The Mighty Gladers – back together again.

di Ribes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** – Sbavature sul pigiama. ***
Capitolo 2: *** – La spesa delle tre meno un quarto. ***
Capitolo 3: *** – Tutta colpa di Lincoln. ***



Capitolo 1
*** – Sbavature sul pigiama. ***


 
 
 
 
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1 – Sbavature sul pigiama.
 






« Ti prego, dimmi che il libro che mi stai porgendo non è 1984. »
« Il libro che ti sto porgendo non è 1984. »
« Newt! »
Il biondo sogghignò. Le braccia muscolose erano ancora tese, una che sfiorava i libri più alti dello scaffale, una allungata in direzione del ragazzo davanti a lui. Le sue labbra formavano una linea curva, che suggeriva un’ombra non troppo sottile di divertimento. « L’alternativa era Harry Potter. »
« Peccato che lo abbiamo già letto la volta scorsa. » La voce di Minho giunse loro soffocata dal grande cuscino premuto sulla bocca del ragazzo. « E, sinceramente, Newt, ormai dovresti smetterla di leggere questi romanzi assurdi che ti fanno sembrare un coglione con gli occhi fuori dalle orbite. »
« Già, perché ovviamente tu consulti libri di alto livello culturale » lo prese in giro Newt, lasciando cadere il braccio più alto e facendolo sbattere contro il proprio fianco.
« Ragazzi » li riprese Thomas, seduto a gambe incrociate sul letto, i piedi scalzi posati sulla coperta arrotolata. « Tra l’altro mi domando ancora perché non passiamo le serate come un normale trio di maschi adolescenti. »
« Cioè sfondandoci di porno o facendoci tipe in discoteca? » finse di riflettere Minho. « Mh. Credo sia troppo mainstream per Newt. »
« Oh, Tommy, mi deludi. » Newt, ancora stringendo il volume di Orwell nella mano destra, si lasciò cadere sul letto e affondò la testa nel cuscino più grande. « Preferiresti davvero lasciarti investire da una tempesta ormonale rispetto a passare seratine soft immerso nella lettura di un grande classico Novecentesco? »
« Dio, il mio gay-radar si innalza a mille quando fai così » alzò gli occhi al cielo Thomas, senza però riuscire a nascondere un sorriso divertito.
Minho si puntellò gomiti, facendo sì che le nocche sprofondassero nel mento. « In realtà sono più o meno d’accordo. Assistiamo già a un porno ogni giorno, ogni volta che a Thomas e Teresa capita di incrociarsi in corridoio. »
Thomas gli lanciò un cuscino, mugugnando un irritato « Stronzo » seguito da un ancora più irritato « Tanto si vede che durante le verifiche al posto del foglio vedi Brenda nuda ».
« E nel mentre io posso tranquillamente affermare il mio omoromanticismo, nella quale vi sto tranquillamente trascinando » canticchiò Newt, continuando a ghignare, le braccia incrociate.
Minho alzò un sopracciglio. « Non sono del tutto sicuro che esista come parola. »
« Non me ne può fregare di meno » affermò candidamente il ragazzo biondo. Poi si rimise diritto. « Ora, mio caro Tommy, se volessi farci il piacere di leggere il primo pezzo… »
« No » affermò Thomas, deciso. « Io voglio finire la quarta stagione del Trono di Spade. »
« Capisco, vorrà dire che comincerò io » lo ignorò totalmente Newt. Sembrava divertirsi un mondo. Aprì il volume dalla copertina rossa che probabilmente era appartenuto a suo padre con fare teatrale. « “Era una luminosa e fredda giornata d’aprile, e gli orologi battevano tredici colpi. Winston Smith, tentando di evitare le terribili raffiche di vento col mento affondato nel petto…” »
« Lettura interessantissima » lo interruppe Minho, già stufo marcio. « Ora, riguardo a quel link che mi ha inviato Alby ieri… »
« Andiamo, Minho, non fare lo stronzo » sbuffò il biondo, battendogli il libro sulla testa, allungandosi verso di lui. « Il PC lo accenderemo solo per cercare il significato delle parole più difficili. »
Entrambi i ragazzi scuri di capelli si lanciarono un’occhiata significativa, che stava più o meno a significare: “Ma chi ce lo ha fatto fare di lasciarci avvicinare da questo folle”.
« Dai, Newt, magari riusciamo a caricarci lo streaming di Modern Family… » suggerì Thomas, cercando di assumere il tono più accondiscendente possibile, come quando si parla a un bambino.
Tattica sbagliata.
Newt lo fulminò con lo sguardo. « Non mi trattare come se avessi cinque anni, testa di cazzo. Solo, se avete intenzione di segarvi davanti ad un video sexy di due lesbiche, io torno a casa. »
« No, no » negò, allarmato dall’idea, Thomas. « Non ho mai detto di volerlo. Non è un problema se leggiamo 1984, giuro. Però » aggiunse, assumendo un tono leggermente più deciso « una volta finito il primo capitolo facciamo partire la due per quattro – o come si dice – del Trono di Spade. »
Newt ci pensò su. « Due capitoli per la due e la tre. »
« Ci sto. »
« Perfetto. »
Il biondo si voltò verso il ragazzo dai tratti asiatici, che aveva già riposato la testa sul cuscino. « Minho? »
« Ho sonno » fu la soffocata risposta.
Thomas alzò le spalle, pensando che, se doveva sorbirsi due capitoli di Orwell alle undici e mezza di sera, anche il suo amico doveva subire la stessa sorte, assonnato o meno che fosse. Così lo afferrò da sotto le ascelle – diamine, quanto era pesante – e lo strattonò per tirarlo in piedi. Peccato che calcolò male la forza di gravità; e Minho gli piombò addosso, spingendo il moro contro le ginocchia di Newt, che rimase inchiodato al muro.
Thomas osservò prima l’asiatico che gli sonnecchiava addosso, poi le braccia di Newt attorno alle proprie spalle. « Questa è la posizione più gay che io abbia mai avuto il piacere di sperimentare. »
« Comincia a leggere, Tommy » disse semplicemente Newt. Dal tono di voce si capiva che un enorme sorriso divertito gli tirava tutto il viso.
« C-cosa? »
« Ora » disse il biondo, improvvisamente severo, posizionandogli il libro tra le mani e stringendogli le dita una alla volta contro le pagine, come se gli stesse insegnando come fare.
« Ti odio. »
« Lo so. »
Thomas prese un respiro rassegnato. « “Scivolò in fretta dietro le porte degli Appartamenti Vittoria: non così in fretta, tuttavia, da impedire che una folata di polvere sabbiosa entrasse con lui”. » Esitò un attimo. « … Newt? »
« Sì, Tommy? » La voce di Newt giunse alle sue orecchie come un sibilo nell’orecchio sinistro.
Thomas ponderò attentamente le parole necessarie e poi le sputò fuori tutte assieme, lasciando che il rossore dell’imbarazzo gli consumasse il viso una volta per tutte.
« Sono piuttosto sicuro che Minho mi stia sbavando addosso. »

 
 
 

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Capitolo 2
*** – La spesa delle tre meno un quarto. ***


 
 
 
 
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2 – La spesa delle tre meno un quarto.
 






« Prendere il coso è stato del tutto inutile. »
« I comuni mortali lo definiscono cestino, Minho, » sospirò Newt, lasciando che le porte automatiche si aprissero al suo passaggio. Aspettò che i due amici lo superassero e infine entrò anche lui all’interno del supermercato. L’odore di cibo e di candeggina lo investì non appena vi mise piede.
« Si tratta di una spesa veloce per la cena di stasera, cosa dovremo comprare di tanto grande? » chiese Thomas allegramente, dirigendosi verso la corsia dei latticini. « Al massimo prenderemo una decina di yogurt in modo molto, molto furtivo. »
« E’ Newt che ha intenzione di sgraffignare una bella quantità di formaggi, che siano Svizzero, Asiago, Grana non ha importanza » affermò Minho, infilando i pollici nella cintura.
Thomas scoppiò a ridere e Newt gli scoccò un’occhiataccia, stringendo il cestino a sé. « Ridete, ridete » borbottò, in tono cupo. « Non so se riderete anche dopo. »
Thomas corse avanti, spalla a spalla con Minho, lanciando solo un’occhiata veloce ai vari tipi di budini, yogurt, formaggi che facevano bella vista sugli scaffali del frigo. « Non mi stupisco affatto del fatto che Frypan abbia lavorato qui. »
« Questo spiega la sua mole » sogghignò Minho, ciondolando accanto all’amico moro. « Con tutto l’amore per Fryp, ovviamente. »
« Lo so che avete una tresca segreta, voi due » disse Thomas, perdendosi ad osservare una confezione di budino alla vaniglia con biscottini dentro.
« Ci hai beccati. Effettivamente c’è un motivo se a sua madre tocca sempre pulire il garage dopo le feste… »
Newt si voltò nella sua direzione e alzò gli occhi al cielo. Sul suo cestino già spuntava una confezione di latte scremato. « Lo sanno pure i muri che sei omosessuale tanto quanto Christian Grey. »
« Giusto, quand’è che esce quel film, quella roba, Cinquanta Sfumature di Grigio? Devo assolutamente andare nei cinema e tirare uova allo schermo, tanto per, sai, fare qualcosa di produttivo » scherzò Thomas avvicinandosi al cesto dell’amico biondo e facendo per afferrare l’alimentario, venendo però prontamente bloccato dall’altro.
« Ma lo sanno tutti che quest’anno stanno uscendo un film peggio dell’altro. Come quello su Dracula – l’ennesimo. Qualcuno mi spiega perché non si attengono alle descrizioni di Stocker? » borbottò Newt, ripoggiando bruscamente il latte nel cesto e allontanandosi dall’amico, diretto verso la corsia di frutta e verdure.
Minho e Thomas si lanciarono un’occhiata, preferendo ignorare l’osservazione indignata a cui non sapevano assolutamente cosa ribattere. Il primo si appoggiò al muro e sfilò un foglietto di carta con scribacchiati a matita un paio di punti. « Biscotti e muffin » annunciò. « Ecco la mia dieta per stasera e per sempre. »
« Chissà perché mi riesce tanto facile immaginarti ciccione come pochi spaparanzato su una poltrona, rivoli di cioccolato che scendono dal doppio mento » buttò lì casualmente il secondo.
Minho lo afferrò per i capelli. « Forse perché sarà la fine che farai tu con tutto quel pane. »
Thomas abbassò lo sguardo sulle due pagnotte che aveva preso in mano. « Queste? Queste sono uno sfizio… e non sono tanto ingrassanti quanto la roba che hai intenzione di prendere tu. »
« Giusto, dimenticavo che guardi sempre le calorie dietro alle scatole di cereali, la mattina. »
L’altro moro gli lanciò un’occhiataccia, allontanandosi. « Solo perché se mangio troppo poi a ginnastica non riesco a fare nemmeno dieci metri. »
« Ma quali dieci, tu a fatica ne fai due- »
« Tommy? » lo chiamò Newt dall’altra parte della corsia. « Avete preso quello che vi serve? Perché poi se abbiamo tempo potremmo passare dall’edicola. »
« E’ vero! E’ uscito l’ultimo numero di Electronic Gaming Monthly! » saltò su Thomas, stringendo a sé le pagnotte. « Riuscirò finalmente a completare quella missione su Assassin’s Creed, vi rendete conto? »
« Oh, Dio, quella con cui sei rimasto bloccato per tipo anni » alzò gli occhi al cielo Newt, facendo loro segno di avvicinarsi, per evitare di urlare al mondo le loro conversazioni. « Vederti ammazzare qualcun altro sarà veramente un peso in meno. »
« Lo sai benissimo che si bloccherà al prossimo livello e dovrà aspettare un altro mese, nel quale si farà ripetutamente il culo per sforzare il suo cervello di gallina » sospirò Minho tragicamente, non sforzandosi troppo di nascondere un mezzo ghigno.
Thomas gli diede semplicemente una gomitata irritata.
« Comunque. » Newt si schiarì la gola. « Se decidiamo di passare per il cinema allora forse dovremmo prendere un pacco di popcorn, perché qui costano di meno… »
« Questa testa di cazzo non può, è troppo concentrata nel diventare anoressica » lo informò Minho, strofinando il pugno contro la nuca di Thomas.
« Io non- Ho appena preso due pagnotte- »
« Che ti farò un favore e mangerò io. »
« Thomas da anoressico non sarebbe per nulla carino, non con tutte quelle ossa che gli spuntano dal torace » scherzò il biondo, fermandosi per infilare un pacco di cereali nel proprio cestino – per fini a loro sconosciuti.
« Da quando mi osservi il torace? » balbettò Thomas.
Il cipiglio di Newt si fece improvvisamente arcigno, e due vaghe chiazze rosse gli aleggiarono attorno alle guance. « Chiudi quella fogna di merda, Tommy. »
« Punto sul vivo » buttò lì l’asiatico, prendendo sottobraccio l’amico. « Lo sapevo che quelle storie sull’omoromanticismo erano tutte balle. Tu davvero contieni pure la parola ‘sessuale’ nella tua descrizione, solo che non lo vuoi ammettere. »
Il biondo si scostò dalla sua presa e si diresse con decisione verso la cassa,  che al momento aveva una fila praticamente nulla, composta solo da una vecchietta sui sessant’anni e da un uomo che pareva occupato a digitare sul proprio Samsung S5. « Tutte balle da figli di puttana » borbottò Newt, mettendosi in coda dietro l’uomo. Quando ormai aveva raggiunto la commessa e cominciato a mettere in fila i propri acquisti, i due amici lo accostarono.
« No, dico sul serio, se ogni tanto hai dei sogni perversi su noi due non è un problema, potrebbero anche diventare realtà se fai una cosa a tre con questo coglione qui e Teresa- »
« Minho » sibilò Thomas, improvvisamente in imbarazzo anche lui.
« Che c’è? Non ti eccita sapere di condividere il letto con il tuo migliore amico e la tua ragazza? Certo io mi tiro fuori, figuriamoci se una persona eterosessuale come me può fare sesso con uno evidentemente bisessuale come te… »
« Scusa, non eri tu quello che si sbatteva Frypan in garage? »
« Momenti di sessualità confusa, amico. Ho ritrovato la ragione. »
« Rimango convinto che il bisessuale qui sia tu. »
« Scusa, ma non sono io che spoglio Newt con gli occhi. »
« Ma di cosa stai parlando- »
L’improvviso balbettio di Thomas, che si stava avviando con Minho in direzione delle porte automatiche del supermercato, fu interrotto dal tonfo improvviso di una delle due pagnotte del ragazzo, che era scivolata a terra a causa della troppa pressione degli altri oggetti che aveva preso con sé.
Thomas e Minho abbassarono lo sguardo sulla pagnotta a terra, improvvisamente consapevoli della quantità dei propri acquisti; e poi lo alzarono lentamente su Newt, che nel frattempo si era fermato e voltato a guardarli.
« Oh, no » disse quello, con voce severa. « Ve lo potete scordare. »
Cinque minuti dopo il cestino gli dondolava in mano, con il peso di ben tre chili in più.


 
 

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Capitolo 3
*** – Tutta colpa di Lincoln. ***


 
 
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1 – Tutta colpa di Lincoln.
  





 
« Io ci rinuncio » sbuffò aggressivamente Minho, lasciandosi andare sulla sedia e spingendo via gli appunti sulla guerra di secessione americana.
« Ci rinunci una beata minchia » ringhiò Newt. Gli afferrò il polso e lo fece rialzare, guardandolo dritto negli occhi con espressione severa. « Ti ricordo che domani o prendi minimo C- o puoi sognarti di passare l’anno. »
« A questo punto è decisamente meglio la bocciatura » sputò l’orientale. « Almeno non sarò costretto a ripetere un’ottantina di volte come Abraham Lincoln solo scaccolandosi il naso ha salvato l’intera umanità. »
« Non l’ha salvata, l’ha liberata, e ci ha messo due anni. Pensa che poi è pure morto assassinato » intervenne Thomas, rimettendo a posto gli appunti.
« Da che parte stai, tu? »
« Guarda che Tommy ha ragione » disse in tono esasperato il biondo. « E se vieni bocciato sentirai la stessa storia anche l’anno prossimo, geniaccio. Di nuovo. E ti toccherà studiarla, perché vedrai che un diciottenne in una classe di sedicenni non farà molto piacere a nessuno. »
« E poi non potremmo mai privarci del piacere della tua compagnia » ghignò Thomas. Gli spinse sotto il naso il primo foglio, un complesso schema a freccette sulla Proclamazione dell’Emancipazione. « Fino ad ora se fossi un professore ti darei intorno a una D, mi dispiace. »
« Serve più impegno » annunciò Newt. Incrociò le braccia e si sporse verso l’orientale. « Ripetimi cosa accadde nel 1863, dai. »
« Viene cancellata la schiavitù intorno a gennaio… »
« Viene proclamata l’abolizione della schiavitù. Il primo gennaio. »
« E cosa ho detto io? »
« Ragazzi » sospirò Thomas, seppellendo il volto fra le mani e attendendo lugubremente la litigata imminente.
Sorprendentemente, però, Newt si trattenne e rilassò i muscoli. Evidentemente preparare Minho in meno di dieci ore era più importante di soffermarsi sui dettagli. « Va’ avanti, allora » bofonchiò.
« Ecco. Comunque verso maggio o giugno, o forse aprile, c’è la guerra di secessione. Il generale Lee qualcosa ammazza tutti a Chancelliereville… »
« Chancellorsville » borbottò il biondo sottovoce, fissando verso il foglio.
Minho lo ignorò. « Invece due settimane dopo o giù di lì c’è l’assedio a Vicksburg – che razza di nomi – che finisce tipo un paio di mesi dopo. »
« Il quattro luglio » scappò detto a Thomas. L’altro moro gli scoccò un’occhiataccia. « Non che sia importante » aggiunse velocemente il primo.
« Vabbè, siamo lì. Sempre in quel periodo i nordisti vincono nel borgo dei ghetti, il Gettysburg. »
« Non credo c’entri molto il fatto dei ghetti » commentò Thomas, e Newt gli lanciò una mezza occhiata. Aveva una mano affondata nei capelli e il gomito posato sul tavolo; sembrava stare reggendo uno sforzo immane.
« Okay. Niente ghetti. Il ventitré novembre c’è la battaglia ad un altro posto strano… Chattonografia… Chattochatto… Chattoga… Chattanooga. Finisce due giorni dopo. Fine 1983. »
« Dio, Minho » si lamentò il biondo, scostando la mano dalla testa. « Queste sono le cose che ti dice un bambino di prima media. Forse dovresti approfondire un po’ i dettagli. E pulirti quel rivolo di bava sul labbro, fa abbastanza schifo. »
« I maschi devono fare schifo, non profumare di Chanel come te » alzò gli occhi al cielo Minho. « A questo punto se vogliamo approfondire i dettagli dovremmo tipo guardarci un film. »
« Mi pare un’ottima idea » si raddrizzò vispamente Thomas. « Tra quelli che conosco io ci sono Lincoln e La Leggenda del Cacciatore di Vampiri. E anche Dodici Anni Schiavo se vogliamo approfondire il primo capitolo, quello sulla schiavitù. »
Minho alzò il capo. « Scusa, cosa c’entrano i vampiri con Lincoln? »
« Aspetta » disse Newt. Si sporse verso il portatile aperto lì accanto, aprì una pagina Google e cominciò a digitare. Cliccò sulla pagina Wikipedia del film e si mise a leggere. « “Abraham Lincoln, il futuro presidente degli Stati Uniti, è un ragazzino che vive una vita dura ma onesta con i suoi genitori.” » Lesse rapidamente, a volte inciampando e mangiandosi le parole. « “Una notte, il ragazzo vede quello che scoprirà successivamente essere un vampiro di nome Jack Barts attaccare sua madre, che nei giorni seguenti muore per una strana malattia-
 »
« Okay, non credo che questo mi aiuterà con Lincoln » lo interruppe bruscamente Minho. Si voltò verso Thomas. « Ma l’hai visto, o no? »
« Negativo » rispose il moro, alzando le spalle. « Ho solo dato un’occhiata al trailer con Teresa, voleva farmelo vedere. »
« E ti sembra un film che racconti fedelmente la storia del tizio in questione? » roteò gli occhi il biondo, cominciando intanto a digitare “film su Abraham Lincoln”.
« No » ammise Thomas. « Ma sembrava figo. »
« Sì, come te » bofonchiò Newt, senza rivolgersi a nessuno in particolare. Osservò la pagina Google per qualche secondo, poi riaprì bocca. « In teoria non ho trovato un cazzo. In pratica credo caricherò lo streaming di Lincoln. »
« Wow, Newt che accetta di guardare un film » disse ironicamente Minho, alzandosi in piedi. « L’apocalisse sopraggiunge, o commilitoni. Vado a farmi una granita. »
« Ti voglio con un blocco di appunti, una penna e tanta concentrazione » lo chiamò il biondo dalla camera. Poi si voltò verso Thomas, che lo osservava con un mezzo ghigno. « Che c’è? »
« Ammettilo, volevi dire “Ti voglio” e basta » gongolò quello, infilando quietamente i fogli di appunti dentro la cartella trasparente.
« Sono omosessuale, non una puttana » sputò irritato Newt. « Non so chi sarebbe disposto a fare sesso con Minho, andiamo. Con solo quella faccia non merita di accoppiarsi nemmeno con un cane. »
« Ti ho sentito » lo chiamò l’orientale dalla cucina. Il biondo incrociò le braccia e alzò gli occhi al cielo; poi roteò il busto per prendere dai cassetti un paio di coperte.
« Sì, sì, lo so che fuori c’è così freddo che i pupazzi di neve hanno cominciato a formarsi da soli, però le coperte sono una cosa troppo da gay. Ma seriamente. » Thomas bloccò le mani di Newt, e si rese conto che erano incredibilmente gelide.
Il biondo si scostò rapidamente dal contatto. « Nessuno vi chiede di sotterrarvici sotto come farò io. »
Thomas avrebbe dovuto capirlo fin da subito, che quella brusca affermazione non era altro che una falsità. Avrebbe dovuto capirlo, che Newt era un subdolo approfittatore e che faceva davvero troppo freddo per osservare il tuo migliore amico seppellito da ben tre coperte di diversi colori. Avrebbe dovuto capire che guardare un film non era affatto il modo migliore per dare una ripassata alle imprese di Lincoln, che gli irremovibili sottotitoli in moldavo di certo non allietavano la vista, e che nemmeno lo faceva Minho con il suo continuo succhiare dalla cannuccia della granita in modo ben poco educato.
Dopo venti minuti dall’inizio del film tutti e tre i ragazzi si ritrovarono stretti l’uno all’altro sotto le spesse coperte di lana, anche se una era quasi interamente occupata dall’orientale. Il biondo stava al centro e trasudava soddisfazione da ogni poro. « Amo questi momenti. »
« Io no » soggiunse deciso Thomas. « Ma fa freddo. I miei piedi non rispondono nemmeno più ai comandi. »
« Zitto, Tommy, questa parte è importante » lo fece tacere rapidamente Newt, facendo poi, in un gesto involontario, per posare il capo verso la spalla di Minho. Improvvisamente si bloccò; alzò meccanicamente il braccio alla guancia e lo strofinò, asciugando quello che pareva uno schizzo d’acqua.
Non d’acqua, osservò Thomas. Di bava.
« No, Newt » mormorò sottovoce, stringendogli il braccio.
Troppo tardi.
Il biondo scattò in piedi, accese la luce, e cominciò a sbraitare addosso ad un Minho ormai collassato.
« Smettila di addormentarti ogni fottutissima volta che studiamo! »





 
Questa volta mi sono distaccata leggermente dal doodle...
spero vi sia piaciuto comunque 

Vi ringrazio qui per le bellissime recensioni, vi adoro!


 

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