How to save a life

di BabyCakes101
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** L'inizio ***
Capitolo 3: *** Carino il tuo amico! ***
Capitolo 4: *** Posso fidarmi di te? ***
Capitolo 5: *** Un affascinante pazzoide ***
Capitolo 6: *** Cara amica ***
Capitolo 7: *** Dov'è Superman? ***
Capitolo 8: *** Quando tornerai a sorridere? ***
Capitolo 9: *** Sorprese inaspettate ***
Capitolo 10: *** SOSPESA!!! ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Pov Harry: Era sera. Faceva freddo a Londra, stavo tornando a casa, con Cindy la mia meravigliosa cagnolina, una barboncina di colore nero, quanto l'amavo. Ero andato a prendere un gelato,  lì vicino a casa mia. Erano le sei e mezza e decisi di fare una camminata verso il centro, tanto a Cindy  non avrebbe fatto altro che bene.  La adoravo, ormai era l'unica essere vivente , che mi rimaneva a Londra, oltre a mia nonna. Niall, il mio migliore amico, era partito per la Sardegna, mare stupendo e divertimento assicurato come diceva mia nonna. Mentre altri miei amici erano da tutte le parti del mondo, chi a Los Angeles, chi a Cuba e via così. Io invece ad agosto ero rimasto piantato in questa città. Tutta colpa di mio padre, che lavorava troppo. Arrivai nella piazza principale, quella dove si trova il Big Bang. L'ho sempre amata quella torre. È un pó inquetante ma allo stesso tempo fantastica. Vidi che c'erano delle bancherelle. Mi avvicinai guardando un pó, ma non comprai niente. Non perchè non avessi soldi, anzi, avevo una casa enorme e tutto quello che potevo desiderare, ma di solito fare shopping è più divertente con gli amici, quindi non spesi neanche una sterlina.  A un certo punto sentii Cindy abbaiare e tirare verso una stradina secondaria, buia e stretta. Decisi di entrare lì dentro, perchè dovete sapere che io sono una persona molto curiosa e volevo scoprire chi c'era o semplicemente com'era il suo interno. Camminavo, camminavo mentre Cindy mi tirava sempre più velocemente. All'improvviso scrutai una persona, qualcuno. Aveva la testa piegata sulle ginocchia, vestiva di stracci e aveva una piccola coperta sopra le gambe. Non riuscivo a capire se fosse un ragazzo giovane o anziano. Cindy abbaió, per poi avvicinarsi a lui. Lui alzó di scatto la testa e la guardó. Era un ragazzo. Occhi azzurri, capelli brizzolati con un ciuffo che gli ricadeva sulla fronte. Il ragazzo poi giardò me, aveva un'aria triste, affranta, spaventata e tremava dal freddo. aveva solo una maglietta bianca a maniche corte e una coperta in luride condizioni. mi faceva cosí pena che quasi preso dalla pazzia, mi sfilai il giaccone e glielo porsi. - Forse ti serve- Lui lo guardò un pò incerto ma poi lo prese e senza dire una parola lo indossò. Forse non conosceva la mia lingua o forse non aveva voglia di parlare. Povero. Mi chinai  verso di lui  e con quel poco coraggio che avevo  gli chiesi:  - stai bene?- mi guardó  e rimanse zitto. Deglutii.  Mi guardai  intorno, aspettai un pò li impalato che lui si fosse riscaladato, poi verso le 7 decisi di andarmene  -ehm, scusa, dovrei andare, ti sei riscaldato abbastanza?- Okay ero stato abbastanza stupido e anche un pó stronzo, ma la verità è che non avevo pensato alle conseguenze. Volevo prestargli la giacca ma non mi ero accorto che si era fatta quell'ora.  Mia nonna mi avrebbe ucciso se fossi arrivato in ritardo per la cena. Lui non mi rispose , si limitó a levarsela e a ridarmela. Gli sorrisi dolcemente e mi allontai piano piano, mentre lui mi guardava andare via con Cindy.  Ciaooo, sono nuova su Efp e questa è la mia prima fan fiction, spero che non vi annoi di già perchè ci saranno tante sorprese! Il capitolo è un pò corto, ma il prossimo sarà più ricco, che dire era da tanto che volevo fare una fanfiction sui Larry ed eccomi qui. :) pubblicherò ogni settimana. Ora vi lascio e spero di non avervi annoiato un bacione <3

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Capitolo 2
*** L'inizio ***


Pov Louis:
Se ne era andato da poco quello li, un ragazzo generoso che mi ha dato una sterlina e mi ha prestato la giacca, è il primo che ha fatto una cosa del genere. Era uno ricciolo, alto e aveva  un cane, non sapevo se maschio o femmina. Ma la cosa non mi importava più di tanto, lo consideravo semplicemente "strano" per quello che aveva fatto. Nessuno mi aveva dato dei soldi, tutti i passanti se ne fregavano di me, si comportavano  come se io non esistessi. Stronzi.
Erano le sei di mattina, e mi faceva freddo, mi trovavo sempre  in quella stradina isolata. Pensavo sempre lí, dato che non avevo nulla da fare, mi mancavano mia madre, mio padre, le mie tre  sorelle, i miei amici... Mai nella vita avrei pensato di perderli cosi, tutti, e di diventare un ragazzo di strada abbandonato dal mondo. Ero  piu solo di un cane, per vivere rubavo e mi limitavo a chiedere l'elemosina.  Con difficoltà mi alzai  da quel posto dove passavo tutte le notti e arrivai nella piazza grande dove c'era il grande mercato di tutti i giorni. Come sempre, anche quel giorno, facendo attenzione rubai  del pane e mi bevvi l'acqua della fontana. La gente mi guardava male, forse perchè vestivo di stracci e ero soorco, saranno stati mesi che non mi facevo una bella doccia calda, chissà quanto puzzavo. Si, lo potevo  dire tranquillamente, ero un barbone, o meglio lo ero diventato.  Odiavo la parola 'barbone', mi faceva schifo, quella parola ti faceva  capire che non eri uguale  gli altri, o almeno, era quello che pensavano molte persone. Passai tuto il giorno a girare per le vie del centro cercando qualcosa da rubare, tipo della pizza o comunque roba da mangiare. Arrivò presto  la sera e io ritornai nella mia stradina sperduta e buia,  dimenticata da Dio. Mi accovacciai sotto quello schifo di coperta e mi rannicchiai sotto di essa. Dopo poco sentii dei passi. Alzai la testa e lo rivedi. Quel ragazzo riccio, alto che vestiva sempre con vestiti di marca, sarà stato un riccone viziato che non aveva niente di meglio da fare che venire a trovare un poveraccio come me.   -ciao, ti ricordi di me? Sono quello che ti ha prestato la giacca- mi sorrise. Trovai che fosse carino il suo sorriso, ma non gli risposi, da quando era morta mia mamma facievo tutto quello che mi diceva di fare, era stupido dato che era morta ma volevo ubbidirle anche se non c'era più. Per esempio  diceva" non parlare con gli sconosciuti" ed era esattamente quello che stavo facendo. Il ragazzo davanti a me sospirò, quel giorno era senza il suo simpatico  cane. Lo vidi guardarsi intorno, sembrava pensieroso, poi fece una cosa che non avevo mai visto fare   ad un essere umano con la mente sana. Si sedette  per terra accanto a me, cioè volevo dire, accanto a un barbone. Quel ragazzo non stava bene. Rimasi allibito e mi venne  paura ,cosi mi allontanai leggermente.
-oh no, non devi avere paura, non ti faccio nulla- sorrise. Di nuovo. Lo invididiai, era da troppo tempo che io avevo perso il sorriso e lui lo faceva di continuo.  Annuii semplicemente. Se pensava di aiutarmi, si sbagliava  di grosso. Non avevo bisogno  di un  ragazzino come lui per aiutarmi, non avevo bisogno di nessuno, o forse si. Della mia famiglia e basta.  Non avevo voglia di rivolgerli la parola. -ti ho portato un panino al salame, penso che ti piaccia- strabuzzai gli occhi, in fondo era generoso, anche troppo. Levò dalla sua giacca dei fazzoletto, contenenti  il prezioso panino. Mi si illuminarono  gli occhi, cibo. Che bello, gli accennai  un sorriso per ringraziarlo e mi fiondai  a mangiare il panino. Delizioso. Guardai quel riccio, era strano perchè faceva tutte quelle cose per me?  Lui mi sorrise, continuai a inboccare il panin,  poi quando finii  lui si alzò e mi salutò con un "ciao". Forse avrei dovuto ringraziarlo, era stato gentile. 

Pov Harry: 
Ieri ero ritornato dal barbone e pensate,  mi aveva sorriso. Carino il suo sorriso. Ma pensai che non aveva  la lingua perchè non rispondeva a nulla. Non sapevo perchè ero ritornato, forse perchè non sapevo cosa  fare tutto il giorno. Domani sarebbe tornato   mio padre, quindi quel ragazzo non lo avrei rivisto. Ero  contento, mio babbo mi avrebbe portato in Sicilia sul suo yatch , speravo di conoscere qualcuno, anche una ragazza non mi avrebbe dispiaciuto . Comunque in quel momento decisi di fare una giratina e di tornare a trovare quel ragazzo, avrei portato anche Darcy. Era mattina, ero riandato  in quella stradina secondaria,  ma lui non c'era. Non c'era nemmeno la sua coperta. Pensai  subito che avesse cambiato "posto" cosi ritornai  nella piazza principale. Mentre camminavo improvvisamente vidi un gruppo di persone intorno a qualcuno, cosi mi avvicinai  per vedere che succedeva. Sentivo delle urla.  Quando mi avvcinai vidi  quel ragazzo, il barbone,  in terra mezzo nudo, con  dei graffi, dei  lividi e con il sangue che li colava dal labbro. Lo stavano picchiando. Spinsi le persone per andare davanti.
- bastardo come osi!! Nessuno ruba la mia frutta, mi hai capitoo?!- urlò ll'uomo che lo stava picchiando. E lo picchiò  ancora mentre lui piangeva e non faceva niente per fermarlo. Nessuno interveniva, Cosi decisi io di andare avanti.  Mi misi in mezzo tra l'uomo e il ragazzo. Tremavo  dalla paura. 
-basta, mi scusi non é giusto picchiarlo- deglutii, l'uomo si avvicinò  a me minaccioso.
- e tu chi cazzo saresti?- 
Mi venne la pella d'oca, quell'uomo era  veramente paura.
- s-sono un- u- un suo amico- cosa?! E questa da dove mi era uscita? Io? Amico di un barbone? Il fatto era che mi faceva troppa pena, insomma anchio infondo ero buono. L'uomo inziò a ridere, una risata malefica per i miei gusti. Mi spinse  indietro minaccioso mentre io stringevo  il guinzaglio di Cindy che avevo in mano. 
- e vuoi salvargli la vita al tuo amichetto?- rise di nuovo. La gente mi guardava impaurita, lui continuava a spingermi indietro fino a che non caddi addosso al barbone. Quel ragazzo mi guardò  impaurito , poi alzai  gli occhi a l'uomo che stava sghignazzando.
- ora farai la sua fine, piccolo moccioso dei miei stivali-
Lo guardai impaurito. Lui alzò un braccio e io chiusi  gli occhi pronto a ricevere un colpo. Cosa che peró non avvenne perchè quando riaprii gli occhi  l'uomo era  per terra e Cindy gli stava  mordendo la caviglia. Sorrisi. La mia cagnoletta era un genio. Mi alzai  e guardai il barbone. Che cosa avevo intenzione di fare  con lui? Stava  singuinando ed era ferito. Avevo  detto di essere suo amico. Sospirai, lo avrei aiutato. Mi avvicinai abbassandomi. 
- vieni con me, ti sentirai meglio - gli dissi. Lui come sempre non mi rispose ma si alzò barcollando. Intanto l'uomo era corso via dalla furia della mia cagnolina. Decisi di prenderlo da sotto un braccio e di farlo camminare. Mi guardò . Mi osservò  per tutto il tempo. Aveva uno sguardo terribilmente triste e innocente. Mi faceva  pena e l'avevo  gia detto. Per fortuna non abitavo lontano e quando arrivai  a casa trovai mia nonna sorpresa e impaurita. 








Rieccomi genteee, vi ho già annoiato dite la verità! Okay, spero di no ma se fosse cosí chiedo scusa. Allora tutto bene? Apparte la scuola a me va tutto bene. Bè passiamo al capitolo... Il secondo capitolo è un pò come l'inizio di qualcosa, si incomincia a intravedere una lieve simpatia e generosità da parte di Harry per Louis, gli altri personaggi entreranno in scena presto. Fatemi sapere cosa ne pensate, ci vediamo presto, baci <3

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Capitolo 3
*** Carino il tuo amico! ***


Pov Harry 
- e lui chi è?- domandò con una voce sconvolta. Non sapevo  nemmeno io chi fosse  di preciso ma inventai.
- è un ragazzo che ho conosciuto l'altra sera in discoteca e oggi l'hanno picchiato-   Il ragazzo guardò mia nonna, sempre la stessa espressione.. Triste. Non disse nulla. Mia nonna lo osservò e poi guardò me non del tutto  convinta di quello che avevo detto.
- okay, ma è ferito. Portalo in camera tua, io gli preparo una benda fresca- le sorrisi. -grazie nonna- lo accompagnai  su e lo vidi guardarsi intorno, aveva  un'aria paurosamente dispersa. Lo feci sedere sul mio letto.
- ecco, cosi starai meglio- gli sorrisi. Ero terribilmente  in imbarazzo, insomma sembrava di parlare da solo. Stavo seriamente pensando che quel ragazzo fosse muto. Ma ritentai.
- mi vuoi dire almeno come ti chiami, se non chiedo troppo- era solo per sapere. Mi guardò negli occhi. Dovetti ammettere che erano molto belli , blu notte, ti lasciavano incantato.
- L-Louis Tomlinson - sussurò Sorrisi,  allora sapeva parlare, menomale. 
- io sono Harry, Harry styles ma mi puoi chiamare Hazza, è il mio soprannome- Mi mostrò un lieve sorriso.
- forse è meglio se  ti fai una doccia e poi ti  disinfetteró  le fertite, vabbene?- si limitò ad annuire. Uffa avrei voluto risentire la sua voce. Da quello che avevo sentito era molto sottile. - bene, ti posso prestare i miei vestiti- mi alzai e presi dall'armadio alcuni indumenti. - vieni, ti mostro il bagno- lo accompagnai e poi lo lasciai fare. Andai giu da mia nonna che gli stava  preparando un thè.
- grazie nonna- sorrisi. Si girò  verso di me.
- mi vuoi dire chi è veramente quel ragazzo?- 
 Sospirai. - l'ho incontrato per strada, vive solo. Oggi lo stavano picchiando e io l'ho portato qui per sistemarsi un pò, ma ti giuro che quando starà meglio se ne andrà. Ti prego nonna, lo so che tu sei buona.- mi sorrise. - sei troppo buono Harry. Che ne sai chi è? Magari è solo un delinquente che ti può far del male- era  vero. Poteva esserlo. Chi era Louis Tomlinson? Chi lo conosceva?  Ma ormai ero caduto nella trappola e volevo vedere di che cosa fosse  capace quel ragazzo. Comunque allegerii la tensione-eddai non esagerare, è giovane, penso che sia solo impaurito- mentre dicevo questo sentii  dei passi dalle scale. Mi girai e lo vidi. O .mio . Dio. Non so se stavo sognando o se era davvero lui. Era.. Era... Era semplicemente il ragazzo più bello che avevo visto in tutta la vita. Pulito e sistemato sembrava propio un'altra persona. Aveva una maglietta rossa a maniche corte e dei jeans. Niente di speciale ma a lui stavano a pennello. I capelli erano piu chiari, forse perchè erano puliti, la sua pelle era chiara e  rispecchiava quel blu degli occhi. Venne verso di me e mi sorrise mentre io sgranai gli occhi.   -va meglio?- chiese mia nonna. Louis si girò verso di lei ed annuì sorridendo -molto meglio, grazie- poi mi guardò di nuovo. La. Sua. Voce. Lo sapevo. Era cosi sottile e dolce, forse quasi come la sua espressione. Gli sorrisi -avrai fame no? Vuoi un thè o un panino?- continuò mia nonna. Si rigirò verso di lei -oh si, forse un panino grazie- rimasi incantato a guardarlo. Sembrava cosi rilassato in quel momento. Deglutii. -vuoi venire in camera mentre aspettiamo?- chiesi. Lui annuí e mi seguí su per le scale. La verità era che volevo conoscerlo meglio. Punto.  Mi sedetti sul letto e lui chiuse la porta sedendosi sulla sedia della mia scrivania. Osservó la stanza.  -bella la tua camera- sorrisi. -grazie, in realtà prima era di mia sorella ma da quando è partita è mia- annuí  -credevo che fossi figlio unico- bella questa. Ridacchiai -no, mia sorella vive a New York con mia mamma da un pò..- deglutii. Odiavo parlarne,sopratutto con uno sconosciuto, uno sconosciuto figo.  Mi sorrise ,un sorriso triste, maledettamente triste. Si grattó la testa. Era cosí tenero  quando faceva quel gesto, sorrisi istintivamente. Poi inizió a stropicciarsi gli occhi come un bambino, aveva sonno. Decisi allora di farlo riposare.
-hai sonno? Magari vuoi dormire un pó?-  mi guardó, sospiró.   -si ma aspettavo il panino che mi stava facendo tua nonna, non vorrei mancarle di rispetto-  awww, era così adorabile, sul serio. Annuii dolcemente. Poi arrivó mia nonna con dell'acqua e il panino. Lui la ringrazió e in meno di 2  minuti lo finì.  chissa  da quanto tempo era che non mangiava. -vuoi qualcos'altro caro?- chiese mia nonna. Lei era donna sempre dolce e gentile con le persone che di solito portavo a casa, per questo l'adoravo. Non faceva tante storie su chi fossero, lei si fidava di me e quindi anche delle persone  che portavo a casa.  Lui scosse  la testa. -grazie mille ma sono a posto- le sorrise, allora lei uscì ricambiando il sorriso.  Sbadiglió di nuovo. Allora mi alzai dalla sedia della scrivania dove ero. -ti lascio riposare Louis-    Lui scosse subito  la testa e si alzó dal bordo del mio letto.  -non importa davvero, questo è il tuo letto, sennó poi come fai a riposare-  forse era solo una mia impressione ma era dannamente dolce quel Louis. L'avevo già detto? Oops. Annuii. -okay allora puoi riposarti in salotto sul divano che ne dici? Non è comodo come il letto ma si sta bene- sorrisi, lui annuì  e lo accompagnai di sotto. Ritornai in camera mia per i cavoli miei . All'improvviso mi squilló  il cellulare.    -pronto!- esclamai contento. Era mio padre.
-ciao Harry, senti devo dirti una cosa- aveva una  voce triste e spezzata. 
- dimmi-    
-domani non puoi venire al mare con me, devo lavorare. Mi hanno dato il compito di intervistare dei partiti importanti  a Roma, e me lo hanno detto solo oggi- 
Annuii. -vabbene, non importa-  Certo invece che mi importava! Non vedevo  la mia famiglia da quando  la mamma e il  babbo si erano separati, ci eravamo tutti persi.  Lei si era trasferita in America con  mia sorella  e facevano la bella vita. Mio Babbo sarebbe dovuto venire a vivere con me, ma tornava a casa solo nei giorni festivi, ergo una volta al mese perchè tutti gli altri giorni era "a lavoro". Mia nonna era l'unica sempre presente nella famiglia. 
-okay, scusami ancora tesoro, davvero sarà per la prossima  volta, ti butto un bacio-
-ciao- riattaccai arrabbiato e deluso. Odiavo quando mi chiamava "tesoro" per lui era solo  una parola per farsi perdonare e la usava solo in questi casi. Odiavo anche quando mi prometteva delle cose e non le manteneva. E infine odiavo quando mi diceva "si fará un'altra volta" era da due  anni che me lo diceva e "quest' altra volta" non era mai  arrivata. Scesi  le scale incacchiato nero, pronto a chiamare Niall per sfogarmi un pó, andai in cucina a prendere il telefono quando mi ricordai di avere Louis  addormentato sul divano. Mi girai e vidi forse un angelo o forse un principe o forse solo un ragazzo bello. Non lo sapevo bene che cosa ne sarebbe stato di lui ma mi incantai  a guardarlo dormire. Era sdraiato verso il lato esterno del divano  a pancia in giù , con un braccio che gli scivolava giu e l'altro piegato sul cuscino. Dormiva profondamente, aveva  una coperta sopra. Chissà da quanto tempo era che non si faceva una bella dormita come quella.   Avevo paura a svegliarlo, cosi piano piano mi incamminai di nuovo dentro la cucina, la nonna doveva essere andata a fare la spesa. Mentre con molta calma e  delicatezza stavo aprendo il mobiletto dove avevo lasciato il cellulare, sentii la porta di casa spalancarsi. 
-Hazzaaaaaaa- urló  qualcuno.  Sapevo già di chi si trattasse, quel qualcuno era una persona che conoscevo così  bene da riconoscerlo persino dalla voce , mi girai  di scatto, chiusi  velocemente il cassetto e uscii fuori dalla cucina e chi mi vidi? Niall Horan in tutta la sua delicatezza. 
Lui si giró  verso la sala e urló
-  Oh Dio! Chi è questo?- mi guardó sconvolto mettendosi una mano al cuore per lo spavento. Louis si mosse  un pó sul divano  ed emise  dei piccoli gemiti ma non si sveglió .  Mi avvicinai a Niall.
-mi spieghi cosa cavolo  urli Niall? E soprattutto che cazzo ci fai qui?- cercai di dire con calma. Mi sorrise -sono tornato dalla Sardegna , sono scappatto Hazza! Avevo voglia di vederti, mi sei mancato- sorrisi  e lo abbracciai .    - Awww Nialler, io ti stavo per chiamare, non ne posso più di stare qui da solo!- Niall si giró verso Louis e poi mi guardó dicendo a bassa voce - non mi sembri tanto solo, approposito, chi è questo qui? Una tua nuova conquista?- sgranai gli occhi. Da quando Niall credeva che io fossi attratto dai ragazzi?  -scusami Ni? Quale conquista?  Se lo vuoi sapere lui è un barbone e lo sto solo aiutando, infatti quelli sono i miei vestiti-  indicai il corpo di Louis. 
- oooh, capisco- mi fece l'occhiolino -per essere un ragazzo che vive per strada è piuttosto carino.-   Scossi  la testa sorridendo. Da quando avevo scoperto che Niall era gay, ogni ragazzo che passava per strada per lui era carino.  
Offrii da bere al biondo ma  poi sentii   Louis muoversi  nel divano. Ci fermammo a guardare  cosa stava facendo. 
-secondo me sta sognando...- dissi non staccando gli occhi dalla sua figura.
- si, sogni erotici- esclamó poi il biondo irlandese ridendo.  Gli diedi un nocchino in testa. -piantala-      
-lo svegliamo?- mi pregó con lo sguardo da cucciolo che solo lui sapeva fare . Lo guardai  e annuii senza speranze.
-okay, ma non fare le tue solite figure di merda- ci alzammo  e lui rise. Ci avvicinammo al divano gli toccai delicatamente la spalla scuotendolo  un pó.
-louis-lo chiamai dolcemente. Lui non si mosse, allora guardai  niall che mi fece segno di riprovarci. Così lo scossi di nuovo. -louis, svegliati- cercai di usare la voce più dolce esistita sulla terra. Lui si mosse  un pó, si stropicció gli occhi  e mi guardó.  I'azzuro dei suoi occhi  mi invase e gli sorrisi.
-scusami, è solo che magari hai fame. Hai dormito circa 2 ore-  si mise  a sedere e poi guardó Niall incuriosito. Mi girai verso il biondo e poi di nuovo verso Louis -oh si questo è il mio amico Niall, Niall questo è Louis- l'irlandese allungó subito la mano verso di lui. Louis la rimase a guardare, poi decise di stringerla 
-piacere-  disse Niall sorridendo.
-piacere- concluse Louis alzandosi in piedi improvvisamente. -mi dispiace, di averti disturbato Harry, dimmi quando devo andare via- mi disse. Lo guardai  sorpreso. Perchè se ne voleva andare?
- ma non disturbi Louis davvero, resta se vuoi.- sorrisi e Niall mi diede una spallata e con una grande calma si avvicinó al moro. - qui non disturbi nessuno, forse solo Harry perchè quando dorme parla nel sonno e  se provi a svegliarlo ti strangola- che simpatico, avevo davvero un grande amico. Lo guardai  male mentre Louis si mise a ridere. Aveva una risata cristallina, gli occhi socchiusi avevano formato delle rughe agli angoli, aveva sorriso fantastico. Okay vabbene, quel ragazzo era veramente bello.
-bene, Louis vuoi mangiare qualcosa? Magari un gelato? Lo stavo servendo a Niall- dissi speranzoso che accettasse. - no grazie vado fuori- disse vagante e subito quell'impiccione di Niall... -dove? Ti posso accompagnare!- gli diedi una gomitata, non erano cavoli suoi. Louis  si avviccinò alla porta scuotendo la testa. - no grazie,non importa. Ciao- salutò sbattendo la porta. Io e Niall rimanemmo a fissarla confusi. Era strano quel ragazzo. Niall mi saltò addosso. - Harry non potevi trovare un amico più figo  di lui!!- esclamó andando in cucina e prendendosi un gelato. Lo guardai e mi misi a ridere. - Niall ti ricordo che quello é un barbone, non ci puoi provare  con tutti specialmente con i tipi come lui!- dissi scherzoso
- chi sei mia mamma?  D'ora in poi sarà la mia vittima preferita- disse battendo le mani al solo pensiero. Okay, scherzava ma io non volevo e su quello ero serio. -okay, usciamo?- mi limitai a dire,lui annuí. - Vamos riccio!- 
Niall. Niall era l'amico che tutti avrebbero voluto , completamente pazzo,amava la vita, scherzava con tutti, a volte diventava un bambino, a volte era isterico ma era il ragazzo più saggio che avessi mai conosciuto. Aveva  sempre la battuta pronta ti confortava  se stavi  male e ti aiutava , su tutto e per tutti.

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Capitolo 4
*** Posso fidarmi di te? ***


Pov Louis 
Uscii da quella casa che per me era  troppo perfetta, c'erano  troppi quadri appesi, letti super fatti, odore di buono dappertutto e poi quel riccio odioso, aveva una stanza sembrava quella del principe William invece che di un ragazzo normale. Cosa voleva da me? Okay mi aveva aiutato, su questo non c'era dubbio ma rimaneva comunque una persona insopportabile. Era troppo buono, portava dei vestiti troppo sgargianti, era simpatico a tutti, era bello, era troppo gentile. Forse ce l'avevo tanto con lui perchè ero praticamente il suo opposto. Lui era felice, io ero triste; lui aveva una casa, io vivevo in una strada, lui aveva degli amici, io li avevo persi tutti.  Ero invidioso di quel ragazzo tanto perfetto, poteva avere tutto quello che voleva, io ormai avevo perso tutto. Camminavo per le strade del centro, non per farmi una girata, ma semplicemente perchè da 6 mesi a quella  parte ero nei guai. Vivendo per strada dopo poco inizi a conoscere  un pò di persone, per esempio io avevo conosciuto un bastardo. Si chiamava Jake Bare, spacciava droga, ma la cosa che sapeva fare meglio era quella di dire cazzate su cazzate. All'inizio mi stava anche simpatico ed è per questo che lui conosce tutta la mia storia. 
Le mie tre sorelle e i miei genitori sono morti circa un anno fa, per un incidente stradale. Fine, questa è la mia storia. Potete già immaginarvi cosa successe dopo: non avevo più una casa perchè ero minnorenne, mi portarono ad una casa famiglia ma trovai il modo di scappare da quello schifo di posto. Non potevo avere altre scelte, ero completamente abbandonato, solo, giorno e notte e senza più alcuna alternativa mi ritrovai a vivere per la strada, rubando per mangiare. Dopo aver raccontato tutta la mia storia a Jake lui sparí per un pò e quando ritornò mi disse che aveva delle buone notizie da darmi. Lui mi raccontò che mia sorella Cloe era ancora viva, non era morta nell'incidente e che appena i miei morirono fu portata in un posto, lui non sapeva quale. All'inizio non ci credevo, ma la speranza è l'ultima a morire e più passavano i giorni più speravo che fosse la verità. Cosí un giorno lo cercai e quando lo trovai gli chiesi se avesse scoperto qualcosa su mia sorella. Lui mi rispose che sapeva dove fosse ma non me l'avrebbe mai detto se prima non l'avessi pagato. Mi stava complottando.  Ma io non avevo nulla e lui lo sapeva benissimo. Ma ogni giorno diventava sempre  più insistente, mi cercava, mi tamponava per strada, mi inseguiva, mi spiava e mi picchiava. Voleva quei soldi al più presto. Così da pochi giorni a questa parte avevo trovato una soluzione. Decisi di rubare della droga da degli spacciatori. Il mio piano fu davvero difficile, ma l'unica soluzione per avere quella polvere stupefacente era di farsi amici gli spacciatori. Da un pó di giorni infatti avevo ottenuto quello che speravo. Qualche tiro a volte, me lo facevo anchio.  Solamente per svuotare la testa per qualche ora, solamente per non ricordare il passato, solamente per star bene. Ero diventato uno spacciatore e avevo da pochi giorni avuto il denaro che quel bastardo stava cercando. 
Quel giorno infatti sarei andato a darglieli. 
Svoltai l'angolo e mi ritrovai in piazza, andai in una delle tante traverse, in una stradina minuscola e buia.
-sei arrivato, incredibile!- sputó acido, mentre si accendeva una sigaretta. -si, tieni-  glieli porsi. Lui li guardó con aria schifata e improvvisamente li buttó a terra. sembrava molto alterato. -Che cazzo me ne faccio di questi? Me lo spieghi? Sono troppo pochi!! Non bastano!- la sua voce divenne improvvisamente avara, piú cupa di quello che già non fosse. Mi si avvicinó minaccioso, sputó via la sigaretta dalle labbra e serró gli occhi. Velocemente mi spinse verso il muro facendomi rimanere completamente immobile. Deglutii. -Sei solo uno sfigato Tomlinson, non sai nemmeno cosa siano gli affari! Sei un' idiota!- disse con voce profonda quasi urlando. Chiusi  gli occhi, non ero mai stato un tipo coraggioso e mai lo sarei diventato
- quei soldi li ho guadagnati, e tu lo sai che non ne ho.  -  balbettai sull'orlo di morire d'infarto da un momento all'altro.
- ah si?- mi spinse a terra con forza - e questi vestiti? Da dove cazzo vengono?- ripensai a quell'odioso di Harry, sbuffai. - me li hanno prestati- dissi impaurito. Mi alzò di peso e mi avvicinò a se con forza -cerca di farti prestare anche i soldi sennò vedi che fine farai te e chi cazzo ti ha prestato questi cosi- disse con aria schifata. Un momento: okay è vero che non sopportavo Harry ma non ero certo un tipo senza cuore, non ero una di quella persone che voleva vendicarsi di tutti o che voleva il male verso  le persone antipatiche. Scossi velocemente la testa  - te li porto domani te lo prometto- mi guardò minaccioso -sará meglio per te- ringhió e mi lasciò andare. Iniziai a correre andando da quell'odioso che non sarebbe stato altro che il mio salvatore: Harry.

Pov Harry
-Harry... Secondo me faresti meglio a trovarti una ragazza come si deve!- esclamò Niall mentre stava mangiando le patatine sul mio divano. Eravamo tornati da poco dal cinema.
Annuii, pensai che in fondo avesse ragione, era l'ora. - già  ma fosse facile Nello- Nello era il suo soprannome. Fin dall'elementari mi ero abituato così e a lui andava bene.
Mi guardò come se avessi raccontato  la barzelletta più divertente al mondo - stai scherzando vero? Per Harry Styles tutto é facile, ogni essere vivente cade ai tuoi piedi!- risi - cosa dici? Magari!- -Non fare il modesto, mi sei piaciuto anche a me in seconda media ti ricordi?-
Gia,era vero, quel rincoglionito si era innamorato di me,una volta mi aveva chiesto anche se ci potevamo mettere insieme, ma fece ciletta. Sorrisi imbarazzato a quei ricordi -si é vero mi ricordo-
  Venne sera, Niall era andato via, la nonna gia dormiva e Louis non era ancora rientrato. Dove cavolo era?Verso le nove e mezzo suonarono alla porta. Eccolo li. -Louis- esclamai felice di rivederlo ma non potetti dire la stessa cosa per lui.
- ciao Harry, posso dormire sul divano? sono stanco morto.- lo guardai confuso, era ovvio che c'era qualcosa che non andava ma rimasi al mio posto. - si si certo buonanotte-  - notte- rispose. Lo guardai curioso e poi feci finta di salire le scale mentre in realtá rimasi ad osservare cosa stesse combinando. Iniziò a fugrare  dentro la tasca del giubbotto, tirò fuori da essa una bustina trasparente contenente della polvere che finí direttamente  nella sua bocca. Sgranai gli occhi. Louis si drogava?? Be, effettivamente quella era propio droga, ma per quale motivo lo faceva? Ero curioso,troppo curioso. Salii le scale con una curiositá enorme, ma dovevo smetterla infondo non era una questione  che mi doveva interessare, non sapevo nemmeno chi fosse. 
Quella sera non presi sonno facilmente, cera qualcosa di cupo, misterioso, pauroso ma  allo stesso tempo interessante dietro a quel ragazzo, lo sapevo, me lo sentivo. Ma insomma, la dovevo smettere, non erano affari miei. La vita era la sua e io non lo conoscevo, ma dentro di me sentivo una vocina urlare qualcosa come: "lo devi aiutare, lo devi aiutare!" , quella era la mia coscienza che non mi lasciava mai in pace. E forse, avrei dovuto darle retta. 

Pov Louis 
Mi svegliai di nuovo in quella casa, su quel divano. Cazzo, avevo la testa che mi girava, la pressione era decisamente troppo bassa, sarà stato  per le pasticche che avevo preso la notte prima... Sapevo che non facevano bene alla mia salute,  ma per un momento ti facevano  stare in pace con il mondo. Andai in cucina per bere, ormai in quella casa non chiedevo nemmeno il permesso, ero maleducato. Non sapevo nemmeno perchè stavo ancora li. Tanto ero sempre stato solo in quegl'anni, me la sarei cavata benissimo anche da solo. Entrai in cucina e lo vidi. Il ragazzo riccio stava mangiando una fetta biscottata, aveva un'aria annoiata mentre cambiava canale alla tv. Lo guardai di sott'occhio, poi abbassai  la testa e pronunciai un debole       -buongiorno-
- Ciao Louis, come stai? Dormito bene?-Mi sorrise, intravidi delle fossette, erano deliziose.  Okay, okay ammetto che quel ragazzo era un tipo molto carino, per prima cosa adoravo  i suoi ricci. Non ero abituato a tutta quella premura,  a tutta quella bontà e gentilezza che aveva Harry, era davvero troppo per me. Gli sorrisi - bene grazie- presi  dal frigo del latte e mi sedetti davanti a lui. Lui fissava la televisione, chissá perchè non aveva ancora incominciato a riempirmi di domande o a parlare come un pazzo scatenato. Dopo poco sentii il campanello, io rimasi seduto dove ero ed Harry più annoiato del solito andò alla porta ad aprire. 
-HARRY!- sentii urlare improvvisamente. Rigurgitai quello che avevo in  bocca per lo spavento. Ed ecco che fece  il suo ingresso Nieel o Niall, non ricordavo.  Mi sorrise - Hey Louis-  Lo guardai un attimo perplesso, aveva un tic all'occhio o mi aveva fatto l'occhiolino?  O Forse avevo  le visioni. Gli sorrisi - ciao- si sedette  accanto a me- Allora, che fai stasera?- strabuzzai gli occhi, stavo seriamente pensando che quel ragazzo fosse gay e che ci stesse provando con me. - Ehm, non lo so te?- - Perchè cosi potrem- non finí la frase perchè Mr Styles gli tirò una gomitata in pieno stomaco. -Niall, magari Louis  ha altro da fare- terminò  il riccio. Lo guardai,  sapevo di essere strano ma non credevo che quel riccio mi superasse. -Oh Harry non fare lo sciocchino- ridacchiò Niall- penso che Louis abbia voglia di passare del tempo con noi, o- fece una pausa e guardò Harry- o con me- Non ci potevo credere, a quel biondo tinto interessavo io. - mi farebbe piacere passare del tempo con voi- mi alzai cercando di scappare da quella situazione imbarazzante per tutti  - ma purtroppo devo andare fuori, semmai sasera- feci un sorriso finto - vabbene Louis- disse Harry abbassando   la testa - allora a stasera- concluse quell'appiccicoso di Niall. 

Pov Harry 
Si okay ora tutti penseranno che ero geloso di Louis, ma non era affatto  cosi. Anzi io lo stavo aiutando. Niall è un tipo che non si fa tanti problemi sulle persone, dice subito quello che pensa. È un tipo diretto lui.  E uno cosi non credo che andrebbe bene per Louis. Approposito dov'era lui? Erano  le sette, era dalle 11 di mattina che non si faceva vedere.  Un'ora, due ore, le undici e ancora nessuna traccia di Louis. Era normale proccuparsi per uno sconosciuto? Mi sa di no. Dovevo ricordarmi di andare a fare una visita dallo psichiatra qualche volta.
Poi, più tardi sentii  suonare freneticamente il campanello. Corsi alla porta e quando la aprii, trovai Louis. Era completamente diverso, ma non di aspetto fisico, di espressione. La sua espressione era sofferente. Faceva quasi terrore, sembrava uno zombie. Qualcuno gli aveva strappato tutti i vestiti (che poi erano  i miei). Vidi Louis disperarsi davanti all'uscio di casa mia, faticava a respirare. Il suo volto era pieno di graffi, di lividi, qualcuno lo aveva picchiato. Fece due passi in avanti per entrare ma poi istintivamente si aggrappò a me, formando un abbraccio. Gli accarezzai i capelli. Sentii la mia spalla inumidirsi, segno che stava piangendo. GLi accarezzai la schiena per farlo calmare -Calmati Louis- sussurrai dolcemente. Lui si staccò da me e  lo feci accomodare sul divano. Mi misi a sedere accanto a lui e lo guardai impaurito. - Louis che é successo? - nessuna risposta solo un pianto cosi disperato da far paura. Era piegato su se stesso, con le mani nei capelli. Cercai  di accarezzargli il braccio per calmarlo ancora, ma lui mi diede una botta sulla mano. Allora decisi di andargli a  prendere dell'acqua . Bevve velocemente e poi sospirò,  piano piano tutte le lacrime si erano seccate. Spostò il suo sguardo sul mio e mi sussurò un debole -posso fidarmi di te?- . Rimasi sorpreso, davvero si voleva aprire con me? Davvero voleva avere qualcosa di simile a una relazione amichevole?  Sorrisi -certo- a quel punto si alzò ed annuí  -allora andiamo di sopra- detto questo salimmo per andare in camera mia, fra poco mi avrebbe raccontato tutta la verità.

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Capitolo 5
*** Un affascinante pazzoide ***


Pov Louis 
Si, stavo per raccontare tutto al riccio perchè non avevo più nessuno, perchè avevo bisogno di aiuto più che mai, da quello che avevo capito era un ragazzo in gamba e non avrebbe raccontato la mia storia. Mi sedetti nel suo letto e lui si mise accanto a me, pronto ad ascoltare. Lo guardai.
-sicuro di voler sapere quello che sto per dirti?- chiesi, lui annuì - certo- 
Presi un bel respirone e partii- bene allora tanti anni fa io vivevo a Doncaster, un piccolo paesino, avevo una grande famiglia che mi amava, tantissimi amici, a scuola ero il più popolare, tutti mi volevano, tutti mi cercavano. Finchè una sera mi ero ritrovato  a casa da solo. Sai, io avevo tre sorelle più piccole e quella sera erano andate insieme ai miei genitori a una sagra un pò lontana da Doncaster. Non arrivavano più, chiamai tutti per sapere dove fossero. La polizia li trovó tutti morti in un burrone dentro la macchina. Tranne la mia sorrellina più piccola, lei in macchina non c'era più, la polizia ha indagato tanto ma non é stata mai ritrovata. Cosi iniziai a non andare piú a scuola, non me ne fregava più di nessuno, nè della mia fidanzata, nè del mio migliore amico, avevo perso la mia famiglia, ogni giorno ero in quella casa da solo, senza mangiare,ero diventato terribilmente magro, la gente mi cercava ma io non c'ero per nessuno. Ero cosi chiuso in me stesso che tutti mi abbandonarono, li amici e la mia ragazza mi lasció. Alcune persone cercarono di aiutarmi ma nessuno ci riuscì. Ero sempre più depresso e piú povero, non pagavo le bollette e un bel giorno mi buttarono per strada. Viaggiai con i pochi soldi rimasti e andai qui a Londra. Non sapevo come vivere, come affrontare un domani, avevo provato a farmi assumere nei negozi ma nessuno mi voleva. La mia casa era diventata quella stradina dove mi hai trovato.  - e perchè sei ferito? - cercai di non piangere un'altra volta  - un anno fa ho conosciuto un ragazzo, si chiama Jake Bare    e dice che mia sorella é viva, sa dov'è , io non sapevo se crederci o no all'inizio , ma poi mi convinsi che si, forse era ancora viva. Lui inizió a chiedermi i soldi. Io gli dissi  che non gli potevo  dare niente e lui è da tanto che mi perseguita, che mi picchia, io non so cosa fare...  -Louis, ti prego non fare così, io ti posso aiutare- lo guardai incredulo - nessuno mi puó aiutare- dissi con voce fredda- -iniziamo a dire che a questo ragazzo non gli devi credere e che la migliore soluzione è chiamare la polizia- inizió ad accarezzarmi i capelli, di tutte le qualitá che aveva Harry questa era la migliore. - ma lui ha detto che se provo a chiamare la polizia mia sorella non la vedró mai-  - Louis non serve un tipo qualunque per trovare tua sorella, la polizia è la migliore, non serve quel tipo, ora hai anche me- mi sorrise ma io non ricambia, mi alzai di scatto - Senti io non ti conosco nemmeno, okay mi hai aiutato ma non so niente di te, potresti essere anche il ragazzo più bravo del mondo ma non ti conosco, non voglio aiuto da te- dissi bruscamente. Si alzó con aria tranquilla. -allora perchè mi hai raccontato tutte queste cose se non vuoi che ti aiuti?- sorrise ancora. Provai  a rispondergli subito, con una di quelle risposte che avrebbe potuto lasciare di stucco chiunque ma sfortunatamente aveva ragione lui.

Pov Harry
Sorrisi fra me e me, l'avevo lasciato senza parole. Mi avvicinai sicuro verso di lui. -sul serio Louis, lasciati aiutare, potremo anche non essere amici, potremo non parlarci piú dopo questa storia ma davvero te hai bisogno di aiuto- Mi guardó sorpreso -okay- abbassó lo sguardo -ma non so se ci riuscirai, sono un tipo particolare io- mi guardó negli occhi - almeno ci proveró- sorrisi e finalmente lui ricambió. - ma giurami che smetterai di farti...-  non avevo più il controllo di me stesso, quella frase mi era scappata letteralmente dalla bocca, misi una mano sulla fronte come per maledirmi. Il suo sorriso scomparve completamente, lo vidi immpallidire -che ne sai te?- mi chiese con aria sconvolta. - ti ho visto- risposi velocemente. Improvvisamente corse  giù in salotto. Lo seguii ansiosamente. -Louis! Cosa stai facendo?!- gridai. Stava estraendo tutte le pasticche e le polverine che teneva nella borsa, poi le mise in bocca tutte.   Gli andai addosso cercando di fermarlo. -smettila, ti fanno male, non le puoi prendere tutte insieme- imprecai. Ma niente, lui le ingoiò tutte e iniziò a ridere, una risata amara. Feci due passi indietro, era impazzito. Ne aveva prese cosi tante che avevano gia fatto effetto? Rideva come se non ci fosse stato un domani e iniziò a lanciare i cuscini in aria. Corse per tutta la casa sfasciando qualsiasi cosa trovasse nel tragitto. Cercai di fermarlo ma lui mi urlava contro cose senza senso. Dopo un'ora mi aveva completamente distrutto mezza casa e in più aveva detto delle cazzate che non stavano né in cielo né in terra. Ero sfinito, in bagno lo specchio era caduto e sul muro aveva buttato creme, la protezione per le zanzare, shampii e lo sgabello era dentro il water. 
- e quindi la mia tris nonna si scopò un gatto- rise come non mai, io invece ne avevo abbastanza di quel pazzo furioso, mi sedetti accanto a lui sul divano mezzo disfatto. -Louis smettila- mi guardò con faccia interrogativa -che problemi hai?- avrei voluto urlargli contro, prenderlo a pedate.  IO CHE PROBLEMI AVEVO?? Ma mi trattenni  -Louis se continui ancora a dire cazzate e a smontare la mia casa fra meno di un'ora ti ritroverai con delle sbarre davanti al viso, tutto chiaro?- non era per essere cattivi, era solo per fargli capire come stavano  le cose.
La sua espressione cambiò all'istante, diventando come quella di un bambino sgridato dopo aver mangiato troppe caramelle. Era tenero. Lui annuí subito e sembrava che tutta quelle polveri che un'ora fa aveva ingoiato,  avessero smesso di fare effetto. Era tutto molto strano, irreale, fuori dalla norma. Ma non ci feci molto caso e continuai a sorridergli. - sei ferito, ti posso medicare?- lui alzó la testa - ah si, vabbene- cosi ci alzammo e andammo in bagno. Presi il cottonfioc e il disiffettante. - te lo dico all'inzio brucierà- Lui annuì. Incominciai a disinfettarli i ginocchi,le gambe, poi le braccia, la fronte e poi c'era quella ferita all'angolo della bocca, deglutii piano. 

Pov Louis 
Mi avvicinai a lui per farlo continuare a disinfettarmi.  Ma lui mi guardó incerto. 
-emh Louis, io, cioè, non so se ti vada bene, oppure cioè- gli misi un dito sulla bocca per farlo stare zitto. -cosa c'è Harry? Non hai mai visto una bocca?- mi incendió con lo sguardo e io ridacchiai un pochino - se vuoi lo faccio da me, sono capace eh- dissi. Lui mi guardó male, credo che si fosse offeso - no, lo faccio io- sbuffó. Sorrisi. Si avvicinó e mi guardó la bocca, poi prese un bel respiro e inizió a medicarmi. Dopo aver finito... -grazie- sorrisi. Uscì dal bagno - di niente- lo seguii - ma tua nonna perchè non è qui?- si girò - oh lei è fuori, oggi era fuori città, a trovare un'amica cara. -ho capito, senti Harry quando possiamo chiamare la polizia?- -domani la chiamiamo, ora vado a letto sono morto, buonanotte- -notte- dissi e sparii di sotto. Presi sonno difficilmente, pensavo sempre a quel riccio ultimamente e questo era una cosa che mi faceva riflettere. Mi chiedevo se quel ragazzo fosse etero  o no, in realtà era difficile da capire. La cosa che apprezzavo di più in lui era la sua bontà verso chiunque. 
Forse, mi avrebbe aiutato, forse. 

Pov Harry
La notte era trascorsa  abbastanza bene, anche se ero distrutto, con Louis non ci si poteva mai annoiare, questo era  poco ma sicuro. Scesi le scale e lo trovai chinato su se stesso sul divano. Stava piangendo,  di nuovo. Andai verso di lui. -Louis- lo richiamai. Alzó gli occhi -Harry- disse fra le lacrime. E usó di nuovo il suo modo infantile che ogni volta nascondeva al mondo.  Infatti allungó le braccia verso di me come se volesse un abbraccio. Non ci pensai due volte, praticamente mi buttai sopra di lui e lo abbracciai forte. Povero Louis, faceva di tutto per sembrare un maleducato, un cattivo ragazzo, un'incoscente, un badboy, ma infondo aveva solo bisogno di tanto amore. Singhiozzava sulla mia spalla mentre io gli accarezzavo la schiena. Si staccó  velocemente da me, si alzó e si levo le lacrime dagli occhi. -che é successo?- -ho sognato che Jake       mi picchiava  mentre un'altro molestava mia sorella- deglutii. Aveva gli occhi così tristi e stanchi.
-non ti preoccupare, chiamo la polizia subito, non ti farà più nulla quel..-   
-dammi le pasticche- mi fermó Louis improvvisamente  agitato, lo guardai confuso. -cosa?-  -hai sentito! Dammi le mie pasticche ne ho bisogno!!- urló spaventandomi, indietreggiai mentre lui si avvicinava minaccioso. -Louis quella roba ti fa male - corse verso di me e mi spinse contro il muro, mi prese il collo. -dammele porca puttana- inizió a piangere  -ti prego dammele - forzava la presa e io incominciai a non respirare, cercai di difendermi -Lou-Louis-molla- mollami-  lo guardai con gli occhi, lo pregai con lo sguardo. -ma me le devi dare- disse disperato-  annuii piano e lui mi lasció e caddi per terra. Lui era pazzo. O forse piú correttamente,era un pazzo lunatico.  Tossii piu volte, ma lui non gliene fregó niente perchè scombussoló tutta la casa per trovarle. - dove sono??- chiese nervoso. Avanzai piano verso di lui -le ho buttate via, non serve drogarsi per stare bene, te lo dico io, più fai così per sentirti bene, più starai male- mi guardó con quegli occhi cosi duri e profondi e senza pensarci due volte corse contro di me e mi diede qualche schiaffio sui bracci -calmati Louis, porca puttana, calmatiii- colpiva sempre con più forza, sembrava sul punto di scoppiare, infatti smise e inizió a barcollare -a-a-aiuto- si accasció verso terra ma io lo ripresi in tempo. Era svenuto. Era nelle mie braccia. Era cosi freddo. Lo distesi nel divano, provai a chiamare il suo nome ma non mi rispose, decisi di alzare le gambe, era quello che facevano sempre le infermiere quando c'era qualcuno che stava in quelle condizioni. Gli accarezzai la fronte, era cosi bello, lo chiamai ancora senza ricevere alcuna risposta, allora decisi di  chiamare l'albulanza.

Ad un certo punto vidi entrare Niall, non sapevo come, non sapevo perchè ma sapevo che sarebbe stato il mio salvatore.
-Niall!- gridai. Lui corse in salotto -Harry che è successo?- chiese impaurito -è svenuto, chiama l'ambulanza è da 5 minuti che non si sveglia-  -ma respira?- disse impaurito mentre prendeva il telfono. Annuii in fretta. Dopo averla chiamata andó vicino a Louis e gli accarezzó la guancia. -certo che è bellissimo- annuii, non avevo tempo per pensare anche alle cotte del mio amico, ma  ero sicuro che fosse solo per quello?  La dovevo smettere. E mentre pensavo a queste cretinate arrivó l'ambulanza. Li spiegai tutto e loro gli misero la pompa dell'ossigeno, gli alzarono le gambe e dopo poco aprì gli occhi. Che sollievo! Sorrisi e lui si guardó intorno confuso -dov-dove sono?- chiese toccandosi la testa. -a casa di Harry- disse Niall, Louis lo guardó e poi me e poi i medici. -sto bene- si alzó. Quelli dell'ambulanza poco dopo se ne andarono. E mentre io stavo andando a chiedergli come stasse, mi superó il biondo irlandese, che rabbia.    -Allora Louis come stai? Che spavento che mi sono preso- disse.  Louis sorrise -non dovevi preoccuparti ero solo svenuto-   -be, ma ci si proccupa sempre per un amico-  Louis lo guardò sorpreso -perchè per te sono un amico?- -certo che lo sei- sorrise e gli mise le braccia dietro il collo. Eh no, non era accettabile  che Niall lo potesse toccare e io no. Cosi andai li e interruppi il momento """romantico""" che si era creato fra i due.    -bene,andiamo a chiamare la polizia?- Niall si giró interrogativo, Louis mi fuciló con lo sguardo. Scossi la testa velocemente. Che cazzo avevo detto? Oh oh. -cioè,ho sbagliato, non mi guardate come se fossi pazzo, non ci sto propio con la testa stamattina, Louis posso parlarti un'attimo?- chiesi tutto dun' fiato.   Lui annuì. -bene vieni- disse e andai in cucina ma sentii dire Louis un "a dopo" a Niall. A dopo che cosa?! Okay, dovevo finirla! Entrai in cucina e chiusi la porta  -okay allora lo so che non lo vuoi far sapere a nessuno ma bisogna chiamare la polizia, te non puoi uscire di casa capito?  E chiariamoci subito: scordati della droga capito? ti manderó da uno psicologo se ce ne fosse bisogno.  E ti aiuteró anchio a smettere. Da questo momento in poi starai a casa mia -  -ma..-  -non ti preoccupare pago tutto io- terminai, a volte non mi sembrava di parlare con un ragazzo di 17anni , mi sembrava di parlare con un bambino.   -ma come faró a smettere di usare quelle pasticche? Mi servono!- disse scoraggiato. - Louis è per il tuo bene, ti aiuteró io te lo prometto. E se senti il bisogno forte, all'inizio ti puoi abituare solo a fumare sigarette, se propio devi. Hai capito?- sorrisi per incoraggiarlo. -Okay- sorrise. Detto questo uscì e ritornó dal biondo irlandese.     N I A L L.
   Spero che non ci siano errori grammaticali, e spero che vi piaccia :)

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Capitolo 6
*** Cara amica ***


Pov Harry 
Decisi che nel pomeriggio sarei andato a trovare dei miei amici che erano tornati  dalle vacanze. Non potevo certo restare  ancora in casa, era da due giorni che non uscivo e non potevo di restare chiuso a non fare niente.  Non c'era nemmeno da preoccuparsi per Louis, tanto sarebbe arrivata mia nonna nel pomeriggio. 
La polizia l'avevamo chiamata ed erano iniziate le indagine per Jake Bare.
Tornai a casa  verso l'ora di cena.  Notai Louis rilassato a vedere la televisione. -Hey Louis- sorrisi. Alzó la testa dallo schermo e ricambió -Ciao- -come stai?- gli chiesi sedendomi accanto a lui. -bene- sorrise, sembrava molto felice... - Da cosa proviene questa felicità?- sorrisi furbo, rise -ah, no, sono stato con Niall- AVEVO SENTITO BENE? Ha detto Niall, il mio amico? Tossii nervoso. -in che senso sei stato?- chiesi affogando tra la tosse , lui mi tiró una botta sulla spalla e cominció a ridere.  Lo guardai interrogativo -Fa ridere?-  rise - Molto, o mio Dio!! Ma che cazzo ti salta per la testa?!- rise ancora guardandomi come se avessi detto la barzelletta più divertente mai esistita.   -non ci sono stato in quel senso, stupido, abbiamo passato un pomeriggio insieme- si asciugó le lacrime che aveva per le risa.   Ma a me non faceva ridere lo stesso. Recitai un finto sorriso -ah, e dimmi, che avete fatto di bello?- ero... Geloso?naaaah!  - veramente niente di che, dato che io non posso uscire, ma è stato molto gentile- sorrise. Perché io invece lo avevo maltrattato e picchiato giusto? ok, calma.   -cioè in che senso?- incominciai a grattarmi la testa dal nervoso.  - è andato fuori a prendermi un gelato e poi se volevo da bere si alzava e lo prendeva lui, e poi fa tanto ridere, è un tipo cosi carino Harry- sorrise ancora. Non ero geloso, ero solo arrabbiato con Niall, non puó essere cosi veloce a fare amicizia.  -e lui ti faceva dei complimenti?- sbuffó, si alzó e andó su  per le scale, lo seguii   -cos'è Harry un'interrogatorio?- CHE SPIRITOSO. - no era solo per sapere- arrossii.  Perchè? Ridacchió e poi mi si avvicinó piano.  I suoi movimenti erano troppo impercettibili e lenti per farmi stare calmo. -senti Harry io...- abbassó lo sguardo, poi lo rialzó a guardarmi -io non so come dire ma...- Sentivo il cuore battere forte, forse avevo un'attacco cardiaco, no? Inizió a toccare i miei ricci  -ecco volevo dirti grazie per quello che fai, sei cosi gentile con me e stamattina quando ti ho preso per il collo- abbassó lo sguardo triste. Okay non mi aspettavo che mi dicesse questo, speravo in altro ma andava bene così.  Poi alzó lo sguardo di nuovo verso di me. - ecco io non volevo, non volevo farti male, ho avuto un'attacco di pazzia, io non faccio male alle persone quindi... E poi scusa se a volte ti tratto male o se non ti ringrazio ma davvero senza di te non so come farei- mi sorrise. Sorrisi emozionato, era così carino. -Louis lo so che ci sono dei problemi ma si risolveranno, uno alla volta okay?-   Annuì -Okay- 

Pov Louis 
Dopo cena andai a letto presto ma mi risvegliai alle 2 di notte, ero sudato e con le lacrime agli occhi. Avevo sognato loro, i miei genitori.  Mi alzai, non volevo fare quello che avrei fatto, ma se non l'avessi fatto non sarei riuscito più a dormire. Così andai in camera di Harry, aprii piano la porta e lo vidi beato fra le braccia di Morfeo. Certo che era un ragazzo molto bello, meglio di Niall, era un cucciolo quando dormiva. Sarei rimasto a guardarlo per ore.  Lo chiamai ma lui si giró dall'altra parte del letto, allora gli toccai un braccio e lo mossi un pó. Lui aprì gli occhi velocemente -Louis!- urló sorpreso, accese la luce e si mise a sedere. - mi hai fatto paura-  ero imbarazzato.  Ero nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. -emh scusa è che ho bisogno di te- - che è successo?-  mi chiese con la voce ancora impastata dal sonno. Iniziai a tremare solo al pensiero del sogno. -ho soganto i miei genitori, che mi abbracciavano e io ero più piccolo, loro erano cosi felici- iniziai a piangere mettendo una mano sopra gli occhi, ma in quel momento mi sentii avvolgere da due braccia, erano le sue, erano le sue braccia che proteggevano me.   Ricambia l'abbraccio, appoggia la testa sulla sua spalla mentre singhiozzavo. - ogni sera da quando se ne sono andati sogno queste cose, ed è terribile- dissi fra le sue braccia. Non ne voleva sapere di staccare l'abbraccio anzi, mi stringeva più a se  cosi tanto da sentire il suo cuore battere. -Louis con il tempo, con nuovi amici, con una vita diversa questi sogni non ci saranno più- mi disse accoccolato fra le mie braccia, poi si staccó -lascia andare il  passato, dimenticalo, da ora in poi avrai una nuova vita, avrai la felicità Louis, io sono tuo amico, Niall é tuo amico, mia nonna é tua amica, e poi ti faró conoscere altri miei amici che diventeranno tuo amici e cosi via. Ci sarà sempre più gente che ti vorrà bene, che ti aiuterà, tu non sei solo, non te lo devi scordare, tu non devi avere paura-  mi sorrise dolcemente e mi accarezzó la guancia - sei mio amico Harry?- ero davvero sorpreso.  Annuì -certo-   Gli sorrisi e poi mi guardai intorno -allora posso dormire con te? Ho bisogno di qualcuno accanto-   Mi guardó e ilsuo sguardo si accese, che avevo detto di cosi emozionante? -si Louis- mi sorrise di nuovo e rividi le fossette.  Senza neanche pensarci infilai un dito in una di quelle ed Harry scoppió a ridere.  -Che c'è? Mi piacciano!- risi anchio.  -va bene va bene, ora mettiti sotto le coperte con me- si infiló sotto e io feci la stessa cosa, si giró verso di me e io verso di lui, gli sorrisi.  -grazie Harry-  sorrise -figurati- si avvicinó e mi bació la guancia. Wow. Divenne rosso in meno di un secondo, e si allontanó velocemente, gli sorrisi timido. Perchè mi aveva dato un bacio? Ero sempre più convinto, che lui, tanto etero, non fosse.

Pov Harry 
Stupido Harry, stupido, stupido,stupido, stupido Harry! Perchè lo avevo baciato la scorsa notte? Cosa mi era preso? Si okay, era un bacio sulla guancia, niente di cosí scandaloso, niente di che,  ma non dovevo e non volevo. Io ero etero, avevo avuto tante ragazze, ero il più amato a scuola, quindi che cosa mi era preso? A me non piacevano i ragazzi, specialmente lui, ero  etero e l'avrei continuato a dire fino alla morte. Si, forse quel "bacio" poteva star a significare un affetto come l'amicizia, sarei stato vicino a lui fino alla fine, ma certo non dovevo confondere l'amicizia con l'amore. Scherziamo? Amore per Louis? No.   Scesi le scale immerso nei miei pensieri, andai in cucina e vidi Louis scherzare con Niall. Mi irrigidii di colpo. Che cazzo ci faceva lui  qui? Quando smisero di ridere si accorsero della mia presenza. -oh, buongiorno Harry- mi disse Niall allegro come una pasqua.  Feci un finto sorriso.   -ciao Niall, posso sapere come cavolo fai ogni volta a entrare in questa casa se non hai le chiavi?-  emise una risatina  -oh, Harry io sono superman- lo guardai male -superman salva le persone, non apre le porte-  e qui sentii Louis ridere, quanto amavo la sua risata... Cosí cristallina... Ok andiamo avanti.  
-oh andiamo Harry stamattina mi ha aperto tua nonna ma di solito entro dalla finestra della cucina- sorrise, Louis rise ancora.   - ah, cioè te entri come un ladro Niall?-    Sorrise imbarazzato -la lasciate aperta voi, quindi  entro- risi anchio ormai. Avevo un amico cosí cretino.    -va bene comunque che avete intenzione di fare oggi?- chiesi velocemente.   -andremmo al parco- mi rispose Niall. -oh, allora vengo anchio, mi cambio e arrivo- sorrisi.  -no Hazza, veramente avevamo pensato di andare  solo io e lui, cioè io e Louis- mi disse insicuro. Cosaaaaa? Loro due da soli in un parco? Per me poteva andare bene tutto, potevano andare bene le loro chiacchieratine e risatine  in casa mia quando c'ero  anchio,  ma andare al parco da soli, si ecco, é troppo romantico. Mi inziai a innervosire. -perchè non posso venire anchio?- guardai direttamente Louis, ero  palesamente frustrato. Lui mi guardò spaesato, come se mi chiedesse con lo sguardo dove cavolo volevo andare a parare.  -emh, non lo so,  abbiamo deciso cosi ma se vuoi...-   -se vuoi ci possiamo vedere dopo- concluse Niall. Mi inizia ad irritare seriamente, che stronzi che erano. Li guardai con una faccia schifata. -ah gia, mi ero dimenticato che voi piccioncini dovete stare da soli insieme, non sia mai che qualcuno vi possa disturbare, avrete dei segreti da dirvi, no?- okay ero partito. Forse avevo detto troppo, forse ero geloso? Ma di chi poi? La verità era che odiavo quando le persone non mi consideravano, anchio esistevo  cazzo.  Niall avanzò verso di me in modo curioso, assottigliando gli occhi.  -sei... Geloso?-  lo guardai come se avesse sparato la cazzata più grande al mondo. -cosa dici?- sputai prima di mettermi a ridere. Peccato che Niall non si stesse divertendo per niente. 

Pov Louis 
Stavo  ammirando la scena di gelosia che aveva appena esposto Harry Styles. Stavo cercando di nascondere un sorriso bastardo ma semplicemente non ci riuscivo. - si sei geloso Harry- -non è vero! Non capisco solo perchè non posso venire con voi, non mi considerate mai, Niall io sono il tuo migliore amico e non mi puoi scaricare cosi!- 
lo osservai attentamente, aveva le guance rosse forse dall'imbarazzo o forse dalla rabbia. Quindi il piccolo riccio soffriva di solitudine? Certo io non ero nessuno per giudicare quel riccio, non lo conoscevo, per esempio  che ne sapevo della sua famiglia? Praticamente niente. Sapevo che aveva la mamma e la sorella a New York, che erano separati, ma niente di più.    -va bene Harry se ci tieni cosi tanto, vieni con noi!- disse il biondo sfinito dalle critiche di Harry. Non fece in tempo a rispondere che arrivò un messaggio al  riccio, sul suo cellulare. Lo estrasse dalla tasca e lo lesse. Incominciò a sorridere mentre leggeva il testo. Alzò poi la testa a noi sorridendo come uno scemo. -scusate ma ho di meglio da fare-   E sparì al piano di  sopra. Io e Niall ci guardammo più confusi che mai. Chi era a scrivergli? Poi scese di nuovo con gli occhi che gli brillavano. - devo andare, ciaoo, ciao nonna-  -ciao caro, dove vai?- chiese la nonna uscendo dalla sala mentre stava pulendo il pavimento.  -da un'amica-  le diede un bacio sulla guancia e uscí.  Da un'amica... Mmm, ero abbastanza curioso, poteva davvero essere un'amica o forse era la findanzata, oppure l'ex fidanzata oppure la migliore amica, oppure... Venni riportato sulla Terra da Niall. -allora noi andiamo Louis?- gli sorrisi -bene-  salutammo la nonna di Harry e uscimmo. 
Arrivammo al parco, camminavamo stando zitti. Avrei voluto rompere il silenzio facendo domande su Harry, gli avrei chiesto se secondo lui era veramente geloso e se poi aveva una ragazza. Ma non mi sembrava giusto, se avessimo parlato solo di lui allora Niall mi avrebbe detto di uscire con Harry la prossima volta e si sarebbe arrabbiato. E avrebbe anche avuto ragione. Ma una domanda gliela feci.
-Niall, prima tu hai chiamato Harry "hazza"- sorrisi. Lui mi guardò e rise. -si, Hazza é il suo soprannome, gliel'ho dato io e lui mi chiama 'Nello'. Eravamo in seconda elementare quando abbiamo scelto questi soprannomi.- sgranai gli occhi.  -cioè voi vi conoscete dall'elementari?- 
Annuí. -abbiamo fatto le elementari insieme, abbiamo legato subito e in seconda siamo diventati migliori amici. Le medie le abbiamo passate insieme ma alle superiori lui é andato al college e io sono andato per tre anni a Boston per studiare diverse lingue.-  sorrisi. -fico, che lingue sai?-    Si toccò il mento e pensò. - allora, spagnolo, francese, tedesco e un pò di italiano, ma a quest'ultima non me la cavo molto-   Sorrise   -dev'essere difficile l'italiano-  commentai.  -si, ma diciamo che assomiglia molto allo spagnolo- -comunque sei molto bravo,cavolo  io so solo il francese- risi e si aggiunse anche lui. 

Pov Harry 
Vi giuro  che non vedevo l'ora  di rivederla. Lei, solo lei. La mia migliore amica. Era stata  sei mesi in America e mi mancava ogni giorno di più. Stavo correndo come un pazzo verso casa sua. Era l'amica che tutti vorrebbero avere. Era  dolce, era cosi buona, forse fin troppo, era una ragazza bellissima ma non mi era mai capitato di innamorarmi di lei, era la mia migliore amica come potevo?  Arrivai verso casa sua e suonai al citofono come una tromba. Mi aprì  la porta subito e io corsi dentro il suo giardino, lei uscí correndo e urlando. Mi saltó addosso e io la presi al volo.  
Poi si staccò. Saltando. -Hazzaaaaa! Hazza che bello rivederti- disse e mi riabbracciò di nuovo. -oh, El mi sei mancata cosi tanto, come è stato andare in America? Raccontami tutto- dissi emozionato.  -certo ti racconto, andiamo dentro- disse con un sorriso a 32 denti. Mi prese la mano ed entrammo dentro. -vuoi bere  intanto per cominciare?- mi chiese mentre si sedeva sul  divano in sala. -no grazie-  dissi sedendomi accanto a lei. El si mise a gambe incrociate nella mia direzione e sorrise. -dunque Harry ti devo raccontate cosí tante cose, non so davvero dove cominciare. Ti dico che per ora starò qui a Londra per altri sei mesi- disse euforica. Non potevo essere più felice,  l'abbracciai. -siii,lo sai che ti voglio tanto beeeeene- dissi con una voce da cucciolo.  -tesoro mio, te ne voglio anchio, ma ora  lasciami raccontare- risi, era troppo buffa, annuii. -bene, allora a New York ho studiato tanto, dicono che mi potrei laureare entro la fine dell'anno.- sorrise e si passò una mano nei suoi capelli mossi.  - è bellissimo, cosi potrai cercare un lavoro a un'età decente- commentai felice.  -esatto, sai che io sogno di fare la biologa, ma per ora cercherò un lavoro per addestrare i delfini- rise e io le andai dietro. -scherzi?- dissi ridendo. Lei mi diede una piccola botta sulla spalla. -non fare il simpatcone, lo sai che adoro i delfini. Sarebbe bellissimo- smisi di ridere con fatica -okay okay se è quello che vuoi-   Lei annuí e improvissimante emise un urlo. Saltai sul mio posto -Eleonor!!- dissi. Mi mise una mano sul braccio e mi guardavó con aria eccitata.  -poi ho incontrato un ragazzo, si chiama Greg. Fa l'università con me. È bellissimo. Siamo usciti un paio di volte. A poi dovresti assaggiare il cibo americano, é molto diverso da quello di Londra. Per esempio la pasta è uno schifo laggiù, i panini sono tutti uguali in tutto il mondo quindi quelli si salvano. Anche la gente è molto diversa. Mangia ad ogni ora, anche alle 5 di pomeriggio. A New York c'è sempre tantissimo  traffico, sempre gente che corre, ci sono pub in ogni angolo della città e la sera c'è un botto di animazione. Ti porterei se tu avessi 18 anni , ma visto che sei un piccolo mostriciattolo...-  rise. A parte il fatto che cambiava argomento ad ogni battito di ciglia,  mi ero dimenticato che lei mi prendeva in giro perchè ero più  piccolo. In realtà avevo  16 anni ma lei mi ha sempre visto come un bambino. Sarà che lei aveva 19 anni, quindi, mi vedeva come suo figlio in un certo senso. Iniziai a darle delle botte su ogni parte del corpo mentre lei rideva come una pazza e cercava di difendersi.   -okay la smettoooo- gridò sfinita dalle risate.  Risi. -ho vinto befanina- gli feci la linguaccia e lei replicò. -senti mostriciattolo non ti dare tante arie-  Befanina e Mostriciattolo erano dei soprannomi che ci eravamo dati tanto tempo fa, si usavano quando  ci prendevamo in giro. Noi ci eravamo conosciuti alle medie. Io facevo la prima e lei era in prima superiore, era amica di Niall ed é stato grazie a lui che l'ho conosciuta. 
- e invece te che mi racconti? Ragazze?- mi fece l'occhiolino. -nessuna ragazza-   -oh ma dai! Siamo il 28 d'agosto e in tutta l'estate non ne hai adocchiata neanche una?- chiese sorpresa. -sono stato sempre a Londra, mio padre non mi fa andare in vacanza   quest'anno, quindi non ho potuto conoscere nessuno- dissi scontento. Ma poi ripensai a Louis. -anzi no, ho conosciuto un barbone- sorrisi, lei mi guardò male. -cosa?- -si, ora sta a casa mia, ha una vita molto tragica, non ha più una famiglia, ho sentito il dovere di aiutarlo. Ora è uno schianto!-  rise -oh mio dio Hazza! Non ci posso credere! Non dirmi che ora è diventato anche tuo amico-  sorrisi   -piano piano  arriveremo anche a quello-  rise.  -ti prego lo posso conoscere?-  la guardai confusa -scusa ma te non hai quello di  New York, come si chiama? George?-   - Greg ignorante-   Sorrisi -è uguale-  replicai.  - e comunqe lui è solo un amico, sai che non mi piacciono le relazioni a distanza, quindi in teoria sono la solita Eleonor desiderosa di un fidanzato.- finí
- Tranquilla lo troverai quello giusto, mmm okay. Allora ti porto, ma non ci provare con lui perchè ha gia Niall che gli sbava dietro- dissi guardandola.  Sorrise -davvero gli piace lui?- Annuii.   -okay non ci proverò! Andiamo?-  -prima resto a pranzo da te- gli feci l'occhiolino e andai nella sua cucina. Mi raggiunse anche lei -mi raccomando non chiedermi se puoi restare, non vorrei che  sprecassi fiato mostricciattolo- mi scompigliò i capelli mentre andava verso il frigo. -zitta e fammi la pappa befanina- rise. La adoravo, eccome se l'adoravo.

Pov Louis 
Erano le due e mezzo di pomeriggio, eravamo tornati da circa un'ora e mezzo dal parco. Di Harry nessuna traccia. Niall era andato in cucina a prendere un succo di frutto. Io in salotto, sul divano a cercare di leggere un giornale. Niall arrivò e si sedette accanto a me e io di sott'occhio potei notare che stava guardando me. All'improviso mise un braccio sulla mia spalla, poi  l'altra  mano sulla mia gamba. Cos'era, un modo per abbordare i ragazzi? Voltai piano il viso verso di lui. -c'è qualcosa che vuoi dirmi Niall?- chiesi tranquillo.  Lui levò piano la mano dalla mia gamba e anche il suo braccio dalla mia spalla. -veramente no, te?- era imbarazzato. 
- no no- tornai a leggere il mio giornale, ma lui non staccava gli occhi  da me. Cosí appoggia il giornale sul tavolino davanti e mi girai per guardarlo. -perchè mi fissi?- chiesi calmo.   -sei molto bello Louis, non te lo dice mai nessuno?- chiese. Rimasi spiazzato, davvero ero bello? Davvero qualcuno me lo avrebbe dovuto dire? Sgranai gli occhi. 
- davvero sono bello? Mi reputi bello?- rise come se fosse ovvio - certo, non ti vedi allo specchio? Sei uno schianto!- ammise, gli sorrisi. -bè, grazie-  lui abassò la testa -Louis io..- lo guardai confuso, poi alzó la testa -mi sono accorto che mi piaci e non come amico-  mi disse guardandomi negli occhi. Non sapevo che dire, mi grattai il capo. A me non piaceva Niall in quel senso, e poi da quando ero gay? -emh Niall vedi non è per ferirti ma io non sono, ecco quello che sei te- lui abbasó lo sguardo -me lo sarei aspettato- 
 Era triste, io l'avevo fatto diventare triste. Mi dispiaceva. Cosí non sapendo che dire, lo abbracciai. Ma in quel preciso istante sentii le chiavi della porta girarsi e la porta aprirsi e fare il suo ingresso Harry. 
-che succede?- chiese improvvisamente. Ci staccammo dall'abbraccio velocemente  ma vidi che dietro di lui c'era una ragazza e si tenevano per mano. Cosa? Guardai Harry, poi le loro mani intrecciate fra di loro e poi la ragazza. Niall alzó lo sguardo e quando vide la ragazza, il suo umore cambió all'istante, corse ad abbracciarla! Le loro mani si separarono. -Eleonor! - disse felice Niall. Mi alzai e guardai Harry che mi stava già osservando. Poi giró il volto verso quella mora. La ragazza mi guardó e mi sorrise dopo aver staccato l'abbraccio da Niall. Mi si avvicinó e mi tese la sua mano. -piacere sono Eleonor Calder- cercai di sorriderleo - piacere sono Louis Tomlinson- dissi stringendo la mano, sorrise guardandomi. Aveva i capelli lunghi castani e mossi. Era molto magra, aveva gli occhi color nocciola. Un fisico da invidiare.  Era una ragazza molto bella la cara "amica" di Styles. Molto bene. Perfetto. 









Eccomi di nuovo! Spero che vi piaccia e spero che non ci siano errori grammaticali. E soprattutto tanti auguri ancora  al nostro "piccolo" Harry.  

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Capitolo 7
*** Dov'è Superman? ***


Pov Louis
- Quindi posso sapere perchè quando siamo entrati vi stavate abbracciando?- chiese improvvisamente Harry. 
E a lui che cosa gli importava? Potevo benissimo chiedergli del perchè teneva quella ragazza per mano, allora. 
- È stato un attimo di debolezza- come al solito rispose Niall. 
Harry gli mise una mano sulla spalla
 -Niall tutto bene?-  
-benissimo- mi ghiacciò con lo sguardo ed io abbassai la testa.
  -ci vediamo dopo El, è stato bello vederti- sorrise, gli diede un bacio sulla guancia e lei lo guardò confusa. Si avviò alla porta - a dopo Niall- disse Harry - ciao- salutai ma lui non rispose e uscí. Mi sentivo terribilmente  in colpa. Il mio scopo nella vita non era certo quello di ferire le persone. 
-che gli prende Louis?- mi chiese Harry avvicinandosi, lo guardai senza far trasparire nessun sentimento.
-niente- detto questo andai  dritto al piano di sopra, in camera di Harry.
Osservai quella piccola stanza, era tappezzata di foto. Sorrisi a una dove era piccolo, teneva in mano un grosso pupazzo, era biondo come lo ero anchio. 
Poi ne vidi un'altra, era più grande, avrà avuto 12 anni, era insieme ad altri due ragazzini. Riconobbi subito Niall, era biondissimo e con gli occhioni celesti,  Harry teneva il braccio sulla sua spalla e l'altro appoggiato su una ragazza accanto a lui, si poteva notare che era più grande di loro, avrá avuto 3 o 4 anni di differenza. Assomigliava molto alla ragazza del piano di sotto, Eleonor.
 Quindi, secondo le mie modeste teorie quei tre si conoscevano di già, da tanto tempo. E questo mi fece subito intuire che magari Eleonor non era la fidanzata del riccio, ma un'amica.
Poi c'era un'altra foto  dove raffigurava Harry con tanti amici intorno, sorrisi. Ce ne erano tantissime foto sulla sua infanzia.
Mi soffermai in particolare su una foto incorniciata sulla scrivania. Riconobbi subito Harry. Era in collo a qualcuno, forse  suo padre, poi c'era una bambina bionda con le codine che era in collo a una signora che doveva essere sua mamma. In più c'erano altre due persone. Riconobbi la nonna di Harry, che avevo scoperto si chiamasse Anna e il signore  accanto che doveva essere suo marito, che ora non c'è più. Gironzolai per la camera, finchè non trovai un diario, era sovrastato da migliaia di libri. 
 Un diario piccolo, sembrava quasi un'agenda. 
Era di color grigio-giallastro.  Si poteva notare che era vecchio e usato, sciupato.
Ero sempre stato un tipo curioso, e non sarei di certo cambiato, anche se avrei dovuto trattenermi, propio non ce la facevo a non farmi i cavoli miei. Già, ed è per questo che decisi di invadere la privacy del riccio ed aprire il diario.
 Le pagine erano gialle, la scrittura era ordinata e comprensibile. Alcune pagine in fondo al diario erano strappate. Mi ero immaginato che ci fossero più racconti o poemi sulla sua vita, ma in realtà molte delle pagine erano occupate anche lí da disegni e foto.  Quando arrivai a sfogliare le ultime pagine del diario mi caddero delle foto che erano state staccate dai fogli. Le raccolsi e istintivamente ma anche preso dalla curiosità, le osservai una per una. 
Erano foto di Harry con una ragazza, una foto rappresentava loro due in primo piano che si baciavano, un'altra sempre loro due che si abbracciavano, un'altra dove ridevano insieme, un'altra dove lei gli dava un bacio sulla guancia. Girai le foto e vidi che dietro ad ognuna, nello spazio bianco, c'era  una data e una scritta. 
"Amore Mio" 12.09.2012
Sempre la stessa frase, sempre la stessa data. Non serviva un genio per capire che quella ragazza  era la sua fidanzata. L'ultima foto era raffigurata da sola sdraiata su un prato verde.  Era bionda, occhi marroni e viso da bambina. 
 Girai anche qui la foto e lessi un'altra frase diversa. 
 "Emma, ti amo tanti auguri". Emma.
La mia mente non fece in tempo a realizzare quella frase che la porta di camera si aprí violentemente, mi girai e vidi Harry. 
Lui mi guardò un attimo sorpreso ma quando si accorse delle foto fece dei veloci passi versò di me e me le strappò di mano 
 -che cazzo fai? Perchè guardi le mie foto? Nessuno ti ha dato il permesso di entrare in camera di mia! Sei uno sconosciuto, non sai nulla di me, non ti devi impicciare -
 Era furioso, era completamente alterato, le guance si erano  dipinte di un rosso potente. Spalancai gli occhi e indietreggiai. 
-scusa- sussurrai ed uscii da camera sua, scesi le scale velocemente e vidi la ragazza mora  guardarmi sorpresa, sospirai, aprii la porta d'ingresso e uscii sbattendo la porta.  Iniziai a camminare a passo svelto. Qualcosa dentro di me si era spento. Qualcosa dentro di me si era spezzato. 
Iniziai a piangere. Ero uno sconosciuto. 
Per Harry Styles ero uno sconosciuto. Sconosciuto. Quella parola mi stava rimbombando nella testa. Mi ero cosí tanto illuso quando aveva  detto che eravamo diventati amici, mi ero cosi tanto illuso quando mi ero addormentato accanto a  lui, mi ero illuso anche quando mi aveva dato quel bacio,  mi ero illuso che mi volesse  bene, mi ero illuso quando mi abbracciava,  mi ero illuso quando pensavo che fosse addirittura geloso, mi ero illuso quando pensavo che per lui fossi qualcuno. 
Mi ero illuoso cosí tanto. Camminavo veloce, ero arrabbiato, ero deluso, ero solo. Solo come non mi ero mai sentito. Solo di nuovo.  Iniziò a piovere e io non avevo una meta precisa, decisi di camminare fino a quando non mi sarei stancato. Ormai a  nessuno importava di me. 


Pov Harry 
Scesi le scale nervoso. -dov'è louis?- chiesi ad El che stava bevendo un bicchiere di succo. -Oh, è uscito fuori sbattendo la porta, sembrava sconvolto-  mi misi le mani nei capelli. Ero stato cosí cattivo con lui. Ora avrebbe sofferto per colpa mia. Avevo esagerato. Per me lui non era certo uno sconosiuto, come avevo potuto pensarlo? Mi ero solo arrabbiato che fosse entrato in camera mia per sbirciare senza neanche chiedere il permesso. Non sopportavo le persone impiccione. Ma sicuramente lui aveva altre intenzioni, non era uno spione. 
 -no, e ora come faccio?- chiesi, più il tempo passava e più l'ansia  e il senso di colpa si stavano impossessando dentro  di me -Chissà dov'é finito, non mi rivolgerà più la parola!- dissi disperato - e poi si potrebbe mettere nei guai- mi diressi verso la porta. -El scusami ma devo andarlo a cercarlo.-  lei si avvicinò capendo -è per via di quel Jake Bare? Hai paura che lo possa incontrare per strada?-  annuii velocemente. -porto il cellulare, ti faccio sapere, te puoi andare a casa di Niall cosí non stai sola- dissi, lei mi sorrise dolcemente -va bene ora ci vado, a dopo Harry- mi diede un bacio sulla guancia ed uscii.  Non sapevo dove cercarlo,  dove si nascondevano  i cuori infranti come il suo?
  Forse verso il parco. Sapevo che quel quartiere era familiare per lui.
 Mi maledissi un paio di volte, era una situazione orribile. In più diluviava, e io non avevo nemmeno un ombrello, e come sarebbe stato Louis da solo sotto la pioggia? Se gli fosse  accaduto qualcosa non me lo sarei mai perdonato. Iniziai a correre, c'era troppa pioggia e l'angoscia prendeva sempre più forma dentro di me. All'improvviso mi squillò  il cellulare. Lo estrassi velocemente dalla tasca e cavolo, le mani mi tremavano. Accettai la chiamata, era Niall,  mi disse che mi avrebbe raggiunto anche lui ed Eleonor per aiutarmi a trovare Louis. 

Pov Louis 
Era più di  mezz'ora che camminavo. La pioggia picchiava senza sosta sul mio corpo, avevo i capelli  completamente mezzzi, le scarpe stavano tranquillamente facendo il bagno dentro le pozzanghere. I vestiti (di Harry) erano completamente zuppi d'acqua, era diventato ormai faticoso camminare, ma non m'importava. Le lacrime non ne volevano sapere di fermarsi, e giuro che provavo a calmarmi, ma le parole dure di Harry mi ritornavano pesantemente in testa e la rabbia saliva, il cuore era colmo di tristezza.  All'improvviso sentii una voce, era quella voce, era la sua voce. Mi girai lentamente e lo vidi, quel bastardo: Jake. 
La solita sigaretta a portata di mano, il solito giacchetto di pelle e la solita esperessione minacciosa. 
-Ciao Louis- mi disse mentre accendeva la millionesima sigaretta. 
Era un incubo, sarebbe andato tutto male, ne avevo la certezza, quando c'era lui nei paraggi,  i guai dominavano.
-Che ci fai qui?- inizia a tremare sia per il freddo che per la paura.  Si avvicinò a  me con quel ghigno maledetto appiccicato sulla faccia che tanto odiavo.  
-Sai caro Tomlinson in realtà ti ho seguito per un bel pezzo. E per qualche strano motivo sono venuto a sapere che la polizia mi sta cercando per arrestarmi- disse appiccicandomi  al muro.
 -E propio ora mi stavo chiedendo se preferisci morire qui in questo momento   o se preferisci  chiamare la polizia per dirgli  che è tutto  falso? Che stavi solo giocando, piccolo - sussuró maligno, incollato al mio corpo. 
Il suo alito puzzava terribilmente di fumo.
Erano questi i momenti in cui avevo assolutamente bisogno di pasticche, di qualche sostanza stupefaciente, solamente per dimenticare  il presente, anche per pochi minuti.
Iniziò a stringere il collo. 
 -Stupido! Rispondi o ti ammazzo con le mie stesse mani!-  cercai di reagire.
-Io, io non chiamo nessuno perché è giusto che mia sorella abbia giustizia bastardo-  e detto questo gli sputai sul viso. Mi guardò serrando gli occhi, facendo diventare la sua espressione da vero e propio assassino e iniziò a stringere il mio collo cosí tanto che l'aria  non riusciva più a passare, sentii improvvisamente tanto freddo, non feci in tempo a reagire che mi tirò un cazzotto sul viso facendomi cadere a terra. Iniziò poi a darmi pedate e calci su ogni parte del corpo, mi graffiò, le braccia, il viso. Mi alzò vioentemente per poi buttarmi di nuovo a terra con tutta la forza che aveva. Riprese a tirarmi calci sul viso e sulle gambe, specialmente sulle gambe. E urlava, urlava come un pazzo, e faceva paura, avevo paura.
 Non ero più in grado di reagire, il sangue colava dalle ferite, la testa mi picchiava forte.  Ero ormai arrivato alla fine, non sarei resistito a lungo, chiusi gli occhi ma appena lo feci sentii delle voci provenienti da lontano e una sirena, credo che fosse quella era  della polizia. Non vidi la scena perchè non riuscivo a muovermi ed ad aprire gli occhi.  Le palpebre erano diventate troppo pesanti per me. 
Poi sentii quella voce roca, la sua voce, la sua voce che gridava il mio nome e sentivo dei passi venirmi in contro. All'improvviso mi sentii accolto nelle braccia di qualcuno. Con fatica aprii gli occhi e vidi degli occhi verdi guardarmi da vicino, molto vicino. Erano i suoi.
 -Louis mi senti? Stai bene, Louis?-
 Notai uno sguardo preoccupato farsi strada sul suo volto. Era Harry, era venuto a salvarmi. Era in ginocchio per terra, la mia testa era appoggiata sulle sue cosce e le sue mani erano ad accarezzarmi le braccia ferite. I ricci erano bagnati fradici e Dio se non era bello, era qualcosa di fantastico, assolutamente bellissimo. 
I nostri occhi si scontrarono diverse volte e sentivo il cuore battere troppo velocemente. 
Poi arrivò anche Niall, aveva il fiatone e anche lui mi guardò preoccupato.  
Mi accarezzò la spalla.
 -Louis é tutto finito, tranquillo- mi disse ma io non risposi, tutto questo mi sembrava a dir poco surreale, sembrava  di essere  finito in uno di quei film americani, dove c'è sempre il killer  che non conosce pietà e quel povero sfigato di ragazzo, che è sempre la vittima preferita del killer, vive una vita di merda ed è sempre in pericolo, poi ci sono sempre i polizziotti in quei film. Sempre. In qualsiasi momento ne sbuca uno. E questo mi da sui nervi, perchè vogliono far capire al pubblico quanto è debole e fragile il povero ragazzo e  invece di quanto sono potenti e fighi i polizziotti. 
Ecco, sembrava che fossi entrato in uno di quei cast ed era assolutamente angosciante e terribilemente schifoso. 
Ritornai alla realtà quando vidi davanti a me la ragazza, Eleonor che stava chiamando.... L'ambulanza? Ero ridotto cosí male? Alzai il viso  verso Harry di nuovo, lo guardai. Ripensai alle sue parole, aveva detto che ero uno sconosciuto per lui , che non mi voleva e  ora ero nelle sue braccia. Mi accarezzò il volto con quelle sue dita tanto lunghe quanto fini, ma io girai immediatamente lo sguardo contrariato, non poteva e non doveva toccarmi. Poi  arrivò l'ambulanza e mi portò via velocemente.


Mi risveglia sul quel letto troppo alto, che di certo non era quello di Harry.  Ci vollero un paio di minuti per realizzare che ero effetivamente in una camera di un'ospedale.
Tubi e fili da ogni parte, armediettini bianchi, finestra ampia con le solite tende bianche (o azzurrine-spente  a seconda dei casi) che addobbano sulle finestre negli ospedali. 
Mi sentivo molto meglio di qualche ora prima, notai diversi cerotti e fasce messe su tutte le ferite. 
Solo quando girai il viso verso la porta notai Harry seduto accanto al mio letto impegnato a leggere una rivista. Mi misi a sedere sul letto e non dissi niente, lui non si era accorto che mi ero svegliato, allora tossii due volte per attirare la sua attenzione  
Alzò lo sguardo subito e mi guardò.
-Hey Louis , come stai?- 
 -meglio grazie-  quella frase mi uscí molto lenta e acida, fredda, dura. Forse perchè  ero ancora deluso e arrabbiato con Harry. 
Ma lui non se ne accorse e sorrise.
-Mi hai fatto prendere uno spavento quando ti ho visto per terra-   
Va bene non c'era bisogno di tante attenzioni, non avevo  bisogno della sua pietà.  Perchè quello che pensavo era  che lui provasse pena nei miei confronti, solo pena. E non avevo certo bisogno  delle sue frasi fatte e false. 
Mi grattai il braccio destro nervoso.
-Harry quando smetterai di dire cretinate?- 
Lui mi guardò male -ma io non sto dicendo cretinate Louis, è la verità! Io ci tengo a te e...- non lo lasciai finire. 
Se avrebbe continuato probabilmente si sarebbe ritrovato una cinquina sulla faccia.  Mi stavo arrabbiando.
-non voglio sentire niente, sono uno sconosciuto, perchè stai ancora parlando con me? Vattene- dissi con tono fermo. 
Lui mi guardò sconsolato, poi abbassò lo sguardo, si alzò e uscí dalla camera.   Meglio cosí. Come ho già detto, non volevo la pietà di nessuno.
Dopo un pò mentre stavo leggendo un giornalino, bussò qualcuno alla mia porta. Sospirai -chi è?- -Eleonor- sentii dire, poi aprí la porta. Cosa voleva questa? -Ciao- disse mentre si avvicinava al mio letto -Ciao- 
-senti lo so che non ci siamo mai parlati per ora, tu non conosci me e io non conosco te ma devo dirti una cosa importante- disse sincera. 
 -okay- dissi guardandola, lei si sedette sulla sedia accanto al mio lettino -ascolta Louis, Harry si è pentito di quello che ti ha detto, lui non voleva ferirti, non era sua intenzione, lo conosco da tanto e ti posso assicurate che lui è stato sempre un ragazzo onesto e fedele con tutti, le cose che ti ha detto non sono quelle che pensava veramente- la guardai male -ne dubito- lei si mise le mani sul cuore -te lo giuro Louis, per lui sei un amico, sennò non avrebbe fatto cinque chilometri a piedi per venirti a cercare mentre diluviava e faceva freddo. Se non gliene fosse importato di te sarebbe stato comodamente a casa- 
- lui è venuto a cercarmi?- chiesi perplesso -voglio dire, è stato lui a decidere di cercarmi?-  -e chi altri sennò! Lui era preoccupato per te e se non fosse stato per Niall che gli ha comunicato che saremmo venuti anche noi ad aiutarlo a cercarti, lui sarebbe andato anche  da solo a correre ogni pericolo e gli sarebbe andato bene perchè l'avrebbe fatto per te Louis. 
Lui sa di aver sbagliato. 
È  un bravo ragazzo, è buono e ti vuole bene- la guardai fissa negli occhi, pronto a capire se stesse dicendo la verità o no. Ma nei suoi occhi vedevo solo e nient'altro che  sincerità e le accennai un sorriso. Quindi il riccio ci teneva a me.  
Lo avevo giudicato troppo in fretta.
Abbassai lo sguardo iniziando a sorridere come un'idiota.
-mi vuole bene?- chiesi timidamente, forse era piú una domanda rivolta a me stesso che a lei. Lei annuí e sorrise -certo che te ne vuole- le sorrisi anchio. 
Bè, se non fosse stata la fidanzata di Harry avrei giurato che mi fosse anche simpatica. Era una ragazza in gamba e questo si vedeva.
-Grazie- dissi mentre lei stava uscendo dalla camera, si girò verso di me e mi sorrise. 


Sorrisi, quel riccio  non era poi cosí stronzo e menefreghista nei miei confronti.
 Avrei dovuto perdonarlo, avrei dovuto scusarmi per non averlo ascoltato prima. Cosí decisi che sarei andato a cercarlo nei corridoi dell'ospedale per parlargli. 
Ero cosí euforico nel rivederlo che non mi accorsi nemmeno che qualcosa non andava in me, in senso fisico. Stavo cercando di muovermi nel letto da più di cinque minuti senza nessun risultato. Qualcosa non quadrava e capii immediatamente di cosa si trattasse. 
Osservai le mie game e rimasi tramautizzato nel vedere e nel sentire che non si muovevano, e che io non le sentivo più. Era come se me le avessero tolte. Era solo un incubo vero? Da lì a poco mi sarei svegliato. Vero?
Aprii e chiusi gli occhi più volte ma niente, le gambe non si muovevano. Non era un sogno. Era l'incubo peggiore di tutti.
Ansia, paura e angoscia si mischiarono insieme e inziai a sudare. Provai con tutti i muscoli del mio corpo a muoverle, a farle reagire ma le mie gambe erano ancora lí sdraiate e ferme. Il cuore mi stava esplodendo nel petto, tutto questo era terribile.
Diedi delle botte sul mio ginocchio e sulle coscie, per farle reanimare, ma per l'ennesima volta non successe niente.  
Era giunto il momento di chiamare qualcuno. Pigiai il pulsantino dell'emergenze ed inziai ad urlare  un "aiuto" 
Sentii la porta spalancarsi e Niall fare il suo ingresso
 -Louis che succede?-  
-Niall le mie gambe non si muovono, non le sento- mi venne vicino subito, l'aria mi mancava per la troppa ansia e paura,  gli spiegai tutto molto in fretta.   
-calmati Louis, chiamo subito qualcuno-  
 Uscí correndo dalla stanza.
 Poco dopo vidi un medico e un'infermiera entrare velocemente nella mia stanza, li spiegai la situazione e loro mi annuirono e basta. Mi stavo incazzando, nessuno mi stava spiegando cosa cazzo avessi e cosa mi fosse accaduto.  
 -Mettiamogli una flebo e Catherine chiama Jessie  dille di venire subito qui, io preparo l'altra stanza- disse il dottore anziano.
Non mi spiegarono niente, nè in quale  stanza sarei dovuto andare e nè chi fosse Jessie.
Che cosa stava succedendo alle mie gambe?  Guardai l'infermiera che stava preparado una flebo. 
-dove me la mette?- chiesi terrorizzato, odiavo gli aghi. Lei si girò e mi sorrise.
 - Ovviamente nel braccio, stai tranquillo non ti farà male- 
Okay devo dire che ero parecchio nervoso e preoccupato. 
Ma l'unica persona di cui avevo bisogno era quel riccio dagli occhi troppo verdi e troppo belli per non essere notati.  
Ritornai alla realtà quando sentii stringere il braccio destro da un nastro, l'infermiera iniziò a cercare la vena.
Appena la trovò ci infilò lago e levò  via il sangue.   
-ecco fatto-
 -A cosa è servito?-   Lei mi sorrise  
-Questa non era un'analisi del sangue, caro, ti ho inniettato delle sostanze per far si che le tue gambe possano avere la forza necessaria per muoversi- 
-ma che succede alle mie gambe e dove mi portate?- 
sorrideva sempre e io le avrei voluto dare un bel cazzoto sul viso, non c'era propio niente da sorridere.  
-Ti portiamo in una stanza per controllarti meglio. Può succedere che dopo aver subito forte botte e contrazioni, le gambe non riescono più a muoversi per un breve periodo- 
Detto questo uscí dalla stanza.
Ma non riuscivo a stare calmo, qualcosa non mi tornava. Per niente. 
Era tutto così strano e inreale.

Pov Harry 
Mi trovavo da almeno cinque ore in  quell' ospedale, da almeno cinque ore davanti alla stanza numero 25, da almeno cinque ore con l'angoscia che mi tormentava, 5 ore di inferno, senza sapere uno straccio di notizie riguardanti Louis. 
La verità? Mi sentivo dannamente in colpa per tutto, e l'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento era entrare in quella fottuta stanza e chiederli perdono, ed aiutarlo. 
Se non fossi stato cosí aggressivo ed esagerato con lui, tutto questo non sarebbe successo.
Vidi arrivarmi incontro Niall con il fiatone, sembrava dannamente agitato.
-Hai saputo la notizia?- 
Sbiancai di colpo. 
-Quale notizia?- la paura questa volta mi stava per divorare vivo, sentii improvvisamente la gola diventare secca.
-Le gambe di Louis non si muovono piú, sono come paralizzate- biascicó sedendosi su una sedia.
Rimasi a fissarlo, era uno scherzo. Un fottuto scherzo, lo era.
-Dimmi che stai scherzando- 
-Ti sembro in vena di scherzare?- sbuffó lui. 
Scossi la testa guardandolo.
-come, come non si muovono! Perchè? Non è possibile!- dissi terribilmente preoccupato. 
Lui annuì lentamente guardando in terra.
-È così. Ti giuro non so cosa dirgli sta malissimo-
E fu in quel momento che la porta della stanza numero 25 si aprì. Niall si alzó subito e guardammo Louis uscire seduto in carrozzina, accompagnato da un'infermiera.
-Louis - esclamó Niall andandogli vicino.  
-Niall-  
-come stai?- chiesi insistente.
Louis alzó lo sguardo verso di me e sorrise debolmente, che strano credevo che fosse ancora infuriato con me. -insomma- rispose
-possiamo venire con te?- chiese impaziente Niall. L'infermiera ci fermó.
-no, non potete ragazzi, dobbiamo controllare la situazione di Louis. Vi terremo aggiornati molto presto, state tranquilli- detto questo entró in un'altra stanza con Louis sulla carrozzina che ci lasció un veloce sguardo di saluto.
In quei pochi istanti lessi la preoccupazione nei suoi occhi, era impressa solo quella dentro essi. E mi faceva paura, e mi faceva male, e mi faceva morire dentro, perchè in fondo in fondo era colpa mia.
 Informammo mia nonna ed Eleonor sulle condizioni di Louis e dopo un pó ci raggiunsero in ospedale anche loro.
-Allora come sta?- chiese El
-Non molto bene, come vi ho già detto le sue gambe non si possono più muovere. Come sia possibile ancora non si sa, sono come paralizzate, ma questa cosa non si spiega perchè Jake gli ha solo tirato dei calci in quei punti e non credo che hanno avuto la forza di paralizzargli le gambe- rispose Niall.
Mia nonna sospiró dispiaciuta, si mise le mani sul cuore, ormai si era affezzionata a Louis.
 -povero caro, ma quel delinquente è stato arrestato vero?-  
- si nonna, non ti preoccupare vai a riposarti-  dissi con tono basso, strofinandomi un occhio con il dirso della mano.
-Harry possiamo parlare un'attimo?-  mi chiese con tono preoccupato El.
La guardai confuso ma accettai e andammo in un angolino del lungo corridoio.
-Che ti prende?-  
-Cosa? Come che mi prende El, Louis rischia di restare paralizzato e tu mi chiedi che mi prende! É ovvio!-
dissi agitato.
-Harry ti conosco e so che non è solamente dispiacere e paura quella che provi verso Louis! C'è ben altro, ti comporti in modo strano. Dimmi che succede-
Aveva capito esattamente tutto, anche senza averle detto niente, lei aveva capito. Era talmente attaccata a me che ormai sapeva tutto di me, esattamente tutto. E a volte, questo suo modo di conoscermi così a fondo mi metteva ansia e angoscia. Sul serio.
La guardai a lungo, indeciso se dirglielo o no, poi sbuffai sonoramente.
-è tutta colpa mia. Se non gli avessi detto quelle brutte cose tutto questo non sarebbe successo!-
Lei increspó le labbra guardandomi
-è per questo che stai cosí?- annuii debolente.
Lei mi abbracció. -Non dire così, non è certo colpa tua se ha incontrato per caso Jake. Non c'entri niente-
Scossi violentemente la testa
-Invece si. Non dovevo dirgli quelle cose, non dovevo farlo scappare-
Lei mi accarezzó una guancia.
-Harry te lo giuro, non c'entri niente, è successo e basta non ti dare la colpa di qualcosa che non hai fatto-
Era sempre stata troppo protettiva in queste situazioni, sembrava una madre.
Sospirai piano -Dovevo impedire che succedesse, ho peggiorato solo le cose-
-Non sei superman-
-Ma vorrei tanto esserlo, solo per lui.-
Gli occhi cominciavano a pizzicare, mi allontanai da lei e corsi in bagno.  Avrei voluto rimanerci per sempre. 
Passarono le ore e l'ansia crebbe e crebbe, e il senso di colpa non se ne voleva andare. Era tutta colpa mia. O per lo meno, la maggior parte era colpa mia.
Uscii dai bagni dopo troppo tempo, vidi Niall stare  ancora lì impalato alla sua camera, con gli occhi troppo stanchi e la schiena troppo ricurva. Gli andai vicino.
-Stai tranquillo Nì, ti prego- gli misi un braccio dietro le spalle.
Lui mi guardó 
-andrà bene?-
Annuii -te lo prometto-
Ma di quello che avevo detto, non ne ero sicuro neanche un pó.
 

Dopo un quarto d'ora uscí l'infermiera, la stessa di prima e noi ci alzammo all'unisono.   -allora che ha?- chiese Niall.  L'infermiera non sembrava  spruzzasse gioia da tutti i poli ma nemmeno che andasse a un funerale. 
Ci spiegó tutto, ci disse che le sue  gambe non potevano più muoversi per una serie di motivi legati alle botte subite da Jake. Avrebbe dovuto fare delle cure, sarebbe dovuto andare in riabilitazione e forse, solo forse sarebbe potuto ritornare a camminare. Forse.
Un giorno.
-possiamo vederlo?- chiese Niall
-si ma uno alla volta, per favore-  rispose l'infermiera.
   -chi va per primo?- chiese mia nonna, guardai gli altri.
 -Harry vai te, sei l'amico che lo conosce di più, prima te- disse Eleonor. 
La guardai, poi guardai Niall e infine mia nonna. Mi avvicinai alla stanza numero 25. 
Dovevo avevo coraggio,  ma in quel momento era come smarrito. Respirai a fondo. Restai a guardare la porta  per diversi attimi.
 Sarei voluto entrare verstito da superman per salvarlo, oppure da pagliaccio per farlo stare bene e non pensare a niente, ma decisi di travestirmi da migliore amico, per lui. Lo avrei aiutato come fa un migliore amico, facendolo sentire vicino, in famiglia, felice.
Da quel giorno in poi, forse per sempre. Abbassai la maniglia e aprii la porta. Benvenuto migliore amico. 

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Capitolo 8
*** Quando tornerai a sorridere? ***


Pov Louis 
Si alzò dalla sedia.
 -Credo che debba  andare, ora è il turno di Niall- mi disse tranquillamente. Io annuii sorridendogli.
Lui mi guardò e mentre stava camminando all'indietro andò a sbattere contro un armadietto e facendo cadere dei grossi libri.
Senza pensarci risi.
 -Oops- disse raccogliendo.
 -Non lo dire alle infermiere sennò mi cacciano- disse andando verso   l'uscita. 
Risi di nuovo -non ti preoccupate, dirò tutto- 
Lui mi guardò facendo il broncio,  assomigliava tanto ad un bambino
 -cattivo- 
rispose fingendosi offeso e io gli sorrisi divertito. Poi uscí.
Avevo sempre sperato di trovare un fratello, da piccolo volevo dei fratelli, ma il destino era stato infame e mi aveva regalato quattro sorelle. Certo, erano tutte deliziose e non le avrei cambiate per niente al mondo.
Ma a volte avrei preferito tirare una bella palla da calcio dentro una grande  porta, piuttosto che giocare con le barbie. 
E di bambini da piccolo ne conoscevo pochi. 
Quindi la maggior parte del tempo lo spendevo giocando alla play station, a cucinare quel poco che sapevo preparare con mia mamma ed a giocare con le barbie in camera delle mie sorelline.  
Ora avevo trovato una specie di fratello, una specie di compagno dell'anima. 
Sorrisi pensando a lui.  
Pensavo a quanto fosse carino quando era in imbarazzo, quanto fosse bello vederlo sorridere, quanto fosse cosí  impacciato nei movimenti, quanto fosse orecchiabile, roca 
la sua risata.  
Volevo bene a lui. 
Oh certo che gliene volevo, a volte pure fin troppo. 
I miei fantastici pensieri su Harry sparirono in un battito di ciglia quando  Niall entrò in camera.
-Louis, non sentivi? Ho bussato-  scossi la testa come per scacciare via i pensieri e sorrisi.
 -Scusa stavo pensando-  annuí avvicinandosi al letto. 
 -Non importa, come va?- chiese con voce un pò malinconica. 
Guardò in direzione delle mie gambe. Instintivamente mi toccai una coscia e sospirai.
 Non volevo piangere di nuovo, nemmeno per idea, cosí trattenni il respiro e non risposi. Lui mi guardò e si avvicinò a me sedendosi sulla sedia accanto al letto,  io lo seguii con lo sguardo. 
Mi prese la mano.
-Ti prometto che andrà tutto bene-  feci una risata ironica. Era questa la differenza che c'era tra Harry e Niall.
 Era la spiegazione del perchè Harry mi attirava e Niall no. 
Harry cercava sempre di far stare bene le persone attraverso un gesto, una battuta, attraverso delle frasi formate con la sua testa, che gli venivano dal cuore, attraverso la verità, faceva vedere le cose da altri punti di vista, e in ognuno sbucava qualcosa di positivo. 
 Niall invece era come tutta l'altra gente. 
Per carità, non volevo sottovalutarlo, Niall era un ragazzo carinissimo, simpatico, dolce, buono, aveva mille qualità  ma non era profondo come lo era Harry, forse ci provava ad esserlo, ma non ci riusciva. 
-Questo è quello che si dice ad un amico ogni volta che si sente male, o che ha un problema Niall. Ma a me non servono queste frasi fatte per farmi sentire  meglio. Io voglio che stia meglio, voglio qualcosa di concreto, voglio vedere le mie gambe muoversi- 
dissi cercando di essere calmo, lui sembrava terribilmente  dispiaciuto.
 -Louis ci vuole tempo per queste cose, non è che da oggi a domani cambierà qualcosa, devi avere fiducia-
 sospirai.
-ci provo, ma quando ho saputo cosa avevo, non so come spiegarti, è come se avessi  visto il mondo perdere ogni colore e diventare grigio,  è diventato tutto improvvisamente nullo, triste, angosciante, vuoto.  È come se la mia vita si fosse trasformata in qualcosa di insignificante, non c'è più niente dentro di me, nè un sogno nè una gioia- 
Avrei dovuto vincere una medaglia d'oro se non mi fossi messo a piangere, stavo combattendo contro tutte le mie particelle del corpo per non diventare rosso  in viso, stavo combattendo con la mia mente perchè non facesse  uscire quelle lacrime ansiose di scivolare giù. 
Intanto Niall  si mosse ad accarezzarmi i capelli.
 -Non dire cosí-  disse piano, il suo tocco era talmente dolce che incominciai a rilassarmi lentamente. Solo poco dopo però mi accorsi che  Niall era impazzito. 
Era troppo vicino a me, si era come incantato a guardarmi negli occhi, il suo naso a pochi centimetri dal mio, 
ma non  potevo dirgli di allontanarsi, sarebbe stato scortese e maleducato, mi limitai a terminare il discorso.
 -Ma è vero-  gli dissi mentre osservavo i suoi grandi  occhi più chiari dei miei. 
 La sua mano scese ad accarezzarmi in modo gentile la guancia, e intanto osservava le mie labbra con sguardo curioso, era troppo preso da quella situazione, ormai non aveva più controllo di se stesso, deglutii. 
-Niall che stai facendo?- chiesi sussurrando, lui prima mi guardò gli occhi e poi mi baciò, e io glielo lasciai fare, non chiedetemi il perchè.
Le sue labbra erano fini, sinuose e in un certo senso pure invitanti ma non sentivo quelle scosse vertiginose e quel battito cardiaco accellerato ogni  volta che sfioravo Harry.
 -Niall scusa ha detto la... oh-  
questa " interruzione" è comunemente nota come: sputtanamento. 
Infatti venimmo  "interrotti" dall'entrata di Eleonor e Harry.
Niall si staccò da me velocemente diventando improvvisamente color ciliegia  e io posai subito lo sguardo su Harry che ci guardava confuso e sembrava addirittura... triste? 
-Vi... vi abbiamo interrotti?- chiese il riccio,  aveva una voce palesemente frustata, che gli prendeva? 
Io scossi subito la testa e Niall corse fuori dalla camera senza rispondere.
 -scusate- intervenne Eleonor
 -ma non sapevo che tu stessi insieme a... -
 -nemmeno io lo sapevo- 
la interruppe Harry guardandomi....male?  Scossi la testa di nuovo.
 -io non sto con lui, non sono gay- 
 -e allora perchè vi stavate baciando?-
 si fece avanti di nuovo. 
-mi ha baciato lui, io non ho fatto nulla- ribattei sulla difensiva. 
Mi guardò come se avessi sparato una cazzata, scosse la testa e si girò per uscire. 
 - E anche se fosse, a te che importa?- alzai il tono della voce. 
Lui si fermò guardandomi, sembrava un cane bastonato.
 -niente, non mi importa- si girò nuovamente e uscí seguito da El che mi sorrise.

Pov Harry 
Non potevo credere a quello che avevo appena  visto e come al  solito mi ero arrabbiato con  Louis. 
Ero incredibilmente triste e frustrato.
E perchè poi? Perchè il mio migliore amico aveva baciato Louis? Si, esattamente. 
Perchè se fosse stato un'altro ragazzo non me me sarebbe fregato niente ma il problema era che il ragazzo in questione era Louis.
 Ma in qualche modo sarei dovuto andare da Niall, a dirgli che andava tutto bene anche se non era vero, a consolarlo, lui si era preso una cotta per Louis, che cosa ci potevo fare? Andai a cercarlo per l'ospedale e lo trovai nei bagni nello stesso corridoio della stanza di Louis. 
-Niall, che hai?- 
chiesi dolcemente. 
 Lui era appoggiato al lavandino, la testa china e gli occhi chiusi.
 -io non gli piaccio- disse pungente.  Sospirai guardandolo.
Sembrava a pezzi, come potevo aiutarlo?
  Gli misi un braccio intorno al collo per incoraggiarlo. 
 -Vedi Ní, la veritá è che non so che dire, vorrei che tu fossi felice, vorrei che tu non soffrissi per lui-  
Gli accarezzai delicatamente i capelli, lui alzó il capo e mi guardó. 
 -Credo che  lui non sia gay, prova a cercare qualcun'altro, ci sono tanti ragazzi belli e simpatici nel mondo come lui-  continuai cercando di aiutarlo.
-si ma lui è speciale- disse tristemente. 
 -prova a non vederlo come lo vedi te, consideralo come un fratello, lui ti vorrà sempre bene anche se siete solo amici, vedilo come un parente, un parente non si può amare in quel senso no?- mi guardò e annuí poco convinto.
-Ma non ci riesco- 
-Prova ad uscire con qualcun'altro , guardati intorno, ci sono tanti ragazzi là fuori che fanno la fila per te. Se lui non prova le stesse cose basta, passa avanti, all'inzio so che sarà difficile ma col tempo starai meglio-
Improvvisamente mi abbracció.
 -Va bene Hazza, grazie-
Gli accarezzai la schiena.
-Figurati- poi si staccó da me guardandomi divertito.
-Chi è che fa la fila per me?- chiese malizioso.
Ridacchia, non sarebbe mai cambiato.
-Per esempio quello della pizzeria in piazzia, ogni volta che ci andiamo non ti stacca gli occhi di dosso, anzi una volta ci ha fatto anche lo sconto. E poi c'è quel moro che va a scuola nostra, credo si chiami Nicolas, una volta lo beccato mentre nello spogliatoio della palestra annusava la tua felpa. E poi c'è il mio vicino Michael, che ogni volta che ci vede insieme non sai come diventa rosso e mi guarda male, probabilmente crede che stiamo insieme.  Se vuoi ti continuo la lista dei mille pretendenti che non aspettano altro che te-
Lui rise, la sua risata era cosí piena e contagiosa che era impossibile non ridere con lui.
Poi mi riabbracció di nuovo.
-Hazzaaa, se non fossi etero sarei già innamorato pazzo di te, lo sai?-chiese ridacchiando. 
Bè, dovete sapere che non era la prima volta che Niall ci provava con me, ma lo faceva bonariamente, scherzosamente, sapevo che infondo non era vero, o almeno lo speravo.
-Si so di essere irrestibile ma ora staccati che mi sembri mia sorella ogni volta che torna dall'America, quando torna a casa si appiccica a me come una cozza-
Lui si staccó ridacchiando.
-Quanto sei scorbutico Styles, mi stai quindi dicendo che sono appiccicoso?-
-Non mi permetterei mai Ní- 
scoppió a ridere subito e io lo seguii.
Era facile tirare su di morale Horan.
-Mi sa tanto che mi stai prendendo per il culo, vaffanculo, cerco di essere carino perchè ti voglio bene e invece tu mi dici queste cattiverie, dove andremo a finire?- 
ridacchió spostandosi il ciuffo biondo dalla fronte. 
-Perdonami Niall, la verità è che sei tutta la mia vita, ti adoro tanto, non potrei mai vivere senza di te-
cercai di abbracciarlo ma lui si allontanó.
-Vaffanculo Harry- rise.
-Sono stato dolce ora- sorrisi divertito.
-Sei stato melodrammatico, è diverso e pure stronzo- incroció le braccia offeso. 
-Almeno io sono stato onesto- continuó cercando di non ridere e continuò a fare la parte dell' offeso.
Mi avvicinai e gli tirai uno schiaffo leggero sulla spalla, lui spalancó gli occhi.
- Perchè?- urló divertito e sorpreso.
-ti voglio bene, mi credi Nì?- dissi dolcemente.
Lui restó a fissarmi interdetto per piú di venti secondi, poi rise.
-Che cariiinoooo Hazza!- esaltó per poi prendermi per mano, andó verso la porta d'uscita e l'aprì.
-Ma adesso basta, usciamo da qui-
Disse annoiato per poi portarmi fuori e io scoppiai a ridere.
Niall era sempre una sorpresa, chi lo capiva era bravo.


Pov Harry 
Era  passata ormai una settimana e propio in questo giorno, avrebbero  dimesso Louis. 
Il suo stato non era cambiato, non camminava, e il suo morale era a pezzi. 
Mi mancava la sua risata cristallina e quel sorriso allegro e dolce che da tanto non mostrava.
Una settimana piena di ansia, di domande, di risposte sensa senso, di speranze andate in frantumi. 
Non mi ero neanche scusato per come mi ero comportato tre giorni prima con la storia del bacio tra lui e Niall.
 Ma l'avrei fatto la sera stessa a casa. 
Ero felice  di riaverlo in casa, con me. Quel giorno ad aspettare che dalla stanza numero 25 uscisse Louis eravamo solo io e mia nonna.
Aspettammo fino alle sei di sera quando con una sedia a rotelle uscí Louis accompagnato da un'infermiera.
 -Mi raccomando Louis, ogni giorno verrá il fisioterapista per aiutarti e ricordati  di fare la cura che ti abbiamo prescritto- Louis annuí debolmente.
-bene, mi raccomando rimettiti in forma, ora devo scappare il lavoro mi chiama ciao Louis, signori- mi diede la mano e io gliela strinsi come fece mia nonna, la salutammo e la ringraziammo e poi andammo via. 
-come stai Louis?- chiese mia nonna mentre io lo spingevo con la sedia a rotelle  fuori dall'edificio. 
-Così- rispose alzando per un secondo la testa. 
Mia nonnna mi guardò abbattuta per il suo comportamento e io le feci segno di lasciar perdere. 
Noi due non parlammo per tutto il tragitto fino a casa. 
 Dopo poco arrivammo a casa, lo guidai verso la porta d'entrata e poi entrammo. 
 -vado subito a preparare la cena- 
disse euforica mia nonna mentre si dirigeva verso la cucina.
 -vuoi qualcosa di speciale caro Louis?- chiese  dalla cucina.  
-Oh, veramente a me vabbene tutto-   -ti farò la pasta con le zucchine, è la tua preferita no?- chiese ancora dalla cucina. 
Vidi Louis annuire -lei si che ha capito i miei gusti Anna!- sentii mia nonna ridere.
 -grazie tante- ringrazió  infine Louis.
 -per te questo e altro caro- finí mia nonna.
 Louis si levó il giubbotto, lo appoggió sul tavolino nell'ingresso poi spostandosi con le ruote della carrozzina andó  in salotto ed io lo seguii. Mi sedetti sul divano. 
Lui non parlava, non sorrideva, non faceva niente, stava lí in mezzo al salotto immobile guardando fuori dalla finestra.
Ma così il mondo non sapeva più di niente.
Mi alzai e lo raggiunsi inginocchiandomi davanti a lui per guardarlo dritto in faccia.
Lui spostó il suo sguardo dalla finestra a me. 
Sospirai. 
-Quand'è che tornerai a sorridere?- 
Lui scosse la testa guardandomi disperato.
-Non lo so-
-Mi manca il tuo sorriso, manca a tutti-
Appoggiai una mano sulla sua coscia accarezzandola.
-Non so che fare, non posso fare piú niente ormai- disse tristemente.
-Potrai fare tante cose invece, come per esempio ridere, questa è la prima cosa che puoi fare per stare meglio. Poi, vediamo, puoi parlare con i tuoi amici, uscire, guardare il tuo film preferito, puoi cucinare, puoi leggere il tuo libro preferito, puoi prendermi a cazzotti se ti va, puoi dormire con dieci cuscini nel letto se desideri, puoi dormire fino a che ora ti pare, puoi giocare alla play, puoi ascoltare anche mille volte la tua canzone preferita, puoi urlare se senti il bisogno  di farlo, puoi decorare la tua camera se ti fa stare bene, puoi mangiare la  nutella a colazione, pranzo e a cena se ne hai voglia.  Puoi fare tutto Louis-
Notai la sua mano destra scorrere giù  ad incontrare la mia sulla sua coscia, sfioró delicatamente le sue dita con le mia, alzai la testa per guardarlo e lo vidi sorridere appena mentre guardava le nostre dita sfiorarsi sensa sosta.
Il suo tocco era delicato e dolce, sarei stato a farmi sfiorare per ore. 
Aveva qualcosa di speciale quel ragazzo, perchè sensa rendersene conto mi faceva provare delle cose che non avevo mai provato prima d'ora. Era fantastico. E forse si, era amore.
-Grazie Harry per quello che fai per me-
Disse dopo un lungo silenzio.
Sorrisi.
-Mi fa piacere aiutarti, lo sai-
-Ah poi Louis, ti volevo chiedere scusa per come ti ho trattato quando ho visto che vi stavate baciando, poi ho capito che era stato Niall, non so cosa mi sia preso. Forse ero ancora sconvolto dalla notizia sulla tua situazione- Arrossii, in realtà sapevo cosa mi era preso ma meglio non dire niente.
-Non importa, puó capitare- disse dolcemente.
-Ah poi, nella lista delle cose che puoi fare c'è anche quella di baciare Niall quando ti pare-
Che cazzo avevo appena detto?
Lui arrossì e ridacchió. Bè, almeno lo avevo fatto ridere.
-non mi piace Niall- 
-Era per scherzare- sorrisi
-Lo so-  sorrise delicatamente.
-Hai sorriso- esclamai. 
Lui rise.
-Sei un bravo maestro nel far sorridere la gente- 
-Bè, grazie- 
Dopo poco andammo a mangiare.


Un'altra settimana e mezza era passata e l'umore di Louis era migliorato molto, certo a volte aveva delle ricadute ma in generale era stabile. 
Quel pomeriggio sarebbe venuta Eleonor a farci visita.
-Ciao!- esclamó la mora entrando e baciandomi una guancia.
-El vieni dai, Louis sta di lá-
Lei annuì e andó in salotto.
-Louis!- gli andó incontro e l'abbracció.
-Allora come va?- chiese sorridente.
-Come sempre, peró sto bene- sorrise lui.
-ti ho portato un dolce, all'inizio lo volevo fare ai mirtilli perchè è quello che so fare meglio, ma non sapevo se ti piaceva allora l'ho fatto uno semplice al cioccolato, così non avevo dubii- 
ridacchió lei porgendogli il vassoio con il piccolo dolce sopra.
-Grazie tante, sei molto carina. Quando posso te ne faró uno anchio- sorrise lui.
-Oh, grazie vado matta per i dolci, ma ho un debole anche per le torte, soprattutto quelle alla frutta-
-Le torte sono la mia specialità, so farle tutte, di ogni dimensione, sono anche rapido nel farle-
-Ma non mi dire! Ti giuro che io c'ho provato a crearle ma non mi riescono, è strano perchè le torte dovrebbero essere piú facili da fare che i dolci no? O almeno credo-
Inziarono un lungo discorso sulle torte e su i dolci e io li lasciai fare. Era bello che potessero fare più amicizia, ero contento.
Ci divertimmo molto, scoprii che Louis  era molto appassionato  della musica, soprattutto quella classica e moderna, Eleonor invece era piú alternativa e amava la musica metal. 
Io invece ascoltavo quello che capitava, se una canzone di un certo stile mi piaceva l'ascoltavo e basta.
Eleonor fece bene a Louis che si distrasse molto e si divertì ascoltando le euforiche imprese di El quando era in America. 
In effetti, non c'era vero di annoiarsi con lei. Era una ragazza energetica e a Louis questa sua qualità piaceva molto. 
Quando Eleonor se ne andó Louis ed io restammo a parlare del piú e del meno, io sdraiato sul divano ad ascoltare le sue storie, lui seduto davanti a me. Gesticolava mentre raccontava, e certe volte si perdeva nei discorsi e si metteva a ridere.
 Era tenero. Era tutto. Descriveva episodi della sua famiglia, della scuola, dei suoi amici.
Effettivamente dopo la morte dei suoi genitori era rimasto solo come un cane. 
Era stato come isolato, abbondanato.
 E questo faceva male anche a me, quanto stava soffrendo quel ragazzo? Quante ne aveva passate? E come faceva ad essere così forte, a parlarne liberamente? Al posto suo sarei stato un disastro, probabilmente non avrei avuto il coraggio di affrontare cose simili. 
Ma lui ci riusciva ogni giorno, se cadeva si rialzava, ormai era abituato alle cadute, anche profonde a volte. 
-Louis, posso farti una domanda?-
Chiesi curioso.
Lui annuii.
-Ma dimmi la verità, dopo tutte queste cose brutte che ti sono successe, adesso, ora in questo momento, stai bene?- 
Lui sorrise subito.
-Ora sto bene-
-Tipo, in questo momento?-
-In questo momento sto molto bene- rise, forse per la mia esagerata preoccupazione.
-Harry- disse poi
-Si?-
-Siete carini, tu ed Eleonor insieme- 
Sussurró sorridendo appena.
Lo guardai stranito, corrugai la fronte e assottigliai gli occhi.
-Cosa?- chiesi compleatamente perso da quell'affermazione.
-Si, tu e lei, siete fidanzati no?-
Rimasi per qualche istante a fissarlo confuso e sorpreso. Io e lei insieme? 
Forse guardava troppi telefilm. 
Istintivamente scoppiai a ridere come un matto e lui arrossì spalancando gli occhi.  E pensare che dovevo essere io quello sorpreso.
-Che ho detto di così divertente?- chiese sorridente.
Quando mi calmai, parlai.
-Pensi veramente che io ed Eleonor siamo fidanzati? Ma per favore! È solo la mia migliore amica, e ti assicuro che non starei mai con lei-
Diventò color porpora, forse per la sua bellissima figura appena fatta.
-Oops- ridacchiò
-Che ne sò, mi sembrava! State sempre insieme e siete molto uniti-
-Eleonor è una bella ragazza, in tutti i sensi, ma non mi potrei mai stare insieme a lei in quel senso, non credo sia possibile- 
ridacchia pensando a una probabile storia d'amore fra me e la mia migliore amica.
-Perchè impossibile?-
-Perchè non mi ci vedo insieme a lei! Tutto qui,  e poi se qualcosa andasse storto rovineremmo  la nostra  lunga amicizia e sarebbe un disastro. Meglio di no-
-Bè forse è vero-
 sembrava quasi sollevato, ridacchiai per il suo strano comportamento. 
-Andiamo ad aiutare mia nonna in cucina?- chiesi dopo un pò, lui annuí e si spostò con la carrozzina verso la cucina.

Pov Louis
E quindi Harry Styles era single... 
Ma a me di certo che cosa  me ne poteva importare se era fidanzato o no...
 E va bene, invece qualcosa me ne importava, se fosse stato fidanzato sarebbe stato molto diverso. 
Ma perchè me ne importava? Cosa aveva quel riccio che mi attirava cosí tanto? Cosa aveva quel ragazzo di tanto fantastico?
Forse la sua parlata lenta e calma che mi piaceva tanto, o il modo che aveva di toccarsi i capelli, forse quelle due fossette che spuntavano sempre che erano adorabili, forse era la sua camminata che mi affiscinata, con quelle sue gambe chilometrice che si ritrovava, forse quel suo viso fresco, ampio, morbido che mi veniva voglia di mordere, di assaggiare, di baciare o forse per la sua voce roca, bassa che era dannamente sexy. 
Sta difatto che mi incantai a guardarlo, immerso nella sua bellezza mentre lui mi guardava confuso e cercava di riportarmi sul pianeta Terra. 
-che c'è?- scossi la testa. 
-andiamo a cenare?-  annuii. 
-andiamo-
 A tavola si sedette vicino a  me mentre sua nonna metteva la pasta in tavola. 
-Servitevi pure ragazzi- disse guardandoci, cominció Harry e prese della pasta e la mise nella scodella,
poi lo feci io. 
Sua nonna si sedette accanto ad Harry
 -Allora Louis, come vanno le gambe?- chiese sospirando.
 -Come sempre, non riesco a sentirle- dissi io mentre allungavo uno spaghetto verso la bocca.
-ma prendi sempre le medicine?-  
-si, ho controllato prende  una compressa la mattina appena si sveglia, un'altra verso le due e  poi prima di mangiare verso  sera. In piú sta facendo la cura dal fisioterapista- 
rispose Harry al mio posto guardando sua nonna. Era una cosa, a mio parere dolce e carina che si prendesse cosí tanto cura di me, sapeva tutta la mia agenda settimanale, tutte le medicine da prendere, sapeva la cura specifica che dovevo fare. Insomma sembrava il mio manager privato. 
 -praticamente ne prendo tre al giorno, ma non mi fanno niente-  
Lei bevve dell'acqua e poi parló.
-Sai Louis, ci vuole tempo, è piuttosto delicata la situazione e per queste cose ci vuole molta pazienza, so che lo sai e devi essere forte e stupendo come lo sei sempre. - mi disse sorridendomi dolcemente, le sorrisi di rimando, anche lei come Harry cercava ogni giorno di farmi sentire bene. Preparava i miei cibi prefertiti, mi comprava vestiti nuovi, mi faceva fare quello che volevo, mi viziava in un certo modo. 
Senza volerlo i miei occhi peró si scontrarono subito dopo con quelli di Harry. Lo conoscevo bene quello sguardo, troppa pena provavano, troppa preoccupazione, troppa paura, troppa angoscia nei miei confronti.
Mi sentii improvvisamente triste.
Mi stavano dando tutto  ma mi sentivo come un'annullita vivente, non sapevo come ringraziarli, non sapevo come uscire da tutti i problemi che mi circondavano, mi sentivo vuoto pur avendo vestiti, cibo, amici, una casa, un tetto dove dormire. 
E mi ritornó in mente il fatto che non potevo camminare, quelle stupide gambe non si muovevano, quelle stupide ginocchia non reggevano il peso del corpo, quegli stupidi piedi non riuscivano nemmeno a toccare il pavimento. 
E mi sentivo un pó come si sente un ferito di guerra. 
Quando torna dalla famiglia viene circondato da amore, ma affetto, ma solo perchè è stato un poveraccio nelle battaglie, ne ha passate tante, ha visto persone morire, ha combattutto, ha vinto, 
ha perso una guerra, 
si è salvato dalla morte ma lui rimane lo stesso ferito, nel corpo e nell'anima,  anche se puó ricominciare a vivere, le ferite rimangono e quando la tristezza ti invade, è difficile scacciarla.


Pov Harry 
Finimmo la cena e aiutai mia nonna a sparecchiare, poi si ritiró su  in camera sua. 
Louis era diventato più silenzioso durante la cena, sembrava essersi  chiuso di nuovo in  se stesso. 
-Hey, Louis vuoi fare qualcosa ora?-  lui guardava in basso e scosse la testa. 
Mi abbassai alla sua altezza e misi un dito sotto il suo mento per fargli alzare il viso. 
-Hey ascolta, quesa paralisi alle gambe è una cosa bruttissima,  ma non ci devi pensare. Tu hai diciasette anni, hai tutta la vita davanti e devi divertiti, lo so che è noioso stare sempre seduti qua, lo so che è brutto non poter camminare ma se ci pensi starai ancora più male.- 
Lui giró il viso da un'altra parte frustrato dalle mie parole. 
-ma se sarà cosi per sempre Harry, io non staró mai bene, forse non ti rendi conto cosa vuol dire.- 
 -Louis io ho capito benissimo come ci si sente, e fa schifo okay? Ma se ci pensi starai ancora male. Prova a pensare a cose belle, positive. E poi devi avere fiducia, sempre,  si è vero tu ora sei come paralizzato ma forse potrai camminare ancora, devi avere fiducia-
 Gli dissi guardandolo negli occhi, vidi le sue iridi azzurre spente, buie e profonde. Non avevano quella luce che glieli illuminava quando rideva, quando sorrideva.
 I suoi occhi erano cupi e tristi. Era venuto il momento di intervenire. Mi alzai di scatto,
presi la carrozzina e lo trascinai verso la porta d'ingresso
 -torniamo presto!- urlai a mia nonna mentre uscivamo di casa.
 Lui si giró a guardarmi sorpreso e confuso.
-Hai bevuto Harry?- chiese mentre spingevo  la carrozzina per strada.
 -non dire stupidaggini Louis-  
allargó le braccia, spalancó gli occhi, aveva  un'espressione confusa ma allo stesso tempo buffa. 
 -E dove stiamo andando? Perchè siamo fuori? Che cavolo ti è preso?- ridacchiai.
-troppe domande- sospiró.
 -Allora dove stiamo andando?-  chiese di nuovo, era troppo curioso il ragazzo . 
Gli sorrisi
 -stai tranquillo,sarà un posto che ti piacerà- 
 Dopo circa dieci minuti, arrivammo ad un grande  parco. 
-eccoci qua- dissi camminando sotto gli alberi 
-venivo sempre con mio padre qui, mi divertivo tanto perchè c'erano le lucciole e le rincorrevo per cercare di catturarle- 
sorrisi e lui ricambió. Mi sedetti sul prato e apoggiai la schiena all'albero allungando le gambe. Chiusi gli occhi concentrandomi solo sui suoni del parco che emettevano gli uccelli. 
 Mi accorsi solo dopo che Louis era sceso dalla carrozzina e si era accomodato accanto a me.
-Ciao- mi disse guardandomi in viso, gli sorrisi 
-ciao- lo vidi  guardarsi intorno
 -è un posto molto bello-  
-sapevo che ti sarebbe piaciuto, questo è il posto ideale per stare un pó in pace-  lui si giró verso di me curioso 
-e veniva anche Niall qui?-  iniziai a ridere mentre presi una foglia ormai secca in mano.
 -si, veniva anche  lui insieme ad Eleonor, noi eravamo il trio più casinista che ci fosse in questo parco. Una volta avevamo costruito una tenda perché volevamo passare la notte insieme a cercare di acchiappare almeno una lucciola. Mi ricordo Niall che correva come un pazzo dietro a una di queste urlando "ci riesco tranquilli". E invece non ne prendeva nemmeno una. 
Io ed Eleonor gli facevamo tanti  scherzi, una volta ci siamo nascosti sopra un albero e Niall per tutto il pomeriggio ci ha cercati piangendo e urlando i nostri nomi per il parco-
Risi a quel ricordo. 
 -Che cattivi che eravate! Poverino- disse scherzosamente, io annuii.
 -Be, se ci penso ora effettivamente lo eravamo- lui rise.
-Eravamo solo dei bambini, venivano qui ogni pomeriggio finiti i compiti, e si passavano le serate a rincorrerci, a prendere le lucciole, a giocare a nascondino, a fare i versi degli animali, a fare di tutto. Era diventato il nostro rifugio, è dove siamo cresciuti- raccontai un pó nostalgico del passato.
  -Invidio la vostra amicizia,  anch'io come ti avevo detto, avevo degli amici, anzi ero molto popolare sai? Tutti mi cercavano, tutti mi volevano, andavo alle migliori feste del quartiere, uscivo sempre, avevo molte ragazze in coda per uscire con me, anzi anche qualche ragazzo mi era alle costole. Insomma dopo quello che sai  è successo, li ho persti tutti- disse con un pó di malinconia. 
-Ma infondo non ho mai capito se volessero uscire con me per la mia "fama" o perchè semplicemente ero io-
-Se se ne sono andati loro, allora non hai perso niente, voglio dire, non erano veri amici, non credi?- sorrisi e lui ricambió dolcemente.
-Un migliore amico ce l'avevo e pure la ragazza avevo. Non so perchè mi hanno lasciato tutti e due, ero sicuro che il mio amico non mi avrebbe abbandonato, almeno lui avrebbe capito, e invece non glie nè importato nulla di me- 
-Mi dispiace, ma guarda il lato positivo, ora hai noi- 
Lui sorrise annuendo, ci guardammo per qualche secondo,  e come da copione mi ero perso nei suoi occhi che anche al buio luccicavano.  
 Lui spostó  un pò la testa per scorgere meglio qualcosa oltre la mia testa, il suo viso all'improvviso si illuminó ed allungó un braccio indicando quel qualcosa. 
 -guarda una lucciola- mi girai di scatto, mi alzai e mi avvicinai ad essa, misi le mani a coppa e cercai di prenderla ma lei scappò e mentre cercai di acchiapparla scivolai sui miei stessi piedi. 
Bella figura.
 Sentii la sua  risata fresca e cristallina rimbombare per il parco e il mio cuore perdere un battito. 
Mi alzai, ero ricoperto di foglie secche, mi pulii al meglio e mi andai a sedere  sconfitto. 
 -non c'è da ridere- ma lui continuava, e Dio, ma com' era bello?
Avrei voluto che non smettesse mai. Ma non fu così.
-scusami ma la tua faccia quando sei caduto era qualcosa di fantastico- ridacchiò piano.
Io sorrisi di nacosto.
 -okay ti perdono- dissi alla fine.
 -grazieee- disse ridacchiando. Rimanemmo un pó in silenzio ascoltando il suono della natura, avrei voluto abbracciarlo e accarezzarlo ma dovevo trattenermi, provai peró  ad alzare un braccio ed appoggiarlo dietro al suo collo, mentre lui stava toccando il terreno e stava spezzando in due una foglia. 
 A quel contatto smise subito di fare  quello che stava facendo e si irrigidí. Gli accarezzai la spalla per tranquillizarlo, lui si giró verso di me, mi guardò e mi sorrise, le sue spalle iniziarono a rilassarsi e per mia sorpresa appoggiò la testa sulla mia spalla. 
Mi sentii come un'eroe, un vincitore.
Sorrisi felice a quel nuovo contatto.
I suoi capelli mossi fregavano delicatamente, quasi sfioravano il mio collo dandomi un piacere infinito. Lo guardai di sott'occhio e vidi che stava sorridendo, i suoi occhi piano piano si stavano chiudendo.

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Capitolo 9
*** Sorprese inaspettate ***


Pov Louis 
Eravamo stati molto tempo  in quelle posizioni, potevo sentire perfettamente il suo profumo di vaniga ed era come stare in paradiso. E poi quel parco che ispirava pace, il fragile vento di settembre si faceva sentire, menomale che c'era Harry a riscaldarmi.
-Che ore sono?- chiese poi il riccio con voce mezza addormentata.
Diedi un'occhiata all'orologio di mio padre che portavo al polso.
-Dieci e mezza- risposi richiudendo gli occhi.
-Andiamo a casa?- chiese giocando con una foglia secca. 
Annuii per poi spostarmi da lui che mi aiutò a sedermi sulla carrozzina.
-Grazie-
Lui mi sorrise gentilmente.
-Figurati-
Piano pianco ci incaminnammo a casa, a quell'ora c'era poca gente per strada, soprattutto perchè non eravamo in pieno centro.
-Eleonor che faceva stasera?- chiesi per spezzare il silenzio.
-Leggeva, non so se lo sai ma è una fanatica di Harry Potter e adesso sta leggendo il quinto libro-
-Adoro Harry Potter, ho visto tutti i film ma i libri non li  ho letti nemmeno uno- risposi un tantino imbarazzato.
Lui sorrise.
-Anchio non ho letto nessuno di quei libri, i film tutti perchè lei mi trascinava al cinema quando c'erano- raccontò lui gesticolando.
Arrivammo a casa subito dopo, era priopio vicino al grande parco.
Anna stava guardando un programma televisivo e dalla sua espressione addormentata potevo percepire che si stava annoiando.
Ci salutò sorridente.
-Dove siete stati?- chiese calma.
Guardai Harry per far rispondere a lui.
-Al parco qui vicino sai. Senti, stavo pensando, dove dorme Louis?- chiese guardandoci tutti e due pensieroso.
 -Non credo che tu possa dormire sul divano, è troppo stretto e puoi cadere, come si fa?- 
rispose Anna guardandomi pensierosa anche lei.
-C'è la stanza di mio padre, potresti dormire lí- consigliò Harry.
Io annuii, per me qualsiasi stanza andava bene.  
- A me va benissimo- 
-Perfetto, tanto anche il bagno è a due passi se hai bisogno- continuò Anna.
Annuii sorridendo.
-Grazie mille-
- Harry lo accompagni te su?- 
lui annuí guardando in basso.
-Bene, Louis se hai bisgno di qualcosa basta urlare il mio nome o anche quello di Harry, va bene?- sorrise cordialmente.
-Certo grazie- 
-Bene, buonanotte ragazzi-
  mi lasciò un buffetto sulla guancia e baciò quella  di Harry poi salí le scale. -Andiamo Louis ti accompagno su!- disse impacciato mentre si avvicinava a me.
Sorrisi teneramente.
-Mi prendi in braccio?- chiesi sottovoce.
Harry ridacchió.
-Hai altre alternative per salire le scale?-
Io risi.
-Okay andiamo- dissi, alzai le braccia verso di lui in modo che lui si potesse avvicinare di più. 

Si abbassó su di me e mi tiró su prendendomi da sotto i ginocchi, mi aggrappai al suo collo,  come si portavano le principesse. 
Mi veniva da ridere, lui era diventato un peperone e non capivo se fosse per lo sforzo o perchè era imbarazzato.
Inizió a salire i gradini lentamente ed io iniziai a ridere nel vederlo così impacciato nei movimenti.
-Spiegami perchè ridi- disse lui concentrandosi sui gradini per non cadere.
Sorrisi allegramente e appoggiai la testa sul suo petto. 
Aspirai il suo calore e il suo profumo, era cosí dolce.
-pesi sai?- continuó lui serio.
Ridacchiai.
-Sei così serio- dissi guardando il suo profilo perfetto, poi, per la prima volta da quando ero in braccio a lui mi concentrai sui gradini.
-Ti vorrei ricordare che se metto un piede sbagliato rotoliamo tutti e due giú e non gradirei spaccarmi l'osso del collo a quest'età- 
Rispose lui ancora rosso in viso.
-Oh scusa- e  appoggiai nuovamente la testa sul suo petto rilassandomi.
Com'era possibile che quando stavo con lui mi sentivo cosí protetto, cosí bene e così libero?

Arrivati al piano superiore aprí la stanza di suo padre con il gomito e mi posó delicatamente sul letto.
-Ecco, ora ti porto la carrozzina, aspetta-
disse scomparendo al piano di sopra, poverino non stava un attimo fermo.
Risalì velocemente.
-Eccoci qua, tutto apposto?- mi guardó  con il fiatone, ridacchiai.
-Io sto bene, ma te ti devi dare calmata, sei sudato!- gli feci notare.
-No, no, no! Sto bene, ora vado a dormire, ti serve qualcosa? Dell'acqua? Ah ma vedo che ce l'hai sul comodino, il pigiama è sotto il cuscino, se vuoi andare in bagno ti accompagno anche ora eh, basta dirmelo e la luce del comodino funziona? No sai perchè a volte si incanta e non si accende e...-
-Harry ho tutto grazie- lo interrompei, era maledettamente agitato.
-Vai a dormire grazie- dissi tranquillo.
Lui annuì.
-Sicuro?-
Risi.
-Vai Harry! Sei stanco su!- gli feci segno di andarsene.
Lui sorrise per poi avviarsi all'uscita della stanza.
-Allora 'notte Louis-
-'Notte Harreh- lo salutai con un mano e quella sera mi addormentai pensando a lui.



Pov Harry 
Era passata già una settimana da quando eravamo andati al parco e Louis aveva imparato a lavarsi da solo , ad apparecchiare, a sedersi sul divano da solo ma tranne a salire le scale, ovviamente.

Ma a parte quello, era diventato piú indipendente, sapeva controllare ogni suo movimento e tutti i giorni andava dal fisioterapista.
Peccato peró che la sua situazione non era molto migliorata, ma c'era da aspettarselo.

Erano passate solo due settimane e mezzo dall'incidente.
Di tempo, ce ne voleva ancora.
E certe volte lo ritrovavo seduto con la testa china in un angolo della sala.
Sembrava che stesse  pregrando o addiruttura che stesse piangendo.
Ma alla fine scoprivo che non stava facendo nessuna delle due.
Stava semplice aspettando un segno, un movimento da parte dei muschili delle gambe.
Un movimento che non arrivava però,  e questo a volte, faceva intristere Louis, al tal punto da non spiccicare più una sola parola, nè a pranzo, nè a cena.

Odiavo vederlo triste.
Con il tempo avevo imparato a conoscerlo, e sapevo che lui non era cosí, lui era un tipo allegro, spensierato, divertente e furbo.

Mentre la maggior parte del tempo si trasformava in qualcuno che non era lui, in qualcuno di cupo, triste e freddo.
Inoltre era un tipo lunatico.

Passavamo ore a ridere e scherzare e qualche volta riuscivo anche ad abbracciarlo, mi lasciava spingere la carrozzina e quando mi andava iniziavo anche a correre facendolo diverterire.
 Ma poi improvisamente si assentava entrando nel suo mondo, diventava distratto, scontroso e freddo.
Non voleva più farsi toccare e voleva essere lasciato solo.
Capivo che c'era qualcosa che lo turbava, non poteva cambiare umore cosí velocemente.

E mi ritrovavo sempre a pensare se il suo cambio d'umore fosse per opera mia, ripensavo ai gesti o alle frasi che in qualche modo lo avrebbero potuto fare arrabbiare o farlo intristire.
Ma non trovavo mai una vera e 
propia motivazione.

Quella mattina si era alzato tardi Louis, mentre io alle otto ero già in piedi.
Ero un tipo mattiniero io, al contrario  del mio amico Louis.

Ero seduto a fissare il televisore, non riuscendo a trovare un canale decente.
In effetti a quell'ora non c'era mai roba  cosí ecclatante in tv.

Cambiai per la decima volta canale ritrovandomi un video musicale dei Backstreet Boys, che stavano cantando "I want it that way"
Sorrisi, era la mia band preferita. 
Iniziai ad ascoltare con cura quella canzone, sentita e risentita che ormai sapevo a memoria, parola per parola, ma a me non importava perchè non riuscivo a stufarmi di riascoltarla, era sempre come se la sentissi per  la prima volta.

Sentii qualcuno avvicinarsi a me da dietro il divano.
-Harry- la voce mattiniera di Louis mi fece sussultare dal divano.
Ma non mi girai, ero troppo incantato ad ascoltare la canzone.

Sentii la sedia a rotelle muoversi superando il divano, vidi Louis girarsi per guardarmi.
-Harry- richiamò.
Ma  i mie occhi erano incollati al televisore, quel video mi faceva sempre emozionare, e quella canzone...
-Ok, volevo dirti una cosa  ma visto che non mi consideri... Ciao-
Disse sbuffando, ritornó indietro.
Scossi la testa come se fossi stato risvegliato da qualche spirito maligno. 
Si, ero propio pazzo. 
Mi accorsi che Louis stava per uscire.
-No- gridai, mi alzai di scatto e lo seguii.
Mi voleva dire una cosa.
Bè in fondo, quella canzone la potevo risentire un'altra volta,
 Louis mi doveva dire una cosa e di certo era piú importante.

Mentre stava per uscire mi parai davanti a lui bloccandogli la strada.
 -Scusa Louis, scusami- dissi mostrandogli una faccia innocente.
-Spostati o ti arroto- disse duro, lo sguardo arrabbiato e offeso. 

Ma io mi misi in ginocchio davanti a lui, con le mani incrociate 
-Eh dai Louis come sei permaloso, ero preso ad ascoltare una canzone della mia band preferita.-
Lui non rispose, e con fare di superiorità si guardò le mani  e le unghie.
 -Sai questa carrozzina ha un pregio incredibile, ti può schiacciare i piedi in meno di tre secondi- 
disse non considerando le miei scuse,  sorrisi divertito.
 -Lo so che non lo faresti- dissi alzandomi, lui mi guardò con un viso da sfida.
-Tu credi?- detto questo avanzò verso di me, io mi scanzai ridendo.
 -Okay, lo fai, ho visto- 
A quel punto mi mostró il suo sorriso.
Quel sorriso che mi faceva perdere la testa.
Mi abbassai al suo livello.
 -Allora, cosa volevi dirmi di cosí urgente?-  
chiesi più  dolcemente del solito, e poi boh,  il cuore mi iniziò a battere forte, ma già sapevo che dovevo scacciare quel maledetto pensiero dalla mia testa, sapevo di starmi illudendo. 
Lui  sorrise e poi...
-Avvicinati- 
A quelle parole il calore sulle mie guance aumentò ma feci come aveva ordinato, mi avvicinai al suo viso , potevo benissimo intravedere ogni sfumatura di blu in quegli occhi da quella distanza.
Lui però spostò la sua bocca verso il mio orecchio.
 -Stamattina mentre mi sono svegliato, una delle mie gambe si è mossa- 
mi disse a bassa voce, non potei fare a meno di sorridere, mi allontanai dal suo viso.
-sul serio Louis?-
 - si-
Sorrisi ampiamente, appoggiai le mani sulle sue ginocchia.
 -Allora questo è un segno che le tue gambe si muoveranno di nuovo Louis!- affermai, lui annuii velocemente
 -lo so, Harry sono troppo felice! - disse sorridendo e battendo le mani, assomigliando tanto a un bambino.
-Anchio per te. Ti rendi conto Louis? Potrai camminare di nuovo!- dissi sorridendo.
 -Harry voglio provare- disse poi a bassa voce. Lo guardai come se fosse pazzo. Cosa?



Pov Louis 
Ció che mi era capitato quella mattina era stato qualcosa di bellissimo.  
Insomma, le mie gambe si erano mosse, le avevo risentite. 
Che sensazione...
Ma  appena dissi ad Harry che volevo provare  ad alzarmi in in piedi mi guardò come se fossi pazzo. 

-Cosa c'è? Ti prego Harry voglio provare ad alzarmi- 
ammisi eccitato, lui scosse la testa e si alzò. 
-Louis capisco che tu sia felice perchè una gamba ha fatto una mossa, ma devi aspettare ancora molto, la terapia sta facendo effetto ed è bello, ma devi ripeto, devi  aspettare- spiegó calmo, ma io ero troppo felice e solo l'idea di stare in piedi mi faceva  eccitare e fu per questo motivo che non badai a quello che aveva appena detto.
 -Harry che ti costa a te?- chiesi implorandolo con lo sguardo, scosse la testa contrariato.
 -Ti puoi fare male Louis-
 sorrisi.
-Ma se mi terrai le mani, non mi farò niente- 
mi scrutó con lo sguardo.
 -Louis- disse con voce indecisa.
 -Ti prego Harry- continuai sporgendomi verso di lui. 
 -Non fare quella faccia- disse a voce bassa Harry sorridendo, risi.
-Perfavore-
Harry accennó un sorriso e annuì lentamente.
-Ok mi hai convinto- disse.
 Il mio sorriso si allargò, se avessi potuto saltare dalla gioia, l'avrei fatto. 
Lui si avvicinò e con timidezza e goffaggine mi prese le mani, alzai lo sguardo su di lui e vidi che stava arrossendo, nascosi un sorriso e distolsi lo sguardo.
 -Allora io conto fino a tre e poi ti tiri su, ma se non ci riesci, non c'è problema, basta che mi avverti- disse, io annuii, sospirò profondamente.
-Okay.. Uno, due...- 
chiusi gli occhi pronto ad alzarmi. 
 -Tre- disse secco, i muscoli delle gambe si attivarono e con tutta la forza che avevo in corpo mi alzai di scatto. 
Oh cazzo, stavo in piedi.
Lui stringeva ancora le mie mani, alzai i miei occhi pronto ad incontrare i suoi.
Mi sorrise sincero ma non feci in tempo a ricambiare  che sentii le mie gambe farsi fragili, i muscoli stavano cedendo tutto d'un colpo, guardai in basso.
 -Harry- urlai barcollando.
Lui  prontamente mi  afferrò da sotto le braccia e io caddi su di lui, ero abbastanza vicino da sentire  il suo cuore pompare più veloce, davvero si era  spaventato così tanto anche lui?
 Mi rimise a sedere sulla carrozzina e io abbassai lo sguardo sconfitto.

Erano stati solo pochi secondi, ma erano stati abbastanza lunghi da farmi credere di poter ritornare a camminare.
 -Sei stato bravo Louis- mi incoraggiò con un sorriso.
 -È solo che ci vuole tempo-  mi stropicciai gli occhi,  stetti in silenzio con lo sguardo verso terra.
 -Louis?- mi richiamò Harry che si era inginocchiato davanti a me.
 -Louis guardami- disse, alzai lo sguardo e una lacrima scese, non la potetti controllare. 
 Quando  la notò poggiò il pollice sulla mia guancia per scacciarla via.
Sospirò.
   -Louis non ti devi abbattere cosi. Lo hai visto con i tuoi occhi che stai in piedi, solamente che  
le tue gambe non sono ancora pronte. Ma ti giuro che tu tornerai a camminare un giorno-
 singhiozzai e sensa pensare mi fiondai contro il suo petto, lo sentii sobbalzare dal gesto inaspettato.
Sistemai le mie  braccia intorno al suo collo sentendomi al sicuro, protetto così,  lui si avvicinó ancora e appoggiò il viso sulla mia spalla. 
-ti voglio bene- mi disse piano ricambiando l'abbraccio.
Sorrisi debolmente.
-anch'io- poi ci staccammo e si alzò, sembrava imbarazzato.
-Non ci pensare a questa cosa okay? Andrà tutto bene- annuii.
 -okay- 



Pov Harry 
Si certo che gli volevo bene, anzi forse qualcosa di più, ma non aveva importanza perchè anche lui mi voleva bene ed io ero felice. 
Non m'importava se lui non ricambiava i miei sentimenti, forse un giorno l'avrebbe fatto o forse mai.
Ma infondo io volevo solo vederlo felice.
 Squillò improvvisamente il citofono. Corsi verso la porta ed aprii.
Sbiancai di colpo, una fitta al cuore o forse cento, non poteva essere lui.

-Harry- urlò festoso mio padre allargando le braccia verso di me, mi abbracciò  ed io mi irrigidii non ricambiando il suo abbraccio.
Mi staccai infastidito.
-Che cavolo ci fai qui? Non dovevi essere a lavoro?- sputai incavolato.
Lui ridacchió, non sarebbe cambiato mai.
-Lo sai figliolo che mi piace fare le sorprese-
-Lo so molto bene, la sorpesa di farti trovare a letto con un'altra che non era mamma ti è piaciuta molto, tranne a me e alla mamma. Non amiamo molto le tue sorprese-  lo attaccai.
Il suo sorriso sparí, si sistemó la cravatta a quadri grigi che indossava da anni ormai, ed era di una tristezza assoluta.
Si schiarì la voce leggermente imbarazzato.
-Harry... Sono venuto solo a trovarti-
-Potevi pensarci prima. Sono due mesi che non ti vedo, non puoi venire quando ti pare qui-
-È mia questa casa, ci vengo quando voglio-
 disse facendo un passo verso di me per entrare nell'ingresso.
-La prossima volta allora risparmiati di farmi le sorprese e assicurati di venire quando non ci sono io- 
Dissi diventando rosso dalla rabbia.
-Smettila di attaccarmi, ti prego-
Disse con quella voce da finto dispiaciuto che usava sempre con me.
-Se non ci vediamo molto è colpa del mio lavoro, non perchè io non voglio vederti- 
Distolsi lo sguardo, non credevo ad una sola parola.
-Si certo- 
-Oh Max, ciao- disse mia nonna sbucando dalla cucina.
Nemmeno lei lo  amava, Eleonor e Niall non lo potevano vedere, mia sorella Gemma l'ultima volta che l'aveva visto gli ha sputato in un occhio  e con mia mamma non si rivolgevano la parola da due anni ormai.
Insomma era un uomo molto apprezzato.
-Cara Anna  come sta?- 
-Bene, grazie, è di passaggio?- chiese lei diventando piú distaccata.
-Purtroppo si, volevo solo passare un pó di tempo insieme a mio figlio-
Rotai gli occhi, quanto era falso.
Mi posó una mano sulla spalla.
-Sei cresciuto-
-Già, sai com'è non c'è solo lo sviluppo economico, c'è anche lo sviluppo adolescienziale, è normale che tu sia sopreso nel vedermi cresciuto, se non fosse così sarei andato già da un medico per assicurarmi che vada tutto bene e tu ovviamente non ci saresti stato alla visita perchè saresti stato troppo occupato con i tuoi calcoli economici, giusto?- dissi aspro.
Lui abbassò lo sguardo.
-Non dire così Harry, sicuramente non  lo fa apposta tuo padre- 
Intervenne nonna, cercando di tirarmi su il morale.

Annuii guardandola,
 non ci credevo,
 a lui importavano solo i soldi,
 essere ricchi sfondati era la regola numero uno per vivere bene, 
essere donnaiolo era la seconda 
 e lasciare i propi figli da soli era la terza.
Ma non volevo litigare, era ancora presto per potergli mollare un bel cazzotto sul naso. 
Respirarai a fondo.
-Okay- dissi piano. 
Lui alzó lo sguardo speranzoso e mi sorrise.
-Scusami Harry, voglio solo passare del tempo con te-
Bugia.
Per lui ero solo un giocattolo, un peso, qualcosa  in piú, qualcosa di cui se ne voleva disfare.
Annuii ancora impassibile.
-E quello chi è?- disse indicando Louis che stava in salotto a guardare la televisione.
-Emh, un mio amico- risposi.
Lui sorrise spavaldo e si diresse in salotto.
-Salve- trilló mio padre parandosi davanti a lui.
Louis sobbalzó sorpreso ed  arrossì di colpo.
-Salve- rispose incerto, si stava forse chiedendo chi cavolo fosse quell'uomo in giacca e cravatta?
Andai verso di loro.
-Ehm, Louis questo è mio padre Max-
Lui mi guardó poi giró  lo sguardo verso mio padre  e arrossendo ancora disse:
-Oh scusi, non sapevo, insomma... io sono, Louis- 
Mio padre rise di gusto per la sua goffaggine e imbranatura nel presentarsi.
Poi allungó la mano verso di lui.
-E io come ti ha detto Harry, sono suo padre. Mi fa piacere che tu sia amico di Harry, almeno non è da solo- 
Avrei potuto   vomitare lí davanti a tutti,  vicino al divano, ma decisi di trattenermi. 
Non lasció ripondere a Louis perchè subito si giró verso di me.
-Harry caro, vuoi passare questa giornata in mia compagnia? A fare una giratina?- chiese con quella sua voce da menefreghista e falsa.
Notai mia nonna dalla cucina farmi segno di accettare l'offerta, voleva solo che andassimo d'accordo.
Sospirai, avrei accettato solo per lei.
Anche se sapevo benissimo che non sarei mai andato d'accordo con lui, ma infondo di chance gliele avevo date tante e bè, questa non era solo che una in piú della  lunga lista.
Annuii sconfitto.
-Va bene- dissi abbassando lo sguardo.
Lui ridacchió.
Sarebbe stata una giornata molto faticosa e difficile...








Allora intanto per cominciare scusatemi per il clamoroso ritardo, avrei dovuto aggiornare molto tempo fa ma ho avuto problemi con la scuola ecc....
Spero di riuscire a riaggiornare presto il prossimo capitolo e spero, come sempre, che questa storia sia di vostro gradimento!
Fatemi sapere qualcosa riguardo a quest'ultimo capitolo, se ci sono errori o se comunque procede tutto bene e niente, alla prossima! :D

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Capitolo 10
*** SOSPESA!!! ***


QUESTA STORIA VERRÁ SOSPESA PER MOTIVI DI ORGANIZZAZIONE , TEMPO E PER LE TROPPE RECENZIONI NEGATIVE RILASCIATE. PER MOLTI INFATTI È RISULTATA UNA STORIA BANALE, TROPPO CLASSICA E SCRITTA MALE. HO DOVUTO QUINDI SOSPENDERLA ANCHE PER QUESTI MOTIVI E MI SCUSO PER GLI EVENTUALI ERRORI GRAMMATICALI TRALASCIATI NEI CAPITOLI PRECENDENTI. SPERO CHE CAPIATE, UN BACIO, E SESSO LARRY.

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