coi loro nomi.
NOME: Cavendish PUNTI: 6
NOME: Eustass Kidd PUNTI: 3
NOME: Penguin PUNTI: 5
NOME: Trafalgar Law PUNTI: 10
Eccetera eccetera.
I punti erano crediti accumulabili che sarebbero certamente tornati utili per l'esame finale, perciò facevano molta gola.
Specie quei dieci punti.
“Mi vendicherò, per questo!” pensò Law, infuriato, mentre uno stronzetto mingherlino gli tirava un uovo marcio e puzzolente da morire proprio in faccia.
-Tu sarai il primo.- disse con tono feroce, mettendo in fuga l'ardito studente.
-Oh, se mi vendicherò, Vergo. Non hai idea di chi ti sei messo contro, maledetto, uhuhuh.- rise fra sé.
-Ecco, lo sapevo, lo abbiamo perso.- fece Kidd.
Qualcuno centrò il cavallo bianco della rivoluzione con un uovo e un “pof” sospetto scatenò il panico.












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Capitolo 4
*** Nel mezzo del cammin di nostra vita (L'Inferno di Vergilio) ***


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Note: Questo capitolo, come il precedente, è uno di quelli che ho adorato scrivere e che ho curato parecchio, specialmente nella scelta dei ruoli.
Il primo che mi chiede "Chi è Flegias?" gli faccio fare i tarocchi da Basil u.u





Capitolo 4:


Nel mezzo del cammin di nostra vita
(L'Inferno di Vergilio)





-Dunque, considerato quanto amate recitare ruoli tragici... - iniziò Vergo, guardando gli studenti che lo fissavano, col capo chino, come condannati a morte.
L'insegnante aveva restituito loro i pantaloni e li aveva pure staccati dalle sedie, ma non erano molto sicuri di cosa fosse peggio. Se fare da bersagli umani con un Cavendish che dava di matto, oppure assecondare quello stronzo e avere a che fare con quella scatola sulla cattedra.
Una banale scatola di cartone poteva essere più spaventosa?
Non solo non potevano muoversi, ma avevano dovuto trascorrere persino tutta la mattina in quell'aula a sorbirsi Vergo e la puzza nauseante delle uova. Arrivati al pomeriggio, ormai avevano i nervi a pezzi, manco sei ore di fila con quella lagna di Borsalino erano così pesanti! E specie dopo aver passato la giornata a chiedersi che cavolo ci fosse in quella maledetta scatola e al contempo rifiutarsi di pensarci.
Doveva essere qualcosa di terribile!
-Da oggi vi cimenterete in un classico della letteratura italiana: la Divina Commedia di Dante Alighieri. Chissà che il suo cammino spirituale non possa servire anche a voi per diventare nuovi uomini di questo mondo.-
Bla bla bla, via con la solfa. I ragazzi persero interesse verso di lui, ma il terrore per quella scatola rimase, perciò, fu più forte di loro, quando l'uomo l'aprì trattennero il respiro e si sporsero per vedere che diavolo contenesse.
-Oh... merda.- sputò Sanji, per poi coprirsi il capo.
Il gessetto non arrivò.
In compenso Vergo gli si avvicinò con un vestito bianco tutto fronzoli.
-Visto che vi piace fare scena, ora reciterete, ma sarò io ad assegnare le parti. Innanzitutto, i protagonisti dell'opera.-
Sanji vide il vestito. Era veramente grazioso.
“A Namiswan starebbe d'incanto. Oh Dio, quanto sarebbe bella!” pensò perdendosi nelle sue fantasie. La sua faccia arrossata e completamente persa (nonché scimmiesca da pervertito d'hoc) non sfuggì però a Vergo.
-Kuroashi, il bianco ti dona proprio.-
I sogni del biondo s'infransero. Rimase immobile per qualche secondo, prima di recepire il messaggio.
-Cosa?! No! Non può farlo!- urlò strisciando la sedia all'indietro, mentre il professore avanzava verso di lui.
-Non mi metterò quel maledetto coso! Meglio la morte!- urlò, folle, dandosi alla fuga.
Girava voce che durante una recita alle medie avesse fatto la Bella Addormentata, doveva essere stato troppo traumatico per lui.
Vergo lo afferrò per la collottola prima che potesse buttarsi dalla finestra. Non per evitargli un'improbabile morte (erano al primo piano), ma per il gusto di vederlo dibattersi e soccombere inevitabilmente.
-Aiutatemi, stronzi!- urlò -Marimo! Marimo!-
Zoro lo fissò con occhi sbarrati.
-Marimo, ti scongiuro, fa qualcosa!-
“E' proprio disperato!” pensò Usop, altrettanto shockato, coprendosi gli occhi.
-Noooooooo!!-
L'urlo del ragazzo si spense contemporaneamente alla sua forza combattiva, mentre Vergo lo spogliava dei suoi abiti per rivestirlo di tutto punto con quel delizioso, terrificante, abitino bianco. Con tanto di alucce e aureola di plastica.
-Ecco qui Beatrice.-
-Ma...ri...moooo... -
La faccia del povero Sanji era ormai la versione più inquietante dell'urlo di Munch.
-Lei sarà Vergilio, prof... esimio professore?-
Penguin si morse la lingua, troppo tardi, gli era proprio scappato. Avrebbe dovuto imparare!
La genialata del cavallo bianco della rivoluzione non avrebbe dovuto insegnargli che Vergilio non stava agli scherzi?
-Esimio professore... il costume mi prude...- si lamentò due minuti dopo.
Gessata sul naso.
-Gli alberi non parlano e non si muovono.-
-La prego, mi faccia recitare, Dante lo so a memoria. Non posso stare zitto e immobile al tempo stesso!-
Il bastone dell'insegnante sfrecciò a pochi centimetri dalla sua pelle, inchiodando la chioma verde dell'abito alla lavagna.
-Un'altra parola e finisci nel tugurio, come esempio alla classe.- lo ammonì.
Penguin deglutì, gli altri rimasero trattennero il fiato.
Finire nel tugurio? No grazie. Fare l'albero, tsk, che era mai?
-Vediamo... - riprese Vergo, compiaciuto di aver sortito l'effetto sperato. -Chi di voi potrebbe fare Dante?- li squadrò tutti, uno ad uno.
Rufy alzò la mano, prontamente.
“Io ho un'idea su chi potrebbe fare Dante.” pensò Hawkins, nero. Perché diavolo loro dovevano prestarsi a quella cretinata e quel cocco di Smoker di un nasuto peldicarota doveva scamparsela?!


Uno starnuto.
-Raffreddore?- domandò Smoker, chiudendo i finestrini della sua auto e porgendo al ragazzo un pacchetto di fazzoletti. Drake si soffiò il naso e si appoggiò al sedile sbuffando.
-No.- protestò cupo. -E spegni quella sigaretta, mi da fastidio.-
-Oggi hai la luna di traverso.- “notò” l'insegnante -Ho sentito che Sakazuki si è accanito particolarmente su di te oggi, cos'è successo?-
-Ordinaria amministrazione.- rispose secco, poi decise di sputare il rospo. -E' troppo pignolo su tutto e io non sono un libro. E poi credo di non stargli simpatico da quando ho cambiato corso.-
-Sakazuki è un tipo troppo quadrato.- ammise Smoker, ma non aggiunse altro. Sparlare dei colleghi non rientrava nella sua politica scolastica.
-Potrei parlarci.- propose -Ovviamente con discrezione.-
-NO!- esclamò Drake con gli occhi sbarrati -Non farlo!-
-Calma, calma, era solo un'idea.-
Drake si tenne la testa.
-Senti, non sarai stato troppo duro con gli altri? Addirittura Vergo dovevi tirare di mezzo?-
Smoker continuò a guidare in silenzio e si fermò al semaforo qualche metro più avanti.
-La disciplina è fondamentale, posso tollerare le stronzate fino ad un certo punto.-
-Avresti dovuto punire anche me, allora.-
-Quindi è questo il problema?-
-Credo che Basil sappia qualcosa di noi e so perfettamente che non gli sto simpatico. Se diffondesse la voce per ripicca che cosa succederebbe?-
Smoker tirò col sigaro guardando il ragazzo dritto negli occhi.
Drake sbuffò sonoramente.
-La verità è che... temo che gli altri pensino che tu mi tratti diversamente... -
- ...perché stiamo insieme?-
Drake annuì, serio.
Non poteva sopportarlo, dopo il senso d'umiliazione per aver abbandonato il corso speciale, convivere con una nuova vergogna era ciò di cui meno aveva bisogno.
“Che schifo di situazione.”
-Va bene.- Smoker ripartì -Staremo più attenti.-
Ma a parte questo, l'insegnate rimase fermo nella sua posizione e Drake non si sentì sollevato.




Sengoku non si era mai trovato d'accordo con il professor Sakazuki e la sua idea di Istruzione Assoluta, perciò aveva sempre dubitato della necessità del metodo di Vergo, da lui raccomandato.
D'altro canto, neppure per il succitato era piacevole la presenza del preside. Perciò quando  Sengoku si presentò nell'aula di detenzione per assicurarsi che tutto andasse bene, non poté che fare buon viso a cattivo gioco e comunicargli che gli alunni che stava correggendo l'avrebbero deliziato con una rappresentazione alternativa della Divina Commedia era rimasto sconcertato.
Conoscendo Vergo, avrebbe dovuto prepararsi a una montagna di richiami e molte telefonate da parte dei genitori di quei demoni adolescenti. La scena che però si trovò di fronte quando entrò nell'aula di correzione fu oltremodo comica.
-Nel mezzo del cammin di nostra vita... - leggeva Zoro, tormentato. -Mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita.-
-E quando mai l'hai trovata.- bofonchiò una Beatrice ben poco beata, appesa al soffitto per rendere il tutto più realistico.
Certo, nella Commedia Virgilio non lanciava gessi a Beatrice, anzi, era lei a mandarlo in soccorso di quel cretino di Dante che “la diritta via” aveva “smarrita”.
Zoro era perfetto nella parte, c'era da dire questo, salvo che tentò di far fuori le tre belve che Vergilio gli mosse contro. Tre belve molto combattive.
-Che diavolo di animale sarebbe questo?!- protestò Kidd, costretto in un succinto costume maculato.
-La lonza,- spiegò Vergo, indicandolo - è un animale sempre in calore, rappresenta perciò il peccato della lussuria. Prendete pure nota.-
A quel punto, fu d'obbligo per tutti concedersi una risatina ai danni del poveretto.
E Vergo sorrise soddisfatto, il bastardo.
-Roronoa, devi fuggire dalle tre fiere, giù quella riga!-
-Cosa?!- non era minimamente concepibile che si desse alla fuga di fronte a Eustass, Hakuba e Killer.
Non conciati a quel modo almeno!
-Povero me.... prigioniero di Panem e costretto a vestire i panni dell'orrenda lupa per il divertimento di Snow... - sospirò il cavallo bianco della rivoluzione -Circondato da attori veramente pessimi, poi.-
-Ehi!!- sbottarono i compagni.
-Presidente Snow, sappia che io la ucciderò per questo. E se ho tempo salverò Peeta.- disse, con lo sguardo carico di odio.
-Chi è Peeta?- sussurrò Kidd, esasperato.
-Monkey, il ragazzo della porchetta, così smette di cercare di ucciderlo.- rispose Killer.
-Gli animali non parlano!- sbottò Vergo colpendo i tre sulla testa con il registro di classe. -E, per l'ennesima volta, tu sei  Hakuba Cavendish, hai capito?-
-Cavendish il ragazzo delle banane.- borbottò Beatrice, che da quando era appesa alla volta del Paradiso era diventata  molto critica nei confronti di chiunque.
Gli altri lo guardarono straniti.
-Le banane Cavendish, razza di ignoranti! Durante economia domestica vi grattate le palle?!- si agitò -E smettete di guardare sotto il vestito!-
-Basta chiacchiere. Kuroashi, sta zitto finché non sarà il tuo turno!-
-Ma non posso stare appeso qui per- l'occhiataccia di Vergo lo zittì.
-Dunque, ora arriva Virgilio e, oh, buongiorno preside Sengoku.-
L'intera classe sussultò.
Il preside era lì?
Li stava vedendo conciati in quel modo?!
Sanji quasi svenne di vergogna.
-Buongiorno.- rispose stoicamente il preside avanzando. -Allora, come si stanno comportando questi ragazzi?-
-Molto meglio, molto meglio.- rispose Vergo, con voce quasi paterna -Pensavo che sarebbe educativo, nonché utile alla loro riabilitazione, fare una rappresentazione teatrale durante il festival culturale.-
Per poco non morirono tutti all'istante.
Scossero il capo all'unisono, cercando di convincere a gesti il preside che non s'aveva da fare una cosa così terribile.
Insomma, quel Vergo li voleva proprio umiliare del tutto?!
“Appena posso ti farò passare l'inferno.” pensò Law. A quel punto bisognava correre veramente ai ripari, perché il festival sarebbe stato esattamente due settimane da quel giorno. Due settimane di rime dantesche e sputtanamenti e, infine, il grande sputtanamento finale.
Doveva ammettere che Vergo meritava il premio bastardaggine.
Oh, ma non sapeva con chi aveva a che fare.
-Molto bene, ragazzi, riprendiamo.- esclamò quello, battendo le mani. -Ma... il mio copione?-
Nessuno ebbe il coraggio di dirgli che gli si era appiccicato in faccia.
-Eravamo arrivati a... giusto, l'arrivo di Virgilio. Riprendi, Roronoa. Ma dove l'avrò messo?-
-Miserere di me!- gridò, Zoro, con veramente scarso spirito interpretativo. -Qual che tu sii, od ombra od omo certo!-
-Omo certo un corno, omo tu semmai!- gli rispose Virgilio.
Sengoku rimase quasi impassibile. Quasi.
-Non sta parlando del tuo orientamento sessuale, Basil!- lo ammonì di Vergo con le venuzze che gli  pulsavano sulla sua fronte e il bastone stretto in pugno.
E basta.
A quel punto, Law ebbe l'illuminazione.
“Giusto! Davanti al preside non può dar sfoga al suo sadismo!”
Era rischioso, aveva bisogno di fare un test. Era come fare un esperimento, solo che in quel caso erano loro le cavie. E lui non aveva voglia di pigliarsi altre bastonate o gessate.
Basil Hawkins, seccato e praticamente atono, riprese a recitare. Che pagliacciata. Lo sapeva che finiva in un disastro, ma nessuno gli credeva. Imbecilli.
-Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno che tu mi segui, e io sarò tua guida, e trarrotti di qui per  DA QUESTA PARTE!- sbottò richiamando Zoro che già se n'era andato all'altro capo dell'aula. -L'inferno è da questa parte!!-
“No, l'inferno è qui.” pensò l'albero Penguin -Professore, ho prurito al naso... - si lamentò esasperato.
Vergo lo fissò in tralice come se fosse stato uno scarafaggio da schiacciare seduta stante.
Law deglutì. Penguin, l'amico caro di una vita, inconsciamente si stava immolando per il bene comune.
Deglutì ancora, impensierito, ma al tempo stesso curioso. Si chiedeva come avrebbe reagito Vergo. La tensione era alle stelle e la presenza di Sengoku l'acuiva, perché il comportamento del mostro in sua presenza era una vera incognita.
-Puoi grattarti.- concesse infine l'insegnante.
Law alzò la mano.
-Che vuoi, Trafalgar?-
-Dovrei andare al bagno, professore.-
Ecco, la sfida era stata lanciata.
Vergo gli fece un cenno d'assenso, ma nonostante questo, Law ebbe l'impressione di averlo urtato e parecchio. Eh, ci teneva proprio ad essere chiamato esimio, il pezzo di merda.
“Ora vedi che ti combino, esimio dei miei stivali.” pensò marciando verso il bagno.
Fra l'altro, era tutta la mattina che se la teneva!


Sengoku non sapeva se ridere o se piangere. Dante si stava rivoltando nella tomba.
Zoro Alighieri domandò al sommo iettator poeta perché mai si fosse degnato di andare a soccorrerlo. E quello, con tutto l'entusiasmo e l'empatia di cui era capace, gli rispose che fu una bella donna a chiedergli di farlo.
-Lucevan li occhi suoi più che la stella;-
-Ma anche no!- protestò Sanji, ancora appeso al soffitto.
- e cominciommi a dir soave e piana,con angelica voce, in sua favella:-
-No! No! No!-
Vergo gli porse il copione.
-Forza, non far perdere tempo alla classe.-
Sanji si chiese che gli avesse fatto di male a quello.
-Credo di non sentirmi troppo bene... - protestò flebilmente. -Soffro... di vertigini... sto svenendo... -
-Kuroashi, non te lo sto chiedendo.- gli fece notare l'aguzzino, sollevando il bastone. Sengoku temette il peggio e anche il povero ragazzo, timoroso di interpretare la parte della pignatta.
Afferrò di fretta il copione e iniziò a leggere arrossendo.
-O anima cortese mantoana, di cui la fama ancor nel mondo dura,-
A quel punto Law tornò dal bagno.
-Trafalgar, alla buon ora.- lo riprese Vergo.
-Mi scusi, professore- rispose lui perfettamente calmo e si sistemò vicino ad Usop per consultare il suo copione e, di nascosto, mostrargli qualcosa, ovviamente quando gli insegnanti erano troppo presi da Beatrice e dal suo dolce recitare.
-I’ son Beatrice che ti faccio andare; vegno del loco ove tornar disio; amor... - deglutì sonoramente, Sanji. Il pomo d'Adamo gli salì e scese lungo la gola a ritmo folle.
-... amor... amor... - guardò il professore, poi Sengoku, poi Zoro. -...amor... a morir vattene!- sbottò tirandogli il copione addosso.
-Kuroashi!!- lo riprese Vergo.
La presenza di Sengoku gli impediva di esercitare pienamente i propri poteri e l'effetto si stava rivelando a quei mocciosi. Avrebbe potuto bastonarli, ma poi Sengoku sarebbe intervenuto e vedendolo schierato dalla sua parte, gli alunni ne avrebbero approfittato ancora di più.
Aveva le mani legate.



-Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.- recitò Hawkins. E nel farlo ci mise un po' di entusiasmo. Sembrava recitando una condanna a morte e pareva goderci. -Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate.-
-Maestro, il senso lor m’è duro.- replicò Zoro.
-Se sei deficiente non è colpa mia.-
-Basil!- lo sgridò Vergo.
-Reo non son, se d'intelletto difetti.- si corresse quello, monocorde, per poi evitare di rispondere alla domanda del compagno di classe e fingendo di precederlo all'inferno.


Andarono avanti per un po' nella recitazione. Zoro Alighieri e il sommo iettatore giunsero al secondo cerchio, dove trovarono le anime dei lussuriosi. In realtà i loro compagni che volteggiavano come ballerine pirla fingendosi nel mezzo di una tempesta. E fra esse, per volere di Vergo, vi erano due in particolare che attirarono la loro attenzione.
Paolo Malatesta e Francesca da Polenta.
O come li sfotterono in seguito, Paolomeo Testa di Pollo e Rucesca di Magnapolenta.
-Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:- esclamò Rucesca, con sentimento (gli piaceva dare sempre il massimo),  mentre Paolomeo, volteggiando come un turbine accanto a lui, rideva felice come una pasqua al pensiero di “basciar” la bocca del suo senpai “tutto tremante”.
-Voi due siete un po' troppo felici per essere all'inferno.- li riprese Vergo.
-Ci scusi!- esclamò Rufy, cambiando immediatamente espressione e facendosi triste e depresso. A dire il vero, anche se Vergo era temibile, per lui era solo l'ennesima prova verso Harvady e l'avrebbe superata dando il massimo.
-Senpaiiii!- Bartolomeo s'avvicinò all'adorato modello di vita e fu per afferrargli finalmente i polsi sottili, quando una riga s'abbatté sul suo braccio.
-Augh!-
-Lascia stare Peeta, maledetto!-
-Dannato Gianciotto, non ti permetterò di toccare Francesca senpai!-
-Katniss! Io sono Katniss il bellissimo!- replicò quello, poi si volse verso i due insegnanti e urlò   agitando i pugni. -Capitol City, non riuscirai a cancellarmi! Se io brucerò, voi brucerete con me!-
-I giovani d'oggi... s'immedesimano troppo in modelli culturali sbagliati. Mi scusi un attimo.- disse Vergo prendendo il bastone e abbattendo il disturbatore con un colpo solo.
Quando ci voleva, ci voleva.
-Non si è fatto nulla, stia tranquillo.- disse per tranquillizzare il preside.
Law tentennò, forse aveva sbagliato qualche calcolo.
“Capitol City ha vinto di nuovo...” pensò l'albero Penguin. Ma si sbagliava.
Come si sbagliava Vergo nel pensare che bastasse un solo colpo per far tornare la memoria a Cavendish.
Ripresosi e trovando nella scatola maledetta un tridente, il ragazzo esclamò -Ma questo è di Finnick! Anche lui è stato catturato, dunque?!-
Ma Law aveva ormai dato il segnale.
Accadde quando Shachi sui banchi dovette interpretare il nocchiero Flegias, precipitato negli inferi dal dio del sole Apollo, che Usop lanciò qualcosa  ai piedi di Vergo. Ma quello non se ne accorse.
Non subito.
Usando una lente, non visto grazie al contributo involontario degli “attori” in scena, l'aspirante chirurgo diede fuoco alla giacca di Vergo nel punto cieco dietro la sua schiena.
-Shachi, devi colpirli col remo, con fargli cara cara!- ordinò il professore al nocchiero gentile. -E voi cercate di metterci più entusiasmo, siete iracondi, non ballerine!-
Il manico di scopa di Shachi colpì in pieno Apoo.
-Ahi!-
-Scusa, mi spiace!-
-Non ti devi scusare, devi buttarlo fuori bordo!-
-Professore, posso farlo io Flegias?- si propose Penguin.
-Gli alberi non parlano.- replicò atono quello. Poi, d'un tratto...
-Cos'è quest'odore?- domandò Vergo, rendendosi conto che qualcosa non andava.
-Mah, sarà Flegias... - rispose il diavolo della classe.
Vergo inarcò il sopracciglio, poi capì e tentò di levarsi la giacca in fiamme.
Troppo tardi.
Il fumo aveva già raggiunto l'impianto antincendio che si attivò.
-Forza, tutti fuori.- esclamò Sengoku.-Farete lezione in-
Aprendo la porta, però, il preside trovò non solo il corridoio, ma tutta la scuola nella stessa identica situazione di quell'aula. Restava una sola cosa da fare.
-Dovremo sospendere le lezioni e rimandare gli alunni a casa.- disse voltandosi verso il professore rimasto sotto il getto dell'impianto, stoico e immobile.
Fu in quel momento che l'ira funesta di Vergo esplose.
Quel maledetto rospo di Trafalgar Law gli aveva incollato le scarpe al pavimento!







Note: Vergo se la prenderà? Anche troppo. E userà un metodo veramente sporco in tutti i sensi. Il che mi impensierisce un po' in realtà... beh, comunque, una noticinainaina su questo capitolo è che... Zoro e Sanji teoricamente sono solo rivali, meno di Apoo e Kidd, ma fra loro non c'è nulla. Ma il fanservice è bello e Vergo l'ha capito u.u
Forse Shachi con Flegias c'entra poco, ma... voi ce lo mettereste che so, Ace in quel ruolo, col rischio di bruciare tutta la scuola? Meglio uno tranquillo u.u
Penguin se l'è legata al dito, comunque.
Ed ecco a voi un momento rubato a Zorante e Santrice xp (foto scattata dal cell, pardon)
Alla prossimaaaaaa!!






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Capitolo 5
*** Il tugurio del Grande Fratello (mamma che bello, mamma che bello) ***


t

Note:
... diamo il via alla triade del dubbio, l'ultima parte della storia. Sinceramente, a momenti sono stata tentata di riscriverla, ma poi... non saprei...
Se la vostra scuola è del 1900 e passa e c'è una stanza chiamata "tugurio", fate i bravi bambini xp
A parte questo, adoro le distopie, non si era capito, no? Vergo si è fatto una cultura in proposito, con tutti questi schiamazzi Katnissiani.
La frase che Kidd riseva a Vergo l'ho sentita dire da una mia cara conoscente. Cielo, ci ho riso per mezzora, dovevo usarla!!
Oh, beh, insomma, buona lettura. :D





Capitolo 5:

Il tugurio del Grande Fratello
(mamma che bello, mamma che bello)





L'unica cosa che quel giorno era andata per il verso giusto era che Cavendish non si credeva più Katniss, anche se i suoi attacchi alla pazienza di Vergo tornavano utili, visto che tutta la classe, in quegli attimi di scompiglio, aveva tempo di pensare a qualche strategia contro il Male Assoluto.
Tutto aveva preso una piega persino peggiore di prima.
Una piega distopica, si può dire.
Forse ispirato da Katniss il Bellissimo, Vergo aveva deciso di dar loro un assaggio del papà del Grande Fratello. Una passata di 1984 in chiave scolastica. Un Battle Royale mentale. Beh, in effetti era più come Il Gioco del Re. Nessuno si gettò dalla finestra, ma la tentazione fu alta quando Vergo pronunciò la malefica frase: -Votate.-
Ma in un aula di punizione non si doveva stare scazzati a far nulla in attesa che passassero le ore?
Il professore, quella mattina, era passato fra i banchi, distribuendo loro dei foglietti.
-Ecco, scrivete qui il nome di uno di voi, poi infilatelo nell'urna sulla cattedra.-
I ragazzi si guardarono fra loro, indecisi. In genere erano tutti troppo egoisti per gesti d'altruismo, ma in quel caso si trattava di combattere per una causa comune.
Dovevano votare, pena punti di credito scolastico e abbassamenti di voti vari. La pena per lo sfigato di turno era mezzora nel famigerato tugurio della scuola.
Una stanzetta misteriosa che tutti conoscevano, ma nessuno aveva mai visto, in pratica uno dei misteri della Kamome. Forse avevano tirato troppo la corda...

Ecco, ora Law sapeva com'era.
Stremato, appoggiò la testa sulle ginocchia.
Quando Vergo ne aveva parlato, si era aspettato una camera spoglia e inospitale, magari con gente pronta a farti il lavaggio del cervello in stile Arancia Meccanica e simili.
Non quello.
Non una vecchia latrina maleodorante!
In quello spazietto stretto stretto e taaaanto confortevole, provò a convincersi che non era stata una buona idea quello scherzo della colla a presa rapida sotto l'impianto antincendio, ma l'espressione di sorpresa letta sul volto di Vergo valeva mille punizioni.
Quanto ci aveva goduto!
Ridacchiò fra sé.
Avevano cambiato aula perché grazie a lui quella prigione era inagibile. L'intera scolaresca però era a zonzo. Solo loro erano stati costretti, per ovvi motivi, a continuare a frequentare, in una delle pochissime e vecchie aule scampate al diluvio universale.
Tutto il giorno con Vergo.
-Che palle.- aveva pensato.
-Che palle.- disse in quel momento.
Come potevano essere stati così cretini da votare lui? Ok, forse un voto o due se lo poteva pigliare, ma non di più, dopotutto si stava spaccando la testa per cercare di liberare tutti della presenza di Vergo, un minimo riconoscimento glielo dovevano, no?
Certo, fino a quel momento i suoi piani gli si erano rivoltati tutti contro.
Vergo aveva trovato un buon modo per farli stare buoni. Era lampante, voleva metterli uno contro l'altro e c'era riuscito.
Durante il primo spoglio delle schede c'era stato un attimo di delirio generale.
C'erano molte schede bianche e Vergo pareva solo rassegnato al dover spiegare nuovamente loro  che DOVEVANO assolutamente votare, che non era un opzione, che non c'era democrazia, anzi, che erano in dittatura piena.
-"Stronzo"?- domandò l'insegnante aprendo un biglietto. -Immagino crediate che l'anonimato vi dia la possibilità di esprimervi liberamente, eh, Scratchmen?-
-Eh? Che c'entro io?- saltò su quello, fingendo di cadere dalle nuvole.
Vergo a quel punto rise sommessamente, con fare quasi maniacale. I suoi occhiali da sole brillarono malignamente, mentre congiungeva le dita per comporre il mistico triangolo incamerante la quintessenza stessa del potere.
-Ho segnato tutti i biglietti, nel caso avreste cambiato la vostra scrittura. Alcuni di voi neppure ci hanno provato e ora vedremo cosa avete scritto di bello su di me.-
Registro in mano, il Perfido Lui iniziò a segnarsi i vari insulti sul registro insieme a vari meno qua e là.
Ma aveva il potere di farlo?!
Alla fine dello spoglio, il resoconto fu:

L'alunno Eustass K. Minaccia il professore scrivendo di volergli ficcare due dita in c**o e farlo girare. L'alunno Roronoa Z. s'addormenta in classe. Basil H. maledice l'insegnate augurandogli sciagura e morte atroce, Scratchmen da dello stronzo all'insegnate, mentre Kuroashi S. gli da della “merdosa faccia appiccicosa”.
Trafalgar L. afferma che l'insegnante sfoga il suo complesso di inferiorità usando il bastone.
Hakuba C. gli suggerisce invece di rivolgersi a uno psichiatra per curare il proprio ego.
L'insegnante prende provvedimenti.

-Ora  che vi siete sfogati,- iniziò Vergo -votate seriamente o metterò 1 in condotta a tutti voi.-
Nessuno osò ribattere. Anche perché, forse era davvero un complesso d'inferiorità, l'uomo aveva già impugnato il suo bastone e lo batteva sul palmo della mano studiando i loro volti come un animale feroce. Alla fine, minacciati dalla prospettiva di essere battuti di nuovo come panni stesi (oltre che di essere rimandati con disonore), tutti votarono, lanciandosi occhiate di scuse.
-Bene, così si ragiona.- fece Vergo, aprendo i vari biglietti. -Vediamo che abbiamo qui... due nemici storici. Eustass nomina Scratchmen e viceversa. Kuroashi nomina Trafalgar.-
Il biondo trasalì beccandosi l'occhiataccia del moro e gli fece cenno di no con la testa.
-Rorona nomina Basil, una conseguenza del vostro viaggio infernale? Oh, una sfilza di nomine per Trafalgar da parte di Sogeking, Hakuba, Hitokui... Monkey, è stato davvero lodevole da parte tua votare per te stesso, ma non posso accettare il voto, mi vedi costretto a metterti un voto pessimo in condotta.-
Il ragazzo s'incupì.
-Questo è abuso di potere.- disse a denti stretti -Io voglio andare ad Harvady, ma votare contro i miei amici, no, questo mai!-
-Lodevole da parte tua, ripeto. Allora, su, dammi un nome, tutti l'hanno fatto. Sai chi ha votato Trafalgar?-
Bartolomeo trasalì e si voltò di scatto verso il moro.
-Bastardo, non puoi averlo fatto!-
Law sbatté le palpebre, irritato.
-Sta' zitto, pezzo di cretino, mi credi così stronzo?-
Molti avrebbero detto di sì, ma in quel momento erano totalmente d'accordo con lui.
-In ogni caso non m'interessa.- fece Rufy -Se proprio devo votare qualcuno, voto me stesso, anzi, se vuole punisca me.-
Tutti lo fissarono con tanto d'occhi e Bartolomeo ebbe quasi un orgasmo.
-Non sarebbe tuttavia corretto, visto che è stato il nostro caro Trafalgar a ricevere più voti.-
“Non me l'aspettavo proprio.” pensò lui sarcastico alzando le spalle.
-Ehi, aspetti, io non ho votato Trafalgar Law!- si alzò Sanji, prima di essere freddato con una gessata sulla bocca.
-Bastardo.- commentò Zoro a denti stretti, vedendo il rivale di sempre sanguinare col labbro spaccato.
-Vedete di non scaldarvi troppo, Roronoa, tanto toccherà a tutti voi. Trafalgar, seguimi.-


Ed eccolo lì, in quel cesso di merda.
Non poteva crederci, anzi, Vergo non poteva avere ragione. Cielo, loro non erano un esempio di unità, ma cazzo! Così era troppo!
C'era qualcosa che puzzava in quel sorteggio. E non era quella latrina schifosa.

Chi aveva preso più voti? Ma lui! L'alunno più amato dall'insegnante preferito dalla scolaresca!
Avrebbe fatto inchini a destra e a manca se non fosse stato troppo impegnato a tapparsi il naso.
Gli sembrava d'impazzire per il fetore.
Ma il peggio doveva ancora venire.
-Cos'è questo rumore?- si chiese il ragazzo, guardando il buco della latrina anteguerra con inquietudine. Da lì, rapidi come schegge, schizzarono fuori numerosi scarafaggi.
Law si appiattì contro la parete lurida, per lo schifo. Si staccò subito, cavolo, ci mancava solo che gli rimanesse qualche scritta oscena sulla camicia. Qualcosa tipo “Sempre disponibile, la vostra zoccoletta di quartiere” con tanto di numero di telefono.
Sbuffò, non erano abbastanza per piegare lui.
Che Vergo si godesse lo spettacolo dalle telecamere che aveva piazzato per far vedere alla classe cosa l'attendeva. Law iniziò a schiacciare gli schifosi animaletti con una calma invidiabile e si rimise a sedere, dopo un sorriso agli spettatori. Poi però la situazione iniziò a degenerare.
Prima i ragni, passabili.
Scorpioni, ok.
Persino un serpente, addomesticato, suppose.
Nulla lo spaventò.
Le rane lo irritarono, sapeva troppo di presa per il culo, ma ostentò la solita faccia di bronzo e se ne rimase circondato dai simpatici animaletti gracidanti e dal resto degli insetti spiaccicati a terra. Il serpente, beh, quello aveva avuto paura di lui. Chi non aveva paura della sua faccia da serial killer? Sorrise, alla fine si stava rivelando troppo facile stare lì dentro.
Puzza a parte.
Ciò che non si aspettava fu che dalla latrina sbucasse una baguette.
-Che diavolo...?- rimase basito, con gli occhi sbarrati e la mascella a terra.  “Ok, che posto assurdo è questo?!”  
La tortura era personalizzata?!
C'era qualcuno nascosto nel cesso che tirava su le cose?
Perché quella baguette lo puntava?!
-Oh, cazzo, no!- esclamò, mentre il panino schizzava verso la sua testa come un missile.
-Maledetto bastardo!- urlò verso la telecamera.

Vergo sogghignò seduto alla cattedra.
-Vedete, mi sono occupato di persona dell'impianto rieducativo dell'istituto. L'alta tecnologia di Vegapunk fa miracoli. Solo il meglio per i nostri alunni, nel bene e nel male.-
Intanto Law urlava e malediceva, perché non una, ma più baguette sembravano voler dare l'assalto alla sua bocca e già gli facevano schifo normalmente, figurarsi uscite da una latrina.
-Direi che è quasi ora dei fuochi d'artificio.- disse il professore.
Il buco eruttò qualcosa e Law si riparò il viso con le braccia.
-Ma... è succo di prugne amare.- disse, soffocando un conato di vomito.
Poi perse il controllo.
-Apri questa cazzo di porta, stronzo!- urlò prendendo a calci l'unica uscita della stanzetta.
-Aprila ti ho detto!-
Vergo sogghignò ancora più malvagiamente e a quel punto tirò fuori un telecomando.
-I veri uomini di domani, non dovrebbero perdere il controllo così.- disse, poi premette un bottone.
A quel punto la latrina eruttò di nuovo.
E non succo di prugne.
A quanto pare, la Kamome riciclava TUTTI i materiali riciclabili.


Quando uscì dalla latrina, cioè dal tugurio, Law venne esposto ai compagni di classe come monito.
Il fatto che tutti storsero il naso e quasi vomitarono di fronte a lui non gli fece né caldo, né freddo.
Era ferito nell'orgoglio per ben altro.
“Me la pagherai MOLTO, MOLTO CARA PER QUESTO!”  pensò guardando Vergo di sottecchi. Come avrebbe voluto avere lo sguardo davvero assassino, maledizione!
-Allora, Trafalgar, nomina chi entrerà nel tugurio al tuo posto, forza. Non vorrai passarci un'altra mezzora?-
Storse le labbra e schioccò la lingua.
“Un'altra mezzora là dentro? Non se ne parla!” pensò.
Doveva nominare qualcuno, ma chi?
Penguin, no.
Kidd... no, se no quello non gliene dava!
Killer, no, vedi sopra.
Rufy... come volerne a Rufy?!
Diede una rapida scorsa alla classe, poi strinse i pugni.
“Se parlo, Vergo avrà vinto.” pensò.
Gli altri lo fissarono con occhi sbarrati, chiedendosi chi sarebbe stato lo sfortunato di turno e pregando per non esserlo.
Lo sguardo di Law esitò su Rufy, in fondo si era offerto volontario, forse avrebbe capito, o forse... fece per aprire la bocca per pronunciare il verdetto, quando
-Mi offro volontario!!- esclamò Bartolomeo, battendo le mani sul banco.
-Sta seduto, testa di pollo, non si accettano volontari.-
-No!- urlò quello -Brutto stronzo coi resti del pranzo sulla faccia, ti piace tanto comandare perché in realtà hai complessi d'inferiorità?! Ce l'hai piccolo, eh?-
Una vena pulsò sulla fronte dell'insegnante.
-Va'.Nel.Tugurio.Stronzetto.- ringhiò l'insegnante a denti stretti, non dopo avergli tirato una bastonata alle gambe, mancando, per puro calcolo, la zona inguinale.
Bartolomeo, Law lo notò, aveva sudato freddo per tutto il tempo e tuttavia, per Rufy non aveva battuto ciglio neppure nella sofferenza.
Prima di uscire, il ragazzo coi capelli verdi gli passò accanto e gli sussurrò:
-Stronzo, lo so che l'hai fatto apposta.-
Il moro ingoiò l'insulto.
Già, era stato davvero uno stronzo e l'aveva pure data vinta a Vergo.



-Allontanati!- esclamò Kidd, quel pomeriggio.
-Guarda che tu non profumi di rose!- esclamò piccato lui. -Sono senza passaggio, fammi salire!-
-Vai con Vergo, non va' a trovare tuo fratello?!-
Law lo guardò costernato.
-Ma vaffanculo, Eustassya!- esclamò tirandogli una sassata.
Kidd puzzava come una fogna a cielo aperto. Lui puzzava esattamente allo stesso modo e non potevano stare che minimo a cinque metri di distanza.
Penguin e Killer, invece, erano proprio moglie e marito, sempre insieme, in salute e malattia, nella fogna e nel buon odore.
Poco ci mancava che si ficcassero insieme nel tugurio. Non fu bello quando ci entrò Hawkins.
Ora, di film horror ne avevano visti a palate, sia lui che Kidd, ma quel giorno Hawkins gli fece venire la pelle d'oca.
Era un tipo preciso, pulito e con il senso dell'umorismo di un topo morto.
Quando la porta si era chiusa alle sue spalle, Basil Hawkins iniziò a lanciare maledizioni in diretta.
-Mi faccia uscire!- esclamò prima di tutto -E' uno scherzo di pessimo gusto! Dannazione, mi faccia uscire. Mi faccia uscire maledetto figlio di- censura dovuta -Spero che le spacchino la testa in due come un melone e che muoia di una morte atroce, maledetto- altra censura dovuta.
E dopo gli insulti da scaricatore di porto e l'infilzamento di una bambola voodoo con una miriade di spilli, il biondo iniziò ad ondeggiare, confuso, a toccarsi i capelli e a mormorare.
Alzò diverse volte la testa verso la telecamera, mostrava un ghigno maligno e tornava ad imprecare e battere i pugni sulla parete. Ad un certo punto udirono tutti un familiare gorgoglio.
Quando Hawkins tornò in classe, sembrava il cugino Itt della famiglia Addams.
-Il prossimo.-
-Ci vada lei.- rispose a denti stretti il biondo.
-Credo che un'altra mezzora non ti farà male, Basil.-
-Vaffanculo.- sbottò quello scuotendogli addosso il letame.
A quel punto l'intera classe si riscosse, dando inizio a una nuova ribellione.


-Come ha fatto a finire così?- esclamò Shachi, schiacciato contro la parete. -Come ha fatto a batterci tutti?!-
-Zitto, non sprecare aria, che qui già ce n'è poca.- sbottò Sanji -E tu spostati, Marimo!-
-Kirachan, leva quel ginocchio.-
-Come fa a essere il mio?!- protestò quello, dall'altro capo del mucchio.
-Allora di chi...- il moro tastò la gamba sino a risalire al proprietario.
-Cosa? Che schifo!- urlò quando arrivò al naso storto di quello.
-Cazzo, non fare lo schizzinoso, pensi mi piaccia starti addosso, pinguino?- lo spinse Kidd.
-State zitti!- urlò Law. Un gorgoglio familiare fece stringere i ragazzi gli uni con gli altri. E che importava essere nemici quando la minaccia era tanto grave?
-Oh, no, di nuovo!- urlò Usop.
-Io vi odio.- fece Basil, impassibile.
-Senpai, ti proteggerò io!-


Vergo sorseggiò il suo tè con in sottofondo le urla dei suoi amati allievi annegate in una torbida e fetida marea.









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Capitolo 6
*** Tanto sei sempre il cocco di Smoker (E' la tua risposta definitiva?) ***









Capitolo 6:

Tanto sei sempre il cocco di Smoker
(E' la tua risposta definitiva?)







Basta, era troppo!
La professoressa di storia, Boa Hancock, l'imperatrice professoressa, sua altezza reale delle bocciature, era veramente infuriata.
Entrò in sala professori con gli occhi azzurri che lanciavano saette e se qualcuno solo osava rivolgerle la parola non si limitava a prenderlo a calci, ma era capace di staccargli la testa dal collo.
-Vergo!- sbottò, infuriata.
L'interpellato sorseggiò la sua bibita e diede un morso al suo panino, scoprendo che l'hamburger che ci stava dentro era “misteriosamente” scomparso.
-Professoressa.-
-E' vero quello che è successo?-
-Dipende da quel che è successo.-
-Non fare i giochini con me, maledetto! Rufy! Il mio Rufy era in condizioni pietose, come me lo spieghi?!-
-Sa che è disdicevole, professoressa, intrattenere rapporti interpersonali con gli alunni?-
Ma Hancock, fortunatamente per lui, non lo ascoltava. Sbraitava. Diceva che non era concepibile che si usasse una punizione del genere su un alunno che meritava tanto.
-Anche gli altri brillano nelle loro discipline, ma specialmente in maleducazione e, a quanto pare, Monkey D. Rufy ha anche lui un certo caratterino.-
-Questo non c'entra, maledetto, l'hai rinchiuso per ore in quella stanza fetida insieme a un branco di scalmanati che attentano alla sua istruzione scolastica!-
Vergo fece per ribattere che non era quello il punto, ma Hancock riprese a sommergerlo di parole, perché non era concepibile che lei mancasse un giorno da scuola e che succedessero certe cose.
Mentre la donna si sfogava senza che lui potesse far nulla per metterla a tacere, entrarono in aula professori sia Smoker che Drake e Koby.
-Buongiorno.- fece il ragazzo salutando gli insegnanti con un cenno del capo.
Smoker li fece accomodare davanti a lui.
-Dunque, se vuoi iniziare a parlarmi delle regole del basket, Diez... -
-Sì... - il ragazzo lanciò un'occhiata verso i due insegnanti che si erano ammutoliti per qualche secondo, per poi riprendere a scannarsi.
-Insomma, questa è una scuola, non un pollaio!!- urlò Smoker sbattendo la mano sul tavolo.
-Che vuoi, maledetto porco, è colpa tua se Rufy si trova in questa situazione!!- ribatté Hancock, infuriata. Drake osservò ed ascoltò molto bene la discussione che si creò.
-Monkey è un casinista cronico come tutti gli altri, punto uno. Punto due, sia lui che i suoi compagni non hanno fatto che ignorare i miei avvisi, ora ne pagheranno le conseguenze.-
-Ma hai idea di dove lo ha messo questo maledetto?-
-Tsk.-
E Tashigi gli diceva di smettere di fumare...
Come faceva, col lavoro stressante che svolgeva?! Manco un manicomio era messo peggio.
-Volete la mia opinione? Non sono d'accordo con te Hancock e non sono d'accordo con Vergo.-
-Se non eri d'accordo coi miei metodi, non avresti dovuto farmi richiesta d'intervento, Smoker.- replicò quello, tranquillo.
-Sì, sì, lo so. Pensavo che una bella ripassata dei vecchi metodi funzionasse, ma addirittura la vecchia latrina... -
-Oh, è stato molto istruttivo, sai? Dopo erano tutti così tranquilli.-
-Rufy era mezzo morto asfissiato!!- accusò Hancock.
-Insomma, non stiamo parlando solo di Monkey.- Smoker iniziava ad accusare una forte emicrania. -Per favore, ragazzi, tornate in classe, vi richiamerò dopo.- disse, rivolto ai due alunni.
-Uhm, ok...- fece esitante Drake.
Raccolse le sue cose e, non visto, infilò un biglietto nella borsa di Hancock.


Quel pomeriggio Vergo era seriamente irritato. La soddisfazione del giorno prima aveva lasciato posto all'amaro in bocca per essere stato sgridato dalla collega come un bambino dell'asilo. Aveva una gran voglia di rifarsi su quei pezzenti che l'aspettavano in aula, ma ovviamente qualsiasi reclamo non sarebbe più sfuggito alle orecchie dei colleghi, indi per cui, doveva andarci leggero.
Quando entrò nell'aula, li vide scattare e correre ognuno al suo posto, con aria spaurita.
Eccellente.
Di solito la maggioranza degli alunni crollava dopo il primo giorno, ma questi erano più coriacei del previsto, specie Trafalgar Law.
-Buongiorno.- 
Rufy scattò in piedi e diede inizio al rito del saluto.
-In piedi! Saluto! Buongiorno, professore.-
-Seduti, seduti.- disse, liquidandoli, poi, appurato che non ci fosse colla nei paraggi, si sedette dietro la cattedra e aprì il registro, per dare il via al supplizio giornaliero.
-Bene, bene, bene. Potete sedervi, ora. Spero che abbiate studiato filosofia per oggi.-
Tutti annuirono, pallidi.
-Bene, allora passeremo alle interrogazioni.-
Rabbrividirono.
Avevano sentito parlare delle interrogazioni "shampoo" di Vergo. Roba che ti frullava il cervello alla velocità della luce. Interrogazioni centrifuga dovevano chiamarle.
O “Chi vuol essere rimandato?”.
-Vediamo... che giorno è oggi? 23? Perciò iniziamo col due, il tre, il ventitré, tre più due fa cinque, perciò anche il cinque, sì. E il sei.-
I numeri corrispondenti si abbatterono sui banchi, sconsolati.
-Allora, Hitokui, cos'è l'iperuranio?-
-...-
-Hai trenta secondi per rispondere.-
-Aspetti, sto mettendo insieme le idee... l'iperuranio... ecco... oh, sì... è...-
-Due. Basil.-
-Ma, ma...-
-Zitto, il prossimo.-
Bartolomeo incassò in silenzio, maledicendo l'insegnante fra sé.
-Basil, parlami dell'antropomorfismo religioso.-
-Si tratta dell'attribuire caratteristiche umane alle divinità.- rispose quello, subito -Caratteristiche comuni al credente, sia fisiche che morali.-
-Cerca di essere più preciso. Chi ne parla?-
-Senofane. Di lui non si hanno molte notizie.- Hawkins fece un interrogazione impeccabile, sennonché Vergo decise di dargli una bella stangata.
-Molto bene, Basil. E dimmi, puoi recitarmi una delle sue elegie?-
Il ragazzo rimase muto.
-Male, male... avrei potuto darti un otto, ma mi vedo costretto a scendere a sei.-
-Spero che uscendo da scuola t'investa un tir.-
-Hai detto qualcosa, Basil?-
-Studierò di più, esimio professore.- rispose quello alla minaccia del gesso, mantenendo però la solita faccia inespressiva.


Hancock non era solita fermarsi a parlare con gli alunni, eccetto quando il preside le faceva la testa come un pallone o quando si trattava di Rufy, ma quel pomeriggio fece un eccezione, recandosi in una caffetteria dove ad attenderla trovò Diez Drake.
-Buonasera, professoressa.-
-Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo, Diez?- esclamò irritata.
-Professoressa, se vuole aiutare Rufy, deve aiutare me.- disse lui serio.
La donna si sedette di fronte a lui.
-Come vuoi aiutarlo?- gli domandò.
-Ecco, vorrei che lei ci coprisse le spalle in caso di rappresaglie, so che molti professori hanno una grande considerazione di lei.-
-Sì, lo so, sono uno schianto.- commentò lei, vanitosamente, scorrendo le dita fra i capelli.
-E molto carismatica.- aggiunse lui -Ecco, professoressa, inoltre vorrei alcune chiavi.-



-Allora, Eustass? Com'era il mondo delle idee?-
-Ehm... beh... era... ideale?-
-Forse è meglio se ti fai suggerire dal nostro mimo mancato. Trafalgar, allora?-
Law non rispose, ribattere sarebbe stato controproducente. E non voleva avere altri incubi a tema prugne e baguette.
-Male, male, male.- commentò Vergo e riprese la sua tortura per interminabili minuti. Una domanda e via il cronometro.
-E' la tua risposta definitiva, Roronoa?-
-Ehm... no, forse era Platone.-
-Peccato, era corretta prima. Molto male. Kuroashi, perché non mi parli di Protagora?-
Il biondo tacque.
-Kuroashi?-
-Io... non ho studiato.- rispose.
Vergo scattò in piedi e afferrò il bastone.
-Eppure mi è parso di essere stato molto chiaro.-
Il ragazzo rabbrividì.
-Ecco... ieri ho dovuto aiutare mio nonno al ristorante, non ho avuto tempo. Ho la giustificazione.- disse e fece per prenderla, quando Vergo lo fermò frapponendo fra lui e la cartella il suo bastone.
-Non voglio scuse. Non avete scelta qui. Nessuna giustificazione vale, questa è una punizione, vi ricordo.-
-Ma, non ho davvero potuto, lo chieda al vecchio se vuole. Lo chiami, glielo confermerà!-
Vergo lo fulminò con lo sguardo.
-Dammi la giustificazione.-
Il ragazzo obbedì.
Vergo la esaminò, sembrava regolare.
-Ok, dammi il numero di tuo nonno.-
Sanji obbedì, dopotutto era la verità. Aveva passato tutta la sera a servire ai tavoli e cucinare. Poi il vecchio Zeff aveva lamentato dolori lancinanti alla gamba amputata e aveva trascorso altre ore a prendersi cura di lui. Morale della favola, alle tre del mattino la sua voglia di studiare era sotto zero.
Alla fine, Vergo non aveva possibilità di prenderlo a bastonate. Si limitò a sovraccaricarlo di compiti in più per i due giorni successivi. Come se aiutare i propri famigliari fosse un peccato mortale.
Dopo di Sanji, il Perfido Lui decise di estrarre a sorte nuove vittime.
-Hakuba.- esordì, prima che qualcuno bussasse alla porta dell'aula.
-Avanti.-
Con gran sorpresa di tutti, Drake varcò la soglia.
-Buonasera, professor Vergo.- disse -Mi ha mandato il professor Hannyabal.-
-Che ci fai a scuola di sera, Diez?-
-Corso speciale di paleontologia, signore.- asserì.
Vergo corrucciò le sopracciglia.
-Voi state buoni qui finché non tornerò. Anzi, mentre sarò via, voglio che scriviate per trecento volte: “Ho imparato la lezione, non mi ribellerò mai più al professore”. Quando tornerò, voglio vederlo scritto almeno cento volte.-
I ragazzi presero carta e penna, poi, dopo che Vergo uscì dall'aula, Usop, che stava al primo banco, vide che Drake aveva lasciato loro qualcosa.
Si guardarono tutti con occhi sbarrati e si obbligarono a stare zitti finché lo stronzo era vicino, poi Shachi esclamò, al colmo della commozione: -E' la chiave del laboratorio di Vegapunk, vero?-
-E bravo Drakeya.- commentò Law.
-Tsk.- fece Hawkins -Stupido cocco di Smoker... -
-Sapete cosa significa, ragazzi?- domandò l'aspirante chirurgo -Questa è la nostra unica possibilità. Procediamo.-
-Per la libertà!- esclamò Penguin, sottovoce.
-Libertà!!- urlarono tutti, sottovoce, di rimando.


Durante il pomeriggio, a vegliare sulla scuola era Hannyabal. Lui si presentava nell'edificio dalla mattina presto e se ne andava la sera tardi, per lui l'istruzione era cosa sacra e costruire il futuro di quei giovani rampolli era quanto di più importante al mondo, perciò occuparsi di sostituire il preside Sengoku di pomeriggio non era affatto un peso. Anzi.
Poi c'era anche il suo lato arrivista a dargli una marcia in più, non a caso era stato più volte ammonito dal dirigente per aver “accidentalmente” scambiato la targhetta di Sengoku con la sua.
Ignorando comunque ogni avvertimento, continuava a sostituirle, gli piaceva proprio il ruolo di preside. Se ne stava spaparanzato coi piedi sulla scrivania quando ad un tratto il suo intestino iniziò a reclamare una seduta urgente.
-Non starò diventando diarroico come l'ex vicepreside?!- si domandò preoccupato saltando giù dalla sedia per correre al bagno degli insegnanti.
Per pura coincidenza, quel giorno Hancock gli aveva preparato un'ottima tisana, ma non si sarebbe mai sognato di accusare una donna così bella, dolce e angelica.
Che l'insegnante di storia si rigirasse gli uomini come voleva era cosa nota, ma era così bella che potevi perdonarle tutto.
E nonostante lui avesse chiuso l'ufficio a chiave, la donna, nascosta nell'ombra dietro alcune colonne, corse a riaprirlo, affinché il Perfido Lui potesse finalmente pagare.
Drake lo scortò fino alla porta, bussò e l'aprì senza aspettare risposta.
-Professor Hannyabal, ho chiamato il professor Vergo.- annunciò.
L'insegnante entrò senza sospettare nulla, finché non vide la scrivania vuota. Si voltò allora di scatto verso il ragazzo.
-Che razza di scherzo è questo?!- domandò.
Troppo tardi, perché Drake chiuse la presidenza a chiave.
“Probabilmente verrò sospeso per un po' per questo.” pensò andandosene. Beh, non gli importavano troppo le conseguenze.
Forse, Smoker gli avrebbe fatto un cazziattone, ma lui sapeva farsi perdonare. Su questo Basil Hawkins aveva ragione, lui era il suo cocco, dopotutto.


-Presto, presto!- esclamò Shachi, prendendo tutto quello che serviva, accompagnato da Killer e Penguin.
-Non ci credo, lo stiamo per fare!- esclamò Sanji col sorriso a trentadue denti  e un braccio intorno alle spalle tremanti di Usop e l'altro intorno a quelle di Rufy.
-Vendetta, tremenda vendetta.- canticchiò Law iniziando a miscelare sostanze varie.
-Oi, allegro chirurgo, che stai facendo?- domandò Kidd.
-Quello che faccio tutte le sere, Kiddolo, cerco di conquistare il mondo! Anche se è probabile che dopo questa mi escludano dagli albi senza manco esserci iscritto.- rispose quello, esaltato. -Ma poco importa. Indietreggiate.- fece, versando poche gocce in un liquido rossastro. La miscela cambiò colore, diventando verde, poi prese a fumare. A quel punto, Law sigillò l'ampolla.
-Perfetto.- disse -Ai condotti di areazione!-


Vergo non poteva crederci!
Come aveva fatto ad abbassare la guardia a quel modo? Eppure quel Drake aveva fama di essere un ottimo studente, uno che nella sua classe non ci finiva neppure per sbaglio.
A quanto pare aveva sottovalutato i suoi polli, era come i suoi compagni!
-Maledetti marmocchi.- disse digrignando i denti.
La porta non si apriva ed era pure in legno massiccio. E le finestre? Erano state incollate. Non era stata un'azione colposa, ma ben premeditata.
Iniziava seriamente a odiare la colla.
“Se vedo Trebol giuro che lo ammazzo, Dofy o non Dofy.”
Mentre meditava quali punizioni atroci dare ai suoi allievi (e a Trebol), sentì qualcosa rotolare.
Qualcosa in vetro.
Clang.
Il qualcosa urtò la griglia d'areazione, poi s'infranse e una cortina di fumo verde pervase la stanza.

-Sì! Vendetta!- esclamò Sanji, vittorioso.
-E se poi si vendicasse lui?- domandò timoroso Usop.
-Gliene faremo passare la voglia.- rispose quello.
-Grazie per l'aiuto, Drake!- esclamò Shachi. -Se non ci fossi stato tu non avremmo potuto far nulla!-
-Figuratevi.- rispose quello, compiaciuto. -E' stato un piacere.-
-Tsk. Non ti allargare troppo.- fece Hawkins -Tanto sei sempre il cocco di Smoker.-
Il rosso scosse il capo sconsolato.
-Comunque il tuo intervento è stato tempestivo, l'ammetto.-
-Cosa dice il nostro futuro?- gli domandò porgendogli un nuovo mazzo di tarocchi.
Hawkins guardò il mazzo, poi lui.
-Cos'è, un tentativo di corruzione?-
-Decisamente.- rispose Drake. -Ma più che altro vorrei mi levassi il malocchio.-
-Dopo tutta la fatica per fartelo? Non basta un mazzo di carte.- studiò bene il regalo. -Ho il mio mazzo da guerra con me, ma il destino mi ha messo in mano queste carte, perciò dovrò obbedirgli.- disse serio, per poi iniziare a disporle per la sua predizione. Di solito nessuno gli dava retta, ma dopo aver patito tanto e aver visto che Basil Hawkins aveva sempre ragione, tutti trattennero il fiato.
-Le carte predicono un grande cambiamento e il successo. Le probabilità di riuscita sono del 100%.-
-Si!- esclamarono sia Penguin che Shachi, battendosi poi il cinque.
-L'ora della resa dei conti è finalmente giunta.- fece Law senza nascondere la propria goduria e disponendo le mani nel triangolo incamerante la quintessenza stessa del potere.





Note: Questo capitolo mi sa è un po' cortino... Beh, spero che vi piaccia.
Stavolta si tratta di esperienza personale. Le interrogazioni shampoo erano roba temutissima da noi. Non so spiegarvi l'origine del nome, ma suppongo fosse "rapido, sconvolgente, rincoglionente". Odiavo molto quando uno dei miei prof alle medie ci diceva: "sei sicuro?". Si andava seriamente nel pallone @.@
Comunque, se avessi saputo che Corazon era così... Corazon, certo non l'avrei messo ai fornelli X°°D Immagino che Vergo non passi mai a casa di Law perché ha paura di lui.












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Capitolo 7
*** Una sporca apocalisse (Mai sfidare le promesse dell’inferno) ***


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Capitolo 7:

Una sporca apocalisse
(Mai sfidare le promesse dell’inferno)



Quando la mattina successiva Vergo non si presentò a scuola, Smoker quasi sputò il caffè sul tavolino.
-Come sarebbe a dire?!- esclamò, sconvolto. E quando mai quello faceva assenze?!
-Esattamente quello che ho detto.- rispose Sakazuki seccato. -Vergo ha dato le dimissioni.-
L'insegnante coordinatore della maledetta 1D tremò da capo a piedi.
-Le dimissioni? Vergo?!-


Quando aveva riaperto gli occhi, il professor Vergo aveva scoperto con orrore di non trovarsi più in presidenza, ma in un luogo stretto stretto e oltremodo fetido di sua conoscenza. Per di più con indosso un orribile abitino bianco con alucce e aureola attaccate.
-Non sapete cosa state facendo!- sbraitò agitando la mano verso la telecamera una volta messi insieme tutti i pezzi del puzzle.
Ovviamente, era stato disarmato.
-Io vi renderò la vita impossibile! Io vi distruggerò psicologicamente! Neppure il miglior psichiatra potrà rimettervi apposto, avete capito, mocciosi?- sbraitò.
-Si calmi, esimio professore.- disse una voce flemmatica da un altoparlante. -Lei è stato nominato.-
-Trafalgar, dovevo immaginarlo che ci fossi tu dietro tutto questo.-
-Sa che scoperta.- rispose quello. -Ora, noi e lei faremo un bel quiz, che ne dice?-
-Con chi credi di parlare moccioso?-
-Senti, io gli farei fare un giro di prova.- propose Kidd.
-Approvato!- esclamò Bartolomeo, ghignando. Puntò il dito verso l'alto e poi, scenicamente, premette il pulsante del telecomando maledetto. -E via con la centrifuga della disperazione!-
Vergo sentì il familiare, divertente gorgoglio. Non fu più tanto divertente dopo che fu travolto dalle feci di mezza scolaresca.
-Ehi, ehi, piano, piano, mica ne abbiamo all'infinito!- esclamò l'aspirante chirurgo nel vedere che tutti fremevano per premere il pulsante.
-Se per questo a me scappa.- fece Bartolomeo. -Vado a riempire l'arsenale.- esclamò ghignando.
-Vengo anche io!- fece Rufy.
-No, senpai, non posso permetterti di seguirmi, potrebbe esserti fatale.-
-Non ho paura, sono pronto a tutto per Harvady.-
-Non posso comunque permetterti di seguirmi, anche se sei tu, non voglio rischiare di averti sulla coscienza.-
-Che discorsi di merda.- commentò Kidd.
-Oh, beh, iniziamo il quiz, che è meglio.- gli fece eco Law.
-Farò io la prima domanda.- disse Sanji solenne, accendendosi la sigaretta. -Allora, professore, mi sa dire qual'era la taglia di reggiseno di Beatrice?-
Vergo s'irrigidì e gli altri ragazzi con lui.
-Il solito pervertito.-
-Sta zitto, Zorante!-
-Santrice dei miei stivali, sai che con quel vestitino stavi davvero bene?-
-Ci hai guardato sotto, deviato?-
-Principessa Aurora!-
A quel punto, il biondo s'inginocchiò a terra e morse un fazzoletto con le lacrime agli occhi.
-Perché devi sempre ricordarmelo, Marimo di merda?-
-Missione compiuta!- esclamò Bartolomeo rientrando nella stanza, tanto rilassato e sereno che c'era da immaginarsi che si fosse liberato per bene. -Il senpai è sempre il migliore!-
-A proposito di merda.... - commentò Killer.
Vergo non sembrava essere intenzionato a rispondere, anzi. Taceva scrutando la telecamera come se potesse così fissare negli occhi tutti quei maledetti marmocchi e inchiodarli alla responsabilità delle loro azioni.
Non funzionò un granché.
-Allora, prof? Il tempo scorre, tic tac.- disse Sanji, con occhi febbrili che facevano concorrenza a Law normalmente e a Rufy quando puntava una bistecca.
-Ve la faro pagare.-  fu la risposta.
Sanji attese in silenzio per qualche secondo, poi irritato sbottò: -Peccato, Vergilio, tempo scaduto!-
E premette il pulsante, aprendo per Vergo, le porte di un mondo spaventoso: l'angolo della resa dei conti.
La classe di diavoli esultò vittoriosa e rise sguaiatamente, mentre l'insegnante veniva travolto dalla marea scura.
Quando le acque si calmarono, Sanji commentò: -
E per la cronaca, in paradiso il reggiseno non si porta.-
A quel punto, però, dalle sue narici proruppe un getto di sangue che lo fece sollevare dal terreno come un razzo. Con gli occhi a cuore andò a schiantarsi qualche metro più in là, insensibile al dolore, perso nel suo mondo, con tutti ad osservarlo madidi di sudore freddo.
-Continuiamo.- disse Law.
-Avanti un altro.- gli fece eco Penguin.
-Professore, sa quante medaglie ha vinto il pugile Ideo dall'inizio della sua carriera?- domandò Kidd.
-Vi rendete conto che non ve la caverete con una sospensione?!-
-Tsk.-
Kidd premette il pulsante.
-Una domanda di musica, professore!- esclamò Apoo, agitando a ritmo le dita. -Come si chiamava il cantante del gruppo musicale Rumba?-
-Voi... voi... - Vergo sentiva di star per rimettere.
- ...poi saremo noi gli ignoranti... Si chiamava Yooki.-
E giù col pulsante.
-Ora io.- fece Hawkins. -Cosa rappresenta il numero 8 nei tarocchi?-
-Stupidi mocciosi, non capite cosa state facendo! Io... -
 Vergo s'interruppe, minacciato dal gorgoglio della latrina. Si sforzò di pensare un momento. -La Forza.- disse trionfale.
Hawkins premette il tasto. A tutti parve di vedere un sogghigno sul suo volto imperturbabile.
-Ma era giusto!- esclamò Shachi controllando le carte.
-Mi sono accidentalmente scordato di specificare che non intendevo il mazzo Rider Waite.- rispose monocorde il biondo.
-Sei in gara per il bastardo dell'anno!- esclamò Apoo allungando la mano verso di lui. Sorprendentemente, Hawkins gli batté il cinque.
-Avanti un altro!- esclamò Penguin, calandosi nel ruolo di un dirigente del traffico, con tanto di paletta.
-Io!- esclamò Rufy -Vediamo... vuole uscire da lì?-
Tutti lo guardarono a bocca aperta.
-Che dici, Rufy?!- fece Usop dandogli un colpo col taglio della mano. Ma Rufy non scherzava. Appoggiò le mani sul tavolo e s'avvicinò al microfono.
-La faremo uscire, se nominerà il suo migliore amico al suo posto.-
Vergo fissò la telecamera con sguardo severo, che Rufy ricambiò.
-Sei un moccioso pieno di sorprese, tu.- concesse l'insegnante dopo un poco. -Ovviamente, non lo farò, anche se non c'è rischio che lui finisca qui.-
A quel punto, il ragazzo fece un sorrisetto soddisfatto e si allontanò.
-Devi premere il pulsante.- gli ricordò Law, seccato.
-Non m'interessa.- rispose lui.
Bartolomeo, ebbe quasi un secondo orgasmo.
-Il lato oscuro di Rufy senpaiiiiii!!-
-Tsk.- fece Zoro con un sospiro. -Rufy è sempre troppo tenero. A questo punto tocca a me. A che categoria, appartiene la spada dello spadaccino campione del mondo?-
-...-
-Tsk... non vale neppure la pena darle la risposta.- fece Zoro, premendo il pulsante.
A quel punto, Vergo fu letteralmente sommerso di domande, risposte e dalla conseguente punizione.
-Chi ha forgiato Durandal?-
-Chi ha regalato il suo cappello di paglia a Rufy senpai?-
-Quanti capelli ha in testa Kirachan?-
-Ehi!-
-Scusa, ma per me è materia di studio.- asserì convinto Penguin.
Killer si batté la mano sulla fronte.
A quel punto le domande iniziarono a rasentare la demenza pura.
-Com'era il cavallo bianco di Napoleone?-
-B... bianco?- biascicò sfinito l'insegnante.
-Più alto di lui.-
-Kirachan sei cattivo.-
-Potevo sempre chiedergli come mi sono fatto questa cicatrice.- rispose il biondo mostrando lo sfregio sulla guancia sinistra con un ghigno.
-Perché sei così serio?- esclamò Penguin, premendo il pulsante con foga diverse volte.
-Oi, oi, pinguino finiscila!- protestò Kidd.
-E' la mia vendetta per avermi fatto fare l'albero!-
-Da qua, tocca a me.- fece Usop, strappandogli il telecomando di mano. -Dove si trova l'isola dei cecchini?-
Zoro gli diede un colpo.
-Questa te la sei inventata tu.-
-Sei pregato di lasciarmi fare, grazie.-
-Ehm... in che anno i nobili mondiali... - fece Shachi, quando fu nuovamente il suo turno -Ma non avremmo esagerato? Non si muove più... -
-Non l'avremmo ammazzato?- si accodò Usop, quasi strappandosi i denti dalla preoccupazione di finire i suoi giorni in galera.
-Giusto in tempo per la mia domanda...- borbottò Law, seccato. -Oh beh, immagino che non faccia alcuna differenza che lo sappia o meno.-
Vergo si mosse piano, risvegliandosi. Doveva aver perso i sensi per pochi secondi.
-Oh, che fortuna, giusto in tempo.- esclamò il deluso cospiratore, gioendo di colpo e tutti godettero nel vedere il maledetto insegnante rabbrividire.
-Sa cos'era quel fumo verde?- domandò mellifluo, Law.
-... eh?... -  biascicò del tutto intontito l'uomo.
-Modestamente una sostanza di mia invenzione. Una miscela di cloroformio e una sostanza colorante estratta dalle raganelle. Lei è stato la mia prima cavia, esimio professore, congratulazioni.-
E come premio, Law diede via all'ultimo giro.


Quando Vergo riprese i sensi, si ritrovò in aula, appoggiato alla cattedra.
Che stava facendo poco prima?
-Tutto bene, esimio professore?- domandò Law, parandoglisi davanti con aria innocente. L'insegnante lo guardò dritto negli occhi, mise a fuoco l'immagine, poi, istantaneamente rammentò qualcosa e allontanò di scatto la sedia dal ragazzo urlando.
-Via da me, demonio!!-
In preda al panico si voltò per fuggire, quando si accorse delle foto sulla lavagna. 
Sue foto in quell'orrido vestitino da Beatrice. Coperto di tutte le cose più disgustose che la latrina magica di Vegapunk aveva in serbo per gli sfortunati.
Come se non bastasse (e non bastava no) in ogni foto era stato messo in posizioni ridicole: in una aveva una baguette ficcata in bocca (inutile chiedersi chi fosse il responsabile),
in un'altra era appeso al soffitto con un ventilatore ad alzargli il vestito, come fosse un mix fra Beatrice e Marilyn Monroe, solo meno appetibile.
-Oh, sa cosa abbiamo scoperto su internet, esimio professore?- fece innocentemente Law, picchiettandogli un dito sulla spalla e facendolo scattare nuovamente a distanza di sicurezza. Se l'avesse incollato alla sedia non sarebbe stato così divertente. Oh quanto ci godeva!! Era proprio vero che rideva bene chi rideva per ultimo. Mai sensazione fu più inebriante di quel sublime senso di potere! A quel punto, il pover'uomo, il Perfido Lui, sentì veramente la disperazione piombargli fra capo e collo.
Law gli mostrò dei fogli stampati, scritti fittamente e con immagini familiari.
-Che un certo Demone del Bambù ha realizzato ben ventotto film molto discutibili. Le cito alcuni titoli: 'Notte a Dressrosa', 'Il re e il Bambù', 'Boa di piume e manette'... molto piccante questo 'Hot Flamingo'. Sì, sì. Un'opera così non merita di restare nascosta, che ne dice se al festival culturale la proiettassimo come sfondo nel cerchio dei lussuriosi? Renderebbe tutto molto più realistico.-
Circondato da quei mostruosi marmocchi sogghignanti, ridicolizzato e minacciato, Vergo si vide costretto a capitolare.


Sakazuki sorseggiò il suo sakè.
-Dice che questa scuola non risponde alle sue esigenze e che da tempo aveva fatto domanda al collegio Impel Down. In più ha contratto uno strano virus. Un vero peccato. Questa scuola aveva bisogno di un uomo capace di far valere i sani principi morali!-
-Aspetti, uno strano virus?-
-Non so nulla, diceva di avere una pessima cera verdognola e di avere probabilmente contratto la malattia qui.-
Smoker sentì nascere l'inquietudine, mentre, di contro, Hancock sembrava scoppiare di felicità da tutti i pori.
-Oggi è un giorno splendido! Rufy era così poco attento in questi giorni, ma ora finalmente avrò la sua totale attenzione!- cinguettava raccogliendo i suoi libri di storia colmi di segnalibri e infilandoli nella borsa, per poi uscire dall'aula professori quasi saltellando.
Smoker non poteva credere che fosse accaduto quello che temeva, doveva ASSOLUTAMENTE verificare di persona. Così si prese un'ora libera per andare da Vergo.
Quando quello aprì la porta del suo appartamento, la prima cosa che Smoker notò fu la pelle verdastra, poi l'odore penetrante di profumo, sembrava che l'altro ci avesse fatto il bagno.
-Cos'è successo ieri?- domandò ormai in allarme.
-Nulla che valga la pena di raccontare.- rispose secco quello.
-Sono stati i ragazzi?-
-No. E ora, se non ti spiace, Smoker, non voglio più avere a che fare con te o con quella maledetta scuola!-



Quella mattina l'insegnante si vide costretto a dare l'annuncio ai ragazzi.
-E perciò, considerato il trasferimento senza preavviso del professor Vergo e gli impegni pressanti per il festival culturale, mi vedo costretto a revocare la vostra punizione.-
A quel punto i diavoli della 1D saltarono dalle sedie urlando di gioia.
L'unica infelice era Nami, perché non era riuscita a concludere il suo affare con Law. A quel punto pensò fosse il caso di alzare il prezzo delle foto di Rufy, oppure provare a rivendere le foto di Vergo-Beatrice fra i teppisti della scuola. E, perché no, persino qualche foto di Zorante e Santrice o di Paolomeo e Rucesca. Era un genere che aveva buon mercato, dopotutto, e lei un ottimo ascendente su Absalom del club di fotografia, il paparazzo della scuola.
-Non sarei così felice, fossi in voi.- rispose Smoker -So che c'è il vostro zampino e, poiché il festival culturale ci porterà via tempo prezioso, questa settimana andremo molto avanti e verrete a scuola anche di pomeriggio per essere interrogati.-
-Ma nooooo, che palle!!- si alzò un coro di protesta.
-Per Harvady!-
-Grazie, Monkey, sono contento di avere il tuo supporto.- rispose sconsolato l'insegnante posando la testa sul palmo delle mani.
-Ci faccia fare pratica, invece!- esclamò Bonney -Tanto saremo impegnati coi preparativi per il festival, secondo lei renderemo molto? Ci faccia provare le squadre miste! Lo sa benissimo che rendiamo meglio nella pratica!-
-Sono d'accordo!- esclamò Rebecca, che fra le altre cose era molto brava a dodgeball. A schivare i colpi non la batteva nessuno, ma ormai aveva sconfitto tutte le ragazze, aveva bisogno di una nuova sfida.
-Io mi dissocio, voglio vivere.- rispose Nami, categorica.
-Anch'io!- esclamò Usop.
-Giochiamo a dodgeball?- fece Chopper da dietro la mascherina. Era reduce da una brutta influenza, il piccoletto. Lo disse con occhi tanto innocenti, che Smoker quasi non riuscì a negarglielo. Gli sguardi innocenti della classe poi lo fecero capitolare.
-E va bene, vada per il dodgeball e le squadre miste, basta che la prima ora di giovedì si faccia lezione in grazia di Dio, maledette pesti!-
-Anche noi la amiamo prof!- esclamò Bartolomeo con un fischio.
-Anch'io.- ribatté lui a denti stretti -Da morire.-
Non c'era rimedio per quelle teste calde, per quelle promesse dell'inferno.
Ormai avevano il controllo totale.


In seguito a quegli accadimenti, le riviste scientifiche pubblicarono un articolo su un nuovo ritrovato della chimica in fase sperimentale, chiamato Trafalgarite. Tutti suoi effetti erano ancora in fase di studio e test, ma si pensava di utilizzarla a scopo di difesa militare.
(Peccato che nessuno sapesse che la sostanza era già stata testata sugli umani.)


Suzanne Collins ricevette un sacco di lamentele riguardo al suo romanzo “Hunger Games” da un certo Hakuba Cavendish che l'accusava di plagio e sottolineava che Katniss non fosse una ragazza e che non fosse la Ghiandaia Imitatrice dei ribelli. Inoltre pretese che Peeta cambiasse sesso.
Ovviamente, Cavendish negò ogni minaccia di morte e a causa del suo disturbo narcolettico/sonnambulo/di sdoppiamento della personalità,  gli fu imposto di stare a più di mezzo chilometro dalla donna e la sua posta fu tenuta sotto controllo per mesi.


La 1D dominò indiscussa la scuola fino alla fine del triennio e nessun insegnante ebbe il coraggio di mettersi contro le promesse dell'inferno. Nacquero molte leggende sul perché Vergo avesse abbandonato la Kamome, fomentate da certi scatti spaventosi rinvenuti sulla rete.
Il mistero del Kamaitachi di Rommel trovò così il suo degno sostituto fra i dieci segreti dell'istituto superiore Kamome: il mistero del Demone del Bambù.









Note:
Siamo giunti alla fine di questa fic!!! Scriverla e vedere che piaceva per me è stato divertente! Spero che anche per voi sia stato lo stesso questo capitolo!!
I ringraziamenti sono d'obbligo:



Ringrazio:
 
Ace of Spades,  giambo, Princess_Luna, ReaperOfLostSouls, Trafalgar Revy, TRAFALGAR_SARA,  Zefiria BlackIce,  _Falsa Pista_ e  ___Ace
per aver messo la storia fra le  preferite!!

midnightx5 per averla messa fra le ricordate!!

abusiva, blackwhiteeli, carol96, EmmaStarr, evy88, fenicerossa_00, Flame Drago del Fuoco,  FlameOfLife, Freestyle, imoto, Juuchan, Kei Sagano, Kelis, kokoswan, Nakurami, Nami_Roronoa96, Portgas_D_Giorgia Uzumaki, ThatOneEyedFlamingo, _ K a r i n e _Takkun_  per averla messa fra le seguite!

 e

Minzi_78, carol96, _Takkun_, imoto, ReaperOfLostSouls, Zefiria BlackIce, Portgas_D_Giorgia Uzumaki, FlameOfLife, ThatOneEyedFlamingo, Ace of Spades, Red Porcelain e callas d snape per le loro splendide recensioni!!

Ovviamente, ringrazio in anticipo chi farà tutto ciò in futuro.
Bacioni e alla prossima gente!!!



PS: I personaggi di questa storia non sono reali. Non imitateli. Loro sono protetti dall'autrice, voi no. XP





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