SniperShy

di SniperShy
(/viewuser.php?uid=769058)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amicizia e Guerra- Mind Games ***
Capitolo 2: *** Amicizia e Guerra: Pt. 2: La Frana ***
Capitolo 3: *** Amicizia e Guerra Pt. 3: Mann Brothers Corporation ***
Capitolo 4: *** Cos' è un Problema Pt. 1: Dr Stable ***
Capitolo 5: *** Cos' è un Problema: C2: Dimissione ed Addestramento ***
Capitolo 6: *** Cos' è un Problema; cap 3: I Grandi e Potenti ***
Capitolo 7: *** Cos' è un Problema; C 4: Nel Bene e nel Male ***
Capitolo 8: *** Cos' è un Problema. Cap 5: Montgomery Patton ***
Capitolo 9: *** Cos' è un Problema; cap 6: The Wolf of Mann Street. ***
Capitolo 10: *** Cos' è un Problema; cap 7: Operazione Winter Wrap Up p1 ***
Capitolo 11: *** Cos' è un problema; cap 8: Operazione Winter Wrap Up, p2 ***
Capitolo 12: *** Cos' è un problema; cap 9: Uno Zerbino minato davanti alla Porta di casa ***



Capitolo 1
*** Amicizia e Guerra- Mind Games ***


SniperShy(titolo da cambiare)
by F. L. Utter McShy
FanFiction Liberamente tratta dalla serie animata:
My Little Pony: Friendship Is Magic
Con aggiunte di:
Team Fortress 2
Eventualmente Real Life

Ogni riferimento al cartone animato della Hasbro, al videogioco della Valve Corporation e ad eventi realmente accaduti può essere sia casuale che voluto ed a beneficio della trama.
Lasciatemi essere Brony che cazzo.

Libro iniziato il: 14/08/2014
Prologo: Amicizia e Guerra, pt.1: Mind Games
Era una tranquilla ed umida mattina di autunno sul limitare della Everfree Forest, mi svegliai che doveva essere la quinta Celestiale1. In effetti non ero riuscita a dormire bene quella notte, ricordo che ero tornata in volo radente sotto la pioggia da una di quelle feste meravigliose che da qualche mese a questa parte Pinkie organizza assieme a Cheese, quando lui è di passaggio all' angolo Zuccherino. Lei è sempre così felice quando arriva (non ho intenzione di fomentare pettegolezzi, ma quei due stanno così bene insieme. creano una miscela, se non vi dà fastidio il termine, molto esplosiva)-, ma sto divagando.
Comunque, mi ero messa a letto, cercando di non svegliare Angel è un tantino paranoico ultimamente, non voleva neanche che andassi alla festa- e sono svenuta, più che addormentarmi. Subito mi sono trovata nel mio strano sogno: ero in un campo fiorito, riuscivo a vedere la mia capanna, ma non c'era la Everfree Forest. C' era la principessa Luna con me, ma neanche la mia infinita volontà di inginocchiarmi di fronte a lei bastò a smuovere i miei zoccoli.
Ad un tratto, feci levitare magicamente (!) un sasso, che lanciai dritto davanti a me. La principessa lo seguì per andarlo a riprendere, ma dopo un passo scomparve oltre l’ orizzonte. Subito entrò nel mio campo visivo la mia cara amica Rainbow Dash, vestita con una ingombrante tuta bianca e con un grosso casco sottobraccio, che restò a volteggiare sopra la linea (?) dell' orizzonte.
Battei le palpebre una volta, e il campo fiorito scomparve, mi trovai invece nella sala del trono della fortezza di Canterlot, dove da dietro al doppio seggio delle sorelle regali proveniva un rumore di schiaffi. Quando lo aggirai mi ritrovai paralizzata e sconcertata dalla visione di Trixie e di una giumenta color arancia, dalla criniera rossa striata di giallo e come Cutiemark un sole infuocato attuare insieme sulla principessa Twilight Sparkle un ohMiaCelestianonriescoaguardaremisentomale3. Per fortuna chiusi gli occhi, ma vidi dietro alle mie palpebre il mio vecchio amico Discord, seduto su quella che sembrava una montagna.
"Preparati, Fluttershy" mi disse, e schioccò le dita.
Di scatto aprii gli occhi, e vidi Angel , che mentre dormivo doveva essersi inerpicato sulla mia fronte, la quale tra l' altro potevo percepire calda e sudata (doveva essermi venuta una leggera febbre Post-Festa-Pinkie), con uno sguardo che esprimeva tutta la sua preoccupazione. Appena si accorse che la sua compagna di capanno si era svegliata, mi mandò un forte squittio interrogativo con tono teso, facendo muovere le sue vibrisse che pizzicarono piacevolmente le mie tempie. "Oh Angel, poverino, io4 sto bene, devo aver fatto solo un brutto sogno, Tu conosci i postumi di una Festa-Pinkie" sussurrai.
A sentire le mie parole rassicuranti, il tenero batuffolo vivente emise un sospiro di sollievo, chiaramente più tranquillo di quanto non fosse stato prima che mi svegliassi. "Anch'io Angel5, adesso ti prego, scendi dal letto,così mi alzo e ti preparo la colazione, va bene?" dissi dolcemente. Subito il coniglio bianco balzò giù dal mio materasso, emettendo un cinguettio allegro; mi rendeva così felice vederlo di buon umore.
Mi alzai dal mio giaciglio per andare a macinare gli ingredienti che richiedeva l' insalata dal mio compagno di capanna tanto apprezzata, e attraversai la stanza, dandomi uno sguardo allo specchio; in effetti non avevo per niente una bella cera: criniera e coda erano terribilmente scompigliate, stonando con il loro colore rosa, c' erano delle brutte occhiaie sotto ai miei tristi occhi azzurri, persino le mie ali erano stropicciate, e sentivo dei brividi freddi sotto tutto il mio manto giallo; dovevo aver perso molti liquidi sudando, quella notte.
Scesi cautamente le scale, cercando di non disturbare Angel, intento a leggere il giornale del giorno prima; osservandolo notai la notizia sulla prima pagina del 'Il Corriere Della Lunare6', parlava della festa di ieri: L' ENNESIMA FESTA POPOLARE DEI SUPER DUPER PARTY PONIES PINKIE PIE E CHEESE, I CO-ORGANIZZATORI DICHIARANO: 'QUESTO PARTY SARA' IL PARTY DEL SECOLO!!! CERTO, MIGLIORE DI TUTTI GLI ALTRI PARTY FINORA SVOLTI, PROGRAMMATI, SOGNATI, ESORCIZZATI E CANTATI!!! SI, SEI INVITATO ANCHE TU AL MIGLIOR PARTY EPIFANTASTIMITICO7 NELLA STORIA DI EQUESTRIA!!!, era stata davvero una festa 'Epifantastimitica', come d'altro canto erano sempre state tutte le feste di Pinkie Pie e Cheese, i Super Duper Party Ponies. Sorrisi alla mia frase fatta; non era proprio da me pensare in maniera assoluta.
Mi diressi al tavolo nell' angolo cucina, e cominciai a tritare gli ingredienti dell' insalata speciale di Angel, versandoli nel cestello del lavaggio automatico, poi mi preparai un tè alle erbe aromatiche e margherita, che misi a scaldare sul fornello a scintilgemma8, dunque mi sedetti al tavolo al centro della sala, in attesa del termine del ciclo di lavaggio delle verdure.
Ad un tratto mi accorsi che le finestre della capanna erano rimaste serrate, dal momento che ero stata via tutto il giorno precedente, per essere presente alla festa di Pinkie Pie e Cheese.
Mi diressi dunque verso la più vicina, asportai l' asta di metallo che dovrebbe serrarne la chiusura, sbloccai il chiavistello, e feci girare le ante sui cardini, spalancandole; ad occhi chiusi inspirai una grande boccata d' aria, e nelle narici sulla punta del mio muso penetrò fin nei polmoni un penetrante profumo di... cenere e cemento armato? spalancai gli occhi, e davvero non ero preparata alla devastazione che si presentò davanti a me.
"Oh Dolce Celestia! Angel, ti prego, vieni a vedere!"

1. Ho inventato un sistema di calcolo del tempo proprio di Equestria, suddiviso in 12 ore Celestiali (giorno), e 12 Lunari (notte), che iniziano alle 6 e alle 18. Dunque la quinta Celestiale corrisponde alle 11 del mattino.
2. Il libro è ambientato nel tempo qualche mese dopo la fine della stagione 4 del cartone, dunque gli eventi descritti sono del tutto a beneficio della trama. Oltretutto non ho mai avuto tempo e modo di vedere tutta e tutte le serie di My Little Pony, quindi perdonate se la trama non è esattamente fedele al cartone, ma per come l’ ho sviluppata è più bella di un 20 percento.
3. Lesbo Bondage, è pur sempre Fluttershy :3.
4. Nel libro, vorrei che nella traduzione inglese Fluttershy si definisca con i, non con I
5. Nelle serie mi è sempre parso di vedere Fluttershy capire ogni volta cosa intendesse il coniglietto Angel, pur non avendolo io stesso mai sentito dire altro che onomatopee.
6. Questo è un malapropismo, o un Pinkieismo, per come è solita parlare Pinkie Pie.
7. Presa in giro del ‘Corriere della Sera’. V. nota 1
Qui ho inserito un utilizzo pratico delle gemme, le quali, in questo libro, hanno poteri elementali tipo acqua, fuoco, elettricità ecc.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Amicizia e Guerra: Pt. 2: La Frana ***


Prologo pt. 2: La Frana

Il paesaggio davanti a me era a dir poco apocalittico: Le piogge torrenziali che tutto il giorno e la notte precedenti avevano infuriato sulla valle di Ponyville l' avevano allagata, trasformando gli ampi viali della cittadina in fiumi di fango, che lambivano le grondaie delle case. L' immensa formazione rocciosa del monte Canterlot era quasi scomparsa, lasciando quella che rispetto all' altissima montagna di appena un giorno prima era appena una collinetta e riversando migliaia di tonnellate di macerie negli ex viali di Ponyville. Quasi sicuramente la slavina aveva portato con sé la millenaria cittadella di canterlot, l' antica fortezza sede della politica Equestre, ma per me non era quello il problema: non ero mai stata così preoccupata per le mie amiche. Al galoppo mi diressi verso la porta della capanna; mi rivolsi ad Angel, trafelata. "Oh Angel ti supplico, non muoverti dalla capanna. Io... Io devo andare ad aiutare quei poveri pony!" e quasi alla velocità del suono sfrecciai fuori dalla porta d' ingresso, diretta verso il luogo della festa: la casa di Twilight Sparkle.
Zoccolo a zoccolo che mi avvicinavo al paese si facevano più evidenti particolari che dal mio cottage non ero riuscita a notare al primo sguardo: intere colonne di pegasi facevano la spola oltre la spessa cortina di nuvole scure che coprivano ancora il cielo. Ma alla cappa grigia si aggiungeva un particolare strano: dalle pendici di Canterlot esalava un denso fumo color muschio, attraversato da una grande quantità di lampi ramati che mi ricordava la manifestazione terrena di re Sombra. Un brivido percorse le mie ali, mentre attraversavo in volo la periferia sud di Ponyville; gli abitanti che non erano in grado di volare o levitare erano ammassati sui tetti di paglia del quartiere del comune, e facevano pendere sull' acqua delle fiammagemme accese per farla evaporare. Ogni singolo unicorno abbastanza potente levitava lontano dalla città grandi bolle di liquido fangoso o blocchi di macerie mentre i pegasi si adoperavano per pulire il cielo.
Facendo slalom attraverso quel trambusto raggiunsi i dintorni della grande quercia dove abitava Twilight, e tra i rami dell' albero riconobbi alcuni volti tra gli invitati alla festa del giorno prima. Avvicinandomi non potei non notare la ricciuta criniera rosa di Pinkie Pie, che doveva essere impegnata in una conversazione piuttosto accesa con un paio di Wonderbolts in uniforme.
Non ebbi nemmeno il tempo di atterrare, di posare un solo zoccolo sulla umida corteccia della quercia, che la mia amica scattò verso di me, furibonda.
"Oh, Fluttershy, finalmente sei qui! Ma quanto accidenti ci hai messo? Vuoi perfavore convincere tu questi tizi? RainbowDash e Twilight sono volate verso le pendici di Canterlot, dovevano trovare le principesse, o qualcosa del genere. Volevo andare anche io con loro, ero anche dietro di loro, ma questi soldatini del cazzo si sono messi in mezzo!" si fece avanti una giumenta nella caratteristica uniforme blu, dal cui elmetto traspariva la sua espressione chiaramente seccata.
"Glielo ripeto PER L' ULTIMA VOLTA, signora: per ordine diretto della Principessa Luna, ai civili e SOPRATTUTTO ai pony non volanti in generale è severamente vietato l' accesso al settore nord della città, a causa dell' alta pericolosità delle macerie pregne di energia magica della fortezza di Canterlot; ergo, se non volete venire irradiati, state alla larga" fece lei, minacciosa.
"Oooh, andiamo, cosa ci potesse essere di così pericoloso nel volare sopra alle macerie che stanno sotto? Niente, giusto? Oppure gli Wonderbolts nascondono qualcosa? Non è così, signora non-puoi-passare-perché-nascondo-qualcosa-sotto-al-mio-zoccolo-destro?" blaterò l' elemento della Risata, in tono accusatorio.
"Le sue speculazioni non mi interessano. Lei non è un militare? Allora non può passare; non ho scritto io le leggi"
"Uuuh, ma Fluttershy sì: è una dei vostri bei soldatini; Fluttershy, falle vedere quel 'quello' che ti hanno inciso sotto lo zoccolo quando RainbowDash è entrata all' accademia!" In effetti, essendo lo 'scudiero' dell' elemento della Lealtà, mi avevano pirografato quasi a forza il simbolo ufficiale degli Wonderbolts (che per mia fortuna non era modificabile) sul palmo dello zoccolo destro, che mi conferiva il grado di gregario dell' elitè reale dei pegasi. Lentamente sollevai il mio zoccolo tremante, andando ad esibire il tuono alato del gruppo militare. Tuttavia la pegaso roteò gli occhi, e le sue ali sbatterono impazienti.
"Non fa niente; gregario Fluttershy, come tua superiore ti IMPONGO il divieto di sorvolo del settore nord. E' un ordine!" disse allora la pegaso, ponendo particolare enfasi sulla parola IMPONGO. Mi trovavo di fronte ad un bivio: un mio diretto superiore mi aveva appena imposto un ordine, che tuttavia andava contro la prima direttiva di un elemento dell' Armonia, ovvero preservare l' incolumità di un altro portatore dell' elemento. Non mi sono mai piaciuti i dilemmi di responsabilità, pensavo erroneamente che ormai si fosse capito.
"I-io ecco, voglio dire, credo che..." Oh eccheccazzo, ce la posso fare!
"...Sì, ecco, come elemento dell' Armonia, le mie responsabilità superino i suoi ordini, Signora. Non intenderei mai offenderla, ma, io devo andare, Signora!" "Se le cose stanno così, lei, e SOLO LEI" scandì la pegaso, lanciando occhiataccie a Pinkie Pie "può passare. Si diverta tra le macerie, SIGNORA" e semplicemente si allontanò borbottando qualcosa sull' irradiamento da magia pura; l' elemento della Risata si avvicinò a me.
"Come rovinare la festa migliore del secolo" fece lei, come se gli Wonderbolts fossero stati il problema maggiore. "Beh, che aspetti ancora, muoviti no? Vai a cercare Twilight e RainbowDash!"
"Ma, Appeljack e Rarity? Dove..."
"Oh, non ti preoccupare di quelle due: sono andate agli Apple Acres ore prima di questo casino. A parlare di 'affari' se capisci che intendo' fece lei, ondeggiando il capo avanti e indietro. "MA TI VUOI DARE UNA CAZZO DI MOSSA?" scattò lei all' improvviso, e quello strillo improvviso mi fece quasi cadere dai grossi rami della quercia. Spiccai il volo, e mi allontanai dalla confusione di Ponyville, verso nord, verso le pendici devastate del monte Canterlot.
In quella zona i detriti formavano un vero e proprio strato solido sopra all' acqua, rendendo il 'terreno' instabile e pericoloso, e costringendomi a restare in volteggio un paio di metri sopra a tutta quella devastazione. Dalle rocce galleggianti usciva quello strano fumo magico, che aveva un odore acre che pungeva agli occhi. Per la prima volta mi trovavo a fronteggiare la mia paura senza le mie amiche, e non avrei ma pensato che sarebbe stata così dura. All' improvviso la mia attenzione venne attirata da un gran trambusto dritto innanzi a me; dei grossi blocchi di cemento armato stavano venendo scagliati magicamente in ogni direzione. Mi feci più vicina e riuscii a scorgere una forte luce violetta, che apparteneva al corno della principessa Twilight Sparkle. Nella nebbia artificiale scorsi anche la coda arcobaleno di RainbowDash che volava intorno alla alicorno lavanda, qualche metro sopra di lei; come si accorse del mio arrivo, la pegaso mi si avvicinò, con aria preoccupata.
"Eccoti qua, Fluttershy. Quando Twilight ha percepito che Celestia era qui sotto ha tipo perso il controllo e si è messa ha tirare via massi a casaccio" intanto Twilight urlava isterica tra i singhiozzi, chiamando la sua vecchia mentore disperatamente, a gran voce mentre spostava detriti da un grosso ammasso di fronte a noi.
"Dammi una mano a farla ragionare, ho controllato le macerie: qui sotto ci sono i resti delle armerie reali! Dobbiamo fermarla prima che alla principessa crolli addosso una tonnellata di acciaio affilato ed incanta-" i suoi avvertimenti vennero interrotti dalla voce di Twilight "L' ho trovata! Presto, venite a darmi uno zoccolo!" e ci precipitammo a vedere. Povera Celestia. Durante la caduta era stata impalata da un' alabarda incantata, che le era entrata poco sopra il suo CutieMark sinistro ed era uscita dal lato destro del ventre. Il sangue zampillava da entrambi i buchi, e il suo muso paralizzato esprimeva tutto il suo dolore e la sua paura. A quel punto l’ elemento della Magia non riuscì più a trattenersi e scoppiò in lacrime vicino al corpo dell' Alicorno bianco.
"gliel' avevo detto. Adesso vado a chiamare la pattuglia medica; tu resta qui, Fluttershy, e controlla che la cervellona non faccia niente di stupido… tipo tentare di estrarre quella lancia" mi sussurrò RainbowDash, e si alzò in volo dirigendosi verso sud, verso Ponyville.
"Non mi sposterò di uno zoccolo..." mormorai più a me stessa che alla mia amica. Basita mi accovacciai su di un lastrone di ceramica poco distante e rimasi immobile, ad osservare la legittima discendente delle principesse di Canterlot e la sua ex maestra, colpite da un raggio della luce di mezzogiorno che trapelava dalle nuvole, che piano piano andavano a diradarsi.
Qualche ora dopo eravamo tutte e sei nella sala d' aspetto della grande clinica di Ponyville, in attesa della diagnosi della principessa Celestia. Il grande edificio aveva resistito fieramente all' inondazione, ed aveva accolto i feriti portati dai pegasi fin dalle prime ore di risacca delle acque. Ci si avvicinò una giumenta in un lungo camice bianco arrossato di sangue, che sul cartellino di identificazione aveva scritto 'Bandaid'; Applejack si fece avanti.
"Ce ddica dottò: cum' està à principessa?"
Bandaid si schiarì la voce "Allora, come pensavamo la lancia ha trapassato la colonna vertebrale, sprecando del prezioso midollo nervoso di Alicorno; almeno due metri di colon sono stati totalmente lacerati, e gli acidi dello stomaco che intanto si era aperto in due hanno danneggiato irrimediabilmente entrambi i reni. Adesso, siamo riusciti ad arrestare l' emorragia prima che la perdita potesse risultare irreparabile e abbiamo rattoppato ciò che rimaneva dell' apparato digerente, ma resta ancora il problema dei reni, che senza un trapianto quasi immediato porterà la paziente ad un decesso rapido. Una soluzione temporanea sarebbe un prototipo di riciclatore del sangue artificiale ad acquagemma, che è ancora una tecnologia alquanto pericolosa e costosa, ed anche nel lontano caso che dovessimo riuscire nell' operazione la principessa rimarrà paralizzata a vita" Applejack, che non doveva aver capito molto dal monologo dell' infermiera, fece una faccia che esprimeva tutta la sua perplessità.
"Vaabbene, fors' l' è mejio che spiega tutto all' amica mì, Twilight" L' alicorno lavanda si fece avanti "Ho sentito tutto, Applejack. Comprendo i rischi di questa operazione, e mi faccio carico di tutte le spese, economiche e morali che essa comporta" sentenziò lei, con tono austero.
La dottoressa si tirò indietro la sua corta criniera rosa, e mormorò con aria stanca: "Capisco, principessa. Vado a prepararle le carte, ma prima voglia scusarmi, ho bisogno di un tè alle erbe' E si allontanò dondolando, come se stesse per cadere addormentata; dovevano essere ore che operava i pony, senza sosta. All' improvviso, le porte della sala si spalancarono, e Spyke irruppe all' interno, trafelato.
"Twilight, ma dove Sombra sei stata? Ti ho cercata dappertutto! Eravamo a Canterlot quando ci è crollato tutto addosso! La principessa Luna ha avuto la prontezza di teleportare lontano alcuni di noi, ma quando il teletrasporto si è chiuso tuo fratello non c' era. Ho paura che sia rimasto intrappolato tra le macerie!
"Accidenti, Shining! Me n' ero completamente dimenticata! Amiche, io devo andare; io... io devo trovarlo, capite?" disse Twilight, attanagliata dalla paura e dalla preoccupazione.
"Ma certo, cara. Vai e trova tuo fratello, qui ci pensiamo noi" la rassicurò Rarity, in tono dolce.
"Grazie amiche. Vi chiamerò io, quando queste acque dannate da Sombra si saranno calmate. Letteralmente!" E l' elemento della Magia si congedò, lasciandoci sole nell' ampio salone dell' accettazione della clinica di Ponnyville.
Una dopo l' altra, tutte le mie amiche si allontanarono, per ritornare ai loro rispettivi doveri e responsabilità: Rarity si teleportò portando con sè Applejack agli Apple Acres, dove la unicorno e la giumenta avevano lasciato le loro sorelle; RainbowDash ritornò ai suoi doveri militari tra gli Wonderbolts impegnati nella sicurezza pubblica di Ponyville, scarrozzando anche Pinkie Pie al sito della festa dove i signori Cake erano rimasti con Cheese. Senza nulla da fare, rimasi seduta su una panca della clinica, a ruminare sui fatti accaduti quel giorno con lo sguardo perso nel vuoto. Ma in un paio di minuti mi accorsi che, nella penombra della sala d' aspetto dell' ospedale, non ero sola: in un angolo, accovacciata su di una seggiola di plastica scura, piangeva in silenzio una puledra di pegaso dal manto di un azzurro chiarissimo, e dalla criniera somigliante ad un turbine solido di neve. Con cautela mi avvicinai alla piccola.
"E- Hei, piccola. Come... voglio dire, va tutto bene? Dove sono i tuoi genitori?" Non credevo che mi sarebbe davvero piaciuta la risposta.
"Ecco, io... eravamo a palazzo quando ha iniziato a tremare tutto; la principessa Luna ci ha portati lontani, ma quando siamo arrivati non li... io..." la puledra non riuscì a continuare, che riprese a singhiozzare in silenzio. Lacrime di ghiaccio caddero sul pavimento, infrangendosi in decine di pezzettini trasparenti. Le cinsi le spalle con il mio zoccolo, stringendola a me per calmarla. Percepivo il suo manto stranamente freddo, doveva stare molto male.
"Shhh, shhh, calma piccola, va tutto bene. Adesso ci penso io a te. Vuoi dirmi il tuo nome?"
"S-Snowdrop, signora" la puledra alzò il muso verso di me, mostrando un paio di grandi occhi vitrei.
"Oh, povera piccola, ma tu sei... cieca?" domanda stupida: il suo sguardo era perso nel vuoto, come se osservasse un punto lontano, dietro di me; era ovvio che non riusciva a vedermi.
"Adesso ti porto alla mia capanna; se andiamo in volo riusciresti a seguirmi?" altra domanda stupida: era palese che non sarebbe riuscita- "Certo, ce la posso fare!" esclamò lei. Rimasi un po' stupita, ma in fondo, se era sicura di farcela...
"Ah... allora andiamo? A proposito, io... io mi chiamo Fluttershy, piccola" detto ciò, le offrii il mio zoccolo per aiutarla ad alzarsi, e lei sbattè le ali, impaziente. Fianco a fianco uscimmo dall' ospedale di Ponyville; dovevamo sbrigarci se volevamo arrivare alla capanna prima di sera.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Amicizia e Guerra Pt. 3: Mann Brothers Corporation ***


SniperShy Prologo: Amicizia e Guerra, Pt. 3: Mann Brothers Corporation
In effetti Snowdrop era in grado di volare abbastanza bene, anche se non troppo velocemente; raggiungemmo la cappanna alla terza Lunare, e quando aprii la porta alla piccola, ci accolse lo sguardo duro di un Angel molto in apprensione. Ma subito la sua durezza mutò in sorpresa quando il suo sguardo si posò sulla candida puledra accanto a me. Il coniglietto mi rivolse uno sguardo interrogativo, abbassando un orecchia e piegando la testa da un lato.
"Lei è Snowdrop. non vorrei che questo ti crei fastidio, ma ha bisogno che io... cioè, noi la ospitassimo per qualche tempo qui, nella nostra capanna. Sempre che, ovviamente, a te stia bene"
Il batuffolo bianco emise uno sbuffo seccato, e si allontanò verso le scale, muovendo la zampa anteriore con tono insofferente.
"Grazie, Angel, grazie davvero! Ma tu, piccola, cosa fai ancora lì davanti la porta? Ti prego, entra, così ti faccio vedere il letto dove dormirai!"
incitai la giovane pegaso, e la diressi verso la mia stanza. Ma una volta salite le scale, quando mi ricordai della cecità della mia nuova amica, mi voltai, solo per trovarla dietro di me, in cima alla rampa.
"Hei, ma come... voglio dire, come sei riuscita a salire le scale, senza vederle?" esclamai, rivolta alla puledra.
"Non mi serve vedere; La mia mamma mi ha insegnato a far vibrare le ali per 'sentire' i contorni delle cose. A proposito: ho 'sentito' un solo letto nella capanna; io non voglio dormire sul tuo letto, Fluttershy!" protestò Snowdrop.
"Oh Celestia, nonono piccola, non ti devi preoccupare per me, io posso dormire sul divano, ma stai solo attenta ad Angel quando ti svegli, domani mattina;ha il sonno pesante, ma è solito dormire fino alla quarta Celestiale, e diventa davvero irritabile quando qualcuno interrompe il suo sonno, specialmente dopo una giornata pesante come oggi" le sussurrai alla fine.
"Io dormirò sul divano, al piano di sotto. Se a te serve qualsiasi cosa, ti prego di non esitare a chiedere, ok?"
"Va bene, Fluttershy" rispose mogia lei. Mi avviai di sotto, e mi sdraiai sul divano. Con gli occhi al soffitto mi misi a ruminare su tutte le cose strane e terribili che erano accadute in quella ventina di ore.
Innanzitutto c'era l' assurdo sogno di quella mattina; non poteva essere un caso l' apparizione in esso di alcuni pony da me conosciuti. Oltre al fatto che sia la Principessa Luna che Discord erano soliti entrare nei sogni di certi pony, modificandoli per consigliarli -o avvertirli-, anche solo per farsi due risate sugli strani sogni di alcuni; se il mio sogno non era stato spontaneo, la risposta sarebbe potuta essere negli zoccoli di uno di loro due.
All' inizio pensavo fosse strano il non aver sentito la montagna franare; ma ero ubriaca e davvero molto stanca. I tuoni della tempesta potevano aver tranquillamente coperto ogni valanga, nello stato in cui mi trovavo la notte precedente.
Altro punto dei miei pensieri erano gli strani fumi che esalavano dalle rovine di Cantrelot: re Sombra aveva attaccato l' Impero Cristallo con un gas simile, ma quello aveva la capacità di condensarsi sotto forma propria, mentre l' incendio che divampava tra le macerie doveva essere soltanto fumo;sempre pericoloso, ma sempre un gas inanimato. Mi tornarono alla mente le parole cospiratorie di Pinkie Pie. Sì, non sempre Pinkie Pie pensa a quello che dice, ma per impedire l' indagine ad un elemento dell' Armonia doveva esserci qualche tipo di segreto -o di pericolo- di livello Celestia; un altra cosa su cui avrei dovuto indagare con i diretti interessati, possibilmente mentre rimangono a portata di zoccolo.
Infine c' era la ex Principessa Celestia. La sua abdicazione forzata porterà molti cambiamenti nella politica di Equestria: Twilight Sparkle era la sua erede diretta nella catena reale fin dalla sua metamorfosi da semplice unicorno ad Alicorno, ma era moralmente a pezzi dopo la perdita della sua maestra di magia d' infanzia e dopo che suo fratello era detto disperso tra le rovine. Mi assopii con il pensiero rivolto a Snowdrop, la puledra di ghiaccio che riposava al piano di sopra. Ci sarebbe stato molto da fare nei giorni seguenti.

La chiamata di Twilight Sparkle arrivò la settimana successiva; ci ritrovammo tutte e cinque davanti alla porta della casa-albero alla seconda Celestiale. La risacca dell' inondazione era terminata solo un paio di giorni prima, e le strade erano ricoperte di fango e microscopici frammenti di vetro, che grattavano dolorosamente gli zoccoli e riempiendoli di minuscoli taglietti, facendoci rischiare una brutta infezione.
Dopo un momento ci aprì la porta Twilight. Sorelle Regali Arrapate. La giumenta color lavanda era in uno stato orribile: la sua criniera era scarmigliata e ricadeva in parte sui suoi occhi viola, sotto a quali c' erano delle borse grandi come se non dormisse da almeno mezza settimana. Il suo manto era sbiadito, e vi spiccavano sopra delle macchie di caffè, mischiate a sangue rappreso alla base degli zoccoli. Le sue grandi ali non erano conserte, richiuse sui suoi fianchi, ma afflosciate e strusciavano sul pavimento. Il suo Cutiemark era coperto da una bardatura da lavoro, nella quale si alternavano strumenti medici e meccanici. Oltre ad un sandwich, mangiato a metà ed assicurato chissà come sopra la sua coda, che era stata tagliata circa a metà della sua lunghezza naturale e legata a malo modo per farle occupare meno spazio possibile. Spaventata, mossi un passo all' indietro, e mi salirono le lacrime agli occhi. Fui costretta a guardare da un altra parte, sconcertata dallo stato terribile in cui si trovava il grande elemento della Magia. Tutte le altre non furono così scioccate, e le si fecero più vicine, facendole tutta una sfilza di domande diverse, sovrapponendo le loro voci. "Vi prego, amiche, calmatevi. Entrate, svelte, e avrò cura di rispondere ad ogni vostro interrogativo" le interruppe lei con voce stanca.
Allora entrammo, e demmo un occhiata alla casa dell' Alicorno. Il grande squarcio creato dalle macerie in caduta sul versante nord del grande albero era stato rattoppato alla bell' è meglio con delle lunghe assi di legno scuro, che assieme ai bordi divelti della corteccia erano marciti per l' umidità, e i chiodi che le tenevano insieme erano mezzi arrugginiti. All' interno non era tanto meglio: il puzzo di marcio era penetrante, e c' erano mucchi di foglie decomposte negli angoli, facenti parte forse della vecchia chioma della casa. Gli scaffali a ridosso delle alte pareti erano vuoti a metà, ma sul pavimento e sui leggii era aperta una grande quantità di libri, che dalle illustrazioni sulle pagine dovevano parlare di medicina, botanica, meccanica ed elettronica. Appuntati sul legno delle pareti vi erano addirittura alcuni fogli di astrofisica e geofisica.
Sedute attorno ad un ampio tavolo ricoperto di fogli consunti e vecchi libri di magia aperti a metà, cominciammo una alla volta a farle ogni domanda che ci saltava in mente.
"Dicci, Twilight cara, come stai?" iniziò Rarity.
"Oh, io sto davvero molto bene, ragazze. Tutto considerato. Ci sono davvero tante cose di cui aggiornarvi" rispose Twilight, a mezza voce.
"Aò Twi mìa, ma tù fratello cum' està? Chie ti ciè à fuggì vìa dà 'a ushpità chie paeva c'è stava Celestia cò ù corno sù int' à suott' ocoda tù1" domandò Applejack.
"Ah già, mio fratello... beh, quando l' abbiamo trovato aveva un grosso blocco di cemento da quattro tonnellate proprio sul Cutiemark, ed era già in coma. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di sollevare il masso, aveva già perso troppo sangue. La colonna vertebrale era polverizzata, entrambi i reni erano una frittata, e tutte le ossa dal torace in giù erano diventate farina. Sono rimasta ad osservare l' ex capitano delle guardie reali di Canterlot mentre si dissanguava e respirava per l' ultima volta" disse lei, con lo sguardo perso nel vuoto. Mi avvicinai alla mia amica, e le cinsi le spalle con lo zoccolo.
Stavo quasi piangendo più di Twilight per la pena che mi faceva in quel momento; aveva davvero perso troppo, in una volta sola; tutte noi abbassammo il capo. Applejack si sfilò il grande cappello da cowbuck2 in segno di rispetto.
"Oh ma ci sono anche buone notizie! Vi ricordate quando ho detto che avrei 'progettato' una buona soluzione per la principessa?"
"...e ci rivedremo quando queste acque dannate da Sombra non si saranno calmate!" scimmiottò Pinkie Pie con tono perplesso "Perchè? Ci sei riuscita?"
"Oh, sì sì, certo! Venite, vi faccio vedere!" esclamò allora l' Alicorno lavanda. Si alzò dal tavolo e si diresse verso una libreria mezza vuota; ne levitò fuori magicamente un grosso tomo kaki, che lanciò a gran velocità verso il soffitto. Il libro colpì una protuberanza nella corteccia, che emise un leggero sibilo. Allora la giumenta raccolse tra i vari incartamenti ammucchiati sul pavimento un voluminoso fascicolo rilegato in legno di Tek. Lo aprì dove indicava il segno, e rivelò un grande pulsante rosso; quando lo premette, la libreria si sollevò lungo la parete con un ronzio, mostrando una camera rivestita di metallo e vetro; il loculo era illuminato da una inquietante luce violetta, e sembrava grande a malapena per contenere tutte noi. Entrando nell' angusto ambiente l' Alicorno si girò verso di noi con sguardo fiero.
"Che state aspettando? Forza pony tutte, non posso farvi vedere cosa sta sotto, se non ci andiamo"
"E addove, là ddentro? Shtamme a sentì, bbella mì, mò shtarei anchie a 'ffà n' à cossa à sei, pierò a mì duvresti comprènde, chie a mì nun pà proprio ù mumìent' de ciede à certi voluntà3" ribattè Applejack, perplessa.
"Ma che hai capito, sciocca puledra4? Non è questa la sorpresa, serve soltanto a RAGGIUNGERE la sorpresa! Entrate, che vi spiego" replicò la giumenta; allora ci stipammo tutte in quello stanzino. Quando fummo tutte dentro, la libreria ridiscese sull' apertura, e un pannello di vetro scorse verso il basso, sigillando la scatola.
Una volta che fù tutto chiuso, divampò un lampeggiante rosso dal pavimento semitrasparente, strappando un urletto a me e Rarity, e una risatina a Pinkie Pie; Applejack aparve soltanto perplessa, mentre Twilight Sparkle doveva esserci abituata. Quando si spense, risuonò una voce palesemente sintetica da un microfono nel soffitto:
"ANALISI IMPRONTA ZOCCOLARE COMPLETATA. RILEVATI SEI PASSEGGERI AUTORIZZATI CON UN PASS DI LIVELLO TRE. ACCESSO CONSENTITO. RILEVATO PASS SPECIALE DI LIVELLO 3+. RILEVATO ELEMENTO DELL' ARMONIA DELLA MAGIA. BENVENUTA, TWILIGHT SPARKLE."
"Ah, giusto: quando dovrete entrare qui, e per qualche motivo non dovessi essere presente, avrete da portare con voi il vostro simbolo dell' elemento, e dovrete esibirlo al display che apparirà adesso, dal muro" ci avvisò Twilight. Subito, su una parete apparve un pannello di metallo, sul quale erano presenti un tastierino numerico ed appunto un display, dal quale si dipanava un alone azzurrino. Twilight premette con lo zoccolo il tasto con lo zero tre volte, e subito dopo un pulsante verde.
Nell' aria si sentì un forte tubare. Dopo un pò il suono si interruppe, per lasciare posto alla voce di un allegro operatore, dall' accento intellettuale.
"Centralino operativo Mann Brothers Corporation: uccisioni su richiesta, vendita di cappelli e gingilli porta a porta, e molto altro. Per conoscere l' elenco delle nostre-"
"Taglia corto, Moonlight Morning" lo interruppe bruscamente Twilight.
"Gentile come sempre, principessa Twilight Sparkle. Desidera?" riprese scherzosamente lo stallone.
"Livello Due, grazie" replicò lei, in tono cordiale.
"Per il Livello Due avanti tutta, sìsSignorCapitano!" Sentenziò allora l' operatore con tono pomposo. Percepii una diminuzione di peso mentre l' ascensore veniva sparata a tutta velocità verso il basso. La voce del centralinista venne sostituita da una vecchia ballata, riprodotta a basso volume ('For-za dia-moci da fa-re, ques-to li-bro ci di-rà, che la stoo-ria di noi po-ny...'5).
"Accidenti a Moonlight Morning, odio questa canzone. Sa di impegno sprecato6" bofonchiò l' Alicorno.
"Comunque, vi dovevo parlare della 'soluzione' per la Principessa. Allora, al giorno del ricambio dell' Acquagemma, ho trafuga- trasferito il corpo dalla Clinica di Ponyville al livello due, dove l' ho messo in una cella frigorifera per limitare le sue attività biologiche. In seguito mi sono diretta alla biblioteca comunale, per trovare un' ispirazione. Invece ho trovato molto di meglio: lì, un certo pony doveva comprare per una certa corporazione un certo terreno sulle rovine di Canterlot. Terreno nel quale era situata la sala del portale per il mondo degli umani7"
"Uuuuh, quel Qualcheposto dove sei andata a riprendere la tiara dell' elemento della Magia, dico bene? Dico bene?" la interruppe Pinkie Pie.
"Esatto Pinkie. Comunque, io l' ho presa in disparte, e gli ho chiesto come mai le interessasse quel terreno. Lei, avendomi riconosciuta come l' erede della principessa Celestia, decise per mia fortuna di rendermi partecipe dei piani della sua corporazione, la Mann co. Corporazione che, volendo distribuire aiuti 'umanitari' nel nostro mondo per farsi pubblicità, aveva bisogno di un quartier generale il più vicino possibile al portale. Il livello Due del sotterraneo di casa mia è collegato direttamente alla sala in questione, perciò sono entrata nella rappresentanza della filiale di Equestria della Mann Brothers Corporation alla chetichella"
"Beh, tutto questo è grandioso Twi, ma cosa centra tutto questo con la Principessa?" ribattè Rainbow Dash, perplessa.
"Ah beh, come rappresentante Mann co, posso usufruire a mio piacere della tecnologia della corporazione, che si da il caso sia molto progredita nelle arti mediche. Perciò ho lavorato su dei 'miglioramenti' su Celestia stessa" disse Twilight, con tono triste.
"S-scusa se ti interrompo, Twilight. Questo significa che... voglio dire, hai ristabilito le condizioni della principessa?" tentai io, preoccupata.
"Purtroppo non esattamente, amiche mie. Ma vedrete con i vostri occhi quando raggiungeremo il Livello Due. Ormai non manca molto" replicò l' Alicorno color lavanda, con tono fiducioso.
Infatti, dopo un paio di minuti l' ascensore sbucò in una grande grotta sotterranea. Una buona metà dello spazio era occupata da alte colonne di massiccie casse, serrate da pesanti catene e targate con dei pratici caratteri numerici; in un angolo vi era un' apertura, che conduceva ad un tunnel lastricato con piastre metalliche. Un' intera parete era occupata da molteplici display che monitoravano i segni vitali di una vasca cilindrica riempita di un liquido luminescente azzurro, alla quale erano collegati un gran numero di cavi che portavano a un eguale numero di apparecchiature. Davanti alle tastiere sottostanti i monitor armeggiava indaffarata una unicorno acquamarina in camice corto, il cui Cutiemark era una lira. Riuscivo a notare da dov' ero due strani rigonfiamenti sotto il camice, sui suoi fianchi.
"Non vorrei che... no, non può essere" mormorai sotto voce, tra me e me...
Quando l' ascensore raggiunse il pavimento del livello Due, ritornò l' allegra voce di Moonlight Morning.
"Plin plon. Livello Due raggiunto, grazie per avere fatto la spesa da noi, tornate presto!8" annunciò lo stallone.
Quando il pannello di vetro si fu aperto, Twilight trottò verso gli schermi, facendo levitare magicamente una tazza di caffè di mais ormai freddo da un tavolo lì vicino; l' Alicorno sussurrò qualcosa nell' orecchio dello strano unicorno, che ci diede un occhiata diffidente tirandosi indietro la scarmigliata criniera azzurra e bianca con uno zoccolo. Twilight trasse un piccolo sorso dalla tazza che teneva nel campo telecinetico. per sputarlo via subito dopo, e guardando disgustata la tazza la fece levitare di nuovo verso il tavolo. Si udì attutita la sua voce, mormorare verso la giumenta "Magari questa la riscaldiamo dopo, eh?" e si girò verso di noi, facendoci cenno con lo zoccolo di avvicinarci.
"Amiche mie, la Mann Brothers Corporation è fieramente orgogliosa di presentarvi Lyra, il primo messaggero permanente tra la Terra ed Equestria, nonchè il primo Alicorno artificiale della storia di Equestria!" annunciò l' Alicorno lavanda, con tono grandioso. La giumenta si sfilò il camice con un gesto teatrale, per andare a svelare un maestoso paio di ali, che dall' acquamarina del suo manto andava a sfumare in un elegante bianco color delle nuvole. Tutte noi sbarrammo gli occhi, scioccate. Tutte a parte Pinkie Pie, che prese a saltellarle intorno con aria felice.
"Yaaaaay! Un' altra Alicorno! Sono così nervocitata, anchio voglio diventare un' Alicorno!!!" esclamò impaziente lei.
"Con la magia potrei volare mooolto più veloce! Dove ci si iscrive per questa cosa?" Domandò Rainbow Dash, chiaramente interessata.
"Calmatevi, signore. Essere un Alicorno non è una cosa per ogni pony. Ad esempio, un pony di terra verrebbe distrutto sia mentalmente che fisicamente da tutto questo potere in una volta sola; delle ali polverizzerebbero sbattendo ogni osso della cassa toracica, e l' impatto della magia di un corno sulla sua mente lo farebbe impazzire, o peggio riempire di tumori. Per un pegaso o per un unicorno la storia potrebbe essere più semplice, ma avrebbe da affrontare una lunga e faticosa riabilitazione, con il rischio costante di pericolose complicazioni" avvertì Lyra.
I suoi penetranti occhi dorati passarono su ciascuna di noi, con uno sguardo grave. Pinkie si fermò a mezz' aria, e abbassò lo sguardo con aria concentrata; Rainbow Dash prese a volteggiare avanti e indietro, con gli zoccoli conserti dietro la schiena, a rimuginare. Ma lo sguardo del nuovo Alicorno si fece improvvisamente vivace.
"Molto bene. Adesso che abbiamo chiarito questo punto, possiamo passare al prossimo, nella nostra conversazione! Come già saprete, la qui presente principessa Twilight è passata via raccomandazioni alla rappresentanza della filiale Mann co. di Equestria. Purtroppo stiamo vivendo una ingente carenza di carne da macell- personale in compiti di estrema importanza. Noi due più Moonlight Morning e un altro paio di stalloni non bastiamo a fare tutto, e voi capirete sicuramente che non possiamo mettere documenti segreti e progetti vari negli zoccoli di un pony qualsiasi. Dunque ne ho parlato con la principessa (sguardo perplesso di Twilight) ed ho ottenuto il permesso di sorteggiare tra voi altre cinque i vostri futuri compiti"
"Aò ssuccherìno mì, ar chè vvò ddì 'futuri compiti'9?" la interruppe Applejack, perplessa.
"Ah, sì! Chi più affidabile degli altri rimanenti Elementi dell' Armonia per custodire dei pericolosi segreti di corporazione? E i vostri compiti saranno sorteggiati tramite il più imparziale sistema sulla Terra, alla maniera della Mann Brothers Corporation: coi post-it nel cappello! Devo solo trovarne uno... tu intanto, Twilight Sparkle, vorresti fare vedere ai nostri ospiti la famosa cosa, perfavore, mentre io cerco una chiave per aprire una cassa della serie... diciamo #35?" domandò infine lei all' altra Alicorno, in tono cordiale.
"Ma certo Lyra, voi amiche, seguitemi: vi devo mostrare Celestia!" esclamò lei, orgogliosa.
Ci dirigemmo verso la vasca cilindrica. I cavetti che avevo notato attraversavano i vetri blindati, per collegarsi direttamente ad una sagoma indistinta all' interno del contenitore. Twilight prese ad armeggiare tranquillamente sulle tastiere dei monitor, mentre noi ci facevamo intorno allo strano strumento medico; notai sugli schermi anche delle file di dati relative al nostro sole, con uno schema in tre dimensioni ed un grafico, che spiccavano con caratteri verdi sullo sfondo nero dello schermo. L' Alicorno violetto si avvicinò a noi caracollando. si sentì rumore di legno infranto in lontananza. "ecco fatto, dovevo diminuire il livello di saturazione di Bonk nell' acqua, altrimenti non avreste potuto vedere la grande Principessa Celestia!" annunciò Twilight Sparkle. Piano piano il liquido si schiarì, andando a rivelare il corpo sospeso del più potente Alicorno della storia di Equestria, bloccato in posizione fetale con un gran numero di tubicini endovenosi attaccati ai suoi arti e al suo collo. I suoi occhi erano chiusi, ma le sue palpebre oltre che il suo corno brillavano della loro consueta luce magica azzurrina,e coloravano il liquido nel quale era immersa.
"Affascinante, vero? E' fisicamente paralizzata, non si può muovere di uno zoccolo. Ma mentalmente non è mai stata così attiva. Non dovendo sprecare energia per deambulare, come Alicorno può redirigere l' apporto di zuccheri, sangue ed ossigeno al solo sistema nervoso centrale, e usa tutto questo materiale in più per pensare, fare calcoli. Un qualsiasi problema che noi gli poniamo può essere risolto da questo calcolatore vivente in un tempo relativamente breve. E visto che la magia in un corno è collegata direttamente all' attività celebrale, può modificare l' attività solare a lei solitamente correlata con la sua unica volontà. Immaginate adesso le applicazioni pratiche: lavori di fine inverno della durata di mezz' ora. Raccolti più efficienti.. al solo pensarci un brivido mi attraversa la schiena. Certo, adesso ha i muscoli atrofizzati dopo solo una settimana di inattività, e dopo un pò le rimarranno soltanto il cervello e gli organi interni, per fortuna non dovranno più servirle" mormorò Twilight Sparkle, con aria sognante.
"Incredibile, tesoro. sei davvero riuscita a salvare la Principessa Celestia!10" esclamò Rarity, meravigliata.
"Avevi qualche dubbio, Rarity?" chiese Twilight, sorniona.
"No Twili cara, nessuno" la rassicurò la unicorno bianca, con un sorriso carico di tenerezza.
"Bando alle ciance, ciancio alle bande, tu devi parlarci di quegli innesti di ali e di corni! O di Alicorni!" strillò Pinkie Pie, presa da una improvvisa smania di conoscienza. "Ecco, io-"
"Rieccomi qua, ho trovato un cappello adatto per fare la conta!" Lyra si avvicinò trottando allegramente. nel suo campo telecinetico color acqua teneva un secchio bucato da dei fori di proiettile. una sottile striscia di sangue rappreso era colata dal bordo esterno, creando un macabro contrasto con il colore metallico dell' alluminio. Rarity si ritrasse, inorridita.
"Ma che, stai scherzando, sciocca puledra? Tu vuoi farci davvero infilare gli zoccoli in quella compatta trappola mortale? Ma quand' è stata l' ultima volta che avete lavato quella tana di virus? E all' interno sarà tutto arrugginito! Io non so proprio come osi chiamare quel coso un 'cappello'11" protestò la elegante giumenta bianca. Lyra guardò a fondo nel secchio. Dopo averlo ispezionato attentamente lo lanciò a Twilight Sparkle, che lo levitò a mezz' aria fino a sè, e vi mise dentro cinque foglietti colorati.
Twilight Sparkle rilanciò il triste contenitore alla neo Alicorno, che ce lo porse, guardandoci fiduciosa.
"sono assolutament- ...abbastanz- ...quas- sono sicura che non ci sia alcun pericolo nel toccare il nostro cappello del sorteggio. Adesso prenderete un biglietto ciascuna e leggerete quello che c' è scritto sul fronte del biglietto; non leggerete invece le istruzioni sul retro ad alta voce, dovrete soltanto eseguirle per iniziare ad adempiere al vostro compito" detto questo, Lyra appoggiò il secchio-cappello in mezzo a noi altre. quando ognuna di noi ebbe pescato un biglietto, iniziammo a leggere.
"Addetta alle vendite" sentenziò Applejack.
"(Bleah), Pubbliche relazioni" mormorò Rarity, schifata.
"Annunci e avvisi vari *squee*" canticchiò Pinkie Pie.
"Oooh yeah, cazzeggio!" esclamò Rainbow Dash, figa come al solito.
"O-oh, quello è per prestare soccorso a qualche membro della corporazione, nel caso si dovesse trovare in un qualche estremo caso di pericolo mortale" spiegò Lyra. "Forza, elemento della Gentilezza, tocca a te" mi incitò la neo Alicorno. Piano piano svolsi il mio biglietto, timorosa.
"E-esecuzione contratti" stentai io, a voce bassa.
Girammo i nostri foglietti, e leggemmo ciascuna il proprio; dunque l' Alicorno acquamarina ci congedò, avviandosi verso i maxischermi.
"Andate, e portate in tutta Equestria la nostra parola, elementi dell' Armonia!" disse lei. Tutte si avviarono verso l' ascensore, e Twilight le accompagnò.
Tutte tranne me. 'Parla con Lyra' c' era scritto sul post-it; mi avvicinai con cautela a lei.
"Avevo quasi sperato che toccasse a te quel biglietto, elemento della Gentilezza" la giumenta si voltò verso di me, con un ampio sorriso. I suoi grandi occhi dorati avevano uno sguardo penetrante, ed erano parzialmente coperti dalla sua criniera azzurra e bianca. Nel complesso mi faceva una certa impressione, come se quello che stessi facendo in questo momento fosse totalmente sbagliato. Ma a dirla tutta... avevo paura a tirarmi indietro.
"Adesso vieni con me" mi si fece vicina Lyra "Ci sarà da divertirsi, con i nostri 'lavoretti'" mi sussurrò all orecchio la neo Alicorno, con voce sensuale. Un brivido percorse la mia schiena quando la giumenta me lo mordicchiò. *Squee*.

1 Applejack esprime la sua apprensione verso il fratello disperso di Twilight. Non so voi, ma io Applejack l' ho sempre immaginata con un violento accento terrone, che mi fa tuttora sbellicare.
2 Cowboy/Cowbuck (buck in inglese è lo stallone)
3 Applejack esprime la sua disponibilità a fare un orgia a sei, ma che non le sembra il momento
4 In inglese era 'Silly Filly', un altra assonanza relativa ai pony che adoro
5 Per la pallosissima musica da ascensore ho scelto 'La Ballata dell' Impero Cristallo'. Non ho niente contro quella canzone in particolare, è anzi una delle mie preferite.
6 Questa FF è uno spoiler di sè stessa. Tranquilli, poi si spiega tutto.
7 Equestria Girls, ricordate? Sì, mi sono ricordato solo adesso che la stanza stava sotto al palazzo dell' Impero Cristallo, ma fate finta che sia come l' ho scritta io.
8 Oh, Celestia, adoro quegli annunci random alla Aperture Labs (V. Portal 2).
9 Applejack chiede delucidazioni sul significato di 'nuovi compiti'
10 Macabrissimo l' entusiasmo di Rarity di fronte al quasi-assassinio della principessa Celestia, vero?
11 E ancora più macabro come reagisce al 'Secchio di Cervella' (cappello di Team Fortress 2)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cos' è un Problema Pt. 1: Dr Stable ***


[si schiarisce la voce] Allora, come avrete notato, questo capitolo è stato pubblicato un pò dopo rispetto all' intervallo di tempo che intercorreva tra quelli del prologo. Prima di procedere con la storia volevo informarvi che passerà un pò di tempo ancora, tra ogni capitolo. La ragione è che di fatto trovo poco tempo per scrivere, non è che sto già finendo le idee o qualcosa del genere, anzi ne ho sempre di più. Sriverò anche qualcos' altro oltre a questa storia, come altri generi di FF, una raccolta che narra dell' anno di addestramento della nostra 'timida' protagonista con annesso un approfondimento della storia con Lyra (ringrazio Julie Frost per l' idea e per avermelo suggerito) e un' altra raccolta -più avanti- sull' operazione Crinierarossa vissuta dalla parte dei cattivi (se non avete capito tranquilli, è roba del secondo atto). Sfondo anche una porta aperta informandovi della progettazione di un ipotetica stagione cinque del nostro amato cartone, ad opera -credo- sempre della Hasbro. Spargete la voce di me e delle mie storie e intanto godetevi questo nuovo capitolo. Ah, e per favore, recensite questa cazzo di storia, siccome non ho niente da fare a me interessa la vosta opinione!

Snipershy atto 1: Cos' è un problema, cap 1: Dr. Stable1-
Lyra mi condusse in direzione dell ampio tunnel in fondo alla grotta, e mi fece salire sul fianco destro di un compatto veicolo a quattro ruote di colore nero; lei fece il giro e si accovacciò sul lato sinistro, dove era montato un volante e una serie di pedali a forma di zoccolo. La NeoAlicorno premette un piccolo pulsante a fianco del volante e la macchina si accese con un rombo. Iniziammo la traversata del tunnel a gran velocità.
"Allora, adesso ti porterò nella sala del portale verso la Terra. Là ci sono un certo numero di umani, che si aggirano nel quartier generale. Ovviamente il passaggio tra i due mondi muta la forma, dunque hanno il corpo di noi pony. Ma gli umani hanno abitudini ed usanze diverse dalle nostre, perciò ti chiedo la grazia di non fare caso alle loro movenze. Quegli umani sono tutti mercenari, chi più chi meno pericolosi, un pò folli e certi si atteggiano non poco; serve che parli loro il meno possibile, e nel caso, non prenderli in giro: quei pochi che possono recepire il sarcasmo se la prendono molto male. Tutto chiaro?"
"S-si..."
"La permanenza sotto il grande tetto della corporazione comporta anche molti vantaggi: la 'magica' terra di Equestria non ha sviluppato una tecnologia avanzata. I terrestri sì, e usano tutte queste meraviglie per combattere tra di loro; in una decina di migliaia di anni sono riusciti a creare una vera e propria arte della guerra, oltre che il camminare bipedi. Noi possiamo e vogliamo introdurre queste meraviglie in Equestria, ma come potrai facilmente capire, un simile cambiamento deve entrare per piccoli gradi nelle vite di tutti i pony. Un esempio sono gli elettrodomestici gemma-caricati, uno sviluppo della corporazione. Tu hai l' opportunità e soprattutto l' obbligo come esecutore contratti della Mann Brothers Corporation di imparare tutte queste cose fantastiche. Fin qui mi segui?"
"Uh, credo... cioè, sì" stentai io sempre meno convinta.
"Ti verrà impiantata una placca ossea frontale che faccia da corno, per poter eseguire a tua volta delle magie non troppo impegnative. Non è esattamente come essere un Alicorno come me, ma è sempre meglio che terminare la riabilitazione dopo l' età pensionabile, non credi? Avrai solo da affrontare un buon mal di testa supplementare alla fine di ogni giornata" mi spiegò la giumenta acquamarina; Le luci al neon della galleria scorrevano veloci di fianco a noi.
"A-aspetta un minuto, cioè... n-non hai detto che era un operazione pericolosa? C-che non era una cosa da tutti i pony?" balbettai io, terrorizzata.
"Ma certo... che no. Voglio dire, sì un pò, ma qui nel quartier generale abbiamo la miglior attrezzatura medica che tu possa mai trovare in tutta Equestria e Terra insieme. Anche il dottore è il migliore nei cui zoccoli tu possa mai capitare; pensa che 'dottore' non è un titolo, ma il suo nome2! Ha anche un ottimo staff, rapi- venuto dalle migliori cliniche di Hoofington e Menfillys3, e sono tutti assolutamente motivati, credimi. Dovrai solo firmare una carta con lo scarico di responsabilità per l' operazione, e poi sarai tutta nostra..." Lyra si voltò verso di me con un sorriso malizioso, distogliendo lo sguardo dalla strada.
Quando tornò a guardare il percorso, si riusciva a scorgere lo sbocco della galleria, ad un paio di chilometri di distanza.
"Oh bene, siamo arrivati. Ti presento... la base RED" annunciò la giumenta azzurrina. Premette un altro pulsante a fianco a lei, e spuntò tra il volante ed il cruscotto un piccolo schermo sfarfallante. Su di esso apparve un bello stallone nero, con una lunga criniera blu notte striata di azzurro. Aveva un piccolo corno in cima alla fronte, ritorto ed arcuato alla maniera dei Changeling, di un verde malato che senza essere attivo illuminava il suo muso squadrato nel buio della sala dove si trovava. Con un accento intelligente, squillò attraverso il microfono dell' interfono.
"Centralino operativo Mann Co. qui è Moonlight Morning, desider- hei hei hei, chi abbiamo qui... come ti chiami, puledrina?" chiese l' affascinante unicorno con tono interessato, i suoi begli occhi purpurei fissi dolcemente nella mia direzione; mi si rizzarono le ali sulla schiena.
"Dacci un taglio, zuccherino: serve che ci apri la porta della base Red. E lascia stare la qui presente Fluttershy: lei sta con me" intimò Lyra, con tono canzonatorio. E sensuale.
"Ah, adesso tutto si spiega: Quello sguardo liquido, quel muso sbavante... la nostra nuova amica è una di 'quelle'. Mi chiedo dove sia il tuo zoccolo per far raggiungere al suo muso quella tonalità... vi apro subito il portone, bellezze!"esclamò allegramente Moonlight Morning. Celestia cagna, aveva notato che ero arrapata.
Il segnale video si interruppe, tornando a sfarfallare, e lo schermo si incassò nuovamente nel cruscotto. Alla NeoAlicorno scappò una risatina.
"Ahh, Moonlight Morning. Era il primo Changeling su cui abbiamo 'sperimentato'. In pratica abbiamo preso un Changeling comunissimo dai grandi alveari e l' abbiamo soppresso. Poi abbiamo preso il cadavere di Shining Armor dalla tomba (o quello che ne rimaneva) e di un altro paio di pony; ne abbiamo staccato e rimontato insieme le parti migliori perchè risultasse un ottimo soldato.Purtroppo è anche uscito fuori un eccitante stallone da monte, dunque fai attenzione quando ci parli, o quando sei nelle sue vicinanze in generale. Col senno di poi non credo che a Twilight farebbe piacere sapere che potrebbe essere stata ingravidata da un pony che è suo fratello per un polmone e due zoccoli, quindi fammi il favore di non dirglielo" sussurrò Lyra guardandosi attorno.
"Ah, e per la cronaca: non si notano le ali dritte da quello schermo, ma tranquilla; se le mie fossero collegate direttamente al mio cervello, si sarebbero rizzate anche a me" mi rassicurò Lyra. Dal suo giallo naturale sentivo il mio muso totalmente arrossato dall' imbarazzo.
A qualche decina di metri dal grande cancello che serrava l' ingresso della grotta, si spalancò una grande griglia metallica, che scorse verso destra. Quando attraversammo l' apertura del tunnel, ci ritrovammo in un immenso ambiente dalle pareti di cristallo, che riflettevano la luce prodotta da alcune fiammagemme che levitavano ad una decina di metri dal pavimento metallico. Anche nella caverna di cristallo le grandi casse numerate dominavano l' ambiente, ma lì era presente una alta scalinata fatta di una pietra vitrea al centro dell' ambiente, sulla cima della quale si notava un arco metallico attraversato da uno schermo liquido rosato.
In mezzo alle pile di casse c' era un certo numero di attrezzature elettroniche, tra le quali erano radunati nove stalloni. Lyra si avvicinò con il veicolo, arrestandolo dolcemente a cinque metri di distanza dalla compagnia. Adesso riuscivo a distinguere i mercenari da dove mi trovavo.Tutti gli stalloni avevano il manto nelle tinte del rosso, ed avevano pochi segni distintivi, unici per ognuno4. La giumenta acquamarina balzò giù dalla macchina, e si avviò trotterellando in direzione di un unicorno color milkshake alla fragola (giuro) con un lungo camice bianco e dei piccoli occhiali da vista ad oblò pendenti sulla punta del muso. Quando la notò, lo stallone balzò sull' attenti, e la sua corta criniera color carbone ondeggiò di rimando.
Confabularono per un pò, ed a poco a poco su di me si posarono nove paia di occhi fortemente interessati, tutti dell' identico colore azzurro; intimorita, mi appiattii sul sedile di stoffa sintetica del veicolo, e quando Lyra ebbe finito di parlare, si levò un coro di risate fragorose. Mi sporsi un pò dalla portiera, e vidi la NeoAlicorno avvicinarsi al trotto con un piccolo sorriso stampato sul volto,e l' unicorno mercenario dietro di lei SU DUE ZOCCOLI, che sentii dire "...ma zolo per cvella 'cavalcata' che mi hai promezzo" ancora risate dagli altri mercenari.
"Fluttershy, questo è Dottore, il mercenario di cui ti ho parlato" iniziò la giumenta acquamarina.
"Guten Tag, piccola pony. Dimmi meine lieblich, come ti zenti oggi?" Mi chiese il mercenario, con uno strano tono cordiale... forzato, direi.
"I-io... bene, signore. Tutto sommato" sussurrai, con lo sguardo basso, gli zoccoli in zoccolo5.
"Timida, eh? Fortuna che ci zento bene" mormorò lui, rivolto verso Lyra, che ridacchiò portandosi uno zoccolo al muso per non darlo a vedere. "Bene piccola pony, adezzo ti portiamo in zala operatoria, dove firmerai lo zcarico di rezponsabilità, poi potremo iniziare. A te zta bene, Flatterzei?" mi chiese Dottore, storpiando il mio nome col suo strano accento.
"O-ok, Dottore... se a te sta bene..." acconsentii io, timida.
"A-ah, wunderbar meine keine pony! Lyra, portaci alla zala operatoria, bitte" Esclamò il medico, nella sua lingua natìa. Saltò sul vano di carico sul retro della jeep, decisamente molto più allegro di quanto non lo fosse stato prima di quel discorso. Lyra tornò sul posto del guidatore, e acceso il veicolo, partimmo verso un altro punto della grotta. Gli strani occhi blu di tutti gli altri stalloni continuavano a seguirci vivamente interessati, se non diffidenti, mentre confabulavano tra loro a mezza voce. Ad un paio di centinaia di metri dalle colonne di casse c' era un' ampia paratia di cemento, che nascondeva la sala ad alta sicurezza e la zona medica. Sopra il portone blindato a doppia anta vi erano infatti degli annunci con scritto 'intelligence' e 'supplies'.
Abbandonammo la macchina ed attraversammo il portone. Ci ritrovammo in un largo corridoio in cemento, con delle striscie rosse nella parte bassa delle pareti e dei grossi fasci di cavi sul soffitto. In fondo al tunnel del bunker vi era una ripida scala metallica sulla sinistra, nella cui direzione vedevo un cartello con una freccia rossa, con su scritto 'intelligence'. Sulla destra c' era invece una saracinesca metallica con scritto 'supplies'.
"Prego, entrate mie care; la zala operatoria è dietro a quezta griglia" ci incitò lo stallone; la lamina di metallo si aprì cogolando al nostro passaggio. All' interno la vista non era tanto diversa dal tunnel di un attimo prima: le stesse striscie alle pareti, gli stessi cavi e luci al neon sul soffitto. Ma alle pareti vi erano alcuni armadetti pieni di attrezzature mediche e munizioni (?); Al centro della sala vi era un tavolo operatorio d'acciaio, al di sotto del quale c' erano degli ampi laghi di sangue ancora fluido. Intorno ad esso si trovava una cerchia di strane attrezzature, probabilmente utili per l' operazione; anche se più che una sala operatoria sembrava una sala di tortura: appesi ad una rastrelliera sul muro era appesa in bella vista una grande quantità di armi, di ogni genere: accette, macheti, lanciafiamme, spade, pale (!) e addirittura bastoncini di zucchero giganti e chiavi inglesi. Anche sul tavolo vi erano un paio di questi strumenti di morte, mentre su un vassoio in alluminio lì vicino si trovava un vasto assortimento di coltelli e di siringhe.
"M-ma... mi avevi detto che non sarebbe stato pericoloso!" sussurrai rivolta a Lyra fuori di me dallo spavento, mentre il medico era girato verso un armadietto in cerca di qualcosa.
"Infatti: Dottore non usa queste armi per operare. Almeno, non la maggior parte. Di solito" replicò lei, insicura. Il mercenario trasse fuori dall' armadietto un foglietto, e si avvicinò a noi, tranquillo.
"Ecco cvi, piccola pony. Quezto è lo scarico di rezponsabilità: tu firma cvi, poi pozziamo cominciare" l' unicorno rossiccio mi porse una penna, e diedi una veloce scorsa al foglio. 'Offro i miei servigi alla Mann Brothers Corporation, oltre che il mio corpo e la mia mente, la mia totale disponibilità e la mia dignità alla suddetta corporazione, blablabla e buonanotte firma e basta (testuali parole)'; intimorita dalle parole perentorie della lettera e dagli sguardi inquisitori dei due presenti, firmai il contratto con zoccolo tremante. All' improvviso, attorno al mio corpo si formarono due aloni brillani, uno rosso ed uno acqueo, che mi bloccarono al mio posto. nella sala operatoria proruppe un duetto di risate macabre. Che cosa avevo fatto?
"Finalmente! Credevo non avrebbe più firmato, Doc" sghignazzò Lyra, rivolta all' unicorno color fragola a fianco a lei. I corni di entrambi erano avvolti nel loro caratteristico brillamento colorato, e mi osservavano con sguardo cinico, le facce contorte in un ghigno perfido.
"Ach, ja ja, immagina ze... ci avezze dovuto 'penzare zu'!" ribattè il mercenario in tono canzonatorio. "Schnell, meine lieblich, mettiamola zul 'tavolo operatorio'. Abbiamo un 'intervento' da fare!" sentenziò Dottore, con voce tragica. Iniziai a levitare verso il piano di lavoro in acciaio e porcellana, e con terrore cercai di scalciare, di volare via da quel campo telecinetico, ma la magia combinata della NeoAlicorno acquamarina e dell' unicorno mercenario era troppo forte. I miei carnefici mi distesero al tavolo prona, mi legarono a zoccoli divaricati e mi calò sul muso un telaio di metallo, che si adattava perfettamente al mio volto. Iniziai a sentire un forte sibilo, che doveva stare ad indicare l' accensione di tutti i complessi macchinari attorno a me. Il campo magico si era dissolto, ma ero ancora bloccata sul posto, senza poter muovere la testa o gli zoccoli; sopra di me il muso del medico invase la mia visuale.
"Ach, cvasi dimenticavo: cvesta operazione agizce a livello neurale, cvindi c' è una pozzibilità... piuttozto alta ze vuoi la mia opinione, che ti pozzano... uzcire di mente alcune coze. Duncve se c' è qualche coza che tu voglia chiedere prima, beh... che tu te la dimentichi, meglio che tu la dica adezzo" mi sussurrò l' austero mercenario, attento. "I-in effetti, qualcosa ci sarebbe, Dottore" dissi al mio carnefice, a mezza voce.
"Sehr gut, me la dirai dopo!" esclamò Dottore, allegro "No, zcherzo, zzocca puledra! Dimmi pure" mi rassicurò infine lui.
"A-allora, con me vivono due, cioè... una puledra ed un coniglietto. Se alla corporazione n-non dà troppo disturbo, io desidero averli con me, nel mio lavoro" chiesi io, in apprensione.
"Ma certo, piccola pony, vedrò coza pozziamo fare per quezto tuo deziderio" mi rassicurò il medico, in tono cordiale. "Ze quezto è tutto, adezzo ti inietto l' aneztetico. Zempre che non mi zia finita di nuovo tra cvezte ziringhe della neurotozzina", dopo un momento di silenzio totale sentii un pizzicorino nel collo, ed iniziai a percepire il torpore dell' anonimo farmaco attanagliarmi il corpo, partendo dal petto e dilagando attraverso le arterie verso l' esterno.
"A-ancora una cosa, dottore... perfavore" iniziò ad annebbiarmisi la vista.
"Zi, Flatterzei?" udii la voce del mercenario, come dal fondo di una galleria profondissima.
"I-in cofa confiffehà ii hio ahoho?6" percepii la mia voce stessa storpiata dal farmaco, Medico non doveva aver capito cosa avessi detto. In ogni caso non riuscii a sentire la risposta. Ancora un secondo, e fui buio.

1. Ho mutato il dr. House in dr. Stable (stable in inglese è la scuderia)
2. Questo è un troll estremo. Se non è la sua qualifica significa che non lo dovrebbe fare
3. Città inventate, situate nella zona sud-orientale della terra di Equestria
4. Questi sono i nove mercenari che impersonano le nove classi di Team Fortress 2. l' avevo scritto che li avrei inseriti, no?
5. La ponyzzazione di 'con le mani in mano'
6. 'In cosa consisterà il mio lavoro?', l' anestetico le ha intorpidito la lingua.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cos' è un Problema: C2: Dimissione ed Addestramento ***


Snipershy atto 1: Cos' è un Problema, cap 2: Dimissione ed Addestramento
(NDA) "E' qui che ci si inizia a divertire."
Non vedevo nulla, non avevo percezione del mio corpo. Non riuscivo nemmeno a sentire nulla che non fosse qualche flebile sussurro. Sussurri che mi parlavano di senso di obbedienza, sottomissione ed abnegazione. Il totale annullamento della mia volontà, per eseguire ogni ordine senza remore, senza rimorsi. Per pochi istanti apparivano delle immagini. Immagini di pony morti, di sangue, di pezzi di esseri viventi che esplodevano, bruciavano, si rompevano o si scioglievano, scagliate senza controllo in ogni direzione. Immagini di morte, di morte e ancora di morte; le voci mi parlavano, e mi descrivevano tattiche di combattimento, tecniche di arti marziali e testi medici. Volevo urlare di terrore, ma non avevo una gola per emettere alcun suono; volevo distogliere lo sguardo, ma non avevo un collo da voltare; volevo galoppare, volare via, ma non avevo ossa o muscoli da muovere. Esistevano solo la mia mente e l' autoconcezione. Dovetti rimanere a guardare. Guardare e soprattutto ascoltare, all' infinito. Per sempre.
Ripresi conoscienza all' improvviso. Aprii gli occhi, e per qualche decina di secondi non vidi altro che luce: non riuscivo a percepire il volume del mio corpo, non ricordavo dove mi trovavo, o come ci fossi arrivata. A poco a poco potei mettere a fuoco la fonte luminosa che generava tutto quel bianco, appesa ad una certa distanza davanti al mio muso, ma con la chiarezza della vista tornò la concezione delle mie carni. E il dolore. Celestia Paralizzata, il dolore! Sentivo come delle grosse schegge di vetro scorrermi all' interno delle vene. Mi scoppiava la testa, e la sentivo stretta forte da delle bende; mi sentivo bruciare persino dietro agli occhi. Ogni singolo mio muscolo era intorpidito da un' inattività che doveva essere stata piuttosto lunga. Ad un tratto sentii una voce con un vistoso accento straniero avvicinarsi e farsi più forte. Celestia cagna, la testa! "... e ottantazei ore, venticvattro minuti e cvarantatrè zecondi! La noztra Flatterzei ha ztrazzato il record del prezedente paziente (che non zi è rizvegliato affatto)!" esclamò Dottore, entusiasta.
"La prego, abbassi la voce..." feci io, e cercai di mettermi a sedere, solo per sentire una lunga vertigine attanagliarmi il capo. la vista tornò a sfarfallare, e ricaddi sulla brandina.
"Aach, zerto piccola pony. Ma è meglio ze non ti muovi ancora per cvalche ora. Il tuo corpo deve ancora abituarzi alla nuova condizione, ed i tuoi anticorpi ztanno già fazendo un gran daffare per prevenire cvalche ztrana malattia genetica. Nel frattempo puoi mantenere la mente allenata, chiedendomi che coza ti ho impiantato e coza invece ho rimozzo" sussurrò il folle in camice bianco, orgoglioso. Si guardò con noncuranza uno zoccolo, che era fradicio di sangue. Come d' altronde lo era gran parte del suo lungo camicie.
"R-rimosso?" feci io, perplessa. "Lyra mi ha detto che lei mi avrebbe impiantato solo questa placca ossea magica artificiale" "Infatti tel' ho mezza cvezta protezi magica. Ma con tutto cvesto tempo aneztetizzata, ho anche avuto tempo e mezzi per eliminare una certa barriera emozionale che avrebbe limitato le tue potenzialità zul campo di battaglia" era vero. La timidezza che di solito mi arrestava sul punto di parlare era scomparsa, facendomi sentire come svuotata, leggera. E reattiva.
"Dunque è in questo che consisterà il mio lavoro: uccidere su ordinazione" chiesi allora io.
"Penzavo fozze chiaro. Cvalche ripenzamento?" mi fece l' unicorno, curioso.
"No, è che me lo stavo chiedendo prima dell' operazione. Stranamente non mi fà paura come al solito l' idea di fare del male"
"Meglio cozì, piccola pony. Zarebbe ztato un enorme zpreco di materiale ze avezzi rifiutato" mormorò meramente il mercenario.
Dopo qualche secondo di pausa, riprese il monologo.
"Perchè ti ho anche inztallato un paio di gingilli utili per il combattimento: innanzitutto dietro alla protezi magica c' è un minuzcolo procezzore, che migliora la velocità del tuo cervello di un ottantaduezimo in più della zua potenza normale. Voglio ezzere zincero, ho dovuto rimuovere uno virgloa venticvattro centimetri cubi di materia cerebrale, ma zono abbaztanza zicuro che non dovezzero zervire, rizpetto al totale del volume del tuo zervello"
continuò l' unicorno color fragola, controllando una cartella medica che levitava davanti a lui sollevando un paio di pagine con lo zoccolo pulito dal sangue, con aria enfatica.
"Inoltre ho impiantato zul tuo cuore una verzione migliore -credo- del mio primo congegno: l' Ubercaricatore1. Genera elettroni liberi e li inietta nel zangue, rendendo conduttori di elettricità i tuoi globuli rozzi convertendoli praticamente in terminazioni nervoze2, migliorando i riflezzi"
Combattendo le vertigini, alzai la testa e lo osservai con sguardo perplesso. Il mercenario sospirò stancamente.
"Zei più veloce. Dumkompf" si limitò a sentenziare. Adesso tutto si spiega, pensai.
"Ed interfacciandoti con un certo macchinario3, puoi dizporre di una decina di zecondi di invulnerabilità. Non credo zerva a cvalcoza spiegarti i dettagli tecnici. L' unico dato che potrebbe zervirti è che dopo cvesti dieci zecondi potrezti zentirti molto debole, o almeno, cvezto è l' effetto che ha zu noi umani. I contatti per l' Ubercaricatore ztanno zul tuo polzo ziniztro. Zentiti libera di dare un occhiata"
Alzai il mio zoccolo sinistro, e me lo portai davanti al volto. In corrispondenza del polso era stato scavato nella carne viva lo spazio per una piccola lamina di metallo, la quale ospitava due buchi rivestiti di un materiale iridescente che penetravano per alcuni centimetri nel mio zoccolo. percepii un doloroso brivido lungo la schiena. Riabbassai lo zoccolo, che stava iniziando a tremare per lo sforzo.
"Il livello dell' ubercarica zi misura in percentuale, come i tuoi zegni vitali. L' Ubercaricatore rende la tua pelle leggermente anti-magnetica, e i proiettili di calibro minore non danneggiano vizibilmente la tua cute, anche ze il dolore è lo ztezzo. Ma i colpi ad alta velocità o alto calibro portano via con loro una percentuale variabile di magnetizmo, e zotto una certa percentuale potrezti perdere grandi cvantità di atomi zparzi"
"In pratica, rischio di dissolvermi se prendo troppi colpi?" lo interruppi io, curiosa.
"I kit medici Mann co. pozzono ovviare a cvezto problema offrendoti cellule ztaminali pure, che ririztinano cvantità diverse di atomi in un paio di zecondi. La percentuale di Ubercarica zi riempie col tempo, in cvalche minuto" mi spiegò Dottore pazientemente.
"Molto bene, Dottore. Se questo è tutto, desidero darmi un occhiata" dissi allora io, con un tono deciso che non mi ero mai sentita uscire dalla bocca.
"In effetti zì, è tutto. Ti do una ma- uno zoccolo a tirarti zu e poi ti pazzo lo zpecchio" Il medico mi aiutò a mettermi seduta, e finalmente ebbi modo di guardarmi intorno. Mi trovavo in una piccola cella, rivestita di piastrelle di un elegante e pulito bianco. le coltri bianche del mio lettino in acciaio erano ben rimboccate, e mi coprivano fin sopra il ventre. Non c' erano finestre, e i neon appesi al soffitto producevano una forte luce bianca, fastidiosa per gli occhi. La porta blindata dello stanzino non doveva essere troppo spessa, infatti potevo sentire attutiti degli zoccoli trottare avanti e indietro impazienti sul pavimento davanti ad essa. "Ecco cvi. Per operare con più facilità ho dovuto tagliare via la tua bella criniera. A mia dizcrezione ho aggiunto cvalche ormone nelle proteine all' interno delle tue flebo, per facilitare la ricrezzita del crine" si difese l' unicorno. Al terzo posto negli ultimi dieci metri; quel pazzo non sapeva quanto adoravo la mia criniera. Levitò magicamente lo specchio davanti al mio volto, e osservai il risultato dell' intervento. La mia fronte era più sporgente di una decina di millimetri4, e la testa era ricoperta strettamente da uno spesso strato di bende leggermente arrossate nella zona frontale. Sul lato destro del petto c' era una lunga striscia rossiccia, che bruciava un poco. La cosa che mi colpiva di più erano i miei occhi: il mio sguardo, dal triste e fuggente di prima era diventato duro ed attento, e le mie iridi azzurre parevano più ampie, in grado di cogliere i colori con più precisione.
"Ach, già: ho anche agito zugli occhi, aggiungendo coni e baztoncelli zupplementari; cozì che tu pozza vedere meglio" mi avvisò l' unicorno color fragola.
"Sembra proprio che lei abbia fatto un ottimo intervento, Doc"
"In effetti, contando che non zono nè un veterinario (sguardo interrogativo da parte mia5) nè un ezperto di computer, ritengo di aver compiuto un lavoro eccellente, zapendo anche che il gradino inferiore alla tua condizione era che rimanezzi folgorata dal rodaggio dell' Ubercaricatore6"
Ci fu un momento di imbarazzo, dovuto allo scampato -ormai da alcune ore- pericolo. Riuscii a sentire le cicale.
"Ma non ztiamo cvi a pettinare i ricci, ze capizci che intendo. Hai vizite, elemento della Gentilezza; le fazzo entrare" e si avviò al trotto verso la porta blindata. "Aspetta un minuto Doc, non sono un esperta in medicina, ma mi pare di sapere che il cuore si trova a sinistra. Qui mi hai aperto a destra"
"Ach, dici che era a zinistra?" replicò il medico, in tono perplesso. "Ecco perchè ho dovuto fare tanta ztrada per tovarlo" borbottò, sorpreso. mi si strinse lo stomaco. Aprendo la porta, Snowdrop entrò come una furia, seguita a ruota da Lyra. La puledra si mise a saltellare su e giù per la stanza in maniera isterica come una Pinkie, mentre la NeoAlicorno si accostò semplicemente al letto, e con sguardo dolce mi accarezzò lo zoccolo sinistro.
"Hier, zignore. Adezzo, vogliate zcuzarmi, ma ho dei mercenari da aggiornare" disse l' unicorno, uscendo dalla cella.
"Oh, Fluttershy, finalmente sei sveglia!" strillò subito la piccola pegaso "Mi hanno presa da casa da un paio di giorni, Angel è rimaso a badare a tutto, ma volevano prendere anche lui. Ci hanno detto che ci hai scelti come tuo staff, come tua squadra; ma io sono ad aspettare qui fuori da stamattina. Lyra è arrivata poco fa, un paio d' ore, credo! Oh, fluttershy, ero così preoccupata!" sputò a raffica Snowdrop. doveva essersi presa un bello spavento. E dopo la sua sfuriata, io mi ero presa una bella emicrania.
"Anch' io ERO7 preoccupata per voi. Vi volevo vicino a me per proteggervi, ma ho scoperto solo adesso che tipo di lavoro sarebbe stato. Cosa mi sono persa, Lyra?" "Beh, innanzitutto la principessa Luna ha espresso il volere di darci carta bianca nelle nostre operazioni, le operazioni della Mann Co. Si sta formando un team per una missione lunare, perchè le rilevazioni della corporazione8 hanno scovato utilissimi metalli conduttori in grande quantità sul suolo del nostro satellite, e ci manca solo andare lassù a prenderli. Infine abbiamo stilato il tuo programma di riabilitazione. Ma ne parleremo dopo che sarai uscita da quel lettino" si espresse la giumenta con corno ed ali. Si avvicinò al mio orecchio, mordendosi il labbro.
"Stai bene con quella protesi" Mi sussurrò allora, guardandomi fissa con i suoi occhi dorati. "Mi piace soprattutto la cicatritre. Mi eccita..." Il suo sguardo penetrante non mi faceva più impressione. Anzi, mi attirava non poco. Ricambiai lo sguardo con un sorriso complice. Non so cosa mi avesse fatto al cervello il dottore, ma mi piacque. La puledra di ghiaccio dall' altra parte del mio capezzale distolse la mia attenzione da Lyra, non senza imbarazzo.
"Dimmi Fluttershy, quando potrai uscire da questo posto?"
"Uuuh, Dottore non mel' ha detto. Ma suppongo presto. E poi potrò-potremo iniziare a lavora-"
"...Ja, è cvi, Schveinhund. Ma non credo zia ezattamente il momento per parlargliene" La voce di un Dottore leggermente irritato si stava avvicinando. E stava portando un amico.
"Oh, andiamo, Craffenstrudel! Queste cazzate da medicato, dottorismo eccetera te le tieni per te! Non puoi tenere a freno questa Forza Della Natura!" "Anche ze ztai volando nella direzione zbagliata?"
"...Certo che no! Dove diavolo è questa cella?"
"E' cvi, schveinhund" Sembrava di sentire bisticciare Twilight Sparkle e Rainbow Dash. Il pegaso che entrò -quasi sfondando la porta- sembrava uscito da una scintilgemma sovraccaricata. Aveva il manto di un vistosissimo rosso fiammante, rizzato sopra il suo corpo slanciato e pompato, ed il suo Cutiemark era una piede alato. Indossava un buffo cappello da baseball nero e delle grandi cuffie da fonico arancioni, mentre al collo aveva una collana di metallo con delle piastrine senza insegne. I suoi occhi azzurri guizzavano spastici da tutte le parti, come se fosse stato stradrogato; infatti aveva le pupille dilatate, e credo non sarebbe riuscito a stare fermo neanche se l' avesse voluto. Non che l' avrebbe voluto, se avesse potuto. Infatti sembrava ci fossero dei carboni ardenti sotto ai suoi coprizoccolo gommati, che balzellavano inquieti nel vuoto come se stesse galoppando in fuga da qualcosa.
"Yo, tu devi essere la nostra nuova recluta! Ciao, io sono Esploratore; ma tu puoi chiamarmi Scout, bellezza" fece lo stallone da monte mancato, occhieggiando con sguardo languido.
"Tu puoi anche evitare di chiamarmi, se non abbassi la voce" lo ammonii io, con le meningi in fiamme.
"O-oh, abbiamo un comandante in erba, qui! Io sarò il tuo primo addestratore quando uscirai di qui. Ma non preoccuparti, mi piacciono combattive" parlò Esploratore, ancora più ad alta voce ed ammiccando visibilmente, mentre si posava a terra. Il mio granaio non si sarebbe aperto in quella drezione9.
"Dottore, le è rimasta della neurotossina dall' operazione?" feci io all' unicorno occhialuto.
"Jawohl, piccola pony" rispose allegro il medico, con tono complice.
"Ah ah, spiritosa. Mi piace" mormorò il pegaso, rivolto a Lyra, indugiando con gli occhi sul suo Cutiemark "E devo dire che anche tu non sei troppo male...", le sorrise il giumentaiolo, manco stesse facendo una gara di cavalcate. La NeoAlicorno roteò gli occhi dorati e all' improvviso scalciò violentemente negli stinchi del pegaso, il quale si accasciò a terra mugolando.
"In ogni cazo, inizierai il tuo addeztramento con lui, ze zopravvive a Lyra. Te lo ritroverai nella tua capanna dopo la dimizzione dall' ozpedale, ed allenerà il tuo corpo (occhiolino da parte di Esploratore, che si stava sporgendo dal fondo del letto gemendo di dolore) agli zforzi che dovrai zopportare durante il tuo contratto. Faremo cvalcosa anche per il tuo 'ztaff', non preoccuparti", Lyra si fece avanti. "Infatti ci penserò io a 'ben consigliare' Snowdrop e ad istruire il coniglio sui loro compiti" l' altra puledra si mise a svolacchiare in giro per la stanza, contenta.
"Sehr gut, meine liebliche. Adezzo che l' orario di vizite è terminato, ziete pregate" Dottore rivolse il suo sguardo al pegaso, che era tornato ad orbitare sopra al mio lettino "ALLES, di lazciare in pace la noztra paziente. In cvanto a te, piccola Flatterzei..." si voltò allora verso di me l' unicorno color fragola "La cena arriverà tra... diziamo cvattro ore. Ti conziglio di dormire, nel frattempo. Il pulzante per le luci della cella zi trova zul comodino zulla tua deztra" mi disse infine Dottore, uscendo dalla cella. "Gute nacht, Flatterzei" mi augurò lui, chiudendo la porta del mio loculo, che scivolò sui suoi cardini cigloando rumorosamente. Spensi le luci e chiusi gli occhi, cercando di concentarmi; non riuscii a stare però sveglia, ed in pochi minuti scivolai in un sonno leggero, senza sogni.
[Si schiarisce la voce] Un paio di cose prima di concludere: la prima è che ho finalmente imparato ad usare l' html, dunque da adesso i capitoli appariranno molto meglio. La seconda è che nel momento in cui leggerete queste parole, avrò visto il secondo film delle Equestria Girls (Rainbow Rocks) ormai da un paio di settimane; c' è da dire che mi ha del tutto sputtanato la storia che gira attorno al portale, dunque siete pregati gentilmente di fare finta che il film non sia mai uscito, se volete leggere questa storia a cuor leggero. Nulla da togliere al film, che anzi ho adorato. Molto meglio di capire metà della trama guardando i montaggi comici e spesso erotici di youtube. tra questo e il prossimo capitolo c' è uno stacco di un anno, che verrà riempito in seguito dalla mia serie degli Elementi della Vittoria, la quale forse e ripeto FORSE, pubblicherò a posteriori. ricordatevi di recensire la storia se vi è piaciuta, and stay tuned for more!
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
1. E' quella pompa che Dottore impianta sul cuore di Grosso nel Meet the Medic, quella che poi lo Ubercarica.
2. Perchè noi siamo la Mann co., noi ce ne sbattiamo delle leggi di fisica e chimica. Anche di quelle giuridiche in effetti.
3. L' equivalente da polso della pistola medica di Dottore. quell' onda colorata che esce quando cura qualcuno, all' interno del videogioco, me la sono immaginata come una scarica di elettroni liberi, appunto.
4. La chiamavano occhioni di falco. No, seriamente, forse l' ho descritta un pò troppo sensibile, ma era per rendere l' idea a voi.
5. Certo, a che serve un veterinario in un mondo dove gli abitanti sono tutti animali di norma non senzienti? Per loro sarà generalizzato a infermiere.
6. "What was noise?""Ze sound of progrezz, my friend"(sempre il Meet the Medic).
7. Ho ingrandito l' ERO apposta, perchè le hanno fatto il lavaggio del cervello riempiendola di messaggi subliminali e sub-frequenze (GLI ILLUMINATI...).
8. Qui si dimostra l' efficenza e l' utilità del processore Celestia. Con "le rilevazioni della corporazione", Lyra intendeva "le rilevazioni di Celestia".
9. Questa l' ho presa da Fallout: Equestria, altra FF che stanno traducendo dall' americano all' italinano proprio in questo periodo, e che vi consiglio se vi piacciono deserti radioattivi, orde di razziatori, pony Goul (SPOILER ALERT: Derpy è una Ghoul) e soprattutto grandi lesbicone (SPOILER ALERT: LittlePip, la protagonista, è una lesbica).

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cos' è un Problema; cap 3: I Grandi e Potenti ***


Dodici mesi dopo1, il mio addestramento era terminato e come prova del fuoco sarei stata impiegata come sentinella durante il Gran Galà Galoppante, che quell' anno si sarebbe tenuto alle pendici del fu monte Canterlot, adesso colle Canterlot, sul cui versante meridionale era stato fondato dalla principessa Luna stessa un parco memoriale in onore delle vittime della frana avvenuta in quella mattina di autunno. Nel punto in cui Celestia era stata fatalmente trafitta era addirittura stata eretta una grande statua, rappresentante un Alicorno rampante ad ali dispiegate, simbolo del suo eterno limbo tra il nostro mondo e l' oltretomba degli Alicorni. Quel punto era nel centro esatto del parco, e attorno ad esso si trovava un ampio spazio ricoperto di erba sintetica (puah), che era stato addobbato a festa e riempito di lunghe tavolate, alle quali era seduta una gran folla di pony di ogni razza, più qualche rappresentante zebra e grifone, invitato per l' occasione dal rappresentante delle pubbliche relazioni della Mann co2.
Anche le mie amiche erano lì, in mezzo alla festa: come promesso da Lyra, erano state redirette verso mansioni importanti per la corporazione: Applejack si era trasferita a malincuore ad Appleloosa, e gestiva il più importante spaccio/magazzino Mann co. in tutta Equestria, assieme a Big Mac ed Applebloom.
Rarity era stata sommariamente imprigionata nella sala del portale verso la terra, dove avrebbe dovuto mantenere buoni rapporti diplomatici con la corporazione. Alla 'magica' terra di Equestria servivano quegli aiuti, e fino ad allora la bella unicorno bianca stava reggendo egregiamente la tensione, con sua sorella Sweetie Belle.
Pinkie Pie aveva fatto coppia fissa con una certa Vynil Scratch, assieme alla quale stava tenendo su una emittente radiofonica che prendeva da EastHoof a Stallongrado. non credo sia necessario dire che la stazione trasmetteva per conto della Mann Co, anche se ogni tanto si sentivano delle ottime sinfonie uscire dagli altoparlanti. Non ho ancora capito perchè Rainbow Dash fosse presente: non aveva nessun obbligo formale per partecipare3, e le feste di classe non facevano per lei; ma la principessa Luna aveva annunciato che sarebbero stati resi noti -pubblicamente- i nomi dell' equipaggio della missione lunare Millennium4, all ingresso. Forse le interessava quello.
Infine c' era Twilight. L' Alicorno aveva sbollito ormai da tempo la depressione generata dalla morte di suo fratello e dalla paralisi di Celestia. Ma c' era sempre quel vuoto particolare, anche se sembrava tranquilla e aveva un sorriso per ogni pony che si rivolgesse a lei.
Attorno al giardino c' erano delle basse mura più che altro ornamentali, che racchiudevano il perimetro in un immenso rettangolo. Io mi trovavo a fare il mio lavoro nei pressi della guardiola della torre sudorientale del parco insieme ad un certo Arpoon Spear, con il quale avevo fatto amicizia durante i miei turni. Stavo chiacchierando con l' unicorno color del cielo, mentre si gingillava con la sua balestra, giocando a caricarla e a scaricarla ripetutamente, sempre più velocemente.
"... e allora tu che gli hai detto?" mi fece lui, sempre guardando la sua arma.
"Ah, io gli faccio: 'stai tossendo perchè hai una carota bloccata in gola? Oppure hai bisogno di un pò d' acqua? Allora lui mi prende il muso e mi fa vedere il cielo, e io dico: 'Oppure stai tossendo per via di quella immensa colonna di fumo che esce da quella montagna?" poi ci andiamo io e le ragazze, e scopriamo che è solo un drago gigante con qualche problema a caso, che ovviamente ho dovuto risolvere io!" Finii io, tra le risate.
"Pfft... che matte che siete, voi Elementi dell' Armonia" nitrì Arpoon Spear, sghignazzando.
"Sì, ma ne abbiamo fatto di lavoro, per questo paese fallato" mormorai io, presa da ricordi tristi.
"In ogni caso; scommettiamo che le 'imbattibili' guardie reali di Canterlot non se ne accorgono prima?"
"Ci sto; cosa ci giochiamo?" chiesi io, interessata. l' unicorno si controllò le tasche della sua bardatura tattica. "Io tengo cinque monete e quattro colpi perforanti del calibro adatto al tuo fucile. Le freccie ovviamente mi servono, altrimenti mi giocherei anche quelle"
"Ovviamente. Io ho tre monete e sette biglie di selce da mettere negli esplosivi. Mi prendo la parte in cui le guardie se ne accorgono dopo. Dai, voglio comprarmi un altra bottiglia di questa roba" feci io, traendo un piccolo sorso dalla mia bottiglia di vino multicolore.
Beh, forse Applejack non sen'era andata dagli Apple Acres esattamente a malincuore. La compagnia di famiglia si stava lentamente incamminando verso il fallimento proprio a causa della bottiglia che stavo tenendo nello zoccolo; Dopo il fallimento del loro sidro di mela e del magico tonico curativo, i fratelli Flim e Flam si erano trasferiti nelle pianure sotto CloudsDale. Pianure contaminate dagli scarichi tossici ed altamente infiammabili della fabbrica di arcobaleni; sulle sponde dei laghi di arcobaleno grezzo crecevano intere piantagioni di strane bacche selvatiche. I due unicorni presero subito la palla al balzo, ed iniziarono a sperimentare con gli estratti di tale frutto. Ne uscì fuori dopo svariati e velenosi fallimenti l' unico vino piccante del regno di Equestria. Vino che tra l' altro si presentava bene, con tutte le tonalità di arcobaleno che turbinavano all' interno della bottiglia a causa delle reazioni chimiche che avvenivano in continuazione per mantenere il bilanciamento del sapore e della temperatura. Lo avevano chiamato Flaim, una parola che poteva solo in parte descrivere il bruciore che versava in gola ad ogni sorso. Parola che GUARDA CASO era l' unione dei nomi di quei due truffatori5.
In un battito di ciglia tornai alla realtà.
"Sta bene; la principessa Luna sta iniziando il suo discorso. Io sto a far la guardia dal versante esterno delle mura, così non sono costretto a sentirla. Avvertimi quando le guardie se ne accorgono" mi sussurrò lui, girandosi verso l' altro lato delle mura. Scorsi l' Alicorno color della notte salire su di un palco di legno ed avvicinarsi al microfono nel centro della piattaforma. Grazie alla voce tradizionale dei regali di canterlot, il microfono non le sarebbe servito per farsi sentire dai festaioli. Gli altoparlanti servivano per farsi sentire anche oltre le mura; la guardiola dove ero stanziata ne aveva uno proprio sopra la mia testa e CELESTIA CAGNA mi scoppiava ancora la testa dall' operazione. L' Alicorno iniziò il suo monologo schiarendosi la voce; un forte fischio risuonò dall' apparechhio sopra di me, e dissi parole che avrebbero fatto rivoltare Celestia nella vasca dove rimaneva in sospensione, se ne avesse avuto l' opportunità.
"Popolo di Equestria! Questi sono tempi difficili. La frana della cittadella di Canterlot non ha solo strappato dalle nostre anime una grande parte di noi: i nostri familiari, i nostri cari. Alcuni di noi hanno perso il fratello, la sorella. Altri hanno addirittura perduto i propri genitori, i propri figli, ma non solo. La valanga ha anche portato via una parte importante dell' economia del nostro grande stato, impoverendo i sopravvissuti e le loro case. Ma su Equestria è arrivato anche un grande miracolo: in un altro mondo, un gruppo di persone si è interessato alla nostra situazione, attraversando la barriera che ci separava da loro. Un gruppo di uomini, uomini molto ricchi e potenti, che ci hanno offerto il loro personale, la loro tecnologia e la loro immaginazione per curare i nostri cuori infranti. Questa sera abbiamo qui tra noi uno di questi uomini, che ha lavorato per migliorare le nostre vite e per risollevarci dalla polvere che lambisce i nostri zoccoli. Pony tutti, sono più che orgogliosa di presentarvi Redmond Mann, coproprietrario della Mann Brothers Corporation!"
la principessa si fece da parte, per lasciare spazio ad un vecchio unicorno calvo dal manto di un rosso così chiaro da essere latteo. Era saldamente assicurato ad una ingombrante sedia a rotelle, sul cui schienale era stato saldato un grosso zaino di metallo. Da questa scatola rigida uscivano un gran numero di cavi e tubi che rientrvano nel suo collo e le sue spalle, riversando al loro interno litri e litri di medicinali e di sangue sintetico6. Il suo ingresso sul palco fu accolto da un lungo e fragoroso battizzoccoli da parte di tutti i presenti. Di tutti tranne Twilight Sparkle, che rimase in silenzio ed immobile, come ad osservare qualcosa in lontananza... sulle mura.
"Ho vinto io, Arpoon: Twilight sparkle se n' è accorta, ed anche io" feci al mio compagno. L' unicorno soffocò un risolino, facendo un passo verso di me. "Sapete, vi credevo più professionali. Ma voi vi fate individuare subito, sembra che non ci proviate nemmeno..." dissi, sfilando piano un coltello da un laccio nello zoccolo sinistro, dove mi ero abituata a tenerlo. Ancora un altro passo...
Quando udii lo zoccolo toccare terra, mi girai di scatto e affondai la lama nel volto del mio aggressore. Centrai l' orbita sinistra di un pegaso color terra mascherato con una sciarpa attorno al volto. L' assassino si buttò di colpo a terra, urlando e portandosi gli zoccoli all' occhio, dove il coltello era rimasto infilato. Cercando di guardarsi la ferita, faceva muovere compulsivamente l' impugnatura del mio pugnale, mentre il sangue zampillava fuori dall' orbita. Con la coda dell' occhio(ah ah l' occhio) scorsi un ombra muoversi alla mia sinistra, e sfoderai il machete legato dietro il mio dorso. Con un ampio tondo squarciai il collo dell' altro pegaso dal volto coperto, che cadde gorgogliando. Mi guardai intorno: i miei aggressori erano a terra, in due pozze di sangue che andavano allargandosi. anche Arpoon Spear era a terra, con la gola aperta a formare una seconda bocca, aperta di molto sotto al mento; purtroppo era già morto dissanguato, e oltretutto la trachea era aperta in due. Lemme lemme mi avvicinai al malcapitato neo-orbo. Il sangue usciva ancora, e ben presto sarebbe morto anche lui. Ma prima...
"Non ti preoccupare, ti toglierò il coltello. Ma prima dimmi quanti siete" il pegaso provò a sputare, ma la saliva gli rimase nei recessi della gola, soffocandolo. Allora tossì, gemendo per il dolore del suo bulbo oculare martoriato.
"Lo vedrai... presto... la ribalta..." stentò lui. Doveva essere caduto in shock per il dolore.
"Va bene, adesso stai fermo: estraggo il coltello" gli dissi. Afferrai saldamente lo stiletto d' acciaio e tirai un forte strattone. Ma l' occhio rimase attaccato al pugnale, e si staccò dall' orbita con un forte schiocco, rubando un altro urlo all' assassino.
"Chi siete!?" urlai io sopra al torpore del suo coma imminente.
"Noi... siamo... il futuro" mormorò lo stallone, e la sua ultima goccia di linfa vitale sgorgò fuori dal suo occhio. Mi avvicinai al mio ex compagno, e rovistai tra le tasche della sua bardatura tattica, traendone fuori cinque monete e quattro proiettili perforanti, del calibro giusto per il mio fucile di precisione. "Ho pur sempre vinto io, camerata!" gli sussurrai tristemente. Diedi un ultimo sguardo al pegaso di prima; lo derubai della sua sciarpa, una lunga fettuccia a striscie bianche e verdi. Me la girai attorno al collo; puzzava un poco di sangue, ma mi ci sarei abituata, pensai.
Diedi uno sguardo verso l' interno: la maggior parte degli invitati non si era accorta del massacro appena compiuto; grazie al vocione di Luna e al forte battizzoccoli, le urla del povero pegaso dietro di me erano state soverchiate. Ma quando guardai le altre pareti ornamentali del giardino, non vidi le bardature luccicanti delle guardie reali di Canterlot, bensì una serie di ombre, che armati di balestre e fucili silenziati puntavano sulla folla inerme al di sotto. Erano troppi da affrontare tutti da sola, ma potevo ancora salvare le guardie ed i civili alla festa, avvertendoli. Twilight aveva già allarmato abbastanza gente attorno alle tavolate, e le sentinelle si stavano stringendo attorno alla principessa luna e ai rappresentanti stranieri compreso Redmond Mann, puntando freneticamente le loro armi d' ordinanza verso le pareti lontane del giardino. Slacciai la pistola lanciarazzi dalla mia bardatura e controllai la culatta; la cartuccia era già inserita. Levai in alto l' arma di segnalazione e tirai il grilletto. Con un forte scoppio partì verso il cielo una scintilgemma tinta di un lucente verde acido, che salì crepitando per qualche decina di metri; adesso l' attenzione di tutti i presenti era rivolta verso le mura. E di conseguenza tutti i terroristi del mio braccio di mura mi sarebbero presto arrivati nel sottocoda a ficcanasare; i camminamenti delle mura erano (giustamente) privi di coperture, a meno che qualche pony non decidesse di incastrarsi tra le merlature. Ma mi sporsi dal parapetto e notai una utilissima griglia metallica, saldata alla parete per rinforzarla in caso di crollo. Avevo giusto qualche metro di corda elastica nella bisaccia. Legai un capo ad un moschettone, che appesi ad una sezione della rete; mi issai sul parapetto di pietra e tesi le orecchie; Potevo sentire distintamente i pony terroristi sulle mura avvicinarsi al galoppo. Le freccie iniziarono a volare alte sulla mia criniera ed attorno a me. Con un sospiro mi lasciai cadere, e per qualche istante riuscii a volare senza dispiegare le ali.

1 Fate conto che riparte dal capitolo 2. La serie sugli Elementi della Vittoria racconterà l' anno che sta in mezzo.
2 Rarity. Ancora qualche riga e lo spiego (c' era scritto sul suo biglietto, nel prologo).
3 Sempre la storia del biglietto. Lealtà ha un ruolo oggettivamente inutile, fino a che qualche pony non è nei casini.
4 Altra roba di cui parlo nella serie degli Elementi della Vittoria.
5 Storia ovviamente totalmente inventata. Ma sarebbe una figata se la Hasbro la mettesse nella stagione 5.
6 E' quella che chiamano la Life Extending Machine, ed è una gran cosa se a qualche pony interessa il mio parere.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cos' è un Problema; C 4: Nel Bene e nel Male ***


Snipershy atto 1: Cos' è Un Problema capitolo 4: Nel Bene e Nel Male.
Aprii le ali dopo qualche istante di caduta libera; atterrai dolcemente sugli zoccoli posteriori e slacciai la corda. Adesso avrei dovuto farmi qualche centinaio di metri di giardino brulicante di possibili nemici, in direzione dei miei compagni; la presenza anche dei miei amici animali in quella selva aggiungeva della sfida alla mia maratona ad ostacoli: non potevo correre alla cieca tra le siepi e sparare a casaccio ad ogni movimento che rilevavo. Dottore aveva rimosso i miei sentimenti, ma i miei ricordi erano rimasti chiari. E mi ricordavo chiaramente che gli animali erano sotto la mia protezione, per un motivo che in quel momento mi sfuggiva.
Snobbando il mio ingombrante fucile semiautomatico1 foderai la mia pistola, la puntai di fronte a me e mi avviai cautamente attraverso il giardino, con i tuoni delle armi delle guardie che accompagnavano il mio cammino.
Ero giunta in vista delle luci che illuminavano la festa, gli spari si erano fatti più nitidi e mi causavano leggere fitte alle tempie. Sperando che la sparatoria contro le mura terminasse presto, magari sarei riuscita anche a concentrarmi sui terroristi.
All' improvviso sentii un rumore ovattato di aria compressa verso la mia destra: sul limitare degli alberi che circondavano l' ampia radura c' era un unicorno kaki che si era levitato una lunga cerbottana alla bocca ed aveva emesso un forte soffio; il dardo era partito verso gli invitati, quindi non ero ancora stata indiviua-
Un mio passo falso spezzò un ramo secco, che emise un forte schiocco. Manco a evocarlo l' unicorno si girò di scatto verso di me e tirò fuori il suo revolver. Riuscì ad esplodere un solo colpo prima che io lo colpissi ripetutamente alla spalla che teneva sollevata la seicolpi, ma il colpo calibro .357, sebbene peccasse di precisione, trapassò la mia coscia destra; l' impatto fu forte abbastanza da sbalzarmi indietro di alcuni passi, e dovetti sbattere le ali per mantenere l' equilibrio.
Ero in ginocchio, e la gamba formicolava intorpidita. Zoppicando raggiunsi la mia vittima: i miei proiettili lo avevano colpito nella parte alta del petto, dovevano avergli sfiorato un polmone, ed essersi fermati incontrando la scapola destra.
"Sei caduto, eh? Bastardo2" dissi sputando a terra. L' altro non rispose al mio insulto; era svenuto per il forte dolore istantaneo che miei colpi gli avevano portato.
Non avevo garze sterili nella bardatura, quindi non potevo curarlo troppo bene, ma riuscii a trovare del nastro isolante che usai per bloccare temporaneamente l' emorragia e per legarlo strettamente per gli zoccoli.
Visto che la gomma del nastro era anche antimagia bloccai anche il suo corno, il quale brillava lievemente; quel residuo magico doveva essere frutto di una qualche operazione molto avanzata... ma ci avrei pensato dopo.
Dopo essermi occupata del terrorista mi osservai la gamba terribilmente dolorante: il mio manto giallo in corrispondenza della zona colpita era pregno di sangue, ma invece di un grosso buco sanguinante mi ritrovai ad osservare un preoccupante alone nero in corrispondenza del foro d' entrata del proiettile. Quello stesso livido nero si trovava nel punto dove il colpo doveva essere uscito, proprio al centro delle tre farfalle del mio Cutiemark. Trassi fuori da una tasca l' Ubercaricatore e lo collegai con i suoi due cavetti all' alloggiamento nel mio polso sinistro, e percepii una leggera scossa all' interno dello zoccolo; dopo un paio di secondi di caricamento. sullo schermino nero della scatoletta di plastica apparvero due linee azzurrine. La prima, quella più in alto che rappresentava la percentuale l' Ubercarica, stava andando piano piano andandosi a riempire. La barra inferiore era invece fissa all' ottantasette percento della sua carica. Celestia vacca, quel colpo aveva parzialmente smagnetizzato la mia unica protezione dal venire dispersa nell' etere.
Non avevo dei medikit con me, ma la Corporazione aveva allestito prima del galà una tenda medica dove se fosse scorso tutto liscio avrei trovato quello che mi serviva per ripristinare quel tredici percento di magnetismo. Raccolsi il revolver dell' unicorno; era l' unica arma che sembrava portare, a parte qualche grimaldello, una radiolina e un piccolo coltello a serramanico. La compatta arma a tamburo argentata era dotata di un ingombrante spegnifiamma, utile a celare l' assassino nel caso in cui avesse dovuto usarla. Nella sua bardatura di stoffa trovai una decina di cartucce per la seicolpi che mi misi in tasca, e solo un altro dardo per la cerbottana. Quel terrorista doveva aver avuto poco budget o una mira micidiale, ma per un attacco terroristico ci deve essere un grande numero di vittime, come dice la parola stessa, per incutere terrore. Controllai meglio il dardo: la minuscola capsula di vetro sul retro era piena di uno strano fluido verde chiaro. Se le cose stavano come si stavano delineando nella mia mente la situazione stava precipitando verso un inferno. Mi avviai al galoppo per quanto la mia gamba malsana mi permettesse, verso le barricate fatte di tavoli, dove le sentinelle reali sopravvissute si erano asserragliate assieme agli invitati. Gli spari si erano diradati; un altro dato preoccupante a conferma della mia ipotesi.
Scavalcai di slancio un lungo tavolo di acciaio e mi ritrovai in mezzo ad una selva di fucili puntati dritti alla mia testa, che subito si diradò quando i loro possessori mi riconobbero. Ignorando le bocche da fuoco, mi rivolsi ad un pony di terra verde lime che reggeva un fucile a leva.
"Quante vittime, sergente?"
"La principessa Cadance è svenuta dopo che un dardo l' ha colpita nel collo. A parte lei, nessun altro pony, grifone o zebra"
"Come immaginavo. Devo parlare subito con il Signor Mann, è in ballo qualcosa di grosso"
"Faccia pure, mercenario. Lo trova in quella direzione" disse lui, puntando con lo zoccolo da qualche parte.
"Grazie, sergente. Nel frattempo mi serve che andiate a recuperare uno dei pony che ci hanno attaccato. Lo trovate in un cespuglio ad una ventina di metri nel folto da dove sono uscita io. Servirà un infermiere. Ah, e non si preoccupi per i suoi stalloni; se ho ragione non partirà nessun altro colpo, stasera" rassicurai infine la sentinella.
"Mi permetto di esprimere i miei dubbi, Mercenario. molte delle guardie sono già morte, là sulle mura, e non ho intenzione di sprecare altri pony per raccattare un dannato terrorista"
Fossi stata la vecchia Fluttershy, avrei lasciato correre. Ma un mio nuovo amico era appena morto, e non ero proprio dell' umore, tra il mal di testa e il dolore alla gamba, di farmi mettere gli zoccoli in testa da un cazzo di soldato volontario.
"E io mi permetto di ricordarle a quale compagnia è stata affidata la protezione del Gran Galà Galoppante, ovvero alla Mann Co. Dunque, non me ne frega oggettivamente un cazzo del suo spirito di conservazione della forza di fuoco, adesso lei prende una squadra e un paramedico, va nella selva, e raccoglie da terra quel fottuto terrorista. Questo E'. UN. ORDINE" La mia ira era salita molto in fretta, come il tono della mia voce; mentre parlavo, mi ero avvicinata alla guardia, e le ultime parole gliele avevo sputate addosso quasi con risentimento. La guardia si era impressionata, e mentre gli urlavo addosso era giunta a sporgersi all' indietro con la testa, facendo qualche passo indietro, intimorita.
Porca Celestia, lo avevo paralizzato. Ma nella nuova Equestria non c' era spazio per le puledrine pre-mestruate, e serviva uno zoccolo d' acciaio per mantenere la disciplina.
"S-sì, signora"
"Era ora. Adesso, dove ha detto che era andato Redmond Mann?"
"A-a nord... Gli altri mercenari lo hanno scortato verso il teletrasporto"
"Molto bene. Rimarrei ancora a parlare con voi volontari, ma devo scappare!" dissi io infine, e mi avviai verso la zona settentrionale del parco memoriale.
Avevo ormai raggiunto la zona sicura targata Mann Co., ma invece di un brillante disco rosso vivido, il teletrasporto, trovai solo Ingegnere, che stava chiudendo una cassa degli attrezzi. Accortosi del mio arrivo, lo stallone arancione si voltò verso di me.
"Oh, heylà Fluttershy! Scusami, se volevi parlare con Mister Mann qui ho già spacchettato tutto. L' uscita del teletrasporto è nella base RED, quindi dovrai sbrigarti, se vorrai rivederlo qui, in Equestria. oh, e dovresti farti vedere la gamba da Medico; l' ultima volta che ho visto una macchia del genere, il suo proprietario è andato a concimare le aiuole di casa sua, e non mi riferisco al giardinaggio" mi avvisò lui, levandosi il suo elmetto da lavoro con lo zoccolo guantato, e asciugandosi la fronte dal sudore con l' altro. Un lungo brivido mi attraversò le ali, ma ignorai la sensazione di torpore agli zoccoli che iniziavo a percepire.
"Perfetto, ci mancava solo questa. E... cos-" Venni interrotta da un bizzarro accento germanico dietro di me.
"Aach, e io che zperavo di avere una bella vizta! Qvella macchia non ha proprio un bell' azpetto, meine keine pony" voltandomi trovai medico, che stava pulendo i suoi occhiali su di un panno di velluto rosso. Sul suo muso erano sparse numerose gocce di sangue evidentemente non suo, anche se non sembrava curarsene.
"Ingegnere, qvello di là non è 'zopravvizzuto' all' operazione, quindi abbiamo bisogno di dizfarci della carcazza prima che qvalche pony zi chieda dove zia l' infermeria; tu hai vizto Pyro in giro?" fece il dottore, rivolto allo stallone al mio fianco.
"Il forno a microonde vestito di spandex? Scortava Mister Mann alla base RED, e qui ho già smontato il teletrasporto. Spiacente amico, non lo vedrai per un pò"
"Scheisse. Per fortuna ho portato mit mich, al 'Gran Galà Galoppante', qvalche litro di zoda cauztica. Adezzo veniamo a te, Flatterzei. Zeguimi, cozì diamo un occhiata al tuo cutiemark, e vediamo cosa non va. Anche ze ho già un ideuzza di coza zi tratti"
All' improvviso, tutto il mio corpo cessò di rispondere ai miei comandi; mi ritrovai senza forze senza alcun preavviso, e mi accartocciai su di me stessa pur essendo ancora cosciente. Un alone nero attanagliò gli angoli del mio campo visivo.
"Appunto. Dai, Ingegnere; aiutami a portarla in infermieria, bitte" non riuscii a sentire la risposta dell' altro; svenni prima ancora di avere il buon gusto di avvisarli. Gemetti più per la sensazione fastidiosa di non potermi muovere che per l' inusuale dolore alla spina dorsale.
"Zu, zu, non piangere puledrina; tra poco zarà tutto finito, nel bene e nel male.
Ripresi la piena padronanza delle mie facoltà motorie una mezzora dopo, dopo la somministrazione di un kit medico Mann Co e di un veloce controllo 'invasivo' attraverso le fibre muscolari della mia gamba destra. I volontari equestri avevano intanto recuperato il terrorista che avevo atterrato poco prima, e lo avevano portato in infermeria, posizionandolo nel lettino di fronte al mio. Nella squadra era presente anche il sergente di prima, che squadrai con astio; lo stallone deglutì, e se ne andò.
Medico finì di ricucire l' apertura che lui stesso aveva aperto nel mio arto inferiore, e mi sorrise, sicuro.
"Ja, come penzavo, il proiettile del noztro amico all' altro tavolo ha trapazzato la tua gamba, uzzendo senza cauzare alcun danno. Detto quezto, ho una notizia buona e una notizia cattiva"
"Avanti, sentiamo la cattiva"
"Qvella macchia è un tumore benigno, e ze non vuoi che ti amputi la gamba, te lo dovrai tenere per tutta la vita. Non è una coza che la mia piztola medica pozza curare"
"Se non mi impedirà di svolgere il mio lavoro, a me può anche stare bene. Se questa era la notizia cattiva, chissà la buona..."
"Infatti; Qvel tumore è il risultato di una, come dire, fluttuazione di cariche elettriche nel tuo corpo. Dopo che il proiettile è entrato in contatto con i tuoi nervi, le 'fluttuazioni' sono cezzate. Qvezto zignifica in parole povere che il tuo primo tumore zarà anche l' ultimo"
"Questa sì che è una buona notizia! Adesso, devo parlare con Redmond a proposito della principessa Cadance, l' hai già visitata?"
"Purtroppo no, al Galà erano prezenti paramedici Eqvestri, che l' hanno zubito portata via, verso un ozpedale di Ponyville. E' trizte vedere come alcuni di voi pony non vogliano accettare il cambiamento che abbiamo già portato in Eqvestria, e rifiutino un intervento medico tempeztivo, zul campo. Avrei potuto fare la differenza tra la vita e la morte della Principezza Vedova"
"Ne dubito; il terrorista che ti ho fatto portare dai volontari è l' assassino di Cadance, e la sua cerbottana aveva come munizioni questi" dissi a Medico, levitando3 fuori dalla mia bardatura da combattimento il dardo che avevo raccolto dal corpo dell' unicorno color kaki; il proiettile passò dal mio campo magico a quello color fragola del mercenario, che lo esaminò attentamente portandoselo davanti al muso.
"Credo di aver ztudiato abbaztanza le zoztanze pericoloze equeztri per poter già dire di che zi tratta; e ze vuoi una zeconda opinione, qvezto ci porterà moltò più avanti nelle indagini rizpetto alla polizia eqveztre. Danke Schon, mercenario"
"Dovere, Doc. Adesso, quando posso parlare con il Signor Mann?"
"Ho paura che ti ci vorrà un bel pò. Innanzitutto perchè Redmond mann a qvezt' ora avrà già varcato il portale per la Terra, e tu non hai il permezzo di zeguirlo. Dovrai azpettare che ritorni, tra circa zette giorni, mi ha detto. In più, ti impongo l' obbligo medico di non zforzare la tua gamba; il taglio che ho aperto ha bisogno di giuzto una zettimana per richiuderzi completamente, qvindi hai zette giorni di licenza per ripozarti. Penzerò io al rapporto, e potrete leggerlo tutti da domani pomeriggio. Io qvi ho finito, puoi volare a caza per adezzo. Ti invierò perzonalmente una mail circa il destino del nostro nuovo amico" disse lui, guardando di sottecchi il terrorista nell' altra barella.
Poco dopo feci come mi aveva detto Medico; arrivata al mio cottage, trovai Snowdrop sdraiata sul divano, che leggeva qualcosa da un tablet. Non era potuta venire anche lei al Galà perchè il suo addestramento era appena concluso, e aveva anche lei una settimana di licenza, prima di iniziare a lavorare con me. Aspetta, ho detto che stava 'leggendo'? Ok, ripensandoci, non ho ancora capito come avesse fatto innanzitutto a scorrere tra i caratteri dello schermo, ma sembrava leggere davvero, persino con concentrazione.
"Com' è andata al Gala? Sei tornata molto prima dell' orario per cui ti aspettavo, avrei potuto farti la cena. O meglio, la colazione, è quasi la ventitreesima lunare" mi fece lei, spostando il suo muso dalla tavoletta nella mia direzione.
"E' successo un casino, Snowdrop. Leggerai tutto nel rapporto di Medico, entro domani. Rimarrei volentieri a parlare con te, ma mi scoppia la testa, dunque vado a dormire. Svegliami quando esce il rapporto" liquidai così la conversazione, e salii le scale per andarmi a coricare.

  1. Sì, perchè i cecchini usano anche dei semiautomatici; lo sapevate, ignoranti coddari del cazzo, che chiamate 'cecchino' solo le armi bolt action? Sì, Snipershy è un cecchino, nel caso possa sorgere il dubbio, visto che avrà ruoli 'molto variabili', nella storia.
  2. AAAAH, voi lo dovete vedere questo unicorno, tenetelo bene a mente!
  3. Se vi ricordate, la placca frontale impiantatale un anno prima le ha permesso di poter svolgere magie non troppo impegnative. Questa è un esempio.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cos' è un Problema. Cap 5: Montgomery Patton ***


Snipershy atto 1: cos' è un problema; cap 5: Montgomery Patton
Assassinio.
Il dardo che aveva colpito princess Cadance il giorno prima era riempito con liquidi gastrici di paraspiritello, la sostanza corrosiva più potente che si possa trovare in Equestria, la quale aveva bruciato la sua trachea fino ai polmoni, fermandosi generosamente al di sotto del diaframma, ovviamente dopo aver tranquillamente dissolto il cuore; La vedova dell' impero Cristallo era morta ben da prima di arrivare in ospedale. Era morta ben prima che arrivassero i soccorsi, per essere precisi. Nel rapporto, Medico si era dilungato molto su come a lui facesse ridere l' incapacità degli infermieri che in ospedale continuavano a chiedersi perchè non si fosse ripresa dopo la somministrazione del siero antiveleno senza aver controllato neanche una goccia del veleno rimasto sul dardo.
"Sei stata tu a dare a Medico il veleno da analizzare, vero?" mi chiese Snowdrop, mentre le leggevo il rapporto dal tablet fornitoci dalla Corporazione. Annuii, distratta; poi mi ricordai della cecità della mia compagna, e mi tirai lo zoccolo sul muso per la mia sbadatezza.
"Sì, ero io. Quello che mi chiedo è..." iniziai io, lasciando finire la frase alla puledra seduta al tavolo di fronte a me.
"...chi potrebbe essere interessato nell' uccidere l' ultima regnante dell' impero cristallo? Dando per scontato che il terrorista che hai catturato non abbia sbagliato la mira, ovviamente. A proposito, Medico ti ha poi scritto su di lui? Ne sai qualcosa?" mi chiese, carezzando piano Angel; il coniglio ne rispose con uno squittio di apprezzamento vergognato.
"Proprio quello che mi chiedevo io. Comunque no, non ancora. Ma dovrebbe arrivarmi il suo messaggio da un momento..." non feci in tempo a finire la frase che l' altoparlante del tablet risuonò di una breve suoneria; messaggio arrivato. La protagonista ringrazia l' autore per la coincidenza.
"...All' altro. Come si dice: parli di Tirek e spuntano le corna" borbottai con una smorfia divertita.
"Cosa dice? Puoi leggermelo?" mi chiese Snowdrop, puntando il suo sguardo vacuo nella mia direzione. Mi schiarii la voce.
Meine keine pony, ho appena terminato la 'rieducazione' del nostro amico. Dato che il suo nome di prima non importa più a nessuno, visto che, ufficialmente, per il suo gruppo di terroristi è morto durante il pustch, mi sono preso la libertà di rinominarlo Montgomery Patton.
Ma immagino non sia questo che interessi a te al momento, dico bene? In effetti non c' è molto altro, non ho ancora proceduto con l' interrogatorio, e puoi presenziare se vuoi; in effetti mi saresti utile, perchè a Montgomery potrebbe servire una faccia relativamente conosciuta; sei pur sempre l' ultima giumenta che ha visto prima di entrare in coma. Il nostro amico è molto stanco dall' operazione, dunque potresti venire, diciamo tra due giorni per l' ora di pranzo, così possiamo parlargli insieme.
Un ultima cosa: al Galà hai fatto un ottimo lavoro, quindi la tua paga per quella sera è stata accreditata al tuo profilo Mann Co., come da concordato.

"Questo suona come l' invito ad un appuntamento galante" civettò Snowdrop. Feci una smorfia divertita: sarebbe stata un' esperienza farsi un terrestre, ma immagino che un certo ordine di pensieri durante il servizio sarebbe controproducente; Lyra era stata grandiosa come esperienza, ma c' è momento e momento per operazioni così spossanti. Mi ritrovai a sbavare con le ali rigide, ripensando alla NeoAlicorno azzurra e alle cure meticolose che aveva performato tra le mie gambe.
Ci pensò Snowdrop a riportarmi alla realtà.
"Ci andrai?" mi chiese.
"Credo proprio di sì. Sono proprio curiosa di sapere come va a finire questa storia. L' autore non mi ha mica detto niente sai?"
"Pazienza, dai. Non ti puoi mica spoilerare tutta la storia fino alla fine. Che gusto c' è sennò?" Mi fece la puledra con un tono sarcastico. Roteai gli occhi, sorridendo1.
In ogni caso, due giorni dopo mi ritrovai nella base RED, come richiestomi da Medico. Nel grande atrio della sala del portale tutti i mercenari escluso Medico erano radunati attorno ad un tavolo in metallo. Mi avvicinai, e feci il saluto militare, come da norma.
"A rapporto come richiesto da Medico, Signori" Gli otto stavano giocando a carte, ad un gioco in cui si doveva accumulare numeri di semi diversi, in modo da raggiungere ventuno2.
Anzi, per essere precisi non tutti i mercenari erano seduti attorno al tavolo; Pyro infatti era sdraiato in un angolo, su di una cassa, giocando con delle paperelle di gomma come se fossero state delle astronavi. Spia invece dava le spalle a tutti noi; si era sfilato il passamontagna, e si stava facendo la barba con un piccolo rasoio tascabile, guardando la sua immagine riflessa su di un piccolo specchio che levitava di fronte a se, racchiuso nel caratteristico campo magico del suo possessore.
C' erano molti cappelli rappresentanti il palio della giocata radunati sull' ampio tavolo, la maggior parte impilati davanti al posto di Demolitore; lo zebra doveva essere stato fortunato, a questo giro. Grosso fu l' unico a voltarsi verso di me per rispondere al saluto; il voluminoso stallone era stravaccato su di una sedia d' acciaio, che teneva in equilibrio con uno zoccolo appoggiato allo spigolo del tavolo, mentre teneva nello zoccolo una bottiglia di vino arcobaleno mezza vuota, con il suo zoccolo di carte appoggiato in grembo.
Mi guardò e mosse lo zoccolo in un cenno di saluto o di fastidio dicendomi con tono serio "Medico di là. Sala operatoria. Ti sta aspettando", quindi salutai ancora, congedandomi, e mi diressi alla sala opertatoria.
L' ambiente era leggermente cambiato dall' ultima volta che ci ero stata, più di un anno prima: l' avanzato tavolo operatorio era stato smontato dal suo alloggiamento al centro della stanza, e sostituito per l' occasione da una semplice ma funzionale sedia da dentista bianca, sulla quale era stato assicurato Montgomery, con Medico appoggiato ad un tavolino in un canto, occupato a controllare il filo dei suoi bisturi e la punta delle siringhe, passandoli uno ad uno nel suo campo magico e controllandoli meticolosamente con una lente d' ingrandimento.
Il passaggio di ambiente, dal caldo umido delle fiammagemme della caverna del portale per la terra, al freddo asettico dei corridoi secondari della base RED e della sala operatoria mi provocò un leggero brivido, e sbattei le ali intirizzite, stringendomi nella mia nuova sciarpa, lavata da poco; il sentore del sangue di terrorista era stato surclassato da un rilassante sapore di menta, e nel calore della sciarpa, mi abbandonai a quel profumo, soddisfando la mia fantasia pensando a Lyra.
Le piaceva indossare quel profumo, tutto qui.
Tornai al presente proprio quando Medico si accorse della mia presenza, avendo sentito il mio battito d' ali eccitato; si era voltato di colpo verso di me, con l' espressione di uno che aveva detto di non voler essere disturbato, ma aveva appena visto l' eccezione al suo ordine.
"Ach, eccoti cvi, Flatterzei. Ztavo giuzto per-"
"Non importa, Doc; ormai sono qui. Vogliamo iniziare?" lo interruppi io, ansiosa di sentire la voce dell' ex-terrorista.
"Ja, ja. Allora iniziamo. Uza il zecchio vicino alla zedia per zvegliarlo in cvezto cazo, bitte" mi fece lui, sempre concentrato sui suoi attrezzi, muovendo lo zoccolo sinistro con indifferenza.
Avvicinandomi alla sedia da dentista diedi un attenta occhiata al 'paziente' di oggi. la sua testa era riversa all' indietro, essendo profondamente addormentato, con il mento leggermente piegato su un lato. Il suo muso color kaki era coperto da una barba sfatta marroncina, e la sua espressione non tradiva un sonno agitato.
Non mi stupii che uno stallone così tranquillo nel dormire potesse avermi sparato e aver ucciso l' ultima regnante dell' impero Cristallo. Alla fine quello che mi avevano insegnato era anche che il nemico poteva uscire da ogni angolo, persino quelli che qualche pony ha già controllato. Non che fosse il mio caso, certo.
Mi grattai il Cutiemark destro, quello tumorato, come per riflesso, mentre raccoglievo il secchio pieno di acqua ghiacciata mista a sangue; sul fondo c' era uno straccio rossiccio, che Medico doveva aver usato per drenare gli interni di Montgomery, mentre li esplorava con precisione per chissà quale oscuro scopo.
Mentre risollevavo il secchio aiutandomi con la magia per alleviare un poco il peso, Medico si era portato al mio fianco.
"Sehr gut, pozziamo iniziare. Zolo ztai attenta a come gli parli, qvando zi zveglia: Ho dovuto giocare con la zua memoria, come da ordine di Herr Mann, e il zuo comportamento di conzeguenza potrebbe ezzere imprevedibile. Qualuncve coza io dica, mi dovrai reggere il gioco, klar?" mi avvisò Medico, e io annuii, serrando la mia presa sul secchio di metallo.
"Gut, allora coza ztai azpettando? zveglialo, schnell" mi incitò lui, e senza esitazione eseguii l' ordine, rovesciando l' acqua insanguinata dritta sul muso del terrorista, svegliandolo di soprassalto.
"Hm, guten tag zoldato, e benvenuto nella baze RED. Ja, proprio nella bocca del leone. Credo che tu zappia già perchè tu zia cvi, qvindi andrò direttamente al zodo.
Tu rammenti di ezzere ztato prezente al Gran Galà Galoppante, partecipando all' attentato che è rizultato nel decezzo della Principezza Cadanze?" chiese Dottore, per iniziare. Ma Montgomery, boccheggiando col muso gocciolante d' acqua, non faceva altro che fissarmi, come esterrefatto; non aveva risposto a Medico, quindi si schiarì la voce, e ricominciò a interrogarlo.
"Tu capizzi che la noztra corporazione ha delle priorità, zoldato. Qvanti eravate all' attentato? Qvali zono i voztri piani? Perchè prinzess Cadanze è morta?" continuò imperterrito il mercenario. Ma Montgomery teneva la bocca chiusa alle sue domande.
"Quella... quella sciarpa. Dove l' hai presa?" mi chiese il terrorista, fissandomi intensamente.
"Montgomery" Gli disse medico, avvicinandoglisi e appoggiandosi ai braccioli della sedia da dentista in modo che lo sentisse bene "Flatterzei è tua moglie" disse lui, con tono grave. A questa sua affermazione i miei occhi si voltarono verso di lui, preoccupati.
"O almeno, lo era, prima che tu la tradizzi per zeguire il BLU team. Hai ripudiato l' amore della tua vita per zeguire degli ideali zbagliati, e lei non ti ha perdonato. Al Gran Galà Galoppante è ztata proprio lei a catturarti, ed è ztata lei a premere il grilletto contro di te" Gli disse, facendo un cenno col muso verso la sua spalla sinistra, coperta da una grossa fasciatura.
"Lei ti ama ancora, Montgomery, ti ha portato lei qui, per farti tornare da lei, dal giusto lato della Corporazione. Ma hai infranto il zuo cuore, come la zua fiducia; Ze tu ci dirai cvello che zai zui piani del BLU team, avrai un altra occazione di riconquiztarla, lavorando con lei, e riparare ai tuoi errori offrendo i tuoi zervigi al RED team" gli offrì Medico, facendo un salto nel buio dando fiducia a un mercenario nemico.
"Ovviamente l' altra opzione, ze zzegli di non parlare e di voltare le zpalle a Flatterzei un altra volta, è la terminazione. a te la zzelta"
Un paio d' ore dopo, io e Medico eravamo seduti al tavolo dove i mercenari giocavano a carte, gustandoci assieme a loro un sostanzioso pranzo composto da sandwitch in abbondanza e vino Flaim. C' era anche Lyra al tavolo con noi, ed era seduta convenientemente di fronte a me, stuzzicandomi con sguardi provocanti e zoccolini, mentre provavo a concentrarmi sulla discussione tra i mercenari, cercando di non pensare al mio mal di testa.
"...Se quello che dice Montgomery è vero, sradicare il BLU team da questa terra diventerà molto più difficile di quanto Celestia ha calcolato" commentò Ingegnere, appoggiando sul tavolo una bottiglia vuota "Devo immettere i nuovi dati nell' algoritmo, potrebbe volerci del tempo"
Montgomery aveva deciso di parlare, descrivendo l' organizzazione dei Grandi e Potenti; gli affiliati erano riuniti in cellule separate, che ricevevano gli ordini per via telepatica tramite il capo sezione, un unicorno con un addestramento magico speciale. Un sistema a dir poco brillante, così tutte le informazioni non vengono rilasciate in un colpo solo, se la cellula viene catturata. Purtroppo l' unicorno a capo della cellula di Canterlot, la quale sotto cui operava Montgomery, era rimasto ucciso nel Pustch del Gran Galà Galoppante; Medico non avrebbe potuto carpire i segreti della sua telepatia, così da trovare un modo per invertire il processo e risalire alla fonte dei messaggi. Questo era tutto purtroppo; non molto con cui partire, ma meglio di niente, o peggio, seguire una pista sbagliata.
"Gentiluomini, queste complicazioni nei nostri piani comporteranno delle gravi conseguenze nei futuri sviluppi delle nostre operazioni. A questo punto suppongo che nel mirino dei nostri nemici ci sia anche l' operazione Millennium. Il mio suggerimento è un incremento della sicurezza. Non tanto da far sospettare ai nostri nemici che sappiamo delle loro mire. Sette mercenari basteranno, magari dei cecchini appostati intorno al perimetro della zona di lancio" suggerì Spia; L' unicorno si era versato il vino in un bicchiere di cristallo apposito, e si stava sfregando gli zoccoli, mormorando con tono cospiratorio mentre levitava delle eleganti posate in acciaio argentato per tagliarsi il proprio panino.
"Inoltre non so cosa ne pensate, ma un sistema organizzativo del genere mi sa di premeditazione. In questo momento non riesco a spiegarmi in modo più preciso, devo schiarirmi le idee con Monsieur Mann. Chiederò un udienza nei prossimi giorni, e gli esporrò i miei dubbi" disse infine il mercenario, portandosi alla bocca un piccolo boccone di sandwitch.
"Hey ragazzi, ci stiamo dimenticando dell' Impero Cristallo!" disse Scout, con uno sprizzo di partecipazione insolito "Se ho capito bene, entrambi i regnanti sono morti, ed è già da una settimana che c' è un posto vacante nel governo. Non abbiamo ancora pensato a una soluzione per quello?"
"Oui, esploratore; i nostri notai stanno effettuando delle ricerche per trovare una soluzione anche a questo. Si sta pensando di accorpare l' Impero Cristallo allo stato Equestre, e la rappresentante delle pubbliche relazioni si sta prodigando molto per questo" un piccolo pony prese vita nella mia testa: sentire parlare di Rarity in quel modo faceva uno strano effetto, e non so definire se fosse un effetto piacevole o sgradevole "Suppongo centri la principessa Twilight Sparkle; quella unicorno non si fida della corporazione, e sta tentando alla chetichella di far acquisire potere alla principessa. Inutile dire che non ci sta riuscendo granchè bene; ma si sta comportando egregiamente nel suo compito, e uno zoccolo come il suo ci farà comodo in futuro" aggunse l' unicorno.
"Detto cvezto, la riunione è concluza. Montgomery Patton verrà fornito di un vero addeztramento da mercenario in una ztruttura della corporazione; per adezzo non mi pare il cazo di trazferirlo già a vivere con il mercenario Flatterzei, che ha già due coinquilini a cui badare. Lyra, puoi accompagnare Flatterzei al zuo rifugio, non c' è motivo di trattenerla ancora. Auf viedersehen!" ci congedò Medico.
Pochi minuti dopo, Lyra mi stava portando in jeep a casa, attraversando Ponyville ed evitando il traffico di veicoli da trasporto della corporazione.
La Mann co. stava dando una grande spinta al progresso industriale, e visto che il quartiere nord di Ponyville era l'epicentro del loro impero, le fabbriche inziavano a punteggiare quella zona.
"C'è un' aria strana" dissi alla NeoAlicorno, mentre si fermava ad un incrocio per lasciar passare un convoglio di trasporti.
"Che intendi?" fece lei, stravaccandosi sul sedile e appoggiandosi con lo zoccolo sinistro sulla portiera del veicolo, mentre i furgoni sfilavano di fronte a noi.
"Beh" feci un gesto verso la colonna di automezzi "C' è questo, innanzitutto. E poi c' è un aria molto più fredda del solito" spiegai.
"E' normale: l' inverno è quasi alle porte, dovresti saperlo"
"Non in quel senso; hai notato che dall' attentato non gira quasi nessun pony per le strade?" era vero. Nel viale che stavamo attraversando non c' era nessuno, se non alcuni facchini con i loro carri delle consegne, che si affrettavano circospetti nei loro affari.
"Beh, mi pare normale. Questa è la prima minaccia interna ad Equestria non provocata da un entità magica; la morte può arrivare da qualsiasi lato, e i pony lo sanno. Come ti dissi ormai più di un anno fa, è normale avere paura. Francamente, a me pare strano che porte e finestre a livello del terreno non siano barricate" replicò lei, a ragione, dovetti ammettere.
Era fin da prima dell' attentato che certi pony, considerati scomodi da altri pony, semplicemente scomparivano; la corporazione era sommersa di lavoro: non passava settimana senza almeno più di quindici contratti in entrata, e ancora dovevamo ingranare la marcia con i reclutamenti.
"Tornando a noi, che ne pensi di Montgomery? Non credi che la storia inventata da Medico sia un po... forzata?" chiesi alla NeoAlicorno. Mi sto rendendo conto che, in effetti, NeoAlicorno lo sono anchio, quindi dovrei smetterla di chiamarla così. O forse dovrei dire 'avrei dovuto smetterla'.
"Forzata? Non direi, anzi, a me è piaciuta: ha stile e realismo allo stesso tempo; se non avessimo fatto quello che abbiamo fatto mesi fa direi anchio che può benissimo essere successo per davvero. E se ti preoccupa stai tranquilla, non sono gelosa" aggiunse lei, osservandomi maliziosamente.
"Ricordati che sono sempre io quella che addestra i mercenari; se per caso decidessi che può essere una minaccia per noi, sappi che ho modi molto creativi per vendicarmi di qualche pony" ridacchiò lei "Musica?" mi chiese. Io annuii, e lei accese l' autoradio, sintonizzata sull' emittente della Corporazione. Dagli altoparlanti si diffusero le voci delle commentatrici DoppiaPi e DJ Pon-3, che parlavano di sparizioni di puledri nella zona di Detrot e Fillydelphia, ma le loro voci vennero presto scavalcate da una sinfonia che andava forte di tromba e tuba. L' ultimo veicolo della colonna di trasorti era un fuoristrada armato, carico di volontari dell' esercito equestre che ci scrutavano con sguardo torvo, mentre scortavano la carovana di materiali metallurgici.

  1. Troppe rotture della quarta barriera... Pinkie Pie approved.
  2. Blackjack

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Cos' è un Problema; cap 6: The Wolf of Mann Street. ***


Snipershy atto 1: Cos' è un Problema; cap 6: The Wolf of Mann Street.
L' ho detto che ero in ritardo
La chiamata di Mister Mann era al contempo aspettata e inaspettata.
Il mio primo mese di contratti si era appena concluso con successo: Il mio primo in assoluto fu un mercante di Ponyville meridionale, sospettato di trattenere nel suo magazzino -illegalmente, ovviamente- stock di rifornimenti della Corporazione, come razioni a lunga durata e attrezzi.
Un sopralluogo alla chetichella confermò le ipotesi dei miei superiori, e la loro sentenza fu immediata.
Avrei dovuto raccogliere informazioni dal diretto interessato sul per chi nascondeva quegli approvvigionamenti e perchè, e mandarlo a Celestia con lo stile della Corporazione.
Lo trovai in un pub malfamato dello stesso quartiere in cui dirigeva la sua attività clandestina, a riempirsi un boccale da mezzo litro di sidro di mele (lo producono ancora?), seduto al bancone.
Quel pub in particolare era vuoto, se non per una squadretta di scalcio che bazzicava attorno a una tavolata in un angolo, bevendo e scherzando da veri amici.
Mi sedetti nel posto vicino al suo, e ordinai del vino Flaim al barcolt, squadrando di sottecchi il mio bersaglio mentre pagavo con alcune monete l' oste.
Era un unicorno sulla quarantina dal manto giallo e criniera nera inbrillantinata; era bassino, aveva un fisico paffuto: senz' altro era un amante del buon cibo.
La cosa che mi colpì di più era il suo volto: aveva delle grosse borse sotto agli occhi, che erano rossi; aveva l' aria di uno che aveva sofferto molto, ultimamente, come per un problema tanto grave da fagli perdere il sonno.
"Hai l' aria di qualcuno che non dorme da parecchio, amico" così attaccai bottone con il mercante, che si voltò verso di me di soprassalto come aprii bocca; per mia fortuna, notando che il suo misterioso vicino di posto era una giumenta sembrò calmarsi, tirando un sospiro triste.
La mia criniera era legata in una semplice treccia, me l' ero tagliata per l' occasione, e le mie spalle erano avvolte in un lungo mantello di iuta, che copriva il mio cutiemark tumorato, assieme a una bardatura invernale e la mia adorata sciarpa.
"Non dormo da parecchio no, mia cara sconosciuta" mi rispose infine lui "Si può dire che i tempi non siano più maturi per mandare avanti la mia attività"
"Dal tuo tono non sembra qualcosa che, quant' è, il quarto boccale di sidro? Possa mettere a posto" gli chiesi, prima di trarre un piccolo sorso dal mio bicchiere, riempito di vino arcobaleno dal barcolt.
"Il quinto, mia cara. E no, non lo è" rispose il mercante, pensieroso.
"Forse quello che a te serve è solo un po di compagnia, qualcuno con cui liberarti dei tuoi problemi"
"Quello che serve a me è una guardia del corpo, puledrina. Ma della compagnia di certo non mi dispiace"
Mi servì una settimana per entrare nelle grazie del contrabbandiere, durante la quale ebbi modo di venire a conoscenza di tutti i suoi affari loschi. Affari riguardanti una minaccia perpetrata nei confronti di Itsy Bitsy -questo era il suo nome-, per preparare una spedizione verso una destinzione sconosciuta da lui.
Dopo che fummo diventati buoni amici -o così credeva lui- mi bastarono tre giorni per farmi portare a casa sua; il mio unico commento su quella parte è che non sapevo che i bicchieri di cristallo sarebbero stati così utili per uccidere un pony. Inoltre i pompieri furono davvero sorpresi che l' incendio nella sua casa non si espanse in altre abitazioni vicine.
Avevo le informazioni che ci servivano; la mia bisaccia era colma dei registri di Itsy Bitsy, e nello zaino assicurato sulle mie spalle che avevo trafugato dalla sua abitazione c' era il suo laptop, anch' esso contenente dati sensibili, quali l' elenco delle sue mail; ma il mio contratto ancora non era finito.
Mi sono diretta il più velocemente possibile al magazzino dell' ex presidente del club dei vivi -Itsy Bitsy- e ho raggiunto lo stock incriminato, mettendo un segnalatore radio sul fondo di una delle casse per poi ricoprirlo col resto del contenuto, così da tracciare la merce se fosse stata rubata prima dell' arrivo degli operai.
La mattina dopo andai a consegnare i dati all' addetto Mann co.. Mi diressi al parco cittadino, e mi sedetti a una panchina di fianco a un unicorno vestito di bianco che sedeva in modo strano.
Dopo qualche minuto di silenzio passati ad ascoltare gli uccelli e gli scoiattoli, l' unicorno attirò la mia attenzione mentre mi ero distratta dando una grattata a un gattino che mi aveva riconosciuta.
"Sai come si dice" disse, porgendomi una scatola aperta di cioccolatini con un sorriso rassicurante e fiducioso "La vita è come una scatola di cioccolatini"
"Devi prenderne il controllo prima che altri te li fottano" risposi, levitandone uno e mettendomelo in bocca. Allontanandomi dalla panchina lasciai le valigette con i dati all' operatore, perchè le portasse in un posto sicuro. Tutto questo successe una settimana prima della chiamata di Redmond Mann.
L' unica luce nell' ufficio di Mister Mann a parte quelle dei quadri illuminati era la sua lampada da scrivania, oltre alla fioca luce della vetrata dietro di Lui.
Era l' ultima settimana di novembre, e dalla volta aperta per la preparazione al decollo di un elicottero cadeva un leggero nevischio, che rendeva l' aria esterna immobile e fredda.
Lui doveva percepire il freddo, infatti il suo collo era coperto da una sciarpa di lana pesante, e in effetti anchio avevo indosso la mia sciarpa verde e bianca, lavata di fresco, sebbene il riscaldamento all' interno dei corridoi della base RED fosse attivato e corrente a pieno regime.
"Siediti, mercenario Fluttershy" mormorò Redmond Mann, puntando uno zoccolo rinsecchito verso la poltrona di fronte alla sua scrivania, mentre il suo campo magico scriveva con una penna stilografica su di una pila di fogli, firmandoli uno a uno. Mi sedetti, e attesi pazientemente che il mio letterale padrone avesse finito di firmare i suoi documenti.
Quando ebbe finito, posò con cura la penna a fianco della pila e giunse i suoi zoccoli, guardandomi intensamente.
"Sai perchè siamo qui, mercenario?"
"Prego?"
"Sai perchè noi, la Mann Brothers Corporation, siamo qui, in Equestria?" questa la sapevo, o almeno, così credevo.
"Equestria è una terra molto ricca, fertile, con grande presenza di forza lavoro e con molto spazio in cui costruire" ripetei, come Lyra mi disse tempo prima. Redmond Mann sorrise, e si passò la lingua sulle labbra rinsecchite.
"Questa è la versione per il pubblico Equestre. Voglio dire, non è del tutto errato, Equestria è realmente una terra molto ricca, ma questa storia inizia più di cent' anni fa. Il tuo ultimo contratto è appena terminato, quindi non credo sprechi il tuo tempo ascoltarmi" mi assicurò lui, squadrandomi torvo. mi feci attenta, avrebbe potuto essere un test di qualche sorta.
"Quando morì, Zepheniah Mann lasciò in eredità ai suoi due figli, Me e mio fratello Blutarch, esattamente il cinquanta percento ciascuno della sua impresa, la Mann Corporation.
Durante tutta la mia vita cercai di ottenere il resto della corporazione: tradii, uccisi, profanai cadaveri di gente onesta, feci fallire intere città per vincere anche una sola frazione di percentuale delle azioni di mio fratello. Ma quel bastardo fece le stesse cose, nello stesso esatto momento" ghignò rabbioso, stringendo gli zoccoli sui braccioli della sua poltrona a rotelle mentre digrignava i denti "Clonò i miei mercenari, e assunse un amministratrice per controllare i loro combattimenti; e adesso, dopo più di cent' anni di lotte tra di noi... sto morendo" a queste sue parole spalancai gli occhi. Ero stato assunta da una compagnia morente? Anzi, mezza compagnia morente.
"E qui arriviamo al motivo del perchè Mann Brothers Corporation è approdata a Equestria: Quando Conagher Senior, il tuttofare di nostro padre, progettò e costruì la macchina che vedi sulle mie spalle, preventivò che per funzionare avrebbe avuto bisogno dell' Australio, un elemento rarissimo in tutto il nostro sistema solare, tanto che ne esistevano solo ottantanovemila tonnellate; e adesso è esaurito. Sulla terra" disse, alzando uno zoccolo.
"Abbiamo studiato a lungo questa terra, e la sua disponibilità di Australio è pressochè illimitata, specialmente sul vostro satellite.
E' questo che facciamo in Equestria: quello che io faccio, rintracciare ogni singola vena di Australio prima di mia fratello, e alimentare la mia L.E.M. più a lungo della sua. E' il mio ultimo desiderio, su questo letto di morte semovente" sputò lui rabbioso, mentre aggirava la sua scrivania, avvicinandosi alla mia poltrona. Mano a mano che il suo tono saliva di intensità, e la sua ira cresceva, vedevo il flusso di liquidi medici dalla sua macchina aumentare, mentre essa ronzava, sforzandosi di sostenere il battito accelerato del suo cuore redivivo. Sostenni il suo sguardo cocente d' ira a fatica, e se non fosse stato per l' addestramento mentale Mann co., mi sarei messa di sicuro a piangere.
"Sarà il mio ultimo tributo a nostro padre, prima di morire. Sopravvivere a mio fratello." sospirò infine, ansimando mentre il flusso di medicinali tornava alla normalità.
"Adesso" sospirò, ridirigendosi dietro alla sua scrivania "Parliamo del tuo prossimo contratto. La settimana scorsa, una spedizione di controllo diretta verso l' Impero Cristallo è stata data per dispersa prima di entrare nella bolla di protezione. C' è stato un solo sopravvissuto, che ci ha fatto rapporto via radio di Changelings nell' area dell' Impero"
Beh, almeno sappiamo perchè hanno ucciso Cadance
"Inoltre, il funerale della principessa Miamore Cadenza è domani, e come gli altri Elementi dell' Armonia sei invitata anche tu per dare gli ultimi onori alla salma prima della Cristallizzazione, insieme alla tua squadra; Il funerale si terrà nel municipio di PonyVille questa volta. Sei libera di andare, mercenario" mi indicò la grande porta alle mie spalle, e io feci per alzarmi.
"Un ultima cosa" mi fermò, mentre levitava da sotto alla scrivania altre carte da firmare "Questo incontro lo hai avuto tu, come le tue cinque amiche. Vi ho voluto dare fiducia perchè, con principessa Luna così impegnata nei preparativi dell' Operazione Millennium, voi siete le più importanti rappresentanti del Principato Equestre. E credo sia inutile dire che tutto quello a cui sei venuta a conoscenza oggi è estremamente confidenziale. Non dovrete fare parola di questo incontro con nessuno, nemmeno tra di voi"
"Sì Signor Mann, grazie Signor Mann" risposi, e mi avviai rapida trottando verso l' uscita, per non rubare altro tempo a Redmond Mann. Fuori dalla base RED aveva smesso di nevicare ed era salita la nebbia, e tutto era ricoperto da un sottile alone bianco-grigio, che contribuiva a rallentare ancora l' atmosfera già pesante della PonyVille industrializzata.
Arrivata al mio rifugio, la nebbia si era fatta ancora più fitta, essendo sul limitare della Everfree Forest, assai umida in questa stagione in particolare. Bussai tre volte alla pesante porta di abete del mio ingresso, e mi aprì Snowdrop, conducendomi al basso tavolino davanti al camino, acceso e scoppiettante mentre sopra di esso era appesa una marmitta ribollente di zuppa di verdure, riempiendo il pianterreno della casa del suo caldo e accogliente profumo.
Dopo i bentornata di consuetudine, Snowdrop raccolse con un ala una scodella dal tavolo della cucina, e vi versò dentro una mestolata di zuppa direttamente dal fuoco, e si ridiresse verso la dispensa per prendere dei crostini di pane fritti.
"Il postino ha portato, oltre alle solite casse di rifornimenti, una lettera di invito al funerale della principessa Cadence" mi disse dall' altra stanza, mentre infilava la testa nei cassetti per cercare il sacchetto dei crostini.
"Lo so, Mister Mann mi ha parlato proprio di questo" risposi, mentre iniziavo a girare il cucchiaio nella zuppa, per raffreddarla un poco.
"E hi ha phatto andahe phino ahha bahe RED nel mehso hella nehe pher invitaphti a un phunehahe?" mi chiese tra i denti, mentre reggeva in bocca il pacchetto di crostini, e lo portava a tavola. Angel intanto era sceso dalle scale del piano di sopra, e stava squittendo infastidito per aver interrotto il suo sonno. Era solo la sesta Celestiale, dopotutto, anche se era già ora di pranzo.
"No, mi ha parlato anche della prossima missione; ma voglio aspettare l' adunata ufficiale per parlarvene"
"Tornando al funerale, credi che dovrei andarmi a comprare qualcosa di... adatto?" mi chiese, dopo essersi seduta al fianco di angel, con la schiena rivolta verso il fuoco.
"Non ne vale la pena, domani ci metteremo le bardature da combattimento invernali, e staremo al caldo"
"Verrà anche Montgomery al funerale?" domandò lei, puntando i suoi occhi vitrei nella sua scodella di minestra, e iniziando a mangiare tirando su e giù silenziosamente il suo cucchiaio.
"Sì" risposi io, laconicamente. Dopo solo un mese nella struttura di addestramento della corporazione, Montgomery Patton si era dimostrato tra i migliori del suo corso come pilota di velivoli ad ala mobile, dove aveva fatto domanda di inserimento inizialmente. Dopo un rapido test della sua situazione fisica, era chiaro che era stato addestrato in un modo molto simile a quello della corporazione, almeno nelle specializzazioni militari di base, e dopo il lavaggio del cervello di Medico, nelle missioni di squadra aveva dimostrato la maggiore fedeltà possibile alla corporazione, massimizzando l' efficienza sua e della sua unità provvisoria, oltre a ottimizzare il tornaconto della Mann Co.
"Lo incontreremo fuori dal municipio. Adesso finiamo di mangiare, e poi ci alleneremo per il resto del pomeriggio. Al funerale ci riposeremo, quindi dobbiamo rimediare all' esercizio perso" le dissi. Passammo il resto del pomeriggio ad allenarci nel corpo a corpo, nella cantina del nostro capanno, con Angel che controllava l' attrezzatura poco distante.
Il giorno successivo, ci presentammo al funerale della Principessa Cadance, la mattina di buon'ora.
Il municipio di Ponyville era stato praticamente fortificato: nella piazza principale della cittadina erano stati piazzati sei blindati, con delle mitragliatrici ad alto calibro montate sui rimorchi, in modo da coprire linee di tiro a 360 gradi attorno all' edificio circolare.
La terrazza al primo piano aveva delle barricate di metallo montate alle ringhiere, per fornire copertura ai tiratori di guardia; Montgomery Patton era tra quelli, e avrebbe controllato la cerimonia da fuori le vetrate sopraelevate.
Noi Elementi dell' Armonia avevamo un posto in prima fila, proprio davanti all' unicorno sacerdote che amministrava la cerimonia, e al centro della navata era presente la bara di vetro. Io ero nel posto più esterno, e a fianco a me c' era Twilight Sparkle, che non sembrava troppo interessata alla cerimonia, quanto a me.
"Come stai?" iniziò a dire lei, per attaccare bottone.
"Bene" risposi, lasciando Twilight nel silenzio per qualche minuto.
"Hai sentito dell' Impero Cristallo?"
"Si" dissi "Ci vado la settimana prossima" a questa mia affermazione lei girò il capo del tutto verso di me, ricevendo un occhiataccia furtiva del sacerdote per un secondo.
"Fluttershy, l' impero Cristallo è totalmente assoggettato a Queen Chrysalis, e la tempesta che lo protegge sta peggiorando di giorno in giorno. Anche con un esercito intero potrebbero volerci mesi di assedio solo per entrare nella bolla protettiva; non puoi sperare solo con la tua squadra di espugnarlo in così poco tempo, è una follia"
"Come dice Lyra, gli ordini sono ordini. E se il mio ordine include una missione suicida, sarà meglio che mi sbrighi a completare la missione, e riportare il culo mio e dei miei compagni a casa prima di trasformare un infiltrazione in una guerra di trincea" la ammutolii io, almeno per un minuto.
"Se le cose stanno così" mi sussurrò lei, avvinatasi al mio orecchio "Assicurati di portarmi la testa di Queen Crysalis, la responsabile della morte di Cadance e probabilmente di mio fratello" mi implorò. Non era ancora certo se il mandante dell' attentato fosse stata davvero Chrysalis, avrebbe anche potuto prendere la palla al balzo dopo la morte di Cadence. Twilight doveva aver avuto delle idee molto assolute sulla questione.
"So che sei cambiata, in questo anno e mezzo all' interno della Mann Co. Ma se Medico non ti ha impiantato qualche idea malata sulle tue amiche, posso essere sicura di poter contare su di te. E' così?"
Non risposi mai a quella domanda; subito dopo il sacerdote chiamò gli Elementi dell' Armonia a porgere gli onori alla salma, prima che venisse ritirata per la cristallizzazione rituale della regnante. Dopo la cerimonia, tornai al mio capanno con SnowDrop, Angel e Montgomery per preparare gli abiti pesanti per la nostra prima missione come squadra.

Nido del cecchino

Mi scuso per il ritardo, sono stato superimpegnato nel tradurre la mia storia in inglese; l'ho pubblicata su Fimfiction, il mio utente è WarmenBright - Snipershy.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Cos' è un Problema; cap 7: Operazione Winter Wrap Up p1 ***


Snipershy atto 1: Cos'è un problema; cap 7: Operazione Winter Wrap Up
Ci fu un tonfo, nell' eliporto della base RED, seguito da una colorita sequela di bestemmie a Celestia; ad un operaio era scivolata una cassa di munizioni, ed era caduta sullo zoccolo del suo compagno.
Intanto io, Montgomery, Angel e Snowdrop -la mia squadra, insomma- eravamo seduti nella sala briefing, in realtà l' ingresso dell' eliporto, dove Saxton Hale, l' ufficiale supervisore delle missioni nonchè CEO della Mann Co., ci stava istruendo un ultima volta sui nostri obbiettivi.
"Allora, l'OBJ di missione è il centro esatto dell' Impero Cristallo, il castello imperiale. Il nostro operatore ha indicato una generosa contentrazione di nemici nella zona prima che il contatto radio si interrompesse a causa della tempesta. Il vostro primo obiettivo sarà dunque riunirvi con il nostro operatore all' indirizzo che vi è stato fornito, dove verrete ragguagliati sulle posizioni esatte del nemico. E' stato dimostrato che i Changelings hanno una reazione molto rapida agli attacchi, nonchè una mentalità collettiva, quasi telepatica; l' ingaggio diretto è perciò seriamente sconsigliato. Adesso" disse, avvicinanosi al tavolo al suo fianco "Il vostro obiettivo principale sarà portare questo aggeggio al cuore dell' Impero, e sostituirlo con il Cuore di Cristallo. Che cos'è?" disse, accarezzando il congegno circolare appoggiato sul tavolo. aveva la forma di due anelli incrociati lungo l' asse di simmetria, ed era fatto di un materiale simile al vetro, molto scuro "Squadra, vi presento la bomba 'Lucky Bride', e il suo nome tecnico è 'Bomba ad ArcoBagliore-Induttore di Risonanza', ed è il primo MegaIncantesimo dopo la bolla di protezione dell' Impero Cristallo stesso. A voi basterà sostituirlo con il Cuore di Cristallo, e allontanarvi di almeno mezzo chilometro entro otto minuti; quello che questo megaincantesimo farà sarà vaporizzare ogni Changeling ancora in vita nel perimetro dell' Impero, risuonando attraverso la loro magia telepatica. Per voi non ci dovrebbe essere alcun pericolo, a patto che stiate a debita distanza dalla risonanza iniziale. Vi posso dire che le strutture di cristallo potrebbero andare letteralmente in fumo entro 100 metri dal ground zero del botto. Detto questo, andate a controllare il vostro equipaggiamento, e tornate qui tra cinque minuti" ci congedò Saxton Hale controllando l' orologio.
La parte più importante della nostra attrezzatura erano le munizioni: sul legno della cassa era scritto '40x31 300 AAC BLACKOUT -7.62x35 mm-', che erano sostanzialmente colpi più pesanti che viaggiavano sotto la velocità del suono, producendo quindi assai meno rumore della versione normale, sparati da una piattaforma AR-15. Montgomery e Snowdrop avevano appunto una carabina del genere1, con montata una canna più corta del solito, impugnatura verticale anteriore del tipo 'stubby', ottica senza ingandimenti a punto verde e combo laser/luce tattica, con un calcio retrattile standard.
Io avevo una versione più orientata al tiro di precisione semi-automatico di tale arma2, con una canna di qualche zoccolo più lunga silenziata, una versione della stubby con un bipiede estensibile in plastica (non molto comodo o durevole, aggiungerei); il calcio era fisso e aveva un poggiaguancia gommato, ma era l' ottica il vero gioiello di quell' arma: il mirino con reticolo a otto ingrandimenti, lungo una ventina di centimetri, aveva una molla che gli permetteva di intercambiarsi con un visore a infrarossi a due ingrandimenti (non molto utile contro i Changelings, che sono a sangue freddo, ma sarebbe stato efficace nell' individuare eventuali ostaggi pony), un modello che non avevo mai visto, doveva valere una fortuna.
La mia bardatura da combattimento aveva cucita sulla schiena una grossa sacca nera, il posto in prima fila per Angel, che sarebbe stato il mio spotter per quella missione.
Le nostre armi da fianco invece erano tutte le stesse: una pistola silenziata da '.22 LR HP' (sub-soniche pure quelle) che poteva sparare sia in singolo che a raffica, con caricatori infilati da tutte le parti: nella bardatura, nei cinturoni, nei calci dei fucili, nell' elicottero, persino su ciascuno stivale erano nascoste due tasche doppie per quei dannati caricatori da 20 colpi. Era palese che fosse assai preferito dalla Corporazione l' utilizzo di tali armi, dato che il silenziatore era compatto e molto più evoluto di quelli montati sui nostri fucili.
"Zaini pieni di colpi da .22, stivali pieni di colpi da .22, bardature piene di colpi da .22... Se la Corporazione vuole me li infilo anche nel culo questi cazzo di Hollow Point" commentò Snowdrop, strappando un sogghigno a Montgomery Patton.
Anche sull' elicottero era montata una mitragliatrice da .22, che però usava la versione ad alta penetrazione di quegli stessi proiettili, tramite una lunga cartucciera che la collegava ad una cassa da almeno mille colpi.
Tornammo da Saxton Hale tutti in tiro e armati di tutto punto per la missione: le lunghe bardature invernali fornite per la missione erano fatte di un tessuto antistrappo, e per evitare che venissero lacerate da morsi o graffi le cuciture erano state coperte da sottili placche di plastica, abbastanza dure in teoria da fungere allo scopo; Il collo era protetto da una spessa placca di quello stesso tessuto, ripiegata attorno alla nuca, mentre l' elmetto aveva una visiera in plexiglass per evitare che i morsi raggiungessero il muso.
"Ma guardatevi, siete proprio dei bei figli di vostra madre" esclamò il nerboruto stallone, mentre faceva avanti e indietro dinnanzi a noi "Mercenari, non vi nasconderò che questa missione è del tipo più pericoloso. Dovrete agire con la massima cautela ma con rapidità, senza allertare il nemico ma nel contempo causare le maggiori perdite possibili. Da voi dipende il futuro di Equestria e della nostra Corporazione, dato che dovrete evitare che l' Impero Cristallo diventi un territorio di incubazione per i Changelings. Buona fortuna" sentenziò, prima di prendere fiato.
"MERCENARI AT-TENTI!" gridò nella sua voce profonda, e tutto l' eliporto si fermò, mentre noi facevamo l' ultimo saluto al nostro generale.
In pochi minuti il nostro elicottero fu in volo, diretto verso nord e scortato da un altro velivolo della corporazione fino al confine settentrionale di Equestria. Montgomery era ai comandi assieme a Snowdrop, mentre io e Angel siedevamo accanto alla mitragliatrice, sul fianco destro dell' elicottero.
Ad un tratto, mentre passavamo sopra TrottingHam, Snowdrop attivò il voip privato uno-a-uno, in modo che nè Montgomery nè Angel sentissero le nostre parole, mentre parlavamo.
"Hai già parlato con Montgomery della storia di Medico? Quella della moglie. Passo"
"No, ed è meglio così. Per adesso non voglio distrazioni, hai sentito Mister Hale. Passo" risposi con voce pacata.
"Prima o poi dovremo affrontare l' argomento, non puoi tacerne per sempre con lui. Passo"
"Al momento non è importante. Comprendo l' importanza del metterlo a conoscenza della verità, la fiducia è un collante potente per una squadra, ma potrebbe andare contro gli interessi della Corporazione. Ne parlerò con Medico quando sarà il momento. Passo e chiudo" interruppi la comunicazione e chiusi gli occhi, appoggiando il retro della mia testa contro la lamiera del velivolo. I dilemmi di responsabilità non mi erano mai piaciuti, pensavo erroneamente che ormai si fosse capito.
Il resto del volo trascorse tranquillo: a TrottingHam facemmo una sosta per riempire i serbatoi del nostro trasporto, e all' uscita dal territorio Equestre ci congedammo con la nostra scorta, che fece dietrofront verso la relativa sicurezza di Equestria, mentre la mia squadra entrava nei territori delle tempeste ghiacciate.
All' improvviso un forte bip regolare interruppe il silenzio del nostro viaggio, seguito dalla voce di Montgomery Patton alla radio locale.
"Ragazzi, abbiamo una notizia buona e una cattiva, passo"
"Parla, sbrigati, questo suono mi sta facendo scoppiare la testa!" imprecai io nel microfono.
"Siamo ad un paio di miglia nautiche dall' Impero Cristallo, secondo la mappa, ma il ghiaccio deve aver crepato i serbatoi, stiamo perdendo carburante"
"Proseguiremo a zoccolo" una raffica di vento orizzontale fece inclinare pericolosamente l' elicottero, interrompendomi per un istante "ATTERRA!"
"Aye Aye, Fluttershy, chiudo" rispose lui, e iniziammo una rapida seppur controllata -in qualche modo- discesa.
Nemmeno l' atterraggio fu dei più morbidi: il velivolo rimbalzò un paio di volte sul ghiaccio, prima di arrestarsi del tutto, staccando di netto una delle slitte di atterraggio nel processo.
"Questo piccolo non volerà più, a quanto pare" commentò Montgomery, quando fummo usciti tutti quanti da quella scatoletta di metallo non-più-volante.
"Chissenefrega dell' elicottero, ce la facciamo a piedi" ribattei io "Tutti okay?" gridai sopra al forte vento ghiacciato che batteva senza sosta sulla carlinga del velivolo.
"Montgomery Patton" Iniziò l' appello lui "In fila!" che era il segnale per indicare che non era ferito, e che fosse pronto a continuare la missione.
Angel squittè con tono affermativo. In fila.
"Snowdrop" gemette lei "Credo di avere uno zoccolo slogato" era seduta nella neve, e si stava stringendo lo stivale sinistro, mentre ansimava, la condensa che formava nuvolette bianche davanti al suo muso.
"Qui non ci possiamo fermare" pensai io ad alta voce "Lo zoccolo te lo controlliamo dentro l' Impero Cristallo: Montgomery, aiutala a camminare e porta una cassetta di munizioni; Angel, entra nella sacca sulla mia spalla con altre munizioni, io porto i fucili e una cassetta di medicine" ordinai, e in pochi secondi fummo pronti a partire.
"Squadra, in marcia!" e iniziammo la nostra traversata verso l' Impero Cristallo, con Montgomery che guidava la fila mentre portava Snowdrop che aveva avvolto le ali attorno a loro per scaldarli, e con me e Angel subito dopo; fu nel silenzio e nel freddo che attraversammo la bolla di protezione, ritrovandoci all' improvviso delle tiepide campagne che circondavano Cristal City, immersi nel buio.
"Bene" stentai, col fiatone "Adesso vediamo cos' hai" dissi a Snowdrop, avvicinandomi a lei; l' anfibio era lacerato sul lato esterno, e c' era del sangue.
Una volta slacciato lo stivale potemmo constatare la vera entità del danno: doveva aver preso una bella botta durante l' atterraggio, sbattendo contro la lamiera della carlinga.
La zona interessata aveva un enorme livido, e la pelle era gravemente lacerata proprio al centro dell' area violacea, con un filo di sangue che colava da essa, bagnando il suo manto azzurro e tingendolo di rosso. Sterilizzai la ferita con l' acqua ossigenata, e fasciai il tutto strettamente prima di reinfilare lo scarpone.
"Così dovrebbe bastare, per adesso; ti ricuciremo quando raggiungeremo il sopravvissuto" la rassicurai "Montgomery, che ore sono?" mi rivolsi verso l' unicorno.
"La seconda Lunare" rispose lui "Siamo in ritardo sulla tabella di marcia"
"Fantastico" fu il mio commento "Non possiamo fermarci qui, non ci sono abbastanza coperture" dissi indicando la pianura punteggiata di cespugli attorno a noi "Muoviamoci, troviamo questo stronzo e facciamola finita"
Una buona mezz'ora passò...
La casa dove si era rifugiato il sopravvissuto era assolutamente uguale a tutte le altre del suo quartiere, con quella forma slanciata e sfaccettata come... beh, come un cristallo.
Io e Snowdrop stavamo osservando i dintorni appollaiate sulla punta della casa di fronte al nostro bersaglio, mentre Montgomery attendeva il segnale per fare irruzione assieme ad Angel, nella casa a fianco ad essa.
"Sembra tutto tranquillo" sussurrò SnowDrop. La strada era colma di cadaveri di Changelings, il loro sangue bluetto e gelloso sparso dappertutto, con occasionalmente alcuni cadaveri di Pony, tutti raccolti intorno ad un semicingolato abbandonato, che aveva divelto un palo della luce prima di fermarsi definitivamente sul marciapiede; gli unici esseri viventi in vista erano una decina di quei mostriciattoli che pattugliavano alcune finestre, agli ultimi piani del palazzo imperiale.
"Sì" risposi "Dai il segnale" e lei tirò fuori dalla bardatura una torcia, che fece lampeggiare in direzione di una delle finestre del primo piano. Subito due figure scure -Montgomery e Angel- scivolarono fuori da quella stessa finestra, e nel silenzio più totale si infilarono in quella della casa a fianco.
I secondi passarono interminabili, prima che dalla stessa identica finestra giungessero due silenziosi e brevi lampi consecutivi: Il nostro segnale.
Volando basse, entrammo nella mansarda del condominio al terzo piano a pistole spianate, i puntatori laser che fendevano il buio polveroso dell' appartamento, incrociando le loro linee rosse in perfetta sincronia mentre ispezionavamo in silenzio ogni angolo.
Di scatto alzai lo zoccolo, gesticolando nel buio rivolta a SnowDrop; per lei sarebbe stato più facile distinguere i miei movimenti che per me, grazie alla sua geolocalizzazione speciale.
Il bersaglio si trova al piano di sotto le feci; Segui me. In tutta risposta sentii uno schiocco di lingua, il segnale affermativo.
Avvicinatami alla porta delle scale attivai il mio campo magico, facendo girare piano il pomello finchè non sentii uno scatto lieve; facendo girare la porta sui cardini stetti attenta a sollevarla leggermente dal suo alloggiamento, per evitare che cigolasse; nel silenzio più totale scendemmo le scale fino a trovare un altra porta.
A quel punto attivai il voip della radio diretta su Montgomery soffiando sul microfono, per segnalargli che eravamo in posizione; La risposta fu un soffio di uguale durata nel canale privato, proveniente dall' unico altro ingresso di quell'appartamento; iniziai il conto alla rovescia per l' irruzione in radio.
Primo schiocco di lingua e controllammo attraverso la serratura; il buio.
Secondo schiocco di lingua e girammo piano la maniglia, fino a farla scattare. Sentii un lieve scatto dall' altra parte della stanza.
Terzo schiocco di lingua un secondo e...
Con una forte scalciata sfondammo entrambe le porte aperte del piano nello stesso istante, e mentre Angel e Snowdrop ispezionavano ogni altro angolo, io e Montgomery ci avvicinammo al sacco a pelo disteso lungo la parete, con un pony che ci dormiva dentro. Ha il sonno pesante questo
Io gli tappai la bocca, mentre Montgomery gli bloccava le braccia e il corno con del nastro antimagia.
una volta chiuse le serrande e tirate le tende, Angel si mise ad accendere la lampada a benzina al centro della stanza, mentre noi ci trascinavamo davanti il sopravvissuto. O la sopravvisuta?
In effetti Mister Hale non ci aveva parlato di un disperso femmina: era una giumenta dal manto cinerino con una cortissima criniera viola, i suoi occhi azzurri che seccati dargeggiavano tra tutti noi "Bel modo di fare un primo incontro" commentò lei sarcastica, legata e in ginocchio alla luce della lampada "Ma non dovevate arrivare tre ore fa?"
"Poche storie, mercenario" ribattei io "Qual' è la parola d' ordine che ti è stata data quando hai richiesto rinforzi?"
"Sposa fortunata" diedi un occhio ad Angel, che fece un cenno di assenso, dato che era lui che conosceva la password.
"E' la nostra giumenta" dissi; Montgomery iniziò a slegarla, recidendo il nastro attorno ai suoi zoccoli con la sua baionetta "Riguardo al ritardo, il nostro trasporto si è fermato per..." cercai l ispirazione per un attimo "Prendere il ghiaccio per una festa" mi precedette SnowDrop "E a proposito di ghiaccio, mi potete controllare questo taglio adesso? Credo che stia iniziando a pulsare"
Così mi misi di nuovo a controllare la ferita della piccola pegaso; con calma, mi misi a sfasciare la garza, a quel punto di nuovo rossa di sangue. Sparsi dell' altro alcool sul taglio, che ormai si era gonfiato, e provai a schiacciarlo un poco.
"Chissà perchè non si è gonfiato prima" commentai "Magari è perchè era entrata della neve nella ferita, che si è freddata"
"Fredda o non fredda, a me pare meno grave di quello che sembra" disse lei.
"Oh, questo di sicuro" I miei anni passati a curare gli animaletti della Everfree Forest mi avevano conferito una certa esperienza nel primo soccorso, quindi facevo anche da medico della squadra "Adesso ti ricucio, ti do un po di anestetico locale e domani mattina sarai come nuova" convenii con la puledrina mentre controllavo la siringa piena della miscela anestetica "Abbiamo la casa sicura fino ad allora, miss...?" mi rivolsi alla mercenaria, che assieme a Montgomery stava controllando nella dispensa per trovare qualche mela.
"Lisbet Wasp. E sì, i Changelings hanno abbandonato l area appena finito di sterminare i miei compagni. Ai bastardi non piaceva l' odore del sangue dei loro fratelli"
"E dove sono andati? AHI!" chiese SnowDrop prima che la infilzassi con l' ago della siringa giusto sotto l' apertura, strappandole un urletto; ero scesa troppo in fretta nella carne ferita.
"Ci sono due concentrazioni principali, attorno ai luoghi dove hanno allestito i primi alveari" disse levitandomi sotto agli occhi un opuscolo turistico aperto su di una mappa dell' Impero, assieme a un carboncino.
"All' interno dei piani tra il settimo e il venticinquesimo" e cerchiò il palazzo imperiale "E nel bel mezzo del mercato cittadino, dove c' è ancora tutto il cibo di cui possono nutrirsi" disse infine, facendo una croce lungo il viale proprio a sud del castello.
"Senza contare le pattuglie" aggiunse "Girano per le strade a gruppi di sette, seguendosi a cinque minuti di distanza l' una dall' altra"
"Beh, non dovrebbe essere troppo difficile raggiungere gli alveari" si aggiunse Montgomery "Ci conviene creare un diversivo al mercato, mentre uno di noi attiva la bomba"
"Come, avete una bomba? Io credevo foste venuti a salvare me!" Si lamentò Wasp.
"Noi siamo venuti a salvare l' Impero Cristallo, mercenario. Faremo saltare in aria tutti i changelings, e uccideremo Queen Chrysalis" la rimbeccai io, mentre finivo di chiudere la ferita di SnowDrop, e spargevo altra acqua ossigenata sulla fasciatura.
"Adesso, ci servirà un veicolo per una fuga rapida. C' è un treno in stazione?" le chiesi.
"Dovrebbe, il blocco è caduto all' ora di punta, e i pony cercavano di scappare per l' unica via che credevano sicura, la ferrovia" in effetti le rotaie subito uscite dall' Impero Cristallo passavano principalmente sotto terra, ed erano protette dalle nevi perenni attorno all' Impero.
"Bene; compagni, credo che abbiamo un piano" sentenziai.
"E sarebbe?" chiese SnowDrop, mentre si massaggiava lo zoccolo formicolante prima di reinfilarsi lo stivale lacerato.
"Adesso vi spiego" dissi "Per iniziare io, Angel e miss Wasp andremo a ispezionare la stazione, finchè persiste il buio" spiegai, controllando fuori dalle tende dell' appartamento "E torneremo all' elicottero a prendere la mitragliatrice e altre munizioni; nel frattempo, mentre la ferita di Snowdrop si rimargina, voglio che Montgomery controlli se il semicingolato che abbiamo visto mentre venivamo qui può ancora correre. E questa è la prima parte del mio piano" conclusi "Miss wasp, prenda la pistola silenziata di Snowdrop, partiamo tra dieci minuti" dissi infine, controllando il caricatore infilato nell' impugnatura della mia arma.
Un' altra mezz'ora passò...
"Quindi, qual' è la tua storia, mercenario?" chiesi a Wasp, mentre marciavamo nei prati a sud dell' Impero. La stazione era pulita... dai Changelings. C' erano cadaveri straziati di pony dappertutto, ammassati in mucchi come dei buffet di insalata; dall' ultima volta che li avevo incontrati, tre o quattro anni prima, qualcosa doveva aver inferocito i pony insettoidi; ormai era certo che non si nutrissero più di amore, viste le ferite da morso sugli arti dei corpi alla stazione.
"Avevo vinto un concorso per le reclute Mann Co, un mese fa. Grazie all' iniziativa di test perpetuo ho eseguito i contratti di prova meglio dei miei avversari, che vennero tutti uccisi alla fine del concorso; due settimane fa circa venni assegnata come luogotenente della Corporazione a questa spedizione. Il resto lo sai" rispose.
"E come hai fatto a distinguerti tra gli altri partecipanti?"
"Anni fa avevo studiato la magia mutagena dei Changelings, e ne ho ricavato un incantesimo per travestirmi in qualunque forma di pony. Ne ho fatto buon uso durante il concorso" mi spiegò con un tono furbesco. Di scatto mi girai, puntandole addosso la pistola silenziata.
"E come so che non sei un Changeling travestito in primo luogo? Mister Hale ci aveva parlato di un sopravvissuto stallone. Strano, eh?" iniziammo a girare in cerchio, l' una attorno all' altra, come dei pony al ballo del Gran Galà Galoppante. O come due lupi.
"I Changeling non parlano, non hanno corde vocali abbastanza sviluppate"
"La Corporazione fa esperimenti a dir poco audaci. Potresti essere un inviato del team BLU, mandato per fermarci. Magari per eliminare l' unico Elemento dell' Armonia combattente"
"Per fermare una sola squadra? Avrei potuto semplicemente dare l' allarme alle pattuglie, no? Aspetta, Elemento dell' Armonia? Tu sei QUELLA Fluttershy?" Strabuzzò gli occhi lei. Quella risposta mi piacque, e riposi la pistola.
"E va bene, mi hai convinto, ma da adesso tu marcerai di fronte a me, dove ti posso vedere. Comunque sì, purtroppo per me" comunque, il recupero della mitragliatrice dalla tempesta scorse senza intoppi, a parte che per poco non mancammo di vista l' elicottero, immerso nel ghiaccio com' era.
Affrettandoci un poco per il rientro all' appartamento, riuscimmo a raggiungerlo prima dell' alba, con la luce diurna che iniziava a fare capolino, soffocando quella delle stelle. E grazie a Celestia, pensai.
"Che succede adesso? Chiese SnowDrop, mentre Montomery Patton controllava che il ghiaccio non avesse spaccato niente tra i pezzi della MG. Per fortuna era un arma fatta con un ingegneria semplice, molto resistente ed efficace: una doppia molla dava slancio al percussore del proiettile, e la sicura era un semplice perno che si metteva appunto tra il percussore e il proiettile. Era la forma del percussore stesso che scambiava il bossolo usato con un nuovo colpo preso dalla cartucciera, ed era il rinculo che permetteva che il ciclo si ripetesse, facendo ruotare il percussore su dei binari di acciaio duro mentre veniva buttato indietro dall' esplosione della polvere da sparo; la canna era fatta apposta per venire buttata fuori dal sistema quando venisse premuto un pulsante apposito, se si scaldava troppo a causa dell' attrito dei proiettili, per permettere lo scambio con un altro tubo, consentendo un ciclo di fuoco virtualmente infinito, se si hanno abbastanza munizioni e canne di ricambio.
"Il semicingolato è pronto a partire, è solo un pò ammaccato e insanguinato" mi informò lui "Siamo pronti a partire"
"Perfetto" presi un bel respiro "Sentite qua, allora..."
1. http://s163.photobucket.com/user/laksupply/media/ar15-10.jpg.html (più o meno)
2. http://ih.constantcontact.com/fs007/1101663608658/img/46.jpg (all' incirca)

Nido del cecchino

Figata, stavolta ci ho messo poco.
Wasp è in realtà l' OC di Maty Frost, vincitrice del concorso 'Contract Wars'
Sono stato troppo prolisso con le descrizioni delle munizioni?

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Cos' è un problema; cap 8: Operazione Winter Wrap Up, p2 ***


SniperShy, Atto 1: Cos'è un Problema; cap 8: Operazione Winter Wrap Up, Parte 2

Era tutto pronto. Col mirino del mio fucile stavo scandagliando i dintorni delle fondamenta del palazzo Imperiale, in cerca di qualche guardia che avrebbe potuto rivelarsi una seccatura: nessuno in vista.
Secondo il piano io ed Angel nella sua sacca avremmo dovuto attivare la bomba, mentre SnowDrop e Wasp creavano una distrazione nel mercato cittadino con il semicingolato e la mitragliatrice, e Montgomery preparava la locomotiva del treno per la fuga. All' inizio dell' ingaggio sarei dovuta salire fino alla sala del trono, per controllare l' effettiva presenza di Chrysalis nell' alveare. La risonanza iniziale cominciava con il collegamento della bomba con la Regina, usando la sua magia telepatica per raggiungere ogni Changeling sotto l' influenza della bolla di protezione.
"In posizione" sentii Snowdrop per radio. "In posizione", eccheggiò Montgomery, la sua voce leggermente distorta dalla distanza, al limite del segnale della radio.
Prima di dividerci, Lisbet Wasp mi diede un paio di occhiali, simili agli occhiali da volo degli Wonderbolts "Mettiti questi quando sarai in difficoltà: accendono la tua fiamma" mi disse. Rilessi mentalmente la scritta sul retro degli occhialoni: 'Induttori percettivi di Pyrovisione Mann Co.'
Beh, se sono della Mann Co.... pensai, e me li assicurai alla bardatura da combattimento, a fianco della 'Lucky Bride'.
"Fuoco" diedi il segnale in radio; pochi istanti dopo cominciai a sentire il tuonare della mitragliatrice dell' elicottero e di quella montata sul cingolato, sincronizzati con dei lampi ritmici provenienti dalla mia sinistra, ad un centinaio di metri. Mi avvicinai al palazzo, planando attraverso la piazza a livello del terreno e poi risalendolo volando rasente alla struttura semitrasparente.
Il punto dove entrai nel palazzo era giusto un piano sotto la sala del trono: i giardini pensili, un ampio terrazzo con della vegetazione rigogliosa; il mio Cutiemark tumorato iniziò a pulsare, seguito da una sgradevole sensazione di deja-vu, mentre scandagliavo le piante in cerca di guardie. Quel posto mi ricordava in modo fastidioso il Gran Galà Galoppante di qualche mese prima...
Scossi leggermente la testa, mentre collegavo l' Ubercaricatore al mio polso; Salute a posto, Ubercarica in salita... Tutto ok. pensai, estraendo il mio fucile dalla cinghia assicurata alla mia spalla Vediamo di non sputtanare tutto come l' altra volta.
In poco tempo raggiunsi il limitare degli alberi, riuscivo quasi a vedere il portone che dava ai corridoi interni. Tra me e l' ingresso però c' era un changeling. La guardia era chinata su quello che sembrava essere la carcassa di un cerbiatto; stava lacerando la pelle del suo ventre con le zanne, per raggiungere il grasso e gli organi interni. Purtroppo l' animale era già morto, non avrei potuto fare nulla per aiutarlo. Ma potevo ammazzare il bastardo. Sollevai il fucile, puntandolo alla sua testa mentre mi avvicinavo piano... e spezzai un ramo secco con uno zoccolo; il changeling si fermò di colpo dal suo banchetto, drizzando le orecchie mentre si voltava nella mia direzione, il suo ghigno colante di sangue e i suoi occhi verdi che mi fissavano bramosi di morte. Quella cagna di Celestia, ma allora mi volete proprio male! Bucai il suo cranio per due volte proprio mentre dava l' allarme, il suo ululato acuto che mi perforava i timpani, seguito a ruota da altri latrati, provenienti dall' interno del palazzo; Angel squittì preoccupato dalla sacca nella mia spalla.
"Me ne sono accorta, Angel!" lo rimbeccai, seccata. Attivai il voip della radio "Snowdrop, sto per entrare nel palazzo, i changeling si sono accorti di me"
"Vedi di sbrigarti!" rispose in radio lei, la sua voce quasi soffocata dal rombo delle mitragliatrici e del motore del semicingolato. "Non so quanto ci metteranno gli stronzi ad capire che possono tagliarci la strada dal giro che stiamo facendo, e sto per finire i colpi della .22!"
"Tenete duro" mi fiondai dentro il portone del palazzo, serrando le porte dietro di me con la chiave che era nella serratura "Sono dentro"
Diedi le spalle alla porta, solo per trovare davanti a me una quindicina di changelings che mi correvano incontro al galoppo; sollevai il fucile un altra volta, mentre Angel sfilava la mia pistola dalla fondina per aiutarmi nella soppressione. Puntai il collimatore in metallo della mia arma dritto sul muso dello stronzo più vicino, e tirai il grilletto; rovinò a terra una frazione di secondo prima che riuscissi ad udire la vampata in uscita dalla canna, subito seguita dalla breve fiammata della polvere da sparo. Il bossolo usato venne buttato alla mia destra proprio mentre sentivo il rinculo tirarmi il suo pugno alla spalla destra, appena prima che esplodesse un secondo colpo, diretto alla faccia del mio secondo bersaglio.
I cadaveri dei primi due Changeling fecero inciampare i loro compagni addosso a loro, rallentando la loro avanzata mentre io mi lavoravo la loro carne con attenzione, con l' aiuto delle brevi raffiche serrate di Angel, provenienti più o meno dall' altezza della mia coscia; in poco tempo la prima ondata di nemici fu a terra, il cadavere più vicino riverso a cinque o sei metri da noi.
Cambio caricatore. Clack. Leva d' armamento indietro. Crack. Pronta al fuoco. Scavalcai i corpi guardinga, assicurandomi che fossero tutti morti; il loro sangue bluetto iniziò a bagnare il pavimento proprio mentre iniziavo a salire le scale mantenendo il puntamento con concentrazione, distratta però dai bassi ringhi provenienti dal piano di sopra, amplificati dalle pareti di cristallo.
In cima alle scale, però, un altro problema mi si parò davanti: tra me e la sala del trono il lungo androne era straboccante con almeno il triplo degli stronzi che mi ero trovata davanti poco prima.
Zoccolo a zoccolo che si accorgevano di me, alzai il mio polso per controllare l' Ubercarica; Pronta.
Schiacciai il pulsante a fianco del display con un colpo secco; una rapida scarica attraversò il mio corpo, mentre sentivo la mia pelle indurirsi e vedevo il mio manto tingersi di un brillante rosso metallico. Slegai gli occhiali dalla mia bardatura.
Beh, che ho da perdere? pensai con un sospiro mentre li stringevo velocemente attorno al mio cranio; istantaneamente, attraverso le lenti percepii attorno a me un nuovo mondo, più colorato, più profumato, più gioioso... più vivo.
Le pareti di cristallo diventarono mura di pane sotto ad un tiepido e luminoso cielo estivo; la mia arma diventò un lungo bastone di zucchero; i changeling non cambiarono molto nell' aspetto, ma da quello che mi sentivo nel cuore li vedevo come... amici, amici dalle facce allegre e in cerca della mia amicizia . Amicizia che avrei dispensato ad ognuno di loro.
Scattai verso di loro per risparmiare secondi preziosi di UberCarica, e in un istante fui addosso al primo changeling... o, per meglio dire, gli saltai in braccio, stringendogli il collo in un generoso abbraccio; subito si addormentò nella mia presa, iniziando a ronfare beatamente.
Scavalcai altri due Changeling facendo la cavallina, mentre Angel spargeva caramelle ad una piccola folla di dieci altri di loro; subito dopo ripresi tra gli zoccoli il mio bastone di zucchero: puntandolo verso i Changeling davanti a me premetti il grilletto, innaffiandoli con una sottile doccia di arcobaleni dall' odore di fragola.
Venni interrotta all' improvviso da uno di loro, che stava mordendo il bastone di zucchero dalla mia destra: e siccome è da maleducati mangiare un bastone di zucchero dalla metà, gli diedi da mangiare la parte ricurva.
Lui ne sgranocchiò con gusto, e anche lui si addormentò beatamente; Mi accorsi di avere un paio di mele attaccate alla mia bardatura: le presi entrambe, e staccando il picciolo coi denti le lanciai in mezzo al gruppo di Changeling che mi ero lasciata dietro. Stelle cadenti e coriandoli iniziarono a volare in tutte le direzioni da quello stesso gruppo, proprio mentre iniziavo a danzare in cerchio in mezzo agli altri pony mutaforma che non stavano dormendo o ridendo a crepapelle a terra.
All' improvviso inciampai sul corpo di un Changeling dormiente, proprio mentre stavo ballando con l' ultimo di loro; caddi di schiena sbattendo il retro della testa, ricevendo il contraccolpo del muso del Changeling che... diede un bacino sul vetro degli occhiali della pyrovisione, che si incrinò.
Dopo un paio di secondi di confusione, la mia percezione tornò alla normalità: davanti a me, attraverso le lenti incrinate degli occhiali della pyrovisione, il muso sorridente del mio assalitore si trasformò in fauci sbavanti, che mordevano l' aria a pochi centimetri dalla mia faccia. Un breve lampo proveniente dalla mia destra fece schizzare le cervella dello stronzo nella direzione opposta, andando a imbrattare la parete di cristallo e buona parte della visiera del mio elmetto, lasciando la sua bocca mollemente aperta sopra di me.
Levatomi il cadavere di dosso girai la testa verso Angel che mi guardava sbigottito, la canna fumante della sua pistola che lentamente si abbassava verso il pavimento di cristallo.
Girata la testa verso il corridoio appena percorso rabbrividii alla vista di un pavimento ricoperto di corpi di Changelings senza vita, colli spezzati, braccia e gambe strappate e torsi bucherellati da proiettili.
Gettai lontano gli occhiali della Pyrovisione, mentre mi allontanavo a passo veloce dal lago di viscoso sangue azzurrino che andava ad allargarsi sul cristallo del pavimento, in direzione della sala del trono.
Sempre che Queen Chrysalis sia proprio lì, pensai.
Mi appoggiai con la spalla accanto al portone che separava il corridoio dalla sala del trono, per controllare l' equipaggiamento e se fossi ferita.
Sono rimasti solo due caricatori per il fucile e sei per la pistola. Non avevo nemmeno realizzato di aver sprecato così tante munizioni contro quei Changeling, e avevo i pantaloni strappati e il segno di un morso sulla gamba sinistra, proprio sopra lo scarpone... i segni della dentatura dello stronzo erano quasi viola, e sanguinavo leggermente da dove i canini erano entrati più in profondità; non sentivo nulla per colpa dell' adrenalina pompata attraverso le mie vene.
"Merda... devo stare più attenta" sussurrai ad Angel; lui sospirò in un cenno affermativo, preoccupato.
Inspirai profondamente, e appoggiai l'orecchio alla porta; nemmeno il minimo suono dall' altra parte; l' unica cosa che sentivo era il mio respiro affannato, e il pulsare del mio stesso sangue al mio interno.
Dopo aver ripreso fiato per un attimo, aprii la porta con una spallata, e senza aspettare un istante puntai il mio fucile contro la massa nera che occupava il trono di cristallo, premendo il grilletto più volte, crivellando lo stomaco di Queen Crysalis prima che potesse nemmeno erigere uno scudo magico.
La regina dei Changelings tossì sangue sbigottita, mentre mi avvicinavo controllando ogni altro angolo della sala del trono, puntando attentamente la mia arma in ogni direzione con Angel che mi copriva letteralmente le spalle.
"Ch-chi osa rivolgermi questo affronto? Chi sei, tu che osi entrare nel mio regno, massacrare i miei piccoli e ferire mortalmente la loro regina? Mostrati a me, demone impetuoso!" una volta che ebbi controllato ogni possibile punto cieco, mi avvicinai alla regina, afferrandola per la criniera e portandomela all' altezza del volto.
"L' Impero Cristallo non è mai stato tuo, e la Corporazione è venuta a punirti per le tue azioni"
"Impossibile. Questo terreno fertile dove i miei droni potessero vegetare ci è stato offerto dalla stessa Corporazione che ha portato a noi questo massacro? Riconosco i tuoi loghi, soldato. Quegli stessi pezzi di metallo riposavano sopra al cuore del pony che ci ha dato la chiave dell' Impero"
"Significa che hai seguito la corporazione sbagliata" la stordetti con un pugno, facendola accasciare a terra. Le afferrai il corno con uno zoccolo, e scalciai con forza contro il suo cranio.
Dopo pochi colpi, il suo corno si spezzò in un piccolo botto magico, lasciando Queen Crysalis a terra, urlante di dolore, sincopando sbuffi di sangue e frammenti di denti fuori dalla sua bocca.
Sparai contro una delle vetrate mandandola in frantumi; la luce della luna che iniziava a calare nel cielo venne proiettata ai miei zoccoli, mentre una fresca ventata mi accarezzò le guance.
"Preparati a seguire i tuoi sudditi nella tomba, Crysalis. Così vuole la Corporazione" le dissi prima di correre verso la finestra aperta e tuffarmi nel vuoto, in planata verso il Cuore di Cristallo.
La mia velocità di discesa mi aiutò a scalciarlo via di slancio, una volta arrivata a livello del terreno; appena il cuore fu uscito dal campo magico del suo alloggiamento percepii un abbassamento istantaneo della temperatura: la bolla protettiva era caduta, e la tempesta di neve stava iniziando a collassare all' interno dell' impero.
Col vento gelido che batteva sulle mie ali infilai in fretta la Lucky Bride nell' alloggiamento, e incastrai al suo interno il corno spezzato dalla regina; subito l' ammasso di anelli di cristallo cominciò a girare su se stesso come una trottola, caricandosi velocemente di energia magica. Mi allontanai di corsa, spiccando il volo mentre attivavo il voip della radio.
"Lo sposo è arrivato in chiesa, ripeto, lo sposo è arrivato in chiesa!" comunicai a Snowdrop, affannata.
"Rievuto, portiamo la sposa per la cerimonia. Tieni duro" disse la puledra dall' altra parte del microfono, il battito discontinuo della mitragliatrice in sottofondo.
La prossima parte del piano comprendeva la mia estrazione lungo la strada per arrivare in stazione, poco prima della detonazione della bomba.
Durante il volo di avvicinamento dalle strade si involavano nella mia direzione sempre più Changelings, consapevoli che avevo appena ferito la loro regina, e determinati ad eliminarmi per quello.
Svuotai quello che rimaneva dei miei caricatori contro lo sciame dietro di me, riuscendo ad uccidere solo una piccola parte dei miei inseguitori; per fortuna individuai l' autoblindo della mia squadra che guidava a tutta velocità, inseguito da una massa altrettanto grande di mutanti.
Coperta dal fuoco di soppressione della mitragliatrice, mi tuffai all' interno del vano di carico del veicolo, alzando gli zoccoli davanti alle armi puntate contro di me.
"Sposa Fortunata!" dopo che ebbi detto la password le loro armi vennero tutte puntate di nuovo contro la massa adesso doppia di Changeling infuriati, che galoppava all' impazzata ad una decina di metri di distanza dietro di noi.
"Perchè ci hai messo così tanto?" mi chiese Lisbet Wasp dal sedile del pilota sopra al rombo della mitragliatrice, mentre attingeva a grandi zoccolate da una cassa di granate, rimuovendo una a una la sicura e gettandole amorevolmente in strada, proprio in mezzo alla mandria infuriata dietro di noi.
"Il party era affollato" risposi controllando il timer "Ci restano tre minuti alla detonazione, resistete!" i minuti precedenti all' esplosione trascorsero lentamente, come se i nostri proiettili stessero venendo sparati attraverso una fitta nebbia di tensione.
Allo scoccare dell' ultimo minuto il terreno cominciò a tremare, e lunghi archi voltaici cominciarono a dipartirsi dall' alta struttura del palazzo Imperiale; con l' intensificarsi delle scariche e delle scosse sismiche divenne sempre più difficile mantenere una velocità costante, col freddo che iniziava a ghiacciare la strada e con l' autoblindo stesso che sobbalzava sopra alle scosse sincopate del terreno, mentre il Megaincantesimo caricava la sua energia magica.
Quando finalmente il timer si esaurì, tutto l' Impero Cristallo cadde improvvisamente nel silenzio, nella calma prima della tempesta.
Il castello imperiale stesso si frantumò in miliardi di minuscoli frammenti, mentre dal suo interno esplodeva l' ArcoBagliore; l' onda multicolore si propagò per tutto l' Impero alla velocità del suono, letteralmente polverizzando ogni changeling al suo passaggio in un invisibile campo di morte. Quando quella stessa onda ebbe sorpassato il nostro veicolo, percepimmo tutti una breve scarica elettrica attraversare i nostri corpi, come se l' incantesimo stesse controllando che non fossimo changelings mutati.
Il veicolo si arrestò quando il Megaincantesimo raggiunse i confini dell' Impero di Cristallo, e si dissolse nel freddo della notte innevata. Non erano rimasti nemmeno gli scheletri dei Changeling che fino a pochi istanti prima ci stavano inseguendo, e tutto l' Impero era caduto in un silenzio spettrale.
"Poveri bastardi..." commentò Lisbet, sporgendosi dal finestrino verso la strada dietro di noi.
"Hanno avuto quello che si meritavano. Adesso sbrighiamoci a raggiungere la stazione, prima che veniamo tutti congelati qui" attivai il voip "Gli sposi sono pronti al viaggio di nozze. Ripeto, gli sposi sono pronti al viaggio di nozze" dissi a Montgomery Patton attraverso il microfono.
"Ricevuto, preparo la carrozza. Sbrigatevi, prima che il freddo ghacci i serbatoi di nuovo" rispose lui.
Velocemente arrivammo alla stazione: il ghiaccio iniziava a ghermire i binari, ma Montgomery aveva già acceso la caldaia del treno a vapore, così che fosse già pronto a partire e bello caldo nella locomotiva, grazie a Celestia.
"Non ci sarà una squadra di stalloni a trainarlo, ma la locomotiva può benissimo farcela senza il resto dei vagoni" ci disse Montgomery Patton quando arrivammo "Dobbiamo muoverci"
"Ricevuto, diamoci una mossa" risposi io "La missione è compiuta"
"Aspettate, c' è qualcuno di noi che sa effettivamente come guidare una locomotiva?" ci interruppe Snowdrop. Un brivido di dubbio percorse la mia schiena.
"Che ci vorrà? ci sono letteralmente solo tre leve e la porta del carbone" disse l' unicorno "Salite a bordo, ci penseremo una volta che avremo fatto partire questa bellezza" A parte questo inconveniente, riuscimmo a partire senza altri problemi, e il viaggio all' interno delle gallerie sotterranee procedette tranquillo.
Fù al convine tra le marche settentrionali ed Equestria che trovammo una pattuglia della Mann Co., che sembrava proprio stessero aspettando noi.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Cos' è un problema; cap 9: Uno Zerbino minato davanti alla Porta di casa ***


SniperShy, Atto 1: Cos'è un Problema; cap 9: Uno zerbino minato davanti alla porta di casa

Durante i due giorni che impiegammo a tornare dall' Impero Cristallo sviluppai una forma di influenza particolarmente debilitante dovuta all' infezione generata dal morso del changeling al mio zoccolo.
Purtroppo non ci erano stati forniti nella cassetta medica degli antibiotici di quel tipo, quindi fui costretta a passare quei giorni letteralmente sdraiata con la schiena contro la caldaia della locomotiva per scaldarmi visto che non avevamo coperte, e i tunnel che correvano sotto i Ghiacciai Settentrionali erano freddi e umidi, sebbene fossero sempre meglio della superficie.
"Tenete duro Pony" ci disse Lisbet Wasp mentre attraversavamo il confine di Equestria "Ad una cinquantina di chilometri da qui ci dovrebbe essere la prima stazione, un paesino dove fare rifornimento per il treno" Il che era davvero provvidenziale, siccome sia il carbone per la locomotiva che le nostre razioni stavano raggiungendo un ammontare pericolosamente basso.
"Che tu sappia, c'è anche un deposito della Mann Co.? Le uniche munizioni che ci rimangono sono una ventina di caricatori delle .22 e un caricatore delle Blackout" chiese Montgomery, preoccupato per la nostra a dir poco scarsa potenza di fuoco.
"La nostra spedizione si era proprio fermata qui per costruire una sede regionale, quindi dovrebbe essere in attività al momento" rispose la unicorno, intenta ad aggiungere una delle ultime spalate di carbone dentro la caldaia della locomotiva.
"Sai anche se c'è un infermeria in paese?" chiese Snowdrop "Fluttershy ha ancora l' influenza"
Alla citazione della pegaso aprii di poco gli occhi, siccome stavo sonnecchiando per mitigare il mio mal di testa fino a pochi minuti prima. La mia vista ondeggiò leggermente, stordita dalla luce abbagliante del sole di tarda mattina, ma riuscii a concentrarmi sulla mia cieca compagna per qualche secondo, prima che la mia gola secca mi diede l' impulso di bere. Levitai debolmente la borraccia dal mio grembo, e ne sorseggiai avidamente. Prima della partenza avevamo raccolto svariati chili di neve dai dintorni della stazione, che piano piano avevamo purificato facendola bollire davanti alla caldaia della locomotiva, quindi almeno non eravamo a corto di acqua.
"Sì, il dottore lì è anche il gestore del bar" rispose Lisbet, osservandomi ansimare sul pavimento della locomotiva, preoccupata per me. Piano piano mi tirai su, reggendomi a stento in zoccoli mentre combattevo la nausea.
"Cazzo, che febbre..." commentai io con una smorfia, il sapore della bile che mi appestava il retro della lingua mentre raccoglievo il mio fucile contenente l' ultimo caricatore di munizioni Blackout. Avvicinai piano l' occhio al mirino, e mentre il reticolo ondeggiava nel mio campo visivo mi sporsi fuori dalla finestra per osservare la stazione del villaggio, ormai a poche centinaia di metri da noi. Notai che le rotaie sul binario erano occupate da una voluminosa forma squadrata, la cui punta era orientata verso di noi.
"C'è una locomotiva spazzaneve sul binario, rallenta" dissi a Montgomery, che subito tirò la leva per il rilascio della pressione della caldaia. Lisbet si sporse dietro di me per vedere meglio.
"Strano vedere uno spazzaneve in questa zona di Equestria" commentò lei.
Parve strano anche a me, finchè non puntai casualmente la torre dell' acqua col mio mirino, dietro alla stazione. Sulla cima del serbatoio scorsi un riflesso del sole, che luccicò intensamente nella mia ottica. Un brivido corse lungo la mia schiena, mentre riempivo i miei polmoni per dare l' allarme.
Prima ancora che potessi proferir parola, sentii un proiettile sibilare oltre la mia testa e il corpo di Lisbet che si accasciava contro la base della finestra, il contenuto del suo cranio sparso sul terreno una ventina di metri più indietro.
"CECCHINO! GIU'!" gridai io proprio mentre il boato dello sparo rieccheggiava nell' aria, reinfilandomi di corsa nella locomotiva esattamente mentre un altro colpo impattava contro il montante della finestra dove la mia testa si trovava pochi istanti prima. Con la coda dell' occhio scorsi la canna di una mitragliatrice sporgere da un'apertura sul lato della stazione, proprio mentre la locomotiva sfilava davanti a quella esatta finestra.
Ci appiattimmo tutti e quattro lungo il pavimento della locomotiva mentre i proiettili perforavano le pareti di metallo come fossero carta, sibilando pochi centimetri sopra ai nostri corpi.
Quando la raffica della mitragliatrice cessò, sentimmo risuonare la voce di uno stallone che urlava un ordine a qualcun'altro "Uscite a controllare la locomotiva!" lo udimmo comandare da dentro la stazione. Le ali di Snowdrop vibrarono leggermente, mentre cercava di localizzare i nemici in avvicinamento, mentre Montgomery osservava le finestre attraverso i fori di proiettile dal lato del binario.
Attirai l' attenzione di Montgomery, puntando lo zoccolo verso la cassa delle granate avanzate dall' operazione. Grazie a Celestia ce le eravamo portate dietro.
Raccogliemmo entrambi una granata ciascuno, caricando il lancio attraverso la finestra. Al mio segnale silenzioso sganciammo le sicure, facendo anche saltare via le spolette di innesco. Dopo pochi istanti dall' inizio del ticchettio della sequenza di detonazione, lanciammo le granate in una lunga parabola diretta verso la finestra dove era montata la mitragliatrice.
"GRANATA!" sentimmo urlare prima di udire un rumore di zoccoli in fuga, pochi istanti prima che entrambe le granate a frammentazione esplodessero facendo cadere frammenti di legno, vetro e metallo dentro la locomotiva. Non male per una deflagrazione avvenuta ad una quindicina di metri di distanza.
Subito ci buttammo tutti e tre oltre le finestre della locomotiva, finendo sulla ghiaia del binario e usando le rotaie come copertura. Angel ci seguì a ruota, cadendomi in grembo con uno sbuffo di fastidio, mentre mi si arrampicava nella tasca dorsale.
"Spostiamoci di qui, siamo esposti" sussurrai, puntando verso il terminale cargo, una ventina di metri più indietro rispetto la nostra direzione di provenienza.
"Ma saremo esposti al cecchino di là" ribattè Snowdrop, il suo sguardo vitreo che tradiva un' espressione preoccupata.
E aveva ragione. Il binario della stazione ed il terminale cargo erano separati da un prato sabbioso completamente vuoto, senza alcuna copertura.
Deglutii, combattendo un attacco di nausea "Prima liberiamo la stazione" dissi io "Poi vi coprirò mentre raggiungete il terminale cargo" spiegai mentre controllavo la camera di innesco del mio fucile. Era coperto di sabbia dopo il salto dalla locomotiva di poco prima, e se non fossi stata attenta il fucile si sarebbe inceppato, facendomi sprecare tempo e colpi preziosi.
Snowdrop e Montgomery mi guardarono preoccupati per un paio di secondi. Stavo sudando copiosamente, sudando i sudori freddi della febbre, il mal di testa che offuscava i miei pensieri, e loro dovevano averlo notato. Ad un certo punto, Montgomery interruppe il silenzio.
"Va bene" disse lui "Angel, sali" fece cenno ad Angel di entrargli in una tasca vuota. Il coniglio ubbidì, saltandomi di dosso ed aggrappandosi a lui.
"Okay" risposi "ripuliamo il terminal, poi continuiamo con il piano" infilai il mio ultimo caricatore nel fucile, armandolo per renderlo pronto al fuoco "Snowdrop, quanti-" proprio mentre stavo parlando, la mitragliatrice riprese a tuonare, triturando il metallo della locomotiva e facendo ricadere sui nostri elmetti frammenti di metallo e pezzi di carne, che un tempo dovevano appartenere a Lisbet Wasp.
"Snowdrop, quanti Tango percepisci?" le richiesi sopra al tuonare della mitragliatrice, i proiettili che volavano sopra le nostre teste e impattavano contro i vagoni parcheggiati sulle rotaie davanti a noi.
"Sette al piano di sopra, tre al piano terra" rispose lei, armando la sua pistola con lo sguardo perso nel vuoto "due di quelli operano alla mitragliatrice"
Tirai un lungo respiro, prima di controllare un'ultima volta il mio fucile. Venti colpi in totale, esclusi i colpi che ancora avevo nella pistola, ovvero una manciata di caricatori.
"Okay, muoviamoci" sussurrai io, e iniziammo a strisciare verso la locomotiva spazzaneve per uscire dal cono di fuoco della mitragliatrice. tra le ruote dei vagoni riuscii a intravedere la grossa arma automatica puntata contro la locomotiva dove ci trovavamo pochi secondi prima. Potei anche scorgere il mitragliere, un pegaso verde con una ferita sanguinante in fronte che con un ghigno arrabbiato teneva la locomotiva sotto tiro, mentre qualcuno gli passava una cintura di munizioni per ricaricare la sua arma.
Fui compiaciuta nel constatare che le nostre granate avevano divelto gran parte della parete della stazione, lasciando scoperta la posizione della mitragliatrice. Mi trattenni comunque dall'infilare il fucile nel buco tra le ruote del vagone e uccidere il mitragliere, siccome non eravamo nella posizione giusta per farci notare di nuovo dai nostri assalitori.
Strisciammo fino alla locomotiva spazzaneve, la quale faceva da angolo con il garage dei mezzi di riparazione. Poteva essere un buon punto di ingresso, ma la saracinesca era chiusa.
Arrivati ai fianchi della porta un forte rombo scosse la ghiaia sotto ai nostri zoccoli: un proiettile vagante sparato dalla mitragliatrice doveva aver colpito la cassa di granate, detonando la ventina di ordigni rimasti al suo interno, facendo esplodere sia il vano motore che la caldaia. L' esplosione creò un'onda d' urto abbastanza forte da spezzare le rotaie, divelgendo le barre di acciaio e creando un piccolo cratere nella sabbia. Angel commentò con un leggero fischio dalla spalla di Montgomery, mentre lui armeggiava con la serratura della saracinesca. Qualche barra si metallo divelta rotolò vicino a noi.
Chiusa fece cenno lui Dobbiamo sfondare.
Annuii, estraendo la mia pistola e puntandola contro la serratura; le munizioni subsoniche da .22 non sono famose per la loro capacità di penetrare i materiali, ma il silenziatore ci avrebbe permesso di buttare quante munizioni volevamo su quella serratura senza farci notare troppo. E infatti mi ci volle quasi un caricatore intero per spaccare in due il meccanismo della saracinesca.
Uno strattone ben assestato e si aprì come il coperchio di una pentola, frammenti di metallo scaldati dall' attrito dei proiettili che si spargevano tintinnando sul cemento sottostante. Aprii piano la saracinesca, attenta a non fare rumore mentre Snowdrop e Montgomery puntavano oltre lo spiraglio che andava ad allargarsi.
Una volta scivolati tutti dentro nel silenzio più totale richiusi la saracinesca mentre i miei compagni controllavano il resto del garage, immerso nella penombra. L' ambiente era spoglio e pratico, riflettendo quanto doveva essere stato costruito al risparmio, i banchi con gli attrezzi costituiti da dei tavoli di legno evidentemente riciclati da altri utilizzi.
Ricaricai la pistola in un solo movimento, ma barcollai prima di dirigermi alla porta, la testa che mi girava e la mia vista che si annebbiava. Con mani tremanti collegai l'Ubercaricatore al mio polso, constatando che il mio livello di salute generale si era drasticamente abbassato, con il contrastante aumento del ritmo del mio battito cardiaco. Un attacco di febbre.
"L-la porta" sussurrai tentando di schiarirmi le idee. Snowdrop si avvicinò in punta di zoccoli alla porta e si mise ad ascoltare, tentando di capire se ci fosse qualche pony all' interno.
Libero disse lei con un gesto dello zoccolo. Cercando di ignorare la nausea la seguii aprire la porta con attenzione, puntando la pistola nella stanza successiva mentre Montgomery ci guardava le spalle. L'ambiente successivo era un piccolo ufficio, una vetrata opaca che dava sul terminal della stazione, dal quale si potevano udire delle voci di stalloni. "Non ci sono corpi tra i rottami"
"Tenete la guardia alta, potrebbero ingaggiare da un momento all'altro" la voce del secondo stallone venne seguita da un breve fruscio di rumore bianco "Uccisione non confermata, ripeto, uccisione non confermata" disse lui in radio "Fate attenzione"
Ci tenemmo a particolare distanza dalle finestre dell' ufficio, essendo perfettamente visibili dalla torre dell' acqua, a solo un centinaio di metri di distanza. Attirai l'attenzione di Montgomery e Snowdrop, facendogli cenno di afferrare le ultime granate rimanenti mentre io puntavo la pistola alle vetrate.
"Quando cadono le vetrate lanciate e poi sfondate" ordinai, deglutendo la mia saliva mentre i miei compagni si mettevano in posizione e strappavano via la sicura alle loro granate, preparandole al lancio. Tre... due... uno... Dopo un rapido countdown mentale strizzai le mie palpebre, riducendo il mio campo visivo a una fessura un istante prima di tirare il grilletto della mia pistola, rilasciando alcune raffiche nelle vetrate davanti ai miei compagni. Nel tintinnio dei vetri sul pavimento di marmo, le loro granate volarono oltre la paratia, rotolando in profondità nel terminal passeggeri.
"GRANA-" questa volta lo stallone non fece in tempo ad avvisare i suoi compagni; le granate esplosero prima che potessero reagire, mandando frammenti e scheggie contro le vetrate e mandandole tutte in frantumi. Sentii urlare di dolore un paio di voci, e questo mi spinse a saltare oltre la paratia a pistola spianata.
"CON ME!" ordinai ai miei compagni senza aspettarli mentre il mio corpo si lanciava da solo oltre le vetrate distrutte, l' adrenalina che finalmente soppiantava la nausea e mi aiutava a puntare la mia pistola contro la prima sagoma che entrò nel mio campo visivo.
Il mio primo bersaglio fu proprio il pegaso verde di prima, steso a terra supino che si teneva una gamba, urlante di dolore. La sua gamba dallo zoccolo al ginocchio era piena di schegge di granata. Probabilmente non doveva essere più in grado di imbracciare la mitragliatrice, ma non mi posi il problema; gli svuotai addosso quello che restava del mio caricatore, finendolo rapidamente.
Il nuovo caricatore fece clack nell'impugnatura della mia arma nell'esatto istante in cui quello vuoto toccò il pavimento del terminal. Non feci in tempo a puntare la mia arma contro il secondo pony, che con la coda dell'occhio scorsi una canna di fucile spuntare da un buco nel soffitto creato dalla detonazione delle granate. Evidentmente qualcuno dei pony al piano di sopra aveva deciso di intervenire.
Mi dovetti tuffare in avanti per evitare la raffica dell'assalitore al piano di sopra, arrivando con una capriola quasi addosso al mio secondo bersaglio originale. Non avendo la pistola pronta in puntamento, il meglio che trovai da fare fu un uppercut che buttò il mio avversario contro una panchina a qualche metro di distanza, stordendolo per l' impatto, la sua mascella di sicuro dislocata dalla forza del mio zoccolo. Non feci però in tempo a tornare in puntamento, che venni spinta di lato bruscamente da quello che doveva essere il terzo pony. Aveva in mano un fucile, ma era chiaramente danneggiato, visto da come cercava inutilmente di armarlo. Dei frammenti di granata dovevano essere finiti nella camera di innesco.
Scuotendo la testa per schiarirmi le idee dal mal di testa estrassi la baionetta dal suo fodero sul mio petto, pronta a gettarmi sul terrorista. La mia lama non dovette ancora essere insanguinata però, perchè il corpo sia di Fucile Inceppato che di Mascella Slogata caddero senza vita a terra, crivellati dai colpi dei miei compagni.
"Ma che cazzo fai?" mi disse Montgomery raggiungendomi, scalciando Fucile Inceppato per assicurarsi che fosse morto "Ci avresti potuto lasciare le ali" mi aiutò a tirarmi su, Angel che gli si sporgeva dalla spalla mentre Snowdrop faceva smettere di muovere Mascella Slogata sparandogli alla testa.
"Non possiamo fermarci, ci sono altri tango di sopra" sussurrai io, facendo un cenno al buco nel soffitto "Createmi un diversivo" ordinai io, indicando la porta che dava alle scale. Mentre salivano lentamente al piano superiore io raggiunsi il fu mitragliere. Spostai il corpo di lato con lo zoccolo e raccolsi la mitragliatrice. Sembrava essere intatta, il corpo doveva averla coperta dall' esplosione. E aveva ancora un centinaio di colpi nella cintura. Bene.
Mi posizionai sotto alla voragine del soffitto in silenzio, distendendo le ali sulla mia schiena e chiudendo gli occhi, tirando un respiro profondo. Quando finalmente sentii degli spari e delle grida concitate venire dal piano superiore le mie labbra non poterono far altro che contrarsi in un sorriso, un ghigno maligno che scoprì i miei denti. I miei occhi si spalancarono mentre spiccai un lungo balzo aiutata dalle mie ali, volando al secondo piano.
Non ebbi nemmeno da confermare il contatto per aprire il fuoco: premetti il grilletto della mitragliatrice, e all' istante sentii giungere alle mie orecchie le urla di morte dei guerriglieri sotto di me. Rivolgendo lo sguardo sotto di me, vidi cinque dei bersagli segnalati da Snowdrop, crivellati dai colpi della mia mitragliatrice dietro una serie di divani e tavoli che fungevano da copertura contro Snowdrop e Montgomery. Morti o morenti, non importava più ormai. Giratami indietro, puntai il sesto nemico, che incrociò il mio sguardo; era pieno di terrore, paralizzato dalla paura. Grave errore.
Mi buttai su di lui senza esitazione, usando la canna della mitragliatrice come una lancia e infilandogliela con violenza contro il petto. Sentii le ossa del suo sterno scricchiolare, forse qualche costola rompersi, prima che premessi il grilletto.
Non emise un suono durante tutta la durata della mia raffica a bruciapelo, il suo sguardo puntato dritto nel mio, sangue che iniziava a sgorgarli dagli angoli della bocca, i suoi occhi che piano piano piangevano via la sua essenza vitale, i suoi zoccoli che con le ultime forze si aggrappavano alla canna della mia mitragliatrice, prima di crollare, privi di vita.
Mi alzai lentamente, scrollando la mitragliatrice dal sangue che la ricopriva quasi completamente. Mi guardai attorno; c'era solo il silenzio nel secondo piano della stazione, i corpi fumanti dei terroristi che giacevano a terra. Mi girai verso l'ultimo sopravvissuto, un giovane pony di terra che non sembrava nemmeno sapere come imbracciare l'arma che aveva in braccio, i suoi zoccoli che tremavano visibilmente mentre mi fissava terrorizzato. Gli puntai lentamente la mitragliatrice addosso, invitandolo a posare il suo fucile a terra. Invito che lui seguii diligentemente mentre Montgomery Patton gli si avvicinava a fucile spianato facendolo indietreggiare verso le finestre. Lasciai cadere la mitragliatrice ai miei zoccoli e levitai la baionetta fuori dal suo fodero, tossendo mentre mi avvicinavo a lui, insieme a Snowdrop.
"okay, quanti altri?" chiesi io al nostro prigioniero, appoggiandogli la lama della baionetta alla gola. Aveva la schiena contro il vetro della finestra, e ansimava rumorosamente.
"C-c-c-c'eravamo solo noi" balbettò lui, distolgendo lo sguardo e mettendosi a fissare il suo compagno con lo sterno divelto in due dalla mia mitragliatrice "Heyheyhey, non prendermi in giro" gli appoggiai il piatto del coltello sulla guancia, obbligandolo a ritornare a guardarmi negli occhi "E il cecchino che ha preso uno dei miei? E gli abitanti di questo villaggio?" per un momento lasciai la rabbia prendere il controllo, graffiandogli la guancia con la baionetta.
"C-cosa? C-c'eravamo solo noi qui, la città era completamente vuota quando ci siamo infiltrati" rispose lui, i suoi occhi che cominciarono a lacrimare. Allora io e i miei compagni ci rivolgemmo uno sguardo perplesso.
"Che significa che il villaggio era vuoto?" il nostro prigioniero non fece in tempo a risponderci; feci appena in tempo a notare il tracciante di un proiettile partire dalla torre dell'acqua, e la finestra dietro il terrorista esplose verso l'interno. Lui sputò sangue; il proiettile gli uscì dalla bocca, spaccandogli i denti e impattando sul pavimento dietro di noi "A TERRA!" lasciammo tutti andare l'ex terrorista che cadde a terra già senza vita, il retro della testa aperto e ridotto a una poltiglia, mentre noi ci mettevamo in copertura dietro ai muri di legno della stazione.
"E adesso cosa facciamo?" disse Montgomery, i suoi occhi che dardeggiavano tra me e la vetrata rotta dal proiettile mentre cercavo di reinfilare la mia baionetta nel suo fodero.
Sbirciai fuori dalla finestra, guardando il terminal cargo protetta dal muro della stazione. Non era molto grande, ma aveva uno sbocco su un magazzino che poteva portare alle vie del paese, e alla sicurezza degli edifici dal cecchino. "Il piano rimane" decisi io, tossendo e asciugandomi la fronte dal sudore. doveva essere più o meno fine Gennaio, ma stavo sudando freddo e la mia bardatura da combattimento era zuppa di sudore, provocandomi profondi brividi lungo la schiena "Voi raggiungete il terminal cargo mentre io lo distraggo, poi trovate un modo di raggiungerlo o di buttare giù quella torre"
"E se usassimo quello?" Snowdrop puntò con lo zoccolo verso un'angolo della stanza, il quale ospitava una pila di armi da fuoco accumulate lì alla rinfusa, i caricatori pericolosamente infilati nei receiver. Il pezzo di maggiore interesse era quello che posso solo descrivere come un lungo tubo metallico con un grilletto. Doveva essere uno di quei lanciamissili non-guidati ad alto esplosivo. Ed era carico.
"Vale la pena provare. Ma quel tipo di missile è così lento che un cecchino come quello potrebbe semplicemente farlo esplodere in volo sparandogli, soprattutto da questa distanza" risposi io "Dovete portarlo con voi, e spararlo da più vicino" "Ricevuto" Sospirò Montgomery mettendosi a strisciare lontano dalla finestra per raggiungere l'arsenale fai-da-te, mentre Snowdrop già si dirigeva verso le scale.
Neanche un paio di minuti dopo era tutto pronto. Deglutii a fatica prima di aprire la comunicazione via radio con i miei compagni.
"Pronti?" dissi con la voce roca. Dopo pochi istanti il fruscio della radio e della voce di Snowdrop mi diedero la risposta che mi serviva.
"Pronti" Disse la pegaso. Tirai un lungo respiro, settando la messa a fuoco del mio mirino per centocinquanta metri; quasi non riuscivo a ruotare la ghiera da quanto mi tremavano gli zoccoli. Mi sentivo davvero debole.
Girai il mio corpo di novanta gradi verso la finestra rotta, preparandomi a sporgermi per ingaggiare il cecchino "Al mio sparo" ordinai in radio, armando finalmente il mio fucile del suo ultimo caricatore. Il soddisfacente rumore metallico dell' otturatore tintinnò nell'aria polverosa della stazione, incamerando un proiettile nella camera d'innesco. Inspirai, ignorando per un secondo il mio mal di testa pulsante, la mia nausea, e il dolore dell'acido lattico nei miei muscoli.
Scivolai fuori dalla copertura infilando la canna del mio fucile nella finestra, il mio occhio già allineato col mirino. Puntai la torre dell'acqua con il reticolo, dove potei grossolanamente individuare una macchia più scura del metallo bianco della cisterna sospesa, e iniziai a sparare senza esitazione. In pochi istanti, il conto delle mie munizioni nel caricatore scese di cinque, di cui nessuna colpì il bersaglio. La botta del rinculo mi colpì più forte del previsto, ma comunque individuai una nuvola di fumo nero dove prima c'era il cecchino. Un unicorno.
"Okay Fluttershy, siamo in movimento" sentii in radio la voce affannata di Montgomery mentre galoppava a zig-zag in una traiettoria imprevedibile, come da manuale.
"Ricevuto. Fate attenzione, il cecchino è un unicorno, chiudo" comunicai nel mio microfono, tenendo l'occhio destro appiccicato al mirino, e il mirino appiccicato alla torre dell'acqua. Dai fori dei miei proiettili cominciò a scorrere copiosa l'acqua, così preziosa in questa desolata zona di Equestria, scintillante sotto il sole di mezza mattina. Il riflesso turbò la mia vista, distraendomi per qualche istante.
Tornai in me quando scorsi una canna sporgersi da uno dei fianchi della torre: allora incoraggiai il mio avversario a rimanere in copertura con un'altro paio di colpi, che rimbalzarono contro la lamiera della torre a pochi centimetri da dove vedevo effettivamente sporgere il fucile, che si ritirò di scatto per riflesso.
Quel combattimento si stava protraendo per ben troppo tempo per me, gli sforzi eccessivi di poco prima che si facevano sentire mentre ansimavo col fiato corto, il mio reticolo di mira che oscillava intorno al punto che stavo cercando di tenere sotto mira. "Siamo dentro. Un minuto al contatto. Copi? Passo" La voce di Montgomery rieccheggiò nel mio orecchio attraverso l'auricolare della radio. Ripresi a sparare a vuoto contro la torre dell'acqua per attirare l'attenzione del cecchino, presa da nuova energia. Cacciai un grugnito di frustrazione, cercando con disperazione di mantenere la soppressione.
"Fluttershy! Mi copi?" La voce dello stallone nel mio orecchio mi fece saltare dalla sopresa, facendo volare il colpo che stavo sparando un paio di metri troppo a sinistra, mancando completamente la torre.
Scossi la testa, tornando in me mentre attivavo il microfono "Si, si, vi copio. Sbrigatevi" Strinsi la mia presa sull'impugnatura della mia arma, staccando il caricatore dal reciever per controllarne le munizioni rimanenti.
Al massimo sei colpi.
Mettendoci più cautela, iniziai a sparare a intervalli più regolari, nemmeno più facendo attenzione a dove miravo, purchè colpissi la torre dell'acqua. La febbre mi offuscava la vista, rendendomi difficile anche solo vederla nell'ottica del mio mirino. Non notai nemmeno la canna del fucile spuntare di nuovo attraverso un portale nero creato sulla parete circolare della cisterna sospesa.
All'improvviso, un lampo attirò la mia attenzione, il tracciante del proiettile che si faceva sempre più grosso, fino a impattare nel legno del montante della finestra, a nemmeno un metro dal mio corpo. Sobbalzai dalla posizione dov'ero accovacciata dallo spavento, sparando di riflesso un colpo precisamente da dove era partito il proiettile nemico, senza ottenere però alcun risultato. Il portale era già scomparso, sfumando in un sottile fumo nero. Fu allora che udii il fruscio della radio rieccheggiare nel mio orecchio.
"Ci siamo. In tre. Due. Uno..." il countdown di Montgomery terminò con un sibilo lontano coincidente con una traccia luminosa di propellente bruciato, diretta in un arco verso la torre dell'acqua. L'esplosivo alla termite brillò precisamente tra una delle tre gambe di metallo e la base della cisterna, mandando frammenti di lamiera fusa in tutte le direzioni e aprendo una voragine enorme nella cisterna, mentre si inclinava lentamente ma inesorabilmente sul lato dove prima c'era la sua gamba.
All'improvviso, dalla torre ormai in caduta balzò una figura scura che saltò nel vuoto come se nulla fosse. Tentai di sopraffarre il rapido abbandono dei miei sensi puntando contro la figura del cecchino, premendo il grilletto senza esitazione.
Click. Vuoto.
Un brivido mi scorse le ali quando nella mia ottica vidi il mirino del cecchino luccicare, seguito dal lampo dello sparo. In meno di un secondo, senza che io avessi il tempo di reagire, il proiettile a largo calibro colpì esattamente il mio mirino, facendolo esplodere e mandando frammenti di vetro e acciaio in ogni direzione, compresa la mia faccia.
Il dolore improvviso mi fece rinculare all'indietro, l'ultima cosa che vidi prima che la mia vista si offuscasse finalmente il cecchino, che scomparve in una nuvola di fumo mentre la torre proseguiva nella sua caduta.
"Fluttershy, abbiamo visto il tracciante. Situazione? Passo" riuscii a malapena a sentire prima di perdere finalmente i sensi.

Ho scritto troppo in inglese. Mi è mancato pubblicare qui.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2867052