The boy with the broken smile di Rowan936 (/viewuser.php?uid=245278)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Moccioso ***
Capitolo 2: *** Guerriero ***
Capitolo 3: *** Saiyan ***
Capitolo 4: *** Terrestre ***
Capitolo 5: *** Gohan ***
Capitolo 1 *** Moccioso ***
Disclaimer
» Dragon Ball © Akira Toriyama.
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The boy with the
broken smile
01.
Moccioso
Atterrò
placidamente, le labbra piegate in un ghigno carico di sicurezza, lo
sguardo
attento che esaminava i suoi avversari, le membra tremanti
dell’eccitazione che
precede la battaglia – la vittoria.
Non
temeva chi gli stava di fronte, la patetica resistenza di quel pianeta
tanto
bello nell’aspetto quanto debole e indifeso, sapeva che
avrebbero vinto e già
la sua mente pregustava il sapore che
l’immortalità avrebbe avuto quando
finalmente avrebbe potuto saggiarla.
Gli
pareva quasi di sentire il sangue di Freezer – quel viscido
essere che lo aveva
ridotto a poco più che uno schiavo, lui che sarebbe dovuto
essere re di un
popolo guerriero ora divenuto solo un ricordo – tra le mani
guantate, pensava a
cosa gli avrebbe fatto, a come lo avrebbe fatto urlare e implorare
pietà,
fissandolo con quello sguardo carico di scherno e
superiorità che tante volte
era stato rivolto a lui e ancora bruciava sulla pelle.
Nessun
ostacolo si presentava tra lui e la sua vendetta, la sua rivalsa, la
strada
pareva spianata, poiché quegli infimi esseri che si erano
spontaneamente
offerti alla morte non sarebbero nemmeno stati in grado di sconfiggere
Napa,
figurarsi lui.
Guerrieri?
No,
non lo erano, non erano degni di questo appellativo.
Eroi?
Forse,
poiché nella sua mente un eroe era un concentrato di
stupidità, più patetico di
quelle madri che stringevano al seno i figli per tentare di evitare che
venissero trucidati anch’essi. Un eroe dava la sua vita per
gli altri, in nome
di una causa più grande, affrontando una battaglia che non
poteva sperare di
vincere, magari, e non vi era intelligenza in tutto questo.
Solo
stupidità, ideali astratti che a nulla servivano se non a
strapparti via la
vita con la stessa facilità con cui un adulto strappa il
giocattolo di mano a
un bambino.
La
forza è la cosa più importante,
l’orgoglio il pilastro che ti tiene in piedi,
l’egoismo il tuo scudo.
Lo
sguardo fu attirato dal più piccolo dei terrestri, un
bambino dalla tuta viola.
Non
trovava nulla di strano nel fatto che un infante fosse mandato in
battaglia,
lui stesso era stato venduto a Freezer quando ancora poteva mirare il
volto di
suo padre solo reclinando il capo all’indietro, ma in quel
bambino c’era
qualcosa che lo aveva stranito.
Era
stata la sua aria spaventata, probabilmente.
Quel
moccioso, infatti, non aveva l’aspetto di un guerriero: la
sua espressione era
di malcelato orrore, il corpo – troppo poco allenato
– tremava leggermente,
mentre i pugni stretti non indicavano combattività, solo un
tentativo di non
correre via a gambe levate.
Nulla
a che vedere con i bambini di Vegeta-sei: assassini in miniatura, dallo
sguardo
fiero e l’espressione determinata di chi in battaglia vuole
dare tutto ciò che
possiede.
Si
domandò come mai i terrestri, che tanto parevano attaccati
alla loro prole, a
giudicare dal comportamento di Kakaroth, avessero mandato quel
marmocchio –
molto più simile agli infanti piangenti che tante volte
aveva strappato alla
vita, piuttosto che a un combattente – ad affrontarli.
Il
bambino parve accorgersi del suo sguardo, e quando i loro occhi
s’incrociarono
il terrore sul suo volto crebbe, spingendolo a fare un lieve passo
indietro.
Vegeta
contorse il viso in un’espressione disgustata, spostando
altrove la propria
attenzione.
____________________________
Angolo autrice
Eh sì, sono
tornata con un’altra raccolta. Mi dispiace immensamente per
voi xD Comunque, si
tratta di una breve raccolta di OS, conta cinque capitoli –
già scritti, dunque
gli aggiornamenti non dovrebbero tardare – in tutto. Non vi
è il pairing vero e
proprio, si tratta più che altro di una pre-slash, ecco,
ovvero una storia che
precede dello slash/yaoi/shonen-ai e prevede che in un futuro non
meglio
precisato i due protagonisti finiscano insieme. Qui non succede,
dunque, e Vegeta
e Gohan sono solo ottimi – e piuttosto strani, ma sono strani
di loro, anche
senza essere amici, perciò… –
amici. Niente,
sentitevi liberi di avanzare critiche costruttive, farmi notare errori
oppure l’OOC
dei personaggi, accoglierò volentieri i vostri suggerimenti
:) Ringrazio
immensamente chi è arrivato fin qui, è
già una gran cosa!
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Capitolo 2 *** Guerriero ***
Disclaimer » Dragon Ball © Akira
Toriyama.
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The boy with the
broken smile
02.
Guerriero
Infame
era stata la sorte, che gli aveva tolto la vendetta, in seguito la
vita, per
poi ridargliela come per scherzo e costringerlo a convivere con
l’onta del
disonore di quelle lacrime versate davanti a un nemico,
dell’umiliazione della
sconfitta ancora una volta subita da qualcuno che si sarebbe dovuto
inchinare
al suo cospetto.
Super
Saiyan.
La
leggenda, la forza del guerriero più potente di tutti, un
onore che sarebbe
dovuto essere suo, un privilegio che di diritto sarebbe appartenuto al
Principe
dei Saiyan.
Ma
quell’oro non lo aveva nemmeno sfiorato, poiché
era stato Kakaroth a
raggiungere quello stadio, a umiliarlo nuovamente, a renderlo ancora
una volta
il secondo quando tutto
ciò che aveva
sempre voluto era essere il primo.
Camminava
per i corridoi della Capsule Corporation – dimora di quella
stupida terrestre
che lo aveva voluto ospitare e il cui invito aveva accettato solo per
il cibo,
che gli veniva servito in abbondanza e senza che lui dovesse fare
nulla, così
come si confaceva a qualcuno del suo rango – per dirigersi
fuori, a esplorare
ancora quel pianeta dall’aria leggera e le innumerevoli
risorse che i suoi
abitanti continuavano a distruggere.
Incrociava
spesso Namecciani che lo fissavano con astio, ma i suoi occhi non si
posavano
su di loro per più di un fugace istante, poiché
essi non erano degni della sua
attenzione, essi nulla erano se non residui di quella battaglia che lo
aveva
coperto di disonore e dalla quale si sarebbe riscattato solo
affrontando
Kakaroth, per batterlo o perire nel tentativo.
Incrociò
l’ennesimo gruppo di Namecciani, ma questa volta tra loro,
accanto a Dende, il
moccioso dalle doti curative, vi era Gohan, sorridente e abbigliato
alla
maniera terrestre.
Vegeta
lo fissò e quando si vide ricambiato, accennò con
la testa un saluto, che il
bambino ricambiò senza celare la propria
incredulità.
Il
principe passò poi oltre, senza curarsi degli altri presenti.
Per
quanto gli competeva, quel piccolo mezzosangue era l’unico
degno di baciargli i
piedi, in quella casa.
Nonostante
l’aspetto minuto e lo sguardo innocente, infatti, Gohan aveva
combattuto
valorosamente su Namecc, aveva tirato fuori una potenza che mai avrebbe
sospettato potesse risiedere in un moccioso solo in parte Saiyan, aveva
sfoggiato determinazione e coraggio pari a quelle di un degno guerriero.
Per
un istante, aveva addirittura temuto che fosse lui il prescelto a
divenire un
Super Saiyan.
Si
era trattato del timore di qualche minuto, ma era stato comunque indice
di quel
rispetto che – esitante, rinnegato – cominciava a
farsi strada nel suo animo
corrotto dalla sete di sangue, rivalsa e potere.
Una
volta tornati sulla Terra, Gohan aveva dato nuovamente sfoggio della
sua
stupida bontà, ringraziandolo per un gesto che di altruista
non aveva nulla –
se voleva il ritorno di Kakaroth, era solo per misurarsi con lui, per
tentare
di ucciderlo una seconda volta –, mentre con lo sguardo gli
dimostrava di
essere nuovamente disposto a fidarsi di lui, come aveva fatto durante
lo
scontro.
Era
un peccato, pensò, che una tale potenza andasse sprecata,
che quel bambino
vivesse sempre nascosto dietro l’ala protettrice del padre o
rinchiuso in
quella vita terrestre che lo imprigionava tra barriere invisibili e, a
suoi
occhi di Saiyan, era troppo misera per un guerriero dal suo potenziale.
Ma,
in fondo, non era affare suo, che quel moccioso marcisse pure nella sua
maschera di terrestre, nutrendosi dell’illusione di essere
tale in attesa che
la sua natura reclamasse il diritto di vedere la luce.
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Angolo autrice
Ecco qui la
seconda one-shot :) Ringrazio infinitamente ka93 per la recensione,
non esitate a segnalarmi eventuali errori o
a farmi sapere se i personaggi vi sembrassero OOC :)
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Capitolo 3 *** Saiyan ***
Disclaimer » Dragon Ball © Akira
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The boy with the
broken smile
03.
Saiyan
Sgomento
e incredulità lampeggiavano negli occhi smeraldini di
Vegeta, che osservava
dalle retrovie, senza partecipare alla battaglia in corso, ridotto a
misero spettatore,
troppo debole per fare alcunché.
Pazzo,
aveva pensato,
quando Kakaroth aveva mandato avanti suo figlio, quel bambino dagli
occhi
troppo grandi e fiduciosi per partecipare a un gioco crudele come la
guerra, ma
non aveva detto nulla, limitandosi a osservare lo scontro in attesa
della morte
di Gohan, ignorando la rabbia nel vedere il sangue del mezzo Saiyan
bagnare il
terreno, ignorando la voglia di prendere a pugni la faccia del rivale
fino a
cancellare quel sorrisetto insopportabile.
Alla
fine, quell’idiota aveva avuto ragione, poiché
quella potenza già manifestatasi
in passato era scoppiata all’improvviso, e davanti ai loro
occhi era apparso un
nuovo guerriero, dagli occhi gelidi e l’espressione
impenetrabile.
Molto
poco aveva del bambino sorridente e gentile che in tutti cercava il
buono e da
tutti riusciva a cavarlo fuori, poco aveva del terrestre amante della
vita che
era Gohan.
Uccideva
con piacere, si vedeva, guidato dalla furia e dal desiderio di vendetta.
C’era
rabbia, in quegli occhi gelidi, nessuna pietà nei gesti
fulminei, solo la
sicurezza di chi sa di avere la vittoria in pugno, di chi si sente
invincibile.
Vegeta
conosceva quella sensazione, tante – troppe – volte
l’aveva provata sulla sua
stessa pelle, ma mai avrebbe creduto di poter ritrovare il ragazzino
rabbioso e
colmo di desiderio di vendetta che era stato tempo addietro proprio in
Gohan.
Eppure
eccolo lì, a osservare un bambino divenire assassino, a
osservare la natura
Saiyan di quel moccioso emergere, come lui tempo addietro aveva
predetto,
uccidendo e annientando la mite attitudine che il sangue terrestre gli
aveva
regalato.
Se
avesse dovuto descrivere Gohan, in quel momento, con una sola parola,
altra non
sarebbe potuta essere che “Saiyan”,
poiché ogni gesto, ogni respiro di quel
guerriero parlava dell’orgoglio e della spietatezza di quella
razza che aveva
spesso usato come scudo, rivangato i diritti legati a un titolo senza
più
significato alcuno.
Il
ghigno che deformava le labbra di Gohan, ora che si stava rifiutando di
porre
fine a quello scontro, onde prolungare l’agonia della sua
vittima e bearsi
ancora del senso di potere che derivava dal dominare qualcuno di
più debole,
dall’infierire su chi ti ha fatto soffrire – Non serve a nulla, Gohan, quella sensazione dura il
tempo di un battito
di ciglia, e quando l’euforia svanirà ne vorrai
ancora, cercherai altro sangue,
senza mai essere sazio. –
era così
simile al suo, così carico di crudeltà, da farlo
rabbrividire.
Kakaroth
urlava, con disperazione, tentando di convincere il figlio a uccidere
Cell, a
salvare il pianeta ora che ne aveva la possibilità, ma
Vegeta sapeva già che
non avrebbe avuto successo, poiché nessuno sarebbe riuscito
a distogliere Gohan
dalla sua vendetta, poiché nessuno capiva come si sentisse.
Troppo
buoni, quei Terrestri, non conoscevano il richiamo del sangue Saiyan,
che
esigeva cadaveri dei nemici in tributo per placare l’ira che
li divorava
dall’interno, non sapevano cosa provasse quel bambino, ora
che quella parte di
lui che da sempre aveva voluto seppellire dentro di sé era
prepotentemente
emersa, a causa della spinta di Kakaroth.
Forse
proprio quella terza classe era l’unico oltre a lui che
avrebbe potuto capire
cosa provava Gohan, ma il suo cuore era troppo puro, anche nella
vendetta,
perché potesse sperare di comprendere la corruzione.
E
allora rimanevano solo loro, Saiyan puro e mezzosangue, simili sotto
certi
aspetti, ma opposti sotto altri, vicini, ma irrimediabilmente separati.
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Angolo autrice
Ed ecco qui
anche la terza one-shot :) Ringrazio infinitamente ka93
per la recensione, non esitate a segnalarmi eventuali errori o
a farmi sapere se i personaggi vi sembrassero OOC, mi raccomando :)
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Capitolo 4 *** Terrestre ***
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The boy with the
broken smile
04.
Terrestre
Così
poco di lui era rimasto, dopo quella battaglia, solo i cocci di un vaso
brutalmente scagliato sul pavimento e ridotto in pezzi.
Ancora
una volta, l’onta della disfatta gravava sulle spalle di
Vegeta, l’amaro sapore
della sconfitta ancora nella bocca impastata del sangue che si era
fatto uscire
stringendo troppo i denti.
Aveva
assistito impotente alla morte di un ragazzo che, senza che lui se ne
accorgesse, era furtivamente entrato nella sua vita, aveva cessato di
essere
uno tra i tanti idioti della compagnia per divenire qualcosa di
più, che ancora
non sapeva definire, non con consapevolezza.
Figlio,
era l’esatta parola, ma lui ancora non ne comprendeva appieno
il significato.
Sapeva
solo che quando lo aveva visto a terra con un foro scarlatto nel petto,
aveva
sentito delle dita invisibili afferrare i suoi organi interni e
stritolarli con
forza, contorcerli fino a fargli desiderare di urlare per il dolore.
E
allora aveva agito, assecondando il dolore tramutato automaticamente in
rabbia
bruciante, si era scagliato sul nemico cercando di portare a compimento
una
vendetta che a nulla avrebbe portato, finendo solo per guadagnare
l’ennesima
umiliazione ed essere salvato dal giovane Saiyan che si sarebbe dovuto
inchinare al suo cospetto ma lo superava in potenza.
Quello
stesso Saiyan che si trovava seduto a pochi passi da lui, in un luogo
che era
sempre stato solo suo e che non si sarebbe dovuto permettere di violare.
«
Che cosa ci fai qui? » ringhiò Vegeta, la voce
roca poiché da quando aveva
rinunciato al combattimento, e con esso a una parte di sé,
l’unica che avesse
avuto importanza fino a quel momento, non aveva detto una parola.
Cos’avrebbe
dovuto dire, qualcuno che non esisteva più?
Perché Vegeta, il Principe dei
Saiyan, non era nulla senza combattimento. Era nato per essere un
guerriero e
cresciuto per essere assassino, se non avesse più tirato
nemmeno un pugno, cosa
avrebbe potuto fare?
Eppure
non poteva cambiare idea, poiché non meritava
di essere definito guerriero.
«
V-Vegeta…! » sussultò Gohan, voltandosi
di scatto ed esibendo senza vergogna
alcuna le guance rigate di lacrime, sinonimo di debolezza. «
Che cosa… Ci fai
qui? »
Il
bambino tirò su col naso, gli occhi scuri che lo fissavano
con disperazione e
un’inconscia richiesta d’aiuto.
Ma
come avrebbe potuto aggiustare Gohan, lui che non riusciva nemmeno ad
aggiustare se stesso?
«
Vengo qui dai tempi di Namecc, questo posto è mio. Vattene.
» ordinò Vegeta,
con poco garbo, trovando così facile e liberatorio parlare,
che si chiese come
mai si fosse rinchiuso nel silenzio quegli ultimi tre giorni.
«
Io… » mormorò Gohan, asciugandosi le
lacrime che però imperterrite tornavano a
scorrere. « Avevo bisogno di un posto lontano da
casa… »
«
Non ti ho chiesto perché fossi qui. »
sottolineò il principe. « Vai via. »
«
Perché invece non… Non stiamo qui insieme? Per
favore? »
Vegeta
fissò le lacrime che si stavano nuovamente accumulando negli
occhi del bambino,
che tentava di trattenerle il più possibile, e si rese conto
di non avere
voglia di litigare.
Si
sedette lì accanto, senza dire nulla, e – come per
concedere a Gohan un po’ di
privacy – prese a fissare il paesaggio davanti a
sé, poiché sebbene lo
osservasse ogni volta che veniva lì, esso era sempre
differente, mutava non
solo al cambio della stagione, ma ogni giorno.
Vegeta
non vi vedeva la meraviglia della natura e della vita, però
trovava che fosse
un passatempo decente, osservare le risorse di quel misero pianeta.
«
È stata colpa mia. »
Gohan
aveva parlato non interpellato, rompendo il silenzio calato tra loro e
cercando
di mascherare il pianto nella propria voce, senza successo.
Vegeta
non disse nulla per incoraggiarlo a continuare, ma il bambino lo fece
comunque,
condivise con lui i suoi sentimenti, il suo dolore, quasi avesse
aspettato solo
che qualcuno di disinteressato incrociasse la sua via per poter urlare
tutto
ciò che in famiglia aveva preferito ingoiare per non far
pesare a nessuno il
proprio stato d’animo.
Il
principe non lo interruppe nemmeno una volta, mentre dentro di
sé prestava
ascolto solo per metà, osservando le deboli lacrime sul
volto di Gohan, che
pareva così Terrestre da rendergli impossibile paragonarlo
al guerriero Saiyan
che aveva visto al Cell Game, e constatando la sua stupidità
nel rivelare tutte
le sue fragilità a qualcuno che avrebbe potuto facilmente
usarle contro di lui
senza rimorso alcuno.
Gohan
si stava ancora una volta fidando di lui e Vegeta non riusciva a
comprendere
perché.
«
Perché mi dici tutto questo? » non
riuscì a trattenersi dal domandare, non
appena il bambino ebbe chiuso la bocca.
Gohan
lo osservò in silenzio, preso alla sprovvista dalla domanda,
per poi sorridere
debolmente tra le lacrime.
«
Perché mi fido di te. »
«
Perché non a qualcun altro. Chiunque. »
«
Perché tu non hai pietà di me. E non dici frasi
vuote per consolarmi. »
Vegeta
non rispose, poiché non sapeva cosa dire, dunque si
limitò ad annuire
distrattamente.
«
Non aspettarti confessioni da parte mia. » lo
ammonì poi, dopo qualche istante.
« Io non sono un Terrestre. »
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Angolo autrice
Ecco la terza
one-shot, post Cell Game, che ruota attorno al mio solito headcanon con
Vegeta
e Gohan che si “consolano” a vicenda. Grazie mille
a ka93 per la recensione allo
scorso capitolo :)
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Capitolo 5 *** Gohan ***
Disclaimer » Dragon Ball © Akira
Toriyama.
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The boy with the
broken smile
05.
Gohan
Era
occorso un momento, uno solo, per gettare all’aria gli anni
trascorsi con una
famiglia, rinchiuso nell’illusione di una vita che non
sarebbe mai potuta
essere sua – perché lui non era un umano, lui era
un assassino e tale sarebbe
sempre rimasto.
Era
bastato un attimo per lasciare che Babidy prendesse il suo corpo,
potenziandolo, spogliandolo di ogni esitazione e seppellendo quei
sentimenti
che lo avevano contagiato come una subdola e silenziosa malattia.
Aveva
affrontato Kakaroth, alla ricerca di rivalsa, aveva creduto davvero di
essere
tornato quello di un tempo, ma ciò era durato
finché non avevano risvegliato
Majin-Bu, finché non aveva capito di aver messo a
repentaglio la vita di quelle
persone che – nonostante tutto, nonostante si fossero
sbagliati – avevano
creduto in lui.
E
non meritavano di morire perché avevano visto in lui
qualcosa che,
semplicemente, non esisteva.
Così
aveva messo fuori gioco Kakaroth, per essere certo di trovarlo ancora
lì quando
fosse tornato ad affrontarlo, e quando aveva controllato –
quasi spinto da un
presentimento, da un fastidio alla bocca dello stomaco che aveva a
malapena
notato – che tutte le aure fossero ancora lì,
aveva scoperto che una mancasse
all’appello, una delle più importanti.
Gohan.
Quel
nome attraversò la sua mente come un fulmine, stringendo il
petto in una morsa
d’acciaio che non servì ad attutire il sordo
dolore che provava.
«
L’aura di Gohan è già
scomparsa… » mormorò, quasi con quelle
parole volesse
renderlo reale.
Il
suo nome sulla lingua aveva il sapore amaro della perdita,
poiché mai più
avrebbe potuto pronunciarlo riferendosi a chi ne era il proprietario.
Gohan. Gohan.
Gohan.
«
Perdonami… » aggiunse, la sincerità
evidente in ogni sillaba. « È stata colpa
mia. »
Il
senso di colpa che provava contribuì solo a provocargli un
attacco di nausea,
mentre il nome di Gohan gli rimbombava in testa, pronunciato con toni
diversi,
anche come non era mai uscito dalle sue labbra.
Gohan. Gohan.
Gohan.
Impiegò
poco a tramutare il dolore e il senso di colpa in rabbia,
impiegò poco a
lasciare che il fiume di collera che portava dentro di sé
straripasse,
inglobando tutto ciò che si trovava nella sua anima e nel
suo cuore, mettendo a
tacere ogni sentimento inutile in quello scontro, si rese conto dopo,
senza
speranza.
Ma
quella volta non avrebbe accettato la sconfitta, poiché non
vi era solo il suo
orgoglio in ballo, quanto la vita di coloro che lo avevano amato contro
ogni
ragione e che lui avrebbe perlomeno dovuto proteggere.
Gohan.
Con
lui aveva fallito prima ancora di rendersi conto di volerlo tenere al
sicuro.
Quando
strinse tra le braccia suo figlio, sentendo per la prima volta il
calore di
quel corpicino contro il suo, osservando le gote imporporate di quel
piccolo
guerriero, si maledì per non essere mai stato in grado di
offrirgli di più, e
quel sorriso dolce – paterno – che gli
regalò fu un addio e un augurio di poter
essere felice, ora che lui non lo avrebbe fatto soffrire con la propria
incapacità di essere padre.
Quando
poi – rimasto solo sul campo di battaglia, solo
com’era destinato a stare – decise
di dare la sua – inutile, sprecata – vita nel
tentativo di salvare chi amava,
quel nome, che nella sua mente aveva continuato a ripetersi come
un’eco lontano,
rimase segregato nel suo cuore – sporco, corrotto
–, mentre pensava ai suoi cari
per motivarsi.
Forse
fu lui stesso a impedire che quelle semplici cinque lettere prendessero
forma
nella sua mente, come se così la consapevolezza di avere
fallito su tutti i
fronti, di non essersi mai reso conto di tenere a lui e averlo perso
per
sempre, poiché per loro non ci sarebbe stato incontro
nemmeno nell’aldilà,
potesse fargli meno male.
Ma
alla fine, mentre ogni muscolo del corpo bruciava e la luce lo accecava
anche
attraverso le palpebre serrate, il nome di Gohan gli salì
alle labbra, con
prepotenza, abbattendo la sua ferrea volontà, e allora fu
quella parola che
urlò fino a perdere la voce, fino a svanire con un boato
assordante.
______________________________________________
Angolo autrice
Ed ecco
l’ultima
OS. Sacrificio di Vegeta, un bel po’ di
angst e niente lieto fine,
almeno non nella raccolta, visto che come sappiamo tutti Gohan
è vivo, mentre
Vegeta tornerà in vita in seguito. Non esitate a segnalarmi
OOC o eventuali
errori, ringrazio ancora una volta ka93
per la recensione :)
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