We are different as the devil and holy water

di BlueBerries98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- La donna è come l'onda: o ti sostiene o ti affonda. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Guardai Nick davanti a me firmare un foglio che poi mi porse.
-Bene, dallo alla preside e dille che é importantissimo- disse guardandomi negli occhi.
Annuii lieta di dover svolgere un compito per il rappresentante della scuola,presi il foglio e lo misi in tasca dandogli due colpetti con le dita per verificare che fosse al sicuro.
-Agli ordini capo- sorrisi uscendo dall'aula.
Dopo aver salito due rampe di scale e aver svoltato almeno sette volte mi ritrovai davanti alla porta con su un cartellino che recitava "Presedenza".
Fortunatamente per me non c'ero mai stata in vesti da ragazza che non rispetta le regole, anche perché essendo il vice rappresentante non é che potessi permettermi di dare il cattivo esempio, anzi,  il mio compito era quello di mantenere l'ordine e di aiutare Nick nei suoi compiti da rappresentante.
Mi avvicinai alla porta e bussai, aspettai che la preside mi desse il permesso ed entrare e poi aprii la porta.
Lei era seduta dietro la sua scrivania strapiena di fogli, carte e libri enormi che avrei preferito non leggere nonostante io amassi i libri.
Mi sorrise garbata e si alzò dalla sua sedia girevole in pelle nera per venirmi in contro.
Accennai un saluto con il capo.
-Buongiorno Preside-
-Buongiorno cara, dimmi.-
Le porsi il foglio che era rimasto protetto nella mia tasca e aspettai che lo aprisse.
-Me l'ha dato Nick, ha detto che é urgente.- spiegai seguendola con lo sguardo, fece il giro della scrivania continuando a leggere e poi si sedette sistemandoai meglio gli occhiali rettangolari sul naso fino e all' insù.
Rimasi a fissarla in piedi, tesa come una corda di violono sperando di poter abbandonare quella stanza il prima possibile.
-Mh- disse infine posando la lettera sulla scrivania e firmando.
-Puoi portarla in segreteria?-
Me la porse con un sorriso stampato in faccia, la presi e dopo un cenno con la testa uscii da quella stanza ritornando a respirare come una persona normale.
Tornai al piano terra dove una bidella grossa e bassa mi squadrò dalla testa ai piedi.
-Sono il vice rappresentante. La preside mi ha dato questo da consegnare- e le porsi la lettera che aveva ripreso posto nella mia tasca.
Borbottò qualcosa di incomprensibile e mi fece cenno di seguirla.
Si addentrò nella segreteria gremita di bidelli e personale vario che pestavano i tasti della tastiera producendo un rumorino di fondo piacevole.
La bidella si fermò a quella che doveva essere la sua scrivania e si sedette mettendo la lettera in una cartella.Mi guardò e grugní.
-Porta questa al rappresentante d'istituto - mi porse un foglietto e mi fece un cenno sbrigativo con la mano.
Cercai di non sbuffargli in faccia e presi quello che mi stava porgendo con un sorriso tirato.
-Certo, lo faccio subito- risposi uscendo dalla segreteria.
Provai a non sbattere la porta dietro le mie spalle ma tutto quel salire e scendere mi sembrava ridicolo.Che si mandassero i biglietti per e-mail da una stanza all'altra invece di far fare a me il piccione viaggiatore!
Presi il corridoio che portava al giardino e poi svoltai a destra prima del portone ritrovandomi davanti alla classe delle riunioni.
-Okay-dissi entrando-appena qualcuno mi fa girovagare di nuovo giuro che gli spacco il naso con una ginocchiata-
Nick mi guardava paziente seduto ad un banco,ormai era abituato a quelle minacce e non ci faceva più caso.
-Potresti riconsegnarmi il foglio adesso? - ridacchiò con tono divertito.
-Certo- mi affrettai a raggiungerlo e porgergli il foglio piegato.
-Puoi tornare in classe- mi liquidò Nick sorridendo cone per addolcire quello che avdva detto.
Sbuffai indignata e borbottai un-Grazie anche a te- sbattendo per la seconda volta una porta dietro le mie spalle.
Salii le scale e marciai verso la mia sezione ricordandomi a quale lezione stessi ritardando per il mio compito da vice rappresentante.
Ci pensai un po' su poi mi ricordai dell'ora di geografia e rallentai il passo per perdere il più possibile di quella odiosa lezione con il professon Clark che sputacchiava e veniva preso da raptus improvvisi che gli facevano sbattere un palmo sul banco mentre urlava-Silenzio in aula!- anche quando l'unico rumore che si sentiva era il suo respiro.
Svoltai a destra,verso gli armadietti e sorpresi Cassandra e Mike che si baciavano come due drogati.
-Fareste meglio a tornare nelle vostre aule entro subito.- consigliai alla cheerleader e al quoterbak della squadra.
-Vecchia zitella- borbottò Cassandra mentre si staccava per respirare e ricordarsi che aveva dei polmoni.
Feci finta di non averla sentita e passai avanti,verso la mia classe.
-Bentornata tra noi signorina Leight, ha la giustifica della preside?- chiese il professore con tono indagatorio.Continuai a guardarlo anche mentre portavo una mano ai pantaloni e prendevo il foglio sotto i bisbigli di tutti gli studenti della mia classe.
-Eccolo- dissi porgendoglielo soddisfatta.
Guardò per un attimo me e poi il foglio con un'aria scettica.
I suoi occhi erano azzurri come il ghiaccio e con delle pagliuzze più scure che sfumavano verso il centro e cercavano di scavarmi dentro nella traccia di una presa in giro.
Allungò la sua mano rugosa e piena di righe più chiare come se ci fosse una ragnatela dipinta sulla sua mano e afferrò il foglio con due dita per poi aprirlo e leggere la scrittura ordinata e pulita della preside.
-Va al tuo posto- disse dopo alcuni secondi.
Girai i tacchi e sfilai tra i banchi fino ad arrivare al mio.

-Comunque la festa che darà Connie a casa sua sarà fantastica!- trillò Arianna dall'altro lato della cornetta.
-Come fai a saperlo, sei già stata alle sue feste?- chiesi annoiata da come quella festa l'attirasse così tanto.
Sollevai una maglietta nera con una scritta luccicante e iniziai a piegarla.
-Bé, non ci sono mai stata ma suppongo che sia carina- rispose esitante aspettando una risposta.
Pensai alla festa che si era tenuta da Mike qualche weekend prima e di come si erano ubriacati alcuni studenti,tanto da essersi ritrovati nudi in mezzo alle rose della madre di Mike.
-Non lo so, Arianna- sospirai aprendo il cassettone a appoggiandoci dentro la maglietta.
-Okay, vedila così- iniziò a la sua opera di convincimento tutta calata nella parte.
-Tu sei la vice rappresentante, io sono solo una ragazza del corso pomeridiano di musica con la professoressa Finley. A te ti conosce quasi tutta la scuola perche se Nick si assentasse ci saresti tu a sostituirlo, a me invece non mi conosce nessuno. Solo il fatto che Connie ci abbia invitate alla festa é un miracolo dal cielo.-
-Ha invitato tutta la scuola,Arianne-
borbottai arrabbiata con lei che stava riuscendo nella sua missione e con me che mi stavo facendo contagiare.
-Ed é qui che ti sbagli- Puntualizzò con aria da saputella.
Già la vedevo con un dito alzato e con le sopracciglia tirate in alto.
-Ho parlato con uno del club di scacchi e non sapeva niente. Questo significa che gli sfigati non li ha invitati ; quindi , se a noi ci ha invitate vuol dire che non ci ritiene di quello scalino sociale della scuola-
Sbuffai chiudendo l'armadio con un piede.
-Va bene- Acconsentii esausta.
La sentii sospirare e esclamare un "Si!" soddisfatto.
-Ma non verrò a nessuna giornata di shopping dove, dopo aver provato duemila vestiti,  tu inizierai a dire "Sei bellissima con questo!" e decido di comprare l'ultimo che trovo-
-Come nelle storielle su Facebook-
ridacchiò lei.
Restammo a parlottare per alcuni minuti finché l'orologio non mi informò che si erano già fatte le sette e che ancora non avevo completato neanche un compito.(a parte che non li avevo ancora nemmeno guardati)
-Ci vediamo domani Ari-
la salutai iniziando ad aprire lo zaino.
-Bye- rispose lei per poi ri-attaccare.
Presi i quaderni e li riposi sulla mia scrivania, mi sedetti e presi la penna aprendo il quaderno di matematica.
"Bi bip"
Mi voltai verso il mio telefono e lessi il messaggio di Nick.
"Domani nuovo studente. Alle 7:30 ci vediamo nella sala riunioni."
Risposi con un Okay e inviai ritornando ai miei compiti.

Perfetto. Erano le 7:30 e io ero appena uscita da casa. Maledissi il mio telefono che si era nascosto sotto il letto e maledissi me stessa per averlo cercato dalle 7 alle 7:25 per tutta la casa, buttando all'aria mezzo mondo. Scesi di corsa prendendo la bici ma mi accorsi che le riparazioni di mio padre non erano finite, quindi la bici non aveva né il manubrio né la ruota anteriore.
Rimasi a fissarla rimuginando su una possibile alternativa dal correre a perdi fiato fino alla scuola poi mi ricordai dei pattini a rotelle che avevo seppellito sotto l'armadio e decisi di usarli. Rientrai in casa, scavai nell'armadio, uscii di casa con i roller in mano e ,dopo essermi tolta le scarpe e averle nesse nello zaino, li misi e partii sperando di arivare quantomeno verso le 7:45.
Arrivai al cancello alle 7:50 , presi la strada spianata per la sedia a rotelle così da non dover fare le scale e mi fermai in mezzo agli studsnti appoggiata al muro accanto al portone.
Tolsi i pattini e ,dopo aver realizzato che ero in super ritardo, decisi di mettere le scarpe una volta arrivata al mio armadietto così iniziai a correre per il corridoio in calzini slittando ad ogni curva e scivolando sessanta volte al minuto su persone che mi guardavano male.
Ringraziai il cielo che quel giorno avevo messo i calzini neri e niente tipo cuori o stelline colorate.
Arrivai al mio armadietto e composi velocemente la combinazione saltellando sul posto.
Posai i roller e lo zaino, presi le scarpe e chiusi l'armadiettocon una botta. Misi una scarpa saltellando per il corridoio e arrivata all'aula delle riunioni bussai co ancora una scarpa in mano.
-Avanti- disse la voce della preside.
Appoggiai la mano sulla maniglia e spinsi trovandomi gli occhi di Nick quelli della preside, della segretaria e di un ragazzo seduto davanti a loro inun banco.
-Scusate....per il...ritardo- ansimai appoggiando la scarpa mancante per terra infilandoci un piede dentro, feci un fiocco e poi mi affiancai a Nick.
-Quindi, come nuovo arrivato, le daremo il deplian della scuola e le regole- disse la preside.
Guardai il ragazzo che sembrava del tutto disinteressato. a quello che diceva la preside. Aveva gli occhi azzurri come l'oceano, e i capelli biondi tutti spettinati, il suo corpo era muscoloso quanto bastava e supposi che facesse sport.
Era un figo.
-Okay signorina Leight?- chiese la preside. Mi risvegliai dalla mia nuvoletta di cuoricini quando il biondino si girò e mi guardò alzando le sopracciglia e sogghignando.
-Certo- acconsentii sensa sapere a cosa.
-Perfetto allora , buona permanenza - e scomparve dietro la porta Nick si avviò dietro la preside ma prima di uscire mi posò la mano sulla spalla con aria paterna.
-Mistragli l'armadietto, la sua prossima classr e dai il via all'operazione O.A.S -
mi guardò per accertarsi che avessi capito e poi uscì.
Guardai il ragazzo e decisi di iniziare con il piano O.A.S che indicava Ordine A Scuola, era una parola che avevamo inventato io e Nick per capire cosa dovessimo fare con i nuovi arrivato. Eravamo come la mafia e dovevamo accertarci che i novellini si comportassero mene a scuola. Di solito funzionava per una settimana, noi lanciavamo sguardi di fuoco ai novellini e loro capivano che dovevano stare buoni ma, passati un paio di giorni, ricevevamo un dito medio alzato.
Mi avvicinai a lui e appoggiai le mani sul tavolo portandomi in avanti per guardarlo meglio in faccia.
-Ascolta, non ti conosco quindi non so che intenzioni hai ma sappi che la scuola non può permettersi degli studenti nullafacenti e che non rispettano le regole, quindi, prova solo ad abbassare la rispettabilitá della scuola e giuro che troverò il modo per farti buttare fuori- continuai a guardarlo negli occhi sorridendo.
-Non fumare a scuola, non bere a scuola, non ubriacarti e , se lo fai, non dire a nessuno che studi qui. Segui le lezioni, studia,impegnati nelle attività,  non sporcare la mensa o qualsiasi spazio della scuola e, cosa più importante, osserva le regole.-
Fece un fischio e rise.
-Questa si che é accoglienza; posso respirare almeno?-
Non feci caso alla sua battuta e guardai i fogli che stringeva tra le mani.
-Qual'é il tuo armadietto? - chiesi indicandogli le carte con il mento.
Le prese e inizio a sfogliarle con aria assorta. Faceva scivolare il suo sguardo tra le righe, fluidi come l'acqua ,alla ricerca del suo armadietto.
-Ti sei incantata di nuovo principessa?- disse ad un tratto senza alzare gli occhi.
-Sto aspettando una risposta, non sto fantasticando su di te.- risposi con tono neuto..
-Io non avevo insinuato questo - il suo sorrisino era ricomparso e mi venne voglia di tirargli un pugno sui denti e spargerne per l'aula una buona quantità come molliche per i piccioni.
-B 134- rispose dopo un attimo.
Lo guardai confusa.
-Cosa? -
-Il mio armadietto- disse lui continuado a rigirarsi i fogli tra le dita.
Annuii alzandomi ritta sulla schiena.
-Perfetto, é al secondo piano, almeno potrò tenerti d'occhio io-
sorrise di nuovo.
-Ogni scusa é buona per potermi ammirare in tutto il mio fascino vero, Leight?- Sbuffai e andai verso la porta.
-Ma fammi il piacere. Comunque seguimi se vuoi sapere dov'é il tuo armadietto.- Uscii prima che lui potesse alzarsi e la campanella suonò riversando nel corridoio una miriade di studenti. Feci per salire le scale ma mi girai per vedere se fosse riuscito ad alzarsi in tempo per non perdermi d'occhio. Era dietro a me e appena lo osservai stupita alzò le sopracciglia.
-Cos'é Principessa, un vuoto di memoria?-
Tramutai il mio sguardo sorpreso in uno inceneritore e continuai a salire le scale.
Arrivati al suo armadietto misi la combinazione standard ovvero 1111 e lo aprii.
-Questo é il tuo armadietto,  cambia la combinaziond se non vuoi che qualcuno frughi tra le tue cose.-
Notai che con se aveva uno zaino e lo mise dentro senza molto ordine.
Appena aveva sollevato lo zaino i suoi muscoli avevano fatto un guizzo e si erano irrigiditi per poi rilassarsi quando lo aveva lasciato.
-Se vuoi guardare anche gli addominali puoi dirlo. Basta solo chiedere- disse con un tono odiosamente sensuale. Sentii le guance arrossire e gli strappai i fogli dalle mani cercando un pretesto per cambiare argomento.
-Alla prossima ora hai biologia. Seguimi.- mi voltai per scendere le scale e notai che alcune delle cheerleaders lo guardavano e chiacchieravano tra loro tutte risolini e sospiri.
Guardai il ragazzo dietro di me e lo vidi salutarle e fare l'occhiolino.
Sbuffai e scesi le scale senza preoccuparmi se mi stesse seguendo o meno. Alla fine io non.ci perdevo niente. Notai uno spostamento d'aria accanto a me e capii che mi aveva raggiunta.
-Una delle cheerleaders mi ha dato il suo numero- disse allegramente.
Ma che strano! Non ci avrei scommesso.
-Come si chiama?- chiesi per assicurarmi che fosse...
- Se non mi sbaglio si chiamava Carly, no Corinne, mh neanche quello era il suo nome...-
-Cassandra?- lo illuminai con un tono sarcastico.
Lui mi guardò per un attimo e poi sorrise.
-Si, si chiamava Cassandra -
Feci un risolino di disprezzo e di schifo e poi svoltai a destra.
- Tra un po' ti dará anche qualcos'altro - dissi fermandomi davanti all'aula di biologia.
Fece per aprire bocca ma lo bloccai.
-Questa é l'aula di biologia, queste sono le tue carte. Spero che tu sia tanto in gamba da sapertela cavare da solo d'ora in poi, in ogni caso ci saranno ragazze pronte ad aiutarti. Addio.-


 

Ed eccomi con una nuova storia! Per chi volesse leggere la mia prima originale può andare qui --->You can not change your life with a spell <---- (genere soprannaturale- maghi e streghe) .

Comunque ho sempre voluto scrivere una scolastico come questo ma le bozze sono sempre rimaste sepolte nella mia cartella sul pc ehehehe. Presto creerò uno spoiler (la copertina si chiama così?) solo che odio mettere la ragazza nell'immagine perché credo che ognuni lettrice continuerà ad immaginare se stessa come protagonista (a me capita così lol)... bho, vedrò cosa potrò accampare.

BYEE

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- La donna è come l'onda: o ti sostiene o ti affonda. ***




Capitolo 2

 

-Aspetta, quindi mi stai dicendo che il ragazzo nuovo é stato assegnato a te e tu non hai fatto niente per rimorchiare?- chiese Arianma appoggiata con una spalla al suo armadietto accanto al mio con il libro di Letteratura in mano e il quaderno.
Presi matematica e chiusi l'armadietto conun tonfo metallico.
-Già - risposi iniziando a camminare.
-Comunque non l'ho visto in giro, com'é fatto?-
Lo vidi salire le scale e con un ragazzo accanto. L'avevo già visto nella squadra di Football della scuola.
-Eccolo che arriva- dissi guardandolo.
- Oddio, quel gran pezzo di ragazzo é il novellino? Sia lodato Gesù Cristo! Almeno potrò rifarmi gli occhi, wow!-
La guardai sbavare e proseguii la mia camminata passando accanto al ragazzo. Mi sentì toccare un polso.
-Ehi principessa mi porti a fare un giro per la scuola?- disse il biondino piantando i suoi occhi azzurri nei miei.
Lo guardai atona con i libri ancora stretti al petto.
-No- risposi alzando le spalle.
Inarcò le sopracciglia sorpreso.
-Perché no, dolcezza?-
Fu il mio turno ad alzare le sopracciglia.
Dolcezza?
Gli indicai i fogli con un dito.
-Se avessi letto quelli ti saresti accorto che io faccio solo le accoglienze, Nick pensa alla guida per la scuola - Guardai il suo amico. Non l'avevo mai osservato bene e non se la cavava male neanche lui. Capelli neri come il carbone e occhi di un verde scintillante, il fatto che praticasse sport rendeva la sua corporatura muscolosa e ben proporzionata. Sbattei le palpegre e guardai Arianna per poi passare sul biondino.
-Addio- e scesi le scale girandomi per aspettare Arianna. Era una ragazza magra con i capelli biondi e gli occhi verdi. Avrebbe fatto invidia a chiunque con quel fisico da modella e il viso dai lineamenti dolci. Se solo fosse stata leggermente meno impulsiva e più fine con il linguaggio... ma io le volevo bene così com'era.
-Sorellinaaaaaa- sentii urlare ad un certo punto.
No, ti prego.
-Ciao Greg -dissi girandomi verso un diciottenne alto con i capelli castani e gli occhi color nocciola.
Mio fratello.
-Ciao Arianna- e fece un gesto con la mano a mo' di saluto.
La mia amica arrossì e gli sorrise- Ciao Greg-
-Allora sorellina, oggi mamma e papà non ci sono quindi Jamie e Mike vengono verso le quattro. Vedi di non combinare casini.- riprese appoggiando una mano sul muro e salutando una ragazza che passava di lì.
- Okay, allora io invito Arianna. Ci vediamo dopo fratello.- e mi diressi verso l'aula di matematica lasciandolo boccheggianre contraddetto.
-Comunque grazie di avermelo chiesto, eh- disse Arianna affiancandomi.
Mi girai verso di lei speranzosa.
-Scusa, ma dovevo dire qualcosa per non dargliela vinta. Comunque verrai, vero? Ti prego, Mike é un depravato e mio fratello diventa cretino quando é con gli amici.-
Si mise a ridere e annuì.
-Certo che vengo, e chi si vuole perdere Mister Greg Wilson che gironzola per casa a petto nudo?- ed entò nell'aula di letteratura salutando il professore.- Mi voltai e raggiunsi l'aula di matematica.

Presi una fetta di pizza dal frigo e la feci riscaldare. La misi in bocca e mi buttai sul divano.
-Ha chiamato Jamie: stanno arrivando- Urlò Greg dalla sua stanza al piano di sopra.
Feci un mugolio di assenso come se potesse sentirmi e accesi il televisore. Poco dopo bussarono alla porta. Alzai la testa e guardai la finestra che permetteva di vedere chi stesse fuori. Jamie e Mike, come previsto. Continuarono a bussare e sentii Greg scendere le scale come un elefante, la stessa grazia.
- Idiota, potevi aprire tu- brontolò facendo entrare i due.
-Ognuno apre agli amici suoi.-mi difesi continuando a guardare Gossip Girl.
Sentii una mano toccarmi il ginocchio.
Mi voltai di scatto e fulminai Mike che se la rideva.
-Che schifo, con te non voglio respirare neanche la stessa aria- sputai afferrandogli il polso e conficcandogli le unghia nella carne.
-Un giorno te ne pentirai, Wilson- e lo sentii salire le scale ridendo.
Il cellulare sul tavolo davanti a me vibrò e lessi il messaggio da parte di Arianna: "Sono quasi arrivata".
Poco dopo suonarono al campanello. Mi precipitai alla porta inciampando con il tappeto.
-Ehi Ari, pensavo che..-dissi aprendo la porta.
-Ehi dolcezza- rispose una voce calda che non apparteneva a quella squillante della mia amica.
Guardai il biondino e per poco non svenni. Aveva dei jeans e una T- Shirt che gli fasciava i muscoli perfettamente.
-Se vuoi che la tolga puoi dirlo- ridacchiò il biondino.
Mi riscossi dai miei pensieri cercando di ricordare come si respirava e ripresi la mia espressione disinteressata.
-Ti chiami Arianna per caso?- chiesi inarcando le sopracciglia.
Ne alzò una delle sue in un modo abbastanza figo.
-No, Nathan- rispose.
-Bhé, allora non ti conosco- e chiusi la porta in faccia al biondino.
"-No, Nathan- " aveva detto. Allora si chiamava così. Non mi ero neanche preoccupata di saperlo.
- Chi era?- chiese mio fratello da sopra.
-Aveva sbagliato casa- risposi tornando sul divano.
Sentii il lieve cigolio di una finestra che si apriva e mi affrettai a guardare dalla finestra: Nathan aveva alzato la testa e stava salutando.
-SCARLETT TI UCCIDO- Sbraitò Greg e scese le scale correndo.
-Ciao Nate- disse poi al biondino che stava entrando.
-Scarlett giuro che ti uccido entro questa sera se ne combini un'altra -
Minacciò mio fratello appena mi fui seduta per guardarlo.
-Scusa ma non so chi sia, lo conosco da solo un giorno.- feci spallucce e gli alzai il dito medio.
Bussarono nuovamente alla porta e mi affrettai a raggiungere la porta saltando oltre lo schienale e aprendo di fretta.
-Arianna- dissi appena fui sicura che la ragazza dai capelli biondi fosse lei.
-Ehi, ciao Scar.-
La feci entrare e entrai in cucina.
-C'é anche quel montato di Nathan- brontolai prendendo due bicchieri.
-Vuoi succo?-
-Si, grazie. Chi é Nathan?-
Presi la bottiglia e riempii i due bicchieri di vetro porgendogliene uno.
-Il tizio biondo nuovo- dissi nel bicchiere che fece da cassa.
Spalancò gli occhi e disse un -E' di sopra?- mimandolo con le labbra e indicando il soffitto. Annuii finendo di bere e mi issai sul bancone lasciando ciondolare le gambe.
-Non so perché, forse come comitato di accoglienza o cose del genere.- dissi facendo una smorfia dubbiosa e alzando le sopracciglia.
-Posso andare al bagno?- chise saltellando sul posto.
-Non devi neanche chiedere- risi io mentre la guardavo andare via. Scesi dal bancone e posai il succo.
-Posso avere dell'acqua?- chese qualcuno alle mie spalle.
Mi voltai e trovai il biondino sulla porta.
Riaprii il frigo e afferrai una bottiglia fredda, presi un bicchiere e lo riempii lasciandolo sul bancone e posando la bottiglia in frigo.
Mi voltai di nuovo e lo ritrovai a pochi centimetri da me. Automaticamente feci qualche passo indietro e incontrai il marmo duro del bancone. Fece un sorrisetto odioso e appoggiò i palmi sul marmo freddo ai lati del mio busto rinchiudendomi in una spece di gabbia.
-Ascolta dolcezza, a quanto ho capito ti sto sul cazzo ma facciamo così: tu mi lasci in pace e io faccio lo stesso con te, intesi?-
Si avvicinò piano guardandomi negli occhi.
- E poi, non dovrei essere una brutta compagnia stando a quello che dicono- e sorrise di nuovo.
Allungai una mano verso il bicchiere optando se lavargli la faccia o spaccarglielo in testa.
-Posso anche dimostrartelo- disse prendendomi il mento con due dita e avvicinandosi.
-Sai Scar io pensavo che... merda- sentii dire a Arianna.
Guardai Nathan che si stava allontandando lentamente senza, però, sciogliere la gabbia.
Presi il bicchiere e lo misi tra me e lui.
-Acqua?- chiesi sorridendo e aspettando che lo prendesse in mano.
Si raddrizzò bevendo e poi scomparve oltre la porta.
Arianna ebbe la decenza di aspettare che la porta della camera di mio fratello si chiudesse e poi mi guardò sbalordita.
-Che cazzo stavi facendo?! Mi spieghi perché stavate per baciarvi? Dio, Scalett solo Cassandra bacia un ragazzo appena lo ha conosciuti, non tu!- alzò le braccia al cielo e si avvicinò.
-Penso che mi stesse avvertendo o una cosa del genere- risposi sbattendo le palpebre confusa.
-Dice che non vuole essere disturbato da me.- la guardai titubante e poi le sorrisi.
-Tanto meglio per me, un coglione in meno al quale badare- feci spallucce.
Arianna guardò la porta e poi di nuovo a me.
-Ma sei rincoglionita? Ti sei fatta sfuggire un figo del genere!-
Aggrottai le sopraciaglia ancora più confusa.
- Ma hai appena detto che... -
provai a dire prima che mi interrompesse.
- Intendo dire che non devi essere come Cassandra o Alexia, devi essere te stessa e ai ragazzi bisogna dare un po' di amaro e un po' di dolce, non subito il dolce o solo il dolce!-
-O solo la figa- aggiunsi pensando alle due troie della scuola.
- Recepito il messaggio? -chiese lei.
- Allora come mai ancora non sei uscita con mio fratello? - dissi alzando un sopracciglio.
Mi lanciò un'occhiataccia e poi alzò il dito medio.
-Fottiti Scarlett-

-Oggi c'é la festa!- cinguettò Arianna volteggiandomi attorno come fanno i pianeti con il sole.
-E io non ho niente da mettere, yuppi- esultai con finta allegria sbattendo la testa sull'armadietto.
-Forse sarebbe ora di uscire a comprare qualcosa?-
La fulminai con lo sguardo continuando a schiacciare la faccia contro l'armadietto.
-Ho sonnoo- mi lamentai chiudendo gli occhi.
-Comunque io ce l'ho qualcosa da mettere.- e sorrise orgogliosa di se.
-Auguri, anche io con un fisico come il tuo riuscirei a far sembrare un pigiama della nonna qualcosa di fantastico da Red Carpet.-
Mi guardò confusa e scosse la testa iniziando a mettere la combinazione.
-Secondo me dovresti uscire- insistette lei sorridendo sotto i baffi.
Mi stiracchiai portando le braccia in alto e sentii qualcosa sbattere contro il mio mignolino.
Mi voltai e trovai un ragazzo intento a toccarsi l'occhio e lagnarsi.
-Oddio, scusami. Non l'ho fatto apposta.-
-Ci mancava!- urlò lui andandosene incazzato nero.
Posai distrattamente gli occhi su Nathan a pochi metri da me e lo vidi ridacchiare e girarsi verso il suo armadietto continuando a guardare il ragazzo-occhio-ferito.
-Non ci penso proprio- ripresi il discorso con Arianna che stava ancora ridendo per l'incidente con il ragazzo.
-Fa come vuoi, bellezza, ma sappi che, quando ti accorgerai che nel tuo armadio non hai niente, chiederai aiuto come la storia della cicala e la formica - disse lei facendo spallucce.
Non capii molto di quello che aveva detto perché non ricordavo la storia ma sospettai che fosse una fiaba-insegnamento.
-Okay, come ti pare.- risposi prendendo il mio quaderno di biologia.
Chiusi l'armadietto e iniziai a camminare al fianco di Arianna, verso le scale.
Guardai un attimo il biondino e sentii un brivido scendere lungo la schiena. No, non era eccitazione, era timore. Rabbrividii e cercai di non pensare alla sera prima e a quanto avrei lodato quella santa di Arianna.

-Ti prego Arianne prestami un vestito - dissi al telefono osservando le ante aperte del mio armadio.
-Mi permetti di dirlo?- chiese.
Grugnii capendo cosa volesse.
-Okay, se ti fa sentire meglio-
-Te l'avevo detto!-
-Ecco...-brontolai buttandomi sul letto.
- Scusa ma era necessario.- si giustificò lei.
-Che faccio adesso??- chiesi allibita, seppellendo la faccia in un cuscino.
-Ci vediamo al negozio di vestiti vicino casa tua, ciao- e staccò.
Sbuffai e presi le prime cose che c'erano sul letto uscendo di corsa.
-Dovresti iniziare ad ascoltarmi- disse Arianna venendomi incontro.
-Non abbiamo molto tempo quindi facciamo veloce.- mormorai entrando nel negozio e facendo tintinnare lo scaccia pensieri appeso davanti alla porta.
-Okay, iniziamo- dissi andando verso il primo gruppo di abiti.
Iniziammo a girare per il negozio e dopo un'ora buona di vestiti vari e commenti piccanti mi ritrovai con tre vestiti in mano.
-Forza, provali.- mi incitò Arianna spingendomi verso il camerino.
Provai il primo e il secondo: non mi piacquero; quindi riposi le mie speranze sul terzo vestito, azzurro con una cintura dorata in vita.
-Che la fortuna sia con te- disse Arianna con aria da parroco alla Messa.
-E con il tuo spirito - ridacchiai io continuando la tipica frase.
Mi chiusi la tenda alle spalle e misi l'ultimo vestito uscendo, poi, a farmi vedere.
-Allora?- chiesi uscendo e volteggiando su me stessa.
-Mh, mi piace più degli altri, compra questo.- dichiarò guardandomi dalla testa ai piedi.
-Spero che tu abbia un tacco da abbinare- fece lei con aria confusa.
Scossi la testa e mi guardai allo specchio giudicandomi da solo.
-Andrai con quello alla festa?- chiese una voce dietro di me.
Mi voltai di scatto temendo che fosse...
-Nathan, che vuoi?- chiesi guardandolo male.
Era appoggiato su un divanetto di quelli davanti ai camerini e mi guardava con un ghigno.
-A volte mi chiedo come fai ad essere quella delle accoglienze- borbottò ridacchiando.
-Comunque sono qui per gli affari miei- concluse facendomi la radiografia completa.
-Non mi hai risposto- mi ricordò guardandomi negli occhi.
-A che?-
-Andrai con quello alla festa?- ripeté lui.
-Suppongo di si, ma non credo che ti interessi, a meno che non ti abbiano invitato anche a te.-
-Certo che mi hanno invitato, sono riuscito a farmi conoscere in due giorni.- disse gonfio d'orgoglio.
Rientrai nel camerino tornando ai miei jeans e alla mia maglietta e portai il vestito azzurro alla cassa, pronta a pagare.
Arianna era accanto a me e, sperai, non ci fosse anche il biondino. Lasciai i soldi, presi lo scontrino e uscii. Nathan non c'era pù dietro di noi.
-Ci vediamo alla festa, Scar-disse Arianna stampandomi due baci sulla guancia.

 

Perfetto, sono riuscita ad aggiornare a soli due giorni dal primo capitolo! (dovreste amarmi) Comunque passiamo subito al capitolo così le mie idiozie le dico alla fine. In questo capitolo notiamo il carattere di Nathan e il suo modo di.... approcciarsi con le ragazze, incontriamo il fratello della protagonista(metterò una foto, tranqui)

e di Arianna (Anche di lei metterò la foto ). Nel prossimo capitolo ci sarà la festa e tutti gli avvenimenti che si porterà dietro, ancora ci devo pensare ma state tranquilli che riuscirò ad aggiornare prima di Pasqua (fiducia miei cavalieri, fiducia). Spero di mettere anche Cassandra e Alexia (anche lei è una new entry nella storia). Comunque, ci tengo a precisare che nello scorso capitolo (non mi ricordo bene) forse avevo accennato al fatto che la protagonista fosse castana con gli occhi scuri invece nel Banner che ho fatto oggi la ragazza è rossa e ha gli occhi azzurri; allora,si, lei doveva essere mora con gli occhi scuri ma (c'è un ma) questa foto mi ispirava un casino quindi(per ora) c'è lei nel banner (ah si, nello scorso capitolo l'ho chiamato spoiler ma ho sbagliato ahahaha).

Vorrei dilungarmi oltre ma poi vi annoiereste (sempre se qualcuno sta leggendo questo angolino su di me) quindi alla prossima miei fedeli!

“Tutte le storie sono vere” by Shadowhunters (credo che mi porterò la testa per molto quindi capitemi u.u)

Se volete, passate dalla mia prima storia

--->You can not change your life with a spell <---- (genere soprannaturale- maghi e streghe) .

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Misi il vestito azzurro che avevamo scelto al negozio e corsi verso il bagno per truccarmi e pettinarmi.
-Scar, c'é papà pronto ad accompagnarti!-.
Cosa? No. Vi prego dite che scherzate. Vi prego.
L' immagine di mio padre che mi prendeva sotto braccio e si dirigeva verso la casa di Connie con l'intento di parlare con sua madre mi si parò davanti facendomi rabbrividire.
Presi il cellulare e la borsa e scesi sotto, ringraziai le mie converse azzurre che avevo sostituito ai tacchi e riuscii ad arrivare all'ultimo gradino sana e salva (cosa che non sarebbe successa se avessi messo i fantomatici tacchi che aveva proposto Ari).
Sentii il braccio di qualcuno sulle spalle e alzai di scatto la testa per trovare mio fratello tutto agghindato(jeans e camicia bianca) e profumato.
-Hai messo il One Million?- chiesi alzando un sopracciglio.
-Certo sorellina, come dici tu: il One Million attira le ragazze-
Feci una faccia schifata e aprii la porta.
-Qualunque cosa tu voglia attirare vedi di non portarla qui questa notte, vorrei dormire in pace sai.-
Vidi la moto di mio fratello sul vialetto e mi si illuminò una lampadina.
-Mio caro fratellino bello, non é che salveresti tua sorella, che ti vuole tanto bene, e la porteresti alla festa con la tua moto?- chiesi addolcendo la voce e sbattendo le ciglia come un'oca.
-Dimenticatelo- rispose brusco tirando fuori dalla tasca le sue chiavi tintinnanti e alzando il sedile della sua moto.
-Perché!?- sbottai mettendomi davanti a lui.
-Perché non voglio lasciare qualche povera donzella sola per la notte e mamma e papà pensano che io oggj dorma da Jamie. Quindi evapora microbo.-
Incrociai le braccia al petto e sorrisi. Fottuto ahaha.
- Ora però io so il tuo piano e non potrai fare niente per impedirmi di svelarlo, a meno che....- dissi accarezzando la moto e sbattendo le ciglia.
-Sei un mostro di sorella. Ti accompagno ma trovati qualcuno che ti riporti a casa.- sibillò lui porgendomi il casco.
Sorrisi vittoriosa e gli scoccai un bacio sulla guancia.
-Grazie fratellone!-
Entrai ad avvisare che mi stava accompagnando Greg e salii in moto aggrappandomi a mio fratello.
La strada fino a casa di Connie fu breve e arrivammo dopo poco tempo.
La casa pullulava di ragazzi e ragazze. C'erano dei festoni colorati appesi da un ramo all'altro degli alberi in una strana parodia di un albero di natale. Le luci della casa erano tutte accese e da dietro le finestre si scorgevano le figure sinuose dei corpi che ballavano a tempo di musica, musica che riuscivo a sentire dall'altro lato del marciapiede.
-Sparisci- disse Greg con un tono vagamente divertito. Gli feci un sorriso e attraversai la strada per poi correre verso il vialetto della villa chiara.
Vidi Mike e altri ragazzi del football che scherzavano del tutto ubriachi e con le gote in fiamme. Attorno a loro aleggiava l'odore dell'alcol e una forte puzza di sudore.
-Scar! Meno male che sei arrivata, non ce la facevo più a parlare con Jimmy!- disse Arianna venendomi incontro.
Mi ricordai di un tipo basso con l'apparecchio e completamente cotto di Ari e scoppiai a ridere.
- Ma Connie non aveva deciso di non invitare gli sfigati?- chiesi con un lieve dispiacere per quelli del club di scacchi.
-A quanto pare il potere della fratellanza ha vinto e ha deciso fi invitare tutti- rispose lei prendendomi per un polso e portandomi dentro.
-Ehi, ciao vice rappresentante!- fecero coro Mike e il gruppetto alcolizzato con una voce acuta e del tutto anormale.
-Ciao ragazzi.- salutai agitando la mano.
Dentro la casa l'aria puzzava di un miscuglio tra sudore vario, deodorante, profumi e alcool. Arricciai il naso infastidita e continuai a seguire Arianna che, come niente fosse, saettava in mezzo ai ragazzi agilmente. Si fermò al bancone delle bevande e mi porse un bicchiere con un liquido rosso completo di ghiaccio e limone infilzato nel bordo.
-Connie ha assunto un barista acrobatico per preparare queste robe qui ma, questa- e mi mise il bicchiere in mano- é la migliore. Assaggia-
Guardai prima lei e poi il bicchiere valutando se dovessi ingurgitare quel liquido lì. Aveva un buon profumo e i cubetti di ghiaccio che galleggiavano davano un senso di freschezza. Appoggiai le labbra sul bordo e piegai il bicchiere facendo scivolare la bevanda zuccherina giù per la gola.
-Buona- concordai alzando il bicchiere per esaminarlo meglio.
-A quanto ho capito c'é tipo la fragola, i lamponi e la menta- spiegò lei ordinandone un'altro al tizio con i capelli neri che si destreggiava tra barattoli di alluminuo e bottiglie colorate.
Arricciai il naso appena sentii "menta" , odiavo le cose alla menta ma quel cocktail era buonissimo.
- Ho visto tuo fratello con Jamie e Nathan, sono nel giardino dietro la casa.- disse Arianna prendendo il bicchiere offerto dal barista e bevendone una piccola sorsata.
- Non ci tengo a vederlo andrebbe a finire che mi controlla tipo spia.- borbottai finendo il mio bicchiere e posandolo sul tavolo.
-Potresti accompagnarmi a casa alla fine della festa?- chiesi ricordandomi l'avviso di Greg.
Lei annuì guardandomi da sopra il bordo del bicchiere e poi lo posò sul tavolo sbattendo più volte le ciglia. Aggrottai la fronte e la notai traballare leggermente sui tacchi.
-Ari, stai bene? Quanti bicchieri hai bevuto?-
Alzò tre dita e mi sorrise.
-Uno appena arrivata, uno mentre parlavo con Jimmy e uno adesso. Ma sto bene, lo sto reggendo.-
Alzai le sopracciglia titubande e poi l'affiancai.
-Basta che non ne bevi più o dovrò raccoglierti con il cucchiaino.-
Uscimmo in giardino, dalla parte della piscina così che mio fratello non potesse vedermi e ci sedemmo sulle sedie in vimini che stavano sparpagliate intorno alla piscina. C'era un sacco di gente anche fuori e ballavano tutti a tempo di musica. Vidi dei ragazzi del terzo quarto anno spingersi e ridere a bordo piscina poi uno di loro venne lanciato in acqua schizzando a tutti quelli nelle vicinanze.
-Io direi di entrare e ballare un po'- disse Arianna. Annuii lieta ti non dover rischiare il mio stato da persona asciutta e ci immergiemmo nuovamente in quella nuvola di puzza e profumo unita insieme. Trovai Nick in un lato a parlare con una certa Lily: capelli biondi, occhi castani, alta e bella. Arianna mi tirò da un braccio e mi trascinò in pista, iniziammo a ballare e imitare le troie della scuola e il loro modo alquanto volgare di ballare. Iniziammo a ridere per ogni cretinata e, quando le nostre gambe reclamarono riposo uscimmo dalla mischia per sederci sulle scale.
-Devo andare in bagno- disse Arianna alzandosi e allungandomi una mano per mettermi in piedi anche io.
-Ti accompagno- e la seguii lungo un corridoio di fianco alle scale.
Su una porta troneggiava una scritta fatta con un pennarello rosso e con una calligrafia pessima.
"Bagno, siete pregati ti fare le vostre cose qui"
Arianna bussò e provò ad aprire ma una ragazza, alquanto incavolata, aprì la porta e la fulminò con lo sguardo. Era rossa in viso e aveva le labbra leggermente gonfie.
-É occupato-rispose solo e poi chiuse con una botta secca.
Arianna si voltò verso di me facendo spallucce e iniziò a salire le scale.
-Usiamo quello al secondo piano- disse facendo ticchetare i suoi tacchi neri sulle scale in marbo bianco.
Ci fu un'altro corridoio ma, qyesta volta, non c'era una scritta diavvertimento su nessuna porta.
-Apriamole tutte- proposi appoghiando la mano sulla prima maniglia.
Spinsi e trovai una capera piena di cappotti.
-Questa non é-
aprii la seconda mentre lei apriva quelle dal lato opposto al mio.
Appuna aprii sentii un sospieo e poi il silenzio.
-Occupato- disse una voce roca a me familiare. Buttai un'occhio verso il letto al centro della stanza e vidi Nathan con la mano sulla coscia di una ragazza bionda. Cassandra. Aveva la camicia aperta e la testa piegata sul collo della cheerleader. Mi ricordò tanto il conte Dracula ma appena vidi che le sue labbra stavano depositando baci passionali dalla clavicola una voce nella mia testa mi urlò di chiudere la porta e dimenticare tutto.
-Trovato!- urlò vittoriosa Arianna prendendomi per in un polso e facendomi indietreggiare.
Entrammo nel gabinetto e lei si sistemò il trucco tirando fuori una matita nera dal suo reggiseno e facendo strane facce davanti allo specchio.
-Okay, andiamo- sentenziò poi quando ebbe appurato che il suo trucco fosse perfetto.
Scendemmo le scale ci fermammo davanti alla cucina.
-Torno subito- disse allontanandosi in fretta.
Mi guardai intorno e decisi di uscire in giardino e sedermi sulle stesse sedie in vimini di prima. Appena sorpassai la soglia della porta un leggero vento mi colpì la faccia facendomi rabbrividire. Mi avvicinai verso le sedie ma erano occupate da Mike e gli ubriachi di poco prima.
-Ehi Scarlett, questo vestito ti sta benissimo, fatti vedere da più vicino.- disse Mike alzandosi.
-Dimenticatelo- dissi provando a sorpassarlo ma mi sentii afferrare per un polso. Mi guardai intorno alla ricerca di una possibile via di fuga ma mi diedi della stupida: c'era troppa gente, Mike non poteva farmi niente.
Mi girai verso di lui cercando di fargli capire il mio livello di irritazione e noia a stare accanto a lui.
-Infatti sei proprio carina vestita così - confermò annuendo e guardandomi dalla testa ai piedi.
-Quanto devo prendere in considerazione i commenti di un tizio ubriaco?- chiesi spingendolo leggermente (provandoci almeno).
Mi si avvicinò di più e costrinsi il mio corpo a fare qualche pasdo indietro.
-Sai, dicono che gli ubriachi dicano la verità - sussurrò poco distante dal mio orecchio. Una folata di puzza di alcool mi arrivò alle narici facendomi arricciare il naso e indietreggiare nuovame.nuovamente.
Lo vidi sorridere e poi fece spallucce.
-Peccato- disse solo.
-Peccato di che?- chiesi aggrottando la fronte.
-Peccato che tu ti debba bagnare- rispose continuando a sorridere e poi mi spinse in acqua. Sentii lo schianto attutito e poi il fretto mi avvolse. Nuotai verso la superficie annaspando tra le bollicine.
-Sei un idiota!- urlai respirando l'aria fresca fuori dall'acqua.
Lui stava ridendo insieme alla banda ubriaca seduta sulle sedie. Nuotai verso la scala e tornai sulla terra ferma tremando come una foglia.
-Sei un coglione, Mike!-ripetei camminando verso di lui a grandi falcate.
-Io ti uccido!- sputai alzando una mano per tirargli uno schiaffo. Lui continuò a ridere guardando i suoi amici ma appena feci per colpirlo mi bloccò il polso.
-No piccola, non si alzano le mani- e continuò a ridere.
-Okay, allora questo lo posso fare.- sibillai tirandogli un calcio sugli stinchi.
Si piegò su se stesso tenendosi la parte colpita.
-Puttana del cazzo- disse lui fra un lamento e l'altro.
Fulminai con gli occhi i suoi amici e tornai dentro.
La gente formava un varco al mio passaggio manco avessi la peste ed entrai in cucina alla ricerca di Arianna. Volevo tornare a casa. Non la trovai da nessuna parte quindi, dopo aver sgocciolato per tutta la casa lasciando gocce grandi come un sasso, stile Ansel e Gratel per segnare la strada, decisi di uscire in giardino per pregare mio fratello.
Lo vidi sulla sua moto insieme ad una ragazza poi le disse qualcosa e partirono.
Li guardai sconsolata appostandomi alla fine del vialetto e provai a chiamare Arianna vedendo, con un certo stupore, che il cellulare funzionava ancora.
Uno. Due. Tre. Quattro squilli.
Mi guardai intorno continuando a tenere il telefono all'orecchio ma poi mi arresi mettendolo dentro la borsa.
Avevo freddo. Tanto freddo.
Ed ero incazzata. Molto.
Provai a chiamare mio fratello.
-Pronto? -
rispose lui al quarto squillo. Aveva la voce roca e con uno strano tono.
-Pronto Greg?-
Lo sentii sospirare irritato.
-Che cazzo vuoi, Scar. Sono occupato in questo momen...- sentii un gorgoglio proveniente dal cellulare e poi il telefono si spense mentre un filo di fumo si sollevava in aria.
-Merda- borbottai mettendo il cellulare nella borsa.
Un soffio di vento mi investii da dietro le spalle e ripresi a tremare.
Alcuni ragazzi se ne andarono e la musuca dentro casa si era calmata un po'.
-Ehi piccola, che fai tutta sola?- chiese una voce che mi parve famigliare. Mi voltai di scatto e vidi Nathan.
-Oh, sei tu- sospirò sconsolato.
-Mi dispiace deluderti- borbottai tornando a guardare la strada.
-Sei bagnata?- chiese con una nota sinceramente curiosa e con un ghigno.
-Da cosa l'hai capito? Aspetta... smettila di ghignare i tuoi doppi sensi sono alquanto squallidi.- sibillai sentendo una goccia che percorreva la spalla e scendeva per tutto il braccio.
-Hai bisogno di un passaggio?-
chiese camminando verso di me e affiancandomi.
-Da te? No, io non do fastidio a te i tu non lo dai a me. Ricordi?-
Fece una risata sarcastica.
-Non ho niente da fare adesso, posso accompagnarti.- rispose prendendo delle chiavi dalla sua tasca.
Stavo per chiedergli cosa stesse facendo cinque minuti fa ma poi la scena di lui e Cassandra in procinto di darci dentro mi fece bloccare con la bocca aperta. Meglio non dire niente.
-Forza, vieni vice rappresentante.-
Riprese iniziando a camminare lungo il marciapiede.
-Ma io non voglio un passaggio da te.- dissi guardandolo.
-E allora perché mi stai seguendo? Vuoi stuprarmi?- disse lui ridacchiando. Mi accorsi che l'avevo affiancato e adesso stavo a due passi dietro di lui.
Sbuffai e cercai di affrettare il passo.
Poco dopo raggiungemno una macchina nera che lui fece aprire schiacciando l pulsante sulla chiave.
Mi aprii la portiera con un ghigno. Lo guardai riluttante e salii sentendo il tessuto fretto e bagnato a contatto con le cosce. Fece il giro e salii anche lui metendo in moto.
Accavallai le gambe e incrociai le braccia sotto il petto cercando di far trapelare la mia irritazione. Sentii l'occhiata che mi lanciò per poi tornare alla strada.
-Chi ti ha bagnata?- chiese ridacchiando.
-Mike- sputai appoggiandomi al finestrino.
Il resto del viaggio rimase immerso nel silezio assoluto.
-Arrivati- disse lui appena accostò al vialetto di casa mia.
-Grazie- mormorai contro voglia e scesi.
Presi le chiave e aprii casa voltandomi solo dopo aver messo un piede dentro casa. Lo vidi alzare il finestrino e partire nella notte.

BUON SALVE!!!!!! Ed eccoci con il 3 capitolo da me scritto alle due di notte! Vi prego, perdonate i miei errori grammaticali ma se l'ispirazione arriva alle due di notte non è colpa mia ehehehe. Cooomunque questo capitolo nasconde molte cosucce che poi verranno a galla ihihih. Per quanto riguarda la bevanda bevuta(?) dalle due tiziette qui io non so che cavolo ho scritto perché non ne so una ceppa di alcolici e bibite varie quindi siate clementi e magari qualcuno potrebbe anche illuminarmi e farmi fare una cultura su queste cose(non si sa mai) poi cos'altro dovevo dire? Bho, me ne ricorderò quando sarà troppo tardi, io lo so. Per esempio, cosa dite del banner(copertina)? Premetto che faccio schifo a creare ste cose ma ne volevo una quindi mi sono rimboccata le maniche e ci ho provato TA-DAAAA.
Voglio ringraziare Laurita135 che è una santa perché sta seguando tutte e due le mie storie e recensisce sempre, posso considerarla come una cheerleader personale con tanto di pon pon colorati perché è anche grazie a lei se io mi muovo ad aggiornare ehehehe.
Ringrazio anche a Ninriel che, come Laura, sta seguendo anche l'altra storia e l'ha messa tra i preferiti (penso che potremmo creare un gruppo di cheerleader!) e ha sempre recensito. Grazie mille!
E, dulcis in fundo, ringrazio anche Lamiar che fa parte del mio battaglione di cavalieri(o cavalleresse ahahah) e mi mette di buon umore perché mi sta troppo simpy (anche lei è una cheerleader) Grazie anche a te :D.
Dopo aver assoldato tre cheerleaders voglio trovare un nome a le persone che seguono la storia. Le Little Mix hanno le Mixer, i One Direction hanno le Directioners, Gaga ha i Monsters e Avril Lavigne aha i Little Black Star (penso) io voglio dare un nome figo alle cheerleaders (manie di grandezza is the way)
quindi vi chiamerò semplicemente Knights Cheerleaders ovvero Cavalieri Cheerleaders ma detto in inglese suona più figo.
Penso che dopo aver parlato come un dittatore nessuno mi leggerà più, vi ho voluto bene miei cavalieri. Addio

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




Capitolo 4

-Siamo sicuri che stai bene?- chiese nuovamente Arianna notando lla mia fiacchezza.
Annuii abbozzando un sorriso e chiusi l'armadietto cercando di tenere i libri stretti tra le braccia.
La verità era che no, non stavo affatto bene mi sentivo malissimo. Quella mattina il termometro a mercurio mi aveva informata che avevo 38 di febbre ma decisi di andare a scuola comunque. Ci sarebbe stata la riunione con i capoclasse delle varie materie. Non dovevo mancare.
-Ehi, Scar ci sei?- disse Arianna sventolando una mano davanti alla mia faccia.
-Si, stavo solo pensando, scusa.- risposi prontamente squotendo la testa e maledicendomi appena il mal di testa aumentò come se il mio cervello fosse stato sbatacchiato a destra e a manca con violenza.
La campanella suonò procurandomi ancora più fastidio.
Arianna mi scoccò un'occhiata scocciata.
-Andiamo va- e scese le scale.
Incrociai lo sguardo di Nathan con una nota assente e tornai a guardare Arianna a due passi da me.
Sentii le gambe molli e le ginocchia cedettero.
Afferrai di slancio il corrimano e riuscii a non trovarmi stesa a terra.
-Ehi!- sussultò la mia amica correndo su per le scale e afferrandomi per una spalla.
-Sto..- Starnuto- ...bene- Starnuto.
La vidi fare una faccia ancora piú preoccupata se possibile e presi il mio zaino.
Mi mise una mano sulla fronte é la scostò immediatamente.
-Scotti, perché sei venuta a scuola in queste condizioni?-
mi rimproverò lei aiutandomi a mettermi in piedi.
La guardai abbozzando un sorriso.
-Devo dare il buon esempio. Non é questo quello che dovrebbero fare i rappresentanti?-
La vidi squotere la testa contraria ai miei pensieri.
-Prendi troppo sul serio questa cosa, Scar. Nick sta a casa quando si sente male.
Mi allontanai da lei con uno scatto.
-Si vede che sono un rappresentante migliore.-
ringhiai passando accanto a lui e scendendo le scale.
Stavo bene. Potevo reggere una giornata perfettamente.
Entrai in aula di chimica e mi accasciai sulla sedia del mio banco.
Appoggiai la testa sul banco e chiusi gli occhi.
Tra un po' mi sarebbe scoppiata, era sicuro.

Uscii dall'ultima ora della mattina sentendo ancora le formule di matematica vorticarmi in testa e confondersi con il dolore che non era cessato un attimo.
Maledizione.
Mi fermai un momento appoggiando una mano sul muro cercando di non cadere.
A quanto potevo avere la febbre? Chiusi gli occhi appena la nausea contribuì a farmi sentire peggio. Corsi nel bagno delle ragazze spinsi chiunque mi ostruiva la strada e aprii la porda blu con una targhetta in metallo che rappresentava una donna.
Entrai di corsa e mi avventai sul primo bagno libero vomitando nel gabinetto.
-Chi sta rivoltando l'hanima?- chiese una voce femminile.
Chiusi per sicurezza la porta con un calcio e un altro cknato mi salì per la gola.
-Bulimia?- riprese a dire la tizia fuori dal mio bagno.
Mi alzai e aprii la porta senza degnarla di uno sguardo e andando a lavarmi la bocca inacidita.
La guardai dallo specchio mentre prendevo altra acqua con le mani chiuse a coppa.
Era bassina, bionda e con due splendenti occhi azzurri.
Mi voltai verso il rotolo di carta e ne strappai un pezzo per asciugarmi.
-Stai bene?- domandò lei mettendomi una mano sulla spalla.
Trovai irritante quellla curiosità, forse perché a chiedermelo era stata una ragazza bellissima che mi fece sentire una merda.
Le sorrisi falsamente e annuii.
-Devo andare in classe,ciao- la salutai cercando di abbandonare la discussione prima di subito e scappai fuori sentendomi, se possibile, ancora peggio di prima. Adesso si era unito anche lo stomaco vuoto.
Arrancai fino alla mensa e cercai con lo sguardo fiacco la figura femminile di Arianna promettendomi di chiederle scusa in ginocchio.
La trovai con il vassoio in mano in fila dietro un ragazzo dall'aria di un secchione.
Corsi verso di lei e mi parai davanti.
-Ti prego, scusami!-
Mi guardò sbattendo le ciglia e poi sorrise ma si spense subito e mi toccò la guancia con un dito.
-Scar cosa succede? Sei pallida come un lenzuolo!-
Scossi la testa e presi un vassoio di plastica dalla pila.
-Non ti preoccupare, tra un po' starò meglio-
Il suo sguardo si rabbuiò.
-Ne abbiamo già parlato, voglio che vai in infermeria.- disse dura lei avanzando verso il secchione che si era mosso in avanti.
-Okay, ci vado. Dopo che mangiamo però.-

Avevo lasciato Arianne con la promessa che mi sarei fatta visitare dal signor Kyle dopo il pranzo ma non appena ebbe svoltato l'angolo io avevo preso verso la sala conferenze dove si sarebbe svolta la riunione con i rappresentanti delle varie materie.
Entrai nella grande sala dalle pareti bianche e mi sedetti accanto a Nick.
Ad aspetttarmi c'erano anche altri ragazzi e solo due ragazze che,scoprii, rappresenta vano rispettivamente il corso di arte e quello di storia.
La preside si schiarì la gola per attirare l'attenzione e ci mostrò un volantino che rappresentava i dati statistici delle varie materie.
Parlammo dell'andamento delle classi e poi la preside se ne uscì con un - Wilson e Moore si occuperanno delle audizioni per la gara di musica alla quale parteciperà quest'anno la scuola.-
Guardai Nick sbalordita ritrovandolo nelle stesse condizioni.
-Cosa?!- sbottai io.
-Ma preside, la nostra scuola non ha mai partecipato a cose così - ripresi io cercando di contenere il mio tono più che sorpreso.
-Oh, signorina Wilson, non le definisca "cose così ". La nostra scuola vanta di magnifici studenti e non ci farebbe male partecipare a qualche evento del genere. Comunque affido a voi due questo compito.-
-Quando inizieremo?- chiese Nick del tutto tranquillo.
-Tra due mesi. Avete tempo- rispose lei chiudendo il suo, enorme, registro dalla copertina blu.
-Udienza finita, svanite- concluse facendo un gesto frivolo con la mano.
Tutti gli studenti dentro quella classe si alzarono dalle sedie strisciandole a terra e poi escirono chiacchierando tra loro. Io e Nick li seguimmo ritrovandoci soli nel corridoio.
-Come va con il biondino?- chiese ad un tratto lui.
Alzai la testa dal mio cellulare, intenta a scrivere un messaggio. Incurvai un sopracciglio.
-Chi?- chiesi aggrottando la fronte.
Lui fece un gesto con la testa come a volermi far capire cosa stesse pensando.
-Nick non sto capendo nessuno dei tuoi gesti.- dissi titubante nel bel mezzo della sua rappresentazione di un'uscita alla Bay Watch.
-E dai! Hai capito?-
Spalancai gli occhi.
-Nick ma che ti fumi? L'erba dei muri?-
Mi guardò male e poi sbuffò.
-Sto parlando di Nathan-
Se possibile, le mie sopracciglia toccarono quasi il cuoio capelluto.
-Mi sta chiedendo come va con Nathan? Non mi sta dando problemi, a scuola si impegna abbastanza,  anche troppo per uno come lui-
Nick scosse di nuovo la testa.
-Non parlo di quello, Scar-
Mi guardai intorno capendo dove stava andando a parare.
-Nick ma che...-
-Ieri ti ha accompagnata a casa, no?-disse lui facendomi bloccare.
Mi tornò in mente l'acqua fredda della piscina e poi Nathan che mi faceva salire in macchina.
-Si, ma questo non significa niente.- risposi io scrollando le spalle per far capire la poca importanza del discorso.
-Stavo per farlo io, intendo dire che ero alla festa e che ti ho vista sul vialetto della villa da sola e tremante. Stavo già camminando verso di te quando Nathan mi ha preceduto.-abbassò lo sguardo imbarazzato.
-Potevi raggiungerci, non ti avrei sbranato- risi io provando ad alleggerire la tensione ma ottenni solo un sorrisino.
-Forse é ora che vada, ci si vede domani- disse lui iniziando a camminare verso l'uscita.
Feci ciao con la mano e aspettai che scomparisse dalla mia visuale prima di appoggiarmi contro il muro per non cadere. Non avevo badato a quanto mi sentissi male per tutta la durata dell'udienza ma stavo iniziando a sentirmi male. Salii gli scalini che portavano al secondo piano. Tutto era vuoto e illuminato dalla luce arancione del sole che stava per tramontare; il cielo era striato di viola e di rosa dando un senso di quiete a quel corridoio anonimo e pieno di armadietti blu. Aprii il mio e un foglietto svolazzò fuori per poi librarsi sul pavimendo con un leggero fruscìo.
Mi piegai per afferarlo e una fittá mi colpì la testa facendomi stringere i denti.
Dai casa, sto arrivando.
"Fammi sapere cosa ha detto l'infermiere.
Arianna"
Mi sentii subito in colpa: lei pensava che io fossi andata ibn infermieria ma io non ci avevo neanche pensato.  Un po' di febre non mi avrebbe mica uccisa.
presi il mio saino e chiusi l'armadietto con uno stridio metallico.
Appoggiai le mani al corrimano pronta a scendere le scale ma mi venne un capogiro.
-Ciao principessa.- disse qualcuno alle mie spalle. Per poco non mi ritolai giù dalle scale per lo spavento. Mi voltai lentamente cercando di non fare movimenti bruschi con la testa. Sentivo il cervello sbattere su ogni superficie attorno a lui come se fosse una molla.Nathan mi guardava da dietro l'anta del suo armadietto.
Lo guardai e feci una specie di sorriso stanco.
-Ciao- sussurrai prima di scendere le scale.
Sentii l'armadietto chiudersi e poi dei passi avvicinarsi.
Continuai a scendere le scale ignorando la presenza di Nathan alle mie spalle. Volevo tornare a casa il prima possibile, mi si erano rammolliti anche i muscoli.
Misi piede su l'ultimo scalino e cominciai a dirigermi verso il portone.
La testa prese a girare vorticosamente e senza accorgermene le gambe non mi ressero più. Sentii i muscoli di Nathan sotto la schiena per sorreggermi.
-Grazie- mormosai prima di chiudere gli occhi svenuta.

ANGOLO  AUTRICE

Ma buon giorno! Ho aggiornato una settimana dopo del previsto eheheh vi giuro che era calcolato... volevo aspettare più recensioni ma vabbè.
Comunque in questo capitolo si nota la determinazione di Scarett nel fare il vice rappresentante di istituto, forse la prende troppo sul serio?
In questo capitolo Nate si vede poco e niente ma(a parer mio) meglio così: i fatti non si devono affrettare, gni cosa hà suo tempo e diamo tempo al tempo.
La battuta di Scar "Ma ti fumi l'erba dei muri?" vine dalla versione siciliana "Ti fumi l'ebba di mura?" e sono stata mezz'ora a ridere dopo averla scritta ahahah.
Comunque ringrazio le tre ragazze che hanno recensito anche lo scorso capitolo e le oltre 100 persone che hanno letto i tre capitoli che ho pubblicato.
Byee

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

La testa mi stava scoppiando. Sentivo dolore ad ogni muscolo e il corpo intorpidito.
Ero sdraiata su un materasso morbido e le coperte mi avvolgevano riscaldandomi e creando un atmosfera di tepore rilassante.
Mi sforzai ad aprire gli occhi trovando quel gesto estremamente difficile.
Sentii odore di camomilla e guardai attorno a me ruotando soltanto gli occhi.
Riuscii a vedere le pareti rosse di quella stanza, il comodino in legno chiaro posto alla mia destra con sopra una lampada composta da tanti fili intrecciati color latte.
Nel muro a qualche metro dalla fine del letto dove ero distesa non c'era altro che un enorme vetrata che fungeva da muro.
Entrava la luce del sole mattutino,dedussi, dato il chiarore del cielo.
Appesi alle restanti due pareti che riuscivo a lambire con lo sguardo vi erano tante foto incorniciate accuratamente da bordi in legno chiaro che richiamava quello dell'armadio al fianco della porta alla mia destra.
La stanza era vuota e, soprattutto, non era la mia.
Ricordai le braccia forti di Nate... Nathan che mi sorreggevano per non farmi cadere rovinosamente per terra.
Sentii un'altra fitta alla testa e gemetti per il dolore.
-Merda..- dissi tra i denti provando a sorreggermi sulle braccia per mettermi a sedere.
Il mio corpo scivolò via dalle coperte scoprendomi fino alle ginocchia.
Tirai un sospiro di sollievo trovandomi ancora i jeans e la mia maglietta del giorno precedente di sopra.
La porta si aprì cigolando e fece il suo ingresso Nathan con un vassoio in mano pieno di cibo.
Teneva lo sguardo fisso sui piatti e il bicchiere di succo facendo attenzione che non cadessero.
Lo trovai estremamente tenero e, in altre circostanze, sarei corsa ad abbracciarlo.
Alzò il suo sguardo color mare su di me e sorrise.
-Buongiorno, bella addormentata-
appoggiò il vassoio sul comodino e prese uno sgabello da dietro l'armadio trascinandolo accanto a me.
-Benvenuta nell'Hotel "Nathan é un gran figo!"-
Mi porse un cornetto che io afferrai e poi la tazza di camomilla che, poco prima, mi aveva invaso le narici di profumo.
-Quanto ho dormito?- chiesi intorpidita dal sonno.
-Da ieri dopo la scuola ad adesso-
Morsi il mio cornetto guardando fuori dalla finestra e poi gli lanciai un'occhiata di sbieco mentre lui sorseggiava il suo succo.
-Sai, dovresti sentirti sfortunata-
Disse lui posando il bicchiere sul vassoio.
Aggrottai le sopracciglia non capendo e bevvi un sorso di camomilla.
-Sei la prima ragazza che dorme nel mio letto senza essere stata toccata da me-
Le mie sopracciglia partirono verso l'alto e per poco non sputai la camomilla che stavo bevendo.
-Quindi non scopare con te sarebbe una sfiga?- chiesi esterrefatta.
Fece per parlare ma lo zittì con un gesto della mano.
-Perché sono a casa tua?- chiesi cambiando discorso.
-Dopo che sei svenuta ti ho caricata in macchina per riportarti a casa tua ma poi mi sono dimenticato come ci si arrivava e quindi ti ho portato da me.-
Fece un ghigno così attraente che immaginai fosse calcolato per arrivare a quello scopo.
Nathan era tutta una premeditazione: qualunque gesto facesse anche il più inutile riusciva ad apparire attraente e tremendamente sexy.
-Visto, sono un gentiluomo-
Lasciai perdere quel suo commento e lanciai le coperte da un lato, appoggiai i piedi per terra e spinsi sulle braccia per mettermi in piedi.
Per poco non caddi ma strinsi i denti e camminai, scalza, in giro per la stanza alla ricerca delle mie scarpe.
-Devo tornare a casa, mio fratello mi ucciderà.-
Le trovai accanto alla porta e le misi appoggiandomi ad una parete.
Nathan si alzò e venne accanto a me.
-Ci ho già parlato io, non preoccuparti.-
Se possibile, mi allarmai ancora di più mettendomi le mani tra i capelli.
-Oddio, cosa gli hai detto?-
Si mise a ridere e mi prese con delicatezza il mento fra due dita.
-Che abbiamo passato una splendida notte infuocata e che i vicini hanno bussato credendo che in questa casa ci fossero i leoni.-
Gli lanciai un'occhiataccia appena me lo trovai così vicino da sentirne il respiro caldo scivolarmi sulle guance che stavano arrossendo.
-Dovremmo provare a non considerarci per un po', Nathan- dissi cercando la mia giacca con lo sguardo al di sopra del suo corpo ancora piegato contro il mio.
Mi trovai tra il muro e lui che teneva con una mano il mio mento e l'altra premuta contro il muro al di sopra della mia testa.
-Dillo Wilson che hai paura che io possa piacerti.-
Incurvai le sopracciglia esprimendo il mio stupore.
-Ci conosciamo da tre giorni, come faresti a piacermi in così poco tempo?-
-Quindi non ti attraggo neanche un po'-
Scossi la testa decisa ad essere più sincera possibile anche se, quello che stavo per dirgli, non mi andava molto giù.
-Cerco che mi attrai, come attrai ogni altro essere umano di sesso femminile, ma sei convinto che ogni lesbica diventerebbe etero solo a guardarti e per me non conta solo l'involucro. Mai giudicare un libro dalla copertina-
Sorrise sghembo e si morse il labbro inferiore.
-Mh...questo non dovevi dirlo-
E si avvicinò al mio collo. Mi scansai leggermente ma la sua mano sinistra si spostò di scatto dal mio mento alla parete alla mia sinistra bloccandomi la fuga.
-Lo sai che stai molestando una ragazza malata?- dissi guardandolo e tentando di non sorridere.
-Wilson, posso ufficialmente dire che ieri sei letteralmente svenuta tra la mie braccia- osservò lui inchiodando i suoi occhi azzurri ai miei.
"E dai, come pretendete che io possa ragionare con un modello dell'Abercrombie attaccato a me?!"
Desiderai di poter sfondare il muro così da essergli più lontana.
Aspetta, che domanda mi aveva fatto?
Ah, giusto, il fatto che ero svenuta tra le sue braccia.
-Ringrazia che non ti abbia vomitato sulla maglietta, imbecille-
Si mise a ridere come solo un ragazzo sa fare, quei sorrisi così belli che una ragazza pagherebbe oro per possederli o solo per vederli quando le pare.
-Che schifo, Scar, un po' di finezza! Sei una ragazza dopo tutto!-
Sbuffai quando lui sorrise di nuovo.
-Hai finito?- chiesi incrociando le braccia al petto e inclinando la testa.
Le sue mani si spostarono sui miei fianchi e mi attirò a se.
"Ed ecco che riaffiora il Nathan da una botta e via"
Come se se ne fosse mai andato...
Prima che potessi respingerlo o rompergli il setto nasale il mio telefono mi avvertì che c'era una chiamata in arrivo.
-Il miracolo della tecnologia- sospirai staccando le sue mani da me e sgusciando via da sotto il suo braccio.
Presi il telefono da dentro lo zaino che era abbandonato in un angolo e risposi.
-Scar mi spieghi cosa state facendo tu e Nate?-urlò Greg perforandomi un timpano.
-Scopiamo allegramente!- risposi io sbuffando.
-Niente, Greg sto arrivando-sospirai correggendomi.
-Non ti preoccupare, sono vicino a casa di Nathan, preparati che arrivo.-
Guardai il ragazzo poco distante da me e annuii come se Greg potesse vedermi.
-Okay, mi faccio trovare sotto casa. Ciao-
-Vedi che Nate mi ha detto la stessa cosa sullo scopare!- disse lui mentre io stavo già premendo il tasto di chiamata terminata.
Guardai il display ricordando le parole di Nathan "abbiamo passato una splendida notte infuocata e che i vicini hanno bussato credendo che in questa casa ci fossero i leoni."
Lo guardai inacidita e misi il telefono nello zaino.
-Hai seriamente detto a Greg che stavamo...- non riuscii a finire la frase perché le mie guance si stavano tingendo di rosso.
Mi girai per afferrare una spallina della cartella e la misi in spalla con molta velocità sperando solo di uscire in fretta da quella stanza e maledicendo il mio imbarazzo inopportuno.
-Copulato, scopato, ci siamo riprodotti?- completò lui per me accendendo ancora di più il mio rossore.
-Ci siamo riprodotti?- dissi io scettica su quella versione che aveva appena usato.
Lui rise e infilò i pollici nei passanti dei suoi jeans.
-Il concetto é quello- minimizzò facendo spallucce.
Mi morsi la lingua per non ribattere e cercai di scansarlo per arrivare alla porta che mi aspettava chiusa dietro le spalle di Nathan.
-Sei arrossita per così poco?- chiese lui guardandomi.
-No.- risposi troppo velocemente.
Lui rise e si passò una mano fra i capelli.
-Allora perché non hai pronunciato l'ultima parola?- chiese con un sorrisino da schiaffi.
-Perché non volevo essere volgare come te- risposi facendo un passo a destra tentando di arrivare alla porta ma lui mi bloccò nuovamente.
-Uuuh perché suona tanto come una scusa?-
-Perché ci senti male- ringhiai facendo un passo a sinistra.
-Eppure scommetto che se ti portassi a letto sentirei perfettamente le tue urla.- ridacchiò avvicinandosi.
-A volte mi fai veramente ribrezzo. Sei un depravato-dissi schifata.
Stava per dirne un'altra delle sue ma qualcuno suonò il clacson in strada e lei mormorò un "é tuo fratello".
Feci un gesto di finta tristezza battendo un pugno sul palmo dell'altra mano.
-Peccato, ci tenevo coooosì tanto a sapere la tua risposta. Addio-
Riuscii ad aprire la porta e mi trovai in un breve corridoio con altre quattro stanze e poi una scala di marmo che portava al piano inferiore.
Sentii la sua stretta sul mio polso e mi voltai accigliata.
-Si?-
-Per quanto io possa desiderare che una donna svenga tra le mie braccia preferirei che facessi più attenzione alla tua salute. Il ruolo che copri nella scuola é importante ma non lo é più di te stessa. Vedi di restare a casa la prossima volta.-
Lo guardai sbalordita e non riuscii a rispondere: non sapevo cosa dire, qualcosa di pungente o un grazie normale? Avrei dovuto ringraziarlo?
-Wow, Wilson si é ammutolita, che scoperta!- disse lui sarcastico abbandonando il ruolo da ragazzo premuroso.
Il clacson suonò di nuovo e sbuffai.
-Ci si vede a scuola Devis- salutai io.
-Aspetta, chi ti ha detto il mio cognome?- chiese lui mentre io scendevo le scale.
Aprii la porta e mi voltai tenendo la mano sulla maniglia.
-Ti ricordo che sono il vicerappresentante di istituto, Nathan Waylon Devis-
Varcai la soglia di casa e mi affrettai a correre verso la macchina di Greg che mi aspettava spazientito al volante.


Angolo Autrice:
Bene, ecco a voi un'altro capitolo che mi fa troppa tenerezza aw. In questo capitolo si scopre il nome completo di Nate che io adoro(il nome, ovviamente) e c'è questo momento Scarlett- Nate e la descrizione della stanza del ragazzo. Vi giuro che questo capitolo non voleva trovare una conclusione perché ho scritto la fine be due volte (perché la prima mi faceva schifo). Ho già iniziato il prossimo capitolo ma, ho deciso, che pubblicherò a distanza di una settimana, nella speranza che qualcuno recensisca.
Ringrazio Laurita135  per aver recensito anche questo capitolo e avermi chiesto se il nome dell'amica di Scarlett fosse Arianne o Arianna. Mi scuso con tutti quelli che lo hanno notato e rispondo anche qui così che tutti possano trovare una risposta: Si chiama Arianna, ma la confondo sempre sorry.   Be_Someone , grazie per la recensione e ti giuro che ho ricontrollato il capitolo alla ricerca degli errori, spero che rimarrai con la mia storia.
E, per finire, grazie a Ninriel  che, come Laurita, ha recensito anche questo capitolo. Vi consiglio di leggere le sue storie perché sono fantastiche! Io sto impazzendo ahahaha. Ora evaporo, bye!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



Capitolo 6
Guardai Nick cercando di capire cosa stesse succedendo.
Da cinque minuti premeva la sua biro nera su un foglio di carta e scriveva.
Mi porse il foglio e mi sorrise.
-Puoi portarlo alla preside?-
Rividi la scena di quattro giorni prima e mi chiesi di cosa si trattava quella volta.
Il mio istinto mi suggeriva di accartocciare il biglietto e ficcarglielo su per il...naso e mandarlo a fanculo con tanto di gesto con le braccia ma invece, da brava vicerappresentante, presi il foglio con due dita e lo tenni in mano.
-Come vuoi- mormorai tra i denti.
Uscii dalla sala, feci due rampe di scale e svoltai sette volte ma quando imboccai il corridoio che portava in presidenza mi bloccai trovando Nathan appollaiato su una sedia con un'espressione di pura noia dipinta sul volto.
Aveva le gambe divaricate e la schiena appoggiata al muro, teneva gli occhi chiusi e la testa contro la parete.
Mi chiesi se fosse il caso di svegliarlo ma le mie stesse parole mi rimbomarono in testa.
"- Dovremmo cercare di non considerarci per un po'-"
Annuii a me stessa e lo sorpassai cercando di fare meno rumore possibile.
Lo vidi aprire gli occhi di scatto e per poco non saltai in aria.
-Ciao, principessa-
salutò lui con un ghigno.
-Scusa, Nathan, ma sono di fretta-
dissi io sbrigativa.
-Allora perché ti sei fermata appena mi hai visto? Non eri di fretta?-
Lo trucidai con lo sguardo e feci schioccare la lingua contro il palato.
-Si da il caso che non mi aspettavo di trovarti qui, sono rimasta sorpresa-
Lui rise passandosi una mano fra i capelli.
-Se te lo stai chiedendo, no, non ho combinato niente di strano.-
Aggrottai la fronte.
-Allora che ci fai qui?-
Alzò le sopracciglia.-Non andavi di fretta?-
Sbuffai e per poco non gli tirai un pugno.
-Comunque non puoi andare dalla preside, é impegnata adesso-continuò lui battendo una mano sulla sedia accanto alla sua per farmi cenno di sedermi accanto a lui.
-Nathan, sono la vice rappresentante, ho la priorità- dissi sorridendogli.
Girai i tacchi ed entrai dalla preside, dopo aver bussato(ovviamente ).
La trovai in compagnia di un uomo alto e impostato con i capelli a spazzola grigi e due occhi perforanti azzurri ghiaccio.
-Scusate per l'interruzione, dovrei consegnare questo alla preside.- dissi restando imbambolata sulla porta.
La preside assunse un'aria severa e additò l'uscita urlando un
-Le regole valgono per tutti, esca da qui e aspetti con il suo compagno!-
Raggelai sul posto e feci qualche passo indietro chiudendomi la porta alle spalle.
-Scusi- dissi prima di trovarmi il ghigno di Nathan stampato sulla sua faccia da schiaffi.
-Allora? Non avevi la precedenza?-
-Fottiti, Nathan-
e mi abbandonai contro la sedia difronte a lui con un sonoro sbuffo.
-Lo stai dicendo perché qui ci sei solo tu? E questo che vuoi?- disse leccandosi il labbro inferiore e sporgendosi con i gomiti sulle ginocchia.
Spalancai gli occhi solo dopo aver capito quell'allusione e ingoiai rumorosamente sentendo la bocca asciutta, strinsi la mascella e mi portai i capelli dietro l'orecchio.
-Mi chiedo se avremo mai una discussione da persone normali. Perché devi andare a parare sempre lì?-
-Lì dove?- chiese lui con finta ingenuità. Sbattendo le palpebre.
Alzai un sopracciglio e mi morsi l'interno della guancia.
-Al sesso- risposi di botto.
Si morse il labbro inferiore e sorrise.
-Tu hai tratto le tue conclusioni, Wilson, é la tua la mente pervertita, io non ho detto niente.-
Feci un respiro profondo e iniziai a contare fino a dieci.
1..2...3...
incrociai le braccia al petto.
4...5...6...
Sprofondai di più nella sedia mordendomi la lingua.
7...8...9...
accavallai le gambe e lo guardai trucidandolo.
10.
Feci per ribattere ma la porta si aprii e ne uscii la preside e il suo amichetto-armadio.
-Arrivederci signor McLogan, é stato un piacere.-
Il tizio si sistemò la giacca e se ne andò senza degnarci di uno sguardo.
La preside ci trucidò con lo sguardo e poi mi fece cenno d'entrare.
Guardai Nathan con un sorrisetto e seguii la donna nel suo studio.
-Quindi, cosa c'é?- chiese lei sedendosi sulla sua poltrona in pelle nera.
Le porsi il foglio e mi guardai intorno.
Solita stanza, solite cose, avrei attribuito quella camera a Mussolini o ad Hitler, già ce li vedevo a gironzolare tra quelle pareti coperte dalla carta da pareti color legno. C'era un'enorme finestra alle spalle della preside ma le tende chiare coprivano la vista sul giardino della scuola, a poca distanza dalla scrivania troneggiava mappamondo girevole sostenuto da una costruzione nera laccata, tutto il resto era pieno di armadi con scartoffie impilati alla bell'e meglio e due sedie davanti alla scrivania.
-Okay, consegnalo ai bidelli-
trattenni uno sbuffo e continuai a sorridere come se fossi felice di spolmonarmi salendo e scendendo per tutta la scuola.
-Certo, preside. Arrivederci.-
e uscii dalla stanza senza fiatare e incontrai gli occhi azzurri di Nathan.
Non lo considerai e mi incamminai per il corridoio scendendo, poi, le due rampe di scale, portai il biglietto alla bidella e tornai da Nick con il fiatone.
-Mi spieghi perché é da quattro giorni che mi mandi a gironzolare per la scuola?-sbottai sbattendo il foglio firmato e rifirmato.
Lui era seduto ad un banco e alzò gli occhi divertiti su di me.
-Seriamente non lo hai letto?- chiese scettivo inarcando le sopracciglia.
Lo guardai confusa.
-Non mi hai detto che potevo farlo e io ho preferito fare...-
-La perfetta vicerappresentante, lo so- concluse lui per me sorridendomi sinceramente e scuotendo la testa.
-Hai resistito persino alla curiosità,  io non ce l'avrei fatta- riprese lui continuando a sorridermi.
Ci fu un silenzio teso che aleggiò per qualche secondo che parvero ore.
-Scar, d-domani sei libera?-chiese d'un fiato lui facendomi sussultare.
-Perché? - indagai dandomi della stupida appena divenne rosso.
-Ehm.. perché... domani dovresti accogliere due nuovi studenti- rispose d'un fiato leggendo un foglio.
-É per questo che mi hai fatta correre da una parte all'altra?- chiesi scetica. Lo vidi annuire da dietro il foglio.
Guardai l'orologio alla farete che segnava le sei e afferrai di corsa il mio zaino.
-Okay, come vuoi. Ora devo andare, a domani!-

Erano due gemelli. Due gemelli fighissimi e sexy, appena ero entrata nell'aula li avevo trovati seduti uno accanto all'altro, con lo sguardo verde e divertito verso la preside.
Li avevo guardati dalla testa ai piedi e li avev trovati tremendamente sexy e sembravano simpatici.

-Vi lasceremo con la vicerappresentante Wilson, si occuperà lei dell'accoglienza- disse la preside uscendo con la bidella.
Vidi Nick farmi un cenno ed uscì.
-Okay ragazzi, in questa scuola non si fuma, non ci si ubriaca, si sta attenti, non si sporca, n...- E nel bel mezzo della mia ramanzina la porta si aprì.
La chioma bionda di Nathan fece capolino e due secondi dopo me lo ritrovai accanto tutto sorridente.
-Drake, Blake che bello vedervi!-li salutò dirigendosi verso di loro e dandogli il cinque.
Io rimasi interdetta con la ramanzina a metà e una faccia da pesce lesso mentre loro scherzavano come se io non ci fossi.
Poi Nathan mi degnò della sua attenzione e si avvicinò passando un braccio attorno ai miei fianchi.
-Scommetto che vi stava facendo il lavaggio del cervello questa qui.-ridacchiò stringendomi a se.
Spalancai gli occhi e sentii la faccia andarmi in fiamme, lo fulminai con lo sguardo e me lo scrollai di dosso ritrovando la mia dignità sepolta chissà dove.
-Nathan, ti do cinque secondi per andartene-lo avvertii indicando la porta con un dito.
-1...-
-Dai Scar, non li vedo da due settimane!-ribattè lui facendo un gesto con le mani
-2...3...-continuai io ferma nella mia posizione.
-Lascia stare Nathan, ci vediamo in mensa- disse uno dei due gemelli fighi.
-4...e 5-Sbuffò sonoramente e uscì lanciandomi insulti in tutte le lingue.
I due gemelli ridacchiarono dietro di me mentre io guadavo ancora la porta. Mi voltai verso di loro con le mani sui fianchi e gli indicai le sedie.
-Sedetevi, non ho finito con voi-Loro si scambiarono un'ultimo sorrisino e poi fecero come gli avevo detto.
Mi passai una mano sulla faccia cercando di ricordarmi a che punto ero arrivata.
-Allora, qualunque cosa sbagliata facciate sappiate che se non ci penserà la preside a prendere i gusti provvedimenti ci penserò io e ,statene certi, che riuscirei anche a farvi espellere. Chiaro?-conclusi con un sorriso finto e li guardai entrambi.
Loro annuirono e si lanciarono uno sguardo.
-I vostri nomi?-chiesi sperando che, prima o poi, sarei riuscita a non scambiarli
-Io sono Blake-disse quello a destra.
-No,io sono Blake!-ribattè quello a sinistra ridendo.
-No, tu sei Drake-
-Mi piace di più il nome Blake-
-Ma io sono Blake-
-No, sono io Blake-Il mio sguardo rimbalzava da un gemello all'altro e la mia pazienza si affievoliva come una fiammella colpita dal vento.
-Non mi interessa più!- urlai io cercando di calmare quel battibecco inutile.
Si bloccarono di colpo e mi guardarono soddisfatti.
-E come farai a riconoscerci?-chiese quello a sinistra.
Incrociai le braccia al petto e mi guardai intorno trovando una penna, la presi e scrissi una X in fronte a quello a destra e una Y a quello a sinistra.
-Così: tu sei X e tu sei Y. Semplice-
Si guardarono un po' spaesati toccandosi la fronte e poi scoppiarono a ridere come due bambini.
-Sei un genio!- farfugliò tra le risate Y
-Ma chi ti dice che non le cancelleremo? Io non girerò per la scuola con una X in fronte, sembro la meta di una caccia al tesoro. Scava qui-disse il secondo indicandosi la X.
Feci spallucce e presi i loro fogli.
-Non mi importa, tanto ci parleremo una volta ogni mille anni. Per ora siete X e Y finché non saprò chi è chi.-
Iniziai a sfogliare il blocco di Y, aveva l'armadietto poco distante dal mio, invece quello di X era accanto a quello di Nathan.
-Alzate i culi e seguitemi- dissi marciando verso la porta. Percorrevo il corridoio sotto gli sguardi di molti studenti e studentesse e avevo X e Y ai lati neanche fossero le mie guardie del corpo.E poi ad interrompere la mia sfilata fu l'arrivo improvviso di Cassandra nella sua divisa da Cheerleader che le fasciava il corpo slanciato da modella.
-Benvenuti ragazzi, io sono Cassandra, la capo Cheerleader, parlate con me se volete ricevere un'accoglienza migliore di quella che da di solito Wilson ai nuovi arrivati, li fa scappare tutti!- e concluse con una risatina sguaiata con tanto di mano davanti alle labbra.Alzai le braccia al cielo.
-Ma perché ce l'hanno tutti con il mio benvenuto? Sono la vicerappresentante che dovrei fare? Distribuire caramelle?-
-No, magari portesti essere più... dolce con loro-rispose Cassandra lanciando un'occhiata da predatore ad X e Y.
-Cassandra fammi un favore, tieni le gambe chiuse, ci entrano gli uccellini sennò, tesoro.- e mi voltai lanciando un'occhiataccia ad i due gemelli che la stavano ancora fissando.
Feci per andarmene ma Cassandra mi fermò di nuovo.-Perché i poverini hanno una X e una Y in fronte?- chiese divertita indicandoli.
-Per riconoscerci- disse X.Divenni rossa e lo trucidai con lo sguardo.
-Non potevi chiederglielo direttamente? Come vi chiamate?-fece lei civettuola.
-Io sono Drake-
-Io Blake- risposero immediatamente X e Y.
-Grazie ragazzi, a dopo-
-Che bastardi...- soffiai tra i denti guardandoli male.

Angolo autrice:
Sono lieta di informarvi che lunedì diventerò rappresentante di classe con un mio compagno quindi saprò calarmi meglio nei panni di Scarlett e rendere il tutto più realistico.
In questo capitolo arrivano i due gemelli fighi(metto la foto sotto) che io amo perché saranno fondamentali nella storia, cooomunque *SPOILEEEEER* non saranno gli unici ad arrivare dopo Nate *FINE SPOILEEEER* .
Per chi si stava chiedendo che fine aveva fatto la parte dove la protagonista si scanna con la tizia popolare della scuola do una cattiva notizia: non ci saranno molte occasioni per altri motivi che scoprirete...*PER DIRVELO DOVREI SPOILERARE MA L'HO GIA' FATTO*
Ringrazio  Cia98 che è nuova tra le recensitrici(?) e spero di leggere di nuovo il suo parere.
Ringrazio Laurita135 che,come sempre, recensisce e mi sostiene con il suo "aggiorna presto"
E ringrazio anche  Ninriel che recensisce sempre (anche lei) e che, come già detto ma non smetterò mai, sta scrivendo una storia bellissima che consiglio di andare a leggere(nonvenepentireteparolamiad'onore).
Comunque potrei anche decidere di aggiornare mercoledì se riuscissi ad arrivare a 4 recensioni, magari potrei pensarci...forse....molto probabilmente....chissà.....
Ihihih Byeee

I gemelli Drake e Blake.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



-E questo cos'é?- chiese Nick mentre gli sventolavo il foglio rosa davanti agli occhi.
-Leggi.- risposi ferma io mettendo la mano libera sul fianco.
Fece scivolare lo sguardo da una riga all'altra e infine lo portò su di me.
-Di nuovo?-chiese lasciando perdere il volantino che teneva tra le mani e prendendo il mio.
-Come ogni anno- risposi mettendo anche l'altra mano sul fianco.
-Capisco le tue intenzioni femministe, Scarlett, ma la scuola non permetterà una manifestazione senza che le entri niente in tasca.- spiegò rigirando il volantino verso di me.
"In difesa delle donne e dei loro diritti" recitava il titolo iniziale. Lo sfondo ritraeva una donna sorridente e poi c'era l'orario e il luogo dove si sarebbe svolta la manifestazione.
-E se raccogliessi fondi per la scuola?-tentai sorridendogli ed appoggiandi le mani sul banco per poi piegarmi verso di lui.
-Ti preeego- continuai facendo gli occhioni.
-Non posso farci niente, Scarlett- disse lui scuotendo la testa.
Scattai come una molla incrociando le braccia sul petto.
-Che stronzo..-mormorai tra i denti.
-Perché, che ho fatto?-
-Dillo che non vuoi incentivare i diritti delle donne! Sai che c'é? Vado senza il tuo consenso dalla preside. Mi serviva la tua firma ma sei un maschilista di merda, preferisco fare da sola- gli strappai il volantino dalle mani e uscii dalla stanza senza voltarmi indietro e stare a sentire le sue scuse.
Sbuffai salendo la prima rampa di scale.
-Scar!- mi sentii chiamare ma continuai a camminare. Meglio per tutti se non mi rivolgevano la parola, attentavano alla loro vita sennò.
-Scarlett Lyanne Wilson rispondi quando ti chiamo.- riprese a parlare il ragazzo suicida che si rivelò essere mio fratello.
-Sono di fretta.- lo liquidai svoltando a sinistra.
-Come vuoi, ma sappi che oggi vengono i miei amici, cerca di non rompere le palle, okay?-
-Si, adesso sparisci.-
Lui ridacchiò e prese un'altra strada lasciandomi sola, lo vidi fermarsi a parlare con dei suoi amici più in là.

Svoltai nuovamente sgusciando tra uno studente e l'altro il più velocemente possibile sperando che nessun'altro mi fermasse e, fortunatamente, riuscii ad arrivare dalla preside senza incontrare altri intoppi.

-Buongiorno- salutai io appena l'aria familiare di quella stanza mi investì facendomi trovare la preside davanti alla sua finestra con le braccia dietro la schiena rievocando l'immagine di un'Hitler al femminile.

-Buongiorno, cara-rispose lei voltandosi e sorridendomi. Fece il giro della scrivania e aspettò che io la raggiungessi con il mio volantino.
-Preside, le volevo chiedere se potevamo usufruire del giardino della scuola per l'annuale manifestazione dei diritti delle donne.-chiesi porgendole il foglio che lei lesse attentamente.

-Spero che tu sappia che servono i fondi per qualsiasi cosa la scuola accetti di ospitare.-rispose lei marcando il concetto che mi veva appena spiegato Nick.
-Certo, provvederò a raccoglierli personalmente se lei mi permettere di svolgere la manifestazione il giardino durante le ore di lezione.-
-Cosa farete di preciso?-si informò lei tra il sospettoso e il curioso.
-Un mini corso di difesa personale, e po ci saranno vari stand che venderanno torte e cose varie per raccogliere i fondi.-
Lei annuì e poggiò il volantino sulla sua scrivania, prese una penna e firmò il mio progetto annuale.
-Arrivederci-dissi io appena mi fu restituito il foglio.
Ripercorsi tutto il corridoio a ritroso ed entrai nell'aula delle riunioni per sventolare, a Nick, il volantino firmato.
-Spero che tu sia contento adesso.-dissi acida appena lui notò la calligrafia pulita ed ordinata della preside.
-Scar, non stavo dicendo che disapprovavo la manifestazione, ma che se non raccoglievi fondi non si faceva niente. Tutto qui.-
Sventolai la mano come a scacciare una mosca e gli loasciai il foglio sulla ascrivania.
-Comunque la manifestazione si farà dopo domani, vedi di non far scomparire il volantino o ti spezzerò il collo con le mie stesse mani. Ciao- E uscì dalla classe dirigendomi verso le scale.
Le salii con calma e trovai Arianna davanti al suo armadietto intenta a sistemare i suoi quaderni.
-Ehi, Ari-la salutai io mettendo la password del mio armadietto.
Lei si girò verso di me con un luccichio negli occhi e mi porse un invito colorato.
-I gemelli ci hanno invitate alla loro festa di benvenuto nella nuova scuola, a quanto pare si stanno facendo conoscere in giro.-disse tutta elettrizzata saltellando impaziente.
-Mi chiedo quando Cassandra se li farà entrambi. E' solo qestine di tempo.- mormorai io leggendo l'invito.
A quanto pareva la festa era quella sera e si svolgeva a casa loro mentre i genitori non c'erano.
-Non ho tempo per uscire, metterò un pantalone ed una maglietta o lo stesso vestito della scorsa volta.-continuai resituendole il foglio.
-Oppure potrei prestartene uno io, no?-propose lei esibendo un mega sorriso.
Annuii facendola esultare e presi i miei libri dell'ora dopo.
Scendemmo le scale entrambe dirette verso il laboratorio di chimica, nella classe c'era già la professoressa Brooke e alcuni studenti nelle loro postazioni.
Ci mettemmo nel bancone in fondo e Arianne prese dal mobile sotto il bancone un becker e delle provette aspettando che la professoressa desse istruzioni.
Poco dopo la classe si riempì completamente e la Brooke ci diede indicazioni per la ricerca degli anioni lasciandoci tutta l'ora a disposizione per completare il compito.
-Ehm, Scarlett, se ti dico una cosa davvero strana tu prometti di non incazzarti?-chiese Arianna mentre io prendevo un vetro d'orologio e ci mettevo su un di sostanza che ci aveva appena distribuito la prof.
La guardai stranita e poi presi la bottiglia di acido cloridrico per versarne qualche goccia sul vetro con la sostanza.
-Dipende da cosa stai per dirmi, suppongo.-borbottai mentre si formava la schiuma sul vetrino.
-Ci sono i carbonati, segnalo.-le dissi mettendo da parte quello che avevo appena fatto.
Lei prese appunti e poi ricominciò a parlare.
-Ti ricordi quando siamo andate alla festa?-chiese appoggiandosi sul bancone mentre io filtravo il resto della sostanza con l'acqua distillata apena riscaldata sul bunsen.
-Si che me lo ricordo.-risposi iniziando a spazientirmi. Quanti giri doveva fare per arrivare al punto?
-E ti ricordi che non ti ho riaccompagnato a casa?-riprese mordendosi un labbro.
Misi da parte una provetta con un pò di liquido e filtrai nuovamente il resto con l'acido nitrico.
-Si, mi ha riaccompaganta Nathan alla fine.-
-Ecco, ehm, io non c'ero perché... bhè, quelgiornoiohopersolaverginità
.-dsse lei non facendomi capire la fine.
-Cosa?-
-Quel giorno. Io. Ho perso. La. Verginità.-ripetè lei facendoi bloccare di colpo.
-Oddio, stai scherzado vero?-domandai sbalordita posando lacido nitrico e voltandomi verso di lei.
-Il punto non è questo ma...-provò a dire prima che io la interrompessi nuovamente.
-Oddio, non ci credo, chi è stato? Ti sei fatta male? Com'è stato?-chiesi imperterrita portandomi un palmo davanti alla bocca.
-Ecco, di questo volevo parlarti. Vedi di non picchiarmi e sappi che non era calcolato.-disse lei tastando il terreno facendmi insospettire.
-Arianna, con chi lo hai fatto?- la incalzai aggrottando le sopracciglia e immaginando già Arianna con Mike o con qualche nerd del corso di scacchi.
-Con tuo fratello.-
E qui ci fu il gelo.
Lei aspettò una mia reazione che però non arrivò. Io mi girai e continuai a dividere il liquido in altre tre provette cercando di sbollire un po'.
-Scarlett?-tentò lei toccandmi un braccio.
-Quando avevi intenzione di dirmelo? Cioè, non è una cosa da poco. Hai solo perso la verginità con mio fratello mentre io stavo gelando perché mi avevano appena buttata in piscina.-
-Ti giuro che non era calcolato. Dopo che ti ho lasciata sono andata nuovamente al bancone per un'altro bicchiere di quel'alcolico alla ciliegia ma uno tira l'altro e mi sono ritrovata a parlare con tuo fratello, lui si è accorto che non stavo del tutto bene e mi ha proposto di riaccompagnarmi a casa, durante il tragitto mi sono accorta che reggevo bene l'alcol e che ero ancora in grado di scesgliere cosa volessi e cosa no, così ho fatto fermare tu fratello e l'ho baciato. A casa mia non c'erano i miei così lui ed io siam rimasti lì per la notte. Insieme. Ed è successo.-spiegò lei continuando a mordersi il labbro inferiore.
-Oddio, immaginare mio fratello a letto con la mia migliore amica mi sta facendo venre il voltastomaco. Che schifo.-mormorai io mentre versavo il nitrato d'argento aspettando di vedere un precipitato biancastro in una delle provette.
-E' stato dolcissimo e mi ha abbracciata dopo che aveva rotto l'imene.-disse sorridendo teneramente.
Mi slanciai per abbracciarla perché mi faceva troppa tenerezza e per poco la Brooke non ci riprese ma mi staccai prima che lei potesse anche solo aprire bocca.
-Non ci sono i cloruri- dissi ridacchiando e guardando la provetta.
 
Alla fine la casa dei gemelli si era rivelata più grande del previsto e anche più affollata del previsto, sembrava che ci fosse presente tutta la scuola compresi i prof e i bidelli ma, invece, c'erano anche altri amici di Drake e Blake e quindi la casa era gremita di ragazzi e ragazze.
Avevo scorto anchye mio fratello con Mike, Nathan e un nuovo ragazzo, tutti e tre incollati alle Cheerleader che se la tiravano manco ce l'avessero d'oro.
-Oggi preferisco non bere neanche l'acqua.-ridacchiò Arianna guardando il tavolino con le bibite.
Guardai lei e poi mio fratello con un enorme punto interrogativo in faccia.
-Scusa Ari, ma non ti da fastidio che Greg stia con le Cheerleader e non con te?-
Lei sembrò risvegliarsi e si rabbuiò guardando da un'altra parte.
-Ha detto che non vuole avere una storia seria con nessuno per ora ma che si sente onorato di essere stato il primo.-disse con un sorriso malinconico ed amaro.
Spalancai gli occhi fulminando quello che poteva anche considerarsi un uomo morto ormai e sentii il sangue ribbollirmi nelle vene-
-Spero che stia scherzando! E tu che gli hai detto?-
-Non posso costringere una persona a fare quello che non gli va, non l'ho contraddetto.-
Feci per aprire bocca ma i due gemelli mi piombarono addosso abbracciandomi. Mh, sospetti.
-Ma che bello vederti qui, Scarlett!-disse quello che doveva essere Blake.
-Spero che ti stia divertendo!-continuò Drake lanciando un'occhiata veloce ad Arianna.
Entrambi si voltarono verso di lei e le diedero la mano allegramente.
-Io sono Blake!-
-Io sono Drake! Oggi ti abbiamo consegnato l'invito ma eravamo così di fretta che non ci siamo neanche presentati.-
Li guardai entrambi e poi mi schiarii la voce attirando l'attenzione.
-Ragazzi come mai tutto questo affetto?-chiesi intagando e esaminandoli confusa.
Loro si guardarono sorridendo e poi si voltarono verso di me.
-Abbiamo bisogno di un favore.-disse Drake sorridendo.
-Un grosso favore- Continuò Blake.
-Sfortunatamente ci stiamo facendo conoscere anche dai professori perché sono tutti musoni e non accettando neanche una battutina.-
-E uno di loro ha scritto un rilievo disciplinare-
-Che adesso é stata messa nei nostri fascicoli di studio.-
-Ed adesso entri in gioco tu.-
-Dovresti procurart le chiavi della stanza con tutti i fascicoli e trovare il rilievo disciplinare-
-Eliminandolo.-
Avevano parlato uno dopo l'altro come Qui, Quò e Qua, infatti il mio sguardo balzava da uno all'altro sempre più stupito.
-Voi siete impazziti- commentai incrociando le braccia al petto.
-Sai Scarlett, noi siamo ricchi e abbiamo scoperto che ti servonod dei fondi da dare alla scuola per la tua manifestazione.-
-Noi potremmo garantirti qualcosa se tu fai questo lavoretto per noi.-
Setii Arianna ridere accanto e me.
-Sembrate due spacciatori di droga!-disse tra le risate.
-Chi ha le chiavi?-chiesi lasciando perdere la mia amica.
Loro si guardarono e poi mi sorrisero.
-La preside le ha date a Nathan.-rispose Drake guardando verso di lui.
Ecco cosa ci faceva nel corridoio il giorno prma, la preside l'aveva chiamato per quello.
-Non penso che le abbia qui, comunque.-riflettei guardandolo mentre parlava con Cassandra.
-Invece le ha in tasca, quella destra per la precisione, se l'era dimenticate in macchina quindi ha preferito tenerle in tasca.-
Li guadai sbalordita sentendomi davantia due vecchiette amanti del gossip ma preferii non sapere come mai avevano tutte quelle informazioni.
-Okay, come dovrei fare a prendergliele?-chiesi ingenuamente.
Loro due si lanciarono un'occhata complice e poi mi rivolsero un sorrisone.
-Provocandolo, avvinghiati a lui cercando di essere più sexy possibile e prendigliele.-spiegò Blake divertito.
-Voi siete pazzi, non lo farò mai!-dissi alzando le braccia come a lavarmene le mani.
-Perfetto, niente fondi allora.- disse Drake guardandosi le unghia altezzosamente.
Scattai sull'attenti e sbuffai.
-D'accordo, vedo cosa posso fare.-
E potevo dire che mi stavo scavando definitivamente la fossa da sola.
Merda.

Angolo Autrice.
Non so' se avete notato quelle rige vuote appena il dielogo con la presde iniza ma non significano niente, solo che non sono riuscita a to0glierle e sono rimaste lì '^'.
In questo capitolo vediamo anche il lato super fmminista di Scarlett e scopriamo come mai alla festa non c'era Arianna a riaccompagnarla a casa (che bellini aw).
Non so' se scrivere una OS rossa per il momento Greg-Arianne, voi che dite?
Comunque la ricerca sugli anioni è così anche nella realtà e l'ho appena fatta in chimica ecco perché ve l'ho proposta, mi scuso se qualcuno si è confuso in quella parte ma cercavo anche di "allungare il brodo" nella chiacchierata tra Arianna e Scar.
Ringrazio come al solito  Laurita135  ,   Ninriel  , Cia98   e   Rossy_sleeping beauty (che ha recensito il capitolo 5 ma che cito adesso per ringaziarla ugualmente).
Sfortunatamente non sono riuscita ad arrivare a 4 recensioni ma non capisco perché, comunque ringrazio lo stesso quelli che leggono senza dire mai niente(magari potreste cambiare idea adesso, no?)
Bye :D

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***



Corsi al bar e ordinai qualcosa di alcolico. Se dovevo abbordare Nathan preferivo farlo con un po' di alcol che avrebbe abbassato qualche mia inibizione. La verità era che il cuore mi stava martellando nelle orecchie come un trapano e mi tremavano le mani. Che cosa stupida, mi dissi osservandole vibrare.
Presi il bicchiere che mi stava gentilmente porgendo la "barista" e lo mandai giù sentendo il gusto odioso della menta, praticamente era come bere un colluttorio. Che schifo.
Feci per chiederne un'altro ma una mano calda si posò sul mio braccio stringendo e facendomi male.
-Che cazzo stai facendo?- mormorò tra i denti mio fratello guardando per un secondo la barista che osservava lo spettacolo titubande.
-Hai detto che eri con i tuoi amici, no?-risposi strattonando via il mio braccio e chiedendo un altro bicchiere di colluttorio ghiacciato alla biondina dietro il bancone.
-Ma se non tocchi neanche la birra? Ti sentirai malissimo domani!- Riprese lui afferrandomi nuovamente il polso proteso verso il bicchiere di vetro appena riempito.
E io lo liberai nuovamente.
-Non mi interessa, Greg. Ora levati dalle palle.- E mandai giù anche il secondo bicchiere.
-Ora torniamo a casa.- mi ordinò lui perentoriamente guardandosi intorno.
-Greg, non sei papà e alla mia età eri peggio di me, quindi te lo ripeto: levati dalle palle.-
Mi osservò confuso e poi mi lasciò andare via. Verso Nathan. Avrei fatto una figura di merda, era garantito.

Uscii in giardino sviando tra un gruppetto e l'altro a forza di "scusate" e "permesso" riuscendo ad intravvedere Nate avvinghiato a Cassandra.
Mi sentii ribbollire di rabbia, certamente non era gelosia ma invidia: sarei riuscita a provocarlo così tanto? No, non poteva essere gelosia.
Mi videro entrambi nello stesso momento ed entrambi mi rivolsero occhiate confuse.
-Ti dispiace se te lo rubo un secondino?- chiesi mielosamente a Cassandra facendola alzare titubante.
-Torno subito Nate, con lei non c'é da preoccuparsi, é una vergine di ferro.- disse lei mandando un bacio a Nathan che, però, non la guardò neanche, troppo curioso di capire cosa stessi per fare.
Aspettai che Cassandra se ne fosse andata e mi avvicinai a lui mettendomi, poi, a cavallo sulle sue gambe.
-Sto sognando o veramente Scarlett Lyanne Wilson sembra appena uscita da un film porno?- chiese alzando le mani come a non sapere che fare e ridacchiando.
Mi leccai le labbra avvicinandomi al suo orecchio.
-Io penso che Cassandra dovrebbe preoccuparsi, no?- E, vi giuro, che quella che mi uscii fu una vera voce da pornostar, tanto che arrossii involontariamente dopo averla usata ma continuai a tenere la tesa accanto all'orecchio di Nate aspettando che il rossore cessasse.
-É in base a quello che intendi fare, Scarlett.- rispose lui con una voce roca che mi fece sorgere il dubbio di una mia riuscita del piano.
Ridacchiai e puntai i miei occhi nei suoi.
-Ma io sono una vergine di ferro, non potrei mai pensare male.- sussurrai facendo gli occhi dolci e mordendomi il labbro inferiore.
Nella mia testa, in quel momento c'erano solo tre neuroni: uno alcolizzato che correva nudo da una parte all'altra, uno che protestava dandomi della troia e il neurone orgoglioso che si complimentava e mi applaudiva. Dovrei farmi curare.
-Mi stai confermando di essere vergine, Scarlett?- chiese ghignando e poggiando le sue mani sui miei fianchi. Mi accorsi solo allora che il vestito argentato che mi aveva appena prestato Arianna si era mostruosamente arricciato piú in su' della metà coscia, praticamente il suo mignolo sfiorava la mia pelle nuda facendomi venire biccoli brividi piacevoli.
Concentrazione, Scarlett. Le chiavi.
E poi sentii premere su una coscia, e non erano le sue mani a premere ma il bozzo che gli si era formato nei pantaloni.
Ma lui, semplicemente, non ci fece caso e sembrò quasi contento di avermi fatto scoprire la sua erezione.
Qualcuno mi aiuti, oddio.
Mi morsi la lingua per cercare di svegliarmi da quello stato di trance nel quale ero caduta, incatenata a quei suoi occhi azzurri che sembravano così magnetici che i miei non riuscivano a trovare nient'altro di altrettanto interessante. Le chiavi, le chiavi, le chiavi!
-Non penso che questo sia un problema tuo, Nate.- Risposi strisciando involontariamente la coscia contro il suo sesso.
Lui si irrigidí e chiuse gli occhi per qualche istante mentre tratteneva il respiro.
Io semplicemente rimasi bloccata non sapendo se sfilargli le chiavi dalle tasche o aspettare ancora un po' ma decisi di cogliere la palla al balzo e, mentre la mia coscia urtava nuovamente il suo bozzo ( questa volta non casualmente ), infilai due dita nella sua tasca e trovai il metallo duro e freddo delle chiavi mettendomele in mezzo al reggiseno mentre lui chiudeva nuovamente gli occhi.
Appena li riaprì quei diamanti azzurri parvero incendiarsi eccitati e io rimasi imbambolata a guardarli.
-Nathan, che state combinando voi due?-
Per un attimo temetti che a parlare fosde stato mio fratello ma poi mi accorsi che la voce era troppo stridula e femminile per appartenergli.
Mi voltai virso Cassandra trovandola alle mie spalle con le mani sui fianchi e lo sguardo di fuoco che non aveva per niente a che fare con quello di Nate. Feci per alzarmi ma lui mi trattenne fulminandomi con lo sguardo.
Gli rivolsi un'occhiata interrogativa e lui si sporse verso Cassandra ammiccandole.
Lei si piegò immediatamente e Nate le sussurrò qualcosa nell'orecchio che la fece ridacchiare per poi leccarsi le labbra.
-Puoi andare adesso- disse Nathan rivolgendomi un'occhiolino senza senso e abbandonando il contatto con i miei fianchi lasciando un vuoto ghiacciato al suo posto.
"Se solo sapessi che ho le chiavi la tua espressione del cazzo svanirebbe in un secondo, Nate." pensai tra me e me mentre mi alzavo e rivolgevo un'occhiata fugace a Cassandra che, se avesse potuto, mi avrebbe incendiata con lo sguardo... o con un lanciafiamme.
Sorrisi levemente sentendo il freddo metallo sfiorarmi il petto, incastrato al centro del reggiseno.
-Ciao.- salutai voltandomi ed andando verso l'entrata.
Ripercorsi la stessa strada dell'andata schivando ogni possibile gomitata di chi ballava e sgusciando velocemente tra un ragazzo e l'altro.
Rientrai nella villa e cercai i gemelli, sperando di trovarli il prima possibile in mezzo a tutta quella gente.
-Fatto.- dissi appena li ebbi raggiunti nel salone gremita di corpi fluenti che ballavano a ritmo di musica pompante.
-Davvero?- chiese sbalirdito uno dei due, ma non lo riconobbi perché la luce era bassa e brillava solo quella della stroboscopica, illuminando i loro folti a momenti di un colore diverso.
-Certo!- urlai mettendo una mano in mezzo al seno e tirando fuori le chiavi metallizzate, tutto sotto i loro sguardi sbalorditi.
E che cavolo! Avevo flirtato con Nathan, magri avevo anche esagerato causandogli quella reazione, avevo anche messo a rischio la mia reputazione e come minimo dovevano riempirmi d'oro e venerarmi come una dea!
Mostrai il bottino su un palmo della mano ma, prima che Drake potesse afferrarlo, avevo già chiuso il pugno quardandolo male.
-Queste le tengo io finché non mi darete quello che mi spetta.- Gli spiegai rimettendo le chiavi nel reggiseno.
-Quanto vuoi allora?- Fece sbrigativo Blake mettendo mano al portafoglio.
Scossi la testa e feci un passo indietro.
-Devo ancora finire ol lavoro: domani vedrò di levare il foglio della sanzione disciplinare e, a quel punto, mi darete settecento euro.- risposi balzando con lo sguardo da uno all'altro.
- E non si discute.-
Conclusi salutandoli con una mano e correndo da Arianna.


-Ci vediamo domani, Arianna- la salutai mentre lei chiudeva il suo armadietto e mi schioccava un bacio sulla guancia.
-Vedi di non farti scoprire o sei nei guai.- mi sussurrò lei dopo aver stretto il suo zaino in spalla. Le annuii per farle capire che avevo recepito il messaggio e chiusi il mio armadietto portando, automaticamente, la mano destra alla tasca, tastando per assicurarmi che le chiavi fosse ancora al suo posto e che i miei 700 euro fossero assicurati.
Mi guardai in giro per costatare quanti studenti girovagassero ancora per la scuola e decisi di scendere nell'aula degli archivi il più in fretta possibile sperando che nessuno mi scoprisse.
Scesi al piano terra e poi scesi ancora, imboccando le scale dietro la segreteria che portavano al piano sottoterra dove c'erano gli archivi, qli scantinati e altre stanze che non avrei mai e poi mai visitato per il semplice fatto che la mia fifa ne avrebbe risentito e mi sarei trovata a fuggire a gambe levate per ogni minimo rumore.
Accesi la luce del corridoio e controllai l'ora sul telefono rammentando i turni dei bidelli e quando, in teoria, avrei rischiato di trovarci qualcuno. Sospirai: erano le cinque, e alle cinque il personale si occupava di pulire le aule. Avrei avuto un'ora di tempo prima che chiudessero la scuola.
Vagai per il corridoio freddo ed illuminatp dalle lampade che mi ricordavano tanto quelle negli ospedali che risplendevano di quell astrana luce fredda e del tutto inospitale.
Continuavo a far scorrere lo sguardo sulle varie targhette affisse sulle porte alla ricerca di qualcosa come "archivi scolastici" ma, neanche io sapevo bene cosa aspettarmi quindi scartavo tutto ciò che leggevo andando ad intuito. I miei passi rimbombavano sinistramente in quello spazio stretto che sembrava la scena di un film horror Ti stai facendo troppe fantasie, Scarlett. Calmati, questa è una scuola.
Quasi mi misi a ballare quando lessi "archivi delle condotte" su una porta color mogano scuro. Afferrai la maniglia e l'abbassai trovandomi al buio completo; tastai freneticamente il muro al mio fianco cercando con le dita l'interruttore, aspettandomi che qualcosa di tremendamente orribile mi venisse in contr, ma non successe nulla e trovai il pulsantino magico che mi fece alleggerire il cuore illuminando una stanza quadrata arredata solo con raccoglitori a cassetti con alcuni nomi che non lessi o che non riconobbi. Mi rimboccai le maniche e cercai velocemente i nomi di quei due idioti gemelli che stavano combinando danno già il secondo giorno in quella scuola. Nick doveva fargli un bel discorsetto perché sennò lo avrei fatto io e non sarebbe stato piacevole per nessuno, tantomeno per loro.
Trovai finalmente un cassetto con un paio di nomi tra i quali quelli dei gemelli cretini e estrassi il mazzo di chiavi pregando tutti i santi di azzeccare quella giusta il prima possibile. Infilai la prima, la seconda, la terza, la quarta fino ad arrivare freneticamente e con le mani che mi sudavano alla nona chiave che fece un click e aprì il cassetto rivelando quasi venti carpette in cartoncino giallo ordinate per ordine alfabetico e trovai, sotto la R i nomi Drake Rogers e Blake Rogers. Mi permisi un "evvai!" sussurrato e sfogliai quello di Drake alla disperata ricerca di quella maledetta sanzione disciplinare. Le prime pagine parlavano di quali scuole aveva frequentato e quali altre note aveva preso, poi toccava a quale lavoro facessero i suoi genitori e le loro rispettive scuole, infine c'erano i giudizi che la scuola faceva ma, essendo solo al loro secondo giorno, non trovai che una pagina vuota e anonima che sorpassai troppo di fretta e (finalmente) Trovai il rilievo disciplinare che afferrai velocemente e misi in tasca. Feci la stessa cosa con Blake e poi rimisi tutto a posto chiudendo il cassetto a chiave e correndo fuori dalla stanza.
Stavo sudando freddo e avevo l'adrenalina alle stelle. Come potevo sentirmi così euforica per un'azione che andava contro i principi di una buona vicerappresentande? Oddio, stavo male, tutta quella confusione da Nate ad i due gemelli tava scombussolando il mio buon senso e il mio dovere di osservare le leggi della scuola. Male, molto male.
Feci le scale a tre a tre sentendo l'adrenalina ancora in circolo ma mi bloccai appena il viso dell'ultima persona che volevo vedere in quel momento mi si presentò davanti.
-Ciao,Nathan.-salutai diventando irrimediabilmente color pomodoro maturo ricordando gli avvenimenti della sera prima.
Percorse la poca distanza che c'era tra noi a grandi falcate e mi ritrovai in poco tempo tra lui e l'inizio delle scale che portavano sottoterra.
-Sei una piccola bastarda, Scarlet. Subdola e bastarda. Che cazzo credevi di fare con le chiavi che mi hai rubato?-
Feci per nascondere i mazzo dieto le spalle ma notai che lui l'aveva già visto quindi gliele porsi con un sorriso angelico.
-Prendila come una lezione di vita, Nathan. L'apparenza inganna. Non abbassare la guardia solo perché una ragazza te la sbatte praticamente in faccia, potrebbe anche rubarti il portafoglio e tu non te ne accorgeresti.- dissi piegando la testa da un lato e continuando a ghignare.
Rimase con la bocca aperta ed io gli battei una pacca sulla spalla.
-Mi dispiace di aver ferito il tuo ego da maschio alfa. Ci si vede.-
Controllai nuovamente il cellulare scoprendo che ci avevo messo quasi un'ora quindi mi affrettai a raggiungere il mio armadietto e ad uscire da scuola con la tremenda soddisfazione di aver zittito quel pallone gonfiato di Nathan.




 
Ma che fosse rimorso di coscienza quello che stava crescendo in un angolo della mi testa portando un macigno grande come una casa a premere sul mio petto?

 
Sei messa davvero male, Scarlett. Fatti curare.


Angolo Autrice.
Allooooora, premetto che a breve EFP mi cambierà il neme in BlueBerries98 ecco spiegato il perché del nome nel banner, e a proposito di banner, che ne pensate di questo nuovo? O devo tornare a quello di prima?
Comunque ho postato la OS di Greg e Arianna che potete leggere qui ---> Solo per questa notte, Arianna.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ho seriamente bisogno di consigli ahahaha.
Passiamo al capitolo: qui trovate(come molti di voi speravano) la Scarlett provocante che abbindola il povero Nathan e lo frega inesorabilmente, lo so, lo so, magari qualcuno di voi starà odiando Scarlett per come si è comportata e, ammetto, che la sto odiando anche io ma dovevo metterla per forza questa parte, mi chiamava troppo, e poi tutto ciò inizia ad attirare anche Nate che si trova alquanto disorientato dall'azione di Scarlett ma non dirò più niente perché comincerò a Spoilerare altrimenti.
Comunque ringrazio i 4 recensori dello scorso capitolo: 1D___my love  , B_hiseyes  , Laurita135Ninrie
E adesso vi saluto, ci vediamo la prossima settimana  :D
Buon Halloween ehehehe

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***





Come potevo essere una ragazza così contraddittoria verso me stessa? Lasciare Nathan in quel modo mi aveva fatta sentire la regina del mondo e stavo per ballargli davanti ma, dopo essere andata via, mi ero sentita cattiva e divisa tra il famoso diavoletto da un lato e l'angioletto dall'altro.
Il primo mi diceva di non cercare neanche lontanamente di scusarmi, il secondo mi ordinava di farlo; ma dato che l'angioletto non lo ascolta mai nessuno decisi di seguirli anche io e rimasi per qualche giorno con il macigno. Nathan non aveva neanche aiutato, cavolo non mi rivolgeva neanche la parola, come potevo sentirmi meglio quando lui mi guardava storto tutte le volte?
Oh, e poi si era messa anche cassandra, ovvio come potevo dimenticarlo? Aveva ripreso le sue moine e il suo stile da ventosa standogli sempre appiccicata, manco c'avessero il cordone ombellicare che non gli permetteva di separarla da lui.
E poi c'erano i gemelli che continuavano a cacciarsi nei guai come se fossero due calamite e li attirassero, ma ormai mi avevano dato i miei soldi e io potevo finalmente organizzare la mia giornata per i diritti delle donne con Nick che mi seguiva con il fiato sul collo.
-Hai finito?- sbottai infastidita lasciando stare il fiocco rosa sopra una bancarella e voltandomi verso di lui che mi osservava da sotto la scala.
-Di fare che?- chiese con un'aria innocente.
Sbuffai infastidita e ripresi a sistemare la tendina e slegai il fiocco rifacendolo da capo.
E Nick mi osservava silenzioso come una suocera taccagna.
Continuai il mio lavoro pomeridiano con lui tra i piedi ma alle 3 avevo già finito tutte le bancarelle e alle quattro e mezza sarebbe iniziata la manifestazione scolastica.
Avevo vietato categoricamente a Nick di starmi tra i piedi anche lì e gli avevo più volte consigliato di non partecipare neanche, così non mi sarei preoccupata anche di tenerlo d'occhio per il resto della giornata.
-Torno a casa, ci vediamo tra un'ora.- gli dissi dopo aver osservato il mio operato fatto e concluso.
Osservai il cielo che si stava coprendo e sperai con tutto il cuore che non piovesse o la manifestazione sarebbe andata a farsi benedire dal momento che si svolgeva all'aperto e non avevo previsto un piano b in caso di pioggia.
-Ciao.- fece lui andandosene pensieroso.
Decisi di lasciar perdere e issai la spallina destra dello zaino sulla spalla.

Infilai la chiave nella serratura ed aprii. In casa regnava il silenzio assoluto, sicuramente Greg stava giocando alla play. Lasciai cadere lo zaino per terra e salii le scale di corsa, controllando velocemente l'orario. Presi un elastico dalla mia stanza e mi feci una coda alta, arrotolandola su se stessa e fermando quella specie di chignon fatto a cavolo con un ferretto.

-Greg, io sono sotto la doccia!- gli urlai prima di chiudermi in bagno.

Mi spogliai velocemente e mi infilai sotto il getto caldo.
-Scarlett vedi che...-provò a dire, ma io non capii niente e lo bloccai in anticipo.
-Greg non sento niente, me lo dici dopo!-
Non ci fu alcuna risposta quindi continuai a lavarmi, insaponarmi e poi uscii dalla doccia avvolgendomi nel mio asciugamano verde con le pecorelle.
Mi guardai allo specchio notando tutto il trucco colato che mi faceva assomigliare ad un panda ma decisi che l'avrei lavato via dopo essermi vestita. Raccolsi i miei vestiti e la mia biancheria sparsa per il bagno e aprì la porta.
-Direi che oggi sia propio il mio giorno fortunato.- disse una voce che riconobbi subito.
Alzai lo sguardo sul ragazzo che mi stava di fronte e lui fece una smorfia.
-Hai tutto il trucco colato, ma mi accontento comunque.- sogghignò facendomi venire i brividi dal ribrezzo. Allungò velocemente una mano sulla mia coscia e iniziò a palparla con massaggi vigorosi.
-Mike, hai cinque secondi per levare quella mano da me, dopo di che chiamerò mio fratello.- gli ringhiai conficcando le unghia nel suo polso.

-Così sei più arrapante.- mugolò vicino al mio orecchio.
Si avvicinò per baciarmi ma gli diedi una testata sul naso.
-I secondi sono diventati 3.- lo avvertii poi graffiandogli l’avambraccio.
-Tanto tuo fratello non ti sente, ha le cuffie per giocare.- E salì ancora più su con la mano.

Repressi una bestemmia nei suoi confronti e continuai a graffiarlo e a mordergli le labbra appena osava avvicinarsi.
-Mi fai schifo, non azzardarti a sfiorarmi con quelle labbra, Dio solo sa quante ragazze hai baciato oggi.-
-Hai paura dell’Herpes o che ti possa piacere?- le rispose lui malizioso bloccandole il mento con due dita.
Stavo per dirgli che non volevo dare il mio primo bacio ad un cretino come lui, volevo darlo al ragazzo che averi amato e, per Dio, lui mi faceva solo ribrezzo e schifo. E poi non mi conveniva spifferargli quel segreto o lui mi avrebbe sfottuta inutilmente.
-Rendi tutto più eccitante.- mormorò lui baciandomi la giugulare.
-Io invece non sono per niente eccitata.- ringhiai mollandogli un calcio nello stomaco con la gamba che avevo libera.
Mike mi lasciò andare e corsi verso la stanza di Greg. sperando di potermi trovare un sostegno.
-Dove credi di andare? Io non ho finito con te!- disse lui afferrandomi un polso.
-Ma lei si, e ti conviene lasciarla stare o te lo taglierò ancora prima che tu impari a saperlo usare veramente.- mi difese una voce alle mie spalle.
-Nathan, non stavamo facendo niente di male.- ridacchiò Mike continuando a fissarmi, ma mi lasciò il polso ed i miei piedi mi condussero al fianco di Nathan istintivamente.
-Non dirò niente a Greg se tu, adesso, vai via da questa casa.- continuò con calma  il ragazzo accanto a me.
-Tanto ci si rivede a scuola, Scarlett.-mi “salutò” Mike lanciando un’occhiataccia a Nate e partendo verso l’uscita. Restammo a fissarlo finché la porta non si fu chiusa alle sue spalle e poi Nathan si voltò verso di me.
-Ehm, grazie per…- iniziai io ma lui mi bloccò prima che potessi imbandire i miei ringraziamenti.
Con un bacio.
Rimasi rigida per i primi istanti, non sapendo come muovermi e soprattutto cosa fare. Respingerlo e ricambiare?
Ma dato che la mia testa è veramente andata la scelta cadde sulla seconda. E che cavolo, era il mio primo bacio, meglio goderselo al meglio nonostante non era con la persona che amavo.
Mi issai sulle punte e gli avvolsi le braccia attorno al collo iniziando a capire come funzionava la danza e, dopo poco, sentì la sua lingua entrare in contatto con la mia e mi parve subito una sensazione strana ma appresi subito che Nate dovesse essere tra quei ragazzi che ci sapeva fare, eccome se ci sapeva fare. Non mi accorsi di aver trattenuto il respiro solo fino a quando lui non si staccò da me.
-Eccellente come primo bacio, no?- se ne spuntò lui cogliendomi di sorpresa.
Sentii la faccia andarmi in fiamme e lui ridacchiò passandosi una mano tra i capelli.
-Non era il mio primo bacio.- mentii io sforzandomi di ritornare al mio colorito naturale.
-Ho parlato con delle persone e loro mi hanno detto il contrario, poi sei diventata tutta rossa appena l’ho detto. Questo conferma la mia teoria.-
-Hai finito di sparare cazzate, Sherlock Holmes?- gli ringhiai contro assottigliando gli occhi.
-Non so perché, ma voi ragazze prendete il primo bacio come un fatto mondiale, volete che sia perfetto ma alla fine è solo un bacio e non vi servirà a niente nella vita, se andrete alla cassa di un super mercato non ti diranno mai “Signora come è stato il suo primo bacio? No, perché se faceva schifo non può comprarla tutta questa roba.” Cavolo, è solo un bacio!- disse lui ignorando quello che gli avevo appena detto.
-E si capiva che, quello di poco fa, era il primo. Ma non è stato male dopotutto. Sono contento che non se lo sia preso Mike.-
Gli tirai un ceffone in pieno viso prima di allacciarmi meglio l’asciugamano attorno al petto.
-Noi ragazze siamo più sensibili di voi. Per quanto noi possiamo apparire sicure e fiere di noi ci sarà sempre un angolino nel nostro cervello che ci rema contro mostrandoci tutte le cose brutte di noi. E, molte di noi, sono innamorate dell’idea di innamorarsi; ci facciamo domande su possibili tradimenti ancora prima di essere fidanzate, ci chiediamo cosa penserà del nostro corpo il primo ragazzo che ci vedrà nude e ci preoccupiamo di mille cose che ne riguardano. Anche il primo bacio è una cosa che molte di noi sognano per anni, forse perché lo vediamo come un sentimento d’amore o forse perché vogliamo sapere come sarà, ma non poi strapparcelo se noi non vogliamo perché noi lo ricorderemo per sempre, come ricorderemo la nostra prima volta per anni. Sembra che tu sappia molto su di noi, ma scoparsene 20n o scoparsene 10 non ti permetterà mai di capirci veramente. Parlando si conoscono le persone, non portandosele a letto. A meno che tu non voglia conoscere quanto portiamo di reggiseno.- Il mio monologo sembrò zittirlo e mi chiesi se avessi esagerato a parlare come un fiume in piena quindi decisi di tornare nella mia stanza prima ancora che lui potesse ribattere qualcosa. Feci per entrare nella mia camera quando mi bloccai.
-E, per la cronaca, io porto una seconda. Almeno sono sicura che tu non voglia portarmi a letto così.-


La manifestazione esplodeva di ragazze. Il cielo si era pulito da tutti i nuvoloni e tutto scorreva per il meglio. Alle ragazze della scuola si erano unite anche quelle che passavano di lì  per caso o le amiche di amiche. Comunque ringraziai il Cielo che Nick mi fosse rimasto vicino: c’erano troppe persone da gestire nel bancone della raccolta fondi per la lotta contro varie malattie e io non riuscivo ad occuparmi di tutti. Molte ragazze della scuola si erano adoperate qualche giorno prima della manifestazione per montare su un loro banco personale quindi la gente era un po’ sparpagliata per tutto il giardino della scuola tra il corso di educazione personale con il maestro più figo che io avessi mai visto e i vari stend con dolci o iniziative varie.

-Che ti avevo detto?- cantilenai a Nick mentre scrivevo quanti soldi avevano già donato nel contenitore numero 3.
Il ragazzo sorrise ad un’anziana che stava facendo cadere delle monete nello scatolone numero 1 e mi lanciò uno sguardo di fuoco.
-Non sei simpatica per niente, se proprio lo vuoi sapere.- borbottò lui incrociando le braccia al petto.
-Tu sei il maschilista che non voleva farmi organizzare niente, te lo ricordi, vero?- gli irnfacciai prendendo una banconota che mi porgeva una ragazzina bionda.
-Grazie mille.-
Lui sbuffò rumorosamente mentre mi passava accanto e si occupava di una mamma che non riusciva a far entrare delle monete nel buco apposito del contenitore 2.
-Ti ho già spiegato che non intendevo impedirti tutto questo.- Grugnì lui dopo aver sorriso nuovamente ed una donna che sembrava vagamente un’uomo.
-Io credo che siano solo scuse, le tue.- ridacchiai io mentre lui alzava le braccia in aria e borbottava qualcosa.
-Lasciamo stare, che è meglio.- si arrese lui avvicinandosi.
-Oh, ehm,senti. Dovrei dirti una cosa urgente.- mi sussurrò chinandosi appena verso di me.
Aggrottai la fronte per poi fargli cenno di continuare.
-In privato.- aggiunse lui vedendo lo sguardo attento di una vecchietta a pochi passi da noi, che ci stava sfacciatamente guardando e con smise neanche di farlo quando entrambi ci fummo voltati verso di lei.
-D’accordo. Nina, passi qui un attimo? Torno subito.-
Lasciai la ragazza al posto nostro e ci allontanammo leggermente per un po’ più di privacy.
-E’ una cosa molto importante e voglio che tu commenti solo dopo che avrò finito.- iniziò lui torturandosi nervosamente le mani.
-Mi stai facendo salire l’ansia, cosa ti è successo?- chiesi allarmata mentre lui esitava ancora sullo stesso mucchietto d’erbetta sotto di lui.
-Devo baciarti.-disse d’un tratto lui facendomi ricordare le labbra morbide di Nate contro le mie.
Perché avevo i brividi?
-Nick, senti io non posso perché tu non mi…- tentai di spiegare ma, per la seconda volta in un giorno, le labbra di chi avevo di fronte si erano premute contro le mie.
Per i primi istanti avevo ricambiato di riflesso ma poi mi ero irrigidita e, prima che potessi spingerlo via io, lui si scostò.
E per la seconda volta in un giorno io tirai un ceffone a qualcuno.
-Nick ma che ti passa per la testa?!- gli urlai rossa di rabbia e con i pugni premuti contro i fianchi.
-Perfetto.- rispose lui tra se e se mentre navigava con la mente evidentemente immersa nei pensieri.
-Perfetto un cazzo! Perché vi prendete libertà che non avete? Non esiste più il “per favore” ed il “per piacere”? Oggi è la seconda volta che…-
-Scarlett, calmati.- mi bloccò lui.
-Grazie per non avermi respinto subito, mi hai aiutato.- ammise lui facendomi entrare più nella confusione assoluta.
-Aiutato per cosa?- chiesi dubbiosa.

-Per farmi capire che sono gay-



Angolo Autrice:
Buona notte a tutti! Ebbene si, io aggiorno a mezza notte equarantacinque perché sono trasgry.
Ahahaha cretinate a parte vorrei scusarmi con tutti quelli abituati ad i miei aggiornamenta ad una settimana di distanza che, per questa volta, ne hanno dovute aspettare due. Le cause sono fondamentalmente tre: la prima è Assassin's Creed I; si, perché io faccio le cose in ritardo e solo due settimane fa ho chiesto a mio padre di poterlo comprare, lui me l'ha portato il giorno dopo (con mio sommo stupore) dicendo "L'ho trovato in discarica." Quindi, wow, che culo! Comunque l'ho già finito quindi ci rivedremo la prossima settimana sicuramente. La seconda causa è la connessione dei vicini(si, noi ci colleghiamo ad internet con la loro) che va e viene perché loro si divertono ad accenderla e spegnerla a loro piacimento (No, sto scherzando ma tutti gli indizi portano a questa sola conclusione) e la terza è un'altra storia che mi sto cimentando a scrivere ma che non so ancora se pubblicare e quando.
Comunque passiamo al capitolo : TA-DAAAAAAA!!!! E chi se lo aspettava? Qualcuno aveva iniziato a sospettare di una possibile cotta di Nick per Scarlett invece lui cercava solo il modo per capire da che parte stava il suo cuore. Adesso so' che tutti gli omofobi che mi scrivono lasceranno la storia ma, okay, chi se ne frega, continua a respirare lo stesso. Io sostengo molto gli omosessuali perché spesso sono presi di mira per il loro modo di essere, ma, Cristo Santo, non decidono di essere quello che sono, nessuno prima che voi veniste al mondo vi ha chiesto "Scusa, vuoi essere etero o omosessuale?" è come se vi prendessero per il culo solo perché siete more invece che bionde o perché avete gli occhi un un modo invece che in un'altro. L'avete deciso voi? No.
Ora passo veramente al capitolo ahahahaha. Che ne pensate del monologo di Scarlett? Quanto condividete quanto no?
Ci vediamo tra una settimana!
Baci!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***




-Stai cercando una scusa per avermi baciata, per caso?- gli ringhiai incavolandomi ancora di più.
-Non sto scherzando. Scarlett sono gay.- Mi ripeté lui con sguardo fermo e deciso.
-É da un po' di giorni che ci penso su. Ho persino guardato foto di ragazze nude in tutte le posizioni ma il mio corpo non ha reagito. Oddio, Scarlett cosa faccio adesso?- mormoró lui mettendosi le mani tra i capelli.
Rimasi a boccheggiare senza sapere come e se consolarlo. Ero sempre stata una frana per queste cose, soprattutto per le questioni così delicate.
-Hai provato con le foto dei ragazzi?- chiesi dando voce al primo pensiero che mi era passato per la testa.
-Okay, scusa. Sono stata indelicata. Ma potresti provare.- provai a rimediare ma il suo sguardo si fece ancora più affilato.
-Sto zitta.- conclusi alzando le mani come ad arrendermi.
-Cosa succederà quando tutto questo verrà a galla? I ragazzi mi prenderanno in giro e..-
-Le ragazze vorranno averti come il loro amico gay. Uuuh, che emozione!-
-Suppongo che tu non voglia stare zitta.- borbottò Nick fulminandomi nuovamente.
-Comunque ti conviene tenere questa cosa per te per ora e farla sapere piano piano, inoltre non sei l'unico gay in tutta la scuola!- continuai senza far caso a quello che aveva appena detto.
- In ogni caso non ci trovo niente di male.-conclusi aggrottando le sopracciglia.
-Questo lo dici tu, infatti, ma molti mi prenderanno in giro!-
-La gente trova sempre una scusa per ridere di qualcuno, Nick, qualunque cosa tu farai nella vita ci sarà sempre quella persona che ti prenderà per il culo ma tutto questo ci fa crescere e diventare piú forti.- gli sussurrai abbracciandolo.
-Quando vuoi riesci a dire qualcosa di sensato.- Mormorò lui tra i miei capelli facendomi ridere.
-Ti prego, dimmi qualcosa per distrarmi.- farfugliò staccandosi da me con un'espressione da cane bastonato.
-Nate mi ha baciata-
Alzò la testa di scatto spalancando gli occhi e si guardò intorno fulminando chiunque.
-Dov'é che lo ammazzo!- ringhiò cominciando a camminare verso le bancarelle a passi pesanti, così pesanti che temetti potesse lasciare le impronte sulle mattonelle.
-Lascia stare, Nick, voglio cavarmela da sola a modo mio.-
-Ti giuro che se quel pezzo di...- provò a dire ma venne interrotto dall'arrivo frettoloso e ansimante di Arianna.
-Scar! Cassandra ed una ragazza si stanno prendendo a botte!-disse intrecciandosi un paio di volte con la lingua e poi mi fece segno di seguirla. Lanciai un breve sguardo a Nick e partii di corsa dietro la mia amica.
Superammo lo stend dei dolci e quello di alcuni prodotti fai da te quasi deserti e continuammo fino ad una massa di gente tutta unita in cerchio.
-Chi ti credi di essere?- urlò una ragazza dal centro della ciambella umana.
Non udii la risposta perché ero troppo impegnata a sgomitare tra una persona e l'altra senza utilizzare il consueto "Permesso" perché troppo di corsa.
-E che cazzo, fateci passare!- urlò Nick dietro di me.
Spinsi un tizio di lato con una gomitata e per poco non tirai i capelli ad una ragazza che proprio non capiva di doversi spostare.
-Quale parte non capisci della parola spostati?- gli urlò dietro Nick mentre io la sorpassavo mandando a farsi fottere le buone maniere.
-Ehi! Mi hai fatto saltare un'unghia!- protestò lei dopo che la mandai a sbattere contro una ragazza.
La guardai atona e poi gli risposi con il dito medio.

-Andiamo, Scarlett!- mi riprese Nick incitandomi a continuare la mia traversata.
Le ultime persone si aprirono a varco per farci passare,  forse temendo per la propria incolumità.
Trovammo Cassandra ed una ragazza dai capelli rosso fuoco che si tiravano dietro insulti di ogni tipo.
La capo cheerleader aveva tutti i capelli scombinati e stringeva i pugni lungo i fianchi, la ragazza dai capelli rossi invece teneva le braccia conserte sotto il seno e la guardava con aria di sfida.
-Perché stanno litigando?- chiesi ad un ragazzo accanto a me.
-La rossa le ha dato della troia. A quanto ho capito, Cassandra, si è fatta il ragazzo della rossa ad una festa.- mi spiegò facendo spallucce.
-Allora possiamo aspettare che la scanni.- dissi mettendo le mani in tasca.
-Ma sei impazzita, Scarlett?! Muoviamo il culo e vediamo di concludere questa storia.- mi rimproverò Nick guardandomi in cagnesco.
Alzai gli occhi al cielo e lo seguì verso le due ragazze.
Ci notarono solo quando ci fummo fermati tra una e l’altra, impedendogli di vedersi.
-Calme ragazze, non è il caso di passare alle mani. Che cosa è successo?-
-Questa troia si è fatta il mio ragazzo e mio fratello a distanza di pochi giorni. Cassandra, ho anche un criceto, vuoi farti anche lui per caso?- ringhiò la rossa prendendo la parola prima che Cassandra aprisse bocca.
-Stronzetta, non ti azzardare mai più!- la aggredì Cassandra partendo all’attacco con i pugni pronti.
-Nononono, ferma!- dissi correndo verso la rossa per fermare la corsa della cheerleader e mettermi tra lei e la ragazza sconosciuta; Nick corse in mio aiuto e bloccò Cassandra per le braccia mentre lei continuava a scalciare e a snocciolare insulti uno dietro l’altro.
-Lasciami, idiota!- urlò mentre tirava un calcio alle parti basse di Nick che la lasciò immediatamente.
-Ahi!- rantolò cadendo per terra con le mani sul pacco.
Cassandra non gli fece tanto caso e riprese a correre verso di noi.
Mi posizionai davanti alla rossa e provai a fermare Cassandra.
-Cassandra, se lo fai potresti anche venire sospesa perché siamo a scuola, non potreste risolvere tutto senza passare alle mani? Ferma, ferma, ferma!-
E mi arrivò un pugno sulla mascella.
-Che cazz…- grugnii mentre portavo le mani al viso e le ritraevo macchiate di sangue.
Cassandra si lanciò sulla rossa dietro di me e caddero entrambe per terra tra stramazzi e insulti.
Lasciai stare il mio labbro sanguinante e provai a fermare Cassandra mentre Nick si alzava a fatica.
-Cassandra?- la chiamai aspettando che si girasse verso di me.
-Mi dispiace.- le dissi solo appena mi ebbe notata e poi le tirai un pugno che la fece scendere dalla pancia della rossa.
-Cosa sta succedendo qui!?- tuonò una voce che mi fece rabbrividire. No, lei no, vi prego.
-Buongiorno, preside.- la salutai mettendomi sull’attenti e lanciando un’occhiata fugace a Cassandra che, in tutta sincerità, stava portando il suo dolore sulla tragedia teatrale. Pff.
-Cosa sta succedendo qui?-continuò mentre la rossa si alzava e Nick  veniva verso di noi.
-C’è stata una rissa tra le due ragazze e noi siamo intervenuti.- mi difese il rappresentante che stava ancora leggermente piegato.
-Unendovi alla rissa?! Che razza di comportamento è?-
-E’ stato un’atto di auto difesa dopo che Cassandra mi ha tirato un pugno al mento. Comunque Nick non ha fatto niente.- dissi lanciando un’occhiataccia al ragazzo accanto a me mormorandogli un “grazie ma stai zitto”.
-Voglio lei e la signorina Cassandra Gordon in presidenza. Ora. E quanto a lei-disse rivolgendosi alla rossa - mi occuperò personalmente di contattare i suoi genitori e la sua scuola, così prenderanno provvedimenti anche per lei.- e poi se ne andò a passo di marcia.
-Lo spettacolo è finito!- tuonò alla folla che stava ancora attorno a noi.
Tutti si dileguarono in fretta mormorando e molti continuarono il loro giro alla manifestazione.

 

Era impazzita! Come aveva potuto pensare ad una cosa del genere? Solo i pazzi e i malati di mente potevano partorire un’idea del genere!
-La signorina Wilson si occuperà di pulire gli spogliatoi dopo gli allenamenti della squadra della scuola…- mi aveva detto il giorno prima, quando ci eravamo ritrovate nel suo ufficio, e poi aveva dato le direttive a Cassandra sulla sua punizione ma io mie ero persa nella sua frase.
No, era impazzita. I compiti scolastici, gli impegni come vice rappresentante  e adesso anche le pulizie?!
-Vaffanculo- borbottai aprendo il mio armadietto e riversandoci il mio zaino e i miei libri.
-Mi dispiace per la punizione, se potessi rimarrei con te ma oggi ho una riunione di famiglia e mio padre mi uccide se non ci vengo- mormorò Arianna accanto a me mentre scavava nel suo armadietto.
-Non ti preoccupare, rischierò solo che Mike mi stupri ogni santo giorno e rischierò un bacio di Nathan ogni santo giorno. Che imbarazzo.- gemetti afflosciandomi ancora di più.
-Non mi hai ancora raccontato se è stato bello o no. E’ bravo a baciare? Ha le labbra morbide?-
-Non mi sei d’aiuto, Arianna. Comunque è bravo.-risposi maledicendo il sorrisino che mi spuntò sulle labbra.
Che cazzo ti ridi? E’ stato uno stronzo, l’unica cosa che si meriterebbe sarebbe uno sputo in un occhio e un calcio nel culo e tu ridi?
Stupida, stupida, stupida.
-Uuuuh hai ammesso che è bravo. Ti senti male per caso?-
Mi sporsi dall’armadietto per guardarla male e feci schioccare la lingua sul palato.
-Finiscila, sono solo depressa.-
-Cosa ci potrà essere di così deprimente che vedere bei fisici scolpiti tutti i pomeriggi?-mi chiese chiudendo l’armadietto e sistemandosi i libri sotto al petto.
-Vedere Mike e Nathan tutti i pomeriggi e dover sistemare il casino che combineranno con gli altri ragazzi.-
-Non resterete mai soli: tu te ne starai sulle scalinate finchè gli allenamenti non finiscono, loro escono e tornano a casa, tu scendi tranquilla, tranquilla, con la tua calma, e sistemi, poi esci e te ne torni tranquillamente e casa. Siete rimasti soli? No. Problema risolto, dimmi che sono un genio.-
Chiusi il mio armadietto sbattendolo malamente. -No, Arianna, tu non capisci. Sono stanca, prima l’arrivo di Nathan e il fatto che ha scombussolato tutto, poi i gemelli che ne stanno combinando una più del diavolo, ora la punizione e il segreto di Nick. Voglio tornare alla mia tranquillissima vita di sempre, capito?-
-Il segreto di Nick? Lascia stare, sai che c’è? C’è che sei una codarda fino all’osso se mi fai queste discussioni, Scarlett. Cosa c’è di meglio se non una vita piena di sorprese e guai? La preferiresti di un colore solo o una piena di schizzi diversi? Sei fortunata, Scarlett, perché ti stai cacciando nei guai ogni giorno che passa, perché hai baciato Nathan, perché ti hanno dato una punizione e perché i gemelli ti hanno commissionato un lavoretto per loro che poteva metterti seriamente nella merda. Scarlett, stai vivendo. Questo è vivere, provare cose nuove e non avere tempo neanche di respirare perché la vita ha sempre in serbo cose nuove ed esperienze sempre diverse, quindi smettila di lamentarti e goditela!-
Feci per dire qualcosa ma mi accorsi che non sapevo che scuse usare o cosa ribattere. Perché forse aveva ragione ed io ero solo una stupida a non essermene ancora accorta.
Suonò la campanella e molti studenti iniziarono a dirigersi verso le proprie aule.
-Vado a matematica adesso, ciao.- mormorò prima di dirigersi verso le scale e scenderle velocemente.
Appoggiai la testa sull’armadietto stringendo il libro di biologia fino a farmi male.
Che sei idiota, Scarlett.
-Scarlett?- mi chiamò una voce alla mia destra.
Mi voltai pigramente mettendo a fuoco la figura alta di Nick.
-Problema dell’ultimo minuto, vieni con me.- disse soltanto e poi mi fece segno di seguirlo verso la presidenza.
-Cosa c’è adesso?- gemetti tra me e me affrettando il passo per raggiungerlo.
Salimmo le solite due rampe di scale e svoltammo le solite sette volte finché non trovammo la solita scritta “presidenza” sulla porta in mogano che si aprì sotto la spinta di Nick.
-Ti ricordi la ragazza dai capelli rossi?- mi chiese mentre mi apriva la porta per farmi entrare.
l’ufficio della preside non era del tutto vuoto perché oltre a noi e, ovviamente, la preside c’era anche la sopracitata rossa che sorrideva allegramente seduta su una delle poltroncine davanti alla cattedra della preside.
-Ma cosa…-borbottai aggrottando le sopracciglia.

-Signorina Wilson, dia il benvenuto alla signorina Bonnie Light, da oggi frequenterà la nostra scuola, spero che lei sappia accoglierla al meglio, i suoi genitori sono dei famosi imprenditori e la sua ricca famiglia ha donato molti soldi alla scuola, quindi pretendo che venga trattata con rispetto.-
Perché non sintetizzava con due paroline sole tipo :“è raccomandata”?
Guardai Nick strabuzzando gli occhi ma lui continuò a sorridere ed ad annuire sotto gli sguardi della preside e di Bonnie.
Mi arresi alle parole che mi rimbombavano nella testa: le parole di Arianna, e sorrisi accogliendo la nuova sfida a malincuore.
-Certamente preside. Benvenuta Bonnie.-
“E benvenuti nuovi guai” aggiunsi senza abbandonare la mia aspressione falsa dal viso.
-Accompagnate la signorina Light al suo armadietto e poi portatela alla sua prossima lezione.- continuò la preside firmando dei fogli che c’erano sulla sua cattedra.
-E, questi, sono le vostre giustificazioni per il ritardo. Adesso andate.-
Aspettammo che bonnie si fu alzata e raggiungemmo la porta in silenzio, poi lei si voltò e si esibì in un perfetto inchino con il busto che, a me e a Nick, fece saltare le sopracciglia fino alle radici dei capelli.
Come poteva una tizia che il giorno prima era tutta “sono una cattiva ragazza e ti spacco il culo se mi rompi le palle” piena di borchie e teschi trasformarsi un un’elegante donna con una sobria camicia bianca e dei lunghi pantaloni a zampa di elefante che traspirava tutta la sua purezza da ragazza casa- chiesa.
Rimasimo imbambolati finchè lei non si fu voltata ed uscì dalla stanza, poi la seguimmo e iniziammo a fare strada.
Camminammo per un po’ in silenzio finché lei non si fermò di colpo dietro di noi e si voltò verso il bagno.
-Aspettatemi qui un secondo, vado a cambiarmi.- disse soltanto e poi sparì dietro la porta blu del WC.
Guardai Nick che aveva la mia stessa espressione confusa e mi limitai a fare spallucce.
Cambiarsi?
Si era portata il cambio?
Aspettammo per qualche minuto chiedendoci perché si volesse cambiare dopo di ché la porta si aprì e spuntò lei.
-Scusatemi, ma quella camicia mi pizzicava e quei pantaloni erano tremendamente vomitevoli. Chi se li metterebbe ancora? A parte mia madre, ovviamente.-
Strabuzzai gli occhi quando alla sua camicietta castigata si sostituì una maglietta a maniche corte piena di borchie e con una notevole scollatura e ad i suoi pantaloni si presentarono degli shorts in jeans con dei pantacollant strappati.
-Lasciate stare tutte le raccomandazioni della preside sui miei genitori e bla ba bla. Dopo ieri mi hanno cacciata dalla mia precedente scuola e i miei hanno deciso di iscrivermi qui con un’incentivo alla scuola di qualche soldo. Quindi passiamo alle cose divertenti: ci sono ragazzi carini in questa scuola?-
Rimasi un attimo zitta perché il mio cervello arretrato stava ancora metabolizzando il fatto che la suora di cinque secondi prima era svanita nel nulla.
-Si, ce ne sono…- mormorai dopo che mi fui ripresa.
Lei estrasse il suo foglio dell’armadietto e lo fissò per alcuni istanti.
-Potete anche andare in classe, io mi farò assistere da qualche bel pezzo di carne disposto ad aiutarmi.-
-Chi è questa ragazza così bella?- chiese una voce sensuale dietro di me.
Mi voltai e trovai (ovviamente) Nathan con gli occhi fissi sul corpo snello e piacente di Bonnie.
-Mi chiamo Bonnie, tu sei…- si presentò la rossa facendo qualche passo avanti.
-Chiamami Nate, dolcezza.-

Ma se ti castrassi, coglione?
Lascia perdere, Scarlett, lascia perdere. A te non importa un fico secco di chi frequenta Nate.
-Che ne dici se ti accompagnassi io al tuo armadietto? Magari renderei tutto più interessante io che questi due.- continuò lui facendole il baciamano per poi guardarci con aria divertita.
Ti tiro un pugno sul naso e te lo faccio uscire dall’altra parte se non la smetti.
-Bonnie, un’ultima cosa.- dissi pregustando già la mia vittoria.
-Ricordi Cassandra? Ecco, lei si è fatta anche il galantuomo che hai davanti.-
Lei spalancò gli occhi e poi lo guardò schifata.
-Sta lontano da me, che schifo, quella troia ti ha toccato, cercherò qualcun’altro disposto ad aiutarmi.-
Non trattenni un sorrisino soddisfatto e mi beccai un’occhiataccia da parte di Nate.
-Ops.- dissi io in risposta a tutti gli insulti che mi stava mandando e poi feci spallucce esibendo la mia espressione più innocente possibile.
-Tu non sei brutto, per esempio. Non è che potresti aiutarmi?- Continuò lei rivolta a Nick.
Lo vidi spalancare gli occhi e poi mi guardò implorante.
-Ma io…- provò a dire prima che Bonnie lo trascinasse via di forza.
Aspetta.
Incrociai gli occhi divertiti di Nathan e mi accorsi che eravamo rimasti soli.



 

Angolo Autrice

Buona domenica a tutti!
Mi scuso a tutti per il ritardo di una settimana ma i miei mi hanno messa in punizione e mi hanno confiscato il pc, comunque ho letto le vostre recensioni e vedrò di rispondere a tutte il più presto possibile.
E parlando di recensioni sono contentissima delle 7 ricevute nello scorso capitolo! Vi giuro che mi stava venendo un'attacco, oddio.
Quindi vi ringrazio tutti:

Ninriel
Laurita135
OneDirection21
roxane123
Cia98
ile223
niky2910
Grazie mille perché mi avete sorpresa, ho detto "Cavolo, 7 recensioni, sto sognando!" vi giuro che vi amo :*
Cooomunque ringrazio anche tutti quelli che l'hanno solo letta e quelli che hanno messo la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite; amo anche voi hahahahah.
Ora vi saluto e vi metto la foto di Bonnie





Vi metto anche il link dell OS tra Arianna e Greg----> Solo per questa notte, Arianna.
BACIII
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***




Avete presente quella sensazione di panico quando non sapete cosa fare e come comportarvi? Io ho sempre provato a scacciarla in ogni occasione perché non deve esistere un attimo in cui io entri nel panico. Non me lo posso permettere.
Ero rimasta sola con Nathan, e la sensazione era arrivata come un velo a coprirmi.
Scappa Scarlett, scappa!
Riscivo a pensare solo quello. Ma che codarda che sei, idiota.
No, non potevo scappare, avrei affrontato la situazione a testa alta.
Ma in amore vince chi fugge.
Ma qui non stiamo parlando di amore. Fortunatamente.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua principessa?-attaccò a parlare lui sfoderando un ghignio divertito e mettendo le mani dietro la testa.
Che sexy in questa posizione...
-Veramente stavo pregando che avessero mangiato la tua.-sibillai sorridendo a trentadue denti.
Vai così Scarlett, la migior difesa è l'attacco!
Ma perché pensavo come un militare in guerra?
Perché ogni vostro scontro è una guerra...
Alzò un sopracciglio e poi rise divertito.
-Comunque ho altro da fare adesso, non intendo restare un secondo in più con te. Addio-feci per andarmene ma lui riprese a parlare.
-Ho fatto come il principe azzurro, no? Prima ho salvato la fanciulla in pericolo e poi le ho dato un bacio, eppure lei si è incazzata.-ridacchiò incrociando le braccia al petto.
-Si dia il caso che la fanciulla in questione non aveva bisogno di essere salvata!-
-Certo, preferiva essere stuprata, perché non ci sono arrivato prima?-
-Avevo la situazione sotto controllo!-
-Perché non ti limiti a ringraziarmi invece? Ti ho baciata e mi sono dovuto beccare anche la tua ramanzina sul primo bacio e cose così.-sbuffò.
-Non era una ramanzina e poi nessuno aveva chiesto il tuo bacio. Dallo a qualche ochetta un bacio!-ringhiai stringendo i pugni.
-Me lo sono preso perché era il minimo, e poi diciamocelo, una ragazza con solo un'asciugamano di sopra non lascia indifferenti.-
-Era un complimento questo?-chiesi alzando un sopracciglio.
-Ho detto che non lascia indifferenti non che è super attizzante- ridacchiò lui facendo spallucce.
-Ma che simpatico. Migliori sempre di più.-
Fece per rispondere come una partita a ping pong ma venne interrotto dalla voce squillante di Cassandra e arrivava trotterellando nel suo vestito da cheerleader e le sue labbra color fuoco.
-Nate, perché stai qui ad annoiarti con lei? Vieni dai.-gli proposelasciando intendere cosa intendeva con quel “Vieni, dai”.
Che troia, troia, troia!
Calma Scarlett, non è roba tua.
-Stavamo amabilmente conversando.-puntualizzai mordendomi la lingua per non aggiungere altro di sconveniente.
Cassandra mi guardò come se fossi un grosso ratto di fognia e roteò gli occhi per poi tornare, sorridente, verso Nate.
-Oggi abbiamo etrambi gli allenamenti, giusto?- chiese a Nate senza rivolgermi neanche attenzione.
-Cass, lo sai benissimo, perché mi fai questa domanda?-
Lei roteò su se stessa e poi gli schioccò un bacio all'angolo della bocca.
-E' un segreto.-
E questo è un pugno.
Cassandra se ne volò via ridacchiante e (orribilmente) allegra com'era arrivata e nel corridoio calò nuovamente il silenzio.
-Ho faccende più importanti di cui accuparmi. Litigare con te mi fa perdere solo minuti e fiato che potrei dedecare ai miei lavori. Addio.-

I corridoi erano completamente vuoti, si sentiva solo in vociare sommesso e ovattato da dentro le aule.
Com'è bello...
Girovagare per la scuola senza nessuno che ti urtasse o che ti pestasse un piede era tremendamente piacevole e rilassante.
E avevo bisogno di rilassarmi, ogni volta che interloquivo con Nate sprecavo un mucchio di energie che potevano servirmi.
Comunque ero alla ricerca di Nick, lo avevo perso di vista qualche minuto prima quando Bonnie se lo era portato via di peso.
Lasciandomi sola con Nate... Oddio, smettila di pensarci!
Avevo già soprassato l'aula di musica, quella di matematica e quella di italiano ma, vicino agli armadietti, non c'era nessun essere umano che assomigliasse al rappresentante di istituto o alla svalvolata Bonnie-doppiapersonalitàstramba.
E, come al solito, tutta la colpa era solo di Nate! Perché doveva per forza rivolgermi la parola? Non aveva anche lui altro da fare o da frasi (questa ci stava...)?
Sbuffai per l'ennesima volta svoltando verso la segreteria ma fui costretta a fare un brusco passo indietro perchè lì c'erano Bonnie e Nick. Soli soletti. E stavano parlando normalmente.
E io che pensavo che Bonnie non se lo sarebbe fatto scappare...
Ma forse Bonnie non era come Cassandra, forse lei amava solo essere diversa dagli altri e far capire che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Magari erano i ragazzi che andavano da lei e lei si era solo adattata con il tempo, chi non lo farebbe?
Tu, non lo faresti, Scarlett.
Mi sporsi nuovamente verso i due dietro l'angolo e vidi Bonnie che parlava gesticolando vistosamente e poi, suppongo, che fece una battuta perché Nick scoppiò a ridere.
Ora esco, ora esco, ora esco. Esco!
-Ehi Nick, le hai fatto trovare il suo armadietto?- Chiesi cercando di assumere un tono tranquillo.
Bonnie picchiò le unghie sul metallo dell'armadietto blu e poi sorrise a Nick.
-Cerco che l'ha fatto. Nick è bravissimo.- rispose lei sorridendo nuovamente a Nick.
Ed è gay, Bonnie....
-Okay, allora possiamo tornare tutti in classe. Nick aiutala tu ormai che ci sei.- Dissi io girando i tacchi e tornando ad avviarmi verso Biologia.

-Questo è un secchio, questo è un mocio e qui dentro c'è dell'acque con il detersivo per i pavimenti, ragazza. Hai bisognio che ti spieghi come si usano?- chiese l'ansiana signora che potevo benissimo presentare come "bidella" illustrandomi tutto come si fa ad un tutorial sui trucchi. Quelli stile ClioMakeup, ecco.
Preferii non puntualizzare sul fatto che sapessi già cos'era un secchio, un mocio o dell'acqua con il sapone e mi limitai a sorridere ed a negare con la testa.
-So già farlo, grazie.-
Lei rimase un attimo zitta poi schioccò la lingua sul palato e mi lasciò iniziare il mio lavoro in pace.
Presi il carrello che trasportava il sacco dell'immondizia, il secchio per il mocio, il mocio e altri detersivi di origine dubbia e lo spinsi fino all'entrata della palestra.
Alcuni ragazzi erano ancora dentro. Erano tre e rimasi con il fiato sospeso sperando che nessuno di loro fosse un certo Nathan.
Uno non lo conoscevo, l'altro non l'avevo mai visto e l'ultimo non pensavo neanche che fosse della nostra scuola. Perfetto, niente biondini rompipalle.
Aspettai che uscissero tutti e poi trainai il carrello fino a dentro la palestra.
Che bel silenzio regnava lì dentro.
Gli spalti vuoti marcavano i fatto che fossi completamente sola in quella grande palestra dal pavimento arancione comerto da un mantello di strisce bianche che si incontravano e si separavano per tessere quella che era il campo da gioco della squadra di basket della scuola.
-Quelli del football si cambieranno qui oggi, quindi lava anche i pavimenti perchè saranno sicuramente sporchi di fango-
Aveva dello la bidella prima di lasciarmi stare.
Abbassai lo sguardo alla ricerca delle macchie lasciate dalle scarpe e afferrai il mocio seguando il percorso dei passi infangati.
Fortunatamente non avrei pulito tutta la palestra ma solo gli spogliatoi e le doccie quindi strizzai il mocio nel secchio e lo posai sul carrello trascinandomi tutto fino alla porta del bagno.
-Ti è piaciuta la mia sorpresa?- disse una voce mielosa. Era di Cassandra.
Che ci fa qui?!
Mi guardai intorno per controllare che fossi sola e poi sbirciai aprendo leggermente la porta dello spogliatoio.
La capo cheerleaders mi dava le spalle ed era mezza nuda in un completo da comiglietta e Nate era tranquilamente seduto che ammirava ogni centimetro del corpo di Cassandra.
Oddio, un film a luci rosse!
La biondina fece una piroetta su se stessa e poi si piegò per dargli un veloce bacio a fior di labbra.
-Perché ti sei conciata così?- chiese lui prendendola per i fianchi.
Mi senne voglia di entrare urlando e prenderli a calci entrambi.
Guardai Cassandra e mi venne un dubbio.
Perchè lo sta facendo se sa che devo venire a pulire io?
Perché è stronza, ecco perchè.
Ritrassi la testa e rimuginai sul da farsi. Non avrei fatto nessuna scenata perché a me non interessa Nate, questo era sicuro.
Battei per qualche altro secondo il piede sul pavimento alla ricerca di una risposta e poi la lampadina nella mia testa si accese: un piano semplice da mettere in atto che mi avrebbe permesso di far capire a Cassandra che con me non poteva competere.
Tesoro, hai fatto un buco nell'acqua.
Tornai indietro lasciando il carrello nascosto dietro il palo del canestro e corsi verso la segreteria.
Bussai alla porta e aspettai il normale "Avanti" di risposta.
-Buongiorno, scusate potrei parlare con la bidella?- chiesi angelicamente alla segretaria sui 55 anni che stava comodamente seduta sulla sua poltrona grigia girevole.
Mi osservò per qualche istante con il suo sguardo indagatorio che la faceva assomigliare molt alla Signora in Giallo e poi compose il numero dell'ufficio accanto.
Non le va di alzarsi, oddio.
-Pronto?..Si, potrebbe venire un secondo? Una studentessa ha bisogno di lei.- disse appena le risposero e poi mise giù chiudendo la chiamata.
-Arriva subito.- e si sforzò di fare un sorriso.
Attesi qualche istante e si aprì la porta di fianco a me mostrando la figura bassa e rugosa della bidella.
-C'è un problema negli spogliatoi, non capisco bene come si faccia a pulire il lavandino perché è molto sporco. Sembra che non sia mai stato lavato. Ma lei è una persona rispettabile quindi so di essere io quella che sbaglia qualcosa. Potrebbe insegnarmi a svolgere un lavoro che io non sono capace di fare?- e poi conclusi la mia scena con una faccia triste e portando lo sguardo al pavimento.
Dai, abbocca, abbocca.
La vidi gonfiarsi d'orgoglio e fece un sorriso.
-Certamente! Non si dice mai no ad una ragazza così desiderosa di imparare!-
Nascosi un sorriso di vittoria ma dentro il mio cervello mi stavo esibendo in un'estrosa danza della pioggia.
Ripercorremmo la strada fino alla palestra e mi premurai di aprirgli la porta continuando la mia messa in scena.
Corsi verso il bagno senza aprire la porta e cercai di sentire a che punto erano arrivati.
Nessun rumore proveniva da lì dentro quindi sperai che non se ne fossero andati.
-Ho provato a rimuovere la macchie perfino con la spusgna metallizzata! COme fa lei a pulire splendidamente?- dissi mentre aprivo la porta di botto.
-Merda...- sentii dire dalla voce di Nate e mi voltai a guardare.
Cassandra era completamente spalmata su Nathan e si tenevano stretti come se una corda li legasse.
-Ops!...- Mormorai facendomi sentire perfettamente dai due e incrociando le braccia al petto.
La capo cheerleaders mi lanciò uno sguardo tagliente e rabbioso e io mi limitai a fare spallucce e a mostrarle il mio sorrisino di vittoria.
Riesco anche io ad essere la stronza di turno, Cassandra.

-Cosa avevate in mente di fare!? Queste cose sono vietate qui a scuola, solo degli idioti trasgredirebbero!- urlò la preside a Cass e Nate.
Quanto me la stavo godendo...
La bidella aveva lanciato un urlo degno di nota poco prima, ordinando ai due di andare immediatamente in presidenza; ovviamente si era dimenicata subito di dovermi "aiutare" ed il mio piano riuscii alla perfezione.
Ma come sei brava, Scarlett. Crudelia De Mon sarebbe fiera di te.
-Cassandra, con te non è la prima volta che accade quindi chiamerò i tuoi genitori immediatamente! Signor Nathan Waylon Devis, mi stupisco di lei! Non me lo sarei mai aspettata da uno come lei. Comunque sono certa che la colpa non è del tutto sua quindi mi limiterò a punirla facendole lavare i bagni della palestra dopo i suoi stessi allenamenti, aiuterà la signorina Wilson.-
COSA?! COSA?! COSA?!
No. Dimenticatevelo.
E così ci rimetti anche tu, che intelligentona che sei...
Osservai la mia sanità mentale scivolare via: stando così a contatto con Nathan sarebbe successo. Sicuro.
Non avremmo concluso niente se non di litigare come due sposini sull'orlo del divorzio.
-Ma non potrebbe dargli qualche altra mansione?-chiesi speranzosa attirando lo sguardo di tutti e tre i presenti nella stanza.
La preside aveva voluto che assistessi come testimone a lei fidata mentre la bidella era stata spedita a continuare il lavoro che io non avevo neanche iniziato a fare.
Chissà se si è accorta della mia bugia...
-Ci sarebbero altri servizi da fare ma preferirei che lei, Wilson, lo tenga sotto controllo il più possibile.-
E c'è bisogno che qualcuno controlli anche me, magari uno psicologo esperto o uno psichiatra....
-Okay, Preside.- mi limitai a rispondere chinando la testa.
-Lei e Devis potete andare, Cassandra invece, rimani qui che chiamo i tuoi genitori.-
Mi voltai  e me ne andai ancora prima che Nathan si alzasse.
Ti ucciderà. E' sicuro come la morte. Morirai di una morte lenta e dolorosa.
Velocizzai il passo per fuggire più lontano possibile ma in pochi secondi Nathan mi raggiunse e mi ritrovai schiacciata tra lui e il muro.
Le sue mani si posavano sul muro ai lati della mia testa e lui si piegò leggermente in avanti per potermi guardare bene negli occhi.
-Lo hai fatto apposta, ammettilo. Il fatto che tu sia gelosa non è un problema mio, quindi non prendertela con me.-
Scacciai a calci il mio momento di terrore e sfoggiai un sorrisetto da stronza incrociando le braccia al petto.
-Ma io non sono gelosa, Nathan. Forse la tua testa malata ha dimenticato che, come vice rappresentante di istituto, sono tenuta a far rispettare le leggi della scuola e voi le stavate infrangendo. Ops, scusa.-
E con questa ho firmato la mia condanna a morte.
-Non raccontare balle a me, Scarlett. Appena sei entrata nello spogliatoio stavi saltando di gioia e ti ho vista come guardavi Cassandra: ci hai goduto e farci beccare. Se quella non fosse stata gelosia saresti entrata sola e saresti andata a dirlo alla preside senza mettere in atto tutto quel teatrino con la bidella.-
-Sai, le tue doti da investigatore sono pari a zero: mi spiace ma non sono gelosa delle puttane che ti porti a letto o che ti baci.-
-Ah si?-chiese alzando un sopracciglio divertito.
E poi, per qualche arcana ragione, le sue labbra si unirono alle mie per la seconda volta e la scossa elettrica tornò a percorrermi la schiena.
Che stai facendo Scarlett!! Respingi, respingi, respingi!!!
Peccato che il mio corpo non rispose agli impulsi della mia testa e rimase tra le mani di Nathan che mi teneva vicina a lui.
Sennò saresti caduta da quanto ti tremavano le ginocchia.
Con una mano mi teneva dalla schiena e con laltra sorreggeva il mio mento.
Perché vi state baciando?! Scarlett fa qualcosa!
E ci riuscì: mi staccai dalle sue labbra rabbiosa con me stessa e con lui.
Merda, ero cascata di nuovo nella sua piacevole trappole. Che idiota, che cretina, che stupida.
Che rabbia!!!
Lo fulminai con lo sguardo ma non riuscì a rispondere perché lui mi bloccò ancora prima.
-Anche tu sei una delle puttane, perché ho baciato anche te e tu non hai fatto niente per impedirmelo.-
Sorrise e si avvicinò al mio orecchio.
-Ed è la seconda volta che accade. Attenta Scarlett.-

Angolo autrice.
E' nato!!! Muhahahahah ho partorito un capitolo degno di nota!!!!
Molti di voi si chiederanno: perché BlueBerries98 non aggiorna più? E' morta? Ha lasciato la storia?
E invece sono viva, vegeta e ho appena aggiornato con un capitolo che trovo molto wow.
Comunque  è da un mese che non aggiorno, lo so, scusatemi tanto. Infatti questa volta è  tutta colpa mia ma mi ero bloccata nella prima parte e ho scritto l'inizio ben 4 volte T.T
Comunque devo ringraziare
Ninriel perché, grazie a lei, mi sono detta "Dai, ce la puoi fare!" E quindi mi sono messa con tutto il mio impegno e ho scritto.
Ed è uscito questo mostro qua :D!!!
Ora ringrazio
violaserena, laliter_in_love, ile223, niky2910,
OneDirection21 e, ovviamente, Ninriel.
Un abbraccio a tutti, ciaooo.
Buon Natale e felice anno nuovo!
Ps: Scusatemi per gli errori ma non ho riletto appena ho concluso T.T

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***



-...Prima di andarmene gli ho mollato uno schiaffo sulla guancia.-
Presi fiato dopo il mio lungo racconto sull'incontro/scontro con Nathan e mi battei una mano sulla fronte.
-Sono una cretina, come ho fatto a non reagire prima?! Potevo tirargli un pugno sul naso prima che mi baciasse.-
-Forse perché sapevi che ti sarebbe piaciuto...-disse Arianna sorridendomi.
-Ho ancora un pugno messo da parte, lo vuoi tu? Comunque ero troppo shockata per dire qualcosa.-
Lei scoppiò in una fragorosa risata portando indietro la testa.
-Tu shockata? Sto parlando con quella ragazza che ha sputato in un'occhio al ragazzo carino delle medie dopo che lui c' aveva spudoratamente provato con te? Sei messa male amica mia.-
-Ancora non capisco perché sono qui a parlare con voi....-mormorò una voce maschile.
Ci girammo verso il ragazzo che attendeva risposte con le braccia incrociate.
-Ormai fai parte del nostro club di pettegole, Nick.- ridacchiai io dondolando le gambe giù dallo sgabbello.
Le sue sopracciglia si incurvarono in un'espressione confusa.
-E perché?!-
-Sei il nostro amichetto del cuore adesso, con te possiamo parlare di ragazzi adesso.- rispose Arianna facendo spallucce.
-E poi tu ne sai qualcosina in più sui ragazzi; noi andiamo ad intuito ma siete abbastanza contorti da capire.-continuai io facendo un giro di 360 gradi sullo sgabbello.
-Anche voi siete abbastanza strane comunque: cambiate umore come si cambiano le mutande.-
-Molti ragazzi non le cambiano mai le mutande...-borbottò Arianna ma feci finta di non aver udito quel suo commento.
-Comunque io sono nella merda perché Nathan si è comportato in modo strano ultimamente, di solito ci limitiamo a qualche litigata e doppi sensi ma ieri è stato strano.-continuai io con i miei complessi mentali.
-Secondo me ha problemi in famiglia- ipotizzò Nick ancora con le braccia conserte e la gamba a cavallo.
“Eppure non ho mai pensato alla famiglia di Nate, chissà com'è...”
-Tipo?-chiese Ari lisciandosi una ciocca attorno al dito.
-Cose come litigi padre-figlio o madre-figlio ecco.-
-Ma se io litigo con mia madre non mi comporto così strana, al massimo tratto male una o due persone ma poi passa.-
Annuii ad Arianna trovandomi daccordo con lei.
-Oppure non scopa da un po' e i suoi ormoni si sono scatenati appena il suo radar ha captato un'essere di sesso femminile.- borbottò Arianna.
-Naaah, non penso proprio. Aveva appena amoreggiato con Cass negli spogliatoi.-
-Altra ipotesi?-chiesi speranzosa di trovare qualcosa di più interessante.
-Ti trova tremendamente carina e ha capito che sarai l'amore della sua vita se ti avrà al più presto.-ridacchiò Nick gongolando.
-No.-risposi secca con Arianna.
-Potresti scoprire qualcosa da qualcuno che si occupa del giornalino scolastico, di solito sono i più informati su tutto.-disse la mia amica trovando l'appoggio della new entry del club che annuiva.
“Quanto sei caduta in basso, Scarlett.”
-Quanto sono caduta in basso...-mi lasciai sfuggire con uno sbuffo.
-Quanto sono caduto in basso io, vorrai dire. Sono qui a spettegolare come una vecchia su cose che neanche mi interessano. I compiti mi aspettano, ci vediamo domani vecchie befane.-si lamentò Nick prendendo il suo zaino e uscendo da casa di Arianna.
I piani, inizialmente, erano che saremmo andato a casa mia ma poi quella testa bacata di mio fratello aveva invitato l'oggetto(persona) dei nostri pettegolezzi e Arianna si era offerta volontaria per prestarci casa sua.
"Quanto l'adoro in questi momenti"
-Quindi che farai?- chiese Ari incrociando le gambe sul divano.
-Non lo so, mi sembra strano dovermi rivolgere a qualcuno per entrare nella vita privata di Nate, non sono neanche fatti miei in fondo.-
Lasciai la mia riflessione nel silenzio sperando in qualche commento illuminante di Ari ma niente di tutto questo avvenne e suonò il mio cellulare.
Lo estrassi dalla tasca rischiando di farlo cadere per terra e accettai la chiamata di Greg.
-Che vuoi?-
-Non sarebbe ora di tornare a casa? Sai com'è, sono le 7:30, quando hai intenzione di cenare?-rispose Greg dall'altro capo del telefono.
-Preferirei mangiare la pelle del divano che cibarbi di quello che cucini tu.-
-Di certo tu non sei più brava di me, riusciresti a bruciare persino l'acqua.-
-Allora ardina una pizza o io non ci torno a casa.-
-Basta che torni, la mamma ha già chiamato e mi ha chiesto di te, ho accampato una scusa ma se richiama puoi ritenerti morta.-
-Ti ha detto quando torna per caso?-
-Tra tre giorni sarà qui. Ora muovi il culo e torna a casa.-disse infine chiudendo la chiamata.
Sbuffai mettendo tutto nello zaino e presi la mia giacca dall'attaccapanni in legno accanto alla porta principale.
-Io vado, Ari. Mio fratello mi rivuole alla base entro subito.-
-Oh, ehm... come sta tuo fratello?-
-In piedi ma qualche volta gli spezzerò una gamba, è insopportabile.-
-Sai cosa intendevo dire, Scar. Il fatto è che non ci siamo più parlati da quella volta.-
-Mi sembra normale: il solito cretino senza un neurone, se ingoiasse una formica avrebbe più cervello in pancia che in testa.-
Si mise a ridere aprendo la porta.
-Ci vediamo domani a scuola.-
Uscii da casa sua e la salutai con la mano sperando che Nate se ne fosse già andato da casa mia.

-La tua risposta definitiva?- chiese Ari saltandomi addosso la mattina dopo.
-Ci vado, ci vado.- risposi per calmarla da tutta quella euforia.
-Quando?-
-Penso adesso. non vorrei che non li trovassi più dopo.-
-Allora ci vediamo alla prossima ora, vicerappresentante.-disse lei concludendo la nostra breve chiacchierata e avviandosi verso la sua classe.
"Perfetto Scarlett, ce la puoi fare"
Chiusi il mio armadietto facendolo sbattere e scesi al piano di sotto dove c'era l'aula del giornalino.
Non c'ero mai entrata per chiedere qualcosa che riguardasse me, di solito andavo lì per protestare contro qualche articolo che non andava bene per la scuola o per qualche pettegolezzo che doveva essere smentito subito.
-Buongiorno.-dissi entrando.
C'erano in tutto tre persone dentro quell'aula: due ragazze e un ragazzo.
La ragazza bionda che si occupava di scrivere gli articoli era seduta ad una scrivania con la poltrona girevole e ticchettava le dita sulla tastiera provocando quel rumorino tipico, la ragazza con i capelli neri che si occupava degli scoop strava quardando fuori dalla finestra in un attimo di contemplazione e il tizio delle foto puntava gli occhi concentrati sul display della sua Canon.
-Di solito si riponde ad un saluto con un'altro saluto.-grugnii acida incrociando le braccia al petto.
-Woooo, che ci fà una ragazza come te qui questa volta?-
Ecco, come far capire che non era una cosa che mi interessava poi molto? Si sarebbero sicuramente fatti idee strane come una mia ipotetica cotta per Nate. E se l'avessero detto a qualcuno che poi l'avrebbe detto a Nathan? No, non mi conveniva girarci troppo intorno o sarei apparsa come impacciata e goffa, allora si che avrebbero pensato della cotta. E se fossi andata direttamente al sodo? No, ma forse avrebbero pensato che fossi smaniosa di saperlo. Vebè, buttiamoci.
-Voglio sapere della famiglia di Nathan-
Il ragazzo con la Canon alzò lo sguardo e fece un sorriso beffardo alzando le sopracciglia.
-Perché ti interessa?-
-Sono venuta qui per fare domande non per riceverle. Comunque non interessa a me ma ad una ragazza del primo anno. Allora?-
Il ragazzo rimase un po' interdetto ma non aprì più bocca.
"Grazie a Dio"
-Qui mi risulta che suo padre sia un'uomo d'affari e sua madre una casalinga, è figlio unico e non ha animali.-Disse la ragazza bionda seduta davanti al computer.
-I suoi non ci sono mai a casa perché il padre è sempre fuori per il lavoro e la madre lo segue.-
-L'ultimo viaggio del padre si concluderà tra una settimana.-concluse guardandomi da dietro gli occhiali tondi.
-L'ultima cosa come fai a saperla?- chiesi incredula.
-Abbiamo fonti sicure a scuola.-arrangiò lei riprendendo a ticchiettare sulla tastiera.
-A quanto pare non ha un buon rapporto con il padre.-aggiunse poi.
"Ah-Ah! Trovato l'intoppo! Lo sapevo che qualcosa non andava!!!"
Tentai di non far trapelare la mia soddisfazione e gettai a tutti i presenti un'occhiata assente e gelida come per far capire tutta la mia noia per essere stata qui.
-Basta così, il resto se lo farà dire lei se le interesserà. Arrivederci.- conclusi io salutando e uscendo dalla classe.
Feci un pezzo di corridoio camminando, appena decisi che ero abbastanza lontana dal loro udito mi misi a correre verso la mia lezione di trigonometria.

-Quindi alla fine aveva ragione Nick.- disse Ari masticando un panino lattuga e prosciutto.
Guardai il mio tramezzino accorgendomi che la mia pancia si era attorcigliata e, adesso, rifiutava qualunque forma di cibo.
"Perché mi sento in colpa?"
Guardai la mensa intorno a noi alla ricerca di Nate e lo trovai al solito tavolo con le cheerleaders a chiacchierare e ridere allegramente.
Eppure, a guardarlo, nessuno avrebbe detto che suo padre non aveva buoni rapporti con lui, neanche io c'avevo mai pensato per il semplice fatto che non mi interessava più di tanto.
-Scaar, ci sei? Perché mi fai parlare da sola mentre tu ammiri Nate? Dimmelo prima, così io mi sto zitta e ci guardiamo il panorama insieme.-
Sbattei le ciglia per svegliarmi dai miei pensieri da persona profonda e sentimentalista e la guardai sorridendo.
-Stavo solo pensando e mi sono caduti gli occhi su di lui, non lo stavo guardando per ammirarlo.-
Incartai il mio panino mentre Ari borbottava qualcosa fra se e se che assomigliava molto ad un "-Certo, come no.-" ma le lanciai solo uno sguardo tagliente prima di accomodarmi meglio sulla sedia aspettando che lei finisse di mangiare.
Alzò lo sguardo per dire qualcosa ma si bloccò per un attimo con lo sguardo dietro le mie spalle.
-Uhhh, le cose si fanno interessanti: rossa e bionda a ore sei.-
Mi voltai seguendo il suo sguardo e posai la mia attenzione su Cass e Bonnie che stavano parlando animatamente con i vassoi in mano.
-Merdaccia, di nuovo.- grugnii fra i denti e mi posizionai pronta ad alzarmi se le cose fossero degenerate.
-Se fossi in te me ne andrei subito da questa scuola, carotina.-
-Invece penso che resterò per un bel po' qui, sai, la gente qui è molto simpatica.-
-Sappi che passerai un'anno infernale, carotina.-
-Sai, non hai molta fantasia con i nomignoli, che fai, ti ispiri a le cose che ti infili nel di dietro?-
La sala si illuminò di una fragorosa risata ma io mi limitai solo a spalancare gli occhi sbalordita ed ad alzarmi; guardai Arianna che aveva spalancato la bocca in un'enorme "O" con il panino a mezz'aria e le feci cenno di aspettare.
-Ragazze, uscite da qui per parlare.-dissi loro mettendomi in mezzo poco prima che Cass potesse aprire bocca indignata dalle ultime parole di Bonnie.
Infatti i suoi occhi lanciavano lampi, fulmini e saette e mi dispiacque un po' per lei.
-Brutta bastarda!- urlò mentre io mi mettevo definitivamente in mezzo a loro due.
Vidi la mano di Cassandra prendere il suo bicchiere di succo alla pesca e lanciarlo in faccia a Bonnie ma quest'ultima si scansò un'attimo prima che la bevanda la colpisse.

Qualcuno mi uccida. Adesso.
Perché non posso starmi calma per cinque secondo di fila invece di impicciarmi nei fatti altrui?
Che si scannino pure quelle due, ma non nella mia scuola o il mio spirito idiota potrebbe farmi perdere la responsabilità delle mie azioni.
Mi picchierei da sola se non fosse che la bidella (che già mi stava guardando inorridita) miprenderebbe per pazza.
-Posso avere le chiavi della palestra?- chiesi cercando di mantenere la calma.
"Smettila di guardarmi così, cogliona!"
-Perché?-
-Ho bisogno degli spogliatoi.-
-Hai un'autorizzazione?-
Qualcuno mi tenga o la scuoierò e appenderò le pelli all'entrata della scuola.
-Con tutto il rispetto, ma secondo lei, conciata in questo stato, ho voglia di scrivere sui muri e rivoltare i cestini?- grignii stringendo i pugni mentre una goccia di succo mi colava sul naso.
-Okay, eccole.- rispose lei dopo pochi secondi, abbastanza da dare il tempo alla gocciolina avventuriera di scorrere fino al mio mento e schiantarsi in un'atto suicida sul pavimento.
Mi porse le chiavi calcolando ogni mossa così che la sua pelle non toccasse la mia fradicia e poi ritrasse la mano temendo che potessi infettarla con qualche strana malattia, credo.
-Ehm, ho anche bisogno di un'asciuga mano.- dissi poi ricordandomi all'ultimo minuto che dovevo pur asciugarmi con qualcosa una volta uscita dalla doccia.
Fece per aprire bocca ma un'altra gocciolina alla pesca cadde sul pavimento e lei la richiuse subito e si voltò verso un armadio gigante dietro di lei.
-Usa questo.-
Afferrai il telo cercando di sporcarlo il meno possibile, uscii dalla segreteria e andai fino alla palestra seguita dal rumorino sgocciolante che lasciavo dietro di me (oltre alla puzza di succo di frutta, ovvio.)
Arrivata alla porta d'ingresso infilai la chiave e girai due volte verso destra, poi la scinsi con un fianco o mi sarebbe toccato polire anche la maniglia quel pomeriggio.
Mi trascinai verso gli spogliatoi (che aprii con un'abile colpo di fianchi stile pubblicità della "Patasnella") e appoggiai le chiavi su una delle panchine.
Sfilai velocemente tutti i miei vestiti e corsi sotto la prima doccia sentendo il liquido appiccicosoche scorreva via.
"Sia benedetto il signore!" fu l'unica cosa che pensai quando riemersi dal getto caldo che proveniva dall'alto e aprii gli occhi scorgendo il tubetto dello shampoo da uomo e del sapone per il corpo che qualcuno aveva dimenticato lì.
Mi insaponai in fretta e mi sciacquai sentendo gli angeli che cantavano attorno a me mentre le porte del paradiso si aprivano e il tanfo di succo alla pesca scivolava via sostituito dal profumo dello shampoo e del bagnoschiuma.
Chiusi il rubinetto della doccia e mi arrotolai nell'asciugamano bianco canticchiando.
-Se volevi che la preside mi facesse venire qui il pomeriggio per godermi questo tuo spettacolo potevi dirlo prima e mi invitavi direttamente a casa tua.-
Rimasi impietrita mentre strizzavo i capelli dietro la doccia e gli davo le spalle.
"Merdaccia, merdaccia, merdaccia!"
Mi voltai sentendo la pelle d'oca nel collo e poi nelle spalle e giù per le braccia come una scossa elettrica.
Lo trovai appoggiato al muro con un sorrisino malizioso sul viso e le braccia incrociate.
Arrossii immediatamente e urlai lanciandogli una scarpa.
-Esci, vecchio maniaco!-


Angolo Autrice:

BUON 2014!!! YEEEEE!!
Okay, vi sarete chiesti: Come mai quella lurida babbana di BlueBerries (alias Roby) non sta pubblicando? (Ve lo siete chiesti, vero *-*?)
se lo è chiesto anche  Laurita135 ed è anche grazie a lei se oggi aggiorno :D
Comunque è ricominciata la scuola e così io ricomincio il mio ciclo di aggiornamento di un capitolo ogni fine settimana quindi don't worry perché i capitoli torneranno normalmente.
Per queso capitolo dovete per forza dirmi cosa ne pensate perché temo sia uno tra i più pessimi (penso che la grammatica mi ucciderebbe se sapesse cosa ho appena scritto ma voi lasciatemi passare il termine o poi mi impallo) ma è anche un capitolo leggermente di passaggio perché si scopre solo del padre di Nate ed esce fuori anche il perché del suo comportamento nel'ultimo capitolo.
Comunque oggi mi va di innaugurare l'anno nuovo ringaziando tutti quelli che hanno la mia storia tra le preferite:
1 - 3Giulystella007
2 - bettoni
3 - B_hiseyes
4 - cerasa
5 - ClarissaMontecchi
6 - CrazySure
7 - CrewGD
8 - Deeeeeeeeo
9 - fredster
10 - Giadina Salvatore
11 - Giorgetta98
12 - gnagna4ever
13 - Gnam_Gnam
14 - laliter_in_love
15 - Latoya
16 - Laurita135
17 - lenght
18 - MyLandOfDreams
19 - Ninriel
20 - Rossawrite_
21 - Sarika
22 - sugar2000
23 - _ Jane _ Moon _
24 - _AlwaysSmile_99  

Quelli che hanno la mia storia tra le seguite:
  1 - Ali_13
2 - alohadrew
3 - AuroraDEzio
4 - Be_Someone
5 - bibiceleste
6 - casiswife
7 - ChicaTheLiar
8 - chinasuarez
9 - Cia98
10 - CrewGD
11 - crudelia92
12 - Eleanorl
13 - ElenaxD
14 - eli888
15 - Elize
16 - Eli_17
17 - Erica_Writer
18 - Esse13
19 - Evadora
20 - fatimu93
21 - francesca01
22 - gabrilisa
23 - Giuli_Styles
24 - hakuna matata 15
25 - hellish
26 - hollystar
27 - Il Giugno
28 - ile223
29 - irmasidia
30 - Isabella Maria Da Silva
31 - Jay1
32 - Killigrew
33 - LadySerpeNera
34 - Lamiar
35 - lauraanzini
36 - Lavinioskij
37 - Littlemisstneb
38 - livefearless
39 - ljamspooh
40 - Lolly Op
41 - Luciiias
42 - Lucy_Weasley
43 - manu98
44 - Marii95
45 - marziala
46 - milly97
47 - Minelli
48 - minteyer
49 - Mirymass
50 - myllyje
51 - Nana Punk
52 - nickka
53 - niky2910
54 - Ninriel
55 - Ninya_3_
56 - OneDirection21
57 - pepapig
58 - polie
59 - princy_94
60 - Rihanna_Love
61 - rosaa93
62 - roxane123
63 - sabrinasodano
64 - SanaeEric
65 - She_will_be_loved
66 - soso
67 - StarJenny11
68 - SungRin
69 - Teatime_
70 - thebest89
71 - vallina204
72 - violaserena
73 - vipernovel
74 - Wiss
75 - xWarriorStayStrong
76 - _freesoul
77 - _lalla27_
78 - _NisrineKook 

E quelli che hanno la storia tra le ricordate:

1 - Bess Black
2 - Delfisa
3 - dony01
4 - Ninriel
5 - tay98
6 - this_is_anna

Vi ringrazio tutti di cuore e un buon 2014 a tutti <3 :*
Baci
BlueBerres98

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***



-Esci vecchio maniaco!- urlai lanciandogli una scarpa.
La scansò spostandosi a destra e la scarpa rimbalzò sul muro accanto a lui.
-Ti ho già vista in asciugamano, non ricordi?-ridacchiò tornando al suo posto e rivolgendomi uno sguardo tremendamente malizioso e sexy.
"Che cavolo pensi, Scarlett!!"
Oddio stavo male, avevo appena detto che era sexy; mandate un esorcista, vi prego.
Ricordai quando Mike aveveva tentato di violentarmi e Nate mi aveva salvat... aiutata. Infatti ero in asciugamano e non mi ero fatta così tanti problemi quella volta.
"Forse perché il tuo cervello era troppo intento a pensare a quel verme di Mike?"
Strinsi i pugni e puntai verso di lui mangiando la poca distanza che ci separava con grandi falcate finché non gli fui davanti al viso.
-Non ricordi lo schiaffo dell'ultima volta?- ringhiai digrignando i tenti indecisa se ucciderlo subito o dopo essermi vestita.
Sentii le sue mani calde pocciarsi sui miei fianchi coperti dalla spugna ma il loro calore riuscì a riscaldarmi anche attraveso il tessuto trasmettendomi un brivido che corse giù per la schiena.
Chi ha acceso i riscaldamenti? Oddio, cos'è questa, una sauna?
Mi immobbilizzai con il fiato sospeso mentre il mio cervello e il mio corpo combattevano una guerra che mi stava confondendo: il mio cervello mi diceva di continuare a fargli capire che no, non ci stavo, e il mio corpo... bhe, lui è stupido a volte.
-Mi stai provocando, Scarlett- sussurrò guardandomi negli occhi.
"Aiuto, un'incendio!"
Rimasi zitta cercando di dire qualcosa che non suonasse come le parole di un malato terminale con gravi disfunsioni motorie e appoggiai le mie mani sul suo petto.
"Adesso lo spingo via. Vai Scarlett, fatti valere!"
Spinsi debolmente sentendo il calore delle guance che non si calmava.
"Oddio, Scarlett. Che stai facendo?"
Mi riscossi dai miei pensieri malati e spinsi più forte finchè lui non mi lasciò dolcemente per non farmi cadere con il deretano sul pavimento denso di vapore acqueo.
-Ti do tre secondi per uscire da qui.- lo avvertì indicandogli la porta minacciosamente.
-1..-
-2..-
Feci una breve pausa mentre lui faceva un breve sorrisino e mi dava le spalle per poi uscire lasciandomi boccheggiante e arrabbiata con me stessa.
-Ti aspetto fuori, muoviti.- disse poi da dietro la porta.
Quanto avrei voluto che qualcuno mi stampasse un bello schiaffo così da potermi svegliare.
Feci un bel respiro e mi tolsi in fretta l'asciugamano sentendolo troppo ingombrante dopo il suo tocco.
Tornai alle panchine e presi il mio pantalone per mettermelo, misi le calze e le scarpe e misi il reggiseno, presi la maglietta e la sollevai per metterla.
-Merdaccia- grugnii rigirandola tra le mani metre la chiazza di succo faceva bella mostra e il mio cervello si dava dello stupido.
"Quanto sei intelligente da uno a dieci?"
Strinsi la mascella e pensai a qualche valida alternativa (oltre a quella di chiedere a Nathan, ovvio).
Provai ad aprire qualche armadietto ma molti erano chiusi a chiave e gli altri erano vuoti o pieni di scope e palloni per fare sport.
Mi diressi rassegnata verso la porta e sbirciai fuori trovando Nate seduto accanto alla porta con la testa voltata dall'altro lato.
-Nathan...- lo chiamai ma lui non rispose.
Il suo respiro era lento e regolare e i muscoli rilassati.
Sgusciai completamente fuori dalla porta pregando ogni santo che nessuno entrasse in palestra giusto in quel momento o qualcuno avrebbe pensato male.
Lo guardai in faccia e mi fece subito tenerezza: stava dormendo con la bocca leggermente dischiusa e le lunghe ciglia che gli sfioravano le guance.
Mi accovacciai accanto a lui e decisi di allungare una mano verso la suo maglietta sperando che ne avesse due di sopra.
Poggiai le dita sulla stoffa leggera della T-shirt blu e alzai un lembo osservando sotto.
-Stai tentando di spogliarmi?- ridacchiò lui attirando la mia attenzione.
Piantai i miei occhi nei suoi sentendomi subito in imbarazzo: oddio, che figura di merda!
-Cosa? Io non.. cioè... volevo solo...-
-Volevi violentarmi?- tentò nuovamente lui ghignando.
Scattai in piedi sentendomi nuovamente in imbarazzo e arrabbiata.
-Neanche per sogno!- sbottai incrociando le braccia al petto.
Mi osservò per qualche secondo e poi si alzò fronteggiandomi.
-Perché sei mezza nuda?- chiese aggrottando le sopracciglia.
Le mie guance tornarono in fiamme e abbassai di scatto la testa osservando le interessanti nervature del tessuto delle mie scarpe.
-Ho dimenticato di trovare un'altra maglietta e adesso...bhè, mi chiedevo se tu... ne avessi una da...- cominciai a dire dandomi della stupida per la mia balbuzia improvvisata.
Tenevo ancora lo sguardo basso quando un tessuto leggero scese sul mio collo.
Mi riscossi subito dalla mia frase e osservai la stoffa blu dove io avevo appena infilato la testa.
Era di Nate.
 La misi e poi lo guardai riconoscente incontrando il fisico scolpito di Nate.
-Ehm, grazie. Ma così tu sei rimasto senza.- mormorai cercando di non sbavare e non farmi trovare in quelle condizioni.
Non disse niente e mi cinse la vita con un braccio per poi portare la sua faccia accanto al mio orecchio.
-Ti sta bene il mio profumo.-
"Allarme rosso, allarme rosso!!!"
Mi ritrovai con il cuore a mille mentre lui si scostava e mi mostrava il suo telefono.
-Mi farò portare qualcosa da Greg, tranquilla, usa questa per oggi ma la voglio riportata lavata.-disse puntandomi un dito contro durante l'ultima parte della frase.
-Si, non preoccuparti. Ora iniziamo a pulire il bagno però.-Risposi riprendendo il mio colorito naturale.
Lui si accigliò e incrociò le braccia al petto, gesto che fece quizzare i suoi muscoli delle braccia rendendolo ancora più sexy.
-Ho l'aria di uno che fa le pulizie?- ghignò fronteggiandomi.
-Hai l'aria di uno che verrà ucciso a morsi se non mi aiuta.- grugnii inacidita.
-Come mai tutta questa voglia di avere un contatto fisico con me? Prima tenti di spogliarmi e adesso questo? Mi devo preoccupare, Scar?-
Aprii leggermente la porta degli spogliatoi e mi bloccai lanciandogli un'occhiata tagliente.
-L'unica cosa che devi fare è andartene a fanculo.-


Continuavo a strofinare la macchiolina marrone che imbrattava un angolo del lavandino cercando di non dare retta al bruciore dietro il collo, segno che Lui mi stava osservando.
Quella che stavo disperatamente tentando di far sparire aveva tutta l'aria di essere una macchietta di sangue incrostato ma avrei fatto di tutto pur di non dare retta al coglione dietro di me.
-Stai tentando di bucare il lavandino a furia di strofinare?- ridacchiò lui dalla sua postazione dietro di me, accomodato comodamente su una delle panchine davanti agli armadietti. Quello dove si era seduto il giorno prima con Cass, per la precisione.
Lasciai perdere il suo commento senza degnarlo minimamente di uno sguardo e passai a pulire le ande esterne degli armadietti.
Lavai nuovamente la pezza che era diventata quasi nera ( e io che pensavo che la bidella pulisse...) e iniziai a strofinare la prima anta.
Pulii tutta la parte inferiore e quella di mezzo ma il problema si presentò quando la mia altezza mi impedì di arrivare fino alla fine dell'anta blu.
Mi stirai sulle punte recuperando qualche centimetro ma non avrei ma chiesto aiuto al gorilla scemo dietro di me o ne sarebbe andato del mio onore.
Continuai a stirarmi sentendomi una vera imbecille e riuscii ad arrivare quasi alla fine sentendomi sollevata di essere quasi riuscita nel mio intento.
Stavo per passare al secondo armadietto quando il corpo caldo di Nathan (Chi altro altrimenti?) si appoggiò dietro la mia schiena e mi tolse lo straccio dalle mani pulendo l'ultima parte dell'anta.
-Sei una nana, le faccio io queste, tu pensa al pavimento.- disse al mio orecchio costringendo il mio cervello ad un'impresa di salvataggio del mio autocontrollo.
Sgusciai via da lui e aprii l'armadietto contenente le scope e il mocio. Presi la prima e me ne andai in bagno aprendo le finestre per far arieggiare un po' sia l'ambiente sia il mio cervello che stava andando in tilt.
" Tutta questa eccessiva vicinanza a Nathan mi sta facendo rincretinire. Scarlett, calmati e pensa a spazzare per terra."
Mi godetti quell'aria fresca di Novembre come se fosse lo Spirito Santo sceso dal cielo e pulì tutto il bagno cominciando seriamente a chiedermi se qualcuno avesse mai pulito lì.
Mi si strinse lo stomaco quando ebbi finito il mìbagno e dovetti passare allo spogliatoio.
"Qualcuno mi aiuti!"
Attraversai l'arco che divideva bagno e spogliatoio e iniziai a pulire cercando di pensare a tutto tranne che a Nate a pochi passi da me, con uno straccio in mano e a petto nudo che mi dava le spalle.
Ovviamente reazione Cervello muscoli fu molto lenta dato che rimasi quasi un minuto ad osservare i suoi muscoli che guizzavano sotto la pelle ad ogni movimento.
"Chissà com'è abbracciarlo..."
Sta calma, Scarlett pensa ai compiti di botanica che non hai ancora iniziato.
Continuai a pulire tutto lo spogliatoio cercando di evitarlo girando intorno a lui come se avesse la peste e buttai tutta la polvere e schifezze varie nel cestino della spazzatura.
-Io ho finito qui.- disse lui lavando lo straccio nel lavandino macchiato di sangue.
-Potresti lavare lo specchio che io non riesco a fa...-
-Shh..- fece lui mettendosi un dito davanti alla bocca.
-Scusa se ti sto rivolgendo la parola ma mi hai appena chiesto di...-
-Shhh!...-
Mi zittì aggrottando le sopracciglia e sentendomi offesa quindi aspettai che lui la smettesse di fare il cretino.
-Vieni con me...- disse poi a bassa voce.
-Io con te non vado da nessuna parte e cerca di stare calmo!-
Lo vidi sbuffare e mi prese per il polso aprendo l'armadio vuoto accanto a noi e entrandoci chiudendosi le ante dietro.
-Se hai intenzione di fare una riunione stile Sleepover club sappi che non ti dirò niente neanche sotto tortura.- borbottai schiacciandomi contro la parete alle mie spalle pur di non strgli appiccicata ma il suo corpo toccava inevitabilemnte il mio.
Non mi rispose e continuò a guardare dalla fessura mentre dei rumori di passi si facevano sempre più vicini, poi si sentì aprire la porta dello spogliatoio e la panchina che scricchiolava sotto il peso di qualcuno di motlo grosso dato il rumore.
Mi sporsi a guardare dalla fessura verticale e il mio mento strisciò quasi per terra quando scoprì che la persona che si era seduta non era una ma due, avvinghiati in un bacio passionale e che quei due erano Greg e Arianna.
Portai una mano davanti alla bocca in un gesto spontaneo sentendo le cheerleader nella mia testa che urlavano vittoria.
Le mani di mio fratello scorrevano velocemente sotto il maglione di Ari accarezzandole la sciena mentre le loro labbra si cercavano e si assaporavano in un'atto di passione.
"Spero che non vadano oltre o giuro che esco da qui e li ammazzo."
-Wow, Arianna ci sa fre, è un tornado.- soffiò Nate al mio orecchi facendomi arrossire come un pomodoro maturo. Ringraziai il buio che nascondeva tutto e mi limitai ad avverrargli il praccio e infilzarlo con le unghie.
-Sta zitto, coglione.-
Ritornai a fissarli mentre Arianna passava le mani tra i capelli di Greg e li tirava leggermente all'indietro facendogli alzare il mento per poterlo baciare sul collo.
"Arianna ci sa fare sul serio, wow"
Un'iprovvisa luce fioca illuminò l'interno dell'armadio e trovai Nate a scrivere sul cellulare digitando velocemente frasi sulla tastiera.
-Ti sembra il momento di chattare?- grugnii infastidita.
-Sicuramente non starò ad osservarli come un depravato come stai facendo tu.- disse regalandomi un sorrisino malizioso e premendo invio sul telefono.
-Vorresti dire che sono una depravata? Da che pulpito viene la predica...-
Sentii una suoneria annunciare l'arrivo di un messaggio e Greg sbuffò tirando fuori il suo telefono dalla tasca posteriore dei Jeans. Arianna, seduta su di lui, si allontanò per dargli spazio e aspettò che Greg rispondesse al messaggio.
Mio fratello finì di leggere e diede un'altro bacio ad Arianna facendola scendere ed alzandosi.
-Andiamo a casa tua, qui potrebbe entrare la bidella e finiremmo nei guai.-
-Okay, hai ragione.- mormorò Ari abbassandosi il maglione ed uscendo dallo spogliatoio.
Mio fratello si fermò un'attimo sulla soglia e guardò verso l'armadio.
-Potete uscire, coglioni.- e poi si mise a ridere chiudendo la porta.

Entrai a casa come una furia sentendomi allarmata per me ma felice per Arianna mentre digitavo il suo numero correndo su per le scale.
Tu-tuuuu.... tu-tuuu....
-Pronto?-
-Pronto Arianna?-
-Ehi, ciao! Dimmi.-
-Scusa se ti disturbo, so che sei con mio fratello ma ne riparleremo dopo, Ho una cosa importante da dirti.-
-Come fai a sapere che ero con tuo fratello?-
-Storia lunga, ho detto che ne parliamo dopo.-
-Comunque lui se n'è appena andato da casa mia...-
-Okay, ma non mi interessa in questo momento.-
-Vai, spara.-
Feci u lungo respiro cercando di calmarmi e riordinare le cose da dirgli e poi iniziai ad attorcigliare una ciocca di capelli attorno al dito.
-Oggi è successa una cosa strana, ho passato quasi tutto il pomeriggio con Nate per la punizione della Preside e sono successe un paio di cose...-
Le raccontai del fatto dopo la doccia, della storia sulla maglietta e di quella per la pulizia delle ante (ovviamente tralasciai il fatto che l'avessi vista con mio fratello.)
-Qual'è il problema se passi una giornata con Nate?- chiese lei chiaramente ignara delle senzazioni che poteva scatenarti un pomeriggio con quella scimmia scema.
-Il problema è che, forse, mi piace Nathan.-
-Che cazzo, era ora che te ne accorgessi!- urlò Arianna con una nota inquietantemente felice nella voce.

*Haloa! Angolo autrice!*
Quant mi piace questo capitolo ^^ è uscito fuori un amore awwww
Con oggi riprendiamo il ciclo di un capitolo a weekend e mi dispiace per aver postato in ritardo di un giorno ma dovevo finire di scrivere le ultime due righe :)
Qui ritroviamo un Nate che ritorna an essere leggermente meno coglione e che risulta anche gentile con Scar e troviamo la nostra vice rappresentante che inizia a levarsi il prosciutto dagli occhi. Per quanto durerà?
Ehehehehe io aspetto i vostri commentini per sapere cosa ve n'è sembrato del capitolo e vi lascio ringraziando le 5 persone che hanno recensito lo scorso capitolo:
StarJenny11
Ninriel
laliter_in_love
Valyna_
violaserena

Ciaoooo, baci!
Bluebberries98

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Durante queste ultime settimane, dall'arrivo di Nate a tutti i fatti strani che si sono susseguiti, mi sono chiesta più e più volte perché dovesse accadere tutto questo a me. Forse la mia vita da persona in perenne lotta con i suoi vari alter ego che invadono la sua testa come le sfaccettature di un cubo o, se volete farla più semplice: una Melinda Gordon che sente le voci ma non vede i fantasmi; mi ha fatto abituare alla mia vita monotona e di uno stesso colore.
Effetivamente, dopo aver litigato per questo motivo con Arianna, ho capito che devo accogliere tutto con un sorriso che mi dia coraggio e che non mi faccia sentire un'oca starnazzante in mezzo ad un branco di lupi che guardano il proprio pasto ulrare e dimenarsi come un'ossesso.
In poche parole: devo godermela di più.
Ma, mettiamo che una persona in particolare (Nathan Waylon Devis) si sia portato dietro tizi loschi e individui mezzi pazzi e bellicosi (tipo Bonnie, o i gemelli) che sono serviti solo per farti mettere nella merda fino al collo; una cosa sola non dovrai mai dimenticare: non saranno mai abbastanza, aspettati ancora qualcuno dietro la porta, perché non si sa mai che possa apparire Bear Grills che minaccia di mangiare la tua famiglia perché è ricca di proteine o Harry Potter che ha sbagliato camino nel teletrasportarsi.
Ed è a questo che penso mentre apro la porta di casa mia e mi trovo un ragazzo sui 25 anni che, solo a guardarlo, ti fa venire fantasie erotiche del tutto poco caste e mi chiedo cosa diavolo ci faccia davanti a casa MIA.

Avevo da poco lasciato gli spogliatoi e mi trovavo davanti a casa mia con il telefono in mano indecisa o no se chiamare Arianna ma, dopo aver saputo che era a casa sua con mio fratello, non ero del tutto convinta di voler schiacciare con il polpastrello macchiato di matita il tasto verde con la cornetta.
Sicuramente non stava di certo studiando fisica o ripassando il nome dei sette nani, al massimo l'unica cosa che si stava ripassando era mio fratello e qualche strana posizione del kamasutra che non implicasse ne i sette nani ne urlare la formula del Moto Rettilineo Uniformemente Accellerato o il primo principio della dinamica.
"Perfetto, niente cellulare" brontolai nella mia testa infilando la mano nella tasca destra della felpa della scuola per posare il telefono.
Presi le chiavi ed aprii la porta lasciando scivolare poco delicatamente il mio zaino per terra e appendendo la felpa nei gancetti di ferro accanto alla porta.
Feci per entrare in cucina quando qualcuno mi saltò addosso avvolgendomi in un'abbraccio familiare.
Annusai il profumo di pesca che volteggiava denso nell'aria e mi ritrovai a sorridere.
-Ciao mamma!- urlai stringendo più forte quel corpo leggermente più alto del mio.
-Oddio, non dovevi tornare tratre giorni?- farfugliai tra i suoi capelli scuri.
Lei si districò dal mio abbraccio e mi schioccò un bacio sulla guancia.
-Tesoro, ho deciso di fare una sorpresa a Greg e a tuo padre quindi, aspettiamo che tornino per dirglielo.-
Le sorrisi istintivamente mentre lei tornava in cucina e controllava il forno.
-Mh... approposito, dov'è tuo fratello? Non è ancora tornato?- chiese poi osservandomi dubbiosa.
Mi si gelò il sorriso sulla faccia e me ne uscì con una risatina all "Ma che stai dicendo? Pff"
-Lui è... ehm... è andato da un suo amico perché doveva finire un compito di biologia.-
"MA BRAVA! LA SCUSA DEL COMPITO DI BIOLOGIA NON SARA' PALESEMENTE SGAMABILE, NONO"
-Di biologia? Ma lui non segue il corso di biologia...- disse aggrottando le sopracciglia.
-Ehm.. volevo dire tecnologia. Deve finire un compito di tecnologia, si.- mi affrettai a rispondere cercando di assumere un'aria da "ragazzina sbadata".
-Quando torna?-
-Tornerà questa sera, bho. Non so quanto aveva da studiare con il suo amico.-
"Mamma credici, ti prego, fallo perché mi vuoi bene o almeno menti, ma usciamo da questa discussione."
-Comunque ho cucinato la torta alle mele così potremo festeggiare. A te come va a scuola?-
-Bene.-
-E con il ragazzo?- chiese poi sfoggiando un sorrisino che mi ricordò molto quello di Nate dopo qualche sua battuta sconcia.
-Mamma, non ce l'ho il ragazzo.- sbuffai arrampicandomi su una degli sgabbelli davanti al bancone.
-Perfetto!- urlò lei facendomi saltare in'aria dall spavento.
In pochi secondi stava volteggiando a passo di danza verso di me con un grande sorriso stampato in faccia.
-Domani verranno a cena dei miei colleghi, entrambi hanno figli che vanno nella tua stessa scuola e so che uno di loro ha un figlio molto carino...-
Me la ritrovai appolipata intorno al collo mentre mi faceva dondolara da una parte all'altra chontinuando a tenere il sorriso soddisfatto.
-Come si chiamano?- chiesi senza ineresse immaginando già mia madre che si "dimenticava" casualmente di mettere una sedia in più a tavola e che ci costringeva a mangiare attaccati come due cozze nella vana speranza che la propria figlia potesse trovare un ragazzo.
"Povera illusa, pff"
-Verrà il signor Davis e la signora McJillian-
Spalancai gli occhi sentendo un vuoto allo stomaco poco confortante.
-Il s- signor Davis?- Balbettai dandomi della stupida.
"-Qui mi risulta che suo padre sia un'uomo d'affari e sua madre una casalinga, è figlio unico e non ha animali.-Disse la ragazza bionda seduta davanti al computer.
-I suoi non ci sono mai a casa perché il padre è sempre fuori per il lavoro e la madre lo segue.-
-L'ultimo viaggio del padre si concluderà tra una settimana.-concluse guardandomi da dietro gli occhiali tondi.
-L'ultima cosa come fai a saperla?- chiesi incredula.
-Abbiamo fonti sicure a scuola.-arrangiò lei riprendendo a ticchiettare sulla tastiera.
-A quanto pare non ha un buon rapporto con il padre.-aggiunse poi."
Oh merda, il padre di Nate non aveva buoni rapporti con il figlio.
La mamma mi guardava leggermente perplessa e poi annuì convinta.
-Il signor Davis è una brava persona e ha due figli, uno viene a scuola con te, non so se lo conosci, l'altro lavora all'estero come modello.-
"NATE HA UN FRATELLO CHE FA IL MODELLO?!"
Naaaah.. non poteva essere.
" Veramente si, pensa a quanto sia figo Nate e immaginati il fratello"
Quindi, quantomeno, il signor Davis doveva avere un aspetto decente nonostante la sua età.
Ma perché stavo pensando a quanto potesse essere bello il padre di Nate?!
-Quindi, conosci suo figlio?- chiese mia mamma facendomi risorgere dai miei pensieri nonsense.
Sbattei le palpebre per uscire del tutto dall'immagine di un Signor Davis intento in uno streep tees nel mio salone e mi affrettai a rispondere con una risatina stitica.
-Si, è un bravo ragazzo a scuola lo conoscono tutti per le sue... qualità. Già.- aspettai che il suo sguardo inagatore si levasse dal mio per controllare la torta o cogliere le interessanti sfumature delle mattonelle della cucina mentre mi mordicchiavo l'interno della guancia indecisa su cosa dire per andarmene da lì.
Feci per aprire bocca ma la porta di casa si spalancò nuovamente per far entrare Greg con un..
-Greg.. quello è un succhiotto?- chiese mia madre guardandolo confusa.
Mio fratello rimase impalato con gli occhi spalancati sull'uscio, boccheggiante e indeciso su cosa dire.
-Ma no mamma, io ho....- provò a giustificarsi ma mia madre gli prese il volto tra le mani e lo guardò con apprensione.
-Scarlett mi ha detto che eri da un tuo amico...- mormorò lei interrompendosi in una pausa ad effetto che diede il tempo a mio fratello di assumere un'espressione dubbiosa mentre le mani della mamma gli avvolgevano dolcemente la faccia in preda a qualche strano pensiero che potemmo facilmente intuire.
-Tesoro, non c'è bisogno che monti scuse per dirmi che sei omosessuale, sai, non ti giudico mica. Sono tua madre ma potevi dirlo prima.-
la bocca di mio fratello si era aperta in una smorfia di assoluto stupore mentre la mamma parlava e mi ritrovai a mordermi qualsiasi parte della bocca per non scoppiare a ridere come una cretina.
"Greg gay?! Il mondo è rettangolare allora!"
Gli occhi confusi e arrabbiati di mio fratello mi inchiodarono per un istante per poi prendere le mani di mamma e allontanarle dal suo viso delicatamente.
-Questo me l'ha fatto la mia ragazza, mamma. e no, non sono gay.-grugnì lui incrociando le braccia al petto.
-Ma è fresco figliolo, me ne intendo di queste cose, sono stata giovane anche io, credimi.-
"Questa potevi risparmiartela, mamma"
 -Non ero da un mio amico, ero dalla mia ragazza, okay?- si giustivicò lui passando lo stupore a me.
"Ero dalla mia ragazza" Cosa? Adesso definiva Ari "la sua ragazza"?
"IL MONDO INIZIA A GIRARE PER IL VERSO GIUSTO, ALLORA!"
Mi ritrovai a sorridere e a gongolare come una vecchia comare e decisi di lasciarli parlare per i fatti loro mentre io salivo in camera mia.

Basta, vi prego qualcuno le tappi la bocca e la leghi alla sedia per qualche ora.
-Ti ho detto di si, Arianna! Si, mio fratello ti ha chiamato "la sua ragazza".- sbuffai aprendo il mio armadietto e posando il quaderno di matematica per prendere quello di biologia.
Perché le avevo raccontato cosa aveva detto mio fratello il giorno prima? Avrei dovuto prevedere questa sua reazione da ragazza in calore con attacchi isterici.
-Oddio, posso morire felice adesso- sospirò lei poggiando la fronte sul suo armadietto e stampandosi un sorriso idiota sulla faccia.
Sbuffai per l'ennesima volta mentre controllavo se avevo soldi nel portamonete.
-Mi ha definita la sua ragazza....- gongolò lei scivolando fino a trovarsi seduta per terra con le spalle agli armadietti.
Lanciai uno sguardo veloce all'armadietto di Nate ma non lo trovai.
"Perché controlli che lui ci sia? Sei una stupida!"
-Arianna, ti conviene alzarti, non credo che le bidelle svolgano il proprio lavoro decentemente.- borbottai mettendo i soldi in tasca e chiudendo l'armadietto.
-Tu che mi dici, invece?- chiese lei alzandosi con una smorfia di chi si è appena seduta su sterco di elefante.
-Cosa vuoi detto?- risposi dubbiosa mentre scendevo le scale per andare nell'aula di biologia.
-Ti ricordo che, pochi giorni fa, mi hai detto che Nate ti piaceva.- brontolò lei come se stesse parlando con una persona un po' tarda di cervello.
-Ah, lascia stare. Dimentica tutto quello che ho detto: avevo passato una giornata troppo confusionaria in sua compagnia e non so cosa mi sia saltato in mente. Lascia stare.- biasicai cercando di convincere me più che convincere lei.
-Quindi ritiri tutto? Sei impazzita?!- sbraitò lei facendo girare mezzo corridoio con aria stranita.
-Arianna, urla un'altra volta e giuro che ti devio il setto nasale con un pugno. E' una promessa.- grugnii guardandomi intorno a disagio.
-Okay, calma. Ma non posso credere che tu ti stia ritirando con la coda tra le zampe a distanza di due giorni.-
-Credici. Io e Nate non abbiamo neanche una possibilità di stare insieme: litighiamo ogni secondo e non ci sopportiamo. Non potrò funzionare.-
La guardai di sottecchi per osservare la sua espressione che cambiava e non mi stupì quando la vidi incavolarsi.
-Scarlett, siamo amiche da 5 anni ormai e sono sempre più convinta che tu, quando si parla di ragazzi, diventi una vera cogliona. Vado a lezione adesso. Non mi aspettare all'uscita.-
"Brava Scarlett, sei riuscita a litigare con Arianna per la seconda volta in pochi giorni. Questo si che è un record."
Osservai la sua figura entrare in classe finchè non scomparve dietro la porta lasciandomi sola in messo a tutta quella confusione di ragazzi e ragazze che si urtavano e correvano per arrivare a lezione prima che il professore di turno li sgridasse.
Sospirai guardando la porta chiusa dell'aula di biologia e decisi di entrare cercando di non pensare alla discussione di Arianna.
"Cosa ne può sapere lei, non è mica quella che non capisce ancora niente di come ci si comporta con un ragazzo."

Quest agiornata stava diventando veramente orribile.
Osservai mia madre che correva da una parte all'altra della cucina intenta a cucinare la cena per gli ospiti che sarebbero arrivati tra quasi un'ora.
E tra quelli c'era anche Nate.
Nathan Won Davis. QUEL Nathan Waylon Davis.
"Che qualcuno mi uccida o lo farò da sola."
-Mamma...- ripetei per l'ennesima volta aspettando che lei si voltasse.
-Dimmi amore.- rispose lei senza voltarsi.
-Devo mettere per forza un vestito? Non posso stare in pantalone e maglietta? Alla fine sono a casa mia e posso fare quello che mi pare.-
Qualcuno mi diede una pacca sulla spalla e mi arruffò i capelli poco amorevolmente.
-Certo Scar, mettiti in pigiama e non dimenticare le ciabatte a forma di mostro, almeno potrò farmi qualche risata.- ridacchiò Greg andando a prendere una delle patatine fritte che aveva cucinato mia madre per la cena.
La mamma non gli diede il tempo di portare il cibo alla bocca e gli picchiò la mano così forte che Greg perse la presa e fece cadere la patatina nuovamente nella ciotola.
-Va via, Greg o cucinerò anche te insieme alle patate. E mettiti qualcosa di decente!- sbraitò lei minacciandolo con il mestolo in mano e un'aria da dura che avevo dimenticato.
Difatti mio fratello era ancora in tuta e scarpe da tennis.
" E ha appena fatto la parte a me, pff"
Greg sbuffò e se ne andò borbottando qualcosa in qualche strana lingua aliena che non riusc' a decifrare.
La mamma lo aveva seguito con lo sguardo finchè non se n'era andato ma poi la su attenzione era caduta su di me.
-Si, Scalett devi mettere un vestito. Ora vattene pure tu che devo finire la cena. E dì a tuo padre di muoversi a vestirsi.-
E anche io me ne andai borbottando.
Rovistai nel mio armadio alla ricerca disperata di un vestito che non fosse troppo elegante ma che non fosse neanche troppo "normale"... che andasse bene, insomma.
Riuscii a trovare qualcosa di decente tipo un vestitino con un'allacciatura appena sotto il seno di un color crema che riuscii ad abbinare a delle ballerine che avevo sepolto sotto la montagna di vestiti accatastati in un angolo abbandonati da cissà quanto tempo.
Corsi in bagno per passare matita e mascara e arrivai persino a pettinarmi in tempo sentendomi infinitamente orgogliosa di me per aver fatto un tempo da record degno di oscar.
Stavo scendendo le scale quando il campanello suonò facendomi salire le farfalle nello stomaco e sudare le mani come una bambina di tre anni.
-Vai tu, Scarlett!- urlò mia madre poggiando il pollo al forno sulla lunga tavolata che avevamo  preparato per l'occasione.
-Certo, grazie mamma...- borbottai trascinandomi verso la porta.
Mi guardai allo specchio per un'ultima volta prima di aprire la porta e stamparmi un sorriso accogliente sulla faccia.
Rimasi a bocca aperta mentre un ragazzo moro mi prendeva la mano e depositava un dolce bacio a fior di labbra sul dorso senza staccare lo sguardo dalla mia faccia sbalordita.
Un ragazzo di 25 anni mi aveva appena fatto il baciamano e stavo per svenirgli davanti, sentivo le mie ossa liquefarsi e gironzolare allegramente per il corpo mentre i miei neuroni e il mio cervello iniziavano a sbavare e a scoppiare come delle bombe appena innescate.
"Riesco a sentire il mio cuore nelle orecchie, ma quanto è sexy questo tizio?"
Oddio, stavo per svenirgli davanti, qualcuno mi isegni a respirare!
-Buona sera, piccola.- salutò con una voce profonda e roca che mi costrinse a battere le ciglia più volte per tenere i piedi per terra.
-Prego, entrate.- mormorai impasticciandomi con le parole.
"Perché la mia voce è uscita così strana?"
Lo osservai entrare e osservai anche la famiglia Davis entrare e salutare me e poi il resto della casa.
Il padre di Nate mi guardò da capo a piedi in un modo che mi fece sentire in soggezione quindi mi limitai a salutarlo educatamente e distogliere lo sguardo da quell'uomo alto con gli occhi di ghiaccio. Subito dopo entrò la moglie del signor Davis, una donna bassina e minuta con occhi scuri e capelli biondi. Mi rivolse un sorriso tenero e mi salutò.
Voltai nuovamente la testa mentre mia madre accoglieva gli ospiti e mio padre si affrettava a scendere le scale con la cravatta mezza fatta e l'aria di uno scappato di casa.
"Dove cavolo è Nate?" mi chiesi mentre osservavo meglio fuori dalla porta ancora aperta.
Controllai che non fosse già entrato e che si trovasse in mezzo a quel marasma di gente che si salutava e si presentava.
-Ciao, Scarlett.- mi salutò la sua voce.
Mi voltai verso l'uscio e lo ritrovai in giacca e cravatta, con gli occhi azzurri che mi osservavano da capo a piedi (di nuovo) e i suoi capelli biondi che erano spettinati con arte.
"Potrebbe seguire le impronte di suo fratello"
-Ciao, Nathan.- borbottai cercando di non fargli capire di averlo cercato fino a quel momento.
Entrò sistemandosi la cravatta e si guardò intorno.
-Dov'è tuo fratello?- chiese rivolgendo nuovamente in suo sguardo su di me.
-Anche io sono felice di vederti, eh. Sta arrivando, i tuoi sono in salone, se ti interessa.-

NON UCCIDETEMI, VE NE PREGOOO.
"Ma che fine ha fatto quella cogliona di BueBerries?" " Aveva detto che avrebbe ripreso il suo ritmo di un capitolo alla settimana, uffa" "La troverò e la ucciderò prima o poi.."
Okaaaaay ho avuto un piiiiccolissimo inconveniente chiamato "mia madre mi ha tolto il computer e non ho potuto finire il capitolo".
Comunque mi scuso per gli errori grammaticali e/o di battitura ma non sono riuscita a prendermi il vizio di ricontrollare per aggiustare gli orrori combinati.
VI AMO TROPPO!!!!! 9 RECENSIONI NELLO SCORSO CAPITOLO **  potrei sposarvi tutti ma la poligamia non è accettata in italia :/
Coooomunque adesso vi ringrazio tutte e 9:
Penelope forever ,
laliter_in_love ,
niky2910 ,Valyna_ ,
B_hiseyes ,
Cia98 ,
violaserena ,
Ninriel ,
StarJenny11
Vi amo tutte *manda baci*
Comunque cosa ne pensate del capitolo? Non dice molto alla fine ma non mi andava di integrare anche la cena perché sarebbe venuto su un capitolo immenso O.O
Spero che possiate perdonarmi per il ritardo ma, in questi giorni, sto provando a scrivere anche altre tre storie che verranno pubblicate appena sarò sicura di volerle continuare seriamente.
Ora vi saluto, ci vediamo al prossimo capitolo :*


 Fratello di Nathan :Q____ ^^^^^
ehehehe che figo Madonnina santa.

BlueBerries98

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***



Controllai nuovament l'orologio contando mentalmente quante volte avevo già posato gli occhi sulle lancette che non volevano muoversi.
Nate si era messo a confabulare con Greg da qualche parte in giardino e gli adulti erano in sala a parlare di lavoro e dei prorpi figli.
"Che originalità ragazzi..."
Dire che i nervi mi stavano andando in fibrillazione sarebbe stato un eufemismo: mancava ancora la famiglia McJillian non si era ancora fatta vedere e il mio stomaco avrebbe ingurgitato qualsiasi cosa pur di saziarsi; tutta quella fame mi stava facendo venire il ma di testa.
Sbuffai nuovamente osservando la porta nella vana speranza che il campanello suonasse.
"Ho fameee..."
Finchè restavo seduta sui gradini che portavano al piano di sopra la mia presenza non sebrava del tutto inutile e patetica come poteva esserlo una me che stava in piedi in mezzo all'ingresso, girandosi i pollici e che contava le pecore sperando che qualcuno gli desse qualcosa da fare.
"O che qualcuno annunciasse la cena!"
Osservai la finestra della cucina alzandomi in piedi per poter vedere cosa stessero facendo Greg e Nate fuori.
Mi guardai intorno speando che nessuno notasse il mio spostamento sospetto ed entrai in cucina diretta verso la vetrata aperta.
Allungai il collo e mi misi sulle punte per poter trovare quei due idioti, li individuai appoggiati alla staccionata immischiati in un'interessantissima conversazione con quelle che, dato l'orario, dovevano essere due prostitute avvenenti e del tutto interessate a cosa avessero nei pantaloni i cretini di turno.
-Cosa stai osservando la luna?- chiese il fratello di Nate soffiandomi dietro l'orecchio con il suo respiro caldo e facendomi fare un balzo dallo spavento.
"Da dove è spuntato questo?!"
Lo guardai acida e poi lanciai un rapido sguardo alla luna poco convinta del mio "si" sussurrato a fior di labbra.
I suoi occhi azzurri andarono alla palla chiara che si ereggeva sulle nostre teste e poi fece un sorriso.
-Le brave bambine non dicono le bugie.- sussurrò appoggiando una mano calda al centro della mia schiena.
Mentre una parte di me stava urlando di spaccargli quel bel visino a colpi di vaso per i fiori l'altra metà stava urlando impazzita in preda agli ormoni, ah, e c'era anche la parte che lo stava ringraziando perché, la sua mano, era l'unica cosa calda che stavo toccando in mezzo a quell'aria di Novebre che ci pizzicava le guance.
-Chi ti dice che io sia una brava bambina?- risposi osservandolo curiosa.
-Mio fratello non ti ha ancora toccata, per esempio.- ridacchiò osservandolo e osservando le prostitute che stavano ridendo come delle oche in calore.
-Lui si fa solo quelle che lo vogliono, perché sono loro a cercarlo. Beato lui: io alla vostra età mi facevo soltanto le seg...-
-Non mi interessa, fidati.-lo bloccai tappandogli la bocca.
-Sei una brava bambina.- confermò dopo ever preso la mia mano tra le sue e avergli dato un'altro bacio.
-Smettila di dirlo, mi fa salire i nervi.- borbottai sentendo quel "Sei una brava bambina" come un "Sembri una suora"
-Comunque non stavi guardando la luna.-
-Oltre ad essere figo sei anche intelligente, wow.-
Lo vidi fare una faccia confusa e poi sfoderare il sorrisetto di Nate.
"CHE CAZZO HO DETTO!!!!???? "
"Quanto sei idiota, Scarlett"
Lo vidi ridere.
-Hai appena detto che...-inventatiqualcosainventatiqualcosa!
-Le brave bambine non dicono le bugie.- lo bloccai io assumendo un'aria angelica.
Si zittì con aria soddisfatta.
-Brava ragazza, tieni testa così anche a mio fratello?-chiese con un sorrisone.
Senza contare quelle due volte che mi aveva baciata potevo dire di si. In fondo quei due baci non sarebbero valsi come "primo bacio", erano solo dei piccoli errori che mi ero fatta sfuggire. Potevo dire di tenergli testa decentemente? Forse ma non era del tutto facile, soprattutto quando lo vedevi a provocarti.
"O a prestarti la maglietta per poi restare a petto nudo..."
-Si, il più delle volte.- risposi cercando di essere più convincente possibile.
Fece un sorriso strano per poi avvicinarsi pericolosamente e deviare verso il mio oprecchio.
-Io sto dalla tua parte.- sussurrò facendomi venire i prividi.
Rimasi boccheggiante alla ricerca di qualcosa intelligente da dire che non comprendesse sparare lettere dell'alfabeto a caso sembrando una ritardata.
E il campanello suonò.
"Sia ringraziato il Signore!"
-Oh, la porta. Vado.- dissi sbrigativa sgusciando fuori dalla sua sagoma leggermente chianata e correndo verso la porta.
Andai ad aprire trovandomi una signora alta e bionda che mi sorrideva.
-Salve, sono la signora McJillian, questa è la casa di Rose?-
-Si, buonasera, entri.-
La donna mi passò accanto lasciando una scia di profumo delicato dietro di lei.
Feci per chiudere ma qualcuno si schiarì la gola attirando la mia attenzione.
-Ehi, ci si rivede!- trillò una voce femminile facendomi sobbalzare.
Osservai confusa la ragazza minuta che mi trovai davanti cercando qualche flashback che me la facesse ricordare.
"Uscii dall'ultima ora della mattina sentendo ancora le formule di matematica vorticarmi in testa e confondersi con il dolore che non era cessato un attimo.
Maledizione.
Mi fermai un momento appoggiando una mano sul muro cercando di non cadere.
A quanto potevo avere la febbre? Chiusi gli occhi appena la nausea contribuì a farmi sentire peggio. Corsi nel bagno delle ragazze, spinsi chiunque mi ostruiva la strada e aprii la porda blu con una targhetta in metallo che rappresentava una donna.
Entrai di corsa e mi avventai sul primo bagno libero vomitando nel gabinetto.
-Chi sta rivoltando l'anima?- chiese una voce femminile.
Chiusi per sicurezza la porta con un calcio e un altro conato mi salì per la gola.
-Bulimia?- riprese a dire la tizia fuori dal mio bagno.
Mi alzai e aprii la porta senza degnarla di uno sguardo e andando a lavarmi la bocca inacidita.
La guardai dallo specchio mentre prendevo altra acqua con le mani chiuse a coppa.
Era bassina, bionda e con due splendenti occhi azzurri.
Mi voltai verso il rotolo di carta e ne strappai un pezzo per asciugarmi.
-Stai bene?- domandò lei mettendomi una mano sulla spalla.
Trovai irritante quellla curiosità, forse perché a chiedermelo era stata una ragazza bellissima che mi fece sentire una merda.
Le sorrisi falsamente e annuii.
-Devo andare in classe,ciao- la salutai cercando di abbandonare la discussione prima di subito e scappai fuori sentendomi, se possibile, ancora peggio di prima. Adesso si era unito anche lo stomaco vuoto."
Wow, e chi se l'aspettava?
-Ehi, ciao.- ricambiai aprendo nuovamete la porta per farla entrare.
-La prima volta che ci siamo viste non avevi un bell'aspetto, adesso ti trovo decisamente meglio!- ridacchiò facendo qualche passo dentro casa.
-Già... non era una buona giornata per me...-mormorai ricordando il giorno dopo a casa di Nate.
La ragazza fece per aprire bocca ma mia madre la bloccò urlando dal salone.
-Scarlett, vai a chiamare Greg e Nate!-
-Sei Scarlett Wilson, la vice rappresentante d'istituto?- chiese lei mentre io camminavo verso la cucina e mi sporgevo dalla finestra dove, poco prima, stavo parlando con il fratello di Nate.
-Si, sono io... GREG, TORNATE!-
-Com'è fare la rappresentante?- chiese seguendomi nuovamente fino al salone dove avevamo imbandito una tavolata di cibo.
Indugiai un attimo prima di risponderle guardando la porta in attesa di mio fratello e Nate.
-E'... impegnativo.-
"Soprattutto se devi avere a che fare con un'ammasso di spostati come Bonnie, i gemelli e Nate..."


"Qualcuno mi tagli le vene, vi prego." pensai per la quindicesima volta mettendo in bocca un altro pezzo di carne e osservando il padre di Nate che continuava a parlare del suo lavoro, di come fosse costretto a viaggiare da una parte all'altra e blablabla...
Erando entrati nella discussione "Lavoro" da almeno un quarto d'ora e io già mi stavo fracassando le scatole di tutto quell'egocentrismo e manie di protagonismo del signor Davis.
Nate e Greg stavano riempiendo di domande la biondina, osservandola come due lupi potrebbero osservare un'agnellino particolarmente succulento.
-Allora Maggie, hai il ragazzo?- chiese mio fratello ignorando il pollo del suo piatto per rivolgere tutte le sue attenzioni su Maggie.
-Ehm... no. Sono troppo impegnata a studiare per permettermi un ragazzo...-
"Ahahaha! Ergo= Non ve la darà neanche se la pregaste."
-Qual'è la materia che non riesci a capire?- domandò Nate assumendo un'aria da ragazzo diligente e realmente interessato allo studio della ragazza.
E lei gli credette come una cretina, rivolgendogli un sorriso riconoscente che le fece spostare l'attenzione dal fratello di Nate a Nate.
-Trigonometria: le formule non mi entrano in testa.-rispose lei tornando a guardare Sebastian, il fratello di Nate.
-Potrei aiutarti io, trigonometria è la mia materia preferita. Ti va, Maggie?- continuò lui trasformando la sua voce da intellettuale a roca e profonda.
"Ma come diavolo fa?!"
Che nervi, quanto lo odio quando manipola le persone in questo modo.
"Resterai a bocca asciutta questa volta, coglione."
Mi armai di sorriso comprensivo e convincente le poggiai una mano sulla spalla.
-Posso aiutarti io, avevo il tuo stesso problema ma ho trovato un medoto per capire tutto alla prefezione.- dissi continuando a sorriderle e rivolgerle occhiate intenerite.
Ricambiò il mio sorriso e negò con la testa.
-Mi piacerebbe tantissimo, credimi, ma il tuo ruolo di vice rappresentante ti impegnerà già tanto, non vorrei esserti d'intralcio, mi farò dare una mano da Nate. Non preoccuparti.-
Tolsi la mano dalla sua spalla mentre la sringevo in pugno il priù forte possibile pur di non colpirla.
"Okay, Scarlett perdonala, lei non sa cosa sta dicendo."
O a cosa sta andando incontro.
Mi pulì le labbra con un tovagliolo e mi alzai da tavola.
-Mamma, vado in bagno, torno subito, scusate.-
Salii le scale ed entrai in bagno sedendomi sul bordo della vasca.
"Che rabbia.."
-Non ci sei riuscita, mi dispiace.- ridacchiò la voce di Nate al mio fianco.
Non ci vidi più dalla rabbia e gli tirai un pugno.
Lo bloccò con una mano e mi spinse al muro tenendo anche l'altra nella sua stretta ferrea.
-Ma che problemi hai?!- ringhiò lui chiudendo la porta con un calcio.
Lo spinsi via riuscendo a mettergli un piede sulla pancia e fare forza.
-Che problemi hai tu! Smettila di provarci con ogni ragazza, mi fai schifo!-
Riprese terreno avvicinandosi a me minacciosamente.
-Ti fa schifo o sei gelosa?- chiese lui tra i denti.
-Le stai soltanto rovinando la vita!- Urlai esasperata.
-Come lo hai fatto con me...- aggiunsi pentendomi subito dopo di quello che avevo detto.
Fece per dire qualcos'altro ma qualcuno bussò alla porta fermandolo prima che potesse fiatare.
-Ragazzi, state bene?- chiese Sebastian oltre il legno.
-Si, staimo benissimo.- mormorai uscendo e lasicandoli lì.
Virai verso la mia stanza e chiusi la porta cercando di sbollire la rabbia.
"Perché mi aveva seguita? Non poteva starsene in salone a godersi la cena e Maggie?"
Quanto mi sarebbe piaciuto prenderlo in pieno viso con quel pugno, almeno mi sarei sentita meglio e soddisfatta.
"Speriamo che Sebastian lo faccia al posto mio."
Sentii bussare ma non risposi, sperando che, chiunque fosse, se ne andasse.
-Scarlett?- mi chiamò la voce profonda di Sebastian.
Lo guardai avvicinarsi iniziando ad odiare anche lui  ma poi mi abbracciò e mi ci volle tutta la mia forza per non scoppiare a piangere.
"Che motivo ci sarebbe stato?"
-Io sono dalla tua parte, Scar...- mormorò lui accarezzandomi la testa.
-Quale parte? Io non sono da nessuna parte, voglio solo che lui se ne vada.- borbottai immergendo la faccia nella sua spalla.
-Come vuoi... ma puoi sempre contare su di me.-
Sciolse il suo abbraccio e prese una penna dalla scrivania.
-Ti lascio il mio numero, cerca di non farlo sapere in giro però.- ridacchiò facendomi l'occhiolino.
-Certo, grazie.- sussurrai sorridendogli.

Angolo Autrice.
Eccomi! Viso, ho aggiornato in tempoooo!!! (Che sono bravaaa)
Cooomunque la biondina e la tizia del capitolo 4 (per chi non se la ricordasse) , avrà un ruolo importante ma starò zitta per ora.
Okay, questo capitoo è un po' burrascoso e, come avete visto nello scorso capitolo, Scarlett si sta ricredendo sul fatto che le piaccia Nate, ha persino detto che i due baci che il ragazzo le ha rubato sono niente per lei.
Qui abbiamo anche Sebastian che delinea il suo ruolo da paciere e abbiamo quella scena(che io mi siono divertita a scrivere) dove Scarlett gli tiene testa in quella sorta di botta e risposta eheheh.
E poi abbiamo la becorella Maggie che ha le fette di prosciutto sugli occhi e non si accorge che quei due donnaioli di Nate e Greg ci stanno provando spudoratamente con lei ahahaha.
Ringrazio le 7 persone che hanno recensito, vi giuro che ho letto le vostre recensioni prima di andare a letto e mi sono coricata con il sorriso sulle labbra (tipo demente, esatto).
violaserena
B_hiseyes
OneDirection21
laliter_in_love
Ninriel
lime_
niky2910
Ah, dimenticavo! Mi dispiace di non aver risposto subito alle vostre recensioni, lo faccio adesso ;*
Grazie a tutti, alla prossima!
BlueBerries98


Maggie^^^^

P.S: Sono contenta che Sebastan abbia fatto così tanto successo, wow!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***




"Ma perché cazzo Greg non mi manda un messaggio?" mi chiesi mentre osservavo corrucciata lo schermo vuoto del mio telefono.
"Quell'idiota non saprà neanche come si fa a scrivere un messaggio..."borbottai rimettendo il telefono nella tasca destra del jeans scuro che avevo messo quella mattina abbinato ad una camicetta rosa.
Presi il mio zaino e la giacca correndo fuori casa alla velocità della luce dopo aver notato che l'orologio segnava le otto meno dieci.
"Merda, sono in ritardo. Non arriverò mai intempo per non sentirmi urlare dietro dalla prof di Inglese"
Afferrai le chiavi di casa con uno scatto verso l'appendi chiavi attaccato al muro ed uscii di casa accorgendomi di non aver allacciato bene i lacci della scarpa sinistra.
"Veloce! Non arriverai mai in tempo!"
Feci girare tre volte le chiavi nella serratura e mi sistemai lo zaino sulle spalle.
-Ehi, piccola.- mi salutò la SUA voce sensuale e da brividi.
Sorrisi come una cretina prima di voltarmi verso di lui con un'espressione seria sul volto.
Doveva capire che ero incazzata con lui. Diavolo.
Era appoggiato alla sua moto rossa, la giacca della scuola leggermente sbottonata e le braccia conserte al petto.
Lo guardai dalla testa ai piedi senza far trapelare il moto di eccitazione che mi stava provocando standosene lì impalato a guardarmi con quei bellissimi occhi scuri.
Notai i due caschi appoggiatu sul sedile della sua moto e mi si strinse il cuore dalla tenerezza: era venuto a prendermi nonostante io fossi in tremendo ritardo.
"Anche mentalmente...." sussurrò una vocina nella mia testa.
Dio Santo! Perché l'unica cosa che riuscivo a pensare erano le sue mani sul mio corpo e i vari modi per levargli di sopra la giacca e qualsiasi cosa si fosse messo tra me e il suo petto tonico.
-E io che pensavo che fossi morto.- gli ringhiai iniziando a camminare lungo il marciapiede.
Non sentii rumori e temetti che lui non mi stesse seguendo per chiedermi spiegazioni.
"Seguimi idiota! Fà qualsiasi cosa che mi faccia capire che sono importante per te. Alemno un poco."
Le mie labbra stavano bruciando e anche qualcosa nel mio ventre. Perché non riuscivo a non sopportarlo nonostante non si fosse fatto vivo per quasi tre giorni?
"Stai male, Arianna. Stai tremendamente male."
-Ehi! Aspetta!- protestò Greg correndomi accanto per poi prendermi per un braccio.
-Cos' hai?- chiese osservando i miei occhi atoni.
"Sei perspicace quanto una cozza, Greg. Complimenti."
Misi una mano dentro la sua tasca posteriore dei Jeans, portandomi troppo vicina a lui.
-Cosa stai....- biasicò lui osservandomi mentre tiravo fuori il suo cellulare, lo sbloccavo e gli sventolavo i miei 3 messaggi preoccupato davanti alla faccia.
-Ecco cosa c'è.- ringhiai tenendo la mano davanti alla sua faccia per fargli leggere il display del suo cellulare.
Le sue dita sottili afferrarono il telefono e lui lesse tutto con uno sguardo stupito.
-Se non vuoi rispondermi basta solo dirlo. Non sono la tua ragazza ma mi preoccupo lo stesso per te. La prossima volta scrivimi: "Ehi Ari, non mi va di rispondere ai tuoi messaggi, ci sentiamo Lunedì a scuola!"-
Il mio sguardo cadde sulle sue labbra mentre gli dicevo che non ero la sua ragazza e il mio cuore si strinse in una morsa dolorosa: No, non ero la sua ragazza ma avrei voluto con tutto il cuore...
Mi leccai le labbra imporvvisamente asciutte e ricominciai a camminare mordendomi la lingua per non lasciarmi sfuggire niente di compomettente.
Come si poteva amare una persona così ottusa in fatto di sentimenti?
Bhe, non c'era da stupirsi che Greg fosse davvero negato in queste cose. Lui faceva parte dei ragazzi popolari della scuola, e cosa fanno quelli popolari della scuola? Scopano come matti. E cosa succede se pensi solo a scopare? Non ti concentri sulle relazioni serie, e non concentrarsi sulle relazioni seria ti porta solo a non capire un cavolo di come ci si comporta in una relazione.
"Che stupida sei, Arianna. Non c'è un modo standard per comportarsi nelle relazioni."
Okay, calma. Stai divagando.
-Ari.- mi chiamò lui raggiungendomi nuovamente.
-Scusa, okay?- continuò facendomi fermare.
Alzai le sopracciglia accigliata.
-Scusa.- ripetè mettendosi il telefono nella tasca posteriore dei Jeans, quella dove avevo messo la mano io un minuto prima.
-Posso darti un bacio adesso?- chiese mettendo una mano sulla mia vita.
" Perché cazzo me lo chiedi? Sai che puoi farlo quando ti pare."
-Sei un coglione, Greg.- mormorai mentre mettevo una mano dietro la sua nuca e lo portavo vicino al mio viso.
-Sai che non devi chiedere.-sussurrai unendo le nostre labbra un secondo dopo.
Fu tutto molto lento e calmo.
La sua lingua iniziò subito ad acarezzare la mia mentre le mie dita affondavano nei suoi capelli morbidi e lisci.
Le nostre labbra si scontavano e si univano portandomi in estasi, la sua lingua scivolava sulla mia sapendo benissimo che gli avrei fatto dominare quel bacio così allettante per me ed i mie ormoni.
Cos'eravamo? Amici? Fidanzati? No, la parola giusta era Scopamici, forse. Sicuramente.
Non avevamo stabilito niente, ma lui aveva chiarito che tra noi non ci sarebbe stato niente di più di quella notte. Solo quella notte.
Ma alla fine non si era rivelata l'avventura di una sola notte quindi potevo sperare ancora in qualcosa tra noi due?
"Quanto cavolo sei sentimentale, Arianna. Sei disgustosa ew"
Mi staccai da lui riaprendo gli occhi di scatto quando la mia testa mi rievoco il flash dell'orologio che segnava le otto meno dieci.
-Merda, siamo in ritardo!- imprecai correndo verso la sua moto per prendere uno dei due caschi disponibili.


Corsi verso il mio armadietto gettando un'occhiata disinteressata a Nate che parlava con Amanda e Cassandra e inserii il codice per aprire lo sportellino.
Mi accorsi solo in quel momento della presenza oscura che mi affiancava. Scarlett aveva due libri al petto e si potevano quasi vedere i nuvoloni neri sulla sua testa.
-Ciao.- mi salutò appoggiando le dita sulla manovella del codice per aprire il suo armadietto.
Lanciò dentro i libri e chiuse lo sportello con un colpo secco.
-C'è quaòcosa che non va, Scarlett?- chiesi temendo per le persone chi gli passavano accanto.
Lanciò uno sguardo assassino dietro le mie spalle e poi strinse la mascella assottigliando anche gli occhi.
-No. Tutto okay.-
La campanella suonò facendomi sussultare ma lei rimase ferma a gardare dietro di me.
Mi voltai sapendo già a chi stava puntando quelle occhiataccie degne di nota. Nathan Waylon Devis.
Veramente era da tre giorni che la storia andava avanti così. Avevo chiesto spiegazioni ma lei aveva solo accennato al fatto che Nathan fosse un emerito coglione e che Greg dovesse bruciare all'inferno con lui.
Sicuramente avevano litigato....di nuovo. Non era difficile da intuire.
Sbuffai annoiata dai loro continui battibbecchi e chiusi il mio armadietto premurandomi di non farlo sbattere come aveva appena fatto Scareltt.
-Non hai lezione adesso?- Le chiesi sperando di attirare la sua attenzione e farla distrarre per un momento.
-No. Ho una riunione con la preside. Vado.- grugnì lei prima di lanciare un'occhiata al suo armadietto che, per colpa della botta troppo forte che aveva subito, non si era del tutto chiuso ma aveva solo rimbalzato sulla serratura per poi tornare aperto.
Scarlett osservò l'armadietto come se fosse il collo di Nate e lo sbattè di nuovo facendolo chiudere definitivamente.
-Dannati armadietti... li brucerò uno per uno, prima o poi...- ringhiò sotto voce prima di andarsene verso la presidenza.
Strinsi i denti per non prendere a parole quel coglione di Nathan e mi diressi verso di lui facendo retro front.
I suoi occhi azzurri si spostarono curiosi sopra la mia figura che avanzava verso di lui.
-Devo parlare con te.- dissi risoluta lanciando un'occhiataccia alle ochette in calore che gli stavano ai lati tipo angeli custodi.
-Parla.- rispose lui facendomi un cenno con la testa.
Alzai un sopracciglio esaminando da capo a piedi Cassandra e Amanda che mi guardavano accigliate e schifate.
"Non sono io quella che potrebbe prendere l'ADS, troie."
-Ho bisogno di parlare con te.- ripetei calcando sul "te" sperando che le due capissero che non le volevo lì.
-Sei venuta per difendere la tua amichetta?- cinguettò Cassandra regalandomi un sorriso falso.
-Non sappiamo cosa sia successo esattamente ma puoi anche tornare da dove sei venuta, tesoro.-
Il mio sopracciglio sinistro andò definitivamente a toccare l'attaccatura dei mie capelli.
-Nathan, voglio parlare con te.- ripeteo nuovamente lasciando stare le parole che avevano appena detto le scopine davanti a me.
-Non hai capito, zuccherino? Togliti dalle palle.- ringhiò mielosamente Amanda facendo un cenno con la mano.
-Zitta, Amand...- fece per dire Nathan ma io lo bloccai con una mano e piegai la testa su una spalla assumendo un sorriso tirato sul viso.
-Era una vita che volevo farlo.- dissi solamente prima che la mia mano si chiudesse a pugno e le mie nocche andassero a scontrarsi con la sua mandibola destra.
Non potei descrivere il piacere che mi percorse tutta la schiena e si allungò per il braccio mentre le sue ossa urtavano con il mio pugno.
Lei barcollò indietro coprendosi la parte lesa con una mano mentre Cassandra faceva un'urletto spaventato.
-Oh, Santo Cielo, Amanda stai bene?- le chiese correndo verso l'amica.
Guardai quella scenetta come se stessi osservando la cacca di un elefante.
-Ah, una cosa Amanda.- la chiamai mentre lei se ne stava andando verso l'infermieria.
Aspettai che si fu voltata fer riproporle un altro sorriso tirato.
-Azzardati a toccare un'altra volta Greg e giuro che questo non sarà l'ultimo pugno che riceverai da me.- sibillai salutandola con la mano.
-Stronza, dirò tutto alla preside. Ti pentirai di quello che hai fatto!- ringhiò lei prima di andarsene.
Le guardai scomparire verso l'angolo e riportai la mia attenzione su Devis.
Mi dava le spalle mentre rovistava nel suo armadietto pieno di cartacce.
-Lei mi ha detto che le ho rovinato la vita.- disse prima che potessi solo aprire bocca.
Si voltò dopo aver chiuso l'armadietto e mi rivolse uno sguardo... triste?

                                     

Guardavo la preside senza ascoltarla seriamente. Osservavo le sue labbra imbrattate di rossetto color bordeaux che la faceva sembrare ancora più vecchia di quanto già non fosse.
La riunione doveva incentrarsi sulle famose audizioni di qui aveva parlato qualche settimana prima e del fatto che si sarebbero tenute nel teatro della scuola.
Praticamente avevo ascoltato soltanto la prima parte del suo interessantissimo discorso noioso, poi avevo posato gli occhi su alcuni rappresentanti dei classe che sbadigliavano vistosamente e la mia voglia di stare attenta si era vanificata.
Ormai era da tre giorni che non parlavo più con Nathan e sapevo di dorvermi sentire esaltata e felice (infatti lo ero). Ma una piccola parte di me mi diceva che avevo sbagliato tutto con lui, dal mio modo di fare a tutte le cattiverie che gli avevo inflitto e dovevo sentirmi triste e arrabbiata con me stessa, ma la verità era che lui mi mancava un po'.
Ma cosa dovevo fare? Ormai avevo detto tutto quello che pensavo e, finalmente, lui aveva capito che non ce la facevo più a sopportare il suo modo di fare.
-Domani i rappresentanti d'istituto faranno da giudici alle audizioni.- blaterò la preside tra tutti i suoi sproloqui inutili.
Comunque da quando Nathan non mi aveva più rivolto la parola c'era Sebastian a tirarmi su il morale: lui era partito nuovamente per la francia ma si informava sempre sul mio stato d'animo.
Lo sentivo sempre vicino a me, fortunatamente; mio fratello invece non faceva che uscire e infischiarsene di me, quel coglione.
"-Oggi resto a casa di Arianna-" mi aveva detto qualche giorno prima con gli occhi che luccicavano.
"-Ti stai innamorando di lei, fratello?-" avevo chiesto con un cipiglio divertito.
Lui mi aveva guardata male e poi aveva scrollato le spalle.
"-Io non mi innamoro, sorella. Arianna è solo brava... molto brava.-"
Avevo preferito non sapere a fare cosa era molto brava e mi ero ritirata silenziosamente nella mia stanza in un misto di orrore, disgusto e invidia.
Qualcuno mi toccò la spalla facendomi riasquotere dai miei pensieri filosofici.
-Scar, la riunione è finita. Alzati.-
Sbattei le palpebre per riprendere controllo del mondo intorno a le e notai Nick che continuava a piantarmi un dito nella spalla sinisra per chiamarmi.
-Vedo che sei stata molto attenta, mh?-ridacchiò lui salutando uno dei rappresentanti che se ne andava.
Mi alzai controvoglia sistemandomi la maglietta e salutai la preside per poi seguire Nick fuori dalla classe.
Mi fermò ancora prima che potessi chiedergli quale fossero le conclusioni della riunione.
-Domani, durante l'intervallo ci vediamo al teatro, porta un foglio, una penna e non ritardare.- disse mettendo le mani in tasca.
Lo vidi arrossire e guardare qualcuno dietro di me.
Mi voltai curiosa di sapere chi stesse ammirando ma non vidi nessuno che conoscessi, solo tanti ragazzi che andavano verso le proprie classi.
Tornai ad osservarlo mentre il suo colorito tronava umano e tentai di non ridacchiare quando lui mi degnò novamente della sua attenzione.
-Okaaay... ehm... io torno in classe, vieni? Abbiamo l'ora insieme adesso.- dissi facendo qualche passo verso la classe.
-Ehm... io preferisco saltare la prossima ora... ho un impegno.- balbettò tornando color pomodoro.
Preferii non indagare oltre e gli rivolsi uno sguardo curioso.
Non dissi altro e mi diressi verso il mio armadietto per prendere il quaderno di fisica.
Mi voltai prima di svoltare l'angolo per controllarlo un'altra volta e lo vidi camminare verso l'ala est della scuola.
....Strano....

-Quando un oggetto è posto ad una certa altezza dal terreno possiede un'energia potenziale gravitazionale, se tendiamo un elastico avremo un'energia potenziale elastica, perché se lasciamo cadere l'oggetto posto ad una certa altezza o lasciamo l'elastico queste energie diventerebbero...-
La campana suonò coprendo l'ultima parte della spiegazione del professor Moody.
"Che peccato..."
Presi il mio quaderno e uscii dalla classe sperando di capire dove fosse andato Nick.
"Quel cretino combinerà qualche guaio, sicuramente."
Affrettai il passo decisa a posare in fretta le mie cose per poter andare a cercare il rappresentante e sfrecciai accanto agli alunni trasformando la mia camminata velocizzata in una corsa sfrenata.
Arrivai al mio armaddietto, posai i libri e chiusi in fretta per poi scappare verso l'ala est.
Incrociai Nathan ma non gli diedi troppo peso, avevo cose da fare io.
In pochi minuti arrivai a destinazione ma mi accorsi di non avere la più pallida idea di dove dovessi cercare Nick quindi iniziai a lanciare un'occhiata in ogni classe vuota che trovavo.
La campanella suonò di nuovo ricordando agli studenti che iniziava la prossima lezione e aspettai che tutti si fossero dileguati.
Appena il corridoio fu sgombro di gente tesi le orecchie per capire se Nic fosse da quelle parti.
-Comunque sono contento che tu sia venuto.- Mormorò una voce facendomi indietreggiare di qualche passo per raggiungere la porta da dove arrivavano i bisbigli.
Misi lentamente la mano sulla maniglia fredda e mi affacciai quel poco per scorgere la figura di Nick seduta su un banco con un ragazzo a pochi centimetri da lui.
-Anche io sono contento di essere venuto qui, Blake.- sussurrò lui baciando uno dei gemelli.
"Aspetta... Blake era gay?"
Spalancai gli occhi quando il volto di Blake si mostò meglio ai miei occhi.
Era lui.
"Come può essere che i più fighi siano sempre gay?"
-La prossima lezione è già iniziata, ci staranno aspettando...- mormorò Nick mettendo le braccia sulle spalle di Blake per poi unire le mani dietro il suo collo.
Stavo per aprire un altro po' la porta quando una mano mi tappò la bocca e mi tirò indietro.
Mi ritrovai tra gli armadietti e il corpo muscoloso di Drake.
Le sue mani erano ai lati della mia testa e il suo respiro caldo mi sfiorava le guance.
-Shhh...- disse lui mettendosi un dito sulle labbra carnose.
-Chosa stai facendo qui?- chiesi abbassando la voce il più possibile.
Lui si guardò intorno e poi osservò la porta a poca distanza da noi.
-Potrei farti la stessa domanda.-mormorò piantando i suoi occhi scuri nei miei.
-Curiosità.- ammisi sentendo il freddo metallo del'armadietto che mi faceva da sostegno dietro le mie spalle.
-Sapevo che mio fratello fosse gay, sono venuto qui per controllare con chi stesse.- disse lui lanciando l'ennesima occhiata alla porta socchiusa.
Lo guardai stranita mentre le mie sopracciglia raggiungevano l'attaccatura dei capelli.
-Mi sto immischiando in una Tweencest?- chiesi aggrottando la fronte.
Voltò la testa di scatto con una faccia disgustata.
-Neanche per sogno!- urlò lui mantenendo comunque la voce bassa.
-Posso esserne sicura?- chiesi ancora dubbiosa.
Lo vidi fare un'espressione strana.
-Lo vuoi dimostrato?-
La sua faccia si avvicinò pericolosamente alla mia mentre il mio cervello ritardato si accorgeva solo in quel momento cosa stava per fare Drake.
"Santo Cielo!"
I nostri nasi si sfiorarono propio mentre dei passi ci fecero voltare entrambi verso l'angolo sinistro del corridoio.
La figura di Nate si fermò propio mentre il suo sguardo cadde su di noi ancora vicinissimi.


Angolo Autrice
Zalveeeeeeeeee.
Vi amo tutti, non dimenticatelo, quindi pensateci due volte prima di decidere quale fine farmi fare!
Okay... ehm... meglio passare subito al capitolo, che è meglio.
Quiiindi, per quelle che volevano che la coppia Narlett tornasse di nuovo insieme mi dispiace veramente ma... dovrete aspettare u.u
Comunque, come vi dico sempre, questa storia non è la solita storia, infatti chi si aspettava che uno dei gemelli stesse con Nick? Eh?
Ma che sono blavaaaa *^* (Applausi, grazie)
Per chi non avesse ancora letto la OS tra Ari e Greg qui c'è il link ------> Solo per questa notte, Arianna.
Ah, il nuovo banner è stato creato da una ragazza fantastica che ha deciso di farmene uno nuovo dato che il mio faceva vomitare (^v^) ed è niky2910  
E ringrazio anche le 7 ragazze che hanno amorevolmente recensito e mi scuso con tutte per aver risposto in ritardo  D:
EnJb10
Valyna_
B_hiseyes
violaserena

Ninriel
niky2910
lime_
Ehm... ecco.. nessuno me l'ha chiesto ma vorrei fare pubblicità ad una storia basata sul gioco Dolce Flirt (per chi giocasse) che fa morire dalle risate, l'ho trovata grazie ad un sito e ora la pubblicizzo anche io :*
Un amore sopra le rughe
Ora vi lascio. Auguri a tutte le ragazze che seguono la storia (e anche a quelle che non la seguono, ma loro non potranno mai leggere i mie auguri) e buon weekend a tutti :)
Baci.

BlueBerries98

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***




Oh Santo Cristo! Mi tremava ogni singolo muscolo del corpo, i miei nervi potevano schizzare a destra e a sinistra in qualsiasi momento.
Sentivo il respiro di Drake spostato rispetto al mio viso; in effetti le nostre teste erano entrambe girate verso Nate che ci scrutava atono.
Piantai i miei occhi in quelli di Nathan cercando di leggere qualcosa nel profondo azzurro delle sue iridi, per la precisione non riuscivo a vederlo bene perché la maggior parte della luce nel corridoio arrivava dalle finestre alle sue spalle ma, comunque, riuscivo a distinguere quelle due macchie di azzurro che assistivano alla nostra scenetta a dir poco imbarazzante.
Drake si radrizzò lentamente e sorrise a Nate.
-Ehi, amico. Come mai da queste parti?- chiese mentre una sua mano scivolava lentamente via dall'armadietto accanto alla mia testa.
Preferii non partecipare a quella specie di saluto che aveva appena fatto il gemello per due motivi abbastanza avvi: primo, non avevo alcuna intenzione di rivolgergli la parola; secondo, anche se avessi voluto farlo, ero sicura che la mia voce sarebbe uscita strana e malforme come un unghia che striscia sulla lavagna o un corvo che starnazza.
Veramente non sapevo neanche se incrociare lo sguardo di Nate o evitarlo del tutto, volevo che capisse che non mi importava niente di cosa pensava ma non volevo che interpretasse nel modo sbagliato il fatto che fossi incollata al Drake.
"Questa è un perfetto esempio di incoerenza, Scar..."
Fu la voce di Nate a bloccare il flusso ininterrotto dei miei pensieri.
-Non mi andava di fare Biologia. Comunque ho un impegno.- rispose lanciandogli un occhiata d'intesa con un mezzo sorrisetto stampato in faccia.
Anche l'espressione di Drake cambiò in un ghigno ammiccante.
"Qualcuno si è accorto che ci sono anche io?!"
-Devi vederti con Alexa?- chiese il gemello senza lasciar andare il suo ghigno divertito.
In altri casi avrei sbuffato sonoramente setendo quel nome.
Alexa era nel gruppo delle Cheerleader con Amanda e Cassandra, uguale: troia.
Che noia. Nate, sei sceso veramente in basso.
Lo osservai mentre squoteva la testa divertito.
-Non è quello che pensi, Drake. Devo risolvere una faccenda con lei...- mi lanciò un'occhiata fugace e tornò sul suo amico. - ...Dopo ti spiego.-
"Okay, basta. Me ne vado."
Feci per sgusciare sotto l'unico braccio che, Drake, teneva ancora attaccato all'armadietto ma un rumore mi fece fermare.
La porta da dove, pochi minuti prima, stavo sbirciando Nick e Blake si aprì e spuntò la testa mora del rappresentante.
L'osservai diventare come un peperone mentre anche l'altro gemello usciva dalla classe.
-Cosa state facendo qui?!- sbraitò chiudendo le mani a pugno.
-Io me ne stavo andando....- mormorai staccandomi dagli armadietti ma trovandomi ancora più vicina a Drake, che aveva mantenuto la sua posizione iniziale.
Attirai l'attenzione di Nick che ci scrutò con aria curiosa.
-Voi due state iniseme?- chiese Blake per niente nervoso, imbarazzato o nervoso. Sembrava divertito da tutta quella scenetta comica che stava avvenendo nel corridoio.
Nick gli lanciò un occhiataccia e poi tornò su noi due.
Mi ritrovai imbarazzata da quella domanda, soprattutto perché c'era anche Nate ad assistevi. Lo degnai di uno sguardo veloce e mi affrettai a rispondere.
-No!-
-Ma non sarebbe una cattiva idea!- ridacchiò Drake beccandosi una gomitata nelle costone da parte mia.
-Non succederà mai.- ribattei tenendo lo sguardo fisso sul gemello che mi stava accanto.
Cercai di nascondere il mio divertimento mentre lui assumeva una faccia da cucciolo e sbatteva le ciglia come le farfalle sbattono le ali.
-Non saremmo una bella coppia?- chiese con una voce addolcita e tenera.
Lo imitai e assunsi un'aria da cucciolo. -Io speravo ancora nella Tweencest.-
Sentii le risate di Blake diffondersi intorno a noi.
-Che schifooo!-
Ridacchiai mentre Drake mi lanciava un'occhiata seccata.
-Ah-Ah-Ah- fece lui, arricciando il naso.
Nick si schiarì la gola abbastanza forte da attirare l'attenzione su di lui.
-Qualcuno mi spiega perché siete tutti qui?!-
Drake ridacchiò accanto a me.
-Cercavamo un posto dove pomiciare in santa pace.-
Gli lanciai un occhiata confusa e allibita.
"What?"
Nick non sembrava convinto della versione di Drake ma si rivolse, comunque, a Nate che non aveva detto niente durante il nostro battibecco.
-E tu?- gli chiese incrociando le braccia al petto.
Drake riprese a parlare pià divertito di prima.
-Nate si eccita quando vede due che pomiciano, quindi ce lo siamo portato con noi.-
-Esatto!- ridacchiò Nathan assumendo un'aria da pervertito.
Mi morsi la lingua e l'interno della guancia per non ridere ma fu Blake a scoppiare per primo un una fragorosa risata battendo una mano sulla spalla di Nick.
-Lascia perdere, Nick. Non è importante!-
Il rappresentante divenne tutto rosso e si allontanò dal gemello scrollandosi la mano di dosso.
-Per me lo è invece!-
Mi venne un tuffo al cuore mentre lui scappava via di corsa lasciando Blake con il braccio a mezz'aria e un aria risentita.
-Vai a scusarti.- ordinò Drake a Blake e quello annuì correndo via.

Come avevo fatto a dimenticarlo?!
"Sei un'illusa se speravi di non doverlo incontare più per il resto della giornata."
La mia mano tremante afferrò la maniglia degli spogliatoi della palestra e l'aprì lasciandomi vedere la figura di Nate appoggiata al muro e con le braccia conserte.
"Perché ha una maglietta a maniche corte in pieno inverno?!" urlò il mio cervello correndo da una parte all'altra della mia testa.
I bicipiti erano contratti e i pettorali aderivano bene alla maglietta di cotone che gli scivolava sul torso come un guanto.
"Qualcuno mi faccia una rianimazione."
I suoi occhi azzurri incontrarono i miei in modo divertito. Si era accorto che gli stavo sbavando dietro.
"Questo stronzo lo ha fatto apposta."
-Era ora che arrivassi, lo spogliatoio non si pulisce da solo.- disse facendomi venire un moto omicida.
-Potevi iniziare tu, dato che ti sei affrettato tanto per arrivare puntuale.- risposi atona lasciando cadere il mio zaino sopra una panca di legno.
Non rispose e si sedette accanto alla mia sacca mentre io mi allontanavo per aprire, controvoglia, l'armadio dove tenevano i detersivi e tutti gli attrezzi per pulire.
Presi uno staccio meno bucato degli altri e lo portai in bagno per bagnarlo e versarci qualche goccia di detersivo sopra.
Dovevo provare a non far caso alla presenza di Nate negli spogliatoi, da oggi in poi non lo avrei più calcolato.
"Vai così, Scarlett!"
Piegai accuratamente lo straccio in quattro e tornai negli spogliatoi iniziando a pulire i vetri con passate energiche che mi servivano per scaricare la tensione su qualcosa.
Sfortunatamente la mia iniziativa di non badare a Nate andò a farsi friggere appena mi accorsi che potevo benissimo incrociare il suo sguardo dallo specchio che stavo pulendo quindi decisi di lasciare, dietro il mio passaggio con lo straccio, più schiuma possibile così da non poter cadere in tentazione dato che le bolle non mi facevano vedere niente.
Ma continuai a sentire il suo sguardo persistente alle mie spalle anche mentre pulivo il lavandino (quello con la macchia ambigua), spazzavo per terra e tentavo di pulire gli armadietti fino a metà dato che erano troppo alti per me.
Comunque non mosse un dito e c'era da aspettarselo da uno come lui anzi, iniziò a rivistare negli armadietti aperti alla ricerca di chissà che cosa.
Non badai più a lui ed andai in bagno per spazzare per terra e lavare quello che c'era da lavare (OVVIAMENTE non se ne parlava neanche di pulire i gabinetti. Neanche morta.)
Conclusi tutte le pulizie da sola e tornai negli spogliatoi trovando Nick sdraiato sopra una panca con le mani dietro la testa e le gambe leggermente aperte con i piedi che scendevano paralleli sul pavimento.
Sbuffai e passai accanto a lui senza considerarlo: non volevo che mi beccasse più a navigare con lo sguardo sul suo corpo. Presi il mio zaino e lo caricai su una spalla.
-Grazie per avermi aiutata.- mormorai sarcasticamente mentre il mio cervello trovava ogni oggetto contundente nella stanza per poterlo colpire.
Feci per mettere una mano sulla maniglia ma mi ritrovai, per la seconda volta nella stessa giornata, con la schiena sugli armadietti e un ragazzo che mi faceva da gabbia davanti ai miei occhi.
Misi i palmi sul suo petto, pronta a fare forza e non mi risparmiai un'espresisone confusa da tutta quella improvvisa vicinanza.
La sua testa si accostò alla mia e le sue labbra sfiorarono il mio orecchio sinistro mandandomi lunghe scosse per la spina dorsale.
"Ti prego, allontanati."
-Mi dirai tu quando smettere.- mormorò con voce roca al mio orecchio mentre le mie ginocchia tremavano e minacciavano di cedere da un momento all'altro.
Il cuore mi stava battendo così forte che mi stupii del fatto che Nate non lo udisse, sentivo le pulsazioni nella gola, nelle orecchie e nella testa.
Feci forza sulle braccia per spingerlo via ma lui si scostò di sua volontà e uscii dalla stanza lasciandomi senza fiato e confusa sul significato delle sue parole.

Sinceramente non avevo mai messo piede nel teatro della scuola, non mi interessava cosa facevano lì dentro e poi non era una classe vera e propria quindi non era di mia competenza.
Comunque l'atmosfera era davvero bella e i posti a sedere erano tantissimi. Le sedie di velluto rosso creavano un semicerchio attorno al palco ovale; il pavimento era tutto il lastre di legno e le scale per salire sul palco scricchiolavano ogni volta che qualcuno ci passava su con il proprio peso. Il tetto sembrava del tutto discostato dai normali soffitti della scuola: era leggermente incavato e pieno di lucine blu che, se accese al buio, creavano la volta celeste nella notte.
Scorsi con le dita sui manici delle sedie mentre arrivavo davanti al palco, dove mi aspettava Nick giò pronto e con una bottiglia d'acqua accanto. Ogni sedia portava una targetta d'ottone con il numero del posto e i sedili erano di quelli pieghevoli; quelli che, se ti alzi, si chiudono dietro di te.
Dovevo assolutamente riconsiderare quel posto.
Nick, poco più avanti di me, si schiarì la voce per attirare l'attenzione mentre io scivolavo con lo sguardo su tutte le stelle blu che punteggiavano il soffitto bianco. Erano tutte spente perché c'erano delle lampade laterali ai corridoi che illuminavano il teatro normalmente.
Nick si schiarì nuovamente la gola ma io preferii non farci caso, ero troppo intenta a guardare i drappeggi ricamati che possedevano le tende pesanti del palco.
-Scarlett.- lo sentii chiamarmi.
Sbuffai lasciando stare le facce ricamate sopra le tende e gli rivolsi uno sguardo seccato.
-Se ti sedessi potremmo incominciare a fare le audizioni.- disse indicandomi, con il pollice, dietro le sue spalle, verso i sedili in velluto.
Mi voltai confusa e trovai una ventina di studenti che mi guardavano impazienti. Potei giurare di vedere una ragazza che si torturava i capelli e si mangiava le unghie nello stesso momento.
Alzai le sopracciglia sorpresa e annuii lentamente. -Okaaay...-
Nick mi fece segno di sedermi sulla sedia accanto a lui e iniziammo le audizioni appena urlò.
-IL PRIMO!-
Pochi secondi dopo un ragazzo di 14 anni salì sul palco e si posizionò al centro.
Era nervosissimo e lo si poteva capire dal fatto che gli tremassero le ginocchia e grondasse sudore come una fontana.
-Come ti chiami?- chiese Nick incrociando le braccia e adagiandosi meglio alla spalliera della sedia.
Mi ricordava lontanamente Simon Cowell.... era inquietante.
Infatti il ragazzo lo guardò esitante ed intimorito. Povero Mondo.
-Mi chiamo Bob.-
Osservai di sottecchi Nick che faceva un sorrisino scontento.
-Non ce l'hai un cognome?-
Gli tirai una gomitata che lo fece voltare di scatto.
-Non vedi che è nervoso?- sussurrai lanciandogli un'occhiataccia.
Scossi la testa e portai la mia attenzione sul ragazzo tremante in mezzo al palco e gli rivolsi un sorriso rassicurante.
-Ciao Bob, cosa ci hai portato oggi?-
La porta in fondo ai sedili si aprì e qualcuno entrò ma non ci feci caso.
-Ho portato Imagine di John lennon.-
-Perfetto, sentiamo.-
Mantenni un'espressione soddisfatta e vagamente intenerita anche quando la sua vocina iniziò a trapanarci i timpani e qualcosa mi fece supporre che, se non avesse smesso di cantare al più presto, le tende si sarebbero staccate e gli sarebbero crollate in testa e la bottiglia d'acqua accanto a Nick si sarebbe frantumata in mille pezzi.
A fine esibizione mi schiarii la gola cercando parole meno acide per dirgli che poteva anche andarsene.
-Complimenti, abbiamo preso il tuo nominativo, ti faremo sapere.-
Un ora dopo i miei timpani stavano sanguinando letteralmente e la mia espressione facciale si era stampata a vita sulla mia faccia.
Sembravo vagamente un'idiota.
Eravamo riusciti a trovare un ragazzo abbastanza bravo a cantare e due ragazze che avevano una voce fantastica, era un traguardo per tutti.
Di tanto in tanto lanciavo un occhiata fugace alle mie spalle per capire quante persone mancassero e fui visibilmente sollevata quando non trovai nessun altro ad aspettare, nervosamente, che venisse chiamato.
-Bene, abbiamo finito.- esclamai stiracchiandomi la schiena.
Nick non sembrava contento mentre si alzava e prendeva la sua bottiglia che, miracolosamente, non aveva fatto neanche una crepa.
-Qualcosa non va?- chiesi intimorita.
-Abbiamo trovato chi canta ma nessuno si è presentato per suonare uno strumento. La scuola non chiamerà dei musicisti per partecipare alla gara finale.-
Difatti non c'avevo pensato.
Lui sorrise e fece un gesto con la mano. -Non preoccupiamocene adesso. Sono le 18.30 e io voglio tornarmene a casa. Ci penseremo domani.-
Pochi minuti dopo eravamo nei corridoi desolati (senza contare i bidelli) e stringevamo i nostri zaini sulle spalle.
-Okay, io devo andare. I miei mi aspettano.- disse Nick salutandomi con una mano e scomparendo verso il portone.
Salii le scale per andare al mio armadietto ma mi fermai quando delle note arrivarono soavemente alle mie orecchie.
-Ma che....-
Mantenni un passo silenzioso e arrivai fino all'aula di musica, dove le note si facevano più forti. Erano le note di un pianoforte e io conoscevo quella melodia.
"Chi sa suonare Bella's Lullaby?"
E per la seconda volta nelo stesso giorno mi ritrovai a sbirciare da uno spiraglio nella porta cosa stava succedento.
Il cuore mi si strinse in una morsa appena notai i capelli biondi e la schiena muscolosa di Nathan.
Le sue dita scorrevano velocemente sul piano e potei notare chiaramente che teneva gli occhi chiusi mentre il suono del piano invadeva la stanza.


ANGOLO AUTRICE *-*
Ma buonsalve! Ed eccomi qui con il capitolo 17 :) Questa volta ho fatto passare una settimana intera e ne sono veramente soddisfatta perché così nessuno deve andare a riguardare il capitolo 16 e ha tutto fresco in mente ^^
Cooomunque, con questo siamo già a 2 capitoli e mezzo che la nostra coppietta non si calcola neanche ma... cosa voleva dire Nathan con quella frase ambigua? eheheheh non se l'è chiesto nessuno oltre alla protagonista T^T?
Stendiamo un velo pietoso e andiamo avanti. Chi si aspettava che Nate suonasse il piano? Cosa ve ne sembra di questa trovata? Io non ne sono molto sicura, inizialmente doveva suonare il violino ma il piano mi sembrava più appropiato (anche se il violino è sexy)
qiondi abbiamo deciso di comune accordo di fargli suonare il piano.
Mi è dispiaciuto non trovare tutti i mie recensori abituali ma va bene lo stesso 5 recensioni sono ben accette comunque.
Ringrazio:
laliter_in_love
violaserena
Deeeeeeeeo
Ninriel
 B_hiseyes
Okay, ora vi saluto e buon San Patrizio a tutti!
Baci.
BlueBerries98
 

Con la speciale collaborazione di Simon Cowell anche se lui non lo sa.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***




Buongiorno a tutte quelle che stanno leggendo la storia e buon inizio vacanze (per chi ha finito la scuola).
Chiedo scusa a tutte quante perché sono mancata per due lunghissimi mesi ma non riuscivo a scrivere il capitolo perché non mi veniva niente in mente D:
Il fatto è che so dove voglio andare a parare ma questo capitolo è stato leggermente più complicato degli altri.
Quindi tralascio le mie scuse e vi informo che, dopo due mesi di assenza, ho deciso con Deeeeeeo che introdurrò questo capitolo con un "nel capitolo precedente" per farvi ricordare dove siamo arrivati più o meno.
P.S: Questo capitolo è tra i miei preferiti, spero che piaccia anche a voi e, per farmi perdonare, è più lungo di tutti gli altri capitoli.

Nelle puntate precedenti(suonava meglio):
Scarlett litiga con Nate urlandogli contro che le ha rovinato la vita quindi non si parlano più, intanto scopre che Nick e Blake stanno insieme e Drake le dice che lui sapeva già tutto da un bel po'.
L'ultima volta che Scarlett e Nate hanno fatto pulizia negli spogliatoi lui non ha mosso neanche un dito e lei si è ritrovata spalle al muro mentre lui le sussurrava -Mi dirai tu quando smettere.- Ma di fare cosa?
Si avvia la ricerca di bravi cantanti nella scuola ma Nick e la nostra vice non riescono a trovare qualcuno che sappia suonare uno strumento.
 
Posai i miei pattini proprio in fondo al mio armadietto e presi le scarpe di scorta che tenevo sepolte sotto un mucchietto di vetstiti. Mio pradre non si era ancora deciso di sistemare la mia bici, mio fratello aveva "altra gente" da portare a scuola e l'autobuso mi faceva troppo schifo anche solo per respirare l'aria che circolava in quella scatola di latta.
E poi sul pulmino salivano sempre quei quattro stupidi che si divertivano a fare "scerzi" lanciandoti pezzi di panino o mettendoti gomme da masticare tra i capelli, in più puzzavano da fare schifo e sputavano quando parlavano. Il solito Cliché.
Sbadigliai rumorosamente mentre allacciavo la scarpa destra con la tecnica delle orecchie di coniglio e mi chiesi come mai non avevo chiuso occhio per quasi tutta la notte.
Il giorno prima aveva lasciato l'aula di musica senza chiedere a Nate la sua partecipazione con il piano ma avevo troppo mal di testa per superare una conversazione con lui anche volendo.
Comunque noi non ci parlavamo da qualche giorno ormai e non sarei stata io a rompere l'incantesimo che faceva regnare la calma intorno a me; niente urla, niente doppi sensi, noiente provocazioni, niente botta e risposta, niente Nate.
Notai con la coda dell'occhio le supra bianche di Arianna un attimo prima che lei picchiettasse il suo dito sulla mia spalla.
-Lo sai che ti voglio tanto bene, vero?- mi chiese mielosa. Fin troppo.
Non la stavo guardando in faccia ma potevo immaginare le sue ciglia sbattere velocemente come le ali di una farfalla.
Alzai la testa mantenendo la mia posizione accucciata e la fissai chiudendo un occhio per la luce della plafoniera sopra le nostre teste.
-Dimmi...- gemetti pensando già a qualche proposta al limite del possibile.
Magari voleva venire a dormire a casa mia per poter stare con Greg. Non mi sarei stupita se me l'avesse chiesto ma, cavolo, mi sarei sentita messa da parte.
La mia occhiata verso di lei si affilò subito dopo aver pensato tutto quello. Magari voleva solo chiedermi di uscire per compare un nuovo mascara o un rossetto nuovo al sapore di cioccolata o che so io, una macchina.
- Alexa ha invitato mezza scuola alla sua festa di questa sera, vieni?-chiese continuando a fare la vocina dolce e gli occhi luccicanti.
Abbassai la testa per sistemare il fiocco e per tirarmi su poggiando le mani sul pavimento e facendo forza.
-Perché me lo stai chiedendo solo adesso?- sospirai aggrottando la fronte.
-Perché ieri on eri del tutto in forma e mi avresti uccisa se solo te l'avessi chiesto.-si giustificò lei arrotolandosi una ciocca tra le dita.
-Niente mi impedisce di farlo adesso. Comunque no, non ci penso neanche per sogno.-dissi lanciando un'occhiata ad Alexa che cinguettava con degli amici di mio fratello e Nate.
-Dai, prometto di riaccompagnarti a casa e ti terrò lontano dalla piscina, mettendo che ce l'abbia.-
Nascosi la testa dentro l'armadietto con la scusa di dover prendere i libri di biologia e sospirai borbottando imprecazioni.
-Non vengo, non ho niente da mettermi, non ho voglia e non mi va di vedere nessuno.- conclusi sperando che lei non continuase ad insistere.
Presi il libro, una penna, il quaderno e chiusi l'anta cercando di concentrarmi solo su quel semplice movimento come se fosse la cosa più interessante del mondo.
Mi voltai pronta ad andarmene tra i suoi sbuffi ma Nick mi si parò davanti con la faccia di uno che vorrebbe trucidare mezzo mondo e bruciare l'altra metà.
-Dobbiamo trovare qualcuno che sappia suonare uno strumento qualsiasi. Mi va bene anche il gong.- disse soltanto lasciandomi vagare nella sua occhiata gelida come se il resto del discorso dovessi capirlo da me.
Ma il mio cervello era troppo addormentato per fare anche i più piccoli ragionamenti quindi mi limitai ad alzare un sopracciglio e aspettare.
Invano.
-Forse conosco qualcuno della scuola che sa suonare il piano.- dissi sperando che fosse quello che voleva sentirsi dire ma la sua occhiata di fuoco mi fece capire che non avevo fatto centro.
-Tutti quelli che fanno il corso di musica sanno suonare uno strumento! Mi serve qualcuno che abbia voglia di farlo su un palco, davanti ad una giuria ed un pubblico. Quindi, come mia vice, ti ordino di trovarne uno al più presto.- concluse lanciandomi un'altra occhiata gelida.
Rimasi a bocca aperta il tempo necessario per permettere al mio cervello di metabolizzare tutto quel marasma.
Lo osservai andarsene furioso ma feci in tempo ad urlargli dietro un -Sono la tua vice, non la tua schiava!-
Rimasi con gli occhi fissi su di lui finchè non scese le scale proprio mentre Nate le saliva e mi lanciava un'occhiata atona.
Dovevo parlare con lui.
Guardai Arianna che stava ancora ferma a fissarmi e poi mi diressi a passo spedito verso Nate che stava tranquillamente aprendo il suo armadietto.
Mi fermai a pochi passi da lui mordendomi il labbro inferiore.
Cosa potevo dirgli? "Ehilà, ti va di suonare per noi?"
Mi guardai intorno notando che qualcuno ci stava fissando e lanciai occhiate taglienti a destra e a manche sperando che qualcuno avesse la decenza di farsi gli affari propri.
Mi avicinai a Nate e feci un lungo sospiro.
-Nathan ci servi.-
"Questo è il modo giusto per iniziare una conversazione diplomatica. Complimenti Scarlett"
Aspettai una risposta che non arrivò ma notai chiaramente la sua mandibola che si induriva e mi venne voglia di toccarla per sentire la sua pelle sotto le mie dita.
"L'obbiettivo di tutto questo non è palparlo, Scarlett."
-Ieri ti ho sentito suonare al piano e sei....- mi interruppi per ingoiare il rospo più grande che io avessi mai ingoiato. -.... bravo.-
Mi interruppi nuovamente sperando che dicesse anche qualche sillaba sconnessa ma lui continuò a cercare i libri nel suo armadietto.
Eppure l'avevo sempre immaginato come uno che non porta mai il materiale per studiare in classe con la scusa che gli appunti glieli fornirà gentilmente qualche ragazzina che pende dalle sue labbra.
E in tutto quel trambusto mi chiesi che voti avesse a scuola.
-Il fatto è che la preside vuole fare questa gara a tutti i costi e Nick ha incaricato me per trovare qualcuno disposto a suonare.-
Feci per aggiungere qualcosa ma lui mi bloccò degnandomi di uno sguardo gelido.
-Come mai non me l'hai chiesto direttamente ieri?-
Boccheggiai per un po' prima di mettere insieme una frase di senso compiuto che avesse almeno il soggetto, il verbo e il complemento oggetto.
quanto mie erano mancati quegli occhi così belli e azzurri?
-Perché non volevo.- risposi infine abbassando lo sguardo.
-Avremmo solo litigato come tutte le volte che parliamo e io non ne avevo voglia.- continuai tornando a fissare i suoi occhi me mi stavano analizzando come se potesse leggere anche tutto quello che non avevo detto.
-Ecco perché hai preferito parlarmene adesso con tutta la scuola attorno a noi?-chiese scettico.
- Almeno non inizieremo ad urlare e bestemmiarci contro.- borbottai notando nuovamente che la gente non aveva altro da fare se non guardare noi.
-Non suonerò per nessuno.- concluse chiudendo l'armadietto.
Aspettai qualche secondo e poi mi venne in mente una domanda che mi ero posta per tutta la notte.
-Hai detto che ti dirò io quando smettere, ma di fare cosa?-
Lui si limitò a lanciarmi un'ultima occhiata velatamente furiosa (come quelle che mi aveva lanciato fino a quel momento) e se ne andò.
Sbuffai tornando indietro e per poco noi alzai il dito medio ad una ragazza con i capelli rossi che mi lanciava occhiate poco simpatiche. Strinsi i pugni e tornai sui miei passi, diretta al corso di biologia.

Guardai l'orologio sulla parete della mia camera mentre componevo il numero di telefono di Sebastian, il fratello di Nate, e aspettai che accettasse la chiamata sperando che i soldi nel mio telefono mi permettessero di chiamarlo ovunque fosse in quel momento a fare il modello.
-Pronto?- chiese lui schiarendosi la gola subito dopo.
-Ehi, sono Scarlett.-
-Dolcezza, pensavo che non mi avresti più chiamato, non ci sentiamo da qualche giorno ormai.- ridacchiò lui facendomi sorridere a mia volta.
-Già, ho avuto altro da fare....- mormorai mordendomi un labbro.
-Sono a fare un set per una marca di abiti sportivi ma ho qualche minuto libero per parlare.- disse, tenero come il pane.
-Ho fatto un casino, Nate non mi parla più.- gemetti poggiando la fronte contro il muro freddo della mia stanza.
Controllai nuovamente l'orario notando che la festa di Alexa sarebbe iniziata tra qualche minuto ma scossi la testa per levarmi il pensiero di poterci andare.
Arianna mi aveva mandato tre messaggi per chiedermi di venire ma mi ero limitata a chiudere la schermata e lanciare il telefono sul materasso in un moto sconsolato.
Non sarei andata a quella festa, non mi andava di vedere mezza scuola lì.
-Mi stai ascoltando?- mi chiese Seb dall'altro lato della cornetta.
-No, scusa. stavo pensando ad una festa che ha organizzato una ragazza della nostra scuola. Scusa.-
Lo sentì sospirare. - Smettila di scusarti e spiegami perché sei al telefono con me invece che alla festa a flirtare con qualche ragazzo.-
sorrisi amara e guardai fuori dalla finestra perdendomi nel cielo nero.
-Io non so flirtare, Seb. Comunque sia non voglio andarci, l'ultima volta sono finita in piscina e tuo fratello mi ha riaccompagnata a casa.-
-Dovresti parlargli....- mi consigliò lui mentre sentii qualcuno bisbigliare da qualche parte vicino a lui -Cinque minuti e si riparte, muovi il culo, bello.-
Era una donna a parlare e lo sentii ridacchiare. - Mi basta ammirare il tuo, Gloria.-
Mi schiarii la voce indecisa se chiudergli la chiamata in faccia o restare al telefono aspettando che quei due la finissero di provocarsi.
-Sai che ti dico? Vai alla festa, divertiti, prova a parlargli oppure pomicia con qualche ragazzo e non ci pensare per il resto della serata. Domani ti sentirai meglio.-
sospirai abbattuta e alzai gli occhi al cielo. - Fai schifo a dare consigli, Seb.- gli dissi ridacchiando.
-Ascolta, dolcezza, ti devo lasciare. Ci sentiamo domani, okay?-
Annuii come se lui potesse vedermi e lo salutai con un semplice "ciao" sussurrato prima che lui potesse raccomandarmi altro.
Strisciai titubante verso l'armadio sperando di rimediare qualche vestito decente e mi misi a rovistare svogliatamente tra quel tripudio di felpe, maglioni e cose pesanti. Cinque minuti dopo stavo osservando le gonne che erano sparse sul mio letto.
Da quant'era che non mettevo una gonna?
Scartai subito quella rosa con il merletto bianco ripromettendomi di bruciarla in qualche falò estivo così che mia madre non potesse accorgersi del misfatto.
Guardai la gonna nera e la maglietta con lo scollo a V sia davanti che dietro e li presi entrambi rimettendo tutto il resto dento l'armadio.
Cosa stavo facendo?
Finiii di truccarmi prima del previsto, presi la borsa, il telefono, le chiavi e lasciai un bigliettino ai mei spiegandogli che ero alla festa dove c'era anche Greg e che, logicamente, non mi sarebbe successo niente perché lui mi avrebbe protetta.

Pensai di ricorreggere la frase appena lo trovai del tutto ubriaco e bagnato fradicio seduto con dei suoi amici.
Casa di Alexa era poco lotano dalla mia quindi non c'avevo messo tanto per arrivare e, nonostante fossi in ritardo di una mezzoretta abbondante, nessuno se ne accorse.
Casa sua era posizionata in mezzo ad un giardino molto più grande del mio pezzettino di prato davanti e dietro casa che, in confronto, era un aiuola. Le mura erano di un dolce azzurro tiffany e la casa doveva avere più o meno due piani.
Le bevande erano in ogni angolo libero, sopra un tavolinetto in legno e in punti strategici tipo vicino alla "pista da ballo" o vicino ai divanetti dall'altro lato della casa.
Non mi preoccupai di osservare meglio quella villa ma mi limitai a seguire il piccolo sentierino fatto di ciottoli che conduceva alla porta di casa beandomi della musica a tutto volume che invadeva l'altosfera piena di luci colorate. Mi voltai prima di entrare chiedendomi se i vicini avrebbero detto qualcosa ai genitori di Alexa per tutto quel macello ma poi scrolla le spalle e mi dissi che non erano affari miei e che non mi doveva importare.
-Scarlett!- urlò Arianna accogliendomi a braccia aperte.
-Oddio, sei venuta! Questa festa si sta facendo molto più interessante di quello che sperassi!- continuò porgendomi un bicchiere di un liquido azzurro, che buttai giù in un sorso, e trascinandomi verso la parte "pista da ballo" della casa.
Il mio corpo fu del tutto contrariato del fatto che, con quell'aria fredda, noi dovessimo restare al freddo, fuori da quella casa.
-Cos'è successo?- le chiesi mentre si avvicinava ad uno dei tavolini e prendeva un altro bicchierino di quel liquido azzurro che sapeva troppo di alcol.
Avvicinai il mio bicchiere e aspettai che lei ne versasse altro anche a me e che iniziasse a parlare.
-Praticamente c'è Nate che sta amabilmente pomiciando con Cassandra davanti agli occhi di Mike e pensiamo che, entro la fine della festa, facciano a botte.- spiegò iniziando a bere un sorso dal suo bicchiere.
-Sono aperte le scommesse!- ridacchiò un aragazzo che non ricordavo di aver viso in giro per la scuola.
Lo osservai mentre prendeva una bottiglia di birra e la stappava. Aveva i dread che gli arrivano alle spalle e gli occhi verdi come il muschio.
Mi lanciò un'occhiata e sorrise.
-Io mi chiamo Aaron, tu?- si presentò porgendomi una mano.
-Mi chiamo Scarlett.- risposi stringendogliela e lui bevve un sorso di birra.
-Per caso sei la nostra vice?- chiese indicandomi con la stessa mano con cui stava tenendo la birra.
Annuii e bevvi dal mio bicchiere.
-Non ti facevo così carina! Tutti dicono che sei tiranna ma nessuno mi aveva detto che sei carina.-ridacchiò passandomi un braccio intorno alle spalle.
Finii il mio bicchiere e lo lasciai insieme agli altri che erano sparpagliati in disordine sul ripiano in legno.
-Una rappresentante deve essere autorevole, forte e deva saper prendere giuste decisioni. Non interessa a nessuno se poi è carina o meno.- risposi orgogliosa.
Non disse niente ma si limitò ad arricciare il naso e prendermi un altro bicchiere di quel liquido azzurro.
-Beviti un altro angelo azzurro, questa festa deve essere indimenticabile.-
Bevvi un sorso di quell'alcolico e lo guardai stranita.
-Stai tentando di farmi ubriacare?- chiesi senza essere neanche seccata.
Mi andava bene, volevo divertirmi e non pensarci a tutti quei casini che combinavo.
Cercai Arianna con lo sguardo mentre lui mi rispondeva un -Non ti sto mica costringendo, vuoi restare sobria?- ma incontrai gli occhi di Nate e trovai anche il corpo di Cass premuto contro il suo.
-Certo che no.- gli risposi bevendo un'altro sorso di angelo azzurro trovando finalmente Arianna che baciava Greg su un divanetto.
Poco dopo entrammo in casa. quasi tutti si erano spostati lì perché fuori iniziava ad esserci fresco anche per loro quindi mi ritrovai a ballare con una birra in mano, Aaron da una parte e qualcun'altro dall'altra; di tanto in tanto Aaron mi poggiava una mano su un fianco e io ridevo perche invece di ballare mi faceva il solletico.
-Smettila!- mi lamentai giocosa spostandogli la mano dal mio fianco mentre lui rideva e i suoi occhi verdi scintillavano.
-Hai le guance rosse!- urlò lui continuando a ridacchiare.
-Come fai a dirlo? E' buio qui dentro.- risposi toccandomi le gote.
Si avvicinò al mio orecchio per rispondermi ma un ragazzo ci venne addosso urlando un -Si stanno picchiando!- e poi aggiunse qualcosa che non riuscii a decifrare perché le sue parole si persero tra la musica della festa e l'alcol che non mi faceva capire molto bene.
Mi ritrovai tra le braccia di Aaron e lui sussurrò qualcosa che doveva essere un - Restiamone fuori.- oppure era un -Andiamo fuori.- comunque lo guardai aggrottando le sopracciglia e bevendo un'altro sorso di birra.
-Penso di essere un po' ubriaca.- gli dico all'orecchio prima di farmi spazio tra la folla e cercare la rissa.
Un attimo dopo incontrai il sorrisetto di Cassandra e i suoi occhi puntati sui due che se le stavano dando di santa ragione.
Mike era a cavalcioni sulla pancia di Nate e lo stava prendendo a pugni ma qualche secondo dopo le posizioni si erano invertite e il sangue che scivolava fuori dal naso di Nate cadevano e macchiavano la faccia di Mike.
tornai a osservare l'espressione soddisfatta di Cassandra e corsi verso di lei fermandomi proprio quando i suoi occhi ricambiarono confusione e curiosità.
-Vediamo dove te lo metti questo, troia.- ringhiai chiudendo il pugno e colpendo la sua guancia destra.
L'adrenalina si fuse all'effetto dell'alcol e mi misi a ridere appena la sua guancia si fece rossa come un pomodoro.
Aprii e chiusi più volte la mano che avevo usato per darle un pugno e, nonostante le nocche mi facessore un leggero dolorino, trovai divertente quello che avevo appena fatto. Cavolo, fare a pugni era super eccitante.
Feci per dargliene un'altro ma una mano mi fermò il polso e mi tenne per la vita.
-Che cazzo stai facendo?! Ferma, stronza!- ringhiò Mike sollevandomi di peso per allontanarmi dalla mia vittima.
Conficcai le unghie nella carne del suo avambraccio: se avrebbe stretto di più gli avrei vomitato addosso.
-Lasciami, coglione!- urlai riuscendo a scalciare abbastanza finché non lo beccai immezzo alle gambe.
Lasciò la presa e si toccò con un'espressione infuriata e dolorante.
Trovai da ridere anche a quello ma poi Cassandà mi tirò per i capelli e io iniziai ad urlare e arpionargli la mano.
-Cosa volevi fare, eh?!- chiese lei ringhiando tra i denti.
Le sputai sulla guangia e colsi la sua distrazione per mordergli la mano che teneva tra i miei capelli.
-Picchiarti come non ho mai voluto fare.- le risposi spingendola lontano da me e facendola cadere per terra.
Sorrisi trovando quello troppo divertente per andarmene e scappare il più lontano possibile.
Feci per darle un calcio ma i miei polsi si ritrovarono dietro la mia schiena, uniti insieme da una mano, e qualcuno mi sollevò nuovamente per trascinarmi fuori.
Ripresi a scalciare ma continuai soltanto a beccare le gambe di quella persona.
I miei capelli mi coproivano gran parte della visuale ma riuscii a incontrare gli occhi verdi di Aaron e sperai che ci seguisse.
Decisi di smetterla oppormi e aspettai che Nate mi mettesse giù.
Avevo capito che era lui perché avevo sentito il suo profumo appena mi aveva afferrata per bloccarmi.
Sentii il suo petto premere contro la mia schiena e un brivido mi percorse ogni centimetro di pelle, facendomi venire la pelle d'oca anche dietro la nuca.
Mi trasportò fino alla fine del vialetto e poi i mie piedi toccarono nuovamente terra.
-Che cazzo ti è preso?!- sbottò lui alzando le braccia al cielo.
-E' stato divertente.- mormorai non prestandogli troppa attenzione.
Come mai sembravo l'unica a trovare tutto così esilarante? Lui non si era divertito?
Feci un sorriso a trentadue denti mentre lui mi osservava aggrottando la fronte.
-Tu sei alquanto ubriaca.- borbottò cercando con lo sguardo qualcosa dietro di me.
Intanto cercai Aaron sperando che lui mi avesse effettivamente seguita.
Lui mi aveva fatto divertire da matti, dovevo almeno salutarlo e dargli il mio numero.
sorrisi appena lui mi passò un braccio intorno al collo e mi stampò un bacio sulla fronte.
-Questo vuol dire divertirsi!- esultò mentre beveva un altro sorso di birra.
Tentai di prenderla ma i miei riflessi non erano del tutto normali e Nate la intercettò prima di me buttandola in mezzo al giardino di Alexa.
-Basta bere, reggi malissimo l'alcol.- grugnì lanciando un'occhiata, che non mi preoccupai di decifrare, ad Aaron.
- Ti riaccompagno a casa.- mi sussurrò il mio amico avvicinandosi con un sorriso.
con uno strattone che mi fece girare la testa mi ritrovai affianco a Nate.
-Preferirei che venisse con me. Suo fratello mi uccide se la faccio morire con uno che riesce a astento a tenersi in pedi.-
Lo guardai male e poi guardai Aaron.
-Devo dargli il mio numero.- borbottai sbilanciandomi verso il ragazzo con in dread.
-Si, magari un'altra volta, quando sarai sobria.-
Lo guardi dal basso e poi feci un rutto, suppongo, poi lo spinsi via arrabbiata.
-Sono sobria anche adesso.- risposi guardandomi intorno.
-Dovrei avere una penna da qualche parte.- borbottai tastandomi la gonna e la maglietta.
Sentii quello che doveva assomigliare ad uno sbuffo che copriva una risata e poi Nate mi afferrò nuovamente.
-Si, certo.-
Mi spinse via insieme a lui ma ebbi il tempo per girarmi e salutare Aaron.
-Ti chiamo io!- Urlai sorridendo.
Raggiungemmo la macchina di Nate facendo qualche passo a piedi e poi mi aprì lo sportello accanto al bìguidatore.
-Voglio tornare a casa. - Piagniucolai guardandolo prima che potesse chiudere per fare il giro e mettersi al volante.
-Vuoi che ti presenti in queste condizioni?- chiese mentre io osservavo fuori dal finestrino.
Chiusi gli occhi appena la macchina prese a camminare: non riuscivo a concentrarmi sulla strada e tutto quel movimento mi faceva venire il voltastomaco e un forte mal di testa.
Lo sentii sospirare accanto a me ma non ci feci caso e aspettai che arrivassimo a casa.

-Questa non è casa mia.- osservai mentre i miei occhi guardavano una casa bianca con il tetto di uno strano colore scuro.
Non rispose e mi spinse fino ad entrare in casa.
Mi tornò il mal di testa e sperai che avesse un letto da qualche parte perché i miei occhi si stavano appesantendo.
-Ti porto su.- mormora aiutandomi a salire le scale che sembrano fatte di gomma. Come faceva lui a salirle tranquillamente?
Pochi secondi dopo spinse la porta di una camera da letto con un letto niente male e mi ci fece sedere su.
-Vado a prendere un secchio o domani saremo nei guai.- borbottò mentre mi sfilavo le scarpe e mi mettevo le gambe al petto.
Lasciò la stanza e il mal di testa tornò insieme al senso di nausea. Perché mi sentivo così male?
Iniziai a piangere senza capire il perché ma doveva essere qualcosa che aveva a che fare con Nate, quindi mi limitai a poggiare la fronte sulle ginocchia e lasciare che le lacrime mi rigassero le guance.
-Scarlett che hai?- mi chiese lui poggiando un secchio azzurro accanto al letto.
Lo guardai asciugandomi una lacrima che stava per scivolare giù.
-Perché sei qui? Non eri con Cassandra? Tu mi odi, non dovresti stare qui.-
Lo sentii bisbigliare qualcosa tipo. -E' messa peggio di quanto pensassi.- e poi si sistemò accanto a me, poggiandomi una mano dietro la schiena, sulla pelle scoperta dallo scollo a V.
-Per oggi ho fatto abbastanza.- rispose lui mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Sono una persona orribile...- mormorai ritrovando l'espressione terrorizzata di Cassandra, stesa a terra con il segno rosso del mio morso sulla mano.
-Faccio schifo anche come vice, non riesco a tenere testa a neanche ad un coglione come Mike, perché mi hanno votata?- continuo tirando su con il naso.
-Di cosa stiamo parlando precisamente?- chiese lui aggrottando la fronte.
-Oggi hai tentato di castrarlo, ti ricordo.-
Lo guardai mentre tentavo di sopprimere un rutto che mi preannucniava qualcosa di poco piacevole e gemetti.
-Mi sento male...-
-La prossima volta oensaci due volte prima di ubriacarti così.- brontolò lui prendendo il secchio e porgendomelo.
Lo guardai e aggrottai la fronte.
-Nate..- lo chiamai, ma lui mi stava già guardando e rispose solo mugulando.
-Perché mi hai detto che devo dirti io quando smetterla?- chiesi reprimendo un'altro rutto.
Le sue labbra si tirarono in un sorriso divertito.
-Ne parliamo domani.- sussurrò facendomi segno di coricarmi sotto le coperte.
-Perché non mi fai mettere il pigiama?- chiesi confusa.
Lui rise e scosse la testa.
-Perché altrimenti domani mi accuserai di averti violentata.-

Angolo Autrice
Ed ecco qui il capitolo 18!
Allora, ho fatto il conto di quanti capitoli dovrebbero servire prima della fine e dovrebbero essere più o meno 6-7 contando anche l'epilogo.
Cooomunque adesso che non ho niente da fare potrò benissimo dedicarmi alla storia e stavo pensando di accorciare i tempi di aggiornamento.
Comunque quante ragazze continuano ad essere qui nonostante io abbia fatto 2 mesi di assenza?
Ah, un'altra cosa: sto leggendo una storia bellissima di una ragazza che scrive benissimo il problema è che scrive al presente quindi può darsi che ci siano verbi al presente sparsi qui e lì in questo capitolo ma non me ne accorgevo neanche mentre scrivevo.
Scusate!
Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito ma oggi il mio computer va di merda e non posso scrivere tutti i nomi perché ci starei un anno e mezzo solo per copiare il primo.
Vi ringrazierò nel prossimo capitolo.
Ciao!

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***




Perché mi sentivo così male?
Tenni gli occhi chiusi per qualche minuto nonostante fossi sveglia e aspettai che il mal di testa si calmasse.
Ma non lo fece.
Arricciai il naso annusando l'aria e trovai un aroma familiare unito a del buon pancake.
Qualcuno stava cucinando.
Aprii gli occhi appena mi accorsi di essere ancora vestita e mi accorsi subito che quella non era per niente la mia stanza. Troppo ordinata.
Osservai pigramente il l'armadio appoggiato al muro alla mia sinistra, la scrivania davanti a me, la televisione appese sopra la scrivania, mobiletti bassi e alti per contenere libri e la porta acanto all'armadio.
No, quella non era la mia stanza.
Mi stirai allungando le braccia in alto ma urtai qualcosa di lato a me mentre le portavo sulla mia testa.
Mi voltai di scatto e trovai Nate dormiente con le labbra leggermente distaccate e il fiato lento e regolare di chi si sta beando di un sonno profondo.
Rimasi a guardarlo scioccata e leggermente meravigliata: come faceva ad sembrare così bello ed innoquo una persona del genere?
Accarezzai con lo sguardo la linea dei suoi zigomi, della mascella, il collo e i muscoli delle braccia rilassati contro il materasso morbido.
"Dio. Scarlet, calmati."
Decisi di concentrarmi su altro e mi guardai il corpo. La gonna si era arrotolata fin sopra i miei fianchi, la trovai scomoda e feci per toglierla ma poi ci ripensai quando il mio cervello mi ricordò che non ero a casa mia e non ero sola.
Mi alzai barcollante dal letto e mi tenni al comodino per non cadere a terra.
Cercai di ricordare cosa ci facessi lì e immagini sfocate si alternarono nella mia testa: Un ragazzo con i rasta - Alan, Adam... Aaron.- la birra, il bicchiere pieno di liquido azzurro, Cassandra che rideva e Cassandra con un segno rosso sulla mano - il mio morso- Mike che mi bloccava con forza e poi Nate che mi portava.... a casa sua.
Mi guardai intorno e collegai quel profumo familiare a lui; perché non c'ero arrivata subito?
Un'altra immagine si affacciò nella mia testa e ricordai la notte passata a vomitare nel bagno di Nate, lui che restava al mio fianco.
Arrossii violentemente sentendomi profondamente imbarazzata e gli lanciai un'occhiata mentre lui continuava a respirare regolarmente. Dopo quella volta gli avrei fatto schifo per il resto dela vita,che brutta figura.
Trovai inconsciamente le mie scarpe accanto all'armadio ma preferii non metterle e mi diressi verso la porta aprendola lentamente. Percepii nuovamente l'odore dei pancake e la mia pancia mi esortò a trovarli e divorarli.
Percorsi in corto corridoio fino ad arrivare alle scale ma mi fermai quasi alla metà.
Cos'era quest'odore? Era vomitevole.
Annusai l'aria intorno a me e una vocina mi suggerì che ero io la causa di quel puzzo.
Avevo bisogno di una doccia e di lavar via quello schifo che avevo addosso.
Ma il problema era che dovevo chiederlo a Nate per usare la doccia.
"Scerzi? Vuoi farlo morire per caso?"
E dopo questo pensiero decisi di tornare sui miei passi e cercare urgentemente un bagno.
Aprii un paio di porte a caso finché non trovai ciò che mi serviva; mi ci fiondai dentro e mi chiusi a chiave iniziando a spogliarmi frettolosamente.
Buttai i vestiti in un angolo, badando a non sparpagliarli in giro ed entrai nella doccia aprendo l'acqua calda.
Lasciai che il getto scorresse sul mio corpo per un po' e mi misi a cercare un bagnoschiuma sulla mensola poco più alta di me.
Trovai un flacone mezzo vuoto per uomo ma non me ne preoccupai e ne versai un po' sulla mano per poi insaponarmi il corpo. Usai anche lo shampoo ed uscii dalla doccia poco dopo.
Mi bloccai notando un accappatoio solo appeso accanto alla doccia e mi allarmai: potevo usarlo?
avevo usato il suo bagnoschiuma e il suo shampoo ma non avrei usato anche il suo accappatoio.
Vagai nel panico per tutto il bagno finché non trovai un'asciugamano abbastanza grande per coprirmi alla buona.
Raccolsi le mie cose e girai la chiave nella toppa per poter aprire.
Nathan mi guardò confuso per poi analizzarmi da capo a piedi.
-Stai cercando di conquistarmi? E' già la seconda volta che ti vedo in asciugamano.- ridacchiò lui facendomi serrare la mascella.
Aveva i capelli scompigliati e la voce roca del risveglio. Era tremendamente sexy.
-Caspita, dovrò passare al piano B.- Risposi abbozzando un sorriso falso.
Lui rise.-Ti senti meglio adesso.- era una costatazione più che una domanda.
Mi ricordai della nottata passata a vomitare e avvampai.
-Io volevo... ehm... chiederti scusa per questa notte sai per...- iniziai abbassando la testa in imbarazzo.
-Ti serviranno altri vestiti. Dovrei avere un pantalone ed una maglietta che dovrebbero starti.- borbottò tornando nella stanza dove mi ero svegliata poco prima.
-Hai dei vestiti da donna?- chiesi leggermente confusa.
Lui mi rivolse un'occhiata eloquente e poi schioccò la lignua contro il palato. -Meglio che tu non sappia perché li ho.-
Non risposi e mi limitai a seguirlo fino all'armadio. Rovistò per un po' finchè non lanciò sul letto un jeans e una felpa pesante.
-Questi dovrebbero starti.- disse fissandoli.
-Grazie.- mormorai e lui se ne andò senza dire una parola.
Ce l'aveva ancora con me?
E io ce l'avevo con lui?
Decisi di no e mi vestii in fretta. Dovevo chiedergli scusa, argh.
"-Nate..- lo chiamai, ma lui mi stava già guardando e rispose solo mugulando.
-Perché mi hai detto che devo dirti io quando smetterla?- chiesi reprimendo un'altro rutto.
Le sue labbra si tirarono in un sorriso divertito.
-Ne parliamo domani.- sussurrò."
Mi bloccai mentre facevo scivolare fuori dalla felpa i miei capelli scuri.
Sbattei le ciglia per sussultare e correre fuori dalla stanza con i capelli ancora bagnati.
Scesi le scale e trovai la cucina alla mia destra.
Era color legno e pesca e diedi un'occhiata veloce a quella stanza: un frigo, un bancone ad isola, un forno, vari scaffali e mobili alti, una cappa e un piatto fumante di pancake sul piano in marmo color pesca del bancone.
La mia pancia esutlò e in altre circostanze sarei andata a strafogarmi ma decisi di mantenere la calma e mi avvicinai a Nathan che stava cercando qualcosa dentro un'armadietto alto.
Estrasse un bicchiere e lo posò accando ai pankake.
-Nate.- lo chiamai ma lui non si voltò e aprì il frigo per prendere lo sciroppo d'acero.
Mi avvicinai irritata da quella poca attenzione e gli strappai il flacone dalle mani mettendolo sul bancone.
-Adesso mi spiegherai perché dovrei dirti di smetterla? Ma poi di fare che?-
Chiuse il frigo con uno scatto e poi inchiodò i suoi occhi azzurri nei miei.
-Vuoi saperlo veramente?- chiese.
"Se la mettiamo così preferirei di no."
Annuii lentamente e il mio cuore iniziò a battere velocemente.
Fece qualche passo verso di me senza staccare gli occhi dai miei, indietreggiai automaticamente e sbattei con il bancone.
-Hai detto che ti ho roviato la vita.- disse continuando ad avvicinarsi a me. Rimasi ferma e feci un lungo respiro.
-Hai detto che dovevo sparire e io ho cercato di fare del mio meglio per non intralciarti più.-
Piantò i palmi delle mani ai lati del mio busto, sul marmo freddo del bancone.
-Quindi?- chiesi con una fitta al cuore.
Tutte quelle cose gliele avevo sputate in faccia durante la cena con i nostri genitori e Sebastian mi aveva consolata. Ma volevo davvero che Nate se ne andasse per sempre?
-Manterrò le distanze da te, non ti parlerò fiché non sarai tu a chiedermi di smetterla.-
Trattenni il respiro mentre lui si chinava sul mio orecchio e lo sfiorava appena con le labbra.
-Ma spiegami una cosa allora...- sussurra facendomi venire i brividi.
-Perchè mi hai detto di non considerarti più quando invece le tue pupille si dilatano* ogni volta che parlo con te?- chiede mentre io declutisco un groppo grande quanto un pugno.
-E perché ho l'impressione che se poggiassi una mano sul tuo petto i battiti del tuo cuore saranno accellerati?- continuò e io serrai i pugni contro i miei fianchi pur di non tirarglieli in faccia.
Continuai a tenere il fiato sospeso perché la paura di lasciarlo andare e riprendere a respirare mi da la tremenda impressione che scoppierei a piangere altrimenti.
"Perché sono ad un tratto così emotiva?!"
Lo sentì piegarsi oltre l'orecchio e il suo naso sfiorò il mio collo facendomi sussultare e venire i brividi.
-Ti ho già detto che il mio profumo ti sta bene?-
Il mio cuore ebbe una fitta e le mie ginocchia fecero per cedere. Sentivo ogni lembo di pelle accaldato e sperai che non se ne accorgesse.
"Dio Santo. Qualcuno faccia qualcosa!"
Mi aggrappai con tutta la mia forza all'unico neurone sano che mi restava e poggiai i palmi sul suo petto per spingerlo via.
Feci poca forza ma sperai che lui capisse.
-Nate, allontanati da me. Hai detto che avresti tenuto le distanze finchè non te l'avessi chiesto io di tornare.-
I suoi occhi nascosero un'espressione che non riuscì a decifrare e li fece scivolare sulle mie labbra per poi tornare nei miei.
Spostò le sue mani fino ai miei polsi e li afferrò per poi lasciarli dietro il suo collo.
-Come vuoi.- soffia, ma il suo viso si avvicina al mio e il suo respiro mi sfiora le guance.
Lo guardai negli occhi e provai un'altra stretta al cuore quando mi accorsi che una parte prepotente di me avrebbe unito le nostre labbra in un bacio che di casto non avrebbe niente.
Le mie mani volevano infilarsi tra i suoi capelli, la mie gambe attorcigliarsi attorno ai suoi fianchi e il mio cuore voleva scoppiare.
Ma perché avevo una fitta al petto che mi urlava di piangere e ridere nello stesso momento?
I suoi occhi guardarono le mie labbra e i mie guardarono le sue. Paradisiache, morbide e dolci.
Le sue sfiorarono le mie e chiusi gli occhi per accogliere nuovamente quella sensazione fantastica che mi trasmetteva solo lui quando le nostre labbra iniziavano a combaciare e a muoversi insieme.
Continuai a bramare le sue labbra ma le sentì solo sfiorarmi e mandarmi il loro alito caldo.
-Come vuoi.- ripetè.
Un attimo dopo si allontanò.
Prese il flacone che avevo appoggiato sul bancone e ne spruzzò un po' sui suoi pancake.
Il mio viso era ancora in fiamme e volevo seppellirmi sotto chili e chili di cemento.
"Perché non mi ha baciata?" mi chiesi stupidamente, ma fui io stessa a rispondermi.
"Gli hai detto tu di mantenere le distanze".
Comunque questo era giocare sporco.
Mi morsi il labbro inferiore imponendomi di non piangere e presi fiato.
-Ma perché devi essere così odioso? Fino a ieri eri gentile, oggi ti stai comportando da stronzo, come sempre!-
Volevo prenderlo a pugni, usare il flacone di sciroppo d'acero per cavargli gli occhi ma sentivo che era anche colpa mia.
Quel bacio lo stavo aspettando come una droga. Cazzo.
-Se dovevi comportarti così perché non mi hai lasciata alla festa ieri? Perché non hai lasciato che Aaron mi riaccompagnasse a casa? Anzi, avevo il passaggio di Arianna. Potevi farmi andare con lei quindi perché mi hai portata qui? So di servirti solo come divertimento quindi portati qualcuna delle troie che ti vengono dietro perché io non ho tempo per stare dietro a te!-
Decisi di correre in camera sua per prendere le mie scarpe ed andarmene prima che potessi esplodere in un pianto a dirotto davanti a lui. Non avrei pianto. Mai.
Feci le scale di corsa e per poco non inciampai, trovai la sua stanza, presi le scarpe che, fortunatamente, non erano troppo alte per camminarci fino a casa mia e tornai velocemente nell'atrio.
-Come vorresti tornare a casa?-
Mi chese prendendomi un polso.
Scattai e lo strattonai via per poi allontanarmi da lui di un passo.
-Non toccarmi.- ringhiai tra i denti lanciandogli una delle mie migliori occhiate di fuoco.
-Se i tuoi ti avessero trovata in quello stato se la sarebbero presa con te, Aaron era troppo ubriaco per guidare. I miei non ci sono tutto il giorno quindi potevi tranquillamente venire da me.-
Continuai a incendiarlo con lo sguardo nonostante mi avesse spiegato come mai mi trovassi lì ma decisi di non perdonarlo comunque.
-Dovrei ringraziarti?- soffiai tra i denti stretti.
Lui fece un passo di lato e mi indicò la cucina.
-No ma potresti mangiare i pancake o bere un bicchiere di succo.-
Aprii la porta incazzata nera e me ne andai.
-Affogatici, piuttosto.-
Sbattei la porta dietro di me sperando che non mi seguisse ma strinsi i pugni fino a farmi male quando mi accorsi che una buona parte di me voleva che lui lo facesse e, magari, chiedesse scusa.
Invece mi trovai a camminare da sola sul marciapiede sperando di arrivare il prima possibile a casa mia per potermi fiondare sotto le coperte e nascondermi per sempre.
Cavolo, stavo anche saltando la scuola.
Un paio di macchine mi passarono accanto mentre continuavo a camminare pigramente al lato della strada.
-Scarlett, sali.-
Non mi voltai perché sapevo chi mi stava parlando, ma continuai a marciare convinta fino a casa mia.
-Ti porto a casa io. Sali.-
Mi bloccai di colpo e lo fulminai.
-Cos'è questo moto di carità? Ma andiamo, asciami stare.- Grugnii mentre una parte di me lo stava ringraziando con tutta se stessa.
-Perché continui a scappare da me, non ti mangio mica.- ridacchiò sorridendo.
-Rimasi per un attimo accigliata ma poi scossi la testa troppo allibita dalla sua mancanza di intuito e continuai a camminare.
-Se non sali ti prendo di forza.- mi avvertì lui continuando a guidare lentamente per tenere il mio passo.
Una macchina dietro di lui suonò il clacson ma Nate si limitò a voltarsi per fulminare l'individuo (regalandomi una perfetta visione della sua mascella e del suo collo) e alzare il medio continuando a mantenere la sua andatura lenta.
-Okay, l'hai voluto tu.-
Scese dalla macchina velocemente e non riuscii ad iniziare a correre che lui mi prese nuovamente dalla vita per caricarmi nel sedile del passeggero.
-Nathan Devis Waylon, mettimi giù o inizierò a urlare!-
Lo sentii ridere tra i miei capelli e il mio cuore si strinse in una morsa.
"Oh, ma smettiamola!"
Fece il giro della macchina e mise in moto sorridendo senza ritegno.
Decisi di non parlare ed ignorarlo quindi incorciai le braccia al petto e accavallai le gambe indignata.
Guidò silenziosamente fino a casa mia e scesi quasi di corsa dopo che lui ebbe parcheggiato.
-Ci vediamo domani, Scarlett.- urlò lui da dentro la macchina.
Mi venne un lampo di genio e gli lanciai un sorrisetto falso degno di Cassandra.
-Nate, ricordati che non devi parlarmi ne farti vedere finché non ti chiederò io di smetterla.-
Si rabbuiò e mise in moto alzando il finestrino.

Quel giorno la scuola sembrava un enorme centro d'accoglienza per malati mentali.
Almeno più deglle altre volte.
Gli studenti si limitavano a girovagare senza meta per i corridoi e io mi sentivo tremendamente una di loro.
Avevo dormito pochissimo, avevo le occhiaie che mi arrivavano sotto il mento e non mi ero neanche passata un filo di trucco.
Sembravo un mostro.
Arrivai al mio armadietto trascinandomi a forza e sperai che Nick non si acesse vedere per farmi la ramanzina come quella del giorno prima.
Misi il codice dell'armadietto e aprii l'anta pigramente.
Presi il libro di chimica e posai quelli che avevo usato per studiare appena ero tornata dalla casa del Diavolo.
-Ehi Scarlett, come mai ieri non sei venuta a scuola? Comunque non ti ho più vista alla festa e Aaron mi ha detto che te n'eri andata con un ragazzo comunque ho preferito non credergli: sembrava piùttosto ubriaco...- disse Arianna spuntando magicamente al mio fianco.
La guardai cercando di darle l'idea che il mio cervello funzionasse almeno al 50% e poi le sbadigliai in faccia.
-Ah... uhm... scusa. Comunque ho avuto dei problemini...- borbottai lanciando un'occhiata all'armadietto di Nate.
"Smettila, Scarlett!"
Chiusi l'armadetto e mi ci poggiai sopra con la schiena aspettando che lei prendesse il suo libro di chimica.
Posai sfogliatamente gli occhi in fondo al corridoio e mi si ghiacciò il sangue quando trovai Nick a marciare deciso verso di me.
"No, ti prego no"
-Ehi.- lo salutai quando fu abbastanza vicino. Cercai di regalargli un sorriso sperando che calmasse la sua evidentissima rabbia.
-Hai trovato qualcuno?- mi chiese incrociando le braccia al petto.
Abbassai lo sguardo e sperai che la ramanzina finisse presto.
-Io... no.- borbottai guardandolo di sottecchi.
Fece pr parlare nuovamente ma Bonnie gli si fiondò di sopra facendolo quasi cadere per terra.
-Ehi Nick, come stai?-
lo guardai alzare gli occhi al cielo e poi Bonnie si staccò per battermi il pugno.
-Ehi vice, ti ho portato una persona, ricordati di ringraziarmi!-
Aggrottai la fronte e la guardai confusa mentre lui mi faceva cenno con la testa di quardare alla sua destra.
Seguii i suoi ordini e mi trovai immischiata in un'abbraccio.
Capii subito di chi si trattava quando i rasta mi si spiaccicarono in faccia.
-Aaron!- dissi mentre lui mi stringeva leggermente chino per via della mia statura.
-Scarlett, che bello saperti viva!- si mise a ridere e sciolse l'abbraccio.
Arrossii non ricordando che fosse così carino e gli sorrisi.
-Ho avuto dei problemini.-
Lui rise e sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi eloquenti.
-Ehehe con il ragazzo della festa? Ma non era Nathan Waylon?-
Sentii Arianna tossicchiare dietro la mia spalla ma preferii ignorarla.
-No, mi sono solo sentita male: mi hai fatto bere troppo.- e feci una risata finta che temetti potesse smascherare, ma attaccò a ridere dietro di me quindi mi sollevai.
-Comunque devo darti il mio numero, magari qualche volta ti invito a qualche uscita con il mio gruppo!-
"Ma gli sto seriamente così simpatica? Nah..."
-Ehm si, magari qualche volta.- risposi senza convinzione.
Mi scrisse il uo numero sul braccio e poi se ne andò sorridendomi.
-Scarlett, non abbiamo finito di parlare!- urlò Nick mentre Bonnie si preoccupava di trascinarlo via.
Guardai Arianna sperando che non facesse domande e poi ci diriggemmo verso l'aula di chimica al piano di sotto.
Passai accanto all'armadietto di Nate e incrociai il suo sguardo rabbioso.
"Ma che si fotta."


Pre angolo autrice:
E' appena successa una cosa orribile: avevo scritto tutto l'angolo autrice e tutti i ringraziamenti ma ha Crashato tutto e ho perso ogni cosa D:
comunque vediamo di ricordare cosa avevo appena scritto.

Angolo Autrice:
Buongiorno a tutti!
Ed ecco qui il capitolo 19!
Che ve ne pare?
Per me è stata un'agonia scriverlo tutto perché tutto questo litigio non me gustava quindi volevo eliminare ogni cosa ma poi mi sono detta che comunque la storia doveva andare così, quindi amen.
Ho scoperto che i capitoli si sono leggermente moltiplicati perché mi sono venute in mente alcune cosette che dovevano accadere quindi fate finta di non aver letto il numero sparato nello scorso capitolo :D
E ora che Blue andrà in vacanza nella sua bella Sicilia che ne sarà della storia?
Alloooora ho intenzione di scrivere su qualsiasi cosa mi capiti sotto mano (computer di amici, telefono, muri, tablet, sulla sabbia ecc.) ma non posso promettervi la cadenza settimanale quindi bho.
Colgo l'occasione per dire a chi me l'ha chiesto nelle recensioni che io aggiorno una volta alla settimana (il sabato o la domenica di solito) quindi si, questa volta sono in un piccolo ritardo.
Scusate, sono leggermente di fretta quindi spero di ringraziare tutti e non dimenticare nessuno:
lime_
Zampa_di_lupo
Deeeeeeeeo
Ninriel
Gale
LeeHeller (aspetto una tua recensione :*)
Coccia
Violaserena
Tandla
B_hiseyes
DreamerITALY
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Vi prego di leggere l'angolo autrice. Comunque oggi niente banner perché Google chrome mi mette i bastoni tra le ruote. tsk

Nell'ultimo episodio:
Raccolsi le mie cose e girai la chiave nella toppa per poter aprire.
Nathan mi guardò confuso per poi analizzarmi da capo a piedi.
-Stai cercando di conquistarmi? E' già la seconda volta che ti vedo in asciugamano.- ridacchiò lui facendomi serrare la mascella.
Aveva i capelli scompigliati e la voce roca del risveglio. Era tremendamente sexy.
-Caspita, dovrò passare al piano B.- Risposi abbozzando un sorriso falso.[...]
[...]-Nate.- lo chiamai ma lui non si voltò e aprì il frigo per prendere lo sciroppo d'acero.
Mi avvicinai irritata da quella poca attenzione e gli strappai il flacone dalle mani mettendolo sul bancone.
-Adesso mi spiegherai perché dovrei dirti di smetterla? Ma poi di fare che?-
Chiuse il frigo con uno scatto e poi inchiodò i suoi occhi azzurri nei miei.
-Vuoi saperlo veramente?- chiese.
"Se la mettiamo così preferirei di no."
Annuii lentamente e il mio cuore iniziò a battere velocemente.
Fece qualche passo verso di me senza staccare gli occhi dai miei, indietreggiai automaticamente e sbattei con il bancone.
-Hai detto che ti ho roviato la vita.- disse continuando ad avvicinarsi a me. Rimasi ferma e feci un lungo respiro.
-Hai detto che dovevo sparire e io ho cercato di fare del mio meglio per non intralciarti più.-
Piantò i palmi delle mani ai lati del mio busto, sul marmo freddo del bancone.
-Quindi?- chiesi con una fitta al cuore.
Tutte quelle cose gliele avevo sputate in faccia durante la cena con i nostri genitori e Sebastian mi aveva consolata. Ma volevo davvero che Nate se ne andasse per sempre?
-Manterrò le distanze da te, non ti parlerò fiché non sarai tu a chiedermi di smetterla.-
Trattenni il respiro mentre lui si chinava sul mio orecchio e lo sfiorava appena con le labbra.
-Ma spiegami una cosa allora...- sussurra facendomi venire i brividi.
-Perchè mi hai detto di non considerarti più quando invece le tue pupille si dilatano* ogni volta che parlo con te?- chiede mentre io declutisco un groppo grande quanto un pugno.
-E perché ho l'impressione che se poggiassi una mano sul tuo petto i battiti del tuo cuore saranno accellerati?- continuò e io serrai i pugni contro i miei fianchi pur di non tirarglieli in faccia.[...]
[...]-Aaron!- dissi mentre lui mi stringeva leggermente chino per via della mia statura.
-Scarlett, che bello saperti viva!- si mise a ridere e sciolse l'abbraccio.
Arrossii non ricordando che fosse così carino e gli sorrisi.
-Ho avuto dei problemini.-
Lui rise e sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi eloquenti.
-Ehehe con il ragazzo della festa? Ma non era Nathan Waylon?-
Sentii Arianna tossicchiare dietro la mia spalla ma preferii ignorarla.
-No, mi sono solo sentita male: mi hai fatto bere troppo.- e feci una risata finta che temetti potesse smascherare, ma attaccò a ridere dietro di me quindi mi sollevai.
-Comunque devo darti il mio numero, magari qualche volta ti invito a qualche uscita con il mio gruppo!-
"Ma gli sto seriamente così simpatica? Nah..."
-Ehm si, magari qualche volta.- risposi senza convinzione.
Mi scrisse il uo numero sul braccio e poi se ne andò sorridendomi.
-Scarlett, non abbiamo finito di parlare!- urlò Nick mentre Bonnie si preoccupava di trascinarlo via.
Guardai Arianna sperando che non facesse domande e poi ci diriggemmo verso l'aula di chimica al piano di sotto.
Passai accanto all'armadietto di Nate e incrociai il suo sguardo rabbioso.
"Ma che si fotta."

CAPITOLO 2O
Entrai in cucina alla ricerca disperata di un bicchiere d’acqua.
Posai un bicchiere di vetro sul bancone e presi la bottiglia dal ripiano destro della nostra cucina, feci per bere quando mi squillò il telefono.
-Aaron?- bisbigliai tra me e me premendo il tasto destro alquanto confusa.
Mi schiarii la voce e sospirai.
-Ciao, dread! Come mai mi chiami?- chiesi prendendo un sorso d’acqua e aspettando la sua risposta.
-Conosci il parco vicino alla nostra scuola, quello abbandonato?-
Posai il bicchiere nel lavandino e rimisi la bottiglia sul ripiano della cucina.
Annuii come se lui potesse vedermi e aggiunsi un -Si.- disattento mentre uscivo dalla cucina e spegnevo la luce per poter andare in salone e sedermi sul divano.
-Ci sto andando adesso insieme a degli amici, vuoi venire?- chiese leggermene affannato per via della camminata che stava facendo.
Mi morsi il labbro indecisa nonostante non avessi nessuna voglia di incontrare i suoi amici; in più non conoscevo neanche lui.
-Penso di non poter venire, ho dei compiti da fare e non so neanche chi potrebbe portarmici.-
-Ah, peccato, mi sarebbe piaciuto presentarti agli altri.-
Aggrottai le sopracciglia e mi alzai dal divano per salire in camera mia.
La storia di Aaron non mi quadrava per niente, c'era qualcosa di strano circa il suo comportamento così amichevole verso di me.
Feci per salire i primi gradini quando suonarono alla porta.
-Uhm... aspetta un attimo Aaron.- borbottai facendo retro front per arrivare alla maniglia.
La girai sospirando e trovai Nate con le mani in tasca e una sciarpa che gli copriva mezza faccia.
Lo fulminai con gli occhi e sbuffai.
-Greg non c'è, torna da dove sei venuto.- grugnii sperando che se ne andasse il prima possibile.
Feci per chiudere la porta ma lui ci mise un piede in mezzo e riuscì ad entrare.
-Accogli sempre così i tuoi ospiti o è un trattamento riservato a me?-
Sospirai e tornai da Aaron.
-Scusa Aaron, ci sentiamo un'altra volta. Grazie per l'invito comunque.-
chiusi la chiamata e lanciai il mio telefono sul divano per poi tornare da Nate.
-E' un trattamento che riservo solo a te.- ringhiai mentre lui si liberava la faccia da quella sciarpa nera.
-Spero che tu capisca il perché.- aggiunsi mentre lui faceva un sorrisetto beffardo.
Allungò un braccio per appendere la sciarpa ad un gancio vicino alla porta e poi tolse la giacca.
-Scommetto che passi giornate ad escogitare un nuovo modo per cacciarmi via da te. Che carina, sono sempre nei tuoi pensieri.-
Strinsi la mascella e per poco non gli tirai un pugno in piena faccia.
-Non capisco perché tu debba restare qui dal momento che Greg tornerà stasera a non so che ora.- ripetei bloccandogli la strada per la cucina.
-Ti si è incantato il disco, principessa?-
Alzai gli occhi al cielo e lo seguii fino al salone cercando di mantenere il suo passo.
-Posso dormire qui per questa notte?- chiese voltandosi all'improvviso facendomi sbattere contro il suo petto duro.
Indietreggiai imbarazzata ed alzai lo sguardo per incontrare un altro suo sorrisetto.
Aggrottai le sopracciglia non capendo il senso della sua richiesta.
-Cosa? Perché?-
Lui si guardò intorno e si passò una mano dietro la nuca in un gesto imbarazzato.
-Ho solo bisogno di dormire qui per questa notte. Non chiedere altro.- rispose con un tono strano.
Mi guardai intorno indecisa e poi schioccai la lingua sul palato.
Sinceramente ero abbastanza incazzata con lui e non avevo alcuna voglia di lottare contro la sua parte suadente e arrogante per il resto della serata finché Greg non fosse tornato.
-Dovresti chiedere a mi fratello, è lui il più grande e, sicuramente, dormirai nella sua stanza. Quindi chiedi a lui.- sviai sperando che qualcuno venisse a salvarmi.
-Tuo fratello non tornerà per questa sera.- disse sedendosi sul divano.
Aggrottai nuovamente le sopracciglia. Mi sarei paralizzata in quel modo prima o poi.
-In che senso?- chiesi stranita.
Lui si accigliò e le sue sopracciglia schizzarono in alto.
-Secondo te in che senso?- mi fece eco soridendo maliziosamente.
-Okay, senti, non mi interessa ma tu te ne devi andare.-conclusi scocciata e gli indicai la porta.
-Subito.- aggiunsi dopo un attimo.
Lui incrociò le braccia al petto e si rilassò sul divano.
Rimasi ad osservare la luce della stanza che sbatteva contro i suoi zigomi e scivolava lungo la mascella e per poco non mi fiondai a toccarla.
-Ti ho accolto in casa mia due volte e tu non vuoi concedermene neanche una, principessa?-ridacchiò interrompendo la mia, mielosa e patetica, descrizione adorante.
Gli feci un soriso falso ma continuai a tenere il dito alla porta.
-Un motivo ci sarà,no?Comunque troverai qualche donzella più che felice di accoglierti in casa.- risposi prendendo la sua sciarpa e il suo cappotto.
-Preferiresti che mi aspitasse una delle donzelle di cui parli?-chiese beffardo sorridendo.
"No."
Per poco non mi diedi un pugno per averlo pensato ma lui notò il lampo d'incertezza nei miei occhi e il suo sorriso si fece più ampio.
-Le donzelle di facili costumi che ti porti a letto saranno abbastanza accoglienti con te.- 
Perché stavamo parlando di donzelle in un momento del genere?
-Oh, non ne dubito.- ridacchiò in risposta facendomi salire i nervi.
Gli lanciai le sue cose e riportai il dito sulla porta.
-Vai.-
Aspettai si alzasse e uscisse ma rimase fermo a fissarmi.
"Ma è stupido, per caso?!"
Sbuffai e abbassai il braccio.
-Dormi sul divano, non usare il frigo e vattene entro le 10 di domani.-mi arresi andandomene in camera mia.
-Grazie, principessa!- urlò dal piano di sotto.
Non risposi e mi rinchiusi nella mia stanza.
"Devo farmi una doccia.." 
Decisi che, dopo l'ultima avventura in fatto di docce, avrei rimandato all'indomani e misi il pigiama.

Perché stava dormendo al piano di sotto e non a casa sua?
Continuai a chiedermelo fino a tarda notte e ringraziai il Cielo che, il giorno dopo, fosse sabato.
Mi rigirai nel letto per un bel pezzo prima di controllare l'orario sulla sveglia e sbuffare: 2.45
"Dov'è Greg?"
Controllai meglio sul comodino alla ricerca del mio telefono ma mi ricordai di averlo lasciato... sul divano.
-Merda.- grugnii tuffando la testa nel cuscino. Non avevo voglia di vedere Nathan.
Sospirai sconfitta mentre appoggiavo i piedi per terra e cercavo le pantofole. 
Sinceramente, ero abbastanza curiosa di sapere se stesse seriamente dormendo o fosse tutta una farsa per rompermi le palle anche a casa e mi ricordavo ancora quando l'avevo osservato dormire, accanto a me, sul suo letto, il giorno dopo della festa disastrosa.
Mi alzai controvoglia e aprii la porta della mia stanza.
Tuttto era immerso nel buio, Nathan si era preso la briga di spegnere tutte le luci che avevo lasciato acchese e, una piccola parte di me (sia chiaro), sorrise intenerita.
Alzai gli occhi al cielo, infastidita da me stessa, e poggiai la mano sul corrimano delle scale cercando di fare meno rumore possibile durante la discesa. 
Mi guardai intorno quando ebbi poggiato anche il piede sinistro sul pavimento dell'ingresso e andai in salone.
Non riuscii a vederlo finché non capii su quale divano si era addormentato.
-L'ha fatto di proposito.- borbottai ad alta voce cercando disperatamente il mio telefono sul tavolino. Non c'era.
Era sotto di lui.
Mi trattenni dall'andare a svegliarlo a colpi di sedia e mi avvicinai lentamente; potevo anche infilare una mano dietro la sua schiena e riprendere il mio telefono, no?
"Succederà qualcosa, come sempre"
Sbuffai sapendo di avere ragione e guardai l'interruttore della luce indecisa se farlo scattare o lasciarlo spento. Tornai a guardare Nathan che dormiva su una spalla e decisi che sarebbe stato troppo crudele da parte mia.
Comunque rimasi a fissarlo e bearmi della sua calma finché potevo.
I capelli biondi gli ricadevano a ciocche sulle guance e mi trattenni dall'andare là a spostarle con le dita. Scesi leggermente con lo sguardo e notai che aveva le labbra semi aperte da cui uscivano leggeri sospiri pacati. Era calmo e tranquillo.
"Perché sei qui e non a casa tua?" gli chiesi nuovamente nei miei pensieri.
Trasalii quando fece un lento movimento che scoprì il mio telefono e mi fece sorridere vittoriosa.
"Sarà una cosa tranquilla e veloce."
Camminai lentamente e silenziosamente fino al divano e mi sporsi leggermente per afferrare il telefono.
Gioii quando le mie dita toccarono il materiale freddo e lo presero saldamente. Ritrassi la mano e guardai il mio telefono tra le mie mani.
Mi bloccai.
Non era il mio ma quello di Nathan.
-Io ti ammazzo.- sussurrai guardandolo furiosa.
Decis di lasciar perdere e misi il suo telefono sul tavolo ma, nel piegarmi, qualcosa mi afferrò la mano.
Feci un urlo e ritrassi la mano d'istinto ma era bloccata in quella di Nathan.
Arrossii a quel contatto e tutti i nervi si focalizzarono su quel punto mandandomi scosse elettriche.
Spostai gli occhi nei suoi e li trovai aperti e divertiti.
Mi tirò a se e, per non cadergli di sopra, dovetti poggiare il ginocchio sul divano.
-Hai bisogno di qualcosa, principessa?- chiese con la voce roca di chi si è appena svegliato.
Mi tirò ancora e io mi tenni con la mano libera al divano.
-Che tu vada all'inferno.- grugnii sentendolo tirare ancora e opponendo resistenza.
Lui sorrise, divertito, e mi venne voglia di tirargli un pugno sul naso.
"Levati quel sorriso o ti tirerò una testata."
-Mhmh.- fece solo e annuì.
-Nient'altro?-
Mi guardai intorno cercando un qualcosa di contundente e lui ridacchiò.
-Potrebbe interessarti l'oggetto che ho nella tasca dei pantaloni?- chiese poi fermando i miei occhi con i suoi.
Odiavo il fatto che dovesse leggermi dentro ogni volta che parlavo/litigavo con lui e abbassai gli occhi fino ai suoi jeans.
-Che stronzo.- grugnii mentre brividi di eccitazione mi scorrevano sotto la pelle facendomi accellerare il battito cardiaco.
Era un controsenso: lo insultavo ma non vedevo l'ora che facesse un'altra mossa.
"No, non ci pensare neanche!"
Strinsi la mascella ricordandomi che, la Scarlett di sempre, se ne sarebbe uscita con una frase sprezzante o gli avrebbe dato un calcio con il ginocchio libero, per poi prendere ciò che era suo e tornarsene in stanza trionfante.
Ripresi a fare forza per liberare la mia mano dalla sua perché si, avevo mollato per pochi secondi, e decisi di dargli una ginocchiata ma lui afferrò la mano che mi sosteneva per non farmi cadere su di lui prima che potessi fare una mossa.
Feci forza sui muscoli della schiena e decisi che non mi sarei avvicinata a lui più di così.
-Nathan, lasciami.- ordinai ricordandomi come si respirava e come si parlava.
Lui sorrise maliziosamente e poi annuì sorprendendomi.
-Va bene.- acconsentì.
Mi rilassai e aspettai che lui mi lasciasse ma mi tirò nuovamente verso di se e poi lasciò le mie mani facendomi sbilanciare e cadergli di sopra.
Mi afferrò dalla vita prima che potessi sbattergli la fronte sulla faccia e mi accorsi solo allora di quanto fossimo vicini: ci separavano solo quattro dita dallo sfiorarci.
Arrossii di colpo sentendo i brividi ovunque quando lui sorrise e si avvicinò a me.
L'ultima volta che l'aveva fatto non mi aveva baciata e mi aveva tenuta con il fiato sospeso finché non si era allontanato. Il fatto che ne fossi rimasta delusa, mi faceva arrabbiare abbastanza perché si, sicuramente provavo qualcosa per lui. Merda,
Aspettai secondi che parvero anni e poi decisi.
Mi abbassai abbastanza da colmare quelle quattro dita di spazio e baciarlo.
Quando le sue labbra toccarono le mie mi dimenticai del mio telefono nei suoi pantaloni e del fatto che Greg poteva tornare da un momento all'altro.
Ora che avevo le mani libere le infilai tra i suoi capelli e lo tirai a me tuffandomi nel suo sapore di menta.
Il mio quore iniziò a battere come non aveva mai fatto e il mio stomaco iniziò ad attorcigliarsi sotto l'adrenalina e l'eccitazione.
La sua lingua sfiorò la mia quando aprii leggermente la bocca per farlo entrare e le sue mani corsero alla base della schiena mentre si spostava in una posizione più comoda per entrambi.
Una sua mano scivolò sulla mia coscia e sentii i brividi ovunque.
Fece forza e mi incoraggiò a salirgli di sopra.
Misi le ginocchia ai lati del suo bacino e mi accorsi che avevo bisogno di respirare.
Mi staccai controvoglia e ripresi fiato.
Lo guardai negli occhi.
-Questo era il mio primo bacio.- dissi senza pensarci troppo.
Lui rimase un attimo fermo e poi sorrise.
-Scusa per gli altri.- mormorò e si avvicinò nuovamente.


Saaalve!
NON LINCIATEMI!!!!
Scusate se non mi sono fatta sentire, non ho scuse e non ne voglio trovare perché ero tutta presa dal mare, dalla spagna, dalla mia sicilia, da roma... dalle vacanze.
Ma scusatemi davvero tanto T.T
Dovete ringraziare lime_ se ho aggiornato oggi perché lei mi ha tipo ricordato che ho una storia da finire ehehehe
Okay, perdonate il mio italiano e anche me.
E mi scuso anche per gli errori di grammatica che (sicuramente) ci saranno. Si, come al solito non ho riletto; ma praticamente sto fangirlando per il mio stesso capitolo, capitemi!
Ora passo a ringraziare i recensori dello scorso capitolo:
 
MeVoy
Faccio schifo, lo so ma adesso sono a casa e posso aggiornare come facevo prima.
Abbiamo raggiunto le 100 recensioni in 20 capitoli *^* vi amo, sigh.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***




Quello era il mio primo, vero, bacio; quello che avevo voluto seriamente e che, soprattutto, avevo creato io.
No, in realtà lui ci aveva messo abbastanza tensione sessuale ma, sicuramente, l'aveva fatto di proposito.
Morsi leggermente il suo labbro inferiore e lo sentii stringermi le mani intorno alla vita e tirarmi più a se.
Mi scappò un gemito e mi bloccai di colpo imbarazzata.
Che cazzo era quello?
Spalancai gli occhi e lo vidi sorridere teneramente.
-Tranquilla,- sussurrò con tono pacato e mi accarezzò i capelli, come se dovesse calmare un animale irrequieto, facendomi venire i brividi.
Chiusi gli occhi per godermi quella carezza e sentii le sue labbra tornare sulle mie.
Le trovavo morbide e soffici, sapevano lievemente di menta.
Le sue mani scesero fino la bordo della mia maglietta e io mi bloccai quando le sue dita incontrarono i miei fianchi.
Cosa stava per fare?
E io cosa dovevo fare?
Feci per dire qualcosa ma lui iniziò a fare dei cerchi concentrici sulla mia schiena e mi venne la pelle d'oca.
Quando provai a protestare una lieve suoneria fece vibrare il tavolino accanto a noi.
Il telefono di Nate iniziò a vibrare e scivolare verso il bordo del legno mentre la suoneria non cessava. Mi staccai ansante da Nathan e guardai il telefono leggendo "Padre." sullo schermo.
-Nathan, dovresti rispondere.- dissi a pochi millimetri dalla sua bocca.
Tolse le mani dai miei fianchi e mi sfiorò una guancia.
-Lascialo perdere, tra un po' smette.-
Mi sollevai fino a trovarmi con la schiena dritta e mi accorsi solo in quel momento della mia posizione sopra il suo bacino.
Arrossii e ringraziai il buio per aver coperto il mio imbarazzo, ma rimasi su di lui e guardai nuovamente il telefono.
-E' tuo padre.- sussurrai cercando di riprendere fiato e sorreggermi meglio sulle ginocchia per non sfiorare i suoi pantaloni più di tanto.
Perché pensavo a cose del genere?
Lo sentii sbuffare e alzò il busto lasciandomi su di lui; prese il telefono e lesse il nome, poi rifiutò la chiamata.
Aggrottai le sopracciglia e lo guardai negli occhi.
-Perché non hai risposto?- chiesi mentre poggiava il telefono sul tavolino.
Mi fissò per qualche secondo e poi si avvicinò al mio collo asciando un bacio.
-Non mi interessa parlare con lui.-
Lasciò un'altro bacio che mi fece chiudere gli occhi e tornare la pelle d'oca. Le sue labbra si posarono sulla mia clavicola e poi tornarono sul collo.
Cercai ardentemente la forza di parlare mentre lui saliva fino all'attaccatura della mascella e poi sulla guancia.
-Sono le 3 di notte, non ti sembra strano che chiami a quest'ora?-
Ma perché non ti fai gli affari tuoi, scarlett? Sta zitta e basta.
Un'altro bacio si posò sull'angolo sinistro della mia bocca, poi le nostre labbra tornarono insieme.
Posai le mie mani tra i suoi capelli e sul suo collo mentre mi dimenticavo della domanda che gli avevo appena posto e del fatto che non aveva ancora risposto.
Il suo telefono ricominciò a vibrare e a suonare insistentemente.
Ripresi fiato e mi allontanai riluttante.
-Rispondi, vado a prendere un bicchiere d'acqua.- dissi sapendo che aveva bisogno di un po' di privacy.
Mi afferrò un polso prima ancora che potessi scavalcarlo e tornare sui miei piedi.
-Scusa.- sussurrò incatenando i suoi occhi ai miei.
Sorrisi e annuii lasciandolo solo e andando in cucina.
Mi fiondai sul bancone e cercai di impedire alle mie ginocchia di tremare come se fossero impazzite. Calmati, Scarlett.
Afferrai il bordo del bancone e feci forza per non cadere come un sacco di patate.
Acqua. Avevo bisogno di acqua.
Presi velocemente un bicchiere dallo scolapiatti, afferrai la bottiglia dal ripiano della cucina e riempii il bicchiere.
-Sai benissimo come la penso.- disse Nathan, parlando al telefono.
Bevvi un sorso e chiusi gli occhi per calmarmi.
Cosa sarebbe successo se fosse entrato Greg e mi avesse trovata sopra Nate?
Divenni rossa e scossi la testa bevendo un'altro sorso.
"Così non ti calmerai affatto, stupida."
Posai il bicchiere nel lavandino e mi legai i capelli sulla nuca per raffreddarmi un po'.
-Non me ne frega un cazzo, lo sai benissimo.- ringhiò Nathan dal salone.
Perché era a casa mia? Quali problemi aveva con suo padre?
Spensi la luce della cucina e salii al secondo piano, nella mia stanza; avrei fatto a meno del mio telefono, erano le tre di notte e non avevo ancora chiuso occhio.
Ascoltai i lievi brusii che venivano dal piano di sotto finché i miei occhi non si appesantirono abbastanza da farmi addormentare.
Sentii il peso di qualcuno sprofondare sul letto insieme a me e lo sentii coprirsi con le coperte.
Un braccio mi avvolse e mi beai del suo calore per poi addormentarmi.

Il collo mi faceva male da morire, in che posizione avevo dormito per tutta la notte?
Aprii lentamente gli occhi e mi accorsi di avere la testa piegata in giù; i miei occhi incontrarono una stoffa grigia che fasciava il petto di qualcuno.
Greg era tornato e si era coricato con me?
Lo faceva solo quando ero malata, ma perché era lì? Io non ero malata, vero?
Richiusi gli occhi e li riaprii cercando di mettere a fuoco cià che vedevo.
Alzai di più lo sguardo e incontrai il viso di Nate poco più in alto del mio.
Oh...
Mossi velocemente una mano verso la mia bocca e mi assicurai di non aver sbavato .
Dovevo lavarmi i denti.
Lo guardai nuovamente e scivolai lentamente e controvoglia fuori dal suo abbraccio e corsi in bagno per prendere lo spazzolino ed il dentifricio.
Lavai anche la faccia e mi guardai allo specchio per sistemarmi meglio i capelli.
Oh, ma cosa stavo facendo? Non l'avevo mai fatto in vita mia e adesso mi importava di cosa pensasse Nate?
"Okay, calma."
Respirai lentamente e provai a far calmare il mio cuore galoppante.
Mi guardai nuovamente allo specchio.
Calma...
Buttai fuori l'aria dalla bocca e decisi di uscire dal bagno.
Sbirciai nuovamente nella mia stanza e trovai il biondino attorcigliato placidamente nelle lenzuola. Sorrisi trovandolo, nuovamente, tenero e resistetti all'impulso di andare a baciarlo.
Perché avrei potuto farlo, no? Si sarebbe ritirato infastidito? Cos'ero per lui, adesso?
Formulai quelle domande mentre scendevo le scale ed entravo in cucina molto presa dai miei pensieri.
-Ehi!- urlò Arianna alzando il cucchiaio dal suo piatto di cereali.
Urlai spaventata e poi sbattei gli occhi per capire cosa ci facesse lei lì.
Appoggiato sul bancone c'era mio fratello, teneva in mano una tazza e la tirò su per berne il contenuto.
-Ciao.- disse sorridendomi e abbassando la tazza.
Agitai lentamente la mano e mi rivolsi ad Arianna.
-Che ci fai qui?-
Presi il caffè e lo versai in una tazza di latte fumante per poi sedermi davanti a lei.
-Greg ha dormito a casa mia e, stamattina, abbiamo deciso di passare da qui per farti compagnia prima di andare al parco.- rispose immergendo il suo cucchiaio nel latte e facendo spostare la massa di cereali da un lato all'altro della tazza.
Ed ecco spiegata l'assenza di mio fratello.
"Peccato che io non fossi sola..."
Decisi di non pensarci troppo e, di colpo, sperai che Nate rimanesse nella mia stanza finché quei due non se ne fossero andati.
-Perché non vieni con noi?- chiese la mia migliore amica guardandomi con un sorriso sincero.
Osservai, di sottecchi, l'espressione di mio fratello e lo vidi fare una faccia non troppo convinta e felice dell'idea.
Scossi la testa verso Arianna e bevvi il mio latte.
-No, devo andare in biblioteca per studiare...- pensai alla prima materia che non avessi insieme a lei-... storia dell'arte.-
-Ah.- fece solo prima di bere il latte sgombro di cereali.
-Ci vediamo direttamente questa sera alla festa, allora?- continuò facendomi aggrottare le sopracciglia.
Festa?
-Quale festa?- poggiai la mia tazza sul tavolo ed accavallai le gambe.
Lei fece un'espressione incerta e guardò mio fratello con un enorme punto interrogativo sulla testa.
-Quella di Amanda. La conosci?-
Certo che la conoscevo, ero la vice rappresentante di istituto e, in più, Amanda era abbastanza mmmmh.. famosa.
Annuii e bevvi l'ultimo sorso di latte e caffè guardandola dal bordo della tazza.
-Questa sera darà una festa, ha invitato tantissima gente con la scusa del "Porta chi vuoi!" ma non sono inclusi quelli del club di scacchi e quelli del giornalino scolastico.- continuò ticcettando le unghie contro la sua ciotola.
-E me.- conclusi mettendo la tazza nel lavandino.
-Non ti ha invitata?!- urlò incredula alzandosi dal tavolo alquanto furiosa.
La guardai e feci schioccare la lingua sul palato. -Già...-
-Ma è una stronza! Non gli è bastato il pugno dell'altro giorno, ne vuole ancora?-
Aspetta... Arianna aveva dato un pugno ad Amanda?
-Un pugno?- chiesi divertita incrociando lo sguardo di mio fratello.
Lei esitò per qualche momento e poi scosse la testa tornando a rilassare le spalle.
-Non importa. Non è fondamentale da sapere. Greg ed io volevamo andarci insieme ma tu vieni con noi. Punto.- concluse con un'aria ferma ed irritata.
Scossi la testa e mi  spostai verso il tavolo con aria neutra e disinteressata.
Il fatto che, quella troia, non mi avesse invitata mi faceva sentire abbastanza di cattivo umore e non vidi l'ora che se ne andassero e mi lasciassero a rotolarmi nella mia solitudine.
-Non mi interessa andarci. L'ultima volta non è finita bene e non ho voglia di vedere tutta quella gente sudata e ubriaca che fa baldoria in una casa.- e arricciai il naso per dare più credibilità alla mia farsa.
Mio fratello sembrò prendere le parti di Arianna e si raddrizzò dalla sua posizione studiata per far morire Arianna.
Sicuramente lei stava pensando a quanto potesse essere figo in quel momento.
-Amanda non darà la festa in casa, userà la sua villa sul lago. I suoi gliel'hanno consentito.-
Ah...
-Ah...-
Mi preparai per fingere il mio miglior sorriso tranquillo ma Nathan spuntò in cucina grattandosi la mascella.
"Cristo, è bello anche con una maglietta stropicciata e... i boxer?"
Arrossii involontariamente appena lui incrociò il mio sguardo e sorrise.
"Così finisce la giovane vita di Scarlett Devis. Addio."
Perché era entrato in cucina con solo i boxer nonostante fossimo ai primi di dicembre?
-La porto io.- disse tranquillamente sbadigliando e prendendo un bicchiere dallo scolapiatti per poi versarsi un po' d'acqua e berla.
Arianna lo seguì incredula con lo sguardo e Greg si limitò a fucilarmi con gli occhi.
-Che ci fai qui, Nate?-
Il ragazzo in questione mi passò accanto e mi diede un bacio sulla guancia facendomi arrossire sotto gli sguardi increduli dei presenti.
-Ho avuto dei problemi con mio padre.- rispose e lanciò un'occhiata eloquente a Greg che annuì.
Aggrottai le sopracciglia e guardai Arianna provando a capire se lei ne sapesse qualcosa ma lo sguardo confuso che mi mandò fece cadere le mie speranze.
Cosa stava succedendo? Perché mio fratello sapeva tutto e io no?
Il silenzio calò tra noi mentre Greg e Nate continuavano amandarsi occhiatine codificate.
-Noi andiamo, Arianna?- fece sbrigativo mio fratello, alzandosi dalla sua posizione stravaccata e posando la sua tazza nel lavandino.
Arianna annuì e venne ad abbracciarmi.
-Buona continuazione.- sussurrò al mio orecchio e io le diedi un colpo con la mano.
-Vai via.- l'ammonii ridendo.
Greg se la portò via e chiusi la porta facendo tornare il silenzio in casa.
Entrai in cucina e trovai Nate appoggiato con le spalle al muro.
-Hai intenzione di portare me alla festa? Amanda non la prenderà per niente bene. Non c'è bisogno che tu mi porti, l'ultima volta mi hai dovuta portare a casa tua ubriaca. E se finisse come la scorsa volta?- avevo attaccato a parlare come un fiume in piena ma ero veramente molto agitata e Nate si sarebbe stancato di me a metà serata per andare da qualche cheerleader o da qualche ragazza che gli faceva il filo, io avrei trovato Aaron, mi sarei ubriacata come la volta prima e avrei passato la mattina seguente a vomitare.
No. Non potevo andarci.
-Non preoccuparti, non ti perderò di vista e proverò a non farti finire in qualche rissa.- ridacchiò lui venendo verso di me.
Feci qualche passo indietro e mi trovai nell'atrio.
-Ti stancherai di controllarmi e poi non puoi farlo.-
Lui sorrise quando ci trovammo in salone a furia di indietreggiare per evitare che mi raggiungesse.
Alzò un'angolo della bocca e io mi sentii svenire.
-Perché non posso farlo?-
sbattei contro il divanoe mi fermai mettendo le mani avanti a me per poterlo bloccare.
Perché non capiva?
Quando i palmi delle mie mani toccarono il suo petto lui continuò a fare forza e avvicinarsi.
-Mh?- mi incitò a rispondergli.
Sbuffai quando me lo ritrovai così vicino che il dorso delle mie mani mi toccava il petto.
-Perché sarà noioso starmi a controllare e non potersi divertire come fai di solito.-
"Con quelle troie" aggiunsi mentalmente e la prima immagine che mi venne in mente fu quella di Cassandra.
Aspettai una sua risposta ma mi baciò e mi strinse a se.
-Non definirei "noiosa" una persona che ha dato il via ad una rissa tra ragazze. E poi, tutti amano le risse tra ragazze.-
Mi staccai da lui e alzai un sopracciglio. -Dovresti ringraziarmi?-
Lui sorrise e annuì dandomi un'altro bacio che mi fece tremare le ginocchia.
Risi e lo spinsi via, dovevo farmi una doccia. -Mi stai importunando.- dissi scivolando via dal suo abbraccio e salendo il bagno.
-Dove stai andando?- urlò dal piano di sotto e potei vederlo sorridere nella mia testa.
-Mi faccio una doccia.- risposi ma non urlai.
Lo sentii ridere. -Vuoi che ti faccia compagnia?-
Scossi la testa ed aprii la porta del bagno.
-No, voglio che ti renda utile e rifaccia il letto.-
Chiusi la porta e iniziai a spogliarmi.

Pranzai con Nate e poi se ne andò per tornare a casa sua. A quanto avevo capito suo padre tornava solo la sera e se ne andava verso le 7:00 a.m quindi aveva la casa libera nonostante fosse sabato. Mi lasciò con la promessa che sarebbe tornato per le 9:00 p.m per portarmi alla festa con lui.
Nonostante fossi del tutto convinta che mi avrebbe lasciata appena arrivati mi costrinsi a pensare positivo e feci un'altra doccia.
Arianna mi aveva mandato qualche messaggio per sapere cosa stessi facendo con Nate ma le avevo risposto solo con insulti vari e l'avevo informata del fatto che Nathan se ne fosse andato appena dopo pranzo e che, no, non avevamo fatto niente di strano.
Lanciai il telefono sul letto e mi fiondai all'armadio sperando di trovare qualcosa di decente da mettere.
Non trovai niente di interessante ed entrai nell'armadio di mia madre sperando in qualche dono divino- come un vestito decente o una gonna abbastanza figa.-
Trovai un top ripieno di paillettes nere e dei tacchi rossi.
Scartai i tacchi da spogliarellista e arraffai il pezzo di sopra, riportando il tesoro nella mia stanza e abbinandoci una gonna nera a vita alta che mi arrivava quattro dita sopra il ginocchio. Misi le stesse scarpe della festa prima e andai a truccarmi sperando di creare un'opera d'arte abbastanza decente da guardare.
Stavo passando la seconda mano di mascara quando suonarono alla porta.
Nate.
Mi controllai nuovamente allo specchio e tolsi il lucida labbra alla ciliegia con un pezzo di cartaigenica. Mi si stavano impastando tutte le labbra e mi faceva sembrare una papera.
Okay. Calma.
Suonarono nuovamente e corsi al piano di sotto pregando tutti i Santi del cielo di non farmi cadere da quell'altezza.
Arrivai alla porta sana e salva e feci un'altro, enorme, respiro prima di aprire.
-Ehi.- sorrise Nate guardandomi da capo a piedi.
Mi sentii subito avvampare e mi limitai a sorridere e a cacciare indietro il mio momento d'imbarazzo.
"Dì qualcosa di decente!"
-Ehi.- dissi solo facendolo entrare.
"Idiota."
Mi schiarii la gola e sciolsi i capelli che avevo raccolto in una coda alta.
-Vado a prendere la borsa e poi possiamo andare.-
Lui annuì e io salii al piano di sopra per prendere la borsetta che avevo lanciato sul letto e il telefono.
Controllai la mia figura, nuovamente, allo specchio e mi pettinai i capelli con le dita alla buona.
Spensi le luci e tornai al piano di sotto trovandolo sul divano.
-Possiamo andare.- dissi spostandomi i capelli dalla faccia. Lui sorrise e mi raggiunse.
Feci per aprire la porta, rigida come un palo, ma lui mi bloccò la mano e io lo guardai incuriosita.
-C'è qualcosa che non va?- chiese perforandomi con lo sguardo.
"A parte il fatto che sono tesa come una corda di violino e che mi tremano le gambe?"
-No, tranquillo.- sussurrai a fior di labbra.
Aspettai che lui levasse la sua mano dalla mia e mi lasciasse aprire la porta ma i suoi occhi si abbassarono sulle mie labbra e si fece più vicino.
-Sicura?- mormorò a pochi centimetri da me.
Inspirai con il naso ma non risposi.
Rismase un attimo fermo e poi mi baciò, togliendo la sua mano destra dalla mia e poggiandola sul mio fianco. Allacciai la mano libera al suo collo e lo portai più vicino mentre il mio nodo alla pancia si scioglieva e mi tranquillizzavo.
-Stai parlando con Scarlett Devis. Io sono sempre sicura.- dissi sorridendo beffarda a pochi centimetri dalle sue labbra.
Lui ridacchiò e annuì allontanandosi. -Certo.- ghignò senza nascondere il suo sarcasmo.

Angolo autrice.
Questa volta non è stata colpa mia. Giuro!
Dobbiamo formattare il pc e mio padre si è incollato tutti i giorni davanti allo schermo per salvare il salvabile e analizzare le foto delle cartelle.
Comunque eccoci con una settimana di ritardo ed ecco il nostro capitolo 21 :D
Premetto che non sono molto convinta dell'ultima parte ma okay e vorrei comunicare a tutte quelle che mi hanno fatto notare gli errori di battitura o grammaticali che, finalmente, ho riletto mezzo capitolo. Quindi mezzo capitolo è corretto. Teoricamente.
L'altra parte non è corretta perché... bho non mi andava di leggere e volevo aggiornare subito.
Quindi ringrazio le persone che hanno recensito l'ultimo capitolo e sono:
Misaki Jackson Potter
LeeHeller
Katherine16
DeepMemories
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo la prossima settimana (se ci arrivo)
Baci.
BlueBerries98

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***




La villa di Amanda era enorme. Più la guardavo più mi rendevo conto che casa mia era almeno tre volte più piccola.
Il vetro del finestrino della macchina di Nate mi separava da quella struttura enorme e, per un attimo, mi venne in mente di tornarmene a casa e non rischiare di combinare casini.
La portiera alla mia sinistra si aprì e si chiuse, e Nate fece il giro per venire ad aprirmi prima che io scappassi a gambe levate.
Mi porse la mano e io lo guardai interrogativa -Che stai facendo?-
Si mise a ridere e io spostai, sgomenta, lo sguardo da lui alla villa dietro le sue spalle.
-Sii carina con me per un attimo e lasciami fare il bravo ragazzo.-
Feci un sorriso confuso e gli presi la mano sbuffando.
-Il patibolo mi aspetta.- mormorai abbastanza forte da farmi sentire anche da lui.
Fece un sorriso e chiuse la portiera alle mie spalle.
-Non sarà così terribile, dai.- mi incoraggiò attraversando la strada.
Per arrivare all'ingresso dovevamo percorrere una stradina acciottolata che serpeggiava tra un'aiuola all'altra, per poi fermarsi davanti al portico in legno chiaro.
I muri erano completamente bianchi e alcuni vasi rettangolari sporgevano dalle finestre che si affacciavano su di noi. Alcuni nanetti decorativi si accostavano al vialetto o erano nascosti tra le aiuole e dietro i cespugli. Cercai Biancaneve ma la trovai in un angolo, senza la testa.
Spostai lo sguardo verso le finestre del primo pian e le trovai illuminate dall'interno. Alcune figure si muovevano dietro le tende tirate e mi venne l'ansia al pensiero di dover entrare lì dentro nonostante non fossi stata invitata.
Di solito c'erano sempre un sacco di imbucati alle feste dei liceali ma io mi sentivo come se fossi l'unica vera minaccia in quella festa.
Mi sentivo come se un enorme cartellone volteggiasse sulla mia testa e mi indicasse con mille freccette luminose.
Mi sentii lo sguardo di Nate puntato di sopra e lo bloccai con il mio.
Lui sorrise e mi porse nuovamente la mano che avevo lasciato poco prima.
-Andiamo.-
Percorremmo il vialetto in silenzio e poi, Nathan, aprì la porta con nonchalance. Come se fosse a casa sua.
Feci un po' di forza prima di lasciarmi trascinare dentro e lanciai un'occhiata terrorizzata alla macchina di Nate. Volevo tornare indietro e rinchiudermi in casa prima che qualcuno vedesse me e Nate insieme o, semplicemente, vedesse me.
Ci ritrovammo in un'atrio enorme e pieno di persone. Le luci erano soffuse e qualcuno aveva dotato quella casa di una palla da discoteca che rifletteva su tutte le pareti.
Aggrottai le sopracciglia alla ricerca dei faretti colorati ma Nathan mi spinse in mezzo alla gente come se conoscesse perfettamente quella casa.
Come se ci fosse già stato....
Lo guardai mentre si muoveva tra le persone e si dirigeva verso una porta scorrevole a vetro e capii subito che lui sapeva perfettamente come fosse la casa di Amanda.
"Ovviamente..."
Staccai la mano dalla sua e, quando si voltò confuso verso di me, feci per dire qualcosa ma qualcuno mi afferrò la spalla e mi forzò a girarmi.
La faccia truccata di Amanda era decisamente irritata e quella di Cassandra, dietro di lei, compiaciuta e velenosa.
-Cosa stai facendo qui?- mi chiese osservandomi criticamente dalla testa ai piedi.
Guardai Nathan in cerca di aiuto ma lui si stava già mettendo al mio fianco.
-Lei è con me. Lasciala stare.-
Mi imposi di non sorridere davanti all'espressione contrariata delle due cheerleaders e afferrai la mano di Nate per marcare il territorio.
"Ma cosa stai dicendo?!"
Mi accorsi troppo tardi di quello che avevo appena fatto e decisi di ritirare la mano ma la trovai incastrata nella stretta di Nathan.
Lo guardai e lui ghignò come a farmi capire che mi aveva colta sul fatto.
Lo fucilai con gli occhi e poi notai Cassandra che si avvicinava e sorpassava Amanda.
-Cosa stai facendo, Nate?- chiese incrociando le braccia sul suo seno stretto e spinto in fuori dal reggiseno sotto il vestitino luccicante che portava.
-Cassandra, non sono affari tuoi. Ne abbiamo già parlato.- ringhiò lui stringendomi la mano e tirandomi verso il suo fianco.
Li guardai confusa e poi passai ad Amanda che stava ridacchiando, velenosa.
-Quindi quella era solo una scusa?- disse lei puntandolo con gli occhi.
Feci qualche passo avanti e decisi di impicciarmi alla tipica maniera "Scarlett"
-Di cosa state parlando?- chiesi mettendomi tra i due ma senza lasciare la mano di Nate.
Mi sentii tirare indietro quindi lasciai Nathan e lo guardai male.
-Niente.- disse lui afferrandomi per il braccio.
Me lo scrollai di dosso e guardai Cassandra con le sopracciglia alzate in cerca di una risposta.
-Devi sapere che Nathan d..-  si bloccò poco prima che qualcuno mi toccasse la vita.
-Ehi, Scar!- mi salutò allegramente Aaron reggendo una birra.
Nate lo inchiodò con lo sguardo e io mi avvicinai di più al mio "amico"
-Mi accompagni a prendere qualcosa?- chiesi volendo solo scappare da quei due.
Lui annuì e salutò Nathan con un cenno del mento.
Ci allontanammo iniseme e io non incontrai lo sguardo di Nate.
Il bancone degli alcolici era in cucina, tra ragazzi ubriachi e coppie troppo sbronze per capire con chi si stessero baciando.
Aaron prese un bicchiere pulito e lo riempì di Malibù al cocco.
-Quindi tu e Nate state insieme?- chiese porgendomi il bicchiere di plastica rossa.
-No, perché?- bevvi un sorso di quel liquido trasparente.
Mi era costato uno sforzo immane rispondere negativamente ma, io e Nate, non stavamo insieme, per quanto io lo volessi.
-Bhe, siete entrati mano nella mano.- costatò prendendo un sorso di birra.
-Ah... no... ehm, diciamo che non era tra i miei programmi partecipare alla festa di Amanda. Ecco.-
Aggrottò la fronte ma non aggiunse altro e bevve un'altro sorso di birra.
Mandai giù il resto del mio malibù e vidi Arianna e Greg poco distanti da noi, li salutai con un cenno e loro si avvicinarono dandosi la mano.
-Ehi, Scarlett, sei qui!- disse Arianna abbracciandomi.
Greg battè il pugno ad Aaron e io mi stupii che si conoscessero.
Arianna guardò il nostro amico e poi me.
-Lui chi è?- chiese ridacchiando maliziosamente.
Fu mio fratello a fare le presentazioni al posto mio -Aaron, lei è Arianna, la mia ragazza. Arianna, lui è Aaron, un mio amico.-
La mia amica strinse la mano al ragazzo con i dread e gli sorrise amichevolmente.
-Fuori in guardino dei tizi dell'ultimo anno stanno giocando a obbligo o verità . Inizialmente erano da soli e mezzi ubriachi ma adesso sono tantissimi, vieni a giocare con noi?-
Scossi la testa decisa di andare a nascondermi nella macchina di Nate finché la festa non fosse finita.
-Non ci penso proprio, è un gioco stupido e imbarazzante.- risposi posando il bicchiere rosso.
Arianna sbuffò e guardò Aaron.
-Tu giochi?-
Il ragazzo annuì e poi mi guardò. -Dai, vieni a giocare con noi.-
Sbuffai e lo guardai male. -Ho detto no, assisterò come spettatrice.-
Feci per seguirli ma una mano mi bloccò il polso. Mi voltai e trovai Cassandra con un espressione atona fissata su di me.
-Ho bisogno di dirti una cosa.- sussurrò senza farsi sentire da Arianna e gli altri.
Mi voltai verso di loro e gli feci segno di andare senza di me. -Vi raggiungo dopo.-
Cassandra lasciò il mio polso e si sistemò i capelli.
-Non puoi stare con Nathan.- iniziò solenne ma io la bloccai. -Io non sto con Nathan.- precisai prima che potesse aggiungere altro.
Lei scosse le spalle e continuò a parlare. -Anche volendo, non potresti. Io lo conosco meglio di te dato che ho passato più tempo con lui senza litigarci come, invece, hai fatto tu.-
Sbuffai irritata dalle sue parole e mi spostai sulle gambe, nervosa.
-Conosci il padre di Nate? A quanto pare, il padre di Nathan, è un tipo all'antica e, soprattutto, tiene al suo lavoro quasi quanto alla sua famiglia. Una volta avevo proposto a Nate di metterci insieme ma lui ha rifiutato. Non farti strane idee, non l'ha fatto per te. Suo padre si era messo in affari con una certa signora McJillian che aveva una figlia di nome... Maggie, si Maggie; e aveva detto a Nate di mettersi con lei per il bene della famiglia.-
Rimasi zitta. Come mai il nome Maggie mi veniva a conoscere?
Lei aspettò che il mio cervello assimilasse quelle poche parole e poi riprese fiato.
-Qualsiasi cosa tu abbia fatto con lui o qualsiasi frase lui ti abbia detto, non prenderla sul serio. Nathan deve stare con Maggie o suo padre lo butterà fuori casa.-
Un brivido mi raffreddò la schiena e scossi le spalle per il fastidio. -Non ci credo. Non mi fido di te.- sibillai tra i denti allontanandomi da lei.
Si lasciò scappare un sorriso compiaciuto. -Chiedilo a lui.-

Mi sedetti su un divanetto tra Aaron e Arianna e l'aria fredda mi fece venire la pelle d'oca. Guardai Aaron infreddolita e lui mi sorrise teneramente poggiandomi una mano calda sulla schiena. Lo ringraziai con lo sguardo ed esaminai la faccia di tutti i giocatori. Riconobbi Mike, Cassandra, Amanda, Bonnie, un paio di ragazzi del club di scacchi e di quello di musica e poi troai Nathan. Tra una biondina con una fascia al posto della gonna e una ragazza rossa con un vestito molto trasparente. Incrociai il suo sguardo per un attimo e poi lo spostai su quello di Amanda, che stava decidendo l'obbligo di una ragazzina del primo anno.
-Voglio che tu dia un bacio a Mike.- ordinò ridacchiando come l'oca che era.
La ragazzina cercò il viso di Mike e divenne rossa come un pomodoro. Si alzò dal divanetto e attraversò il "cerchio" per mettersi davanti a Mike.
Vidi Cassandra ghignare per l'imbarazzo della ragazzina e poi dare una gomitata complice ad Amanda. La ragazza del primo anno si abbassò e, dopo un attimo di incertezza, diede un bacio veloce a Mike.
Scoppiò un'applauso e degli urletti generali e Mike guardò la ragazza ghignando vistosamente e leccandosi le labbra. Lei si guardò intorno imbarazzata e si voltò per tornare al suo posto.
Appena abbe girato i tacchi Mike guardò velocemente un ragazzo accanto a lui e poi diede una pacca sul culo della ragazzina.
Mi alzai di scatto fulminandolo con gli occhi e la ragazzina corse via imbarazzata.
-Ehi, che cazzo fai!- urlai verso quel coglione di Mike.
Quanto avrei voluto prenderlo a pugni. Tutta quell'agitazione nata dopo aver parlato con Cassandra mi aveva messa in subbiglio e avevo solo voglia di urlare e sfogarmi.
La mano di Aaron mi afferrò il braccio e mi tirò sul divanetto ma me lo scrollai di dosso e continuai a ringhiare contro Mike.
-Provaci di nuovo, coglione.-
alcuni ridacchiarono e Amanda guardò Cassandra. -Tocca a te.- disse attirando l'attenzione di tutti.
Fulminai nuovamente Mike e poi tornai seduta.
La capo cheerleaders mi guardò sorridendo -Obbligo o verità?-
Scossi la testa e mi appoggiai al divanetto.
-Io non gioco.- risposi secca.
Lei sorrise nuovamente. -Perfetto.-
Guardò Nate e poi Amanda.
-Dal momento che questa è casa di Amanda, quindi lei fa le regole, vorrei chiedere il permesso di cambiare la mia giocata con "7 minuti in paradiso"-
Aggrottai le sopracciglia mentre Amanda sorrideva velenosamente e guardava Nate.
-Certamente...-
Sembravano due attrici che recitavano la loro parte.
Arianna si mosse accanto a me. -Ma non potete farlo!- protestò guardandole male.
Cassandra non la considerò e passò a Nathan. -Voglio che tu stia 7 minuti con Scarlett.- pronunciò guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Nate.
Scattai anche io. -Io non sto giocando!- ringhiai linciando anche Nathan.
-Uh, questa è una debolezza...- ridacchiò Cassandra.
Richiusi la bocca e la fulminai assumendo il mio miglior sguardo fiero e superiore. -No.-
Amanda mi sorrise.
-Potete usare il bagno al secondo piano. Vi accompagna Louise.- Il veleno era quasi visibile nella sua voce.
Louise era una delle cheerleaders più timide nel gruppo e si alzò velocemente appena Amanda fece il suo nome. -Certo.- rispose correndo da me.
Nathan venne verso di me con una strana espressione e io mi affrettai a seguire la ragazza pur di non avere nessun contatto con lui.
Volevo mantenere il gelo con lui e una strana angoscia mi urlava che tutto quello che avevo fatto con lui era sbagliato. Tutto.
Attraversammo la sala in completo silenzio mentre gli studenti intorno a noi ci urtavano in preda alla canzone che pompava nelle casse.
Salimmo le scale e Louise ci aprì una porta del corridoio.
-Resterete qui per 7 minuti.- disse solo con la sua vocina piccola e timida.

Angolo autrice.
Benvenute nel capitolo 22 :D
Farò finta di non aver notato la settimana di ritardo ma sappiate che vi voglio bene e che vengo in pace.
Molte di voi avevano già intuito che i tempi di pace sarebbero durati pochissimo e vi avverto che siamo quasi alla fine  eheheh.
Ovviamente ringrazio le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo:
Misaki Jackson Potter
LeeHeller
Parlo con te, lettore di questa storia. Magari stai ancora pensando a quell'orribile verbo che ho messo da qualche parte, magari trovi odiosa Amanda e Cassandra insieme, magari hai strane supposizioni su cosa succederà nel prossimo capitolo. Perché non farmelo sapere con una recensione?
Al prossimo capitolo!
Baci.
BlueBerries98

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