Il giardino dei miracoli

di AHermes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Altalene ***
Capitolo 2: *** Occhi in burrasca ***
Capitolo 3: *** Terra deserta ***
Capitolo 4: *** Il pescatore ***



Capitolo 1
*** Altalene ***


ALTALENE



Le altalene sono ormai vuote,
dimenticate sul prato,
che dondolano
stridulanti e senza riposo:
non fummo forse noi, un tempo,
a sfrecciare di su e di giù nel vento?
Bevitori assetati d'amore 
e guerrabondi, noi siam stati.
D'anno in anno sempre più arrembati.
Le catene rugginose cigolano,
come uccelli crocifissi
su degli alti pioli di ferro.
E le frasche, ad una ad una
intonano il coriaceo canto d'inverno.
Le stelle escono dalle buie stanze
ove giacciono nell'universo
e tu dormi, dolcemente tu dormi
ignara di quel che noi 
fingemmo d'esser stati
un giorno.

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Capitolo 2
*** Occhi in burrasca ***


OCCHI IN BURRASCA



Lascia ch'io sia la goccia di luce
ch'empie i tuoi occhi in burrasca
o quell'irrefrenabile risacca
che scuote la foresta piumata
dei tuoi piú tenebrosi pensieri.

Nei fili setosi della tua ragnatela
io respiro, mi divincolo, sorrido.
Prigioniero di streganti chimere
ascolto le impersuadibili sirene
che mi nauseano coi loro canti.

E le tue implorazioni ululanti
squarciano la tela dell'orizzonte
e intorbidano il mare d'orrore,
quali parole posso udir giammai
che poi non fremano morenti?

Ho visto dei lunanti balenieri
navigar nei tuoi occhi dirupanti, 
fra le creste spumeggianti
che s'agitano senza tregua
nelle tue vertiginose profondità.

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Capitolo 3
*** Terra deserta ***


TERRA DESERTA



Nel cielo ammalato svetta
il mostruoso alveare,
onde le apicelle, all'albeggiare,
bersagliano la livida organza
del pianeta.

S'accasca il sol leone
e squaglia il casàle grigiorame:
fumigano le ciminiere, urlano
le beduine forze del male
in questa terra deserta di vite.

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Capitolo 4
*** Il pescatore ***


IL PESCATORE



Veglia insonne la scogliera,
mentre v'impazza l'onda
aliena, e il mare scalcia i flutti
che incalzano la barca.
Un pescatore issa la canna:
aspri solchi sul viso, illividite
le dita e insalsate dall'esca!
Le case sulla terra argillosa
scivolano come in un sogno,
ove il settentrione s'infossa.

Rigide le mani del pescatore,
e sgranocchiati ha i polsi
dall'ostro del Sud; gagliardo
eroe di maree e di rovesci,
agguanta la sardina e la triglia
fra le piume dei beccapesci,
e le assonnate moscacce
che fanno a gara per la cena.

Minacciosi nembi rissano
nel cielo infuocato d'Agosto,
e rossi frammenti d'occaso
imporporano i monti e la prua
(un salmastro balenio
emerso dai marini anfratti
accende il silenzio profondo,
in cui lieve si sente crepitare
solo il tremito dell'amo).

Scompare il gozzo volandiero
con la carena che schiuma, e
la rete aggrovigliata sulla cima:
un fosco ruggito di motore,
poi il greve odor delle prede
si muove; gira e rigira perpetuo
nel mulinello dell'acque:
che di qui passò il pescatore
c'è chi ne parlò e chi ne tacque.

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