Ciak! Buona la prima!

di _Takkun_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciak! Buona la prima! ***
Capitolo 2: *** [2] Ciak! Buona la prima! ***
Capitolo 3: *** [3] Ciak! Buona la prima! ***



Capitolo 1
*** Ciak! Buona la prima! ***


Ciak! Buona la prima!
 



“Ace! L’avevi promesso! Mi avevi p-promesso che non saresti mai m-morto!” La vista ormai era totalmente appannata dalle lacrime. No, Ace non poteva andarsene, aveva ancora bisogno di lui, non poteva!
Ace abbozzò un sorriso, stringendo con le poche forze rimaste la camicia gialla del minore. Se la ricordava quella promessa, eccome, ma sperò che il suo adorato fratellino potesse trovare la forza di perdonarlo per non aver tenuto fede a quelle parole.
“R-Rufy…” Mormorò con voce flebile e il respiro affannato. “Ormai le forze mi stanno abbandonando, e voglio che tu riferisca a tutti… quello che sto per dirti.”
Cappello di Paglia strinse con forza i denti, abbracciando quanto più possibile il fratello. Basta, perché continuava a dire queste cose?
“Padre, fratelli, e tu… Rufy. Anche se non avevo futuro, vi siete s-sempre presi cura di m-me. Mi avete accettato, anche se s-sono il f-figlio del demonio…” Disse, coinvolgendo nel suo pianto chiunque stesse ascoltando il suo discorso. Ace tirò su col naso, allentando lentamente la presa sull’indumento del minore.
“Tutti voi mi avete voluto bene! Grazie!” Esclamò con la voce spezzata dalle lacrime, increspando lentamente le proprie labbra in un ultimo, sereno sorriso, scivolando poi dalle braccia di Rufy e finendo col scontrarsi con il suolo, freddo e senza vita.
Cappello di Paglia passò lo sguardo dal corpo del fratello alle proprie mani, rosse di sangue.
“A-Ace…” Lo chiamò ma il maggiore non rispose.
Il labbro inferiore prese a tremargli ma lui se lo morse prontamente con forza. Trattenne anche il respiro nel tentativo di ricacciare dentro le lacrime, ma tutto fu inutile. Perse il controllo e, disperato, urlò il nome del maggiore al cielo.
Ora nulla aveva più senso nella sua esistenza. Ace se n’era andato proprio come Sabo, e lui era rimasto so-
 
“Ciak! Buona la prima!” Disse qualcuno all’improvviso, guardando di traverso il giovane pirata che, nonostante la sua esclamazione, stava continuando ad urlare e a piangere.
Pugno di fuoco aprì un occhio, sospirando. Anche questa scena è andata, pensò rialzandosi da terra e stiracchiandosi a dovere.
“Ace, ci pensi tu a Rufy?” Gli chiese cortesemente un uomo sulla quarantina, sfogliando con attenzione il copione dell’episodio seguente senza prestare troppa attenzione alla crisi del proprio protagonista.
Il corvino si sbatté una mano sulla faccia nel vedere suo fratello in quelle condizioni, e alzò un sopracciglio quando vide di fianco al Sensei quell’idiota del suo altro fratello piangere come un marmocchio.
“Rufy, guardami, sono qui.” Lo scosse leggermente per le spalle, attirandone l’attenzione.
“A-Ace?”
“Ciao, fratellino.” Gli sorrise, venendo travolto dall’abbraccio improvviso del minore, rischiando quasi di venire soffocato. “Come al solito ti sei dimenticato che stavamo solo girando.” Gli accarezzò i capelli nel tentativo di tranquillizzarlo, ricordandosi con un sorriso –nonostante ci fosse poco da sorridere- di tutti quei poveri attori che dovettero subire i colpi di Rufy, alcuni finendo addirittura all’ospedale.
“S-sei vivo!”
“Certo che sono vivo, deficiente.” Alzò gli occhi al cielo, staccandoselo di dosso.
“M-ma il s-sangue e-e… quello?” Disse, indicando con l’indice tremante lo spaventoso buco al centro del busto di Ace.
“È tutto falso, Rufy.” Fece, pulendosi con un dito un po’ di sangue per poi ficcarlo in bocca al minore. “Di cosa sa?”
“Ma è ketchup! Quello che metto sopra le patatine!”
“Bingo.” Sorrise nel vederlo più tranquillo. “Ora va’ a dirlo a quell’altro idiota.” Gli fece un cenno del capo, indicando Sabo che, con gli occhi gonfi e arrossati, si apprestava a terminare il quinto pacchetto di fazzoletti.
“Siete davvero senza speranza.” Scosse la testa, osservando Rufy correre verso il biondo per spiegargli che era tutto finto e che non doveva piangere.
“Ma sembrava tutto così vero, dannazione!” Si soffiò il naso un’altra volta il maggiore, facendo ghignare il corvino, che nel frattempo si era avvicinato ai due.
“Questo perché sono un attore eccezionale, fratellino.”
“Come no!” Gli tirò contro il petto un fazzoletto appallotolato. “Sensei, quand’è che dovrei riapparire?” Chiese all’uomo che, con un sorriso a trentadue denti, chiuse soddisfatto il copione della saga di Marineford.
“Vediamo… Dovresti ritornare per Dressrosa, sì.” Rispose dopo averci riflettuto, alzandosi poi dalla propria postazione per andare a prendersi un caffè insieme ai cari Newgate, Sengoku e Garp. “Ah, Rufy, vuoi venire anche tu? Ci sono delle ciambel-“ Nemmeno a finire la frase, il giovane Cappello di Paglia si fiondò come un razzo verso la tavola imbandita per gli attori.
“È sempre il solito, si è già dimenticato della mia morte.” Commentò il corvino, vedendolo litigare con il vecchio Garp per una fetta di torta al cioccolato.
“Ehi, fratello.” Lo chiamò Sabo. “Facciamo una scommessa.” Propose, illuminando d’un tratto lo sguardo del suo interlocutore.
“Spara.”
“Scommettiamo che alla mia apparizione riesco a far piangere i fan più di te?” Gli porse una mano che Ace strinse senza un attimo di esitazione.
“Ci sto, ma il perdente dovrà subire una penitenza.”
“Ovvero?”
Il lentigginoso gli si avvicinò all’orecchio, posandogli una mano sulla spalla e un ghigno malefico in volto. “Chi perde dovrà girare nudo per il set per un tempo massimo di venti minuti.” Sussurrò, suscitando nel fratello un leggero rossore sulle gote. Girare senza veli e farsi vedere da tutti? Solo Ace poteva partorire una penitenza simile.
“Che c’è, Sabo, non te la senti più?” Gli appoggiò una mano sui morbidi capelli biondi, scompigliandoli un poco. Il ragazzo corrugò la fronte, guardandolo male.
“D’accordo, Ace. Spero ti divertirai a far prendere aria anche alla tua parte inferiore.” Ghignò divertito, facendo alzare le spalle al corvino.
“Capirai, è tutta la serie che il Sensei mi fa andare in giro mezzo nudo. Se mi tolgo pantaloni e mutande per un po’ non credo che morirà qualcuno…”
“… se non l’intero genere femminile.” Arrivò con quella sua solita espressione calma e, a tratti, annoiata, Marco, seguito a ruota dal deceduto comandante della quarta flotta.
“Ehi, ragazzi!” Li salutò allegro il castano, con sotto braccio il suo fidato portatile.
“Satch! Guarda, sono morto anche io!” Rise di gusto Ace, indicandosi con tranquillità il busto.
“Benvenuto nel club!” Gli batté il cinque, ridendo a sua volta. “Sabo! Dovresti battermi anche tu il cinque in un certo senso! Finché non ci sei ti considerano tutti morto!”
Il ragazzo sorrise, accontentando l’uomo. Satch era davvero un tipo particolare e incredibilmente vivace, non si stupiva del fatto che fosse uno degli amici più cari di Ace.
“Non capisco cosa ci trovate da ridere se siete morti.” Si mise in mezzo ai tre la Fenice. “Ma d’altronde non capisco molte delle vostre idiozie, quindi.” Disse, venendo avvolto dal braccio di Ace attorno al suo collo.
“Ma dai, sei di cattivo umore perché me ne sono andato anche io, vero Pennuto?” Prese a stuzzicargli con l’indice una guancia, facendogli roteare gli occhi al cielo.
“Se fossi in te non lo farei, Ace.” Lo avvertì, ma il corvino non ne capì il motivo fino a quando un improvviso flash li colse entrambi. Il comandante in seconda sospirò. Si era dimenticato di lei.
“Nami, per favore.” La supplicò il lentigginoso, facendole segno con la mano di dargli quella macchina fotografica.
La rossa scoppiò a ridere. Poveretto, credeva davvero che gli avrebbe dato ascolto.
“Ace, hai la vaga idea di quanto possano venire a costare questo genere di foto per le shipper? Se è una coppia yaoi meglio ancora!” Esclamò entusiasta, pregustandosi con il pensiero tutti i quattrini che avrebbe potuto guadagnare con quel semplice scatto. Voltò le spalle ai quattro uomini ma, prima di andarsene, dedicò un occhiolino all’altro biondo. “Grazie anche a te, Sabo.” Disse, prendendo di mira il cuoco e lo spadaccino, intenti a scannarsi poco più lontani da loro.
“Grazie per cosa?” Fece perplesso il rivoluzionario.
“Controlliamo subito!” Esclamò all’improvviso il castano, aprendo il portatile e andando su Google.
“Allora, prima eravate insieme, vero? Deve avervi colti sul fatto, ragazzini.” Sghignazzò divertito, incuriosendo i due, che si affiancarono al comandante intento a scrivere "Ace/Sabo" per la ricerca.
Pochi secondi dopo, un Ace fin troppo vicino all’orecchio del biondo con una mano appoggiata sopra la sua spalla, e un Sabo con una leggera colorazione di rosso sulle guance comparvero come una delle immagini principali.
“Okay, sì, in effetti è piuttosto equivoca come cosa.” Si limitò a dire Ace.
“Direi di sì.”
“Dai del tempo a quelle ragazzine esaltate e ne spunterà una Fanfiction, ci scommetto.” Sospirò Marco, massaggiandosi con movimenti circolari una tempia.
“E siete così tranquilli?! Certe cose non riesco nemmeno a leggerle per, p-per… oh, insomma! Come fanno a scrivere certe cose?!” Si passò una mano fra i capelli, Sabo, ricordando la prima parte di una Fanfiction a raiting rosso su se stesso e Koala. Imbarazzante, troppo imbarazzante.
“Eh, che problemi ti fai!” Gli tirò un’amichevole pacca sulla spalla Satch. “Non devi preoccuparti per certe sciocchezze. Prendi me e Izou, ad esempio, a noi non importa di ciò che scrivono sul nostro conto. Anche se il mio Tesoro dovrebbe ammettere che non staremmo affatto male insieme!” Urlò di proposito, cosicché il compagno lo potesse sentire.
“Fottiti, Satch, non mi metterei con te nemmeno se mi regalassi il One Piece!” Gli urlò a sua volta, ritornando a parlare tranquillamente con Halta, la sua migliore amica.
“Visto? Inoltre acquistiamo popolarità con queste storielle, di che ti lamenti?” Scrollò le spalle.
“Ma le Fanfiction sono il male minore, qui.” Sospirò Marco, lanciando un’occhiata al povero Sakazuki che, in un angolino, affiancato da uno scatolone, controllava la sua posta abituale.
“Lettera minatoria, lettera minatoria, lettera mina- Ah, queste sono per il Sensei e Teach.” Disse, mettendo i fogli di carta da parte. “Lettera minatoria… oh! Una cartolina da parte di mia madre.” Si regalò un breve sorriso, leggendo le parole scritte su di essa.
 

Figlio adorato, se scopro che nell’episodio a venire il mio amato Pugno di Fuoco muore a causa tua, puoi dimenticarti di aver avuto una madre.
Baci e abbracci (nel caso in cui Ace non sia morto)
 

Il Cane Rosso abbassò lo sguardo, mandando maledizioni di tutti i tipi a Eiichiro. Era tutta colpa di quel maledetto se l’intera popolazione mondiale lo detestava a morte, compresa sua madre!
“Devo ammettere però che è divertente vederlo in quello stato.” Se la rise di gusto il lentigginoso, sentendo provenire dal proprio stomaco un brontolio. “Ragazzi, ho fame.”
“Anche io. Prendiamo Rufy e andiamo al McDonald?” Propose Sabo.
“Perché no?” Chiuse il portatile Satch. “Tu vieni, Pennuto?”
“Non ho niente di meglio da fare, e prendere una boccata d’aria non mi farà male.” Disse, mostrandosi non troppo interessato.
“Bene, allora! Andiamo!” Ace alzò una mano stretta a pugno verso l’alto, cominciando ad incamminarsi insieme agli amici. “Ah, Sabo?” Lo chiamò.
“Mh?”
“Non vedo l’ora di vincere la scommessa e, inoltre, non sei contento? Potrai fare un regalino a Koala visto che-“ Ma prima ancora che potesse concludere, evitò per un soffio un pugno del fratello, diretto sul suo volto.
“Ace…” Pronunciò il suo nome con fare minaccioso.
“Magari mi metto a scrivere anche io Fanfiction su di voi!” Disse, mettendosi a correre da una parte all’altra del set, seguito da un Sabo con una luce omicida negli occhi, il tutto sotto lo sguardo divertito dei presenti.
“Anche io voglio giocare ad acchiapparella!” Fece Rufy, mettendosi a inseguire i due fratelli.
“Un’altra decina di anni…” Sospirò Oda, portandosi un bicchiere di carta alle labbra, con all’interno il suo amato caffè. “Un’altra decina d’anni e tutto questo delirio sarà finito.”

 
 
 
Angolo autrice:
 
Dovevo pubblicarla dopo l’episodio di stasera ma non ce la facevo ad attendere :’)
Tzé, pensavate davvero che Ace fosse morto? Poveri illusi, il caro Pugno di Fuoco è più sano di tutti noi messi assieme ù.ù
Okay, idiozie a parte, prima o poi una ff con un livello di demenzialità vagamente (ultra) alto la dovevo scrivere! XD
La parte che preferisco in questa piccola stupidaggine? Probabilmente Akainu che controlla la sua posta! :”) Povero tesoro ma anche no, persino la mamma lo odia, adesso o tra poco, dipende dai punti di vista u.u”
Boh, spero possa essere piaciuta a qualcuno questa cacchiata.
Grazie a chi ha letto, a chi metterà la storia nelle varie categorie (come no!) e a chi recensirà vediamo quanti trovano il coraggio!
Un grosso bacione e a presto! :3
 

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Capitolo 2
*** [2] Ciak! Buona la prima! ***


[2] Ciak! Buona la prima!
 
 
“Lo sapevo, ho sempre creduto che saresti riuscito ad arrivare fin qui sano e salvo.” La Principessa Serpente chinò il busto in direzione del ragazzo col cappello di paglia, le guance leggermente imporporate di rosso per l’emozione. Il potere che aveva l’amore era davvero qualcosa di incredibile. La profonda rabbia che aveva provato nei confronti di quel dannato Commodoro era scemata nell’attimo in cui era stata in grado di incrociare le iridi nere di Rufy. “Tieni, questa è la chiave che ti permetterà di liberare tuo fratello dalle manette.” Disse, porgendogliela sul palmo della mano, illuminando di gioia e gratitudine il viso del giovane, che l’abbracciò senza troppe cerimonie.
“Sei davvero mitica, Hancock! Grazie! Non lo dimenticherò mai!” La strinse il più forte possibile tra le braccia, facendole perdere svariati battiti inconsapevolmente.
“O-oh, s-su, non ho fatto n-niente di speciale, t-tranquillo…” Provò ad articolare con le guance in fiamme, senza riuscire a ricambiare la stretta del corvino a causa dell’agitazione. Solo lui, solamente Rufy era in grado di lasciarla completamente allo scoperto, senza alcun tipo di difesa che potesse nascondere le sue debolezze. “P-Pensa… pensa solo a sbrigarti, R-Rufy, salva tuo fratello!” Continuò, facendo scattare il giovane pirata come un razzo verso il patibolo, mentre le urlava un ultimo grazie.
In quel momento, Hancock si lasciò cadere a terra sotto lo stupore generale dei soldati attorno a lei. Si strinse con forza il tessuto del vestito all’altezza del petto, il battito cardiaco a mille accompagnato dal respiro affannato.
“Mi ha abbracciata in un modo così appassionato…” Pensò sognante, seguendo con lo sguardo la figura di Cappello di Paglia allontanarsi sempre di più.
“Forse anche io e lui, un giorno, potremo arrivare ad unire il nostro amore in quello che chiamano… matrimonio!”
 
 
“Stop! Perfetto!” Urlò d’un tratto Oda, interrompendo le riprese. “Ora dobbiamo pensare alla fantasia di Hancock riguardante il matrimonio! Trucco! Cambio d’abito! Forza, muovetevi!”
“Sì, Sensei!” Si misero sull’attenti truccatrici e costumiste, accompagnando gentilmente la corvina in camerino per poterla preparare a dovere.
“Le guerriere Kuja? Sandersonia, Marigold e Nyon?” Chiese il mangaka guardandosi attorno.
“Siamo qui, Oda-sensei, pronte per girare.” Alzarono la mano le donne, facendo annuire soddisfatto il regista.
“La controfigura di Rufy?” Chiese, ma nessuno rispose. Oda corrugò la fronte e assottigliò lo sguardo alla ricerca del ragazzo, se aspettava che quei deficienti dei suoi pseudo-attori lo aiutassero avrebbe fatto prima ad imparare l’inglese.
Ma, nonostante la sua attenta ricerca, l’unica cosa che fu in grado di individuare fu un piccolo gruppo di persone riunite in un solo punto. Il mangaka alzò un sopracciglio. Conosceva i suoi polli, e sapeva che stavano combinando qualcosa. Si alzò dalla sua postazione sospirando pesantemente, dirigendosi con un cipiglio arrabbiato verso i ragazzi, tra i quali poté intravedere persino Garp.
“Di bene in meglio…” Pensò affranto, facendosi spazio tra gli attori e individuando al centro del gruppo la sua tanto agognata controfigura.
“Che cosa sta succedendo qui?” Chiese, premurandosi di alzare anche l’altro sopracciglio nel vedere il ragazzo che doveva prendere il posto di Rufy nella scena del “matrimonio” venire stuzzicato dai due fratelloni del suo protagonista.
“U-uhm, signore, scusi se non ho risposto, m-ma ecco…” Il poveretto provò a giusificarsi, balbettando agitato, avvertendo un improvviso brivido percorrergli la spina dorsale quando Ace gli avvolse un braccio attorno al collo.
“Sensei, è serio?” Chiese il lentigginoso, indicando divertito il viso del ragazzo sotto al suo braccio.
Il quarantenne lo guardò perplesso. “Allora, lasciando da parte qualsiasi cosa tu stia insinuando con quel è serio, che cosa ci fanno il giustiziato e il vice-ammiraglio Garp…” Accentuò la voce nel nome del vecchio, fulminando sia lui che Ace con lo sguardo. “… fuori dal set? Voi due dovete rimanere sul patibolo!”
Garp roteò gli occhi al cielo. “Non farne un dramma, Eiichiro!” Gli tirò una pacca sulla spalla che, per poco, non lo fece finire a terra. “Tanto io e questo scavezzacollo non venivamo nemmeno inquadrati durante la scena!” Rise di gusto, facendo annuire il corvino.
“Prima ed ultima volta in cui dirò che il vecchio ha ragione.” Disse, evitando agilmente un pugno del marine con un salto all’indietro, ma il colpo non tralasciò una vittima, colpendo lo pseudo-Rufy sotto lo sguardo sconcertato di Oda.
“Vuoi combattere, vecchio? Fatti sotto!” Ghignò sfrontato il corvino, prendendo a scontrarsi a suon di pugni e calci con il vecchio marine.
“No!” Esclamò Oda, preoccupato più che altro per la scena a venire che per la salute del poveretto.
“Ehi, ragazzo, apri gli occhi!” Gli intimò, schiaffeggiandogli leggermente le guance, ma tutto ciò che ottenne furono dei vaneggiamenti da parte del corvino.
Zoro, Sanji, Sabo e Satch si affiancarono al Sensei per constatare le condizioni della controfigura, e Sabo non poté fare a meno di rilasciare un sospiro.
“Sensei, Ace si riferiva proprio a questo. Se deve scegliere una controfigura per Rufy, ne assuma una più realistica.”
“Il biondino ha ragione. Ha reso OOC il suo stesso protagonista, sa?” Fece Satch, sorridendo divertito.
“OO che cosa?” Lo guardò perplesso il magaka.
Out Of Character, Sensei.” Spiegò Sanji, inalando del fumo dalla fedele sigaretta. “È quando il carattere del personaggio viene stravolto totalmente dall’originale, e lei ha superato il limite con questo qui. Capisco che le fantasie di una fanciulla innamorata sul proprio cavaliere possano essere esagerate, ma lui è troppo.” Rilasciò una nuvola grigia dalle labbra.
Zoro si grattò la nuca e sbadigliò sonoramente. “Nemmeno io capisco questi termini strani, Sensei, ma se quello che ha detto il cuocastro è vero, bah, per un colpo come quello il nostro Capitano non avrebbe di certo perso i sensi.” Lanciò un’occhiata di sufficienza al ragazzo disteso a terra che aveva preso a blaterale qualcosa sul fatto di riuscire a vedere degli unicorni rosa trottargli attorno. “Sembra il Ricciolo dopo una delle sue crisi nella saga dei due anni a venire. Anzi, mi correggo, ce ne vuole ancora per superare il livello del cuoco.” Alzò un angolo della bocca con fare disgustato, venendo afferrato prontamente dal compagno per la maglietta bianca.
“Prova tu a girare delle scene con quei cosi e poi vediamo, Marimo di merda!”
“Tsk. Di sicuro non mi metterei a perdere sangue come un idiota davanti alla prima che passa!”
“Beh, non potresti, sai che OOC mostruoso?” Si mise tra i due il castano, questa volta con in mano il suo nuovo e modernissimo smartphone. “Ma credo che questa storia non si batta! Come puoi far dire al Pennuto: «Oh, sì, Baby, ti amerò per sempre, fino alla fine dei tempi! Ormai sei mia e non ti lascerò scappare, nemmeno se mi implorerai! Ma non preoccuparti, sarò un amante degno di te, bambola.»?! Dovrebbe essere illegale una cosa del genere!” Scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di Ace, ancora impegnato a vedersela con Garp.
“Cos’è che hanno scritto?!” Chiese, saltando verso l’alto per evitare un calcio diretto alle sue gambe. “Dannazione, vecchio, se vai avanti così ti beccherai un infarto.” Fece, cercando di assestargli un pugno che Garp afferrò nel palmo della sua mano senza troppe difficoltà. Un ghigno malefico si dipinse sulle labbra del marine ed Ace, inconsapevolmente, si ritrovò a deglutire.
“Un infarto, dici?” Ampliò quel sorriso sinistro. “Te lo do io l’infarto, giovane insolente!” Esclamò, sbattendo a terra il corpo del ventenne premurandosi amorevolmente di non spaccargli nessun osso. “Devono passare secoli prima che un marmocchio come te riesca a battermi! Ahahahah!”
“Dannato, vecchiaccio.” Gemette Ace, massaggiandosi la schiena dolorante.
“Te la sei cercata, fratello!” Disse Sabo, facendo alzare gli occhi al soffitto al pirata.
“Ma non finisce qui, la prossima volta giuro che te la faccio pagare cara!”
Garp sorrise e gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi. “Oooh, quanta determinazione! Chissà se ti basterà per mettermi fuori gioco!”
Ace lo guardò male, ma un ghigno carico di sfida non poté fare a meno di dipingersi sulle labbra. “Non sottovalutarmi, nonnino, e tieni sempre un occhio aperto.” Lo avvertì, sfuggendo all’ennesimo pugno carico d’amore con una scivolata all’indietro.
“Bersaglio mancato.” Lo sfotté Ace, scaturendone di nuovo le ira.
“Io ti-!” Ma il vecchio marine non fece in tempo a concludere che un improvviso attacco narcolettico lo colse, lasciando di stucco il ventenne.
“Ehi! Non puoi mica addormentarti mentre stiamo combatten-“ Allo stesso modo, il pirata di fuoco cadde fra le braccia di Morfeo.
“Possibile che nessuno si curi del dramma?! Rufy è svenuto e non ho nessun altro per la scena seguente!”
Nemmeno a farlo apposta, tra tutte le persone che potevano udire quella frase, la Principessa Serpente perse un battito a quella notizia.
Il suo Rufy era svenuto? Com’era stato possibile? Chi era il colpevole che avrebbe dovuto punire senza alcuna pietà?!
“Rufy!” Urlò, fiondandosi verso il corpo inerme del giovane non appena lo ebbe individuato. Scansò senza farsi troppi problemi il caro Oda, afferrando tra le braccia la controfigura. Lo spavento era tale che non si era nemmeno resa conto del fatto che quello non fosse il vero Rufy.
“Amore mio, riprenditi, ti prego.” Lo supplicò, accarezzandogli dolcemente una guancia. “Se te ne andassi i-io…” Gli occhi di lei cominciarono lentamente ad inumidirsi e una lacrima le solcò lentamente la pelle chiara.
Oda si portò entrambe le mani ai capelli, esasperato. Quanta demenza poteva esserci in queste persone?
In molti, tra cui uno dei suoi amici più cari, Masashi Kishimoto, gli avevano chiesto come facesse a tenere a bada quel tornado di Rufy. Oh, ma loro non sapevano, non potevano immaginare quanto il suo protagonista rappresentasse il male minore a confronto di tutti gli altri messi assieme.
Eiichiro posò una mano sulla spalla della donna, tentando in qualche modo di rassicurarla. “Hancock, quello che tieni tra le braccia non è…” Provò, ma le parole non riuscirono più ad uscire dalle sue labbra quando, con una lentezza quasi inquietante, la corvina si voltò verso di lui, dedicandogli uno sguardo carico di odio e rabbia.
“È tutta colpa tua!” Lo accusò, facendogli fare un passo all’indietro.
“S-scusami?”
“Sì, è solo colpa tua! Tu e tutte quelle dannate scene sfiancanti! Non lo vedi com’è conciato, adesso?! È persino svenuto! Quell’unico nonché insulso neurone che dovrebbe funzionarti non riesce a comprenderlo?!” Continuò urlando, colpendogli l’indice contro il petto più e più volte, facendolo indietreggiare.
“Sorellona, per favore, tranquillizzati.” Tentò Sandersonia, preoccupata per l’incolumità del mangaka.
“Non è come credi…” Fece Marigold, con calma, in modo tale che la situazione non degenerasse.
“Principessa Serpente! Tieni a bada la tua insolenza! L’uomo che stai accusando ingiustamente è il tuo superiore!” La riprese senza troppi problemi la vecchia Nyon, mandando calma e gentilezza a farsi benedire.
“Ah!” Fece Hancock, assumendo la sua posizione di massimo disprezzo sotto lo sguardo ammaliato del cuoco dei Mugiwara. “Io sono la Principessa Serpente e non ho alcun tipo di superiore! Inoltre, a me tutto è concesso perché…”
“… sei bellissima, lo so, te l’ho scritta io la battuta.” Sospirò affranto Oda, facendo rilasciare al giovane rivoluzionario, Sabo, uno sbuffo divertito.
“… io sono bellissima!” Andò avanti lei, senza prestare troppa attenzione all’interruzione di quell’inutile uomo.
Sanji, alla vista della bellezza sprigionata dalla donna, avvertì una goccia di sangue fuoriuscirgli dal naso. Si portò il dorso della mano a pulirgliela ma sapeva che sarebbe stato vano come gesto, da lì a poco un' aggressiva epistassi lo avrebbe messo k.o.
La cosa non sfuggì allo spadaccino che, pur di evitare quella stupida scenetta che ormai il cuocastro si era abituato a fare davanti ad ogni donna, era disposto a tutto… sempre nei limiti, naturalmente.
“Satch, ce l’hai sempre con te, vero?”
Il quarto comandante lo guardò serio. “Sì, proprio come mi hai chiesto. Ne hai bisogno adesso, vero?” Fece per mettere mano alla sua tasca, aspettando prima un cenno affermativo del verde. Quest’ultimo rilasciò un profondo sospiro e poi annuì, afferrando in una mano quella maledetta immagine che ritraeva lui e Sanji in un momento, come dire, non troppo casto.
“Dannate fangirl.” Sibilò a denti stretti Zoro. Tra tutti i termini strani che giravano sul web, solo uno era riuscito ad ottenere tutto il suo disprezzo: lo yaioi, ayoi, iayo… beh, quello!
“Oi, cuoco.” Lo chiamò, afferrandolo per una spalla e sbattendogli in faccia l’immagine. “Guarda un po’ come stiamo qui.” Disse come di consuetudine, facendo impallidire d’un tratto il biondo.
“Già, Sanji, tu e Zoro state facendo boonky boonky.” Infierì ulteriormente il cuoco della ciurma di Barbabianca, godendosi lo svenimento del poveretto. “Ah, deve ancora imparare a reggere simili immagini.”
“Nascondi questa cosa. Tirala fuori solo quando ne ho bisogno.” Gliela restituì, afferrando una gamba del compagno e trascinandoselo dietro, quando il rumore di uno scatto gli provocò una vena pulsante sul collo.
“NAMI!” Ringhiò in direzione della rossa che, sorridendo innocente, alzò un pollice verso il verde.
“Siete così fotogenici che non ne ho potuto fare a meno. Il cavernicolo Zoro che porta in camera da letto la sua preda! Ahhh! Bei quattrini, arrivo!” Saltellò allegra da una parte all’altra del set, seguita dallo sguardo omicida dello spadaccino.
“Oh, gliela farò pagare. Quella strega non la passerà liscia.” Assicurò parlando tra sé e sé, lasciando il cuoco da qualche parte, senza curarsene più di tanto. Era maggiorenne, poteva badare a se stesso, no?
 
“E poi il Sensei mi chiede come mai continui a venire alle riprese nonostante sia morto! Qui ci si diverte da matti!” Rise di gusto Satch, facendo a sua volta sorridere Sabo.
“Beh, di sicuro non ci si annoia.” Fu d’accordo il biondo. “Ma non mi stupirei del fatto che Oda-sensei finisca con l’avere un esaurimento nervoso.” Disse, osservando il mangaka mentre cercava inutilmente di spiegare alla pazza furiosa Hancock –come l’aveva soprannominata Ace a causa della sua ossessione nei confronti di Rufy- che quella era solo la controfigura e non il vero protagonista. E, a proposito della controfigura…
Sabo si voltò in direzione del corpo ma, stranamente, non ve ne era più traccia. Il rivoluzionario corrugò la fronte, guardandosi per un attimo attorno. Che strano.
“Ace!” Lo chiamò, ma il moro continuava a ronfare sonoramente con una bolla al naso. “Ace, hanno rapito Rufy!” Disse, fingendo una nota preoccupata nella voce, ottenendo il risultato voluto.
“Come sarebbe a dire che l’hanno rapito?!” Scattò subito sull’attenti il lentigginoso, avvicinandosi con foga al fratello. “Dobbiamo chiamare la polizia, l’FBI, la CIA, il Presidente degli Stati Uniti e- Anzi, no! Ci penso io con le mie stesse mani!” Strinse con forza i denti, pensando già a quali torture poteva far subire a chiunque avesse osato prendersi il loro Rufy.
“Ah, no, scusa, mi sono sbagliato. È la sua controfigura ad essere scomparsa, non lui.” Rimediò il biondo, tranquillizzando Ace.
“Ah. Allora non c’è nulla di cui preoccuparsi, no?”
“Piantala. Uno degli attori non c’è più e quando il Sensei lo verrà a sapere si arrabbierà non poco. Ipotesi su chi possa essere stato? Ci siamo solo noi all’interno dell’edificio, dubito che persone esterne siano riuscite ad intrufolarsi.”
Il corvino parve rifletterci un attimo e poi un’illuminazione lo colpì.
“Se Hancock è lì, c’è solo un’altra persona che può aver frainteso quel ragazzo per Rufy.” Disse, aspettando che anche il fratello capisse.
“Baracameo!” Esclamò.
“Bartolomeo, Sabo, Bartolomeo.” Lo corressero Satch ed Ace all’unisono.
“Beh, è lo stesso!” Fece, scrollando le spalle. “Hai ragione, può esserci solo lui dietro a questa sparizione. Fortuna che non si trattava davvero di Rufy.”
“Già.” Si ritrovò a scrocchiare le nocche il corvino. “Se la sarebbe vista brutta quella testa verde brillante.” Si batté un pugno contro il palmo dell’altra mano, come per dare più enfasi alle proprie parole.
“Oh, sì.” Sorrise maligno Sabo, accompagnando all’espressione uno sguardo degno di un pazzo serial killer. “Se avesse provato anche solo ad avvicinarsi al nostro fratellino, beh, avrebbe rimpianto il giorno della sua nascita.”
Satch rabbrividì. “Diamine, un fratello Tsundere e uno Yandere. Solo un demente proverebbe a sfiorare Rufy con voi nei paraggi.”
 
***
 
“R-R-R-Rufy- senpai!”
“U-uh? D-Dove mi trovo?”
“N-N-Non si p-preoccupi, S-Senpai, qui è-è al sicuro! C-con me v-vicino n-nessuno oserà farle ancora del m-male!”
“E-eh? No, io voglio andarmene! Sensei! Sensei!”
“N-N-Non urli, R-Rufy-senpai! Così ci t-troveranno!”
“Qualcuno mi aiuti! Voglio dare le dimissioni!”
“R-R-Rufy-senpai? P-Potrei avere un s-suo a-autografo? E-E magari potrei fare u-una f-foto c-con lei? O-Oppure, s-se non c-chiedo troppo, p-potrei s-stare insieme a l-lei per sempre?”
“AIUTO!”
 
***



Nel frattempo, Rufy è ormai giunto al patibolo e…
 
“Dove avete nascosto Ace?!”
“Cappello di Paglia, vedi darti una calmata! Abbiamo interrotto le riprese! È una serie televisiva, questa!” Provò a scrollarselo di dosso Sengoku, senza alcun tipo di successo. Testardo come un mulo il ragazzo, nonché dotato di una rara stupidità.
“Ho detto di dirmi dov’è Ace! Io lo salverò!”
“Eiichiro, che tu sia maledetto!”
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:

E la demenza con un po’ di inquietudine continua!
La colpa è solo vostra e delle meravigliose parole che mi avete dedicato, io non so davvero come ringraziarvi, mi avete resa felicissima! çWç
Ma passiamo oltre. Questo capitolo è un po’, come dire… non lo so. È praticamente uscito fuori da solo. Sapete, no? Una cavolata tira l’altra.
Questo capitolo è dedicato a Flame Drago del Fuoco visto che nella recensione mi aveva fatto una richiesta. Non è esattamente quello che ti aspettavi, immagino, ma spero possa esserti piaciuta ^^”
Per quanto riguarda la scommessa dei due baldi fratelli lo so che aspettate solo quello, proprio come la sottoscritta potrete sapere i risultati solo all’ultimo capitolo! XD
Quindi abbiate pazienza e vedremo chi sarà il vincitore e chi, ahimé, perderà. *3*
Se qualcun altro avesse richieste su particolari scene me le faccia pure! Da lì in poi non posso però assicurare che cosa ne verrà fuori! XD
Un grosso bacione e alla prossima! :33

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Capitolo 3
*** [3] Ciak! Buona la prima! ***


Nota: questo capitolo rappresenta uno spoiler per coloro che non hanno ancora letto il capitolo 792 lasciando ovviamente da parte la restante idiozia.
 
 
[3] Ciak! Buona la prima!
 
 


Il completo silenzio aleggiava sul set.
Chiunque fosse presente in quel momento aveva tutta l’attenzione rivolta ai due attori in scena.
 
 
«Vuoi sentire le parole che disse Ace al nostro capitano, sull’isola Banaro, quando eravamo in procinto di salpare e consegnarlo alla Marina?»
Ghignò Burgess, soddisfatto di essere riuscito fermare il rivoluzionario. Non lo avrebbe lasciato andare senza prima ottenere il potere del frutto Mera-Mera, questo era poco ma sicuro.
Alimentare la rabbia del ragazzo non sarebbe stato troppo difficile, ne era certo.
Se era fratello di Pugno di Fuoco e Cappello di Paglia, la stupidità e l’impulsività dovevano essere una cosa comune in famiglia.
«Scommetto che non appena te lo dirò, ti piegherai in due dalle risate!» esclamò, non riuscendo a contenere le proprie di risa. Oh sì, quello sguardo era proprio ciò che voleva.
 Folle rabbia poteva leggere nei suoi occhi. Un incendio stava per divampare dentro di lui.
«Dopo aver capito che sarebbe stato giustiziato, disse…» fece una pausa, sempre più divertito e carico di adrenalina. Era vicinissimo ad avere tra le sue mani quel magnifico potere. «Non ditelo al mio fratellino.» Disse, imitando la voce supplichevole che Pugno di Fuoco aveva utilizzato, e che aveva rappresentato uno spettacolo assai appagante per tutti loro. In fondo non si vedeva tutti i giorni uno dei comandanti più forti della ciurma dell’Imperatore Bianco in un simile stato. Ghignò malignamente nel vedere accentuarsi l’ira sul suo viso, pronto ad aspettare che avanzasse verso lui, in modo tale da poterlo far fuori con un solo-
«Ma cosa…?!»
 
 
«STOOOOP!» urlò a squarciagola Oda, facendo tappare le orecchie a tutti. «ACE!» ringhiò a quell’idiota di un attore, che si era catapultato sopra la schiena di Burgess, avvolgendogli l’avambraccio attorno al collo.
«Primo, io non parlo così!» disse indignato, riferendosi a quella penosa imitazione della sua voce. «Secondo, metti via il pugnale, Mister! Sabo non si tocca!» rafforzò la presa, facendo diventare viola il povero Jesus. «Invece di andare dietro al mio frutto, pensa a metterti a dieta! Tu e il tuo capitano ne avete bisogno!»
A Barbanera, in piedi davanti alla tavola imbandita per gli attori, intento a litigare con Rufy per le solite ciambelle, le parole di Pugno di Fuoco non sfuggirono. «Il mio peso forma è perfetto, Ace! E tu lascia le ciambelle alla marmellata, ragazzino!» urlò, allontanando con il palmo della mano il viso di Rufy dal piatto. Questo, in risposta, gli morse la mano, sputacchiando subito dopo a causa dei troppi peli.
«Io sono colui che diventerà il Re dei pirati! Le ciambelle sono mie!» e così dicendo se le ficcò tutte in bocca in un volta sola, scappando di corsa verso i suoi amici, non prima però di essersi accaparrato altri piatti contenenti altrettante delizie, lasciando al nemico solo sedano e altre verdure varie, richieste dalle donne del cast.
«Cappello di Paglia!» urlò, serrando i denti. «Restituiscimi almeno le ciambelle al cioccolato!» iniziò con uno scattò fulmineo l’inseguimento, avvertendo mano a mano il respiro farsi sempre più pesante.
«C-Cappello…» tossì, rallentando. «… di Paglia!»
Rufy rise di gusto, ingurgitando un piatto pieno dopo l’altro. «Shishishisi! Prima che tu riesca a raggiungermi, non ci sarà più nulla!»
In un angolo, Hancock osservava innamorata il suo più grande amore sorridere felice, afferrando subito in mano il cellulare per ordinare una quindicina di pizze, solo e solamente per lui.
La gioia di Rufy era anche la sua.
 
«Che cosa avevo detto, io?» sogghignò divertito Ace, guardando quella scena pietosa. Ma la sua espressione si trasformò presto in una carica di dolore dopo aver ricevuto in testa il copione dell’intera saga di Dressrosa da parte del Sensei.
«Ahia!» si massaggiò il punto colpito con entrambe le mani, lasciando così andare la presa sul povero Burgess, che cadde a terra in avanti, alla ricerca di ossigeno.
«La scena stava uscendo divinamente! Perché diavolo ogni tanto vi scatta questo impulso di interrompere tutto?!» sbottò, lanciando in aria il copione e andando a rifugiarsi in un angolino, in mezzo alle finte macerie. «Ti detesto! Sono felicissimo di averti fatto fuori!»
Il corvino si fece fintamente addolorato, portandosi una mano all’altezza del cuore. «Guardi che così ferisce i miei sentimenti.»
Oda fu sul punto di piangere. «Ditelo che mi odiate…» borbottò tra sé e sé, ma nessuno sembrò prestargli davvero attenzione, se non Sabo.
Ace fece spallucce. Tanto alla fine si riprendeva sempre. «Pausa per tutti!» urlò, e il biondo non poté fare a meno di tirarsi una manata sul viso.
Il Sensei gli faceva davvero pena.
«Ace, guarda che…» ma si interruppe, tirando fuori dalla tasca il lumacofono, che aveva ripreso nuovamente a suonare. La cosa non sfuggì agli occhi attenti di una certa persona.
Sabo voltò le spalle ai presenti, chi intento a sbadigliare e stiracchiarsi, chi a vagare sul web.
«Sì?» rispose.
«Uno dei tuoi fratelli ne ha combinata un’altra. Mi auguro che il Sensei non finisca in ospedale per un ennesimo esaurimento nervoso, i fan ne morirebbero.»
Il rivoluzionario sorrise nel sentire la voce di Koala all’altro capo. «Lo so, ma non preoccuparti, Oda-sensei è un tipo piuttosto forte. In tutti questi anni ha ceduto solo due volte, il che è impressionante.» disse, guardandosi attorno. «Ehi, guarda che siamo vicinissimi. Perché ci parliamo tramite il lumacofono?»
Il perché fu presto spiegato.
«S-S-S-Sabo-senpai e K-K-K-Koala-senpai stanno parlando al lumacofono!» urlò eccitato Bartolomeo, che sembrò quasi in procinto di svenire per l’emozione.
Gli occhi di tutti finirono addosso al biondo, che avvertì ben presto un tic nervoso impadronirsi del suo sopracciglio destro. Quel dannato fanboy sarebbe morto per mano sua prima o poi.
«OMG!» si unì Iva al verde con una voce acuta, cominciando a sbandierare uno striscione –tirato fuori da chissà dove- rosa e blu con su scritto “SaboKoala OTP FOREVAH”. «I miei piccolini sono cresciuti così tanto!»
Sabo sospirò. Persino Iva-san non si smentiva mai.
«Uhhhh!» si sentì le spalle avvolte da un braccio, un braccio muscoloso che gli era fin troppo familiare. «Parliamo con la fidanzata mentre il fratellone è distratto, eh?» gli punzecchiò una guancia con l’indice, avvicinandosi al lumacofono. «Ciao, Koala!» salutò con un ghigno.
La ragazza, dall’altro capo, sospirò allo stesso modo, esasperata. «Ecco perché, Sabo-kun. Ciao, Ace-kun.» ricambiò il saluto prima di chiudere la conversazione e comparire dalla parte posteriore del set.
«Barto-boy, quando aggiornerai quella long sui miei zuccherini? Non vedo l’ora di leggere il nuovo capitolo!» si prese il viso tra le mani, Iva, estasiato alla sola idea.
Bartolomeo si sentì mancare l’aria. «P-p-presto, Iva-san, p-prestissimo!» assicurò con il cuore galoppante in petto. «M-ma lei deve promettere c-che a-ggiornerà a-a-anche la sua r-r-raccolta di one shots! C-come rende l-lei S-Sabo-senpai e K-Koala-senpai, non c-c-ci riesce n-n-nessuno!»
«Oh, sciocchino!» gli tirò una pacca sul sedere. «Così mi fai arrossire! Anche se non hai tutti i torti! Posso dire di conoscerli meglio di chiunque altro! Renderli IC è un gioco da ragazzi, per me!» e mentre Bartolomeo era ormai prossimo a una sincope, Ace scattò subito alle parole del transgender, avvicinandosi per dirgliene presto quattro e abbandonando, per il momento, i due rivoluzionari.
Sabo approfittò della momentanea distrazione di quei pazzi per afferrare la mano di Koala e trascinarla lontano da lì.
«S-Sabo-kun?»
«Shh! Andiamo nel camerino, lì non ci daranno fastidio.» Ammiccò, facendo ben attenzione che nessuno si accorgesse di loro.
«Oi, Iva! Passa Koala, ma Sabo solo io e Rufy lo conosciamo alla perfezione.» Sogghignò fiero, ottenendo in risposta un’occhiata di sufficienza da parte del rivoluzionario.
«Ti prego, Ace-boy. Le ho lette le tue fan fiction su Sa-boy, e lasciano a dir poco a desiderare. Per non parlare di quelle di Mugiwara-boy…»
Ace aggrottò le sopracciglia, furioso. Poteva insultare le sue di fan fiction, ma su quelle di Rufy non avrebbe dovuto fiatare.
«Il nostro fratellino ha uno stile originale che gente come te non è in grado di comprendere! E poi, scusa, come diavolo fai a sapere che si tratta proprio di me e Rufy se ci sono i nickname?»
Iva alzò entrambe le sopracciglia, guardandolo decisamente male. Lo stava prendendo in giro, vero?
«Ace-boy, ti assicuro che se vi chiamate “BabboBarbabiancaÈIlMioUnicoPadre” e “CiaoSonoIoIlFuturoReDeiPirati”, persino quell’idiota di Foxy capirebbe che si tratta di voi due.»
 
In bagno, seduto sulla tazza del water in preda a un attacco di dissenteria, Foxy avvertì, come se il dolore alla pancia non bastasse, un senso di angoscia pervaderlo. Qualcuno aveva parlato male di lui. Che gran novità.
 
«E ti assicuro che potrei riconoscere chiunque di voi iscritto al sito. Prendi ad esempio il vice di Mugiwara-boy.» disse, indicando lo spadaccino  seduto a terra, appoggiato con la schiena contro il muro intento a farsi uno dei suoi soliti pisolini. «Tra di noi chi sarebbe capace di scrivere storie in cui un ragazzo, stranamente della sua stessa descrizione fisica, si impegna a corteggiare delle katane? Si tratta palesemente di lui.»
Con eleganza, Sanji si fece spazio tra i due, scavalcando il corpo di Bartolomeo che ormai giaceva inerme a terra dall’inizio della conversazione. Allontanò la sigaretta dalle labbra e sorrise a entrambi. «Iva-san, mi duole smentire la tua supposizione. Quell’idiota di uno spadaccino non saprebbe mettere insieme due parole in croce per scrivere una sola frase, figuriamoci una storia a capitoli.» Alle espressioni perplesse del tran gender e del pirata, il biondo indicò loro con l’indice un angolo in cui erano appostati Usopp intento a scrivere al portatile e Chopper, Franky e Brook dietro di lui sghignazzanti, lanciando occhiatine divertite a Zoro.
«Il Marimo non sa nemmeno di avere un account. Sono loro che scrivono tutto.» Un ghigno si fece strada tra le sue labbra. «Pardon… noi.»
«Sanji! Vieni, abbiamo bisogno di te riguardo una nuova idea!» lo chiamò Chopper eccitato.
«La troverai sicuramente SUPER divertente!»
«Yohohohohoh!~ Zoro in versione corteggiatore mi fa venire le lacrime agli occhi dal troppo ridere! Anche se… io gli occhi non ce li ho!»
Usopp si scrocchiò le nocche, pronto a picchiettare i tasti del suo portatile per scrivere la loro prossima opera geniale. «Veloce! Non c’è tempo da perdere! Voglio proprio vedere che recensioni lasceranno!»
Salutando cortesemente Ace e premurandosi di dedicare un’occhiataccia a Iva –quelle scene potevano essere state pura finzione, ma lui aveva sofferto davvero quando era stato spedito sull’isola di Kamabakka-, si diresse con sorriso malefico verso i suoi compagni, pronto a buttare contro lo spadaccino tutta la demenza che era in suo possesso.
«Comunque…» riprese il corvino, non togliendosi dalla testa l’idea che quei ragazzi fossero davvero degni di essere amici del suo fratellino, fuori di testa proprio come lui. «Le mie fan fiction su Sabo e quelle di Rufy sono decisamente le migliori. E ora, se vuoi scusarmi, devo tornare a tormentare il mio fratellino innamorato.»
«Oh, no che non lo farai.» comparve Marco con le braccia incrociate al petto, seguito a ruota da un Satch sorridente, le dita delle mani intrecciate dietro la nuca.
Iva si morse il labbro inferiore, salutando i nuovi arrivati e lanciando occhiatine maliziose al primo e secondo comandante. «Ace-boy, sappi che ho in programma anche una long su te e Marco-boy~» fece una giravolta, battendo le mani. «E ora vi lascio! C’è una cosa importantissima di cui devo discutere!» fece una serie di balzi aggraziati, andando verso un tavolo a cui erano seduti Robin e Dragon, entrambi impegnati a parlare e sorseggiare l’una una tazza di tè l’altro del caffè amaro.
«Robin-chaaaan!~ Attendo anche i tuoi di aggiornamenti!» urlò, infastidendo visibilmente il capo dei rivoluzionari e facendo, contrariamente, sorridere la mora.
«Pfft. Le mie storie su voi due non le batte nessuno, comunque. E anche quelle su me e te, Izou!» urlò Satch, ricevendo come solito l’adorabile risposta del compagno: «Urlalo ancora e ti stacco la testa, deficiente!»
«Ti amo anche io!»
«Cretinate a parte» riprese Marco, visibilmente scocciato da chiunque fosse iscritto a quello stupido sito di fan fiction. Ormai erano tutti usciti di senno con questa storia, altro che fan: la maggior parte di quelle “opere” pubblicate era soprattutto farina del sacco di questi imbecilli.
«Lascia perdere tuo fratello, abbiamo due problemi.»
Ace sospirò. «Non puoi risolverli tu?»
«Assolutamente no. Anche perché-»
«Entrambi ti riguardano.» Continuò Satch. «Il primo è piuttosto divertente e fosse per me lascerei le cose come stanno, ma il Pennuto vuole fare il buon samaritano quindi…»
«Rufy sta saltando sulla pancia di Teach mangiando una serie di pizze nel frattempo. Ancora dobbiamo capire chi diavolo le ha ordinate.»
Ace gonfiò presto le guance, tentando di trattenere le risate, ma fu inutile, scoppiò a ridere piegandosi in due, adorando ancora di più, se possibile, il suo fratellino. Quel ragazzo era fenomenale.
«Il secondo problema? Finché Rufy non è in pericolo e sembra divertirsi non alzerò un dito, te lo assicuro.»
Marco alzò gli occhi al soffitto, immaginando una risposta simile. «Io te l’avevo detto, Pennuto. Comunque in realtà i problemi sarebbero tre, ma al Sensei ci stanno pensando il Babbo, Sengoku e Garp, quindi… Fa’ morire la faccia dell’ex-Grand’Ammiraglio, non trovate? È molto alla “I know that feel bro”.» rise, scuotendo poi la testa. «A te l’onore di spiegare anche il secondo problema, Marcuccio~»
Non si sforzò nemmeno di fulminarlo con lo sguardo, sapeva bene quanto avesse poco apprezzato quel vezzeggiativo. «Odr Jr. ha perso il suo kasa.»
Il sorriso che Ace aveva sulle labbra scemò in meno di un secondo. «È uno scherzo?! Dov’è adesso?!»
«Se parli del kasa non lo sappiamo, se parli di Odr Jr. è fuori a piangere.» Rispose il castano divertito, alzando poi le mani in segno di resa davanti allo sguardo dei due. «Okay, okay, faccio il serio.»
Il corvino si incamminò presto verso l’uscita insieme ai due compagni. Prima avrebbe dovuto tranquillizzare Odr Jr. e poi mettersi alla ricerca del cappello. Trovarlo non sarebbe stato poi così difficile, dopotutto. «Rufy, cerca di saltare un po’ di meno, però. È l’antagonista principale e se ce lo fai fuori il Sensei si arrabbierà non poco!» si premunì di riprenderlo con un tono comunque non troppo severo.
«D’accordo, Ace!»
«Tu credi davvero che lo farà?»
«Nah, fa’ sempre il contrario di ciò che gli diciamo io e Sabo.» e così dicendo, dopo un cosa lo domando a fare di Marco e un quel piccoletto mi sta sempre più simpatico di Satch, i tre uscirono, lasciandosi alle spalle Teach ormai vicino a vomitare i propri organi.
 
 
§§§§
 
Koala si lasciò cadere all’indietro sopra al divanetto presente nel camerino del biondo, sospirando.
«Ormai non sanno più darsi un limite, e non mi riferisco solo a questi pazzi dei nostri colleghi, ma specialmente ai fan della serie.» Koala si chiuse alle spalle la porta del camerino del biondo, sospirando. Quando riaprì gli occhi che aveva chiuso momentaneamente assunse un’espressione alquanto perplessa nel vedere il compagno guardare sotto ogni singolo oggetto.
«Cosa stai facendo, Sabo-kun?»
Il biondo sollevò di poco il divanetto presente e, quando si assicurò che non ci fosse nessuno, lo rimise a terra. «Mi sto assicurando che non ci siano nascoste Nami, Nojiko e Bellemere.»
Koala strabuzzò di poco gli occhi. «Anche Nojiko e Bellemere?!»
Sabo annuì, posando le mani sui fianchi. Per fortuna sembrava essere tutto a posto.
«Le ha assoldate per riuscire ad avere più scatti» spiegò. «Ho quasi paura ad avvicinarmi a persone come Shanks, Buggy, Roger, e non continuo perché la lista non finirebbe più. Quella è capace di catturare situazioni facilmente fraintendibili. Già il fatto che stiano cominciando a shippare anche la Sabo/Robin oltre a noi due, mi preoccupa non poco…»
La castana sorrise, avvicinandosi a lui e alzando le mani a togliergli il cappello dal capo, sistemandogli i capelli biondi. «Non pensarci, sai bene che c’è poco da fare» si spostò dietro la sua schiena, aiutandolo a togliersi la giacca. Andò poi ad appendere entrambi all’attaccapanni in un gesto così naturale che nemmeno se ne reso conto. «Solo che non riesco davvero a capire come mai ci vedano bene insieme.»
Sabo fece spallucce, ricambiando allo stesso modo il favore, togliendole il berretto. «Non chiedermelo. Se dovessi mettermi con qualcuno, l’ultima persona a cui penserei sei tu.» le scompigliò amichevolmente i capelli, ma il sorriso svanì quando Koala, indispettita, gli afferrò con forza le guance, tirandogliele senza alcuna pietà.
«Non c’è bisogno di offendere, signorino!»
«Shcherzavoh» provò ad articolare, prendendole le mani e liberandosi dalla presa, la pelle ormai arrossata. «Scherzavo davvero.»
Koala sbuffò, dandogli le spalle e incrociando le braccia sotto al seno. «La stessa cosa vale per me, comunque. Se il Sensei avesse fatto un crossover, avrei sicuramente scelto come compagno quel ragazzo simpaticissimo di nome Naruto! Magari scrivo io qualche storia con lui e me come-»
«Ti prego, non anche tu» rise, posandole una mano sul capo. «Comunque noto che la signorina qui presente ha un debole per i biondi, mh?» la prese in giro, irritandola maggiormente.
Questa per tutta risposta si voltò di scatto, decisa a colpirlo dritto allo stomaco con un pugno, e ce l’avrebbe anche fatta se non fosse stato per l’agilità di Sabo nell’evitare il colpo.
«Scusa, scusa! Prometto che non dirò più nulla» assicurò, infilando una mano nella tasca dei suoi pantaloni, estraendo una caramella al limone. «Facciamo pace?» gliela porse con un sorriso innocente e sincero.
Koala passò lo sguardo dalla caramella a Sabo, prendendogliela ancora stizzita. «Solo perché è la mia preferita, non di certo perché ti ho perdonato.» Preferì chiarire, scartandola e mangiandola.
Sabo si fece più serio, avvicinando il suo viso a quello di lei. «Qui sono io quello che dovrebbe perdonare. Hai appena detto che mi tradiresti volentieri con qualcun altro. Come credi che possa essermi sentito?» allungò il dorso della mano ad accarezzarle il profilo del viso, con il solo risultato di colorare leggermente di rosso le gote della rivoluzionaria.
«S-Sabo-kun, tu…?»
Oh, lo avrebbe ucciso.
Un tic nervoso si impadronì del suo sopracciglio quando vide il viso di quel deficiente contorcersi in tutti i modi possibili per evitare di scoppiare a ridere.
«Scappa finché sei in tempo, disgraziato.»
Questo non sprecò un solo istante, fiondandosi fuori dal camerino più veloce di un fulmine.
Koala gli fu subito alle costole.
«Sabo-kun!» Ringhiò. Come aveva osato prenderla in giro?!
«Se rovini l’OTP, i fan ce l’avranno a morte con te!»
«Lascia che ti prenda e poi te la faccio vedere io l’OTP!»
 
 
 
 
Angolo autrice:

I’m back!
Piaciuto questo capitolo incredibilmente stupido? :3
Me lo auguro XD
Che dire, Piper spero di essere riuscita a soddisfare la tua richiesta in un modo o nell’altro.
Perdonate davvero questo lunga assenza, ma in questi ultimi tempi sta diventando sempre più difficile riuscire a ritagliare del tempo per scrivere o anche solo da passare su Efp.
Ma dopo aver letto l’ultimo capitolo uscito… non potevo non rimettermi a scrivere ed era logico che riprendessi questa storia, giusto? XD
Io ringrazio davvero tutti coloro che hanno messo questa cosa nelle varie categorie, sperando di essere riuscita a strapparvi un sorriso e a rallegrarvi nel caso aveste avuto una giornata no.
E, più di tutti, grazie a voi che trovate il coraggio di buttare giù qualche parola in quelle recensioni che mi rendono sempre molto felice.
Beh, questo non è l’angolo dei sentimentalismi, quindi finiamola qui.
Grazie mille a chiunque sia arrivato qua in fondo senza essere scappato dal capitolo qui sopra.
Un grossissimo bacione e a presto! :33
 
P.s: perdonate eventuali errori. Fatemeli presente e provvederò immediatamente a correggerli.
 

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