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Lista capitoli: Capitolo 1: *** FLASHBACKS *** Capitolo 2: *** CONSIGLIERI E COMPLOTTI *** Capitolo 3: *** UNA NUOVA MISSIONE PER LEON! *** Capitolo 4: *** IL VILLAGGIO *** Capitolo 5: *** C’ERA UNA CINESE CHE VOLEVA LEON IN COMA... *** Capitolo 6: *** INIEZIONI E DROGHE *** Capitolo 7: *** QUATTRO TRASLOCATORI, UNO STRANGOLAMENTO E TROPPE TELEFONATE POSSONO ROVINARE LA GIORNATA *** Capitolo 8: *** DUE INCUBI E DUE MOSTRI *** Capitolo 9: *** SODDLER EL SOFECH *** Capitolo 10: *** LEON VS BOCIA *** Capitolo 11: *** PAULÈT EL NINÌ ***
Una macchina si muove su una strada di campagna in
mezzo a un bosco.
Nei sedili davanti ci sono due poliziotti che
ascoltano alla radio le canzoncine dei Teletubbies. Dietro invece c’è un uomo
sui trent’anni con i capelli biondi. Un ciuffo gli cade sulla fronte e lui lo
rimanda indietro. Si chiama Leon Scottat Kennedy ed è un agente del governo
degli Stati Uniti d’America. Guarda fuori dal finestrino borbottando il
ritornello di una delle canzoncine dei mostri con il televisore sul pancino.
Leon:- Teletubbies! Teletubbies!
Fanno ciao! Tao tao!-
Viene da chiedersi perchè il governo degli Usa non sia
in grado di assumere persone più intelligenti, ma questa è solo una misera
parodia e non può fornire risposte a simili dilemmi. Comunque, Leon, mentre
osserva gli alberi, ha un flashback, metodo molto utile per parlare del passato
dei protagonisti senza uscire troppo dalla storia.
Leon:- 1998! Non scorderò mai
quell’anno...-
Infatti dieci anni fa era stato mandato dal suo capo
in vacanza in una tranquilla località turistica vicina alla ridente cittadina
di Racchion City. Arrivato lì, però, era stato accolto malissimo: all’areoporto
gli avevano smarrito la valigia, il pullman si era fermato a venti chilometri
dal suo albergo e la camera aveva una splendida vista sulla discarica della
contea. Ma il peggio doveva ancora venire: mentre faceva colazione con del tè
un po’ giallo e una brioche piena di muffa, degli zombie sbucarono dal nulla e
gli mangiarono il bagaglio a mano. Questi zombie erano nati, come apprese in
seguito, da alcuni esperimenti di un’associazione misteriosa, la K-way
Corporation, che tra le altre cose cercava di scoprire un rimedio per la
cellulite. Il capo lo chiamò e gli disse che lo aveva mandato lì perchè doveva
cercare di salvare più gente possibile e impedire che il virus si diffondesse.
Ciò non solo gli rovinò la vacanza, che già faceva schifo, ma lo spaventò a
morte! Passò alcune ore correndo in preda al panico inseguito da una folla di
zombie furiosi e fu ripetutamente salvato dalla bella cinese Ida Wrong, che in
realtà mirava a lui, ma aveva una pessima mira, perchè si era scordata a casa
le lenti a contatto.
Alla fine il presidente degli Stati Uniti decise di
farla finita e cancellò Racchion City per sempre: prese uno sbianchetto e la
fece sparire dalla cartina degli USA. Resisi conto dell’idiozia del loro capo,
i suoi consiglieri diedero l’ordine di sganciare una bomba atomica sulla città
degli zombie. Leon, venuto a conoscenza del fatto che restava meno di mezz’ora
alla distruzione totale della città, aveva cercato salvarsi in tutti i modi.
Ma, poichè nel frigorifero c’era già Indiana Jones, lui l’aveva scampata per
miracolo salendo su un elicottero insieme a pochi altri agenti governativi.
Successivamente le azioni della K-way Corporation
crollarono. Persero così tanto in borsa che al confronto la Parmalat sembrava
una fiorente industria.
Da allora non si sentì più parlare della K-way
Corporation.
Poliziotto non al volante (voltandosi
e rivolgendosi a Leon):- Il disco dei Teletubbies è finito. Cosa preferisci, i
Puffi o Hamtaro?-
Leon (piuttosto arrabbiato):-
Fate voi, non vedete che sto avendo un flashback?- (Il poliziotto si gira e
mette il disco di Hamtaro.)
Autoradio:- H come Hamtaro, A
come amici...-
Cullato da queste orribili canzoncine, Leon ritorna al
suo flashback.
Subito dopo quello che gli era successo a Racchion
City, aveva fatto una scenata al suo capo.
Leon:- Adesso io voglio
mettere le cose in chiaro: non voglio mai più avere a che fare con gli zombie,
chiaro??? Non sono riuscito a chiudere occhio per mesi! Quei maledetti mi hanno
anche mangiato il mio cellulare nuovo che avevo lasciato nel bagaglio a mano! E
io non sono ancora stato rimborsato per quello nè per la valigia, che suppongo
sia finita in Oceania. Inoltre lei non mi ha pagato un centesimo, nonostante io
abbia completato brillantemente la mia missione!- (Il capo, un nero piuttosto
corpulento con gli occhiali da sole e completamente calvo, lo fissa da dietro
la sua scrivania.)
Capo:- Agente Leon Scottat
Kennedy, per prima cosa devo dirti che non mi sembra di ricordare che la tua
missione consistesse nello scappare a gambe levate urlando. Perchè non hai
fatto altro a Racchion City! E in secondo luogo, nel contratto non c’è nessun
cenno ad eventuali rimborsi. Quindi sparisci dalla mia vista, se non vuoi
essere licenziato in tronco!!!-
Leon:- Ehm, non mi potrebbe
dare qualche spicciolo, giusto per arrivare a fine mese?-
Capo:- FUORI!!!- (Leon scappa
sfondando la porta.)
Nonostante la così scarsa stima che il suo capo gli
aveva dimostrato, alcuni giorni prima dell’inizio della nostra storia Leon
venne convocato di nuovo nel suo ufficio.
Capo:- Agente Leon, ti ho
fatto venire per affidarti un incarico di nessuna fatica. Non aver paura:
niente zombie, niente mostri, niente virus e niente esplosioni nucleari.-
Leon (borbottando):- Adesso
sta’ a vedere che sono gli alieni...-
Capo (guardandolo male):-
Cos’hai detto?-
Leon:- Niente, capo!-
Capo:- La tua missione
consiste nel fare da guardia del corpo di Ashley Groan, la figlia del
presidente degli Stati Uniti!- (Indica una ragazza bionda seduta su una sedia
che gioca al gameboy che Leon non aveva notato.)
Ashley (senza sollevare la
testa dal gameboy):- Ciao...-
Capo:- Allora, accetti
l’incarico?-
Leon:- Beh, dovrei
pensarci...-
Capo:- Ah, dimenticavo di
dirti che se non accetti ho qui per te pronta la prenotazione per un’altra
bella vacanza come quella di Racchion City.-
Leon:- Sono sicuro che io e
Ashley andremo molto d’accordo, vero?-
Ashley:- Certo, cretino...-
Capo:- Oh, bravo! Ora ti
spiego il tuo compito: tu dovrai starle sempre addosso, seguirla dappertutto,
pedinarla in ogni luogo, assaggiare quello che mangia e beve, controllare che
non ci siano bombe o veleni nei suoi giochi, vestiti, libri, diari e ipod. Lei
è sotto la tua completà responsabilità. Quindi hai capito? Non devi assolutamente
mai perderla di vista!-
Leon:- D’accordo, ho capito.-
Capo:- Benissimo! Miss Groan,
ora può andare. Miss...- (Guarda la sedia e si accorge che la ragazza è
sparita. Anche Leon se ne accorge.)
Leon:- Oh cacchio!-
Capo:- RITROVALA SUBITO!!!-
(Leon sfonda di nuovo la porta ed esce.)
Leon corre in strada. Guarda in tutte le direzioni
cercando un minimo segno di Ashley, ma è inutile. Poi un mendicante con un
cartello con scritto “cieco” gli si avvicina...
Mendicante:- Stai cercando
una ragazzina bionda con un gameboy?-
Leon:- Sì, dov’è andata?-
Mendicante:- Là dentro!-
(Indica un enorme centro commerciale.)
Leon:- Grazie, tieni. (Gli dà
un dollaro.) Continua a mangiare carote, pare funzionino.-
Leon entra di corsa nel centro commerciale. Vaga per
un po’ nei negozi d’abbigliamento alla moda finchè...
Leon:- Ashley!- (Una ragazza
si volta. Tiene in una mano il gameboy e nell’altra un sacchetto stracolmo di
vestiti.)
Ashley:- Ah, sei il
deficiente che mi hanno messo alle costole... Vabbeh, renditi utile. Toh!- (Gli
lancia il sacchetto e lo prende in pieno facendolo cadere a terra.)
Leon (dolorante):- Ahio! Ma
di che cavolo sono fatti ‘sti vestiti? Di piombo?-
Ashley:- Non dire idiozie.
Ora andiamo: abbiamo ancora molti negozi da girare!-
Comincia un infinito tour di tutti i negozi del centro
commerciale. Leon è travolto dall’infinità di capi di Armani, di Cavalli, di
Dolce&Gabbana e di chissà quanti altri stilisti che Ashley gli tira addosso
dopo averli provati e comprati. Impegnato a reggere tutti i vari sacchetti e
pacchi, l’agente non si accorge di alcuni strani individui che li stanno
seguendo biascicando frasi in una lingua incomprensibile. A un certo punto,
mentre la ragazza è in un camerino a provarsi l’ennesimo vestito alla moda, a
Leon viene il bisogno impellente di andare alla toilette.
Leon (bussando alla porta del
camerino):- Ashley, vado un attimo al bagno, tu non ti muovere!-
Ashley:- Certo, idiota.-
(Leon butta per terra tutti i vestiti firmati che portava e corre in bagno.
Poco dopo torna.)
Leon:- Ci ho messo poco, hai
visto, Ashley? (Dal camerino non viene nessuna risposta.) Ashley? Perchè non
rispondi? (Ancora nessuno risponde. Leon, preoccupato, apre la porta del
camerino e vede che la ragazza non c’è più. C’è solo un foglietto. Leon lo
raccoglie e lo legge.) “Abbiamo rapito Ashley. Firmato: I Bergamasch”. Che cosa vorrà
dire?- (Un tizio tutto sporco, vestito con vestiti da contadino lerci e
rovinati e con un’espressione da psicopatico gli si avvicina.)
Tizio:- Imbesel! C’è scritto
che abbiamo rapito Ashley!-
Leon:- Non ho capito...- (Il tizio
si morde le mani.)
Tizio:- Allora, te lo
rispiego con più calma. (Mentre parla gli indica le parole sul foglietto con un
dito.) Noi... abbiamo... rapito... Ashley... Firmato... I... Bergamasch. Hai
capito adesso?-
Leon:- No.-
Tizio:- Bon! Oh, vegn chè co’
la s’cèta! (Arriva un altro tizio come lui che stringe con le braccia Ashley
imbavagliata e legata.) Hai capito ura?-
Leon (con espressione ebete):-
Cos’è che dovevo capire?-
Tizio:- Crinciu! Devi essere
proprio un barlafüss!-
Leon:- Barlache?- (Il tizio tira
fuori un cellulare e compone un numero.)
Tizio (parlando al telefono):-
Capo, il rapimento è andato alla grande, ma l’agente sembra non capire. Niente,
capo, non capisce niente! Ah, lascio perdere? Sì, va bene.- (Mette giù il
telefono e se ne va, lasciando solo Leon, che continua a leggere e rileggere il
foglietto.)
Dopo aver studiato il foglietto per tre ore buone,
finalmente Leon capì il significato delle parole scritte su di esso e corse a
riferirlo al suo capo.
Leon (entrando di corsa
attraverso la porta sfondata):- Capo! Ho un messaggio importante!-
Capo (alzandosi di scatto
dalla scrivania):- Cosa? Riguarda Ashley? Dov’è?-
Leon:- È tutto scritto su
questo foglietto!- (Lo porge al capo.)
Capo (leggendolo):- Oddio, ma
è terribile!-
Leon:- Già, questi Bergamasch
hanno rapato Ashley! Va bene che quel taglio di capelli non era molto bello,
però adesso assomiglierà ad un Hare Krishna!- (Il capo lo guarda con gli occhi
fuori dalle orbite.)
Capo (infuriandosi e
afferrando Leon per la collottola):- Razza di imbecille!!! C’è scritto che
hanno rapito Ashley! Vuol dire che l’hanno legata, imbavagliata e portata via
per poter poi chiedere un ricchissimo riscatto al padre!-
Leon:- Mi sembrava che ci
fosse scritto rapato...-
Capo:- ZITTO!!! Ascoltami
bene: ora io andrò alla Casa Marrone e spiegherò al presidente e ai suoi
consiglieri la situazione. Tu verrai con me e ti offrirai volontario per la
missione di salvare Ashley, se non vuoi che ti mandi a pulire le fogne per il
resto della tua insulsa esistenza! Hai afferrato il concetto???- (Leon annuisce
muovendo veloce la testa su e giù.)
Il capo, sempre tenendo Leon per la collottola con la
mano destra, corse veloce alla residenza del Presidente degli Stati Uniti. Si
presentò ai consiglieri e spiegò che, per colpa dell’idiota che si portava
dietro, la figlia del Presidente era stata rapita da un’associazione misteriosa
che si firmava come I Bergamasch. Grazie alle informazioni dell’efficientissima
agenzia di spionaggio del governo, la CIÀ, i consiglieri scoprirono subito dove
si trovavano i rapitori di Ashley e andarono dal Presidente per riferirgli
tutto. Entrarono nello Studio Eptagonale e videro il Presidente intento a
giocare con i soldatini sul planisfero sopra il tavolo.
Presidente (muovendo un
cannoncino giocattolo):- Boom! Boom! Per voi non c’è speranza, maledetti musi
gialli!- (I consiglieri lo guardano stupefatti per tanta scemenza.)
Primo consigliere:- Ehm,
signor Presidente?-
Presidente (alzando la testa
dal tavolo):- Ah, salve miei fidi consiglieri! Sto pianificando una nuova
guerra per esportare la democrazia!-
Secondo consigliere:- Sì,
signore, ma guardi che quello è il Canada, non la Cina.-
Presidente (osservando il
planisfero):- Ah, davvero? Beh, allora attaccheremo il Canada!-
Terzo consigliere:- No, il
Canada è un paese nostro alleato, è meglio lasciarlo in pace.-
Presidente (deluso):-
Peccato...-
Primo consigliere:- Signor
Presidente, noi siamo qui per darle una grave notizia: sua figlia è stata
rapita!-
Presidente (stupito):-
Perchè, ho una figlia?- (Il primo consigliere scoppia in lacrime e interviene
il secondo.)
Secondo consigliere:- Sua
figlia Ashley, signore, ricorda? Bionda, carina, viziata, irrispettosa...-
Presidente:- Ah, già, la cara
Ashley! E come sta?-
Secondo consigliere
(stringendo i denti):- È stata rapita da un’associazione chiamata I Bergamasch.
Dalle notizie in nostro possesso supponiamo che abbia le sue basi qui.- (Indica
nel planisfero un punto situato tra Milano e Bergamo, nella Pianura Padana, in
Italia.)
Presidente:- Ah, lo sapevo. I
rapitori si trovano in Pakistan!-
Secondo consigliere (al colmo
dell’esasperazione):- No, quella è l’Italia! Il Pakistan è qua!- (Indica un
altro punto della carta geografica.)
Presidente:- L’Italia, già,
un paese di terroristi islamici!- (Anche il secondo consigliere crolla in un
pianto disperato affiancando il primo.)
Terzo consigliere:- Signore,
l’Italia è in Europa e fa parte dell’Unione Europea, a cui siamo alleati.-
Presidente (assai stupito):-
Come, questo non è il Medio Oriente?- (Indica l’Europa.)
Terzo consigliere:- No, il
Medio Oriente è questo!- (Indica il Medio Oriente.)
Presidente:- Ops! (Tira fuori
il cellulare e compone un numero.) Pronto? È il Presidente Groan che parla.
Annullare tutto! Niente più invasione! A quanto pare il vero Medio Oriente è un
po’ più a Est!-
Terzo consigliere:- Mi passa
il telefono un attimo, signore? (Il Presidente glielo dà. Il terzo consigliere
ci parla sottovoce.) Vi avevo detto di contattare noi, prima di mettere in atto
gli ordini del Presidente, generali cretini! Fate tornare indietro subito tutte
le navi, gli arei e gli elicotteri. Non m’importa per il costo, pagatelo di
tasca vostra o vi manderò tutti sulla sedia! Cosa? Avete conquistato le coste
settentrionali dell’Irlanda??? Abbandonatele immediatamente!!! E chiedete
scusa, almeno! (Mette giù e lo ridà al Presidente.) Signor Presidente, non si
ricorda proprio dell’Italia? Faccia uno sforzo!- (Il Presidente si concentra e
diventa blu.)
Presidente (illuminandosi):-
Ah, sì! È quel paese che aveva come premier il tappo, vero?- (I primi due
consiglieri smettono di piangere.)
Tutti i consiglieri
(raggianti):- Sì! L’ha capito! Evviva!!!- (Festeggiano facendo un trenino.)
Presidente:- Bene, buttiamoci
una bomba atomica e siamo a posto!- (I primi due consiglieri si rimettono a
piangere, seguiti dal terzo.)
Quarto consigliere:- Signore,
non può buttarci una bomba atomica: sua figlia si trova là, morirebbe anche
lei!-
Presidente:- Ah, giusto...-
Quarto consigliere:- Quello
che noi suggeriamo è di mandare un nostro agente a salvarla. Ne informeremo il
governo italiano e nessun altro lo saprà, perchè uno solo passerà più
facilmente inosservato, rispetto ad un esercito.-
Presidente:- Avete ragione!
Molto bene! Mandiamo Superman!- (Il quarto consigliere comincia a prendere a
testate la parete.)
Quinto consigliere:- Non
esiste Superman, è solo un fumetto, signor Presidente!-
Presidente:- Allora
Spiderman!-
Quinto consigliere:- È un
fumetto.-
Presidente:- Hulk!-
Quinto consigliere:- È un
fumetto.-
Presidente:- Capitan
America!-
Quinto consigliere (un po’
arrabbiato):- È un fumetto!-
Presidente:- Tex Willer!-
Quinto consigliere
(arrabbiato):- È un fumetto!!!-
Presidente:- Paperinik!-
Quinto consigliere
(arrabbiatissimo):- È un fumetto!!!!!!-
Presidente:- Topolino!-
Quinto consigliere (incazzato
a mille):- È... UN... FUMETTO!!!!!!!!!!- (I vetri delle finestre si frantumano
per la potenza della sua voce. Poi il quinto consigliere cade a terra svenuto.)
Sesto consigliere:- Signor
Presidente, non si deve scomodare a cercare personalmente un possibile
candidato per la missione: l’abbiamo già trovato noi! (Il settimo e l’ottavo
consigliere aprono la porta e si vede Leon Scottat Kennedy. Il sesto consigliere
si rivolge a lui.) È vero che desideri follemente andare nella Bergamasca a
salvare la figlia del Presidente e perciò ti offri volontario per la missione?-
Leon (che ha alle spalle il
suo capo che gli punta una 44 magnum nella schiena):- Certamente!- (La porta si
richiude subito sul naso di Leon.)
Sesto consigliere:- Visto,
signor Presidente? Tutto quello che deve fare è firmare qui! (Gli altri
consiglieri accorrono veloci con dei fogli con scritto sopra “top secret” e una
penna.) Ecco, firmi qui, sotto “firma del Presidente”! (Il Presidente prende la
penna deciso e traccia una bella X nello spazio indicatogli. Tutti i
consiglieri sono esterrefatti.) Signore, ma lei sa scrivere?-
Presidente:- Certo che no! Da
quando in qua si deve aver fatto le elementari per diventare presidenti?-
Sesto consigliere (che con
grande forza d’animo non ha nessuna crisi di pianto):- Giusto, signore. Ora non
si preoccupi: salveremo sua figlia. Torni pure ai suoi piani di guerra. Arrivederla!-
Tutti i consiglieri escono, trascinando gli sfortunati
primi cinque fuori dalla stanza. Danno l’autorizzazione al capo di Leon e poi
si allontanano. Di nascosto a tutti, percorrono varie sale, arrivano di fronte
a una libreria e azionano un meccanismo segreto che la fa spostare, rivelando
un passaggio segreto (anche se un po’ banale!). Lo attraversano ed entrano in
una stanza segreta (è tutto molto segreto) dove li aspetta un signore. Ha gli
occhiali scuri, i capelli biondi tagliati corti ed un’espressione gelida e spietata.
Sesto consigliere:- Tutto
procede secondo i piani, signor Adalberto Weskor!-
Weskor:- Non chiamarmi con il
mio nome di battesimo! Lo detesto! (Impugna una mazza da baseball e riempie di
legnate il sesto consigliere. Poi, dopo avergli spaccato qualche vertebra, si
calma e continua.) Comunque, ne ero certo! Avete svolto un ottimo lavoro, miei
fidi! Presto la K-way Corporation rinascerà e tutti voi avrete la vostra
ricompensa!-
Primo consigliere:- Tutto ciò
è fantastico, ma noi avevamo una domanda, signor Weskor.-
Weskor:- Che domanda?-
Secondo consigliere:- Doveva
proprio essere così idiota il Presidente? Io non ce la faccio più a sentire le
scemenze che dice di continuo!-
Weskor:- Certo che lo doveva
essere! Visto che è un totale cretino, lo posso manovrare facilmente tramite
voi e così otterrò presto il controllo su tutta la Terra! HA, HA, HA, HA!!!-
Consiglieri:- Ha ragione!-
Tutti:- HA, HA, HA, HA HA,
HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA,
HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA,
HA, HA, HA, HA, HA!!!- (Mentre ridono, da una porticina entra il Presidente.)
Presidente:- Ehi, perchè
ridete? (Indica Weskor.) E lui chi è?- (I consiglieri e Weskor si guardano
confusi e impauriti, perchè temono di venire scoperti.)
Settimo consigliere (sudando
freddo):- Beh, lui è il signor Adalberto ed è un comico! Ci ha appena
raccontato una barzelletta spassosissima e quindi ridevamo.-
Presidente:- Davvero? Posso
sentirla anch’io?-
Weskor (molto imbarazzato):-
Ehm, ma certo... Allora... Uno zombie nato dagli esperimenti della K-way
Corporation, la multinazionale di mia proprietà che sviluppa armi
batteriologiche in grado di distruggere l’intero genere umano, dice a un altro:“Lo
sai che a Racchion City è arrivato il circo?” E quello risponde:“Che bello!
Andiamo, muoio dalla voglia di vederlo!”- (Nella stanza cala il silenzio. Weskor
e i consiglieri pensano di essere stati scoperti e quindi di essere praticamente
già morti. Poi, improvvisamente...)
Presidente:- Ha, ha, ha, ha!!!
Che spasso!!! Ha, ha, ha, ha!!! Che mattacchione il vostro amico! (Tira una
pacca sulla spalla a Weskor.) Che ridere!! Ha, ha, ha, ha!!!- (I consiglieri e
Weskor fissano sbalorditi il Presidente che continua a ridere imperterrito.)
Ringraziamenti:
@Suikotsu: Vedrai, vedrai
come ridicolizzerò il buon vecchio Osmundo Saddler! E anche tutti gli altri!
@Dea Nemesis: Spero che ti
sia piaciuto anche questo capitolo!
Ringrazio anche tobichan
che ha messo la mia storia tra i suoi preferiti (Perchè non mi ha commentato,
allora?) e infine tutti quelli che leggono senza commentare (siete più cattivi
di Adalberto!).
Ricevuta l’autorizzazione, il capo portò di nuovo Leon
nel suo ufficio.
Capo:- Adesso ti spiegherò la
tua nuova missione: tu partirai in aereo con un volo al super risparmio e
arriverai in Italia all’areoporto di Olio al Sergio. Da lì due poliziotti
italiani ti porteranno in macchina fino al villaggio dove probabilmente si
trovano i rapitori di Ashley. Poi tu dovrai proseguire da solo, ma per questo
avrai delle armi speciali. (Gli dà una sacca da spiaggia. Leon la guarda
stupito.) È soltanto una precauzione: così passerai inosservato all’areoporto.
Sono lì dentro, fidati. Tutto ciò che devi fare è liberare Ashley e riportarla
a casa. Hai capito?-
Leon:- Sì, ho solo una
domanda.-
Capo:- Sentiamo!-
Leon:- Siamo sicuri che non
ci siano zombie?-
Capo:- Certo che no! Me
l’avevi chiesto tu di non darti più missioni con gli zombie, ma se vuoi...-
Leon:- No, va bene così!-
Andarono all’areoporto e Leon partì su un aereo
risalente alla Prima Guerra Mondiale, tanto che vantava di avere ancora nel
motore un proiettile del Barone Rosso. Arrivato in qualche modo ad Olio al
Sergio, aveva consegnato una bottiglia di olio a un signore che portava un
cartellino con scritto “Sergio”, come doveva fare chiunque entrasse all’areoporto
secondo l’usanza, era salito sull’auto dei due poliziotti e si erano diretti al
villaggio. E ora possiamo tornare al presente, cioè a quando Leon è in macchina
con i poliziotti che ascoltano Hamtaro.
Leon (tra sè):- Meno male che
il capo mi ha dato anche una foto di Ashley, perchè altrimenti non riuscirei
mai a riconoscerla, senza i suoi maledetti vestiti alla moda e quel taglio di
capelli.-
Poliziotto al volante (a
Leon):- Hai finito con i tuoi flashback? È da mezz’ora che mi scappa la pipì!-
Leon:- Sì, gli antefatti sono
finiti. Però si doveva pure spiegare com’era andata.-
Poliziotto al volante:- Ho
capito, ma io dovevo farla da quando siamo partiti!-
Poliziotto non al volante:-
Perchè non sei andato al bagno dell’areoporto?-
Poliziotto al volante:-
Perchè per poterci entrare bisognava dare una bottiglia d’olio al Sergio e io
non ce l’avevo. (Ferma la macchina e scende. Si allontana un attimo nel bosco a
fare pipì e, mentre la fa, scende una nebbia tremenda. Il poliziotto ha un po’
paura e cerca di tornare alla macchina in fretta ma non trova più la strada per
via della foschia e si perde. Poi sente dei fruscii dai cespugli. Mentre in
sottofondo attacca una musica di paura, il poliziotto estrae la pistola
spaventato.) Chi va là? (I fruscii aumentano nella sua direzione.) Fermo!-
(Spara alla cieca.)
Leon (emergendo dalla
nebbia):- Ma sei cretino? Sono io! Sono venuto a cercarti perchè non tornavi
più e tu mi spari addosso???- (La musica sfuma e il poliziotto abbassa la
pistola.)
Poliziotto:- Scusa, mi ero
spaventato.-
Leon:- Torniamo alla
macchina, dai!-
Poliziotto:- Ma come facciamo
a ritrovarla con questa nebbia che si taglia col coltello?-
Leon:- Facile, no? (Estrae il
suo coltello e taglia la nebbia in modo da formare un buco da cui si vede la
macchina.) E ora andiamo.- (Il poliziotto lo segue sbalordito e risalgono
sull’auto.)
La macchina riparte e, stavolta ascoltando alla radio
le canzoni dei Puffi, arrivano nei pressi di un villaggio. L’auto si ferma sul
ciglio della strada subito dopo un ponte.
Autoradio:- Grande Puffo ha
una marcia in più...- (Il poliziotto non al volante spenge l’autoradio.)
Poliziotto non al volante (a
Leon):- Ecco, quello laggiù è il villaggio.- (Indica lontano davanti a sè.)
Poliziotto al volante (a
Leon):- Tu vai pure a cercare la ragazza, noi restiamo qui per spostare la
macchina nel caso sia in divieto di sosta.-
Leon (con sarcasmo):- Sì,
divieto di sosta... (Scende e si allontana un po’ dalla macchina. Gli squilla
il cellulare. Leon lo prende e risponde.) Pronto?-
Mamma di Leon:- Pronto,
tesoro, sono la mamma!-
Leon (scocciato):- Mamma, ti
ho detto di non chiamarmi quando sono in missione!-
Mamma:- Sì, sì, quanto sei
noioso! Ti ho chiamato solo per assicurarmi che tu stia bene.-
Leon:- Sì, sto bene! Adesso
ciao!-
Mamma:- No, aspetta! Ti sei
messo la maglia di lana?-
Leon:- Mamma, non sono più un
bambino! So badare a me stesso! E adesso scusami, ma devo portare a termine la
mia missione!-
Mamma:- Hai una nuova
missione? E cosa riguarda?-
Leon:- Devo liberare la
figlia del Presidente Groan che è stata rapita da una strana organizzazione,
ma...-
Mamma (interrompendolo):- Che
bello, non vedo l’ora di dirlo alle mie amiche!-
Leon:- NO! Non devi dirlo a
nessuno! È un segreto di stato e nessuno deve sapere che sono nel Nord Italia
per salvare Ashley Groan!-
Mamma:- Sei in Italia? Che
fortunato! Prima di andartene, vai a vedere il Colosseo!-
Leon:- Sì, mamma, ma adesso
devo proprio andare.-
Mamma:- Va bene, ma torna a
casa alle sette e mezza!-
Leon (esasperato):- Ma come
faccio??? Sono in un altro continente!-
Mamma:- Ma io non mi sento
sicura se il mio bambino non è a casa quando fa buio! Senti, non è che potrei
venire lì da te?-
Leon:- Ma cosa cavolo dici???
E poi non ti preoccupare: il capo mi ha assicurato che non è una missione
pericolosa.-
Mamma:- Te l’aveva detto
anche l’altra volta e dopo chi è che ha pulito i tuoi vestiti sporchi di
sudore, fango, vomito e sangue? Pulisco sempre tutto io! Non è giusto! Non sono
una schiava e...- (Squilla la ricetrasmittente di Leon.)
Leon:- Scusa mamma, ma ti
devo lasciare. Sta squillando la ricetrasmittente.-
Mamma:- Va bene, ma mandami
un SMS stasera!- (Leon mette giù e risponde alla ricetrasmittente. Nello
schermo video compare l’immagine di Ingrid Hunnigan, una bella donna nordica e
bionda.)
Ingrid:- Leon, mi ricevi?-
Leon:- Sì, forte e chiaro!
Grazie mille, Ingrid, mi hai salvato la vita!-
Ingrid:- Gli abitanti del
villaggio ti hanno già attaccato?-
Leon:- No, mi hai salvato da
una telefonata di mia mamma!-
Ingrid:- Ah... Ascolta, Leon:
il capo mi ha dato l’incarico di aiutarti dandoti informazioni per la tua
missione su tutte le cose che non sai.-
Leon:- Grazie Ingrid,
cominciamo subito: sei libera venerdì sera?-
Ingrid:- Non scherzare, Leon!
Ci sentiamo dopo.-
Leon:- Sul serio, vuoi uscire
con me quando torno? (Ingrid riattacca e l’immagine scompare.) Sempre così!
Dov’è che sbaglio nell’approccio?-
Leon abbandona questo quesito irrisolvibile, si dirige
verso una casa un po’ fuori dal villaggio ed entra. Nella sala da pranzo c’è
una tavola apparecchiata davanti a un camino. Sopra il fuoco c’è un pentolone
pieno di polenta e chino su di esso c’è un uomo con un’enorme sbazza e con i
vestiti lerci. Leon gli si avvicina.
Leon:- Scusi signore, ha mai
visto la ragazza in questa foto? (Tira fuori dalla tasca dei pantaloni una foto
dove si vede Leon inseguito da una folla di zombie.) No, aspetti, questa è la
foto ricordo di Racchion City. (La rimette in tasca.) Ecco, è questa! (Estrae
un’altra foto dove c’è Leon a due anni che gioca con le paperelle nella
vaschetta.) No, non è neanche questa qui. Abbia un po’ di pazienza che la
cerco. (Mette via anche questa foto e si svuota le tasche, estraendo il
portafogli, il cellulare e varie altre foto, tra cui quella del capo che gli
punta amichevolmente un revolver alle tempie, quella della mamma che lo
abbraccia di fronte a tutti perchè è diventato agente del governo e quella di
Ida Wrong che piange sconsolata perchè non lo ha colpito. Alla fine trova la
fotografia giusta, cioè quella di Ashley con uno sguardo annoiato e un po’
arrabbiato perchè il fotografo le impediva di andare a fare compere.) Oh,
finalmente! Ha visto questa ragazza?-
Uomo (con sguardo omicida):-
Spacca minga i ball! Fera di ciapp, terùn!-
Leon:- OK, me ne vado. (Si
gira e fa per uscire, ma contemporaneamente l’uomo afferra una roncola e gli
salta addosso. Però Leon inciampa in una crepa del pavimento e cade a terra in
avanti, evitando così il colpo mortale.) Questo pavimento dovrebbe essere messo
a posto... (Poi si volta e vede l’uomo con la roncola in mano.) Oh, ma che cosa
fa? Fermo o sparo!- (Estrae fulmineo un accendino. Si accorge di aver sbagliato
e prende la sua pistola, ma l’uomo non si ferma.)
Uomo:- Moër, terùn!- (L’uomo
attacca ancora e Leon gli spara, ma quello non fa una piega. Allora gli spara
ancora, ancora e ancora. Finalmente quello capisce il messaggio e cade a terra
stecchito.)
Leon (guardando il
cadavere):- Roba da matti! Quattro proiettili! Non è possibile! A meno che...
(Prende la ricetrasmittente e chiama.) Ingrid, mi ricevi?-
Ingrid:- Leon, cosa vuoi
ancora? Non voglio uscire a cena con te!-
Leon:- Non ti chiamo per
quello! Passami il capo. Stavolta mi sente!- (L’immagine di Ingrid nello
schermo video viene sostituita da quella del capo.)
Capo:- Cosa devi dirmi di
tanto urgente, agente Leon?-
Leon:- Mi aveva detto che non
c’erano zombie in questa missione! Voglio tornare a casa!!!-
Capo:- Perchè? Cos’è
successo?-
Leon:- Ho appena sparato
quattro colpi per uccidere un pazzo che mi ha assalito!-
Capo:- Agente Leon, se hai
una mira che fa schifo non sono fatti miei!- (Riattacca.)
Leon:- Ma no, non in quel
senso! Io intendevo... Pronto? Mi riceve, capo?- (Capisce che il capo ha messo
giù e mette via la ricetrasmittente.)
Leon sente un rumore di camion in strada e corre alla
finestra. Infatti fuori c’è un camion guidato da alcuni tizi con i vestiti
sudici che sta andando addosso all’auto dei poliziotti.
Guidatori del camion:- Siete
in divieto di sosta!!!-
Poliziotti (abbracciandosi
atterriti):- AAAAAHH!!!- (Il camion colpisce l’auto in pieno e la fa cadere nel
fiume sotto il ponte, ma i poliziotti riescono a scendere in tempo. Però
vengono subito catturati dai guidatori del camion e portati via.)
Leon (da dentro la casa):-
Accidenti! Erano davvero in divieto di sosta!-
Leon esce di corsa e va vicino al ponte. Guarda giù e
vede l’auto tra i flutti del fiume.
Leon (commosso):- Addio,
povera autoradio! Mi mancheranno le tue canzoncine demenziali! Ma sarai
vendicata, lo giuro!- (Si asciuga una lacrima sul volto e si incammina deciso
verso il villaggio.)
Ringraziamenti:
@utada_hikaru:
Sì, col mercante ci hai azzeccato! Complimenti!
@Suikotsu:
Grazie! Vedrai l’intelligenza dei cattivi!
@Dea Nemesis:
Spero che ti sia piaciuto l’inizio della missione dell’agente Leon!
Grazie anche a Michan_Valentine (però
un commenti potevi lasciarlo) e Suikotsu che hanno
messo questa storia tra i preferiti e a quelli che leggono ma non commentano
(ma se siete arrivati qui una piccola recensione me la potete anche fare, no?).
Leon cammina nel bosco in direzione del villaggio.
Vede un cane con una zampa in una tagliola.
Leon:- Oh povero cane! (Si
avvicina e apre la tagliola.) Vai, ora sei libero! (Il cane esce dalla tagliola
e azzanna Leon alla gamba destra.) AAAHH!!! Bastardo!!! Lasciami, figlio d’un
cane!- (Lo colpisce con il calcio della pistola e il cane si allontana di
corsa.)
Arriva all’inizio del villaggio e tira fuori il
cannocchiale. Vede che nel piazzale al centro, davanti a una chiesa con un
campanile, c’è un rogo sopra il quale si trova il corpo impalato di uno dei due
poliziotti. E sopra c’è un cartello con la scritta:“Era in divieto di sosta”.
Intorno, uomini e donne sudici e con la sbazza camminano e svolgono le loro
faccende apparentemente tranquilli.
Leon:- Sono un attimino
drastici con le punizioni da queste parti!- (Entra nel villaggio tenendo la
pistola in mano. Cammina piano piano per non farsi notare, ma urta una roncola
appoggiata a un muro. L’attrezzo colpisce un rastrello che cade infilzando il
sederone di un uomo piegato.)
Uomo (alzandosi di scatto):-
CHE DULUUUUR!!! CHE DULUR AI CIAPP!!!- (Un altro uomo gli toglie il rastrello
dalle natiche.)
Altro uomo:- Chi l’è
staĉ? (Si volta verso Leon.) Chi l’è cheschì? Ciapimel!- (Parte in
sottofondo la soave e dolce musica di Johan Sebastian Bach, mentre tutti
afferrano roncole, rastrelli, forconi, vanghe, accette, coltelli da macellaio e
mestoloni per la polenta e attaccano Leon.)
Leon:- Aspettate, posso
spiegar... (Un’accetta gli passa sopra la testa tagliandogli un ciuffo di
capelli.) Ripensandoci è molto meglio correre! (Scappa via inseguito dagli
abitanti del villaggio.) Un momento! Il capo mi aveva dato delle armi speciali!
(Sempre correndo tira fuori la sacca da spiaggia. Ci fruga dentro ed estrae un
enorme fucile blu elettrico.) Questo dev’essere molto potente! Strano che sia
così leggero, però... Bah, non importa! (Si ferma e si volta imbracciando
minaccioso il fucile.)Fermi dove siete
o vi faccio saltare in aria! (Un tizio con un forcone si avvicina con
intenzioni omicide.) Fermo! (Non si ferma.) Peggio per te, amico! (Leon preme
il grilletto e il fucile spara un potentissimo getto d’acqua in faccia al tizio
col forcone. Leon guarda meglio il fucile.) Ma è un fucile ad acqua! (Apre la
sacca e vede che ci sono anche paletta e secchiello.) Oh cacchio! Credo di aver
preso la borsa sbagliata al ritiro bagagli di Olio al Sergio!-
Contemporaneamente in una spiaggia di Rimini...
Bambino (stringendo in mano
un percussore):- Mamma, guarda che bel fucile che mi ha preso il babbo!- (Spara
all’impazzata facendo fuori il bagnino, due animatori e quaranta pensionati,
distruggendo cinquanta ombrelloni, ventisette sdraio e tredici altoparlanti e
affondando sette canoe e tre pedalò.)
Mamma del bambino (sdraiata a
prendere il sole):- Certo che i giochi per bambini sono sempre più violenti...-
Intanto al villaggio...
Leon:- Oh cacchio! (Tira il
fucile ad acqua e la sacca da spiaggia addosso al tizio col forcone e scappa a
gambe levate.) Aiutooo!!!-
Abitanti (inferociti):- Moër!
Crepa! Sciopa, terùn!- (Leon scavalca un’alta staccionata e finisce in un
cortile pieno di cespugli e siepi. Gli abitanti invece non ci riescono perchè
sono troppo grassi e scoordinati.)
Leon (respirando
affannosamente):- Qui sono al sicuro. Pant! Sbuff! Nessuno di quei pazzi riesce
a seguirmi. Anf! (Si sente il rumore di una motosega che si accende. Leon è
spaventatissimo.) E adesso che cosa succede?- (Un cespuglio di fronte a Leon
viene tagliato a metà e compare un omone con un sacchetto dell’immondizia in
testa che stringe con entrambe le mani una motosega accesa.)
Uomo con la motosega:- Te tai
in mess, terùn!-
Leon (tra sè):- Non capisco
una parola della sua strana lingua, ma credo di aver afferrato il concetto! (L’uomo
agita la motosega e gli corre addosso.) AIUTO!!!- (Leon schiva il colpo e
comincia a correre. L'uomo lo insegue muovendo la motosega a caso, perchè non
vede nulla per via del sacchetto in testa, e taglia varie fronde ai cespugli e
alle siepi. Alla fine li ha potati in modo tale che raffigurino sè stesso che
insegue Leon. Leon si ferma un attimo, tira fuori il cellulare e scatta una foto
alla scultura vegetale. Subito dopo l'uomo con la motosega la squarcia proprio
nel punto del torace della scultura di Leon. Il vero Leon scappa urlando. Esce
dal cortile, ma appena fuori lo aspettano gli abitanti del villaggio.)
Uomo con la roncola:- Te disf
la capa! (Muove la roncola verso Leon, ma la mano gli viene mozzata dall’uomo
con la motosega.) La mia ma’!!!- (L’uomo con la motosega corre in mezzo agli
altri abitanti e, agitando la motosega nel tentativo di colpire Leon, taglia un
po’ tutto.)
Uomo con il forcone (all’uomo
con la motosega):- Sa fet? S’è biggül? (L’uomo con la motosega gli stacca di
netto il naso.) El me nas!!!-
Donna con il coltellone da
macellaio:- Varda sa fet, barlafüss!!!- (L’uomo con la motosega le taglia la
testa. Leon ne approfitta per scappare e arriva nel piazzale davanti alla
chiesa.)
Leon:- Sono salvo! (Da un
casa sbuca un altro uomo con la motosega.) No, di nuovo! (In quel momento
arriva anche il primo uomo con la motosega. Entrambi attaccano Leon, che si
butta a terra. I due uomini con la motosega si tagliano la testa a vicenda.
Leon si rialza.) Che culo! (Da ogni vicolo arrivano decine di abitanti.) Come
non detto!- (Si avvicinano lentamente a Leon, circondandolo. Lui spara con la
pistola cercando di fermarli, ma è inutile, sono troppi. L’uomo con il mestolo
per la polenta lo afferra per la gola e comincia a strangolarlo. Poi
improvvisamente suona la campana.)
Uomo con la vanga:- La campana!-
Tutti gli abitanti:- Oooh!- (Lasciano
cadere a terra le armi e si dirigono lentamente verso la chiesa.)
Uomo con la roncola (agitando
il braccio senza mano):- Federalismo fiscale!-
Uomo con il forcone:-
Taleggio per tutti!-
Uomo con il mestolo per la
polenta (gettando a terra Leon):- Padania libera! Signùr Soddler!- (Tutti
entrano nella chiesa e si chiudono la porta alle spalle. Leon tossisce
massaggiandosi la gola e si rialza.)
Leon:- Sono ancora vivo! (Guarda
in alto felice.) Allora è vero che c’è un angelo che protegge ognuno di noi!-
(Squilla la ricetrasmittente. Leon risponde.)
Ingrid:- Leon, mi ricevi? Va
tutto bene?-
Leon:- Bene un tubo! Voglio
tornare a casa!!! Questo posto è pieno di zombie fuori di testa!-
Ingrid:- Calmati, Leon. Ho
fatto delle ricerche posso dirti con sicurezza che non sono zombie:
tecnicamente si chiamano bergamados.-
Leon:- E qual’è la
differenza?-
Ingrid:- Credo che siano un
po’ più deficienti, ma per il resto sono uguali.-
Leon:- Porc... Il capo mi ha
fregato ancora!-
Ingrid:- Temo di sì.
Comunque, devi andartene da lì.-
Leon:- Va bene. Se
sopravvivo, facciamo venerdì sera dal cinese in via Washington?- (Ingrid
riattacca infuriata.)
Ringraziamenti:
@Suikotsu: Beh, uno sfigato
ci ha già salutato! Quattro colpi era per esigenze di trama, lo so che ci vuole
molto meno con il primo.
@Dea Nemesis: Visto che la
fortuna ha salvato ancora Leon? Eh, sì questa fortuna dal vestito rosso... Ma
non voglio anticiparti niente!
@utada_hikaru: Grazie per
aver messo questa fic tra i preferiti! Vedrai che la mamma di Leon tornerà
varie volte in seguito! Per il mercante devi aspettare ancora un po’.
@BaschVR: Un nuovo
commentatore! Sono contento che ti piaccia! Continua a seguirmi!
Quelli che leggono ma non
commentano faranno la fine del poliziotto! Se non mi credete, Soddler verrà a
casa vostra ad acchiapparvi con i suoi tentacoli!
Capitolo 5 *** C’ERA UNA CINESE CHE VOLEVA LEON IN COMA... ***
CAPITOLO CINQUE: C’ERA UNA CINESE CHE VOLEVA LEON IN COMA
CAPITOLO CINQUE: C’ERA UNA
CINESE CHE VOLEVA LEON IN COMA...
Mentre a Leon accadevano le disavventure narrate nei
due capitoli precendenti, Weskor non era stato certo con le mani in mano. Era
andato in una base segreta della K-way Corporation che si trovava nello
scantinato della villetta di un’adorabile vecchina che andava matta per le
tendine rosa, e aveva contattato la migliore delle sue spie: Ida Wrong. Sceso
nella cantina passando dalla porta sul retro, in modo che la vecchina,
impegnata a guardare Sex and the City in televisione, non lo vedesse, Weskor si
era sistemato davanti a un gigantesco computer con tre schermi. Questo gioiello
della moderna tecnologia non solo fungeva da archivio di centinaia di files e
dati sulle ricerche della K-way e sulle sue filiali in tutto il mondo, ma anche
da telefono, televisore che trasmetteva le immagini prese dal satellite della
K-way e tostapane. Weskor compose il numero di cellulare di Ida. La fredda voce
del computer risuonò nella stanza buia.
Voce del computer:- Il numero
da lei selezionato al momento è occupato. La preghiamo di riprovare più tardi.-
Weskor:- Dannazione, quella
lì è sempre a parlare con le sue amiche! Riproviamo!- (Dopo ore di tentativi
Weskor sta per arrendersi, ma finalmente nello schermo centrale compare la
faccia contrariata di una bella cinese dai capelli scuri con un nastro rosso
legato intorno al collo.)
Ida:- Che c’è, Weskor? Fai in
fretta, devo chiamare Meg per dirle che prima ho parlato con Anne, che ha
appena scoperto che in realtà la sua organizazzione è la stessa del suo
fidanzato e quindi non deve più ucciderlo! -
Weskor (trattenendo l’impulso
di sfondare lo schermo del computer con un mazza chiodata):- C’è una nuova
missione per te. Vieni alla mia base segreta.-
Ida:- OK, arrivo subito.-
(Mette giù.)
Weskor:- No, aspetta, devo
darti l’indirizzo segreto e... (In quel momento sente bussare alla porta.) Chi
può essere?- (Apre la porta blindata e lì c’è Ida con il cellulare in mano.
Indossa un seducente vestito rosso. Weskor guarda sbalordito l’orologio, poi
guarda Ida e poi ancora l’orologio.)
Ida:- Beh, cos’è quella
faccia?-
Weskor:- Ma come hai fatto ad
arrivare in così poco tempo e soprattuto come facevi a sapere la posizione del
mio covo?-
Ida (facendo spallucce):- Giravo
da queste parti e poi non è un mistero che stai nello scantinato della casa di
Miss Tattler*.-
Weskor:- Come, chi altri lo
sa?-
Ida:- Più o meno mezza
America, visto che la simpatica nonnina lo ha raccontato a quasi tutti!-
Weskor:- Accidenti, dovrò
cambiare covo! Beh, ma a questo penserò dopo. Ida, il tuo incarico consiste
nell’andare nel Nord Italia in un paesino sperduto della Bergmasca. Lì dovrai
recuperare un campione di Verzas.-
Ida:- Cos’è questa storia?-
Weskor:- A quanto pare,
qualcuno si è messo a fare giochetti simili ai nostri a Racchion City. Gli
abitanti sono stati infettati da questa Verzas e il loro capo li controlla
perchè si è iniettato quella dominante. Grazie alle sue enormi potenzialità, la
K-way diventerebbe infinitamente ricca e potente se riuscissi ad ottenerne un
campione. Il mondo intero sarebbe mio schiavo e nessuno potrebbe più opporsi a me!!!
MUHAHAHAHAHAHAHAHA!!!- (Attratta dalle risate, arriva Miss Tattler, una
settantenne magra e piccola con degli occhialini e un vestitino tutto rosa.)
Miss Tattler:- Perchè tante
risate? (Indica Ida.) E lei chi è?-
Weskor (imbarazzato):- Ehm,
ecco... (Tra sè.) Ha già funzionato una volta, perchè non dovrebbe riuscirmi di
nuovo? (A Miss Tattler.) Lei è una mia amica e ridevamo perchè avevo raccontato
una barzelletta.- (Ida lo guarda stupita, ma lui le fa cenno di assecondarlo.)
Miss Tattler:- Oh, me la
potrebbe raccontare?-
Weskor:- Certamente! Uno
zombie nato dagli esperimenti della K-way Corporation, la multinazionale di mia
proprietà che sviluppa armi batteriologiche in grado di distruggere l’intero
genere umano, dice a un altro:“Lo sai che a Racchion City è arrivato il circo?”
E quello risponde:“Che bello! Andiamo, muoio dalla voglia di vederlo!”- (Cala
il silenzio.)
Ida:- Weskor, senza offesa,
questa barzelletta è...-
Miss Tattler:-
Divertentissima!!! Ha, ha, ha!!! Lei ha un talento, giovanotto! Dovrebbe fare
il comico! Ha, ha! La racconterò a tutte le mie amiche!- (La vecchina si piega
in due dalle risate. Ida è praticamente sotto shock.)
Weskor:- Noi ora usciamo,
Miss Tattler.-
Miss Tattler:- Sì, sì, ciao!
Ha, ha! Che ridere!- (Weskor afferra per un braccio Ida ed escono dallo
scantinato.)
I due vanno in un bar lì vicino, si siedono a un
tavolo e ordinano un caffè e un sake. Poi riprendono a parlare.
Ida:- Davvero, Weskor, quella
barzelletta faceva pena!-
Weskor:- Sì, lo penso
anch’io, ma è già la seconda volta che funziona! Bah, non pensiamoci più. Ora
ti spiegherò meglio la situazione. Devi sapere che tutto è iniziato con il
rapimento della figlia del Presidente Groan da parte di un’associazione
misteriosa, I Begamasch. Grazie alla mia rete di informazioni, ho scoperto
che... (Squilla il cellulare di Ida, interrompendolo.) Potresti spegnere quello
stramaledetto cellulare mentre ti parlo???-
Ida:- Sì, sì... Un attimo che
rispondo. (Prende il cellulare e risponde alla chiamata.) Pronto? Ciao Anne!
Come stai? Cosa? No, non posso crederci! Vuoi dire che adesso devi fare fuori
Jack perchè la vostra organizzazione si è scissa in due parti? Oh, mi dispiace!-
Weskor:- Sì, dispiace anche a
me! Ora potresti riattaccare?-
Ida (ignorandolo):- Ti aveva già
regalato l’anello di fidanzamento? Che peccato! Però io conosco un bravo
gioielliere che magari lo ricompra a un buon prezzo. Oh, a me va tutto bene.
Sto giusto per essere mandata in Italia per una certa missione che... (Weskor
le strappa il cellulare di mano e preme il tasto rosso.) Ma che fai? Non si
interrompe così una conversazione, maleducato!-
Weskor (cercando di rimanere
calmo):- Per prima cosa, io non ho tempo da perdere! E in secondo luogo, ti
sembra intelligente rivelare a tutti dove stai per andare?-
Ida:- Tanto lo si sa già: se
Miss Tattler ha sentito, allora è solo questione di attimi prima che lo sappia
tutta la Costa Orientale. E poi non vedi quel tizio là che ci fissa? Sono
sicura che è una spia di un’altra organizzazione!- (Indica un mendicante con un
cartello con scritto “cieco” fuori dal bar.)
Weskor:- Quello è cieco!-
Ida:- Non ne sarei così
convinta, potrebbe essere una copertura! (In quel momento il mendicante
attraversa la strada e viene travolto da un camion.) Beh... Devono pagarlo
davvero bene! Si è fatto tirare sotto da un tir, pur di continuare a sembrare
cieco!-
Weskor (osservando
l’ambulanza che lo carica su e lo porta via a sirene spiegate):- Già, tra un
po’ potrà sembrare morto e senza neanche troppe finzioni! Basta con queste
chiacchere! Torniamo alla tua missione. Per salvare la figlia del Presidente è
stato mandato un agente del governo. I miei infiltrati mi hanno assicurato che
è un perfetto idiota.-
Ida:- E come si chiama?-
Weskor:- Si chiama... Boh,
non me lo ricordo, devo avercelo scritto nell’archivio del computer. Comunque
non è importante: ciò che conta è che sia un deficiente e quindi non sia in
grado di ostacolare i nostri piani. Tu devi solo rubare un campione di Verzas al
capo dei Bergamasch, un certo Osmundo Soddler.-
Ida:- Sembra semplice. Dov’è
la fregatura?-
Weskor:- Non c’è, a parte il
fatto che gli abitanti sono diventati delle specie di zombie assetati di sangue
in seguito all’infezione. Accetti la missione?-
Ida:- Sì, ora ridammi il
telefonino!- (Weskor glielo ridà ed escono tutti e due dal bar.)
Weskor tornò al suo covo non più tanto segreto e ci
trovò tutte le amiche di Miss Tattler che si raccontavano tutti i pettegolezzi
e facevano merenda usando la funzione tostapane del suo computer. Quando arrivò
fu costretto a raccontare di nuovo l’orribile barzelletta sugli zombie, che
fece comunque morire dal ridere le vecchine. Poi prese il telefono, compose il
numero di un’agenzia immobiliare e chiese se per caso era disponibile un covo
supersegreto per supercattivi, magari anche in affitto. Mentre Weskor era
impegnato a traslocare, Ida partì per l’Italia. Con mezzi dieci volte migliori
di quelli di Leon (in aereo viaggia in business class), arriva al villaggio.
Là ovviamente non trova niente di meglio da fare che
chiamare subito una delle sue amiche, tanto le ricariche gliele paga Weskor. Ma
mentre parla due figure minacciose, una maschile che imbraccia un forcone e una
femminile che impugna un coltellone, le si avvicinano.
Ida (accorgendosi dei due
bergamados):- Scusa, Meg, me lo racconterai dopo il seguito dell’inseguimento.
Ci sono due tizi che mi vogliono affettare e infilzare. Già, sono proprio
maleducati a interrompere le conversazioni altrui! Ci sentiamo dopo. Ciao!-
(Preme il tasto rosso e si volta verso i bergamados . Una frazione di secondo
dopo i due si ritrovano per terra e Ida riarrotola la sua pistola a rampino.
Sembra una cosa impossibile, ma per mancanza di fondi in questa fanfic non c’è
il rallentatore e perciò bisogna semplicemente accettare il fatto che è
successa. In quel momento le squilla il cellulare. Lei risponde e nello schermo
video compare Weskor.)
Weskor:- Allora sei riuscita
ad arrivare al villaggio in tempo?-
Ida:- Sì, ma questi cafoni mi
hanno impedito di finire di parlare con Meg, che ieri è stata inseguita dalla
polizia, ma lei è stata così veloce da doppiarli. Non ho saputo cosa è successo
dopo, uffa!-
Weskor (con una smorfia di
rabbia soppressa sul volto):- Il villaggio è controllato e gli abitanti
attaccano automaticamente gli intrusi. Però, secondo le mie informazioni, se
suonerai la campana si calmeranno subito. Cerca di scoprire tutto ciò che puoi
sulla Verzas e poi fai rapporto. E mi raccomando: non perdere tempo a
chiacchierare!-
Ida:- Sì, sì, che noia!
Ciao!- (Mette giù. Sta per ricomporre il numero di Meg, ma
all’improvviso...)
Uomo (voce fuori campo):- CHE
DULUUUUR!!! CHE DULUR AI CIAPP!!!- (Ida si avvicina incuriosita alla parete di
una casa e sbircia nel piazzale davanti alla chiesa. Vede un uomo biondo sulla
trentina inseguito dai bergamados che impugna un fucile ad acqua blu
elettrico.)
Ida:- Leon! (Le tempie
cominciano a pulsarle e sul viso le compare un’espressione omicida.) Avrei
dovuto immaginare che l’idiota mandato a salvare la figlia del Presidente era
lui! Bene: nessun testimone e nessuna prova! Questa è la volta che lo uccido!-
Mette via il cellulare e imbraccia la doppietta. Ma
quando corre nel piazzale, Leon non c’è più.
Ida:- Dove si è cacciato?-
(Da un vicolo escono alcuni bergamados.)
Uomo con il cappello ma senza
niente in mano:- Mè urèse ta masà!-
Uomo con il rastrello:-
Cùpala!-
Uomo con l’ascia da lancio:-
Crepà cinese!-
Ida:- Ma state un po’ zitti!
(Tira fuori da sotto il vestito una bomba a mano e li fa saltare tutti.) Sono
proprio dei cafoni! Dove sarà Leon? Hum, forse dalla torre del campanile riuscirò
a vederlo.-
Ida va verso la chiesa facendo fuori tutti quelli che
incontra. Usando la pistola a rampino arriva sul campanile. Da lì osserva il
villaggio e vede che Leon è circondato dai bergamados. L’uomo con il mestolo
per la polenta lo afferra per la gola e comincia a strangolarlo.
Ida (al colmo della gioia):-
Sì, sì! Crepa, Leon! Crepa, brutto maiale! (All’uomo con il mestolo per la
polenta.) Dai, ammazzalo! Dai che ce la fai!- (In quel momento sente un rumore
di motosega dietro di sè. Si volta di scatto e scarica la doppietta su un altro
uomo con la motosega che però cade addosso alla campana facendola suonare.)
Uomo con la vanga:- La
campana!-
Tutti gli abitanti:- Oooh!-
(Ida si affaccia per vedere che succede.)
Ida (disperata):- No, che
fate? Perchè ve ne andate? Dovevate ammazzare Leon, brutti idioti! Tornate
indietro! (Vede che anche l’uomo con il mestolo per la polenta lascia la gola a
Leon e se ne va.) No, anche tu no!- (Tutti gli abitanti entrano nella chiesa e
si chiudono la porta alle spalle. Leon tossisce massaggiandosi la gola e si
rialza.)
Leon:- Sono ancora vivo!
(Guarda in alto felice.) Allora è vero che c’è un angelo che protegge ognuno di
noi!-
Ida:- NOOO!!! Oltre al danno
la beffa! Ma adesso ci penso io a farlo tacere! (Imbraccia la doppietta, prende
la mira e preme il grilletto. Ma si sente solo un clic, segno che le munizioni
sono finite.) Aaargh!!! (Si volta verso l’uomo con la motosega che si sta
rialzando.) È tutta colpa tua! (Gli strappa di mano la motosega.) Ti insegno io
a rovinare tutto così!- (Gli salta addosso e comincia a farlo a pezzi
affettandolo con la motosega.)
Uomo con la motosega
(morente):- E poi saremmo noi i mostri!-
*Tattler in inglese significa
pettegola.
Ringraziamenti:
@utada_hikaru: Guarda che
Ingrid non ha dato nessun appuntamento a Leon! Per il resto, lo vedrai nel
prossimo capitolo!
@Suikotsu: Hai visto che
genere di fortuna? Del cappoccia non te lo dico, ma la mamma di Leon tornerà
abbastanza presto.
@Dea Nemesis: Hum, forse hai
ragione... Forse si meriterebbe un po’ più di fortuna... (Leon:- Appunto! È quello
che dico anch’io!- Autore:- Taci o libero il cane!-) Non ti preoccupare, il
solo fatto che arriverà vivo fino alla fine significa che ne ha anche troppa!
@BaschVR: Hai visto come ha
iniziato la sua parte? Grazie per aver messo la storia tra i preferiti!
@Sengir: Già, le disgrazie
sono appena iniziate!
Attenzione! Tutti quelli che
arrivati qui non commentano dovranno ospitare Weskor a casa loro finchè non si
sarà trovato un nuovo covo!
Scusatemi tutti per il
mostruoso ritardo! Spero che il capitolo sia abbastanza lungo e spassoso da
poter ottenere il vostro perdono!
CAPITOLO
SEI: INIEZIONI E DROGHE
Leon cammina per un sentiero di montagna fischiettando
spensierato la sigla dei Simpson. Non si è accorto che sopra di lui in cima a
un’altura ci sono alcuni bergamados che stanno cercando di fargli rotolare
addosso un’enorme pietra. Però non è che ce ci riescano bene. Anzi per la
precisione non la smuovono di un solo millimetro. Alla fine, stanchi e
amareggiati, decidono di lasciar perdere.
Uomo con il pancione:- Ma
vada via i ciapp! (Tira un calcio e colpisce un sassolino davanti al macigno,
spostandolo. Il macigno comincia a rotolare giù a velocità sempre maggiore.)
Ciumbia ca fürtöna!-
Leon continua a camminare
ignaro del pericolo. Poi vede un luccichio per terra e si china. Proprio in
quel momento arriva il macigno che però colpisce un tronco sulla strada e salta
in alto, mancando per un pelo l’agente del governo degli Usa, cioè l’idiota.
Leon (ancora chinato a
terra):- Cosa sarà? (Raccoglie una pietra luccicante.) Mah, magari è
preziosa...- (Se la mette in tasca e continua a camminare.)
Arriva in un altro piccolo villaggio ed entra in una
casa. Fruga dappertutto per trovare una qualche traccia di Ashley o
informazioni su dove sia, ma trova solo un manuale di cucina intitolato “Mille
e uno modi di cucinare la polenta”. Poi vede un armadio chiuso.
Leon:- Lì non ho ancora
guardato... Però meglio fare con cautela: non vorrei trovarmi davanti anche il
fauno Tumnus zombificato...- (Si mette a lato dell’armadio stringendo nella
mano destra la pistola e apre l’anta con la mano sinistra. Un uomo legato e
imbavagliato casca fuori e cade sul pavimento disteso. Mugola disperato e Leon
gli strappa il nastro adesivo sulla bocca.)
Uomo:- Oh bischero! E fa più
piano, maremma maiala! (Leon comincia a slegargli le mani.) Te ‘un tu sei ‘ome
loro?-
Leon:- No... (Finisce di
slegarlo.) Anche tu parli una lingua che non capisco affatto! Sei come loro?-
Uomo:- No ‘he un sono ‘ome
’sti zozzi! ‘he s’ha ire?-
Leon:- Non ho capito niente.-
Uomo:- Oh te tu sei grullo!
Oh pallino, c’ho una domanda dimorto ma dimorto importante: c’hai una cicca?-
Leon:- Sì, ho delle gomme.-
Uomo (arrabbiato):- T’ho
‘hiesto il fumo, tattameòdi!-
Leon:- Ah, non ce l’ho
allora. Ma che vuol dire tattameòdi?- (In quel momento si sentono dei passi
pesantissimi ed entrano due bergamados.)
Uomo:- Maremma! El Bocia da
l’oĉ de vetr!-
Leon:- Cosa?-
Ma Leon non riceve alcuna risposta, perchè nella
stanza entra un uomo enorme, calvo, ma con una lunga barba nera: el Bocia da
l’oĉ de vetr! È un individuo dalla forza straordinaria: con un pugno può
fermare un rinoceronte in corsa, con le braccia può strozzare un leone, con una
testata può abbattere un elefante e con un calcio può mandare in orbita un
ghepardo. Peccato che non abbia i soldi per andare allo zoo. Leon gli si lancia
addosso cercando di colpirlo con un calcio, ma lui gli afferra il piede e lo
scaglia contro l’armadio. Leon ci cade sopra distruggendolo, ma nonostante il
colpo si rialza.
Leon:- Non mi arrendo mai al
primo colpo! IAAA! (Ci riprova, ma el Bocia lo lancia di nuovo sulle macerie
dell’armadio. Leon si rialza.) Non mi arrendo neanche al secondo colpo! (Dopo
un nuovo tentativo, Leon si mette ancora in piedi sui resti dell’armadio.) Non
mi arrendo nemmeno al terzo colpo!-
La scena si ripete un numero imprecisato di volte.
Leon continua a rialzarsi e a volare di nuovo verso l’armadio, mentre l’uomo
che prima era nell’armadio muove la testa da sinistra a destra seguendo i suoi
movimenti. Dopo un po’ di tempo...
Leon (pieno di lividi e
bernoccoli):- Non mi arrendo neanche al settantottesimo colpoooh!- (Cade a
terra svenuto.)
Bocia:- A la bunùra!
(All’uomo a terra.) E tu?-
Uomo:- Il primo ‘olpo mi
basta, grazie!- (El Bocia gli tira un pugnone in testa e lo stordisce.)
I due bergamados si caricano in spalla Leon e l’uomo e
li portano via preceduti dal Bocia. Tutto diventa buio. Poi si sente una voce
nell’oscurità. È di un uomo vecchio, con pochi capelli in testa e un vestito
lungo blu con cappuccio. Sul petto c’è un grosso ciondolo d’oro a forma di S.
Vecchio:- Deboli mortali,
lasciateci donare a voi il nostro potere! (Compare un altro incappucciato
pallido con una siringa. Si avvicina al vecchio e gli inietta tutto il
contenuto nel collo.) AHIA! Razza d’idiota! Devi farla a lui l’iniezione!-
(Indica Leon svenuto su una sedia.)
Tizio:- Ops, scusi capo! Con
questo buio non si vede niente.-
Vecchio:- E allora accendi la
luce, imbecille!- (Entra un altro tizio con un’altra siringa che accende la
luce.)
Altro tizio:- Ci scusi,
pensavamo che il buio facesse più atmosfera.-
Vecchio:- Sì, ma se sbagliate
a fare le iniezioni è inutile! Bah, fatemi finire il mio bel discorso. Ehm,
ehm! Presto sarai incapace di resistere al nostro intossicante potere e
allora...- (L’altro tizio fa l’iniezione a Leon.)
Tizio:- Ma cosa gli hai
iniettato?-
Altro tizio:- La Verzas, no?-
Tizio:- Allora perchè sulla
siringa c’è scritto “antirabbica”?-
Altro tizio:- Ops, Devo
essermi confuso!-
Vecchio:- Cretini! Andate a
prendere la siringa giusta e sbrigatevi, deficienti!- (I due vanno nella stanza
di fianco e dopo un po’ tornano.)
Tizio (tenendo in mano una
siringa):- Ecco, l’abbiamo trovata!-
Altro tizio:- Però era pieno
anche di altre siringhe dentro una scatola con un’etichetta strappata per metà.
C’era scritto “eroi”. Cosa vuol dire?-
Vecchio (imbarazzato):-
Niente, niente! E poi è solo per uso personale. Ora fategli questa maledetta
iniezione! (Il tizio si avvicina a Leon e gli punge il collo con la siringa.) E
allora sarai sotto il mio completo potere! HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA!!!-
Altro tizio:- Ha, ha, ha,
ha!!!-
Vecchio:- Perchè ridi anche
tu?-
Altro tizio:- No, niente.
Pensavo a quella barzelletta dei due zombi e del circo.-
Tizio:- Già, è davvero
buffa!-
Vecchio (imbestialito come
non mai):- FAGLI L’INIEZIONE E FACCIAMOLA FINITA UNA BUONA VOLTA!!!- (Il tizio,
spaventato, esegue.)
Alcune ore dopo, Leon si risveglia sul pavimento di
una baracca e si accorge di essere legato per le mani all’uomo che aveva
liberato prima. Sono schiena contro schiena. L’uomo dorme e russa
rumorosamente.
Leon:- Ehi, svegliati!- (Lo
scuote un po’.)
Uomo (svegliandosi):- Ohi,
ohi! El Bocia c’ha la mano pesante! Tira certi nocchini! N’abbiam buscate di
santa ragione! (Si guarda attorno.) Dalla padella alla brace!-
Leon:- Vuoi dirmi che cavolo
sta succedendo qui? Tu chi sei? Chi è quel mostro con la barba nera?-
Uomo:- Amerigano, eh? E che
‘osa porta un bischero ‘ome te in ‘odesta parte del mondo? (Leon lo strattona
per le mani.) Giueee! Oh manfano, sta ‘almo! Un lo so ‘he sta capitando qui! Se
proprio ci tieni, ti posso dire ‘he l’omo dal quale n’hai pigliate una sacca di
botte da orbi si ‘hiama Ambrogio Brambilla ed è il capoccia del villaggio. Te
tu ‘ome ti ‘hiami invece?-
Leon:- Il mio nome è Leon.
Sto cercando questa ragazza. (Tira fuori la foto autografata di Nemesis.) L’hai
vista?-
Uomo:- Maremma! Grazie al
cielo no! Maiala 'he brutta!-
Leon (guardando la foto):-
Perchè mi porto dietro tutte queste maledette foto ricordo??? (La mette via e
prende quella di Ashley.) Questa l’hai vista?-
Uomo:- ‘he bella citta! Ma te
tu saresti un poliziotto? No, Leone, un sembri il tipo! Ma d’altronde ormai
assumono ‘hiunque... Lei l’è la figliola del presidente?-
Leon:- Sì, ma... Come lo
sai?-
Uomo:- Poteri psihici!-
Leon (stupito):- Davvero?-
Uomo:- Oh strullo! C’era
scritto sulla foto! (Leon guarda meglio la foto e si accorge che in effetti il
capo gliel’ha annotato in basso a destra, probabilmente pensando che Leon
potesse scordarselo.) Ho sentito dire ‘he c’è una citta prigioniera nella
‘hiesa. Forse l’è lei.-
Leon:- Grazie per
l’informazione. Ma tu chi sei?-
Uomo:- Mi ‘hiamo Gigi
Mattino. Una volta l’ero un poliziotto, ma ora sono solo un gingillone e un
farfallone. L’è da grulli stare nella polizia: passi metà tempo a fare multe e
l’altra metà a farti insultare da quelli ‘he hai multati. E dalle mie parti un
sono tanto garbati!-
Leon:- Beh, almeno non si
corre il rischio di essere intrappolati dagli zombi di continuo!-
Gigi:- Icchè tu vo’ dire?-
Leon:- Dieci anni fa il mio
capo mi ha mandato in vacanza a Racchion City e non è stato un soggiorno
piacevole!-
Gigi:- Un l’è miha la città
dell’incidente del virus?-
Leon:- Sì, il T-virus della
K-Way Corporation. È stata un’esperienza terribile: gli zombi divoravano tutto
quello che trovavano. Si sentivano di continuo i loro orribili ansimi e muggiti
per le vie e le strade. Il mio povero cellulare... Non l’ho più visto!!!- (Si
mette a piangere.)
Gigi:- Su, su! ‘apita! (In
quel momento si apre la porta ed entra un bergamados che trascina un’enorme
scure. Solo Gigi lo vede, perchè Leon è di schiena.) Ehm, Leone...-
Leon (che non si è accorto di
niente):- E poi c’era quella bella cinese innamorata di me! È vero che mi ha
tirato una sberla quando le ho palpato il sedere, ma si sa che le donne sono
così... Era chiaramente pazza di me!-
Gigi (osservando preoccupato
l’uomo con la scure che si avvicina):- Leone, potresti voltarti un attimo?-
Leon (ignorandolo):- Certo,
anche quella Claire Greenfield era carina, ma non era il mio tipo: aveva troppo
la testa fra le nuvole. Si perdeva sempre in chiacchere e non si accorgeva del
pericolo se non all’ultimo momento.-
Uomo con la scure:- Mè urèse
ta masà!-
Leon:- Eh? Che cavolo dici?
(Si volta e vede l’uomo che sta sollevando la scure.) AAAH!!!-
Gigi:- Fa’ qualcosa,
bischero, o ‘odesto buhaiolo c’ammazza!- (Leon e Gigi si allontanano l’uno
dall’altro proprio nel momento in cui cala la scure che così taglia le corde
che li tenevano legati. I due rotolano in direzioni opposte. Poi l’uomo solleva
nuovamente la scure sopra Leon.)
Uomo con la scure:- Crepa!
(All’improvviso si blocca con la scure sopra la testa.) AAAH! L’ernia!- (Cade
sulla schiena e ci resta secco. Gigi nel frattempo scappa. Leon si rialza e gli
squilla la ricetrasmittente. Risponde.)
Leon:- Ingrid, scusami se non
sono riuscito a mettermi in comunicazione prima, ma ero un po’ preso...-
Ingrid:- Stai bene, vero?-
Leon:- Sì, sei gentile a
preoccuparti per me.-
Ingrid (ignorandolo e
voltandosi verso il capo):- Può ritirare l’ordine per la corona di fiori: non è
morto.-
Capo:- Oh, accidenti l’avevo
già pagata! Spero che mi ridiano i soldi!-
Leon (toccandosi):- Grazie
per la fiducia! Un tizio mi ha detto che forse Ashley è nascosta in una
chiesa.-
Ingrid:- Sai dov’è questa
chiesa?-
Leon:- No, ora torno al
villaggio.-
Ingrid:- Va bene, a dopo.-
Leon:- Aspetta! Se non puoi
di venerdì, possiamo fare sabato?- (Ingrid riattacca ancora più infuriata
dell’ultima volta.)
Leon fa per uscire dalla casa, ma, quando passa vicino
a una finestra, fuori compare un tizio vestito di nero e blu scuro con
cappuccio e la parte inferiore del volto nascosta.
Mercante:- Buh!-
Leon (preso alla
sprovvista):- AAAH!!!-
Mercante:- He, he, he! Per di
qua, straniero!- (Si allontana dalla finestra.)
Leon (respirando
affannosamente):- Ma chi era quello?-
Leon esce dalla casa e va sul retro dove trova il
mercante che ridacchia ancora come un cretino. Lo osserva meglio e nota che ha
un occhio nero.
Mercante:- Benvenuto,
staniero!-
Leon:- Che ti sei fatto
all’occhio?-
Mercante:- Ho dell’ottima
merce da vendere!- (Apre il mantello con un gesto teatrale e mostra un vario
assortimento di fucili, pistole, bombe, granate, lanciarazzi, coltellini svizzeri
e forbici dalla punta arrotondata.)
Leon:- Sì, ma che ti è
successo a quell’occhio?-
Mercante:- Non hai abbastanza
soldi, straniero. He, he, he!-
Leon:- No, non mi stai
ascoltando. Io ti ho chiesto... (Il mercante continua a ridacchiare.) Oh,
lasciamo perdere! Che cosa vendi?-
Mercante:- Che cosa compri?-
Leon:- Ma lo fai apposta???
Comunque mi servirebbe una bella arma vera.-
Mercante (estraendo una
doppietta):- Che cosa puoi vendere?- (Leon si fruga nelle tasche e non trova
niente, ad eccezione di quella strana pietra luccicante trovata all’inizio del
capitolo.)
Leon (dandola al mercante):-
Ecco, ho questa, ma non so cosa sia.-
Mercante:- Oh, la comprerò ad
un alto prezzo!- (Dà la doppietta a Leon.)
Leon:- Grazie, ma che te ne
fai di quella pietra?-
Mercante:- He, he, he! Lo sai
come si chiama questa pietra? He, he, he! È uno Spinello! He, he, he! (Tira
fuori dal mantello un tavolino, un martello, un rotolino di carta da avvolgere
e un accendino. Poi, sotto lo sguardo incredulo di Leon, afferra il martello e
riduce in briciole la pietra. Raccoglie con cura la polvere ottenuta, la mette
dentro la carta e la arrotola. Infine prende la canna così ottenuta, se la
porta alle labbra e la accende.) He, he, he!-
Leon:- Ecco perchè ridi
così!-
Mercante (aspirando e
soffiando nuvole di fumo):- He, he, he! Torna quando vuoi, straniero! He, he,
he! (Leon si allontana con la doppietta.) Ma stai attento alla donna in rosso!
He, he, he!-
Ringraziamenti:
@Suikotsu: Beh, Krauser sarà
tremendo anche lui con Leon. Ma avrà i suoi buoni motivi...
@utada_hikaru: Già, povero
cieco... Che brutta fine... Oppure no?... Per favore, non dire più che le sue battute
fanno ridere o Weskor potrebbe meditare il suicidio!
@Dea Nemesis: Quel cieco
rischia di soppiantarmi i protagonisti! Sarà meglio farlo sparire...
@BaschVR: Potrei fare che lei
e la mamma di Leon si conoscono...
@Mishka: Mia cara, non sai
che io sono ovunque? MUHAHAHAHAHA!!! Ok, basta idiozie. Che cugini simpatici!
Magari potresti portarli da Soddler. Ciao e YAY!
@nueblackcrowfriend: Non so, io credo che ci siano
più probabilità che si avveri la tua prima ipotesi, piuttosto che la seconda!
@Sengir: Contro una simile fortuna sfacciata è difficile spuntarla in
effetti!
Capitolo 7 *** QUATTRO TRASLOCATORI, UNO STRANGOLAMENTO E TROPPE TELEFONATE POSSONO ROVINARE LA GIORNATA ***
CAPITOLO SETTE: QUATTRO TRASLOCATORI, UNO STRANGOLAMENTO E TROPPE
TELEFONATE POSSONO ROVINARE LA GIORNATA
CAPITOLO SETTE: QUATTRO
TRASLOCATORI, UNO STRANGOLAMENTO E TROPPE TELEFONATE POSSONO ROVINARE LA
GIORNATA
Nel frattempo Weskor finalmente ha trovato un nuovo
covo segreto, ma il suo nuovo problema è il trasloco. Visto che non può
lasciare Ida da sola in missione senza contattarla per assicurarsi che stia
eseguendo i suoi ordini, ha chiamato un’agenzia di traslochi per impacchettare
tutti i computer, i virus e il materiale top secret. Solo dopo si è accorto del
tremendo errore commesso. Infatti, nonostante avesse specificato di venire a
nottefonda per evitare di farsi notare, i traslocatori, quattro grassi e grossi
beoni, sono arrivati a mezzogiorno in punto.
Traslocatore 1 (bussando alla
porta di casa di Miss Tattler):- Ehi, venite ad aprire!-
Miss Tattler (aprendo la
porta):- Ma chi siete giovanotti?-
Traslocatore 2:- Siamo venuti
per il trasloco, signora.-
Miss Tattler:- Signorina
prego. Dovete aver sbagliato casa, io non intendo affatto traslocare!-
Traslocatore 3:- Come no?
L’indirizzo è questo...- (Weskor arriva di corsa alle spalle di Miss Tattler
salendo dalla cantina.)
Weskor (infuriato):- Brutti
imbecilli, vi avevo detto di entrare dalla porta sul retro!-
Traslocatore 4:- E vabbeh,
che differenza fa? Non si scaldi per un nonnulla!-
Weskor:- Che differenza fa???
Grrr!!! E poi vi avevo espressamente chiesto di venire a mezzanotte in punto!!!
Lo sapete che ore sono???-
Traslocatore 1 (guardando
l’orologio):- Mezzogiorno, è ora di pranzo!- (I quattro vanno al loro
furgoncino, prendono i sacchetti del pranzo e cominciano a mangiare sotto lo
sguardo imbestialito di Weskor.)
Weskor (fremendo dalla
rabbia):- Ma... Siete in ritardo di dodici ore e vi mettete anche a
mangiare???-
Traslocatore 2:- Senta, a
mezzogiorno c’è la pausa pranzo, riprenderemo a lavorare alle tre e mezza, dopo
il pisolino.-
Weskor:- Alle tre e mezza???
Ma io vi ammazzo!!! Vi squarto, vi maciullo, vi distruggo, vi anniento, vi
incenerisco!!!-
Miss Tattler (mettendo una
mano sulla spalla di Weskor):- Su su, si calmi, giovanotto! Non è da lei
arrabbiarsi così. Perchè non ci racconta una bella barzelletta invece?-
Weskor:- NOOOOOOOO!!!! (Corre
in cantina urlando, si chiude dentro e si appoggia di schiena alla porta
blindata.) Se non la finiscono con questa storia delle barzellette io
impazzisco! Sono sull’orlo di una crisi di nervi! (Respira profondamente e si
calma.) Vabbeh, ora devo chiamare Ida. Speriamo che almeno questo mi faccia
stare un po’ meglio.- (Prova a contattarla tramite computer, ma ovviamente ha
il telefono occupato. Weskor sbatte la testa contro la scrivania per la
frustrazione.)
Intanto Ida si trova al secondo piano di una casa poco
distante dal villaggio. Sta parlando allegramente al cellulare.
Ida:- Ha, ha, ha!!! Fa troppo
ridere! Il tuo capo ti ha ordinato di spiare come sospetta spia del KGB uno che
ci mette mezz’ora a formulare una frase di senso compiuto?? E il suo massimo
esercizio è andare in bicicletta per i colli romagnoli! Stefy, il tuo capo è un
vero idiota! Beh sì, anche il mio... Sempre fissato con virus e rischi
biologici! Forse è per questo che non si è mai trovato una ragazza. Ha, ha!
Allora ci sentiamo dopo, non vorrei che quel rompiballe avesse bisogno di
chiamarmi. Ciao!- (Appena mette giù, il telefono squilla di nuovo e lei
risponde.)
Weskor (comparendo nello
schermo video):- Ida! Sono tre ore e mezza che cerco di chiamarti! È una cosa
incredibile!!!-
Ida:- Già, in effetti mi devi
fare la ricarica, ho quasi finito i soldi!- (Weskor si alza in piedi e sfoga la
sua rabbia prendendo a pugni il muro. Poi si risiede calmo.)
Weskor:- Ascoltami Ida:
abbiamo avuto notizie dal nostro informatore all’interno dell’associazione,
Gigi Mattino.-
Ida:- Chi?-
Weskor (contrariato):- Non
hai letto i file che ti ho mandato?-
Ida:- Uffa! Sì, li ho
leggiucchiati, ma erano noiosi!-
Weskor (sospirando, tra sè):-
Ok, sono calmo. Devo restare calmo. (A Ida.) Gigi è il fiorentino che si è
messo in contatto con noi. A causa del suo dialetto perfino il traduttore
universale del computer ha avuto difficoltà a decifrare cosa avesse scritto
nella mail, ma poi ho capito che lui è un ricercatore che lavora per i
Bergamasch. In realtà però è un doppiogiochista: sta spiando le ricerche sulla
Verzas per rubarne un campione. Ma i Bergamasch l’hanno scoperto e lo tengono
prigioniero in una baracca a nord-est del villaggio. Devi trovarlo e farti
consegnare il campione.-
Ida:- Ho capito.-
Weskor:- E non perdere tempo
a telefonare alle tue amiche! Prima porta a termine la missione!-
Ida:- Va bene, va bene! Che
noioso che sei! Insomma, non puoi vivere solo per il tuo lavoro! Esci ogni
tanto, fatti una vita vera!- (Mette giù.)
Weskor (alzandosi per la
rabbia):- Ma come ti permetti??? Per tua informazione io ho una grande vita
sociale, ed è vero quant’è vero che casco sempre in piedi! (Fa per sedersi, ma
cade a terra perchè non c’è più la sedia.) Ahio! Che diavolo...?-
Traslocatore 1 (tenendo
sollevata la sedia fra le braccia):- Abbiamo cominciato a lavorare, non è
contento?-
Weskor (ancora a terra):- Da
morire... Buhuhu!!!- (Piange sconsolato.)
Miss Tattler (entrando):- Su,
non si disperi, giovanotto! Anche lei mi mancherà! Ma non si preoccupi: la
verrò a trovare ogni tanto!- (Weskor piange ancora più forte.)
Mentre Weskor si dispera sul pavimento dello
scantinato della signora Tattler, Ida nella casa incontra il mercante.
Mercante:- Benvenuta,
straniera! Ho dell’ottima merce da vendere! He, he, he!- (Fa il gesto di aprire
il mantello, ma Ida gli punta la pistola in fronte.)
Ida:- Brutto maniaco
esibizionista, non ci provare neanche!-
Mercante (incurante del
pericolo):- Non hai abbastanza soldi, straniera! He, he, he!-
Ida (abbassando la pistola):-
O sei cretino o sei totalmente fatto! Hum... Ce l’hai un fucile di precisione?-
Mercante (estraendolo da
sotto il mantello):- Questo è tutto, straniera?-
Ida:- Sì, dammelo!- (Allunga
la mano per prenderlo, ma il mercante lo allontana dalla sua presa.)
Mercante:- He, he, he! Non
hai abbastanza soldi, straniera! He, he, he! Però... (La osserva con sguardo
lascivo.) He, he, he! Però tu puoi pagarmi anche in un altro modo... He, he,
he!- (Ida gli tira un pugno tremendo nell’occhio destro. Il mercante cade a
terra privo di sensi.)
Ida (prendendo il fucile di
precisione):- E ringrazia che ti è andata ancora bene! La prossima volta non te
la caverai solo con un occhio nero! Drogato maniaco!-
Scende le scale ed esce dalla casa. Torna verso il
villaggio e lo supera, lasciando dietro di sè una scia di bergamados stecchiti.
Poi arriva in un altro piccolo villaggio, entra in una casa cercando tracce di
Gigi. Ma tutto ciò che trova è solo un calendario di donne con il viso coperto
di bende che imbracciano delle motoseghe.
Ida (osservandolo):- Qui
hanno gusti perversi, non c’è che dire... (Si avvicina a una finestra e vede
due bergamados che portano in spalla due uomini: uno è Leon. Ida è
felicissima.) Ah, bene! L’hanno catturato, quel porco! E ora morirà! Ha, ha,
ha!!! Mi spiace solo di non poter assistere di persona alla tortura e alla
morte, ma fa niente! (Guarda anche l’altro uomo.) Hum, forse quello è Gigi
Mattino... No, lui non deve morire, sennò Weskor non mi fa la ricarica. Adesso
li seguo e salvo solo lui. E magari riuscirò anche ad uccidere quel maiale di
Leon con le mie mani... (Squilla il telefonino. Ida risponde.) Meg, ma ciao! Sì,
a me va tutto bene, anzi! Ti ricordi di Leon? Te ne ho parlato un po’ di tempo
fa... Esatto, il maniaco di Racchion City! È qui. Sì, anche a me sembrava
increbile, ma adesso lo ammazzo! No, non sono esagerata! Insomma, io gli avevo
fatto capire di non provarci, ma lui continuava a rompere! Gli avevo pure detto
di avere un fidanzato per levarmelo dalle palle, ma niente! Lo avrei ucciso già
molto tempo fa, subito dopo che mi aveva palpato il sedere, se non fosse stato
per quegli stupidi zombi che si sono messi di mezzo... Davvero? Anne non ha
ucciso Jack perchè lui ha fatto perdere le sue tracce? Secondo me, c’è un
informatore che gli ha raccontato tutto... Non sono fissata con gli
informatori, uffa! Va beh, il mendicante cieco che c’entra?... Non l’ho mica riempito
di legnate... Sì, come ho fatto con quello a Tokyo! Ma tiri sempre fuori quella
vecchia storia? Non l’ho neanche ucciso, l’ho solo preso a colpi di spranga e
poi l’ho scaranventato nelle acque del porto. Insomma, saranno fatti miei! E
poi era uno che aveva perso tutti i soldi in borsa, si sarebbe suicidato
comunque... Senti, adesso devo andare. Ammazzo Leon e poi ti richiamo! Ciao
ciao! (Guarda di nuovo fuori dalla finestra e non c’è più nessuno.) Dannazione!
Forse Weskor ha ragione a dire che perdo troppo tempo a chiaccherare...-
Esce dalla casa di corsa e torna verso il villaggio.
Cerca di passare in fretta evitando i bergamados, ma a un certo punto cinque si
mettono davanti a un’uscita del villaggio impedendole di passare.
Uomo col cappello:- Cupala!
Cinese di merda!-
Ida:- No, sono di fretta,
razza di cafoni! (Butta una granata e li fa saltare tutti. Poi si avvicina
all’uomo col cappello e nota che ha una giacca diversa dagli altri.) Che giacca
schifosa! Certo che hai un pessimo gusto anche nel vestire... Ma... (La faccia
di Ida si illumina in un sorriso.) Questa è la giacca di Leon! Oh, bravi!
L’avete ammazzato! Potremmo anche andare d’accordo, se non foste così
cafoni...-
Riprende a correre cercando tracce di Gigi e arriva di
nuovo alla casa a due piani dov’era prima. Si avvicina alla porta ma sente che
c’è qualcuno dentro che parla.
Uomo con la faccia da
cretino:- Natalino non ‘l è turnàt! Lü ‘l gh’arà dificultà co’ terùgn?- [trad:
Natalino non è tornato! Avrà avuto difficoltà coi terroni?]
Uomo con il pancione:- Lü ‘l è ‘n
barlafüss! Fürtöna ca gh’è
Ambroeus!- [trad: Lui è un imbranato! Per fortuna c’è Ambrogio!]
Uomo con la faccia da
cretino:- Ha, ha! Ambroeus struserà ‘l forèst terùn! Ha, ha!- [trad: Ha, ha!
Ambrogio strozzerà lo straniero terrone! Ha, ha!]
Ida, sentite queste parole, usa la pistola a rampino e
vola sul tetto, per poter controllare meglio la situazione. Contemporaneamente
Leon entra in una stanza al secondo piano. Cammina piano per non farsi sentire,
ma all’improvviso da una porta compare el Bocia da l’oĉ de vetr e lo
afferra alla gola sollevandolo da terra. Poi lo scaraventa sul pavimento,
proprio un attimo prima di strozzarlo. Leon tossisce e rantola a terra.
Bocia:- Tu porti il nostro
stesso sangue a quanto pare.-
Leon (massaggiandosi la
gola):- Non so... Koff!... Io sono di gruppo A... E tu?-
Bocia:- Cito, terùn! Stai
bene attento a non diventare sgradevole ai miei... ehm, al mio occhio o ta
spacherèm ‘l cü!!!-
(Il Bocia rientra nella porta e scompare.)
Leon:- Koff! Questa l’ho capita...- (Leon impugna
di nuovo la pistola e entra nella porta. Appena mette la testa dentro, il Bocia
gli tira uno dei suoi pugnoni alla bocca, facendogli volare via due molari.
Leon cade a terra e spara un colpo a caso con la pistola, centrando in piena
fronte il ritratto di un uomo vecchio col cappuccio e un grande ciondolo dorato
a forma di S sul petto.)
Bocia:- NOOOOO!!! Il ritratto del capo!! Mi era
costato un occhio!!!- (Schiaccia Leon sotto il peso del suo stivale e lo guarda
con occhi... cioè con l’occhio infuocato. Intanto Ida si è calata dal tetto con
la pistola a rampino per guardare che succede. Appena vede Leon a terra impugna
felicissima la pistola e spara due colpi diretti uno al petto e l’altro tre
spanne sotto il mento. Ma in quel momento il Bocia si mette davanti e si prende
entrambi i proiettili nel deretano.)
Ida (infuriata):- Non è possibile! Non solo non
sapete neanche ammazzarlo da soli, ma lo salvate anche??? (Il Bocia si volta e
comincia a correre verso la finestra.) Oh-ho! Meglio andarsene!- (Preme il
grilletto e si tira su con la pistola a rampino, mentre il Bocia sfonda la
finestra e cade con tonfo tremendo. Leon si rialza dal pavimento. Gli squilla
la ricetrasmittente e risponde.)
Ingrid:- Leon, ho delle importanti informazioni per
te!-
Leon:- Che giorno sei libera?-
Ingrid (ignorandolo):- Sembra che questa
associazione, I Bergamasch, sia anche un gruppo religioso. Tra i suoi riti pare
ci siano offerte rituali di taleggio, bagni nella polenta bollente e sacrifici
umani, specialmente di stranieri senza il permesso di soggiorno.-
Leon:- Ah, che bella notizia! Lo sai che il
capoccia del villaggio ha cercato di strozzarmi?-
Ingrid (tra sè):- Perchè non c’è riuscito?!-
Leon:- Cosa?-
Ingrid:- Niente.-
Leon:- Poi ha detto qualcosa riguardo al fatto che
avevamo lo stesso sangue.-
Ingrid:- Davvero?-
Leon:- Già, io gli ho risposto che sono di gruppo
A, ma non mi ha ascoltato, come se stessi dicendo un’idiozia.-
Ingrid (sarcastica):- Chissà perchè...-
Intanto,
fuori dalla casa Ida corre impugnando la pistola, ma i bergamados la
circondano.
Uomo con il forcone:- Ciapimela!-
Uomo con la roncola:- Masèmela!-
Donna con il coltellone da macellaio:- Moër, roia!-
Ida (muovendo la pistola nelle mani):- Avanti,
brutti cafoni! Fatevi sotto! Vi farò pentire di non aver ucciso quel porco di
Leon! (Una siringa le si conficca nel collo.) Oh, cavolo...- (Cade a terra
svenuta. Il Bocia le si avvicina.)
Bocia:- Ti farò pentire d’avermi bucato i
pantaloni, troia d’una cinese! Purtila al sacrifese!- (Due bergamados la
sollevano e la portano via.)
I dialetti questi
sconosciuti...
Allora, visto che alcuni
sembrano non aver capito bene, ci tengo a precisare che Gigi Mattino (nome
parodiato di Luis Sera) parla toscano, dialetto fiorentino-pratese. I bergamados
invece parlano dialetto bergamasco.
Comunque, dato che ci sono
state lamentele riguardo la scarsa comprensibilità dei dialetti, ora spiegherò
quello che serve. Per capire meglio i dialoghi con Gigi dovete sapere che il
dialetto toscano tende ad aspirare le c. Quindi dove c’è un’acca o un apostrofo
in realtà dovrebbe esserci una c (così, ad esempio ‘hiesa vuol dire chiesa).
Riguardo i vari insulti che Gigi rivolge amichevolmente a Leon (i toscani son
fatti così) e meno amichevolmente ai bergamados:
-bischero=stupido, cretino;
-zozzo=sporco;
-pallino=non ha un vero
significato, serve più che altro a richiamare l’attenzione di uno che ha un po’
rotto;
-tattameòdi=stupidotto;
-manfano=maleducato;
-strullo=grullo=sciocco;
-buhaiolo=bastardo.
“Maremma”, “maiala” e “maremma
maiala” sono invece esclamazioni tipiche dialettali.
Per quanto riguarda invece il
dialetto bergamasco, come avete visto, ho messo la traduzione nei punti più
difficili. Comunque metto le parole magari meno chiare (anche dei capitoli
precedenti) con la loro traduzione qua sotto:
-s’cèta=ragazza;
-crinciu=cribbio;
-barlafüss=persona inutile, stupido,
imbranato;
-moër=muori;
-ciapimel/la=prendiamolo/a;
-sciopa=muori;
-biggül=cretino, idiota;
-sa=cosa;
-varda=guarda;
-mè urèse ta masà=ti voglio
ammazzare;
-cupala=ammazzala;
-masamelo/a=ammazziamolo/a;
-roia=aggiungete una t
davanti...
In ogni caso, se avete ancora
domande, fatemele pure via mail.
Ringraziamenti:
@Suikotsu: E qui come ti è
sembrato il capoccia?
@nueblackcrowfriend: Hai
visto che li ho messi? Spero che le spiegazioni sui dialetti ti abbiano
chiarito per bene le idee (e permesso di afferrare quante volte Leon sia stato
insultato senza che se ne accorgesse!)
@BaschVR: Guarda, ho dovuto
aggiornare perchè, se all’inizio ridevo della tua minaccia, ora ci credo, dato
che ieri ha nevicato tutto il giorno con un vento terribile e oggi ha piovuto a
dirotto cosicchè le strade erano tutte un pantano e un acquitrinio. Visto che
non ci tengo a subire altre punizioni da parte dei restanti elementi, mi sono
affrettato a finire il capitolo! Spero ti sia piaciuto (e che ritirerai la
maledizione!). Consiglio anche a te di guardare sopra per delucidazione
linguistico-lessicali (parole rubate al prof di latino, che prima o poi dovrò
restituire).
@utada_hikaru: Hai visto che
c’era anche qua il tuo adorato mercante?
@Sengir: Non prenderle!!!
Vogliono controllarci!! È una cospirazione!!! No, non portatemi via!! AAAAHH!!!
@AnimaDannata: Hai
indovinato! Io lo tratterò benissimo, ma credo che saranno altri a trattarlo un
po’ peggio (specialmente una certa donna in rosso...)
Ida apre gli occhi. È in una chiesa, in piedi davanti
all’altare, dietro il quale c’è un prete che legge qualcosa dalla Bibbia. La
chiesa è piena di gente, tutta vestita elegante, come se fossero a un
matrimonio. Ida si volta e vede le sue amiche, Stefy, Meg e Anne, vestite come
damigelle. Poi scorge Miss Tattler che si soffia rumorosamente il naso e il
mendicante cieco che la tiene a braccetto. Si accorge di avere addosso un abito
bianco dal lungo strascico e di portare un anello d’oro al dito. Con un po’ di
timore si gira lentamente alla sua sinistra e vede Weskor in tight, ma sempre
con i suoi occhiali neri.
Prete:- Vuoi tu Adalberto
Weskor prendere questa donna come tua legittima sposa nella gioia e nel dolore,
nella salute e nell’infezione da virus, finchè morte o mutazione genetica non
vi separi?-
Weskor (raggiante):- Sì, lo
voglio!-
Prete:- Per l’autorità
conferitami dalla chiesa di Scientology, io vi dichiaro marito e moglie. Può
baciare la sposa.- (Weskor fa per baciare l’allibita Ida, ma proprio un attimo
prima che le loro labbra si tocchino la porta della chiesa si apre di
schianto.)
Leon (entrando con una
mitraglietta in mano):- Non ci provare, bastardo!!!-
Weskor (estraendo due 44
magnum):- Lei ormai è mia moglie! Sparisci, idiota!- (Cominciano a spararsi. Ida
e le sue amiche si buttano a terra. I proiettili vaganti fanno fuori metà della
gente presente, inclusi il prete e il mendicante cieco. Poi Weskor finisce i
colpi.)
Leon:- Sei finito!- (Gli
spara una raffica di proiettili e lo butta a terra.)
Weskor (morente):-
Maledetto...- (Miss Tattler corre a soccorrerlo.)
Miss Tattler (piangendo):-
No! Non muoia, giovanotto! La prego, non muoia! Ci racconti una barzelletta
invece!-
Wekor:- Questo è troppo!
Argh!- (Muore. Leon getta via la mitraglietta. Ida gli corre incontro e lo
abbraccia.)
Ida:- Amore mio, mi hai
salvata!-
Leon:- Roba da niente, baby!-
Ida:- Mio eroe!- (Si baciano
appassionatamente.)
Ida si sveglia urlando in una caverna. Si accorge di
essere su un altare sacrificale e vede con la coda dell’occhio un bergamados
che solleva una scure e la cala veloce. Ida compie un movimento acrobatico complicatissimo
(una specie di verticale e capriola in aria) e si ritrova in piedi di fianco
all’altare. Guarda i bergamados con aria furba, ma vede che in realtà la scure
ha tagliato un’enorme forma di taleggio appoggiata su un altro altare di fianco
al suo.
Ida (un po’ contrariata):- Mi
avete fatto fare quell’acrobazia per niente!-
Uomo con la scure:- Oh,
scusa...- (L’uomo con il pancione gli tira uno scappellotto.)
Uomo con il pancione:- Sa
fet, biggül? Nur sèm catif, domandem minga escusa!- [trad: Cosa fai, cretino?
Noi siamo cattivi, non domandiamo mica scusa!]
Uomo con la scure:- Ah,
scusa...- (L’uomo con il pancione gli tira un altro scappellotto.)
Uomo con il pancione:- Te ta
capeset ‘na zverza, matòch!- [trad: Non capisci un cavolo, stupido!]
Uomo con il mestolo della
polenta (arrivando da un’altra grotta):- La pulenta l’è pront! Masì la cinese e
egnì col furmài!- [trad: La polenta è pronta! Ammazzate la cinese e venite col
formaggio!-]
Uomo con il pancione
(all’uomo con la scure):- Möes sèfol!- [trad: Muoviti babbeo!]
Uomo con la scure
(sollevandola e avvicinandosi a Ida):- Scusa, eh!- (In quel momento si sente un
cellulare che squilla. L’uomo con il mestolo della polenta tira fuori da una
tasca un cellulare ultimo modello.)
Ida (con gli occhi fuori
dalle orbite dalla rabbia):- Quello... è... il mio cellulare!!! E tu, brutto
cafone, lo stai toccando con quelle mani lerce di polenta e di formaggio!!!
(Estrae fulminea la pistola.) Morirete per questo!!!- (Spara quattro colpi e fa
fuori l’uomo con il mestolo della polenta e l’uomo con il pancione.)
Uomo con la scure:- Scusa,
scusa!!!- (Ida ammazza anche lui. Poi corre a raccogliere il cellulare.)
Ida (osservandolo):- Meno
male, non si è sporcato. (Rivolta ai cadaveri.) Per vostra fortuna, altrimenti
potevo non essere così comprensiva. (Risponde.) Pronto? Anne, ciao!!! Hai
trovato Jack? No? Hum, guardati intorno, secondo me c’è un informatore... Uffa,
anche tu con questa storia, non sono fissata! Senti, devo assolutamente
raccontarti un incubo che ho fatto... Sì, mi hanno narcotizzata o qualcosa del
genere, ma non importa questo. Devi proprio sentirlo, è una cosa totalmente
assurda e soprattutto piuttosto terrificante! Allora...-
Mentre Ida racconta alla sua amica l’incubo, Leon sta
per affrontare un mostro gigantesco, chiamato el sach da gras! Ma come ci è
arrivato? Per saperlo, bisogna tornare indietro di alcune ore. Dopo aver
concluso la conversazione con Ingrid, Leon esce dalla casa a due piani e si dirige
verso la chiesa. Stranamente riesce a trovarla subito passando attraverso un
passaggio segreto sotterraneo. Sale sul colle attraversando il cimitero e spinge
la porta con tutte le sue forze, ma non si apre.
Leon:- Dev’essere chiusa!
Hum... Forse la chiave è sotto il tappeto. (Alza il tappeto e trova un
foglietto.) “La chiave è nascosta dall’altra parte del lago. Così
quell’imbesel dell’americà andrà a cercarla e verrà divorato dal mòster da
lach.” Accidenti! Perchè lasciano sempre messaggi così criptici? (Lo legge e lo
rilegge.) Credo di aver capito di dover superare un lago... Chissà cosa vorrà
dire “mòster da lach”?-
Leon prosegue e, dopo essere miracolosamente sfuggito
a innumerevoli agguati dei bergamados, arriva sulla riva del lago. Da lì non si
può vedere l’altra riva per via della nebbia, ma con il cannocchiale Leon osserva
una piccola barca sulla quale ci sono due bergamados e il poliziotto ancora
vivo. Leon non sente ciò che si dicono, ma vede che discutono animatamente.
Poliziotto (supplichevole):-
Ehm, amici! Perchè volete buttarmi nel lago? Ve l’ho detto che era quell’altro
alla guida, non io!-
Uomo con il nasone:- Nur
gh’em zemò mültàt ‘l tò amìs!- [trad: L’abbiamo già multato il tuo amico!]
Poliziotto:- Alla faccia
della multa! Comunque, sono sicuro che se la meritava! Io invece potrei
andare?-
Uomo con la barba tagliata
male:- No! Ma toca da da mangià al mòster ura!- [trad: No! Noi dobbiamo dar da
mangiare al mostro ora!]
Poliziotto:- Mostro??? No, aspettate!
Io sono uno di voi! Sono di Casirate d’Adda!-
Uomo con il nasone:- Dabù?- [trad:
Davvero?]
Poliziotto:- Pòta!- [trad:
Certo!]
Uomo con la barba tagliata
male:- Me crède mia! Chi ‘l era ‘l tò pupà?- [trad: Non ci credo mica! Chi era
il tuo papà?]
Poliziotto:- Bartolomeo, dìt
el capà.- [trad: Bartolomeo, detto l’acchiappato, cioè portato all’ospizio con
la forza.]
Uomo con il nasone:- Ah,
Bartolomeo! Me ‘l recurdè! Puarèt!- [trad: Ah, Bartolomeo! Me lo ricordo!
Poveretto!]
Uomo con la barba tagliata
male (abbracciando il poliziotto con le lacrime agli occhi):- Fredèl! Fredèl mè!
Mè gh’ò truàt tà a la fi!- [trad: Fratello! Fratello mio! Ti ho trovato alla
fine!]
Poliziotto (anche lui con le
lacrime agli occhi):- Ca gioia, fredèl!- [trad: Che gioia, fratello!] (L’uomo
con il nasone si soffia il nasone in un fazzoletto.)
Uomo con la barba tagliata
male:- Ura nur non ma spartèserèm pö!- [trad: Ora non ci
divideremo mai più!]
Mentre i tre festeggiano il ricongiungimento fraterno,
il mostro sale dal profondo del lago e li inghiotte tutti. Ma Leon non vede il
mostro, è troppo impegnato a osservare il volo di una farfalla.
Leon:- Ah, mi ricorda quelle
sul vestito di Ida Wrong, quella povera ragazza che non ha saputo resistere al
mio fascino... Chissà se la rivedrò mai... (Torna a osservare il lago, ma non
c’è più nessuna barca.) Uffa! Mi distraggo un attimo e quelli spariscono
subito! Che antipatici!-
Leon va verso un piccolo attracco per le barche, dove
c’è una barchetta a motore. Ci salta su e parte. Sembra che tutto vada bene, ma
quando è circa in mezzo al lago un enorme mostro acquatico dal colore
grigio-bianco con le fauci spalancate salta fuori dall’acqua.
Leon (terrorizzato):- AAAAHH!!!
Ecco cos’era il mòster da lach: il mostro del lago!!! (Il mostro punta verso la
sua barca.) Calma, dovrei avere degli arpioni! (Guarda dentro la barca, ma
trova solo un foglietto.) “Mè gh’ò töc in prestet i arpion. Bruno.” [trad: Ho
preso in prestito gli arpioni. Bruno.] Non so chi sia questo Bruno, ma spero
che muoia fra atroci tormenti!!! (Il mostro si fa sempre più vicino e spalanca
la bocca, pronto ad inghiottire anche questa barca.) Ci vorrebbe un miracolo!
Oh, ti prego, Dio, non abbandonarmi proprio ora! Fa’ che io sia ancora
incredibilmente fortunato!- (In quel momento dalla nebbia emerge un veliero
ottocentesco, sulla cui prua si agita un vecchio con una gamba di legno e un
arpione nella mano destra.)
Capitan Achab:- La balena
bianca!!! Più veloci uomini! Non fatela fuggire! La balena bianca è mia!!!
(Lancia l’arpione e prende il mostro, che è costretto ad abbandonare il suo
pasto e a difendersi.) Questa volta ti avrò, maledetta!!! Mi fumerò il tuo
grasso nella pipa!!!- (Leon osserva il mostro e la nave allontanarsi.)
Leon (alzando le braccia al
cielo):- Grazie San Herman Melville! Giuro che la prima cosa che farò appena
tornato a casa sarà leggere Moby Dick!-
Leon fa ripartire il motore e arriva sull’altra riva.
Scende dalla barca e si incammina sul sentiero. Poi però si sente male. Un
dolore tremendo lo prende al torace e allo stomaco. Arranca fino a una baracca
e si butta dentro. Sopraffatto dalla sofferenza crolla sul pavimento privo di
sensi. Dopo un po’ riapre gli occhi tossendo.
Leon:- Ooohh! Non mangerò mai
più insalata russa sull’aereo! Che mal di pancia! (Si solleva e si mette a
sedere. Poi si guarda le braccia e vede qualcosa di strano, come se le sue
arterie si stessero ingrossando e diventando più visibili.) Che diavolo
succede? Non credevo che l’insalata russa facesse così male! (Delle linee nere
ora coprono tutte le sue braccia e mani e salgono verso il suo collo.) Maledetti
avvelenatori! L’avranno coltivata a Chernobyl! AAAHH!!!-
Proprio in quel momento Leon si sveglia di soprassalto
perchè sente la suoneria del suo cellulare.
Leon (guardandosi le
braccia):- Oh, meno male! Sono normali, era solo un incubo... (Risponde al
telefonino.) Pronto?-
Mamma (arrabbiata):- Ti avevo detto di
mandarmi un SMS la sera!!! Lo sai che ore sono?-
Leon:- Non lo so, mamma...-
Mamma:- Le dieci e mezza!!!
Ma per cosa te l’ho comprato a fare il cellulare se non lo usi??? Ti costava
tanto mandarmi un breve messaggio con scritto:“Ciao mamma, va tutto bene”???-
Leon (contrito):- Scusa, mi
spiace di averti fatta preoccupare...-
Mamma (dolce):- Lo sai che ti
voglio bene, tesoro! Tu sei il mio bambino, io mi preoccupo sempre per te.-
Leon:- Lo so, mamma.-
Mamma:- Beh, allora com’è
l’Italia?-
Leon:- Sinceramente per quel
che sto vedendo non mi sembra un gran che... Il paesaggio è piuttosto bello, ma
la gente è totalmente fuori di testa e poi parlano lingue incomprensibili!-
Mamma:- Fuori di testa? Mi
avevi detto che non c’erano zombie!-
Leon:- Il capo mi ha fregato
ancora: questi sono bergamados, cioè sono zombie in grado di parlare, ma dicono
più che altro idiozie.-
Mamma:- Ah davvero? Adesso
quel brutto cattivone del tuo capo mi sente! Nessuno può trattare così il mio
bambino!- (Mette giù.)
Leon:- No! Mamma, ti prego no!
(Si accorge che ha messo giù.) Oh dannazione! Mi fa sempre fare la figura del
mammone! Per questo nessuna donna mi vuole...- (Squilla la ricetrasmittente.
Leon risponde.)
Ingrid:- Leon, sono sei ore
che cerco di chiamarti!-
Leon:- Forse devo alzare la
suoneria... Comunque avevo perso i sensi.-
Ingrid:- Perso i sensi?
Cos’hai mangiato sull’aereo?-
Leon:- L’insalata russa, ma
non c’entra!-
Ingrid:- Eh, non c’entra! Se
mangi quella roba è chiaro che poi stai male! Hai trovato la chiesa?-
Leon:- Sì, ma era chiusa. Sto
cercando la chiave adesso.-
Ingrid:- Ok, sbrigati però!-
Leon:- Sei impaziente di
uscire con me?-
Ingrid (piuttosto
scocciata):- No, il Presidente ha già comprato per Ashley il biglietto della
sfilata di moda di dopodomani e non vorrebbe che andasse sprecato.-
Leon:- Ah...-
Ingrid:- Ci sentiamo più
tardi allora. E te lo dico per l’ultima volta: non voglio uscire con te!-
(Riattacca.)
Leon (tra sè):- Sto
cominciando a far colpo!-
Esce dalla baracca e corre sul sentiero buio
illuminato da poche torce. A un certo punto gli si parano di fronte due
bergamados.
Uomo con il pancione
(indicando Leon):- Il terùn!-
Uomo con il cappello
schifoso:- Oh, no! Nursèmsulamènt
du! Ca püdèsem fa?- [trad: Oh, no! Noi siamo solo due! Che cosa possiamo fare?]
Uomo con il pancione:- Me gh'ò gna la
pröma idèa!- [trad: Non ne ho la più pallida idea!]
Uomo con il cappello schifoso:- Pensa! Pensa!
Pensa!- (L’uomo con il pancione fa uno sforzo incredibile, si prende la testa
fra le mani, diventa viola e alla fine la testa gli esplode con un grosso
scoppio.)
Leon:- Pensare gli ha fatto un po’ male, si vede
che non era abituato. (Ma dal collo dell’uomo col pancione esce la Verzas, con
tentacoli alle cui estremità sono legate lame affilate.) Oh, non facciamo
scherzi! Che è quella roba?- (La Verzas si muove veloce. Leon si abbassa di
scatto, ma la lama non si ferma, fa il giro completo e infilza l’altro
bergamados.)
Uomo con il cappello schifoso:- Ma te tà sèt
proprio un barlafüss!!!- (La Verzas dell’uomo con il pancione non riesce più a
muoversi, perchè la lama si è incastrata nello stomaco del bergamados e si è
aggrovigliata con la sua Verzas. L’uomo con il cappello schifoso cerca di
togliersi la lama dalla stomaco con tutte le forze, ma non ci riesce. Leon
guarda la scena pietosa.)
Leon:- Scusate...-
Uomo con il cappello schifoso (tirando la Verzas
con entrambe le mani):- Spacca minga i ball, terùn!-
Leon:- Me ne vado subito. Ma prima può dirmi dov'è la chiave della chiesa?-
Uomo con il cappello schifoso:- Non te lo dirò mai,
terùn! Non ti dirò mai che la ciaf de la ceza è in quella cassetta laggiù!-
(Indica una cassetta di legno a margine del sentiero.)
Leon:- Grazie mille!- (Va a prendere la chiave.)
Uomo con il cappello schifoso:- Porca aca!- [trad:
Porca vacca!]
Leon
prende la chiave e si allontana salutando i due bergamados. Sale di nuovo sulla
barchetta e riattraversa il lago. Scende e ripercorre la strada dell’andata. Non
appena entra all’interno di una palizzata, però, subito dei bergamados chiudono
l’entrata e l’uscita. Contemporaneamente altri aprono velocemente un’enorme
portone. Leon estrae la pistola allontanandosi per precauzione. Poi dal portone
esce un terribile... tappo! Un nano alto un metro scarso che salterella allegro
fuori dall’enorme portone. I bergamados sbalorditi guardano bene cosa c’è
scritto sopra sullo stipite:“L’om püse bas da töc, ‘l bas basent ca püse bas
non sa pöl”, cioè “L’uomo più basso di tutti, bassissimo che più basso non si
può”. Un bergamados tira un calcio al tappo e lo manda in orbita, mentre gli
altri vanno ad aprire il portone di fianco, dove c’è scritto invece:“El sach da
gras”. Appena lo aprono esce un gigante grassissimo che si muove a fatica per
via della ciccia. Nonostante ciò, comincia subito a fare a pezzi i bergamados.
Uomo con le bretelle (indicando Leon):- La! La ‘l
duì masà!- [trad: Lui! Lui devi ammazzare!] (El sach da gras lo schiaccia con
un pugno.)
Uomo con la roncola (scappando):- Merda!- (El sach
da gras lo calpesta.)
Uomo con il mestolo:- No! Biggül, no!- [trad: No! Scemo, no!] (El sach da gras si
siede e lo riduce in poltiglia con le sue immense chiappe. Poi si rialza e,
visto che i bergamados sono finiti, si muove verso Leon.)
Leon (sparandogli):- Non gli
fanno niente i proiettili! Non riescono neanche a scalfire la superficie del
grasso! Dannato colesterolo! (El sach da gras sta per afferrarlo, ma un cane
ulula e lo distrae.) È quel cane di prima! (Il cane arriva di corsa e azzanna
Leon alla gamba.) AAAAHH!!! Sì, è proprio quello di prima!!! Lasciami
bastardo! Lasciami!!! (Leon saltella con il cane attaccato alla gamba destra.
La vista di una scena così patetica fa sbellicare el sach da gras.) Bastardo!
Figlio d’un cane! Mollami!!! (El sach da gras ha le lacrime agli occhi da
quanto ride. Cade a terra prono e batte i pugni. A un certo punto arriva a star
tanto male per via delle risate che la Verzas gli esce sulla schiena.) E
lasciami!!! (Tira un pugno al cane che finalmente lo lascia e scappa. Leon,
infuriato, gli spara dietro con la pistola e la doppietta, ovviamente
mancandolo. In compenso però colpisce la Verzas del sach da gras. Il mostruoso
gigante stramazza morto, mantenendo tuttavia il sorriso sul muso.) Uao! Quel
cane mi ha salvato in effetti!-
La
porta si riapre. Leon la attraversa e va verso la chiesa. Finalmente arrivato,
infila la chiave e prova a girare, ma non ci riesce. Preso dalla rabbia, spinge
con forza la porta, ma non si apre ancora.
Leon (urlando):- Perchè non ti apri??? (Prende a
calci e pugni la porta, ma non serve a niente. Disperato, alza gli occhi al
cielo e nota in alto un piccolo cartellino. Lo legge.) “Tirare, non
spingere.”...-
Ringraziamenti:
@Suikotsu: Eh, già è stato
proprio fortunato, anche col cane, eh?
@nueblackcrowfriend: Ci metto
un po’ di più per aggiornare perchè faccio anche capitoli più lunghi qui! E poi
tu non sai che difficoltà dover usare quelle astruse lingue! Comunque no, Devil May Cry non lo conosco, ma ne ho sentito parlare... Perchè?
@AnimaDannata: Beh, credo sia
normale che tu la odi: la concorrenza da sempre fastidio, no? Scherzo, metti
via la motosega!!! AAAAAHH!!!
@utada_hikaru: Ida preferisce
sgozzarlo con le sue stesse mani, ma in mancanza di meglio forse le potrebbe
interessare anche quel quaderno...
@BaschVR: Non ci crederai, ma
il cane-piattola è arrivato sul serio!!! La sorella di un mio amico ha comprato
un bassotto che ha cercato di mordermi i pantaloni!!! Adesso basta! Io vado a
comprare un qualche amuleto contro le tue maledizioni perchè sennò non arrivo
vivo alla fine di questa fic!
@Sengir: Eh, i traslocatori
sono ancora impegnati purtroppo...
@Smile94: Beh, rispetto a
quando hai commentato tu è presto, no?
@Alexis Lockheart: Uao, sei una
vera divoratrice di fanfic!
Leon entra nella chiesa. Si ritrova in una piccola
navata gotica divisa dalle navatelle laterali da quattro colonne con funzioni
strutturali, dette paraste. Ma questa spiegazione è inutile, visto che Leon non
ha mai capito niente di storia dell’arte. All’opposto dell’ingresso si vede un altare sopra il quale è appesa alla parete
una grande S di legno attorniata da numerose scritte votive e frasi celebri del
tipo: “Soddler trionferà”, “Via i terroni da casa nostra”, “I rituali celtici
non sono male, ma la Verzas è meglio”, “Evviva la polenta taragna!” e “Questa
legge qua è una porcata”. Leon entra in una delle navatelle e sale una scala,
arrivando al piano di sopra. Lì trova un pannello di controllo per muovere delle
luci in modo da formare l’immagine di qualcosa in un cerchio sopra la grande S
di legno. Non può andare oltre perchè delle sbarre bloccano il passaggio.
Leon (osservando i tasti):-
Suppongo di dover risolvere questo enigma per poter passare. È tutta una
questione di abilità e intelligenza, ci metterò un attimo! (Dopo mezz’ora di
tentativi Leon è riuscito a far comparire nel cerchio una spirale un po’
sbilenca, il simbolo dell’infinito, il π, uno scorfano, un uomo con la
motosega, un tirannosauro, il marchio dell’Esselunga, il mercante che
sghignazza, la scritta “Ma sei proprio ritardato, eh?” e infine la Z di Zorro.
Poi il macchinario non ce la fa più, si surriscalda ed esplode. Le sbarre si
sollevano.) Beh, in un modo o nell’altro ce l’ho fatta...-
Prosegue nello stretto corridoio e arriva ad un porta.
La apre delicatamente. Appena mette la testa dentro intravede una figura
femminile dai capelli biondi.
Leon (entrando felice):-
Ashley! Finalment... (Ashley lo colpisce in testa con una sedia.) Ahia! Ma che
fai?-
Ashley:- Via, mostro fuori
moda! Non ti avvicinare!-
Leon (avvicinandosi piano):- Ashley,
calmati! Non sono uno di loro! Non ti ricordi? Sono L...- (Ashley gli lancia
contro una sbarra di legno, colpendolo ancora in testa. Leon rimane un attimo
stordito e la ragazza ne approfitta per tirargli un tremendo calcio nelle
palle. Leon si accascia a terra rantolando per il dolore.)
Ashley (mostrando i pugni):-
Allora ne hai abbastanza?-
Leon (rialzandosi piano, con
una mano su ciò che resta dei suoi genitali):- Ooh, sì... Tregua! Basta
legnate! Sono Leon, ricordi?-
Ashley (abbassando i pugni,
pensierosa):- Leon... Ah, già, sei quell’imbecille che mio padre mi aveva messo
alle costole!-
Leon:- Esatto, sono io.
Infatti sono venuto a salvarti per ordine del Presidente.-
Ashley:- Davvero? Allora
sbrigati!!! Non ho tempo da perdere, sai? Ho l’agenda piena per tutta la
settimana e non posso mancare a tutte le sfilate di moda e i party a cui sono
stata invitata! Che figura ci farei??-
Leon (un po’ spaventato):-
Ok, andiamo... (Squilla la ricetrasmittente. Leon risponde.) Ingrid, sono
riuscito a trovare Ashley!-
Ingrid:- Bel lavoro, Leon!
Ma... Che ti è successo?- (Leon infatti ha due enormi bernoccoli in testa,
dovuti alle legnate di Ashley.)
Leon:- Ho dovuto combattere
contro cinquanta guardie armate di mazze chiodate, prima di riuscire a
liberarla!-
Ingrid:- Sarà... Adesso
mandiamo un elicottero a prendervi, torna al villaggio.-
Leon:- Ok, comincia già a
prenotare dal messicano per domani sera!-
Ingrid:- Ma la vuoi
piantare???- (Riattacca incavolatissima.)
Leon:- Ma che le prende?
Arrabbiarsi così... Che le ho fatto?-
Ashley:- La tormenti di
continuo quando è chiaro che nessuna donna uscirebbe con un babbeo come te.-
Leon:- Era una domanda
retorica! Non c’era bisogno di rispondere! E adesso muoviamoci!-
I due ripercorrono il corridoio e scendono dalle
scale. Cioè, Leon scende, Ashley si butta cascandogli sulla schiena e facendolo
cadere a terra lungo disteso.
Ashley:- Oh, ma insomma!
Avresti dovuto prendermi fra le tue forti braccia, no?-
Leon:- Lo terrò a mente per
la prossima volta... Ti potresti togliere dalle mie spalle adesso? (Ashley si
alza e Leon si tira su borbottando sottovoce.) Ecco cosa vuol dire falsa
magra... Ma quanto pesa?- (Escono insieme dalla navatella e in quel momento un
uomo vecchio, con pochi capelli in testa e un vestito lungo blu con cappuccio arriva
di fianco all’altare da sinistra. Sul petto porta un grosso ciondolo d’oro a
forma di S, ha le dita piene di anelli e stringe uno strano bastone nella mano
destra.)
Soddler:- La ragazza viene
con me.-
Leon:- E tu chi sei?-
Soddler:- Se proprio devi
saperlo, il mio nome è Osmundo Oberto Dagoberto Ugoberto Gisalberto Lamberto
Teodeberto Bertoldo Teodone Teobaldo Gaidulfo Ragimperto Ariperto Mangifredo
Arduino Lanfranco Eberardo Arialdo Arnolfo Arnaldo Soddler. Ma gli amici mi
chiamano semplicemente Soddler.-
Leon:- E ci credo!-
Soddler:- Io sono il capo di
questa bella comunità religiosa.- (Indica con un gesto teatrale la grande S
sopra di lui.)
Leon:- Perchè quel simbolo,
scusa?-
Soddler:- Ma sei proprio cretino!
Secondo te? S per Soddler, no?-
Leon:- Ah, ecco perchè lo
porti anche al collo... Però, senza offesa, con quel ciondolo e tutti quegli
anelli sembri un po’ un tamarro!-
Soddler (un po’ arrabbiato):-
Sarai vestito bene te, signor Leone Scottato!-
Ashley:- Fra tutti e due non
so chi sia peggio in fatto di moda...-
Leon:- Prima avevo una bella
giacca, ma qualcuno me l’ha rubata.-
Soddler:- Doveva avere un
pessimo gusto, chiunque fosse... Ma adesso non importa, ci stiamo perdendo in
inutili chiacchere! Non mi chiedi cosa voglio?-
Leon:- Ah, sì! Me lo stavo
dimenticando... (Si schiarisce la voce e prende un espressione arrabbiata.) Che
cosa vuoi?-
Soddler:- Dimostrare al mondo
intero il nostro potere, ovviamente. Gli Stati Uniti non penseranno più di
poter governare il mondo per sempre! Per questo abbiamo rapito la figlia del
presidente, per darle il nostro potere e poi rimandarla a casa.-
Ashley:- Oh, no!-
Leon:- Che cosa c’è, Ashley?-
Ashley:- Credo che mi abbiano
iniettato qualcosa nel collo e che poi abbiano approfittato del fatto che fossi
svenuta per fregarmi il gameboy cube!- (Guarda furiosa Soddler.)
Soddler (un po’ intimorito):-
Non guardare me, non l’ho preso io il tuo gameboy!-
Leon:- Che cosa le avete
fatto?-
Soddler:- Le abbiamo solo
iniettato un piccolo regalino. Oh, ci sarà da morire dalle risate quando
tornerà a casa da quell’idiota di suo padre! HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA,
HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA,
HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA, HA,
HA!!!-
Ashley (a Leon):- Senti, chi se
ne frega del gameboy, io non ho tempo da perdere! Domani c’è un party a casa
della figlia del segretario alla difesa Runsfild e dopodomani c’è una sfilata
di moda di Dolce & Gabbana, quindi io devo essere a casa a Washington prima
delle sei di domani mattina! Perciò digli di sbrigarsi!-
Leon:- Ok... (A Soddler che
sta ancora ridendo.) Scusa, non potresti sbrigarti? Ashley ha molte cose da fare
e non possiamo perdere altro tempo! Anzi, dovremmo proprio andare!-
Soddler (smettendo di
ridere):- Cosa? Ah, sì, scusa, faccio in un attimo così poi potete andare...
No! Che mi fai dire? Voi non ve ne andate da nessuna parte!-
Leon:- E invece sì, c’è un
party alla casa di Runsfild domani e...-
Soddler (arrabbiandosi):-
Basta con queste idiozie! Forse mi sono scordato di dirti, signor Leone
Scottato, che abbiano fatto anche a te lo stesso regalino! Quando le Verzas si
sveglieranno voi diventerete i miei burattini! Avrò controllo totale delle
vostre menti e farete tutto quello che vi dirò!-
Leon:- Tutto?-
Soddler:- Tutto!-
Leon:- Ma tutto tutto?-
Soddler:- Tutto tutto!-
Leon:- Ma tutto tutto tutto?-
Soddler:- Sì, tutto tutto
tutto!!! Non ti sembra una via rivoluzionaria per promulgare una fede religiosa
e politica?-
Leon:- A me sembra più
un’invasione aliena!-
Soddler (stupito):-
Un’invasione aliena?-
Leon:- Sì, come nella Guerra
dei Mondi.-
Soddler (infuriato):- Io odio
quel film!!!- (La porta della chiesa si spalanca ed entrano due uomini
incappucciati che tengono in mano delle balestre infuocate. Proprio mentre
sparano entrambi i loro colpi, Leon afferra Ashley per un polso e si butta
fuori dalla chiesa sfondano la vetrata. Le freccie infuocate proseguono nella
loro traiettoria, prendono la veste di Soddler sotto le ascelle e lo inchiodano
al muro dietro l’altare.)
Uomo con la balestra 1:-
Ops!-
Uomo con la balestra 2:-
Scusi capo!-
Soddler:- Idioti! Venite
subito a liberarmi, razza di impiastri, se non volete che...- (Ma in quel
momento la grande S di legno sopra l’altare si sgancia e cade centrando Soddler
sulla testa quasi pelata. Il vecchio sviene.)
Uomini con la balestra:- Oh,
no! Capooo!!!-
Mentre quei due cercano di salvare alla meno peggio il
loro capo stordito e con il vestito in procinto di andare a fuoco, Leon e
Ashley si rialzano fuori fra i cocci della vetrata.
Leon:- Non preoccuparti,
Ashley! Siamo finiti in questo guaio, ma saremo in grado...-
Ashley:- Leooon! Aiutooo!-
Leon (correndo verso di
lei):- Non preoccuparti, Ashley! Sto arrivando!!-
Ashley:- Guarda i miei
capelli! È terribile! Me li hai tutti spettinati con quel salto! E ora dove lo
trovo un parrucchiere!- (Leon si batte la mano sulla fronte.)
L’agente del governo e la figlia del presidente
riprendono il loro cammino verso il villaggio. Durante il percorso, Leon viene
informato da Ashley di ogni cosa schifosa e fuori moda dell’abbigliamento dei
bergamados, i quali ascoltano pure loro molto attenti e alla fine decidono di
andare a rifarsi il guardaroba, rinunciando ad eventuali agguati. I due superano
il villaggio e a un certo punto vedono un bagliore luminoso nel cielo.
Ashley (indicandolo felice):-
Guarda: è l’elicottero di salvataggio! (L’elicottero viene colpito da un razzo
ed esplode.) Ehm, era l’elicottero di salvataggio...- (Squilla la
ricetrasmittente di Leon. Lui risponde.)
Ingrid:- Leon, mi spiace, ma
temo che l’elicottero sia stato abbattuto.-
Leon:- Sì, purtroppo ho
visto.-
Ingrid:- Ve ne manderemo un
altro il più in fretta possibile, ma un po’ più lontano dal villaggio, così non
butteranno giù anche questo.- (Mette giù.)
Leon e Ashley continuano a camminare, finchè, a un
certo punto, si vede di nuovo il bagliore luminoso nel cielo.
Ashley (indicandolo felice):-
Guarda: è l’elicottero di salvataggio!- (L’elicottero viene colpito da un razzo
ed esplode.)
Leon:- Comincio a credere che
tu porti un po’ di iella!- (Squilla la ricetrasmittente, Leon risponde.)
Ingrid:- Mi spiace, hanno
fatto fuori anche questo!-
Leon:- Già...-
Ingrid:- Per adesso non
riusciremo a mandarvene più, devi cercare un posto dove passare la notte.-
Leon:- Casa tua non sarebbe
male...-
Ingrid:- Leon, vaff...- (Leon
mette giù in fretta. Ashley lo guarda scuotendo la testa.)
Leon:- Eh, quante storie! Non
si può neanche scherzare!-
I due si rimettono in cammino, ma si trovano di fronte
una folla di bergamados piromani inferociti. Corrono indietro, ma altri stanno
arrivando anche da quella parte. Perciò Leon e Ashley vanno veloci a rifugiarsi
in una baracca lì vicino. Entrano e Leon chiude subito la porta.
Gigi (dall’altra parte della
stanza):- Oh Leone! (Lancia una trave di legno prendendo Leon in piena fronte e
buttandolo a terra.) Ops, scusa...-
Leon (massaggiandosi la
fronte):- Ahia! Gigi! Ma sei deficiente? Che male!- (Leon si rialza e usa la
sbarra per riforzare la porta.)
Gigi:- L’è piccino il mondo,
eh? (Guardando Ashley.) E lei le dev’esse la citta del presidente. Maremma ‘he
bona! L’ha du’ bocce ‘he paiono la cupola di Domo!-
Ashley:- Ma oh! Che
maleducato! Come si permette di parlarmi in quel modo, Leon?-
Leon:- Eh, è fatto così...-
Gigi:- Sì, io ‘un ho e’ peli
sulla lingua! Eppoi l’era un ‘omplimento! Ma ‘he sbadato, non ci s’è manco
presentati, io mi ‘hiamo Gigi Mattino, e tu pottina d’un’amerigana?-
Ashley:- Io sono Ashley
Groan, la figlia del Presidente degli Stati Uniti, e ho un disperato bisogno di
un parrucchiere!- (Si guarda istericamente i capelli.)
Gigi (a Leon):- Ma lei l’è
sana?-
Leon:- Sì, è normale: domani
deve andare a un party e allora non vuole fare brutta figura.-
Gigi:- Ma te tu s’è più duro
dei Sammoresi! Maremma ‘he strullo ‘he tu sei! Io volevo dì se l’era stato
iniettato qualhosa anche a lei!-
Leon:- No, sta bene.-
Gigi:- Mmm, ‘un importa.
Tanto prima di diventà ‘ome quegli zozzi buzzoni ci vole un po’. Lei l’era
nella ‘hiesa, vero? Hai ‘onosciuto el sofech allora?-
Leon:- Chi?-
Gigi:- Soddler, ma qui tutti
lo ‘hiamano anche el sofech, ‘he vo’ dì uggioso, asfissiante. Infatti ogni volta
‘he si presenta dice sempre “se proprio devi saperlo, il mio nome è” e parte
‘on una serie infinita di nomi ‘he un si pole pronunciare nè rihordare!-
Ashley (guardando fuori dalla
finestra):- Leon! I mostri fuori moda!- (Infatti i bergamados si sono
avvicinati alla capanna agitando le torce e stanno cominciando a sbattere le
mani sulla porta e sulle finestre.)
Leon:- Ashley, al piano di
sopra!- (Ashley corre di sopra.)
Gigi (estraendo la pistola):-
Ohèi! L’è ‘l momento di giohare!-
Leon (estraendo una
scacchiera):- Preferisci gli scacchi o la dama?-
Gigi (guardandolo con gli
occhi fuori dalle orbite):- Ma te tu se’ più tondo dell’O di Giotto! Maremma
maiala! (Un bergamados sfonda la finestra e corre verso Leon agitando la
torcia.) Attento strullo!- (Leon si volta di scatto e spacca la scacchiera in
testa al bergamados.)
Leon (estraendo anche lui la
pistola):- Ma potresti essere più chiaro, Gigi? Insomma, questo non è mica un
gioco!-
Gigi:- Invece sì, nel mio
paese ce l’hanno tutti i cittini! Residente Male, un gioho stupendo! Una
vera fihata!- (Intanto i bergamados continuano ad entrare.)
Leon:- Me ne parlerai
un’altra volta! (Spara un colpo verso un uomo con il forcone, ma lo manca,
prendendo in pieno un ciuffo di capelli sporgente di Gigi.) Ops, scusa...-
Gigi (toccandosi i capelli
fumanti):- Oh, bischero! Ancora un po’ e mi prendevi la ‘apa! Miseria ‘ane!-
(Si lancia contro Leon e gli tira un ceffone. Leon risponde con un cazzotto e
cominciano a pestarsi. I bergamados li guardano un po’ stupiti.)
Uomo con il forcone:- Oì, vuölter scüzì...- [trad: Ehi, scusate...] (Leon e Gigi
smettono un attimo di picchiarsi.)
Leon:-
Che c’è?-
Gigi:-
‘osa voi?-
Uomo
con il forcone:- Vuölter püdiresef ciamà la s’cèta? Nur üriem dumandà ga ‘nduè i sa trùa i estìc da
Dòls e Gabanòt.- [trad: Potreste chiamare la ragazza? Volevamo domandarle dove
si trovano i vestiti di Dolce e Capanno (NdA: gabanòt vuol dire capanno, ma è
l’unica parola simile a Gabbana in tutto il dialetto bergamasco).]
Leon
(a Gigi):- Che ha detto?-
Gigi:-
Non vorrei dì ‘na ‘azzata, ma me sembra ‘he vogliano ‘omprà li vestiti di Dolce
e Gabban e voglian ‘hiedere alla pottina indove stan li negozi.-
Tutti
i bergamados:- Nur ürèsem Dòls e Gabanòt!- [trad: Vogliamo Dolce e Capanno!]
Gigi:-
Sì, l’è proprio ‘osì!-
Mentre Leon chiama Ashley al
piano di sotto per dare le indicazioni ai bergamados, Ida sta venendo anche lei
alla capanna e ovviamente sta ancora parlando al cellulare con Anne.
Ida:-
E poi Scientology! Insomma, se proprio mi dovrò sposare, almeno non in una
chiesa di quei pazzi! Che figura ci farei?... Cosa? Te l’ho già detto: non mi
ricordo bene com’era il tuo vestito di damigella! Mi sembra fosse azzurro, ma
ti pare che potevo prestarci attenzione? Stavo per sposarmi con quella noia di
uomo che è Weskor! Pensa che vita: tutto il tempo a pensare ai virus e a come
conquistare il mondo!... No, Leon non sarebbe meglio! Che vuol dire che ho
sognato che mi baciava? Era un incubo, Anne! Sì, scherza quanto vuoi... Senti,
ti richiamo dopo, ora ho da fare. Ciao! (Ida è arrivata di fronte a un bivio.
Ci sono due cartelli: su quello a destra c’è scritto “bergamados”, mentre su
quello a sinistra “el sach da gras”.) Hum, qualcosa mi dice che è meglio a
destra...-
Ida prende la strada a
destra. Dopo un po’ che cammina, da una casa salta fuori una donna con la
motosega. Ida imbraccia veloce la doppietta.
Donna
con la motosega:- Moër roia! Me ta ‘nsegne a scületà ‘mè ‘na pütana e a sedur
el me om!- [trad: Muori donnaccia! Ti insegno io a sculettare come una donna di
facili costumi e a sedurre mio marito!-]
Ida
(stupita):- Cosa?- (Dalla casa esce anche un uomo con la motosega.)
Uomo
con la motosega (alla donna con la motosega):- No! Non la màsa! Me ne sò
‘nemuràt!- [trad: No! Non l’ammazzare! Me ne sono innamorato!]
Donna
con la motosega:- Porco traditùr! Le ‘sa ‘l gh’à pö da me?- [trad: Porco
traditore! Lei cos’ha più di me?]
Uomo
con la motosega:- Le ‘l è ‘na bela figa!- [La traduzione è inutile.]
Donna
con la motosega:- Sciopa strons!- [Anche qui non serve.] (La donna con la
motosega attacca l’uomo con la motosega e gli taglia la testa. Ida ne
approfitta per scappare.)
Nel frattempo nella capanna
i bergamados se ne sono andati, diretti tutti alla Rinascente di Milano. Gigi,
Leon e Ashley sono al piano terra.
Gigi:-
Bona! Ora ‘he si fa?-
Leon:-
Noi non abbiamo altra scelta che continuare a muoverci.-
Gigi:-
Allora ‘un vengo ‘on voi. Ho perso ‘na ‘osa. Voi ite pure avanti.- (Esce dalla
porta.)
Leon:-
Gigi!-
Gigi
(da fuori):- Ci si vede Leone! Valeriooo!!!-
Leon:-
Valerio? E chi è questo Valerio?-
Ashley
(piuttosto alterata):- Chi se ne frega di quell’idiota! Ti ricordo che io non
ho tempo da perdere, perciò muoviamoci!!!-
Leon, atterrito, obbedisce
prontamente. Intanto Gigi incontra una ben nota donna in rosso...
Gigi
(a Ida):- Ciao, bella cihala! ‘he c’hai il fumo? (Ida lo fissa gelida con le braccia incrociate.) E ‘he
tu c’hai? Ho ‘apito: ‘un riesci a parlà perchè l’erano anni ‘he ‘un vedevi un
figo ‘ome me! Lo so, mi ‘apita spesso con le donne. Anche tu però sei bona!
Maremma se lo sei...- (Allunga la mano per sfiorarle la guancia, ma Ida gliela
afferra e comincia a torcergliela.)
Ida:- Se non vuoi che ti
spezzi il polso ti conviene smetterla di dire cazzate!-
Gigi:- AHIAAA! Va bene, va
bene! La smetto!- (Ida gli lascia la mano e gli punta fulminea una pistola in
fronte.)
Ida:- Adesso per semplicità
tu risponderai solo sì o no. Capito?-
Gigi (cominciando a sudare
freddo):- Sì...-
Ida:- Sei tu Gigi Mattino?-
Gigi:- Sì.-
Ida:- Hai trovato il campione
di Verzas?-
Gigi:- Non ancora, ma ora vo’
a prenderlo!-
Ida:- Hai incontrato un
americano di nome Leon?-
Gigi:- Ah, sì, l’è un po’ un
bischero, ma mi sta simpatiho...-
Ida (fissandolo con uno
sguardo spietato):- Zitto! E ora l’ultima domanda, veramente importante:
rispondi bene se ci tieni alla tua vita. Hai mai aiutato Leon Scottat Kennedy a
salvarsi?- (Gigi rimane un attimo in silenzio e riflette.)
Pensieri di Gigi:- Maremma
maiala! Devo dì ‘na ‘osa intelligente o questa m'ammazza! Mi sa ‘he Leon
‘un le garba miha tanto! ‘osa diho???... Però ‘he belle tette ‘he c’ha! No! Non
devo dì questo sennò bonanotte! Una ‘osa intelligente, una ‘osa intelligente!!-
Gigi:- La somma dei quadrati
‘ostruiti su ‘ateti è uguale al quadrato ‘ostruito sull’ipotenusa.-
Ida (premendogli la pistola
sulla fronte):- Cosa diavolo c’entra???-
Pensieri di Gigi:- D’accordo,
l’era una ‘osa intelligente, ma non c’entrava un tubo! Devo dì qualcos’altro!...
Ma ‘he belle tette! No! Pensa, pensa! Belle tette! No! Pensa! Belle tette!
Basta! Pensa, pensa, pensa!!!-
Gigi:- Belle tette!-
Pensieri di Gigi:- E mò son
fritto...- (Tutto accade in una frazione di secondo: Ida lo guarda infuriata,
fa per premere sul grilletto, ma poi gli tira semplicemente un fortissimo pugno
nell’occhio destro sbattendolo a terra.)
Ida:- Ringrazia che Weskor mi
ha detto che ci servi vivo! Adesso sparisci e non farti più vedere senza il
campione! E non provare più a dire quello che hai detto nè ad aiutare quel
maiale di Leon o andrai a fargli compagnia sottoterra!- (Gigi si rialza e
scappa via.)
Pensieri di Gigi:- Anche
stavolta c'ho avuto proprio un gran ‘ulo!-
Ringraziamenti:
@Suikotsu: Spero tu abbia
riso altrettanto anche in questo!
@utada_hikaru: No, ad
Haunting Ground non ho giocato. Sì, Leon è fortunato al gioco, ma con le donne
mica tanto, non trovi?
@nueblackcrowfriend: Ho
aggiornato, hai visto? Stai bono, che se mi si mette fretta poi non mi vengono
bene le cose! Comunque sì, lo trattano un po’ tutte male. Ma quella che
sparisce è Claire Redfield, non so se lui abbia mai conosciuto Jill...
@BaschVR: Bah, non so. Temo che
tu sia bravo solo con le maledizioni... Speriamo di fare almeno ambo!
@AnimaDannata: Non ti
preoccupare, io non ti sfido di certo! Anzi, ti prego perdonarmi un attimo per
la figura da scemo che ho fatto fare a Gigi... Ma ci stava troppo bene!
@Ashley Snape: Con un po’ di
ritardo, ma continuo, non ti preoccupare.
E ora... Le misteriose parole
di Gigi! Cioè traduzione dal toscano:
Pottina=una che se la tira
tanto e fa la superiore.
Esse’ più duro dei
Sammoresi=Esse’ più tondo dell’O di Giotto=Essere totalmente idiota.
Valeriooo=parola magica utilizzata da chi stava cercando il fumo
nel pratone delle Cascine.
Cihala=ragazza piacente. (Gigi:-
Mi sa ‘he dovrai alzare il rating, in realtà vo’ dì proprio f...- Autore (tappandogli
al bocca):- Si capisce, non ti preoccupare! Arrivederci a tutti al prossimo
cap!- Soddler:- Ma ricordatevi di commentare!-)
Nel frattempo, in America, Mrs Kennedy, alias la mamma
di Leon, una donna sulla sessantina ancora piuttosto vigorosa, dopo aver
terminato la telefonata a suo figlio, si mette il suo cappotto fucsia e il suo orribile
cappello a forma di tacchino, esce di casa e va di corsa alla sede degli agenti
del governo degli Stati Uniti. Incurante di Ingrid che cerca di fermarla, la
signora entra nell’ufficio del capo scardinando la porta e si piazza davanti
alla scrivania.
Capo (alzandosi dalla sedia e
sollevando gli occhiali neri dagli occhi):- Che significa questa intrusione,
signora Kennedy?-
Mamma (furiosa):- Hai mandato
là il mio bambino da solo! È in pericolo, lo sento! Devi mandare assolutamente
qualcuno ad aiutarlo!-
Capo:- Senta, signora
Kennedy, suo figlio sa badare a se stesso. È adulto e vaccinato. In ogni caso
non sono fatti suoi, è compito mio dirigere questa missione, ora se ne vada!-
(Afferra la donna per un braccio e fa per mandarla via.)
Mamma:- Nessuno può
permettersi di trattarmi così!- (Fulminea, tira un calcio nella palle al capo,
gli prende il braccio, lo solleva sopra di sè e lo scaraventa sulla scrivania
che si sfascia. Ingrid la guarda allibita.)
Ingrid:- Ma... Come...?-
Mamma:- Anche se dal mio
abbigliamento potrebbe sembrare che io sia solo una povera vecchietta con
scarso gusto, per sua informazione in realtà io sono cintura nera di karatè e
cintura rossa di Judo, signorina. (Si rivolge al capo.) Ai miei tempi ero la
migliore spia della Guerra Fredda ed ero famosa, oltre che per il mio
innegabile fascino, per la mia capacità di percepire i pericoli incombenti. Ora
il mio bambino è in pericolo, ne sono sicura! Devi mandare dei rinforzi!-
Capo (rantolando fra i pezzi
di legno della scrivania distrutta):- Ahia, ahia! Le giuro che lo farei, se
potessi... Ma mi hanno già abbattuto due elicotteri e me n’è rimasto solo
uno... Oooh, che male!-
Mamma:- Uno??? Voi siete gli
agenti del governo degli Stati Uniti, dovete difendere il Presidente degli Stati
Uniti e la sua famiglia e avevate in dotazione solamente tre elicotteri???-
Capo:- Ehm, sì... Il
Presidente ci ha tagliato i fondi perché ha deciso di costruire un enorme ponte
dalle Hawaii alla terra ferma. Dice che, se il premier nano italiano può fare
un ponte per unire un’isola al resto del suo paese, noi non dobbiamo essere da
meno!-
Mamma:- Quel Groan è un vero
rincoglionito! Ma non ha capito che sua figlia è in pericolo?-
Capo:- Mi sa che se n’è già
scordato...-
Mamma:- Va bene, ho capito!
Ci dovrò pensare da sola! (Prende il cellulare e compone un numero.) Pronto?
Devo parlare con il Sommo!-
Intanto Leon e Ashely sono arrivati all’uscita dal
villaggio. Ma c’è un grande portone che impedisce loro di passare. Ha un
piccolo incavo rotondo al posto della serratura.
Leon (spingendolo):- Oh,
accidenti! Non si apre. Forse con una spallata... (Prende la rincorsa e tira
una spallata tremenda. Il portone non si apre, ma Leon casca a terra per il
contraccolpo.) Ahia! Che male! Ma non mi arrendo! Riproverò! (Si rialza e
ripete le stesse mosse di prima, cadendo ancora a terra.) Oooh, la mia spalla!
Che dolore!-
Ashley (tenendo un libretto
in mano):- Aspetta, Leon, guarda cos’ho trovato!-
Leon:- Non ora, Ashley, sto pensando
a come aprire questo portone! Hum, magari provando a prenderlo a testate...-
Ashley (sfogliando il
libretto):- No, forse dovresti prima leggere qua!-
Leon:- Sì, sì! Dopo, dopo!-
(Prende la rincorsa e tira una testata fortissima contro il portone, che però
ovviamente non si apre. Leon casca a terra svenuto.)
Ashley (scuotendo la testa):-
Che idiota!- (Si china su Leon e comincia a schiaffeggiarlo per svegliarlo.)
Leon (mezzo-svenuto):- No,
Ida, non ti ho palpato il sedere... Mi sembrava solo che cadesse... e allora
dovevo impedirlo...-
Ashley:- Ma che dici?- (Gli
tira uno schiaffone più forte degli altri e Leon apre gli occhi.)
Leon:- Hu? Che è successo?
Perchè mi riempi di schiaffi? Perchè mi scoppia la testa? Perchè sono per
terra?-
Ashley:- La risposta a tutte
le tue domande è che sei un deficiente! Mentre cercavi di ammazzarti, io ho
trovato un modo per aprire il portone. Guarda!- (Gli mette di fronte agli occhi
un libretto rilegato in pelle intitolato “Diario segreto del Bocia da l’oĉ
de vetr”. Leon si rialza.)
Leon:- Ma dove l’hai
trovato?-
Ashley:- Qui per terra.-
Leon:- E cosa c’è scritto che
potrebbe servirci?-
Ashley:- Guarda sulle pagine
di oggi.- (Leon lo prende in mano.)
Leon (leggendo):- “Oggi sarà
una bella giornata: Signùr Soddler mi ha promesso una nuova testa di terrone
per la mia collezione e anche una di un americano. In effetti potrei cominciare
una nuova raccolta: non mi dispiacerebbe collezionare teste americane. Ma prima
devo completare quella già iniziata.” (Leon si tocca il collo e deglutisce.)
Beh, questa parte non mi interessa. Vediamo più avanti! (Scorre la pagina e
legge.) “Putàniga! Orca malora! È successo un gran rebelòt! Tutti quei
barlafüss che avevo mandato ad ammazzare il terrone e l’americano e a catturare
la s’cèta sono spariti! Sono andati a Milàn a comprarsi dei estìc di merda! Mi hanno lasciato da
solo come un cuiù! E ora Signùr Soddler mi farà un culo così, se non fermerò
l’americano. Ma non fuggirà: il portone all’uscita del villaggio si può aprire solo
al mio sguardo! Gli tenderò un agguato nel gabanòt dove faccio i miei bagni
nella polenta. Lo prenderò sicuramente di sorpresa: è talmente idiota che non
capirà il mio piano neanche dopo aver letto queste parole sul mio diario che
lascerò a posta vicino al portone.” Hum, come al solito non è uno scritto di
facile interpretazione.-
Ashley (sbalordita):- Ma cosa
dici? Sei dislessico?-
Leon:- Adesso basta
parolacce, le ragazze non dovrebbero dirne! Credo di aver capito di dover andare
in un capanno qui vicino, magari lì troverò la chiave del portone.- (Si
incammina.)
Ashley (tra sé):- Che era
idiota lo sapevo, ma non credevo così tanto...-
I due dopo un po’ arrivano davanti a un capanno. Si
sente puzza d’agguato lontano un miglio. Infatti persino Leon comincia ad
accorgersene.
Leon:- Meglio se tu ne resti
fuori, Ashley. Vai a nasconderti!- (Nessuno gli risponde. Leon si volta e vede
che Ashley è già sparita.)
L’agente americano deglutisce e apre la porta. Entra
nel capanno con la pistola in pugno e guarda velocemente di fronte a sé, a
destra e a sinistra. Ma non vede nessuno: il capanno è vuoto, ci sono solo
alcune damigiane piene di grappa fatta in casa e un’enorme vasca per i bagni
nella polenta.
Leon (sospirando):- Fiuuu!
Meno male, avevo quasi pensato che ci fosse lo strangolatore col barbone! Ma
per fortuna non c’è e ora me ne vado. (Rinfodera la pistola e fa per voltarsi
ma sente con la mano destra qualcosa dietro di lui. Non è la porta.) Oh,
cacchio! (Leon comincia a sudare freddo. Muove la mano e tasta l’essere dietro
di lui per capire chi è.) Hum... Pettorali d’acciaio... Barbona folta e
ispida... Nasone adunco... E, temo, occhio di vetro!- (Ma sbaglia e mette il
dito nell’occhio vero del Bocia.)
Bocia:- AAAAAAAHHH!!! IL MIO
OCCHIO BUONO!!!-
Leon (voltandosi di scatto):-
AAAAAAAAHHHH!!! EL BOCIA DA L’OC DE VETR!!! (Il Bocia lo afferra per la gola e
lo lancia contro il soffitto. Leon sbatte la testa e cade sul pavimento come un
sacco di patate. Il Bocia intanto chiude la porta facendo un nodo alla bocca di
lupo con la sbarra di acciaio. Poi si avvicina a Leon per strozzarlo, ma
l’agente rotola di lato e calcia una damigiana di grappa, che comincia a
versarsi a terra. Leon punta la pistola sul
liquido.) Adìo, Ambroeus! (Spara e subito la grappa prende fuoco. Leon salta e
schiva l’esplosione delle damigiane, mentre il Bocia ne viene investito in
pieno. Ma l’unico effetto è che si brucia il suo soprabito, peraltro parecchio
brutto e fuori moda, e i pantaloni, cosicchè rimane solo con le mutande a
cuoricini. Tuttavia contemporaneamente la sua schiena e le sue braccia si
allungano, mentre l’addome scompare per fare posto a numerosi aculei e sulla
schiena spuntano altre due braccia che terminano in pungiglioni. Leon lo guarda
un po’ preoccupato.) Ehm, senti, rimaniamo calmi: i vestiti te li posso
ricomprare...-
Bocia:- Ma vadan via i ciapp
i estìc! La mia grapa da la goma*! RAAAAAARGH!!!- (Dopo aver lanciato il suo
urlo di furia, il Bocia si scaglia contro Leon.)
Leon:- Mi spiace per la
grappa, te la ripagoooo!!! (Il Bocia lo afferra con una mano. Poi comincia a
lanciarlo in aria e a giocarci come se fosse un birillo da giocoliere.) No,
mettimi giù! Mi viene da vomitare!- (Il Bocia lo scaraventa a terra in fondo
alla baracca.)
Bocia (avvicinandosi a Leon
minaccioso):- Ti farò a pezzi, americano di merda! Non hai speranze contro di
me! Sono l’uomo più forte della Padania e quindi anche del mondo intero! Non
esiste nessuno, tantomeno nel tuo schifiùs paese, più forte di me!!!- (Il tetto
della baracca viene sfondato da un colpo fortissimo e un istante dopo un uomo
dalla barba e i capelli tendenti al rosso e con cappello e stivali da texano
colpisce il Bocia alla testa con un calcio rotante. La testa si stacca di netto
e vola fuori da una finestra, fa il giro del mondo due volte e infine rotola di
fianco a Leon.)
Chuck Norris (rivolto al
cadavere del Bocia):- Ora non bestemmierai più!-
Leon (sbalordito):- Chuck
Norris! Ma come è possibile?-
Chuck Norris:- Dovevo un favore
a tua madre, figliolo. Adesso devo andare però: in Texas c’è bisogno di me!-
Leon:- Grazie, Vostra
Calciorotanza! Addio!- (Chuck Norris lo saluta con un piccolo movimento del
cappello, si volta e parte in volo come un razzo, passando dal buco nel tetto
creato prima.)
Lo so che questo capitolo è
un po’ più breve degli altri, ma, data la presenza di Sua Calciorotanza in
persona, ovviamente è come se fosse lungo il doppio (chi non è d’accordo sarà
calciorotato all’istante!).
Ringraziamenti:
@nueblackcrowfriend: Come
vedi, ho richiesto la partecipazione di Chuck Norris già per questa fic, per
l’altra dovrò usare un altro stratagemma!
@Suikotsu: Spero sia stato
divertente anche questo!
@White Shadow: Beh, Leon l’ho
ridotto un po’ un pirla, hai ragione... Però sono contento che ti faccia
ridere! I dialetti ci stavano bene, una lingua incomprensibile come quella
degli spagnoli nel videogioco. Ma non li ho scelti proprio a caso...
@SgF: Grazie per il commento
così elaborato! Non ci avevo proprio fatto caso agli accenti, li correggerò. Ti
ringrazio anche per aver lodato così tanto le mie capacità comiche, spero di
non deluderti in futuro.
@Sengir: Che sfiga che ha il
tuo compagno di classe!
Leon si rialza e guarda la testa del Bocia: l’occhio
di vetro si stacca dal bulbo e cade. L’agente americano lo raccoglie.
Leon:- Capisco che serva per
aprire la porta, ma che schifo!!! Bleah!-
Esce dal capanno tenendo l’occhio tra il pollice e
l’indice della mano destra con un’espressione disgustata. Ashley gli viene
incontro.
Ashley:- Sei ancora vivo,
incredibile! Ma che è quello schifo che tieni in mano?-
Leon (parlando a denti
stretti sempre con la solita smorfia di disgusto):- Lascia stare e andiamo!-
Ashley:- Ma come hai fatto a
cavartela contro il Bocia?-
Leon:- Diciamo che ho
ricevuto un aiuto dall’alto.-
Ashley:- Da Dio?-
Leon:- No, più in alto!-
Ashley lo guarda stupefatta, comprende e tace in segno
di rispetto reverenziale. I due arrivano al portone, Leon infila l’occhio
nell’incavo e il portone si apre. L’agente americano e la figlia del presidente
lo attraversano e si avvicinano a un ponte levatoio davanti a un castello in
stile medievale.
Leon:- Dall’altra parte del
ponte!- (Leon parte di corsa. Ashley lo segue camminando.)
Ashely:- Ma perché corri? Non
c’è nessuno che ci insegue!-
Leon (guardandosi alle
spalle):- Ah, già... Chissà dove sono finiti i bergamados...-
Intanto a Milano, in Piazza del Duomo...
Uomo con il forcone (con una
t-shirt Trussardi, dei jeans Cavalli e una cintura D&G da 500000 euro):-
Ura sé ca nur
sèm d’i figürì!- [trad: Ora sì che siamo dei figurini!-]
Tutti
gli altri bergamados (vestiti più o meno allo stesso modo):- Pòta!- [trad:
Certo!]
Contemporaneamente vicino al castello...
Leon:- Va beh, entriamo nel
castello, ci servirà come riparo per la notte.-
Ashley (furiosa):- Per la
notte??? Ma io domani devo andare al party della figlia del segretario Runsfild
e ho bisogno di cinque ore come minimo per prepararmi prima, non posso perdere
tempo qua!!!-
Leon:- Ashley, cerca di
ragionare, per ora non ci sono più elicotteri di salvataggio e...-
Ashley:- Non me ne importa un
cavolo delle tue scuse! Io non entrerò mai in quello stramaledettissimo
castello!!!- (Ashley pianta i piedi a terra, incrocia le braccia e mette il
broncio voltandosi di spalle a Leon.)
Leon (tra sè):- Devo riuscire
a convincerla a seguirmi... Hum, forse ho un’idea... (Ad Ashley.) Ashley, lo
sai che in quel castello ci saranno almeno 15000 stanze? Di sicuro ci saranno
anche bagni dove potrai farti il make-up...-
Ashley (girandosi di
scatto):- Davvero? Allora muoviamoci, che stiamo aspettando??- (Attraversa il
ponte alla velocità della luce.)
Leon:- He, he! Lo sapevo!-
Leon segue la ragazza ed entrambi entrano nel castello.
Dal cortile esterno si introducono in un corridoio interno attraverso una
porta. Camminano cautamente, perché, nonostante Ashley voglia trovare il
necessario per il make-up in fretta, anche lei si è accorta del clima tetro e
lugubre del luogo. Leon avanza davanti a lei con la pistola in un pugno. Tutto
sembra tranquillo, quando all’improvviso...
Mercante (saltando fuori da
una nicchia):- Buh!-
Leon:- AAAH!!!-
Mercante:- He, he, he!-
Leon (respirando
affannosamente):- Ma devi sempre comparirmi davanti così???-
Mercante:- Ho dell’ottima
merce da vendere, straniero!- (Mostra una mitraglietta.)
Leon:- Sì, mi potrebbe
servire, grazie! (Allunga la mano, ma il mercante gliela allontana con uno
schiaffo.) Ahi!-
Mercante:- Non hai abbastanza
soldi, straniero! He, he, he!-
Leon (grattandosi la testa):-
Oh, accidenti! E se ti promettessi una percentuale sul mio futuro stipendio?-
Mercante (con aria scettica):-
See, ma quale stipendio? Solo cash, straniero! He,
he, he!-
Leon (frugandosi nelle
tasche):- Hum, aspetta un attimo... Ehi, la vuoi questa pietra che ho trovato
per terra poco fa?- (Estrae la lacrima viola.)
Mercante:- Ah, la comprerò a
un alto prezzo!- (Gli dà la mitraglietta. Il mercante prende la pietra, tira
fuori dal mantello un tavolino, un martello e una cannuccia e comincia a
frantumare la lacrima viola.)
Leon:- Non mi dire che ti
fumi anche questa!-
Mercante:- No, sei matto? He,
he, he! Questa non si fuma assolutamente! (Dispone la polverina ottenuta in
modo da formare delle piste, prende la cannuccia, se la avvicina alla narice e
comincia a sniffare.) He, he, he!-
Leon:- ‘Sta storia qua è
piena di droga!-
Mercante:- Alla prossima,
straniero! He, he, he!-
Leon e Ashley si allontanano dal tossicomane e
riprendono il cammino nei corridoi dell’antico edificio.
Leon:- Beh, direi che ora
siamo al sicuro, Ashley. Siamo in un bel castello medievale, guarda che roba!
Torce, arazzi, antiche armature, vetrate, un gruppo di pazzi fanatici avvolti
in sai monacali che ci viene addosso con delle mazze ferrate, mobili antichi,
tappeti...-
Ashley (indicando il gruppo
di fanatici):- Spara, idiota!- (Leon comincia a far fuoco con la mitraglietta.
Un monaco però riesce ad afferrare Ashley e portarla via.)
Leon:- Ashley! NO! (Spara al
monaco e Ashley cade a terra. Leon si avvicina.) Stai bene?- (Ashley gli
strappa la mitraglietta di mano e scarica tutto il caricatore contro
l’incappucciato a terra.)
Ashley (rivolta al cadavere
del fanatico):- Così impari a toccarmi il culo, pervertito!- (Strappa una mazza
chiodata dalle mani di un altro fanatico e continua a infierire sul cadavere.)
Leon:- Comincia a farmi
paura...-
Fanatico senza più la mazza
chiodata:- Pò a mé!- [trad: Anche a me!] (Ashley colpisce anche il fanatico
senza più la mazza chiodata con la sua mazza chiodata e gli altri fanatici
decidono che per ora è meglio cambiare aria e scappano via a gambe levate.
Squilla la ricetrasmittente di Leon. Lui risponde.)
Ingrid:- Leon, noto che sei
sopravvissuto allo scontro con il capoccia.-
Leon (gasandosi):- Sì, dovevi
vedermi: gli ho tirato un sinistro, poi un destro, poi un sinistro ancora, poi
un calcio in faccia e...-
Ingrid:- Leon, è inutile che
ti pavoneggi: tua madre è qua in ufficio, so benissimo che è stata lei a
chiamare Chuck Norris a salvarti!-
Leon:- Acc...-
Ingrid:- Vuole sapere come
stai.-
Leon:- Sì, sto bene e pure
Ashley. Ringrazia mia mamma per l’aiuto.-
Ingrid:- Dove vi trovate
adesso?-
Leon:- Siamo entrati in un
castello, ma credo che anche questo sia legato alla setta dei Bergamasch. Ci
sono un po’ di pazzi fanatici vestiti da monaci in giro.-
Ingrid:- Hum, senti, ho
un’idea, ma ho bisogno che tu...-
Leon:- Che io ti inviti a
cena?-
Ingrid:- Leon, se non la
pianti con questa storia giuro che non appena ti vedo ti stacco le p...- (L’audio
della ricetrasmittente viene disturbato da delle interferenze e
contemporaneamente l’immagine di Ingrid comincia a diventare sfuocata e a
ballare fino a svanire del tutto.)
Leon (colpendo la
ricetrasmittente con una mano):- Maledizione, si è rotta! E pensare che la
garanzia assicurava dodici mesi.-
Ashley:- Quando l’avete
comprata?-
Leon:- Quindici anni fa, ma
che c’entra?-
Ashley riprende a camminare scuotendo la testa e
sospirando. I due escono dal corridoio e camminano su un tratto di mura all’aperto.
Gigi (raggiungendoli da
dietro):- Oh Leone! (Lancia una trave di legno prendendo in piena fronte Leon
che si è voltato e buttandolo a terra.) Ops, scusa...-
Leon (rialzandosi con una
mano sul nuovo bernoccolo):- Ahia! Gigi! Ma perché l’hai fatto di nuovo?-
Gigi:- Dalle nostre parti ci
si saluta ‘osì. C’ho qualhosa per voi bischeri... (Si fruga le tasche, ma non
trova nulla.) Maremma maiala! L’ho smarrito quando son ruzzolato giù dalle
scale fuggendo dai Ciellìn.-
Ashley:- Cos’hai perso?-
Leon:- Chi sono i Ciellìn? E
perché hai un occhio nero?-
Gigi:- ‘azzi miei. Loro
gl’enno li pazzi fanatici ‘onciati ‘ome monaci ‘he stan in ‘sto ‘astello. ‘redo
‘he siano gerarchihamente più in su dei bergamados, ma sono ‘omandati da un nàcchero*
‘he pare davvero un cittino d’otto anni. ‘omunque, io so ‘he v’hanno iniettato
la Verzas. Dovreste ‘apirlo anche da soli: i sintomi son dire ‘he quei pori
‘risti ‘he vivono a Sud del Po’ fanno ‘osì tanto schifo ‘he un si posson
vede’.-
Leon:- Ma no, Gigi. Io non
dico che i napoletani, scusa la parola, fanno così tanto schifo che non si
possono vedere, anzi: sono degli ottimi fenomeni da baraccone per il circo! (Gigi
e Ashley lo guardano preoccupati. Leon sbianca in viso e si porta le mani alla
bocca.) O mio Dio, cos’ho detto?-
Gigi:- Maremma maialissima!
Sta già principiando a farti effetto! Parli ‘ome quei babbalei buhaioli! Devo
ire ‘ndietro a pigliavvi l’antidoto. (Fa per andare, poi si ferma.) O ma ‘he è
‘odesta storia? Uno rischia ‘l ‘ulo per voi e un gli dite nulla?-
Ashley:- Giusto: sbrigati a
trovare l’antidoto che io non tempo da perdere!!!-
Gigi:- L’era meglio prima! Ci
vediamo, Leone!-
Gigi si allontana tornando indietro mentre i due
attraversano un portone ed entrano in un grande salone in stile neogotico
illuminato da torce. A un certo punto una risata stridula echeggia dall’alto
della sala. Leon e Ashley alzano lo sguardo e vedono sopra un piccolo balcone
un tappo dalla pelle grigia vestito all’ultima moda (secondo i canoni del 1768)
con in testa una parrucca col codino sormontata da un tricorno. Ai suoi fianchi
ci sono due tizi avvolti in tuniche verdi molto ampie. Sono le sue temibili
guardie del corpo: i Verdani.
Paulèt:- Stavo cominciando a chiedermi
quando ti avrei incontrato!-
Leon:- Chi sei?-
Paulèt:- Mi chiamo Paulèt
Fumagalli e sono l’ottavo castellano di questa magnifica speculazione edilizia!
Io sono stato onorato con il prodigioso potere del grande signùr Soddler!-
Leon:- La prolissità?-
Paulèt:- Sì... Cioè no! Il
potere della Verzas, che anche voi presto otterrete!-
Ashley:- Io non voglio alcun
potere schifoso, ma solo una stanza dove farmi il make-up in pace! Quindi
finiscila di dire idiozie e lasciaci passare, tappo!-
Paulèt:- Tappo??? Come osi
sbeffeggiare la mia invidiabile altezza di un metro e diciassette centimetri???
Sei proprio una ragazzina viziata e maleducata!-
Leon:- Ha ragione lui,
Ashley, non è gentile chiamare tappo un bambino. Deve ancora crescere!-
Paulèt:- Esatto, e... Cosa???
Io un bambino??? Ma signor... (Si gratta la testa sotto il tricorno.) ehm...
Washington?-
Leon:- Il mio cognome è
Kennedy!-
Paulèt:- Kennedy, Washington,
che differenza fa? Sempre un presidente americano è! Insomma, quanti anni credi
che io abbia?-
Leon:- Otto?-
Paulèt (fumando dalle
orecchie per la rabbia):- OTTOOO?!?!-
Leon:- Sei? Quattro?-
Paulèt:- Ne ho ventisette!!!-
Leon:- Sì, certo, bambino.
Ora però fammi parlare con i tuoi genitori, da bravo!-
Paulèt (con la faccia
deformata dalla rabbia):- Grrr!!! Ti farò pentire amaramente di questo
affronto, signor Jefferson! Morirai tra atroci tormenti!!!- (Paulèt stringe
convulsamente la ringhiera in preda a un’enorme collera. Uno dei due Verdani
gli si avvicina.)
Verdano 1 (prendendo Paulèt
per un braccio):- Venga signore, è l’ora del bagnetto!-
Paulèt (frignando):- Nooo, non
voglio il bagnetto!!!- (I due Verdani lo afferrano per le spalle, lo sollevano
e lo portano via mentre grida e scalcia.)
Verdano 2:- Capo, non faccia
così, si sta comportando da vero ninì**!-
Paulèt:- Non è vero!!!
Buhaaa!!!- (I due Verdani lo portano via.)
**ninì=bambino ancora tanto piccolo da
essere cullato, vezzeggiativo per chiamare un bimbo.
È vero, sono in ritardo mostruoso, molto più delle
altre volte! Spero di essere riuscito a farmi perdonare almeno un pochino con
questo capitolo!
Ringraziamenti:
@Suikotsu: Beh, in effetti, quando si parla di Lui è
difficile confondersi...
@Sengir: Sì, un gran fiuto del pericolo... infatti ci
si caccia sempre!
@nueblackcrowfriend: Spiacente, ma avevo già deciso di
farla in un altro modo.
@RahizelRathalos: Non è proprio presto, ma spero ti
piaccia sempre...
@White Shadow: Vabbeh, non c’è problema, tanto io poi
ci ho messo un secolo ad aggiornare...
@utada_hikaru: Magari ci sarà qualche flashback sul
passato di Mrs Kennedy... Se sai com’è la storia, tra poco Ida avrà una buona
occasione di farlo fuori... Ah, ti è piaciuta la parte sul mercante?
@VioletNana: Rispetto agli altri, per te è
relativamente presto. Ma ti sconsiglio di assumere parodie intere in così poco
tempo: causano danni celebrali a volte irreparabili (ne so qualcosa...)!