La quintessenza della distruzione di kymyit (/viewuser.php?uid=36835)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Letteratura ostrogota e ferite di guerra (Mai sfidare il Male Assoluto) ***
Capitolo 2: *** Educazione sessuale e consiglio di guerra (Mai mostrare gigantografie esplicite) ***
Capitolo 3: *** Il cavallo bianco della rivoluzione e il ciclo di Mr. Krabs (POF) ***
Capitolo 4: *** Nel mezzo del cammin di nostra vita (L'Inferno di Vergilio) ***
Capitolo 5: *** Il tugurio del Grande Fratello (mamma che bello, mamma che bello) ***
Capitolo 6: *** Tanto sei sempre il cocco di Smoker (E' la tua risposta definitiva?) ***
Capitolo 7: *** Una sporca apocalisse (Mai sfidare le promesse dell’inferno) ***
Capitolo 1 *** Letteratura ostrogota e ferite di guerra (Mai sfidare il Male Assoluto) ***
Note:
Questa piccola long fic è il seguito di “Il
dodgeball è uno sport, non una guerra!”
Tratta di come la perfida 1D costrinse il “povero”
professor Vergo alle dimissioni e di quanto patì per
riuscirvi.
Qualche altro dettaglio:
1. Nella fic precedente, scrissi che Kidd era un ottimo pugile,
perciò quando questa cosa verrà alla luce non
sorprendetevi. Ho pensato questa cosa perché non
è proprio il tipo da essere un genio della fisica. Della
meccanica magari sì. Infatti, è bravo in quel
campo e in educazione tecnica e artistica. Ma il suo braccio meccanico
mi imponeva di mettere in risalto i suoi cazzotti, ecco. u.u Diciamo
gusto personale.
2. Per alcuni personaggi ho usato i loro soprannomi come cognomi:
Kuroashi per Sanji, Hakuba per Cavendish, Hitokui per Bartolomeo. Per
Usop, Killer, Shachi e Penguin non so che usare...
3. L'ambientazione è ovviamente AU, ma poiché
citerò cose e persone del nostro mondo, diciamo che la
Kamome si trova in un mondo misto fra il nostro e quello di One Piece.
Almeno in queste due fic.
4. Perdonate in anticipo parolacce varie ed insulti pesanti, 'sti qui
sono carogne, mi sono dovuta adeguare.
5. La fic è già finita e conta sette capitoli.
Buona lettura!! ^_^
La
quintessenza della distruzione
Di come la 1D
mise in fuga il terribile professore
Capitolo
1:
Letteratura ostrogota e ferite di guerra
(Mai sfidare il Male Assoluto)
Regnava sovrano il silenzio.
Nell’aula non si udivano ronzare neppure le mosche.
A stento gli studenti respiravano, tentando di non far strisciare
troppo le penne sui fogli protocollo. Avrebbero tanto voluto
appallottolare tutto, fra l’altro la letteratura ostrogota
l’avevano iniziata da neppure un mese. Persino Rufy,
l’aspirante re dei secchioni se ne stava chino sul suo banco
a far fumare le meningi in silenzio. Uno scricchiolio di una sedia e
tutti tremarono istintivamente di terrore.
“Fa che non passi di qui!” si trovò a
pensare qualcuno.
“Se passa qui, giuro che gli metto lo sgambetto!”
si oppose al proprio terrore qualcun altro, salvo rinnegare quel
giuramento quando l’insegnante gli scoccò
un’occhiata glaciale attraverso i suoi stramaledettissimi
occhiali da sole.
-Qualche problema, Kuroashi?-
-No, signore!- esclamò quello, sudando freddo e deglutendo
un grosso groppone di saliva. Dentro di sé, bruciava di
rabbia e non era certo l’unico.
La metà maschile della 1D del prestigioso liceo Kamome -
eccetto gli assenti, Hermeppo l’infortunato, Koby il bravo
ragazzo e “Drake, il cocco di Smoker”, come
puntualizzò Hawkins - era stata finalmente punita.
Nell’istituto Kamome erano riuniti gli studenti
più promettenti provenienti dai luoghi più
disparati del mondo. Solo che, nel caso della 1D, promettente non era
sinonimo di diligente.
Da tempo gli insegnanti rinunciavano a far loro lezione, eccetto il
professor Smoker e la professoressa Tashigi, gli unici capaci di
resistere agli scherzi demoniaci di quel branco di diavoli.
E fu proprio durante una lezione che Smoker perse totalmente la
pazienza.
Si giocava a dodgeball, una guerra più che un gioco. I
ragazzi erano affiatati contro tutti, ma quando si trattava di mettersi
gli uni contro gli altri in competizioni che da innocue
diventavano sfide mortali, l’affiatamento se ne
andava a farsi benedire. In pratica più che vederli giocare,
sembrava di assistere a una battle royale senza esclusione di colpi.
Non credevano, i perfidi studenti, di aver fatto incazzare
così tanto Smoker. Ma quando questi aveva schiantato a terra
prima Kidd e Apoo e poi Bartolomeo, avevano capito che qualcosa nel
loro spartano insegnante si era come rotto. Ed eccoli là,
nell’aula di punizione sotto la supervisione del professor
Vergo.
Se Trafalgar Law era il diavolo che tirava le fila della classe, Vergo
era il male assoluto che aveva corrotto il cosmo. E come ogni perfida
creatura, contemplava il proprio operato con le mani disposte nel
fantomatico triangolo incamerante la quintessenza stessa del potere.
-Ma come siamo diligenti.- li prese in giro, con un tono quasi
amorevole. Ma loro sapevano benissimo che dietro quegli occhiali da
sole, i suoi occhi vagavano alla ricerca della prossima vittima.
Nessuno rispose a quel commento, inutililmente, Vergo aveva puntato una
preda succulenta.
-Law, dovresti davvero raddrizzare quella schiena, ti verrà
la gobba a stare sdraiato sul banco.-
Ora, Trafalgar Law non ascoltava nessuno, neppure quando Smoker gli
lanciava del gesso addosso si scomodava più di tanto, ma
obbedì immediatamente all’ordine di Vergo.
Lo fece tentando di ostentare una certa calma, ma in silenzio. I suoi
compagni si chiesero perché non tirasse fuori il suo
stramaledetto sorriso sghembo. Probabilmente se l’era perso
quella mattina, quando Vergo l’aveva bastonato per avergli
fatto notare che la macchina fotografica non si trovava
nell’armadietto.
Kidd era esterrefatto.
Lui gliele aveva suonate di santa ragione per tanto di quel tempo e
quello gli rideva ancora dietro e con quel Vergo faceva il cagnolino
obbediente?!
“Qui gatta ci cova.” pensò il rosso.
Conosceva Law troppo bene per ignorare l’ipotesi remota che
quello meditasse un omicidio. Come si suol dire, la vendetta
è un piatto che va gustato freddo.
-Kidd.- s’irrigidì quando sentì la voce
dell’insegnante ancor prima di avvertirne la presenza dietro
di sé. -C’è qualche problema?-
Qualche problema?!
Non aveva idea di cosa cazzo scriverci in quel tema di merda, ecco cosa
c’era!
-No, signore.- rispose, tentando di usare un tono sottomesso.
-Molto bene.- fece quello prima di poggiargli la mano sulla testa -Fai
qualcosa per questi capelli, sono davvero troppo disordinati.-
In un’altra situazione, il rosso era convinto che Law gli
avrebbe riso in faccia, magari con le guance gonfie nel tentativo di
trattenere le risate e le lacrime agli occhi.
Col cazzo che avrebbe fatto qualcosa per i suoi capelli!!
-Svegliati, Roronoa!- esclamò d’un tratto, il
professore, scagliando un gessetto a folle velocità contro
la testa del povero Zoro che si svegliò di soprassalto,
dolorante.
-Chi è stato?!- esclamò furente -Allo- incrociato
lo sguardo dell’insegnante all’altro capo
dell’aula, il ragazzo si risedette in silenzio e si rimise a
lavorare sul compito, diligentemente. Non sarebbe finita lì,
il professore doveva punire quell’alunno così
cafone e l’avrebbe fatto, se una mano non si fosse levata in
aria.
-Sì, Monkey?-
-Ho finito, professore!- esclamò quello, quasi mettendosi
sull’attenti.
Metà classe gli lanciò occhiate basite, lo stesso
Vergo inarcò il sopracciglio, meravigliato.
Com’era possibile che avesse finito il compito, se
quell’argomento non l’avevano mai fatto? E
soprattutto, poco prima non gli stava fumando la testa? Non sapevano se
essere invidiosi o meno.
Decisero di odiarlo quando Vergo finì di leggere il compito.
-Molto bene, Monkey, hai fatto un buon lavoro.- disse, per poi indicare
l’orologio. -Dunque, come vi avrei sicuramente detto se non
mi fossi dimenticato, avete quindici minuti di tempo dal momento in cui
il primo compito verrà consegnato. Ora sono dieci minuti.
Chi non consegnerà in tempo, riceverà dei compiti
extra da fare a casa, che controllerò personalmente. Anche
chi sarà sotto la sufficienza, riceverà compiti
d’approfondimento, tutto chiaro?-
Annuirono col capo, maledicendo sia Vergo che Rufy, non tutti almeno.
Nessuno osò far notare a Vergo che non avevano mai studiato
quelle cose. A che sarebbe servito se non a prendersi sonore bastonate
in testa? Law era vivo per miracolo perché aveva sempre
quello stupido cappello di vacca delle nevi in testa.
Aveva.
Vergo, in seguito, l’aveva intimato di levarselo, con suo
grande disappunto.
Fra tutti, soltanto Law e il duo Kirapen (o Penkira, a seconda di come
si rapportavano fra loro) riuscì a completare il compito.
Scaduti i dieci minuti, la classe taceva. Come condannati al patibolo
attendevano la loro esecuzione senza neppure minacciare di morte gli
stupidi insegnanti che si godevano lo spettacolo dalle finestre del
corridoio.
-Male, molto male…- iniziò il professore,
scorrendo fra i banchi e squadrandoli tutti uno ad uno. Neppure i
sopravvissuti a quel massacro scamparono alle sue occhiate gelide.
-Essere iscritti a questa scuola è un prestigio e tutti voi
siete chiamati a tenere alto il suo nome. Cosa penseranno tutti
vedendovi? Che in questa scuola si perde tempo? Che possono entrarvi
cani e porci e battere la fiacca? No, questa scuola,- Vergo
s'interruppe di colpo, per lanciare un pezzo di gesso a
velocità folle. Il missile bianco sfrecciò per la
classe, centrando in pieno la fronte di Bartolomeo che cadde a terra
svenuto.
-Questa scuola vi insegna a creare non solo il vostro futuro,- disse,
aggiustandosi gli occhiali, mentre gli alunni fissavano sbigottiti ora
lui, ora Bartolomeo, ancora steso a terra con un grosso ematoma sulla
fronte. -ma il futuro di questa società. La feccia sta fuori
da qui, avete capito?-
Annuirono tutti, in silenzio. L'insegnante si chinò
sull'alunno privo di sensi e lo svegliò con qualche
schiaffetto.
-Avete capito?- gli chiese.
Bartolomeo si era perso il discorso, ma annuì, ancora
confuso per la botta e si rimise lentamente a sedere al suo posto,
mentre Vergo tornava alla cattedra e compilava il registro.
-Ora aprite i quaderni e scrivete. Per domani voglio una ricerca
dettagliata sul, aperte virgolette, “Uso del terrore per il
controllo del potere nei popoli antichi”, chiuse virgolette.
Badate a porre l'accento sui metodi violenti, quali torture, punizioni
esemplari, guerre e quant'altro. E non voglio una ricerca fatta da
wikipedia. Sappiate che se copiate una sola parola, io lo
saprò.-
Quelle ultime tre parole raggelarono il sangue di tutti.
Non ebbe bisogno di ghignare, l'uomo, la 1D poteva avvertire la goduria
che il suo animo perverso provava e ne fu schiacciata.
-Molto bene, vediamo... manca un'ora al suono della campana. Prendete
un foglio e scrivete: “Il professore ha sempre il coltello
dalla parte del manico.”-
-Per ricordare ai ribelli che neanche i più forti di loro
possono sconfiggere Capitol City... - mormorò qualcuno con
voce talmente fioca che nessuno fu sicuro di averla sentita davvero.
-Parla a voce alta, Penguin.-
Il diretto interessato s'irrigidì. Poi però
alzò timidamente la mano.
-Ecco, professore... quante volte dobbiamo scriverlo?-
-Quante volte riuscirete fino alla fine dell'ora. E se qualcuno
scriverà meno di cento volte la frase, per domani
dovrà tradurre un brano da uno dei Poignee Griffe, a mia
scelta, ovviamente.-
Penguin a quel punto sudò freddo e prese immediatamente la
penna, iniziando a scrivere. Passare il pomeriggio a tradurre quella
lingua morta? No, grazie, aveva altro da fare, lui. Fortunatamente
Killer era piuttosto informato sul tema della ricerca, potevano
svolgerla insieme.
-Tu no, Hitokui. Tu vieni alla lavagna.-
Il diretto interessato aggrottò le sopracciglia.
-Vieni o vuoi un invito scritto?-
O una bastonata? No, grazie.
Il ragazzo si alzò e si avvicinò alla lastra nera
della lavagna, ostentando una falsa sicurezza.
-Scrivi:- a quel punto il sorriso diabolico di Vergo brillò
in tutta la sua splendente perfidia -Non mi smanetterò
più il pistolino guardando Monkey D. Rufy.-
Nessuno rise. Nessuno ebbe il coraggio di farlo, neppure quando
Bartolomeo tentò goffamente di giustificarsi col suo adorato
senpai diventando di tutti i colori per la vergogna. Fortuna che Rufy
era troppo preso a tentare di scrivere mille volte quella frase col
pensiero di Harvady fisso in testa.
Se Vergo voleva annientarli, quando le prime parole iniziarono ad
essere tracciate, la classe focalizzò che era sulla buona
strada per farlo.
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Capitolo 2 *** Educazione sessuale e consiglio di guerra (Mai mostrare gigantografie esplicite) ***
Capitolo
2:
Educazione sessuale e consiglio di guerra
(Mai mostrare gigantografie esplicite)
-Oggi farete un po’ di educazione sessuale.-
annunciò Vergo, girandosi i pollici. E senza degnare di uno
sguardo le ricerche assegnate il giorno prima. E dire che Killer si era
dato alla pazza gioia scrivendo un trattato di venti pagine!
Sopra la lavagna capeggiava la foto delle frasi scritte da Bartolomeo
il pomeriggio prima.
-Per non dimenticare la vergogna provata.- aveva detto il malefico
insegnante.
A “sessuale”, comunque, tutti drizzarono le
orecchie. Finalmente le cose prendevano una bella piega, pensarono.
Quando il maledetto prof srotolò e appese il poster
illustrativo, le cose presero, invece, una piega disastrosa.
-E’ stato scorretto da parte sua.- disse Law, imbronciato,
dolorante e con un pezzo di carta a tamponargli il naso.
-Farci vedere certe cose…-
-Ora che ci penso… - fece Apoo e si rivolse a Penguin e Rufy
-Voi due non avete avuto reazioni.-
-E’ perché ho occhi solo per Kirachan.- rispose
l'interpellato, come se gli avessero chiesto il suo segno zodiacale o
roba simile, indicando il biondo accanto a lui che invece una reazione
l'aveva avuta.
E bella grossa pure.
-Ero troppo concentrato. Devo entrare ad Harvady, ti ricordo.- rispose,
invece, Rufy -A proposito, “eiaculazione” si scrive
con la i lunga o con quella normale?-
-Non perdiamo tempo, fra poco la scuola chiude.- li interruppe Law.
-Strano che abbiano fatto effetto su di voi.- continuò ad
istigare l'orientale, al che il moro reagì con un seccato:
-Sono bisex, io.-
Kidd, dal canto suo, afferrò l’odiato rivale per
il bavero e lo minacciò col pugno alzato.
-Adesso però te li spacco quei denti di ferro!-
-Perché non ci provi, Miss Istituto?-
-Basta, finitela!- li rimproverò esasperato Law alzando gli
occhi al cielo -Ricordatevi perché siamo qui.-
Perché non aveva un martello? Avrebbe chiesto il silenzio in
aula spaccandolo sulla testa di quell’idiota.
Kidd e Apoo si separarono, limitandosi a lanciarsi occhiatacce
assassine in silenzio, mentre Law rivolgeva lo sguardo ai compagni, uno
per uno.
Nessuno di loro era uscito indenne da quella battaglia. Sanji poi era
ridotto ad uno straccio dissanguato.
-Speriamo si rimetta presto… - commentò Rufy.
A giudicare da come il suo corpo fremeva in preda agli spasmi, ci
sarebbe voluto molto tempo.
-Namiswan... Robinchan... -
E forse una trasfusione.
-Quel bastardo conosce i nostri punti deboli.- fece Killer -A nessuno
sano di mente verrebbe l’idea di spiegare l'apparato
riproduttore femminile in modo così esplicito.-
-Chiamala col suo nome.- disse Bartolomeo per poi fare lo spelling
-F.I.G.A.-
Il naso di Sanji eruttò un fiotto di sangue.
-Se non l'ho fatto un motivo c'era... - commentò seccato
l'altro con un sospiro tipico da mamma esasperata. Parlare con
Bartolomeo era sfiancante: era un Kidd incrociato con Law e poi
mischiato a Rufy e Boa Hancock (la loro insegnante di storia): un
buzzurro calcolatore, idiota e tremendamente fanboy. Il probabile parto
di quattro casi patologici, in altre parole: a volte voleva proprio
massacrarlo tanto era scassapalle.
-Però bisogna ammettere che n'è valsa la pena.
Bella gigantografia.- puntualizzò l'altro scassaminchia,
Apoo, riprendendo a sanguinare. Era più recidivo di uno
scarafaggio.
-Abbiamo perso Sanji. E io la sensibilità alle dita.-
puntualizzò Law, infastidito mostrando poi le sue mani
livide. Possibile che quei cretini vedessero solo il lato positivo
della faccenda? Nessuno ricordava i gessi missile che schizzavano
ovunque mentre con la bava alla bocca guardavano e commentavano quella
maledetta foto? Vergo li aveva giocati costringendoli a comportarsi
scorrettamente contro tutti i loro buoni propositi.
Perché loro ci avevano provato a stare buoni buonini, ma a
quanto pare Vergo non voleva semplicemente tenerli in detenzione,
voleva distruggerli.
Era guerra!!
-Sì, certo certo, la sensibilità. Forse un
bacetto potrebbe aiutare, eh?- sghignazzò malefico
lanciandogli un'occhiatina carica di sottintesi.
-Kidd, attacca.- ordinò secco Law.
E Eustass Kidd non se lo fece ripetere due volte. Come una belva si
lanciò addosso ad Apoo per spaccargli
amorevolmente quella stramaledetta faccia che si ritrovava. Poi, quando
ebbe finito di rimodellargliela, si risedette accanto al moro,
rinfrancato.
-Così va bene, Laurie?- gli chiese.
Law guardò la faccia tumefatta di Apoo che si alzava, in
evidente stato confusionale. Era quasi completamente livido.
-Perfetto, ma non usare quel nomignolo.- asserì. Poi si
guardò le mani livide e doloranti.
“Vergo pagherà per questo.” si
ripromise, poi guardò gli altri e vide che lo fissavano, in
solenne silenzio, in attesa di ordini.
-Così non possiamo continuare.-disse serio. -Vergo ci sta
facendo capire che farà di tutto per distruggerci. Se anche
ci comportassimo bene non servirebbe a nulla. A questo punto-
-Tanto vale rendergli pan per focaccia!- finì per lui Kidd,
complice.
-Ma avete visto quanto è forte...- protestò Usop
-Ci ammazzerà.-
-No se riusciremo a distruggerlo prima.- asserì Zoro con
sguardo fermo e deciso.
Un coro di
“Sìììììì!”
si levò basso. Tutti alzarono il pugno, urlando a bassa
voce. Tutti tranne uno.
-Rufy, se continueremo così, Harvady te la puoi scordare.-
lo istigò Usop.
-Sììììììììììì!-
esclamò lui, seguito nuovamente a ruota da tutti gli altri.
Sempre a bassa voce, altrimenti qualcuno li avrebbe scoperti e addio
rifugio segreto nella cantina della scuola, addio cospirazione, addio
“Piano per la distruzione psicologica di quello stronzo di
Vergo”.
-Bene, allora sentite la mia idea.- disse il diavolo manipolatore della
classe, circospetto, -Voi due, Kirapen, dovrete… -
Spiegò loro puntigliosamente cosa dovevano e non dovevano
fare. Sia Killer che Penguin ghignarono malignamente all’idea
e fremettero al pensiero di iniziare.
-Le mie carte prevedono una disfatta totale.-
-Sono solo fesserie.- fece Zoro, secco.
Quel pomeriggio, quando tornarono a casa, gli alunni della 1D non
fecero che attendere con ansia il giorno seguente. Non vedevano l'ora
di vendicarsi per le pene infernali subite quel giorno.
Law saltò agilmente giù dalla moto di Kidd e,
dopo avergli tirato una leggera gomitata lo salutò con un
sorriso che prometteva tutto il male del mondo.
-Come va la tua sensibilità?- gli chiese allora quello.
-La recupererò.- rispose.
-Non quella delle dita.-
-Io non sono un tipo sensibile.- rispose Law con aria beffarda.
-Certo, certo. Non stai tramando tremenda vendetta, no... ma
è vera la cosa dei ros- l'occhiataccia che ricevette,
impedì a Kidd di terminare la domanda.
-Sicuro che funzionerà?- domandò invece.
Il moro si fermò in mezzo al vialetto.
-Credi davvero alle predizioni di Basilya?-
-Si avverano sempre.-
-Si, certo, come quando aveva predetto che a Rufy sarebbe caduto in
testa un ananas.-
-Beh, gli è arrivato in testa l'amico di suo fratello
all'uscita.-
Law annuì con una risatina. E chi se la dimenticava quella
scena. Poi avevano aperto le scommesse su quanto ci mettesse quel Marco
a prendere il suo migliore amico. L'inseguimento durò cinque
secondi e Hawkins, ovviamente, vinse la scommessa.
-Ok, sono preoccupato.- concesse, sospirando pesantemente. Dopotutto,
non poteva nascondergli nulla, a Kidd. Era come una bestia feroce, un
po' come Vergo: fiutava la paura. Gli leggeva l'ansia nei gesti, brutta
cosa. Ormai anche lui stava diventando un libro aperto.
-Ma non la passerà liscia.- asserì, serio, con lo
sguardo omicida e il rosso non ebbe dubbi sul fatto che, anche se il
piano fosse fallito, Trafalgar Law avrebbe continuato a combattere.
Dopotutto, certe offese vanno lavate col sangue.
Quando il compagno scomparve oltre la porta della sua modesta villa a
quattro piani, Kidd diede gas e partì alla volta
dell'orizzonte a velocità folle, per spazzare via la
frustrazione.
Law, una volta solo, finalmente, poté abbandonarsi a capo
chino sulla sedia girevole della sua stanza.
Digrignò i denti fino a sentirli scricchiolare.
“Nessuno si prende gioco di Trafalgar Law.”
pensò con occhi spiritati.
Il piano avrebbe funzionato?
Quali conseguenze ci sarebbero state?
Ma sopratutto, come diavolo faceva Vergo a sapere quella cosa?
Che Smoker gli avesse svelato qualche loro segreto per tenerli buoni
era un conto, ma nessuno sapeva di quella cosa, perciò come
poteva saperla lui?
Di quante altre cose era a conoscenza?
-Ragazzi, è pronto in tavola!-
Era Corazon, che lo chiamava per la cena e a quel punto l'aspirante
chirurgo seppellì l'ascia di guerra. I manicaretti di Cora
erano strepitosi e voleva goderseli senza pensare a null'altro che ad
assaporarne il sapore. Un giorno li avrebbe fatti assaggiare a Kidd.
Chissà come sarebbe stato presentarlo ai suoi fratelli,
trascorrere con lui le feste... le sue sdolcinate, e per fortuna (a suo
dire) poco frequenti, fantasie romantiche s'interruppero davanti alla
porta della stanza di suo fratello maggiore.
-Ehi, Dofy, è pronto.- gli disse.
Gli giunse una risata malefica in risposta.
-E lui che faccia ha fatto?- domandò Dofy a qualcuno. Law si
appiattì contro la porta per sentire meglio. Non lo faceva
quasi mai, ma in quel momento il suo spirito indagatore gli fece
rizzare le antenne.
-Vergo, sei davvero uno stronzo!- e giù di nuovo a ridere
-Io? No, no, no! Io l'avrei ricattato a vita, sei tu il più
stronzo, sì... sì... mandami le foto, voglio
assolutamente vedere la faccia che ha fatto! Fufufufu!-
Lo sapeva, oh cacchio se lo sapeva, Law! Di chi poteva esserci lo
zampino se non dell'unica persona che poteva essere a conoscenza del
suo sporco segreto!
Donquixote Doflamingo, il suo adorato fratello maggiore.
Fortuna che era stato adottato.
Prima di scendere in cucina, dove Cora li aspettava impaziente armato
di mestolo, il ragazzo marciò in bagno e afferrò
la scatola di lassativi.
Quel pomeriggio, in aula detenzione, dopo che Vergo aveva mostrato loro
la gigantografia incriminata, Sanji era quasi andato in orbita con un
epistassi che l'aveva quasi prosciugato. A quel punto anche altri
avevano accusato problemi di sanguinamento o fastidiosi stringimenti
del cavallo dei pantaloni. Usop era schizzato sul pavimento per
soccorrere Sanji e Vergo l'aveva freddato sul posto con una gessata.
Poi era stata la volta di Apoo, che si era girato alla sua destra per
far notare a Kidd quanto il suo rigonfiamento fosse evidente a dispetto
del suo. Il rosso gli aveva risposto con un terzo dito e un
“in culo” muto.
-Eustass!- lo riprese Vergo tirandogli il gesso sulla tempia -Vieni
pure a parlare al mio posto, se trovi la mia lezione così
noiosa.- gli ordinò, puntando il dito contro la foto.
-Guardi che è stato lui a distrarmi!- protestò
indicando il maledetto orientale con l'apparecchio ai denti. Cavendish
se la rideva fra sé e sé, mentre Bartolomeo
preferì starsene buono buono a capo chino, senza neppure il
coraggio di guardare Rufy davanti a sé.
-Giusto.- convenne l'insegnante, per poi freddare anche il nemico
giurato del rosso che sorrise maligno. Fra lui e Apoo era sempre guerra
aperta.
-Allora? Quali sono le malattie che possono colpire l'apparato
riproduttivo femminile?-
Il rosso rimase in silenzio. Se gli chiedeva di descrivergli com'era
fatto avrebbe saputo rispondere perfettamente, ma così la
cosa diventava meno pratica e più scientifica. Fece scorrere
rapidamente lo sguardo per la classe e incontrò gli occhi di
Law. Lo supplicò con lo sguardo e il moro gli fece dei gesti.
-Eustass?- lo incitò il professore -Lo sai o ti rimando a
posto?-
Con una nota sul registro e una gessata in culo?
-No, no... sto... raccogliendo le idee... -mentì.
Law fece il gesto di qualcosa che cadeva per diverse volte, poi il
gesto dello sgozzamento, poi indicò Sanji riverso in un mare
di sangue che agonizzava felice, perso nelle sue fantasie sconce.
-Namiswan, Robinchan, Bibichan, Bonneychan, Tashigichan, Boachan,
Rebeccachan, Violetchan... -
-Uhm... mestruazioni letali?- la buttò lì.
Law si diede una manata in faccia.
Vergo rimase impassibile, mentre il resto della classe trattenne a
stento una risata. Apoo non si premurò di farlo.
-Aha!- esclamò indicando il nemico.
Fu nuovamente freddato e fece compagnia a Sanji e Usop sul pavimento.
-No. Ma ci sei andato vicino, Eustass. Trafalgar, ti consiglio un corso
di mimo, non sei stato molto chiaro.-
Il moro rabbrividì.
-Avvicinati.- disse l'insegnante, severamente.
Ecco, arrivava la bastonata, se lo sentiva. Quel bastardo ce l'aveva
con lui!
-Alza le mani.-
-Professore, lei non è autorizzato ad usare la violenza.-
gli rispose, costernato. Spaventato. Perché nello sguardo
del Male Assoluto lesse esattamente ciò che era. Il Male
Assoluto.
Vergo gli colpì comunque le mani roteando rapidamente la
canna di bambù. Per il dolore il cuore quasi gli
schizzò in gola.
-Esimio professore, Trafalgar.-
-Ehi, bastar- Kidd afferrò Vergo per il collo della camicia
e lo colpì con un pugno al viso. Quello, però,
non parve risentire del colpo. Rimase come immobile a fissarlo da
dietro i suoi maledetti occhiali scuri. Poi scattò e
colpì il rosso con un montante che lo sbalzò a un
metro da terra e lo fece atterrare rovinosamente contro il cestino dei
rifiuti.
-Si chiama “Stillicidio Ematico”. Per domani voglio
un tema sui metodi contraccettivi. Non meno di cinque pagine. Il non
fare sesso non vale come un contraccettivo. E adesso carta e penna.
Scriverete, non meno di cento volte: “Il professore ci
punisce per il nostro bene”. Eustass, che ci fai ancora a
terra? Tu scriverai “Non alzerò mai più
le mani contro il professore” trecento volte. Mentre tu,
Trafalgar... -
Gli era sembrato che godesse in quel momento, mentre gli porgeva il
gesso, mentre lo vedeva scrivere con la mano gonfia e dolorante.
-Tu scriverai: “Baciare i rospi morti non li riporta in
vita.”-
Con rabbia, l'aspirante chirurgo schiacciò fuori dal blister
due, tre, no, meglio quattro compresse.
-Perché nessuno la fa a Trafalgar Law.- ringhiò
con rabbia.
Note:
Chi vuole uccidere Vergo?!
Ok, noticina importante. Rufy sarà anche secchione, ma non
sa tutto, in particolare fa molto casino coi nomi. E anche con alcune
parole, anche perché certe cose credo a lui non interessino.
Non in questa fic almeno. Lui deve andare ad Harvady u.u
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Capitolo 3 *** Il cavallo bianco della rivoluzione e il ciclo di Mr. Krabs (POF) ***
op
Capitolo
3:
Il
cavallo bianco della rivoluzione e il ciclo di Mr. Krabs
(POF)
Era una mattina davvero pessima.
Pioveva a dirotto e il cortile della scuola era ridotto a una sorta di
Water Seven fangosa. Kidd e Law camminavano fianco a fianco, ognuno
sotto il suo ombrello in silenzio religioso, guerrieri pronti a tutto
pur di vincere la loro battaglia. Gli altri compagni arrivavano alla
spicciolata e si dirigevano in classe chi con più, chi con
meno fretta. Se fosse stato un giorno normale, i due avrebbero preso a
pestare i piedi sul terreno per farsi dispetti, ma quella mattina di
dispetto ne avevano in mente uno e bello grosso pure.
Erano talmente su di giri che, anche senza fare eccessivo casino,
nessuno riuscì a concentrarsi a lezione.
-E dopo questo evento, Rufy, ci furono i cent'anni di vuoto.- diceva
Boa Hancock. Nico Robin, futura promessa dell'archeologia, a sentire
l'argomento che le interessava, alzò immediatamente la mano,
ma fu bellamente ignorata dall'insegnante che non faceva che spargere
cuoricini d'adorazione su Rufy.
-Quanto lo invidiooooo!- Sanji stringeva le mani intorno al bordo del
tavolo, geloso alla follia.
-Maledetto, dev'essere sempre al centro dell'attenzioneeeeeee!- lo
imitò involontariamente Cavendish.
-Maledetta tettonaaaaaa!- fece lo stesso, rodendo, Bartolomeo.
Penguin si sporse verso Law.
-Law, abbiamo due problemi.- disse, seccato.
-Ossia?-
-Abbiamo chiesto a Nami se poteva rubare le chiavi del laboratorio di
chimica. Purtroppo il professor Vegapunk oggi non c'è e le
chiavi ce le ha lui. Non abbiamo potuto dar inizio all'operazione.-
-Merda, ci toccherà rimandare.- borbottò turbato
Law -E il secondo problema?-
-Nami vuole essere pagata.-
Seccato, l'aspirante chirurgo scoccò un'occhiataccia alla
ragazza all'altro capo dell'aula. Lei se ne accorse e gli sorrise
mostrando la lingua e il gesto dei quattrini con le dita. Poi
sillabò col labiale una cifra astronomica.
-Stronza strozzina.- le fece lui di rimando. Ma ovviamente dovette
cedere. Non prima di dare inizio ad una contrattazione.
-100.-
-500.-
-150, prendere o lasciare, Manamigella.-
-750. Più perdi tempo più gli interessi salgono,
Torao.- rispose lei, con un sorrisetto perfido.
-Credimi, è così, Torao.- gli suggerì
Zoro, uscito dal letargo per l'occasione.
-Trafalgar, cazzo!- protestò lui -Ok... 500 va bene...
strozzina... - borbottò.
-Va bene 'sto cazzo!- ringhiò Kidd -Facciamo prima a
sfondare la porta!-
-Detesto ammetterlo, ma Testarossa ha ragione.- convenne Apoo.
-Usate quei cervelli.- sospirò Law -E' un'azione sovversiva,
nessuno deve accorgersene, altrimenti capiranno cosa stiamo per fare.-
-Almeno la colla l'abbiamo?- chiese Hawkins che fino a quel momento se
n'era stato zitto. Vergo gli aveva strappato i tarocchi il giorno prima
e lui reclamava vendetta.
-Ho mandato Nasoya a prenderne da un amico di mio fratello.-
-Cosa?- saltò su Sanji -Ma così andrà
a fare la spia.-
-Per questo ho mandato lui, non lo conosceva.-
-Quel tipo è veramente inquietante... - borbottò
il ragazzo col naso lungo -Non faceva che starmi appiccicato e gli
gocciolava il naso da far schifo.-
-Questa colla si vale tutti i patimenti. E' il collante definitivo.-
disse Law, mostrando ai compagni con orgoglio e dedizione quasi
religiosa un barattolo con su scritto “Trebol Coil
– Collante attaccatutto a presa istantanea”
-Ora non resta che l'ultimo tocco!- esultò Shachi.
-Non vedo l'ora di sistemare quel bastardo!- ringhiò
Bartolomeo.
-Anch'io, testa di pollo, anch'io... - l'assecondò Law, con
l'aria più criminale e inquietante del suo repertorio.
Quando Vergo entrò nell'aula di detenzione, non
sospettò nulla. I diavoletti che stava addomesticando si
erano ammutoliti all'improvviso quando aveva aperto la porta, ma
leggeva ancora nei loro sguardi tutta la voglia di ribellarsi e
fargliela pagare.
Come al solito dunque. Un'altra bella giornata di lavoro.
-Allora? Non si saluta?- domandò con tono marziale.
-In piedi!- esclamò Rufy e tutti scattarono, come soldatini
obbedienti. -Inchino, saluto!-
E s'inchinarono...
Bruciavano di rabbia ma s'inchinarono e diedero persino il buon
pomeriggio al loro carceriere.
-Potete sedervi.- disse Vergo, appoggiato alla cattedra.
-Bene. Monkey, portami i compiti che vi ho assegnato per casa.- disse e
frugò nella sua borsa per tirare fuori una montagna di
fascicoli che fece impallidire le giovani promesse dell'inferno.
-Oggi faremo chimica.- annunciò Vergo. -Spero abbiate
studiato, perché ho parlato col vostro insegnante e
influirà sulla vostra pagella. Bene, prendete carta e penna.
Non voglio vedere altro sui banchi.- disse maligno iniziando a
distribuire i compiti.
-...-
Law si trattenne dal contestare che la fissione nucleare ancora non
l'avevano fatta, per non parlare di tutti quei complicati calcoli.
Insomma, ancora stavano imparando a bilanciare le reazioni chimiche,
altro che stechiometria!
-Qualche problema, Trafalgar?-
Scosse il capo.
“E siediti!” fu il pensiero di tutti, ma Vergo
rimase in piedi, poggiandosi al termosifone, che per fortuna non gli
offriva la vista di ciò che avevano fatto.
In compenso gli offriva un'ottima visuale sulla classe.
-Pssss... - iniziò Kidd.
Law s'irrigidì.
-Chi cavolo è Krebs?-
-Eustass.- lo richiamò Vergo. Il rosso sussultò.
-Le Chat...- mormorò Rufy scrivendo. Era preparato, ma aveva
difficoltà a ricordare i nomi. -Le Cha... Chavolix,
sì.-
E Vergo alzò gli occhi al cielo.
“Ma merda, oggi hai le formiche sotto il culo?!”
pensò Bartolomeo “Siediti, dannazione!”
“Più ti scalderai il culo più ti
maledirai dopo.” ghignò invece Law, che in chimica
se la cavava meglio degli altri.
-Allora, Krebs?!-
Peccato che tutti finivano per chiedere le cose a lui..
-Mr. Krabs, Eustass. Quello di Spongebob.- disse, seccato.
Kidd lo fissò come se avesse avuto la lebbra e con tutta la
pietà cristiana che provava, gli fece un bel ghigno con
insulto annesso.
Un gran boato impedì ad entrambi di saltarsi addosso.
-Monkey!-
-Mi stava sconcentrando!- si difese il moro, indignato, porgendo il
compito finito all'insegnante, mentre Cavendish giaceva a terra,
tramortito. E dire che voleva soltanto un temperamatite!
Passarono i minuti e il biondo non aveva ancora ripreso i sensi, il che
era strano, perché, a dispetto delle apparenze, non era
affatto debole. Anzi.
Con sollievo da parte della classe, comunque, il bellissimo
iniziò a ronfare alla grande, con tanto di bolla al naso.
Insomma, ci mancava pure il morto!
Fu quando Vergo scoppiò la bolla col suo bastone di
bambù, che la classe risolse uno dei dieci segreti
dell'accademia Kamome: il Kamaitachi di Rommel.
Accadde durante una gita scolastica in un paesino chiamato Rommel, che degli studenti dai voti stellari furono attaccati da qualcosa o qualcuno tanto veloce da far credere che fosse stato il vento a ferirli e farli sanguinare.
Poiché gli studenti aggrediti appartenevano tutti alla
stessa scuola e fra i ritagli insanguinati di stoffa verde
furono ritrovati i colori (bianco e azzurro) della divisa della Kamome,
fu chiaro che il pazzo che se ne andava in giro ad affettare i
secchioni fosse uno studente della prestigiosa scuola.
Quando la bolla di muco si ruppe, lo sguardo angelico di Cavendish si
fece affilato, malvagio, tagliente.
Uno spruzzo di sangue zampillò nell'aria. Rapido come il
vento, Cavendish scivolò alle spalle di Vergo armato di
taglierino e ghignò. L'insegnante si premette la mano sulla
coscia ferita.
-Maledetto moccioso... -
La classe trattenne il fiato.
Ok, avevano desiderato menare Vergo, ma addirittura affettarlo...
In un certo senso erano rimasti ammirati dall'audacia del biondo.
Almeno finché quello non puntò verso Rufy col
preciso intento di abbattere uno degli ostacoli alla sua scalata al
successo.
-Sarò io il numero uno della scuola!- esclamò
saltando di banco in banco e ridendo allo stesso tempo. Vergo si
sistemò gli occhiali con la mano sporca di sangue e si
soffermò a fissare il liquido rosso che gli macchiava le
dita.
Cavendish aveva raggiunto Rufy, che, dal canto suo, si era tolto fascia
e occhiali per combattere (non si tirava mai indietro). Il taglierino
strisciò a pochi centimetri dalla pelle del moro, che
riuscì a deviarlo solo grazie ai propri riflessi.
-Smettila!- urlò -Che diavolo ti ho fatto?-
Cavendish ghignò diabolicamente e tornò
all'assalto, muovendosi rapido come il vento e tagliando ogni cosa gli
capitasse a tiro. Molti dei compagni di classe dovettero abbassarsi per
non essere coinvolti. Bartolomeo, invece, tentò di fermarlo.
-Smett... smettila stupido cav...- non riuscì a dire nulla,
se non poche frasi strozzate. Si morse persino la lingua e gli fece
male eccome.
“Maledizione! Il senpai è in pericolo e non posso
neppure incoraggiarlo, che disdetta!”
L'emozione di vedere Rufy menare le mani era troppa per lui,
pensò Zoro. Beh, Rufy lasciava sempre tutti senza fiato, non
te l'aspettavi mica che fosse anche così ginnico.
Ad ogni modo, il ragazzo con la cresta trovò un modo
alternativo per interrompere il combattimento. Tirò il banco
contro Cavendish, ma quello riuscì a schivarlo, scivolando
sotto di esso con quella sua rapidità quasi sovrumana.
Facevano bene a chiamarlo il Kamaitachi.
Ma facevano bene anche a temere Vergo.
Infatti, il mostruoso insegnante, ferito o meno che fosse,
colpì Cavendish alla nuca con il suo bastone di
bambù e lo fece crollare nuovamente a terra, Kamaitachi o
non Kamaitachi.
-Non sarà morto?- si chiese Sanji, dieci minuti dopo,
poiché il “mostro” se ne stava ancora
disteso sul pavimento, privo di sensi e senza bollicine. Nessuno ebbe
il coraggio di avvicinarsi a lui.
-Visto che respira, non è morto, Kuroashi.- fu la risposta
secca di Vergo. -Grazie a lui, ora consegnerete i compiti.-
Si sollevarono brontolii di scontento. Non troppo alti,
perché, insomma, e se il mostro si fosse svegliato?!
Vergo passò di banco in banco, recuperando i fogli
protocollo.
La tensione era palpabile.
“Fa che non lo scopra!” pregava in silenzio Usop.
“E siediti!” pensò Law, tentatissimo di
tirare un calcio al maledetto. A parte che prima o poi doveva fargli
subire la stessa sorte di Doflamingo. Era stato veramente divertente
vedere quello stronzo correre al bagno fra un'imprecazione e l'altra.
Ovviamente, aveva cancellato tutte le prove a suo discapito. Doflamingo
non avrebbe più mangiato gli onigiri di Corazon per il
trauma, due piccioni con una fava.
Un battito gli venne a mancare quando Vergo fu molto vicino alla
cattedra.
Da quella posizione avrebbe visto la sedia!
Il cervello del moro iniziò a lavorare freneticamente.
-Ahiaaaaaa!- urlò qualcuno facendo voltare tutti.
-Penguin, che hai?- esclamò Killer.
-Mi fa male la pancia!- urlò quello, contorcendosi sul
pavimento.
Vergo non gli diede peso, dopotutto non era l'unico a provare quel
trucchetto con lui. Poggiò i fogli sulla cattedra e
andò ad accomodarsi. Tutta la classe smise di respirare.
-Vorrei proprio sapere...- iniziò l'insegnante, d'un tratto
-Perché ci provate in tutti i modi.-
A quel punto, se degli aghi li avessero punzecchiati, gli alunni della
1D non avrebbero neppure sanguinato.
-Basta scene, tornate ai vostri posti voi due.-
-Ma prof, sto male sul serio!- esclamò Penguin -La prego, mi
faccia andare in infermeria!-
-A.posto.- sillabò quello.
-Professore!- esclamò Killer -Non sta scherzan-
Una gessata in fronte zittì Killer, un'altra
colpì Penguin. Ora sì che lo stomaco gli faceva
davvero male. Il moro si alzò in fretta e si rimise a sedere
composto.
-Credo che me lo terrò...- borbottò.
Killer, silenziosamente, tornò al suo posto, mentre
Cavendish si svegliava, stordito.
-Che è successo qui?- domandò.
Si guardò intorno e vide che tutti lo fissavano stranamente.
Compreso Vergo, che pareva teso.
Il biondo si sedette al suo posto, spaesato, e si massaggiò
la nuca. Si sentiva come se gli fosse passato sopra un trattore.
L'insegnante, non visto, tirò un sospiro di sollievo.
Quanto mancava alla fine dell'ora?
Cinque minuti, bene, finalmente. Si abbandonò sulla sedia e
iniziò a scorrere i compiti.
-Monkey.- disse -Come dicono i tuoi insegnanti, i tuoi compiti sono
eccellenti... nomi a parte. Eustass, ti annullo la domanda sul ciclo di
Krebs, che si scrive con la “e”, fra le altre cose.
Trafalgar, ho capito che hai un debole per Eustass, ma evita di
suggerire le risposte, finisci sempre per confonderlo. Non impari
proprio mai, eh?-
-Sarà il complesso del buon samaritano, esimio professore,
che ci vuol fare.- rispose quello, con aria indisponente.
-Io lo chiamerei istinto da crocerossina.- fece Apoo.
-A quanto pare non impari proprio mai, denti di ferro!-
-Vuoi che ti insegni qualcosa, bacia rospi?-
A quel punto, Law si alzò, col preciso intento di fare Apoo
a pezzi. E Vergo si alzò, per fare a pezzi entrambi, o
meglio ci provò.
-Ma cos-
A quel punto, i visi degli alunni s'illuminarono di una luce di gioia
perversa e un grido fiero si levò nell'aria.
-Te l'abbiamo fatta!- urlò Bartolomeo, lanciando verso
l'insegnante un rotolo di carta igienica, subito imitato dagli altri.
-Andrò ad Harvadyyyyy!!-
-Bacia rospi a chi?!-
-Calma, bacia rospi, faceva parte del piano di riserva.-
-Io.non.baciavo.rospi.- sillabò seccato Law.
-Ma voi chi siete?- domandò Cavendish lasciando gli altri di
sasso. -E io chi sono?!-
Penguin si riprese quasi subito e cogliendo l'occasione si
portò al suo fianco porgendogli un uovo.
-Noi siamo i ribelli di Panem e quello è il presidente Vergo
Snow. Tu sei Katniss il bellissimo, il cavallo bianco della
rivoluzione. Colpiscilo e poni fine alla tirannia!-
-Tutta Panem ti esalterà!- esclamò Shachi.
-Verrò... esaltato?- gli occhi di Cavendish brillarono
omicidi verso l'insegnante, che era rimasto come pietrificato.
Vergo si aspettava una ribellione, prima o poi, solo che non credeva
che quelli fossero così imbecilli da...
-Muori, tiranno!- urlò Cavendish, tirandogli l'uovo che gli
si ruppe in piena faccia.
Urla di giubilo esaltarono il gesto di Cavendish/Katniss, il cavallo
bianco della rivoluzione.
Con un sospiro rassegnato, il professor Vergo si ripulì di
tuorlo e albume. Si tolse i pantaloni e, per nulla imbarazzato, si
alzò, ergendosi contro i ribelli in tutta la sua statura e
virilità.
-Avete idea di quanto costino quei pantaloni?- domandò,
trasudando ira, mentre le venuzze gli si gonfiavano sulla fronte.
L'intera classe rimase pietrificata in silenzio.
-Meritate una bella lezione, marmocchi.-
-Merda, 'fanculo, Law!- sbottò qualcuno nel buio.
-'Sta zitto, denti di ferro.- borbottò lui in risposta.
-Questo perché non mi date mai retta.- disse cupamente
Hawkins.
-Rilassatevi, non possono lasciarci qui per sempre.- fece Shachi.
-Insomma, è contro i diritti umani!-
-Cos'era quel rumore?- domandò Penguin, sobbalzando.
-Credo che Cavendish si sia addormentato... - rispose Killer.
-Oh, merda!- esclamò Kidd, sottovoce. -Se si sveglia siamo
fottuti!-
-Non c'è un solvente?- domandò Killer.
Law alzò le spalle.
-Ovviamente c'è.- borbottò -Solo che se
l'è preso Vergo!-
-Io lo dicevo che sarebbe andata male.- bofonchiò Hawkins,
con le braccia conserte.
-Smettila di portare sfiga, tu!- gli risposero gli altri, seccati.
Oltre al danno la beffa.
Quando l'indomani la scuola si ripopolò, gli altri alunni
trovarono quelli della 1D incollati alle loro sedie, senza pantaloni.
Esposti come animali da macello. In un angolo c'era un cesto pieno di
uova marce e rotoli di carta igienica.
Sulla lavagna era stata appuntata una lista coi loro nomi.
NOME: Cavendish PUNTI: 6
NOME: Eustass Kidd PUNTI: 3
NOME: Penguin PUNTI: 5
NOME: Trafalgar Law PUNTI: 10
Eccetera eccetera.
I punti erano crediti accumulabili che sarebbero certamente tornati
utili per l'esame finale, perciò facevano molta gola.
Specie quei dieci punti.
“Mi vendicherò, per questo!”
pensò Law, infuriato, mentre uno stronzetto mingherlino gli
tirava un uovo marcio e puzzolente da morire proprio in faccia.
-Tu sarai il primo.- disse con tono feroce, mettendo in fuga l'ardito
studente.
-Oh, se mi vendicherò, Vergo. Non hai idea di chi ti sei
messo contro, maledetto, uhuhuh.- rise fra sé.
-Ecco, lo sapevo, lo abbiamo perso.- fece Kidd.
Qualcuno centrò il cavallo bianco della rivoluzione con un
uovo e un “pof” sospetto scatenò il
panico.
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Capitolo 4 *** Nel mezzo del cammin di nostra vita (L'Inferno di Vergilio) ***
f
Note: Questo
capitolo, come il precedente, è uno di quelli che ho adorato
scrivere e che ho curato parecchio, specialmente nella scelta dei ruoli.
Il primo
che mi chiede "Chi è Flegias?" gli faccio fare i tarocchi da
Basil u.u
Capitolo 4:
Nel
mezzo del cammin di nostra vita
(L'Inferno di
Vergilio)
-Dunque, considerato quanto amate recitare ruoli tragici... -
iniziò Vergo, guardando gli studenti che lo fissavano, col
capo chino, come condannati a morte.
L'insegnante aveva restituito loro i pantaloni e li aveva pure staccati
dalle sedie, ma non erano molto sicuri di cosa fosse peggio. Se fare da
bersagli umani con un Cavendish che dava di matto, oppure assecondare
quello stronzo e avere a che fare con quella scatola sulla cattedra.
Una banale scatola di cartone poteva essere più spaventosa?
Non solo non potevano muoversi, ma avevano dovuto trascorrere persino
tutta la mattina in quell'aula a sorbirsi Vergo e la puzza nauseante
delle uova. Arrivati al pomeriggio, ormai avevano i nervi a pezzi,
manco sei ore di fila con quella lagna di Borsalino erano
così pesanti! E specie dopo aver passato la giornata a
chiedersi che cavolo ci fosse in quella maledetta scatola e al contempo
rifiutarsi di pensarci.
Doveva essere qualcosa di terribile!
-Da oggi vi cimenterete in un classico della letteratura italiana: la
Divina Commedia di Dante Alighieri. Chissà che il suo
cammino spirituale non possa servire anche a voi per diventare nuovi
uomini di questo mondo.-
Bla bla bla, via con la solfa. I ragazzi persero interesse verso di
lui, ma il terrore per quella scatola rimase, perciò, fu
più forte di loro, quando l'uomo l'aprì
trattennero il respiro e si sporsero per vedere che diavolo contenesse.
-Oh... merda.- sputò Sanji, per poi coprirsi il capo.
Il gessetto non arrivò.
In compenso Vergo gli si avvicinò con un vestito bianco
tutto fronzoli.
-Visto che vi piace fare scena, ora reciterete, ma sarò io
ad assegnare le parti. Innanzitutto, i protagonisti dell'opera.-
Sanji vide il vestito. Era veramente grazioso.
“A Namiswan starebbe d'incanto. Oh Dio, quanto sarebbe
bella!” pensò perdendosi nelle sue fantasie. La
sua faccia arrossata e completamente persa (nonché
scimmiesca da pervertito d'hoc) non sfuggì però a
Vergo.
-Kuroashi, il bianco ti dona proprio.-
I sogni del biondo s'infransero. Rimase immobile per qualche secondo,
prima di recepire il messaggio.
-Cosa?! No! Non può farlo!- urlò strisciando la
sedia all'indietro, mentre il professore avanzava verso di lui.
-Non mi metterò quel maledetto coso! Meglio la morte!-
urlò, folle, dandosi alla fuga.
Girava voce che durante una recita alle medie avesse fatto la Bella
Addormentata, doveva essere stato troppo traumatico per lui.
Vergo lo afferrò per la collottola prima che potesse
buttarsi dalla finestra. Non per evitargli un'improbabile morte (erano
al primo piano), ma per il gusto di vederlo dibattersi e soccombere
inevitabilmente.
-Aiutatemi, stronzi!- urlò -Marimo! Marimo!-
Zoro lo fissò con occhi sbarrati.
-Marimo, ti scongiuro, fa qualcosa!-
“E' proprio disperato!” pensò Usop,
altrettanto shockato, coprendosi gli occhi.
-Noooooooo!!-
L'urlo del ragazzo si spense contemporaneamente alla sua forza
combattiva, mentre Vergo lo spogliava dei suoi abiti per rivestirlo di
tutto punto con quel delizioso, terrificante, abitino bianco. Con tanto
di alucce e aureola di plastica.
-Ecco qui Beatrice.-
-Ma...ri...moooo... -
La faccia del povero Sanji era ormai la versione più
inquietante dell'urlo di Munch.
-Lei sarà Vergilio, prof... esimio professore?-
Penguin si morse la lingua, troppo tardi, gli era proprio scappato.
Avrebbe dovuto imparare!
La genialata del cavallo bianco della rivoluzione non avrebbe dovuto
insegnargli che Vergilio non stava agli scherzi?
-Esimio professore... il costume mi prude...- si lamentò due
minuti dopo.
Gessata sul naso.
-Gli alberi non parlano e non si muovono.-
-La prego, mi faccia recitare, Dante lo so a memoria. Non posso stare
zitto e immobile al tempo stesso!-
Il bastone dell'insegnante sfrecciò a pochi centimetri dalla
sua pelle, inchiodando la chioma verde dell'abito alla lavagna.
-Un'altra parola e finisci nel tugurio, come esempio alla classe.- lo
ammonì.
Penguin deglutì, gli altri rimasero trattennero il fiato.
Finire nel tugurio? No grazie. Fare l'albero, tsk, che era mai?
-Vediamo... - riprese Vergo, compiaciuto di aver sortito l'effetto
sperato. -Chi di voi potrebbe fare Dante?- li squadrò tutti,
uno ad uno.
Rufy alzò la mano, prontamente.
“Io ho un'idea su chi potrebbe fare Dante.”
pensò Hawkins, nero. Perché diavolo loro dovevano
prestarsi a quella cretinata e quel cocco di Smoker di un nasuto
peldicarota doveva scamparsela?!
Uno starnuto.
-Raffreddore?- domandò Smoker, chiudendo i finestrini della
sua auto e porgendo al ragazzo un pacchetto di fazzoletti. Drake si
soffiò il naso e si appoggiò al sedile sbuffando.
-No.- protestò cupo. -E spegni quella sigaretta, mi da
fastidio.-
-Oggi hai la luna di traverso.- “notò”
l'insegnante -Ho sentito che Sakazuki si è accanito
particolarmente su di te oggi, cos'è successo?-
-Ordinaria amministrazione.- rispose secco, poi decise di sputare il
rospo. -E' troppo pignolo su tutto e io non sono un libro. E poi credo
di non stargli simpatico da quando ho cambiato corso.-
-Sakazuki è un tipo troppo quadrato.- ammise Smoker, ma non
aggiunse altro. Sparlare dei colleghi non rientrava nella sua politica
scolastica.
-Potrei parlarci.- propose -Ovviamente con discrezione.-
-NO!- esclamò Drake con gli occhi sbarrati -Non farlo!-
-Calma, calma, era solo un'idea.-
Drake si tenne la testa.
-Senti, non sarai stato troppo duro con gli altri? Addirittura Vergo
dovevi tirare di mezzo?-
Smoker continuò a guidare in silenzio e si fermò
al semaforo qualche metro più avanti.
-La disciplina è fondamentale, posso tollerare le stronzate
fino ad un certo punto.-
-Avresti dovuto punire anche me, allora.-
-Quindi è questo il problema?-
-Credo che Basil sappia qualcosa di noi e so perfettamente che non gli
sto simpatico. Se diffondesse la voce per ripicca che cosa
succederebbe?-
Smoker tirò col sigaro guardando il ragazzo dritto negli
occhi.
Drake sbuffò sonoramente.
-La verità è che... temo che gli altri pensino
che tu mi tratti diversamente... -
- ...perché stiamo insieme?-
Drake annuì, serio.
Non poteva sopportarlo, dopo il senso d'umiliazione per aver
abbandonato il corso speciale, convivere con una nuova vergogna era
ciò di cui meno aveva bisogno.
“Che schifo di situazione.”
-Va bene.- Smoker ripartì -Staremo più attenti.-
Ma a parte questo, l'insegnate rimase fermo nella sua posizione e Drake
non si sentì sollevato.
Sengoku non si era mai trovato d'accordo con il professor Sakazuki e la
sua idea di Istruzione Assoluta, perciò aveva sempre
dubitato della necessità del metodo di Vergo, da lui
raccomandato.
D'altro canto, neppure per il succitato era piacevole la presenza del
preside. Perciò quando Sengoku si
presentò nell'aula di detenzione per assicurarsi che tutto
andasse bene, non poté che fare buon viso a cattivo gioco e
comunicargli che gli alunni che stava correggendo l'avrebbero deliziato
con una rappresentazione alternativa della Divina Commedia era rimasto
sconcertato.
Conoscendo Vergo, avrebbe dovuto prepararsi a una montagna di richiami
e molte telefonate da parte dei genitori di quei demoni adolescenti. La
scena che però si trovò di fronte quando
entrò nell'aula di correzione fu oltremodo comica.
-Nel mezzo del cammin di nostra vita... - leggeva Zoro, tormentato. -Mi
ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era
smarrita.-
-E quando mai l'hai trovata.- bofonchiò una Beatrice ben
poco beata, appesa al soffitto per rendere il tutto più
realistico.
Certo, nella Commedia Virgilio non lanciava gessi a Beatrice, anzi, era
lei a mandarlo in soccorso di quel cretino di Dante che “la
diritta via” aveva “smarrita”.
Zoro era perfetto nella parte, c'era da dire questo, salvo che
tentò di far fuori le tre belve che Vergilio gli mosse
contro. Tre belve molto combattive.
-Che diavolo di animale sarebbe questo?!- protestò Kidd,
costretto in un succinto costume maculato.
-La lonza,- spiegò Vergo, indicandolo - è un
animale sempre in calore, rappresenta perciò il peccato
della lussuria. Prendete pure nota.-
A quel punto, fu d'obbligo per tutti concedersi una risatina ai danni
del poveretto.
E Vergo sorrise soddisfatto, il bastardo.
-Roronoa, devi fuggire dalle tre fiere, giù quella riga!-
-Cosa?!- non era minimamente concepibile che si desse alla fuga di
fronte a Eustass, Hakuba e Killer.
Non conciati a quel modo almeno!
-Povero me.... prigioniero di Panem e costretto a vestire i panni
dell'orrenda lupa per il divertimento di Snow... - sospirò
il cavallo bianco della rivoluzione -Circondato da attori veramente
pessimi, poi.-
-Ehi!!- sbottarono i compagni.
-Presidente Snow, sappia che io la ucciderò per questo. E se
ho tempo salverò Peeta.- disse, con lo sguardo carico di
odio.
-Chi è Peeta?- sussurrò Kidd, esasperato.
-Monkey, il ragazzo della porchetta, così smette di cercare
di ucciderlo.- rispose Killer.
-Gli animali non parlano!- sbottò Vergo colpendo i tre sulla
testa con il registro di classe. -E, per l'ennesima volta, tu
sei Hakuba Cavendish, hai capito?-
-Cavendish il ragazzo delle banane.- borbottò Beatrice, che
da quando era appesa alla volta del Paradiso era diventata
molto critica nei confronti di chiunque.
Gli altri lo guardarono straniti.
-Le banane Cavendish, razza di ignoranti! Durante economia domestica vi
grattate le palle?!- si agitò -E smettete di guardare sotto
il vestito!-
-Basta chiacchiere. Kuroashi, sta zitto finché non
sarà il tuo turno!-
-Ma non posso stare appeso qui per- l'occhiataccia di Vergo lo
zittì.
-Dunque, ora arriva Virgilio e, oh, buongiorno preside Sengoku.-
L'intera classe sussultò.
Il preside era lì?
Li stava vedendo conciati in quel modo?!
Sanji quasi svenne di vergogna.
-Buongiorno.- rispose stoicamente il preside avanzando. -Allora, come
si stanno comportando questi ragazzi?-
-Molto meglio, molto meglio.- rispose Vergo, con voce quasi paterna
-Pensavo che sarebbe educativo, nonché utile alla loro
riabilitazione, fare una rappresentazione teatrale durante il festival
culturale.-
Per poco non morirono tutti all'istante.
Scossero il capo all'unisono, cercando di convincere a gesti il preside
che non s'aveva da fare una cosa così terribile.
Insomma, quel Vergo li voleva proprio umiliare del tutto?!
“Appena posso ti farò passare
l'inferno.” pensò Law. A quel punto bisognava
correre veramente ai ripari, perché il festival sarebbe
stato esattamente due settimane da quel giorno. Due settimane di rime
dantesche e sputtanamenti e, infine, il grande sputtanamento finale.
Doveva ammettere che Vergo meritava il premio bastardaggine.
Oh, ma non sapeva con chi aveva a che fare.
-Molto bene, ragazzi, riprendiamo.- esclamò quello, battendo
le mani. -Ma... il mio copione?-
Nessuno ebbe il coraggio di dirgli che gli si era appiccicato in faccia.
-Eravamo arrivati a... giusto, l'arrivo di Virgilio. Riprendi, Roronoa.
Ma dove l'avrò messo?-
-Miserere di me!- gridò, Zoro, con veramente scarso spirito
interpretativo. -Qual che tu sii, od ombra od omo certo!-
-Omo certo un corno, omo tu semmai!- gli rispose Virgilio.
Sengoku rimase quasi impassibile. Quasi.
-Non sta parlando del tuo orientamento sessuale, Basil!- lo
ammonì di Vergo con le venuzze che gli pulsavano
sulla sua fronte e il bastone stretto in pugno.
E basta.
A quel punto, Law ebbe l'illuminazione.
“Giusto! Davanti al preside non può dar sfoga al
suo sadismo!”
Era rischioso, aveva bisogno di fare un test. Era come fare un
esperimento, solo che in quel caso erano loro le cavie. E lui non aveva
voglia di pigliarsi altre bastonate o gessate.
Basil Hawkins, seccato e praticamente atono, riprese a recitare. Che
pagliacciata. Lo sapeva che finiva in un disastro, ma nessuno gli
credeva. Imbecilli.
-Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno che tu mi
segui, e io sarò tua guida, e trarrotti di qui per
DA QUESTA PARTE!- sbottò richiamando Zoro che già
se n'era andato all'altro capo dell'aula. -L'inferno è da
questa parte!!-
“No, l'inferno è qui.” pensò
l'albero Penguin -Professore, ho prurito al naso... - si
lamentò esasperato.
Vergo lo fissò in tralice come se fosse stato uno
scarafaggio da schiacciare seduta stante.
Law deglutì. Penguin, l'amico caro di una vita,
inconsciamente si stava immolando per il bene comune.
Deglutì ancora, impensierito, ma al tempo stesso curioso. Si
chiedeva come avrebbe reagito Vergo. La tensione era alle stelle e la
presenza di Sengoku l'acuiva, perché il comportamento del
mostro in sua presenza era una vera incognita.
-Puoi grattarti.- concesse infine l'insegnante.
Law alzò la mano.
-Che vuoi, Trafalgar?-
-Dovrei andare al bagno, professore.-
Ecco, la sfida era stata lanciata.
Vergo gli fece un cenno d'assenso, ma nonostante questo, Law ebbe
l'impressione di averlo urtato e parecchio. Eh, ci teneva proprio ad
essere chiamato esimio, il pezzo di merda.
“Ora vedi che ti combino, esimio dei miei stivali.”
pensò marciando verso il bagno.
Fra l'altro, era tutta la mattina che se la teneva!
Sengoku non sapeva se ridere o se piangere. Dante si stava rivoltando
nella tomba.
Zoro Alighieri domandò al sommo iettator poeta
perché mai si fosse degnato di andare a soccorrerlo. E
quello, con tutto l'entusiasmo e l'empatia di cui era capace, gli
rispose che fu una bella donna a chiedergli di farlo.
-Lucevan li occhi suoi più che la stella;-
-Ma anche no!- protestò Sanji, ancora appeso al soffitto.
- e cominciommi a dir soave e piana,con angelica voce, in sua favella:-
-No! No! No!-
Vergo gli porse il copione.
-Forza, non far perdere tempo alla classe.-
Sanji si chiese che gli avesse fatto di male a quello.
-Credo di non sentirmi troppo bene... - protestò
flebilmente. -Soffro... di vertigini... sto svenendo... -
-Kuroashi, non te lo sto chiedendo.- gli fece notare l'aguzzino,
sollevando il bastone. Sengoku temette il peggio e anche il povero
ragazzo, timoroso di interpretare la parte della pignatta.
Afferrò di fretta il copione e iniziò a leggere
arrossendo.
-O anima cortese mantoana, di cui la fama ancor nel mondo dura,-
A quel punto Law tornò dal bagno.
-Trafalgar, alla buon ora.- lo riprese Vergo.
-Mi scusi, professore- rispose lui perfettamente calmo e si
sistemò vicino ad Usop per consultare il suo copione e, di
nascosto, mostrargli qualcosa, ovviamente quando gli insegnanti erano
troppo presi da Beatrice e dal suo dolce recitare.
-I’ son Beatrice che ti faccio andare; vegno del loco ove
tornar disio; amor... - deglutì sonoramente, Sanji. Il pomo
d'Adamo gli salì e scese lungo la gola a ritmo folle.
-... amor... amor... - guardò il professore, poi Sengoku,
poi Zoro. -...amor... a morir vattene!- sbottò tirandogli il
copione addosso.
-Kuroashi!!- lo riprese Vergo.
La presenza di Sengoku gli impediva di esercitare pienamente i propri
poteri e l'effetto si stava rivelando a quei mocciosi. Avrebbe potuto
bastonarli, ma poi Sengoku sarebbe intervenuto e vedendolo schierato
dalla sua parte, gli alunni ne avrebbero approfittato ancora di
più.
Aveva le mani legate.
-Per me si va ne la città dolente, per me si va ne
l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.-
recitò Hawkins. E nel farlo ci mise un po' di entusiasmo.
Sembrava recitando una condanna a morte e pareva goderci. -Lasciate
ogne speranza, voi ch’intrate.-
-Maestro, il senso lor m’è duro.-
replicò Zoro.
-Se sei deficiente non è colpa mia.-
-Basil!- lo sgridò Vergo.
-Reo non son, se d'intelletto difetti.- si corresse quello, monocorde,
per poi evitare di rispondere alla domanda del compagno di classe e
fingendo di precederlo all'inferno.
Andarono avanti per un po' nella recitazione. Zoro Alighieri e il sommo
iettatore giunsero al secondo cerchio, dove trovarono le anime dei
lussuriosi. In realtà i loro compagni che volteggiavano come
ballerine pirla fingendosi nel mezzo di una tempesta. E fra esse, per
volere di Vergo, vi erano due in particolare che attirarono la loro
attenzione.
Paolo Malatesta e Francesca da Polenta.
O come li sfotterono in seguito, Paolomeo Testa di Pollo e Rucesca di
Magnapolenta.
-Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:- esclamò
Rucesca, con sentimento (gli piaceva dare sempre il massimo),
mentre Paolomeo, volteggiando come un turbine accanto a lui, rideva
felice come una pasqua al pensiero di “basciar” la
bocca del suo senpai “tutto tremante”.
-Voi due siete un po' troppo felici per essere all'inferno.- li riprese
Vergo.
-Ci scusi!- esclamò Rufy, cambiando immediatamente
espressione e facendosi triste e depresso. A dire il vero, anche se
Vergo era temibile, per lui era solo l'ennesima prova verso Harvady e
l'avrebbe superata dando il massimo.
-Senpaiiii!- Bartolomeo s'avvicinò all'adorato modello di
vita e fu per afferrargli finalmente i polsi sottili, quando una riga
s'abbatté sul suo braccio.
-Augh!-
-Lascia stare Peeta, maledetto!-
-Dannato Gianciotto, non ti permetterò di toccare Francesca
senpai!-
-Katniss! Io sono Katniss il bellissimo!- replicò quello,
poi si volse verso i due insegnanti e
urlò agitando i pugni. -Capitol City,
non riuscirai a cancellarmi! Se io brucerò, voi brucerete
con me!-
-I giovani d'oggi... s'immedesimano troppo in modelli culturali
sbagliati. Mi scusi un attimo.- disse Vergo prendendo il bastone e
abbattendo il disturbatore con un colpo solo.
Quando ci voleva, ci voleva.
-Non si è fatto nulla, stia tranquillo.- disse per
tranquillizzare il preside.
Law tentennò, forse aveva sbagliato qualche calcolo.
“Capitol City ha vinto di nuovo...”
pensò l'albero Penguin. Ma si sbagliava.
Come si sbagliava Vergo nel pensare che bastasse un solo colpo per far
tornare la memoria a Cavendish.
Ripresosi e trovando nella scatola maledetta un tridente, il ragazzo
esclamò -Ma questo è di Finnick! Anche lui
è stato catturato, dunque?!-
Ma Law aveva ormai dato il segnale.
Accadde quando Shachi sui banchi dovette interpretare il nocchiero
Flegias, precipitato negli inferi dal dio del sole Apollo, che Usop
lanciò qualcosa ai piedi di Vergo. Ma quello non
se ne accorse.
Non subito.
Usando una lente, non visto grazie al contributo involontario degli
“attori” in scena, l'aspirante chirurgo diede fuoco
alla giacca di Vergo nel punto cieco dietro la sua schiena.
-Shachi, devi colpirli col remo, con fargli cara cara!-
ordinò il professore al nocchiero gentile. -E voi cercate di
metterci più entusiasmo, siete iracondi, non ballerine!-
Il manico di scopa di Shachi colpì in pieno Apoo.
-Ahi!-
-Scusa, mi spiace!-
-Non ti devi scusare, devi buttarlo fuori bordo!-
-Professore, posso farlo io Flegias?- si propose Penguin.
-Gli alberi non parlano.- replicò atono quello. Poi, d'un
tratto...
-Cos'è quest'odore?- domandò Vergo, rendendosi
conto che qualcosa non andava.
-Mah, sarà Flegias... - rispose il diavolo della classe.
Vergo inarcò il sopracciglio, poi capì e
tentò di levarsi la giacca in fiamme.
Troppo tardi.
Il fumo aveva già raggiunto l'impianto antincendio che si
attivò.
-Forza, tutti fuori.- esclamò Sengoku.-Farete lezione in-
Aprendo la porta, però, il preside trovò non solo
il corridoio, ma tutta la scuola nella stessa identica situazione di
quell'aula. Restava una sola cosa da fare.
-Dovremo sospendere le lezioni e rimandare gli alunni a casa.- disse
voltandosi verso il professore rimasto sotto il getto dell'impianto,
stoico e immobile.
Fu in quel momento che l'ira funesta di Vergo esplose.
Quel maledetto rospo di Trafalgar Law gli aveva incollato le scarpe al
pavimento!
Note:
Vergo se la prenderà? Anche troppo. E
userà un metodo veramente sporco in tutti i sensi. Il che mi
impensierisce un po' in realtà... beh, comunque, una
noticinainaina su questo capitolo è che... Zoro e Sanji
teoricamente sono solo rivali, meno di Apoo e Kidd, ma fra loro non
c'è nulla. Ma il fanservice è bello e Vergo l'ha
capito u.u
Forse Shachi con Flegias c'entra poco, ma... voi ce lo mettereste che
so, Ace in quel ruolo, col rischio di bruciare tutta la scuola? Meglio
uno tranquillo u.u
Penguin se l'è legata al dito, comunque.
Ed ecco a voi un momento rubato a Zorante
e Santrice xp (foto scattata dal cell, pardon)
Alla prossimaaaaaa!!
|
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Capitolo 5 *** Il tugurio del Grande Fratello (mamma che bello, mamma che bello) ***
t
Note:
... diamo il via alla triade del dubbio, l'ultima parte della storia.
Sinceramente, a momenti sono stata tentata di riscriverla, ma poi...
non saprei...
Se
la vostra scuola è del 1900 e passa e c'è una
stanza chiamata "tugurio", fate i bravi bambini xp
A
parte questo, adoro le distopie, non si era capito, no? Vergo si
è fatto una cultura in proposito, con tutti questi
schiamazzi Katnissiani.
La frase che Kidd riseva a Vergo l'ho sentita dire da una mia cara
conoscente. Cielo, ci ho riso per mezzora, dovevo usarla!!
Oh,
beh, insomma, buona lettura. :D
Capitolo 5:
Il
tugurio del Grande Fratello
(mamma
che bello, mamma che bello)
L'unica
cosa che quel giorno era andata per il verso giusto era che Cavendish
non si credeva più Katniss, anche se i
suoi attacchi alla pazienza di Vergo tornavano utili, visto che tutta
la classe, in quegli attimi di scompiglio, aveva tempo di pensare a
qualche strategia contro il Male Assoluto.
Tutto
aveva preso una piega persino peggiore di prima.
Una
piega distopica, si può dire.
Forse
ispirato da Katniss il Bellissimo, Vergo aveva deciso di dar loro un
assaggio del papà del Grande Fratello. Una passata di 1984
in chiave scolastica. Un Battle Royale mentale. Beh, in effetti era
più come Il Gioco del Re. Nessuno si gettò dalla
finestra, ma la tentazione fu alta quando Vergo pronunciò la
malefica frase: -Votate.-
Ma
in un aula di punizione non si doveva stare scazzati a far nulla in
attesa che passassero le ore?
Il
professore, quella mattina, era passato fra i banchi, distribuendo loro
dei foglietti.
-Ecco,
scrivete qui il nome di uno di voi, poi infilatelo nell'urna sulla
cattedra.-
I
ragazzi si guardarono fra loro, indecisi. In genere erano tutti troppo
egoisti per gesti d'altruismo, ma in quel caso si trattava di
combattere per una causa comune.
Dovevano
votare, pena punti di credito scolastico e abbassamenti di voti vari.
La pena per lo sfigato di turno era mezzora nel famigerato tugurio
della scuola.
Una
stanzetta misteriosa che tutti conoscevano, ma nessuno aveva mai visto,
in pratica uno dei misteri della Kamome. Forse avevano tirato troppo la
corda...
Ecco,
ora Law sapeva com'era.
Stremato,
appoggiò la testa sulle ginocchia.
Quando
Vergo ne aveva parlato, si era aspettato una camera spoglia e
inospitale, magari con gente pronta a farti il lavaggio del cervello in
stile Arancia Meccanica e simili.
Non
quello.
Non
una vecchia latrina maleodorante!
In
quello spazietto stretto stretto e taaaanto confortevole,
provò a convincersi che non era stata una buona idea quello
scherzo della colla a presa rapida sotto l'impianto antincendio, ma
l'espressione di sorpresa letta sul volto di Vergo valeva mille
punizioni.
Quanto
ci aveva goduto!
Ridacchiò
fra sé.
Avevano
cambiato aula perché grazie a lui quella prigione era
inagibile. L'intera scolaresca però era a zonzo. Solo loro
erano stati costretti, per ovvi motivi, a continuare a frequentare, in
una delle pochissime e vecchie aule scampate al diluvio universale.
Tutto
il giorno con Vergo.
-Che
palle.- aveva pensato.
-Che
palle.- disse in quel momento.
Come
potevano essere stati così cretini da votare lui? Ok, forse
un voto o due se lo poteva pigliare, ma non di più,
dopotutto si stava spaccando la testa per cercare di liberare tutti
della presenza di Vergo, un minimo riconoscimento glielo dovevano, no?
Certo,
fino a quel momento i suoi piani gli si erano rivoltati tutti contro.
Vergo
aveva trovato un buon modo per farli stare buoni. Era lampante, voleva
metterli uno contro l'altro e c'era riuscito.
Durante
il primo spoglio delle schede c'era stato un attimo di delirio generale.
C'erano
molte schede bianche e Vergo pareva solo rassegnato al dover spiegare
nuovamente loro che DOVEVANO assolutamente votare, che non
era un opzione, che non c'era democrazia, anzi, che erano in dittatura
piena.
-"Stronzo"?-
domandò l'insegnante aprendo un
biglietto. -Immagino crediate che l'anonimato vi dia la
possibilità di esprimervi liberamente, eh, Scratchmen?-
-Eh?
Che c'entro io?- saltò su quello, fingendo di cadere dalle
nuvole.
Vergo
a quel punto rise sommessamente, con fare quasi maniacale. I suoi
occhiali da sole brillarono malignamente, mentre congiungeva le dita
per comporre il mistico triangolo incamerante la quintessenza stessa
del potere.
-Ho
segnato tutti i biglietti, nel caso avreste cambiato la vostra
scrittura. Alcuni di voi neppure ci hanno provato e ora vedremo cosa
avete scritto di bello su di me.-
Registro
in mano, il Perfido Lui iniziò a segnarsi i vari insulti sul
registro insieme a vari meno qua e là.
Ma aveva il potere di farlo?!
Alla
fine dello spoglio, il resoconto fu:
L'alunno
Eustass K. Minaccia il professore scrivendo di volergli ficcare due
dita in c**o e farlo girare. L'alunno Roronoa Z. s'addormenta in
classe. Basil H. maledice l'insegnate augurandogli sciagura e morte
atroce, Scratchmen da dello stronzo all'insegnate, mentre Kuroashi S.
gli da della “merdosa faccia appiccicosa”.
Trafalgar
L. afferma che l'insegnante sfoga il suo complesso di
inferiorità usando il bastone.
Hakuba
C. gli suggerisce invece di rivolgersi a uno psichiatra per curare il
proprio ego.
L'insegnante
prende provvedimenti.
-Ora
che vi siete sfogati,- iniziò Vergo -votate seriamente o
metterò 1 in condotta a tutti voi.-
Nessuno
osò ribattere. Anche perché, forse era davvero un
complesso d'inferiorità, l'uomo aveva già
impugnato il suo bastone e lo batteva sul palmo della mano studiando i
loro volti come un animale feroce. Alla fine, minacciati dalla
prospettiva di essere battuti di nuovo come panni stesi (oltre che di
essere rimandati con disonore), tutti votarono, lanciandosi occhiate di
scuse.
-Bene,
così si ragiona.- fece Vergo, aprendo i vari biglietti.
-Vediamo che abbiamo qui... due nemici storici. Eustass nomina
Scratchmen e viceversa. Kuroashi nomina Trafalgar.-
Il
biondo trasalì beccandosi l'occhiataccia del moro e gli fece
cenno di no con la testa.
-Rorona
nomina Basil, una conseguenza del vostro viaggio infernale? Oh, una
sfilza di nomine per Trafalgar da parte di Sogeking, Hakuba, Hitokui...
Monkey, è stato davvero lodevole da parte tua votare per te
stesso, ma non posso accettare il voto, mi vedi costretto a metterti un
voto pessimo in condotta.-
Il
ragazzo s'incupì.
-Questo
è abuso di potere.- disse a denti stretti -Io voglio andare
ad Harvady, ma votare contro i miei amici, no, questo mai!-
-Lodevole
da parte tua, ripeto. Allora, su, dammi un nome, tutti l'hanno fatto.
Sai chi ha votato Trafalgar?-
Bartolomeo
trasalì e si voltò di scatto verso il moro.
-Bastardo,
non puoi averlo fatto!-
Law
sbatté le palpebre, irritato.
-Sta'
zitto, pezzo di cretino, mi credi così stronzo?-
Molti
avrebbero detto di sì, ma in quel momento erano totalmente
d'accordo con lui.
-In
ogni caso non m'interessa.- fece Rufy -Se proprio devo votare qualcuno,
voto me stesso, anzi, se vuole punisca me.-
Tutti
lo fissarono con tanto d'occhi e Bartolomeo ebbe quasi un orgasmo.
-Non
sarebbe tuttavia corretto, visto che è stato il nostro caro
Trafalgar a ricevere più voti.-
“Non
me l'aspettavo proprio.” pensò lui sarcastico
alzando le spalle.
-Ehi,
aspetti, io non ho votato Trafalgar Law!- si alzò Sanji,
prima di essere freddato con una gessata sulla bocca.
-Bastardo.-
commentò Zoro a denti stretti, vedendo il rivale di sempre
sanguinare col labbro spaccato.
-Vedete
di non scaldarvi troppo, Roronoa, tanto toccherà a tutti
voi. Trafalgar, seguimi.-
Ed
eccolo lì, in quel cesso di merda.
Non
poteva crederci, anzi, Vergo non poteva avere ragione. Cielo, loro non
erano un esempio di unità, ma cazzo! Così era
troppo!
C'era qualcosa che puzzava in quel sorteggio. E non era quella latrina
schifosa.
Chi
aveva preso più voti? Ma lui! L'alunno più amato
dall'insegnante preferito dalla scolaresca!
Avrebbe
fatto inchini a destra e a manca se non fosse stato troppo impegnato a
tapparsi il naso.
Gli
sembrava d'impazzire per il fetore.
Ma
il peggio doveva ancora venire.
-Cos'è
questo rumore?- si chiese il ragazzo, guardando il buco della latrina
anteguerra con inquietudine. Da lì, rapidi come schegge,
schizzarono fuori numerosi scarafaggi.
Law
si appiattì contro la parete lurida, per lo schifo. Si
staccò subito, cavolo, ci mancava solo che gli rimanesse
qualche scritta oscena sulla camicia. Qualcosa tipo “Sempre
disponibile, la vostra zoccoletta di quartiere” con tanto di
numero di telefono.
Sbuffò,
non erano abbastanza per piegare lui.
Che
Vergo si godesse lo spettacolo dalle telecamere che aveva piazzato per
far vedere alla classe cosa l'attendeva. Law iniziò a
schiacciare gli schifosi animaletti con una calma invidiabile e si
rimise a sedere, dopo un sorriso agli spettatori. Poi
però la situazione iniziò a degenerare.
Prima
i ragni, passabili.
Scorpioni,
ok.
Persino
un serpente, addomesticato, suppose.
Nulla
lo spaventò.
Le
rane lo irritarono, sapeva troppo di presa per il culo, ma
ostentò la solita faccia di bronzo e se ne rimase circondato
dai simpatici animaletti gracidanti e dal resto degli insetti
spiaccicati a terra. Il serpente, beh, quello aveva avuto paura di lui.
Chi non aveva paura della sua faccia da serial killer? Sorrise, alla
fine si stava rivelando troppo facile stare lì dentro.
Puzza
a parte.
Ciò
che non si aspettava fu che dalla latrina sbucasse una baguette.
-Che
diavolo...?- rimase basito, con gli occhi sbarrati e la mascella a
terra. “Ok,
che posto assurdo è questo?!”
La
tortura era personalizzata?!
C'era
qualcuno nascosto nel cesso che tirava su le cose?
Perché
quella baguette lo puntava?!
-Oh,
cazzo, no!- esclamò, mentre il panino schizzava verso la sua
testa come un missile.
-Maledetto bastardo!- urlò verso la telecamera.
Vergo
sogghignò seduto alla cattedra.
-Vedete,
mi sono occupato di persona dell'impianto rieducativo dell'istituto.
L'alta tecnologia di Vegapunk fa miracoli. Solo il meglio per i nostri
alunni, nel bene e nel male.-
Intanto
Law urlava e malediceva, perché non una, ma più
baguette sembravano voler dare l'assalto alla sua bocca e
già gli facevano schifo normalmente, figurarsi uscite da una
latrina.
-Direi
che è quasi ora dei fuochi d'artificio.- disse il professore.
Il
buco eruttò qualcosa e Law si riparò il viso con
le braccia.
-Ma...
è succo di prugne amare.- disse, soffocando un conato di
vomito.
Poi
perse il controllo.
-Apri
questa cazzo di porta, stronzo!- urlò prendendo a calci
l'unica uscita della stanzetta.
-Aprila
ti ho detto!-
Vergo
sogghignò ancora più malvagiamente e a quel punto
tirò fuori un telecomando.
-I
veri uomini di domani, non dovrebbero perdere il controllo
così.- disse, poi premette un bottone.
A
quel punto la latrina eruttò di nuovo.
E
non succo di prugne.
A
quanto pare, la Kamome riciclava TUTTI i materiali riciclabili.
Quando
uscì dalla latrina, cioè dal tugurio, Law venne
esposto ai compagni di classe come monito.
Il fatto che tutti storsero il naso e quasi vomitarono di fronte a lui
non gli fece né caldo, né freddo. Era
ferito nell'orgoglio per ben altro.
“Me
la pagherai MOLTO, MOLTO CARA PER QUESTO!”
pensò guardando Vergo di sottecchi. Come avrebbe voluto
avere lo sguardo davvero assassino, maledizione!
-Allora,
Trafalgar, nomina chi entrerà nel tugurio al tuo posto,
forza. Non vorrai passarci un'altra mezzora?-
Storse
le labbra e schioccò la lingua.
“Un'altra
mezzora là dentro? Non se ne parla!”
pensò.
Doveva
nominare qualcuno, ma chi?
Penguin,
no.
Kidd...
no, se no quello non gliene dava!
Killer,
no, vedi sopra.
Rufy...
come volerne a Rufy?!
Diede
una rapida scorsa alla classe, poi strinse i pugni.
“Se
parlo, Vergo avrà vinto.” pensò.
Gli
altri lo fissarono con occhi sbarrati, chiedendosi chi sarebbe stato lo
sfortunato di turno e pregando per non esserlo.
Lo
sguardo di Law esitò su Rufy, in fondo si era offerto
volontario, forse avrebbe capito, o forse... fece per aprire la bocca
per pronunciare il verdetto, quando
-Mi
offro volontario!!- esclamò Bartolomeo, battendo le mani sul
banco.
-Sta
seduto, testa di pollo, non si accettano volontari.-
-No!-
urlò quello -Brutto stronzo coi resti del pranzo sulla
faccia, ti piace tanto comandare perché in realtà
hai complessi d'inferiorità?! Ce l'hai piccolo, eh?-
Una
vena pulsò sulla fronte dell'insegnante.
-Va'.Nel.Tugurio.Stronzetto.-
ringhiò l'insegnante a denti stretti, non dopo avergli
tirato una bastonata alle gambe, mancando, per puro calcolo, la zona
inguinale.
Bartolomeo,
Law lo notò, aveva sudato freddo per tutto il tempo e
tuttavia, per Rufy non aveva battuto ciglio neppure nella sofferenza.
Prima di uscire, il ragazzo coi capelli verdi gli passò
accanto e gli sussurrò: -Stronzo,
lo so che l'hai fatto apposta.-
Il
moro ingoiò l'insulto.
Già,
era stato davvero uno stronzo e l'aveva pure data vinta a Vergo.
-Allontanati!-
esclamò Kidd, quel pomeriggio.
-Guarda
che tu non profumi di rose!- esclamò piccato lui. -Sono
senza passaggio, fammi salire!-
-Vai
con Vergo, non va' a trovare tuo fratello?!-
Law
lo guardò costernato.
-Ma
vaffanculo, Eustassya!- esclamò tirandogli una sassata.
Kidd
puzzava come una fogna a cielo aperto. Lui puzzava esattamente allo
stesso modo e non potevano stare che minimo a cinque metri di distanza.
Penguin
e Killer, invece, erano proprio moglie e marito, sempre insieme, in
salute e malattia, nella fogna e nel buon odore.
Poco
ci mancava che si ficcassero insieme nel tugurio. Non fu bello quando
ci entrò Hawkins.
Ora,
di film horror ne avevano visti a palate, sia lui che Kidd, ma quel
giorno Hawkins gli fece venire la pelle d'oca.
Era
un tipo preciso, pulito e con il senso dell'umorismo di un topo morto.
Quando
la porta si era chiusa alle sue spalle, Basil Hawkins iniziò
a lanciare maledizioni in diretta.
-Mi
faccia uscire!- esclamò prima di tutto -E' uno scherzo di
pessimo gusto! Dannazione, mi faccia uscire. Mi faccia uscire maledetto
figlio di- censura dovuta -Spero che le spacchino la testa in due come
un melone e che muoia di una morte atroce, maledetto- altra censura
dovuta.
E
dopo gli insulti da scaricatore di porto e l'infilzamento di una
bambola voodoo con una miriade di spilli, il biondo iniziò
ad ondeggiare, confuso, a toccarsi i capelli e a mormorare.
Alzò
diverse volte la testa verso la telecamera, mostrava un ghigno maligno
e tornava ad imprecare e battere i pugni sulla parete. Ad un certo
punto udirono tutti un familiare gorgoglio.
Quando
Hawkins tornò in classe, sembrava il cugino Itt della
famiglia Addams.
-Il
prossimo.-
-Ci
vada lei.- rispose a denti stretti il biondo.
-Credo
che un'altra mezzora non ti farà male, Basil.-
-Vaffanculo.-
sbottò quello scuotendogli addosso il letame.
A
quel punto l'intera classe si riscosse, dando inizio a una nuova
ribellione.
-Come
ha fatto a finire così?- esclamò Shachi,
schiacciato contro la parete. -Come ha fatto a batterci tutti?!-
-Zitto,
non sprecare aria, che qui già ce n'è poca.-
sbottò Sanji -E tu spostati, Marimo!-
-Kirachan,
leva quel ginocchio.-
-Come
fa a essere il mio?!- protestò quello, dall'altro capo del
mucchio.
-Allora di chi...- il moro tastò la gamba sino a risalire al
proprietario.
-Cosa?
Che schifo!- urlò quando arrivò al naso storto di
quello.
-Cazzo,
non fare lo schizzinoso, pensi mi piaccia starti addosso, pinguino?- lo
spinse Kidd.
-State
zitti!- urlò Law. Un gorgoglio familiare fece stringere i
ragazzi gli uni con gli altri. E che importava essere nemici quando la
minaccia era tanto grave?
-Oh,
no, di nuovo!- urlò Usop.
-Io
vi odio.- fece Basil, impassibile.
-Senpai,
ti proteggerò io!-
Vergo
sorseggiò il suo tè con in sottofondo le urla dei
suoi amati allievi annegate in una torbida e fetida marea.
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Capitolo 6 *** Tanto sei sempre il cocco di Smoker (E' la tua risposta definitiva?) ***
Capitolo 6:
Tanto sei sempre il cocco di Smoker
(E' la tua risposta definitiva?)
Basta, era troppo!
La professoressa
di storia, Boa Hancock, l'imperatrice professoressa, sua altezza reale
delle bocciature, era veramente infuriata.
Entrò
in sala professori con gli occhi azzurri che lanciavano saette e se
qualcuno solo osava rivolgerle la parola non si limitava a prenderlo a
calci, ma era capace di staccargli la testa dal collo.
-Vergo!-
sbottò, infuriata.
L'interpellato
sorseggiò la sua bibita e diede un morso al suo panino,
scoprendo che l'hamburger che ci stava dentro era
“misteriosamente” scomparso.
-Professoressa.-
-E' vero quello
che è successo?-
-Dipende da quel
che è successo.-
-Non fare i
giochini con me, maledetto! Rufy! Il mio Rufy era in condizioni
pietose, come me lo spieghi?!-
-Sa che
è disdicevole, professoressa, intrattenere rapporti
interpersonali con gli alunni?-
Ma Hancock,
fortunatamente per lui, non lo ascoltava. Sbraitava. Diceva che non era
concepibile che si usasse una punizione del genere su un alunno che
meritava tanto.
-Anche gli altri
brillano nelle loro discipline, ma specialmente in maleducazione e, a
quanto pare, Monkey D. Rufy ha anche lui un certo caratterino.-
-Questo non
c'entra, maledetto, l'hai rinchiuso per ore in quella stanza fetida
insieme a un branco di scalmanati che attentano alla sua istruzione
scolastica!-
Vergo fece per
ribattere che non era quello il punto, ma Hancock riprese a sommergerlo
di parole, perché non era concepibile che lei mancasse un
giorno da scuola e che succedessero certe cose.
Mentre la donna
si sfogava senza che lui potesse far nulla per metterla a tacere,
entrarono in aula professori sia Smoker che Drake e Koby.
-Buongiorno.-
fece il ragazzo salutando gli insegnanti con un cenno del capo.
Smoker li fece
accomodare davanti a lui.
-Dunque, se vuoi
iniziare a parlarmi delle regole del basket, Diez... -
-Sì...
- il ragazzo lanciò un'occhiata verso i due insegnanti che
si erano ammutoliti per qualche secondo, per poi riprendere a scannarsi.
-Insomma, questa
è una scuola, non un pollaio!!- urlò Smoker
sbattendo la mano sul tavolo.
-Che vuoi,
maledetto porco, è colpa tua se Rufy si trova in questa
situazione!!- ribatté Hancock, infuriata. Drake
osservò ed ascoltò molto bene la discussione che
si creò.
-Monkey
è un casinista cronico come tutti gli altri, punto uno.
Punto due, sia lui che i suoi compagni non hanno fatto che ignorare i
miei avvisi, ora ne pagheranno le conseguenze.-
-Ma hai idea di
dove lo ha messo questo maledetto?-
-Tsk.-
E Tashigi gli
diceva di smettere di fumare...
Come faceva, col
lavoro stressante che svolgeva?! Manco un manicomio era messo peggio.
-Volete la mia
opinione? Non sono d'accordo con te Hancock e non sono d'accordo con
Vergo.-
-Se non eri
d'accordo coi miei metodi, non avresti dovuto farmi richiesta
d'intervento, Smoker.- replicò quello, tranquillo.
-Sì,
sì, lo so. Pensavo che una bella ripassata dei vecchi metodi
funzionasse, ma addirittura la vecchia latrina... -
-Oh, è
stato molto istruttivo, sai? Dopo erano tutti così
tranquilli.-
-Rufy era mezzo
morto asfissiato!!- accusò Hancock.
-Insomma, non
stiamo parlando solo di Monkey.- Smoker iniziava ad accusare una forte
emicrania. -Per favore, ragazzi, tornate in classe, vi
richiamerò dopo.- disse, rivolto ai due alunni.
-Uhm, ok...- fece
esitante Drake.
Raccolse le sue
cose e, non visto, infilò un biglietto nella borsa di
Hancock.
Quel pomeriggio
Vergo era seriamente irritato. La soddisfazione del giorno prima aveva
lasciato posto all'amaro in bocca per essere stato sgridato dalla
collega come un bambino dell'asilo. Aveva una gran voglia di rifarsi su
quei pezzenti che l'aspettavano in aula, ma ovviamente qualsiasi
reclamo non sarebbe più sfuggito alle orecchie dei colleghi,
indi per cui, doveva andarci leggero.
Quando
entrò nell'aula, li vide scattare e correre ognuno al suo
posto, con aria spaurita.
Eccellente.
Di solito la
maggioranza degli alunni crollava dopo il primo giorno, ma questi erano
più coriacei del previsto, specie Trafalgar Law.
-Buongiorno.-
Rufy
scattò in piedi e diede inizio al rito del saluto.
-In piedi!
Saluto! Buongiorno, professore.-
-Seduti, seduti.-
disse, liquidandoli, poi, appurato che non ci fosse colla nei paraggi,
si sedette dietro la cattedra e aprì il registro, per dare
il via al supplizio giornaliero.
-Bene, bene,
bene. Potete sedervi, ora. Spero che abbiate studiato filosofia per
oggi.-
Tutti annuirono,
pallidi.
-Bene, allora
passeremo alle interrogazioni.-
Rabbrividirono.
Avevano sentito
parlare delle interrogazioni "shampoo" di Vergo. Roba che ti frullava
il cervello alla velocità della luce. Interrogazioni
centrifuga dovevano chiamarle.
O “Chi
vuol essere rimandato?”.
-Vediamo... che
giorno è oggi? 23? Perciò iniziamo col due, il
tre, il ventitré, tre più due fa cinque,
perciò anche il cinque, sì. E il sei.-
I numeri
corrispondenti si abbatterono sui banchi, sconsolati.
-Allora, Hitokui,
cos'è l'iperuranio?-
-...-
-Hai trenta
secondi per rispondere.-
-Aspetti, sto
mettendo insieme le idee... l'iperuranio... ecco... oh,
sì... è...-
-Due. Basil.-
-Ma, ma...-
-Zitto, il
prossimo.-
Bartolomeo
incassò in silenzio, maledicendo l'insegnante fra
sé.
-Basil, parlami
dell'antropomorfismo religioso.-
-Si tratta
dell'attribuire caratteristiche umane alle divinità.-
rispose quello, subito -Caratteristiche comuni al credente, sia fisiche
che morali.-
-Cerca di essere
più preciso. Chi ne parla?-
-Senofane. Di lui
non si hanno molte notizie.- Hawkins fece un interrogazione
impeccabile, sennonché Vergo decise di dargli una bella
stangata.
-Molto bene,
Basil. E dimmi, puoi recitarmi una delle sue elegie?-
Il ragazzo rimase
muto.
-Male, male...
avrei potuto darti un otto, ma mi vedo costretto a scendere a sei.-
-Spero che
uscendo da scuola t'investa un tir.-
-Hai detto
qualcosa, Basil?-
-Studierò
di più, esimio professore.- rispose quello alla minaccia del
gesso, mantenendo però la solita faccia inespressiva.
Hancock non era
solita fermarsi a parlare con gli alunni, eccetto quando il preside le
faceva la testa come un pallone o quando si trattava di Rufy, ma quel
pomeriggio fece un eccezione, recandosi in una caffetteria dove ad
attenderla trovò Diez Drake.
-Buonasera,
professoressa.-
-Ti rendi conto
di quello che mi stai chiedendo, Diez?- esclamò irritata.
-Professoressa,
se vuole aiutare Rufy, deve aiutare me.- disse lui serio.
La donna si
sedette di fronte a lui.
-Come vuoi
aiutarlo?- gli domandò.
-Ecco, vorrei che
lei ci coprisse le spalle in caso di rappresaglie, so che molti
professori hanno una grande considerazione di lei.-
-Sì,
lo so, sono uno schianto.- commentò lei, vanitosamente,
scorrendo le dita fra i capelli.
-E molto
carismatica.- aggiunse lui -Ecco, professoressa, inoltre vorrei alcune
chiavi.-
-Allora, Eustass?
Com'era il mondo delle idee?-
-Ehm... beh...
era... ideale?-
-Forse
è meglio se ti fai suggerire dal nostro mimo mancato.
Trafalgar, allora?-
Law non rispose,
ribattere sarebbe stato controproducente. E non voleva avere altri
incubi a tema prugne e baguette.
-Male, male,
male.- commentò Vergo e riprese la sua tortura per
interminabili minuti. Una domanda e via il cronometro.
-E' la tua
risposta definitiva, Roronoa?-
-Ehm... no, forse
era Platone.-
-Peccato, era
corretta prima. Molto male. Kuroashi, perché non mi parli di
Protagora?-
Il biondo tacque.
-Kuroashi?-
-Io... non ho
studiato.- rispose.
Vergo
scattò in piedi e afferrò il bastone.
-Eppure mi
è parso di essere stato molto chiaro.-
Il ragazzo
rabbrividì.
-Ecco... ieri ho
dovuto aiutare mio nonno al ristorante, non ho avuto tempo. Ho la
giustificazione.- disse e fece per prenderla, quando Vergo lo
fermò frapponendo fra lui e la cartella il suo bastone.
-Non voglio
scuse. Non avete scelta qui. Nessuna giustificazione vale, questa
è una punizione, vi ricordo.-
-Ma, non ho
davvero potuto, lo chieda al vecchio se vuole. Lo chiami, glielo
confermerà!-
Vergo lo
fulminò con lo sguardo.
-Dammi la
giustificazione.-
Il ragazzo
obbedì.
Vergo la
esaminò, sembrava regolare.
-Ok, dammi il
numero di tuo nonno.-
Sanji
obbedì, dopotutto era la verità. Aveva passato
tutta la sera a servire ai tavoli e cucinare. Poi il vecchio Zeff aveva
lamentato dolori lancinanti alla gamba amputata e aveva trascorso altre
ore a prendersi cura di lui. Morale della favola, alle tre del mattino
la sua voglia di studiare era sotto zero.
Alla fine, Vergo
non aveva possibilità di prenderlo a bastonate. Si
limitò a sovraccaricarlo di compiti in più per i
due giorni successivi. Come se aiutare i propri famigliari fosse un
peccato mortale.
Dopo di Sanji, il
Perfido Lui decise di estrarre a sorte nuove vittime.
-Hakuba.-
esordì, prima che qualcuno bussasse alla porta dell'aula.
-Avanti.-
Con gran sorpresa
di tutti, Drake varcò la soglia.
-Buonasera,
professor Vergo.- disse -Mi ha mandato il professor Hannyabal.-
-Che ci fai a
scuola di sera, Diez?-
-Corso speciale
di paleontologia, signore.- asserì.
Vergo
corrucciò le sopracciglia.
-Voi state buoni
qui finché non tornerò. Anzi, mentre
sarò via, voglio che scriviate per trecento volte:
“Ho imparato la lezione, non mi ribellerò mai
più al professore”. Quando tornerò,
voglio vederlo scritto almeno cento volte.-
I ragazzi presero
carta e penna, poi, dopo che Vergo uscì dall'aula, Usop, che
stava al primo banco, vide che Drake aveva lasciato loro qualcosa.
Si guardarono
tutti con occhi sbarrati e si obbligarono a stare zitti
finché lo stronzo era vicino, poi Shachi esclamò,
al colmo della commozione: -E' la chiave del laboratorio di Vegapunk,
vero?-
-E bravo
Drakeya.- commentò Law.
-Tsk.- fece
Hawkins -Stupido cocco di Smoker... -
-Sapete cosa
significa, ragazzi?- domandò l'aspirante chirurgo -Questa
è la nostra unica possibilità. Procediamo.-
-Per la
libertà!- esclamò Penguin, sottovoce.
-Libertà!!-
urlarono tutti, sottovoce, di rimando.
Durante il
pomeriggio, a vegliare sulla scuola era Hannyabal. Lui si presentava
nell'edificio dalla mattina presto e se ne andava la sera tardi, per
lui l'istruzione era cosa sacra e costruire il futuro di quei giovani
rampolli era quanto di più importante al mondo,
perciò occuparsi di sostituire il preside Sengoku di
pomeriggio non era affatto un peso. Anzi.
Poi c'era anche
il suo lato arrivista a dargli una marcia in più, non a caso
era stato più volte ammonito dal dirigente per aver
“accidentalmente” scambiato la targhetta di Sengoku
con la sua.
Ignorando
comunque ogni avvertimento, continuava a sostituirle, gli piaceva
proprio il ruolo di preside. Se ne stava spaparanzato coi piedi sulla
scrivania quando ad un tratto il suo intestino iniziò a
reclamare una seduta urgente.
-Non
starò diventando diarroico come l'ex vicepreside?!- si
domandò preoccupato saltando giù dalla sedia per
correre al bagno degli insegnanti.
Per pura
coincidenza, quel giorno Hancock gli aveva preparato un'ottima tisana,
ma non si sarebbe mai sognato di accusare una donna così
bella, dolce e angelica.
Che l'insegnante
di storia si rigirasse gli uomini come voleva era cosa nota, ma era
così bella che potevi perdonarle tutto.
E nonostante lui
avesse chiuso l'ufficio a chiave, la donna, nascosta nell'ombra dietro
alcune colonne, corse a riaprirlo, affinché il Perfido Lui
potesse finalmente pagare.
Drake lo
scortò fino alla porta, bussò e l'aprì
senza aspettare risposta.
-Professor
Hannyabal, ho chiamato il professor Vergo.- annunciò.
L'insegnante
entrò senza sospettare nulla, finché non vide la
scrivania vuota. Si voltò allora di scatto verso il ragazzo.
-Che razza di
scherzo è questo?!- domandò.
Troppo tardi,
perché Drake chiuse la presidenza a chiave.
“Probabilmente
verrò sospeso per un po' per questo.”
pensò andandosene. Beh, non gli importavano troppo le
conseguenze.
Forse, Smoker gli
avrebbe fatto un cazziattone, ma lui sapeva farsi perdonare. Su questo
Basil Hawkins aveva ragione, lui era il suo cocco, dopotutto.
-Presto, presto!-
esclamò Shachi, prendendo tutto quello che serviva,
accompagnato da Killer e Penguin.
-Non ci credo, lo
stiamo per fare!- esclamò Sanji col sorriso a trentadue
denti e un braccio intorno alle spalle tremanti di Usop e
l'altro intorno a quelle di Rufy.
-Vendetta,
tremenda vendetta.- canticchiò Law iniziando a miscelare
sostanze varie.
-Oi, allegro
chirurgo, che stai facendo?- domandò Kidd.
-Quello che
faccio tutte le sere, Kiddolo, cerco di conquistare il mondo! Anche se
è probabile che dopo questa mi escludano dagli albi senza
manco esserci iscritto.- rispose quello, esaltato. -Ma poco importa.
Indietreggiate.- fece, versando poche gocce in un liquido rossastro. La
miscela cambiò colore, diventando verde, poi prese a fumare.
A quel punto, Law sigillò l'ampolla.
-Perfetto.- disse
-Ai condotti di areazione!-
Vergo non poteva
crederci!
Come aveva fatto
ad abbassare la guardia a quel modo? Eppure quel Drake aveva fama di
essere un ottimo studente, uno che nella sua classe non ci finiva
neppure per sbaglio.
A quanto pare
aveva sottovalutato i suoi polli, era come i suoi compagni!
-Maledetti
marmocchi.- disse digrignando i denti.
La porta non si
apriva ed era pure in legno massiccio. E le finestre? Erano state
incollate. Non era stata un'azione colposa, ma ben premeditata.
Iniziava
seriamente a odiare la colla.
“Se
vedo Trebol giuro che lo ammazzo, Dofy o non Dofy.”
Mentre meditava
quali punizioni atroci dare ai suoi allievi (e a Trebol),
sentì qualcosa rotolare.
Qualcosa in vetro.
Clang.
Il qualcosa
urtò la griglia d'areazione, poi s'infranse e una cortina di
fumo verde pervase la stanza.
-Sì!
Vendetta!- esclamò Sanji, vittorioso.
-E se poi si
vendicasse lui?- domandò timoroso Usop.
-Gliene faremo
passare la voglia.- rispose quello.
-Grazie per
l'aiuto, Drake!- esclamò Shachi. -Se non ci fossi stato tu
non avremmo potuto far nulla!-
-Figuratevi.-
rispose quello, compiaciuto. -E' stato un piacere.-
-Tsk. Non ti
allargare troppo.- fece Hawkins -Tanto sei sempre il cocco di Smoker.-
Il rosso scosse
il capo sconsolato.
-Comunque il tuo
intervento è stato tempestivo, l'ammetto.-
-Cosa dice il
nostro futuro?- gli domandò porgendogli un nuovo mazzo di
tarocchi.
Hawkins
guardò il mazzo, poi lui.
-Cos'è,
un tentativo di corruzione?-
-Decisamente.-
rispose Drake. -Ma più che altro vorrei mi levassi il
malocchio.-
-Dopo tutta la
fatica per fartelo? Non basta un mazzo di carte.- studiò
bene il regalo. -Ho il mio mazzo da guerra con me, ma il destino mi ha
messo in mano queste carte, perciò dovrò
obbedirgli.- disse serio, per poi iniziare a disporle per la sua
predizione. Di solito nessuno gli dava retta, ma dopo aver patito tanto
e aver visto che Basil Hawkins aveva sempre ragione, tutti trattennero
il fiato.
-Le carte
predicono un grande cambiamento e il successo. Le
probabilità di riuscita sono del 100%.-
-Si!- esclamarono
sia Penguin che Shachi, battendosi poi il cinque.
-L'ora della resa
dei conti è finalmente giunta.- fece Law senza nascondere la
propria goduria e disponendo le mani nel triangolo incamerante la
quintessenza stessa del potere.
Note:
Questo
capitolo mi sa è un po' cortino... Beh, spero che vi piaccia.
Stavolta
si tratta di esperienza personale. Le interrogazioni shampoo erano roba
temutissima da noi. Non so spiegarvi l'origine del nome, ma suppongo
fosse "rapido, sconvolgente, rincoglionente". Odiavo molto quando uno
dei miei prof alle medie ci diceva: "sei sicuro?". Si andava seriamente
nel pallone @.@
Comunque,
se avessi saputo che Corazon era così... Corazon, certo non
l'avrei
messo ai fornelli X°°D Immagino che Vergo non passi mai
a casa di Law
perché ha paura di lui.
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Capitolo 7 *** Una sporca apocalisse (Mai sfidare le promesse dell’inferno) ***
c
Capitolo
7:
Una
sporca apocalisse
(Mai
sfidare le promesse dell’inferno)
Quando la mattina successiva Vergo non si presentò a scuola,
Smoker quasi sputò il caffè sul tavolino.
-Come sarebbe a dire?!- esclamò, sconvolto. E quando mai
quello faceva assenze?!
-Esattamente quello che ho detto.- rispose Sakazuki seccato. -Vergo ha
dato le dimissioni.-
L'insegnante coordinatore della maledetta 1D tremò da capo a
piedi.
-Le dimissioni? Vergo?!-
Quando aveva riaperto gli occhi, il professor Vergo aveva scoperto con
orrore di non trovarsi più in presidenza, ma in un luogo
stretto
stretto e oltremodo fetido di sua conoscenza. Per di
più con indosso un orribile abitino bianco
con alucce
e aureola attaccate.
-Non sapete cosa state facendo!- sbraitò agitando la mano
verso
la telecamera una volta messi insieme tutti i pezzi del puzzle.
Ovviamente, era stato disarmato.
-Io vi renderò la vita impossibile! Io vi
distruggerò
psicologicamente! Neppure il miglior psichiatra potrà
rimettervi
apposto, avete capito, mocciosi?- sbraitò.
-Si calmi, esimio professore.- disse una voce flemmatica da un
altoparlante. -Lei è stato nominato.-
-Trafalgar, dovevo immaginarlo che ci fossi tu dietro tutto questo.-
-Sa che scoperta.- rispose quello. -Ora, noi e lei faremo un bel quiz,
che ne dice?-
-Con chi credi di parlare moccioso?-
-Senti, io gli farei fare un giro di prova.- propose Kidd.
-Approvato!- esclamò Bartolomeo, ghignando. Puntò
il dito
verso l'alto e poi, scenicamente, premette il pulsante del telecomando
maledetto. -E via con la centrifuga della disperazione!-
Vergo sentì il familiare, divertente gorgoglio. Non fu
più tanto divertente dopo che fu travolto dalle feci di
mezza
scolaresca.
-Ehi, ehi, piano, piano, mica ne abbiamo all'infinito!-
esclamò
l'aspirante chirurgo nel vedere che tutti fremevano per premere il
pulsante.
-Se per questo a me scappa.- fece Bartolomeo. -Vado a riempire
l'arsenale.- esclamò ghignando.
-Vengo anche io!- fece Rufy.
-No, senpai, non posso permetterti di seguirmi, potrebbe esserti
fatale.-
-Non ho paura, sono pronto a tutto per Harvady.-
-Non posso comunque permetterti di seguirmi, anche se sei tu, non
voglio rischiare di averti sulla coscienza.-
-Che discorsi di merda.- commentò Kidd.
-Oh, beh, iniziamo il quiz, che è meglio.- gli fece eco Law.
-Farò io la prima domanda.- disse Sanji solenne,
accendendosi
la sigaretta. -Allora, professore, mi sa dire qual'era la taglia di
reggiseno di Beatrice?-
Vergo s'irrigidì e gli altri ragazzi con lui.
-Il solito pervertito.-
-Sta zitto, Zorante!-
-Santrice dei miei stivali, sai che con quel vestitino stavi davvero
bene?-
-Ci hai guardato sotto, deviato?-
-Principessa Aurora!-
A quel punto, il biondo s'inginocchiò a terra e morse un
fazzoletto con le lacrime agli occhi.
-Perché devi sempre ricordarmelo, Marimo di merda?-
-Missione
compiuta!- esclamò Bartolomeo rientrando nella stanza, tanto
rilassato
e sereno che c'era da immaginarsi che si fosse liberato per bene. -Il
senpai è sempre il migliore!-
-A proposito di
merda.... - commentò Killer.
Vergo non sembrava essere intenzionato a rispondere, anzi. Taceva
scrutando la telecamera come se potesse così fissare negli
occhi
tutti quei maledetti marmocchi e inchiodarli alla
responsabilità
delle loro azioni.
Non funzionò un granché.
-Allora,
prof? Il tempo scorre, tic tac.- disse Sanji, con occhi febbrili che
facevano concorrenza a Law normalmente e a Rufy quando puntava una
bistecca.
-Ve la faro pagare.- fu la risposta.
Sanji attese in silenzio per qualche secondo, poi irritato
sbottò: -Peccato, Vergilio, tempo scaduto!-
E
premette il pulsante, aprendo per Vergo, le porte di un mondo
spaventoso: l'angolo della resa dei conti.
La classe di diavoli esultò vittoriosa e rise sguaiatamente,
mentre l'insegnante veniva travolto dalla marea scura.
Quando le acque si calmarono, Sanji commentò: -E per la cronaca, in
paradiso il reggiseno non si porta.-
A quel punto, però, dalle sue narici proruppe un getto di
sangue
che lo fece sollevare dal terreno come un razzo. Con gli occhi a cuore
andò a schiantarsi qualche metro più in
là,
insensibile al dolore, perso nel suo mondo, con tutti ad osservarlo
madidi di sudore freddo.
-Continuiamo.- disse Law.
-Avanti un altro.- gli fece eco Penguin.
-Professore, sa quante medaglie ha vinto il pugile Ideo dall'inizio
della sua carriera?- domandò Kidd.
-Vi rendete conto che non ve la caverete con una sospensione?!-
-Tsk.-
Kidd premette il
pulsante.
-Una domanda di musica, professore!- esclamò Apoo, agitando
a
ritmo le dita. -Come si chiamava il cantante del gruppo musicale Rumba?-
-Voi... voi... - Vergo sentiva di star per rimettere.
- ...poi saremo noi gli ignoranti... Si chiamava Yooki.-
E giù col pulsante.
-Ora io.- fece Hawkins. -Cosa rappresenta il numero 8 nei tarocchi?-
-Stupidi mocciosi, non capite cosa state facendo! Io... - Vergo
s'interruppe, minacciato dal gorgoglio della latrina. Si
sforzò
di pensare un momento. -La Forza.- disse trionfale.
Hawkins premette il tasto. A tutti parve di vedere un sogghigno sul suo
volto imperturbabile.
-Ma era giusto!- esclamò Shachi controllando le carte.
-Mi sono accidentalmente scordato di specificare che non intendevo il mazzo
Rider Waite.- rispose monocorde il biondo.
-Sei in gara per il bastardo dell'anno!- esclamò Apoo
allungando
la mano verso di lui. Sorprendentemente, Hawkins gli batté
il
cinque.
-Avanti un altro!- esclamò Penguin, calandosi nel ruolo di
un dirigente del traffico, con tanto di paletta.
-Io!- esclamò Rufy -Vediamo... vuole uscire da
lì?-
Tutti lo guardarono a bocca aperta.
-Che dici, Rufy?!- fece Usop dandogli un colpo col taglio della mano.
Ma Rufy non scherzava. Appoggiò le mani sul tavolo e
s'avvicinò al microfono.
-La faremo uscire, se nominerà il suo migliore amico al suo
posto.-
Vergo fissò la telecamera con sguardo severo, che Rufy
ricambiò.
-Sei un moccioso pieno di sorprese, tu.- concesse l'insegnante dopo un
poco. -Ovviamente, non lo farò, anche se non c'è
rischio
che lui finisca qui.-
A quel punto, il ragazzo fece un sorrisetto soddisfatto e si
allontanò.
-Devi premere il pulsante.- gli ricordò Law, seccato.
-Non m'interessa.- rispose lui.
Bartolomeo, ebbe quasi un secondo orgasmo.
-Il lato oscuro di Rufy senpaiiiiii!!-
-Tsk.- fece Zoro con un sospiro. -Rufy è sempre troppo
tenero. A
questo punto tocca a me. A che categoria, appartiene la spada dello
spadaccino campione del mondo?-
-...-
-Tsk... non vale neppure la pena darle la risposta.- fece Zoro,
premendo il pulsante.
A quel punto, Vergo fu letteralmente sommerso di domande, risposte e
dalla conseguente punizione.
-Chi ha forgiato Durandal?-
-Chi ha regalato il suo cappello di paglia a Rufy senpai?-
-Quanti capelli ha in testa Kirachan?-
-Ehi!-
-Scusa, ma per me è materia di studio.- asserì
convinto Penguin.
Killer si batté la mano sulla fronte.
A quel punto le domande iniziarono a rasentare la demenza pura.
-Com'era il cavallo bianco di Napoleone?-
-B... bianco?- biascicò sfinito l'insegnante.
-Più alto di lui.-
-Kirachan sei cattivo.-
-Potevo sempre chiedergli come mi sono fatto questa cicatrice.- rispose
il biondo mostrando lo sfregio sulla guancia sinistra con un ghigno.
-Perché sei così serio?- esclamò
Penguin, premendo il pulsante con foga diverse volte.
-Oi, oi, pinguino finiscila!- protestò Kidd.
-E' la mia vendetta per avermi fatto fare l'albero!-
-Da qua, tocca a me.- fece Usop, strappandogli il telecomando di mano.
-Dove si trova l'isola dei cecchini?-
Zoro gli diede un colpo.
-Questa te la sei inventata tu.-
-Sei pregato di lasciarmi fare, grazie.-
-Ehm... in che anno i nobili mondiali... - fece Shachi, quando fu
nuovamente il suo turno -Ma non avremmo esagerato? Non si muove
più... -
-Non l'avremmo ammazzato?- si accodò Usop, quasi
strappandosi i
denti dalla preoccupazione di finire i suoi giorni in galera.
-Giusto in tempo per la mia domanda...- borbottò Law,
seccato.
-Oh beh, immagino che non faccia alcuna differenza che lo sappia o
meno.-
Vergo si mosse piano, risvegliandosi. Doveva aver perso i sensi per
pochi secondi.
-Oh, che fortuna, giusto in tempo.- esclamò il deluso
cospiratore, gioendo di
colpo e tutti godettero nel vedere il maledetto insegnante rabbrividire.
-Sa cos'era quel fumo verde?- domandò mellifluo, Law.
-... eh?... - biascicò del tutto intontito l'uomo.
-Modestamente una sostanza di mia invenzione. Una miscela di
cloroformio e una sostanza colorante estratta dalle raganelle. Lei
è stato la mia prima cavia, esimio professore,
congratulazioni.-
E come premio, Law diede via all'ultimo giro.
Quando Vergo riprese i sensi, si ritrovò in aula, appoggiato
alla cattedra.
Che stava facendo poco prima?
-Tutto bene, esimio professore?- domandò Law, parandoglisi
davanti con aria innocente. L'insegnante lo guardò dritto
negli
occhi, mise a fuoco l'immagine, poi, istantaneamente
rammentò qualcosa e allontanò di scatto la
sedia dal ragazzo urlando.
-Via da me, demonio!!-
In preda al panico si voltò per fuggire, quando si accorse
delle foto sulla lavagna.
Sue foto in quell'orrido vestitino da Beatrice. Coperto
di tutte
le cose più disgustose che la latrina magica di Vegapunk
aveva
in serbo per gli sfortunati.
Come se non bastasse (e non bastava no) in ogni foto era stato messo in
posizioni ridicole: in una aveva
una baguette ficcata in bocca (inutile chiedersi chi fosse il
responsabile),
in un'altra era appeso al soffitto con un ventilatore ad alzargli
il vestito, come fosse un mix fra Beatrice e Marilyn Monroe, solo meno
appetibile.
-Oh, sa cosa abbiamo scoperto su internet, esimio professore?- fece
innocentemente Law, picchiettandogli un dito sulla spalla e facendolo
scattare nuovamente a distanza di sicurezza. Se l'avesse incollato alla
sedia non sarebbe stato così divertente. Oh quanto ci
godeva!!
Era proprio vero che rideva bene chi rideva per ultimo. Mai
sensazione fu più inebriante di quel sublime senso di
potere! A
quel punto, il pover'uomo, il Perfido Lui, sentì veramente
la
disperazione piombargli fra capo e collo.
Law gli mostrò dei fogli stampati, scritti fittamente e con
immagini familiari.
-Che un certo Demone del Bambù ha realizzato ben ventotto
film
molto discutibili. Le cito alcuni titoli: 'Notte a Dressrosa', 'Il re e
il Bambù', 'Boa di piume e manette'... molto piccante questo
'Hot Flamingo'. Sì, sì. Un'opera così
non merita
di restare nascosta, che ne dice se al festival culturale la
proiettassimo come sfondo nel cerchio dei lussuriosi? Renderebbe tutto
molto più realistico.-
Circondato da quei mostruosi marmocchi sogghignanti, ridicolizzato e
minacciato, Vergo si vide costretto a capitolare.
Sakazuki sorseggiò il suo sakè.
-Dice che questa scuola non risponde alle sue esigenze e che da tempo
aveva fatto domanda al collegio Impel Down. In più ha
contratto
uno strano virus. Un vero peccato. Questa scuola aveva bisogno di un
uomo capace di far valere i sani principi morali!-
-Aspetti, uno strano virus?-
-Non so nulla, diceva di avere una pessima cera verdognola e di avere
probabilmente contratto la malattia qui.-
Smoker sentì nascere l'inquietudine, mentre, di contro,
Hancock sembrava scoppiare di felicità da tutti i pori.
-Oggi è un giorno splendido! Rufy era così poco
attento
in questi giorni, ma ora finalmente avrò la sua totale
attenzione!- cinguettava raccogliendo i suoi libri di storia colmi di
segnalibri e infilandoli nella borsa, per poi uscire dall'aula
professori quasi saltellando.
Smoker non poteva credere che fosse accaduto quello che temeva, doveva
ASSOLUTAMENTE verificare di persona. Così si prese un'ora
libera
per andare da Vergo.
Quando quello aprì la porta del suo appartamento, la prima
cosa
che Smoker notò fu la pelle verdastra, poi l'odore
penetrante di
profumo, sembrava che l'altro ci avesse fatto il bagno.
-Cos'è successo ieri?- domandò ormai in allarme.
-Nulla che valga la pena di raccontare.- rispose secco quello.
-Sono stati i ragazzi?-
-No. E ora, se non ti spiace, Smoker, non voglio più avere a
che fare con te o con quella maledetta scuola!-
Quella mattina l'insegnante si vide costretto a dare l'annuncio ai
ragazzi.
-E perciò, considerato il trasferimento senza preavviso del
professor Vergo e gli impegni pressanti per il festival culturale, mi
vedo costretto a revocare la vostra punizione.-
A quel punto i diavoli della 1D saltarono dalle sedie urlando di gioia.
L'unica infelice era Nami, perché non era riuscita a
concludere
il suo affare con Law. A quel punto pensò fosse il caso di
alzare il
prezzo delle foto di Rufy, oppure provare a rivendere le foto di
Vergo-Beatrice fra i teppisti della scuola. E, perché no,
persino
qualche foto di Zorante e Santrice o di Paolomeo e Rucesca. Era un
genere che aveva buon mercato, dopotutto, e lei un ottimo ascendente su
Absalom del club di fotografia, il paparazzo della scuola.
-Non sarei così felice, fossi in voi.- rispose Smoker -So
che c'è il vostro zampino e, poiché il
festival culturale ci porterà via tempo prezioso,
questa settimana andremo molto avanti e verrete a scuola anche di
pomeriggio per essere interrogati.-
-Ma nooooo, che palle!!- si alzò un coro di protesta.
-Per Harvady!-
-Grazie, Monkey, sono contento di avere il tuo supporto.- rispose
sconsolato l'insegnante posando la testa sul palmo delle mani.
-Ci faccia fare pratica, invece!- esclamò Bonney -Tanto
saremo
impegnati coi preparativi per il festival, secondo lei renderemo molto?
Ci faccia provare le squadre miste! Lo sa benissimo che rendiamo meglio
nella pratica!-
-Sono d'accordo!- esclamò Rebecca, che fra le altre cose era
molto brava a dodgeball. A schivare i colpi non la batteva nessuno, ma
ormai aveva sconfitto tutte le ragazze, aveva bisogno di una nuova
sfida.
-Io mi dissocio, voglio vivere.- rispose Nami, categorica.
-Anch'io!- esclamò Usop.
-Giochiamo a dodgeball?- fece Chopper da dietro la mascherina. Era
reduce da una brutta influenza, il piccoletto. Lo disse con occhi tanto
innocenti, che Smoker quasi non riuscì a negarglielo. Gli
sguardi innocenti della classe poi lo fecero capitolare.
-E va bene, vada per il dodgeball e le squadre miste, basta che la
prima ora di giovedì si faccia lezione in grazia di
Dio,
maledette pesti!-
-Anche noi la amiamo prof!- esclamò Bartolomeo con un
fischio.
-Anch'io.- ribatté lui a denti stretti -Da morire.-
Non c'era rimedio per quelle teste calde, per quelle promesse
dell'inferno.
Ormai avevano il controllo totale.
In seguito a quegli accadimenti, le riviste scientifiche pubblicarono
un articolo su un nuovo ritrovato della chimica in fase sperimentale,
chiamato Trafalgarite. Tutti suoi effetti erano ancora in fase di
studio e
test, ma si pensava di utilizzarla a scopo di difesa militare.
(Peccato che nessuno sapesse che la sostanza era già stata
testata sugli umani.)
Suzanne Collins ricevette un sacco di lamentele riguardo al suo romanzo
“Hunger Games” da un certo Hakuba Cavendish che
l'accusava di plagio
e sottolineava che Katniss non fosse una ragazza e che non fosse la
Ghiandaia Imitatrice dei ribelli. Inoltre pretese che Peeta cambiasse
sesso.
Ovviamente, Cavendish negò ogni minaccia di morte e a causa
del
suo disturbo narcolettico/sonnambulo/di sdoppiamento della
personalità, gli fu imposto di stare a
più di mezzo
chilometro
dalla donna e la sua posta fu tenuta sotto controllo per mesi.
La 1D dominò indiscussa la scuola fino alla fine del
triennio e
nessun insegnante ebbe il coraggio di mettersi contro le promesse
dell'inferno. Nacquero molte leggende sul perché Vergo
avesse
abbandonato la Kamome, fomentate da certi scatti spaventosi rinvenuti
sulla rete.
Il mistero del Kamaitachi di Rommel trovò così il
suo
degno sostituto fra i dieci segreti dell'istituto superiore Kamome: il
mistero del Demone del Bambù.
Note:
Siamo
giunti alla fine di questa fic!!! Scriverla e vedere che
piaceva per me è stato divertente! Spero che anche per voi
sia
stato lo stesso questo capitolo!!
I ringraziamenti sono d'obbligo:
Ringrazio:
Ace of Spades, giambo, Princess_Luna, ReaperOfLostSouls,
Trafalgar Revy, TRAFALGAR_SARA, Zefiria BlackIce,
_Falsa Pista_ e
___Ace per
aver messo la storia fra le preferite!!
midnightx5
per averla messa fra le ricordate!!
abusiva,
blackwhiteeli, carol96, EmmaStarr, evy88, fenicerossa_00,
Flame Drago del Fuoco, FlameOfLife, Freestyle, imoto,
Juuchan, Kei Sagano, Kelis, kokoswan, Nakurami,
Nami_Roronoa96, Portgas_D_Giorgia
Uzumaki, ThatOneEyedFlamingo, _ K a r i n e _Takkun_
per averla messa fra le seguite!
e
Minzi_78, carol96,
_Takkun_, imoto, ReaperOfLostSouls, Zefiria BlackIce, Portgas_D_Giorgia
Uzumaki, FlameOfLife, ThatOneEyedFlamingo, Ace of Spades, Red Porcelain
e callas d snape per le loro splendide recensioni!!
Ovviamente, ringrazio in anticipo chi farà tutto
ciò in futuro.
Bacioni e alla prossima gente!!!
PS: I
personaggi di questa storia non sono reali. Non imitateli. Loro sono
protetti dall'autrice, voi no. XP
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