La Guardiana

di Lilith9312
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri sulla scia dell'Acqua ***
Capitolo 2: *** Fuga attraverso la Terra ***
Capitolo 3: *** Scontri tra Aria e Fuoco ***
Capitolo 4: *** Risveglio alla Luce ***



Capitolo 1
*** Pensieri sulla scia dell'Acqua ***


Se ne stava seduta a bordo del pontile, guardando il sole di fronte a sé calare dolcemente. Una sfera infuocata che si stava spegnendo a poco a poco.

Duron era un’isola rigogliosa, circondata dal mare limpido. Un paradiso naturale disperso da qualche parte indefinita nell’oceano. Perché era proprio così: non ci potevi arrivare a Duron, dovevi nascerci.

Il paesaggio non sembrava nemmeno reale, era come avvolto nella nebbiolina di un sogno. Le nuvole, bianche e soffici, coprivano  il cielo azzurro intenso, fino a confondersi con la linea dell’orizzonte e forse proseguire oltre.

L’acqua azzurra veniva colorata di arancione dagli ultimi raggi di sole, il quale, ignaro di tutto quello che stava per accadere di lì a poco, lasciava finalmente il posto alla sorella luna.

“Che fai qui tutta sola?”

Ada si voltò, i lunghi capelli castani mossi dal vento le nascondevano buona parte del volto.

Un vecchio con un mantello enorme sulle spalle e un bastone impugnato nella mano destra la stava fissando serio.

“Rendo omaggio agli ultimi istanti del giorno, zio Lorys.”

Il vecchio fece un leggero sorriso e prese posto di fianco la ragazza sul pontile. “Nel caso non dovessi avere ancora la possibilità di rivederli…”.  Teneva la testa bassa, osservando il suo riflesso nell’acqua sotto di sé.

“In quel caso non solo tu, ma tutta Duron non potrebbe più.” Il vecchio aveva un’espressione triste ma calma. Poco distante si potevano vedere e sentire dei ragazzini giocare allegramente sulla spiaggia. Ada alzò lo sguardo.

“Guarda. Se ne stanno lì, ignari di quello che sta succedendo. E pensare che anche io in questo momento potrei essere a casa, a guardare il tramonto dal balcone e il mio problema più grande sarebbe che cosa preparare per cena…” Una lacrima scivolò sulla sua guancia. “Io…ho paura, e mi sento una sciocca, ma ho paura.”

“Non avere paura è da sciocchi. La paura è un bene a volte, ti permette di affrontare le situazioni con più cautela e di avere un punto di vista superiore. Sarebbe un male che tu non ne avessi.” Il vecchio alzò gli occhi verso l’orizzonte in fondo, dove ormai il sole era completamente tramontato.

“Zio…perché io?” Ada si voltò verso l’uomo, gli occhi grandi color nocciola intrisi di lacrime brillavano sotto quella luce. Non era suo zio veramente, ma era un amico di famiglia dei suoi genitori e lei e sua sorella lo avevano sempre chiamato usando l’appellativo di “zio”. Inoltre era l’uomo che l’aveva cresciuta.

“Ada, figlia mia, non siamo noi che decidiamo chi siamo e quale è il nostro scopo nel mondo. Nessuno di noi l’ha mai deciso, ed è giusto così. Tu sei nata con un dono particolare, tramandato dalla tua famiglia da generazioni e generazioni.” Sorrise appena. “Non l’hai scelto, perché ciò comporta un sacco di responsabilità, ma è così.”

“Mamma e papà sono morti a causa di questo dono…”

Il vecchio si irrigidì appena a sentire quelle parole e sul suo volto comparì un espressione di tristezza.

“Ada…loro hanno dato la loro vita per salvare l’isola. Tuo padre ha servito il suo ruolo di Guardiano fino in fondo, ed è ricordato ancora oggi da tutti gli abitanti di Duron. Ha lottato per portare a termine il suo compito.”

“Compito che lo ha portato via da me, come ha portato via la mamma e Tania…sono rimasta solo io.” Scoppiò a piangere. “E adesso tutto questo tocca a me, e io non sono lui…io non ho tutta la sua forza.” Il lungo vestito verde ondeggiava mosso dal vento. In vita portava un fiocco, i cui capi adesso erano sciolti e cadevano sull’acqua.

Il vecchio l’abbraccio dolcemente e lei si lasciò andare in un pianto amaro.

“Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, ma se tu hai questo dono, significa che dentro di te hai la forza che ti occorre.”

“Le cose sembravano andare bene, perché adesso deve crollare tutto così? Perché ci devono sempre essere mille ostacoli?”

“Piccola mia…purtroppo le nostre doti fanno gola a molti fin da tempi immemori. La Magia è una fonte di potere assurda, che può essere molto pericolosa se usata da chi è corrotto. Gli Zarek non la possiedono, e ne vedono una ricchezza infinita, ma la userebbero male con il loro odio e la loro smania di comando. Dobbiamo impedire che ciò accada, o per Duron sarebbe la fine.”

Ormai il sole era scomparso lasciando posto al tenue chiarore della sera.

“Tu sei la più forte di tutti noi, tu puoi contrastare la loro oscurità con la tua luce. Tu sei la Guardiana!” Il vecchio sorrise e Ada lasciò l’abbraccio. L’uomo appoggiò le sue mani sulle spalle “Piccola mia, guardati! Tuo padre, tua madre, tua sorella…sarebbero fieri di quello che sei diventata. Tutti noi crediamo in te!”

Ada alzò gli occhi al cielo, dove stavano comparendo le prime stelle.

“Papà, mamma, Tania, so che mi guardate da lassù…aiutatemi voi.”

“Sono così fiero di te, piccola mia…” Il vecchio strinse la ragazza forte a sé, e una lacrima comparì sul suo volto, ma fu quasi impercettibile. Doveva tenerle per sé, doveva essere forte anche per lei.

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Capitolo 2
*** Fuga attraverso la Terra ***


“Ridammela, è mia!”

“No, solo perché sei la più grande non puoi avere tutto!”

“Ada, smettila di fare i capricci, sei insopportabile!”

“Ma allora, che succede qui?”

Cedric entrò nella stanza, seguito a pochi passi dalla moglie. Era un uomo veramente affascinante, con quei capelli biondi non troppo lunghi e gli occhi chiari.

“Papà! Tania mi dà fastidio!” La piccola Ada corse verso il padre, gettandosi tra le sue braccia.

“No, non lo accetto, fa la ruffiana per averle sempre vinte!” Tania si era seduta sulla cassa dei giocattoli al centro della stanza, le braccia incrociate e un’espressione di smorfia sul volto. Aveva gli stessi occhi chiari del padre.

“Tania, tesoro, devi capire che è piccolina e…” La donna andò verso la figlia maggiore abbracciandola e parlandole dolcemente.

“No, mamma. Mi fa arrabbiare tantissimo! E voi la proteggete sempre…le volete più bene che a me!”

Cedric mise a terra Ada e si mosse verso l’altra figlia. “Non è affatto vero, solo che…”

Un boato enorme interruppe la scenetta.

“Cedric, gli Zarek…stanno attaccando!”

“Melissa, va a nasconderti con le piccole!” La donna guardò l’uomo spaventata annuendo piano, poi prese le due bambine per le braccia. “Presto, venite con me.”, prima di voltarsi verso il marito “Cedric…ti amo.”

L’uomo la guardò per l’ultima volta, con lo sguardo affranto. Poi uscì dall’abitazione correndo.

“Mamma ma che succede? Dove va papà?” La piccola Ada non capiva niente di quello che stava succedendo.
Giunsero tutte e tre in una specie di scantinato sottoterra.

“Tesoro…tuo padre sta combattendo contro gli Zarek per proteggere tutti noi.”

Gli Zarek…Ada li conosceva, li aveva trovati in tutte le storie che le avevano raccontato fin da piccolina: esseri deformi, corrotti, abitanti delle profondità dell’isola, immersi nel buio che da sempre amavano così tanto. Da sempre nemici numero uno degli abitanti di Duron, e da sempre attirati dalla loro Magia.
Un colpo scosse la stanza. Qualcuno stava battendo contro la porta.

“Presto, andate qui!” La donna spinse le due bambine dentro una botola sul pavimento.

“Mamma, ho paura!”

“Tania, porta tua sorella fuori da qui. Percorri la strada finchè non sarai fuori! Vai!”

Tania annuì con le lacrime agli occhi prendendo la sorella per mano e trascinandola via con sé.

“Mamma!” Un urlò straziante si elevò per tutto il percorso sotterraneo.

“Ricordatevi che vi voglio bene, piccole mie!” La donna si strette in un pianto disperato mentre chiudeva la botola, pronta ad affrontare quello che sarebbe entrato di lì a poco nella stanza.

“Corri Ada!” Tania correva freneticamente per il corridoio buio, il cuore in gola, e anche se non sapeva dove stava andando, seguiva quello che la madre le aveva detto di fare. Ada dietrò di sé si lasciava guidare dalla sorella. Poi si bloccò e scoppiò a piangere. “Mamma…voglio la mamma…”

Tania si fermò, e si voltò verso la sorella, ormai il volto era inzuppato di lacrime. “Dobbiamo fare quello che ci ha detto lei, Ada…non dobbiamo fermarci qui, lei starà bene, vedrai!” Dei rumori spaventosi riecheggiarono nell’oscurità. “Muoviamoci!”

Tania riprese la sorella per mano e iniziarono a correre, fino a giungere ad una specie di grata sulla parete in fondo. La bambina, anche se a fatica, riuscì a sollevarla. Ma ormai i rumori erano veramente troppo vicini.
Si voltò, il terrore nei suoi occhi.

Ed eccolo lì, immerso nel buio in tutta la sua mostruosità, un Zarek.

“Ada, vai!”, disse spingendo la sorellina oltre la grata e abbassandola dopo che questa era passata. “Vai verso l’uscita e cerca zio Lorys!”

“Tania!” urlò Ada disperata protraendosi verso la sorella maggiore.

“Ada, ascoltami, vai! Qui ci penso io!” La bambina lanciò un raggio azzurrognolo verso l’apertura della grata, congelandola. “Corri!”

 Ada guardò la sorella un’ultima volta prima di voltarsi e correre. Era tutto buio e lei si sentiva così stanca..
Una luce apparve in fondo, e Ada sentì nascere in sé la speranza: era vicino all’uscita.

Riuscì ad aprire la botola con le ultime forze che le erano rimaste e si trascinò fuori dal buio. Era esausta. Riconobbe subito il posto dove era sbucata, era vicino casa dello zio.

“Ada…piccola! Vieni qui!” Quella voce…Ada si voltò appena per vedere la faccia familiare dello zio.
“Zio…” si trascinò piano verso l’uomo, cadendo tra le sue braccia.
“Piccola mia…” L’uomo scoppiò a piangere, mentre Ada, ormai al sicuro, si lasciò andare in quell’abbraccio.

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Capitolo 3
*** Scontri tra Aria e Fuoco ***


Ada era da poco a letto, quando una follata di vento soffiò nella stanza e spense la lampada ad olio che teneva lì di fianco a sé sempre. Il Buio prese il sopravvento nella stanza.

Era davvero così facile battere la Luce?

Schioccò le dita e riaccese la fiamma. Si guardò le mani nella penombra della camera.

Alla fine era quella la differenza tra lei e gli altri abitanti dell’isola: lei poteva controllare tutti gli elementi, e soprattutto, poteva controllare la Luce. Gli altri no. Era questo quello che faceva di lei una Guardiana.

Fin da tempi immemorabili solo alcuni individui possedevano questo dono, ed era stato tramandato dalla sua famiglia. Suo padre era un Guardiano, il padre di suo padre prima di lui, e via così. Lei era l’unica Guardiana adesso. Gli Zarek avevano sterminato la sua famiglia e lei era l’unica sopravvissuta.

La porta si aprì di colpo, e zio Lorys irruppe nella stanza. “Ada, sono qui.” Il suo volto era teso, non lasciava trasparire emozione. Sapevano entrambi a cosa si stesse riferendo.

Ada si alzò piano, il lungo vestito le cadeva fino alle caviglie, come i lunghi capelli. Si avvicinò lentamente alla finestra e guardò Duron in tutta la sua magnificenza notturna: doveva combattere per tutto questo.
Era l’unica speranza. Lei.

“Che i giochi abbiano inizio.”

La finestra si aprì di colpo e Ada si alzò leggera nell’aria atterrando di sotto. La gente cominciava a correre impazzita per la strada, c’erano scoppi, esplosioni, e urla. Ogni tanto si vedeva qualche incantesimo lanciato in aria: piccoli bagliori che illuminavano quella notte così oscura.

“E’ qui! E’ lei! Non è solo una storia!”

Un uomo le era apparso davanti, lo sguardo spaventato, fuori di sé. “La regina dei Zarek, è qui!”

Ada ne aveva sentito vociferare, ma non aveva mai appurato la faccenda. Ultimamente si diceva che gli Zarek avessero trovato una regnante, qualcuno che aveva accresciuto il loro potere sotto il suo dominio. Qualcuno diceva di averla vista, ma Ada non ci aveva mai badato troppo. Forse adesso era giunto il momento di scoprire la verità.

Corse per la strada nella direzione dalla quale era venuto l’uomo, arrivando in una piazza. Persone correvano qui e lì senza logica, in preda al panico, e, al centro, davanti i suoi occhi, poteva vedere un’immensa bolla viola, al cui interno si intravedeva una donna.

Si avvicinò velocemente facendosi largo tra un po’ di Zarek a furia di incantesimi, fino ad arrivare di fronte alla donna.

“Oh, eccola qui…la Guardiana!”
Aveva i capelli castani, lunghi, un po’ mossi e due occhi chiari. La carnagione era pallida, come quella di chi non aveva mai preso sole. Era vestita con uno strano vestito rosso bordeaux, formato da piccole scaglie.

Ada alzò un braccio fino a creare una bolla azzurrognola intorno a sé. “Ci incontriamo.”

La donna scoppiò in una risata malefica e si alzò in volo. Ada la seguì subito e la raggiunse sopra il tetto di una palazzo poco distante. La Zarek cominciò a spararle contro quelli che sembravano dei proiettili di fuoco, che Ada molto agilmente schivò per contraccambiare con delle scaglie di ghiaccio.

Come poteva uno Zarek usare la magia? Non ne erano privi?

“Sorpresa?”, ma la donna non fece in tempo a parlare perché Ada rincarò la dose, ferendola ad una spalla e fermandola per un attimo.
“Chi sei tu?”

Per tutta risposta la donna scoppiò in un’altra risata, si alzò e saltò in aria avvolta dalle fiamme che cominciò  a lanciare verso la ragazza. “Sono il tuo peggior incubo, mi sembra ovvio.”
Ada appoggiò una mano sul pavimento, alzando una colonna d’acqua che  spense la donna. La Zarek cadde a terra in una nube di fumo. Ada non riusciva a vedere nulla intorno a sé, e si girava attorno alla cieca.

Sentì qualcosa alle spalle e d’istinto l’afferrò, qualsiasi cosa fosse, e la gettò di lato. Sentì un urlo e un tonfo.

Riuscì ad intravedere la donna a terra, vicino a sé. Il suo volto adesso visto da vicino le era familiare e quello sguardo...
Le due si guardarono per alcuni istanti direttamente negli occhi.

“Tania!” Le lacrime invasero gli occhi della ragazza.

La donna la guardava spaventata e perplessa, prima di alzarsi di nuovo e gettarsi contro Ada.
La ragazza la schivò e toccò un’altra volta il pavimento per creare tanti rami che avvolsero la sorella immobilizzandola.

“Sei…viva, sorella mia.”

La donna la guardò incredula, mentre due lacrime le scivolarono lungo il viso. “Io…”
Ada rimase un po’ a fissarla prima di avvicinarsi.

“Stai indietro! Io faccio male!”

Ada si bloccò. “Che stai dicendo? E’ così bello rivederti…”

“Gli Zarek, hanno messo il Buio in me. Devi eliminarmi, o sarà la fine!”

Ada non poteva credere di avere la sorella viva dopo tutti quegli anni davanti a sé e di doversene separare subito. Non lo voleva.

“Che aspetti, Ada? Fallo!” Tania era ormai in lacrime.

Ada si avvicinò piano e appoggiò la mano sul cuore della sorella. “Mi dispiace…”

Un lampo squarciò il cielo a metà. Una sfera di luce apparve intorno alle due donne. Tutti, Zarek e no, si voltarono in direzione del palazzo, mentre l’aria divenne bianca per pochi secondi.

Alla fine la Luce aveva avuto la meglio sul Buio.

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Capitolo 4
*** Risveglio alla Luce ***


Si svegliò con un male terribile al petto. Un raggio di sole filtrava nella stanza illuminando il suo letto.
Erano anni che non ne vedeva uno. Non ricordava nemmeno com’era.

“Tania, ben svegliata.” La voce dolce della sorella la riportò alla realtà. Si voltò per vedere che era lì di fianco a sé. “Vuoi un po’ di tè? E’ caldo.”
Reggeva in mano una tazza di tè fumante e gliela stava porgendo con dolcezza.

“Ada, vattene, io…”

“No, devi stare tranquilla, è tutto risolto.”

La donna guardò la sorella minore perplessa. “In che senso?”
Ada appoggiò la tazza sul comodino di fianco e si protese verso la sorella, toccandole con una mano la zona del cuore. “Qui dentro, ora c’è luce. Non devi temere nulla.”
Tania rimase per un po’ zitta a fissare la ragazza.

“Ma ciò vuol dire…che…”

La ragazza annuì. “Sì, ho perso i miei poteri.”

Tania scoppiò a piangere. “Non dovevi…non dovevi farlo…”

Ada aveva un’espressione tranquilla. “E perché no? Tutti i poteri di questo mondo non mi avrebbero mai riportato indietro te…quindi non è importante.” Sorrise, con quel sorriso spiazzante capace di sciogliere anche il più freddo dei cuori. “Con te mi sono sempre comportata male e ti rubavo le cose…adesso è giunto il momento che tu abbia qualcosa di mio.” Abbracciò la sorella. “Sei la nuova Guardiana.”

Tania strinse forte la sorella. “Io…ti voglio bene.”

“Anche io, tanto!”

“Guarda che donna che sei diventata, altro che la bambina capricciosa che ricordavo io…”

“Ragazze, venite dai, è pronto da mangiare!” La voce calma dello zio risuonò per la casa.

“Andiamo” Ada si alzò e prese la mano della sorella. “Non riconoscerai mai lo zio!”

“Non riconoscerò nessuno, se è per quello.”

Tania si lasciò accompagnare dalla sorella. “C’è tempo, Tania, c’è tempo. Tutta la vita.”
 

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