The Hope Of Live

di lella23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap. I ***
Capitolo 3: *** Cap II ***
Capitolo 4: *** Cap. III ***
Capitolo 5: *** Cap. IV Prima Parte ***
Capitolo 6: *** Cap. IV Seconda Parte ***
Capitolo 7: *** Cap. V ***
Capitolo 8: *** Cap. VI ***
Capitolo 9: *** Cap. VII ***
Capitolo 10: *** Cap. VIII ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Erano passati tanti anni, ma ci ritornavamo sempre lì per ricordare anche se non avremmo mai dimenticato.
Ogni anno sempre lo stesso giorno ci incontravamo li per commemorare una persona… una persona speciale che ci ha cambiato la vita.
Ogni volta che la penso sorrido e piango contemporaneamente. Mi manca tanto come agli altri. Mi mancano la sua simpatia, la sua amicizia, la sua voglia di vivere. Eravamo lì a circondare quella tomba, mentre la pioggia cadeva, io insieme al mio ragazzo, gli altri e poi lui, il suo amore, che ancora cercava di non piangere mentre leggeva il suo nome e vedeva la foto.
Una sorridente ragazza, la mia migliore amica, la mia unica amica! Stiamo lì in silenzio, mentre tutti ricordano quell’anno, quel meraviglioso e maledettissimo anno in cui noi trovammo l’amore, ma lei se ne andò per sempre. Una lacrima mi sfugge e rotola sulla guancia.
Lui se ne accorge e mi abbraccia. Non so cosa avrei fatto senza di lui, davvero. E stiamo lì così mentre i ricordi entrano prepotentemente in noi…





La mia prima ff spero che vi piaccia^^ se volete che la continui ditemelo se no la cancello. La dedico alle mie amiche sperando che facciano la pace...

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Capitolo 2
*** Cap. I ***


Cap. I


Una macchina sfrecciava per la strada mentre la pioggia cadeva. Dentro l’auto stavano una donna sui 40 anni e una ragazza di 15 anni.
Regnava il silenzio rotto soltanto dal ticchettio della pioggia contro il vetro. La donna era seria e gli occhi tristi. La ragazza guardava fuori dal finestrino il volto sereno e gli occhi calmi.
Era bionda con una ciocca davanti nera, gli occhi verdi cerchiati dalla matita nera. Poteva sembrare calma e serena ma dentro stava da schifo voleva urlare, ma non poteva perdere la calma soprattutto con sua madre lì.
Si mangiò un unghia dipinta di smalto nero. Erano finalmente arrivate a casa, scesero e corsero all’ingresso. Entrate la ragazza fece per andare di sopra quando la madre le parlò
-Ti chiamo quando è pronto Ashley-
Lei annuì e corse su per le scale, al piano di sopra c’era la sua stanza. Era di grandezza media in fondo c’era la porta finestra che dava sul terrazzo, a sinistra c’erano in ordine la libreria, il comodino, il letto e la mensola per i cd. A destra un armadio e la scrivania con il computer. Le pareti erano tappezzate di poster di gruppi punk. Quello era il suo mondo dove si rifugiava da tutto e tutti.
È strano come una sola stanza possa fare così bene, un posto dove solo tu sai dove custodisci le tue cose, le più segrete. Un posto dove puoi essere quello che vuoi senza che nessuno ti giudichi, un posto dove puoi piangere senza che qualcuno ti veda.
Fece un profondo respiro, andò verso il comodino e accese lo stereo sui Good Charlotte il suo gruppo preferito. Poi si appostò al computer. Navigò un po’, dopo andò su msn e chattò con la sua migliore amica, Lesley. Le aveva chiesto dove era andata con la madre.
Ashley si bloccò dirglielo o non dirglielo? Poi sua madre la chiamò dicendo che era pronto, si riscosse e rispose:
“te lo dirò, adesso devo andare a mangiare ciao” e chiuse tutto.
Aveva deciso, non avrebbe detto niente all’amica. Certo non era giusto però non voleva che la trattasse in maniera diversa solo perché… scosse la testa. Scese per andare a mangiare.
Finito di cenare ritornò in camera, si sdraiò sul letto accese la musica e finalmente lasciò che le lacrime uscissero esprimendo il proprio dolore.

Avrei dovuto sospettare già qualcosa quando non mi disse niente. Noi ci eravamo sempre dette tutto, non ho più incontrato un’amica come lei a cui dire tutto senza remore.

Un raggio di sole entrò dalla finestra annunciando il mattino mentre Ashley dormiva. La porta della camera si aprì ed entrò la madre, la doveva svegliare visto che doveva andare a scuola.
-Ashley, svegliati che è ora di alzarsi…- la chiamò.
La bionda però mugugnò qualcosa e si girò dall’altra parte poi si alzò -Ahhh che sonno!- sbadigliò.
-Su che è pronta la colazione…- disse la mamma.
-Uffa ma devo proprio? Non ho fame!-
-Lo sai cosa il dottore ha detto!- la rimproverò la donna.
La ragazza abbassò lo sguardo, si lo sapeva cosa aveva detto il dottore, fin troppo.

Finito di mangiare andarono in macchina, la stava accompagnando a scuola.
-Ashley, vuoi dirlo a Lesley…-
-NO!!!- urlò angosciata la ragazza.
La donna fece un sospiro -Perché? Prima o poi lo saprà-
-Meglio poi che prima, mamma. Voglio che nessuno lo sappia, non voglio essere trattata diversamente, con pena! Non voglio la pietà di nessuno! Neanche la tua, mamma…- e lanciò un’occhiata dura alla madre.
Erano arrivate quando le rispose -Non è pietà Ashley! Sono…- la voce le si spezzò.
La figlia l’abbracciò -Scusa mamma non volevo…-
-Non fa niente- disse asciugandosi le lacrime.
-Ci vediamo oggi, ciao!-
-Ciao- e scese con la sua cartella a tracolla.
Si avviò verso l’edificio con la mente piena di domande senza risposta. Perché a lei era dovuto succedere? Perché doveva procurare così tanto dolore alle persone a cui voleva bene? Scosse le testa non sapendo cosa rispondere.
Era così difficile! Non poteva dire qualcosa a nessuno nemmeno alla sua migliore amica non avrebbe capito, nessuno poteva capire a meno che non avesse provato di persona… sopirò ricacciando indietro le lacrime.
–Ashley!!!- si sentì chiamare. Si girò e trovò Lesley correrle in contro, era abbastanza alta, capelli castano chiaro lunghi fino al sedere, gli occhi azzurri circondati da matita nera e la carnagione chiara.
Le fece un sorriso forzato, quel giorno non era in vena di far finta di stare bene, ma doveva per non far preoccupare l’amica.
–Ehi, mi chiedo come fai a correre di mattina…- le chiese.
La castana sorrise –Eh sai sono troppo forte!- si pavoneggiò.
Ashley roteò gli occhi –Si si certo! Basta crederci!-
-Si lo so, ma adesso entriamo non voglio già prendermi una nota alla prima ora…- e detto questo entrarono.

Non so, penso che quel giorno segnasse l’inizio della fine. Avevo notato il suo comportamento sfuggente, ma ero troppo presa dai miei problemi sentimentali per provare a chiederle qualcosa e di questo me ne pento molto…

-Ashley mi manca…- disse triste Lesley.
Il suo ragazzo si era dovuto trasferire in un’altra città le mancava tantissimo era stato il suo primo ragazzo.
Ashley sorrise comprensiva, erano all’intervallo fuori in cortile sotto un albero.
–Con il tempo il dolore si allevierà, ne sono sicura e poi chi ti dice che non ti puoi innamorare ancora?-
La castana guardò l’amica riconoscente, non sapeva come avrebbe fatto senza di lei che stava ad ascoltare ogni suo delirio.
–Sai sei saggia, sai dare ottimi consigli e sei una persona fantastica- L
La bionda rimase colpita dalle parole che l’amica, si vedeva che erano sincere. Sentì il tarlo del senso di colpa scavarle dentro il cuore. Non era assolutamente una persona fantastica.
–Dai Les non dire cazzate…- tentò di sdrammatizzare.
–Ma è la verità! Sei sempre pronta ad ascoltarmi e tu non ti lamenti mai anzi mi aiuti sempre!-
Driiiin la campanella di fine intervallo suonò e le due amica si apprestarono a tornare in classe.

La prof stava spiegando, ma Ashley non la ascoltava. Pensava alle parole che le aveva detto Lesley. Non si sentiva affatto una persona fantastica, stava mentendo alla sua migliore amica a cui aveva sempre detto tutto.
–Ashley, stai attenta se no la prof ti da la nota!- disse Lesley.
L’altra annuì. “Chissà perché fa così…” pensò la castana.

Driiiiiiiin la campanella di fine lezioni suonò, gli studenti corsero fuori dalla scuola desiderando allontanarsi da quell’edificio infernale.
Tra di loro c’erano una bionda e una castana che camminavano parlando.
–Ashley vieni da me oggi?-
-No mi dispiace, ma devo da mia nonna…-
Mentire, mentire e ancora mentire, ma non sapeva fare altro?
–Ah, va be ci vediamo domani?- domandò un po’ delusa Lesley.
Ashley annuì e la guardò andare via. Quando fu certa che non la vedesse si appoggiò al muretto vicino, non sarebbe andata dalla nonna quel pomeriggio… fece un profondo respiro e stizzita asciugò le lacrime che le erano sfuggite.
Era una situazione quasi insostenibile, non sapeva quanto ancora avrebbe resistito. Con questa consapevolezza nel cuore si diresse verso casa.




Ho deciso di postare lo stesso sperando che qualche anima pia commenti!!!! dedico questo cap a camy la mia migliore amica sperando che guarisca!!!

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Capitolo 3
*** Cap II ***


Cap. II



Ashley se ne stava in camera sua, anche se la casa era vuota. Il giorno prima il dottore confermò, le analisi erano positive…aveva un cancro al cervello.
Strinse forte gli occhi, ma le lacrime uscivano lo stesso. Era sdraiata sul letto stringendo a sé il cuscino. Le avevano dato 6 mesi di vita, solo 6 miseri mesi. Un singhiozzo le sfuggì dalle labbra serrate.
Morire… un pensiero che non si era mai affacciato nella sua mente, ma che adesso si era prepotentemente insinuato nei pensieri. Sospirò tirandosi su con il naso. Basta non doveva pensarci più, era stanca di tutto quel dolore che le gravava sul cuore.
Si alzò e andò vicino alla porta-finestra a guardare il tramonto. Aveva deciso, avrebbe passato i suoi ultimi mesi con il sorriso sulle labbra e vivendoli al meglio stando accanto alla sua migliore amica, a sua madre.
Guardò il sole morire per lei guardarlo era sempre fonte di forti emozioni e non sapeva spiegare il perché. Sopirò, si sentiva fragile come se solo un soffio di vento potesse buttarla giù…

Il mattino arrivò troppo presto o almeno questo è quello che credeva Ashley, sbadigliando si alzò e andò al piano di sotto, fece controvoglia colazione, si lavò, si vestì e prima di uscire prese le medicine che il medico le aveva prescritto, fece una smorfia, erano almeno 3 pillole.
Uscì, quella mattina sarebbe dovuta andare a piedi a scuola perché la madre era dovuta andare al lavoro presto. Stava camminando quando si scontrò contro qualcuno e finì a terra.
–Scemo, ma guarda dove vai…- sbottò la bionda.
–Scusa…- rispose una voce maschile.
Lei alzò la testa e vide un ragazzo alto, moro con i capelli corti e che la guardava preoccupato con i suoi occhi blu intenso.
Rimase lì impalata senza spiccicare una parola, incantata dalla bellezza del ragazzo.
–Ti sei fatta male?- le domandò.
Ashley sbattè un paio di volte le palpebre prima di rispondere con un balbettato –N-no- e dandosi mentalmente della scema, che figura…lui le sorrise, contento che lei stesse bene.
–Oh che stupido, mi chiamo David…- disse sempre sorridendo aiutandola ad alzarsi.
–Ashley- ripose lei un po’ confusa dalla vicinanza del ragazzo. Me che le stava succedendo, non le era mai capitato prima!
Si sentiva imbarazzata, il cuore le batteva forte e aveva come le farfalle nello stomaco.
–Scusa, ma sai dov’è la scuola superiore?- chiese lui.
Ashley a sentire la sua voce si riscosse dai suoi pensieri.
–S-si c-certo, ehm devo andarci anch’io…- rispose balbettando, ma era proprio celebroleso! Non aveva mai balbettato in vita sua perché proprio ora?!
-Bene, mi puoi fare strada?-
La bionda annuì.
Si incamminarono verso la scuola.
–Che classe fai?- domandò David.
–S-sono in seconda…-
-Anchio! Magari stiamo i classe assieme-
“Speriamo…” si ritrovò a pensare Ashley per poi sorprendersi.
–Sai , mi sono appena trasferito qui…-
-Ah, mi dispiace avrai dovuto lasciare tutti i tuoi amici…- il ragazzo si voltò sorpreso verso Ashley.
Come faceva a capire?
–Si, mi mancano molto…- ormai erano arrivati e la folla di ragazzi all’entrata aspettava solo di entrare.
–Ashley!- la chiamò Lesley emersa dalla bolgia.
Le venne vicino e si girò interrogativa verso il moro.
–Ehm, lui è David ci siamo incontrati prima, si è appena trasferito- disse un po’ imbarazzata.
–Ciao, io sono Lesley-
-Ciao- salutò lui.
Driiiin suonò la campanella e tutti entrarono poco entusiasti.

Mentre la prof spiegava letteratura, Ashley lanciava occhiate a David. Non sapeva spiegarsi quella sensazione di gioia provata quando ebbe scoperto che lui sarebbe stato nella sua classe.
Ma perché si comportava così, non lo aveva mai fatto con nessuno, era così confusa. Lesley si era accorta del comportamento dell’amica e non potè fare a meno di sorridere.

Quel giorno lo ricordo con il sorriso sulle labbra, Ashley non si era mai innamorata, mi fece quasi tenerezza la sua confusione, ero felice che anche lei avesse conosciuto l’amore…

Stavano sotto il solito albero a godersi il sole quando Lesley interruppe il silenzio.
–Carino David, eh?-
Ashley arrossì.
–M-ma c-che d-dici!?-
La castana fece un sorriso malizioso.
–Non è che ti piace?-
L’altra spalancò gli occhi e lasciò cadere i Pavesini che teneva in mano. Le piaceva David? Era per quello che sentiva il cuore battere ogni volta che lo guardava? Era per quello che aveva le farfalle nello stomaco ogni volta che lui le parlava? Il suono della campanella interruppe i suoi pensieri. Le ragazze si affrettarono a raggiungere la classe.

Il tempo era cambiato rapidamente, il sole di quella mattina era stato coperto da un denso strato di nuvole. Ashley guardava la pioggia dalla sua camera.
Pensava all’ironia di quella situazione, ora che aveva scoperto che stava per morire doveva innamorarsi. Sorrise amara, perché proprio adesso? Le lacrime uscirono, non aveva mai pianto come in quel periodo.
Scese al piano di sotto che era deserto. Sospirò non sapendo cosa fare, poi all’improvviso un’idea, talmente stupida e sciocca, ma così allettante… guardò fuori dalla finestra del salotto, pioveva ancora, bene. Si diresse verso l’entrata, andò fuori dalla porta e corse.
Correva evitando la gente che camminava con gli ombrelli
Correva scappando dal dolore di quella casa, di quella vita che troppo presto si sarebbe conclusa.
Correva cercando di non pensare, cercando un angolo di tranquillità, cercando disperatamente una via d’uscita.
Correva sentendo la pioggia battere sui vestiti, penetrarle dentro, come se potesse lavarle via quel male che dentro la divorava piano.
Correva sentendo il vento tra i capelli e sul viso percependo l’adrenalina che la faceva sentire libera e viva, VIVA! Inspirò l’aria.
Correva, era l’unica cosa importante… sorrideva felice di quella sensazione, corse fino alla spiaggia, e gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, con tutto il dolore, la rabbia,la delusione di una vita che le aveva dato solo schiaffi… poi cadde in ginocchio e ridendo guardò la pioggia che si infrangeva contro l’acqua del mare…
Ritornò a casa fradicia fino alle ossa, ma serena. Era come se avesse scaricato tutti i sentimenti negativi con quell’urlo. Sua madre le fece una strigliata per essere uscita di casa con la pioggia senza l’ombrello, ma la ragazza non se ne curava molto.
Quella sera andò a letto e ,per la prima volta da quando aveva scoperto il suo male, attendeva impaziente il giorno dopo…

La mattina Ashley si svegliò indolenzita, si sentiva un po’ scombussolata. Fece colazione e prima di andare a scuola prese le pillole.
Arrivata a scuola, quando incominciarono le lezioni dovette correre in bagno e rigettò la colazione. Fece una smorfia, il dottore le aveva detto che le medicine facevano questo effetto.
Tornò in classe dopo essersi sistemata.
–Ashley stai bene?- chiese preoccupata Lesley vedendo il viso pallido dell’amica. L’altra sorrise cercando di tranquillizzarla.
–Sto bene, non preoccuparti…-

Anche all’intervallo vomitò la merenda. Quando tornò all’albero si mise ad ascoltare l’mp3. Lesley era scomparsa, si chiese dove fosse finita, ma i suoi pensieri furono interrotti da una canzone:
“Apro i miei occhi
Cerco di vedere ma sono accecato dalla luce bianca
Non riesco a ricordare come
Non riesco a ricordare perché
Sono steso qui questa notte
E non riesco sopportare il dolore
E non riesco a farlo andare via
No non riesco a sopportare il dolore
Come è potuto accadere a me
Ho fatto i miei sbagli
Non so dove scappare
La notte va avanti nello stesso modo
In cui io svanisco
Sono stanco di questa vita
Voglio solo urlare
Come è potuto accadere a me
Tutti urlano
Cerco di emettere un suono ma nessuno mi sente
Sto scivolando fuori dall’orlo
Sono sospeso a un filo
Voglio ricominciare di nuovo
Quindi cercavo di mantenere il tempo quando non mi interessava niente
E Non riesco a spiegare cosa è successo
E non riesco a cancellare le cose che ho fatto
No, non posso
Come è potuto accadere a me
Ho fatto i miei sbagli
Non so dove scappare
La notte va avanti nello stesso modo
In cui io svanisco
Sono stanco di questa vita
Voglio solo urlare
Come è potuto accadere a me
Come è potuto accadere a me?
Ho fatto i miei sbagli
Non so dove scappare
La notte va avanti nello stesso modo
In cui io svanisco
Sono stanco di questa vita
Voglio solo urlare
Come è potuto accadere a me”*

Stava ancora piangendo. Come faceva una canzone scritta da uno sconosciuto a rispecchiarla così tanto? Scosse la testa, asciugandosi le ultime gocce salate. Ma dove si era cacciata Lesley?

Lesley si era allontanata per prendersi qualcosa da mangiare dal distributore automatico. Trovò un ragazzo che dava pugni alla macchina e urlava.
–Brutto aggeggio del cazzo! Sai solo fregare i soldi!-
La ragazza lo guardava scioccata.
Poi lui, stufo di imprecare contro l’oggetto, si girò e si trovò davanti alla castana. Dalla sua espressione capì che aveva assistito alla scenata.
Arrossì imbarazzato.
– Ehm, io sono Edward… erano gli ultimi spiccioli…- tentò di giustificarsi.
Era alto, biondo e aveva 2 occhi verdi come smeraldi. Lesley pensò che era davvero carino e poi rise.
Edward la guardò prima sorpreso poi si unì anche lui alla risata.
–Io sono Lesley- si presentò.
–Di che classe sei Lesley?-
-II A, e tu?-
-II D-.
Driiiin la campanella li interruppe.
–Oh, devo andare… spero di rivederti Lesley- e se ne andò, mentre la ragazza rimase lì a vederlo andare via…

Fu quel giorno la prima volta che lo vidi, mi sembrò buffo prendersela così tanto con una macchinetta. Sentii subito uno strano nodo allo stomaco, ma non me ne curai molto…

-Ma dove eri finita?!- domandò un po’ irritata Ashley.
–Ehm, ho incontrato un ragazzo…- fece vaga Lesley.
–Cosa?! E me lo dici così-
-E come te lo devo dire?-
La bionda roteo gli occhi, ma sorrise.
–Dai cosa è successo?-
L’altra raccontò tutto e risero insieme.
Sembrava che Ashley fosse tornata come prime, o ameno era quello che pensava Lesley.
–Cosa ti avevo detto? Ti piace Edward adesso…-
La castana sorrise dando ragione all’amica.
–Non è che per caso sei una veggente?-
-Certo i miei poteri sono illimitati!-
-Allora puoi combattere tutto!- e rise.
La bionda però si era fatta seria-
–Ci sono cose che non si possono combattere…-
Lesley la guardo perplessa. A cosa si riferiva?
–Ma cosa dici Ashley, tu sei forte. Tu puoi combattere tutto!- affermò sicura.
Ashley sospirò “Non sai quanto ti sbagli Les…” pensò amaramente.

All’uscita da scuola le ragazze incontrarono David e Edward.
–Ciao ragazza!- le salutarono.
–Noi andiamo in giro oggi, volete venire anche voi?- domandò il moro guardando speranzoso Ashley.
–Certo!- accettò entusiasta Lesley.
–Io non vengo…- disse la bionda con lo sguardo basso.
L’amica la guardò perplessa, perché non accettava quando era evidente che le piaceva David?
–Ma…- provò a dire.
–Tu vai Les, io non posso, devo stare a casa ad aiutare mia mamma. Ciao!- e se ne andò.
Che scusa patetica aveva usato… la verità era che anche se le piaceva David non voleva dargli false speranze di un futuro felice, non voleva farlo soffrire era già abbastanza farlo con sua madre e Lesley.
Perché la vita le precludeva tutto? Perché non poteva innamorarsi liberamente? Arrivata a casa si fiondò nella sua stanza, l’unico posto al mondo dove poteva ancora dire di essere serena… una domanda però le martellava in testa : sei sicura che sia per il suo bene, non è che hai paura di quello che provi?





(* è il testo tradotto di Untitle del Simple Plan)
Ecco un'altro cap!!! La storia l'ho già finita devo solo ricopiarla sul computer.
Questo cap lo dedico alla mia amica aly spero che abbia trovato il suo papagheno ^-^!!

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Capitolo 4
*** Cap. III ***


Cap. III




I giorni passavano e Ashley trattava David freddamente, con distacco. Il ragazzo rimaneva male dal comportamento della bionda. Gli piaceva, e molto anche, non sapeva spiegarsi il perché lo trattava così, non le aveva fatto niente.
Ashley vedeva che il comportamento feriva David, ma doveva farlo, per il bene di tutti e due. Avrebbero solo sofferto, me più andava avanti e più soffriva anche lei della lontananze dal ragazzo.
Invece Lesley e Edward si trovavano molto bene insieme solo che erano un po’ timidi dal dire chiaramente i loro sentimenti.

Era una normale mattina, Ashley e Lesley camminavano sulla strada per andare a scuola.
–Ashley, perché tratti così Dave?- domandò la castana.
L’altra sospirò, cosa le poteva dire?
–Non mi sta molto simpatico…- fece vaga.
–Non dire cazzate, si vede che ti piace e che ti fa male tenere le distanze. Perché lo fai?-
-Non capiresti…-
-Se me lo dici magari…-
-Non puoi capire punto e basta!- disse stizzita la bionda e accelerò il passo allontanandosi dall’amica che la guardava, sbalordita dalla sua reazione.

Ashley non voleva comportarsi così, ma non era riuscita a trattenersi. In quel periodo era troppo tesa, nervosa. Non ce la faceva più e certo le medicine non la aiutavano, le facevano vomitare tutto ciò che mangiava, i continui giramenti di tasta… invece di aiutarla la facevano stare più male di prima.
Suonò l’intervallo, gli studenti uscirono nel cortile per godersi il sole. Ashley fermò Lesley.
–Scusa per stamattina Les. Solo che in questo periodo sono nervosa…- si scusò.
La castana sospirò e le disse preoccupata –Ashley ma che hai? Sei così stana da un po’, a me puoi dirlo, lo sai…-
La bionda si morse il labbro inferiore.
Come poteva dirle che sarebbe morta? No era troppo presto.
–E’ solo lo stress, non preoccuparti!- e fece un sorriso falso che non ingannò l’amica.
“Perché continui a mentirmi Ashley?” pensò.

Era strana, sfuggente. Ero preoccupata dal fatto che non volesse dirmi niente, non capivo. Volevo sapere cosa l’affliggeva, me lei non mi diceva niente, avevo paura di aver perso la sua fiducia…

Ashley si stava cambiando nello spogliatoio dovevano fare ed. fisica. Sbuffò, di certo quella non era la sua materia preferita e odiava mettersi quella ridicola divisa che consisteva in pantaloncini e maglietta. Uscì e andò nella palestra dove c’erano già gli altri.
Lei si avvicinò a Lesley senza rivolgere lo sguardo a David, come al solito.
–Bene, ora che ci siamo tutti possiamo fare l’esercizio di oggi. Dividerò in gruppi di due che deciderò io, poi farete esercizi di palleggio a coppie-
Purtroppo per Ashley, finì assieme a David.
Con poco entusiasmo la bionda iniziò l’esercizio con il compagno. Il moro cercava di intavolare una conversazione, intanto, ma lei faceva fallire ogni misero tentativo. Andarono avanti in silenzio quando all’improvviso Ashley non si sentì bene, le girava la testa e vedeva doppio. Si tenne tra le mani la testa cercando di riprendersi, ma non ci riuscì, sentiva le forse venirle meno e svenne.
Il ragazzo la prese in tempo prima che cadesse a terra.
–Presto, portala in infermeria!- ordinò il prof.
David ubbidì. Lesley, intanto, guardava preoccupata il corpo privo di sensi dell’amica.

David portò in infermeria Ashley. La mise sul lettino dopo aver spiegato tutto all’infermiera. Si sedette affianco alla ragazza. Sperava che non fosse niente di grave, magari un calo di pressione.
–Esci un attimo devo, devo controllare alcune cose…- gli disse l’infermiera.
Lui controvoglia uscì. Stette fuori un bel po’ di tempo, ma poi potè entrare. Trovò Ashley sveglia che guardava fuori dalla finestra. Sospirò, sollevato nel vederla sveglia.
–Ciao…-
Lei si girò subito verso di lui.
–Ciao…- ricambiò il saluto con voce stentorea.
David si sedette al posto di prima.
–Come…- ma venne interrotto dalla bionda –Solo un calo di pressione, stamattina non ho mangiato niente-
Lui annuì.
–L’infermiera mi ha detto che sei stato tu a portarmi qui, volevo ringraziarti- disse formalmente.
–Non preoccuparti-
-Forse è meglio che vai in classe se no ti perdi la lezione-
David avrebbe voluto stare lì con lei, ma il tono di voce della ragazza non ammetteva repliche. Sospirando uscì dall’infermeria e andò in classe.

Ashley guardo malinconicamente la porta dove era uscito David.
Quanto avrebbe voluto che lui fosse ancora lì con lei, ma non sarebbe mai successo, lei non l’avrebbe permesso. Non era stato un calo di pressione, quella mattina si era dimenticata di prendere le medicine. Si asciugò le lacrime che erano uscite. Quanto ancora avrebbe retto?

Quel pomeriggio Ashley venne invitata da Lesley a casa sua, ma non sapeva che aveva invitato anche David e Edward e per questo accettò.
La castana aveva un piano per far mettere insieme l’amica e David , era evidente che si piacevano molto, ma la bionda teneva le distanze. Forse aveva paura di soffrire…oppure aveva paura del sentimento che provava.

Ashley arrivò alle 16:00 puntuale come al solito Lesley venne subito ad aprire, i ragazzi erano già arrivati.
–Ciao!- salutò allegra.
–Ciao…- disse la bionda guardando perplessa l’amica.
–Vieni- entrò in casa.
Sentì subito dei rumori provenienti dal salotto.
Quando sentì che erano i ragazzi fece subito per andare, ma venne bloccata dalla castana. –Ashley smettila! Affronta per una volta i tuoi sentimenti!- esclamò seria.
“Se tu lo sapessi, Les, non mi incoraggeresti…oppure si?”. Sospirando entrò nel salotto e trovò i ragazzi a giocare alla play station. La salutarono e lei rispose con un cenno del capo .per tutto il pomeriggio se ne stette in diparte, non rivolgendo a nessuno la parola.

David era stufo, era venuto solo per parlare con Ashley, ma visto che lei non faceva niente era inutile rimanere.
-Ehy, io vado…-
-Mi dispiace per Ashley pensavo…- disse Lesley ma venne interrotta dal moro che scosse la testa.
–Non fa niente…- non era vero ci soffriva.
Uscì dalla casa, camminò per un po’ e iniziò a piovere.
“Ci mancava solo questo…” penso amareggiato.
–David!- qualcuno lo chiamò, gli parve di conoscere la voce, ma scosse la testa impossibile, non poteva essere lei.
Si girò e rimase a bocca aperta nel vedere che era proprio Ashley. La ragazza gli corse incontro, ormai con la pioggia erano fradici. Arrivata davanti a lui disse, con il fiatone.
-Mi… mi dispiace per…per il mio comportamento…-
La guardò come se la vedesse per la prima volta. Ashley si sentì a disagio sotto quello sguardo, non sapeva come, ma una forza estranea l’aveva guidata lì, da lui.
–Io…tu mi piaci David, ma noi non…-
Non finì la frase perché il moro le aveva chiuso la bocca con la sua. Spalancò gli occhi sorpresa da quel gesto e dalle sensazioni che le provocava.
Chiuse gli occhi e allacciò le braccia intorno al collo del ragazzo. Lui la strinse a sé circondandole la vita. Le gocce di pioggia si insinuavano dappertutto, nei loro vestiti, tra le loro bocche che timide si erano aperte lasciando che le loro lingue si incontrassero, provocando sensazioni magnifiche.
Restarono così per molto tempo, non avrebbero voluto che quel momento finisse, ma avevano bisogno di aria. Si separarono con il fiato corto. David la guardò e sorrise
–Non sai da quanto desidero farlo…-
Ashley arrossì. Lui rise –Sei più carina quando arrossisci…- le accarezzò la guancia e la baciò di nuovo.

Intanto Lesley e Edward erano a casa.
–Speriamo che le cose si risolvano…- sospirò la ragazza.
Il biondo annuì d’accordo. Restarono in silenzio. Nessuno dei due sapeva cosa dire, ma per fortuna entrarono Ashley e David mano nella mano e fradici.
Lesley sorrise ma disse –Fermi lì! Se no mi tocca lavare il pavimento, vado prendere degli asciugamani…- e andò in bagno.

Ashley verso sera ritornò a casa accompagnata da David. Prima di entrare si baciarono ancora e si salutarono. La ragazza entrò in casa tutta sorridente. Era felice come nono mai.
Ormai tutte le sue convinzioni di tenere David lontano da lei erano crollate nel momento esatto in cui le sue labbra avevano incontrato quelle di lui.
Sentiva comunque il senso di colpa in fondo al cuore che rendeva il tutto con un retro gusto amaro. Ma decise di non pensarci, aveva deciso di vivere i suoi ultimi mesi al meglio e l’avrebbe fatto.

Ero così felice che lei avesse trovato l’amore, pensavo che così quel periodo in cui la vedevo così distante sarebbe passato, quanto mi sbagliavo…
...
Era l’intervallo e loro, come al solito, stavano al loro albero. C’era il sole e un venticello fresco che non faceva provare caldo.
–Allora tu e David state insieme…- esordì Lesley lanciandole un’occhiata maliziosa.
L’altra annuì soltanto.
–Sei di molte parole oggi…- osservò sarcastica.
Ashley sorrise –Potrei dirti lo stesso, e tu e Edward?- la castana arrossì.
–Niente…- la bionda alzò il sopracciglio.
–Bè vorrei che succedesse qualcosa, ma la situazione non si smuove-
-Sono sicura che vi metterete insieme, basta fare la prima mossa…-
-Col cavolo, è lui che deve fare la prima mossa!-
-E allora non risolverete mai se vai avanti così!- concluse sicura Ashley.
Dopo arrivarono anche i ragazzi.
David salutò con un bacio la sua ragazza mentre Edward disse solo –Ciao- Lesley.
Tra di loro scese un silenzio imbarazzato, mentre gli altri due parlavano normalmente.

Quel pomeriggio Lesley si trovò a casa di Ashley, erano in camera.
–Allora, hai deciso di fare la prima mossa?- chiese la bionda.
–Neanche per sogno! Se poi non gli piaccio? Farei una figura e basta!-
Ashley roteò gli occhi verso il cielo, la sua amica era proprio una fifona!
–Ma sa tu piacessi a lui? Non hai mai considerato questa possibilità?-
-Ehm…no…- la bionda sbuffò, cavolo si vedeva lontano un miglio che Edward era cotto di lei! –Bè pensaci!-






Salve^^ questo è uno dei cap che preferisco, spero piaccia!!
Dedico questo cap alla mia III°A resterete sempre nel mio cuore!!!

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Capitolo 5
*** Cap. IV Prima Parte ***


Cap. IV



Marzo lasciò il posto ad aprile. La situazione tra Lesley e Edward era stabile, nessuno dei due si decideva a fare la prima mossa. Ashley era tentata di fare qualcosa, ma sapeva che era una loro faccenda e non doveva mettersi in mezzo.
Poteva solo consigliare, ma dare una mano al destino non era una cattiva idea. Era in camera sua a rimuginare su un piano, quando l’occhio le cadde sul calendario… erano già ad aprile, un mese in meno, si avvicinava la data tanto temuta.
Scosse la testa, non era il momento di pensare a certe cose. Però de quando stava con David non ci pensava così tanto come prima. Sorrise, era troppo impegnata a pensare a lui che concentrarsi su altro, non vedeva l’ora di vederlo, abbracciarlo, baciarlo… sentì il campanello, scese al piano di sotto.
Aprì la porta e trovò David ad aspettarla con un sorriso. Lei sorrise a sua volta, lo baciò e gli prese la mano.
–Vieni, dobbiamo trovare un paino per quei due-
Il moro la guardò perplesso.
-Mica avevi detto che dovevamo lasciarli fare senza intrometterci?-
-Si l’avevo detto, ma se aspettiamo loro non lo faranno mai!-

Ma forse di quel piano non c’era bisogno, infatti Edward si era deciso a fare la prima mossa e adesso stava andando a casa di Lesley.
Suonò e venne ad aprire la ragazza. Lo fissò sbalordita, cosa ci faceva lì?
–Ciao- disse lui rompendo il ghiaccio.
–Ciao…-
-Posso entrare? Sia ti devo dire una cosa…-
-C-certo- andarono nel salotto.
Edward notò che i genitori di Les non c’erano, meglio.
–Cosa mi devi dire?- domandò nervosa.
Il biondo fece un profondo respiro poi la fissò intensamente negli occhi.
–Ti devo dire che…- ma venne interrotto dal telefoniche aveva preso a squillare.
–Scusami un minuto- e la castana uscì.
Il ragazzo lanciò imprecazioni a manetta, e preso da quello che diceva non si accorse che andava contro il tavolo con sopra una statua un mini David di Michelangelo. Fece cadere la statua.
–Cazzo, no!- che sfiga aveva! Prese la statua per terra, sembrava tutta intera, fece un sospiro di sollievo e la mise dove era prima. Sia accorse però che mancava qualcosa, precisamente in mezzo alle gambe. Sgranò gli occhi, cazzo! Adesso dov’era il pezzo?
Ispezionò tutto il pavimento e lo trovò, adesso c’era la questione di come metterlo. Stava cercando di attaccarlo, quando Lesley entrò di nuovo in salotto.
Lo lasciò lì e si girò per coprire il danno.
–Scusa, ma era Ashley…-
-Niente-
-Comunque cosa voleva dirmi?- la fissò intensamente e si avvicinò fino ad arrivare a pochi centimetri dalla sua faccia.
–Volevo dirti che tu… mi piaci molto- e detto questo le prese il volto tra le mani e la baciò.
La ragazza rispose subito euforica, era da tanto che lo voleva. Il biondo fu felice di constatare che anche lei partecipava. Si separarono e si sorrisero.
A Lesley cadde l’occhio sulla statua dietro.
–Ma che…-
Il ragazzo si girò e arrossì.
–Ehm..-
Lei lo fissò cercando di non ridere.
–Non l’ho fatto apposta!- disse cercando di discolparsi.
La ragazza non ce la fece più e rise. Lui la guardò sconcertato, perché rideva?
–Scusa… è che… era già rotto…- cercò di dire tra una risata e l’altra. L’altro sospirò di sollievo e rise anche lui.

Il giorno dopo a scuola Lesley informò l’amica della novità. Ashley ne fu molto felice, anche perché il giorno prima non aveva trovato nessun piano. Ora tutte e due avevano il ragazzo ed erano felici almeno in parte.

Quel periodo fu il più bello, noi con i nostri ragazzi. Lo strano comportamento di Ashley lo dimenticai in fretta, lei era tornata come prima, a parte qualche volta in cui spariva e dei pomeriggi in cui andava via senza un motivo…

-Perché non organizziamo una giornata alla spiaggia e stiamo lì a dormire?- esordì Ashley.
Erano sotto l’albero all’intervallo, c’erano tutti e quattro.
–Magari sabato…- propose Lesley, gli altri accettarono.

Ashley aveva avvertito la madre e lei le aveva dato il permesso, la ragazza era sicura che non le avrebbe rifiutato niente visto i pochi mesi che le rimanevano. Sospirò, quando avrebbe avuto il coraggio di dirlo agli altri?
Come poteva dirlo a David e rompere quello stupendo rapporto che era il loro, perché era sicura che lui saputa la verità l’avrebbe lasciata e non poteva sopportarlo. Come poteva dirlo a Lesley e cancellare quel sorriso che ormai era tatuato sul suo volto? Come avrebbe reagito?
Non voleva pensarci, ma non poteva evitarlo, non poteva mentire per sempre quel giorno sarebbe arrivato, sperava però fosse il più lontano possibile.
Preparò il necessario per sabato in uno zaino, forse quella sera lei e David lo avrebbero fatto. Sentì una strana stretta allo stomaco aveva paura, ma allo stesso tempo era sicura di volerlo fare.
Era insicura, non aveva malfatto sesso e di sicuro lo voleva fare prima di morire, ma era un passo importante e doveva pensarci bene però se era con David allora era sicura ormai era da molto che lo aveva capito… lo amava e non era un sentimento leggero come era comune tra gli adolescenti, ma profondo e radicato nel suo cuore. Aveva paura di dirlo a lui non sapeva se anche i suoi sentimenti erano così intensi.

Sabato arrivò più in fretta di quanto Ashley credeva, per quanto era sicura di quello la paura c’era comunque. Prese lo zaino e uscì dopo aver salutato la madre.
Era pomeriggio, avevano deciso di andare prima così facevano pure il bagno. Arrivò alla spiaggia dove c’erano già gli altri anche qualche loro compagno di classe che avevano avuto la loro stessa idea. Andò verso i suoi amici.
-Oh, finalmente sei arrivata. David non smetteva più di rompere- si lamentò Edward.
L’altro arrossì.
–Non è vero!-
-Si che è vero, “E dove sarà, perché non è ancora arrivata, le è successo qualcosa…”- lo imitò il biondo.
David lo guardò male e gli tirò uno scappellotto, l’altro si lamentò e iniziarono a picchiarsi amichevolmente. Lesley scuoteva la testa, sconsolata.
–Sono come i bambini, come hanno fatto a piaceri?-
Ashley rise
–Chi lo sa! Forse mettono qualcosa in quello che mangiamo…- risero tutte e due, spensierate.

Stavano seduti sulla sabbia, abbracciati a guardare il tramonto. Il sole tingeva di rosso e arancione cielo e acqua. Era uno spettacolo magnifico.
Ashley, tra le braccia del suo ragazzo, ricordava quel pomeriggio, i giochi nell’acqua, le partite e pallavolo… era stato un giorno stupendo che forse poteva finire anche meglio. Si girò a guardare David, lui fissava il mare assorto. La bionda sorrise e si guardò attorno.
Più in là c’erano Lesley e Edward, erano ancora in costume come loro. Tornò a guardare il mare e si accoccolò meglio tra le braccia del moro.
Lui le baciò i capelli e le disse -Prepariamo i sacchi a pelo?-
Ashley annuì.





Punkie Vampire: ti ringrazio di cuore x il tuo commento ti giuro ke pensavo ke nn piacesse a nessuno questa ff stavo per cancellarla!!! spero ke questo cap ti piaccia ^^ baci!!!
Dedico qst cap alla mia amica vera ti voglio bene e ti sn vicina spero tu stia meglio!!!

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Capitolo 6
*** Cap. IV Seconda Parte ***


Erano tutti nei loro sacchi a pelo, si vedevano chiaramente le stelle che di solito in città non si vedevano.
Ashley le guardava, non riusciva a dormire. Non sapeva perché, ma lì in quella spiaggia, sentiva il suo destino più vicino, pressante e quello non la faceva dormire. Sospirò uscì dal sacco con il suo pigiama fatto da una magliettina del suo gruppo preferito e si incamminò sulla sabbia che le passava tra le dita dei pied, scalzi.
L’aria era tiepida e le scompigliava i capelli. L’acqua luccicava sotto la luce dalla luna e le stelle e rendeva il luogo magico.
Respirò a fondo il profumo di salsedine. Era talmente incantata dallo spettacolo che dava il mare di notte che non si accorse che qualcuno stava avvicinando.
–Ciao-
Lei si girò di scatto e vide David, sorrise.
–Ciao-
-Anche tu non riesci a dormire?-
L’altra scosse la testa e si sedette sulla sabbia.
Lui la imitò. La ragazza si accorse che indossava solo i boxer. Arrossì un po’, non era ancora abituata a vederlo così. Erano vicini. Le loro spalle si sfiorarono. A quel contatto Ashley rabbrividì.
–Hai freddo?- le domandò tirando fuori un plaid.
–No…- sussurrò in risposta
–Allora è meglio sederci sopra, così non ci ritroviamo pieni di sabbia-
Si sedettero sopra. Dopo alcuni minuti David si decise a cingerle le spalle. Lei si girò sorpresa e si perse negli occhi blu del ragazzo. Lui si avvicinò lentamente e posò le labbra su quelle della ragazza che si accorse che il bacio era diverso dagli altri, con una nuova urgenza.
E con una passione che non pensava neanche di avere rispose al bacio. Si sdraiarono sul plaid continuando a baciarsi. Le mani del ragazzo vagavano sotto la maglietta e quelle di lei sulla schiena nuda del moro. Non l’aveva mai fatto, ma le sue mani agivano d’istinto come il corpo. David si staccò e la guardò serio.
–Io…tu lo vuoi fare?-
Lei lo fissò sorpresa poi sorrise
–Si sono sicura- disse senza il minimo dubbio.
Anche lui sorrise, sapeva che la bionda non lo aveva mai fatto.
–Sai… sono felice di… essere il primo- disse un po’ imbarazzato.
Ashley, per risposta lo baciò. Continuarono, il moro le tolse la maglietta lei si sentì imbarazzata, era la prima volta che la vedeva così. Ma continuando sentì l’imbarazzo svanire.
Le sembrava tutto così… bello, naturale. Erano ormai nudi e David entrò in lei lentamente, con dolcezza, per non farle più male. La bionda sentì un forte dolore nel bassoventre, strinse le mani che erano appoggiate sulle spalle del ragazzo.
Si chiese perché qualcosa di così bello doveva essere così doloroso. Si morse il labbro inferiore cercando di esorcizzare la sofferenza. Lui si fermò percependo la tensione del corpo della ragazza. Quando sentì che si rilassava continuò con molta delicatezza. Dolore misto a piacere quello che provava Ashley.
Insieme raggiunsero l’apice, un attimo dopo David le disse emozionato –Ti amo…-
La bionda spalancò gli occhi sorpresa mentre il cuore sembrava che le esplodesse per la felicità.
Lacrime di commozione le rigarono le guance quando emozionata anch’essa disse –Anch’io… ti amo- si baciarono.
–Non ti lascerò mai- disse sicuro lui.
Una lacrima solitaria le sfuggì “Però io si…”

Lesley, intanto, stav sveglia. Aveva visto Ashley andare, seguita da David. Sorrise, pensando che sicuramente lo avrebbero fatto. Sentì qualcuno muoversi e seppe chi era prima ancora che lui la baciasse.
–Finalmente se ne sono andati… così possiamo stare soli- disse Edward.
Lei rise e gli accarezzò la guancia.
–Vuoi…?- cercò di dire lui ma venne interrotto dalla ragazza
–Si…- e lo baciò.
I vestiti se ne andarono leggeri e ingombranti.
Lesley si sentì piena di un sentimento che non sapeva definire, sapeva soltanto che era molto forte e profondo. Sentì dolore quando il ragazzo si unì a lei, strinse forte gli occhi mentre delle lacrime le svendevano. Edward le asciugò con un dito, la baciò e prese un ritmo.
Venirono insieme. Si abbracciarono emozionati.
–Ti amo…- le disse sicuro, senza remore.
Lesley rimase sorpresa… amore… era amore quel sentimento che la riempiva? Era amore il desiderio di averlo accanto nei momenti brutti? Era amore volerlo baciare,stare tra le sue braccia? Era amore volerlo dentro di sé? Se questo lo era allora era innamorata di lui.
Il biondo stava aspettando impaziente una risposta, aveva paura che lei rispondesse che non provava quei sentimenti per lui, ma venne un –Ti amo- sussurrato quasi con timore e spazzare via ogni paura e dubbio. Un bacio per suggellare quell’amore…

La mia prima volta… fu così bella, romantica, piena d’amore, perfetta. Ricordo ogni minimo particolare di quella notte, la tengo custodita nel mio cuore. Non fu solo la mia prima volta quella, ma lo era anche di Ashley, ricordo i suoi occhi accesi di luce propria quando me lo raccontò…







Qusto cap e stato il più imbarazzante da scrivere visto che non ho mai scritto mai scene del genere ^//^!!!
Punkie Vampire: mi fa piacere che continuerai a seguire la mia ff ^-^!!! Per i tuoi consigli li ho potuti usare solo ora perchè ho postato dal computer di mio cugino ke è peggio di un generale nazzista -.-' e mi ha lasciato pochissimo tempo!!!! grazie per i coplimenti!!! spero che qusto cap non ti deluda lo so è corto ma tenterò di rifarmi!!
Questo cap lo dedico a geo anche se so che la nostra amicizia non sarà più come prima...

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Capitolo 7
*** Cap. V ***


Da quella notte le cose cambiarono, almeno per le coppie, ora erano più uniti. Le giornate passavano tra risate, carezze e baci…

-Ashley…- la chiamò Lesley.
Erano in camera ad ascoltare musica.
–Si?- domandò lei un po’ nervosa, forse le domandava perché il giorno prima non c’era.
Era dovuta andare dal dottore per degli esami, erano stati talmente dolorosi che anche ora sentiva delle fitte.
–Sono felice…- disse sospirando radiosa.
La bionda sorrise, era bellissimo vedere l’amica così gioiosa.
–Forse è meglio che vado, è quasi ora di cena… ci vediamo domani!- e detto questo Lesley se ne andò.
Ashley sospirò, sistemandosi meglio sul letto. Si sentiva stanca, i dolori non passavano ed era dimagrita di 4 chili, di certo per colpa delle cure… quei farmaci non le facevano digerire quasi niente… doveva sfogarsi quindi prese il suo diario e scrisse.
“A volte penso se la mia vita abbia avuto senso, sono qui e presto morirò, per colpa della malattia che dentro mi distrugge, molto lentamente. Che scopo c’era di farmi vivere se dopo soli quasi 16 anni morirò? Perché è capitato a me? Me lo chiedo in continuazione. Forse il mio destino è quello di morire giovane, ma ancora quella domanda che mi tormenta, che scopo ho avuto in questa vita? Nella mia vita ho conosciuto dolore, ma anche amore in tutte le sua forme l’amore verso gli amici, l’amore verso la famiglia, l’amore per un ragazzo… e si, mi sono innamorata e molto seriamente anche, al solo sentire il suo nome mi batte forte il cuore. Con lui ho avuto la mia prima volta ed è stato bellissimo. Quel giorno era, è e sarà il più bello della mia vita, non penso che proverò questo per qualcun altro. Non so… con lui accanto sogno un futuro che non posso avere e questo mi fa male… molto male…”
Smise di scrivere conscia di aver messo nero su bianco cose che aveva paura anche di pensare. Mise via il diario e guardò fuori dalla porta-finestra della sua camera il sole che si tuffava nel mare portando fine un altro giorno “Un giorno di meno…” pensò amaramente.

Correva sotto la pioggia aveva dimenticato l’ombrello a casa ed era in ritardo per entrare a scuola. Arrivò all’edificio fradicia e con i capelli che le si erano appicicati sulla faccia. Se li tolse con un gesto di stizza.
Entrò al caldo e corse in classe. Per fortuna il prof non era ancora arrivato.
–Ashley!- si sentì chiamare.
Si girò e vide il suo ragazzo, sorrise.
–Sei tutta bagnata…- osservò.
–Be, se ti metti a correre sotto la pioggia capita…-
-Già-
-Lesley?-
-Oh , lei ha bigiato con Ed-
La bionda alzò il sopracciglio.
–Con questo tempo?-
Il moro si strinse le spalle.
–Non mi hai ancora salutato…-
Lei lo guardò perplessa, poi capì.
-Scusami rimedio subito!- e lo baciò.

-Sei uno scemo!- urlò Lesley.
Era molto incazzata e ne aveva tutte le ragioni, Edward le aveva proposto di bigiare e lei aveva accettato.
Ma non si immaginava che questo imponesse che dovevano viaggiare in moto sotto la pioggia e ora aveva tutti i vestiti fradici e di sicuro si sarebbe presa una bronco polmonite acuta!!! Edward rise.
–Per due gocce quante storie-
-Due gocce!? Ma sei fuori!? Sembra il diluvio universale!!!!- affermò convinta.
–Preferivi stare in classe allora?-
-Certo che no! Ma questo non implica che devo morire affogata!-

Fu la mattina più pazza di tutta la mia vita, ero felice avevo una famiglia unita, avevo un ragazzo magnifico, una migliore amica fantastica, ma a pensarci adesso quella era solo la calme prima della tempesta…









Salve^^ questo cap lo dedico al mio amico Shy dopo tanti anni di amicizia siamo ancora qui a fare gli stupidi anche se non te lo dimostro e ti chiamo con nomi deficenti ti voglio bene e lo scrivo perchè tanto so che non lo leggerai^^!!! Al prox Cap!!!

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Capitolo 8
*** Cap. VI ***


Arrivò maggio e con esso i primi fiori. Ashley guardava dal suo balconcino l’albero fiorito in giardino. Ricordava quando ancora bambina giocava con Lesley sotto la pianta, faceva finto di essere delle guerriere che proteggevano il loro pianeta con i loro poteri e le loro spade. Sorrise malinconicamente, scuotendo la testa.
Come erano ingenue e senza preoccupazioni, ancora immerse nel loro mondo fatto di magia e mondi fantastici. La vita, però, era tutt’altro. Dura e spietata lo provava sulla pelle ogni volta che i dolori le prendevano lo stomaco e la testa, ma bastava pensare a David per dirsi che forse l’esistenza non era così crudele con lei.
Sospirò, il momento si avvicinava più in fretta di quando volesse, ma inevitabile. Non poteva più tenere nascosto il suo male, ormai le conseguenze delle cure si notavano diventava sempre più pallida e magra, la stanchezza era costantemente presente sul suo volto.
Rientrò in camera, ma ad un certo punto sentì le forze venire meno e un famigliare oscurità l’avvolse.

I tre ragazzi si stavano incamminando verso la casa di Ashley. Quel giorno non era venuta e di solito avvisava Lesley il giorno prima di scriverle i compiti.
David e la ragazza erano preoccupati mentre Edward diceva che si tormentavano per niente. Arrivarono a casa dell’amica, suonarono il campanello e gli aprì la madre di Ashley, aveva lo sguardo triste.
–Salve, c’è Ashley?- domandò la castana.
La donna sospirò addolorata.
–Entrate, è arrivato il momento che sappiate…-
I ragazzi si scambiarono uno sguardo perplesso e, con uno strano presentimento nel cuore, entrarono.

Fu terribile… quella notizia ci sconvolse, mi sconvolse. La mia amica, la mia migliore amica, malata di cancro ormai in metastasi… piansi molto, tanto e se ci penso adesso mi cade ancora qualche lacrima…

Lesley non volle crederci, Ashley non potava morire… David era immobile, e un dolore all’altezza del petto lo colpì, la sua ragazza che amava sarebbe… deglutì, impossibile anche solo pensare a quella parola.

Ashley si sveglio sul suo letto, era svenuta di nuovo. Sbuffò, la mamma l’aveva lasciata a casa, meglio. Si alzò e scese.
Quello che vide però non le piacque per niente, seppe ancora prima che qualcuno spiegasse perché quell’atmosfera così opprimente e triste poteva data solo da una cosa… sua madre doveva aver detto tutto.
Non poteva restare lì corse di nuovo in camera sua. Gli altri se ne accorsero, Lesley si alzò per prima voleva spiegazioni, si sentiva ferita dal fatto che la sua amica non le avesse detto niente. Entrò nella stanza. Trovò la bionda a guardare la pioggia fuori dalla finestra.
–Ashley- sussurrò.
L’altra si girò subito e quando al vide abbassò lo sguardo.
–Perché? Perché non me lo hai detto?!- più andava avanti più e saliva la voce.
–Les, io…-
-Les io un cazzo!!-
Ora anche la bionda si stava innervosendo, lei non sapeva niente come si permetteva di sputare sentenze.
–Credi davvero che non mi dispiaccia? Pensi che mi diverta a vedere le persone a cui voglio bene così addolorate? Sei convinta che mi piaccia stare qui ad aspettare la morte? Non sai che male sento a dover lasciare tutti e soprattutto te che hai bisogno di una amica. Pensavo che tu, tra tutti, mi avresti capita, ma è evidente che mi sbagliavo…- concluse amara.
Lesley se ne andò sbattendo la porta. Solo allora Ashley si permise di piangere. Guardò fuori dalla finestra e vide l’amica scappare, seguita da Edward. Appoggiò il viso contro i vetro freddo e chiuse gli occhi, quello doveva essere un brutto sogno non poteva aver litigato con Lesley.
Riaprì gli occhi e vide David fuori che camminava con la testa bassa. Lei corse all’esterno nonostante la pioggia, non poteva perdere anche lui, non adesso che si sentiva sola e persa. Il moro si fermò e si girò. Quando la vide gli si strinse il cuore.
Ormai erano uno di fronte all’altra, nessuno parlava, si guardava negli occhi, poi lui decise di rompere il silenzio.
–Piove…-
-Già…-
-Come quella volta…-
Un ricordo si insinuò nei loro pensieri… il loro prima bacio.
Ashley sorrise, triste.
–Io… mi dispiace- sussurrò colpevole.
Lui sorrise amaro –Anche a me-
-Capisco se non vuoi più stare con me…-
-Non dire cazzate- lei lo guardò sorpresa –Io ti amo, quando l’ho detto ero serio. Non ti lascerò per questo voglio starti vicino fino all’ultimo anche se soffrirò-
La bionda pianse e lo abbracciò forte. Singhiozzò sul suo petto fradicio. Il moro la strinse di più, era dolorosamente bello averla tra le braccia.

Lesley correva, sapeva che Edward le stava dietro, ma non volle fermarsi voleva solo correre, scappare dal dolore. Aveva praticamente incolpato Ashley di essere malata e di non averle detto niente.
La pioggia si mescolava con le sue lacrime, si fermò stremata senza neanche la forza di camminare. Edward la raggiunse subito e l’abbracciò, lei si aggrappò alle sue spalle piangendo disperatamente.
–Non… non può… non può mo-morire…- sussurrò.
Lui la strinse cercando di consolarla.
–Lei… non può, capisci? Perché? Perché non me lo ha detto?-
- Sono sicuro che ha avuto le sue ragioni-
-Sono una stupida…perché l’ho aggredita così? Anche se non mi ha detto niente che colpa aveva lei?-
-Potresti chiederle scusa…-
-Si certo, perché lei mi vorrà ancora vedere dopo quello che ci siamo dette…-
-Era solo la rabbia… ci devi almeno provare, Les, è la tua migliore amica e presto non ci sarà più…-
-Lo so…- sussurrò addolorata.

Mi sento in colpa ancora adesso per come l’ho trattata, lei non lo meritava, non meritava quel destino. Meritava solo la felicità…

Il mattino dopo arrivò troppo presto per Ashley, non voleva vedere Lesley che la ignorava, le avrebbe fatto solo male. La pioggia era finita, le strade erano bagnate e piene di pozzanghere, mentre si avviava per andare a scuola cercava di evitarle.
Stava per girare l’angolo quando si sentì chiamare –Ashley!- si girò sorpresa, ma quello che vide la sorprese di più.
C’era Lesley davanti a lei con il fiato corto segno che aveva corso.
La guardava negli occhi e non vide condanna, solo una profonda tristezza e senso di colpa, restò in silenzio, non era lei che doveva parlare.
–Ashley…- sussurrò –io… mi… mi dispiace- non riuscì a trattenersi, pianse e abbracciò l’amica.
–Sono una sciocca, una cretina… mi dispiace di aver reagito così…-
La bionda sorrise comprensiva e ricambio l’abbraccio
–E a me dispiace di aver detto quelle cose…-
Restarono abbracciate per un po’.
–Forse è meglio se ci sbrighiamo, se no arriviamo in ritardo- disse Lesley mentre si separava dall’amica.
–Già-
-Andiamo-.

Era l’intervallo e dopo aver mangiato Ashley, puntualmente, dovette correre in bagno. Mentre rigettava, però, qualcuno arrivò a tenerle la testa e ad aiutarla a pulirsi.
–Grazie Les…-
L’altra sorrise.
–Non dirlo neanche…-







Salve^^ un nuovo cap... la rivelazione!!! Comunque ringrazio tutti quelli che leggono la storia anche se i commenti sono ben accetti^^!!!!
Dedico questo cap alla mia nuova classe D3... anche se non tutti se lo meritano!!!!

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Capitolo 9
*** Cap. VII ***


Erano nel letto, nudi sotto le coperte. Il sole filtrava dalla finestra, c’era un silenzio magico, c’erano solo le loro mani intrecciate, i loro occhi che si guardavano, non c’era più il mondo reale, solo loro.
Ashley sorrise, era così felice, appagata. Poteva morire lì, senza rimpianti perché aveva tutto. Nessuno di loro due osava parlare sia per non interrompere il momento sia perché le parole erano inutili in quell’istante.

Lesley sfogliava svogliata una rivista di musica mentre la radio andava. Per quanto cercava di non pensare ad Ashley, l’idea dalle sua migliore amica morta non le usciva dalla testa.
Come avrebbe fatto senza di lei? Non ricordava un periodo della sua vita in cui non ci fosse Ashley. Erano amiche fin dall’asilo, avevano sempre condiviso tutto, si erano sempre dette tutto e ora doveva cavarsela anche senza di lei, senza i suoi consigli, senza le sue battute.
Sospirò asciugandosi le lacrime, doveva finirla non era lei la vittima… doveva cercare di aiutare l’amica in quel momento, dimostrare almeno una volta che poteva fare qualcosa per lei.

Ero decisa a fare capire ad Ashley che le volevo veramente bene e che le sarei stata vicino sempre qualunque cosa sarebbe successa…

Ashley stava seduta sul letto, doveva prendere una decisione, una decisione molto importante. Guardava intensamente davanti a sé, si passò una mano tra i capelli frustrata, quando la riabassò vide delle ciocche cadute.
Strinse forte gli occhi, buttò con violenza i capelli dall’altra parte della stanza. Nascose il viso tra le mani mentre i singhiozzi la scuotevano. No, non poteva continuare con la terapia, era già abbastanza vomitare tutto e provare quelle fitte dovunque.
La decisione ormai era presa, la parte difficile sarebbe stato dirlo a sua madre e soprattutto a David e Lesley. Sospirò afflitta, perché? Perché tutto questo a lei?
Ad un tratto sentì una fitta alla testa, se la prese tra le mani massaggiandosi le tempie. Tutta colpa di quella maledette medicine si sdraiò sul letto cercando un po’ di sollievo. Si addormentò, troppo stanca anche solo di pensare.
Lesley e Ashley stavano nella camera di quest’ultima. Cercavano di studiare per aiutarsi avevano acceso la radio.
La bionda cercava di trovare le parole per dire all’amica che aveva interrotto la chemio, quando alla radio passò una canzone.
“Forse non sai quel che darei Perché tu sia felice Piangi lacrime di aria Lacrime invisibili Che solamente gli angeli san portar via
Ma cambierà stagione ci saranno nuove rose
E ci sarà dentro te e al di là dell’orizzonte una piccola poesia
Ci sarà forse esiste già al di là dell’orizzonte una poesia anche per te
Vorrei rinascere per te e ricominciare insieme come se non sentissi più dolore ma tu hai tessuto sogni di cristallo troppo coraggiosi e fragili per morire adesso solo per un rimpianto
Ci sarà dentro e te e al di là dell’orizzonte una piccola poesia
Ci sarà dentro e te e al di là dell’orizzonte una poesia anche per te
Perdona e dimenticherai per quanto possa fare male in fondo sai che sei ancora qui e dare tutto e dare tanto quanto il tempo in cui il tuo segno rimarrà questo nodo lo sciolga il sole come sa fare con la neve
Ci sarà dentro e te e al di là dell’orizzonte una piccola poesia
Ci sarà forse esiste già al di là dell’orizzonte una poesia anche per te anche per te per te*”

Tutte e due si guardarono, delle lacrime uscirono, ma le asciugarono in fretta. Ashley prese coraggio quello era il momento.
–Les…-
-Si?-
La bionda prese un respiro e disse decisa –Ho interrotto la chemio-
L’altra lasciò cadere il libro che aveva in mano, la fissò con occhi spalancati, poi riabbassò lo sguardo e strinse i pugni.
–Perché?- sibilò –perché hai interrotto le cure?-
Ashley sospirò
–Les non mi avrebbero curata comunque-
-Ma saresti rimasta qui più a lungo!-
-Più morta che vive…- disse dura Ashley –Les, smettila è una mia decisione, non voglio passare i miei ultimi giorni rinchiusa in un ospedale, contando le ultime ore che mi rimangono… non sono masochista, non voglio prolungare la mia agonia e poi… poi non ho più la forza per combattere…- queste ultime parole le sussurrò.
–Non dire cazzate! Tu ci riuscirai, ci riuscirai- la voce si spezzò –non puoi mollare così Ashley! Non puoi lasciarci, noi abbiamo bisogno di te! Io ho bisogno della mia migliore amica-
Si abbracciarono, Lesley piangeva mentre Ashley le accarezzava la testa cercando di confortarla, che situazione paradossale, il malato che consola il sano.
–Ho bisogno che tu sia qui… perché? Perché devi morire?-
-Perché alcune cose non si possono evitare…- le rispose piangendo anch’essa.
Lo disse anche a David, lui capì la decisione e non si oppose, a cosa sarebbe servito poi?

Fu un periodo difficile e duro, e la cosa sorprendente è che lo era per noi non per Ashley. Lei stava tranquilla, non diceva niente e io non la capisco neanche ora…

-Ashley?- esordì Lesley sotto al loro albergo all’intervallo.
I ragazzi erano andati a prendersi qualcosa da mangiare.
–Si?- rispose Ashley respirando a fondo il profumo che sprigionavano i fiori della pianta. La castana si morse il labbro e giocò nervosa con un filo che pendeva dalla sua maglietta.
–Hai paura di…- non riuscì a finire. L’altra la guardò serena –No-
Lesley spalancò gli occhi.
La bionda sorrise nel vedere l’evidente sorpresa dell’amica.
–No, hai capito bene-
-Ma…ma come… come fai ad aspettare…-
Non riusciva a dire quella parola…morte e pensava che non ci sarebbe mai riuscita.
–Perché, Les, ho accettato questo tempo fa- le spiegò paziente, ma la castana non capiva lo stesso –Come fai ad accettare questo!?- l’altra sorrise leggermente –Questo non posso dirtelo, non ci sono parole per spiegare..- ed Lesley rimase con i suoi dubbi.

-Dai vieni…- propose David.
Ashley lo guardò perplessa
–E dove?-
-Questo è un segreto…- disse.
–Ok, ma solo perché sono curiosa- uscirono di casa.
Camminavano mano nella mano, il moro guidò la ragazza dove voleva portarla.
Lei fremeva dalla curiosità, chissà dove stavano andando.
–Eccoci!- disse David, a bionda si trovò davanti alla spiaggia mentre il sole tramontava.
E non una spiaggia qualunque la loro spiaggia… le vennero le lacrime agli occhi.
–Ti piace?- domandò nervoso lui.
Si chiedeva se avesse fatto bene.
-È stupendo…- rispose con voce dolce Ashley.
–Tu lo sei di più…- disse David un po’ imbarazzato ma contento che le fosse piaciuta la sorpresa.
Lei arrossì e sorrise. Lui le prese il volto tra le mani e la baciò.
“Uno degli ultimi…” penso tristemente, ma lo scacciò via. Non doveva rimuginare su questo, adesso lei era lì e questo bastava.






*"Una Poesia Anche Per Te" di Elisa.
Salve^^ spero che questo cap sia piaciuto...
Dedico questo cap alla mia nuova amica Sabry sperando che il "Suo" apra finalmente gli occhi e anche i mars XD!!!

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Capitolo 10
*** Cap. VIII ***


Era giugno inoltrato, il caldo iniziava a sentirsi, la scuola era finita e la libertà tanto agognata dagli studenti arrivò. Tra questi anche Ashley fu felice, non era il massimo andare con quella stanchezza che aveva.

Quella mattina Ashley si svegliò con uno strano presentimento, una sensazione infondo al cuore. Scosse la testa per scacciare via le preoccupazioni. Si alzò con un sorriso, quel pomeriggio sarebbe andata con gli altri al cinema. Sbadigliò mentre scendeva al piano di sotto.
–Buon giorno…- la salutò la madre.
–‘Giorno- mugugnò in risposta.
–Cosa fai oggi?-
-Andiamo al cinema-
-Umh, bene. Io devo andare dalla nonna, mi raccomando stai attenta-
Ashley sorrise alzando gli occhi al cielo.
–Mamma non sono una bambina…-
-Sarà ma tu stai attenta comunque, ho una strana sensazione-
La bionda sussultò, anche lei…
-Starò bene non preoccuparti-
-Ok, ciao!-
-Ciao…- la madre uscì.
La bionda si mise a guardare la tv non sapendo cosa fare. Si sarebbe incontrata con gli altri alle 14, e ora erano solo le 11.
Sbuffò, in tele non c’era niente di interessante, solo cazzata e allora lo spense. Ritornò in camera e mise un po’ di musica. Si sdraiò sul letto e si perse nei ricordi degli ultimi mesi. La scoperta della malattia, l’incontro con David e Edward, il bacio con il moro, la sua prima volta e la confessione.
Ricordi felici e dolorosi, si chiese come facesse David a starle vicino, doveva soffrire terribilmente, ma l’amava a tal punto che voleva averla con sé il più a lungo possibile. Lei non voleva farlo soffrire, si sentiva un’egoista a lasciarlo con lei, ma non poteva farne a meno.
Era troppo forte quello che provava per lui per lasciarlo andare via. Sospirò, non era così forte come voleva farsi vedere. Si alzò e guardò fuori la finestra, non pioveva ma il cielo era plumbeo, le nuvole grigie e cariche di pioggia. Sperava che il brutto tempo non li avesse sorpresi.

Erano ormai le 14, i ragazzi vennero a chiamarla. Andarono al cinema e lì dovettero decidere cosa vedere.
–Vediamo “Borat”- propose Edward.
–Che schifo! Ho sentito che questo qui fa delle cose oscene!- si lamentò Ashley.
–Vediamo “La casa sul lago del tempo”- disse Lesley.
–Ma è troppo smielato, da diabete- disse schifato David.
–Ci vediamo “Hannibal Lecter: le origini del male”!- disse contenta la bionda.
-Ma sei fuori!? Non voglio avere incubi stanotte- si oppose l’altra.
Continuarono così, alla fine decisero per un film comico.
–Che bello vediamo “Scary Movie 4”- esultò Edward. Tutti risero all’entusiasmo del ragazzo.
Ashley sorrise, finalmente avrebbe passato un normale pomeriggio con i suoi amici e con il suo ragazzo. Comprarono i biglietti e si diressero alla sala dove proiettavano il film. Si misero nei posti assegnati, per fortuna erano in mezzo.

Il film fu molto divertente, quando i ragazzi uscirono dal cinema ridevano ancora.
–Dove andiamo adesso?- Domandò Lesley.
–Magari al bar?- propose David.
Gli altri accettarono. Stavano attraversando la strada. Le ragazze erano le ultime.
La castana era più avanti, non si accorse che un’auto stava sbandando a tutta velocità. Alla guida c’era un ubriaco. La macchina stava andando dritta verso Lesley. Ashley vide tutto, il cuore le mancò un battito… il suo scopo… fu un attimo, corse verso l’amica, la spinse mentre lei si girava facendo in tempo a vedere il sorriso della bionda –Ti voglio bene…- disse prima di venire investita. La castana spalancò gli occhi che presto si riempirono di lacrime.
–ASHLEY!!!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
I ragazzi avevano visto tutto, ma non avevano fatto in tempo perché erano già dall’altra parte della strada. David era paralizzato, guardava senza crederci, il corpo della sua ragazza riverso a terra in una pozza di sangue.
–Ashley…- sussurrò prima di cadere in ginocchio mentre la pioggia iniziava a scendere.

Mi è impossibile adesso spiegare quello che provai in quel momento, quando incrociai i suoi occhi i vidi quel sorriso sereno, soddisfatta di quello che aveva fatto. Furono solo pochi secondi, ma che durarono, per me, come una vita intera. Sono sicura che quel giorno non me lo dimenticherò mai. Mi ha salvato la vita… non so cosa le sia passato per la testa, ma forse quel “ti voglio bene” vale più di mille spiegazioni…

Il corridoio dell’ospedale era un via e vai di infermieri e dottori, i ragazzi stavano seduti sulle poltrone di plastica scomode. Lesley continuava a piangere tra le braccia di Edward che inutilmente cercava di consolarla.
David guardava il muro davanti a sé senza però vederlo. L’aveva vista, sulla strada, distesa e pallida…forse morte. Strinse i pugni, no, non poteva già essere morta era troppo presto dovevano ancora fare tante cose, come poteva stare senza di lei? Come avrebbe fatto a sopravvivere senza i suoi baci, le sue carezze, le sue parole?
Chiuse gli occhi stanco, stravolto. La madre di Ashley era arrivata poco prima, stava parlando con il dottore che era appena uscita dalla sala operatoria.
I ragazzi si alzarono vedendo che la donna stava venendo verso di loro, arrivata davanti a loro li guardò, gli occhi pieni di tristezza e dolore, disse qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la vita dei ragazzi.
–Ashley è…morta-

David stava in camera, tirava pugni al muro, sempre più forti, non poteva crederci, il dolore fisico però non diminuì quello interno. Appoggiò la schiena al muro con le mani insanguinate, si lasciò scivolare a terra e le lacrime, fin lì trattenute, si liberarono.
Si portò una mano al viso cercando di nasconderlo. Non ci credeva, lei così bella.
Simpatica, un po’ pazza e piena di vita……….morta………

Il funerale fu straziante, o almeno lo fu per i ragazzi. Lesley non sopportava di vedere la bara che scendeva lenta nella fossa dove avrebbe ospitato la sua amica per sempre. La buca venne ricoperta dalla terra.
In quel momento cominciò a piovere. La ragazza si ricordò quello che una volta, Ashley, le aveva detto “-Alcuni credono che la pioggia siano le lacrime degli angeli-“. Pensò che se era vero allora anche il cielo piangeva con loro.
Ormai tutti se ne erano andati vi stavano solo loro tre. David, però non ce la fece e se andò oppresso, si chiese se era possibile provare tanto dolore da non poter respirare. Lesley non voleva andarsene.
–Lesley andiamo?- domandò Edward.
–No, vai aventi tu, dopo ti raggiungo…- sussurrò afflitta.
L’altro annuì. La ragazza restò lì a fissare la lapide dove c’era una foto, l’immagine sorridente della sua migliore amica. Ripensava a tutti i momenti passati assieme le vennero le lacrime agli occhi tirò su con il naso.
–Sai, già mi manchi, mi mancano le nostre giornate passate a ridere, mi mancano i nostri incontri sotto l’albero all’intervallo, mi manca la mia migliore amica- ormai stava singhiozzando senza ritegno.
–Perché l’hai fatto? Perché?- continuava a ripetere. Dopo essersi un poco calmate asciugò le lacrime.
–Grazie per avermi salvato la vita, grazie per avermi fatto capire che anche se le persone a cui teniamo non ci sono più vivranno sempre nei nostri cuori e ricordi. Grazie- fece un sospiro
– Ti vorrò sempre bene, non mi dimenticherò niente te lo giuro- e con questa promessa lasciò la tomba, la pioggia finì, il sole fece capolino tra le nuvole colpendo con un raggio la lapide che prese colore, illuminò anche la scritta che teneva.
Ashley Meyer
10/07/1992 – 23/06/2008
Amica speciale e figlia adorata
Mancherai a tutti noi, il tuo ricordo
Resterà per sempre nei nostri
Cuori

Quando perdi un amico perdi anche una parte di te stesso…resta solo un grande vuoto…







Salve^^ il prossimo sarà l'epilogo!!
Dedico questo cap alla mia amica Giuly, sperando che la smetta con zum -.-'' non lo sopporto >.< !!
Vorrei ringraziare chi l'ha messa nei preferiti:
1 - Lialian

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Capitolo 11
*** Epilogo ***


La pioggia picchietta sugli ombrelli, sembra quasi una melodia. Gli altri se ne erano andati via tutti ormai. Guardo ancora una volta la foto. Faccio un profondo respiro, poi mi sento chiamare.
–Mamma!!-
-Ashley! Ti avevo detto di stare in macchina- la rimprovera Edward.
Io sorrido sentendo la risposta.
–Ma mi annoiavo!-
Prendo mia figlia di 7 anni in braccio.
–Come mai siete qui?- domanda la piccola.
Io faccio un mezzo sorriso.
–Per trovare una mia carissima amica…eccola- e indico la lapide.
Vedo Ashley stringere un po’ gli occhi per leggere il nome.
–Ma si chiama come me!- esclama.
Io annuisco sorridendo
-Ma è in cielo come la nonna?-
-Si- rispondo a malicuore.
–Le volevi bene?- chiede curiosa.
–Certo, le volevo molto bene. Vorrei che tu l’avessi conosciuta-
-Anche io!- risponde.
Sorrido, Edward si avvicina e prende nostra figlia in braccio.
–Perché non andiamo in macchina? Poi la mamma ci raggiunge- la bambina annuisce e vanno.
Ritorno a guardare la foto.
–Hai visto? Eh si, ho una figlia… e devo ringraziare solo te… è una bambina fantastica, sai… vorrei che tu potessi conoscerla, vorrei che tu fossi qui per vedere quello che sono diventa grazie a te- rimango in silenzio ascoltando la pioggia.
–Manchi ancora dopo tutti questi anni… ho mantenuto la mia promessa ricordo ancora e lo farò sempre- sorrido malinconica –Ciao, ci vediamo l’anno prossimo- e vado via.
Respiro a fondo l’aria di pioggia che a distanza d’anni ho imparato ad amare. L’acqua smette di venire giù e il sole fa la sua comparsa, come se volesse invocare speranza.
Sorrido guardando il cielo. Basta poco per andare avanti, perché tutti abbiamo uno scopo, un destino, una strada basta solo scoprirla e io, grazie ad Ashley, l’ho trovata.


“-Ashley?- domanda una bambina dai capelli castani alla sua amica.
–Si Lesley?- risponde la piccola bionda.
–Non ci lasceremo mai, vero? Saremo sempre amiche…- dice incerta.
Ashley sorride.
–Saremo amiche per sempre e niente e nessuno ci dividerà!- afferma sicura tenendo per mano Lesley.”


FINE





Salve^^ e così la mia prima ff finisce spero di non aver deluso nessuno. Questo è il cap che preferisco perché credo sia quello che mi è venuto meglio.
Dedico il cap a tutti quelli che hanno letto o/e commentato la ff.
Ringrazio chi ha messo nei preferiti:
1 - Lialian
Dedico tutta la ff al mio amico Andrea che mi ha ispirato la fanfiction, che è in parte una storia vera… resterai per sempre nel mio cuore, anche se non ti rivedrò più spero che tu continuerai a combattere la tua battaglia!!

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