The Last War

di Sara_3210
(/viewuser.php?uid=763644)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Remember ***
Capitolo 2: *** "What are you doing here?" ***
Capitolo 3: *** Divide ***
Capitolo 4: *** Following the trail ***
Capitolo 5: *** Rohan ***
Capitolo 6: *** La battaglia nel fosso-PRIMA PARTE ***
Capitolo 7: *** La battaglia nel Fosso-SECONDA PARTE ***
Capitolo 8: *** betting and penances ***
Capitolo 9: *** Between the sheets ***
Capitolo 10: *** Gondor-call of help ***
Capitolo 11: *** kisses from charry flavor ***
Capitolo 12: *** Gondor- You are very brave ***
Capitolo 13: *** Gondor-Eyes cold and angry ***
Capitolo 14: *** Hug me and shut up ***
Capitolo 15: *** To no lose you too ***
Capitolo 16: *** Taking care of yourself ***
Capitolo 17: *** October and April_Teach me to dance ***
Capitolo 18: *** October and April-Meled nin- ***
Capitolo 19: *** a bit 'of time with you ***
Capitolo 20: *** Wake me when it's time to get back to you-Forgive me ***
Capitolo 21: *** Wake me when it's time to get back to you-Do no't forget me ***
Capitolo 22: *** When you cry for love ***
Capitolo 23: *** Forever and always ***
Capitolo 24: *** The voice of memories ***
Capitolo 25: *** Strong arms able to protect ***
Capitolo 26: *** Looking Ahead ***
Capitolo 27: *** Epilogo-Namarie, mellon min ***
Capitolo 28: *** Epilogo-the end of all things ***



Capitolo 1
*** Remember ***


 Capitolo 1

Remember




La Silvana aumentò la velocità,le barche rischiavano di sfuggirle. Il corso del fiume Anduin era facile da seguire ma era più difficile seguire le barche. Specialmente se doveva non farsi vedere.

Li seguiva da un bel pezzo per ordine di Thranduil, aveva un compito preciso: fare in modo che il Principe tornasse a casa sano e salvo. Un giorno come tanti le era giunta voce che Legolas era partito per un'impresa piuttosto pericolosa e che le possibilità che tornasse erano poche, tempo dopo un messaggero aveva bussato alla sua porta per conto del Re di Bosco Aatro, a Thranduil non si poteva dire di no.



FlahBack:

“Mi avevate chiamato Re Thranduil?” chiese Tauriel accenando un inchino,il sovrano si voltò lentamente verso di lei “Come ben sai Legolas è partito per una nobile impresa…”lei deglutì silenziosamente “ Sì…” sembrava che tutto e tutti le dovessero  ricordare che era partito e che probabilmente non sarebbe tornato “Desidero che tu lo segua e lo protegga,così avremmo una maggior possibilità che viva..non è che dubiti delle sue capacità di guerriero ma mi sentirei più sicuro se qualcuno fosse accanto a lui per proteggerlo” la sguardò “Ti ho esiliata tanto tempo fa, ti chiedo di aiutarmi perché so quanto tu tenga al benessere di mio figlio” lei inclinò la testa “Io non sono più una vostra Guardia, ricordate?” gli ricordò “Sarei disposto a fingere che nulla di tutto quello che è accaduto sia mai successo e a riprenderti sotto la mia protezione” Taurile non dovette pensarci su a lungo “Accetto” il Re sorrise e allora lei specificò una cosa “Non lo faccio per essere perdonata da voi, mi va benissimo la mia condizione da esiliata,  ma perchè non voglio perdere anche vostro figlio” Thranduil annuì.

Le barche si fermarono su una riva per una breve sosta notturna,Tauriel si fermò,dopo essersi arrampicata su un albero osservò i membri dlla compagnia. Erano stanchi e provati,i quattro mezzuomini erano molto affamati. Sospirò lanciando uno sguardo a Legolas *come reagiresti sapendo che sono qui invece che a casa?* piegò la testa lateralmente ricordando il viaggio che aveva fatto inseguendoli e proteggendoli rimanendo pur sempre nell’ombra.

Appoggiò il capo al tronco e si sistemò sul ramo in modo da essere più comoda. Chiuse gli occhi ma rimase comunque vigile.

***

Legolas si sentiva osservato qualcosa o qualcuno li stava spiando da un po’ di tempo,non riusciva a darsi pace!

 Doveva scoprire chi era dannazzione!



“Sei nervoso?” gli chiese Aragorn osservandolo attentamente “Sì..”rispose lui “Cosa ti turba?” gli domandò allora l’uomo “Qualcuno ci sta seguendo Aragorn”questi scattò come una molla “Ne sei certo?”l’Elfo si guardò attorno “Sì,ma lui o lei non sembra intenzionato o intenzionata farci del male…”Aragorn alzò un sopraciglio con aria scettica “Come lo sai? Ci hai parlato?”chiese sarcasticamente “Ancora no, credo che ci segua da un bel po’ e non ci ha ancora ucciso quindi deduco che non voglia fermarci…”spiegò l’Elfo “D’accordo,faccio io il primo turno di guardia…tu riposati..”Legolas annuì e si sistemò sotto ad un’albero. D’un tratto notò un movimento furtivo tra le foglie di un albero poco distante,agguzzò la vista ma non vide nulla di sospetto *sarà qualche animale…* e con questi pensieri calò nel dormiveglia.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** "What are you doing here?" ***


Capitolo 2

"What are you doing here?"




Il giorno dopo la marcia riprese senza interruzzioni particolari,Gimli si lamentava (come al solito) per il mal di mare causatogli dall’oscillamento continuo dellla piccola imbarcazione,Marry e Pipino si schizzavano ,Frodo invece aveva un’aria triste,quasi assente.


Per il resto era tutto tranquillo,troppo tranquillo. D’un tratto le orecchie ipersensibili del principe percerpirono un movimento brusco,alzò la testa e notò una figura tozza e gobba nascondersi in fretta dietro ad uno dei cespugli. “Aragorn…”mormorò tra i denti Legolas attirando l’attenzione del ramingo “Abbiamo compagnia…”il ramingo studiò la riva indicata con un leggero movimento della testa da parte dell’ elfo,inizialmente non vide nulla ma poi scorse quattro figure che avevano tutta l’aria di essere Orchi.


Prima che potessero reagire questi attaccarono come meglio potevano infatti la compagnia si trovava in mezzo all’ Anduin e loro non avevano molta simpatia per l’acqua. Sfuttando il fatto che la loro apparizione aveva lasciato sorpresi i membri della compagnia si misero a scagliare frecce che si conficcarono nel legno delle barche “Tranquilli!” urlò Gimli per rassicurare i quattro hobbit terrorizzati “Di solito non nuotano!”in quel preciso istante i due uomini e l’elfo provarono il folle desiderio di strozzare il nano “Come di solito?” strillarono Marry e Pipino “Vuoi dire che c’è un possibilità che accada?” il nano si accorse che quello che aveva detto non aveva migliorato affatto la situazione “bhe…”iniziò ma l’elfo lo afferrò per una spalla “accucciati altrimenti diventerai uno spiedino!” infatti il gruppo era entrato in acqua fin dove il fondale glielo permetteva. Si affrettarono  a ripararsi come meglio potevano,le imbarcazioni infatti non affrivano un grande riparo perché erano piuttosto basse “E’ la fine questa?”chiese Sam in un mugolio.


Come se fosse apparsa dal nulla una freccia fendette l’aria per poi conficcarsi nel petto di uno degli aggressori,Legolas sgranò gli occhi e si voltò nella direzzione da cui era partita e vide una figura snella dai lunghi capelli rosso rame “Tauriel?!?!”esclamò prima di abbassarsi per schivare una freccia nemica “Sei sicuro sia lei?” gli urlò il ramingo “Sì,la riconoscerei anche fra mille!” l’apparizzione dell’elfa aveva momentaneamente distratto gli orchi così il principe potè armarsi e iniziare a scoccare. Gli orchi rimasti capirono che contro due elfi non  potevano nulla quindi uscirono il più in fretta possibile dall’acqua,ma uno di loro prima di sparire nella fitta vegetazione al seguito dei compagni si girò per scoccare un ultima freccia rivolta all’elfo femmina e questa le ferì  una gamba,soddisfatto l’orco sparì tra la vegetazione con un ghigno diabolico stampato sul volto.


Tauriel si accasciò a terra fissando il punto appena sopra al legamento del ginocchio destro dove si era conficcata la freccia,ora non solo si era fatta scoprire ma era pure ferita! *Maledizione! Stanno venendo qui!*  le barche si erano avvicinate alla riva dove stava e sembravano intenzionati a scendere infatti Legolas saltò agilmente a terra e la raggiunse.


Lei si agitò,tentò addirittura di alzarsi ma la  stretta di lui sul suo braccio la tenne ancorata al terreno “Se ti alzi sarà peggio”quel tono incolore le contrasse le budella “…” l’elfo si voltò verso Aragorn “Aragorn! Vieni ad aiutarmi!” l’uomo li raggiunse ed esaminò la freccia “Non sembra avvelenata” osservò “Speriamo non lo sia,non mi sembra che qui ci sia molta Athelas…”l’Elfo si morse il labbro inferiore,poi si rivolse direttamente a lei “Toglierla farà male…abbiamo delle bende di fortuna e qualche erba ma dovrai sopportare il dolore…”lei lo interruppe con un gesto “Ho sopportato di peggio…procedete pure…” il tono deciso indusse i due a cambiarsi un occhiata “Meglio se mi dai la mano…” disse il ramingo “Non ne ho bisogno” a quelle parole Boromir fissò l’elfa “Fidati donna ti conviene,un dolore così lo si prova poche volte” riluttante strinse la mano al ramingo “Sono pronta!” disse,Legolas posò una mano sulla freccia strappandole un gemito “Se irrigidisci i musculi è peggio,cerca di rilassarli…”le consigliò *Come se fosse facile!* pensò ma ubbedì,la freccia venne estratta con un colpo secco che strappò un grido di dolore sia a lei sia al ramingo “Perché gridi?”chiese l’Elfo all’amico “La mano…stringe troppo forte..” Legolas lo fissò scettico “Allora facciamo cambio e tu la bendi…ma sbrigati sta iniziando a perdere un po’ troppo sangue!” si scambiarono le posizioni in fretta dopo di che  Aragorn chiamò Pipino chiedendogli di portagli la sacca contenente le bende e le erbe per disinfettare la ferita,il giovane si avvicinò al trio e lo sguardo gli cadde sulla ferita “E’ molto profonda…”disse,stava iniziando a sbiancare “Grazie,ora puoi andare…” lo hobbit fu felicissimo di ubbedire stavolta,il sangue gli faceva impressione *Che buffo personaggio!* pensò Tauriel rivolta a Pipino mentre Aragorn finiva la fasciatura “Non stringe poi così forte…” fece notare Legolas “Forse perché tu non gliel’ hai tenuta quando hai estratto la freccia!” sbottò il ramingo e tutti scoppiarono a ridere.

***


Tauriel stava rannicchiata a pochi  passi dal fuoco,poco prima aveva spiegato a Frodo e ad Aragorn le ragioni per cui si trovava e quelle per cui era intervenuta,i due le avevano detto che la sua presenza non avrebbe causato intoppi anzi,avevano bisogno di una guerriera in più visto che in caso di attacco improvviso era  svelta ad agire e impediva che qualcuno si facesse male o venisse ferito.


Erano stati d’accordo anche gli altri. Sospirò e chiuse gli occhi cercando di prendere sonno,stava quasi per riuscirci quando qualcuno le diede un colpetto con una mano sulla spalla. Si  voltò di scatto verso il presunto aggressore puntandogli un pugnale alla gola,ma questi non battè ciglio e con un movimento fluido le afferrò il polso inchiodadolo al terreno < Come mai così tesa Capitano? > le chiese in elfico una voce maschile strafottente e ben nota,era Legolas < Non sono pù un Capitano, voi cosa ci fate alzato a quest’ora Pincipe? > ribattè lei < Io e te dobbiamo parlare… > mormorò lasciandole la mano,si mise seduta < Parla pure,ti ascolto… > lui si schiarì la gola < Intendevo in privato >rimase un’attimo interdetta < D’accordo >.


Si allontanarono nella foresta e quando furono completamente soli lui le afferrò i polsi facendola cozzare contro la corteccia di uno dei pini che li circondavano “…Ahia…”fece lei ironica “Cosa ci fai tu qui? Perché l’hai detto solo ad Aragorn e a Frodo?” le domandò lui “Quante domande…” borbottò in tutta risposta l’Elfa “Rispondi alla domanda!!”la strattonò,Tauriel gli lanciò un’occhiata assassina “Mi ci ha manda tuo padre…voleva essere sicuro che tu tornassi a casa sano e salvo…”rispose con candore lei “Ti avevo chiesto di rimanere a casa,dove saresti stata al sicuo!!” l’Elfa perse la pazienza.


Valar era stata capitano delle guardie! Non di certo una di quelle delicate fanciulle elfiche!


“Non sono più una ragazzina Legolas!  So badare a me stessa e poi tu sei mio amico…probabilmente il migliore che io abbia mai avuto…e io…io..” le tremò al voce e calde lacrime di rabbia le rigarono le guance “Io ti voglio bene è per questo che sono qui…per proteggerti e riportarti a casa da tuo padre,tu che un padre lo hai ancora…”singhiozzò senza ritegno*Gli sembrerò una bambina adesso!* vedendola piangere il principe provò una profonda tenerezza,l’abbracciò e le asciugò le lacrime e lei nascose la testa nel suo petto. Erano amici,per il momento le andava bene così.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Divide ***


Capitolo 3

Divide
 



 La ferita guarì quasi completamente in due gioni circa,ma doveva solo ricordarsi di non sforzarla. All’ inizio c’erano stati un po’ di problemi con la sua presenza e tutto il resto,per esempio il suo posto sulle barche “E lei?” aveva chiesto Boromir il giorno dopo il suo ingresso nella compagnia “Lei…lei,ha ragione dove la facciamo sedere?”aveva concordato Gimli alludendo alle  piccole imbarcazioni,tutti si erano scambiati degli sguardi perplessi. Tauriel essendo al diretta interessata aveva tossichiato per richiamare l’attenzione su di sé “Se è possibile continuerei a seguirvi via terra…così non attirerei particolare attenzione e vi coprirei le spalle..” Aragorn e Legolas si erano scambiati uno sguardo “Tauriel…sei ferita,non devi sforzare la gamba…” disse lentamente il ramingo,lei lanciò uno sguardo all’elfo poi rispose “Non preoccupatevi,so dosare le mie forze” avevano discusso ancora per un minuto o due ma alla fine l’aveva avuta vinta lei:avrebbe continuato a seguirli via terra. Era stata una scelta saggia,una donna (per di più un’elfa guerriera) avrebbe richiamato più attenzione di quanto non facessero già loro.Quando le barche si erano fermate nuovamente li aveva raggiunti in meno tempo possibile.



Frodo ultimamente era un po’ irrequieto e triste,non riusciva a stare fermo o a prendere sonno con facilità. Sam era preoccupato per lui,come tutti gli altri del resto ma il giardiniere stava particolarmente vicino al portatore per proteggerlo e quando lui gli comunicò che intendeva  andare a fare quattro passi da solo,nel bosco naturalmente si oppose “Padron Frodo vi prego ragionate,rischiate di essere attaccato o peggio…lasciate che almeno qualcuno degli altri venga con voi!”si disperò Sam cercando in ogni modo di convincerlo “No Sam per favore,ho…davvero bisogno di stare solo!”rispose lo Hobbit,il giardiniere si arrese e lo lasciò andare.



Tauriel desiderava sapere cosa era accaduto prima del suo arrivo,anche se li aveva sempre seguiti aveva dovuto fare parecchie deviazioni durante il suo viaggio e poi era sempre stata curiosa.

Pipino e Marry si offrirono di raccontarle la loro…versione dei fatti ,erano ancora impegnati a discutere quando Sam li raggiunse con la faccia scura,l’elfa lo notò e gli chiese gentilmente“Tutto bene Mastro Sam?” lo Hobbit sospirò “Frodo è andato a fare due passi..”fece una piccola pausa “Da solo”aggiunse poi. Gli  altri si scambiarono uno sguardo stupefatto ma prima che potessero aggiungere altro Aragorn si avvicinò loro e chiese “Avete visto Boromir?” Marry sbattè gli occhi “Si è allontanto poco fa…”indicò uno punto tra gli alberi “Ha detto che andava a prendere la legna” Sam osservò il punto indicato dall’amico “Buffo”disse “Anche Padron Frodo ha preso la stessa direzione.

***


***

Frodo stava camminando da solo immerso nei suoi pensieri quando d’improvviso un’ombra si stagliò davanti a lui,non era un orco,non era un Uru-kai,era un’uomo…Boromir. “Nessuno di noi dovrebbe girare da solo…”disse il gondoriano piegandosi per raccogliere l’ennesimo legno “…e tu più di tutti” finì. Il piccolo Hobbit lo scrutò pensoso poi disse “Lo dici sul serio?” la domanda colse alla sprovvista l’uomo che in un primi momento non rispose,così il mezzuomo si voltò e fece per andarsene “Non ti fidi di me Frodo?”chiese quasi con tono di sfida “No,solo che non sei te stesso…”rispose. Accadde tutto molto in fretta,dopo qualche altro scambio di battute di questo genere Boromir perse il controllo e si scagliò sul mezzuomo non solo con le parole ma anche con le mani. Frodo si divincolò come meglio potè e riuscì a fuggire “Maledetto!” urlò l’uomo “Se non fosse stato per te ora l’Anello sarebbe mio!” quando finalmente si calmò si rese conto di ciò che aveva fatto e si disperò “ Oh Frodo..scusa,scusa…sono stato sciocco, cieco ed egoista..”singhiozzò.

***

Uro-kai. Li avevano colti in parte all’improvviso e ora era necessario ritrovare il Portatore prima che lo trovassero loro! Corsero nella foresta,ma quegli esseri diabolici fecero di tutto per ostacolarli e dovettero combattere duramente per respingerli.

Boromir benchè disperato appena vide Marry e Pipino circondati da quelle immonde creature non esitò ad intervenere mettendosi tra loro e i due giovani. Iniziò a duellare e non si fermò neanche quando una freccia nemica lo ferì,non doveva fermarsi…un’altra freccia.cadde e si rialzò. *Non posso permettere che li facciano del male*,il respiro era ansante. Lo sapeva,non avrebbe vissuto tanto a lungo…un’altra freccia sarebbe bastata  ad abbatterlo. Come evocata da quel pensiero la freccia fendette l’aria,il tempo parve fermarsi. Avvertì la punta trappassargli la carne,urlò di dolore.
Si accasciò a terra.

***

La barca contenente il corpo del gondoriano galleggiava a pelo d’acqua. Tauriel era immersa fino alle ginocchia e la fissò ancora una volta *Non ti conoscevo Boromir,ma so che sei stato leale e coraggioso…hai trattenuto gli orchi da solo,hai sopportato tre frecce prime di cadere…eri più forte di quanto immaginassi…* si asciugò una lacrima,che solitaria le aveva rigato una guancia. Uscì dall’acqua e si incamminò verso i tre che a suo parere aveva fatto aspettare troppo. Stavano discutendo,probabilmente di qualche tattica o cose simili,alle sue orecchie arrivò solo una frase “Non lasceremo Marry e Pipino in mano a quelle orride creature” alzò la testa per guardare l’uomo negli occhi e non si stupì affatto di trovarli tristi e pieni di astio,tutti si scambiarono una breve occhiata poi annuirono e senza ulteriori indugi seguirono Aragorn nel folto della foresta.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Following the trail ***




Correvano da giorni,la sua mente era vuota e leggera. Non pensava a nulla,solo a correre più veloce. L’unico che si lamentava era Gimli,il nano infatti non era abituato a correre su distanze tanto lunghe per cui continua ad ansimare e a lamentarsi. Dopo l’ennesima volta che Gimli rimase indietro e loro furono costretti a fermarsi Aragorn decise di fare una sosta “Ammazzarci di fatica non servirà a niente,dobbiamo essere lucidi nel caso un braco di Uru-kai ci attaccasse”disse il ramingo,Tauriel si era limitata ad annuire Gimli li aveva raggiuti praticamente strisciando “Digraziati!”aveva urlato loro “Che vi salta in mente? Mai lasciare indietro un povero nano!”ma quando li aveva visti nascondere una risata aveva capito che stava esagerando.



La cena fu consumata tra le solite frecciatine che il nano e l’elfo erano soliti a scambiarsi,se non altro questo allegerì l’atmosfera e rese meno sgradevole il sapore della carne secca con cui si cibavano “Faccio io il primo turno di guardia stanotte”disse Aragorn andandosi a sistemare su un masso scosceso poco distante.

+++

Tauriel faticava a calare nel dormiveglia anche quella notte,non riusciva a trovare una posizione sufficientemente comoda,il suo cervello si rifiutava di spegnersi e il suo corpo non ne voleva sapere di rilassarsi. Sbuffò e si mise a sedere *Se potessi mi allontanerei di qualche passo per schiarirmi le idee…*sapeva che avrebbe solo fatto preoccupare i suoi compagni quindi si alzò e raggiunse il ramingo. “Lascia a me il tuo turno di guardia,io non ho sonno e tu devi riposarti…”disse,l’uomo si voltò naturalmente non aveva sentito l’elfa avvicinarsi “No grazie Tauriel… perché ti sei offerta? Dovresti riposare anche tu,qualcosa ti tormenta?” la rossa fu colta all’improvviso da quella domanda “…Non capisco cosa intendi…”mormorò a mezza voce “Dentro di te è in corso una tempesta,non ci vogliono poteri speciali per capirlo basta un po’ di intuizione…”le rispose Aragorn,l’elfa non rispose ma si limitò a guardare la volta stellata sopra le loro teste “Ho visto come lo guardi…”si irrigidì “Non so di cosa tu stia parlando” rispose in tono incolore “Io invece credo di sì…stiamo parlando di Legolas dico bene?”continuò lui Tauriel si volse di scatto “Io lo guardo come lo guardi tu!” sibilò “Davvero? Io non ci giurerei” ribattè lui ma fu un’errore,lei reagì istintivamente in men che non si dica Aragorn si ritrovò con la schiena a terra e Tauriel a cavalcioni sopra di lui che gli puntava uno dei suoi pugnali alla gola “Guai a te se gli dirai qualcosa! Io sono una Silvana lui un principe,non può esserci nulla tra noi! Nulla!” ringhiò a denti stretti prima di rialzarsi “Bada che non esiterò ad ucciderti se lo farai!” ritornò verso il micro accampamento.
***

La mattina dopo era ancora più silenziosa del solito e totalmente intrattabile,le parole del ramingo avevano riaperto una ferita che da tanto tempo credeva richiusa. Ripresero la marcia spediti e dopo un giorno di viaggio si udì un forte rumore di zoccoli che battevano il terreno con violenza “Svelti di qua!” Aragorn li guidò verso una spaccatura tra due rocce,Tauriel finì contro la parete rocciosa e come se non bastasse il fatto che lo spazio era già poco Legolas le finì addosso, la spalla del principe era entrata in contatto col suo seno.
Arrossì fino alla radice dei capelli,ma si impose di non muoversi di un solo millimetro pregando i Valar che tutto ciò finisse presto.

Fortunatamente il ramingo si alzò in piedi richiamendo i cavalieri “Cavalieri quali notizie dal Marc?” detto questo fece loro segno di muoversi e di seguirlo,ma appena scesero a valle questi li circondaron con aria tutt’altro che amichevole. “Cosa ci fanno un uomo,un’elfo,un nano e un... elfa nelle terre del Marc?”chiese uno di loro smontando da cavallo”I vostri nomi..”Gimli alzò il mento in segno di sfida”Dimmi il tuo nome ragazzo e io ti dirò il mio!” ribattèil nano “Ti taglierei la testa se solo fossi un po’più alto..”Legolas estrasse rapido una delle sue frecce”Saresti morto prima di vibrare il colpo!” tutti i guerieri puntarono le lance contro di loro,il ramigo decise di intervenire “Io sono Aragorn figlio di Araton,lui è Gimli figlio di Gloin e loro sono Legolas e Tauriel del Reame Boscoso” *Peccato che io non venga più da lì...* pensò Tauriel rivedendo la povera casa in cui abitava da oramai troppia anni, l’uomo riprese a parlare con Aragorn. “Siamo sulle tracce di un branco di Uru-kai,hanno fatto prigionieri due nostri amici”spiegò Aragorn “Abbiamo incontrato un branco stanotte abbiamo ammassato le carcasse laggiù e abbiamo dato loro fuoco…non ci sono vivi!”indicò un punto dal cuale si levava del fumo “E c’erano anche due Hobbit?” chiese Gimli “Sono piccoli,dei bambini ai vostri occhi”li descrisse Aragorn,Eomer non seppe che rispondere
***.

Poco dopo stavano cavalcando su due cavalli donati a loro da parte di Eomer stesso,si avvicinarono ma non ci riuscirono più di tanto visto che la puzza era insopportabile. Scavando tra quei cadaveri Gimli estrasse qualcosa “è una delle loro cinture”disse in tono mesto,Legolas mormorò una preghiera in elfico. Aragorn urlò in preda ad una crisi isterica , ma mentre era a terra notò sul terrero giallastro alcuni segni alcuanto insoliti “Due Hobbit erano sdraiati qui…”si mise a carponi “…hanno strisciato , avevano le mani legate…”avanzò con gli altri al suo seguito “Si sono liberati…e..” alzò lo sguardo “sono entrati qui…” Gimli deglutì sonoramente alle sue spalle “Quella è la foresta di Fangor , quale pazzia può averli condotti lì?”.


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Rohan ***


Capitolo 5

Rohan



C’era troppa umidità lì dentro,una sottile nebbiolina la rendeva  ancora più lugubre… *C’è qualcosa che non va qui…*i sensi dell’elfa erano costantemente all’erta non si può mai sapere a cosa vai incontro se entri in un posto del genere,Legolas richiamò l’attenzione dell’uomo < c’è qualcosa > < cosa vedi? > chiese l’uomo “Lo stregone bianco…” Aragorn estrasse la spada “Non lasciare che parli… ci farebbe un’incantesimo…”silenzio totale ,ognuno estrasse con più delicatezza possibile le proprie armi… “Dobbiamo agire in fretta…” detto questo si voltò con la spada sguainata,ma una luce acceccante respinse le loro armi “State seguendo le tracce di due giovani hobbit?”chiese una voce maschile “Dove sono?”urlò il ramingo “Sono passati di qui e…hanno incontrato qulacuno che non si aspettavano…”la luce diminuì e permise loro la visibilità.
Davanti a loro c’era un vecchio vestito di bianco a parte un mantello grigio,aveva due placidi occhi azzurri che sembrava leggessero l’anima… *…Gandalf…* le disse una voce nella sua testa “Tu…sei caduto…” tutti faticavano a crederci

“Attraverso l’acqua e le fiamme…dalle  cime  più alte al torrione più basso… ho lottato con lui…alla fine ho abbattuto il mio nemico e ho scaraventato la sua carcassa contro il fianco della montagna…l’oscurità mi ha avvolto e ho errato per giorni…le stelle  compivano il loro giro e un giorno mi sembrava lungo quanto una vita terrena…ma non era la fine…ho sentito la vita in me…”





“Una fase del vostro viaggio è terminata,la gurra è giunta a Rohan…devo raggiungere Edoras di volata..”allo stregone non sembrava dare fastidio la presenza di Tauriel anzi le aveva sorriso gentilmente,quel sorriso l’aveva messa a disagio. Usciti dalla foresta  Gandalf  aveva fischiato una o due volte ed ecco apprire all’orizzonte un cavallo bianco di incredibile bellezza “Ombramanto signore dei cavalli” gli accarezzò il muso menre nitriva poi montò in sella con decisione imitato da tutti gli altri  “Alla volta di Rohan!”. Dopo alcuni giorni passati a calvalcare incessantemente le gambe le dolovano terribilmente,aveva bisogno di scendere e camminare “Forse ci conviene fare una sosta…” disse Gandalf vedendo lo stato in cui si stavano riducendo i suoi compagni di viaggio,Gimli si gettò praticamente giù dalla sella non appena il cavallo si fermò *E adesso come faccio a scendere senza sembrare un frutto troppo maturo?* si chiese mentre tentava disperatamente di mettersi nella posizione più giusta per scivolare a terra “Bisogno di una mano?” chiese la voce dell’elfo “Non…non ho chiesto l’aiuto di nessuno…”mormorò “Ma ne hai bisogno…”aveva ragione,come ogni dannatissima volta “Lasciati scivolare lungo il fianco del cavallo…”le consigliò e lei docilmente ubbedì. Si lasciò andare e caddè direttamente tra le sue braccia che la afferarono saldamente,si ritrovò in braccio a lui, i visi a pochi centimetri di distanza…*Hai degli occhi bellissimi...ma che sto dicendo? Devo scendere da qui!* deglutì “Puoi lasciarmi andare adesso…”fu lui ad ubbidere,la rimise in piedi e si allontanò ma non prima di averle rivolto un sorrisetto.



Il giorno dopo ripartirono all’alba senza tante parole. Giunsero a Rohan verso mezzo dì,le guardie aprirono loro le porte non prima di averli osservati attentamente. La gente pareva spenta e vestiva di nero come se ci fosse un lutto “Trovi più allegria in un cimitero…”commentò Gimli storcendo la bocca. Arrivati davanti al portone del castello vennero fermati da un soldato “Non potete stare davanti a re Thoden così armati per ordine di…Grima Vermilinguo…”a malinquore si liberarono di coltelli,pugneli,archi e spade “Il tuo bastone ..” Gandalf fece una faccia sorpresa “Oh..non vorrai privare un povero vecchio del suo appoggio per camminare…”il soldato sospirò ma lasciò correre e per reggere il meglio gioco Gandalf si appoggiò a Legolas ed entrarono. “La cortesia del tuo palazzo è cambiata a quanto vedo…”osservò lo stregone una volta all’interno del palazzo “Perché dovrei darti il benvenuto  Gandalf il Grigio…”  l’elfa smise di ascoltare e iniziò ad osservare l’ambiente circostante,la servitù e le guardie poi per ultimo guardò il re. *quello sarebbe re Theoden? A me sembra solo un vecchio stanco e molto malato…* accade il finimondo,all’improvviso un uomo si avvicinò a lei con fare minaccioso reagendo d’istinto Tauriel lo colpì con un gomito nello stomaco *forse…mi sono persa qualcosa…* Gandalf stava avanzando verso il re col bastone levato,intanto loro erano impegnati a difendersi dalle guardie. “Se io me ne andrò Theoden morirà!”urlò una voce aspra che non sembrava appartenere all’uomo “Non hai ucciso me…non ucciderai lui!” sbottò lo stregone. Poi si udì un rumore come di schiocco e il re si abbandonò contro il trono,una giovane dai lunghi capelli biondi e la veste bianca si precipitò ad aiutarlo “Conosco il tuo viso…Eowyn…” la ragazza sorrise poi Theoden guardò la sua corte “Cupi sono stati di recente i miei sogni…”disse.Gandalf fece un sorriso “Le tue dita riconoscerebbero meglio la tua forza se stringessero la tua spada!” consigliò mentre lo stesso uomo che li aveva fatto lasciare le armi prima dell’ingresso si avvicinava e porgeva al re la sua spada.

Theoden afferrò l’elsa inizialmente titubante ma poi estrasse la lama con decisione  la soppesò in  mano  poi però il suo sguardo si incupì per andare ad osservare il Vermilinguo stesso a terra e tremante.



L’ ex consigliere del re volò giù dalla scalinata sotto gli occhi di tutta la popolazione “…io…vi ho solo e sempre servito…mio signore...”tentò di difendersi mentre del sangue iniziava ad uscirgli dal labbro spaccato “Le tue stregonerie mi avrebbero fatto camminare a quattro zampe come una bestia!” ribattè il re scendendo con passo malfermo i gradini Vermilinguo iniziò a strisciare perché la caduta gli aveva indolenzito ogni muscolo. Theoden gli si parò davanti e levò la spada deciso a finirla in definitiva con lui “No mio signore !” lo fermò Aragorn bloccandogli il polso con cui reggeva la spada “No mio signore,troppo sangue è stato versato a causa sua!” il re abbassò lentamente la spada e l’infido ne approfittò per darsi alla fuga “Salute a re Theoden!” il popolo si inginocchiò rispettosamente davanti al sovrano,questi si voltò alla ricerca del figlio che ancora non aveva visto “Dov’è Theodren?” chiese “Dov’è mio figlio?”.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La battaglia nel fosso-PRIMA PARTE ***


Capitolo 6

La battaglia nel Fosso
-Hold it for me-


Aragorn era caduto…

il pensiero la fece crollare sulle ginocchia.*Era una guida saggia…esprimeva sicurezza…non…meritava di…*.
Era successo mentre scendevano verso il fosso di Helm,Legolas aveva avvistato un esploratore a cavallo di un  mannaro,i soldati si erano fermati a combattere mentre il popolo,guidato da Dama Eowyn,raggiungeva la meta prestabilita…

“Tauriel…”alzò la testa ed incontrò lo sguardo del suo principe “Dobbiamo andare,alzati ora…”lei annuì asciugandosi le poche lacrime che le erano sfuggite,prese la mano che lui le porgeva conscia del fatto che non era in grado di tirarsi su da sola “Sto bene…”bofonchiò sfuggendo al suo sguardo “No,non stai affatto bene ma non vuoi ammetterlo perché pensi che tutto ciò potrebbe farti risultare debole!”deglutì ma continuò a non guardarlo negli occhi,lui continuava a tenerle la mano e la fece avvicinare a sé “Se c’è qualcosa o qualcuno che ti turba a me puoi dirlo lo sai?”una lacrima le rigò al guancia sinistra Legolas la raccolse con un dito…non erano mai stati vicini come adesso… “Sì,lo so grazie”si staccò da lui di colpo per dirigersi verso il suo cavallo.


***


Il fosso di Helm le parve subito immenso ma cambiò  opinione una volta entrata,infatti era ghermito di gente,provviste e animali che lo facevano sembrare un ripostiglio troppo pieno.

Tauriel si sentiva spaesata in quella grande confusione e mentre si faceva largo tra tutta quella gente Legolas la attirò verso di sé *Cosa…divolo stai facendo?*e si ritrovò addirittura a sperare che lui non la lasciasse mai “Vorrei che tu tenessi questa per me…”così dicendo estrasse di tasca una piccola collanina argentea che l’elfa ricordò di aver già visto al collo di Aragorn “Gli è stata donata da…una persona a cui lui tiene molto…ho paura di perderla e n non potergliela ridare quando tornerà…” lei abbassò lo sguardo sulla collanina “Ha fatto un volo di più di 50 metri non può essere ancora vivo…”mormorò “Io so che è ancora vivo,lo conosco da molto tempo…non lo si uccide così facilmente fidati,lui tornerà come ha sempre fatto…” “Come fai ad esserne così sicuro Legolas?” “Perché continuo a sperare…”tra i due cadde di nuovo un profondo silenzio che sembrava non voler finir mai…d’un tratto un rutto da prte di Gimli li fece voltare “Scusate…scusate…riprendete pure la conversazione”  così dicendo si allontanò e i due ripresero a guardarsi “D’acccordo…terrò la collana al sicuro..” fece un passo indietro nervosa poi prese la collana dalla mano tesa di lui e la sistemo in una dellle tasche della sua veste da arciere “Grazie…” le bisbigliò lui prima di allontanarsi e raggiungere il nano.


***


“Non è necessario che vi affatichiate inutilmentente mia signora…” tentò di protestare Eowyn “Ve l’ho già detto,per me non è affatto una fatica rendermi utile in qualche modo e poi non sono una Signora…” ribattè l’elfa “Giusto,Tauriel…ma davvero non c’è bisogno che mi aiutat…mi aiuti con le provviste…” Tauriel sospirò “Ma a me fa piacere,quindi le vostre proteste sono inutili!” concluse con un sorriso sentendo la  giovane dama di Rohan borbottare sulla testardaggine degli elfi Silvani “Se io non posso darti del voi…allora neanche tu lo darai a me”disse risoluta “D’accordo,adesso però ci conviene rimboccarci le maniche…questi sacchi non andranno certo a posto da soli!”le due si misero a lavorare aiutate dalle donne,tra un saccco e l’altro impararono a conoscersi e l’elfa scoprì che Eowyn non era la tipica principessa tutta vestiti eleganti e chiacchere ma adorava sporcarsi le mani lavorando e sapeva combattere in modo abbastanza discreto.




Stavano appunto finendo di sistemare le ultime provviste quando alla bionda cadde a terra un sacco di farina “Eowyn!” protestò la rossa mentre dei piccoli sbuffi di farina si diffondavano tutt’intorno ma l’altra non l’ascoltò teneva gli occhi piantati in una direzione “ È tornato…”bisbigliò in tutta risposta “Chi?” chiese voltandosi lievemente scocciata ma appena vide a chi si riferiva spalancò gli occhi “Aragorn!”esclamò a bassa voce “ È  tornato veramente! Te rendi conto?!” strillò l’altra saltandole al collo dalla contezza “Eowyn così mi strozzi!”protestò “Scusa…ma sono troppo felice!” disse liberandola “,,,ho notato…su vai a salutarlo…” la incoraggiò l’immortale spingendola delicatamente nella direzione dell’uomo che intanto stava parlando con Legolas,la ragazza fece uno/due passi poi si voltò e tornò indietro “Che cosa succede?” le chiese l’elfa “Credevo volessi parlagli…” Eowyn arrossì “Ecco io…non mi sento…pronta diciamo…”farfugliò la principessa poi vedendo che l’altra la guardava con un sopraciglio alzato sospirò “…va bhe riprendiamo a sistemare…” Tauriel si portò una mano alla tasca in cui custodiva la colanina “Torno subito…” disse allontanandosi.


.


Aragorn si stava dirigendo da re Theoden per parlargli di ciò che aveva visto,più di un milione di Uru-kai schierati a battaglia che marciavano verso il fosso con aria tutt’altro che amichevole. “Aragorn!”una melodiosa voce femminile lo distrasse da quei pensieri “Tauriel!” riconobbe l’uomo voltandosi ad abbracciare l’amica “Alla fine aveva ragione Legolas a sperare che fossi vivo”disse lei sciogliendosi dal suo abbraccio “Sono più duro a morire di quanto pensi…” le fece notare “Già…ho qualcosa di tuo da consegnarti…”estrasse dalla tasca la collanina sotto lo sguardo stupito e commosso dell’uomo “Grazie Tauriel,credevo di averla perduta per sempre!”disse stringendosi il prezioso gioiello al petto “In realtà devi ringraziare il Principe…”sminuì lei “A proposito del Principe…”iniziò l’erede di Isildur con fare malinzioso,la guerriera li assestò un pugno sul braccio “Vuoi smetterla? Tra noi non ci può essere niente e ma ci sarà lo sai!” controbatté seria in volto “Non stavo insinuando nulla…sono solo felice che il migliore amico abbia finalmente trovato una donna con cui trascorrere l’eternità…”scoppiò a ridere nel vedere l’espressione di lei “Tu…tu…sei pazzo…” commentò e si voltò per raggiungere nuovamente Eowyn.


***


Un soldato venne verso di loro mentre le prime ombre della sera iniziavano a scendere “Mia signora…” s’inchinò ad Eowyn “Cosa succede?” volle sapere la piccola Dama  “Il re ha chiesto che tutte le donne ed i bambini troppo piccoli per reggere un’arma vadano nelle grotte” rispose l’uomo,le due si scambiarono uno sguardo “D’accordo…” mormorò Eowyn mentre l’elfa raggiungeva i compagni nell’armeria.




<  …siamo solo in 500 contro un più di un 1000.000 di Uro-Kai…guardali sono spaventati,non riusciremo mai a battere Mordor in questo modo…moriranno tutti!  > la voce di Legolas l’accolse all’entrata <  …allora io morirò come uno di loro!  > rispose seccamente Aragorn e l’elfo uscì di botto sorpassandola senza guardarla “Ma che diavolo…”chiese rivolta al nano “Hanno solo litigato …”rispose quello con noncuranza,l’elfa roteò gli occhi,sospirò e raggiunse il suo Principe. “…Tutto bene?” gli chiese “No,per niente…” “Vedrai che tutto si risolverà…sei proprio tu che hai detto che mai si deve perdere la speranza…giungerà un aiuto,forse bisogna solo crederci…” cercò di spiegarsi in qualunque modo e per tutto il tempo non lo guardò negli occhi “Siamo soli Tauriel…chi potrebbe aiutarci secondo te?”sbottò lui “Non lo so! Ma questo non mi sembra un motivo sufficiente per litigare con Aragorn,quindi ora (per favore) puoi entrare di nuovo e scusarti con lui?” tentò di non sembrare esasperata ma era così difficile e soprattutto gli sembrava stupido  litigare proprio adesso,lui la guardò per qualche secondo senza dire niente “…forse hai ragione…” mormorò “Forse…?”mugugnò lei “Secondo te dovrei davvvero…andare da lui e scusarmi?” l’elfa annuì. Legolas annuì a sua volta poi di slanciò l’abbracciò “Grazie Riel”le sussurrò stringendola forte “Prego…anche io ti voglio bene…ma così mi soffocchi!” tentò di divincolarsi mentre l’amico rideva,la liberò e prima di rientrare nell’armeria le scoccò un bacio sulla fronte.


*E questo cosa dovrebbe significare?* si chiese sfregandosi il punto dove le labbra di lui le avevano toccato la pelle poi si sedette su una delle gradinate ad osservare l’andi-rivieni dei soldati *Sono troppo giovani…* pensò osservando alcuni ragazzini di cui (se si era fortunati) dovevano avere sui 14 anni * Molti di loro magari non conoscono nemmeno il significato della parola guerra…*si mordicchiò il labbro inferiore osservandoli meglio notò che alcuni  sguazzavano nelle armature a loro assegnate,si alzò e si avvicinò. I ragazzini la fissarono con gli occhi spalancati e Tauriel si chiese quante volte in vita loro avessero visto un’elfo da così vicino *Probabilmente non ne hanno scorto neanche uno da lontano…*deglutì “Volete che vi aiuti? Sono molto pratica con armi e armature…” i ragazzini annuirono continuando a fissarla sconcertati “Tu sei un elfo?”chiese uno coi capelli ricci “Sì…”rispose stringendo i lacci di cuio consunti della armatura “È troppo larga,ti rallenterà i movimenti…non ne hanno una più piccola?” chiese “No” rispose uno dai capelli lunghi “Non ci sono armature a misura di bambino qui” le spiegò mentre lei aiutava gli altri “…tu pensi che sia giusto?” le chiese,lei inarcò un sopraciglio dubbiosa “Giusto cosa?” il ragazzino era l’unico ad essersi allacciato da solo l’armatura  “Usare dei bambini come sodati…” lei si rialzò sovrastamdolo con la sua statura “No,ma è una decisione del vostro re  e io non posso fare nulla per cambiarla…” gli altri si allontanarono lasciandoli soli “…capisco…io vogli solo tornare da Miril,la mia ragazza…” l’elfa lo sguardò “Una ragazza? Ma tu scusa quanti anni hai?” chiese incuriosita ,il ragazzino le sembrava troppo piccolo per avere già una ragazza “Quindici,e tu?” “Quasi settecento,sono molto giovane per essere un elfo…non sei un po’ troppo piccolo per avere già una ragazza?” lui la fissò sbalordito “Hai quasi settecento anni!?!? E saresti giovane?? Oh Valar…” “Ehm…è come se avessi sui vent’anni per voi umani…comunque pensavo che gli uomini si fidanzassero in età più avanzata…” al ragazzo ci vollero alcuni minuti per riprendersi dallo sgomento “A volte,in realtà ci fidanziamo a breve distanza da quando ci innamoriamo…bhe,sempre se si è corrisposti…” lei giocherellò con una ciocca dei capelli “Siete fortunati…a noi ci vogliono secoli per sviluppare un sentimento amoroso…l’amore è  un concetto estremamente serio e pronfondo per gli elfi,non ci innamoriamo di una persona da un giorno all’atro” spiegò “…uao,quindi ci mettete 300 anni a capire che siete innamorati? E io che ci ho messo un mese e credevo fosse tanto!” Tauriel scoppiò a ridere “All’incirca,usiamo troppo la testa e poco il cuore…” il ragazzino annuì “Come ti chiami?” le domandò  “Tauriel,e tu?” “Io mi chiamo Gabe” in quel preciso istante il suono di un corno li distrasse “Sono gli Orchi?” Gabe sembrava terrorizzato,l’elfa non lo biasimò ma quello non sembrava affatto il corno degli Orchi “Questo non è il corno degli Orchi…ma sembra…” scese rapidamente le scale fermandosi davanti al portone, il quale si aprì rivelando decine e decine di Elfi avvolti in un mantello blu. Si scostò di lato per farli passare senza riuscire a smettere di sorridere,lo sapeva,sapeva che sarebbe arrivato un aiuto. Si voltò verso le scale dalle quali stavano scendendo dalle scale,Aragorn diede agli elfi il benvenuto mentre parlavano Legolas le si avvicinò e all’orecchio le sussurrò “Avevi ragione a sperare alla fine…” lei sorrise “Me lo ha insegnato un amico”.


TO BE CONTINUED…


 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La battaglia nel Fosso-SECONDA PARTE ***


Capitolo 7

La battaglia nel Fosso
-Tenderness suddetly-




L’arrivo degli elfi aveva portato nuova speranza,aveva anche dimostrato che le antiche alleanza potevano essere ripristinate. Nonostante tutto questo però Tauriel si sentiva comunque molto nervosa,non era certo la sua prima  guerra ma la prima che combatteva contro un esercito così grande *Devo clamarmi…il panico non aiuterà di certo…*respirò piano per controllarsi mentre con le dita tormentava il suo arco iniziò a passeggiare sugli spalti perché non riusciva più a stare ferma,contemplò il paesaggio davanti a sé per lunghi minuti fino a che una voce non la riportò alla realtà “Hei bellezza! Il tuo principino ti sta cercando come un disperato!” si voltò di scatto appena in tempo per vedere Legolas che tirava un pugno sul cranio di Gimli “Arrivo…grazie dell’informazione Mastro Nano…deve averla sentita tutta Arda…” disse scendendo a terra,il nano si sistemò l’elmo”Non esageriamo al massimo tutto il fosso o chiunque nel raggio di 20 metri” sorrise sornione prima di allontanarsi,i due si guardarono  negli occhi per poi scoppiare a ridere “Perché mi cercavi?” chiese cercando di smettere “Ti devo parlare…”la informò tornando improvvisamente serio “D’accordo…”.

Si diressero verso il centro della struttura. “…ecco vedi…io penso che…non dovresti combattere oggi…”riuscì ad dire alla fine lui,Tauriel diede un calcio ad un sassolino “E perché no?” “Perché non voglio che tu…muoia o rimanga ferita” così dicendo le mise una mano sulla guancia “Come ti ho già detto non sono più la bambina spericolata con cui giocavi da piccolo. Sono adulta adesso,ho le mie responsabilità e so badare a me stessa! E se c’è una cosa di cui non ho affatto paura è la morte” ribattè fissandolo negli occhi adirata “Scusami…”il principe abbassò lo sguardo “Continuo a pensare che sei fragile,che hai bisogno di protezione mentre invece…”la guardò un secondo “…sei cresciuta,sei una donna adesso…e io mi ci devo ancora abituare,non voglio litigare ma devi promettermi che starai attenta” lei prese fiato “Lo prometto” mormorò,il principe si fece più vicino *Ti prego non baciarmi,ti prego non baciarmi,ti prego non…*la prese per le spalle e…l’abbracciò.  Sospirò sollevata stringendolo a sua volta,le braccia di lui le stringevano la schiena mentre le sue mani gliela accarezzavano,nascose il viso nel suo petto *Come vorrei restare così per sempre…*sarebbe di sicuro succeso se i corni non avessero suonato annunciando ai soldati di mettersi in posizione. Si staccarono “Buona fortuna allora…” le disse Legolas “Buona fortuna anche a te”.

***

Immobili. Entrambi gli eserciti rimasero fermi come due predatori che si sfidavano. Un tuono ruppe quel silenzio sovrannaturale  seguito immediatamente da uno scroscio. Pioggia,l’elfa la sentì scorrere lungo la colonna vertebrale,la sensazione era schifosa. Uno degli uomini,probabilmente troppo teso lasciò andare di colpo la freccia. SWIHS!! Un orco cadde a terra,sugli spalti si ebbe solo di lanciarsi uno sguardo preoccupato perché poi si scatenò l’inferno.

Tra la pioggia Tauriel scansò l’ennesimo colpo nemico e cercò con gli occhi il suo amico,Legolas combatteva poco più in là ed era ancora fortunamente indenne “Diciannove!” urlò il principe rivolto al nano facendola ridere,la scena sembrava(anzi era) molto comica;un elfo ed un nano che ad intermittenza si urlavano il numero dei nemici uccisi in una guerra tra acqua e fango. Continuando a scoccare si spostò fino ad affiancarlo “Te a quanto sei?” le chiese divertito “Io di solito non li conto…ma per adesso sono a diciannove”rispose uccidendone un altro “Volevo dire venti” si corresse con un sorrisetto sulle labbra,l’elfo scoppiò a ridere “Pensate di battermi Capitano?”  “Forse Principe,la cosa vi spaventa?” replicò con lo stesso tono strafottente usato da lui “Affatto,volete alzare la posta in gioco?” si bloccò di colpo “Aspetta…aspetta…quale posta in gioco?!?!” lo guardò come se fosse pazzo “Verrete informata alla fine” rispose allontanandosi costringendola così a seguirlo.

Mentre combatteva notò un ragazzino che tentava di sfuggire ad un orco,osservandolo meglio si accorse che si trattava di Gabe.



Io voglio solo tornare da Miril,la mia ragazza.



Guardò avanti a sé dove Legolas stava combattendo *Non posso lasciarlo da solo…* si voltò e raggiunse il ragazzino “Tauriel!” urlò riconosciendola,l’elfa scoccò una freccia uccidendo l’orco all’istante “Senti devi andartene da qui!” gli disse “Volentieri! Ma…come faccio?” domandò il ragazzino “Vieni con me!”.

***

Finita. Grazie al tempestivo intervento di Gandalf ed Eomer il salvabile si era salvato,infatti al Fosso ora mancava una notevole porzione di muro e parecchie altre cose. Legolas non riusciva a darsi pace,Tauriel era sparita *L’ho persa maledizione!* continuava a ripetersi cercando la chioma ramata dell’amica tra le macerie,quando la vide.

In piedi,tra le macerie. Sporca di fango,di polvere,ferita probabilmente,stanca,bagnata fradicia per la pioggia ma comunque bellissima.

“Tauriel!” chiamò correndo verso di lei e appena le fu vicino l’abbracciò sollevandola da terra e facendo un giro su se stesso tanta era la gioia di averla ritrovata e soprattutto di averla ritrovata viva! La giovane elfa sorrise in un misto di felicità e di imbarazzo.

“Ad un certo punto non eri più dietro di me,mi sono spaventato! Ho pensato di averti persa…e quando il muro è crollato…” lei intuì ciò che intendeva “Mi sono allontanata da te solo per aiutare un bambino che avevo conosciuto,era nei guai e non ho resistito dall’aiutarlo…mi dispiace di averti fatto preoccupare comunque so cavarmela da sola…e sono solo una Silvana,non conto così tanto e non ho tutta quest’importanz..!” non aveva ancora finito di parlare che lui le afferrò per i polsi e la sbattè contro il muro “Ma che cosa stai dicendo? Sei la mia migliore maica, e quando non ci sei…sì, lo ammetto mi manchi! Ti voglio   bene…ma non ti azzardare a morire altrimenti morirò anche io solo per venire nelle Aule e strozzarti con le mie mani!” lo guardò intimorita,erano talmente vicini…il cuore iniziò a battere furiosamente e il respiro divenne affannoso,chiuse gli occhi e le labbra del Principe toccarono le sue…





 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** betting and penances ***


Capitolo 8

Bettings and penances

~~

Le loro labbra si incontrarono dapprima timidamente poi con più decisione. Iniziarono a muoversi a sincronio,la guerriera gli mise le mani tra i capelli mentre lui schiacciandola ancora di più contro il muro  le accarezzava i fianchi. Più uno dei due cercava,più l’altro dava. La sensazione delle loro labbra premute l’una contro l’altra li estasiava,si sfioravano alla ricerca di un contatto fisico ancora più intimo. Erano entrambi consapevoli  che sarebbe stato impossibile staccarsi e forse sarebbero ancora lì se QUALCUNO non fosse intervenuto.


_____


Gandalf li aveva visti così,per caso. Ridacchiando aveva continuato ad osservarli per un bel po’ facendo commenti malinziosi insieme ad Aragorn e Gimli.


 “Secondo me non si staccheranno più,anzi magari non si sono neanche accorti che stanno dando spettacolo!”esclamò d’un tratto Gimli  “Avete ragione mastro Nano!” convenne l’Istar poi si schiarì la gola parecchio rumorosamente facendoli staccare. Tauriel sentì le guance tingersi di porpora “Ehm…è molto bello vedere due persone che si baciano e ancora di più se quelle due persone le conosco…ma non credo che sia questo il momento e neppure il luogo per certe…ehm… cose!” disse lo stregone guardandoli con finto rimprovero gondendo a pieno dell’imbarazzo che entrambi provavano.  “Coraggio di certo Marry e Pipino avranno di meglio da fare che stare lì ad aspettarci!” disse poi voltandosi con malagrazia nel tentativo di nascondere le risate.





Ad Isengard i due hobbit li accolsero raccontando loro il trionfo degli Ent su Saruman e la sua  schiera di orchetti. Mentre parlavano con Barbalbero Pipino notò qualcosa che luccicava appena sotto il pelo dell’acqua.


Il Palantìr.


Scese da cavallo e lo estrasse delicatamente,era così bello e…luccicante. Fu Gandalf a prenderlo in consegna. Così alla fine si fece ritorno a Rohan senza particolari problemi.


_____


Quella sera era stata organizzata una festa in grande stile. Rohan era stata abbellita,e immense botti di birra continuavano ad entrare nel palazzo.  Tauriel era seduta sul balcone con le gambe che penzolavano nel vuoto “Tauriel!” la voce di Eowyn la fece sobbalzare,non aveva sentito la donna entrare e neanche avvicinarsi “Cosa succede?” chiese ripuntando lo sguardo sul sole che lentamente scivolava dietro le montagne “Il principe Legolas ti sta cercando…” la informò l’altra,la giovane Elfa corrugò la fronte “Mi sta cercando? Dove?” fece dondolare le gambe nel vuoto,non si sentiva ancora pronta ad un confronto diretto con lui “Giù,appena scesa dalle scale…”.





Effettivamente lui era giù che l’aspettava quando lo raggiuse sentì lo stomaco aggrovigliarsi al solo ricordo del loro bacio ma riacquistò il controllo in fretta “Di cosa volevi parlarmi?” si sedette su una panca,con finta noncuranza, e iniziò a giocare con una ciocca dei capelli “Ti ricordi della scommessa?” lei alzò di scatto la testa lasciando cadere la ciocca“Sì…” lui fece un sorriso che non faceva presagire niente di buono.


“Quanti ne hai uccisi?”  “Una quarantina…”rispose vaga “Io quarantatrè” lei sbiancò,in quel preciso momento passò Gimli e senza volere ascoltò la conversazione “Sono quarantadue principino,quello là era già bello che morto!” sbottò “Ti ripeto che si contorceva!” replicò l’altro “E io ti ri-ripeto che si contorceva solo perché  la mia ascia era conficcata nel suo sistema nervoso!” Legolas sospirò “Ci lasceresti soli per favore?” il Nano ridacchiò “Certamente…piccioncini!” e corse via prima che gli altri due potessero ribattere.


“Tornando a noi…” gli occhi ghiacciati di lui cercarono i suoi “Non dire altro!” sollevò le mani in segno di resa “Cosa mi tocca fare stavolta?” domandò rassegnata, il Principe sogghignò “Dovrai…dormire con me,almeno una notte!” credette di aver capito male,anzi sperò.


Dormire con lui? No,questo mai!


“Cosa? No…no,io non ci penso nemmeno per scherzo!” scattò in piedi con gli occhi spalancati “Sì invece” dichiarò con calma fedda l’Elfo“Non ho modo di farti cambiare idea vero?” mormorò “Esattamente” lei prese fiato “E sia,ma ti avverto. Non succederà assolutamente nulla” lui sogghignò di nuovo “Questo è tutto da vedere”.





 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Between the sheets ***


Capitolo 9


Between thw sheets


~~La festa era nel pieno dello svolgimento,Tauriel era seduta ad uno dei tavoli e osservava il Nano Gimli impegnato a traccannare l’ennesimo boccale di birra “Dovresti provarne un po’ragazza!” così dicendo spinse un boccale nella sua direzione ma una mano si posò su di esso prima che lei potesse prendere una qualunque decisione:Legolas.



 “Non te lo consiglio. Da ubriaca perde tutto il suo fascino”  gli lanciò un’occhiataccia “E tu che ne sai? Non mi hai mai visto ubriaca”ribattè  senza guardarlo negli occhi “Possiedo una fervida immaginazione” si sedette accanto a lei “Avrai anche una fervida immaginazione ma non saresti mai in grado di battermi in una gara di bevute!” Gimli fece un sorrisone “Ne sei sicuro? Allora proviamo” la giovane roteò gli occhi “Oh no…” .



 Dopo pochi boccali il Nano stava già dicendo un mucchio di bestialità di ogni genere e misura,evidentemente aveva un po’ troppo alcol in corpo “Sento uno strano formicolio alle dita…” osservò d’un tratto l’Elfo “Credo che inizi a farmi effetto” Tauriel lo guardò preoccupata “Visto che vi avevo detto!” disse Gimli trionfante “Lui…non…lo regge…l’alcol..!” SBAM! Si scapotò dalla sedia sotto gli occhi dei due Elfi e di Eomer che aveva assistito alla gara riempiendo di volta in volta i boccali “Gara finita” Legolas posò il suo boccale sul tavolo. Tentò di muovere qualche passo ma vacillò e l’amica  gli cinse le spalle con entrambe le braccia per  sorreggerlo “Hai bisogno di aria fresca” decretò staccandosi da lui “Vieni ti accompagno fuori” lo prese per mano e uscirono.





L’aria fresca di quella notte fu un vero toccasana per Legolas che in poco tempo iniziò a sentirsi rinato. Si voltò verso l’Elfa sorridendole “Ti senti meglio?” chiese sedendogli accanto sui gradini delle scalinata “Sì,grazie” le prese una ciocca di capelli e iniziò a giocarci,era da così tanto che non giocava coi suoi capelli. “Da quanto tempo non ti tocco più i capelli?” le domandò a bassa voce “Da un  bel po’ di tempo…” *Troppo…*le piaceva,la rilassava.


Legolas si avvicinò “…Legolas…” le mise una mano su una guancia attirandola di più a sé “Sssttt…tranquilla”,erano talmente vicini. Se avesse sbattuto le ciglia avrebbe di sicuro toccato quelle di lui.


Senza pensarci  lo fece,sbattè velocemente le palpebre e queste sfiorarono quelle di lui “Mi fai il solletico!” ridacchiò lui ripetendo il gesto più volte,stavolta fu Tauriel a ridere “Hahahaha,smettila!” lui si fermò di colpo “Sei stata tu a cominciare!” “Sì,io l’ho fatto una volta e poi per sbaglio!” le spostò una ciocca ribelle che era sfuggita alle sue trecce “Sai una cosa? Mi è piaciuto molto,sembravano le ali di una farfalla e non le tue ciglia” la giovane Elfa arrossì.


Voleva sentire di nuovo le labbra di lui sulle sue,voleva respirare il suo odore,voleva sentire ancora una volta il suo sapore di miele e pesco che l’aveva fatta impazzire.


 Le sfiorò una coscia, divenne più rossa dei suoi capelli,abbassò lo sguardo mordendosi il labbro inferiore,non era mai stata così in imbarazzo in tutta la sua vita! Legolas sorrise “Ora conviene tornare dentro,dobbiamo riposare” si alzarono in piedi e tornarono dentro tenendosi per mano.

***




Si risistemò per l’ennesima volta la camicia da notte.


Era leggera,scollata.


Si sentiva nuda,esposta quasi indifesa con solo quell’affare addosso,ma cosa poteva fare? Del resto i suoi vestiti erano stati presi in cosegna dalle domestiche per essere lavati,li avrebbe ritrovati in camera sua il giorno dopo al suo risveglio.


Si guardò un ultima volta nella specchiera * Sto facendo la cosa giusta? E se fosse tutto uno sbaglio enorme? *  si passò una mano tra i capelli vermigli come le foglie autunnali. Oramai era tardi per tornare indietro. * Coraggio,dopotutto è solo una notte…* stava per sciogliersi le trecce quando si fermò,a Legolas era sempre piaciuto scioglierle o giocare coi suoi capelli in generale. Sorridendo al ricordo aprì la porta di uno spiraglio appena,sufficiente per sbirciare in corridoio,voleva controllare che non ci fosse nussuno. L’ intero palazzo era immerso nel totale silenzio e oscurità *Meglio così…*  uscì e si diresse verso la camera di lui.


Toc – toc.


“Entra pure” deglutendò scivolò silenziosamente nella stanza quasi volesse confondersi con le ombre per  non essere notata,richiuse.


 Lui era lì.


Seduto su letto,le dava la schiena .


Era a torso nudo.


“…Ciao…” mormorò senza muoversi da davanti alla porta,si appoggiò completamente al legno “Ciao,avvicinati” la invitò girandosi verso di lei,lentamente la giovane si avvicinò  fino a sedersi “Hai paura di me?” le sfiorò una guancia “No,so che…no,non mi fai paura…”si ostinava a non guardarlo negli occhi “Allora perché non mi guardi?”lei restò in silenzio,le afferrò di scatto il mento facendole alzare la testa “Rispondimi”  “Perché…perché…ti conosco da una vita e adesso mi sei davanti a petto nudo…io…” le labbra le tremavano,lo sguardo di Legolas si intenerì e la lasciò andare.


 Si fissararono per un bel po’ di tempo in silenzio “Posso scioglierti le trecce?” Tauriel lo guardò poi annuì e si girò di schiena,lui iniziò a districarle i capelli e a scioglierle i lacci. Quando ebbe finito le mise una mano sul fianco facendola voltare “E adesso?” gli domandò lei “Adesso possiamo riposare…ma aspetta” la guerriera alzò un sopraciglio indecisa se essere spaventata o curiosa. Si fidava di lui ma in quel momento era troppo tesa per abbassare la guardia.


Legolas si sporse verso la candela e vi soffiò sopra spegnendola.


Oscurità totale.


L’ Elfa si sentì afferrare per i fianchi e spingere verso il basso,il bacino di lui premeva contro il suo. Intrecciò la sua mano sinistra con quella destra di lui,Legolas appoggiò la testa sul petto della compagna che non aveva opposto alcuna resistenza,poteva sentire il suo cuore battere come un tamburo “Perché il tuo cuore batte così forte Riel?” lei inspirò “Perché…ho paura di ciò che potresti fare,adesso” strinse ancora di più la sua mano “Non devi affatto avere paura di me,non ti farò mai fare quello che non vuoi…” *Non sei tu che rischi di fare qualcosa di stupido adesso…sono io,ti desidero da troppo tempo e con troppa passione. Tu non sai quanto mi piacerebbe fare l’amore con te,sentirti dentro di me  sarebbe la mia gioia più grande ma non posso averti e questo mi corrode più di qualsiasi veleno…* nel pensare questo Tauriel si morse le labbra,non doveva cedere. Con l’altra mano iniziò ad accarezzare i capelli al compagno,rimasero sdraiati e in silenzio.




Lentamente il battito del cuore di Tauriel si calmò fino a diventare quasi regolare ,Legolas sospirò sistemandosi meglio sul suo petto. C’era qualcosa che premendogli contro la guancia gli dava un fastidio immenso,si spostò per vedere cosa fosse “Che stai-stai facendo?” domandò lei,era diventata tutta rossa;il Principe spostandosi le aveva schiacciato il seno destro “C’è qualcosa che…” le dita si chiusero sulla collanina che lei era solita ad indossare “Non pensavo che la portassi ancora…”bisbigliò “Sì,l’ho sempre indossata. Persino in guerra,persino in battaglia sotto l’armatura. Non l’ho mai tolta dal giorno in cui me l’hai regalata..”lui posizionò il piccolo gioiello in modo che non gli desse più fastidio. Si risdraiò su di lei,sentì il suo braccio ricircondarli le spalle e l’abbracciò. Iniziò a disegnarle sul braccio delle figure immaginarie accarezzandole piano-piano la pelle * È bellissimo sentirti sulla mia pelle …* la giovane si lasciò sfuggire un piccolo sospiro“Perché continui a portarla?” le chiese dopo un po’ “Perché così ti sento sempre vicino a me".

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Gondor-call of help ***


 

Capitolo 10

Gondor
-Call of help-









Pipino continuava a rigirarsi nel letto,non riusciva a dormire. Il suo pensiero continuava a posarsi con fastidiosa ostinazione sul Palantìr:era così bello,luccicante…doveva assolutamente rivederlo!

 Almeno una volta,quella sfera gli aveva fatto uno strano effetto…attento a non svegliare Marry che dormiva accanto a lui si alzò e uscì dalla stanza,diretto verso quella di Gandalf.

***

il raggi di sole entrarono timidamente nella camera,segnalando al mondo intero che fuori stava albeggiando. Quella luce riscosse il giovane principe dal dormiveglia,per non svegliare la compagna si spostò lateralmente e iniziò a guardarla. Nel dormiveglia l’Elfa era completamente rilassata,sorrideva in modo infantile,coi capelli sparsi sul cuscino in modo scomposto,stringeva un angolo del lenzuolo  e appena lui cercò di dintrecciare le loro mani lei reagì con una verso disperato quasi fosse stata sveglia. Sorrise e allungò la mano libera verso il volto di lei * Fin bambina eri bellissima…ora che sei diventata una donna…non ci sono parole per descrivere la tua bellezza,adesso* la pelle di Tauriel era liscia e fresca,estremamente invitante ma decise di resistere alla tentazione di baciarne ogni centimetro e si limitò a ridisegnarle il contorno delle labbra. Fu proprio quel tocco a svegliare Tauriel,la sensazione di pressione sul petto si era allentata e aveva iniziato a sentire il tocco di qualcuno sulle labbra,spalancò gli occhi verdi “Buongiorno” la voce di lui la rilassò ma quando si accorse che erano la sua mano a causarle quel solletico arrossì “Buongiorno a te…” Legolas le si sdraiò accanto “Ti ha dato fastidio stanotte che io…insomma…” lei scosse la testa mentre il rossore spariva dalle sue guance “No,tranquillo” rimasero in silenzio per un bel po’,l’Elfa iniziò a guardare le ombre che i raggi  di sole disegnavano.

Rabbrividì. L’aria che entrava dalla finestra era gelida. Si accoccolò contro il corpo del compagno “Ho freddo” ci tenne a precisare onde evitare conclusioni affrettate “Non è affatto un problema”la rassicurò.

Si sorrisero e in quel preciso istante  l’urlo di Pipino ruppe il silenzio del palazzo

***

Il Palantìr era sì bello ed affascinante ma anche estremamente pericoloso.



 Appena Pipino lo prese in mano sentì uno strano formicolio ai palmi  ma non si preoccupò più di tanto,si rigirò il misterioso oggetto tra le mani fino a quando la sfera non iniziò ad emettere una debole luce. Lo agitò per vedere se faceva rumore, ma niente. D’un tratto il formicolio si trasformò in bruciore,tentò di staccare le mani ma queste parevano incollate al vetro,dal bruciore si passò a un calore ustionante come se il giovane Hobbit stesse tenendo in mano un tizzone ardente. Una voce carvernosa,vecchia di mille anni gli rimbombò nel cervello intimandogli di rivelare dove fosse nascosto l’Unico Anello,fu a questo punto che il nostro giovane amico urlò con tutte le sue forze svegliando, non solo lo stregone che riposava a un metro e mezzo da lui ma anche tutti quelli che si trovavano in prossimità della camera.

Gandalf  balzò fuori dalle lenzuola e ,dopo aver visto la scena, strappò di mano l’oggetto a Pipino;lo Hobbit cadde a terra con le mani ustionante  “Che cosa hai visto?” gli chiese lo stregone inginocchiandosi mentre i restanti membri della Compagnia arrivavano nella stanza “Lui mi ha visto Gandalf…Sauron sta…” singhiozzò Pipino spaventato “Cerca di calmarti mio giovane amico,cosa hai visto nel Palantìr?” il ragazzo smise di tremare un po’ e deglutì “Sauron…l’Oscuro Signore sta dirigendosi a Gondor…” Gandalf annuì,si rialzò in piedi facendosi aiutare da Aragorn.

 Il tempo del riposo era finito,ora bisognava riprendere a combattere.

***

Gandal e Pipino partirono in direzione di Gondor poco dopo l’alba . Tutta la Compagnia li accompagnò fino al cancello, Marry fece le ultime raccomandazioni a Pipino su cosa dire e cosa non dire,cosa fare e cosa non fare; alla fine i due andarono “Ora bisognerà convincere Thèoden ad aiutare Gondor,chissà perché ho la strana sensazione che l’impresa non sarà affatto facile..” commentò sarcastico Aragorn guardando Ombramanto allontanarsi sempre di più “Coraggio giovanotto,nulla è mai facile a questo mondo. Specialmente in tempi come questi” gli ricordò Gimli con un sorrisetto.  Mentre i due Eldar sorridevano poco distanti.

***




Dopo ore di inutili discussioni l’erede di Isildur si sedette sulla scalinata del palazzo,scrutò a lungo l’orizzonte e poi si mise a guardare la gente che passava lì accanto. L ‘Elfa dai capelli rossi uscì e si sedette affianco a lui “Non è colpa tua se il re non vuole muovere un muscolo in aiuto di Gondor,hai fatto del tuo meglio” cercò di rinfrancarlo “Lo so Tauriel,grazie. Gondor ha comunque bisogno di noi,da solo il suo esercito non può farcela…” scrutò di nuovo l’orizzonte,il suo sguardo fu catturato da un bagliore rosso/arancio che  spiccava in lontanaza “Tauriel!” l’altra alzò di scatto la testa in allarme “Cosa succede?” l’Uomo indicò il puntolino come un forsennato “Lo vedi, lo vedi anche tu? È un fuoco?” Tauriel annuì “Sì,Aragorn? Stai bene,tutt’ad un tratto sei diventatao pallido…” non fece in tempo a finire la frase che l’Uomo iniziò a correre verso il palazzo costingendola a seguirlo.

Gondor aveva appena inviato una richiesta di aiuto.



TO BE CONTINUED...

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** kisses from charry flavor ***


Capitolo 11

Kisses from charry flavor



~~Il fiato si condensava nell’aria fredda,Tauriel sfregò tra loro le mani per riscaldarle

“Di  nuovo infieriori numericamente” si lamentò Gimli accanto a lei “In seimila siamo pochi…” la loro discussione fu bruscamente interrotta dallo scalpiccio degli zoccoli di un’imponente cavallo bianco. I due rimasero fermi per un secondo circa per poi andare incontro al nuovo venuto, questi abbassò il capuccio del mantello che portava “Mio signore Elrond…” mormorò l’Elfa sorpresa di vederlo “Non dovevate essere ai Porti Grigi?”l’altro fece un cenno di diniego “ Anche io sono sorpreso di vederti qui Tauriel,anche se me lo aspettavo da Thranduil…Sapresti indicarmi  la tenda del re?” chiese il sovrano “Seguitemi” lo condusse alla tenda più sfarzosa di tutto l’accampamento,Thèoden era proprio fuori intento a parlare con alcuni dei suoi soldati “Tauriel lasciaci” ordinò Elrond “Dovresti anche andarmi a chiamare Aragorn” aggiunse prima di entrare nella tenda.

***

L’Uomo stava facendo un sogno agitato,forse un’incubo. Tuttavia non riusciva a svegliarsi,per quanto l’Elfa lo scuotesse lui non apriva gli occhi e si limitava a emettere suoni gattuali o a bisbigliare un nome che lei non riusciva a capire.

“Aragorn,Aragorn…Aragorn!” finalmente si svegliò,scattò a sedere puntandole un pugnale “Mi ricorderò di non svegliarti più  a notte fonda…” borbottò Tauriel “Scusami…stavo sognando e…” lei lo interruppe con un gesto “Scusami,qualcuno vuole vederti e penso sia importante…” Aragorn agrottò le sopraciglia inialmente sorpreso ma poi annuì,si alzò e la seguì fuori dalla tenda.



Dopo averlo lasciato davanti alla tenda l’Elfa fece per ritornare alla propria  ma si ritrovò davanti Legolas

Il biondo aveva“spiato” la compagna da quando l’aveva vista entrare nella tenda di Aragorn e la cosa non gli era piaciuta,per niente.

“Cosa ci facevi nella tenda di Aragorn?” le chiese,il viso di Tauriel  passò a diverse tonalità di colore in circa cinque secondi di tempo “Io…non abbiamo fatto nulla,sono stata mandata a chiamarlo e basta”Legolas ridusse gli occhi a due fessure e Tauriel sentì un fastidioso pizziocorio al cervello,le stava frugando nella mente!

Terrorizzata smise di guardarlo negli occhi,la sua testa conteneva cose che era meglio che lui non sapesse “Si può sapere perché non mi credi?” gli domandò leggermente infastidita dal suo comportamento “…hai dei pensieri affascinanti” commentò “Cosa?!?! Hai letto che cosa esattamente??”ora le sue guance erano color porpora,Legolas sorrise malinzioso.

***

Gli sistemò il cappuccio “Tu non vieni con noi?” le  chiese Legolas,per aumentare  i ranghi dello scarso esercito i tre avrebbero percorso il Sentiero dei Morti e lei sarebbe rimasta lì.

Motivo? Era una donna.Aveva perso il conto delle volte in cui aveva desiderato poter essere nata uomo.

“Io resterò qui,il motivo deve spiegartelo Aragorn perché io non l’ho  capito” sospirò desolata “Stai attento” il Principe sbuffò facendola ridere “Sì mamma!”sempre ridendo l’Elfa gli stampò un bacio sulla guancia “Dico sul serio,fa attenzione,non ho per niente voglia di sorbirmi  le prediche di tuo padre ogni volta che tu rischi di morire!”gli disse lei,il biondo girò il viso nella sua direzione facendo in modo che loro labbra fossero a pochi centimetri di distanza “Fammi capire: vuoi che resti in vita per risparmiarti la ramanzina di mio padre o perché ci tieni a me?” Tauriel fece la sua miglior faccia pensosa “Davvero non lo so,è una bella sfida”le scompigliò i capelli “Allora permettimi di aiutarti” le bisbigliò dolcemente prima di baciarla.

Chiuse gli occhi per abbandonarsi meglio alla sensazione delle labbra di lei sotto le sue, sapevano di ciliegia ed erano sempre state il suo sogno durante le lunghe notti passate a guardare il soffitto,piano piano le circondò i fianchi per far entrare in contatto i loro bacini e respirò pienamente il suo odore di pioggia e di Rododentro.

La guerriera si prese tutto il tempo che le serviva per approfondire quel bacio,timidamente lo strinse facendo cozzare i loro petti, si sentiva felice come non mai e per nulla al mondo si sarebbe staccata…



Nessuno venne a disturbarli o a fare commenti sarcastici sulla situazione perché una volta finito l’ossigeno dovettero staccarsi  per forza.  Rimasero a guardarsi per un bel po’ prima che uno dei due parlasse “Tauriel…” iniziò lui ma lei lo interruppe “Devi andare!” si sciolse dal suo abbraccio “Cosa stai dicendo?” le domandò confuso “Devi andare,gli altri saranno stanchi di aspettarti” neppure lei sapeva da dove saltassero fuori quelle parole,Legolas la guardò in modo strano “Come mai tutt’ad un tratto vuoi che me ne vada? Prima non sembravi di questo avviso” lei arrossì fino alla punta delle orecchie.

Si sporse in avanti per lasciarli un altro bacio a fior di labbra “Devi andare Principe, cerca di ritornare tutto intero da me” prima che potesse trattenerla si voltò e fece ritornò alla propria tenda.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Gondor- You are very brave ***


Capitolo 12

Gondor
-You are very brave-



N.d.a:

Penso che lo abbiate già capito dal cosidetto titolo, il capitolo mi è venuto piuttosto lungo e ho dovuo spezzettarlo in due parti coi relativi sottotitoli.
Non siete per niente ubbligati a recensire entrambi ma va benissimo anche uno solo.

buona lettura.

 
***

Se c’era una definizione per quello che stava accadendo intorno a lei era Inferno.

Per ogni singolo Orco che riusciva ad abbattere un altro era sempre pronto a prendere il suo posto, si guardò intorno alla ricerca di Marry o di Eowyn che aveva intravisto poco prima ma l’ennesimo orchetto le si parò davanti “Non muori mai tu?” chiese parecchio seccata,lo aveva trafitto almeno cento volte ma era più duro a morire di quanto pensasse, questo le ringhiò addosso e lei con un colpo secco gli staccò la testa dal collo. Iniziava ad innervosirsi. D’un tratto le parve di udire la voce di Marry, si voltò in quella direzione e vide il giovane Hobbit zoppicare verso di lei “Marry,che diavolo ti è successo? Dov’è Eowyn?”gli corse incontro proccupata “E’ ferita, ha vendicato Thèoden affrontando il Re Stregone…”si accasciò tra le braccia dell’Elfa la quale strabuzzò gli occhi “Il Re Stregone?!?! Ma…ma..nessun’uomo può…” Marry sorrise debolmente “Lei infatti è una donna…” nonostante la battaglia che infuriava intorno a loro Tauriel riuscì a fare un sorrisino “Dove si trova adesso?” domandò “Ti porto da lei!”.
***


Eowyn era messa male,le sue ferite erano molto profonde “Rischia di morire dissanguata, dobbiamo arrestare l’emoragia in qualche modo!” velocemente iniziò a slacciarle l’armatura, Marry la fermò “Sei pazza? Non puoi svestirla nel bel mezzo di una battaglia!!” per mezzo secondo circa si guardarono “Vuoi che muia dissanguata?” lo Hobbit parve ripensarci “…In effetti…” “Allora dammi una mano!” entrambi si diedero da fare sul corpo della ferita, Tauriel fermò come meglio poteva l’emoragia usando i brandelli della camicia che la ragazza indossava,Marry la copriva cercando di non guardare ma talvolta l’occhio gli scappava e allora veniva rimproverato “Guardone pervertito, dammi una mano piuttosto!” il giovane annuì “Sì signora!”quando ebbero ultimato il loro “bendaggio di fortuna” Tauriel si rivolse al suo piccolo amico “Spostarla potrebbe essere pericoloso, le ferite non sono  richiuse e l’emoragia potrebbe riprendere da un secondo al’altro…” il ragazzo si raddrizzò come meglio poteva, ma non arrivava non più in su della vita di lei “Baderò io a lei mentre…qui finiscono!” l’Elfa gli sorrise “Grazie,sei molto coraggioso” gli baciò la fronte e si rigettò nella mischia.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Gondor-Eyes cold and angry ***


Capitolo 13

Gondor
-Eyes cold and angry-


L’intervento tempestivo dell’Esercito dei Morti ridiede speranza all’eserecito che oramai si stava dando per vinto, quando vide quell’orda di fantasmi di un verde luminescente avanzare ebbe un attimo di storndimento poi vide che stavano attaccando gli orchetti e si rilassò.
***


Tra la moltitudine di soldati cercò il suo principe, quando i suoi occhi riuscirono a scorgerlo vivo e fortunatamente tutt’intero fece un respiro di solievo e potè tornare a concentrarsi. Lentamente ,e con parecchia fatica, riuscirono a respingere l’esercito di Sauron e quando vide gli Orchi ritirasi Tauriel fece per correre da Marry e vedere cosa si poteva fare con Eowyn ma un ruggito minaccioso si propagò nell’aria.


Alzò la testa con quanta più calma aveva e si ritrovò faccia a faccia con un Orco armato di clava e piuttosto arrabbiato. Non fece nemmeno in tempo a raggiungere le frecce che lui l’afferrò come se non avesse peso e la scaraventò a qualche metro di distanza. Ruzzolò e battè la schiena contro il terreno, il colpo le mozzò il respiro per qulache secondo *Devo essermi rotta qualche costola…* l’Orco non sembrava particolarmente intenzionato a laciarla in pace, si diresse verso di lei ruggendo e brandendo la clava.

Cercò di estrarre uno dei suoi pugnali ben sapendo che non sarebbero serviti a molto, non appena riuscì a risollevarsi l’essere le fu addosso,non usò subito la clava perché gli piaceva giocare con le sue vittime fino a stancarsi e quando questo accadeva le finiva in modo brutale.

Le tirò un calcio al ginocchio facendole perdere l’equilibrio e approfittando di ciò l’Orco la fece cadere nuovamente a terra. Sbattè contro il terreno e il pugnale le sfuggì di mano rotolando poco distante, sapeva che non ce l’avrebbe mai fatta a raggiungerlo  e l’essere si era ormai stancato di giocare e le mise un piede sulla schiena per impedirledi scappare. Con una pressione maggiore la colonna vertebrale di Tauriel si sarebbe sbriciolata,le sfuggì un lamento. Proprio mentre stava per farlo Aragorn gli sferrò un colpo nel fianco facendolo prima ruggire e poi indietreggiare. Non badò molto a alla ferita,per lui era solo come un  taglio e al sua soglia del dolore era molto alta. Si scagliò contro l’uomo perché si era proprio stancato di giocare.
***

Aragorn vide la sua spada sfrecciare nella direzione opposta,ora era nei guai, mentre cercava disperatamente una soluzione l’Orco partì alla carica nella sua direzione. Appena gli arrivò davanti si fermò per accgiapparlo per il collo come se fosse un animale da macello,stava per strozzarlo quando un pugnale gli si conficcò nella gola mozzandogli il respiro. La creatura cacciò un urlo bestiale accasciandosi a terra,Aragorn riuscì a non farsi trascinare a terra dall’enorme cadavere “Tauriel!” corse verso di lei .

“Non dovevi alzarti,sei pazza per caso?” lei fece un sorriso tremulo “E dovevo lasciarti morire, scusami ma non…!”muovendosi aveva causato una serie di fitte dolorose “Resta immobile,adesso dovrò prenderti in braccio…” quando ci provò l’Elfa si fece sfuggire un piccolo grido “Tieni,mastica questa” le passò un fascio di erbette verdoline “Serviranno a drogarti,non sentirai quasi nulla” le assicurò mentre lei le masticava, aspettò qualche secondo “Come ti senti ora?” le sbattè le palpebre “Stordita” Aragorn sorrise “Proprio quello che volevo sentire, ora…”lentamente riuscì a prenderla in braccio, Tauriel scoppiò a ridere “Legolas ti ucciderà!” gettò la testa all’indietro pienamente sotto l’effetto di quelle erbe “Ci sta guardando” indicò un punto ma Aragorn non vide nulla “Cosa stai dicendo,sei proprio drogata!” disse avviandosi tra i cadaveri “Tu non lo hai visto, si è nascosto da qualche parte ma l’ho visto” si accoccolò tra le braccia dell’Uomo che divenne bordeaux.

Continuò a ripetersi che lei non era in sé e per questo si comportava in quel modo. L’Elfa sporse lievemente la testa e rincontrò gli occhi azzurri e arrabbiati del Principe, sospirò sprofondando a pieno nell’effetto della droga.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Hug me and shut up ***


Capitolo 14



Hug me and shut up




SCRIIIC!!!
Tauriel sbattè gli occhi, le erbe continuavano a fare il loro effetto e Gandalf era libero di aggiustarle le costole senza ne urla ne stridore di denti “Questa è l’ultima” la informò.
SCRIIIC!!!

. “Finito,può darsi che quando l’effetto passerà sentirai un po’ di male ma nulla di più,ho promesso a Legolas che ti avrei rimessa a posto e a quanto pare ho raggiunto il mio scopo!” ridacchiò strappandole un'espressione sconcertata,in quel preciso istante l’Elfo fece la sua comparsa “Sono venuto a vedere come stava” disse a mo’ di giustificazione. Lo stregone non parve cascarci, si spostò lateralmente in modo che lui potesse vederla “Come puoi ben vedere è viva” Tauriel si mise lentamente a sedere “E non ho sentito niente” confermò mordicchiandosi le labbra, Legolas annuì “Bè,il mio compito qui è finito…vi lascio soli soletti” prima di uscire strizzò l’occhio al Principe.



Legolas prese l’unguento dal mobiletto che si trovava tra la branda dell’Elfa e quella del ferito lì accanto “Solo tu potevi farmi preoccupare in questo modo…” le disse sorridendo “Bugiardo, ti preoccupi anche di molta altra gente…”non era un gran che come risposta, lui ridacchiò e iniziò a spalmarle l’unguento “Perché indietreggi?” lei sbiancò “Ehm…è fredda” balbettò “Sei una pessima bugiarda” le ricoprì il graffio sulla guancia “E adesso stai per arrossire” Tauriel pescò un po’ di crema da contenitore e gliela mise sul naso “Siete molto più carino così!” lo derise “Grazie , intendete dire che vi piaccio di più ?” le rispalmò la crema sulla fronte “Per quello non credo di aver bisogno della crema…mi è finita nell’occhio!” protestò “Scusa,in effetti basta fare questo” la baciò velocemente “Alla fine sono riuscito a tornare tutto intero, non trovi?” sussurò staccandosi piano dalle labbra di lei “Sì, sei tutto intero o almeno così sembra…” bisbigliò Tauriel a sua volta “Vuoi controllare tu stessa, pezzo per pezzo?” la stuzzicò malinzioso “Non tentarmi, potrei rivelare certe qualità…” lo minacciò sorridendo, Legolas ricambiò porgendole la mano “Coraggio, andiamo a far vedere agli altri che ti reggi ancora sulle gambe!”

***

Gli altri erano riuniti intorno al letto di Marry che aveva rimediato,fortunatamente, solo qualche acciacco.

Quando i due immortali fecero il loro ingresso l’attenzione generale si spostò su di loro “Accidenti ragazzina,sei più difficile da uccidere di quanto pensassi!” commentò Gimli dandole un “affettuoso buffetto” sul braccio “Grazie Gimli,mi mancavano le tue battutine” Pipino si fiondò ad abbracciarla facendola barcollare per un secondo o due “Se magari non la ammacchi troppo farai sicuramente felici tutti noi, specilamente me che ho passato ben due ore a rimetterle insieme le ossa!” finse di lagnarsi Gandalf , l’erede di Isildur si fece avanti “Sono felice di rivederti in piedi” le sorrise gentilemente “Anche io sono felice di essere ancora qui” si avvicinò e lo abbracciò timidamente sussurandogli un: “Grazie” .



Legolas assistette alla scena come se fosse la cosa più normale del mondo. Non aggrottò la fronte, non stese le labbra per evitare che tremassero (non tremavano per niente), non contrasse i muscoli della mascella : rimase tale e quale a poco prima. Era dentro di lui che la tempesta infuriava. Tauriel non lo aveva mai abbracciato in pubblico, da quando era diventata Capitano faticava a farlo persino in privato, si sentiva invidioso nei confronti di quell’Uomo. Aragorn non la conosceva come la conosceva lui eppure…eppure lo aveva abbracciato davanti a tutti. Sentì di stare per esplodere, ma rimase immobile al suo posto, ad attendere che tutto finisse.


Fortunatamente l’abbraccio non durò più di tanto, quando si sciolse la tensione generale parve allentarsi fino a svanire del tutto “Vai da Legolas adesso” l’Uomo le baciò la fronte e la giovane ritornò dal suo Principe.

***

“Da quando sei così.. simpatica con Aragorn?” chiese di sorpresa Legolas, stavano dirigendosi nella camera che avevano preparato per lei e si erano fermati ad ammirare il tramonto su un balconcino “Perché questa domanda?” il tono di voce le uscì in modo molto diverso da quando avrebbe voluto “Ti ho vista uscire dalla sua tenda e ora lo baci, io cosa posso pensare?” Tauriel sbarrò gli occhi “Quello che non è!” rispose dopo qualche nanosecondo di esitazione, lui la guardò negli occhi “…hai qualcosa con lui,ammettilo!” lei sbarrò gli occhi, tutto si sarebbe aspettata ma non quello! “Che cosa dici?” Legolas roteò gli occhi sbuffando lievemente infastidito “Non ci posso credere…tu pensi davvero questo di me?” la gola iniziò a bruciarle per le lacrime che non voleva versare, il silenzio da parte del Principe la fece rabbrividire“Io non sono così…così e basta!”. Silenzio,per quanto tempo sarebbe andata avanti così?

Si guardavano. Si sfidavano. Nessuno demordeva.

Tauriel alzò le mani esasperata “Se hai bisogno di qualcosa non cercarmi!” detto questo si voltò e si incamminò verso il fondo del corridoio lasciandolo solo.

***

Camminava da ore,forse.

Svoltò verso l’infermieria e si appoggiò al muro lasciandosi scivolare lungo di esso *Perché? Perché tutto quello che faccio deve essere sbagliato?* le sfuggì un mugolio e le prime lacrime iniziarono a scendere, in breve si ritrovò a piangere accocolata per terra. *Non me ne importa niente…quei baci erano niente, quelle carezze erano niente…* la verità però era un’altra;negli ultimi giorni non si era mai sentita al sicuro o a casa come quando lui la stringeva tra le sue braccia o la baciava, quelle cose non gliele faceva provare nessun’ altro Elfo o Uomo, nessuno poteva farla sorridere come ci riusciva lui, nessuno poteva farla sentire speciale come accadeva quando lo beccava a guardarla (in maniera non proprio “casta”) : senza di lui, senza il suo sorriso o le sue carezze o i suoi baci, non sarebbe mai riuscita ad andare avanti, doveva fare pace con lui? Voleva fare pace con lui.

Sarebbe stato bello poter tornare indietro, baciarlo e dimenticare tutto ma qualcosa la bloccava:la rabbia. La rabbia nel suo cuore era ancora troppo forte. Talmente forte che a momenti si pentiva di ciò che provava, di quanto lo volesse per sè.



Riscì a tirarsi su e a entrare in quella stramaledetta stanza e raggiungere il letto di Marry.

“Hei, cosa ti è successo, perché piangi?” domandò Pipino accorgendosi dei suoi occhi rossi “Sto bene…” mormorò lei in tutta risposta “Tauriel,cosa è successo?” chiese in tono fin troppo calmo Aragorn,l’Elfa alzò lo sguardo per incontrare quello dell’Uomo “Abbiamo…abbiamo litigato…” di nuovo quelle maledette lacrime “Vieni usciamo un secondo” si sentì afferrare per la vita dal braccio dell’Uomo e docilmente lo seguì fuori.



Una volta davanti alla prima finestra che trovarono potè sfogarsi liberamente “Ssssttt…va tutto bene, a volte capita di litigare tra innamorati…” lei alzò il sopraciglio “Innamorati?! Noi non siamo innamorati, se lo fossimo avrebbe fiducia in me e non…Aragorn…lui era geloso di te!” l’altro sgranò gli occhi “Scusami?!?!” quando ebbe ricevuto la conferma da parte di lei si sedette sul davanzale “Accidenti, allora il nostro Elfo ha un cuore alla fine e prova gelosia,sembra quasi umano…” commentò, Tauriel sbuffò infastidita “Non prenderlo in giro, certo che ha un cuore!” l’erede di Isildur scoppiò a ridere “E poi non saresti innamorata, lo stai difendendo benchè tu sia arrabbiata e offesa da suo comportamente! Se questo non è amore io sono…sono…sono…lasciamo perdere cosa sono!” fece una piccola pausa per riprendere fiato “Tu lo ami e lui,a suo modo, ama te!” l’Elfa lo guardò come se fosse pazzo “Oh ragazza, sai quante volte ho litigato con Arwen? E le volte in cui poi abbiamo fatto pace? Tra noi Umani si dice: l’amore non è bello se non litigherello!” scoppiò a ridere “Quindi…cosa dovrei,cioè,dovremmo fare?” Aragorn si mise a riflettere poi d’un tratto si illuminò “Ci parlo io, non preoccuparti…anzi,credo che tu debba farlo perché di là saranno tutti curiosi di sapere cosa è successo!” .

***

Il sole stava lentamente scivolando dietro le montagne, Tauriel sospirò e affondò il viso nel cuscino. Prima le domande insistenti dei suoi amici, e adesso la tensione per la discussione che Aragorn e il suo Principe. Continuando a tenere il cuscino sulla faccia rotolò supina, dannata tensione che non la faceva rilassare e, come se non bastasse, in quel preciso istante qualcuno bussò alla porta.

“Avanti” rispose senza pensarci troppo, avrebbe potuto essere chiunque.

Destin volle che quel chiunque fosse proprio Legolas! “Ciao,posso entrare?” domandò a bassa voce “Certamente” articolò piano lei mettendosi a sedere, lui chiuse la porta dietro di sé “Voglio soltanto parlare con te,chiarire con te, un giorno senza potermi perdere nei tuoi straordinari occhi verdi è stato orribile” quando cercò di guardarla negli occhi ma lei fissò lo sguardo fuori dalla finestra .



*Gli sono mancata…gli sono mancata davvero!* il pensiero le colorò un’attimo le guance “Ti prego, ho capito il mio errore. Non dovevo essere geloso di te,in quel modo soprattutto, perché tu non sei una cosa mia e puoi fare ciò che vuoi quando e come vuoi. Non mi sono fidato di te, ti ho accusato di cose che non erano per niente vere e ho rischiato di perderti” fece una pausa, lei si alzò lentamente ma non si mosse da davanti al letto “Perchè lo hai fatto,allora?” Legolas abbassò gli occhi.

“ Quando ti ho vista abbracciare Aragorn dentro di me è successa una cosa che non credevo più possibilie : sono stato geloso di te.” Rialzò gli occhi e li pianto in quelli di lei impedendole di sfuggire di nuovo “Pur di ottenere il tuo perdono farei di tutto, sarei disposto a cancellare tutto ciò che è successo tra noi…” Tauriel spalancò gli occhi “Io non voglio per niente dimenticare” sussurrò cogliendolo di sorpresa, lui rimase qualche minuto in silenzio “Nemmeno io a dire la verità” sussurrò a sua volta *Non vuole dimenticare, allora...* “Perdonami” implorò alla fine Legolas, l’Elfa spalancò le braccia.



“Vieni qui e abbracciami!”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** To no lose you too ***


Capitolo 15

To no lose  you too




N.d.a:
 I capitoli che scriverò durante le vacanze, anche questo, sono il mio regalo di Natale per chi mi segue, per chi mi legge, per chi mi recensisce.

in particolare Sofi01, con cui parlo molto, e Chacky_321 che mi recensisce fin dall'inizio.





Erano passati alcuni giorni da quella sera in cui l’aveva perdonato, erano rimasti abbracciati a lungo e alla fine si erano addormentati insieme.

Ora erano di nuovo in guerra, davanti al Nero Cancello, circondati da decine di centinaia di Orchetti, Uru-Kai e Troll.



 “Non pensavo che il mio destino sarebbe stato questo” iniziò Gimli guardandosi intorno “Morire affianco a due Elfi innamorati!” Legolas sorrise alla sua battutina “E affianco a due amici?” il Nano tirò su col naso “Sì, questo potrei farlo” Tauriel si inginocchiò ad abbracciarlo e gli tirò anche uno schiaffetto “Questo è per tutte le battutine che hai fatto sul mio conto e per quelle future!” l’Elfo sorrise e l’attirò a sé “Cerca di restare viva anche tu, d’accordo?” le bisbigliò all’orecchio “Solo se me lo prometti anche tu” lui fece un sorriso furbo “Solo se mi baci” Tauriel sollevò un sopraciglio “Stavo appunto per farlo” gli prese il viso tra le mani e fece aderire le sue labbra a quelle del Principe.



Per qualche istante circa il mondo intorno a loro parve svanire per poi ricomparire di botto quando si staccarono, si rimisero in posizione stringendo gli archi *Non voglio perderti, a costo di morire, riuscirò a riportarti da Thranduil* pensando questo  cercò la mano di lui e la strinse intrecciando le dita.

***

Confusione, Orchi ovunque.

Scoccò una freccia che trapassò da parte a parte il cranio di un Orco, aveva perso di vista i suoi compagni da un bel pezzo e non poteva fermarsi a cercarli in quella confusione. Stava facendo un po’ di fatica ad usare l’arco, erano molti anni che non ne usava più uno, se escludiamo le ultime occasioni, nel villaggio in cui si era stabilita  le donne erano considerate solo in qualità di mogli e madri e non certo come guerriere!



FlashBack:

Era stato Legolas stesso ad accompagnarla, si stava dirigendo verso Nord e conosceva un Uomo che viveva in un piccolo paesino, li avrebbe aiutati.

 Una volta arrivati i due avevano discusso, alla fine lei sarebbe rimasta a vivere lì presso la casa dell’Uomo, lo avrebbe aiutato nelle mansioni domestiche, pessima mossa:Legolas sapeva della sua goffaggine nel trattare gli oggetti, e lui le avrebbe dato cibo e un tetto sotto il quale vivere.

 “Tornerai a casa?” gli aveva chiesto quella sera vedendolo sellare il suo cavallo “No, mi dirigerò a Nord” ricordava di aver sbarrato gli occhi “Perché?” gli si era avvicinata e lui aveva fatto un passo indietro “Cosa succede? Sono infetta percaso?” aveva domandato scocciata “No, sto semplicemente…no,niente”  aveva sbuffato “Mi scriverai?” le era sembrato che un sorriso gli  il volto a quella piccola richiesta “Certo, ogni giorno” le aveva baciato la fronte ed era sparito, divorato dalla nebbia che caratterizzava quella  sera.

Scacciò gli altri ricordi fastidiosi che le venivano alla mente, non poteva permettersi tali distrazioni in quel momento, cercò con lo sguardo qualcuno dei suoi. Il qualche secondo li vide tutti ma ne mancava uno, proprio quell’uno che doveva riportare prottegere *Calmati, niente panico, sarà qui in giro* lo cercò in  modo febbrile intorno a sé.



Quando i suoi occhi lo trovarono si rilassò, almeno era ancora vivo, gli si avvicinò “Come vedi sono ancora vivo” le disse sorridendo “Sembra proprio che mi toccherà sopportarti in eterno allora! ” sospirò lei fingendo una faccia disperata, lui rise.



Combatterono coprendosi le spalle a vicenda, per liberarsi di un orchetto particolarmente resistente Tauriel si spostò da lui e lo lasciò solo per un minuto circa. Una volta che fu riuscita ad ucciderlo alzò lo sguardo e vide, con orrore, un Orco che lo stava puntando.



Non ci pensò su, un’immagine di lui morente a terra le attraversò il cervello e si mise in mezzo quando mancavano ancora un po’ di metri *Non posso perdere anche te, non perderò anche te* estrasse il pugnale, il mostro fece roteare l’ascia con cui era armato e lei riuscì ficcargli  l’arma nella fronte.

“Tauriel…” qualcosa non andava, abbassò gli occhi e vide del sangue scorrerle da un punto appena sopra lo stomaco “Tauriel!” Legolas corse verso di lei mentre crollava a terra “Devi resistere, non devi addormentarti!” le sollevò la testa, il suoni le arrivavano ovattati “Non chiudere gli occhi, non è così profonda e possiamo guarirti” sentiva le palpebre pesanti e il basso ventre formicolarle “Guardami” lo fece e vide gli  occhi azzurro ghiacciato che tanto amva trattenere le lacrime.

Bellissimo e triste.



*Sembri un angelo, gli angeli non dovrebbero piangere…*



Questo fu il suo ultimo pensiero, poi tutto divenne buio…

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Taking care of yourself ***


Capitolo 16

Taking care of yourself





~~N.d.a < Approfitto di questo capito per fare a tutti gli auguri di buon 2015!!!



>°<





Occhi. Occhi azzurri.

Ansimò cercando aria, sentiva voci ovattate intorno a sé.

Qualcuno le accostò una caraffa alle labbra facendola bere, tossì mentre le forme e i contorni si facevano più nitidi intorno a lei.



Alzò la testa per vedere chi le fosse accanto “Legolas!” gettò le braccia al collo dell’Elfo facendogli cadere la caraffa “Attenta, hai un bendaggio piuttosto recente e…” lei si strinse di più a lui ignorando le fitte di dolore alla pancia “Sta zitto, abbracciami e sta zitto!” lui le afferrò delicatamente le spalle e la riportò sdraiata “Giù, così evitiamo ulteriori emmoragie” Tauriel sbuffò “Quanto sei noioso” borbottò “No, piccola, mi preoccupo per te e basta” al sentirsi chiamare così fece una smorfia “Non. Chiamarmi. Così”  lui sogghignò “Come vuoi tu..” fece una pausa “…piccola” l’Elfa allungò un braccio e gli pizzicò una coscia *Oh no, cosa ho fatto!?* pensò subito, se gli avesse pizzicato un braccio sarebbe stato meglio!



Il Principe si sporse sogghignando verso di lei e le regalò un piccolo bacio a fior di labbra “Ma sei matto!?!?” chiese staccandosi di botto da lui “Io ti bacio e tu mi dai del matto?” l’Elfa annuì “Ci guardano tutti!” lui corrugò la fronte per poi sospirare “Se proprio non lo vuoi lascia che io mi riprenda il mio bacio!” lei sbarrò gli occhi “No…!” troppo tardi, le labbra di lui si erano  riposate sulle sue e sentì il basso ventre incendiarsi.

Lo afferrò per il colletto della camicia per tenerlo maggiormente vicino a sé, si era completamente dimenticata delle persone che li cicondavano, non sentiva nemmeno i lamenti o le urla strazianti degli altri feriti. Il bacino di lui premette contro il bendaggio delle ferita, la benda si sfregò contro la carne e questa iniziò a farle male.



Le sfuggì un mugulio e lo allontanò “Scusa” sussurò lui sfiorandole la pancia “No, è stata colpa mia” d’un tratto corrugò la fronte, abbassò lo sguardo verso il proprio ventre e notò che invece della sua veste d’arciere indossava una camicia annodata in modo che il bendaggio restasse all’ aria “Scusami, chi mi ha bendato e, di conseguenza, spogliato?” Legolas divenne rosso porpora “Ehm” strabuzzò gli occhi “Cosa?!?!” strillò “Tu..mi hai…non ci voglio credere” lui era ancora più rosso “Giuro di non aver visto nulla, le sarte si stanno occupando della tue veste” lei si lasciò andare sul cuscino *Oh Valar, perché  a me, di tutte le Elfe di Arda perché a me?*.

Legolas scoppiò a ridere.

 

***

 

Poco a poco fu di nuovo in grado di reggersi sulle sue gambe, le stilettate di dolore che sentiva le prime volte scomparvero lentamente e smise anche di avere giramenti di testa, le era capitato a causa dell’eccessiva perdita di sangue.



Riusciva a camminare fino alla stanza di Frodo, Lo Hobbit era molto felice delle sue visite, e alla fine la Guaritrice le disse che poteva ritenersi guarita. La cicatrice ci aveva  messo un po’ a formarsi, si stava appiattendo e sarebbe sbiadita fino confondersi  con la pelle.



 Aragorn le fece fare una piroetta per vedere se effettivamente le sue gambe erano ingrado di reggerla “Si direi che puoi ancora camminare” lei sorrise “Dovresti farti vedere da Legolas, per tutto il tempo in cui tu ti curavi era continuamente nervoso!” consigliò Gandalf “Sul serio?” chiese, in realtà la cosa non la stupiva molto visto ciò che era capitato tra di loro “Sì, vai adesso!” i due la spinsero in corridoiio accompagnati dalle risare di Marry e Pipino.

 

***

 

La stanza assegnata al suo Principe era poco distante.

Aragorn le aveva detto che probabilmente si stava facendo il bagno ma se si fosse sbrigata sarebbe arrivata prima che lui entrasse nella vasca e magari lo avrebbe trovato anche vestito.

 Quel pensiero bastò a farle diventare le guance rosse *Vi prego fate che non sia…che sia vestito,ecco!*  arrivò e bussò timidamente.

Da dentro non rispose nessuno, facendo un bel respiro abbassò la maniglia ed entrò.

“Legolas?” chiamò “Sono io, si può sapere dove sei?” senza pensarci troppo aprì la porticina che conduceva alla stanza da bagno, vuota pure quella…o così sembrava.



Si sentì afferrare per la vita e si ritrovò nella vasca.



“Sei impazzito per caso!?” urlò vedendolo ridere*Almeno è vestito…* “Scusa, non ho saputo resistere!” Tauriel si rialzò in piedi scrollandosi l’acqua di dosso “Non hai saputo resistere?” ripetè con voce leggermente stridula “Cosa credi che penseranno gli altri vedendomi fradicia?” lui sorrise “Se vuoi puoi toglierti quei vestiti” l’Elfa lo fissò sbigottita per poi rispondere con un:“Grazie, ma no grazie”.



Legolas le porse la mano sospirando “Dai, ti aiuto a uscire” le gli afferò la mano e sembrò aggrapparsi a quella per issarsi ma di scatto lo tirò verso di sé facendolo cadere nell’acqua “Ora siamo pari” gli disse ridendo, il Principe sorrise e le afferrò i fianchi per poi farla riscivolare in acqua.

Tauriel sputò e tossì “Se vuoi guerra, guerra avrai” ridendo lo spinse e passarono molto tempo così; schizzandosi e giocando come due bambini.

Legolas la spinse di nuovo, lei, però, si aggrappò al suo braccio e si ritrovarono l’uno sopra l’altra. Il cuore di Tauriel iniziò a battere a pieno ritmo, il corpo del compagno pareva incastrarsi perfettamente col suo “Lo senti il mio cuore battere, è impossibile che non lo senti” bisbigliò quasi senza accorgersene “Lo sento benissimo e mi viene voglia di baciarti” le dichiarò nello stesso modo lui “Che cosa stai aspettando allora?” gli mise le braccia intorno al collo, attendeva solo le sue labbra e queste non tardarono ad arrivare.

Di nuovo fuoco, ma un fuoco buono che invece di distruggere la faceva sentire viva e risvegliava emozioni che aveva creduto di non poter più provare. Artigliò la camicia del suo Elfo, mentre lui scendeva a baciarle il collo…di colpo si fermarono.



Si fissarono negli occhi.



“Forse…non qui” sussurò Legolas “No, non qui” convenne Tauriel, lentamente si staccarono e lui l’avvolse in un asciugamano per evitare che avesse freddo.

“Ti sei ripresa” l’Elfa annuì, guardò fuori dalla finestra e notò che il sole era ormai calato “Dovrei andare, di sicuro non mi vedranno” si tolse dalle spalle l’asciugamano, lui annuì e l’accompagnò alla porta.

Arrivata lì Tauriel si voltò e gli rivolse con lo sguardo una muta domanda.



Quando?



Legolas l’attirò a sé e la baciò sulla fronte, lei appoggiò la fronte contro la sua spalla.



Presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** October and April_Teach me to dance ***


http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CCQQtwIwAA&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DxAaFngnnrbg&ei=zAusVNvTGIHTygOy1ICADA&usg=AFQjCNFRt77721Gt8EBor0DULimkn-UpGg&bvm=bv.82001339,d.bGQ

N.d.a: Ciao ragazzi/ragazze!
Spero che tutti voi abbiate passato un buon Natale e che il vostro 2015 si stia rivelando molto profiquo.
Chiedo scusa per il ritardo, spero che il capitolo basti per farmi perdonare, mi trovava in Montagna, non ad Erebor per sfortuna mia, e lì la connessione arriva solo di notte. Sul telefono, il PC era morto e sepolto.
Alcuni avvisi prima che vi imbarchiate nella lettura: il capitolo è spezzetato in due, alcuni di voi mi odieranno lo so, nel testo è inserito un brano dal titolo October and April. Quando leggerete la traduzione capirete ogni cosa, si trova in fondo, il motivo di scelta è un video molto carino trovato You tube.
Vi lascio il link, è lassù in alto, consiglio a tutte le patite di sti due di andarselo a vedere. Ragazze, vi farete solo del bene.


Buona visione!
Finiti gli avvisi vi posso dire che è il mio regalo di compleanno per Chacky_321!

Auguri ragazza!

Buona lettura.

 

Capitolo 17

October and April
-Teach me to dance-

Per Gondor quello era un giorno di festa, tutta la popolazione si era accalcata ai lati del viale davanti alle porte del palazzo e fissavano l’ultimo erede di Isildur che stava per diventare ufficialmente Re.
Quando Gandalf finalmente posò la corona sul capo dell’Uomo la folla esplose in grida festanti e applausi, Aragorn si guardò intorno e sorrise a Tauriel che si trovava ai piedi della scalinata.
L’Elfa , che probabilmente era l’unica donna a indossare dei pantaloni, ricambiò il sorriso e con un cenno della testa gli indicò il fondo della piazza.
 Alzando la testa il nuovo Re vide un gruppo di Elfi vestiti di bianco venire nella sua direzione, scese lentamente le scale andondogli incontro “Tu lo sapevi?” chiese all’amica quando le passò vicino “Mi era stato parlato di una sorpresa”  rispose lei leggermente perplessa.

Aragorn, tra tutti quegli Elfi, sperava di vedere la sua Arwen e quando Legolas gliela indicò con un cenno del capo il mondo parve scomparire come per far rimanere loro due soli.

Tauriel osservò il suo amico baciare la figlia di Erlond davanti a tutti, la folla applaudì entustiasta  e le parve di sentir Pipino fischiare *Non cambierà mai!* pensò tra sé e sé lasciandosi sfuggire un sorriso.

Approfittò di quel momento per lanciare un’occhiata al suo Principe, lui sorrideva rilassato e si congratulava con un Erlond piuttosto commosso.
Stava quasi per distogliere lo sguardo quando lui fissò i suoi occhi in quelli verdi di lei, avvertì la stessa emozione di alcune sere prima; un fuoco sembrava essersi accesso dentro di lei, ma questa volta la sensazione di calore l’avvertiva nel petto, proprio nel centro, invece che nel basso ventre.

Arrossì di colpo e distolse lo sguardo, il suo cuore batteva talmente forte che per un attimo pensò che le sarebbe uscito dal petto e cercò di controllare il ritmo dei suoi respiri in modo da tranquillizzarsi.

Intorno a lei il clamore della folla era aumentato notevolmente, la gente applaudiva e gridava molto più di prima, rialzò lo sguardo e lasciò che i loro occhi si incontrassero di nuovo.
Smise di sentire il rumore della gente intorno a lei.

***

L’aria della notte profumava di birra, in ricordo della festa che si era svolta poche ore prima, e non era rimasto quasi nessuno se non un violinista solitario intento a suonare e due cantori, un uomo e una donna, che lo accompagnavano con la loro voce.
Tauriel si strinse di più al compagno, erano seduti su una panca che si trovava davanti alla terrazza dove si era svolto il banchetto, guardavano le stelle e si godevano il silenzio.
Il violinista iniziò a suonare una melodia lenta e struggente, mentre l’uomo intonava le prime noto di una canzone.

She was like April sky
Sunrise in her eyes.
Child of light, shining star,
Fire in her heart!
Brightest day, melting snow,
Breaking through the chill.
October and April.


Si creò una atmosfera magica, ogni rumore nel immenso palazzo sembrò tacere improvvisamente, un silenzio rispettoso accompagnava quelle note e quelle parole.
Legolas si alzò con un movimento sinuoso “Vieni” bisbigliò piano, lei lo seguì fino al centro della terrazza “Cosa vuoi fare?” gli domandò continuando a tenere un tono di voce basso “Ballare” Tauriel scosse la testa “Io non so ballare, nella mia vita non mi è mai servito e non ho mai desiderato imparare” l’Elfo sorrise “Ballare il lento è molto più facile di quanto pensi.”
La donna iniziò a cantare.

He was like frozen sky
In October night.
Darkest cloud, endless storm
Raining from his heart.
Coldest moon, deepest blue
Tearing down the Spring.
October and April.

L’attirò pian piano a sè “Basta seguire il ritmo delle note, piano ” le fece allacciare le braccia dietro al suo collo e cinse i suoi fianchi con un braccio “Non aver paura, ti guido io e tu dovrai solo seguire i miei movimenti” Tauriel annuì, la musica crebbe un po’ d’intensità e iniziarono a muoversi.

Like hate and love.
Worlds apart.
This fatal love was like poison right from the start.
Like light and dark.
Worlds apart.
This fatal love was like poison right from the start.

erano talmente vicini che uno percepiva il battito del cuore dell’altra, Tauriel si lasciò andare e posò il capo sulla spalla del compagno. Quelle parole erano bellissime, la senzazione era quella che toccassero l’anima e che la musica ti rapisse.

We were like loaded guns
Sacrificed our lives.

We were like love undone
Craving to entwine.

Fatal torch,
Final thrill,
Love was bound to kill.
October and April.


Il ritornello si ripetè un altra volta, mentre loro si guardavano negli occhi, Legolas sollevò una mano e prese ad accarezzarle una guancia. Il desiderio di baciarla e di averla diventava ogni secondo più forte, quelle labbra poi erano una tentazione continua, dal viso passò ai capelli e infine al collo per poi scendere lungo la linea della spina dorsale. La sentì rabbrividire contro il suo corpo e sorrise.

Hate and love,
Worlds apart
This fatal love was like poison right from the start.
Like light and dark,
Worlds apart
This fatal love was like poison right from the start.
October and April.
October and April,
October and April,
October and April,
October and April.

Si fissarono negli occhi per un tempo che parve ad entrambi infinito, la canzone finì ma le ultime note continuarono a trascinarsi quiete nella notte.
Tauriel gli appoggiò lentamente le mani tremanti sul viso, quasi avesse paura o non credesse a quello che stava facendo, Legolas fece scivolare la sua mano dalla schiena ai fianchi.
“Meled nin”*2bisbigliò l’Elfa accarezzandogli le guance, il Principe la baciò d’impeto e per la prima volta le loro lingue ebbero occasione di incontrarsi e di intrecciarsi in una danza dolce e provocante al tempo stesso.

***
 

Tenendosi per mano raggiunsero la camera di lei “Resti con me stanotte?"

 *2=amore mio

♪♫♪♫♪♫♪♫♪♫♪♫♫♪

 
Questa è la traduzione dei pezzi di brano presenti nel capitolo.

Lei era come il cielo d'Aprile,
L'alba nei suoi occhi,
Figlia della luce, stella splendente.
Fuoco nel suo cuore.
Il giorno più lucente che scioglie la neve liberandosi dal freddo
Ottobre e Aprile.

Lui era freddo come il cielo ghiacciato in una notte d'Ottobre,
Le nubi più scure, una tempesta senza fine che piove dal suo cuore.
La neve più fredda, il blu più profondo,
Che distrugge la primavera.
Ottobre e aprile.

Come odio e amore,
Mondi lontani.
Questo  amore fatale è stato come veleno sin dall'inizio.
Come luce e buio,
Mondi lontani.
Questo  amore fatale è stato come veleno sin dall'inizio.

Eravamo come pistole cariche,
Abbiamo sacrificato le nostre vite.
Eravamo come amore incompiuto,
Bramosi di intrecciarci.
Tocco fatale,
Brivido finale.
L'amore era destinato a morire.
Ottobre e aprile.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** October and April-Meled nin- ***


N,d.a:

Non ho descritto granchè di quel momento, lascio alla vostra immaginazione tutto ciò che ho lasciato indietro io, voglio farli rimanere dolci e teneri senza grandi scene di sesso.
L'ultimo avviso è che, mio padre mi  ha dato una mano con l'Elfico e non so che ne è venuto fuori. Perdonate la nostra ignoranza!
Ps: è schifosamente corto, scusate!

Capitolo 18

October and April
-Meled nin-



Entrarono nella stanza continuando a tenersi la mano.

“Vuoi che resti tutta la notte?” domandò, evidentemente non credeva a ciò che era appena successo.

“Certo che voglio che resti, io…io…” *Ti amo, perché non riesco a dirlo?* si chiese guardandolo negli occhi * Forse perché ho paura…e non voglio perdere anche te …* Legolas appoggiò la fronte a quella di lei e prese ad accarezzarle le guance “Tu non mi perderai mai” bisbigliò lasciandole un bacio sul naso, lei deglutì “Da quando mi leggi nel pensiero?” domandò con voce  sfumata di preoccupazione “Io l’ho sentito Tauriel, ho sentito quello che hai pensato quella notte” l’Elfa impallidì “Hai sentito…i miei pensieri…”non riusciva proprio a crederci, in un lampo i suoi pensieri, quelli di quella notte tanto speciale, tornarono a galla nella sua testa.

“Non avere paura, lo voglio anche io” sussurò lui accarezzandole la schiena, erano in piedi davanti alla finestra, nemmeno l’ari fresca della notte riuscì ad alleviare il calore che bruciò nel petto di Tauriel in quel momento.
Il principe le posò un piccolo bacio sulle labbra, poi le fece scivolare sulla sua guancia.

Le labbra di Legolas scesero lungo il suo collo facendole provare una scarica di brividi, si artigliò alla sua camicia.
“Ti amo Legolas”.

Riuscì finalmente a dire, si sentì sollevare e si ritrovò premuta contro il suo petto.

Legolas si sentiva più felice che mai, il suo cuore rischiava di scoppiare di gioia perché non c’è niente di più bello al mondo nell’essere ricambiati da chi si ama.
 *Lo voglio davvero, mi accorgo solo ora di desiderarlo così tanto*questi erano i pensieri di Tauriel mentre veniva adagiata dolcemente sul morbido letto, lo attirò piano piano a sé e di baciarono con passione e amore.

Lei non era mai stata con nessuno altro in quel modo, i suoi compagni precedenti erano pochi e con loro si era scambiata solo baci innocenti e qualche carezza occasionale ma nullla che equivalesse a ciò che stavano per fare.

Iniziarono ad accarezzarsi, si godettero il fruscio che faceva la stoffa mentre i vestiti cadevano a terra, si baciarono e si assaporarono a lungo.
Quando venne il momento di unirsi completamente, Tauriel provò un dolore forte ma questo si mischiò alla gioia di sentirlo dentro di sé,con le mani continuarono a cercarsi e a trovarsi anche mentre la loro unione si completava.

Mormorarono l’uno il nome dell’altra, si scambiarono piccoli baci, mentre raggiungevano la  più bella pienezza che un uomo e una donna potessero desiderare.
Tra le frasi e i segreti condivisi, a bassa voce, nella magia di quele momento accadde.

La loro unione si completò nel modo più bello, più giusto e più amorevole che si potesse desiderare. Fu come un’ onda, per un attimo entrambi ne furono travolti e rimasero senza fiato, ma la cosa più bella fu che quando avvenne si stavano ancora guardando negli occhi.


***
 

Sdraiati assieme, avviluppati tra le lenzuola, senza dirsi nulla ma ad ascoltare l’uno il respiro dell’altra.
Tauriel si rifugiò tra le calde braccia del compagno, sentendosi stringere da lui provò un senso di pace e di completezza ineguagliabile al mondo. Legolas accostò le labbra al suo orecchio e bisbigliò“Im melithon le an i uir.”*1
Lei sorrise, lo abbracciò tenendolo il più vicino possibile a lei e lo baciò velocemnte sulle labbra “Le mel meled nin”*2


*1=tI amerò per l'eterntà                                                         *2=ti amo amore mio.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** a bit 'of time with you ***


Capitolo 19

A bit 'of time with you




Tauriel aprì piano gli occhi sbattendoli appena, non era stata la luce del sole a svegliarla, aveva albeggiato da poco, a destarla del sonno vigile tipico degli elfi era stata la sensazione di avere un peso sul petto.

Il “peso” in questione era Legolas, durante la notte il Principe si era addormentato su di lei, sul suo petto per la precisione che era coperto dal lenzuola, sorridendo gli accarezzò i capelli giocando con le ciocche come da bambina. Si ricordo di quando facevano la lotta da piccoli, della volta che era caduta giù dalle scale, quella in cui erano uscita dai confini e il giorno in cui le aveva donato la collanina.

Le sua mano libera si strinse intorno al piccolo gioiello, sospirò, le sue gambe era arano intorpidite ma con lui addosso non sarebbe mai riuscita a muoverle.
 Scosse Legolas per una spalla.

In tutta risposta le arrivò un mugugnò “Legolas, svegliati” disse a bassavoce “Sono già sveglio” le rispose dopo un po’ “Perfetto, allora potresti spostarti?” domandò tentando di divincolarsi “No” si sentì stringere dalle sue braccia, era in gabbia adesso e arrossì al pensiero che erano completamente nudi a parte le lenzuola che avvolgevano i loro corpi.

In  pochi secondi si ritrovò sopra di lui, sorrise divertita dalla luce infantile che illuminava gli occhi del suo innamorato “Mi piacerebbe molto poter restare così per sempre ma…credo che la nostra presenza possa essere richiesta altrove” l’elfo sbuffò con aria contrariata, la sera prima Aragorn aveva chiesto loro una mano per l’imminente matrimonio suo e di Arwen “Quanto vorrei aver detto di no!” esclamò spostandola da sopra di sé, Tauriel rotolò su un fianco e si mise a sedere “Credo che mi farò un bagno, vieni anche tu?” le chiese prima di sporgersi a baciarla, l’elfa scosse la testa “Meglio che rimanga qui” disse sorridendogli appena, lui annuì e si alzò per raggiungere il mobile contenente gli asciugamani, dandole la schiena.

Tauriel ammirò il suo fisico modellato dai tanti anni di allenamenti e battaglie.
Le braccia e le gambe muscolose.
I capelli biondi, luminosi e morbidi nei quali, da piccola, amava tuffare le mani e spettinarli solo per irritarlo.

Sulla schiena poteva vedere i segni lievi di alcune cicatrici, cicatrici di cui lei non sapeva la storia e che non aveva mai avuto occasione di curare.

Legolas lasciò cadere definitivamente il lenzuolo, rimanendo così completamente nudo, si voltò per metà verso di lei.
“Bè, sai dove trovarmi” le disse sorridendo senza malizia, spinse la porta ed entrò nella stanza da bagno.

Tauriel rimase sola con i suoi dubbi, avrebbe potuto benissimo alzarsi, darsi una sistemata, rivestirsi e uscire.

Ma fare una cosa del genere sarebbe stato come dimenticarsi della notte appena trascorsa, considerarla un’azzardo da non rifare e lei non voleva dimenticare.
Se passava le mani sulle braccia poteva ancora sentire le carezze che le aveva dato, se ruotava il collo pigandolo verso destra  le venivano in mente in mente i piccoli baci da lui donati e se toccava la cicatrice riviveva il momento in cui le le labbra di lui erano arrivate a baciarla sulla pancia e lo aveva sentito mormorare:
“Bellissima”.

No, decisamente no.

Aveva vissuto troppo quella notte per potersene uscire fingendo indifferenza.

Si alzò lentamente rimanendo con un solo lenzuolo addosso, lo sistemò come meglio poteva e si diresse verso la stanza da bagno.

Legolas sentì la porta aprirsi e si voltò, la vista gli mozzò il fiato, guardò le gambe snelle dell’elfa  che sbucavano da sotto il “vestito” improvvisato col lenzuolo, una mano reggeva il tessuto appallottolandolo in prossimità del seno e l’atra era appoggiata allo stipite  di legno.

Tauriel si concesse un sorrisino per smascherare l’imbarazzo dell’essere guardata in quel modo, la faceva sentire solo ed unicamente sua e la cosa le causava un misto di felicità ed imbarazzo.

Da piccola aveva considerato l’innamorarsi una cosa stupida, capace di ingabbiarti e basta, pensava che se si fosse inamorata non avrebbe più potuto correre spensierata nei prati immensi del Reame Boscoso, ma quando il suo Principe aveva iniziato a guardarla con occhi diversi ogni sua certezza su quell’argomento era crollata, aveva smesso di pensare a quelle cose più cresceva e più si immergeva nel piacevole abisso dei suoi occhi ghiacciati.
Rapita da quei pensieri e da quei ricordi lasciò andare il lenzuolo, rimanendo nuda a sua volta.

Legolas potè ammirare fisico sinuoso da ballerina, i muscoli forti, i capelli rossi spettinati con le trecce semisfatte e la cicatrice che andava sbiadendosi sulla pancia.

“C’è posto per un’altra persona in quella vasca?”

͂*͂

Il giardino era in gran fermento, il matrimonio si sarebbe svolto all’aperto, serivitori correvano a destra e a sinistra per sistemare questo o quello, si scontravano tra loro e parevano aver dimenticato che al matrimonio mancava ancora un po’ di tempo.

In mezzo a tutta quella confusione una giovane elfa dai capelli neri si guardava intorno sorridendo spensierata, mentre  la compagna dai capelli rossi aveva un espressione piuttosto sconvolta.

Tauriel non riusciva a capacitarsi del perché di tanta confusione, già capiva poco i matrimoni in generale, in più non riusciva a capacitarsi di tutto quel disordine “Smettila di fare quella faccia, Tauriel, non è poi così male, sono solo un pochino disordinati” la incoraggiò la figlia di Erlond con un sorriso *Un pochino? Io direi che deve averli punti una tarantola per essere riusciti a scatenare una confusione del genere!* avrebbe dato volentieri voce ai suoi pensieri, ma preferì tenerli per sé, immaginando le facce che avrebbero potuto fare nel sentirli.

“Sarà, mia signora, ma per quanto possa aver vissuto tra gli Umani non mi abituerò mai alle emozioni che possono tirare fuori, o al disordine che riescono a creare” erano sedute su una delle panche sistemate per gli ospiti, gli inviti invece erano ancora da spedire, una giovane servetta dai capelli neri passò velocissimamente di fianco a loro e rischiò di fare cadere il cesto che portava in mano, ma riuscì a mantenersi in equilibrio.

Alla Silvana ricordò la figlia dei vicini di casa di Grant, l’uomo che l’aveva ospitata, si chiamava Kriss e per ogni uovo che raccoglieva ne riusciva a rompere almeno due. Grant, come tutti gli altri, le dava da fare qualche piccolo lavoretto, tanto per non farle rompere uova tutto il giorno, e Tauriel ricordava benissimo che erano soliti a mormorare una preghiera ai Valar prima di affidare un determinato oggetto o animale a Kriss.

“Capisco come tu ti possa sentire, sei abituata alla perfetta organizzazione degli elfi, ma con Aragorn mi sono lentamente abituta ai pasticci che gli umani possano combinare” la voce cristallina di Arwen la distolse dai suoi pensieri, l’elfa fu quasi tentata di spiegarle l’intera faccenda del suo esilio ma alla fine decise che era meglio non risvegliare le parti più turbolente del suo passato, si ritrovò ad annuire e a tentere un sorriso.

 “Ha mai fatto pasticci davanti a voi?” chiese “Pasticci non molti ma mi ricordo molto le sue figuracce, come una delle prime volte che lo intravidi. Ci guardammo negli occhi, lui continuò a camminare con aria distratta e…andò a sbattere contro una colonna!” Tauriel inarcò le sopraciglia, le veniva difficile immaginare uno come Aragorn che andava a sbattere contro una colonna, specialmente per una ragazza.

Arwen stava per aggiungere qualcos’altro ma si interruppe, guardò un punto oltre la schiena di Tauriel e ridacchiò “Credo che qualcuno pretenda la tua presenza” disse solamente, la giovane si voltò ed incontrò un paio di occhi azzurri fin troppo conosciuti.

“E se invece restassi qui, si arrabbierebbe?” domandò con aria innocente, la Principessa lanciò un occhiatina all’elfo “Non si è ancora avvicinato…aspetta, non lo vedo più” se prima era ai margini del piccolo labirinto, realizzato interamente con siepi potate on estrema precisione, che adornava il giardino di Gondor, ora sembrava sparito. Le due si guardarono bene intorno, doveva essersi confuso con la folla per non riuscire a vederlo.

Mentre Arwen era girata a controllare una mano si posò sui suoi occhi di Tauriel, conosceva molto bene quel tocco e non si allarmò per niente “Fammi indovinare” iniziò sarcastica, sentiva la figlia di Erlond trattenere le risate di fianco a lei, finse di tastare la mano per cercare di indovinare chi fosse “Sei, per caso, Legolas?” sentendolo ridere capì di aver fatto centro.

“Scommettiamo che non mi prendi?” .

La sfida era partita così, dopo poco stavano correndo tutti e due nel piccolo labirinto creato dalle siepi, Tauriel lo percepiva correre dietro di lei e scartò di lato. Girò a sinistra, infilandosi in una delle viuzze, si accorse di essere finita in un vicolo cieco e si fermò *E adesso, come faccio ad uscire?* si guardò intorno in modo febbrile, notò una piccola infrattura nel cespuglio e vi si infilò di slancio.

Fuori il giardino continuava, era veramente grande, c’era un piccolo spazzietto con degli alberi e lei si accocolò sotto uno di essi. Il tempo sembrava scorrere lentamente, arrivò al punto di chiedersi se Legolas avesse rinunciato o meno.

Naturalmente non era così, lo conosceva, non era il tipo da arrendersi tanto facilmente e non si stupì più di tanto quando percepì una presenza dietro al tronco.

“Presa!”

Due secondi dopo se lo ritrovò addosso *Questo non lo avevo previsto!* riflettè, in effetti non era una cosa da tutti i giorni fare gare di corsa con il Principe di Bosco Atro e  poi ritrovarselo addosso!

Si lasciò baciare, mentre cercava di capire come liberarsi dalla sua stretta, la stava schiacciando col peso del suo corpo e l’unico modo per liberarsi da lui era di farlo allontanare.

Avrebbe potuto tentare con un colpo di reni, ma le possibilità di successo erano piuttosto scarse o fargli il solletico, abbastanza da allontanarlo per un pochino e poter scappare.

*Vada per il solletico, anche se dovrò alzargli quella stramaledetta camicia per trovare un po’ di pelle* infatti il suo braccio si trovava in corrispondenza del fianco, lentamente riuscì a raggiungere la zona desiderata, sollevò la camicia e iniziò a far scorrere le dita sulla pelle mormorea di lui.
Lo vide chiudere gli occhi, lo sentì allentare la presa e decise di approfittarne. Ora anche il suo altro braccio era libero, iniziò a fargli il solletico sul serio e quando vise la sua faccia scoppiò a ridere.

Il suo divertimento durò, purtroppo, solo qualche breve istante, Legolas raggiunse fulmineo i suoi polsi e glieli bloccò “Ora sei di nuovo in trappola” le soffiò ad appena qualche centrimetro dal viso, lei trattenne a stento un sbuffo “Vi prego, mio Principe, non fate del male ad un povera elfa indifesa!” trillò con la sua miglior vocina acuta “Io non vi reputerei una povera ʺelfa indifesaʺ, mylady, avete cercato di uccidermi a forza di risate ed ora pagherete a caro prezzo le vostre azioni!” sentì le sue labbra sul collo, rabbrividì e si concesse un mugolio.

“Ti prego, mi fai il solletico così!!” ridacciò tra i suoi capelli biondi, lui stacco le labbra dalla sua pelle ma non si mosse da sopra di lei “Vuoi restare così per quanto tempo, esattamente?” gli occhi azzurro ghiaccio del suo innamorato scintillarono “Fino a quando non arriverà qualcuno” come evocata da quelle parole apparve la stessa ragazzina di prima, si femò di colpo nel vedere la scena ed arrossì.

Non erano cose da tutti i giorni vedere due elfi messi in quel modo.
“Ehm…sarebbe arrivata una lettera da Bosco Atro, il Re attende voi per leggerla” dopo un piccolo cenno d’assenso da parte di Legolas, scappò via e i due si alzarono.

“Vieni, torniamo dentro”.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Wake me when it's time to get back to you-Forgive me ***


N. d.a:

Hei!

Ciao ragazze, sono qui per darvi solo qualche avviso e qualche consiglio.

Odierete questo capitolo, lo so già, mi vorrete uccidere e bla…bla…bla…

Cooomunque io ho il mio piccolo bigliettino per l’Alaska e attendo solo voi per passare il check-in!

Preparate i fazzoletti [ non vi serviranno] le sedute dallo spicologo [nemmeno quelle ma è per sicurezza] abbracciate il vostro osacchiotto e afferrate il gelato al triplo cioccolato con panna!

Buona lettura(spero)!


 

♠♥♠



Capitolo 20

Wake me when it's time to get back to you

- Forgive me-

Aragorn li accolse senza premurarsi di nascondere la sua preoccupazione, dopo tutto il mittente era Thranduil e da lui ci si poteva aspettare di tutto, non tentò nemmeno di sorridere quando i due fecero ingresso nella sala del trono, tenendosi per mano.



“Non ho la minima idea di cosa possa volere, del resto sei tu, Legolas, che ci hai parlato” l’elfo annuì, aveva parlato con suo padre durante una breve visita, precedente all’incoronazione dell’amico e il Re gli era sembrato talmente sollevato che gli aveva persino chiesto le condizioni di Tauriel. Se stesse bene, o fosse ferita, la cosa lo aveva insospettito perché lei era diventata argomento tabù a corte dopo l’esilio.



Il Principe prese la lettera, lanciò un occhiata alla compagna e l’aprì…



Carissimo figlio mio,

dal lontano giorno in cui ti sei imbarcato in quella folle impresa, folle perché la tua vita è stata messa a rischio come poche volte è accaduto in passato, ho avuto modo di riflettere a lungo.

Questa lettera non tratta, però, delle mie riflessioni, ma bensì per darti una notizia.

Non abbiamo più nessun motivo che ci trattenga qui, su questa Terra che si sta lentamente avviando verso un degrado invitabile, per tanto ho preso la decisione di salpare alla volta di Valinor, insieme ai pochi Silvani che ancora permangono nel Regno, la maggior parte è partita poco prima della Guerra, e insieme a te, figlio mio.

Può darsi che tu non approvi questa mia scelta, può anche darsi che tu abbia una lista di ottimi motivi per rimanere, immagino chi ci sia a capo di questa lista, è una certa elfa…

 Dico bene, o sbaglio?

Sappi che in questo caso devi considerare la mia decisione non come una proposta, ma piuttosto come un ordine.



Thranduil, Re di Reame Boscoso.


 

͂*͂

 

Il silenzio era tale che si potva tagliare con l’asci di Gimli, tutti si scambiavano occhiate sgomentate e non riuscivano a parlare, attontiti dalla notizia. Il caratterino vivace del padre di Legolas era famoso in tutta la Terra di Mezzo, ma nessuno si sarebbe aspettato tutta questa fretta nel fare ritorno a Valinor.



Aragorn lanciò un’occhiata all’amico, l’elfo aveva la solita aria impassile, ma, molto probabilmente, stava cercando un modo per contenere la rabbia “Penso che dovreste partire subito, non è saggio farlo aspettare se ha tutta questa premura” consigliò Gandalf “Allora partiremo subito” Tauriel strabuzzò gli occhi *Dovreste? Partiremo? Io non posso!*  mordicchiandosi il labbro si avvicinò al suo Principe “Penso che dovremmo parlare.”

 

͂*͂

 

“Come sarebbe a dire che non puoi partire!?” l’elfa dei boschi arretrò di qualche passo di fronte a quell’ira improvvisa, aveva visto poche volte Legolas in quello stato e non erano affatto ricordi piacevoli!



“Mi-mi dispiace, ma io…cioè, il mio esilio è a tempo determinato” l’elfo si passò una mano sulla fronte “Stiamo parlando di andare ad Ovest, non di fare ritorno a Bosco Atro” le fece notare *Magari fosse così semplice, amore mio* pensò Tauriel “E’ la stessa cosa, Legolas, finchè non passeranno tutti e quanti gli anni dovrò restare confinata qui, la clausola comprende anche l’Ovest e devrei ottenere il perdono reale per poter tornare e quando mi è stato offerto io…” strinse le labbra ricondando di non averlo accettato da Thranduil quando glielo aveva offerto, il Re glielo aveva offerto ben due volte e ricordava bene cosa era successo dopo la Battaglia delle Cinque Armate.



[flashback]

“Quello che stai rifiutando è il mio perdono, potresti averne bisogno nin futuro ed io non so se sarò così clemente una seconda volta. Riflettici bene, se adesso accetti di farti portare a Nord da Legolas non potrai più metter piede a Bosco Atro per più di cento anni, non potrai nemmeno partire per Valinor, durante l’esilio, sei veramente sicura della tua scelta?”

“Sì, non mi è rimasto più nulla qui.”

Invece qualcosa era rimasto, solo che lei era fin troppo ferita, giovane e, sì, stupida per riuscire a capirlo. E adesso ne stava, dolorosamente, pagando le conseguenze.



“Hai rifiutato il suo perdono, non ci posso credere” mormorò Legolas sedendosi su uno dei gradini, lei fece per raggiungerlo ma si fermò “Ciò non toglie che tu devi partire, non puoi certo rimanere qui solo perché rimango io!” lui la guardò negli occhi, in essi Tauriel scorse la stessa luce di quando si assumeva la responsabilità di un suo gesto e sbiancò “No, non ti permetterò di farlo un’altra volta! Per tuo padre sei troppo importante e non mi metterò di nuovo in mezzo!” il Principe si alzò di scatto e le afferrò le braccia “Io ti amo, Tauriel, mi sta chiedendo di lasciarti qui come se nulla fosse e di raggiungerlo!” l’elfa deglutì “E devi farlo, non lo capisci?!” si scrollò di dosso le sue mani, si allontanò da lui e smise di guardarlo negli occhi “Non voglio essere ulteriore causa di infelicità, ti prego” Legolas la guardò stralunato “Mi stai chiedendo di andare, secondo te, come potrei essere felice lontano da te?” gli tremava la voce.



Tauriel si fece forza  e trovò coraggio a sufficienza per guardarlo negli occhi “Non sarà per sempre, un giorno riusciremo a stare insieme” in realtà nemmeno lei credette a quelle parole, sapeva quante elfe belle ed incantevoli potesse trovare al di là del mare e questa era una delle cose che odiava di più.



“Sappiamo benissimo entrambi quanto questo sia impossibile, è questo che ti spaventa?” sussurò lui facendosi più vicino “Devi lasciarmi andare” mormorò lei con un filo di voce.

“No, non sarei mai in grado di farlo e tu lo sai meglio di me” le prese il viso tra le mani “Ma devi, meled*1, devi” sollevò una mano e prese ad accarezzargli una guancia “Mi stai dicendo addio” non era una domanda, aveva capito tutto.



 “Sì, ti sto dicendo addio, mi sto arrendendo e tu dovresti fare lo stesso. È impossibile che…” le parole furono soffocate da un bacio, il sapore di lui le annebbiò i sensi per qualche istante e quando si staccarono l’afferrò per le spalle.



“No, mai, per anni ho atteso momenti come quelli che abbiamo vissuto negli ultimi giorni. Tu non sai come mi sono sentito mentre mi crescevi affianco, non sai com’è quando l’amore ti viene impiantato dentro e cresce come un albero da frutto." le accarezzò dolcemente il viso, tentando di asciugarele qualche lacrima "Tu non sai come mi sentivo quando uscivi di nascosto, quando ti ferivi, quando non riuscivo a trovarti più. Tu non lo sai! Sei importante, sei la mia vita, io senza di te non posso, e non voglio, vivere! Perché sarei costretto a sopravvivere, ti prego, restami accanto…”.



Tauriel sentì le lacrime scivolarle lungo le guance, si accorse che non era abbastanza forte da affrontare tutte le conseguenze che sarebbero arrivate, si accorse di star arrendendosi…

 

“Mi dispiace”.


Corse via.


Meled= amore

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Wake me when it's time to get back to you-Do no't forget me ***


Ciao  ragazze!
Ecco la seconda parte, state pronte coi fazzoletti [naaah, stiamo esagerando] e il gelato[basta che SARUCCIOLA non me lo spattacca sul divano in preda ad una crisi di nervi] come promesso non ho fatto attendere a lungo[bugia! Sono già quattro giorni], spero che non mi vorrete male per ciò che ho scritto. Vi adoro comunque, sappiatelo, ce ne vuole di coraggio per leggere queste pazzie. ♥ 
Sara.

 

♣♠♣
 

Capitolo 21
Wake me when it's time to get back to you
- Do not forget me-



 

Su Gondor era ormai scesa la notte, l’atmosfera era resa cupa dall’imminente partenza dell’ elfo e nessuno aveva molta voglia di parlare.

Dopo aver tentato, inutilmente, di parlare con la sua compagna, Legolas fece ritorno alle sue stanze “Se vorrai venire io sarò lì, ad aspettarti”
 

͂*͂
 

Erano stati i quattro Hobbit a trascinarla fino alla camera di lui, avevano fatto irruzione , Sam aveva aperto la porta prendendo la rincorsa, e l’avevano trascinata in corridoio. La cosa non si era rivelata affatto semplice, la forza dei quattro ragazzi non sarebbe bastata contro quella di lei, ma non aveva opposto così tanta resistenza, si sentiva  fin troppo spossata dalla partenza del suo compagno.

Sam e Marry la spinsero mettendole le mani sulla schiena, il povero Sam era arrossito, Frondo la tirò il braccio destro e Pipino il sinistro. “Ma perché lo state facendo?!” domandò inviperita “Non ci arrivi?- Marry si fermò per prendere fiato, Tauriel stava puntellando i piedi sul pavimento-tu e Legolas dovete salutarvi almeno un ultima volta! Vi amate, no?” l’elfa sbuffò “Siete fuori strada…” Frodo la interruppe “Coraggio, sappiamo che ti piace!” le disse allegro, anche se era il momento peggiore per stare allegri, arrivarono sul posto e Sam si piantò affianco a Tauriel.

“Io non so come funziona tra voi elfi, ma se fosse Rosie a partire domani correrei da lei e la bacerei. Muoviti!” un’altra spintarella incoraggiante la fece avanzare di qualche passo.

Ed eccola lì, col fiatone a causa della resistenza imposta poco prima e le guance arrossate.

Bussò alla porta e questa si aprì quasi immediatamente, Legolas la guardò soncertato “Ti aspettavo, ma non credevo che venissi”sussurò “E invece sono qui” Tauriel fece un passo avanti e si ritrovò tra le braccia del compagno.
Ispirò il suo odore, cercò di memorizzare il suo viso, non voleva dimenticare nulla, voleva ricordare tutto. “Allora è un addio” le accarezzò dolcemente la schiena e le si sciolse dal suo abbraccio “Così pare, però adesso voglio stare con te” disse posandogli una mano sulla guancia, lui posò la propria su quella di lei “Mi mancherai tantissimo” bisbigliò.
Si sedette in braccio a lui ,sul materasso, si lasciò cullare dal suo respiro e chiuse gli occhi.

“Vuoi restare così tutta la notte?” le domandò dopo alcuni lunghi minuti di totale silenzio “Potrebbe essere un’idea” rispose l’elfa “Per me non è affatto un problema, ho già passato una notte intera ad accarezzarti i capelli in passato e posso farlo di nuovo” iniziò a scioglierle le trecce “Quando lo hai fatto?” chiuse gli occhi, a volte la punta delle dita del Principe e sfiorava la pelle del collo e le scatenava dei piacevolissimi brividi “Quando dovetti allontanarmi insieme a mio padre, ti sentii piangere, ma preferii restare fuori dalla stanza” Tauriel ricordava benissimo quell’episodio, era stata solo la prima delle lunghe uscite del sovrano e di suo figlio e aveva pianto al pensiero di perderlo “Ero preoccupata, era pericoloso là fuori, e ti sarebbe potuto accadere di tutto” rivelò “Quando crollasti entrai e ti misi sul letto, ti accarezzai i capelli tutta la notte e me ne andai poco prima che tu ti svegliassi” si ricordava pure della sensazione della mattina dopo, la sensazione di un calore accanto a sé, di un odore maschile.

Legolas finì di scioglierle le tecce, mise da parte i lacci e tuffò una mano nella cascata rossa dei suoi capelli “Stai tremando” notò, lei si voltò verso di lui “E lo sai il perché?” gli prese il viso tra le mani “Vorrei poter venire con te, ma tuo padre non lo permetterebbe mai” non tentò nemmeno di fermare le lascrime, prese possesso delle labbra di lui “Non dovresti farlo, dovevi lasciarmi andare” mugugnò lui contro le sue labbra “Sta zitto” mettendole un braccio intorno ai fianchi
l’attirò più a sé “Questo non è un addio, Riel, questo è solo un arrivederci”.
 

͂*͂
 

La mattina dopo si svegliò con il viso affondato nel collo di lei, durante la notte si erano scambiati carezze e baci, sentiva il sapore della sua pelle sotto le labbra e si tirò su cercando di non svegliarla.

Prese le sue poche cose, le infilò nel suo bagaglio e si diresse nella stanza da bagno.
Tauriel si svegliò qualche minuto dopo, strinse il lenzuolo accanto a lei, sentiva lo scoscio dell’acqua e, nel vedere il bagaglio pronto, fece una smorfia. Si alzò e lo raggiunse.
 

͂*͂
 

Qualche ora dopo tutto era pronto.
Mentre si avviava al portone, tirando il destriero dietro di sé, sentiva lo sguardo di lei sulla sua schiena, avvertì qualcuno correre e si voltò di scattò.

Lei.

Gli gettò le braccia al collo, Legolas lasciò cadere le redini del cavallo e si baciarono, davanti a tutti. Un bacio bellissimo, triste e disperato, con le mani si aggrappavano l’uno ai vestiti dell’altra, tentando di trattenersi, di fermare il tempo. Le loro lingue si incontrarono in quel bacio che sapeva di addio, un calore rassicurante riempì il petto di Tauriel e si staccò senza fretta da lui.

“Non ti azzardare a dimenticarti di me” gli disse, continuando a restare avvinghiata alla sua camicia “Mai, e tu non ti azzardare ad innamorarti di qualcun altro” la strinse “Sei mia, ricordalo sempre” l’elfa annuì, arrossendo e lo lasciò andare.

Non appena superò il portone, Tauriel corse sopra i bastioni e lo chiamò. Legolas si voltò di nuovo, le sorrise amabilmente, vedendola sporgersi in quel modo e lei ricambiò, poi mosse le labbra e gli urlò l’ultimo saluto.

Erano distanti, ma il vento gli portò la parola da lei sussurrata, il Principe chiuse gli occhi, come se fosse l’ultima volta in cui potesse udire la sua voce e spronò il cavallo.

Arrivederci.

♣♠♣

 

Angolo autrice:
non siete contente/contenti di trovarmi a rompervi le scatole pure qua in fondo? Dite la verità, non è affatto un granchè!
Vi chiedo scusa per gli avvisi inutili, l’ansia e i chili di gelato che vi ho fatto ingurgiatre[bugia! Non ne avevate bisogno] ☻.
Insomma, mi scuso per il ritardo, ma ho avuto un simpatico diverbio con il mio Ada e ho rischiato che la mia chiavetta USB, e di conseguenza il capitolo, ci rimettessero e visto che non vi interessano i miei drammi famigliari torno nel mio angolino da “dreamer” e attendo i vostri eventuali pareri!
Ciao!☺

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** When you cry for love ***


N.d.a:

sarà orribile[sto esagerando] ma per evitare drammi…

chacky_ 321→acchiappa un cuscino e stringilo forte.

Sofi01→preparati, è comunque triste, usa l’orsacchiotto.

Sarucciola→hai il gelato con te, vero?!?!

Pronte…3,2,1…



♣♠♣

Capitolo 22

When you cry for love




 

Freddo.



Era questa la sensazione che sentiva Tauriel, mentre si rigirava tra le coperte, cercava la posizione più comoda per riposare, ma qualcosa non andava.



Che cosa non andava?



Semplice, non c’erano le braccia di lui a scaladarla quella notte, erano passati quattro giorni da quando lui era partito, e oramai era diventata una piacevole abitudine dormire con Legolas affianco.

Adesso invece…adesso sentiva le coperte pesanti, il materasso sembrava roccia e il venticello estivo assomigliava di più alla brezza gelida di una notte d’inverno.



Non voleva chiudere gli occhi, non poteva chiudere gli occhi, se lo faceva i ricordi l’assalivano. Ma era tanto stanca, sentiva le palpebere pesanti, quasi fossero ricoperte di piombo, e lentamente le chiuse…

 

[flashback]

Il sole era nascosto dalle nubi quel giorno, ne aprofittò per uscire fuori e scappare al suo consueto allenamento quotidiano.

Era seduta su un praticello, a pochi passi da lei un rivolo del fiume Selva scorreva placidamente, era largo circa due metri e profondo altrettanto, lei non stava facendo nulla di paticolare e stava seduta a gambe incrociate su una roccia.



Il rumore di alcuni passi la distolse dai suoi pensieri “Cosa ti ha portato qui, Principe?” chiese senza voltarsi, aveva imparato a riconoscere il rumore dei suoi passi “Tu, sei scappata di nuovo” la risposta era velata da dell’ apprensione “Avevi promesso che non lo avresti fatto più, sai quanto mi preoccupi per te” le disse, raggiungendola e sedendosi affianco a lei  “Mi dispiace, stamattina non ce la facevo più a restare dentro le mura…” spiegò, lui rimase in silenzio e temette di averlo offeso o fatto preoccupare troppo.



D’un tratto si sentì afferrare per la vita e sollevare dalla roccia “Oh, cosa stai…!” finì in acqua prima di continuare la frase, riemerse sputacchiando “Uccidermi; sarebbe il tuo brillante piano?” gli domando mettendo il muso “No, questo era per fartela pagare!” gli occhi color del cielo di lu scintillarono, fu una delle poche volte in cui accadde.



“Grazie, volevo proprio farmi un bagno e dovresti provare anche tu l’acqua!” lui sbarrò gli occhi e la ragazza ne approfittò per saltargli addosso e trascinarlo in acqua con sé.

Finirono sotto, in vortice di bollicine e di gambe. Riemersero senza fiato “Avete fatto ciò a vostro rischio e pericolo, ora ne pagherete le conseguenze!”.

Il pomeriggio passò così, tra le scherzi, le risate di cui solamente gli alberi lì vicini  furono testimoni.



Alla fine uscirono e si lasciarono cadere sull’erba, nel tentativo di asciugarci coi raggi del crepuscolo “Tu lo sai che il Re ci ucciderà, non appena avrà visto le nostre condizioni, vero?” lui rise e si avvicinò di più all’amica “In realtà sono uscito solo per darti una cosa” le sussurrò all’orecchio .



“Davvero? E se non me la dovevi dare questa cosa, cosa avresti fatto? Mi lasciavi qui fuori?” chiese, lievemente imbarazzata di averlo così vicino “No, chiudi gli occhi” la fec mettere a sedere, Tauriel sentì qualcosa di freddo circondarle il collo e quando li riaprì vide una collanina il cui ciondolo era un microscopisco dimantino, imbrigliato in microscopici fili d’argento.



“A te piacciono così tanto le stelle che ho pensato di regalartene una”…

Aprì gli occhi di scatto, si tirò su a sedere cercando di respirare lentamente e di riprendere il controllo delle sue emozioni *Sta calma…è solo un ricordo…sta calma…* si alzò e raggiunse la finestra, sperando che l’aria della notte potesse giovarle in qualche modo * Se almeno ci fosse qualcosa che mi aiutasse a sentirti vicino…qualsiasi cosa…a parte questa* strinse il piccolo gioiello e si lasciò andare a terra, scivolando lentamente lungo la parete e riprese a piangere, con la testa fra le ginocchia.

Sola, in silenzio.



Nessuno udì le sue lacrime e nessuno venne a consolarla, non quella notte.

 

͂*͂

Legolas cavalcava in silenzio, cercava di non pensare e di non voltarsi indietro.

Si pentiva sempre di più di questa sua scelta, la scelta di ubbidire a suo padre invece di rimanere con lei, sfidarlo e affrontarlo come era giusto che facesse.



Ma…



Ma non lo sapeva neppure lui cosa gli era preso, semplicemente l’abitudine ad ubbidire era prevalsa su tutto e, come al solito, suo padre era riuscito a vincere. Come ogni dannatissima volta.



Nelle orecchie gli rimbombava ancora il saluto di lei, la rivedeva ovunque e sentiva il suo profumo come se fosse il vento stesso. Anche lui veniva assalito dai ricordi, aveva anche lui paura di fermarsi a riposare e di alzare gli occhi verso la volta stellata che lo sovrastava.

Le stelle gli ricordavano lei.



[flaschback]

“Legolas posso dormire con te, stanotte?” una vocina piccola e sommessa giunse alle sue orecchie “E’ per il temporale, Riel, ti fa paura?” lei annuì e scivolò verso l’amico “Sì, ho paura che il cielo possa cadere” era ancora piccola, l’aveva presa in braccio, come molte volte aveva fatto la sua balia, e portata vicino alla finestra “Guarda, piccola, il cielo non cade se tuona o lampeggia” lei si strinse di più e, quando tuonò di nuovo, si nascose nel petto di lui “Ho paura, posso restare?” chiese con la sua vocina smorzata dai singhiozzi che cercava di trattenere, l’elfo annuì e Tauriel fece un piccolo sorriso “Grazie!”.

Gli si era accocolata contro, alla ricerca di calore e protezione.

 “Legolas?”

“Dimmi, piccola peste”

“Noi resteremo amici per sempre, vero?”

“Certo, niente e nessuno mi porterà via da te, Tauriel, te lo prometto”.






Urlò al ricordo di quella promessa, lei ci aveva creduto e chissà quanto stava soffrendo in quel momento.

Incitò in cavallo a correre più veloce, la povera bestia era sfinita, ma non osò opporsi alla volontà del suo padrone e aumentò l’andatura, mentre sullo sfondo si stagliavano i Porti Grigi.

͂*͂

La nave era già pronta, si stavano sistemando le ultime cose e poi sarebbero partiti. Avrebbero abbandonato la Terra di Mezzo per sempre, era un viaggio senza ritorno quello.



Re Thranduil osservava il carico di vino che veniva messo nella stiva, i due elfi che stavano trasportando su e giù, manovravano le botti con delicatezza, senza mostrare il minimo segno della fatica fisica a cui erano sottoposti.



Per l’ennesima volta, Thranduil, controllò se suo figlio stava effettivamente arrivando o no, gli era arrivato il suo messaggio e aveva ordinato che le navi, erano solo due, venissero fatte preparare immeditamente.



Ancora una volta le sue parole, scritte o dette a voce non importava, erano riuscite a convincerlo, Legolas si era arreso docilmente alla sua volontà.

Ma non riusciva a sentirsi pienamente soddisfatto da tutto ciò, si sentiva in colpa e lui non si era mai sentito così da almeno…almeno…non lo sapeva neppure lui quanto tempo era passato dall’ultima volta che si era sentito veramente triste o dispiaciuto per qualcuno.

Sospirò ed abbassò lo sguardo *Che cosa ho fatto?* si chiese, erano strani quei ripensamenti, ma ora era troppo tardi.



O forse no?



Un cavallo si avvicinò, Legolas ne scese, scuro in volto e con gli occhi ancora rossi per le lacrime che durante il viaggio si era concesso di versare “Benritrovato, figlio mio” lo salutò l’elfo più anziano, il Principe si inchinò rigidamente al genitore e quando gli occhi chiari di suo figli incontrarono i suoi, Thranduil riconobbe nel suo sguardo la stessa tristezza che aveva provato centinai di anni prima, alla morte di Roitare*1 e si odiò per ciò che stava facendo a suo figlio.



Il ragazzo fece qualche passo verso di lui, poi ad un tratto si fermò, lo vide abbassare il capo e mordersi il labbro.

Quando lo guardò di nuovo negli occhi non vide lacrime o tristezza, ma una luce nuova e determinato, la luce che brilla negli occhi di chi per amore sarebbe disposto a morire.

“Adar*2, io non posso partire”.

 

*1. Roitare →letteralmente vuol dire cacciatrice, è un nome elfico, ma non appartiene al nostro caro Sindar, bensì al Quenya.

La moglie di Thranduil era una guerriera e ho cercato un nome che potesse rispecchiarla in qualche modo.



*2. Adar → padre.

♣♠♣



Angolino autrice:

Hi!

Allora…vi è piaciuto? Forse ho esagerato con il melodramma, ma…per chi mi conosce sa quanto io mi diverta ad infliggere orribili torture spicologice a quelle tre poverette che hanno il fegato di recensirmi.



Sto scherzando, comunque sappiate che è solo un capitolo di passaggio, è la prima volta che ne scrivo uno, ma li odio già!



Un avviso, e spoiler, per il prossimo capitolo…la figura di Tauriel non comparirà molto, ma non preoccupatevi, è ancora in cantiere e probabilmente riuscirò a darle un microscopico angolino.



NOVITÀ:

↓↓↓↓↓↓↓↓↓

1. Di recente ho scoperto che le storie Legolas♥Tauriel si chiamano Legriel, non è un nome super?



2.Hanno aperto una senzione, nei Film, dedicata interamente a Lo Hobbit! È praticamente vuota, io l’ho scoperta per caso e ho voluto scriverci subito na Legriel[o Legoriel, il significato è lo stesso]♥♥♥!!



Cosa aspettate ad andare lì, a riempirla on OS, FF o simili?!?!?!

Su, su…ANDALE!!



Sara☺

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Forever and always ***


n.d.a

personalmente ritengo che il capitolo farà felice qualcuna, ma manderà in confusione qualcun'altra.
stavolta non ho avvisi solo...BUONA LETTURA!!!


Capitolo 23
forever and always

 

Il re fissò suo figlio negli occhi, c’era una luce diversa negli occhi di quello che un tempo era stato un piccolo elfo biondo che aveva paura del buio, era come se avesse perso la sua innocenza, chiamo a sé Idil*1, l’elfa che da anni aveva preso il posto di Tauriel, e le ordinò di dire ai timonieri di non prepararsi alla partenza.

Scese dunque a terra e si avvicinò a Legolas, il ragazzo rimase fermo al suo posto, ma gli occhi seguirono ogni mossa del genitore.
 “Dammi una buona ragione per restare” ordinò aspramente il Re, quell’inconveniete stava rallentando i suoi piani, anche se dentro di sé era sinceramente curioso, ma tentava di apparire il più scocciato ed arrabbiato possibile “Credo che lo conosca già questo motivo” si limitò a dire Legolas, continuando a fissarlo negli occhi “Ancora lei?!” Thranduil sbuffò scocciato da quella notizia, lei riusciva ad arrivare ovunque “Cosa ci trovi in una Silvana, esilita per di più, di tanto bello e di grazioso? È inferiore a te in tutto e per tutto…” si interruppe, vedendo gli occhi del figlio lampeggiare di rabbia e disgusto.

Si odiò ancora di più per questo, perché stava facendo del male a suo figlio, perché quello sguardo era abituato a vederlo negli occhi dei suoi nemici, ma non era affatto preparato a vedere il suo bambino, per quanti anni potesse avere per lui rimaneva sempre tale,  guardarlo in quel modo e qualcosa dentro di lui si spezzò…

Costringendolo a rivivere un momento che aveva cambiato per sempre la sua vita, che aveva segnato il suo destino…

[flashback]

Il cervo che stava cacciando emise un lamento, era stato colpito da una freccia, ma non sua.
Una giovane elfa dai capelli castani e gli occhi grigi emerse dalla vegetazione, camminava con tanta grazia che si poteva paragonarla ad un angelo, si avvicinò al cervo e, con un solo e rapido colpo, mise fine alle sofferenze della povera bestia.
Come ipnotizzato da un’apparizione celeste, Thranduil, uscì a rilento dal suo nascondiglio e la vide irrigidirsi nel sentire il rumore dei suoi passi “Calmatevi, non voglio farvi del male, mia signora” l’elfa sorrise “Non credo che mi si possa definire una signora, giovane elfo” Gli disse “Qual’è il vostro nome?” domandò, incuriosito “Roitare, la cacciatrice”….


Tornò bruscamente coi piedi per terra, Legolas lo stava ancora fissando e lui lo guardò meglio negli occhi. Erano gli occhi di un uomo innamorato, gli occhi di un uomo che aveva amato.

 “Ti sei unito a lei…” mormorò con un filo di voce, il giovane elfo sorrise, ma non parlò “Non avete pensato all’immensa quantità di regole e tradizioni che stavate infrangendo?” chiese “No, come immagino non ci abbia pensato neanche tu quando ti sei unito a mia madre”.

Non voleva essere offensivo, ma quella considerazione colpì Thranduil nel profondo.
Roitare, suo figlio gli ricordava Roitare, in lui c’era la forza di suoa madre, il suo sguardo, le sue parole.
Non sapeva come, ma ogni volta che a guardava Legolas, rivedeva il sorriso che gli aveva fatto la sua amata quando lo aveva preso in braccio per la prima volta…

 *Cosa devo fare con te, figlio mio? Lasciarti tornare da lei forse?* era molto simile alla domanda che suo padre gli aveva posto molto tempo prima, ma sapeva che Legolas tra lei ed il regno avrebbe sempre scelto lei.
Sempre e per sempre.

Quando aveva, misericordiosamente, accettato la povera orfanella dai capelli fulvi non poteva neanche lontanamente immaginare cosa sarebbe accaduto per mano sua, quanti pericoli e quanti piccoli miracoli la piccola figlia della foresta fosse destinata a fare o alle cose che era destinata a vedere.

O la legame  eterno creatosi tra lei ed il Principe. Era incredibile da come dal’amicizia si passasse all’amore, ma erano emozioni, e senzazioni, che lui stesso aveva sperimentato.

Che lui stesso poteva comprendere.

“Non voglio vederti diventare come me, se posso non voglio che tu diventi un vecchio arido e senza cuore, come me” disse, nemmeno lui sapeva da dove saltassero fuori quelle parole, ordinò ad Idil di far portare un cavallo più riposato “Vai da lei figlio mio e salva il tuo amore, stringila anche da parte mia e dille che le voglio bene e che vi attendo nell’Ovest”.

A quelle parole Legolas abbracciò il vecchio elfo, come non faceva da tanto, tanissimo, tempo, Thranduil si irrigidì perché inabituato a contatti così intimi, ma alla fine strinse forte il figlio.

“Ti voglio bene…papà
“Anche io… piccolo principe”.
 

͂*͂
 

 

Come fai a dormire nello stesso letto dove hai fatto l'amore con una persona
e questa persona è lontana?


Per quanto Tauriel ci avesse provato, a dormire, quella non era la sua notte fortunata, quel materasso aveva ancora l’odore di lui.
Nella sua testa riviveva ogni singolo secondo di quella bellissima ed indimenticabile notte.

Il suo sorriso, gli occhi che brillavano quando lo chiamava amore, le sue carezze, i suoi baci, il modo in cui riusciva a farla sentire unica semplicemente sorridendole.

 Dopo una notte passata a sopravvivere ai ricordi si diresse verso la sala del trono, doveva parlare con Aragorn di una cosa molto importante, forse quella l’avrebbe etichettata come una delle decisioni che avrebbero cambiato per sempre la sua vita.

Lo trovò che parlava con un servitore piuttosto giovane, ma che sembrava pratico nel suo mestiere, teneva in mano alcune lettere e da come le maneggiava si capiva la loro importanza.

“Chiedo scusa per l’interruzione, ma vorrei parlarti, mio signore, se non sei troppo occupato” disse, il servitore fu congedato con più fretta di quanto si aspettasse, Aragorn le stava rivolgendo tutta la sua attenzione in quel momento, aveva persino sospeso un discorso di chi sa quale importanza per lei, e si sentì ancora più in colpa.

“Sto per partire” annunciò, senza guardarlo negli occhi “Come stai per partire, vuoi forse perderti il matrimonio?” le domandò, sconcertato, l’uomo “Oh no,no…non mi perderò il tuo matrimonio, partirò dopo la cerimonia” spiegò “E dove pensi di andare?”.
“Penso che vagherò per la Terra di Mezzo, fino a quando troverò un luogo che non mi ricordi lui” Aragorn sospirò, ma non la criticò in nessun modo “Puoi spiegarmi perché qui non va bene?” azzardò, sperando di non essere troppo indelicato

“Perché…perché lui è ovunque qui…tra queste mura ci siamo amati e tutto sembra volermelo ricordare…io…non ce la faccio più, davvero”  Aragorn sospirò più forte “Tauriel…ti prego, non partire. Tu… a noi piaci, ti prego, sono sicuro che lui tornerà. Me lo sento nelle ossa” annuì ripetutamente mentre parlava l’elfa dai capelli rossi lo fissò, parve riflettere un attimo su quelle parole
“Tre giorni, per favore, resta ancora tre giorni e se al termine di questi non torna potrai andare” l’uomo strinse di più le lettere e rivolse uno sguardo di supplica all’elfa.

“D’accordo, ma solo tre giorni” concesse, l’uomo esultò e sorrise “Non è che sai qualcosa che io non so?” gli domandò l’elfa, insospettita da quelle lettere e da quel comportamento “Io, ma cosa dici?!?!” la spinse fuori dalla sala.

“Non ho nulla da nasconderti, io!”

*1→Indil, letteralmente giglio, sempre dal Quenya.

♣♠♣
 

Angolo autrice:

E così, il nostro carissimo, Aragorn giura di non avere nulla da nascondere…sarà poi vero?
☺Che dire, lo so che la situazione si sta lentamente incasinando, ma è necessario per il prossimo/i prossimi capitolo/capitoli!☻
Scommetto che qualcuno ha già intuito cosa potrei fare, succede anche in molti film d’amore! ♥
Ringrazio le quattro poverette che sono sopravvissute all’ultimo capitolo, ragazze meritereste una statua!♥♥♥♥

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** The voice of memories ***


Capitolo 24
the voice of memories

 


Una delle migliori sensazioni del mondo è quando abbracci qualcuno e questo ricambia, stringendoti più forte.
Henry-charles-bokowski.


 

Il portone venne fatto aprire non appena il viaggiatore fu abbastanza vicino, il suo cavallo era molto stanco, sarebbe stato meglio passare per il cortile e portare il destriero nelle stalle, ma non dovevano farsi vedere e quindi lo lasciò direttamente all’ingresso.

Non appena giunse nella piazzetta un nano gli corse incontro “Eccoti, non ci speravo più!” bofonchiò acchiappando il nuovo arrivato per un braccio e trscinandolo dentro al palazzo, cosa resa ridicola e complicata dalla differenza di altezza tra i due.

 

͂*͂
 

Di nuovo la folla.

Tauriel si rese conto di non sopportare a lungo lo stare pressata tra milioni di persone, la sensazione dei corpi sudati, accalcati l’uno contro l’altro, le faceva mancare l’aria, ma fortunatamente riuscì ad uscirne e a raggiungere i quattro Hobbit.

Sam aveva avuto il tempo di conquistare una certa Rosie, in realtà girava voce che si stessero per sposare pure loro, non appena il giovane intravide l’elfa le corse incontro “Rosie, questa è Tauriel, l’elfa di cui ti ho parlato!” disse, stringendo la mano alla Hobbit dai capelli ricci accanto a lui, Rosie contemplò a lungo il volto senza età della Silvanan e ammirò i fini capelli rossi che stavano perfettamente composti sulle sue spalle, i suoi invece erano molto ribelli e schizzavano un po’ ovunque nonostante i numerosi lacci con i quali sperava di tenerli a bada“E’ un piacere conoscervi di persona” fece una piccola riverenza, a Tauriel divenne subito simpatica.

 Fu Gandalf a presiedere la cerimonia, lo sposo era arrivato in anticipo e, come era tradizione tra gli Umani, ʺaspettavaʺ la futura moglie.
 Arwen arrivò qualche minuto dopo che tutti ebbero preso posto, era magnifica nel suo abito candido, realizzato interamente con tessuto leggero dai migliori sarti che fossero riusciti a trovare.

Era senza maniche, con il corpetto rigido e la gonna grandissima, senza strascico, ma con un piccolo velo fissato da una forcina di zaffiri, regalo di Gimli, all’acconciatura.

C’era un solo aggettivo per definire la figlia di Erlond in quel momento: bellissima.

Dopo le consuete “parole iniziali” con le quali il ministro presentava la coppia, riassumendo la loro vita e aggiungendoci qualche particolare divertente per allentare l’emozione, i due ricevevano una coppia di anelli, portati da Rosie stessa, e si scambiavano le promesse e gli anelli.

“Io prendo te, Arwen, per amarti ed onorarti, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà; finchè morte non ci separi.”
“Io prendo te, Aragorn, per amarti ed onorarti, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà; finchè morte non ci separi.”

Gandalf sorrise, strizzando l’occhio ai membri restanti della Compagnia, e disse, con voce chiara ed emozionata: “Per le autorità conferitemi da me stesso vi dichiaro marito e moglie, puoi baciare la sposa!”

L’applauso venne spontaneo, Tauriel dovette trattenere Pipino che voleva a tutti i costi fischiare, i due neo sovrani di Gondor passarono in mezzo alla folla, che si scostò per rendere loro più facile la camminata, tenendosi per mano e sorridendo.

L’elfa sospirò, guardando il sole al di fuori della finestra, il terzo giorno stava volgendo al termine e di Legolas non c’erano notizie, non era tornato e la speranza di rivederlo prima del tempo si affievoliva di secondo in secondo.

Cercado di essere il più allegra possibile seguì la folla, decisa a godersi le ore che rimanevano.

Il sole iniziava a morire all’orizzonte.

͂*͂

Mezzanotte.

I tre giorni erano ufficialmente scaduti, ora sarebbe partita, ma non sapeva ancora dove sarebbe andata, forse avrebbe esplorato come mille volte aveva sognato di fare, oppure avrebbe cavalcato fino al villaggio umano nel quale aveva vissuto e si sarebbe ristabilita là.

Mentre prendeva in considerazione tutte queste ipotesi si stava dirigendo verso il cavallo che Aragorn aveva fatto preparare per lei, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di poter ascoltare ancora una volta la voce di lui.

 “Sei proprio sicura di questa tua scelta?” le chiese Arwen con le lacrime agli occhi, Tauriel annuì “Sì, mia signora, è la cosa più giusta da fare…forse troverò qualcosa che mi aiuterà ad andare avanti, in qualche modo” Marry tirò rumorusamente su con il naso “E dove andrai?” lei si inginocchiò davanti ai quattro e al nano “Ancora non lo so, ma troverò sicuramente un posto dove stare e saprò prendermi cura di me” assicurò, mentre Sam tratteneva a stento le lacrime, accompagnato da Rosie e Gimli, e l’elfa dei boschi li abbracciò uno ad uno “Ci mancherai, se capiti dalle parti della Contea non farti problemi a bussare a casa Baggins, d’accordo?” la invitò Frodo, quando venne il suo turno “Verrò sicuramente, come potrei perdermi le feste che così tanto mi avete decantato?” si rialzò, arruffando i capelli a Pipino.

Si avvicinò al cavallo e afferrò le redini, pronta a partire.

“Scusatemi”.

Quella voce.

La stessa voce che aveva accompagnato per anni la sua infanzia, che l’aveva rimproverata e corretta quando era in errore, che le aveva sussurrato parole dolci all’orecchio quando aveva avuto paura o l’insicurezza aveva preso il sopravvento.

“Scusatemi, io non ho voce in capitolo?”

 

♣♠♣
 

Angolo dell’autrice, leggermente influenzata:
holà carissime/carissimi!
Chi vi parla è una Sara_3210 con un principio di influenza, ma non abbiate timore, non sono contagiosa.

Questo capitolo come vi è sembrato?
Immagino che molte di voi abbiano già indovinato il propietario della voce e fatto dei collegamenti con l’insolito comportamento di Aragorn…☻
Cosa farò fare a questa combriccola di simpatici pagliacci?
“Questo è tutto da vedere”.
hahahahahah!!!

mi scuso per la scarsa lunghezza, ma mi è uscito così.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Strong arms able to protect ***


angolo autrice;

hi!

Visto che sono una ragazza di parola ecco qui il seguito, tanto atteso dalle “mie compagne di sventura”.

Qyìuesto capitolo è dedicato a tutte voi; Chacky_321, Sofi01, SARUCCIOLA, GretaGrace, SLYTHERINALWAYS e infine un microscopico spazio per una ragazza che non recensisce mai, ma che ha un nickname unico…taurielandlegolas!

Una saluto alle persone che mi hanno messa tra le preferite, seguite o ricordate, questo capitolo annuncia la drammatica scivolata verso l’epilogo♥☻…

Buona lettura!


PS: è corto, ma ricco di contenuti ....[Valar, lo spero proprio]



 

♣♠♣

 



Capitolo 25

Strong arms able to protect




 

Legolas fece un passo in avanti, facendo in modo che la luce lunare illuminasse la sua figura, l’elfa nel frattempo non aveva osato girarsi e guardarlo in viso. Gli altri si affrettarono a sparire dentro al palazzo, lasciandoli soli.



“Tauriel?”la chiamò di nuovo lui, la giovane si voltò di pochissimo “Sei davvero tu, non sei un sogno?” domandò, con voce tremante, durante il dormiveglia le era capitato più volte di sognarlo tornare, erano gli incubi peggiori che avesse mai fatto, quando stava per prendergli la mano tutto svaniva e lei si svegliava “Perché dovrei essere un sogno?” le chiese, avvicinandosi sempre di più, le appoggiò una mano sul fianco destro e lei si voltò lentamente, con le lacrime agli occhi “Se fossi un sogno non potrei toccarti, o fare questo”

Le prese il viso tra le mani e la baciò, con dolcezza, con amore.



Tauriel si sentì sciogliere non appena le loro labbra si toccarono, avevano passato così tanti giorni lontani e la voglia di barciarlo era tanta! Quel sapore sempre fresco e dolce la mandò in estasi, si voltò completamente verso di lui, ma non si staccò, e gli cinse il collo con le braccia, ricambiando. Sentiva le sue mani accarezzarle la schiena, il suo petto alzarsi ed abbassarsi con irregolarità, il suo profumo tanto buono e maschile…

“Mi sei mancata” bisbigliò, non appena si staccarono, lei arrossì e lui sorrise “Ecco, quando arrossisci sei ancora più bella, amore mio” la Silvana affondò il viso nel suo petto “Anche tu mi sei mancato, mio principe” mormorò, giocherellando coi bottoni della sua camicia.



 “Come mai sei tornato?” Legolas le accarezzò i capelli “Perché tu eri qui e non potevo andarmene se non venivi anche tu” le spiegò a bassa voce, mentre lei si ostinava a nascondersi contro di lui “Ho avuto paura di non rivederti più” gli confessò, l’elfo le sorrise di nuovo e le riprese il viso fra le mani



“Ho una voglia matta di baciarti…” le diede un bacio casto sulle labbra, ma non lo approfondì e quando si staccò l’elfa gli fece il broncio “E voglio farlo ancora…” lo fece di nuovo, staccandosi prima che lei avesse il tempo di ricambiare e mettendo a dura prova l’autocontrollo di Tauriel.

Per l’elfa era la più dolce delle punizioni, gli sfiorò le labbra con il pollice e lo baciò, mentre un tuono rimbombava nel cielo sopra di loro. Ma anche quando incominciò a piovere non si staccarono, il mondo aveva smesso di esistere.



͂*͂

 

“Ti faccio compagnia stanotte?” quelle semplici parole scatenarono dentro Tauriel una tempesta di emozioni, in ricordo di cosa era accaduto l’ultima volta, un piacevole brivido le percorse la schiena “Come potrei dire di no?”



Dopo appena qualche secondo si ritrovarono avvinghiati sul materassso, il tempo delle parole era finito, le mani presero a cercarsi e ad intrecciarsi, i bottoni saltarono dagli occhielli, alcune cuciture non ressero alla troppa passione e si strapparono, ma nessuno dei due se ne curò.

Esistevano solo loro due in quel momento, la distanza che avevano dovuto affrontare li rendeva ancora più dolci e delicati, a volte  giustamente impazienti, nello sfiorarsi.



Legolas le baciò dolcemente la pelle della pancia, mentre lei gli accarezzava le spalle, era qualcosa di unico ciò che stavano facendo, entrambi sembravano aver atteso a lungo quel momento e, dopo un ultimo bacio, si unirono.



Se questa volta il dolore ci fu, Tauriel non lo sentì, la gioia di poterlo amare ancora una volta, quella di poterlo sentire dentro di sé nuovamente, erano talmente potenti da oscurare tutto il resto.



Iniziarono a muoversi come due ballerini, seguendo la musica creata dal dai battiti dei loro cuori, la sinfonia dei loro sospiri.

Si completarono di nuovo, e fu mille volte più bello.

Si specchiarono l’uno negli occhi dell’altra, mentre accadeva, e per la prima volta dopo tanto tempo Tauriel si sentì di nuovo a casa, al sicuro, tra due braccia forti che erano in grado di proteggerla.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Looking Ahead ***


Angolo autrice;

ciao, credo proprio che questo sarà il mio ultimo capitolo. Poi passerò al tanto odiato Epilogo, forse diviso in due parti. Spero che vi piaccia, che vi venga volgia di lasciare un commentino o simili♥.
Vi adoro, anche se non vi conosco e vi didedico questo capitolo.
È tutto vostro, cosa aspettate a tuffarvi nella lettura?
Sara3210

 

♣♠♣

 

 

 

Capitolo 26

Looking Ahead
 

 

“-Tu mi fai impazzire.
-Perché?
-Perché mi piaci. Mi piaci troppo. Mi piace come mi guardi,come mi baci,come mi abbracci, come mi parli e mi dici sempre che sono bella. Poi mi piaci come dormi la notte,come ti svegli la mattina, mi dici “buongiorno piccola” e mi sorridi e sorrido anche io perché sei proprio bello, e continuo a sorridere quando torno a casa e ripenso a te senza motivo. Allora so che sto impazzendo e che sei tutto ciò che voglio. Sempre.”

- qualcuno su Tumblr

 


La prima cosa che Tauriel vide quando si svegliò completamente, cioè quando decise che non era un sogno e non sarebbe svanito, furono due occhi azzurro ghiaccio fissi nei suoi e un sorriso conosciuto.

“Buongiorno, amore mio” un paio di labbra calde si posarono su quelle della rossa, l’elfa ricambiò quel piccolo bacio mattutino e accarezzò i capelli al compagno “Buongiono, da quanto tempo è che mi guardi?” domandò, raggomitolandosi contro di lui.

“Da quando mi sono svegliato” Tauriel sbuffò, insoddisfatta della risposta “Ma va, credevo fossi capace di vedere anche mentre hai gli occhi chiusi!” in tutta risposta le arrivò una cuscinata, la Silvana acchiappò “l’arma” e la rilanciò a Legolas “Sei talmente poco specifico che se ti chiedessi quando sono diventata così importante nella tua vita, tu mi diresti 'quando ho iniziato a considerarti più di un’amica'!” lui fece un sorriso furbo, balzandole addosso all’improvviso e schiacciandola sotto di sé “Esattamente sono passati: seicentosettantanni, cinque mesi, otto ore, tredici minuti e sesantatre secondi” lei deglutì sonoramente “Accipicchia, sei più bravo coi numeri di quanto pensassi” Legolas rise, affondando il viso nell’incavo del collo della compagna “Ho solo tenuto il conto” bisbigliò, lasciandole un piccolo bacio sulla pelle della spalla.



͂*͂

 

Non appena scesero vennero accolti da un sonoro: “Io ve lo avevo detto!” urlato da Pipino e Gimli, erano tutti radunati lì sotto, ad aspettarli “Detto cosa, esattamente?” volle sapere il Principe, Marry fece un sorrisone “Che sareste scesi tardi, molto, ma molto, tardi” lo hobbit mosse le sopracciglia su e giù, facendo ridere il resto della compagnia, compresa Rosie.
 “E che ore sarebbero?” chise Tauriel “Quasi mezzogiorno, avete saltato le due colazioni hobbit, se avete fame potete sempre chiedere qualcosa alle cuoche” suggerì la voce pacata di Gandalf, i due rifiutarono la gentile offerta.

Il tempo trascorse velocemente, tra gli scherzi e le storielle, il pomeriggio divenne sera più presto del solito e dovettero prepararsi per la cena.
Anche la cena sembrò durare fin troppo poco, a tavola parlarono principalmente del fatto che il giorno dopo tutti sarebbero dovuti partire, i cinque hobbit dovevano fare ritorno nella Conte, mentre Gimli era atteso a casa, Gandalf aveva da riprendere alcune faccende importanti e loro? Loro non lo sapevano ancora cosa avrebbero fatto di preciso, o dove sarebbero andati, ma solo una cosa era certa…

Sarebbero rimasti insieme, sempre e comunque.

Quella sera Tauriel uscì sul terrazzino della camera che divideva con il suo elfo, si appoggiò alla balaustra, guardando le stelle e sospirando “Sei triste, piccola?” un paio di braccia muscolose le cinsero la vita “Se mi chiami un’altra volta così giuro che non so cosa ti faccio” lo avvertì, cercando di sembrare minacciosa, ma lui ghignò con fare malinzioso “Davvero? Potrebbe essere interessante” le bisbigliò, avvicinando le labbra all’orecchio, lei si irrigidì nel sentire il suo respiro sulla pelle “M-ma cosa vai a-a pen-pensare!?” farfugliò con gli occhi spalancati, il Principe le depositò un bacio sul collo “Sono solo…sì, triste, presto tutti partiranno e ho paura di non rivederli mai più” confessò, chiudendo appena gli occhi e imponendosi di non soccombere alle sue carezze “Potremmo sempre metterci in viaggio pure noi, c’è così tanto da vedere e abbiamo tempo…”

 La fece sedere sul parapetto, facendo in modo che desse le spalle al vuoto sottostante, e si sistemò tra le sue gambe, mentre le gambe di Tauriel gli circondavano i fianchi “Certo che abbiamo tempo, per la prima volta non ci corre dietro nessuno” l’elfa voltò la testa verso il cielo stellato, sospirando e pensando a quanto fosse felice in quel momento “Tutta l’eternità” le disse, riavviandole dolcemente una ciocca di capelli “E’ lunga, l’eternità” sussurrò piano, Legolas sorrise “Almeno potremo goderci del tutto i piaceri della vita” mentre parlava l’aveva fatta scendere e aveva ripreso a stringerla, guardandola negli occhi “Chi sono io per dire il contrario?” con sorriso rientrarono, chiudendosi la finestra alle spalle.

 

͂*͂

 

Così alla fine partirono tutti, Aragorn ed Arwen si predisposero a salutarli senza noiose manifestazioni pubbliche.

Frodo si avvicinò ai due Eldar “Dove andrete?” volle sapere, sinceramente curioso “Un po’ in giro, non sappiamo nemmeno noi dove andremo” gli rispose il Principe “Allora, se capitate dalle parti della Contea non disturbatevi a passare, Casa Baggins è sempre pronta ad accogliere nuovi ospiti” Tauriel gli arruffò i capelli “Non dimenticheremo certo questo invito, puoi star certo che capiteremo da quelle parti di sicuro!” sorrise e si abbassò ad abbracciarlo “Allora è solo un arrivederci” i due annuirino, Frodo fece per andarsene, ma si bloccò e tornò indietro “Mio zio mi ha chiesto di salutarvi, si ricorda di voi e della Battaglia” disse il giovane, i due elfi si scambiarono uno sguardo, mentre il passato tornava a galla.

Ma oramai ci si stavano abituando, i ricordi non fanno mai male e se fanno male non sono ancora ricordi. Quel lontano giorno d’inverno entrambi avevano scoperto parti di lor ancora nascoste e che il dolore a volte è solo un modo che il Fato usa per avvicinare le persone.
“Il suo nome è Bilbo Baggins, lo conoscete?” chiese Frodo, scrutando le espressioni impassili dei due “Sappiemo chi è, digli che ricambiamo molto volentieri i saluti” disse Legolas, sorrridendo e Frodo annuì piano per poi andarsene.

Tauriel fissò il suo compagno, intrecciando piano piano la propria mano con quella di lui
“Fa ancora male parlarne?” le chiese, lei scosse la testa “No, sono riuscita a perdonarmi, grazie a te” aggiunse, parlando a voce bassa, Legolas l’attirò piano piano a sé.

 “Ti amo” bisbigliò, prima di baciarla.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Epilogo-Namarie, mellon min ***


Capitolo 27

Epilogo
Namarië, mellon min

 


122 anni dopo
 

La notizia li aveva scossi profondamente, sapevano della situazione in cui si trovava Aragorn, ma la lettera era disperata e annunciava che Re Elassar stava per esalare l’ultimo respiro. Le sue condizioni peggioravano di secondo in secondo. I due elfi non ci avevano pensato due volte e si erano lanciati al galoppo il più in fretta possibile.
Dopo qualche giorno le mura di Gondor si erano distinte davanti al loro, fortunatamente non avevano preso dimora fissa, la lettera li aveva scovati mentre si trovavano da quelle parti, e raggiungere la città era stato facile.

Tauriel contemplò con gli occhi tristi le torrette, le mura di cinta, il portone e il piccolo cortile davantti ad esso * Possibile che anche i Re più giusti e meritevoli debbano lasciare questa Terra?* trovava sciocche persino lei queste riflessioni, ma ricordare tutti i momenti trascorsi fra quelle mure, dentro il budello di quei corridoi, la faceva stare meglio, molto meglio.
Strinse la mano del compagno, cercando lo stesso calore che anni prima riusciva a farle passare la paura del buio, quando Legolas si girò e le sorrise in quel suo modo tanto speciale, sentì il suo cuore scaldarsi e la morsa di panico calmarsi leggermente. Continuava ad avere paura, la stessa paura che hanno tutte le creature di fronte alla morte, ma la presenza di lui al suo fianco l’aiutava a mantenersi stabile.

A non crollare, non del tutto, come sempre.
 

Percosero un corridoio che pareva non finire mai, Larissa, una delle due figlie di Aragorn, aveva il compito di scortarli al capezzale del genitore.
Nessun figlio avrebbe mai dovuto trovarsi in quella situazione, ma per quelli con un genitore mortale era una sfida che prima o poi capitava, Larissa era una bella ragazza, con gli occhi luminosi, il capelli castano scuro e le curiose orecchie a punta, regalo del sangue elfico, che rendevano ancora più insolito e misterioso quel viso con tratti umani e perennemente cupo, come se la giovane pensasse troppo.
Il sangue elfico le aveva “rallentato” lo sviluppo, appariva come una graziosa principessina di appena diciasette anni, mentre avrebbe dovuto essere molto, ma molto, più grande.
“Eccoci, entrate pure, noi staremo fuori” fece un debole sorriso di incoraggiamento, per poi aprire la porta in legno e scomparire nella stanza accanto.
 

La stanza era male illuminata, delle pesanti tende di velluto scuro schemavano la finestra, impedendo hai raggi del sole di entrare e conferendo al luogo un’atmosfera ancora più lugubre. Sdraiato nel suo letto, e sorretto da alcuni cuscini, stava Aragorn, meglio conosciuto come Re Elassar. La nuova guida degli Uomini, la speranza della Terra di Mezzo. Ma ogni cosa bella doveva giungere alla fine, adesso perfino lui andava spegnendosi nel suo letto di morte.

La prima dei tre figli, Dorlas, stava in piedi accanto al letto, sistemandogli una pezza bagnata sulla fronte, appena li vide lasciò cadere il panno e bisbigliò: “Padre, sono arrivati” Aragorn si mosse appena, emettendo un suono rauco e secco, e con la mano le fece segno di andare.

“Benvenuti, amici miei, temevo di dover morire senza salutavi” sussurrò, non appena la principessa si chiuse la porta alle spalle, Legolas gli sorrise “Non fare il melodrammatico, sapevi che saremmo venuti” si avvicinarono al letto del malato lentamente, senza staccare gli occhi dal suo viso “E’… qui con te?” a quella domanda i due si scambiarono un’occhiata “Sì, la mia compagnia è qui con me, non la vedi?” l’uomo fece per ridere, ma fu sorpreso da un attacco di tosse improvviso e un fiotto di sangue schizzò sulla camicia del pigiama “Non preoccupatevi…coff, coff…è un difetto dei miei occhi…non distinguo colori e forme bene come una….coff, coff…volta” l’elfa sorrise e lo aiutò a sistemarsi meglio sui cuscini.

Parlarono del tempo che avevano trascorso insieme, degli anni appena passati e della Guerra dell’Anello.
“E voi? Io mi sono ‘sistemato’ con Arwen e i ragazzi, voi invece non avete messo al…mondo un solo bambino in tutti questi anni…coff, coff!” Tauriel arrossì e distolse lo sguardo dall’uomo che sorrideva ebete accanto a lei, mentre l’elfo scoppiava a ridere “No, a dire il vero non ci abbiamo mai pensato”.
 Aragorn rivolse ad entrambi un tremulo sorriso “Per voi la vita è lunga, avete tutto il tempo per pensarci…coff, coff…mentre qui…- fece un smorfia, trattenendo la tosse- qui si è giunti al capolinea…” gli occhi ciechi guizzarono sui loro volti, mentre entrambi cercavano di non dare a vedere il loro dolore nel perdere l’amico, per poi posarsi sulle tende nere “Fa brutto, oggi?” chiese all’improvviso “No, è una bella giornata, siamo quasi alla fine di Settembre” rispose Tauriel “Allora, perché le tende sono tirate?” chiese di nuovo Re Elassar, i due non seppero cosa rispondere, si limitarono ad aiutare il vecchio Re, mentre questi diceva di sapersi reggere i piedi da solo, e aprirono la vetrata e lo sorreggevano nel raggiungere il balconcino.

L’uomo gettò il capo all’indietro, respirando a fondo l’aria del pomeriggio e sedendosi sulla sedia che Legolas gli aveva portato. “E’ bello qui fuori, c’è più silenzio…coff, coff…o forse sono le mie orecchie” l’elfa sorrise, vedendolo guradrsi intorno come un bambino, e non osò dirgli che il silenzio esisteva solo da lui perché sotto c’era un gran confusione “Voi dovete far ritorno a Valinor, o meglio partire…coff, coff..ma non sperate di riuscire a convincere Arwen, è testarda come un mulo…coff,coff…” fece un gesto con la mano, per enfatizzare meglio le parole, e si voltò nella loro direzione.

“Le sentite anche voi, le voci, intendo?” domandò, con aria stranita, Legolas lanciò uno sguardo preoccupato alla comapagna, evidentemente il Re era in balia di una delle sue ‘visioni’, le stesse che Eldarion aveva descritto nella lettera “Quali voci?” domandò gentilmente Legolas “Sono voci strane…coff, coff…tra di loro mi pare di riconoscere quella di mia madre…coff, coff…” Tauriel gli sorrise con dolcezza, avvicinandosi di più a lui “E cosa ti dice?” il viso di Aragorn parve rasserenarsi, come se la voce esistesse davvero e gli stesse parlando veramente in quel momento “Mi dice che ho finito… che posso andare adesso…lei mi…coff, coff…mi sta aspettando” mormorò il Re degli Uomini, il Principe gli posò una mano sulla spalla, con fare rassicurante e, trattenendo le lacrime, disse: “Forse, è il caso che tu la raggiunga”  la sua voce tremanva, mentre pronunciava quelle parole “Davvero, tu cosa ne dici, Tauriel?” sentendosi chiamata in causa, l’elfa, si sistemò accanto a lui e gli prese una mano “Sì, penso anche io che dovresti andare”.

Il vecchio Re si sistemò meglio sulla sedia “Sono molto stanco, forse avete ragione…coff, coff…forse dovrei andare…dopotutto, è solo un viaggio” così dicendo, iniziò a chiudere gli occhi.
Piano piano, senza alcuna fretta, respirando per l’aria di Arda. Sentì la carezza dolce del vento sulla pelle, sembrava quasi una mano, che sfiorandolo lo attirava a sé, come se volesse guidarlo verso una nuova direzione. *Questo non è il vento, questa è al voce di mia madre …è passato tanto tempo dall'ultima volta che l'ho udita...* pensò, abbandonandosi sempre di più sulla sedia.

“Losto v̈e, mellonamin”.


͂*͂
 

All’arrivo della notizia, Arwen lanciò un grido, mentre si accartocciava lentamente sul pavimento con accanto Larissa. Dorlas ed Eldarion rimasero immobili, resi pallidi e muti dalla inaspettata, e orribile, notizia. Fuori dalla finestra il campanile di Gondor suonava a morto, per le strade la gente si immobilizzò e nelle menti di tutti si apparve un solo pensiero: “Il Re è morto.”

͂*͂

 

Il funerale si svolse due giorni dopo, il cielo era leggermente nebuloso sopra le teste dei concittadini. Eldarion amministrò l’intera cerimonia, parlò di chi era stato suo padre e raccontò di come lo aveva sempre visto lui, come un padre affettuoso e disponibile.
Alla fine la bara venne deposta dove chiunque potesse vederla. Il popolo sfilò davanti, per dare un ultimo saluto al Re e l’ultimi furono Arwen e i suoi figli. La Regina si accasciò sul cadavere del marito e pianse.
 Dorlas aiutò la madre a riprendersi, bisbigliandole parole rassicuranti e portandola in un’altra area del giardino, seguita da Larissa.
 


͂⃰͂

 

Sarà quel sorriso, ancora sdentato, che farà innamorare di te chi lo saprà vedere"
-
 Massimo Gramellini

 

Al termine della cerimonia, Tauriel si allontanò barcollando dalla calca, alla ricerca del suo elfo dagli occhi azzurri, ma non trovandolo decise di uscire e di aspettarlo all’aria aperta.
Si sentiva molto stanca,le gambe non riuscivano a reggerla bene, come dopo una lunga corsa, non aveva idea di cosa potesse essere e non lo trovò molto preoccupante. Dopotutto, era stata in piedi per molto tempo, durante il funerale, quindi attribuì a quello la sua stanchezza.

Si sedette sui gradini, guardando la piazzetta davanti a sé, e ricordando dei momenti che aveva vissuto, alcuni anni prima. I raggi del sole accarezzavano dolcemente le mura bianche della città.
 Nel momento stesso in cui si sedette la sensazione si attenuò, ora si sentiva molto meglio, si rilassò. Non era la prima volta che quella sensazione veniva a tormentarla, ma continuava a ripetersi che non era nulla di preoccupante, senza però riuscire a convincersi del tutto.
 Una cosa ancora più strana era l’improvviso ritardo, di solito le mestruazioni era molto puntuali, del resto era ancora giovane e fertile, ma non poteva negare di non aver mai avuto un ritardo in vita sua, anche se cinque giorni erano parecchi. Quella stanchezza improvvisa la spaventava non poco, era sempre stata un parsona attiva, non certo una in grado di collassare al suolo dopo un’ora passata in piedi e adesso le sue gambe apparivano più gonfie e pensanti.

*Coraggio, non è nulla di cui preoccuparsi…*si disse, rialzandosi faticosamente in piedi, barcollò come un’ubriaca per qualche metro, poi cercò di darsi contegno e si sforzò di non lasciarsi sopraffare da quella stanchezza.
Rientrò a palazzo, interrogandosi su cosa avrebbe dovuto fare, dirlo a Legolas? Tenere tutto questo per sé ed ingnorare il ritardo? D’un tratto, mentre stava per decidersi, venne urtata da…un pentolone.

Una delle cameriere, mentre passava, non l’aveva vista, appensa si accorse dell’errore si scusò e arrossì.
 Tauriel cercò di tranquillizzarla con un sorriso, ma una nausea improvvisa l’assalì, l’odore pungente della minestra le stava dando molto fastidio e temette di vomitare “Mia signora? State bene?” chiese la cameriera, spaventata dal suo improvviso mutamento di espressione, l’elfa scosse il capo con vigore “No…io…mi viene da…” si premette le mani sulla bocca, soffocando il primo conato che minacciava di uscire, la ragazza fu abbastanza sveglia da capire la situazione e tentò di sorreggerla. Ma, per quanti sforzi facesse, Tauriel non riuscì a trattenersi, le sue ginocchia cedettero definitivamente e vomitò sul pavimento.

 

͂⃰͂



Fortunatamente la cosa finì abbastanza presto, avrebbe voluto alzarsi e andarsene, ma la balia della principessa Dorlas glielo impedì.
Iniziarono una lunga discussione, fatta di battibecchi e di risposte taglienti, alzarono talmente la voce che Dorlas non potè non udirle.
Tauriel, dopo il primo conato, era stata guidata nelle cucine, Dorlas stava dirigendosi lì per informare le cuoche che la madre non vleva mangiare e quel bisticciare continuo attirò la sua attenzione.
Si sporse leggermente nella stanza laterale dove il bucato veniva prima lavato e poi appeso ad asciugare, era una stanza che si collegava alle cucine, tramite una porticina, piena di enormi tini di legno, odorosa di sapone e risonante di chiacchere e risatine, ma quel giorno era particolarmente silenziosa, anzi deserta, quindi le due voci erano udibilissime dall’esterno.

Dorlas per poco non scoppiò a ridere, durante il periodo della sua infanzia, Greta, la balia, non aveva avuto problemi a farsi ubbedire senza fiatare, ma con quell’elfa aveva trovato pane per i suoi denti. Rimase in disparte ancora per qualche secondo, per poi uscire allo scoperto.

“Insomma, mia signora, volete starmi a sentire?!” stava urlando Greta, l’elfa Silvana la fulminò con lo sguardo “Allora, sentiamo cosa avete da dire, ma vi prego di sbigarvi, ho altro da fare”quando tentò di alzarsi, la donna si piantò di nuovo davanti a lei, impedendole di passare, di norma Tauriel l’avrebbe ignorata e le avrebbe girato intorno, ma le sue gambe le permettevano solo di stare seduta, era dannatamente stanca e dannatamente nervosa.

Continuare ad essere gentile con quell’Umana diventava ogni secondo più difficile, era scorbutica e puntigliosa, voleva a tutti costi dire ciò che sentiva di dover dire e pensò fosse meglio assecondarla un altro po’. Forse, una volta detto, l’avrebbe finalmente lasciata in pace, magari sarebbe riuscita a raggiungere camera sua e si sarebbe potuta riposare un po’.

 “Non penso che una donna, pardon, un’ elfa nelle vostre condizioni debba andarsene in giro come se nulla fosse!” sbraitò Greta, l’elfa sgranò gli occhi “Quali condizioni?” chiese, con voce fievole, l’anziana matrona sorrise, soddisfatta, e continuò “Voi non vorrete credermi, ne sono certa, ma sono anche certa del fatto che siete incinta! Dentro di voi sta crescendo un bambino, mia signora, è per questo che siete stata così male!” annunciò, gesticolando come una forsennata per dare più enfasi alle sue parole, Tauriel per poco non cadde dal minuscolo sgabello su cui era seduta.

Lei? Lei era incinta? Non poteva essere!

Dorla avanzò, capendo che era venuto il momento di dire qualcosa, mise una mano sulla spalla della vecchia Greta e sorrise in modo contenuto “Perdonatemi, ma non ho potuto fare a meno di ascoltare l’ultimo pezzo della conversazione” Tauriel scosse piano la testa, per far capire che non le dava affatto fastidio, la principessa continuò “Mia cara amica, in tutti questi anni Greta ha sempre avuto ragione su questo genere di cose, ma permettimi di dare un occhiata…” dopo un cenno affermativo da parte dell’elfa, si avvicinò e le pose una mano sulla pancia.

Dorlas aveva sempre avuto un dono, non sapeva nemmeno lei se venisse da suo nonno o meno, ma toccando la pancia di sua madre, quando era incinta di Larissa, aveva sentito la bambina ridere nella sua testa e pensò che poteva funzionare anche quella volta.
Non appena toccò la pancia dell’elfa, una scarica di emozioni e sensazioni la invase, una piccola voce femminile le risuonò nella mente.

Mi senti, riesci a sentirmi? Dì alla mamma che sto bene, che sono forte, anche se devo ancora crescere,
che andrà tutto bene e che papà la ama tanto.
Lo sento, lo percepisco pure io che sono qui dentro, da come l’abbraccia o da come la bacia.
Mi piace quando si baciano, io sento che si amano, è bellissimo.
Sono piccola, ma ho già tutti gli organi, è gia stabilito che avro i capelli rossi e gli occhi azzurri, che sarò femmina e che…

 

Dorlas si staccò improvvisamente, interrompendo quel fiume di parole, Greta la sorresse prontamente, mentre Tauriel si avvicinava. La principessa allontanò la vecchia balia con un gesto, per poi avvicinarsi all’elfa, la tensione e un groviglio di emozioni complesse si stagliavano negli occhi verdi di Tauriel, sicuramente era spaventata da quello che sarebbe potuto succedere e Dorlas capì che doveva essere sincera con lei.

“E’ vero, amica mia, sei incinta”

 

♣♠♣


Angolo autrice;
hello people, come state?

Sono qui solo per auguravi buon San Valentino e un altro paio di cosette.
1. Ho aggiornato di pomeriggio e mi sto gasando per questo in un modo che voi non potete nemmeno immaginare
*balla la macarena con Gimli e Gandalf*
2. Mi scuso per l’immenso ritardo, ma può capitare a tutti la settimana piena e questa volta è toccata a me. Tranquille, per la seconda parte vedrò di sbrigarmi!☻
3. Temo che la seconda parte sarà mooooolto più corta, in fondo troverete scritto: “RINGRAZIAMENTI” grande così, siete in tantissime ad avermi affiancato e quindi vi meritate quella sciritta enorme!♥
 4.Questo è il mio ultimo spazio-autrice!:(

Sara 3210

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Epilogo-the end of all things ***


Capitolo 28

Epilogo
the end of all things


 


Come dirglielo?
Questa era stata la domanda che in quei giorni l’aveva tormentata di più in quei giorni, in più aveva dovuto fare attenzione ai suoi pensieri, se glieli avesse letti sarebbe stata la fine, o forse no? Dopotutto, avrebbe solo scoperto la cosa da solo, nulla di preoccupante…
*Invece è preoccupante…molto preoccupante, fin troppo* si disse, cercando di controllare il tremito improvviso delle sue mani, allungò una mano per afferrare uno dei suoi pugnali e lucidarlo, ma questi le cadde di mano, tintinnando. Era seduta sul ponte della piccola nave che li stava portando a Valinor, poco distante da lei c’era Gimli, il quale sapeva già tutto della gravidanza, ma che aveva giurato di non dire una sola parola. Era molto strano che un nano si trovasse a viaggiare verso Valinor, ma il merito di quella straordinaria eccezione era di Dama Galandriel.

Ogni volta che aveva chiesto i particolari di quella storia insolita, Gimli era solito a perdersi nelle infinite descrizioni dell’elfa, dei suoi capelli dorati e delle vesti candide, così Tauriel aveva rinunciato, preferendo tenere quella curiosità per sé.
“Sai, ragazza, credo che dovresti dirglielo” bofonchiò Gimli, soffiando un anello di fumo dalla sua pipa “Sai, non pensavo di dirglielo all’ottavo mese, ma sto cercando di trovare il momento più adatto…” tentò di spiegare lei, il nano sbuffò “Oh, insomma, da noi è più facile: tesoro, ti informo che sono incinta! Fine della storia” l’elfa dai capelli rossi lo fissò, a metà fra il divertito e lo sconvolto “Sì, così poi c’è il rischio che si prenda un colpo, tra noi elfi una gravidanza è una cosa piuttosto seria” spiegò, riprendendo a lucidare il pugnale.

Il nano scosse la testa, fingendosi abbattuto “Cara mia, forse tu ci hai fatto l’abitudine, ma le tue nausee sono leggermente sospette, se ne accorgerà, prima o poi, non è certo un emerito idiota!” la parola “nausee” fece storcere la bocca a Tauriel, non era ancora abituata a mostrarsi così debole, ma oramai determinati odori erano in grado di ribaltarle lo stomaco e non riusciva ancora a farci l’abitudine.
“Allora, glielo dirò, solo…mi manca il coraggio, ecco” ammise infine, fissando lo sguardo sull’orizzonte, non aveva idea di quanto tempo fosse passato dalla partenza, i giorni erano stati talmente veloci che non aveva voluto sprecare tempo a contarli. Udì dei passi leggeri dietro di sé, avrebbe riconosciuto ovunque quella camminata, fissò i suoi pensieri su qualcos’altro.

“Di cos’è che stavate parlando?” le domandò, accomodandosi accanto a lei, Tauriel sussurrò lievemente, colta alla sprovvista “Di niente di particolare, a proposito, dov’è finito?” chiese, cercandolo, il nano sembrava essere sparito e per assurdo le venne in mente che potesse essere caduto in mare, ma naturalmente Legolas lo avrebbe ripescato, come la volta precendente.

“Mi sta sostituendo al timone, gli ho spiegato la rotta più volte, spero che non sbagli”  l’elfo lanciò uno sguardo nella direzione del timoniere, solo per vedere Gimli intento a lottare con l’arnese di legno “Mi sa che non è stata proprio una scelta azzeccata” commentò Tauriel, a voce bassa, per poi storcere il naso, colta alla sprovvista dalla nausea “Stai bene?” le accarezzò dolcemente i capelli, lei chiuse gli occhi, abbandonandosi al suo tocco per qualche istante “Non preoccuparti, sarà un po’ di mal di mare” lo rassicurò, aprendo di nuovo gli occhi.
Dalla sua postazione Gimli mimò con le labbra un “E diglielo!” piuttosto convinto, ma l’elfa scosse appena il capo, sperando che capisse che non riteneva quello il momento più adatto, ma sarebbe arrivato e lei sapeva che avrebbe dovuto affrontare quell’argomento, volente o nolente che fosse.

 

 

͂*͂

 

Qualche notte dopo si svegliò da un sogno piuttosto burrascoso, mentre tornava faticosamente alla realtà, si accorse di essere sola “Legolas?” chiamò piano, ma nessuno rispose, forse era semplicemente uscito a prendere una boccata d’aria oppure stava al timone, dirigendo la barca anche nel cuore della notte. Anzi, nel cuore della notte non proprio, visto che mancava poco all’alba.

Uscì fuori, cercandolo, era uno di quei momenti in cui aveva bisogno delle sue braccia e dei suoi baci. Si ritrovò a pensare a quando le capitava da bambina, gli incubi le apparivano fin troppo spaventosi per riuscire ad affrontare il resto della notte da sola, allora si alza e usciva in corridoio, diretta verso la camera del suo “fratellone”, dove un paio di braccia forti erano in grado di proteggerla da tutto e tutti.

L’aria notturna era fresca e piacevole, si sentì subito meglio, fortunatamente non aveva nausee, alzò lo sguardo verso il cielo e sorrise. A qualche metro da lei, appoggiato al parapetto della nave, c’era lui. Gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla quando fu abbastanza vicina  “Che cosa stai pensando?” gli chiese a bassa voce, Legolas si voltò con calma verso di lei, cingendole la vita con le braccia “Pensavo che ultimamente sei molto strana, Riel” disse, l’elfa arrossì di colpo, abbassando lo sguardo “Dipende a che cosa ti riferisci” bisbigliò, il Principe le sollevò il mento, guardandola negli occhi “Hai dei pensieri molto…incoerenti, in più sembra che stai perdendo la fiducia in me, tu hai qualcosa, ma non me lo vuoi dire” Tauriel gli accarezzò dolcemente una guancia “Io mi fido di te, è solo che…che…” fece un profondo respiro, sgomberando la mente da ogni sorta di pensiero razionale, quelli la bloccavano e basta, facendola pensare troppo.

“Ti ricordi quando qualche giorno fa mi hai chiesto se stavo male ed io ti ho risposto che era colpa delle onde?” azzardò, sforzandosi di non abbassare uno sguardo un’altra volta, lui annuì “Ecco, io…io ti ho mentito…” disse in un soffio, Legolas le si fece più vicino “Perché?” domandò con voce dolce “Perché io…” gli prese una mano e se la poggiò sulla pancia “Perché sono incinta”.

Il viso di Legolas si aprì in un sorriso, mentre abbassava lo sguardo sul ventre della compagna “Non può essere, na min ôl*1 , è una cosa bellissima” bisbigliò inginocchiandosi davanti a lei e poggiando l’orecchio sulla sua pancia “È bellissimo, Tauriel, non ho altre parole per descrivere quello che sento” Tauriel si inginocchiò a terra a sua volta, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo ripetutamente “Scusami…scusami, avrei voluto dirtelo prima, ma mi mancava il coraggio” confessò, l’elfo scosse la testa, aiutandola ad alzarsi “Non importa, meglio tardi che mai” le sussurrò all’orecchio, stringendola forte a sé, la rossa chiuse gli occhi e si abbandonò alla sua stretta.

Alla fine ci era riuscita, non poteva crederci, aveva avuto così tanta paura che si arrabbiasse…che sciocca che era stata!
De veleth e-Guil Nin*2” mormorò Legolas, affondando il viso nei suoi capelli rossi, lei sospirò e gli accarezzò la schiena “Le mel, meled nin*3, non mi stancherò mai di dirlo” rispose, sciogliendosi appena dal suo abbraccio e baciandolo con passione.

D’un tratto si irrigidì e si staccò da lui di botto “Cosa succede, stai male?” le chiese, confuso e preoccupato, lei scosse la testa “Voltati, credo che siamo arrivati” disse a mezza voce, il Principe si voltò lentamente, il suo sguardo fu catturato dal profilo dei monti di Valinor e dallo schizzo appena accennato del suo porto.

Erano arrivati, finalmente potevano dirsi a casa.


 

§

 


Qualche centinaio di anni dopo…


E così si conclude la storia d’amore dei miei genitori, dopo il loro sbarco accadero molte cose, a cominciare da un abbraccio tra padre e figlio e per finire con un piccolo banchetto, in onore della bambina che sarebbe dovuta nascere.

Sono cresciuta coi racconti di battaglie passati, di guerre alle quali entrambi hanno preso parte, con le descrizioni dei paesaggi rigogliosi e dolci della Conte, gentilmente fornite dal mio maestro di scrittura creativa, Bilbo Baggins. Con la leggenda della Reconquista della Montagna Solitaria, bellissime storie da racconta e, soprattutto, da ascoltare, certo, ma la mia storia preferita resta sempre la stessa…

Vi state chiedendo qual è? Eccola, avete appena finito di leggerla.

Tewel

 

The End

 

♣♠♣
 

*1→sembra un sogno.
*2→sei l’amore della mia vita
*3→ti amo amore mio.


RINGRAZIAMENTI

Potete appoggiare la mano sullo schermo del PC/tablet/Ipad/Smartphone e fingere che vi stia dando un cinque?
No, veramente, senza di voi non ce l’avrei mai fatta! Come ogni bravo scrittore, mi ritrovo a ringraziare tutti i lettori silenziosi, quelli di fiducia, ma voglio chiamare per nome alcune persone…
Per quelle che mi hanno recensita;
Legriel_2002-che sopporta i miei scleri su Whatapp, che mi fa sclerare, a volte, ma a cui voglio molto bene.♥
Sofi01-Sei un mito, ragazza mia, non ti conosco, ma mi sopporti come pochi al mondo e per questo non ti ringrazierò mai abbastanza!♥
SARUCCIOLA-viva il gelato! Hahahaha, non ti sento da un po, mi manchi tanto e ti ricordo che aspetto una tua Legriel!
ElenaElfHob- “Adesso si chiama "Annaffiare i cavalli e dare da mangiare ai fiori…capisco,capisco” hahahaha, mi farai morire prima del dovuto, grazie mille di tutto☻
GretaGrace-grazie per la tua fiducia ed il tuo sostegno, per me vale tantissimo!
Legolas_Fred_22- grazie mille anche a te per avermi aiutato in quest’avventura! Vedi di scrivere!;)
slytherinalways-Tu sei quella che al cinema piangeva perché legolas non si svegliava, meriti una medaglia! t. v.b

Per tutte quelle che mi hanno messa tra le preferite, sappiate che non ci credevo, pensavo che avessero sbagliato storia da selezionare;
ElenaElfHob_ [Contatta]
2 - Killer1323 [Contatta]
3 - Kolyma95 [Contatta]
4 - lady anya blu Cullen [Contatta]
5 - Legriel_2002 [Contatta]
6 - LilyLilian [Contatta]
7 - nikky_heat [Contatta]
8 - Nirai1235 [Contatta]
9 - saretta_delenaSS [Contatta]
10 - SARUCCIOLA [Contatta]
11 - slytherinalways [Contatta]
12 - sofi 01 [Contatta]
13 - Syb81 [Contatta]
14 - taurielandlegolas [Contatta]
15 - Thranduil_heat [Contatta]
16 - ZerrieShipper [Contatta]

 

Per quelle che mi hanno seguita;

- AsiaLuna
2 - brittbrittcucciola
3 - camilla9815
4 - crazyapple_
5 - gaerel92
6 - GretagGrace
7 - Kolyma95
8 - Legolas_Fred_22
9 - Legriel_2002
11 - saretta_delenaSS
12 - scacri


Ok, vi giuro che non mi aspettavo tutte queste 12 persone, ma quella che mi ha causato un mezzo infarto è stata gaerel92. Tu scrivi benissimo, perché segui una come me? Attendo risposte!

Per quelle che mi hanno ricordata;

Legolas_Fred_22
2 - Nirai1235
3 - saretta_delenaSS


Che altro posso dirvi?


GRAZIE, GRAZIE MILLE A TUTTI QUANTI!!!!!
 

Ci si vede alla prossima storia, non mancate, mi farebbe piacere un vostro commento!
 A presto.
Sara 3210

 

*titoli di coda*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2857754