Den Engel der neben dir fliegt

di bAgHiNa_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter1 ***
Capitolo 2: *** Chapter2 ***
Capitolo 3: ***
Chapter3
***

Capitolo 4: ***
Chapter4
***

Capitolo 5: *** Chapter5 ***
Capitolo 6: *** Chapter6 ***
Capitolo 7: *** Chapter7 ***
Capitolo 8: *** Chapter8 ***
Capitolo 9: *** Chapter9 ***
Capitolo 10: *** Chapter10 ***
Capitolo 11: *** Chapter11 ***



Capitolo 1
*** Chapter1 ***


La sera stessa avrebbero avuto un concerto in mezzo a milioni di fan e sarebbero dovuti ripartire dopo pochi giorni di riposo. La gente non faceva che guardarli e le ragazze li circondavano ogni due minuti urlando per avere una foto e un autografo dai lori idoli: i tokio hotel. - cavolo … sono proprio gnocche le ragazze italiane!!- disse Tom, iniziando a giocare con il piercing al labbro. - sei sempre il solito tom…- rispose Bill dando una pacca sulla spalla al fratello. - … però è vero- continuò Georg osservando una ragazza che gli stava passando di fianco. - okok… però cambiamo discorso ora…- disse infine Gustav. Piombarono tutti in un silenzio assoluto così dopo pochi minuti aggiunse:-… come non detto…- Il silenzio venne soffocato dalle risate dei quattro ragazzi tedeschi, fino a che Tom si accorse che il moro era magicamente scomparso nel nulla.- non è che è cascato in qualche tombino aperto??- disse Tom sarcastico. Girandosi intorno però vide il gemello pochi metri più indietro con la bocca aperta e lo sguardo fisso rivolto verso una vetrina. Così lo raggiunse ed esclamò subito dopo aver visto una magnifica giacca di pelle appesa ad un manichino:- aaaaaah!! Ora ho capito… dai entra e vai a comprarla… noi continuiamo a girare e ci ritroviamo in albergo… ok?!- -…ok…- disse Bill continuando a fissare la giacca ancora per qualche secondo. Poi si diresse verso l’ingresso ma prima di entrare venne inaspettatamente bloccato dal fratello che gli disse:- ah bill..- e rivolgendo l’occhio alla commessa del negozio :- … no, no è cessa … - e se ne andò ridendo. Bill entrò scuotendo la testa e si avvicinò al bancone iniziando a gesticolare, accennare qualche parola in inglese e sparando parolacce a tutto spiano in tedesco cercando di farsi capire. La tipa dietro al bancone lo guardava con una faccia sconvolta e dopo qualche istante si mise ad urlare:- Francescaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!! Vieni subito qui… c’è un cliente che parla una lingua strana…!!!- In quel momento uscì dal magazzino una ragazza carica di scatoloni che posò lentamente a terra uno ad uno per evitare di combinare qualche pasticcio. - credo sia tedesco… o forse arabo… parlaci tu e vedi di fargli comprare qualcosa … guai a te se esce da questo negozio senza un sacchetto… mi hai capito???- proseguì acida la donna. - si ho capito, ho capito… finisco due secondi di sistemare questi scatoloni…- rispose la ragazza. - fai in fretta!!!! Prima che decida di andarsene…- disse infine la donna prima di scomparire nel retro del negozio. Nel frattempo Bill restò immobile in silenzio ad osservare la scena senza capire una minima parola. Era impaziente di aspettare, l’unica cosa che lo tratteneva lì era la giacca di pelle, altrimenti se ne sarebbe già andato via da un pezzo. Era ancora assolto nei suoi pensieri quando la ragazza lo salutò:- Salve!! Posso aiutarla??- Solo in quel momento la guardò attentamente. Non era molto alta, ma aveva dei lunghi capelli castani che le cadevano sulle spalle e un sorriso dolcissimo. Ma la cosa che più lo colpì furono i suoi occhi: due grandi e intensi occhi verdi … Bill era rimasto incantato da quegli occhi e continuava a fissarli perso, senza dire alcuna parola. - emh… posso… aiutarla??- ripeté la ragazza confusa da quello sguardo. Dopo essersi ripreso di colpo Bill rispose:- si… be … ecco… volevo vedere quella giacca di pelle esposta in vetrina..- - certo… che taglia porta?- gli chiese la ragazza. - la s…- rispose lui. -… solo un secondo… eccola… guardi lì c’è lo specchio… ma se preferisce a sinistra ci sono i camerini … - Bill si diresse davanti allo specchio. Si infilò la giacca, ma invece di guardare come gli stava, osservava la figura riflessa della ragazza che gli stava alle spalle. - le piace?..- disse ad un certo punto lei. -… emh…- Bill era così confuso che non riusciva neanche a parlare. La ragazza si avvicinò e gli disse:- mmm… secondo me le starebbe meglio questa…- Gli porse un’altra giacca, ma lui prima di provarla disse:- la provo solo se mi dai del tu…- - ok…- disse lei ridendo. - piacere… sono b..- - lo so chi sei…- disse lei senza farlo finire- comunque io mi chiamo Francesca…- continuò porgendogli la mano. Allora lui disse:- … sei tedesca?- - no … perché?- disse Francesca. - beh perché parli molto bene il tedesco…- rispose lui un po’ più calmo. - grazie … lo studio a scuola..- - ah perché quanti anni hai?- - 19… ho appena finito gli studi… sto facendo un anno di riposo per accumulare un po’ di soldi per poter andare all’università… ma mi costa caro e devo fare più di un lavoro… - cavolo… e che altro lavoro fai?- rispose lui curioso. - lavoro come...- In quel momento uscì la commessa dal magazzino e le disse furiosa:- fai il tuo lavoro invece di flirtare con i clienti altrimenti ti licenzio!!!!- poi se andò di nuovo. - che è successo?- chiese Bill. - niente non ti preoccupare… allora va bene questa giacca?- affrettò Francesca. - si ma…- - sono 750 euro…- disse lei velocemente perché non voleva rischiare di perdere l’ennesimo lavoro. -… ok… ecco a te…- rispose lui un po’ triste. Bill prese il suo sacchetto e si avviò all’uscita ma Francesca gli disse:- è stato un vero piacere conoscerti Bill… spero di rincontrarti presto…- - anche io… ciao fra…e a presto- disse facendo l’occhiolino. - ciao!!- Per tutto il viaggio di ritorno Bill non fece altro che pensare a lei… quella ragazza lo aveva stregato e lui nn riusciva a spiegarsi il perché …

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Capitolo 2
*** Chapter2 ***


Tom, Georg e Gustav non facevano altro che andare avanti e indietro per la stanza chiedendosi, tutt’altro che pazienti, che fine avesse fatto Bill… infatti erano ormai le sei di sera e il cantante non si era ancora fatto vivo. - Giuro che se non arriva entro 5 minuti lo uccido!! Ma si è dimenticato che tra poche ore abbiamo un concerto e non abbiamo ancora fatto le prove?!- disse Tom furioso – doveva solo comprare una giacca… si può sapere dove cazzo è finito??- - Magari si è perso…- disse Gustav. - O magari si sta comprando tutto il negozio…- disse Georg. In quello stesso momento il moro fece il suo ingresso nella camera, senza alcuna preoccupazione e col sorriso sulle labbra. - Alleluia!!! Si può sapere dove minchia sei stato?!?- disse Tom incazzato. -… a comprare la giacca…- rispose Bill indifferente. - o.O!!! Si ma ti sembra normale comprare una giacca in due ore e mezza?????? Bill non rispose così Tom gli disse: - ooooooooh!!!! Ma mi stai ascoltando?! Te hai qualcosa di serio che non va fratellino… comunque meglio lasciar perdere che siamo già in un ritardo pazzesco per le prove… forza, andiamo…- I 4 ragazzi uscirono dalla stanza, ma Bill si fermò sulla soglia trattenendo il fratello per un braccio. - Ma che cav…- - Tom… ho conosciuto una ragazza- disse Bill imbarazzato interrompendo il biondo. - ah ecco… ora capisco!! Mi pareva che era successo qualcosa … no aspetta! Non dirmi che è quella cozza del negozio!!! - nono… è una ragazza che lavora lì.. si chiama Francesca ed è così… non lo so Tom… non so proprio che mi stia succedendo … - - non mi dire che ti stai innamorando di quella ragazza Bill…- disse Tom preoccupato. - no… credo…- rispose Bill incerto. - cazzo… senti mi dispiace dirtelo ma… Bill quella ragazza probabilmente non la vedrai più in vita tua…- Tom aveva ragione e anche Bill lo sapeva, ma era più forte di lui, una sensazione che non aveva mai provato. - già… hai ragione, meglio dimenticarla…- disse Bill facendo un sorriso forzato. I due fratelli si abbracciarono amichevolmente e poi raggiunsero gli altri. Nonostante le parole del gemello però, Bill non riuscì a togliersi quella ragazza dalla testa, non faceva altro che pensare a lei. Anche durante il concerto. Continuava a cercare i suoi splendidi occhi verdi tra quelli del pubblico invano e questo lo rese ancora più triste. Una volta firmato qualche autografo dopo la fine del concerto i ragazzi tornarono in albergo esausti, ma felici… tutti tranne Bill, che fingendo di essere stanco salì subito in camera mentre gli altri bevevano qualcosa al bar. Appena entrato in stanza si gettò sul letto sospirando e come aveva fatto fino a quel momento si mise a pensare a lei. Nel frattempo Tom, Georg e Gustav si accomodarono al bancone iniziando a ridere e scherzare mentre aspettavano che arrivasse qualcuno a servirli. Nessuno fece caso a Bill, anche se Tom sapeva che cosa passava per la mente del fratello. Sapeva che le sue parole non sarebbero bastate a fargli dimenticare quella ragazza… forse solo il tempo, o forse neanche quello. Era la prima volta che vedeva Bill in quello stato e non sapeva neanche lui come reagire. Ci volle del tempo prima che una ragazza sbucasse dal nulla pronta a servirli. Non era molto alta, ma aveva dei lunghi capelli castani, un sorriso dolcissimo e dei bellissimi occhi verdi … - cosa vi posso portare?- disse la ragazza sorridente.

...

Prima di tornare nella sua stanza, Tom salì fino al terzo piano dove c’era la camera del fratello ed entrò. Il moro, sdraiato sul letto rivolto verso la finestra, stava dormendo profondamente. Così Tom coprì il gemello con una coperta presa dall’armadio di fianco alla porta. Poi dopo avergli sussurrato la buona notte scese al primo piano ed andò nella sua camera. Si preparò per dormire ma dopo poco qualcuno bussò alla porta: era Bill. -… Bill, che ci fai qui?- disse Tom un po’ sorpreso. - ti ho sentito uscire dalla mia camera…- rispose Bill a bassa voce. -scusa, non volevo svegliarti…- - non importa … come mai sei venuto da me?- - beh… volevo vedere come stavi… senti io lo so che tu stai pensando ancora a lei, lo so e non riesco a vederti così…- disse Tom abbassando lo sguardo. -… hai ragione ma, vedrai… in qualche modo riuscirò a dimenticarla…- - sicuro?- - spero proprio di si…- Nelle parole di Bill non c’era molta sicurezza, ma era la cosa giusta da fare. Bill si sedette sul letto e si portò il viso tra le mani. Tom gli si sedette accanto e gli appoggiò una mano sulla spalla. - sai… stasera al bar abbiamo incontrato una ragazza molto simpatica che ci ha proposto di farci fare un giro turistico per Milano… distrarsi è il modo migliore…- disse Tom. -… già… hai intenzione di provarci anche stavolta?- disse Bill ridendo piano. -… carina è carina… però non sembra una ke ci stia molto…- rispose Tom sogghignando. - … ahah … ma si dai, hai 5 giorni per farle cambiare idea, anche se un bel due di picche ogni tanto fa bene Tomi…- - nono… lo sai ke io sono allergico ai due di picche … ihih - disse Tom scherzoso. I due fratelli parlarono a lungo, così a lungo ke dormirono solo poche ore.


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Capitolo 3
***

Chapter3
***


Il ritrovo la mattina seguente era verso le 10 e 30 fuori dall’albergo, così i ragazzi scesero presto a fare colazione, nonostante fossero abituati a passare le giornate libere dormendo. - buon giooooorno!!! – disse Tom sedendosi al tavolo insieme al resto della band. - giorno … - risposero gli altri assonnati. - non mi sembra vero di essere sveglio a quest’ora … e pensare che potevo essere al caldo sotto le coperte passando degli indimenticabili momenti intimi insieme al mio letto .. – disse Bill con lo sguardo sognante. - ma si vedrai che ti divertirai … e poi lei è così simpatica, così … - disse Georg - … così bona!! – concluse Tom con la sua solita finezza. - non faccio commenti … - disse Bill ironico. - nono Bill tu aspetta di vederla e poi … - - si lo sappiamo poi cosa succede … - - eh beh modestamente!!! – disse Tom alzando il sopracciglio e scoppiando a ridere. Bill sembrava più rilassato e stava ritornando quello di prima anche se, ormai come sempre, in una parte nascosta della sua mente c’era l’immagine e il ricordo di Fra, che sembravano così lontani ma che erano così vicini. La band si fece trovare puntualissima fuori dall’hotel, ma della ragazza che gli aveva gentilmente proposto un giro panoramico di Milano non si vedeva neanche l’ombra. Erano quasi le undici meno un quarto, Bill era andato un attimo in bagno mentre gli altri tre si erano appartati su una panchina dall’altro lato della strada, quando la ragazza comparve da dietro un angolo. Tom le fece cenno con una mano e lei dopo aver ricambiato attraversò la strada e li raggiunse, poi gli disse:- scusate per il ritardo, ho avuto un imprevisto… -non ti preoccupare…- rispose Gustav sorridendo. -…ok!! Allora siete pronti per il giro turistico? Possiamo andare??- - veramente no…- disse Tom. - come no?!-rispose lei. - manca mio fratello… è andato un attimo in bagno, dovrebbe arrivare a momenti…- … ah ok!!!- disse la ragazza sorridendo. Infatti in quel preciso istante Bill uscì tranquillamente dalla porta di ingresso della hall, ma appena la ragazza si voltò verso di lui il cuore gli iniziò a battere forte e rimase fermo immobile in mezzo alla strada rischiando quasi di farsi investire. - Fra … - disse Bill fissando negli occhi la ragazza che gli stava di fronte. - ciao bill…- rispose lei felicissima. - voi vi conoscete già?!- dissero Georg e Gustav contemporaneamente. - beh…- riuscì solo a dire Bill senza smettere di fissare gli occhi verdi di Francesca. - si… ci siamo conosciuti ieri nel negozio in cui lavoro dove Bill è venuto a prendere la giacca-disse lei. Tom sgranò gli occhi e guardò il fratello che annuì capendo. Fra, la ragazza che bill pensava di non rivedere più in tutta la sua vita era lì davanti a lui che lo fissava con il sorriso sulle labbra. Lei al contrario non era sorpresa, o almeno non più. Infatti anche lei pensava di non rivedere Bill, ma dopo aver incontrato al bar Tom, Georg e Gustav capì che a volte non tutto va per il verso sbagliato. - … hey, il giro è lungo … che ne dite, andiamo???- esclamò felice la ragazza. - certo!!!- risposero gli altri in coro. La giornata passò velocissima. Fra conosceva ogni metro quadrato di Milano nonostante fosse una città immensa e ci vivesse da pochi mesi. Li portò in vari negozi, ristoranti e monumenti e verso sera ritornarono tutti insieme in albergo. -è stato bellissimo!!- disse Georg. -già… Milano è una città fantastica…- aggiunse Gustav. - sono contenta che vi siate divertiti … - disse Fra. - anche noi… grazie di tutto- disse Tom prima di prendere per le orecchie i due amici e trascinarli nella loro stanze. Bill e Francesca rimasero da soli, in piedi, in silenzio, in mezzo alla Hall. - non riesco a credere di averti rivisto…- disse Bill. - già… una volta tanto le parole a presto sono servite a qualcosa … - rispose Fra. - hai proprio ragione … - disse il moro sorridendo. Bill le accarezzò dolcemente il viso e si avvicinò per sfiorarle le labbra con un bacio, ma lei si scostò lentamente e gli disse:- mi dispiace… devo andare a lavorare… altrimenti chi vi serve da mangiare?- Bill non rispose. Le fece solo un piccolo sorriso. - ciao … e a presto … - disse Fra. -… a presto…- ripeté Bill prima di vederla scomparire nella cucina. “ No, non posso dimenticarla… non posso…” pensò tra sé e sé Bill ritornando alla sua camera.

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Capitolo 4
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Chapter4
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Sauu!!! Eccomi qui con un nuovo capitolo. Vorrei ringraziare chi sta leggendo e recensendo la mia fic. Mi scuso in anticipo se nei prossimi giorni sarò lenta ad aggiornare, ma sono piena di compiti in classe e interrogazioni … grazie ancora, bacioooo!!!

Gocce di acqua calda scorrevano velocemente le une dopo le altre su ogni centimetro del suo corpo rovinando la folta capigliatura che si afflosciava delicatamente sulle spalle ogni secondo in più che passava. E ogni secondo in più che passava lui pensava a lei e lei pensava a lui. Ora più che mai. Erano l’uno il pensiero fisso dell’altra. Bill uscì dalla doccia completamente fradicio, si avvolse un asciugamano in vita e si guardò allo specchio pensando tra sé e sé: “ Bill, ma che ti sta succedendo??? “. In realtà sapeva bene quello che gli stava succedendo, ma non osava ammetterlo perché sapeva che tra meno di una settimana sarebbe salito sul tour bus e non l’avrebbe più rivista. Nello stesso istante Fra si trovava tra i fornelli della cucina, intenta a sistemare tutto per la cena. I pensieri,i dubbi, le domande … erano le stesse. In più però lei aveva paura. Aveva paura di innamorarsi ancora una volta. La sua non era certo una situazione facile e forse si era trasferita a Milano più per dimenticare che per trovare lavoro. Le lancette scorrevano velocemente e circa tre quarti d’ora più tardi i quattro ragazzi tedeschi erano seduti ad un enorme tavolo bianco ricamato con fiori arancio. Stavano parlando allegramente quando dalla porta della cucina uscì Fra. Un paio di jeans neri, una camicia bianca con gilet dello stesso colore dei pantaloni, capelli raccolti e un lungo grembiule bianco che dalla vita le scendeva fino al ginocchio. - che vi porto ragazzi??- disse Fra allegramente estraendo carta e penna da una tasca.

...

La serata trascorse tranquilla. Anche quella sera Bill, assolto nei suoi pensieri, decise di rimanere in albergo distaccandosi dal resto del gruppo che si concesse una sfrenata serata in disco mentre Fra rimase bloccata per l’ennesima volta dietro ad uno stupido bancone di legno scuro in attesa di un cliente da servire. Così il moro, dopo aver salutato i suoi amici,salì nella sua stanza. Aprì la porta con molta cautela, come se avesse paura di fare rumore, e dopo averla richiusa con altrettanta attenzione si tolse la sua nuova giacca di pelle, quella che Fra gli aveva consigliato. Si sedette per qualche istante sul letto, poi afferrò il telefono tra le mani e digitò incerto il numero del servizio in camera. Terminata la chiamata, si alzò e si diresse verso la porta finestra. Scostò le lunghe tende color panna e uscì sul balcone. Iniziò a tremare, ma non dal freddo. Davanti a lui uno stupendo cielo blu notte illuminato dal chiaro bagliore della luna . Qualcuno bussò alla porta. - è aperto … - disse Bill. La porta si schiuse con la stessa delicatezza che, solo poco tempo prima, aveva usato lui. - lasci pure sul tavolo, ci sono già i soldi … - continuò il ragazzo senza distogliere lo sguardo da quella vista. - … come vuole … - rispose una debole voce. Bill si girò di scatto e rientrando in stanza disse:- fra … perché non mi hai detto che eri tu??- - non volevo disturbarti..- rispose la ragazza. - tu non mi disturberesti mai, anzi … - continuò lui accennando un piccolo sorriso. Fra ricambiò il gesto, poi si diresse verso la finestra e appoggiando delicatamente la testa sullo stipite della porta finestra gli disse:- è davvero bellissimo … - - già … - rispose Bill avvicinandosi discreto alla ragazza. Rimasero entrambi in silenzio per qualche istante. I loro corpi erano quasi a contatto e Fra poteva sentire il respiro caldo di Bill nell’incavo del collo. Ad un certo punto Fra si voltò verso Bill e iniziò a fissarlo con i suoi grandi occhi verdi. Le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza e una sola parola le avrebbe unite. Rimasero in quella posizione per un tempo indefinibile, poi Fra scostandosi inaspettatamente, si diresse verso la porta, ma prima di andarsene si voltò verso il vocalist e gli disse con disinvoltura: - nono … sempre chiuso in stanza non va bene!! Ti do 15 minuti per prepararti e scendere … - Poi aprì la porta, fece per uscire, ma si fermò un’altra volta : - ah! Vestiti pesante e fai in modo che nessuno ti riconosca … - gli disse facendo l’occhiolino prima di richiudere l’uscio dietro di sé. Così Bill, senza pensarci due volte, aprì l’armadio e iniziò a frugare nella sua moltitudine di vestiti alla ricerca dell’abbigliamento suggeritogli. Alla fine scelse un paio di normalissimi jeans, una t-shirt nera e un maglione con il cappuccio per nascondere la sua capigliatura, ma ancora non bastava. Allora si struccò, si tolse lo smalto nero dalle unghie e rubò un berretto dalla valigia del gemello, che mise sotto al cappuccio. Poi scese velocemente nella hall, dove Fra lo aspettava seduta comodamente su una poltrona. - hey … ci conosciamo? – disse ironicamente la ragazza alla vista del moro. - io ho fatto quello che mi hai detto … ora vuoi dirmi dove mi vuoi portare??? – - uhm … ancora no, vedrai tra poco … ma prima dobbiamo passare da casa mia – - come mai? – chiese lui. - non sei l’unico che si deve cambiare … - disse lei sfoggiando uno dei suoi più bei sorrisi. Poi lo prese per mano e lo trascinò in strada. - ma … non andiamo in macchina?- chiese Bill sorpreso. - tranquillo, il mio appartamento è qui vicino … non morirai per il troppo camminare … - Scoppiarono entrambi a ridere e continuarono in quel modo per tutto il tragitto fino a che arrivarono ad un vialetto pieno di piccole casette e condomini. Si fermarono davanti ad un alto condominio alla loro sinistra. Entrarono, presero l’ascensore e salirono al quinto piano. - … casa …. – disse Fra entrando nel suo piccolo appartamento in sub affitto: - accomodati pure sul divano, mi cambio e sono subito da te – proseguì. Bill al contrario, iniziò a girare per le stanze e a guardarsi intorno. Improvvisamente sentì una voce alle sue spalle :- lo so, non è molto grande .. ma è l’unico che posso permettermi – - … mi piace … - disse lui continuando a curiosare. - … davvero? – chiese lei. - davvero, davvero – rispose il ragazzo sorridendo. Si diressero verso la porta e uscirono. Anche questa volta andarono a piedi, per la gioia di Bill. Stavano chiacchierando quando iniziarono a sentire in lontananza una musica e delle voci. -siamo quasi arrivati … - disse lei serenamente.

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Capitolo 5
*** Chapter5 ***


Ciao a tutti!!! Eccomi qui con un nuovo capitolo ... l'ho scritto un pò di fretta ma spero che vi piaccia lo stesso. Leggete e recensite. Un bacione^^

Gli occhi sgranati, la bocca spalancata e il corpo rigido … il moro era rimasto pietrificato da ciò che aveva davanti. Fra lo guardava sorridente, contenta di essere riuscita a sorprendere quel dolce ragazzo che le stava accanto. Era troppo tenero: sembrava un piccolo bambino di fronte ad un albero di Natale pieno di regali. Bill iniziò a muovere lentamente la bocca, cercando le parole giuste per esprimere ciò che stava provando. - … wow!!!! - disse solamente. – ti piace?? - - è, è così … wow!!! – ripeté facendo qualche passo in avanti: - non riesco a crederci … mi hai portato a pattinare sul ghiaccio!!!! – disse iniziando a fare piccoli saltelli di entusiasmo. – eh già!!! … vieni, andiamo a noleggiare i pattini – propose la ragazza indicando una piccola casetta di legno alla loro destra. Bill la seguì continuando a guardarsi intorno meravigliato. C’era un enorme distesa di ghiaccio e migliaia di persone, coppie e ragazzi che si muovevano ritmicamente sulla pista con il perfetto sottofondo musicale delle canzoni più belle e ascoltate del momento. Dopo aver preso i pattini si sedettero su delle panche traballanti per cambiarsi le scarpe. Una volta che entrambi ebbero finito ,si alzarono in piedi e si presero istintivamente per mano per evitare di cadere mentre si avvicinavano goffamente alla pista. Nel frattempo Bill continuava a chiedersi se stesse sognando. Aveva sempre desiderato pattinare , sentire l’impatto delle lame sul giaccio freddo e l’aria che gli accarezzava delicatamente la pelle entrando nelle vene e scorrendogli nel sangue come se stesse cantando su un palco. Ed ora, ora era lì … insieme a lei. Continuando a fantasticare non si accorse subito che la stretta di Fra si fece sempre più debole fino ad abbandonarlo. Solo quando sentì la sua voce, la vide all’interno della pista, che si muoveva felice e con leggerezza e lo invitava attirandolo a sé con il fascino del suoi occhi. – oi? … ti sei incantato?? – disse Fra avvicinandosi con agilità al bordo della pista. – no … è solo che … Fra … - - si? - - io … ecco io ... - - tu?? – chiese la ragazza senza capire. – ….. io non so pattinare!! – ammise lui con un filo d’ imbarazzo. – oh non ti preoccupare … ci sono io … - disse lei sorridendo: - forza … dammi la mano, si così … ora dammi anche l’altra … - Quella ragazza non smetteva di sorprenderlo. Bill, un po’ insicuro e impacciato, le strinse forte le mani ed entrò in pista. Fra iniziò a muoversi, facendo avanzare con attenzione il moro, che dopo pochi passi si sbilanciò troppo e cadde per terra, trascinando con sé la ragazza che si ritrovò sopra di lui. Scoppiarono a ridere, ma rimanendo a lungo in quella posizione. Poi, dopo essersi rialzati fecero un altro tentativo, e un altro, e un altro ancora, fino a che, acquistata stabilità e sicurezza, il bel vocalist imparò a pattinare. Nonostante questo però le loro mani, ormai completamente congelate, rimasero intrecciate e così per il resto della serata. Continuarono, passo dopo passo, a pattinare l’uno di fianco all’altra, senza dire alcuna parola, che in quel momento avrebbe solo rovinato l’atmosfera che si era creata. Ad un certo punto però Bill respirando profondamente disse: … crazie mille … - - ihih … di cosa? – chiese la ragazza fermandosi a lato della pista e appoggiandosi al bordo di ferro con la schiena. – di tutto … di avermi trascinato fuori dalla mia camera, di avermi portato qui, di avermi insegnato a pattinare … - Bill prese un attimo di tempo per riflettere, deglutì più volte cercando di sciogliere il groppo che gli si era formato in gola e dopo aver raccolto tutto il coraggio che aveva in corpo aggiunse: - … di essere entrata nella mia vita … - Fra si voltò verso il moro e lo fissò profondamente nei suoi scuri e intensi occhi marroni, che si socchiusero a rilento quando le sue labbra si accostarono fragilmente a quelle di lei. La ragazza non oppose resistenza e dischiuse delicatamente le labbra per permettere al moro di esplorare e assaporare con desiderio la sua bocca. Le loro lingue iniziarono un’interminabile danza di armonia e passione, in completa sintonia l’uno con l’altra. Bill le cinse fragilmente i fianchi mentre lei avvolgeva delicatamente le sue braccia intorno al suo collo. Quel bacio, così innocente e sincero, sembrava non terminare mai, era diventato indispensabile, come il respiro. Solo la chiusura della pista li fece separare, ma solo per qualche istante. Infatti dopo essersi rinfilati nuovamente le scarpe, si scambiarono un altro bacio, si presero per mano e ritornarono all’appartamento ammirando ancora una volta lo stupendo cielo stellato che stava sopra le loro teste …

...

Una volta riaccompagnata Fra, il cantante fece ritorno con euforia e spensieratezza al suo albergo. Appena entrato però, sentì una mano appoggiarsi con forza sulla sua spalla sinistra. - hey!!!! Si può sapere che ci fai qui??? Non dovresti essere in stanza a pensare a lei osservando romantico le stelle e la luna … - disse Tom unendo le mani e facendo gli occhi dolci ma scoppiando subito in un sonora risata. - dai non fare lo scemo Tomi … - - uhm … non mi hai ancora urlato dietro o preso a schiaffi … mi sa che mi sono perso qualcosa, o sbaglio Bill?! – Non c’era niente da fare, era impossibile fingere con Tom. Lui sapeva sempre tutto. - dai, dai racconta!!! – continuò il gemello. - va bene … stasera io e Fra siamo usciti e … - - hai capito il fratellino!!! – disse Tom senza lasciar parlare il fratello. Bill lo fulminò con lo sguardo così il rasta continuò: - scuuuuusa!!! – ed esibì quel suo sorriso spacciato ed infantile che faceva sempre ridere il ragazzo. - non lo so Tomi … veramente, ogni volta che provo a parlare di lei, non so che dire, sono senza parole e … - - eh si caro Bill … c’è un’unica parola per descriverti … una sola: i-n-n-a-m-o-r-a-t-o!!!- Bill sorrise confuso. Insomma, in fondo la conosceva da pochi giorni … eppure gli sembrava di conoscerla da un vita. Con questi pensieri salutò il biondo e salì nella sua stanza. Si gettò sul letto, si mise a pancia all’aria con gli occhi chiusi e la mani dietro la testa e ripensò a tutta la serata assaporando ancora sulle labbra il sapore di lei. Nel frattempo Fra, seduta da sola con le gambe incrociate su una sedia della sua minuscola cucina, sorseggiava avidamente un enorme tazza di cioccolata bollente, chiedendosi se stesse facendo la cosa giusta. Aveva il terrore di sbagliare di nuovo, di lasciarsi andare completamente … ma al contrario di Bill, lei non aveva nessuno con la quale confidarsi.

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Capitolo 6
*** Chapter6 ***


Rimase tutta la notte seduta su quella sedia. Il viso bagnato da lacrime amare di consapevolezza. Quel ragazzo era forse la cosa più bella che le era stata data dopo una vita piena di dolore, ma nonostante tutto, la mente, infame, non faceva altro che ricordarle il peso che il suo cuore aveva dovuto sopportare per tanto tempo. Le immagini scorrevano nitide davanti ai suoi occhi, impossibili da cancellare: il ragazzo che amava, il ragazzo con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita, il ragazzo che le aveva dato tutto ciò di cui aveva bisogno e poi .. e poi l’aveva abbandonata, lasciandole solo il suo corpo freddo sul bordo dell’asfalto in una terribile e indelebile giornata uggiosa. Scosse la testa, senza riuscire a soffocare le lacrime che continuavano a scendere incessantemente arrossandole le guance. Non voleva perdere anche Bill. Non voleva che anche lui la lasciasse sola in un mondo che aveva saputo darle solo dispiacere. Sapeva che lui non aveva tempo per l’amore e che presto se ne sarebbe andato per continuare ad inseguire il suo sogno, ma ormai era troppo tardi. Lui le era entrato nel cuore quando mise piede per la prima volta nel negozio e non ci poteva fare niente. Non pensava che a lui e non faceva altro che darsi inutili colpe. Scosse di nuovo la testa e guardò l’orologio. Erano le sei di mattina e dopo poche ore sarebbe iniziato il suo turno di lavoro. Si alzò, si fece un lungo bagno caldo, si preparò e poi, dopo essere uscita di casa, si diresse all’albergo trattenendo le ultime lacrime che le erano rimaste in corpo.

...

Bill invece si addormentò subito, cullato dai dolci lineamenti del viso di Fra che aveva impressi nella testa. La mattina seguente si alzò controvoglia dal letto sentendo qualcuno bussare insistentemente alla porta. - David???? – disse il ragazzo sbalordito:- ma che ci fai qui?! Non dovevi venire lunedì mattina prima della partenza?? – - si lo so … ma c’è stato un imprevisto e dobbiamo partire domani mattina … - - domani mattina?!?!?! – - si mi dispiace, ho già avvertito anche gli altri. È successo un casino con il tour bus, quindi domani mattina ci aspetta un treno che da Milano ci porta direttamente a Berlino e … - - si ma … perché proprio domani???? – disse Bill sconvolto. - Bill è solo un giorno prima … che ti cambia? – - mi cambia invece!!!- concluse il moro sbattendo la porta in faccia al suo manager. Non poteva essere vero. Quella era l’ultima giornata che rimaneva lì insieme a Fra e poi sarebbe partito e non l’avrebbe più rivista. Iniziò a mettere a soqquadro la stanza illudendosi che fosse solo un brutto sogno da cui presto si sarebbe svegliato, ma purtroppo non era così. Non scese a fare colazione e nemmeno a pranzare. Rimase lì, senza sapere cosa fare, senza sapere cosa pensare. Verso le due qualcuno bussò di nuovo alla porta. Bill non ci fece caso. - Bill aprì questa cazzo di porta!!! – disse il fratello bussando più forte. Il cantante rassegnato andò ad aprire. - … immagino tu abbia parlato con David … - disse Tom osservando la camera. Bill non rispose così continuò: - senti, io so quello che stai provando … ma, purtroppo è così e non ci puoi fare niente … - - Si ma Tom io … - - lo so Bill – lo interruppe il fratello:- ma se questo è davvero l’ultimo giorno che stai qui … lo vuoi davvero passare chiuso in camera a spaccare tutto invece di andare da lei? .. – Bill alzò lo sguardo e osservò il fratello. Ancora una volta aveva ragione. Allora gli sorrise, prese la giacca, lo abbracciò ed uscì dalla stanza. Si precipitò in strada. Iniziò a camminare e a camminare. Ogni passo si faceva più leggero e veloce, fino a che si ritrovò a correre senza accorgersene. Poi, tutto d’un tratto, cominciò a rallentare fino a fermarsi. Vide la sua figura riflessa sul vetro e dietro quel vetro vide la giacca. Quella che lo aveva incantato, che lo aveva spinto ad entrare nel negozio, che lo aveva portato da lei e che alla fine non aveva neanche comprato. Sorrise tristemente lasciando che il suo sguardo si perdesse nel vuoto. Poi, come tornato in sé, aprì con forza la porta e iniziò a camminare con decisione verso di lei. Non le lasciò neanche il tempo di pensare: le afferrò il volto con le mani accaldate e la baciò con rabbia, frenesia, passione. La strinse forte contro il suo petto, mentre un’innocua lacrima gli rigò il viso. Fra era del tutto inconscia di quello che stava succedendo, ma quel contatto gli dava quella sicurezza che per anni gli era mancata. Il respiro di Bill si fece pesante, sempre più pesante. Lasciò la sua presa con delicatezza, facendo allontanare con estrema fragilità il corpo della ragazza dal suo. Facendolo chiuse gli occhi, senza dare importanza al segno del suo dolore, ancora lì, impresso sulla sua guancia. Piano piano il suo respiro tornò regolare, allora riaprì gli occhi, cercando immediatamente quelli confusi di Fra. In quell’istante il sangue gli si gelò nelle vene e il suo cuore smise di battere per diversi minuti. Espirò profondamente. Il sangue riprese a scorrere e le parole uscirono veloci, immediate. - domani mattina parto – Boom!!! Fra si sentì il mondo caderle addosso senza pietà. - ca … capisco – disse lei socchiudendo le palpebre. - io ti giuro … ho fatto di tutto per poter restare ma … non posso – - lo so .. – - ti prego non odiarmi … ti prego non farlo – - Bill, io non potrei mai odiarti, mai! – Le loro labbra si unirono di nuovo. Il sole penetrava debolmente dall’ingresso illuminando i loro visi, i loro corpi. I corpi che dopo solo una manciata di inutili ore si sarebbero divisi … forse per un mese, forse per un anno, o forse per sempre. Tutto successe davanti agli sguardi inconsapevoli di chi era lì solo per acquistare un vestito per una festa o un maglione che sostituisse quello vecchio. Ma a loro non importava … nulla ormai aveva più importanza.

Ciauuuuuuu!!! Eccomi qui con un altro capitolo. Mi scuso in anticipo se sarò lenta ad aggiornare, ma si sa … purtroppo lo studio viene prima >.< Ringrazio angeli neri che sta seguendo e recensendo la mia storia, sono contentissima che ti piaccia, miki483 e angeli neri per avermi inserito tra i preferiti e tutti quelli che hanno anche solamente letto la mia fic. Spero che la mia storia vi piaccia e che recensiate in tanti per farmi sapere quello che pensate. Un bacione^^


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Capitolo 7
*** Chapter7 ***


Guardò ancora una volta la sua figura riflessa nello specchio arricciando il naso e inclinando leggermente la testa verso destra. No. Si tolse l’ennesima maglia e la gettò insieme al mucchio di vestiti che si era formato dietro di lei nel giro di pochi minuti. Ne infilò un’altra e dopo aver eseguito gli stessi movimenti si liberò anche di quella. In quell’istante suonò il campanello. – merda, merda, merda, merda, MERDAAAA!!!- cominciò a urlare la ragazza correndo mezza nuda per la casa per andare a rispondere al citofono: - si???? – - sono io … - “ merda” – emh … mi servono cinque minuti, ti va di salire? - - … ovvio!! Basta che siano solo cinque minuti - “merda” – sisi certo … ti apro – - ok … - Dopo aver schiacciato il pulsante corse in camera rischiando di andare a sbattere contro la porta, si lanciò letteralmente nella pila di vestiti alla ricerca di una delle migliaia di magliette che aveva provato che potesse andarle bene. Ancora una volta però la sua disperata ricerca venne interrotta. Così Fra, dopo essersi infilata un maglia a caso, per di più al contrario, si precipitò nuovamente alla porta cercando di uscire da quella strana fase di sclero che l’aveva travolta. – hey … - disse Bill entrando e baciandola dolcemente. Poi, osservandola un po’ perplesso le chiese: - sei sicura che ti bastino cinque minuti? - - … perché? – disse la ragazza cercando di mostrarsi indifferente. - … hai la maglietta al contrario …. – le rispose Bill sorridendo. - … oh merda!!! … - disse Fra coprendosi con le mani, poi continuò : - non ti preoccupare … faccio in un lampo, giuro!!! – Bill scoppiò a ridere mentre lei tornò frettolosamente in camera. Nel frattempo il ragazzo continuò a girovagare per l’appartamento. Era davvero piccolo, ma accogliente e famigliare. Ad un certo punto il suo sguardo cadde sulla moltitudine di foto appoggiate su un mobiletto della sala. Iniziò a guardarle divertito una per una: foto che ritraevano la ragazza con amici, parenti, da piccola, da grande … ma non era questo l’importante, in tutte lei era stupenda. Infine afferrò tra le mani l’ultima foto rimasta, che sembrava nascosta dalle altre. L’immagine ritraeva la ragazza sorridente tra le braccia di un ragazzo che ancora più felice le stringeva i fianchi come se non volesse lasciarla andare. Sembrava una foto abbastanza recente, eppure non riusciva a capire … - era il mio ragazzo … - disse Fra appoggiando la testa sulla spalla di Bill. - … era … ? - - … si … è morto l’anno scorso in un incidente stradale – La voce di Fra si fece improvvisamente più fragile, debole, insicura. Bill si voltò verso di lei, senza sapere cosa dire. La ragazza cercò si sorridere, ma come sempre, le lacrime presero il sopravvento così il moro la strinse forte a lei sussurrandole un colpevole “ mi dispiace “ all’orecchio, per averla costretta a ricordare il suo passato. Dopo poco però la ragazza si allontanò ed asciugandosi le lacrime disse: - guarda che disastro .. mi è sbavato tutto il trucco … - - … non importa, sei bellissima!!- disse Bill stampandole un bacio sulla fronte.

...

Finalmente uscirono dall’edificio e si diressero verso la macchina di Bill, parcheggiata lì vicino. In quel momento però Fra venne inaspettatamente bendata e così per il resto del viaggio. Una volta arrivati a destinazione il moro aiutò la ragazza a scendere dalla macchina prendendole entrambe le mani per evitare che cadesse. - Bill ma … dove mi stai portando?? – chiese curiosa la ragazza. Il cantante rispose solo stringendole più forte le mani. Il terreno sotto i loro piedi si fece più morbido e quell’odore inconfondibile fece capire a Fra che si trovavano in un prato. Ad un certo punto il ragazzo si fermò, lasciò delicatamente le mani di lei e le sciolse la benda. Questa volta fu Fra a rimanere senza parole. Dopo alcuni attimi di stupore la ragazza si gettò felice ed incredula tra le braccia di Bill. Il ragazzo infatti, dopo essere tornato in albergo, aveva pensato tutto il pomeriggio a quello che sarebbe stato il modo migliore di trascorrere l’ultima serata insieme. E quale se non una splendida cena al lume di candela nel parco più bello e grande di tutta Milano? Si accomodarono al piccolo tavolo rosso che avevano di fianco e iniziarono a mangiare, ridendo e scherzando di continuo. - è davvero bellissimo!!! … ma come hai fatto?! – chiese lei. – in fretta ... ma ce l’ho fatta!!! Inoltre ho saputo dal proprietario dell’hotel che stasera … - disse lui senza terminare la frase e ammiccando maliziosamente la ragazza. – che stasera?????? – disse Fra euforica. In quel preciso istante si sentì un botto fortissimo e nel cielo comparve un magnifico fuoco d’artificio multicolore. – che stasera ci sarebbero stati i fuochi d’artificio!!!! – esclamò lui alzando il sopracciglio e sorridendole soddisfatto. Poi fece alzare la ragazza e la portò nell’enorme prato in cui erano inizialmente, dove Fra, solo ora, poteva notare una calda e morbida coperta bordò. Si stesero su di essa e stringendosi forte iniziarono a guardare i fuochi. – Bill … - disse la ragazza voltandosi verso il moro. – si? – chiese lui abbassando lo sguardo verso di lei. – grazie … - rispose prima di baciarlo. Quando le loro labbra si staccarono il vocalist le disse: - … sai, avrei voluto aspettare ma … - A quel punto si portò le mani dietro la testa e dopo vani tentativi si slacciò la collana che aveva al collo e le porse alla ragazza dicendogli: - questo è il mio ciondolo porta fortuna … vorrei che lo tenessi tu – Fra rispose sorridendo e con gli occhi lucidi appoggiò la sua mano sopra quella di Bill sfiorando il ciondolo argento a forma di “b” con le dita. Poi, alzandosi a sedere, si scostò i capelli e lasciò che il ragazzo le mettesse al collo quello che ora era diventato anche il suo porta fortuna e che li avrebbe tenuti uniti per sempre. Bill fece girare la ragazza di nuovo verso di lui e guardandola negli occhi le disse: - fra … - - si? - - ti amo … - Lei non rispose, si limitò a ricambiare il suo sguardo senza pronunciare alcuna parola. Rimasero in silenzio per un tempo definibile. Lo sguardo di Bill, spostandosi lentamente verso il basso, si fece triste e deluso. Ancora silenzio. Poi, improvvisamente, la voce della ragazza, ruppe quel vuoto che stava ormai diventando opprimente: - ti amo anche io … -.

Ciao a tutti!!! Eccomi qui con un nuovo capitolo. Ringrazio come sempre tutti quelli che stanno leggendo e recensendo la mia storia. Ultimamente però sono un po’ insicura e vorrei sapere se vale la pena continuarla. Per favore fatemi sapere le vostre opinioni … un bacio^^


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Capitolo 8
*** Chapter8 ***


Ritornarono all’appartamento, come sempre, mano nella mano. Bill accompagnò la ragazza fino alla porta di casa. Iniziarono a baciarsi, lentamente, come per impedire che quel bacio, forse l’ultimo, terminasse. Non c’erano parole per descrivere quello che stavano provando, così rimasero in silenzio. Poi, il moro, dopo averla stretta forte tra le sue braccia, si allontanò ancora più lentamente lasciando a Fra solo la sua figura che scompariva dietro le ante dell’ascensore e il suo profumo ancora diffuso nell’aria … dolce, proprio come lui. La ragazza deglutì rumorosamente, ma non pianse. Rimase ancora qualche istante ferma, sperando che quelle ante si aprissero di nuovo. Inutile. Appoggiò la testa contro la porta: “ stupida, stupida, stupida” continuava a ripetersi socchiudendo gli occhi e stringendo i pugni. Ad un certo punto però, qualcuno le appoggiò una mano sulla sua spalla. Si voltò di scatto. Non ebbe tempo di pensare a nulla in quel momento. Bill le afferrò i polsi con forza e la baciò con una passione inaspettata. La ragazza non riuscì e resistere alla sensualità del bel vocalist. Mise una mano dietro la schiena e iniziò a palpare insistentemente il legno gelido cercando la maniglia. Entrarono in casa sbattendo la porta dietro di loro. Si diressero con foga verso la camera da letto senza che le loro labbra si perdessero per un solo secondo. La stanza era fredda, ma accogliente. In un angolo si intravedeva ancora la pila di vestiti a cui Fra, in un momento di crisi d’abbigliamento, aveva dato vita nel giro di pochi secondi. Il moro le accarezzava dolcemente la schiena, mentre lei, passandogli le dita tra i capelli, cercava di spingerlo verso il letto. Caddero insieme, intrecciati, avvolti da scariche elettriche. Bill distolse lo sguardo concentrandosi sul collo della ragazza, baciandolo avidamente. Nello stesso istante la sua mano calda si insinuava furtiva sotto la maglia di Fra, mentre un fremito la percorreva lungo tutto il suo esile corpo. Iniziarono a spogliarsi velocemente, lasciando che i loro vestiti si unissero a quelli già deposti sulla moquette lilla che rivestiva il pavimento. Dal collo le morbide labbra del ragazzo si spostarono con estrema fragilità sul petto, mentre la sua lingua ridisegnava con precisione il merletto viola di lei per poi procedere sul suo bianco ventre. Scese fino alle cosce, divaricandole delicatamente le gambe per potersi adagiare su di lei facendo aderire i loro corpi. I loro sguardi si incrociarono mentre entrambi potevano percepire il respiro dell’altro farsi sempre più profondo. Fra inarcò leggermente la schiena, permettendo al moro di slacciarle il reggiseno. Poi, voltandolo supino, gli accarezzò il petto e portando le mani all’altezza dei boxer neri glieli sfilò. In quegli attimi il senso del pudore si volatilizzava lasciando intatto soltanto l’amore passionale. Il moro, voltandosi di nuovo, cercò la conferma negli occhi verdi di Fra e fissandola teneramente entrò in lei. Diventarono una sola anima, due corpi con un solo cuore. Con colpi fluidi ed intensi la loro danza continuò. La ragazza lo sentiva sopra, intorno, dentro sé, ed ogni loro gesto rimaneva impresso sotto quelle candide lenzuola. Le mani di lui esploravano abilmente ogni suo lembo di pelle e la sua bocca assaggiava ogni parte del suo corpo. La stanza riecheggiava dei loro gemiti, impossibili da trattenere fino al momento del loro rilascio. Stancamente felici sprofondarono nel materasso mentre i lori respiri affannosi saturavano l’aria. Si voltarono all’unisono guardandosi a vicenda ... era incredibile come riuscivano a comunicare, anche in assenza di parole. Restarono così, per minuti, solamente a fissarsi l’uno nel cuore dell’altra. Poi intrecciando di nuovo i loro corpi ancora caldi si addormentarono dolcemente.

...

Ciauuuu!!!! Finalmente ho postato il nuovo capitolo... mi scuso per il ritardo ma in questo periodo sono davvero incasinata!! Spero che la mia storia vi piaccia e ringrazio come sempre tutti quelli che la stanno leggendo e recensendo. Aggiornerò al più presto... bacione^^ bAgHinA_93

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Capitolo 9
*** Chapter9 ***


Respirò profondamente ed aprì gli occhi. Il sole penetrava debolmente nella stanza e tutto sembrava apparentemente tranquillo. Fra si stiracchiò ripetutamente distendendo ogni muscolo del suo corpo, poi voltandosi di colpo, si accorse di essere sola. Solo delle lenzuola disfatte e nient’altro. Rimase ferma a lungo, con lo sguardo vuoto e distratto, disperso nel nulla. Si passò una mano tra i capelli e si mise a sedere, avvolgendo il suo corpo nudo nella coperta ancora calda. Osservò il pavimento. Vestiti di ogni tipo sparsi ovunque, ma gli unici che sperava di trovare in quel caos infinito erano scomparsi, insieme al ragazzo a cui gli aveva delicatamente sfilati. Nascose il viso tra le braccia, assaporando il profumo del moro impresso sulla sua pelle. Stavolta passarono solo alcuni istanti prima che rialzasse il volto, bagnato da piccole lacrime che le rigavano velocemente le guance facendole bruciare la pelle. Si passò ancora una volta la mano tra i capelli, rivolgendo lo sguardo verso la porta socchiusa. Solo in quel momento si accorse che sul comodino di fianco al letto, c’era appoggiato un piccolo foglio bianco, piegato più e più volte con estrema precisione. Senza indugiare si sporse in avanti afferrandolo con entrambe le mani e aprendolo con un solo gesto. Le lacrime si fecero immediatamente più numerose. Si alzò dal letto catapultandosi sotto la doccia bollente. Poi, dopo essersi vestita e preparata, si diresse con foga verso la sua macchina e senza esitare mise in moto la sua piccola 500 rossa di seconda mano. Una volta tanto nella sua vita, decise di seguire il suo cuore e mentre continuava a guidare, non faceva altro che pensare a quel biglietto, a quelle parole … nella sua testa era impressa la scritta “ti amo”.

...

Nel medesimo istante Bill si trovava disteso sull’immenso matrimoniale della sua lussuosissima cabina. Inutile dire chi c’era nei suoi pensieri. Anche lui voleva seguire il suo cuore, alzarsi, scendere da quel treno e tornare da lei, ma non poteva. Non poteva e non riusciva a perdonarselo. Immerse la testa nel cuscino e sbuffò rumorosamente. Rimase fermo in quella posizione per quei pochi minuti che gli sembrarono ore, quasi pietrificato. Ad un tratto però la porta si aprì violentemente. Bill, fissando quegli occhi verdi disteso ancora sul letto, sentì il suo corpo divenire ancora più rigido per poi rilassarsi completamente e muoversi senza controllo. Si strinsero forte, intensamente. Un abbraccio che significava tutto ma anche niente. Un abbraccio che toglieva il respiro, in quel momento inutile e superficiale. Un abbraccio unico e indispensabile. Scoppiarono entrambi in lacrime, che contenevano una moltitudine di sentimenti contrapposti e inspiegabili. Il moro prese il viso della ragazza tra le mani e la baciò con dolcezza. Poi dopo aver richiuso la porta con estrema calma, si sdraiarono sul letto, unico testimone del loro amore. Si risvegliarono solo una volta giunti a Berlino dove i due si dovettero separare. Ancora un bacio, ancora un abbraccio e una sola parola: “ tornerò” disse Bill prima di vedere la ragazza scomparire sul treno che l’avrebbe riportata a casa.

Bon soir!!!! Finalmente sono riuscita a continuare a scrivere... so che il capitolo non è molto lungo e scritto di fretta, ma spero vi piaccia comunque. Ringrazio tutti come sempre e mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate. Un bacio^^ Sauuuuu

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Capitolo 10
*** Chapter10 ***


Finalmente sono riuscita ad aggiornare!!!! Fra scuola, compere natalizie e tutto il resto non ho mai tempo di scrivere... okok, la voglia mancava perooooò ora ho aggiornato e spero durante queste settimane di essere più veloce nel postare i nuovi capitoli. Prima di lasciarvi alla storia vorrei fare un rigraziamento speciale ad angeli neri che mi lascia sempre delle bellissime recensioni, ma anche a tutti quelli che leggono la mia fic. P.S. Buon natale a tutti!!! E mi raccomando... come regalino di natale non mi dispiacerebbe affatto trovare qualche bella recensione!!! Bacio^^ baghina_93

Gli occhi erano fissi sulla strada, le mani salde al freddo volante nero e la schiena appoggiata comodamente sul sedile. Era una giornata pessima. I tergicristalli scostavano ritmicamente le gocce che si succedevano abbondanti sul vetro della macchina e il cielo grigio era tempestato da enormi nuvoloni che offuscavano il sole proprio come i suoi pensieri riempivano la sua mente. Tanti, troppi. Confusi, mescolati gli uni con gli altri. Spense nervosamente la radio e continuò la guida accendendo l’ennesima sigaretta. Non riusciva ancora a rendersi conto di quello che stava facendo. Ormai era passato tanto tempo. Per un attimo fu sul punto di fare inversione ma poi proseguì sospirando. La tensione cresceva chilometro dopo chilometro e dopo diverse snervanti ore di viaggio finalmente raggiunse la meta che aveva cercato di raggiungere innumerevoli volte. Ogni particolare era rimasto impresso nella sua mente e ci volle poco prima di riconoscere l’albergo in cui alloggiava insieme al resto del gruppo e il negozio della ragazza che aveva notato sorpreso, essere diventato una famosa pasticceria. Lanciò uno sguardo distratto all’interno del locale approfittando del semaforo rosso, ma poco dopo venne riportato alla realtà dall’assordante suono di un clacson alle sue spalle. Sospirò di nuovo e procedendo lentamente nel traffico giunse a quella strada, quella che aveva percorso per l’ultima volta ben due anni prima. Due anni. Solo dopo due anni era riuscito a trovare il tempo e il coraggio di tornare da lei. “coglione” pensò scuotendo la testa e parcheggiando il suo BMW sul ciglio della strada. Ancora un respiro profondo, poi scese dall’auto e alzò gli occhi al cielo percorrendo con lo sguardo il muro rossiccio del condominio. Ormai quello era l’unico ostacolo che li separava. Esitò qualche istante, poi si diresse verso il portone d’ingresso che aprì con una strana sicurezza. Iniziò a salire le scale, gradino per gradino, fino a che … eccola, la porta di legno da cui era scappato la mattina della partenza. Sentì il battito del suo cuore farsi sempre più veloce e irregolare mentre il suo corpo agitato iniziava inspiegabilmente a tremare. Chiuse gli occhi perfettamente truccati e bussò. Alcuni secondi e poi la porta si aprì di scatto. Il moro spalancò la bocca senza riuscire a pronunciare alcuna parola. Un ragazzo sulla ventina lo osservava stupito dalla soglia di casa: alto, ma non troppo, corpo perfettamente scolpito, ma non eccessivamente muscoloso, capelli scuri e occhi azzurri, intensi … proprio come quelli di Fra. “coglione” ripeté la voce dentro di sé “ te la sei fatta scappare, complimenti”. Ad un tratto una voce lo distrasse da quei pensieri: - si? – disse il ragazzo inclinando leggermente il capo continuando a non capire. Nel frattempo Bill iniziò a grattarsi la nuca cercando di ricordare le poche parole italiane che aveva imparato sfogliando un piccolo dizionario. – emh … stavo, stavo cercando Fra … sono amico- - sono spiacente ma non conosco nessuna Fra … - - ???- -ah!! Forse ho capito … stai cercando la ragazza che abitava qui prima? - - abitava? - - sì … si è trasferita un anno fa circa- continuò il ragazzo – dunque, se non sbaglio si è trasferita in un piccolo paesino non molto lontano da qui. Dovrei avere ancora l’indirizzo da qualche parte … solo un secondo- disse ancora il ragazzo prima di sparire in cucina. Bill era confuso. L’unica cosa che era riuscito a capire era che Fra non era più lì. “ Forse non è destino” ancora una volta quella vocina lo assalì rimbombandogli nella testa. In quel momento riapparve il ragazzo con un piccolo pezzo di carta in mano che sorridendo gli disse: - che fortuna!! Ho trovato l’indirizzo, tieni … - - danke, cioè grazie … - rispose Bill prendendo l’indirizzo. Lesse velocemente il biglietto e ringraziandolo ancora lo salutò. Tornò alla sua auto sempre più confuso. Si gettò sul sedile tenendo ancora stretto tra le mani quel piccolo pezzo di carta accartocciato. Lo rilesse un paio di volte e senza indugiare inserì l’indirizzo sul navigatore, poi rimise in moto.

...

Il piccolo paese in cui si ritrovò tre quarti d’ora più tardi era molto simile a Lipsia. Caldo, accogliente, pieno di piccole villette a schiera le une di fianco alle altre. La gente passeggiava allegra per le strade e l’atmosfera era straordinariamente pacifica nonostante il tempo fosse estremamente triste. Gli venne spontaneo sorridere mentre, numero dopo numero, cercava la casa in cui, presumibilmente, abitava ora Fra. – 80, 81, 82 e 83 … ecco, dovrebbe essere questa- disse accostando nuovamente l’auto. Nell’istante in cui scese però un gruppo di ragazzine passò al suo fianco. Cercò di nascondersi invano, ma stranamente nessuno fece caso a lui, “ incredibile, non mi hanno riconosciuto” disse abbozzando un altro sorriso. Si guardò intorno e guardò la casa. Era un’opportunità che non poteva perdere. Così si diresse verso il centro del paesino e dopo aver girovagato indisturbato e messo qualcosa sotto i denti fece ritorno alla casa di Fra con addosso la spensieratezza di un bambino, persa da tempo. Giunto però dove aveva lasciato la sua macchina rivenne travolto da quell’agitazione con cui aveva quasi imparato a convivere. Si fece forza e bussò alla porta. Nessuna risposta. Attese qualche istante, poi riprovò a bussare. Ancora una volta, nessuna risposta. Si voltò sospirando, ma a metà strada sentì il rumore della maniglia abbassarsi, costringendolo a voltarsi. “no” pensò osservando la donna che aveva di fronte, “ non è possibile che abbia sbagliato ancora”. Deglutì rumorosamente cercando con la coda dell’occhio di controllare che il numero civico al lato destro della porta fosse giusto. “ che faccio adesso?” continuò a ripetersi cercando di sorridere. La donna lo guardava completamente pietrificata fissando con i suoi grandi occhi verdi le iridi del moro. Ora che Bill la osservava meglio, c’era una certa somiglianza con Fra. No, non poteva essere lei. I capelli neri portati corti all’altezza dell’orecchio, il viso pallido e gli occhi spenti, persi … non erano gli occhi di Fra. Inoltre il taglio lasciava scorgere sulla parte sinistra del collo un piccolo tatuaggio, probabilmente una scritta in giapponese. Ne era certo. Quella non era la sua Fra. Erano ormai diversi minuti che si fissavano immobili senza proferire parola. “ non posso rimanere qui in eterno” si disse Bill. Così bisbigliando qualcosa sottovoce decise di trovare le parole giuste per scusarsi e congedarsi il più in fretta possibile. Ma prima che potesse dire qualcosa fu la voce della donna a colmare quel silenzio che sembrava infinito: - … Bill … - riuscì solo a pronunciare flebilmente mentre una lacrima le rigava la pelle bianca. Il ragazzo sgranò gli occhi incredulo. In quel preciso istante però i loro innumerevoli pensieri e tutte quelle emozioni che erano state soffocate per due anni vennero interrotti da un pianto che sembrava provenire dall’interno della casa.

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Capitolo 11
*** Chapter11 ***


Mi scuso con tutti per l'eccessivo ritardo... buona lettura

Il pianto, prima così forte e ininterrotto, si spense lentamente mentre i due rimanevano ancora immobili l’uno dinnanzi all’altra. Anche Bill iniziò silenziosamente a piangere osservando la figura della ragazza farsi sempre più sfocata e confusa. Una confusione così profonda da smettere perfino di percepire il proprio corpo. In quell’interminabile momento il tempo sembrò fermarsi. Nessuno dei due riusciva a reagire davanti a quella situazione e in quello spazio non esisteva altra persona, altro oggetto, altro rumore … non c’era nulla all’infuori di loro. Il discorso che il moro si era preparato durante le lunghe ore di viaggio gli morì tra le labbra mentre nella sua testa dominava il vuoto più totale. Tuttavia si fece coraggio, inspirò profondamente e socchiudendo di poco le palpebre lasciò che quell’unica parola che ricordava gli scivolasse velocemente fuori dalla bocca: - ciao … - sussurrò appena riaprendo i suoi grandi occhi marroni. – ciao – rispose flebilmente la ragazza. – posso entrare? – chiese portandosi una mano sulla nuca . – certo – disse lei facendolo accomodare. La casa era completamente diversa dal piccolo appartamento in cui abitava prima. Non una foto, né un quadro, né un ricordo: nulla. I muri bianchi, spogli da qualsiasi sentimento, come l’arredamento e l’intero appartamento. Fra fece accomodare il ragazzo nel piccolo soggiorno e sparì nella cucina da dove ricomparve poco dopo con un vassoio in mano che appoggiò sul tavolo di vetro prima di sedersi a sua volta su una delle sedie. Tornarono nuovamente a lanciarsi sguardi confusi senza pronunciare alcuna parola ma passarono solo alcuni secondi prima che il moro riprendesse a parlare:- è passato così tanto tempo … - disse. –già … - rispose lei senza sollevare lo sguardo. Rivedere quegli occhi, quel viso, quel corpo così perfetto la uccideva lentamente come un veleno iniettato nelle vene. Lo aveva aspettato tanto e lui non era mai tornato ed ora che aveva finalmente abbandonato ogni speranza e accettato la realtà lo aveva di fronte, come se quegli anni non fossero mai trascorsi. Bill d’altra parte sapeva di aver sbagliato, ma sapeva anche quanto la amava e seppure le sembrava così diversa, era convinto che lei fosse rimasta la ragazza che aveva conosciuto due anni prima e grazie alla quale aveva iniziato di nuovo a vivere. – sei cambiata molto … - disse ancora prendendo il viso pallido di lei tra le sue mani calde e accarezzandolo delicatamente, ma costringendo allo stesso tempo la ragazza a sostenere il suo sguardo. Una lacrima solitaria scivolò lentamente sulla guancia di Fra fino a raggiungere il dorso della mano del ragazzo. Bill distese le labbra in un dolce sorriso e ci volle poco prima che lei ricambiasse, sciolta da quella tenerezza. Poi di nuovo quel pianto, ancora più forte, ancora più straziante, ancora più continuo. Fra serrò gli occhi trattenendo il respiro, poi si alzò dalla sedia e scusandosi con il ragazzo si allontanò nuovamente dalla cucina. Bill rimase completamente immobile, incredulo. Non riusciva a capire … quante cose sarebbero potute succedere in due anni? O meglio, c’era qualcosa che lui ancora non sapeva? I suoi pensieri però vennero bruscamente spezzati nel momento in cui Fra ricomparve per l’ennesima volta. C’era qualcosa di diverso però, qualcosa, anzi qualcuno, in più. La ragazza infatti teneva tra le braccia una piccola creatura che sorrideva felice ora che si sentiva protetta e al sicuro. – non mi avevi detto che … - - no.. è, è ..mi occupo di lei nel tempo libero, sai, ho bisogno di soldi per pagare l’affitto e … - Bill non le lasciò il tempo di concludere la frase che già si era alzato dalla sedia e aveva stretto al suo petto la dolce bambina: - come si chiama?- chiese perdendosi negli occhi bicolore della piccola. – Camilla, si chiama Camilla – rispose Fra voltandosi e asciugandosi l’ennesima lacrima che quel giorno le aveva sfiorato il viso.

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