La ragazza fantasma; chair version

di kassandra_Black
(/viewuser.php?uid=39137)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro ravvicinato del terzo tipo ***
Capitolo 2: *** La morte ti fa bella. ***
Capitolo 3: *** Marlon Brando è sempre lui! ***
Capitolo 4: *** Se devo essere sincera... ***
Capitolo 5: *** Il socio ***
Capitolo 6: *** Due per la strada (di Brooklyn) ***
Capitolo 7: *** Pensavo fosse amore, invece era un calesse. ***
Capitolo 8: *** Victor Victrola ***
Capitolo 9: *** Tremate, tremate, la stronza è tornata! ***
Capitolo 10: *** Accadde una notte ***
Capitolo 11: *** L'alba del giorno dopo ***
Capitolo 12: *** Quel mago infame ***
Capitolo 13: *** The Prestige ***
Capitolo 14: *** The calling ***
Capitolo 15: *** Amori e disastri ***
Capitolo 16: *** O come Otello! ***
Capitolo 17: *** A proposito di dipendenza... ***
Capitolo 18: *** The clock is ticking ***
Capitolo 19: *** the calm before the storm ***
Capitolo 20: *** Le verità nascoste ***



Capitolo 1
*** Un incontro ravvicinato del terzo tipo ***


 

Allora questa è la mia prima longfic ed è tipo una rivisitazione in chiave Chair del libro la ragazza fantasma di Sophie Kinsella, specie all'inizio sarà molto simile al libro. Fatemi sapere che ne pensate di questa idea ^_^


Prologo.

Un incontro ravvicinato del terzo tipo.

 

Blair Cornelia Waldorf volgeva il suo sguardo lungo la navata della chiesa con fare annoiato, perché doveva essere costretta ad assistere a questo stupido funerale? A chi importava di una prozia morta a centocinque anni? A lei non di certo, nemmeno la conosceva, sua madre che l’aveva trascinata alla funzione sembrava più interessata al suo cellulare che al resto, suo padre non era nemmeno venuto, Dorota non faceva che aprire e chiudere un medaglione con una foto di lei e Vanya e sorridere compiaciuta, espressione non proprio consona a un funerale, e il resto dei presenti appariva disinteressato tanto quanto lei.

Blair guardò un attimo la bara, era semplicissima, nessuna iscrizione particolare, non c’erano grandi decorazioni nella stanza, giusto un paio di ghirlande di fiori e la gente presente era talmente poca che quasi avrebbe potuto contarla sulle dita delle mani. Ma c’era qualcuno a cui importava di quella donna? si ritrovò a domandarsi la ragazza. La risposta divenne chiara all’arrivo del prete.

“C’è qualcuno che vuole dire due parole per la defunta?”

Nessuna risposta.

“Non vi preoccupate, capisco che in un momento come questo può essere difficile parlare di lei, qualcuno vuol dirmi di qualche abitudine della signora Cornelia, qualche suo hobby, qualche avventura che vi piacerebbe ricordare?”

Qui il silenzio divenne a dir poco imbarazzante.

“Nessuno?” incalzò ancora il prete speranzoso.

“Bè era molto vecchia, aveva centocinque anni.” Rispose una sua zia.

“Nient’altro?”

Blair roteò gli occhi, come facevano a dire qualcosa di una persona che nessuno sembrava conoscere?

“Credo che lavorasse a maglia, il maglioncino della foto sembra proprio fatto a maglia” osservò sua cugina Cathrina.

“In realtà non la andavamo a trovare molto spesso, sa non ci stava molto con la testa” rispose la mamma di Cathrina.

Il prete rassegnato iniziò a celebrare la funzione.

“Mamma?” domandò Blair “da quanto tempo non andavamo a trovare la prozia Cornelia?”

“Credo che l’ultima volta che siamo andati sia stato quando tu avevi due anni, sai che non ho molto tempo per via del lavoro.”

Ma certo, come poteva sua madre aver tempo per una lontana parente se in diciasette anni a malapena ne aveva avuto per lei? La ragazza diede una nuova occhiata alla foto di quella vecchietta con gli occhi spenti e il maglioncino fatto a mano, trasmetteva una tristezza assoluta, tutto quel funerale era una tristezza assoluta, dov’erano le persone che l’amavano? C’era mai stato qualcuno? Erano tutte già morte? In quel momento Blair giurò a se stessa che al suo funerale ci sarebbe stata almeno una persona che l’amava, almeno una. Così si ritrovò a pensare e se lei fosse morta proprio lì, in quel momento, a qualcuno sarebbe importato? A Serena era certa che sarebbe importato, era la sua migliore amica, avevano condiviso tutto insieme, ne sarebbe uscita distrutta, ne era certa. E a Nate sarebbe importato? Blair avrebbe tanto voluto rispondere sì con certezza assoluta, era stato il suo fidanzato da quando aveva otto anni, come poteva non importargli di lei? Nate l’amava. Ma una vocina dentro di lei le diceva e allora perché da quando vi siete lasciati si comporta come se non esistessi? La ragazza allontanò quella vocina il più velocemente possibile, Nate l’amava e sarebbero presto tornati insieme, era solo stressato per la storia del capitano, doveva solo dargli tempo, era così che facevano le brave fidanzate. Lei avrebbe aspettato e Nate avrebbe capito che fidanzata fantastica si stava perdendo, sarebbero tornati insieme e un giorno si sarebbero sposati. Al Palace, magari. Era certa che Chuck avrebbe riservato l’hotel solo per lei. In fondo lei e Chuck erano amici, anche se passavano quasi tutto il loro tempo a complottare e a stuzzicarsi, riuscivano a capirsi con un solo sguardo. E a lui, si domandò all’improvviso, sarebbe importato qualcosa se lei non ci fosse stata più? Pensando alla perenne espressione menefreghista del ragazzo, Blair stava per dire che no, non gliene sarebbe fregato niente come di tutto il resto, ma la ragazza sapeva bene che Chuck era un po’ come lei, indossavano una maschera, fingevano che tutto andasse bene, anche quando non lo andava affatto, e così decise che sì a Chuck sarebbe importato, almeno un po’.

All’improvviso una voce la distrasse dalle sue elucubrazioni mentali “La mia collana, dov’è la mia collana?”

Blair si girò, ma non vide nessuno.

La voce divenne più forte “Dov’è la mia collana?”

Blair si girò ancora una volta, ma niente.

“Mamma” domandò cautamente la ragazza “hai sentito niente?”

“Che cosa cara?”

“Non so, tipo una voce?”

Eleanor la guardò preoccupata, “Che voce?”

Blair stava per dire di una ragazza che cerca una collana, ma davanti allo sguardo preoccupato di sua madre decise di lasciare perdere “Niente, mi sarò sbagliata”, e se ne era quasi convinta anche lei quando la voce tornò a farsi risentire forte e chiara, proprio dietro il suo orecchio.

La ragazza sobbalzò leggermente dalla sedia, si guardò nuovamente intorno, ma niente, se era uno scherzo era di pessimo gusto. Diede un’altra occhiata in giro e fu in quel momento che la vide, poco distante da lei, c’era una mano lunga e affusolata, una mano che apparteneva a una ragazza pallida quanto lei, con i capelli a caschetto neri e un curioso vestito verde decisamente anni venti.

Chi era quella ragazza e perché nessun altro sembrava vederla a parte lei?

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La morte ti fa bella. ***


Capitolo uno.

La morte ti fa bella.

 

Blair continuava ad osservare la ragazza stupefatta,questa continuava a fare avanti e indietro per la chiesa e a domandare della collana, ma nessuno sembrava accorgersi di lei, stava diventando matta? Chiuse gli occhi e gli riaprì , sperando che fosse scomparsa, ma al contrario la ragazza sembrò finalmente accorgersi di lei.

“Tu mi vedi” esclamò puntandole contro un dito.

“No, che non ti vedo.”

“E mi senti anche!”

“Non è vero” Blair mascherò la risposta con un colpo di tosse.

“Sai dov’è la mia collana?”

Altro colpo di tosse “No.”

“Tesoro tutto bene?” le chiese sua madre.

La ragazza dovette fingere un mal di testa e spostarsi qualche panca più indietro, lontano da tutti i presenti. Richiuse gli occhi e per un attimo pensò di essersi liberata di quella strana allucinazione, ma trenta secondi dopo questa si ripresentò più vera e rumorosa che mai.

“Chi sei?” domandò la ragazza a Blair col suo tono di voce deciso e imperioso.

“Chi sono io? Chi sei tu?”

“Che cosa sei? Sei un sogno?”

Blair replicò indignata “Io un sogno? Io sono Blair Cornelia Waldorf e non sono un sogno, il sogno sarai tu!” poi alzò gli occhi al cielo “Oh Gesù, ti prego dimmi che sto sognando.”

“Sai anche io mi chiamo Cornelia, Cornelia Lancaster.”

Cornelia?

Blair non riusciva a credere alle proprie orecchie, non poteva essere vero,iniziò a guardare alternativamente la foto che ritraeva la vecchia dagli occhi spenti e la bella ragazza davanti a lei, come potevano essere la stessa persona?

“Non è possibile, tu non puoi essere qui, cioè dovresti essere qui, ma lì e non così!” Blair respirò profondamente, non poteva stare accadendo a lei, non aveva mai avuto un’amica immaginaria in vita sua, non faceva uso di droghe né di psicofarmaci, perché aveva le allucinazioni? Non aveva mai fatto niente di male, ok niente a parte le torture sulle matricole e i piani orditi contro Serena quando aveva scoperto di lei e Nate, e aveva insultato un po’ il ragazzo di Brooklyn e quella pezzente con la telecamera e sì qualche piccolo scherzo di cattivo gusto contro Roman, ma il punto è che non meritava di diventare pazza, aveva solo diciassette anni!

La ragazza allungò una mano verso il fantasma per avere una conferma, ma riuscì solamente a passarle attraverso.

“Ahi!”

“Ti ho fatto male?”

“In realtà no, è più una specie di solletico.”

“Sei un fantasma quindi? Non sei un’allucinazione, vero?Non finirò al centro Ostroff?”

“Non sono un’allucinazione, ma che cosa significa?” le domandò Cornelia “Che posto è questo?”

Blair iniziò a prendere tempo sistemandosi il cerchietto con una mano, era un gesto che faceva spesso quando era nervosa , come si faceva a dire a un fantasma che si trovava al proprio funerale? “E’ una chiesa” rispose diplomaticamente, ma Cornelia già non l’ascoltava più, era volata verso la bara e dopo aver letto il nome inciso sopra impallidì notevolmente. Blair pensò che se i fantasmi potessero svenire, Cornelia lo avrebbe certamente fatto in quel momento.

“Sono morta?” le domandò a bruciapelo

“Sì, ma avevi ben cento cinque anni” rispose lei per cercare di alleggerirle la notizia.

Nel frattempo si poteva chiaramente udire il pastore pronunciare le parole di chiusura della cerimonia.

“Che cosa succede adesso?”

“Beh…ora chiudono la bara e la portano al forno crematorio…sai” Blair fece un vago gesto con le mani.

Il fantasma impallidì ulteriormente, poi iniziò a camminare avanti e indietro per qualche minuto,Blair la osservava preoccupata.

“Devi fermarli” disse all’improvviso.

“Mi dispiace, ma non posso”

“Ma io devo riavere la mia collana.”

“Mica posso fermare il funerale!” rispose la ragazza alzando il tono di un’ottava, alcune persone si girarono a guardarla, ma lei fece segno con la mano di continuare pure.

“Sì che puoi , mi serve la mia collana”

“Non se ne parla proprio.”

Il fantasma iniziò a gridarle nelle orecchie “Fermali, fermali, fermali!”

Blair si mise sulle orecchie cercando di non sentirla, in fondo era solo questione di minuti, il funerale era quasi finito, ma più cercava di non ascoltare, più Cornelia urlava.

“Fermali,fermali, fermali!”

Come poteva un fantasma essere tanto fastidioso? Era peggio di una banshee inferocita.

“Fermali, ferma il funerale”

Esasperata Blair si alzò in piedi e con tutta la dignità che riuscì a raccogliere in quel momento esclamò “Aspettate, fermate il funerale!”

Venti paia di occhi si girarono a guardarla stupefatti.

“Blair cara, tutto bene?” le domandò sua madre.

“Sì, mamma.”

“Che cosa succede signorina?” chiese educatamente il pastore.

“Dovete fermare il funerale.”

“E perché?c’è qualcosa di cui lei è a conoscenza?”

Blair si morse il labbro “Si..emhhh io”, lanciò un’occhiata disperata a Cornelia.

“Di che mi hanno uccisa, di che mi hanno uccisa” iniziò a gridare nuovamente il fantasma.

“Io credo ci sia stato un omicidio.”







Note dell'autrice: Ora iniziamo ad entrare un po' di più nella storia, lasciatemi un piccolo commentino please per farmi sapere se vi piace come sta andando ^.^ Ringrazio anche coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite e anche chi l'ha semplicemente letta :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Marlon Brando è sempre lui! ***


Capitolo due

Marlon Brando è sempre lui.

 

Blair era seduta in una stanza della stazione di polizia e tamburellava nervosamente le mani sul tavolo, come aveva fatto a cacciarsi in quel guaio? Non poteva stare ferma e zitta altri cinque minuti? Contemplò la finestra e prese seriamente in considerazione l’idea di scappare da lì.

“Che hai? Stai male?” le disse Cornelia lasciandosi sfuggire una risatina.

“Se sto male?” iniziò ad urlare Blair “Sto per denunciare un omicidio che non è stato commesso e tu ridi! Sai che succede se mi scoprono? Finisco in prigione o mi prendono per pazza e mi rinchiudono al centro Ostroff. Posso dire addio al mio matrimonio con Nate e al mio brillante futuro a Yale, non mi vorrà più nemmeno il Sarah Lawrence!”

“Perché ti sposi?”

“No, lasciamo perdere va”

Aveva appena finito di parlare che l’ispettore James Potter entrò e si presentò.

“Allora,” esordì l’ispettore “mi dicono che lei ha interrotto il funerale della sua prozia”

“Esatto.”

“Perché?”

“Oh andiamo, non le sembra sospetto morire così all’improvviso?”

“A centocinque anni?”

Blair poté giurare di aver sentito un leggero tono di scherno nella voce, anche se l’ispettore Potter cercava di rimanere serio e impassibile. Che poi come poteva essere preso seriamente un tizio che aveva lo stesso nome di un personaggio di un libro? Un libro per bambini per giunta.

“Sì, ma non si muore così dall’oggi al domani, la prozia stava bene. Mi sembra ancora di vederla con la sua assurda fissa per le collane e lo spirito di una ragazzina.”

L’ispettore annuì “E c’è qualche avvenimento in particolare che le fa sospettare che la signora sia stata uccisa?”

Oh merda. E adesso che avrebbe detto? Non si era preparata niente. “Emmm…sì, è una storia complicata sa” rispose mentre una mano andava automaticamente a sistemare il cerchietto.

“Ho tempo”

Blair lanciò uno sguardo supplicante a Cornelia.

“Dì che sono state quelle della casa di riposo, dillo, dillo, dillo.” Iniziò a ripetere il fantasma.

“Ecco…qualche sera fa…ero in un pub, sì un pub, vicino alla casa di riposo, poco dopo ho visto entrare delle donne dall’aspetto familiare, all’inizio non ci ho badato molto, ma poi hanno iniziato a parlare di veleno e assicurazione e qualche giorno dopo la prozia è morta, così ho collegato tutto.”

Blair si era appena resa conto di aver raccontato la trama di una soap che stava vedendo Dorota qualche sera prima, pregò con tutta se stessa che non l’avesse vista anche l’ispettore.

Cornelia scosse la testa, e dopo averle dato della pivella lasciò la stanza.

Mezz’ora e mille peripezie dopo per far quadrare la sua assurda storia, Blair camminava nel corridoio della stazione di polizia e Cornelia ricomparve al suo fianco.

“E io che speravo di essermi liberata di te” sbottò.

“Allora come è andata?”

La ragazza scrollò le spalle “Ha detto che avrebbero indagato, credo abbiano preso la cosa seriamente. Tu che fine avevi fatto?”

“Oh, ero in giro.”

“Cioè io ero lì ad inventarmi assurde storie e questa se ne va in giro! Ho dovuto dire che ero a Brooklyn a trovare la mia amica Vanessa, non so se ti rendi conto! Non so se sia peggio aver detto di essere stata a Brooklyn o di essere amica di quella senzatetto.”

Ma Cornelia non la stava nemmeno ascoltando “Sai, mentre ero in giro ho visto un ragazzo bellissimo nella stanza accanto alla tua, assomigliava a Marlon Brando. Dovresti proprio chiedergli di uscire.”

Blair storse la bocca disgustata “Certo, uscire con i galeotti è sempre stata la mia massima aspirazione.”

“Oh come sei noiosa!”

Trenta secondi dopo il fantasma iniziò a gridare come una pazza “Eccolo è lui! E’ lui! E’ Marlon Brando! Chiamalo,chiamalo.”

La ragazza volse lo sguardo nella stessa direzione di quello di Cornelia ed esclamò “Bass.”

“Waldorf” rispose lui sfoderando il suo solito ghignò “e’ l’ultimo posto in cui mi aspettavo di trovarti.”

“Invece, questo è esattamente il tuo ambiente.”

Nel frattempo Cornelia aveva preso a girare vorticosamente intorno a Chuck e a riempire di domande Blair “Conosci Marlon Brando? Come lo conosci? Invitalo ad uscire, invitalo ad uscire!”

“Sta zitta!” esclamò cercando di scacciarla con la mano.

“Con chi stai parlando?” domandò lui guardandola perplesso.

“Con nessuno, c’era una mosca, possono essere così fastidiose a volte” poi per sviare il discorso continuò “Che cosa ci fai qui?”

Chuck scosse le spalle “Oh niente di che, una rissa.”

Blair rise “ E ne sei uscito indenne? Sappiamo tutti che non sei un tipo atletico.”

Lui ghignò e con il suo solito fare sensuale le sussurrò “Mi offendi, sappiamo tutti che sono piuttosto famoso per la mia ginnastica a letto.”

Blair non poté trattenere un brivido, poi riprese il controllo di se stessa e lo schiaffeggiò sul braccio “Sei disgustoso, per favore risparmiami i dettagli.”

“Come vuole lei mia regina”

“E Bass, fossi in te farei qualcosa per quell’occhio, sta diventando pericolosamente viola e per quanto ti piaccia il viola…”

“Dovrebbe limitarsi all’abbigliamento.” continuò lui per lei.

Blair sorrise.

“Allora vuoi un passaggio per tornare a casa? C’è la limo che mi aspetta giù.”

La ragazza annuì, dopotutto non si rifiuta mai un giro in limo.





Nota dell'autrice : Ed ecco che ha fatto la sua comparsa anche Chuck nella storia, che cosa mi dite?

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Se devo essere sincera... ***


Capitolo tre.

Se devo essere sincera...

“Allora che ci facevi tu alla stazione di polizia?” domandò Chuck lungo il tragitto verso casa.

“Denunciavo un omicidio”

“Un omicidio?” alzò un sopracciglio incredulo.

“Sì, cos’è non mi credi?” e Blair si lanciò nel racconto dell’assurda storia che aveva inventato alla stazione di polizia, tralasciando la parte di Brooklyn e di Vanessa o Chuck non le avrebbe mai creduto. La conosceva troppo bene.

“Questa storia non può essere vera, sembra la trama della soap che stava vedendo Alfonso la settimana scorsa. E l’ispettore Potter, davvero? Non può essere preso seriamente in considerazione un tizio con quel nome.”

“E la stessa cosa che ho pensato io.”

“Ma ciò non toglie che la tua storia sia assurda.” continuò lui, sporgendosi un po' per guardarla dritta negli occhi.

“Ti dico che è vera invece!” ribatté lei indispettita.

“E perché le infermiere avrebbero ucciso la tua prozia, secondo te?”

“Per i soldi Chuck, mi pare ovvio.”

“Ma non potevano sapere che avrebbe lasciato tutto a loro. E non sai neanche se era ricca.” Scosse la testa, c'era decisamente qualcosa che non quadrava in quella storia, Blair poteva anche aver ingannato un poliziotto, ma non poteva prendere in giro lui.

“ E tu che ne sai? Eri lì con loro quando ha fatto testamento? Magari l’hanno costretta.”

Chuck non poté trattenere una risata.

“Ok, ridi pure se vuoi.” Rispose Blair mettendo il broncio.

“Lo sai che sei ancora più sexy quando fai così?” lo sguardo rapito dalle sue labbra rosse, formavano un cuore perfetto.

“Risparmiami le tue battute da quattro soldi Bass, con me non attaccano. E smettila di guardarmi così.”

“Così come?” il solito tono noncurante nella sua voce.

“Come se potessi spogliarmi con lo sguardo”, lo disse mettendo su la sua migliore espressione disgustata, ma in realtà, in qualche modo assurdo, lo trovava perversamente eccitante. Ci doveva essere qualcosa di sbagliato in lei, si ritrovò a pensare la ragazza.

“Se potessi lo farei” e dal modo in cui lo disse Blair non dubitò per un'istante che lo avrebbe fatto.

“Continua a sognare, Bass.”

In tutta risposta lui ritornò a parlare della collana “Ok, diciamo che ti credo. Perché è così importante questa storia per te?”

“Può sembrare assurdo, ma c’è questa collana bellissima a cui la prozia era molto affezionata e io voglio ritrovarla prima che venga seppellita, era il suo ultimo desiderio.”

“Non ti facevo così sensibile Waldorf.”

“Non tutti sono stronzi senza cuore.”

Altro ghigno “Ora ti riconosco. Quindi non è che hai esagerato con la storia dell’omicidio solo per prendere tempo per ritrovare la collana?”

Blair si morse il labbro “magari un po’”

Chuck alzò il sopracciglio “solo un po’?”

Nel frattempo la limo era arrivata a destinazione.

“Ok, ho inventato tutto di sana pianta” ammise finalmente.

Lui rise.

“Ora, al posto di continuare a farmi prendere in giro da te, avrei una collana da ritrovare.”

“Se serve aiuto sai dove trovarmi, Waldorf.”

“Grazie, Bass.”

***

 

 

Appena entrata in casa, Blair si lasciò cadere sul divano di pelle del suo salotto e chiuse un attimo gli occhi, quella giornata iniziata in maniera così tranquilla era diventata totalmente assurda, aveva assolutamente bisogno di un massaggio rilassante e della sua tisana alle erbe. Sperava solo di non dover trovare tanto presto sua madre che avrebbe nuovamente ricominciato a chiederle se andava tutto bene e se avesse bisogno di vedere di nuovo “qualcuno”. Non voleva parlare di nuovo con una psicologa, aveva appena diciassette anni e le sembrava di aver passato metà della sua vita in inutili chiacchiere con gli psicologi.

“Dorotaaa” gridò per farsi sentire dalla cameriera che si trovava dall’altra parte della casa “la mia tisana presto.”

“Allora come conosci Marlon Brando? E’ sexy vero? Ci sei andata a letto?” iniziò a tempestarla di domande Cornelia.

Blair si massaggiò un secondo le tempie “Ma non riesci a stare un secondo zitta? La tua voce mi è entrata nel cervello!”

“Ma se sono stata zitta tutto il tempo del viaggio in limousine!”

“Solo perché eri troppo impegnata a sbavare senza ritegno su Chuck per proferire parola” frecciò Blair.

“Bisogna essere ciechi per non sbavare su di lui, ma l’hai visto? Il taglio degli occhi, la mascella e il tono della voce..”

Blair alzò gli occhi al cielo.

“Ci sei mai stata a letto insieme?” tornò alla carica il fantasma.

“Ughh” la ragazza fece una smorfia “Non consegnerò mai la mia virtù nelle mani di quel Bass-tard.”

“Credi che se mi vedesse mi troverebbe carina? Come suona Cornelia Bass?”

“A Chuck piacciono tutte. E’ anche il mio nome, e il mio nome sta bene con tutto, anche se ci sono cognomi con i quali lega molto meglio, come Archibald per esempio.”

Cornelia storse leggermente il naso “Nahhh troppo pomposo. Bass è molto meglio.”

“E’ perché ancora non hai visto Nate.” Blair si affrettò a prendere il suo cellulare dalla Chanel nera e mostrò soddisfatta la foto del ragazzo a Cornelia “Guarda che bello.”

Il fantasma osservò la foto molto attentamente, poi arricciò nuovamente il naso in segno di disapprovazione “E questo pseudo-Ken chi sarebbe, il tuo fidanzato? Non ha nemmeno l’aria troppo sveglia.”

“Hey non insultare così il mio Nate” la ragazza allungò una mano per colpirla, ma ancora una volta riuscì solamente a toccare l’aria.

“Da quanto tempo state insieme tu e Ken?”

“Nate, non Ken.”puntualizzò B

Cornelia si limitò ad alzare le spalle.

“Stiamo insieme da quando avevamo otto anni.”

“Lo sapevo che eri una tipa noiosa, tu e il principe azzurro nel vostro castello sommersi dalla noia!”

“Io non sono noiosa” protestò lei “ e neanche Nate, sappiamo divertirci un sacco insieme.”

“Sì sì, come no! Che fate per divertirvi? Presenziate a un noioso ricevimento insieme? Non fate nemmeno sesso!”

“Non ho intenzione di parlare della mia vita sessuale con la mia prozia”, Blair fece una piccola smorfia “ e si da il caso che quando io e Nate torneremo insieme, faremo tanto di quel sesso che al confronto la vita sessuale di Chuck Bass sembrerà quella di un novantenne!”

Cornelia osservava attentamente la città di NY fuori dalla finestra, la ragazza per un momento pensò che non l’avesse nemmeno ascoltata, ma poco dopo arrivò la tagliente risposta “Cioè difendi Ken a spada tratta e non state nemmeno insieme? Sei patetica oltre che noiosa.”

“E tu sei il fantasma più odioso che abbia mai conosciuto” Blair mise il broncio e incrociò le braccia “sai che ti dico, trovatela da sola la collana!” poi gridò “Dorota la mia tisanaaa. ORA.”

Il fantasma smise immediatamente di guardare fuori dalla finestra e andò dritto verso B “Non scherzare con queste cose, come faccio a ritrovare la mia collana senza di te?”

“Non è un problema mio.”

Cornelia iniziò a guardarla con occhi supplicanti “Ti prego, è il mio ultimo desiderio!”

La ragazza voltò la testa dall’altro lato.

“Per favore, cercherò di essere più buona.”

Blair roteò gli occhi “Va bene,ti aiuterò.”

“Grazie, non ho dovuto nemmeno urlarti nelle orecchie per convincerti.”

“Fallo di nuovo e te ne faccio pentire.”

“Sai” iniziò Cornelia “ho scoperto che quando grido forte forte nelle orecchie di qualcuno, questo è costretto a fare quello che gli chiedo. Più è debole la persona, più facile è convincerla.” E detto questo sparì. Blair si portò una mano alla testa, quel fantasma l’avrebbe condotta all’esaurimento.

Pochi istanti dopo la fedele cameriera entrò nella stanza, portando un bicchiere di Martini.

Blair la osservò confusa “Dorota, ma io ti avevo chiesto una tisana.”

Questa fu la volta della donna di assumere un espressione confusa “Non capisco Miss Blair, lei mi ha chiesto il martini.”

“Va bene, dammi il martini, non fa niente” e le strappò poco regalmente il bicchiere dalle mani. “Ora puoi andare Dorota,grazie.”

Prima di andarsene la cameriera si girò verso B “Miss Blair, non trova anche lei che Mr Chuck assomigli a Marlon Brando?”

Blair alzò nuovamente gli occhi al cielo, ma perché tutti avevano questa fissa per Marlon Brando e Chuck oggi?

“E non pensa che Mr. Nate abbia l’aria poco sveglia?”

E in quel momento Blair capì, era tutta opera di Cornelia. In effetti, pochi istanti dopo il fantasma apparve sghignazzante alle sue spalle.





Nota dell'autrice: Come vi sembra questo nuovo capitolo? Lasciatemi un commentino per farmi sapere se vi piace come prosegue la storia ^.^
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il socio ***


Capitolo quattro.

Il socio.

 

Lungo la strada verso la Costance, Blair ripeteva per la terza volta a Cornelia di non parlarle mentre si trovavano a scuola, chi avrebbe voluto come regina una svitata che parla da sola? Quelle quattro stupide ci avrebbero messo un secondo a ritornare da Serena.

“Ma io mi annoio!” protestò Cornelia “Che faccio per cinque ore?”

“Potresti andare in giro per negozi, da Bergdorf è arrivata la collezione autunno-inverno di Jimmy Choo. Devo proprio passare oggi pomeriggio con Serena.”

Il fantasma storse la bocca “ i vostri vestiti non sono assolutamente belli come quelli di quando io avevo vent’anni. E comunque non puoi andare a fare shopping oggi, hai promesso che mi avresti aiutata a trovare la collana.”

“Ma non ho mai detto che avrei iniziato oggi.”

“Ma abbiamo poco tempo, ti prego aiutami e prometto che starò zitta mentre sei a scuola.”

Blair ci pensò un attimo su e decise che era un buon compromesso, Serena avrebbe anche potuto aspettare. “Ok, rimanderò con Serena.”

Poi decisa si avviò verso i gradini del MET dove ad attenderla c’erano già le sue fedeli seguaci con i loro yogurt in mano, Blair si sedette sul gradino più alto e dopo una decina di minuti in cui faceva finta di ascoltare le inutili chiacchiere di Penelope e Is, si rivolse con nonchalance alla piccola Jenny Humprey.

“Little J. se ti descrivessi una collana saresti in grado di disegnarla?”

“Sì, credo di sì.”

La ragazzina prese carta e penna e iniziò a disegnare seguendo le direttive di Blair che a sua volta seguiva le indicazioni che le venivano date da Cornelia.

“E' di perle, due fili di perle di vetro semitrasparente”

Jenny annuì “Così?” mentre faceva uno schizzo di perle rotonde.

“Più ovali, inframmezzate da strass”

La ragazzina cancellava e aggiustava seguendo le istruzioni.

“E non dimenticare la libellula”

Venti minuti dopo la collana stava finalmente prendendo forma sotto gli occhi ammirati di B, aveva quell'aria antica che la affascinava, anche se non era una collana di gran valore.

“Ci siamo. E’ lei” disse il fantasma guardandola con occhi adoranti.

La regina mostrò un sorriso soddisfatto “Hai talento little J.”

Blair era talmente immersa nella contemplazione della collana da non accorgersi dei passi alle spalle.

“Che cos’è questa una nuova strana forma di tortura delle matricole, Waldorf?” le chiese strappandole il foglio dalle mani.

La ragazza sobbalzò leggermente, ma cercò di non darlo a vedere “Sai che sono molto più creativa e spietata, Bass” rispose senza neanche girarsi a guardarlo, non ne aveva bisogno, avrebbe riconosciuto il suo tono basso e roco tra mille e poi solo lui la chiamava Waldorf, non si ricordava nemmeno come fosse iniziata questa cosa del chiamarsi per cognome, ma le piaceva,perché era una cosa solo loro. La faceva quasi sentire speciale. Cancellò l’ultimo pezzo dei suoi pensieri, non aveva certo bisogno di Chuck Bass per sentirsi speciale.

Lui le si sedette accanto, sotto lo sguardo sbalordito delle altre ragazze.

“Bass, non ti ho dato il permesso di sederti qui.”

“Non ho certo bisogno del tuo permesso, non sono una di queste quattro galline!”

La bocca di Penelope si aprì per la sorpresa, poi si girò verso B per chiederle aiuto.

“ Che c’è? Non vi sapete difendere da sole?”

“Ma…”

“Niente ma, e ora andate” continuò la ragazza battendo le mani “io e Chuck dobbiamo parlare.”

“E così questa sarebbe la famosa collana?”

Blair annuì.

Lui continuò a guardarla “mmm sembra roba da mercatino dell'antiquariato”

“Lo so, ma ha qualcosa che mi affascina a suo modo e poi devo ritrovarla a tutti i costi” rispose sbuffando.

Nel frattempo Cornelia alla vista del ragazzo aveva completamente perso il controllo e non faceva che toccarlo e baciarlo dappertutto, Blair non poteva credere ai propri occhi, quel fantasma aveva gli ormoni completamente impazziti.

“Chissà se è anche ben dotato” disse all’improvviso. Blair pregò con tutta se stessa che non stesse per fare quello che pensava, ma purtroppo per lei non si sbagliava. Con sommo orrore vide le mani del fantasma scendere sempre più in basso e fino a giungere sui pantaloni di Chuck. Blair sgranò gli occhi, non ci poteva credere, un fantasma stava molestando Chuck Bass.

“Oh tesoro non fare quella faccia, ti assicuro che è proprio messo bene laggiù” le disse facendole l’occhiolino.

“Che ne pensi dunque di questo pomeriggio?” Blair venne riportata alla realtà dalla voce di Chuck che chiaramente si aspettava una risposta da lei. Merda. Non aveva sentito una sola parola.

“Uh?” disse distogliendo velocemente lo sguardo dai suoi pantaloni.

Lui seguì il suo sguardo con fare divertito “Waldorf guarda che se vuoi verificare la mercanzia basta chiedere.”

Solita smorfia disgustata da parte di lei “Non ti illudere, mi era semplicemente sembrato che ci fosse una macchia sui tuoi pantaloni. Allora stavamo dicendo?”

“Visto che “la macchia” sembra averti parecchio distratta, riepilogo brevemente: ho un’idea per un progetto che voglio mostrare a mio padre e vorrei che tu venissi a vederlo con me oggi pomeriggio in anteprima, voglio il parere di qualcuno.”

“Come mai non hai chiesto a Nate?”

“Nathaniel è un caro ragazzo, ma sappiamo tutti e due che non è propriamente un genio.”

“Visto? lo dice anche lui” s’intromise Cornelia, beccandosi un’occhiataccia da B.

“Ok, ma oggi pomeriggio avrei già un impegno.”

“Shopping con Serena?”

“No, devo iniziare le ricerche della collana, devo passare dalla casa di riposo.”

Chuck sembrò pensarci un secondo su “facciamo così, ti passo a prendere dopo scuola con la limo e io ti aiuto con la collana e tu poi vieni con me per il progetto.”

Blair sorrise “Affare fatto.”

“E’ sempre un piacere fare affari con te Waldorf.”

 

 

 

Note dell'autrice: Che ne pensate di come procedono le cose? Ringrazio tutti coloro che leggono la storia e che hanno aggiunto la storia tra le seguite, se mi lasciaste anche un commentino mi fareste davvero felice ^.^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Due per la strada (di Brooklyn) ***


Ringrazio di cuore tutti quelli che leggono e seguono la storia, spero che il nuovo capitolo vi piaccia e mi lasciate un commentino ^.^

 

Capitolo cinque.

Due per la strada(di Brooklyn).

 

La limo di Chuck era parcheggiata davanti all’entrata della casa di cura in cui era stata Cornelia, al suo interno i due ragazzi discutevano da diversi minuti.

“Io non posso venire là dentro” insistette Blair.

“Perché no?” ripeté stancamente Chuck, in un discorso che evidentemente si protraeva da diversi minuti fermandosi sempre sullo stesso punto.

“Te l’ho già detto, io ho accusato le infermiere di omicidio, con che coraggio entro là dentro?”

“Non ti riconosceranno” disse sicuro.

Blair alzò il sopracciglio in risposta.

“Non fare la fifona Waldorf” la provocò lui

“Non sono una fifona”

“E allora dimostramelo, vieni dentro con me.” Chuck non ebbe nemmeno bisogno di sentire la risposta per sapere che l’aveva convinta, riuscì a capirlo dalla luce di sfida che si accese negli occhi di lei, Blair Waldorf non si tira mai indietro di fronte a una sfida, e lui lo sapeva.

“Ok, andiamo”.

Entrarono nella casa di cura con passo sicuro, Blair si guardò intorno con aria leggermente disgustata, perché tutto aveva l’aria così grigia e spenta là dentro? Persino le piante le apparivano afflosciate. Pochi istanti dopo apparve una delle infermiere, una signora grassoccia dal sorriso caloroso “Salve, io sono Madison in che cosa posso esservi utile?”

Chuck le tese la mano “Sono Chuck Bass e lei è Blair Waldorf, siamo qui perché volevamo sapere se avevate ancora gli effetti personali della signora Cornelia Lancaster.”

Il viso della donna s’ illuminò “Oh siete parenti di Cornelia, era la nostra ospite più anziana, sono davvero addolorata per la sua scomparsa, sapete sarei tanto voluta venire al funerale ieri, ma purtroppo ero di turno.” La donna sembrava davvero addolorata, e Blair si sentì un mostro senza cuore, come aveva potuto accusare una donna tanto gentile? Quando sarebbe tornata a casa, Cornelia l’avrebbe sentita, lei e le sue stupide idee, e non l’aveva nemmeno voluta accompagnare. Per fortuna che c’era Chuck con lei, istintivamente andò a cercare la mano del ragazzo per essere rassicurata, se lui fu sorpreso dal gesto di certo non lo diede a vedere, ricambiò la stretta con decisione.

“Vado subito a prendere la scatola” disse l’infermiera.

“E queste sarebbero le ladre di collane?” le disse lui, non appena la donna si fu allontanata.

“Ti ho già detto che potrei aver commesso qualche errore di valutazione.”

“Qualche.” Chuck rise.

Lei roteò gli occhi, “sei odioso.”

“Ecco qui la scatola”disse la donna “non so se c’è tutto, perché i parenti più prossimi avevano detto che non erano interessati ai suoi oggetti personali, quindi alcune cose potrebbero state vendute all’asta di beneficenza che c’è stata stamattina. Lei e la sua fidanzata potete controllare.”

“Ma noi non siamo fidanzati” protestò subito Blair.

“Oh scusate, avevo visto che vi tenevate per mano e siete così carini insieme, scusatemi.”

Immediatamente i due ragazzi lasciarono la presa, le guance di Blair si erano lievemente arrossate, il viso di Chuck era imperscrutabile come sempre, ma Blair avrebbe giurato di aver visto trasparire del leggero imbarazzo nel volto di lui. Ricontrollò, ma non ce n’era più traccia, si era forse sbagliata?

“Controllo la scatola” e la ragazza si fiondò sulla scatola di scarpe sperando di trovare la fantastica collana. C’erano un sacco di collane, qualche vecchia foto, un pettine e un fermaglio con delle farfalle decisamente non male, Blair stava valutando se prenderlo o meno, ma della collana nessuna traccia. Puff. Sparita.

“Non c’è.” Mormorò sconfitta.

“Non avete un registro degli oggetti che avete venduto alla fiera di beneficenza?” domandò Chuck.

L’infermiera ci pensò un attimo su “No, ma ho una lista delle persone che hanno ricevuto l’invito alla fiera se può esserle d’aiuto.”

“Me lo dia.”

Mentre la donna si allontanava per la seconda volta, Blair iniziò a lamentarsi “Non la ritroverò mai.”

Due secondi dopo aver ottenuto la lista, Chuck e Blair erano già fuori dalla casa di riposo, un'espressione di disgusto capeggiava sul volto di entrambi.

“Andiamo via di qui al più presto,odio Brooklyn.”

“Sì, questo posto trasmette tristezza e sudiciume” convenne Blair, poi continuò “allora, io chiamo tutte le persone dalla A alla M e tu fai le restanti?”

“Perché dovrei?”protestò lui.

“Abbiamo un accordo Bass, tu mi aiuti a trovare la collana e io vengo a vedere questo tuo geniale progetto."

“Giusto, ora però andiamo.”

Blair stava quasi per salire in macchina quando qualcosa attirò la sua attenzione. Si abbassò immediatamente dietro la macchina e costrinse Chuck a fare altrettanto.

“Chi stiamo spiando ora?”

“Shhh.”sussurrò lei.

“Nathaniel?”

“Chi diavolo è quella che è con lui?”

Chuck osservò attentamente la ragazza “direi che è l’amica sfigata di quel pezzente di Humphrey. Quella noiosa con la telecamera.”

La bocca di B si mosse a formare una gigantesca O, “Vanessa. Avrei dovuto riconoscerla dal cespuglio informe!” poi strinse le labbra evidentemente contrariata “che ci fa Nate con quella? Chuck dobbiamo andare a salvare Nate, è tutto solo a Brooklyn con una tizia con le dottor Martens FUCSIA! Fucsia, Chuck!”

“A me non sembra che abbia bisogno di essere salvato.” Rispose semplicemente lui.

“Allora vado io” Blair si alzò dal suo nascondiglio per andare loro incontro, ma Chuck la tirò indietro prontamente afferrandola per il polso.

“Non essere ridicola, guarda.” E Blair si ritrovò a vedere un Nate che rideva come non lo vedeva fare da tempo. Una miriadi di pensieri le attraversarono il cervello; perché con lei non era mai così? Si era consolato in fretta, l’aveva già dimenticata? Si erano lasciati da una settimana e già usciva con un’altra? O peggio, il dubbio si insinuò in lei, l’aveva lasciata per Vanessa? La tradiva con lei? Le lacrime iniziavano a salirle agli occhi. Prima Serena, ora Vanessa, che avevano tutte più di lei?

“Mi tradiva con lei?” domandò a bassa voce.

“Eh? Ma sei pazza? No.” Chuck rimase immobile, le lacrime di Blair lo stavano spiazzando, non sapeva che fare, lui non era bravo a consolare le persone, che doveva fare? Serena magari l’avrebbe abbracciata, ma lui non era Serena, così continuò semplicemente a tenerle stretto il polso.

“Perché non dovrebbe? Mi ha già tradita con Serena. Evidentemente persino la feccia di Brooklyn è migliore di me.”

Afferrò anche l’altro braccio per girarla verso di sé , “Blair, non essere sciocca…”

“No? E allora perché mi ha lasciata? Perché?”

“Perché non ti ama, dannazione. Affronta la realtà e smettila di nasconderti” quasi le urlò contro.

Un lampo di dolore le attraversò gli occhi e Chuck desiderò per un momento di poter tornare indietro e rimangiarsi quello che aveva detto, istintivamente strinse ancora di più la presa sulle sue braccia.

“Hai ragione” rispose lei, dopo un momento di silenzio “Nate non mi ama, mia madre passa più tempo a lavoro che con me, la mia migliore amica ormai preferisce trascorrere tutto il suo tempo a Brooklyn, ma sai una cosa? Non mi importa. Non ho bisogno di loro, non ho bisogno di nessuno di voi, neanche del tuo stupido aiuto per ritrovare la collana, ce la faccio benissimo da sola. E ora lasciami i polsi che mi stai facendo male!”

Come colpito da una scossa, Chuck lasciò immediatamente la presa e rimase lì fermo sul marciapiede a guardare Blair Waldorf che si allontanava da lui, sempre di più. 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Pensavo fosse amore, invece era un calesse. ***


Nuovo capitolo!! Ringrazio infinitamente tutti coloro che leggono e seguono la mia storia e soprattutto quelle anime pie che mi hanno lasciato una recensione. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate ;)


Capitolo sei.

Pensavo fosse amore, invece era un calesse.

 

“Ora basta, smettila di autocommiserarti e di guardare questo stupido film, per quanto mi piaccia Audrey Hepburn vedere la sua filmografia in due giorni è troppo.” Sbottò Cornelia.

“Almeno a lei le cose vanno sempre bene” rispose Blair mentre mangiava uno dei suoi cioccolatini preferiti.

“E molla anche quei cioccolatini, sembrano così invitanti e io non ne posso mangiare nemmeno uno.”

“Mi dispiace.”

Il fantasma alzò le spalle “Non fa niente. Ma davvero Blair non puoi continuare così, per quel Nate poi.”

“Non si tratta davvero solo di Nate” disse agguantando un altro cioccolatino “perché nella mia vita devo arrivare sempre seconda qualsiasi cosa faccio? Per quanto mi sforzi non faccio mai abbastanza, c’è sempre la Serena di turno a rubarmi la scena senza il minimo sforzo! E poi Vanessa? Davvero? E non ha nemmeno avuto la decenza di dirmelo, anni insieme buttati così. Vorrei almeno sentirmelo dire da lui, devo sapere se non c’è più speranza.”

“Non cambierebbe niente.”

“Sì, invece!”

“Che vuoi fare ?Andare da lui e chiedergli se è vero che non ti ama più?”

Blair corrugò le sopracciglia “cosa? No, certo che no. Ma ho un piano.”

“Non so perché, ma il tuo sguardo non promette nulla di buono.”

***
 

“No,no,no, lo sapevo che ci andavamo a cacciare in qualche guaio” si lamentò Cornelia.

“Non ci stiamo cacciando in nessun guaio, non essere sciocca!”

“Tu sei vestita con un trench, foulard in testa e mega occhiali da sole, stiamo pedinando Nate da stamattina e hai appena fatto piazzare una ricetrasmittente da Dorota nel ristorante dove lui ha prenotato il tavolo, se non è puzza di guai questa! “

Blair roteò gli occhi, poi si sistemò meglio gli occhiali e si controllò allo specchietto “Allora questo è il piano, io mi siedo a un tavolo non troppo lontano da loro con la mia trasmittente, in modo da poterli spiare senza essere vista, tu andrai al tavolo e urlerai a Nate le domande che ti dirò di fare.”

“Lo sapevo che non ti dovevo dire dove l’aveva invitata per pranzo.”

“Non sei tu quella che dovrà mangiare cibo di pessima qualità in uno squallido ristorante di Brooklyn, mi meraviglio di Nate. Ora entriamo.” E detto questo entrò con passo sicuro nel ristorante e scelse un tavolo che le permetteva di avere una discreta visuale senza essere vista. Nate e Vanessa entrarono nel locale poco dopo, Blair alzò immediatamente il menù per evitare di farsi riconoscere.

“Oddio guarda come si è conciata, deve essersi vestita ad occhi chiusi!” commentò, non appena vide la maglia gialla della ragazza abbinata a dei leggings leopardati e ad una borsa arancione.

Cornelia le rispose con una smorfia “ e quei capelli? Sembrano secoli che non li lava.”

“Chissà che cosa hanno da ridere.”

“Sembra che si stiano divertendo però.”

“Sì come no, ora taci.” Borbottò Blair

Finalmente i due si accomodarono e Blair accese immediatamente il microfono, infilò svelta un auricolare in un orecchio, non si sentiva perfettamente, ma se si concentrava riusciva a capire ciò che si dicevano.

“Mi sono impegnato tanto in quei test perché voglio riuscire ad entrare in una buona università senza l’aiuto di nessuno. Mio padre vorrebbe che andassi alla Dartmouth, mio nonno ha già iniziato a pressarmi dicendo che se voglio andare a Yale non devo fare altro che dirlo” stava raccontando Nate, e Blair non riusciva a credere che lui stesse sputando in faccia alla possibilità sicura di entrare a Yale, come si poteva non voler andare a Yale? Bisognava essersi bevuti il cervello.

Poco dopo Vanessa attaccò un discorso sulla sua famiglia totalmente contraria all’istruzione a pagamento e poi continuò parlando della sorella lesbica e della sua band.

“Wow, mi piacerebbe vederlo un concerto di tua sorella.”

“Allora sei invitato alla loro prossima esibizione”

“A me sembrano carini insieme” rincarò la dose Cornelia, beccandosi un’occhiataccia dalla ragazza “Tu da che parte stai? Fantasma ingrato! Ora vai da lui e chiedigli perché mi ha lasciata.”

“Sei sicura? Potrebbe non piacerti quello che sentirai.”

“Vai e chiedi” rispose, interrompendosi poi di colpo perché la cameriera si era avvicinata per prendere l’ordinazione. “ Salve, vorrei dell’anatra all’arancia.”

“Mi dispiace signorina, ma non è sul menù”

“Allora mi porti dell’arag..” si bloccò a metà frase “dimenticavo che siamo a Brooklyn, mi porti la zuppa della casa” disse dopo aver individuato una cosa a caso sul menù. La cameriera prese l’ordinazione guardandola in maniera strana.

“Perché hai rotto con Blair?” la voce di Cornelia le giunse nell’auricolare forte e chiara.

Nate restò immobile, mentre Vanessa continuava a parlare.

“Perché hai rotto con Blair? Raccontalo a Vanessa” Cornelia continuava ad urlare nell’orecchio del ragazzo, che assunse un’espressione leggermente smarrita. Quasi confusa.

“Nate mi stai ascoltando?”

“Scusa mi sono distratto un attimo, che cosa stavi dicendo?”

“Ti stavo raccontando del mio ultimo documentario, ma se non ti interessa non fa niente.” Rispose lei leggermente delusa.

“Certo che mi interessa, ma non so perché mi è venuta in mente Blair.”

Il volto della ragazza esprimeva totale delusione adesso “Ah. Vi siete visti ultimamente?”

“No” il ragazzo scosse la testa “ad essere sinceri non pensavo a lei da un po’, non capisco perché mi sia tornata in mente proprio ora.”

Blair quasi si strozzò con l’acqua che stava bevendo, lei aveva passato giorni ad aspettare il suo ritorno e lui non l’aveva pensata per niente?

“Perché vi siete lasciati?” continuò ad urlare Cornelia.

“Stavo pensando a perché ci siamo lasciati” continuò lui.

“Sono cose che succedono” rispose Vanessa fingendosi interessata.

“Sai era sempre così controllata, quella ragazza è una maniaca del controllo.”

Blair sgranò gli occhi, che c’era di male a voler avere sempre tutto sotto controllo? Se organizzi e controlli tutto non corri il pericolo di dover incappare in spiacevoli imprevisti.

“E poi è sempre tutta presa dal suo essere regina della Costance, lei e Chuck sono costantemente ad ordire complotti ed eliminare nemici, dovrebbe rilassarsi di più.”

Sì e farsi soffiare il trono da Serena o da qualche altra di quelle quattro oche, non si rimane regina se dormi sugli allori, possibile che Nate non riuscisse a capirlo?

“E non so, a volte mi sembrava di sentirmi soffocare. Sembrava che tutta la nostra vita fosse già pianificata.”

E per questo che si era fatto Serena? Perché lei era libera e spensierata? Perché non le aveva mai detto tutte quelle cose? Magari sarebbe potuta cambiare.

“Nate sei sicuro che tra te e Blair sia completamente finita?”

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli “Sì, sì scusami, non so che mi sia preso davvero. Ma se c’è una cosa di cui sono sicuro è che con Blair è finita, ormai stavamo insieme solo per abitudine.”

Blair si alzò di scatto dal tavolo, non poteva sopportare oltre, Cornelia aveva ragione era stata una pessima idea, era stata una stupida a voler sentire la verità da Nate, in fondo non la sapeva già? Una parte di lei sapeva che era già tutto finito, ma la sua parte più romantica e sentimentale era ancora rimasta attaccata all’idea che Nate sarebbe tornato da lei e sarebbero vissuti felici e contenti per sempre. Ricacciò una lacrima che spingeva per sporgere e al suo fianco comparve Cornelia.

“Ti prego non dirmi te l’avevo detto.”

“Ufff…volevo, ma non lo farò. Su torniamo a casa.”

Blair scosse la testa “No, c’è un altro posto dove voglio andare prima.”

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Victor Victrola ***


Ancora una volta un grazie immenso a tutti coloro che leggono, seguono e commentano questa storia!!!



Capitolo sette.

Victor Victrola

 

Blair bussò per la seconda volta alla porta “Chuck apri sono io, so che sei lì”. Non mentiva, sapeva che era lì dentro e da solo perché aveva mandato Cornelia in avanscoperta.

Attese qualche secondo, poi sentì la serratura girare e la porta si aprì. Chuck era vestito di tutto punto, non che di solito non curasse l’abbigliamento nei minimi dettagli, ma quel giorno, Blair rifletté, aveva quel qualcosa in più che gli dava un’aria estremamente seria, e Chuck Bass e serio non stavano spesso nella stessa frase. “Quest’abbigliamento è troppo elegante persino per te, dove devi andare?”

“Da mio padre, devo proporgli quell’affare di cui ti avevo parlato”

“Il club burlesque, dovevamo andare a vederlo insieme prima.”

“Ma evidentemente eri troppo occupata per venire con me,” non era certa, ma le sembrò di leggerci nel risentimento nel tono di voce di lui. Si sentiva leggermente in colpa per essersene dimenticata.

“Possiamo andarci ora?”

Lui guardò velocemente l’orologio, senza vederlo davvero “è tardi.”

“A che ora è l’appuntamento?”

“Alle due.”

“Mente” disse Cornelia mentre leggeva l’agenda che lui aveva lasciato sul tavolino “è alle tre”

“Non è vero, smettila di fare così con me Bass. Sono venuta qui con buone intenzioni, mi stavo quasi per scusare per essermela presa con te l’altro giorno, quando avevi ragione, ma tu devi sempre fare lo stronzo.”

“Non sono io ad aver iniziato, Waldorf”

“Ma tu stai continuando” puntualizzò lei.

Un piccolo sorriso spuntò sul volto del ragazzo “Ok, è alle tre. Ma non ci credo che stavi per scusarti.”

“Ti assicuro sulle mie Jimmy Choo che è vero.”

“Giura sull’ultimo paio che hai comprato, quello per cui hai quasi fatto licenziare la commessa per averlo.”

“Accontentati di un paio di Jimmy Choo qualsiasi. Sono edizione limitata quelle.”

“Lo so. Allora che ne dici di un bacio per farti perdonare?”

“Non approfittare della mia buona fede, Bass.”

Le mise un braccio intorno alla vita “andiamo al Victrola.”

 

***

 

Blair osservava il locale con attenzione, mentre lui le spiegava ogni dettaglio “Un posto rispettabile dove le persone possono essere trasportate in un’altra epoca,in cui possono sentirsi libere di lasciarsi andare. Nessun giudizio. Puro Svago. Quello che succede al Victrola, resta al Victrola.”

“Questo ragazzo è un genio, non è solo bello” osservò Cornelia.

Un’ultima occhiata intorno “Beh, ha del potenziale di marketing.” Un sorriso sincero si aprì sul volto di lei, e lui sapeva bene che Blair Waldorf non concedeva quei sorrisi facilmente “Chuck Bass, credo davvero che tutti i tuoi anni da ubriacone minorenne e da donnaiolo abbiano finalmente dato i loro frutti. Davvero, sono orgogliosa di te.”

Chuck tirò un sospiro di sollievo ,“E tu sei il mio critico più severo,” ma il pensiero di suo padre lo costrinse a correggere la frase, “Beh, il secondo più severo.”

“Allora pensi che tuo padre ti darà il suo benestare?”

Lui aprì il New York Observer che mostrava suo padre in prima pagina“ E’ esattamente il tipo di pensiero innovativo su cui è stato fondato l’impero dei Bass. E’ perfetto, è proprio quello che stavo aspettando.”

Il telefono di Blair trillò “Oh, è Serena, sono in ritardo per il nostro appuntamento.”

“Chi sene frega di questa Serena, restiamo con Chuck” intervenne il fantasma.

“Vai, io devo andare a promuovere l’idea a Bart. Una festa per la vittoria qui, domani”

“Non me la perderei mai.”

“Ti manderò un’auto.”

“Non essere nervoso. Gli piacerà tantissimo.” E Chuck sperò che lei avesse ragione.

“Blair” la sua voce la fermò mentre si apprestava a salire le scale “mi dimenticavo di dirti di chiedere a Serena per la collana.”

“La collana? Ha trovato la mia collana?” Cornelia iniziò a saltellare per tutta la stanza

“Come fa ad averla Serena?”domandò Blair

“Stando a quanto mi ha detto Mike, l'ha comprata Lily, non chiedermi che ci facesse a Brooklyn perché non ne ho idea”

“Grazie, mi starei ancora facendo attaccare il telefono in faccia da stupida gente diffidente senza il tuo aiuto.”

“Figurati, per te quando vuoi.”

Il telefono di Blair suonò di nuovo “adesso vado o Serena mi ammazza.”

“Sì muoviti andiamo da Serena” la esortò Cornelia, beccandosi un’occhiataccia da Blair

“Ma se tu eri quella che fino a due minuti fa diceva: Oh no restiamo con Chuck” rispose sottovoce la ragazza.

Il fantasma scrollò le spalle “che ti devo dire? Solo gli sciocchi non cambiano mai idea.”

***

“Scusa il ritardo, sono desolata” Blair arrivò davanti a Bendel praticamente trafelata, dove trovò una Serena Van der Woodsen in tutto il suo splendore e con un’aria decisamente imbronciata.

“Ti eri dimenticata dell’appuntamento, non è vero?”

Serena non era mai stata troppo intelligente, per cui Blair si meravigliò dell’acutezza dell’amica, ma decise di mentire, magari sarebbe riuscita a convincerla “Cosa?No, ma stai scherzando, certo che mi ricordavo dell’appuntamento, ma c’era traffico e poi ho perso tempo perché Chuck mi ha mostrato il locale che intende acquistare.”

“Ho aspettato qui mezz’ora perché tu eri con Chuck? Non passi troppo tempo con lui ultimamente?”

“Sai com’è il mio fidanzato mi ha lasciata, tu sei fissa a Brooklyn, almeno Chuck per me c’è sempre,” e nel momento in cui pronunciò quelle parole si rese conto che per quanto assurdo fosse, erano vere, Chuck Bass era da lungo tempo la costante della sua vita, tutti l’avevano abbandonata prima Serena, poi suo padre, infine Nate, ma Chuck per lei c’era sempre stato.

“Chiedile della collana, chiedile della collana” la voce insistente di Cornelia iniziò a torturarla.

“Ma hai Penelope, Is, Hazel, Jenny”

“Chiedile della collana, chiedile della collana”

“Sta zitta!” sbottò Blair ad alta voce.

Serena la guardò stupita “Blair, ma che dici?”

“Scusa, non so da dove mi sia uscita, volevo dire smettila di dire cazzate, lo sappiamo tutti che quelle sono quattro galline senza cervello. Chuck è al mio livello, dovrò pur parlare con qualcuno.”

“Ok. E dove sei stata stamattina? Perché non sei venuta a scuola?”

Blair sbuffò, non voleva mentire a Serena, ma dire pedinavo Nate con un fantasma suonava così patetico, “Ma che cos’è questo interrogatorio oggi? Non mi sentivo poco bene e non sono venuta.”

“Stai bene ora? Se non te la senti di andare a fare shopping possiamo stare a casa a vedere un film.”

“Non è troppo sveglia, vero?” intervenne nuovamente Cornelia.

La bruna roteò gli occhi, Serena era così ingenua a volte “Sto bene S. davvero. Andiamo a fare shopping.”

“Evviva!”

“Le vuoi chiedere della mia collana?” la voce del fantasma tornò a torturarla.

“Serena, quando torniamo a casa puoi controllare se tua madre ha una collana di perle con una libellula”

Blair cercò il foglio con il disegno della collana e lo mostrò all’amica “E’ questa qui”

“Oh sì quella . Non è un po' vecchio stile?”

“Me la presteresti per favore? L’avevo vista in un negozio, ma quando sono andata per comprarla ho scoperto che era stata venduta.”

Il viso di S si rabbuiò e Blair capì subito che c’era qualcosa che la stava per allontanare dalla sua collana “Mi dispiace, ma l’ho prestata a Georgina.”

“Georgina?”

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Tremate, tremate, la stronza è tornata! ***


Capitolo otto.

Tremate,tremate, la stronza è tornata.

 

“Georgina?” dal suo tono di voce, Blair immaginò che il viso di Chuck doveva avere un’espressione stupita almeno quanto la sua quando Serena gliel’aveva detto.

“Già, la stronza è tornata.”

“Tu sei stronza, quella è una psicopatica” precisò Chuck.

“Ma tu sei quello che ci è andato a letto”

“Ed è per questo che ti dico che è una psicopatica.”

“Non voglio nemmeno immaginare che ha fatto per aver traumatizzato Chuck Bass.”

“E’ meglio così, credimi.”

Blair rise “come la prendiamo?”

“Faccio un paio di chiamate all’investigatore per vedere dove si trova e ti aggiorno sul da farsi.”

“Ok, io vedo che mi dice Serena.”

Stava per chiudere la chiamata quando sentì di nuovo la sua voce “Blair?”

“Mmm?”

“ Non ti dimenticare dell’inaugurazione stasera”

“Non vedo l’ora” rispose sorridendo prima di chiudere la chiamata, non che ci fosse davvero qualcosa per cui sorridere, ma Chuck riusciva sempre a farla sentire meglio in qualche modo. Subito dopo compose il numero di Serena.

“Hey S; hai rintracciato Georgina?”

“Sì, sono riuscita a strapparle un appuntamento per domani alla cena di beneficenza organizzata dal padre di Chuck.”

Blair ringraziò il cielo, se fosse andato tutto bene avrebbe avuto la collana e si sarebbe sbarazzata di Cornelia a breve “Bene, le hai detto di portare la collana?”

“Sì”

“Speriamo bene”

“B, perché non dovrebbe portarla?”

“Perché è una stronza psicopatica ecco perché. Come hai fatto a farti ingannare di nuovo?”

Serena allontanò il telefono dall’orecchio, la voce dell’amica si era alzata di qualche decibel diventando insopportabile da ascoltare “Ma fin’ora non ha fatto niente di male, mi ha chiamata, ha detto di voler tornare ad essere mia amica, che anche lei vuole cambiare, è venuta a mangiare a casa e la sera dopo siamo andate in un pub. Tutto tranquillo..”

Blair alzò scettica il sopracciglio “Sì, finché la volta dopo non ti avrebbe messo della droga nel bicchiere. Stava cercando di guadagnarsi la tua fiducia.”

“Non so B, a me sembra davvero cambiata.”

“c’è una cosa che non mi torna” la interruppe Blair “quando le hai dato la collana?”

“Ti ricordi il pomeriggio che ci dovevamo vedere per andare a fare shopping e mi hai dato buca? Sono uscita con lei e poi siamo tornate a casa e ha visto la collana..”

“E gliel’hai data.” Concluse per lei Blair.

“Già. Blair a proposito quel giorno mi dicesti che avevi un impegno urgente e mi avresti spiegato poi, che cos’era?”

Il mio fantasma personale mi ha costretta ad andare a cercare quella stupida collana, avrebbe tanto voluto dire la ragazza . “Emm..con Nate” improvvisò, e in un certo qual senso era anche vero.

“Ma non vi eravate lasciati?”

“Sì, ma ha voluto vedermi per un caffè per informarmi che sta pensando di uscire con Vanessa e che voleva lo sapessi da lui prima che lo scoprissi da Gossip Girl.”

“Con Vanessa? Oh B come stai?”

“Benissimo, sono solo dispiaciuta per lui. Ora esce con una che prende le cose dall’armadio ad occhi chiusi, che caduta di stile.”

“Non essere cattiva,B. Vanessa è una bravissima persona.”

“Sì certo, lo dici ora che non è più un pericolo per la relazione tra te e SfigaDan” frecciò lei.

“Stai parlando del mio fidanzato.”

“Ahimè, purtroppo lo so.”

“Ci vediamo domani allora? Devo avvisare Dan.”

“Ok, bye.”

Chiuse il telefono e sospirò, era a tanto così da quella collana, doveva riaverla ad ogni costo.

“Allora l’hai trovata?” domandò speranzosa Cornelia.

 

Scosse la testa “No, ma troverò Georgina e mi farò riavere la collana, non si scherza con Blair Waldorf.”


 

Note dell'autrice:
Ringrazio chi ha aggiunto la fanficiton alle seguite, chi ha recensito ed i lettori silenziosi. Fatemi sapere che ne pensate di questo nuovo capitolo ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Accadde una notte ***


Capitolo nove

Accadde una notte.

 

Blair uscì dalla limo che Chuck le aveva mandato sbuffando, non poteva crederci di essersi fatta convincere da Cornelia a vestirsi in quel modo. E pensare che si era quasi commossa quando il fantasma le aveva detto che aveva passato tutto il pomeriggio a cercare un vestito per lei. Quando, al posto di andare da Bergdorf o da Bendel o in una qualche altra boutique del centro, l’aveva portata in un negozietto vintage quasi a Brooklyn, Blair aveva iniziato a preoccuparsi. Lei non avrebbe messo un vestito vecchio e usato da chissà chi, se ne fregava se il vintage era tornato di moda. Era stata ferma nella sua posizione finché Cornelia non aveva tirato fuori la sua migliore espressione dispiaciuta e aveva iniziato a blaterare di come sarebbe tanto voluta andare ad un appuntamento con Chuck con quel vestito e che visto che non poteva farlo, lei avrebbe potuto farlo per esaudire il suo ultimo desiderio. Invano Blair le aveva ricordato che il suo ultimo desiderio era quello di ritrovare la collana, così alla fine si era lasciata convincere e aveva provato il vestito che Cornelia aveva scelto, poi, non si sa come, si era lasciata convincere anche a comprare trucchi e accessori.

Così, in quel momento, Blair stava attraversando la soglia del Victrola con un vestito dorato stile Charleston , i capelli raccolti e una fascia dalla quale spuntava una piuma. Il trucco poi le rendeva il viso più bianco del solito, mentre sulle guance spiccava una macchia rossa che per quanto Blair strofinasse non perdeva assolutamente colore, le labbra invece erano di un bel rosso cupo, peccato che anche il rossetto sembrava essere indelebile.

“Sono un incrocio tra una ballerina del club e una prostituta!” si lamentò la ragazza.

“Non dire cavolate, sei bellissima, ti stanno guardando tutti.”

“Perché sembro vestita a maschera.” Rispose mentre cercava Chuck tra la folla, non ci mise troppo a trovarlo era al bancone a sorseggiare dello scotch, e Blair lo poté giurare, era sicura che gli fosse andato di traverso dopo averla vista. Si avvicinò a lui con tutta la sicurezza che possedeva, doveva sembrare a suo agio e sicura di sé o sarebbe sembrata ancora più ridicola.

“Waldorf non avevo detto che la festa era in maschera.”

“Mi è sembrato carino adattarmi all’ambiente.”

Lui alzò un sopracciglio poco convinto “tutto qui?”

“E diciamo che ho perso una scommessa con un’amica o roba del genere. Non chiedere altro,Bass.”

Sorrise e le poggiò la mano dietro la schiena scoperta provocandole un leggero brivido “Sei bellissima comunque.”

Non sapeva se Chuck stesse dicendo davvero, ma il modo in cui lo aveva detto avrebbe fatto sentire splendida qualsiasi ragazza.

 

Chuck aveva riservato il divano centrale solo per loro due e si stavano davvero godendo lo spettacolo che era iniziato da poco, mentre Cornelia ballava scatenata accanto a Blair.

“Blair avanti balla anche tu, così si fa” la incitava il fantasma

“ Sai, io so muovermi” si lasciò sfuggire lei.

“Davvero? Perché non vai lassù?” era stato Chuck a risponderle

“Sto solo dicendo che so muovermi”

“Andiamo sei dieci volte più sexy di loro.”

“So che stai facendo Bass,” la stava provocando “tu pensi che non andrei là”

“Io so che non lo farai” sorrideva sicuro di sé

Sorrise a sua volta e si alzò lasciandolo di stucco “Tieni d’occhio il mio drink”

Salì sul palco sicura come non lo era mai stata prima.

Fissò il suo sguardo in quello di Chuck.

La canzone era appena iniziata, si tolse il cerchietto divertita.

Sentiva le urla del pubblico, ma non guardava nessun altro che non fosse lui.

Lui che la guardava ammirato come pochi, mentre lei faceva scorrere la cerniera e sfilava il vestito rimanendo solo con la sua sottoveste color champagne.

Nel frattempo Chuck si era alzato dal divano, era completamente rapito.

Iniziò a giocare con la collana mentre lo guardava seducente.

Negli occhi di lui poteva vedere alternarsi ammirazione, stupore, desiderio, brama, lussuria.

Continuò il suo spettacolo sorridendo, si stava davvero divertendo e si sentiva così libera.

Lo sguardo di lui continuava a seguirla, non perdeva un movimento, sembrava quasi potesse bruciarle la pelle per quanto la guardava intensamente. La faceva sentire così sexy e sicura di sé, Dio ci si sentiva così bene sentendosi desiderata.

Subito dopo lo spettacolo Blair era stata attorniata da gente che non smetteva di farle i complimenti, gli sguardi degli uomini indugiavano su di lei, alcuni l’avevano già invitata a bere un drink, prontamente Chuck l’aveva attirata a sé, stringendo possessivamente la sua vita con il suo braccio e aveva subito allontanato tutti i possibili spasimanti.

“Che stai facendo Bass?” aveva chiesto dubbiosa, ma le piaceva tremendamente il modo in cui la teneva stretta a sé.

“Allontano gli scocciatori, perché a te che sembra?” aveva risposto come se fosse ovvio, “andiamo ti accompagno a casa.”

Lasciarono il locale in fretta, Blair aveva ancora indosso solo la sua sottoveste, ed entrarono nella limo ridendo.

“Wow, così si fa ragazza mia” disse Cornelia, mentre Blair le sorrideva di rimando.

“Grazie per il passaggio a casa” disse lei dopo un po’.

“Tu eri … fantastica lì sopra” era da quando era scesa dal palco che aspettava il momento giusto per dirlo.

Rimasero in silenzio guardandosi per un'istante, poi Blair si avvicinò lentamente per sfiorare le sue labbra, un tocco veloce, leggero.

“Sei sicura?” non l’aveva mai chiesto a nessuno, ma questa volta era diverso, andare avanti avrebbe significato passare il punto di non ritorno.

Lei lo baciò di nuovo più decisa e questa volta lui ricambiò e approfondì il bacio. Passionale, deciso, lussurioso. Era la prima volta che si baciavano, ma a Blair sembrava che le sue labbra fossero nate per baciare quelle di Chuck Bass. Scintille, non pensava nemmeno si potesse provare una tale sensazione.

Blair fece segno a Cornelia di sparire con la mano.

Le mani di Chuck indugiavano sulle sue calze, le dita di lei erano affondate nei suoi capelli.

Blair si lasciò andare ad un sospiro, mentre le dita di lui avevano iniziato a giocare con le spalline della sottoveste.

“Chuck..”

E non-appena la sottoveste toccava terra, il punto di non ritorno era stato passato.

 

 

Note dall'autrice:

Ta-Daaaaan ! Ve lo aspettavate? Che ve ne pare del nuovo capitolo? Sono curiosa di sapere che ne pensate! ^.^

Intanto ringrazio tutti quelli che leggono, seguono e commentano la storia <3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** L'alba del giorno dopo ***


Capitolo dieci.

L’alba del giorno dopo

 

Le sue labbra la baciavano bramose mentre con le mani faceva scivolare via le spalline del reggiseno. Lei sbottonava in fretta la camicia.

“Ah..Chuck”

“Blair!”

Lui nel frattempo aveva abbandonato le sue labbra per scendere a marcare il suo collo.

“ Ah..”

E continuava a scendere sempre più giù.

“Oh…”

“Blair!Blair,svegliati, per l’amor del cielo!”

Blair aprì improvvisamente gli occhi e il volto di Chuck venne sostituito da quello di Cornelia “Io..io..stavo sognando” mormorò imbarazzata, mentre nascondeva il volto sotto il lenzuolo.

“Lo so, non facevi che ripetere in continuazione il nome di Chuck”

Lei si nascose ancora di più sotto il lenzuolo, l’unica cosa peggiore dell’andare a letto con Chuck Bass era sognare di andare a letto con Chuck Bass! Poi i flash della sera prima le tornarono in mente e tutti i tasselli presero il loro posto, Blair si alzò di scatto “Oddio, ho fatto sesso con Chuck Bass!”

“Già, allora raccontami tutto, com’è stato?”

La ragazza si nascose il viso tra le mani “Non capisci, è una tragedia”

“No, non capisco, dov’è la tragedia?”

“Io sono stata con Chuck Bass, praticamente il donnaiolo più conosciuto di tutta Manhattan, è andato a letto con più cover girl di Maxim lui di John Mayer.”

Cornelia continuava a guardarla perplessa “ancora non capisco dove sia la tragedia.”

Blair ora era leggermente irritata, come poteva non cogliere la gravità della situazione? “Sarò solo una delle sue tante conquiste, ho aspettato tanto tempo per il momento perfetto e alla fine l’ho fatto con Chuck nel retro di una limo.”

Il fantasma si guardò le unghie perfette con fare annoiato, poi iniziò a parlare lentamente, con lo stesso tono che si usa quando si vuol far capire una cosa a una bambina “Ah tesoro, non esiste né il momento, né tanto meno l'uomo perfetto, ti fanno credere che sei tutto nella loro vita e poi alla prima buona occasione ti mollano senza tanti complimenti. Prima lo impari meglio è, goditi solo il momento.”

“Tu hai sempre vissuto così?” domandò Blair improvvisamente incuriosita, sentiva che ci doveva essere una buona storia dietro a tutto quel cinismo.

Cornelia abbassò un attimo lo sguardo e ci mise un secondo di troppo a dare la sua risposta “Sì, sempre. Solo divertimento e niente preoccupazioni.”

“Stai mentendo.”

“Non è vero.”

“So riconoscere una persona quando mente, non sono la stronza dell'Upper East Side per niente e tu ti sei improvvisamente rabbuiata. Sei mai stata innamorata? Chi è stato che ti ha resa così cinica? Avanti non farti pregare!”

Cornelia continuò a fare per un po' avanti e indietro per la stanza, sembrava indecisa se parlare o meno, poi finalmente si sedette sul letto di Blair e cominciò “ Tanto tempo fa, prima di trasferirmi all'estero, prima di sposarmi, c'era quest'uomo si chiamava Stephen Nettleton, ma io lo chiamavo Vincent come Van Gogh. Era un pittore, dipingeva tutta la notte, beveva, fumava e io passavo tutte le mie notti con lui in un capanno che aveva attrezzato ad atelier. Sgattaiolavo da lui tutte le notti , ma poi i miei genitori trovarono un mio quadro e ne furono terribilmente scandalizzati.”

“Che c'è di male? Era solo un quadro”

“Ero nuda”

“Wow” Blair era senza parole.

“Avevo solo la collana addosso”

“La collana che stiamo cercando? Questo spiega tutto..”

“Dicevo, quando i nostri genitori hanno scoperto tutto, lo hanno mandato in Francia da uno zio perché potesse rimettere la testa a posto..”

“E che avete fatto?”

“Niente, non ci siamo più né visti, né sentiti” rispose con tono piatto il fantasma.

“Perché non l'hai raggiunto? Non gli hai nemmeno scritto?”

Sul volto di Cornelia spuntò un sorriso amaro “Oh, certo che ho scritto, ogni santo giorno. I miei dicevano che ero una sciocca, che mi aveva solo usata e io ero lì che come una stupida lo difendeva a spada tratta, che urlavo “lui mi ama”, finché non è arrivato il giorno in cui ho capito che non mi avrebbe mai scritto, non sarebbe mai tornato da me.”

Blair ora si sentiva quasi in colpa per averla costretta a raccontare la storia “E quindi che cosa hai fatto?”

“Mi sono sposata con quello che i miei genitori ritenevano fosse un buon partito e siamo andati a vivere in Giappone. Naturalmente non è durata.”

“Non hai mai pensato di raggiungere Stephen dopo il divorzio?”

“Avevo anche io il mio orgoglio, tesoro.”

Blair non poteva credere che la storia finisse così, doveva fare qualcosa “magari non ha mai ricevuto le tue lettere, magari è ancora vivo, potremmo rintracciarlo su Internet..”, ma Cornelia la bloccò “E' morto giovane, i suoi resti furono trasportati a casa e celebrarono il funerale al villaggio. Io non fui invitata.”

La ragazza sentiva quasi le lacrime uscire “Che storia triste.”

Cornelia scrollò le spalle “Non è triste, è così che vanno le cose, quindi tesoro che sia quel Chuck o lo stupido Ken che ti piaceva prima, divertiti, ma non farti abbindolare.”

“Ma non è detto che debba andare per forza così, magari Chuck non è Stephen!”

Il fantasma alzò un sopracciglio scettica “ il più noto donnaiolo dell'Upper East Side? Pensi davvero che sarà diverso?”

“Non lo so!” rispose Blair d'impulso passandosi una mano tra i capelli “Sei contenta? Non lo so! Non so nemmeno perché ci sono andata a letto insieme, mi sono lasciata trasportare e... sono così confusa!”

In quel momento il suo cellulare squillo, la ragazza guardò il display e lesse :“Chuck.”

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Quel mago infame ***


Capitolo 11
Quel mago infame

 

Prima di scendere, Blair si ammirò un'ultima volta nello specchio e sorrise soddisfatta, aveva fatto un ottimo lavoro quella sera, il tubino rosso la avvolgeva perfettamente rendendola provocante, ma senza essere volgare, i capelli raccolti e i pochi gioielli contribuivano a rendere l'insieme perfettamente elegante. Prese la borsetta e scese le scale pronta ad affrontare Georgina, un po' meno a incontrare Chuck, aveva deciso di seguire la stessa linea che aveva adottato la mattina al telefono, negare, negare, negare e comportarsi come al solito. Chuck , aveva seguito più o meno la stessa linea, anche se al telefono aveva lasciato intendere che non sarebbe stato poi così contrario ad un secondo round. E questo la lusingava e confondeva allo stesso tempo, di solito Chuck Bass non replicava.

Giunse all'ingresso del Palace dove si sarebbe tenuta la serata di beneficenza e Blair si imbatté subito in Chuck casualmente appoggiato a una colonna mentre fumava una sigaretta, la cosa che saltò immediatamente all'occhio della ragazza era che indossava un papillon rosso, come il suo vestito. La cosa evidentemente non era sfuggita neanche a lui, che ne approfittò immediatamente per fare una delle sue solite battute “Una sola notte con me e già mi spii per scoprire che cosa indosserò Waldorf?”

“Chi mi dice che non sei stato tu ad arrampicarti sul balcone di casa mia per vedere che cosa avrei indossato e coordinare il tuo stupido papillon?”

Il viso di lui si aprì in un ghignò “ti piacerebbe.”

Blair abbozzò un sorriso di rimando, il classico di quando sta per sferrare un colpo da vera stronza “No, a te piacerebbe. Perché mai dovrei volere che la mia reputazione da immacolata e perfetta regina dell'Upper East Side venga macchiata per essere associata a te?”

Chuck la attirò a sé con uno scatto, la voce bassa e roca “perché ieri tra noi c'è stato qualcosa e non puoi negarlo.” Rimasero fermi com'erano per qualche istante guardandosi negli occhi, la sensazione di elettricità che i loro corpi provavano quando venivano a contatto era qualcosa di inspiegabile, sembrava quasi una reazione chimica.

La voce di Serena li riportò improvvisamente alla realtà, costringendoli a interrompere il contatto “Chuck,Blair?”

“Serena, hai visto Georgina?” rispose l'amica andandole incontro.

“No, sono appena arrivata, magari è già dentro.”

Il trio entrò e iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di Georgina, ma subito furono intercettati da Nate e Vanessa.

Blair notò subito lo sguardo di Serena su di lei quasi a volerle chiedere se stesse bene e ricambiò immediatamente con un sorriso rassicurante, poteva sembrare strano, ma vederli insieme non le dava poi così tanto fastidio, era più che altro infastidita dal fatto che lui avesse preferito una come Vanessa a lei, era un insulto bello e buono quello. Stava per sputare un commento velenoso contro la ragazza, quando due occhi azzurri catturarono la sua attenzione.

“Chuck, Serena c'è Georgina, andiamo presto” e senza aspettare risposta li trascinò verso la ragazza.

“Serenaaa” Georgina abbracciò la bionda “o e ci sono anche Chuck Bass e Biancaneve.”

“Sparks” risposero in coro i due.

“Oh ma che carini, parlate anche in coro ora! Che è successo Biancaneve il principe azzurro non ti soddisfava e sei passata al suo migliore amico?”

Blair gelò un momento pensando che Georgina potesse sapere, ma capì subito che l'aveva semplicemente buttata lì. Roteò gli occhi drammaticamente prima di rispondere, erano insieme da meno di due minuti e già aveva voglia di ucciderla “Per favore io e Chuck? Dovrà nevicare ad agosto prima che accada una cosa del genere!”

“Waldorf io ci penserei bene prima di dire certe cose” si inserì Chuck “con tutti questi cambiamenti climatici potrei venire a riscuotere prima di quanto sembra. Oh aspetta, ma è già..” Non poté continuare la frase perché si beccò una gomitata dalla ragazza "Sei sempre il solito, Chuck!"

Per loro fortuna Georgina era già tornata ad ignorarli rivolgendosi a Serena “allora andiamo a prendere un drink?”

Rapido Chuck la bloccò per il polso “Perché tanta fretta di andare Sparks? Resta a fare due chiacchiere con i tuoi vecchi amici”

“Già” continuò Blair “potresti dirci se hai portato la collana che Serena ti aveva prestato per esempio.”

Dal finto sguardo dispiaciuto che Georgina mise su non appena sentì parlare della collana, Blair e Chuck capirono immediatamente che non avrebbero messo le mani sulla collana quella sera.

“Oh S, sono mortificata, ma la collana è sparita!”

“Come è sparita?”

“Sono sparite alcune cose da casa ultimamente, sospettiamo sia la cameriera, mamma ha deciso di licenziarla se non si decide a confessare.”

“Sei proprio sicura che sia sparita?” domandò Serena smarrita, non sapeva se fidarsi o meno.

“Sì, ti assicuro che l'ho cercata dappertutto, ma non c'è traccia, puff, volatilizzata.”

“Ti faccio volatilizzare io se non fai uscire quella collana, hai tempo fino a domani per chiamare Serena e dirle che la collana è magicamente riapparsa o vedrai cosa significa avere a che fare con Blair Waldorf.”

Blair andò a sedersi al tavolo dove già si trovavano Nate e Vanessa con un diavolo per capello, lo sapeva che non ci si poteva fidare di Georgina, ma era sicura che le sfuggiva qualcosa, perché Georgie era così interessata alla collana? Possibile che valesse più di quel che sembrava? Aveva qualche altro piano in mente? Doveva assolutamente scoprirlo. La voce di Chuck interruppe il filo dei suoi pensieri “Ho chiamato l'investigatore di mio padre, gli ho chiesto di seguire Georgina e raccogliere più informazioni possibili, c'è qualcosa che non mi convince.”

“Neanche a me, che cosa sa che noi non sappiamo?”

Mentre i due erano immersi nella conversazione un mago aveva attirato l'attenzione dell'intera sala, aveva appena fatto passare una bottiglia di vino attraverso il piano di un tavolo tra lo stupore generale e si era avvicinato a Chuck chiedendogli di scegliere una carta. Aveva preso un carta con disegnato un fiore.

“Adesso il Grande Fiorenzo con i suoi poteri le leggerà la mente.” E il mago aveva tirato fuori la sua stessa carta suscitando una certa ammirazione in sala, mentre Blair e Chuck roteavano gli occhi con fare vistosamente annoiato.

“La legga anche a me” esclamò improvvisamente Serena tutta eccitata.

“Molto bene” esclamò il Grande Fiorenzo lanciando un'occhiata maliziosa a Serena“ adesso leggerò tutti i suoi segreti, anche quelli più oscuri”

Serena prese la carta

“Trovo che la mente femminile sia più facile da...penetrare”

Serena sorrise imbarazzata mentre guardava la carta, Blair fece un'espressione schifata, che essere viscido.

“Ha preso un cerchio” disse Cornelia spuntata dal nulla dietro Serena.

“Si rilassi” continuò il mago mentre guardava la bionda con uno sguardo che nelle sue intenzioni doveva essere sexy “ solo il Grande Fiorenzo ha questi grandi poteri, solo il Grande Fiorenzo può penetrare...”

“Per la verità ne sono capace anche io” si ritrovò a dire improvvisamente Blair

 

Note dell'autrice:
Che ne pensate del nuovo capitolo? Inizialmente doveva essere un capitolo unico con il prossimo, ma poi mi sembrava venisse troppo lungo quindi ho deciso di separarli!
Ringrazio tutti coloro che si fermano a leggere la mia storia <3

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** The Prestige ***


Capitolo 12

The prestige

Si morse la lingua, accidenti a lei e la sua boccaccia, quel mago l'aveva talmente irritata che aveva parlato senza pensarci.

“Come?” chiese il mago lanciandole un'occhiataccia.

“Sto dicendo” continuò Blair sicura di sé “che anche io posso indovinare la carta che la mia amica ha scelto”

“Signorina non dica sciocchezze!”

“Serena ha preso un cerchio!”

Il mago senza lasciarsi impressionare ribatté “Ha tirato ad indovinare o si è messa d'accordo con la sua amica”

“Non ci siamo messe d'accordo” replicò Blair indignata “anzi ora ve lo dimostro!” Si alzò in piedi e indicò un signore a caso “lei disegni o scriva sul suo tovagliolo qualcosa, qualsiasi cosa e io leggerò la sua mente.”

Immediatamente Cornelia si posizionò dietro il tizio indicato dalla ragazza e lesse “ ho voglia di fragole con la panna”

“Allora mi dica che cosa ho disegnato signorina” il signore sorrise astuto.

Blair decise che poteva anche fare un po' di scena già che c'era e fece finta di leggere la mente del signore, poi disse “ho voglia di fragole con la panna! Forza faccia vedere a tutti il tovagliolo.”

La sala rimase un attimo ammutolita prima di scoppiare in un applauso fragoroso, Blair si sedette sorridendo soddisfatta. Nate, Chuck, Serena e Vanessa la guardavano stupiti.

“Come hai fatto?” domandò Serena meravigliata “Oh B insegnamelo!”

“Mi dispiace è un segreto”

Nel frattempo una piccola folla si era radunata attorno al loro tavolo e molte persone avevano chiesto a B di ripetere l'esperimento, la ragazza lanciò uno sguardo di intesa a Cornelia che rispose “Va bene, ma solo un paio di persone io mi annoio, me ne voglio andare.”

Mentre Blair svolgeva per l'ennesima volta lo spettacolino, lo sguardo di Nate era passato dal confuso, all'interessato, alla viva ammirazione e Chuck se n'era accorto, Nathaniel era un libro aperto per lui e quello che vi leggeva non gli piaceva affatto. E in un moto di gelosia, sfida, semplice voglia di possesso, non lo sapeva neanche lui, non riusciva a capire che cosa gli stesse succedendo, aveva fatto scivolare la mano sotto il tavolo, sollevato delicatamente il vestito di Blair e aveva iniziato a disegnare con un dito tanti piccoli cerchi partendo dall'incavo del ginocchio e salendo sempre più sulla coscia. Blair si bloccò un attimo sorpresa. Il suo primo istinto fu quello di schiaffeggiare la mano, come diavolo si permetteva, ma allo stesso tempo aveva iniziato a trovare la cosa terribilmente eccitante, tutte quelle persone intorno a loro e nessuno aveva assolutamente idea dei brividi che quella mano riusciva a procurarle semplicemente passando sulla sua gamba.

Tra un trucco e l'altro era già passata un'ora e Blair aveva deciso che era giunta l'ora di mettere fine a quello stupido spettacolo, le piaceva per una volta tanto essere lei quella al centro dell'attenzione, ma la cosa le era decisamente sfuggita di mano.

“Blair io mi sto scocciando” borbottò Cornelia.

“E ora l'ultimo gioco, leggerò quattro menti contemporaneamente!”

“Blair basta, giuro che me ne vado!”

“Allora chi sono gli ultimi volontari?”

“Te l'avevo detto, io me ne vado!” e in un attimo il fantasma era improvvisamente sparito.

“No, Cornelia!” esclamò ad alta voce

Tutti la guardarono un attimo straniti “volevo dire c'è qualche ragazza che si chiama Cornelia? Mi piacerebbe che partecipasse. Emm... vado un attimo in bagno a rinfrescarmi, ci ritroviamo tra qualche minuto per il gran finale”

Blair entrò in bagno e iniziò a chiamare il fantasma a gran voce, ma niente Cornelia era sparita e lei avrebbe fatto una figuraccia davanti a tutti. Che cosa poteva fare? Guardò la finestrella del bagno e penso di scappare da lì, ci sarebbe passata in fondo era piccolina, ma che avrebbero detto poi tutti? Magari era meglio se fingeva di stare male, uno svenimento improvviso, quello sarebbe potuto andare. Si sciacquò un attimo il viso e poi sentì bussare.

“Waldorf tutto bene lì dentro? Sei in bagno già da cinque minuti” Era Chuck.

“Sì, tra un po' esco.” poteva farcela, doveva solo fare finta di svenire.

Senza aspettare l'invito Chuck era entrato in bagno “allora si può sapere che cosa c'è che non va?”

“Chuck non posso più tornare di là, io non so leggere il pensiero”

Chuck ghignò come suo solito “questo lo sospettavo, ma sei andata benissimo col trucco che stavi usando, qualunque esso sia.”

L'espressione di Blair era sconsolata “non posso usarlo più, è troppo lungo spiegarti perché, non so che fare”

Chuck le prese il viso con una mano e la costrinse a guardarlo negli occhi “Hey tu sei Blair Waldorf, tu comandi la Costance, non puoi certo farti intimorire da quattro vecchi che potrebbero morire da un momento all'altro, sei stata fantastica tutta la sera, puoi farlo ancora.”

“Chuck, ma non so più come fare”

“Cambia il gioco, improvvisa, è il tuo gioco puoi fare le tue regole.”

Blair annuii con la testa e poi non si sa come un istante dopo lei e Chuck si stavano baciando per la seconda volta in poco più di ventiquattro ore. Aveva la stessa urgenza e passione della sera prima, ma c'era qualcosa in più, c'era una certa dolcezza.

“Oddio, Blair! E Chuck!” l'urlo sorpreso di Serena li fece staccare di colpo “o mio dio, io ero solo venuta a controllare se andasse tutto bene”

“Serena ..”

“Beh visto che non c'è bisogno del mio aiuto torno di là”

“Forse è meglio se vado a finire il mio numero” aggiunse Blair dopo aver visto l'amica uscire.

Uscì dal bagno a testa alta, facendo appello a tutta la sua faccia tosta, quattro persone la attendevano con un foglio su cui avevano disegnato qualcosa e iniziò il suo grande bluff “Signori e signore perdonate l'attesa, ma stasera ho dovuto aprire la mente a numerosi pensieri e sono scioccata da quel che ho scoperto, davvero non ho parole!”. Poi si rivolse verso la prima ragazza che attendeva con il foglio in mano “So che cosa hai disegnato” e fece un gesto come a voler ignorare la questione, “ma la cosa più importante è che hai una cotta per un ragazzo che lavora nello studio di tuo padre!Non negarlo!”

“E' Blakey” gridò qualcuno confermando la tesi di Blair, mentre la ragazza si limitò a ridacchiare in risposta.

Subito Blair passò al secondo signore “ E lei signore! Dicono che la maggior parte degli uomini pensi al sesso ogni trenta secondi, ma lei, lei ci pensa molto più spesso”

Il tizio rise di gusto, mentre Blair passava alla terza persona “E lei signora sta pensando se chiamare o meno il nuovo architetto per rinnovare il salotto.” La signora la guardò sbalordita, mentre Blair pensava che ogni tanto le inutili chiacchiere di Penelope e Is potevano servire a qualcosa.

“E infine, tu ragazza non rivelare a tua madre ciò che stavi pensando poco fa”, ma la ragazza aggrottò la fronte perplessa “a cosa ti riferisci?”

Merda. “Lo sai benissimo” tentò ancora Blair “lo sai”

“No, non ho idea”

Ultimo tentativo “Davvero? Quei pensieri ? Quei pensieri di poco fa?”

Finalmente l'espressione della ragazza divenne sgomenta “Oddio, quello hai ragione.”

Blair sorrise soddisfatta “lo spettacolo è finito, grazie a tutti.”

Prese velocemente le sue cose e si diresse verso l'uscita, poco dopo venne raggiunta da Chuck “Waldorf che ne dici se prima di andare a casa passiamo da me e finiamo il discorso che avevamo iniziato prima?”

“Non vedo l'ora” rispose sorprendendo anche se stessa.

 

Un grazie a tutti coloro che leggono e seguono questa fanfiction <3

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** The calling ***


Capitolo 13


The calling


La luce del sole che filtrava dalla finestra colpì Blair in pieno viso svegliandola dolcemente. Aprì gli occhi e guardò le tende leggermente spaesata, non erano decisamente quelle della sua stanza, e ora che ci faceva caso non aveva nemmeno la testa sul cuscino, ma sul petto di Chuck, il suo braccio le cingeva delicatamente la vita. Rimase un attimo ferma a godersi il benessere che quella posizione le procurava prima di alzarsi, spostando lentamente il braccio di Chuck nel tentativo di non svegliarlo. Voleva a tutti i costi cercare di evitare la chiacchierata mattutina post- sesso, era troppo strano, era in un territorio nuovo e indefinito, così prese rapida la sua roba dal pavimento e iniziò a vestirsi velocemente, ma non era arrivata neanche a metà dell'opera che la voce del ragazzo la bloccò: “Vai via senza salutarmi Waldorf?”

“E' tardi, devo andare a scuola e dovresti anche tu.”

Sbadigliò e si passò una mano tra i capelli, Blair non poté fare a meno di pensare che quei capelli scompigliati riuscivano a renderlo solo più sexy. “Un giorno di assenza non farà la differenza Waldorf, hai il massimo dei voti, sei la studentessa perfetta, Yale ti pregherà in ginocchio di scegliere loro, che tu vada oggi a scuola o meno.”

“Mister Redford darà i risultati dei compiti di inglese oggi” accampò come scusa

“Avrai preso sicuramente una A. Dai resta qui con me” gli intensi occhi marroni la guardavano supplicanti e Blair sentiva le sue gambe diventare molli e la sua forza di volontà scivolare lentamente via.

“Per favore” aggiunse e fu abbastanza per vincere la resistenza di Blair e far ritornare tutti i vestiti sul pavimento.

Lo squillo del telefono fece svegliare Chuck di soprassalto, guardò Blair che dormiva beatamente accanto a lui e si lasciò sfuggire un sorriso, dovevano essersi addormentati di nuovo dopo la favolosa performance mattutina. Allungò una mano per prendere il telefono spostando tutte le cose che c'erano sul comodino, guardò lo schermo che riportava il nome del suo migliore amico. Rispose pigramente “Nathaniel”

“Amico, stavi ancora dormendo?”

“No, aspettavo che tu mi chiamassi. ”

Nate continuò senza farsi scoraggiare “Volevo solo sapere che fine avevi fatto, ieri sera sei sparito all'improvviso e oggi non sei venuto a scuola”

“Ho solo fatto tardi”

“Nottata movimentata, eh?”

“Già” rispose ermetico.

 

Il telefono di Blair iniziò a squillare, lei che nel frattempo si era svegliata si lanciò sul cellulare.

“E' Serena, vado di là.” mormorò a bassa voce. Lui annuì con un cenno del capo.

Socchiuse la porta del bagno e rispose mentre si sedeva sul pavimento “Hey S.”

 

Non sapeva come, Chuck si accorse che non aveva sentito una parola di quello che l'amico gli stava dicendo, e ancora peggio la discussione aveva preso una piega che non gli piaceva affatto.

“A proposito di ieri sera, non trovi che Blair sia stata magnifica?”

“Sì, è stata piuttosto brava.” rispose neutro.

“Sembrava un'altra persona, sono rimasto davvero colpito.” Chuck poteva sentire il suo stomaco contorcersi, che diamine gli stava succedendo? Per la prima volta in vita sua aveva voglia di picchiare il suo migliore amico e urlargli che aveva avuto una vita intera per accorgersi di lei.

“Sì amico, ma pensavo che Blair fosse un capitolo chiuso e che ora uscissi con Vanessa.”

“Sì, Vanessa è magnifica e solo che vedere Blair ieri sera mi ha confuso.”

Si passò una mano tra i capelli, Nate lo avrebbe fatto diventare matto, stava per dire qualcosa, ma l'amico lo precedette “E' suonata la campana, devo tornare a lezione, a presto amico.”



***

 

 

“Oddio” stava dicendo Serena “ti piace davvero Chuck Bass!”

“Non ho detto questo!”

“Ma non l'hai negato” puntualizzò Serena

“Non lo so S, è strano, ma non sono mai stata bene con nessuno come quando sono con lui. E quando mi bacia sento le ginocchia cedermi”

“Ti piace Chuck” ripeté ovvia Serena

“Ok, forse, contenta?”

“E a letto com'è?”

“Serena!” gridò Blair fingendosi scandalizzata

L'amica rise di gusto

“Ok, se lo dici a qualcuno ti uccido, ma è un dio del sesso.”

“Le voci sono vere allora” Serena rise ancora “ B devo andare, è suonata la campanella, ti voglio bene.”

“Un bacio S.” Chiuse la chiamata e con suo sommo orrore vide che appoggiato allo stipite della porta c'era Chuck che la osservava soddisfatto.

“Chuck! Da quanto sei lì?”

“Un dio del sesso,eh?” rispose semplicemente

 


 

Ringrazio tutti coloro che leggono, seguono e si fermano a lasciarmi un commentino <3 Questo è per il momento l'ultimo aggiornamento, a breve vado in vacanza e non penso di riuscire ad aggiornare da lì, quindi credo ci rivedremo a Settembre!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Amori e disastri ***


Capitolo 14

“Amori e disastri”


 
Dalla sera della cena di gala, Blair aveva passato nella camera di Chuck non solo la mattina dopo, ma anche le due notti seguenti, quella mattina avevano persino fatto colazione insieme nella sala del Palace prima di andare a scuola e ora si stavano baciando davanti casa Sparks. E a Blair non importava affatto che si trovassero in pubblico e qualcuno potesse vederli, anche se, in realtà, in giro non c'era un'anima viva.

Quando si staccarono, Chuck scoccò un'occhiata dubbiosa al cancello “riepiloghiamo ancora il piano Waldorf”

“Io ora suono e mi metto a parlare col portiere distraendolo, tu entri di soppiatto dall'ingresso sul retro che è aperto, cerchi di non fare rumore e di non farti vedere dalla cameriera e vai nell'ultima stanza al secondo piano, trovi la collana e ce ne andiamo”

“Perché devo essere io quello a fare il lavoro sporco? “ borbottò mentre si sistemava la sciarpa patchwork

“Mica posso fare tutto io!”

“E come sai che la porta sul retro è aperta?”

“Bass, smettila di fare domande lo so e basta!” Blair roteò gli occhi, non poteva dirgli che aveva mandato Cornelia ad urlare nelle orecchie della cameriera per farle aprire la porta. Chuck stava per replicare, ma lei citofonò prima che potesse proferire parola costringendolo a dirigersi verso la porta sul retro.

“Salve sono Claire, cercavo Georgina è in casa?” disse Blair all'uomo che le si era presentato davanti mettendo su la sua migliore espressione da ragazzina innocente.

“Mi dispiace, la signorina è uscita”

“Non sa dirmi quando torna? E' davvero importante, devo parlarle.”

“No, mi dispiace” il portiere stava per chiudere la porta quando si accorse che la ragazza aveva iniziato a piangere. “Si sente bene signorina?”

“Sì,sì” Blair prese il fazzoletto e iniziò ad asciugarsi le lacrime, “anzi no” e immerse il viso nel fazzoletto facendo finta di singhiozzare “ non so che cosa devo fare!”

“Vuole che le prenda un bicchiere d'acqua?”

“No!” quasi gridò, se rientrava in casa avrebbe sicuramente visto Chuck “non si preoccupi, ora mi passa, magari finché Georgina non torna potrebbe darmi un consiglio, sono molto confusa, non so che fare, uscivo con questo ragazzo bellissimo il perfetto principe azzurro, stavamo insieme dalle elementari e poi ho scoperto che mi ha tradito con la mia migliore amica, ha presente la classica ragazza bionda, alta, che tutti si girano a guardare non appena entra in una stanza. Può immaginare il mio shock quando l'ho scoperto?”

L'uomo annuiva non sapendo che altro fare per calmare Blair, che ormai era lanciatissima nel racconto.

Chuck nel frattempo era entrato in casa senza troppe difficoltà, finendo nella cucina di casa Sparks, il primo problema che gli si presentò davanti aveva le vesti di un piccolo bulldog dall'aria non troppo amichevole.

“Sta buono bello”

“Wofff...”

Il cane si avvicinava pericolosamente.

“Andiamo, non facciamo scherzi amico”

“Woff..Woff” Il bulldog aveva iniziato a mordicchiare una delle scarpe del ragazzo.

“Hey sono nuove!” protestò mentre cercava di individuare qualcosa per distrarlo, finalmente scorse un appetitoso pezzo di pancetta e si sporse lentamente per prenderlo, mentre il cane aveva iniziato ad assaggiare anche il suo pantalone.

“Fantastico!” alzò gli occhi al cielo, poi si abbassò per leggere la targhetta che riportava il nome “Benito, guarda qui che ti do”. Lanciò il pezzo di pancetta e per sua fortuna il cane corse a recuperarla.

Uscì velocemente dalla cucina e si ritrovò nel corridoio, per arrivare alle scale del piano superiore doveva passare dall'ingresso, da dove si trovava poteva vedere Blair che parlava con il portiere. E anche lei lo doveva aver visto perché si era appena lanciata su quel povero uomo fingendo di piangere disperatamente, approfittò dell'attimo di distrazione per salire correndo le scale.

Aveva appena fatto in tempo a riprendere fiato che vide la porta di una delle stanze aprirsi, prontamente si appiattì al muro e scivolò nella prima stanza che trovò davanti, nascondendosi dietro la tenda della doccia. Maledisse Blair per averlo convinto e se stesso per essersi fatto convincere e quando sentì il rumore di un'altra porta che si chiudeva uscì dal suo nascondiglio.

Molto lentamente aprì la porta da dove era appena uscita quella che doveva essere la cameriera e per sua fortuna si ritrovò immediatamente in camera di Georgina, si diresse subito verso la scrivania iniziando a cercare la collana, mentre apriva velocemente uno dei cassetti se ne ritrovò uno in mano, facendo cadere buona parte del contenuto. Imprecò mentalmente e pregò che la cameriera non tornasse a controllare, non ci sarebbe stata nessuna scusa che avrebbe potuto usare per giustificare la sua presenza lì. Le uniche alternative sembravano essere sotto il letto o buttarsi dalla finestra rischiando di rompersi l'osso del collo.

Blair intanto aveva continuato a raccontare all'uomo tutta la storia della sua vita, sperò che Chuck si sbrigasse perché era quasi arrivata alla loro notte al Victrola e non sapeva più che altro raccontare “E poi sono salita su quel palco e ho ballato, riesce a crederci?”

L'uomo borbottò un no in risposta, mentre lei continuava “nemmeno io, eppure ero davvero io quella, era la me che c'è sotto tutte le insicurezze e le preoccupazioni, era...”

Il cellulare di Blair squillò, la ragazza controllò il nome sul display, era suo padre, decise di rispondere.

“Scusi torno subito”

Andò dall'altro lato della strada per rispondere, poi si allontanò un po' perché il cellulare non prendeva bene. Dieci minuti dopo ritornò a suonare al campanello di casa Sparks, il portiere andò nuovamente ad aprire e la informò con un certo sollievo che Georgina era appena tornata a casa e che poteva andare a parlare con lei. Blair non se lo fece ripetere due volte e scavalcò il portiere, dirigendosi verso la camera di Georgina sperando di riuscire ad arrivare in tempo per impedire l'inevitabile. Chissà se Chuck era riuscito a non farsi scoprire?

Aprì la porta della stanza senza nemmeno bussare “Georgina!”, le ci volle un attimo per riprendersi dalla visione che le apparve davanti, Chuck e Georgina stesi sul letto di lei che si baciavano, mentre lei sbottonava la camicia del ragazzo.

“Blair!” Chuck si passò una mano tra i capelli, cercando di ricomporsi. L'espressione colpevole sul suo viso.

“Biancaneve, che ci fai in camera mia? Chi ti ha fatta entrare?”

Blair cercò di reprimere l'improvvisa voglia che le era venuta di scappare in bagno e mettersi a vomitare e si costrinse a rispondere “Mi ha fatta entrare George, ero venuta per sapere se avevi ritrovato la collana di Serena e offrirti il mio aiuto per cercarla, ma vedo che sei impegnata, quindi vado.”

Si girò ed uscì velocemente dalla stanza e ancor più velocemente dalla casa, si maledisse per aver dato fiducia a Chuck, per aver anche solo pensato che magari tra loro potesse essere diverso, stupida lei e le sue fantasticherie con cui partiva ogni volta in quarta. Si sentiva male. Si accorse che Chuck le era corso dietro e la stava chiamando solo quando si sentì afferrare il braccio.

“Waldorf, dannazione aspetta!” aveva la camicia ancora mezza sbottonata.

Si svincolò dalla presa “Che vuoi Charles?”

“Non chiamarmi così” lo sapeva che gli avrebbe dato fastidio, lo aveva fatto apposta, era il modo in cui lo chiamava Bart quando era deluso da lui. E lei si sentiva proprio così in quel momento.

Continuò glaciale “vuoi lamentarti perché ho interrotto la tua sveltina?”

“Che c'è sei gelosa? Non sapevo avessimo l'esclusiva!” Non voleva davvero dire quello che aveva detto, ma era così che reagiva, era così che facevano tutti e due, colpire per primi per non essere feriti.

“Infatti non ce l'abbiamo, non abbiamo un bel niente” rispose prima di andarsene.



Free Talk: Ciao a tutti, scusate se la storia non è ripresa subito dopo l'estete come avevo promesso, ma ci son stati dei contrattempi. Spero che vogliate ancora continuare a seguire la storia e che vogliate farmi sapere che ne pensate di questo capitolo. Dal prossimo capitolo gli aggiornamenti dovrebbero riprendere con cadenza settimanale ^.^

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** O come Otello! ***


Capitolo 15

O come Otello


 

Quando Chuck la mattina dopo arrivò a scuola non rimase affatto sorpreso di trovarsi davanti una Blair che faceva finta che lui non fosse mai esistito, non si aspettava niente di meno da lei, ma se lei pensava che lui per questo le sarebbe immediatamente corso dietro si sbagliava e di grosso anche. Lui era Chuck Bass dannazione! Non voleva essere il primo a cedere, non importava che volesse disperatamente andare da lei e chiarire il malinteso, aveva il suo dannato orgoglio da mantenere.

Il suo proposito iniziò a vacillare quando all’ora di pranzo vide Blair che flirtava con un tizio che non aveva mai visto prima. Non che lui badasse davvero al resto della gente, ma se lui non lo conosceva vuol dire che doveva essere insignificante. Era così intento a guardarli da non aver ascoltato una sola parola di ciò che gli stava dicendo Nate.
“Chuck?”

“Uh?” spostò con grande sforzo gli occhi verso il suo migliore amico.

“Tutto bene amico?” Chuck pensò che se persino Nate si era accorto della sua distrazione aveva davvero qualcosa che non andava. Si passò una mano tra i capelli cercando velocemente una scusa.

“Sì, mi ero lasciato distrarre dalla gonna di quella biondina” rispose indicando una ragazza del primo anno nelle vicinanze di Blair, con la gonna talmente corta da far concorrenza a quella di Serena, peccato che non avesse le sue stesse chilometriche gambe.

L'amico rise “Sei sempre il solito!”

Distolse lo sguardo dalla ragazza per posarlo sul piatto con il quale stava giocando con la forchetta da dieci minuti, senza però mettere in bocca nulla, poi domandò “ che mi avevi chiesto?”

“Stavo dicendo hai visto chi è quello con Blair?”

Fece finta di guardarli come se si accorgesse solo in quel momento della loro presenza al centro del cortile e fece finalmente la domanda che gli stava rodendo il fegato da mezz'ora “No, chi diavolo è?”

“Richard Albert, fa inglese con noi”

Sollevò un sopracciglio, ok, Blair non aveva proprio scelto un signor nessuno, doveva darle un po’ di credito, gli Albert erano una famiglia piuttosto conosciuta e ora che ci pensava gli sembrava anche di aver sentito parlare bene di lui come giocatore di Lacrosse, ma non era quello il punto.  Prima che potesse andare avanti col vortice dei suoi pensieri e che potesse dire qualcosa, Nate continuò “Mi ha sostituito con quello, ti rendi conto?”

Chuck moriva dalla voglia di dire all’amico che quello là non era affatto il suo sostituto, era solo uno stupido fantoccio che la bella regina della Costance stava manipolando a suo piacimento solo per far ingelosire lui. E la cosa che gli dava più sui nervi era che ci stava dannatamente riuscendo.

Osservò meglio il ragazzo e non capiva di che cosa Nate si lamentasse oltretutto, era la sua esatta copia, occhi azzurri, capelli biondo cenere, faccia da bravo ragazzo, gli mancava solo il ciuffo. Strinse forte i pugni per il nervosismo che quell’immagine gli provocava.

Quando vide la mano del ragazzo toccare il braccio di Blair fece ricorso a tutto il suo autocontrollo per rimanere fermo dov'era e dal trattenersi dall’urlare a Nate che era ora di smetterla con questa storia dell'ex fidanzato geloso, quando non gli era mai fregato niente di lei mentre stavano insieme.

“Ma TU non stai con Vanessa?” sbottò d’un colpo.

Blair ora aveva appoggiato una mano sulla sua spalla e rideva a una qualche sua battuta. Strinse le mani ancora di più, fino a far diventare le nocche quasi bianche.

“Sì, solo che è la prima volta che vedo con qualcuno che non sia me, è strano”

Lui ora le stava spostando una ciocca di capelli dal viso. Vedeva rosso.

“Fattene una ragione Archibald” disse prima di alzarsi e andarsene.

“Chuck, dove vai?”

“Mi è passato l'appetito.” borbottò. Quella dannata stronza lo aveva fregato.


Free Talk: Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo, spero che vi piaccia! Volevo inoltre segnalarvi una spensierata oneshot che ho pubblicato un po' di giorni fa, mi farebbe piacere se le date un'occhiata http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2271456&i=1

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** A proposito di dipendenza... ***


Capitolo 16

A proposito di dipendenza..



<>

B lesse il messaggio e chiuse il cellulare senza neanche  degnarsi di rispondere.

“Che noia quel Richard!” si lamentò Cornelia. E Blair non avrebbe potuto essere più d’accordo con lei per una volta. Richard era terribe, noioso e pieno di sé , ma era anche, dopo Nate, uno dei giocatori più ricercati della squadra di Lacrosse e apparteneva ad una famiglia estremamente importante, anche se cercava un semplice manichino per far ingelosire Chuck, non avrebbe potuto accontentarsi di niente di meno.

“Spero che dovremmo sopportarlo ancora per poco” le rispose la ragazza.

Poi fece uno sgambetto a una ragazzina del primo anno che proprio in quel momento ebbe la sfortuna di passarle davanti e sorrise soddisfatta. Aveva bisogno di sfogarsi, tutta quella stupida sceneggiata che aveva fatto con Richard oggi non aveva sortito nessun effetto, visto che lo stronzo sembrava essere sparito dalla circolazione. Probabilmente era a farsi una canna in qualche angolo remoto della scuola. Sperò almeno che avesse letto il blast di Gossip Girl. Era così immersa nei suoi pensieri che, in un primo momento, non si era neppure accorta di Nate che la chiamava. Fu Cornelia a notarlo per prima “Oh no, da un uomo noioso all’altro oggi!”

“Blair!” il biondo le toccò una spalla facendola leggermente sobbalzare.

“Nate, non ti avevo sentito!”

“E' la terza volta che ti chiamo, a che cosa stavi pensando?”

A Chuck Bass. “A niente, assolutamente a niente.”

“Posso parlarti un attimo?”

Il fantasma gli gironzolava intorno come a cercare di capire che intenzioni avesse, ma Blair le lanciò uno sguardo bieco che la costrinse a defilarsi al volo.

“Sì, certo”

Lui le fece il suo solito sorriso perfetto, quello che una volta le faceva battere forte il cuore e ora il nulla. Neanche un battito accelerato, nemmeno per sbaglio. Improvvisamente, iniziò ad osservare come il sorriso di Nate somigliasse a quello di Ken, anzi a dire il vero, Nate nel suo intero sembrava essere la sua copia vivente, Cornelia aveva ragione.

Tornò a focalizzare la sua attenzione sul ragazzo quando si accorse che aveva iniziato a parlare, “da quando ci siamo lasciati non abbiamo parlato molto”

“Diciamo pure che fino all'altra sera alla festa mi hai praticamente evitata”

Lui abbozzò un altro sorriso “ vero, ma ultimamente ho riflettuto e penso che possiamo essere amici, prima di metterci insieme lo eravamo, ricordi? Io, tu, Chuck e Serena.”

Annuì “Il non-judging breakfast club”.

“Alla festa sei stata straordinaria, non mi divertivo così ad una noiosa cena da una vita.”

Blair sorrise senza rispondere, non aveva ancora capito dove Nate volesse andare a parare con tutto il discorso.

“Nathaniel, Waldorf, mi dispiace interrompere il vostro viaggio lungo il viale dei ricordi, ma ho bisogno di parlare con te Waldorf.”

Si girò di colpo, anche se sapeva già chi fosse.

Tum…Tum…Tum

Lui era lì, bello e noncurante come al solito con il suo solito ghigno stampato sul viso e a Blair sembrò che  il cuore stesse per esploderle nel petto. Maledetto Chuck Bass, come aveva fatto a ridurla così?

“Hey amico”

“Nathaniel ti dispiace se te la rubo un momento?”

“Io e te non abbiamo niente da dirci mi pare” borbottò Blair in risposta.

“io credo di sì invece.”

“Credi male.”

Nate osservava prima l'uno poi l'altro, la solita espressione leggermente confusa sul volto. “C'è qualcosa che non va?”

“No!”

“Assolutamente no, vero Waldorf?” ghignò Chuck “Ora vuoi venire o per parlarti della collana di Serena devo trascinarti con la forza?”.

“La collana di Serena, che cos'è questa storia?” Nate era passato da un leggermente confuso ad un molto confuso.

“Una lunga storia che coinvolge Georgina, intrighi e complotti, credimi Nathaniel non vorresti saperla.”

Il biondo si strinse nelle spalle “solo voi potete trovare interessanti i complotti.”

“Oh Blair adora i complotti” poi si inclinò per sussurrarle “ e complottare con me.”

La risposta che ebbe fu un bel tacco piantato nella sua scarpa.

“Ahi!”

“Chuck andiamo a parlare della collana di Serena da qualche altra parte? Ci vediamo dopo Nate.”

Qualche minuto dopo erano rinchiusi in un bagno vuoto.

“Tu sei completamente e totalmente pazzo”

“Può essere..” il sorriso strafottente come al solito, una mano che le spostava lentamente una ciocca di capelli dal viso.

“Sia ben chiaro, sono venuta con te solo perché non volevo che Nate sospettasse qualcosa!” le braccia incrociate al petto, “quindi se ora hai davvero qualche informazione utile per recuperare quella maledetta collana spara, se no tra due secondi esco da qui.”

“Oh è così è ancora lui? Pensavo fossi andata avanti con quello stupido arrogante e noioso Richard!” Stava quasi gridando e avanzava accorciando rapidamente le distanze. “Non ti preoccupare non dirò al tuo Nathaniel che la sua principessa ha un piccolo sporco segreto!”

“Stai sragionando!” in breve si era ritrovata con le spalle al muro, il corpo di lui come barriera che le impediva qualsiasi via di fuga. “E lasciami andare.”

Lui si passò una mano tra i capelli, gli occhi fissi in quelli di lei “Blair...voglio solo parlare, ti prego.”

Fece un debole tentativo di resistenza “ mi sembrava di averti già detto che non abbiamo niente da dirci.”

Si avvicinò ancora di più a lei, il suo corpo era quasi premuto sul suo “Au contraire, credo di avere una storia interessante da raccontare.”

Blair sperò che lui non potesse sentire il brivido che quella vicinanza le stava provocando, ma per qualche ragione sapeva che lo sentiva anche lui. Alzò un sopracciglio e contrattaccò “Che sarebbe? Non riesco a tenerlo nei pantaloni per più di cinque minuti?”

Sorrise, “Io preferisco chiamarla: Georgina è arrivata all'improvviso e chi doveva fare la guardia ovviamente non mi ha avvertito”

Blair si morse le labbra “mi sono allontanata solo qualche minuto”

“Abbastanza perché io mi ritrovassi di fronte alla scelta di buttarmi dal secondo piano e rompermi l'osso del collo o fingere di essere lì perché volevo Georgina.”

“Perché dovrei crederti?”

Le prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarlo negli occhi, erano vicinissimi, sarebbe bastato poco per annullare tutte le distanze “ lo sai che non sto mentendo.”

Un piccolo sorriso spuntò sulle sue labbra “Ti credo.”

Sorrise anche lui “Ah Waldorf, pensandoci credo di meritare una piccola ricompensa, in fondo ho quasi rischiato la vita per la tua disattenzione.”

“Vediamo se così riesco a farmi perdonare” e lo baciò. Erano passati pochi giorni dall'ultima volta che l'aveva baciato e già si domandava come avesse potuto resistere così a lungo, ormai non era più sicura di poter andare avanti senza la sua dose giornaliera di Chuck Bass.

Lui rispose prontamente al bacio, gli erano dannatamente mancate quelle labbra così rosse e morbide, non aveva mai provato niente di simile prima ed era sicuro che non ci fosse nessun'altra così, cristo, era disperatamente dipendente da Blair Waldorf.

“Ma Blair?”

“Sì?”

“Lascia perdere quel Richard o giuro che lo metto sotto con la limo.”



Free Talk: con un po' di ritardo ecco a voi il nuovo capitolo, finalmente c'è stata la tanto attesa riconciliazione, che ne pensate? Fatemi sapere ^.^

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** The clock is ticking ***


Capitolo 17

The clock is ticking

Blair era nuovamente seduta in una stanza della stazione della polizia aspettando l’ispettore Potter, la situazione ormai le iniziava ad essere stranamente familiare. Iniziò a domandarsi del motivo della convocazione, possibile che avessero davvero trovato un sospetto per “ l’omicidio” di Cornelia? Oddio e se una delle infermiere avesse davvero avuto un’ancora tatuata sul braccio e capelli rosso ruggine? Per colpa sua sarebbe finito in galera un innocente? A che cosa stava pensando quando aveva rilasciato quelle dichiarazioni? Il senso di colpa stava iniziando a farsi sentire.
 

L’ingresso dell’ispettore Potter nella stanza non fece che mettere Blair ancora più sulle spine.

“Ci sono novità? Avete trovato un sospetto?” si ritrovò a domandare a raffica prima che l’uomo potesse aprire bocca.

“No” rispose l’ispettore guardandola stranamente attraverso gli spessi occhiali rotondi “ non abbiamo trovato nessuno.”

“Grazie a Dio” si ritrovò a dire facendosi sfuggire un sospiro di sollievo, poi accorgendosi dell’errore aggiunse in fretta “ No, volevo dire come non avete trovato nessuno? Ne siete sicuri? Avete cercato bene?”

L’ispettore la guardava in maniera più seria ora, come a cercarle di incutere timore, non che ci riuscisse molto bene con quella faccia da bonaccione che si ritrovava “Signorina Waldorf, abbiamo preso in esame le sue dichiarazioni e condotto alcune ricerche preliminari, ma non abbiamo trovato niente che supportasse la sua tesi. Inoltre secondo le dichiarazioni del medico legale la sua prozia è semplicemente morta di vecchiaia.”

“Vecchiaia? State scherzando?” Blair cercò di adottare la sua miglior voce da persona profondamente oltraggiata.

“Almeno che lei non abbia altre prove concrete , il caso può considerarsi chiuso.”

“Emm, no, non ho prove concrete, come le definisce lei”

L’uomo ormai la guardava quasi come si guarda una povera pazza “Signorina Waldorf lei lo sa che lanciare false accuse e far sprecare tempo alla polizia potrebbe portarle una denuncia o a passare qualche notte in prigione. Se l’ha fatto per gioco…”

Blair iniziò ad avere chiara nella propria mente l’immagine di lei in prigione e non le piaceva affatto, preferiva lasciare l’onore alle Lindsay Lohan di questo mondo. A questo punto interruppe l’ispettore in preda al panico “Senta mi dispiace che lei pensi che questo per me sia un gioco, ma ero onesta, pensavo davvero che potesse essere successo qualcosa alla prozia e le ho manifestato i miei dubbi, mi dispiace di essermi sbagliata, mi dispiace di averle fatto perdere tempo, ma per favore non mi denunci…”

“Non lo farò per questa volta, ma si consideri avvertita”

Blair quasi avrebbe voluto abbracciare l’uomo “Grazie, grazie mille.”

“Ok, allora possiamo considerare il caso chiuso.”

La mente della ragazza formulò immediatamente un nuovo pensiero “ E ora che cosa accadrà alla mia prozia? Sì, sa insomma al corpo”

“Ci vorranno una decina di giorni per chiudere completamente la pratica, poi credo che si potrà procedere per un nuovo funerale”

“Dieci giorni?” per una ragione diversa il panico si impossessò di nuovo di Blair, aveva solo dieci giorni per elaborare un piano e soffiare la collana a quella strega di Georgina.

L’ispettore annuì semplicemente

“Non si può…posticipare?”

L’ispettore Potter sospirò “ Signorina Waldorf, io capisco che era molto affezionata alla sua prozia, ma è arrivato il momento di lasciarla andare, ormai non c’è più niente che lei possa fare.”

E prima di passasse per una da internare al centro Ostroff, la ragazza decise di dare ragione all’ispettore “Bene…Grazie mille per l’aiuto.”

Aveva appena messo piede fuori dalla stazione della polizia che venne raggiunta dal fantasma di Cornelia che le roteava intorno.

“Che ci facevi alla polizia?” domandò il fantasma

“Tu che ci fai qui?” chiese Blair di rimando.

“Ero a guardare i negozi e ti ho vista riflessa in una vetrina. Che succede? Qualcosa non va?”

Blair guardò Cornelia e non ebbe il cuore di dirle che tra dieci giorni ci sarebbe stato il suo funerale quando non aveva ancora trovato la sua collana, così fece l’unica cosa che poteva fare, mentì “Niente, volevano solo informarmi su come procedevano le indagini. Tu hai trovato qualcosa di carino?”

“C’è un cappellino adorabile, vuoi vederlo? Anche se non sono sicura che a te starebbe bene come lo starebbe a me”

La ragazza sorrise “Ora non posso, c’è un’altra cosa che devo fare. Ma manderò Dorata a farlo comprare, poi vedremo chi sta meglio.”

Il fantasma nel frattempo non l’ascoltava più, era stata catturata dallo scintillio dei diamanti in una gioielleria “Ok, allora io vado a vedere qualche altro negozio.”

Non appena Cornelia se ne fu andata Blair digitò un sms : “Chuck, ho bisogno del tuo aiuto, ci serve un piano geniale e subito. Il tempo a mia disposizione per ottenere la collana si è improvvisamente accorciato.”


Free Talk: Capitolo breve e di transizione, spero che mi perdonerete, ma vi assicuro che il prossimo è super corposo e vi annuncio anche che non siamo troppo lontani dalla fine! Nel frattempo vorrei invitarvi a dare un'occhiata ad una one shot che ho recentemente pubblicato si intitola We could never be boring (vi lascio sotto il link) spero che vi possa far piacere leggerla!

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2338982&i=1

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** the calm before the storm ***


Capitolo 18

The calm before the storm

Ancora una volta ,come da diversi giorni a quella parte, Blair si svegliò nel letto di Chuck, la testa appoggiata sul petto del ragazzo che invece ancora dormiva.

C'era per la ragazza ormai una certa familiarità nella scena, stare lì ad ascoltare il respirare ritmico di Chuck la faceva sentire bene, si sentiva a suo agio con lui, si sentiva a suo agio in quella stanza. Da quando si erano riconciliati dopo la lite per colpa di Georgina avevano passato quasi ogni momento libero in quella stanza solo loro due. Solo che se mentre all'inizio non ci aveva fatto caso ora si rendeva conto che benché lei e Chuck passassero quasi tutto il loro tempo insieme, non lo passavano mai insieme ad altri. A scuola si vedevano sempre di nascosto, non nascondeva che il tutto fosse dannatamente eccitante, ma voleva poter baciare il proprio ragazzo orgogliosa sulle scale del Met. Era passato un po' di tempo e ancora nessuno dei due aveva propriamente affrontato la questione e ora Blair iniziava a domandarsi che cosa fosse lei per Chuck Bass, come avrebbe reagito lui se lei gli avesse chiesto di poterlo presentare al resto del mondo come il proprio fidanzato?

“Sei preoccupata” l'affermazione la colse alla sprovvista, non si era neanche accorta che si fosse svegliato.

Blair osservò gli occhi di Chuck che la guardavano con vivo interesse e decise che per quel giorno avrebbe lasciato perdere, non voleva confessargli i suoi dubbi e rischiare di farlo scappare. Non voleva perdere Chuck. Scosse la testa “Non è niente”

Il ragazzo continuava a guardarla dubbioso “Avanti Waldorf che cosa ti preoccupa? ”

“Niente, stavo di nuovo pensando alla storia della collana” sviò lei.

Chuck inarcò un sopracciglio scettico, poi disse “Tu hai l'onore di avere il grande Chuck Bass nudo nel letto e stai pensando  ancora alla collana? Sul serio Blair, mi sento offeso” una finta espressione addolorata sul volto.

“Sai non tutti sono dei pervertiti che pensano al sesso 24 ore su 24” una piccola frecciatina giocosa, le piaceva prendere in giro Chuck.

“Sono un diciassettenne in piena salute, ricco e bello a che cosa dovrei pensare scusa?”

La ragazza roteò gli occhi al cielo “A moderare il tuo ego?”

Un sorrisetto spuntò sul volto di Chuck “e poi come potrei competere con il tuo?”

Blair lo guardò di traverso questa volta, “davvero Chuck se stai cercando di sedurmi, questo è il modo sbagliato!”

“Blair” il tono vellutato della sua voce era come una dolce carezza “dai non te la sarai presa per così poco?”

Per tutta risposta si beccò una linguaccia.

“Oh andiamo, dovrei essere io quello offeso al massimo!”

Ancora silenzio da parte della ragazza che guardava fisso davanti a sé per non incrociare il suo sguardo da cucciolo abbandonato. Era troppo facile cedere a quello sguardo.

Chuck allora decise di cambiare strategia. Blair poté registrare l'esatto momento in cui ciò avvenne perché vide distintamente spuntare un ghigno sul viso del ragazzo. Non un ghigno qualsiasi, ma quello di chi sapeva di avere la vittoria in tasca.

Si sedette a letto e con gesti studiatamente lenti si sporse verso il comodino per prendere un fascicolo che poi sventolò sotto il naso della ragazza. “E' un vero peccato che tu non mi parli, avevo delle informazioni che volevo condividere con te”

Lei cercava ancora di ignorarlo con tutte le sue forze, ma lui continuò con voce suadente “riguardano Georgina e la tua amata collana”

Ora senza dubbio aveva attirato la sua attenzione.

“D'accordo se non ti interessano le metterò via” poi finse di pensarci meglio su “anzi credo proprio che le butterò, tanto a me non servono”

Il ghigno sul volto di Chuck si era allargato maggiormente, sapeva che stava per cedere.

“Peccato erano davvero interessanti”

Tre...

Due...

Uno...

“Dammele!”

Vittoria. Ora c'era un vero sorriso soddisfatto sul viso del ragazzo. “E io che pensavo che il gatto di avesse mangiato la lingua.”

“Ti sto parlando solo perché mi servono quelle informazioni, semplice business Chuck, non ti preoccupare poi il mio ego non ti importunerà più.”

“Raccontati quello che ti far sentire meglio Waldorf, ma lo sai anche tu che ti sei fatta fregare come una novellina” poi allungando la mano per spostarle con delicatezza una ciocca di capelli che era scesa sul viso imbronciato di Blair aggiunse “e poi io volevo farti un complimento, volevo dire che solo tu sei in grado di tenermi testa e mi piace questa cosa.”

Il volto della ragazza si addolcì immediatamente.

“Sei quasi perdonato Bass”

“Quasi?” Chuck la osservava con fare sornione.

Blair sbuffò “oh insomma vediamo che c'è in questa busta e forse potrei decidere per la completa assoluzione.” Detto questo svuoto immediatamente il contenuto sul grande letto matrimoniale, che in pochi istanti si riempì di foto di Georgina Sparks. Erano foto scattate in diversi giorni e ritraevano ogni singolo movimento della sua giornata, la ragazza rimase un attimo in silenzio cercando di capire che informazioni utili avrebbe potuto ricavare dalle foto, non riusciva a trovare nessun collegamento.

La voce di Chuck interruppe la sua contemplazione “ Sei così sexy quando sei tutta concentrata.”

“Se devi intervenire almeno fallo per qualcosa di utile, lo sai che ho poco tempo”

Il ragazzo sbuffò “spero che almeno mi ricompenserai meritatamente alla fine”

“Non hai ancora detto niente di utile” lo provocò lei.

In risposta Chuck si sporse maggiormente verso lei, allungò la mano come per toccarle le gambe morbide che uscivano dalle lenzuola candite,ma quando Blair era ormai certa che le sue dita avrebbero toccato la sua pelle, si ritrovò di fronte ad una grossa delusione, la sua mano aveva deviato all'improvviso verso le fotografie.

“ Controlla le date su queste foto Waldorf, ogni singolo giorno da quando le ho messo Mike alle calcagna, Georgina è stata fotografata al Guggenheim, ora potrebbe essere una semplice coincidenza, potrebbe essere che quella psicopatica sia diventata una grande patrona delle arti, ma per quel che mi riguarda c'è qualcosa di strano. Non so cosa onestamente, ma direi che il Guggenheim merita una visita.”

Un grosso sorriso si aprì sul volto di Blair “Direi che ti sei guadagnato la tua ricompensa Bass.”

“Era ora” e in un balzo fu sulle labbra rosse della ragazza che si schiudevano invitanti.

***

Per la seconda volta quella mattina Blair si svegliò tra le braccia di Chuck, solo che non appena aprì gli occhi questa volta qualcosa o per meglio dire qualcuno la fece sobbalzare all'improvviso.

“Cornelia!” esclamò ad alta voce e impulsivamente andò con la mano ad afferrare il lenzuolo per coprirsi meglio.

Il fantasma era davanti al loro letto che la osservava divertita e compiaciuta allo stesso tempo. “Non ti preoccupare ormai ho già visto ciò che c'era da vedere”

Il volto di Blair divenne improvvisamente rosso per la vergogna “Ci hai visti!”

Cornelia scrollò semplicemente le spalle “quante storie”

La ragazza lanciò un'ulteriore sguardo a Chuck per assicurarsi che dormisse ancora e poi decise di proseguire la conversazione in bagno.

“Oddio, che cosa ci facevi qui?” le guance di Blair erano ancora leggermente imporporate.

“Stavo guardando un vecchio film col portiere dell'hotel, era uno dei miei preferiti di quelli con Clark Gable, ma il film è finito e ho pensato di fare un salto qui, mi annoiavo.”

La ragazza si portò le mani sul volto, non poteva crederci, quel fantasma a volte era davvero troppo.

“Ti ha dato proprio una bella ripassata eh?” Cornelia continuava a parlare come se niente fosse.

Il viso di Blair esprimeva solo sgomento  ormai “Hai proprio visto tutto?”

“Sì, bello spettacolo, non ti preoccupare”

“Non te l'ha mai detto nessuno che non si guarda la gente mentre fa sesso? C'è perfino una legge a riguardo.”

Ma il fantasma decise di ignorarla come se niente fosse “ Avrei solo un piccolo suggerimento da darti, vorrei suggerirti un trucchetto che si faceva ai miei tempi”

Blair si portò istintivamente le mani sulle orecchie inorridita “  No, niente suggerimenti per favore”

“Peggio per te”

Poi sentendo dei rumori provenienti dall'altra stanza la ragazza disse “ora ti prego vai a farti un giro prima che Chuck venga in bagno e mi trovi a parlare da sola, quando torno a casa mi potrai persino raccontare la tua pratica sessuale anni 20”

E dopo averle fatto l'occhiolino il fantasma sparì.

Blair tirò un sospiro di sollievo e rientrò nella camera da letto dove trovò Chuck che parlava al telefono con qualcuno.

“Sì Nathaniel sono solo”

Poi il ragazzo rimase un momento in silenzio evidentemente in attesa della risposta dall'altra parte.

“No, no” si affrettò a rispondere “ non puoi venire! Sto per uscire, mio padre mi aspetta per qualche noioso affare.  Facciamo che passo io da te come finisco, ok?”

Ancora un breve silenzio

“No, che non sto con una ragazza, sono solo davvero.”

Chuck si portò una mano ai capelli in segno di frustrazione.

"Lo sai che non mi piace tenere qualcuna nel letto dopo che abbiamo finito." Il suo solito tono finto spavaldo.

Quando il ragazzo terminò la telefonata trovò davanti a sé una Blair Waldorf che lo guardava con un'espressione che non sapeva perché non gli piaceva affatto. Portava guai. Grossi guai.

“E così sei solo, eh?”

“Beh, tecnicamente ero solo nella stanza visto che tu eri in bagno.”

“In realtà ero proprio qui con te, come lo sono sempre stata nelle ultime 24 ore.”

Chuck la guardò sconcertato, non capiva che cosa stesse cercando di dirgli “E sono felice che tu stia qui con me"

"Sicuro? Non sarebbe meglio che io liberassi il letto ora che abbiamo finito?" una perfetta imitazione della sua voce

"Ma sei impazzita?Era solo una scusa per Nathaniel, lo sai che non sa niente di noi.”

L'espressione di Blair se possibile si fece ancora più dura “Già, perché informare il povero Nate? O perché dirlo a qualcuno? Molto meglio restare sempre qui e continuare a trattare il tutto come un piccolo sporco segreto.” Ora che aveva iniziato a parlare le parole le erano uscite come un fiume in piena, i piccoli dubbi che aveva cercato di scacciare dentro di sé erano tornati fuori ingigantiti.

Chuck si affrettò a rispondere allarmato, fece qualche passo nella direzione della ragazza, ma invano, più si avvicinava, più lei indietreggiava “Ma che stai dicendo?Non sei uno sporco segreto per me, sei molto molto di più Blair e lo sai, ma non posso mica raccontare tutto a Nate per telefono! E' il mio migliore amico e tu eri la sua ex ragazza, devo solo trovare il modo giusto per dirglielo, non voglio perderlo.”

La ragazza rimase un secondo in silenzio, poi con le lacrime agli occhi rispose “Beh allora o trovi in fretta il modo per dirglielo o è me che perderai.”

E uscì sbattendo la porta.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Le verità nascoste ***


Capitolo 19
Le verità nascoste
 
Il telefono di Blair squillò, così come ormai faceva ripetutamente da due giorni.
E come ogni volta da due giorni a quella parte Blair buttava un'occhiata al display e poi ignorava la chiamata.
Non voleva parlare con nessuno, ma soprattutto non voleva parlare con lui. Non voleva affrontarlo al momento, aveva paura di aver fatto il passo più lungo della gamba, paura di aver esagerato, di averlo spaventato, paura di averlo perso. Non ci poteva pensare. Per questo si era chiusa in casa a mangiare macarons guardando qualche vecchio film con il lieto fine con Cornelia come unica compagnia.
Avevano parlato tanto in quei due giorni, Blair le raccontava un po' di sé, della sua vita, dei suoi problemi e Cornelia le raccontava dei suoi anni passati, delle sue avventure negli anni '20 , ma alla fine si ritrovavano a parlare sempre del grande amore mai dimenticato di Cornelia, per quanto il fantasma si ostinasse a ripetere che non le importava, e di Chuck.
In una delle pause tra un film e l'altro Blair stava raccontando al fantasma per l'ennesima volta come era degenerata la situazione tra lei e Chuck e Cornelia la ascoltava attenta e silenziosa come se si trattasse della prima volta, non della decima. Poi quando la ragazza ebbe terminato il racconto, Cornelia lasciò andare un sospirò “Ah gli uomini! Com'è che riescono sempre a sconvolgerci la vita?” poi senza aspettare una risposta da Blair aggiunse “lascialo perdere finché sei in tempo”
“Ma io non posso, non ci riesco”
“Perché no? Perché non puoi semplicemente prendere quello che avete ora?” le domandò l'altra mentre giocava ad ammirarsi nel grande specchio che capeggiava sul mobile da toilette nella stanza di Blair.
“Perché lo amo!” aveva risposto d'impulso, quelle parole che inizialmente aveva paura a dire anche a se stessa erano venute fuori, faceva uno strano effetto dirlo ad alta voce. Rendeva tutto più reale. Lei amava Chuck Bass.
“Allora è troppo tardi per scappare ragazza mia” le rispose il fantasma tornando improvvisamente serio.
“E se lui non mi amasse?” la più grande paura di Blair prese voce.
Cornelia scrollò le spalle “Si sopravvive”
“Lo amavi molto Stephen?”
Ci fu un momento di silenzio prima che l'altra si decidesse a rispondere “Da morire. Ho sperato fino all'ultimo momento che lui tornasse da me, il giorno del mio matrimonio guardavo ansiosamente la porta, credevo che lui sarebbe comparso da un momento all'altro e mi avrebbe portata via con sé. Quando capì che non sarebbe accaduto mi sentì come se il mondo fosse appena andato a pezzi.” Gli occhi di entrambe erano si erano leggermente velati di lacrime, poi Cornelia riprese a parlare “ma sono sicura che tu sarai più fortunata di me, io credo che anche Chuck ti ami.”
“Come fai a dirlo?”
“Un fantasma queste cose le sente” e le fece un occhiolino per sdrammatizzare la situazione.
“Spero che tu abbia ragione”


***
Per cercare di non pensare alla sua complicata vita sentimentale Blair decise che doveva tenersi occupata, per questo pensò di andare a fare una visita al Guggenheim , non aveva ancora nessuna idea del perché Georgina ci fosse andata ripetutamente in quegli ultimi giorni né che cosa dovesse cercare di preciso, ma lo sentiva che era lì che avrebbe trovato la soluzione alle sue domande.
C'era solo un piccolo problema, Blair se ne accorse mentre dava uno sguardo alla mappa del museo che aveva preso all'ingresso , il Guggenheim era enorme e lei non aveva assolutamente idea su da dove cominciare.
Non poteva certo contare sul colpo di fortuna di beccare Georgina lì anche quel giorno. Magari si poteva appostare all'ingresso ad aspettare nel caso entrasse o magari poteva mostrare la sua foto agli addetti del museo, magari qualcuno se la ricordava. Persa nei suoi pensieri si accorse che era arrivato il suo turno alla biglietteria solo quando si sentì rivolgere la domanda “Vuole anche il ticket per la mostra di Malory?”
“Eh?”
La donna le ripetette “ E' interessata anche a vedere la mostra dedicata a Cecil Malory? Costa solo 5 dollari”
Cecil Malory. Ricordava vagamente di averlo sentito, era un artista famoso, no? Magari non quanto Picasso ecco, però era famoso. Non sapeva neanche lei perché, ma si ritrovò a comprare il biglietto anche per la sua mostra. Dopo aver acquistato i biglietti si guardò intorno indecisa sul da farsi. Poi il suo occhio cadde distrattamente sul depliant che la donna alla biglietteria le aveva rifilato. Lesse il banale titolo : Cecil Malory la vita e le opere. Sotto erano raffigurati una serie di suoi dipinti e tra questi uno catturò immediatamente la sua attenzione. Sembrava proprio... no, non poteva essere. Velocemente sfogliò il depliant alla ricerca dell'informazione che cercava : Conosciuto al mondo intero come Cecil Malory, il vero nome del famoso pittore era Stephen Nettleton, tuttavia decise di non usare mai quel nome per i suoi lavori. In seguito ha perfino cambiato nome legalmente. Probabilmente per via di un contrasto con i genitori, in seguito al trasferimento in Francia.
Blair rimase un attimo interdetta. E così Cecil Malory era Stephen Nettleton. Lo Stephen di Cornelia. Ma allora perché lei non le aveva mai detto che era un artista famoso? Possibile che non lo sapesse?
Continuò a scorrere la pagina finché non trovò le informazioni che rispondevano alla sua domanda: Solo dopo la sua morte è nato l'interesse per i suoi dipinti, dapprima in Francia e poi nel resto del mondo. Essendo morto giovane, la sua produzione è limitata, per cui i quadri più apprezzati hanno un gran valore. Negli anni '80, quando ormai la sua notorietà era diffusa, le quotazioni sono schizzate alle stelle.
Anni Ottanta. Cornelia aveva avuto il suo primo ictus nel 1981. Era stata ricoverata e nessuno le aveva detto nulla: nessuna idea di che cosa succedesse nel mondo esterno.
Si diresse come una furia verso la sezione dedicata al pittore e si rivolse alla prima guida disponibile che trovò “ Mi scusi, questo dipinto è presente qui alla mostra vero?”
La guida osservò attentamente la piccola foto del quadro che Blair le mostrava, poi la guardò sorridendo benevola “Certo, è una delle principali attrazioni della mostra, se vuole glielo mostro”
“Sì, per favore.” e seguì la donna che aveva già iniziato a muoversi.
“Eccoci” le disse soddisfatta “non è bellissimo?”
Blair restò immobile a guardarla, il cuore in gola. Quella giovane donna che la sta guardando dalla cornice dorata era Cornelia. Non l'aveva mai vista tanto bella e tanto felice come in questo dipinto.
Era adagiata su una dormeuse, nuda, tranne per un velo che le accarezza morbidamente i fianchi, gli occhi brillano, come se fossero accesi dall'amore e infine tra i pallidi seni scorrevano tanti fili di perle iridescenti: la famosa collana con la libellula.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1811983