Il Tempo? Troppo veloce per una ragazzina come me.

di Yli_x
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3° Capitolo ***
Capitolo 5: *** 4° Capitolo ***
Capitolo 6: *** 5° Capitolo ***
Capitolo 7: *** 6° Capitolo ***
Capitolo 8: *** 7° Capitolo ***
Capitolo 9: *** 8° Capitolo ***
Capitolo 10: *** 9° Capitolo ***
Capitolo 11: *** 10° Capitolo ***
Capitolo 12: *** 11° Capitolo ***
Capitolo 13: *** 12° Capitolo ***
Capitolo 14: *** 13° Capitolo ***
Capitolo 15: *** 14° Capitolo ***
Capitolo 16: *** 15° Capitolo ***
Capitolo 17: *** 16° Capitolo ***
Capitolo 18: *** 17° Capitolo [Parte 1°] ***
Capitolo 19: *** 17° Capitolo [Parte 2°] ***
Capitolo 20: *** 18° Capitolo ***
Capitolo 21: *** 19° Capitolo ***
Capitolo 22: *** 20° Capitolo ***
Capitolo 23: *** 21° Capitolo ***
Capitolo 24: *** 22° Capitolo ***
Capitolo 25: *** 23° Capitolo ***
Capitolo 26: *** 24° Capitolo ***
Capitolo 27: *** 25° Capitolo ***
Capitolo 28: *** 26° Capitolo ***
Capitolo 29: *** 27° Capitolo ***
Capitolo 30: *** 28° Capitolo ***
Capitolo 31: *** AVVISO! ***
Capitolo 32: *** 29° Capitolo: ***
Capitolo 33: *** 30° Capitolo ***
Capitolo 34: *** 31° Capitolo: ***
Capitolo 35: *** 32° Capitolo ***
Capitolo 36: *** TRASFERITA SU WATTPAD :)) ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


PROLOGUE



Sentivo il suo respiro sfiorarmi il collo lentamente insieme alle sue mani che mi toccavano i fianchi.
Un innata voglia di baciarlo quasi si impossesso di me.
Lentamente spostai il mio sguardo di ghiaccio nei suoi occhi del medesimo colore per cercare di capire ..
Capire cosa provava in quel momento .. e se come me era confuso.
- Non crederai sul serio che  ti baci ? - dissi fissandolo.
- Io credo che lo farai ..
- E cosa te lo fa credere?
- I tuoi occhi .. il tuo viso .. il tuo cuore ... Fabiola so che tu vuoi quello che voglio io.
- No, è qui che ti sbagli Louis... Io non vorrò mai quello che vuoi tu .. - dissi prima di sciogliermi dalle sue braccia.
Sul serio volevo quello che voleva lui?
Beh forse si o forse no .. so soltanto che in quel momento tutte le ostilità che c'erano con lui erano svanite lasciando spazio a un qualcosa che il mio cuore non credeva possibile riuscire a provare per lui .. per Louis William Tomlinson.

 








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Capitolo 2
*** 1° Capitolo ***


Questa è la mia stupida vita

 

Vi è mai capitato di voler fermare il tempo?
Anche per una piccola frazione di secondi, per riuscire a rendersi conto di cosa sta accadendo?
Beh non so se vi è mai capitato, ma una cosa è sicura, a me sta accadendo proprio adesso.
Ora vi starete domandando per quale motivo desideri tanto fermare il tempo, beh ve lo spiego subito.
Tutto iniziò il 14 settembre del 2011. Era mattina presto, e come tutte le ragazze della mia età, ero nella mia stanza a truccarmi, prima di andare in uno dei posti più odiati dai ragazzi: la scuola.
Avvolte mi domando: “Per quale motivo essa è cosi odiata da tutti noi preadolescenti?“
Forse per il solo fatto che al suo interno siamo costretti, giorno per giorno, a entrare in contatto con un milione di sfide.
O forse, dipende solo dall’obbligo di dover trascorrere del tempo con persone che non gradiamo.
Comunque sia è incredibile come un semplice edificio sia il luogo pubblico più odiato al mondo.
 Tornando a noi, io ero lì che mi guardavo allo specchio e pensavo.
Quell’anno sarei andata in quarto superiore, non mi sembrava per niente vero che il tempo fosse passato così in fretta.
Ehm aspettate un attimo, forse prima di spiegarvi tutto mi sembra meglio che mi presenti.
Piacere il mio nome è Fabiola, vivo in una delle più grandi e numerose città americane, Los Angeles e come avrete capito sono una studentessa delle superiori.
La mia vita è piena di sfaccettature di vario tipo, a cominciare dalla mia famiglia, che io considero nettamente strana.
Tornando a noi, dopo un cinque minuti passati a fissarmi a quel dannato specchio che sembrava farmi notare tutti i miei minimi difetti, presi il mio zaino e uscì da casa, naturalmente dopo aver salutato mia madre.
Ad aspettarmi fuori c’era come sempre il mio amico Marcus:
-          Buongiorno – dissi ancora dormiente
-          Buongiorno, e allora pronta per il primo emozionante giorno di scuola ?
-          Eh, no tu ?
-          Che domande … certo che no  – rispose facendo una di quelle sue straordinarie risate.
Rimanemmo a parlare per una decina di minuti, infondo non ci vedevamo da tre mesi e a essere completamente onesta mi mancava un mondo il dialogo con qualcuno che non fosse il mio gatto.
Purtroppo dopo un po’ dovemmo incamminarci.
Non amavo la scuola, ma quello che odiavo in assoluto era quello sballottamento tra i vari pullman prima di arrivare.
Dentro quelle sottospecie di scatole ci trovavi di tutto e di più: dalla vecchia signora, al ragazzino delle scuole elementari; e per terminare in bellezza in questi aggeggi ci potevi trovare anche lui, si lui, la seconda persona più odiata dopo i professori, il controllore.
Finalmente dopo una mezz’ora di tortura in quegli odiosi mezzi di trasporto arrivammo a scuola, dove avrei dovuto passare i miei prossimi nove mesi di vita.
Una volta entrata dentro il cortile, cominciai a salutare tutti i miei amici, in particolare mi soffermai a salutare la mia migliore amica Aurora.
-          Ciao Aurora, cavolo come mi sei mancata.
-          Ciao amore! Infatti anche tu , un mondo.
Mi era mancata davvero tanto, lei era, ed è tuttora, come una sorella per me.
Praticamente siamo amiche dal primo anno di materna. Non saprei cosa fare senza di lei.
Mentre io, Aurora e ogni ragazzo dell’istituto era concentrato a salutarsi, rimbombo in tutto il cortile il suono della campanella, che già odiavo a morte.
Era una scena quasi da film, che ormai si ripeteva ogni anno: ci sono dietro a tutto gli alunni di quinta e quarta, avanti ad esse le terze, poi le seconde e avanti, pronte ad iniziare, le classi prime.
Poveri ragazzi, erano così entusiasti , peccato che quell’ entusiasmo durerà ancora per poco.
Nonostante desideravo fortemente poter rimanere in quel cortile a parlare con Aurora, dovetti salire  quelle scale, che portavano ognuno di noi nelle proprie aule.
Entrammo in classe e come solito c’era la tipica gara per i posti.
Ci mettemmo una trentina di minuti per sistemarci ognuno di noi al proprio banco, cavolo ma cosa c’era di cosi speciale in uno stupido posto ?
Non c’è differenza trallo stare seduti avanti o dietro tanto, ho imparato a mie spese, che i professori, qualsiasi postazione tu occupi, se hanno deciso di interrogarti , lo fanno e basta.
Ma nonostante la pensi così, i miei compagni di classe sono convinti del contrario.
Finalmente dopo lo sballottamento tra posti e saluti, iniziammo la lezione.
Le prime due ore passarono monotonamente, non ci furono problemi poiché si trattava di due materie assolutamente tranquilli: Arte e Ed. Fisica.
Mentre passavano le ore  non riuscivo a concentrarmi, la mia mente era ancora tra le meravigliose onde dei mari Italiani, avrei voluto d’avvero tanto poter ritornare lì, e invece ero bloccata in una stupida aula di scuola.
Ero totalmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che in classe era entrata la professoressa d’inglese, la signorina Danny.
-          Noto con molto piacere che la nostra cara Fabiola, rimane sempre la stessa. A cosa pensa questa volta? Al mare per caso ?
Mi senti molto in imbarazzo per l’affermazione fuori luogo della professoressa, poteva benissimo dirmi di stare attenta, invece no, come sempre ogni motivo è buono per umiliarmi. Io odiavo quella donna.
-          Mi scusi professoressa – dissi alzandomi – ma con questo caldo ho perso per un momento la concentrazione, le chiedo di scusarmi. – dissi cercando in ogni modo di non farla irritare, altrimenti erano guai.
La signorina Danny era una persona molto irritabile, alla quale ogni provocazione serviva per distruggerci. Non mi è mai stata simpatica, fin dal primo giorno di scuola, in cui, con aria severa, mi disse , che secondo il suo metro di valutazione sarei dovuta andare ad un altro istituto.
Quindi, mi aspettavo che dopo questa mia risposta, lei mi avrebbe fatto una delle sue solite partacce.
Ma questa volta non mi rispose, fece soltanto segno con la mano di sedermi, insieme al resto della classe.  Meglio così, almeno ho evitato di fare un'altra figuraccia, una basta e avanza per il  primo giorno di scuola.
Durante la lezione cercai in ogni modo di non perdere la concentrazione, dato che se mi avesse trovata distratta, avrei potuto dire anche addio alla mia reputazione scolastica.
A un certo punto della lezione, entro in aula uno dei dirigenti scolastici, che lavoravano nella segreteria.
-          Salve a tutti ragazzi.
-          Salve – rispondemmo tutti noi in coro.
-          Questo è per lei signorina Danny, lo legga alla classe e poi per chi partecipa li faccia venire in segreteria.
-          D’accordo, arrivederci signor. Paul - rispose la professoressa con quel suo tono di arroganza.
Ognuno di noi la guardò mentre leggeva attentamente quel foglio, cercando di capire cosa ci fosse scritto. Mentre leggeva notammo che sul suo viso comparve un enorme sorriso che, a mio parere, faceva anche un po’ paura.


 
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Capitolo 3
*** 2° Capitolo ***


Quel maledetto patto

 
Cominciammo tra di noi a domandarci cosa ci fosse scritto in quell’avviso, ma nessuno di noi riuscì a trovare una risposta.
Finalmente, la professoressa dopo una decina di minuti si decise a parlare, e a dirci cosa comunicava quell’avviso.
-          Ragazzi ho una meravigliosa notizia da darvi. – A quelle parole capì che non era per niente una notizia piacevole, ora mi direte che sono paranoica oppure una pessimista, ma conosco molto bene la professoressa e credetemi quando dice così non è buon segno.
-          Che genere di notizia professoressa ? – chiese Nicolas con aria curiosa.
-          Allora, il preside ha deciso di fare un concorso con tutti gli alunni del secondo e terzo anno, nel quale i primi cinque classificati avranno come premio una borsa di studio di un anno in un accademia a Londra.
-          Dovremo farlo tutti questo concorso ? – chiesi curiosa e anche abbastanza seccata dalla notizia che avevo appena ricevuto.
-          Sì, tutti i miei alunni dovranno assolutamente partecipare. Anche perché, secondo il mio parere, questa sarà un occasione per allargare il vostro bagaglio culturale, che per il momento è molto, molto ristretto.– Ecco cosa vi avevo detto ?
In quel preciso istante cadde il silenzio totale nella classe, si riuscivano a sentire solo dei brusii provenire dai secchioni della classe che , insieme alla professoressa , erano entusiasti di questo concorso.
Il resto di noi si limito a lanciarsi degli sguardi a vicenda di disapprovazione nei confronti di quella notizia.
Finalmente dopo un po’ suono la campanella che avvisava ognuno di noi che eravamo liberi di tornare a casa.
Nell’uscire cominciammo a parlare di come avremmo potuto superare il test.
Onestamente io non avevo intensione di vincere o di classificarmi tra le prime postazione, non mi andava nemmeno un po’ di partire e allontanarmi dalla mia adorata città , così a differenza dei miei compagni io mi limitavo solo ad ascoltare, senza preoccuparmi di nulla.
Arrivata fuori a quell’enorme cancello, c’era ad aspettarmi mio fratello Brian a bordo della sua gigantesca moto nera, e come al solito c’era attorno a lui una scia enorme di ragazze, che cercavano in ogni modo di avere il suo numero di cellulare.
A mio parere provo molto dispiacere per loro, non lo dico con cattiveria, ma mio fratello è il classico play-boy che ama giocare con i cuori delle ragazze, e so con certezza che se dovesse fidanzarsi con una di loro non farebbe altro che portarsela a letto per poi mollarla.
Dopo essermi fatta spazio tra le varie ragazze, riuscì finalmente a raggiungere mio fratello.
-          Ehi sorellina tutto bene ?
-          Si dai bene come primo giorno di scuola tutto regolare …
-          Strano, prima è passato Marcus e mi ha detto che dovrete sostenere un “esame” di che si tratta? – chiese passandomi il casco. 
-          Nulla non preoccuparti, andiamo – così lui non aggiunse più parola e partimmo.
Arrivata a casa, mangiai qualcosa in velocità e salì di sopra a fare i compiti. No, non avevate capito male, dovevo fare i compiti il primo giorno di scuola. In un certo senso è colpa mia, la prossima volta imparo a non svolgere giorno per giorno i compiti estivi.
Passai su quei libri un sette ore circa e, poiché ero sfinita, decisi di andare a letto.
Le giornate successive passarono monotonamente, d’altro conto non credo ci sia nulla di fantastico nella vita di una studentessa, ci sono solo libri, professori arroganti e avvolte anche qualche ragazzo che sconvolge, anche se per poco, la nostra vita.
Passarono così due, tre e poi quattro settimane, finche un giorno la professoressa Danny entrò in classe e ci disse per quanto era stato fissato il concorso.
Avremmo dovuto farlo precisamente tre giorni dopo; infatti, in classe comincio il così detto “panico da test”.
Ovunque mi giravo si sentivano ragazzi che si disperavano, chiedendosi come avrebbero fatto in così poco tempo a prepararsi. Onestamente, trovo tutto questo baccano inutile.
Infatti, ero l’unica a rimanere tranquilla al mio banco senza dire una sola parola.
Ad un tratto, mi sentì toccare la spalla. Era la mia migliore amica Aurora che voleva chiedermi come avrei fatto a superare questo “test”.
Ora mi rendo conto che sembrerà strano, ma nonostante io non mi preoccupi di perdere, sono una delle ragazze più scarse in questa materia.
Tornando a noi, non risposi alla domanda della mia amica, sapevo con certezza che avrebbe cominciato a dirmi che dovevo studiare, ma detto fra noi, non avevo la minima intensione di studiare quella stupida materia. Si è vero l’inglese è la lingue che parlo tutti i giorni, ma la sua grammatica, anche se facile, per me è impossibile da comprendere.
Per il momento è meglio tralasciare l’argomento “ inglese”.
Come vi stavo raccontando prima, dopo questa domanda da parte della mia migliore amica, non aggiunsi più commenti e feci si che la lezione passasse come tutti i giorni: monotona e senza interrogazioni.
Quel giorno stesso, dopo le lezioni, mi ritrovai con Aurora per fare insieme una ricerca di artistica.
Naturalmente, come potete immaginare, mi annoiavo a morte a fare questa stupida ricerca, così lasciai fare tutta la teoria ad Aurora, mentre io mi occupai del memorizzare quegli appunti ed esporli, in seguito, alla classe.
Mentre studiavamo, uscì l’argomento dell’esame d’inglese, che questa volta non riuscì ad evitare.  
-          Beh come farai Fabiola a superarlo ?
-          Ad essere pienamente sincera … non ne ho la più pallida idea. Mi classificherò ultima, pazienza.
-          Non dire stupidaggini, sai che vuol dire selezionarsi ultime ?
-          No, non credo di saperlo.
-          Beh te lo dico io, vorrebbe dire essere torturata a vita dalla professoressa Danny.
-          Questo è vero. Wow sai una cosa ?
-          Cosa ?
-          Sei stata capace di farmi diventare ansiosa.
-          Chiedo scusa, comunque io ho un idea per il test.
-          E cioè ?
-          Che ne dici se ci sediamo vicine? Così potresti, come dire, copiare da me. Tanto sicuro che arriveremo tra i primi venti.
-          Tu sei un genio. Beh io penso che sia una fantastica idea.
-          Quindi andata ? – disse lei porgendomi una mano per stringere questo patto.
-          Andata. – dissi dandogli una stretta di mano, quella stretta che mi costerà caro, molto caro.  
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Capitolo 4
*** 3° Capitolo ***


Il giorno tanto atteso

 

 
Le giornate passarono molto velocemente e , purtroppo, arrivo il giorno del massacro.
Eravamo tutti lì, in quel cortile, ad aspettare che qualcuno ci dicesse di entrare nelle rispettive aule per i test.
Dopo circa un ora d’attesa fecero accomodare ognuno nelle rispettive classi.
Ripensandoci sembrava una scena da film horror. Mentre osservavo ogni ragazzo in preda al panico entrò in classe la professoressa Danny.
-          Bene ragazzi , è inutile che vi dia l’imbocca al lupo , so che non ne avete bisogno. So che alcuni di voi hanno studiato. Mi raccomando fate del vostro meglio e non fatemi vergognare di voi. Buon Test.
Beh cosa potevamo aspettarci da lei ? Era già tanto che ci avesse detto “Buon test” .
Dopo questo augurio da parte della professoressa ci furono consegnati i vari fogli, io ero seduta, come premesso vicino ad Aurora che sembrava essere tranquillissima. Come diamine faceva ?
Una volta terminato quel lunghissimo test ricco di domande a risposta multipla uscimmo tutti fuori, dove, come dopo ogni test o compito , si respirava un aria di pura malinconia.
-          Ehi allora  come l’ahi fatto il compito ? – chiesi curiosa al mio amico Marcus.
-          Beh sicuro che sarò tra gli ultimi .. tu ?
-          Beh io credo di averlo fatto bene .
-          Ma dai non farmi ridere .. Tu? Ma se ai compiti in classe prendi massimo 5 meno.
-          Grazie del sostegno morale. – dissi un po’ infastidita, anche se sapevo che aveva ragione, se questo test era andato bene era solo grazie ad Aurora.
-          Ehi lasciala in pace, ha studiato – intervenne Aurora, notando un po’ di vergogna sul mio viso.
-          Se va bene … Scusatemi bellezze ma io ora scappo c’è la mia ragazza che mi aspetta. Vi voglio bene – disse Marcus dando un bacio sulla guancia sia a me che ad Aurora.
-          Ciao Marcus – rispondemmo noi due in coro.
Continuammo a camminare quando un rumore di clacson ci fece sobbalzare ad entrambe.
Ci girammo quasi scioccate e vedemmo dietro di noi una macchina gigantesca.
Questa si accosto a noi calando il finestrino e come immaginavo era lui. Si lui. Mio fratello Brian.
-          Ehi volete un passaggio bellissime ? – chiese mio fratello.
-          Brian ma ti sei rincretinito per caso? – disse Aurora un po’ arrabbiata.
-          Scusami se ti ho spaventata – disse mio fratello guardandola incantato. Aggrottai leggermente le sopracciglia all’affermazione alquanto sdolcinata di mio fratello e con un movimento veloce spinsi leggermente Aurora all’interno dell’auto dopo aver aperto lo sportello.
-          Su partiamo – dissi con aria infastidita nei confronti di mio fratello.  
Dopo che fummo partiti ci dirigemmo verso casa di Aurora, dove mi sarei fermata anche io.
Tutto il tragitto non facevo altro che fissare mio fratello che a sua volta non smetteva di fissare Aurora dallo specchietto anteriore dell’auto.
Uno spettacolo d’avvero raccapricciante che avrei evitato a chiunque.
Osservai quella scena con un po’ di disgusto ancora per un po’ finche non arrivai alla conclusione che forse mio fratello avesse sul serio preso una cotta per la mia migliore amica.
Pensandoci bene l’idea di una storia tra mio fratello è la mia migliore amica non sarebbe stata così maligna, ma quello che mi bloccava era la paura che quel deficiente di Brian l’avesse potuta far soffrire.
Dopo circa venti minuti trascorsi a tormentarmi decisi di liberare la mente e non pensare più di tanto a questa storia che si basava su mie supposizioni.
Una volta arrivate fuori casa di Aurora scendemmo salutando mio fratello, a cui lanciai un occhiata di intesa alquanto agghiacciante.
 La giornata si proiettava abbastanza lunga e stressante, dato che Aurora era la classica ragazza che amava lo studio, ma soprattutto amava eccellere in tutte  le materie.
Non c’è una sola disciplina, che io conosco, nella quale sia mai andata male ho abbia avuto un voto più basso del nove.
In compenso a questa sua “pecca” Aurora era una ragazza piena di vita e solare, una ragazza che amava scherzare, fare nuove avventure e soprattutto sognare ad occhi aperti quella che poteva essere una qualsiasi storia d’amore futura.
Amava anche fantasticare su star famose e cantanti.
Un esempio? Beh in quel periodo fantasticava spesso su un nuovo gruppo inglese che era nato da X-Factor.
Io non ero tanto fan come lei ma devo ammettere che mi divertivo un casino sentirla fantasticare su una futura relazione tra lei e il signorino Styles.
Aurora oltre a questa qualità era anche un ottima ascoltatrice e consigliera.
In pratica era il mio opposto in tutto.  Ed è  forse anche per questo motivo che l’adoravo più della mia stessa vita.  L’adoravo perché non era come me .. l’adoravo perché era tutto quello che sarei voluto essere.
Mentre ero attenta nei miei pensieri una musichetta che proveniva dal computer portatile dove era posizionata Aurora , attirò la mia attenzione.
 
“You're insecure 
Don't know what for 
You're turning heads 
When you walk through the do-o-or “

 
-          Non li trovi meravigliosi? – mi disse con voce sognante.
-          Si, non sono male ..  – gli risposi sedendomi al suo fianco.
-          Ci pensi se vinciamo? Se andassimo sul serio a Londra .. se lì incontrassimo ..
-          Yo,yo .. frena Aurora. Punto uno:  è impossibile che vinciamo, punto due: non ho la minima intenzione di andare a Londra e punto tre: non credo che li incontreremo mai dato che non vinceremo quel “concorso/test”
-          Oh andiamo Fabiola, dacci un taglio. Io credo che sarebbe bello andare a Londra .. E poi secondo me c’è qualche piccola possibilità che siamo tra i primi 5 ..  E poi se devo essere onesta spero con tutta me stesse di riuscire a passare.
-          Aurora ma ti senti? Dovremmo andare un anno e ripeto UN ANNO lontano da tutto in un college a Londra … Non se ne parla.
-          Beh cerca di farti piacere almeno un po’ l’idea di partire .. perché io credo o meglio spero che passiamo questo test .. e se lo faremo tu partirai con me che tu lo voglia o no. – Queste furono le sue ultime parole prima di alzare il volume della musica e ignorarmi del tutto chiudendo lì quel drammatico discorso.
Non ero di certo d’accordo con le sue parole ma dovetti tacere pur di evitare un brutto litigio con lei. Era l’ultima cosa che volevo fare.
Ad essere onesta , oggi direi che non aveva torno, non fu uno sbaglio credere in quel concorso .. non fu uno sbaglio partire per Londra come non fu uno sbaglio classificarsi ai primi 5 posti.
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Capitolo 5
*** 4° Capitolo ***


Un solo andata per Londra


-          Hai preso tutto vero tesoro? – era la terza volta che mia madre mi poneva quella domanda ed era la terza volta che annuivo quasi con le lacrime.
Non avrei mai dovuto accettare quella stupida scommessa che mi aveva proposto Aurora.
Mi sarei dovuta limitare a copiare due , massimo tre risposte, giusto per arrivare tra i penultimi.
E invece no ora ero qui con le lacrime agli occhi che preparavo un enorme valigia per partire verso quella città che stavo odiando con tutta me stessa: Londra.
Ed ora? Doveva esserci un modo per scappare da tutto questo? Un modo per restare nella mia città con il mio gatto. O forse no?
-          Tesoro metti i biglietti in borsa. – mi disse mia madre per la trentesima volta.
Magari avessi dimenticato quei biglietti a casa, sarebbe stato meglio per tutti.
-          Si mamma, ora li metto …
-          Dai amore, non sei eccitata perché io lo sono un casino, capisci andrai a Londra !! – guardai mia madre con sguardo disgustato,  in seguito spostai lo sguardo su mio fratello che come un emerito coglione rideva a crepapelle per la mia faccia e in fine guardai Nerina il mio gattino che sembrava l’unico essere normale in quella casa.
-          Mamma, perché non parti tu al mio posto, io devo rimanere qui con Nerina, povero gattino se me ne vado potrebbe avere un attacco di solitudine. Tu non vuoi che il nostro amato gattino si deprima vero?
-          Non se ne parla.. anche perché non potrei partire al tuo posto .. anche se sarebbe magnifico  - disse mia madre.
Ok io ci rinunciavo in questa casa erano tutti dei matti che non capivano nulla.
Mentre riempivo la valigia ripensavo alle parole di Marcus quando vedemmo i risultati dei test: “Oh andiamo è solo un Anno, non sarà così tragica, infondo guarda il lato positivo per la prima volta nella tua vita sei seconda e non ultima”
Già è vero era solo un anno.. ma cos’è un anno se non l’insieme di 365 giorni?
E poi per il fatto di essere seconda, beh avrei preferito arrivare di nuovo ultima non mi sarebbe dispiaciuto per nulla.  
In quel momento misi nella mia borsa i biglietti del viaggio e con estrema lentezza chiusi tutto.
Ero sul serio pronta ad affrontare tutto quello che sarebbe accaduto in quell’anno?
No, non lo ero per niente, ma non potevo tirarmi indietro anche se lo volevo con tutta me stessa. 
 

“Londra sono pronto,
sono pronto Londra,
 sono pronto, sono pronto a fidarmi di te
come i sogni e le bambine
 presto Londra fammi uscire
 presto Londra fammi uscire”

 

 
Una volta arrivata in aeroporto vidi da lontano le figure dei miei 5 compagni di avventura e l’enorme immagine della professoressa che ci teneva a darci dei “consigli” prima di partire.
O meglio, ci teneva a dirci come farla apparire positivo ai professori di Londra.
Mentre mi avvicinavo incrociai gli occhi di Aurora che con un sorriso insicuro mi fece segno di avvicinarmi.
Anche lei era nervosa glielo leggevo in quelle iridi verde intenso che facevano trasparire tutto e lo notavo dal modo in cui continuava a torturarsi il labbro.
-          Stai calma infondo partiamo per Londra non per casa di Obama. – le dissi abbracciandola.
Lei annui lentamente scuotendo un po’ la testa in segno di rimprovero.
Sapevo che per lei andare a Londra era un vero e proprio sogno, ma non potevo negare che infondo era anche il mio incubo.
 
-          Si pregano i gentili passeggeri del voto per Londra di avvicinarsi alle piste di imbarco, Grazie.
Quella voce metallica mi fece salire un piccolo brivido lungo la schiena, non potevo, no ,non potevo andare via dalla mia città, dalla mia casa. Non potevo sul serio andare via per un anno.
Non potevo o meglio non volevo partire.
Lentamente sentì la mano di Aurora trascinarmi verso le porte di imbarco di quell’aereo mentre le mie gambe e il mio cervello si erano come ibernati.
Non mi sembrava vero tutto quello che stava accadendo e mentre lentamente mi sedevo su quel sedile di pelle chiara non potevo non  sperare che tutto quello fosse solo un inutile incubo.
 
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Capitolo 6
*** 5° Capitolo ***


Quella fredda città

 

L’aria di quella città era pesante e umida.
Il cielo era ricoperto di nuvole grigiastre che facevano trasparire solo due o tre raggi di sole.
Il terreno era bagnato e grigio alternato da ampie distese di prato verde.
Mi giravo intorno osservando anche i dettagli più stupidi, ammirando il luogo dove avrei dovuto trascorrere un intero anno della mia vita.
In sottofondo ai miei pensieri udivo le voci dei miei amici che, con fare vivace,contemplavano quello che per loro era un luogo assolutamente meraviglioso.
Beh come dargli torto? Infondo spettacoli come questi non si potevano di certo scorgere in una metropoli come Los Angeles.
Era bello lì. Era così diverso dal monotono aspetto della mia città.
In un certo senso anche io ero incantata da quella visione così insolita che osservata con occhi di un adolescente di appena 17 anni può diventare stupenda.
-          Vedrete che sarà un esperienza da urlo. – disse Marcus agli altri.
Già forse aveva ragione, quella a Londra sarebbe stata sul serio un esperienza magnifica. 
-          Ehi Fabiola, sei tra noi? – mi chiese la mia amica Aurora vedendomi con la testa tre le nuvole.
-          Si, allora come ci arriviamo a questa scuola? – chiesi.
-          Dovrebbero venire a prenderci due professori che si occupano degli scambi culturali. – rispose una ragazza che non conoscevo, ma che evidentemente aveva avuto la “fortuna” di arrivare come me ai primi 5 posti.
-          Mm, ok capito. – risposi.
Aspettammo circa cinque , dieci minuti quando, come aveva detto Marcus, vedemmo arrivare un enorme macchina nera con sopra inciso il simbolo della scuola in cui avremmo dovuto alloggiare.
-          Salve, siamo i rappresentanti dell’King's College, voi siete i ragazzi che hanno vinto la borsa di studio? – chiesero quasi in coro due signori, uno sulla trentina e un altro sulla sessantina circa.
-          Si, siamo noi. – rispose Aurora titubante.
-          Perfetto, salite in macchina allora mentre noi ci occupiamo dei bagagli. – disse l’uomo più giovane.
Eseguimmo “l’ordine” che ci era stato dato e ci accomodammo in quella macchina attendendo che quei due tizi finissero di caricare le nostre cose in quella sottospecie di reggia con le ruote.
 
-          Mamma mia  se questa è la macchina non voglio sapere com’è quel college – disse Aurora con fare eccitato.
-          Concordo pienamente – dissi con un sorriso che mi nacque spontaneo.
-          Fermi tutti, Fabiola  Butler sta sorridendo? Vi prego ditemi che questo non è un sogno – disse quell’idiota del mio amico Marcus.
-          Ehi che c’è di strano non posso essere anche io curiosa di vedere dove starò per un anno? In fondo dato che sono obbligata  a restarci voglio andare nel top del top non credi ? – dissi cacciandogli la lingua.
In fondo non sarebbe stato così male ne ero sicura, e mentre con aria sognante osservavo la strada che man mano ci allontanava dall’aeroporto mi convincevo a poco a poco che non sarebbe stato così tragico restare lì un anno .. infondo sarebbero stati solo 365 giorni no?
Mentre la mia testa viaggiava per chi sa quale paese fantastico la macchina si fermò di colpo e nell’intera auto regno il silenzio.
Prima di guardare fuori dal finestrino mi voltai verso la mia amica Aurora che fissava con la bocca spalancata qualcosa al di fuori del vetro.
Presa dalla curiosità mi girai anche io nella medesima direzione e nonostante non potevo vedermi posso dire con certezza che la mia faccia non diventò tanto diversa da quella di Aurora.
 
Lo spettacolo che vedemmo fuori era meraviglioso , quasi magico.
 
-          Los Angeles? E tu volevi rimanere a Los Angeles? – mi chiese Marcus scendendo dall’auto.
 
( http://www.swcenter.edu/king/images/King_photo.jpg)
Non risposi alla sua affermazione e lo seguì a ruota riempiendomi i polmoni di quell’aria fresca e pulita che era difficile poter respirare nella mia città.
Tutti cominciarono a esultare dalla gioia, tutti tranne me che così facendo attirai l’attenzione degli altri 4 vincitori.
-          Ma come non sei contenta di essere arrivata al Top del Top? – mi chiese Lucas, o almeno così credevo si chiamasse.
-          Mmmm .. non sarà Los Angeles .. ma si mi accontento .. – dissi cacciando la lingua e alzando le spalle, gli altri mi guardavano ancora allibiti così dovetti correggermi velocemente prima di esser uccisa: - Ok mi piace qui. Contenti? – dissi di nuovo sorridendo.
-          Awwwwwwww ci divertiremo un mondo me lo sento!!! – disse Aurora saltandomi praticamente in braccio.
 
Dio se era imbarazzante quella scena, mezzo istituto che passava per quell’immenso cortile ci fissava e un gruppo di ragazzi cominciò a ridere dandosi alla pazza gioia.
Con sguardo quasi killer mi girai prima verso Aurora per fargli segno di scendere immediatamente se non voleva morire e, in seguito, mi voltai verso quel gruppo di galline versione maschile che non smetteva di ridere e così  con medesimo sguardo incrociai un paio di occhi marroni che mi rispose con un occhiata di sfida prima di alzare le spalle e voltarsi  facendo cenno ai suoi amici di seguirlo.
In quel momento mi rimangiai tutto quello che avevo detto e pensato precedentemente .. Londra non faceva per me .. o meglio la gente di quel college non faceva per me.
Sembravano tutti  così snob.. ed io ero l’esatto contrario .. Oh Los Angeles , dove eri  quando avevo bisogno di te ?
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Capitolo 7
*** 6° Capitolo ***


 

 Cosa cercava di dirmi? 
 

-          Queste sono le chiavi, mi raccomando non infrangere mai e ripeto mai le 3 regole ok?  – Mi disse quasi annoiata l’addetta agli appartamenti lasciandomi tra le mani la chiave con il numero della mia stanza.
-          Quali regole scusi? – chiesi non conoscendo quelle famose “tre regole” .
-          Numero uno: Niente ragazzi in stanza, numero due: niente feste e numero tre: la musica, si quella musica house che sentite voi adolescenti, evita di sentirla ad alta voce altrimenti sarò costretta a entrare con un martello e distruggere la fonte di quel rumore che voi chiamate musica. Sono stata abbastanza chiara? Spero di si dato che non ripeto di nuovo quello che ho appena detto. Ora vado .. a quasi dimenticavo, buona permanenza ragazzina americana. – ok ora ditemi voi, come si fa a non amare subito una donna dolce e disponibile come lei?
Sul serio non so come si fa solo a pensare di odiarla o magari di farla inciampare per le scale .. non si può perché lei è dolcissima come un barattolo di zucchero andato a male.
Mentre osservavo quella sottospecie di scopettino allontanarsi ondulando quelli che lei chiamava capelli ma che a me ricordavano il colore dei pomodori, posizionai la chiave che mi aveva dato nella serratura e  all’ultimo scatto della chiave lanciai un ultimo sguardo a quella vipera, prima di voltarmi per osservare l’interno di quella che sarebbe stata da lì a poco la mia casa provvisoria.
-Oh ma è enorme. – dissi aprendo leggermente la bocca e chiudendomi la porta alle mie spalle.
Lentamente posai il borsone vicino al letto e andai ad aprire tutte le finestre della stanza.
Quell’aria ero sicura di amarla, era un aria pulita e leggera, forse l’unica cosa che amavo in quella zona fino a quel momento.
Dopo essermi concessa 5 minuti alla perlustrazione di tutta la stanza mi concentrai su una cosa più importante, ovvero sull’operazione: SVUOTIAMO QUEI BORSONI IN 30 MINUTI.
Mi fermai davanti ai miei borsoni e li guardai sbuffando poi mi sfilai la giacca estiva che avevo messo e posizionai su una mensola il mio amato I-phone selezionando un album a caso.
Dopo essermi bloccata i capelli in una sottospecie di coda improvvisata cominciai ad aprire i borsoni e a svuotare il loro contenuto posizionandolo nei cassetti e nell’armadio.
 

You’re so scared to fall in love
Cuz you end up in the dust
Everytime everytime

Now you see us all the same
Like our words are just a game
Spitting lies, dirty lies

I know you know
There’s something here
But you cannot get pas the fear
I can help you make it clear

So when you feel like trying again
Reach out, take my hand
So how great it could be
To fall in love with someone you can trust

Who would never give up
Cuz you’re all that he needs
Baby take a chance on me
Baby take a chance on, oh oh
Baby take a chance on me
Baby take a chance on, oh oh oh

 

-          Bene ho finite. – dissi stendendomi sul letto e sentendo ancora le parole di quella canzone rimbombare nella stanza.
Era rilassante starsene lì stesi sul letto ad ascoltare la musica mentre un leggero venticello estivo ti sfiora il viso.
Ma purtroppo mentre ero nel massimo stato di relax una sottospecie di capra busso alla mia porta facendomi sobbalzare.
-          APRIMIII TROIOTTOLAAAA ! – grido la voce da fuori la porta.
Io sbuffai e girando il volto verso la porta risposi.
-          Aurora cosa vuoi?
-          Devo dirti una cosa sconvolgente, o meglio devo fartela vedere .. APRIMIIII !!! – urlo di nuovo.
Dio come odiavo le sue urla mi facevano venire il mal di testa e in più odiavo la sua insistenza su ogni cosa.
-          Si arrivo. Giuro che se è una cosa ridicola ti prendo a schiaffi – dissi alzandomi e aprendole la porta facendola accomodare sul mio letto.
Lei aprì il suo portatile che per qualche assurda ragione aveva portato con se e mi fece vedere il sito della scuola.
In un primo secondo pensavo che mi volesse mostrare qualche borsa di studio o cose del genere, ma mi sorpresi molto quando con il tasto destro clicco la scritta: STUDENTI 2011/2012.
Cosa doveva farmi vedere di cosi importante?
-          Ecco, leggi un po’ questi 3 elenchi e vediamo se noti qualcosa. – mi disse piazzandomi davanti gli elenchi di tre classi distinte: 4H, 5B e 6E.
-          Cosa c’è di strano, qui si usa mettere anche la sesta classe se è questo il problema, è una scuola privata sai …
-          No, no, non intendo quello.. uffa guarda qui. – mi disse sottolineandomi con il dito 5 nomi
-          E allora sono dei ragazzi, cosa c’è di particolare? – chiesi continuando a non capire.
-          Ci perdo le speranze con te, tanto te ne accorgerai da sola quando andremo a lezione. – mi disse chiudendo il computer e avviandosi alla porte.
-          Bah chi ti capisce è bravo … - dissi sbuffando.
-          Si lo so, comunque giusto per dirti siamo in  4B. – disse aprendo la porta e uscendo.
Rimasi altri cinque minuti seduta su quel letto a cercare di comprendere cosa volesse mostrarmi la mia amica, ma non riuscì ad arrivare ad una sola conclusione che avesse senso.
Cosa c’era che dovessi notare in quei 5 ragazzi?
Beh in quel momento non capivo sul serio ma ripensandoci avrei dovuto comprendere al volo quello che la mia amica mi aveva detto.
Ancora non comprendo come ho potuto non riconoscere quei nomi che sentivo pronunciare 100 volte al giorno dalla stessa Aurora.
Ero stata stupida, ma pazienza tanto me ne accorsi presto di quello che lei intendeva e quando lo feci  non fu una cosa per nulla piacevole.
Magari avessi saputo prima quello in cui andavo in contro .. magari lo avrei evitato .. o forse no? 
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Capitolo 8
*** 7° Capitolo ***


Quell'incontro ... e che incontro

 

Good Morning
Good Morning
We've talked the whole night through
Good Morning
Good Morning to you
Good Morning
Good Morning
It's great to stay up late
Good Morning
Good Morning to you
 

- Stupida sveglia dacci un taglio! – dissi spegnendola con un movimento brusco della mano che la fece finire sul pavimento.
Erano circa le 6:30 e i miei occhi si rifiutavano di aprirsi, manaccia a me e che sono andata a dormire tardi ieri.
Dopo altri cinque minuti passati sotto le coperte mi alzai a fatica tenendo ancora gli occhi ben serrati e dirigendomi verso il bagno che per mia fortuna trovai aperto.
Questo era il mio quarto giorno di lezione e già mi annoiavo a morte.
Le giornate precedenti erano state abbastanza monotone, dopo tutto io ero una delle nuove e come si sa quando una persona è nuovo passa la maggior parte del tempo solo a presentarsi e spiegare ai professori a che punto del programma eri arrivato. Dopo le lezioni dovetti passare gli interi  pomeriggi in segreteria a compilare carte su carte insieme agli altri 5 vincitori di quella maledettissima borsa di studio.

In pratica avevo passato delle giornate totalmente noiose e prive di emozioni.
Anche se pensandoci c’è stato una cosa che ha fatto “movimentare” una delle mie giornate.
Ricordo che il secondo giorno di scuola, mentre ero diretta in segreteria, una sottospecie di ragazzo/capra mi ha completamente travolta facendomi cadere tutte le carte sul pavimento di marmo della scuola.
Nell’alzarmi a raccogliere tutto incrociai gli occhi di questo ragazzo che con fare mortificato mi porgeva la mano. Erano di un azzurro particolare. Non quel solito azzurro pastello ma un colore bensì più intenso e tendente al verde scuro. In pratica non erano occhi ma due gemme preziose che riuscivano ad ipnotizzarti.
Lo scrutai per circa 5 secondi e quando mi resi conta di essere rimasta praticamente a bocca aperta e immobile mi diedi una scossa e mi alzai ignorando la sua mano.
Velocemente raccolsi i fogli che erano sparsi un po’ ovunque e dopo aver lanciato un ultimo sguardo colmo d’irritazione a quel ragazzo incantevole, lo superai urtandolo leggermente con la spalla e dirigendomi a passo svelto in segreteria senza voltarmi.
Quel ragazzo mi era rimasto in mente per l’intera giornata, non sapevo chi fosse ne tantomeno se fosse un alunno di quella scuola e per il momento non mi importava più di tanto.
Del resto, una ragazza che si è appena “trasferita” contro la sua volontà, in una città lontano miglia dalla propria casa l’ultima cosa a cui pensa sono i ragazzi, non trovate?
Mentre nella mia mente ronzavano i ricordi di quei 4 giorni appena trascorsi mi accingevo al bagno per fare una delle mie lunghe e rilassanti docce mattutine.
Una volta aver finito la mia doccia durata circa venti minuti, tra cui 15 trascorsi a pensare e 5 a lavarmi, andai in stanza e afferrai la divisa che la segretaria mi aveva consegnato il giorno prima.
Era carina devo ammetterlo, ma io ho sempre odiato le divise, ci fanno sembrare tutti così schifosamente uguali. Ed io odiavo essere uguale al resto della mandria.
Dopo aver finito di prepararmi presi il mio cellulare e uscì da quella stanza pronta, per modo di dire, ad iniziare una nuova giornata di scuola.
-          Buongiorno principessina, dormito bene?  - mi chiese Marcus una volta che fui entrata in classe.
- Si, alla grande mio principe, tu ? – dissi poggiando la cartella sul banco e sedendomi.
- Diciamo, mi sono svegliato alle cinque e non sono riuscito più ad addormentarmi.
- Bene, a che ora sei andato a dormire? – chiesi curiosa notando le sue enormi borse sotto gli occhi.
- Circa ..beh fammi pensare …  si, direi le quattro e mezza circa.
- E tu dormire dalle 4:30 alle 5:00 lo chiami dormire ? – chiesi spalancando gli occhi.
- Mm in un certo senso – disse accennando una risata.
- Sei un pazzo. – dissi alzandomi con un sorriso stampato sulle labbra mentre l’egregia professoressa di filosofia faceva il suo trionfante ingresso in aula.
In quel momento , appena incontrai gli occhi di quella professoressa nella mia mente ritornarono i ricordi di quel misterioso ragazzo.

Chi era? E perché mi sembrava di averlo già visto prima di quel giorno? Ma soprattutto perché i suoi occhi continuavano ad essere il soggetto indiscusso di ogni mio pensiero e di ogni mio sogno?
Troppe domande direi, troppe domande a cui non sapevo rispondere.
Ma di una cosa ero sicura, più quegli occhi mi tornavano alla mente e più cominciavo ad odiare il loro proprietario.
 
 

Salve a tutte ragazze :D Beh ho aspettato il 7° Capitolo per farvi vedere un po' chi sono i personaggi <3
Beh prima di mettervi le foto volevo ringraziare tutte coloro che leggono e recensiscono la mia storia <3
Grazie mille sul serio <3 <3 <3

ORA LE FOTOOOOO !!!!!


 

FABIOLA:  Image and video hosting by TinyPic AURORA:  Image and video hosting by TinyPic MARCUS: 
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Capitolo 9
*** 8° Capitolo ***


 

Piacere .. 

 

In quell’enorme corridoio sembrava che tutti andassero di fretta.
Gente che correva a destra e gente che correva a sinistra ad una velocità impressionante.
Quella scuola era un vero e proprio agglomerato di persone,  ed era impossibile riuscire a conoscerle o incontrarle tutte, dato che a stento si riusciva ad incontrare due volte la stessa persona.
Da quando ero arrivata le uniche persone che conoscevo li dentro erano i prof, la segretaria e l’adorabile bidella al terzo piano che si era convinta di essere mia nonna.
Come ragazzi non conoscevo nessuno, dato che ognuno sembrava vivere per i cavoli suoi, cosa che mi faceva piacere da un certo punto di vista ma disperare da un altro.
Insomma è vero che amavo la solitudine e l’essere lasciata tranquilla, ma così era troppo.
L’unica cosa che mi consolava era il fatto che con me c’era anche la mia migliore amica altrimenti credo che sarei già tornata a casa.
Beh anche se pensandoci dato che erano passati ormai otto giorni dall’inizio della scuola il fatto di non conoscere nessuno era abbastanza ridicolo, ma pazienza, prima o poi ero sicura che avrei conoscere qualcuno.
E magari quel qualcuno sarebbe potuto essere lo stesso che la settimana scorsa mi ha fatto testare la morbistenza del pavimento di marmo della scuola.
In tal caso direi che prima di conoscerlo gli tirerei un ceffone .. si glielo tirerei volentieri un bel ceffone.
Mentre nel mio cervello si ingarbugliavano questi mille pensieri ricevetti uno spintone che mi fece cascare sul pavimento. Cavolo di nuovo.
Non vidi chi era ma sapevo una cosa: mi aveva fatto molto male, molto male.
-Ma si può sapere dove cazzo guardate quando camminate? Ma che voi inglesi siete tutti miopi? No ma dico che razza di gente. – dissi non notando che la causa della mia caduta si era fermata ad aiutarmi.
-Beh, si io sono un po’ miope, infatti in classe metto gli occhiali, ma non credo ti importi – disse una voce facendo una piccola risata. – ma comunque ti chiedo scusa, non volevo farti male. – disse porgendomi la mano.
I miei occhi si alzarono prima sulla mano poi sul volto del ragazzo che mi stava parlando e improvvisamente mi si gelò il sangue nelle vene.
Di nuovo, di nuovo quegli occhi, quel sorriso e quei bellissimi capelli che mi avevano tormentato per un intera settimana.
-Di nuovo tu? O mio dio non ci credo – dissi inconsapevolmente ad alta voce.
- Scusa, ci conosc… Ooh si mi ricordo di te, sai dovremmo smetterla di incontrarci così. – mi rispose ironico il ragazzo porgendomi nuovamente la mano che ancora dovevo afferrare.
Dopo un po’ di esitazione afferrai la sua mano e mi feci alzare, scuotendomi, in seguito, la gonnellina della divisa.
Alzai lo sguardo dai miei vestiti ai suoi occhi che erano fin troppo vicini.
-Ti chiedo di nuovo scusa, ma sai questo fatto di dover correre agli armadietti ad ogni cambio d’ora è stressante. – mi disse ancora con quel sorrisino stampato in faccia che , per quanto fosse estremamente sexy, in quel momento mi dava sui nervi.
-Si, anche io devo cambiare libri ogni ora ma di certo non butto persone sul pavimento per arrivare in tempo. – dissi acida più che mai.
Quel ragazzo si morse leggermente il labbro e calo lo sguardo mantenendo sempre quel sorrisino e poi lo rialzo leggermente fissandomi dritta negli occhi.
-Scusami sul serio. – disse di nuovo.
- Si, va bene non importa, solo cerca di guardare dove cammini. – dissi sorpassandolo per andarmene, ma un secondo dopo essergli passata di fianco mi senti bloccare il polso e di istinto mi voltai a guardarlo.
-Ehi, aspetta un secondo. – mi disse con un sorriso che mi fece sciogliere dentro.
-Cosa vuoi? – chiesi cercando di non mostrare quanto il contatto della sua mano mi stesse mandando in estasi.
-Beh, vorrei sapere il tuo nome. Il mio nome è Louis comunque, piacere di conoscerti.
-Il mio nome è Fabiola. Vorrei dire che anche per me è un piacere conoscerti, ma il mio sedere non è d’accordo quindi .. a presto Louis. – dissi facendo scivolare via il mio polso dalla sua mano e dirigendomi a passo svelto verso la palestra dove avrei dovuto affrontare l’ora di attività motoria.
Appena arrivai la professoressa Julien  mi guardò da testa a piedi per poi calare lo sguardo sul suo orologio e rialzarlo in seguito con aria infastidita.
-Cosa ha fatto durante questi 15 minuti signorina ? Spero per lei che questa è l’ultima volta che accade una cosa del genere. Sa non mi piacciono nemmeno un po’ i ritardatari. – disse fulminandomi con lo sguardo.
-Mi scusi tanto, ma non è di certo colpa mia se una sottospecie di capra mi ha buttato sul pavimento facendomi perdere tempo. – dissi acida ricevendo un occhiataccia che mi fece accapponare la pelle.
-Abbassi i toni signorina ed ora fili negli spogliatoi a mettersi la tenuta per le attività che è in ritardo.
-Si, si vado. – dissi sbuffando sonoramente.

Quella scuola cominciavo a odiarla sempre di più e la cosa negativa era che non avrei potuto cambiarla prima di un anno.
La cosa stava diventando frustante … sarei riuscita a superare quell’anno ?
No, non ci sarei riuscita nemmeno un po’. O meglio ne sarei uscita totalmente distrutta. 
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Capitolo 10
*** 9° Capitolo ***


 

Ciao , cosa ci fai qui? Esci dal mio cuore.



L’aria fredda di quella città mi picchiettava sul viso e il suono di piccoli uccellini rimbombava ovunque in quel cortile.
Erano circa le cinque del mattino e dopo vari tentativi di riaddormentarmi avevo deciso di scendere in cortile a farmi un giro.
A quell’ora tutto era deserto e gli unici esseri viventi a farmi compagnia lì erano scoiattoli e uccelli.
Camminavo per quel enorme cortile ricoperto di verde osservando tutto, anche le cose più stupide.
Non avevo una meta precisa volevo solo camminare e rilassarmi, ne avevo bisogno dato che da quando ero arrivata lì non avevo avuto un solo momento di tranquillità.
Lentamente cacciai dalla mia tasca il cellulare e senza guardare cosa selezionavo feci partire la musica, che insieme ai miei passi cominciò a rimbombare in quel cortile.
 

You’re on the phone with your girlfriend
She’s upset
She’s going off about something that you
Said
She doesn’t get your humor like I do
I’m in the room, it’s a typical
Tuesday night …..

 
Mentre canticchiavo la canzone di Taylor Swift, You Belong with me,  voltai l’angolo e per poco non mi venne un infarto.
Di fronte a me si proietto l’immagine di un ragazzo con i capelli scuri impegnato a fumare una sigaretta.
Lui si volto verso di me con sguardo quasi divertito , probabilmente dalla mia faccia sconvolta, e dopo aver ispirato un'altra ondata di fumo mi fisso dritto negli occhi e mi rivolse la parola.
-          Eri tu che cantavi? Bella voce complimenti. Che ci fai sveglia a quest’ora?
-          Beh potrei farti la stessa domanda sai? – dissi riprendendomi dallo shock e dall’incredibile figuraccia che avevo appena fatto.
-          Si in effetti hai ragione, non ne ho la più pallida idea del motivo per cui io sia sveglio a quest’ora, solo non avevo più sonno. Ora tocca a te. – mi rispose con un sorriso.
-          Per il medesimo motivo. – risposi avanzando verso di lui.
-          Beh, piacere Zayn e tu sei? – mi chiese facendomi posto sul muretto dove era seduto.
-          Fabiola piacere. – dissi sedendomi al suo fianco.
-          Come mai sei venuta qui? Di solito se una persona non riesce a dormire rimane a letto oppure va nella stanza della sua migliore amica, o nel tuo caso del fidanzato.
-          Quale fidanzato? Io non ho un fidanzato – risposi ridendo leggermente.
-          Ma non dire cavolate. – disse spingendomi – non ci credo nemmeno se mi paghi, una bella ragazza come te deve avere per forza un ragazzo.
-          Se cerchi di farmi un complimento beh cambia strategia – risposi divertita.
-          Peccato ci ho provato. – mi rispose allo stesso modo.
-          Comunque sono qui per il semplice fatto che è rilassante stare qui, diciamo che il contatto con la natura mi aiuta ad iniziare meglio la giornata.
-          Interessante. – disse facendo l’ultimo tiro alla sua sigaretta che poi butto per terra.
-          E tu? Perché sei qui e non sei in stanza, o dalla tua ragazza? – chiesi con un sorriso che lui ricambiò al volo.
-          Beh vorrei tanto andare dalla mia ragazza, ma credo che la bidella del terzo piano dormi ancora. – disse alzando le spalle e sorridendo.
-          Idiota, lei è mia nonna non toccarmela. – dissi ridendo e trascinando anche lui con me.
-          OK, sul serio credo che sono qui per il tuo stesso motivo. Mi piace stare qui da solo. – disse sorridendo – ma mi piace stare anche in tua compagnia. Sei diversa dalle ragazze della scuola e sono quasi sicuro di non averti mai visto qui. – mi rispose girandosi verso di me.
-          Beh sono qui da circa dieci giorni quindi sei perdonato per il fatto di non avermi mai visto.
-          Ah, quindi sei una dei cinque ragazzi americani, giusto? – chiese sorridendo.
-          Giustissimo, intuitivo il ragazzo.
-          Si me lo dicono in tanti. Beh io direi che è meglio che torniamo nelle nostre stanze tra un ora iniziano le lezioni ed io devo ancora aggiustarmi i capelli. – disse osservando il suo iPhone  
-          I capelli? No ok non voglio saperlo. Va bene andiamo. – dissi scendendo dal muretto insieme a lui.
Continuammo a parlare per tutto il tragitto finche lui non si fermò davanti ad una stanza del dormitorio.
-          Sei arrivato suppongo – dissi guardando la porta.
-          Esatto. – disse guardando la porta.
-          Bene, allora io vado è stato un piacere Zayn. – feci per andarmene ma lui mi posò una mano sulla spalla e richiamo la mia attenzione.
-          No aspetta un attimo, mi daresti il tuo numero? Così giusto per non perderci di vista, questa scuola è enorme e …
-          Ok Zayn, non c’è problema – lo interruppi prendendo il suo adorato telefono dalle mani.
Lui sorrise come un idiota vedendo il numero scritto sullo schermo e dopo alcuni minuti lo salvò riponendolo in tasca.
-          Allora ciao Fabiola. – disse avvicinandosi a me e stampandomi un bacio sulla guancia.
-          Ciao Zayn – risposi totalmente rossa in viso allontanandomi da lì.
Bene finalmente avevo conosciuto qualcuno di normale in quella scuola, qualcuno che non scaraventi le persone a terra quando le incontra, o che non abbia degli occhi che ti rimangono fissi in mente, o che abbia dei capelli magnifici , o che … o cavolo devo darci un taglio con questa storia. Quel ragazzo mi aveva completamente rincretinita e se non la finivo subito rischiavo seriamente di impazzire.
Beh è facile parlare ora, dopo che è passato un anno, ma ricordo che in quei momenti non riuscivo a ragionare o meglio ad accorgermi a cosa andavo in contro.
Aah .. se solo avessi saputo .. se solo avessi saputo credo proprio che avrei fatto di tutto per continuare a sbagliare, per continuare a pensare a quel maledetto ragazzo di nome Louis.
Quel ragazzo che renderà il mio soggiorno a Londra una vera e propria avventura. 
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Capitolo 11
*** 10° Capitolo ***


Non fidarti di ciò che sai, ma fidati di ciò che vieni a conoscere
 

Quella giornata passò monotona fino ad orario di pranzo dove come tutti i giorni io, Aurora e tutti gli altri studenti ci radunavamo nella mensa scolastica.

-          Salve bella gente. – disse Aurora una volta arrivata al nostro tavolo.
-          Ma salve splendore. – rispose Marcus facendoci spazio sul tavolo.
-          Ciao tesoro. – dissi io dando un bacio sulla guancia al mio amico.
-          Ehi principessa.. tutto bene? – mi chiese.
-          Si tutto alla grande, oggi non sei venuto a lezione. Come mai? – chiesi io.
-          Si infatti, a me non sembra che stai male quindi, come mai? – richiese Aurora.
-          Beh, ieri sono andato a dormire tardissimo e questa mattina non riuscivo a tenere gli occhi aperti, quindi ho deciso di fare passo per oggi. – rispose lui cominciando a mangiare.
Io e Aurora annuimmo all’unismo dopo di che ci concentrammo anche noi sul nostro bellissimo piatto di pasta. Se quella  si poteva chiamare  pasta.
Dopo il secondo boccone mi passo totalmente la fame, dio se andavo avanti così sarei dimagrita di 10 chili in una sola settimana.
-          Aurora io vado a buttare questo schifo, tu che fai? – chiesi io ormai disgustata da quel cibo schifoso.
-          Beh io ne mangio un altro po’ ho troppa fame per buttare il piatto anche oggi. – mi disse continuando a fissare quel piatto che da un momento all’altro avrebbe preso vita. Mamma mia che schifo.
Mi alzai quindi dal nostro tavolo e a passo deciso e con fare disgustato andai a buttare il vassoio nel recipiente.
-          Non hai fame Fabiola? – Mi girai di scatto sentendomi nominare il mio e vedendo chi fosse automaticamente sul mio viso si dipinse un mezzo sorriso.
-          Si che ho fame ma questa roba rischia di uccidermi, quindi preferisco rimanere digiuna. – dissi girandomi e buttando tutto.
-          Dopo avrai fame però.  – mi disse.
-          Anche tu – risposi osservando che anche lui stava buttando tutto nel recipiente.
-          No, il mio migliore amico ha comprato il pranzo da Nando’s , che ne dici ti va di venire con me? – mi chiese con un sorriso.
-           Non posso lasciare i miei amici da soli. – dissi mordendomi il labbro e girandomi verso il tavolo dove vidi Aurora fissarmi a bocca aperta. Ma che aveva quella ragazza che non andava? Bah.
-          Beh, porta anche loro allora. – mi rispose con un sorriso.
-          L’idea è invitante ma non so se mi va di pranzare al tavolo con te. – dissi sorridendo con fare provocatorio.
Lui fece un sorriso e si avvicino al mio orecchio con lo stesso fare mio.
-          Sprecheresti l’occasione di pranzare con me, con Zayn Malik? – disse.
Quel cognome mi era famigliare, come se lo avessi già sentito altrove. Ma dove?
 Dio dovevo darci un taglio con tutte queste paranoie che mi facevo.
-          Ma quello a perderci saresti tu Malik. – dissi sorridendo.
Lui ricambio il sorriso e si sposto girandosi verso un tavolo dove un  suo amico lo aveva chiamato a gran voce.
-          Si, arrivo Liam aspetta un secondo. – gli rispose. – andiamo vieni con me? – mi chiese.
Io mi girai verso il tavolo della mia amica e la vidi annuire quasi come se stesse sentendo la conversazione.
-          Va bene Malik mi hai convinta, andiamo. – dissi facendo dipingere un sorriso idiota sul suo volto.
Una volta arrivate al suo tavolo due ragazzi entrambi con i capelli mossi ed entrambi stupendi mi si presentarono davanti.
-          E lei chi è Zayn? – chiese il ragazzo con i capelli più chiari.
-          Lei è Fabiola , l’ho conosciuta questa mattina.
-          Piacere Fabiola io sono Liam – disse porgendomi la mano.
-          Ed io Harry. – disse l’altro ragazzo.
Erano entrambi molto carini devo ammetterlo, uno aveva i capelli ricci di un marrone scuro in contrasto con degli occhi verde intenso che sembravano scavarti dentro, mentre l’altro aveva i capelli ricci di un biondo chiaro e degli occhi color miele così intensi da farti mancare il fiato.
Si dovevo ammetterlo, Zayn aveva degli amici da far paura.
-          Piacere mio. – risposi sorridendo e stringendo la mano ad entrambi sedendomi tra Zayn ed Harry.
-          Zayn ma lei non ..
-          No Liam no.  – Zayn interruppe l’amico subito.
Ma cosa voleva dire “ lei non .. “ . Beh è vero forse mi faccio troppi problemi ma ora ne avevo il diritto.
-          Che cosa? – chiesi curiosa.
-          Nulla cose tra ragazzi, lasciali stare non ne vale la pena cercare di capirli questi due – mi disse Harry facendomi un enorme sorriso.
Decisi di lasciar perdere e cominciai a gustare, per la prima volta dopo giorni, il mio pranzo.

Una volta che ebbi finito mi alzai e ringraziai Zayn e gli altri due per avermi offerto di mangiare con loro dopo di che mi alzai e raggiunsi la mia amica Aurora.
Quando gli andai in  contro la sua reazione fu a dir poco scioccante, cosa voleva dire con quella frase?
Ma soprattutto come potevo essere stata così idiota da non accorgermene? 
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Capitolo 12
*** 11° Capitolo ***


 

E adesso? Aspettiamo. 

 
-          Ti rendi conto con chi sei andata a mangiare?
-          Era solo un amico conosciuto oggi Aurora.
-          Questo mi fa capire che tutte le volte che ti ho parlato di loro tu eri con la testa altrove.
-          Ma che stai dicendo? Non ti capisco Aurora, di che parli?
-          Sto parlando di quei ragazzi Fabiola. Guardali bene, ti ricordano qualcuno .. non so magari dei cantanti?
-          Loro non …. Oh …. Sono un idiota.
-          Si lo sei. Ma loro non te l’hanno detto?
-          No Aurora, non erano costretti a dirmelo ..
-          Dimmi che continuerai ad essere loro amica dopo aver saputo questa cosa .
-          Io non voglio essere amica di cantanti come loro … sono star e come tali saranno solo dei montati. Io non credo di restare loro amica sul serio.
-          Fabiola tu sei pazza. Ragiona almeno.
-          Beh facciamo così .. io farò finta di nulla e continuerò ad essere loro amica ma se entro una settimana nessuno di loro mi dice la verità sulla loro identità , allora mi dispiace ma non credo li frequenterò ancora.
-          Fai come vuoi .. ma non farti scappare quest’occasione.



 

Quella conversazione mi rimbombava nella testa mentre quella sera ero stesa sul mio letto a pensare.
Mi ricordo bene che in quel momento ero arrabbiata con quei tre ragazzi ma non sapevo bene il perché. Infondo non eravamo diventati amici per la pelle e non avevano l’obbligo di dirmi che erano star mondiali, dato che ci conoscevamo a stendo da un giorno.. però ci ero rimasta male.
Forse il problema era che volevo sul serio conoscere gente normale con cui, magari, istaurare un amicizia.
Ma con dei cantanti sarebbe stata possibile una cosa del genere? No, non lo sarebbe stata per niente.
O almeno questo mi diceva la mia testa.
Il cellulare sul mio comodino comincio a vibrare all’impazzata, segno che c’era una chiamata in arrivo.
Senza voglia e senza leggere il nome del mittente risposi a quelle telefonata.
-          Si, pronto.
-          Ehi Fabiola, sono Zayn. – appena sentì quel nome un brivido passo lungo tutta la mia colonna vertebrale che mi costrinse a sedermi.  
-          Oh, Zayn ciao. Dimmi cosa c’è?
-          Volevo chiederti se ti andava di venire a cenare con me e i miei amici questa sera. Sai in mensa servono spezzatino di maiale e purè .. e onestamente a me non va di rimanere avvelenato quindi, che dici ti va?
-          I tuoi amici? Intendi Liam ed Harry ?
-          Beh ci saranno anche loro, però ti presenterò anche altri due miei amici. Credimi adorerai anche loro. A quasi dimenticavo se ti va invita anche la tua amica, quella che ho visto oggi al tavolo, non c’è problema. – pensai per circa cinque secondi a quello che mi aveva chiesto, se avrei rifiutato sarei stata uccisa da Aurora, ma se avrei accettato avrei dovuto fingere per tutta una serata di non sapere chi fossero. Cosa dovevo fare?
-          Va bene … a che ora allora?
-          Alle otto fuori la mia stanza. Ciao Fabiola a dopo.
-          Ciao Zayn .
Una volta averlo salutato scattai in piedi e afferrai il telefono della stanza.
-          Tuuu , Tuuu , Tuuu
-          Oh andiamo rispondi !!!
-          Pronto, chi è?
-          Aurora, vestiti sta sera si esce.
-          Eh? Fabiola ti sei fumata qualcosa?
-          No, no sta sera usciamo con i tuoi amori. Non chiedermi perché io abbia accettato ma sappilo che l’ho fatto solo per te. Quindi alza il culo dal tuo letto e preparati tra meno di un ora dobbiamo uscire.
-          O-ok .. non credo di aver capito bene .. ma ok .. mi vesto .. a dopo Faby.
-          Fa nulla, a dopo. – staccai la chiamata e presi un profondo respiro prima di schizzare a velocità record nel bagno pronta a farmi una doccia.
Prima di entrare in doccia misi il mio telefono sulla basetta per sentire la musica e misi il tasto play in modo che la voce dei miei amati JLS potesse rimbombare per tutta la stanza.
Dopo aver finito la mia doccia rilassante mi piazzai davanti all’armadio con un dilemma più difficile del secondo teorema di Euclide: che mi metto?
Dopo circa un ora passata a decidere cosa era meglio mettermi arrivai ad una conclusione degna di uno scienziato.
-          Basta, ora vado da Aurora.
In velocità presi il mio borsellino del trucco e le chiavi della stanza e mi diressi nella stanza della mia migliore amica.
-          Non dirmi che vieni così. – disse Aurora sbarrando gli occhi una volta che fui entrata nella sua stanza.
-          Beh se non mi aiuti, si credo che verrò così. – dissi sedendomi sul suo letto come una bambina.
-          Mmmh va bene, allora vediamo un po’. – disse andando verso il suo armadio.
-          Ma tu sei già pronta? – gli chiesi scrutandola.
-          Esatto, sono più veloce di te - disse girandosi e facendomi la linguaccia.
La guardai da testa a piedi, era vestita molto bene dovevo ammetterlo.
Aveva una maglietta beige lunga che le arrivava fino a meta coscia a maniche lunghe  e ai piedi delle scarpe beige con un po’ di tacco, i capelli erano messi di lato bloccati da una piccola molletta. SI davvero niente male
-          Ehi ma che fai dormi?
-          Eh? Cosa hai detto? – chiesi confusa.
-          Ti ho detto di spogliarti idiota.
-          Scusami non ero attenta.
-          Ho notato, su che ho trovato cosa metterti. – disse mostrandomi con un  sorriso il suo abbinamento a dir poco perfetto.
Lo indossai velocemente facendomi aiutare dalla mia amica con eventuali collane e cintura.
Dopo circa venti minuti finalmente ero pronta.

( Fabiola: http://www.thegossipers.com/wp-content/uploads/2011/08/kikapress14.jpg )
( Aurora: http://www.lachiacchiera.it/wp-content/uploads/2011/03/denny-rose-collezione-primavera-estate-2011.JPG )
 
-          Bene andiamo? – mi disse mentre per l’ultima volta ci guardavamo allo specchio.
-          Si, andiamo. – dissi prendendo un respiro e uscendo da quelle stanza.
Quella serata sarebbe stata sconvolgente, già lo sapevo, ma quello che non sapevo era che avrei rivisto lui.
Avrei rivisto quel ragazzo che con un semplice sguardo mi era entrato dentro, come un fulmine a ciel sereno, e che ancora adesso non riesco a far uscire dalla testa e dal cuore.
 
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Capitolo 13
*** 12° Capitolo ***


E se dormo qui? 
 

 
-          Sai per essere delle star di fama mondiale mi sarei aspettata un ristornate a cinque stelle o meglio un ristorante tutto prenotato per noi. – dissi nell’orecchio alla mia migliore amica che mi rispose con una sonora gomitata nelle costole.
Eravamo appena arrivati ad una sottospecie di pizzeria/rosticceria e fino a quel momento eravamo solo io, Aurora, Zayn e quell’essere tutto ricci di Harry.
Da quando Aurora si era presentata ad Harry non avevano fatto altro che parlare e mandarsi occhiate e sorrisi maliziosi, io avevo perso le sperante con quella ragazza sul serio.
-          A cosa pensi? – mi sussurro ad un orecchio Zayn mentre prendevamo posto al tavolo.
-          Nulla, solo, i tuoi amici? – chiesi per sviare l’argomento: LA MIA AMICA E’ DA RICOVERO.
-          Dovrebbero arrivare a momenti, venivano tutti con Liam quindi tra poco li vedrai.
-          Capito. – dissi sorridendo e voltandomi verso di lui che era fin troppo vicino.
Lui ricambio il sorriso scrutandomi con lo sguardo.
Non riuscivo a distogliere il mio sguardo dal suo, dire che era magnetico era poco, ma non erano nulla in confronto a quegli occhi perfetti che avevo fissi in testa da giorni. Ma cosa andavo a pensare? Nemmeno lo conoscevo quel ragazzo. Ero ridicola sul serio.
-          Perché sorridi? – mi chiese Zayn vedendomi sorridere come un idiota. Dio che figura che avevo appena fatto.
-          Nulla, pensavo.
-          Mmh a cosa? – mi chiese curioso poggiandosi con la schiena alla sedia e sorridendomi.
-          Vuoi saperlo? – chiesi con un sorrisino.
-          Si
-          Bene, ma io non voglio dirtelo. – dissi ridendo appena.
Lui mi diede una leggera spinta ridendo anche lui.
Dopo alcuni minuti passati a parlare e scherzare vedemmo arrivare gli altri tre amici.
“Era ora” pensai tra me e me.
-          Scusate il ritardo ma abbiamo preso traffico. – si giustifico Liam con un sorriso buffo e adorabile dipinto sulle labbra.
-          Don’t worry my love. – disse Zayn facendomi leggermente sgranare gli occhi.
Aurora che era di fronte a me fece una lieve risata e si alzo per presentarsi ai nuovi arrivati, lo stesso feci io facendo il giro del tavolo. Infondo dovevo anche io presentarmi a due di loro.
-          Ciao Liam. – dissi appena arrivai davanti a quei tre ragazzi.
-          Ciao bellissima. – disse stampandomi un sonoro bacio sulla guancia.
Con la coda dell’occhio vidi Aurora presentarsi a Niall.. che dire … era un visione davvero …. DISGUSTOSA!
Lei era ferma davanti a lui con occhi sgranati e scommetto di aver visto anche della bava uscirgli dalla parte destra del labbro, mentre lui aveva il suo stesso sguardo solo che al posto della bava lui aveva un altro dettaglio che mi faceva capire che la mia amica gli interessava. Ci siamo capite no?
Andiamo è vero che lei era una fan ma lui? Che era un malato ?
Senza parole sul serio.
Dopo essermi disgustata voltai lo sguardo davanti a me dove trovai una sottospecie di montagne a righe.
Lentamente alzai lo sguardo da quello che doveva essere il petto di qualcuno e una volta averlo fatto sono sicura di aver sentito il mio cuore uscire dalla gabbia toracica per andare a farsi un giro.
Quegli occhi, quei maledetti occhi erano lì che mi guardavano con un bellissimo sorriso che gli faceva da compagno. Bene se prima era Aurora quella a cui si poteva individuare la bava all’angolo della bocca ora ero io.
-          Bene, finalmente ci rincontriamo e questa volta non ti ho buttato sul pavimento. Mi sembra un buon inizio no? – disse facendomi svegliare dai miei sogni malati e facendo ritornare sul mio volto quello sguardo di ghiaccio che avevo le ultime due volte che lo avevo incontrato.
-          Già direi di si. – dissi con una punta di acidità nella mia voce.
Perché mi comportavo così? Mi credete se mi dico che non lo so nemmeno io?
-          Quindi già vi conoscete? – chiese una voce alle mie spalle, che io riconobbi come quella di Zayn.
-          Beh in un certo senso si. – disse lui con un sorriso. Che aveva da sorridere in continuazione? Non faceva ridere come situazione.
-          Capito, bene ora sediamoci dai che comincio ad avere fame.
-          Cosa c’è Zayn, Niall si è impossessato di te? – lo prese in giro Harry con una battuta che io non capì per niente.
-          HA- HA- HA guarda che io sono qui a fianco a te idiota. – rispose Niall con fare arrabbiato,
-          A sul serio? Credevo che eri troppo occupato a fissare Aurora, allora scusami.
Alle parole di Harry vidi il biondino diventare un incrocio tra un peperoncino e un pomodoro scuotendo la testa. Che carino che era.
Detto questo prendemmo tutti posto ed io, dato che avevo la fortuna dalla mia parte quella sera, mi ritrovai seduta tra Zayn e occhi di ghiaccio Louis.
Aurora? Aurora si sedette vicino ad Harry e Liam , lasciando il povero biondino seduto a fianco ad Harry con il quale continuava a scambiarsi occhiatacce.
Quella serata fu una delle più lunghe della mia vita ma allo stesso tempo anche una delle più emozionanti di quando ero arrivata a Londra.
Ricordo benissimo le emozioni che provavo ogni volta che il mio sguardo si incrociava con quello di Louis, anche se solo per alcuni secondi.
Finita la cena ci dividemmo di nuovo nelle macchine con la differenza che questa volta io finì in macchina con Louis e Liam.
-          Allora in che dormitorio alloggi? – mi chiese Liam che era alla guida.
-          Nel dormitorio H nella zona Sud. – dissi sporgendomi un po’ verso il suo sedile dato che ero seduta dietro.
-          Ah quindi sei vicina al dormitorio di Louis, allora vi lascio entrambi all’angolo tanto siete insieme ok? – chiese voltandosi verso l’amico che era seduto sul sedile al suo fianco.
Io mi girai verso di lui sperando con tutta me stessa che fosse troppo stanco per camminare e che rifiutasse l’offerta della’amico, ma con la sfiga che avevo quella sera cosa mi aspettavo?
-          Va bene Liam, allora buona notte. – disse Louis scendendo dalla macchina dopo che essa si fu fermata.
-          Che fai non scendi? – mi chiese Liam con un sorriso divertito vedendomi ancora seduta dietro aggrappata al suo sediolino a mo di koala.
-          No, mi piace questa macchina e mi dispiace lasciarla tutta sola, ti dispiace se dormo qui? – a quelle parole vidi Liam scoppiare a ridere e tornare serio dopo e guardarmi con sguardo serio.
-          No. Scendi. – disse sganciando le mie mani dal sedile e dandomi una spinta per farmi scendere, dopo di che parti a tutta velocità verso il suo dormitorio.
-          Ma che razza di stronzo, cafone. – dissi alzando un po’ troppo la voce provocando la risata di qualcuno alle mie spalle.
Mi girai per vedere chi fosse, dato che mi ero totalmente dimenticata del fatto che da quella macchina non fossi scesa solo io, e incrociai lo sguardo cristallino di Louis.
-          Dai andiamo e dacci un taglio. – dissi  superandolo.
-          Sei sempre così dolce con le persone? – mi chiese affiancandomi.
-          Si, sempre e soprattutto con te mi viene spontaneo esserlo.
Dopo quella mia affermazione lui alzo le spalle e sorrise lievemente continuando a camminare con fare indifferente.
Si, è vero che quel ragazzo era estremamente bello ma i suoi atteggiamenti mi davano sui nervi.
-          Con precisione, dove si trova la tua stanza? – mi chiese dopo minuti di silenzio.
-          Terzo piano un po’ dopo la stanza di Zayn. – risposi alquanto annoiata.
-          Oh sul serio? Dato destro o sinistro del corridoio? – chiese. Ma cosa gli importava?
-          Uffa.. destro. – dissi girandomi per guardarlo e scontrando di nuovo i suoi occhi che mi fissavano con un sorriso.
-          Bene.
-          Bene? – chiesi.
-          Si, bene. – disse.
-          Ma cosa bene? – chiesi non capendo.
-          Sono nella stanza a fianco alla tua.
-          Capito .. no aspetta cosa? – chiesi sgranando gli occhi.
-          Dio dovresti vedere la tua faccia è comica .. ti prego lasciati fare una foto. – disse cacciando il suo iPhone dalla tasca.
-          Ma ti sei rincretinito per caso? Vattene, non la voglio la foto.
-          Oh andiamo ti prego. – disse cominciando a rincorrermi ridendo anche lui come un forsennato.
Ci fermammo stremati dopo dieci minuti notando con stupore che eravamo arrivati davanti alla porta del dormitorio.
Così dopo esserci dati un occhiata di intesa entrammo dentro e prendemmo l’ascensore attenti a non fare rumore altrimenti erano cavoli.
Una volta dentro ci guardammo e scoppiammo a ridere come due  idioti.
Arrivati al terzo piano uscimmo dall’ascensore e ci dirigemmo verso la porta della mia stanza.
-          Bene allora siamo arrivati entrambi. – dissi sorridendogli ma evitando di guardarlo.
-          No in realtà io devo salire al quarto piano.
-          Ma tu avevi detto … - dissi aprendo leggermente la bocca.
-          Si lo so volevo prenderti un po’ in giro. – disse sorridendo e contemporaneamente con un movimento veloce evitando un mio ceffone.
-          Sei un idiota Louis – dissi aprendo la porta scocciata.
-          Ehi aspetta. – disse prendendomi per un polso prima che io potessi entrare all’interno della stanza.
-          Cosa .. c’è – dissi ritrovandomelo ad un centimetro dalla faccia.
-          Nulla, buona notte. – disse facendo un movimento veloce quasi come volesse baciarmi ma quando le nostre labbra erano a poco di distanza lo vedi fare una piccola risatina e spostarsi.
-          Credevi sul serio che ti avrei baciato Fabiola? A domani stupida. – disse facendomi la linguaccia e andando verso l’ascensore.

Ok era definitivo io odiavo i comportamenti di quell’idiota ma amavo alla follia quei suoi dannati occhi e quel suo meraviglioso sorriso. 
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Capitolo 14
*** 13° Capitolo ***


Ehi ragazzo non guardarmi così
 

Mi spiegate a cosa servono le tapparelle se lasciano passare lo stesso quella dannata luce?
Ero nel mio letto e cercavo di rimanerci ancora un po’ ma un dannato raggio di sole era puntato dritto sul mio viso rendendomi impossibile ritornare a riposare.

Così, con fare ancora assonnato afferrai il mio cellulare sul comodino per vedere che ore fossero.
Sono le sei. Bene qual è la novità? Da una settimana a quella parte mi svegliavo sempre presto.
Subito dopo essermi preparata uscì di stanza diretta come tutte le mattine nel cortile.
Mentre camminavo mi ricordai dell’incontro avvenuto il giorno prima con Zayn e così decisi di andare a controllare se anche quella mattina era lì a fumare.
Quando arrivai lo trovai seduto a fissare un punto impreciso di fronte a se.
-          Buongiorno Malik. – dissi facendolo voltare di scatto.
-          Dio Fabiola mi hai fatto prendere un colpo.
-          Si anche io sono felice di vederti. – risposi ridendo mentre mi sedevo al suo fianco.
-          Stupida, buongiorno. – disse dandomi un bacio sulla guancia.
-          Sei sempre mattiniero quindi? – chiesi incuriosita.
-          No, non sempre, ultimamente mi capita. Non so perché. E tu? – mi chiese girandosi verso di me.
-          No nemmeno io sono mattiniera è da quando sono a Londra che mi succede, sarà che ancora mi devo abituare a stare qui.
-          Cos’ha Londra diverso da Los Angeles?
-          Beh diciamo che lì c’è molto più caos non ci sono luoghi verdi e tranquilli come questi, l’aria è diversa e anche le persone sono più fredde e distaccate. Del resto Los Angeles è un enorme città e ognuno vive per conto suo.
-          L’aria? Cos’ha di diverso l’aria di qui? – chiese sorridendo.
-          È  più leggera, è quasi un piacere respirare. Mentre a Los Angeles l’aria è inquinata .. è pesante … o andiamo non so spiegartelo. – risposi ridendo appena trascinando anche lui.
-          Sei strana Fabiola te l’hanno mai detto? – mi rispose sorridente.
-          Si me lo sono già sentito dire. Arrivi in ritardo Malik.
-          Pazienza. – rispose alzando le spalle e ridendo.
-          Come mai questa mattina non hai fumato? – chiesi notando che quella mattina non aveva quel odore solito di tabacco, ma a contrario aveva un bellissimo profumo di muschio bianco.
-          Io fumo solo quando sono nervoso, non è un vizio fisso.
-          Capito. – dissi facendo calare il silenzio.
Durante quel minuto di silenzio io e Zayn non facevamo altro che fissarci con un sorrisetto appena accennato sulle labbra.
Lentamente lo vidi avvicinare al mio viso scostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Cosa stava facendo? No la domanda giusta era, io che stavo facendo?
Mi dovevo allontanare subito altrimenti sarebbe successo l’inimmaginabile.
-          Beh forse è meglio che ora andiamo altrimenti faremo tardi a lezione. – dissi quando fu a cinque centimetri dalle mie labbra.
Lui annui senza darmi risposa, sentivo il suo respiro delicato sul mio viso e nonostante la tentazione di baciarlo era forte decisi comunque di scostarmi da lui velocemente.
Appena mi spostai lui si mise una mano nei capelli e balbetto qualcosa di incomprensibile.
-          Emh, non preoccuparti Zayn, non è successo nulla. Io ora vado ok? Ciao. – dissi con disinvoltura dandogli un leggero bacio sulla guancia prima di allontanarmi da quel posto.
Avevo il cuore in gola dovevo ammetterlo ma contemporaneamente sapevo di aver fatto la cosa giusta.
Non avevo intenzione di fondare nulla , ne un amicizia ne altro, con nessuno dei cinque finche non si decidevano a dirmi chi erano veramente. Lo so posso sembrare paranoica o meglio stupida ma è più forte di me non ci riesco.  
Per distrarmi mentre ritornavo in stanza mi infilai le cuffie facendo partire una canzone a caso.

 Non ho bisogno più di niente

Adesso che 

Mi illumini d´amore immenso fuori e dentro 

Credimi se puoi 

Credimi se vuoi 

Credimi e vedrai non finirà mai

Ho desideri scritti in alto che volano

Ogni pensiero è indipendente dal mio corpo 

Credimi se puoi 

credimi perché 

farei del male solo e ancora a me 

Qui grandi spazi e poi noi 

Cieli aperti che ormai 

Non si chiudono più 

C´è bisogno di vivere da qui 

Vivimi senza paura 

Che sia una vita o che sia un´ora 

Non lasciare libero o disperso 

Questo mio spazio adesso aperto ti prego

Vivimi senza vergogna
 
Anche se hai tutto il mondo contro
 
Lascia l´apparenza e prendi il senso
 
E Ascolta quello che ho qui dentro  
 

E ma che cavolo anche la musica si metteva ora? Basta.
Mi tolsi le cuffie con un movimento veloce e mi diressi a passo svelto in stanza.
Dovevo darci un taglio sul serio. Non potevo tormentarmi in questo modo solo per i miei problemi psicologici.
Dovevo rilassarmi e cercare di vivermi quei ragazzi anche se non erano stati onesti con me.
Dovevo, ma non lo feci per il semplice fatto che ero un idiota colossale.
Mentre mi torturavo mentalmente per il mio essere cogliona si fecero circa le otto quindi dovetti per forza uscire dalla stanza.
-          Ma buongiorno raggio di sole. – disse il mio amico Marcus scoccandomi un sonoro bacio sulla guancia.
-          Evita in mezzo ai corridoio Marcus. Ti prego ci stanno guardando tutti. – dissi totalmente rossa in viso notando meta corridoio voltato verso di noi a causa dell’affermazione detta ad alta voce, del mio amico.
-          Ok, ok la pianto. – rispose ridendo e chiudendo il suo armadietto.
-          Andiamo in classe che è maglio dai. – disse Aurora sbucando da dietro me con un faccia da : NON HO DORMITO PER NIENTE.
-          Aurora è di buon umore questa mattina o sbaglio? – mi chiese Marcus.
-          Di ottimo umore non vedi? – chiesi ironica seguendo la mia amica.
Come detto da Aurora ci dirigemmo in classe ed io approfittai del fatto che la professoressa dovesse ancora arrivare per parlare con Aurora.
-          Ehi tesoro, tutto bene? – chiesi sussurrando.
-          Si, alla grande. – rispose fredda.
-          Ma che hai? – chiesi stranita.
-          Nulla Fabiola solo ho fatto un sogno strano e sai che quando faccio sogni che non sono di mio gradimento mi sveglio nervosa. – disse.
-          Si lo so, che sogno hai fatto con precisione?
-          Non preoccuparti Fabiola semplicemente era un sogno strano, uno dei miei classici sogni senza ne’ capo e ne’ coda.
-          Capisco. Comunque tanto per cambiare argomento. Ieri ho notato una certa affinità tra te e il biondino.  – appena dissi quelle parole la vidi diventare paonazza in viso e nascondere il volto tra le braccia.
-          Oh, dacci un taglio. Lo sai che a me è sempre piaciuto Harry.
-          Si lo so che ti è sempre piaciuto Harry, mia cara signora Styles però sono in ugual modo sicura di aver visto della bava mentre ti presentavi al biondino.
-          È solo che non lo avevo mai visto così da vicino tutto qui.
-          E quindi ora che l’hai visto ti piace, si tutto chiaro. – dissi ridendo e tornando a sedermi, facendo in modo che la mia amica non potesse rispondermi.
Purtroppo appena tornai a posto il professore di matematica entrò in aula pronto a fare una delle sue lunghe, noiose,massacranti e depressive lezioni.
Quel professore era una rottura di scatole, sul serio, pensate che era stato capace di far suicidare Pitagora mentre lo spiegava e la cosa era strana dato che Pitagora era già morto da anni.
Le cinque ore quella giornata sembrarono passare in velocità record e una volta finite non ci pensai due volte a dirigermi in sala mensa seguita a ruota dai miei amici.
Mentre eravamo concentrati a mangiare senti una mano poggiarsi sulla mia spalla e in seguito vidi cinque ragazzi sedersi al nostro tavolo senza nemmeno chiedere permesso.
Istintivamente mi girai verso quella mano ancora posata sulla mia scapola e senza preavviso caddi in due profondi pozzi azzurri che ancora una volta mandarono in pappa il mio cervello e il mio cuore.  



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Capitolo 15
*** 14° Capitolo ***


Ma WTF? 

 
Una cosa che amavo di quella città?
L’aria,il profumo di fiori a prima mattina, il canto soave degli uccellini, l’assenza di macchine e di autobus, la musica che rimbombava per i corridoi e in ultimo amavo lui, o meglio amavo i suoi occhi che riuscivano a racchiudere quello che adoravo di più in un solo sguardo.
Questi erano i miei assurdi pensieri quando , una volta che mi fui voltata, vidi il proprietario della mano posata sulla mia spalla.
- Ciao Fabiola. – mi disse lui sedendosi al mio fianco.
- Ciao Louis. – dissi svegliandomi da quello stato di trans e girandomi verso gli altri.
- Ma prego accomodatevi pure, non chiedete, fate come volete. – disse Aurora.
- Ehi zuccherino oggi hai mangiato yogurt andato a male per caso? – chiese Harry con un enorme sorriso che faceva evidenziare le sue fossette.
- Non rompere Styles. – disse lei continuando a mangiare.
- Oggi mangiate il cibo della mensa? Niente Nando’s ? – chiesi io.
- E già oggi niente Nando’s. – rispose Liam cominciando a mangiare.
Durante il pranzo con la coda dell’occhio non potevo fare a meno di osservare Louis, era così perfetto ma i suoi modi di fare mi infastidivano e non di poco.
- Fabiola come mai così silenziosa? – mi chiese Liam con un sorriso.
In contemporanea a quella domanda alzai lo sguardo e incrociai gli occhi di Zayn. Lui mi sorrise timidamente prima di calare lo sguardo.
- Nulla, ragazzi vi dispiace se vado in stanza? Sono un po’ stanca e non riesco a tenere gli occhi aperti. – dissi alzandomi.
- No, non preoccuparti Fabiola. Ci vediamo questa sera? – mi chiese Niall.
- Questa sera? – chiesi un po’ confusa.
- Si, quasi tutte le sere ci raduniamo nella stanza di Louis per passare un po’ di tempo insieme, venite anche voi vero? – chiese il biondino con faccia da cucciolo.
- Va bene a che ora? – disse Aurora al mio posto guardandomi con un sorrisino bastardo.
- Alle nove, subito dopo la cena – disse il biondino rivolto alla mia amica.
- Va bene io vado in stanza, ciao. – dissi alzandomi del tutto e andando verso la mia stanza.
Mentre stavo per varcare la porta che mi avrebbe portato in cortile mi senti prendere la mano e un po’ spaventata mi girai.
- Ma che cavolo ci fai tu qui? Non stavi pranzando? – chiesi con il cuore letteralmente in gola.
- Naah mi annoiavo di stare a tavola. E tu perché vai in stanza? Non mi sembra che tu abbia tutto questo sonno. – ma che diavolo ora mi leggeva anche nel pensiero?
- Volevo starmene sola Louis, non scocciare.
- Wow la tua dolcezza mi sorprende sempre di più. – disse sorridendo.
- Comunque sia io me ne torno in stanza e tu ora giri i tacchi e te ne torni dentro e se proprio ti annoi vatti a fare un giro, basta che mi stai lontano. – dissi cercando di essere più acida possibile.
- Calma piccola, puoi inacidirti quando vuoi ma non ti liberi così facilmente di me. Mi piace girarti attorno. – disse mettendosi di fronte a me in modo da fermare la mia “corsa” verso la stanza. – e mi piace il modo in cui mi guardi – disse avvicinando il suo volto pericolosamente al mio.
- Cosa vuoi dire, non capisco? – chiesi con il cuore che ormai aveva deciso di abbandonarmi.
- Mi guardi come incantata, come se dai miei occhi dipenda il tuo mondo. Che credevi che non me ne sarei accorto. – disse con voce bassa ormai a cinque centimetri dalla mia bocca. – ma devo ammetterlo,  questa cosa mi piace un casino. – disse sfiorando il suo naso al mio e facendomi percepire il suo respiro delicato.
Mi mancava l’aria mentre la sua mano si spostava sul mio viso e dolcemente mi spostava una ciocca di capelli. Quando ormai riuscivo a percepire il   sapore delle sue labbra lo vidi sorridere e allontanarsi bruscamente da me.
Si mise le mani in tasca e comincio a camminare lasciandomi lì come una statua di marmo.
- Beh allora ci vediamo questa sera Fabiola. Mi raccomando riposati. – mi disse girandosi verso di me e facendomi un occhiolino.
Lo guardai ancora sconvolta e solo quando riuscì a riprendermi diventai totalmente rossa dalla rabbia e vedendolo allontanarsi mi venne spontaneo dare uno strillo in modo che lui sentisse chiaro e tondo:
- Ti odio Louis Tomlinson. – lui si fermo di scatto e si giro verso di me con uno dei sui soliti sorrisini stampato sul volto.
- Ne sei convinta? – mi chiese divertito.
- Più della mia stessa vita.
- Beh, allora in questo caso ricordati una cosa: è la convinzione che frega le persone. Di nuovo ciao Fabiola. – disse girando per una strada e sparendo dal mio arco visivo.
Ero un idiota, una vera e colossale idiota. Ma non ero nulla in confronto alla stupidità di quel ragazzo.
Dopo essere rimasta altri cinque minuti ferma in quel punto girai i tacchi e me ne andai verso la mia stanza totalmente scombussolata.
Quando raggiunsi la mia stanza mi buttai a capofitto nel mio letto affondando la mia faccia nel cuscino lanciando un urletto isterico.
La rabbia mi nasceva dentro, non tanto per il comportamento di Louis o per il suo gesto totalmente bastardo , ma per il fatto che non riuscivo a togliermi l’immagine dei suoi occhi così vicini ai miei, non riuscivo a dimenticare il profumo di menta del suo respiro e non riuscivo a dimenticare quanto in quel momento mi sarebbe piaciuto baciarlo.
O insomma quando decidevo di darci un taglio?
Sbuffai sonoramente e mi misi a pancia in su sul letto fissando il soffitto non so per quanto tempo.


- Turnaround, every now and then I get a
little bit lonely and you’re never coming around
Turnaround, Every now and then I get a
little bit tired of listening to the….

- Pronto. – dissi afferrando il cellulare che aveva cominciato a squillare facendo rimbombare nella mia mente quella odiosa suoneria che mi aveva impostato Aurora.
Me l’aveva messa per dispetto, dato che io non sapevo come si cambiava, e aveva scelto proprio quella per due motivi: 1) perché io odiavo quella canzone e 2) perché quella era la versione in qui cantavano i suoi cinque amori.
- Ehi amore mio ho un urgenza .. vieni in stanza? – bene parli del diavolo ed ecco che spuntano le corna.
- Aurora che problema? – chiesi scocciata.
- Non riesco ad aggiustarmi i capelli, sembro un incrocio tra un pavone e una scimmia … ti prego vieni? – chiese con la voce da cucciola.
- Sto arrivando, cinque minuti e sono da te. Ah, a proposito che ore sono? – chiesi alzandomi e infilandomi le scarpe.
- Le sette amore, perché? – cavolo ero stata tutto questo tempo ferma a fissare il soffitto? WOW.
- Nulla, arrivo more. – dissi staccando e prendendo le chiavi della stanza.
Mentre andavo nella sua stanza pensavo al motivo per cui avesse così urgenza di far venire i suoi capelli bene, non è una ragazza che si importa molto di queste cose, almeno che non debba uscire o andare da .. qualche … parte … O CAZZO!
Solo in quel momento mi ricordai “dell’appuntamento” preso con i ragazzi.
Io non potevo andarci, non dopo quello che era successo con Louis.
O mio dio ed ora? Cosa avrei fatto?
Bene c’era una sola soluzione in quel momento, la più drastica e efficace … la fuga.

 
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Capitolo 16
*** 15° Capitolo ***


A che gioco stai giocando? 

 
-          Ti prego, ti prego … dirò che sono malata che ho avuto un indigestione .. ti prego tutto ma tu coprimi.
-          Scordatelo Fabiola, tu non mi lascerai una serata intera solo con quei cinque.
-          Puoi portarti Marcus con te. Ti prego , ti scongiuro Aurora , fallo per me.
-          Si hai ragione potrei portarmi Marcus, ma non lo farò e sai perché? Perché tu ora alzi il culo e ti vai a preparare dato che sta sera verrai con me dai ragazzi.
Queste erano state le dolci parole della mia migliore amica, che come tale aveva compreso il mio disaggio e aveva deciso di aiutarmi .. si lei mi aiutava buttandomi tra le braccia del mio problema.
Erano le nove meno dieci ed io ero ferma davanti allo specchio ad aggiustarmi i capelli.
Come mi dovevo comportare con quella testa di carota?
Beh potrei fare l’indifferente oppure .. oppure potevo fare il suo stesso gioco.
-          Fabiola esci che dobbiamo andare. – disse con voce “soave” la mia dolce amica Aurora.
-          Arrivo – dissi uscendo. – e dacci un taglio sembri una cornacchia quando urli. – dissi scocciata.
-          Si Fabiola ti voglio bene anche io. – disse lei seguendomi provocandomi un sorriso.
In pochi minuti arrivammo davanti la stanza di Louis.
La mia amica avvicino la mano alla porta per bussare ma io gliela fermai.
-          Ma che fai? – mi chiese confusa.
-          Oh ti prego siamo ancora in tempo, lasciami tornare in stanza, ti prego – chiesi con faccia da cucciola.
-          Oh ma se me lo chiedi con questa faccia come faccio a dirti di no … dai sono buona, quindi … entriamo. – disse afferrandomi il polso e bussando alla porta.
-          Aurora e dai.
-          No, niente “Aurora e dai” ora entriamo e non si discute. – disse girandosi verso la porta ma continuando a fissarmi con la coda dell’occhio.
Ad aprirci la porta venne Niall, che con un enorme sorriso ci fece accomodare.
Appena entrammo notammo gli altri quattro ragazzi sparsi per la stanza in ordine vario.
Zayn e Liam erano seduti a terra a giocare alla x-box.
Harry aspettava Niall per finire la loro partita a dama, mentre su una poltroncina c’era Louis che faceva il tifo per Harry.
Appena entrammo si girarono tutti e cinque e ci salutarono con un “ciao” veloce, ritornando subito a fare quello che avevano iniziato.
Aurora si sedette al fianco di Louis sul letto cominciando a fare il tifo per Niall, mentre io mi andai a sedere sul pavimento in mezzo a Zayn e Liam.
-          Che gioco è? – chiesi ad entrambi.
-          Guerre spaziali. – mi risposero all’unismo.
-          A che livello siete?  - chiesi.
-          Al dodicesimo – disse Zayn voltandosi per un attimo verso di me e sorridendomi.
-          Non distrarti Malik che ti straccio – disse Liam sghignazzando in modo malvagio.
Quel ragazzo faceva paura.
D’istinto mi avvicinai a Zayn poggiandomi al suo braccio in modo da allontanarmi da Liam.
-          Brava Fabiola distrailo – disse Liam.
-          Sta zitto Payne che ti sto battendo.
-          Non cantare subito vittoria Malik.
O mio dio questi due si sono bevuti il cervello.
Loro continuano a giocare ed io senza nemmeno accorgermene comincio a dare piccoli strilli quando vedo Liam colpire Zayn nel gioco.
Dopo altri dieci minuti la partita finì e vide come vincitore Zayn.
-          Ti ho battuto Payne! Alla faccia tua. – disse Zayn alzandosi in piedi e cominciando a fare un balletto strano.
-          O. MIO. DIO. – dicemmo io e Liam in contemporanea scoppiando poi a ridere.
Mentre facevo queste azioni sentivo qualcuno che mi fissava ma non me ne preoccupai dato che immaginavo fosse lo sguardo di Aurora.
Dopo la partita ci andammo a sedere tutti e tre sul letto dove erano situati gli altri.
-          Basta mi arrendo Niall hai vinto. – disse Harry buttandosi all’indietro sul letto e finendo sulle gambe di Aurora.
-          E con questo sono 3-0 per me Styles. – disse Niall sorridendo e chiudendo il gioco.
-          Dai che facciamo ragazzi? – chiese Liam
-          Io ho fame. – rispose Niall
-          Tu hai sempre fame Niall. – risposero gli altri quattro amici all’unismo.
-          Dai che ne dite di andare a comprare dei cornetti giù al bar? – propose Louis.
-          Va bene, ci sto. – disse Aurora
-          Chi mi accompagna? – chiese Louis alzandosi per prendere il portafoglio.
-          Non contare su di me. – disse Harry ancora accoccolato sulle gambe di Aurora.
-          Io sono bloccata da questo ammasso di ricci quindi , io no. – disse Aurora.
-          Io mi scoccio di alzarmi. – disse Zayn comodamente steso sul letto al mio fianco
-          Idem per me. – risposero Liam e Niall insieme.
-          E va bene .. – annuncio senza speranze Louis.
Io non gli diedi retta ero troppo concentrata ad accarezzare i capelli a Zayn che mi fissava sorridente.
-          Su Fabiola andiamo.
-          Ma cosa?
In cinque secondi mi ritrovai fuori dalla stanza con Louis che mi trascinava per un polso.
-          Ma che diavolo fai? – chiesi ormai davanti all’ascensore.
-          Nessuno voleva accompagnarmi e dato che tu sei stata l’unica a non rispondermi ho pensato che per te non c’erano problemi. – mi rispose con un sorriso.
-          Non potevi andarci da solo? – chiesi scocciata e ormai arresa all’idea che lo avrei accompagnato.
-          No mi sarei annoiato. – mi rispose entrando in ascensore seguito da me.
-          Sei fastidioso Louis, sai? – dissi io.
-          Ora lo so. – mi rispose con uno dei suoi sorrisi stampati sul volto.
Alzai lo sguardo per riuscire a vedere bene il suo volto e scontrai i suoi occhi azzurri.
-          Perché mi eviti questa sera? – chiese abbastanza serio.
-          Non ti evito, solo cerco di stare con te il meno tempo possibile.
-          In pratica mi stai evitando.
-          Pensala come vuoi. – dissi alzando le spalle e uscendo dall’ascensore.
Lui mi segui senza dire una parola e si avvicino al bar ordinando i cornetti.
-          Dobbiamo aspettare dieci minuti. – mi disse sedendosi al mio fianco su uno dei tavolini.
-          Va bene. – dissi.
-          Stai bene con Zayn, siete proprio carini. – disse guardando altrove.
-          Io non sto con Zayn e poi a te cosa importa? – chiesi scocciata fissandolo, aspettando che tornasse a puntare i suoi occhi nei miei.
-          Era un osservazione. Ora però torniamo alla domanda di prima, perché mi stai evitando? – chiese girandosi verso di me con un sorriso.
-          Semplicemente non mi piace come ti comporti e poi mi ricordo di averti già detto il perché, no?
-          Ti riferisci al fatto di oggi? – chiese accentuando il suo sorriso.
-          Esatto, mi sembra di avertelo detto chiaro e tondo che ti odio no? – dissi.
-          Si lo so me l’hai detto ma non ti credo. – mi rispose sicuro di se.
-          E cosa ti fa essere così sicuro di te Louis? – dissi puntando i miei occhi nei suoi
-          Mi sembra di avertelo già spiegato, o sbaglio? – mi disse avvicinandosi a me.
Io non mi tirai indietro anzi avanzai anche io in modo da poter stare a un palmo dal suo viso.
-          Si me l’hai spiegato, ma ti sbagli di grosso Tomlinson. – dissi accarezzandogli una guancia.
-          Non fingere con me, non cercare di tenermi testa so che dentro stai morendo Fabiola. – mi rispose ricambiando il gesto.
-          Non ne essere sicuro. – risposi.
-          Non ne sono sicuro, sei tu che mi dai sicurezza. – disse avvicinandosi ancora a me.
-          Non vedo come ci riesco allora, dato che faccio di tutto per dimostrarti il contrario. – dissi avvicinandomi anche io e facendo urtare i nostri nasi.
Lui non mi rispose ma si limitò a fissarmi dritta negli occhi, quella volta non voleva  allontanarsi non era uno dei suoi giochetti ed io me ne ero accorta.
Quando fu talmente vicino da riuscire ad assaporare le sue labbra decisi di fare una cosa che solo durante un attacco di pazzia avrei fatto.
Sorrisi, come lui aveva fatto quel pomeriggio e mi allontanai allo stesso modo mettendomi le mani nelle tasche e avvicinandomi al bar afferrando il vassoio con i cornetti appena sfornati.
Mi avviai all’ascensore e notai che lui era ancora seduto lì che mi osservava con un sorrisetto sghembo sulle labbra.
Io ricambiai il sorrisetto facendogli segno di salire, lui annui e mi segui all’interno dell’ascensore.
Durante la “salita” non aprimmo bocca ci limitammo solo a lanciarci occhiate.
Una volta fuori la stanza però mi sentì afferrare per un polso e voltarmi.
Non ebbi il tempo di capire cosa volesse quel ragazzo che senti le sue labbra posarsi delicatamente sulla mia guancia.
Io lo guardai un po’ confusa ma allo stesso tempo totalmente rossa in viso.
-          Ora dimmi perché sei arrossita se non provi nulla per me. – disse un secondo prima che la porta si aprisse.
Lui prese il vassoio tra le mie  mani ed entrò dentro facendo finta di nulla mentre nella mia testa e nel mio cuore era in atto la terza guerra mondiale. 


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Capitolo 17
*** 16° Capitolo ***


Non sei escluso tesoro 

 
Driinnn , Drinnn.

-          Vi prego ditemi che oggi è sabato. – dissi ad alta voce mentre mi alzavo dal letto. – Dio che sonno, ma che ore sono? – controllai l’orologio e sgranai gli occhi di scatto. – O cazzo sono le otto, devo muovermi. – dissi facendo uno scatto verso il bagno.
WoW quello era il primo giorno che mi svegliai tardi, di solito mi alzavo alle sei se non alle cinque da quando ero in quella città.
Beh diciamo che calcolando l’orario che avevo fatto la sera prima il fatto di essermi svegliata più tardi era nettamente normale.
La sera prima, infatti, ero andata aletto alle quattro per colpa di cinque cretini più Aurora.
Per colpa loro assomigliavo ad una sottospecie di zombie assetato di sangue.
Mi diedi uno sguardo veloce allo specchio e poi corsi fuori veloce come un fulmine.
Correvo per gli enormi corridoi oramai vuoti e quando arrivai alla mia aula entrai scusandomi con la professoressa che mi mandò a posto senza troppe parole.
-          Oh, c’è l’ho fatta. – dissi buttandomi sul banco esausta.
-          Avete fatto proprio tardi ieri. – disse il mio amico Marcus mettendomi una mano tra i capelli.
Io annui ancora con la testa sul banco e lui fece una piccola risata per poi dirmi:
-          Vuoi ridere un po’?
-          Mh, mh – dissi in senso di approvazione alzando di poco la testa per guardarlo negli occhi.
-          Ben, guarda Aurora. – disse voltandomi un po’ il volto per farmela guardare.
Appena girai del tutto la testa quello che mi si parò davanti era un Aurora buttata sul banco con gli occhi chiusi e la bocca aperta che dormiva beatamente sul suo libro di storia che aveva aperto poco prima.
L’istinto di ridere si impossesso del mio corpo tanto da farmi mordere il labbro pur di non essere beccata dalla professoressa. 
Dopo che le cinque ore di lezione furono passate, decisi di svegliare la mia bellissima amica Aurora.
-          Aurora …  – dissi dolcemente, ma niente come morta.
-          Aurora .. – dissi un po’ più ad alta voce scuotendola, ma di nuovo nulla.
-          Aurora. – dissi ancora più forte, ma in cambio ricevetti soltanto dei mugugni non comprensibili ad orecchio umano.
-          Aurora porca carota! – dissi gridando.
Lei scatto in piedi cominciando ad urlare cose senza senso tra cui frasi del tipo:
-          No mamma non sono stata io ma è stato il gatto di Fabiola.
-          Ehi che hai contro il mio gatto? – chiesi incrociando le braccia.
Lei mi guardò da testa a piedi con sguardo ancora assonnato per poi mettersi a sedere di nuovo.
-          Non dirmi che ho dormito tutte e 5 ore. – disse sconvolta.
-          Mm, non hai dormito tutte e 5 ore? – dissi esaudendo, in parte, la sua richiesta.
-          Mm ok. Che ore sono Faby?
-          Secondo te? – chiesi sorridendo.
-          Bene, andiamo a mensa. – disse alzandosi ancora un po’ dondolante.
-          Mi spieghi come fai a riprenderti così velocemente? – chiesi.
-          Non lo so nemmeno io e non so quanto durerà questa mia lucidità. – mi disse sorridente.
Io annuii ricambiando il sorriso e dirigendomi alla sala mensa.
Appena entrai tra i mille studenti riuscì a notarne solo uno, seduto ad un tavolo con altre quattro persone.
Osservai per un po’ quel ragazzo con i capelli mori e lisci che erano sistemati da un lato prima di voltarmi verso la mia amica e indicargli un tavolo vuoto dove sederci.
-          Ma dai Faby, voglio andare vicino ai ragazzi.
-          Vicino ai ragazzi  o vicino a Niall?
-          Oddio al pianti mi sembra che ieri ti abbia dimostrato che pensavo a tutti meno che a lui. – mi disse girando il volto.
-          Guarda che non sono ceca le vedevo le vostre occhiatine ogni tanto e conoscendoti so anche che “scherzavi” con Harry per farlo ingelosire. Non è così ? – dissi facendola arrossire di colpo. “ colpita e affondata, 10 punti per Fabiola” pensai tra me e me.
-          Dai andiamo al loro tavolo e piantala. – disse spostandosi i capelli di lato, segno che era stata beccata.
-          Uffa, ma perché sempre con loro?
-          Perché sono i One Direction. – rispose lei.
-          E allora? Cosa centra scusa? – chiesi ormai arresa.
-          Centra ed ora zitta e cammina. – disse.
Giuro che in quel momento se non ci fosse stata tutta quella gente gli avrei volentieri dato il vassoio dietro la testa.
Una volta arrivati al tavolo Aurora si andò a sedere a fianco a Liam mentre io mi sedetti al fianco di Zayn.
-          Allora ragazze, vedo che siete abbastanza sveglie. Cedevo che sareste state stanche oggi ad essere onesto. – disse Harry.
-          Beh noi siamo notturne – disse Aurora.
-          Si certo lei è notturna per questo si è addormentata per tutte le 5 ore di lezione. – dissi ricevendo un occhiataccia da Aurora e provocando le risate dei ragazzi.
-          E tu? Tu sembri sveglia invece. – disse Louis guardandomi con un sorrisino.
-          Beh io sono abituata a non dormire. – dissi secca.
-          C’è il doppio senso in questa esclamazione? – mi rispose lui con il suo solito sorrisino.
-          Certo che c’è – dissi ricambiando il sorrisino.
Il pranzo prosegui tra chiacchiere e varie frecciatine da parte mia e di Louis, finche non decidemmo di andare ognuno nella propria stanza.
Mentre tornavo in stanza cominciai a pensare un po’ a tutto quello che mi era successo in quella città in sole due settimane.
Ma principalmente mi concentrai su una cosa molto più importante. Sul serio cominciava a piacermi Louis?
Ci pensai e ci ripensai mentre percorrevo tutto il cortile in totale silenzio e quando arrivai finalmente ad una conclusione mi rifiutai di accettarla.
Una volta arrivata entrai in stanza lasciando la porta aperta dato che avevo intenzione di scendere di nuovo.
Così mi avvicinai al comodino e afferrai il mio cellulare, controllando se ci fosse qualche messaggio o qualche chiamata, ma l’unica cosa che trovai fu il messaggio del buongiorno di mia madre.
Ributtai il cellulare sul comodino e mi girai verso la porta rischiando seriamente un infarto.
-          La smetti? – dissi spaventata.
-          Di fare cosa? – mi rispose con sarcasmo.
-          Di fare così. – dissi avvicinandomi e spingendolo via per uscire.
-          Così come? – disse afferrandomi il polso e avvicinandosi a me.
-          Come stai facendo adesso. – dissi mollando la presa e cominciando a camminare per il corridoio fino ad arrivare all’ascensore.
-          Dove vai piccola?
-          Non chiamarmi  piccola e  poi non sono affari tuoi, Louis. – dissi acida.
-          Andiamo, come non sono affari miei? Infondo sono il ragazzo per cui hai perso la testa non ricordi? – mi chiese quando le porte si chiusero.
-          Allora punto uno: dacci un taglio, punto due: non mi piaci mettitelo in quella testa e punto tre: io ti odio Louis e questo non cambierà. – dissi avvicinandomi a lui per poi poggiarmi alla parete dell’ascensore.
Per tutto il tempo che l’ascensore scese non ci rivolgemmo parola e una volta che fui arrivata a piano terra mi catapultai fuori senza nemmeno guardarlo.
Si è vero forse era stato esagerato quello che avevo fatto ma io avevo una promessa da mantenere e come non l’ho infranta per Zayn non l’avrei infranta per Louis, anche se lui era l’unico ragazzo che fino a quel momento era riuscito a farmi battere il cuore. 



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Capitolo 18
*** 17° Capitolo [Parte 1°] ***


Ma se ci penso [Parte 1° ]

 

 
Era ormai giunto venerdì ed i ragazzi per tutta la settimana non mi avevano fatto parola del loro “lavoro segreto”.
La cosa non mi preoccupava più di tanto dato che nei giorni precedenti il mio rapporto con i ragazzi era rimasto abbastanza freddo e distaccato ma dovevo ammettere che man mano che la settimana finiva mi si stringeva un nodo in gola solo a pensare che non gli avrei rivolto la parola. 
Beh infondo era stata una mia scelta e non dovevo pentirmene proprio ora, sarebbe stata da stupida.
Un’ altro dei pensieri che in quella settimana mi tormentava era Louis. Con lui non mi ero rivolta parola dopo quel giorni in ascensore, o meglio ci parlavamo solo per lanciarci frecciatine a vicenda, situazione alquanto spiacevole dato che ogni volta che incontravo il suo sguardo non riuscivo più a discutere.
Per quanto riguardava l’argomento Aurora non c’era molto da dire se non Niall.
Si proprio Niall. Lei ne era totalmente cotta e lui ricambiava, solo che c’era un problema, lei continuava a negare l’evidenza facendo diventare quella situazione più complicata della storia di Renzo e Lucia nei promessi sposi.
Ritornando al discorso precedente, quel venerdì era iniziato con il piede sbagliato, e già mi ero alzata con un enorme mal di testa e in più avevo uno strano presentimento che mi torturava lo stomaco.
Quella mattina mi concentrai a seguire la lezione senza troppi pensieri, almeno in aula volevo “rilassarmi” un po’, ma quando andammo tutti insieme in sala pranzo tutte quelle preoccupazioni e tensioni che avevo prima delle lezioni ritornarono a ronzare nella mia testa.
-          Buongiorno Aurora, Fabiola. – disse Harry sorridente.
-          Ciao riccio. – dissi io sedendomi al suo fianco.
-          Ciao Hazza.  – rispose invece Aurora stampandogli un bacio di totale provocazione verso il biondino.
-          Allora, che avete fatto oggi? – chiese curioso Liam.
-          Boh, non mi ricordo nemmeno di essere stata in aula. – disse Aurora.
-          Abbiamo avuto il professor Lavry per ben tre ore, che ha spiegato la filosofia dantesca e in fine un ora di artistica e un'altra di matematica. – dissi sbalordendo tutti.
-          Wow Fabiola che segue la lezione? Qui è accaduto un miracolo ragazzi. – disse Louis provocandomi.
-          Cosa vorresti dire Tomlinson? – chiesi seria.
-          Nulla, che è strano sentirti parlare di queste cose dato che non segui mai.
-          Non è affatto vero.
-          Non sparare cavolate Fabiola lo sappiamo tutti che sei una scansa fatiche. – rispose lui divertito dalla mia faccia totalmente incazzata.
-          Dai Louis dacci un taglio. – disse Zayn.
-          Non sono io la scansa fatiche qui. – dissi fissandolo con sguardo freddo.
-          Certo come no. – disse lui per chiudere il discorso come detto da Zayn.
-          Ma si può sapere che divertimento provate a lanciarvi queste frecciatine tra di voi? – chiese Aurora evidentemente scocciata.
-          Nessuna, chiedilo a lui. – dissi alzandomi.
-          A ora sarei io? Ma scherzi? – chiese abbastanza serio.
-          Si sei tu Louis. – dissi prendendo la mia giacca per andarmene, mi era passata la fame.
-          Non sono stato io a dirti di odiarti. – disse alzandosi anche lui e afferrando le chiavi della sua stanza poggiate sul tavolo.
-          Io ho detto solo quello che pensavo. – dissi con il cuore ormai in gola.
-          Bene, allora se mi odi così tanto io tolgo il disturbo. – disse sorpassandomi e uscendo dalla mensa.
Io sbuffai sonoramente e afferrando velocemente le chiavi uscì dall’altra uscita evitando così di incontrarlo.
Ero stata una stupida in quel momento, avevo toccato il limite. Però anche lui aveva avuto una reazione esagerata alla mia provocazione. Non aveva mai reagito così.
Una volta arrivata all’entrata del dormitorio, come temevo, lo incontrai lì fermo ad aspettare l’ascensore.
Mi lancio uno sguardo veloce per poi girarsi e andare verso le scale.
Grande, non voleva nemmeno stare in ascensore con me, stavo messa davvero molto bene.
Io non mi mossi da lì e aspettai l’ascensore che arrivo subito e in pochi minuti arrivai in stanza.
Nella rabbia e nella fretta di andare a prendere il mio cellulare entrai senza badarmi della porta che lasciai spalancata.
Sbuffai sonoramente mentre prendevo il cellulare dal comodino e notavo che di nuovo nessuno mi aveva cercato.  Ero diventata inesistente per loro dopo il trasferimento a Londra. Nessuno si era fatto vivo, solo mia madre, e questa cosa mi innervosiva ancora di più.
Con uno scatto della mano lanciai il cellulare sul comodino e un istinto di rabbia mi nacque dentro.
-          Voglio tornare a Los Angeles, sono stanca di stare qui – dissi quasi in un sussurro.
-          Allora perché non te ne vai? – appena sentì quella voce sussultai e mi voltai di scatto incontrando di nuovo gli occhi di Louis. Era serio e nervoso ma allo stesso tempo rilassato e comprensivo.
-          Non posso .. – dissi poggiandomi al comodino e abbandonando per un momento quella recita che stavo facendo. E già una recita, quella che facevo con Louis era una recita.
Ogni giorno fingevo, fingevo di odiarlo di provare fastidio solo ad udire la sua voce quando in realtà era il contrario.
-          Perché non puoi? Non ti tengono legata sai? – disse entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
-          Invece sono legata qui e la cosa mi da un fastidio cane. – dissi alzando lo sguardo di nuovo.
-          Cosa c’è che non va Fabiola? Io sono stanco, dimmi cosa c’è ti prego. – a quelle parole mi si gelò il sangue nelle vene. Il mio sguardo si fece di colpo impacciato e timido a tal punto da non riuscire a reggere lo sguardo di Louis.
-          N-niente, non c’è niente Louis.
-          No, non ti credo nemmeno un po’. Oh andiamo che ti costa dirmelo? – disse sedendosi sul mio letto.
-          Niente Louis, non devo dirti niente. Almeno non io. – dissi guardandolo di nuovo.
-          Cosa stai cercando di dirmi? – chiese confuso.
-          Che magri sei tu che devi dirmi qualcosa. – dissi acquisendo di nuovo il mio atteggiamento freddo e distaccato.
-          Io? Che cosa dovrei dirti? – chiese con sguardo chiaramente confuso.
-          Oh nulla Louis lascia perdere. – dissi sbuffando e avvicinandomi alla porta per aprirla.
-          No, io non lascio stare finche non parli – mi disse afferrandomi il polso e facendomi voltare rimanendo comunque distante.
Io scrutai il suo sguardo e notai che c’era confusione nel suo sguardo, una confusione totale che stava facendo impazzire anche me.
-          Louis chi sei sul serio? – dissi.
-          In che senso? – chiese sgranando leggermente gli occhi. – sono Louis chi dovrei essere? – chiese continuando a non capire.
-          Non intendevo quello, intendo, io ti ho conosciuto come un alunno di questa scuola che frequenta il sesto anno e che fa una vita monotona in un college, ma sono sicura che c’è qualcosa che nascondi, cosa? – chiesi per cercare di farlo arrivare al punto.
-          Non ti capisco Fabiola. – ma niente, era peggio di un asino.
-          Andiamo Louis ragiona, cosa c’è nella tua vita che ancora non so? Cosa c’è nella vita di tutti i tuoi amici che ancora non so? – dissi fissandolo negli occhi.
Lui per la prima volta calò lo sguardo ma senza timore, ma con sorpresa con un sorriso dipinto sulle labbra.
-          Louis. – dissi vedendo che non rispondeva.
-          Ho capito.. l’hai scoperto vero? – disse alzando di nuovo lo sguardo.
-          Cosa? – dissi facendo l’ingenua, ma immagino che non mi veniva molto bene i quel momento data l’agitazione che regnava in me.
-          Di noi, della band, dei One Direction. – disse sorridendo.
-          Io non so di cosa parli. – dissi.
-          Ben allora te lo spiego io. Io e i ragazzi prima di trasferisci in questo college abbiamo diciamo partecipato ad una trasmissione , X-Factor , lo conosci? – io annui contenta del fatto che me ne stesse parlando. – bene abbiamo partecipato e da lì abbiamo avuto un ondata di successo inimmaginabile, pensa che ancora oggi io e i ragazzi non ci crediamo. Il nostro gruppo si chiamava e si chiama tutt’ora One Direction. Noi sapevamo che voi non eravate a conoscenza di tutto questo e volevamo dirvelo. Ma era la prima volta dopo un anno che trovavamo qualcuno che era nostro amico o meglio che ci rivolgeva la parola come ragazzi “normali” e non perché eravamo delle star famose. Ve lo avremmo detto giuro … comunque scusami e scusa tutti noi se abbiamo nascosto a te e Aurora tutto, solo volevamo che il fatto di essere apprezzati per chi siamo durasse ancora per un po’. – io lo guardai un po’ stranita mentre dentro di me ero soddisfatta.
In quel momento mi resi conto di una cosa: Aurora aveva ragione, avrei fatto una cavolata a rinunciare alla loro “amicizia” per una stupidaggine del genere.
-          Quindi ora che so chi siete, o meglio chi sei dovrei considerarti Louis il cantante e essere dolce e carina con te? – chiesi.
-          Non sarebbe male l’idea. – disse continuando a mantenere il suo sorrisetto.
-          Mmm scordatelo. – dissi secca.
-          Va beh ci ho provato.
-          Bene ora che abbiamo “chiarito” puoi uscire no? – dissi facendogli segno della porta con la mano libera.
Lui non mi rispose ma si avvicinò a me afferrandomi l’altra mano facendomi indietreggiare fino alla porta.
In quel momento non riuscivo a capire gran che .. vedevo solo i suoi occhi.. sentivo solo le sue mani sulle mie e percepivo il battito del mio cuore sempre più accelerato.
La mia certezza era solo una in quel momento: stavo per avere un infarto precoce. 

continua .... 



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Capitolo 19
*** 17° Capitolo [Parte 2°] ***


Ma se ci penso [Parte 2°]

 

 
 
Sentivo il suo respiro sfiorarmi il collo lentamente insieme alle sue mani che, dopo essersi spostate,mi toccavano i fianchi. 
Dentro di me si scateno un vortice di emozioni che non avevo mai provato fino a quel momento.
Un innata voglia di baciarlo quasi si impossesso di me. 
Calai lo sguardo non riuscendo più a reggere quella situazione, non ero capace di reagire, i miei muscoli erano bloccati quasi come se il mio cervello mi stesse obbligando a vivere quell’incredibile situazione.
Lentamente spostai il mio sguardo di ghiaccio nei suoi occhi del medesimo colore per cercare di capire
cosa provava in quel momento .. e se come me era confuso e insicuro di quella situazione.
Ma con mia sorpresa nei suoi occhi trovai solo sicurezza e convinzione dell’azione che stavamo per compiere.
- Non crederai sul serio che ti baci ? - dissi fissandolo mentre si avvicinava sempre di più alle mie labbra, creando tra di noi una distanza alquanto invisibile ad occhio nudo.
- Io credo che lo farai .. – rispose quasi in un sussurro.
- E cosa te lo fa credere? 
- I tuoi occhi .. il tuo viso .. il tuo cuore ... Fabiola so che anche tu vuoi quello che voglio io. 
- No, è qui che ti sbagli Louis... Io non vorrò mai quello che vuoi tu .. - dissi prima di sciogliermi dalle sue braccia e cercare di allontanarlo.
Ma nonostante il mio tentativo di liberarmi non cambiò nulla, lui era ancora troppo vicino al mio viso e aveva ancora le sue mani delicate posizionate sui miei fianchi.
Sul serio volevo quello che voleva lui? 
Beh forse si o forse no .. so soltanto che in quel momento tutte le ostilità che c'erano con lui erano svanite lasciando spazio a un qualcosa che il mio cuore non credeva possibile riuscire a provare per lui.
Si è vero avevo sempre avuto, fin dal primo giorno, una forte attrazione per quel ragazzo dagli occhi come il mare, ma non ero sicura che non avrei provato nient’altro al di fuori di quello. Ma ancora una volta mi sbagliavo di grosso.
-          Shh – disse spostando una sua mano sul mio viso e spostandomi una ciocca di capelli – non mentire ancora, non c’è ne bisogno. – disse puntando di nuovo i suoi occhi nei miei che si erano spostati per un secondo sulle mie labbra.
Non proferì parola alle sue parole, ormai era inutile parlare.
Così, arresa portai le miei mani sul suo viso accarezzandoglielo  lentamente.
Lui accennò un piccolo sorriso avvicinandosi totalmente a me eliminando, così, quel minimo di distanza rimasto.
Sentivo il tocco delle sue labbra sulle mie facendomi sobbalzare il cuore.
Lentamente dischiusi le labbra rendendo possibile l’incontro delle nostre lingue che lentamente cominciarono a muoversi in sincronia.
Sentivo la sua lingua esperta scoprire la mia bocca e la mia che ricambiava con piacere quelle piccole attenzioni.
Mentre ci baciavamo sentì le sue mani calde posarsi sotto la camicetta della divisa e lentamente salire sulla mia schiena provocandomi ancora una volta un milione di brividi.
Al suo gesto così improvviso il mio cervello perse anche quelle piccole connessioni che mi bloccavano nel lasciarmi andare totalmente.
Lentamente mi staccai dalle sue labbra con quel po’ di cervello che mi rimaneva, rimanendo comunque ad una distanza quasi invisibile.
-          Smettila di fare così – dissi con un sorriso sulle labbra.
-          Cosa sto facendo? – chiese con lo stesso sorriso.
-          Mi stai facendo impazzire. – dissi facendo accentuare il suo sorriso.
-          Bene, allora mi dispiace ma non ho intenzione di smettere. – disse baciandomi a timbro e poi scendendo lentamente sul mio collo.
Lentamente senti le sue mani che iniziavano a sbottonarmi la camicetta ed io in tutta risposta spostai le miei mani sul suo petto spingendolo leggermente.
Lui capendo che il mio non era un tentativo di allontanamento rispose al gesto staccandosi e afferrandomi le gambe caricandomi in braccio.
Lentamente si sedette sul mio letto con me a cavalcioni su di lui.
Dopo un po’ di tempo passato solo a baciarci senti le mani di Louis sfilarmi la camicetta lasciandomi per un secondo senza fiato.
Lui riprese subito a baciarmi girandosi e portandomi stesa sotto di lui.
Lentamente comincio a baciarmi dal collo all’ombelico e provocandomi un sussulto col contatto delle sue labbra sul mio seno.
Una volta che il suo volto torno a salire verso il mio posizionai le mani ai bordi della sua maglietta rossa e gliela sfilai in una manciata di secondi.
Lui sorrise al mio gesto alquanto inaspettato tornando subito dopo sulle mie labbra bramose di lui.
Stavo per perdere totalmente il controllo quando una parte ancora cosciente in me mi disse che dovevo fermarmi.
Odiavo quella parte di me, ma in quel momento dovevo dargli ragione.
Da quanto tempo conoscevo Louis? Da meno di una settimana. Non potevo spingermi così oltre con lui, nonostante lo volessi con tutta me stessa.
-          Louis .. – dissi staccandomi appena dalle sue labbra.
-          Cosa c’è? – chiese con voce totalmente eccitata.
-          Non possiamo .. non ora. – disse spingendolo di poco.
Lui si sposto da sopra a me mettendosi steso al mio fianco.
-          Mi dispiace io …
-          No, non preoccuparti è solo che non me la sento, scusami tu. – lo fermai subito.
Sapevo che aveva inteso il mio gesto in modo sbagliato, quasi come un rifiuto nei suoi confronti.
Beh forse lo era, ma non nel modo che intendeva lui, a me piaceva, e già mi piaceva e non di poco, ma non potevo assolutamente finire a letto con lui dopo nemmeno 6 giorni di conoscenza.
Così dopo venti minuti abbondanti passati in silenzio ancora stesi sul letto decisi di spiegargli per quale motivo mi ero fermata.
-          Louis? – dissi.
-          Dimmi. – rispose con la voce ormai calma e tranquilla come sempre.
-          Non interpretare il mio gesto come un rifiuto nei tuoi confronti .. o almeno non nel senso che lo interpreti tu. – dissi diventando totalmente rossa.  Ma che diavolo stavo dicendo?
Lo senti ridere leggermente evidentemente perché aveva visto il mio viso diventare color porpora, per poi rispondermi con voce pacata.  
-          Non l’ho inteso nel senso che credi, anche perché se mi avevi rifiutato perché non ti piacevo non mi avresti nemmeno baciato. – disse mettendosi su un lato e alzandosi su un gomito.
Io annui ancora più rossa, accorgendomi che ero in reggiseno e lui era ancora a dorso nudo al mio fianco.
-          Sei carina quando arrossisci.
-          E tu sei una rottura. – dissi alzandomi e prendendo la mia camicetta individuata ai piedi del letto.
-          Fabiola ha cambiato la sua situazione caratteriale da “sono dolce e pazza di Louis” a “Salve ho mandato yogurt andato male”. – disse ricevendosi la sua maglietta a mo di proiettile in viso.
Lo senti ridere sotto la maglia e anche io non evitai di farmi scappare una risata.
Una volta che ci fummo rimesti in sesto Louis decise di tornare nella sua stanza dato che doveva studiare, ma prima di uscire, a mia sorpresa, mi lascio un piccolo bacio a timbro sulle labbra.
-          Ciao piccola. – disse dopo essersi staccato.
-          Non farlo mai più – disse acida.
-          Scordatelo lo farò finche mi chiamo Louis.
-          Allora cerca di cambiare nome al più presto. – disse sorridendo appena.
-          Mi dispiace ma ho deciso che non lo cambierò mai .. terrò il mio nome così per sempre solo per poterti baciare. – disse dandomi un altro bacio a timbro e sparendo poco dopo per i corridoi delle varie camere..
Quello che stava succedendo era assurdo, insomma circa un ora prima litigavamo e ci tenevamo a distanza e un attimo dopo sembrava che stavamo insieme.
Non sapevo come interpretare tutto quel caos sul serio .. o meglio potevo racchiudere tutto in una sola persona .. in un solo nome .. quel nome che ancora oggi mi fa stringere un nodo in gola : Louis William Tomlinson.
 



 

Hola ragazze !!!!!!!!!!

Come va? Allora fino ad ora vi piace la storia? Sperò di si. 
Comunque sia non sono solita aggiungere miei pareri personali ma volevo chiedervi per piacere 
di commentare questo capitolo dicendomi fino a dora cosa vi piace e cosa ne pensate di questa storia. 
Comunque se in questo momento state pensando che Louis e Fabiola finalmente stanno insieme e hanno finito di 
torturarsi con i loro atteggiamenti .. beh state proprio sbagliando. 
Dato che fino alla fine della storia ci saranno molti colpi di scena e vari coninvolgimenti sentimentali. 
Comunque grazie per aver letto la mia storia P-E-N-O-S-A e un immenso bacio a tutteeee !!!!!!!! 
Vi adoro
Yli_x



 

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Capitolo 20
*** 18° Capitolo ***


Ti tratterò come tutti

 
La voce della segretaria rimbombava nella mia stanza, rendendo impossibile il solo pensiero di continuare a dormire.
-          C’è un pacco per lei signorina. – continuava a ripete da almeno mezz’ora.
Erano circa le sette del mattino ed io ero totalmente priva di voglia di alzarmi. Infondo era sabato, potevo permettermelo di dormire, ma a rendermelo impossibile era quella gallina che continuava a ripetere quell’assurda frase.
Oramai, arresa,mi alzai ed andai ad aprire la porta alla segretaria, vestita solo della mia culotte e della mia magliettina corta fino all’ombelico.
-          Era ora signorina, ma le sembra questo il modo di aprire la porta? – disse con voce fin troppo acuta riferendosi al mio abbigliamento.  
-          Mi dia questo pacco e se ne vada su. – dissi acida.
-          Certo, questo è per lei. – rispose dopo una guardata che lei definiva “cattiva” ma che sembrava più la faccia di un asino in calore.
-          Si, ok dove devo firmare? – chiesi sbadigliando e buttandomi i capelli indietro con una mano. Di solito non ero così acida con le persone, fatto eccezione per Louis, ma quando qualcuno mi svegliava troppo presto nei giorni festivi diventavo la sorella di una bestia.
-          Qui. – disse porgendomi una cartellina che io afferrai e firmai non curandomene di cosa ci fosse scritto.
-          Ecco, fatto, arrivederci.  – dissi praticamente chiudendogli la porta in faccia.
Mentre mi allontanavo dalla porta sentii dei piccoli lamenti da parte di quella povera gallina che aveva osato svegliarmi alle sette .. di sabato.
-          E tu cosa sei? – chiesi più a me stessa dato che il pacco che mi trovavo davanti non avrebbe mai risposto.
Incuriosita dal sapere cosa ci fosse dentro quell’enorme scatolone andai in bagno a prendere le forbicine per tagliare lo scotch.
-          Bene, vediamo un po’ cosa sei bel pacchetto. – dissi mentre tagliavo tutto.
Dopo aver tolto le legature notai che al suo interno era zeppo di palline di polistirolo con una bustina minuscola poggiata sopra.
Curiosa e alquanto sorpresa presi il bigliettino e mi sedetti sul pavimento come una bambina, cominciando a leggere.
 Dopo aver finito di leggere sul mio volto si dipinse un enorme sorriso.
Era un pacco di mia madre che mi aveva inviato alcune cose che avevo lasciato a casa a causa dell’improvvisa partenza.
-          Vediamo un po’. – dissi sorridendo e infilando la testa in quel pacco. – C’è la mia lampada, il mio orsacchiotto Bubi, il mio diario e questo? – dissi cacciando fuori un pacchettino di piccole dimensioni. – Da Brian. – a quel nome mi si dipinse un enorme sorriso in volto, amavo mio fratello e sapevo che quando mi faceva un regalo era sempre un qualcosa di stupendo.
Infatti una volta aperto il pacco davanti ai miei occhi si presentò un bellissimo braccialetto e una collana realizzati in Swarovski, che indossai immediatamente.
(http://www.lacricri.com/immagini_creazioni/swarovski/Braccialetti_Swarovski/bracciale%20punto%20croce%20emerald%20ab2x.jpg & http://1.bp.blogspot.com/_h05bbSc9Joc/S6prOP3obCI/AAAAAAAAAD0/wmxwE0LsAuE/s1600/collana+cuori+blu+inv.jpg )
Si mio fratello aveva sul serio dei gusti favolosi.
Dopo aver contemplato il favoloso regalo chiusi lo scatolone e lo poggiai nell’armadio,lo avrei svuotato in pomeriggio, e inviai un messaggio a mia madre e mio fratello ringraziandoli per avermi fatto ricevere quel pacco e quel regalo.
Nel casino di aprire la porta, prendere il pacco e vedere cosa fosse, il mio sonno era completamente andato a farsi benedire. Così decisi di vestirmi e di uscire di stanza per la mia solita passeggiatina mattutina.
Quella mattina, dato che essendo giorno di festa potevamo non mettere la divisa, decisi di indossare uno dei miei amati vestitini.
Me ne misi uno blu di jeans in modo da abbinare ad esso il mio nuovo bracciale e la mia nuova collana.
( http://static.blogo.it/fashionblog/denny-rose-primavera-estate-2010/d5.jpg )
Quando uscì mi diressi al cortile, prendendo quella volta una strada diversa, sperando di non incontrare Zayn. Dopo quello che era accaduto il giorno precedente con Louis non mi andava tanto di incontrare quel ragazzo meraviglioso dagli occhi color cioccolato.
Mentre camminavo con la testa alzata, per contemplare il cielo mi scontrai in pieno con qualcuno.
-          Aia che dolore. – disse il ragazzo mettendosi una mano dietro al sedere.
-          Scusami ti ho fatto male? – chiesi alzandomi e porgendomi la mano.
-          No, non preoccuparti. – disse lui sorridendomi e alzandosi.
Osservai quel ragazzo per un arco di tempo di circa 10 secondi prima di distogliere lo sguardo.
Alto,capelli dorati, occhi verdi, fisico da modello e un immenso sorriso a completare il tutto.
Cavolo, dovevo cercare di sbattere più spesso contro le persone. Insomma la prima volta Louis, la seconda lui e la terza? Magari avrei scontrato Justin Bieber o meglio  Jason Derulo.
-          Emh piacere Fabiola. – disse leggermente arrossita porgendogli la mano.
-          Piacere mio, Lucas. – rispose accentuando il suo sorriso.
-          Mi dispiace ero completamente distratta. – dissi sorridendogli.
-          Nulla, sul serio. Anzi io stavo andando a fare colazione, tu hai già mangiato qualcosa? – mi chiese.
-          No, nulla veramente.
-          Perfetto, allora per farti perdonare verrai a fare colazione con me. – cavolo era intraprendente il ragazzo.
-          Va bene, ma solo perché devo farmi perdonare. – risposi sorridendo e facendo comparire un ennesimo sorriso anche sul suo volto.
Durante il tragitto per arrivare al bar cominciammo a chiacchierare un po’.
 Era simpatico, questo si, ma non era il mio tipo, troppo sfacciato e intraprendente, un po’ alla Zayn.
Diciamo che io preferivo i ragazzi un po’ più chiusi ma allo stesso tempo dolci e divertenti.
Capito quali? Quei classici ragazzi un po’ sbruffoni che in realtà usano quell’atteggiamento per farsi notare e che riescono a sostenere un intero argomento con uno stupendo sorriso dipinto sul volto.
Una volta arrivati ci sedemmo, e prendemmo insieme un cappuccino e un cornetto.
Come detto prima c’era una caratteristica i quel ragazzo che lo rendeva fin troppo sicuro di se.
Non so cosa mi ha fatto credere questo, sul serio, nessuno l’avrebbe detto, dato che le uniche cose che aveva fatto erano continuare a tenere un viso serio, raccontare delle sue mille ex ragazze ,  specchiarsi nel porta tovaglioli mentre continuava a tenere quel suo fare da “GUARDAMI SONO FIGO” e infine raccontarmi come mezza scuola voleva essere al mio posto in quel momento. Sul serio non so cosa me l’abbia fatto pensare dato che i suoi atteggiamenti erano da ragazzo fin troppo modesto.
Fossi stata in lui avrei cercato di avere un po’ più auto stima.
-          Allora ci vediamo bellezza. Io ora devo andare. – disse quando, aimè , finimmo di fare colazione.
-          Ok, non preoccuparti è stato un piacere e grazie mille della colazione. – dissi con un enorme sorriso.
-          Oh di nulla, questo è il mio numero se ti va chiamami così vediamo di metterci d’accordo per questa sera. – questa sera? Era impazzito per caso? Credeva sul serio che sarei voluta uscire con lui? Il ragazzo non solo aveva poca autostima ma faceva anche uso di stupefacenti.
-          Emh, ok .. ciao Lucas a presto. – dissi afferrando il foglietto che mi aveva porso con il suo numero e allontanarmi nel verso opposto al suo.
 
Una volta arrivata al dormitorio decisi di andare a svegliare la mia dolcissima amica Aurora, che di sicuro mi avrebbe accolta con tanto amore e dolcezza.
-          Chi cazzo è a quest’ora? – come stavo dicendo, con tanto amore e dolcezza.
-          Sono io Aurora apri. – dissi sorridendo appena.
-          Ma che diavolo ci fai qui? – chiese scocciata.
-          Vuoi sapere cosa ho deciso di fare con i ragazzi o no? – gli chiesi un po’ scocciata.
-          Uffa, entra. – disse aprendo la porta del tutto.
-          Bene allora, sai ho deciso che hai ragione tu è inutile non considerarli più solo perché non mi dicono chi sono. Sono ragionevole e ho capito che non ne vale la pena perdere un amicizia per una mia testardaggine. – dissi.
-          Ohh .. ho capito .. brava … andiamo chi ti ha detto la verità dei cinque? Niall? Liam? Zayn? Harry? – disse sedendosi sul letto dove mi ero accomodata anche io.
-          L’unico che non hai nominato. – dissi alzando le spalle.
-          Mmm vediamo Niall non è , Liam idem, Zayn e Harry no .. wow Louis. – quanto te l’ha detto? Ieri a cena non lo abbiamo incontrato. – chiese stupita.
-          Beh ieri, nella mia stanza un attimo prima che ci baciassimo – dissi con nonchalance.
-          Come scusa? – chiese alzando di un decibel il suo tono di voce.
-          Cavolo Aurora mi hai sfondato il timpano. – dissi buttandomi sul letto fingendo un innato dolore.
-          Oh, no non sviare l’argomento. Su parla.
-          Ok, ok – dissi sedendomi bene sul letto e facendo un profondo respiro.
Quando ebbi finito di raccontargli tutto e ripeto tutto quello che era accaduto la sua faccia era simile ad una persona che aveva appena visto un cane parlante.
-          Aurora sei viva? – chiesi scuotendogli la mano davanti al viso.
-          O PORCA CAROTA FABIOLA MA TI RENDI CONTO DÌ COSA E’ SUCCESSO IERI? – urlo scattando in piedi.
Beh la sua osservazione era, ancora una volta, totalmente esatta.
No, non mi ero resa conto di cosa fosse successo il giorno prima, e non me ne’ sarei resa conto nemmeno nei giorni successivi.
Qualcuno ora starà pensando: “ questa ragazza è un idiota, ha l’occasione di stare con Louis Tomlinson e non la usa, fossi stata io al suo posto. “ ma credetemi c’era un motivo per quello che stavo facendo.
Lui mi aveva detto di trattarlo con un ragazzo normale e di non fare peso al fatto che lui fosse un cantante. Era stato lui a dirlo, non io.  
Voleva essere trattato come tutti? Bene, anzi ottimo, dato che era proprio quello che avevo intenzione di fare.
Louis Tomlinson, il ragazzo normale, non mi avrebbe mai avuto così facilmente, nemmeno se alla base di tutto c’era stato un bacio .. un meraviglioso bacio. 




Ciaoooo Ragazze :D
Allora cosa ve ne pare? Lo so questo capitolo è un orrore ma è molto importante per andare avanti.
Se siete state attente avrete notato che in questo brano ci sono molte informazioni dettagliate sul pensiero di Fabiola verso i ragazzi del gruppo, in specifico verso Zayn e Louis.
Benee anche se questo capitolo è veramente orrendo spero vi sia piaciuto e con queste parole
Io vi lascio e aspetto con ansia le vostre recensioni.
Un bacio
Yli_x

 

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Capitolo 21
*** 19° Capitolo ***


Proprio a quella festa dovevamo andare?
 

 
-          Andiamo Fabiola è sabato .. non puoi startene in stanza il sabato sera, è da nerd.
-          Non mi va di vedere Louis ok?
-          Evitalo e il gioco è fatto. Andiamo Fabiola.
-          Odio quando mi convinci a fare le cose che piacciono a te.
-          Ed io amo quando mi dai ascolto.
Di nuovo Aurora era riuscita a convincermi che la cosa giusta era quello che diceva lei.
Si concluse così quella conversazione, con me convinta e lei come sempre vincitrice.
Mi aveva trascinato, quella volta, in una delle classiche serate di sola discoteca. Eravamo arrivate in un enorme locale chiamato “Nerve”, ovvero “ Sangue freddo” , accompagnate da un amico che Marcus aveva conosciuto ai corsi di musica.
Non avevo la più minima idea di dove fosse Louis o dove fossero il resto dei ragazzi, ma non mi importava, quella sera volevo solo divertimi e stare lontana da loro.
La musica all’interno di quell’enorme edificio pompava al ritmo del mio cuore.
Sentivo i battiti pulsarmi nel petto, all’altezza dello stomaco. Lì dentro era difficile vedere qualsiasi cosa che non fossero corpi che si dimenavano, tra la nebbia di ghiaccio secco e gli effetti di luce che sciabolavano altissimi dal soffitto tecnologico.
Però sapevo che c’era. Lo percepivo dal battito del mio cuore e dal nodo all’altezza dello stomaco.
Infatti, in quel momento, ero grata alla massa di corpi schiacciati che mi avvolgevano, nascondendomi alla sua vista.
Mi allontanai un solo secondo da tutte quelle persone per prendere alcuni drink e quando senti l’alcool cominciare a fare effetto mi catapultai in mezzo alla massi di corpi ondulanti e pieni di voglia di divertimento.
Cominciai a ballare con uno, due, tre  o forse quattro ragazzi diversi che del resto non conoscevo.
Seguivo solo la musica e l’alcool che era dentro di me, solo quello era capace di farmi muovere in quel momento.
Aurora ormai l’avevo persa, forse aveva trovato i ragazzi e chi sa magari era già in un angolino con il signorino  Styles. Comunque sia non me ne importava nulla in quel momento della mia amica. Non ero abbastanza cosciente per pensare anche a lei e non avevo nemmeno la voglia di andarla a cercare.
Mentre ero concentrata a seguire con movimenti fluidi quei ragazzi che mi circondavano sentì una mano calda e forte afferrarmi per un polso e trascinarmi a se, facendo lamentare quei quattro ragazzi privati del loro gioco.
-          Chi sei ? Lasciami mi stavo divertendo. – dissi con voce acuta mentre mi abbandonavo ad una risata classica da sbornia. 
-          Non voglio smettere di ballare non preoccuparti, solo ti porto lontana da quei tizzi. – rispose una voce calda e forte. Si è vero ero sbronza ma appena sentì quel tono non potei fare a meno di collegarlo subito al suo proprietario. Zayn.
-          Quindi vuoi continuare a ballare con me esatto? – chiesi fermandomi di botto.
-          Non ho detto questo, ma se ti va non mi dispiace. – rispose girandosi e puntando i suoi occhi marroni nei miei.
Con un semplice sorriso lo feci avvicinare a me cominciando a ballare, facendo sì che i nostri corpi erano il più vicino possibile.
Le canzoni cambiavano in continuazione e man mano moltissimi ragazzi si andarono a posizionare sui divanetti, mentre io e Zayn rimanevamo fermi lì a ballare come due anime libere che cercano insieme di vivere al meglio.
-          Io amo questa canzone. – dissi con fare provocante all’orecchio di Zayn appena sentì partire una delle mie canzoni preferite.
-          Piace tanto anche a me e credimi questa sera non è l’unica cosa che mi piace.  – mi sussurró all’orecchio, o forse lo disse a voce alta, non lo sapevo dato il volume eccessivo della musica.
-          E cos’altro sentiamo.
-          Vediamo se riesco a fartelo capire. – disse spostando il suo viso sul mio collo cominciando a riempirlo di baci per poi risalire fino al mio viso e mettendo il suo volto a minima distanza dal mio.
-          No, non ho capito. – dissi provocatoria.
Lui di tutta risposta mi afferrò per i fianchi e porto il mio bacino attaccato al suo e avrei potuto giurare di aver sentito il suo respiro farsi più forte di prima.
-          Allora dovrò fartelo capire a tutti i costi. – mi rispose prima di avventarsi sulle mie labbra.
Sentivo le sue labbra grandi e carnose cercarmi con foga e la sua lingua muoversi con ancora più destrezza.
Sentivo il sapore d’alcool di lui e il mio mescolarsi in un'unica cosa.
Restammo così a far ballare le nostre labbra per tutto il resto della canzone e man mano che essa arrivava alla fine sentivo Zayn aumentare la stretta sul mio bacino per avvicinarmi a lui, mentre io avvolgevo le mie braccia dietro al suo collo.
Una volta che ci fumo staccati avevamo entrambi il fiato corto e uno sguardo malizioso stampato sul volto.
-          Lo sai vero che domani non ricorderò nulla di quello che è successo questa sera? – gli chiesi ancora con voce bassa.
-          Si lo so, ma non mi importa. – rispose fiondandosi di nuovo su di me.
Non ricordo quanto tempo rimanemmo ancora a baciarci, ma posso dire con certezza che quel ragazzo era proprio bravo, si insomma ci sapeva davvero fare e sono più che certa che se Aurora non mi avesse chiamata e mi avesse tirata via quella sera sarei arrivata  a fare così inimmaginabili con quel moretto.
Non ricordo molto del resto della serata, ricordo a tratti la ramanzina di Aurora che mi rimproverava per il bacio con Zayn. Diceva che se Louis mi aveva visto sarebbe stato un gran casino. Ma io non me ne importai, non ero fidanzata con lui. A parte questo non avevo più ricordi di quella serata, o forse uno solo.
Ricordo solo degli occhi, degli occhi azzurri che mi fissavano un secondo prima del buio totale.
Il giorno dopo mi risvegliai nella mia stanza con un enorme mal di testa, ecco quelle erano le conseguenze dell’uscire con Aurora.
Mi alzai quasi strisciando dal mio letto e mi diressi in doccia con lo scopo di svegliarmi e di cercare di ricordare come ero arrivata nella mia cabina.
Ma dopo aver passato un ora intera sotto la doccia arrivai ad una conclusione: mi ero teletrasportata. 
-          Fabiola apri la porta.
-          Chi è? – chiesi reggendomi le tempie doloranti.
-          Louis.
Appena sentì quel nome sgranai gli occhi e deglutì rumorosamente.
Non sapevo cosa dovevo fare ero nel panico e in più il mio mal di testa mi rendeva impossibile pensare ad un idea per scomparire.
Non c’erano soluzioni in quel momento che mi sembravano ragionevoli.
Perché non riuscivo a teletrasportarmi come la sera precedente? O al diavolo ero totalmente spacciata. 



Dire che questo capitolo fa pena è poco :/
Sul serio è una schifezza :/
Beh tornando a noi , voi che ne pensate di tutta questa storia assurda ?
O meglio parlando, preferite Zayn o Louis?
Beh aspetto le risposte con le vostre recensioni <3
Un bacione la vostra
Yli_x
p.s. seguitemi su twitter :D
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Capitolo 22
*** 20° Capitolo ***


Chiarito? Si, sti cazzi

 


-          Fabiola apri la porta.
-          Chi è? – chiesi reggendomi le tempie doloranti.
-          Louis.
Appena sentì quel nome sgranai gli occhi e deglutì rumorosamente.
Non sapevo cosa dovevo fare ero nel panico e in più il mio mal di testa mi rendeva impossibile pensare ad un idea per scomparire.
Non c’erano soluzioni in quel momento che mi sembravano ragionevoli.
Perché non riuscivo a teletrasportarmi come la sera precedente? O al diavolo ero totalmente spacciata.



-          Si, si arrivo. – dissi stringendo per bene il mio asciugamano e andando ad aprirgli la porta.– Buongiorno. – dissi con voce sottile scorgendo la figura di Louis al di fuori della porta.
-          Mi sembra che noi due dobbiamo parlare. O sbaglio? – chiese con voce seria, fin troppo seria per essere lui.
-          Sul serio? E di cosa sentiamo? – chiesi chiudendo la porta una volta averlo fatto entrare.
-          Ti sei divertita ieri? – mi chiese serio. Che avesse visto tutto? In tal caso ero sul serio nella merda fino al collo.
-          Abbastanza, ma non ricordo molto dato che credo di essermi ubriacata.
-          Si, che eri ubriaca l’ho notato anche io. – disse calando lo sguardo.
-          Che ne sai tu? Non ci siamo nemmeno incontrati ieri.
-          Ah si? E sentiamo chi ti ha portato in stanza?
-          Mmm Aurora facendomi fluttuare? – chiesi abbastanza ironica.
-          Sbagliato. In pratica ieri sera mi sei svenuta tra le braccia e ti ho portato qui. Per colpa tua ho anche piantato in asso Harry e Zayn. – appena nomino quel nome mi si ghiaccio il sangue nelle vene e le immagini della sera prima si presentarono prepotenti nella mia mente, facendomi arrossire di colpo.
Lui non parlò più e nella stanza calo un silenzio totalmente imbarazzante.
Dopo circa dieci minuti mi feci forza e mi avvicinai al mio armadio aprendolo e prendendo da dentro i miei panni.
-          Io, io mi vado a vestire un attimo. – dissi andando a chiudermi in bagno, ricominciando solo all’ora a respirare.
 
Cercai di fare il più lentamente possibile, ma dopo circa venti minuti ero già pronta.
Quando uscì lo trovai steso sul letto con le due braccia sotto la testa.
-          Allora di cosa dobbiamo parlare? Ti ascolto. – dissi con voce decisamente più ferma e decisa rispetto a quella precedente.
-          Beh non immagini cosa devo dirti? – disse alzandosi dal letto e fissandomi rimanendo ad una distanza di circa un metro.
-          No, non lo immagino e onestamente il tuo comportamento mi infastidisce Louis quindi sbrigati. – dissi acida.
-          A scusami tanto se il mio carattere ti da così fastidio, comunque ieri non mi sembravi così dispiaciuta di questa situazione. – disse avvicinandosi.
-          Ieri era ieri Louis. – dissi gelida.
-          Fabiola, mi spieghi perché il giorno prima mi tratti in un modo e il giorno dopo mi tratti come uno straccio? – disse con uno sguardo dolce e .. e quasi triste.
-          E’ il mio carattere e se credevi che sarebbe cambiato perché sei un cantante ti sbagli.
-          E’ questo il problema Fabiola? Credi che perché sono un cantante io .. oh andiamo è ridicola come cosa.
-          Scusami? Non ti seguo. – dissi alzando un sopracciglio. – semplicemente voglio che tu te ne stia alla larga. – dissi torturandomi mentalmente per quella frase.
-          Sai che non lo farò vero? – disse avvicinandosi ancora a me facendomi subito calare lo sguardo.
-          Si .. si lo so – dissi in un sussurro. – è per questo che te lo dico .. perché so che non farai mai cioè che dico. – dissi mordendomi subito la lingua per aver parlato troppo.
-          Vieni qui stupida. – disse e in una frazione di secondi mi ritrovai tra le sue braccia calde e possenti.
Allora non era lì per parlarmi della sera precedente, e cioè voleva dire solo una cosa: guai in arrivo.
Pensandoci sarebbe stato meglio se aveva visto, almeno avremmo affrontato la questione lì e basta, ma in seguito la cosa diventerà ancora più complicata.
Dopo un po’ si stacca dalle mie braccia e mi fissa negli occhi con un mezzo sorriso e avvicinandosi a poco dalle mie labbra mi sussurrò una frase.
-          Ti farò capire chi sono .. ti mostrerò tutto di me .. ti starò attorno solo per guardarti e ti conquisterò per far capir a tutti che tu sei mia. – dopo di che si allontano da me andando ad aprire la porta e uscendo dalla mia stanza.
Una volta uscito? Beh diciamo che il mio viso era un misto tra lo sconvolto e l’incantato.
In pratica avevo la faccia di un idiota colossale, per di più ero di una tonalità rossiccia, causata dal battito del mio cuore fin troppo accelerato.
Se quel ragazzo continuava a fare così credo che me ne sarei andata molto prima da Londra. Perché? Semplice, sarei morta di infarto.
Dopo circa cinque minuti di smarrimento mi ripresi e andai ad afferrare la mia borsa.
Una volta uscita mi diressi con passo svelto ad una delle camere situate nel mio corridoio e dopo averci bussato due volte la porta si aprì e dinanzi a me  si parò l’immagine di Zayn.
-          So già perché sei qui. In effetti ti aspettavo. – rispose lui passandosi le mani tra i capelli.
-          Beh sei perspicace allora. – risposi sorridendo appena.
-          Ti chiedo scusa sul serio .. ero ubriaco ed io ..
-          Zayn, don’t worry .. non mi importa di quello sul serio .. solo che quella storia , beh si, io e te .. deve rimanere fra noi. – dissi torturandomi le mani.
-          Va bene .. ma scusa perché ti preoccupi tanto che si possa sapere? – chiese sedendosi sul suo letto.
-          Zayn, solo non voglio crearmi una reputazione sbagliata .. tanto che ti costa? – chiesi.
-          Va bene ho capito. Comunque ieri sera , se non sbaglio, ho visto Aurora urlarti contro. Tutto bene? – chiese cambiando argomento, dato che stava diventando abbastanza imbarazzante la situazione.
-          Beh si, classiche sgridate tra amiche del tipo ‘Hai bevuto troppo!’.. nulla di preoccupante. – dissi sedendomi al suo fianco.
Lui appena mi sedetti mi fisso con i cuoi occhi da cerbiatto e mi sorrise leggermente imbarazzato.
Io ricambiai a quel gesto avvicinandomi a lui e abbracciandolo.
-          Perché questo abbraccio? – mi chiese mentre mi alzavo dal letto riafferrando la mia borsa.
-          Mi andava, tutto qui. Ora vado a stendermi nel mio bel lettino dato che ho un mal di testa unico.
-          Beh credo che farò lo stesso quindi, ciao Faby. – disse aprendomi la porta e dandomi un bacio sulla guancia mentre uscivo.
Bene, in quel momento pensai di aver risolto la situazione Louis/Zayn, ma indovinate?
Mi sbagliavo di grosso.
Infondo si sa che i segreti e le bugie hanno le gambe corte, ma io in quel momento non solo me ne ero dimenticata ma mi ero anche auto convinta che potevo nascondere tutto di quella mia stupita serata di sbornia.
Perché ero, o meglio sono così idiota? Bah, mistero. 



 

Ma ciaooooo belle fanciulle (?) O.O
Comunque prima di iniziare a parlare della storia

volevo ringraziare ognuna di voi per i magnifici

commenti *--* cioè 9 commenti sono contentissima
sul serio <3 <3 <3
Tornando invece alla storia che dire … :D
Come avrete capito un poco ( almeno spero) lei
 crede di aver chiarito con Zayn e Louis.
Ma quello che non sa è che il nostro Zayn non si arrenderà
così facilmente.. Infondo Zayn Malik è fatto così , o no? xD haah
Comunque secondo voi, cosa farà il nostro Zayn adesso?? E Louis?
La riuscirà a conquistare ? O meglio, chi riuscirà a conquistarla? 
Beh io vi mando un enorme bacione ragazze, alal prossima
Yli_x


 

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Capitolo 23
*** 21° Capitolo ***


Ehi tu, che hai in quella testa,aria compressa? 

 

 
-          Quindi, dopo questa così detta scoperta, i Pitagorici ebbero una vera e pro propria crisi. Molti infatti colti dalla disperazione cominciarono a togliersi la vita … - le parole del professore rimbombavano nella nostra enorme aula grigiastra.
Le sue lezioni erano sempre state molto pesanti, ma vi assicura che quella di quel giorno le superò tutte.
Ma mi domando, se sono morti questi tizi, perché dobbiamo parlare di loro? Non è meglio lasciarli in pace?
Insomma, non credo che sapere che i pitagorici erano dei nerd depressi ci aiuti ad aumentare la nostra cultura.
-          Suona … suona .. suona campanella ti prego, ti sto pregando! – mentre mi concentravo a escogitare un metodo per spingere il professore ad imitare i Pitagorici , alle mie orecchie arrivò la voce disperata del mio amico Marcus, che cercava in qualche modo di convincere la campanella a suonare.
-          Marcus, la campanella non suonerà prima solo perché la stai supplicando, quindi smettila. – dissi con un lieve sorriso.
-          Ti prego Fabiola, fallo stare zitto altrimenti il mio cervello tenterà il suicidio. – mi disse a bassa voce e con fare serio, provocandomi un immediato istinto di ridere, che dovetti controllare per evitare una nota.
-          Sei un idiota Marcus. – risposi sorridendogli e provocando anche in lui una risata che però nascose mordendosi il labbro.
-          Guarda che io sono serio. Ho fame, ho sonno e in più la sua lezione sta facendo suicidare ad uno ad uno i miei neuroni. Pensa anche loro preferiscono morire invece che ascoltarlo.
-          Wow non ci posso credere … ho sempre pensato che tu avessi un solo neurone, sapere che ne hai più di uno è una scoperta a me nuova .. mi sorprendi sempre di più Marcus. – dissi ricevendo un occhiataccia dal mio amico che in seguito mi sorrise cacciandomi la lingua.
-          Basta, ora se non sta zitto gli arriva Pitagora dietro la testa. – rispose la mia amica Aurora disperata.
-          Come fai a lanciargli Pitagora a dosso se è morto da anni? – chiesi con gli occhi leggermente sgranati e divertiti.
-          Lo resuscito e glielo lancio, semplice no? – disse prima di buttare, con molta grazia, la testa sul libro.
In seguito la vidi cacciare il suo amato telefono dalla tasca della divisa e metterlo in modo che il professore non la vedesse. Oh mio dio quella ragazza era un caso perso.
Le lancette del mio orologio da polso giravano lente, quasi come se volessero farmi ricordare che il tempo che avrei passato a Londra sarebbe stato lento e intenso come quella assurda lezione di “matematica”.
Quel giorno mi sentivo particolarmente strana, forse quello che mi aveva fatto sentire in quel modo era stato il messaggio di Louis, ricevuto la mattina presto.
“Ho bisogno di parlarti, appena suona la campanella dell’ora di pranzo vieni in cortile. Ti aspetto.”
Non trovavo un motivo per cui dovesse parlarmi, nei giorni successivi al nostro dialogo ci eravamo a malapena scambiati un saluto in cortile, non per scelta nostra, ma perché tra compiti e lezioni non avevano più tempo per vederci.
-          Fabiola? Ehi ci sei?
-          Secondo me è entrata in una sottospecie di coma vegetativo.
-          Ma che dici! Secondo me sta pensando al suo Tommo. – appena senti quelle parole sbarrai gli occhi e mi risi conto che i mi ei amici erano alzati davanti a me e che la classe era totalmente vuota.
-          Ma che? – chiesi confusa.
-          E’ suonata genio, andiamo a mensa? – chiesero i due quasi all’unismo.
-          Beh , voi andate io vi raggiungo devo prendere una cosa in stanza. – risposi facendo un mega scatto verso il cortile.
Corsi per i corridoi, attenta a non travolgere nessun’ragazzino del primo anno, e in meno di dieci minuti arrivai in cortile.
Appena arrivai cercai con lo sguardo la figura di Louis che notai poco dopo seduto su una panchina non molto distante da me.
-          Ciao. – mi disse alzando lo sguardo con un lieve sorriso
-          Scusa il ritardo. – dissi sorridendo anche io e sedendomi al suo fianco.
-          Tutto bene? – chiese.
-          Tutto bene, allora di cosa dovevi parlarmi? – chiesi curiosa poggiandomi ad una sua gamba con le mani.
-          Beh, in realtà nulla, solo mi andava di vederti. – rispose posando le sue mani sulle mie e domandomi uno dei suoi magnifici sorrisi.
-          Quindi mi hai fatto preoccupare per nulla? – chiesi mordendomi subito dopo la lingua.
-          Ti sei preoccupata? Bellina lei. – disse dandomi un pizzicotto sulla guancia.
-          Aia, mi fai male. – dissi mettendo il broncio.
-          Oh dove qui? – chiese dandomi un bacio sulla guancia.
-          No, sbagliato.
-          Mm e dove? – chiese mettendosi di fronte a me tirando le mie gambe sulle sue.
-          Non lo so, non me lo ricordo.
-          A no? Forse è qui? – rispose con un sorriso abbastanza malizioso, dandomi poi un bacio sul naso.
-          No, no. – risposi con altrettanto malizia.
-          Allora dove?
-          Guarda, qui. – dissi prendendo il suo viso e avvicinandolo al mio, facendo sfiorare le nostre labbra lentamente, senza però baciarlo.
Lui sorrise e si avvicino ancora di più a me per baciarmi, ma di tutta risposta, mi allontanai di pochissimo per evitare il contatto troppo intenso con le sue labbra.
-          Ehi. – rispose lui offeso rimanendo sempre con la sua fronte poggiata alla mia.
-          Ti ho detto che mi faceva male, no che volevo un bacio. – dissi sorridendo.
Lui non rispose ma si limitò a sorridermi e a far urtare il suo naso al mio.
Io alzai una mano e lentamente passai un dito sulle sue labbra tracciando il contorno.
Ad interrompere quel momento al dir poco magico fu, come sempre, il  mio dannato cellulare.
Porco cazzo, perché non lo lasciavo in stanza quando era necessario?  
In un primo momento pensai che fosse mia madre ma in seguito mi ricordai che da lei erano le tre del mattino, allora chi era che mi chiamava? 


Ciaoooo fanciulle :D :D :D (?)
Come state? Io benissimo :D
Beh questo capitolo è proprio una cacca di Kevin xD
Però mi serve per il prossimo capitolo.
Chi sarà a telefono? Qualcuno che stava osservando
 tutto e voleva distruggere quel momento o semplicemente
 era Aurora che rompeva le uova ( per non dire altro xD) ??
Beh leggete il prossimo e lo capirete :D  Bene recensite in tante così continuo al più presto :D <3 <3
p.s. grazie mille a tutte voi che lo leggete sul serio <3 <3 

Yli_x

 

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Capitolo 24
*** 22° Capitolo ***


Ammetterlo è il primo passo... il secondo non farlo.. rischieresti di cadere

 

 
Il cellulare continuava a squillare incessantemente nelle mie tasche, rendendo impossibile anche il solo pensiero di ignorarlo.
Lentamente tolsi le gambe da sopra quelle di Louis e afferrai quell’aggeggio dalle mie tasche.
-          Pronto? – risposi con voce dubbiosa.
-          Emh .. Ciao Fabiola, tutto bene? 
-          Ciao, si alla grande ..ma tu chi sei ?
-          Ah si scusami , sono Zayn. – Zayn? Per quale assurdo motivo mi aveva chiamato in quel momento?
-          Oh ciao Zayn, cosa c’è ?
-          Nulla volevo parlare un po’ con qualcuno, tu dove sei ora? – mi chiese mentre lentamente mi voltavo per guardare la figura di Louis seduta al mio fianco. Lo scrutai attentamente perdendo di vista, per un paio di secondi, la “conversazione” con Zayn.
-          Emh, sono in cortile.. con Louis. – dissi cercando di mantenere un tono neutro nonostante il fastidio e l’imbarazzo che provavo in quel momento. 
-          Oh perfetto , allora ora vi raggiungo tanto avevo proprio voglia di fumarmi una sigaretta. Dove siete con precisione? – in quel momento se lo avevo davanti alle mie mani lo avrei ucciso di sicuro.
-          Di fronte all’entrata del dormitorio B. – dissi fredda come un ghiaccio ricevendo anche uno sguardo confuso da parte di Louis.
-          Ok , ora arrivo. Ciao. – disse staccando il telefono.
Rimasi per circa cinque secondi a fissare il mio telefono domandandomi per quale assurdo motivo Zayn doveva sfracassare i coglioni in quel modo. Insomma, non poteva fumarsela da sola quella sigaretta? Quando la voce di Louis mi riportò alla realtà.
-          Allora? Che vuole Zayn? – chiese con voce seria.
-          Non ne ho la più minima idea. Ha detto che viene qui per fumarsi una sigaretta insieme a noi.
-          Non poteva fumarsela da solo ? – chiese.
-          In effetti. Fa nulla, forse è meglio così. – dissi alzandomi per aggiustarmi meglio la mia magliettina della divisa.
Lui non aggiunse altro, e si limitò a rimanere in silenzio.
Dopo alcuni minuti Zayn arrivò e cominciò a parlare e scherzare con noi.
Non nego che stare sola con quei due mi stava uccidendo, infondo Louis non sapeva nulla di quello che era accaduto con Zayn e Zayn non era a conoscenza dei miei rapporti con Louis.
In pratica la tensione , in me , era altissima.
-          Beh ragazzi, io sono stanza preferisco tornare in cabina. Ciao. – dissi dopo circa venti minuti.
-          Ma come? Vai già via? – chiese Zayn con faccia da cucciolo.
-          Si. Ciao. – risposi secca evitando di guardare il volto di Zayn.
-          Ciao Fabiola. – mi rispose entrambi in coro mentre andavo via.
Non volevo sapere che cosa quei due continuarono a dirsi una volta che me ne fui andata, ma speravo solo , con tutta me stessa, che nessuno dei due avrebbe raccontato di me all’altro.
Certo che dovevo ammettere una cosa. Ero proprio brava a ritrovarmi in situazioni che non sopportavo per nulla.
Una volta che fui arrivata in stanza mi stesi sul letto con il forte desiderio di dormire, ma come al solito, appena chiusi gli occhi il bussare della porta mi fece letteralmente sobbalzare.
-          O porca vacca .. chi è? – chiesi abbastanza stizzita.
-          Aurora .. devo parlarti Fabiola. – il tono di voce che aveva utilizzato per chiedermi di aprire e il fatto che me lo avesse chiesto con tanta gentilezza mi faceva già intendere di cosa voleva parlarmi: ragazzi.
-          Su entra, cosa è successo? – chiesi facendola entrare.
-          Fabiola sto per uscire pazza sul serio. Ok, a me è sempre piaciuto Harry, e mi piace ancora adesso, sul serio, è stupendo ed è tutto quello che una ragazza vorrebbe avere.
-          Ma? Perché c’è un ma giusto? – chiesi osservandola mentre si torturava labbra e mani.
-          Ma … ma cavolo Fabiola perché?
-          Perché cosa? – chiesi confusa.
-          Perché non mi trasmette le sensazioni di lui … perché non faccio altro che pensarlo, ogni volta che lo incontro mi tremano mani e gambe e mi si blocca il respiro. Perché Fabiola? Perché? – disse  in preda ad una delle sue crisi isteriche.
-          Di chi parli Aurora? – chiesi nonostante sapessi già la risposta.
-          Niall .. sto parlando di Niall. – mi disse con voce arresa.
In realtà sapevo di chi stava parlando ma volevo che lo ammettesse, che ammettesse a me e a se stessa quello che iniziava a provare o meglio quello che provava da quando ha incontrato gli occhi di quel magnifico ragazzo Irlandese.
Volevo che lo ammettesse perché ammetterlo è sempre stato il primo passo per capire cosa proviamo sul serio.
Ed io? Io avevo mai ammesso cosa provavo per davvero?
No, non lo avevo mai fatto e mai lo farò .. perché come ho appena detto, ammetterlo è il primo passo per capire ma anche il primo passo per soffrire.  


Ciaoo ragazze :D 
Come va ? A me bene .. scusate per l'assoluto ritardo ma ho avuti problemi di linea :// 
Però ora sono qui tutta per voi :D 
Beh che dire su questo capitolo? 
Lascia in sospeso molti argomenti che capiremo nel corso dei prossimi capitoli.
Ma ora voglio farvi una domanda interessante :D 
"Secondo voi, Zayn ha qualcosa in mente? " 
Rispondete ragazze mi raccomando <3 Un bacione la vostra 

Yli_x


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Capitolo 25
*** 23° Capitolo ***


Monotonia perchè sei andata via? 

 

 
Per me era una semplice mattina. Una di quelle mattinate in cui ti svegli e con voglia pari a zero ti prepari per la scuola. Una di quelle mattinate in cui ti guardi allo specchio e pensi che forse era meglio se non ti guardavi. Una di quelle mattinate che anticipano una giornata assolutamente monotona. Ma in realtà quella mattinata portò molte novità, fin troppe per i miei gusti.
Come ho già detto la giornata si presentò apparentemente monotona e pallosa.
Mi alzai dal mio lettino verso le sei e alle sette ero già fuori in cortile pronta per affrontare un'altra incredibile sfida, una sfida che solo persone folli avrebbero accettato :  lezioni di matematica.
-          Fabiola? Pensavo che stessi ancora dormendo. Ti ho bussato e non mi rispondevi. – disse la mia amica Aurora notandomi già seduta in classe.
-          Beh non avevo sonno e sono uscita alle sette.
-          Wow. Stai male. – disse lei seccata aggiustando il suo adorato telefono dietro il porta pastelli.
-          Non credi di essere diventata fin troppo maniacale con quel coso? – chiesi osservando le cure che gli donava.
-          Ehi, lui è come un figlio per me. È normale che io gli dia delle cure. – mi rispose con una sicurezza che mi  mise terrore.
-          Ah e poi sono io quella a stare male vero? – chiesi più a me stessa che ad Aurora.
-          Mm forse. – disse accennando una risatina.
-          Comunque, signorina sono-la-madre-di-un-telefono ha riflettuto sull’argomento di ieri? – le chiesi ironica ma allo stesso tempo seria.
-          No. Avrei dovuto pensarci? – chiese con un tono che non riuscì ad interpretare sul momento.
Del resto credo che se non fossi stata sua amica da circa sette anni non avrei capito il vero senso in quella frase. Ma, dato che lo ero, compresi a pieno che era rimasta a pensare alla questione Styles/Horan tutta la notte.
-          E allora? A che conclusione sei arrivata? – chiesi sporgendomi verso di lei.
-          Alla stessa di ieri. Sono attratta da Harry ma credo di aver perso la testa per Niall. – rispose sospirando.
-          Beh allora perché semplicemente non provi a legare di più con Niall? – gli proposi abbastanza sicura.
-          Io? No ma ti senti? Fabiola, mi conosci e sai che sono capace solo di sparare minchiate stando vicino ad un ragazzo che mi piace. Non posso legare con lui. Non ci riuscirei e poi sono sicura al cento percento che a lui non frega nulla di me. Quindi, perché devo perdere tempo? Non mi va di soffrire Fabiola, non mi va. – mi chiese con uno sguardo che lasciava trasparire amarezza e dolore.
Oh Aurora, forse ho capito perché eravamo e siamo amiche sai?
Siamo identiche, con due caratteri esterni che sembrano forti e aggressivi ma che in realtà nascondono delle persone fin troppo deboli e sensibili.
-          Cosa ti fa pensare che a lui non freghi nulla di te Aurora? – le chiesi con più dolcezza possibile.
-          Non lo so, lo penso e basta. – disse alzando le spalle e guardandomi negli occhi mentre poggiava il volto sul banco.
-          Beh allora se sono tue supposizioni non è detto che siano vere. Andiamo Aurora non costa nulla provare. Devi solo cercare di scherzare un po’ in più, abbracciarlo un po’ in più. Non devi andare vicino a lui e dirgli che ti piace. – dissi calma.
-          Non lo so Fabiola, ci proverò ok? Ma non lo so. – rispose sorridendomi.
Sapevo che quel sorriso stava a significare che preferiva chiudere l’argomento. Quindi senza esitare conclusi a parlare di Niall e Harry e passai ad altro.
Dopo circa dieci minuti entrò in classe il professore di matematica, che quel giorno avremmo dovuto sopportare per ben tre lunghissime ore, mettendo fine al nostro discorso.
Per il resto delle cinque ore sia io che Aurora ci concentrammo a seguire, senza scambiare ne’ una parola ne’ uno sguardo.
Allo scoccare della quinta ora mi alzai per andare a parlare di nuovo con lei ma appena alzai lo sguardo Aurora già non c’era.
-          Si può sapere che ha? – mi chiese Marcus notando il suo atteggiamento distaccato.
-          Lascia stare Marcus sta passando un periodo di confusione.
-          Per caso centrano quei cinque ragazzi ? – mi chiese con fare serio.
-          In parte, ma lascia perdere Marcus sul serio. – gli risposi dandogli un bacio sulla guancia.
Lui annui semplicemente prima di circondarmi le spalle con un braccio e cominciare a camminare, con me, verso la mensa.
-          E tu invece? Anche tu sei strana sai. – mi disse guardandomi con la coda dell’occhio.
-          Beh Marcus diciamo che io sono indecisa su quello che devo fare.
-          Che intendi con indecisa?
-          Beh diciamo che mi piace un ragazzo però non mi va che lui lo sappia, però allo stesso tempo vorrei farglielo capire.
-          Ok … non ho capito ma ti posso dire di mettere da parte la tua testa per un secondo e seguire l’istinto. Lasciati andare e segui la corrente. – mi disse sorridendomi.
-          E se la corrente mi porta ad una cascata?
-          Beh in tal caso interviene super Marcus e ti salva. – mi disse scoccandomi un bacio sulla guancia.
Io mi limitai a ridere un po’ e continuare a camminare fino ad arrivare alla mensa dove trovammo Aurora seduta al nostro tavolo che giocava con una povera forchetta.
Appena ci avvicinammo notai il suo sguardo perso nel vuoto contornato da un espressione pensosa, quindi decisi di non chiedergli nulla e di dargli un semplice bacio sulla guancia sorridendogli.
Il pranzo passo così, monotono e silenzioso.
Appena finimmo decisi di tornarmene in stanza per studiare ma mentre mi avviavo al dormitorio sentì una stretta al polso e una voce leggera che mi fece voltare di scatto.

Di nuovo quegli occhi, quegli occhi blu come il mare che ogni volta mi facevano perdere un battito.
Di nuovo quel sorriso, quel maledetto sorriso che rendeva le mie giornate assolutamente perfette.
Di nuovo lui, di nuovo colui che tormentava i miei pensieri giorno e notte. 


Ciao bellissime :D :D :D
Come va?? A me malino , ho la febbre ç___ç
Comunque il capitolo è penoso lo so, non dice nulla di che :////
Però spero che vi piaccia lo stesso ( vi piace ?? ç___ç)
Beh nel prossimo capitolo ci saranno alcuni diciamo colpi di scena quindi non
perdetevelo ok ?? :D
Bene alla prossima e Grazie a tutte coloro che la leggono. <3
Un bacione
Yli_x

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Capitolo 26
*** 24° Capitolo ***


 

Studiare? Ho forse parlato di studio? 

 


 Mentre mi avviavo al dormitorio sentì una stretta al polso e una voce leggera che mi fece voltare di scatto.
Di nuovo quegli occhi, quegli occhi blu come il mare che ogni volta mi facevano perdere un battito.
Di nuovo quel sorriso, quel maledetto sorriso che rendeva le mie giornate assolutamente perfette.
Di nuovo lui, di nuovo colui che tormentava i miei pensieri giorno e notte.
-          Ehi Faby, dove vai? – mi chiese con voce dolce.
-          Emh.. in stanza Lou. – dissi accennando un sorriso.
-          Di già? – chiese un po’ scioccato lasciandomi il polso che aveva afferrato solo per fermarmi.
-          Si, domani abbiamo un compito, quindi devo prepararmi. – dissi calando lo sguardo non riuscendo più a reggere il suo di ghiaccio.
-          Capito. Beh allora potrei …
-          Potresti? – gli chiesi vedendo che aveva interrotto il discorso.
-          Potrei darti . .una mano .. che materia è? – chiese accennando un sorriso imbarazzato.
-          Filosofia. – dissi sorridendo per la proposta.
-          Filosofia? Bene allora posso aiutarti, sai è una delle mie materie preferite. – mi disse sorridendo e afferrandomi la mano per poi ricominciare a camminare verso il dormitorio.
Io non risposi a quella sua affermazione ma mi limitai a seguirlo verso la mia stanza.
Mentre camminavamo non potevo fare a meno di fissare la mia mano nella sua e contemporaneamente non potevo fare a meno di pensare a Zayn.
Già, Zayn … lui continuava a tormentarmi i pensieri da quella sera.
Lui non mi piaceva, o meglio non mi piaceva quanto Louis ma c’era qualcosa di lui che mi spingeva a pensarlo sempre di più. Forse era la paura che Louis avrebbe potuto scoprire tutto, o forse era il desidero di ripetere quell’azione fatta insieme in un atto di pura incoscienza. La verità era che tra le sue braccia, quella sera, mi ero sentita libera e priva di quelle frustanti fitte allo stomaco e al cuore accelerato che avevo in presenza di Louis.
Pensandoci, io avevo bisogno di lui, ne avevo bisogno per dimenticare quanto il mio cuore era stupido e incosciente di quello che faceva. Perché solo con Zayn riuscivo a mettere da parte il cuore e a divertirmi sul serio. Con lui riuscivo a ragionare  mentre con Louis mi bastava uno sguardo per farmi cadere il mondo sulle spalle.
In quel momento la mia testa era in piena crisi esistenziale e insieme al mio cuore, altrettanto confuso, sentivo che sarei impazzita da un momento all’altro.
-          Fabiola? Ma mi senti? Le chiavi le hai vero? – la voce di Louis riuscì a svegliarmi dai miei film mentali su Malik. Appena mi accorsi della situazione e di dove ero lasciai perdere tutti i pensieri che mi stavano, inutilmente, affollando la testa e mi concentrai ad eseguire quello che mi aveva chiesto Louis.
-          Emh si, sono qui. – dissi aprendo la borsa. – tieni. – dissi poi porgendogliele.
-          Grazie. – disse con ironia ricevendo un mio buffetto dietro la testa.
Lui aprì la porta ed entrambi entrammo dentro posizionandoci vicino la scrivania dove in seguito posizionammo i miei appunti e i miei libri di Filosofia.
-          Iniziamo? – mi chiese con uno dei suoi sorrisi una volta che tutto era pronto.
-          Si, iniziamo. – risposi un po’ avvilita per il tanto studio che mi aspettava.
Louis invece sembrava contento di fare quella materia. Forse perché era la sua preferita, o forse perché non immaginava la frana che ero e di quanto tempo avremmo dovuto passare su quelle pagine biancastre.
L’unica cosa che riusciva, in quel momento, a rendere meno pesanti quell’odiosa materia era il suo buffo sorriso che appariva appena riusciva a farmi capire qualcosa, ovvero, molto raramente.
Non riuscivo a capire per un semplice motivo, ovvero che “avvolte” mi distraevo ad ammirare il suo viso concentrato contornato dai raggi di sole che penetravano dalla finestra scorrevole. 
Uno spettacolo stupendo direi, quasi da mozzare il fiato.
In tutta la mia vita sono più che sicura di non aver mai incontrato una persona unica e stupenda come lui.
Lui era per me un amico, era un conoscente, era un buffo insegnante ed era il ragazzo che mi stava, ingiustamente, rubando il cuore.
Passammo circa due o tre ore a studiare fin quando non fui totalmente stremata.  
-          Lou, ti prego basta. Non ne posso più. – dissi mettendo la testa sul libro fingendomi morta.
-          Sei una scansafatiche Faby, ma devo ammettere che hai ragione. Una pausa non ci farà male. – disse ridendo appena e togliendosi i suoi occhiali che gli davano un aria da professore sexy.
-          Io non sono una scansafatiche, solo mi scoccio di scocciarmi. – dissi alzandomi e facendo la faccia e la voce da bimba, provocando in lui un ondata improvvisa di risate che contagiarono anche me.
-          Ok, ok bimba, allora hai il frigo vero? – mi chiese sorridendo una volta aver finito di ridere.
-          Si, tutti hanno il frigo.
-          Beh io intendevo se era pieno.
-          Oh si c’è il gelato, ci sono le birre, c’è acqua, coca, pepsi .. quello che vuoi. C’è anche il prosciutto. – dissi alzandomi per seguirlo verso la mini-cucina della camera.
-          Che ne dici di un bel bicchiere di gelato con sopra questi bellissimi M&M’s  e acqua ? – disse entrando praticamente con la testa nel frigo.
-          Andata per il gelato. – dissi sorridendogli andando a prendere bicchieri e cucchiai.
Lui venne al mio fianco dopo poco aiutandomi a metterei gelati nei rispettivi bicchieri per poi andare in camera e metterci sul mio adorato letto.
-          Bene allora che hai capito fino ad ora? – mi chiese Louis mettendo un cucchiaino di gelato in bocca.
-          Che dante non aveva una vita sociale e in più era un maniaco, dato che continuava a sognare Beatrice ovunque. A e poi ho imparato anche che sei ancora più bello con gli occhiali. Si ho imparato questo. – dissi sorridendo e mettendo anche io un cucchiaino in bocca.
-          Mm bene allora hai capito tutto. – disse serio.
-          Di filosofia? – chiesi alzando un sopracciglio.
-          No, io intendevo gli occhiali.             Sono davvero un figo con quei cosi. – disse ricevendo uno schiaffetto da me.
In poco tempo i nostri gelati finirono ed io e Louis ritornammo al nostro ‘bellissimo’ studio.
Mentre lui ritornava a spiegare io non potevo fare a meno di fissarlo sorridente come un idiota, ma dopo un po’ Louis si girò verso di me con il mio stesso sorriso facendo:  
-          Allora, stai seguendo o sei troppo concentrata a guardarmi con gli occhiali? – mi chiese scherzoso.
-          La seconda sembra più interessante – dissi facendo spallucce e mordendomi il labbro guardando in basso e poi di nuovo verso lui.
-          Ok allora- disse allontanandosi con la sedia dalla scrivania e avvicinandosi a me tirandomi per un polso e facendomi alzare, facendomi, in seguito, posizionare sulle sue gambe.
Io arrossi di colpo a quel suo gesto inaspettato e evitai il suo sguardo che sapevo era puntato su di me.
-          Volevi guardare i miei occhi? Ecco sono qui. – disse voltandomi il viso facendomi notare che eravamo a pochissimi centimetri di distanza.
-          Li potevo vedere anche da lontano. – dissi avvicinando il mio naso al suo e facendoli sfiorare.
Lui sorrise e mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-          Allora? – disse con l’ennesimo sorriso.
-          Cosa? – dissi mordendomi il labbro rimanendo sempre nella stessa posizione di prima.
-          Come sono i miei occhi? – chiese dolcemente.
-          Assolutamente stupendi. – dissi arrossendo per quella mia spontaneità improvvisa.
Lui rise un po’ e mi mise una mano sul volto facendo sfiorare dolcemente le nostre labbra.
Volevo baciarlo, lo volevo con tutta me stessa ma indovinate?
-          Oh cazzo devo imparare a spegnere quel cazzo di telefono una volta tanto. – dissi alzandomi dalle sue gambe sentendo la canzone ‘Total eclipse of the heart’ nella stanza.
Esatto per la seconda volta il mio telefono era stato capace di spezzare quell’incantesimo che si era creato tra di noi.
Mentre andavo a rispondere senti Louis sbuffare leggermente per poi sentire il rumore della sedia a rotelle spostarsi di scatto.
Non ebbi il tempo di voltarmi per vedere che stesse facendo che mi ritrovai una mano sul fianco e un’altra sul cellulare appena preso da sopra il letto.
-          Non rispondere. – mi sussurrò lentamente all’orecchio afferrando il cellulare e facendolo ricadere sul letto.
Io ero immobile, incantata o meglio inebriata da quella eccessiva vicinanza.
In una frazione di secondi sentì le sue labbra morbide sfiorarmi il collo e scendere verso il mio collo.
Mille brividi mi oltrepassavano la schiena e il cuore rendendomi impossibile anche il più minimo movimento. Le mie capacità mentali in quel momento erano andate a farsi fottere letteralmente.
Ero immobile, ero imbambolata tra le sue braccia, ero incantata. Incantata dal momento, incantata da quello che stavo provando, incantata da lui …
-          Louis … - dissi in un momento di piccola lucidità.
-          Ti prego .. non mandarmi via … io .. io ti voglio Fabiola – mi disse all’orecchio con il fiato corto.
Con quella frase, con quella fottuta frase, era riuscito a farmi cadere, a farmi perdere il controllo di tutto. Mi aveva resa sua con una sola frase, con un solo respiro, con un solo atto di lui.
Mi girai con lentezza verso di lui e gli poggiai le mani sul viso  puntando i miei occhi cristallini nei suoi ancora più profondi.
-          Non ho intenzione di mandarti via. – gli sussurrai sulle labbra prima di perdermi completamente in un bacio che mi trasportò in un universo parallelo, un universo fatto solo di noi.
Gli infilai le mani nei capelli e con un movimento veloce lo avvicinai ancora di più a me.
Lui mi cinse i fianchi e approfondì il bacio facendolo diventare un bacio pieno di passione, un bacio pieno di desiderio.
Con un movimento veloce lui spinse il bacino sul mio facendomi gemere sulle sue labbra una volta entrata in  contatto con il gonfiore dei suoi pantaloni.
A quel contatto persi totalmente il controllo e il desiderio di lui mi invase velocemente come un fulmine.
Infilai le mie mani sotto la sua maglietta riuscendo a toccare i suoi addominali perfetti tracciandone il contorno con le dita.
Dun tratto lo senti staccarsi dalle mie labbra lentamente e mentre mi sentivo sfilare la maglia capì il motivo per cui aveva osato rompere quel contatto da cui oramai dipendevo.
Approfittati di quel momento di distacco per sbottonargli quella camicia bianca che era solo un inutile intralcio e non appena finì lui se la sfilo e la butto nella stessa direzione della mia maglia spingendomi, in seguito, e facendomi mettere a sedere sul letto.
Io lo afferrai per le spalle e lo attirai a me lentamente e lui si mise a cavalcioni su di me riprendendomi a baciare con un trasporto che non lasciava dubbi su quello che sarebbe accaduto da lì a poco.
Mentre spostavo le mie mani, frenetiche, da i suoi capelli ai suoi pettorali e viceversa sentì il tocco delle sue mani cercare di sfilarmi l’unico indumento ancora presente sul mio petto.
Decisi di farglielo sfilare da solo dato che le mie mani decisero,a loro volta, di concentrarsi sul bottone dei suoi pantaloni beige.
Lui riuscì a sfilarmi quella gabbia che noi donne chiamiamo comunemente ‘reggiseno’ dopo alcuni minuti, dopo di che si staccò lentamente da quel bacio che non aveva intenzione di finire per fissarmi negli occhi  sorridendo appena trascinando anche me ad un sorriso lieve e sereno, un sorriso che portava con se la consapevolezza di quello che stavamo facendo.
In seguito a quel sorriso ci concentrammo di nuovo a baciarci e a spogliarci a vicenda rimanendo così solo in intimo.
Lui era steso su di me e mi dava piccoli baci che iniziavano dal collo e finivano sul mio bacino. Mi stava facendo impazzire e credevo seriamente di non riuscire a resistere ancora per molto.
Quasi come se riuscisse a leggermi nel pensiero Louis alzo il viso dai miei fianchi e ritornò sul mio viso per poi poggiare la sua fronte sulla mia mentre lentamente mi sfilava quell’ultimo indumento rimasto sul mio fragile corpo.
Con altrettanta lentezza feci scivolare le mie mani lungo le sue spalle per poi posarle sul bordo sui boxer che feci scendere lentamente avvampando di colpo non appena vidi un sorriso comparire sul suo viso.
Lui notando il mio imbarazzo poso le sue mani sulle mie e mi aiutò a far scivolare via quel suo inutile indumento.
Dopo aver buttato chi sa dove quelli che avevamo sfilato insieme porto una mano sul mio viso mentre con l’altra mi divaricava lentamente le gambe.
Prima di andare avanti però si fermo a fissarmi negli occhi con aria, finalmente, seria.
Cercava in me sicurezza, cercava di capire se lo volevo sul serio o meglio se lo volevo quanto lui.
Così portai una mia mano sul suo viso angelico e sorrisi leggermente avvicinandolo ancora di più a me facendo sfiorare le nostre labbra per poi sussurrargli con voce lieve un semplice “Fammi tua Louis” che a lui basto per essere sicuro che quello che stavamo per fare non era frutto  di un trasporto momentaneo ma ben si di altro .. molto altro.
E così dopo pochi minuti lo sentì entrare in me lentamente per farmi abituare a quel contatto così ravvicinato con lui.
Una volta che mi fui abituata però si lascio andare, come me, in un atto di follia, di pura passione.
Un atto di amore … Un atto di noi


*RULLO DI TAMBURI*
Tadammm
Ylenia è di nuovo tra voi.
Per favore non picchiatemi se non ho aggiornato per tutto questo tempo
ç-ç
Ma ho avuto dei casini abbastanza gravi e quindi per un po’ non sono stata
Ne su computer ne su nulla di simile …
Ieri però ho deciso che era ora che dovevo scrivere.. per voi ..
Perché tutte voi che leggete siete importantissime per me .. e nonostante i
Miei problemi voi venite sempre prima quindi dovevo o meglio avevo il diritto
Di scrivervi  ancora e al più presto.
Detto questo che dire … Che ne pensate di questo capitolo?
A me non convince però pazienza
://

Comunque  vorrei farvi concentrare su due dettagli che nel prossimo capitolo
Approfondiremo moltooo bene
:D :D :D
Ovvero 1: Zayn … ( Lo so che alcune lo detestano ma dai fa parte della storia xD )
E 2: Chi era al telefono ? ( il telefono maledetto che ha fatto nascere tutto
xD)
Bene detto questo io vi lascio ( questa volta per poco
xD ) e vado via :D
Notte a tutte ragazze!!!!!! <3 
Ancora un mondo di baci 
la vostra Yli_x


 

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Capitolo 27
*** 25° Capitolo ***


Posso bere un semplice Tea o devo chiedere il permesso? 

 
-          Sa professore non credo di aver capito perché Dante era così innamorato di Beatrice.
-          Forse perché lei era l’unica ragazza che era capace di  vedere in un intera folla.
-          Ma se l’amava così tanto perché non l’ha sposata?
-          Perché non sempre l’amore è giusto, avvolte l’amore fa soffrire, ma nonostante tutto rimarrà sempre la cosa migliore al mondo.
-          Le tue parole mi fanno intendere che credi nell’amore.
-          No, io no ma Dante si, ed è per questo che ora lo ricordiamo tutti, perché credeva così tanto nel suo amore che ha scritto perfino una storia sulla sua amata.
-          Quindi se lui non avesse scritto di Beatrice ora non lo ricorderemo?
-          No, forse lo ricorderemo lo stesso, ma se lo vedi come un credente dell’amore diventa più facile il sentiero per non odiarlo.
-          E se lo odio lo stesso?
-          Non cambia niente resta sempre il protagonista dei compiti in classe e delle lezioni pallose di ogni professore di Lettere.  
-          In pratica mi tocca studiarlo nonostante tutto.
-          Esatto, hai capito. Sei una brava allieva devo ammetterlo. – mi disse il mio “professore” ancora avvolto nelle coperte al mio fianco.
Erano oramai le otto di sera ed io e il mio “professore” occasionale eravamo ancora sdraiati uno in fianco all’altro mentre sorridevamo come due ebeti.
Ero con la testa poggiata sul suo petto che si alzava e si abbassava lentamente, il suo profumo mi inebriava completamente e dal naso arrivava dritto al mio cervello mandandolo in eclissi totale. La sua mano accarezzava lentamente i miei capelli e le mie spalle con movimenti circolari e rilassanti mentre il suono della sua voce risuonava in tutta la mia stanza.
-          Louis, lo sai che se la “custode” ci trova così siamo nei guai vero? – dissi ad un tratto alzando il volto per guardarlo lasciando cadere i miei capelli lisci  da un lato.
-          Non credo che venga qui. – disse spostandomi i capelli e baciandomi la punta del naso tirandomi di nuovo giù sul suo petto.
-          Giuro che la prossima volta che devo studiare per un compito chiedo aiuto a Liam. – dissi sghignazzando appena.
-          Ehi che vorresti dire che non sono un bravo professore? – disse fingendo un tono offeso e triste.
Io mi alzai dal suo petto e , stando attenta a non far sfuggire il lenzuolo dal mio seno, poggiai una mano sul cuscino di fianco al suo viso e avvicinai la mia faccia alla sua dicendo:
-          Sai , di solito i professori non vanno a letto con le alunne. – dissi in un sussurrò lieve e leggermente provocatorio.
-          Ma io non sono un professore normale, io sono il tuo professore. – disse accarezzandomi il viso.
-          Quindi se sei il “mio” professore posso approfittare di te quando voglio? – chiesi con tono malizioso.
-          Sempre fanciulla, io sono qui per lei. – mi disse sorridendo e dandomi un bacio leggero sulle labbra.  
Io sorrisi appena prima di alzarmi leggermente cercando con lo sguardo un qualcosa per coprirmi in modo da arrivare al bagno, ma i miei vestiti erano stati scaraventati troppo lontano, così storsi le labbra e tenendomi sempre il lenzuolo fermo mi allungai a prendere la camicia di Louis ai piedi del letto e lentamente la infilai e mi abbottonai i tre bottoni in mezzo per evitare che si vedesse qualcosa.
Mentre mi alzavo sentì Louis ridacchiare così mi girai col volto verso di lui e lo guardai con un sopracciglio alzato.
-          Cosa c’è ? – chiesi sorridendo appena.
-          Nulla, sei stupenda tutto qui. – disse con un sorrisino accennato sul viso.
Io sorrisi totalmente rossa e dopo aver afferrato i miei indumenti puliti andai in bagno per farmi una doccia e rivestirmi.
Quando tornai in stanza trovai Louis vestito e seduto alla punta del letto che era stato sistemato per benino.
-          Wow perfino il letto? – chiesi sorridendo e avvicinandomi a lui che mi prese per i fianchi e mi stampo un altro bacio a timbro prima di alzarsi.
-          E già, io sono un ometto di casa cosa credi? Comunque mi hanno chiamato i ragazzi, o meglio mi ha chiamato Harry dicendomi che ha bisogno di me, quindi …
-          Non preoccuparti, ci vediamo domani.
-          Non vieni a cena? – mi chiese titubante.
-          No credo che mi farò un tea e continuo a ripetere un po’ prima di andare a letto. – dissi sorridendo e accompagnandolo alla porta.
-          Ok allora, notte piccola. – disse dandomi un bacio sul naso per poi sparire tra i corridoi di quel dormitorio.
Appena lui uscì andai in cucina a scaldare l’acqua, pronta per il mio tea al latte.
Ricordo perfettamente che quando era piccola mia madre me lo faceva ogni volta che ero triste o che non riuscivo a dormire.
Ricordo anche che quando ero un po’ più piccola era l’unica cosa capace di farmi passare quei tremendi mal di pancia che ogni ragazza ha almeno una volta al mese.
Lo amavo e basta. Beh lo amo anche adesso ma questo non è importante ora.
L’importante è spiegare cosa successe mentre mi appropinquavo a bere la mia deliziosa “cena”.
Come detto mi ero appena seduta al tavolino per bere il mio tea e mangiare dei biscotti quando qualcuno bussò alla porta.
Un po’ scocciata trascinai il mio corpo esausto alla porta.
-          Chi è? – dissi prima di aprire.
-          Sono io Faby. – disse una voce abbastanza candida alla porta. Appena sentì quel suono il mio cuore si fermo un secondo per poi tornare a battere dopo circa un minuto.
-          Emh, certo entra. – dissi aprendo la porta a colui che aveva bussato.
-          Ciao, ma non vai a cena? – mi chiese notando il mio pigiama dei puffi che Louis sembrava non aver notato.
-          No, ecco sono stanca e devo studiare per domani. – dissi tenendo lo sguardo fisso sulle sue Nike rosse.
-          Va bene, come mai oggi non mi hai risposto al telefono? – mentre mi faceva questa domanda lo vidi avanzare verso di me per poi alzarmi il volto verso il suo ambrato che mi guardava con sguardo curioso e privo di malizia.
-          Scusami Zayn ma non l’ho sentito, avevo la vibrazione e stavo studiando quindi … - dissi mordendomi il labbro.
-          Capito. Sai c’è uno strano odore qui dentro. – disse storcendo il naso.
-          Strano odore? Che intendi? – chiesi scettica.
-          Sembra quasi Tea al latte. – rispose lui con sguardo confuso.
-          Oh si l’ho appena preparato, ne vuoi un po’? – chiesi con gentilezza, anche se speravo con tutto il cuore che dicesse di no.
-          No, grazie ma ero venuto qui solo per chiederti una cosa o meglio per darti una cosa. – mi rispose sorridendo.
-          Darmi una cosa? Cosa? – chiesi abbastanza curiosa.
-          Ecco .. tieni. – disse porgendomi una busta blu notte cacciata dalla tasca destra della sua giacca.
-          Cos’è? Un invito? A cosa?
-          Vedi tra tre giorni c’è la finale di basket della scuola e il capo della squadra ha organizzato una festa riservata a poche persone, per festeggiare l’arrivo in finale della squadra del nostro college.
-          E come mai hanno invitato me? Non li conosco nemmeno. – chiesi scettica.
-          In realtà non ti hanno invitato loro, ma io. Ho bisogno di un accompagnatrice alla festa e ho pensato che tu potevi …. Ecco si … accompagnarmi alla festa. – disse arrossendo leggermente.
-          Io? Non so nemmeno che tipo di festa è?
-          Oh di questo non preoccuparti. Il tuo vestito lo prendo io però ho bisogno di sapere se ti va o no …
Rimasi per alcuni minuti zitta a riflettere sul da farsi.
Se avessi detto di no quasi sicuramente avrei deluso Zayn in un modo unico, ma se avessi detto di si quello che avrei potuto ferire sarebbe stato Louis.
Ci pensai circa due minuti prima di rispondergli ma alla fine decisi la cosa più razionale.
-          Va bene Zayn. Mi va e come di venire alla festa. – dissi sorridendo.
-          Perfetto. Allora ci vediamo domani per andare a comprare un vestito da favola, ora vado notte principessa. – disse dandomi un bacio sulla guancia e poi andare via con un enorme sorriso sulle labbra.
Io non ebbi il tempo di rispondere dato che ero ancora scossa da tutto quello che era accaduto.
Si avevo accettato perché mi sembrava la cosa migliore .. infondo dirgli di si non danneggiava nessuno. Io non avrei fatto nulla con Zayn e poi non ero mica la ragazza di Louis.
Allora, dato che ero così convinta di quello che facevo, perché avevo dei tremendi sensi di colpa? 


Ciaooo belleee !!!
Come state?? Io bene dai
:D
Allora parto col dire che so che è molto corto ma questo capitolo è
Una sottospecie di ponte per collegarci con le cose veramente importanti.
Bene detto questo vi pongo le solite 2 domande
:D
1)  Ha fatto bene ad accettare secondo voi??
2) Cosa accadrà alla festa ??
Detto questo io vado ciaoooooooo
<3 
Yli_x


 

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Capitolo 28
*** 26° Capitolo ***


Io idiota? Io? Si hai ragione. 

 

Vi è mai capitato di svegliarvi un giorno e chiedere, “perché?”.
Perché un momento prima tutto deve andare bene e l’altro tutto deve andare male?
A  me capita spesso di domandarmelo e la maggior parte delle volte arrivo  alla conclusione che lassù da qualche parte c’è un Dio che decide cosa far accadere. E a volte sconvolge tutto perché .. perché si annoia ecco.
Anche se  … quella volta non era giusto dare la colpa a una sottospecie di  Dio dato che ad accettare di andare a quel  ballo ero stata io, io e nessun altro.
Ero stata un idiota e questo lo sapevo fin dal primo giorno, da quando Zayn entrò in mensa sorridendo e, dopo avermi raggiunto al mio tavolo,  mi  afferrò la mano portandomi fuori sotto lo sguardo di Louis.
Lo sapevo anche quando, nel negozio di abbigliamento,cercando tra i vestiti,  il mio sguardo si incrocio col suo e con espressione seria mi sussurrò “Sono sicuro che con te la serata sarà perfetta, perché mi basti tu e tutto è perfetto  Fabiola”.
E lo sapevo, ancora una volta, quando mentì a Louis che aveva scoperto della festa, dicendogli che non ci sarei andata.
Lo sapevo, lo sapevo e nonostante questo non potevo o meglio non volevo rinunciare a tutto quello che quella serata, sbagliata, aveva da offrirmi.
Stavo rischiando di far soffrire Louis e di far soffrire me, ma non me ne rendevo conto, non ancora.
Quella mattina mi svegliai con una strana sensazione che mi pesava sul petto segno che qualcosa doveva succedere da un momento all’altro.
Tralasciando quello strano presentimento decisi comunque di far finta di niente.
Mi alzai, feci colazione, andai a lezione e pranzai come tutti i giorni in compagnia dei i miei amici, ma qualcosa non andava, lo sapevo fin troppo bene.
Appena finì il pranzo rifilai una delle mie solite scuse per filare in camera dove ad aspettarmi c’era Zayn con cui sarei andata a fare le ultime compre per la festa.
Ma quel giorno, inventare una futile scusa delle mie non servì a salvarmi da tutto quello che successe dopo.
-          Ragazzi, scusatemi ma io vado in stanza ho da studiare. Ci vediamo in serata ok? – Dissi con l’intendo ti filare via.
-          Ultimamente o hai da studiare o non ti senti bene.. quando avrai tempo per noi Fabiola? – disse Marcus tenendo lo sguardo fisso sul suo piatto.
-          Concordo. Io ho bisogno di te, ma tu non ci sei mai. – rispose Aurora con voce dura, fissandomi negli occhi.
-          Scusatemi ragazzi, prometto che da domani sarò con voi. – dissi raccogliendo le mie cose e alzandomi definitivamente.
Attraversai i corridoi  della mensa velocemente sentendo lo sguardo dei miei amici perennemente a dosso.
E cose se non bastasse avevo la consapevolezza che, da qualche parte in quell’enorme stanza, Louis mi stava osservando.
Appena uscì un enorme ondata d’aria mi investì facendomi sentire un po’ meglio.
Cominciai a camminare verso il dormitorio quasi subito con la  voglia di smetterla con queste continue bugie e questo continuo “scappare” dai miei amici e da … e da Louis .
Già Louis … Con lui dopo quel giorno, a stento gli parlavo e quelle poche volte lo facevo per raccontargli delle palle uniche.
Stavo complicando tutto, stavo rischiando di perdere tutto o meglio stavo rischiando di perdere Louis.
Per cosa poi? Per una festa che nemmeno mi riguarda, a cui ho accettato di andare solo per la “pena” che mi aveva fatto Zayn in quel momento.
Mille volte avevo pensato che era meglio tirarmi indietro andare da Zayn e dirgli: “ scusami, ma non posso accompagnarti trovane un'altra”, ma tutte le volte mi appariva il viso deluso di Zayn e così lasciavo perdere trovandomi man mano in una situazione peggiore.
Mentre camminavo per il cortile avevo la netta sensazione che qualcuno mi stesse seguendo, ma non appena mi voltavo non vedevo nessuno, non sentivo più quei passi che non appena mi voltavo cominciavo a sentire.
Così, sentendo questa strana sensazione, accelerai il passo arrivando al dormitorio in breve tempo.
Quel giorno presi le scale, poiché l’ascensore non mi andava per niente e non appena mi ritrovai davanti la mia stanza mi sentì al sicuro. Come se ero riuscita a non farmi scoprire nemmeno quel giorno.
Una volta entrata dentro mi sfilai la divisa e mi vestì velocemente sedendomi poi sul mio letto ad aspettare Zayn che doveva venire a bussarmi.
Aspettai per un po’ finche non sentì qualcuno bussare così presi la mia borsa e apri la porta senza nemmeno controllare chi fosse.
-          Zayn sei in ritardo. – dissi mentre aprivo la porta, pentendomi subito dopo della mia affermazione.
-          Ciao.
-          L-Louis, che ci fai qui? – chiesi con voce tremante.
-          Volevo solo controllare se sul serio avevi da studiare, così avrei potuto darti una mano, ma vedo che mi sono sbagliato. Beh almeno ora ho capito tutto. – disse Louis abbassando il capo con aria totalmente distrutta.
-          No, no Louis non è come pensi. Non..
-          Non cosa Fabiola? Non stavi aspettando Zayn? Non mi racconti cavolate da più di una settimana per vederti con lui? Non mi hai trattato come un emerito coglione per tutto questo tempo , vero? – disse lui puntando i suoi occhi color ghiaccio nei miei.
-          No Louis sul serio, è solo che gli ho promesso che io …
-          No, no Fabiola non voglio sapere sul serio. Mi basta sapere che mi hai mentito per tutto questo tempo. Ora vado non vorrei disturbare il tuo incontro con Zayn. – disse voltandosi e cominciando a camminare.
-          Louis… - dissi con ormai le lacrime ai lati degli occhi.
-          No Fabiola, io mi fidavo di te ma ora … ora è finita Fabiola. Sul serio, è finita. – disse voltandosi verso di me con gli occhi lucidi e con la voce tremante.
-          Ti prego Louis.. – dissi accasciandomi sulle gambe e cominciando a piangere.
-          Mi dispiace.. – disse voltandosi e andando via velocemente, lasciandomi lì come una stupida.
Era finito tutto, ci ero riuscita. Ero riuscita a rovinare tutto.
In quel momento, mentre le lacrime mi rigavano il viso e il mio cuore lentamente cadeva a pezzi mi resi conto di tutto.
Mi resi conto che ero stata un idiota, mi resi conto che avevo buttato a monte il mio tutto per un ragazzo che non è nemmeno mio amico, mi resi conto di aver perso l’unica cosa positiva nella mia vita.
Mi resi conto di tutto .. ma ormai era tardi.. troppo tardi


Ciao bellezze :D 
Credevate che non mi facessi più vedere vero? 
E invece no sono sempre qui :
PP
Ora che sono arrivate le vacanze sarò SEMPRE qui con voi!!
Beh che dire sul capitolo: 

1)E' orribile. 
2) E' troppo triste ç__ç
3) E' solo l'inizio di una serie di cose che vi lasceranno così ---> :O
HAHAHAH Dai detto questo ci sentiamo alla prossima :
P.S. mi scrivete cosa ne pensate? Shii ?? :3 :3 
Un bacione
Yli_x


 

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Capitolo 29
*** 27° Capitolo ***


 La cosa giusta è ... 

We are gonna dance into the sea 
All I want is you, you're ma chérie 
Never seen a girl that's so jolie 
All I want is you, you're ma chérie 
Ma chérie, oh oh oh... 

(
http://www.youtube.com/watch?v=z1GXX-icoAM)
 
La musica pompava nelle casse ad un volume talmente alto che si riuscivano ad intravedere le onde sonore vagare in quell’enorme casa.
Intorno a me solo corpi che ballavano,ragazzi ubriachi e la figura di Zayn che cercava di dirmi qualcosa che non riuscivo a capire a causa della musica.
C’era fumo, un ammasso di fumo alcolico, fumo velenoso che inquinava l’aria circostante rendendo impossibile riuscire a respirare regolarmente.
Tutto,tutto era illuminato da luci colorate che viaggiavano a scatti rendendo difficile anche solo fare un passo senza rimanere storditi.
L’ambiente intero era pieno, pieno di quello che i ragazzi chiamano “divertimento” ma che io definirei “orrore”.
La mia vista era annebbiata e la testa cominciava a farmi male a causa della musica e del fumo, alcuni ragazzi mi si avvicinavano per ballare ma ovviamente venivano rifiutati aspramente.
Zayn mi teneva salda per un polso mentre mi trascinava tra la folla di “gente”.
Dopo alcuni minuti arrivammo ad un bancone ornato da una miriade di bicchieri e bottiglie oramai quasi vuote.
Zayn afferro una di esse e, dopo aver afferrato due bicchieri, mi riafferrò per un polso e mi trasportò all’esterno di quella villa dove la musica regnava sovrana grazie alle casse esterne montate appositamente per la serata.
-          Tieni- mi disse riempiendomi il bicchiere e porgendomelo.
-          Cos’è? – chiesi poggiando il bordo del bicchiere sulle labbra.
-          Vodka a menta. – rispose ingoiando il contenuto del suo bicchiere.
-          Mm, si mi piace. – risposi imitandolo.
-          Beh, non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per quello che hai fatto per me oggi.
-          Scusa, ma non ho fatto nulla. Ti ho solo accompagnato ad una festa.
-          Beh per me è qualcosa. Quindi ti ringrazio.
-          L’avrei fatto per chiunque – risposi acida cercando di frenare il desiderio di ucciderlo, infondo il ricordo di Louis e delle lacrime versate poco prima che lui arrivasse, erano indelebili nella mia mente e scritte in caratteri cubitali su ogni pezzo del mio cuore.
-          Ma dai, non lo avresti fatto per tutti lo sappiamo entrambi. – disse sorridendomi e versandosi un altro bicchiere che come il precedente fu ingoiato in pochi secondi.
-          Invece ti dico di si e sul serio non riesco a capire cosa ti faccia pensare il contrario.  – risposi rubandogli la bottiglia da mano.
-          Ok bambolina, calmati, il fatto è che sono sicuro di essere un qualcosa in più di “tutti” – mi rispose ridendo. In quel momento c’erano due motivi per cui poteva comportarsi così:
1)      Era totalmente impazzito.
2)      L’alcol aveva cominciato a fare effetto.
In quel momento optai per la seconda.
-          No credimi , per me tu sei anche peggio di tutti. – risposi seria bevendo ormai il quarto bicchiere.
Zayn diventò di colpo serio e mi scruto con sguardo indagatori per poi far tramutare il suo viso in un ghigno divertito.
-          Cosa cavolo ci trovi da ridere? – dissi stizzita.
-          Nulla, allora dimmi cosa ti è successo? – mi chiese avvicinando il viso al mio.
-          Non credo che ti importi.
-          Oh, invece mi importa e come. Allora cosa è successo con Louis ora?
-          Tu che diavolo ne sai che centra Louis?
-          Oh andiamo è ovvio che centri lui. Chi se no? – chiese retorico.
Ma cosa voleva dire con quelle parole? E poi cosa diavolo voleva insinuare?
-          Ma che cosa dici? Sei fuori per caso? – lui mi scrutò da capo a piedi con il suo ghigno stampato ancora sul volto prima di alzarsi e prendermi una mano tirandomi su dicendo:
-          Lascia perdere, andiamo a ballare.
In breve tempo mi ritrovai all’interno del locale.
Una volta arrivati al centro mi afferrò per i fianchi e avvicinò il mio corpo al suo cominciando a muoversi come solo l’alcol può riuscire a fare.
Inutile dire che ogni  tentativo di allontanarmi dal suo corpo fu inutile, infondo da una persona ubriaca non ci si può aspettare nulla di positivo o di ragionevole.
Il suo viso era ad una distanza pericolosissima, ma non gli avrei permesso di baciarmi, no.
Non potevo, non volevo. Nella mia testa c’era Louis e il pensiero di quanto stavo sbagliando.
-          Smettila di pensare a lui. – mi sussurrò in un orecchio facendomi rabbrividire.
-          Non ci sto pensando. – risposi prontamente.
-          Sei pessima a mentire. – mi sussurrò ancora.
Quella volta non risposi ma mi spinsi ancora di più a lui.
Forse aveva ragione dovevo smetterla di pensarlo, ormai era finita e dovevo voltare pagina, o forse dovevo ascoltare il mio cuore e correre da lui?
Già, andare da lui e imploragli di perdonarmi e di fargli capire che lo amavo da morire, quella era la cosa giusta da fare.
Ma come sappiamo tutti quando si è in compagnia di un tipo come Zayn qualsiasi cosa deciderai di fare non sarà mai la cosa giusta.
Così senza indugi scacciai via qualsiasi pensiero riguardasse Louis e con dolcezza poggiai le mani sul petto di Zayn fino a far scivolare le mie mani sulle sue spalle e il suo collo.
In tutta risposta lui strinse ancora di più la presa ai miei fianchi circondandomi totalmente con le sue braccia forti.
La musica e l’alcol cominciarono a pomparmi perfettamente nelle vene e insieme  ad esse dissi addio anche a mio cervello e al mio cuore.
I nostri bacini si scontravano ritmicamente avvicinandosi sempre di più fino a far scomparire definitivamente qualsiasi spazio tra i nostri corpi.
Il suo fiato sul mio collo diventava sempre più pesante e le sue mani si muovevano sempre più ritmicamente sul mio corpo esplorando ogni angolo di quel vestito comprato insieme due giorni prima.  
La mia vista si appannava e mentre lo osservavo cercare le mie labbra i flash back cominciarono ad assalirmi …
 
-          Credi sul serio che io ti baci?
-          Oh, io credo che lo farai …

 

Chiusi ancora di più gli occhi e buttai la testa all’indietro velocemente per scacciare via quel pensiero.
 
-               Louis …
-           Ti prego .. non mandarmi via … io .. io ti voglio Fabiola..
-          Non ho intenzione di mandarti via..

 
La vista cominciava a farmi male, le immagini di Louis erano troppo nitide ..
 
-          Sa professore non credo di aver capito perché Dante era così innamorato di Beatrice.
-          Forse perché lei era l’unica ragazza che era capace di  vedere in un intera folla.
-          Ma se l’amava così tanto perché non l’ha sposata?
-          Perché non sempre l’amore è giusto, avvolte l’amore fa soffrire, ma nonostante tutto rimarrà sempre la cosa migliore al mondo.
-          Le tue parole mi fanno intendere che credi nell’amore.
-          No, io no ma Dante si, ed è per questo che ora lo ricordiamo tutti, perché credeva così tanto nel suo amore che ha scritto perfino una storia sulla sua amata.

 

Mi si strinse un nodo alla gola e il respiro mi si accorcio ancora ..  Troppi pensieri, troppo ricordi.
Stavo per impazzire e per evitarlo dovevo fare qualcosa .. al più presto possibile.
Così decisi.. Decisi cosa dovevo fare .. qual’era la cosa giusta …

-          Zayn io … 



*Evita un cuscino* *Evita un coltello volante*  *Evita un tavolino*
Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeee <3 <3 <3
Ok,ok non ammazzatemi vi prego ç___ç
Ma oh avuto dei problemi con la scuola ragazze <3 <3
Beh io ho pubblicato il capitolo moltoo in ritardo ma credetemi cercherò
Di pubblicare al più presto il prossimo .. sperando che voi non mi abbandonate :((
Bene dai vado via dato che ci vedremo al più presto possibile *--*
Arrivederci ragazze e beh vi aspetto con le recensioni <3 <3 

Yli_x




 

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Capitolo 30
*** 28° Capitolo ***


 

 Ora muovi il culo e fai quello che ti dico io ok? 

 

Non dire mai  “E’ troppo tardi” , perché non è mai troppo tardi.
Non dire mai “ non posso farcela” , perché se vuoi puoi.
Non dire mai  “ho sbagliato”,  ma pensa a rimediare.
Non dire mai “ è la fine” , perché essa non è alto che un punto per un nuovo inizio.

 
Mi si strinse un nodo alla gola e il respiro mi si accorcio ancora ..  Troppi pensieri, troppo ricordi.
Stavo per impazzire e per evitarlo dovevo fare qualcosa .. al più presto possibile.
Così decisi.. Decisi cosa dovevo fare .. qual’era la cosa giusta …
-          Zayn io … io …
-          Cosa succede Faby? – mi chiese con il respiro corto a causa dell’eccitazione che stava provando in quel momento.
-          Devi riaccompagnarmi al dormitorio. Per piacere. – dissi con la gola secca.
-          Cosa? Perché? – chiese lui allontanandosi lievemente.
-          Non chiedermi perché accompagnami e basta, ti prego. – dissi staccandomi totalmente da lui e dirigendomi fuori con lui al seguito.
Cominciai ad accelerare il passo fino a correre all’interno del parcheggio di quell’enorme villa alla ricerca dell’auto.  
-          Fabiola! Ferma un secondo. – sentì la voce di Zayn affannata dietro di me e decisi di fermarmi per guardarlo.
-          Dov’è la macchina? – chiesi anche io con il fiatone.
-          Mi spieghi che ti prende? – disse avvicinandosi a me e prendendomi il viso tra le mani.
-          Io .. io devo tornare in dormitorio .. ti prego riportami al dormitorio – dissi sentendo gli occhi cominciare a pizzicare
Lui puntò i suoi occhi nei miei e mi fissò con sguardo serio per circa cinque minuti per poi far scendere le sue mani alle mie guardandole incrociarsi.
Io seguivo i suoi movimenti con lo sguardo e dopo aver visto la sua mano incrociarsi alla mia alzai gli occhi sul suo volto che era tornato a guardarmi.
-          E’ per Louis non è vero? – mi chiese dopo un bel po’ di tempo.
-          I-io …  ti prego Zayn. –  lui sospirò appena per poi sciogliere le sue mani dalle mie e cominciare a guardarsi in torno.
-           La macchina dovrebbe essere di là. – disse per poi andare nella direzione che aveva indicato e camminare senza guardarmi.
Io lo seguì in silenzio fino a quella stupenda decapottabile nera che immagino aveva affittato per la serata.
Salimmo al suo interno senza proferire parola finché lui , mentre metteva in moto non decise di rompere quel silenzio fin troppo pesante.
-          Sai cosa vorrei?  - mi chiese con un sorrisino accennato, un sorriso che sembrava essere pieno di sofferenza e frustrazione.
-          No … cosa? – chiesi titubante sentendomi tremendamente in colpa per quello che gli stavo facendo.
-          Vorrei che tu riuscissi ad amarmi almeno la metà di quanto ami lui .. – disse girando con forza la chiave e partendo mettendo la mano sul cambio.
-          Zayn .. Tu sei importante per me e lo sia .. ma .. – dissi posando la mia sulla sua.
-          No Fabiola. Sul serio non devi dirmi nulla. Sperò solo che si aggiusti tutto fra di voi, non voglio vederti soffrire. – disse voltandosi verso di me con un sorriso sereno e con uno sguardo che faceva intendere l’esatto contrario.
-          Sai invece io cosa vorrei? – dissi sorridendogli e passandogli una mano sul volto.
-          No, cosa? – rispose sorridendomi per poi posare gli occhi sulla strada.
-          Essere perfetta almeno un po’ di quanto lo sei tu. – dissi sorridendo per poi voltarmi verso il finestrino.
-          Credimi, io non sono perfetto. – disse facendo calare il silenzio totale in quella macchina.
Sapevo che Zayn non era perfetto ma quelle parole, in quel momento, mi erano uscite spontanee, come mi era parso spontaneo scappare da quella festa per andare da lui.
Dopo alcuni lunghissimi minuti finalmente arrivammo al dormitorio e Zayn mi lascio di fronte al mio reparto per poi salutarmi con un lungo bacio sulla guancia e un ennesimo grazie non meritato.
Mentre salivo per l’ascensore il mio cuore batteva fortissimo contro la gabbia toracica cominciando a farmi male.
Le mie mani cominciarono a sudare e le gambe a tremare.
“Non c’è la posso fare” , era quello che riuscivo a pensare mentre quella piccola ascensore rossa mi portava verso il quarto piano.
Arrivata nel corridoio cominciai a camminare guardando scorrere sotto i miei occhi i vari numeri delle stanze fino a fermarmi davanti a quella giusta.
“Respira Fabiola, respira” ripetevo a me stessa mentre con insicurezza comincia a bussare.
Non appena bussai senti un rumore dall’altra parte della porta e in seguito dei passi.
-          Chi è? – chiese con la sua voce dolce e squillante.
-          Lou … Louis. – dissi con la voce fin troppo tremante.
La porta rimase chiusa per altri due minuti per poi aprirsi lentamente mostrando la figura di Louis avvolta nel suo pigiama blu.
-          Che vuoi? Non dovevi essere alla festa ora? – chiese acido guardandomi con sguardo arrabbiato e deluso.
-          Posso entrare? – chiesi calando lo sguardo e stringendo forte la mia borsetta blu.
-          No. – rispose lui secco facendomi sentire come colpita al cuore.
Io rimasi in silenzio e alzai lo sguardo facendo incrociare i miei occhi arrossati con i suoi carichi di rabbia.
Lentamente annui ed ingoiai un po’ pur sentendo un nodo salire dalla gola al cervello.
-          Perché? – chiesi titubante.
-          Mi chiedi anche il perché? Se tu non l’avessi capito è finita Fabiola, mi hai deluso. Tu per me non sei più nulla. Nulla! Quindi non vedo perché dovrei farti entrare nella mia stanza. – io ingoiai ancora cercando di frenare quel senso di vuoto che si stava impadronendo del mio stomaco, ma il risultato fu soltanto un ondata di lacrime che cominciarono a scorrermi sulle guancie arrossendole.
Mi morsi un labbro per cercare di frenarle ma riuscì solo ad intensificare le lacrime.
-          Ora .. ora ho capito. Mi dispiace di averti disturbato. Ma dovevo provarci, dovevo provare a farmi perdonare, dovevo provare a non perdere il ragazzo di cui ho scoperto di essere innamorata, ma so che ora non posso riuscirci, poiché ormai ti ho già perso.– dissi frettolosamente e singhiozzando girandomi e dirigendomi verso l’ascensore a passo svelto sotto lo sguardo di Louis che era rimasto immobile sulla soglia della porta con lo sguardo perso nel vuoto.
Mi fermai davanti a quell’ascensore e premetti il pulsante per chiamarla.
Quando finalmente essa arrivò sentì la porta della stanza di Louis sbattere e dei passi decisi camminare dietro di me.
Non mi voltai ma sapevo chi era o meglio speravo fosse lui …Ma a volte sperare non basta.. Ma questa non era una di quelle volte.


*RULLO DI TAMBURI*
tadaaaaa! Ylenia eccola qua xD
Allora belle come state?
Bene? Mmm interessante xD
Sapete questo capitolo era lungo 10 pagine di WORD
quindi ho deciso di dividervelo :D
Quindi facciamo così appena raggiungiamo le 9 recensioni prometto che aggiorno :D
Ci state ? 9 recensioni e vi metto subito il capitolo che sia giorno o notte fonda xD ( Mi raccomando solo se arriviamo a 9 pubblico u.u xD )
Detto questo vi lascio :D Un bacione ciccie <3
p.s. secondo voi cosa succederà :/ ?? xD

Yli_x 



 

 

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Capitolo 31
*** AVVISO! ***


AVVISO!!!!!!!


Ciao ragazze :D è una vita che non ci sentiamo ç_ç 
Ma questa volta non è per colpa mia ... Nello scorso capitolo avevo
chiesto almeno 9 recensioni per continuare, ma nonostante le 270 visualizzazioni 
ho ricevuto solo 8 recensioni :(( 
Quindi mi sono limitata nello aggiornare, convincendomi, che oramai la mia storia
non piaceva più a nessuno .... 
Io ho già molti capitoli pronti da mettervi ma vorrei sapere se voi volete leggerli o no ... 
Quindi la domanda è : Volete che continui la storia o volete che la termini così, di botto? 
Grazie per aver letto e, anche se questa volta non centro, scusatemi per la mancata 
publicazione del capitolo .... Ricordate che vi adoro tutte :))) 
Un bacione Yli_x

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Capitolo 32
*** 29° Capitolo: ***


Vorrei il tuo cuore per piacere


This line is words you said,
Have all gone to my head
I hear angels sing, in your voice
When you pull me close,
Feelings I’ve never known
They mean everything,
And leave me no choice

(
http://www.youtube.com/watch?v=DqCnb9sq8OQ)

 
Il cuore batteva forte aiutando le lacrime a scendere sempre più veloci.
La gola era secca, mentre nel mio stomaco avevo un peso insopportabile.
La mia mano tremava mentre era ancora fissa sul pulsante dell’ascensore.
Sentivo pochi suoni intorno a me, ma quel tonfo lo udì benissimo, seguito da dei passi, pesanti e fuggitivi.
In seguito, sentì, una mano, forte e decisa, poggiarsi sulla mia tremante.
Con  lo sguardo guardai quella mano riconoscendo subito il proprietario.
Il cuore batteva talmente forte che mi obbligava a rimanere ferma, immobile come un idiota colossale.
Dopo pochi secondi senti un'altra mano posarsi sulla mia spalla e un respiro caldo sfiorarmi il collo.
-          Ripeti quello che hai detto … - disse con voce roca e tremante.
Il solo udire della sua voce mi fece perdere un battito, gli occhi cessarono di fabbricare lacrime e si chiusero assaporando a pieno quel momento.
-          Fabiola … ripeti quello che hai detto. – ripeté con voce improvvisamente dura che mi fece sussultare .
Provai a rispondere, notando il tono alquanto ansioso del ragazzo alle mie spalle ma in quel momento la mia voce aveva ben deciso di darmi il ben servito, andandosene a fare un giro con quel traditore  del mio cervello che ormai, non mi inviava più segnali di vita.
Lentamente, comandata da non so cosa, decisi di girarmi per cercare un appoggio, un qualcosa che avrebbe fatto tornare il mio cervello per almeno un secondo.
Mossa decisamente sbagliata dato che appena mi girai non feci altro che annegare in due pozzi color ghiaccio colmi di lacrime.
-          Fabiola … - ripeté lui per spronarmi a parlare e così, quasi incantata da lui decisi di aprire quella bocca diventata oramai secca.
-          Louis io .. io credo di … oh cavolo cosa vuoi che ti dica? Sono stata un idiota … io … mi sono lasciata incantare dal nulla come una ragazzina. E cos’ facendo non ho fatto altro che ferire te .. e ferire me ..  Ti ho perso .. Ed è solo colpa mia .. – dissi mordendomi un labbro per trattenere quelle lacrime che stroppiavano il mio discorso totalmente insensato.
-          Si hai ragione .. tu sei un idiota. – disse il “dolce” Louis mettendo il dito nella piaga.
-          Lo so, non serve che tu me lo ripeta. – dissi allontanandomi un po’ da lui e calando lo sguardo sui miei piedi e sulle sue … ciabatte a forma di renna di babbo natale? Ma come diavolo si vestiva?
-          Già.. non serve, già lo sai di essere un idiota colossale.. un emerita cretina senza cervello, che si fa incantare da un dongiovanni come Zayn Malik.. che …
-          Louis! – dissi alzando lo sguardo di scatto notando solo allora un sorrisino stampato sulle sue labbra sottili e rosse.
-          Ma .. sai cosa? Se tu sei un idiota .. allora credo di essere un totale coglione, dato che non riesco a mandarti via .. e dato che .. nonostante tu abbia sbagliato non riesco ad evitare di amarti. – disse facendomi mozzare il respiro.
Sgranai leggermente gli occhi che di colpo smisero di lacrimare e aprì leggermente le labbra per la sorpresa.
Aveva detto di amarmi,nonostante tutto lui non mi odiava.
Era impossibile, pensai, cose del genere accadono solo nei film e in quei libri estremamente romantici.
Lui era ancora di fronte a me e lentamente fece scorrere le sue mani sulle mie spalle avvicinandosi a me.
-          Louis io ..
-          Shh….. – disse avvicinando il suo viso al mio accarezzandomi una guancia con il pollice.
Percepì il suo respiro sulle mie labbra ancora leggermente schiuse e non potei fare altro che pensare che quel contatto mi era mancato, mi era mancata la sua presenza al mio fianco.
Quasi spinta da una calamita portai la mia mano tra i suoi capelli avvicinandomi ancora di più a lui sfiorando le sue labbra sottili con le mie.
In meno di un secondo la sua mano passo sul mio fianco stringendomi a lui mettendo fine a quella distanza millimetrica.
Le sue labbra sulle mie mi fecero nascere una scarica per tutto il corpo che partì dal punto in cui le sue dita mi toccavano fino al cuore.
Era tutto perfetto, era perfetto lui, le sue labbra, la sua lingua che danzava con la mia, era perfetto.. fin troppo perfetto per durare non credete?

    

*Spazio Autrice*
(O.O CAVOLO MI SENTO POTENTE A SCRIVERLO U.U) 
oK tronando alle cose serie... SALVEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!
Come state dolcezze??
Eh già avete aspettato tutte tantissimo e vi chiedo scusa.. ma come
vi ho detto nel "capitolo" precedente mi sembrava che la storia non 
piaceva a nessuno quindi avevo pensato di chiuderla .. ma per fortuna mi
sono sbagliata ( FACENDO UNA FIGURA DI MERDA U.U)...
Cmq .. ragazze mi duole dirvelo ma siamo quasi alla fine ... Eh già...
A quante di voi dispiace? Solo a me :O ? OK :((( HAHAH
Bene allora come al solito prima di andarmene dalle palle vi pongo un quesito u.u
Cosa vuole dire Fabiola con la frase finale?? 
Bene detto questo scappo .. un bacioneeee <2 <3 <4 <5 (?) 
Yli:x XD




    

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Capitolo 33
*** 30° Capitolo ***


Amare non è un privilegio è solo abilità
 

Dopo quel giorno in cui io e Louis ritornammo insieme non ricordo di aver passato un solo giorno senza essere felice.
La nostra storia continuò alla grande ed io giorno per giorno imparavo ad amarlo ancora di più e ad amare quella città che mi aveva donato quell’esperienza meravigliosa.
Ricordo anche che all’incirca due giorni dopo la nostra riappacificazione  mi decisi a parlare con Zayn, e fu così che  per la prima volta nella mia vita ( escludendo il mio amico Marcus) , avevo trovato un amico sincero, che mi amava e che mi avrebbe difeso a costo della sua vita.
Pensandoci bene in quel periodo non fui la sola ad avere un percorso facile e felice ma anche la mia amica Aurora era riuscita finalmente a capire cosa voleva sul serio.
Anche se lei a differenza mia non riuscì a mantenere l’amicizia di Harry dopo aver scelto di stare con Niall.
A quanto pare Harry, il figo del college, aveva perso la testa per la mia amica e non riusciva per nulla a vederla come una semplice amica.
Beh, veramente nonostante il suo amore non rimase a bocca asciutta dato che dopo nemmeno un mese per tutta la scuola giravano voci di lui e della nostra professoressa di inglese Carolin Flack una donna che poteva avere minimo 14 anni in più a lui. Si, ripensandoci, Harry aveva dei gusti strani in fatto di donne, ma questi erano e sono problemi suoi.
In conclusione posso dire che ognuno ha avuto un suo percorso felice in quella sottospecie di carcere londinese.
Ma come tutti sanno, nulla è per sempre, e anche quel periodo di assoluta felicità e amore cominciò a svanire man mano che la data della nostra partenza per Los Angeles si avvicinava.
Tutto finisce .. tutto ricomincia … ma perché tutto deve fare così male?
Non c’è una risposta a questa domanda, non c’è mai stata e mai ci sarà.
Ed ora, mentre l’aereo si alza nel cielo per riportarci nelle nostra città poggio la testa al sedile e chiudo gli occhi ascoltando con il cuore e con la mente quella canzone che in meno di me quattro minuti e tre secondi è riuscita a farmi ricordare di tutto quest’anno ormai andato via.


Ho incontrato il tuo sorriso dolce
con questa neve bianca adesso mi sconvolge
la neve cade e cade pure il mondo
anche se non è freddo adesso quello che sento
e ricordati ricordami: tutto questo coraggio
non è neeeeeeeeve
E non si scioglie mai, neanche se deve

( http://www.youtube.com/watch?v=UqgDZ3bW8ho )

Faccio un respiro profondo e lentamente apro gli occhi per ammirare quella distesa di nuvole bianche sotto il nostro aereo.
Come vorrei poter fermare il tempo, tornare indietro e ripetere tutto d’accapo.
E a voi? Vi è mai capitato di voler fermare il tempo?
Anche per una piccola frazione di secondi, giusto per riuscire a rendersi conto di cosa sta accadendo?
Beh non so se vi è mai capitato, ma una cosa è sicura, a me sta accadendo proprio adesso.
Richiudo gli occhi rifiutandomi di guardare una parte di me che si allontana dal mio cuore.
Respiro ancora e cerco di liberare i pensieri e così, sulle note di quella dolce canzone, e su quelle dei mie pensieri mi addormento sperando che una volta aperti gli occhi mi accorga che è tutto un sogno, che in realtà sono ancora a Londra, tra le braccia del mio Louis .. e che non dovrò mai andare via. 



*SPAZIO AUTRICE U.U*
Belleeeeeeeeeeeeeeeee comincio col dire che, no, non è finita xD
Contente? ma come non lo siete :O :''(
Ok, comincio col dire che ho aggiornato prestissimoooooo u.u 
Ed è tutto grazie alle vostre magnifiche recensioni *--* 
In particolare devo ringraziare le magnifiche recensioni di Novembre011 , di Alya20 e di tutte le altre *--* Siete fantastiche sul serio <3 <3 
Detto questo scappo ... o meglio vi  lascio un altra domanda .. Recensite :((( :3 ?? xD
Ok me ne vado dalle palle xD
Un bacione <3 Yli_x


 

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Capitolo 34
*** 31° Capitolo: ***


 

SE FOSSE PER SEMPRE

 

Se l'amor si paga dopo 
Noi senza inferno 
non resteremo 

Se l'amor mi costa questo 
Non voglio sconto 
voglio pagare
[......]

E se fosse per sempre... mi stupirei! 

e se fosse per sempre... ne gioirei 
Perché quando mi rubi... e mi stacchi dal mondo 
Sale forte l'umore... e l'amore va in sole


 

“Avvisiamo i gentili passeggeri che l’aereo atterrerà tra alcuni minuti, quindi allacciate le cinture di sicurezza e rimanete seduti. Grazie per aver viaggiato con British Air Way.”
 

-          Fabiola.. Siamo arrivate svegliati.
-          Siamo a Londra vero? Dimmi che siamo appena arrivate a Londra e ora andremo in quel college ed io comincerò ad odiarlo per poi amarlo a poco a poco. – dico aprendo gli occhi e fissandoli in quelli cristallini della mia amica che mi risponde con un leggero sorriso e posandomi una mano tra i capelli.
-          Mi dispiace ma siamo a Los Angeles tesoro. – ecco, queste erano proprio le parole che non volevo sentirmi dire.
-          Ok, allora lasciami in questo aereo a morire. Io non scendo. – dico incrociando le braccia al petto e allacciandomi la cintura di sicurezza.
-          Andiamo non fare la bimba Fabiola. Un anno fa non vedevi l’ora che arrivasse questo giorno.
-          Un anno fa .. era un anno fa e un anno fa io non ..
-          Si, un anno fa non conoscevi Louis. Fabiola ti ricordo che anche io sono andata via da Niall.
-          Lo so ma sembra che questa cosa interessa solo a me. – dico scocciata voltandomi verso il finestrino.
Non ho voglia di litigare con lei, ma proprio non riesco ad essere dolce e carina in questo momento.
Una volta che l’aereo arriva a terra slaccio la cintura svogliata e comincio a scendere insieme a quella mandria di persone euforiche di essere a Los Angeles.
-          Andiamo a prendere i bagagli ragazze. Non mi sembra vero essere di nuovo a Los Angeles. Non vedo l’ora di vedere la faccia che farà la prof di inglese quando vedrà i miei miglioramenti. Sarà fantastico! Cavolo mi sento tutto eccitato. – ed ecco, non poteva mancare lo strillo del mio amico Marcus che fin dal momento in cui eravamo partiti aveva cominciato a raccontarci di come era contento di ritornare a casa.
-          Marcus ti prego dacci tregua almeno 2 minuti. – dice Aurora alzando gli occhi al cielo e sorridendo divertita osservando  la mia espressione sconcertata.
-          Ok,ok signorine. – risponde lui mettendosi tra Aurora e me e abbracciandoci entrambe continuando a camminare.
-          Avete già avvisato i vostri “amici” londinesi che siete arrivate? – ci chiede Jason, uno dei ragazzi partito con noi, di punto in bianco comparendo alle nostre spalle con fare inquietante.
-          Non sono affari tuoi faccia da sogliola. – rispondo acida quanto la nostra professoressa il giorno in cui ha il ciclo.
-          Emh .. scusala Jason è il fuso orario che le da alla testa. Comunque no, come facciamo a chiamarli? Da Los Angeles a Londra spendi un casino anche solo per un messaggio quindi …
-          Capito. Va bene, era per chiedere. – dice allontanandosi non prima di avermi lanciato un occhiata di fuoco.
-          Fabiola non trattare male gli latri. Jason non ha una faccia da sogliola e in più non ti ha fatto nulla quindi non vedo perché tu lo debba trattare in questo modo. – ed ecco le solite ramanzine da mammina della mia amica Aurora. E pure mi sembra di averglielo detto che frequentare Liam gli faceva male, ma lei non mi ascoltava mica.
-          Hai ragione .. – dico sospirando. – Jason ha una faccia da pesce gatto non da sogliola. – ribatto e le faccio un occhiolino andando via per prendere la mia valigia.
Faccio un respiro profondo e socchiudo gli occhi sentendo la testa girare leggermente.
Fantastico, non sono atterrata nemmeno da dieci minuti che già questa città mi fa stare male.
Un po’ traballante mi appoggio al bancone dove al disotto c’è il  rullo con le valigie e strizzo meglio gli occhi aspettando che quel giramento mi passi. 
Ormai questi miei giramenti di testa sono talmente frequenti da circa due settimane che non ci do nemmeno più peso, so già cosa fare quindi non mi spreco a fare quelle classiche scenate di svenimento pubblico. Non sono una che si mette in mostra io.
-          Tutto bene principessina? – mi chiede una voce alle mie spalle a me conosciuta fin troppo bene.
Mi giro di scatto incontrando due occhi uguali ai miei circondati da capelli leggermente arricciati e lunghi.
-          Mamma! – grido saltandogli al collo come una bambina di appena cinque anni. Andiamo mi sto rendendo ridicola da sola.
-          Tesoro, come sei grande, sei ingrassata e hai la faccia da morta, ma sei sempre bellissima – wow la dolcezza della mia mamma mi è mancata davvero tanto … dico sul serio.
Le sorrido falsamente per poi voltare lo sguardo e incrociare lo sguardo di mio fratello.
-          Cazzo fratellone sei invecchiato! – grido aprendo la bocca ad ‘O’ ricevendo un buffetto dietro la nuca.
-          E tu sei sempre la solita acida rincoglionita. – dice cacciandomi la lingua per poi abbracciarmi forte.
Dopo un po’ mi stacco da lui e con fare dolce e affettuoso lo guardo e gli dico ..
-          Renditi utile e prendimi quelle cazzo di valigie. – dopo di che mi giro e seguo mia madre verso l’uscita dell’aeroporto .
I miei due amici non li vedo più ormai, quindi sarebbe inutile avvicinarmi a quel gruppo di uomini sudati per salutarli .. li vedrò domani o a limite li chiamo più tardi.
-          Tesoro la macchina è di qua vieni. – dice mia madre facendo poi segno a mio fratello di darsi una mossa.
-          Ma mamma, si è portata 5 bagagli, 5 te ne rendi conto? – grida lui di risposta ricevendo solo un sonoro “ non lamentarti è stata via un anno” dalla mia mammina.
Comincia a piacermi il fatto di essere la dolce figlia arrivata dopo un anno di “solitudine”. Anche se … anche se nulla devo smetterla di pensare a lui, devo smetterla di pensarlo. Devo concentrarmi a non pensarlo.
Ma concentrandomi a non pensarlo non finirei per pensarlo? Ma che cazzo sto dicendo? Ecco mi sono persa di nuovo nei miei stessi pensieri, il fuso orario mi fa proprio male.
Una volta arrivata a casa mia madre si accerta di non farmi muovere un muscolo andando lei a svuotare i miei bagagli nella mia stanza e a portare i vestiti sporchi in bagno.
Io mi limito a stendermi sul divano rubando il telecomando a mio fratello. Oh che bello essere tornata a casa.
-          Ri-dammelo! Fabiola! – grida Brian in un modo talmente femminile che mi costringe a ridere come una cretina.
-          Dovevi sentire la tua voce, sembravi una donna. – dico asciugandomi una lacrima.
-          Non sei arrivata nemmeno da un giorno e già non ti sopporto più – grida adirato.
-          Ma sta zitto, che ti sono mancata! – dico stampandogli un bacio per poi andare in cucina e aprire la credenza frugandoci all’interno.
Mmmh … biscotti al cioccolato, merendine al cioccolato,barattolo di cioccolato,cioccolato .. cavolo  delle carote non le hanno?  Oppure delle fragole .. delle fragole con la panna.. cavolo ho voglia di mangiare delle fragole.
-          Mamma! Abbiamo le fragole? – grido per farmi sentire.
-          Fabiola ti pare che a Novembre abbiamo delle fragole? – chiede ridendo la mamma.
-          Ok, scusa.  – dico arrossendo per la netta figura di merda.
Ok, allora potrei mangiare un toast al burro di arachidi .. si vada per il toast.
Dico prendendo il tutto e creando la mia merenda/cena.
O che delizia .. che buono che è questo burro di arachidi .. che è stato fatto dalle noccioline .. nate su una pianta .. nel verde .. o cavolo mi viene da vomitare.
Poso una mano sulle mie labbra per poi buttare il toast in aria e correre verso il bagno ad una velocità supersonica per poi cacciare fuori anche l’anima. Che schifo mamma mia.
Ma che diavolo mi prede?
Oh capito .. forse … sono allergica .. a questa città del cavolo .. voglio tornare a Londra .. adesso!!
-          Fabiola stai bene? – mi chiede mia madre entrando in bagno e alzandomi i capelli con le mani.
-          Si mamma, sono stanca e mangiare burro d’arachidi non mi ha fatto proprio bene. – dico pulendomi la bocca con una salviettina per poi andare a lavarmi i denti da quello schifo.
-          Forse è meglio se vai a dormire tesoro, la tua stanza è pronta e i tuoi panni sono tutti al loro posto. – dice accarezzandomi un braccio sorridendomi.
-          Grazie mamma, allora vado, buonanotte. – dico ricevendo un bacio sulla fronte prima di entrare nella mia stanza.
Mi metto nel letto dopo aver indossato il mio pigiama e lentamente chiudo gli occhi sognando i suoi dolci occhi che mi osservano con fare dolce e protettivo con le sue braccia forti che mi tengono stretta a lui e con  la sua voce che mi sussurra in modo dolce quanto mi ama e quanto, come me, desidera che ritorni da lui a Londra per restare insieme .. questa volta per sempre.



*SPAZIO AUTRICE*
Ciaoooooooooooooooo Bellezze……….
Come state? <3
Io benissimo nonostante il tempo alquanto orribile xD haha
Beh come vedete vi ho fatto attendere un po’ in più ma il risultato è stato .. wow <3
Cioè 10 recensioni ve ne rendete  conto?? Che cosa grandiosa *___*
Come sempre ho da ringrazi ere tutte voi che seguite la mia storia e che la recensite sempre.
Siete fantastiche e non potrò mai fare a meno di voi.
Ora come sempre vi pongo 3 domande:
1)      Come pensate che termini la storia?
Già .. vi pongo questa domanda perché ormai siamo agli sgoccioli.
2)      Questo capitolo fa cagare vero?
Ditemi la verità ç__ç
3)      Recensite vero bellezze?? <3
Detto questo io vado .. un bacione a tutte voi bellezze e buona serata <<3 <<3 <<3
Yli_x




 

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Capitolo 35
*** 32° Capitolo ***


Solo un assurdità...



E’ già passato un mese,un mese in cui non ho fatto altro che deprimermi mangiando, star male mangiando e ingrassare .. mangiando. In pratica l’unica cosa che avevo fatto era mangiare, mangiare e annoiarmi con lo studio.
Una vita normale direi. Fin troppo normale per una ragazza che per un anno ha vissuto in un college fidanzata con una star figa che con uno sguardo era capace di far svenire centinaia di ragazze.
Ma insomma.. dopo un mese, vi starete chiedendo voi, stai ancora a pensare a lui?
La risposta .. cari miei .. non la so nemmeno io.
Insomma come si fa a rendersi conto se stiamo pensando ad una persona realmente?
Infondo pensateci ci capita circa un miliardo di volte di pensare a persone varie, un po’ come quando pensate alle maestre delle elementari .. insomma le pensate giusto per un momento.. per una frase che te la fa ricordare,ma non pensiamo a loro. Pensiamo al ricordo.
Ma posso dire che mi accade la stessa cosa con Louis? Insomma, Louis non è stata la mia maestra, lui è stato un professore.. oh ma che cazzo di minchiate sto sparando alle otto meno venti del mattino?

……..


OTTO MENO VENTI?!?!?
Sono in un ritardo mostruoso.
Con un movimento “felino” scendo dal letto spostando le coperte con un colpo secco e mi fiondo in bagno dove per prepararmi scateno la terza guerra mondiale.
-          Fabiola.. c’è  Marcus giù.. sei pronta?- chiede mia madre mettendomi ancora più fretta di quanto io già ne abbia.
-          No, cavolo, no …
-          Cosa? Fabiola non dirmi che dopo che ti ho svegliata sei rimasta di nuovo a letto a pensare?
-          No mamma no.. io sono pronta solo … no, non voglio lasciarti sola in casa …
-          Muovi il culo Fabiola o dico a Marcus di lasciarti qui.
Dette quelle parole cerco di aumentare la velocità e così in meno di pochi minuti sono giù, pronta e affaticata.. neanche avessi fatto una maratona. Mi sono rammollita troppo ultimamente.
-          Buongiorno Marcus, scusa se ho fatto tardi..
-          Ma figurati pazzoide..andiamo?
-          Certo deficiente .. no aspetta!! Devo prendermi la merenda.
-          Ti compro qualcosa al bar, dai vieni.
-          Ohw.. sei fantastico Marcus!
-          E tu stai ingrassando pazzoide!
-          Oh, e smettila di chiamarmi così!
Dette queste ultime parole andiamo a scuola con la felicità di una tartaruga capovolta, ma infondo non devo lamentarmi .. dato che appena arrivata mi è stato offerto un bellissimo e buonissimo cornetto alla nutella.
 
***
 
-          E fu così che ebbe inizio la seconda guerra mondiale.. una guerra che ved scontrarsi da una parte le potenze dell’Asse e dall’altra i paesi alleati. Come avevamo detto precedentemente essa ha inizio il 1° settembre con l’invasione della Polonia da parte della Germani.. e … - una cosa che odio più della scuola? La professoressa di storia. Una vecchia decrepita con i capelli lunghi fino al sedere che è convinta del fatto che un giorno noi possiamo cambiare il mondo.
Si insomma se io potessi cambiare il mondo probabilmente abolirei la scuola d’obbligo in modo che può andarci solo chi vuole studiare mentre gli altri potrebbero o lavorare o svagarsi per il mondo.
-          Ehi … Psssh Fabiola.. Fabiola…
-          Dimmi Aurora..
-          Sai.. tra due settimane abbiamo la pausa didattica …  avevo pensato che potremmo andare a Londra, che ne dici? – a quella affermazione i miei occhi si sgranano e il mio cuore comincia a pompare sangue più velocemente.
-          Beh vedi.. non lo so devo pensarci. – lei annuisce un po’ stranita dalla mia reazione per poi girarsi di nuovo e seguire la lezione.
Tornare a Londra voleva dire rivedere Louis.. e rivedere Louis voleva dire scoprire se tutte quelle voci su la sua nuova ragazza sono vere.
Già avete capito bene.. sono ormai settimane che sui siti web e sui giornali ci sono foto di Louis con una ragazza dai capelli castani leggermente ondulati di nome Elanor.. Eleanor Calder.
Fino a questo momento non avevo mai pensato realmente a questa storia, ma se davvero Louis si fosse di nuovo fidanzato?  Mi ha già dimenticata?
Quelle domande mi frullavano in testa troppo velocemente tanto che dopo nemmeno 5 minuti sentì la testa andarmi in panne e gli occhi indebolirsi. Poi un tonfo e le urla di Aurora.. dopo di che solo un forte dolore alla testa e l’oscurità.. oscurità totale.
 
***
 
-          Gli capitano spesso questi svenimenti?
-          No è la prima volta che viene.. soffre molto di nausea e di giramenti di testa ma mai svenimenti.
-          Beh io le consiglierei di .. Signorina Fabiola ben tornata fra noi.. come si sente?
-          Come se avessi avuto una botta in testa…
-          Oh non si preoccupi ha avuto un semplice mancamento. – annui impercettibile alla visione sorridente dell’infermiera scolastica e a quella preoccupata di mio fratello.
-          Vorrei farle alcune domande se è possibile signorina.. e cortesemente signorino potrebbe uscire fuori per un secondo? – mio fratello mi scruta ancora preoccupato per poi uscire chiudendo la porta.
-          Quali domande dottoressa? – lei mi sorride e prende la sedia mettendosi seduta al mio fianco scrutandomi in un modo odioso.
-          Mi dica signorina lei quanti anni ha?
-          Ne compio 19 tra tre giorni.. – le risposi alzando un sopracciglio mettendomi anche io seduta.
-          Quanto tempo fa ha avuto il suo ultimo rapporto intimo con un uomo? – a quelle parole sgrano gli occhi di colpo partendo sulla difensiva
-          E a lei che cavolo frega?
-          Mi risponda signorina è importante.
-          Circa un mese e mezzo fa.. non vedo a cosa le servano queste informazioni.
-          E l’ultima data delle mestruazioni?
-          Ma che gliene frega? Non mi ricordo quando ho avuto le mestruazioni per quanto mi riguarda potrei averle anche adesso e non saperlo. - Lei si passa una mano sulla tempia togliendo quegli orribili occhiali per poi fissarmi gelida con i suoi occhi verde mare.
-          Potrei dare un occhiata alla pancia per piacere? – io sbuffo impazientita per poi stendermi di nuovo e scoprirmi la pancia.
Lei comincia a premere in svariati punti facendomi sentire le stelle dopo di che mi osserva facendomi segno di alzarmi.
-          Signorina, io le consiglierei di fare un test di gravidanza.
-          UN COSA SCUSI?
-          Un test di gravidanza.. se vuoi te ne do uno io così eviti di andare in farmacia a prenderlo.
-          MA LEI E’ IMPAZZITA PER CASO?
-          Si calmi, i sintomi sono quelli.. nausea.. giramenti di testa.. svenimenti.. questa è solo una mia teoria.. ma si fidi faccia questo test, gli consiglierei di farlo il più presto possibile poiché si può abortire fino al terzo mese. – a sentire quella parole sbianco di colpo osservandola spaesata.
-          Ma io .. noi abbiamo sempre usato precauzioni .. non..
-          Capita avvolte che un preservativo si rompa e succedono cose del genere.. ma se vuole può abortire signorina e tutto torna come prima glielo assicuro.
-          Non esiste.. io .. non abortirei mai.. – e lei mi sorride poggiandomi una mano sulla mia per poi alzarsi e andare a prendere una scatolina dal suo cassetto.
-          In tal caso faccia il test.. dopo di che se il risultato è positivo le consiglio questa ginecologa – dice porgendomi un foglio bianco con sopra scritto un nome seguito da un numero di cellulare e di fax.
-          Io.. la ringrazio ..
-          Si figuri signorina.. e non la prenda a male.. se lei ama il suo ragazzo questo bambino  non è altro che un dono meraviglioso.. ci sono persone che sperano tutti i giorni di averne uno ..
-          La ringrazio.. ora però potrei chiederle un favore?
-          Mi dica..
-          Potrebbe ecco tenerlo per lei finche non saprò con certezza se questa cosa è vera?
-          Non si preoccupi .. rimarrà tra noi
-          La ringrazio ancora..
-          Si figuri Fabiola… a presto.. – uscì da quella stanza totalmente bianca in volto mettendo la scatolina nel mio zaino.
-          Allora tutto bene? – mi chiese mio fratello allarmato.
-          Tutto alla grande.. è solo .. un alimentazione sbagliata..
-          Oh meno male.. per un secondo ho pensato fossi incinta .. che assurdità… 



*Osserva a destra... osserva a sinistra*
SALVEEEEEE 
e già vi ho fatto aspettare un mese e vi chiedo umilmente 
perdono ma non avevo più ideee ç____ç
Volevo che questo capitolo fosse coinvolgente
e anche un po' sorprendente....
ma ne è uscita una cacca di mucca ://
Beh il prossimo capitolo .. ovvero il finale
lo posterò nel corso di questo mese .. dato che
devo spiegarvi moltissime cose 
tra cui una che spero vi faccia
piacere :D <3 
Detto questo scappo sperando di ricevere almeno una di recensione
Bene... un bacione a tutte <3 

Yli_x



 

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Capitolo 36
*** TRASFERITA SU WATTPAD :)) ***


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