Seven days of RumBelle di Stria93 (/viewuser.php?uid=319287)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giorno 1 - Doccia ***
Capitolo 2: *** Giorno 2 - Alcool ***
Capitolo 3: *** Giorno 3 - Voce ***
Capitolo 4: *** Giorno 4 - Bambini/Figli ***
Capitolo 5: *** Giorno 5 - Lenzuola ***
Capitolo 6: *** Giorno 6 - Modi impliciti per dire ***
Capitolo 7: *** Giorno 7 - Gelosia ***
Capitolo 1 *** Giorno 1 - Doccia ***
1
Giorno 1 - Doccia
- Uff... -
Belle tirò un gran sospiro e si portò
le mani ai fianchi in modo da riprendere fiato almeno per un momento,
prima di ricominciare a strofinare con forza il vetro incrostato
della finestra.
Le pesanti tende che, per molti anni,
avevano impedito il passaggio del più piccolo raggio di luce nelle
immense stanze del Castello Oscuro, avevano occultato anche le
indecenti e disastrose condizioni in cui versavano le imponenti
vetrate, e, ora che aveva provveduto a rimuovere tutti quei drappi
polverosi, la giovane si era ritrovata dinanzi uno spettacolo
desolante, così, armandosi di buona volontà, si era subito messa al
lavoro per restituire un aspetto quantomeno dignitoso e accettabile a
quelle antiche imposte.
La ragazza credeva che non ci fosse
mansione più noiosa e stancante della pulizia della numerosissima ed
eccentrica collezione di Rumpelstiltskin, ma quel giorno dovette
ricredersi.
Stare in bilico su quella scaletta di
legno, che le permetteva a stento di raggiungere la sommità delle
altissime e maestose finestre, costretta a piegarsi continuamente per
inzuppare lo straccio nel secchio posato ai suoi piedi, per poi
sfregarlo con decisione sulla superficie di fronte a lei, il tutto
stando ben attenta a non perdere l'equilibrio, era quanto di più
faticoso avesse mai provato da quando viveva al grande maniero del
Signore Oscuro come domestica.
La ragazza si sentiva le spalle e la
schiena a pezzi, i polpastrelli delle sue dita candide e affusolate,
per nulla abituate ai lavori domestici, le si erano raggrinziti a
causa del contatto prolungato con lo straccio umido e, per finire,
aveva perso quasi del tutto la sensibilità del braccio a forza di
frizionare energicamente la vetrata che, come se non bastasse,
sembrava totalmente e immune ai suoi ostinati tentativi di liberarla
dallo sporco accumulatosi in chissà quanti anni.
- Si batte la fiacca, dearie? -
Belle, che, fino a pochi secondi prima,
si trovava completamente sola in quell'immensa stanza, sobbalzò
nell'udire la voce acuta del suo padrone ad un soffio da lei, solo
qualche metro più in basso.
Accadde tutto in una manciata di
secondi: la scaletta prese a traballare pericolosamente a causa del
movimento improvviso della giovane che, nel suo maldestro tentativo
di mantenere l'equilibrio, urtò con il piede il secchio che si
trovava al suo fianco, il quale si rovesciò, riversando l'intero
contenuto proprio sulla testa del malcapitato Signore Oscuro, prima
che questi potesse avere il tempo di scansarsi o mettere in atto una
qualunque magia per sfuggire a quella doccia indesiderata e del tutto
imprevista.
Gli istanti che seguirono, parvero
durare ore. Belle si era portata le mani alla bocca e tratteneva il
respiro mentre, impietrita, fissava il suo padrone zuppo dalla testa
ai piedi, con i capelli bagnati che gli nascondevano buona parte del
viso e le ampie maniche della camicia di raso che sgocciolavano sul
grande e coloratissimo tappeto proveniente da Agrabah, di valore
inestimabile.
Oh, cielo! Ora sì che sono nei
pasticci!
Finalmente, dopo
quella che sembrò un'eternità, il folletto alzò una mano,
scostandosi dal volto la chioma gocciolante, e rivolgendo
un'occhiataccia alla sua sciagurata domestica, che lo osservava
dall'alto della scala, con i suoi occhioni azzurri sgranati.
Ma, prima che
Rumpelstiltskin potesse iniziare ad inveirle contro, Belle scoppiò
improvvisamente in una risata argentina e incontrollata.
Ben consapevole che
quel gesto non avrebbe di certo migliorato la sua situazione, la
giovane cercò di fermarsi, ma non ci riuscì: la vista del Signore
Oscuro, fradicio come un pulcino appena uscito dall'uovo, era quanto
di più comico avesse mai visto. Neanche la sua espressione adirata e
il suo sguardo furibondo riuscivano ad intimidirla, semmai
contribuivano a rendere il suo aspetto ancora più strambo.
Rumpelstiltskin
strinse i pugni e digrignò i denti di fronte all'insolenza di quella
ragazzina che non solo gli aveva appena scaraventato un secchio
d'acqua in testa, ma ora si stava anche prendendo gioco di lui e
osava ridergli in faccia con tanta irriverenza, quasi si trovasse
alla presenza di un giullare di corte invece del mago più potente e
temuto di tutti i reami!
- Ti diverti,
dearie?! - ringhiò.
La ragazza, ormai
con le lacrime agli occhi, fece del suo meglio per arrestare le
risate e cercò di assumere un atteggiamento contrito e dispiaciuto
per il guaio appena combinato e per quella sua reazione, decisamente
inopportuna e fuori luogo. - Mi dispiace. Non intendevo ridere di
voi, davvero, è solo che... Be', avete un aspetto così buffo. -
Contrariamente a
quanto Belle si sarebbe aspettata, il folletto non la prese a male
parole, anzi, l'espressione irata si tramutò lentamente in un
sorriso, o meglio, sulle sue labbra si dipinse quel ghigno furbo e
beffardo che egli sfoderava quando aveva in mente qualcosa che,
almeno per lui, sarebbe risultato estremamente divertente.
- Ah, e così mi
trovi buffo, dearie? -
Fu questione di un
attimo: bastò un rapido, quasi impercettibile schiocco di dita di
Rumpelstiltskin, e una vera e propria cascata d'acqua gelida colpì
in pieno la domestica, che strillò per la sorpresa.
Fu così il turno
del Signore Oscuro a lanciare una delle sue caratteristiche risatine
stridule, gustandosi l'espressione basita della giovane, che ora non
rideva più e se ne stava in cima alla scala grondando acqua,
impotente, incredula e finalmente attonita, il sorriso di poco prima
completamente scomparso.
- Ecco! Ora siamo
pari, dearie, e per questo non ti punirò per ciò che hai combinato.
Ma prova solo a giocarmi un simile scherzo un'altra volta e... -
- Giocarvi
uno scherzo?! Siete stato voi a comparire
all'improvviso alle mie spalle! Fate sempre così! Vi divertite a
spaventarmi e non è colpa mia se il secchio si è rovesciato. Non
sarebbe successo se foste entrato dalla porta, come tutte le persone
normali. -
Il volto di
Rumpelstiltskin si rabbuiò, ogni traccia di divertimento svanì e i
suoi lineamenti irregolari si contrassero in una smorfia. -
Dimentichi, mia cara, che io non sono affatto una persona normale. E
ora rimettiti al lavoro. Queste finestre dovranno splendere come
specchi al mio ritorno. -
Da Stria93: Non
sono morta, gente! :D
Se la mia attività su EFP si è ridotta tanto nell'ultimo periodo è
stato solo a causa di questa carinissima iniziativa che mi ha tenuta
impegnata non poco, consumando ogni goccia di ispirazione e
inventiva.
Per
chi non la conoscesse, la RumBelle Week è nata da una proposta
lanciata nel gruppo della pagina facebook Rumbelle
Remilie come un modo
simpatico per dare visibilità a questa stupenda coppia e per
permettere a ciascuno di esprimere la propria passione per la storia
d'amore di Belle e Rumpel attraverso la realizzazione di fanfiction,
disegni, video e chi più ne ha, più ne metta, a seconda del proprio
“campo”.
Ad ognuno dei prossimi giorni di questa settimana, da oggi a sabato,
è stato assegnato, tramite votazione, un prompt da sviluppare.
Questa è la prima volta che mi confronto con dei temi prestabiliti,
che non abbia scelto io, da rispettare durante la stesura della
storia, e mi auguro di non aver combinato disastri, né in questo
senso né in altri, tipo la caratterizzazione dei personaggi. XD
A parte un paio di eccezioni, le storie saranno abbastanza brevi,
anche se nessuna sarà nell'ordine delle flash. Purtroppo ho dovuto
sacrificare un po' la lunghezza per riuscire a portare a termine nel
tempo stabilito tutti e sette i prompt. :)
Come sempre, i vostri preziosissimi commenti sono più che benvenuti
e ringrazio fin da questa prima giornata tutti coloro che leggeranno,
inseriranno la raccolta in una qualche lista e, soprattutto, chi
vorrà lasciarmi il proprio parere, anche piccolo piccolo, giusto per
sapere se sto andando nella direzione giusta o se è il caso che mi
dia all'ippica o alla raccolta di funghi, dato che è stagione. :P
Se
vorrete, l'appuntamento è per domani con il secondo prompt della
settimana. Preparate i bicchieri perché si parlerà di... Alcohol!
;)
Un bacione grandissimo, miei adorati dearies! Mi siete mancati! <3
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Capitolo 2 *** Giorno 2 - Alcool ***
2
Giorno 2 – Alcool
Il signor Gold aveva sempre evitato di mettere piede al Rabbit Hole,
tranne ovviamente quando si trattava di riscuotere l'affitto. L'aveva
sempre ritenuto un postaccio, un locale rozzo e malfamato, dove si
radunavano tutte le canaglie, gli ubriaconi e i perdigiorno della
città. Non certo un posto per lui! Aveva gusti molto più raffinati,
il signor Gold, e la musica rock, l'odore di sigarette, mischiato a
quello della birra di scarsa qualità, e l'atmosfera peccaminosa che
si respirava in quel luogo, cozzavano in modo stonato con i suoi
completi eleganti, curati in ogni minimo dettaglio, e con il suo
portamento signorile, serio e austero. Eppure, da qualche settimana,
il padrone della città era diventato un assiduo frequentatore
proprio di quel bar che aveva così a lungo denigrato.
La ragione di ciò aveva un corpo sinuoso e sensuale, due occhi
maliziosi che parevano lapislazzuli incastonati in un intrigante viso
di porcellana, e un nome che scivolava come velluto sulla lingua di
chi lo pronunciava: Lacey.
Anche quella sera, i due varcarono la soglia del locale, la donna al
braccio di lui, avvolti da un'aura di potere e timore che azzittiva,
almeno per qualche minuto, tutti gli altri avventori. Pareva che
perfino i ritmi rockeggianti provenienti dal juke-box si
affievolissero al loro ingresso.
Era ovvio che, sia Lacey che Gold, fossero ben consapevoli
dell'effetto che la loro presenza esercitava sulle persone che li
circondavano, e non facevano certo mistero del loro compiacimento,
scambiandosi ghigni soddisfatti e divertiti.
Quando raggiunsero il bancone, presero posto su due alti sgabelli e
il succinto vestito di pizzo nero della ragazza, dalla scollatura
alquanto audace, si ritirò ancora di più lungo le sue cosce,
svelando altri centimetri di quelle gambe d'avorio, sapientemente
accavallate in modo che restasse ben poco lavoro all'immaginazione.
- Signor Gold! È un piacere rivederla qui. - Il barista li accolse
con un sorriso entusiasta; ancora faticava a credere che l'uomo più
potente e ricco di Storybrooke si avventurasse al Rabbit Hole quasi
tutte le sere, sempre in compagnia di quella sua provocante
fidanzata.
Gold alzò una mano in un gesto imperioso e l'altro ammutolì
all'istante, come un servo dinanzi al suo temibile padrone. - Lascia
perdere questi convenevoli e portaci il solito. -
L'uomo dietro il bancone annuì e si affrettò ad eseguire l'ordine,
prendendo ad armeggiare con bicchieri tintinnanti e bottiglie.
Lacey si guardò un po' intorno con aria annoiata e sbuffò
teatralmente. - Possibile che nessuno ascolti musica decente in
questo posto? - Dopodiché si rivolse al suo accompagnatore. - Hai
una moneta? -
- Ma certo, dearie. - rispose lui, porgendole quanto richiesto.
La donna scese dallo sgabello e si diresse al juke-box, ancheggiando
sui tacchi vertiginosi e facendo voltare parecchie teste maschili.
Passò attentamente in rassegna l'elenco delle canzoni e, infine, la
sua scelta cadde su un brano dei Van Halen: Ain't talkin' 'bout
love.
Lacey si morse il labbro e sorrise, soddisfatta della propria
decisione, mentre l'inconfondibile ed energico suono di una chitarra
elettrica si diffondeva in tutto il locale, facendo vibrare le
pareti.
Un titolo appropriato. Pensò amaramente Gold, seduto al
bancone, mentre osservava la sua compagna prendere posto di nuovo
accanto a lui. Qualunque cosa ci sia tra noi due non è di certo
amore.
Subito si maledisse per aver permesso alla sua mente di formulare
quello scomodo pensiero. Da settimane Gold cercava di convincersi che
Lacey potesse bastargli e che la travolgente passione e la complicità
che li univano fossero sufficienti per sopperire al ricordo del
legame unico che lui e Belle avevano condiviso, così speciale eppure
di natura così diversa rispetto a quello che lo vincolava alla donna
dagli occhi ardenti di fiamme cobalto che sedeva al suo fianco e
tamburellava con le unghie smaltate di blu scuro, seguendo
distrattamente il ritmo della musica.
Detestava ammetterlo, ma ogni notte, quando si perdeva nel corpo
caldo e smanioso di Lacey, cercava disperatamente qualcosa di Belle,
un segno che potesse ricordargli che lei c'era stata davvero e
continuava ad esistere da qualche parte, che non l'aveva abbandonato
per sempre.
Le sue elucubrazioni si dissolsero quando il barista mise loro
davanti le rispettive ordinazioni, che erano sempre le stesse, ogni
sera: Scotch Whisky per lui, Tequila Boom Boom per lei.
Il signor Gold e Lacey alzarono i rispettivi bicchieri e li fecero
tintinnare l'uno contro l'altro, poi l'uomo buttò giù con decisione
un sorso del suo drink, sperando di soffocare sul nascere quel
malessere che lo aveva punto come una spina velenosa nel momento in
cui aveva incautamente permesso a se stesso di indugiare sul dolce
ricordo di Belle.
Il calore confortante dell'alcool gli infiammò piacevolmente la gola
e il ventre, mentre i suoi pensieri si facevano già più leggeri e
la sua mente si acquietava, allentando la stretta morsa delle
preoccupazioni che l'affliggevano e che sembravano sciogliersi nel
liquore come neve accanto al fuoco vivo.
Il fantasma di Belle svanì con la stessa velocità con la quale si
era materializzato nella sua testa, così, ormai libero da ogni
inquietudine e senso di colpa, egli si godette appieno la visione
della donna seduta accanto a lui che, con fare fin troppo sensuale,
leccava via il sale dal dorso della sua mano diafana, beveva la
tequila tutta d'un fiato e si metteva tra le labbra carnose e
scarlatte la fetta di limone.
Lacey sapeva che il suo uomo si stava gustando lo spettacolo e, in
modo da deliziarlo ulteriormente, si passò lentamente la lingua
sull'angolo della bocca, rivolgendogli uno sguardo intenso e colmo di
lussuriose promesse.
Ottenne l'effetto sperato, perché un lampo di selvaggio desiderio
balenò negli occhi scuri del suo accompagnatore.
Dopo altri quattro giri di Scotch Whisky e Tequila, la donna si
sporse in avanti verso Gold e gli sussurrò nell'orecchio con tono
suadente. - Che ne dici di andare in un posto più tranquillo? -
Lui fremette udendo la sua voce vellutata e il suo respiro caldo e
dolciastro accarezzargli il collo. - Ogni tuo desiderio è un ordine,
dearie. -
Appena i due si lasciarono alle spalle il Rabbit Hole, imboccarono
una stradina poco illuminata e completamente deserta.
- Qui è abbastanza tranquillo, dearie? -
- Può andare. -
Così dicendo, Lacey afferrò l'uomo per la giacca e lo attirò a sé,
baciandolo con passione e mordendogli il labbro, famelica.
Il signor Gold ricambiò con lo stesso impeto e avvertì il sapore di
tequila della bocca di lei, unirsi a quello di Scotch Whisky della
sua.
Quel bacio ad alta gradazione alcolica fu solo il principio di una
notte infuocata.
Da Stria93: Ed
eccoci al secondo giorno della RumBelle Week, anime belle! :)
Come preannunciato, il prompt di quest'oggi è “Alcool”, e devo
dire che mi ha messa parecchio in difficoltà. Ho cercato più e più
volte di immaginare Belle e Rumpel alle prese con questo tema, nei
modi più svariati; ma, alla fine, ho ripiegato su Lacey, della quale
conosciamo bene la passione per questo tipo di bevande. ;)
Sebbene si tratti di un personaggio di cui non scrivo spesso, ammetto
di divertirmi molto ad immaginarla a fianco del nostro signor Gold.
Grazie a lei riesco anche ad essere più disinvolta nel descrivere
situazioni un po' più piccanti e decisamente meno fluffose ma
cariche di quella passionalità e sensualità che questa coppia mi ha
sempre trasmesso e che spero di essere riuscita ad esprimere
attraverso questo scritto. :P
Detto
ciò, non posso che ringraziare con tutto il cuore Ariki,
Chrystal_93, Euridice100, Julie_Julia, Lady Clopette, Rumple_bumple,
seasonsoflove per aver
recensito il primo capitolo e rassicurarle riguardo al fatto che
cercherò di rispondere il prima possibile; Dearly_Beloved,
Emyscarano, janecaulfield, Julie_Julia, padme83, Rusty 93
per aver inserito la raccolta tra le preferite/ricordate/seguite.
Ringrazio naturalmente anche ogni singolo lettore.
Se
vorrete, domani sarò ancora qui con il terzo prompt: VOCE.
Baci a tutti! :*
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Capitolo 3 *** Giorno 3 - Voce ***
3
Giorno 3 - Voce
Rumpelstiltskin parcheggiò la Cadillac
nera a pochi metri dal locale di Granny, dal quale si poteva già
udire un gran brusio di voci allegre, risate e bicchieri tintinnanti.
Spense il motore e si voltò verso sua
moglie, seduta accanto a lui dal lato del passeggero. Lei gli
sorrise, raggiante ed emozionata al pensiero della serata che li
attendeva.
- Dobbiamo proprio farlo, Belle? Siamo
ancora in tempo per ripensarci e tornare a casa. -
- Dài, Rumpel, me l'avevi promesso!
Non sono mai stata al karaoke e Ruby mi ha assicurato che ci sarà da
divertirsi. -
Oh, su questo non c'è dubbio. Pensò
l'uomo. Per lei e tutti gli altri sarà molto divertente
vedere il Signore Oscuro esibirsi come un fenomeno da baraccone sulle
note stonate di qualche stupida canzoncina.
Belle intuì i suoi
pensieri e gli prese dolcemente una mano. - Amore, andrà tutto bene.
Non dobbiamo cantare per forza. Ci siederemo in un angolo, ordineremo
qualcosa da bere e ascolteremo gli altri, poi ce ne andremo. Non
siamo obbligati a fare nulla che non vogliamo. -
Rumpelstiltskin
sospirò: dubitava molto che la signorina Lucas avrebbe concesso a
lui e a Belle di starsene in disparte, sorseggiando un tè in tutta
tranquillità.
- D'accordo,
sweetheart. Andiamo. - disse, sforzandosi di sorridere e di non
imprimere alla propria voce un tono troppo mesto e rassegnato.
La giovane gli
schioccò un sonoro bacio sulle labbra e si affrettò a scendere
dall'auto, pronta per affrontare quella nuova, eccitante esperienza.
Rumpelstiltskin le
offrì il braccio, galante come sempre, e, insieme, si avviarono
verso la tavola calda.
Quando varcarono la
soglia, l'uomo si sentì morire. Pareva proprio che mezza Storybrooke
avesse deciso di riunirsi da Granny quella sera e, fatto ancora più
irritante, ogni singola testa presente nel locale si era voltata
verso la coppia che era appena entrata e ora, decine e decine di
volti li osservavano con morbosa e malcelata curiosità.
Rumpelstiltskin
prese a frugare con lo sguardo l'intero luogo, alla disperata ricerca
di un angolino appartato e lontano dagli occhi indiscreti degli
avventori. Adocchiò un minuscolo tavolino e due sedie vuote che
potevano fare al caso suo, poco distanti dal bancone e, per contro,
parecchio lontani dalla postazione, leggermente rialzata, dove
l'intero gruppo dei nani si stava esibendo in un possente coro di
“Heigh Ho”.
Fece per condurre
Belle verso quel rifugio sicuro, quando Ruby Lucas spuntò dalla
folla e si gettò al collo di sua moglie.
- Belle! Come sono
contenta di vederti! Devo ammetterlo: non credevo che saresti mai
riuscita a convincere tuo marito a venire qui stasera! - disse,
ammiccando in direzione dell'uomo.
- Di certo saprà
che mia moglie è una donna piena di risorse, signorina Lucas. -
ribatté lui, senza riuscire a dissimulare una nota d'orgoglio nella
propria voce.
Belle gli rivolse
un gran sorriso. - Se ti può consolare, Rumpel, è stato tutt'altro
che facile persuaderti a partecipare a questa serata. -
Con grande sollievo
di Rumpelstiltskin, Ruby abbandonò presto quella conversazione per
unirsi al Dr.Whale alla postazione karaoke, dalla quale
l'affascinante medico aveva appena attaccato con Thriller, di
Michael Jackson, così lui e Belle riuscirono finalmente a prendere
possesso dell'unico tavolo libero rimasto nel locale.
- Vedi, Rumpel? Non
è così male, dopotutto. - mormorò la ragazza, accarezzando le dita
del marito, ancora intrecciate alle sue.
L'uomo annuì. -
No, sweetheart. In effetti non lo è. -
Non voleva
deluderla, eppure, il suo sesto senso gli diceva che il peggio doveva
ancora arrivare.
Pochi minuti dopo,
la voce calda e tonante di Granny riuscì a sovrastare gli acuti di
Ruby e Whale per domandare loro cosa desiderassero da bere.
- Due tè freddi al
limone, per favore. - rispose Belle, gioviale.
- Arrivano subito!
- La donna si appuntò le ordinazioni sul taccuino e si allontanò,
lasciandoli soli.
Rumpelstiltskin
osservò la gioia e l'entusiasmo che illuminavano l'angelico volto
della sua amata e, in quel momento, si disse che avrebbe sopportato
qualsiasi cosa pur di vederla così felice e radiosa.
Sei il Signore Oscuro! Cosa sarà
mai affrontare una serata canora?!
Tra una canzone e
l'altra, si erano ormai fatte le 23:00.
Sul piccolo palco,
allestito per l'occasione, si erano succeduti cantanti, più o meno
talentuosi, coppiette che avevano intonato duetti romantici e melensi
e cori di nani che avevano reso onore alla loro fama di minatori
canterini e fischiettanti.
Dopo il loro
ingresso, nessuno aveva più fatto caso alla curiosa coppia formata
dal padrone della città, bastardo e senza cuore, e dalla dolce
bibliotecaria dagli occhi turchini e limpidi come acqua di fonte.
Rumpelstiltskin
stava finalmente per rilassarsi un poco, quando Ruby strappò il
microfono a Leroy, che stava terminando la sua esibizione e parve
molto contrariato.
La lupacchiotta
aveva uno sguardo furbo che non prometteva nulla di buono. - Bene! E
ora, signore e signori, vorrei invitare qui sul palco i piccioncini
più schivi della città. Così timidi da essersi sposati in gran
segreto nella foresta, senza dire niente a nessuno! Coraggio,
sposini! Fatevi avanti, tanto avete capito benissimo a chi mi sto
riferendo! -
Rumpelstiltskin
strinse più forte la mano di Belle nella sua. Ormai, i due avevano
nuovamente addosso gli occhi di tutto il locale.
- Avanti, ragazzi!
Abbiamo preparato una splendida canzone per voi! - li incitò Ruby.
- Rumpel? Andiamo?
-
L'uomo guardò sua
moglie, rossa in viso ma sorridente.
- Suppongo di non
avere altra scelta, dearie. - sospirò.
La coppia si alzò
lentamente dal tavolo, senza smettere di tenersi per mano. La folla,
attonita, si scostò per lasciarli passare, come se fossero stati due
criminali condannati al patibolo.
Rumpelstiltskin li
avrebbe volentieri tramutati tutti in lumache, dal primo all'ultimo,
ma si lasciò condurre da Belle fino al palchetto, dove Ruby li
accolse con un sorriso smagliante.
- Un bell'applauso
al signore e alla signora Gold! -
L'entusiasmo della
ragazza sembrò non riuscire a contagiare il pubblico, dal quale si
levarono sporadici, esitanti e timorosi battiti di mani.
Lei non vi fece
caso e iniziò ad armeggiare con l'attrezzatura, scorrendo i titoli
delle canzoni e soffermandosi, infine, sulla prescelta.
- Ho pensato che
fosse perfetta per voi due. - disse, strizzando l'occhio a entrambi.
Così dicendo,
senza tanti complimenti, rifilò loro due microfoni e scese dal
palco, mentre una dolce melodia riempiva l'ambiente.
Belle e
Rumpelstiltskin riconobbero immediatamente l'incipit della canzone.
Si trattava di un pezzo particolarmente romantico tratto dal film La
Bella e la Bestia, che i due avevano visto insieme innumerevoli
volte.
All'improvviso,
Rumpelstiltskin si sentì molto meno a disagio e i suoi occhi
incontrarono l'oceano profondo di quelli di Belle, che iniziò a
cantare dolcemente:
Tale as old as time,
True as it can be
Barely even friends
Then somebody bends
Unexpectedly
L'uomo chiuse gli
occhi e si beò della voce di usignolo della sua amata che si
diffondeva tutto intorno a lui, dentro di lui.
All'improvviso non
si trovava più nel locale di Granny, o a Storybrooke, o nella
Foresta Incantata, o in qualunque altro luogo fisico. No, era in un
posto ameno, un paradiso dove esisteva solo il melodico canto di
quella serafica creatura che era sua moglie, il suo Vero Amore.
Ad un tratto seppe
che era giunto il suo momento di attaccare e non ebbe alcuna
esitazione:
Just a little change
Small to say the least
Both a little scared
Neither one prepared...
Insieme. Le loro
voci si unirono in un intreccio perfetto e soave:
Beauty and the Beast
Seguitarono a
cantare per i restanti tre minuti che li separavano dalla nota finale
e, quando la musica si dissolse, il silenzio che regnava nel locale
era completo.
Nessuno fiatava,
come se il loro duetto avesse trasformato tutti i presenti in statue
di pietra all'ascolto delle loro voci.
Solo dopo un lungo
minuto, Ruby prese ad applaudire con entusiasmo, seguita a ruota da
Archie, visibilmente commosso, e, via via, anche dal resto della
folla.
- Be', sembra che
non siamo stati così terribili. - commentò Belle, regalando un
sorriso luminoso a suo marito.
- No, dearie, direi
di no. - ammise lui, sorridendo a sua volta.
Questa me la paghi, signorina Lucas!
Da Stria93:
Bentrovati, miei cari, a questo
terzo appuntamento giornaliero con i RumBelle. :)
Se “Alcool” mi ha dato parecchio da pensare, questa shot si è
praticamente scritta da sola.
Oggi
ho veramente poco da dire. Lascio a voi l'ardua sentenza e passo
subito a ringraziare Chrystal_93, Euridice100, padme83,
Rusty93 per aver recensito il
capitolo di ieri; Ariki, Beabizz,
Dearly_Beloved, Emyscarano, janecaulfield, Julie_Julia,
padme83, Rusty 93 per aver
inserito questa raccolta tra le seguite/ricordate/preferite, e
tutti i lettori che sono
passati da qui.
Scusate se non riesco a stare al passo con le recensioni e le
risposte, ma non temete: prima o poi recupererò tutto. :)
L'appuntamento
è, come al solito, per domani, con uno dei prompt che mi ha dato più
soddisfazione sviluppare per questa week: BAMBINI/FIGLI.
Un bacio, meravigliose creature! <3
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Capitolo 4 *** Giorno 4 - Bambini/Figli ***
4
Giorno 4 – Bambini/Figli
Belle infilzò svogliatamente con la forchetta l'ultimo boccone di
cibo rimasto nel suo piatto e se lo portò alla bocca. Se c'era una
cosa che detestava particolarmente dei lunghi viaggi che portavano
Rumpelstiltskin lontano dal castello, era proprio il momento dei
pasti, che era costretta a consumare in piena solitudine. Perfino le
pietanze più deliziose parevano insipide e insapori senza la
compagnia di qualcuno con cui condividerle.
Quella mattina, dopo colazione, il folletto l'aveva avvisata che si
sarebbe allontanato dal castello per qualche ora per andare a
ritirare della merce. Si era tenuto piuttosto sul vago, ma ciò non
rappresentava affatto una novità per lei, che non aveva indagato
oltre sui suoi loschi affari.
Il suo padrone aveva detto che sarebbe stato via poche ore, ma troppo
spesso, da quel punto di vista, le sue parole si erano rivelate
inattendibili.
La ragazza sospirò, posando la forchetta nel piatto vuoto:
probabilmente non avrebbe rivisto Rumpelstiltskin almeno fino al
giorno seguente.
Stava per alzarsi da tavola e riportare le stoviglie in cucina,
quando udì l'inaspettato ma inconfondibile rumore del pesante
portone d'ingresso che si spalancava, per poi chiudersi nuovamente
con un sonoro e cupo cigolio. Contro ogni sua previsione, il Signore
Oscuro doveva essere già tornato, e Belle era lieta che, almeno per
quella volta, la sua assenza da casa si fosse limitata alla sola
mattinata.
La giovane uscì dalla sala dell'arcolaio e si diresse a passo
spedito incontro al folletto. Quando lo vide, notò che reggeva un
groviglio di stracci tra le braccia; molto probabilmente si trattava
di altre vesti che le sarebbe toccato lavare.
- Rumpelstiltskin! Siete già di ritorno! - esclamò, incapace di
trattenere la gioia.
Ma il Signore Oscuro le lanciò uno sguardo d'avvertimento e si portò
un dito alle labbra, facendole cenno di tacere.
Troppo tardi. Uno strano versetto si levò dall'ammasso di stoffa
portato dal folletto. Belle sgranò gli occhi, certa di aver appena
udito il vagito di un bambino.
I gridolini proseguirono, facendosi sempre più acuti.
- Ecco fatto. Grazie tante, dearie. Ci avevo messo un'ora per far
addormentare questo mostriciattolo. - brontolò l'Oscuro,
estremamente seccato.
Sempre più incredula, la giovane si avvicinò al suo padrone e diede
un'occhiata al fagotto che ora, poteva vedere chiaramente, si agitava
come un forsennato nella stretta salda di Rumpelstiltskin.
Un paio di occhioni verdi, guance rosa e paffute, un ciuffetto di
capelli color miele, e una boccuccia sottile e sorridente accolsero
lo sguardo sbigottito di Belle, che ancora faticava a credere a ciò
che stava vedendo.
- Ma... Rumpelstiltkin, questo è... -
- Sì, dearie. Questo è un bambino, e anche molto vivace se lo vuoi
sapere. Immagino che tu ne abbia già visti altri. -
- So che cos'è un bambino. Ma perché l'avete portato qui? Cos'è
successo? -
- Non capisco perché tu sia così sorpresa, dearie. Ti avevo detto
che stamani sarei andato a prendere della merce, no? -
Belle sperò con tutto il cuore di aver sentito male. - Cosa? -
Rumpelstiltskin alzò gli occhi al cielo, spazientito. - La merce,
dearie! Eccola qui! -
- Un... Un bambino?! - La giovane era inorridita. - Ma dove sono i
suoi genitori? -
Il Signore Oscuro fece una smorfia amara e un'ombra attraversò i
suoi occhi ferini. - Sua madre è morta di parto e suo padre ha
deciso di abbandonarlo. Me lo ha venduto per qualche filo d'oro. -
Dall'espressione del suo viso e dal tono gelido e sprezzante della
sua voce si capiva chiaramente quanto egli fosse disgustato dal
comportamento di quell'uomo che aveva ceduto la propria creatura in
cambio di un po' di metallo.
- Ha abbandonato il suo stesso figlio? - La giovane sembrava
totalmente incapace di credere che una tale assurdità potesse
accadere, e il suo sguardo pieno d'orrore e biasimo ebbe l'effetto di
una stilettata incandescente al cuore del folletto.
Oh, Belle! Se
sapessi cosa io ho
fatto al mio Baelfire! Se conoscessi la terribile verità!
Guarderesti anche me in quel modo?
Cercò di allontanare da sé quel doloroso pensiero, e prese a far
ballonzolare il bimbo che teneva tra le braccia e che iniziava a
protestare, decisamente annoiato da quella conversazione che, a sua
insaputa, lo riguardava.
Il piccolo sembrò apprezzare il gioco e lanciò un cinguettio di
felicità, seguito da una risatina divertita.
Belle era ancora indignata al pensiero di un genitore disposto a
barattare il proprio bambino per del volgarissimo oro, tuttavia non
poté impedirsi di sorridere, intenerita da quello strano spettacolo.
- E ora che ne sarà di lui? Resterà qui con noi? -
- Ma certo che no, sciocchina! Devo portarlo al re e alla regina di
un regno che si trova poco lontano da qui. Non riescono ad avere
figli da soli e hanno urgentemente bisogno di un erede. Tranquilla,
dearie, hanno promesso che si occuperanno di lui come se fosse loro e
lo cresceranno con tutti i riguardi. - aggiunse in fretta, notando la
smorfia contrariata della ragazza dinanzi alla prospettiva che un
bimbo innocente venisse usato in quel modo, come un oggetto, nulla
più che merce di scambio.
- Ad ogni modo, - proseguì Rumpelstiltskin - la consegna è fissata
per questa sera a mezzanotte, il che vuol dire che questa creaturina
urlante sarà nostra ospite per tutto il pomeriggio. -
Il cielo terso negli occhi di Belle s'illumino all'improvviso, come
se le nubi di poco prima si fossero diradate lasciando di nuovo il
posto ad un sole splendente. - Posso tenerlo in braccio? - domandò,
tendendo le mani verso il fagottino, speranzosa.
- Certo, dearie. È ovvio che puoi, dato che sarai tu ad occuparti di
lui per le prossime ore. -
- Prego? -
- Ma naturalmente! Non crederai che io abbia il tempo di prendermi
cura di questo marmocchio, vero? -
L'Oscuro non attese neanche una risposta e passò alla giovane il suo
carico, che ancora agitava manine e piedini sotto il groviglio di
stracci, ridendo vivacemente.
L'orologio suonò le undici di sera.
La sala dell'arcolaio era illuminata dalla luce calda e rossastra del
fuoco che scoppiettava e crepitava nel camino di pietra, donando un
tocco di intimità e accoglienza all'ambiente austero. Belle sedeva
sul divano e cullava dolcemente il bimbo che aveva accudito durante
quel bizzarro pomeriggio, intonando una vecchia ninnananna di Avonlea
che aveva imparato dalla sua balia anni addietro.
Rumpelstiltskin, nascosto in un angolo buio, ascoltava rapito la voce
della sua domestica e osservava quel quadretto familiare, incapace di
non pensare al suo adorato Bae.
Cosa non avrebbe dato per poterlo rivedere! Cosa non avrebbe fatto
per stare di nuovo con lui!
Presto
succederà, figliolo. Presto ti raggiungerò, ovunque tu sia.
Lentamente, uscì dalla penombra e si avvicinò alla ragazza. Il
bambino dormiva placidamente, al sicuro tra le sue braccia, e al
folletto quasi dispiacque doverlo portare via.
- Dearie? È ora. - sussurrò piano.
La giovane si morse il labbro e, per un attimo, sembrò esitare, ma,
alla fine, non senza una certa riluttanza, porse il piccolo, avvolto
in una morbida coperta, al Signore Oscuro, che lo prese
delicatamente.
- Lo tratteranno bene, non è vero? -
Rumpelstiltskin annuì, serio. - Hai la mia parola, Belle. -
Giunto sulla soglia della porta, il folletto si voltò per rivolgere
un ultimo sguardo alla sua domestica, che fissava mestamente le
fiamme che danzavano nel camino, persa in chissà quali pensieri. Se
l'era cavata decisamente bene quel giorno, nonostante si fosse
trovata alle prese con un bimbo tanto piccolo. Certamente sarebbe
stata una madre meravigliosa.
La madre che
avrei voluto per il mio Bae. La madre che lui avrebbe meritato.
Da Stria93: E
in un baleno siamo già arrivati al quarto giorno della RumBelle
Week, meraviglie mie! Tempus
fugit.
Sarò sincera: questo prompt mi è piaciuto tantissimo e la stesura
di questa storia a metà tra il fluff e l'angst finale, mi ha dato
una grandissima soddisfazione.
L'idea era quella di trovare un equilibrio tra la tenerezza che il
piccolo ospite del Castello Oscuro suscita in Belle – e anche in
Rumpel, anche se lui non lo ammetterebbe mai - e i drammi più
profondi che hanno segnato la vita del folletto, legati proprio
all'abbandono, dapprima suo e poi di suo figlio.
Se io sia riuscita nel mio intento oppure no, lo giudicherete solo
voi. ;)
Una piccola precisazione: il bambino della storia NON è James, il
gemello di David adottato da Re George, anche se potrebbe sembrarlo.
In realtà non è nessuno in particolare, ma solo il frutto
dell'ispirazione del momento. XD
Un grazie enorme va a Ariki, Chrystal_93, Lady Clopette, padme83
per aver recensito “Voce”, tengo molto a ringraziare anche
tutti coloro che recensiranno in seguito perché io stessa ho
potuto notare quanto sia difficile tenere il passo con questa
iniziativa; Ariki, Beabizz, Dearly_Beloved, Emyscarano,
janecaulfield, Julie_Julia, padme83, Rusty 93 per aver inserito
questa raccolta tra le seguite/ricordate/preferite, e tutti i
lettori che silenziosamente seguono questa raccolta.
Per oggi è tutto, dearies; ci si rilegge domani con LENZUOLA.
;)
Bacionissimi! :*
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Capitolo 5 *** Giorno 5 - Lenzuola ***
5
Giorno 5 – Lenzuola
La pendola nella sala dell'arcolaio stava terminando di rintoccare le
sette di mattina quando una trafelata Belle comparve, senza fiato,
sulla soglia della porta e si appoggiò allo stipite, ansimando a
causa del tanto correre e reggendo tra le mani un vassoio d'argento
che oscillava pericolosamente.
Era l'ennesimo ritardo che collezionava e, nonostante vivesse al
Castello Oscuro ormai da mesi, a volte faticava ancora ad alzarsi
all'ora richiesta dal suo padrone.
- Perdonatemi, sono in... -
- Ritardo. Sì, dearie, me n'ero accorto. -
Il Signore Oscuro sedeva al suo solito posto al grande tavolo
rettangolare, in attesa che quella dormigliona della sua domestica
gli servisse la colazione.
La ragazza gli si avvicinò e posò il vassoio colmo di cibo proprio
di fronte a Rumpelstiltskin, che non la degnò di uno sguardo e si
servì una generosa fetta di crostata ai frutti di bosco.
Belle, che si sarebbe aspettata una sonora ramanzina per essersi
svegliata tardi anche quel mattino, rimase molto sorpresa dalla
pacatezza e dall'indifferenza del folletto, che, solitamente, non
perdeva mai occasione per rimproverarla.
- Ehm... Non siete arrabbiato? -
Rumpelstiltskin alzò gli occhi dal piatto e si voltò versò la
giovane, con aria assente.
- Come hai detto, dearie? -
Belle si morse il labbro e spostò il peso da un piede all'altro,
nervosa. - Vi ho chiesto se non siete arrabbiato per il mio ritardo.
Di solito non mancate mai di riprendermi per le mie mancanze. -
Il folletto scrutò con intensità la sua domestica, poi tornò a
rivolgere l'attenzione al primo pasto della giornata.
- Ritieniti fortunata, dearie. Oggi non ho intenzione di sprecare il
mio tempo dietro alla tua incompetenza. Ho degli affari urgenti da
sbrigare, e degli accordi da concludere. -
Ma Belle non credette a quella spiegazione. C'era qualcosa di molto
strano nel comportamento del folletto. Sembrava incredibilmente
stanco, come se non dormisse da giorni. Perfino troppo stanco per
divertirsi a rimbrottarla, il che era tutto dire dato che quello
sembrava essere diventato il suo passatempo preferito, dopo la
filatura.
La giovane decise di indagare più a fondo, ponendo una domanda
apparentemente innocente. - Avete riposato bene stanotte? -
Di nuovo, l'Oscuro prese a scrutare la sua domestica, sorpreso e
insospettito. - E perché t'interessa tanto la qualità del mio
riposo, dearie? -
Belle fece spallucce. - Volevo solo essere gentile. In realtà, mi
sembrate un po' sciupato stamattina. - Pronunciò quell'ultima frase
con cautela, temendo di risultare un po' troppo invadente.
Rumpelstiltskin studiò quegli occhioni limpidi e attenti che lo
osservavano con sincera preoccupazione. Non ricordava neanche
l'ultima volta che qualcuno si era interessato alla sua salute.
Alla fine sospirò. - Ho difficoltà a dormire negli ultimi tempi.
Non che sia una novità, a dire il vero. Ma, di contro, vedo che
questo problema non sfiora neanche lontanamente te, dearie. -
Un lieve ghigno comparve sulle labbra del Signore Oscuro, mentre si
sforzava di riportare la situazione alla normalità, prendendo in
giro la sua domestica e cercando di spostare la sua attenzione da
quella confessione che si era lasciato sfuggire e che, per i suoi
gusti, lo rendeva troppo umano e vulnerabile agli occhi della
giovane.
- Mi dispiace molto. - mormorò Belle, sincera.
Rumpelstiltskin fece un gesto secco con la mano, come per dire che
non era nulla. - Non importa. Come ho già detto, non è una novità
per me. Ad ogni modo non sono cose che ti riguardano, dearie. E ora
devo andare; ho una questione molto importante da discutere con i
sovrani di un reame lontano e devo partire immediatamente. Tornerò
tardi, quindi non aspettarmi alzata. -
Così dicendo, si avviò verso la porta e scomparve nel corridoio che
portava all'ingresso del castello.
Rimasta sola nella sala dell'arcolaio, Belle sospirò: c'era da
aspettarselo. Ultimamente, il folletto trascorreva molto più tempo
in qualche luogo sperduto e remoto che a casa propria.
Anche quella mattina, la ragazza si dedicò alle sue mansioni
quotidiane.
Le sue mani si muovevano automaticamente, ormai avvezze ai lavori
domestici, ma la sua mente continuava a soffermarsi sul pensiero di
Rumpelstiltskin. Non le era mai capitato di vederlo così stanco. Il
suo padrone poteva vantarsi di non essere umano quanto gli pareva, ma
il suo aspetto non mentiva ed era chiaro come il sole che avesse
urgentemente bisogno di una buona dormita.
Belle avrebbe voluto aiutarlo, ma non sapeva proprio quali rimedi
esistessero contro l'insonnia. Ricordava che, da piccola, per un
certo periodo, aveva sofferto dello stesso disturbo a causa
dell'enorme carico di lavoro che le sue esigentissime istitutrici le
affibbiavano ogni giorno. Il medico di corte le aveva così preparato
un infuso di erbe, da bere ogni sera prima di coricarsi e, nel giro
di una settimana, la piccola era tornata a dormire come un ghiro.
Tuttavia, la giovane non aveva idea di come si preparasse quella
particolare bevanda, né di quali fossero gli ingredienti che la
costituivano.
Come poteva fare?
La soluzione non tardò a materializzarsi, chiara e semplice, tra i
pensieri di Belle: qual era l'unico luogo in grado di rispondere ad
ogni domanda e che poteva dispensare sempre i consigli giusti per
qualsiasi tipo di problema? Ma naturalmente, la biblioteca!
La ragazza non perse tempo e si precipitò su per le scale, iniziando
a scorrere i titoli dei volumi riposti sugli scaffali.
Il suo sguardo si soffermò su un tomo che poteva fare al caso suo:
Erbe e piante officinali, impieghi e proprietà.
La giovane estrasse il libro dal vano in cui era stato sistemato e
soffiò via lo spesso strato di polvere che lo ricopriva, dopodiché
si accomodò sulla poltrona e iniziò a sfogliarne le pagine,
inspessite e ingiallite dal tempo.
La ricerca richiese parecchi minuti. Belle non immaginava che le erbe
e le piante officinali potessero essere utilizzate in tanti modi
diversi per curare i malanni più svariati.
Dopo mezz'ora di lavoro, finalmente la ragazza trovò ciò che stava
cercando: un intero capitolo dedicato alla cura dell'insonnia
impiegando la lavanda.
La tipica
essenza, propria della lavanda, è un ottimo sedativo: utile in caso
di ansia, insonnia, agitazione e nervosismo. Esercita un'azione
riequilibratrice, essendo sia tonica che sedativa. Per curare gli
stati di insonnia e favorire il riposo notturno si consiglia di
procurarsi un piccolo mazzo di lavanda fresco da posizionare sotto il
cuscino.
Belle sorrise: sapeva esattamente dove andare a procurarsi qualche
rametto di lavanda.
Le era capitato spesso di passeggiare nell'immenso giardino che
circondava il Castello Oscuro, e più volte era stata investita dal
tipico aroma di quella pianta.
Sarebbe stato facilissimo.
Nel giro di un'ora, la giovane era riuscita a mettere insieme un
folto mazzetto profumato, legato con il suo nastro per capelli, e si
apprestava a rientrare nel castello.
A quel punto non avrebbe dovuto far altro che recarsi nella camera da
letto del suo padrone e porre il piccolo bouquet sotto il suo
guanciale.
Venne colta da un leggero fremito di emozione a quel pensiero.
Rumpelstiltskin non le aveva mai permesso di accedere alle sue
stanze, nemmeno per pulire; di sicuro non sarebbe stato felice di
sapere che la sua domestica vi si era introdotta abusivamente durante
la sua assenza, ma avrebbe visto le cose sotto un altro aspetto
quando, la mattina seguente, si fosse svegliato da una lunga notte di
sonno ristoratore.
Belle si affrettò a raggiungere la grande porta che conduceva alla
camera del folletto e pregò che non fosse chiusa a chiave o, peggio,
protetta da qualche incantesimo.
Allungò una mano e, molto lentamente, sfiorò uno dei due battenti
in ottone, trattenendo il fiato. Si sentiva come se stesse violando
un tempio, come se stesse profanando un luogo sacro nel quale la sua
presenza non era ammessa.
Con sua enorme sorpresa, l'uscio si mosse docilmente sui cardini,
emettendo un sinistro cigolio. Niente incantesimi di alcun tipo, per
fortuna.
Decisamente più rassicurata, la giovane entrò nella stanza in punta
di piedi, come se temesse che il Signore Oscuro in persona potesse
saltare fuori da qualche angolo da un momento all'altro e cacciarla
via in malo modo.
Rimase senza parole quando si ritrovò in una delle camere più
maestose che avesse mai visto.
Neanche la stanza da letto di suo padre, al palazzo reale di Avonlea,
avrebbe potuto eguagliare la magnificenza di quei soffitti a volta,
alti e affrescati in modo da sembrare un cielo stellato, dei mobili
di legno pregiato, finemente intarsiati e decorati, dell'enorme letto
a baldacchino, con le tende di broccato d'oro legate a colonne
d'avorio intagliate, e degli splendidi arazzi colorati che ornavano
le pareti di pietra e raffiguravano le gesta di prodi cavalieri che
sconfiggevano mostri e draghi.
Belle rimase per qualche minuto a contemplare il tutto a bocca
aperta. Si sentiva incredibilmente piccola in quell'ambiente, che
pareva essere stato costruito dai migliori artisti appartenenti al
popolo dei giganti.
L'intenso aroma della lavanda che teneva tra le mani e le solleticava
il naso la riscosse, riportandole alla mente il motivo per il quale
aveva varcato quella soglia proibita.
La ragazza raggiunse il letto, completamente disfatto, come se
qualcuno si fosse girato e rigirato tra le coltri più volte.
Provando una sorta di timore reverenziale, Belle lambì con le dita
le pregiatissime lenzuola di seta color porpora. Erano morbide e
piacevoli al tatto, e la ragazza venne colta da un'improvvisa voglia
di stendersi sul materasso e di lasciarsi avvolgere da quel tessuto
soffice e leggero.
Qui è dove
dorme Rumpelstiltskin.
Quell'improvvisa quanto ovvia constatazione fece avvampare la giovane
che s'immaginò il suo padrone sdraiato su quel letto e coperto solo
da quei veli di seta, con i capelli ondulati e ribelli sparsi sul
cuscino ad incorniciargli il volto disteso nel sonno.
La ragazza trattenne il fiato e, improvvisamente, ebbe la sensazione
che la temperatura nella stanza fosse salita di colpo, come se
qualcuno avesse acceso un fuoco nell'enorme camino di marmo,
nonostante fosse primavera inoltrata e fuori dalle finestre
splendesse un bel sole.
Cercando di non indugiare oltre sull'immagine che la sua mente
viziosa le aveva mostrato, sollevò leggermente il guanciale e
sistemò con cura il mazzetto di lavanda.
Sapeva che, a quel punto, una volta compiuta la sua missione, avrebbe
dovuto andarsene, ma non ci riuscì.
Mossa da una forza ben superiore alla sua volontà, Belle si guardò
fugacemente intorno, poi si sedette sul bordo del letto e prese tra
le mani le lenzuola, accarezzandole come se si fosse trattato di un
tesoro inestimabile.
Le faceva uno strano effetto pensare che ogni notte, o quasi,
Rumpelstiltskin si coricasse tra quelle coltri, come un qualunque
uomo che, quando cala l'oscurità, cerca protezione e risposo
nell'abbraccio del sonno.
Assecondando ciò che l'istinto le suggeriva e mettendo a tacere ogni
scintilla di razionalità e buon senso, Belle si portò le lenzuola
al viso e inspirò profondamente il famigliare odore dolciastro e
speziato del corpo del suo padrone, inebriandosene.
Quel momento di piacevole irragionevolezza sfumò quando sopraggiunse
una corrente d'aria che attraversò la camera e fece sbattere l'anta
di una finestra, provocando un rumore secco.
La giovane balzò in piedi, temendo che il Signore Oscuro fosse già
di ritorno. Solo dopo qualche secondo si rese conto che si era
trattato solo di uno scherzo del vento.
In ogni caso, decise che era meglio allontanarsi da quella stanza e
tornare alle sue occupazioni, prima di mettersi in qualche guaio.
La falce argentata della luna, regina immobile e solitaria del suo
angolo di cielo nero, vegliava placida e fredda sul Castello Oscuro
ormai da ore quando Rumpelstiltskin rientrò dal suo viaggio.
Le stanze della sua magione erano deserte, buie e silenziose. Belle
doveva già essere andata a dormire da un pezzo e lui si diresse con
passo felpato alla sua camera, cercando di non provocare il minimo
rumore per non rischiare di svegliarla.
Una volta barricatosi nella sontuosa stanza da letto, si svestì
velocemente e si distese sul materasso con un sospiro stanco. Era
esausto. Odiava ammetterlo, ma la mancanza di sonno si faceva
sentire, specialmente dopo una giornata impegnativa e lunga come
quella che si era appena conclusa. Aveva solo voglia di chiudere gli
occhi e scivolare tra le braccia di Morfeo fino al mattino dopo, con
la speranza che i fantasmi del passato non tornassero a tormentarlo,
impedendogli di addormentarsi o perseguitandolo in sogno, come erano
soliti fare.
Ma, improvvisamente, un inusuale e fresco aroma punse le narici del
folletto. Gli occorsero pochi istanti per riconoscerlo. Lavanda.
Il Signore Oscuro si mise a sedere tra le coperte e seguì la scia di
profumo, alla ricerca della sua fonte.
Quando sollevò il cuscino, trovò un mazzolino di fiori viola legati
insieme da un nastro. Lo stesso nastro blu che, quella mattina, aveva
notato tra i capelli della sua domestica, morbidi e preziosi proprio
come la seta delle lenzuola che si avvolgevano intorno a lui in quel
momento.
Ma che
diavolo... ?
Rumpelstiltskin aveva sempre vietato alla giovane l'accesso alle sue
stanze, ma evidentemente ella gli aveva disubbidito. Per cosa poi?
Per fargli trovare sotto il guanciale quei rametti di lavanda? Perché
avrebbe dovuto fare una cosa del genere?
Il folletto ripensò a quella mattina e alla confessione che era
trapelata dalle sue labbra circa le sue difficoltà a dormire. Sapeva
che quella particolare pianta poteva favorire il sonno. Possibile che
Belle ne fosse a conoscenza e gliel'avesse posta sotto il cuscino
proprio a quello scopo?
Gli pareva inconcepibile che quella ragazza si fosse data tanta pena
per lui, eppure non riusciva a trovare una spiegazione diversa per
quell'inaspettato e profumatissimo dono.
Ma, se si affinava l'olfatto e si prestava attenzione, si poteva
percepire anche un'altra essenza che, timidamente, si affiancava a
quella predominante della lavanda. Un aroma più delicato e dolce,
proveniente dalle lenzuola.
Rumpelstiltskin ne afferrò un lembo e inspirò a fondo, riconoscendo
un famigliare miscuglio di rosa e vaniglia. Il profumo di Belle; del
suo corpo armonioso, della sua pelle di latte e dei suoi capelli di
mogano e fuoco.
Un lieve sorriso comparve sul volto tirato dell'Oscuro, dopodiché
egli sciolse delicatamente il nodo che teneva insieme il mazzo di
lavanda e posò il nastro blu sul guanciale, accanto a sé, prima di
sistemarsi meglio tra le coltri e addormentarsi profondamente.
Da Stria93:
Eccomi qui, dearies! :)
Nuovo giorno, nuovo capitolo e questa volta devo ammettere di non
essere proprio soddisfatta.
La shot in questione è nata da un'esperienza autobiografica che ho
vissuto in prima persona qualche tempo fa. Infatti ho testato
personalmente le proprietà sedative della lavanda, usando qualche
goccia di olio essenziale sulle lenzuola e sul cuscino per combattere
una leggera forma di insonnia.
Questo rimedio si è rivelato abbastanza efficace e quando sono stati
votati i prompt per questa iniziativa ho subito pensato di usare
questa esperienza per la stesura della storia avente come tema
proprio le lenzuola.
Mi sembrava un'idea carina eppure c'è qualcosa di questa OS che non
mi convince pienamente.
Come
al solito, rinnovo i miei più sinceri ringraziamenti a
Chrystal_93, Euridice100, Lady Clopette, PoisonRain,
seasonsoflove per avermi lasciato il loro infinitamente prezioso
parere; Ariki, Beabizz,
Dearly_Beloved, Emyscarano, janecaulfield, Julie_Julia,
padme83, PoisonRain, Rusty 93 per
aver inserito la raccolta in una delle varie liste; e tutti voi, miei
cari e non meno importanti lettori silenziosi.
Il vostro sostegno è il carburante che alimenta la mia voglia di
scrivere, la mia autostima e il desiderio di fare sempre meglio. :)
A
domani con MODI IMPLICITI PER DIRE “TI AMO”,
che, insieme al prompt di ieri, è stato il tema che mi ha
maggiormente soddisfatta dell'intera week.
Bacioni! :***
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Capitolo 6 *** Giorno 6 - Modi impliciti per dire ***
6
Giorno 6 – Modi impliciti per
dire “ti amo”
Belle terminò di catalogare l'ultimo libro della sezione “poesia
inglese” e lo ripose con cura sullo scaffale.
Da quando Rumpelstiltskin le aveva proposto di occuparsi della
biblioteca, la ragazza si era messa subito al lavoro con entusiasmo.
Intendeva aprire l'edificio al pubblico il prima possibile, ma
c'erano ancora molti dettagli da sistemare prima di allora. Il tutto
era, peraltro, rallentato dal fatto che la giovane si soffermasse a
sfogliare e leggere con avidità qualche pagina di ogni singolo libro
che le capitasse tra le mani.
L'orologio della torre di Storybrooke rintoccò dodici volte e Belle
si stupì di come il tempo fosse trascorso in fretta quella mattina.
Mezzogiorno. È
già ora di pranzo.
A quel pensiero, lo stomaco della ragazza cominciò a brontolare,
reclamando cibo e protestando per il prolungato digiuno al quale era
stato sottoposto.
Belle si alzò dal tavolo a cui stava lavorando e si diresse verso la
piccola scala nascosta che conduceva all'appartamento riservato al
responsabile della biblioteca. Quando si trovò a passare davanti
alla finestra, non poté trattenersi dal lanciare un'occhiata verso
il banco dei pegni di Rumpelstiltskin. Il cartello con la scritta
CHIUSO, affisso alla porta, era ben visibile perfino dall'altro lato
della strada, dove si trovava lei.
Qualcuno avrebbe potuto pensare che il gestore del negozio se ne
fosse tornato a casa per pranzare, ma Belle sapeva che l'uomo era
barricato nel retro, a consumare il proprio pasto in solitudine.
La tentazione di attraversare la striscia di asfalto che, come un
fiume nero e solido, separava la biblioteca dal banco dei pegni si
fece forte, ma la giovane s'impose di proseguire per la propria
strada. Quanto accaduto la settimana prima era ancora ben impresso
nella sua mente, così come il fatto che Rumpelstiltskin preferisse
mentirle e nasconderle la verità piuttosto che aprirsi con lei.
Certo, alla fine si erano chiariti e Belle aveva appreso il vero
motivo di molte delle fraintendibili azioni dell'uomo, ma qualcosa le
diceva che se fosse tornata da lui troppo presto, questi avrebbe
potuto nuovamente cadere nell'errore di trattarla come una statuina
della sua collezione: un oggettino prezioso e delicato da proteggere
e da custodire gelosamente. Belle aveva invece sempre anelato
l'indipendenza, e finalmente se la stava conquistando, poco a poco.
Ora aveva un lavoro, una casa sua e una vita nuova che non
comprendeva unicamente Rumpelstiltskin.
Facendo appello a una cospicua dose di volontà, la giovane distolse
lo sguardo dalla finestra e iniziò a salire i gradini.
Una volta entrata nel piccolo appartamento, la ragazza venne
investita da un profumino invitante, al quale il suo stomaco vuoto
rispose con un sonoro gorgoglio di approvazione.
Ma cosa... ?
Belle si diresse in cucina a grandi passi, temendo di aver
dimenticato del cibo sui fornelli.
Ma non è
possibile. Se così fosse sentirei odore di bruciato, invece questo
profumo è ottimo.
Ed ecco che, finalmente, la giovane comprese da dove provenisse
quell'aroma sfizioso.
Sul minuscolo tavolino della cucina era posato un sacchetto per
alimentari che recava il marchio adesivo della tavola calda di Granny
e, accanto ad esso, distesa sulla superficie di legno, faceva bella
mostra di sé un'unica e bellissima rosa rossa, identica a quella che
Rumpelstiltskin le aveva offerto in dono più di ventotto anni prima
al Castello Oscuro.
Belle non riuscì a trattenere un sorriso davanti a quella sorpresa
così inaspettata. Non c'era alcun biglietto, ma quel fiore era un
indizio più che sufficiente per farle capire l'identità del
misterioso mittente.
La giovane si affrettò a prendere un piatto e un bicchiere dalla
credenza, dopodiché, eccitata come una bambina curiosa di scartare i
propri regali il giorno di Natale, estrasse dal sacchetto un
hamburger dall'aspetto delizioso, una confezione di patatine fritte e
una lattina di tè freddo al limone: il suo preferito.
Nel frattempo, chiuso nel retro del suo negozio, a pochi metri di
distanza, Rumpelstiltskin scoccava continue occhiate ai vetri della
finestra sopra la biblioteca. Sperava di scorgere qualcosa, un
qualunque segnale che potesse fargli capire se il suo dono era stato
gradito oppure no.
Non aveva voluto risultare troppo invadente facendosi trovare
nell'appartamento di Belle per pranzare con lei. Era certo che la
ragazza non avrebbe preso bene una simile sfacciataggine da parte
sua, e così, quella mattina, si era limitato a chiudere il banco dei
pegni per qualche minuto, a recarsi da Granny e, per quanto gli fosse
costato, al Game of Thorns, che aveva indubbiamente le più belle
rose che si potessero trovare a Storybrooke. Moe French l'aveva
guardato in cagnesco ma, alla fine, gli aveva venduto la rosa rossa
migliore che avesse in negozio.
Grazie alla magia, aveva poi fatto in modo che il tutto comparisse
sul tavolo della cucina di Belle, poco prima di mezzogiorno.
Non si trattava di un modo per convincerla a tornare da lui,
semplicemente aveva desiderio di farle una sorpresa, di farle capire
quanto le mancasse e come pensasse a lei ogni giorno, pur rispettando
la sua volontà e la sua privacy. Non si era neanche dato la pena di
scrivere un biglietto, certo che ogni parola sarebbe risultata
superflua e che la giovane avrebbe comunque capito il significato del
fiore, riconducendolo a lui.
Belle mangiò di gusto, ripromettendosi di passare da Granny per
complimentarsi.
Lavò rapidamente le stoviglie e ripose la rosa in un vaso, dopodiché
si affacciò alla finestra che dava sulla strada principale di
Storybrooke. Il banco dei pegni sembrava deserto e la ragazza si
chiese se Rumpelstiltskin stesse pensando a lei in quel momento.
Avrebbe dovuto, in qualche modo, fargli capire che aveva apprezzato
il suo gesto, ma sentiva che presentarsi al negozio e ringraziarlo di
persona sarebbe stato troppo ovvio, troppo banale.
Si sentiva così combattuta e confusa. Voleva rivederlo, ma sapeva
anche che recarsi da lui non era una buona idea. Desiderava invece
fargli giungere un segno, qualcosa di apparentemente privo di
importanza ma che potesse, agli occhi di Rumpelstiltskin, risultare
significativo ed eloquente. Qualcosa che parlasse per lei, esprimendo
adeguatamente ciò che ella sentiva nel proprio cuore.
Inspiegabilmente, balenò tra i suoi pensieri l'immagine dell'ultimo
libro che aveva catalogato quella mattina e, in particolare, di una
pagina che l'aveva eccezionalmente colpita.
Le sue labbra rosate s'incresparono in un sorriso, mentre un piano
perfetto iniziava a prendere forma nella sua mente..
Il mattino dopo, Rumpelstiltskin stava lucidando mestamente uno
strano utensile d'argento nel retro del negozio. Non aveva avuto
alcuna notizia da Belle e iniziava a temere di aver compiuto
l'ennesimo passo falso che l'avrebbe allontanata da lui ancora di
più.
Ad un tratto, il campanellino della porta d'ingresso trillò,
annunciando l'arrivo di un visitatore.
L'uomo si alzò, appoggiandosi all'impugnatura d'argento del suo
bastone, e zoppicò svogliatamente al di là della tenda che separava
il banco dei pegni vero e proprio dal retrobottega.
Ma, nonostante il campanello oscillasse ancora, non c'era alcuna
traccia di clienti e il locale era deserto, fatta ovviamente
eccezione per tutti gli oggetti esposti.
Rumpelstiltskin pensò che si fosse trattato di uno scherzo di
qualcuno che volesse fare lo spiritoso, oppure di una folata di vento
che aveva fatto sbattere la porta, ma, dopo qualche secondo, si
accorse di qualcosa appoggiato sul bancone che, ne era certo, non
c'era fino a pochi minuti prima.
Incuriosito, si avvicinò e vide che si trattava di un libro
proveniente dalla biblioteca di Storybrooke. Una rosa rossa era stata
riposta tra le pagine, a mo' di segnalibro.
Belle!
Il cuore dell'uomo fremette mentre, con mani tremanti, sollevava il
volume per osservarlo meglio.
I Sonetti, di
William Shakespeare.
Rumpelstiltskin aprì il tomo nel punto segnato dalla rosa,
scostandola con delicatezza.
La pagina in questione riportava il sonetto 116 del grande poeta
inglese:
Non sia mai ch'io
ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli; Amore non è
Amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire
quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre
fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la
stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è
sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al
Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua
curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma
impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è
errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha
mai amato
Rumpelstiltskin terminò di leggere, mentre il cuore gli batteva
furiosamente nel petto, scalpitando come un cavallo imbizzarrito.
Non aveva dubbi. Quelle meravigliose parole d'amore erano un chiaro
messaggio che Belle aveva voluto recapitargli. Era il suo modo per
dirgli che, nonostante tutto, nonostante ciò che era accaduto tra
loro, i suoi sentimenti per lui non erano mutati.
Oh, Belle. Mia
dolce Belle.
L'uomo strinse a sé il libro, come se si fosse trattato del corpo
profumato e armonioso della donna che amava e che gli aveva fatto
trovare appositamente quell'oggetto sul bancone del negozio.
Solo in quel momento si accorse di un post-it apposto sul retro della
copertina. Il foglietto giallo recava una scritta a mano, vergata in
una calligrafia raffinata ed elegante, ma, al contempo, chiarissima:
Tutti i libri prelevati dalla biblioteca devono essere restituiti.
Grazie.
Rumpelstiltskin sorrise. Ma certo, avrebbe provveduto immediatamente.
Belle si trovava tra due enormi scaffali colmi di tomi dedicati alle
scienze naturali.
Ma il suo cervello si rifiutava di collaborare alla catalogazione
quella mattina, e uno snervante senso di attesa la stava logorando da
parecchi minuti, da quando era sgattaiolata di soppiatto nel negozio
di Rumpelstiltskin e, in tutta fretta, aveva lasciato la copia de
I Sonetti sul bancone, per poi andarsene di corsa.
Sussultò quando le giunse alle orecchie il cigolio della porta della
biblioteca che si apriva lentamente.
Si affrettò a sistemarsi la gonna e la camicetta che indossava e si
ravvivò i capelli, prima di dirigersi alla reception.
Come previsto, quando raggiunse l'ingresso, si ritrovò davanti un
esitante e incerto Rumpelstiltskin, che teneva tra le mani il volume
che raccoglieva i componimenti di Shakespeare. Era visibilmente
emozionato.
- Ciao. - mormorò timidamente.
- Ciao. -
Tra i due scese un silenzio imbarazzato, che fu rotto dall'uomo. -
Io... sono venuto a restituire il libro. - disse tutto d'un fiato,
porgendo il piccolo tomo alla ragazza.
Belle lo prese tra le mani e lo posò sul bancone dell'accettazione.
- Grazie. L'hai trovato... interessante? -
Rumpelstiltskin sorrise, intendendo il vero significato di quella
domanda.
- Oh, sì. Credo di aver compreso appieno il messaggio di
Shakespeare. -
- Mi fa molto piacere. - disse la giovane, sorridendo a sua volta.
Da Stria93:
Penultimo giorno! Non ci posso
credere! T.T
Momento depressione a parte, ben ritrovate, meraviglie! Oggi pubblico
un po' prima perché tra poco devo scappare in università e non so
se avrò tempo stasera. :)
Dunque, questo prompt mi ha fatta sudare un bel po'. Non so quanto mi
ci sono arrovellata per trovare un'idea che potesse fare al caso mio.
Dapprima vuoto totale e poi, all'improvviso, ho iniziato a scrivere,
decisamente poco convinta, e più scrivevo più si delineava nella
mia mente l'idea che poi ho effettivamente portato a termine, con
qualche aggiustamento qua e là.
“Che
modestia!” penserete voi, ma ogni tanto credo sia lecito mettere un
po' da parte le insicurezze e i dubbi per godersi la soddisfazione
del proprio lavoro. ;)
Comunque, non è assolutamente detto che il mio giudizio combaci con
il vostro. Ci mancherebbe!
Quindi non fate caso alle mie parole ed esprimete il vostro parere
senza alcuna remora, mi raccomando.
Ormai
vi avrò annoiati a morte con questa solfa, ma anche oggi ringrazio
con tutta me stessa Ariki,
Chrystal_93, Lady Clopette, padme83 per
aver lasciato il proprio commento al capitolo precedente, chiunque
recensirà in seguito; Ariki,
Beabizz, Dearly_Beloved,
Emyscarano, janecaulfield, Julie_Julia, padme83, PoisonRain, Queen
Elizabeth, Rusty 93 che hanno
inserito la raccolta tra le preferite/ricordate/seguite; e
tutti i lettori.
Scusate ma oggi sono proprio di corsissima. xD
Vi
lascio con la promessa di recuperare al più presto sia con le
recensioni che con le risposte e ricordandovi l'appuntamento di
domani con, ahimè, l'ultimo prompt della week: GELOSIA.
Bacioni dalla vostra Stria! :***
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Capitolo 7 *** Giorno 7 - Gelosia ***
7
Giorno 7 – Gelosia
Era trascorso un giorno da quando Rumpelstiltskin era tornato
dall'avventura che avrebbe potuto distruggere ogni possibilità di un
lieto fine per sé e la sua amata Belle.Erano stati giorni bui e difficili per entrambi, ma, alla fine, tutto
si era risolto per il meglio anche quella volta; Pan era stato
sconfitto ed Henry era tornato a casa sano e salvo, insieme a tutti
gli altri.
Sembrava che nulla avrebbe più potuto separare i due amanti.
Avrebbero potuto finalmente dedicarsi alla costruzione di quella
famiglia che tanto avevano desiderato.
Belle e Rumpelstiltskin sedevano una di fronte all'altro al tavolo
della grande e attrezzatissima cucina della villa color salmone. Il
piano cottura e i fornelli erano stipati di utensili e pentole di
ogni tipo, e, dal forno, un ottimo profumino si era diffuso nella
stanza, propagandosi poi per tutta la casa.
Rumpelstiltskin stava facendo letteralmente piazza pulita della sua
generosa dose di lasagne e Belle non poté fare a meno di sorridere,
osservando il Signore Oscuro abbuffarsi in quel modo. - Sei affamato,
vedo. -
- Sono deliziose, sweetheart. Davvero deliziose. -
Il sorriso di lei si allargò. - Ho avuto una brava insegnante.
Granny in persona mi fatto imparare a cucinare questi manicaretti. -
- Be', in tal caso, direi che l'allieva ha superato la maestra. -
- Non esagerare, Rumpel. Granny rimane pur sempre la cuoca migliore
di tutta la Foresta Incantata. -
- Potresti tranquillamente soffiarle il titolo. - osservò
Rumpelstiltskin con un ghigno.
- Oh, no! Non sia mai! Non intendo certo affrontare la sua balestra!
-
Entrambi scoppiarono a ridere, spensierati e allegri come non lo
erano da molto tempo, ma, un attimo dopo, il viso di Belle si rabbuiò
e i suoi occhi si fecero improvvisamente lucidi.
- Che c'è che non va, sweetheart? - domandò l'uomo, preoccupato da
quel repentino cambiamento di umore.
La ragazza scosse la testa. - Niente. Sono una sciocca a rattristarmi
ora che siamo finalmente insieme. Non dovrei pensare al passato, è
solo che, quando eri via e non sapevo se saresti mai tornato da me, è
stato così brutto ritrovarmi in questa casa vuota e silenziosa,
senza sapere se avremmo mai potuto tornare ad essere qui insieme e
felici. Ho paura di svegliarmi domani e di rendermi conto che tutto
questo non è stato altro che un sogno; di scoprire che tu non sei
affatto tornato e di trovarmi di nuovo sola. -
Rumpelstiltskin le prese delicatamente una mano e parlò con tono
sinceramente addolorato. - Mi dispiace molto che tu abbia di nuovo
sofferto a causa mia, Belle. -
Lei intrecciò le sue dita delicate a quelle dell'uomo che amava,
forti e rese ruvide dai tanti anni di lavoro all'arcolaio.
Si sforzò di tornare a sorridere. - Ora è tutto finito. E poi,
adesso che ci penso, non sono mai stata davvero sola; molte
persone mi hanno aiutata e mi sono state vicine durante la tua
assenza. -
Rumpelstiltskin fece una smorfia scettica. Dubitava che chiunque, a
Storybrooke, potesse provare un senso di sincera solidarietà per “la
sgualdrina della Bestia”.
Evidentemente l'espressione del suo viso doveva aver tradito i suoi
pensieri, perché la giovane lo guardò con aria di rimprovero.
- Non fare quella faccia, Rumpel. Granny e Ruby hanno insistito
perché pranzassi alla tavola calda tutti i giorni, e anche Archie e
Leroy sono stati molto gentili con me. -
L'ultima frase pronunciata dalla ragazza ebbe un brusco e inaspettato
effetto sulle emozioni di Rumpelstiltskin, che, all'improvviso, si
sentì gelare e ritirò la mano da quella della ragazza. - Lo sono
stati? -
Belle non fiutò il pericolo insito in quella domanda e annuì con
tranquillità. - Sì, mi hanno tirata su di morale, ciascuno a modo
proprio. Leroy cercava di farmi ridere con qualche battuta delle sue,
e Archie aveva sempre le parole giuste per consolarmi nei momenti più
difficili. Sai, qualche volta mi ha anche invitata nel suo studio per
parlare. Mi ha aiutata a non chiudermi nel mio dolore e ad affrontare
il futuro, qualunque esso fosse. Si è rivelato davvero un caro
amico. -
Rumpelstiltskin si era irrigidito sulla sedia, come una statua di
ghiaccio. Le sue mani stringevano forte il coltello e la forchetta,
tanto che le sue nocche si erano fatte esangui.
- Ti ha invitata nel suo studio? - chiese, cercando di non suonare
troppo infastidito. Tentativo alquanto malriuscito, perché Belle si
lasciò scappare una risatina e gli rivolse uno sguardo malizioso.
- Che c'è, amore mio? Sei forse geloso? -
- Certo che no, dearie. Ma quel grillo dovrà stare in guardia se non
vuole finire spiaccicato contro il parabrezza della mia Cadillac, o
sotto una delle ruote. -
- Rumpel! - La giovane impallidì all'istante e, abbandonata l'aria
divertita, lo fissò con gli occhi sbarrati, orripilata.
Rumpelstiltskin capì di aver pensato a voce alta e di essersi spinto
un po' troppo oltre, così cercò subito un modo per correre ai
ripari e rassicurare la ragazza.
- Su, non fare così, sweetheart. Stavo solo scherzando, ovviamente.
-
Belle si rilassò un poco, ma il suo sguardo continuava a tradire una
certa inquietudine.
L'uomo, allora, si esibì in una risata forzata. - Oh, dearie! Dopo
tutto questo tempo ancora ti fai spaventare dalle mie battute di
pessimo gusto?! Non devi preoccuparti, non intendo fare del male al
povero Dottor Hopper. - per ora, ma se dovesse di nuovo
avvicinarsi a te... staremo a vedere.
Il bel volto della ragazza riprese un po' del suo colore rosato,
mentre sulle sue labbra si disegnò nuovamente il sorriso di cui gli
occhi di Rumpelstiltskin avevano così disperatamente bisogno, e del
quale non sarebbero mai stati sazi.
- Menomale! Ma, ti prego, non uscirtene mai più con certe frasi. -
L'uomo sogghignò. - Sei sempre stata una credulona, sweetheart. -
Da Stria93: Ed
eccoci arrivati, meraviglie mie, all'ultimo giorno della RumBelle
Week.
Sembra solo ieri che tutte iniziavamo a pubblicare il primo capitolo.
Questa settimana è volata via letteralmente, e mi dispiace tanto che
i sette prompt si siano esauriti così in fretta.
Comunque è stata una bellissima esperienza che spero di poter
replicare in futuro.
Quest'ultimo prompt è stato, senza ombra di dubbio, quello che più
mi ha messa in difficoltà. Non trovando di meglio, mi sono limitata
a descrivere una brevissima scenetta, con l'intento di rievocare “Skin
Deep” e il momento in cui Belle rimane allibita di fronte alla
battuta di Rumpel a proposito di scuoiare i bambini.
Ben inteso, io adoro Archie dalla prima stagione e non vorrei mai che
Rumpel lo mettesse sotto con la sua auto, ma dovevo pur trovare una
vittima della gelosia del nostro Signore Oscuro. ;)
Spero che anche questa storia conclusiva vi sia piaciuta, nonostante
non sia nulla di eccezionale, e mi auguro ancora di più che questa
raccolta vi abbia strappato almeno un sorriso.
Stavolta, i ringraziamenti si allargano a tutte le autrici che
hanno partecipato alla week e ne hanno resa possibile la
realizzazione. È bello vedere che la passione per i RumBelle sia
così diffusa.
E poi ringrazio di tutto cuore tutte le persone che mi hanno
lasciato, o mi lasceranno, i loro commenti, spronandomi ad andare
avanti e alimentando la mia passione per la scrittura con le loro
meravigliose parole; chi ha inserito, o inserirà in futuro, la
raccolta in una delle liste, e tutti, e dico proprio tutti
coloro che mi hanno seguita silenziosamente durante questa bellissima
iniziativa.
Vi mando un bacio grandissimo e spero di tornare a pubblicare presto.
:*
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