noi e loro, qualcosa di spettacolare

di noemi_virginia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


~~*POV NOEMI.VIRGINIA*
Noi siamo due migliori amiche, Noemi e Virginia e siamo arrivate ieri, dopo dodici ore di viaggio in aereo, a Melbourne. Per andare nella nostra nuova casa, abbiamo preso un taxi giallo e nero, con alla guida un signore dall'aria un po' scorbutica, scocciata che dopo averci accompagnato al nostro indirizzo, non ci chiese nemmeno la mancia. Appena arrivate davanti alla porta, ci guardammo, ci stringemmo le mani e entrammo. La casa l'aveva già arredata l'agenzia così a noi non restò che sistemare le nostre cose nelle nuove stanze. Dopo il lungo viaggio eravamo stanchissime e quindi avevamo deciso di farci portare take away cinese che mangiammo alla velocità della luce davanti a un film cercando di non pensare al giorno dopo e alla scuola.
 *POV NOEMI*
 Primo giorno di scuola, ansia a tremila. La sveglia era già suonata 3 volte ed io ero ancora nel mio letto a fissare il soffitto blu con le stelline facendomi domande su come fosse stato il primo giorno, ma era arrivato il momento di scoprirlo. Dopo che l'orologio segnava le 7 e la sveglia era suonata 4 volte, realizzai il fatto di essere in ritardo visto che le lezioni sarebbero inziate alle 8. Uscii dal letto e dalle coperte che sembravano abbracciarmi e mi chiusi in bagno dove rimasi per circa 20 minuti. Lì mi feci una doccia calda che però mi sveglio e poi tornai in camera mia, aprii l'armadio e presi una canottiera con dei pantaloni a vita alta e anche una felpa nel caso dovesse fare freddo. Poi andai di nuovo in bagno e mi truccai circondando i miei occhioni verdi con un filo di matita nera nella palpebra e con un po di rimmel allungai le mie ciglia già abbastanza lunghe. Mi misi anche un po di rossetto rosso che con gli occhi verdi, secondo me stava benissimo, poi presi la spazzola e iniziai a pettinare i lunghi capelli biondi. Tornai per l'ennesima volta in camera per mettermi le mie vans preferite, nere con lacci bianchi! Non ero perfetta ma come primo giorno poteva anche andare. Mi spruzzai un po di profumo e scesi di sotto dove Virginia con una faccia assonata che faceva capire che si era alzata presto mi salutó. Ricambiai e le dissi che era stupenda. A me non andava di fare colazione, quindi mi limitai a dirgli che si doveva sbrigare.
*pov Virginia*
 La sveglia del telefono è squillata e io subito sono corsa ad occupare il bagno per farmi la doccia. Oggi è il primo giorno di scuola e già ho paura di perdermi per il college o di arrivare in ritardo quindi alle sei e un quarto ero già fuori dalla doccia. Zaino pronto,mi sono messa come sempre un paio di jeans e una maglietta bianca con su scritto in inglese "moon girl", un paio di converse rosse basse con qualche buco. Non mi piace andare a scuola con i capelli sciolti quindi mi sono fatta una coda alta e mi sono messa un po' di matita e mascara nero. Scesi a fare colazione anche se di solito prendo solo il caffè, dopo poco scese Noemi, mi fece un complimento e  mi disse che era ora di andare a scuola.
 *POV NOEMI.VIRGINIA*
 Uscite di casa, incontrammo molto ragazzi, alcuni carini, altri proprio belli, e ci chiedevamo se alcuni di loro magari frequentavano la nostra stessa scuola. Tra chiacchiere arrivammo davanti a un grande edificio sul roseo con una scritta in nero:
 "NORWEST CHRISTIAN COLLEGE"
*pov Virginia*
Cominciamo male.La campanella è già suonata e io sto ancora cercando la classe. Trovata. C'era una piccola porticina verde scura con sopra un foglio vecchio e appeso storto dove c'era scritto "matematica primo corso" allora sono corsa dentro e l'unico posto libero che ho trovato è accanto a un ragazzo con i capelli verde chiaro e due occhi azzurri.Il professore mi ha detto di sedermi accanto a lui.
 Con il mio zaino sulle spalle, un po' imbarazzata di passare in mezzo ai banchi pieni di ragazzi e ragazze che mi guardavano male, mi sono seduta e dopo essermi presentata alla classe ho sistemato le mie cose sul banco e subito quel ragazzo un po' rosso in viso si presentò  dicendomi di chiamarsi Michael. L' ora è passata velocemente tra risate e chiacchiere. Dopo matematica siamo andati insieme agli armadietti, per la strada Michael ha salutato vari ragazzi e ragazze che gli chiedevano se ero la sua nuova fidanzata e sempre un po' imbarazzato rispose sempre che ci eravamo conosciuti nella lezione di matematica.Arrivati al mio armadietto.Dopo aver preso i libri siamo andati al secondo piano per cercare la classe di Biologia, appena siamo arrivati abbiamo scoperto che il prof mancava allora Michael ha detto che mi portava in giro per la scuola.Com'era dolce quando mi chiamava "piccola", appena cominciato il "tour" mi ha portato subito in una stanza vuota in un piano isolato piano di aule abbandonate. La prima cosa che ha fatto è stato aprire le grandi finestre che si affacciavano sul cortile e dopo avermi raccontato che lì si era tinto per la prima volta i capelli di nero e dopo aver riso molto sui nostri segreti più ridicoli abbiamo visto che era l'ora della nostra terza ora allora ci diamo divisi e dopo aver preso il posto per Noemi mi sono preparata per fisica.
 *POV NOEMI*
Arrivate a scuola, dovevo lasciare Virginia perché io avevo biologia e lei matematica, non riuscivo a trovare la classe, ce ne erano a infinità, dieci in un solo corridoio. L'ansia si impossessò di me, inoltre sembravano tutti impegnati a fare qualcosa di importante e non mi andava di fare figure di merda il primo giorno. Dopo un po che giravo e facevo su e giù per il corridoio che ormai non era più affollato, vidi un ragazzo entrare dall'ingresso correndo. Mi si precipitò addosso facendomi quasi cadere, e io un po incazzata gli urlai di fare più attenzione, lui tornò indietro, si scusó e poi mi porse la mano presentandosi tutto d'un fiato 'Ehy scusa sono di fretta non riesco a trovare l'aula di biologia, comunque piacere, Ashton.' Gli sorrisi, almeno si era scusato. Gli porsi anche io la mano e gli dissi ' piacere mio, sono Noemi e ora per farti perdonare mi aiuti a trovare anche a me l'aula di biologia' lui scoppiò in una fragorosa risata che fece ridere involontariamente anche me. Dai infondo come primo giorno di scuola non era iniziato male. La prima cosa che mi colpì di lui furono le sue fossette, amavo le fossette, aveva anche degli occhi bellissimi, di un verde mischio al marrone. Per non parlare dei capelli, ricci che sembravano non voler star fermi un attimo. Fatto sta che passò una mezz'ora buona e dell'aula di biologia neanche l'ombra, così uscimmo in cortile e lui appena solcata la porta, prese una sigaretta e se la mise in bocca. Prima di accenderla mi chiese se il fumo mi desse fastidio ma io negai dicendogli che anche io fumavo ma che ora non ne avevo voglia. Lui accennò un sorriso e poi mi invitò a parlargli di me. Così lo guardai, sorrisi e iniziai un po rossa per tutti i sorrisi che ci stavamo scambiando "bhe mi chiamo Noemi, mi sono trasferita qui ieri con la mia migliore amica Virginia per motivi di studi e niente..tu?" Lui ciccò la sigaretta e "sai anche io mi sono trasferito qui per studiare, però ora vivo da solo in una casa in fondo alla strada, è piccolina ma per uno va più che be-" fu interrotto dalla campanella. Ci guardammo, inglese, ci aspettava inglese, per fortuna avevamo un'altra ora insieme, però stavolta sapevamo dove fosse la classe. Entrammo in classe per primi seguiti da molti ragazzi/e e occupammo gli ultimi banchi in fondo continuando a parlare dei cavoli nostri vedendo che al prof non importava. Il corso successivo era fisica entrai in classe sentendomi subito osservata, prima dalla prof poi dai compagni, che non smisero di guardarmi finché non arrivai a sedermi in un banco vicino a Virginia. Le successive due ore passarono in fretta e finalmente arrivò l'ora di pranzo. A noi la mensa non piaceva, così andammo a casa.
*POV NOEMI.VIRGINIA*
Dopo pranzo, eravamo stanchissime infatti ci buttammo insieme a peso morto sul divano dove tra coperte,risate, popcorn, cioccolate calde e film  ci addormentammo fino al giorno successivo.
HEYYY allora come state ?? speriamo vada tutto bene, comunque pensiamo di pubblicare un capitolo a settimana ma forse per il secondo faremo un’eccezione e entro questa settimana dovrebbe uscire! Speriamo vi piaccia la storia! Recensite e fateci sapere che ne pensate!  Bacioni da Noemi e Virginia <3

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


*POV NOEMI.VIRGINIA* La mattina passò in fretta e nel pomeriggio decidemmo di andare a fare shopping visto che quando siamo venute in Australia non ci eravamo portate tanti vestiti. *POV NOEMI* Un negozio. Di più di cento negozi, ci colpì uno in particolare. Entrammo, era pieno di vestiti che avrei comprato tutti se solo avessi avuto abbastanza soldi e tempo. Dopo aver girato un po’ un vestito nero abbastanza elegante attirò la mia attenzione, lo presi subito, andai nel mio camerino per misurarlo e, a essere sincera mi stava perfetto. Metteva in risalto le mie curve che tenevo quasi sempre coperte da enormi felpe. Mi piaceva anche perché, essendo non più lungo delle ginocchia, si potevano vedere perfettamente le mie gambe che non erano così male come pensavo. Mi faceva salire un po’ di autostima, cosa che non capitava spesso, quindi senza pensarci troppo lo presi e poi, ricordandomi di non avere un paio di scarpe adatte a quel vestito, uscii dal camerino per cercarle. Passai tra molti scaffali dove c’erano stivali, scarpe da ginnastiche, sandali, poi in lontananza vidi delle scarpe che sembravano avere il tacco. Mi avvicinai e un paio di scarpe nere, con il tacco anche abbastanza alto, mi rapirono lo sguardo. Me le provai di corsa anche se avevo tutto il pomeriggio, mi piacevano e si abbinavano con il meraviglioso vestito. ‘Perfetto’ esclamai felice. Girai per circa un’altra mezzoretta, comprai tante di quelle cose che non sapevo più dove metterle. Poi, soddisfatta delle spese, mi avvicinai alla casa dove notai subito virginia che aspettava che la commessa, in panico, finisse di fare il conto della montagna di vestiti presenti sul bancone. Scoppiai in una fragorosa risata che contagiò anche lei, poi mi misi in fila io e quando arrivò il mio turno pagai svuotando il mio borsello. *POV VIRGINIA* Io comprai due vestiti in un negozio molto grande.Il primo vestito era nero senza spalline con una lunga scollatura dietro che appena lo avevo provato mi sembrava che quel vestito non era indossato da una ragazza con le gambine e le braccine piccoline. Il secondo era invece turchese,questa volta con le spalline e che all'altezza dei fianchi si allargava ed era lungo fino a ginocchio. In un altro negozietto ho comprato una grande camicia scozzese verde scura e nera. Poi tornammo a casa piene di buste colorate e con due sorrisi che partivano da un orecchio all'altro. *POV VIRGINIA* Mentre tornavamo da quel grande negozio pieno di sogni, Noemi ha tirato fuori dalla tasca della felpa un pacchetto di sigarette Malboro e se n'é accesa una...Appena mi sono girata per vedere un negozio dall' altra parte della grande strada piena di bar e vari locali,l' ho vista con tutto quel fumo che le usciva dalla bocca e subito mi sono ricordata, con quel mal di gola e la mia mente che mi ripeteva di continuo di non piangere, di quando eravamo piccole e dicevamo sempre 'mi prometti che non fumerai mai?' 'Si' e univamo sempre i mignolini per giurare di mantenere ciò che avevamo appena detto, mi scese una lacrima che piano piano mi rigò il viso. Avevamo 14 anni quando mi disse ' ho provato a fumare' e io un po' triste dal fatto che avevamo fatto una promessa e lei l'aveva infranta le chiesi 'e ti é piaciuto?' 'no' allora sollevata dalla risposta le ricordai di non farlo piú e lei me lo giurò. Di nuovo. E ora? Ora non ho solo una lacrima che bagna il mio viso ma tante gocce amare che scendono da due occhi che non riescono a vedere il mondo che mi circonda. Lei preoccupata dal modo in cui la guardavo spense quella cosa che aveva fra i denti e mi disse 'te lo avrei detto uno di questi giorni ti giuro... Scusa' 'non so se capisci quello che mi hai appena fatto... Ti ricordi i mignolini, le promesse,quelle parole dette piú volte quando eravamo piccole?' 'si ma eravamo piccole, ti ho detto scusa non puoi dimenticare?' 'No non posso scusa ma io non voglio che tu ti faccia del male e per di piú l' ho scoperto da sola e non da te' 'Scusa lo giuro non lo farò piú se tu non vorrai' questo vuol dire che tutte le volte che abbiamo giurato tu non hai mai promesso per davvero e anche quando abbiamo unito i mignolini non lo hai mai fatto sul serio' 'no scusami non ho pensato alla promessa scusami per davvero e poi non avrei mai pensato questa tua reazione' mi prese per mano e mi portò in un vicoletto dopo che si era accorta che c'erano tantissime persone che ci stavano guardando 'scusami ma io non volevo' mi ripeté e cercò di abbracciarmi ma senza rispondere me ne andai piangendo e sperando che nessuno aveva visto la scena. *POV NOEMI* Avrei dovuto dirglielo. Eccome se avrei dovuto dirglielo. Io fumo, non da tanto, solo da pochi giorni prima del trasferimento, ma ora che è diventato un vizio, non riesco più a smettere. Si ok, ci potrei provare anche solo per non farla stare male, ma tanto il guaio era già stato fatto. Se n'era andata, mi aveva lasciata in quel vicoletto da sola e chissà dove era ora. Non avevo paura ma passare dal vedere un film sul divano con la tua migliore amica a stare sola in un vicoletto buio non era una cosa che tutti speravano di provare insomma. Ero scossa, una parte di me diceva che la vita era la mia, e che visto che ormai ero quasi maggiorenne e vivevo da sola in teoria potevo fare quello che volevo, ma un'altra parte mi faceva sentire un fitto al cuore e mi diceva che stavo sbagliando, che lei lo faceva per il mio bene e che avrei dovuto dirgli quella cosa prima. 'Come sono stupida.' Pensai. 'Ora che cazzo mi invento?' Avevo così tanti pensieri, non riuscivo a domarli, era come se qualcosa avesse preso il sopravvento su di me. Forse era paura per il fatto di non risolvere qualcosa, o forse era perché ormai l'orologio segnava quasi le 8, si stava facendo buio, e stare sola in un vicoletto isolato proprio non mi pareva il caso. Pensando a quello che avrei potuto fare la serata e forse addirittura anche la notte,mi misi seduta su uno scalino di quello che pareva un vecchio negozio abbandonato che si trovava lì. Mi sembravo tipo una barbona che però aveva appena speso un casino di soldi in un negozio di vestiti, H&M, da come faceva capire la busta. Tra tutte le cose comprate, c'era anche una felpa, di quelle grandi che ti coprono tutta, e visto che iniziava a calare la sera e di conseguenza a fare freddo, decisi di indossarla. Appena infilata, mi sembrò di stare sotto alle coperte a casa. Poi però un pensiero più preoccupante, scacciò via tutti gli altri: se veramente Virginia non sarebbe tornata a casa per la notte o avrebbe fatto tardi, io dove avrei dormito? A quel punto mi venne da rabbrividire, non per il freddo, ma solo pensando a dover passare la notte fuori casa, in una grande città, che conoscevo a malapena. Immediatamente mi alzai, presi tutte le buste, e andai alla ricerca di un posto, dove avrei potuto mangiare, con i pochi soldi che mi erano rimasti. *POV VIRGINIA* Sto ancora piangendo. Non ci posso credere che mi ha fatto questo. Per cena sto tornando a casa ma oggi l'autobus sembra più vuoto delle altre volte. Arrivata nel vialetto di casa ho cercato le chiavi per un po' e visto che di solito arriva sempre Noemi a casa per prima e lascia sempre aperto ho dovuto faticare un po' con quella vecchia serratura. Entrata in quell' posto un po' triste per via dell'orribile ma semplice gusto degli "arredatori" dell' agenzia, per cena ho preso dal frigo un insalata già pronta e direttamente dalla busta l'ho mangiata sdraiata sul divano girando per i canali di quella TV un po' vecchia,sperando che Noemi non fosse venuta a casa. Dopo "cena" mi sono messa un maglione vecchio, ma che mi piaceva davvero tanto nonostante la sua larghezza e il suo color grigio un po' scolorito. Appena ho girato l'angolo distratta da un gatto randagio che attraversava la strada illuminata da un solo lampione vidi che davanti a me si era fermato un ragazzo alto e moro che mi guardava dall' alto e subito mi scusai 'scusami è che sono arrabbiata e triste perchè la mia migl-' ma che sto dicendo 'scusami' e dopo quella figuraccia mi sono scansata e ho continuato a camminare guardando terra. 'Continua ' mi disse e subito mi girai e lo guardai negli occhi color marrone scuro 'perchè?' ' perchè mi piace la tua voce,comunque piacere io sono Calum' oh che bello si chiama Calum 'io sono Virginia..' ' Vuoi unirti a me?' Oddio e ora che faccio? 'Beh si dai forse mi aiuterà a dimenticare' continuammo a camminare uno di fianco all'altra e dopo avergli spiegato tutto quello che era successo tra me e Noemi mi prese per i fianchi e mi abbracciò. Penso che non mi staccherò più da lui, il suo abbraccio, quello si che mi fa dimenticare bene. Ho pensato tra le sue braccia che mi avvolgevano tutta. Dopo aver camminato per tanto tempo mi chiese 'Dove abiti?Devi tornare a casa subito?' Si beh sono stanca e vorrei dormire visto che domani mi tocca una lunga giornata di scuola 'Nono perchè?' Risposi subito 'ti andrebbe di venire da me questa notte?' E come faccio con il pigiama lo spazzolino i vestiti per domani?e noemi? 'Si è perfetto per me'. *POV NOEMI* Sono più di dieci minuti che giro e alle 8.27 di sera, ancora non ho trovato qualcosa da mangiare? "È possibile che a quest'ora non ci sia nessun tipo degli hot dog, dei panini o dei gelati in giro con il suo bel carretto?' La fame mi stava facendo diventare più aggressiva e faceva solo peggiorare la situazione. Odiavo tutto in quel momento. Penso che peggio di quel modo non si poteva stare, al freddo, a stomaco vuoto e sopratutto dopo aver litigato con la tua migliore amica. Che urto 'perché deve sempre capitare tutto insieme?' Solo dopo aver finito la frase mi sono resa conto che stavo urlando, e che alcuni ragazzi intorno a me, avevano iniziato a guardarmi con facce strane pensando che forse mi ero fatta qualche canna o ero ubriaca. Ecco. Forse si poteva stare peggio di quel modo. Il telefono mi vibrò, 'Magari è Virginia che si è scusata' dissi, perché in un certo senso volevo fosse lei. Cercai il telefono nella borsa maledicendomi di essere così disordinata, ma dopo un po’ che frugavo in quella cosa che assomigliava più a una casa, presi il telefono, lo sbloccai e notai che il messaggio non era di Virginia, ma della 3. Lo rispensi facendo una smorfia per poi rimetterlo in tasca. Rabbrividii un po’ per il freddo dal quale la felpa non riusciva più a proteggermi e un po’ dall’ ansia di tante,tante cose. L'orologio del mio telefono segnava le nove precise. Erano 3 ore che non la vedevo, non erano tante ma abbastanza da sentire la sua mancanza. Mi misi le mani in tasca e SENZA AVER MANGIATO mi diressi verso un parco per bambini, dove però la sera non andava mai nessuno. C'era un cancelletto alto la metà di me chiuso con un lucchetto 'Ma io dico no, sto cancelletto riuscirebbe a scavalcarlo pure un fietto di due anni e voi lo chiudete addirittura con un lucchetto?' Pronunciai queste parole a bassa voce mentre scavalcavo, o meglio alzavo prima un piede e poi l'altro. Entrai nel parco e sentii un altro brivido per il freddo. Che odio. Poi però non pensando più a niente, mi misi a sedere sul pratino, accendendo una sigaretta e infilandomi le cuffiette facendo partire un po’ di canzoni a caso. Poco dopo mi ritrovai sdraiata a guardare il cielo. 'Che bello' pensai tra me e me. Il pratino era umido ma a me non importava, ero tipo ipnotizzata da quel cielo blu scuro notturno dal quale spuntavano tante stelle. Sembrava il soffitto della mia camera. Ad un certo punto mi si levò una cuffietta, o meglio qualcuno mi tolse una cuffietta. Mi girai di scatto sempre sdraiata, e vidi un ragazzo che mi disse 'Ehy scusa, non volevo spaventarti, ma non è che hai un accendino?' Io gli dissi di si sforzandomi a capire quello che stava dicendo visto che non mi ero ancora tolta l’altra cuffietta 'ehm tranquillo comunque ecco a te' 'che fai qui da sola?' All'inizio volevo dirgli di farsi i cazzi suoi e che avevo già troppi problemi, ma dopo che mi sorrise, mi 'rilassai' e gli spiegai quello che era successo 'vedi, come tu hai capito, io fumo e a causa di questo ho litigato con la mia migliore amica che dice che non vuole che mi faccio del male, poi ce lo avevamo promesso, ma dopo che me l'hanno offerta e ho provato per la seconda volta, già era diventato un vizio al quale non potevo fare a meno.' Lui si girò per buttare fuori il fumo della sigaretta che aveva appena acceso, poi mi guardò di nuovo, in quel momento mi scese un'altra lacrima, involontariamente, non volevo piangere davanti a lui. Ad un tratto, non sentii più freddo, non avevo più fame, non pensavo più nemmeno a Virginia, tanto sapevo che prima o poi ci avrei rifatto pace. Tutto questo perché mi stava abbracciando. E io invece di andare via, di rifiutarlo, lo strinsi più forte. C'era contatto. Stavo abbracciando uno sconosciuto, una persona che non avevo mai visto prima, e stavo anche piangendo. Che mi stava prendendo? Ad un certo punto mi staccai, ' va meglio?' 'Decisamente' risposi, 'ne avevo proprio bisogno di un abbraccio in quel modo’ le risposi, lui sorrise, stavolta aveva la luce della luna in faccia e io mi accorsi di quanto fosse bello. Non che prima non l'avessi notato, solo che ora si vedevano meglio anche i particolari. I capelli erano biondi come i miei, aveva gli occhi azzurri, le fossette come Ashton e un piercing al labbro, che appena vidi mi fece mordere il labbro. Poi tornai sul suo sguardo, e notai che era arrossito forse per il gesto involontario che avevo appena fatto . Era tutto così bello e imbarazzante allo stesso tempo. Gli sorrisi per togliere la tensione ma notai che ora era lui che stava squadrando me, vedevo il suo sguardo che passava tra i miei capelli che erano sciolti e disordinati,per poi attraversare il mio corpicino. Strinsi i pugni cercando di non farmi notare nascondendo le mani nella felpa. 'Allora, a che ora devi tornare a casa?' 'Ehm veramente non torno a casa...non devo...non posso.' Lui non mi fece domande ma penso capì. 'Ah, perfetto..cioè no, non è perfetto però se vuoi io ho un letto libero...e abito da solo' lo guardai e gli sorrisi 'si può fare' lui mi sorrise e mi fece segno di saltargli sulla schiena, adoravo stare lì quindi non me lo feci ripetere due volte e montai sopra. 'Comunque sono Noemi' 'Luke'. Dopo circa dieci minuti che camminavano, no, che camminava, arrivammo davanti a una casa molto simile alla nostra da di fuori. Entrammo e lui mi fece scendere. Sinceramente, non sapevo chi fosse, mi aveva solo detto che si chiamava Luke, poi non sapevo più niente, ma non mi importava. Entrammo e mi buttai sul divano pieno di cuscini con una coperta aggrovigliata alla fine. ' no dico tranquilla fai come se stessi a casa tua' rise 'tranquillo, non c'era bisogno che me lo dicevi' risposi ridendo e poi tra una cosa e l'altra, ci sdraiammo sul divano a raccontarci un po’ di noi. 'Che bella serata' dissi,' non me lo aspettavo di dormire in una casa' lui scoppiò in una risata. Poi mi si avvicinò,mi bacio la fronte e mi disse sottovoce 'buonanotte' 'notte Luke'. *POV VIRGINIA* Siamo arrivati davanti a casa di Calum e subito dopo essere entrati da una porta un po' vecchia e di un colore scuro ha acceso la luce e siamo saliti di sopra dove mi ha fatto vedere la sua stanza arredata solo con un letto matrimoniale una scrivania giusta per farci entrare un libro e il computer. La cosa che mi ha colpito di più è stato un basso nero con uno smile disegnato con lo scoach isolante bianco appoggiato a terra accanto al letto. 'suoni il basso?' 'si' adoro i ragazzi che suonano un o strumento 'tu?' 'si il pianoforte ma in questa casa ne ho uno piccolo e vecchio' 'poi mi fai sentire come suoni?' 'Si, solo se tu ora suoni per me' prese il basso e comincio a suonare una canzone scritta da lui. 'È bellissima' 'grazie -posò lo strumento- non l'aveva mai sentita nessuno' 'come si chiama?' 'Out of my limit' Visto che ero stanca dopo tutta la strada che avevamo fatto ho pensato subito di sdraiarmi sul suo letto e lui mi ha seguita, due minuti dopo ero appoggiata con la testa al suo petto muscoloso e dicevamo 'hai conosciuto qualcuno in questi primi giorni di college?' 'si solo Michael e frequentiamo solo qualche corso insieme e anche lui é nuovo, e tu?' 'Solo tu' com'era dolce quando mi guardava negli occhi con le sue iridi nere e profonde 'sono un po' stanca' 'dormi' 'e tu che farai?' chiesi mentre mi toglievo la felpa e rimanevo in canottiera 'ti guarderò..Vuoi qualcosa di mio per dormire?' 'si grazie' allora si alzò dal letto e aprì l'armadio prendendo una sua maglietta e un paio di boxer 'spero che vadano bene-sorrise- di solito non metto pigiami per dormire' 'grazie mille Cal' andai in bagno e mi misi i suoi boxer come pantaloni e la sua maglietta nera con sopra scritto "less than Jake" e tornai in camera e lo vidi seduto sul letto che messaggiava e sorrideva osservando quello schermo illuminato 'chi è?' 'Un amico' 'ok'.Provavo una strana sensazione da quando mi aveva abbracciata per la prima volta, come se avevo trovato la mia anima gemella, tolse il telefono e mi chiese se volevamo vedere un film e anche se ero troppo stanca per stare sveglia avrei fatto di tutto per stare con lui 'per me va bene' allora scendemmo e sul divano e vedemmo un film ma dopo dieci minuti di quel film un po'noioso mi addormentai. Non voglio alzarmi per andare a scuola e sto molto comoda con la testa nell'incavo del suo collo .Aspetta un attimo perchè siamo a letto? Fino a tre minuti fa eravamo sul divano a vedere il film e ora non più.'buongiorno piccola' 'buongiorno Cal' 'come mai siamo a letto e poco fa stavamo vedendo il film?'. 'Ti sei addormentata e ti ho portata su in braccio'mi baciò sulla fronte e mi indicò la sveglia che segnava le 8.45. Mi agitai ma lui mi tranquillizzò dicendomi che ci mancavano i professori le prime due ore. *POV NOEMI* 'Si ok, gli ho dato la buonanotte, ma io dove dormo?' Pensai tra me e me. Si era scordato di dirmelo e ora io stavo vagando in giro per il suo salotto senza sapere ne dove andare, ne cosa fare. Decisi di salire al piano di sopra, dove era andato lui, c'era un lungo corridoio con alla fine una porta accostata dalla quale uscivano spiragli di luce. Mi avvicinai senza pensare. Già, senza pensare. Aprii la porta e 'o mio dio' mi fermai per deglutire 'non ci pensavo, scusa' paonazza uscii dalla stanza indietreggiando, era in boxer e io avevo appena fatto una figura di merda, che però aveva i suoi vantaggi. Mamma mia che fisico, non era esagerato ma non aveva nemmeno la solita pancetta. 'Che figura di merda' dissi tra me e me ancora rossa in faccia. Erano le 23.57. Non so perché guardai l'ora ma fu una mossa involontaria. Passarono due minuti, poi la porta della famosa stanza si aprì e uscì Luke con una maglietta un po’ rovinata dei Green Day e sinceramente, per quanto sta maglietta poteva essere bella lo preferivo senza. Naturalmente non glielo dissi e mi limitai a guardarlo e a lasciargli un sorriso delicato. 'Allora perché sei salita?' 'Ehm vedi io volevo cercare di capire dove dormirò questa notte' 'Ah ecco, anche perché se non avevi un motivo valido per salire e vedermi in box...' sorrise. Risposi 'Non lo sapevo io..' lui mi si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia. Boh in un certo senso mi faceva strano il fatto che avevo conosciuto un ragazzo in una sera, stavo per Dormire a casa sua conoscendolo appena e mi lasciavo anche baciare dopo averlo visto in mutande. Non riuscii a finire di pensare perché lui mi lanciò addosso una sua maglietta grigio chiaro che mi faceva da camicia da notte con la quale, probabilmente avrei dovuto dormire. Poi mi prese per mano, e mi trascino dentro la stanza che dopo quello che era successo chiamai 'stanza delle figure di merda'. 'Bella stanza!' esclamai. Lui annuì sorridendomi ma continuando a guardare la stanza. Il letto era matrimoniale e pieno di cuscini di tutti i colori e le dimensioni. C'era un armadio vicino alla finestra e una scrivania vuota con sopra solo un computer. Sulle pareti c'erano vari posters di cantanti famosi. Il mio sguardo cadde poi su una chitarra appoggiata tra il muro e la scrivania. 'Ei ma tu suoni' 'già, ma ormai è da tanto che è li, non la uso praticamente più' 'perché? ' 'in realtà non lo so, ho sempre meno tempo e...' sembrò non trovare le parole quindi decisi di sorridergli senza chiedere altro. Mi avvicinai alla finestra per guardare dove sbucava, ma due mani mi presero i fianchi da dietro e mi buttarono sul letto. Mi tirai su per velocemente cercando di capire cosa era successo e vidi Luke che rideva piegato come un deficiente . ' ma sei scemo di tuo o da piccolo hai sbattuto la testa per caso?' Dissi mentre mi trattenevo dal ridere. Continuava a ridere sempre di più probabilmente per la faccia da ebete che avevo. Così mi avvicinai al letto e presi il cuscino più grande che C'era. 'Ehy Luke', lui rispose tirandosi su mentre si asciugava le lacrime dal ridere 'Cos-' non riuscì a finire la frase che si ritrovò un cuscino in faccia. Adesso ero io quella che non smetteva più di ridere dopo la faccia che aveva fatto quando aveva realizzato il fatto che stava per prendere una cuscinata. Ero distesa sul letto e non riuscivo più a smettere di ridere 'Tu' mi indicò ridendo 'tu nemmeno ti immagini con chi ti sei messa contro ' 'io?' Risi. 'Si esatto, tu' dopo che pronunciò quelle parole, presi due tre cuscini e scappai andando al piano di sotto mentre sentivo che lui mi stava correndo dietro. Mi sentii arrivare una cuscinata da dietro, poi mi prese in braccio e mi buttò sul divano sedendosi vicino a me. La guerra era finita. Lasciammo un respiro profondo in coro, poi ci guardammo e 'Allora, che film vediamo ora?' 'Mm scegli te, io vado a prendere le patatine in cucina' dissi. 'Perché tu hai le patatine, vero?' 'Io? In casa Hemmings non mancheranno mai le patatine' rise. Risi anche io e mentre lui accendeva la tv io mi recai verso la cucina. Aprii il primo sportello che c'era e fortunatamente trovai subito quello che stavo cercando. Ritornai in sala. 'C'è solo questo' 'vediamo dai' risposi. * dopo un po'* sento qualcuno che mi accarezza la guancia. Mi sveglio. 'Ma che stavo dormendo?' 'Sembra di si e pare anche che tu mi abbia scambiato per un cuscino' disse. Io risi ma con una faccia assonnata. In effetti non capivo niente di quello che stava succedendo. Lui capendo che io stavo praticamente dormendo, mi prese in braccio e mi portò al piano di sopra quando alla fine delle scale mi lasciò, io di mia spontanea volontà andai nella camera di prima, mi misi sotto le coperte e chiusi gli occhi. Riuscii comunque a capire le sue parole 'hai deciso che dormiamo insieme? Bene sono contento ' disse mentre si infilava anche lui sotto. Io risi e poi crollai in un sonno profondo. * la mattina dopo * ehy… ehy è ora di andare a scuola, sono le 7.00, ti devi alzare' mi lasciò un bacio sulla guancia e uno sulla fronte. Cavolo che bello. Non mi ero mai svegliata così bene e contenta per andare a scuola. Vidi che lui era già vestito, gli lasciai un bacio sulla guancia anche io e poi ancora mezzo insonnolita andai in bagno, mi cambiai e nell'arco di una mezzoretta ero pronta per uscire di casa. Lui aveva la macchina quindi per arrivare a scuola non ci impiegammo tantissimo. Arrivati a scuola, scesi, gli lasciai un altro bacio sulla guancia e mi recai verso l'ingresso pronta ad affrontare 5 ore di lezioni sperando, più o meno di non vedere Virginia

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


*POV VIRGINIA* Si è vestito e dopo essermi messa i miei pantaloni e la mia felpa mi ha accompagnata a casa così sono entrata sperando che Noemi non avesse fatto tardi a scuola.Cominciava a mancarmi e appena sono entrata in casa la sua camera era aperta e prima di cambiarmi sono passata per quella stanza con il soffitto blu con le stelline e mi ricordo di quando avevamo 13 anni e sognavamo di venire proprio qui in Austrialia e ora?E ora abbiamo realizzato il nostro sogno e lo stiamo rovinando con questo litigio e poi non credo di farcela molto senza parlarle e raccontarle quello che succedendo e quello che credo di provare per Calum,mi scese una lacrima che mi bagnò la guancia e ritornai alla realtà.Uscita dalla camera mi sono fatta una doccia e dopo mi sono messa una gonna corta fino al ginocchio e un po' più lunga dietro a vita alta verde acqua con una canottiera a fiorellini blu e viola mi sono pettinata i miei lunghi capelli dorati e dopo essermi truccata con un filo di eye-liner dentro gli occhi e un po'di mascara sono uscita, ho chiuso casa e sono tornata in macchina da Calum 'che bella che sei' 'grazie Cal' risposi un po' imbarazzata 'dove andiamo?'chiesi guardandolo guidare 'è una sorpresa' amo le sorprese io.Dopo una ventina di minuti di strada sterrata piena di buche e di curve.'siamo arrivati' spense l'auto e venne ad aprirmi la porta facendomi scendere dalla macchina. Wow che bel posto,c'era un grande prato verde in salita e in discesa. 'Lo adoro' sorrise guardandomi. Mi prese in braccio come se fossi la sua sposa e mi porto sul prato e io non feci a meno di guardarlo nei suoi occhi neri, mi fece scendere e 'vuoi fare una cosa? 'Ditutto per te piccola' lo presi per mano e lo portai in cima a una montagnetta mi sdraiai a terra e gli dissi 'hai il coraggio di rotolare per la discesa?' 'Solo se lo farai anche tu dopo' si sedette 'ci devo pensare ora rotola su voglio vedere fino a cosa faresti per me' sorrise e cominciò e scendere la collinetta rotolando su se stesso. Arrivato in fondo lo raggiunsi correndo verso di lui e appena arrivai mi sdraiai accanto al moro per distrarlo in modo da non rendermi ridicola rotolando per la collinetta. Mi fece appoggiare la testa nel suo incavo del collo e mi disse sottovoce 'guarda che non mi sono scordato eh' 'grazie' lo baciai sulla guancia e cominciai a guardargli i lineamenti perfetti, 'perchè mi fissi?Ho qualcosa?'mi chiese girandosi verso di me 'se perfetto,cioè nono non hai niente,sorrise e continuò a guardare una bambina che giocava con il suo papà sul grande prato verde.Arrivò un camioncino seguito da una musichetta simpatica,ci girammo.Si alzò e mi chiese 'ti va un gelato?' 'Sisi grazie' ci incamminammo verso il camioncino colorato e ordinammo due gelati,io al fiordi latte e Nutella e lui alla nocciola e cioccolato, ci sedemmo su una panchina uno accanto all'altra e mangiammo il gelato.'Cavolo!Sono le dieci e noi abbiamo lezione' gli dissi preoccupata, 'erano importanti le tue ultime tre ore?Le mie non quanto è importante tempo che potrei passare con te' che dolce penso proprio che posso saltare quelle ore ad ascoltare i professori 'nono nessun problema' per pranzo prendemmo due kebab in un paesino vicino al prato dove eravamo stati la mattina a chiacchierare e a ridere,dopo aver pranzato in giro per quel posto pieno di negozietti di souvenir mi portò a casa e mi disse 'Questa sera ti vengo a prendere, fatti bella che ti porto a cena fuori' mi ha invitata a cena che bello 'perfetto a dopo' entrai a casa e decisi che quella sera dovevo mettermi il vestito nero che avevo comprato e un paio di scarpe nere con il tacco alto,mi lavai i capelli e mi misi ad ascoltare la musica con l'ipod.È entrata Noemi e io cercando di non farmi notare non mi sono mossa dalla stanza sentendo tutti i suoi movimenti attraverso la porta comunicante tra le stanze.Sono le 18:45 e mi sto ancora truccando. Driin!È arrivato e io mi devo mettere le scarpe,sono scesa e ho aperto la porta,È uno schianto! È arrivato Calum con una camicetta bianca a maniche corte con una felpa grigia sopra e un paio di pantaloni neri strappati su un ginocchio e un paio di vans nere.'sei uno schianto' mi disse, feci un giretto su me stessa .Entrati in macchina e mi chiese 'dove andiamo?' Cosa?non sapeva dove portarmi a cena? Scoppiai in una fragorosa risata e subito dopo rise anche lui,a ogni semaforo ci guardavamo e sorridevamo. Arrivammo in un ristorante con poche persone,Entrammo e ci diedero il tavolo per il signore e la signora Hood, dopo aver passato una lunga serata mangiando piatti con nomi stravaganti e abbinamenti di sapori nuovi per me pagò e mi portò in giro per Sydney 'Secondo te ho sbagliato ad arrabbiarmi con Noemi?' Chiesi curiosa e un po'triste 'Secondo me no perchè tu ci tieni a lei e poteva dirtelo prima' 'ma a me manca, penso che lei adesso si trovi bene senza di me e poi io rimarrò sola' mi prese per i fianchi e mi abbracciò,mi ricordo la prima volta che ci siamo abbracciati e mi sentii al sicuro, 'ma tu hai me tesoro, ti giuro che non rimarrai mai sola' 'grazie tu si che sei una persona speciale' continuammo a camminare per quella grande città.Sono le 23:30 e cominciammo a tornare per andare a prendere la macchina.Il viaggio di ritorno è stato meno rumoroso dell'andata perchè mettemmo la musica e cantammo per tutta la strada,arrivati davanti casa lo guardai sperando che mi offrisse un'altra notte insieme a lui e 'scommetto che finché non ti invito a dormire a casa mia rimarremo qui per moolto teempo' 'oh grazie sei un tesoro e mi hai capito al volo'. Riaccese l'auto e andammo a casa sua.Arrivati parcheggiò e entrammo subito, mi passò un paio dei suoi boxer e una maglietta nera con sopra scritto "NIRVANA". Mi cambiai e scendemmo di sotto.'Vuoi vedere una cosa?' Mi chiese fiero 'si' Mi portò per mano in cucina, vidi subito un pianoforte colorato,'suonalo,è per te,l'ho trovato oggi in un negozio' 'grazie',cominciai a suonare quello che mi ricordavo, 'sei bravissima' 'grazie,ma non suono da un po', non ricordo molto' 'ora mi vado a fare la doccia dopo vengo e dormiamo che è tardi anche se domani non abbiamo scuola' 'ok io ti aspetterò sveglia',andò in bagno e mi sdraiai sotto le coperte del suo letto perchè avevo freddo,ma dopo poco i miei occhi si chiusero.Mi svegliai in questo comodo materasso già visto.Mi ricordai che ero a casa di Calum,ma dov'era lui?guardai la sveglia che segnava le dieci,mi alzai e lo andai a cercare giù in cucina,'buongiorno principessa' mi disse sentendomi scendere le scale 'buongiorno Cal',mi avvicinai e vidi che mi aveva preparato i pancake con il cioccolato e una grande tazza con il latte fresco,mi raggiunse e mi indicò il tavolo pieno di squisitezze e mi disse 'buon appetito piccola' com'era dolce,mi aveva preparato anche la colazione. *POV NOEMI* Ero a scuola, e l'unica cosa che speravo era di non vederla. Un nodo si era impossessato della mia gola e un brivido mi percorse la schiena, non per il freddo. Se l'avrei incontrata come mi sarei dovuta comportare? L'indifferenza è la meglio cosa. La incontro, la ignoro. 'Facile no? Macchè' pensai tra me e me. Tornai sulla terra e mi ricordai della verifica di matematica che avevo appena fatto. "Ma quel coglione non ha un cazzo da fare oltre che mettere le verifiche a sorpresa? Tutto insieme, sempre tutto insieme" Mentre speravo di avre preso un bel voto e di non incontrare Virginia, durante la ricreazione, vidi un volto rilassato, dei capelli ricci, e un sorriso, e che sorriso. "Ash!" Urlai. Era da tanto che non lo vedevo e manco dio sapeva quanto mi mancava. "Ehyy scema che ti urli? Mi abbracciò. "Mi sei mancato Ash" Gli dissi non rispondendo alla domanda di prima. "Devo raccontarti tante cose." Mise le mani come per arrendersi e disse " Tutto tuo" lo guardai mentre sorridevo, lo presi per mano e lo portai in un posticino dietro al cortile dove non andava mai nessuno. Lì gli raccontai tutto le cose mi erano successe, a partire da Virginia e a finire con Luke. "Oh sono così felice e così triste allo stesso tempo" lui mi guardò con uno sguardo triste. Mi vibró il telefono. 'Ehy ma dove sei? È tutta la ricreazione che ti cerco. Tanto per avvisarti, oggi pomeriggio alle 7 ti passo a prendere. Lukey' Con un sorriso mostrai il telefono con il messaggio a Ash che disse' ohoh qui qualcuno è Innamorato" "Ma che dici? Smettila" mise le mani come per arrendersi "Come vuoi!" Rise. "Non ho compiti per domani, mi accompagni a casa a prendere i vestiti e le cose per cambiarmi?" "Va bene, ti aspetto davanti al cancello della scuola appena finite le lezioni" Le tre ore successive passarono in fretta, ero distratta, ma ne avevo tutte le ragioni con tutte le cose che dovevo fare oggi. Non avevo nemmeno visto Virginia quindi ero anche abbastanza rilassata. Verso l'una e mezza, dopo aver mangiato due cosette alla mensa, andai al cancello dove un Ashton tutto sorridente mi abbracciò di nuovo. "Andiamo?" "Andiamo" gli risposi. Dopo circa un quarto d'ora di camminata arrivammo davanti casa mia. "Io ti aspetto fuori" disse "D'accordo, ci metto un secondo". Infilai le chiavi nella serratura e dopo aver fatto tre respiri profondi aprii. Un profumo mi invase. Non era un profumo qualsiasi. Era il profumo della MIA casa. Mi mancava. Aspettai qualche secondo e poi velocemente ma cercando di fare il meno rumore possibile andai al piano di sopra.Entrai in camera mia, presi una borsa grande e ci infilai un po di cose. Sarei andata a dormire da Luke quella sera e quindi pensai fosse il caso di portarmi qualcosa. Erano le 2.26 e dovevo ancora prendere tutto. Infilai dentro anche il vestito nero, i tacchi, il beauty case e tornai da Ash. 'Per fortuna che ci metteci poco eh, pensa tu se ci "mettevi tanto",dovevi Dire al biondino di passarti a prendere domani sera" io risi mentre caricavo le cose in macchina per andare a casa di ash dove mi sarei dovuta preparare. Dopo circa 5 minuti di macchina, arrivammo davanti a una casa abbastanza grande, entrammo e sentii come profumo di casa. 'Che bella casa!' Esclamai 'è la mia' affermò lui facendo il vanitoso. 'Ma che deficente' 'ho preso da te'. 'Oh cazzo, sono quasi le 3 e devo ancora iniziare a preparmi'. 'Terza porta a destra, c'è il bagno con la doccia, nell'armadietto di fianco ci sono gli asciugamani, se ti serve qualcosa mi trovi qui che mentre tu ti lavi, io ripasso biologia che domani ho il compito.' 'Oh se lo sapevo non sarei venuta' ' non preoccuparti, tanto devo solo ripassare' 'ah vabbè allora vado, grazie di tutto ash'. Lui mi sorrise e io andai di sopra. Era una gran bella casa simile a quella di Luke ma leggermente più grande. Entrai nella terza porta a destra, mi spogliai e entrai in doccia. 'But i see your true colors' iniziai a cantare a squarciagola 'oh cazzo, non sono a casa mia' pensai tra me e me. 'Bellaa vocee' mi urlò Ash da sotto. 'Cristo santo nemmeno se ero un megafono' risi tra me e me e continuai a lavarmi per circa mezz'ora. Uscita dalla doccia l'orologio segnava le 3.30. Mi asciugai per bene e andai ad aprire la finestra per far uscire il vapore dell'acqua calda. Presi il phon che era già attaccato in una presa vicino allo specchio e mi iniziai ad asciugare i capelli. Me li lisciai così sembravano piu Lunghi. Poi mi infilai il mio vestito nero che avevo comprato con Virginia, le scarpe con il tacco, e cercando di non scrociarmi, presi il mio beauty case e mi truccai solo con eyeliner e rimmel. Poi mi guardai e mi resi conto che mi ero dimenticata il rosetto così lo cercai e me lo applicai facendo attenzione a non esagerare. Sentii che ash stava bussando alla porta, era quasi un ora e mezza che ero dentro. 'Guarda che non ti chiede di sposarlo eh' ahah be in effetti ci stavo mettendo davvero lo stesso tempo che impiega una prima di sposarsi.' Mha niente è impossibile' lo sentii ridere. Aprii la porta e lui che stava aspettando di fuori, mi guardó e disse 'però,niente male' risi 'sentii per facilitare le cose, gli ho detto di venire qua ok?' 'Si non ti preoccupare' mi sorrise e poi mi accompagnò di sotto mentre io cercavo di non scapicollarmi o rompermi qualcosa. 'Che andiccapata' 'Ti vorrei vedere a te' 'ma io non ho bisogno di tacci alti per sembrare sexy' 'ok, hai vinto tu, ma non è finita qua irwin'. Il campanello suonò e io dopo aver abbracciato Ash e averlo rinfraziato, aprii la porta. Luke aprì la bocca. Io arrossii di botto. I nostri sguardi si incrociarono come non avevano mai fatto prima. Era tutto così bello e imbarazzante allo stesso tempo. 'S-sei stupenda' sussurò,no e sarei quella stupenda,quel piercing sta urlando -stupramii- ma perfavore. Fortunatamente, mi riuscii a controllare e uscì una frase più delicata e meno "alla noemi"di quella. 'Grazie, anche tu' Poi per togliere la tensione chiesi 'allora, dove andiamo?' 'Mm vedrai'. Fece partire la macchina e dopo un viaggio di cinque minuti arrivammo davanti a un locale con una grande scritta illuminata 'cazzo è chiuso' disse luke. Sbiancò, arrossì allo stesso tempo. 'Ehy tranquillo, per me l'importante è che stiamo insieme'gli sussurai. 'Si ma-' 'Niente ma, davvero tranquillo' mi sorrise e fece ripartire la macchina. 'Allora visto che oramai non so dove portarti, tanto vale andare a casa e cucinare qualcosa?' 'Ah perché tu sai cucinare luke?' 'Io? E me lo chiedi?' Scoppiai in una risata durante la quale lui non smetteva di fissarmi la bocca, il sorriso, e accennare appena un sorrisiso. 'Ok andiamo?' Disse poi. 'yess' risposi io. Arrivati a casa, ci precipitammo in cucina, guardando prima se c'era un film carino per quella sera. Luke tirò fuori una mozzarella, dei pomodori e vari ingredienti 'dai vieni facciamoci una pizza' prese un capello da cuoco che non so da dove usciva e se lo mise in testa, avrei voluto fargli una foto, era così bello. 'Adesso si che sei secsy Hemmings' urlai dalla sala, 'oh hai ragione piccola noemi' urlò ridendo e facendo come per vantarsi. Andai in cucina anche io e lo aiutai a preparare l'impasto, dopo averla messa in forno, ero tornata in sala e mi ero appoggiata al divano mentre lui buttava le ultime cose. Ad un tratto mi sentii prendere da dietro. Mi girai di scatto e mi ritrovai le iridi blu ghiaccio di Luke vicinissime alle mie verdi. Le fissavo, erano scese per guardare le mie labbra leggermente aperte che chiamavano le sue. I suoi occhi facevano su e giù passando dai miei occhi alla mia bocca. Era troppo presto, non poteva piacermi, non volevo ammetterlo, ma stavo mentendo a me stessa e lo sapevo bene. Mi accarezzò la guancia e io gli circondai il collo con le braccie. Mi baciò. Non aspettavo altro. Le sue labbra si posarono sulle mie. Sentivo che mi prendevano il labbro, me lo mozzicavano. Mi faceva male ma era troppo bello, come avrei potuto fermarlo? Fu un bacio lento, niente lingua, solo labbra. Labbra che si sarebbero consumate se avremmo continuato a lungo. Si sentì uno strano odore di bruciato 'mmcazzolapizza' dimmo entrambi con le labbra ancora attaccate. 'Oh dio non penso riusciremo a mangiare stasera' dissi. 'Te lo avevo detto che ero troppo bravo a cucinare 'me ne sono accorta infatti', risi accompagnata da lui. 'Sono le 9..ordiniamo una pizza?' Disse alzando le spalle 'Ooh siii' risposi. Quando la pizza arrivò era anche inziato il film. Che non riuscivo a seguire perché ero troppo presa da prima. Dopo un po mi chiese 'Piccola ma se tipo ti fermi qui stanotte?' 'Va bene' gli sorrisi arrossendo un po perché era scontato. Per fortuna lui non se ne accorse perché eravamo al buio. Continuammo a guardare il film che era già quasi finito. Quando finì, mi diede la solita maglietta grigia e io mi tuffai sul letto. Lui si buttò affianco a me facendo muovere il letto. 'Ho sonno' 'dormi' mi lasciò un bacio sul collo e disse' ora sei mia no?' 'Ora sono tua' gli sussurai. Mi girai nel letto e lui mi abbracciò da dietro mettendo la testa tra i miei capelli sciolti profumati. E cosi ci addormentammo nel migliore dei modi. Allora ragazze, volevamo scusarci sia per gli errori e sia per questo capitolo che è cortissimo, ma vi promettiamo che il prossimo (dove succederanno tante cose) sarà lunghissimo. Un'altra cosa, perchè non recensite? Abbiamo bisogno dei vostri consigli e dei vostri commenti anche per migliorare! GRAZIE a chi recensirà e bastaa <3 Un'ultima cosa poi la smetto senno faccio più lungo sto coso che il capitolo ahah, siamo anche su twitter io (noemi) sono NoemiDEmilio, ho pochissimi seguaci e se mi aiutate a farli crescere mi farete ancora più felice! <3

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