Scusa se ho aspettato tanto

di teddina_00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


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Un'altra giornata piovosa. Il cielo grigio, la pioggia cessante e un forte vento da piegare i rami in due.
Sono passati già anni, eppure il dolore che provo è a pari a quello del giorno della sua partenza.
Continuo a fissare le goccioline d’acqua che scivolano lungo il vetro della finestra congiungendosi ad altre per finire a terra.
Chissà se in questo momento anche tu stai guardando fuori dalla finestra magari stai pensando a me.
Scuoto la testa cercando di cacciare quel idea. Lui non sta pensando a me, non gli importa minimamente di cosa faccia o di come mi senta. Non gliene è mai importato.

Ricordo ancora la nostra ultima conversazione..

«Devo partire»
Quelle parole mi si scagliarono addosso come massi, non riuscivo più a dire nemmeno una parola, non riuscivo nemmeno a muovere un muscolo.. quello che ero in grado di fare era solo restare ferma immobile con le labbra socchiuse nel tentativo di dire qualcosa, ma le parole non uscivano.

«Vado a Londra Cristal»
«Quando starai via?» la mia voce incrinata e sull’orlo delle lacrime.
«Non lo so, forse una settimana, un mese o forse un anno o di più - sospirò - la verità è che non lo so nemmeno io Cristal» e in quel momento i suoi occhi incrociarono i miei.
I suoi occhi color ambra con delle pagliuzze verdi puntati nei miei semplicissimi occhi color nocciola mi fissavano intensamente.

«Tornerai?» ormai ero sull’orlo del pianto, ed a ogni frase la mio voce si incrinava sempre di più.
Sapevo già di avere gli occhi lucidi ma sembrava che a lui non importasse.

«Ti ho già detto che non lo so! Smettila di assillarmi con le tue stupide domande!»
«Stupide? Tu le trovi stupide?»
Ormai era inutile trattenere le lacrime, stavano già scendendo senza che potessi accorgermene.
Per un momento scorsi sul suo viso un espressione triste, quasi dispiaciuta, ma forse fu solo frutto della mia immaginazione per quando riportai lo sguardo su di lui, la sua espressione era la stessa.
Quegli occhi che tanto amavo erano freddi e indifferenti.
«Per te due anni passati insieme non contano nulla Ethan?»
Perché non mi rispondi? Perché te ne resti lì in silenzio senza dire una parola? Cazzo Ethan dimmi qualcosa!
Poi finalmente capii, lui voleva andarsene perché c'era qualcun altro, o meglio un'altra.
«C'è un'altra vero?» le parole mi uscirono con un sussurro impercettibile, ma abbastanza doloroso che chiunque avrebbe potuto sentirlo.
Sto aspettando la sua risposta, quella dove lui mi dirà : “ si..non volevo che succedesse, ma è successo” , invece tutto quello che ottengo è silenzio. Un maledetto silenzio.
«Rispondi, voglio saperlo c'è un'altra?»
«No, non c'è un'altra»
Per un momento il mio cuore sussulta, lui non ha un'altra e io gli credo, non so il perché ma è così gli credo.
Ma la mia gioia svanisce subito alla stessa velocità con cui è nata.
Se non ha un'altra ragazza perché se ne vuole andare?
«Perché te ne vai allora?»
«Questi non sono affari che ti riguardano Cristal! » disse dandomi le spalle e mettendosi a fissare la città dalla finestra del mio appartamento; anzi del nostro appartamento quello che avevamo comprato per vivere insieme. Cercai il suo sguardo ma quello che vidi fu solo freddezza, non c'era amore, non più.
Giuro di non aver mai visto quell'espressione sul suo viso.
Cosa ti è successo?
«Sono la tua ragazza Ethan.. penso che se c'è qualche problema dovremmo affrontarlo insieme lo sai che puoi contare su di me».
Ma non ricevetti nessuna risposta nemmeno questa volta, l'unica cosa che ricevetti fu un rapido sguardo di Ethan prima di darmi le spalle e dirigersi verso la porta d'ingresso, non sapevo più cosa fare e così feci l'unica cosa che in quel momento mi passò per la mente.
«Ti amo Ethan, non lasciarmi» sussurrai.
Restò fermo davanti a quella porta per due minuti e poi senza nemmeno voltarsi, senza aggiungere una parola uscì lasciandomi sola. Mi lasciai andare a un pianto liberatorio, disperato accasciandomi a terra priva di forze. Continuavo a fissare quella porta nella speranza di vederlo tornare indietro con un sorriso sulle labbra, che mi corresse incontro abbracciandomi per poi baciarmi e dirmi che era solo uno stupido scherzo, che non era vero che se ne sarebbe andato ma per quanto continuassi a convincermi che sarebbe tornato indietro non accadde. Erano passate ore o forse minuti non lo so, so solo che ero ancora a terra a fissare quella porta..ma adesso avevo anche un altro dolore, un dolore che forse non sarei mai stata in grado di cancellare.
Mi portai istintivamente la mano in grembo accarezzandomi dolcemente la pancia, e pensare che doveva essere una bella notizia, che stupida che sono stata.
Continuai a massaggiarla con un movimento circolatorio come se stessi facendo delle carezze e sorrisi amaramente ripensando a quello che volevo dire a Ethan.

-Amore, devo darti una bella notizia. Presto saremo una famiglia, sarai papà-

Peccato che questo sarebbe rimasto solo uno stupido sogno.
Portai il mio sguardo sulla mia pancia e sperando che lui o lei potesse sentirmi gli sussurrai parole rassicuranti
«Non preoccuparti ce la caveremo comunque, io e te ce la faremo»


Angolo Autrice:
Allora so bene che c'è l'altra storia a cui dovrei lavorare e voi direte sicuramente allora perchè ne fa un'altra? 
in verità questa storia.. è una cosa a cui tengo e per cui ho voluto iniziarla..ma se non dovesse andare bene la cancellerò XD continuando così a concentrarmi sull'altra. 
Non so se questa storia avrà molti capitoli.. devo ancora decidere.. 
bhe non ho altro da aggiungere quindi vi lascio.. ciao.
Teddy.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


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Capitolo due 

«Cristal! »
Una voce ovatta giunge alle mie orecchie, scosto leggermente il lenzuolo dal viso per poter guardare la sveglia sul comodino che segna le sette e tre quarti.
Con un balzo mi alzo dal letto stiracchiandomi per poi dirigermi verso il bagno.
L'immagine che vedo alo specchio è qualcosa di orrendo, capelli arruffati e il segno del cuscino sulla guancia, sembro uno zombie. Velocemente mi libero del pigiama infilandomi sotto la doccia, adoro fare la doccia al mattino mi fa sentire più leggere e mi da un po' più di forze per sopportare un intera giornata di lavoro.
Uscendo dalla doccia noto il vetro tutto appannato a causa del vapore, mi lego un asciugamano intorno al corpo e poi comincio a tamponarmi i capelli con un altro asciugamano cercando di togliere più acqua possibile.
Sono lenta lo so, ma non mi piace fare le cose tutte di fretta rischio di dimenticare qualcosa o meglio di fare danni.
Apro l'armadietto che si trova vicino al lavandino e prendo l'intimo bianco -quello più semplice che possa esistere- e mentre sto per indossarlo qualcuno bussa alla porta facendomi sobbalzare.
«Cristal ci sei? Farai tardi al lavoro»
« Ho quasi finito mamma. Emily sta ancora dormendo?» domando mentre cerco le ciabatte che sono finite sotto al mobiletto.
«No tesoro, lei è già sveglia e pimpante» la sento ridere dall'altra parte della porta e viene pure a me da ridere.
«Adesso arrivo, cinque minuti e sono da lei»
Sento i passi di mia madre allontanarsi e poi la voce di Emily che ride, forse per la faccia buffa che mio padre fa ogni mattina quando mia madre fa bruciare il caffè.
Vado in camera e tiro fuori dall'armadio un paio di Jeans neri e una maglietta bianca con un piccolo disegno sul davanti, un paio di scarpe nere e sono pronta per incominciare un'altra giornata al Evergreen Bar*.
Si faccio la barista, per mantenere Emily ho dovuto abbandonare gli studi a vent'anni anni.
Mia madre e mio padre non volevano che abbandonassi l'università per occuparmi di lei , volevano che continuassi a studiare e che ad Emily ci avrebbero pensato loro, ma non volevo dare ulteriori problemi alla mia famiglia, avevano già fatto in troppo. Emily è una bambina graziosa, e non lo dico perché è mia figlia..ma perché lo è davvero.
Come tutti i bambini dopo tutto.
È una bambina di tre anni ed è molto allegra e vivace, anche dolce non c'è nulla da dire. I suoi capelli sono di una tonalità di marrone che varia dal caramello alla nocciola, non saprei nemmeno io come definirli. Gli occhi invece, gli occhi sono i suoi.
Sorrido amaramente pensando quanto la natura a volte può essere crudele, dare gli occhi a una creatura a cui darei la vita,, quando la persona che ha quello stesso colore di occhi mi ha fatto soffrire più di chiunque altro.
Gli occhi di Emily sono così: color ambra con le pagliuzze verdi.
Do un'ultima veloce occhiata allo specchio e posso dire che sono pronta. I capelli ricci sono a volte un po' noiosi per via dei nodi ma non li cambierei per nulla al mondo. Sono color caramello con delle sfumature rossastre, li raccolgo in una semplice coda da cavallo e con l'aiuto di qualche molletta blocco le ciocche ribelli che potrebbero rischiare di sfuggirmi dalla coda. Un leggero strato di matita intorno ai miei occhi color nocciola adesso ho veramente finito.
Prendo la borsa appoggiata sulla scrivania della mia camera, il cellulare e raggiungo la mia famiglia al piano di sotto.
Non faccio neanche in tempo a fare l'ultimo gradino che mi ritrovo una furia stretta intorno alle gambe.
«Mamma!»
«Ciao amore hai dormito bene?»domando abbassandomi sulle ginocchia prendo poi mia figlia in braccio
«Si, sai che la nonna ha detto che se faccio la brava mi plende il gelato» me lo dice con un mega sorriso sulle labbra battendo le sue manine.
«Ah si?» domando guardando mia madre con un sopracciglio alzato.
«Tesoro..posso permettermi di viziare mia nipote non credi?» dice con un sorriso che non avevo mai visto sul suo volto «Si ma non esagerare mamma» dico sedendomi sulla sedia e facendo sedere Emily sulle mie gambe, che comincia a giocherellare con la matita che si trova sul tavolo.
«Che turni hai oggi Cristal?» chiede mio padre mentre sorseggia il suo caffè facendo successivamente una smorfia disgustata facendo ridere sia me che Emily.
«Liz amore potresti fare più attenzione quando fai il caffè..l'hai bruciato di nuovo»
«È successo solo una volta Stefan non fare il noioso» Mio padre fa un'altra smorfia dopo aver bevuto un altro sorso.
«Veramente è la terza volta questa settimana, mi sa che comincerò ad andare nel bar di Cristal per bere un buon caffè»
«Fai poco lo spiritoso tesoro» dice mia madre prima di dargli le spalle continuando a preparare la colazione.
È bello vedere che mi i miei genitori vanno così d'accordo sono sposati da ben ventiquattro anni e sembra che si amino come il primo giorno. Comincio a fare colazione con il mio splendido cappuccino, e spero che il caffè sia nuovo e non quello bruciato, tutto accompagnato da una brioche alla crema. Do un rapido sguardo all'orologio che è appeso sulla porta della cucina e noto che segna già le otto e mezza passate.
«Devo andare si è fatto tardi,»
«Dove vai mamma?»
«La mamma deve andare al lavoro tesoro, ma più tardi giochiamo insieme va bene?»
«Posso venire con te?» chiede con una vocina triste abbassando lo sguardo.
«Amore non puoi venire con me, stai con la nonna che poi ti porta a mangiare il gelato ricordi?»
Emily mi guarda con quei suoi grandi occhioni per poi abbracciarmi di slancio.
Restiamo così parecchi minuti fino a quando mia madre chiede ad Emily di raggiungere il nonno.
La faccio scendere e subito corre nella stanza accanto gridando nonno.
Quando Emily sparisce dalla mia visuale porto lo sguardo su mia madre che mi sta fissando intensamente.
«Cosa c'è mamma?»
«Cristal tesoro, sei sicura che questa cosa del lavoro non sia troppo? Tu dovresti essere all'università ora, hai solo ventitré anni e dovresti pensare al tuo futuro»
«Non posso mamma e lo sai -sospiro - adesso c'è Emily»
«Posso capire tesoro, anch'io ti ho avuta quando avevo vent'anni ma non puoi buttare all'aria il tuo futuro»
«Lo so mamma, ma tu avevi papà, lui non ti ha abbandonato» e dicendo questo la mia voce si inclina leggermente.
«Quel ragazzo Eth..»
«Non pronunciare il suo nome» ordino perentoria, forse un po' troppo tanto che mia madre assume un'espressione ferita. «Scusami non volevo, solo non voglio sentire il suo nome»
«Lo so»
«Adesso è meglio che vada altrimenti faccio tardi al lavoro» e detto questo saluto mia madre per poi dirigermi al Evergreen Bar.


***********************************


Eccomi qui al Evergeen Bar pronta per iniziare una nuova giornata di lavoro.
Ammetto che fare la barista non rientrava nei miei sogni, ma non mi posso lamentare, il locale è carino, la paga è buona e i clienti sono..bhe con quelli non posso farci molto ci sono quelli noiosi e quando dico noiosi parlo nel verso senso della parola.
Come quello dell'altro giorno, mi ha fatto rifare il caffè ben cinque volte perché secondo lui la tazzina non era ad una temperatura corretta per il suo caffè, ma dico robe da matti.
Mentre sto mettendo a posto il bancone bar, sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla, e appena mi volto per vedere chi fosse mi ritrovo davanti Jonathan il mio migliore amico che mi sorride.
Jonathan è un ragazzo molto dolce,capelli neri corti e occhi verdi smeraldo insomma un ragazzo davvero bello, ma tra me è lui c'è solo amicizia, anche perché è innamorato di Samantha, una nostra amica.
Inoltre Jonathan mi è stato molto vicino in questi tre anni e non so proprio cosa avrei fatto senza di lui.
«Buongiorno raggio di sole» dice ridendo mentre si siede sullo sgabello
«Jhonny non ti aspettavo stamattina»
«Ti da fastidio che il tuo caro amico sia venuto a farti visita?» dice sporgendo il labbro inferiore assumendo un adorabile broncio pari a quello dei bambini.
«Vuoi scherzare vero? Sono contentissima che tu sia qui»
«Bene..allora che ne dici di prepari un bel cappuccino con doppia schiuma?» dice strizzandomi l'occhio facendomi scoppiare a ridere.
«Subito capitano» dico facendo ridere entrambi.
Ci metto pochissimo a preparare il cappuccino con doppia schiuma e tanto per dare un tocco di classe disegno con il cacao una specie di nuvoletta sopra la schiuma, porgo il cappuccino a Jonathan..e visto che non c'è movimento nel locale mi fermo a parlare con lui.
«Dimmi la verità, è successo qualcosa vero? »
«Mi conosci proprio eh?»
«Sei il mio migliore amico, è naturale che mi accorga se c'è qualcosa che non va»
Rimaniamo in silenzio per minuti, mentre lui continua a fissare il suo cappuccino facendo girare il cucchiaino in quello che ormai è latte e non più schiuma. Non voglio insistere, perché so come ci si sente quando non si ha voglia di parlare di qualcosa io ci sono passata, quindi non lo forzerei mai di parlare ma vederlo così mi fa stare male.
«Si è fidanzata Cristal» dice quasi in un sussurro che se non gli fossi stata così vicina forse non lo avrei sentito.
 So anche a chi si riferisce, a Samantha, ha perso completamente la testa per quella ragazza. Samantha mora capelli lunghi e lisci come la seta occhi grandi marroni, un fisico niente male e una ragazza dolce, ma non si è mai accorta di Jonathan.. che darebbe ogni cosa per lei, se solo se ne accorgesse sarebbe la ragazza più felice del mondo
«Vedrei che si accorgerà di te Jonny -sospiro prendendo uno straccio passandolo sul bancone- perché non glielo dici? » «Perché? Non mi calcola minimamente, sono solo un amico per lei -fa una smorfia-come lo sono per te»
«Ehi! Guarda la prendo come un'offesa»
«Mi sono spiegato male..io ti voglio bene Cristal e sono contento di averti come amica » mi guarda sorridendo.
«Anch'io ti voglio bene Jhonny..»
«Sarebbe stato tutto più semplice se mi fossi innamorato di te» annuncia lasciandosi andare a una rista cristallina
«Davvero? Pensi che sarebbe stato meglio? »
«Se avessi potuto scegliere credo di si»
Già lo credo anch'io..peccato che non si possa scegliere di chi innamorarsi, succede e basta e certe volte ti innamori della persona sbagliata, proprio come è successo a me.
«Stai pensando a lui vero? »
«Come?» chiedo frastornata.
«Lo so che stavi pensando a lui Cristal.. i tuoi occhi non mentono»
«Non voglio parlarne»dico dandogli le spalle, perché da un momento all'altro potrei scoppiare a piangere, sento un fruscio alle mie spalle ma non voglio voltarmi, non voglio che mi veda di nuovo piangere per Ethan.
Poi all'improvviso due braccia mi fanno voltare e senza rendermene contro mi ritrovo stretta in un abbraccio confortante e senza che io possa trattenermi mi lascio andare a un pianto liberatorio.
«Passerà Cristal, lo dimenticherai» sento sussurrare quelle parole contro i miei capelli, ma so già che non è vero, non riuscirò mai a dimenticare, non fino a quando continuerò a vedere i suoi occhi negli di mia figlia.


********************************


Il mio turno al lavoro per oggi è finito, avevo solo mezza giornata per fortuna, Jonathan se ne è andato da poco perché non voleva che restassi sola, ma alla fine sono riuscita a convincerlo solo con la promesse che entro sera lo avrei chiamato per dirgli che andava tutto bene. Stavo passeggiando per le vie del centro ed erano le tre del pomeriggio, al bar in questo momento c'era Karen che aveva accettato gentilmente di sostituirmi per il turno al pomeriggio. Stavo guardano alcuni negozi sia per me che per Emily, magari avrei trovato qualcosa di carino anche per lei. Mi ero soffermata su un negozio di vestiti per bambini dai tre a sette anni quando una locandina catturò la mia attenzione, non che ci facessi caso, il più delle volte ignoravi quei stupidi volantini ma questa volta non so perché decisi di prenderne uno era bianco con delle semplici scritte nere, aveva solo un piccolo stemma sul fondo come uno scarabocchio, ma no era qualcos'altro ed era anche qualcosa di famigliare ma in quel momento non riuscivo a ricordare dove lo avessi già visto. Guardando bene quella locandina capii che si riferiva all'apertura di un nuovo locale in città e che quella sera ci sarebbe stata l'inaugurazione, senza pensarci infilai la locandina nella borsa e poi mi diressi verso casa lasciando perdere i negozi.


********************************


«Sono a casa!»
Una volta entrata in casa, mi diressi in cucina ma non c'era nessuno.
Avvicinandomi al tavolo della cucina scorsi un biglietto scritto da una calligrafica chiara e semplice.
Lo aveva lasciato mia madre. Appoggio la borsa sul tavolo e comincio a leggere il biglietto.


Cristal io ed Emily siamo andati fuori a mangiare il nostro gelato, se hai fatto la brava te ne porteremo un po'. Per la cena ti ho lasciato già pronte delle lasagne devi solo farle scaldare. Tuo padre stasera farà tardi, oggi aveva una riunione importante al lavoro e non sapeva se era indietro per cena. Io ed Emily invece ceneremo da mia sorella, tu hai bisogno di distrarti un po' esci con le tue amiche stasera e divertiti.. è tempo che tu ritorni a farlo.
Ci vediamo domani Cristal.
Un bacio da mamma ed Emily


Mi lascio cadere sulla sedia più vicino portandomi una mano in fronte.
Divertirmi?
Io?
Non so più nemmeno cosa sia il divertimento, e poi cosa potrei mai fare? Una serata davanti a un film strappa lacrime con l mie amiche? Che razza di divertimento è se ci mettiamo a piangere?
Prendo la borsa nel tentativo di recuperare il cellulare ma quello che mi trovo in mano è la locandina che ho preso su oggi mentre ornavo a casa. Fisso quel foglio come se fosse la prima volta che lo vedo.
Guardo l'orologio e noto che sono solo le sei e tre quarti, e prima che possa cambiare idea afferro il cellulare componendo il primo numero che mi viene in mente.
Dall'altra parte del telefono sento solo un infinità di squilli a vuoto e poi finalmente una voce.
«Pronto?»
«Ciao Sam..hai da fare stasera?»chiedo sbrigativamente prima io che possa cambiare idea
«No perché?» mi chiede confusa.
«Usciamo! Sarò da te alle nove in punto»
Non le lascio il tempo di rispondere che riattacco.
Ecco adesso è fatta non posso cambiare idea, quindi è meglio che i prepari.




Angolo autrice:
* Evergreen Bar ... Questo nome l'ho inventato quindi non so se esiste davvero.
Allora dico già che non sarò sempre così veloce nel mettere i capitoli, diciamo che questa è stata un'eccezione. 
Forse troverete questo capitolo noioso ma volevo presentare Cristal come si deve.. man mano arriveranno anche gli altri personaggi e anche ( un piccolo anticipo) si arrivrà anche Ethan ma per ora non aggiungo altro.
Ah dimenticavo.. quando parla Emily..gli errori di scrittura sono voluti, dopo tutto è solo una bimba di tre anni XD
alla prossima :*
Teddy.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


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Terzo Capitolo
 

Alle nove in punto ero a casa della mia amica Samantha che stava ancora decidendo cosa indossare.
Io non ci avevo messo più di tanto a decidere, avevo optato per un vestito nero semplice che arrivava appena sopra al ginocchio con una scollatura non molto ampia, un paio di sandali senza troppo tacco - perché odio dover stare su dei trampoli per delle ore- e uno scialle nero per coprirmi le spalle nel caso si fosse alzato il vento.
Avevo lasciato i capelli sciolti e avevo optato anche per del trucco leggero, insomma una cosa non tanto elegante ma nemmeno da tutti i giorni. Guardai l'orologio che si trovava nel soggiorno e segnava già le nove e un quarto.
«Sam ti voi muovere? Guarda che non ho tutta la sera a disposizione» urlai per farmi sentire, visto che lei si trovava al piano di sopra. 
«Arrivo!»
Dopo due minuti e posso dire -finalmente- Samantha si degna di scendere e che posso dire sta benissimo.
Un vestitino rosso con scollatura a “v” ma non troppo provocante, delle scarpette sempre rosse con un po' più tacco delle mie e una borsettina da tenere in mano.
«Sono pronta» annuncia sorridendo «dove andiamo?» chiede curiosa mentre cerca le chiavi per chiudere la porta di casa.
«In un nuovo locale che ha appena aperto qui in città, ma non so altro ho trovato oggi la locandina»
«E hai deciso di andarci?» domanda guardandomi come se fossi un marziano. 
«Si. C'è qualche problema?»
«Sei veramente tu Cristal? O sei il suo clone?» domanda mentre chiude la porta di casa.
«Samantha che cosa stai blaterando?»
«Tu non volevi mai uscire. Sono tre anni che ti stressiamo per uscire una sera e hai sempre detto di no, cos'è cambiato?» domanda mentre ci dirigiamo verso la mia macchina.
«Stasera mia madre ed Emily sono da mia zia e mio padre aveva una riunione importante di lavoro così ho pensato che per una sera potevo tornare a divertirmi» cercai di convincerla.
«Non ti credo, scommetto che è stata tua madre a fare in modo che tu uscissi»
Colpita e affondata.

«Che importanza può avere il motivo Sam? Sono qui no?»
«Si certo» borbotta tra se.
Per tutto il tragitto parliamo del più e del meno.
Samantha mi racconta delle tremende gaff che ha fatto in questi ultimi giorni e devo dire che sto ridendo come una scema come non capitava da un bel po' di tempo.
«Ti dico che è andata così» ribatte abbassando il volume della radio.
«E chi ha detto il contrario scusa?» dico cercando di rimanere seria ma inutilmente visto che mi rimetto a ridere dopo due secondi.
«Vorrei aver visto te al mio posto» afferma imbronciata.
«Ma dai..non è da tutti volare in braccio all'autista del pullman perché avevi perso un orecchino»
«Ho capito. Sono diventata il tuo scoop preferito»
«Puoi giurarci»


**********************************

 

Trovare il locale non fu tanto difficile anche perché ad ogni mentre c'era un cartello che annunciava l'apertura di questo nuovo locale. Ma la cosa che più mi fece ridere era che all'imbocco della strada c'era uno striscione enorme con scritto FullTree in caratteri cubitali, con un enorme freccia luminosa. Per mia fortuna riuscii a trovare quasi un buco per la mia macchia ed ora eccoci qui all'ingresso pronte per entrare. Sulla porta c'erano due uomini muscolosi ad occhi potrei dire che arrivavano ai due metri circa, fermando tutte le persone che volevano entrare nel locale.
Io Sam ci guardammo negli occhi e sembrava che dicessimo la stessa cosa: cosa ci facciamo qui? 
Feci un lungo respiro e poi sia io che Sam ci incamminamo verso l'entrata, ma non appena stavamo varcado la soglia i due omaccioni si misero davanti a noi per impedirci di entrare.
«Documenti» disse l'omone che si trovava alla mia destra squadrtandomi dall'alto al basso.
Tirai fuori la carta d'identita e gliela porsi senza guardarlo, cosa ch fece anche Samatha.
Dopo averle controllate per bene ci fecero entrare pr poi bloccare la coppia di ragazzi che era appena dietro di noi. Rimasi sopresa el costatare che non c'erano traccie di fumo in questo locale.. cioè nessuno fumava, cosa che mi sembrava alquantro strana ma, poi dedussi che forse quella era la sala non fumatori.
Meglio così, non sopporto il fumo.
Il locale era ampio e abbastanza iluminato.
I tavoini erano predispostoiin un modo particolare, sembravano formare un rombo. Le sedie erano delle stesso colore, ovvero marrone chiaro. Il bancoe era enorme, teneva quasi un'intera parete del locale, ben illuminato con degli sgabelli dove ci si poteva sedere. Nella parte destra del locale c'erano dei divanetti in pelle, già occupati da alcuni ragazzi che si stavano dando da fare con alcune ragazze. Mentre dall'altra parte era riservato al tavolo da biliardo, anche ì c'erano già dei ragazzi che se la ridevno e ogni tanto sorseggiavano qualcosa, un drink credo, dal colore rosso. Mi guardai ancpra un volta intorno..intenta ad uscire da quel posto ma la presa di Sam sul mio polso mi fece arrestre di colpo.
«Dove pensi di andare?» domandò fulminandomi con lo sguardo.
«Stavo pesando che..»
«Non pensare minimamente di lasciarmi qui da sola chiaro?» m'interruppe aumentado la presa suòl polso.
«No..no Sam tranquilla, solo che..»
« Solo cosa?»
«Niente-sospirai- dai adiamo a predere qualcosa da bere e poi andiamocene.» Per ia fornuta Sam non disse nulla, si limitò a seguirmi al bancone dove predemo posto su due sgabelli. Il ragazzo che era dietro il bancone ci sorrise asciugandoi le mai su uno strofiaccio. Era davvero carino lo ammetto, capelli castano scuro, leggermente più lunghi dietro la nuca, ma non troppo. Zigomi ben definiti e le labbra sottili, mentre gli occhi erano di una tonalità caramello che scintillavano al riflesso della luce del bar.
«Cosa vi posso dare bellezze?»
«Per me.. qualcosa di non troppo forte grazie» dissi guardo ancora una volta il locale
«Anche per me» rispose prontamente Sam.
«Arriva subito»
Senza aspettare qualche secondo di più il ragazzo comiciò a prepare un mix di bottoglie- avrà capito che non voglio qualcosa di troppo alcolico?-
«Scusa..»
Il ragazzo alzò velocemente lo sguardo su di me piantando i suoi occhi nei miei, attendendo che io continuassi a parlare. «Cosa stai facendo?»

«Tranquilla.. non è molto alcolico» mi sorrise strizzandomi l'occhio per poi continuare a preparare l'intruglio di non so cosa. Pochi minuti dopo sia io che Sam avevamo in mano un bicchiere con del liquido rosa, assaggiandolo costatai che non era davvero tanto alcolico, si sentiva un retrogusto di pompelmo e la cosa mi piaceva.
Nel frattempo nel locale era partita la musica e alcui ragazzi e ragazze si erano messe a balare.
A quanto pare questo locale faceva anche un po' da discoteca-continuavo a fissarli quando mi sentii picchiettare un dito sulla spalla facendomi voltare. E mi trovai davnti il tipo del bar.
«Si?»
«Ho appena staccato, ti va se ci sediamo e parliamo un po'?» mi disse fissandomi dritto negli occhi.
«Ecco..io non so, ero qui con Sam.. e ..»
«La tua amica? Si sta divertendo con Bobby» mi disse sorridendo.
Bobby? Chi diavolo è Bobby?
«Puoi stare traquilla.. Bobby è un bravo ragazzo» mi disse subito dopo, forse avendo notato il mio sconcerto non sapendo chi fosse quel Bobby, in ogni caso non mi fidavo per niente, dopo tutto era la prima volta che venivamo qui e per quantone so potrebbero essere tutti maniaci.
«Giuro che non ti sfiorerò nemmeno con un fiore» a quella battuta non seppi trattenermi e scoppi a ridere seguita a ruota da lui. «Piacere io sono Max» disse porgendomi la mano
«Cristal» dissi afferrandola successivamente..e senza rendermene conto ci spostammo verso i divanetti, continuando a ridere per qualcosa che Max aveva detto.

 

*****************************************


Erano già più di due ore che io e Max stavamo parlando del più e del meno, quando una ragazza decisamente molto carina si avvicinò a noi con un sorriso malizioso stampato in volto.
Era alta con dei capelli neri lisci lunghi fino al sedere e decisamente poco vestita.
«Max.. tesoro ti stavo cercando» cinguetto la ragazza sbattendo le ciglia in modo civettuolo.
«Jenny.. che piacere rivederti»
Il tono di Max era distaccato e non la guardava nemmeno in volto, come se non volesse avere niente a che fare con lei. «Max..non ce l'hai ancora con me per via di Rayn vero?»
«Non so fai te.. anzi visto che ci sei perché non te ne vai da lui e mi lasci in pace?»
Il tono della sua voce era freddo e i suoi occhi sprizzavano disprezzo per quella ragazza, chissà cosa era succeso tra di loro? Ma che m'importa, non sono affari miei. Poi la ragazza mora, Jenny mi pare l'avesse chiamata, mi stava lanciando sguardi di fuoco e sono pronta a scommettere che se avesse potuto mi avrebbe fulminato.
«Capisco adesso te la spassi con quelle di bassa lega vero? Bhe non pensavo fossi sceso cossì in basso» ringhiò malafica.
Bassa lega?
Aveveva detto così?
Giuro che se fossi stata da sola le avrei strappato uno a uno quei suoi capelli per poi buttargli addosso.
«Questi non sono affari tuoi..e adesso sparisci dalla mia vista» disse Max alzandosi in piedi e dirigendosi verso di lei fermandosi a un passo dal suo volto.
«Va bene.. ma tanto so che prima o poi tornerai da me strisciado.. e allora vedremo se sarò io a rivolerti» disse prima di girarsi e tornare verso il bancone bar e sedersi su uno sgabello, per poi sbaciucchiarsi il tizio di fianco.
Che schifo..proprio una zoccola.
Nel frattempo Max era tornato a sedersi al mio fianco emettendo un sono sbuffo. 

«
Scusami Cristal»
«Non preoccuparti, immagino che sia la tua ex vero?»
«Esatto..» disse passandosi una mano fra i capelli con fare nervoso «lei..»
«Non mi devi dare spiegazioni, davvero»
Max mi sorrise.. per poi guardare un punto fisso di fronte a se.
«Mi ha tradito con il mio migiore amico»
«Mi...mi dispice»
Sorrise malinconico quasi come se stesse rivedendo quella stessa scena in quel momento, poi si voltò verso di me sorridedomi debolmente.
«Vado a prendere qualcosa da bere, vuoi qualcosa?»
«No, grazie»
Max anniuì per alzarsi e andare verso il bancone, ma dalla parte opposta a quella di Jenny. 
Capivo che si era alzato perché voleva stare da solo e lo capivo benissimo, avevo provato il suo stesso dolore.. ma non so nemmeno se il mio era tradimento o altro, quello non lo avevo mai saputo.


 

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Non riuscivo a trovare Samatha da nessua parte ma dove cavolo si era andata a cacciare? Non appena l'avrei trovata gliene avrei cantate quattro..insomma erano già le due passate e volvevo tornarme a casa.. ma non potevo di certo lasciarla lì in quel posto. Feci vagare lo sguardo per il locale ancora una volta ma fu inutile. Ad un tratto il i miei occhi si fermarono su una figura..o meglio su un ragazzo, non riuscivo a vederlo bene perché era nascosto nell'ombra ma vedendolo così avrà avuto più o meno la mia età, forse quache ano in più. Non sapevo il motivo ma i miei occhi non volevano sapere di staccarsi da lui. Il ragazzo a sua volta mi fissava.. come a voler capire perchè continuavo a fissarlo in modo compulsivo..e secondo me stava pensando che fossi una pazza o una specie di maniaca. Poi quando udiì le sue parole..mi si gelò il sangue.
«Pensi di restare li ferma a fissarmi ancora per molto?»
Il tono della sua voce era freddo, distaccato, sembrava quasi che non volesse avere nessun contatto con nessuno. Un brivido mi percosse lungo la schiena e sentii..freddo, ma non sulla pelle, ma ben si nel cuore.
Continuava a fissarmi e io per quanto mi imponessi di girarmi e andarmene il più lontano possibile da lui non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi.
Ero come pietreficata sul posto..e solo quando lui fece un passo verso a mia direzione andando sotto alla luce fioco della lampada vidi i suio occhi.
Quegli occhi color ambra con le pagliuzze verdi avrei potuto riconoscerli tra mille.
Erano i suoi.
Ethan era tornato.


Angolo Autrice:
Chiedo scusa per il riardo..davvero mi dispiace. 
Spero che questo capitolo, ache se non è molto lungo possa piacervi.
Ed Ecco che da qui..possiamo dire che incomincia lavera storia... vorrei poter postare più frequentamente ma on mi va di fare promesse di cui non so se posso mantenere..ma posso dire che appena ho tempo posterò il prossimo capitolo.
Ringrazio chi ha inserito la storia tra Preferite\seguite..e a chi ha legge..grazie.
ora vi saluto..
alla prossima..
Teddy


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