One truth

di Elyxa85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Team Blondie ***
Capitolo 3: *** Il passato che ritorna ***
Capitolo 4: *** Verbena e Sangue ***
Capitolo 5: *** Laurea ***
Capitolo 6: *** Le note nel salone ***
Capitolo 7: *** Le favole non esistono ***
Capitolo 8: *** Non solo piacere e divertimento ***
Capitolo 9: *** Confessioni... origliate ***
Capitolo 10: *** Libera ***
Capitolo 11: *** La vigilia di Natale ***
Capitolo 12: *** 2019 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Santa Monica – Aprile 2015

 

< Stia attenta con quel carrello! > esclamò Caroline irritata voltandosi immediatamente verso quella ragazza che l'aveva urtata.

Gli occhi verdi di Caroline si spalancarono per lo stupore mentre incontrarono gli occhi azzurri della ragazza bionda che l'aveva accidentalmente urtata con il carrello della spesa. Rebekah.

Entrambe restarono immobili ad osservarsi.

< E tu cosa ci fai qui? > domandò Rebekah senza neppure tentare di scusarsi.

< Vacanze di primavera. > rispose meccanicamente Caroline, che tentava di darsi un contegno.

< Vai ancora al college? > chiese ironicamente l'Originale.

< Certo! Chi credi che faccia le vacanze di primavera? > rispose stizzita la vampira < Ho voluto prendere una vera e propria pausa dallo studio, e visto che a Mystic Falls non posso tornare... Santa Monica mi era sembrata abbastanza lontana da tutti i miei soliti grattacapi. Ma vedo che mi sono completamente sbagliata. >

< So cosa è successo a Mystic Falls, me lo ha detto Matt. > rispose con un sorriso di sfida Rebekah < Voleva avvertirmi in caso avessi avuto voglia di passarlo a trovare. >

 

Un vagito catturò l'attenzione di Caroline, che era stata così impegnata a decifrare le espressioni facciali di Rebekah da non essersi accorta che aveva un neonato nell'ovetto sul carrello.

La vampira sgranò gli occhi < Cosa ci fai con un bambino? >

< E' una bambina! > ribatté immediatamente l'Originale < E se non vuoi che ti soggioghi non chiedere altro. >

< Non puoi rapire una bambina solo per soddisfare il tuo bisogno materno! > sibilò Caroline assottigliando lo sguardo e stringendo l'avambraccio di Rebekah.

< Non l'ho rapita. > rispose offesa Rebekah che con un movimento repentino si liberò dalla stretta di Caroline < Me l'hanno affidata i suoi genitori. Era in pericolo, e se non mi credi poco importa, non è affar tuo! >

 

< Martha ci aspetta alla cassa. > disse Liv prendendo Caroline per un braccio e facendola sussultare.

< Arrivo. > rispose sorridente Caroline < Devo andare, le amiche mi aspettano. >

Rebekah la guardò stupita, non c'era Elena Gilbert tra le suddette amiche, e nessuna di loro era un vampiro. Cosa stava succedendo nella vita di quella ragazza?

 

< Caroline! > la richiamò l'Originale mentre iniziava a spingere il carrello per far calmare la bambina.

< Non ti ho vista, ho capito! > rispose sbuffando la ragazza.

< No, o meglio, si, non dovresti dirlo a nessuno, ma... > Rebekah si morse un labbro, poi chiese ciò che doveva sapere < Tyler non ti ha detto niente? Di quando è venuto a New Orleans? >

< No, Klaus... Beh, Klaus mi ha detto di avergli risparmiato la vita e di averlo mandato via con la coda tra le gambe. > rispose Caroline sospettosa < Tyler non ne ha voluto parlare, e sinceramente... non credo che dopo aver scoperto di me e... beh, lo saprai sicuramente... >

L'imbarazzo era generale.

< Ho capito, va bene. > tagliò corto Rebekah. Tyler non aveva detto nulla.

< Avrebbe dovuto dirmi qualcosa? > domandò curiosa la vampira.

< Niente di che... > mentì l'Originale sorridente < Gli ho solo rotto l'osso del collo per farlo stare zitto. >

< Ricordati di non farlo più, adesso è soltanto un umano, con il gene del licantropo ancora da attivare. > spiegò la vampira in un sospiro < Adesso lo uccideresti davvero. Matt non te lo aveva detto? >

L'espressione di Rebekah era stupita. Tyler Lockwood, il primo ibrido di suo fratello, era tornato ad essere soltanto un umano.

< Non perdiamo tempo a parlare delle miseri vite degli altri. > ribatté odiosa l'Originale mentre ripartiva con il carrello pronta a confondersi tra le corsie del supermercato.

 

< Rebekah... > la richiamò Caroline, indecisa se farle la domanda che le era venuta in mente non appena l'aveva riconosciuta.

< Lui non c'è. > sorrise maliziosamente la vampira Originale < E' troppo occupato a diventare Re di New Orleans. >

Alla fine si erano capite senza neanche parlare troppo.

Caroline aveva sospirato e si era diretta verso la cassa dove la aspettavano le amiche del college, Rebekah aveva ripreso a fare la spesa ma con la stessa domanda in testa “Cosa diavolo stava succedendo a Mystic Falls?”

 

***NOTE AUTRICE
So che ho già l'altra long in corso, ma questa è nata come oneshot per il compleanno del gruppo di fb "Klaroline and Klaus FanFiction Addicted" e so che finchè non l'avrò scritta tutta sarà il mio tarlo. Quindi aspettatevi altri 2 o 3 capitoli e poi riprenderò la mia amatissima e lunghissima "Gone withe wind...into a new life"

Happy TO day!!!

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Capitolo 2
*** Team Blondie ***


Quella stessa sera la festa sulla spiaggia organizzata dai ragazzi conosciuti da Liv e Martha si rivelò troppo caotica per l'umore nero di Caroline. La vampira aveva voglia e bisogno di nutrirsi, così decise di abbandonarla e di tornare velocemente al suo appartamento.

Non appena si avvicinò alla porta udì dei rumori provenire all'interno: qualcuno stava mettendo a soqquadro l'intero trilocale, senza nemmeno badare a non farsi scoprire.

Caroline non si fece troppe domande e si fiondò dentro, scoprendo un uomo di circa trentanni, che le puntava una pistola contro. La vampira alzò un sopracciglio per evidenziare la sua reazione pacata, come se un proiettile avesse potuto realmente ucciderla.

L'uomo però cambiò aspetto, gli occhi divennero gialli e i denti gli si affilarono. Era un licantropo.

Adesso Caroline provò un brivido di paura.

 

< Cosa vuoi da me? > domandò la vampira incrociando le braccia in petto.

< Dov'è la bambina? > chiese l'uomo ringhiando.

< Quale bambina? > insisté Caroline che non capiva a cosa alludesse il licantropo < Siamo tutte studentesse del college qui! >

< Forse le tue compagne. Tu sei una vampira. > affermò l'uomo sorridendo < E sai dove si trova la bambina. Oggi ti hanno visto con la bionda che la protegge. >

< Ti hanno informato male. > rispose Caroline fingendo un'aria innocente < Oggi sono sempre stata in compagnia delle mie amiche. >

< Tu menti! > urlò il licantropo ringhiando.

Caroline ebbe un attimo di paura, ma decise di farsi forza e di gettarsi sopra all'uomo.

Il licantropo cercava Rebekah, era chiaro. Aveva incontrato soltanto lei a Santa Monica, in compagnia di un neonato per giunta. Non sapeva chi fosse la bambina per Rebekah, ma se un licantropo la cercava non era certo un buon segno.

L'uomo cadde a terra, colto di sorpresa, Caroline gli era sopra, a cavalcioni sul petto, con le mani intorno alla testa e le gambe a stringergli le braccia per cercare di tenerlo fermo.

< Chi ti ha mandato? > domandò rabbiosa Caroline < Come si chiama? >

L'uomo ringhiò, contorcendosi per cercare di mordere la vampira, che non mollava la presa.

< Ti ho chiesto come si chiama! > strillò Caroline mostrando il suo volto da vampiro.

L'uomo ebbe un attimo di esitazione e quello fu per Caroline il momento giusto per agire, sganciò la fialetta di liquido che le penzolava al collo e la fece ingurgitare all'uomo, che dapprima urlò, ma poi si paralizzò.

< Chi ti ha mandato? > domandò velocemente Caroline. Sapeva che avrebbe avuto pochi secondi di vantaggio, e che avrebbe potuto fargli poche domande, ma doveva sapere la verità visto che gli aveva fatto bere una delle ultime pozioni di Liv.

< I Guerrera. > rispose quasi automaticamente il licantropo ringhiando.

< Chi? > chiese di nuovo la vampira, volendo essere sicura di ciò che aveva sentito.

< La famiglia Guerrera, i nuovi padroni di New Orleans. > spiegò l'uomo a denti stretti < Hanno scoperto che la figlia di Klaus è viva e la vogliono. >

 

Caroline alle parole “la figlia di Klaus” rimase interdetta. La pozione di Liv aveva sempre funzionato, chiunque, vampiro, strega o licantropo avrebbe detto la verità con quel liquido in corpo.

I pochi secondi di paralisi però terminarono, e l'uomo ribaltò la sua posizione, rotolando a terra e stringendo Caroline, che si dimenava furiosamente.

L'uomo la colpì violentemente con un pugno, al quale la vampira rispose con un sonoro schiaffo in pieno volto.

Il licantropo la strinse per il collo e la gettò sul divano. Mentre le stringeva l'esile collo tra le mani gli occhi tornarono ad essere gialli.

< Non ci sarà nessuno a salvarti dal mio morso cara biondina! > sorrise sadico l'uomo.

< Vorrà dire che mi salverò da sola! > sibilò la vampira prima di rompere il polso del licantropo con il quale la teneva inchiodata al divano.

Il licantropo urlò per il dolore, e Caroline non perse tempo, prese la testa dell'uomo tra le mani e gli ruppe l'osso del collo.

Il corpo esanime dell'uomo le ricadde addosso pesantemente.

Il respiro di Caroline era affannato per la lotta, fece scivolare accanto al divano il corpo del licantropo, poi si mise a sedere con le mani tra i capelli. Cosa aveva fatto?

 

La vampira notò del sangue sul suo vestito bianco, e si precipitò allo specchio a guardarsi.

La spalla. Era minuscolo, poco visibile, ma lei sapeva che cos'era: il foro di un dente del licantropo.

Caroline si accasciò a terra, ferita e impotente ed iniziò a piangere.

 

Dopo poco tempo però Caroline capì che doveva reagire in qualche modo. Iniziò velocemente a rassettare la stanza, avvolse il cadavere nel tappeto accanto al divano e se lo caricò in spalla.

Lasciò un breve messaggio a Liv “Pensaci tu” e lo abbandonò sul tavolo.

Fece attenzione ad uscire dalla porta senza essere vista, poi con la velocità da vampiro si allontanò dalla zona del suo appartamento. Non sapeva dove scaricare il corpo, non era pratica della città visto che ci era arrivata soltanto la mattina stessa, così si decise a telefonare all'unica persona che avrebbe potuto aiutarla in cambio delle informazioni che Caroline aveva ottenuto dal licantropo.

 

Cercò una cabina telefonica, e compose il numero dell'Originale prendendolo dalla rubrica del suo cellulare e sperando che non avesse cambiato numero.

< Pronto? > rispose Rebekah annoiata.

< Ho ricevuto la visita di un uomo peloso. Ha cercato di uccidermi per avere informazioni su di te e la tua piccola amica. > disse immediatamente Caroline senza voler essere troppo specifica, in caso qualcuno stesse controllando il cellulare della bionda Originale.

< Caroline... uomo peloso? informazioni? Cosa stai dicendo? > domandò Rebekah che cercava di capirci qualcosa < Stai bene? >

< Tra non molto avrò le allucinazioni, e tuo fratello è troppo lontano per aiutarmi. > rispose sempre più criptica Caroline < Ho bisogno di aiuto. >

< Dove sei? Mando qualcuno a prenderti. > chiese immediatamente Rebekah che adesso aveva capito la gravità della situazione, almeno per Caroline.

< Non lo so di preciso. > mormorò Caroline mordendosi il labbro superiore < C'è un negozio di fiori all'angolo della strada. Si chiama “Nirvana”. >

< Ho capito. Ti mando Naomi, ti porterà da me. > affermò pratica Rebekah.

< Rebekah, io... non sono sola. > squittì la giovane vampira < Il mio aggressore è... >

< Non preoccuparti. Naomi si prenderà cura di tutto. > rispose Rebekah prima di riagganciare.

 

I minuti prima dell'arrivo di Naomi furono interminabili per Caroline, ma quando l'altra vampira arrivò riuscì a tranquillizzarla soltanto facendola nuovamente parlare con la bionda Originale. Nel frattempo Naomi si disfece del corpo, fotografandone il volto prima, per poi mostrarlo a Rebekah.

Successivamente Caroline fu condotta a casa dell'Originale, una semplice casa su due piani, con una staccionata bianca, un piccolo giardino e una protezione magica che Caroline non si rese conto di aver oltrepassato tranquillamente.

 

< Non guardarmi come se ti dispiacesse davvero. > esclamò la vampira non appena vide la bionda Originale sulla porta ad aspettarla.

< Entra e smetti di essere melodrammatica. > rispose seccata Rebekah < Ti posso curare. >

< Non lo avrai mica chiamato, vero? > domandò allarmata Caroline.

Rebekah la guardò a lungo, soppesando le emozioni che erano passate sul volto della ragazza: speranza, timore e... imbarazzo?

 

< Non riuscirebbe ad arrivare in tempo. > rispose Rebekah < E comunque non può lasciare New Orleans adesso. >

< Rebekah... > sospirò Caroline < Non mentirmi. Che cosa sta succedendo? >

< Posso curarti, non ho il sangue di Nik, ma posso evitarti la morte. > rispose Rebekah < Beh, almeno quella definitiva. >

< Quell'uomo, quel licantropo... Cercava te, ma soprattutto la bambina. > disse Caroline mentre i tremori iniziavano a pervaderle il corpo costringendola a sedersi sul divano del salotto.

< Lo immaginavo. > sospirò l'Originale.

< Lui ha detto... Che la bambina... è figlia di Klaus. > mormorò Caroline ad occhi chiusi.

 

Rebekah la guardò di nuovo intensamente, poi si avvicinò alla vampira e le toccò la fronte.

< Scotti. > esclamò la bionda ritraendo la mano < Da quanto tempo sei stata morsa? >

< Non era ancora mezzanotte quando sono arrivata al mio appartamento. > rispose a fatica Caroline.

La vampira spostò leggermente la bretella del vestito bianco, ormai diventato rosso a causa del sangue della ferita, per mostrare all'Originale il piccolissimo morso.

< E' minuscolo. > cercò di sdrammatizzare l'Originale < Si vede a malapena. >

< Ha sanguinato molto per essere un moroso così piccolo. > sbuffò Caroline.

< Dovrei avere da qualche parte il detersivo per togliere le macchie di sangue, non preoccuparti. > tentò di sdrammatizzare Rebekah.

< Fa più male... degli altri morsi. Quello di Tyler non mi ha fatto avere allucinazioni, e quello di Klaus mi ha quasi fatto morire. > commentò stancamente Caroline < E ora vedo mia madre accanto a te. E so che non può essere vero perché lei è a Mystic Falls, quindi vuol dire che ho le allucinazioni. >

< Il veleno sta agendo troppo in fretta. > sospirò ad alta voce l'Originale per poi prendere in mano la situazione < Naomi sorvegliala! Non permetterle di farsi del male! Spezzale il collo se necessario! >

 

Naomi si mise accanto a Caroline che stava già delirando e che era riuscita a malapena a sdraiarsi sul divano di casa.

 

Quando tornò, Rebekah aveva in mano una siringa, tolse l'ago incappucciato e ne versò il sangue contenuto all'interno nella bocca di Caroline, che adesso era madida di sudore.

< Guerrera. > sospirò la vampira.

Rebekah la prese per le spalle e la scosse ferocemente < Come fai tu a conoscere i Guerrera? >

< Cercano voi, mi hanno attaccato per questo. > riuscì a dire Caroline prima di crollare in un sonno profondo.

 

Quando Caroline si risvegliò la mattina successiva si ritrovò in un comodo letto di una piccola stanza in una casa in cui non si ricordava di essere andata.

Si alzò e si diresse alla finestra, per cercare di capire dove fosse, proprio mentre entravano Rebekah e la bambina.

< Hai dormito molto. > commentò l'Originale.

< Anche le altre volte ho dormito. > ribatté Caroline < Grazie. Di avermi salvata. >

< Sai bene che se non lo avessi fatto “lui” si sarebbe arrabbiato moltissimo. > rispose sbuffando Rebekah appoggiando la bambina sul letto della stanza.

< Avevi una scorta del suo sangue? > domandò Caroline con un sorriso tirato.

< No, in realtà ti ha salvato il sangue di questa bellissima bambolina. > rispose Rebekah sorridendo affettuosamente verso la piccola.

Caroline si avvicinò alla bambina, per guardarla meglio e rimase sconvolta da ciò che riconobbe: gli occhi di Klaus.

< Allora... E' vero? > domandò la vampira sedendosi sul letto, davanti alla bambina, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quegli occhi per lei così magnetici < E' figlia sua? >

< Si, è figlia sua. > rispose in un sussurro Rebekah < All'inizio non ci credevamo neppure noi, ma Nik è un ibrido, e pare che... per questo motivo, a lui sia possibile... concepire. >

La bambina agitò la manina verso Caroline, che la osservava rapita.

< La madre... > tentò di scoprire Caroline cercando di rimanere impassibile.

< La madre è diventata un ibrido dopo la nascita della bambina. È una lunga storia, lei e Klaus non avevano assolutamente programmato niente di tutto questo, anzi. Non appena Nik ha saputo della gravidanza l'ha anche minacciata di morte. > spiegò Rebekah dando un leggero bacio sulla testa della bambina < Elijah lo ha fatto ragionare per fortuna, ma Nik ha sempre mal sopportato la presenza della ragazza in casa. >

< Minacciata? > rise Caroline < Non mi sarei aspettata niente di meno da tuo fratello. >

Rebekah sorrise verso Caroline, per poi continuare a raccontare.

< Adesso le streghe e i licantropi vogliono morta questa piccola creatura perché è un'insieme di razze che nessuno credeva potesse essere mai creato. È un vampiro, un licantropo e una strega. Insomma, è un bell'insieme di cose. > rise Rebekah < Nik me l'ha affidata affinché la proteggessi e nascondessi dai suoi nemici di New Orleans. >

< Lavoro duro allora. Proteggerla da così tanti pericoli, così tanti nemici. > sospirò la giovane vampira < Come mai mi dici tutto questo? Non pensi che potrei tradire il vostro segreto? >

< C'è una protezione intorno alla casa. > sorrise Rebekah < Se tu avessi voluto farci del male non saresti entrata e se ora tu volessi tradirci saresti stata sbattuta oltre la recensione e ti avrei ucciso. >

< E Naomi? > chiese sospettosa Caroline < Come fai a fidarti di lei? >

< E' soggiogata. > rispose tranquillamente l'Originale strizzando l'occhio < Non tutti conoscono il vecchio trucco della verbena. >

< Come si chiama questo piccolo fagottino? > domandò sorridente Caroline, mentre prendeva in braccio la bambina < Sei proprio carina, lo sai? >

< Hope. > rispose Rebekah che rimase stupita a vedere come la bambina si lasciasse abbracciare e sollevare da Caroline < Klaus ha scelto Hope. >

< Beh, la speranza con tuo fratello non può e non deve mancare. > rise Caroline mentre la bambina allungava la manina per prenderle una ciocca di capelli dorati < Spero solo che non diventi dispotica come lui! >

 

< Caroline... Come facevi a sapere dei Guerrera? > domandò Rebekah incuriosita < Se sono sulle mie tracce devo prepararmi a sparire velocemente. >

< Il licantropo che mi ha attaccato mi ha solo detto che sanno che Hope è viva, e la vogliono. > rispose sospirando profondamente la vampira < Sicuramente ti tengono d'occhio perché mi ha detto di avermi visto parlare con te. Dubito che seguissero me, una vampira in vacanza. È più probabile che stessero pedinando la Bionda Originale! >

< Iniziava a piacermi questo posto! > sbuffò Rebekah < Puoi tenere la bambina mentre faccio i bagagli? È ovvio che dobbiamo partire immediatamente. >

< Dove pensi di portarla? > chiese curiosa Caroline, ma poi si morse la lingua < Forse è meglio se non mi rispondi. Non rischierò di metterti nei guai. >

< Perché sei venuta qua con quelle due umane? > domandò Rebekah cambiando volutamente discorso < Dove sono la compassionevole Elena Gilbert e la magica Bonnie? >

Gli occhi di Caroline si riempirono di lacrime < Bonnie e Damon... sono morti. Elena non è più lei da quando ha perso Damon ed io... Avevo bisogno di allontanarmi da loro e dal dolore che mi provoca stargli vicino. >

< Potresti venire con noi. > propose Rebekah < A Londra ci sono dei college fantastici. >

< Ti ringrazio, ma ho il College, dei progetti per il futuro e per mia madre è importante che riesca a laurearmi. > rispose Caroline elargendo all'Originale un sorriso tirato, sembrava essere la stessa scusa che aveva rifilato a Klaus l'ultima volta che lo aveva visto.

Rebekah non rispose e uscì dalla stanza.

Caroline rimase sola con Hope, a cullarla e a sentire il suo piccolo cuoricino battere velocemente.

 

***Note Autrice
 

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Capitolo 3
*** Il passato che ritorna ***


Whitmore College – Giugno 2015

 

< Caroline è finito il latte in polvere! > sussurrò Rebekah per non svegliare Hope che dormiva nella stanza accanto.

< Vado io a comprarlo! > rispose immediatamente la vampira < Ho proprio bisogno di una pausa da questo libro! >

< Sei sicura? > domandò l'Originale < Domani hai l'esame. >

< Non preoccuparti, ho davvero bisogno di staccare! In più voglio sgranchirmi anche le gambe. Magari vado a corsa! > disse Caroline facendo l'occhiolino a Rebekah che sorrideva divertita.

< Ha telefonato Elijah mentre eri a lezione. > sospirò l'Originale appoggiandosi allo stipite della porta, mentre guardava Caroline fermarsi e stringere le chiavi di casa in pugno fino a far diventare bianchissime le nocche delle proprie mani.

< Verrà a riprenderla? > chiese senza voltarsi la giovane vampira. Soltanto all'idea di separarsi da Hope le faceva venire il magone.

< Non ancora, ma crede che possa esserci la possibilità, almeno per lui, di passare a vederla il mese prossimo. > disse Rebekah in tono neutro.

< Quando accadrà dovrai avvertire Liv, così almeno potrà vederla. > rispose a bassa voce Caroline.

L'Originale bionda annuì, mentre vedeva l'espressione di Caroline cambiare radicalmente.

< Prima o poi dovrò dirgli che ci sei anche tu a darmi una mano con lei! > ribatté Rebekah sospirando pesantemente per enfatizzare il discorso < Vorrà sicuramente ringraziarti, e magari farti anche una lista di osservazioni su come ci si prende cura di un bambino, ma comunque vorrà conoscerti di persona. >

< Ci siamo visti una volta,a Mystic Falls, mi conosce! E comunque non deve per forza saperlo, Becks! > mugolò Caroline indispettita mentre prendeva la borsa < Se Elijah lo sapesse... Lo direbbe a lui, e io non voglio! >

< Elijah non glielo dirà se non vuoi. > esclamò esasperata l'altra bionda < Se glielo chiederai ti darà la sua parola, e la manterrà. Ti puoi fidare! >

< So bene che Elijah è un uomo d'onore, me lo hai ripetuto migliaia di volte, ed Elena lo ha sempre considerato il migliore di voi, ma... Questa storia è già complicata di suo, perché aggiungere altre complicazioni? > rispose sconsolata Caroline infilandosi il cappello in testa < Ancora non riesco a capire come ho fatto a pensare a questa soluzione. Forse sto mettendo Hope ancora più in pericolo, e se dovesse succederle qualcosa non me lo perdonerei! >

< Non le succederà niente a Hope. > affermò sicura Rebekah scuotendo la ragazza per le esili spalle < Guardami, Caroline. >

Quel tono di voce a Caroline ricordava tanto Klaus, e non poté fare a meno di fare ciò che le veniva chiesto. Rebekah non la stava soggiogando, voleva solo rassicurarla.

< Ho la responsabilità più grande del mondo: proteggere Hope da qualsiasi minaccia. Non pensi che sia spaventata anch'io a volte? Sono riuscita a sentirmi meglio soltanto da quando ci dividiamo il compito. > spiegò l'Originale < Quindi non dirmi che stai mettendo Hope in pericolo, perché è una decisione che abbiamo preso insieme. Questa è la migliore soluzione per noi e per lei. La stiamo facendo vivere, che è molto più di quello che avrebbe ottenuto restando a New Orleans. >

Caroline sospirò pesantemente un paio di volte, cercando di riprendere il controllo su stessa.

< Scusa. > riuscì a dire la giovane vampira prima di abbracciare Rebekah ed uscire.

 

Dall'altro lato della strada un uomo stava osservando il portone dell'edificio, aspettando che venisse aperto e che gli rivelasse ciò che sperava di essere riuscito a trovare. Quando gli occhi dell'uomo che osservava il portone di ingresso videro uscire Caroline si allargarono per la sorpresa, facendolo tremare.

Una mano si appoggiò sulla spalla dell'uomo, facendolo sussultare.

< Devo darti atto che avevi ragione. Rebekah si è nascosta in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti, eppure rimane celata al mondo intero. > sorrise Elijah al fratello < Adesso andiamocene, altrimenti le metteremo in pericolo. Una volta a New Orleans faremo delle ricerche sull'amica di Rebekah. >

< Non serve. La conosco. > riuscì a malapena a mormorare Klaus < Lei è... >

< Caroline Forbes, lo so, almeno quello sono riuscito a saperlo dal campanello dell'appartamento. > rispose Elijah senza giri di parole < Quello che non so è come tu e Rebekah possiate conoscerla. >

< Lei è di Mystic Falls, e magari avrai anche avuto occasione di conoscerla. > rispose Klaus guardando dritto negli occhi il fratello < Lei è... Lei è la mia Caroline. >

Klaus si voltò velocemente e corse via verso l'auto che li avrebbe ricondotti a New Orleans. Elijah gli fu subito dietro e trovò Klaus già seduto sul sedile della macchina con la testa tra le mani.

< Cosa ti sconvolge, fratello? > domandò con voce spezzata Elijah.

< Non le ho mai detto di Hope, di Hayley, di New Orleans... e ora lo sa. Rebekah potrebbe aver... > sibilò Klaus furioso interrompendo la frase a metà < Adesso partiamo. Non possiamo trattenerci oltre. Le metteremmo in pericolo, non credi? >

Elijah scrutò Klaus, che guardava gli edifici scorrere attraverso il finestrino, e riconosceva molte emozioni segnargli il viso in smorfie diverse: rabbia, dolore, paura e sofferenza. Molte volte aveva nominato Caroline, spesso quando erano da soli per non far sapere ad altri quanto lei fosse importante per lui, e adesso, l'aveva trovata inaspettatamente insieme a Rebekah e alla figlia, al centro del pericolo.

< Staranno bene. Ne sono sicuro. Si proteggeranno l'un l'altra, non credi? > affermò in tono sicuro Elijah < E se la tua Caroline continua a stare con Rebekah evidentemente è un tipo tenace. >

< Tu non sai quanto. > rispose Klaus con un sorriso malinconico.

 

Whitmore College, Febbraio 2016

 

< Sei sicura? > domandò per l'ennesima volta Caroline prima di uscire di casa con la valigia in mano < Possiamo trovare un altro sistema per far avere le informazioni ad Elijah. >

< Di chi potrei mai fidarmi se non di te? > ripeté per la centesima volta la bionda Originale < E poi se andassi io mi consegnerebbero a Klaus, ricordati che lui mi ha bandito da New Orleans. So che ti sto chiedendo molto, ma... Non possiamo affidarci ad altri per questo compito. Siamo solo io e te. >

< Scusami, è che sono nervosa. > rispose Caroline < Non ho mai incontrato Elijah, ho paura di fare qualche errore imperdonabile e di rovinare tutto! >

< Caroline Forbes! Da dove proviene questo atteggiamento disfattista? Andrai ad una festa, ti divertirai, incontrerai Elijah, gli passerai le informazioni, continuerai a divertirti e la mattina dopo sarai già su un aereo di ritorno a casa. >

< Credo che dopo aver consegnato ciò che devo tornerò in albergo. > sbuffò Caroline < Quel vestito che mi hai preso è ridicolo, e non lo indosserò più del necessario! >

< Non fingere che non ti piaccia. > ribatté Rebekah sorridente < A qualcuno piacerà sicuramente... >

< Becks! > strillò Caroline < Mi hai fatto promettere di non parlarci e poi mi fai comprare un abito che attirerà la sua attenzione? >

Rebekah scoppiò a ridere convulsamente, era impossibile per lei trattenersi di fronte al siparietto delle smorfie di Caroline.

< Dicevo in generale, ma vedo che ancora non ti sei tolta dalla testa mio fratello... > mormorò l'Orignale < Devo avere una sua foto da qualche parte, vuoi che te la presti per baciarla prima di andare a letto? >

La risposta di Caroline fu un cuscino lanciato in direzione dell'altra vampira, e poi scoppiò a ridere anche lei.

 

< Non mi minacci per salvaguardare Hope? > domandò la giovane vampira tornando seria.

< Mi fido di te, Caroline. > rispose altrettanto seria Rebekah prendendo Hope dal box in cui stava giocando < Mi hai confermato più volte che in due la proteggiamo meglio. >

Caroline annuì, oltrepassò la porta dell'appartamento e sospirò profondamente.

 

Da quando Hope e Rebekah si erano trasferite al Whitmore College, dietro sua proposta, non si erano separate per più di un giorno. Visto che lei non poteva andare a Mystic Falls era sempre venuta sua madre a trovarla, ma adesso stava partendo per davvero, e non riusciva a staccarsi da quelle due. Prima di chiudere la porta alle sue spalle Caroline tornò indietro, prese Hope dalle braccia di Rebekah e la riempì di baci.

< Non crescere troppo in questi due giorni. > sussurrò Caroline, ricevendo un bacino bavoso dalla bambina, come se avesse voluto rassicurarla.

 

New Orleans, Mardi Gras 2016

 

La città era in pieno subbuglio, Caroline riuscì a capirlo già dall'aeroporto. Dovunque guardasse c'era un'esplosione di colori che le rapivano lo sguardo e il cuore. Ecco il Carnevale di New Orleans, il famoso Mardi Gras.

L'albergo che Rebekah le aveva prenotato era splendido, vicino al centro, anche se in una strada laterale, ideale per spiare senza essere visti. Aveva anche un nome che la faceva sentire quasi a casa “Bourbon Orleans Hotel”.

Al suo arrivo, alla reception, Caroline aveva trovato l'invito alla festa, come concordato.

 

Rebekah le aveva comprato uno splendido abito color porpora, per nulla semplice, come nel perfetto stile della vampira Originale, e anche di New Orleans. L'abito era senza spalline, aveva un corpetto di pizzo, allacciato dietro con dei lacci dorati, in perfetto stile della città. La gonna era abbastanza ampia e si poteva intravedere la gamba di Caroline a causa del drappeggio laterale, tenuto su da una rosa dorata più grande delle altre che le ricoprivano la gonna qua e là. I guanti facevano sembrare Caroline una figura d'altri tempi, se non fosse stato per i sandali vertiginosi, allacciati sul collo del piede da un nastro di raso porpora. La maschera abbinata era un reticolato di tulle dorata, semplice e d'effetto. I capelli di Caroline incorniciavano quella maschera, e i suoi occhi azzurri risultavano essere più scintillanti del solito.

Secondo Rebekah avrebbe attirato l'attenzione delle persone giuste vestita così, ma Caroline si vedeva come una di quelle bambole da esposizione.

Prima di uscire Caroline indossò il medaglione che avrebbe dovuto consegnare ad Elijah, e che si sarebbe aperto soltanto con il sangue dell'Originale. Era uno dei tanti oggetti che Klaus aveva accumulato nel tempo e che Rebekah aveva recuperato da una delle loro abitazioni sparse per il mondo.

 

Il taxi lasciò Caroline davanti all'ingresso della villa, illuminata a dovere per l'occasione. Due uomini dall'aspetto minaccioso controllavano gli inviti e la parola d'ordine.

Caroline deglutì vistosamente prima di avvicinarsi ai due e porgergli il suo invito.

< Rien ne va plus. > disse Caroline sorridendo agli uomini che la scrutavano con occhi indagatori.

I due uomini si spostarono contemporaneamente per farla passare.

Caroline attraversò l'arco di mattoni e si ritrovò nel cortile della villa.

La musica era suonata dal vivo da dei musicisti posti sul piano superiore dell'edificio, mentre ballerini e artisti circensi si esibivano in contorsioni con tende, cerchi e pali. I mangiatori di fuoco erano ai lati dell'orchestra, pronti a sputare fiamma al ritmo della musica.

Caroline era talmente rapita dall'allestimento della festa da non essersi neppure accorta di aver attirato l'attenzione di Elijah, che accompagnato da Hayley, stava facendo il suo ingresso al party.

 

Elijah non sapeva che Rebekah avrebbe mandato Caroline a fare la consegna, altrimenti avrebbe potuto avvertire Klaus della sua presenza, ma adesso che era alla festa, tra occhi e orecchie indiscrete, non poteva più dirglielo.

< Chiunque tu veda stasera, ti prego, cerca di trattenerti. > disse criptico Elijah ad Hayley < Vado a salutare una persona e torno da te. >

 

Caroline sorseggiava il calice di champagne che un cameriere le aveva gentilmente portato, e osservava rapita la ragazza che faceva acrobazie legata ad una tenda, cercando di analizzarne movimenti e azioni.

 

Klaus si affacciò alla ringhiera del piano superiore, per controllare lo svolgimento del party e una risata catturò la sua attenzione. All'inizio non riusciva a capire da dove provenisse, ma spostandosi all'inizio delle scale un vestito color porpora catturò la sua attenzione. La donna che lo indossava era bionda, e quando rise Klaus poté riconoscere quel suono cristallino e inconfondibile. Il suo cuore vacillò. Caroline. Era lei.

La felicità di saperla lì, a New Orleans sparì improvvisamente quando realizzò che se lei era venuta doveva esserci un motivo, e che forse lei e Rebekah avevano bisogno di aiuto.

Mentre scendeva le scale per andarle incontro la musica si arrestò, e lui si bloccò, consapevole di dover espletare i suoi doveri, ovvero fare il suo annuale discorso.

Tutti i presenti si voltarono verso di lui, immobile sulla scala, che stava cercando di riprendere il controllo di se stesso e delle sue emozioni dopo aver riconosciuto Caroline tra i suoi ospiti.

Un cameriere gli porse un calice di champagne e poi ridiscese immediatamente le scale per lasciare la scena al padrone di casa.

Klaus si schiarì la voce, e Caroline tremò.

I loro occhi si incrociarono e un brivido percorse la schiena di entrambi.

I vampiri non sentono freddo, ma a Caroline venne la pelle d'oca. Lui l'aveva vista, ne era sicura, ma soprattutto sentiva, che l'aveva riconosciuta.

 

< Il Mardi Gras è un giorno da ricordare per tutti noi che amiamo New Orleans e finalmente, quest'anno, siamo liberi di festeggiarlo come soltanto noi sappiamo fare. Ci siamo ripresi la nostra città, con fatica, subendo perdite incolmabili, ma alla fine i nostri sforzi sono stati ripagati. I licantropi sono stati decimati e rimessi al proprio posto e presto anche le ultime streghe che hanno cercato di sterminarci marciranno all'inferno. Celebriamo la nostra città, i nostri costumi, le nostre tradizioni: per New Orleans, per suoi i turisti e abitanti. Godiamoci una notte all'insegna del divertimento, degli scherzi e delle maschere. > Klaus alzò il calice e aggiunse < A noi, e che il sangue non manchi mai! >

Tutti i presenti alzarono i calici e bevvero, e l'orchestra riprese a suonare, tra il chiacchiericcio degli ospiti presenti.

 

Caroline, che si era alzata per avvicinare Elijah, si fermò dietro una colonna per osservare Klaus, che adesso era sceso in mezzo agli ospiti e scrutava la sala. Sapeva che la stava cercando, ma non poteva affrontarlo, non quella sera. Era in missione per conto di Rebekah e non poteva deluderla. Non voleva. Inoltre lo aveva promesso: nessun contatto con Klaus.

 

< Il colore dell'abito si adatta perfettamente alla festa della città. > esclamò un uomo alle spalle di Caroline, che sussultò all'istante.

Voltandosi però riconobbe Elijah.

< Non l'ho scelto io. > rispose Caroline visibilmente imbarazzata, cercando di sorridere.

< Seguitemi in biblioteca. > disse Elijah porgendo il braccio che Caroline accettò immediatamente.

 

La biblioteca era enorme, e gli scaffali ricoprivano tutte le pareti fino al soffitto. La vampira entrando non poté celare lo stupore e la bellezza della stanza in cui aveva appena messo piede. Le sembrava di essere all'interno della biblioteca del cartone animato della Bella e la Bestia. Lo aveva da poco comprato a Hope e se lo ricordava bene.

Hope. Bastò il suo nome a farle cambiare espressione e riportarla alla realtà.

Caroline si tolse il medaglione e lo porse ad Elijah.

 

< Nessuno vi ha seguito? > domandò l'Originale mentre esaminava il medaglione < Siete sicura? >

< Sicura. > affermò la vampira < Sono arrivata poco prima del discorso di Klaus, e me ne andrò non appena avremo finito qui. Domattina ho già un volo prenotato per il mio rientro a casa. >

Elijah prese un piccolo coltellino dal cassetto della scrivania al quale si era seduto e si punse un dito. La goccia di sangue che ne fuoriuscì cadde sul medaglione, e il gioiello si aprì all'istante, rivelando un foglietto ingiallito all'interno.

< Siete sicure? > domandò Elijah dopo averlo letto e bruciato < Se stasera falliamo non ci sarà più alcuna possibilità di riportarla qui, e tutti i nostri sforzi saranno stati vani. >

< Siamo sicure. > confermò Caroline < La mia amica strega arriverà all'alba. Voi dovrete solo non tardare. Abbiamo i minuti contati. >

< Non accadrà. > le assicurò Elijah < Vi ringrazio, anche a nome di Niklaus, per il vostro aiuto e per i rischi che avete accettato di correre. Non solo venendo qui. >

< Lo faccio volentieri. > rispose Caroline < Ora è meglio se vado. >

< Un'ultima cosa, Miss Forbes. > la richiamò Elijah < Come sta la bambina? >

< Ho una foto. > esclamò sorridente la vampira frugando nella borsetta e tirando fuori il cellulare.

Elijah vide lo sfondo del telefono della vampira: tra lei e Rebekah c'era una bambina bellissima che teneva entrambe per una ciocca di capelli.

< E' dolcissima, non fa mai i capricci. > disse sorridente la vampira < E' un peccato che... >

< Lo so. > la interruppe Elijah cercando di non far notare l'emozione provata nel vedere sua nipote dopo tutto quel tempo < Fate uscire prima me. Aspettate un paio di minuti e poi uscite voi. Desteremo meno sospetti se saremo separati. >

Caroline annuì e si avvicinò verso la finestra, osservando la parata carnevalesca che stava occupando la strada, mentre Elijah usciva senza fare alcun rumore.

 

Caroline contò mentalmente fino a 120, poi si avvicinò alla porta, fece un profondo respiro e pose la mano sulla maniglia, ma quando la aprì si trovò davanti due occhi indagatori. Klaus.

Immediatamente Caroline richiuse la porta, girando perfino la chiave. Era nel panico. Sapeva che una semplice porta chiusa a chiave non lo avrebbe trattenuto fuori, ma non poteva avere contatti con lui. Liv e Rebekah erano state chiare su questo, e lui stesso avrebbe dovuto sapere che era molto pericoloso!

La vampira aprì la finestra e saltò velocemente, mentre la figura di Klaus la guardava dileguarsi in lontananza. A Caroline parve perfino di sentirlo ringhiare, ma non poteva mettere a repentaglio la vita di Hope solo perché, dopo averlo visto e ascoltato, avrebbe voluto toccarlo di nuovo, anche solo per una volta. La vampira decise di andare direttamente all'aeroporto e chiedere ad Elijah di recuperare le sue cose dalla camera dell'albergo. Prese un paio di jeans e una maglietta da un negozio ancora aperto e gettò l'abito del carnevale a terra, strappandoselo di dosso, mentre veniva scossa da tremori incessanti, tremiti causati dalla vicinanza di Klaus e dalla sua incapacità di restarle indifferente.

 

L'attesa sulle scomode poltroncine dell'aeroporto sembrava non avere mai fine, così Caroline decise di allontanarsi dalla sala di attesa per andare in bagno e rinfrescarsi il viso.

Quando Caroline osservò il suo riflesso allo specchio però intravide una strana figura dietro di lei, e poté scorgere distintamente la siringa che le entrava nel collo prima che perdesse i sensi.

 

***Note Autrice
Vi sto viziando con tutti questi aggiornamenti, eh?!
Va bene, il prossimo sarà la prossima settimana però!
Dunque, Klaus e Caroline si sono visti e... Caroline è nuovamente nei guai!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate!

Ps. Il Boubon Orleans Hotel esiste veramente ;-)

Baci, Elisa

 

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Capitolo 4
*** Verbena e Sangue ***


Luogo Sconosciuto, notte del Mardi Gras 2016

< Signora Francesca, ce l'ho fatta! > disse orgoglioso l'uomo rivolgendosi alla donna elegante che osservava Caroline con attenzione < E' la vampira che vive con Rebekah Mikaleson in quel college che ci aveva indicato David. >

< Ne sei sicuro? > insisté Francesca Guerrera.

< Si. L'avevo vista nella foto che David mi aveva inviato, si vedeva bene la ragazza in compagnia di Rebekah Mikaelson. Ho controllato anche documenti nella borsa: è lei! > spiegò il licantropo indicando la borsa aperta gettata in un angolo della stanza.

< Bene! > esclamò rassicurata Francesca < Cominciamo ad interrogarla. Non posso più attendere. La sua improvvisa visita a New Orleans non mi sembra casuale. >

Il licantropo infilò le mani sotto le ascelle di Caroline che si stava fingendo svenuta, per issarla a sedere con uno strattone, poi le diede uno schiaffo per tentare di svegliarla. Caroline aprì gli occhi di colpo e vide che era legata mani e piedi con una striscia di cuoio intrisa di verbena, che le bruciava la pelle. Era appoggiata a una parete di quella che poteva essere una casa abbandonata. Sugli arredi c'erano ancora dei teli per preservarli dalla polvere, ma sul tavolo al centro della stanza c'erano molti fogli sparsi.

Nella stanza non c'era nessuno tranne Caroline e i due rapitori licantropi.

 

< Cosa volete da me? Chi siete? Perché mi trovo qui? > iniziò subito a chiedere Caroline.

< Quante domande ragazzina! > esclamò indispettito il licantropo.

< Vogliamo informazioni, nient'altro. > disse pacatamente Francesca avvicinandosi a Caroline < Sulla bambina di Klaus e Hayley. Devi dirci dove la state nascondendo e con chi! >

< Klaus e... No! Non è possibile! > esclamò incredula la vampira agitandosi < Vi state sbagliando! >

Il licantropo fissò la bionda vampira che stava chiudendo le mani a pugno, iniziando a ringhiare.

< Forse non lo sapevi? > domandò l'uomo con aria divertita < Klaus sembra essere proprio un libertino. Dopo Hayley c'è stata quella strega, quella rossa, come si chiamava? >

< Gènevieve. > rispose sorridente Francesca togliendo la giacca grigio perla del suo tailleur < Una bellezza raffinata ed elegante. D'altri tempi. >

Il licantropo maschio rise ancora più forte.

< Per non parlare di quella inutile umana. La nipote di Kieran. Gli gira sempre intorno. > commentò l'uomo < E' davvero così straordinario? Ha delle doti nascoste? >

Caroline ringhiò aspramente e snudò i denti in direzione del licantropo, che si acquattò e snudò i propri, in risposta a quel lamento di rabbia e dolore proveniente dall'anima ferita della vampira.

 

< Dateci un taglio. Entrambi. > ordinò Francesca < Non amo girare intorno al problema, quindi sarò diretta. Credo che la tua reazione esprima chiaramente la tua avversione nei confronti della madre. Non vedo come, adesso che sai la verità, tu non possa collaborare con me. >

< Non mi fido. Non ti conosco. > ringhiò Caroline < Potresti avermi mentito. >

In quel momento la testa le girava, si sentiva confusa e spossata. Ripensò alle parole di Rebekah, quando avevano parlato della nascita di Hope e dei suoi genitori:

 

La madre è diventata un ibrido dopo la nascita della bambina. È una lunga storia, lei e Klaus non avevano assolutamente programmato niente di tutto questo, anzi. Non appena Nik ha saputo della gravidanza l'ha anche minacciata di morte. Elijah lo ha fatto ragionare per fortuna, ma Nik ha sempre mal sopportato la presenza della ragazza in casa

 

Francesca prese un ritaglio di giornale da una cartellina sul tavolo in mezzo alla stanza. L'articolo riportava la notizia della tragica morte di una neonata, Hope Mikaleson, e l'autore porgeva le condoglianze da parte di tutta la comunità di New Orleans al padre, Klaus Mikaelson e alla madre... Hayley Marshall.

Caroline urlò senza neppure rendersene conto.

 

< Come vedi non ti sto mentendo. > disse Francesca < Non avrebbe senso da parte mia farlo. >

< Allora cosa vuoi da me? > ringhiò la vampira < Mi ucciderai comunque, no? >

Francesca riportò il ritaglio di giornale sul tavolo e si appoggiò al mobile.

< Non sarò io ad ucciderti, e magari non dovrai morire. Non so di preciso quale sia il tuo destino, ma so cosa accadrà in questa stanza. > parlò tranquillamente la donna < Bobby e Laura si divertiranno un po' con te se non vuoi darci le informazioni che ti abbiamo chiesto. Se ancora vuoi proteggere la figlia di Hayley. >

 

Caroline inspirò profondamente, tentando di riprendere il controllo di se stessa, richiamando alla mente l'immagine di Hope, la sua risata e le sue piccole manine che le accarezzano i capelli. Non poteva tradire Hope, non era colpa sua se era figlia di quella cagna.

 

La vampira cercò di sorridere beffarda e disse < Vi uccideranno per questo. Lo sapete? >

La donna osservò Caroline con aria seria, e poi scoppiò a ridere, e con una mano si gettò indietro i capelli neri e lisci.

< Per cosa esattamente? > rise il licantropo maschio mentre si sistemava i capelli nel riflesso di un quadro appeso nella stanza.

< Per avermi catturata e tenuta prigioniera. Liberatemi immediatamente! > strillò Caroline < Oppure uccidetemi subito, non posso rivelare informazioni che non ho! >

 

< Questa è la tua risposta? Ti chiarirò il quadro generale allora: Rebekah è in un altro stato, sappiamo benissimo che non hai più rapporti con Klaus da parecchio tempo. Elijah non ti conosce, e sicuramente Hayley non rischierebbe la sua vita per te. > rispose seria la donna < Chi altri potrebbe venire a salvarti? I tuoi amici del college? Non credo nemmeno che sappiano che tu sia qui. Quando inizieranno a cercarti sarai già diventata grigia. >

< Non sarebbe la prima volta che rischio la mia vita. > ribatté Caroline testardamente.

< Lo so. Abbiamo fatto delle ricerche su di te, ragazzina. Caroline Forbes, studentessa modello, cheerleader alle superiori, vincitrice del concorso di Miss Mystic Falls, ma soprattutto... Protettrice insieme a Rebekah Mikaelson della figlia di Klaus. Bambina che tutti hanno creduto morta. Erroneamente. > sorrise la donna divertita < Potresti facilitare le cose per noi e per te, dicendoci tutto quello che sai. Soffriresti pochissimo. >

< Conosco Rebekah e Klaus, ma non sapevo che lui avesse avuto una figlia con... quella lì. > rispose atona Caroline, guardando dritta davanti a sé.

< Vediamo di capirci subito, ragazzina. > sbottò Francesca lisciandosi la gonna del tailleur mentre l'uomo alle sue spalle rideva < Elijah è riuscito a mettere insieme informazioni sufficienti a rintracciare sua sorella, e lo abbiamo fatto anche noi. Tu vivi con lei, ne siamo sicuri, e se vivete insieme con voi c'è anche la bambina. >

< Vi sbagliate! > protestò ancora Caroline.

< Dopo vari avvistamenti di Rebekah insieme a un neonato abbiamo iniziato ad indagare. A Santa Monica sei comparsa tu, ed è stato automatico, saresti stata tu la persona da catturare. > spiegò ancora la donna incurante dei lamenti di Caroline < Ma una volta arrivate al Whitmore College la bambina è come sparita. Tu te ne andavi sempre in giro con una strega e il tuo appartamento è protetto da uno strano incantesimo. Non abbiamo potuto neppure avvicinarci senza ferirci. >

 

Caroline sorrise orgogliosa. Le protezioni di Liv funzionavano davvero.

< Esther ci ha dato precisi ordini. Bobby e Laura potranno farti tutto quello che vogliono, tranne che ucciderti. > sorrise sadica Francesca < Quello sarà un suo personale compito. Se vorrà. >

< Esther? > domandò la vampira agitata. Aveva già sentito quel nome, ma non riusciva a rammentare dove e perché.

< La madre degli Originali. > rispose spazientito l'uomo dal fondo della stanza.

< Non può essere. Klaus l'ha uccisa quando eravamo ancora a Mystic Falls! > protestò Caroline.

< Beh, è resuscitata! > rispose altezzoso l'uomo.

< Che cosa vuole Esther? > domandò rassegnata Caroline.

< Lei vuole la bambina. > rispose con tono suadente la donna < Quell'abominio non può continuare a vivere. Gli equilibri della natura sono tutti sballati a causa sua. Esther farà un rituale che le permetterà di ristabilire l'equilibrio della natura, e restituirà New Orleans ai Guerrera, come segno di lealtà. >

< Vuole uccidere la bambina? > ringhiò Caroline < E' sua nipote! >

< Non credo proprio che le interessi. > rispose Bobby sorridente < A lei interessa uccidere i vampiri. >

< Li ha creati lei! > protestò Caroline.

< Infatti vuole rimediare all'errore! > ribatté Bobby < Ucciderà tutti i suoi figli, di questo puoi starne certa. >

< Gli Originali potrebbero unire le forze e uccidere Esther. Di nuovo. > insisté Caroline.

< Esther è molto potente. > affermò l'uomo con un sorriso < Ci vorrebbe una strega altrettanto potente per tentare anche solo di farle del male. Dove credi che possano trovare gli Originali una strega disposta ad aiutarli? >

Caroline aprì la bocca ma la richiuse poco dopo. Non sapeva cosa ribattere.

 

< Noi abbiamo intenzione di riprenderci New Orleans, e se per farlo dobbiamo assecondare Esther, lo faremo. > spiegò l'uomo rigirandosi un coltello tra le mani < Esther vuole che ti facciamo soffrire, vuole filmare tutto e magari inviarlo alla tua amichetta, domani. >

La bocca dell'uomo era piena dei denti aguzzi e alcuni di essi erano rivestiti da brillanti punte d'argento, che li rendevano ancora più orribili. Alla vista di quei denti spaventosi e scintillanti Caroline fu percorsa da un brivido di paura. Questa volta non ce l'avrebbe fatta.

Klaus l'aveva vista, ma lei si era dileguata velocemente. Elijah sapeva che sarebbe andata all'aeroporto molto presto, e Rebekah doveva andarla a prendere alle 10. Non avrebbero mai potuto accorgersi della sua scomparsa in tempo.

 

< Adesso... > sospirò l'uomo con tono sognante < Iniziamo a divertirci. Com'è che ti chiamavano in quel buco di città da dove vieni? >

< Barbie? > rispose Francesca dubbiosa < Oppure Blondie. Non sono sicura. >

< Bene Blondie, giochiamo! > rise Bobby mentre legava uno straccio intriso di verbena alla bocca di Caroline.

Il contatto con la verbena faceva bruciare la pelle della vampira, che tentava di urlare inutilmente mentre le lacrime le scendevano copiosamente sul viso.

Una donna, Laura, si parò davanti a Caroline e con un coltello le procurò un lungo taglio sull'avambraccio. Caroline tentava di urlare, ma lo straccio in bocca le precludeva ogni suono.

Bobby le conficcò una serie di stecchini su ogni dito della mano destra, e quando stava per passare alla sinistra Caroline svenne.

 

< Più la strega tarda a venire a recuperare questa ragazzina, più noi ci divertiamo! > scherzava Laura.

< Francesca ha detto che la strega la vuole viva... Credi che sarebbe viva se le tagliassimo un dito? > domandò Bobby ridendo sadicamente.

< Hanno detto viva, non integra. > rispose Laura.

Caroline sentendo quei discorsi sussultò.

< Si sta svegliando. > affermò Laura guardando la vampira < Che ne diresti se buttassimo della verbena liquida nelle ferite ancora aperte? >

< Ottima idea! > sorrise Bobby < Vado a prendere più acqua! >

 

Nei momenti in cui i due licantropi non le stavano facendo del male, Caroline tentava di recuperare le forze e la sanità mentale. Sapeva di dover resistere, di dover mantenere i suoi segreti e di aspettare che Rebekah si accorgesse della sua assenza e mobilitasse Klaus o Elijah per trovarla.

La vampira si impose di immaginare che le torture fossero soltanto un brutto sogno, ma le ferite erano sempre più profonde ogni volta che Bobby e Laura le riaprivano, e le forze iniziavano ad abbandonarla.

Caroline udiva perfettamente le risate dei due licantropi mentre la torturavano, mentre registravano le sevizie che lei doveva sopportare per il bene di Hope.

 

< Vi divertite così tanto a torturare una persona? > domandò Caroline durante una pausa tra una crudeltà e l'altra.

< Non vedo alcuna persona qui. > rispose pacatamente Laura < Vedo una ragazzina che dovrebbe essere morta, che non avrebbe dovuto fare progetti per un futuro che non era destinata ad avere. >

 

Quando Francesca tornò Caroline pensò che forse le torture sarebbero finite, ma si sbagliava.

I tre licantropi parlottavano velocemente tra loro e per la vampira, debole com'era, fu impossibile recepire le loro parole. Tutto divenne più chiaro quando Francesca le si avvicinò, le prese una mano e le morse il polso. Gli occhi di Caroline si allargarono per lo stupore. Dopo tutto quello che aveva passato con le torture avrebbe dovuto morire per il morso di un licantropo. La rabbia la fece ringhiare, ma nessuno dei presenti sembrò darle peso.

 

Caroline iniziò ad avere i brividi di freddo, la fronte imperlata di sudore e le allucinazioni. La vampira infatti credette di vedere Klaus attraverso il vetro della piccola finestra in fondo alla stanza buia, e pensò subito che il veleno con lei agisse più in fretta perché era stata morsa troppe volte nella sua breve vita.

Trasalì quando vide Bobby e Laura avvicinarsi di nuovo a lei per divertirsi ancora un po' con il suo corpo, ormai allo stremo a causa delle sofferenze subite e del veleno in circolo.

Guardando verso i suoi aguzzini a Caroline sembrò di vedere nuovamente Klaus, proprio dietro a Bobby e Laura, che le faceva segno di stare in silenzio.

Alle spalle di Klaus si poteva vedere un'ombra, ma Caroline non poté capire chi fosse, o chi la sua mente stava immaginando.

Laura porse un paletto di legno a Bobby, e simultaneamente lo infilzarono nei fianchi della vampira, che emise uno strano verso gutturale, un misto di grida e imprecazioni.

Gli occhi di Caroline saettarono quasi fuori dalle orbite per il dolore che entrambi i paletti le avevano inferto, restò senza fiato per un tempo infinito, poi aprì la bocca e sforzandosi di sorridere in modo salico e sicuro mormorò < Morirete! >

Bobby iniziò a ridere, ma ben presto la sua testa fu separata dal resto del corpo, provocando una fuoriuscita di sangue che investì in pieno Caroline. Laura fece appena in tempo a fingersi sorpresa mentre le strappavano via il cuore dal petto.

La sorpresa e il veleno in circolo fecero svenire Caroline prima che potesse vedere chiaramente i suoi salvatori.

 

***

 

Quando la vampira si risvegliò era in una stanza sconosciuta, arredata in modo semplice e con colori pastello. Immediatamente Caroline si controllò le ferite sul corpo, ma non ve ne era più traccia. Si passò le dita sopra il segno, ormai perfettamente guarito, del morso di Francesca.

 

La porta si aprì lentamente, quasi senza fare rumore, ma Caroline era sveglia e poté vedere Klaus.

 

< Sei sveglia. > mormorò l'ibrido richiudendo la porta dietro di sé < Come ti senti? >

< Non sono più ferita. > rispose atona la vampira mentre continuava a guardarsi le braccia.

< Il tuo fisico è guarito perfettamente. Ti ho dato il mio sangue. > spiegò in tono pratico e pacato l'ibrido < Ma ti ho chiesto come ti senti. >

< Non lo so. Mi sono appena svegliata e non ho ancora avuto modo di riflettere su ciò che è accaduto. > ribatté immediatamente Caroline.

< Perdonami. Non volevo farti arrabbiare o metterti pressione. > cercò di scusarsi Klaus < Sarò nell'altra stanza se hai bisogno di me. >

< Klaus > lo chiamò la vampira < Grazie. >

Klaus annuì e si voltò verso la porta.

< Come hai fatto a trovarmi? > domandò Caroline.

< Ti ho seguita perché volevo parlarti. > rispose l'ibrido senza guardarla < Ti vedevo all'aeroporto, in attesa del tuo volo, e stavo escogitando un modo per avvicinarti senza farti scappare di nuovo, quando ho notato i licantropi e ho capito che se mi avessero visto in tua compagnia avrebbero sicuramente scoperto la nostra... connessione, e sarebbero potuti arrivare a Hope. >

< Hai visto che mi portavano via? > domandò Caroline con voce rotta mentre si avvolgeva alle spalle la coperta lasciata in fondo al suo letto.

< No. > ammise Klaus voltandosi a fronteggiarla < Li avrei uccisi immediatamente se li avessi visti portarti via. Sono semplicemente tornato a casa. La mattina dopo Rebekah ha chiamato Elijah per dire che non eri tornata con il tuo volo, ma io ti avevo vista all'aeroporto, quindi ho capito che era successo qualcosa proprio lì. Ti abbiamo cercata e per fortuna trovata. Il tuo... odore... Per me è inconfondibile. >

< Olfatto da licantropo? > chiese divertita la vampira.

< Più o meno. > sorrise Klaus < Ti lascio riposare. >

< Posso tornare a casa? > domandò Caroline prima che l'ibrido uscisse.

< Nessuno ti ha vista con noi. Puoi andare ovunque tu voglia. > rispose Klaus chiudendo la porta.

 

Caroline recuperò il cellulare e telefonò a Rebekah, per rassicurarla sulle sue condizioni e tornò a letto, si sentiva esausta nonostante avesse già dormito molte ore.

Non appena posò il telefono e tirò su le coperte Elijah si fece avanti per parlarle e ringraziarla di non aver rivelato alcuna informazione sulla nipote.

< Sarei morta prima di rilevare il segreto. > ammise Caroline in un sorriso.

< Sono sempre più sicuro che lei sia di notevole aiuto per mia sorella. > ammise Elijah sorridendo.

< Vi siete incontrati con la mia amica strega? > domandò preoccupata Caroline < Com'è andata? >

< Abbiamo conosciuto la sua amica Liv, una ragazza molto particolare devo dire. > iniziò a raccontare l'Originale < Ha fatto un incantesimo per localizzare la tomba di mia madre, poi l'abbiamo disseppelita, cosparsa di sale e altre erbe portate dalla ragazza e ne abbiamo bruciato il corpo. >

< Tutto qui? > chiese incredula Caroline < Avete bruciato il suo corpo? >

< Niklaus avrebbe voluto gettare le ceneri di nostra madre nel fiume, ma la sua amica Liv ha avuto un'idea migliore. Abbiamo usato le sue ceneri per formulare un altro incantesimo. > continuò a raccontare Elijah < Un incantesimo di sangue per proteggere me, Niklaus e Rebekah. >

< Forse era meglio lasciare fuori il sangue di Klaus, ogni tanto fargli avere un aneurisma da parte di una strega potrebbe far comodo! > esclamò senza pensare Caroline.

Automaticamente la vampira si portò le mani alla bocca, ma ormai Elijah aveva sentito tutto e, stranamente, si era messo a ridere.

< L'incantesimo non ci ha fornito una protezione fisica dalle streghe, Miss Forbes. > sorrise Elijah < Il nostro sangue è legato al potere di nostra madre, ci protegge da incantesimi di localizzazione, da possessioni e, per me e Rebekah, tramite il legame con Niklaus, anche dai morsi di licantropo. >

 

Elijah si avvicinò di più a Caroline, serio ma allo stesso tempo rassicurante, prese una mano della vampira tra le proprie e la strinse.

< C'è una persona che vorrebbe vederla, Miss Forbes. > iniziò a parlare < Non è obbligata a farlo se non lo desidera, ma magari potrebbe riempire le lacune delle sue informazioni su Hope e sulla gravidanza. Magari lei stessa potrebbe mostrarle la foto che ha mostrato a me. >

Caroline ritrasse la mano immediatamente, come scottata da quelle parole.

< Mi hanno sempre detto di essere una persona generosa e altruista, ma anche una bacchettona, troppo intenta a sparare giudizi senza riflettere. > sospirò Caroline abbassando lo sguardo < In questo momento però non posso essere né generosa né altruista, e non ascolterei nessuna spiegazione in modo obiettivo. Non posso vederla. Mi dispiace, ma non ci riesco. Prendete il mio cellulare, ma io... Non posso... >

< Capisco. > annuì Elijah comprensivo < Dovevo tentare. Gradirebbe altro sangue, Miss Forbes? >

< Magari più tardi. Adesso ho solo un gran sonno. > rispose sbadigliando la vampira.

 

Quando Caroline riaprì gli occhi trovò una decina di sacche di sangue accanto al letto, e le bevve tutte, sentendo la vita pia piano rifluire nelle sue vene.

Notò la sua valigia, recuperata dal Bourbon Orleans Hotel e si vestì immediatamente con gli indumenti puliti che vi erano ancora all'interno.

Quando uscì dalla porta, con la valigia in mano, si scontrò contro la figura e lo sguardo seria di Klaus.

< Dobbiamo parlare. > esclamò perentorio l'ibrido.

< Ti ho già ringraziato mi pare. > ribatté la vampira oltrepassandolo.

< Così... Te ne vai? > sibilò a denti stretti Klaus < Rebekah ti ha già detto tutto e non vuoi sapere nulla di più? Non vuoi urlarmi contro? Non vuoi dirmi quanto sia stato meschino e codardo per non averti raccontato di Hope? >

 

Caroline si bloccò di colpo, espirò profondamente, e quando si voltò a fronteggiarlo vide l'espressione di Klaus, un misto tra timore, attesa e disappunto.

< Rebekah mi ha detto che era tua figlia solo perché è stata costretta. Ho scoperto che era figlia di Hayley solo dalla donna che mi ha rapito, Becks ha mantenuto il tuo segreto. > commentò Caroline in tono piatto < Non mi devi niente, Klaus. Non c'è bisogno che tu mi avverta per ogni avvenimento importante della tua vita, quindi non eri obbligato a dirmi che eri diventato padre. >

< Allora perché hai continuato a stare con Rebekah, anche dopo aver saputo che Hope era mia figlia? > domandò Klaus con genuina curiosità ed apprensione.

< L'ho saputo prima di convincere Rebekah a venire al college con me. > ammise Caroline fissandosi le punte dei piedi < Con uno sguardo quella bambina mi aveva già conquistata. Sapere poi che tutti la volevano morta solo perché era diversa... Beh, mi ha fatto decidere. Volevo aiutarla. >

< Sono sicuro che la tua mente avrà fatto due conti quando Rebekah ti ha detto che sono il padre di Hope. Sai la sua età, avrai certamente capito anche che lei era stata concepita mentre ero a Mystic Falls, prima che noi... > l'ibrido venne interrotto dalla mano alzata di Caroline.

< Non continuare. > lo supplicò lei scuotendo la testa dorata < Non voglio parlare di quello che è successo quel giorno, siamo andati avanti. Abbiamo scelto strade diverse. >

< Tu hai scelto per me! > esclamò Klaus indispettito < Quel giorno io ho soltanto cercato di aprirti gli occhi, sui tuoi sentimenti, sui tuoi istinti. Ma dopo un momento... sei tornata a reprimerli, come hai sempre fatto! >

< Perché era giusto così! In quel momento volevo soltanto vivere la vita che mi ero pianificata. Non volevo che... un ibrido millenario mi distogliesse dai miei obiettivi. > ribatté duramente la vampira < Ora scusami ma devo andare all'aeroporto, voglio tornare a casa. >

Caroline prese la valigia in mano e si avviò verso la porta, cercando di apparire il più tranquilla possibile, ma stava per esplodere dalla rabbia.

 

< Non sei arrabbiata quindi? > domandò perplesso l'ibrido, cercando di carpire una minima emozione sul volto di Caroline che si era voltata a guardarlo.

La vampira gettò nuovamente la valigia a terra, e a grandi falcate raggiunse l'ibrido, mostrandogli la sua faccia da vampiro.

< Sono così arrabbiata che ti ucciderei se soltanto tu potessi morire e se la tua morte non comportasse la mia stessa fine un'ora dopo! > ringhiò la vampira < Sono così arrabbiata da non sapere quando smetterò di esserlo, perché so già che una volta arrivata a casa avrò gli occhi di tua figlia a guardarmi, e penserò a te e a sua madre. Insieme! Lei! Tra tutte le donne che avresti potuto avere, tu... Lei! >

Klaus fece un passo avanti, con la mano tesa per toccarla, ma la vampira si tirò indietro subito.

< Sono arrabbiata perché non ho alcun diritto di essere arrabbiata con te. Sono arrabbiata perché mi ha fatto male scoprire una notizia così importante da una sconosciuta che mi ha rapito e torturata, e non avrebbe dovuto accadere così, dannazione! > continuò a sfogarsi la vampira < Ma non sono arrabbiata con te Klaus, lo sono con me stessa, perché è evidente che sono rimasta la stessa bambina che credeva alle favole, alla redenzione del cattivo e alle promesse che le vengono fatte. >

< Tu non sei una bambina, Caroline. Quello che è accaduto... > mormorò l'ibrido vedendo chiaramente il dolore che le sue azioni avevano provocato.

< Non lo voglio sapere! > strillò forte Caroline per coprire le parole di Klaus < Voglio solo andarmene e tornare a casa. >

Klaus annuì sentendosi sconfitto, poi prese una busta dalla tasca interna del suo giacchetto e lo pose sul tavolo che lui e Caroline avevano accanto.

< Questo è il biglietto aereo che serve. > mormorò l'ibrido < Non risaliranno a me, è sicuro. >

La vampira mise la mano sul biglietto, ma Klaus la bloccò all'istante, prendendola per il polso.

< Voglio dirtelo, devi sapere. > sibilò furioso l'ibrido sbattendo Caroline contro la parete < Non te l'ho detto perché non volevo che tu mi guardassi diversamente da come avevi iniziato a fare! Per me non ha contato nulla, è stata solo una notte di sesso, da ubriaco, mentre tentavo di estorcerle informazioni su Katerina e i suoi loschi piani per la cura. Non sapevo nemmeno di poter avere figli! >

< Chissà allora quanti ne avrai in giro senza che tu lo sappia! > ribatté sarcastica Caroline per cercare di proteggersi dalle parole di Klaus, che le stavano dilaniando il cuore.

< Nessuno. Prima di rompere la mia maledizione ero soltanto un vampiro Originale. Dopo c'è stata Hayley e sappiamo come è finita, poi ci sei stata tu, e sappiamo che non puoi... restare incinta. >

< E poi c'è stata la rossa, Gènevieve, mi sbaglio? > ribatté ancora Caroline con gli occhi lucidi.

< Come fai a sapere di lei? > domandò sorpreso Klaus allentando di poco la presa su di lei.

< Ti danno molte informazioni quando ne vogliono altre in cambio. > sibilò la vampira cercando di liberarsi dalla stretta dell'ibrido che invece tornò ad essere salda.

< Lei era solo un mezzo per un fine, ed è morta! > urlò furioso l'ibrido < E comunque mi credi uno stupido? Pensi che lo rifarei? Per che cosa? Per darle una vita in fuga? Per tenerla lontana da me? >

< Non lo so! > urlò Caroline crollando come un peso morto a terra e iniziando a piangere < Non lo so! >

< Mi dispiace, Caroline. Non lo dico spesso, ma devi credermi. Non volevo ferirti, anzi... Non credevo neppure di poterlo fare! > disse l'ibrido crollando a sedere accanto a lei < Ho cercato di ucciderle sai? Quando Hayley e le streghe mi hanno detto che aspettava un figlio mio. Ho minacciato di ucciderle entrambe! >

< Rebekah questo me lo ha raccontato. > sorrise Caroline tra un singhiozzo e l'altro, mentre vedeva Klaus appoggiare la fronte ai ginocchi < Ma non saresti stato tu se non avessi minacciato nessuno. >

L'ibrido rise divertito e si voltò a guardare Caroline, che stava asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.

 

< Sono complicato. > mormorò l'ibrido.

< Non avrei mai detto il contrario. > ribatté in un sussurro Caroline < Ma dicono che io sia brava a vedere del buono nelle persone... Quindi immagino di averne visto anche in te. >

< Non credo proprio di poter essere definito buono. > rispose Klaus.

< Non ho detto questo. > disse Caroline voltandosi verso l'ibrido < Sei un ibrido manipolatore, spietato e diabolico, ma hai dei sentimenti, hai delle persone a cui vuoi bene e che proteggeresti fino alla morte... >

< Ma non sono l'uomo per te, vero? > chiese Klaus accarezzando i capelli dorati di Caroline.

< Forse sono io a non essere la donna per te. > rispose piano la vampira < Klaus, tu puoi avere tutte le donne di questo mondo. >

< Ma io voglio te! > esclamò Klaus prima di catturare le labbra di Caroline con le proprie e baciarla, lentamente e delicatamente.

 

< Non posso. > disse Caroline appoggiando la sua fronte a quella di Klaus < Lasciami andare. >

< L'ho già fatto una volta. > sospirò Klaus < Non puoi chiedermelo di nuovo. Non posso lasciarti andare senza sapere se ti vedrò di nuovo. >

< Sai benissimo dove sarò. > rispose Caroline accarezzando dolcemente il viso dell'ibrido.

< Si, nell'unico posto dove non potrò venire. > esclamò Klaus alzandosi in piedi e porgendo la mano a Caroline per invitarla a fare lo stesso.

< Per adesso. > disse Caroline sorridendo e uscendo a velocità di vampiro.

 

 

***Note autrice
Il prossimo aggiornamento... mercoledì.

Un bacio, Elisa

Happy TOday!

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Capitolo 5
*** Laurea ***


Whitmore College, Aprile 2019

 

< Becks non riuscirò mai a finire questo discorso di laurea neanche tra cento anni! > si lamentò Caroline entrando in cucina < Il mio relatore mi ucciderà per questo! Ne sono sicura! >

< Controlla che non abbia un paletto di legno! > esclamò Rebekah mentre preparava un panino.

Caroline incrociò le braccia e guardò storto l'Originale.

< Zia Caroline, scrivi che mi vuoi bene e il tuo leratore non ti ucciderà. > suggerì la piccola Hope avvicinandosi a Caroline con sguardo comprensivo e preoccupato.

< Si dice "relatore" tesoro. > la corresse Caroline prendendola in braccio < E non preoccuparti, tutto il mondo sa già che ti voglio bene! >

< Anch'io ti voglio bene. Tanto! > disse Hope abbracciando la vampira, poi scese velocemente dal grembo di Caroline e si fiondò ad abbracciare una gamba di Rebekah < Voglio tanto bene anche a te, zia Bekah! >

 

Caroline tornò in camera, pronta a scrivere il discorso per la cerimonia di laurea. Ma come poteva un vampiro parlare delle opportunità che la vita offre agli umani? Lei avrebbe potuto rivivere l'esperienza del college decine di volte e laurearsi in ambiti diversi, provare varie carriere, mentre i suoi compagni di corso non avrebbero avuto questa scelta. Non sapeva di cosa avrebbe mai potuto parlare a quella platea di laureati. I pensieri le morivano in testa prima ancora che riuscisse a formularli. Dopo circa tre ore che scriveva e appallottolava fogli per poi ricominciare da capo, Rebekah bussò alla porta.

< Hope sta già dormendo. Non ho finito nemmeno di leggerle la prima pagina di Cappuccetto Rosso che già dormiva. > comunicò l'Originale < Qui come va? >

< Sono in alto mare, ma prima o poi mi verrà in mente qualcosa. > tentò di rassicurarla Caroline sorridendo < Ci riuscirò! >

< Forse non è un buon momento per parlare, ma devo dirtelo: ha telefonato Elijah. > affermò d'un fiato l'Originale, chiudendo gli occhi e sedendosi sul letto.

< Quando verranno? > domandò la vampira allarmata.

< Dopo la tua laurea. > disse in tono neutro Rebekah < Non gli avrei permesso di venire prima. >

< Grazie. > sorrise complice Caroline < Quando pensi di dirglielo? >

Rebekah si buttò all'indietro sul letto e sospirò di nuovo < Non lo so. È ancora piccola. Non ho idea di come potrà reagire! >

< Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato. > ammise Caroline con voce piena di tristezza.

< Speravo che arrivasse prima, quando era ancora una neonata. > commentò Rebekah sconsolata < E' tutta colpa di Nik e della sua smania di potere, del voler essere per forza Re di New Orleans! >

< Verrà a prenderla... lui? > domandò la vampira in un sussurro.

< Non lo so. Sarà capace di lasciare la sua dannata città per un giorno? > sbuffò l?Originale < Elijah vorrebbe venire a vederla la prossima settimana, per iniziare a conoscerla e capire le sue abitudini, i suoi... ritmi. >

< Elijah è premuroso e intelligente. > sorrise Caroline < Ha avuto una splendida idea. Starà qui da noi? >

< Non credo... > mormorò Rebekah < Può darsi che non venga da solo, sai? Potrebbe venire con la sua... compagna. >

< Non sapevo che Elijah avesse una compagna. > affermò la vampira stupita < La conosci? >

< Si, ma vorrei non parlarne. > commentò l'Originale < Non ora per lo meno. >

 

Caroline si alzò e si distese accanto all'Originale che fissava il soffitto.

< Se ti confesso una cosa, prometti di non arrabbiarti? > chiese la vampira in un sussurro.

< Non posso arrabbiarmi, rischierei di svegliare Hope! > sorrise l'Originale.

< Quando mi hanno torturato a New Orleans, ho saputo chi è la madre di Hope. > confessò Caroline tutto d'un fiato < Non me lo ha detto Klaus, me lo ha detto quella donna del clan Guerrera che mi aveva catturato. >

< Mi dispiace. > ammise Rebekah triste < Non dovevi venire a saperlo così, io... non te l'ho detto perché pensavo che non fosse compito mio farlo. Speravo che Nik prima o poi lo avrebbe fatto. >

< Lo capisco, Bekah. Però lui avrebbe decisamente dovuto dirmelo quando siete venuti a Mystic Falls per la morte di Katherine. > sorrise genuina e sincera Caroline < Ma saperlo da quella donna mi ha ferito in un modo in cui non pensavo fosse possibile. >

< Quindi... hai finalmente capito che sei... innamorata di mio fratello? > domandò sorridendo sorniona l'Originale mentre guardava la vampira dritta negli occhi.

< Può darsi, non lo so. Tuo fratello è... complicato! > affermò Caroline tornando a guardare il soffitto < Con lui niente è mai quello che sembra e io... Credo di avere paura. >

< Credi che accettando i tuoi sentimenti diventerai come Klaus? > la incalzò Rebekah.

< Ho paura che mi ferisca. > mormorò Caroline guardando di nuovo il soffitto < Ho paura che per ottenere qualcosa sia disposto a... lasciarmi indietro. >

< Nik ama in modo inteso, e può intimorire, lo so bene. > disse seria l'Originale < Può essere la tua rovina o la tua fortuna, ma se ricambi i suoi sentimenti posso assicurarti che non ci sarà mai nessuno che potrà amarti più di lui. >

< Per la prima volta, in tutta la mia vita, mi sono sentita importante per qualcuno. Così importante da essere messa al primo posto in varie occasioni. Ero la sua prima scelta. La sua! Certo, è sempre un ibrido psicopatico, ma è comunque... Lo sai... Voglio dire... Klaus! > ammise Caroline sorridente < avrebbe potuto avere chiunque, Rebekah! Chiunque! Ma ha voluto me! Per una volta, non ero seconda a Elena. Era lei ad essere scelta. Sempre, e da tutti! >

< Ahhh! Le doppelganger... > sbuffò Rebekah < Dipenderà dal loro sangue! Deve essere una droga per i fratelli di ogni famiglia di vampiri! >

Caroline scoppiò a ridere e si mise a sedere, subito imitata dall'amica.

 

< Potrebbe non pensare più a me. Dopo tutto questo tempo... > mormorò la vampira < Potrebbe aver trovato qualcuno in questi anni. >

< Neanche tu sei stata una monaca in questi anni! Comunque potresti scoprirlo facilmente, lo sai. > commentò Rebekah alzandosi dal letto < Usando un apparecchio munito di tasti e numeri! >

< E cosa faccio? > esclamò la vampira quasi esasperata < Lo chiamo e gli dico “Ciao Klaus, sono Caroline, ho finalmente capito che mi piaci, tu per caso sei ancora interessato ad essere il mio ultimo amore?” >

< Ultimo amore? > squittì Rebekah alzando la voce e guardando l'amica con curiosità crescente.

< Ti piace il mio papà? > domandò Hope entrando in camera di Caroline strascinando l'orsacchiotto di peluche con il quale dormiva.

< Cosa ci fai sveglia a quest'ora? > strillò sorpresa Caroline guardando la sveglia sul comodino < E' tardissimo. >

< Ho sentito il nome del mio papà e sono venuta. > mormorò Hope strusciandosi l'occhio destro con la manina.

Rebekah la prese in braccio < Torniamo in camera tua, a quest'ora tutte le bambine stanno dormendo da un pezzo. >

< Volevo sapere quando verrà a prendermi il mio papà. Voglio conoscerlo! > si lamentò la bambina mentre la zia le rimboccava le coperte.

< Presto, verrà molto presto. > rispose Rebekah baciandole la fronte per poi spegnere la luce della cameretta di Hope.

 

Caroline aveva osservato la scena da lontano.

Quando Rebekah socchiuse la porta della cameretta di Hope si voltò verso la vampira e le puntò il dito contro < Prima o poi mi spiegherai questa storia “dell'ultimo amore”! Nel frattempo non azzardarti ad organizzare qualcosa con i tuoi insulsi amici del College, per il dopo cerimonia di laurea. > la ammonì Rebekah < Ho già organizzato io la tua festa. Ho avvertito tua madre, che porterà un po' di persone e altri amici, amici molto meno noiosi dei tuoi compagni di corso! >

< I miei compagni di corso non sono noiosi! > ribatté Caroline, ma stava parlando a vuoto perché Rebekah si era già dileguata.

 

Whitmore College, Maggio 2019 – Laurea di Caroline

 

< Chiamiamo sul palco la più giovane laureata di quest'anno, Caroline Forbes. > annunciò il retttore del college.

 

Caroline salì gli scalini che la portavano sul palco, e si posizionò davanti al leggio, mentre gli applausi che l'avevano accolta diminuivano, per permetterle di parlare.

 

Salve a tutti, professori, colleghi, amici e famiglie.

Per chi non mi conosce davvero, a prima vista posso sembrare la classica ragazza bionda senza cervello, superficiale, che sorride a tutti e non partecipa a conversazioni intellettuali perché non ha nulla da dire. Chi invece mi conosce veramente sa benissimo che non sono nulla di tutto questo. Sono una ragazza come tante altre, che si è posta un obiettivo, che ha fatto molti sacrifici durante questo percorso, e che oggi può, finalmente, tirare un sospiro di sollievo e dire "Ce l'ho fatta!"

Vorrei condividere con voi il discorso che Annie Lennox ha fatto al Berklee College of Music nell'anno 2013 e nel quale io mi sono riconosciuta a pieno.

"Ricordatevi sempre che, anche se adesso state pensando di essere nella giusta direzione, potrebbe capitare di trovarvi su un cammino completamente diverso. Ma quella che sembra una fine, potrebbe trasformarsi in uno scintillante e nuovo inizio."

E' quello che è successo a me. I miei primi 17 anni di vita sono stati semplici e tranquilli, poi sono stata vittima di un incidente stradale e la mia vita è cambiata. Totalmente. Ho affrontato ostacoli, ho sopportato ingiustizie e conosciuto la sofferenza della perdita di mio padre e dei miei amici. Tutto questo dolore, inaspettato, mi ha fatto crescere, e mi ha aiutato ad essere la persona che sono oggi. Ma la vita non è fatta solo di dolore, è piena di momenti di gioia, di amore e spensieratezza. È fatta di scelte, magari sbagliate, ma che dovevamo fare perché in quel momento ci sembravano giuste. La vita è fatta di momenti, di attimi che possono cambiare le nostre vite, di decisioni prese da altre persone che però si riversano sulla nostra quotidianità, cambiandola, e a noi non resta altro da fare che prendere tutto il meglio che questi cambiamenti possono offrire. Vi auguro quindi di trovare la vostra strada, di smarrirvi e di trovarla di nuovo, perché non dobbiamo avere paura di rischiare, dobbiamo essere sicuri di noi stessi.

Grazie a tutti!"

 

Le luci puntate sul palco dell'aula magna le impedivano di vedere oltre la prima fila, ma anche tra gli applausi dei presenti, Caroline poté chiaramente riconoscere i singhiozzi di felicità di Liz e la risata di Hope e Rebekah. La sua famiglia. La sua strana famiglia.

 

La festa organizzata da Rebekah era una semplice grigliata nel giardino di una casa colonica che era riuscita ad affittare per quel pomeriggio. Prima della cerimonia al college l'Originale era riuscita a trovare il tempo per appendere le decorazioni in giardino, compresi dei disegni di Hope che ritraevano Caroline mentre studiava.

< Non puoi aver affittato una casa solo per usarne il giardino! > si era lamentata Caroline non appena era entrata nella casa, ma Rebekah sembrava non averla nemmeno udita ed era andata dritta verso Matt, che si occupava del barbecue.

Liz era entusiasta e orgogliosa di sua figlia, aveva collezionato più di cento foto di Caroline con tocco e toga, più un altro centinaio di loro due insieme, con Rebekah e la piccola Hope.

 

Elena, Stefan, Matt e Jeremy erano stati i primi ad accettare l'invito di Rebekah, Liv poi aveva insistito nel chiamare qualche compagna di studio simpatica e Tyler. Anche Elijah si era fatto coinvolgere, soprattutto da Hope, che lo informava di qualsiasi segreto che Rebekah le confidava, perché non poteva dirli a Caroline che doveva essere la festeggiata. In tutto i presenti erano circa una quarantina di persone, esseri sovrannaturali e non.

Elena era tornata a far parte della vita di Caroline in modo attivo da circa un anno, quando aveva ripreso a frequentare il college, e sembrava stare meglio. Era tornata ad essere una buona amica per Caroline, e per amor suo sopportava di buon grado la compagnia di Rebekah, con la quale ancora non scorreva buon sangue.

Stefan stava girando il mondo con delle associazioni umanitarie, e spesso si incontrava con Jeremy, che era diventato un fotografo freelance di professione e insieme scrivevano articoli o reportage per giornali e riviste ambientaliste.

Matt era sempre il solito Matt, buono, altruista, e un ottimo vice sceriffo. Liz lo elogiava ogni volta che poteva, e Caroline era stata orgogliosa di vederlo indossare la divisa. Ricordava di aver pianto, seduta sul divano insieme a Rebekah, mentre vedevano la cerimonia delle nuove reclute, in streaming, dalla piazza di Mystic Falls.

 

Ora che Hope poteva tornare a New Orleans non c'era alcun bisogno di incantesimi di occultamento e protezioni, e la bambina era libera di giocare con Liz, che le stava dietro come se fosse la nonna che Hope avrebbe sempre voluto avere.

Nel vedere Liz e Hope così spensierate, Caroline realizzò una cosa a cui non aveva mai pensato e a cui non aveva mai dato la minima importanza: non poteva avere figli.

Immediatamente, le parole che Klaus le disse a New Orleans le tornarono in mente “sappiamo che tu non puoi restare incinta” e le lacrime minacciarono subito di voler uscire dai dotti lacrimali.

 

< Bellissima! > la chiamò Enzo entrando dalla porta principale < Cosa mi sono perso? Scusa per il ritardo, ma il mio volo ha ritardato. >

Caroline gli rifilò un'occhiata di traverso, ma si illuminò non appena lui le porse due sacchetti regalo.

< Quello verde è da parte mia. > specificò il vampiro < Ora dimmi dove posso trovare da bere, sono distrutto! >

< In giardino c'è il bar. Gli umani sono off limits! > gli intimò Caroline puntandogli il dito contro < Non far arrabbiare Rebekah, l'ultima volta ci ho messo un secolo per impedirle di ucciderti! >

< Non è vero! > sorrise Enzo maliziosamente < Sappiamo che mi ama da morire! >

< Zia Beckah dice sempre che tu sei l'amico cretino di zia Caroline! > esclamò Hope curiosa di sentire la voce di un altro vampiro che conosceva.

< Chi disprezza compra, piccolina! > rispose Enzo prendendo in braccio la bambina e iniziando a farle il solletico sulla pancia.

< Che vuol dire? > cercò di chiedere Hope mentre rideva a causa del solletico.

< Voglio dire che tua zia Rebekah finge di trattarmi male solo perché in realtà gli piaccio. > spiegò il vampiro con la sua solita sfrontatezza.

Caroline osservava la scena con i sopraccigli alzati e l'espressione incredula dipinta in viso.

< Allora zia Caroline se tratta male il mio papà vuol dire che gli piace? > chiese la bambina attaccandosi al collo di Enzo, che invece era rimasto allibito e fissava Caroline.

< Dice sempre che è un pazzo, egotrico, manipolo. > disse Hope cercando di ricordare gli aggettivi che aveva sentito dire da Caroline mentre nessuno la vedeva.

< Egotrico manipolo? > domandò il vampiro guardando l'amica bionda per cercare aiuto.

< Pazzo, egocentrico, manipolatore. > spiegò Caroline incupendosi.

< Si, quelle parole lì! > esclamò Hope sorridente.

< Zia Rebekah tratta male Enzo perché veramente non gli piace. Fidati tesoro, lo so! > cercò di tagliare corto Caroline prima di uscire dalla porta principale e abbandonare per qualche momento la festa.

< L'ho fatta arrabbiare! > esclamò triste Hope mentre cercava di scendere da Enzo < Devo chiedere scusa. >

< Non è il momento piccolina. > disse serio il vampiro < Zia Caroline ha bisogno di stare da sola per un pochino. Che ne dici se andiamo a sbirciare la magnifica torta che tua zia Rebekah avrà fatto preparare per l'occasione? >

< Siiiii! > gridò entusiasta Hope, abbracciando Enzo ancora più forte.

 

Caroline era seduta sulle scale della veranda della vecchia casa, intenta ad aprire il regalo di Enzo, in silenzio. Aprì il sacchetto verde e ne tirò fuori un vinile di Louis Armstrong “Do You Know What It Means To Miss New Orleans?"

Caroline sbuffò, se lo rigirò tra le mani, scosse la testa e poi sorrise dolcemente. Forse quel vampiro pazzo la conosceva meglio di quanto volesse ammettere.

Guardò nuovamente nel sacchetto verde e ne tirò fuori un libro. Con un post-it Enzo aveva scritto "Smetti di essere Louis, e inizia ad agire come Lestat!"

Senza neanche aver bisogno di leggere il titolo del libro sapeva benissimo che Enzo si riferiva al libro di Anne Rice "Intervista col vampiro". Lei aveva visto il film proprio con Enzo, una sera in cui era venuto a trovarla e Rebekah ne aveva approfittato per uscire e lasciare Hope con loro.

 

L'altro sacchetto era viola, con il tulle giallo che usciva dalla confezione. Caroline mise una mano all'interno e tirò fuori una scatola rettangolare di velluto scuro, legata con un fiocco perlato.

Il cuore sembrò martellarle in petto.

Con mani tremanti slacciò il fiocco, prese un bel respiro e poi aprì il cofanetto.

Eccolo lì, il bracciale. Di nuovo.

Un bigliettino stretto e lungo, posto sotto il bracciale diceva:

"E' sempre stato tuo. Congratulazioni. Klaus"

Le lacrime tornarono in superficie, a spingere per uscire, ma Caroline non voleva cedere.

Non poteva farsi vedere vacillare ad ogni ricordo di lui, ad ogni accenno alla sua presenza.

Era sopravvissuta alla sua assenza, con gli occhi di Hope a guardarla ogni giorno. Con il ricordo onnipresente di ciò che lei non avrebbe mai potuto dare a Klaus, né ora né mai.

 

< Caroline, è il momento della torta. > la chiamò Rebekah affacciandosi dalla porta < Vuoi restartene ancora lì? Hope potrebbe iniziare a mangiarla, e tua madre vorrebbe fare altre foto. >

< Arrivo. > mormorò la vampira facendo un paio di respiri profondi per calmarsi.

< Che cos'hai? > domandò Rebekah uscendo del tutto dalla casa.

< Niente. > scosse la testa Caroline < Un attimo e arrivo. >

< Non voglio soggiogarti e scoprire cos'hai. > sbuffò Rebekah incrociando le braccia < Parla! >

Caroline porse all'Originale bracciale e biglietto.

< Ho detto a Elijah che ti saresti laureata oggi, e che avrebbe dovuto venire a prendere Hope almeno il giorno dopo, altrimenti avrei fatto il diavolo a quattro. > spiegò Rebekah restituendo il regalo e il biglietto alla vampira < Glielo avrà detto lui. È un bel gesto da parte di Nik. >

 

Le lacrime tornarono, più determinate di prima, ad affacciarsi agli angoli degli occhi di Caroline, che non poté più trattenerle. Rebekah si limitò ad abbracciarla stretta.

 

< Non so neanche perché piango, Becks! > si lamentò la vampira tentando di ricomporsi.

< Piangi perché lo avresti voluto qui. > sorrise Rebekah < Chi ti ha portato il regalo? >

< Enzo. > rispose Caroline tirando su col naso e strusciandosi le guance per cancellare le lacrime.

< Quindi lui è stato a New Orleans... > disse l'Originale tamburellando con le unghie sulla colonna della veranda alla quale si era appoggiata < Ha visto Nik di sicuro... >

< Oh no! > strillò Caroline portandosi entrambe le mani alla bocca < Non può averlo visto. >

< Glielo chiederò. > affermò Rebekah serafica < Sai che non può resistermi... >

La vampira guardò Rebekah di traverso < Basta che lo soggioghi di nuovo. >

< Caroline Forbes, da quando sei incline a giocare sporco? > domandò divertita Rebekah, che si fingeva stupita dal comportamento di Caroline.

< Falla finita! Non ci direbbe mai la verità se non fosse costretto! > sbuffò la vampira lisciandosi la gonna nera dell'abito < In più mi ha regalato un libro e un vinile che menzionano New Orleans. Cosa pensi che possa significare? >

< Lo avrà soggiogato Nik? > chiese Rebekah curiosa.

< Non saprei. > sospirò Caroline massaggiandosi le tempie < Non è facile capire i comportamenti di Enzo... >

 

< Basterebbe chiederlo al diretto interessato! > esclamò il vampiro avvicinandosi alle due bionde < Per rispondere alle vostre domande: no, non mi ha soggiogato nessuno, prendo la verbena da quando voi due mi avete fatto quello scherzetto per costringermi a ricordarmi di Hope soltanto quando entravo in casa vostra! >

< Enzo... > lo ammonì Caroline.

< Lo so, lo so. Lo avete fatto per proteggerla. > liquidò l'argomento il vampiro < Comunque, i regali sono perfettamente in grado di sceglierli da solo, e ti assicuro che è tutta farina del mio sacco. Il libro l'ho preso per dimostrarti che finisce diversamente dal film che abbiamo guardato insieme e che Louis non è bello e interessante come lo fa apparire Brad Pitt: è noioso! Il vinile invece l'ho visto in un negozio di musica a New Orleans e mi ha fatto pensare a te, così ho deciso di comprartelo. >

< Scusami, non volevo insinuare... > tentò di correre ai ripari Caroline.

< Si, ho visto Klaus e no, non gli ho detto nulla di noi, Caroline. > sibilò il vampiro < Stavo suonando in un pub di New Orleans quando mi ha mandato a chiamare, e sai bene che non potevo evitare di presentarmi da lui. Sapeva chi ero, che vi conoscevo, che passavo del tempo con voi e con sua figlia, e credo che sapesse già dei miei “soggiorni” in questa città! >

Caroline chiuse gli occhi, come se avesse ricevuto una coltellata.

 

< Cosa ti ha detto? > domandò Rebekah.

< Mi ha chiesto se ero stato invitato alla tua festa e se sarei andato. Mi ha dato il pacchetto e mi ha lasciato tornare a casa, fine della storia. > rispose Enzo.

< Non ci credo! > strillò l'Originale < Cosa ti ha detto. >

< Mi ha chiesto come abbiamo fatto a scappare da quel licantropo albino l'anno scorso, voleva sapere i dettagli. > spiegò Enzo < Mi faceva domande sulla sicurezza di sua figlia, e di voi due. >

< Elijah era presente durante questo interrogatorio? > insisté Rebekah.

< Non all'inizio, si è unito a noi soltanto quando ha accompagnato una... signorina da Klaus. > sospirò Enzo.

 

< Bene! > disse la vampira in modo pacato < Rientriamo o faremo tardi per la torta. >

 

Enzo e Rebekah si guardarono allibiti mentre Caroline correva dentro la casa.

< E adesso cosa ho fatto? > domandò Enzo all'originale < Ho risposto alle vostre domande! >

< Tu non hai fatto niente. Caroline ha solo capito che deve smettere di mentire a se stessa e prendere una decisione per la sua felicità. > sospirò Rebekah < La signorina in questione non era la cena, vero? >

< Credo proprio di no. > mormorò il vampiro.

 

Un rumore proveniente da dietro le macchine parcheggiate sul lato opposto alla casa attirò l'attenzione di Rebekah.

< Vai dentro e scatta tutte le foto che Hope e Caroline vorranno. > ordinò l'Originale voltandosi immediatamente

< Non sono il tuo schiavo! > si lamentò Enzo < E tu dove vai? >

< A prendere a calci un guardone! > sorrise Rebekah prima di sparire nella notte.

 

 

***Note dell'autrice

Ci tengo a precisare che il bellissimo discorso di Annie Lennox è reale, non me lo sono inventato, e se avete occasione di ascoltarlo ne rimarrete affascinate.
https://www.youtube.com/watch?v=9SRy6AsgFno questo è il link. Minuto 14.10

Siete rimaste sconvolte che Caroline si sia lasciata andata con Enzo? Mi dispiace, ma non ho mai pensato che negli anni di lontananza da Klaus lei si comportasse come una suora di clausura.

E poi chi meglio di Enzo, che emana chiari riferimenti a Klaus???

Chissà chi dovrà prendere a calci Rebekah???

Si accettano supposizioni!

 

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Capitolo 6
*** Le note nel salone ***


La festa stava ormai giungendo al termine.

Enzo aveva scattato un centinaio di foto di Caroline con ogni persona presente.

La vampira sorrideva sempre, sembrava aver messo da parte il momento di tristezza vissuto soltanto qualche attimo prima.

Nell'osservare Caroline in mezzo a tutte quelle persone, Enzo si rese conto di quanto fosse forte e bella. Non era una bambola, era una donna a tutti gli effetti, e se era bastato un semplice riferimento a New Orleans per sconvolgerla, significava che quell'ibrido psicopatico aveva un ascendente su Caroline.

Elena lo aveva avvertito quando si erano incontrati a Bali, e gli aveva chiaramente detto che la sua amica aveva dei sentimenti nascosti per il Signore del Male. Solo ora però, vedendola così fragile e distrutta per un semplice biglietto e un regalo, il vampiro capiva quanto fosse difficile per Caroline vivere e occuparsi della figlia di lui.

 

Aveva visto Klaus con riluttanza quando era stato mandato a chiamare, e non aveva voglia di rispondere a delle stupide domande, ma trovandosi faccia a faccia con l'ibrido si era reso conto della premura che l'uomo aveva per le sue donne. Per tutte e tre.

Quando aveva pronunciato il nome di Caroline, una sola volta, gli era sembrato di aver visto gli occhi di Klaus brillare, ma era stata solo una frazione di secondo, e non era sicuro che avesse visto bene.

 

Rebekah era rientrata in tempo per fare le ultime foto prima che la torta venisse tagliata, e sembrava avere l'aria soddisfatta. L'aveva vista appartarsi con il fratello, che poi si era dileguato velocemente, ma non aveva percepito alcun tipo di pericolo per Hope, visto che era ancora in mezzo a tutti gli ospiti. Enzo tornò a rilassarsi e a godersi la festa.

Dopo aver assaggiato la torta Caroline si avvicinò al tavolo dei regali, e iniziò a scartarli tutti, ringraziando i presenti e iniziando a salutare quelli che abbandonavano il party.

A fine serata rimasero Caroline, Liz, Rebekah e Hope. Gli altri se ne erano già andati verso le camere di albergo che Rebekah aveva provveduto a prenotare per l'occasione.

 

< Liz, ti dispiacerebbe portare Hope a casa e metterla a letto? > domandò educatamente Rebekah sorridendo affettuosamente alla donna < Queste sono le chiavi della mia macchina e le chiavi dell'appartamento. >

< Volete qualche momento da ragazze solo per voi? > domandò Liz < O ci sono brutte notizie che non volete dirmi? >

< Nessuna brutta notizia, glielo giuro! > cercò di giustificarsi Rebekah < Solo un momento tra ragazze. >

< Allora va bene. Lo faccio con piacere. > rispose allegramente la donna prendendo in braccio Hope < Hai organizzato una splendida festa, Rebekah. Ti ringrazio, davvero. >

< Grazie per avermelo permesso. > rispose l'Originale salutandola.

 

< Cosa succede? > domandò Caroline che aveva finito di mettere i regali nel bagagliaio della sua auto.

< Siamo rimaste sole. > spiegò Rebekah tirando fuori da dietro una tenda di velluto una scatola con le stampe di diversi gattini e un grande fiocco rosso < Questo è il mio regalo. Per te! >

< Rebekah! > esclamò Caroline < La festa era un regalo più che sufficiente! E poi credevo che avessi partecipato al regalo di Elijah! >

< Caroline, credevi davvero che avrei potuto regalarti una collezione di libri di Jane Austen? > disse l'Originale guardando la vampira con aria disgustata < Elijah ha fatto tutto da solo! >

< Dovrò ringraziarlo meglio allora! > sussurrò la vampira < Adoro Jane Austen! >

< Si, si, nella scelta dell'autore l'ho aiutato. Adesso però... Apri il MIO regalo! > insisté l'Originale battendo le mani per la trepidazione.

Caroline slegò il grande fiocco rosso e aprì la scatola, iniziando a tirarne fuori dei libretti, senza capire il significato del regalo.

< Cosa dovrei farci con tutte queste guide turistiche? > chiese la vampira confusa, mentre teneva in mano una guida su Amsterdam e una su Vienna.

< Un viaggio. > esclamò allegra Rebekah < Con me! Partiremo tra due giorni, subito dopo aver lasciato Hope a New Orleans. >

< Io e te? > esclamò la vampira stupita < Sei sicura? >

< Certo che si! > affermò sorridente l'Originale < Dentro troverai anche il biglietto. >

< Quanto staremo via? > domandò Caroline riguardando quella montagna di libretti.

Bangkok, Singapore, Sydney, Firenze, Barcellona, Dublino, Oslo, Toronto, New York.

< Quanto vorremo! > rispose audace l'Originale < Non sarà di certo il tempo a mancarci! E neanche i posti da visitare! >

< Grazie Becks! > urlò Caroline saltando ad abbracciare l'amica < E' un regalo... meraviglioso! >

< Non sei obbligata a partire con me se non vuoi, ma direi che non ci siamo trovate male in questi anni... > mormorò timidamente Rebekah.

< Non saprei trovare una compagna di viaggio migliore di te! > ribatté Caroline fugando i dubbi dell'altra vampira.

 

< Guarda Becks! > esclamò euforica l'amica, correndo nel salone grande della casa colonica < C'è un grammofono! >

< Sembra antico. > constatò Rebekah studiando l'oggetto con sguardo interessato.

< Funzionerà? > domandò Caroline eccitata < Potremo provarlo secondo te? >

< Ho affittato l'intera casa, credo proprio che il grammofono sia incluso! > sorrise l'Originale nel vedere il sorriso di Caroline farsi sempre più grande < Prendi il disco che ti ha regalato il tuo amichetto. Vediamo se questo vecchio aggeggio funziona ancora o se fa parte del mobilio! >

 

In un attimo Caroline andò fino alla sua auto e recuperò il vinile. Prima di chiudere la portiera però un profumo conosciuto, ma che non riusciva ad associare a niente o nessuno, la fece indugiare.

Si guardò intorno, inspirò profondamente e chiuse gli occhi.

Niente. Nessun rumore, così Caroline tornò nel salone, ma Rebekah era sparita.

< Becks! > chiamò a gran voce la vampira < Dove sei finita? >

< Metti su il disco, sono andata a prendere da bere! > rispose l'Originale in lontananza.

Caroline posizionò il vinile sul piatto del grammofono, spostò la puntina e... nessun suono.

< Non funziona! > strillò delusa la vampira, pestando il pavimento con un piede, come se fosse il capriccio di una bambina.

 

< Dovresti girare la manovella. > suggerì una voce profonda e calda alle spalle di Caroline < Questo grammofono ha un sistema a molla, devi caricarlo, altrimenti non suona. >

< Klaus! > esclamò Caroline stupita.

< Ciao Caroline. > rispose l'ibrido con un sorriso.

Klaus indossava una camicia nera, aperta, dalla quale si intravedevano le collane che amava indossare. Caroline deglutì vistosamente fissandolo senza emettere alcun suono.

< Congratulazioni per il traguardo raggiunto. > si congratulò l'ibrido sorridendo, senza muoversi di un passo dalla porta del salone.

< Grazie... > sussurrò impercettibilmente la vampira.

< Permetti? > domandò Klaus indicando il grammofono.

Caroline si spostò senza nemmeno riuscire a rispondergli.

Klaus iniziò a girare la manovella posta alla base del grammofono, senza mai distogliere lo sguardo da Caroline e senza smettere di sorriderle e studiarla.

 

Appena Klaus tolse le mani dalla manovella, le note del jazz di Louis Armstrong pervasero il salone di una splendida melodia.

 

https://www.youtube.com/watch?v=VB17OJvX-qc Do you know what is means to miss New Orleans? (versione cantata da Billie Holidays)

 

< Ti andrebbe di ballare? > chiese galantemente Klaus porgendo la mano a Caroline.

< Si... > mormorò la vampira iniziando a sentirsi rapire dalle note della canzone < Come sapevi che... Perché sei venuto... Insomma... >

< Ho dato il regalo al tuo... amico, ma ho capito di aver sbagliato non appena ha oltrepassato la soglia di casa mia. > rispose l'ibrido < Non posso usare fattorini con te, così ho deciso di venire, di persona. >

Caroline sbuffò lievemente < Ed è stato saggio? Venire e lasciare New Orleans senza nemmeno un Originale a... proteggere il tuo... trono? Rebekah ed Elijah sono qui. >

< Il mio amico Marcel può gestire la città per un giorno, non preoccuparti. > affermò sicuro Klaus ridendo < Ti è piaciuta la festa? >

< Molto. Rebekah ha fatto un magnifico lavoro. Sapeva che non volevo niente di complicato così mi ha organizzato una semplice e rilassante grigliata. Certo, ha dovuto affittare un'intera casa solo per usarne il giardino, ma... conosci tua sorella. > lo fece ridere genuinamente Caroline < Sai, se eri qui... avresti potuto farti vedere. Entrare. >

< Rebekah mi ha... gentilmente... fatto capire che non ero proprio il benvenuto in mezzo a tutta quella gente, e poi c'era Hope. > si giustificò l'ibrido < Elijah mi ha consigliato di andare per gradi, senza forzarla ad accettarmi. >

< E' un buon consiglio. > affermò la vampira < Ma Hope non vede l'ora di conoscerti e di venire a New Orleans. >

< E tu? > domandò l'ibrido guardandola fissa negli occhi.

< Io cosa? > ribatté Caroline.

< Vuoi venire a New Orleans? > chiese l'uomo stringendo la mano di Caroline nella propria,

< Klaus... > sussurrò la vampira abbassando lo sguardo.

 

< Hai ragione, non parliamone adesso. > cercò di accantonare l'argomento Klaus continuando a dondolarsi in un ballo lento e intimo, seguendo la melodia di sottofondo.

Caroline appoggiò la testa sulla spalla dell'ibrido e sospirò pesantemente.

< C'è qualcosa che ti turba? > domandò l'uomo preoccupato.

< Klaus... C'è qualcosa che devo dirti. > ammise Caroline senza guardarlo, ma continuando a tenere la testa appoggiata su di lui.

< Non credi che io sappia già tutto? > sussurrò Klaus con voce piatta.

< Credo di si, però... > annaspò Caroline < io ho bisogno di dirlo. >

< Vuoi alleggerirti la coscienza? > la schernì l'ibrido < Prego, ti ascolto. >

< Sei ingiusto! > esclamò la vampira puntando gli occhi dritti in quelli dell'uomo.

< La verità spesso è ingiusta, tesoro. > ribatté Klaus facendo spallucce.

< Non voglio alleggerirmi la coscienza, io voglio essere onesta! > protestò la vampira scostandosi dall'uomo < Nessuno si merita bugie. Nessuno! >

< Ne deduco che tu non abbia paura di un'eventuale reazione da parte mia. > disse l'ibrido divertito.

< Si, ma... Klaus io non voglio avere paura di te. > rispose sicura Caroline < In questi anni in cui non ci siamo visti... io ho frequentato altri uomini. >

La mano destra di Klaus si chiuse a pugno e poi l'ibrido sospirò, mantenendo sempre il contatto visivo con la vampira che aveva di fronte. La verità, detta dalla voce di Caroline, faceva più male di quel che credeva, anche se lui era già al corrente di tutto.

 

L'ibrido prese di nuovo Caroline tra le braccia e continuò a dondolarsi con lei, in mezzo a quel salone vuoto.

< Dovrei dirlo anch'io? > chiese l'ibrido.

< Solo se è vero. > rispose immediatamente Caroline < Voglio solo la verità. Anche se è dolorosa. >

< In questi anni ho frequentato altre donne. > disse con voce pacata Klaus.

< Ok. > riuscì a dire la vampira prima di deglutire ed incassare quel tremendo colpo al cuore.

< Fammi finire. > sorrise Klaus < In questi anni ho frequentato altre donne, cercando di affievolire il tuo ricordo, e invece ogni volta era più doloroso rendermi conto che non eri tu la persona accanto a me. >

Caroline spalancò gli occhi. Le parole di Klaus, così sincere, la colpirono in pieno.

< Ho pensato a te più di quanto io stessa voglia ammettere! > sospirò Caroline impotente davanti all'evidenza.

 

Le mani della vampira corsero al colletto della camicia nera dell'ibrido, attirandolo a sé in modo rude, e le labbra di Caroline trovarono immediatamente quelle di Klaus.

L'ibrido la tirò su immediatamente e lei intrecciò le sue gambe ai fianchi di Klaus.

Era strano sentirsi in armonia dopo tutto quel tempo, dopo tutte quelle altre persone, eppure era così.

Per la foga Klaus la spinse contro la parete opposta, senza mai staccare le labbra da quelle di Caroline, che cercava invece di sbottonargli la camicia.

Con un movimento fulmineo l'ibrido riuscì a sfilare l'abito di Caroline e a portarla in braccio in una delle camere al piano di sopra.

< Non possiamo usarle! > sembrò protestare la vampira mentre si distendeva sul letto.

< Possiamo. > ribatté Klaus < In ogni casa di Rebekah c'è sempre una stanza per me! >

L'ibrido riprese a baciarle le labbra e il corpo. Amandola dolcemente, come era giusto che fosse.

 

Quando Caroline si risvegliò si sentì in trappola sotto il braccio di Klaus, che la teneva stretta a sé per la vita. Cercò di muoversi lentamente per alzarsi, ma l'ibrido aprì gli occhi immediatamente.

< Buongiorno, amore. > sorrise l'uomo, rilassato.

< Ehm... Buongiorno. > rispose imbarazzata Caroline tentando di allontanarsi per recuperare la biancheria sparsa nella stanza.

< Cosa vorresti fare oggi? > domandò l'ibrido senza staccare gli occhi dalla vampira che si stava rivestendo freneticamente.

< Mia madre e i miei amici sono in città, passerò del tempo con loro, e poi... > Caroline si interruppe, restando a bocca aperta.

Partiremo tra due giorni, dopo aver lasciato Hope a New Orleans”

 

< E poi? > la invitò a terminare la frase Klaus che si era appoggiato con la schiena alla testiera in ferro battuto del letto.

< E poi domani partirò con Rebekah. In pratica mi ha regalato un viaggio infinito intorno al mondo. Solo io e lei. > rispose Caroline abbassando lo sguardo e continuando a cercare l'abito della sera precedente.

< Cosa? > sibilò l'ibrido arrivando velocemente di fronte alla vampira < Credevo che saresti venuta con Hope a New Orleans. >

< Beh... Rebekah porterà Hope a New Orleans. > rispose Caroline in un filo di voce < io non credo proprio che uscirò dall'aeroporto. >

< Perché? > chiese Klaus incredulo.

< Non voglio vedere Hope che resta a casa tua mentre io vado via. Non amo gli addii. Ne ho già detti troppi durante la mia vita. Tu dovresti saperlo. > ribatté dura la vampira < Quindi non uscirò dall'aeroporto. La saluterò sorridendo e poi sicuramente andrò a piangere da qualche parte, senza che lei mi veda, aspettando che Rebekah torni. >

< No, ti chiedevo perché mi fai questo? > strillò Klaus afferrando Caroline per le piccole spalle, scuotendola < Credevo che stanotte tu... avessi fatto una scelta! >

< Klaus... Cerca di capire... > tentò di spiegarsi la vampira, ma l'ibrido si tirò indietro.

< Non dire niente. Ho capito. > sospirò l'uomo scuotendo la testa mentre raccoglieva e indossava i pantaloni < Ti sentivi sola, il tuo amichetto non c'era, io ero a portata di mano. Benissimo. >

< No! > esclamò Caroline < Non è così! >

< E allora com'è Caroline? > ringhiò Klaus < Spiegamelo! >

 

< Non voglio venire a fare la terza incomoda a casa tua. > ribatté la vampira < Ho sentito Elijah parlare... E Hope mi ha detto tutto. Della villa, della sua camera, dei suoi genitori. Hayley è stata molto esplicita anche con lei. >

< Non sei ancora sicura di me o di te? > gridò esasperato l'ibrido porgendo la propria camicia nera a Caroline < Perché non mi chiedi cosa vuoi sapere invece di vagare con la tua fervida ma fuorviante immaginazione? >

 

< So che Hayley ed Elijah non stanno più insieme. > disse la vampira sedendosi sul letto < E so il motivo. Non volendo ho sentito Elijah che lo raccontava a Rebekah. >

< Ma non volevi crederci, è così? > sospirò Klaus restando in piedi a fissare Caroline.

< Ieri sera guardavo mia madre, insieme a Hope, e la vedevo felice. Vedevo davanti a me quello che ho perso, e che non potrò mai avere, perché sono un vampiro. > ammise la ragazza < Tu invece... puoi. Hayley, essendo ibrida, può ancora... >

Le lacrime di Caroline sgorgavano inarrestabili, senza che lei potesse fare niente per fermarle.

Klaus la guardava, in balia delle mille emozioni che lo stavano attraversando, lacerandogli l'anima.

< Non è stata certamente una mia idea! > disse l'ibrido pieno di rabbia < Le streghe hanno detto a Hayley che solo io, in quanto ibrido, posso farle avere un altro bambino. E lei vuole disperatamente un altro bambino. >

 

Caroline si alzò dal letto, cercando di ricomporsi, mentre Klaus la osservava inerme, aspettando una reazione da parte della ragazza, che infatti non tardò ad arrivare.

< Non posso crederci! > esclamò la vampira portandosi entrambe le mani alla testa < Tu... stai programmando di avere un altro figlio con la stessa donna egoista e arrivista che ti ha raggirato per salvare il suo stesso branco! >

< Le cose sono più complicate di così... > cercò di spiegarsi l'ibrido, ma la vampira lo interruppe.

< Tu vieni qui, mi fai una sorpresa, mi regali di nuovo lo stesso braccialetto del ballo a Mystic Falls, mi chiedi di venire con te a New Orleans... Fai l'amore con me e... programmi un altro bambino? Con quella? > singhiozzava Caroline < Non capisco... io non... non ti basto? >

Gli occhi di Caroline erano pieni di lacrime, ma fronteggiavano Klaus in un modo che soltanto lei sapeva fare.

< Ma certo che mi basti, Caroline! > si affrettò a replicare l'ibrido < Ma devo anche mantenere sicura la mia città per poterci vivere, insieme a Hope, e Hayley mi serve. >

< E il grande Klaus Mikaelson si fa comandare a bacchetta da... da... da lei? > replicò furiosa la vampira uscendo dalla stanza e sbattendo la porta.

Klaus le corse subito dietro e riuscì a bloccarla alla fine delle scale, parandosi davanti a lei.

 

< Non abbiamo finito. > ringhiò l'ibrido.

< Non voglio stare a sentire le tue scuse! Che cosa diavolo ti è successo? > strillò la vampira < Con me puoi essere autoritario e dispotico, mentre con... quella lì non ci riesci? >

< Ci sono molte cose che non sai, Caroline. > confessò Klaus < Se verrai a New Orleans le capirai, c'è una politica da mantenere e un regime molto complicato. >

< Perché ho la strana sensazione che tu stia mentendo? > sospirò Caroline < Non hai imparato nulla dai tuoi errori del passato? >

< Va bene! Non volevo mentirti, volevo solo aspettare di essere a casa per spiegarti tutto l'intero quadro generale. > esclamò esasperato Klaus < Ho stretto alleanze che non mi sarei mai aspettato di dover accettare, eppure... le ho fatte. Hayley mi ha fatto quella proposta assurda che io ho solo finto di accettare. Volevo la sua alleanza per riportare Hope a casa, niente di più. Confidavo nel fatto che Elijah avrebbe potuto farla ragionare, e confidavo nel fatto che se fossi tornato con te al mio fianco lei avrebbe desistito. Voglio te, Caroline. Nessun'altra! >

< Cosa hai dovuto fare, Klaus? > domandò Caroline sospetta.

< Rebekah ti ha raccontato come abbiamo messo in ginocchio il nostro ultimo nemico a New Orleans? > chiese l'ibrido.

< No. So solo che era un grande problema e che ha fatto impazzire sia te che Elijah. > rispose la vampira mentre indossava l'abito della sera precedente, che aveva trovato ai piedi della parete davanti alle scale.

< Ti ha detto il nome del nostro... nemico? > domandò titubante l'ibrido.

< No, non ne ha fatto parola e io non ho insistito. > rispose Caroline guardandosi allo specchio del salone < Si adombrava sempre quando le chiedevo informazioni, così ho deciso di smettere di fare domande. >

 

La porta si spalancò come per magia, facendo sussultare Klaus e Caroline.

< Niklaus, perché non mi presenti, allora. > rise l'uomo appoggiato allo stipite della porta < Non ho ancora avuto l'onore di conoscere la tua splendida amica. >

 

 

***Note autrice

Da vera Malefica vi lascio sempre sul più bello, vero?

Rating arancione, non lo cambierò, quindi trattenete i bollenti spiriti, oppure... Rileggete “Gone with the wind... into a new life” ;-) e le sue parti “bollenti”, ops, volevo dire “salienti”

 

Altra domanda, ma credo che possa essere semplice arrivarci... Chi sarà la persona alla porta????

 

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Capitolo 7
*** Le favole non esistono ***


< Mikael! > ringhiò Klaus stringendo i pugni e mettendosi subito davanti a Caroline.

< Mikael? > gli fece eco la bionda.

< Buongiorno raggio di sole. > salutò il vampiro strizzando l'occhio verso Caroline < Niklaus, togliti di lì, non ho alcuna intenzione di fare del male a nessuno... per ora. >

< Cosa vuoi? > domandò furioso l'ibrido < Cosa ci fai qui? >

 

< Padre! > urlò Elijah dall'esterno della casa < Credo che siate troppo lontano dai vostri confini. >

< Elijah, ti prego, unisciti a noi. > scherzò Mikael < Anche se non credo che avremo bisogno della tua diplomazia quest'oggi. >

< Non so come sia possibile... > iniziò a parlare Elijah realmente stupito.

< La tua strega mi impedisce di fare del male a te o alla tua bambina, Niklaus. > disse il cacciatore di vampiri < Immaginati la mia gioia quando spiandoti e controllando ogni tua mossa, ho capito quanto fosse importante per te questa... ragazzina. >

Caroline ringhiò in risposta.

< Stai indietro. > le intimò Klaus senza distogliere lo sguardo da Mikael.

< Non so come abbiate fatto ad uscire dalla cripta, ma per il vostro bene, padre, farete meglio a farvi ritorno. > minacciò Elijah.

< Me ne andrò, non preoccuparti figliolo. Ma prima fammi chiarire a Niklaus e alla sua amica quello che succederà. > sorrise il vampiro < Non posso minacciare la tua rivoltante famiglia, non posso uccidere i miei figli che ti sono così devoti e fedeli, ma... Lei... Lei posso ucciderla. >

< Caroline non c'entra nulla nella nostra faida! > urlò Elijah con sicurezza.

< C'entra eccome! > urlò l'Originale snudando i canini < Ama quell'abominio di tuo fratello! >

 

Caroline iniziò a tremare, e Klaus l'abbracciò immediatamente, cercando di confortarla, senza dare le spalle al padre.

< Cara, vieni fuori per favore, raggiungimi e non parlare fino a che non te lo dico io. > la chiamò Mikael sorridendo < Voi due non muovete un muscolo, oppure ordinerò alla ragazza di strapperà il cuore con le sue stesse mani. >

 

Caroline avanzò verso Mikael, fermandosi accanto a lui.

Subito la mano del vampiro si posizionò sul collo della ragazza.

 

< Niklaus, sai cosa si prova a vedere uccidere la donna che si ama? > domandò Mikael provocatorio.

< Non ti azzardare a farlo! > ringhiò l'ibrido, cercando di mascherare il panico e la pena che provava nel cuore.

< Posso farti provare lo stesso dolore che ho provato io quando ho perso tua madre. > rise il vampiro < La mia mano sarà come la tua. >

< Caroline non c'entra niente con i nostri conflitti. > gridò Elijah, che leggeva il terrore negli occhi del fratello < Non deve pagare lei per i nostri giochi crudeli. >

< Ti ucciderò, di nuovo, se solo oserai torcerle un capello. > lo minacciò Klaus.

< Non lo farai! > esclamò sicuro Mikael < Non puoi farlo perché noi non possiamo farci del male, ti ricordi? L'incantesimo è bilaterale. Io non faccio del male a voi, voi non fate del male a me! >

< Troverò un modo! > urlò Klaus < Te lo giuro! >

 

< Quando mi hanno detto che ti eri innamorato di una giovane vampira non volevo crederci. > disse Mikael ridendo < Mi sembrava tutto troppo facile, ma ieri sera, dopo aver visto il vostro stupido ballo ho capito... E' l'amore che provi per questa ragazza la tua debolezza. E io intendo sfruttarlo a mio vantaggio. Ho sempre voluto ucciderti, ma la morte sarebbe troppo veloce per te. Io voglio farti soffrire! In solitudine, consapevole che se mai ti avvicinerai a lei firmerai la sua condanna a morte! >

< No! > urlarono Klaus ed Elijah all'unisono.

< Si! Se lei verrà con te a New Orleans, se saprò che lei ti ha raggiunto in una qualsiasi parte remota del mondo, se tenterai di avvicinarti a lei... lei morirà. E sarà solo per colpa tua. > sentenziò Mikael < Dimmi Niklaus, devo ucciderla subito? Così non rischierai di vederla felice con un altro uomo mentre te ne starai impotente a guardare? >

< No! > gridò Klaus.

< Padre, cosa volete ottenere giocando con la vita di Caroline? > chiese Elijah incredulo.

< Vendetta. Cos'altro? > rispose Mikael in tutta semplicità < A causa vostra sono stato rilegato a marcire per anni in una cripta! >

< Sarebbe stato meglio ucciderti! > ringhiò Klaus.

< Sono d'accordo. > affermò Mikael < Ma non è colpa mia. Ti sei lasciato convincere a non farlo. Sei debole Niklaus, e questa ne è la prova! >

< Non sono debole! > urlò Klaus gettandosi contro Mikael.

Entrambi rotolarono a terra, colpendosi con calci e pugni, mentre ringhiavano e tentavano di mordersi a vicenda.

Alla fine Mikael ebbe la meglio e spezzò il collo di Klaus.

 

Il vampiro si voltò verso Elijah e alzò una mano, in segno di attesa.

< Occupati di tuo fratello, Elijah. Non voglio combattere anche con te, figliolo. > ordinò Mikael, poi si voltò verso Caroline, che era rimasta in piedi, in silenzio, per tutto il tempo. >

Mikael porse a Caroline una piccola fialetta di vetro che aveva legato al collo.

< Dategli il tempo di dirsi addio! > tentò di intervenire Elijah mentre prendeva in braccio il corpo di Klaus < Se non per Niklaus, fatelo almeno per Caroline. Lei è solo una vittima in tutto questo. >

 

< Stasera, a mezzanotte capirai che non potrai più stare nella stessa stanza insieme a Niklaus senza tentare di ucciderti, strappandoti da sola il cuore dal petto. > ordinò Mikael continuando a soggiogare Caroline < Scapperai da lui per tutta la durata della tua vita e ti terrai lontana dalla sua città. Se Niklaus riuscisse anche solo ad avvicinarti per caso, tu scapperai. Lontano. E se non lo farai ti strapperai il cuore dal petto. Se i miei figli proveranno a soggiogarti per farti dimenticare il mio ordine, ti strapperai il cuore dal petto. Indossa la fiala e non darla a nessuno. Se tentassero di togliertela ti strapperai il cuore dal petto. Ci siamo capiti? >

< Si. > mormorò Caroline continuando ad avere gli occhi vacui a causa del soggiogamento.

< Ci vedremo presto, cara. > sorrise Mikael mentre voltava le spalle alla casa < Verrò a controllarti, presto. >

La voce di Mikael si perse nel vento, ma i vampiri l'avevano udita bene. La minaccia era reale e non potevano sottovalutarla. Il soggiogamento non si rompeva facilmente.

 

Caroline scosse la testa, come per risvegliarsi da un sonno profondo, e si portò automaticamente una mano al petto.

< E' successo davvero? > chiese la vampira guardando Elijah, che annuì < Andiamo dentro e portiamolo a letto. Dobbiamo aspettare che Klaus si svegli. >

 

< Mi dispiace Caroline. > si scusò Elijah < Avrei dovuto spingere Rebekah a parlarti dei nostri problemi con Mikael. >

< Non era morto? > domandò Caroline mentre sistemava un cuscino sotto la testa di Klaus, che ancora non si era risvegliato.

< Lo hanno riportato in vita. > spiegò Elijah < Klaus ha avuto occasione di ucciderlo, ma io l'ho fatto desistere. Credevo che se fosse rimasto nascosto nella cripta, dissanguato ed essiccato, non avremmo più corso il rischio che qualcuno lo risvegliasse. L'ho convinto a far eseguire un incantesimo di protezione sulla nostra famiglia. Sono stato stupido! >

< No, non sei stupido, Elijah. > sorrise Caroline < Hai buon cuore, è molto diverso. >

 

Elijah fece una smorfia < Il mio buon cuore ti terrà lontana da mio fratello. Ti ho messa in pericolo! Mikael avrebbe potuto ucciderti veramente! >

< Ho saputo il motivo della tua... rottura con Hayley. Klaus mi ha detto di aver solo finto di aver accettato la proposta, ma io... > sospirò Caroline delusa.

< Tu non gli credi. > sorrise bonariamente l'Originale < Ti capisco, ma stavolta devo ammettere che non ti ha mentito, ed ha sorpreso anche me. >

< Ha fatto un patto con una strega. > ammise Elijah orgoglioso < Per te. >

 

< Avrei voluto dirglielo io, fratello. > disse Klaus massaggiandosi il collo < Dov'è sparito quel mostro? >

Aprendo gli occhi e vedendo la bionda accanto a lui, l'ibrido si tirò su a sedere e portò immediatamente una mano sul volto della vampira.

< Caroline, stai bene? > chiese concitato Klaus < Mikael ti ha fatto del male? >

< Sto bene, per adesso. > rispose la vampira con un sorriso tirato < Fino a mezzanotte, poi non potremo più vederci. Ti spiegherò dopo. Vorresti dirmi per quale motivo hai voluto fare un accordo per me con una strega? >

 

< Perché sei un vampiro comune, e New Orleans è una città tranquilla, adesso, ma potrebbe ricadere nel caos più totale e tu non potresti difenderti bene come noi. > spiegò l'ibrido accomodandosi meglio a letto < Discendi dalla mia linea di sangue, ci basterà rafforzare questo legame e tu potrai attingere dalla mia forza, dalla mia immortalità per essere più forte. >

Caroline guardò Elijah chiedendo conferma, e il vampiro annuì.

< Tu lo sapevi! > lo accusò la bionda < Eppure non mi hai detto niente! >

< L'ho scoperto stamani, per caso. > si giustificò Elijah.

< Ho preso accordi direttamente con la strega, a New Orleans. > intervenne Klaus < Nessuno sapeva niente. Come hai fatto a scoprirlo, Elijah? >

< Hayley lo ha scoperto e ha chiamato Rebekah per avere conferma. > spiegò il fratello < Ti ha coperto, per ora, ma puoi immaginarti quali saranno le conseguenze se tornerai a New Orleans con Caroline. Senza contare che adesso... Caroline non può stare in alcun luogo in tua compagnia. >

< Troveremo il modo per sciogliere questo... > Klaus si guardò intorno < E' un incantesimo oppure l'ha soggiogata? >

< Mi ha soggiogato. Dovrò letteralmente strapparmi il cuore dal petto se ti vedo o se starò nella tua stessa stanza. > spiegò sbrigativamente la vampira con un sorrisino tirato, cercando di mascherare la tensione del momento < Comunque Elijah non sarei mai potuta venire a New Orleans. Parto con Rebekah domani. Viaggeremo in tutto il mondo, è il suo regalo per la mia laurea. >

< Lasciaci soli, Elijah. Per favore. > disse serio Klaus.

Il vampiro Originale si congedò immediatamente.

 

< Non voglio altre bugie, Klaus. > iniziò Caroline < Per una volta, solo per questa volta, puoi dirmi la verità? >

< La nuova congrega di streghe che si è installata a New Orleans ha una mente più aperta rispetto alla precedente. Gli ho fornito un luogo dove ragazzi e ragazze possono studiare la magia fin da piccoli. > iniziò a raccontare Klaus < Hope andrà lì e imparerà a controllare i suoi poteri. >

< Una scuola? > domandò Caroline sempre più curiosa.

< Un dopo scuola, se vogliamo essere precisi. > puntualizzò l'ibrido < Alla congrega è piaciuta la mia iniziativa, e hanno acconsentito ad aiutare Hope senza farle del male. >

< Mi sembra bellissimo. > sorrise Caroline entusiasta < Ma tu hai cercato ugualmente un modo per proteggermi. Perché? >

< Non so se Hayley desisterà facilmente. > ammise Klaus < Questa sua richiesta, questa sua improvvisa ossessione per avere un altro bambino... Mi sembra assurda! >

< Quale era il prezzo della strega? Per fare l'incantesimo? > chiese Caroline mentre passeggiava su e giù per la stanza, mettendo in moto anche il cervello e mettendo insieme tutte le informazioni.

< Vuole diventare un ibrido. È una strega da parte di madre, ma suo padre era un licantropo, anche se non ha mai attivato la maledizione. > disse Klaus < Ho acconsentito senza indugi. >

 

< Tuo padre può soggiogare gli ibridi? > domandò Caroline mentre si era fermata a guardare la strada dalla finestra della stanza.

Elijah non era andato lontano, lo poteva vedere appoggiato all'albero vicino al marciapiede, che le sorrideva.

< Si, in parte gli ibridi sono vampiri. > disse Klaus alzandosi dal letto < Lo ha già fatto in passato. >

< Potrebbe aver soggiogato Hayley. > propose Caroline < Lei sapeva di... me. Potrebbe aver rivelato a Mikael qualche tuo segreto. >

< A che scopo? > chiese Klaus sospirando mentre tirava a sé Caroline.

 

< Ha ragione! > proruppe Elijah < Scusate l'interruzione, ma Caroline ha ragione. Come poteva verificare che ci fosse realmente una ragazza nella tua vita? Doveva metterti alle strette, e sicuramente voleva anche incrinare il nostro rapporto. >

< Sapeva che mi sarei rivolto a una strega per metterla al sicuro! > sbuffò Klaus indicando Caroline < E' tutta colpa mia! >

< No, Klaus! Non pensarci neanche per un momento! > esclamò Caroline abbracciandolo forte < Dobbiamo essere lucidi. A mezzanotte tutto cambierà, non potrò più vederti... Domani partirò con Rebekah, come da programma, ma in queste ore dobbiamo trovare una soluzione per aggirare il problema del mio soggiogamento. >

< Caroline... > sussurrò l'ibrido < Quale soluzione può esserci se non fare quello che vuole Mikael? Siamo impotenti. L'unico modo per annullare il nostro soggiogamento è uccidere chi lo ha fatto, e né io, né Elijah, né Rebekah possiamo più fargli del male, a causa dello stupido incantesimo che ho fatto per tenere al sicuro Hope! >

L'ibrido accarezzò il volto di Caroline per un'ultima volta e poi si dileguò, lasciando lei ed Elijah a guardare una stanza vuota.

 

< Dovremo informare Rebekah. > sospirò Caroline < Chiederò aiuto anche a Liv. >

< Tua madre e Hope si aspettano che tu passi la giornata con loro. Non vorrai farle aspettare? > sorrise l'Originale < Senza parlare di tutti i tuoi amici. Vai da loro. >

< Si, ma Klaus... > protestò Caroline.

< Lo troverò e lo farò ragionare. > rispose convinto Elijah < Troveremo una soluzione. >

< Grazie, Elijah! > esclamò Caroline baciando sulla guancia il vampiro < Anche per Jane Austen. >

 

***

 

Klaus era nella stanza di albergo del fratello quando Elijah vi fece ritorno.

< Ti ho cercato dappertutto! > esclamò contrariato il vampiro < Dov'eri? >

< Qui. > rispose serio l'ibrido < Sono sempre stato qui. >

< Klaus lei ha bisogno che tu la rassicuri. > disse immediatamente Elijah < Ha bisogno di sentirsi dire che tenterai di annullare il soggiogamento. >

< Mikael ha vinto. > sospirò Klaus < Sono debole, Elijah. Mikael lo ha dimostrato brillantemente. >

< No, non dire così! > protestò il fratello < Mikael vuole farti dubitare, ma tu sei migliore di lui e lo sconfiggerai di nuovo. >

< Caroline non sarebbe mai venuta a New Orleans. > confidò l'ibrido < Non mi ama come la amo io. Ha paura dei suoi stessi sentimenti, come pensi che possa affrontare tutto questo? >

< Niklaus, io ho trascorso diverso tempo in sua compagnia e le sue paure non sono infondate. > la giustificò Elijah < Ha un cuore puro, e i sentimenti che prova per te forse la spaventano perché ha paura di soffrire. Forse non sai dei suoi precedenti ragazzi. >

< Sei diventato il suo confidente? > rispose stizzito Klaus guardando di traverso Elijah.

< No, ma Rebekah ha una visione più completa su di lei, e non ho fatto altro che chiedere il suo parere sull'intera faccenda. > spiegò Elijah < Partiranno domattina presto. Accompagnerò io Hope a casa. >

< E loro? > domandò l'ibrido con tono preoccupato.

< Loro partiranno per il viaggio senza passare da New Orleans. > sospirò l'Originale < Tu dovresti andare da Caroline. Salutarla come si merita. Ha fatto tanto per te, per tua figlia. >

< Credi davvero che Hayley sia stata soggiogata da Mikael? > chiese Klaus visibilmente tormentato dalla risposta di quello strano quesito.

< Non ho mai pensato di farle assumere verbena. > rispose Elijah colpevolizzandosi < Potrebbe aver seguito le istruzioni di Mikael in questi ultimi mesi. >

< Allora cercheremo la strega una volta arrivati a New Orleans. > propose Klaus < E la faremo parlare. >

< Sono d'accordo. > rispose sorridente Elijah vedendo reagire il fratello < Sarà difficile, fratello, ma fino a che Caroline sarà in vita, ci sarà sempre una possibilità di salvarla. >

 

***

 

< Vorrei tanto venire anch'io insieme a voi! > si lamentò Hope abbracciando le zie < Ma voglio anche conoscere il mio papà... >

< Ma certo, tesoro! > sorrise Caroline < Il tuo papà ha la priorità! >

< Ti porteremo a fare un viaggio come il nostro quando prenderai la laurea anche tu! > promise sorridente Rebekah < Vedrai che starai bene con i tuoi genitori e zio Elijah. >

< Lo zio mi ha detto che devo iniziare la scuola a New Orleans. > disse Hope un po' contrariata < Voi però non ci sarete... Non sarà come il primo giorno... all'asilo... >

< Faremo una video chiamata e ti guarderemo entrare a scuola. > propose Caroline < Zio Elijah ti farà tante di quelle foto da intasare il mio povero cellulare! >

< Verrete a trovarmi ogni tanto? > piagnucolò Hope gettandosi tra le braccia delle due bionde.

< Verremo noi... Oppure ci troveremo a metà strada, chissà! > affermò Rebekah < Tu però dovrai fare la brava, altrimenti il tuo papà non ci farà incontrare. >

< Lo farò! > promise Hope < Lo giuro! >

< Ascolta quello che ti dice lo zio, segui i suoi consigli e fa la brava, ok piccolina? > disse Caroline, che come risposta ricevette un sonoro bacio sulla guancia.

< Voglio vedere le foto di tutti posti dove andate. > disse Hope puntando un ditino verso le zie, che iniziarono a ridere. Hope aveva assimilato un altro comportamento tipicamente riconducibile a Caroline.

< Ti manderemo foto, filmati, regali. Tutto quello che vuoi! > rise Rebekah < Ma adesso andiamo a letto che è tardi. >

< Zia Bekah mi leggi una storia? > domandò Hope mentre prendeva la mano della zia per portarla in camera, sotto lo sguardo umido di Caroline.

Separarsi da quella bambina era davvero difficile per lei.

 

Erano le 23 passate, e Caroline aveva appena chiuso la valigia. Era mentalmente esausta che non si accorse del rumore della finestra della camera che si apriva.

< Speravo di trovarti sveglia. > mormorò Klaus, facendo sobbalzare la vampira al lato opposto della parete, con i canini snudati.

< Non credevo saresti passato... ormai... > esclamò Caroline ricomponendosi < Hope è nell'altra stanza. >

< Volevo... Dovevo vederti prima che... beh, lo sai. > biascicò Klaus stranamente impacciato < Prima di... >

< Prima di mezzanotte? > sorrise la bionda avvicinandosi a lui < Mi sento come Cenerentola! >

< Sicuramente io non sono il principe azzurro narrato della fiaba. > esclamò Klaus divertito.

< Ed è evidente che non viviamo nel mondo delle fiabe. > continuò Caroline < Altrimenti noi avremmo avuto il nostro “lieto fine”. >

< Caroline... non saresti venuta a New Orleans... non avrei avuto un lieto fine ugualmente! > protestò l'ibrido.

< Volevo lasciarti un po' di spazio. Per conoscere Hope, senza che avessi intorno altre persone ad interferire nella costruzione del vostro rapporto. > tentò di spiegarsi Caroline, iniziando a torcersi le mani per il nervoso < Non volevo intromettermi, anche se devo dire che la richiesta di Hayley mi aveva fatto dubitare di te... >

< Caroline... > sussurrò Klaus prima di baciarla, tenendole il viso con entrambe le mani.

Il bacio più dolce, più intenso, più disarmante era quello che faceva tremare le ginocchia, e Caroline non credeva di potersi reggere in piedi ancora per molto.

 

< E' quasi mezzanotte... > disse la vampira sciogliendo quel bacio.

< Scusa se ci ho messo tanto a venire. > rispose l'ibrido sorridendo ed esibendo le sue fossette, ma voglio che tu mi prometta una cosa. >

< Qualsiasi cosa, Klaus. > affermò convinta la vampira.

< Non credevo che un giorno saresti mai arrivata ad amarmi. Ci speravo, è ovvio, ma dentro di me sapevo di non meritarmi il tuo amore perché ho fatto soffrire te e le persone a cui vuoi bene. > iniziò a dire Klaus < Non ti soggiogherò a dimenticarmi se tu mi prometterai che non cercherai di eliminare il soggiogamento di Mikael per forza. Voglio che tu viva la tua vita, anche se lontana da me. >

< Non vuoi che... Non credi che ci possa riuscire? > domandò incredula la vampira.

< Troveremo una soluzione, sicuramente ci vorrà del tempo, e non voglio che tu perda questo tempo focalizzandoti solo su Mikael. > spiegò meglio l'ibrido < Vedrai che sistemeremo tutto. Solo... Promettimi che non smetterai di vivere. Ne morirei... >

< Lo prometto. > annuì Caroline abbassando lo sguardo e sospirando pesantemente.

 

La radiosveglia del comodino di Caroline segnava mezzanotte.

Klaus accarezzò lentamente e dolcemente il viso di Caroline, puntando i suoi occhi in quelli di lei.

L'azzurro splendente delle iridi di Caroline iniziò a scurirsi, diventando vacuo. La mano della ragazza si portò automaticamente sul petto.

< Klaus, ti prego... Vai via... > sussurrò Caroline < Non voglio morire... >

Ma Klaus non riusciva ad andarsene perché aveva preso la mano di Caroline tra le sue, e tentava di tenerla lontana dal suo petto, impedendole di uccidersi.

 

Rebekah entrò dentro la stanza come una furia, spingendo Klaus contro la parete, per separarlo da Caroline

< Voltati ed esci dalla stanza! > ordinò l'Originale all'amica < E tu vattene, prima che si uccida! >

Klaus salì sul davanzale della finestra, si voltò un'ultima volta per vedere la schiena di Caroline e mormorò a Rebekah un debole < Proteggila. > che la sorella riuscì a malapena a udire.

 

Non appena Klaus se ne andò dalla stanza, il desiderio di Caroline di strapparsi il cuore dal petto era sparito completamente, lasciando la vampira confusa e con una gran voglia di piangere.

< Non vuole trovare una soluzione. > iniziò a singhiozzare Caroline < Lo hai sentito? “non voglio che tu perda questo tempo focalizzandoti solo su Mikael.” >

< L'ho sentito. > affermò Rebekah abbracciando l'amica e tentando di consolarla < Vorrà dire che la troveremo noi, e quando lo faremo andremo a sventolargli in faccia il nostro successo! >

Caroline guardò Rebekah, ed entrambe scoppiarono a ridere.

 

< Riuscirai ad avere il tuo “lieto fine” Caroline. > la confortò Rebekah.

< Le favole non diventano mai realtà! > sbuffò Caroline < Le storie di paura, quelle che iniziano con “Era una notte buia e tempestosa” e che finiscono in modo orribile invece si avverano sempre! >

< Beh, in fondo noi siamo creature della notte, dovremmo incutere terrore, no? > cercò di sdrammatizzare l'Originale < Siamo fatti per i film horror... ma se vuoi cercare l'idiota che ha inventato il “e vissero tutti felici e contenti” sono felice di aiutarti a prenderlo a calci! >

< Hai ragione! > ammise la vampira < Dovremmo davvero cercare l'autore che per primo a usato quella frase. >

< E prenderlo a calci! > ripeté Rebekah.

< Sarà morto! > ribatté Caroline stupita dalla risposta dell'amica.

< Vorrà dire che prenderemo a calci la sua tomba! > propose l'Originale < Pensa a quante ragazze stanno aspettando il principe azzurro e il lieto fine per colpa sua! >

 

Elijah stava ascoltando tutto dal salotto dell'appartamento, felice di sentire le due ragazze reagire al momento avverso senza deprimersi.

 

 

 

***Note dell'autrice

Il discorso delle fiabe non è tutta farina del mio sacco.

Ho sempre amato questa battuta di Meredith Grey (Grey's Anatomy) della seconda stagione:

Tutti ricordiamo le favole della buonanotte della nostra infanzia: Cenerentola che calza la scarpetta, il ranocchio che si trasforma in principe, la bella addormentata che si risveglia con un bacio. "C'era una volta". "E vissero per sempre felici e contenti". Favole, la sostanza dei sogni. Il problema è che le favole non diventano realtà. Sono le altre storie, quelle che iniziano con "Era una notte buia e tempestosa..." e finiscono in modo terribile. Sono gli incubi che sembrano sempre diventare realtà. Il primo che ha scritto "E vissero per sempre felice e contenti..." dovrebbe essere preso a calci nel sedere.”

Così ho deciso di riprenderla, perché in fondo, noi ragazze, fin da piccole abbiamo sognato il principe azzurro... Poi è arrivato Joseph Morgan e ci ha fatto desiderare un Re Ibrido.

Direi che abbiamo fatto un salto di qualità ;-)

 

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Capitolo 8
*** Non solo piacere e divertimento ***


Spiaggia Havana, Giugno 2019

< Elijah ha detto che Davina non vuole collaborare, ma che riuscirà a procurarsi il paletto di quercia bianca ad ogni costo. > ripeté Rebekah sorridente mentre raggiungeva Caroline sdraiata sul lettino in spiaggia.

< Liv ha bisogno di quel paletto... > sospirò la vampira mettendosi a sedere e sistemandosi i laccetti del costume verde smeraldo.

< Lo avremo. > affermò sicura l'Originale togliendosi il cappello di paglia e mettendosi gli occhiali da sole sulla testa < Ho fiducia in Elijah. >

< Anch'io, ma... Non lo so... > mormorò Caroline prendendosi la testa tra le mani < Tuo fratello non mi sembrava molto entusiasta della nostra idea. >

< Mio fratello si convincerà non appena Liv gli farà vedere di cosa è capace! > sbottò Rebekah guardando l'amica < Fidati. È soltanto prevenuto nei confronti delle streghe. >

< Lo capisco, dopo tutto quello che ha passato per colpa loro, ma conosce Liv! > replicò Caroline con convinzione < Non torcerebbe mai un capello a Hope, ci ha sempre aiutate a proteggerla con qualsiasi tipo di incantesimo. Mi fido di lei. >

< Anch'io. > rispose Rebekah bevendo un piccolo sorso del cocktail arancione che si era portata in spiaggia < Adesso però pensiamo a rilassarci e tu... scegli un locale per stasera. >

< Havana Café. Ho già prenotato. > rispose Caroline sdraiandosi di nuovo sul lettino < Dormivi negli anni cinquanta, vero? >

< Si, me li sono persi... > sbuffò Rebekah mettendo il broncio < Ho un fratello troppo dispotico! >

< Bene! Il locale di stasera è totalmente arredato in stile anni cinquanta. > sorrise la vampira < Ci divertiremo, vedrai! >

 

Caracas, Giugno 2019

Caroline stava passeggiando per Caracas, quando si decise a sedersi accanto alla fontana che troneggiava nel mezzo della piazza. Il sole era cocente, ma alla vampira non dispiaceva godersi quella giornata in solitudine.

Rebekah era stata convinta da una sua protetta, incontrata per caso in un locale della città, ad andare a visitare la casa di Simon Bolivar. Caroline aveva gentilmente declinato l'invito e aveva optato per una tranquilla passeggiata come una semplice turista. Armata di fotocamera aveva scattato centinaia di istantanee da inviare a Hope per mostrarle la stupefacente città che stava visitando.

La vampira tirò fuori dalla borsa la guida e si mise a scoprire quali altre attrazioni avrebbe potuto visitare quel pomeriggio.

 

< Salve, ragazzina. > esclamò Mikael apparendo di fronte a Caroline, oscurandole la luce del sole.

< Salve. > rispose sprezzante la vampira in una smorfia.

< Come procedono le vacanze? > sorrise l'Originale piegandosi in avanti per guardarla meglio.

< Fino a poco fa benissimo! > ribatté Caroline chiudendo la guida ed infilandola velocemente nella borsa < Adesso però credo che questa piazza sia troppo affollata, per cui... >

< Non andrai da nessuna parte! > sibilò Mikael prendendola per il polso, e tirandola a sé.

< Cosa vuole da me? > mormorò la vampira, tremando.

< Hai avuto notizie di Niklaus? > domandò Mikael guardando Caroline direttamente negli occhi < Rispondi! >

Caroline fu percorsa lungo la schiena da un brivido di paura.

< Sei sotto verbena. > disse Mikael annusando l'aria < Ragazza furba... >

< Lui non vuole più avere niente a che fare con me! > sputò fuori Caroline < Ha detto a Rebekah che devo dimenticarlo. >

Mikael lasciò la presa sul polso della vampira e sorrise sarcasticamente.

< Niklaus non ti lascerà mai andare via, mia cara. Non così presto per lo meno. E se non è lui a tramare qualcosa... > ipotizzò l'Originale < Sei tu... Tu stai cercando di trovare un modo per raggiungerlo, vero? >

< Se lo raggiungo mi uccido! > sibilò la bionda assottigliando lo sguardo < Grazie, ma preferisco vivere! >

< Eppure tu stai cercando un modo per aggirare i miei ordini, per annullare quello che ti ho detto di fare. > sussurrò Mikael < Credo che dovrei insegnarti le buone maniere, ragazzina. >

 

Caroline non ebbe nemmeno il tempo di ribattere perché Mikael l'aveva stretta in una morsa d'acciaio ed era corso via, rapendola da piazza Venezuela, e portandola in una casa per lui sicura.

Mikael legò Caroline ad una sedia, e iniziò a cibarsi di lei. A causa della verbena nel suo sangue, anche il vampiro Originale doveva fermarsi a riprendere fiato, ma non si permetteva di desistere dal suo intento. Ferire lei e di conseguenza punire Klaus.

 

I pugni nello stomaco facevano sputare sangue, mentre gli schiaffi facevano rinvenire una disperata e sofferente Caroline. Il coltello con cui Mikael la feriva veniva puntualmente intinto nella verbena, e poi procedeva a lacerare la pelle bianca della vampira.

I pochi lamenti di Caroline non erano per chiedere aiuto o per chiedere a Mikael di smettere di torturarla, era un unico nome, ripetuto più e più volte: Rebekah.

 

< Il mio soggiogamento non può essere spezzato! > le ricordò Mikael prima di lasciare Caroline sul balcone della propria camera di albergo < Ammiro la tua tenacia, ma non puoi farci niente. >

< Non ha importanza provarci se poi lui non mi vuole. > riuscì a ribattere la vampira sputando sangue.

< Ti tiene a distanza. > sospirò Mikael < Ma questo non ti salverà. Non mi farà desistere dai miei intenti, perché lui soffrirà sapendo che non può stare con te. >

 

Quando Caroline tossì di nuovo Mikael era sparito e Rebekah corse in suo soccorso, preoccupata dall'assenza dell'amica e dal suono della voce del padre che aveva perfettamente riconosciuto.

Le ferite di Caroline iniziarono a rimarginarsi velocemente non appena Rebekah le diede una sacca di sangue, ma non erano quelle ferite fisiche a tormentare l'Originale. Erano le ferite psicologiche che Mikael avrebbe potuto lasciarle a farla preoccupare.

Caroline però appariva determinata a farla pagare a Mikael, senza dare segni di cedimento psicologico. L'Originale prestava attenzione ad ogni sguardo, ad ogni movimento dell'amica, ma niente le faceva pensare che Mikael le avesse incasinato la testa in modo irreversibile.

La decisione di partire fu presa il giorno successivo. Elijah voleva raggiungerle, ma Rebekah aveva pianificato tutto con Caroline durante la notte, studiando un piano di azione a lungo termine che però avrebbe potuto portare dei vantaggi, ed Elijah aveva un compito ben preciso da portare a termine prima di poterle rivedere.

 

Monte Fuji, Luglio 2019

< Se volevamo perdere il nostro tempo non saremmo mai venute fino in Giappone da te, Alex! > sbraitò furiosa Rebekah < Devi allenarla, non farci il cascamorto! >

< E' troppo bella, Rebekah! Mi distrae! > si lamentò l'amico dell'Originale sorridendo.

Caroline prese di nuovo la katana e si mise in posizione. Alex sbuffò e iniziò ad attaccare la vampira con la stessa arma.

Si stava allenando da una settimana, e sebbene Alex perdesse tempo a corteggiarla, lei non veniva minimamente tentata dalle attenzioni del vampiro. Caroline era intenzionata solo a diventare letale, come poteva essere Rebekah, e per farlo doveva imparare a muoversi e a maneggiare le armi come se fossero un prolungamento naturale del suo corpo.

“La rivincita delle bionde” era il nome che Rebekah aveva dato all'operazione di addestramento, e aveva ragione, perché Caroline, ogni qual volta le veniva detto che non avrebbe potuto raggiungere un traguardo, era pronta a dimostrare il contrario! E ci stava riuscendo.

< Rebekah, cerchiamo un altro maestro. > sorrise tagliando la mano di Alex < Non credo di avere altro da imparare. >

Alex stava sanguinando copiosamente, mentre si reggeva il polso ed osservava l'arto mancante a terra. Urlava e piangeva contemporaneamente.

< Ricrescerà! Non farla lunga! > esclamò l'Originale prendendo la borsa ed uscendo con Caroline dalla porta principale.

 

< Prima di lasciare il Giappone voglio assaggiare il sushi! > cinguettò Caroline facendo una giravolta su stessa, come se si stesse liberando della corazza da guerriera che aveva dovuto indossare in casa.

< Sushi e sake! > ribatté Rebekah ridendo < Che ne diresti se ci comprassimo un kimono? >

< Ci prenderebbero per pazze! > esclamò Caroline < Ma sarebbe bello fotografarci in kimono! >

Caroline prese Rebekah sottobraccio e insieme saltarono la recinzioni della casa di Alex.

 

Toronto, Agosto 2019

< Elijah ha appena chiamato. > esclamò Rebekah entrando nella palestra improvvisata a casa di Enzo < Liv ha fatto l'incantesimo e ha avuto conferma del soggiogamento di Hayley. >

Caroline non si fermò nemmeno un'istante, continuando a lottare contro Enzo, che parava i suoi colpi con molta agilità.

< Mi hai sentita? > chiese conferma l'Originale in tono seccato.

< Si, ma lo sapevamo già, no? > rispose Caroline scansando il colpo alla schiena che Enzo stava per infliggerle.

Rebekah uscì dalla stanza amareggiata e delusa, sbattendo vigorosamente la porta.

Enzo si voltò a guardarla e distolse l'attenzione da Caroline, che ne approfittò e lo schiacciò al pavimento.

< Morto! > esclamò la bionda.

Enzo la spostò con poca delicatezza, e sbuffò, guardandola arrabbiato.

< Che bisogno c'era di trattarla male? > le chiese il vampiro alzandosi in piedi < Sta cercando di aiutarti. Non pensi che dovresti almeno provare ad essere gentile con lei? >

 

Caroline sbuffò, poi si sedette a terra, raccogliendo le ginocchia tra le braccia.

< Hope mi ha detto che suo padre sta... vedendo una persona. > sputò fuori Caroline < Non voleva dirmelo, lo so, ma quando Rebekah le ha detto che eravamo a casa tua credo che abbia pensato che... sai... io e te... >

< Per questo sei sempre arrabbiata? > domandò il vampiro sedendosi accanto a lei < Per questo tratti male Rebekah? >

< In parte. > confessò la bionda < In parte perché vorrei divertirmi, vedere Toronto, viverla. Poi mi ricordo che Mikael è sempre in agguato, e mi passa la voglia di fare ogni cosa che possa rilassarmi. >

< Stai diventando ogni giorno più forte. > commentò Enzo cercando di infonderle fiducia < Se stasera andiamo al concerto di alcuni miei amici credo che tu e Rebekah potreste divertirvi e passare qualche ora senza pensare a Mikael. Che ne dici? >

< Non dirmi che è musica country! > esclamò Caroline alzando gli occhi al soffitto < Non convincerei mai Rebekah a venire! >

< Musica rock. > sorrise Enzo < Fatevi trovare pronte tra... tre ore al massimo! Non si accettano ritardi! >

Caroline sorrise e si alzò pronta ad affrontare Rebekah.

 

La trovò all'angolo bar del salone di Enzo, che si riempiva un bicchiere di liquore.

< Mi dispiace. Sono una stupida. > ammise la vampira facendo un passo verso l'Originale.

< Puoi dirlo forte! > ribatté l'altra senza voltarsi.

< Sono nervosa. > sospirò Caroline gettandosi sulla poltrona di pelle del salotto.

< Parla con me! > rispose Rebekah < Sono tua amica. >

< C'è tuo fratello di mezzo. > ribatté con un filo di voce la vampira.

< Ognuno ha la sua croce. > sbuffò Rebekah porgendole un bicchiere di rum < Sputa il rospo. >

Caroline bevve un sorso e guardò l'Originale. Si vedeva che era preoccupata per lei.

 

< Non credo che Klaus voglia che mi liberi dal soggiogamento di Mikael. > mormorò Caroline < Hope mi ha detto che sta uscendo con un'altra persona. >

< Lo avete già fatto in passato entrambi. > rispose Rebekah imbronciata < Perché adesso ti dà così fastidio? >

< Perché dovrebbe aiutarmi. > si spiegò la vampira < Pensavo che avrebbe cercato un modo per aggirare il mio stupido soggiogamento. Credevo che... combattesse per me. >

< Potrebbe voler dare l'idea a Mikael che tu non sia importante per lui. > suggerì Rebekah < Magari sta fingendo. Per proteggerti. >

< Oppure ha davvero lasciato perdere. > esclamò Caroline trangugiando tutto il rum < E io sono una stupida a continuare a pensare a lui, a voler stare con lui! >

Le lacrime uscirono senza che la vampira potesse controllarle.

Rebekah decise di astenersi dal commentare e si limitò ad abbracciare l'amica, stringendola forte.

< Ti ho già detto che quando avremo sconfitto Mikael faremo la nostra marcia trionfale davanti alla faccia sbalordita di Nik. > scherzò l'Originale < E tu potrai prenderlo a calci così forti da fargli ricordare perché ti ama. >

< Tu... Sei convinta... Che lui... > tentò di dire la vampira singhiozzando.

< Che ti ami? Soltanto un cieco non se ne renderebbe conto. > esclamò l'Originale ridendo < Adesso però basta piangere. >

< Stasera Enzo ci ha invitate ad andare ad un concerto. > disse Caroline mentre tentava di togliere dalle guance i segni del pianto < Ti va? È musica rock. >

< Va bene, ma solo se guiderai tu! > esclamò Rebekah < Stasera ho intenzione di bere fino a svenire! >

< Allora andiamo a scegliere i vestiti per stasera. > rispose la vampira eccitata < Ci rimangono solo due ore e mezzo per prepararci! >

 

Londra, Ottobre 2019

La casa in cui si erano trasferite Caroline e Rebekah era di Elijah e si poteva riconoscere il tocco impeccabile dell'uomo nell'accurata scelta dei mobili che la arredavano.

Elijah sarebbe atterrato a Heathrow nel pomeriggio, Rebekah non stava nella pelle da quando il fratello l'aveva informata della novità, e per l'occasione era uscita a comprare delle rose per dare un suo personale benvenuto al fratello.

Caroline invece era rimasta a casa a sistemare ogni cosa, desiderosa di confermare al padrone di casa che stavano trattando la sua abitazione con assoluto rispetto.

Quando Elijah e Rebekah arrivarono a casa però la vampira era sparita, e un brivido percorse immediatamente la mente di entrambi gli Originali. Prima che loro potessero confessarsi il timore che Caroline fosse stata nuovamente rapita la vampira apparve con un pacchetto regalo.

 

< Per te! > rise la vampira mettendo letteralmente il pacco tra le mani ferme di Elijah < Ben arrivato a casa! >

< Caroline, mi hai fatto prendere un colpo! > esclamò Rebekah infuriata < Sai bene che devi avvertirmi se pensi di uscire. >

< Scusa mamma! > sbuffò la vampira < Non potevo certo dirti che uscivo a comprare un regalo a Elijah se lui era con te! Mi avrebbe sentito! >

Elijah sorrise e poi scoppiò a ridere per la scenetta appena vissuta.

Scartò il pacchetto e vi trovò una fotografia, della prima volta che teneva Hope in braccio, messa in uno splendido portaritratti d'argento, con inciso sopra i loro nomi e l'ormai motto della famiglia Mikaelson “Always and Forever”

< io e Rebekah ne abbiamo una, per aiutarci a superare la mancanza. > spiegò la vampira < Volevo che anche tu non sentissi la sua assenza in questa casa. >

< E' bellissimo, Caroline. > mormorò emozionato Elijah < Ti ringrazio. >

 

< Prego! > rispose sorridente la ragazza < Adesso però vado nella mia stanza, Hope dovrebbe chiamare tra qualche minuto e non voglio tardare! >

< io devo uscire. > disse Rebekah < Sarò di ritorno per le nove. >

< Vado a rinfrescarmi e a disfare la valigia. > affermò Elijah < Stasera mi aggiornerete su tutto e decideremo come continuare a muoverci. >

 

Caroline si sedette sul letto, con il computer sulle gambe, aspettando la chiamata di Hope tramite skype, ma la bambina era già in ritardo di dieci minuti.

Non essendoci Elijah a New Orleans Caroline non sapeva chi chiamare. Hayley? Klaus?

Aspettare il ritorno di Rebekah era impensabile e disturbare Elijah che si stava riposando era inopportuno, così dopo circa mezzora di ripensamenti, si decise a telefonare ad Hayley. Aveva il suo numero da quando si era occupata di Hope, per poterla rintracciarla ad ogni evenienza.

Col cuore in gola compose il numero. Hayley rispose velocemente, dicendo che Hope era fuori con Klaus e la sua fidanzata. Il macigno che cadde sul cuore di Caroline fu imponente.

Hayley continuò a raccontarle dei progressi di Hope, arricchendo il tutto con aneddoti e storielle divertenti.

Quando Caroline chiuse la telefonata il pianto fu nuovamente la sua liberazione.

Adesso ne era certa, lui era andato avanti, piegandosi al volere di Mikael, senza neanche provare a resistere. Per lei.

 

Elijah bussò alla porta semi accostata della camera di Caroline e la vide cercare di asciugarsi il viso.

< Lui ti ama. > affermò l'Originale < Ma si colpevolizza per quello che Mikael ti ha fatto e non vuole metterti in pericolo di nuovo. >

< E la fidanzata? > commentò acida la bionda < io non ho mai avuto... fidanzati! >

< Lei è... particolare. Devo ammetterlo. > sospirò Elijah appoggiandosi allo stipite della porta < Ma non credere che lei possa prendere il tuo posto. >

< Magari lo ha già fatto, e tu sei troppo buono per dirmi che la mia è una battaglia inutile. > ribatté Caroline.

< Perché prima non pensi a liberarti di Mikael e poi non ti concentri a riprenderti Niklaus? > suggerì l'Originale < Si combatte sempre per ciò che si vuole. >

< O si muore nel tentativo di averlo. > sospirò la vampira tristemente < Una prospettiva che non mi alletta poi molto. >

< Volevo aspettare Rebekah per informarvi, ma vedo che hai bisogno di un incentivo. > sorrise Elijah < Ho trovato il paletto di quercia bianca. Non possiamo farci dei proiettili come avevi suggerito, ma credo che insieme potremo trovare un'altra soluzione. >

< E questo dovrebbe farmi continuare a sperare? > esclamò sconcertata la vampira.

< Non proprio, è vero, anche perché Liv pensa che Mikael sia legato alla vecchia congrega di mia madre, e che loro lo proteggano. Fisicamente, intendo. > affermò Elijah entrando nella stanza < Ma la tua amica ha trovato un modo per sciogliere quel legame. >

< Di cosa ha bisogno? > chiese immediatamente Caroline con interesse.

< Del sangue di Mikael. > rispose Elijah < Ho intenzione di provocare uno scontro tra lui e altri vampiri, recuperare un po' del suo sangue e darlo alla tua amica Liv. >

< Non possiamo coinvolgere persone innocenti. > commentò la vampira alzandosi dal letto < Ma sono sicura che lui avvicinerà me ancora una volta. >

< Non correremo questo rischio. > si impose Elijah < Troveremo un'altra soluzione. >

< Allenami. > disse Caroline guardandolo negli occhi < Aiutami ad essere preparata a un confronto con Mikael. >

< Sei sicura? > chiese conferma Elijah < Non hai mai accettato prima. >

< Non volevo cambiare. > mormorò la vampira < Ma se non lo faccio, Mikael si porterà via tutto quello che sono con le sue minacce e le sue torture. >

< Non mi vedrai più come un amico. > affermò serio Elijah.

< Lo so. > sospirò Caroline < Non voglio trattamenti di favore. Non sono più la piccola Caroline di Mystic Falls. >

 

Dopo aver aggiornato Rebekah sul recupero del paletto di quercia bianca gli Originali iniziarono a discutere sull'addestramento di Caroline.

< Sei troppo avventata! > urlò Rebekah in collera.

< Sei tu che non vuoi darmi una possibilità! > ribatté Caroline con altrettanto vigore.

< Ragazze... > tentò di intervenire inutilmente Elijah.

< Tu vuoi solo farti uccidere! > strillò di nuovo Rebekah.

< Devo allenarmi se voglio evitarlo! > ribatté ancora la vampira.

< Lo stai già facendo! > ringhiò l'Originale < Non puoi aspettarti di imparare tutto quello che c'è da sapere sulle armi e sui combattimenti in tre giorni. Ci vogliono anni! >

< In questi mesi ho imparato a combattere! > esclamò offesa Caroline < Ho usato la pistola, la katana, i coltelli, addirittura i bastoni e le spade! >

< Effettivamente Rebekah ha ragione... > mormorò Elijah ricevendo uno sguardo di fuoco da parte di Caroline.

< Infatti non basta! > disse Rebekah in tono aspro.

< Dovrà bastare! > ammise Caroline < Liv ha bisogno del sangue di Mikael, e io glielo procurerò! >

< Troveremo un altro modo più sicuro. > affermò convinta l'Originale.

< E quale? > domandò Caroline incrociando le braccia sul petto e guardando l'amica in attesa di una risposta < Sai bene che sono l'unica che può avvicinarsi a lui. >

< Chi ti assicura che non ti ucciderà? > domandò Rebekah < Non conosci mio padre. Può ucciderti solo con lo sguardo. >

< Se mi uccidesse non tormenterebbe Klaus. > spiegò la vampira in tono ovvio < Hayley mi ha gentilmente informata che Klaus ha una fidanzata. >

Rebekah guardò Elijah, poi scoppiò a ridere mentre posava lo sguardo di nuovo su Caroline.

< E tu ci credi? > sbuffò Rebekah ridendo di gusto.

Caroline la guardò non capendo a cosa alludesse.

< Prova ad usare il cervello! Mikael lo starà controllando, se vede che è interessato ad un'altra ragazza potrà convincersi a lasciarti in pace e togliere il soggiogamento. > spiegò Rebekah in tono molto pratico e pacato < Sicuramente nella sua mente oscura e perversa Nik starà pensando a te. >

< L'ha presentata a Hope. Va in giro con lei. Non è una scusa. > ribatté acida la vampira < E' reale! Non la sta frequentando per proteggermi, altrimenti me lo avrebbe detto. Me lo avrebbe fatto sapere. Mi avrebbe spronato a fare meglio, ad impegnarmi, a lottare, invece... Lui si è arreso! E io non posso... Anzi non voglio pensarci! >

< Caroline ha ragione. > commentò neutro Elijah < Niklaus non è sicuro di essere ricambiato con la sua stessa intensità, e questo lo porta ad agire avventatamente. >

< Non l'ho mai detto ad alta voce, lo ammetto. Tutte le persone a cui tengo prima o poi se ne vanno... ma i miei sentimenti per Klaus non sono diminuiti, anzi. Lui riesce a capirmi a fondo, riesce a farmi vedere il mondo da un'altra prospettiva, e per quanto possa essere arrabbiata con lui non riesco a separarmi dall'idea che lui sia parte del mio futuro. > confessò la vampira < Ho intenzione di lottare per avere quello che voglio, quindi vi dirò quello che c'è da fare. Un passo alla volta, così da poter programmare ogni piccola azione. >

< Perché sei così testarda? > domandò Rebekah accasciandosi contro la parete, mentalmente esausta dalla piega presa dalla discussione.

< Voglio essere libera. > rispose Caroline in tutta sincerità < E tuo padre me lo impedisce. Rebekah, tu più di chiunque altro dovresti capirmi. >

< Ho paura che mio padre possa rovinare anche te! > si lamentò l'Originale bionda < Non hai idea di cosa è capace! >

< Non sarebbe il primo che prova a piegarmi. > sospirò Caroline avvicinandosi alla finestra < Il mio stesso padre mi ha torturato perché non accettava che fossi diventata un vampiro, e mia madre... mia madre all'inizio mi ha rifiutato, rinnegato. >

< Non me ne avevi mai parlato. > mormorò Rebekah facendo un passo verso l'amica.

< Non mi piace molto parlarne, ma altrimenti non capirete mai perché lo faccio. > sospirò di nuovo Caroline < Mio padre mi ha tenuta legata ad una sedia in una cella sporca e buia non so per quanti giorni. Mi tolse l'anello diurno e ogni giorno mi torturava. Mi metteva davanti al naso delle sacche di sangue, e quando il mio viso diventava il volto del vampiro che è in me, lui apriva la finestra, facendo scontrare il fascio di luce solare con la mia pelle. Ricordo benissimo il dolore della pelle che brucia. >

< Ma che senso avrebbe? > domandò Elijah indignato.

< Voleva farmi associare l'odore del sangue al dolore che provavo ogni qual volta lui apriva la finestra. > rispose Caroline stringendosi le braccia al petto.

< Ma così ti impediva di nutrirti! > esclamò Elijah < Saresti essiccata in poco tempo! >

< Lo so. > sospirò Caroline < Ma mio padre aveva una personalità di ferro, e credeva che un controllo della fame potesse aiutarmi. Lui stesso ha preferito morire piuttosto che trasformarsi in un vampiro! Non voleva diventare ciò che gli avevano insegnato ad odiare, e che per qualche strano scherzo del destino, si ritrovava come figlia! >

< E tua madre? > domandò cauta Rebekah.

< Le ho cancellato la memoria, e quando lo ha nuovamente scoperto non ha dato di matto. Ha capito che ero ancora la sua piccola Caroline, la sua bambina. > sospirò la vampira.

 

< Mi dispiace, Caroline. > disse Elijah per smorzare il silenzio caduto nella stanza < Tu e Niklaus avete molto in comune. Comprendo benissimo il legame che vi lega. >

< Devo farvi una domanda, e pretendo una risposta sincera. > esclamò Caroline voltandosi verso gli Originali < Avreste obiezioni se uccidessi Mikael? >

< Niklaus lo aveva già ucciso, quindi... > sospirò Elijah accennando un piccolo sorriso in direzione di Caroline.

< Lui mi ha dato la vita, ma non posso essergli riconoscente. > mormorò Rebekah < E' colpa sua e di mia madre se siamo vampiri. Ti ha minacciato, e non posso fare finta di nulla. Con Hope sei stata una risorsa fondamentale, e non voglio rischiare di perderti. >

< Allora insegnatemi a combattere. > esclamò Caroline decisa, con una strana luce negli occhi < Ho bisogno di imparare. Di non apparire debole! >

< Allora mettiamoci a lavoro Wonder Woman! > sorrise Rebekah.

 

Bali, Dicembre 2019

 

In due mesi Caroline era cambiata drasticamente, aveva ben impresso nella mente il suo obiettivo e non si curava di altro. Rebekah era felice e timorosa di questa trasformazione, perché non voleva che la sua amica cambiasse irreversibilmente.

Soltanto quando Hope la chiamava via skype riusciva a tornare la dolce zia Caroline di sempre. Ovviamente doveva evitare l'argomento Klaus, ma Hope non lo menzionava mai in sua presenza.

Il sorriso di Caroline era diverso quando parlava con la bambina. Rebekah ne vedeva la differenza.

Quando erano in giro non sorrideva come faceva con Hope, si limitava a imitare un sorriso, tirando gli angoli della bocca, in una smorfia che poteva sembrare un sorriso ma che, per chi la conosceva bene, sapeva non essere niente di vero.

< Sheila ha fatto abbastanza, non credi? > domandò Caroline mentre si sedeva accanto a Rebekah al bancone del bar < Dovremmo cambiare aria. >

< Non ancora. > rispose Rebekah < Con Mikael dobbiamo essere caute, preferisco approfondire tutte le capacità di Sheila. Può insegnarti ancora molto. >

< Mikael è qui. > disse Caroline alzandosi dalla sedia di scatto.

< Signore! > sorrise l'Originale dietro le spalle delle due bionde.

< Padre. > mormorò Rebekah pietrificandosi.

< Vedo che stai facendo allenare la ragazzina. > sputò Mikael con disprezzo < E' una grossa perdita di tempo, tesoro. Dovresti averlo capito. >

< Non posso farle la balia per sempre. > rispose girandosi per fronteggiare il padre < Deve essere in grado di proteggersi da sola, e nessuno le aveva insegnato poi molto. >

< E quindi hai deciso di portarla da quel guerrafondaio di Alexander in Giappone? > sorrise sarcastico Mikael < Oppure qui, da Sheila ad imparare che cosa? Come si spara? Come si fa a combattere? Come si fa a mantenere la calma durante il combattimento corpo a corpo? >

< Dovresti saperlo, vista la quantità delle tue informazioni. > ribatté Rebekah immediatamente.

< Non prenderti gioco di me, Rebekah! > sibilò Mikael guardingo < Non sei tu quella che desidero far morire. >

< Giusto, tu vuoi far morire la mia amica! > ribatté la bionda indicando Caroline.

< Lei è solo il giocattolo di tuo fratello. > sbuffò Mikael < Adesso però a New Orleans ne sta trovando uno... diverso. Forse mi sbagliavo sulla profondità dei sentimenti di Niklaus per questa giovane vampira. >

< Non sarebbe la prima volta che ti sbagli su di lui! > sbuffò la bionda prendendo Caroline per mano e tentando di trascinarla via di peso.

< Cosa le hai fatto? > ringhiò Rebekah.

< Solo un piccolo incantesimo da parte di un'amica. > rise Mikael < Non preoccuparti tesoro, neanche la tua di amica stasera tornerà a casa. >

 

***Note dell'autrice

Per chi mi segue su fb sul gruppo Klaroline and Klaus Addicted sa che purtroppo ho cancellato gli ultimi 3 capitoli della storia. Non chiedetemi come diavolo possa aver fatto perché ancora non me ne capacito. Sto cercando di riscrivere tutto, ma ho pochissimo tempo, quindi per adesso sono riuscita solo a riscrivere questo...

Un bacione enorme, Elisa

 

PS. Sabato 1 Novembre ero al Lucca Comics, quindi questo week end non ho potuto riscrivere molto. Spero di potermi rimettere in pari quanto prima.

 

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Capitolo 9
*** Confessioni... origliate ***


Il bar divenne pericolosamente silenzioso. La musica si era arrestata di colpo.

Ogni cliente era fermo immobile nella posizione in cui si trovava.

Tutto sembrava essersi fermato.

 

< Magia... > sussurrò Rebekah ringhiando sommessamente.

< Prendo ancora la verbena! > protestò Caroline < Vuoi dissanguarmi per potermi soggiogare di nuovo? >

< Ragazzina, non sono qui per soggiogarti ancora. Non ne ho bisogno. > sbuffò Mikael < Devo solo controllare la mia merce, ovvero te. Può essere una cosa indolore se farai la brava. >

< Quindi adesso sarei una merce? > si lamentò la vampira incrociando le braccia al petto e alzando gli occhi al cielo < Voi uomini ci considerate sempre... >

< Non sono qui per ascoltare le tue lamentele! > ringhiò Mikael < Non voglio farla troppo lunga. Vieni con me senza fare storie. >

< Padre, cosa volete... > tentò di parlare Rebekah.

< Non farmi iniziare, Rebekah! > strillò Mikael rabbioso < Se non vuoi passare i prossimi anni in una bara ti suggerisco di farti da parte. >

< Caroline non andrà da nessuna parte senza di me! > protestò Rebekah, ostentando sicurezza.

 

Mikael sospirò e guardò la figlia intensamente. Era bella e fiera, pronta a difendere l'amica. Una vera guerriera.

< Lo hai scelto tu, mia cara. > mormorò Mikael tirando fuori dalla giacca un pugnale e una una fiala di polvere bianca.

< Non puoi uccidermi! > gridò l'Originale < L'incantesimo te lo impedisce! >

< Tesoro... > sussurrò Mikael intingendo la punta del pugnale nella fiala contenente la polvere di quercia bianca < Questo pugnale non ti uccide, ti addormenta. E se ben ricordo, l'incantesimo mi impedisce soltanto di ucciderti. >

Con la sua velocità da vampiro Mikael fu di fronte a Rebekah, le conficcò il pugnale nel cuore e sorresse il corpo della figlia, che rapidamente si colorava di grigio e si riempiva di venature scure.

 

Caroline urlava e si dimenava, tentando di muoversi, ma era tutto inutile visto che l'incantesimo di Mikael la teneva bloccata, come se fosse rinchiusa in una campana di vetro.

La vampira si accasciò a terra, con lo sguardo fisso su Rebekah. Una mano scivolò lentamente nella borsa che aveva accanto a sé, e pregò di non essere né vista, né sentita dal mostro nella stanza.

 

< Prendetela. > ordinò Mikael a due uomini seduti al bar che come per magia si iniziarono a muovere nel locale, a dispetto dell'incantesimo che teneva tutti gli altri fermi immobili. Mikael indicò loro la figlia, distesa a terra senza vita < Portatela nella cripta. >

< NO! Ti prego! > piagnucolò Caroline < Non rinchiuderla per sempre! Farò tutto quello che vuoi, ma ti prego... liberala! >

< Lo farò, non appena TU farai qualcosa per me. > sorrise maligno Mikael.

< Qualsiasi cosa. > annuì Caroline.

< Tradiresti Elijah? Per salvare Rebekah? > domandò Mikael avvicinandosi alla vampira.

< Tradire? > ripeté Caroline, sbattendo le palpebre per lo stupore.

< Voglio il paletto di quercia bianca. > disse l'Originale in tono secco e semplice.

< Il paletto? Non ce l'ho! > rispose immediatamente la vampira.

< Lo so. > sorrise di nuovo il vampiro < Ce l'ha Elijah. Lo ha trovato. >

< Come fai a... > iniziò a chiedere Caroline < Nemmeno io so dov'è! Elijah ha detto che era meglio per me non saperlo! >

< Ha ragione, infatti. Ma ora mi serve, e tu mi aiuterai a prenderlo. > rispose divertito Mikael < I miei amici sono riusciti a dirmi solo che ce l'ha Elijah, quindi... >

< Wow. > sbuffò Caroline immediatamente < Come mai sono convinta che tu stia minacciando qualcuno per assicurarti questi “amici” ? >

< I miei metodi non devono interessarti. > ribatté furioso Mikael < A Niklaus potranno piacere i tuoi commenti, ma a me no... Riescono solo ad irritarmi. >

Caroline alzò nuovamente gli occhi al cielo.

< Elijah non mi darà mai il paletto. > disse Caroline < Se sei qui per averlo tramite me vuol dire che non sei riuscito ad averlo, e nemmeno i tuoi amici influenti ci sono riusciti. >

< Elijah vuole il mio sangue, giusto? > chiese Mikael vedendo lo stupore dipingersi sul volto della ragazza < Te lo darò. >

< Non ti credo. > ribatté la vampira < Mi inganneresti. >

 

Mikael si avvicinò al bar e prese un flute da dietro il bancone, si morse un polso e fece scendere il suo sangue all'interno della coppa.

< Il mio sangue. Eccolo. > disse Mikael appoggiando il bicchiere sul bancone e schioccando le dita aggiunse < Ti converrebbe chiuderlo e conservarlo, non credi? >

< Sono bloccata, non vedi! > esclamò Caroline agitandosi per mostrare la sua incapacità di muoversi, ma invece cadde rovinosamente a terra.

< Sei libera di muoverti ragazzina. > sbuffò Mikael < Raccogli il mio sangue e andiamocene. Svelta. >

< E Rebekah? > chiese Caroline mentre si fiondava a recuperare una bottiglia vuota da riempire con il sangue di Mikael < Non puoi abbandonarla qui. >

< Non sarà sola. > commentò sorridente l'Originale < Se tu accetterai di seguirmi senza fare storie i miei uomini resteranno con lei. >

< Seguirti? Dove? > chiese Caroline stringendo a sé la piccola bottiglia che aveva finito di riempire.

< Andiamo a parlare altrove. > ordinò Mikael con voce minacciosa < Seguimi. >

Caroline seguì riluttante l'Originale fuori dal bar, arrivarono accanto ad un'auto scura e Mikael le aprì la portiera, facendo segno di entrare.

< Non ci salgo con te! > protestò la vampira.

< Ragazzina, stai giocando con il fuoco, ti avverto. > ringhiò Mikael < Potrò non essere in grado di uccidere mia figlia a causa di quello stupido incantesimo che mi hanno fatto, ma i miei uomini sono armati, e non hanno alcun incantesimo a frenarli. Lei è inerme, addormentata sul pavimento di un bar, in balia degli assassini con cui l'hai lasciata. Mi basta fare una telefonata, e Rebekah potrebbe essere avvolta dalle fiamme. Magari questo potrebbe farla morire per sempre. Potremmo provare... Che ne dici? >

Caroline salì immediatamente dentro l'auto, cercando di nascondere la paura che la presenza dell'Originale le stava dando.

 

< Alla cripta. > disse Mikael rivolgendosi all'autista, poi tornò a concentrarsi su Caroline < Tra non molto saremo arrivati e potrai telefonare ad Elijah. >

< Ancora non ho capito perché hai dovuto coinvolgere me! > sbuffò la vampira incrociando le bracci ala petto.

< Pensavo che tu fossi della famiglia! > sorrise maliziosamente l'Originale.

Caroline scosse la testa e si mise a guardare fuori dal finestrino della macchina che correva veloce.

 

< Cosa ti fa pensare che Elijah mi porterà il paletto? > domandò Caroline scendendo dall'auto osservando il paesaggio circostante < Non me lo consegnerà così facilmente in cambio del tuo sangue. >

< Vedi ragazzina, io sono un uomo di parola. > rise Mikael sporgendosi verso di lei < Elijah è come me, e se conosco mio figlio so che ci porterà il paletto. Adesso entra dentro e chiamalo. >

 

Caroline tirò fuori dalla borsa il cellulare, e vide che nella confusione della morte momentanea di Rebekah era riuscita a far partire la telefonata rapida sul numero di Elijah.

Buttò giù velocemente e compose di nuovo il numero, mentre Mikael era appoggiato all'entrata della cripta, che armeggiava con un coltello.

< Non mi risponde. > mugolò Caroline verso l'Originale.

< Prova a chiamare il tuo fidanzato allora! > sbottò Mikael.

< Non è il mio fidanzato! > strillò la bionda furiosa < Grazie a te e al tuo soggiogamento! >

< Non si può avere tutto dalla vita, ragazzina! Non te lo hanno insegnato? > sputò l'Originale < Ti ho detto di chiamare Klaus. >

< Non mi risponderà! > ringhiò Caroline ancor più furiosa.

< E' questa la tua scelta? > domandò Mikael prendendo il proprio cellulare in mano < Preparati a dire addio a Rebekah! >

< Lo chiamo, lo chiamo! > sbuffò la vampira bionda sedendosi a terra e scorrendo la rubrica del suo cellulare.

 

Primo squillo.

Secondo squilli.

Terzo squilli.

Quarto squilli.

Caroline scuote la testa. È finita sul serio. Non era una recita per Mikael se non risponde alla sua chiamata.

Quinto squillo.

Sesto squillo.

 

< Pronto? > rispose una voce femminile dall'altra parte del telefono.

A Caroline morirono le parole in bocca.

< Pronto? > ripeté la voce < Klaus è sotto la doccia, puoi dire a me se è urgente. >

< Sono... Caroline. > riuscì a dire la vampira con voce spezzata.

< Si, l'ho letto sul display. > affermò la voce, e Caroline si colpì sulla fronte.

< Devo... parlare con Klaus, è... molto urgente. > disse la vampira cercando di essere il più naturale possibile.

Mikael intanto ascoltava e guardava le facce di Caroline con rinnovato interesse.

< Ti ho detto che è sotto la doccia, ma se vuoi... > continuò la ragazza con voce pacata, provocando in Caroline una reazione immediata.

< Non posso aspettare, Mikael mi tiene prigioniera, e questa è la mia telefonata “esci gratis di prigione” quindi per favore, muovi il culo e portagli questo dannato telefono! > urlò a squarciagola la ragazza, alzandosi in piedi dalla rabbia.

< Caroline, non c'è bisogno di arrabbiarsi. > tentennò la voce al telefono < Ti faccio richiamare non appena Klaus esce dalla doccia. A presto. >

La ragazza aveva riagganciato.

Mikael scoppiò a ridere per un tempo che parve infinito, mentre Caroline stringeva tra le mani il cellulare, che avrebbe sicuramente disintegrato se non fosse stato per il piccolo particolare che poi non avrebbe più potuto rispondere a Klaus.

 

***

 

< Non posso avvicinarmi oltre, Elijah. > sospirò Klaus rallentando il passo.

< Non essere sciocco, devi proteggere Liv dalle streghe se intendessero farle del male, e lei deve essere vicino a Mikael, e quindi vicino alla cripta. >

< Se lei mi vedesse... Non lo sopporterei! > biascicò l'ibrido.

< Non succederà! > lo rassicurò il fratello < Puoi già sentirla discutere con Mikael, se le cose dovessero mettersi male... >

< Porterò via Caroline. > rispose sicura Liv, poi voltandosi verso Klaus lo fulminò con lo sguardo < E tu non pensare di andartene. Ho bisogno che elimini le streghe che sono vicino alla cripta. >

< Quante? > domandò immediatamente l'ibrido.

< Ne percepisco tre. > rispose Liv chiudendo gli occhi < Una si sta avvicinando alla cripta. >

< Se tu puoi percepirle... > iniziò a ragionare Elijah seriamente preoccupato.

< Sto coprendo la nostra presenza. > spiegò la strega toccando l'amuleto che portava al collo < Può averci percepito, ma solo come presenze lontane. >

< Bene. Ora che facciamo? > domandò Klaus guardando verso il fratello < Non mi piace aspettare. >

< Lo so. > rispose Elijah < Ma lo farai. Alla prossima telefonata di Caroline devo rispondere. >

< Allora raccontatemi cosa si stanno dicendo quei due nella cripta. > propose Liv < Non mi sembra giusto che voi possiate farlo e io no! >

 

***

 

< Che scenetta! Sei stata stupenda! > continuò a divertirsi Mikael < E poi tu dici che non sei parte della famiglia! Hai un fuoco dentro di te... Degno di un Mikaelson! >

< Klaus non mi vuole, ne hai appena avuto conferma, non vedi? > esclamò Caroline agitando il cellulare e sgranando gli occhi.

< Ragazzina, ho detto Mikaelson, Niklaus non è un Mikaelson. > ringhiò l'Originale.

< Beh, è cresciuto come tale! > ribatté imperterrita la vampira.

< Io parlavo di Elijah. > sorrise Mikael < Ha bisogno di una donna con questo temperamento accanto a lui, che possa spronarlo, appoggiarlo ma anche combatterlo quando serve. Si è sempre circondato di donnette inutili. >

< Elijah è un amico. Niente di più. > ribatté perentoria Caroline < Lui ha già una ragazza che ama. >

< Quella... quella... ragazza? Non si merita l'amore di mio figlio! > ribatté Mikael < Mio figlio, innamorato della donna che portava in grembo la figlia del fratellastro. Che quadretto! >

 

Caroline gli si avventò contro immediatamente

< Non si sceglie la persona da amare! E' una cosa che non si può fare! > urlò Caroline in faccia all'Originale < Quando si ama qualcuno, si ama e basta! >

< Come osi, parlare a me, dell'amore? > urlò di rimando Mikael < L'amore è la costante debolezza di un uomo, e tu ne sei la prova. Niklaus ha preferito rassegnarsi a vivere con un'inutile umana piuttosto che mettere in pericolo la sua preziosa “Caroline” >

< Non sta fingendo! > continuò a urlare la vampira < Quando ti entrerà in testa che non conto più niente per lui? >

< E tu? > domandò con voce pacata l'Originale rilassando le spalle < Quanto è ancora importante per te Niklaus? >

< Non ha importanza! Lui non mi vuole! > replicò esasperata la vampira < In quale lingua devo dirtelo? >

< Vedi ragazzina, finché uno dei due sarà importante per l'altro, ci sarà sempre un punto debole nella coppia. > spiegò Mikael riprendendo a giocare con il coltello che aveva in mano.

< Non siamo una coppia! > replicò infastidita Caroline sedendosi a terra mentre ricontrollava il cellulare < Adesso lascio un altro messaggio a Elijah! >

 

***

 

< Non parlare! > sibilò Klaus guardando male il fratello.

< Non eri sicuro dei suoi sentimenti, ma adesso mi sembra abbastanza chiaro quello che prova. > sorrise Elijah < Forse sarebbe bastato chiederglielo, non pensi? >

< Ti ho detto di non parlare! > ringhiò Klaus.

< Pensavi che Caroline non provasse nulla per te? > domandò Liv incredula < Cosa poteva fare di più? Ha cresciuto tua figlia, proteggendola, amandola, nonostante vederla tutti i giorni fosse il costante ricordo di quello che lei non avrebbe mai potuto darti. >

< Non sono affari tuoi, strega! > ringhiò ancora Klaus.

 

***

 

< Lo so, tu credi che sia il grande cattivo in questa storia, ma sai cosa mi ha fatto Niklaus? > chiese l'uomo avvicinandosi a Caroline < Sai che ha ucciso la mia adorata moglie? Sai che ha dato la colpa a me per quello che aveva fatto? Lo ha raccontato ai miei figli, così da farli scappare con lui, e per farmi odiare da loro. >

< Ti odiavano già prima. > sbuffò Caroline < Quale padre sano di mente minaccia la figlia, la sua unica figlia figlia, di morte? Hai inseguito Rebekah per mari e per monti! Per ucciderla! Sangue del tuo sangue! >

< L'amore è strano, no? > rise Mikael < Credimi, ti sto facendo un favore tenendoti lontano dal mostro che è diventato Niklaus. >

< Non è vero! Non è un mostro! > ricominciò ad urlare Caroline < Con me è diverso. Si era aperto, mi aveva mostrato il suo lato migliore! >

< Non farti ingannare, ragazzina, ti ferirà! > sibilò Mikael < Prima o poi, la sua smania di potere, la sua mania di possedere tutto e tutti, il suo controllo, ogni sua azione, ti ferirà. Lui ti mentirà...! >

< Mi ha ferita con le sue bugie, è vero, ma te l'ho già detto: non si sceglie chi amare! Ho combattuto contro i miei sentimenti, cosa credi? Anch'io pensavo che fosse un mostro! > continuò a urlare la vampira, sempre più sicura di quello che diceva.

< E lo è! > ribatté Mikael furibondo < Apri gli occhi, riccioli d'oro! >

< Sono aperti! Da quando ho capito che posso mentire a tutti, ma non posso mentire a me stessa! > disse sconsolata Caroline < Ho combattuto contro questi sentimenti, li ho repressi, pensando che fosse la cosa giusta da fare, ma non è così! Lo amo, e combatterò per il suo amore se è questo che devo fare per poter essere felice! >

< Sei ingenua, ragazzina. > disse Mikael scuotendo la testa e ridendo delle parole della vampira < Non è possibile essere felice con Niklaus intorno! Rovinerà la tua vita, i tuoi sogni, le tue speranze! Credi di essere speciale? Sei soltanto un'altra donna da aggiungere alla lunga lista di cuori infranti che ha seminato in mille anni. >

< Non puoi saperlo! > urlò Caroline < Non sai cosa c'è tra noi! >

< E invece si, che lo so! > ringhiò l'Originale < Non ho mai lasciato il fianco di Niklaus dal giorno in cui sono morto. Lo osservavo dall'Altro Lato, osservando i suoi ragionamenti, le sue azioni e vivendo i vostri... momenti. >

 

< Tu... > iniziò la vampira dirigendosi a grandi falcate verso l'Originale, ma fu interrotta dall'arrivo di una ragazzina mora che non aveva mai visto.

 

***

 

< Ok, Caroline ha lasciato il messaggio in segreteria. > confermò Elijah < Attenetevi al piano. >

Klaus e Liv annuirono mentre Elijah si allontanava da loro, uscendo dal campo protettivo della strega.

 

***

 

< Qualcuno si sta avvicinando. > disse la ragazzina.

< Vampiri? > domandò immediatamente Mikael.

< Si, due vampiri e una strega. > affermò la ragazza < Sento anche un'altra presenza lontana, ma non riesco a capire chi o cosa sia. Forse un'altra strega, oppure due, non saprei. >

< Forse un ibrido? > domandò Mikael curioso.

< Non posso distinguere. È troppo lontano. Forse sono due. > ammise la ragazzina.

< Va bene Lizzie, resta qui con Caroline. Non deve uscire. > affermò Mikael < Sai perché ho preso te e non sua figlia? Perché lei ancora non lo ama, ha sentito le storie che girano su suo padre, e ho visto il suo sguardo. Lo osserva, ma lo teme. Tu invece... Lo ami. Lo guardi come Esther guardava me, e lui non merita questo sentimento. >

< Non lo meritavi neanche tu, vedendo quello che stai facendo a tutti i tuoi figli. > ribatté Caroline astiosa.

< Lui infatti non è mio figlio! > urlò l'Originale avvicinandosi pericolosamente al corpo di Caroline.

< Ma è figlio di tua moglie, della donna che dici di amare o di aver amato così tanto! > sputò la vampira.

< Non ti immagini nemmeno quanto possa fare male guardare quell'abominio negli occhi ogni giorno. La mia più grande vergogna. La prova vivente del tradimento della compagna che mi ero scelto! >

< Non posso capire, dici? > ringhiò di nuovo Caroline < Come pensi che abbia fatto a guardare sua figlia i primi tempi? Il suo sguardo mi dilaniava il cuore! Ma non è colpa della bambina, è con Klaus che mi sono arrabbiata. Tu avresti dovuto arrabbiarti con tua moglie! >

 

Un movimento all'entrata della cripta colse alla sprovvista i due vampiri che stavano discutendo, e la strega che li stava guardando con interesse.

< Ecco il paletto, padre. > disse Elijah < Adesso datemi Caroline. >

< Gli accordi non erano questi, figliolo. > rispose Mikael sornione < Lei è mia! >

 

***Note dell'autrice

Vi sto facendo penare, e avete ragione. I problemi sono vari, non sto ad elencarveli, ma a pezzi e bocconi sto pubblicando. Purtroppo riscrivere cose già “scritte” mina la mia fantasia e la mia voglia, senza contare che ripercorrere tutta la “battaglia finale” cercando di ricordare movimenti e battute è parecchio difficile.

Anyway, ci sto provando e non mi arrendo!

Ringrazio le mie fidate lettrici, tutte coloro che recensiscono i miei capitoli, che hanno inserito questa storia tra le preferite e le seguite.

 

Un bacione, Elisa

 

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Capitolo 10
*** Libera ***


Previously... on “One Truth”

< Ecco il paletto, padre. > disse Elijah < Adesso datemi Caroline. >

< Gli accordi non erano questi figliolo. > rispose Mikael sornione < Lei è mia! >

 

< Su questo avrei da ridire... > esclamò Elijah appoggiandosi con la spalla all'entrata della cripta.

< Ecco il sangue di Mikael. > si intromise Caroline lanciando velocemente il liquido vermiglio al vampiro < Fanne buon uso! >

Caroline tentò di sorridere dolcemente a Elijah, quando le sue orecchie captarono un sussurro lontano “ Non sei sola”.

Liv.

Mikael guardava la scena con occhi indagatori, prestando attenzione solo ai gesti dei due vampiri, ignorando qualsiasi altro rumore.

La strega invece si guardava intorno cercando una via d'uscita alternativa. Aveva capito che le cose sarebbero degenerate di lì a breve.

 

< Figliolo... > chiamò Mikael avvicinandosi all'entrata della cripta con passo lento e deciso < Credo che sia arrivato il momento della consegna di ciò che è mio. >

< Noto che la piccola strega non mi permette di entrare. > precisò Elijah < Come posso consegnare il paletto se non posso nemmeno allungare la mano dentro questa cripta? >

Mikael sorrise continuando ad avvicinarsi al figlio.

< Semplice. Fallo rotolare all'interno. > suggerì l'Originale.

 

Elijah sospirò pesantemente mentre fissava Caroline con sguardo preoccupato.

< Starò bene, non preoccuparti. > cercò di rassicurarlo la vampira < Devi salvare Rebekah. Io me la caverò. >

< Si, Elijah. Corri a salvare tua sorella. > enfatizzò Mikael < Da sola, in un bar, addormentata con un pugnale nel cuore, insieme a degli uomini poco raccomandabili. >

< Caroline è vero? > domandò Elijah con voce incredula e tremante.

La vampira non riuscì a parlare, ma annuì per confermare le parole dell'Originale.

Elijah rimase per un attimo interdetto, poi alzò il viso e guardò il padre dritto negli occhi.

La sua faccia non era più una faccia da uomo, era la faccia da vampiro che esigeva vendetta e che doveva placare la sua ira.

Con un movimento veloce lanciò all'indietro la bottiglia contenente il sangue di Mikael e gettò il paletto di quercia bianca dritto in mezzo al collo di Lizzie, che morì sul colpo.

Mikael emise un ringhio pauroso che provocò a Caroline dei brividi lungo la schiena.

L'Originale si lanciò verso la strega, seguito immediatamente da Caroline che voleva fermarlo.

Mikael estrasse il paletto dalla gola della ragazza mentre Caroline gli saltava al collo da dietro. La vampira tentava di strozzarlo con la forza delle sue braccia per fargli perdere la presa dal paletto e poterlo recuperare.

Mikael invece di liberarsi dalla stretta di Caroline andò all'indietro, facendo sbattere la vampira contro il muro della cripta.

Caroline rimase senza fiato per il colpo, ma non le serviva respirare. Doveva recuperare il paletto ad ogni costo.

 

Mikael intanto si era lanciato a tutta velocità verso l'entrata della cripta ma aveva sbattuto contro un muro invisibile.

Caroline approfittò del momento di spossatezza dell'originale e si avventò di nuovo su di lui, iniziando a lottando come le era stato insegnato in quei lunghi mesi di addestramento.

Con un movimento veloce riuscì a prendere il paletto di quercia bianca mentre l'Originale la guardava scuotendo la testa.

 

Mikael riuscì ad agguantare un'asta di legno in un angolo della cripta e se lo rigirò tra le mani.

< Vuoi mostrarmi quanto sei ben allenata? > urlò l'Originale.

< Vorrei torturarti fino a farti chiedere perdono, ma non voglio sprecare il mio tempo! > sibilò Caroline snudando i canini e ringhiando, mentre gli occhi divenivano scuri e le vene nere le apparivano sugli zigomi < Mi accontenterò di ucciderti e di portare la tua testa a Klaus! >

< Non ci riuscirai, ragazzina! > rise Mikael guardandola con sufficienza < A te basta un semplice paletto di legno per essere uccisa. >

< Lo so. > affermò Caroline sempre più agguerrita < Ma ho il paletto e ho una ragione molto forte per volerti morto! >

< L'amore... > la canzonò l'Originale mentre iniziava a girare intorno alla stanza vuota che era in realtà la cripta < Per un bastardo! >

< L'amore per i miei amici, per una bambina innocente e per un uomo che tu stesso hai rovinato! > strillò Caroline ringhiando sempre più inferocita.

< Incontrerai la tua vera morte ragazzina. > chiese placidamente Mikael mentre si avvicinava a Caroline che non potendo indietreggiare cercava di spostarsi di lato < Quali sono le tue ultime parole? >

< Sei stato un pessimo padre! > sputò la vampira < Non meriti nessuno dei tuoi figli! >

 

La lunga asta di legno di Mikael scattò in avanti, mentre Caroline si preparò a difendersi dall'attacco con un avambraccio. Con un movimento fluido e silenzioso la vampira corse a prendere il candelabro che era in un angolo buio della cripta, e lo usò per parare di nuovo il colpo di Mikael.

Caroline cercò di contrattaccare con il paletto, ma l'Originale fu più veloce di lei ed evitò il colpo.

Caroline volò lontana, illesa, per controllare la nuova mossa di Mikael.

 

L'Originale stava ringhiando mentre si rigirava di nuovo l'asta tra le mani.

Elijah apparve all'entrata della cripta e sussultò.

 

< Non ti intromettere Elijah. > esclamò Caroline < Vai a recuperare Rebekah. >

< Si stanno già occupando di Rebekah. > rispose il vampiro in apprensione per l'amica.

< Allora dovrò occuparmi io di te, ragazzina! > sorrise Mikael partendo alla carica, deciso a porre fine alla vita di Caroline con l'asta di legno.

Caroline parò il colpo e colpì Mikael al ventre con il paletto, ma il colpo sembrava non aver minimamente scalfito l'Originale.

< Elijah? > domandò interdetta Caroline.

La vampira pensava che Liv fosse riuscita a sciogliere l'incantesimo di protezione di Mikael.

< Liv sta facendo l'incantesimo. Resisti Caroline. > la incitò Elijah che intanto si voltava verso l'esterno della cripta per controllare la strega che era china a terra con i corpi delle streghe morte ai piedi. Tra le mani Liv stringeva un cordone, il nodo sanguinem, che collegava Mikael alla magia della congrega di Esther e che lo rendeva immune ad ogni ferita fisica.

 

Mikael mulinò un altro fendente con l'asta di legno, ma la vampira fu veloce e riuscì a scansarlo.

Un paio di frecce colpirono Mikael all'inguine e alla spalla, ma niente riuscì a scalfire il corpo del vampiro.

< Liv prova ancora! > strillò Enzo.

Caroline si sentì rincuorata dalla voce dell'amico. Era lì per supportarla, e come Elijah stava controllando la situazione all'esterno della cripta. Lei doveva distruggere Mikael all'interno.

Ormai lo scontro poteva risolversi solo con la morte di uno dei due.

 

Mikael continuava a girare attorno a Caroline, assaltandola, facendola arretrare, costringendola a ruotare su stessa, a parare i colpi con il candelabro e a fendere l'aria con il paletto.

Liv era allo stremo delle forze, il sangue iniziava ad uscirle dal naso, ma non voleva demordere, lo doveva a Caroline. Non appena Elijah aveva riconosciuto l'odore del sangue si era precipitato accanto alla strega, pronto a sostenerla e a darle il suo sangue.

Gli occhi di Liv erano bianchi, privi di iridi, segno che la magia era potente e che richiedeva una piena concentrazione.

 

***

 

< E tu chi sei? > domandò uno degli uomini del bar in cui era tenuta prigioniera Rebekah.

< Un fratello molto arrabbiato! > ruggì Klaus spezzando velocemente il collo al primo uomo e strappando il cuore al secondo.

Immediatamente l'ibrido si chinò sul corpo di Rebekah e le estrasse il pugnale dal petto.

< Caroline ha bisogno di te, sorella. Svegliati. > sembrò supplicare Klaus.

Il volto di Rebekah iniziò a tornare del proprio colorito, l'ibrido snudò i canini e si lacerò il polso, offrendo il proprio sangue alla sorella, per tentare di velocizzare il processo di risveglio.

< Ti prego, Bekah. > sussurrò Klaus accarezzandole i capelli < Non abbandonarmi proprio adesso! Caroline sta combattendo contro Mikael e io non posso aiutarla. >

 

Rebekah aprì gli occhi e iniziò a tossire, Klaus prontamente la aiutò a rimettersi in piedi.

< Che diavolo sta facendo Mikael a Caroline? > sibilò la ragazza assottigliando lo sguardo verso il fratello.

< Vuole ucciderla. > rispose con voce tremante l'ibrido stringendo le mani della sorella.

< Dimmi dove sono. > disse decisa Rebekah guardando Klaus con decisione e freddezza tipica dei guerrieri.

 

***

 

La danza dei due vampiri stava ormai continuando da troppo tempo, senza che i due riuscissero a sfiorarsi minimamente.

Enzo era ancora all'entrata della cripta, intrappolato fuori dal cerchio di sale che Liv aveva predisposto prima di spezzare il nodo sanguinem.

Vedeva Caroline schivare i colpi di Mikael senza paura, la vedeva controllare il nemico con occhio distaccato, senza farsi coinvolgere dai sentimenti. Era attenta e concentrata su ogni mossa dell'Originale, come lui stesso le aveva sempre detto.

< Enzo! > chiamò Elijah mentre portava Liv in braccio verso di lui < Prova a colpire Mikael e poi portala alla macchina e trova un posto dove nasconderla. >

Enzo mirò al braccio di Mikael in cui teneva l'asta, e stavolta la freccia si conficcò nel muscolo dell'uomo che urlò di dolore.

 

Liv era riuscita a sciogliere l'incantesimo con le sue ultime forze.

 

< Caroline, ora puoi uscire! > disse Elijah guardando verso l'amica che iniziava ad ansimare per l'eterno combattimento che stava affrontando.

Vedere Mikael però vulnerabile era un'occasione che non poteva lasciarsi scappare.

Percepì chiaramente l'odore del sangue che scorreva copioso mentre Mikael si toglieva la freccia dal braccio, così Caroline tentò di approfittare di questo diversivo e si avvicinò all'Originale, che però fu più veloce di lei e le spezzò il collo.

Si chinò a terra per recuperare il paletto di quercia bianca e se lo sistemò dietro la schiena.

 

< Figliolo! > chiamò Mikael furioso < Hai ancora bisogno delle mie lezioni! >

Elijah si slacciò il primo bottone della camicia e rispose < Sono qui! > allargando le braccia in segno di sfida.

< Non è da solo! > esclamò Rebekah stringendo tra le mani il pugnale con cui Mikael l'aveva addormentata.

Aveva corso come una furia insieme a Klaus per arrivare il prima possibile in quel luogo maledetto, e ora stava uscendo dal bosco per dimostrare al padre che non aveva affatto vinto. Non con lei.

< Non possiamo ucciderci! > rispose Mikael uscendo dalla cripta < Come pensate di affrontarmi? >

< Intanto mi accontento di spezzarti il collo! > ringhiò Rebekah avvicinandosi a Elijah e porgendogli un altro pugnale che le aveva dato Klaus.

< Dov'è il bastardo? > domandò rabbioso Mikael < Si nasconde dietro le tue gonne, Rebekah? Può uscire fuori, Caroline sta... dormendo. >

 

Klaus uscì dalla boscaglia velocemente.

< Cosa le hai fatto? > ruggì impetuoso < Dimmelo! >

< Le ho soltanto fatto fare un sonnellino. Per ora. > rispose sorridendo Mikael < Ma intendo fare di tutto per farti odiare da lei, per trasformare quello che lei chiama “amore” nell'odio più puro. E allora non ti rimarrà niente. >

Klaus si avventò su Mikael ma l'Originale lo lanciò contro la parete della cripta con la minima fatica.

Klaus si rialzò, ma vedendo il corpo inerme di Caroline lì in mezzo si fermò un secondo ad osservarla e imprimersi il suo dolce viso nella mente. Poi corse fuori per eludere Mikael e tornare alla macchina a prendere il contenitore di polvere di quercia bianca con cui avrebbero potuto addormentare Mikael.

 

Quando Caroline riprese i sensi notò subito che non aveva più il paletto di quercia bianca, e si sentì persa. Si guardò intorno ma non vide nessuno, poi sentì le voci fuori dalla cripta.

Mikael.

Elijah.

Rebekah.

Un tuffo al cuore per lei sentire la sua voce.

 

Si avvicinò senza fare rumore all'entrata della cripta per capire come poter agire per salvare i suoi amici, e vide Elijah e Rebekah schiena contro schiena. Entrambi stringevano un pugnale, mentre Mikael, che sembrava disarmato, stava girando in cerchio intorno a loro come un avvoltoio prima di calare sulla preda. Aveva la camicia dilaniata in diversi punti e il sangue aveva intriso i vestiti di tutti. Caroline vide il corpo di Klaus riverso a terra, accanto a quello senza vita di una donna minuta. Avrebbe voluto avvicinarsi a Klaus, ma non sapeva come avrebbe reagito a causa del soggiogamento di Mikael.

 

< Ti sei svegliata, ragazzina! > sorrise Mikael prima di colpire Elijah con un pugno allo stomaco che gli fece sputare sangue.

Caroline fu percorsa da un brivido, sembrava che Mikael si divertisse a torturare i propri figli.

Rebekah tentò di colpirlo con il pugnale ma riuscì soltanto a ferire il padre in una mano.

< Avanti tesoro, puoi fare di meglio! > la incitò Mikael ridendo.

 

< Perché fai questo? > urlò Caroline < Sono i tuoi figli! >

< Che hanno scelto di stare dalla parte di un bastardo piuttosto che dalla parte della loro famiglia! > sbraitò Mikael.

< Klaus è parte della famiglia! > ribatté con vigore Caroline.

< NO! > urlò l'Originale dirigendosi verso la vampira < Adesso mi hai stancato, tu e il tuo amore verso quell'abominio laggiù! >

Gli occhi di Mikael erano come infuocati, l'odio che provava per Klaus era vivido e lo stava bruciando dall'interno.

Caroline corse dentro alla cripta per cercare una qualsiasi arma da usare contro Mikael, mentre l'Originale scattò nuovamente all'interno del cerchio di lame formato dai figli, e sferrò un pugno a una gamba di Elijah, talmente energico da farlo crollare terra.

Indipendentemente dalla sua natura sovrannaturale, era evidente che Mikael cominciava a stancarsi. Il combattimento con Caroline e con i figli gli stavano visibilmente prosciugando le energie.

 

 

Caroline scorse una catena di ferro all'interno della cripta, la prese ma non era sicura che riuscisse a tenere a bada Mikael il tempo sufficiente per torcergli il collo.

Un odore pungente le arrivò al naso e riconobbe il suo nemico: verbena.

Certo, Mikael la voleva torturare, era ovvio che l'avesse preparata. Seguendo l'odore trovò una bottiglietta di plastica con un liquido verdastro al suo interno. La vampira decise di usare il liquido per cospargere la catena, sperando che non evaporasse del tutto prima che riuscisse a catturare Mikael. Facendo attenzione a non toccarla nei punti in cui aveva bagnato la catena di verbena, la prese in mano.

 

Klaus intanto si stava riprendendo, e quando Caroline uscì fuori lo vide in piedi.

Stordito, ma in piedi.

La vampira iniziò a barcollare, strinse le mani sulla catena, e volse subito lo sguardo altrove, verso il combattimento di Mikael e Rebekah. Elijah era disteso a terra, incosciente.

Caroline strinse la catena dietro la schiena e cercò di avvicinarsi a Mikael che continuava a combattere con la figlia che adesso usava entrambi i pugnali, mentre l'Originale brandiva l'asta di legno che aveva usato anche contro Caroline.

 

Rebekah spinse Mikael ad indietreggiare nella direzione di Caroline, e la vampira sollevò le braccia velocemente, costringendo la catena ad effettuare un arco in aria e a stringersi intorno al collo di Mikael, e con un altro giro gli immobilizzò anche le braccia.

La pelle a contatto con le catene iniziò a fumare, ustionando Mikael.

Rebekah traballante si avvicinò all'amica.

< Dentro la cripta c'è una bottiglia di verbena. Portala. > ordinò Caroline e Rebekah fece subito quello che le era stato chiesto.

Rebekah versò ancora un po' di liquido su Mikael, facendolo inginocchiare e sbuffare dal dolore.

< Prendi le catene. > disse Caroline tremante.

Sentiva lo sguardo d Klaus su di lei, e sentiva il soggiogamento di Mikael farsi più difficile da combattere adesso che aveva catturato il suo aguzzino.

Rebekah però non diede ascolto all'amica e controllò immediatamente la schiena del padre, prese il paletto e lo porse a Caroline.

< A te l'onore! > suggerì la vampira sorridente.

< Prendi le catene! > sibilò Caroline.

Rebekah la guardò incredula ma prese le catene mentre la vampira si gettò la verbena sulle mani.

 

< Cosa stai facendo? > urlò Rebekah mentre Klaus fu velocemente al suo fianco.

< Stammi lontano! > urlò Caroline chiudendo gli occhi.

< Vedi Klaus? Ti odia! > ringhiò Mikael tra un lamento e l'altro.

< E' colpa tua! > gridò Caroline digrignando i denti e ritirando le dita delle mani per il dolore < Quali sono le tue ultime parole, Mikael? >

< Lui non ti merita. > esclamò l'Originale < Merita solo di morire, da solo! >

< Oggi però morirai tu, da solo! > ringhiò la vampira affondando il paletto nel cuore dell'Originale.

Il corpo di Mikael iniziò a bruciare, Rebekah lasciò andare le catene e si buttò su Caroline, abbracciandola stretta.

 

Klaus stava già aiutando Elijah a rialzarsi, quando udì Rebekah e Caroline scoppiare a piangere e ridere, insieme.

Elijah vide il corpo del padre avvolto dalle fiamme e sussurrò solamente < E' finita! >

< Finalmente, fratello. > sussurrò Klaus stringendosi a Elijah.

 

< Dobbiamo trovare Liv. > disse Caroline preoccupata guardando Rebekah.

< Caroline... > provò a chiamarla Klaus.

La voce dell'ibrido era un richiamo per la vampira, perché il suo nome pronunciato da Klaus era la parola più calda e armoniosa che avesse mai udito in vita sua.

Rebekah si allontanò dall'amica e si avvicinò ad Elijah che intanto stava entrando a controllare la cripta.

 

Caroline si voltò lentamente verso di lui, stringendo a pugno le mani ancora rosse per la verbena.

Questa volta però nessun tremore la pervase, nessuna voglia di uccidersi, nessuna lotta interiore da combattere.

< Caroline... > ripeté Klaus avvicinandosi a lei < Stai bene? Non provi nessun desiderio... >

< Di uccidermi? > lo liquidò in fretta la vampira < No, credo di aver avuto la mia dose quotidiana di morti sulla coscienza. Perché non ti rendi utile e ti occupi dei corpi delle streghe? >

< Caroline... > la richiamò in tono severo l'ibrido < Ho già scavato ben dodici buche per seppellire delle streghe che tu stessa avevi ucciso. >

< Beh puoi farne una più larga e mettere queste tutte insieme! > esclamò indispettita la vampira voltandogli le spalle.

 

< Mi dispiace, va bene? È questo che vorresti sentirti dire? Mi dispiace! > sbottò l'ibrido allargando le braccia e arrivando proprio dietro a Caroline.

< Per cosa ti dispiace esattamente? > ribatté furiosa la vampira < Per avermi fatto uccidere tuo padre per salvare tutti noi? Oppure per non aver creduto in me quando ho detto che avremo trovato una soluzione anche a questo? Per essere andato avanti con la tua vita? Per avere una fidanzata? >

Klaus aprì la bocca ma la richiuse subito.

Gli occhi di Caroline erano fissi in quelli di Klaus, e ardevano di un tale fuoco che l'ibrido ne era attratto in maniera incontrollabile.

 

< Non sai cosa dire? > sbuffò Caroline incrociando le braccia < Allora lo dirò io: Addio! >

La vampira si voltò di nuovo e iniziò a camminare a passo veloce verso la cripta.

 

< Ho sentito quello che hai detto a Mikael. > disse Klaus cercando di riottenere l'attenzione della ragazza.

Caroline deglutì vistosamente ma non riuscì a voltarsi.

< Mi dispiace di aver dubitato di te e dei tuoi sentimenti. > confessò l'ibrido < Stavo solo cercando... di farmi da parte, di lasciarti andare. >

< Come se tu potessi decidere per me! > ringhiò la vampira voltandosi con aria minacciosa < Non credi che sia abbastanza grande da poter prendere decisioni da sola? >

< Non volevo metterti in pericolo di proposito! Non sono come i tuoi cari amici, che ti hanno sempre usato per distrarmi o per salvare la doppelganger! > strillò l'ibrido < Non sono come loro! Per me sei importante! Preferisco stare senza di te, ma saperti viva e al sicuro. >

< Non hai lottato Klaus. Non ci hai nemmeno provato! > ammise Caroline scuotendo la testa.

< Non sono più da solo, Caroline. > ribatté l'ibrido < Devo pensare a Hope, non posso deluderla. >

< Non puoi deluderla... > sospirò la vampira sorridendo sarcastica < Dimmi la verità, voglio solo che tu risponda alla mia domanda con sincerità, non voglio che tu mi dica ancora bugie. >

< Chiedi pure. > rispose immediatamente Klaus portandosi le braccia dietro la schiena.

< La ami? > chiese la vampira con le lacrime agli occhi.

 

Klaus sgranò gli occhi e smise di respirare.

Non si era mai posto quella domanda perché aveva paura di conoscere la risposta.

< Non lo so. > riuscì a sussurrare l'ibrido con un filo di voce.

Caroline annuì e corse dentro la cripta.

 

Klaus si voltò verso i corpi delle streghe e sospirò profondamente.

 

***Note dell'autrice

Eccomi qui, ancora.

Non penso che questo capitolo abbia molto da dire. In fin dei conti la morte di Mikael era quello che tutti noi aspettavamo, no?

Caroline badass è quello che aspetto da 6 stagioni, e ce l'hanno mostrata solo in poche occasioni.

Spero che il potenziale di questo personaggio possa essere espresso al più presto, lontano da quella malattia chiamata Steroline! Caroline non ha bisogno di un fidanzato per essere interessante!


Il prossimo sarà l'ULTIMO CAPITOLO!

Non disperatevi, riprenderò “Gone with the wind...into a new life”

Chi non l'avesse mai letta è una Klaroline molto lenta, ma con momenti... intensi.

Visto che per adesso è ferma al capitolo 52 vi dico di iniziare a mettervi in pari, e se l'avete già letta... Che ne dite di un ripasso??? Non fa mai male!

Vi lascio il link per leggerla dall'inizio

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2156228&i=1

 

Un bacione, Elisa

 

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Capitolo 11
*** La vigilia di Natale ***


Previously in “One Truth”

 

< La ami? > chiese la vampira con le lacrime agli occhi.

Klaus sgranò gli occhi e smise di respirare.

Non si era mai posto quella domanda perché aveva paura di conoscere la risposta.

< Non lo so. > riuscì a sussurrare l'ibrido con un filo di voce.

Caroline annuì e corse dentro la cripta.

 

New Orleans, 24 Dicembre 2019

 

< Ti ho detto che voglio solo dare un'occhiata alla concorrenza! > esclamò Caroline entrando di corsa in camera avvolta soltanto da un asciugamano bianco.

< Ti ho già detto che non c'è assolutamente nessuna concorrenza! > ripeté esasperata Rebekah seguendo l'amica e sedendosi sul letto.

< Stasera lo vedrò con i miei occhi! > sopirò Caroline prendendo i jeans dalla valigia < Ma sinceramente sono più emozionata di rivedere Hope! Sarei già lì se Klaus non avesse prenotato quella stupida gita allo zoo! >

< Ma a te piace lo zoo! > esclamò Rebekah guardando di traverso l'amica < Cosa hanno fatto quei teneri animaletti per offendere l'animo gentile di Miss Mystic Falls? >

Caroline si voltò a guardare Rebekah irritata < Non ce l'ho con lo zoo! Ma Klaus sapeva che saremmo arrivate con il volo delle 16, poteva venire a prenderci all'aeroporto con Hope! >

 

< Non pensavo di essere una cattiva compagnia! > protestò Elijah dal salotto facendo ridere le vampire.

< Scusa! Sei stato un ottimo chaperon! > rise Caroline infilandosi il maglione bianco con i ricami natalizi < Che ore sono? >

< Sono tre minuti in più rispetto all'ultima volta che lo hai chiesto! > rispose acida Rebekah alzandosi dal letto.

< Non voglio fare tardi! > protestò Caroline guardandosi allo specchio < Vado a sistemarmi i capelli e poi andiamo. >

< Siete con me, non c'è modo che arriviate tardi, Caroline! > aggiunse Elijah avvicinandosi con passo leggero alla camera.

 

***

 

Quando Caroline attraversò il cancello di Villa Mikaelson si rese conto dei particolari che si era persa la notte della festa del Mardi Gras.

Non appena entrò nel salone vide il camino acceso e delle calze appese alla trave.

Nell'angolo opposto un gigantesco albero di Natale torreggiava minaccioso, pieno di luci e palline colorate.

 

< Ora aspettiamo. > disse Elijah allargando un braccio per indicare il divano a Caroline, mentre Rebekah si serviva da bere dall'angolo bar.

 

Una risata gioviale e cristallina fece il suo ingresso nel salone appena dieci minuti dopo. Minuti lunghi e interminabili per entrambe le zie.

Le risate si trasformarono in un urlo di gioia non appena la bambina riconobbe le chiome bionde che le avevano invaso il salone. Corse immediatamente verso di loro a braccia aperte, e le zie si inginocchiarono proprio di fronte a lei, accogliendola tra le loro braccia.

 

Elijah non perse tempo e scattò una foto del momento.

Sia Caroline che Rebekah avevano gli occhi lucidi, mentre Hope le riempiva di baci senza staccarsi dai loro corpi intrecciati.

< Mi siete mancate tanto! > ripeteva la bambina mentre le bionde la stringevano in quell'abbraccio di gruppo.

Attenuato l'entusiasmo iniziale Hope portò le zie a visitare la sua camera e la sua stanza dei giochi.

 

< Papà non mi aveva detto che sareste venute per Natale. > confessò la bambina dondolandosi sulle punte tenendo le mani dietro la schiena < Non vi ho aspettato a fare i biscotti per Babbo Natale. >

< Non importa tesoro, li faremo l'anno prossimo! > rispose Rebekah guardando la nipote con occhi dolci < Quest'anno con chi li hai fatti? >

< Ho provato a farli con la mia mamma, ma abbiamo solo infarinato la cucina e bruciato le formine, così li abbiamo comprati. > confessò vergognandosi Hope.

< L'importante è il pensiero Hope! > rispose sicura Caroline < Sono sicura che babbo Natale li mangerà anche se non li hai fatti proprio tu. Avrà visto il tuo impegno! >

< Anche la mamma si è impegnata, dici che le porterà un regalo per il suo impegno? > domandò curiosa la bambina.

< Certo che si! > rispose immediatamente Rebekah sorridendo a Hope e strizzando l'occhio a Caroline.

Avevano dimenticato il regalo per Hayley!

Con una scusa Rebekah si dileguò e corse a porre rimedio al problema.

 

Caroline rimase sola con Hope a giocare, fingendo di prendere il té insieme alle sue bambole, come spesso facevano tramite skype.

< Camille non è brava a questo gioco. > disse ridendo Hope < Non sa mai di cosa parlare e non ricorda mai di versare il té a Miss Ellen! >

< Sono sicura che non lo fa di proposito, tesoro. > provò a giustificarla Caroline < Chi è Camille, la tua babysitter? >

< No, è la fidanzata di papà... Credo. > rispose innocentemente la bambina mentre agitava la teiera.

< Oh... > sussurrò piano la vampira.

< Non è bella come te, zia Caroline! > sorrise la bambina guardandola < Da grande voglio essere bella almeno quanto te! >

< Lo sarai tesoro, lo sarai sicuramente. > rispose Caroline guardando affettuosamente Hope.

 

Due colpi alla porta interruppero il gioco, Hayley era venuta a prendere Hope per farle il bagno.

< Ti devo delle scuse, Caroline. > ammise la ragazza fermando la vampira per un braccio.

Caroline scosse la testa < Eri soggiogata, so cosa vuol dire. Acqua passata! >

< Volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto, per mia figlia. > continuò Hayley < So che non deve essere stato facile, e non lo dimenticherò mai. >

< L'ho fatto per lei. > rispose Caroline voltandosi a guardare la bambina.

Hayley sorrise e si avvicinò a Hope per portarla nel bagno.

 

Quando Caroline tornò nel salone vide Elijah che rimetteva nella libreria un grosso volume rilegato.

< Vado nello studio, fai come se fossi a casa tua. > disse l'Originale.

< Elijah... > sospirò la vampira che ottenne solo un cenno con la testa in risposta alla sua tacita richiesta: non sarebbe rimasto.

 

Caroline si avvicinò all'angolo bar e si versò un bicchiere bourbon.

< Hai perdonato Hayley? > domandò Klaus alle sue spalle, facendola sussultare per lo spavento.

Il bicchiere le scivolò dalle mani, cadendo a terra e rompendosi in mille pezzi.

< Mi hai spaventato! > esclamò la vampira prendendo i tovaglioli che erano adagiati sul mobile e iniziando a raccogliere i vetri per terra.

< Pensavo che dopo il tuo allenamento non ti facessi più prendere così alla sprovvista. > scherzò l'ibrido sorridendo < Lascia, faccio io. >

< E' caduto a me! Faccio io! > ripeté la vampira sempre china a terra < Ahi! >

< Ti sei tagliata? > domandò Klaus portandosi immediatamente al suo fianco e guardando il dito sanguinante della vampira.

< Si rimarginerà presto. > provò a sminuire l'accaduto Caroline mentre osservava il sangue fuoriuscire dalla ferita. Lento e denso.

Klaus le prese la mano velocemente e guardò il piccolo taglio da vicino.

Quel semplice contatto aveva fatto rabbrividire Caroline, al punto che era stata costretta a chiudere gli occhi.

Klaus alzò lo sguardo e la vide trattenere il respiro.

Eccola lì, davanti a lui, tenera e testarda, la sua Caroline.

 

< Klaus! > sentirono chiamare i vampiri da una voce femminile.

< Sono nel salone. > rispose l'ibrido cercando di ricomporsi, mentre Caroline si alzava lentamente.

Una donna bionda con in mano diversi pacchetti natalizi fece il suo ingresso nel salone.

< Non mi hai sentito arrivare? Potevi venire a darmi una mano! > disse la ragazza prima di bloccarsi nel vedere Caroline accanto a Klaus < Scusami, pensavo fossi solo, vado ad appoggiare questi in camera e ti aspetto lì. >

 

Caroline si guardò le punte delle scarpe, imbarazzata.

< Camille, voglio presentarti Caroline. > disse Klaus in tono neutro.

< Salve. > salutò la ragazza titubante.

< Piacere di conoscerti. > rispose la vampira con un sorriso tirato.

 

Il momento era diventato imbarazzante. Nessuno parlava, così Caroline decise di farsi coraggio.

< Ti aiuto io con questi pacchi! > esclamò avvicinandosi alla ragazza < I nostri li abbiamo messi sotto l'albero. >

Camille arretrò non appena Caroline fece un passo avanti verso di lei.

< Cosa... ? > mormorò la vampira < Non devi avere paura di me, non ti farò del male. >

 

< Caroline è ok. > liquidò in fretta Klaus < Devo andare da Elijah, scusatemi. >

L'ibrido oltrepassò Caroline e Camille a grandi falcate, senza guardare nessuna delle due ragazze.

 

< Posso prenderti qualche pacchetto, allora? > chiese la vampira sorridente.

< Si... > rispose titubante Camille porgendo a Caroline entrambe le mani.

La vampira sfilò i sacchetti dalle braccia della ragazza e si diresse verso l'albero.

< Abbiamo suddiviso i regali in base alle persone, così non ci sarà troppa confusione quando sarà il momento di scartarli. > spiegò la vampira mentre le illustrava il metodo di disposizione dei pacchetti sotto l'albero.

 

< Ti avrei riconosciuta anche se Klaus non mi avesse detto che ti chiami Caroline. > mormorò la ragazza mentre appoggiava i regali a terra.

< Riconosciuta? > domandò la vampira strizzando gli occhi verso la ragazza < Oh, si, Hope ti avrà fatto vedere le nostre foto insieme. Spero non ti abbia raccontato anche fatti imbarazzanti sul mio conto. >

< Anche Klaus mi ha parlato di te, del soggiogamento di Mikael. > confessò la ragazza in tono dolce e remissivo < Mi dispiace per quello che ti ha fatto. >

< Oh, non preoccuparti, è tutto finito. > sorrise la vampira < Posso stare nella stessa stanza con Klaus senza aver voglia di strapparmi il cuore dal petto. >

< Lo avevo capito. > mormorò la ragazza < Vi ho palesemente interrotti prima. >

< Non hai interrotto nulla, Klaus si è divertito a sorprendermi mentre mi versavo da bere e ho rotto un bicchiere di vetro. > spiegò Caroline agitando la mano destra < Se sistemi i pacchi sotto l'albero io vado a togliere i vetri rotti. >

 

Camille annuì e Caroline tornò verso il mobile bar cercando di sistemare il danno causato poco prima.

 

***

 

Klaus entrò nello studio sbattendo la porta e facendo sobbalzare Elijah.

< E' arrivata Camille. > spiegò frettolosamente al fratello che lo guardava con sguardo serio e interrogativo < L'ho lasciata di là con Caroline. Dovevo uscire da quella stanza! >

< Cosa ti succede fratello? > chiese Elijah avvicinandosi all'ibrido e appoggiandogli una mano sulla spalla, per confortarlo.

< Non posso più aspettare. Chiama la tua strega, deve fare in fretta! > sibilò l'ibrido.

< E' un incantesimo difficile Niklaus, e non può sbagliare! > cercò di farlo ragionare Elijah.

< Invitala qui, le faremo consultare il grimorio di nostra madre. > affermò sicuro l'ibrido mentre si avvicinava alla finestra.

< Niklaus ti sei sempre opposto! > esclamò Elijah sbalordito.

< Elijah... Non posso più aspettare. Ora che lei è qui, per me. Per me! > ripeté l'ibrido stringendo i pugni.

< La farò arrivare il prima possibile, anche a costo di andarla a prendere personalmente e portarla qui di peso. > promise Elijah.

Klaus appoggiò la fronte al vetro freddo della finestra che dava sul cortile.

 

***

 

< Non mi prenderai mai! > urlava Hope scappando dalle palle di neve che le lanciava Caroline.

< Ma posso continuare a provarci! > rispondeva allegramente la vampira rincorrendo la bambina.

< Niente trucchi zia Caroline, ti ho vista usare la super velocità! > protestò la bimba incrociando le braccia sul petto.

< Scusa! > disse Caroline alzando le mani in segno di resa < Allora per te niente magia! >

 

< Zia Caroline, lo vedi papà appoggiato alla finestra? > domandò in un sussurro Hope, certa che la vampira potesse sentirla < Ce la fai a colpire il vetro? >

< Certo che ce la faccio! > rispose sorridente la vampira mentre affondava la mano nella neve e iniziava a compattarla a forma di palla.

< Appena la palla colpisce il vetro facciamo la linguaccia a papà e scappiamo, ok? > ordinò la bambina.

< Ok! > rispose Caroline strizzando l'occhio a Hope.

La vampira caricò il braccio e lanciò la palla, che colpì perfettamente il vetro su Klaus si era appoggiato.

Sia Caroline che Hope esultarono, mentre lui sembrò sussultare e guardarle minacciose.

Loro risposero con una linguaccia e scapparono, lasciando l'ibrido interdetto.

 

***

 

< Cos'era quel rumore? > domandò immediatamente Elijah preoccupato.

< Caroline e Hope mi hanno appena lanciato una palla di neve! > rispose Klaus in un sospiro.

< Ti hanno appena sfidato ad una battaglia di palle di neve allora! > sorrise Elijah tornando a dedicarsi alla lettura del giornale < Non vorrai mica rinforzi contro una bambina e una giovane vampira? >

Klaus aprì la bocca e restò immobile, poi ringhiò e uscì per fiondarsi nel cortile.

 

***


< Avete sfidato l'uomo sbagliato! > urlò l'ibrido uscendo in cortile e prendendo subito della neve per rispondere alla sfida di poco prima.

Una palla di neve lo colpì proprio sulla nuca, e una risata cristallina gli rivelò che Hope era proprio sopra di lui. Alzò lo sguardo e per un'istante la vide, tra le braccia di Caroline, mentre ridevano entrambe.

Quando l'ibrido rispose all'attacco però non erano più sul piccolo terrazzino dove le aveva viste.

Si voltò intorno, cercando di udire qualche rumore che gli rivelasse la loro presenza, ma ricevette soltanto una palla di neve sulla schiena.

 

Il cancello del cortile cigolò e Klaus lanciò una palla di neve verso la bionda figura che lo oltrepassava.

< Ahi! > urlò Rebekah mentre lasciava cadere a terra la borsa a causa del colpo ricevuto < Nik! Cosa stai facendo? >

< Scusa sorella, è in corso una battaglia di palle di neve! > spiegò Klaus rimettendosi a cercare Hope e Caroline.

Rebekah guardava Klaus allontanarsi dietro la casa con uno sguardo che non gli aveva mai visto prima, sembrava divertito e spensierato.

L'Originale sospirò e si piegò a riprendere la borsa, ma un'altra palla di neve la investì in pieno.

Alzò lo sguardo e vide Hope reggersi la pancia per le risate.

Velocemente Rebekah le lanciò una manciata di neve, che le ricaddero sui capelli castani, facendola ridere ancora di più.

< Facciamo l'angelo! > esclamò Rebekah abbracciando la bambina.

Hope corse a distendersi nella neve, agitando braccia e gambe, come la zia.

 

Klaus stava ancora cercando le sue assalitrici quando venne colpito alla schiena dall'ennesima palla di neve, ma stavolta fu più reattivo e si gettò sull'assalitore, facendolo rotolare a terra.

Il cappotto viola di Caroline venne ricoperto dai cristalli di neve, e nel rotolare la vampira perse il cappello bianco che aveva in testa, liberando i capelli dorati sulla neve bianchissima.

Klaus la bloccava a terra, entrambi con il fiatone, occhi negli occhi.

< Mi hai presa! > rise Caroline genuinamente.

Gli occhi di Klaus si persero in quelli luminosi della vampira.

< Mi hai sfidato! > disse l'ibrido con finto stupore.

< Non sarebbe la prima volta! > rispose Caroline ribaltandolo e invertendo le posizioni.

 

Klaus allungò la mano per toccare uno dei riccioli dorati di Caroline.

< Mi è mancata la tua risata. > sussurrò Klaus senza staccare gli occhi da quelli di Caroline.

La vampira sussultò, poi si rialzò in piedi, scuotendosi il cappotto < Meglio trovare Hope. >

< E' con Rebekah. > rispose Klaus che era rimasto a terra, incantato a guardarla.

 

< Klaus... > sospirò la vampira < Se la mia presenza infastidisce la tua fidanzata posso andare a stare in hotel o tornare nell'appartamento di Elijah, non è un problema. >

< Non sei tu il problema, Caroline. > rispose l'ibrido rabbuiandosi mentre si rialzava < Ora sarà meglio rientrare, Hope sta già lottando con Hayley per aprire i regali. >

 

Caroline sorrise mentre si dirigeva verso l'entrata principale della villa con Klaus al suo fianco.

La vampira si fermò poco prima di entrare e gli afferrò il braccio, facendo scontrare ancora i loro sguardi.

< E' difficile per me. > ammise la ragazza in un sussurro, abbracciandolo stretto e inspirando il suo odore.

< Lo so. > mormorò Klaus abbracciandola stretta a sé, incapace di lasciarla andare.

 

***

 

La sera, subito dopo la cena, Hope iniziò a scartare i regali, mentre Caroline e Rebekah si litigavano la videocamera per riprendere ogni momento insieme.

Lo sguardo di Klaus viaggiava da Caroline a Hope, senza nemmeno rendersene conto, l'amore che c'era tra le due era papabile, e ora che le aveva davanti entrambe riconosceva perfettamente quelle tipiche mosse di Caroline che Hope aveva ripreso alla perfezione.

 

< Non è Natale senza la cioccolata calda zia Caroline! > protestò la bambina mentre stava cercando di convincere la madre a farla stare ancora sveglia.

< Se la preparo prometti di andare a letto? > domandò la vampira porgendo il mignolo a Hope.

< Prometto! > rispose la bimba agganciando con il suo mignolo quello della zia < Posso mamma? >

< Qualsiasi cosa pur di farti salire le scale! > sorrise Hayley.

 

Caroline arrivò in cucina e iniziò ad aprire gli sportelli in cerca di un pentolino e della cioccolata da sciogliere.

< Sono venuta a darti una mano. > disse Camille entrando < Non credo che tu conosca ancora bene la cucina.

< No, infatti... > mormorò la vampira accettando l'aiuto della donna.

 

Mentre la cioccolata stava sciogliendosi a bagnomaria in cucina regnava il silenzio, interrotto ogni tanto soltanto dal rumore della frusta con cui giravano il composto.

 

< Non portarmelo via. > sussurrò la donna guardando Caroline con le lacrime agli occhi < Ti prego, non... non portarmelo via. >

Caroline si riconobbe negli occhi innamorati della ragazza.

< Sono qui per Hope. > rispose distogliendo lo sguardo e continuando ad armeggiare con la frusta.

< Non è vero. > rispose decisa Camille < Quando è tornato dalla tua festa di laurea era sconvolto, e quando ho cercato di consolarlo egli ho preso le mani... Ho visto... >

< Cosa hai visto? > chiese Caroline titubante.

< La vostra storia. I suoi corteggiamenti, i tuoi rifiuti. Tu in fin di vita e lui che dà il suo sangue per guarirti, anche quando è stato lui stesso a farti del male. Un ballo anni 50. Il tuo diploma. Il suo regalo per il tuo diploma. I vostri litigi. Il bosco. Il vostro primo bacio. I vostri sorrisi. La laurea. La festa di laurea. Devo continuare? > disse Camille stringendo i pugni lungo i fianchi < Era tutto così... intenso... >

< Tra me e Klaus non c'è niente adesso. > rispose la vampira guardando la cioccolata fusa.

< Ma tu sei qui, Mikael non ti controlla più. > esclamò Camille < E io lo perderò. L'ho visto come ti guarda. Non ha mai guardato me in quel modo. >

 

Caroline si voltò verso la ragazza che ormai aveva il volto rigato dalle lacrime.

< Sono trascorsi esattamente 18 giorni da quando ho ucciso Mikael e come vedi Klaus non è corso da me! > sbuffò la vampira versando la cioccolata liquida nel servito di porcellana che Camille aveva preparato < Ora, se vuoi scusarmi, voglio terminare la serata senza tornare sull'argomento! >

Lo sguardo di Caroline fulminò Camille, che annuì semplicemente, spaventata dalla durezza che potevano trasmettere quegli occhi di giovane vampira.

 

Hayley accompagnò Hope in camera per metterla a letto, con al seguito Caroline e Rebekah.

Elijah si dileguò in fretta senza neanche accampare una scusa.

 

< Non devi dirmi niente? > chiese Camille fronteggiando Klaus.

< Riguardo? > domandò Klaus mentre si versava l'ennesimo bicchiere di bourbon.

< Caroline! > sibilò la ragazza in tono asciutto < E' qui. >

< L'ho vista. > rispose amaramente l'ibrido buttando giù mezzo bicchiere di alcol.

Camille scosse la testa e prese il cappotto, sconsolata.

< Non mi chiederai di restare, vero? > domandò in un sussurro.

< Stasera, per il tuo bene, è meglio di no. > rispose deciso Klaus.

Per la prima volta Camille avvertì un brivido di paura.

 

***

 

Caroline si sedette sul letto accanto a Rebekah, e sospirò sonoramente.

< Ho paura di rovinare tutto. > sussurrò la vampira < So che non devo dimostrare nulla, lui mi conosce, ma questa sua esitazione mi ha ferita, e vedere lei... >

< Non può preferire un'umana a te! > disse sorridente Rebekah abbracciandola < Forse ha solo paura di essere abbandonato da te, di fare qualcosa che ti faccia scappare. Amare mio fratello è così estenuante! >

< Non dirmelo! > iniziò a ridere Caroline < Ho bisogno di bere qualcosa prima di dormire. Mi fai compagnia? >

< Credo che stasera avrò compagnia... Quindi... > mugolò l'Originale.

< Rebekah! > esclamò Caroline sgranando gli occhi.

< Che c'è? > sorrise la vampira < Paese che vai, amante che trovi! >

 

***

 

< Disturbo? > domandò Caroline avvicinandosi a Klaus che stava fissando il fuoco del camino < Se preferisci stare da solo me ne vado. >

< No, resta. > mormorò appena l'ibrido.

< Quanto hai bevuto? > domandò la vampira mentre si avvicinava al divano sul quale era seduto Klaus.

< Un po'. > sospirò l'ibrido < Un bel po'! >

< Lo vedo... e lo sento! > commentò Caroline storcendo il naso < Cosa ti tormenta? Puoi dirmelo. >

Klaus incrociò lo sguardo della vampira e in quegli occhi vide tutto ciò che aveva sempre voluto e che ora non poteva avere.

 

< Le streghe di Mikael mi hanno fatto un incantesimo, Caroline. > mormorò l'ibrido < Anche da morto ha voluto privarmi di te, lo sai? >

< Cosa ti hanno fatto? > chiese immediatamente la vampira avvicinandosi a Klaus

L'ibrido si aprì i primi due bottoni della camicia e spostò il colletto, scoprendosi la clavicola e mostrando un marchio a forma di 8.

< Cosa significa? > chiese Caroline toccando dolcemente il marchio e facendo rabbrividire Klaus.

< Mi hanno legato a Camille. > confessò Klaus < Anche lei è marchiata. >

Caroline sgranò gli occhi per lo stupore della scoperta.

< Troviamo la strega e facciamole rompere l'incantesimo. > poi cambiò il tono di voce, più esitante, un tenue sussurro < Sempre che tu voglia... >

 

< Certo che voglio rompere l'incantesimo! > esclamò Klaus impetuoso, alzandosi in piedi < Ora che sei qui, con me, con Hope, ne ho bisogno più che mai. >

Le nocche dei pugni dell'uomo erano diventate bianchissime da quanto si stringeva le mani.

< Spiegami Klaus, dimmi tutto quello che è accaduto. Non nascondermi nulla. > lo incitò Caroline avvicinandosi a lui.

< Avrei dovuto raccontarti tutto quello che era successo l'ultima sera che ci siamo visti, in camera tua, quando ci siamo salutati. > ammise l'ibrido sedendosi di nuovo sul divano < Quando Mikael ti ha soggiogata ha lasciato una sua strega ad aspettare fuori dalla casa in cui eravamo. Quando sono uscito, da solo, mi ha stordito e marchiato. Ho aspettato sei mesi prima di rivelarlo a Elijah. >

< Come hanno marchiato Camille? > lo incalzò Caroline < Perché proprio lei? >

< All'epoca mi stavo vedendo con lei. Un passatempo. L'hanno presa e marchiata. Semplice e veloce. > sbuffò Klaus appoggiandosi allo schienale del divano < La strega ha pensato che fosse una buona “compagna”. >

< Oh... > mormorò Caroline abbassando lo sguardo.

 

< Se c'è una cosa di cui sono sicuro sono i miei sentimenti per te, Caroline. > disse in tono deciso e sicuro l'ibrido < Ma il marchio... il marchio mi impedisce di riconoscerli. So che ci sono, perché quando ti ho vicina il mio cuore sussulta. >

Klaus prese la mano destra di Caroline e se la avvicinò al petto, proprio sopra al suo cuore.

< Sei tu che lo fai battere. > disse sincero l'ibrido < Lui ti riconosce. >

 

< Come rompiamo l'incantesimo? > domandò risoluta Caroline < Dobbiamo trovare la strega che vi ha marchiato, giusto? >

< La strega è morta. Era quella ragazzina che si trovava con te e Mikael nella cripta. > sbuffò Klaus accasciandosi sul divano < Una soluzione sarebbe... uccidere Camille. >

< No! > protestò Caroline < Non lo merita. Troveremo qualcos'altro. >

< Sapevo che lo avresti detto. > sorrise Klaus < Elijah ha chiamato la tua amica Liv, sta venendo qui. Consulterà il grimorio di mia madre e vedrà come perfezionare l'incantesimo a cui sta lavorando. >

< Hai vagliato altre soluzioni? > domandò Caroline tornando a concentrarsi sul problema.

< Liv ha detto che se fossimo entrambi consenzienti potrebbe fare un incantesimo di scioglimento. > sbuffò ancora l'ibrido.

< Ma Camille non accetterà mai. > terminò Caroline. Accasciandosi sul divano, come sconfitta.

< L'ho tradita, sai? Ripetutamente. > rise l'ibrido guardando il soffitto < E abbiamo scoperto che se la tradisco, le mie donne muoiono. Allora ho pensato che conoscere i miei tradimenti l'avrebbe convinta a lasciarmi, invece mi ha sempre perdonato. >

 

< Le hai detto del marchio, vero? > domandò sospettosa Caroline.

< Non subito. > sospirò Klaus < Elijah mi ha convinto a farlo. Lo sa da circa tre mesi. >

< Quando arriverà Liv? > chiese Caroline cercando di distogliere l'attenzione dal braccio di Klaus intorno alla sua spalla.

< Se ne sta occupando Elijah. > rispose l'uomo < Sono diventati amici... credo. >

 

< Hai sentito quello che mi ha detto Camille in cucina? > sussurrò Caroline bevendo dal bicchiere che Klaus aveva lasciato sul tavolino davanti al divano.

< Si. > ammise l'ibrido < Tutti abbiamo sentito. >

< Lei ti ama. > affermò la vampira trangugiando il resto dell'alcol.

< Non sai quanto questo complichi le cose. > disse Klaus < Quando sono con lei, i nostri marchi bruciano, ci attirano come calamite. Oggi, quando lei è arrivata e io ero con te... Il marchio mi bruciava talmente tanto che sono dovuto scappare via. >

 

< Ti fa male? > domandò preoccupata la vampira allungando una mano per toccare quel maledetto simbolo.

< Ora no. > rispose Klaus < Ma sente il richiamo dell'altro. >

 

< Klaus... > sussurrò Caroline appoggiando la testa alla spalla dell'ibrido < Ti dà fastidio? Sentirmi qui accanto a te? >

< No. > rispose tranquillamente Klaus tornando ad avvolgerle le spalle con il suo braccio < Mi sembra di non essere mai stato più tranquillo. >

< Non hai cercato di sconfiggere Mikael a causa del marchio? > domandò quasi sovrappensiero la vampira.

< Si, in parte. > sussurrò l'uomo < I primi tempi il marchio era... più forte, non so come spiegartelo, ma mi impediva di essere lucido quando lei era insieme a me. Ho fatto dei veri e propri casini. >

< In perfetto stile Klaus immagino! > rise Caroline.

< Si, mi conosci. > rise di rimando l'ibrido stringendola ancora un po' a sé e cercando di dare un nome a quelle emozioni che sapeva avere dentro di sé, ma che quel maledetto marchio non riusciva a fargli esternare.

 

 

 

***Note autrice

Sono stata abbastanza cattiva? Beh, forse. Direi cattiva perché ho diviso l'epilogo in due parti, ma avevo considerato poco Hope e Elijah e rileggendo tutto non mi sembrava giusto. Spero che non vi dispiaccia...

Allora, abbiamo scoperto perché Klaus era tanto confuso... eh eh eh! Non volevo dirvi esplicitamente che c'era qualcosa sotto, volevo farvi crogiolare un po' nei vostri feel di shipper...

Ecco che è arrivata anche la temuta fidanzata.

Tornerà anche nel prossimo capitolo, vi avverto subito.

Che ne dite del suo confronto con Caroline??? Fatemi sapere.

 

Il clima di Natale a New Orleans non permette la neve, lo so, ma nella mia storia non poteva mancare la neve!

 

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Capitolo 12
*** 2019 ***


Previously in “One Truth”

 

< Klaus... > sussurrò Caroline appoggiando la testa alla spalla dell'ibrido < Ti dà fastidio? Sentirmi qui accanto a te? >

< No. > rispose tranquillamente Klaus tornando ad avvolgerle le spalle con il suo braccio < Mi sembra di non essere mai stato più tranquillo. >

< Non hai cercato di sconfiggere Mikael a causa del marchio? > domandò quasi sovrappensiero la vampira.

< Si, in parte. > sussurrò l'uomo < I primi tempi il marchio era... più forte, non so come spiegartelo, ma mi impediva di essere lucido quando lei era insieme a me. Ho fatto dei veri e propri casini. >

< In perfetto stile Klaus immagino! > rise Caroline.

< Si, mi conosci. > rise di rimando l'ibrido stringendola ancora un po' a sé e cercando di dare un nome a quelle emozioni che sapeva avere dentro di sé, ma che quel maledetto marchio non riusciva a fargli esternare.

 

 

2019

 

 

Quando Hope si precipitò in camera di Caroline fu sorpresa di vederla vuota e ne rimase perfino un po' delusa. Si diresse nella stanza di Rebekah trovandola altrettanto vuota.

Con i piccoli pugni sui fianchi si diresse verso la camera di Hayley.

< Dove sono le zie? > domandò imperiosa < Voglio le zie! Subito! >

< Tesoro le ho viste scendere prima di venire a svegliarti. Non sei scesa a fare colazione? > chiese Hayley con tono dolce < Non essere arrabbiata, per favore! Somigli troppo a tuo padre! >

< A zia Caroline piace papà! > ribatté la bimba < Quindi vuol dire che sono bella come lui? >

< Zia Caroline non ragiona quando si parla di tuo padre! > sbuffò Hayley sorridendo.

< Credi che Camille sia arrabbiata con me perché ho voluto qui entrambe le mie zie? > chiese Hope arrampicandosi sul letto della madre < Non era contenta ieri sera. >

< Non credo, ma Camille non le conosce come noi. > tentò di spiegare Hayley < Perché non vai a metterti il vestito da elfo che ti ha regalato zia Elijah invece di perdere tempo? >

< Subito mamma! > strillò Hope felice di poter indossare subito un regalo nuovo.

 

La bambina corse giù per le scale a perdifiato e si avviò decisa verso l'albero di natale, per recuperare il vestito. Mentre lo cercava riconobbe subito le risate felici delle zie e non poté trattenersi dal correre in cucina da loro.

 

Un'altra sorpresa inaspettata: Liv. Hope appena la vide strillò di gioia, facendo saltare sulla sedia tutte le ragazze.

< Che bello, sei venuta! > esclamò la bambina correndo verso la strega < Ho imparato tanti incantesimi al doposcuola, sto diventando brava! >

< Tuo zio Elijah mi tiene sempre informata, piccola. > sorrise Liv stringendosela in braccio < Ho saputo perfino della tazzina da té... >

< Zio Elijah non avrebbe dovuto raccontartela... > si lamentò Hope mettendo il broncio.

< Suvvia Hope, è Natale. Fammi un bel sorriso! > la incitò Caroline < Con quel muso lungo assomigli troppo a tuo padre, e non va bene! >

Hope sgranò gli occhi mentre Rebekah e Liv ridevano pesantemente.

< Ma tu dici sempre che papà è bello! > la accusò Hope sommessamente, scatenando ancora di più le risate delle ragazze.

< Papà è bello. > affermò Rebekah < Ma non come le tue zie che sorridono sempre! >

< Si, hai ragione zia! > esclamò Hope sorridendo e buttando le braccia verso Rebekah < Mi aiuti a indossare il vestito da elfo? Non lo trovo sotto l'albero. >

< Ma certo tesoro. > acconsentì Rebekah alzandosi con la bambina in braccio < Andiamo a farci belle per questo primo Natale tutti insieme! >

 

 

< Quindi questa è l'unica soluzione? > domandò seria Caroline < Non possiamo fare diversamente? >

< Elijah mi ha subito messo a disposizione il grimorio di Esther stanotte, ma non ho trovato nulla di utile per questo marchio. > ribadì Liv sconsolata < Ho cercato, Caroline, con tutta me stessa, devi credermi. >

< Ti credo. Mi fido di te. > commentò amaramente la vampira.

< Spero che Klaus mi creda. > sbuffò la strega appoggiando i gomiti al bancone della cucina mentre Caroline le riempiva la tazza con del caffè fumante.

< Lo farà. Gli parlerò io. > affermò sicura la vampira < Lui si fida di me. >

< Si, ma il marchio lo lega a quella ragazza. > ribatté pensierosa Liv < Se lei gli dicesse di non crederti lui non potrebbe opporsi, te l'ho spiegato. >

< Non doveva nemmeno cercare di allontanarsi da lei, no? > esclamò la vampira < Eppure sta lottando! Sta cercando di aggirare quello stupido marchio! >

 

< Ho un'idea! > esclamò Liv bevendo un sorso di caffè < Ma è da pazzi, come del resto tutta questa situazione! Ma forse è l'unica cosa che potresti provare. >

< Qualsiasi cosa per riaverlo. > commentò seria Caroline, avvicinandosi alla strega.

< Se non dovesse funzionare però... > disse Liv inclinando la testa di lato e facendo una smorfia con la bocca < Le conseguenze saranno definitive. >

< Con definitive intendi... La morte? > chiese Caroline guardando Liv dritta negli occhi.

< Si. > rispose la strega < La tua. >

 

Caroline sospirò profondamente, chiudendo gli occhi.

Quando li riaprì era certa della scelta fatta.

< Dimmi la tua idea! > esclamò la vampira in tono deciso.

 

 

Camille arrivò a Villa Mikaelson in tempo per il pranzo di Natale.

Caroline fingeva di divertirsi, mentre intanto osservava Klaus e Camille.

Hope vestita da elfo si aggirava per la stanza saltellando vivace, felice di avere tutta la famiglia riunita.

< Camille perché non scatti una foto a tutta la mia famiglia? > chiese Hope sorridente < Vicino all'albero! >

 

Camille si alzò e prese la macchina fotografica che Hayley le porse.

< Voglio le zie accanto a me! > urlò Hope, facendo ridere tutti < E anche Liv, vieni! >

< Una foto di bionde! > commentò la strega avvicinandosi all'albero.

 

< Adesso dite: Barbie Klaus! > sussurrò Hayley divertita verso le ragazze.

Quando Camille scattò la foto tutte le bionde stavano guardando di traverso Hayley.

< Dobbiamo rifarla. > commentò Camille < Non stavate guardando me. >

< Colpa mia! > spiegò Hayley sorridente.

< Mamma vieni anche te! > chiamò la bambina agitandosi < Accanto a zia Beckah! >

< Fatto! > disse Camille.

< Un'altra! > esclamò Hope < Anche con zio Elijah e papà! >

 

Liv si diresse verso Camille < Faccio io la foto se vuoi andare con loro! >

Camille la guardò combattuta.

Klaus non l'aveva invitata ad aggiungersi alla foto, e guardando tutta la famiglia vide come Hope guardava Caroline, come la cercava e come imitava nei gesti e nelle pose per le foto.

Klaus le guardava entrambe, sorridente, tenendo una mano dove anche lei sapeva esserci il marchio. Il loro marchio.

< Non importa, ma grazie del pensiero. > disse Camille procedendo a scattare almeno una decina di foto.

Liv allora agitò la mano e tutte le candele della stanza si accesero, facendo applaudire Hope, felice.

< Che bello avere una strega come me in famiglia! > commentò ridendo la bambina.

 

Dopo aver scattato le varie foto ricordo, Caroline decise di allontanarsi dalla stanza con la scusa delle telefonate di auguri da fare. Non era totalmente una bugia, aveva telefonato a sua madre, a Elena, a Stefan, a Jeremy e Matt, ma nonostante tutto non riusciva a d entrare di nuovo in quella casa. Non per Hope, ma per se stessa. Per il dolore che provava nel vedere Klaus e non poterlo toccare come avrebbe voluto, non poter perdersi nei suoi occhi come era sempre riuscita a fare, a non poter essere felice con lui.

 

< Caroline non vieni dentro? > chiamò Elijah affacciandosi alla porta.

< Devo ancora telefonare a mia madre. > mentì la vampira tentando di sorridere.

Elijah allora uscì, lasciando la porta principale accostata.

< Hai già telefonato a tua madre. > ribatté l'uomo < Cosa stai facendo qui fuori in mezzo alla neve tutta da sola? >

< Sto solo cercando di dare un po' di spazio e di sollievo a Klaus. > spiegò la ragazza < Si toccava il marchio spesso ed ho pensato che uscendo dalla stanza... >

< Capisco... > sospirò Elijah dispiaciuto < Sei un'attenta osservatrice. >

< Ho avuto un ottimo maestro. > rispose Caroline strizzando l'occhio all'amico.

< Ho parlato con Liv. Mi ha detto la sua idea. > disse in tono pacato l'Originale < Non farlo. >

< Perché? > chiese con un filo di voce la ragazza.

< Non sappiamo se funzionerà! > rispose Elijah prendendo le mani della vampira < Pensaci. Cosa succederebbe a Hope se l'incantesimo di quel maledetto marchio ti uccidesse? >

< Devo tentare, Elijah. > rispose sommessamente la ragazza < Non posso continuare così. Vedere Hope è bellissimo, ma lui sarà sempre insieme a lei, e io non posso vivere senza aver tentato tutto ciò che potevo. >

< Caroline, so che nell'ultimo anno non siamo arrivati a molto, e che anche Liv è senza speranze... > provò a dissuaderla l'Originale < Ma magari con il tempo potremo trovare una soluzione meno pericolosa, magari Camille si deciderà a rompere il loro legame, e allora... >

< Succederà quando morirà. > sbuffò Caroline < Non ce la faccio ad aspettare sessantanni! >

< Farai del male a Hope, te ne rendi conto? > domandò Elijah con una punta di rabbia < Non ti importa? >

< Elijah... > mormorò la vampira con le lacrime agli occhi, sfiorandogli la guancia con una mano < Tu più di chiunque altro dovresti capire i miei sentimenti. Dovresti capire perché devo farlo. >

< Non ci riesco. > ribatté Elijah < Stai abbandonando la tua famiglia per provare a spezzare uno stupido marchio? >

< Sai perché avevo paura di innamorarmi di Klaus? > sorrise Caroline voltandosi verso il cancello della villa, dando le spalle all'amico < Avevo paura che lui potesse prendere delle decisioni sulla mia vita al posto mio, anche solo per proteggermi. >

 

< Direi che gli altri lo hanno fatto per noi. > esclamò Klaus dalla porta < Cosa hai scoperto? >

< Liv non ha trovato nulla nel grimorio di nostra madre. > si affrettò a rispondere Elijah.

< Dille di cercare ancora. > ordinò Klaus dirigendosi verso Caroline e ignorando il fratello.

 

< Vieni dentro, qua fuori è freddo e Hope vuole stare con te. > disse Klaus toccando lievemente la spalla della vampira.

Una scossa percorse entrambi i vampiri.

< Devo ancora telefonare a mia madre, e poi... > sospirò Caroline < Tu devi fare il fidanzato, e io non ci tengo a vederlo. >

< Caroline... > la chiamò l'ibrido con un filo di voce.

Sentire la voce rotta e bassa della ragazza era straziante per Klaus, e non riusciva a comprendere perché si sentisse così. Sapeva che l'amava, Elijah glielo aveva ripetuto tante volte, ma non pensava che fosse vero. Non lo credeva possibile finché non l'aveva vista a Bali, a lottare contro l'asservimento, suo padre, la verbena.

Sentiva di essere legato a lei, ma non riusciva a dare un nome a quel legame, fino alla sera precedente, su quel divano. Caroline era tra le sue braccia e il suo cuore batteva felice, come mai aveva fatto per altre donne o vampire.

 

< Lasciami fare la mia telefonata, ti prego. > esclamò Caroline con tono più deciso.

Klaus sospirò e tornò dentro la villa.

 

La vampira si mise le mani in tasca e iniziò a percorrere il vialetto della villa, pensando alla folle idea di Liv e a quanto fosse pazza da pensare che potesse funzionare. Lei non era una principessa e Klaus non era il principe azzurro. Loro non facevano parte di una favola. I vampiri non sono i buoni nelle favole per vampiri, e di sicuro lei non era la principessa in pericolo che il principe doveva salvare ad ogni costo. Eppure Caroline si ostinava a credere nelle favole, a credere che forse, dopo tutto che avevano passato, si meritavano un lieto fine, che forse non c'era bisogno di una notte buia e tempestosa per far avverare un racconto. Forse sarebbe bastata della neve, e un amore forte...

 

< Caroline. >

La vampira sospirò pesantemente, domandandosi cosa avesse fatto di male per non essersi meritata cinque minuti di riposo.

< Volevo scusarmi con te, per ieri sera. > iniziò a parlare Camille, avvicinandosi alla vampira che intanto aveva sospirato ancora < Sono stata accecata dalla gelosia. Credo che tu possa capirmi. >

Caroline sorrise meccanicamente, senza entusiasmo.

< Klaus è un uomo particolare, che spesso tira fuori il peggio nelle persone che ha accanto. > disse provocatoriamente < Ma credo che ti sarai abituata a questa sua caratteristica. >

< Non è facile stargli accanto, su questo devo darti ragione. > sorrise Camille guardandosi la punta dei piedi.

< Camille, credo che tu sia una brava ragazza. > cominciò a parlare Caroline in tono risoluto < Ma non posso e non voglio fingere di essere tua amica. Non dopo quello che ho saputo. >

< Che cosa vuoi dire? > chiese la ragazza fingendo di non capire l'allusione della vampira.

Caroline sgranò gli occhi, incredula. Automaticamente i pugni della vampira andarono a posizionarsi sui suoi fianchi, mentre continuava a fissare Camille negli occhi.

 

< Tu mi hai chiesto di non portartelo via. > disse la vampira < Ma è mai stato tuo? >

< Che significa? > domandò Camille < Certo che è mio! È il mio fidanzato. Stiamo insieme, ci amiamo! >

< Ho saputo del marchio, Klaus me lo ha detto ieri sera. Non ero venuta per lui, ma dopo aver saputo di questo ennesimo incantesimo non posso fare finta di niente. > spiegò Caroline facendo un passo verso la ragazza < So che ti ha chiesto di rompere questo vostro legame magico e che tu ti sei rifiutata. >

< Lo amo, non posso farlo. > commentò Camille come se fosse il sentimento più ovvio da provare per Klaus.

< E lui ti ama? > la incalzò la vampira, trafiggendola con lo sguardo.

< Certo! > rispose sicura la ragazza < Altrimenti il marchio non ci avrebbe potuto legare. >

< Lui ti ha tradita molte volte. > ribatté Caroline < Questo non ti dà fastidio? Non ti sei posta delle domande? >

< Lui è sempre tornato da me! > ringhiò Camille < Nonostante tutte le sue scappatelle, lui è sempre tornato! >

< A causa del marchio! > ribatté ancor più decisa la vampira.

< Non è vero! > pianse la ragazza, guardando Caroline con occhi pieni di lacrime.

< Tu non lo conosci come lo conosco io. Non sai nulla di noi, di quello che ci lega, dei sentimenti che condividiamo. > mormorò Caroline arrivando al fianco della fragile umana che stava affrontando < Hai visto solo i ricordi di Klaus, vuoi conoscere i miei? >

< Non credo di volerli ascoltare. > rispose Camille con voce tremante.

< Non credo di poterti dare altra scelta. > sospirò Caroline catturando lo sguardo della ragazza, ammaliandola < Siediti con me e ascolta la mia storia. >

 

Entrambe le ragazze si sedettero sulla panchina di pietra lungo il vialetto che portava all'entrata principale della villa.

< Ho preferito un altro ragazzo a Klaus. Ho sempre preferito Tyler perché pensavo che lui fosse il mio grande amore, ma mi sbagliavo. > sospirò Caroline appoggiandosi con la schiena alla panchina < Tyler ha scelto di perseguire uno stupido scopo personale, una stupida vendetta, piuttosto che andare avanti, con me. >

 

< E questo che c'entra? > chiese timorosa Camille < Con te e Klaus voglio dire. >

< Klaus mi ha sempre messa al primo posto, e questo mi faceva piacere, ma mi faceva anche paura perché nessuno mi aveva mai fatto sentire così importante, nessuno mi aveva mai dimostrato quanto potessi essere amata. Nessuno, tranne Klaus. > continuò a raccontare la vampira < Lui sapeva che prima o poi sarei tornata da lui, e mi ha promesso che mi avrebbe aspettata. Non credevo lo facesse, lo ammetto, ma ci speravo. >

 

Caroline sospirò, portando le braccia all'indietro, fino quasi ad abbracciare l'intero schienale della panchina di pietra.

 

< Quando ho visto Rebekah con Hope non sapevo di chi fosse la bambina. > mormorò la vampira ricordando l'incontro fortuito con Rebekah, a Santa Monica < L'ho scoperto dopo aver ucciso un licantropo che voleva estorcermi delle informazioni su di loro. >

Camille guardò allibita la vampira.

< Decisi di aiutare Rebekah a proteggere la figlia di Klaus. Hope mi aveva stregata e non potevo più tirarmi indietro. > sorrise Caroline divertita < Sai come ho scoperto che era figlia anche di Hayley? Sotto tortura. >

< Tortura? > ripeté incredula Camille.

< Mi hanno torturato per avere informazioni su Hope. > spiegò Caroline guardando la ragazza che sedeva al suo fianco, timorosa < Ho resistito finché Klaus non è venuto a salvarmi. >

< Come hai reagito? > domandò la ragazza incuriosita.

< Lo avrei ucciso con le mie stesse mani, ma si dà il caso che provengo dalla sua linea di sangue e quindi... morirei anch'io se lo facessi. > rise sconsolata la vampira < Ero furiosa con lui. Non mi aveva detto di avere una figlia, non mi aveva detto di Hayley, non mi aveva detto nulla da quando si era trasferito a New Orleans. Mi teneva all'oscuro e l'ho odiato per questo. >

< Forse voleva proteggerti, non ci ha i pensato? > cercò di capire Camille.

< Sicuramente, ma credo che fosse solo egoista. Sapeva che mi avrebbe ferito, e non voleva farmi vedere la sua debolezza, quello che considerava essere stato un imperdonabile errore. Non voleva farmi vedere che aveva commesso un errore. > spiegò la vampira allungando le gambe davanti a sé < Quando poi è arrivato Mikael e ci ha messi l'uno contro l'altra ho capito che non potevo più scappare dai miei sentimenti. Dovevo lottare per ciò che volevo, e ho sconfitto Mikael. Contro ogni aspettativa. >

< Conosco bene quella parte della storia. > sospirò Camille < Ogni essere sovrannaturale di questa casa ha lodato il tuo coraggio, le tue gesta, la tua determinazione. >

< Nessuno ha scritto una canzone su di me? > domandò Caroline sorridendo, sognando di avere una propria canzone a ricordare l'avventura vissuta a Bali < Non mi sono mai arresa da quando ho capito che il mio posto è accanto a lui. >

< Vuoi uccidermi? > domandò paurosamente Camille < Per rompere il sigillo? >

 

Caroline la guardò dritta negli occhi, con tono calmo e pacato esclamò un deciso < No. >

Camille sospirò pesantemente, sentendosi momentaneamente al sicuro < Non puoi soggiogarmi per farmi rompere l'incantesimo. Ci hanno già provato Klaus ed Elijah. Senza successo. >

< Voglio raccontarti il mio ricordo più bello. Di me e Klaus. > sorrise la vampira chiudendo gli occhi < Era il giorno della mia laurea. Avevo inviato un invito a Klaus, ma non pensavo che sarebbe tornato a Mystic Falls per una stupida cerimonia, invece era là, a presenziare a uno degli eventi importanti della mia vita. >

< Ricordo di averlo visto nella mente di Klaus. Un palco da cerimonia in mezzo a un prato verde. > disse Camille cercando di riportare alla mente quella visione dei ricordi di Klaus.

< Mi disse che avrebbe voluto portarmi a New Orleans, ma che sapeva non avrei accettato, così decise di permettere al mio fidanzato di allora, Tyler, di tornare in città e poter essere felici insieme. > Caroline scosse la testa sorridendo < Poi aggiunse “Lui è il tuo primo amore, io voglio essere l'ultimo. Non importa quanto dovrò aspettare.” >

< Mi ricordo bene quelle parole. > mormorò la ragazza debolmente.

< Non voglio farti del male Camille. Non sei tu il mio nemico. > sorrise debolmente la vampira verso l'umana < E' il vostro marchio il mio problema. >

< Non possiamo separarci. > protestò con convinzione Camille.

< Devi rinunciare al vostro legame magico. > insisté Caroline < Se lui ti ama davvero non esiterà a restare al tuo fianco. Che senso ha stare con un uomo che finge di amarti? >

< Lui non finge! > esclamò arrabbiata Camille alzandosi dalla panchina.

< Allora scopriamolo. > la incalzò Caroline < Rinuncia al legame del marchio e vediamo cosa succede. >

< NO! > urlò Camille con quanto fiato aveva in gola < Davina mi ha detto che morirò se rinuncerò al marchio. >

 

< Forse sarebbe meglio terminare questa conversazione. > esclamò Rebekah intromettendosi fisicamente tra le due ragazze < Non è proprio un tipico argomento natalizio su cui discutere! >

< Stavo per rientrare infatti! > disse arrabbiata la ragazza umana girando sui tacchi e precipitandosi in casa.

 

< Cosa diavolo ti passa per il cervello? > domandò Rebekah scuotendo l'amica < Hai deciso di rovinare tutto uccidendo la pseudo fidanzata di mio fratello? >

< Scusa. > mormorò Caroline crollando abbracciata all'amica < Ma dovevo tentare. Dovevo vedere se c'era un modo per convincerla a rinunciare al marchio. >

< Caroline... > mormorò Rebekah accarezzando i capelli dell'amica < Cosa ha fatto Nik per meritarsi tutto questo amore? >

< Lui mi ha cambiata. Mi ha sfidata, mi ha sorpresa, mi ha ferita, mi ha fatto mettere in dubbio la mia vita, le mie convinzioni. Mi ha aperto gli occhi a un mondo che non sapevo nemmeno di voler vedere. > sospirò Caroline nascondendosi tra le braccia dell'Originale < Quel mondo però voglio vederlo coi suoi occhi, con i suoi ricordi, conoscendolo piano piano per quello che è sempre stato con me, non per come si mostra agli altri. Voglio assaporare quel mondo! >

< Il mondo può aspettare qualche anno prima che sia contaminato interamente da Caroline Forbes, non credi? > tentò di sdrammatizzare Rebekah, riuscendo a rubare una piccola risata all'amica.

< Elena mi ha detto che da quando era morta, stare con Damon, più di chiunque altro, l'aveva fatta sentire viva. > sospirò pesantemente la vampira tentando di ricomporsi < Prima non capivo cosa volesse dire, ma adesso... >

< L'amore fa schifo, amica mia! > la interruppe Rebekah con una smorfia < Ma faccio il tifo per te e quella stupida idea di Liv. >

< Pensi che funzionerà? > chiese immediatamente Caroline, sorpresa.

< Forse dentro di me c'è ancora una piccola ragazza romantica che crede alle favole. > suggerì l'Originale, spingendo Caroline verso l'ingresso < E che spera ardentemente di non dover dire addio alla sua migliore amica. >

< Non oggi per lo meno! > la rassicurò immediatamente Caroline.

 

Durante la cena Camille era stata particolarmente silenziosa.

Hope era crollata addormentata sulle gambe di Elijah, distrutta per tutti i giochi fatti durante il pomeriggio.

Lo zio ed Hayley la portarono al piano di sopra per metterla a letto.

Rebekah, Liv e Caroline uscirono per andare al Karaoke di natale organizzato al Cat’s Meow in Bourbon Street, mentre Klaus vedeva sfilare le ragazze davanti ai suoi occhi, impotente.

Non appena le ragazze furono fuori dalla villa si sentì un ringhio feroce e il rumore di mobili in frantumi. Rebekah e Liv presero Caroline con forza, costringendola ad entrare nel taxi arrivato davanti alla villa per loro.

Arrivate al locale però Caroline non riusciva a smettere di pensare al ringhio furioso di Klaus, sapeva che aveva bisogno di lei, sentiva il suo richiamo, lui. Non voleva deludere le sue amiche, ma la serata non stava affatto decollando, e dopo aver ascoltato una meravigliosa ragazza intonare a cappella “Bizarre Love Triangle” si decise a tornare indietro, a seguire il suo istinto e il suo cuore, che a gran voce stava gridando il nome di Klaus.

Quando Liv e Rebekah la videro prendere il cappotto capirono che niente l'avrebbe realmente fermata, così non le dissero nulla, annuendo semplicemente mentre Caroline cercava un loro cenno di comprensione.

 

Quando Caroline arrivò alla villa notò troppe luci accese e la porta dell'ingresso era spalancata.

< Entra pure Caroline. > parlò una voce all'interno < Ti stavamo aspettando. >

La vampira entrò immediatamente in casa e si trovò davanti una scena inverosimile.

Elijah ed Hayley giacevano a terra privi di sensi, Klaus era a terra sanguinante, mentre Hope cercava di proteggerlo ergendo uno scudo magico.

< Chi sei? > chiese immediatamente Caroline mentre cercava di trovare una soluzione a quella situazione.

< Sono Davina, un'amica di Mikael. > rispose la strega sorridendo verso la vampira < Era giunto il momento che ci presentassimo. >

< Lascia andare Hope. > le intimò immediatamente la vampira.

< Non ho la minima intenzione di farle del male. > rispose pacatamente la strega < E' una bambina molto dolce e potrebbe continuare ad esserlo se si allontanasse dall'influenza del padre. >

< Cosa vuoi? > domandò Caroline senza mezzi termini.

< Una piccola vendetta... forse. > sospirò la strega inclinando la testa verso la vampira < Ucciderti potrebbe far soffrire Klaus e ripagherebbe Mikael. Vendicherei anche lui. >

< Zia Caroline... > mormorò Hope con un filo di voce, mentre tendeva ancora la piccola mano davanti a sé, continuando a ergere quel magico muro tra lei e la strega che aveva davanti < Vuole fare del male al mio papà. >

< Stai andando bene tesoro, tieni duro, sono qui. > cercò di infonderle coraggio la vampira.

 

< So tutto di te, Caroline. > sospirò la giovane strega < Camille è mia amica, mi ha raccontato tutto, sai? >

< Questo non vuol dire che mi conosci! > ribatté Caroline infuriata < Lascia andare Hope. >

< Non la sto trattenendo. > spiegò candidamente la ragazza < Sta esaurendo le sue energie proteggendo un assassino dall'inevitabile fine che ho in serbo per lui. >

Caroline ringhiò ferocemente, per le parole usate da Davina e per il paletto di legno che adesso la strega teneva in mano.

< Anche tu sei un'assassina, immagino. > la strega sembrò soppesare l'idea < Forse sarebbe giusto condannare a morte anche te, ma non credo che Mikael avrebbe la sua vendetta in questo modo. >

 

< Cosa ti ha fatto Klaus di così orribile per odiarlo fino a questo punto? > domandò Caroline facendo un passo verso la strega < Non dirmi che ti eri affezionata a Mikael! >

< Klaus ha ucciso il mio primo amore, Tim. > spiegò dolorosamente Davina.

Caroline trasalì.

< So che Klaus e la tua amica Camille condividono un marchio, ma... > la vampira deglutì pesantemente < Se uccidi me Klaus soffrirà. Mikael lo sapeva, ecco perché ha scelto di tenermi lontana da lui. >

< Non soffrirebbe abbastanza! > ribatté rabbiosa Davina < Lui mi ha portato via l'unica persona che mi conosceva davvero, che mi era stata accanto nei momenti più bui. Mi ha portato via l'amore e la speranza nel futuro. >

< Non sto dicendo che devi risparmiarlo, ti sto chiedendo di lasciarlo vivere sapendo che le sue azioni hanno ucciso... me. > provò ad insistere la bionda.

< Tu ora non significhi niente per lui. > ribatté la strega con disprezzo.

< Faresti soffrire la tua amica, Camille. > la incalzò immediatamente la vampira.

Davina parve realizzare l'idea solo in quel momento.

< E come intendi ucciderlo? > domandò Caroline < Senza causare la morte dei vampiri della sua linea di sangue? >

< Non ho più nessuno da salvare. > mormorò la strega.

 

< Hope, tesoro, puoi smettere di usare la magia. > disse dolcemente la vampira rivolgendosi alla bambina < Torna di sopra in camera tua e chiuditi là dentro. Non uscire per nessun motivo, nemmeno se sentirai delle urla. Mi hai capito? >

< Ma lei farà del male al mio papà. > ribatté la bambina con le lacrime agli occhi e il labbro che inizia a tremare per il pianto che tentava di reprimere.

< Fidati di me. > esclamò Caroline cercando di infondere fiducia alla bambina.

Hope infatti portò la sua mano lungo il suo fianco, guardò fugacemente Klaus e corse per le scale, rinchiudendosi in camera.

 

< Prendi me. > insisté Caroline < Sai che lui non tiene realmente alla tua amica. Prendi me. Sono io il suo punto debole, lo sono sempre stata. >

< No! > strillò Klaus arrancando a terra.

< Non sei nella posizione di dare ordini, Klaus! > lo rimbeccò subito Caroline < Davina deve decidere. >

Klaus annuì, accasciandosi a terra, mentre si teneva la pancia con entrambe le braccia.

 

< Se uccidessi te lo vedrei soffrire per sempre, immagino... > tentò di ragionare la strega < Potrebbe essere interessante e divertente vederlo penare per la tua perdita. >

Davina si rigirava il paletto di legno tra le mani, proprio come Mikael fece prima di morire a Bali, quando era nella cripta con Caroline.

< Mikael ha sempre usato me per piegare Klaus, e c'era pure riuscito! > mormorò Caroline in direzione della strega < Per poco non ha visto realizzarsi il suo sogno. >

< Posso sempre aiutarlo io! > sorrise Davina guardando la vampira e avvicinandosi a lei < Non mi resta proprio che... ucciderti! >

 

Gli attimi successivi furono interminabili, nonostante fosse tutto accaduto nel giro di qualche secondo.

Davina spinse il paletto di legno verso il cuore di Caroline, che chiuse gli occhi aspettando l'impatto dell'arma che le avrebbe causato la morte definitiva.

Klaus invece fece un ultimo sforzo, un ultimo scatto in avanti e si interpose tra Caroline e Davina, urlando di dolore quando il paletto di legno perforò uno dei suoi reni.

 

Caroline aprì immediatamente gli occhi, aggirò la figura di Klaus, mise le mani intorno alla base del collo di Davina e le girò la testa, facendola morire.

Caroline si precipitò a sorreggere Klaus, che stava cadendo a terra, provato dalle torture precedenti e dal paletto ancora dentro di lui. Caroline lo estrasse subito, ma l'ibrido stava boccheggiando, nel suo stesso sangue.

< Klaus devo darti il mio sangue, bevi. > mormorò la vampira tirando su la manica del golfino che indossava per potersi lacerare il polso con i canini.

< Scusa... > disse Klaus con un filo di voce.

< Non è colpa tua, adesso bevi. > insisté Caroline porgendogli direttamente il polso.

Klaus iniziò a bere, ma le ferite non accennavano a rimarginarsi.

< Perché non stai guarendo? > domandò Caroline mentre sentiva venir meno le sue stesse forze.

< Avrà fatto un qualche maledetto incantesimo. > suggerì l'ibrido con voce debole.

< Che novità! > sospirò Caroline delusa e stanca < Forse... Sarà colpa del marchio? >

Klaus scosse lievemente la testa, cercando di trasmetterle la sua stessa indecisione.

 

< Ok, allora voglio provare una cosa. > sospirò Caroline cercando di avvicinare Klaus alla parete del muro per potercelo appoggiare con la schiena.

< Liv ha avuto un'idea, o forse un'intuizione, per poter rompere il marchio. > spiegò Caroline < Ora devo solo provare... E so che potrei morire ma non mi importa Klaus. Non c'è alcuna vita per me se non ci sei tu a mettermela sottosopra. >

Caroline si avvicinò al viso dell'ibrido, i loro nasi potevano quasi sfiorarsi.

 

< Non posso vederti morire. > mormorò Klaus allungando la mano per sistemarle un ricciolo biondo ribelle.

< Non morirò. > esclamò Caroline raccogliendo tutto il coraggio che aveva < Nelle favole è il bacio del principe azzurro a rompere tutte le maledizioni, lo sai? Il bacio del vero amore. Se non è amore il nostro non ho la minima idea di cosa sia! >

< E se... > sussurrò Klaus stremato.

< Nessun se. > ribatté con tono più deciso la vampira < Ti amo, e non c'èm nulla al mondo che potrà cambiare i miei sentimenti, e il tuo cuore... Lui sa chi sono, mi riconosce, e TU sei il proprietario di quel cuore, non uno stupido marchio! Quindi sta' zitto e baciami! >

 

Quando le sue labbra sfiorarono quelle di Klaus una strana corrente elettrica percorse entrambi i loro corpi. Il marchio sulla clavicola di Klaus divenne bollente, e l'ibridò ringhiò come un animale.

Caroline lo strinse a sé con tutta la forza che possedeva, ma quella scossa la stava facendo annegare in un mare invisibile. Si sentiva intorpidita e impotente. Cercava di tenere Klaus stretto a sé, ma le forze le scivolavano via, come risucchiare all'esterno del suo corpo.

Klaus inizialmente si sentì ardere dall'interno, fino quasi ad esplodere. Vedeva gli occhi di Caroline diventare vacui lentamente, e sentì dentro di sé l'importanza di tenerla in vita, di salvarla, perfino da se stesso. L'urlo che gli uscì dalla bocca era disumano, intenso e gutturale. Lo stesso Klaus non credeva potesse urlare così tanto, eppure era lui. Era davvero lui.

Con una mano sfiorò lentamente il profilo di Caroline, ma con la stessa velocità con cui si era sentito ardere, l'ibrido si sentì prosciugare. Strinse il corpo di Caroline al petto ma poco prima che chiudesse gli occhi per abbandonarsi all'oblio sentì due braccia strappargliela via.

 

Elijah si era appena risvegliato e vedendo quella scena davanti agli occhi pensò solo di allontanare Klaus dal fratello. Il più velocemente possibile.

Quando Elijah entrò nel suo appartamento si accorse che Caroline era ormai priva di sensi.

Rebekah e Liv accorsero subito in suo aiuto non appena Elijah le mise al corrente dell'accaduto.

 

Alla villa Hayley, risvegliatasi come Elijah, trovò Klaus riverso nel suo stesso sangue, esanime e decise di trascinarlo fino al divano per poi controllare Hope. Hayley riusciva a percepire con chiarezza il battito cardiaco della figlia al piano di sopra. Era salva.

 

New Orleans, 31 Dicembre 2019

 

Caroline aveva sconfitto Mikael, aveva ucciso quella strega a cui pensava di consegnarsi, eppure stava esitando a colpire la porta di Villa Mikaelson nella speranza che Klaus venisse ad aprirle.

Stava esitando avvicinando il pugno alla porta per poi ritrarlo come scottata senza neppure averlo sfiorato.

L'ibrido dalla parte opposta ascoltava i diverbi interiori della giovane vampira, ridendo di quel suo strano comportamento e riconoscendo la gioia che provava il suo cuore nel saperla così vicina a lui.

 

TOC TOC

 

< Finalmente! > esclamò Klaus aprendo la porta sorridendo < Liv ti ha... fatto tutti i test necessari? > la voce di Klaus era diventata debole per lo stupore e l'incredulità.

Caroline era di fronte a lui, con il cappotto viola e il cappello bianco in testa che sorreggeva dei cartelloni scritti a mano mentre si apprestava a far partire una canzone da un vecchio stereo.

https://www.youtube.com/watch?v=AmN5pGFNEMk ONE TRUTH dei Gobus (ascolto consigliato)

 

< Caroline, cosa stai facendo? > domandò Klaus pensieroso < Stai bene? >

Klaus si voltò a guardare dentro casa, pensando che fosse tutto uno scherzo e che Hope lo stesse osservando di nascosto, aspettandosi una sua reazione. Ma non c'era Hope. Erano solo lui e Caroline. Una Caroline impacciata e imbarazzata, ma pur sempre la sua Caroline.

 

< Non rovinare il momento! > si lamentò la vampira < Leggi e basta! >

 

“CON UN PO' DI FORTUNA, L'ANNO PROSSIMO MI FIDANZERO' CON UNO DI QUESTI”

Caroline mostrò a Klaus le foto di Brad Pitt, Johnny Deep e Norman Reedus, facendo sorridere Klaus, che scosse la testa divertito.

“SE SARANNO ANCORA VIVI DOPO AVERTELO CONFESSATO...”

“MA PER ORA LASCIAMI DIRE LE VERITA' CHE HO CAPITO:”

“LE FAVOLE FANNO SCHIFO E IO NON SONO UNA PRINCIPESSA”

“MA CHE INSIEME POSSIAMO SCRIVERE UNA STORIA TUTTA NOSTRA”

“DOVE IO TI SALVO DALLA STREGA CATTIVA”

Klaus guardò Caroline con uno sguardo fintamente minaccioso

“DOVE TU PUOI RIMPROVERARMI DI PASSARE TROPPO TEMPO CON TUA SORELLA”

“MA SOPRATTUTTO DOVE POTREMO DARE UN SENSO A QUEL MALEDETTO”

“E VISSERO FELICI E CONTENTI”

 

La vampira fece cenno con la mano a Klaus di restare al suo posto.

 

< Caroline mi stai torturando però... > mormorò Klaus diventando serio mentre guardava la vampira abbassare i cartelloni a terra.

< Tu mi hai sempre dimostrato il tuo amore per me, anche quando non lo capivo, quando non volevo vederlo e mi imponevo di odiarti. > sospirò imbarazzata la vampira.

< Ricordo bene quel periodo... > rise Klaus divertito.

< Bene. > annuì Caroline prendendo aria < Perché voglio costruire altri ricordi. Voglio cominciare una vita insieme a te consapevole di aver ottenuto quello per cui ho combattuto. >

 

Klaus la strinse a sé velocemente, non potendo più aspettare, ed ecco che il cuore dell'ibrido riprese a battere per la vicinanza con la vampira. Per lei. L'ibrido ancora non riusciva a credere come il suo curoe, nonostante quel potente incantesimo riuscisse ancora a riconoscerla, a rispondere alla sua vicinanza, al suo pensiero. Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce.

 

< Hai finito? > le sussurrò all'orecchio, provocandole un dolce brivido.

Caroline annuì sicura, mentre si perdeva negli occhi di quel diavolo tentatore per cui aveva tanto lottato e sofferto.

< Finalmente! > scherzò Klaus catturando le labbra di Caroline in un lungo e caldo bacio.

 

< Papà e zia Caroline si baciano! > strillò Hope coprendosi gli occhi mentre correva nella cucina dove Elijah e Rebekah tentavano di infornare dei biscotti.

 

< Forse non avrei dovuto urlare? > chiese la bambina vedendo gli zii coperti di farina restare fermi immobili con la teglia dei biscotti in mano < Se non ci credete però posso farvelo vedere, gli ho scattato una foto con la macchina fotografica! >

 

 

 

***Note dell'autrice

Evidentemente il Natale mi fa essere più buona, non trovate???

Questo è l'epilogo, lungo e complicato, che alla fine ho scritto e riscritto miliardi di volte perché non riuscivo mai a pensare positivo. Nel senso che inizialmente il finale era tragico, ma forse i cioccolati che sto mangiando mi hanno fatto cambiare idea...

Deve essere stato il film da cui ho ripreso il finale, ovvero “Love Actually”, dove un giovanissimo Andrew Lincoln (attore protagonista di The Walking Dead) fa una delle più belle e divertenti dichiarazioni d'amore. Se non l'avete mai visto ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=idHrz_xqwsk

 

Per chi si chiedesse che fine ha fatto Camille... Ma davvero ve lo chiedete??? Ah ah ah. Non credo!

Spero di non avervi deluso, e con l'arrivo del 2015 posso garantirvi che ricominceranno gli aggiornamenti dell'altra mia Klaroline LONG...issima “Gone with the Wind...into a new life”.

Per le mie fidate lettrici credo che sia una bella notizia, per chi ancora non l'avesse letta... Beh, potete farlo!

Un bacione e tantissimi auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutte voi!

Elisa

 

Ps. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo questa storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.
Un grazie in particolare alle splendide ragazze che mi hanno lasciato una recensione, un pensiero, per farmi sapere che dopo tutto anche questa pazza storia non è stata un buco nell'acqua, ovvero LaPerla, Mery1992 ,  clairemonchelepausini, Alecs, ludo22,  irongirl, Giulia23 , camoeight ,  felicity66 , giusy8690 ,  hakuna89 , Marinaoceano, blonde985,  Mikaori

Vi adoro tutte per la pazienza che avete avuto con me e con questa storia!
Elisa

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