I'm sorry

di Clitemnestra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La vita  scivola via dal corpo.
La senti scorrere tra le dita che a stento riesci a tenere ferme sul suo cuore.
Il petto si alza e si abbassa irregolare, emettendo a stento gli ultimi respiri.
Guardi gli occhi freddi lontani e sussurri con la voce incrinata dal pianto -Ti prego.-
E invece ti sorride, ti mostra i denti bianchi lasciando che un rivolo di sangue sporchi il suo mento.
-Ti prego.- implori ancora, stringendo il suo corpo -Ti prego non te ne andare!-
Ma continua a sorridere, i suoi ironici occhi azzurri si beffeggiano anche della morte. 
-Non te ne andare io ....-
-Ce l'hai già fatta una volta- mormora -Oramai ci dovresti essere abituato-
Scuoti la testa, le lacrime ti scendono sulle guance - Io non ce la farò ...-
-Si invece!- la sua espressione diventa seria e per un momento sembra che la morte abbia allentato la sua presa -Devi farcela, per me!-
Fai nuovamente cenno di no con la testa, ma la sua mano si serra sul tuo braccio -Prometti!- gli occhi s sono fatti più grandi e minacciosi, un leggero porporio colora le sue gote -Prometti!- la presa si fa più stretta tanto da farti male.
La gola ti comincia a bruciare, ti senti gli occhi gonfi ma annuisci tentando un sorriso.
Le dita ti scivolano sul foro del proiettile, il sangue continua a scorrere come un fiume in piena.
L'ambulanza ci impiega otto minuti per arrivare, e ne hai già contati cinque. Se  sarai fortunato i paramedici arriveranno tra tre minuti e forse si salverà.
 Forse.
Cedi all'impulso di guardare la ferita e innoridisci: un foro non più largo di un pollice nel petto, da cui ece sangue caldo e denso.
Sposti lo sguardo troppo scioccato per continuare a guardare e incontri i suoi occhi. Occhi azzurri, freddi come il ghiaccio ma caldi come il sole. Occhi di chi ha amato e di chi ha odiato. 
-Ti ricordi quando trovammo quel scivolasti sulla banana di quel vecchio?- la sua flebile voce interrompe i tuoi pensieri.
Sorridi alzando gli occhi al cielo -Detta così ha un doppio senso-
Scoppia a ridere.
 -Oppure quando trovammo quel portafoglio e girammo per tutta Londra per trovare i proprietario, per scoprire che era un bambino!- aggiungi ridendo -O quando giocavamo a non toccare terra, invece quando corremmo per tutta casa con le coperte a mo' di mantello altrimenti...- 
Abbassi gli occhi e in quel momento ti rendi conto di tutto.
I suoi occhi vitrei ti fissano, con lo spettro di una risata sulle labbra.
Scoppi a piangere.
Sussurri il suo nome.
Respiri il suo profumo.
Ma poi la vedi. La sua pistola ancora nella mano destra con il colpo pronto a partire.
L'afferri, anche se le lacrime ti annebbiano la vista spari e sei sicuro di aver colpito l'assasino.
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Un mese prima

-Sherlock cosa diavolo sono queste?- urlò John Hamish Waston stringendo un barattolo.
-Dita umane.- rispose semplicemente l'altro, senza nemmeno alzare gli occhi dal microcospio.
-Lo vedo che sono dita.- ribattè John esasperato -Ma cosa diavolo ci fanno nel frigo.?-
-Rilassati, Waston! Questa non è più casa tua!- controbatté Sherlock alzando sfogliatamente lo sguardo -Questa è casa mia e le dita le metto dove voglio!-
-So io dove te le metterei le dita- borbottò il dottore riponendo con cura il barattolo nel primo ripiano nel freezer
-Che cosa hai detto John?-
-Niente!- 
In quel momento la signora Hudson entrò nella cucina .
Come al solito reggeva il vassoio con le tazze di te ma al posto del grebiule rosa indossava un inusuale vestito a rosso stampato a fiori.
-Dove va oggi signora Hudson?- chiese John ammirando il nuovo vestito della padrona di casa.
-Ad un appuntamento come è ovvio!- rispose per lei Sherlock -Ha messo una goccia di profumo in più, ha la pelle bagnata sui polsi, poi sento odore di lacca umm vediamo... io direi SuperHair 5 plus* ... non è così signora Hudson?-
La donna annuì -L'ho incontrato mentre facevo la spesa al supermercato, è un uomo così romanti...-
-Io le consiglierei di stare attenta, signora Hudson, visti i suoi precedenti- la interruppe Sherlock ritornando a guardare i suoi vetrine.
La padrona di casa emise un sospiro irritato poi dopo aver posato il vassoio sul tavolo, in mezzo alle scartoffie dell'affittario, e andò.
-A volte sei davvero impossibile!- commentò John.
-Lo so .- disse Sherlock abbozzando un sorriso -Sono Sherlock Holmes.-
John sorrise di rimando poi andò a sedersi sulla poltrona rossa borbottando -Mary rientrerà verso le sette di stasera, doveva prendere qualcosa per la bambina, non  avevo voglia di stare da solo!- prese il telecomando della tv -Quindi sono venuto qui!-
-Non so perchè tu me lo sia dicendo John Waston ma non mi interessa.-
-Te l'ho già detto che sei impossibile?-
-Più di una volta .- 
John sorrise poi pigiando il tasto rosso del telecomando accense la tv e improvvisamente la voce regitrata di James Moriarty esclama "Vi sono mancato?"
-Oggi è il terzo in questa settimana- mormoró il dottore stringendo il telecomando -Quando finirà?-
-Mai- rispose Sherlock -Il gioco non finisce mai.-
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Hai inviato i video? DP
Si , ora tutta Londra sta guardando James Moriarty GW
Spero solo che funzioni DP
Come procede con il resto del piano GW
Dobbiamo solo catturare l'uccellino DP
Ok GW
Notizie da Red? DP
So quello che sai tu GW
Cioè niente DP
Cioè niente GW
A presto DP
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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


-Sherlock accetta.- disse l'uomo leggermente stempiato  tirando fuori  da una cartellina di pelle lucida ,che portava con sè , un plico di fogli -E' una questione molto importante.- 
-No- rispose Sherlock alzandosi dalla poltrona.
-Ti prego, ne vale la sicurezza della nazione.-
-Non mi interessa.-
-Sherlock- mormorò l'uomo spazientito -Ti prego.-
-Vuoi che io accetta, ma non mi vuoi dire di che cosa si tratta!-
-C 'é scritto nei fo...-
-Troppo noioso leggere, voglio sentirtelo dire, oppure non accetterò, Mycroft.-
L'uomo lo guardò spazientito poi posando i fogli sul tavolo disse -Una banda di terroristi.-
-Banale -
-Sherlock, potrebbero esserci loro dietro i messaggi di Moriarty .-
Finalmente il detective si voltò verso il fratello -Potrebbero?-
-Una fonte ci ha rilevato di aver creato personalmente quei video-
-E perchè non ne siete sicuri? Chi è questa fonte?-
-Non te lo posso dire.-
Sherlock sbuffò contrariato ma dopo aver riflettuto dovette ammettere a e stesso che l’idea di un altro scontro con Moriarty lo allettava.
-Accetto .- dichiarò guardando negli occhi il  fratelli.
-Ottimo,- Mycroft sorrise compiaciuto poi, indicando i fogli, aggiunse - là ci sono maggiori  informazioni.-
-Sai che non li leggerò.-
L’uomo stempiato fece un cenno di assenso poi avvicinandosi al fratello mormorò –Ricordati Sherlock, hai un debito con me.-
-Non so di cosa tu stia parlando .- ribattè Sherlock perplesso  .
Mycroft gli sorrise poi mentre oltrepassava la porta sussurrò -'ću uskoro saznati*-   ma il fratello non riuscì a capire anzi non ascoltò nemmeno perché si era ormai del tutto interessato alla cartellina appoggiato sul tavolo.
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 John arrivò qualche ora dopo. Aveva ancora indosso il camice da lavoro e le mani gli puzzavano di disinfettante.  Nel frattempo Sherlock aveva lanciato solo una fugace occhiata ai fogli che il fratello gli aveva lasciato convincendosi che il nome di Jim Moriarty era venuto fuori solo per invogliarlo ad accettare il caso, infatti il dottore lo trovò mentre prelevava dei tessuti da un paio dita.
-O mio Dio! – esclamò Waston appena vide ciò che l’amico stava facendo –Sherlock Holmes! Cosa diavolo stai facendo?!-
- Primo: sto analizzando un campione epiteliale, secondo: il diavolo e dio non esistono sono solo  stupidaggini inventate per spaventare i bambini, quindi ti sarei grato sei non la pronunciassi, perché in questa casa sono ammesse solo espressioni  intelligenti e terzo : come mai in casa mia?-
John lo guardò in tralice poi togliendosi il camice rispose –Ho appena finito di lavorare e sono passato per vedere come stavi… -
-Io sto bene, non preoccuparti.- rispose Sherlock staccando gli occhi dal microscopio
-Ok.-  disse il dottore si mise seduto sulla poltrona –Be allora se non ti dispiace, resto un pochino …-
-John.-  mormorò serio il consulente detective mentre si alzava e raggiungeva l’amico –Tu hai paura.-
-Che?!-
-Mi hai sentito, tu hai paura. Lo vedo scritto sul tuo volto e anche le tue azioni non mentono.-
-Ma di che cosa stai parlando?!-
-Un uomo la cui moglie è incinta non verrebbe a casa del suo migliore amico dopo che ha finito il turno, questo indica che hai paura della nascita della bambina. No, non mi interrompere, sai che lo odio quando qualcuno mi interrompe. Lasciatelo dire John Waston, sarai un ottimo padre. Mi è appena arrivato un messaggio da Lestrade : un nuovo caso, andiamo!- finì Sherlock mentre prendeva il lungo cappotto nero.
Il dottore gli lanciò uno sguardo interrogativo poi prendendo il camice seguì il consulente investigativo che già era uscito in tutta fretta.
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(15,30)Come procede? GW
(15,32)Tutto a posto. KM
(15,33)Il leprotto? GW
(15,36)La volpe lo ha catturato KM
(15,40)Molto bene GW
(15,42)Aspetto nuovi aggiornamenti KM
(15,44)Ok GW
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(15,55)La volpe ha catturato il leprotto GW
(15,57)Ottimo, il capo ne sarà felice  PO
(16,00)Si GW
(16,01) Ti aspetto per il tè PO
(16,02) Non mancherò GW
(16,05) Ottimo PO
(16,07) A dopo GW
(16,15) Arrivederci piccola lupacchiotta. PO
(16,30) E’ grammaticalmente scorretto, è una ripetizione GW
(16,35) Il n’est pas important!!!!! PO
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*Presto lo scoprirai

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La donna sollevò lentamente lo sguardo. L’uomo che le stava davanti si era inginocchiato e aveva preso a frignare come un bambino .
-Ti prego.- mugugnò –Ti prego.-
La donna scosse la testa sorridendo.
-Ti prego …. Ti prometto che sparirò e ti dimenticherai di me…-
-Vedi io non posso- disse la donna accarezzando distrattamente la canna della pistola che teneva sulla destra –Perché se tu vivi… io muoio. C’est facile!- 
-Ti prego Paoline … -
L’espressione sul volto della donna s’indurì –Non chiamarmi Paoline, Je m’apelle  Pauline avec la U!-
-Scusami Pauline- l’uomo piegò la testa –Ma ti prego salvami.-
-Je ne peux pas! Io non posso!- la voce della donna tradì una nota di rimpianto –Ho degli ordini!-
-Fai finta che non ti siano stati dati e scappa insieme a me!- l’uomo le si avvicinò pericolosamente –Ti prego Pauline, io ti amo…-
Pauline sorrise poi avvicinando la bocca accanto a quella del condannato sussurrò –Scusami…. Ma je no!- e sparò dritto al cuore.
L’uomo le rivolse un’ espressione impaurita,prese a boccheggiare, poi le gambe non lo ressero più e cascò per terra.
La donna invece rimase impassibile e quando ormai il corpo divenne freddo sussurrò –Davvero tu est così stupidò da credere che io ti amassi ?Tu est très stupidò!- sorrise.
Poi infilò la pistola nella cintura e  prese il telefono da una tasca dei pantaloni .
Digitò un numero e se lo mise all’orecchio . Dopo due squilli una voce all’altro capo rispose –Pronto.-
-Tutto fattò.- disse Pauline
-Qualcuno ti ha sentito ?-
-Calmati Georgià, Je suis bravà in moi làvoro.-
-Lo so che sei brava, ma rispondi alla mia domanda: qualcuno ti ha sentito ?-
-No, Georgià.-
-Um.-
“Con Georgia era sempre così, non potevi mai aspettarti un brava o un trés sympa “ pensò Pauline sbuffando –Je vais.-
-Ok, Pauline . Occupati del corpo.-
“Per chi mi hai preso stupida inglese da due soldi? Je suis  une professionistà!”
-Pauline, so che sei una professionista.- la voce dall’altra parte la riportò alla realtà –Solo che non si sa mai!-
-Co…come hai fattò? –
Georgia scoppiò a ridere  -J'ai mes méthodes, stupide français!- poi chiuse la telefonata  lasciando la francese stupita.
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-Il corpo di un uomo semisepolto dal terriccio è stato rinvenuto dalla signora Iloy mentre portava a spasso i suoi due chihuaha – spiegò l’ispettore Lestrade mentre chiudeva il taccuino e  –Cosa ne pensi Sherlock?- porse all’uomo del foto scattate sulla scena del crimine.
Il consulente aggrottò le sopraciglia –Mi pare una cosa insolita.-
-Ma perché insolita?!- chiese stupito Lestrade che già pensava alla soluzione e a come si sarebbe sentito soddisfatto nel sentire gli elogi del capo –Sarà una rapina finita male oppure una vendetta e poi hanno tentato di seppellire il corpo  ma non ci sono riusciti.-
-Perché parli al plurale? L’assassino è uno solo, non ci sono segni sui polsi, segno che nessuno lo ha tenuto stretto e poi l’omicida teneva ben salda la pistola quando ha sparato perché era solo e non doveva sbagliare.- disse Sherlock –Poi il terriccio: se si fosse voluto nascondere il corpo ci sarebbero stati dei granelli di terra sul collo e sul viso. Mentre invece chi lo ha ucciso voleva che si vedesse la testa…. Ma perché? John qualche idea?-
Il dottore nel frattempo si era appisolato sullo stipite della porta  ma appena sentì il suo nome mugugnò –Forse un maniaco in cerca di attenzione?-
-Banale.-
-Una lite amorosa?- propose l’ispettore
-Stupido!-
-Oppure un gruppo di ambientalisti- l’ispettore Dawson comparve sulla porta dietro John .
-Potrebbe essere.- ammise Sherlock
-Non potrebbe, è! – la donna sorpassò Waston –La vittima, Mario Jasert, era un dipendente della GC, la fabbrica che gestisce impianti petroliferi, a cui più volte erano arrivate minacce di morte –
-Da chi? – le chiese il capo
-Vari gruppi, dal Green United a Barrier Kindom .-
-Direi di buttarci su questa pista- disse Lestrade prendendo la giacca –Andiamo a interrogare i sospettati !- poi uscì dall’ufficio.
-Ei aspettate dove state andando? Il caso non può essere così facile!- gli urlò dietro Sherlock, ma nessuno gli diede retta.
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La donna guardò la città dal finestrino del Taxi. Londra le sfilava intorno lentamente .
Odiava quella città. Il tanfo delle fogne  che arrivava fino alle narici, il cielo cupo, il caffè acquoso e quella stupida usanza del tè alle cinque.
La odiava, ma più di tutti odiava i londinesi, ma in particolare odiava lui.
Quell’uomo, quell’investigatore o cosa diavolo era, stretto nel suo capotto nero e lo sguardo altezzoso.
Quando lo incontrava per strada aveva sempre paura che capisse chi si nascondeva sotto la pelle nera, che intuisse che lavoro faceva e la denunciasse.
Si, lei aveva paura delle denuncie, aveva paura della polizia.
Nel suo paese, se si commettevano i crimini che lei aveva fatto, l’avrebbero sbattuta in una cella buia, invasa dai topi e stuprata due o quattro volte al giorno.
Rabbrividì al solo pensiero .
Controllò il cellulare:  erano le 20,30 del  13 febbraio e non aveva ricevuto nessuno messaggio.
Ovviamente i capi avevano visto che aveva eseguito gli ordini.
Aveva ucciso il traditore, vedeva ancora il suo sangue zampillare dalla ferita.
Era felice di averlo fatto, come una bimba che scarta i regali di Natale. Si sentiva importante.
Lei, Pauline Oseseux, la bambina orfana cresciuta nelle fogne di Tozeur*, era in grado di cambiare le sorti di quel paese puzzolente.
E per farlo doveva riuscire a catturare quell’uomo spaventoso.
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(20,15)Pauline ha ucciso Mario GW
(20,16)Lo so, contatta Yussop J
(20,17) Ok GW
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(20,20) Uccidila GW
(20,21) ok YG
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Sherlock guardava distrattamente il telegiornale.
Lo avevano cacciato via della centrale  dopo che Lestrade e Dawson se ne erano andati a interrogare i sospettati e lui si era messo ad urlare che dovevano dargli retta perché lui era Sherlock Holmes e aveva sempre ragione.
-Incredibile ma vero oggi la polizia di Londra è riuscita a trovare il colpevole dell’omicidio di Mario Jasert dopo un giorno d’indagini.-
Il consulente investigativo guardò il televisore stupito.
-A quanto pare l’omicida era un ambientalista del gruppo della Green United che ha ceduto subito alle domande degli inquirenti. La vittima,Mario Jasert lavorava nella CG, la ditta del petrolio . Adesso passiamo alla nostra rubrica…-
Sherlock spense la tv .
Si sentiva arrabbiato, deluso e frastornato. Era impossibile che Scotland Yard fosse riuscito ad arrivare alla soluzione prima di lui.
Aveva bisogno delle sigarette. Dove cavolo le aveva messe John??!
No, non aveva voglia di fumare, il fumo lo avrebbe reso più furibondo.
Posò gli occhi sul tavolo, i fascicoli  di Mycroft erano ancora là dove li aveva lasciati, ma non voleva guardarli.
Anzi improvvisamente gli venne in mente di dare un’occhiata alle foto della scena del crimine.Ci doveva essere qualcosa, un minimo particolare, un dettaglio che era sfuggito.
Prese le foto dalla tasca del cappotto.
L’uomo preso da sinistra, l’uomo preso dall’alto, un primo piano della faccia contro il terreno, il collo dell’uomo preso dall’alto e finalmente la vide: una piccola  R incisa sotto l’orecchio.
Sorrise soddisfatto, e con fare teatrale prese il telefono e scrisse  a Gregory Lestrade
Avete sbagliato SH.
 

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