Leave Me Into Your Darkness

di Faust_Lee_Gahan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Vaudeville ***
Capitolo 3: *** Tearjaker ***
Capitolo 4: *** Iris ***
Capitolo 5: *** My Mood Swings ***
Capitolo 6: *** Kissing a Fool ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Avvertimenti Iniziali:

allora... inanzitutto questa è la prima ff , perciò siate clementi ^//^! è una AlbusxGellert... lo so lo so è una strana coppia (the odd couple *_* )ma... che volete sono gli scleri mattutini! xD

Ma passiamo ora ai vari avvertimenti di consuetudine: innanzitutto ogni capitolo, a parte il prologo, ha il titolo di una canzone e alla fine, oltre ai vari ringraziamenti, metterò il soundtrack, ovvero le canzoni che mi hanno in qualche modo ispirato o sono solo state catapultate nelle mie orecchie durante l'atto di scrivere xD!

Bando alle ciance e iniziamo con la storia^^! spero apprezzerete ^^

 

 

                            Leave Me Into Your Darkness

 

                                                                             

                                    Prologo

 

 

<< Al! Aaaaal!! >>

Il ragazzo interpellato si voltò verso il fratello che lo chiamava a gran voce.

<< Si, Abe. Arrivo. >> rispose lui con calma.

Era una splendida giornata di sole e tirava un venticello fresco. Albus si scostò i capelli rossicci, che gli arrivavano a metà collo, dal volto, puntando gli occhi azzurrissimi verso l'immensa distesa di verde davanti casa sua.

Quella perfetta atmosfera di inizio estate faceva a cazzotti col suo umore: quello splendido sole doveva essere uscito per farsi beffe di lui e del suo vestito nero, nel quale il giovane si sentiva un po' ridicolo; o forse era lì per dire anche lui addio a Kendra Silente ... sua madre.

<< Figlio mio, un giorno non lontano sarai tu a dover portare avanti la famiglia >>

Così gli aveva detto la madre poco tempo prima.

Ne sarebbe stato all'altezza? Sarebbe riuscito in quell'assurda impresa?

Lui era solo un ragazzo, miseria! Voleva scoprire cose nuove, viaggiare, uscire da Godric's Hollow...

Viaggiare... Chissà se Phias fosse partito ...

Lo aveva pregato di partire senza di lui: dopotutto, gli doveva quel viaggio!

Ma Elphias "Fiatodicane" Doge era il secondo dei testardi (il primo era lui!) e aveva insistito per rinunciarci anche lui. Alla fine, medaglia d'oro e medaglia d'argento in testardaggine erano arrivati a un compromesso: sarebbero rimasti per il funerale, mentre il viaggio era solo rimandato.

Elphias conosceva fin troppo bene il suo ragazzo, sapeva che avrebbe tentato di convincerlo a partire da solo... Ma lui non l'avrebbe permesso! Avevano deciso insieme e insieme sarebbero partiti!

Albus, dal canto suo, rifletteva su Phias, sul viaggio, sul funerale, sulla vita, sulla morte, sulle sue nuove responsabilità...

Un po' tremava al pensiero di quello che lo aspettava: avrebbe voluto mollare tutto e fuggire in un posto sperduto e dove non conosceva nessuno...

D'altro canto, non poteva abbandonare suo fratello Aberforth e sua sorella Ariana, che avevano estremamente bisogno di lui: uno per la sua testa calda, e l'altra per la sua cattiva salute...Maledetta vena Grifondoro!

Ma Albus Silente? Chi si sarebbe preso cura di Albus Percival Wulfric Brian Silente? Il ragazzo pensò a Phias... ma ormai, con la morte di sua madre molte cose avevano perso di significato... come la storia con lui...

Da un lato voleva partire col ragazzo, cercando di ficcarsi in gola quei dubbi, pensando che, sebbene non lo amasse più, poteva continuare a stare con lui, solo perchè gli voleva bene; ma dall'altro riteneva inutile continuare a fingere che andasse tutto bene. Elphias lo avrebbe accettato... era forte lui... più di quanto credesse...

Con queste decisioni in testa, Albus Silente, più sui 18 che sui 17 anni, Caposcuola, Prefetto, Vincitore del Premio Barnabus Finkley per Incantesimi Eccezionali, Rappresentante Giovanile Britannico al Wizengamot, Vincitore della Medaglia d'Oro per il Contributo Innovativo alla Conferenza Alchemica Internazionale del Cairo, guardò in alto, scrutando il cielo, pensando a quanto sua madre amasse l'estate e quelle splendide giornate di sole...

 

 

Soundtrack: Kryptonite dei Three Doors Down; Condemnation dei Depeche Mode (i miei preferiti <3); Stuck In The Middle With You  e Little Green Bag dal soundtrack de Le Iene ; e la mitica voce della prof Cozza: senza le sue incredibilmente noiose ore, la mia mente sarebbe ben poco deviata xD

Ringraziamenti speciali:

Alle Tizie^^ : Rola, Rula-a voi nota come Elysion^^-, Mary e in particolare Miki che è stata la prima ad assecondarmi in questa follia xD! I love ya, girls x3!!!

A Freddy, la mia migliore amica, che condivide la mia passion per HP e che mi asseconda in tutte le stronzate che mi vengono in mente dalle medie xD

A Dodo, che mi ascolta ormai da 11 anni anche se non legge HP (povera ragazza

A Fede, Cry, Angy, Ado, Marto, Winnina, e tutte quelle che mi sopportano in classe xD

A voi autrici, che mi date l'ispirazione sempre e comunque

E a voi, che avete letto fino in fondo ^^

A Dave e Martin: senza di loro sarei niente

P.S.

Il titolo della ff prende spunto da un verso di One Carress dei Depeche Mode... mi sembrava il minimo x3

 

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Capitolo 2
*** Vaudeville ***



Avvertenze iniziali:

Ok questo capitolo non ha il titolo di una canzone, ma mi sembrava appropriato ... non so perchè ^^'








Leave Me Into Your Drakness




Capitolo 1

Vaudeville




Erano passati alcuni giorni dal funerale. I superstiti della famiglia Silente erano ancora in/a lutto ma erano riusciti a creare un equilibrio.

Albus si era rivelato un capofamiglia "non tanto male" a detta di Aberforth... dopotutto era sempre suo fratello!

La vicina Bathilda Bath (o zia Batty, sempre a detta di Abe xD) dava una mano al povero Albus, portandogli ogni tanto qualcosa di speciale per cena, o aiutandolo nelle faccende domestiche. Durante quel periodo, zia Batty non potè fare a meno di notare come il ragazzo era sempre più restio a parlare dei suoi sentimenti, del suo umore, e più in generale di sè, preoccupandosi in primis degli altri.

Pensò che probabilmente un ragazzo intelligente e dotato come lui si sentisse stretto in un villaggio come Godric's Hollow...

Fu allora che le venne in mente suo nipote.

Le era arrivata una sua lettera, pochi giorni orsono, in cui il nipote le chiedeva ospitalità per l'estate: una piacevole pausa da tutti quei viaggi che era ormai consono a fare.

Quella lettera era stata mandata senza dubbio dalla provvidenza: così Albus avrebbe avuto un po' di compagnia, e compagnia di un ragazzo intelligente e dotato come lui, per giunta!

Da quel momento, zia Batty aveva passato ore e ore a raccontare ad Albus del suo meraviglioso nipote Gellert. Al, dal canto suo, aveva sentito qualcosa riguardo questo Gellert Grindelwald, e, non lo nascondeva, era alquanto scettico nei suoi confronti: aveva infatti sentito che era stato espulso da Durmstrang a 16 anni per degli esperimenti assurdi che aveva fatto su degli studenti...

Chissà che razza di esperimenti dovevano essere per essere espulsi anche da Durmstrang! Insomma, il nostro Al non aveva una bella opinione di costui. Invece, da come zia Batty ne parlava, doveva essere una specie di eroe!

Ma la curiosità era sempre stata una qualità degnamente presente nell'albero genealogico dei Silente, e lui non era da meno! Quindi una parte di lui si interessò estremamente a fare tale conoscenza...


Gellert aveva appena finito di leggere l'ultima lettera della zia Batty... parlava DI NUOVO di Albus Silente!...

Possibile che in così pochi giorni gli fossero arrivate tutte quelle lettere, dalla stessa persona che, ne era certo, gli scriveva con una scusa o un'altra per parlargli di quel ragazzo?! Probabilmente sua zia lo stava idealizzando troppo: le lettere erano piene solo del suo nome, corredato da tanti tanti begli aggettivi (troppi per i suoi gusti...) assieme a tutta la sua bella carriera scolastica. In effetti alla sua tappa al Cairo, durante uno dei suoi innumerevoli viaggi, aveva sentito parlare della presenza di un ragazzo estremamente precoce che aveva appena vinto un prestigioso premio...

Poteva una mente così plagiata dal Bene avere un, per quanto misero, lato oscuro?

Questa domanda lo tormentava... e la risposta che si dava era che tutti ne avevano uno... era un essere umano dopotutto! Erano questi dubbi a incuriosirlo...

Si guardò allo specchio: vide un ragazzo sui 18 anni, coi capelli biondi lunghi fino alle spalle e gli occhi chiari, ghigno beffardo...

Quel Albus non poteva certo competere con lui! (ndA fa così serpeverde quest'uomo!xD)

Con lui, Gellert Grindelwald, Il genio!

Nonostante questi pensieri sulla sua mitica persona (ndA come mi diverto xD), rispose a sua zia che sarebbe andato da lei il giorno dopo.

...”Così mi farai conosere il tuo stramaledetto Albus Silente!” scrisse Gellert, non sapendo di fare in quel modo la felicità della zia.

Il giorno dopo, Bathilda si affaccendò per la casa a lucidare, pulire, mettere in ordine, preoccupandosi di invitare a cena i fratelli Silente.

Quel pomeriggio, appena arrivato, Gellert sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori, e anche più sinceri, per quella donna per cui provava un affetto vero.

<< Tesoro, vieni qui! Fatti abbracciare! Merlino, quanto sei cresciuto! E come sei diventato bello! >> disse zia Bathilda abbracciandolo e scompigliandogli i capelli con la mano.

Entrarono in casa e la donna gli mostrò la sua camera, al piano di sopra della villetta. Dopo le solite raccomandazioni (tieniinordinelacameranonandarealettotardinonfaretropporumoreecceteraeccetera...), mentre usciva, si voltò e con un sorrisino malefico, degno di Gellert stesso, disse:<< Ah, mettiti in ghingheri stasera, vengono i Silente a cena.>>

<< Ah! Bene >> disse il ragazzo, rispondendo al sorriso con un ghigno altrettanto malefico, che si trasformò in ringhio appena la donna uscì trionfante.

Fu così che si preparò con un'insolita accuratezza, sistemandosi i capelli lunghi fino alle spalle in un codino basso: semplice ma raffinato.

Scese ad accogliere gli ospiti (se fossero stati graditi o meno lo avrebbe deciso poi), e andò incontro alla zia.

Qualcuno bussò alla porta.

<< Mi raccomando a te... >> disse solo lei prima di avvicinarsi alla porta per aprirla.



Soundtrack: Closer e Winter di Joshua Radin; Pulp Fiction Theme; Down di Dave Gahan (x3) ; e poi per il titolo V per Vendetta e tutto il suo magnifico mondo <3

Ringraziamenti speciali:

Alle Tizie (Rola, Rula, Mary e Miki xD)... A Band Apart... xDDD;

A tutte le girls della mia classe;

A Freddy, tvttttttb per tutta la vida <3;

A Dodo, che mi ascolta pazientemente tutte le mattine;

A Shana, che anche se indirettamente mi è sempre vicina;

A voi autrici, che mi ispirate sempre;

A voi, che leggete fino alla fine;

A Dave, Martin, Fletch, Anton e Ben...

P.S.

I DM a Roma... presto... xDDDD non vedo l'ora^^

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Capitolo 3
*** Tearjaker ***



Avvertimenti iniziali:

Sono stanchissima, ma inizio lo stesso il capitolo... xD

Innanzitutto grazie a tutti quelli che leggono; mi avete commosso... <°D e scusate per l'attesa ^^'; so che magari è un po' corto, ma non vedevo l'ora di passare al prossimo!x3

Vi avviso che ho già varie idee che mi frullano in testa... xP.. vedrete!

VI VOGLIO BENE!X****

ma adesso cominciamo... dopotutto non siamo qui a fare la ceretta inguinale ai tassi xD








Leave Me Into Your Darkness



Capitolo 2

Tearjaker


Albus fece un breve riepilogo mentale: Ariana stava finendo di mangiare, la pozione per lei era pronta, si era vestito per bene e aveva fatto vestire per bene Abe.

A nulla erano valse le proteste del fratello per non andare a casa Bath: Abe lo aveva infatti inseguito per tutta la casa pregandolo di lasciarlo lì con Ariana.

<< Abe, zia Batty ci ha invitato tutti e due, che figura ci facciamo?! >> rispondeva Al continuando a camminare

<< Si, ma ci sarà quel tizio! >> ribatteva allora Aberforth stizzito, e con l'aria da bimbo capriccioso

<< Abe, cosa può averti mai fatto di male un tizio che neanche conosci per starti così antipatico?! >> disse Al fermandosi di fronte al fratello e incrociando le braccia.

<< ... Non lo so... Questione di pelle... >>

Al alzò un sopracciglio e Abe scrollò le spalle

<< Non so cos'è. In fondo si dicono tutte quelle cose sul suo conto ... E poi da quello che ha detto zia Batty mi pare troppo secchione! E anche borioso! >>

<< E' la stessa impressione che posso dare io a qualcuno che non mi conosce! >> ribatté Albus, punto sul vivo << Tu mi consideri un secchione borioso? >>

Aberforth incrociò le braccia e distolse lo sguardo

<< ... No ... >> disse a mezza voce

<< Quindi non sparare sentenze sulle persone senza nemmeno averle mai viste! >> concluse Al alquanto nervoso

<< Vestiti, altrimenti facciamo tardi >> aveva poi aggiunto

E così, eccoli lì, pronti e tirati a lucido per quella che, si sperava, sarebbe stata una piacevole serata.

Abe provò a guardarsi allo specchio: capelli corti e biondi, occhi azzurri esattamente come quelli del fratello maggiore e un'espressione estremamente scocciata sul viso.

Provò a fare un sorriso... pessima idea! Sembrava un ghigno malriuscito. Sbuffò. Tentare di nuovo di convincere il fratellone non sarebbe servito a niente...

Testardo di un Albus! Testardo peggio di un mulo! Anche lui però... Beh, da qualcuno doveva pur prendere, no? Sospirò. Nel farlo, un dolce profumo gli entrò nelle narici. Gli ricordò la madre ... e un velo di tristezza si impossessò dei suoi occhi.

Ripensò alla sua dolcezza, alla sua allegria e ai suoi sorrisi...

Pensò a tutte le volte che, dopo la sua morte, aveva pianto, di notte, col viso sotto al cuscino, per non farsi sentire.

E poi pensò ad Albus.

Suo fratello non aveva versato nemmeno una lacrima. Neanche il giorno del funerale. Aberforth sapeva che non ci era riuscito ... che suo fratello doveva mostrarsi forte ... non poteva permettersi debolezze... In cuor suo lo sapeva.

Non poteva tuttavia fare a meno di rimproverarlo per tale comportamento. In questo modo appariva freddo e distaccato riguardo la morte dell'unico genitore che era rimasto loro, anche se lui, Abe, sapeva che non era così. Non c'era niente di male a esternare le proprie emozioni, almeno con quelli che ti vogliono bene.

C'era da dire però che Albus si stava comunque occupando di lui e di Ariana senza pensare a sé neanche un momento, era gentile e premuroso come sempre, preoccupandosi continuamente della sorella e di suo fratello minore, mostrandosi forte, senza mai dare segni di cedimento. Lo ammirava per essersi preso una tale responsabilità sulle spalle senza nemmeno lamentarsi... aveva persino rinunciato al viaggio per loro... Perché allora lui doveva rendergli tutto più complicato?!

Fu con questi pensieri che Abe uscì dal bagno e andò incontro ad Albus, che lo chiamava a gran voce.

<< Sei pronto? Andiamo? >> gli disse mentre gli si avvicinava

Abe lo guardò, poi annuì con un sorriso. Al rispose al sorriso, aprì la porta e uscirono.

Si avviarono in silenzio a casa Bath, finché, una volta giunti al vialetto che portava alla villa, Abe si fermò. << ... Mi dispiace... per prima intendo... >> mormorò senza guardare il fratello

Al sorrise dolcemente e con una mano gli scompigliò i capelli. Abe sorrise sollevato a quel contatto e alzò lo sguardo

<< Non importa.. >> disse Albus.

Gli mise un braccio attorno alla spalle << Lo sai che sei identico a me?! >> disse poi con aria divertita.

<< Merlino, che croce! Povero me! >> rise Abe

Risero lungo tutto il vialetto. Arrivati davanti alla porta, Albus guardò il fratello minore con aria seria, dopo aver bussato.

<< Mi raccomando a te ... >> avvertì, prima che la porta si aprisse.



Soundtrack: Tearjaker dei Korn (title track); Bad Case Of Loving You e One Week dal soundtrack di Scrubs (addooorooo x3); Living In A World Without You dei The Rasmus; So What di P!nk;

Ringraziamenti speciali:

Alle Tizie^^ (Rola, Rula, Mary e Miki);

Alle ragazze della mia classe;

A Freddy, la mia amica e pervertita preferita di sempre xD;

A Dodo, che mi ascolta tutte le mattine (povera crista

A Lory, che mi ha iniziato ai Korn e al metal in generale;

A Shanus, tesoro lontano ma inestimabile;

Ai miei fratelloni, ancora più lontani e ancora più inestimabili;

Ai bambini della mia vita (e ai loro genitori xD);

A voi autrici;

A voi che avete letto fino alla fine;

A Dave e Martin, i miei Angeli

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Capitolo 4
*** Iris ***


Avvertimenti iniziali:

Ok.. non vi ho fatto aspettare troppo in fondo '<)! Ma volevo che fosse perfetto! E poi sto scrivendo anche le altre... ma non voglio anticiparvi niente xD! Ringrazio tutti coloro che leggono e quelli che hanno messo la storia tra i preferiti <3

vi amo!^__^

Ma ora basta sentimentalismi! Vi lascio alla storia ...








Leave Me Into Your Darkness



Capitolo 3

Iris


Gellert Grindelwald, oltre a essere senza ombra di dubbio un bellissimo e intelligentissimo ragazzo, era estremamente educato e rispettoso.. insomma, un vero gentleman! Era stato educato infatti in tale modo da alcuni parenti semi-sconosciuti dei suoi genitori, morti quando lui era ancora molto piccolo. Essi non avevano mostrato alcun segno di affetto verso il nostro, che aveva imparato a ricambiare col più totale e sincero disprezzo e indifferenza; dalla sua lista nera si salvava solo zia Batty, che invece lo adorava, e si vedeva in ogni azione che faceva nei suoi confronti. Gellert spesso si chiedeva perché, per quale motivo gli donasse tanto affetto senza pretendere niente in cambio...

Era perso in quei pensieri quando la donna in questione aprì la porta, rivelando due ragazzi: uno era abbastanza alto, con i capelli corti, che doveva evidentemente essere il fratello minore e che si avventò urlando << CIAO ZIIAAAA!!! >> contro la povera zia Batty; l'altro era alto un po' di più del fratello, aveva i capelli rossicci lunghi fino a metà collo e aveva dei fantastici ed espressivi occhi azzurri e un sorriso cordiale.

<< Aberforth, se la stringi un po' in più, soffoca >> disse il ragazzo in questione

<< Mi scuso per il comportamento poco ortodosso di mio fratello minore, ma.. è così pieno di vita! >> aggiunse poi rivolgendosi a lui << Io sono Albus e lui si chiama Aberforth. >>

Gellert si concesse solo un attimo per perdersi nello sguardo che quel ragazzo gli puntava dritto dritto nel suo. Poi si riscosse e riprese il suo tono cordiale, anche se stavolta non poi così freddo << Io sono Gellert. >> disse stringendo la mano che Albus gli tendeva << E' un piacere conoscerti di persona, Albus. La tua fama ti precede. >>

<< Anche la tua Gellert. La cara zia Bathilda mi ha parlato di te fino allo sfinimento! >>

Gellert rise. << Allora posso ritenermi fortunato: almeno a me ha solo scritto di te! >>

<< Bene! Che bello vedervi parlare! >>

Zia Batty si era liberata dalla stretta di Abe e ora guardava i due diciottenni sorridendo quasi sull'orlo delle lacrime.

<< Zia! Perdonami se non ho dato la precedenza a te >> sorrise Albus baciandole la mano

<< Albus, Albus! Tu mi vizi! >> rise la donna

<< Troppo poco per te, zia. Sei una donna troppo splendida per essere messa in secondo piano >>

<< Albus, ti prego! Mi fai troppi complimenti e io rischio di stare tutta la sera qui ad ascoltarli! >> Bathilda scosse la testa con un gran sorriso

<< Sei tu il famoso Gellert, allora >> s'intromise Aberforth

<< Si, sono io >> rispose l'interpellato, preso alla sprovvista dalla sfacciataggine del ragazzo

<< Su, su! >> squillò la zia battendo le mani << Abbiamo tutta la serata per parlare! Adesso andiamo a cena! >>

La zia aveva preparato i piatti preferiti da tutti e tre i ragazzi e perciò la serata filò tranquilla e rilassata, meglio di quanto lei si aspettasse.

<< ... Alla fine ho lasciato perdere perché non ne valeva la pena! >>

Aberforth stava raccontando una discussione che aveva avuto con un suo amico un po' di tempo prima, tra le risate generali

<< Meno male che non sei arrivato alle mani come tuo solito! >> disse Albus addentando la fetta di torta a cioccolato (ndA cioccolaaatoooo ...*ç*)

<< Altrimenti rischiavi una bella punizione, se non l'espulsione >> aggiunse Gellert

<< E tu te ne intendi, non è vero? >> rispose Abe senza trattenersi

Ad Albus si gelò il sangue.

<< Scusami? >> fece Gell

<< Si, intendo... in fatto di punizioni ed espulsioni, tu sei un esperto! >>

<< Aberforth! >> si allarmò Albus

<< Perché, scusa? Io sto solo dicendo.. >>

<< Ti sembra il caso? >>

<< No, no. Non ti preoccupare, Albus. >> lo interruppe Gellert agitando la mano << Si, me ne intendo, Aberforth. Avevo la tua età quando mi hanno espulso da Durmstrang, e non è una cosa di cui mi piace parlare. >> chiarì guardando il minore dei fratelli Silente

<< Ok, ma almeno ci parlerai di quegli strani esperimenti che facevi sui tuoi compagni di scuola >> ribatté Aberforth

Gellert rimase un attimo interdetto e infastidito dalla sua insolenza << Non credo siano affari tuoi quello che facevo o non facevo alla mia scuola... e poi non credo che tu abbia un tale stomaco per sopportarne la narrazione.. >>

<< Vogliamo provare?... >>

<< Perché non lasciamo cadere questo discorso? >> s'intromise zia Batty preoccupata

<< Si, credo sia meglio >> fece Gellert rilassandosi di nuovo sulla sedia

La zia quasi tirò un sospiro di sollievo, ma Albus sapeva che il fratello non aveva ancora finito... glielo leggeva negli occhi.

Calò allora un silenzio alquanto imbarazzante, finché Abe non parlò di nuovo

<< Zia, il dolce era squisito. Grazie >>

<< E' facile affezionarsi a qualcuno quando ti prepara quello che vuoi, non è vero? >> se ne uscì Gell acido

<< GELLERT! >> urlò Bathilda guardando il nipote

Abe era fuori di sé << Tu ... brutto figlio di... >>

<< ABERFORTH! >>

Albus si era alzato dalla sedia. Aveva le mani che tremavano leggermente e gli occhi che trasmettevano ira allo stato puro

<< Che c'è? Adesso sono io? >> urlò di rimando Abe

<< Adesso basta... >> sibilò il maggiore

Abe fissò lo sguardo carico d'ira del fratello: non l'aveva mai visto così... nemmeno quando combinava i guai peggiori...

<< Ma.. >>

<< Ho bisogno d'aria... >> fece Al voltandosi << Scusa zia.. >> aggiunse

Bathilda annuì e il ragazzo varcò la porta

<< Bravi! >> sibilò allora lei << Veramente bravi! Ma cosa vi è preso? Soprattutto tu, Gell! Non ti ho mai sentito dire certe cose! >>

Piombò di nuovo il silenzio

<< ... mi dispiace... >> si scusò Gellert

<< ... anche a me... >> disse Aberforth.

Che diavolo! Era già la seconda volta che si scusava quella sera... che fosse scalognato?!

<< Scusatemi un attimo. >> disse Gell alzandosi

Doveva scusarsi anche con Albus... Era stato così gentile con lui tutta la sera..

C'era stato un momento durante la cena in cui tutti avevano riso.. lui in particolare era stato spiazzato da quella battuta...


Stavano mangiando il secondo e l'atmosfera era decisamente molto più rilassata rispetto a prima (e anche rispetto al dopo ...), quando Abe aveva fatto una delle sue uscite simpatiche

<< Gell, dimmi, hai mica una sorella da presentarmi? >>

'Se avessi una sorella non te la farei certo conoscere, plebeo zotico!!' aveva pensato l'interpellato, tuttavia aveva risposto: << I miei genitori non hanno avuto il tempo di farmela avere: sono morti quando ero ancora molto piccolo >>

Abe si era sentito un emerito idiota (ndA un po' come Harry, per intenderci xD) e si era scusato immediatamente, ma Albus si era prodigato per rimediare alla situazione e fare in modo che non si prolungasse troppo

<< E poi se avesse una sorella, non te la presenterebbe di certo, Abe! >>

<< E perché, di grazia? >> aveva ribattuto il minore alzando un sopracciglio, somigliando incredibilmente al maggiore

'Perché tu sei un plebeo zotico, fratellino!' pensò Al, come risposta più breve per descrivere il suo avere la testa fra le nuvole e il suo essere terribilmente irascibile e istintivo e il più delle volte insopportabilmente privo di tatto ed educazione

<< Perché tu ... hai lo sguardo birichino! >> se ne uscì invece, riferendosi al suo innato radar per i guai

Dopo un attimo di silenzio assoluto, tutti erano scoppiati a ridere. Sembrava che niente potesse rovinare né quel momento, né quella serata...

Sembrava, appunto..


Gellert non ci mise molto a trovare Albus. Quella sera era, di contrasto con l'atmosfera della casa, bellissima: c'era la luna piena, lucente come mai, poche nuvole e un vento freddo e leggero che muoveva i capelli rossicci del ragazzo.

<< Cosa c'è, Gellert? >>

Il ragazzo rimase immobile pochi passi dietro di lui. << Ma come hai fatto a.. >>

<< Intutito >> lo interruppe Al << Cosa c'è? >>

<< ... io ... volevo scusarmi.. >> gli disse affiancandosi a lui

Albus si voltò a guardarlo

<< Io non so cosa mi è preso... >> continuò il biondo << non mi piace essere preso alla sprovvista... e tuo fratello ha toccato un paio di tasti dolenti... A proposito.. grazie per aver sviato l'argomento dei miei genitori... >>

<< Figurati. >> rispose Al guardandolo negli occhi << So cosa significa perdere i genitori, sai... E volevo evitare l'argomento il più possibile... ma a quanto pare.. >>

<< Lo so, e mi dispiace! >> lo interruppe Gell << Anzi.. io credo di non conoscere davvero il dolore di perdere qualcuno... Quando i miei ebbero l'incidente, io ero davvero piccolo, quindi non ho poi così tanti ricordi che mi facciano sentire la loro mancanza... quindi il mio dolore è davvero ben poca cosa rispetto al vostro.. Insomma è passato pochissimo dalla scomparsa di vostra madre, quindi la ferita è ancora aperta... >>

<< Gellert >> lo interruppe Al << Ho capito... non importa... davvero ... >>

<< No, importa eccome Albus! >> continuò il biondo imperterrito << Insomma... ci siamo appena conosciuti e io mi comporto così... non volevo che cominciasse in questo modo... >>

<< Fa niente... ormai è andata.. facciamo come se non fosse successo niente, ok? >> propose il ragazzo sorridendo

<< Davvero? >>

<< Davvero >>

Gellert si perse di nuovo negli occhi azzurrissimi del ragazzo di fronte a lui

<< ... sono un cretino ... >> mormorò infine

Al gli mise una mano sulla spalla << Benvenuto nel club! >> gli disse sorridendo

Poi si voltò verso la casa << Torniamo dentro? >> suggerì

<< Dobbiamo proprio? >> disse Gell, girandosi anche lui

<< Devo riprendere mio fratello e dobbiamo tornare a casa, e poi devo dare o no una strigliata al mio fratellino impertinente? >> rise Al

<< Beh allora spetta anche a me una strigliata come si deve dalla zia! >>

Risero entrambi di gusto, Gellert in particolare, che era anche molto sollevato di aver chiarito con quel ragazzo, anche se non sapeva spiegarsi bene il perché...


Quando i fratelli Silente andarono via, la zia trasformò il suo sorriso di arrivederci in un ringhio degno di Gellert stesso

<< ... tu ... >> sibilò puntandogli il dito contro

Gellert la guardò spaventato

<< Ti sei comportato malissimo prima! Spero tu abbia chiesto scusa! >> sibilò lei

<< Si, zia >> annuì il ragazzo

<< Bene! Per stavolta passi, ma alla prossima... >> minacciò la donna

<< Non preoccuparti, non ci sarà una prossima volta! >> disse il ragazzo deciso

Bathilda annuì. << Bene >> ripeté << Adesso andiamo a dormire. Buonanotte >>

<< Buonanotte, zia >> salutò il giovane dandole un bacio sulla guancia

Non se la sarebbe dimenticata davvero quella serata, Gellert Grindelwald ...




Soundtrack: (title track) Iris dei Goo Goo Dolls; Always Know Where You Are dal soundtrack de Il Pianeta del Tesoro; One (il cui video è diretto dal mitico Anton Corbijn x3) , I Still Haven't Find What I'm Looking For e With or Without You degli U2; Caramel di Suzanne Vega, dal soundtrack di Closer; e naturalmente la sigla di Lazarus, di Mtv: mitici il Nongio e Ale xD!

Ringraziamenti speciali:

Alle Tizie^^ (Rola Rula Mary e Miki);

A Freddy, mi manchi <3;

A Dodo, che mi sopporta da troppo tempo ormai xD;

Ai bimbi della mia vita (Stefano, Carolina, Christian e Fabio): senza di loro... ;

A voi che scrivete, ispirazione continua;

A voi che leggete fino alla fine x3;

A Dave, Martin e Andy, siete la mia indipendenza


A presto ^^

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Capitolo 5
*** My Mood Swings ***


Avvertimenti Iniziali:

Innanzitutto mi scuso per il ritardo con cui ho aggiornato ^^'.. Inoltre volevo ringraziare mille e mille volte ancora la mia amica Dodo, che mi ha prestato il computer per pubblicare la flash-fic di Harry e Draco x3 Grazie tesoro, ti vogghio bbeine xD

Adesso vi lascio definitivamente alla storia... spero compensi l'attesa^^






Leave Me Into Your Darkness



Capitolo 4

My Mood Swings

<< Ma si può sapere che ti è preso?! >>

Al cercò di controllare la voce per non svegliare Ariana.

<< Perché? >> domandò Aberforth << Non sono stato io a... >>

<< Certo che no! >> lo interruppe il fratello maggiore << "Tu te ne intendi di punizioni,no?" Questo me lo sono sognato, vero? >>

Aberforth distolse lo sguardo e si concentrò sulle sue braccia incrociate

<< Abe, perché non possiamo evitare questo tipo di situazioni? >> implorò Albus << Potremmo finire col litigare con zia Batty... E poi non è meglio stringere nuove amicizie? >>

Abe alzò lo sguardo sul fratello maggiore. Lo vide sorridere speranzoso, con gli occhi azzurrissimi brillare. Aveva ragione, dannazione! Nonostante ciò, però, non riuscì a trattenere un ultimo commento.

<< E' meglio per noi ... o meglio per te? >>

Albus, che si stava dirigendo verso le scale, si fermò di botto.

<< Come? >> disse voltandosi

<< Andiamo, Al... a chi vuoi darla a bere? >> rispose Aberforth guardandolo dritto negli occhi e alzando man mano la voce << E' la tua occasione... Hai finalmente l'opportunità di confrontarti con un cervellone come te... Avrai la tua scusa per mollare tutto e andartene...>>

<< Abe, non puoi dire sul serio... >> disse Al scuotendo la testa con un sorriso nervoso

<< Oh, si che posso! >> continuò suo fratello imperterrito << Tu non hai mai voluto stare qui, con noi.. Io lo so, Albus... Tu avresti voluto essere in Grecia, adesso... con Elphias, vero?... Se non vuoi stare qui, perché non te ne vai, Albus? Che stai aspettando?... >>

SCIAFF!

Il rumore dello schiaffo risuonò forte in tutta la casa Silente. Fortuna che non svegliò Ariana!

Abe capì subito di aver fatto una grandissima stronzata... suo fratello non l'aveva mai colpito in quel modo... non l'aveva mai colpito in generale, a parte magari le botte occasionali per scherzare... Rimase col viso voltato nella direzione dello schiaffo, con gli occhi sgranati.

<< Ma che cosa stai dicendo? >> mormorò Albus con la voce che tremava appena << Credi che per me sia facile questa situazione? Non lo è per niente! Ma io.. ce la sto mettendo tutta, Aberforth... davvero... Farsi carico di una casa e di una famiglia non è mai semplice... ma io l'ho fatto volentieri.. ho scelto da solo, nel pieno delle facoltà mentali, nessuno mi ci ha costretto... non l'ho fatto solo perché dovevo, ma anche perché volevo... e di certo non mi sono mai lamentato con te... perciò adesso non rinfacciarmi le tue stupide congetture... >>

<< Al, io.. >> cominciò Aberforth desolato

<< Adesso andiamo a dormire, Aberforth. Ne parliamo domani. Buonanotte. >>

Detto questo, Albus si voltò e si diresse verso le scale e salì in camera, senza neanche attendere la risposta.

Abe lo guardò finché non sparì dal suo campo visivo. Sospirò e si diede mentalmente dell'idiota... anzi, dello stronzo! Ma perché doveva fare casini uno dietro l'altro? E perché dovevano essere l'uno peggiore dell'altro?! Sospirò di nuovo e si avviò in camera sua; prima di entrare però diede un'occhiata alla porta della stanza del suo fratellone. Si ritrovò a sospirare per la terza volta.

Notte, Al...


Albus si era rintanato nel suo letto subito dopo aver messo il pigiama. Tremava dalla rabbia e dalla delusione. Non si sarebbe mai aspettato che parole simili potessero uscire dalla bocca di suo fratello... Lui aveva scelto da solo di stare a Godric's Hollow e prendersi cura dei fratelli, rinunciando al suo viaggio... Non ci si sentiva costretto... Era la soluzione più ovvia...

Era tuo dovere, Al... L'hai fatto perché era la cosa più giusta da fare.... Tu sei il maggiore... Era logico che saresti rimasto...

Albus continuava a ripetersi quelle cose ormai da giorni, ed era sempre più scettico.

Insomma.. tu avresti preferito che una situazione del genere non si creasse mai... ma ormai era così... questa è la tua famiglia, Al.. e per quanto sembri ingiusto rinunciare a una cosa come il viaggio in Grecia con Phias e prendersi una famiglia sulle spalle a 18 anni, è quello che che andava fatto... Insomma, se non volevi potevi sempre non farlo, no?.. Tu volevi farlo, Al... vero?

No che non volevi!

Albus si sedette sul letto di colpo. Che diavolo era quella vocina perfida nella sua testa?!

E' assurdo che un ragazzino rinunci alla sua adolescenza per prendersi cura della sua famiglia... continuò la vocina Andiamo, Al... Tu sai che Abe ha ragione...

No, no e no! Albus scosse la testa Loro sono la mia famiglia, io li amo, voglio che stiano bene, voglio stare con loro e voglio prendermene cura finché loro vorranno...

Nervo scoperto, Al?...

Albus scosse la testa più vigorosamente, deciso a reprimere quella vocina malefica il più presto possibile... Si ristese sul letto e si girò su un fianco, cercando di non pensare a niente...


Il mattino dopo, Al si svegliò, come al solito abbastanza presto, dopo una nottatina niente male. Aveva infatti dormito poco e male, facendo oltretutto strani sogni, di cui però ricordava molto poco...

Scese in cucina per preparare la colazione, come d'abitudine, ma mentre scendeva le scale sentì dei rumori provenire proprio da dove era diretto. Una volta entrato si accorse che era il fratello minore a trafficare attorno ai fornelli. Rimase un momento a guardarlo, prima che lui si accorgesse della sua presenza.

<< Buongiorno, Al! >> lo salutò con un gran sorriso

<< Buongiorno, Aberforth. >> rispose lui

Abe si accorse che era ancora un po' arrabbiato per la sera prima, visto che aveva usato il suo nome per esteso,e non il diminutivo.

<< Siediti,e rilassati! >> continuò sorridente spostandogli la sedia << Oggi faccio io! >>

Al annuì e sorrise, sedendosi al tavolo.

Abe ne fu felice, così cercò maggiormente di fare del suo meglio per farsi perdonare.

<< Sei sicuro di non volere una mano? >> domandò Albus osservando il fratello trafficare col fuoco

<< Non ti preoccupare, Al! Posso farcela! >> rispose lui

Ed effettivamente una decina di minuti dopo stavano mangiando una colazione decisamente non male, anche se la cucina era sporca un po' dappertutto.

Non parlarono molto, solo qualche commento sulle doti culinarie di Aberforth e sulla fatica che avrebbe comportato il pulire la cucina.

A un certo punto Abe prese un tono serio. << Al, senti... >>

<< Dimmi >> sorrise lui

<< Io ... ecco... volevo chiederti scusa... per tutto... >>

Albus guardò il fratello, che aveva un'aria speranzosa e mortificata insieme. Non disse nulla, anche perché non sapeva cosa dire; allora distolse lo sguardo, riflettendo. Non aveva senso tenere il broncio ad Aberforth... in fondo aveva detto solo quello che gli passava per la testa in quel momento d'ira... aveva detto quelle cose senza pensarci, dopotutto...

<< Pensavi davvero quelle cose? >> chiese infine

Abe lo guardò incerto << Non lo so... probabilmente no... sono cose che la rabbia mi ha portato prima a pensare e poi a dire... mi dispiace... >>

Al annuì e poi sorrise << Sempre a scusarti tu eh? >>

Abe rispose al sorriso e alzò le spalle ironico

Verso metà mattina, la porta di casa Silente bussò inaspettatamente. I due fratelli si guardarono e poi il maggiore andò ad aprire.

Si ritrovò davanti Zia Batty e Gellert, la prima con un sorriso severo e l'altro con l'espressione di chi è stato trascinato a forza, ma sorrise lo stesso.

<< Buongiorno! Ma... perdonate l'insolenza, ma cosa ci fate qui? >> domandò stupito

<< Siamo venuti a dare una mano a mettere a posto la casa! >> rispose la zia

<< Vi ringrazio, ma non abbiamo lavori particolari da fare.. >> disse Al << Non voglio sembrarvi scortese, è solo che non vorrei vi affaticaste inutilmente... >>

<< Ma come non mi avevi detto che oggi volevi cominciare a selezionare le cose da buttare? >> insisté la donna

Al si batté una mano sulla fronte << Giusto! E' vero! Ma prego, accomodatevi! >> aggiunse con un sorriso cordiale, facendosi di lato.

<< Buongiorno Abe! >> salutò la zia

<< Ciao zia! Che sorpresa! >> l'abbracciò lui

Gellert salutò Albus con un sorriso e un semplice << Ciao, Al >>

<< 'Giorno, Gellert >> rispose il ragazzo sorridendo

<< Buongiorno, Aberforth. >>

Abe sciolse l'abbraccio con la zia. << Buongiorno, Gellert >> rispose cortese

L'atmosfera era un po' tesa, ma Al sperò vivamente che si sarebbe attenuata col passare delle ore... se dovevano lavorare nella soffitta con quel clima, stavano freschi! Addio regole del buon vicinato!


<< Abe, ti ho detto di usare lo strofinaccio! Non puoi aspettarti che faccia tutto io con la magia! >>

I presenti in casa Silente avevano passato la mattinata a pulire tavolo e cucina, per poi rilassarsi fino all'ora di pranzo in salotto. Avevano pranzato e chiacchierato tranquillamente per tutto il tempo. Adesso stavano rimettendo a posto la cucina e Abe si stava lamentando del fatto che non poteva usare la magia e che Albus non lo facesse al posto suo.

<< Aaaaal!! Ma io mi scoccioooo!! (ndA sembro io quando devo studiare xDD) >> si lamentava il ragazzo << Non voglio fare le cose tipo i babbaaaniiii!! Perché non usi la magia, tu che puoooiii?? >>

<< Santo Merlino, avevo detto che tu e la zia vi occupavate dei fornelli e io e Gellert dei piatti! Possibile che non ti va mai bene niente?! >> ribatteva il maggiore, sotto lo sguardo divertito dei due ospiti

<< Ma se siamo dei maghi, perché non sfruttare quella bella dote che è il saper usare la bacchetta? >> ribatté allora il minore sbattendo le ciglia per convincere il fratellone

<< Perché non puoi usare la magia per ogni cosa, Abe! Devi imparare a usarla per le cose importanti... per le piccolezze, potresti fare anche da solo! >>

Il ragazzo sbuffò e si arrese prendendo lo strofinaccio e cominciando a pulire con gran foga, seguito dalla zia, che sghignazzava.

Albus e Gellert tornarono a dedicarsi ai piatti. Avevano riempito il lavandino a metà, quando Al si voltò furtivo verso il fratello. Una volta appurato che non li stava guardando, prese la bacchetta e fece alzare l'acqua fino ad un livello plausibile, cosicché sembrasse che il lavandino era pieno. Prese un piatto, lo lavò con l'incantesimo e poi lo passò a Gellert per farli asciugare.

<< Sei furbo tu, eh? >> disse quest'ultimo

<< Ti confesso un segreto >> sussurrò avvicinandosi al ragazzo << Anch'io odio fare i lavori domestici! >>

Gell rise di gusto prendendo il piatto che Al gli porgeva e asciugandolo con un incantesimo. << Hai molte facce, Albus Silente. >> osservò

<< Imparerai a conoscermi >> rispose lui

Lo spero...

Albus si voltò sorpreso verso il ragazzo che stava accanto a lui. << Si, lo spero anch'io >> sorrise poi

Gellert alzò la testa dal piatto di scatto. L'aveva detto ad alta voce? No, l'aveva solo pensato! Che l'avesse letto nel pensiero?

Andiamo Gell, non può averti letto nel pensiero senza averti nemmeno guardato!... oppure si?... oddiooddioodddiiiioooo!!!.. ma .. mi sta sorridendo? E io perché sto arrossendo?? oddio.. Gell, insomma! Datti un contegno! Zia Batty che fa il bagno, zia Batty che fa il bagno, zia Batty che fa il bagno.. Bleah!

<< Bleah! >>

<< Cosa? >>

Al lo guardava con aria interrogativa, e Gellert capì di aver detto l'ultima parola ad alta voce.

<< Niente, mi è solo tornato in mente un ricordo non proprio piacevole... >>

<< Mi dispiace, ma adesso dovrai raccontarlo >> rise Al << Mai stimolare la curiosità di un Silente! >>

<< Lo ricorderò! >> rise il biondo << Alcuni anni fa ero venuto a trovare la zia, e una sera, per caso, entrai in bagno senza bussare. E trovai la zia che si apprestava a fare il bagno.. >>

<< Che visione! >> lo prese in giro l'altro

<< Infatti! Una cosa orribile... >> confermò << Fortuna che non se n'è accorta e che ho chiuso la porta in tempo! >>

<< Ohoh! Ho appena prestato orecchio a un segreto di Gellert Gridelwald? >>

<< Beh, adesso siamo pari... >>

<< Voi due, avete finito? >> li interruppe la zia

I ragazzi si voltarono verso di lei annuendo.

<< Bene! >> continuò << Perché dobbiamo andare di sopra, in soffitta. Ci sono decisamente troppi scatoloni e bauli in quella stanza, quindi prima cominciamo, prima finiamo! >>

Detto ciò si avviò. << Oddio, che cafone! >> Albus si sbatté una mano sulla fronte << Non ti ho nemmeno fatto vedere la casa! >> aggiunse rivolto a Gellert

Gellert rimase un attimo interdetto << Non è il caso adesso, magari più ta... >>

Non aveva nemmeno finito di parlare che Al lo stava già trascinando a fare un tour della casa (ndA come direbbe Massimo Troisi, una casa umile, ma onesta xD)

<< Allooora... questa è la camera di Abe, la più vicina alle scale... >> Al lo teneva per un braccio e apriva le porte delle stanze che indicava << questa è la mia... >> camminava abbastanza veloce per non perdere troppo tempo << quello è uno sgabuzzino polveroso, che in questi giorni trasformeremo in uno sgabuzzino pulito e lindo... >>

e indicò col dito uno stanzino poco lontano << e questo... è il bagno... >> e aprì velocemente la porta, guardandolo << Adesso invece ti presenterò la tanto temuta soffitta! >> rise Al guidandolo verso le scale

Solo allora Gellert si accorse di una stanza che Al non aveva indicato << E quella? >> domandò indicandola << Cosa c'è in quella stanza? >>

Al guardò dove il ragazzo indicava e s'incupì un momento. Gell, che non era abituato a quello sguardo, si preoccupò di aver fatto qualcosa di sbagliato. << Cosa c'è? >>

<< Niente >> sorrise Al guardandolo rassicurante << In quella stanza c'è mia sorella Ariana. Non esce mai dalla sua stanza, da quando è morta la mamma. Non può stare troppo tempo all'aperto perché è di salute cagionevole, però ultimamente non vuole nemmeno uscire da lì... >>

<< Mi dispiace, io non.. >> cominciò Gell desolato

<< Non ti preoccupare, non potevi saperlo. >> lo rassicurò di nuovo con un sorriso

<< Andiamo? >> aggiunse poi

<< Si, andiamo! Sono proprio curioso di conoscere questa figura mitologica che è la soffitta di casa Silente! >>

I ragazzi risero mentre salivano le scale, e mentre Gellert osservava lo sguardo divertito con cui Al apriva la botola che portava alla soffitta.




Soundtrack: (title track) My Mood Swings di Elvis Costello e Her Eyes Are A Blue Million Miles di Capitain Beefheart ( Il Grande Lebowski OST); The Man Who Can't Be Moved dei The Script (solo per te, Mary^^ ti vogghio bbeine xD); Only When I Lose Myself dei Depeche Mode (x3);

Ringraziamenti speciali:

Alle Tizie^^;

Alle mie amiche di classe^^;

A Dodo, mai abbastanza grazie per te^^;

A Freddy, che mi manca un casino;

A Bea^^, per il suo supporto;

Ai bimbi;

A voi autori^^;

A voi che leggete fino in fondo^^ (scusandomi ancora per il ritardo);

A Dave e Martin...

P.S.

Io e Rula ci siamo atte i buchi alle orecchieee ** siiiii xD!!

Comunque, a parte questo...So che magari questo chap fa un po' pena.. ma avevo molta fretta di aggiornare! E poi non preoccupatevi: ho già delle idee in mente, che il solo parlarne, ha fatto spaventare la povera Miki xD! Ti vogghio bbeine x3

E con questo vi saluta^^! A presto!



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Capitolo 6
*** Kissing a Fool ***


Avvertimenti iniziali:

Questo capitolo è importante, per questo è un po' più lungo del solito e ci ho messo un po' in più per aggiornare^^'. Mentre scrivevo la prima parte stavano trasmettendo Riso Amaro ... non mi dilungo sulla grandezza di questo film, ma vi avviso che mi ha messo su un po' di tristezza... Però ho intenzione di scrivere una bella drabble natalizia divertente e ho in progetto di pubblicare l'altra flash-fic entro Natale ^^''. Ho comprato i biglietti per i DM a Roma**!!! SIIIIIIIIIIIIIIIII XDDDDD Non vedo l'ora **!!

Ma torniamo alla storia: Al e Gell entrano finalmente in soffitta... che succederà? Ai posteri l'ardua sentenza... ovvero: leggete e scopritelo^^! A dopo




Leave Me Into Your Darkness



Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. [...] I campi di grano non mi ricordano niente. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano...



Capitolo 5

Kissing A Fool


La soffitta era grande e semibuia, a parte un po' di luce che veniva dalla finestra nell'angolo. C'erano bauli e scatole enormi e piene fino all'orlo di quelle che dovevano essere carte, foto e oggetti vari. Quella stanza enorme dal tetto basso aveva un che di pittoresco, come tutte le soffitte. Gellert si guardò intorno, scoprendo che di negativo in quel posto c'era un solo, piccolo e trascurabile dettaglio: il caos e la polvere regnavano incontrastati! Da quanto non facevano un incantesimo nettante da quelle parti?!

<< Alla buon ora! >>

Abe venne loro incontro con un gran sorriso, mentre la zia lanciò un sorriso cercando di aprire un baule.

<< Aspetta, zia. Ti do una mano. >> Albus le andò incontro con un'espressione accigliata. Provò ad aprire il baule con una serie di Alohomora, ma niente. Provò persino a Schiantarlo, ma il risultato fu lo stesso.

<< Ma che diavolo ha questo baule?! >> si spazientì

<< Non ne ho idea, Al. Comunque abbiamo solo l'imbarazzo della scelta per iniziare! >> disse Abe indicando il resto della stanza, con un sorriso ironico.

<< Ha ragione, sai! >> annuì Gellert, altrettanto ironico

Albus sospirò. << Allora? Cominciamo? >>

Passarono dunque tutto il pomeriggio a rovistare fra le carte, solo per dare una prima occhiata. << Merlino che casino! >> era il commento più frequente dei presenti e in particolare dei fratelli Silente. Ce ne sarebbe voluto di tempo per rimettere a posto quel casino..

E infatti i giorni seguenti, casa Silente fu caratterizzata non solo dalla costante presenza di zia e nipote,che ormai erano di casa, ma anche dalle scartoffie più svariate: carte, lettere, certificati, fotografie e ritratti vecchi di secoli che ritraevano antenati di antenati (probabilmente di altri antenati!)... Insomma un vero e proprio guazzabuglio!


Una sera, verso mezzanotte, Al fu svegliato da un rumore. Era come se qualcuno bussasse alla porta... ma no, non poteva essere, era così tardi...

Tentò di riaddormentarsi, ma quel dannato rumore continuava. Così si mise le pantofole sbuffando e andò alla porta. Quando l'aprì, si ritrovò davanti un Gellert Grindelwald dall'aria piuttosto disperata.

<< Gellert! >> sibilò Al << Ma che cavolo ci fai qui? E a quest'ora, poi! >>

<< La zia mi ha chiuso fuori! >> sussurrò lui disperato

Al fece una faccia stupita e lo lasciò passare.

<< Zia Batty mi aveva mandato a Diagon Alley per fare delle commissioni. >> spiegò Gellert davanti a una tazza di thè che Albus aveva tempestivamente preparato << Quando sono tornato, dopo un po' mi ha rispedito a Diagon Alley e mi ha anche dato i soldi per mangiare fuori, visto che era abbastanza tardi. Solo che se ne deve essere dimenticata, perché quando sono tornato, un'ora fa, era tutto chiuso. >>

<< Non potevi materializzarti dentro? >> chiese Al accanto a lui

<< No, perché ogni volta che va a dormire, mette una serie di incantesimi che proteggono la casa.. e che quindi mi impediscono di entrare! >>

<< Vabbè, dai.. non ti preoccupare! Stanotte rimani qui. >> disse Al << Io mi sistemo sul divano ed tu vai a dormire in camera mia >>

<< No, dai, Al! >> protestò il biondo << Mi sistemo io qui... >>

<< Ma che dici?! Tu sei l'ospite, non sarebbe educato farti stare sul divano! >>

Gellert lo guardò male. << Non dicevi che ormai ero di casa?! >>

<< Non c'entra! >> continuò imperterrito Al << Andiamo! Tanto è solo per stanotte, no? >>

Gell sospirò. << Va bene. >>

<< Splendido! >> Albus si alzò allegro e posò la tazza sul tavolino. << Vieni che ti metto a conoscenza dei dettagli >> e si incamminò verso le scale.

I ragazzi si diressero in camera di Al. Gell si guardò intorno e scoprì che era ordinatissima, a parte il letto che era sfatto... Logico, l'hai svegliato nel bel mezzo della notte!

<< Tieni! >> Gell si voltò e vide Al che gli stava porgendo dei vestiti con un sorriso << Ecco il pigiama. >>

Gellert lo prese e sorrise a sua volta. << Grazie, Al. Mi dispiace di dover dare tanto disturbo... >>

<< Non dirlo nemmeno! >> lo interruppe il ragazzo << E poi tu avresti fatto lo stesso. >>

Gellert sorrise ancora e annuì. Dopo un momento di silenzio, Al disse semplicemente:

<< Allora, io vado.. ho un bel divano che mi aspetta! >> Prese un cuscino e una coperta dal letto e scese con un veloce << Notte! >>

<< Notte, Al! >> rispose l'ospite

Sospirò e cominciò a mettersi il pigiama che Al gli aveva dato. Aveva mille pensieri in testa e non riusciva a riordinarli... E così era lì che Albus Silente studiava, pensava, viveva e perché no?... stava con la sua ragazza... se aveva la ragazza... o col ragazzo chissà... Mentre era lì che rifletteva, Gellert notò che alla parte erano attaccate diverse foto. Si avvicinò e le osservò: la maggior parte erano con suo fratello e con quelli che dovevano essere i suoi amici, visto che avevano tutti l'uniforme di Hogwarts... Ma una foto in particolare attirò la sua attenzione: c'era Albus con un ragazzo leggermente più basso di lui, bruno con gli occhi verdi e i capelli lunghi, decisamente un bel ragazzo, insomma, ed erano abbracciati.. un momento: erano ABBRACCIATI??!! Il primo istinto fu quello di prendere la foto e strapparla in tanti minuscoli pezzettini, con la furia più ceca, ma non lo fece.. prese un bel respiro e tentò di calmarsi. Coraggio, Gell, magari non è come pensi... magari è solo un amico.. Macché amico! Guarda che espressione da ebete che ha! Dev'essere per forza il suo ragazzo, se lo guarda in quel modo!!

Pensando questo, Gell si gettò sul letto e tentò di non rimuginarci troppo su, cercando di dormire...

Insomma, Albus, riprenditi!

Non poteva più sopportare quella vocina maledetta! Lo stava decisamente stressando! Era senza dubbio colpa sua se ogni volta che tentava di riaddormentarsi gli appariva l'immagine di Gellert davanti agli occhi... si, senza dubbio. Ufffff! Di questo passo non dormirò stanotte...Insomma, è facile, basta stendersi su un fianco e rilassarsi.. semplice, no?...


Un bimbo dai capelli rossicci e dagli occhi azzurri camminava tranquillo e sereno per il giardino di casa, osservando curioso il paesaggio al di là della staccionata. All'improvviso si alzò un vento fortissimo che fece volare il cappellino che il bambino aveva in mano. Lo inseguì uscendo dal giardino, per la prima volta in vita sua, e correndo più veloce che poteva, ma non riusciva a raggiungerlo in nessun modo... A un certo punto si fermò,e gli venne voglia di piangere, perché credeva di essersi perso e soprattutto di aver ormai perso il suo cappellino. Ma proprio mentre stava per far scendere la prima lacrima, vide una mano che gli porgeva il suo adorato cappellino. Il bambino sgranò gli occhi dalla felicità e alzò lo sguardo per vedere quella persona negli occhi e vide un bambino più o meno della sua età, con i capelli biondi e gli occhi di un blu profondissimo, che gli sorrideva.

<< E' tuo questo, giusto? >> chiese porgendogli il cappellino

<< Si.. grazie... >> rispose prendendolo

Il bambino sorrise ancora di più e aprì la bocca per dire qualcosa...

<< AAAAAAAAAAAARGH! >>

Al si svegliò di soprassalto e si saltò giù dal divano e corse di sopra.

<< Che succede? >> domandò una volta entrato in camera sua, dove trovò suo fratello Abe in piedi con la bacchetta puntata contro Gellert che si era seduto sul letto e lo guardava con aria spaventata e stupita: doveva essersi appena svegliato anche lui.

<< Che cavolo ci fa lui qui?? >> urlò Aberforth indicando il biondo intruso

<< La zia l'ha accidentalmente chiuso fuori così l'ho fatto dormire nella mia stanza... >> spiegò Al << Ma perché eri entrato qui? >>

Aberforth fece un'aria schifata al massimo << C'è un insetto enorme nella mia stanza! >>

Al e Gell lo guardarono stupiti << Un insetto?! Tutto qui?! >>

<< Ma è enoooormeee!! >> ribatté Abe agitando le mani (ndA come la mia amica Angie quando becca un insetto nel suo spazio vitale xDD)

<< Ok, ok... andiamo a vedere questo bestione! >> disse Al dirigendosi nella stanza del fratello, seguito dai due

Una volta giunti, Al si voltò e disse: << Vado io... >>

Gellert e Aberforth appoggiarono l'orecchio alla porta per origliare. << Andiamo, bello... >> sentirono dire ad Albus << dove sei?... Sei quAAAAAAAARGH!!! >>

Si spostarono giusto in tempo per vedere un Albus Silente correre trafelato fuori dalla stanza e chiudere la porta dietro di sé. << Oh Morgana... è... ABNORME! >>

<< Hai visto?? >> disse Abe sull'orlo delle lacrime (ndA Angie ti voglio bene x°D)

<< Andiamo, non può essere così terribile... >> s'intromise Gell

I due fratelli lo guardarono in cagnesco, alzando entrambi un sopracciglio, risultando perfettamente identici. << Perché non vai tu allora? >> fece Abe minaccioso

Gell guardò prima lui poi l'altro fratello, che gli fece spazio con viso ironico.

<< Certo che ci vado! >> disse allora alzando le spalle altezzoso << E che sarà mai... >>

Appena la porta fu chiusa, i fratelli Silente appoggiarono l'orecchio alla porta (ndA di nuovo?! Ma che impiccioni! xD) sentirono Gellert che diceva: << Allora... vediamo un po'... dove sei?... Ah eccoti! Fatti guardare bene... AAAAAAAAAAAARGH!!!! >>

Gellert scappò letteralmente dalla stanza chiudendo bene la porta. << Anima di Merlino!! E' più che abnorme!!! >> poi si accorse che i due fratelli lo stavano guardando con un'espressione da “te l'avevo detto!”. << E va bene! E' orribile, contenti?! >>

I tre si appoggiarono con la schiena alla porta. << E adesso che facciamo?... >> sospirò Abe. Il fratello maggiore lo imitò. << Thè? >>

Il mattino dopo, il trio si recò al piano di sopra dopo una bella nottatina in bianco. Almeno si erano divertiti: avevano parlato e riso praticamente tutto il tempo. Ad Al faceva particolarmente piacere, perché quei due non si erano mai trovati proprio simpatici. Aprirono piano la porta della stanza incriminata e videro la finestra aperta e il mostro era sparito. Tirarono così un sospiro di sollievo.

<< Buongirono! >>

Zia Bathilda entrò raggiante e con l'aria riposata in casa. Buongiorno?! Cos'è? Oltre al danno la beffa?!


Quel pomeriggio, dopo aver lavorato tutta la giornata, Aberforth aveva accompagnato la zia a Diagon Alley a fare compere sotto la pioggia (ndA altre? XD) ... moooolte compere... ne avrebbero avuto per moooolto tempo! (ndA immaginate la felicità di Abe... xD); così Al e Gell erano rimasti a casa a occuparsi della soffitta.(ndA sisi adesso si dice così xDDD)

<< Uff... che noia, i miei antenati! >> commentò Al sfogliando un album bicentenario

<< Suu, dovresti esserne fiero, se sono giunti fino a noi! >> lo prese in giro il biondo

<< E invece ribadisco il mio UFF! >> Al buttò il vecchio album di nuovo nel baule, e la sua attenzione fu catturata da un altro baule... quello impossibile da aprire.

Gell se ne accorse, e immediatamente disse: << Al, no! Non ci provare! >>

Ma fu inutile: infatti non aveva nemmeno finito di parlare, che il suo amico aveva già cominciato a trafficare attorno alla serratura. Gellert alzò gli occhi al cielo divertito.

Sgattaiolò vicino a lui, osservando prima la serratura e poi lo sguardo corrucciato di Al.

<< Posso? >> chiese indicando il baule. Al gli fece segno di accomodarsi e gli fece un po' di spazio. Gellert guardò attentamente quel maledetto mobile, e dopo un po' capì che era successo. Bastò un colpo a metà del catenaccio per farlo rompere e perché il baule scattasse. Albus sgranò gli occhi. << Come diavolo hai fatto?! >>

<< Era un po' arrugginito perciò non si apriva. >> spiegò il ragazzo

Al rimase ancora un attimo a guardarlo con gli occhi spalancati, poi insieme a lui aprì il baule, cercando di non pensarci. Dentro c'erano altre carte e altre fotografie, ma più recenti; difatti la prima che saltò agli occhi del padrone di casa raffigurava lui stesso da bimbo mentre teneva la mano a un piccolissimo Aberforth, che rideva come un matto. Al prese in mano la foto e la guardò con affetto; Gellert sbirciò la foto in quella che credeva una mossa discreta.

<< Se la vuoi vedere basta dirlo >> disse Al

Gell tossì per l'imbarazzo, ma Al gli passò la foto e ne tirò fuori altre.

<< Guarda, Abe appena nato! >> disse indicandogli una foto con un bimbetto che dormiva in braccio a una donna con lunghi capelli castani.

<< Da piccolo era carino! >> rise Gell; poi guardò la donna e notò che aveva lo stesso sorriso dolce di Albus, che adesso si era incupito. << E' tua madre questa, vero? >>

Il ragazzo annuì. << Era bellissima. >> continuò il biondo

<< E' vero... >>

<< Le somigli. >>

<< Ah si? >> rise dubbioso il giovane Silente << E in cosa le somiglierei? >>

<< Beh.. per esempio, avete lo stesso sorriso... la stessa espressione... il suo sguardo ispira fiducia e infonde sicurezza... >>

<< Non credevo avessi questa opinione di me... >> disse Al distogliendo lo sguardo

<< Cosa credevi che pensassi? Che sei uno zotico pieno di te? >> rise l'altro

<< Beh ... in effetti avevo paura di fare quest'impressione... >>

<< Al contrario, Albus. Io credo che tu sia un ragazzo estremamente intelligente... forse anche troppo per essere felice... (ndA come Lisa Simpson xD) >>

Albus lo guardò intensamente per un attimo. << Lo pensi davvero? >>

<< Certo! Altrimenti non l'avrei detto. >>

Al distolse lo sguardo e lo posò di nuovo sul baule, chiedendosi perché la sua opinione contasse così tanto. Un'altra foto catturò la sua attenzione. << Guarda questa! >> disse Al con entusiasmo << E' la famiglia Silente a completo! >>

Gellert la guardò bene: vide un uomo alto, bello e dagli occhi azzurrissimi che sorrideva, accanto alla donna dell'altra foto, che aveva in braccio una bimba che le somigliava molto, nonostante fosse ancora molto piccola, poi c'erano un Aberforth di appena 6 anni e un Albus di 8, entrambi molto allegri e sorridenti. Il sorriso di Al era dolce come quello dell'adulto e notò che gli occhi erano identici a quelli del padre e del fratello minore, che avevo lo stesso “sguardo birichino” che avrebbe conservato negli anni.<< Questa è tua sorella, vero? >> chiese indicando la bambina

<< Si.. è identica a mia madre... >>

<< Si vede... >> disse il biondo << E questo è tuo padre >> disse poi indicando l'uomo della foto

<< Si... Era un uomo molto forte.. diciamo, una specie di Aberforth, però più maturo... >>

<< Davvero?! >> rise Gell

<< In realtà neanche tanto... >> continuò Al

Gellert domandò: << Che vuoi dire? >>

<< Quando Ariana aveva circa 5 anni, una delle poche volte che era uscita , non era riuscita a controllare la sua magia, e perciò dei ragazzini l'avevano presa in giro pesantemente, e non era la prima volta...>> raccontò Albus amaro << così mio padre si è vendicato... e l'hanno portato ad Azkaban... si è suicidato qualche mese dopo. >>

Gellert rimase senza parole... Certo che ne aveva passati di guai quel ragazzo in 18 anni! (ndA ma serio! >3)

<< Un comportamento non molto maturo da parte sua... >> commentò Al

<< E' stato istintivo.. e poi è comprensibile che si sia comportato così.. insomma, degli scemi hanno preso in giro sua figlia di nuovo, e stavolta in maniera anche peggiore ... non me la sento di giudicarlo... >> disse Gell << E poi tu avresti fatto lo stesso... >>

<< Dici? >> chiese il giovane dubbioso

<< Ne sono convinto! >>

Al sospirò e poi prese un altro album di fotografie. Quando lo aprì, scoprì che erano tutte foto di lui da bambino. << Oh Merlino, guarda qui! >>

Gellert si voltò e vide per la terza volta Kendra Silente, ma evidentemente più giovane, con in braccio un bambino, che doveva essere Al.

Che carino... (ndA è vveiro! è vveiro! x3)

Al trasalì e arrossì, sotto lo sguardo confuso del ragazzo accanto a lui. Tornarono a guardare l'album; girando le pagine, Gell vide molte foto di Albus in seggiolone che rideva come un matto giocando con la madre o col padre o ancora coi giocattoli.

Gellert notò che lo sguardo di Al s'incupiva vedendo quelle foto, forse perché pensava a una felicità che adesso non credeva di avere più...

<< Guarda, qui siamo io e Abe a Natale! >> esclamò a un certo punto Al << Ma non dovrebbe essere qui, il nostro primo Natale... >> aggiunse pensieroso.

Così si mise a frugare tra le varie fotografie, mostrandole a Gellert di tanto in tanto, che commentava divertito insieme a lui.

<< Ah, eccolo qui! >> disse Al affondando un braccio tra le carte << E' un album con tutte foto natalizie, non so come quella foto sia... AHI! >>

Al tirò fuori il braccio e scoprì che si era graffiato il polso, che sanguinava.

<< Merlino ballerino! >> (ndA... xD) esclamò contrariato tenendosi il braccio << Che dolore... Mi sa che devo disinfettarlo... >>

Gellert rimase a fissare il sangue in silenzio, e poi allungò la mano. << Posso? >> chiese indicandogli il polso, poi senza aspettare risposta lo prese delicatamente e lo portò vicino al viso. Toccò leggermente la ferita, facendo stringere il pugno ad Al per il dolore. Poi improvvisamente se lo portò alle labbra, chiudendo gli occhi e facendo sgranare quelli del proprietario del polso, ma che tuttavia fu percorso da dei brividi lungo la schiena.

<< Il tuo sangue è dolcissimo... Al... >>

Albus per una volta non perse tempo a riflettere (ndA assafà xD) e, incurante del dolore, passò la mano ferita dietro la nuca del ragazzo, lo attirò a sé e lo baciò appassionatamente (ndA manco a dirlo... con un fusto del genere che fai?? Ci discuti del tempo???!! xD).

Gellert rispose subito al bacio, lasciando che anche la sua mano vagasse dietro il collo del ragazzo. Al si aggrappò ai suoi capelli, sporcando il loro biondo col rosso del suo sangue, che poi finì sulla sua pelle e sui suoi vestiti...


Quando Al aprì gli occhi, notò che pioveva ancora e si accorse di avere un po di freddo; si strofinò i pugni sugli occhi, sbadigliando e poi stiracchiandosi. Aveva addosso una strana sensazione.. come.. di smarrimento... Si voltò su un fianco realizzando che si trovava ancora nella soffitta. Ahi! Al si portò di scatto una mano alla testa e una sul petto, causa due fitte contemporaneamente, ed ebbe di nuovo la sensazione di smarrimento, come se avesse preso una sbronza... una gran bella sbronza... gli ci voleva un gran bel caffè...

Neanche l'aveva finito di pensare, che sentì il familiare cigolio della botola che apriva la soffitta, dalla cui apertura spuntò il viso sorridente di Gellert, che allargò il sorriso.

<< Sei sveglio! >> disse salendo le scale << Ho fatto il thè! >> aggiunse mostrando il vassoio che aveva in mano.

Al sfoggiò il suo sorriso più sincero. << Però ti avverto, non sono molto bravo in cucina, quindi sarà venuto un po' male... per essere ottimisti... >> continuò il ragazzo con aria desolata sedendosi di fronte ad Al e mettendo il vassoio a lato.

<< Assaggia! >> disse porgendogli una delle due tazze.

Al la prese e bevve un sorso. Gell lo osservava quasi trattenendo il fiato in attesa del verdetto.

<< Siamo in un bel pasticcio, sai... >> fece Al << Questo thè è meglio del mio! >>

Gell tirò un sospiro di sollievo e sorrise. << Questo scalda... >> aggiunse Al stringendo la tazza

<< Hai freddo? Perché mi sono permesso di prendere una maglietta dal tuo cassetto... >> disse Gell porgendogli timidamente una maglia piegata.

Albus lo guardò leggermente stupito, ma gli sorrise rassicurante (ndA i sorrisi abbondano in questo capitolo xD) << Grazie... >> disse prendendo la maglia dalle mani del biondo di fronte a lui.

Iniziò a infilarla, ma a metà Gell lo fermò. << La stai mettendo al contrario! >> sbottò a metà fra il divertito e l'impietosito. << Aspetta, ti aiuto... >>

Gli sfilò un braccio e poi girò la maglia finché non fu dritta. Al sembrò trattenere il fiato, mentre Gellert gli faceva infilare prima un braccio e poi l'altro nella maglia. Sentì il suo respiro sul collo quando gli abbassò la maglia, così senza pensarci prese il suo viso fra le mani e baciò le sue labbra che erano ancora un po' sporche di sangue. Gell si aggrappò alla maglia che aveva appena finito di mettere, avvicinandosi a lui ancora di più. Quando ebbe bisogno di aria, riuscì a stento a staccarsi, anche se tutte le altre cellule del corpo protestavano vivacemente (ndA un po' quando ci si deve svegliare presto xD) tanto Al lo teneva abbracciato; appoggiò la sua fronte contro quella di Gellert, aprì gli occhi e vide che invece l'altro li aveva ancora chiusi, e fu la sua espressione beata e felice che fece nascere in lui una sensazione di amarezza...

Quando Gell riaprì gli occhi, Al non gli diede tempo di scorgere quel sentimento dentro di lui, come sarebbe sicuramente accaduto se l'avesse guardato negli occhi, perché gli scoccò un rapido bacio sulle labbra e si alzò. Dopo averlo guardato per un po' mentre cercava i suoi vestiti, anche Gellert si alzò, prendendo in mano la sua tazza di thé, che era ormai ben lontano dall'essere caldo. Guardò la finestra e notò che pioveva ancora.

<< Piove ancora... >>

<< Già... >> mormorò Al abbottonandosi il pantalone

<< Immagino la faccia di Aberforth! >> rise Gell

Al sorrise divertito << Con questo tempo, credo che non tarderanno a ritornare. >>

<< Conviene muoversi allora.. >>

Gell lo voltò verso di sé, abbottonandogli con la mano libera i pochi bottoni del maglione che aveva portato ad Al, cominciando da quello più in basso. Albus chiuse gli occhi e strinse il pugno sempre più forte, fino a mordersi il labbro quando il ragazzo di fronte a lui arrivò a due bottoni dalla fine. Gell se ne accorse e perciò, finito di abbottonare il maglione, portò la mano libera sulla guancia di Al, che piegò il viso bloccando la mano del biondo alla sua spalla, sospirando e aprendo gli occhi.

Gell aggrottò la fronte notando l'espressione di Al, che non lo guardava negli occhi, ma sembrava più interessato al pavimento alle sue spalle.

<< Qualcosa non va, Al? >> domandò allora preoccupato

Il ragazzo alzò lo sguardo e lo puntò dritto negli occhi blu profondo di Gellert, che adesso erano incupiti e preoccupati. Avrebbe voluto sorridergli, abbracciarlo e dirgli che andava tutto bene... ma non poteva, e soprattutto non doveva. Sarebbe venuto a saperlo prima o poi, meglio prima che poi, e meglio da lui che da altri, magari da Abe o dalla zia...

Così si staccò riluttante da lui e prese a guardare il pavimento.

<< Gellert... >> cominciò << io... >>

Al, no... Ti prego, no...

<< Io... >>

No! Non dirlo!

<< Io... >>

Avanti! Dillo e basta! Non prolungare quest'agonia!!

<< ... sono fidanzato... >>

Si sentì solo il rumore di una tazza di thè rotta, sotto il forte rumore della pioggia...


Per favore... addomesticami



Soundtrack: (title track) Kissing A Fool di Micheal Bublè ; You Make Me Feel Brand New dei Simply Red; Only When I Lose Myself e Stripped dei Depeche Mode; Che Rumore Fa La Felicità? dei Negrita; Just Like A Pill di P!nk; My Shadow And Me, Things e They Can't Take That Away From Me di Robbie Williams; A Te Che Sei... (la canzone di Natale di Radio Deejay xD)

Special Soundtrack: Riso Amaro con Silvana Mangano e Vittorio Gassman; Il Corvo con Brandon Lee (buon'anima); Crozza Italia^^; Dylan Dog – L'eterna Illusione; Poirot, Monk e Sherlock Holmes, specialmente Il Mastino dei Baskerville (che posso farci? Amo i gialli ^^); e, naturalmente, il sensitivo Mariano xD.

Ringraziamenti Speciali:

Alle Tizie^^;

Alle mie amiche di classe;

All'Actimel, che mia mamma mi costringe sempre a bere xD;

Ai bimbi della mia via;

A Freddy;

A Dodo, senza la quale tutto questo bello sclero non sarebbe mai stato pubblicato^^;

A Radio Deejay, che mi tiene compagnia abbastanza spesso, per la verità^^;

A Virgin, che con Paola Maugeri e il suo programma ho imparato tantissime cose sul Rock'n'Roll;

A voi autori^^;

A voi che leggete fino alla fine^^;

A coloro che hanno commentato le mie storie... grazie, davvero <3;

A Dave e Martin, aspettando Giugno...

P.S.

Lo so che ci è voluto un po', ma volevo che fosse perfetto^^... non lo è, ma io mi ci sono applicata comunque...^^'' La parte del sogno è un po' sdolcinata, in effetti... però a me piace lo stesso xD Mi sono ispirata a Le Situazioni di Lui & Lei, mentre per la parte clou del sangue e blablabla mi sono ispirata prima a Dylan Dog – Mefistofele (uno dei miei preferiti x3) e poi al manga Love + Dessin ^^. Mi sono tagliata i capelli **!! Volevo inoltre informarvi che, secondo la mia amica Miki, Gellert ha i capelli lunghi “fino alle nove”.. xDD! Vi spiego: avevo scritto il capitolo dove descrivo il nostro caro Gell su un mio blocchetto mentre stavo sul letto; una volta che la my friend l'ha letto, mi ha domandato cosa ci fosse scritto a un certo punto... “Qui! Qui!” esclamava indicandomi un punto col dito “Capelli lunghi fino alle nove?!” ed io “Fino alle spalle!!” “E non si capisce!”...Insomma, un dialogo grottesco al massimo! Non potevo non menzionarlo xD

Un bentornato alla mia amica Mary, che si era fatta male la gamba^^

Sensitivo Mariano, we love you! XDDDD

Ah, nel Special Soundtrack, ho messo film e fumetti che mi hanno ispirato... prevedo di continuare a metterlo^^ così come le citazioni iniziali.. per esempio, questa viene da Il Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupéry <3

A presto^^




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