Legame fraterno

di John Spangler
(/viewuser.php?uid=573839)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La tempesta che cambiò il mondo ***
Capitolo 2: *** Partenze ***
Capitolo 3: *** Ayla ***
Capitolo 4: *** Preludio a uno scontro ***
Capitolo 5: *** Effetto farfalla-Parte 1 ***
Capitolo 6: *** L'umana violenza ***
Capitolo 7: *** Spiegazioni ***
Capitolo 8: *** Arrivo a Drum ***
Capitolo 9: *** La gioia dopo il dolore ***
Capitolo 10: *** Effetto farfalla-Parte 2 ***
Capitolo 11: *** Arrivo ad Alabasta ***
Capitolo 12: *** Scontro finale ***
Capitolo 13: *** Effetto farfalla-Parte 3 ***
Capitolo 14: *** Fine di un'avventura ***



Capitolo 1
*** La tempesta che cambiò il mondo ***


Legame fraterno
 
Capitolo 1: La tempesta che cambiò il mondo
 
Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un terremoto dall'altra parte del mondo.
-The butterfly effect (2004)
 
I fratelli siano uniti, perchè quella è la prima legge. Che abbiano unione vera in qualsiasi momento che sia, perchè se litigano tra loro li divorano gli estranei.
-Josè Hernandez
 
Tanto tempo fa, da qualche parte nel Mare Orientale
 
Il Vice-Ammiraglio Garp si sedette sul ponte della sua nave con in mano una tazza di caffè. Bevve un sorso e si mise a guardare il mare davanti a sè. Tutto calmo, neanche un'increspatura. Nell'aria non c'era neanche un rumore. Era tutto tranquillo.
 
Anche troppo, pensò. La tranquillità era piacevole, di tanto in tanto, ma oltre un certo punto diventava un problema. Non che desiderasse il caos, ma non era bello stare con le mani in mano a lungo, per un marine. Quasi quasi rimpiangeva i bei tempi.
 
Già, i bei tempi. Sembrava passata un'eternità, eppure erano trascorsi solo pochi anni dall'esecuzione di Gold Roger. Anni in cui era iniziata una nuova era della pirateria.
 
Certo, i pirati esistevano dall'alba dei tempi, ma quelli di quel periodo erano diversi. Più numerosi, anche se magari non si facevano vedere tanto spesso, più violenti, e soprattutto con uno scopo ben preciso. Se prima si mettevano in viaggio col semplice scopo di girare il mondo e saccheggiare tutto ciò che trovavano, ora si dirigevano tutti sulla rotta del Grande Blu alla ricerca di One Piece, il tesoro di Gold Roger. Nessuno lo aveva mai visto, a parte la ciurma del Re dei Pirati, quindi poteva benissimo trattarsi di un qualche tipo di scherzo (anche se improbabile. Perchè un uomo su un patibolo avrebbe dovuto mettersi a scherzare? Vero, Roger sorrideva un attimo prima di morire, ma non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Non era da lui). I nuovi pirati avevano un'ulteriore caratteristica: non possedevano nulla del carisma di uomini come Roger o Barbabianca. Erano (la maggior parte di loro, almeno) soltanto dei pazzi assetati di sangue e gloria.
 
Garp sorrise, ripensando a Roger. A volte, quel pirata baffuto gli mancava da morire. Erano nemici, e si erano rincorsi per anni in tutti i mari del mondo, ma in fondo si rispettavano. Negli ultimi tempi, Garp era arrivato a provare una sorta di affetto per Roger. Non quello che si prova per un amico o un parente, ma il tipo di sentimento che si potrebbe provare per un avversario onorevole e degno di rispetto. Ovviamente, non aveva detto a nessuno della cosa. Lo avrebbero buttato fuori dalla Marina, o peggio. Va bene che era uno degli ufficiali migliori (non per niente lo chiamavano Eroe) ma a tutto c'era un limite.
 
Di certo, la cosa era reciproca. Il Re dei Pirati considerava Garp quasi un amico. Se non fosse stato così, non gli avrebbe mai affidato suo figlio Ace.
 
"Chissà cosa sta combinando, quel diavoletto...", pensò il Vice-Ammiraglio bevendo un altro sorso. L'ultima volta che lo aveva visto, aveva fatto infuriare Dadàn per chissà quale motivo. Stava crescendo davvero bene, e forse sarebbe diventato un buon marine. In quel modo, se anche fosse stata scoperta la vera identità di suo padre, Garp avrebbe avuto modo di proteggerlo meglio. Forse.
 
Fece un sospiro e abbassò lo sguardo. Pensare al figlio di Roger gli aveva fatto venire in mente qualcosa, o meglio, qualcuno a cui aveva evitato di pensare troppo negli ultimi tempi.
 
- Dragon...-
 
Non vedeva suo figlio da tanto di quel tempo che stava quasi cominciando a dimenticarsi il suo volto, o che suono avesse la sua voce. Si erano separati al culmine di un litigio talmente aspro che erano stati sul punto di uccidersi. Garp era convinto di essere nel giusto, ma una piccola parte della sua coscienza non faceva altro che ripetergli di aver sbagliato, di essere stato troppo rigido. E forse aveva ragione. Anche se Dragon si era messo contro il mondo intero, era pur sempre suo figlio, e avrebbe dovuto trattarlo meglio. Non appoggiarlo, perchè sarebbe andato contro le sue convinzioni, ma almeno cercare di capirlo. Forse, se fosse stato un pò più comprensivo, avrebbe potuto indirizzarlo su una strada migliore. Tuttavia, quelle erano considerazioni inutili. Quello che era fatto era fatto.
 
Fece per bere un altro sorso, quando all'improvviso udì dei passi affrettati alle sue spalle.
 
- VICE-AMMIRAGLIO! VICE-AMMIRAGLIO!-
 
Si girò e vide uno dei suoi uomini con in mano un binocolo e l'aria di chi ha corso a lungo.
 
- Che succede? Che hai da urlare a quel modo?-
 
- Abbiamo avvistato una barca poco distante da qui, signore. E' in pessime condizioni, e sembra che a bordo ci siano tre persone, di cui una con l'uniforme della Marina.-
 
- Che cosa? Dà qua, fammi vedere!-
 
Garp strappò il binocolo dalle mani del suo sottoposto e si mise a scrutare il mare. In pochi secondi, avvistò l'oggetto di tanta agitazione: una piccola barca, effettivamente in pessime condizioni. La vela era ridotta a brandelli, lo scafo stava iniziando a imbarcare acqua e non sembrava ci fossero remi. Anche le tre persone a bordo non sembravano messe meglio: erano due bambine, di cui una avvolta in un fagotto di stracci, tremanti e in lacrime, abbracciate ad una donna con l'uniforme della Marina. Delle tre, quest'ultima sembrava quella nelle condizioni peggiori.
 
- Cosa dobbiamo fare, signore?-
 
Garp guardò storto il suo sottoposto e gli sferrò un pugno sul mento che gli fece vedere le stelle.
 
- E ME LO CHIEDI PURE, IDIOTA?! PORTATELE A BORDO, PRIMA CHE AFFONDINO!-
 
Tratte in salvo le tre sventurate, il Vice-Ammiraglio diede ordine di portarle immediatamente nell'infermeria della nave. Forse era troppo tardi per salvarle, ma valeva la pena fare un tentativo.
 
Dopo un pò, il medico di bordo venne fuori dall'infermeria. Garp gli si parò davanti.
 
- Allora dottore, in che condizioni sono?-
 
- Beh, le bambine stanno bene, tutto sommato. Sono parecchio malconce e non mangiano da giorni, ma si rimetteranno in fretta. Per quanto riguarda la donna...a proposito, ha detto di chiamarsi Bellemere e di essere un sergente...non c'è molto da fare. Ha ferite da arma da fuoco ovunque, è denutrita e forse ha un qualche tipo di infezione. Ha detto di essere stata mandata fuori rotta da una tempesta, e penso che sia stato questo ad aggravare le sue condizioni.-
 
- Posso parlarle?-
 
- Credo di sì, ma cerchi di non affaticarla.-
 
Garp entrò nell'infermeria e si diresse verso il lettino su cui era sdraiata Bellemere. Quest'ultima, vedendolo, lo riconobbe all'istante e cercò di mettersi sull'attenti.
 
- Riposo, sergente. Non si affatichi troppo.-
 
- Vice-Ammiraglio...le bambine...-
 
- Stanno bene, il dottore dice che si rimetteranno in fretta.-
 
- Meno male, almeno loro...AHHH- Bellemere si portò una mano al cuore.
 
- Cerchi di non agitarsi troppo. Il dottore...-
 
- Lo so, la porta era socchiusa...ho sentito tutto.- Alzò una mano fino a sfiorare un lembo dell'uniforme di Garp.
 
- Mi ascolti, signore. Le bambine...la più grande si chiama Nojiko, l'altra...l'ho chiamata Nami.- Strinse la presa e strabuzzò gli occhi.- Non mi manca molto, la prego...se ne prenda cura lei. La prego...- Bellemere emise un suono strano dalla gola e si portò la mano sul cuore, accasciandosi sul lettino. Garp, allarmato, fece per scuoterla, ma ormai era troppo tardi: era morta.
 
Il Vice-Ammiraglio le chiuse gli occhi e uscì dall'infermeria, pensando alle ultime parole della donna.
 
- Prendermi cura di quelle due bambine?- Si grattò la barba.- Perchè no? Se l'ho fatto per Roger, posso farlo anche per quella povera donna. Vorrà dire che terranno compagnia al piccolo Ace.- Subito dopo aggiunse - Forse però sarà meglio trasferirli tutti e tre da Makino. Un covo di banditi di montagna non è un posto adatto a delle femmine.-
 
***
 
Oggi, Quartier Generale della Marina
 
Il Grand'Ammiraglio Sengoku guardò dubbioso la donna di fronte alla sua scrivania. Aprì un cassetto e prese dei fascicoli che sfogliò fino a trovare quello che cercava. Si trattava di un rapporto ricevuto qualche mese prima da una base della Marina nel Mare Meridionale.
 
ALL'ATTENZIONE DEL GRAND'AMMIRAGLIO SENGOKU
 
RAPPORTO SUI PIRATI DELLA GATTA ROSSA, NOTI ANCHE COME LA BANDA DEI FRATELLI MONKEY
 
...Sebbene la ciurma sia di piccole dimensioni, non va sottovalutata per nessun motivo. Più e più volte i suoi membri hanno sconfitto le nostre forze anche quando le probabilità erano contro di loro.
 
...Attualmente, la ciurma è composta da:
 
-Monkey D. Nami, il capitano della ciurma, nota anche come Gatta Rossa. Sebbene non particolarmente forte dal punto di vista fisico, è dotata di una grande velocità e astuzia. Inoltre, più di una volta ha usato il proprio aspetto fisico per sedurre e poi mettere fuori gioco i marine più inesperti. Grande abilità come navigatrice.
 
-Monkey D. Ace, detto Tifone Umanoide. Detentore dei poteri del Frutto Wind Wind, è capace di controllare il vento. L'unico della ciurma ad aver mangiato un Frutto del Diavolo.
 
-Un individuo noto semplicemente come Sabo. Oltre al nome, si conosce soltanto la sua abilità nell'uso del bastone da combattimento.
 
-La cacciatrice di pirati Kuina. Non si sa per quale motivo si sia unita alla ciurma. E' l'unica spadaccina al mondo ad utilizzare due spade, il che la rende l'elemento più pericoloso della ciurma.
 
Sengoku posò il fascicolo sulla scrivania.
 
- E' sicura di volerlo fare?-
 
- Sì, signore. Anche se incontreremo qualche difficoltà, sono sicura che riusciremo a catturarli. Del resto, e lei lo sa bene, non è la prima volta che ci imbarchiamo in una missione apparentemente difficile.-
 
Sengoku abbassò lo sguardo per qualche secondo. Si toccò i baffi e poi disse:
 
- E va bene. Buona fortuna, capitano.-
 
- Non la deluderò, signore!-
 
La donna fece il saluto militare, si girò e si rivolse al ragazzo che era stato dietro di lei fin da quando era entrata nell'ufficio di Sengoku.
 
- Andiamo, Rufy.-
 
- Sì, Nojiko.-
 
 
NOTA DELL’AUTORE: Allora, che ve ne pare di questo primo capitolo? Fatemelo sapere con una bella recensione (anche se volete solo criticarmi).
 
Ci rivediamo all’inizio di Maggio con il prossimo capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Partenze ***


Capitolo 2: Partenze
 
Da qualche parte nei cieli del Grande Blu, il sole splendeva luminoso come tutti i giorni, le navi andavano per i loro affari, i pesci e i vari mostri marini nuotavano, e un piccolo gabbiano andava alla ricerca di qualcosa da mangiare.
 
Non trovando nulla, il volatile decise di scendere su un'isola nei paraggi, per osservare gli umani che la abitavano. Almeno, in quel modo avrebbe passato un pò di tempo senza pensare alla fame.
 
Arrivato sull'isola, si diresse verso una taverna vicina al porto, un luogo solitamente molto frequentato dagli umani. Appollaiatosi sul ramo di un piccolo albero, il gabbiano guardò all'interno della taverna.
 
La sua attenzione fu subito catturata da tre uomini seduti a un tavolo, intenti a bere uno strano liquido da una bottiglia di vetro e a ridere come folli.
 
-...e questa era la cosa più spettacolare che ho visto.- Disse Karl, il più giovane dei tre. I suoi compagni, due uomini di nome Jake e Fred, erano molto più vecchi di lui. Tuttavia, svolgere lo stesso mestiere (erano marinai) ed essere compagni di bevute gli aveva consentito di andare d'accordo. Non si incontravano tanto spesso, ma quelle poche volte in cui succedeva erano ottime occasioni per condividere una bottiglia o una bella storia.
 
Jake e Fred si scambiarono un'occhiata.
 
- Credo che adesso tocchi a me.- disse Fred strofinandosi le mani.
 
- Dunque, fatemici pensare...ah, certo! Ascoltatemi.- gli altri due si zittirono.
 
- Qualche anno fa...non ricordo di preciso quando...c'era una banda di uomini pesce che...come si chiamavano...ah, sì! I Pirati di Arlong! Dicevo, questa banda operava principalmente nel Mare Orientale, ma ogni tanto faceva qualche incursione anche nel Grande Blu e negli altri Mari. Erano davvero terribili: uccidevano o torturavano qualunque umano incontrassero, e si dice che abbiano accumulato un enorme tesoro, frutto delle loro rapine, ma nessuno l'ha mai trovato. Comunque, la Marina non gli dava molto più peso degli altri pirati...all'inizio.- Prese un sorso di rum direttamente dalla bottiglia, ruttò sonoramente e proseguì il discorso.
 
- Un giorno, questi si spingono un pò al di là dei loro soliti "terreni di caccia", e affondano la nave di un Drago Celeste, uccidendo tutti quelli che si trovavano a bordo. Vi lascio immaginare il casino. La Marina decide di sguinzagliare l'Ammiraglio Aokiji, e questo si mette a inseguire gli uomini pesce per mezzo mondo. Ovviamente, nel loro tragitto quelli hanno distrutto tutto quello che hanno incontrato. Comunque, alla fine Aokiji riesce a beccarli e li affronta in battaglia, tutto solo.- Fred alzò gli occhi al cielo e sorrise.
 
- Ero da quelle parti con degli amici, e abbiamo visto tutto. Ragazzi, è stata una cosa incredibile. Aokiji è un vero mostro in combattimento! Quegli scherzi della natura non avevano speranze contro di lui. Decisamente, la cosa più spettacolare che ho visto.-
 
Gli altri due uomini fecero un sorriso di approvazione. Pur non essendo stati presenti all'epoca della battaglia, avevano visto numerose foto sui giornali, e conoscevano a grandi linee Aokiji.
 
- E adesso tocca a me.- disse Jake.
 
- Dunque, la roba più spettacolare che ho visto io è un pò più recente. Risale a parecchi mesi fa. Un giorno mi ero spinto un pò al di là delle mie solite zone, per cercare di catturare qualche pesce degno di questo nome. A un certo punto, sento dei tuoni in lontananza e mi giro.-
 
L'espressione di Jake si fece più seria, come se avesse voluto comunicare una notizia della massima gravità.
 
- Quello che vidi mi lasciò senza fiato. Una zona del cielo si era oscurata, e le nuvole mandavano lampi e tuoni, ma senza pioggia, e poi...- fece una pausa.
 
-...e poi ho visto l'isola di Jaya cadere dal cielo. L'ho vista con questi miei occhi, credetemi! E' caduta giù nel profondo del mare, sollevando un'ondata degna di un maremoto che ha capovolto la mia barca. Mi sono salvato per miracolo. Mentre poi cercavo di risalire, ho sentito una risata. Ma non era di gioia. Era una risata malvagia, e non era umana. Era la risata di un dio. Un dio folle e malvagio!-
 
Fred e Karl rimasero zitti per un pò, gli occhi fissi su Jake. Poi, le loro labbra presero a tremare, come se avessero voluto trattenersi. Alla fine, scoppiarono in una fragorosa risata che risuonò in tutta la taverna.
 
Jake li guardò storto.
 
- Che diavolo avete da ridere?-
 
- AHAHAHAHAH...scusa, amico, ma la tua storia è davvero assurda.- disse Fred.
 
- Già. Sei proprio bravo a raccontare cazzate.-
 
- Idioti! La mia storia è vera!-
 
- Già, già, lasciamo perdere le storie. Piuttosto, hai portato le carte?-
 
- Eh?! Le...oh, sì, le carte!- Jake tirò fuori dalla tasca un mazzo di carte da gioco e lo posò sul tavolo.
 
- Allora, a cosa giochiamo?-
 
- Io direi poker.-
 
- Sì, ma come facciamo? Siamo solo in tre.-
 
- Se volete, posso risolvere io il problema, signori.-
 
I tre uomini si girarono e si trovarono davanti una giovane donna, vestita in modo da mettere in risalto le curve, con dei lunghi capelli rosso fuoco e uno zainetto in spalla.
 
- E tu cosa vuoi?-
 
- Giocare con voi. Sbaglio, o avete detto che vi manca il quarto per il poker?-
 
- Gira al largo, ragazzina. Questo non è un gioco per mocciose come te.-
 
- Ma io so giocare benissimo a poker. E poi, perchè non volete farmi partecipare? Cos'è, avete paura di perdere contro una donna?-
 
- Ehi, per tua norma e regola noi non abbiamo paura di niente! Jake, dà le carte!-
 
Il gabbiano rimase a guardare lo svolgimento della partita. La ragazza, nonostante la tenacia dei suoi avversari, riuscì a vincere tutti i soldi che quelli avevano messo sul tavolo. Nonostante avesse visto tante altre volte scene simili, il pennuto non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di divertente. Si alzò in volo, scuotendo il capo. Gli umani erano davvero delle strane bestie!
 
Intanto, la ragazza aveva raccolto la sua vincita ed era uscita dalla taverna. Fatti pochi passi, fu raggiunta da un ragazzo poco più grande di lei, dai disordinati capelli neri e un'aria per niente contenta.
 
- Finalmente! Dove diavolo ti eri cacciata?-
 
- Ero in quella taverna a racimolare un pò di quattrini per il viaggio. Sai, col mio solito metodo...-
 
Il ragazzo alzò un sopracciglio e digrignò i denti.
 
- Nami, devi smetterla di fare queste cose. Prima o poi incontrerai qualcuno che si accorgerà del trucco e te la farà pagare.-
 
Nami sorrise e accarezzò con affetto i capelli del ragazzo.
 
- Sei sempre il solito, Ace. Ti ho già detto mille volte che è impossibile che qualcuno si accorga del trucco.-
 
Ace sorrise.
 
- Che razza di fratello sarei se non mi preoccupassi per te? Ora però andiamo. Sabo e Kuina ci stanno aspettando per salpare.
 
***
 
Nojiko controllò le riserve alimentari della sua nave. Accertatasi che fossero abbastanza, chiuse a chiave la porta della cambusa. Con Rufy a bordo, era sempre meglio tenere sotto chiave i viveri.
 
Scesa dalla nave, si avvicinò a suo fratello, che era rimasto ad aspettarla appollaiato su un barile.
 
- Ecco fatto. Ora devo solo prendere un paio di cose dall'armeria e poi possiamo partire.-
 
- Nojiko, non è che...-
 
- No, Rufy. Hai appena mangiato.-
 
- Ma ho fame!-
 
- Aspetterai. Non puoi mangiare in continuazione. Comunque, aspettami qui. Ci metterò poco.-
 
Allontanatasi la ragazza, Rufy scese dal barile e si mise a passeggiare avanti e indietro nervosamente, le mani sullo stomaco. Dopo un paio di minuti, fu raggiunto da Garp.
 
- Ciao, Rufy. Dov'è Nojiko?-
 
- Ciao, nonno. E' andata nell'armeria. Dovrebbe tornare fra poco.-
 
- Bene. Ero venuto a salutarvi prima della partenza.- Garp rimase in silenzio per un pò, guardando suo nipote.
 
- Allora...come ti senti? Riguardo questa missione, intendo.-
 
- Non lo so, nonno. E' vero che il mio lavoro è catturare i criminali, ma stavolta non si tratta di gente cattiva. E poi, sono...cavolo, sono la mia famiglia!- Rufy strinse un pugno.
 
- So cosa vuoi dire. Mi sono sentito allo stesso modo quando tuo padre mi disse che...che sarebbe andato per quella strada. Certo, la Giustizia è importante, ma la famiglia è un'altra cosa.- Trasse un profondo respiro e guardò in basso.
 
- E Nojiko? Come si sente?-
 
Rufy assunse un'espressione amara.
 
- A volte penso che le importi più del lavoro che della famiglia. E poi, lo sai com'è fatta. Una volta che si mette in testa una cosa, non la ferma più nessuno. Io non posso fare altro che starle vicino e aiutarla.-
 
- Già. Tua sorella è sempre stata testarda come un mulo. Ricordo ancora quando, da piccola, pretendeva che le insegnassi a sferrare pugni come i miei.-
 
Il Vice-Ammiraglio sospirò, si avvicinò a suo nipote e gli posò una mano sulla spalla.
 
- Ricordati una cosa, Rufy. Anche se formalmente sono nemici, sono pur sempre la tua famiglia. Non dimenticarlo mai. Mai! Anche se finirete per scontrarvi, non dovrai mai trattarli come dei veri criminali. Io...- represse a fatica una lacrima.- Qualunque strada prenderete voi quattro, io vi vorrò sempre bene.-
 
Rufy strinse la mano di suo nonno, senza dire una parola. Ad un tratto, Garp si battè la mano sulla fronte.
 
- Che stupido, me ne stavo quasi dimenticando!-
 
- Che cosa, nonno?-
 
- Sengoku ha deciso che stavolta sarete affiancati da un altro marine.-
 
- Cosa?! Ma io e Nojiko abbiamo sempre lavorato da soli!-
 
- Lo so, ma stavolta è diverso. Sengoku ha pensato che la particolarità della missione richiedesse un paio di mani in più, e io sono d'accordo con lui. E poi, ricorda quello che ti ho insegnato: se sei troppo sicuro di te, commetterai sempre degli errori.-
 
- Uff, e va bene. Di chi si tratta?-
 
- Il Ciclope.-
 
Rufy strabuzzò gli occhi.
 
- Lui?! Ma...voglio dire...insomma nonno, lo sai anche tu che quello là...-
 
- Non preoccuparti, ci ho già pensato io. Gli ho spiegato, ovviamente alla mia maniera, che se proverà a fare il cretino con tua sorella finirà dritto ad Impel Down.-
 
I due uomini si misero a ridere. Vennero interrotti poco dopo dall'arrivo di un altro marine. Quest'ultimo aveva i capelli biondi, una sigaretta in equilibrio precario sulle labbra, una spada al fianco e una benda sull'occhio sinistro, contornata da numerose cicatrici.
 
Il nuovo arrivato si tolse la sigaretta dalla bocca, la gettò a terra e, schiacciatala con la punta dello stivale, si rivolse a Rufy e Garp.
 
- Allora, quando si parte?-
 
Era il Tenente Sanji, meglio noto come Ciclope.
 
 
NOTA DELL'AUTORE: Per prima cosa, voglio ringraziare tutti coloro che hanno iniziato a leggere e seguire questa mia storia. Non era mai capitato che il primo capitolo di una mia storia avesse tutti questi commenti (mi vengono le vertigini solo a pensarci). Vedere che così tante persone apprezzano il mio lavoro mi solleva il morale in un modo che non vi immaginate neanche.
 
E ora, qualche spiegazione.
 
L'idea per questo AU, cioè Nami e Nojiko cresciute da Garp, mi è venuta in mente per caso, come tutte le mie idee. Le conseguenze sono tutte derivate dalla teoria dell'effetto farfalla (una farfalla che sbatte le ali in Cina può provocare un terremoto in Africa, o qualcosa del genere), compresa l'idea di dare a Ace un Frutto e un soprannome diversi. Alcune le ho immaginate seguendo lo schema Ad Minchiam, ma cercando comunque di mantenere un certo livello di realismo.
 
L'idea di far passare più tempo a Garp coi suoi nipoti e di Rufy che diventa un marine mi è venuta leggendo "Mist of memories", una storia del sito www.fanfiction.net in cui la nostra ciurma preferita si fa un viaggio nei ricordi di Cappello di Paglia. Dopo una scena con Shanks, c'era questa frase "Se Garp fosse stato più presente, Rufy non sarebbe mai diventato un pirata". Ricordando quella frase ho avuto un’illuminazione, e il resto è storia (a proposito, se sapete bene l’inglese e siete interessati a conoscere la produzione d’oltreoceano, chiedete e vi consiglierò delle ottime fanfiction).
 
La scelta di dare agli altri il cognome Monkey D. è stata un'idea che mi è venuta in seguito, quando avevo già iniziato a scrivere. Ho immaginato che Garp abbia deciso di adottare Ace, Nami e Nojiko. Ora, secondo i documenti ufficiali, l'Eroe della Marina ha quattro nipoti. Lo so, è molto Ad Minchiam, ma pensavo che non sarebbe stato male prendermi un pò di licenza poetica.
 
Comunque, ci rivediamo tra due settimane col prossimo capitolo, in cui:
 
-Scopriremo qualcosa di più su Sanji.
 
-Entrerà in scena un personaggio chiave.
 
-Vi darò qualche spiegazione su come ho immaginato le versioni adulte di Kuina e Sabo.
 
Alla prossima, cari lettori.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ayla ***


Capitolo 3: Ayla
 
Ace e Nami salirono sulla loro nave, la Morte Nera. Era una caravella di medie dimensioni, con uno scafo dipinto di nero e uno scheletro con la falce come polena. Le vele erano bianche, e sulla bandiera c'era il simbolo della ciurma, una testa di gatto rossa. Nel complesso, era una nave dall'aspetto abbastanza insolito e inquietante. Nami l'aveva vinta all'inizio della sua carriera, nel Mare Orientale, giocando a poker contro un pirata leggermente ubriaco. Tra l'altro, era stata la prima e unica volta in cui non aveva barato. Ogni tanto pensava che sarebbe stato meglio prendere qualcosa di meno tetro, ma tutte le volte si ripeteva che all'epoca non avevano abbastanza soldi (non che ora ne avessero chissà quanti). E poi, non capitava spesso che qualcuno fosse così ubriaco da giocarsi la nave. Inoltre, c'era un gradevole effetto collaterale: l'aria tetra della nave riusciva a intimorire chiunque, Re del Mare compresi.
 
Scambiato un cenno di saluto con Sabo e Kuina, i due fratelli andarono in direzioni diverse: Ace nella cambusa a controllare le provviste (nel caso si fossero dimenticati qualcosa) e Nami sulla prua, a controllare il Log Pose incastonato nel timone (un'altra particolarità di quella nave). Aveva appena finito di registrare il magnetismo dell'isola, ma decise di aspettare che Ace terminasse l'inventario (era compito suo e di Sabo levare l'ancora, come aveva stabilito lei stessa con un paio di pugni ben assestati, all'inizio della loro carriera). Si appoggiò quindi coi gomiti al parapetto e guardò il mare. Era calmo, ma c'era abbastanza vento da permettere la navigazione.
 
Preso lo zainetto che portava sempre con sè, lo aprì e tirò fuori qualcosa di cui era entrata in possesso qualche giorno prima, su un'altra isola. Si trattava di un Frutto del Diavolo, grosso e di colore viola, con alcune foglie verdi sulla cima. Lo aveva "acquistato" da un mercante troppo occupato a fissarle la scollatura. Ovviamente, si era dileguata prima che potesse accorgersene.
 
Era indecisa se mangiarlo o meno. Non le era mai importato molto di non essere forte fisicamente, visto che era molto intelligente e aveva attorno dei compagni forti. E l'idea di non poter più nuotare la metteva a disagio, visto che, tra le altre cose, adorava fare il bagno in mare completamente nuda (se era sola, ovviamente). Tuttavia, considerando la maggiore pericolosità del Grande Blu, e il fatto che non poteva sempre fare affidamento sugli altri per proteggersi, stava avendo qualche ripensamento. Decise di chiedere consiglio a Sabo e Kuina.
 
- Ragazzi, avrei bisogno di un parere.-
 
- Spara.-
 
- Vi ricordate quel Frutto del Diavolo di qualche giorno fa? Non ho ancora deciso se mangiarlo o meno. Voi cosa ne pensate?-
 
- Mah, io ti consiglierei di mangiarlo.- disse Sabo.
 
- Già. Qualunque abilità abbia, ti potrebbe essere utile. E volendo, potresti sempre trovare un altro modo per nuotare. Un salvagente, magari.- disse Kuina.
 
- Per caso lo vuole uno di voi?-
 
- No. Le mie spade sono più che sufficienti.-
 
- Lo stesso dicasi del mio bastone. E poi non mi piace l'idea di non poter più nuotare.-
 
Nami guardò il frutto, dubbiosa.
 
- Vabbè. Vediamo che sapore ha.- Diede un primo morso al frutto. Aveva un sapore leggermente amaro, ma non era male. Continuò a mangiare, e in pochi secondi finì. Per concludere, emise un rutto che provocò le risate dei suoi due compagni.
 
- Ed ecco che si manifestano i poteri dell'incredibile Frutto Gas Gas. La prossima volta, sarà qualcosa di più odoroso.- disse Sabo ridendo.
 
- Finiscila, scemo!- rispose Nami, dandogli un colpetto sulla spalla.- I poteri non si manifestano così presto.- Passato un minuto, provò a sforzarsi per provocare un effetto, ma non successe niente.
 
- Hmm, nulla. Vabbè, aspetterò.-
 
A quel punto sentì un rumore di passi pesanti, seguiti da grida e imprecazioni varie. Si girò e vide che tre uomini erano saliti sulla nave. Avevano tutti e tre le spade sguainate e un'espressione feroce dipinta in volto.
 
- Ti abbiamo trovato, finalmente!-
 
- Ridacci i soldi che ci hai rubato, ragazzina!-
 
- Oh, merda!- imprecò Nami.
 
- Che succede?- chiese Ace, giunto nel frattempo.
 
- Sono i tre gonzi che ho ripulito prima, alla taverna.-
 
Ace alzò un sopracciglio e guardò sua sorella come per rimproverarla.
 
- E meno male che il trucco era impossibile da scoprire!-
 
- Smettetela di blaterare! Vogliamo i nostri soldi!-
 
- E adesso?- chiese Sabo.
 
- Posso occuparmene io...- disse Kuina accarezzando l'elsa di Wado Ichimonji.
 
- No.- disse Ace- Ci penso io.- Puntò l'indice contro i tre uomini e gridò- MINI TORNADO!-
 
Sotto i piedi dei tre uomini si formò un mulinello che li sollevò di qualche metro, li fece imprecare come mai nella loro vita e li scaraventò lontano. Ace sollevò un pugno in aria.
 
- SI'! Il Tifone Umanoide colpisce ancora!-
 
- Non li avrai mica uccisi?- chiese Sabo.
 
- Naah, tranquillo. Li ho solo spediti dall'altra parte dell'isola. Si ritroveranno un pò ammaccati, ma vivi. In quanto a te...- si avvicinò a Nami-...da oggi niente più poker. Ci penserò io a raccogliere i soldi. E non provare a protestare. Sarai anche il capitano di questa nave, ma io sono pur sempre tuo fratello maggiore.-
 
Nami non potè fare altro che annuire. Stavolta, Ace aveva ragione. Diede ordine di levare l'ancora e salpare. Non appena si avvicinò al timone, sentì degli altri passi, stavolta seguiti da una voce femminile molto pacata.
 
- Scusate il disturbo, ma mi è sembrato di capire che siate in procinto di salpare.-
 
I quattro pirati si voltarono e si trovarono davanti una giovane donna, con indosso degli occhiali da sole con le lenti a specchio. Aveva un vestito blu scuro con il cappuccio alzato, degli stivali dello stesso colore e un enorme zaino sulle spalle.
 
- E tu cosa vuoi?- chiese Ace.
 
- Solo un passaggio fino all'isola di Little Garden, e a qualcuna delle isole successive.-
 
- Forse non te ne sei accorta, ma questa è una nave pirata, non un traghetto. E poi, anche se volessimo dartelo, il passaggio, non potremmo. Abbiamo già tracciato la rotta per la prossima isola, e non abbiamo la più pallida idea di dove sia questa Little Garden.-
 
- Per la rotta, non ci sono problemi. Ho con me alcuni Eternal Pose. E posso pagarvi profumatamente.- Tirò fuori da una tasca un sacchetto, lo aprì e ne tirò fuori alcune monete d'oro.
 
A quella vista, gli occhi di Nami si illuminarono di un bagliore sinistro. Corse ad afferrare il sacchetto e strinse la mano alla nuova venuta.
 
- Ma certo, carissima! Dammi pure l'Eternal Pose e ti accompagneremo ovunque vorrai! Vieni, ti presento il resto della ciurma: il biondo si chiama Sabo, la ragazza con le spade è Kuina e lui è Ace.- Questi ultimi scossero il capo, rassegnati. Quando Nami aveva a che fare col denaro, perdeva la ragione.
 
- Scusa, ma non ti sei ancora presentata.- disse Sabo.
 
- Ah, sì, scusate.- Si tolse gli occhiali e si abbassò il cappuccio, rivelando un paio di profondi occhi scuri e una lunga chioma corvina.- Il mio nome è Ayla.-
 
Mentre Nami iniziava a manovrare il timone, Kuina si avvicinò alla nuova arrivata.
 
- Scusa, ma...per caso, tu e io ci siamo già incontrate?-
 
- No. Non ti ho mai visto, prima d'ora.-
 
- E allora perchè ho l'impressione di averti già vista da qualche parte?-
 
- Non saprei. Forse mi confondi con qualcun altro.-
 
- Già, dev'essere per forza così.- Nonostante quelle parole, Kuina aveva la netta impressione di aver già visto quella donna. Decise pertanto di tenerla d'occhio. Anche se era innocua, era sempre meglio non fidarsi. Se poi si fosse rivelata pericolosa, l'avrebbe fatta a fette.
 
***
 
Sanji si mise in bocca l'ennesima sigaretta della giornata. Ogni volta che partiva per una missione, diventava talmente agitato che fumava più del solito. Non era paura, ma eccitazione mista a voglia di menare le mani.
 
Tirò una boccata e si appoggiò sul parapetto. Pochi secondi dopo, venne raggiunto da Nojiko.
 
- Capitano.- Fece per mettersi sull'attenti, ma la donna lo bloccò.
 
- Oggi non sono in vena di formalità. Dammi del tu e chiamami Nojiko. Mi daresti una sigaretta?-
 
Il Ciclope le porse una sigaretta e gliela accese. Nojiko iniziò subito a sbuffare fumo dalla bocca.
 
- Ah, grazie. Ci voleva proprio. E per fortuna non c'è Rufy a rompere le scatole. Con tutto quello che ha mangiato, dormirà per almeno un paio d'ore.-
 
- E' un salutista?-
 
- Già, sia lui che il nonno. Una volta mi hanno beccata e mi hanno fatto una testa così. Ovviamente, non li ho ascoltati. Mi sono solo fatta più furba.-
 
I due marine sorrisero.
 
- A proposito di famiglia, mi stavo chiedendo una cosa- disse Sanji- Come mai ha...hai deciso di affrontare questa missione?-
 
- Che vuoi dire?-
 
- Beh, insomma, se si trattasse di un membro della mia famiglia, io mi sentirei un pò strano a dargli la caccia.-
 
- In effetti, ci ho pensato sù parecchio prima di chiedere a Sengoku di assegnarmi la missione. Alla fine, ho deciso che era mio dovere arrestarli, visto che hanno scelto la strada della pirateria. La Giustizia viene prima di tutto.- Tirò un'altra boccata.- E tu? Hai qualche parente che ha scelto la strada sbagliata?-
 
L'espressione del biondo si fece più cupa.
 
- No, io...non ho famiglia. Sono solo al mondo. Almeno, per quanto ne so.-
 
- Che vuoi dire?-
 
- Non è una bella storia. Sei sicura di volerla sentire?-
 
- Certo.-
 
- Va bene.- Si schiarì la voce e iniziò a parlare.
 
- Non ho memoria della mia famiglia d'origine, probabilmente mi hanno abbandonato quando ero piccolo. Ricordo solo che vengo dal Mare Settentrionale e che per un periodo ho lavorato come aiuto-cuoco su alcune navi. Un giorno, durante una tempesta, la nave su cui mi trovavo fu attaccata dai Cuochi Pirati, capeggiati da Zef Piede Rosso. Prima che se ne andassero, un'onda travolse la nave e finimmo tutti in acqua. Per qualche strano motivo, Zef mi salvò e riuscì a recuperare alcune provviste. Rimanemmo su un isolotto per un sacco di tempo, al punto che diventammo magri come scheletri. Soprattutto Zef: mi aveva lasciato tutte le sue provviste, ed era andato avanti mangiandosi una gamba.-
 
Sentendo quell'ultima parte, Nojiko rabbrividì.
 
- Comunque, alla fine ci salvarono. Zef decise di lasciar perdere la pirateria e aprimmo un ristorante galleggiante nel Mare Orientale, il Baratie. Ebbe un tale successo che dovemmo assumere subito del personale. Per un pò, quella fu la mia casa.- Abbassò lo sguardo e getto la cenere della sigaretta in mare- Poi, un giorno, arrivarono gli uomini pesce di quel tipo, quello che poi fu ucciso da Aokiji...come si chiamava?-
 
- Arlong.-
 
- Già, lui. Dicevo, durante la loro fuga passarono per il nostro ristorante. Entrarono e iniziarono a uccidere tutti.- Le mani iniziarono a tremargli.- Lo ricordo come se fosse ieri. Uno di quei mostri staccò la testa a Zef e poi mi attaccò. Io cercai di difendermi, ma quello mi buttò a terra e mi cavò un occhio. Stava per darmi il colpo di grazia, ma all'ultimo minuto Arlong urlò ai suoi di muoversi perchè Aokiji stava per raggiungerli. Così, prima di andarsene, quei mostri affondarono il ristorante.- Fece una breve pausa e continuò.- Alla fine, Aokiji mi salvò e mi portò con sè. Riuscii a vedere tutta la sua battaglia contro gli uomini pesce. Urlai di gioia nel vedere quegli esseri immondi ridotti a ghiaccioli e poi fatti a pezzi. Almeno, i miei compagni erano stati vendicati.- Finì di fumare e gettò la sigaretta in acqua.
 
- Dopo, siccome non sapevo cosa fare, Aokiji mi convinse a entrare in Marina e mi prese sotto la sua ala. Il resto, come si suol dire, è storia.-
 
Nojiko rimase in silenzio per un pò, pensando a quello che aveva sentito.
 
- E non hai proprio nessuno? Che so, un amico, o magari una fidanzata?-
 
- Beh, sì, di amici ne ho incontrati parecchi nell'ultimo periodo. E niente fidanzata- si appoggiò una mano sul cuore e la bocca gli si allargò in un sorriso inquietante- Nel mio cuore c'è posto per tutte le donne del mondo!-
 
Nojiko ridacchiò.
 
- Bene, perchè stavo giusto pensando una cosa...- Gli si avvicinò, gli mise una mano sulla spalla e gli appoggiò il seno sul braccio.
 
- Ti andrebbe di venire nella mia cabina a farmi compagnia?-
 
A quelle parole, il Ciclope indietreggiò e assunse un'espressione terrorizzata.
 
- M-m-meglio di no. Il Vice-Ammiraglio Garp mi ha "consigliato" di starti lontano.- Si massaggiò il punto della nuca dove Garp lo aveva colpito più e più volte.- E poi c'è tuo fratello. Potrebbe svegliarsi da un momento all'altro.-
 
- Innanzitutto, il nonno non è qui, e se nessuno glielo dice non lo saprà. Rufy, poi, si sveglierà tra un paio d'ore. Fa sempre così, quando mangia. E comunque...tecnicamente sono un tuo superiore. Potrei ordinartelo.-
 
Sanji guardò meglio la donna che aveva davanti. Aveva dei capelli che le incorniciavano il viso in maniera sublime. Le labbra erano una vera e propria gioia per gli occhi, e quel petto...che diamine, era troppo invitante per dire di no!
 
- Beh, se è così...gli ordini sono ordini.-
 
Più tardi, Sanji si pentì amaramente di quelle parole. Nojiko a letto aveva una personalità estremamente dominante e aggressiva. L'esperienza lo traumatizzò talmente tanto che, appena credette che la donna si fosse addormentata, cercò di svignarsela.
 
- Dove vai?-
 
Vistosi scoperto, tirò fuori la prima scusa che gli venne in mente.
 
- Ehm...esco un attimo a fumare.-
 
- Non hai capito. Era una domanda retorica. Intendevo: dove credi di andare?- Afferrato il polso del biondo, Nojiko lo scaraventò sul letto, gli salì sopra e lo guardò dritto negli occhi, le unghie saldamente piantate nella sua carne.
 
- Ho ancora fame!-
 
Di fronte a tanta aggressività, il povero Ciclope non potè fare altro che tremare per la paura e mormorare:
 
- Mamma!-
 
NOTA DELL'AUTORE: Innanzitutto, tre cose:
 
1-Se qualcuno di voi ha già capito quale frutto ha mangiato Nami o chi sia in realtà Ayla, vi chiedo di non rovinare la sorpresa e di tenere per voi l'informazione. Svelerò ogni mistero a tempo debito.
 
2-Il Frutto Wind Wind è una mia idea (sicuramente ci sarà un frutto che dà i poteri del vento, ma finora non è comparso). Se vi sembrerà che gli attacchi abbiano dei nomi un pò idioti, vi chiedo scusa. Purtroppo non mi sono venuti in mente nomi migliori.
 
3-Anche se il Sanji di questo AU è un pò diverso, il suo sogno rimane sempre trovare il Cuore dei Mari. Ed ha sempre la stessa cosa in testa.
 
E ora, qualche altra spiegazione.
 
Innanzitutto, l'idea di far sopravvivere Sabo e Kuina è dovuta a due fattori: da un lato, l'Effetto Farfalla. Dall'altro, il fatto che si tratta di personaggi poco sfruttati nelle fanfiction (come pure Nojiko). Inoltre, trattandosi delle loro versioni adulte, e per di più di un AU, ho potuto sbizzarrirmi nel delineare le loro caratteristiche.
 
Fisicamente, la versione adulta di Kuina è molto simile a Tashigi, ma senza occhiali e con un'aria più sexy. Il suo carattere e lo stile di combattimento sono simili a quelli di Beatrix Kiddo, il personaggio interpretato da Uma Thurman nel film "Kill Bill". Vi ricordate poi quando nei flashback si lamentava del fatto che non avrebbe mai potuto essere forte quanto un maschio? In questo AU ha compensato le sue mancanze fisiche con un'enorme forza di volontà. Dopo la morte di Zoro (se vi sembra strano, ricordatevi che in un altro flashback si scopre che l'isola di Zoro è vicina a quella di Rufy, quindi l'Effetto Farfalla ha colpito anche lui) si è fatta un culo così in anni e anni di duro allenamento, e adesso è diventata forte quanto un uomo. Inoltre, a differenza del nostro amato Testa d'Alghe, ha un ottimo senso dell'orientamento ed è molto più incline a uccidere.
 
Sabo, invece, l'ho immaginato simile al Bonus di "Avanti un altro" (se non sapete chi è, cercate un'immagine su Google). Caratterialmente, è simile a Robin: molto intelligente e con una personalità abbastanza calma, tanto che spesso deve agire per raffreddare i suoi compagni più vivaci. Lo si può considerare la parte tranquilla della ciurma.
 
Due parole anche su Nojiko: nel poco che si è visto di lei durante la saga di Arlong Park, mi ha dato l'impressione di essere una persona molto seria e determinata. La sua controparte di questo AU è solo un tantino diversa: molto aggressiva e inflessibile quando si tratta del suo lavoro. Insomma, una specie di Akainu con le tette. Non pensate però che sia un mostro: ha anche un lato umano, e in fondo vuole bene ai suoi fratelli e a sua sorella.
 
Detto questo, vi do appuntamento fra due settimane col prossimo capitolo, in cui:
 
-Vedremo il secondo dei tre Crack Pairings di questa storia (a proposito, che ve ne pare dell'accoppiata Sanji/Nojiko?).
 
-Entreranno in scena alcuni personaggi destinati a fare una brutta fine.
 
-Le cose inizieranno a farsi interessanti per la Gatta Rossa e i suoi compagni. E quando dico interessanti, lo intendo nel senso dell'antica maledizione cinese "Possa tu vivere in tempi interessanti".
 
Alla prossima, cari lettori.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Preludio a uno scontro ***


Capitolo 4: Preludio a uno scontro
 
Ayla si girò sul fianco destro, cercando di riprendere sonno. Niente da fare. Da un pò di tempo a questa parte, aveva iniziato a soffrire di insonnia. Molto probabilmente, era dovuta al forte nervosismo che l'aveva accompagnata negli ultimi mesi, nervosismo accentuato da alcune notizie arrivatele di recente tramite il lumacofono.
 
Si mise sul fianco sinistro, ma alla fine decise di alzarsi dal letto e fare due passi. Uscì dalla stanza in cui Nami l'aveva sistemata al momento della partenza e guardò il cielo. Era una bella notte, col cielo colmo di stelle e la luna piena che illuminava il mare. C'era una leggera brezza che increspava l'acqua e gonfiava le vele. L'avrebbe apprezzata maggiormente, se non fosse stato per lo stato d'animo in cui si trovava.
 
Iniziò a camminare in avanti, osservando le vele e lo scafo della nave. Ad un certo punto, passando vicino a una porta con un oblò, sentì un rumore provenire dalla sua destra. Tese l'orecchio per sentire meglio: era un rumore a metà strada tra il grugnito di un animale e il ronzio di una motosega. Guardò nell'oblò e vide Ace sdraiato a pancia in giù su un letto, gli occhi chiusi e un rigagnolo di bava che gli colava dalla bocca spalancata. Nel complesso, sembrava più un orso in letargo che un umano.
 
Distolse lo sguardo e continuò a camminare. Arrivò davanti a un'altra porta, e stavolta sentì un rumore leggermente diverso da quello di prima. Guardò nell'oblò e vide, illuminate dalla fioca luce di un lanternino, le gambe lisce di Kuina intrecciate sul didietro peloso di Sabo, che si muoveva in modo simile a uno stantuffo, lento e costante. Non si riusciva a vedere molto altro, ma dai grugniti che emettevano sembrava che si stessero divertendo un mondo.
 
Si allontanò con un leggero sorriso. Continuò a camminare e arrivò nella zona anteriore della nave, dove, appoggiata al timone, trovò Nami intenta a scrutare l'oceano. A un certo punto, la Gatta Rossa si girò e la salutò.
 
- Ciao, Ayla. Non riesci a dormire?-
 
- Ciao...Nami, giusto? No, non riesco a dormire e ho pensato di fare due passi. Tu, invece?-
 
- Turno di guardia. Oggi tocca a me.-
 
Ayla annuì e si appoggiò al parapetto.
 
- Stavo osservando la tua nave. Ha un aspetto molto singolare. Posso chiederti dove è stata costruita?-
 
- A dire il vero non lo so. L'ho vinta tempo fa, giocando a poker contro un pirata del Mare Orientale. Era all'inizio della mia carriera da pirata.-
 
- Vieni dal Mare Orientale?-
 
- Esatto. Sono partita da lì assieme a Ace e Sabo. Abbiamo prima passato un pò di tempo nei Quattro Mari, per farci le ossa, poi siamo venuti nel Grande Blu. Kuina si è unita a noi nel Mare Meridionale.-
 
- Anche lei una pirata?-
 
- No, era una cacciatrice di taglie. L'abbiamo aiutata a catturare un tizio a cui dava la caccia, e ha deciso di unirsi a noi. Anche se forse è stato principalmente merito di Sabo. Fra quei due è stato amore a prima vista.- Sorrise.
 
- Capisco. Per caso anche tu e Ace...-
 
- Cosa...oh.- Si mise a ridere.- No, a me gli uomini non piacciono. E poi Ace è mio fratello.-
 
- Davvero? Non vi somigliate molto.-
 
- E' perchè siamo stati adottati. Vedi, siamo in quattro: due femmine, io e mia sorella Nojiko, e due maschi, Ace e nostro fratello Rufy. Nostro nonno, Garp, ha trovato e adottato prima Ace, poi me e Nojiko. Rufy, invece, è il suo discendente naturale.-
 
- Aspetta...intendi Monkey D. Garp? L'Eroe della Marina?-
 
- Proprio lui. A proposito, anche Rufy e Nojiko sono in Marina.-
 
- E non hanno detto niente? Cioè, non si sono opposti quando gli avete detto che volevate fare i pirati?-
 
Nami sorrise.
 
- In effetti, al nonno è venuto un mezzo infarto quando glielo abbiamo detto. Ha cercato di dissuaderci, ma poi ci ha lasciato andare. In fondo, lo sa che non siamo dei criminali. E Rufy ha avuto la stessa reazione. Nojiko, invece...- abbassò lo sguardo e sospirò-...beh, lei non l'ha presa bene. Su certe cose è molto rigida.- Si accarezzò una ciocca di capelli e alzò lo sguardo- Tu, invece? Che storia hai?-
 
- Beh, ecco...- abbassò lo sguardo, palesemente intristita dalla domanda- Non ho avuto una bella vita. Ma non vorrei parlarne, se non ti spiace. Diciamo solo che sono una ricercatrice.-
 
- Va bene.- Si morse il labbro inferiore e guardò Ayla.- Dimmi, c'è...c'è qualcuno nella tua vita? Qualcuno di speciale, intendo.-
 
- No, sono sola. Perchè?-
 
Nami si avvicinò ad Ayla sorridendo. Appoggiò i gomiti al parapetto e le sfiorò la mano con fare sensuale, guardandola negli occhi. Ayla si ritrasse, come se quel contatto fisico l'avesse infastidita.
 
- No.-
 
- Oh, scusa. Sei etero...-
 
- No, non è quello. E' che...non mi va di parlarne.-
 
- Va bene, scusa.- Nami abbassò lo sguardo, imbarazzata. Per cercare di rimediare al piccolo incidente, decise di porre una domanda all'altra donna.
 
- Senti, per caso sai qualcosa dei Frutti del Diavolo?-
 
- Sì, so alcune cose. Perchè?-
 
- Vedi, prima di partire ho mangiato un Frutto che avevo...trovato tempo fa. Era viola, grosso e con delle foglie verdi in cima. Sai per caso che Frutto è?-
 
- Non saprei. E' una descrizione un pò vaga. Che tipo di poteri ti ha dato?-
 
- Non si sono ancora manifestati. Ed è strano, di solito arrivano subito. A Ace sono venuti dopo pochi minuti.-
 
- Hmm, fammi pensare...forse ho capito. Per caso, sei appena entrata nel tuo periodo mestruale?-
 
- Sì, è iniziato ieri.-
 
- Ecco spiegato il motivo. Se una donna mangia un Frutto del Diavolo durante il periodo mestruale, i poteri si manifesteranno in ritardo.-
 
- Davvero? Come è possibile?-
 
- Nessuno lo sa. Comunque, non devi preoccuparti. Si tratta solo di aspettare qualche giorno.-
 
- Bene, mi sento più tranquilla.- Si coprì la mano con la bocca e sbadigliò- Che sonno. Questi turni di guardia sono una tortura.-
 
- Se vuoi, posso continuare io. Tanto, ormai non riuscirei più a prendere sonno.-
 
- Grazie, sei proprio gentile. E scusami ancora per prima.-
 
La notte proseguì senza problemi di alcun tipo. La mattina dopo, quando il sole era ormai alto nel cielo, la Morte Nera arrivò nei pressi di Little Garden.
 
Sabo prese un cannocchiale e lo puntò in direzione dell'isola.
 
- Hmm, ha un aspetto davvero insolito...- guardò meglio nella lente- E quello che diavolo è?-
 
- Cosa hai visto?- chiese Nami.
 
- Era una specie di lucertola gigante.-
 
- Quello era un dinosauro.- disse Ayla.- Vedete, qui nel Grande Blu ci sono isole in cui il tempo si è fermato a migliaia di anni fa. Little Garden è una di queste. Qui vivono ancora dinosauri e altri animali che nel resto del mondo si sono estinti.-
 
- E sono pericolosi?- chiese Ace.
 
- La maggior parte no. Perlopiù, i dinosauri sono erbivori. Ma esistono anche diverse specie carnivore.-
 
- CARNIVORE?!- urlò Nami.
 
- Esatto, ma se si prendono certe precauzioni si possono evitare. Ad esempio, evitare di fare troppo rumore. Ma dovremo comunque stare attenti.-
 
La ciurma stabilì di lasciare Kuina a guardia della nave, mentre il resto di loro avrebbe accompagnato Ayla. All'inizio, Nami era un pò riluttante, ma la promessa di un ulteriore pagamento le fece cambiare idea in un istante.
 
Scesi dalla nave, Ace e Sabo si misero rispettivamente davanti e in retroguardia, con Nami e Ayla nel mezzo. Camminarono per un pò all'interno della foresta più fitta che avessero mai visto. Presto, scoprirono che sull'isola non c'erano solo dinosauri. Furono infatti assaliti da un nugolo di zanzare, che Ace riuscì a disperdere con i suoi poteri. Ma non prima che una di loro riuscisse a pungere Nami, senza che però nessuno se ne accorgesse.
 
Ad un certo punto, la foresta finì, e si ritrovarono in una radura che sembrava essere stata attraversata da un qualche tipo di cataclisma. C'erano alberi abbattuti, qualche pietra e due scheletri giganteschi ricoperti di una materia che sembrava...cera?
 
- Ma che diavolo è successo, qui?- disse Ace, grattandosi la testa.
 
- Chi lo sa.- Disse Ayla- Comunque, il luogo che sto cercando è qui vicino. Dobbiamo solo...- Non fece in tempo a finire la frase che venne interrotta da un urlo disumano proveniente dalla foresta. Subito dopo, dagli alberi saltò fuori un uomo dagli enormi avambracci, con addosso solo una camicia strappata e un paio di mutande. Aveva l'aria affaticata, come se avesse corso a lungo. Appena li vide, gli corse incontro, ansimando.
 
- PER FAVORE, AIUTATEMI!-
 
- Ma che...- fece per dire Nami, ma venne interrotta da un'altra voce, questa volta più calma.
 
- Avanti, Cutty Flam, smettila di correre! Stai solo procurando fastidi a entrambi.-
 
Dal bosco venne fuori un uomo vestito dalla testa ai piedi di nero, con un lungo naso di forma quadrata. Si fermò e guardò Nami e gli altri.
 
- Chiunque voi siate, fareste meglio a farvi da parte. Quest'uomo è un criminale ricercato dal Governo, e se...- fissò lo sguardo su Ayla e strinse le palpebre- Aspetta, ma tu...- Sgranò gli occhi e si battè una mano sulla gamba- Ma guarda un pò! Quando si dice prendere due piccioni con una fava! Non mi aspettavo proprio di trovare anche te.-
 
- Che succede, Ayla? Chi è quell'uomo?- chiese Nami.
 
Ayla non rispose. Tremava e sembrava paralizzata dalla paura. Aprì la bocca, ma le vennero fuori solo due lettere e un numero.
 
- CP9.-
 
***
 
Shanks il Rosso guardò uno per uno i membri della sua ciurma. Si schiarì la voce e iniziò a parlare.
 
- Vista l'ora tarda, cercherò di essere breve. I miei informatori mi hanno fatto sapere che sono riusciti a trovare il capitano Kuro. Si trova ad Alabasta, assieme al suo alleato Crocodile.-
 
La ciurma cominciò a mormorare. Avevano previsto di dover affrontare Kuro e fargliela pagare per i suoi misfatti, ma avere a che fare con Crocodile era tutta un'altra faccenda. Ex pirata, ex membro della Flotta dei Sette e attuale padrone di Alabasta, con una taglia di 160.000.000 di berry. Insomma, non era un tipo da prendere alla leggera.
 
Shanks zittì tutti con un cenno.
 
- Lo so cosa state pensando, ma non dovete preoccuparvi. Sto già pensando a un piano per evitare Crocodile. Dovremo solo arrivare, eliminare Kuro e andarcene. Non sarà facile, ma ce la faremo. Neanche noi siamo da sottovalutare. Dico bene, ciurma?-
 
La ciurma rispose urlando e alzando i pugni al cielo.
 
- Bene. Ora andate a riposarvi. Domattina penseremo a tutto.-
 
Mentre gli altri iniziavano ad allontanarsi, due uomini si avvicinarono a Shanks: Yasop e il membro più singolare della ciurma, Brook lo scheletro.
 
- Shanks, sei proprio sicuro di...- fece per dire Yasop, ma venne interrotto da un cenno del suo capitano.
 
- Ne abbiamo già parlato. Quello che ha fatto Kuro è un come se fosse stato fatto all'intera ciurma. E poi, te lo ripeto: neanche noi siamo da sottovalutare.-
 
Yasop non disse nulla.
 
- E tu, Brook? Cosa hai da dirmi?-
 
- Shanks, voglio partecipare anch'io all'azione. Stavolta si tratta di vendicare un nostro compagno. Non posso starmene indietro!-
 
- Brook, quante volte te lo devo ripetere? Non puoi combattere in queste condizioni.-
 
Shanks si riferiva al braccio mancante di Brook, perso tempo prima durante lo scontro con Moria a Thriller Bark.
 
- Rimarrai qui, a fare la guardia alla nave. Custodirai anche il mio cappello e Acqua d'Autunno.-
 
- Ma...-
 
- Niente ma, Brook. E ora andate a dormire. Ci aspetta un compito difficile.-
 
I tre pirati si separarono a andarono nei loro alloggi. Prima di stendersi sul letto, Yasop tirò fuori da una tasca una foto che aveva scattato a suo figlio prima di lasciare il Mare Orientale, anni prima. Il piccolo Usop era in braccio a sua madre e sorrideva al fotografo.
 
Yasop iniziò a piangere. Ogni volta che vedeva quella foto, si ricordava la scena raccapricciante che aveva trovato quando era tornato al suo villaggio: le case bruciate, gli abitanti uccisi, suo figlio ridotto ad un ammasso insanguinato di ossa rotte. Lo aveva seppellito lui stesso. Si rimise la foto in tasca e si asciugò le lacrime.
 
- Non preoccuparti, Usop. Ci penserà tuo padre a vendicarti!-
 
 
NOTA DELL'AUTORE: Prima che iniziate a tempestarmi di domande riguardo Kuro e Brook ricordatevi una cosa: effetto farfalla. Soprattutto, ricordatevi che in questo mondo Shanks ha passato molto più tempo in mare. Un giorno è passato per il Triangolo Florian, ha incontrato Brook e lo ha aiutato ad uccidere Moria e a riprendersi la sua ombra, riuscendo anche a prendersi Acqua d'Autunno.
 
Per quanto riguarda il resto del capitolo, spero che vi sia piaciuto. A proposito, che ve ne pare della coppia Sabo/Kuina? (Non chiedetemi come mi è venuta in mente, perchè non lo so nemmeno io).
 
Un'ultima cosa: l'omosessualità di Nami e i poteri in ritardo a causa delle mestruazioni sono mie idee. Non so se effettivamente sia così.
 
Comunque, ci rivediamo tra due settimane col prossimo capitolo, in cui ci saranno alcune scene che vi mostreranno quanto questo mondo sia diverso dall'originale (una piccola anticipazione, visto che sono un bastardo: Marshall D. Teach farà una brutta fine).
 
Alla prossima, cari lettori.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Effetto farfalla-Parte 1 ***


NOTA DELL'AUTORE: Questo capitolo contiene scene ambientate in momenti differenti, con personaggi che non compariranno nel resto della storia. Perchè l'ho scritto, allora? Per mostrarvi quanto questo mondo sia cambiato. E anche per allungare un pò il brodo.
 
Sperando che gradirete, vi do appuntamento tra due settimane col prossimo capitolo, in cui:
 
- Vedremo un pò di azione
 
- Scopriremo la vera identità di Ayla
 
- Entrerà in scena nientepopodimeno che Crocodile!
 
Alla prossima, cari lettori.
 
 
Capitolo 5: Effetto farfalla-Parte 1
 
- IDRA!-
 
- DEATH WINK!-
 
L'energia lanciata dal Death Wink si scontrò con la massa di veleno dell'Idra. Per qualche secondo, sembrò che potesse prevalere, ma alla fine cedette. Il colpo lanciato dal direttore di Impel Down finì addosso a Emporio Ivankov. Quest'ultimo, già spossato dalla fatica e con numerose ferite che gli ricoprivano il corpo, cadde a terra rantolando per il dolore. Cercò di alzare il braccio destro, ma riuscì solo a sollevarlo di pochi millimetri: il veleno aveva iniziato a fare effetto.
 
Magellan gli si avvicinò, un'espressione neutra dipinta in volto.
 
- E' inutile che cerchi di combattere. E' finita, ormai.-
 
- Figlio...di...io...-
 
- Non agitarti, Emporio Ivankov. Ti provocherai soltanto delle sofferenze inutili. Lascia che il veleno faccia il suo corso.-
 
Mentre il suo avversario esalava l'ultimo respiro, Magellan si voltò a contemplare l'ambiente circostante: i suoi uomini stavano ancora combattendo duramente, ma ormai avevano la vittoria in pugno. Stimò che ci sarebbero voluti pochi minuti per concludere il tutto. A conferma di questo suo pensiero, il suo vice giunse in quel momento a fargli rapporto.
 
- Tutto procede a meraviglia, signor direttore. I detenuti stanno continuando a combattere, ma sono allo stremo. Non ci vorrà molto prima della loro sconfitta.-
 
- Ottimo.- Con la coda dell'occhio si accorse che Ivankov aveva finito di agitarsi. Lo guardò meglio per verificare se respirasse, ma il torace aveva smesso di muoversi. Era morto.
 
- Sai, Hannyabal, mi sono reso conto che bisogna dargli atto di una cosa.-
 
- Che cosa, signore?-
 
- Sono stati molto ingegnosi a creare questo livello nascosto, soprattutto considerando che non si sono fatti scoprire per così tanto tempo. Un vero colpo di genio, lo ammetto.-
 
- In effetti è vero, signore. Delle mezze tacche qualsiasi non avrebbero mai avuto un'idea simile.-
 
- Già, ma alla fine è stato tutto inutile. E' bastato fare qualche controllo particolarmente approfondito per scovarli.- Magellan sorrise. All'improvviso, sentì un rumore familiare, accompagnato da una sensazione di malessere nella zona intestinale. Si mise una mano sulla pancia e si rivolse al suo vice.
 
- Hannyabal, occupati tu degli ultimi dettagli. Io devo andare in bagno.-
 
- Sì, signor direttore!-
 
***
 
Marshall D. Teach inciampò in una corda e cadde a terra. Si rialzò e si mise a correre verso le scialuppe, sperando di riuscire a scappare prima che fosse troppo tardi. Sentì alle sue spalle dei passi affrettati accompagnati da grida poco amichevoli, e si mise a correre con più energia di prima. Si passò una mano sulla fronte per asciugare il sudore e sbuffò: non era abituato a correre in quel modo. E la sua enorme mole non lo aiutava per niente.
 
Quando fu vicino alle scialuppe sentì un sibilo alle sue spalle. Non fece in tempo a chiedersi che cosa fosse che sentì un dolore lancinante alla gamba. Urlò per il dolore e cadde a terra. Guardò la gamba e scoprì con terrore che era stata infilzata da una lama che conosceva fin troppo bene. Alzò lo sguardo e vide l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
 
Barbabianca lo guardava con un'espressione indecifrabile, un misto di disgusto e rabbia. Dietro di lui, gli altri membri dell'equipaggio della Moby Dick.
 
- Padre...-
 
- NON CHIAMARMI COSI'!-
 
Barbabianca si gettò su Teach e gli mise le mani attorno al collo, iniziando a strangolarlo. Teach cercò di divincolarsi, ma la presa di Barbabianca era troppo forte. Non aveva via di scampo.
 
- Padre...ti prego, fermati. Sono...pur sempre tuo figlio...-
 
- SMETTILA DI PARLARE! TU NON SEI PIU' MIO FIGLIO!-
 
Il cuore gonfio di rabbia, Edward Newgate strinse con tutta la sua forza il collo di Marshall D. Teach. Quest'ultimo emise dei lamenti e sgranò gli occhi, mentre la pelle del volto iniziava a cambiargli colore. Alla fine emise un ultimo sospiro e morì.
 
Barbabianca si alzò, estrasse la sua arma dalla gamba di Teach e si rivolse ai suoi figli, che erano rimasti a guardarlo in silenzio.
 
- Legatelo a qualcosa di pesante e buttatelo in mare!-
 
Mentre i suoi figli eseguivano l'ordine, il mastodontico pirata si incamminò lentamente verso il luogo dove Teach era stato beccato, riflettendo sull'accaduto. Com'era possibile che fosse successa una cosa del genere? Come aveva potuto Teach uccidere a sangue freddo Marco, il suo compagno, suo fratello? Fin da quando si era creato una sua ciurma, aveva cercato di instillare nei suoi uomini i valori della famiglia, di farli sentire come se fossero stati davvero fratelli. Come aveva fatto a fallire con Teach?
 
Doveva essere sempre stato malvagio, si disse, asciugandosi una lacrima. I suoi figli venivano dagli ambienti più disparati, alcuni dagli strati più bassi della società. Anche se ci avevano messo un pò ad ambientarsi, alla fine andavano sempre d'accordo tra di loro e con lui. Evidentemente, Teach aveva sempre avuto delle brutte intenzioni, ed era solo rimasto in attesa del momento propizio. Si chiese se per caso anche qualcun altro dei suoi figli avesse simili intenzioni. Purtroppo, non aveva modo di saperlo. Poteva solo stare attento e fare in modo che cose del genere non si verificassero mai più.
 
Arrivato a destinazione, guardò il cadavere insanguinato di Marco. Dopo avrebbe rimesso in ordine il cadavere e gli avrebbe dedicato un funerale coi fiocchi, ma ora aveva altro da fare. Si chinò e raccolse il Frutto del Diavolo che Marco aveva trovato e che Teach aveva cercato di rubare. Lo guardò per un secondo e poi lo scagliò in mare con tutta la sua forza.
 
- Vai a tentare qualcun altro con i tuoi poteri, maledetto!- Poi si girò, abbassò la testa e pianse.
 
***
 
-...E QUESTO E' PER RICORDARTI DI STARE ATTENTA, SCHIAVA!-
 
Kayme strinse i denti mentre la frusta le colpiva la schiena, lacerandole la pelle e provocandole un gemito di dolore.
 
- E ADESSO TORNA NELLA TUA VASCA!-
 
La sirena si tuffò in acqua, il volto rigato dalle lacrime. Da quando era stata catturata dai mercanti di schiavi, e poi venduta ai Draghi Celesti, la sua vita era diventata un autentico inferno. I suoi "proprietari" le facevano svolgere i compiti più umilianti, e la punivano con torture indicibili, spesso senza motivo. Aveva sperato che presto sarebbe finito tutto, che sarebbe venuto qualcuno a liberarla o che almeno sarebbe morta. Purtroppo, non era andata così. Altri schiavi, come il povero Pappagu, erano stati più fortunati. Erano morti dopo pochi giorni di prigionia.
 
Lei, invece, aveva dovuto sopportare la peggiore delle sorti possibili, qualcosa che non avrebbe augurato a nessuno.
 
Arrivata sul fondo della sua vasca, si sedette su una roccia e si strinse le braccia attorno al corpo, piangendo. Ogni giorno pregava perchè quel tormento avesse fine, ma fino a quel momento non era cambiato nulla.
 
Voglio morire, pensò. La morte, per quanto orribile le potesse sembrare, era un destino di gran lunga preferibile a una vita di schiavitù in mano a quei mostri. Tuttavia, essendo giovane, aveva ancora molti anni davanti a sè. Avrebbe potuto suicidarsi.
 
Già, ma come poteva fare?
 
Si guardò attorno. Alghe, sabbia, pietre...pietre? Ma certo, come aveva fatto a non pensarci prima?
 
Abbassò lo sguardo e, dopo un pò, trovò quello che cercava. Una pietra, abbastanza appuntita da tagliarle le vene. Lo strumento che le avrebbe ridato la libertà.
 
Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi. La lacerazione fu meno dolorosa di quanto si aspettava. Sorrise, mentre l'acqua attorno a lei si tingeva di rosso.
 
Finalmente, era di nuovo libera.
 
***
 
-...questa è, in definitiva, la situazione: i Cinque Astri di Saggezza hanno deciso di riconoscere, per il momento, il nuovo governo di Alabasta. Inoltre, hanno proibito alla Marina di intraprendere qualunque tipo di azione nei confronti di Crocodile, optando invece per l'utilizzo degli agenti della CP9. Che, come tutti sapete, sono molto più adatti di noi per le operazioni segrete.-
 
Sengoku fece una pausa e si aggiustò gli occhiali, osservando i pezzi grossi della Marina riuniti nella stanza.
 
- Ma allora perchè siamo qui? Qual’ è lo scopo di questa riunione?- chiese Akainu.
 
- E' presto detto.- Sengoku si schiarì la voce e riprese a parlare.- Crocodile ha rinunciato al suo status di membro della Flotta dei Sette. Dobbiamo decidere chi prenderà il suo posto.-
 
Nella stanza calò un silenzio tombale.
 
- Hmm. Questo sì che è un bel dilemma.- disse Aokiji.
 
- Già. I pirati tra cui scegliere non mancano di certo.- disse Kizaru, accarezzandosi il mento.- Il problema sarà trovare qualcuno che accetti.-
 
- A questo proposito, posso aiutarvi io, signori.-
 
Tutti i presenti si girarono e videro, di fianco all'entrata, una giovane donna vestita in maniera decisamente bizzarra.
 
- E tu chi diavolo sei? Come hai fatto a entrare?- ruggì Sengoku.
 
La ragazza sorrise e fece un breve inchino.
 
- Mi chiamo Perona, e faccio parte della ciurma di Absalom Testa di Leone. Il mio capitano desidera entrare nella Flotta dei Sette.-

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** L'umana violenza ***


Questo capitolo vi è offerto da...
 
Sei stanco dei soliti navigatori satellitari perfettini che non sbagliano mai strada? Prova uno dei Navigatori Satellitari Roronoa! Con le loro indicazioni ti porteranno sempre da tutt'altra parte! In questo modo conoscerai nuove persone, vedrai nuovi posti e farai girare l'economia ogni volta che farai il pieno! Inoltre, avrai anche la possibilità di avvicinarti alla religione, perchè dopo la seconda volta che avrai sbagliato strada inizieranno a scendere tutti i santi del cielo!
 
Navigatori Satellitari Roronoa! Il piacere di sbagliare strada.
 
 
 
Capitolo 6: L'umana violenza
 
Nami guardò Ayla con un'espressione interrogativa.
 
- CP9? Che razza di nome è?-
 
- Cipher Pol 9, una delle agenzie di spionaggio al servizio del Governo Mondiale. Io ne faccio parte, e il mio nome è Kaku.- rispose l'uomo in nero.
 
Lo sguardo di Nami saettò tra Kaku e Ayla. Quest'ultima continuava a tremare, e a fissare l'uomo in nero come se fosse stato il Diavolo in persona.
 
- E cos'è che vorresti, da questi due?- chiese Ace.
 
- Arrestarli e consegnarli alle autorità, in modo che ricevano ciò che meritano.-
 
- Ehi, aspetta un secondo.- disse Nami, mettendosi davanti ad Ayla.- Chi ci garantisce che quello che dici è vero? Per quanto ne sappiamo, potrebbe essere tutta una bufala.- La Gatta Rossa non si fidava di chi non conosceva. Soprattutto se, come l'uomo in nero, aveva un'aria inquietante. E quel naso, poi...Come ci si poteva fidare di qualcuno con un naso così?
 
- Ragazzina, sarà meglio che tu e tuoi compari vi leviate di torno. Questi due sono dei criminali, e chiunque li aiuti sarà trattato come loro. Se insisti nella tua condotta, sarò costretto a usare misure drastiche.-
 
Ace si diresse verso Kaku, guardandolo in cagnesco.
 
- Sai una cosa, amico? Se ce lo avessi chiesto gentilmente, avremmo anche potuto accontentarti. In fondo, noi siamo gente pacifica. L'ultima cosa che vogliamo è metterci nei guai con le autorità.- Strinse la mano destra in un pugno e la puntò verso Kaku.- Ma non dovevi permetterti di minacciare mia sorella! PUGNO EOLICO!-
 
La mano del Tifone Umanoide generò una massa di aria compressa che andò rapidamente verso Kaku, lo colpì allo stomaco mozzandogli il fiato e lo spedì addosso a un albero, causandone il crollo, la cui onda d'urto si estese agli alberi circostanti. Da questi si levarono alcuni strani volatili, che manifestarono il loro disappunto per il trambusto con grida irritate.
 
Sabo si avvicinò a Nami.
 
- Nami, ti sei portata il lumacofono?
 
- Sì.-
 
- Bene, allora chiama Kuina e dille di venire qui. E andate a nascondervi da qualche parte, svelti. Prevedo cazzi amari!-
 
Appena Nami, Ayla e Cutty Flam si furono allontanati, Sabo accorse al fianco di Ace.
 
- Dovevi proprio essere così brusco?- chiese il biondo.
 
- Non potevo permettergli di passarla liscia dopo aver minacciato Nami!- rispose il moro.
 
Intanto, il loro avversario si era rialzato, con una mano sullo stomaco e respirando affannosamente.
 
- Anf...anf...gran bel colpo, te lo concedo...anf. Vediamo però come te la cavi con questo. RANKYAKU!-
 
Kaku spostò leggermente la gamba destra all'indietro, portandola poi in avanti con uno scatto improvviso. Questa mossa creò una lama di vento falciforme che colpì Ace alla spalla, atterrandolo e procurandogli un taglio che iniziò subito a sanguinare.
 
- ACE!-
 
Sabo aiutò il suo compagno a rialzarsi.
 
- Ce la fai a stare in piedi?-
 
- Sì...- si mise una mano sul taglio- Porca troia, se fa male! Ma che cos'era?-
 
Kaku sorrise.
 
- Questa mossa si chiama Rankyaku. E' la quarta delle sei tecniche Rokushiki. E ne esistono anche delle varianti, come questa...- ripetè la mossa di prima, ma stavolta la lama di vento era più luminosa, al punto che abbagliò i due pirati.
 
- Ma che...-
 
Non fecero neanche in tempo a capire cosa fosse successo che vennero colpiti alle ginocchia da un colpo che li atterrò entrambi. Alzarono lo sguardo e si trovarono davanti Kaku con un ghigno malefico stampato in volto.
 
- Questa, invece, si chiama Soru. Permette di spostarsi ad una velocità tanto alta da diventare invisibili.- Iniziò a muovere le gambe e, in pochi secondi, svanì. Rialzatisi, Ace e Sabo si guardarono attorno spaesati.
 
- Ma dove...-
 
Ace venne colpito all'istante da una raffica di calci che lo fece urlare di dolore. Sabo strinse il bastone con entrambe le mani e piegò leggermente le gambe.
 
- Dove sei, figlio di puttana? Fatti vedere!-
 
Kaku riapparve davanti a lui con le braccia incrociate e il ghigno di prima.
 
- Allora, ne hai avuto abbastanza?-
 
Con un urlo, Sabo si lanciò sull'agente della CP9 roteando il bastone. Prima che potesse colpirlo, l'avversario mormorò:
 
- Tekkai!-
 
Quando il bastone colpì la testa di Kaku, quest'ultimo rimase impassibile. Sabo sgranò gli occhi. Di solito, quel colpo funzionava benissimo. Com'era possibile che quell'uomo non avesse sentito niente?
 
- Ma che...di che cosa sei fatto?-
 
- Questa si chiama Tekkai. Con la dovuta concentrazione, rende i muscoli duri come l'acciaio.-
 
Prima che uno dei due potesse fare alcunchè, una folata di vento li avvolse. La massa d'aria iniziò a girare vorticosamente fino a raggiungere una velocità impressionante. Colto di sorpresa, Kaku venne sbalzato all'indietro, e subito dopo un'altra folata di vento lo colpì dritto in faccia.
 
Sabo si girò e vide Ace con la mano sinistra tesa, mentre con l'altra mano si copriva la ferita alla spalla.
 
- Questo è per prima, stronzo!-
 
L'agente della CP9 si rialzò e fissò con odio i due pirati, digrignando i denti.
 
- Ora state davvero cominciando a stancarmi. Geppou!-
 
Cominciò a sferrare dei calci con entrambe le gambe, sollevandosi in aria come se stesse risalendo una scala invisibile. Ace e Sabo lo fissarono a bocca aperta. Quando ebbe raggiunto una certa altezza, guardò in basso.
 
- E ora beccatevi questo. Shigan!-
 
Tendendo le braccia in avanti, calò sui suoi avversari con una velocità impressionante, colpendoli con una raffica di colpi simili a quelli di una mitragliatrice. Caddero a terra, con numerose ferite sanguinanti.
 
Kaku, ansimando, guardò i due pirati.
 
- Poveri idioti, pensavate davvero di avere qualche speranza contro di me? Avreste fatto meglio a farvi da parte e a consegnarmi quei due. Ora...- sentì un dolore lancinante. Abbassò lo sguardo e vide una lama spuntargli dallo stomaco.
 
- Ma che...- non fece in tempo a finire la frase che dalla bocca iniziò a sgorgargli del sangue. Contemporaneamente, la lama che gli aveva trapassato lo stomaco iniziò a muoversi rapidamente verso l'alto, lacerandogli tutti gli organi che incontrava. Ebbe appena il tempo di rendersi conto di cosa stava succedendo che la lama gli tagliò in due prima il cuore, poi la gola e infine il cranio. Dalla ferita iniziarono ad uscire sangue e pezzetti di materiale organico. Cadde a terra con un tonfo sordo, creando una pozza di sangue che si allargava a vista d'occhio. Dietro di lui c'era Kuina con in mano Luna Oscura. Rinfoderata la spada, si rivolse ai suoi compagni.
 
- Non vi si può proprio lasciare soli.-
 
Sabo e Ace si erano rialzati e guardavano la spadaccina con un misto di sollievo e terrore. Erano contenti che gli avesse salvato la vita, ma vederla uccidere in quel modo un uomo...comunque, l'importante era che fosse tutto finito. Sabo si avvicinò a Kuina e le mise una mano sulla spalla.
 
- E brava la mia spadaccina!- Cercò di baciarla, ma venne allontanato bruscamente.
 
- Sabo! Lo sai che odio le smancerie in pubblico!-
 
Il biondo sorrise. Era tipico di Kuina: le dimostrazioni di affetto in pubblico la mettevano in imbarazzo, anche se erano tra amici. Non che la cosa gli dispiacesse, visto che si divertiva a provocarla. Per allentare la tensione dello scontro appena terminato, colpì con uno schiaffo il sedere della spadaccina, che lo ricambiò con un ruggito e uno sguardo minaccioso, con la risata di Ace in sottofondo.
 
Tornati sulla nave assieme ad Ayla e Cutty Flam (che disse di voler essere chiamato Franky), i pirati vennero medicati da Nami (che, oltre ad essere capitano e navigatore, aveva anche qualche nozione di pronto soccorso).
 
- Ecco fatto, ora siete a posto.- disse Nami, stampando poi un bacio sulla fronte di suo fratello e di Sabo.
 
Per circa un minuto, nella stanza regnò il silenzio più totale. Ad un certo punto, Ayla iniziò timidamente a parlare.
 
- Credo di dovervi qualche spiegazione.-
 
Gli altri la guardarono senza dire una parola.
 
- Tanto per cominciare, Ayla non è il mio vero nome. L'ho solo usato come copertura negli ultimi mesi.- Si scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
 
- Il mio vero nome è Nico Robin.-
 
***
 
Crocodile tolse il tappo dalla bottiglia e versò il vino nel suo bicchiere, poi in quello di Kuro, seduto dall'altro lato della scrivania.
 
- Allora, a cosa brindiamo?- chiese Kuro.
 
- Direi...alla riuscita del nostro piano.- gli rispose Crocodile alzando il bicchiere.
 
- Certo. Oh, quasi dimenticavo. Brindiamo anche a quei fessi della CP9. Che riposino in pace.-
 
I due uomini risero mentre i loro bicchieri si toccavano. Bevvero lentamente il vino e posarono i bicchieri sulla scrivania.
 
- Davvero magnifico. Viene dalle cantine reali?-
 
- Esatto. Il vecchio re sarà anche stato un idiota, ma aveva buon gusto.-
 
Rimasero in silenzio per un pò. Crocodile appoggiò i piedi sulla scrivania.
 
- Sai, un pò mi dispiace. In fondo, ho dovuto sacrificare molti dei miei uomini migliori...-
 
- HA!- gridò Kuro, battendosi una mano sulla gamba.- Bastardo ipocrita! E che cosa dovrei dire io, che ho dovuto sacrificare TUTTI i miei uomini?-
 
Risero ancora più forte di prima.
 
- Ora che mi viene in mente...quanto ci metterà a caricarsi?- chiese Crocodile.
 
- Non so. L'iscrizione non era completa.- gli rispose Kuro.- Comunque, credo che non ci vorrà chissà quanto. Un mese, a occhio e croce.-
 
- Va bene, aspetteremo. Un pò di tempo in più non fa differenza.-
 
- A proposito, hai già deciso come usarla? Chi attaccherai per primo?-
 
- Non ci ho ancora pensato. E comunque, per te la questione non ha alcuna importanza, visto che non ci sarai.-
 
- Cosa? Che...- La domanda di Kuro venne interrotta da una lama che decapitò il pirata. La testa finì sul pavimento, rotolando per qualche centimetro fino a fermarsi ai piedi del proprietario della lama. Guardandolo, Crocodile sorrise.
 
- Ottimo lavoro, Mr. 1.-
 
- Grazie, capo. Devo disporre del corpo come al solito?-
 
- Hmm...no. Dallo ai coccobanana. E' da tanto che quei poveretti non mangiano carne umana.-
 
Il signore di Alabasta guardò il suo sottoposto uscire dalla stanza con in braccio il cadavere del suo defunto alleato. Rimasto solo, si alzò e andò verso un'altra porta. La aprì e percorse un corridoio a malapena illuminato da alcune torce alle pareti. Alla fine del corridoio si trovò davanti un'altra porta, stavolta socchiusa. La aprì ed entrò in una stanza dall'aspetto squallido. C'erano polvere e ragnatele ovunque, un paio di sedie semidistrutte dai tarli e un tavolo sgangherato su cui erano appoggiati i resti di un misero pranzo. Affianco al tavolo c'era un letto che aveva visto giorni migliori, sul quale era sdraiata una giovane donna che appena vide Crocodile si mise a tremare dal terrore.
 
- Ciao, piccola Vivi. Ti sono mancato?-
 
Vivi non rispose, limitandosi a fissare il suo carceriere.
 
- Che...che c-cosa vuoi s-s-stavolta?-
 
Crocodile sorrise.
 
- Oh, un'inezia. Sai, ho notato che i miei stivali non vanno molto d'accordo con la polvere di questo paese. Si sporcano in continuazione.- Spostò in avanti la gamba destra.
 
- Vorrei che gli dessi una lucidatina. Con la lingua.-
 
- Che...che cosa...-
 
- Ti rifiuti? Non c'è problema. Vorrà dire che mi divertirò un pò con i tuoi ex sudditi. Ad esempio, potrei prendere un pò di persone a caso e darle in pasto ai coccobanana, come ho fatto col tuo paparino.-
 
Vivi sgranò gli occhi.
 
- N-no!-
 
- E allora fai come ti ho detto!-
 
Vivi si mise a riflettere. Anche se il suo aguzzino le chiedeva qualcosa di disgustoso, avrebbe fatto meglio ad obbedire. E poi, le aveva fatto fare di peggio. Una volta l'aveva perfino mascherata e lasciata per qualche giorno in un bordello nella zona malfamata di Alubarna, solo per il gusto di umiliarla. Ciò che le chiedeva in quel momento non era niente, in confronto. Inoltre, anche se in quelle condizioni, era pur sempre la principessa di Alabasta (o meglio, regina, ora che suo padre era morto), ed era suo preciso dovere fare di tutto per evitare al suo popolo ulteriori sofferenze.
 
Continuando a tremare, scese dal letto e si mise a quattro zampe. Si avvicinò allo stivale di Crocodile, tirò fuori la lingua e iniziò a leccare, mentre la risata malvagia del suo aguzzino riempiva la stanza.
 
 
 
NOTA DELL'AUTORE: Uff, che caldo. Non so da voi, ma qua in Campania fa un caldo boia. Per combatterlo, sto provando il metodo delle supposte di ghiaccio. Funzionano abbastanza bene, anche se si sciolgono presto...
 
Boiate a parte, spero che il capitolo vi sia piaciuto, soprattutto per quanto riguarda la scena d'azione (le scene di questo tipo sono molto difficili da scrivere), Crocodile (a proposito, come vi è sembrato? Troppo malvagio? Poco malvagio?) e lo sponsor.
 
Quasi dimenticavo: ci sono alcune cose che mi sono dimenticato di scrivere nelle note dei capitoli precedenti.
 
1-Le taglie dei membri della ciurma. Sono state assegnate in base alla pericolosità dei vari membri: Sabo ha una taglia di 21 milioni di berry, Nami 38 milioni, Ace 49 milioni e Kuina 75 milioni (perchè gli ultimi due hanno le taglie più alte? Semplice. Ace ha mangiato un Frutto del Diavolo, mentre Kuina è una spadaccina a dir poco letale, come avete visto in questo capitolo).
 
2-Il periodo temporale. Se fossimo nell'originale, sarebbero passati un paio di mesi dalla battaglia di Marineford (se vi sembra che ci sia qualche incongruenza, prendetevela con l'effetto farfalla).
 
3-Avete presente Shiki, il Leone d'Oro (quello psicopatico comparso in quel capolavoro che è il film Strong World)? In questo AU è stato ucciso da Shanks. Com'è possibile, direte voi? Ricordatevi che in questo mondo Shanks ha passato molto più tempo in mare.
 
Come sempre, vi do appuntamento fra due settimane col prossimo capitolo, in cui:
 
-Avremo un bel pò di spiegazioni.
 
-A Nami succederà una certa cosa che le è capitata anche nell'originale...
 
-Vedremo come è andata a finire la missione di Shanks contro Crocodile.
 
Alla prossima, cari lettori.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Spiegazioni ***


Questo capitolo è offerto da...
 
Hai problemi di erezione? Hai già ingurgitato chili e chili di Viagra, ma senza alcun risultato? Sei così disperato che stai pensando di rivolgerti a un incantatore di serpenti?
 
Non fare lo stupido! Alza la cornetta, e telefona a...Boa Hancock! Sì, hai capito bene. Boa Hancock! La sovrana di Amazon Lily, in cambio di una modica cifra in berry, userà i suoi poteri per trasformare il tuo flaccido membro in una solida lancia rocciosa! In questo modo potrai vivere con serenità la tua vita sessuale, perchè l'effetto durerà tutta la vita! E se volessi farlo cessare, non c'è problema. Boa Hancock metterà a tua disposizione la sua assistente Kokoro: grazie alla sua singolare bruttezza, l'anziana sirena placherà immediatamente i tuoi bollenti spiriti.
 
Quindi, che cosa stai aspettando? Rivolgiti a...Boa Hancock! Per un'erezione dura come la pietra! (Letteralmente)
 
Attenzione! Nonostante il suo aspetto fisico possa far venire certi pensieri, si sconsiglia vivamente di tentare un qualsiasi tipo di approccio sessuale nei confronti della Principessa Serpente (a meno che non siate Monkey D. Rufy). Chiunque ci provasse, verrebbe prima pestato a sangue dalle Kuja e poi condannato a trascorrere il resto dei suoi giorni nel Livello 6 di Impel Down (o, peggio ancora, ad ascoltare un concerto dei One Direction).
 
 
 
Capitolo 7: Spiegazioni
 
- Il mio vero nome è Nico Robin.-
 
Sentendo quel nome, Kuina ebbe un'illuminazione.
 
- Aspetta...Nico Robin, la Bambina Demoniaca?-
 
Robin annuì, abbassando leggermente lo sguardo. Sentire quel suo vecchio soprannome le riportava in mente ricordi vecchi e dolorosi.
 
- Ecco dove ti avevo già vista!- disse la spadaccina, battendosi una mano sulla gamba.-
 
- Che vuoi dire?- chiese Nami.
 
- Tempo fa, in una base della Marina, ho visto un manifesto con una sua foto di quando era bambina. C'era una taglia di 79.000.000 di berry!-
 
Tutti i presenti guardarono Robin con un'espressione stupefatta.
 
- Ma allora sei davvero ricercata dal Governo.- disse Ace.
 
- Purtroppo sì.-
 
- E cosa hai fatto?-
 
Robin sospirò.
 
- E' un pò complicato da spiegare...risale tutto a quando avevo otto anni. Per farla breve, il Governo mi accusò di aver distrutto sei navi da guerra della Marina.-
 
- Ma...è impossibile! Come può una bambina di otto anni distruggere delle navi da guerra?- chiese Nami.
 
- Infatti non sono stata io. Ecco...- fece per dire Robin, ma venne interrotta da Franky che mollò un pugno sulla parete, digrignando i denti.
 
- Dannazione, la storia si ripete!-
 
- Che vuoi dire?-
 
- Voglio dire che abbiamo qualcosa in comune, sorella! Anche io sono stato accusato di un crimine che non ho commesso!- Fece una pausa e riprese a parlare.
 
- Fino a qualche mese fa, io vivevo a Water 7, la metropoli sull'acqua, famosa per i suoi cantieri navali. Eravamo io e alcuni miei amici: ci arrangiavamo come potevamo, anche con metodi non del tutto legali, ma non abbiamo mai fatto del male a nessuno. Prima, però, ero un carpentiere. Cioè, lo sono ancora, ma non costruisco una nave da anni. Comunque, il mio maestro si chiamava Tom, ed era il migliore sulla piazza! Un giorno, mostrò a me e ad Iceberg, l'altro suo apprendista, i progetti di un'antica nave da guerra chiamata Pluton.-
 
Sentendo quel nome, Robin ebbe un sussulto e aprì leggermente la bocca, ma nessuno degli altri se ne accorse.
 
- Ci svelò che quei progetti erano stati tramandati di generazione in generazione dai carpentieri di Water 7, e che non avrebbero dovuto essere divulgati per nessun motivo. Farlo, avrebbe messo il mondo in pericolo. Qualche tempo dopo, Tom fu giustiziato dal Governo per aver progettato la nave del Re dei Pirati, Gold Roger, e anche...anche per un altro motivo, di cui però non voglio parlare. I progetti passarono ad Iceberg, che divenne in seguito il sindaco di Water 7 e fondò la Galley Company, iniziando a costruire navi, anche per quei bastardi del Governo.- Fece un'altra pausa, digrignando i denti e stringendo il pugno.
 
- Negli anni successivi, vari agenti del Governo si presentarono da Iceberg cercando di farsi consegnare i progetti di Pluton, ma lui ogni volta li respinse. A quel punto, adottarono una nuova strategia: infiltrarono in città degli agenti segreti, ovvero il nasone di cui prima...a proposito, grazie per averlo ucciso, Kuina...e i suoi colleghi. Ovviamente, nessuno si accorse di nulla. Poi, qualche mese fa, uccisero Iceberg. Però ebbero una sorpresa: i progetti di Pluton ce li avevo io. Cercarono di farseli consegnare, ma rifiutai. Così, prima massacrarono i miei amici, poi mi accusarono dell'omicidio di Iceberg. Fui costretto a scappare dalla città. Da allora, non ho fatto altro che correre. Non so nemmeno io come ho fatto ad arrivare fin qui.- Sospirò e si passò una mano fra i capelli.
 
- E i progetti di Pluton?- chiese Robin.
 
- Li ho distrutti per sbaglio durante la fuga. Ed è meglio così: quei progetti erano troppo pericolosi.-
 
Nella stanza, per alcuni secondi, calò un silenzio tombale.
 
- Forse abbiamo più cose in comune di quanto tu creda, Franky.- disse Robin.
 
- In che senso?-
 
- Nel senso che entrambi abbiamo avuto a che fare con Pluton.-
 
- Cosa?- chiese Nami, che non stava capendo più niente.
 
- E' una storia lunga e complicata, che riguarda anche il vero motivo per cui ho chiesto di essere accompagnata qui a Little Garden. Per spiegarvela, devo prima farvi una domanda: qualcuno di voi ha mai sentito parlare della Rivoluzione di Alabasta?-
 
- Io sì, ho letto qualcosa su un giornale, tempo fa.- disse Sabo.- Se non ricordo male, alcuni ribelli hanno ucciso il re e la principessa di quel paese, ma sono stati fermati da Crocodile, un membro della Flotta dei Sette, che ha poi preso il controllo del paese col benestare del Governo Mondiale.-
 
Robin sorrise leggermente.- Già, questa è la versione ufficiale. La realtà, però, è ben diversa.- Fece una pausa.
 
- La Rivoluzione non è stata altro che un piano orchestrato da Crocodile. Ha organizzato tutto lui, sobillando segretamente i ribelli e facendo in modo di sembrare un eroe agli occhi del popolo di Alabasta. Vedete, lui è a capo di un'organizzazione segreta chiamata Baroque Works, i cui membri si dividono in più gruppi: i Millions e i Billions, che si occupano delle faccende meno importanti, poi gli Unluckies, i Frontier Agents e gli Official Agents. I componenti degli ultimi tre gruppi agiscono in coppie formate da un maschio e una femmina, ognuno con un suo nome in codice: un numero per i maschi, un giorno della settimana o una festività per le femmine. Crocodile è noto come Mr. 0, e io...io ero il suo braccio destro, e il mio nome in codice era Miss Domenica.-
 
- Eri? Vuol dire che non fai più parte dell'organizzazione?- chiese Kuina.
 
- No, l'ho...l'ho lasciata. Ma ci arriverò fra poco. Dov'ero rimasta?...Ah, sì. Crocodile mi reclutò quattro anni fa, a causa delle mie competenze in campo archeologico. Aveva intenzione fin da allora di conquistare Alabasta, e io gli servivo perchè sono l'unica persona al mondo in grado di decifrare i Poignee Griffe, delle antiche pietre che contengono informazioni sulla storia di questo mondo e su tre armi antiche, una delle quali era proprio Pluton, che si trova appunto ad Alabasta.-
 
- E tu lo hai aiutato?- chiese Franky.
 
- Fino a un certo punto sì, ma il mio scopo non era ritrovare Pluton. Io sono un'archeologa, non mi interessano le armi, e non ho mai avuto intenzione di consegnare Pluton a Crocodile. Mi unii alla Baroque Works solo per avere accesso al Poignee Griffe che si trova nelle tombe reali di Alabasta e cercare informazioni...sulla storia antica. Purtroppo, non trovai quello che cercavo. C'erano solo delle informazioni su Pluton, ma io feci credere a Crocodile che si trattava di un elenco delle dinastie reali di Alabasta. Lui non la prese bene, e mi uccise. O meglio, credette di avermi ucciso.- L'angolo destro della bocca le si alzò leggermente, per poi abbassarsi quasi subito.
 
- Per miracolo riuscii a sopravvivere e vagai per qualche giorno nei sobborghi della capitale di Alabasta, evitando di farmi vedere. Ero frastornata e non sapevo cosa fare. Poi, però, iniziai a provare un forte desiderio di vendetta, e decisi di uccidere Crocodile. Mi infiltrai nel Palazzo Reale e arrivai quasi ad ucciderlo, ma venni fermata da Mr. 2, un altro membro dell'organizzazione. Io e lui...gli avevo salvato la vita, tempo fa, e da allora avevamo avuto una certa confidenza. Cercò di convincermi a lasciare Alabasta, ma io rifiutai. A quel punto mi venne un'idea. Lo convinsi a tradire Crocodile e a collaborare con me per organizzare una ribellione. In poco tempo radunammo i superstiti della vecchia Guardia Reale, e un pò alla volta si unirono a noi anche i cittadini che non erano contenti del nuovo regime.- Fece un'altra pausa.
 
- Nel frattempo, feci alcune ricerche e scoprii un Poignee Griffe nel bel mezzo del deserto di Alabasta, dove trovai delle indicazioni per raggiungerne un altro su un'altra isola. Così mi misi in viaggio. Una volta trovato, tradussi l'iscrizione e scoprii un'indicazione per trovare un Poignee Griffe qui su Little Garden, su cui ci sarebbero dovute essere delle informazioni su Pluton, in particolare su come renderla inoffensiva, nel caso fosse stata trovata. Cosa che poi è accaduta: qualche giorno fa Mr. 2 mi ha contattata e mi ha comunicato che Crocodile è riuscito a trovare non solo Pluton, ma anche Uranus, un'altra arma antica. Non può ancora usarla, perchè ha bisogno di un pò di tempo per caricarsi di energia, ma sta già facendo dei piani per usarla per conquistare il mondo. Inoltre, ho saputo che tiene prigioniera la principessa e che ha "sfoltito" un pò i ranghi dell'organizzazione, lasciando vivi solo Mr. 2, Mr. 1, i Millions e i Billions.-
 
- Un attimo, c'è qualcosa che non quadra.- disse Franky.- Se tu sei l'unica a poter decifrare questi Poignee Griffe, come diavolo ha fatto Crocodile a trovare Pluton?-
 
Robin scrollò le spalle.- Crocodile è un uomo pieno di risorse. Inoltre, è stato aiutato da un suo vecchio alleato, il Capitano Kuro, un pirata noto per il suo acume.-
 
Per alcuni secondi, nella stanza ritornò il silenzio.
 
- E adesso cosa hai intenzione di fare?- chiese Nami.
 
- Tornare sull'isola, cercare il Poignee Griffe e tradurre l'iscrizione. Poi, se sarete così gentili da accompagnarmi, andrò ad Alabasta. Prima che me lo chiediate, ho un Eternal Pose per arrivare anche lì, e posso pagarvi.-
 
- E una volta che sarai arrivata lì cosa farai?-
 
- Organizzerò un attacco con i ribelli. Mentre loro si occuperanno delle guardie di Crocodile e della principessa, io e Mr. 2 disattiveremo Pluton e uccideremo Crocodile.-
 
- E come?-
 
- Ho un piano.-
 
- Possiamo aiutarti, in qualche modo?-
 
- Nami, ma che...-
 
- Zitto, Ace!-
 
- Non è necessario. Basterà che mi accompagniate ad Alabasta.-
 
- Ma è pericoloso. Voglio dire, già la prima volta ti sei salvata per miracolo. Con il nostro aiuto avresti più possibilità di cavartela.-
 
- Davvero, non è necessario.-
 
- Insisto!-
 
- Nami...-
 
- E va bene, accetto. Ovviamente, riceverete un compenso maggiore.-
 
- Bene, faremo così, allora: adesso tu e Kuina scenderete sull'isola. Quando avrai finito, partiremo per Alabasta.-
 
- Ma Nami, sei impazzita?- gridò Ace.
 
- Ace ha ragione.- disse Sabo.- Stavolta non si tratta di una mezza tacca qualsiasi. Stavolta...-
 
- Silenzio, voi due. Quando il capitano dà un ordine, lo si esegue senza fiatare!- Sferrò un pugno in testa a ciascuno dei due uomini.- Kuina, tu hai qualcosa da dire, al riguardo?-
 
La spadaccina scrollò le spalle.- Sei tu il capitano.-
 
- Bene. Franky, tu cosa vuoi fare?-
 
- Beh, io ormai non ho più un posto dove andare. Potrei unirmi a voi e farvi da carpentiere. Non posso combattere, però. Ho bisogno di bere della cola per usare tutti i sistemi di combattimento del mio corpo.-
 
- Sistemi di combattimento?-
 
- Ah, sì, scusa. Ho dimenticato di dirlo: tempo fa ebbi un incidente e fui costretto a sostituire alcune parti del mio corpo con del metallo. In pratica, adesso sono un cyborg: metà uomo, metà macchina.-
 
- Va bene. Vorrà dire che finchè non troveremo della cola non combatterai. -
 
Appena Robin e Kuina scesero dalla nave, Nami andò a sdraiarsi sul suo letto. Da qualche minuto aveva un mal di testa atroce, e si sentiva sempre più accaldata. Sperò che non fosse niente di serio.
 
Un paio di ore dopo, la spadaccina e l'archeologa rientrarono a bordo.
 
- Tutto a posto, ho trovato e tradotto l'iscrizione.- disse Robin.
 
- Bene, adesso...- Nami cadde a terra all'improvviso, rantolando.
 
- Nami!- Ace corse al fianco di sua sorella e la sollevò in piedi.
 
- Che hai, non ti senti bene?-
 
- No, io...- emise un altro rantolo. Ace le mise una mano sulla fronte.
 
- Cazzo, scotti. Hai la febbre!-
 
- Da quant'è che stai male?- chiese Sabo.
 
- Da...un paio d'ore.-
 
- Sicura? Non da qualche giorno?- Nami annuì e chiuse gli occhi. Sabo cominciò ad accarezzarsi il mento, riflettendo.
 
- Forse ho capito.-
 
- Che cosa?- chiese Ace.
 
- Cosa sta succedendo a Nami. Credo che sia colpa di quegli insetti che abbiamo incontrato dopo essere sbarcati. Tu li hai allontanati con i tuoi poteri, ma forse uno di loro ha punto Nami e le ha trasmesso qualcosa.-
 
- E pensi di poter fare qualcosa?-
 
- Non credo proprio. Tanto per cominciare, la nostra riserva di medicine non è un granchè. E poi, per casi come questo ci vuole un medico vero.-
 
- Magnifico. E ora dove cazzo lo troviamo un medico?-
 
- Lo so io.- disse Robin.- Da queste parti c'è un'isola chiamata Drum, famosa per l'abilità dei suoi dottori. Se andassimo lì, potrebbero di sicuro fare qualcosa per Nami.-
 
- Hai l'Eternal Pose?- chiese Sabo.
 
- Certo. Solo un secondo.- Aprì lo zaino e frugò per qualche secondo nelle tasche.- Ecco.- Porse l'Eternal Pose al biondo.
 
- Bene, vado subito al timone!-
 
Appena Sabo si fu allontanato, Ace chiese a Kuina e Franky di portare Nami nella sua stanza. Rimasto solo con Robin, le si avvicinò guardandola in cagnesco.
 
- Stammi bene a sentire, Robin, Ayla, o qualunque sia il tuo nome. Noi adesso andremo a Drum a far curare Nami, dopodichè andremo ad Alabasta e ti aiuteremo col tuo piano. Non mi piace l'idea, ma gli ordini sono ordini.- Si portò una mano sulla testa e si massaggiò i bernoccoli prodotti dal pugno di Nami.- Ti avverto, però: se succede qualcosa a Nami, anche se si tratta solo di un graffio, io ti ucciderò. E mi assicurerò di farlo nella maniera più lenta e dolorosa possibile. Sono stato chiaro?-
 
Robin annuì.
 
***
 
- SERPENTE DI GOMMA!-
 
Yasop lanciò il suo braccio contro Mr. 1. Quest'ultimo balzò in alto, evitando il colpo all'ultimo secondo.
 
Il pirata imprecò. Aver mangiato quel Frutto del Diavolo non era servito a niente! E come se non bastasse, tutto il resto stava andando in malora. Lui e suoi compagni non erano riusciti a trovare Kuro, incontrando invece Crocodile e due suoi scagnozzi. Avevano combattuto con tutto le loro forze, ma non c'era stato nulla da fare: l'intera ciurma (escluso Brook, che era rimasto sulla nave) era stata decimata in poco tempo (inoltre, per qualche strano motivo, Shanks non riusciva ad usare l'Ambizione). Ora rimanevano solo lui, Shanks e Benn. Sapevano di essere ormai prossimi alla fine, ma non avevano intenzione di andarsene senza combattere.
 
Sentendo un urlo alle sue spalle, si girò e vide Benn cadere a terra, il petto trafitto dalle punte delle strane scarpe del suo avversario. Poco distante da lui, Crocodile aveva squarciato il petto di Shanks con l'uncino.
 
Quell'attimo di distrazione gli fu fatale: Mr. 1 gli infilzò lo stomaco con una lama, facendosi strada all'interno. L'ultimo pensiero che Yasop ebbe, prima di morire, fu per sua moglie e suo figlio.
 
Intanto, Crocodile aveva atterrato Shanks e gli aveva appoggiato un piede sul torace.
 
- Dunque, prima che ti dia il colpo di grazia, vorrei che mi rispondessi a una domanda: cosa ci è venuto a fare uno dei Quattro Imperatori, in questo buco nel deserto?-
 
Shanks fissò il suo avversario con odio, tossendo sangue.
 
- Kuro...-
 
- Kuro?- Crocodile alzò un sopracciglio.- Aspetta, forse ho capito. Volevi vendicarti di qualcosa che ti ha fatto, vero?-
 
Il rosso non rispose.
 
- Già, deve essere per forza così. Deve trattarsi di qualche marachella che ha combinato in passato. Beh, penso ti farà piacere sapere che l'ho ucciso. Sai, non mi serviva più.- Guardò il suo avversario che cercava di muoversi, senza però riuscirci.
 
- Scommetto che vorresti sapere come mai non riesci a usare la tua Ambizione, vero? Va bene, te lo dirò. In fondo, non si nega mai un ultimo desiderio a chi sta per morire.- Abbassò la testa e sussurrò alcune parole all'orecchio di Shanks. Quest'ultimo sgranò gli occhi.
 
- Come hai...-
 
- Eh, no! Avevo detto un solo desiderio.- Pose la mano destra sul volto di Shanks. In pochi secondi lo uccise, disidratandolo completamente. Si alzò sorridendo e si voltò verso i suoi sottoposti, che avevano già sconfitto i rispettivi avversari e lo guardavano in attesa di ordini.
 
- Mr. 1, occupati dei corpi come al solito. Mr. 2, cerca la nave di quest'idiota e affondala. E uccidi chiunque si trovi a bordo.-
 
 
 
NOTA DELL'AUTORE: Boia, che fatica! Questo qui è il capitolo più lungo che ho scritto finora per questa storia. Spero che non vi abbia annoiato.
 
Una precisazione: la morte di Shanks è un semplice espediente narrativo, come del resto tutto ciò che accade in questa storia. Ricordatevelo: se uccido un personaggio non è perchè ce l'ho con lui. E comunque potete stare tranquilli: alla fine Crocodile avrà quello che si merita. Inoltre, la parte del Poignee Griffe di Little Garden è una mia idea, valida quindi solo in quest'universo.
 
Un'altra cosa: vi ricordate quando, nelle note di qualche capitolo fa, dissi che Zoro era morto? E se vi dicessi che era tutto un trucco per depistarvi, e che in realtà lui è vivo ed è entrato nella Baroque Works nel ruolo di Mr. 1?
 
AHAHAHAHAHAHAH! Ci siete cascati, eh? Tranquilli, stavo scherzando. Zoro è morto e sepolto (ma farà comunque una piccola apparizione nel penultimo capitolo).
 
Sperando che non vi siate incazzati troppo e che continuerete a seguirmi, vi do appuntamento tra due settimane col prossimo capitolo, in cui:
 
-Vedremo un flashback dell'infanzia dei nostri protagonisti (e saprete perchè è Nami il capitano).
 
-Ci sarà una riunione di famiglia.
 
-Entrerà in scena una certa renna (e non sarà una bella cosa...).
 
Alla prossima, cari lettori.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Arrivo a Drum ***


Capitolo 8: Arrivo a Drum
 
Qualche tempo fa
 
Ace e Sabo evitarono con un salto l'enorme roccia che si trovarono davanti. Atterrarono e si guardarono indietro. Dopo pochi secondi, due piccole mani iniziarono ad arrampicarsi sulla roccia.
 
- Eddai, ragazzi, piantatela! Lo sapete che a Makino non piace quando facciamo tardi per il pranzo!-
 
Con grande fatica, Nami riuscì a salire sulla roccia. Si passò una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore e guardò davanti a sè.
 
- E poi sono tutta sudata. E mi sono graffiata un ginocchio. E ho fame! Forza, tornate indietro!-
 
Ace sorrise. - Non ancora, sorellina. Abbiamo una cosa da fare.-
 
- Già. Puoi venire, se vuoi, ma non devi toccare nulla. E soprattutto, non devi dire niente a nessuno.- disse il biondo.
 
- Neanche al nonno?-
 
- Soprattutto a lui.- disse il moro- Quello che stiamo facendo deve rimanere un segreto, almeno per ora. Allora, che fai? Vieni o torni indietro?-
 
Nami ci pensò un attimo.
 
- Sì, vengo. Ma poi andiamo a mangiare!-
 
Appena la futura Gatta Rossa scese dalla roccia, i tre bambini si incamminarono nel bosco, stavolta camminando normalmente.
 
Nami sbuffò. Odiava le situazioni come quella. Sabo le stava simpatico, ma certe volte si era trovata a desiderare che si levasse dai piedi. Era fermamente convinta che avesse una cattiva influenza su suo fratello. Non che quest'ultimo fosse un angioletto, però: Ace aveva un carattere che definire selvatico sarebbe stato un eufemismo. Tutto il contrario di Rufy e Nojiko, sempre ligi alle regole (merito soprattutto dell'influenza di Garp). Lei, invece, aveva una personalità un tantino più normale (sempre che una parente, anche se adottata, dell'Eroe della Marina potesse definirsi normale).
 
Si inoltrarono sempre di più nel bosco, fino ad arrivare in un punto in cui Nami non era mai stata, ai piedi di un enorme albero.
 
- E adesso?- chiese lei.
 
- Adesso saliamo. Reggiti forte.- le rispose Ace, facendole cenno di montargli sulla schiena. Lei salì e Sabo prese ad arrampicarsi sull'albero, seguito a ruota da Ace, con Nami che guardava in basso, leggermente terrorizzata dall'altezza.
 
Arrivati in cima, Nami vide una cosa che non si sarebbe mai aspettata: una casa sull'albero, dall'aria solida e ben nascosta tra le foglie dell'albero.
 
- E questa?-
 
- E' il nostro rifugio segreto. Niente male, eh?- disse Sabo, sorridendo.
 
Entrarono nella casa e Sabo si avvicinò a un enorme oggetto di forma indefinita, ricoperto da un telo. Lo tolse, rivelando un forziere dall'aspetto consunto. Aprì il lucchetto che lo teneva chiuso e Nami vide qualcosa che non dimenticò mai più.
 
Oro, monete e gioielli vari. Il loro luccichio era così invitante che Nami iniziò a sbavare.
 
- Questo è...-
 
- Il nostro tesoro, accumulato con grande fatica!- risposero i due bambini all'unisono. Ace si tolse di tasca alcune monete e le mise nel forziere, immediatamente richiuso da Sabo.
 
- Una volta che avremo accumulato abbastanza denaro, lasceremo quest'isola e gireremo il mondo come pirati!- disse il moro.
 
Nami sgranò gli occhi.
 
- E...e il nonno? E Rufy, Nojiko, Makino e tutti gli altri del villaggio? Cosa gli dirai?-
 
- Ci penserò quando sarà il momento.-
 
La rossa abbassò un attimo lo sguardo, pensierosa, poi disse:
 
- Voglio venire con voi. Voglio essere anch'io un pirata!-
 
Ace e Sabo guardarono Nami per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere.
 
- Perchè ridete?-
 
Sabo si asciugò una lacrima.- Perchè...HAHAHA...le femmine non possono essere pirati!-
 
- Già.- disse Ace.- Non è qualcosa di adatto a loro. E poi è pericoloso.-
 
- Ma io starò attenta! Avrò voi due con me. E poi...- ebbe un'illuminazione- Ci sono! Potrei fare il capitano! Di solito, i capitani non combattono.-
 
Ace e Sabo si misero a ridere ancora più forte di prima. Iniziarono a rotolarsi sul pavimento.
 
- HAHAHAHA...il capitano. Questa è proprio bella!-
 
I due bambini erano così intenti a sganasciarsi dalle risate che non si accorsero che Nami gli si era avvicinata, un'espressione per nulla amichevole dipinta in volto. Se ne accorsero solo quando ormai era troppo tardi, cioè quando due pugni di una tonnellata l'uno (i primi di una lunga serie) calarono sulle loro povere teste.
 
- IO SARO' IL CAPITANO, E VOI LA MIA CIURMA!-
 
Massaggiandosi i bernoccoli che avevano iniziato a spuntargli sul cranio, i due poveretti non poterono fare altro che annuire.
 
***
 
Oggi
 
Il viaggio della Morte Nera verso Drum proseguì senza intoppi, dal punto di vista della navigazione. L'atmosfera a bordo, invece, era tesa come non mai. La povera Robin si ritrovò a sostenere gli sguardi minacciosi dell'intera ciurma, soprattutto Ace, che per tutta la durata del viaggio non le rivolse la parola. Franky, invece, passò il tempo a prendere confidenza con la nave.
 
Le condizioni di Nami erano leggermente peggiorate. Alla febbre iniziale si erano aggiunti dei tremolii alle mani e una tendenza a delirare. Era abbastanza lucida da parlare con i suoi compagni, ma riusciva a malapena ad alzarsi dal letto. Per fortuna, le condizioni meteorologiche consentirono alla nave di giungere rapidamente nei pressi dell'isola di Drum.
 
Purtroppo, a qualche chilometro dall'isola, trovarono una brutta sorpresa ad attenderli...
 
- Oh, merda!- disse Sabo guardando nel cannocchiale.
 
- Che succede?- chiese Ace.
 
- Una nave della Marina. E guarda un pò chi c'è a bordo.- Porse il cannocchiale al suo compagno.
 
- Oh, no!- Sulla nave della Marina c'erano Rufy e Nojiko, con Sanji dietro di loro.
 
- E adesso che facciamo?-
 
- Non ne ho la più pallida idea!-
 
L'altra nave si avvicinò abbastanza da arrivare a portata d'orecchio.
 
- ARRENDETEVI, NON AVETE SCAMPO!- disse Nojiko attraverso un megafono.
 
Ace digrignò i denti. Ci mancava solo quella rompicoglioni!, pensò. Si mise le mani attorno alla bocca e urlò in direzione di sua sorella.
 
- NAMI STA MALE! LA STIAMO PORTANDO A DRUM, PER FARLA CURARE.-
 
Nojiko ebbe un attimo di smarrimento, poi riprese a parlare.
 
- SE NON OPPORRETE RESISTENZA ALL'ARRESTO LA PORTERO' AL QUARTIER GENERALE DELLA MARINA PER FARLA CURARE. NON C'E' BISOGNO DI ARRIVARE A DRUM.-
 
- SEI IMPAZZITA? E' A UN PASSO DALLA MORTE. DOBBIAMO FARLA CURARE IN FRETTA!-
 
- DOPO CHE L'AVRO'...- la frase fu interrotta dall'urlo di Ace, che aveva perso la pazienza.
 
- RAZZA DI STRONZA SENZA CUORE, CHE COSA E PIU' IMPORTANTE PER TE? NAMI O IL TUO LAVORO? LA "GIUSTIZIA" O IL NOSTRO LEGAME?-
 
Nojiko rimase senza parole. Poi, prima che potesse ribattere, Rufy le sussurrò qualcosa nell'orecchio. Riprese il megafono.
 
- D'ACCORDO, ANDREMO PRIMA SULL'ISOLA DI DRUM A FAR CURARE NAMI. PER IL MOMENTO TREGUA.-
 
La nave della Marina si avvicinò abbastanza di permettere a Rufy di salire sulla Morte Nera, mentre Nojiko e Sanji rimasero ai loro posti.
 
Rufy si precipitò subito ad abbracciare Ace.
 
- Fratellone, da quanto tempo! Mi sei mancato.-
 
- Mi sei mancato anche tu, Rufy.-
 
I due fratelli rimasero in silenzio per qualche secondo.
 
- Come sta Nami? Posso vederla?- chiese Rufy.
 
- Sta molto male, ma penso che le farà piacere vederti.-
 
Si avviarono verso la stanza di Nami.
 
- Ah, Ace?-
 
- Cosa?-
 
- Ti chiedo scusa per Nojiko. Non è cattiva, è solo che...-
 
- Lo so, Rufy. Lo so.-
 
Dopo aver parlato un pò con Nami, Rufy ritornò sulla sua nave per occuparsi dello sbarco.
 
Le due navi attraccarono in una piccola insenatura, da cui si potevano vedere in lontananza le montagne di Drum, completamente ricoperte di neve.
 
Gli equipaggi sbarcarono contemporaneamente. Nojiko guardava di sottecchi Ace, che si era caricato in spalla Nami ed era attorniato da Sabo e Kuina, con Franky che li seguiva. Sanji e Rufy erano dietro di lei.
 
Andarono avanti finchè non trovarono un villaggio. Stranamente, le strade erano completamente deserte. Inoltre, molti degli edifici erano in pessime condizioni, alcuni addirittura completamente crollati.
 
- Chissà cosa è successo.- pensò Nojiko.
 
Arrivarono in quella che sembrava la piazza centrale del villaggio, quando all'improvviso sentirono alle loro spalle il suono di un'arma che veniva caricata.
 
- Fermi dove siete!-
 
Si voltarono e si trovarono davanti una donna molto avanti con gli anni, con in mano un fucile arrugginito.
 
- Chi siete e che cosa volete?-
 
Nojiko si fece avanti.- Non abbiamo intenzioni ostili. Stiamo solo cercando un medico. Sai per caso dirci dove possiamo trovarne uno, vecchietta?-
 
L'anziana donna alzò un sopracciglio e fissò Nojiko con uno sguardo glaciale. Con una mossa fulminea sollevò il fucile e lo sbattè in testa alla giovane marine.
 
- COME TI PERMETTI?! IO PER TE SONO LA DOTTORESSA KUREHA, MOCCIOSA INSOLENTE!-
 
Ace si fece avanti nel tentativo di calmare l'anziana.- Dottoresa, la prego, non si arrabbi. Mia sorella ha molto da imparare, in fatto di buone maniere. Comunque, potrebbe aiutarci?- indicò Nami- L'altra mia sorella sta male, e ha bisogno di cure immediate.-
 
- Di che si tratta?-
 
- Crediamo che sia stata punta da un qualche tipo di insetto. Ha una febbre altissima e ha iniziato a delirare.-
 
Kureha si accarezzò il mento, pensierosa.- Se la curo, sareste disposti a farmi un favore?-
 
- Certo. Tutto quello che vuole!-
 
- Bene, allora seguitemi.-
 
La dottoressa condusse i pirati e i marines (con Nojiko leggermente irritata per la botta in testa) alla sua casa, ricavata all'interno di un enorme albero. Posata Nami su un letto, iniziò a sfogliare alcuni libri.
 
- Di che tipo di insetto si trattava?- chiese.
 
- Non lo sappiamo. Forse era una zanzara.- rispose Sabo.
 
- Hmm, una zanzara...e dove è successo?-
 
- Sull'isola di Little Garden.- rispose Robin.
 
- Little Garden...credo di aver capito.- Aprì un libro e si mise a sfogliarne le pagine.
 
- Dottoressa, avrei una domanda.- chiese Kuina.- Ho notato che il villaggio in cui ci siamo incontrato era in pessime condizioni. Può dirci cos'è successo?-
 
Kureha sospirò e chiuse il libro.- E' una brutta storia, che ha a che fare col favore che intendo chiedervi.- Si sedette su uno sgabello.
 
- Tempo fa, quest'isola era governata da un re malvagio di nome Wapol. Un giorno, decise di bandire dall'isola tutti i medici e di tenerne solo 20 al suo servizio.-
 
- Ma che...perchè? Non ha senso.- disse Ace.
 
- Per lui sì, invece. Secondo lui, questa mossa gli avrebbe assicurato la fedeltà dei suoi sudditi, che non avrebbero avuto altra scelta che rivolgersi ai suoi dottori per farsi curare.- Sospirò.
 
- Comunque, oltre ai dottori reali, sull'isola erano rimasti altri due medici: io e un vecchio pazzo di nome Hiruruku. Un giorno, Hiruruku fu ucciso dagli uomini di Wapol. Prima di morire, mi chiese di prendermi cura del suo assistente Chopper, una renna che aveva mangiato il Frutto Homo Homo e che poteva parlare e pensare come un uomo. Col tempo, Chopper affinò le conoscenze mediche che aveva già appreso da Hiruruku. Tra le altre cose, inventò le Rumble Balls, delle piccole sfere gialle che aumentavano la sua forza. Chopper...mi ero affezionata a lui come se fosse stato mio figlio.- Fece una piccola pausa e riprese a parlare.
 
- Un giorno, Wapol ordinò di sterminare parte degli abitanti dell'isola, perchè secondo lui stavano organizzando una ribellione. Il che era vero, in effetti, ed era stata ideata dal capo delle guardie reali, Dalton. Purtroppo, le cose non andarono come sperato: i ribelli e migliaia di innocenti vennero massacrati senza pietà. Quel mostro arrivò perfino a scoprire dove mi ero nascosta, e arrivò di persona con le sue guardie. Voleva vedere di persona la morte dell'ultimo medico di Drum. Illuso.- Un'altra pausa.
 
- Nel tentativo di proteggermi, Chopper mangiò tre Rumble Balls in un colpo solo, e si trasformò in un mostro gigantesco. Riuscì ad uccidere Wapol e i suoi scagnozzi, ma era completamente fuori controllo, e sterminò quegli abitanti dell'isola che erano scampati ai massacri di Wapol.- Represse una lacrima e riprese a parlare.
 
- Dopo cercai di parlargli, di farlo ragionare in qualche modo, ma non mi riconobbe nemmeno, e tentò di uccidermi senza però riuscirci. Subito dopo, scappò sulle montagne.- Si alzò dallo sgabello e prese un altro libro.
 
- Dov'ero rimasta...ah, sì! Dicevo, dopo la sua fuga riuscii a creare un antidoto per farlo tornare normale, ma non sono ancora riuscita a somministrarglielo. E qui veniamo al favore che voglio chiedervi.- Fece un'altra pausa e indicò Nami.
 
- Io curerò la ragazza, e voi mi aiuterete a trovare Chopper e a iniettargli l'antidoto. Non sono sicura che funzioni, però. In quel caso, dovreste essere pronti ad uccidere. Ve la sentite?-
 
Tutti gli altri presenti rimasero senza parole. Ace guardò la dottoressa e disse:- Curerà Nami?-
 
- Certo.-
 
- Va bene, accettiamo.-
 
- Ottimo. Ah, un'altra cosa: se l'antidoto dovesse funzionare, molto probabilmente Chopper non ricorderà nulla di quanto è successo. Voi non dovrete dirgli quello che vi ho raccontato prima. Psicologicamente, Chopper è come un bambino, e sapere di aver commesso un massacro lo distruggerebbe.-
 
- Va bene, non gli diremo nulla.- disse Ace.
 
- Un'altra cosa. Sempre se tornerà normale, voglio che lo portiate con voi. Vi farà da medico.-
 
- Perchè?-
 
Kureha si portò una mano al petto.- Lo stress degli ultimi tempi non mi ha fatto per niente bene. Sento che non mi manca molto. Per questo voglio che Chopper venga con voi.-
 
- Va bene, allora. Basta che Nami guarisca.-
 
- Tranquillo, ragazzo. Mi metto subito all'opera.-
 
La dottoressa aprì diversi libri e si mise a trafficare con una serie di provette e di strani liquidi. Dopo circa mezz'ora, giunse a un risultato.
 
- Ecco fatto. In questa siringa c'è la cura per la ragazza.- Si avvicinò a Nami, la girò su un fianco e le scoprì leggermente il fondoschiena, iniettandole la cura.
 
- Ora ha solo bisogno di un pò di riposo. Guarirà in fretta, vedrete.-
 
- Fantastico! Grazie, dottoressa.- dissero in coro Ace e Rufy.
 
- Non ringraziatemi, ragazzi. Ho fatto solo il mio lavoro.- Mise a posto la siringa e ne prese un'altra da un cassetto.
 
- Qui c'è l'antidoto per Chopper. A proposito, qualcuno di voi dovrà rimanere qui con la ragazza, nel caso succeda qualcosa.-
 
- Va bene. Facciamo così...- si girò verso i suoi compagni.- Sabo, Kuina e Franky resteranno con Nami. Io verrò con lei.- Si girò verso i tre marines.- Voi cosa volete fare?-
 
Nojiko ci pensò un attimo e rispose.- Sanji rimarrà qui. Io e Rufy verremo con voi. Abbiamo mangiato entrambi un Frutto del Diavolo: io il Dog Dog, modello Dingo, Rufy il Foco Foco. Se quel Chopper è davvero così pericoloso, sarà meglio sfruttare tutta la nostra potenza.-
 
Kureha annuì.- Va bene, allora seguitemi.-
 
La dottoressa e i fratelli Monkey si avviarono verso la porta. Fecero appena in tempo ad aprirla che si trovarono davanti una sorpresa.
 
Un mostro enorme, con una pelliccia marrone chiaro, delle corna ramificate e un naso blu. Kureha lo riconobbe all'istante.
 
- Chopper...-
 
 
 
NOTA DELL'AUTORE: Questo capitolo è stato difficilino da scrivere, un pò per la lunghezza e un pò per l'argomento. Spero comunque che abbiate gradito.
 
Come sempre, vi dò appuntamento tra due settimane col prossimo capitolo, in cui:
 
-Qualcuno morirà.
 
-La ciurma della Gatta Rossa otterrà un nuovo membro.
 
-Ci sarà il terzo ed ultimo crack pairing.
 
Alla pross...
 
(All'improvviso, una parete della stanza di Spangler crolla)
 
SPANGLER: Ma che...
 
(Nella stanza entra un uomo mascherato e vestito di nero, con in mano una katana. Guarda Spangler e si toglie la maschera: è Eiichiro Oda. Ed è incazzato nero)
 
ODA: Finalmente ti ho trovato, bastardo di un gaijin! Ora la pagherai per aver stravolto i miei personaggi!
 
SPANGLER: Oda-Sama, aspetti...
 
(Spangler evita per un soffio un fendente della spada di Oda)
 
SPANGLER: Devo scappare. Se non sopravvivo, sappiate che vi amo tutti.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La gioia dopo il dolore ***


Capitolo 9: La gioia dopo il dolore
 
I tre fratelli Monkey guardarono a bocca aperta il mostro che avevano davanti. In tutta la loro vita, non avrebbero mai immaginato di trovarsi davanti una creatura del genere. Certo, ne avevano viste di cotte e di crude, soprattutto Rufy e Nojiko (essere un marine, a volte, ti faceva affrontare cose di cui la gente comune nemmeno sospettava l'esistenza), ma niente avrebbe potuto prepararli la visione di un gigantesco mostro umanoide, dal pelo ispido, macchiato in alcuni punti di sangue incrostato e dall' odore non proprio piacevole.
 
Kureha iniziò a tremare.
 
- Deve...deve aver sentito il vostro odore.- disse.
 
Il mostro annusò per un istante l'aria e prese a ringhiare, guardando minaccioso i quattro umani davanti a sè.
 
- Chopper...-
 
La frase della dottoressa venne interrotta da un ruggito agghiacciante. Chopper abbassò la testa e si lanciò alla carica.
 
- AIR GATLING!-
 
La corsa di Chopper venne arrestata da un'improvvisa gragnola di colpi di aria compressa. Fu sbalzato all'indietro, mentre Ace ruotava la mano destra. Un colpo, poi un altro, e un altro ancora, finchè dal muso iniziò a colare del sangue. Tuttavia, questo non fu abbastanza. In pochi secondi, riuscì a rialzarsi e a sferrare un pugno sul terreno innevato, che fece perdere l'equilibrio a Ace.
 
- FRATELLONE!- Rufy digrignò i denti e si lanciò verso suo fratello, tendendo una mano verso l'avversario.- MURO DI FUOCO!-
 
Dalla mano di Rufy scaturì un'immensa fiammata che accerchiò la renna, diventando in pochi secondi una muraglia ardente.
 
- Ce la fai ad alzarti?- chiese il marine.
 
- Tranquillo, non era niente.- rispose il Tifone Umanoide.- Ho visto di peggio.-
 
Nel frattempo, all'interno della muraglia, Chopper si guardava attorno indeciso sul da farsi. Poi, piegando leggermente le gambe, spiccò un balzo verso l'alto e atterrò fuori dalle fiamme, che furono spente dall'aria generata dal tonfo. Volse lo sguardo in direzione dei due fratelli e ringhiò.
 
- Mi sa che è più tosto di quanto pensassi, Ace.-
 
- Forse sì, ma non è molto più grosso di quei bestioni che abbiamo abbattuto da bambini assieme a Sabo. Ti ricordi?-
 
- Certo!-
 
- E allora facciamogli vedere chi siamo!- Si girò verso Kureha.- Dottoressa, presto, la siringa!-
 
- Prendi!- l'anziana gli lanciò la siringa. Ace la afferrò al volo, appena in tempo per evitare una carica di Chopper. Saltò a sinistra e fu quasi per cadere a terra, ma riuscì a mantenere l'equilibrio. Si rivolse a sua sorella.
 
- Nojiko, bloccalo!-
 
La ragazza non rispose. Si era messa di fronte a Kureha, come per proteggerla, e guardava la scena con un'espressione indecifrabile. Non sembrava che avesse intenzione di muoversi.
 
- Lasciala perdere, Ace. Ci penso io!- Rufy puntò un braccio verso Chopper e gridò- FRUSTA INFERNALE!-
 
La mano del marine generò una fiamma a forma di frusta, con cui prese a colpire in direzione della mostruosa renna, riuscendo a centrarla sul muso.
 
- GRRRAAAAURRRGHHHH!!!!- Chopper urlò di dolore e colpì il terreno con entrambi i pugni, generando un'onda d'urto molto simile a un terremoto che abbattè un paio di alberi e buttò a terra i fratelli Monkey.
 
- Merda!- imprecarono i due all'unisono. Videro Chopper iniziare a correre verso di loro ad una velocità impressionante. Fecero per lanciare uno dei loro attacchi, ma qualcosa li anticipò.
 
Una sorta di enorme cane bipede dal pelo rossastro si gettò, ringhiando, su Chopper. Gli piantò gli artigli nella spalla e lo morse sul collo, strappandogli un urlo ancora più agghiacciante di prima.
 
- E quello che cos'è?- chiese Ace, sbigottito.
 
- E' Nojiko.- rispose Rufy.- O meglio, è la sua forma ibrida.-
 
Nojiko si girò verso i suoi fratelli e parlò, la voce leggermente diversa dal normale. essendo in quella forma.- Io lo distraggo, voi pensate a iniettargli l'antidoto!- Sollevò una zampa e parò un colpo di Chopper, che stava cercando in tutti i modi di scrollarsela di dosso.
 
Ace non se lo fece ripetere due volte. Prese la siringa che Kureha gli aveva dato e mirò al petto di Chopper.
 
- Balestra d'aria!-
 
La siringa partì, spinta dal vento generato dai poteri di Ace. Chopper era così concentrato su Nojiko che non fece niente per evitare di essere colpito. La siringa gli arrivò in pieno petto, all'altezza del cuore. Urlò più per la sorpresa che per il dolore. Nojiko si staccò da dove si era aggrappata e piroettò all'indietro, atterrando sulle quattro zampe.
 
Intanto, Chopper aveva cominciato a contorcersi e a ringhiare. Cadde in avanti, urlando a squarciagola e tremando tutto. All'improvviso, smise di gridare e si immobilizzò, per poi riprendere a tremare subito dopo.
 
I tre fratelli Monkey e la dottoressa Kureha guardarono la renna senza fiatare, sperando con tutto il cuore che l'antidoto funzionasse. Anche i loro compagni erano presenti: erano usciti dalla casa di Kureha e assistevano alla scena con occhi sbarrati.
 
Chopper iniziò lentamente a rimpicciolire. In appena un minuto, tornò alle sue sembianze normali. Gli umani attorno a lui tirarono un sospiro di sollievo.
 
- Aspettate. Non è ancora finita.- disse Kureha, cauta.
 
La renna aprì gli occhi e si guardò attorno. Si alzò e si mise una mano sulla spalla, nel punto dove Nojiko lo aveva morso.
 
- Ahia, che male. C-cos'è...successo? Chi s-siete voi?-
 
Kureha gli corse incontro e lo abbracciò.
 
- Chopper, meno male che stai bene.-
 
- Dottoressa? Cosa...cosa è successo?-
 
- E' stato Wapol. Ha iniziato a massacrare gli abitanti dell'isola, ma tu sei riuscito a fermarlo. E queste persone ci hanno dato una mano.-
 
Chopper allargò le labbra in un sorriso.- Davvero? E...ora è tutto a posto?-
 
- Certo.- L'anziana dottoressa guardò la renna negli occhi.- Ascoltami bene, Chopper. Wapol ha ucciso tutti gli abitanti dell'isola. Non c'è rimasto più nessuno.- Indicò Ace.- Vedi quel ragazzo con le lentiggini? Devi andare con lui. Non preoccuparti, è una brava persona. Alla sua ciurma serve un medico, e sarai tu a ricoprire il ruolo.-
- Ma...perchè? Non posso rimanere qui?-
 
- No, Chopper. Vedi, io sto per morire. Lo stress che ho accumulato in questo periodo non mi ha fatto bene. Per questo devi andartene: voglio che tu abbia una possibilità di vedere il mondo ed essere felice.-
 
- Dottoressa, io qui sono felice!-
 
Kureha sorrise e abbracciò la renna.- Ti voglio bene, Chopper.- Qualche secondo dopo, allentò la presa. Chopper guardò l'anziana e si accorse che aveva smesso di respirare. Cercò di scuoterla, ma questa non reagì. Con orrore, si rese conto che la donna era morta. Mollò la presa e iniziò a piangere, guardando il corpo di Kureha cadere nella neve.
 
- DOTTORESSAAAA!!!!-
 
***
 
Rufy e Nojiko seppellirono la dottoressa davanti alla sua casa, mentre Ace si occupava di consolare Chopper. Quest'ultimo non fece che piangere, aggrappandosi al Tifone Umanoide come se fosse stato un salvagente. Alla fine riuscì a calmarsi, abbastanza da dire qualche parola sulla tomba di Kureha.
 
Subito dopo, Ace decise che sarebbe stato meglio per tutti riposare un pò, e che sarebbero partiti per Alabasta la mattina successiva. Assicuratosi che Nami stesse bene, lui e tutti gli altri (Chopper incluso) andarono a dormire.
 
***
 
Nami si rigirò nel letto, cercando di prendere sonno. I suoi tentativi vennero interrotti da un paio di colpi alla porta della sua stanza.
 
- Avanti.- disse.
 
La porta si aprì e Nojiko entrò nella stanza. Nami la guardò, leggermente sorpresa.
 
- E tu che cosa vuoi?- chiese.
 
- Sono venuta a vedere come stavi.-
 
- Ah, adesso ti importa di me?-
 
Nojiko non disse nulla. Abbassò lo sguardo e si sedette su uno sgabello.- Sei mia sorella.-
 
- Questo lo so, e allora?-
 
Nojiko sospirò.- Ho parlato con Ace. Mi ha detto quello che state andando a fare ad Alabasta. Io...ho deciso di venire con voi e di aiutarvi.-
 
La Gatta Rossa sgranò gli occhi.- Come? Non vuoi più arrestarci?-
 
- Io...- Nojiko abbassò lo sguardo e si diede un pugno sulla gamba.- Cazzo, non sono mai stata brava a esprimere certe cose.- Volse lo sguardo verso sua sorella.- Mi dispiace, Nami. Mi dispiace per come mi sono comportata e per quello che ho detto. Ci ho riflettuto mentre Ace e Rufy combattevano con quel mostro. Non so nemmeno io come è successo esattamente, ma forse il sapervi in pericolo di morte mi ha fatto capire di aver sbagliato. E no, non vi arresterò: vi lascerò andare e, una volta tornata a Marineford, mi inventerò qualche scusa. Non...- represse una lacrima.- Non voglio più trattarvi come dei criminali. Siete...siete la mia famiglia!-
 
Nami rimase qualche momento a guardare sua sorella, sorpresa da quell'improvviso cambiamento. Sorrise, si alzò dal letto e abbracciò Nojiko.
 
- La sai una cosa? Anche se ti sei comportata da idiota, io non ho mai smesso di volerti bene, sorellona.-
 
Ormai riappacificatesi, le due sorelle Monkey passarono una buona mezz'ora a chiacchierare. Parlarono di tutto, da Garp alla loro vita sentimentale.
 
- Allora, hai incontrato qualcuno?- chiese Nojiko.
 
- No. Cioè, sì, ma mi ha respinta.- rispose Nami.- Tu, invece?-
 
- Sì. Si tratta di quel biondino che è venuto con me e Rufy. Si chiama Sanji. E' un pò cretino, ma mi piace. Penso proprio che me lo terrò.-
 
Nami ridacchiò.- Sei sempre la solita.-
 
Nojiko annuì, sorridendo, e poi guardò l'orologio che aveva al polso.- Meglio che vada. E' tardi e hai bisogno di riposare. Ci vediamo domani mattina.-
 
Le due sorelle si abbracciarono. Nojiko si avviò verso la porta.
 
- Aspetta un attimo.- disse Nami.
 
- Sì?-
 
- Cosa farai la prossima volta che ci incontreremo? Voglio dire, in teoria siamo sempre nemici.-
 
Nojiko scrollò le spalle.- Ci penserò quando sarà il momento. E poi, posso sempre chiedere consiglio al nonno.-
 
Uscita Nojiko dalla stanza, la Gatta Rossa tornò a combattere la sua battaglia per il sonno. Purtroppo per lei, proprio quando stava per vincere, sentì di nuovo bussare alla porta.
 
- Uffa, chi è che rompe adesso?-
 
La porta si aprì e Robin si affacciò nella stanza.- Disturbo?-
 
- No, Robin. Entra pure.-
 
L'archeologa si avvicinò al letto.- Sono venuta a vedere come stai.-
 
- Molto meglio, grazie.-
 
- Bene.- Guardò un attimo Nami, indecisa su cosa dire.- Sono anche venuta a scusarmi per tutti questi inconvenienti.-
 
- Che vuoi dire?-
 
- E' colpa mia. Se non vi avessi chiesto un passaggio, non sarebbe successo niente di tutto questo.- fece una pausa.- Se vuoi...se vuoi puoi anche non aiutarmi contro Crocodile. Basterà che mi accompagni fino ad Alabasta.-
 
- Assolutamente no!- disse la rossa.- Io non mi rimangio la parola data!-
 
- Come vuoi.- L'archeologa sospirò, abbassò lo sguardo e si sedette sullo sgabello.
 
- Sai, ti devo una spiegazione riguardo al...al motivo per cui ti ho respinta, quella notte.- Guardò negli occhi Nami e riprese a parlare.
 
- E' una cosa che risale a qualche anno fa, quando ero appena entrata nella Baroque Works. All'inizio, ero diffidente con tutti. Poi, però, incontrai una donna poco più grande di me, che riuscì a vincere la mia resistenza iniziale e a diventarmi amica. Il suo nome era Ayla.- Fece una pausa.
 
- In poco tempo, dall'amicizia passammo a qualcosa di più. Fu uno dei momenti più belli della mia vita. Con lei, riuscivo a sentirmi felice come non mi era mai successo prima. La...la amavo.- represse una lacrima e abbassò lo sguardo.- Poi, un giorno, morì durante una missione. Sembrava un incidente, ma poi scoprii che era stata uccisa per ordine di Crocodile. Quel bastardo non voleva che i suoi sottoposti fraternizzassero. Decisi di far finta di niente e di aspettare il momento giusto per vendicarmi. Poi, successe quello che ti ho già raccontato a Little Garden.- Guardò Nami negli occhi.
 
- Quella notte ti ho respinta perchè avevo paura. Temevo che se mi fossi avvicinata a qualcun'altra, le sarebbe successo qualcosa di brutto.- Sospirò.- Sai, tu e Ayla vi somigliate un pò. Avete...avete gli stessi occhi.- Si portò la mano sulla faccia e iniziò a piangere.
 
Nami si alzò dal letto e si avvicinò all'archeologa. Piegò un pò le ginocchia e la abbracciò, nel tentativo di confortarla.- Dai, non piangere.-
 
Robin cercò di allontanare la rossa.- No. Non...non starmi vicino.-
 
- Ascolta, Robin.- disse Nami, accarezzando una guancia dell'archeologa.- Non puoi vivere continuando ad avere paura. Così riuscirai soltanto a farti del male. Devi aprire il tuo cuore e permettere a qualcun'altra di entrare nella tua vita, così sarai felice di nuovo.- Sorrise.- E non preoccuparti: ti aiuteremo noi a prendere a calci in culo quel bastardo di Crocodile!-
 
Robin continuò a guardare Nami senza dire una parola. Per aiutarla in qualche modo, la Gatta Rossa posò le labbra su quelle dell'archeologa, accarezzandole la nuca con l'altra mano. Continuò a baciarla finchè non fu sicura di aver raggiunto il suo scopo, poi si ritrasse e sorrise.- Meglio?-
 
L'archeologa sorrise timidamente.- Sì, un pò... un pò meglio. Grazie.-
 
Le due donne rimasero a guardarsi per quella che parve un'eternità.
 
- Nami...potrei chiederti una cosa?-
 
- Certo.-
 
- Ti andrebbe di passare la notte insieme? Sto...sto iniziando a stancarmi di essere sola.-
 
La rossa sorrise e abbracciò la mora.- Ma certo!- La guardò negli occhi e la condusse sul letto. La fece sdraiare e le salì sopra, accarezzandola e baciandola con passione. Stavolta, Robin ricambiò. E non solo con le labbra.
 
All'improvviso, Nami si accorse di qualcosa di strano. Interruppe ciò che stava facendo, aprì gli occhi e vide che sul suo corpo erano spuntate quattro paia di mani.
 
- Ma che...-
 
- Tranquilla, sono solo i miei poteri.- la rassicurò Robin.
 
- Poteri?-
 
- Sì. Scusa, ho dimenticato di dirtelo. Ho mangiato il Frutto Fior Fior, e posso far spuntare un numero infinito di arti supplementari ovunque voglio.-
 
Nami rimase con la bocca spalancata per lo stupore.
 
- Guarda.- Fece spuntare un paio di mani sulla nuca della rossa, iniziando a massaggiarle le tempie. Nami sembrò gradire la cosa, visto che socchiuse gli occhi e prese a gemere.
 
E ho appena iniziato, pensò l'archeologa. Subito dopo, fece spuntare altre due mani che sbottonarono la camicetta della Gatta Rossa, iniziando a massaggiarle i seni, mentre un'altra mano si occupava della zona inguinale.
 
Quella che seguì fu per entrambe una notte indimenticabile: per Nami fu un'esperienza sconvolgente essere esplorata da tutte quelle mani. E Robin, per la prima volta dopo tanto tempo, potè addormentarsi sorridendo tra le braccia di qualcuno.
 
 
 
NOTA DELL'AUTORE: Ed ecco il vero motivo per cui ho scritto questa storia!
 
Sto scherzando, ovviamente. Ho scritto questa storia solo per stravolgere One Piece e divertirvi. Non sono un fan dei crack pairing (anche se ne ho inseriti tre in questa storia, sono da considerarsi dei semplici espedienti narrativi), però ho un debole per lo yuri, e mi ha sempre stuzzicato l'idea di Nami e Robin insieme. Mi rendo conto che è una cosa da maniaco, ma che posso farci? Noi uomini siamo tutti un pò simili a Sanji. Comunque, che ve ne pare della coppia? Vi piace? Vi disgusta? Pensate che debba farmi vedere da uno bravo? (Tra l'altro, ci tengo a precisare che la loro omosessualità è una mia idea, valida pertanto solo ed esclusivamente in questo AU).
 
Inoltre, voglio svelarvi un piccolo segreto: nelle mie intenzioni originali Kureha non aveva trovato nessun antidoto, e Rufy alla fine uccideva Chopper sparandogli una fiammata nel petto. Poi però mi sono detto "Ehi, così è troppo crudele!", e ho modificato la trama. Spero che abbiate gradito.
 
E adesso, una piccola nota dolente: nei prossimi giorni avrò poche occasioni per scrivere e collegarmi a internet, quindi è probabile che non riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo con la solita cadenza bisettimanale. Cercherò comunque di fare del mio meglio, e se non dovessi riuscirci vi autorizzo a sguinzagliarmi addosso un battaglione di Pacifista.
 
Comunque, restate sintonizzati, perchè nel prossimo capitolo vedrete altre quattro scene di questo folle AU. Volete un anticipo? Va bene. Tra le altre cose, scoprirete cosa è successo a un certo Chirurgo della Morte...
 
Alla prossima, cari lettori!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Effetto farfalla-Parte 2 ***


AVVISO AI LETTORI: Siccome nei prossimi giorni avrò pochissimo tempo per scrivere e connettermi a internet, ho deciso di pubblicare in anticipo questo capitolo. Salvo ulteriori imprevisti, da Settembre gli aggiornamenti riprenderanno la normale cadenza bisettimanale.

 

 

 

Capitolo 10: Effetto farfalla-Parte 2

 

Trafalgar Law chiuse a chiave la porta del suo studio e si diresse verso la scrivania, zoppicando. Non mi abituerò mai a questa gamba di legno, pensò.

 

Si sedette e contò l'incasso della giornata. Anche quel giorno, aveva guadagnato una cifra elevata, frutto della sua nuova attività di chirurgo. Avrebbe usato parte di quella somma per le spese di tutti i giorni, mentre il resto lo avrebbe conservato nel suo forziere segreto, assieme agli altri soldi accumulati negli ultimi anni.

 

Ancora un pò, si disse. Ancora un pò e avrò la mia vendetta.

 

Già, vendetta. Più ci pensava, più si rendeva conto che era ormai quello l'unico scopo della sua vita.

 

Vendetta. Vendetta contro coloro che gli avevano rovinato la vita. Le due persone a cui pensava in continuazione, i destinatari dell'odio più cocente che avesse mai provato.

 

Kuina e Doflamingo.

 

Non riusciva a capire quale dei due odiasse di più. Doflamingo aveva ucciso Corazon, l'uomo che ammirava, e anche...gli venivano i brividi solo a ricordarlo...anche la sua ciurma. Le immagini di quello scontro ancora tormentavano le sue notti. I suoi compagni massacrati uno dopo l'altro, il sangue che scorreva a fiumi, Bepo che gli urlava di scappare, ma soprattutto la risata di quel folle di Doflamingo. Riuscì a salvarsi soltanto per un pelo, giungendo all'Arcipelago Sabaody grazie al suo sottomarino.

 

Digrignò i denti e bestemmiò, battendo un pugno sulla scrivania. Tutto questo non sarebbe mai successo se non fosse stato per quella donna! Quella dannata spadaccina dai capelli blu e gli occhi marroni, che tanto avevano stregato Law la prima volta che l'aveva vista.

 

La coppia più improbabile del mondo: un pirata e una cacciatrice di taglie. Era durata pochi mesi, durante i quali erano stati travolti da una passione bruciante. E forse si era trattato solo di questo. Almeno per Kuina. Lui, invece, era davvero innamorato. Inizialmente, aveva accettato la sua decisione di lasciarlo, ma poi non ce l'aveva fatta più a sopportare quel vuoto, e aveva fatto di tutto per ritrovarla. A ben vedere, forse aveva un tantino esagerato. Si era comportato come uno stalker. Ma era davvero il caso di dissuaderlo in quel modo?

 

Era davvero il caso di tagliargli una gamba?

 

Fortunatamente, grazie alle sue conoscenze mediche e ai poteri del Frutto del Diavolo che aveva mangiato, era riuscito a curare la ferita prima che fosse troppo tardi, e a rimpiazzare l'arto mancante con una gamba di legno.

 

Dopo, rimase intrappolato in una spirale di depressione da cui i suoi compagni non riuscirono a salvarlo. Fu a causa di tutto quello che decise di attaccare Doflamingo. In altre circostanze, avrebbe atteso il momento opportuno per attaccare, magari alleandosi con qualche altro pirata. Invece, in quello che solo più tardi riconobbe come un tentativo di suicidio dettato dalla depressione, aveva deciso di attaccare il suo ex capo, membro della Flotta dei Sette e sovrano di Dressrosa.

 

Smettila di piangerti addosso, testa di cazzo!, pensò. Il passato non poteva essere cambiato. Poteva solo prepararsi al meglio per il futuro.

 

Aveva già accumulato una piccola fortuna, e aveva anche un nuovo compagno: Jean Bart, ex pirata ed ex schiavo dei Draghi Celesti. Lo aveva liberato grazie ai suoi poteri, facendo sembrare il tutto un banale incidente e camuffando un tizio che aveva ucciso in precedenza, in modo che tutti pensassero che fosse morto. Jean Bart gli fu immensamente grato, e non gli importò molto di doversi travestire (come Law, del resto) e di nascondersi in uno dei grove dell'arcipelago. Insieme, avevano avviato un'attività che aveva permesso a Law di risollevarsi economicamente (era incredibile quanto fossero richiesti i chirurghi da quelle parti), e avevano già dei piani per ottenere nuovi compagni di squadra.

 

Il Chirurgo della Morte si alzò dalla scrivania e si avviò verso la porta, le labbra allargate in un ghigno malefico. Ancora un pò di pazienza, pensò. Ancora un pò e avrò la mia vendetta!

 

***

 

Foxy, la Volpe d'Argento, si era sempre considerato una persona particolarmente scaltra. Più di una volta, grazie alle sue trovate, era riuscito a volgere a suo favore situazioni apparentemente disperate.

 

Ora, però, non c'era più nulla che potesse fare. Le mani del suo avversario gli avevano serrato la gola in una morsa d'acciaio, e due occhi diabolici lo fissavano con disprezzo.

 

- Passi la sfida, ma cercare di imbrogliarmi...-

 

All'inizio, aveva pensato che le cose sarebbero andate come in tutti gli altri Davy Back Fight: le sfide, qualcuno dei suoi soliti...trucchetti, e tutto sarebbe andato a meraviglia. Invece, stavolta c'era stato un imprevisto: il capitano della ciurma che aveva sfidato, l'uomo dai capelli rossi che in quel momento lo stava strangolando, aveva scoperto il trucco. Lui, ovviamente, aveva negato spudoratamente, ma l'altro non gli aveva creduto. Così, aveva avuto inizio un inseguimento per tutta l'area in cui si era svolto il Davy Back Fight. Un inseguimento conclusosi pochi secondi prima e durante il quale Foxy aveva cercato di usare i suoi poteri, senza però riuscirci.

 

Rantolò e chiuse gli occhi. Appena prima di morire, maledì se stesso e il momento in cui aveva deciso di sfidare quel pirata.

 

L'uomo dai capelli rossi allentò la presa. Continuando a tenere il cadavere di Foxy per il collo, fece qualche passo e lo mostrò alla sua ciurma, che rimase a bocca aperta, in un'espressione a metà strada tra terrore e sorpresa. Poi, lo gettò a terra e si rivolse ai suoi uomini:

 

- FORZA, ELIMINIAMO IL RESTO DI QUESTI BUFFONI! FACCIAMOGLI VEDERE COSA SUCCEDE A CHI CERCA DI IMBROGLIARE IL CAPITANO EUSTASS KIDD!-

 

***

 

L'ascia del boia calò sulla testa di Hody Jones, spiccandola di netto. Il boia, un enorme tritone vestito di nero, la afferrò per i capelli e la mostrò alla folla accorsa ad assistere all'esecuzione. Com'era prevedibile, ci fu un boato, seguito da uno scroscio di applausi e grida di giubilo.

 

L'unico a non applaudire era Fukaboshi. Avrebbe preferito evitare una cosa del genere (lui non era un tipo violento, ed era sicuro che sua madre, se fosse stata viva, avrebbe disapprovato tutto ciò), ma era necessario dare un qualche tipo di soddisfazione al popolo, soprattutto a chi aveva perso amici e parenti a causa della follia di Jones e di quell'altro psicopatico con cui si era alleato.

 

Guardò i posti accanto al suo: erano vuoti, visto che aveva spedito i suoi due fratelli a far compagnia a Shirahoshi (la poverina era così delicata che non avrebbe sopportato la vista del sangue, e si sarebbe sentita sola, visto che non c'era più il suo squalo, morto per difenderla da Van Der Decken). Sospirò e si diresse verso il mezzo di trasporto che l'avrebbe riportato al Palazzo del Drago.

 

Durante il tragitto, non potè fare a meno di ripensare a Jones: come aveva potuto concepire un piano del genere? Come era possibile che l'odio di una persona arrivasse a un tale livello? Si rese conto con tristezza di non avere una risposta a quelle domande, e ormai non c'era più nulla che potesse fare. Poteva soltanto fare del suo meglio per ricostruire il regno e onorare gli sforzi dei suoi genitori per migliorare i rapporti con gli esseri umani.

 

Per distrarsi, provò a pensare ai lati positivi della faccenda: se non fosse stato per le provvidenziali visioni di Madame Shirley, le cose sarebbero andate molto, molto peggio. E poi, adesso Shirahoshi avrebbe potuto uscire tranquillamente dalla sua torre, visto che non c'era più nessuno a tormentarla.

 

Purtroppo, quei due particolari non riuscirono a fargli dimenticare l'orrore che aveva visto: la morte di migliaia di innocenti, il sacrificio di suo padre, l'acqua che si tingeva di rosso mentre combatteva contro Jones. Un orrore senza precedenti.

 

Represse a fatica una lacrima mentre entrava nel Palazzo. Si diresse verso la sua stanza e allontanò i soldati di guardia. Aveva bisogno di stare da solo.

 

Il nuovo re dell'Isola degli Uomini-Pesce entrò nella sua stanza, chiuse a chiave la porta, si sdraiò sul letto e pianse il vecchio re.

 

***

 

Kobi corse a perdifiato nel vicolo davanti a sè. Si appoggiò al muro per riprendere fiato e col dorso della mano si asciugò il sudore sulla fronte. Non aveva mai corso così tanto in vita sua. Spero che quei marines non mi abbiano notato, pensò.

 

Si sporse leggermente oltre il muro e sorrise: tutti gli uomini di Alvida erano a terra, svenuti o troppo stanchi per combattere. Alvida stessa era stata atterrata, e ora il capitano dei marines la stava ammanettando. Lo vide produrre una voluta di fumo dalla bocca e rivolgersi a uno dei suoi sottoposti.

 

- Tashigi, sbatti in cella questi idioti. Io vado a farmi una birra.-

 

Kobi esultò. Come aveva potuto quella presuntuosa di Alvida sperare di andare a Loguetown senza affrontare i marines? Soprattutto, come le era venuto in mente di essere in grado di affrontare il Capitano Smoker, il famoso Cacciatore Bianco? Dev'essere più stupida di quel credevo, si disse.

 

Fissò la schiena di Smoker allontanarsi sempre di più. Cosa faccio?, si chiese. Lo seguo e gli chiedo di farmi entrare in Marina?

 

Si mise a riflettere. Era praticamente impossibile che Smoker si fosse accorto di lui. Avrebbe potuto raccontargli di essere giunto lì con una nave di mercanti, e di essere un orfano desideroso di seguire le sue orme. Sì!, avrebbe potuto funzionare.

 

Stando ben attento a non farsi vedere, seguì Smoker attraverso un paio di strade affollate, fino ad arrivare ad un pub. Aspettò qualche secondo dopo che il marine entrò dentro, e poi lo seguì.

 

L'interno del pub non era un granchè. C'erano polvere e ragnatele ovunque, e pochissimi avventori. Finalmente notò Smoker: era appoggiato al bancone e si apprestava a bere della birra da un boccale enorme. Si avvicinò e, timidamente, gli rivolse la parola.

 

- Ehm...mi scusi, Capitano?-

 

Smoker si girò e lo guardò storto.- Che c'è, ragazzino?-

 

Kobi deglutì.- Ecco, io...m-m-mi chiamo K-K-Kobi, e...vorrei entrare in Marina!- disse l'ultima parte tutta d'un fiato.

 

Il marine alzò un sopracciglio.- E allora?-

 

Il ragazzo iniziò a tremare.- Ecco, io...pensavo che...sì, insomma...vorrei far parte della sua squadra, signore! Lei è...uno dei migliori, no? Insomma, da lei si può solo imparare.-

 

Smoker bevve un sorso di birra e tornò a rivolgere la sua attenzione al ragazzo.- Voglio farti una domanda. Come ti comporteresti al posto mio? Cosa faresti se un ragazzino che era con una banda di pirati che hai appena fatto arrestare si presentasse da te, dicendo di voler far parte della tua squadra?-

 

Kobi spalancò gli occhi, terrorizzato.- Mi...mi ha visto?-

 

- Già. Cosa credi, che il fumo mi renda cieco?-

 

Il ragazzo abbassò lo sguardo. Qualche secondo dopo, trovò il coraggio di parlare.- E' vero, ero con quei pirati. Ma non per mia volontà: un giorno ero sulla mia barca a pescare, sono arrivati loro e mi hanno rapito. Mi hanno usato come uno schiavo, mi facevano fare i lavori più umili. Deve credermi, signore!- Si avvicinò al marine.- Deve credermi! Io non ho mai voluto fare il pirata. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare un marine, e di portare la giustizia nei mari del mondo! La prego, deve credermi!-

 

Smoker non disse una parola. Bevve il resto della birra e guardò il ragazzo.

 

- Come hai detto che ti chiami?-

 

- Kobi, signore!-

 

Il Cacciatore Bianco si tolse due sigari dalla tasca. Li infilò in bocca e li accese. Posò alcune monete sul bancone e si avviò verso l'uscita.

 

- Comincerai lavando i pavimenti.-

 

Kobi spalancò la bocca. Non posso crederci, pensò. Finalmente...

 

- Hai intenzioni di rimanere lì con la bocca aperta?-

 

Il ragazzo si ricompose.- Ehm...no, signore! Arrivo subito, signore!- Si affretto verso l'uscita, felice come non mai. Finalmente, il suo sogno si era avverato.

 

 

NOTA DELL'AUTORE: Vi ricordate quando vi dissi che se uccido un personaggio non è perchè mi sta antipatico? Ebbene, nel caso di Foxy (e anche di Teach) non è così: lui l'ho ucciso perchè mi sta sulle palle.

 

Per quanto riguarda il resto del capitolo: in questo mondo la ribellione di Jones e i suoi è avvenuta qualche anno prima degli eventi narrati nei precedenti capitoli. Come, direte voi? Semplice, se vi ricordate, in questo mondo Arlong e i suoi sono stati uccisi qualche anno fa da Aokiji, e ho immaginato che la cosa abbia spinto Jones ad anticipare i suoi piani. Per quanto riguarda invece Kobi, volevo che almeno un pezzo di questo capitolo finisse bene (infatti, se avete notato, c'è un'atmosfera tutt'altro che allegra).

 

Infine, voglio ringraziare Yellow Canadair, i cui suggerimenti sono stati fondamentali per la scena di Law. Senza di lei, quella scena non mi sarebbe venuta altrettanto bene.

 

Detto questo, vi dò appuntamento all'inizio di Settembre col prossimo capitolo, in cui ci sarà un altro flashback e i nostri eroi giungeranno finalmente ad Alabasta.

 

Alla prossima, cari lettori.

 

 

PS: Quasi me ne stavo dimenticando. In teoria questa avrebbe dovuto essere l’ultima parte di Effetto Farfalla, ma la mia mente malata ha cominciato a pensare che non sarebbe male scrivere una terza parte. Perciò vi chiedo: vi piacerebbe se la scrivessi? Se sì, avrei bisogno di un aiutino: ci sarebbero come sempre quattro scene, ma non mi viene in mente nulla. Pertanto, potreste darmi qualche suggerimento? Se mi sembrerà buono, ricompenserò gli uomini con un’amichevole pacca sulle spalle, mentre per le signore preparerò una cenetta a base di pesce seguita da una notte di passione…ED ECCO CHE RIEMERGE IL MIO SANJI INTERIORE, ACCIDENTI!

 

A parte gli scherzi, se mi aiutaste ve ne sarei immensamente grato.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Arrivo ad Alabasta ***


Capitolo 11: Arrivo ad Alabasta

 

Qualche tempo fa

 

- NON POSSO CREDERE CHE VOGLIATE FARE QUALCOSA DI COSI' STUPIDO!-

 

Nojiko digrignò i denti e serrò i pugni, guardando storto Ace e Nami.

 

- MA CHE AVETE NEL CERVELLO, SEGATURA?-

 

Al suo fianco, Rufy cercò di calmarla, ma ottenne solo di essere scostato in malo modo.

 

- PERCHE' VOLETE DIVENTARE DEI CRIMINALI?-

 

Nami guardò sua sorella, sconcertata. Certo, Nojiko non aveva un bel carattere, ma non si era mai infuriata in quel modo.- Ascolta, Nojiko, non è come può sembrare. Noi non vogliamo andare in giro a fare del male alla gente.-

 

- Già.- disse Ace- Vogliamo solo girare il mondo e fare un pò di baldoria. Vogliamo essere liberi. Non abbiamo intenzione di fare del male a qualcuno. Lo sa anche il nonno.-

 

Nojiko guardò suo fratello negli occhi.- Tutte scuse. I pirati sono feccia!-

 

Nami si avvicinò a Nojiko.- Ascolta, sorellona...- Non fece in tempo a finire la frase che venne colpita da uno schiaffo epocale.

 

- BASTA! TU NON SEI PIU' MIA SORELLA!- Nojiko si allontanò in tutta fretta dai suoi fratelli. All'improvviso si fermò, si girò e disse- UN GIORNO VERRO' AD ARRESTARVI!- Riprese a correre e sparì dalla vista.

 

Visibilmente imbarazzato, Rufy abbassò lo sguardo.- Scusatela, ragazzi. Lo sapete come è fatta.-

 

- Lo sappiamo, Rufy.- disse la rossa, massaggiandosi la guancia dolorante.

 

- Allora, siete...siete davvero convinti della vostra scelta?-

 

- Sì, lo siamo.- rispose Ace.- Tu, piuttosto, sei sicuro di voler essere un marine? La prossima volta che ci incontreremo saremo nemici.-

 

- Lo so, ma so anche che non avete cattive intenzioni. Io non voglio scontrarmi con voi. Voglio...- serrò un pugno e assunse un'aria determinata.- Voglio dare la caccia ai veri criminali e diventare un eroe come il nonno!-

 

Ace e Nami sorrisero. Naturalmente, tutti e quattro volevano bene al vecchio Garp, ma Rufy nutriva per lui un'autentica venerazione. Col passare del tempo, il ragazzo stava diventando sempre più simile al nonno, e non solo fisicamente. Avevano perfino lo stesso appetito!

 

Nami abbracciò i suoi fratelli, sorridendo e accarezzandogli la testa.- Qualunque cosa succeda, noi quattro saremo sempre fratelli.-

 

***

 

Oggi

 

Robin aprì gli occhi uno alla volta, emergendo lentamente dal sonno. Si guardò attorno per qualche secondo, come se non si ricordasse dove si trovava, poi si girò a sinistra e si trovò davanti il sorriso radioso di Nami.

 

- Buongiorno.- disse la rossa.

 

- Buongiorno.- rispose l'archeologa, sorridendo a sua volta.- Sei sveglia da molto?-

 

- Da qualche minuto. Ho passato il tempo osservandoti. Sembri proprio un angioletto quando dormi, sai? Avevi un'espressione così serena.-

 

Robin sorrise.- Beh, è merito tuo.-

 

Le due donne avevano passato insieme la maggior parte del tempo trascorso dalla partenza dall'isola di Drum. Oltre a fare l'amore fino allo sfinimento (Nami aveva perso il conto degli orgasmi che avevano avuto), avevano parlato un pò della loro vita, soprattutto Robin. Aveva tralasciato qualche dettaglio, ma aveva raccontato alla Gatta Rossa di Ohara e degli anni trascorsi a scappare dagli uomini del Governo Mondiale, e soprattutto da chi aveva finto di essere bendisposto nei suoi confronti per poi tentare di consegnarla alle autorità. Confidarsi con qualcuno aveva contribuito ad alleviare la sofferenza che Robin provava da tempo, e ora riusciva finalmente a sorridere e a dormire in pace.

 

Naturalmente, gli altri membri della ciurma si erano accorti della cosa. Sapevano dell'orientamento sessuale di Nami, quindi non si sorpresero più di tanto, ma continuavano comunque a guardare storto Robin, specialmente Ace. I tre marines, invece, non fecero una piega (fortunatamente, non avevano riconosciuto la ricercata), tranne Sanji, che, a detta di Nojiko, "passa ore intere chiuso a chiave in bagno, e ha sempre un sorriso idiota sulla faccia. Mi sto consumando la mano a furia di dargli schiaffi!".

 

Chopper aveva iniziato a familiarizzare con la ciurma. Nonostante la sua naturale timidezza, si stava integrando davvero bene, soprattutto con Ace (gli stava sempre attaccato, tanto che il Tifone Umanoide doveva scrollarselo di dosso), e aveva preso possesso dell'infermeria della nave (lamentandosi per la scarsità di medicinali). Purtroppo, sul suo volto c'era sempre un'espressione di tristezza, e più di una volta era scoppiato in lacrime, prontamente confortato da Ace. Quest'ultimo aveva detto al riguardo, "non mi sorprende, con quello che ha passato...dovremo fare del nostro meglio per farlo star bene".

 

Nami si avvicinò a Robin e la baciò, accarezzandole la guancia.- Credo che faremmo meglio ad alzarci.-

 

- Già.- annuì l'archeologa.- Tra l'altro, dovremmo essere quasi arrivati ad Alabasta.-

 

Il giorno prima, Robin aveva parlato a lungo al lumacofono con qualcuno di nome "Bentham", discutendo della situazione interna di Alabasta e del suo imminente arrivo. A quanto sembrava, era tutto tranquillo, a parte delle rivolte in alcune città dell'entroterra, represse all'istante da Crocodile in persona. Inoltre, avevano stabilito di incontrarsi in una città portuale chiamata "Nanohana".

 

Si alzarono e scesero dal letto, recuperando i rispettivi indumenti, sparsi per tutta la stanza.

 

- Sai, Robin, stavo pensando una cosa...-

 

- Che cosa?-

 

- Hai già deciso cosa fare una volta tolto di mezzo Crocodile?-

 

- Se ci riuscirò. Non è detto che vada tutto secondo i piani. Crocodile potrebbe anche vincere e ucciderci tutti.-

 

A quelle parole, un brivido percorse la schiena della Gatta Rossa. Quello era forse il lato meno piacevole di Robin: aveva la strana abitudine di dire cose terrificanti. Non sapeva se si trattasse di pessimismo cronico o di cinico realismo, fatto sta che la inquietava.

 

- Comunque...hai pensato a cosa farai...se tutto andrà bene?-

 

- Sinceramente no. Perchè?-

 

- Ti andrebbe di far parte della mia ciurma?-

 

Robin alzò un sopracciglio, sorpresa.- Far parte della tua ciurma?- Abbassò lo sguardo- Non saprei.-

 

La rossa si avvicinò all'archeologa e le mise una mano sulla spalla.- Non voglio costringerti. Voglio solo che ci pensi bene: non hai altri posti dove andare, e non credo che ad Alabasta ti accoglierebbero, visto il ruolo che hai avuto nei piani di Crocodile e che sei una ricercata. E poi, le tue conoscenze potrebbero esserci utili.-

 

Robin rimase in silenzio.

 

- E voglio anche vedere se fra noi due le cose andranno bene.-

 

L'archeologa alzò lo sguardo.- E i tuoi compagni? Non gli vado molto a genio, soprattutto a tuo fratello. Quando mi guarda ho l'impressione che non veda l'ora di uccidermi.-

 

- Non ti preoccupare, col tempo impareranno a conoscerti e capiranno che sei una persona stupenda. E comunque, se Ace avrà qualcosa da ridire, se la vedrà con il mio pugno!-

 

Robin guardò Nami negli occhi e sorrise.- E va bene, mi unirò alla tua ciurma.-

 

La Gatta Rossa sorrise e baciò l'archeologa, stringendola in un caldo abbraccio. Subito dopo, finirono di vestirsi e uscirono dalla stanza tenendosi per mano. Gli venne incontro Sanji, sorridendo come un idiota e con l'occhio a forma di cuore. In una mano aveva un vassoio con due bicchieri pieni di un qualche tipo di liquido.

 

- Buongiorno, mie care signore! Ho pensato di approfittare della cucina della vostra nave per prepararvi un delizioso drink a base di frutta fresca. Spero che gradirete.-

 

- Grazie, Sanji.- Nami prese un bicchiere e porse l'altro a Robin. Bevve il drink tutto d'un fiato.- E' ottimo! Non avrei mai pensato che un marine fosse bravo in cucina.-

 

Quelle parole mandarono Sanji in estasi.- E' perchè prima lavoravo come cuoco in un ristorante. Da quando sono entrato in Marina non ho più molto tempo per cucinare, ma ogni tanto riesco ancora a preparare qualcosa, come la colazione che vi sta aspettando adesso. Seguitemi!- Iniziò a trotterellare in una maniera che fece ridere Nami. Nojiko aveva ragione, pensò. E' davvero un cretino. Però in fondo è simpatico.

 

La colazione fu ancora più sorprendente, tanto da guadagnarsi il consenso unanime dei presenti. In particolare, Rufy continuava a chiedere il bis, pur avendo mangiato tanta di quella roba da saziare un gigante. Sanji non se ne curò minimamente, concentrando invece la sua attenzione sulle donne sedute a tavola, sotto lo sguardo minaccioso di Nojiko e Sabo.

 

Circa mezz'ora dopo, l'allegra comitiva giunse nelle acque di Alabasta.

 

- Eccoci arrivati. Ora dobbiamo soltanto attraccare.- disse Robin.

 

Ace diede un'occhiata alla costa. Apparentemente, non c'era un molo o qualcosa di simile. Solo decine di edifici in rovina e una nave enorme che sembrava essere stata conficcata nel terreno da una forza sconosciuta.

 

- Dove, di preciso? E poi, che posto è questo?-

 

- Questa è Nanohana, un tempo una fiorente città portuale e ora un cumulo di rovine. Tutta opera di Crocodile.- Volse lo sguardo in un punto imprecisato davanti a sè e puntò l'indice.- Attraccheremo lì. Bentham è già arrivato.-

 

Una volta che la Morte Nera e la nave della Marina ebbero calato l'ancora, i pirati e marines scesero e si trovarono davanti un uomo alto, con indosso una tunica marrone. Era pelato e aveva una lunga barba grigiastra. Robin gli si avvicinò e gli disse:

 

- Tutto ciò che sale...-

 

-...prima o poi deve scendere!- disse l'uomo, abbracciando poi Robin con entusiasmo e sollevandola da terra.- Mi sei mancata, cara!-

 

- Bentham...-

 

- Oh, scusa.- L'uomo mise giù l'archeologa. Quest'ultima si girò verso i suoi compagni e disse:

 

- Vi presento Bentham, noto anche come Mr. 2.-

 

Bentham sorrise.- Piacere di conoscervi, cari.- Si passò la mano destra sul volto barbuto, che in un istante cambiò aspetto: la barba sparì, sostituita da un mento glabro, e comparvero un pò di capelli, assieme a delle inquietanti tracce di trucco.

 

- Ma che...- disse Nami.

 

- Niente male, eh? Ho mangiato il Frutto Mimo Mimo, e posso assumere l'aspetto di chiunque tocco con le mie mani. State a vedere.- Sfiorò Robin con la mano sinistra e se la passò sul volto. Immediatamente, assunse l'aspetto dell'archeologa, con sommo stupore di tutti i presenti.

 

- Incredibile!- disse Rufy.

 

- Già, e non solo posso replicare il volto di una persona, ma anche la voce e tutto il resto del corpo.- Si alzò la tunica, regalando ai pirati e ai marines una visione del corpo nudo di Robin. Le donne rimasero a bocca aperta per lo stupore, mentre gli uomini iniziarono a sbavare e a grugnire come dei maiali (per questo, Sabo e Sanji si beccarono dei manrovesci da Kuina e Nojiko). Perfino Chopper rimase incantato.

 

- Ora basta, Bentham!- ruggì Robin, visibilmente irritata.

 

Bentham si abbassò la tunica e si passò la mano destra sul viso, tornando al suo aspetto originale.- Scusa, cara. Volevo solo scherzare un pò.-

 

- Non mi sembra il momento adatto per certe cose.-

 

- Hai ragione. Dobbiamo sbrigarci. Gli altri ci stanno aspettando nell'oasi di Yuba.-

 

- Come ci arriviamo?-

 

- Con l'hovercraft di alcune nostre vecchie conoscenze. Dei predoni del deserto che hanno poi fatto una brutta fine, poveretti.- Si asciugò una lacrima.- Mi viene quasi da piangere a pensarci.-

 

- Piangerai in un altro momento. Ora dobbiamo darci una mossa!-

 

Saliti sull'hovercraft, i nostri eroi ebbero modo di apprezzare due particolarità del deserto di Alabasta: la sua vastità, e la temperatura altissima. Fortunatamente, c'era di che rinfrescarsi, grazie anche ai poteri di Robin. In poche ore, giunsero all'oasi di Yuba.

 

Scesi dal veicolo, furono condotti da Mr. 2 in un accampamento pieno di uomini e donne impegnati in varie attività: la maggior parte di loro si occupava della pulizia delle armi, altri andavano avanti e indietro abbaiando ordini. Incrociarono gli sguardi interrogativi di molte persone, ma non si fermarono.

 

- Ecco, siamo arrivati.- Bentham si era fermato di fronte a una tenda più grande delle altre. Ne scostò un lembo e fece entrare prima Robin, poi gli altri. L'interno era abbastanza spartano: c'erano solo un tavolo, delle sedie, qualche mappa e due uomini, uno dei quali seduto in un angolo buio e l'altro vestito di bianco. Quest'ultimo si fece avanti e strinse la mano a Robin.- Lieto che tu sia tornata.-

 

- Ne dubitavi?- Senza attendere la risposta dell'uomo, l'archeologa si girò verso i suoi compagni.- Lui è Pell, ex membro della Guardia Reale e colonna portante della nostra resistenza.- In quel momento si accorse dell'altro uomo.- Quello chi è?- chiese a Pell.

 

- Si chiama Brook, ed è il nostro acquisto più recente. Dai, Brook, vieni qui.-

 

Brook si alzò, e nella tenda risuonarono dei gemiti di terrore. Non che il suo aspetto fosse particolarmente orribile, ma non era cosa di tutti i giorni vedere uno scheletro vivente, con in mano una spada e un cappello di paglia, e senza il braccio sinistro. E perdipiù con una pettinatura afro!

 

Lo scheletro fece un breve inchino.- Sono felice di fare la vostra conoscenza, signori.- I suoi occhi (o meglio, le sue orbite vuote) si posarono sulle donne del gruppo.- YOHOHOHO, ma che graziose fanciulle! E' passato un sacco di tempo dall'ultima volta che ho visto una simile bellezza.- Si avvicinò e disse, con un tono malizioso,- Sareste così gentili da lasciarmi vedere le vostre mutandine?-

 

Le donne rimasero immobili e senza parole. Al posto loro, reagirono Rufy, Ace, Sabo e Sanji, con un pugno collettivo che atterrò lo scheletro.

 

Vedendo la scena, Pell iniziò a sbellicarsi dalle risate. Si ricompose a fatica e disse,- Non fate caso a Brook, è...un tantino eccentrico.-

 

- Da dove salta fuori?- chiese Robin.

 

Brook si rialzò, massaggiandosi il cranio, e rispose all'archeologa.- Facevo parte della ciurma di Shanks il Rosso. Eravamo venuti qui per cercare un alleato di Crocodile, il Capitano Kuro, che aveva distrutto il villaggio di un nostro compagno. Purtroppo, come ho scoperto poi, Kuro era già morto, e i miei compagni sono stati uccisi da Crocodile, incluso Shanks.- Sospirò.- Di lui mi rimangono soltanto questo cappello e questa spada.-

 

- Crocodile mi aveva ordinato di affondare la nave di Shanks e di uccidere chiunque avessi trovato a bordo.- disse Mr. 2- Purtroppo, la nave l'ho dovuta distruggere, ma sono riuscito a portare in salvo Brook.-

 

- Anche se in queste condizioni non è in grado di combattere, ha comunque contribuito alla predisposizione di alcune strategie. Ha molta esperienza.- disse Pell.

 

- Scusa, ma come fai a parlare, se sei uno scheletro?- chiese Rufy.

 

- Vedi, sono morto un sacco di tempo fa, ma il frutto del diavolo che ho mangiato ha permesso alla mia anima di tornare indietro. Purtroppo, quando è successo il mio corpo era già ridotto a uno scheletro.-

 

- Forte! E, dimmi, ci vai in bagno?-

 

- Rufy! Ma che razza di domande fai?- disse Nojiko.

 

- Sì, vado in bagno regolarmente.-

 

- Se avete finito di discutere delle funzioni fisiologiche di Brook, noi avremmo un tiranno da rovesciare.- disse Pell, leggermente scocciato. Prese poi una mappa e la mise sul tavolo, facendo cenno ai presenti di avvicinarsi. Solo in quel momento, si accorse dei tre marines.

 

- E voi tre? La Marina ha finalmente deciso di intervenire?-

 

- No, alla Marina è stato proibito di agire contro il nuovo governo di Alabasta. Noi tre siamo qui in veste puramente personale.- rispose Nojiko.

 

- Va bene. Comunque sia, qualche mano in più può solo farci comodo.- Indicò un punto della mappa.- Allora, sappiamo per certo che Crocodile e alcuni dei suoi uomini si trovano in questa città per reprimere una rivolta, ovviamente organizzata da noi. Al momento, ad Alubarna ci sono solo poche guardie. Al momento stabilito, cioè tra circa un'ora, attaccheremo la città e prenderemo possesso del Palazzo Reale, liberando poi la Principessa Vivi. Contemporaneamente, in tutto il resto del paese scoppieranno delle rivolte. Ormai, il popolo ha capito benissimo che razza di mostro sia in realtà Crocodile, ed è disposto a darci il suo pieno supporto.- Si rivolse a Robin.

 

- Nel frattempo, la nostra ex Miss Domenica si occuperà di disattivare Pluton.-

 

- Ti avevo chiesto di non usare più quel nome, Pell.-

 

- Scusa. Dicevo, Robin si occuperà di disattivare Pluton, che, grazie alle informazioni forniteci da Bentham, abbiamo scoperto trovarsi in un sotterraneo appena fuori da Alubarna. A questo punto, molto probabilmente Crocodile sarà tornato, ma saremo pronti ad affrontarlo.-

 

- IO sarò pronta, Pell. Ti ho già detto che voglio ucciderlo di persona.-

 

- Come preferisci. In ogni caso, noi saremo pronti ad aiutarti se le cose dovessero prendere una brutta piega. A proposito, i tuoi amichetti che ruolo avranno?-

 

- Ci occuperemo di proteggere Robin, ovviamente.- disse Nami, accarezzando una spalla dell'archeologa.

 

- Hmm...d'accordo. Naturalmente, verrete ricompensati quando tutto sarà finito.- A quelle parole, Nami assunse un'espressione sognante e iniziò a ridacchiare. I suoi compagni scossero il capo: anche in una situazione del genere, il pensiero dei soldi la mandava in brodo di giuggiole. Ma non cambia mai?, pensò Ace.

 

- A proposito, io e il procione cosa faremo? Non siamo in grado di combattere.- disse Franky.

 

- Non sono un procione, sono una renna!- ruggì irritato Chopper.

 

- Non c'è problema, rimarrete qui al campo con Brook.-

 

- YOHOHOHO, che bello! Non vedo l'ora di fare due chiacchiere con voi due. Non sto più nella pelle...un attimo, ma io la pelle non ce l'ho più. YOHOHOHO!-

 

Facendo finta di non aver sentito la pessima battuta di Brook, i presenti si presero qualche attimo per riposarsi. Pell uscì dalla tenda, e Nami e Robin si sedettero in un angolo.

 

- Hai paura, Robin?-

 

- Sarebbe da pazzi non averne.- L'archeologa strinse la mano della Gatta Rossa.- E tu?-

 

- Molta, anche se cerco di non darlo a vedere.-

 

Ace si avvicinò alle due donne.- Robin?-

 

- Sì?-

 

- Ricordi cosa ti ho detto prima che partissimo per Drum?-

 

- Sì, perchè?-

 

- E' ancora valido.- Il Tifone Umanoide si allontanò e andò a sedersi vicino a Chopper.

 

- Cos'è che ti aveva detto?- chiese Nami.

 

- Niente, lascia perdere.- rispose Robin, appoggiando la testa sulla spalla della rossa.

 

Poco tempo dopo, Pell rientrò.- E' ora di andare.-

 

Tutti si alzarono, tranne Brook, Franky e Chopper. Quest'ultimo restò qualche secondo aggrappato alla gamba di Ace, per poi lasciarla andare, piangendo.- Torna presto, Ace.-

 

- Non preoccuparti, piccoletto. Tornerò prima che tu ti renda conto che me ne sono andato.- Accarezzò la testa della renna e uscì dalla tenda assieme agli altri.

 

Salirono sullo stesso hovercraft con cui erano giunti all'oasi. Nonostante facessero di tutto per nasconderlo, tutti i presenti erano terrorizzati dall'idea di ciò che stavano per fare. Se qualcosa fosse andato storto, sarebbero morti tutti.

 

Dopo un pò, si fermarono ad una certa distanza da Alubarna. In lontananza, si potevano vedere perfettamente il Palazzo Reale e alcuni degli edifici principali della città. Nonostante alcuni fossero stati danneggiati durante la Rivoluzione, erano ancora in buono stato.

 

Pell si rivolse a Robin.- Qui dobbiamo dividerci. Io e i miei uomini ci occuperemo della principessa e del resto della città, voi pensate a Pluton. Non so se può servire a qualcosa, ma vi auguro buona fortuna.- Si allontanò senza aspettare una risposta.

 

Robin si rivolse a Mr. 2.- Allora, Bentham, dov'è?-

 

- Qualche metro più avanti, ed è coperta dalla sabbia. Dovremo rimuoverla, in qualche modo.-

 

- A questo ci penso io, dimmi solo dove.- disse Ace.

 

Bentham puntò l'indice alla sua sinistra.- In quel punto, ragazzo.-

 

Il Tifone Umanoide puntò la mano destra e creò un tornado in miniatura che spazzò via un'enorme quantità di sabbia, rivelando, a pochi metri di distanza da dove erano, una grande lastra di pietra con sopra degli strani simboli. Simboli che Robin riconobbe all'istante.

 

- Gli stessi simboli del Poignee Griffe!- Si avvicinò alla lastra e rimase a guardarla per qualche secondo. Poi, usò i suoi poteri per sollevarla (non senza fatica), svelando una lunga serie di scalini rivolti verso il basso che si perdevano nel buio.- Andiamo. Ci servirà qualcosa per illuminare la strada, però.-

 

- Provvedo io, tranquilla.- Rufy generò una fiamma che gli avvolse tutta la mano sinistra. La rivolse verso gli scalini.- Sù, andiamo.-

 

Grazie alla fiamma del giovane marine, la discesa filò liscia come l'olio. Gli unici problemi furono l'enorme quantità di polvere e ragnatele e il freddo (il che era abbastanza logico, a pensarci: anche se si trovavano in un paese dove tutto l'anno c'era un caldo bestiale, nei sotterranei doveva per forza essere diverso).

 

- Brr, certo che fa freschetto, qui.- disse Sanji, stringendosi le braccia attorno al corpo. Accorgendosi dell'impassibilità di Rufy, gli chiese,- Tu non hai freddo?-

 

- No, con i poteri che ho posso anche aumentare a piacimento la temperatura del mio corpo. Non avrei neanche bisogno dei vestiti, a dire la verità. Potrei anche andare in giro nudo.- Sorrise. Qualche tempo prima, a Marineford, ci aveva provato per davvero, ma l'esperimento era stato fermato dal famigerato Pugno dell'Amore di Garp.

 

Finiti gli scalini, arrivarono in un'ampia sala illuminata da alcune torce appese alle pareti, con alcune zone d'ombra e una porta dall'aria antica.

 

- Ecco, oltre quella porta c'è Pluton.- disse Bentham. Tuttavia, prima che qualcuno potesse muovere un passo verso la porta, si udì un rumore di passi seguito da una voce molto calma.

 

- Vi faccio i miei complimenti per essere arrivati fin qui, e anche per la resistenza che avete messo su assieme al falcone. Davvero niente male.-

 

Dall'ombra emerse Crocodile, affiancato da Mr. 1.

 

- Temo, però, di non potervi permettere di proseguire.-

 

 

 

NOTA DEL VICE-AMMIRAGLIO MONKEY D. GARP: Salve, cari lettori. Sicuramente vi starete chiedendo come mai la nota è scritta da me e non da Spangler. Beh, il fatto è che il poverino si sta nascondendo da Oda. All'inizio era riuscito a calmarlo offrendogli un bustone pieno di mutande da donna (i giapponesi vanno matti per certe cose), ma poi il buon Eiichiro è tornato all'attacco. Adesso Spangler è in una località segreta da cui si allontanerà non appena Oda sarà tornato in patria, e prima di nascondersi mi ha chiesto di postare questo capitolo e di dirvi che tra due settimane arriverà il prossimo, in cui ci sarà un altro flashback e scoprirete se i miei nipotini riusciranno a sconfiggere Crocodile (e spero vivamente che sia così, perchè in caso contrario Spangler si farà un bel viaggetto a Impel Down!).

 

Ah, quasi dimenticavo: ultimamente Spangler ha avuto un bel pò di idee folli, ma è indeciso su cosa scrivere una volta conclusa questa storia (tranquilli, continuerà comunque a tradurre Marie D Suesse, il cui secondo capitolo arriverà fra una settimana). Perciò mi ha chiesto di fare un piccolo sondaggio: cosa vorreste vedere prima?

 

-Tre oneshot: "Scherzo e controscherzo", in cui Nico Robin si vendica di uno scherzo fattole dal nasone; "Four Pieces", quattro scene da altrettanti AU (una delle scene è il seguito della prima fanfiction di Spangler, "L'alba dei pirati viventi"); "Sangue, sudore e lacrime", una storia su Roronoa Zoro e Sanji Gamba Nera (tranquilli, niente yaoi);

 

-"Nove orrori", un crossover con le opere dello scrittore americano H.P. Lovecraft;

 

-"One piece of an angel" (titolo provvisorio), un crossover con l'anime Neon Genesis Evangelion (e a proposito di questa storia, Spangler è indeciso se metterci o no qualche scena lemon. Che ne pensate?);

 

Quindi...

 

(La porta della stanza si apre ed entra Eiichiro Oda armato di un machete)

 

ODA: Garp, hai visto Spangler?

 

GARP: No, capo.

 

ODA: Uffa, ma dove si è cacciato?

 

(Oda si allontana)

 

GARP: Meglio che chiuda. Alla prossima, cari lettori!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Scontro finale ***


Questo capitolo è offerto da...

 

Non sai dove andare per le prossime vacanze estive? Sei stufo dei soliti banalissimi villaggi? Hai voglia di fare attività fisica e di conoscere nuovi amici?

 

Vieni a Impel Down! La famosa prigione a sei livelli è pronta ad accoglierti con tutto il suo calore. Al tuo arrivo, verrai salutato dal volto sorridente del Vice-Direttore Magellan e dalla bellezza del Direttore Hannyabal! Dopo il bagno di benvenuto nell'acqua a 100° gradi, l'affascinante Capo-Carceriere Domino ti guiderà in un tour dei vari livelli, in cui ti ritroverai a correre per la tua vita! Prova la pet therapy delle bestie demoniache! Goditi le "attenzioni" degli abitanti del livello 5.5! E se sei alla ricerca di qualcosa di particolare, Sady-chan e la sua frusta saranno felici di occuparsi di te!

 

Che cosa aspetti? Vieni a Impel Down! Per una vacanza indimenticabile!

 

 

 

Capitolo 12: Scontro finale

 

Qualche tempo fa

 

Kuina atterrò con un calcio l'ex Capitano Morgan Mano d'Ascia. Prima che questi potesse reagire, gli piantò Luna Oscura nel cuore e gli appoggiò un piede sullo stomaco. Ascoltò impassibile i rantoli di Morgan e, non appena morì, estrasse la lama e la pulì sul cadavere. La rinfoderò e si girò verso Nami, Ace e Sabo.

 

- Ecco fatto, ora devo solo portarlo dai marines. Mi pagheranno di meno, visto che è morto, ma ci sarà abbastanza per tutti e quattro. A proposito, grazie dell'aiuto.-

 

Nami sorrise e annuì, leggermente sconvolta. In tutta la sua vita, non aveva mai visto qualcuno così feroce come la spadaccina. Meglio averla dalla nostra, pensò.- Allora, ci...ci hai pensato? Ti va di entrare nella nostra ciurma?-

 

La spadaccina assunse un'espressione tetra.- Prima voglio raccontarvi una storia.- Si incamminò verso i tre pirati, la mano destra poggiata sulle spade.- Tanto tempo fa, quando ero piccola, mi allenavo tutti i giorni con un ragazzino di nome Zoro. Usava due spade. Era cocciuto e fastidioso come una zanzara, ma in fondo gli volevo bene. Ogni tanto mi sfidava a duello, ma non riusciva mai a battermi. Un giorno, dopo l'ennesimo scontro, ci facemmo una promessa: uno di noi due sarebbe diventato lo spadaccino più forte del mondo.- Abbassò lo sguardo.- Poco tempo dopo, Zoro morì.- Fece una pausa e sospirò.

 

- Da allora, per onorare la sua memoria, ho imparato a usare due spade e mi sono allenata in tutti i modi possibili, in attesa del giorno in cui avrei realizzato il mio sogno. In attesa del giorno in cui avrei sfidato Drakul Mihawk.- Con una mossa fulminea, estrasse Wado Ichimonji e la puntò verso i tre pirati, lo sguardo carico di determinazione.

 

- Se, in qualche modo, interferirete con il mio sogno, sappiate che vi ucciderò tutti. Ci siamo capiti?-

 

I tre pirati annuirono, leggermente spaventati. Kuina rinfoderò Wado Ichimonji, guardò Sabo negli occhi e sorrise.

 

- E ora andiamo a riscuotere quella taglia!-

 

***

 

Oggi

 

L'arrivo di Crocodile aveva fatto precipitare la sala sotterranea in un silenzio tombale, oltre a immobilizzare tutti i presenti. Mr. 2 e Robin rimasero a fissarlo per qualche secondo, il primo con la bocca aperta per lo stupore, la seconda con il volto contratto in un'espressione di odio puro. I marines e i pirati, sentendo odore di guai, si stavano già preparando psicologicamente a combattere.

 

Le labbra di Crocodile si allargarono in un sorriso beffardo.- Chi non muore si rivede, eh, Miss Domenica? Avrei dovuto immaginarmelo che una come te non sarebbe stata tanto facile da eliminare.-

 

L'archeologa non rispose, limitandosi a digrignare i denti.

 

Il signore di Alabasta spostò lo sguardo su Bentham.- Mr. 2, devo dedurne che non intendi più far parte della mia organizzazione?-

 

- Esatto, capo, mi dimetto!- gridò Bentham.- Ti ho tradito, ho aiutato i ribelli, ma non m'importa!- Posò una mano sulla spalla di Robin.- Gli amici vengono prima di tutto!-

 

- Come preferisci.- Si rivolse al suo sottoposto più fedele.- Mr. 1, saresti così gentile da dare al tuo ex collega la sua liquidazione?-

 

- Con piacere, capo.- Das Bornes si incamminò verso Mr. 2. Prima che chiunque altro potesse fare alcunchè, Kuina si fece avanti e bloccò i suoi compagni con un gesto.- Lasciatelo a me!- disse, gli occhi che le brillavano di una luce sinistra. Fece qualche passo e si trovò davanti a Mr. 1.

 

- Kuina...è un piacere rivederti. Dimmi, hai forse riconsiderato la proposta che ti abbiamo fatto tempo fa?-

 

- No. Te lo ripeto: io non lavoro per nessuno!-

 

- Allora sei qui per me? Provi nostalgia per la nostra storia?-

 

- Ma quale storia, siamo stati insieme per appena quattro settimane!-

 

- Quattro settimane memorabili, però.-

 

- Ma per favore! L'unica cosa memorabile è il calcio nelle palle che ti ho dato!-

 

- Un attimo, che...- fece per dire Sabo, ma venne subito interrotto dal ruggito della sua donna.

 

- NON ORA, SABO!-

 

Bornes diede un'occhiata al biondo e ridacchiò.- Lui chi è, il tuo nuovo giocattolo?-

 

- Non ti riguarda, stronzo!- Sguainò le due spade e si mise in posizione da combattimento.- Sbaglio, o avevi intenzione di combattere? Beh, affrontami, se hai ancora le palle, dopo quel calcio!

 

Mr. 1 sorrise.- Prima le signore.-

 

Kuina digrignò i denti e spiccò un salto in avanti. Iniziò a far roteare le spade e gridò,- DUEMILA MONDI!-

 

Contemporaneamente, Mr. 1 unì i pugni e mormorò qualcosa che lei non riuscì a comprendere. Le lame delle sue spade lo colpirono al braccio sinistro, senza però fare alcun danno. Indietreggiò, confusa.

 

- Ma che...-

 

- Ho fatto qualche upgrade dall'ultima volta che ci siamo visti.- Sollevò gli avambracci.- Ho mangiato il Frutto Lama Lama, e posso trasformare qualunque parte del mio corpo in una lama affilata. E non solo: se voglio, posso anche rendere il mio corpo duro come l'acciaio.-

 

La spadaccina sgranò gli occhi. Merda!, pensò. Questa non ci voleva. Io non so tagliare l'acciaio. Strinse l'elsa delle spade. Beh, devo comunque combatterlo. Se non ci provo nemmeno, allora non merito di considerarmi una spadaccina! Dovrò usare tutta la mia forza!

 

Fece un passo all'indietro e si sollevò sulla punta di un piede.- TORNADO DELLE DUE SPADE!- Prese a roteare vorticosamente, trasformandosi in una massa indistinta che avanzò minacciosamente verso Mr. 1.

 

- Spiral Hollow.- Mr. 1 fece si spuntare delle piccole lame circolari sugli avambracci, facendole subito girare a grande velocità. Spostò in avanti l'avambraccio sinistro e parò il colpo di Kuina. Il contatto tra le lame produsse delle scintille e uno stridore fastidiosissimo, che costrinse alcuni dei presenti a coprirsi le orecchie.

 

Se Crocodile osservava la scena con un'aria vagamente divertita, tutti gli altri avevano lo sguardo carico di preoccupazione, soprattutto Sabo. In una situazione normale, Kuina sarebbe stata più che capace di cavarsela da sola, ma quella non era una situazione normale. Sarebbe corso volentieri ad aiutarla, ma avrebbe ottenuto solo di farsi ammazzare. E poi, lei non avrebbe gradito un'intromissione nel suo scontro. Pur non essendo un credente, in quel momento si ritrovò a pregare qualunque divinità potesse essere all'ascolto perchè la sua donna vincesse.

 

Intanto, i due avversari si erano allontanati di nuovo, e si stavano guardando in cagnesco. Stavolta, fu Das Bornes a partire all'attacco.

 

- Atomic Spurt!- Le braccia e le dita gli si trasformarono in lame. Contemporaneamente, sui piedi gli spuntarono altre lame, che utilizzò come dei pattini per partire alla carica verso Kuina.

 

- Guscio del Granchio!- La spadaccina incrociò le spade, riuscendo a parare appena in tempo l'attacco del suo avversario. Tuttavia, quest'ultimo utilizzò ancora più forza di prima, arrivando a scalfire la lama di Luna Oscura. Accorgendosene, Kuina imprecò e piroettò all'indietro, evitando per un soffio le lame di Mr. 1. Appena atterrata, cominciò a pensare a un modo per rompere quella situazione di stallo. Potrei provare ad attaccarlo ai fianchi, pensò. I suoi pensieri vennero interrotti da una nuova carica del suo avversario. Stavolta, riuscì ad evitare le spade e a ferirla ad un braccio, provocandole un grido di dolore.

 

- KUINA!- urlò Sabo. Fece per andare in suo aiuto, ma venne bloccato da Ace.

 

- Sei impazzito? Ti farai ammazzare così!-

 

- Ace, io...- La frase del biondo fu interrotta dal ruggito di Kuina.

 

- Non muoverti, Sabo! Ci penso io a lui!-

 

Nel frattempo, Mr. 1 si era piegato leggermente in avanti, le lame sul suo corpo pronte ad attaccare.- Illusa. Sai di non potermi battere. Perchè non ti arrendi? Renderesti tutto più molto semplice.-

 

- COL CAZZO!- Si preparò ad attaccare di nuovo. Allargò le braccia e rivolse le spade verso Mr. 1.- Zanne dell'Orco!- Saltò in alto e discese con una rapidità impressionante. Il suo avversario parò il colpo con entrambi gli avambracci. Stavolta, l'impatto fu tale da spezzare la lama di Luna Oscura e spedire a terra la spadaccina.

 

Kuina guardò la sua spada rotta e sgranò gli occhi.- Tu...FIGLIO DI PUTTANA!- Si rialzò e gettò a terra i resti di Luna Oscura. Impugnò Wado Ichimonji con entrambe le mani e fece per lanciare un nuovo attacco. Purtroppo per lei, Mr. 1 fu più rapido.

 

- Atomic Spar!- Congiunse le braccia e poi le aprì di scatto, generando un vortice che travolse Kuina, procurandole nuovi tagli e mandandola a sbattere contro il muro. La spadaccina ebbe appena il tempo di urlare per il dolore che scivolò a terra, perdendo conoscenza in un attimo.

 

Si risvegliò in una sinfonia di dolori. Aprì lentamente gli occhi e scoprì di essere in un ambiente diverso da quello in cui si trovava prima. C'era qualcosa di familiare, in quell'ambiente. Sembrava quasi...

 

- No...non può essere.-

 

Era nel dojo di suo padre. Si guardò attorno, incredula. Era tutto come lo ricordava. C'era perfino l'immagine di Zoro con attorno delle candele accese. Com'è possibile che mi trovi qui?, si chiese. Un attimo fa ero in quel sotterraneo ad Alabasta, a combattere quello stronzo, e ora...

 

I suoi pensieri vennero interrotti da alcune voci provenienti dall'esterno. Si incamminò verso la porta e fece per aprirla, ma la mano passò attraverso il legno.

 

- Ma che...- Si guardò la mano, incredula. Ho attraversato il legno? Non può essere. Come...un attimo. Forse...forse è tutta un'allucinazione. Oppure...no, non è possibile. Non posso essere morta!

 

Sentì di nuovo le voci di prima. Decisa a risolvere il mistero, attraversò la porta e si trovò davanti...

 

- Padre!-

 

Davanti a lei c'era Koshiro, con una spada in mano e in una posizione di difesa. Di fronte a lui, invece, c'era Kuina. Una Kuina molto più giovane, per essere precisi.

 

La spadaccina si passò una mano tra i capelli. Ho capito, in qualche modo sto rivivendo un episodio della mia infanzia. Ma perchè?

 

Intanto, Koshiro si era messo in una posizione più rilassata, la spada che gli pendeva al fianco.- Ben fatto, figlia mia. Stai andando oltre le mie aspettative. Se continui così, diventerai forte quanto un uomo.-

 

- No, padre!- disse la piccola Kuina.- Io diventerò molto più forte. Diventerò la spadaccina più forte del mondo!-

 

Koshiro sorrise.- Sei davvero determinata. Tua madre sarebbe fiera di te, se ti vedesse ora. E anche Zoro.-

 

La Kuina adulta si intristì. Ricordo, si disse. Questo è successo dopo la morte di Zoro.

 

La piccola Kuina rinfoderò le sue due spade e guardò suo padre.- Volevo chiederti una cosa, padre. Esistono lame in grado di tagliare ogni cosa?-

 

- Perchè me lo chiedi?-

 

- Perchè per essere la più forte devo anche essere in grado di tagliare ogni cosa. E non so se le mie due spade possono riuscirci.-

 

- Ma certo che possono. Dipende tutto dalla tua volontà.-

 

- Cosa vuoi dire?-

 

- Ti faccio vedere.- Prese un foglio dalla tasca e lo lanciò in aria, colpendolo subito dopo con la spada. Quando cadde a terra, era ancora intatto.

 

- Non sei riuscito a tagliarlo.-

 

- Lo so.- Rinfoderò la spada e si avvicinò a sua figlia.- Vedi, al mondo esistono spade che non tagliano nulla. Tuttavia, le stesse spade possono tagliare anche l'acciaio.-

 

La piccola Kuina alzò un sopracciglio.- Non capisco.-

 

Koshiro si chinò e mise una mano sulla spalla della bambina.- Lo spadaccino più forte è quello che protegge ciò che vuole proteggere, e che taglia ciò che vuole tagliare. La vera forza non sta nella lama, ma in chi la governa. Come ho detto prima, dipende tutto dalla volontà. Capisci, adesso?-

 

- No, padre.-

 

- Vorrà dire che capirai quando sarà il momento.-

 

La Kuina adulta aggrottò le sopracciglia e si grattò il mento, pensierosa. Cosa vuoi dire, padre? In che senso è tutta una questione di volontà?

 

Si guardò attorno in cerca di un'ispirazione. Posò gli occhi prima sul terreno, poi sugli alberi. In quel momento, ebbe un'illuminazione.

 

- Ma certo, dev'essere per forza così. Finalmente ho capito!- Le labbra le si allargarono in un sorriso trionfale e buttò la testa all'indietro, gli occhi rivolti al cielo.- HO CAPITO!-

 

All'improvviso la spadaccina vide tutto attorno a lei iniziare a dissolversi. In un attimo, si ritrovò nel sotterraneo, con Mr. 1 davanti a lei, pronto a darle il colpo di grazia. Riuscì ad alzare Wado Ichimonji appena in tempo per parare il colpo. Fortunatamente, stavolta la spada resistette. Spinse con tutte le sue forze e riuscì ad allontanare il suo avversario, rialzandosi subito dopo, ansimante e con qualche ferita che sanguinava.

 

- Sei più cocciuta di quanto mi ricordassi.-

 

- Oh, stà zitto!- Piegò leggermente le ginocchia e si preparò a colpire. Doveva farla finita al più presto!- Artiglio della Fenice Nera!- Menò un fendente che produsse un'onda a forma di mezzaluna. Mr. 1 alzò l'avambraccio sinistro, sicuro che l'acciaio del suo corpo lo avrebbe protetto. Sfortunatamente per lui, il colpo gli tranciò di netto l'avambraccio. Non fece nemmeno in tempo a gridare per la sorpresa che Kuina gli diede un calcio nello stomaco che lo spedì a terra. Si portò la mano destra alla ferita e fece per rialzarsi, ma la spadaccina lo bloccò appena in tempo.

 

- Come...come hai fatto?-

 

- E' tutta una questione di volontà. L'ho capito solo adesso.-

 

Com'è possibile?, pensò Bornes. Prima non riusciva a scalfirmi, e adesso mi ha mutilato? Devo...

 

Prima che potesse fare alcunchè, la spadaccina sollevò la sua arma e gli tagliò l'altro avambraccio. Altro sangue andò ad aggiungersi a quello già a terra. Provò ad alzare le gambe, ma non ci riuscì. Si rese conto con terrore che ormai non c'era più nulla da fare. Volse gli occhi verso la spadaccina.

 

- La prossima volta...proverai...a tagliare il diamante?-

 

- Non lo so. Per ora mi accontenterò di tagliare te.- Puntò la spada verso l'inguine di Mr. 1 e la affondò con rabbia. Le urla dell'uomo riempirono immediatamente il sotterraneo. Kuina non se ne curò, spostando lentamente la lama in avanti e squartando il suo ex. Quando superò il cuore, le urla cessarono. Mr. 1 era morto, ridotto a un ammasso di carne insanguinata.

 

Kuina alzò Wado Ichimonji al cielo in segno di trionfo, sorridendo in un modo che fece gelare il sangue ai suoi compagni. Abbassò la spada e iniziò ad ansimare. Sabo le corse affianco.

 

- Stai bene? Ce la fai a stare in piedi?-

 

- Mai stata meglio. Mi...mi dispiace solo per Luna Oscura.-

 

Crocodile guardava la scena visibilmente imbestialito. Sebbene fosse un bastardo senza cuore, vedere Mr. 1 morire in quel modo lo aveva fatto uscire dai gangheri. Era il suo collaboratore più fedele!

 

- Voi...me la pagherete cara!-

 

- No, Crocodile, sarai tu a pagare!- disse Robin.

 

- E come speri di riuscirci, illusa?-

 

- Sfruttando il tuo punto debole.- Sorrise e iniziò a camminare verso Crocodile.- Puoi trasformarti in sabbia ed evitare qualunque attacco. Però c'è un particolare: la sabbia può bagnarsi.- Fece spuntare un paio di mani sulle spalle di Crocodile, ciascuna impugnante una fiaschetta piena d'acqua.- E una volta bagnata, diventa solida.- Le mani supplementari versarono l'acqua sul petto di Crocodile. Quest'ultimo si limitò ad alzare un sopracciglio.

 

- E adesso, il tocco finale.- Mise una mano in tasca e ne tirò fuori un pugnale.

 

Crocodile guardò la sua ex assistente.- E cosa speri di fare con quello?-

 

- Ucciderti. La lama è fatta di agalmatolite!- Si lanciò verso Crocodile, il pugnale puntato al cuore. Purtroppo per lei, il suo avversario fu più rapido: le afferrò il braccio destro e glielo torse. Si sentì un suono di ossa rotte, accompagnato da un urlo di dolore.

 

- ROBIN!- gridò Nami.

 

Crocodile gettò a terra l'archeologa e la guardò con disprezzo, il petto di nuovo asciutto grazie ai suoi poteri.- Idiota. Avresti fatto meglio a non tornare.- Sollevò l'uncino e si preparò a colpire.- Addio, Nico Robin.-

 

- SWAN BOMBARDIER ARABESQUE!-

 

Mr. 2 si lanciò in aria puntando le scarpe verso Crocodile. Prima che potesse arrivargli vicino, il suo avversario si trasformò in una nuvola di sabbia e lo avvolse. Mentre tutto questo accadeva, Nami e Sanji avevano preso Robin e l'avevano portata vicino al resto del gruppo.

 

L'archeologa guardò la scena e si mise la mano sinistra sul braccio destro.- Bentham...ARGH, il braccio!-

 

- Non muoverti, Robin. Peggiorerai le cose.- le disse Nami.

 

- Come ho fatto...a...a essere così stupida? Ora moriremo tutti.-

 

- Non dirlo neanche per scherzo!-

 

Intanto, Crocodile era tornato in forma umana. Era riuscito ad infilzare Mr. 2 con l'uncino e gli aveva afferrato il collo con la mano destra. Gli si avvicinò all'orecchio e disse,- Vuoi dire qualcosa, prima di morire?-

 

Bentham sputò del sangue in faccia al suo ex capo.- Non...non rimpiango niente!-

 

Crocodile spinse l'uncino ancora più a fondo, fino a tagliare il cuore di Mr. 2, uccidendolo all'istante. Dalla ferita sgorgò del sangue che gli finì in parte sull'uncino, e che asciugò all'istante grazie ai suoi poteri. Ritirò l'uncino e buttò il corpo a terra.

 

- E adesso, tocca a voi mocciosi.-

 

- Non così in fretta, uomo-sabbia!- Rufy si rivolse ai suoi compagni.- Sabo, Kuina. Voi due rimanete qui con Nami e Robin. Ace, Nojiko, Sanji. Voi venite con me.- Digrignò i denti e serrò i pugni, rivolgendosi a Crocodile.- Dovrai vedertela prima con noi!- Fece apparire una fiamma su ciascuna mano.

 

- Ah, interessante. Vorrà dire che mi divertirò un pò, prima di farvi fuori.- disse Crocodile. Alzò la mano destra.- Sables: Pesado!- Nel palmo si formò un piccolo tornado che si concentrò rapidamente fino a diventare una vera e propria granata di sabbia, che venne subito scagliata contro il giovane marine.

 

- Hellfire!- Rufy unì le mani e generò una fiammata che distrusse all'istante la granata di sabbia e arrivò quasi a sfiorare Crocodile. All'ultimo istante, questi si librò in aria, metà del suo corpo trasformato in sabbia. Guardò Rufy e sorrise.

 

- Niente male, ragazzo. Ma non abbastanza.-

 

Sanji decise di approfittare della distrazione di Crocodile per colpirlo.

 

- Diable Jambe!-

 

La gamba infuocata colpì l'avversario al fianco destro, riuscendo però soltanto ad infastidirlo.

 

- Voi della Marina...sempre a ficcare il naso dove non dovreste. Desert La Spada!- Trasformò le dita della mano destra in lame di sabbia compatta e fece per attaccare il Ciclope.

 

- Soru!- Il biondo si spostò alla velocità della luce, evitando l'attacco di Crocodile.

 

- Ah, le tecniche Rokushiki. Ho già incontrato alcuni che le utilizzavano.- Si guardò attorno in cerca di Sanji e sorrise.- Ho avuto il piacere di toglierli di mezzo.-

 

- Beh, chiunque fossero, con noi non sarà altrettanto facile! Rankyaku!- Nojiko, che nel frattempo aveva assunto la sua forma ibrida, fece scattare la gamba in avanti, riuscendo a colpire Crocodile in pieno petto.

 

- Tu...razza di cagna...-

 

- Shigan!- Sanji lo colpì alle spalle così velocemente da non dargli neanche il tempo di reagire. Allo stesso tempo, Rufy si preparò ad attaccare di nuovo.

 

- Spada dell'Arcangelo!- Nella mano destra gli spuntò una spada di fuoco, con cui colpì Crocodile sul fianco sinistro, riuscendo a ferirlo, anche se non in modo grave.

 

- Desert Grande Spada!- L'ex pirata si trasformò in una gigantesca lama di sabbia. Riuscì a ferire i tre marines alle braccia e ad atterrarli. Fece per dargli il colpo di grazia, ma venne bloccato da Ace.

 

- Mega Tornado!- Con questa mossa, il Tifone Umanoide svelò l'origine del suo soprannome: si trasformò infatti in un enorme tornado, che si scontrò con la sabbia di Crocodile. Per un attimo, sembrò quasi che i due si fossero fusi in un enorme vortice. Purtroppo, alla fine Crocodile ebbe la meglio, riuscendo a respingere Ace e a mandarlo al tappeto. Riprese il suo aspetto normale e guardò i suoi avversari.

 

- Va bene, basta giocare.- Appoggiò la mano destra a terra.- Ground Secco!- Immediatamente, il pavimento del sotterraneo si essiccò, riducendosi in sabbia.- Girasole del Deserto!- La zona sotto i suoi quattro avversari collassò all'istante, facendoli sprofondare nella sabbia. Cercarono di uscirne, ma fu inutile.

 

- Di voi mi occuperò più tardi. Prima...- Si girò e guardò prima Robin, poi, vedendo Nami, sorrise.- Ma certo, avrei dovuto pensarci prima. Per spezzare una catena, bisogna sempre partire dall'anello più debole.-

 

- Non provarci nemmeno!- Sabo gli si parò davanti, affiancato da Kuina.

 

- Ma per favore...- Con un'ondata di sabbia, li scagliò dall'altra parte della sala. Si lanciò su Nami e la afferrò per la gola, librandosi in aria, la parte inferiore del suo corpo mutata in un vortice sabbioso.

 

- NAMI!- gridarono contemporaneamente tutti i suoi compagni, Robin inclusa.

 

Crocodile cominciò a serrare la presa attorno al collo della rossa.- Sappi che ci metterò un pò. Voglio che i tuoi amichetti si godano lo spettacolo.-

 

La Gatta Rossa cercò di divincolarsi. No, si disse. Non posso morire così! Fece uno sforzo sovrumano per far mollare la presa al suo avversario.

 

- Non...non voglio morire!- Gli diede un pugno sulla spalla sinistra, non ottenendo nessun risultato. Gli si aggrappò alla pelliccia...e a quel punto accadde qualcosa di strano. Il resto del corpo di Crocodile tornò normale, e questi cadde a terra, mollando la presa sul collo di Nami. Lei, invece, per la paura era rimasta aggrappata a un lembo della pelliccia di Crocodile. Al momento dell'impatto, entrambi gridarono per il dolore.

 

Crocodile si sollevò su un fianco e guardò la rossa, cercando di capire cosa fosse successo. Era ancora aggrappata alla sua pelliccia. Inoltre, c'era una strana nebbiolina nera che li aveva avvolti entrambi.

 

- E questa cos'è?-

 

Robin osservò la scena, lo sguardo carico di paura e curiosità. Da dove è spuntata quella nebbia?, si chiese. In quel momento, le venne in mente la conversazione avuta con Nami qualche tempo prima.

 

- Ma certo, adesso capisco. Deve essere per forza...NAMI! QUELLO CHE AVEVI MANGIATO ERA IL FRUTTO DARK DARK! ORA PUOI ANNULLARE I POTERI DEGLI ALTRI FRUTTI!-

 

La Gatta Rossa sgranò gli occhi.- Cosa...ma come...-

 

- NON IMPORTA! RESTA AGGRAPPATA ALLA SUA PELLICCIA!-

 

Per la prima volta nella sua vita, Crocodile si fece prendere dal panico.- MOLLAMI, MOCCIOSA!- Fece per alzare l'uncino e colpire Nami, ma all'improvviso...

 

- OCHO FLEUR!-

 

...si ritrovò il corpo immobilizzato dalle braccia supplementari di Robin. Con la coda dell'occhio, vide l'ex Miss Domenica con un ghigno malefico stampato in faccia.

 

- Addio, Mr. 0. CLUTCH!-

 

Crocodile lanciò un urlo disumano mentre le sue ossa venivano spezzate. Robin si occupò prima del resto del corpo, in modo che soffrisse, e alla fine gli ruppe l'osso del collo, uccidendolo.

 

Nel sotterraneo calò il silenzio. Tutti i presenti rimasero a fissare il cadavere di Crocodile, quasi come se non riuscissero a credere che fosse davvero morto. Robin gli si avvicinò e gli sputò addosso, in segno di disprezzo.

 

- Finalmente...è morto!- Guardò Nami e le sorrise, venendo subito ricambiata. La rossa si alzò e accarezzò la guancia della mora.

 

- Sei stata grande!-

 

- No, tu lo sei stata. Senza il tuo potere non ce l'avrei mai fatta.-

 

- Ehi, che ne direste di aiutarci a uscire da qui?- ruggì Ace, mezzo sepolto nella sabbia.

 

Con l'aiuto di Sabo e Kuina, le due donne tirarono fuori Ace e i tre marines dalla sabbia.

 

- Ora...- Si ricordò in quel momento del cadavere di Mr. 2.- Qualcuno raccolga Bentham. Voglio dargli una degna sepoltura, appena usciremo da qui.-

 

- Ci penso io.- disse Rufy. Andò vicino al cadavere, lo sollevò e se lo mise in spalla.- E adesso?- chiese.

 

- Adesso disattiverò Pluton, poi usciremo di qui.-

 

Nel frattempo, Sabo aveva concentrato la sua attenzione su Kuina.- Stai bene?-

 

- Sì, ma mi fa male tutto il corpo. Dovrò dormire per una settimana!-

 

Il biondo ridacchiò, poi la sua espressione tornò seria. Indicò il cadavere di Mr. 1.- Così...l'uomo-lama era un tuo ex?-

 

- Esatto. E a proposito di quello che ha detto, ti devo delle spiegazioni.-

 

- In che senso?-

 

- Ti ho detto che ho avuto altri uomini prima di te, no?-

 

- Sì, e allora?-

 

- Beh, si è trattato di storie senza importanza. Niente sentimenti, solo sesso. Era un periodo della mia vita in cui ero incazzata a morte con il mondo. Vedi, essendo una donna, all'inizio quasi nessuno mi prendeva sul serio. Perciò, io reagivo con rabbia a tutto, anche quando non ero minacciata. E quando incontravo qualcuno che mi piaceva, me lo scopavo per un pò e poi lo buttavo via.- Guardò il biondo negli occhi.- Con te, invece, non si tratta solo di quello. E'...- Si passò una mano tra i capelli.- Merda, perchè certe cose mi imbarazzano così tanto?- Mise una mano sulla guancia del suo uomo.- Sabo, io...io ti amo! Ti amo con tutta me stessa!- Lo tirò a sè a cominciò a baciarlo con foga. Ma non appena Sabo cominciò a ricambiare...

 

- A-HEM!-

 

La coppia si girò, ricordandosi solo in quel momento di non essere da sola. Sabo si irrigidì, mentre Kuina guardò gli altri con occhi sgranati e divenne rossa come un peperone.

 

- Voi due piccioncini potrete sbaciucchiarvi con calma più tardi. Ora abbiamo una missione da completare!- disse Nami.

 

In quel preciso istante, si sentì un rumore strano proveniente dal cadavere di Crocodile. Tutti i presenti si girarono e videro che accanto al corpo c'era una sfera dorata.

 

- E quella da dove salta fuori?- disse Sabo.

 

Robin osservò la sfera, pensierosa.- Forse...potrebbe...sì, dev'essere per forza Uranus!-

 

- Quell'altra arma antica di cui ci avevi parlato?- le chiese Nami.

 

- Esatto. Non c'erano molti dettagli sui Poignee Griffe che ho trovato, ma so che una volta ingerita conferisce al suo possessore la capacità di annullare l'Ambizione di chi gli sta attorno. Un pò come il frutto che hai mangiato tu, Nami.-

 

- L'Ambizione...sì, ricordo che il nonno me ne aveva parlato.- Guardò Uranus.- Cosa ne facciamo?-

 

- Dovremmo distruggerla. Non possiamo permettere che cada di nuovo nelle mani sbagliate.-

 

- E come?-

 

- Aspetta, è vulnerabile al fuoco?- chiese Rufy.

 

- Penso di sì.- rispose Robin.

 

- Bene.- Il marine puntò l'indice verso Uranus.- Spitfire, Massima Potenza!-

 

Dal dito di Rufy partì una fiammata che illuminò a giorno il sotterraneo. Quando si spense, di Uranus non rimaneva altro che un mucchietto di cenere.

 

- Ottimo lavoro. E adesso, occupiamoci di Pluton.- disse l'archeologa. Si avvicinò all'enorme porta antica, osservandola pensierosa.- Hmm...vediamo se ci riesco con i miei poteri.- Fece spuntare una serie di braccia che iniziarono a spingere la porta.- Avanti, apriti.- Finalmente, dopo quella che parve un'eternità, la porta si aprì, liberando nell'aria un odore di chiuso abbastanza sgradevole.

 

- EWWW...ma da quant'è che non cambiano l'aria?- chiese Nami, tappandosi il naso.

 

- Da un pò, direi. Puzza più dei miei calzini usati.- disse Rufy, provocando una risata generale.

 

Entrarono nella stanza e rimasero a bocca aperta: davanti a loro, più grande di qualsiasi cosa avessero mai visto, c'era Pluton. Somigliava vagamente a una nave da guerra della Marina, ma con un'aria molto più minacciosa. Era di un colore nerastro, e aveva numerosi cannoni sulla fiancata.

 

- E'...è immensa!- disse Nojiko.

 

- Brr...fa paura solo a guardarla.- disse Rufy.

 

- Una paura giustificata. Pluton è così potente da poter spazzare via un'isola in un colpo solo.- disse l'archeologa.

 

- Un attimo, e quelli?- Ace indicò una serie di capsule di fianco a Pluton, collegate all'antica nave da un lungo tubo rosso.

 

- Aspetta, sembrano...- Rufy strinse le palpebre per vedere meglio.- Ehi, ci sono delle persone lì dentro!-

 

- Che cosa ci fanno, lì?- chiese Sabo.

 

- Stanno ricaricando Pluton.-

 

Gli occhi di tutti si girarono verso Robin.

 

- In che senso, la stanno ricaricando?-

 

- Vedete, Pluton è stata costruita con una tecnologia molto particolare. Non conosco molto bene i dettagli, ma so che per funzionare deve assorbire l'energia vitale di un certo numero di esseri umani. Chi ha mangiato un frutto del diavolo dà più energia.- Aggrottò le sopracciglia.- Forse è per questo che Crocodile aveva sfoltito i ranghi della Baroque Works. Gli serviva energia.-

 

- Possiamo fare qualcosa per loro? Voglio dire, possiamo liberarli?- chiese Sanji.

 

Robin scosse il capo.- Purtroppo no. Una volta inserito nella capsula, il corpo non può più essere rimosso. E anche se fosse possibile, ormai sono praticamente morti. Possiamo solo disattivare Pluton.-

 

- Ma...ma è orribile.- disse Kuina.

 

- Già. A volte, gli umani riescono a essere dei veri mostri.- E io ne so qualcosa, pensò. Nella mia vita ho provato alcune delle cose peggiori che l'umanità ha da offrire.- Comunque, ora non ha più importanza.- Guardò verso Pluton.- Ma dov'è...ah, eccola!- Si avvicinò all'enorme nave, seguita dagli altri. Si fermò davanti a una specie di piccola colonna di pietra, da cui sporgevano uno schermo e una tastiera. Come tutto il resto in quella sala, avevano un'aria antica e sinistra.

 

- E questa cos'è?- chiese Nami.

 

- E' una postazione per il controllo di Pluton.- Premette un tasto e lo schermo si riempì degli stessi simboli che aveva visto sul Poignee Griffe.- Da qui posso disattivarla.- Premette altri tasti.- L'iscrizione non era molto chiara, ma c'era scritto che questa procedura avrebbe reso Pluton inutilizzabile.- Continuò a premere tasti a un ritmo forsennato. Alla fine, premette un ultimo tasto e lo schermo si spense con un ronzio.- Fatto. Ora non avremo più problemi.- Si girò verso Nami e sorrise.

 

La Gatta Rossa abbracciò l'archeologa.- Finalmente! Ora usciremo da qui!- La strinse con forza e la baciò. Robin ricambiò il bacio, accarezzando i capelli della rossa. All'improvviso, sentirono un tonfo, seguito da un ruggito: si girarono e videro Sanji a terra, con Nojiko affianco che lo stava schiaffeggiando.

 

- SANJI, SMETTILA DI SORRIDERE COME UN IDIOTA! E PERCHE' TI SANGUINA IL NASO?-

 

Ci fu uno scoppio di ilarità generale, durante il quale il povero Ciclope si rialzò massaggiandosi la guancia dolorante e guardando Nami e Robin, il tutto continuando a sorridere. Nojiko gli tirò un'orecchio e gli urlò di darsi un contegno. Poi, all'improvviso...

 

ATTENZIONE, L'UNITA' PLUTON HA AVVIATO LA PROCEDURA DI AUTODISTRUZIONE. SI PREGA DI SGOMBERARE L'AREA CIRCOSTANTE IL PRIMA POSSIBILE.

 

Tutti si guardarono attorno stupiti, cercando in un primo momento di capire da dove venisse quella voce. Poi si resero conto di cosa aveva detto.

 

- VIA DI QUI!- urlò Nami, prendendo Robin per il braccio sano e iniziando a correre verso l'uscita, seguita a ruota da tutti gli altri. In men che non si dica, arrivarono agli scalini che li avevano condotti nel sotterraneo.

 

Trenta secondi dopo, Pluton esplose.

 

 

 

NOTA DELL'AUTORE: Qualche precisazione su questo capitolo:

 

1- Non sono tanto sicuro che i combattimenti mi siano venuti bene, soprattutto quello contro Croc. Non sapevo che effetto avrebbero avuto su di lui certi attacchi tipo le tecniche Rokushiki o gli attacchi di fuoco di Rufy (a proposito, vi chiedo scusa se i nomi dei suoi attacchi sembrano un pò idioti, ma non mi veniva in mente altro), quindi ho dovuto un pò improvvisare. Spero di non aver fatto una cazzata.

 

2- Nelle mie intenzioni originali, Kuina capiva come tagliare l'acciaio grazie a una rivelazione del fantasma del piccolo Zoro. Tuttavia, mentre scrivevo mi sono reso conto che la cosa non aveva molto senso, perciò mi sono rivisto l'episodio dello scontro tra Zoro e Mr. 1 e ho cambiato la scena.

 

3- Quanto svelato a proposito di Pluton e Uranus è una mia idea, valida pertanto solo in questo AU. Consideratelo un espediente narrativo volto a dare una possibile spiegazione ad alcuni dei misteri di One Piece (anche se per me il vero mistero è questo: come ha fatto quello scricciolo di Otohime a partorire quel bestione di Shirahoshi?). E se per caso ve lo state chiedendo, le tecniche di Kuina sono ispirate a quelle di Zoro.

 

4- Riguardo a Nami, mi rendo conto che è una cosa un pochino bizzarra (per non dire molto Ad Minchiam), ma non mi veniva in mente altro per risolvere la situazione. E comunque, se ci possono essere delle storie con un Rufy femmina e un Sanji gay, allora c'è spazio anche per una storia dove Nami ha mangiato il Dark Dark (Se poi la cosa proprio non vi va giù, posso darvi il mio indirizzo così verrete a suonarmele di persona).

 

E adesso due parole sulle storie future: per il momento, metterò da parte "Nove orrori". Per quanto riguarda i tre oneshot ho deciso di pubblicarne uno ogni due settimane: comincerò mercoledì con "Scherzo e controscherzo", il 5 Ottobre sarà la volta di "Sangue, sudore e lacrime" mentre il 19 Ottobre toccherà a "Three Pieces" (inizialmente l'avevo chiamato Four Pieces perchè ci dovevano essere quattro scene, ma siccome ne ho eliminata una ho cambiato il titolo). Una volta finita questa storia mi dedicherò a "One piece of an angel", il crossover con Neon Genesis Evangelion. Vi anticipo che sarà una roba un tantino complessa per i miei standard e richiederà un bel pò di lavoro, quindi il primo capitolo probabilmente vedrà la luce verso Dicembre. Ovviamente, continuerò a dedicarmi alla traduzione di Marie D Suesse.

 

Ci rivediamo tra due settimane col penultimo capitolo di questa storia, ovverosia la terza ed ultima parte di Effetto Farfalla. Volete un anticipo? Va bene. Tra le altre cose, scoprirete cos'è successo a Helmeppo. E credo proprio che gradirete la cosa...eheheheh!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Effetto farfalla-Parte 3 ***


Capitolo 13: Effetto farfalla-Parte 3

 

Helmeppo si asciugò il sudore dalla fronte col dorso della mano. Prese lo spazzolone, lo bagnò nel secchio e ricominciò a lavare il ponte della nave di Bagy il Clown.

 

Bastardo di uno schiavista col naso rosso, pensò il biondo. Spero che la Marina lo catturi...anzi, no! Spero che finisca in mare e che se lo mangi qualche mostro. Ma come ho fatto a ritrovarmi in questa situazione?

 

Già. Più ci pensava, più quello che gli era successo gli sembrava surreale.

 

Grazie a suo padre, il Capitano Morgan Mano d'Ascia, riusciva sempre a fare quello che voleva. Nessuno osava contrariarlo. L'intera città di Shelltown li temeva.

 

Poi, un giorno, il Vice-Ammiraglio Garp si era trovato a passare da quelle parti. Qualcuno aveva avuto il coraggio di riferirgli tutte le malefatte di Mano d'Ascia, e prima che l'Eroe della Marina avesse il tempo di far scattare le manette, Morgan e Helmeppo erano scappati. Avevano viaggiato insieme per un pò, ma poi Morgan lo aveva abbandonato perchè non faceva altro che rallentarlo. Aveva vagabondato per il Mare Orientale per un periodo, finchè la ciurma di Bagy non lo aveva catturato e ridotto in schiavitù. Da allora, aveva conosciuto la fatica e l'umiliazione. A peggiorare le cose, qualche giorno prima aveva saputo che suo padre era stato ucciso su un'isola del Mare Meridionale dalla cacciatrice di pirati Kuina, nota anche come la Diavolessa del Mare Orientale. Non aveva pianto: quello che gli era successo aveva cancellato qualunque residuo di affetto provasse per suo padre. L'unica cosa per cui si dispiaceva era la sua attuale condizione.

 

Non è giusto, si disse, asciugandosi una lacrima. Perchè proprio a me?

 

Si fermò un attimo per riprendere fiato, e subito dopo sentì una voce alle sue spalle.

 

- Batti la fiacca, biondino?-

 

Si girò e vide uno degli uomini di Bagy, di cui al momento non ricordava il nome, con in mano un secchio.

 

Si mise sull'attenti.- Ehm...no, signore. Mi stavo solo riposando un attimo. Riprenderò subito a lavorare.-

 

Il pirata sorrise.- Ci penserai dopo.- Gli diede il secchio, che era pieno di ossa e altre cose non meglio identificate.- Tieni, porta questo a Richi. E' l'ora del suo pranzo.-

 

Il biondo sbiancò. Aveva una paura tremenda del leone, e cercava di stargli lontano il più possibile.- M-m-ma come...non...può farlo M-m-moji?-

 

- Moji è occupato, e anche il resto dell'equipaggio. Quindi tocca a te!- Gli si avvicinò e lo guardò dritto negli occhi.- Oppure vuoi andare a far compagnia ai pesci?-

 

- N-n-no, signore! V-v-vado subito.-

 

- Bravo.- Il pirata si allontanò.

 

Helmeppo fece un respiro profondo. Devo andare per forza, si disse. E poi, in fondo non è troppo difficile. Devo solo lasciargli il secchio e se la vedrà lui. Mi allontanerò prima che possa accorgersi della mia presenza.

 

Con passo determinato, si diresse verso la stanza di Richi. Aprì la porta e diede un'occhiata all'interno: perfetto, dorme!, si disse. Entrò camminando in punta di piedi e fece per posare il secchio a terra. In quel momento, la porta si chiuse, producendo un rumore che svegliò Richi.

 

Il biondo sgranò gli occhi. Merda, pensò. Devo uscire di qui prima che...

 

Il leone sbadigliò, poi posò gli occhi su Helmeppo e si alzò da terra, cominciando a ringhiare.

 

- B-b-uono, micetto...buono, non vorrai mica mangiarmi? Io ho un pessimo sapore. P-p-perchè non prendi queste ossa, invece?- Gli porse il secchio, ma il leone lo gettò a terra con una zampata.

 

Ormai in preda al panico, Helmeppo si girò e iniziò a battere i pugni sulla porta.- APRITE! APRITE!- Purtroppo per lui, in quel momento Richi gli saltò addossò e gli piantò gli artigli nella schiena. Il ragazzo urlò a squarciagola, ancora aggrappato alla porta, per poi scivolare a terra. Fece appena in tempo a produrre una lacrima che il leone gli staccò la testa con un poderoso morso, sgranocchiandola sonoramente. Procedette poi a divorare il resto del corpo, lasciando solo un paio di ossa e dei brandelli degli abiti del ragazzo. Si leccò la zampa e tornò a dormire. Subito dopo, la porta si aprì, e un Moji soddisfatto come non mai iniziò a ridere, le mani sui fianchi e la schiena rivolta ai suoi compagni.

 

- AHAHAHAHAHAH! Ve lo avevo detto che il mio Richi sarebbe stato capace di papparsi quell'idiota! E adesso fuori i soldi. Le scommesse si pagano!-

 

***

 

L'Ammiraglio Aokiji si guardò attorno con circospezione. Accertatosi che il vicolo fosse deserto, uscì e chiuse la porta alle sue spalle. Si aggiustò la camicia e si incamminò verso i suoi alloggi.

 

Meno male che anche stasera non c'è nessuno in giro, pensò. Sai che figura avrei fatto se qualcuno mi avesse visto uscire da quel bordello? Come minimo, avrei dovuto dimettermi. La Marina non tollererebbe che si sappia in giro che uno dei suoi ammiragli va a puttane. Non che sia l'unico ufficiale a farlo, però...

 

All'improvviso sentì un rumore alle sue spalle. Non fece neanche in tempo a voltarsi che un braccio lo strinse in una morsa d'acciaio, bloccandolo completamente. Subito dopo, un coltello gli si avvicinò alla gola e sentì qualcuno alitargli sul collo.

 

- Non provare a muoverti, umano!-

 

Il marine alzò un sopracciglio.- E tu chi saresti?-

 

- Stà zitto! Il mio nome non ha importanza. Conta solo perchè sono qui: ucciderti!-

 

- Vorresti uccidermi? Posso sapere perchè, e soprattutto come?-

 

- Ti ho detto di stare zitto! Riguardo al perchè, è presto detto: alcuni anni fa, tu hai posto fine alle ambizioni del grande Arlong. Credevi di aver ucciso l'intera ciurma, ma ti sbagliavi: io sono riuscito a sopravvivere. Ci ho messo un pò di tempo a riorganizzarmi e a rintracciarti, ma finalmente ci sono riuscito. Ora pagherai per quello che hai fatto!-

 

- Ah, sei un uomo-pesce. Mi sembrava di aver sentito un odore di mare.-

 

- Zitto! Ormai non hai più scampo. Con questo coltello di agalmatolite porrò fine alla tua vita! Il grande Arlong sarà vendicato!-

 

L'uomo-pesce fece per muovere il coltello, ma all'improvviso...

 

- COLLIER STRIKE!-

 

...fu colpito al collo da qualcosa di così potente che gli fece mollare la presa su Aokiji e lo spedì a terra, imprecando per il dolore. Prima che potesse alzarsi per contrattaccare, una lama gli entrò nella schiena e gli perforò diversi organi, uccidendolo.

 

Aokiji guardò il suo soccorritore, leggermente irritato.- Avevo la situazione sotto controllo. Non c'era bisogno che intervenissi. Stavo per trasformarlo in un blocco di ghiaccio.-

 

Sanji guardò l'Ammiraglio e sospirò.- Non potevo saperlo, signore. L'ho vista in pericolo e ho agito d'istinto.-

 

L'Ammiraglio scrollò le spalle.- Fa niente. Piuttosto, perchè sei in giro a quest'ora?-

 

- Credo per il suo stesso motivo, signore.-

 

Aokiji rimase impassibile.- Non una parola con chicchessia, o sei morto.-

 

- Non si preoccupi.- Il Ciclope guardò il cadavere dell'uomo-pesce.- Piuttosto, cosa ne facciamo di quello?-

 

- Ci penso io.-

 

- Va bene, allora. Buona notte, signore.-

 

- Buona notte, Sanji.- Aokiji aspettò che il suo protetto si fosse allontanato, poi usò i suoi poteri per trasformare l'uomo-pesce in una statua di ghiaccio, che con un sol colpo frantumò in migliaia di pezzi. Si scioglieranno in poco tempo, si disse, andando via.

 

***

 

Il dottor Hogback corse a perdifiato verso la porta del laboratorio di Caesar Clown. Dietro di lui, dei ruggiti e rumori di tante zampe in movimento annunciavano la presenza di qualcosa di terribile.

 

Arrivato alla porta metallica, Hogback iniziò a battere i pugni con tutta la sua forza (non molta, a dire la verità).- CAESAR! NON FARE SCHERZI, APRI QUESTA PORTA!- Nessuna risposta. Riprese ad urlare.- CAESAR! MUOVITI, SONO QUASI...- Fu interrotto da un ruggito sinistro alle sue spalle, e stavolta era molto più vicino. Paralizzato dal terrore, maledì mentalmente Caesar Clown, mentre le creature che fino a poco fa lo stavano inseguendo gli saltarono addosso. Gli strapparono la carne con zanne affilate come rasoi, mentre le sue urla risuonavano nel corridoio. In appena un minuto, lo ridussero a un ammasso irriconoscibile di carne insanguinata.

 

Appena ebbero finito, da un altoparlante lì vicino venne fuori una voce maligna.- Basta così, Orsetti del Cuore. Potete rientrare nelle vostre gabbie.-

 

Le creature si allontanarono dal cadavere di Hogback.

 

Nella stanza oltre la porta metallica, Caesar Clown sorrise. Ottimo, pensò. Non mi dispiace neanche un pò per te, caro Hogback. E poi, a volte bisogna fare dei sacrifici in nome della scienza!

 

Ripensò al momento in cui aveva incontrato il defunto Hogback: era stato un bel pò di tempo prima, a Dressrosa. Il suo capo, il Joker (noto ai più come Donquijote Doflamingo, o anche come Demone Celeste), lo aveva trovato mentre vagabondava nel Grande Blu assieme alla sua assistente, una biondina di nome Victoria (Com'era il cognome?, si chiese. Vabbè, non ha importanza). Stando a quanto aveva detto, prima lavorava per un altro membro della Flotta dei Sette, Moria, che era stato ucciso da Shanks il Rosso. Era riuscito a scappare per miracolo. Avendone sentito parlare come di un medico molto competente, il Joker gli aveva offerto un posto nella sua organizzazione, e lo aveva messo a lavorare con Caesar. Li aveva spediti entrambi a Punk Hazard, nel laboratorio sopravvissuto al...piccolo incidente di qualche tempo prima. C'era ancora un pò di gas, ma grazie a qualche piccolo accorgimento non avevano avuto problemi. E grazie alle conoscenze di Hogback, erano riusciti a salvare i pochi detenuti sopravvissuti ai vecchi esperimenti e a donargli una "nuova vita" (se così si poteva definire).

 

Poi, qualche mese dopo il loro arrivo su Punk Hazard, Trafalgar Law attaccò il Joker. Naturalmente, quest'ultimo riuscì a sconfiggerli senza problemi. Purtroppo, Law riuscì a scappare, ma da quello scontro venne fuori qualcosa di buono. Di buono per Caesar. Infatti, il Joker gli aveva portato i resti di uno degli uomini di Law, un orso bianco che camminava e parlava come un uomo. Per qualche strano motivo, aveva colto l'interesse di Doflamingo, che aveva ordinato a Caesar e Hogback di lavorarci sù e ricavarne qualcosa di utile.

 

E cosa ne era venuto fuori! Grazie a delle tecniche che avrebbero fatto crepare d'invidia Vegapunk, avevano ottenuto delle creature feroci e fortissime, che rispondevano solo agli ordini del loro padrone. Per il momento ne esistevano solo quattro esemplari, ma grazie al defunto Hogback c'erano i mezzi per crearne molte di più. Appresa la notizia, Doflamingo aveva ordinato a Caesar di togliere di mezzo Hogback e Victoria. E lui lo aveva fatto con piacere: non sopportava più la risata di quell'uomo, e la sua assistente gli dava i brividi. E poi, ormai poteva continuare da solo gli esperimenti.

 

Gettò la testa all'indietro e rise a squarciagola.- SHLOLOLOLOLOLO! Il Joker sarà contentissimo! Oh, se lo sarà!-

 

***

 

Il Vice-Ammiraglio Jonathan stava lottando con tutte le sue forze contro il suo avversario. La lotta andava avanti da alcuni minuti, senza che uno dei due riuscisse ad avere la meglio. Tuttavia, alla fine il marine riuscì a prevalere, e con uno strattone tirò sù il suo avversario.

 

- HA! Finalmente ti ho preso!-

 

Guardò con orgoglio il pesce che era riuscito a catturare. Era di un colore grigiastro, ed era lungo una cinquantina di centimetri. Dirò a Jessica di farlo al forno, pensò.

 

Mise il pesce nella sua borsa e volse lo sguardo verso la sua base. Sospirò e abbassò lo sguardo. L'ultimo pesce che pescherò qui, si disse.

 

Pochi giorni prima, le sue paure si erano avverate: la base di Navarone sarebbe stata chiusa. Purtroppo, non aveva potuto fare nulla per impedirlo: l'ordine era arrivato direttamente dal Quartier Generale. E poi, la base era obsoleta, e da quelle parti non succedeva mai nulla. Non per niente, gli uomini di stanza lì venivano chiamati "i fannulloni della Marina". Ancora non sapeva dove lo avrebbero mandato, ma sperava che fosse un bel posto.

 

Sentì dei passi alle sue spalle e si girò, vedendo sua moglie Jessica che gli veniva incontro sorridendo.- Com'è andata la pesca?-

 

- Benissimo, ho preso un esemplare davvero magnifico. Lo si potrebbe fare al forno.-

 

- Va bene.- La donna si avvicinò al marito e gli accarezzò una guancia.- Allora come ti senti?-

 

Jonathan sospirò.- Come vuoi che mi senta?- Abbassò lo sguardo.- Mi ci ero affezionato, a questa base. Purtroppo, gli ordini sono ordini.-

 

- Non ti preoccupare, caro. Vedrai che tutto si risolverà per il meglio.- Jessica baciò suo marito sulle labbra e lo abbracciò.- E comunque, non tutto va per il verso sbagliato.-

 

- Che vuoi dire?-

 

La bionda prese una mano del marine e se la portò al ventre.- Presto saremo in tre.-

 

Jonathan sgranò gli occhi.- Ma...che...sei sicura?-

 

- Assolutamente.-

 

Il Vice-Ammiraglio abbracciò sua moglie, incredulo.- Non ci posso credere...dopo tutto questo tempo...- Iniziò a piangere dalla gioia e strinse ancora di più Jessica. Anche se la chiusura di Navarone lo aveva intristito, quella notizia gli aveva scaldato il cuore. Non mi sono mai sentito così felice, pensò, accarezzando la chioma bionda di Jessica.

 

 

NOTA DELL’AUTORE: Probabilmente quest’ultima scena stona un po’ con il resto del capitolo, ma volevo che qualcuno avesse un lieto fine. Che cavolo, non posso ammazzare tutti! (A proposito del capitolo con Caesar Clown: probabilmente il nome Orsetti del Cuore vi sembrerà un po’ idiota. E in effetti lo è. Ma considerate una cosa: In inglese, cuore si dice heart. E Bepo, da cui gli Orsetti sono stati ricavati, faceva parte dei Pirati Heart. Capito?)

 

Un ringraziamento speciale a quei lettori che mi hanno fornito le idee base per questo capitolo. Sappiate che vi amo tutti, e che non smetterò mai di ringraziarvi per avermi supportato fin qui.

 

Tra l’altro, ho una notizia che credo gradirete: ho deciso di anticipare la pubblicazione degli altri due oneshot che avevo programmato. Giovedì arriverà “Sangue, sudore e lacrime”, mentre domenica sarà la volta di “Three Pieces”.

 

Detto questo, vi do appuntamento tra due settimane con l’ultimo capitolo di questa storia (esatto, l’ultimo. Purtroppo prima o poi tutto finisce, e c’è solo un’eccezione a questa regola. La fantasia di Oda? No, il mutuo!). Intanto, beccatevi questa cosuccia che ho dimenticato di inserire nello scorso capitolo.

 

 

 

Omake 1: Kill the Pig!

(Per chi non sapesse cos’è un omake, ecco una breve spiegazione: è una parola giapponese con cui si indicano i contenuti extra, e nell’ambito delle fanfiction indica delle scenette divertenti che non fanno parte della trama)

 

Finalmente, dopo quella che parve un'eternità, la porta si aprì, svelando qualcosa che i nostri eroi non si sarebbero mai aspettati. Qualcosa che li riempì di un terrore che non avevano mai provato prima. Nello stesso momento, nell'aria risuonò una musica inquietante proveniente da chissà dove e si diffuse un gelo innaturale.

 

- E quello che cos'è?- chiese Nami.

 

- Ma...ma è orribile!- disse Ace, diventando pallido come un lenzuolo.

 

- CAVATEMI GLI OCCHI, NON VOGLIO VEDERE!- gridò Sabo, coprendosi il volto con le braccia.

 

- Ho paura...- mormorò Sanji, nascondendosi dietro Nojiko.

 

- Robin...- disse la rossa, poggiando una mano sulla spalla dell'archeologa.

 

- In alcuni Poignee Griffe, Pluton è indicata con un altro nome.- disse la mora.- E questo nome è...-

 

- Ciao, sono Peppa Pig!-

 

I pirati e i marines guardarono l'immondo suino che gli si era parato davanti. Indossava un corto vestitino rosso, la sua pelle era di un rosa particolarmente acceso e aveva un'aria insopportabilmente allegra.

 

- Che cosa dobbiamo fare?- chiese Kuina.

 

- Ucciderla, prima che sia troppo tardi!- disse Robin, gli occhi sbarrati per il terrore.

 

- Bene.- La spadaccina guardò il maiale, sguainò Wado Ichimonji e spiccò un salto in avanti.- MUORI, LURIDA SCROFA!- La lama della spada tagliò le gambe di Peppa Pig all'altezza delle ginocchia, facendola cadere a terra in una pozza di sangue.

 

- Ma...perchè fate così? Io sono Peppa Pig. Io voglio giocare...-

 

- GIOCA CON QUESTO!- gridò Sabo, afferrando il suino per le orecchie. Con una mossa fulminea, strappò in due l'orribile vestitino rosso, prese il suo bastone e lo infilò nel retrobottega di Peppa Pig. Quest'ultima urlò come un'ossessa, per poi zittirsi appena la punta del bastone le uscì dalla bocca, uccidendola.

 

- Ottimo lavoro, Sabo!- disse Robin, sorridendo.

 

- E adesso cosa ne facciamo?- chiese Nojiko.

 

Rufy guardò pensieroso il suino morto, poi gli venne un'illuminazione. Le labbra gli si allargarono in un sorriso sinistro.- Chi ha voglia di un bel maiale arrosto?-

 

Tutti gli altri gridarono con entusiasmo la loro approvazione. Rufy sparò una fiammata a media potenza che arrostì Peppa Pig, diffondendo nella stanza un piacevole profumino di carne di maiale arrostita. I pirati e i marines si gettarono a capofitto sul loro pasto, divorandolo in men che non si dica. Rimasero solo le ossa, che però finirono nello stomaco di Rufy. Quest'ultimo emise la sua approvazione per il cibo ingerito con una versione della Nona Sinfonia di Beethoven fatta coi rutti. Subito dopo, per festeggiare la riuscita della missione, i nostri eroi decisero di darsi alla pazza gioia: Robin esplorò a fondo il corpo di Nami, Kuina si allenò con la "spada" di Sabo, e Nojiko (naturalmente in forma ibrida) violentò Sanji per ore e ore. Ace e Rufy, non avendo nessuno con cui accoppiarsi, si dovettero accontentare della compagnia di Federica la Mano Amica. Vennero tutti nello stesso momento, e i loro gemiti si udirono fino a Baltigo. Dopodichè, uscirono dal sotterraneo, decisi a lasciarsi alle spalle l'orrore di cui erano stati testimoni.

 

E vissero tutti felici e contenti (tranne i fan di Peppa Pig).

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Fine di un'avventura ***


Capitolo 14: Fine di un'avventura

 

Monkey D. Dragon accartocciò il foglio e lo gettò con rabbia in un angolo della sua stanza. La notizia della morte di Iva era stata davvero un brutto colpo. Oltre ad essere uno dei capi dell'Armata Rivoluzionaria, era anche un suo carissimo amico. Non ci voleva proprio!, si disse.

 

Si sedette su una poltrona e iniziò a massaggiarsi le tempie. A volte, lo stress era tale che pensava di mollare tutto. Tuttavia, non lo aveva mai fatto. Aveva fatto una promessa a se stesso, e comunque era andato troppo avanti per tornare indietro.

 

Ritrovato un minimo di serenità, si girò verso la scrivania e prese un fascicolo che gli era arrivato poche ore prima da Alabasta. Era un rapporto di una delle tante spie che aveva infiltrato qua e là nel mondo, una ragazza di nome Koala. Ex schiava dei Draghi Celesti, Koala aveva dimostrato più volte la sua abilità come spia, diventando in breve uno degli elementi migliori dell'Armata Rivoluzionaria. L'aveva mandata ad Alabasta subito dopo l'ascesa al potere di Crocodile, per indagare sull'accaduto. Dopo i rapporti iniziali, aveva deciso di aiutare segretamente il movimento di resistenza locale a rovesciare il tiranno. Spero che siano buone notizie, pensò, aprendo il fascicolo.

 

Un sorriso gli comparve sul volto. Crocodile era morto, e stando a quanto aveva scritto Koala, era stato ucciso da Nico Robin. Dragon si chiese per l'ennesima volta se sarebbe riuscito a reclutare la Luce della Rivoluzione. Cercava di contattarla da anni, ma lei gli era sempre sfuggita, nonostante avesse fatto di tutto per trovarla. Del resto, non c'era tanto da meravigliarsi: quella donna era sfuggita per un sacco di tempo agli agenti del Governo Mondiale. Se non voleva essere trovata, nessuno ci sarebbe riuscito.

 

Ma c'era dell'altro. Sempre stando al rapporto, Robin era stata aiutata nell'impresa da un gruppo composto da pirati e marines. Dragon prese l'immagine allegata al foglio e sorrise di nuovo. Si trattava di suo figlio Rufy e dei suoi "fratelli", più altri tre individui, tra cui la famigerata cacciatrice di pirati Kuina.

 

Vedendo l'immagine di Rufy in divisa, Dragon non potè fare a meno di pensare a quanto fosse stato abile Garp nell'influenzare il ragazzo. E bravo papà, pensò. Hai fallito con me, ma con lui ti è andata bene. Beh, meglio che abbia avuto te come modello piuttosto che un pazzo come Akainu.

 

Guardò le altre figure presenti nell'immagine. Non aveva mai incontrato di persona i tre bambini adottati da Garp, e non sapeva nemmeno se considerarli estranei o figli suoi. E pensare che lui da giovane non voleva dei figli. Tuttavia, l'incontro con la madre di Rufy gli aveva fatto cambiare idea. Certo, poi lei era morta e lui aveva dovuto affidare il bambino a Garp (anche perchè non sarebbe stato al sicuro, considerando la sua attività), ma il...come dire...senso di paternità gli era rimasto.

 

Un pò come è successo a Gold Roger, pensò. Quando ha iniziato la sua carriera, di sicuro non aveva nemmeno preso in considerazione l'idea di avere un figlio, eppure...

 

I suoi occhi si posarono su Nami. Era abbracciata a Robin e sorrideva. Stando al rapporto, era stato il suo potere che aveva permesso a Robin di uccidere Crocodile. Dragon si domandò come avrebbe usato un simile potere. Si sarebbe fatta corrompere, oppure l'avrebbe usato per il meglio? Non lo sapeva. Poteva solo sperare che...

 

Iniziò a ridacchiare. Con un potere simile, pensò, darà dei bei grattacapi al Governo Mondiale e alla Marina. E' poco ma sicuro.

 

Gettò la testa all'indietro e iniziò a sghignazzare sonoramente. Gli eventi stavano prendendo una piega davvero interessante!

 

***

 

Nami si appoggiò al parapetto della sua nave, guardando la costa di Alabasta e sospirando. E' finita, pensò.

 

Erano riusciti a scampare per un pelo all'esplosione di Pluton, cavandosela solo con un enorme spavento. Erano poi rientrati all'oasi di Yuba, appena in tempo per ricevere la notizia della vittoria degli uomini di Pell. Gli scagnozzi della Baroque Works erano stati tutti uccisi o arrestati, e la principessa...no, la Regina Vivi era stata liberata. In tutto il resto del paese, il popolo aveva celebrato la caduta del tiranno.

 

Erano seguiti sette giorni di festeggiamenti sfrenati, durante i quali si erano tutti dati alla pazza gioia. Alcuni di loro erano feriti, ma stavano guarendo in fretta.

 

Subito dopo la fine dei festeggiamenti, c'era stata l'incoronazione della nuova regina, seguita da un discorso che aveva portato tutti alle lacrime (soprattutto Franky e Chopper). Inoltre, Vivi aveva provveduto a ricompensare Nami e la sua ciurma con un generoso quantitativo di oro e preziosi vari (tra cui la collana che la rossa indossava in quel momento. Le erano schizzati gli occhi fuori dalle orbite, quando l'aveva vista). I tre marines, invece, avevano rifiutato la ricompensa offerta, visto che, a detta di Nojiko "La ricompensa di un marine sta nel difendere con successo la giustizia". Avevano però accettato un lauto banchetto, soprattutto Rufy (a dire la verità, Sanji aveva cercato di ottenere una ricompensa...diciamo così, in natura, ma aveva desistito a causa del ruggito di Nojiko).

 

E adesso, era arrivato il momento di salpare. E' stata una bella avventura, disse tra sè e sè la Gatta Rossa. Un'avventura che le aveva dato qualcosa di più dell'oro.

 

Tanto per cominciare, si era riconciliata con sua sorella. Il loro legame era adesso molto più forte di prima, ed entrambe si sentivano più felici. Si erano dovute separare mezz'ora prima, visto che Nojiko doveva tornare a Marineford per fare rapporto ai suoi superiori. Era stata una separazione piena di lacrime, principalmente di Sanji, ma anche un pò di Rufy e Nojiko. Nami non sapeva che storia avrebbero raccontato i tre ai loro superiori, ma era sicura che ne sarebbero usciti bene.

 

Poi, aveva incontrato Franky, che si era già dimostrato un ottimo carpentiere navale e una persona squisita (nonostante la sua bizzarra abitudine di andare in giro in mutande e di gridare SUPER ogni volta che si entusiasmava).

 

Aveva incontrato Chopper. Dopo tutto quello che gli era capitato, la piccola renna aveva trovato una nuova casa e una nuova famiglia (tra l'altro, aveva iniziato a chiamare Ace "fratellone"). E ora che finalmente avevano un medico, i Pirati della Gatta Rossa potevano navigare più tranquilli.

 

Aveva incontato Brook, uno scheletro parlante ossessionato dalle mutande femminili. Dopo aver saputo della morte di Crocodile e Mr. 1 aveva fatto i salti di gioia, e dato che ormai non aveva più una ciurma, Nami lo aveva invitato nella sua. Lo scheletro aveva accettato con gioia, portando con sè dei doni: Acqua d'Autunno, con cui Kuina aveva potuto rimpiazzare Luna Oscura, e il cappello di paglia che Nami aveva in testa al momento. Si sentiva un pò a disagio, sapendo a chi era appartenuto, ma col tempo ci avrebbe fatto l'abitudine. E poi, le stava d'incanto.

 

Soprattutto, aveva incontrato Robin. Era ancora presto per parlare di amore, ma sentiva già di provare qualcosa per l'archeologa, ed era certa di essere ricambiata (e poi, Robin era di una bellezza rara, e sapeva fare certi giochetti con le sue mani supplementari...). Inoltre, avrebbe avuto qualcuno che l'avrebbe aiutata ad imparare a usare i suoi nuovi poteri. E l'archeologa non sarebbe più stata sola. Anche se magari ci metteranno un pò, si disse, gli altri finiranno per accettarla. Perfino quel testone di Ace.

 

Sospirò e sorrise. Sì, quell'avventura le aveva davvero dato qualcosa di più dell'oro.

 

Sentì un rumore di passi davanti a sè e vide Franky venirle incontro, gli altri membri della ciurma in varie zone del ponte.- Siamo pronti per salpare, Nami. Attendiamo solo un tuo ordine.-

 

Nami guardò la sua ciurma, posando lo sguardo su Robin che nel frattempo le si era affiancata. Prese la mano della mora e la strinse, alzando poi il braccio sinistro e puntando il dito verso l'orizzonte.

 

- Salpiamo, allora. VERSO UNA NUOVA AVVENTURA!-

 

 

 

Omake 2: Questi pirati...

 

-...e questo è tutto.-

 

La chiromante passò una mano sopra la sua sfera di cristallo, facendo svanire l'immagine mostrata fino a pochi secondi prima. Alzò gli occhi e si prese qualche secondo per studiare le reazioni dei suoi clienti.

 

I pirati di Cappello di Paglia erano rimasti letteralmente sconvolti dalla visione di quell'universo alternativo. Avevano quasi tutti la bocca spalancata per lo stupore, e alcuni tremavano come foglie. L'unico a non essere sconvolto era Zoro: aveva le braccia incrociate sul petto e guardava la sfera con un'aria di curiosità mista a soddisfazione. Certo, sapere che in quel mondo era morto da bambino lo aveva un pò turbato, ma era contento per Kuina, ed era certo che sarebbe riuscita a realizzare il suo sogno. Spero solo che quel Sabo la tratti bene, disse tra sè e sè.

 

- Ma...ma è assurdo!- gridò Nami, visibilmente imbarazzata.- Io non sono lesbica!-

 

- Nemmeno io.- disse Robin, le sopracciglia aggrottate.- E non c'è nessun Poignee Griffe su Little Garden. Per non parlare poi di Pluton e Uranus...-

 

- E io allora, cosa dovrei dire?- intervenne Sanji.- Ho perso un occhio e sono stato stuprato dalla sorella di Nami! Non che quest'ultima cosa mi dispiaccia, però. A proposito, Nami, se ti va potresti...-

 

La navigatrice diede un pugno in testa al cuoco.- E Rufy non sarebbe mai diventato un marine. Dico bene, Rufy? Rufy...Rufy!-

 

I pirati si girarono verso il loro capitano, accorgendosi solo in quel momento che stava ronfando. Nel tentativo di svegliarlo, Franky lo afferrò per una spalla e gli diede uno scossone.- Ehi, sveglia!-

 

Cappello di Paglia aprì gli occhi uno alla volta farfugliando parole incomprensibili, un rigagnolo di bava che gli colava dalla bocca.- Eh, cos...ah, sì, come è andata poi? Mio nonno le ha prese con sè quelle due bambine?-

 

L'intera ciurma sgranò gli occhi. Ha dormito per tutto il tempo!, esclamarono in coro.

 

- Capisco che alcuni particolari vi possano sembrare sconvolgenti,- disse la chiromante - ma quel che è assurdo in una realtà è possibile in un'altra. Lo scopo della visione era farvi comprendere che una persona può avere infinite sfumature, e che a volte piccoli eventi hanno grandi conseguenze.- Coprì la sfera con un telo.- Comunque, sono 3.200 berry.-

 

- CHE COSA?!- gridò Nami.

 

- L'uso dei miei poteri richiede un grande sforzo, sia mentale che fisico. E poi, pensavate davvero che sarebbe stato gratis? 3.200 è un prezzo equo, mi sembra.-

 

- Non se ne parla neanche! Te ne do 320!-

 

- Sono disposta a farvi un piccolo sconto. 2.600.-

 

- 640!-

 

- 2.300.-

 

- 960.-

 

- 2.100.-

 

- 1.200, ultima offerta!-

 

- Uffa, e va bene, basta che ci diamo una mossa!-

 

La Gatta Ladra prese alcune monete dalla tasca e le porse alla chiromante, sorridendo.- E' stato un piacere fare affari con te, cara.- Si girò verso i suoi compagni.- Forza, andiamo. E' il momento di salpare!-

 

- A proposito, Nami, come si chiama il posto dove dobbiamo andare?- chiese Rufy, grattandosi la testa.

 

- Te lo sei scordato di nuovo? Dobbiamo andare sull'Isola degli Uomini-Pesce! Quante volte devo ripetertelo?-

 

Guardando i pirati andarsene, la chiromante scosse leggermente il capo e si concesse un sorriso.

 

- Questi pirati...non cambiano mai, in qualunque realtà si trovino.- Mise i soldi avuti da Nami in una borsa assieme alla sfera e si guardò attorno. Accertatasi che nessuno la stesse osservando, schioccò le dita. E' ora di visitare un'altro universo, pensò, scomparendo in una nuvoletta di fumo bianco.

 

 

 

NOTA DELL'AUTORE: Purtroppo, la fine è arrivata anche per questa storia. Era inevitabile.

 

E adesso, facciamo un pò di bilanci. Allora, questa qui è sicuramente la roba più lunga che ho scritto finora: 14 capitoli, per un totale di 33.882 parole, scritti tra la fine di Aprile e l'inizio di Ottobre del 2014. E' stata una gran bella avventura, che mi ha permesso di esercitare le mie capacità di scrittura e di testare i limiti della mia salute mentale.

 

Tutto questo però non sarebbe stato possibile senza voi lettori, quindi vi dico: GRAZIE. Grazie a chi ha letto, a chi ha recensito, a chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite, e anche a chi arriverà in futuro. Ma soprattutto, grazie a chi mi ha seguito nonostante io abbia ucciso i suoi personaggi preferiti.

 

E a proposito di uccisioni, mi sono reso conto di aver fatto una vera e propria strage. Probabilmente, il più alto numero di morti mai visti in una fanfiction. (propongo un minuto di silenzio in memoria dei caduti). Manco in Death Note c’erano tutti questi morti.

 

E ora, due parole sui progetti futuri. Oltre a continuare a tradurre Marie D Suesse, in questi giorni mi dedicherò agli appunti per "One piece of an angel", il crossover con Neon Genesis Evangelion. Salvo imprevisti, il primo capitolo arriverà tra la fine di Novembre e l'inizio di Dicembre (se volete, posso mandarvi un messaggio appena lo pubblico).

 

Pertanto, vi rinnovo i ringraziamenti e...

 

(All'improvviso, qualcuno bussa alla porta)

 

SPANGLER: Scusate un attimo.

 

(Spangler apre la porta e si trova davanti i personaggi che ha ucciso nel corso della storia, in testa a tutti Bellemere con in mano un'enorme mazza chiodata)

 

BELLEMERE: John Spangler?

 

SPANGLER: Sì, sono io.

 

BELLEMERE: Io e i ragazzi avremmo qualcosa da dirti...

 

SPANGLER: Ehm...parlatene con la mia segretaria! (Scappa via a gambe levate)

 

BELLEMERE E TUTTI GLI ALTRI: PRENDIAMOLO!

 

SPANGLER: Cazzo, questi sono peggio di Oda! Alla prossima, cari lettori. Sempre se sopravvivo...

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2575581