Acqua, Fuoco, Aria, Terra o...

di Lene4
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Che le danze abbiano inizio: Terra; ***
Capitolo 3: *** Ed ora la volta dell'Aria.. ***
Capitolo 4: *** Lago d'Ombra ***
Capitolo 5: *** L'Acqua è la sua forza. ***
Capitolo 6: *** Calda come un vero fuoco. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


PROLOGO:
Delle ragazze si ritrovarono sedute nello stesso posto allo stesso orario, non capendo il perché. Così passarono il tempo guardandosi di sottecchi, cercando di capire il perché si trovassero tutte lì, oltre al fatto che non si erano mai viste prima. Cosa potevano avere in comune in quel momento?
Non lo sapevano, ma intuivano che l'avrebbero capito con il passare del tempo... perché sì, loro cinque si sarebbero incontrate molto più spesso di quel che potessero pensare.



Angolo autrice:
Un prologo troppo corto, no? Non vi preoccupate, solo questo e i prossimi cinque capitoli non saranno tanto lunghi! Dopo inizierà la vera storia e tutti gli intrecci.. spero possa piacervi.
Un bacio,
'Lene

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Capitolo 2
*** Che le danze abbiano inizio: Terra; ***


TERRA
 
Guardò il Cielo dalla finestra tristemente. Non era abituata ad una assenza così lunga del padre, era partito da quasi due settimane e le aveva promesso che sarebbe tornato per quella notte, la notte del 18 Dicembre. La notte del suo tredicesimo compleanno. La madre era morta quando lei aveva ancora sette anni, il padre era diventato la sua unica guida: era come l'ossigeno per lei. Due settimane prima era partito per una commissione e aveva lasciato la sua "bambina" da un amico, ma lei, per quella notte, chiese all'amico del padre di poter andare ad aspettarlo in casa. 
Così, quel diciotto Dicembre, alle cinque del mattino, una bambina era in casa ad aspettare il proprio padre sveglia.
Dalla morte della madre non aveva più pianto, era diventata una bambina allegra e piena di energia - anche perché sapeva che il padre era a pezzi e lei non voleva essere un peso. Fino a quel giorno rese le giornate del padre una totale allegria, e lui faceva lo stesso per lei. Cercavano di dimenticare il passato e la maniera brutale in cui avevano perso la rispettiva moglie e madre, cercavano di vivere per il meglio trovando sempre un modo diverso per rallegrarsi. 
Marlene era persa tra i suoi pensieri quando, finalmente, sentì qualcuno bussare ripetutamente alla porta. Pensò subito che fosse il padre e si catapultò alla porta. La aprì: un uomo alto e grosso la fissava con occhi tristi e lei aspettò silenziosamente che le dicesse qualcosa.
Vide che il signore non si muoveva e che restava a fissarla, così inarcò un sopracciglio.
« Ehm... »
Disse perplessa per il comportamento dell'uomo. Quello, d’altra parte, non contribuiva spiegandosi, ma continuava a fissarla.
Presa d'impulso, poggiò la mano intorno alla maniglia della porta e provò a chiuderla di scatto, ma lo sconosciuto mise un piede tra lo stipite e la porta e sospirò.
« Sei tu Marlene McKinnon, figlia di Joseph McKinnon? »
Disse tristemente, sapendo già la risposta. Lei annuì lentamente, aveva capito fin da subito che qualcosa non andava, anche se non voleva crederci. Fece entrare l'uomo e aspettò che parlasse, anche se avrebbe preferito che non l'avesse mai fatto.
« Tuo padre è morto. »
L'uomo sputò via quelle quattro parole come se non avessero nessun peso, come se la scenetta compassionevole di prima fosse solo una messa in scena e, per Marlene, arrivarono come un getto d'acqua ghiacciata in faccia. Dopo successero varie cose: una liana comparve dal soffitto, si attorcigliò intorno all'uomo e iniziò a stringerlo sempre più forte; lei si trovò a terra e non ricordo neanche quando fosse caduta o si fosse buttata, e accovacciata incredula. La Terra continuava a tremare, o era lei forse? No, era la Terra insieme a lei, due forze unite. Non sapeva cosa stesse succedendo, tutto intorno a lei era confuso e debole. Tutto era strano, a suo parere. Doveva calmarsi e anche la Terra doveva, ma non riusciva a fare niente, neanche alzarsi o a pensare lucidamente. 
Chiuse gli occhi e vide l'immagine di suo padre allegro, che le regalava uno dei suoi sorrisi più belli. Tutto si fermò. E lei iniziò a piangere, una seconda volta in vita sua. Non aveva tempo per pensare al movimento della Terra causato da lei, all'uomo morto da una liana apparsa dal nulla nel mezzo del soffitto o al casino in quella stanza.
Si alzò con occhi vitrei e si avviò nella stanza del padre, prese uno dei suoi pigiama e lo indossò. Si coricò nel letto e si fece abbracciare dal profumo di quel letto che sapeva di casa.


Angolo Autrice:
Ed ecco a voi il primo "capitolo", voglio assolutamente sapere cosa ne pensate! Speriamo bene, dai.. 
Un bacione,

'Lene.

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Capitolo 3
*** Ed ora la volta dell'Aria.. ***


ARIA

Per Gwen iniziava un nuovo giorno, o la fine di una giornata diversa. Finalmente avrebbe iniziato l'accademia e avrebbe iniziato a controllare il suo potere. Era molto felice, aveva aspettato da molto quel giorno e finalmente era arrivato. Così quella mattina si svegliò presto e si preparò velocemente. Quando fu del tutto pronta, andò in cucina e rimase a fissare la scena. La madre, Julia, era seduta e la guardava nervosamente e le contraccambiò l'occhiata accigliata: sbatteva lentamente le dita sul tavolo e la guardava tristemente. La donna sapeva da quanto la figlia volesse iniziare l'accademia ma, proprio quel giorno che finalmente avrebbe potuto avverare il sogno della sua bambina, qualcosa non andava.
Gwen si avvicinò lentamente al tavolo e si sedette di fronte la madre.
« 'G-giorno... »
Disse timidamente. Julia fece un respiro profondo e iniziò a parlare lentamente, come se non volesse condividere con lei un segreto prezioso e grande. Grande sì, ma non prezioso.
Le spiegò che il padre le abbandonò quando era al settimo mese di gravidanza e le spiegò che per lei il padre era morto, per questo aveva inventato la morte del padre. Lei le chiese, cercando di mantenere la calma, il perché di quella rivelazione proprio quel giorno e quello che le disse fu la risposta cruciale.
Il padre voleva tornare e passare a prendere sua figlia, voleva passare con lei il tempo perso e aveva mandato una lettera alla moglie spiegandole il perché della sua "scomparta".
Ma ormai, Julia, aveva deciso: sarebbero andate via da quel posto e avrebbero vissuto da qualsiasi altra parte. Parlava a raffica e le spiegava i programmi e Gwen non resistette. Si alzò in piedi di scatto, la madre volò e sbatté al muro, il suo corpo inerme si accasciò a terra e lei pensò di essere in mezzo ad un ciclone. Si guardò e c'era, in effetti, un ciclone e lei era in mezzo. Rimase basita. Voleva che tutto si fermasse e si fermò di colpo, lei cadde a terra e si rannicchiò. Mille domande iniziavano a vorticarle in testa - o a martellarle? In verità, qualcuno bussava alla porta ripetutamente e quando se ne accorse si alzò piano.
Aprì la porta e inclinò la testa: un uomo dai capelli biondi e gli occhi color ghiaccio era fuori e, appena la vide, l'abbracciò riconoscendola: in viso era la fotocopia della madre, i capelli e gli occhi li aveva presi dal padre.
Lei si fece abbracciare e stringere da quelle possenti braccia, si fece avvolgere dal calore e sentì una lacrima scenderle lentamente.
Quando si staccarono il padre entrò in casa e osservò la scena, senza fare domande la prese dolcemente dalla manina e la portò via da quella casa per chiudere alle spalle quel brutto ricordo.


Angolo Autrice:
Eheh, ecco il secondo capitolo! Credo che dovrei pubblicarli con più calma, ma sono quelli pronti! Gli altri li pubblicherò sabato\domenica... Spero vi piaccia anche questo (anche se non so se l'altro vi sia piaciuto....)
Ma ehi, non mi interessa... questa cosa è divertentissima e continuerò a farla!
A presto,
un bacione,

'Lene.

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Capitolo 4
*** Lago d'Ombra ***


Leggenda Lago d'Ombra
 
Nel Lago d'Ombra,
scuro di colore,
nessuna persona
riuscirà a vedere
il riflesso*.
La paura di cadere,
era troppo grande,
non si capiva cosa
ci fosse infondo.
I bambini giocavano
intorno con molta 
attenzione, con la
paura di
non tornare.
Nel pomeriggio,
di un giorno qualsiasi
una ragazza ce la farà.
Capirà,
non credendoci,
di avere un potere 
diverso, speciale.
Cosa succederà 
non si sa, ma
presto si vedrà.


 
Angolo Autrice:
So che non dovevo farmi vedere fino a sabato, ma scrivendo il terzo capitolo mi è venuta l'idea di questa legenda che ha a che fare con esso. Spero vi piaccia e spero di tenervi sulle spine! 
Un bacione,

'Lene.

P.s. Grazie a chi ha iniziato a leggere questa storia e grazie a chi ha già recensito!

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Capitolo 5
*** L'Acqua è la sua forza. ***


ACQUA
 
Era il 23 Agosto di un’estate molto calda, Amber osservava le persone che si rilassavano sul prato e i bambini che giocavano accanto al Lago d’Ombra: lo guardavano curiosi cercando di capire il perché dell’assenza delle loro Ombre, del loro riflesso. E stavano attenti a non inciampare. 
Amber camminava in modo lento, quasi strascicato. Sapeva dell’esistenza della Leggenda e non ci credeva più di tanto. Forse era l’unica.
Nel suo paesino erano tutti speciali, tutti riuscivano a controllare il loro potere ma lei, oltre al non riuscire a controllare del tutto i suoi poteri, era la più speciale di tutti. A sua insaputa e a quella degli altri.
Lei camminava tranquillamente, i bambini continuavano a giocare e nella sua mente pensava che non ne poteva più di quella monotonia. In quel periodo estivo era tutto così uguale per lei e aveva bisogno di una nuova avventura, di potersi divertire e aveva bisogno anche di qualche amico..
Non poteva restare sempre vicino al Mare e “parlare” con la brezza marittima. Per questo quel giorno aveva cambiato posto e aveva deciso di andare vicino al Lago. Degli schizzi le arrivarono e lei, stordita, abbassò lo sguardo. Rimase scioccata per la scena. Uno dei bambini era caduto nel Lago. Voleva fare qualcosa per aiutarlo, ma non sapeva cosa. Si avvicinò di più, ma da quel punto non si mosse più e non fece niente per aiutare il bambino: era distratta da quel che vedeva.
Era il suo Riflesso. Sbatté più volte le ciglia incredula, pensava di vedere male… ma non era così. S’innalzò un onda, sopra ad essa c’era il bambino che poco prima era caduto e guardava tutto immobile, impaurito. Era rannicchiato, ma la cosa strana era che il bambino si trovava quasi dalla parte opposta dalla sua caduta. Pacatamente l’onda lo avvicinava al punto di caduta. Amber era sempre più vicina alla riva incantata. Le persone, invece, guardavano la scena senza fare neanche una mossa, erano impauriti da quella ragazza. Neanche la giovane ragazza riusciva a capire. 
« Venite a guardare…! » Disse un bambino dai capelli rossicci « Si vede il riflesso! Il suo riflesso!! »
Lei si risvegliò, come se si fosse trovata in uno stato di trance. Alzò il braccio e subito dopo lo ritirò e l’onda seguì il suo “ordine”, facendo scendere dolcemente il piccolo. Ci fu un attimo di silenzio, solo uno. 
Una donna si catapultò vicino ad Amber, che si era seduta vicino alla riva per osservare il riflesso. 
« STREGA!! Chi sei?! Sei venuta qui per sterminarci vero, PUTTANA? »
Sputò la donna che la prede dal braccio e la sollevò di forza. La giovane non sapeva cosa fare e, senza chiedere aiuto, un’altra onda si alzò e strinse la donna a sé, portandola nell’acqua e facendola affogare. Amber si accorse che era un suo pensiero, lei aveva pensato di fare quello… ma non aveva mosso un dito per farlo accadere.


Angolo Autrice:

Ecco a voi il capitolo sull'acqua! Prima di sabato dovrei pubblicare il capitolo del Fuoco e poi quello del quinto elemento... Avete un vaga idea di quale elemento possa essere? Fatemelo sapere e ditemi che ne pensate del capitolo! 
Un bacione,
'Lene.

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Capitolo 6
*** Calda come un vero fuoco. ***


Fuoco

Savannah, dai forti poteri del fuoco, guardò la scena soddisfatta. Aveva ucciso, sotto atroci sofferenze, lo “stronzo” del padre – come lo definiva lei.
L’aveva sempre trattata come se fosse una nullità e lei, finalmente, aveva preso la sua rivincita. Aveva convinto il padre a fare un’escursione nei pressi del Vulcano Brontolone: si sentiva pronta per attuare la sua vendetta e così l’attuò. Ora doveva solo spostare il corpo incenerito del padre nella lava e tutto sarebbe andato per il meglio: aveva organizzato tutto da più di una settimana. Non capiva solo come avesse fatto a tenere il sangue così freddo. Lei continuava a osservarlo adirata perché il padre continuava a fissarlo con occhi vitrei che sembravano volerla giudicare. 
Così, in un impeto d’ira, iniziò ad emanare del calore tanto forte da poter spostare tutto ciò che si trovava accanto a lei, compreso il corpo del padre che iniziò quasi a rotolare dalla potenza. Poi fermò il tutto, con molta – ma proprio molta – forze di volontà. Solo altri due passi e il corpo del padre sarebbe caduto nella lava… così si avvicinò lentamente, godendosi la scena per quei ultimi istanti. 
Prese un bel respiro e tirò un calcio al corpo inerme del padre, per far si che cadesse nella lava iniziò a calciarlo più volte. Il corpo cadde nella lava e a lei si stampò un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Oltretutto si era esercitata tutta la settimana per le lacrime finte, così iniziò come da copione a pensare alle cose che la rendevano triste. Le lacrime le scendevano copiose sul volto, le rigavano il visto che sembrava avesse lineamenti dolci… sembrava sconvolta. Lasciò le borse che avevano portato lei e il padre per l’escursione e iniziò a correre per andare al paese più vicino, Yosson.
Un uomo anziano, che era fuori a godersi la bella giornata, si avvicinò alla giovane appena la vide: gli sembrava molto dissestata e voleva aiutarla. « Che succede, bella fanciulla? » « Vi prego, vi prego, vi prego… AIUTATEMI!»
Iniziò a supplicare l’uomo. Così raccontò che era andata a fare un’escursione con il padre e lui era scivolato nella lavata in qualche strano modo, non sapeva come spiegarselo, e in quel momento lei era distratta e non riusciva a capire bene cosa fosse successo. Così insieme al signore anziano si avviò nel luogo del crimine. 


Angolo Autrice:
Grazie a tutti quelli che hanno letto e hanno recensito! Spero che anche questo capitolo vi piaccia.. Scusate se sono troppi brevi questi capitoli, ma prometto che i prossimi saranno più lunghi e molto più belli.
Un bacione,
'Lene.

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