Compagni di scuola di Alphacent (/viewuser.php?uid=36623)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rette, equazioni e...sorrisi ***
Capitolo 2: *** Sveglie, compiti, scommesse: che vita faticosa ***
Capitolo 3: *** Se fai una promessa, la devi mantenere ***
Capitolo 4: *** Quel mio stupido orgoglio ***
Capitolo 5: *** K.O. a fine giornata ***
Capitolo 6: *** Filosofeggiando un po' ***
Capitolo 7: *** Please accept my apologies ***
Capitolo 8: *** In balia degli ormoni ***
Capitolo 9: *** Una giornata sotto effetto di febbre ***
Capitolo 10: *** Risposta immunitaria ***
Capitolo 11: *** Galeotto fu il telecomando quando Full Metal Jacket ispirò amore ***
Capitolo 12: *** My Little Panda ***
Capitolo 13: *** Un pezzettino del suo mondo ***
Capitolo 14: *** Gusto Cioccolato ***
Capitolo 15: *** Due passi indietro e uno avanti ***
Capitolo 1 *** Rette, equazioni e...sorrisi ***
Salve a tutti, questa è la prima FF che pubblico su questo sito, spero vi faccia almeno un po’ sorridere! Volevo solo dire che anche se i personaggi sono sempre quelli, saranno un po' OC, e dato che non conosco le materie che si studiano in Giappone, fate finta che i protagonisti seguano scuole italiane, con il nostro programma di studio. Aspetto critiche o comlpimenti, e anche se è solo il primo capitolo spero comunque vi incuriosisca!
Non ho ancora trovato un titolo che mi piaccia, quindi se avete qualcosa da proporre ben venga!
Vi lascio al capitolo, buona lettura!
Capitolo 1: Rette, equazioni e…sorrisi
Mi dicono che sto sempre sulla luna, che mi incanto, e che divago.
Mi dicono che sono distratta! Io!? Distratta! Ah, questa è bella!
Un persona come me, distratta!
Ok forse non sarò capace di dirvi che diavolo stia dicendo quel tipo alla lavagna che altri non è che il mio professore di matematica… ma che c’entra?
Voglio dire, come si fa a seguire un tipo così noioso, ma guardatelo! Con quei pantaloni tirati su su, e la maglia messa dentro, e quella orribile giacca, ma che si crede ancora ai tempi di Grease? È tutto contento di spiegare le sue… sue…linee? Un momento come siamo passati dalle equazioni di matematica alle proiezioni che si fanno a disegno tecnico? Mi sono persa un pezzo? Uffa!
Ok mi sono distratta, ma non significa che sia una persona distratta!
Questa mattina me lo sono detta, adesso ti impegni a seguire una lezione di matematica, lo devi fare se non vuoi essere rimandata come al solito, e ci stavo riuscendo fino a quando il professore, per rendere, a suo avviso, più allegra la lezione, non ha divagato su qualcosa di strano, che non ho afferrato, ma la sua voce è così…così soporifera. Se non ci fosse questa corrente d’aria fresca dalla finestra alla porta che mi tiene sveglia, starei già dormendo, sognando.
O mamma! Che cosa sta facendo!?? La lavagna è diventata un campo di battaglia, in alto a sinistra c’è quello che credo, suppongo, ipotizzo sia un grafico? Aspettate c’è scritto qualcosa li su…Ca..cait?..catiaino? ma chè? Cartesio! Ma che razza di nome è Cartesio! Credo comunque che sia qualcuno importante perchè c’è scritto pure qui in grande sul libro di matematica! Comunque di fianco a questo coso Cartesiano, grafico, ci sono un sacco di x, e y e barre, e frazioni, e equazioni, o mamma! Non ci sto capendo niente! Ma come è potuto succedere, fino a due secondi fa c’era solo un’equazione!!!!!
Nel momento in cui realizzo che non ho capito una mazza, mi accorgo di uno strano sussurrare alle mie spalle. Che sta succedendo vi chiederete? E bella domanda! Me lo chiedo anch’io!
Ruoto di novanta gradi verso Aya, lei si che è sempre attenta, saprà qualcosa…era sempre attenta…come non detto! Quella ragazza è incredibile, sta appiccicata a Tsuyoshi tutto il tempo, e viceversa, figurati se le sue labbra possono smettere di fare quello che stanno facendo, per spiegare a me, povera anima dannata, perché cavolo tutti si stanno agitando! E adesso se permettete, mi agito anch’io.
“Kurata!” chi osa pronunciare il mio nome con quel tono! O dannazione so perfettamente chi mi sta chiamando! Magari è solo un incubo! Si per forza! Deve esserlo! Il prof. non mi può chiamare.
“S-ssi?” o cielo e mo che vuole? Mi guarda come se io dovessi saperlo , c’è un problema qui però, io non posso saperlo, io ero, come dire…. E va bene e va bene, ero distratta, ok? Ma come non posso perdermi nei miei pensieri, in un ora di matematica?
Continua a guardarmi. Aiuto, aiuto. Siamo a un punto morto. Io non so che dire.
“…vuole restare lì tutto il giorno, signorina?” che mi prende in giro certo che no! Me ne andrei a casa volentieri, ora, o a prendere un gelato chissà, ho un paio di idee a riguardo. O ma non è che vuole che io…che io vada alla lavagna vero?
Non rispondetemi, vi prego potreste uccidermi seduta stante.
Mi sto alzando, per quale diavolo di motivo mi sto alzando, o cielo fermate le mie gamba che mi portano verso la lavagna. Che faccio? Che devo fare? Che dovrei fare?
Eccomi qui, davanti al prof. che ghigna convinto di poter mettere un bel due, e voglio essere ottimista. Guardo speranzosa la classe. Tsz! Come non detto, dalla mia attentissima analisi, fatta in meno di un millesimo di secondo, ah la luce mi fa un baffo in quanto a velocità, il risultato è: ultima fila è impegnata in tre attività interessantissime, gli inquilini dei posti verso la finestra si impegnano ad accecare con specchi che riflettono la luce del sole quelli che dall’altro lato della stanza stanno svolgendo un rispettabilissimo lavoro da amanuensi: copiare i compiti è sempre una cosa seria, ci vuole concentrazione, impegno. Quelli centrali invece stanno facendo una allegra partita a… mi sporgo un po’, poker! Be’ un mio compagno non ha una faccia felice, è un pessimo attore quello….. la penultima fila sta...pomiciando o dormendo, quella è la mia fila, posso vedere il posto mio vuoto, a quanto vorrei essere seduta li ora… la terzultima fila neanche la considero ci sono quelli che, secondo i prof, devono essere controllati, e glielo si legge sulle facce che non sanno di che stiamo parlando. Loro dovrebbero essere in prima fila, ma li si sa ci sono loro, le secchie, e a quelli non cacci un’informazione se non sotto minaccia. Sono dei fifoni, e non rovinerebbero la loro media per niente al mondo, e questo si può sfruttare, ma ora come ora, sono chissà perché tutti concentrati sui loro quaderni, e comunque non potrei minacciarli con il prof a due passi da me! Comincio a sudare freddo.
Guardo la lavagna, ti prego fa che quei segni si posizionino a formare una frase di senso logico, che mi dica cosa fare. Ti prego.
A questo punto non mi rimane che provare a leggere? quello che c’è scritto.
Prendo tremando il gessetto, e lo poggio sulla lavagna, sto giusto per scrivere una x, che si sa nelle equazioni c’è sempre una x, quindi non posso sbagliare, non ancora, una x c’è sempre vero? X è l’incognita per eccellenza, c’è sempre lei! Poveretta forse la sfruttiamo. Ma che cavolo pensi, sei a rischio di un votaccio e ti metti a pensare ai diritti delle lettere?
Quando la porta si spalanca mostrando in tutta la sua bellezza, il mio peggior nemico…
Akito Hayama, LUI.
Si da tante di quelle arie che quelli che …. cioè no, mi sono spiegata male, non è un tipo che si da arie, ma sono tutte quelle galline che gli sbavano dietro che gliele danno. Tsz! È un cretino, si crede di poter fare qualsiasi cosa, quello, è così…così….mi manda in bestia! Il suo solo portare la borsa su una spalla, cosa che faccio pure io tra l’altro, mi fa venire i nervi, come non guarda in faccia a nessuno…grr, vorrei strozzarlo…però…però porca miseria che pezzo di Ehi! Che stai pensando! Non lo stavi per strozzare? Ecco appunto!
“ Hayama, la matematica è proprio la sua vita, se la spinge perfino ad entrare in classe” ma perché i professori si credono spiritosi? E poi guardano la classe convinti di aver suscitato una grande ilarità. Questi ridono pure se entra la bidella e dice ‘una circolare…’, ma le migliori risate se le fanno quando interrogano, questi sadici bastardi…
Hayama guarda il professore, mazza che occhi ragazzi, fiuu…mi sto sciogliendo…che cosa? No, no!! Ti stai ringallinendo? Dubito che esista questa parola, vabbe traduco, stai diventando come quelle galline che balbettano davanti a lui?….si…no!! Comunque non si può dire che sia brutto…anzi….ee basta!
Comunque guarda il professore come se potesse bruciarlo, be se i miei capelli non fossero già rossi di suo lo diventerebbero ora… Ehi! Quello è Hayama! Ricordi?! Hayama, l’eterno tuo rivale? L’eterno tuo opposto? Tu ami le materie umanistiche, lui il freddo calcolo, tu sei allegra e estroversa, forse pure troppo, lui è introversissimo, ecc ecc ecc.
Il professore sta sudando, ah così è come fai sentire le tue povere vittime…non è bello vero?
“dato che è così allegro perché non viene a fare l’esercizio” continua? Ma non ha capito che il suo umorismo fa pena? Zuccone, ehi un momento mi sta sostituendo, dovrei esserne offesa? No no! Prego Hayama, prendi pure il mio posto… gli porgo il gesso. Mi guarda con una faccia indifferente, poi gira i tacchi e va a sedersi a quello che sarebbe il mio posto! Si lo so che i posti non sono assegnati, ma che c’entra! Quello è occupato e poi mi ci siedo sempre io, ergo è mio! quel posto è perfetto! Non mi vedono i prof, ma io vedo, sto verso il muro e posso sonnecchiare di quanto in quanto, è perfetto. Ho dovuto lottare, con le unghie e con i denti per ottenerlo e lui non può fregarmelo così, un po’ di rispetto! Be forse ‘lottare con le unghie e con i denti non è proprio quello che ho fatto, ma l’importante è rendere il concetto no?. Intanto io resto come una cretina con la mano allungata, porgendo il gessetto al mio amico immaginario. Ehi è da tanto che non ti fai vedere amico immaginario! Come stai? Io sto in una situazione che proprio non ti augurerei.
“non mi spreco per ‘ste cavolate, mi chiami quando passeremo a problemi seri, quelle le può far fare ad altri, anche se dubito che la nostra attrice ne sia capace…nonostante sia un esercizio banalissimo” come scusa? COME SCUSA? Mi ha offeso? Mi ha dato della stupida e per di più incapace davanti a tutti, ma io quello lo strozzo! Gli do una martellata e lo rispedisco alle elementari al primo piano!! Ma guarda tu! Sto per scattare..
“MA CHI DIAVOLO TI CREDI DI ESSERE, BRUTTO ZUCCONE?! COME TI PERMETTI..”si è messo le cuffiette!! Si è messo le cuffiette!! Mi sta prendendo in giro ! scusi prof ma qui si parla di onore! E-CHE-CAVOLO!
Mi avvicino come una furia, anche Aya si stacca, stranamente e prematuramente, da Tsuyoshi.
Mi metto di fronte a lui, mani sui fianchi e uno sguardo che in quanto a bellezza gareggia con il suo, e vince, tremerebbero tutti, tutti e lui resta impassibile.
“è il mio banco” e che c’entra? Lo dico pure con calma! Ma sto fuori? Mm si! Ehi!
Non mi guarda. NESSUNO Può PERMETTERSI DI IGNORARMI!!!
Gli prendo gli auricolari e glieli strappo dalle orecchie, ora vediamo se fai l’indifferente.
Si alza e rovescia banco e sedia, con tutta la mia roba sopra, ovviamente!
“hai finito?”sarà pure bello, ma è un cretino!
“ma come ti permetti di darmi della stupida e poi mi freghi il banco, e ti premetti pure di ignorarmi?”
“hai finito?” cretino? È proprio demente!
“no! Tu non puoi entrare quando ti pare, e fare il tuo porco comodo! Sei uguale a tutti noi! Quindi smettila di atteggiarti da duro, da piccolo genio che spreca il suo tempo, che manda a quel paese tutto e tutti, e che fa l’incompreso, l’unico che ha problemi nella vita” ok forse sto esagerando, non penso la metà di queste cose, ma la mia bocca vaneggia da sola, soprattutto quando mi sento offesa, ma a quanto pare ho colpito nel segno.
Nel giro di un miliardesimo di secondo mi ritrovo sbattuta al muro, non so se ve lo avevo detto che sto seduta dalla parte del muro? Ma non è questo il punto ora ma la sua mano che mi stringe la gola, e stringe forte! Fa male!
“tu non sai niente di me! Non permetterti mai più” sibila, fa proprio paura, ma da duro è ancora più bello!
Molla! Molla, molla! Cavolo non respiro….deve essersene accorto perché mi lascia, io tossisco un po’ e mi porto le mani alla gola.
“è vero io non ti conosco, non so niente di te ma di chi è la colpa? Tu sei scontroso con tutti! Non permetti a nessuno di avvicinarti emotivamente, hai degli amici? Amici veri? Che ti rispettano e che rispetti? E secondo te di chi è la colpa se vivi una vita fredda come i calcoli matematici che ti piacciono tanto?” non forse, STO esagerando, non credo che lui non abbia amici, anche se in effetti non l’ho mai visto trattare qualcuno con rispetto, certo Tsuyoshi non è un suo lecchino come gli altri ragazzi, ma non credo lui si apra con lui, forse è una amicizia giusto per darle un nome. La rabbia che avevo prima è evaporata in un sol secondo alla vista di Hayama solo, non lo avevo mai visto sotto quest’aspetto, mi ero sempre fermata alla prima impressione, quelle che tutti hanno di lui, e che lui vuole che tutti abbiano, ma adesso è come se per un secondo, in quegli occhi, avessi visto un qualcosa, che mi diceva che Hayama non è forse così Hayama.
Lui sta ancora di spalle, si volta un secondo, ma giusto uno, come a controllare se ho davvero detto quelle cose, credo di essere andata molto vicina alla verità, così vicina da turbarlo.
Prende la borsa e sparisce dietro la porta.
Mi guardo intorno disorientata, vedo il prof, oh oh, e adesso?
“dopo questo delizioso spettacolo signorina” fa che dica torni a posto! Fa che dica torni a posto! “può deliziarci ancora con la risoluzione dell’esercizio” deliziarci? Ma come parli! E smettila di fare il simpatico! Potrei psicoanalizzarti in un secondo, razza di suino mancato! Ma guarda tu ‘deliziarci con la risoluzione dell’esercizio’.
Mi è passata l’allegria, Hayama mi ha sconvolto, e il bello che non ha fatto niente! A parte quel qualcosa nel suo sguardo che si è lasciato sfuggire.
Inutile dire che ‘la risoluzione dell’esercizio’ è stato un disastro, avevo incognite che avanzavano, dati che mancavano, ma alla fine, dopo vari balbettamenti, frasi dette a metà, e sudate, sono riuscita venirne a capo, mi faccio i complimenti da sola perché il prof. non mi li ha fatti, alla fine l’ho risolto no? Bisogna pur dare un incoraggiamento, altrimenti uno si demoralizza, e se quello che fa non viene nemmeno apprezzato! Ma adesso la matematica non è il mio pensiero principale, Hayama Akito, tu, che diavolo ti spinge a comportarti in questo modo? Qual è il tuo problema?
“Ehi Akito!”
“Akito!! AKITOOOO!!!AAAKIIIIITOOO” ma che è pure sordo? Possibile che non mi sente sono a soli tre metri da lui!
“Kurata” mazza, un po’ più disprezzo no e?.
“Ehi Akito! Posso chiamarti Akito? Tu puoi chiamarmi Sana!” vai Sana rompi il ghiaccio, ha! In confronto a lui il polo sud è posto dove girare in bikini.
“no, Kurata, sparisci” gentile, ma almeno non mi ha dato della puttana donna di spettacolo, per essere educati.
“ti ho detto che puoi chiamarmi Sana, e volevo chiederti scusa per le cose che ho detto io ecco non” in realtà penso quasi tutto quello che ho detto, soprattutto l’analisi che ti ho fatto, ma non mi sembra l’approccio giusto.
“non mi interessa Kurata” ma questo più di quattro parole in una frase non le mette?
“Sana, e comunque sono stata invadente, mi dispiace, è che tu mi hai attaccata così” già non si da della stupida alla prima che incontri zuccone! Bellissimo e misteriosissimo zuccone, ma sempre zuccone!
“ho solo detto la verità!” sto faticando immensamente per trattenere la rabbia, brutto, anzi bello, idiota, sfacciato, presuntuoso…grrr calma.
“non sei neanche capace di risolvere uno stupido problema, e vorresti risolvere i miei, sei patetica, sparisci” caaalma, conta fino a dieci, 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11…seee di sto passo …. calma…vuole solo provocarti, e fare quello che fa con tutti: allontanarti.
“Akito”
“Kurata sono stato gentile, e con sparisci, non intendo continua a infastidirmi, e se non vuoi che ripeta la scena di prima, faresti bene a stare lontano da me! ORA” oo sono riuscita a farlo parlare, brava Sana! Complimenti! Scusa ma a me gli ordini da un orecchio mi entrano e dall’altro mi escono, devi sapere che quando mia madre parla di rimettere a posto la mia stanza, o cose del genere io annuisco e cancello dalla memoria quelle parole, e non lo faccio solo con lei…quindi gli ordini tienteli per te.
“tu hai un problema! Perché non ne parli” see, è più facile che i numeri sulla lavagna si dispongano da soli a risolvere il problema! Mentre camminiamo siamo arrivati alla sua moto, che per la miseria è bella quanto lui! Ci sale e la mette in moto.
“Hei sto parlando con te! Non puoi andartene così!”
“Scommetti?” dice abbassandosi la visiera del casco. Certo! Per chi mi hai presa, sta giusto per partire, ancora un secondo, ancora un momento, e salto come una dolce donzella a cavallo di ‘sto bestione, con la delicatezza di una fata, bleaa ma certe cretinate da dove le caccio e mi aggrappo ai suoi addominali, chiamatemi scema, o distratta, queste cose non mi sfuggono affatto! Però mica male il ragazzo! Si ferma di botto pochi metri più avanti.
“Che cazzo fai? Scendi immediatamente!” questo è sordo, deciso. Io non prendo ordini!
“no!” suona come una bambina viziata.
“sei una bambina viziata” ecco appunto! Già ma i tuoi addominali possono viziarmi quando gli pare!
“ho detto scendi!”
“mm no!”
“e va bene”. Ma guarda tu! Questo si crede che io abbia paura della velocità, haa mi spiace per te, ma io non mi stacco.
Cavoli però va veloce! Stai calma…. Non può mica suicidarsi per farmi scendere! Vero? Vero. O almeno spero! O cielo che fa ora? Sta impennando? È pazzo, è deficiente...
Non mi stacco! Non mi stacco! Haha! Puoi andare dove vuoi ma io non mi muovo! E non mi sentirai strillare di paura.
Be forse adesso avrei proprio voluto urlare…. Ha fatto un sorpasso con un camion che veniva nella corsia opposta, credo di aver visto l’autista imprecare, e anche poco elegantemente! Però sa guidare…bhe mi sto stufando! Quando la finisci?
Ehi ma io queste strade le conosco! Certo che le conosco ci abito qui! Faccio queste strade tipo trecentocinquanta miliardi di volte al giorno! Come vuoi che non le conosca! Idiota! Mi do dell’idiota da sola! Sono proprio idiota! Ma che ci facciamo davanti il cancello di casa mia, mm però devo ammettere di aver proprio una bella casa, la mia mamma ha gusto, forse è un po’ stravagante, un po’ tanto! Quante persone vanno in giro con cappelli assurdi come lei! Una volta ne aveva uno, no vabbe andiamo avanti.
Dicevo? A si che ci facciamo qui!?
“che ci facciamo qui?” parole di saggezza.
“è casa tua” ma va? Non mi dire? Bravo! Un applauso prego! Certo che so che è casa mia ci abito! Sai vedi quella luce là e, quella accecante, quella è la stanza di mia madre, e sopra la finestra di sopra, quella aperta, o cavolo ho lasciato la finestra aperta!! E mo chi la sente!
“si appunto quindi?”
“ti ho riportata a casa così mi lasci”oo che dolce, mi ha scortata fino a casa!
“che dolce!”
“non l’ho fatto per te! È solo per farti levare dai piedi!” antipatico!
“se se certo, è comunque bello da parte tua” ma io ancora non mi muovo, anzi appoggio pure la testa sulla sua spalla, abbracciandolo. Ha!
“puoi scendere!” suona come un ordine, e quindi da ignorare.
“e perché mai?”
Visto che non scendo io si alza lui, accidenti! Rivoglio gli addominali!! Se mi metto a piangere come una bambina tornano?
Ehi ma che fa? Com’è finito un suo braccio sotto la mia gamba e uno sotto la mia schiena? O mettimi giù che fai?
Mi ha presa in braccio? Sono scioccata.
“ma-ma-che-che fai?....AHIA!” mi ha letteralmente mollata, sono caduta come un sacco di patata sul mio bel didietro! Brutto grrrr! Mi sembrava strano che mi avesse presa in braccio.
“Addio” addio? Che cosa…Ehi! Sorride? Sorride! Quant è bono quando sorride! “Sana” Sana? Mi ha chiamata per nome, mi ha chiamata per nome!!
“Ciao Aki, a domani! GraZIEE!!” sono sicura che mi ha sentita, sicurissima, è già lontano, anche se noi invece ci stiamo avvicinando. Sei più buono di quello che vuoi far credere! Mi hai regalato un sorriso, farò di tutto per regalarti un po’ di felicità. Akito, sento già di volerti bene!
Grazie di aver letto fino a qui! Aspetto le vostre recensioni!
Un grazie speciale a Princess of Darkness e ryanforever per aver commento la mia prima one-short su EFP, mi ha fatto molto piacere che vi sia piaciuta, e spero di non avervi deluso con questo capitolo!
Baci
Lucia
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Capitolo 2 *** Sveglie, compiti, scommesse: che vita faticosa ***
Scusate,
scusate tantissimo, ci ho messo una vita, purtroppo è un mio
enorme difetto. E non sapete quanto mi dispiacce, spero di
riuscire a farmi perdonare con questo secondo capitolo.
Quindi
non vi trattengo oltre e buona lettura.
Capitolo 2: Sveglie,
compiti, scommesse: che vita faticosa
Che
sonno! Quella maledetta sveglia suona ogni giorno cinque
minuti prima, ma io arrivo sempre nello stesso ritardo!
Chissà com’è!?
Bha..
poi tutti questi ragionamenti di prima mattina mi fanno
venire il mal di testa!
Per
me svegliarmi è sempre traumatico. Ieri per esempio,
quando ho sentito suonare quella dannatissima sveglia, ho lentamente
cacciato
il braccio fuori dalle coperte, e ho avuto il primo contatto con la
realtà: freddo.
Per istinto di sopravvivenza ho richiamato il braccio a rapporto sotto
le calde
coperte, ma lo stesso istinto di sopravvivenza mi ha detto di
ricacciarlo
immediatamente se non volevo che quel fastidioso suono mi perforasse i
timpani.
Quindi mi sono sporta per scaraventare quell’aggeggio verso
il muro, ma
qualcuno, qualcuno di mia conoscenza aveva già pensato di
spostare la sveglia
di venti centimetri più lontano da me, così
sporgendomi sono rotolata con tutte
le coperte per terra. Che dolce risveglio! Quando dicono che il
buongiorno si
vede dal mattino…ti prendono per il culo.
Oggi
però non è stato da meno, la mia dolce mammina ha
pensato bene di svegliarmi con un microfono collegato al mio stereo,
annunciandomi con voce squillante, dannatamente squillante, che la
colazione
era pronta. Sono volata di tre metri, mi è preso un colpo!
Stavo sognando
qualcosa di bello, non ricordo cosa, ma era qualcosa di estremamente
bello e
affascinante, qualcosa tipo Hayama? Be forse!
“Ciao
Sana! Che è quel sorrisone imbambolato? E per un
ragazzoo?” chissà perché deve stare li
a sottolineare ogni cosa, e soprattutto
perché deve allegare sempre le sue ipotesi!?
“ma
che dici? Piuttosto … mi fai copiare geometria?” e
sfodero il mio sorriso a trentadue denti, anche se tecnicamente non lo
sono,
non ho ancora i denti del giudizio, faccio gli occhini dolci e torno a
sorridere. Bhe ieri dopo la corsa in moto, no ho avuto tempo di pensare
cose
come la geometria:
partiamo dal nome geometria, dai è come
dolciastro, come se non ti entrasse in bocca, poi ogni argomento nuovo
sembra
annullare quello precedente. A sto punto! Prendete il teorema di
Pitagora, gli
stupefacenti allora non era ancora illegali vero? Solo sotto effetto
uno si
sarebbe potuto veder quadrati su cateti e compagni bella, comunque alla
fine è
utile ti leva dai pasticci, però non puoi usarlo sulla
terra, se uno ti dice
che sta al polo nord, che fa quaranta kilometri verso sud, poi trenta
verso
est, e ti chiede quanti ne servono per tornare al punto di partenza,
chiunque
conosca il teorema di Pitagora direbbe 50, e invece no!
Perchè non ti sei
ricordato che la
Terra
è, più o meno, una sfera e quindi bastano
quaranta kilometri per tornare allo
stesso punto! Ma a
parte, tutte quelle
dimostrazioni. Dimostra che quest’angolo è retto!
Hanno costruito i goniometri
a posta, mi spiegate perché non posso prenderlo e
misurarlo!? No mi devo
scervellare! Pua!
“Sana
ma perché non ti impegni un po’ non è
difficile...”
lascio Aya divagare sull’importanza della geometria, o
sull’impegno che la
scuola richiede e blablabla….le so a memoria queste parole,
le mette pure nello
stesso ordine, non c’è quindi bisogno di perdere
tempo e risentirle, tanto
finita la ramanzina mi farà copiare! È che la
geometria…non fa per me! Io, lo
giuro, lo guardo ci provo, mi metto li a guardare un triangolo, con altezze bisettrici e
baricentri ecc, però
rimangono sempre lì, non è che mi mostrano angoli
nascosti o cosa…. E poi frena
la mia immaginazione…vabe è meglio dire che non
mi piace e buona notte!
“Si
ma Aya, ho avuto da fare…ti prego solo per questa
volta!”
“ma
se il professore ti chiama a risolverlo come fai?”
“ma
mi ha chiamata ieri non può chiamare sempre me!!”
e! che
ci sono solo io in classe!
“e
chi glielo vieta?” be ci sarà scritto qualcosa sul
regolamento no? No.
“vabbe
allo è proprio uno stronzo! E poi in qualche modo me
la cavo su! Ti prego! Please!!!”
“vabbe
ti faccio copiare ma che sia l’ultima volta” si! E
fuori uno!
“sese!”
che fa che lo ha detto. Ormai…
“Hey Sana,
com’è che
non sei tornata con noi ieri?”cavoli ma non può
sbaciucchiare il suo ragazzo
invece di indagare sempre! E sempre a sproposito…
“be
ecco io, ho avuto un passaggio” non è molto
distante
dalla verità infondo, diciamo che più
che avuto,
mi sono appropriata
di un passaggio. E per di più, di Akito.
“ma
mi sorprende che te ne sia accorta… ogni riferimento
è
puramente casuale!ovviamente”
hehe sta diventando rossa! Ma
io non capisco, prima pomicia ovunque e in ogni momento e poi si
vergogna se si
accenna alla cosa. Ma che c’è di male! Io la
prendo in giro perché lei diventa
rossa e se la prende, ovvio. Devo pur sfogarmi in qualche modo no?
Voglio dire,
il prof di matematica si sfoga con me e io mi sfogo mettendola in
imbarazzo,
quindi, come direbbe il suddetto prof, per la proprietà
transitiva
dell’uguaglianza, che se la prendesse con il prof. E comunque
sono stata
felicissima di non fare la terza incomoda. Quei due fanno salire lo
zucchero a
mille anche a chi non è diabetico: cuccioletto, pasticcino,
amorino, tesorino, dolcettino,
tenerino e tenerone, e bastonicini findus! Bleaa che schifo! Hanno
coniato una
serie di –ini che farebbero dirizzare i capelli a uno
scoppato. Dovrebbero
essere vietati ai minori… non oso immaginarli
nell’intimità…agrr bleaa!
“ma-ma
io, ehi non cercare di cambiare discorso come sei
tornata? Quando? Perché? E soprattutto CON CHI?”
“ehi
mamma calma, ecco solo ..un conoscente.. mi ha dato un
passaggio.. tutto qui!”
“che
tipo di conoscente?” ecco che comincia con le domande.
“alto,
bello, occhi e capelli castani, con un fisico da
paura, come la sua moto…” e questa come diavolo lo
sa? Certo che a volte mi fa
paura, come fa a sapere
tutto anche se
non è ‘presente’?
“ahah
divertente” mentire, mentire sempre su oggetto chi ti
ha riaccompagnata a casa, nuova regola di sopravvivenza.
“…e
che risponde al nome di Hayama Akito” BINGO!! Ma
…..MENTI
MENTI MENTI!
“mi
hai fatto sbagliare, Aya! Ma tu guarda!Hayama! Tzse! Io
e quello, dopo quello che mi ha detto!”
Mi
guarda con l’aria di chi ha capito benissimo che stai
mentendo!
Mi guarda dall’alto in basso, poi si avvicina a cinque
centimetri del mio naso e
mi fa guardandomi negli occhi:
“ti
piace!” con una certa nota che mi sfotte!
“no
ma che dici! Oggi vaneggi!”
“cioè
tu mi vorresti dire che quel gran fig” occhiataccia di
Tsuyoshi e Aya si corregge “figliuolo non ti ha
riaccompagnata a casa? E che
non ti piace?”
“mm..No!
Non ho alcun interesse per quel figliulolo”
mentire sempre sempre
sempre.
“quindi
non sei tu che sei corsa dietro ad Akito, e non sei
tu quella che è saltata sulla sua moto?” cavoli!
Ma che mi fa seguire?
“che
ne sai tu? Magari ho un sosia, proprio tale e quale a
me, in tutto e per tutto!” tra tutte le cavolate che potevi
inventarti, una
peggiore non la potevi trovare? Aspetta
secondo Murphy non c’è mai fine al peggio, quindi
non gioire troppo presto.
“so
che cosa è un sosia, e poi eri tu dato che hai urlato
per mezza scuola il suo nome!” arg! Ma come diavolo fa a
saperlo se era
incollata a Tsuyoshi? Per la miseria!
“io
urlare il suo nome, ma se ci rivolgiamo a malapena la
parola!”… non convinci nessuno, ti stai
arrampicando sugli specchi.
“aaaaaaaaaa
ti piace Hayama! Ti piace Hayama!” inizia a
urlare come una pazza! Che figura!
“no
Aya, no!! Non mi piace Hayama!! E smettila di urlare…o
pubblico sui giornalino della scuola tutte le foto tue e di Tsuyoshi
con
allegati tutti i
vostri soprannomi!”
colpito e affondato. Aya e Tsuyoshi prima sbiancano di colpo, poi si
siedono e
si fanno piccini piccini arrossendo! AH! Io quelle foto le ho buttate
tanto
tempo fa! Ma loro non lo sanno…e non lo sapranno. Erano foto
fatte in una gita
scolastica... fuori dal controllo dei professori… ho detto
tutto. Un bel ghigno
mi si stampa sul mio bel faccino. Ha! Mai provocare Kurata!
“Aya?
Il gatto ti ha mangiato la lingua per caso?” domanda
innocua, e puramente casuale.
“io,
ma mi avevi promesso che le avresti distrutte” infatti
ma tu mi costringi a non dirtelo!
“bhe
se non mi farai fare altre figure del genere…e se la
smetterai di insinuare che mi piace A-Hayama” fiu stavo per
dire Akito al posto
di Hayama, gli avrei offerto un’occasione su di un piatto
d’oro, altro che
argento.
“ma
non c’è niente di male se ti piace, è
un bel ragazzo!”
“ma
non mi piace!!!”
“se
lo dici tu…” si lo dico io, la mia parola
è legge!
“ma
neanche un pochino?” uffa!!!! Ma che palle se ho detto
no è no!
“no
Aya no!”
“vabbene…hai
finito di copiare?”
“mmm
quasi…em Aya… mi faresti dare un occhiata anche a
fisica, solo per controllare sai?” risfodero il mio sorrisone
sperando che faccia
effetto… uffa non cede, bhe mi costringi ma è una
questione di vita o di morte.
Faccio
un finto colpo di tosse dove per caso, c’è un
suono
“foto”. Arrossisce e mi porge il quaderno. Di
solito non la ricatto, giuro,
oggi è stata un eccezione, anche perché non posso
tirare troppo la corda altrimenti
capisce il mio bluff.
“t.v.t.t.t.t.t.t.t.t.t.t.b.”
faccio con voce da bambina a
cui hanno promesso un bel giocattolo.
“se
se …però voglio sapere come è andata
ieri” e te pareva!
Figurati se non indaga! Sbuffo.
“e
va bene, sono tornata con Hayama, solo perché lui mi
ignorava…sai come sono quando vengo ignorata!”
“si
ne ho una vaga idea” ehi! Che vorresti dire?
“ah-ah
divertente! E comunque niente… mi ha detto di non
rompergli le scatole altrimenti me ne avrebbe date”
“interessante…gli
piaci” che varietà! E poi scusa, in quale
universo parallelo se uno ti dice che vuole farti male significa che
gli piaci?
No questa me la dovete spiegare.
“Aya,
non tutti quelli che si rivolgono la parola si
piacciono. Soprattutto se le parole sono sparisci, levati dai piedi o
ti faccio
nera! E poi secondo quale contorto e arcano ragionamento, sei giunta a
tale
conclusione?”
“a
te letteratura fa male, parli come una centenaria! E
comunque gli piaci”
“argomenta”
“Sana
ma sei proprio cieca, voglio dire ti ha riaccompagnata
a casa, secondo te quante ragazze a riaccompagnato a casa?
Nessuna… quante
ragazze ha lasciato andare così senza portarsele a letto?
Nessuna, se non
provasse niente per te ti avrebbe fatta
scendere a calci…” forse non proprio a calci ma mi
ha lasciata sul marciapiede.
Ma a me non convince, e comunque a me non piace, certo è un
bel ragazzo, ma è
anche, e soprattutto, uno sbruffone!
“no
io non credo, e comunque a me non interessa in quel
senso, voglio solo capire perché ce l’ha con il
mondo” dico mentre finisco di
aggiustare i miei problemi di fisica. A questo punto si intromette
Tsuyoshi che
era rimasto in disparte a scrivere qualcosa, forse copiava, ma io
quello non lo
capisco molto, se non fosse per il fatto che sta con Aya, non lo
conoscerei
nemmeno.
“non
cercare di scoprire qualcosa della sua vita Sana” mm ma
perché qui mi vogliono dare dei consigli che sanno di ordini?
“e
perché scusa?”
“diventerebbe
pericoloso, per te” e mamma! Ma stiamo
parlando di un diciassettenne, mica di un esponente della mafia!
“tu
sai qualcosa?”
“…io
comunque non potrei dirtelo” tu sai qualcosa e non vuoi
dirmelo…e no! Mio caro sputa il rospo, parlerai.
“avanti
che c’è di tanto grave da non poter essere
detto?”
“c’è
che non sono affari tuoi, ma solo di Akito e della sua
famiglia”
“quindi
c’entra la sua famiglia?” dai ha detto questo ora
va
avanti che ti costa?
“Sana
stanne fuori” ma perché mi danno ordini, io per
principio non li seguo!
“sai
che potrei estorcerti certe informazioni…con
un…ricatto?” faccio la vaga… so che hai
capito, sei sbiancato di nuovo…. Ma
perché mi fai scendere a questi livelli. Io voglio solo
aiutarlo!
“no
Sana, puoi tenerti il ricatto per te, non tradirò Akito,
mai, non su questa cosa” è incredibilmente serio.
“va
bene” va bene va bene per ora hai vinto tu. Ma non ti
credere che mi arrenda! Scoprirò che diavolo ha Hayama.
Fosse la penultima cosa
che faccio! La penultima certo. Perché l’ultima
sarà quella di cacciarlo da
quella situazione ovvio!
Super
Sana la paladina della giustizia! Io vedo troppa tv!
Devo
farmi curare…credo che potrei chiedere aiuto al ragazzo
che viene a chiedere a mia madre i manoscritti…si
farà sicuramente seguire
da qualcuno, o sarebbe impazzito da
tempo… anche se devo dire che non so fino a che punto posso
essere chiamato
sano.
Il
professore è uno stronzo!
Un
viscido schifoso bastardo! Mi ha chiamata! Mi ha chiamata
anche oggi! E che diavolo! Su trenta alunni, ha chiamato proprio me! Di
nuovo,
questo sfida tutte le leggi della probabilità, e strafoga
nella sfiga!
Inutile
dire che se ieri mi ero salvata, oggi è stato un
completo disastro, mi auto-facevo pena! Aya alla mia implorazione di
aiuto mi
ha lanciato uno sguardo alla ‘te l’avevo
detto’. Lasciamo perdere, tanto non
c’è speranza per me!
Se
volete sapere se c’era Akito, perché tanto lo so
che
volete saperlo, vi dirò subito che si, è venuto a
scuola, ma no, non è stato a
scuola.
E
dovete sapere che quando questa mattina, dopo aver finito
di ‘correggere’ i miei esercizi, ho incrociato il
suo sguardo, e invece di
ignorarmi come pensavo avrebbe fatto, mi ha continuato a fissare. Si lo
so che
fissare non significa salutare amorevolmente, ma è un
inizio, con certi tipi
bisogna accontentarsi. Non ho comunque avuto modo di indagare su i suoi
problemi, e sono rimasta colpita dalla minaccia di Tsuyoshi, che
può esserci di
tanto grave?
Oggi
sono uscita e sono passata nel parco. E indovinate chi mi
trovo davanti… Hayama.
Sta
correndo. E devo dirlo, con quella maglietta che risalta
i suoi bicipiti, e i suoi tricipiti perfetti, è estremamente
sexy. E i capelli
bagnati, lo rendono… basta va!
Ha
le cuffie, quindi deduco sia inutile chiamarlo. Ma
ragazzi, io sono un mito nelle corsa, il pelide Achille era una lumaca,
Zenone
non conosceva me, altrimenti non avrebbe mai, dico mai, raccontato la
storiella
di Achille e la tartaruga, vedete dovrebbero fare un poema su di me,
sarebbe
molto più divertente di stragi, sangue epidemie di peste,
guerre&co. Che ne
dite di: Cantami o dea, della celere Sana, la sfiga funesta, che
infiniti
addusse risi agli amici… non suona così male poi.
O si?
Si
si sto divagando.
Comunque
sono veloce, ho reso l’idea, e non ci metto molto a
raggiungerlo, mi guarda con sufficienza, poi torna a guardare dritto.
“si
saluta” l’educazione prima di tutto.
“Hayama”
perché continua a ignorarmi? Che stupida ha le
cuffie. No problem, gliele strappo proprio come ieri a scuola.
“ciao
Aki, che fai?” domanda stupida lo so.
“corro”
ma dai! Non ci sarei mai arrivata da sola, ma che
gli posso dire in effetti me la so cercata. Si sta rimettendo le
cuffiette, certo
però che è proprio un maleducato.
“uffa
e io che cerco di fare conversazione” l’ho per caso
detto a voce alta?
“ecco
non provarci e sparisci” ordine?
“uff
Aki, ma non hai ancora capito che io gli ordini non li
ascolto?”
Accelera,
ma io li sto dietro tranquillamente. Poi si ferma
di botto, e io lo copio, però a volte, molte volte non lo
capisco proprio.
“ti
credi veloce?”
“io
non mi credo veloce, caro, io sono
veloce”e
modesta tre parentesi.
“a
davvero?”
“si
ti potrei battere anche dandoti un’ora di
vantaggio”
dico incrociando le braccia sotto il petto, lui ghigna. Non mi piace.
“non
credo proprio”che cosa? No Sana fermati, non farlo, non
fralo, non sfidarlo.
“scommettiamo?”
come non detto.
“a
chi arriva prima al gazebo, quello alla fine del parco,
se vinco smetterai anche solo di rivolgermi la parola, a meno che non
te lo
dica io”
“ma
se vinco io, tu mi dirai perché ce l’hai con
tutti” rispondo sicura.
“non
hai speranza” gli porgo la mano, io vincerò, non
ci
sono dubbi.
“al
tre”
“uno…”
fa lui
“due…”
io
Insieme:“TRE”
E
ci lanciamo nella corsa, però devo dire che è
veloce,
credo sia l’unico che riesce a stami dietro senza mangiare la
polvere.
Ma
come vi ho detto, io sto vincendo, e la distanza che ci
separa diventa ogni passo più grande, ahah, Akito ti aprirai
come un libro.
Vedo
il gazebo finalmente, pochi passi e la vittoria sarà
mia, mia, mia mia. MIA.
Ehi
un momento, fermi tutti, che diavolo sta succedendo?
Accelero, non posso perdere.
Corri
Sana, corri, e così corsi per 3 anni ecc ecc (quanto
corse Forrest Gump?), chissà chi è più
veloce tra me e Forrest, forse lui è più
resistente, devono essere le aragoste, a me non piacciono, ma credo che
il suo
amico gliele abbia fatte adorare, ma non è importante ora,
mi preme di più il
fatto che Akito corra davanti a me, e non dietro. Ma sbaglio o stavo
vincendo?
Come
è possibile che stia toccando il gazebo, ed io devo
ancora fare alcuni passi per arrivarci? Qualcuno mi spieghi come
è potuto succedere! ORA!
“hai
perso” dice semplicemente. Io arrivo finalmente al
gazebo, appoggio le mani sulle mie ginocchia, cercando di riprendere
fiato.
“come
hai fatto?” dico ancora con il fiatone.
“eri
dietro di me” lui sorride, però ha proprio un bel
sorriso. NON DISTRARTI! Ti ha battuto, non era mai successo.
“volevo
farti credere di aver la vittoria in tasca, ed ora
mantieni la tua promessa” cioè io non dovrei mai
più rivolgergli la parola?
Sorrido,
prendo dalla sacca il mio blocchetto e una penna.
Lui mi guarda storto. Hehe, non ti rivolgerò la parola, ma
posso sempre
scriverti.
“-Aki,
anche se hai vinto non mi arrendo-” legge il
bigliettino, poi lo accartoccia e me lo tira in testa.
“-aio-”
scrivo.
“non
chiamarmi Aki”
“- Sappi che anche
se
non ti parlo direttamente, troverò il modo per romperti, non
ti sbarazzerai di
me” lui è incredibilmente impassibile.
“fa
come vuoi” e se ne va correndo, quant’è
bono! Devo
capire che gli passa per la testa, e smettila di pensare ai suoi
addominali!
Allora,
perdoanata? Gli altri due personaggi entreranno presto nella trama, che
tra l'altro non l'ho ancora ben decisa, ed è questo il
motivo
principale per cui ci metto tanto ad aggiornare, non so ancora cosa
voglio che succeda! E il secondo motivo è che il
mio
computer ha deciso di scioperare, spegnandosi di sua spontanea
volontà, facendomi perdere tutto, o decidendo di non
concedermi
la conessione. Comunque, una cosa è certa, Akito non si
libererà affatto di Sana... su questo non ci sono dubbi! Non
so
se sia riuscito questo capitolo, a voi l'ardua(mica tanto)
sentenza.Allora una piccola recensionuccia?
Un grazie comunque a coloro
che avrannò coraggio anche solo di leggere.
E in particolare a:
AngelOfLove:o
si il sorriso lascia presupporre parecchio, ma le litigate, quelle le
vedremo ancora parecchio prima di lasciare spazio solo a sorrisi e
altro, voglio principalemente divertirmi e far ridere, e spero che
questo capitolo ci riesca. Grazie per aver recensito.
ryanforever:grazie
del complimento, mi fa veramente picere che ti piaccia(scusa la
ripetizione XD), ma sopratutto che ti abbia fatto divertire, la ff
è nata per questo.
Geo88:non
ci sono ancora stati grandi evoluzioni nella storia, ma piano piano,
siamo solo al secondo capitolo... ho già qualcosina in
mente.
Non preoccuparti, grazie dei complimenti, alla prossima.
Manila:allora,
soddisfatta?Sono curiosa di sapere cosa ne pensi. Non voglio far
soffrire Sana più di quanto non la si faccia soffrire
normalmente, e cercherò di farle mantenere questa ironia
anche
nelle situazioni un po' più scomode. Altrimenti sarebbe
troppo
facile, credo.
alexis_92:ciao,
sono felice che ti piccia la mia ff, e ti chiedo scusa se la tua attesa
è stata lunga. Sorry! Spero di essermi fattra perdonare,
almeno
un poco!
daygum,
anche a te devo delle scuse per il mio ritardo, sono una frana! grazie
del complimento e spero di non averti deluso. Me sarebbe tanto
dispiaciuta! Grazie ancora per la recensione.
Un bacio a tutti
Lucia
|
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Capitolo 3 *** Se fai una promessa, la devi mantenere ***
Questa
volta non ci ho messo tanto? più ora abbiamo una settimana
di vacanza per carnevale, mi impegnerò a trovare spunti
divertenti. Ma non mi perdo in chiacchiere!
Ecco a voi il terzo capitolo.
Capitolo 3: Se fai una promessa,
la devi mantenere
Aya
ha avuto il coraggio di abbandonarmi un’ora prima della fine
delle lezioni, e la cosa peggiore è che mi
ha lasciata a prendere appunti per lei, il che sarebbe pure logico, se
non
stessimo parlando dell’ora di Storia dell’arte, storia
dell’arte! Vi
rendete conto a quale tortura mi abbia costretto!!?Ma siccome me
l’ha fatto
promettere mi ero concentrata al massimo a seguire la lezione di storia
dell’arte, e ci stavo riuscendo, fino agli archi
a tutto sesto di San Marco,
c’ero! O anche fatto il disegnino delle cupole, quanto sono
brava! Poi però una
forza a me sconosciuta mi ha portata a voltarmi.
Non
l’avessi mai fatto.
Un
mio compagno mi sillaba una domanda: no…hidi?nonn?
Quando
finalmente traduco quello che mi sta dicendo, bhe tutte le mie buone
intenzioni
di concentrarmi sui i capitelli, partono con un biglietto di sola
andata per
Ibiza. E con un budget niente male!
Ma
volete sapere quel era la celebre domanda, quali le parole mi hanno
fatto
abbandonare la verace via?
E
mi hanno gettata nella più totale confusione, parole che mi
hanno sconvolto la
giornata?
Ebbene
sette parole gente, sette stupidissime e comunissime parole che mi
hanno fatto
passare tutta l’ora a rimembrare infantili ricordi! Ed eran
queste:
Come si chiamava il nonno
di Heidi?
Come
si chiamava il nonno di Heidi?
Ma
che cavolo ti fumi la mattina? Quale
sedicenne sano di mente si chiede una cosa del genere durante
un’ora di
lezione? Ve lo dico io! Noiiii!!
Come
si chiamava il nonno di Heidi? E pur c’era un nome! Ma
nessuno riusciva a
ricordarlo, sconvolti da questa domanda, ci guardavamo come babbei,
ipotizzando
i più disparati nomi. E non so dirvi come ma siamo finiti
parlare di chi
disseminasse le briciole di pane, se fosse Pollicino, o Hansel e
Gretel. Dietro
questi dilemmi si cela il vero senso della vita! Bonolis fatti un giro.
Io
credo che la mia classe abbia veramente seri problemi! Isomma! Il
nonno!!!!
E
voi sapete che quando io mi getto in una conversazione, bhe diciamo che
i toni
non li mantengo moderati.. non sono tipo che riesce a sussurrare per
un’ora
intera su argomenti importanti come i cartoni!.. si spiega quindi il
perché mi
trovi con la porta della classe sbattuta in faccia, da un prof.
abbastanza
incazzato. Abbastanza? Era furioso! Vorrei dire urlare in classe-
NOOOOOOO! NON
SI CHIAMAVA COSì!! Non è proprio una cosa
normale, ma sbattermi la porta in
faccia!
È
proprio qui davanti a me, un parete di compensato scadente, che mi
sfotte con
aria da snob! Pua!
Ormai
anche le porte mi prendono i giro…Sana torna in te!
Voi
di certo non pretenderete che io, me medesima, ipse me, se ne stia con
un
deficiente imbambolata davanti alla porta, ovvio che non lo pretendete.
E che
si fa in questi casi, ci si fa un giro per la scuola, nella speranza di
incontrare qualcuno o qualcosa di veramente interessante.
E
mentre m’incammino per i corridoi deserti, che poi non
capisco come mai lo
siano, mi viene naturale pensare a lui, non pensate subito male,
è che voglio veramente capire perché cavolo
è sempre così tenebroso, insomma che cavolo gli
abbiamo fatto per farci odiare. Tsuyoshi mi dice che potrebbe essere
“pericoloso
per me” indagare, non so, comunque il mio sesto senso mi
spinge a volerne
sapere di più, e si sa proprio istinto non deve essere
ignorato. Mi sa che non
si sa, e che me lo sono inventata adesso, ma fa niente.
Per
fortuna un’ora dura sessanta minuti, e per fortuna sessanta
minuti sono sempre
uguali, per la scuola non c’era un anima, nessuno, erano
tutti in classe da
alunni diligenti. Così ho girovagato senza meta per i
corridoi fino a
ritrovarmi di nuovo davanti alla porta snob della mia classe, e
rientrare alla
fine dell’ora per prendere la borsa. Pare che il dibattito
sul nome del nonno
si sia un po’ calmato, credo che ognuno
approfitterà per andare a chiedere ai
proprio compari, per avere nuove prove a favore. Che palle, oggi
è una noia
mortale. Per fortuna è finita, e adesso come consuetudine ce
ne andiamo a
prendere qualcosa da magiare tutti insieme da Niki. Per chi non lo
sapesse
Niki, non è un semplice fast food come tanti altri,
perché è un fast food di
giorno, un pub di notte, una pizzeria di sera, e un gelataio di
pomeriggio.
Niki è Niki, che poi perché si chiami Niki che di
“iki” non c’è nulla dato che
è un omone alto due metri e largo uno, non lo so, ma gli
vogliamo un gran bene,
e poi lui mi adora!
“Tu!
Come ti è venuto in mente di abbandonare la tua migliore
amica ben 60minuti
prima della fine!!!!” soffio, mentre mi siedo, ad un Aya
sorridente seduta di
fronte a me, al fianco di un assonnatissimo Tsuyoshi.
“Avevo
bisogno di lamentarmi e tu non c’eri!!!!”
“Dai,
non essere tragica, come è andata?” come se non si
vedesse dalla mia faccia.
“Uno
schifo!” Quando sono tornata in classe, il prof. che tra
l’altro è coordinatore
di classe, come cavolo faccia a esserlo poi non lo capirò
mai, mi ha consegnato
la pagella.
“Sei
la solita esagerata, fa vedere” esagerata è una
catastrofe, Katrina ha fatto
meno danni.
“Esagerata?
Aya
ma ci vedi? C’è una voragine al posto del voto di
matematica!”
“E
si in effetti” fa una smorfia.
“Kurata,
vedo che l’esercizio dell’altro giorno ti
è fruttato un bel voto” questa,
questa insulsa, fastidiosa, e profonda voce, che ora saluta Aya e
Tsuyoshi, non
è la mia coscienza, che ormai ha rinunciato, no questa
è la voce di quello
schifoso presuntuoso, che si è piazzato alla mie spalle. Vi
avevo detto che
Niki è il punto di ritrovo per tutti quelli dalla mie
età in su? Quindi è
facile incontrare individui discutibili.
“Aya
puoi dire al nostro genio incompreso di non rompere?”
“Perché
non glielo dici tu?” fa perplessa
“Allora
non le hai detto di come il sottoscritto ti abbia battuto?”
in questo momento,
lo sto odiando con tutto il mio cuore, e non immaginate quanto.
“Di
un po’ vuoi morire giovane?” sbotto girandomi verso
di lui, che mi era arrivato
alle spalle.
“Pensavo
che mantenessi le promesse, ma mi sbagliavo” fa serio.
“scusa”
dico abbassando lo sguardo.
Un
momento. Ho chiesto scusa ad Hayama, ma che siamo matti, e adesso che
gli
chiedi di perdonarti? Lui però è scioccato quanto
me.
“Mamma
mi uccide” faccio tristemente ad Aya, per levarmi
dall’imbarazzo.
“A
come se non lo sapesse che vai male” ma grazie! Grazie tante,
bell’amica! Certo
che se fossi depressa voi mi tirereste proprio su.
“Glielo
avevo promesso” odio quando non riesco a mantenere le
promesse che faccio.
“Ma
con il nuovo film, ho trascurato troppo la scuola, e i miei voti in
matematica
ne hanno risentito trop…” dico a mo’ di
spiegazione, prima di essere interrotta
da uno zzzz
C’è
qualcosa che vibra nella tasca destra della mia giacca ? Che
cavolo…Rey. Santo
cielo, Rey trovati una ragazza, sei il mio menager sembri un fidanzato
geloso!
Che vuoi!?
“-
Sana Tesoro! Ho un NO-TI-ZIO-NE!!!!!!!! Sono riuscito a farti AVERE LA PARTE!!!!!!!!!!!!
IN QUEL
FILM CON NAOZUMI KAMURA!!!!!!!!!!!!!NON SEI EUFORICA?Alle 4 agli
studio-“
Io
no tu decisamente troppo. Avrai usato centocinquantamila punti
esclamativi.
“Noo,
non mi va di andare agli studii….oggi dovevo essere libera!!
uffaa …e poi chi
è Naozumi Kamura voi lo conoscete?” dico ad alta
voce rileggendo il messaggio.
“CHE
COSA?” urla Aya.
“Rey
mi ha appena mandato un messaggio in cui dice che farò un
film con questo”
spiego alla mia amica che è già in crisi,
mostrandogli lo schermo del telefono.
“ma
chi la fatina?” ok, il fatto che Akito si sia seduto al mio
fianco è di per se
sconvolgente. Poi che abbia parlato di sua spontanea volontà
è scioccante, e se
ci aggiungete che sta parlando di un attore che la sottoscritta non
conosce, be
allora, ho visto tutto nella vita.
“NON
CHIAMARLO COSì” lo rimprovera Aya. “o
Sana è fantastico, è un ragazzo stupendo,
EHI NIKI vieni, dobbiamo festeggiare, Sana reciterà con
KAMURA!!!!!” che
entusiasmo ragazzi, ma chi cavolo è?
“O
Tesoro è fan-ta-sti-co! Ecco, offre la casa” e ci
porge quattro fette di torta
al cioccolato.
“ma
si può sapere chi è questo? E
poi come
fai tu a conoscerlo?”
“Tutti
sanno chi è
Kamura-la-fatina-l’idolo-delle-galline” ma guarda
tu è capace di
fare dello spirito pure lui. Aya non è poi così
felice, però.
“non
è un fatina, e noi non siamo galline, è un
eccellente attore, ha recitato in un
mucchio di film!!!! Lascialo perdere Sana, è solo geloso
perché Kamura è più
bello e famoso di lui!” fa gelida. UU si fa interessante. Mi
chiedo come faccia
Akito a conoscerlo.
“si
geloso della fatina, io posso avere tutto quello che voglio”
“tranne
la fama, la bellezza e il denaro che ha lui” ribatte lei
“ma
fammi il piacere. Non ha un minimo di muscoli, Akito lo schiaccerebbe
in due
secondi” risponde Tsuyoshi, chissà come ha fatto a
trovare il coraggio di
contraddire la ragazza.
“AAAh
non è affatto vero, ha un corpo scultoreo!”
“e
tu che ne sai?”
“ecco
io, io, ecco” è più rossa dei miei
capelli!
“ehi
Niki, ci porti due birre, così brindiamo alla fama, alla
bellezza e al denaro
della fatina” ordina autoritario Akito. “si
capo!”
“Perché
fatina?”
“Perché
è una fatina! Un damerino, un rammollito,un” okay,
hai reso l’idea.
“è
UN GENTILUOMO! E NON è ROZZO COME TE! Sana mi farai avere un
autografo! TI
prego!Farò qualsiasi cosa”
“Qualsiasi
cosa, interessante…” le deglutisce spaventata.
“E
va bene…” tanto ho ancora la storia delle foto con
cui ricattarla.
Nel
frattempo Tsuyoshi e Akito si lasciano andare a una serie di battute
poco
eleganti nei confronti del mio nuovo futuro collega.
“Eccomi
Rey” eccolo, il mio menager, alto, ben vestito, un ciuffo di
capelli che non
segue la pettinatura all’indietro, e che ricadono su di un
paio di occhiali da
sole neri. Mi abbraccia un po’ troppo calorosamente, e mi
sorride felice. Rey
sarà anche un rompiscatole ma il suo sorriso lo batte solo
uno! E non c’è
bisogno di dire a chi appartiene vero?
“Sana
sei quasi in ritardo”
“o
ti prego! Invece di, di che parla il film?” solo ora mi sto
rendendo conto che
di questo film non so niente. E a quanto pare Rey nemmeno.
“Non
avrai accettato senza leggere uno spunto di copione?” no, non
di nuovo!
“ecco
io…”
“REY!!
MA CHE TI VIENE IN MENTE! ERAVAMO D’ACCORDO CHE NON AVRESTI
ACCETTATO Più NIENTE
SENZA SAPERE DI CHE PARLA!” io non lo so, non lo so che ha
questo al posto del
cervello, segatura? Cerume? Materia oscura?
“ma..
Kamura!”
“per
quanto ne so io questo potrebbe essere anche un porno!!! Ti
rendi”
“o
no io non girerei mai film del genere!” chi cavolo
è che parla interrompendo il
mio discorsetto a Rey?
“scusa
tu chi sei?” sbotto a un ragazzo non molto più
alto di me. Ha un che di
familiare, ha gli occhi celesti, un viso…delicato e dei
capelli, dei capelli di
cui non so definire il colore. Una cosa tra celeste, azzurro e lila. A
un che
di fatato in effetti, ma non credo sia questo il motivo del sopranome.
“Naozumi
Kamura, piacere” aa la fatina!
“tu devi
essere Rossana” mi porge la mano, la sua voce è
molto diversa da quella di Rey,
che è profonda e adulta, o da quella di Hayama, no questa
è fanciullesca.
“Si
sono io, piacere” emh che gli dico?
“Allora
il tuo menager ha accettato senza leggere il copione?”
“si,
è stato un po’ impulsivo, si è fatto
trascinare dall’entusiasmo” faccio io
mentre guardo Rey, e poi torno a guardare la fatina, ops pardon Kamura.
“tu
sai di che parla?”
“si
mi hanno mandato il copione, è una bella storia, una storia
piena di sentimento,
d’amore” che schifo! Un romanticone.
“aah
bello”
“tu
sei la protagonista?”
“chi-chi
io? Rey?”
“Si,
Sana ha avuto la parte di Isotta” Isotta? O mio dio, non
dirmi che è la storia
d’amore tra quei due, tra Tristano e Isotta! No, no no che
gli è saltato in
mente!
“Fantastico,
io sono Tristano!!” il mio dito di alza a indicarlo.
“tu-tu
sei, sei Tristano?” lui annuisce felice, bene Rey sei morto!
“Però
c’è un problema” cioè il
fatto che tu sia Tristano e io Isotta, si in effetti è
un problema.
“cioè?”
“Sei
rossa” quindi?
“scusa?”
“Sei
una rossa, i tuoi capelli sono rossi!” senti chi parla!
“Ehi
scusa ma hai visto i tuoi di capelli!? Che colore sarebbero
eh?” ma guarda tu!
Ride, una risata cristallina.
“No,
non era un’offesa! Colpa mia, scusa, intendevo dire che
Isotta, come tutte le
donne delle storie d’amore della tradizione cortese, sono
bionde” quanto parla
questo! È una macchina. E il tono di voce, ora capisco il
perchè della Fatina.
“Non
mi farò bionda!” no! No! No e no!
“Sana
ma se lo chiedono devi farlo”
“questo
è uno dei motivi per cui ti avevo chiesto di leggere prima
di firmare un
contratto!”
“Scusa
Kamura, dov’è il tuo menager?” che mi
ignora!AAAAAA! Sono offesa.
“Di
là signore” e indica una porta lungo un corridoio,
Rey si avvia e mi lascia
sola con Kamura.
“Allora
Kamura”
“Chiamami
Naozumi” eeeeee.
“si
emh, Naozumi” che gli dico? Help! “be, tu sai come
sono finita a fare questo
film, tu, invece, come mai hai deciso di farlo”
“Mi
sono sempre piaciute le storie d’amore epiche”
ooooooo.
“ma
non mi dire, quindi”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”
un coro di urli arriva pericolosamente verso di noi. Un mucchio di
ragazzine
assatanate si avvicinano troppo velocemente per trovare una via di
fuga. Ma chi
sei tu?
“Ciao
ragazze, calma per favore calma!” lui non è
affatto spaventato. Firma autografi
a destra e a manca, sorride gentilmente a chi lo chiama, guarda ci sono
due o
tre ragazze che stanno piangendo, addirittura.
“O
Naozumi, sei così bello!” e tu molto timida!
“Nao!
Nao!Nao, posso avere una foto con te? ?”
“Certo,
Rossana potresti?” e? chi io? Scusate mi ero incantata.
“si-si
certo” Prendo la macchina fotografica della ragazza e scatto
la foto. Lei
ringrazia e gli da un bacio sulla guancia. Lui le sorride dolcemente e
la
ringrazia, poi riprende a firmare autografi. Senza mai smettere di
essere
gentile, e non sembra affatto scocciato, anzi sembra, sembra sincero,
non avevo
mai visto un così, così dolce.
Quando
finalmente finisce, si rivolge a me e mi sorride.
“Scusami”
“no
e di che! Figurati” è così strano
questo ragazzo.
“Vogliamo
andare”
“Andiamo”
“Rey
non mi farò bionda!” no, no, no, no e no!
“Sana
non fare la bambina! Se non fosse un esigenza, non te lo
chiederemmo!”
“BIONDA!
MA STIAMO SCHERZANDO! CON CHE FACCIA MI PRESENTO A SCUOLA!”
“non
essere sciocca, con la tua!” che razza di cretino. Ma il mio
sguardo spegne
immediatamente il suo sorriso. Io non posso farmi bionda! Chiaro,
passino le
lenti a contatto azzurre per farmi gli occhi chiari, ma bionda, no,
andiamo,
siamo seri!
“Sana,
è questione di essere professionali, devi dimostrare che tu
sei disposta a
modificarti per entrare di più nel personaggio, che non sei
una super star
viziata!”
“ma
bionda!!”
“ne
stai facendo una tragedia per niente! Dimostra di essere
un’attrice di alto
livello, dimostra a quelli che ti dicono che hai solo un bel corpo, che
vali!
Che hai talento da vendere, che non sei una gallina senza
cervello” belle
parole, però bionda… e va bene, così
voglio vedere se Akito dopo la mia sublime
performance avrà il coraggio di dire qualcosa.
“va
bene”
“si,
brava Sana, per fortuna, il contratto era irreversibile, e poi
tranquilla, le
riprese inizieranno solo tra un mese” ma sentilo!
“Sana?”
“mm?”
ho in mente la mia testa con la chioma bionda.
“non
ti hanno dato la pagella oggi?” ops. E adesso?
“perché
non ne parliamo quando arriviamo?” dico mentre mi slaccio la
cintura molto
lentamente.
“Sana”
al tre. Uno, Tolgo la sicura alla porta.
“sai
quanto sia importante l’istruzione” due. Prendo la
borsa che ho tra i piedi con la
mano destra.
“molti
registi ritengono che un alto livello di cultura aiuti gli attori a
penetrare
di più i personaggi quindi” TRE!!! Apro la
portiera e esco fuori dall’auto in
corsa.
“SANA
TORNA SUBITO QUI! SANA!SANA !” corri, corri, corri. Corro in direzione opposta a quella
della macchina e
svolto nel primo incrocio che trovo. Rey si arrabbia sempre moltissimo
quando
lo faccio. Quindi è meglio far calmare le acque prima di
tornare a casa.
“zz-zz”
o no lo avevo dimenticato.
“pronto?”
sprizzo allegria da tutti i pori.
“SANA,
CHE TI È SALTATO IN MENTE, SEI PAZZA, POTEVI FARTI MOLTO
MALE, FORTUNA CHE IO
GUIDO PIANO” tu sei una lumaca al volante!
“CHE
HAI INTENZIONE DI FARE, TORNA SUBITO QUI! ORAA!”
“si
Rey, ci vediamo a casa, ciaooooo”
“SANA
NON PROVARE A RICHIUDER” ciao ciao Rey.
Dite
che sono cattiva con lui? Naaaa.
Che
ore saranno? Le sette e mezza. Va è meglio avviarsi verso
casa. Certo che dovrò
trovare una buona scusa questa volta. Una per il voto di matematica,
una per la
pagella in generale, e una per quello che ho appena fatto! Fantastico,
tre
scuse, io sono brava a fregare Rey, mamma è più
difficile, ma tre scuse. O no!
Il professore è il coordinatore! Avrà chiamato
per dirle che mi ha sbattuto
fuori! Fantastico quattro scuse!
“SEI
LA ROVINA
DELLA
MIA VITA!” chi è che urla in questo modo disumano,
neanch’io riesco a urlare
così.
“NON
HAI IL BENCHÉ MINIMO DI RISPETTO PER NOI, TI AVREMMO DOVUTO
SBATTERE FUORI CASA
QUANDO NASCESTI!” è isterica questa! Il dottore
raccomanda camomilla.
“È
TUTTA COLPA TUA!” voglio imparare anch'io a urlare
così, poi vogliov edere se Rey accetta anche solo un altro
contratto senza leggerlo.
“IO
NON HO IL TEMPO DI ESSERE RESPONSABILE DI OGNI CATASTROFE CHE TI
SUCCEDE” o mio
dio questo è.
“SI
INVECE, SE NON CI FOSSI TU, LA MIA VITA SAREBBE DI GRAN
LUNGA MIGLIORE, E LUI MI NON AVREBBE
MAI
LASCIATA!!
TI ODIO!!”
“NON
DARE LA
COLPA A
ME SE NESSUNO SANO DI MENTE TI VORREBBE COME FIDANZATA! SEI ISTERICA! LA TUA
SOLA VOCE È
INSOPPORTABILE!” si questo
è proprio.
“VAFFANCULO!”
uu aia.
“DOPO
DI TE!” Hayama.
“ADESSO
BASTA! TROVATI UN ALTRO POSTO PER CENARE STA SERA, E VEDI DI NON
RIENTRARE FIN
QUANDO SIAMO SVEGLI!!”
“SENZ’ALTRO!”
o santo cielo. Quel uomo, è così così
simile a lui, ha il suo stesso taglio
degli occhi, ha la sua stessa altezza, che sia, no un padre non si
comporterebbe mai così con un figlio. lo ha trattato con un
disprezzo inumano,
e quella ragazza! È stata crudele. Vedo Hayama tirare un
calcio contro il
muretto. E poi avviarsi verso la strada. Mi avvicino lentamente alla
casa dove
abitano quei due pazzi, e resto di sasso quando leggo Hayama,
è casa sua, è la
casa di Akito!
Torno
indietro di corsa, sono spaventata, come può Akito vivere
lì. Svolto a destra,
e continuo a correre, come si può urlare in faccia ad una
persona quelle
cattiverie, accusarlo di essere la rovina della propria vita, come si
può
mandarlo a cenare fuori da solo? Come?
Come
può
dormire la notte quella ragazza? Come fa a volerlo fuori di casa? Dio
è suo
fratello! Sangue del suo sangue! Non sa lei cosa significhi non avere
un parente di
sangue al mondo! E quel uomo, come può trattare
così suo figlio! Come? E perché
la mamma non dice niente, come può permettere che lo
trattino così.
Eccolo
finalmente, sta entrando da Niki, lo sapevo, lo sapevo che sarebbe
andato da
lui, me ne sono accorta da come ci parlava oggi pomeriggio, ora
però come
faccio?
Prima
cosa da
fare è avvertire casa, non voglio che Rey spieghi le forze
dell’ordine in mia
ricerca. Dai rispondi, su!
“Mamma!
Ciao,
senti io mangio da Niki sta sera, non preoccuparti per me sto bene. Un
bacio
ciao!”
“sana
as” non
ho il tempo di parlare ora!
Dimmi
che ho
carta e penna, borsa non abbandonarmi. Si! Perfetto.
Entro.
“Ciao
Niki!”
“Ciao
Bella!
Come mai a quest’ora?”
“Sono
appena
uscita dagli studi, e indovina un po’ chi ho
conosciuto?”
“Kamura!?!!!”
non sono un ottima attrice?
“in
persona!”
“e
com’è?” com’è,
dunque l’unico aggettivo che mi viene in mente
è:”gentile!”
“ti
preparo un
tavolo?” ora, faccio la finta tonta e mi giro intorno.
“o
guarda chi
c’è Hayama”
“ehm
Sana, non
ha avuto una buona serata, non tormentarlo” lo guardo, ha gli
occhi tristi.
Troppo tristi, per essere un barista che ha un cliente abituale.
Profondamente
tristi, per essere un conoscente. Troppo. Lo hai cresciuto tu, vero
Niki? Nelle
sere in cui lui non poteva stare a casa, lo hai accolto tu. Sei il
padre che
non ha avuto?
“lo
so” mi
guarda interrogativo, ma non gli do il tempo di ribattere. Mi avvicino
al
tavolo, lui ha lo sguardo fisso su un bicchiere di birra vuoto. Mi
siedo
davanti a lui, e caccio carta e penna. Una promessa è una
promessa. E ahimè se
lui non me lo permette dovrò scrivere a vita.
E
allora? Era ora di far entrare gli altri personaggi.
Dunque, Sana incontra Kamura (la fatina, non è una mia pura
invenzione, ultimamente ho rivisto troppo spesso Slevin- Patto
Criminale, e ne
risento ancora l'influenza!). Rey, resta il menager che vuole fare di
Sana
una grande star, e vede opportunità ovunque, e poi Akito,
lei
non sa bene la sua condizione famigliare, non sa della mamma, sa solo
quello che ha visto. Un uomo, presumibilmente il padre di Akito, e una
ragazza. Che altro? A si la storia del nome del nonno, è
successa veramente, ma non sono stata sbattuta fuori, poi il pomeriggio
sono andata alla ricerca del nome su internet, e sono rimasta
scioccatta dal numero delle discussioni che ci sono! Comunque per me il
nome resta Tobias. Che ve ne pare?
Ringraziamenti:
rayanforever:fai il tifo per
Sana? E si Sana è in tutti noi, ma anch'io vorrei
essere al posto di Sana certe volte! Poi tra un testardo e
un'orgogliosa, che ci si può aspettare!? Grazie
della recenzione! A presto.
alexis_92:figurati, grazie a
te per aver recensito ancora, mi fa infinitamente piacere che ti
piacciano questi capitoli, i prossimi saranno un'evoluzione della
storia, e spero continueranno a piacerti.
DenaDena:grazie del la
recensione, sono contenta che i riferimenti ad altri film ti
piacciano, perchè io ne faccio sempre in tutti i giorni,
sono moolto influenzata da certi film, e devo dire che cerco sempre di
non metterne molti, altrimenti creod che i dialoghi rallenterrebbero
troppo e perderebbero la velocià del botta e risposta.
Grazie ancora, e alla prossima.
MaKiCo:credo, anzi spero,
che quel -hahahahahahah[...]!!!- sia una risata, da cui deduco che ti
abbia fatto ridere? E quindi che ti sia almeno un po' piaciuta? Spero
lascerai una recensione più emh lunga, a questo capitolo, se
vorrai.
Manila:grazie
infinitamente, mi riempie di gioia sapere che ti piace, e continuo a
tenere le dita incrociate nella speranza che non ti abbia deluso! La
storia del blocchetto mi è venuta da un'esperienza
personale, una volta, sono stata tutto il giorno senza voce e usavo
davvero il blocco per gli appunti,sembravo una pazza! E poi una
lavagnetta non sarebbe stata credibile! E riguardo al
tormentare Akito, credo che quello che Sana ha sentito l'abbia
convinta definitivamente a stargli vicino, ma non dico che li
permetterà insulti o quant'altro, anzi.
elyranma:del bel tenebroso,
ha scoperto poco e troppo, poco per sapere tutta la storia, troppo per
non interessarsene. Sana non demorde, e poi dovrà affrontare
la pagella. grazie per la recensione a presto.
Maty:grazie del
complimento, e sono contenta che ti piaccia, lo so hai perfettamente
ragione, sono lenta, lentissima, ma ora ho una settimana di vacanza,
proverò a impegnarmi di più, nel frattempo goditi
questo capitolo, che ho postato velocemente almeno questo! Un bacio
Un bacione a tutti!
Lucia
|
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Capitolo 4 *** Quel mio stupido orgoglio ***
Giusto due
paroline, poi vi lascio al capitolo, credo che questo Akito sia un poco
OOC... sta a voi giudicare, buona lettura!
Capitolo 4: Quel mio stupido orgoglio
“-Ciao
Aki!!-“ ma
guarda come devo fingere!
“Sparisci”
e come dargli torto. Neanche io vorrei sentire una rompiscatole come me
dopo un
litigio così.
“-Ma
smettila, tanto lo so che ti fa piacere la mia presenza-“
Sana Sana, stai
giocando con il
fuoco, ed è troppo
facile bruciarsi.
“Kurata,
non è aria, sparisci”…sta perdendo la
pazienza devo inventarmi qualcosa.
“-Ma
dato che questa sera mi sento allegra-“ legge mentre scrivo
“Non
mi dire” il mio sopracciglio si alza involontariamente, fai
del sarcasmo?
“-voglio
offrirti la cena-“ cosa cosa cosa? Possibile che non penso
nemmeno prima di
scrivere?
“?!”
sto iniziando a scrivere quando mi dice:”So leggere e basta
con questi, sei
fastidiosa!”
Io
lo guardo
con un sorrisone aspettando che lo dica, avanti dillo. Daii!
“Hai
vinto, parla!” SSSSIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!! Nella mia testa
parte l’inno alla
gioia di Behtovenn. Naanaanaanaanaanaaaaaaanananananaaa.nana! Forse non
fa
proprio così, particolari.
“OOOO
finalmente, stava per venirmi un
crampo alla mano!”
“Succede
a chi non sa scrivere, sai non è
abituato” però è bravissimo a farmi
perdere la pazienza. Quello che invece mi
stupisce è che è antipatico nella norma. Voglio
dire non sembra più scorbutico
del solito, è nomale. È esattamente come mi sarei
aspettata di incontrarlo, in
un momento qualsiasi.
“vieni!?”
e gli porgo la mano.
“Dove?”
“Ho
detto che ti avrei offerto la cena o
sbaglio?” e adesso lo devo pure portare a cena fuori, ma
guarda un po’ in che
guaio mi sono cacciata! “Allora
ti piace
il sushi?” ragazzi fermi tutti…giurerei di aver
visto un lampo nei suoi occhi
alla parola sushi.
“Non
mi dispiace”
“Che
significa che non ti dispiace? Me lo
spieghi? Anzi no, me lo spieghi dopo, Niki torniamo più
tardi!” e lo trascino
davanti al bancone.
“Okay,
…e comunque quando dice che non gli
dispiace significa che ci va pazzo!’” mi sussurra
all’orecchio. Hai capito Aki.
“Ciao
ragazzi a dopo!”
Okay
lo devo
ammettere, Niki ha un difetto, non vende pesce. E si! È una
grave mancanza! Ma
forse è più igienico. Non trovate?
"Aki, quanto ne sai di Heidi?"
lo so lo so, ma sta storia mi è rimasta in testa! Mi guarda
storto. Guarda che è solo una domanda!
“ok lasciamo perde...Da
quando conosci Niki?” troppo invadente?
“A te
che importa?” chiede sospettoso.
“uffa
Aki, era solo una domanda per
conversare!”
“erano
meglio i bigliettini almeno ci
mettevi tempo tra una cazzata e l’altra! E piantala di
chiamarmi così”
“ehi,
sia chiaro, io non dico cazzate, le
mie parole sono sempre piene si saggezza e verità, sono
pensieri profondi i
miei!”
“come
no”
“che
vorresti dire?”
“che
sei una stupida”
“e tu
un idiota”
“gallina”
“arrogante”
“ricreduta”
“deficiente”
“quello
che manca di intelligenza non sono
io”
“è
una chiara allusione alla mia pagella?”
“non
l’ho detto io”
“a si?
E fammi vedere la tua
intelligentone.. scommetto che non hai neanche una sufficienza, non ci
sei mai
a scuola” con mia enorme sorpresa caccia un foglio tutto
ripiegato dalla tasca
posteriore dei suoi pantaloni, e me lo porge, io lo apro con
curiosità e
rimango allibita.
“hai 8 in
matematica e 9
in fisica?” sono spiazzata,
non lo facevo così bravo, questo mi diventa un nobel! Ritiro
tutto quello che
ho detto, ma non glielo dirò mai.
“allora
ritiri quello che hai detto, o sei
troppo orgogliosa?” certo.
“lo
prendo come un complimento”
“non
lo era” grrrr,
“antipatico,
Kamura oggi è stato molto più
gentile di te” ah, beccati questo!
“certo
hai mai visto una fatina scorbutica?”
in effetti ha ragione.
“non
chiamarlo così” e poi in quanto a
essere scorbutici basti tu.
“a ti
sei unita anche tu alle gallinexKamura?”
“no,
è stato molto carino con me, e non ho
motivo di parlarne male, io, non sono gelosa!”
“neanche
io” sibila offeso.
“sembrava”
“comunque
siamo arrivati!” lui si ferma e
alza lo sguardo verso l’insegna luminosa, sopra una grande
porta di vetro. Poi
mi guada per la prima volta da quando siamo usciti.
“guarda
che paghi tu” non proprio.
“lo
so”
“questo
è uno dei posti più cari, ne sei
cosciente?” o si che ne sono cosciente, lo scelto a posta.
“lo
so”
“hai
fumato!?”
“ma
no! Scemo. Non potevo farti mangiare
sushi scadente se ti ho invitato io a cena, che figura ci
farei” in realtà
faccio pagare tutto a Rey, così impara! La vendetta
è piatto che va gustato
freddo, muahahhaha, immagino già la faccia che
farà quando vedrà il conto.
“non
ti credo” non mi piace se riesce a
capirmi.
“te lo
spiego dopo! Avanti fidati.” Non è affatto
convinto ma entra, deve proprio
piacergli il sushi.
*
“Mio
dio, Aki, hai un buco nero al posto
dello stomaco” dico mentre rientriamo da Niki. Si
sarà mangiato una quarantina
di porzioni! Una dopo l’altra. Non mi aspettassi una gran
conversazione, ma
così, era talmente impegnato che annuiva solo. Fortuna che
paga Rey.
“senti
chi parla”
“Ciao
belli, vi siete divertiti?” ci urla Niki
da dietro il bancone mentre serve un paio di clienti
contemporaneamente.
“Su
Niki sii serio, chi è che non si diverte
con me?” dico girando su me stessa, ride sonoramente.
“nessuno,
piccola!”
“ma
zitta” mi raggiunge Akito al bancone.
“zitto
tu! Ti ho offerto la cena” ribatto
appoggiando la mano destra sul mio fianco… in stile maestria
d’asilo.
“non
te l’ho chiesto io, e poi non me l’hai
offerta tu, ma il tuo gigolò” questo non te la
perdono! Gli tiro un leggero
pugno sulla pancia… e credetemi se avessi fatto sul serio,
mi sarei frantumata
la mano. È una roccia!
“ehi
non offenderlo, e poi scusa non posso
cenare con un mio amico e divertirmi?”
“noi
non siamo amici”
“Certo
che lo siamo! Andiamo a sederci” e lo
trascino ad un tavolino. Mi guarda per un po’ poi:
“Perché lo fai?” o-ooh e che
gli dico ora? In realtà non saprei dirtelo, volevo
avvicinami a te già prima di
oggi pomeriggio, ora voglio aiutarti, ma non so dirti il motivo, sento
che lo
devo fare, sento che lo voglio fare. E troppo senza senso?
“cosa?”
prendiamo tempo.
“questo,
parlarmi…in continuazione”
“te
l’ho detto che non ti saresti liberato
facilmente di me” anzi, non ti saresti liberato e punto.
“Niki”
ed ecco che arriva il mio amicone,
con una birra per Akito.
“è
la seconda volta” mi guarda come si
guarda una versione di Cicerone.
“oggi
è la seconda volta che ordini da bere
solo per te” spiego.
“vuoi
un succo di frutta?...tu non bevi” afferma
sprezzante, e infatti io non bevo.
Però tu poi essere gentile.
“certo
che bevo” ma cosa? Se non hai mai
tocca alcool in tutta la tua lunga vita di quasi diciassettenne.
“ma
fammi il piacere” io lo guardo con sfida
e lui mi rimanda un ghigno quando fa scivolare la bottiglia fino a me.
Dai Sana
è solo birra.
“Niki,
la bimba ha sete” chiedendo due di
non so che con la mano.
“capo
è una bambina” bambina?
“ehi
bambina a chi, portami quello che ti ha
chiesto!” ma guarda tu, bimba, ma va! Niki non ci pensa due
volte, e arriva
subito con due bicchieri, che posa uno davanti a me, e uno davanti ad
Aki, e
una bottiglia piena.
Questa
non è
di certo birra, no no. Ho paura di sapere cos’è.
“alla
calata” ops, forse era meglio che mi
portasse un succo di frutta. Posso cambiare ordinazione? Sei una
cretina!
Stupida! Sei un deficiente, ora come pensi di levarti da questo
impiccio?
Vedo
i suoi
occhi guardarmi con sfida, e quel ghigno sulla sua faccia da schiaffi,
mi fa
venire i nervi è convinto che io non lo faccia, e forse non
dovresti, è
convinto che io non sia capace, e infatti non lo sei, ma si sbaglia di
grosso.
Sicuro Sì, si sbaglia.
“dai”
il suo sguardo dice mille parole, e io
che posso fare, di certo Sana Kurata non si tira indietro di fronte ad
una
sfida, ergo prendo
il bicchiere e lo
bevo tutto di un
sorso……….Io,io…….
…….MIO DIO QUANTO CAZZO BRUCIA! AHH-AH LA MIA
GOLA! ARIA ARIA! BRUCIA!! BRUCIAA!!!!AHHHHH!
Stringo i denti, e anche gli occhi, finché il bruciore non
diminuisce e posso
riaprirli, ho quasi le lacrime! Ma è legale sta roba? E
guardatelo quello, guardatelo
come se la ride, come si fa beffa di me! Ti faccio vedere io! Prendo la
bottiglia e riempio il mio e il suo bicchiere, e glielo sbatto davanti.
Lui mi scruta,
io invece lo guardo di sbieco, convinta, decisa.
“alla
calata” lo imito inclinando il capo,
alzo il bicchiere a mo’ di brindisi, e di nuovo
giù. Brucia brucia, però questa
volta non stringo gli occhi ne i denti, ribatto il bicchiere vuoto sul
tavolo.
Lui mi porge la bottiglia, ancora? O mamma, e va bene!
E
ancora,
questa volta ne sento anche il sapore, e non è affatto male,
anzi, quasi quasi
ne provo ancora un po’.
“però
non ti facevo così coraggiosa” non è
coraggio stupido, è orgoglio.
“non
mi conosci”
“o
forse è solo orgoglio” non mi piace
affatto sto fatto che capisce i miei pensieri. Generalmente mi sgama
solo
mamma, e nessun altro, ho sempre saputo essere credibile, è
il mio lavoro tra
l’altro, ma lui, grr, lui capisce i miei pensieri ancora
prima che li pensi!
“Kurata
ti sta suonando il cellulare”…e il bello
è che c’azzecca sempre! Che rabbia!! E
ora che ci penso, è la seconda volta che mi faccio fregare
da lui. Vorrei
strozzarlo, grr! .....Davvero?
“o a
si, -Pronto? Mamma ciao….. si si sono
da Niki…… no no torno da sola, ioeh, ops scusa ho
il singhiozzo….si vai pure a
letto, notte ciao”
“devo
andare” cerco di alzarmi, ma con poco
successo, perché ricado come una pera cotta sulla sedia,
Akito ride, mentre si
porta alla bocca quella che era la bottiglia di birra. Almeno lo faccio
ridere!
Anche se lui sghignazza di me, il che non è bello, sono al
centro
dell’attenzione di tutti, e non per aver fatto una cosa
eroica.
“meno
male che lo reggevi l’alcool” sta
zitto, brutto imbecille è colpa tua se sto così,
tua e del mio stupido
orgoglio.
“taci”
“la
accompagni tu” gli chiede Niki
“non ho bisogno di
essere riaccompagnata, sto
benone” Niki non mi calcola, si rivolge solo ad Aki. Ehi io
non sono ubriaca!
“è
stata lei a cominciare!” protesta però
sempre con distacco.
“Akito”
“e va
bene, vieni super star”
“Sana,
il mio nome è Sana, non è difficile,
Sa-na, dai prova, Sa-na!” mi aiuta ad alzarmi e mi porta
fuori, mi guarda negli
occhi. Ve lo mai detto quanto sono belli i suoi occhi, profondi,
sembrano risucchiarti.
Non riesci a staccarti, sono peggio del tranello del diavolo, non puoi
non
guardarli, sono stupendi, per non parlare del resto, no è
l’alcool che mi fa sparlare.
Ma quale alcool, è un bonazzo, ti piace anche da sobria! Non
mi piace! Anzi ora
sembra anche più bello.
Guardatelo
com’è sexy, i capelli svolazzanti e scompigliati,
il viso duro, sotto la giacca
di pelle rigorosamente nera la camicia a righe, nera che scopre
leggermente
quei pettorali perfetti, e una collana di quelle elasticizzate bianche;
i
pantaloni di un marrone pastello larghi ma eleganti, retti da una cinta
di
quelle sportive, nera. Una perfetta visione. Sana finiscila, ma cosa,
è uno
stra…basta!
Ci
avviamo per
la strada, in silenzio, non so a cosa lui stia pensando, molto
probabilmente
alla mia pietosa figura, io invece non faccio altro che vedere i suoi
occhi. Mi
hanno incantata dalla prima volta che li ho visti, ma adesso, a quella
distanza….fiuuu.
“sai
che hai dei bei occhi” che cosa hai
detto? Che cosa hai fatto! Sgrano i miei occhi, l’ho detto
davvero. Certo che
sono stupida.
Ma
guardalo è
arrossito.
“aaa
sei arrossito!!!!” vuoi stare zitta una
buona volta?
“non
sono arrossito, e se non la smetti ti
ci mando a calci a casa”
“potresti
anche essere più gentile!”
“appunto
potrei”
“si,
potresti benissimo esserlo con le
persone che ti circondano”
“sono
circondato da idioti” fa quasi tra sé.
“idiota
ci sarai tu, sarai anche un figo da
paura ma in quanto a carattere devi lavorare parecchio”
“che
hai una cotta per me” fa ridendo.
“ma
quale cotta! Per uno come te…tzs” non
sono completamente andata, un minimo di razionalità mi
è rimasta.
“menomale,
sei troppo poco formosa per i
miei gusti” mi sta provocando, lo so e infatti non
risponderò.
“ma
vaffanculo, io sono perfetta” ok, ho
parlato troppo presto, ma non è che abbia il pieno controllo
della mia bocca
ora, non ce l’ho in condizioni normali, quindi…
“certo,
e come mai non riesci a tenerti in
piedi” infatti devo appoggiarmi a lui. Il che non mi dispiace
affatto. E mentre
cerco di camminare in una posizione decente senza fare voli,
perché diavolo mi
sono messa i tacchi per andare agli studio?! È un miracolo
che non sia caduta
mentre uscivo dalla macchina. Abitudine? Eheh.
Non
noto la
bella buca su cui il mio tacchetto va a scivolare per poi spezzarsi e
farmi
cadere di lato, e nello sforzo che Akito fa per riprendermi gli scivola
dalla
camicia una seconda collana dal filo nero, c’è al
posto di un ciondolo un
anello, sembra oro bianco, è un anello discreto, una
semplice fedina, ma è
molto bello.
“che
bello, è tuo? Chi te lo ha regalato?”
mentre me la rigiro tra le mani.
Lui
la strappa
dalle mie mani e se la rimette dentro la camicia.
“cerca
di non cadere in continuazione, non
sei una piuma” è una mia impressione o ha cambiato
velocemente argomento? Cambiato?
No ha letteralmente ignorato l’argomento, come se io non
avessi detto niente,
chissà perché.
“Aki,
sono stanca perché non ce ne stiamo un
po’ qui al parco” sento le forze abbandonarmi, e
l’ultima cosa che percepisco
sono le braccia di Akito che mi sostengono e poi più niente.
*
“mm”
apro gli occhi, lentamente, non mi
ricordo niente, la prima cosa che vedo è la luna, quanto
è bella, è stupenda,
c’è solo uno spicchio, bianco, domani sera
sicuramente non si vedrà, è così
elegante, fine, raffinata, tutta intorno le stelle, su un plenilunio
nero.
Aspettate, come faccio a vedere il cielo? Mi alzo di scatto e mi
accorgo di una
mano che stringe la mia. E di una giacca di pelle che mi scivola via.
Che ci
faccio nel gazebo del parco? E perché
c’è Akito seduto per terra che dorme con
la mia mano nella sua! Ah! Che dolore, mi scoppia la testa!
Lo
guardo
dormire con la schiena appoggiata alla panca, deve aver dormito
scomodissimo, …e
si è tolto la sua giacca per non farmi sentire freddo, che
dolce! lo guardo
così con gli occhi chiusi, ha un volto angelico quando
dorme, è così bello. Che
dite se ne accorge se gli faccio una foto, è troppo bello!
Piano piano prendo
il cellulare e ne scatto una. Ah dannato flash!
“eliminala
immediatamente” ii ii era
sveglio. Si alza e si stiracchia. Raccoglie la giacca e se la mette.
“alla
buon ora ti sei svegliata” un momento,
io e AKito, parco, notte, nessuno in giro, e io non ricordo.
“che
è succ…CHE COSA MI HAI FATTO BRUTTO
PERVERTITO!!!!????” mi tocco un po’ sembra che sia
tutto a posto, non mi sembra
di aver lividi, o qualcosa di strappato.
“niente”
dice alzando le mani. Non so perché
ma decido di credergli, ho ancora l’immagine pura di lui che
dorme teneramente.
Così innocente.
“mm
non mi fido”
“ti
stavo riaccompagnando a casa, ci siamo
fermati qui, ma ti sei addormentata mentre camminavi..come ci si
può
addormentare mentre si cammina?” mentre camminavo, ma fammi
il piacere.
“vuoi
dire che abbiamo dormito qui?”
“no
tu
hai dormito allungata” ooo sei stato a vegliare su di me, che
bello.
“mi fa
male la testa!” meglio dire che mi
scoppia, pulsa da tutte le parti. Sembra che dentro qualcuno stia
giocando a
pallone con il mio cervello, e si stia divertendo a calciare contro il
mio
cranio! Porto le mie mani sulle tempie, come se stringendo potessi
alleviare il
dolore.
“ti
credo, ti sei finita una bottiglia di
brandy alla calata”
“mmm..è
tutta colpa tua” stringo di più la
testa, fa male.
“guarda
che hai chiesto tu da bere”
“non
devi darmi sempre retta, devo averlo
fatto per”
“orgoglio,
sei cocciuta” conclude lui.
Però,
lui ha
dormito li per terra tutta la notte al freddo e non si lamenta per
niente, anzi
sembra pieno di energie. Nonostante abbia anche lui bevuto.
…Tutta la notte? Ma
quanto ho dormito?
“scusa
che ore sono?”
“le
sei e mezza”
“a
ok…”
“di
mattina” aggiunge poi.
“che
cosa?!!!!! E me lo dici così?”
“come
dovrei dirtelo, con una canzone?” come
fa a essere così tranquillo, e a fare dell’ironia.
“scusa
ma i tuoi non saranno preoccupati?!”
“figurati…”
e svia lo sguardo da me.
“ma-ma
abbiamo passato tutta la notte fuori,
o mio dio Rey mi uccide, perché non mi hai
svegliata!”
“eri
così- se tu ti sei addormentata io che
colpa ne ho! E poi cosa avrebbero pensato i tuoi se mi fossi presentato
con te
in braccio mezza morta, e con l’alito di alcool”
c’ha ragione. Rey lo avrebbe
ucciso.
“hai
ragione, Rey ti avrebbe ucciso”
“dai
ti offro la colazione” mi viene da
sorridergli spontaneamente, non so perché, so solo che mi
piace sorridergli.
“grazie”
credo di sembrare parecchio
deficiente, mi sto ancora stringendo la testa, però mi
scoppia!!!
“non
approfittarne, è solo un momento” così
torniamo indietro. Ma come mi alzo riperdo l’equilibrio,
guardo in basso, porca
puttana il tacco!
“dammi
la scarpa” purqua? Dico fra me
pensando, e con un espressione crucciata.
“l’altra”
mi dice mentre io alzo il tacco
rotto. Prende la scarpa e …e…e….e gli
rompe il tacco!!
“di ma
ti sei rincretinito?” le mie scarpe!
“almeno
ora sono alla stessa altezza!” fa
con ovvietà. Come se fosse la cosa più normale
del mondo! Le mie scarpe!
“ma-ma..
come pretendi che mi faccia veder
in giro in questo modo? Ti ti rendi conto?” le mie
scarpe…
“e va
bene aspetta, non muoverti”
“dove
vai?” gli urlo.
“torno
subito” dice correndo. Dove diavolo
starà andando?
Tre
minuti…che
cavolo sta facendo?
Cinque
minuti…
se non torna entro altri cinque me ne vado.
Sette
minuti…
bello hai solo tre minuti, poi ti mollo qui.
Nove
minuti… a
eccolo finalmente.
“dove
ti eri cacciato?”
“ecco
provati questi” e mi porge delle
decoltè nere, non molto alte.
“dove
le hai prese?” dico mentre me le
provo, oo sono del mio numero! Fantastico. Batto le mani. “mi
vanno!” applaudo
ancora contenta.
“sono
di mia sorella, non abito molto
lontano da qui” sua sorella? Quella pazza che urlava oggi
pomeriggio, cioè no…ieri
pomeriggio? Sono confusa.
“hai
una sorella?”
“ti
stanno?” perché non risponde.
“si
si, ma lei non si arrabbierà?!”
“non
preoccuparti, andiamo?”
“ok,
però non andiamo da Niki, ci ha visto
uscire insieme, e abbiamo gli stessi vestiti di oggi, no ieri”
Sarebbe
molto
imbarazzante. Lui annuisce.
“dici
che è meglio che chiami casa?” mi sa
di si, anche lui è d’accordo.
“-mamma?”
“-SONO
REY SANA DOVE SEI FINITA?”
“-noo
guarda che sono uscita presto questa
mattina per vedere l’alba!”Akito mi guarda, e
scuota lentamente la testa.
“-non
prendermi in giro Sana, perché non hai
lasciato un biglietto!”
“-Rey
perché non mi passi la mamma?!” almeno
mi ti levo di torno.
“-SANA?
Buongiorno! dormito bene?”
“-certo,
sto bene, ora vado a fare
colazione, ci vediamo”
“-ok,
divertiti” che mamma, non dovrebbe
rimproverarmi fino alla morte per quello che ho fatto? Dirmi che sono
un’irresponsabile, chiedermi dove diavolo ho la testa, che
cosa stavo pensando,
e perché cavolo non ho avvertito?
“l’alba,
a vedere l’alba?” mi chiede.
“si
per il compito di fisica che il prof, ha
assegnato ieri, osservare la diffusione di quello lì,
Riligt, come si chiama,
vabbe hai capito, all’alba e al tramonto”
“Rayleigh?”
“e
quello…io che ho detto? “
“certo
che te ne inventi di balle” lui
sorride. Non sono un mito a inventare storie?
“dovresti
sorride più spesso, sei molto
carino” sicuri che io non sia più sotto effetto
dell’alcool?
“non
rompere” uu scommetto che quel complimento
se l’è segnato. Ci incamminiamo per la strada in
silenzio. Piano paino il cielo
inizia a schiarirsi.
“guarda
ecco la tua alba, per il compito di fisica”
E mentre camminiamo
così, lui con le mani in tasca e io con un sorrisone sul
viso, il sole si degna
di illuminare finalmente questa giornata, che, ammettiamolo non poteva
iniziare
meglio!
A parte il mal di testa.
Eccoci
qua, dunque dunque, non vi sembra strano Akito? Un po'
giù... non saprei...Sana
non perde tempo, no no... non è che ci sia una
chissà che evoluzione della
storia, perchè secondo me le cose cambiano lentamente, e
prima che Sana se ne
renda conto... comunque, rileggendo i capitoli, ho notato che sono
carente di
descrizioni, sopratutto dei luoghi, mi chiedevo se vi desse fastidio,
solo che
le descrizioni rallentano il dialogo, però se le volete, o
se volete che
approfondisca su gli altri personaggi, posso provarci! Fatemi sapere.
E siccome non mi viene in mente altro da dirvi, vi tedio con le scuse
per il
ritardo, ma studiare da Guinizelli a Dante mi ha completamente
demolito, senza
contare che Fisica non ci porta mai in laboratorio... è
deprimente! Ma a voi
non interessa giusto? A vi avverto mi sono buttata nel Don Chisciotte
non so
quanto ciò influenzerà i miei capitoli, oddio
spero per niente anche se c'è qualcosa di divertente anche
in lui, ma sono ancora
sulla scia dei libri di Feynman quindi l'ironia non mi manca! Ma quanto
parlo
oggi, dovrei sfogare la mia parlantina in altro modo.... A dimenticavo
lo so
che la diffusione di Rayleigh si studia in secondo, e non in terzo
superiore, è
solo nostalgia degli esperimenti che facevamo... credo di aver parlato
abbastanza, megli passare ai ringraziamenti;
MaKico...
per la faccenda del nonno, non so dirti, un mio amico che si
è scaricato le puntate dice che in una Heidi lo chiama
così, poi bo alzo le mani, mi fa piacere che continui a
farti ridere baci, e grazie!
Elyranma...allora
soddisfatta di Sana? che caratterino eh, tra tutte e due, alla
prossima, e grazie della recensione
Rayanforever...sana
casini, macchè farà terremoti di sto passo! Per
quanto riguarda la faccenda dei capelli, ci faremo due risate, thanks,
byee
AngelOfLove...
grazie per la recensione, allora questo capitolo come ti è
sembrato, sarà pronto Akito per il cambiamento di Sana?
gioà riesce a controllare questa Sana chissà,
chissà a presto.
Manila...la
tua recensione rende sempre felice, grazie grazie grazie! credo che nel
prossimo capitolo Sana dovrà spiegare oltre che la pagella
alla madre, anche qualcos'altro a qualcuno tipo Aya, mm e credo che
sarà divertente, ho già qualche idea... ma non
voglio rovinarti la lettura... grazie ancora per tutto quello che hai
scritto!
Geo88...grazie
per aver commentato il cap precedente, spero che i tuoi esami siano
andati bene, io credo che Sana ci stia prendendo gusto a sfidare Akito,
ora si deve solo capire il perchè...poi io mi offrirei
volontaria per conosalare il cucciolo..tu?
Un
bacio a tutti, e grazie anche a chi legge solamente
Lucia
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Capitolo 5 *** K.O. a fine giornata ***
Capitolo 5: K.O. a fine giornata
Aya? O
no, o no, devo nascondermi…
“SANA CIAO!” oops, mi ha visto. Ecco
non bastava il mal di testa, ora
devo pure rispondere all’interrogatorio di
Ayaèmegliochemidicituttotutantoloscoprolostesso.
“Ciao Aya, come mai qui?”
“Io? Tu
che ci fai qui?” e?
mi sfugge qualcosa.
“scusa?”
“non mi dire che te ne sei
dimenticata?” lavora cervello, dai fai un
piccolo sforzo, e ricorda, o andiamo che ci può essere da
ricordare?
Compleanni? Anniversari?
“no, certo che no, non mi sono
dimenticata… noi…tu
dovevi..hem…”
“si?” guarda come se la ride!
“o andiamo lo sai” ride, di gusto
proprio.
“sputa il rospo” no, no che cavolo,
non è giusto… non le dirò niente.
Mantieni un minimo di privacy.
“be non devo mica stare sempre da
Niki…”
“tu ami Niki, gli faresti una statua se ne fossi
capace”
“chi ti ha detto che non ne sono capace? E poi
ciò non toglie che le
altre caffetterie mi siano vietate” dico mentre mi guardo
intorno, sperando che
una certa persona non torni con i cornetti proprio ora.
“ma chi cerchi?” dice voltandosi
intorno.
“eh? No niente… io”
“Sana?”
“hai ragione non me lo ricordo, tu che ci fai
qui?” ok tentativo
patetico lo so, ma come faccio, lei è pur sempre Aya.
“Sana di un po’ hai la minima idea di
che giorno sia oggi?”
“certo, oggi è.. Sabato”
è vero! È sabato. Lei mi guarda sconsolata e
rassegnata.
“…ti dice niente 14
febbraio?” quattordici febbraio, quattordici
febbraio….o mio DIO!
“già proprio San Valentino”
fa alla mia faccia sconvolta, ora ho capito
tutto!
“A quindi tu e Tsuyoshi… di certo non
andrete a scuola”
“no, ma tu?”
“io, si ci vado a scuola” come non lo
so proprio.
“in quelle condizioni” dice
indicandomi. Be perché che ho che non va?
“sembri appena uscita dai postumi di una bella
sbronza!” ee…non sai
quanto hai ragione.
“ma no è solo che no dormito
poco”
“di la verità”
“ho dormito poco sul serio”
“Sana non far finta di non capire, come mai sei
sveglia a questa ora, in
questo giorno, e come mai in questa caffetteria?!”
…ecco sono un libro aperto
per lei, non dovevo fidarmi di Hayama.
“hey solo perché non sto ancora
ignorando una sveglia significa per
forza che c’è qualcosa sotto, no, io
ecco…NO!” no, faccio cenno ad Akito di
arretrare, ma figuratevi se mi dava retta.
“Tieni Kurata” no no no! Aya si gira
di scatto verso Akito, e io mi
copro il viso con le mani. Ho paura, veramente! Lei si gira verso di
me, con un
espressione maliziosa, che non avrei mai pensato di vedere, mista a una
di
soddisfazione.
“non è assolutamente come
pensi” dico ancora nascondendomi.
“Ecco amore” e ci mancava Tsuyoshi!
“Hayama?”
“Tsuyoshi ‘giorno” dice come
se fosse un saluto e si siede. Di certo
Aya, non prede tempo e si siede anche lei, seguita a ruota dal suo
ragazzo.
Bene ora che siamo io, Akito, Tsuyoshi, e Aya seduti in questo bel
tavolino
rotondo, il mio cervello sta lavorano enormemente per trovare una
soluzione. Ma
non ha mai lavorato così tanto a questa ora, e con questo
dolore.
“allora da dove venite?” lancio uno
sguardo ad Aya, e chiunque si
sarebbe zittito, ma lei no! Lei ignora bellamente il mio sguardo e
inizia a
mangiare il suo cornetto alla crema, in attesa della risposta.
“sai che ieri ho conosciuto Naozumi?”
Akito fa una smorfia, aiutarmi no,
eh? Di certo il suo caffé è più
importante.
“no non ci casco”
“ma è vero!”
“e l’autografo?”
d’ho!
“ehm.. me ne sono scordata...” ma
è vero!
“Sana non devi andare a rifarti il trucco, in
bagno?” no.
“veramente no” Akito ride mentre beve
il caffè.
“io credo di si” si alza e mi afferra
il braccio in maniera che non
ammette repliche.
“ahu ahu… Aya mi fai male..”
“certo certo” arriva in bagno e
spalanca la porta.
“tu fuori” dice a una ragazzina che si
sta rifacendo il trucco, non avrà
nemmeno dodici anni, e già è così? Bha
le nuove generazioni, non le capisco
molto.
“e perché mai scusa?” che
sfrontatezza.
“perché lei” e indica me
“ed io dobbiamo parlare” Aya è
minacciosa.
“e va bene tanto ho finito, e sono perfetta lo
stesso” alla faccia.
Quando
esce, Aya chiude la porta e incrocia
le braccia sotto il petto.
“…io non devo rifarmi il
trucco”
“perché invece non ti guardi un
po’?” mi giro verso lo specchio…o
ragazzi… a parte i capelli, tutto il resto è
distrutto! Sono bianca come un
cencio, il trucco di ieri e solo una lontana ombra su due occhiaie,
belle
profonde, sembro L’Urlo!
“e si ho dormito poco”
“come no”
“che? È la
verità!”
“non ne dubito, la mia domanda è
un’altra”...c’avrei scommesso.
“o che vuoi sapere?”
“tut-to”
“uff… ecco diciamo che Akito mi offre
la colazione”
“a San Valentino, e di sua spontanea
volontà?!” si sembra strano, però..
“no, non sapevo che fosse oggi, giuro,
è stato un caso” assottiglia
ancora di più lo sguardo. Ora capisco come fa a sapere tutto
di tutti. È
impossibile nasconderle qualcosa.
“Ieri, sono stata da Niki… e Akito mi
ha accompagnata a casa, ma mi sono
addormentata per strada e mi sono risvegliata al parco, con
lui” ok detto così,
sembra che sia successo qualcosa di opinabile. Ma non è
così.
“oddio che ti ha fatto?”
“niente! Tranquilla, anzi mi ha anche coperta
con la sua giacca”
“come hai fatto ad addormentarti mentre
camminavi?”…mi appello al
diritto di rimanere in silenzio.
“..ecco..non è che avessi il totale
controllo di me, ho pure rotto il tacco
della scarpa”
“e quelle?” non vuoi sapere troppo ora?
“di sua sorella”
“e ti ha coperto con la giacca?
aaa…lo sapevo!!! Che bello! Che altro
avete fatto?”
“NIENTE!” dico alzando le mani.
“non spererai certo che ci creda, per ora ti
lascio stare, ma tu non ci
vai a scuola oggi!”
“come?”
“punto primo c’è i test di
fisica”
“c’è il test? Ma non era
sabato prossimo?”
“buongiorno…e tu hai già
abbastanza voti da recuperare, senza questo
test” abbasso lo sguardo, già.
“non preoccuparti ce la farai! Secondo punto, se
ti presenti a scuola in
queste condizioni…non vai lontano, e poi non so se i
professori ti faranno
andare in giro con i tacchi…” mi guardo i
piedi…
“Terzo, rintontita come sei faresti solo
qualcosa di stupido…si vede
lontano un miglio che ieri hai bevuto” alzo la testa per
replicare, ma non mi
fa aprire bocca.
“quindi ci penso io a te, oggi pomeriggio, a
casa mia alle 5”
“no non voglio, oggi è San Valentino,
tu e Tsuyoshi…”
“non preoccuparti lui oggi pomeriggio deve
lavorare perciò stiamo
insieme questa mattina”
“sicuro?”
“certo e ora torniamo di la”
è la migliore! Senza dubbio.
*
“il fatto che abbiamo passato tempo insieme non
significa che puoi
intrometterti nella mia vita!” è piuttosto
arrabbiato, devo dire. Anche se non
urla, è minaccioso ugualmente.
“stavi importunando quel ragazzo senza
motivo!”
“quello mi deve dei soldi” grr
perché è così cocciuto!
“Stavi per fare una stupidaggine”
“ma a te cosa importa!?””
“Erano in tre contro te!” che bella
rima!
“non avevo paura di loro”
“su questo non c’è dubbio,
sei fin troppo sicuro delle tue capacità!”
“te lo dico una sola volta, non intromettermi
più nella mia vita” e mi
spinge verso il muro, mettendomi all’angolo.
“di che hai paura?”
“di certo non di te”
“e allora che motivo hai di comportarti
così, volevo solo aiutarti” io
non lo so!
“non
ho bisogno dell’aiuto di
nessuno, tanto meno di una bambinetta viziata, che ha avuto tutto e di
più
dalla sua vita! E non sa niente di niente, che non ha idea di cosa sia
la vita”
no questo non lo può dire, non sa niente, niente di me!
La mia
mano si alza e riscende con
tutta la forza che ho sulla sua guancia.
“non puoi permetterti”
“cos’è da piccola la
mammina non ha voluto comprarti la bambolina appena
uscita? È questo il tuo trauma infantile?” sto per
ridargli un altro schiaffo,
ma questa volta mi ferma prendendomi al braccio e stringendolo con una
facilità
inumana.
“stai passando il limite”
“sei tu che lo hai passato”
rivolgendomi alla sua mano, che invece si
stringe di più, stringo un poco i denti, mi sta facendo un
male cane, ma non lo
ammetterò mai. Purtroppo per me i miei occhi iniziano a
luccicare e lui se ne
accorge.
“sparisci” dice mollando.
“va al diavolo” dico mentre mi prendo
il braccio. Raccolgo poi la mia
borsa con un movimento secco e mi incammino verso casa di Aya. Lo odio,
lo
odio! Grr, non lo posso sopportare! Sembrava così tenero
questa mattina, e
adesso! Io ho fatto tutto in buona fede. Lo viso con tre ragazzi che lo
circondavano, mentre manteneva una aria da duro e pretendeva i soldi,
che ha
vinto non so dove, e non potevo stare li a guardarlo! In
realtà avevo più paura
per quei tre, e ad Hayama, non serve di certo un’altra
denuncia. Per questo
sono intervenuta, solo che i ragazzini sono scappati, e Akito
è rimasto senza i
suoi soldi.
Ma
arrivare a dirmi che io non so
cosa sia la vita, come se io non avessi mai sofferto, come se la mia
vita fosse
stata tutta rosa e fiori, che ne sa lui, con che diritto si permette di
dirlo, vada
al diavolo lui e la sua presunzione, non capisce niente e nemmeno ci
prova,
sputa sentenze come un cobra che si sente in pericolo, ma per il cobra
la
paralisi è di quaranta secondi e c’è
l’antidoto, invece lui è talmente velenoso
che non c’è aria intorno a lui. Non lo sopporto!!!
Chi cavolo si crede di
essere? Credevo che avesse accettato la mia presenza, e invece, e
dannazione
perché non lo ha detto prima! AA! Vorrei strozzarlo!
“è un cretino!” vedi mi ha
fatto venire un nervoso che non riesco
nemmeno a stare zitta, e adesso mezza strada si è girata
verso di me! Ecco che
mi ci mancava!
**
“no lui è
un’idiota!” dico ad Aya che mi siede affianco,
siamo dal
parrucchiere. Per schiarire i miei capelli, ho raccontato tutto ad Aya,
non che
avessi scelta in effetti… e abbiamo deciso di pensare un
po’ a noi stesse, e
dato che io dovevo iniziare, eccoci qui. Su queste belle sedie
girevoli, con un
specchio gigante e degli estranei con le mani nei miei capelli. Devo
dire che
non ho mai avuto un parrucchiere preferito, forse perché
generalmente venivo
affidata a qualcuno assunto, durante le riprese di qualche film. Ma
devo dire
che questo posto è proprio bello! Non è uno di
quei parrucchieri con le mura
bianche che ti mettono una depressione degna di ospedale, no, no questo
ha le
pareti dipinte, e gli specchi enormi che ti vedi in ogni minimo
particolare.
“lo avrai detto cento volte” mi
ammonisce Aya.
“o al diavolo, che razza di persona
è, guarda” gli dico mostrandogli il
braccio, che piano piano si è inscurito, li dove presto ci
sarà un livido,
senza contare i graffi, che mi sono fatta, quando mi ha sbattuto contro
il
muro!
“io credo che ci sia qualcosa sotto”
“si,
di certo sta tentando di
farmi venire una crisi di nervi”
“no quanto sei superficiale! Non hai detto che
ieri pomeriggio era stato
cacciato di casa”
“questo non c’entra niente con i suoi
problemi familiari” anche se è una
idea, se non si trova bene in famiglia deve riversare tutto il suo
stato sugli
altri. Ma allora? In tutte le famiglie c’è un
qualche problema, ma non per
questo tutti sbattono le persone verso il muro.
“sai non vedo l’ora di vederti bionda,
credo che mi farò proprio due
risate” la guardo, e lei mi risponde con un sorriso.
“chi ti ha detto che mi farò
vedere?”
“o dovrai…” ci pensa su un
po’. “tra qualche mese è anche il tuo
compleanno”
“per allora avrò avuto un collasso
per i tuoi zuccherosi sogni su
Naozumi”
“be, morirai lo stesso bionda”
“tiè!...e poi non potresti vivere
senza di me, pensa a quando dovranno
scrivere la mia biografia, e entreranno nella mia stanza e troveranno
le foto!
Allora io riderò!” fa una smorfia di disappunto.
“per quanto hai intenzione di tenerle”
“vedrai…”
“comunque sarà uno spasso vederti
bionda..ahaha” e ride. Che si ride?
Che si ride, è una tragedia per me!
***
“Signorina Sana!!” esclama la signora
Patricia.
“Ciao, Patri, hem potresti far finta di non
avermi vista rientrare?”
sussurro mentre mi chiudo la porta dietro di me, molto delicatamente.
“che cos’?”
“SIGNORA PATRICIA? CHI È?”
sento la voce di Rei.
“tipregotipregotiprego” dico mentre mi
inginocchio supplicandola.
“NESSUNO REI, HO SOLO PRESO LA POSTA!”
e mi sorride.
“grazie grazie grazie” e mi lancio in
un abbraccio, per poi scappare in
punta di piedi verso la mia camera e fare una bella dormita, su di un
letto
degno di questo nome. Ma, ragazzi, ho cantato vittoria troppo presto, e
si
perché proprio lì, mentre sto per aprire la porta
della mia camera, sento delle
ruote sgommare, e mi si gela il sangue.
“Mammina!!.. Ciao” hehe aiuto.
“Sana Sana Sana” e mi porge la mano.
Bene, qui parte la colonna sonora
di Kill Bill, avete
presente? BANG BANG,
my mumy shot me down! Dovrei fare
testamento? Già so cosa vuole, e non posso fare niente per
scappare,
dannazione, gli porgo la pagella. Lei la prende e con una lentezza
disumana, la
apre, ed io sto qui, ad attendere il verdetto.
Fa una
strana smorfia e la richiude.
Ecco lo sapevo, l’ho delusa, cavolo, mi fa male
più questo che qualsiasi altra
cosa. In questo momento ce l’ho a morte con me. Possibile che
non ne faccia mai
una giusta!??
“Mi sembrava che avessi detto che ti saresti
impegnata, e invece la
scuola non la vedi mai”
“no! A scuola ci vado! Solo og”
“E non mi pare che io ti abbia fatto alcuna
pressione”
“…lo so”
“Mi pare che ti stia lasciano sufficientemente
libera, non ti sto
dicendo niente o sbaglio?”
“no.. no tu hai ragione,
però”
“Ti lascio tutta la libertà di questo
mondo, ti faccio uscire quando
vuoi, non ti impongo il coprifuoco, mi fido ciecamente della tua
decisione di
frequentare certa gente, o fare certe cose”
“che vuoi dire? Io non ho fatto niente te lo
giuro” chissà cosa pensa,
ma non ha appena detto che si fidava di me? Uffa non è
giusto, io non ho fatto
niente di male! Non ho fatto niente!
“Fammi parlare” ok sto zitta.
“ripeto mi fido di te, e se dici di poter
recuperare io ti do campo
libero, ma non per questo te ne devi approfittare” mi sta
facendo sentire
esecrabile, oltre che un’approfittatrice odiosa, insomma una
vera cattiva
nullità.
“no io”
“ti do un mese di tempo, se non riporterai buoni
voti, sarò io a farteli
prendere, ma alle mie condizione, e
sacrificando i tuoi
impegni” ecco lo
sapevo che sarebbe finita così. Lo sapevo, lo sapevo e non
l’ho evitato.
“mamma io”
“niente mamma, era un accordo semplice e chiaro,
non mi importa da chi
ti farai aiutare, o se studierai tutto da sola, hai i tuoi trenta
giorni per
dimostrarmi che ti stai impegnando, io ora vado fuori città
per la
presentazione di un libro, il treno parte tra poco, fa la
brava” detto questo
gira i tacchi e se ne va, lasciandomi di nuovo di fronte ad una porta,
inizio
ad odiarle queste porte. Entro finalmente in camera, più
depressa che mai, mi
siedo sul letto, e poi mi allungo, questa volta ha proprio ragione,
credo sia
ora di rimboccarsi le maniche, o andiamo se ci riescono gli altri non
vedo
perché non possa riuscirci io, sono o non sono Sana
Kurata… ma a chi voglio
darla a bere, non sono mai stata una cima in matematica. Che posso fare?
Mi
rimetto a sedere, come se così
possa avere un’illuminazione, peccato che non ce
né nessuna.
“-zzz-zzz” o basta con questo dannato
cellulare.
“chi è?” sbotto un
po’ poco educatamente.
“Sana?” questa voce la conosco, chi
è? O no e mo che vuole?
“Ciao Naozumi”
“Ciao, come stai?” vuoi la
verità, mi sento completamente svuotata. Una
vera schifezza, ho deluso una delle persone più importanti
della mia vita, mi
sto facendo bionda, e ho un segno violaceo sul braccio, e non
è un bracciale,
ho un mal di testa da questa mattina che mi sta facendo vedere tutta la
costellazione del centauro, e i piedi mi pulsano a causa dei tacchi.
Una meraviglia
in conclusione.
“bene tu?”
“molto
bene, grazie, volevo
chiederti se ti andava di studiarci insieme il copione?”
questo non perde tempo
devo dire.
“certo, quando vuoi”
“ti va bene domani pomeriggio” di
domenica, ma che sei matto?
“veramente domani non potrei, sai devo iniziare
a studiare..”
incredibile cosa possa fare il senso di colpa.
“però fine settimana prossima per me
va bene…tanto c’è tempo prima delle
riprese no?” non ci credo sto sacrificando il mio sabato
pomeriggio per
passarlo con lui, è assurdo!
“è perfetto, allora a
sabato!”
“si ciao”
“ciao Rossana”
Che
cavolo mi prende, non è la prima
volta che mi trovo in una situazione del genere, certo con mamma non
litigo
quasi mai, tranne che per la scuola, eppure, eppure sto
così. Allora che cos’è
questo disorientamento, questa depressione, questo senso di impotenza?
Basta
adesso mi faccio una dormita e
non mi importa niente se è sabato sera, e se tutti i
sedicenni del mondo sono
fuori con gli amici. Se la vita è breve, e bisogna godersela
e tutte quelle
belle citazioni di persone celebri, no non mi interessa. Sana non
è
disponibile, causa depressione post-pagella.
______
Nota^^
Il
mio computer ha bevuto! Quindi non so se questo capitolo
avrà delle imperfezioni, ed è già
tanto che si riuscita a scriverlo in queste condizioni pietose! Forse
la mamma di Sana sembrerà un po' troppo severa, ma credo che
ci tenga a Sana, e voglia che lei si impegni un po' di più,
e credo anche che voglia farle capire che non le è tutto
dovuto. Non lo so, non c redo che lei e Sana non abbiano mai
avuto una discussione, e spero di averla resa bene, io creod che Misako
sia benissimo capace di imporre la sua autorità su Sana, non
lo fa spesso perchè da campo libero alla figlia,
perchè si fida, ma quando lo fa, non si ammettono repliche.
Forse è solo tutto nella mia testa! Comunque per quanto
riguarda Akito, c'è un antefatto alla sua ira, che non so
ancora come farvelo sapere, e poi non si cambia una persona in quattro
capitoli. Forse non ho neanche dato tanto spazio a San Valentino, non
è affatto importante, mi serviva solo un giorno
così, in più io odio la suddetta festa. Aya, ha
capito sia Sana che Akito, ma sta dalla parte della ragazza, i cui
serntimenti in questo periodo sono veramente contraddittori, e infine
ritorna Naozumi. Presto entreranno anche un altro
personaggio, a complicare la storia. Sono molto scontenta di
questo capitolo, ed è tutta colpa dei professori! Come
sempre, mi hanno mandato indepressione!
Be non so cos'altro aggiungere. Quindi mi congedo lasciandovi i
rigraziamenti ad personam:
MaKiCo: ora
come ora, i due piccioncini si odiano! E stando alla mia testa... forse
dovrai fare fuori qualcuno, o anche più!
Miolety:
Dante richia troppo, sto pensando di costruire una macchina del tempo,
per tornare nel 1300 per farlo fuori! E anche Beatrice!
Totta91:
grazie del complimento, in effetti Sana non ha proprio
bisogno di alcool per sciogliersi ma una sfida è uan
tentazione troppo grande per lei.
Daisy88: fa
sempre piacere che la storia piaccia, quindi grazie infinitamente, si
anche Akito sa essere dolce, certo che per titrargliela fuori questa
dolcezza senza cadere nello scontato è davvero difficile,
qui invece tutto è stato tranne che romantico... ognuno ha i
suoi momenti.
Manila:
grazie di tutto come al solito! Qui ho trascurato un po' l'ironia,
proprio perchè credo che Sana tenga alla madre e deluderla
la fa soffrire, o almeno per me è così, forse non
ho reso al meglio Misako, ma come ho già detto, non lo fa
per cattiveria, è la carta mamma che si gioca quando crede
che Sana stia deviando un po' troppo nello svago. Grazie ancora per le
tue recensioni! XManila's sister: grazie! per
quanto riguarda la statua, non preoccuparti, non sono esigente, mi
basta un piccolo monumento, scherzo! aa sono ciecata anch'io! ! e poi
se c'è spazio perchè non usarlo! Un bacio e
grazie per leggere la storia.
Rayanforever:grazie
grazie grazie, l'hai anche messa tra i preferiti! grazie, e
anch'io vorrei stare la, però proprio questa
spontanetà, che le fa dire tutto, mista a quell'orgolio, che
pure la fa rispondere a tono, è quello che stupisce Akito,
che di ragazze che gli sbavano dietro ne ha viste tante.
AngelOfLove:il
cambiamento è durato poco, lo so, ma devi dargli tempo, dopo
16 anni che si coporta così, non sarà semplice
cambiarlo, anche se si tratta di Sana! Ma la storia va avanti e vedrai"
GRAZIE A TUTTI
baci
Lucia
|
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Capitolo 6 *** Filosofeggiando un po' ***
Salve a tutti! Non
ho molto tempo a disposizione per cui ringrazio tutti coloro che hanno
commentato e spero che questo capitolo vi piaccia! A non si offenda chi
ama Platone, io non lo condivido proprio! Un Bacio a presto Lucia
Capitolo
6: Filosofeggiando un po'
“Sana!”
mm
chi è? Sento qualcuno chiamarmi…
“Svegliati”
noo..non mi va!
“mm…
cinque
minuti..” si solo cinque minuti per raccogliere le energie,
per aprire queste
due pesantissime palpebre.
“me lo hai
detto un quarto d’ora fa, muoviti” … ma
che volete? AAAA! Cos’è questa luce
improvvisa? Vedo tutto rosso!... Chi ha aperto le finestre?? Meglio
tirarsi su
il piumone!
“e no bella
mia…”
“luce…
freddo…chiudi finestra” decodifica e agisci. Io
intanto mantengo gli occhi ben
chiusi per evitare che la luce entri.
“Sana
c’è
Hayama qui con me” Haya-CHE?
“CHE
COSA?”
salto su a sedere in un lampo e mi guardo intorno.
Dov’è? In un primo momento
vedo tutto bianco, la luce che entra della finestra è
biaaanca e accecante, poi
piano piano, iniziano a delinearsi i contorni di una figura davanti a
me.
“Aya?”
la
ragazza viene a sedersi sul mio letto con un sorriso in faccia di chi
ha
qualcosa con cui prenderti in giro per molto tempo. Finalmente realizzo.
“ma
buongiorno!” uffa ho sonno voglio dormire! Mi abbandono di
nuovo sul mio
morbido cuscino e tiro le coperte fino al mento, maledicendola in tutte
le lingue
che conosco! E sono troppo poche. Dovrò seguire dei corsi,
devo essere più
preparata!
“ma guada
tu, salti solo per Hayama…forse dovrei chiamarlo”
dice sfilando il suo
cellulare dalla tasca lentamente.
“non hai il
coraggio” biascico io, con la bocca impastata e gli occhi
sigillati nuovamente.
“sta
squillando…!” non è vero…
con fatica apro di nuovo gli occhi e vedo che ha
davvero il cellulare all’orecchio…CHE COSA STA
FACENDO QUESTA PAZZA?! Con una
forza che non mi appartiene mi alzo e le tiro il cellulare via dalle
mani. Non
ci posso credere lo ha chiamato davvero! Chiudo la chiamata,
fortunatamente non
ancora rispondeva.
“ma tu sei
pazza!”
“però
ti
sei alzata e sei pure piena di energie!” la guardo sconvolta,
ma questa ragazza
la mattina si fa di qualcosa ancora sconosciuto alla gente comune? Ma
io non lo
so. Che cavolo ci fa qui? Volto lo sguardo verso la
sveglia…le 7:
30.
“Aya…
è
presto…non mi sveglio mai a quest’ora!”
mi sembra di essermi svegliata
all’alba! Vediamo di fare il punto della
situazione…che giorno è? Domenica…ieri
che è successo?... A ora ricordo… San Valentino
…Aya…Hayama.. che
bastardo…mamma…
“devi
aiutarmi!” dico illuminata ad Aya. Salto sul letto e mi
fiondo in bagno urlando
per farmi sentire. Le racconto velocemente tutto quello che
è successo ieri e
poi aggiungo:
“allora…
devo recuperare in tutte le materie! E tu, devi aiutarmi”
dico indicandola con
lo spazzolino.
“io? Cosa
posso fare io?” dice mentre si mette a rifare il letto.
“lascia stare!” la
riprendo io, questa ragazza ha la mania di mettere a posto ogni
cosa…è
stressante. Il disordine non lo può vedere, io invece ci
vivo nel disastro
della mia camera. Anche se adesso non la vedo, perché sono
in bagno sono sicura
che ancora tirando le lenzuola.
“ferma!
Comunque ritornando a te, sei bravissima, sapresti farmi capire anche
la
meccanica quantistica se ti impegnassi!” già la
ragazza ha un vero talento per
l’insegnamento a ragazzi come me, e per come me intendo
ragazzi che non
capiscono una x di equazione!
“dai su,
soprattutto nelle materie scientifiche…le altre basteranno
poche lezioni!” la
supplico, sapendo benissimo che non basteranno poche lezioni.
“e va
bene…ma non sarò solo io ad aiutarti!”
che vuol dire?
“che
intendi? …che hai in mente ragazza?” dico
affacciandomi dalla porta del bagno.
“chi
vivrà
vedrà!” come chi vivrà
vedrà! Io mi preoccupo quando fai così!
“ci vediamo
tra dieci minuti, sotto!” e mi abbandona alla quotidiana
guerra tra me e
l’armadio, bene e ora che mi metto?
“finalmente
Sana, credevo ti fossi riaddormentata! Allora siediti pure ti illustro
il mio
programma, che ho appena stilato” si, l’armadio
stava vincendo con alcune
azioni lampo, ma alla fine la temperanza ha premiato me, sono riuscita
a
ribaltare la situazione e a mettermi qualcosa di decente! Aya
è talmente
entusiasta che non posso che sorridere. Mi siedo davanti
all’isola della
cucina, afferro un cornetto che la Signora
Patricia ha amorevolmente preparato per me, e lo
addento con
soddisfazione mentre vedo Aya disporre sul piano una serie di
tovagliolini di
carta accuratamente riempiti dalla sua calligrafia. Maniacale.
“potevi
prendere della carta…”
“le
illuminazioni non vengono a comando! Mi sarei scordata tutto prima di
trovare
qualcosa! Dunque ecco la situazione: non ci sono altri compiti in
classe/test
in programma se non prima di tre settimane, tua mamma ti ha concesso un
mese,
quindi se ti impegni dovresti iniziare a riportare buoni voti entro la
quarta
settimana!” wow che precisione!
“a si hai
stimato anche le ore di studio, e di svago?” mi guarda con
rimprovero e poi
continua a parlare.
“ieri nel
test c’è stata una debacle generale a parte per
pochi, tra cui Hayama” ma
perché me lo nomina in continuazione?
“quindi non
devi preoccuparti ne faremo uno di recupero, e a questo non puoi
sbagliare, ma
mettiamo da parte fisica… quali sono le materie in cui ti
trovi più in dietro?”
che è una domanda retorica? I miei occhi rispondono per me.
“Ed. Fisica
vado bene!”
“Sana!!
Dimmi almeno quelle in cui pensi di poter recuperare più
facilmente!”
“Italiano,
Latino…forse storia, e filosofia…non ce la
farò mai!” è troppa roba.
Affogherò
i miei dispiaceri in un secondo cornetto, al cioccolato sta volta. Sono
così
buoni, li fa proprio la Signora Patricia,
apposta per me, e sono squisiti. Ti fanno dimenticare ogni amarezza
della vita.
Goduria pura!
“o si
invece, dunque dunque lasciami pensare…. Io direi che oggi
possiamo fare latino
e filosofia, e diluire le altre due materie lungo questa settimana? Per
matematica e fisica…ci penseremo poi”
“mi vuoi
morta? Latino e filosofia?!” io non studio latino
da…da Terenzio! E filosofia,
ho tutto Platone! Io quello poi lo odio… razzista!
“Sana vuoi
recuperare o no?!” la guarda dritta negli occhi, mi vuole
davvero aiutare, mi
vuole davvero bene…
“da cosa
cominciamo?” dico abbandonando l’idea di addentare
il terzo cornetto. E
dirigendomi in sala, seguita da una sorridente Aya.
“Correva
l’anno 234 a.C
che un certo rosso emetteva il suo primo grugnito…il primo
di una lunga serie
direi!” mi viene da sorridere, come si fa a scordarsi le cose
che si imparano
con i commenti di Aya!
*
“Basta!!”
basta non ne posso più! Ho bisogno di riposarmi! Almeno
quaranta giorni di
vacanza!
“su
andiamo, ci manca solo la faccenda delle leggi!” no no non ne
voglio più
sentire!
“Aya sono
le cinque di pomeriggio…non ne posso più! Mi fa
male il cervello! Questo
Platone stava fuori di testa! Insomma, ma hai letto che sta scritto
qua? Che il
popolo non può aprir bocca sulle decisioni dei filosofi? Ma
che siamo matti!!!
Secondo te un filosofo che ne sa di quanta fatica ci voglia per arare
un
campo?! Se da delle disposizioni impossibili?”
“e tu
invece ne sei esperta!” allude alla mia inguaribile pigrizia?
“ma che
c’entra, infatti io non mi permetterei mai di imporre leggi
su un tipo di
lavoro che non faccio mai!”
“si ma Sana
devi considerare che stiamo parlando di più di due millenni
fa! Cerca di
capire”
“ma
perché
secondo te questo genere di governo andrebbe bene per
Socrate?!”
“secondo me
no, ma evidentemente per Platone si!”
“no! Vedi
non sta ne in cielo ne in terra! Se fosse per lui faremmo le persone in
provetta come nel Mondo Nuovo…ci saranno alfa, beta e gamma,
e poi gli ipsilon
che puzzano di alcool!”
“addirittura,
vuoi anche mettere il cartello Big Brother is watching you?!Non sia mai
che a qualcuno venga in mente di filosofeggiare!”
“io non
capisco perché sia così
apprezzato!”sembro una pazza! Sbraitando contro uno che
è morto da una vita!
“bene,
perché non lo dici alla prof quando ti interroga?”
“potrei, ma
ha la capacità di rigirarmi la frittata in maniera talmente
velata che non me
ne accorgerei…comunque basta, non sono più in
grado di ascoltare altri
vaneggiamenti!” dico sbattendo la testa sul tavolo. Aio
questo legno è duro!
“va bene,
però domani pomeriggio ripassati Catone, e studia Petrarca,
almeno la vita” e
quello poi è un altro complessato!
“si
mamma”
“be credo
che ci siamo meritate un’uscita di svago” rialzo la
testa, questa si che mi
interessa!
“SI si,
concordo a pieno… troppa cultura in un giorno solo potrebbe
farmi male davvero,
poi stiamo parlando di filosofia… Che facciamo?”
ci guardiamo, e pensiamo alla
stessa cosa, o meglio allo stesso posto : NIKI!
Mi avvio
verso l’ingresso per prendere una giacca, certo che in due
giorni il tempo è
proprio cambiato, fa un freddo…ho dovuto ricacciare una
felpa, non so proprio
come ho fatto a dormire fuori venerdì, voglio dire a
metà febbraio!
Evidentemente l’alcool mi ha tenuta calda! A eccola qua.
Mentre la indosso
guardo per terra, e mi fermo. Le scarpe…dovrei
riportargliele…me le ha
prestate… e che gli dico? Dopo quello che è
successo…e se non c’è? Io non la
conosco la sorella però dovrei andare a
riconsegnarle…magari posso lasciarle
davanti la porta, così da evitarlo. Già credo che
farò così.
“Aya,
dovrei riportare queste…” dico mostrando le scarpe.
“sono di
sua sorella?” annuisco.
“pensavo di
lasciargliele da qualche parte davanti la porta”
“che idea
pessima! Dai vieni ti accompagno”
E così,
dopo aver riposto le scarpe in una busta di carta, ci avviamo per la
strada
che, secondo i miei calcoli porta a casa di Hayama. Chissà
cosa dirà, Aya sta
blaterando su qualcosa di strano, quando se ne esce
all’improvviso:
“SANA!
GUARDA ! GURADA! Non è Kamura?” inizia a
saltellare come una ragazzina ad un
concerto tutta felice. Io mi volto e riconosco il ragazzo dai capelli
strani
appoggiato al muretto, mentre parla al cellulare. In una posizione da
super
divo, con la giacca di pelle e i jeans chiari strappati.
“si ma non
urlare, non vorrai mica che tutta la popolazione femminile che
c’è in giro lo
assalisca proprio ora?” e con lui, noi.
“dai
andiamo a salutarlo, presentamelo!”
“ma no dai,
avrà da fare…”
dico ad Aya continuando a
fissarlo. Poi ad un certo punto alza lo sguardo e mi riconosce, come lo
so?
Perché mi sorride…e mi fa uno strano effetto. Un
effetto che non mi piace!
“ormai ci
ha visti, ma cerca di essere … normale!”
“o Sana non
sai come sei fortunata, sarai invidiata da
tantissime….” E solo questo ci
manca.
“facciamo
solo un film”
“solo un
film? Farete Tristano e Isotta, avrai
l’opportunità di sbaciucchiartelo tutto,
e chissà che altro!” ottio, non cia avevo pensato,
o mamma! Che schifo!
“bleaa,
Aya…non ci avevo ancora pensato, perché me
l’hai detto!? Torniamo indietro, mi
vergogno”
“Rossana!
Ciao!” ops troppo tardi! Mi si avvicina e mi da un bacio
sulla guancia, uno
solo, poggiandomi una mano sulla schiena. O no sento che qualcosa sulle
mie
guance non va. Mi ha solo salutata, che cavolo mi è preso?
“ciao, ti
presento Aya, la mia migliore amica!” dico senza guardarlo in
faccia, perché
sono arrossita? Che cavolo di figura!
“ciao,
è un
vero piacere” dice, e mentre Aya gli allunga la mano, lui la
prende e la sfiora
leggermente con le labbra! Ehi con me non ha fatto così!!!
“piacere
mio, scusa, non sono abituata a questa cavalleria” wow, ha il
pieno controllo
di se, la cosa mi lascia sbigottita.
“allora
dove state andando?” io e Aya ci guardiamo, come chi la sa
lunga. Pessima domanda
per te!
“hai
programmi per il pomeriggio Nao?” dico prendendolo
sottobraccio, e
guadagnandomi un paio di occhiatacce da due bionde cotonate che
avrebbero
voluto avvicinarsi.
“a vostra
disposizione” dice prendendo anche Aya sottobraccio.
“uu
è
quello che volevamo sentirci dire!!! Non so, però, quanto
sia buono per te!!”
risponde Aya. La ragazza ha capito. Lui ci guarda interrogativo, e io
da brava
bambina mi sento in dovere di tranquillizzarlo sciogliendo i suoi
dubbi…anche
se temo che la risposta non lo tranquillizzerà affatto.
“Shopping!!”
lui si ferma di botto, e sfila le braccia da me ed Aya.
“ora a
ripensarci, ho proprio una faccenda da risolvere..” tenta di
indietreggiare.
“oo non
sarà così devastante!” la sua
espressione alle mie parole diventa tenerissima,
da cucciolo. Peccato che stasera sarà distrutto!
**
“be direi
che ti sei proprio meritato una serata da Niki!” ammette Aya.
La ragazza ha
iniziato con Naozumi quella che sarà una grande amicizia.
Siamo stati proprio
bene insieme. Certo ogni tanto ci siamo dovute fermare o nascondere a
causa delle
ammiratrici, che erano dappertutto, giuro, sembrava che avessero messo
una
ricetrasmittente a Naozumi, ci trovavano sempre, e non credo di aver
ricevuto
tante occhiatacce cariche d’odio come oggi! Abbiamo scoperto
un nuovo Naozumi! È
galante per davvero, un tipo che ci apriva le porte dei
negozi… ma ha sviato un
paio di nostre domande. Anche Aya non ha insistito.
“vorrei
dire, mi avete distrutto!” dice alzando gli occhi al cielo,
uscendo dal
quarantesimo negozio del giorno.
“su che ti
abbiamo comprato anche qualcosa di carino!”
“già
secondo me dovevi prendere anche quell’altra camicia! Tu che
dici Sana?”
“ok basta
parlare di vestiti non ne posso più!” e io che
credevo che fossi un po’ più
damerino!
“dai ora da
Niki ti potrai riposare”
“non lo
conosco ma lo adorerò se potrò lasciare
questi!” dice alludendo alla dozzina di
buste che tiene in ogni mano! Si, oggi abbiamo dato il meglio di noi,
abbiamo
comprato di tutto! Scarpe, borse, maglie, camicie, pantaloni, giacche,
ho
svaligiato un negozio!
Arriviamo
finalmente da Niki, e non so perché sento che qualcosa non
va, la stessa
sensazione che ho prima di un interrogazione, per capirci, mm
sarà, avrò
mangiato qualcosa che mi ha fatto male.
Entriamo dal
portone di vetro, che si apre facendo suonare uno di quei campanellini
che si
mettono sopra le porte, subito da dietro il bancone il mio omone
preferito si
gira e ci sorride, facendoci segno di andargli incontro.
“Ciao, io
sono Niki” dice stringendo la mano di Kamura, poi
squadrandolo dall’alto in
basso, nota i pacchi che porta in mano e sghignazza “non
sarai andato a fare
shopping con loro? Mi dispiace, devi essere distrutto! Queste sono due
pazze” e
quanto hai ragione! Naozumi poggia tutte le buste per terra e si siede
su una
di quelle fantastiche sedie altissime che si trovano davanti al bancone.
“Ehi, non
è
vero!”
“Certo Aya,
ti ricordo in che condizioni mi hai riportato Tsuyoshi
l’altro giorno, fidati
avrei dovuto fargli un’endovena per rimetterlo in sesto!
C’è voluta mezza torta
per farlo rinsavire, vaneggiava” o si me lo ricordo quel
giorno, Aya, doveva
comprare un vestito per il matrimonio della cugina, e veramente ha
torturato
quel povero ragazzo trascinandolo da parte a parte della
città, alla ricerca
del particolare! Poveretto era veramente distrutto.
“Che
esagerato, piuttosto dov’è il mio
amore?!” chiede Aya con occhi sognanti. Si vede
lontano un miglio che è proprio innamorata.
“Non
è
ancora qui, l’ho visto prima con Akito” e mi
guarda. Perché mi guarda? Che
cavolo hanno tutti da rivolgersi a me ogni volta che viene pronunciato
il nome
di Hayama?! Come se io sapessi qualcosa di lui, come se fossimo amici!
Ma mi
pare evidente che non lo siamo, l’ha sottolineato
più di una volta.
“perché
guardi me!?”
“chi sono
Tsuyoshi e Akito?” chiede giustamente Naozumi che si
è trovato escluso dalla
conversazione.
“Tsuyoshi
è
l’amore mio, e Akito il prossimo di Sana!” esclama
Aya mentre fa un occhiolino complice
a Niki. CHE COSA?
“QUEL
BRUTTO IMBECILLE? Quel deficiente, ingrato! Io lo faccio a fettine! Lo
stritolo!”
“Ci ha
praticamente dormito insieme!” mi tradisce Aya
maliziosamente. Vedo Naozumi
sgranare leggermente gli occhi sorpreso. Ecco ora che
penserà di me… poi però
lo vedo sorridere, a menomale.
“Non
è per
niente vero, io quello non lo sopporto, non lo voglio nemmeno
vedere!”
“Ma
davvero!”
mi giro di scatto, la deve finire di arrivarmi alle spalle! Di fronte a
me, in
tutta la sua dannatissima bellezza, c’è lui. Il
mio sguardo è carico di odio, e
inconsciamente sento la mia mano sfiorarmi il braccio. Che nervoso!
“è
un
sentimento reciproco” risponde continuando a guardarmi dritto
negli occhi, come
a sfidarmi a dirgli qualcosa, crede di potermi piegare? Bello mio, hai
sbagliato persona! Mentre noi due continuiamo a fronteggiarci, sento
Aya
salutare Tsuyoshi e presentarlo a Naozumi, io però continuo
a fissarlo. Come se
tutto quello che mi circonda diventasse più opaco, ci siamo
noi due. Poi mi
riviene in mente ieri pomeriggio, e sento le gambe farsi più
floscie, mi invade
una tristezza enorme, mi verrebbe voglia di piangere, che mi sta
succedendo?
“Ciao a
tutti, io me ne vado” dico voltandomi velocemente, raccolgo
tutte le buste che
Naozumi aveva lasciato, ed esco con passo spedito. Che diavolo mi
è preso? Perché
non sono riuscita a stargli di fronte?
Passano
pochi secondi che sento la porta di Niki aprirsi nuovamente. Non mi
volto a
guardare chi è, e continuo a camminare verso casa. Poi
però qualcosa, o meglio
qualcuno mi costringe a fermarmi bloccandomi il braccio.
"Tu!"
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Capitolo 7 *** Please accept my apologies ***
Capitolo
7: Please
accept my apologies
“Rossana”
mi volto verso di lui e restiamo in silenzio per quasi minuto. I miei
occhi si
sono arrossati e sono troppo umidi.
“Scusa
Nao…” ho fatto la figura di una stupida.
“Ti
va di dirmi che hai?” dice dolcemente prendendomi le buste.
“Io…non
lo so” non lo so, non so perché non sono riuscita
a stargli di fronte. Non me
lo spiego, so solo che mi sentivo combattuta dal desiderio di
strozzarlo e
quello di abbracciarlo.
“Rossana”
fa apprensivo “quel ragazzo, quel Hayama”
“Non
mi va di parlarne” dico voltandomi per non guardarlo in
faccia.
“Ti
piace così tanto?” no! Non è niente di
simile…credo. No, sicuro! Insomma, è
stato solo un momento.
“No!
Solo io, ecco, è una cosa complessa”
“Complessa?”
fa scettico. Si be? Mai sentita come parola?
“io
ti conosco da molto poco, ma mi sei sembrata decisa e forte, non mi
sembra da
te cedere di fronte ad uno, soprattutto se è un ragazzo, il
tuo orgoglio,
quello che hai mostrato tutto il pomeriggio ogni volta che credevi di
vedere
una discriminazione delle donne, dov’è
finito?” io continuo a stare in
silenzio, che c’entra tutto questo con Akito?
“insomma
credevo che tu fossi una che rispondeva a tono, non che ti offendessi,
e
piangessi per niente”
“chi
ti dice che sto piangendo”rispondo tentando di fare la dura.
“però
ti sei offesa”
“non
è per nulla vero, figurati se me la prendo per quella
scimmia”
“Ti
va di rientrare?” mi volto di nuovo e vedo che mi regala un
bel sorriso, che mi
intenerisce da morire. Mi va di rientrare, si mi va, ma
saprò stare a un metro
da lui?
“va
bene” porta tutte le buste su una mano e con
l’altra mi circonda le spalle,
stringendomi a lui.
Con
pochi passi torniamo dentro, e facciamo suonare nuovamente quella
specie di
campanello. E ci avviamo verso il tavolo dove stanno seduti gli altri e
tre.
Mi
siedo di fronte ad Aya e Tsuyoshi, cercando di evitare lo sguardo di
Hayama, la
cosa è palesemente imbarazzante, e Tsuyoshi deve essersene
accorto tanto che
lancia occhiataccia ad Hayama, non so con quale fine.
“Sana,
Kamura cosa ordinate?” mi chiede Tsuyoshi cercando di avviare
una qualsiasi
conversazione.
“Il
solito, per me” già affogherò la mia
confusione nei sani grassi saturi. Sento
Kamura che mi da un colpetto con la mano. Ti faccio vedere io se ho
paura di
quel gorilla.
“Giusto
per rimanere leggeri!!” commenta Aya sorridendo.
“Cioè?
Devo ricordarti che tutte le mie energie sono state consumate dalla
stessa
persona che codesta mattina mi ha svegliato all’alba?! Senza
alcuna ragione”
“Erano
le 7.30! Poi il tuo ‘solito’ è
praticamente un pranzo da sposa!” su questo ha
perfettamente ragione.
“Tu,
Kamura?” chiede Tsuyoshi impedendomi di rispondere.
“Non
lo so, prendo quello che prendete voi, è uguale”
come è uguale? No, no, no
cocco, devi esprimere la tua opinione! Non mi piace chi risponde
così, avrai
dei gusti no? Anche se queste sono sciocchezze, sono comunque figura di
quello
che sei, e se non prendi decisione per sciocchezze del genere, nelle
cose
serie, che devo pensare?
“Tu,
Hayama?” Akito accenna la risposta con il capo. “il
solito anche per te”
conclude Tsuyoshi, ripetendo a mente tutte le ordinazioni. Poi si alza
e si
avvia verso il bancone per ordinare.
“Allora…”io
guardo Aya che guarda Hayama, che guarda Naozumi, che mi rimanda lo
sguardo, si
è mooolto divertente, mi sento totalmente a disagio.
“Voi
andate tutti in classe insieme?” chiede Naozumi, sforzandosi
di sembrare
spontaneo.
“Si”
rispondiamo io e Aya, figurati se Hayama si sforza di far vibrare le
sue corde
vocali per partecipare alla serata. Cala di nuovo il silenzio,
l’unico che si
sente a suo agio sembra essere proprio Akito.
“Tu
dove frequenti Kamura?” chiede Aya, e lei si che sembra
spontanea, e
sinceramente interessata.
“puoi
chiamarmi per nome, comunque, no io non frequento una scuola, sono
seguito da
un professore privato, per via degli spostamenti” Vedo Akito
fare una smorfia,
anche Naozumi se ne accorge ma fa finta di niente.
“non
è così male infondo”
“si
ma senza compagni, è una noia!”
“già,
io in classe mi faccio le migliori risate” e anche sudate, mi
ricordo l’altro
giorno, quando quel infimo bastardo di professore mi ha chiamata a
tradimento.
“si
ma viaggiando spesso, rischierei di non avere una frequenza sufficiente
alla
promozione”
“e
i tuoi che dicono?” per esempio Rei mi starebbe attaccato
tutto il tempo se
viaggiassi.
“i
miei non dicono” poi vedendo le facce perplesse aggiunge
“non li conosco, sono
cresciuto in un orfanotrofio con mia sorella”
“oddio
mi dispiace” commenta Aya, sono stata troppo indiscreta, come
mio solito.
“no,
non c’è problema”
“povero
Trilli” commenta Akito sarcastico.
“scusa?”
oh oh, prevedo guai.
“dici
che viaggi spesso dove sei stato di bello?” cerco di
distrarlo, e infatti
lancia un ultimo sguardo ad Akito e poi si rivolge a me.
“be
tra i posti più belli? O ce ne sono così
tanti!” be io il posto più lontano che
ho visto è stato quando mamma mi ha portato con se in un
paesino sperduto tra
le campagne, ma ero così piccola, ricordo solo che
c’era un lago pazzesco, era
un paesino bellissimo l’ho visto pure
dall’elicottero. A ecco Tsuyoshi con i
vassoi, due sono solo miei! Hihi! Doppia porzione di patatine fritte,
pizza con
sopra tutto, cheeseburger doppio senza ketchup, hot dog, con tutte le
spezie
possibili e immaginabili, ma sempre senza salse, e per chiudere in
bellezza una
coca-cola alla spina formato gigante!
“Niente
pop-corn?” dice Akito, guardando i due vassoi rossi che
tremano sotto il mio
sguardo.
“Quelli
li lascio per quando io e te andremo al cinema”
“Vedrò
quando sarà proiettato il prossimo cartone animato”
“o
ma l’importante è stare con te” dico
facendogli gli occhi dolci, questo tira e
molla mi sta facendo rilassare!
“sempre
che la bottiglia non ti seduca prima” commenta addentando il
suo hamburger.
Vuoi giocare duro?
“ma
ho chi mi riaccompagna” lascio in sospeso la frase, giusto
per non fargli
capire se mi riferisco a lui, o a Kamura.
“non
sapevo che Trilli avesse di questi poteri, alzare un ippopotamo come
te..”
“ma
io mi riferivo a te!” Tiè!
“se
vuoi una scusa per starmi appiccicata almeno sii più
originale!”
“no!!
Antipatico che non sei altro!”
“bene
piccioncini, quando avrete finito noi” piccioncini a chi? A
noi due?
“Tsuyoshi!”
lo riprendo io “ha cominciato lui” dico
difendendomi. Poi mi accorgo di qualcosa
alla mia sinistra che sta vibrando. Naozumi abbassa la mano e tira
fuori dalla
tasca il suo cellulare ultramoderno.
“Pronto?”
smette subito di mangiare la sua piazza, e si concentra nella
conversazione.
“Arrivo
subito Cecil” Cecil? Chi diavolo è Cecil? Lo
guardo interrogativo, ma lui mi
evita senza nemmeno preoccuparsi di farlo di nascosto, questo faceva il
carino
con me, quando c’è la ragazza ad aspettarlo a
casa? Brutto…! Compone un numero
e aspettata tamburellando con il piede per terra.
“Brad,
dove diavolo sei finito? Richiamami appena senti il
messaggio” Brad? E adesso
chi è Brad? Continuo a guardarlo nella speranza di ricevere
una spiegazione. Non
perché me ne debba una, solo perché sono curiosa
come nessuna. Giuro che la
rima non era voluta! O ancora d’ho!
“tutto
a posto?” chiedo, pulendomi la bocca con il fazzoletto, non
riesco a
trattenermi.
“hem,
si, cioè no, però… devo andare grazie
della serata” ci bacia sulla
guancia, si avvia verso il bancone e
paga.
“bel
due di picche Kurata” chi può dire una cosa del
genere secondo voi? Gli tiro un
pugno sul braccio per farlo azzittire.
“ehi
non sfogare le tue delusioni su di me”
“taci,
Aya, chi diavolo sono Cecil e Brad” e ragazzi, per la prima
volta in vita mia
vedo Aya alzare le spalle. Non era mai successo prima che Aya non
sapesse chi
fosse una persona! Lei sa tutto! Tutto ciò è
preoccupante.
“Ho
un’idea, Tsuyoshi vieni con me! Voi aspettate qui”
dice trascinando il suo
ragazzo al bancone, vedo Niki fare cenno che è
già tutto pagato… Naozumi ci ha
pagato la cena, cioè… anche a me… mi
ha pagato la cena?
Ehi,
un momento Aya torna qui!! Non puoi lasciarmi con questo! Mi rimetto
composta e
inizio a mangiare per non dover parlare. Addento un qualcosa, bevo un
sorso,
addento qualcos’altro… è già
la seconda volta che mi sento così a disagio…
Restiamo così in silenzio per un po’, un bel
po’, ho quasi finito tutto, mi
mancano le patatine, ciò significa che presto
dovrò inventarmi qualcos’altro.
“perché
prima sei scappata?” mi volto a guardarlo in faccia. Ha
finito di mangiare
anche lui e sta bevendo la sua birra.
“io..”
lo fisso negli occhi cercando una risposta decente. Poi ricordo quello
che ho
provato poco prima. E automaticamente mi porto il braccio al petto,
toccando il
livido con l’altra mano. Hayama se ne accorge.
“perché
ti sei comportato così?” chiedo con
sincerità. E in più rispondere a una
domanda con una domanda è sempre la cosa migliore. Finisco
di mangiare le mie
patatine fritte osservando la sua espressione indecifrabile.
“ti
va di fare un giro?” che
cosa? Be si,
capisco la tecnica del rispondere con una domanda, ma almeno che sia
pertinente! Che sta tramando? Non puoi uscirtene con ‘ti va
di fare un giro’,
ce no, non puoi!
“Aya
ha detto”
“da
quando fai quello che ti dicono?” chiede senza volere una
risposta. Già,
gliel’ho detto più di una volta.
Comunque
c’è qualcosa che pzza, tutto questo nasconde
qualcosa, e poi come mai in due
secondi è diventato così sopportabile? Che Aya
gli abbia detto qualcosa?
“o-ok”
dico continuando a mantenere alta la guardia. Ci alziamo
contemporaneamente, e
in un silenzio spaventoso ci avviamo verso l’uscita. Ormai si
è fatto buio, ma
la città è strapiena di luci, dei bar, delle
insegne, delle auto, sembra giorno
praticamente.
“ti
dispiace se passiamo da me che lascio tutte queste?” lui
annuisce. Poi mi
guarda, devo fargli pena non lo so, perché si avvicina.
Molto molto vicino, che
vuole fare? È sempre più vicino, sento che sto
per sciogliermi…scioglierti
perché mai? È solo Akito, calmati! Mi sta facendo
un brutto effetto, e sento
che qualcosa sta per tradirmi…con le mie guance per esempio!
Ok sta superando
il limite di sicurezza…. Poi sento un peso in meno su di me,
lui prende dalle
mie mani le buste e si avvia verso la strada che porta a casa mia.
Giurerei di
averlo visto sorridere, forse ghignare sarebbe meglio.
Ok
la cosa si sta facendo insostenibile, siamo arrivati a casa, ho
poggiato le
buste all’ingresso, e sono riuscita. Non ha detto una parola.
Adesso
ci troviamo di nuovo in pieno centro. E stiamo ancora in silenzio!
“o
basta! Parla, dì qualcosa”
“qualcosa”
“AKI!
Sei impossibile, mi spighi come faccio? Non possiamo continuare
così, tu sembri
Enigma! Vuoi spiccicare qualche frase di senso compiuto o”
“mi
dispiace” come?
“p-per
cosa?” non se ne può uscire con questo tipo di
frasi però! Mi manda in crisi,
mi impalla il cervello! Lo vedo indicare il mio polso.
“no-non
preoccuparti, solo non capisco perché?”
perché sei cambiato così di botto? Che
ti era successo?
“tu
non lo puoi capire” ma cosa non posso capire?
“Aki…fammi
provare” lui nega con la testa. Forse sto pretendendo troppo.
E visto che lui
non parla, parlo io. Sto proprio per aprire la bocca quando lui mi
spiazza
nuovamente dicendo “che hai fatto?”Scusa?
“mh?”
senti i monosillabi della saggezza.
“i
capelli, sono diversi” ok sta delirando, io non ho fatto
assolutamente niente
ai miei capelli… un momento! Si è accorto di un
mio cambiamento? Ok ora sono
veramente spiazzata, stupita, non so che dire. Comunque non ho fatto
niente a
parte… iniziare a schiarirli… ero talmente
sovrapensiero che non mi sono nemmeno
accorta che sono andata dal parrucchiere, Dio santissimo mi sto facendo
bionda,
la cosa è pressoché ridicola, non sono come sono
entrata in questo pasticcio,
cioè lo so REI! Comunque mi vergogno da morire, se penso che
per chissà quanto
tempo dovrò avere un capa gialla! Che cosa imbarazzante! IO
BIONDA! MA CI
RENDIAMO CONTO!!!! Guarda non mi ci fa ripensare, che la cosa mi
sconvolge
ancora! Il mio bel rosso, cambiato così … e lui
se ne è accorto… wow sono
scioccata.
“niente,
devo schiarirli per una parte, ma si nota appena” dico piano
ancora stranita.
Dei
dolci suoni melodiosi mi arrivano sopra la casciara della strada, e
piano piano
riconosco la canzone, e mi intenerisce il cuore. Le prime parole che mi
arrivano e mi confermano che canzone è.
“Fermati,
Senti!” dico trascinando Akito su una panchina di fronte ad
un bar. Ascolta
questa canzone.
“…I
think about it every
year, so I picked up a pen
Happy birthday, I love you whoever you would have been
Happy birthday
What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed
Happy birthday
What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed
I made a mistake
…”
“è
così triste ma bella” mi volto verso Aki e lo
vedo assumere una strana espressione, sembra molto triste.
“ti
piace?” gli chiedo con dolcezza, lui scuote
debolmente il capo, in senso negativo.
“deve
essere proprio una brutta situazione” che
idiota che sono, questa frase è talmente stupida,
è ovvio che sia una brutta
situzione… intanto la canzone continua di sottofondo, e
Akito non sembra uscire
dal suo stato.
Continua
a fissare il vuoto davanti a se, e anche
se la sua espressione è dura, è triste,
rassegnata… sembra che lui ascoltando
queste parole, stia.. sembra che stia provando dolore ...sembra che
stia
soffrendo..?
“Aki
tutto bene?” non risponde, continua a fissare
il vuoto.
“…I
never tell a woman
what to do with her body
but if she don't love children then we can't party
I think about it every year so I picked up a pen…”
Dio
messa così è tremenda.
“Happy
birthday
What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed
Happy birthday
What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed
I made a mistake…”
“Deve
essere tremendo
per una donna… io non so se potrei continuare a
vivere” commento tra me e me.
Questa volta lui si gira e mi guarda.
“Potrebbe
salvarti la vita” sussurra. Come se
parlasse di qualcuno che conosce.
“si
ma uccidere tuo figlio…”
“non
è vivo”
“ma
lo sarà, io preferirei dare la mia vita che
sacrificare quella di mio figlio”
“e
costringerlo a vivere senza madre?”
“avrebbe
un padre, una famiglia” lo guardo
interrogativo, lui mi rivolge uno sguardo pieno di dolore. Non lo
capisco.
Voglio dire, io non sono contro l’aborto, solo che non credo
sarei mai in grado
di farlo. Perché
gli fa questo
effetto.
“…maybe
one day we can
meet face to face
in a place without time and space
happy birthday
Happy birthday
What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed
Happy birthday
What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed
I made a mistake…”
“Tu,
pensa se tua madre avesse abortito!?” sgrana
gli occhi. È, è come se stesse cercando di
trattenersi dal piangere, ma questo
è assurdo Akito non piange, Akito non fa trapassare
un’emozione nemmeno sotto
tortura, Akito è impassibile, e non gli costa esserlo, e
allora? Perché sembra
così turbato da tutto ciò?
“Siamo
in ritardo, Tsuyoshi ci starà aspettando” dice
alzandosi e avviandosi lungo il
marciapiede.
Intanto
le ultime note della canzone finiscono. E la voce del deejay
introduce
due ospiti in studio.
“Aki
aspettami!”
Veramente,
io non saprei come comportarmi, sarebbe egoistica qualsiasi scelta!
Se
dovessi abortire, sarei egoista nel non volermi prendere le mie
responsabilità,
se non lo facessi, sarei egoista perché non voglio avere il
senso di colpa di
aver ucciso un bimbo, e se vivere per lui dovesse essere una condanna?
Allora
ne sarei responsabile.
Se
nel non abortire dovessi morire, allora sarei egoista perché
per non soffrire
io, ho deciso di mettere al mondo un bambino destinato a vivere senza
madre. E
questo forse sarebbe ancora più crudele, quanto ne
risentirebbe un bimbo di
questo?
E
nel contempo, tutto ciò è egoistico,
perché sto ragionando per non sentirmi
egoista, e quindi sto ragionando su cosa sarebbe meglio per me, quindi
sono
egoista!
Non
so capire la situazione. Come si fa?
[Flipsyde
- Happy Birthday]
Ma buon pomeriggio a tutti!
Credevate che non mi avreste visto
per mooolto
tempo, e invece tatan!! Ecco che Lucia viene a disturbarvi con il
frutto della
sua follia, in realtà dovrei studiare italiano, matematica e
biologia e sono
già le cinque di pomeriggio, però---
c’è quella dannata canzone che mi si è
messa in testa e non vuole lasciarmi, quindi ho pensato di metterla da
qualche
parte, magari passa…magari no!
Allora analizziamo un po’
tutto quanto: Naozumi hai
fatto un passo falso. In realtà era riferito un
po’ alle persone che non
esprimono le loro opinioni nemmeno quando gli vengono
chieste…
Qualcuno deve aver detto qualcosa
ad Akito, che si
è comportato meglio. Comunque Akito zitto zitto nota tutto.
E infine uno spazio
da dedicare all’ultima parte del capitolo:
io credo che Akito senta
l’aborto come una
soluzione che avrebbe dato a sua madre una possibilità,
perciò la reazione alla
domanda ipotetica di Sana, che non sa, e da per scontato, anche
ingenuamente,
che abbia una madre. Credo che noi, o almeno io, diamo troppo spesso
per
scontato cose che non lo sono.
L’aborto, certamente una
scelta dura, durissima, io
non so se me la sentirei di farlo, però di una cosa sono
convinta, certa al
100%, deve esserci la possibilità per ogni donna, di poter
sceglierlo. Perché per
ogni cosa, c’è la situazione estrema. E quindi la
libertà deve esserci.
Con questo chiudo,
perché non è nemmeno questo il
luogo dove parlarne, se volete potete contattarmi!
Passiamo ai ringraziamenti:
AngelOfLove: dai ho postato
abbastanza presto, no? Ora mi ucciderai perché non era
Akito, però dai stavano
passando una bella serata? Dimmi che non devo girare con il giubbotto
antiproiettile!!!
totta91: ok, sto rischiando
veramente la vita…. Però che ci posso fare devi
prendertela con le mie dita,
sono loro che scrivono! Be due settimane ci ho messo, mica tanto? Che
ne pensi
di questo casino che sto facendo? ?
cicia123456: allora che ne pensi
di questa quasi conversazione tra Sana e Akito? Spero che non ho deluso
troppo
le tue aspettative! Un bacio alla prossima.
ryanforever: be non era Akito,
era Nao, a cui ho complicato un po’ la vita, ma fa niente!
Meritava qualche
altra complicazione dopo un pomeriggio di Shopping con Sana e Aya. Ora
sarà
interessante vedere che succederà, non ti anticipo niente
perché non ho idea di
cosa farò accadere!
Manila: Ciao! Dai qui ho
lasciato un bel po’ da parte la scuola, quindi il problema di
mat&fis lo
risolverà in un altro momento, e potresti avere ragione XD!
Sana, poi non è mica
sciocca, la cena la paga solo a chi merita! Ho pensato di farla
rientrare, perché
credo che sia anche sorpresa di se stessa, inizia ad avere qualche
dubbio, e
poi non volevo farla andare in giro con Nao, nono! Una ragazza cocciuta
come
lei, non si lascia l’ultima parola a nessuno, o quasi! UN
BACIONE ENORME ANCHE
A VOI!
daygum: che
succederà mi
chiedi? Be forse è meglio dire che non succederà!
Spero che il capitolo abbia
soddisfatto qualche tua domanda, anche se credo che ne abbia poste solo
di più,
ho almeno aumentato un poco la tua curiosità?? Goditi il
cap, un bacio Lucia
miolety: ok, Akito non si
è
proprio sbottonato, però abbiamo toccato un tasto
particolarmente dolente,
quindi forse Sana riuscirà a capire qualcosa, spero almeno!
stezietta: niente conati di
vomito, Nao è momentaneamente fuori, però questi
personaggi devono chiarirsi un
po’ le idee, non trovi, be forse le idee me le devo chiarire
anche io.
Sana88: grazie dei
complimenti! Mi fa piace che ti piaccia, è scritta per
divertire però non voglio
che sia stupida, il tema che affronto alla fine del capitolo secondo
me, può
far capire qualcosa di Akito, secondo me lui è favorevole
all’aborto, pensando
che la madre avrebbe potuto vivere.. e se Sana persisterà
capirà anche lei il
comportamento di Aki
GRAZIE A TUTTI QUELLI
CHE LEGGONO E ALLE 17 PERSONE CHE HANNO
MESSO QUESTA FF TRA I PREFERITI, GRAZIE DI CUORE
E infine
AUGURI A TUTTE LE
MAMMA DEL MONDO, E IN PARTICOLARE ALLA MIA
MAMMA, E A TUTTE QUELLE CHE LEGGONO STORIE AI PROPRI FIGLI!!!
Un Bacione
Lucia
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Capitolo 8 *** In balia degli ormoni ***
Capitolo
9: In balia degli ormoni
CHE
COS’È QUELLO!? Quella cosa gialla…sono
…io? Noo, non posso essere io. No, cioè sono bionda…sono
davvero bionda. No deve essere un sogno. Proviamo a darci un
pizzicotto. AIHA! D’ho! È tutto
vero…Allora, per prima cosa calmiamoci, ispira, espira,
ispira, espira….piano per favore, ci tengo alla mia vita.
Ora prendi coraggio e apri gli occhi, ok? Non ti
ucciderà! Sicuro? Siiii!
“Dio
santissimo” non posso guardare… mi trovo a
voltarmi involontariamente, mettendomi le mani sulla fronte come se
dovessi risolvere una catastrofe imminente. Su Sana è solo
uno specchio! Solo una stupida superficie talmente liscia che ti mostra
al contrario, chiaro?
Riproviamoci…mi
metto di nuovo davanti allo specchio, a testa bassa, e piano piano alzo
lo sguardo su me stessa…
È
anche peggio di quanto pensassi, no
cioè guarda là, ho della paglia secca in testa!
Poi proprio biondo biondo…proprio giallo!!! E non sta per
niente bene con i miei occhi, sembro Lady Oscar! Oddio levatemelo!
Fuuuuuuuuuuuuuuuuuu!
Mi butto sul letto più disperata che mai, e la cosa peggiore
è che io domani ci devo andare a scuola!! In codeste
condizioni!!
“dimmi
Lolli come devo fare?” chiedo al mio peluche che mi guarda
con un’espressione felice. Lolli è con me
praticamente da sempre, è un tigrottino tenerone, non mi ha
mai abbandonata, però ora non fa altro che ridere! Smettila!
“perché
gioisci così delle mie disgrazie?!” gli chiedo
ancora più offesa. AAA lo lascio abbandonato sul mio cuscino
mentre torno per la centesima volta davanti allo specchio. Dovrei
smetterla di parlare così da sola.
“Sana!!!!”chi
è?... Aya aprendo la porta della mia camera. Ma questa
è pazza? Mi ha fatto prendere un colpo! Lei si blocca un
po’ squadrandomi dalla testa ai piedi, fin quando io non
realizzo il perché!
“nonononono
non mi guardare!”dico coprendomi la testa con le braccia!
“potresti, per piacere smetterla di entrare così
in camera mia! Mi dai saltare un battito ogni volta!” uno di
questi giorni mi manda all’ospedale.
“smettila
di fare la bambina! Fatti vedere!” dice avvicinandosi e
abbassandomi le braccia. Sta un po’ in silenzio a
studiarmi…poi se ne esce con uno strano
“wow…” wow? Che significa?
Cos’è male? Più di quanto ho visto?
Come faccio?
“si
lo so faccio schifo” inizio con la mia autocommiserazione,
prima che lei mi interrompa entusiasta “schifo? Ma dove? Stai
benissimo! Sei stupenda!”
“davvero?”
chiedo sinceramente sorpresa. Mi sento un mostriciattolo! Come faccio
ad essere stupenda?
“si
davvero, Sana guardati”
“mi
sono già vista e sono pietosa!” dico indicando
prima lo specchio e poi me.
“non
dire cretinate” no non riesco a convincermi. Mi sento strana,
mi sento un’altra.
“Sana,
ricresceranno del tuo colore!” si lo so questo,
però…
“vabe…tu
che ci fai qui?”
“sana…certo
che la tua memoria è portentosa, altro che
Golfera… seriamente dovresti controllare di non soffrire di
Alzheimer!” ah ah ah spiritosa.
“dopo
questi saggi consigli, mi dici cosa ci fai qui?”
“devo
farti studiare!” … aa ora ricordo…certo
che ha preso davvero alla lettera la mia richiesta di aiuto! Prima o
poi imparerò a farmi i fatti miei. Per forza. Alzo gli occhi
al cielo e mi butto sul letto.
“Lolli
salvami tu!”
*
Ci
siamo sedute in salotto a studiare, cioè io sto studiando
Aya sta leggendo un libro, e ogni tanto mi fa qualche domanda, o mi fa
ripetere. E se sbaglio alza un sopracciglio che sembra davvero Str, la
prof di latino, e mi dice di rivederla e ridirla. Sembra una
professoressa. Basta non ne posso più! Voglio un gelato! Che
c’entra? Be mi è venuta voglia di un gelato al
cioccolato fondente e stracciatella! Dopo dovrei fare un salto da
Niki…
“a
proposito!” quasi quasi me ne dimenticavo! “dove
sei sparita l’altra sera!?!”già
perché io e Akito siamo rimasti da soli per parecchio tempo
prima di decidere di andarcene. Si erano volatilizzati. Vedo Aya
sorridere.
“perché
ridi?”
“io
so qualcosa che tu non sai!” mi
canzona…bè sai che novità!
“be…parla!!”
la incito io con la penna. Le scuote la testa.
“daii!”
“noo,
non voglio distrarti!” bello roba, prima mi sorride e mi dice
che sa qualcosa che io non so e poi non vuole parlare, ormai la mia
attenzione sullo studio è fritta!.
“daiiiiiiii,
si vede lontano un miglio che muori dalla voglia di sbandierarlo in
giro!”
“va
bene però sappi, che io tifo l’altro”
ee? Che significa? Sappi che tifo l’altro?
Di cosa parliamo?
“ti
ricordi la ragazza con cui ha parlato Naozumi al telefono? “
Cecil... già, come dimenticare. Annuisco. “be, non
è la sua ragazza!” dice felice.
“e
chi è?”
“la
sorella, e Brad, quello che ha chiamato dopo, è il
quasi-ragazzo di lei, cioè da quello che ho saputo lui piace
a lei, ma non so quanto il contrario, comunque c’è
ancora qualcosa che mi sfugge!”
“ovvero?”
“che
diavolo sia successo! So”
“ferma
un attimo! Tu tutte queste cose come diavolo le sai? Cioè
posso capire sapere chi siano, ma pure che lei è innamorata
ecc…chi te lo dice?”
“non
posso dirtelo” sorride tra se.
“Aya!”la
imploro
“Ntu,
Ntu”…no un momento, fermi fermi fermi!
“No, non ci credo!!”
“cosa?”o
si ho visto giusto!!
“no,
ne sei felice?!”AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
“ddi
cosa?”
“inutile
che fai la finta tonta, tu sei strafelice!”
“Sana
giuro che non sto capendo un accidente di ciò che
dici!”
“ammettilo!!!!”
dico puntandole la penna contro, come ad inchiodarla.
“ammettere
cosa?!” chiede alzando le mani.
“ah
tu sei strafelicissima che lei non sia la ragazza!”
“COSA?
Nonononono ti sbagli, io io” a beccata in flagrante!
“ad
Aya piace Nao, ad Aya piace Nao, e adesso il povero Tsy? Lo mollerai
per il super divo? Oppure lo terrai con zerbino? Dirai a Tsuyoshi che
lo ami e poi un’ora dopo te la spasserai con Nao!?”
il sorriso di Aya si trasforma in una smorfia furiosa… oh-o
mi sa che ho esagerato.
“A
me non piace Kamura! Io amo Tsuyoshi, e non so come tu posso anche solo
pensare che io possa comportarmi così male con la persona
con cui sto! Smettila di vaneggiare e mettiti a studiare!”
forse si è un tantino arrabbiata!
“scusa
io stavo scherzando, non volevo” non ottengo risposta, ma la
vedo tirar fuori dalla borsa bianca il cellulare, con il display
illuminato, scrive un messaggio e
finalmente parla.
“Si,
si scusa Sana ma devo andare da Tsuyoshi, studia Catullo e i neoterici
ci vediamo domani a scuola” si alza dalla sedia, mi da un
bacio freddissimo sulla guancia e se ne va velocemente verso la
porta.ok forse ho esagerato ma stavo scherzando!! Si è
offesa troppo! Chi sa se Tsuyoshi ha davvero bisogno di lei, o se ne ha
approfittato per andarsene?
“DLINDLON”
e adesso chi è? Sarà tornata indietro?
Avrà scordato qualcosa? No Aya entra sempre senza suonare.
Mi avvio verso l’ingresso urlando di entrare. Un ragazzo
ventenne direi, un po’ bruttino e con un ridicolo cappello
con scritto su ‘più veloce di me non
c’è ne, consegne a domicilio rapide e
sicure!’, mi si piazza davanti.
“Sasana
Kurata?” rilassati mica uccido!
“
si?”
“c’è
un pacco per lei” un pacco per me che strano, chi me lo
invia. Come il ragazzo avanza per darmi una busta marrone abbastanza
grande, lo vedo cadere rovinosamente a terra, facendo volare il suo
cappello ai miei piedi….ahahahah
……..gigiuro, giuro che ci sto provando a non
ridergli in faccia, veramente sto facendo grandi sforzi. Nel inutile
tentativo di non ridere mi avvicino per aiutarlo ad alzarsi e vedo la
causa di tutto ciò una busta abbandonata proprio al centro
dell’ingresso.
“tutto
a posto?” chiedo trattenendo il riso.
“”si-si
sono inciampato” e lo vedo, quella busta ti ha mandato in
crisi, ma di chi è? AA sono le scarpe di Akito,
cioè della sorella, le avevo proprio dimenticate!!
“dove
devo firmare?” chiedo al ragazzo delle consegne.
“una
qui…. e una qui….e questa è per
lei!” mi dice dandomi la ricevuta firmata per prima.
“ok
grazie!” lui si gira di scatto e se ne va. Che ragazzo strano
penso scuotendo la testa. Mi avvicino alle scarpe della sorella di
Akito e mi siedo sul gradino che si trova all’ingresso.
Un
pacco per me, sono emozionata, che sarà mai?!? Rigiro e
rigiro la busta giallognola fin quando non mi decido ad
aprirla… è abbastanza pesante…
speriamo di essere stata ammessa alla scuola di magia e stregoneria di
Hogwarts!!!!
Sfilo
una risma di fogli, pericolosamente grande e una busta più
piccola, ma abbastanza pesante. Che diavoleria è mai questa?
Sicuramente niente scuola di magia…peccato.
Mi
poggio il rismone sulle ginocchia e apro la prima pagina.
“Sceneggiatura
provvisoria di Tristano e Isotta” e sotto “Kamura
Naozumi e Kurata Sana” nooo. Il mio incubo è
iniziato.
Apro
la busta più piccola è rimango esterrefatta, anzi
no solo fatta…
C’è
una tabella con tutti i giorni della settimana, con tutte le sere
piene… poi trovo un foglio con indirizzi e infine una
lettera…la leggo velocemente.
“…i
corsi preparatori per danze medievali…scuola
d’arte medievale..” che è sta
roba!!!
“REEEEEEEEEEEEIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”
sento i passi del mio menager che dall’altra parte della casa
arriva di corsa.
“si
Sana”
“che
è sta roba?” gli chiedo mostrando il chili di
fogli.
“a
sono arrivati finalmente”
“finalmente?
Dimmi quando pensavi di dirmi che avrei dovuto seguire dei corsi di
danza…e scuole… e che altro non so che di
medievale!?”
“be
pensavo di dirtelo quella volta in macchina… ma poi sei
volata fuori! E poi che pensavi di dover ballare la bachata?”
“Reiii!”
dico come se fosse un lamento.
“a
proposito Sana, rinfrescami la memoria quand’è che
io e te siamo andati a mangiare il sushi” dice risistemandosi
gli occhiali da sole..sushi?
“o
mi sono appena ricordata che devo riportare queste scarpe al
proprietario! Ciao Rei!” prendo la busta delle scarpe, mi
infilo velocemente un paio di scarpe da ginnastica e mi lancio fuori
casa. Fiuu lo scampata per un pelo!
**
“dlin..dlon”
“si?”
una ragazza poco più alta di me apre la porta di casa, e
rimane a guardarmi…
“ciao,
sono Sana”
“Sana,
quella Sana? L’attrice?” inizia sgranando gli
occhi… in questi momenti mi sento sempre in imbarazzo.
Sembra strano ma non so mai cosa dire!
“o
scusa non ti avevo riconosciuta”
“si,
sono io ehm” le mi guarda curiosa di sapere cosa voglia, e
anche giustamente, insomma se un’attrice mi si presentasse a
casa così all’improvviso rimarrei
anch’io un po’ stranita.
“ops,
scusa sono rimasta incantata, che maleducata, perché non
entri?” dice aprendo completamente la porta e sposandosi di
lato. Ok come posso dire che le ho riportato le scarpe che Akito le ha
preso, molto probabilmente senza dirle niente? Entro timidamente
nell’ingresso, pensando freneticamente a come dirlo senza
fare la figura di una sciocca. Nel frattempo lei mi chiude la porta
alle spalle e io mi giro verso di lei.
“ma
tu non eri rossa?!” chiede all’improvviso. Io mi
volto e mi trovo a guardarmi nello specchio sulla destra. Mi ci
vogliono alcuni secondi prima di capire che quella sono io, che trauma
non ancora ci prendo l’abitudine.
“be
ecco, storia lunga!” mi dimentico sempre che devo tenere la
bocca chiusa sui nuovi film. Quando Tom
Hanks girò Cast Away, nessuno sapeva perché
andasse in giro con quel barbone in faccia… e io invece sto
spiattellando ai quattro venti quello che faccio…non va
bene, non è professionale!!
Rimaniamo un po’ in
silenzio, poi mi rendo conto che sono io che sono venuta, e che forse
dovrei decidermi a parlare.
“ehm…io ecco,
sono venuta qui, perché… non è che
potrei parlare con Akito? È in casa?” si delego a
lui e buonanotte. Vedo la sua espressione cordiale trasformarsi in una
di disprezzo.
“che ha combinato mio
fratello?” fratello allora è veramente sua
sorella, è la stessa che urlava l’altra sera, non
me la ricordo molto bene… Aya ha ragione la mia memoria fa
pena “Ti ha fatto qualcosa?” dice incrociando le
braccia al petto.
“nono,
assolutamente…”
“non preoccuparti non
gli dirò che sei stata tu a dirmelo, mi chiedo come abbia
fatto a rovinare la vita anche a te che sei così dolce,
possibile che quel ragazzo si metta sempre nei guai…!
Inutile dove c’è lui c’è
problema, è insopportabile, e io continuo ancora a
stupirmi” si Akito non è sempre dei più
dolci però…ora dai non esageriamo.
“no, veramente, non
c’è alcun problema, vorrei solo
parlargli!”
“non sarai cotta di
lui?” chiede sgranando gli occhi. Che cosa? Ma che siamo
impazziti tutti!
“NO!”
“guarda se posso darti
un consiglio stai il più lontano possibile da lui”
“non sono cotta di lui!
Ne sono sicura, forse è una delle poche cose di cui sono
convinta! Sotto quel punto di vista è spregevole”
credo, spero… io e akito? Pua! Una barzelletta.
“io non
credo!” mi volto rapidamente, e quasi svengo…
è, è una visione,
un’allucinazione…non può essere
così bello, dai deve avere un qualche piccolo
difetto…forse io non lo trovo, è appena uscito
dalla doccia evidentemente, perché ha i capelli
gocciolanti….con un asciugamano se li friziona e fa volare
l’acqua da per tutto, alcune gocce cadono sul suo petto nudo,
dio mi sto sciogliendo, tutto perfettamente delineato. Non avevo mai
invidiato delle gocce d’acqua prima. Poteva mettersi una
dannatissima maglietta sopra quei jeans che, per inciso, sono anche
abbastanza bassi dato che sono abbottonati solo due bottoni…
non ci vuole molta fantasia… fidatevi, per immaginare. Gli
si vede muscolo per muscolo dagli obliqui a pettorali… sto
morendo…
“vestiti sei
indecente!” sento la ragazza dietro di me… a lei
non fa alcun effetto, perché invece io sono paralizzata, non
faccio altro che guardarlo dall’alto in basso e poi dal basso
in alto. Dio l’avete visto…
è..è ogni aggettivo positivo esistente sulla
terra al grado superlativo, bellissimo, sexissimo,
perfettissimo…non mi sposterei mai…
“Natsumi non
rompere” Natsumi si chiama allora la sorella. Inizio anche a
pensare cose stupide e ovvie. Odioi essere così vittima
degli ormoni!
“Che deficiente devo
avere come fratello… mi spieghi come cavolo hai fatto a
metterti nei guai con lei! Possibile che non sai fare altro che
combinar danni, mi sono rotta, rotta e strarotta di dover aggiustare i
tuoi casini!”
“ma chi ti ha chiesto
niente!” io intanto resto come una deficiente in mezzo a loro
due, di spalle alla ragazza e di fronte ad Akito… cervello
potresti metterti di nuovo in funzione per piacere, e tu cuore la
smetti di pompare così? Grazie. Dopo aver riorganizzato il
mio organismo mi decido ad entrare nella conversazione prima che
diventi un uragano di insulti.
“Nat-natsumi Akito non
ha fatto niente, fidati” dico senza nemmeno girarmi, sono
ancora concentrata a guardarlo.
“o di te mi fido, e su
quello che ho qualche dubbio!” no scusa lei si fida di me, di
una perfetta sconosciuta invece che del fratello? Questa ragazza ha
qualche problema.
“tzs.. perché
non ti levi dai piedi?”
“con piacere! Ciao
Sana!” mi passa davanti e se ne va attraverso il corridoio.
Incredibile il cambio di tono che ha avuto tra il ‘con
piacere’ e il ‘ciao Sana’…
altro che attrice.
“tu che
vuoi?!” mi dice duro appena la sorella non
c’è più.
“quella è tua
sorella? Vi volete molto bene?! Che fai mi fai restare qui
all’ingresso, è da maleducati lo sai!”
“parla miss
galateo!”
“tu e gentilezza state
in due dizionari diversi vero?”
“senti ragazzina non ho
tempo da perdere” dice avvicinandosi pericolosamente. Mi
mette con le spalle al muro, cioè alla porta. Con una mano
di fianco alla mia testa, dovrei aver paura, ma il sentimento che
provo, è moooooolto diverso dalla paura. Troppo forse.
Inizio a balbettare frasi senza senso. Basta ti vuoi riprendere?
È un ordine!
“ma come non ero,
com’era, spregevole?” che brutto bastardo, sta
giocando! Spregevole? Ba credo sia l’aggettivo più
lontano da quello che sto pensando io…
“ssii,
alloallontanati!” dico mettendo le mani sul suo petto e
spingendolo via. Nel momento in cui lo tocco però tutte le
mie convinzioni spariscono, e invece di allontanarlo…
Lui non si muove, rimane
impassibile nonostante la mia lieve pressione. Ad un certo punto, sento
le mie braccia piegarsi, e lui avvicinarsi..no no fermi tutti. Fermo
tu! Cavolo.
“io-iosonovenutaaportartilescarpe!”
dico tutto di un fiato, quando lui arriva quasi a sfiorarmi il naso.
Continua a fissarmi negli occhi con fermezza, credo che ormai le mie
guance siano completamente rosse. Riporto le mani su di lui e lo spingo
via, questa volta con decisone, lui non si oppone. Quel piccolo infame
voleva vedere fino a dove gli avrei concesso…Gli cedo la
busta, e continuo a guardarlo.
“ioio vado,
cciao” Gambe ci siete? No perché questo sarebbe
esattamente il momento di girare e tornare indietro sapete? Forza
muovetevi. Do un ultimo sguardo generale a questo gioiellino
dell’umanità e poi apro la porta, con molto
rammarico mi decido a levare lo sguardo da lui. Esco senza nemmeno
voltarmi, ho fatto così
tanta fatica per girare lo sguardo che non so quanto
potrei resistere. Possibile che sono così scombussolata qua
dentro.
“stai bene,
però ti preferivo rossa” lo sento dire prima che
la porta si chiuda definitivamente. Questa volta non ce la faccio e mi
volto subito, non so perché, forse perché
è il primo complimento che mi fa, forse perché me
lo ha detto così, forse solo perché è
stato lui a dirmelo. Sta di fatto che la porta è chiusa, e
io mi sento avvampare come una scema. O Sana cerca di controllarti!
Dai! Per piacere.
Ciao gente, scusate
il mio ormai noioso ritardo, ma da quando si è chiusa la
scuola, mi sembra di aver ancora più impegni! Comunque
sabato c’è il saggio, per fortuna, non
c’e la faccio più a fare le stesse cose mattina e
pomeriggio… ecco perché non ho molto tempo da
dedicare ai ringraziamenti, devo fare un pranzo-lampo e poi tornare in
palestra, basta non ne posso più!!! (questa mattina alle
otto!!!). Qualche dettasglio da aggiungere? desideravo essere
Sana! Akito stava giocando, ma che fa ,
è così--- vabe! basta , che gli ormoni stanno
schizzando da tutte le parti!
un saluto a tutti! Bacione Lucia
|
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Capitolo 9 *** Una giornata sotto effetto di febbre ***
Permetto,
il capitolo non è lunghissimo…. Però
ho aggiornato prestissimo no? La cosa
compensa? XD no ?
Capitolo
9: Una giornata
sotto effetto di febbre
Non
ci posso credere! Veramente, non ci credo! AAAAAAAAAAAA! Ragazzi
segnatevi
questa data, perchè oggi, sabato ventuno, la sottoscritta,
Sana Kurata ha
sostenuto un'interrogazione degna di lode! Be adesso addirittura la
lode, può
sembrare eccessivo, in effetti...comunque è andata bene! La
cosa lascia
interdetta anche me fidatevi...wow... non posso crederci! Allora
precisiamo che
non è stata fortuna, domenica ho passato tutto il giorno,
letteralmente tutto
il giorno a studiare. Si, sembra incredibile, e non so nemmeno io come
ci sia
riuscita, credo che il senso di colpa di aver deluso mamma, misto ad
uno strano
senso di pietà nei miei stessi confronti mi abbiano spinto a
darmi da fare...
sta di fatto che ho passato una domenica intera a studiare latino e
filosofia,
solo alla fine ho dato un'occhiata alle altre materia, un po' poco in
verità,
ma questo non c'entra, dicevo? A si, dunque sotto suggerimento, meglio
dire
costrizione, di Aya ho ripassato tutti i giorni e oggi, quando la STR
mi ha chiamata, ero
sicurissima di me, e infatti ho risposto a ogni domanda, ogni
curiosità, ogni
trabocchetto, lasciandola senza parole! Quella ha avuto il coraggio di
dire ‘questa
non è tutta farina del tuo sacco, Kurata!’ ma ti
rendi conto?! Se le ho
risposto ad ogni domanda in modo fluido e corretto! Ma chi se ne
importa. AH!
Sono tutta felice!! Non credevo si potesse essere tanto contenti di
un'interrogazione!
Nonostante
questo, mi rimane un problema, anzi due, che se non risolvo...
matematica e
fisica! A, quelle materie non le capisco! Ma perchè
rovinarsi la giornata?
"Sana"
mi si avvicina Aya mentre io sto ancora ficcando delicatamente
i libri nella borsa.
“senti
Aya…io, mi dispiace di aver detto quelle
cose…io”
“è
tutto a posto” mi fa serena.
“sei
sicura, giuro so benissimo cosa provi per Tsuyoshi, e non penserei mai
a te
come una”
“tranquilla
Sana, ho avuto una reazione esagerata”
“ok…”
dico abbassando lo sguardo. “sono stata brava e?”
dico ritrovando il sorriso…
“yep”
"Grazie
a te, se non mi avessi costretto a ripassare anche gli altri giorni..."
e
si parte, gran parte, del merito è suo, che mi ha seguito.
"Si
ma davanti a STR ci sei stata tu!"
"si..
modestamente... sono un genio, non tutti sono al mio livello, tu che
dici un
Oscar e un Nobel farebbero bella figura sul mio comodino?"
"naa,
non per qualcosa ma rischierebbero di essere scaraventati al posto
della
sveglia ogni mattina"
"be
potrei vincerne alcuni di riserva"
"certo,
sopratutto di Nobel!"
"be?
Un Nobel per la matematica me lo vedo proprio bene"
"già..
peccato che non esista, c'è la Medaglia
Fields se proprio vuoi"
"davvero?!
pensi che potrei vincerla?" dico sorridendo.
"senza
dubbio...ora però torna sulla Terra, che fai dopo?"
"be
non lo so, non ho niente da fare…senti posso chiederti una
cosa?” lei annuisce
e io prendo coraggio “ma perché sei scappata
così? Era solo per rabbia?”
“no
ecco, Tsuyoshi ha dei problemi… i genitori stanno
divorziando, e lui si sta
trasferendo con la madre e la sorella”
“nooooo,
mi dispiace tantissimo, come sta? C’è qualcosa che
posso fare?”
“stargli
vicino” fa tristemente, “oggi pomeriggio vado ad
aiutarlo a spacchettare pacchi
e pacchetti vuoi venire?”
“si,
si ci sarò… a che ora?” non si
abbandona mai un amico! Se la nostra presenza
può non fargli pensare a tutto ciò, allora ben
venga. Quanto mi dispiace… anche
se lo conosco da poco, sono sicura che è una brava persona,
e non si merita di
soffrire così.
"allora
ti passo a prendere verso le cinque, e andiamo insieme?" annuisco,
mentre ci
avviamo verso i corridoi per tornare a casa.
*
Tra
poco Aya sarà qui. Ma io dovevo assolutamente riprendere
fiato, e mi sono
infilata sotto l'acqua bollente... meritato riposo. Studiare
è una faticaccia,
non invidio per niente i secchioni della mia classe. Chissà
se si divertono? Be
sicuramente studiare non sarà mai il mio mestiere, certo
però se penso che ho
sprecato un altro anno, scolasticamente parlando, mi mette una
po’ di
malinconia, non ho raggiunto alcun obbiettivo, la mia media
è diventata una
retta x, parallela alle ordinate…be almeno qualcosa
l’ho imparato di
matematica…. Vabbe niente pensieri tristi, devi consolare un
amico, non puoi
essere triste.
"DINDLON!"
deve essere arrivata Aya, sono le cinque. Mi infilo i pantaloncini
beige che
trovo buttati sul letto, e un reggiseno che prendo a caso dal cassetto,
giusto
per non andare incontro alle sue battutine. E mi fiondo all'ingresso,
urlando
come una pazza, per poco non cado per le scale, inciampando sui miei
stessi
piedi.
"AYA
FINALMENTE, NON HO IDEA DI CO" apro la porta.
....
........................................................
Devo metabolizzare.
........................................................
........................................................
Sto metabolizzando.
....
…………………………………..
....
Abbasso velocemente lo sguardo su di me, e lo rialzo su di lui. Poi
d'istinto
richiudo la porta.
Merde
E
adesso che faccio? Non posso mica lasciarlo la fuori! Ok, lo faccio
entrare.
Possibilmente senza che mi veda...
"SENTI"
urlo in modo che lui possa sentirmi. "IO ORA APRO LA PORTA,
TU ASPETTA UN PO' E
POI ENTRA, FA COME SE FOSSI A CASA TUA, IO NEL FRATTEMPO VADO A
SOTTERRARMI,
DOPO ESSERMI MESSA QUALCOSA DI DECENTE"
"ok"
già me la immagino la sua faccia da schiaffi…
Vorrei
seppellirmi, sprofondare, sparire dalla Terra, finire in uno di quegli
universi
figli di Smolin, mio dio che vergogna. Sento le guance bruciarmi,
perchè?
PERCHè? Che figura di...
Che
diavolo ci fa lui qui!??????
E
adesso che mi invento? Apro un poco la porta, giusto quel tanto che
basta per
non farla richiudere, e corro verso la mia camera. Non è mai
stata così
lontana. Appena arrivo richiudo la porta, come se avessi paura che
possa ancora
vedermi., ed ho ancora paura che possa vedermi. Ma poi
perché lui? Tra tutte le
persone al mondo, perché lui? Immagina se fosse stato il
corriere di ieri? Che
schifo!
Che
vergogna, mi guardo… ma poi perchè,
perchè tra tutti i reggiseno che ci sono in
quel cassetto, perchè dovevo prendere proprio quello di
pizzo
bianco!!!!???????????
Pensa
al lato positivo, almeno portavi i pantaloncini! A si, bella
consolazione!! Mi
ha vista mezza nuda, però solo la parte di sopra!
Certo
non avrà visto un gran chè, ma che cavolo
significa, mi ha vista! Per almeno
quindici secondi mi ha vista, e so che l'ha fatto perchè ho
notato il suo
sguardo ben fisso su di me e non di certo sui miei occhi. E poi,
proprio lui…
Sono
rimasta così, con una mano sulla porta che avevo aperto, e
l'altra con un
asciugamano con cui mi stavo frizionando i capelli.
Ho
impiegato almeno dieci secondi, cercando di ritrovare in quella persona
davanti
a me i lunghi capelli castani o gli occhi, o la piega della bocca, o
anche solo
l'altezza della mia amica, quando mi sono resa conto che quella persona
non era
Aya. I capelli più chiari, l’altezza
superiore…ecc.
E
avevo anche le braccia ben aperte! Fantastico! Strepitoso! Non oso
immaginare
se non mi fossi vestita…Ora con che coraggio torno di la?
Devi tornare, che hai
intenzione di aspettare? Che mi invento? Ripenso ancora una volta a
quello che
è appena successo no, non ho il coraggio di tornare di la.
Mi
sento chiamare.. no, è Aya. Aya? Ok, ok, calma. Me ne sono
scordata.
Prendo
una maglia a maniche lunghe, bianca, semplice, ma lunga.
Me la infilo, e torno di là, ho ancora i capelli bagnati.
Che figura.
“evita
di dire qualsiasi cosa!” lo vedo ghignare seduto sul divano.
Devo dire che in
quella posizione è estremamente…. No! Ma che vai
a pensare?! Sana per piacere
piantala!
“mi
dici che diavolo ci fai qui!? E tu perché non me
l’hai detto?” dico
rivolgendomi ad Aya che non fa altro che ridere sotto i baffi. Un
momento, Aya?
Da dove è uscita?
“aspetta
un attimo da dove sei saltata fuori!?” le chiedo mentre lei
si siede sulla
poltrona del mio salotto.
“sono
entrata prima, solo che stavo salutando la signora
Patricia…ha fattto dei
biscotti che sono una meraviglia, con le nocciole
dentro…” e io non mi sono
accorta di niente? Se fosse stato un ladro? Bha che
incosciente…
“la
smetti di ridere!!!” sbotto verso di lui, che continua a
sghignazzare! "scommetto
che non ti è dispiaciuto" o non l'ho detto a voce alta?
Bene, ora,
arrossisco ancora di più se possibile.
"...ora
vado a sotterrarmi davvero"
“non
c’era niente da vedere …e poi almeno adesso siamo
pari”e ..mica è stato lui a
essere visto mezzo nudo, cioè si l’ho visto mezzo
nudo, ma che c’entra lui è un
ragazzo, e non stava in reggiseno! Anche se la cosa… non mi
dava ribrezzo…e
nemmeno adesso se volete proprio saperlo, oggi con la semplice felpa, e
i jeans
chiari, è un vero bonazzo…ma la finisci di
pensare queste cose? Se ti sentisse
qualcuno! Ecco, sento di nuovo le guance arrossarsi. Dannazione!
“stai
facendo dei pensieri su di me?” mi chiede provocatorio, per
nulla malizioso,
solo strafottente, non lo sopporto!
“ma
per piacere!”
“e
allora perché sei arrossita?” mi chiede Aya,
completamente maliziosa, e questa
volta si becca una delle mie peggiori occhiate.
“taci!!”
lo anticipo prima che possa dire qualsiasi cosa..
“dlindlon”
o ma porca miseria, che è questa casa un albergo!
“Akito
renditi utile vai ad aprire” ordino al biondino, dare
direttive mi fa sentire
importante.
“che
credi che sia il tuo schiavo?”
“mi
spieghi perché sei venuto?”
“me
lo ha chiesto lei” dice indicando Aya.
“per
Tsuyoshi” si per Tsuyoshi, qua gatta ci cova.
“andiamo tutti insieme”
“dlindlon”
“dai
muoviti, io vado ad asciugarmi i capelli e poi
andiamo…magari prima mi vesto” dico
più a me stessa che a loro. Mi incammino per le scale e Aya
si alza e mi segue.
“ma
non c’è una cameriera o qualcosa del
genere?”
“dlindlon”
“muoviti!!!!!”gli
urlo dal corridoio, con qualche sbuffo Akito va finalmente ad aprire la
porta.
“Aki
chi è?” urlo dalla mia camera, nella speranza che
possa sentirmi. Non sento
risposta, per cui mi affaccio dal corridoio, e vedo qualcosa che
potrebbe
diventare molto pericoloso.
Porca
miseria.
Avevo
completamente rimosso. Lui…
COME
CAVOLO HO FATTO A NON RICORDARMI DI KAMURA!!!
“Aya…codice
rosa!” dico girandomi di scatto verso la ragazza.
“codice
rosa?”
“rosa,
si quasi rosso, è quasi una catastrofe!” vedendo
la sua espressione confusa
tento di chiarire i suo dubbi “dobbiamo evitare un qualsiasi
scambio di
opinione tra quei due”
“che
stai dicendo?” come spiegarle in due secondi?
“ecco…di
la c’è Kamura con cui avrei dovuto iniziare a
studiare il copione!”veloce,
coinciso, chiaro.
“CHE
COSA?”
“me
ne ero scordata!!! L’hai detto tu che non ho la memoria di
quel tizio..!poi non
l’ho più sentito…”
“sei
incredibile, okok finisci di asciugarti i capelli, ci penso
io!”
“ok…non
fare macelli!”
“che
mi chiamo Sana io?” ah.ah.ah. mentre lei esce, io attacco il
phon e non sento
più niente di quello che avviene a qualche metro da
me…per fortuna.
“dov’è
finito Kamura?!” chiedo quando esco dalla mia camera,
decisamente più coperta,
scarpe da ginnastica, jeans, felpa rossa con la zip, e capelli raccolti
in una
coda.
“Aya
l’ha liquidato” commenta laconico Akito.
“non
l’ho liquidato, gli ho detto che eri sotto la doccia, e che
ti scusavi, gli ho
spiegato la situazione e lui ha capito”
“proprio
quello” commenta Akito.
“gli
hai detto di Tsuyoshi?”
“no,
non vado spiattellando i fatti degli altri, io!” la guardo
alzando un
sopracciglio.. “ok gli ho detto che avevi la febbre alta, e
che vomitavi tutto
ciò che mangiavi”
“e
ti ha creduto?” andiamo era una balla talmente
evidente…
“si,
cioè no, ma non poteva provarlo”
“e
di lui non ha detto niente?”
“gli
ho detto che mi accompagnava dal mio ragazzo dopo”
“e
ti ha creduto?” scusa ma dai, solo un’idiota crede
a queste scuse!
“si
perché ha visto solo la moto e io ho raccolto il casco di
Akito dal salotto
senza farmi vedere” che genio.
“che
deficiente” commenta Akito. Io lo ignoro.
“ma
andiamo in autobus?” Aya fa un sorriso che non mi piace per
niente, è uno di
quei sorrisi che fa quando sta tramando qualcosa.
“io
ho il motorino, e Akito la moto….”
“no!”
risponde Akito piatto.
“perché
hai detto no?”
“certo
che sei lenta… vorrebbe che ti accompagnassi io”
io, moto, Akito…di nuovo?
Nononono.
“dai
ci sei già andata una volta!”
“appunto
non vorrei ripetere l’esperienza!” dico incrociando
le braccia al petto, e
sfidando chiunque a contraddirmi.
“ti
prego Akito, per Tsuyoshi che mi aspetta
da un po’”
“va
bene, ma non fiatare”
“non
darmi ordini”
“ti
lascio qua”
“sta
zitto e muoviti” dico spingendolo fuori dalla porta.
“e
non attaccarti a me come una cozza”
“ma
chi ti vuole toccare!” si gira verso di me e mi fa un ghigno
come a dire ‘ tu
muori dalla voglia’ e io che vorrei veramente dargli torto,
mi sento nuovamente
arrossire. Così gli tiro un colpo sulla spalla, idiota! Vedo
Aya sorridere, e
lanciarmi sguardi eloquenti, decido di ignorarla, prima che possa avere
qualche
altra brillante idea. Questa comunicazione ad espressioni e sguardi mi
sta
coinvolgendo.
Arriviamo
finalmente alla moto, e prendo il casco che Akito mi porge.
“guida
bene” lo ammonisco, mentre lui sale.
“non
rompere”
“scusa
ma ne va della mia vita” lo seguo io.
“vai
a piedi allora”
“puoi
smetterla di sottolineare che non mi sopporti”
“no”
“sei
intrattabile”
“da
che pulpito”
“nessuno
a mai disdegnato la mia compagnia”
“ti
rendi conto di quello che hai detto?” ?no, che ho detto?
“scusa?”
“lascia
perdere, tieniti forte, non vorrei che te ne volassi per strada, non ho
bisogno
di altri problemi” dice mettendo finalmente in moto.
Ho
un piccolo dejavu, e mi aggrappo saldamente a lui. Questa scena mi
è
familiare….
“allora
sei tu che vuoi che ti tocchi”
“il
colore ti ha dato alla testa”
“se
se…”
“io
non divento rosso ogni volta che ti avvicini”
“nemmeno
io”
“a
si? Quindi l’altra volta a casa mia?” ecco
preferirei non parlarne… anche perché
non ho idea di cosa sia successo davvero dentro di me.
“era
la febbre”
“continua
a ripetertelo magari ci credi anche tu”
“aki..”
ma qualsiasi cosa io voglia dire, le parole mi muoiono in gola, e lui
parte improvvisamente,
e così d’istinto mi stringo ancora i
più a lui, appoggiandomi completamente
sulla sua schiena, e anche se mi sembra impossibile perché
siamo divisi da
spessi strati di tessuto, è come se sentissi il calore del
suo corpo arrivare
fino al mio…e mi sento percossa da brividi…sicuro
di non avere la febbre, per
davvero? Ho fatto una buona interrogazione, mi sono piazzata in intimo
davanti
ad akito, e adesso sono in moto con lui, stretta a lui, e mi sento
molto bene
di esserlo…. Deve essere tutta
un’allucinazione… io ho la febbre!!
Maha buongiorno!
Allora questo
capitolo è dedicato ad Angeloflove, mi sono
impegnata a scriverlo velocemente, oggi che mci hanno lasciate
stranamente libere,
proprio perché volevo darti il mio in bocca al lupo per gli
esami!!
Dunque Sana
avrà la febbre o no? Bella domanda, ve la lascio
tutta quanta e passo ai ringraziamenti che l’altro giorno non
ho fatto.
AngelOfLove:
buona
fortuna soprattutto a te! Che brutta
cosa gli esami! Comunque questa volta ho aggiornato in tempo record,
per i miei
standar, così potrai iniziare gli esami sapendo che quei due
sono in moto… e
scusa se è poco, stanno per passare un pomeriggio, un sabato
pomeriggio insieme!
Un bacione! E ancora in bocca al lupo!
Pinkgirl:crepi il lupo! Mi fa piacere che il
cap
ti sia piaciuto, ovviamente anch’io sarei voluta essere al
posto di Sana,
purtroppo queste fortune capitano solo agli altri…sign alla
prossima!
fra007: wow, mi stupisco sempre quando mi
scrivete che vi piacciono i miei capitoli…grazie, (lucia
piega il capo
umilmente) hai capito bene, Akito lìha fregata si, comunque
prima o poi…anche
lui…fidati!
Stezietta:
lo so,
chi non avrebbe fatto così, ma
Sana è diversa...e lo sarà agli occhi di Akito.
Qualsiasi ragazzuola sarebbe caduta
ai suoi piedi (me compresa) e Akito questo lo sa!
totta91: oo prima o poi toccherà
anche ad Akito,
e dovrò inventarmi un modo per farlo capire,
perché Sana, non è molto
perspicace come sappiamo…ma prima o poi..
ryanforever:
ecco il
seguito, non collegato però… ha
fatto sorridere te, ha fatto effetto a Sana, chissà Akito,
si sarà maledetto
per averlo detto a voce alta!hehe, che ne pensi di questo capitolo?
cicia123456:ho aggiornato presto! Questa devi
concedermelo! Guarda per Akito, ti capisco, non so se lo avrei
aspettato.. ma
di sicuro no me ne sarei andata…
after_all:
alla
fine il tempo l’ho trovato…ormai
ho serie difficoltà a dormire la notte, per cui metto a
frutto questo tempo
sprecato, per immaginarmi situazioni, e poi una volta seduta davanti ad
una
tastiera, è fatta…almeno quando
c’è ispirazione… oggi ho fatto fuori
Kamura,
anche poco educatamente, ma non o volevo tra i piedi, anche
se… no vabbe meglio
così, altrimenti si sarebbe offerto di accompagnare tutti
con il suo
macchinone! Ti faccio la stessa domanda di sopra, secondo te
è la febbre o Sana
ha qualcosa che non va quando sta con Akito, a me sempre essere
più spontanea quando
sta con lui, invece che con kamura…
__BIGIA__:eccomi con un capitolo fresco fresco,
spero ti piaccia! E si magari un giorno anche noi ci troveremo in certe
situazione (non sperarci troppo, con i tempi che corrono) ma fammi
sognare
uffa!
E dopo avervi
sottratto un po’ di tempo…posso ritenermi
soddisfatta!
Un bacione
Lucia
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Capitolo 10 *** Risposta immunitaria ***
Ciao a tutti! Ho pochissimo tempo, quindi scusate se non ringrazio adeguatamente! Ecco il nuovo capitolo tutto per voi! A presto! Lucia
ps. siccome siamo arrivati al decimo capitolo e a me continua a non venirmi in mente un titolo decente, penso che lascero questo! Quindi Salvo particolari illuminaizoni, dal prossimo aggiornamente sarà solo compagni di scuola... che comuqnue non mi piace per niente! Vabbe me ne vado che mi madre sta già per urlare... bacio
Lucia
Capitolo 10: Risposta immunitaria
Non è che io abbia paura delle cose, tanto meno delle persone. Sono abbastanza spericolata, e azzarderei che mi piace esserlo. Non sono nemmeno timida, non ho alcuna difficoltà a fermare la gente per strada e chiedergli qualcosa... questo è più un aspetto da Aya, che studia le persone. Io mi limito ad interagire, quindi in un certo senso sono soggetto di studio da parte di Aya. Ecco perchè ormai mi conosce più di quanto voglia farmi credere. Aya nasconde certi aspetti però...inquietanti.
Comunque dicevo che tra le due, Aya è quella più calma, almeno in pubblico, e io quella a cui piace esagerare, ottenendo poi anche un discreto numero di belle figure. Nonostante questo non posso negare di essere un poco preoccupata di dover passare un pomeriggio con Hayama. Ancora di più da quando Aya e Tsuyoshi sono andati a riordinare un'altra stanza al piano di sopra, che secondo me concide casualmente con la sua camera.
La mia preoccupazione è data principalemnte dal fatto che in moto, non sono stata proprio un passeggero passivo, e questo però non è solo colpa mia. Voglio dire, siete mai andati in moto con Akito? No? Buon per voi! Intendo dire che è un pazzo! Per lui il codice della strada ha la stessa importanza di un opuscolo pubblicitario! Non scherzo! Le precedenze? Che cosa sono mai? Il limite di velocità? Si certo quello minimo.
Ora, andare a centocinque per le strade della città è, effettivamente, emozionante, certo però cavolo il limite è cinquanta...sai com'è! Ma non certo io mi sono stata zitta, gli ho fatto spesso notare che si trovava fuori limite, e sapete cosa mi ha risposto quando siamo arrivati? No perchè ha dell'incredibile! Ha detto che il limite era cinquanta per ognuno, e siccome eravamo in due sulla moto, cinquanta per due faceva cento, ed eravamo fuori solo di cinque! Non che mi abbia dato una risposta così eloquente... ho dovuto chiedere più spiegazioni, sotto forma di insulti ovviamente. Ormai oltre al disprezzo che ci portiamo dietro da tempo, sia subentrato l'orgoglio, e diciamolo io ne ho troppo.
Altra cosa è il fatto che Akito è forte. Almeno in confronto a me. E questo sembra strano ma mi mette soggezione, non glielo dirò mai, però l'altra volta mi ha fatto un livido, la prossima? Questa soggezione è dovuta anche dall'ultimo punto: non lo conosco. Non conosco il suo carattere, non so nemmeno da cosa è dovuto. Ho solo tanti piccoli frammenti che non coincidono, so che la sua situazione famigliare non è delle migliori, almeno non con la sorella e il padre. Però
"Kurata, datti da fare" e quando ti dice così, uno che dovrebbe fare? Io provo a tenere a freno la mia linguiaccia però!
"perchè? Ti serve il mio aiuto?" vediamo come risponde.
"Dubito che tu ne sia capace- gli mando una smorfia alla 'ah.ah' -comunque prima finiamo prima andiamo via" mi decido finalmente ad entrare nel salotto, e a guardarmi intorno.
"CHE COSA? NOI DOVREMMO SISTEMARE TUTTO QUESTO?" esclamo disperata. Non so se ve ne rendete conto, ma non si vede la parete per tutti gli scatoloni che ci sono! In più la stanza è spoglia di qualsiasi tipo di arredamento! Questo significa che...significa che dovremo montare i mobili!
"possibile che sia capace solo di lamentarti?" inutile che fai il duro, è un lavoraccio. In questa stanza c'è di tutto.
"sto constatando la realta!"
"questo non ci aiuta quindi non farlo" chiudo gli occhi...che pazienza.
"sei impossibile"
"reciproco" risponde appena indirizzandosi verso uno scatolone enorme. Io d'altro canto vado dall'altro lato della stanza, il più lontano possibile da lui. Prendo uno scatolone abbastanza grande con scritto libri e inizio ad aprirlo.
“è inutile che li apri, dove hai intenzione di metterli?” mi riprende Akito.
“… a si e che dovrei fare allora?”
“darmi una mano” devo avvicinarmi a lui? E no sorry, non posso. “prometto di non morderti”
“a adesso mi sento più sicura” mi avvicino lentamente e lo aiuto a dividere i vari pannelli di legno che si trovano nello scatolone. Credo che siano i ripiani di un mobile. Anche perchè non riesco a pensare a cosa diavolo possa pesare così.
"hii ma quanto pesano!?" inutile dire che la fatica sembra provarla solo io dato che Akito tira su i vari pannelli come se fossero lenzuola. Vabe che il suo corpo è perfetto, però non può essere sempre perfetto! Sempre bono, in ogni movimento che fa! per Dinci!
Dopo aver spacchettato ogni pezzo, disposto le viti eccedera in maniera "ordinata" su quello spicchio di pavimento libero da cianfrusaglie, mi limito a guardare Akito.
"e adesso?" chiedo ingenuamente.
“lo montiamo”
“noi?”
“no, aspettiamo che si monti da solo? Certo quante altre persone vedi?”
“ma io non lo so fare”
“ci sono le istruzioni!”
“oo” ok, che sarà mai, seguiamo le istruzioni e montiamo… semplice, almeno spero.
“tu fai i cassettoni che sono molto semplici, io monto la struttura della base, e poi andiamo avanti” dice indicando parte della figura. Il mobile sembra abbastanza grande, credo che occuperà tutta la parete.
"e come facciamo a sapere dove metterlo? Cioè se poi alla mamma di Tsyoshi non piace?" Akito mi guarda per un po'. Poi si incammina lungo il corridoi, e poi per le scale. Arriviamo davnti ad una porta.
"Copritevi che entro" dice scocciato. Dopo un po' Akito entra e troviamo Tsuyoshi e Aya ai lati opposti della stanza... sospetto! Hehe!
"da che parte montiamo il mobile?"
"mm, quella di fianco alla finestra, e davanti alla porta va bene"
"ok" e torniamo di sotto. Ci sono delle finestre in quella stanza? Perchè io non le ho viste?
Quando riteriamo noto uno spicchio di cielo non troppo felice, nascosto da un totem di scatoloni...ecco dov'era.
Il mobile smembrato sul pavimento è fatto di quattro pannelli più grandi che dovrebbero costituire il pannello posteriore.
Poggia su una base di quattro cassetti, in particolare due cassettoni grandi laterali e due più piccoli sovrapposti, al centro.
Nella parte superiore a questa, c’è il vano per il televisore, e sia ai lati che sopra ci sono dei ripiani. Gli ultimi ripiani sono tutti chiusi da sportelli, mentre quelle della fila inferiore, sono chiusi i laterali, mentre i due centrali hanno gli sportelli in vetro. Come ad incorniciare la parte centrale, ovvero quella del televisore, in più ci sono ante scorrevoli, in modo che si può nascondere la tv, oppure i ripiani laterali.
La parte che dovrei costruire io? I cassettoni. Ok dai un cassetto non è difficile, vero? Prendo le istruzioni e cerco la pagina dei cassettoni…allora qui dice che mi servono queste viti, questi pezzi di legno…ok ce la posso fare.
Non ce la posso fare! Sono quindici minuti che sto con questi due pezzi di legno in mano cercando di capire come vadano!
“sei ancora li!!” uffa! Lui ha fatto quasi tutta la base.
“ti ho detto che non lo sapevo fare” quanto mi costa dirglielo. Lui alza gli occhi al cielo e si siede di fronte a me.
“allora, questo si infila qui, perché è la base del cassetto, e va solo ad incastro così vedi… poi prendi il pezzo posteriore, che è questo qui perché ha da entrambe le parti queste specie di sporgenze,… e lo infili di forza tra i laterali, vedi queste sporgenze? Si infilano nei laterali, aiutati con un martello. Adesso prendi la parte frontale, mettici un po’ di colla per sicurezza, e li incastri, come hai fatto per la parte posteriore, aiutandoti sempre con un martello, ma fai attenzione a ricordarti di far entrare nella fuga la base…ci sei?”
“si”
“sei capace di rifarlo con gli altri cassetti” dice abbastanza scocciato.
"si" siceramente ho capito tutto. Veramente!
"poi metti le maniglie"
"si capo!" lui alza gli occhi al cielo. Poveretto, mi fa un po' pena... naa, non è vero.
Inizio a ripercorrere tutti i passi, così come me li ha detti lui,e dopo un po' TADAN! Il primo cassettone by Sana Kurata!
Posso firmarlo? Eddai una piccola iniziale qua dietro chi la nota?! Il mio primo cassetton! Sono emozionata! Posso fare il falegname! Oddio, forse non proprio.
Wow! Sono fiera di me stessa.
"evvai!" esclamo più a me stessa che ad Hayama.
"certo che ti accontenti di poco"
"ma scusa! Ho fatto qualcosa che mi è riuscita discretamente bene, è la prima volta che la faccio, non vedo perchè non dovrei essere contenta! Si può sapere perchè hai sempre da ridire?" sbotto un poco offesa.
"perchè ti ecciti per un cassetto" be detto così..
"oo che palle che sei, fattelo di!"
"oo la principessina si è offesa"
"pensi questo di me?"
"che t'importa?"
"ma tu rispondere a una domanda mai?"
"dipende dalla domanda"
"allora con me non rischi, io faccio sempre domande intelligenti!"
"se" dice continuando a montare.
"tu che fai?" chiedo per passare il tempo.
"questa sarebbe una domanda intelligente?!"
"rispondi!"
"monto un mobile".... permettetemi i punti di sospensione.
"ah.ah che spiritoso, intendo che fai quando non sei a scuola?- cioè praticamente sempre - fai qualche sport?"
"no" certo ci credo.
"certo come no"
"cosa ti fa pensare che faccia qualcosa?" chiede questa volta curioso. Io inizio a balbettare... ehm. O ma al diavolo, mi ha vista mezza nuda, e viceversa quindi posso anche smetterla di fare la ragazza piena di pudore.
"bha solo il fatto che hai un fisicaccio, invidiato dai quattro quinti della popolazione maschile della scuola e ammirato dal 99% della popolazione femminile!" alzo lo sguardo su di lui e vedo una smorfia divertita sul suo viso.
"e sentiamo tu di quale percentuale faresti parte?" ecco lo sapevo, io faccio parte del 99% perchè ammettiamolo, al fisico non gli si può dire niente.
"ok mi correggo dal 100% della popolazione femminile, non è un mistero che tu sia bello..." e che bello sia un eufenismo a dirla tutta, ma questo è meglio ometterlo. "non per questo il 100% della popolazione femminile è disposta a caderti ai piedi- precisiamo - e ora smettila di evitare la domanda"
"perchè vuoi saperlo?" mmm che noia.
"perchè in realta penso che tu sia una spia del KGB...per fare conversazione, perchè senno?" ma dico io!
"karate" dice scocciato. E scusami se è poco! Avete presente il film su Bruce Lee, il fisico dell'attore che interpretava Lee non era niente male... per niente. Certo Lee non era un karateca, ma è per dire! Le arti marziali in generale! Quanto siete pignoli.
"wow! che cintura sei? e gareggi? da quanto tempo lo fai?" ok forse mi ha preso un po' la mano.
"hai finito?"
"dai è per passare il tempo" dico lamentandomi.
"intendevo con i cassetti" a! Ops.
"ssi, scusa ecco l'ultimo!" dico alzandomi da per terra dove mi ero seduta quando stavo contemplando quei pezzi che non coicidevano.
Continuiamo così per una buona ora, così nel senso che io faccio le domande, lui le evita con battute, io insisto, lui cede per farmi tacere. Ho scopreto che fa karate da quando aveva otto anni, è già cintura nera, e gareggia. Queste spicciole informazioni le ottenute dopo un ora di interrogatorio. Ho anche provato a chiedere se potessi andare a vederelo, inutile dirvi quale sia stata la risposta... ora comunque non ho più paura di lui. Non che ne avessi avuta... però, avete capito.
Inizio a sentirmi parecchio stanca. Ma non mi sembra il caso, ora che abbiamo finito di montare il mobile, possiamo iniziare a disporre tutto il contenuto dei pacchi. Prendo uno straccio dalla cucina, e mi metto a spolverare i ripiani e gli oggetti che tiro fuori dagli scatoloni. Sono per lo più fotografie, libri e album.
le dispongo in modo decrescente, ovvero le cornici più grandi le metto ai lati, nel ripiano sopra il vano del televisore, e le più piccole al centro. Dispongo gli albun nei ripiani aperti, così come i libri, mentre nascondo le vidiocassette nei ripiani con gli sportelli.
Poi apro uno scatolone pieno di oggetti delicati, tipo bomboniere, cosetti di vetro... wow, credo che questi non sarò io a metterlli. Li romperei troppo presto.
"che fai?" dico mezza scandalizzata nel vedere che è rimasto a petto nudo! Non scandalizzata in quel senso.. però cioè avete capito.
"ho caldo! perchè ti disturba?!" e ditemi, che dovrei rispondere in questo caso? Se dico si, mentirei di brutto, perchè non mi dispiace per niente, e comuque gli farei capire che mi mette in soggezione e chissà cosa capirebbe lui, se dico no, lui ci rimane, e l mio autocontrollo potrebbe andare a farsi fottere da un momento all'altro.
"fa come vuoi!" lui sghignazza, e io faccio di tutto per non guardarlo.
Dopo altre due ore di lavoro e occhiatine per nulla causuale al suo busto, la stanza inizia a sgombrarsi. Scopro con piacere che sotto la montagna di scatoloni centrale, non c'erano altre scatole, ma solo un divano bianco. Abbastanza grande. Sistemiamo tutto ciò che ci capita tra i piedi, questa sala è nata a Ikea praticamente. Ogni lampadario, tavolino eccedera è stato preso la, però inizio a divertirmi. Abbiamo scoperto, per fortuna, che un sacco di bustoni, constenevano unici oggetti, come un tappeto, un vaso, e piano piano abbiamo sgombrato tutto. Akito ha anche montato le mensole, non gli ho permesso di scegliere la disposizione di queste, lui resta comunque un ragazzo... ma alla fine abbiamo fatto un buon lavoro. Sono andata in cerca di un aspirapolvere per dare una pulita, e dopo quattroore di lavoro complessivo posso dire che un buon 70% della stanza è fatto. Aprendo uno scatolone trovo delle cianfrusaglie non ben identificate ed un album. Un po' per stanchezza e un po' per curiosità, mi butto sul divano e inizio a sfogliarlo. Mi sento parecchio stanca e accaldata. Sono le foto di Tsuyohi, direi che sono un sunto della sua vita perchè partono da quando era piccolo. E dopo un po' che sfoglio...
"A!!! QUESTO SEI TU!" c'è una foto di un bambino con il pannolino, e un'espressione all'Akito. Oddio è bellissimo! Ricorda lontanamente il suo volto quando abbiamo dormito al parco. Dietro di lui c'è una signora, giovane, ma molto molto bella. Capelli castano chiaro, quasi biondo, e degli occhi... wow, sono così espressivi. Sorride abbracciando il bambino.
"mollala" dice Akito prendendomela dalle mani.
"quella è tua madre?!- chiedo curiosa- è molto bella!" lo vedo abbassare lo sguardo. Ok forse non ha un bel rapporto con la madre... e per non rovinare l'atmosfera civile tento di cambiare argomento. "lo sai che eri proprio un bel bambino, pacioccone!"
"ma zitta!"
"oo, così bello, con il pollice in bocca- dico imitando la posizione della foto- l'espressione è sempre quella! AHAHAHA scusa non ce la faccio... sei troppo carino...!"
"la pianti!"
"sisi, ahahah, oddio, troppo bello, eri troppo bello... ehh" vediamo se ci sono altre foto sue.
"Guadra questa!! quanto avevi tre? Quattro anni?" oddio dovete vederla è bellissimo! Con la cighia della sacca sulla testa, e l'espressione imbronciata!
"con il grembiulino azzurro, oo che bello, ahaha, perchè non le porti a scuola! ahaha!" oddio non ce la faccio più!
"comunque la tua faccia ha sempre la stessa espressione!!...ehm vado a riportare l'aspirapolvere al suo posto!" dico dopo la sua faccio alla 'smettila o ti uccido' io comunque continuo a ridere. Troppo bello.
Quando torno in sala trovo anche Aya e Tsuyoshi che si complimentano per il lavoro, grazie grazie, modestamente...
"vi va di venire da me, ordiniamo una pizza e ci inventiamo qualcosa?" propongo presa dalla contentezza.
"per noi va bene!" proclama Aya, parlando anche per Tsuyoshi.
"Aki?"
"tsz"
"lo prendo per un si- poi mi torna in mente una cosa - ehi Tsuyohsi perche non porti anche il tuo album fotografico, con tutte le foto di Akito?"
"aa le hai viste!! Spiacente amico" fa Tsuyoshi... sembra che stia leggermente meglio di come l'avevamo trovato tutto merito di Aya...mm ma possibile che mi senta così senza forze, gli altri stanno bene.
"ok allora, allora andiamo" uooou, che è sto trabballamento mo?
Ignoro e mi avvio verso l'uscita seguendo gli altri. Mamma mia che freddo! Si che sono le nove di un sabato di febbraio però...
"scommetto che io devo andare con Akito!" faccio guardando Tsuyoshi prendere la moto.
"inutile che ti dica di guidare bene vero?"
"facciamo progressi!!" dice porgendomi il casco. Ok. Ormai.
"mazza che freddo, brrrbrr" sto tremando. Mi avvio all'ingresso ed entro precendendo Aya e gli altri. Faccio strada fino al salotto. E mi butto sul divano.
"ordi-ordiniamo adesso?" chiedo ancora balbettando per il freddo. Mi alzo di scatto per prendere il telefono, e nello sforzo, vedo tutto nero. Faccio qualche passo perchè tanto so che tra qualche secondo inizierò a vedere di nuovo. Le solite vertigini. Peccato che non passa.. perchè inizio a sentire le mie gambe moolto flaccide?
"Kurata?"
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Capitolo 11 *** Galeotto fu il telecomando quando Full Metal Jacket ispirò amore ***
Capitolo 11: Galeotto fu il telecomando quando Full Metal Jacket ispirò amore
Mmm, che caldo... Mm-mm ho la bocca impastata, credo che andrò a prendermi un bicchiere d'acqua. Però prima dovrei aprire gli occhi...già aprire gli occhi, che cosa difficile.
No, mi sono addormentata con la tv accesa! A che incompetente... ma che film stavo vedendo? Ho caldo.
Basta devo andare a bere un po' d'acqua fresca, no fredda, si meglio fredda, quindi devo aprire gli occhi... ok posso farcela, forse... tra due secondi... meglio 5... si ecco.
Apro lentamente gli occhi, sbatto lentamente le palpebre una o due volte, e inizio a mettere a fuoco la stanza. Mmm può sembrare una frase strana, ma questa, non è la mia camera. Non ricordavo di essermi addormentata in sala. E con la tv accesa.
Ma che razza di film stanno mandando...?
"Se voi signorine finirete questo corso, e se sopravvivrete all'addestramento... sarete un'arma, sarete dispensatori di morte e pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno... siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta merda. Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi, ma più mi odierete, più imparerete! Io sono un duro però sono giusto! Qui non si fanno distinzioni razziali! Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza non conta un cazzo nessuno, i miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno la palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene luridissimi vermi?!!”
"che gentilezza!" ma dico io! Non ha sputato un attimo! Tatatatatatatatatata! Respira. Certo che risvegliarsi con questo bel signore è una meraviglia.
Mi metto lentamente a sedere e mi giro, sbatto le palpebre un'altra volta… non può essere lui... devo avere una qualche allucinazione, perchè? Perchè è impossibile che ci sia Akito seduto lì! Sbatto ancora le palpebre tanto in stile cartone animato... mm ok... io allungata sul divano e Akito seduto vicino al cuscino...sto sognando, che diavolo ci farebbe qui Akito?
"Che diavolo ci fai tu qui?... cha caldo" perchè sono sotto una coperta... e perchè ho un fazzoletto bagnato appiccicato in testa? Me lo tolgo via, e mi rendo conto che i miei capelli sono bagnati fradici... come me d'altronde. E poi perché puzzo così?
"ti sei svegliata" dice in tono piatto, no, sto ancora dormendo... non credevo di essere così malata... sognare Akito.. mi sembra eccessivo, è meglio controllare. Mi do un pizzicotto sul braccio, e "AIHA!"
"le persone normali, generalmente non si fanno male da soli" no, non è un sogno. Ok, ora qualcuno mi dovrebbe fare un sunto della situazione.
"da quando fa così caldo?" mi lamento tirando via la coperta.
"sei sfebbrata" aa?
"mm? La febbre, io non ho la febbre!” dico toccandomi la fronte.
"perché devi sempre contraddirmi! non ti ricordi?" no Akito, no altrimenti non te le chiederei queste cose!
"no"
"Dopo essermi caduta addosso con il tuo peso piuma- guardarlo storto mi sembra normale! - hai perso i sensi, e poi hai dormito fino ad adesso, hai avuto la febbre alta"
"quanto?"
"non scendevi mai sotto i 38.8" mi stropiccio gli occhi, mi sento un po' intontita in effetti.
"e sei rimasto solo tu?" Akito indica l'altro divano dove Aya e Tsuyoshi stanno dormendo teneramente... Ovviamene vicini e insieme, sembrano due bambini, si tengono pure per mano, che dolci che sono.
“che ore sono?"
"le sei meno dieci" mi lascio cadere di nuovo sul divano. Sono stati molto dolci a starmi vicino, insomma dovevamo tirar su Tsuyoshi e invece... Poi se non ricordo male, siamo tornati presto, quindi sono rimasti tutta la notte vicino a me. Sarebbe dovuta esserci mamma. Ma loro non mi hanno lasciata sola, nemmeno Akito. Sono buoni amici, più che buoni.
"grazie" dico alzando lo sguardo su di lui, che mi guarda con la sua solita faccia impassibile, annuisce e torna a guardare la tv.
"scusa ma tu hai dormito?" chiedo con la faccia spiaccicata contro il cuscino, è una fortuna che io non porti gli occhiali, altrimenti in un’occasione come questa, me li sarei ficcati in faccia.
"no"
"e non sei stanco?"
"no"
"noo?- ho sonno io per lui- e che hai fatto tutto sto tempo?"
"ho guardato la tv"
"divertente...mm...mi sento tutta intontita... ho fame! Tu hai mangiato?"
"si, lo sai che hai un sacco di roba dentro quel frigo, ci siamo serviti da soli" dice indicando una bottiglia di limonata con i vari bicchieri messi intorno, mm figurati, con Aya in giro, questa casa non ha segreti.
“vi ha guidato Aya, scommetto”
"Chi ha parlato? Chi cazzo ha parlato? Chi è quel lurido stronzo comunista checca pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno eh? Sarà stata la fatina buona del cazzo! Vi ammazzo a forza di ginnastica, vi faccio venire i muscoli al buco del culo, che ci potrete succhiare il latte senza cannuccia! "
"ma che roba è?" mi tiro su a sedere, e mi metto vicino a lui, afferrando il cuscino come se fosse Lolli.
"Full Metal Jacket"
"di Kubrick?"
"si" e allora andiamo bene...
"Monta monta ciccia molla! Svelto datti da fare Palla, sali su! Sali su! A vederti sembra di guardare un vecchio che cerca di scopare, te ne rendi conto Palla?! Avanti coraggio! Vai troppo piano, muoviti muoviti! Soldato Palla di lardo fai quello che vuoi ma non mi cascare di sotto, mi faresti morire di crepacuore! Su, forza, passa di là! Passa di là! Allora, che cazzo stai aspettando, soldato Palla di lardo? Passa dall'altra parte, muoversi! Muoversi! Muoversi! Allora mi vuoi proprio deludere? Hai deciso così? Allora rinuncia e vattene via brutto tricheco grasso di merda, vattene via dal mio ostacolo del cazzo! Scendi giù da questo ostacolo del cazzo! Scendi! Muoviti! Altrimenti ti strappo via le palle così ti impedisco di inquinare il resto del mondo! Io giuro che riuscirò a motivarti, Palla di lardo, a costo di andare ad accorciare il cazzo a tutti i cannibali del Congo! Avanti, muovi i piedi, cammina, Palla di lardo! Più svelto! Muoviti! Ma tu ci sei nato sotto forma di viscido sacco di merda, Palla di lardo? O hai studiato per diventarlo? Muoviti, più svelto! Tirati su! La guerra è gia bella che finita prima che arrivi tu! Lo capisci Palla di lardo? Muoviti! Ma che fai, ci lasci l'anima Palla di lardo? Tu vuoi morire per fregare me? Avanti crepa! Fai vedere, vai muoviti, svelto svelto svelto! Che c'è ti gira la testa? Ti senti svenire? Ma Cristo di un Dio, cosa fai, stai svenendo?! "
"MA STIAMO SCHERZANDO?!"
"Kurata, dormono, sta zitta”
“ma stiamo scherzando?!“ esclama a voce bassa ma con la stessa indignazione.
“smettila di criticare ogni cinque secondi magari riusciremmo a vederlo il film!" dice Hayama spazientito.
"Punto primo, io critico quanto mi pare e piace, punto secondo, ma siamo matti?! Come gli viene in mente di parlare in quel modo!?”
"sono Marines" dice come se questo dovesse giustificare tutto. Certo sono Marines, è solo un film! Peccato che quello è un personaggio vero.
"e allora? Sono uomini fino a prova contraria!"
"il fine non è quello di farli diventare uomini, ma macchine di morte"
"fa lo stesso, quel tipo non può parlare così! Finirà per fargli perdere la testa! E poi che bisogno c'è di dire tutte quelle cose!! Non lo aiuta mica così... dovrebbe spiegargli come fare, no urlare in quel modo!"
Akito scocciato, nemmeno ci prova a rispondermi, invece spegne la tv e incrocia le braccia.
"e adesso perchè hai spento?" mi volto verso di lui alla ricerca di una spiegazione.
"non si può vedere un film con te" commenta continuando a guardare davanti a se.
"scusa?"
"non stai un attimo zitta" dice leggermente irritato.
"ma,ma... Ooooookok, posso vedere io allora!?!" dico allungandomi per pendere il telecomando, che lui aveva poggiato sul divano. Non faccio in tempo che a sfioralo quando lui lo prende per primo.
"no!"
"perchè?"
"non ho intenzione di subirmi un film romantico"
"scusa ma non sei stato in compagnia di Aya e Tsuyoshi finora?" dico indicando i due piccioncini addormentati vicini. Quando lui si gira, mi butto su di lui e arranco verso il telecomando che lui allontana prontamente, non è che ci volessero chissà quali riflessi! Sono tutta molle in questo momento. Nello sforzo del salto devo aver impiegato troppa energia, evidentemente sono ancora troppo debole, perchè torno ad avere le vertigini.
“uooou“ dico perdendo l‘equilibrio e cadendo a peso morto su Akito.
"sei un'idiota" mi riprende alzandomi e aiutandomi a sedermi. "secondo te perchè i malati stanno a letto?"
"perchè vogliono guardare la tv!” saputello, credo che tra poco perderà la pazienza e mi prenderà a schiaffi come minimo. Si alza e torna a sedersi allungandomi il telecomando.
"grazie" dico vittoriosa pigiando sul tasto di avvio.
Ora dovete sapere che io raramente guardo la tv, è molto raro che io riesca a trovare film che mi piacciano... anche perchè la maggior parte li vedo al cinema con Aya, e per inciso siamo tremende. Così quando ho in mano un telecomando passo tanto, ma tanto, ma tanto tanto tempo girando tra i canali, sono fortunata ad avere la tv satellitare, mi permette di perdere parecchio tempo, scorrendo tutti i novecentonovantanove canali, non c‘è paragone con la scarsa quindicina di canali normali.
Dopo poco più di dieci minuti Akito mette fine al mio zapping.
"ehi!!!!" mi lamento io, scusa ma da quanto in qua si sottrae il telecomando alla padrona di casa? Ha rimesso il film di prima, e... e HA NASCOSTO IL TELECOMANDO DIETRO LA SCHIENA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
"ridammi quel telecomando!" lo minaccio strizzando gli occhi.
"sennò?"
"non fare il bambino!" … oddio questa forse me la potevo risparmiare. Tra noi due, diciamo che io non sarei quella che sarebbe subito definita matura.
"Ma che cazzo di cinematografo è questo? Soldato Joker, cosa ci fa il soldato Palla di Lardo con quel fucile in mano nel mio fottutissimo bagno?"
"Senti, non ho alcuna intenzione di vedere e sentire le invettive, gli epiteti e le onte che causa quel pazzo che meriterebbe una pallottola nella tricuspide! Inutile al progresso della società e buono solo a far impazzire la gente. Perchè non ci va lui in guerra? Invece di sputare bile su quel povero ragazzo solo perchè è in sovrappeso! Guarda che sguardo da folle omicida gli ha fatto venire! L'ho detto e lo ripeto lo demoralizza troppo, finirà per suicidarsi!!"
"bang!"
seguito dal tonfo del corpo che cade mi fanno voltare verso lo schermo.
"oddio!" gli ha sparato! ... gli ha sparato!
"lui, gli, gli ha sparato per davvero!?"
"ha avuto la sua pallottola, non so se gli ha preso proprio quella valvola però" commenta Akito. Io lo guardo sconvolta.
"gli ha sparato!" continuo sotto schok. Voglio dire, lui ha veramente… non veramente nella realtà, certo lo so, ma veramente nel film.. lui…
"aspetta"
“aspetta? E cosa? Che inizi a sparare contro tutti quelli che l’hanno saponettato quella notte… -sempre che saponettato esista come parola!- O che si suicida?”
Akito mi fa cenno di voltarmi verso il televisore.
“Nononono, fermati! Che stai facendo? Possiamo trovare una soluzione! Palla di-ehm-Leonard, non farlo, ferm” mi guarda e mi volto di nuovo verso Akito, aggrappandomi al suo braccio e nascondendomi.
“bang!!”
Lo sento irrigidirsi per un momento al mio tocco. Poi più per curiosità che per altro, volto la testa e torno a guardare lo schermo…
“si è sparato in bocca…” constato allontanandomi dal braccio e avvicinandomi allo schermo. Mi metto a sedere.
“già” già?!! Che diavolo sarebbe sto già?
“Già? Quello si spara e tu dici già?!”
“Sai quante volte l’ho visto questo film!? Che vuoi che dica?” inutile che fai lo scocciato, chiaro, tu non puoi uscirtene con già.
“non già! Tu non puoi guardare uno che si spara e dire ’già’!”
“perché?”
“che razza di domanda è? È una cosa seria, non puoi dire solo ‘già’! Un po’ si sensibilità!”
“scusa se non sono coinvolto emotivamente come te!”
“io non sono coinvolta emotivamente!”
“a no?” be forse un pochino, poco poco!
“giusto un po’…”
“un po’? Stai scherzando, hai cercato di impedirgli di spararsi come se tu fossi stata li, ti sei girata quando ha guardato la telecamera!”
“si bhe, questo non cambia niente… tu devi fare un corso di sensibilità!! Sei troppo freddo mi spieghi perché?” lui continua ad ignorarmi.
“sei tu che sei esagerata!”
“come fai a essere sempre convinto di avere ragione?”chiedo io, al limite della sopportazione.
“perché ho ragione”
“uuu sei insopportabile!!!!”… uno di questi giorni lo strozzo!! Dico sul serio!! “Senti, ora abbiamo parecchie ore prima che quei due si sveglino, non so Tsuyoshi ma Aya si sveglia presto perché mette la sveglia, non per altro. Non c’è nessuno in giro, spegni quella tv e parliamo chiaramente come due persone ragionevoli” Akito tira fuori il telecomando da dietro la schiena e spegne la tv. MM facciamo progressi.
“Ragionevole non è un aggettivo che ti si addice molto” grrr, questa persona non ragionevole sta per metterti le mani addosso!!!
“Ho visto sai, la tua pagella, sei un piccolo genio, mi spieghi perché devi fare l’incompreso? Guarda Eistain!! Come era allegro, sempre a discutere di gatti”
“quello era Schrodinger”
“non è quello il punto, comunque vedi sai un sacco di cose! C’è qualcosa che ti da particolarmente fastidio? Che non ti fa essere felice”
“Mi danno fastidio tante cose e tante persone, te inclusa”
“non ti credo nemmeno se me lo dimostri!” dico mettendomi seduta proprio verso di lui.
“non ti è bastata l’altra volta?”
“l’altra volta eri turbato da qualcosa, ed era l’altra volta, io non ho paura di te, e poi se ti do fastidio perché sei rimasto qui?” chiedo provocatoria.
“qualsiasi posto è meglio di casa mia” ecco se le fatto scappare, ora posso indagare??
“senti, perché tua sorella…è così… i vostri rapporti insomma, non sembrano dei migliori?” wow, viva la sicurezza. Lui mi guarda a lungo.
“perché tua mamma non dice niente?” chiedo dolcemente.
“io non ho una mamma” dice duro, come non hai una mamma, e da dove saresti saltato fuori? Questo lo scoprirò in un altro modo.
“perché vuoi saperlo?” questa volta sembra una domanda fatta per interesse, non per diffidenza.
“…perché sei un mio amico, ti sto conoscendo, inizio a volerti bene”
“non dire idiozie, non puoi volermi bene”
“questa è un’idiozia, e poi non far leva sul mio orgoglio, stiamo parlando, rispondi, lo chiedo a te, non voglio saperlo dagli altri” lui continua a stare zitto. Perché è così difficile per lui aprirsi? “senti, anch’io ho delle giornate no, come tutti, però cerco di vivere la vita con ottimismo, preferisco ridere che piangere, anche se rido per le cavolate, per le figuracce, un sorriso è sempre un sorriso, già questo mondo fa schifo di suo, se tutti ci intristiamo, non cambierà mai!… Si può provare felicità anche per le cose stupide… per le cose nuove… non è così difficile, a te non capita mai?”
“stai scherzando vero?” è totalmente inutile che fa così, tanto lo so che sotto sotto mi sta a sentire.
“Vedi, tu sei troppo contorto, metti tristezza anche a chi ti vede! E poi non ti credo! Sei bravo nelle materie scientifiche, quindi ti piacciono”
“non mi dispiacciono”
“vedi che sei contorto?!!! Se c’è un problema si affronta, e si risolve, c’è sempre una soluzione, in qualche modo, se ne viene a capo, certo con sacrifici a volte, però se ne viene a capo” mi sento tanto adulta…
“e se la soluzione fosse la morte” .. Co-cosa? No, non può dire sul serio!
“Akito, no! Perché dovresti pensare una cosa del genere?!”
“non c’è niente che mi tenga legato a questa vita” giuro che non capisco se sta dicendo sul serio o no, dal suo tono non traspare niente!
“certo perché invece hai molte cose che ti legano alla morte!! Non puoi pensare di morire, la vita è una e una sola, e siccome nessuno la dimostrato, non puoi pensare all’aldilà eccetera, nessuno è mai tornato a dire cosa c’era, una volta morti, al di qua si è morti per sempre e basta. Non puoi sprecare l’occasione che hai avuto. Tu puoi vantarti di un sacco di cose! Te lo dice pure Darwin, tu sei stato l’unico spermatozoo che ce l’ha fatta! E solo per questo dovresti essere abbastanza testardo da dimostrare che nella vita puoi fare anche altro! Poi, tua madre ti ha messo al mondo, non so ora perché dici che non ne hai una, ma lei ti ha messo al mondo, e anche se poi non ha fatto la madre, gli dovresti essere grato!!… Non dico che devi sentirti super speciale solo perché sei venuto ad essere, quelle persone sono insopportabili, però dico che questo dovrebbe essere un motivo più che sufficiente a voler farti stare qui il più a lungo possibili, perché, insomma, puoi morire quando ti pare, e prima o poi potrai farlo, a sto punto tanto vale provare tutto! E dovresti essere così sbalordito di vivere in quest’epoca, tu poi che ami le materie scientifiche, in cui si sanno un sacco di cose, di come funziona il mondo, ed è così bello e interessante saperlo che non dovresti nemmeno aver il tempo di pensare a quel genere di cose! Pensi che il mondo faccia schifo, bene allora aspetta diciotto anni e vai a votare, non basta? Aspetta l’età giusta e candidati per cambiare! Non venirmi a fare certi discorsi, che parto in terza sparata a parlare! Questo ti dovrebbe legare alla vita! Cosa diavolo ti dovrebbe spingere alla morte, a soli sedici anni!?” quanto parlo!
“mia, mia sorella, mi odia” dice forse un po’ intimorito da tuta questa tiritera.
“odia, addirittura stai esagerando”
“no, mi odia, lei e mio padre mi odiano, e preferiscono non avermi in giro per casa”
“vi ho, vi ho sentiti una volta… te lo giuro non era voluto, stavo passando di li” cerco di giustificarmi al suo sguardo indagatore.
“la sera del sushi?” chiede, perché poi mi guarda così negli occhi, mi mette in soggezione.
“e tu come lo sai?”
“perché nessuna cerca quel tipo di compagnia da me” dice ghignando.
“certo playboy…” credo che per oggi basti parlare di cose troppo serie, ormai sono entrate in orbita, posso aspettare.
“sono il ragazzo desiderato dal, quant’era? 100% della popolazione femminile!”
“le stupide ci sono in tutte le specie”
“ne ho un esemplare davanti, se ti porto al circo guadagno?” …il cuscino che stringevo come un peluche gli arriva in faccia con violenza!
“ora dammi il telecomando!” dico buttandomi su di lui per afferrarlo. Iniziamo una sorta di lotta… certo posso dire che lui non sta impiegando nemmeno un quinto dell’energia che ha, al contrario mio, che invece mi sto esaurendo come una pila di terza marca.
“preso!!!” ahah ho vinto ho vinto! Ehi, alzati, questa posizione è imbarazzante, Sana muovi quelle gambe e levati da Akito! Sana? Perché sei ancora a cavalcioni su di lui? Oddio perché mi guarda con quegli occhi??? E perché si fanno più vicini? Arrossisco e non sono sicura che sia la febbre!!
Limone
Lui sa di limone.
___________________________________________________________
Buonanotte a tutti!
Comprendo che questa non è l’ora di aggiornare, ma ero così nel vivo… e dovevo interrompere il capitolo, sono arrivata a 3200 parole! Io penso alla vostra salute, non voglio rovinarvi gli occhi! Non dirò niente del capitolo, perché voglio sapere cosa ne pensate voi. Però una cosa piccina la devo dire! Le riconoscete le frasi del manga, e dell’anime?
Be scusate il ritardo, è che sono euforica e disperata per la mia condizione sentimentale, pare che io abbia un debole per ragazzi che non mi considerano particolarmente… e quindi avevo/ho un po’ di difficoltà a scrivere progressi amorosi per la coppia… mi è uscito un bacio originale, o tremendamente schifoso? Non lo so… io vorrei sentirlo al te al limone.. no lo sto facendo di nuovo! Spero che non passi di qui… perché deve essere così difficile per le ragazze? Che rabbia! Vabbe la smetto e passo ai ringraziamenti!
stezietta- ancora viva? Dai, visto che Akito non se ne è andato? Anzi… per quanto riguarda l’aggiornamento… lo so, ma che posso farci, sono umana, e sono una ragazza! Compatiscimi! Un bacio, e fammi sapere.
ryanforever- non credo di essere così portata per la falegnameria, considerato che sono pure allergica alla polvere… davvero si capisce? Io credevo di essere stata contorta! Be la stanchezza di Sana, la febbre che per ora è passata, ha avuto i suoi frutti! O no?
AngelOfLove- il tuo nick mi ferisce! Perché non fai qualcosa per me! AngelOf Love! Cavolo, non faccio altro che riferimenti a lui!!! BASTA!! Ok … finalmente libera dagli esami! Buono buono, ora hai tutto il tempo per maledirmi… dimmi che ne pensi!
lilly95lilly- grazie! Mi fa sempre piacere! E adesso, cosa pensi che succederà!? Questi sono imprevedibili! Anche se è colpa mia…
__BIGIA__- grazie, non sai che bello che è sapere che piace quello che scrivi! Per Sana non ti preoccupare è in ottime mani….. A presto!
cicia123456- allora avevi ragione o no sulla persona che chiama Sana?! Non sarai ancora arrabbiata per la fine del capitolo, è così lungo!!! E poi dubito che Sana sia così lucida da pensare qualsiasi cosa!
fra007- aa chi non vorrebbe vederlo dal vivo? CHI? Comunque spero che ti sia piaciuto anche questo cap! Grazie dei complimenti!! Un bacio
Saku_piccina93-Bingo, c’hai preso in pieno! Dai un cassettone è solo un cassettone… poi figurati che per la mia poca immaginazione ho preso un catalogo di Ikea, ho scelto il mobile e l’ho descritto.. Me confessa! Vabbe, non devo mica costruire mobili… ! Xd, scusa poco forte! Dimmi di questo capitolo ok? Ci conto!
Manila- Se Aya non è furba! Per quanto ne sappiamo, potrebbe aver messo sonnifero nel suo bicchiere e in quello di Tsuyoshi, così da lasciare quei due in pace! Questa volta c’era Akito, eccome se c’era! Non preoccuparti della fatina, in questo periodo non sono molto propensa a più prossimi! Cosa pensi di questa fine? Limone non a caso! Anche il loro primo bacio di manga sapeva di limone!! Dimmi dimmi dimmi che sono curiosa!
pinkgirl- credo di aver capito di che foto si trattano! Potessi averne di vere.. Aaa.. Per quanto riguarda la febbre, con l’autorità conferitami da me medesima, ti nomino di Febbrologa dell’anno, presto arriverà a casa tua la fascia ufficiale basta digitare il numero 883 ****** , mondialcasa ti aspetta! Oddio, mi si sta bruciando il cervello!! Mi sa che è meglio che vado a fare la nanna….
sicurakiarasi- grazie, grazie tantissimo, mi fa un immenso piacere… davvero l’hai letta così tante volte? Wow! Forse la consci meglio di me! Avrai notato tutti i miei orrori grammaticali…mm me arrossisce e si nasconde dietro lo schermo….Comunque grazie ancora dei complimenti, e dimmi che ne pensi di questo capitolo?
Be ora vado a combattere la mia guerra contro quelli insulsi animaletti comunemente dette zanzare! Un bacione a tutti, compresi coloro che leggono semplicemente, e anche a coloro che la mettono tra i preferiti, GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!
Lucia
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Capitolo 12 *** My Little Panda ***
“Limone.
Lui sa di
lim-”
“Rossana!!!”
eh chi è? AHIA!! Oioioi…che
male…!
“Rossana
stai bene?” imbecille! Certo che non sto bene! Come potrei
stare bene? Ho appena avuto un incontro del terzo tipo con la colonna e
tu mi chiedi se sto bene?! Aiuu che male il mio povero
faccino… mi rialzo faticosamente, quasi fossi un ippopotamo
e cerco di continuare a fare quello che stavo facendo prima che mi
tornasse in mente… tutta colpa di quello stupido bacio!
Oddio, chiamalo stupido… ma perché non se ne
vuole uscire dalla mia testa? Accidenti a lui! Accidenti a Akito!
Accidenti a me! Accidenti a Rei che ha firmato questo stupido film!
Accidenti a questo pavimento che è scivoloso…e
no, accidenti a lui! Perché lui, si mi ha baciata! Mi ha
baciata… ed è stat
“Attenta!”
“AHIA!!”
aaa! Ti odio!
“Kurata!
Pensi di farcela a fare un giro di sala senza incrociare
l’unica colonna presente nella stanza?!”
eh… ma sta proprio li in mezzo… agrrh.
“mi
scusi” io non ci volevo nemmeno venire! Uffa… che
cosa sarebbe corso di ballo medievale? EH???? Rei me la
pagherà cara… non sa quanto!
“le parole
tienile per quando inizieranno le riprese!” antipatica
vecchiaccia che non ha avuto successo e che si ritrova a insegnare in
un quartiere disabitato! Più o meno è questo il
pensiero che accompagna la linguaccia che faccio appena si
volta…ok oggi mi sento capricciosa.
“Rossana che
hai per la testa?” mi giro verso la fatina
“niente!” gli rispondo in maniera non proprio
elegante. Insomma non ci dimentichiamo quello che ha fatto. E poi cosa
gli dico?… Appunto.
“che
hai?” insiste con quegli occhi acquosi che sembrano privi di
sostanza… ok oggi mi sento capricciosa e polemica.
Però infondo cerca solo di sapere che cosa mi turba.
“nulla”
dio che male la faccia, ho perso completamente la
sensibilità, provo a fare parecchie smorfie ma nulla, in
compenso ho trovato un’espressione veramente
buffa… sembra Akito… Akito…Bacio no
basta nonono!
“a me sembra
che tu abbia la testa da un’altra
parte…” …e già,
però…!
“macchè!
Come sta tua sorella?” butto li per cambiare discorso..
“come sai di
mia sorella?” io , eh…
“ehm.. No,
me l’hanno detto..” mi so fatta sgamare come una
bambina che incide con il coltellino svizzero del nonno il suo nome sul
tavolo e poi dice con occhi di chi è stato accusata
ingiustamente che non è stata lei… Mi guarda con
fare indagatorio.
“sta
bene” risponde, di circostanza. Vabbe, non sono affari miei.
“cos’era
successo? Qualcosa di grave?!”… aspettate come
è che avevo detto? Non sono affari miei … vabbe
sarò stata influenzata da Catone.
“la
situazione di mia sorella è un po’
…complicata” a ha imparato la parola complicata!!
“complicata?”
faccio innocentemente.
“VOI DUE,
RAGAZZINI, DATEVI DA FARE O USCITE DALLA MIA SALA!!!”
vecchiaccia, zitella, acida! Ha calcato particolarmente
sull’aggettivo possessivo, eppure a guardarla sembra
così dolce e aggraziate, come se non fosse da lei cedere
all’ira o a sentimenti così terreni. E
invece è solo un’arpia, ci ha fatto fare un
riscaldamento che forse usano nei campi di tortura, io sono una persona
delicata!! Non posso fare tutte quelle cose nello stesso giorno!
“quante
scene di ballo ci sono in Tristano e Isotta?!” chiedo
sconsolata.
“a
sufficienza..” mi cadono le braccia. Poi
l’illuminazione!
“dobbiamo
trovarle un ragazzo!”
“mmmm che le
faccia mangiare qualcosa di dolce!” aggiunge
ridendo…qualcosa di
dolce…mm..chissasè..?? Mi è venuta in
mente una piccola idea malvagia..
“bravo
fa,-Nao, mi è venuta in mente una certa persona..”
Sono
distrutta! A pezzi, tantissimi piccoli pezzi con gli angoli smussati.
Sono allungata supina sul muretto di mattoni che circonda
l’edificio, aspettando pazientemente Rei, che oltre
ultimamente ha la testa fra le nuvole, e il mio unico obiettivo ora
come ora è oziare. Adesso vado a casa e mi faccio un bel
bagno caldo e rilassante, altro che la misera doccia di questa
palestra. Niente potrà distogliermi da questo proposito.
Vedo Naozumi che esce dagli spogliatoi, con i capelli asciutti e
pettinati, la felpa a righe blu e azzurre pulita e stirata e i jeans
chiari, non si può dire certo che sia brutto però
devo dire che non ha quel fascino di Akito.. Che c’entra mo
Akito?
“Sei
già pronta?” fidati non sono io che sono veloce a
prepararmi…
“Non
è Rei che è in ritardo!” salto
giù dal muretto e vengo investita da una nuvola di gas che
dovrebbe profumare… mamma mia quanto profumo ti sei messo.
Mi escono uno o due colpi di tosse.
“A ecco,
posso riaccompagnarti io, se vuoi” butta li con nonchalange.
“No non
preoccupati, devo avere delle scuse per vendicarmi sul povero
Rei” già, ogni passo falso, è un
interesse in più sulla mia vendetta.
“Mi sembra
giusto!..eccolo” mi giro alle mie spalle.
“Finalmente!!
Ci vediamo sabato” lo congedo dandogli due frettolosi baci
sulla guancia. Che pelle morbida… sembra un bimbo.
“ok, e fai
pace con lui!” mi urla mentre salgo in macchina.
EH!????????????????? CHE SIGNIFICA? Lo vedo farmi
l’occhiolino, mentre estrae il cellulare dalla tasca dei
jeans.
Per questa volta
lascio correre.. Mi volto verso Rei, e lo trovo inebetito.
“Iuuuhu..
C’è nessuno?! Ti spiacerebbe portarmi a casa
giàcchè Aya mi aspetta ed è
tardi” dico sventolando la mano davanti al viso del mio
autista.
“eeeeee
si..” fa sospirando.
“Di un
po’ ti sei fatto una canna?”
“…
eeeeee…”…sospira ancora... lui guarda
la strada con occhi sognanti, e parecchio distratti dato che stiamo
andando nella corsia sbagliata.
“REII!!!!”
tiro il volante verso di me riportandoci in carreggiata.
“O ciao
Sana! Che ci fai qui?” si sveglia guardandomi al di la delle
lenti scure.
“Pronto!!
Prenditi un po’ di potassio non hai più sinapsi!
Ma dico io, si può sapere che hai fatto?!”
“Sana
niente, sono normalissimo..! Come è andata la lezione di
teatr-ehm-danza?”
“uno schifo,
quella acida arpia non ci da un attimo di tregua! Ma non cambiare
discorso, e poi perchè sei arrivato così in
ritardo?”
“non sono in
ritardo, ma considero sempre trenta minuti in più
dell’orario che dici, dato che ci metti una vita a
prepararti!”
“ma se sono
velocissima io… comunque tu non me la racconti
giusta” dico poggiando la testa sulla parte alta dello
schienale.
“Senti Sana,
ma dove stiamo andando?!”
“REiiiiii
iii ii i … a casa!” ma come si può?
COME SI Può!?
“Sana
alleluia, pensavo non venissi più!” nemmeno entro
e già inizia a rimproverarmi!
“lasciamo
perdere!”
“come sono
andate le” la interrompo subito “non mi dire niente
che quella vecchiaccia ci ha uccisi”
“vecchiaccia…ma
non ha solo trentacinque anni?”
“fa lo
stesso!”
“che hai
fatto al naso?” naso? Perché? Mi sporgo
all’ingresso dove c’è uno specchio e lo
vedo di un colore che spicca parecchio sulla mia carnagione chiara.
“..deve
essere per lo scontro che ho avuto con la colonna… basta
beviamo per dimenticare!” Mi incammino nel corridoio e arrivo
al divano.
“a
sacrosanto riposo…”
“Bene adesso
finalmente posso dirti quello che dovevo dirti” a me ne ero
quasi dimenticata.. Oggi l’una mi arriva un messaggio di Aya
che deve dirmi qualcosa di importantissimo ma che no può
dire per telefono. Aya è strana, ma ormai…
“Si tratta
di Akito…” noo non lo voglio sentire..
La mia espressione è più che eloquente.
“io ti dico
cosa ho saputo da Tsuyoshi, ma prima tu mi dici che cosa è
successo prima che suonasse la mia sveglia, questa mattina”
sorrido spontaneamente. Pensare che nel momento in cui lo stupidissimo
cellulare di Aya ha iniziato a suonare, tralasciando che mi
è preso un colpo che mi avrebbe fatto arrivare sulla luna,
comunque ci siamo allontanati come due magneti dello stesso polo, poi
Aya si è svegliata e ci ha guardati , e passava da me ad
Akito e viceversa.
“niente
Aya..” dico abbracciando il cuscino del suo divano. Il suo
sopracciglio si alza di venti metri. Continua a rimanere in silenzio.
Aspettando che parli io. E vabene.
“un
bacio” dico chiudendo gli occhi per ricordarlo.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”
urla piena di gioia e corre ad abbracciarmi. Questa ragazza
è pazza.
“lo sapevo
lo sapevo lo sapevo!”
“guarda che
non significa niente… “ faccio amaramente, a
scuola non mi ha rivolto la parola. Io volevo andargli incontro, ma tra
la gente che mi fermava a destra e a manca chiedendomi di Kamura
l’ho preso di vista.
“niente? Che
dici?”
“non mi ha
minimamente considerata oggi”
“a.. ecco,
Sana… Akito… tu oggi l’haii
visto?”
“non
proprio..o, di sfuggita..perché?” la guardo
interrogativa.
“a si
spiegano parecchie cose… allora, oggi sono arrivata a scuola
e c‘erano lui e Tsuyoshi parlando, o meglio Tsuyoshi
tartassandolo di domande e lui che aveva lo sguardo perso guardando
fuori dalla finestra.. Mi sono avvicinata per salutare
l‘amore mio e Akito, e.. e aveva fatto a botte con qualcuno
perché aveva il labbro tagliato e un occhio tutto arrossato
e gonfio..” ma, ma io, io non l’ho visto, se
avessi.. .
“Tsuyoshi
era abbastanza preoccupato e quando siamo andati via mi poi mi ha detto
quello che era successo” fa una pausa, cercando le parole.
“quindi?
“ la incito io.
“ehm…
il padre”
“il padre
cosa? Sta male?”
“L’ha
picchiato”
“Stai
scherzando?” mi fa cenno di no con la testa.
“…
perché?” lei alza le spalle, dice che Tsuyoshi non
ha voluto dirle più niente.
“sai
dov’è?”
“no,
perché? “
“devo
trovarlo, ci vediamo domani a scuola, buonanotte” saluto Aya
e mi metto alla ricerca di Akito.
Come diavolo gli
è venuto in mente al padre di picchiarlo! È suo
figlio, che razza di gente è! Possibile che non riesce a
stare una sera tranquillo! Dove diavolo si sarà cacciato?
Cosa mai avrà combinato? Ecco perché oggi non mi
ha minimamente calcolato, e io che stupida egoista che sono! Non mi
è minimamente passato per la testa che potrebbe aver avuto
qualche problema, invece ho pensato subito che fosse un bastardo e
molto altro! Sono un’idiota! Invece aveva problemi
più grandi di lui.
Eccolo! Gira da solo
come un cane bastonato, ma a testa alta, come sempre, è
strano, è orgogliosamente triste, non suscita compassione,
solo tanta tanta tristezza, perché un ragazzo a sedici anni
soffre così tanto? Mi stringo nel mio giubbotto ..
Aki… A prima vista sembrerebbe ben mimetizzato con la
mandria di gente che si muove automaticamente per le strade della
città. Ma basta guardare il suo volto inespressivo, per
vedere che lui con quella gente che lo sorpassa frettolosamente
lanciandogli uno sguardo veloce e disinteressato o che gli cammina
intorno, non c’entra niente, è li non per sua
volontà, ma perché ci si è ritrovato.
Aki..
Perché soffri così tanto? Mi avvicino piano
piano, fino a che non gli arrivo davanti, non gli dico
niente, non sono brava con le parole, non riuscirei fargli capire che
sono dalla sua parte, che può contare su di me. Lo guardo
negli occhi, poi gli accarezzo piano il viso, come lo ha
ridotto… lo prendo per mano e lo porto via dalla folla della
strada. Arriviamo all’inizio del parco, quella bolla di
sapone di colori naturali dentro questa città di luci
prepotenti che ti tolgono anche la notte, in silenzio.
Ci addentriamo nel
parco, ormai è notte a un bel po’, e appena
rimaniamo soli, mi fermo e lo abbraccio forte forte forte. Come se
così potessi trasmettergli tutto quello che ho da offrirgli,
lui rimane inerte per un poco, poi alza le braccia e mi stringe a sua
volta, è la prima volta che risponde ad un mio gesto, be non
che ce ne siano stati molti, però io posso dire di averlo
abbracciato parecchie volte, hehe, ma questa volta è diverso.
“Quanto sei
dolce, hai deciso di farti male insieme a me! Così il mio
faccino è molto più bello in confronto al
tuo” dico sorridendo abbracciandolo ancora.
“io non ho
un bernoccolo al centro della testa che sembra il terzo occhio di
Tensing!”
“ma sembri
un panda!” il mio piccolo panda! Aggiungo tra me e me. Ci
stacchiamo per guardarci in faccia, e iniziamo a ridere,
così senza alcun motivo. Una risata contenuta ovviamente,
però liberatoria.
“allora cosa
hai combinato?” chiedo tornando seria, ma non severa. Lo
prendo sottobraccio e arriviamo ad una panchina in legno su cui ci
sediamo. Io con le gambe incrociate e il mento poggiato sulle mani,
guardandolo in attesa che parli, lui si accomoda appoggiandosi allo
schienale con le braccia.
“tu cosa hai
combinato? Hai avuto un incontro con qualche fan di Kamura?”
molto peggio.
“no, mentre
aspettavo Rei sono stata accerchiata da tre ragazzi, ma non
preoccuparti sono tutti all’ospedale, con le mie
virtù nascoste da samurai li ho messi ko nel giro di due
secondi colpendoli con il calcio rotant…ho sbattuto contro
una colonna mentre facevo delle piroette..” HI!
“sei
assurda”
“mi dici che
hai combinato?”
“perché
non lo sai già?” allora possibile che non mi possa
mai dare la soddisfazione di aprirsi tranquillamente con me!?
“ma io
voglio sentirlo dal mio panda” esita ancora.
“preferisco
non parlarne”
“oo….
Vabene…” non si fida ancora di me. Ma
perchè? Perché non mi considera degna di
argomenti un po’ più seri? Perché?
“senti, per
ieri” no, non gli permetterò di distruggermi anche
oggi.
“non
preoccuparti è tutto a posto, scusa devo proprio
andare” dico alzandomi velocemente, e tentando di
andar via.
“aspetta”
io mi congelo sul posto. Che vuole? Perché gioca
così con me? Lui si alza e mi blocca per il polso,
ma questa volta è molto più delicato
dell’altra, io alzo lo sguardo su di lui, e per la prima
volta, il suo volto mi chiede di ascoltarlo, e i suoi occhi, i suoi
occhi non sono più duri e freddi.
“posso farti
vedere un posto?”
__________________________________________________________________________
Buongiorno--
ammetto
di avere un po' paura, dopo il mio ritardo di sei mesi, a ripresentarmi
con un capitolino piccolo, e senza sviluppi amorosi... però
eccomi qui!
Vi
devo delle scuse gigantesche, lo so sono inperdonabile, ma voi mi
perdonerete lo stesso vero? ?
Va
be, ora che sono in vacanza potrei promettervi di scrivere un po' di
più, ma ripensando a tutto quello che devo fare in 13 gironi
di vacanza , non mi arrogo questo compito. XDXD
Dato
che si è fatta quasi ora di pranzo, e devo muovermi se
voglio mangiare, vi lascio senza ringraziamenti ad personam, sperando
che non vi offendiate troppo... vi chiedo ancora scusa per il ritardo
sinceramente, me ne vergogno, purtroppo il tempo mi è
scivolato tra le mani (io propongo giornate di 36 ore... ma non credo
riuscirò a cambiare il mondo... ) ...quindi ringrazio tutti
colori che leggono, commentano e che mettono tra i preferiti le mie
parole, grazie!
UN
BACIONE GRANDE GRANDE A TUTTI
E
BUONE FESTE
Lucia
ps. qualcuno sa come si scrive Mio piccolo panda in giapponese??
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Capitolo 13 *** Un pezzettino del suo mondo ***
Capitolo 13:Un pezzettino del suo mondo
"Posso farti vedere un posto?" Sei parole magiche? Non credo. No, non lo sembrerebbero, neppure sono particolarmente gentili o che, ma dette da lui, mi suonano incredibilmente tenere. E come al solito sono indecisa e divisa, una parte di me ha una voglia matta di sapere dove vuole portarmi e perché, e di passare anche del tempo in sua compagnia, l’altra ha una paura folle, di cosa poi? Non lo so.
“Per favore” mi sta chiedendo per favore? Wow. Basita annuisco con il capo, e lui prendendo la mia mano, mi conduce fuori dal parco, di nuovo in strada. Camminiamo ancora, superiamo Niki, che stranamente è chiuso, e molti altri, in silenzio, guardandomi attorno, distraendomi ad ogni luce, e tornando a pensare a dove stiamo andando, senza tentare di chiederlo a lui. Attraversiamo tutto un quartiere e poi un altro, e alla fine ci fermiamo davanti ad una casa, due piani, un edificio relativamente moderno, con un giardino dall’erba curata e le luci del primo piano accese almeno su una parte. Akito alza un coso, una specie di statuetta di quindici centimetri, a forma di rana con gli occhi strabici, e prende la chiave che sta sotto. Questa, sono sicura, non è casa sua, non starà violando una proprietà privata?
“Akito cosa stai…?” lui mi fa cenno di abbassare la voce, questo non mi sembra essere un buon segno, credo proprio che non dovremmo. Intanto il cancello si apre con il suo suono metallico e del tutto silenzioso, lo apre lentamente tentando di limitare il rumore di questo, ci beccheranno.
“Akito” sussurro questa volta, mentre senza nessuna ragione apparente lo segue nel giardino. Perché lo sto seguendo? Non mi tiene nemmeno più per mano, non c’è ragione che io continui a camminare attraverso il giardino, invece di correre a gambe levate dalla parte opposta. E allora? Che aspetti Sana? Ti stai cacciando in un guaio, grosso.
“Rilassati…” rilassarmi? Scusa e come? Come diavolo posso rilassarmi se stiamo entrando dove non dovremmo e per di più con gli inquilini presenti?! EH? Rilassarmi, è la prima cosa che mi viene in mente in una situazione così. Certo, di che mi preoccupo?
“Akito” sussurro per la terza volta mentre ormai siamo proprio nel mezzo del giardino senza nemmeno preoccuparci di comminare appartati, e non so se notate che sto parlando al plurale, finirò nei guai! Ma quello che ancora non capisco è perché io lo faccia, non mi sta obbligando! Ehi un momento! “Akito fermati, ci hanno visti, c’è qualcuna alla finestra, li guarda.. Akito?” per niente preoccupato entra nell’ingresso e apre la porta che dovrebbe dare al piano inferiore che si trova alla fine dell’ingresso. E io che mi ripeto di levare le tende, quando l’idea viene finalmente presa in considerazione e approvata dal cervello, a quanto pare un organismo del tutto separato da me, pronta a fare retrofront, Akito vedendomi indecisa sull’uscio, mi prende per mano e mi tira dentro, chiudendo la porta dietro di me, il tempo di accendere la luce e io mi ritrovo in una grande stanza con due porte sul fondo.
È una sala, grande, più di quella di Tsuyoshi sicuramente, è rettangolare, con le pareti bianche, a sinistra ci sono tre porte di vetro, che danno sull’esterno, coperte da delle tende bianche e pesanti, davanti a queste un tavolino in vetro, con almeno due dita di polvere sopra, circondato da due divani, coperti entrambi da un telo bianco, posti ad angolo di novanta gradi, e tra i due un lampadario in acciaio. Di fronte a questi, appoggiato alla parete un mobiletto in legno, con sopra un televisore un po’ vecchiotto, a sua volta coperto da un telo di plastica trasparente.
Sulla parete di fondo, dietro a uno dei due divani, c’è una libreria alta fino al soffitto e larga fino a una delle due porte, è completamente stipata di volumi, dalle più prepotenti enciclopedie e raccolte, ai libricini più sottili, messi orizzontalmente negli spazi tra gli altri volumi e la fine del ripiano, chiunque abitasse qui, doveva amare la leggere. Dall’altra parte della parete un altro mobiletto, sempre color legno più piccolo e più basso, ma altrettanto pieno di dischi e cassette, sopra questo altri libri messi un po’ in disordine. Davanti a questo quello che sarebbe stato chiamato qualche anno fa un impianto di ultima generazione, con tanto di giradischi. Sopra questo un quadro enorme. Sempre lungo la parete della mia destra un elegantissimo pianoforte nero, tutto in torno fotografie incorniciate, e tutto coperto da uno strato di polvere, lo stesso pianoforte, grigio per essa ha dei segni che indicano che qualcuno ogni tanto lo suona, senza pulirlo però.
Akito mi sfila il capotto appendendolo all’appendiabiti che era nascosto dalla porta, e fa lo stesso con il suo. Effettivamente non fa freddo, anzi sembra che sia acceso il riscaldamento, i due termosifoni vicino al televisore e il parquet fanno un ottimo lavoro. Qui tutto ha un’aria strana, abbandonata, ma viva. È strana anche al sensazione che da.
“Akito” sussurro ancora, sento anche i passi al piano di sopra, ma la sua tranquillità mi contagia, senza alcuna ragione, ma va be, e mentre lui fa qualcosa che non vedo, io mi avvicino alla foto gigante che ho visto prima, è di una ragazza, sui vent’anni, vestita in abiti tradizionali giapponesi, un kimono bianco, con motivi floreali rosa pallido, è seduta all’ombra di un ciliegio, su una coperta, mentre sorride all’obiettivo distraendo l’attenzione dal libro che tiene tra le dita affusolate, è magra, la fascia rosa del kimono la circonda fino alla vita stretta, i capelli castani, chiari, raccolti sulla nuca, con due ciocche che cadono leggermente ai lati di un viso morbido, zigomi alti, pelle candida tirata in un sorriso che mostra denti bianche e diritti. E poi gli occhi, così profondi e così caldi, sono proprio come quelli di Akito, la differenza è che sono felici. Lo si sente sotto la pelle. Lei è la stessa persona che ho vista con Akito piccolo nelle foto a casa di Tsuyoshi, sono sicura, quella donna, e questa ragazza sono la madre di Akito, ma che ci fa una sua foto qui, questa non è mica casa di Akito? No perché altrimenti mi sono persa qualche pezzo.
“Lei è tua madre?” chiedo continuando a guardare la parete e spostandomi verso le altre foto, c’è sempre la ragazza vestita in mille modi diversi, perlopiù alla yōfuku, spesso in compagnia di un ragazzo, dall’aria familiare, ma no questo è europeo, non credo di conoscere nessuno, magari assomiglia a qualcuno che conosco, questa è buffa, c’è lui che sta impastando una piazza, e lei gli mostra del sushi con un sorriso enorme, lui con le mani occupate per poter fare qualche gesto, la guarda furioso e oltraggiato! Sono momenti di vita, lei al pianoforte, lei nel giorno della laurea, lei in cucina, sul divano mentre legge, con gli amici, lei un po’ più grande con una bambina*, lei con il pancione! Mi risveglio dal sogno che mi stavo facendo, vivendo in quelle foto solo quando Akito biascica un sì. “e questo chi è ha l’aria familiare..?”
“non immagini minimamente chi sia” fa divertito.
“È bella tua madre” già, credo, Akito caro, che le devi parecchio. Finalmente mi giro “perchè qui? Perché mi hai portata proprio qui?” chiedo timidamente.
“non lo so” eeeeh? Vedete se fossi uno di quei cartoni animati giapponesi adesso una grossa, enorme goccia mi cadrebbe dalla testa.
“che significa che non lo sai?!” ma perché a me? Uffa!
“questa era la casa di mia madre quando frequentava l’università, posso venire qui ogni volta che voglio, ci vengo quasi ogni notte” eppure sembra abbandonata da anni. Perchè mi ha portata qui? Non avrà cattive intenzioni? Mi allontano di un passo, e lo guardo mantenendo la guardia alta, ha il volto verso la foto della madre da giovane, uno sguardo così triste, cosi nostalgici i suoi occhi. Non ha cattive intenzioni, piano piano abbasso le braccia, anche perché sono ridicola, e mi avvicino spostando gli occhi dai suoi alla foto, cercando di capire. Ma mica è facile, se ci mettiamo il fatto che io sono una ritardata, stiamo freschi!
“come mai è così polverosa?” chiedo, tentando di non spezzare questa atmosfera. Ho paura di dire qualcosa di troppo, di essere indiscreta e insistente.
“la proprietà è di un suo vecchio amico, che vive al piano di sopra, e che non ha voluto toccare niente… prima pensavo che fosse innamorato… prima, non capivo tante cose” l’ultima frase la pronuncia amaramente. Poi tace. Io lo guardo per un po’, curiosa e titubante. Non so cosa voglia dire, non riesco a mettere a posto i pezzi di puzzle che ho, lentamente lo abbraccio, per la seconda volta, mi sento una privilegiata, hehe, vorrei veramente trasmettergli un briciolo di serenità, non è giusto che quegli occhi così meravigliosamente ipnotici siano sempre freddi, e duri, non è giusto che il suo sorriso sia così raro, anche se rende più speciale quelle volte che me lo dedica, non è giusto che nelle sue frasi si senta un’amarezza così grande. Lui ha tutto il diritto di essere felice, di ridere e scherzare. Vorrei poter fargli capire che può parlare con me, che io non lo giudicherò, che saprò ascoltarlo e che non lo faccio se non per vederlo più felice.
Continuo a tenerlo stretto a me, stretta al suo petto, sento quel cuore battere contro di me, e con il mio viso, nell’incavo del collo, sento il suo odore arrivarmi dritto al cervello, la cosa sta prendendo un’altra piega. Il contatto con la sua pelle mi fa un brutto effetto. Brutto, non nel vero senso della parola, insomma, avete capito. Brutto non potrà mai essere riferito ad Akito.
“credo che tu stia facendo qualche pensierino su di me” butta li. Ma come cavolo fa a beccare sempre in pieno? Me lo spiegate? No perché non può essere, sempre sempre sempre!
“ma perché devi rovinare tutto con quella tua linguaccia!?” fa un sorriso sornione, anche se strafottente, bello da morire. Sembra quasi voler dire -non lo pensavi domenica- no non lo pensavo va bene!
“se mi annusi, hai intenzione di iniziare a sniffarmi!?” mi stacco impulsivamente e gli tiro un colpo sul petto. Ma tu guarda!
“non è affatto vero! Io stavo solo respirando!” mi giustifico mettendo le mani sui fianchi, e poi che mi devo giustificare a fare?
“dite tutte così” dice mettendosi le mani in tasca e assumendo una faccia da schiaffi incredibile!
“grrru - sei incredibile! Tu, tu ” dico voltandomi e iniziano da camminare come un’isterica gesticolando a più non posso cercando di trovare delle offese che lo zittiscano. E il movimento del mio corpo non è seguito alla stessa velocità dei piedi che mi abbandonano facendomi cadere, e nel tentativo di attaccarmi a qualcosa faccio cadere quei libri che stavano sul mobiletto dei dischi, ma prima di toccare il pavimento sento tirarmi in alto e Akito prendermi. Anche questa scena non mi è del tutto estranea, chissà. Ma perché quando mi muovo qualcosa si rompe, cade, si muove, si rovina o mi fa cadere?????
“sei un’imbranata!”
“non sono un‘imbranata!”
“…però, hai un gusto stuzzicante in fatto di intimo” CHE COSA? Ah!! La mia camicia! i bottoni? Dove diavolo?
“brutto pervertito! Lasciami” inizio a riempirlo di botte e perdiamo l’equilibrio, cioè lui mi molla e perde l’equilibrio, cadendo su di me.
“aio aio” mi lamento massaggiandomi la schiena, ha! Come se non avessi già abbastanza lividi io!!! Ci rialziamo, e inizio a raccogliere i libri borbottando tra me e me. Sono sicura l’ha fatto a posta! È un maniaco! Elementi di Fisica, Fisica Quantistica, La Fisica di Faynman, questo è quello che mi ha fatto più male quando mi è caduto addosso, è un matto 50x50 cm!! Wow questi sono tutti libri di fisica…
“tua mamma adorava la fisica per caso?”
“no sono miei”
“tuoi?”
“miei” questo è pazzo, è così assurda come materia.
“io non ci capisco niente…” chissà se… “dato che ti piace tanto, non è che tu, ecco, mi daresti qualche … aiutino?”
“non ho abbastanza pazienza”
“dai ti prego ti giuro che mi impegnerò”
“non dubito di questo”
“ah ah ah- dai!”
“e vabene!”
“o grazie Aki!” gli dico buttandogli le braccia al collo. “il mio eroe..” faccio con voce sognante.
“a una condizione” scatto subito indietro.
“scusa non dovresti farlo spontaneamente così per amicizia, compassione ecc ecc?”
“non devi dire a nessuno di questo posto” io sto per rispondere ma mi interrompe “nemmeno ad Aya o Tsuyoshi”
“ok, perché? okok quando iniziamo?” perché mi guarda brutto?
“non oggi!” e chi ne aveva voglia!! Ma come diavolo siamo finiti a parlare di fisica?
“Aki, lo sai che non hai ancora risposto alla domanda che ti ho fatto prima?”
“si che ho risposto”
“hai detto ‘non lo so’, e non è una risposta!”
“si che lo è”
“no, non lo è”
“si”
“aaaaaaaaaaaaa! Perché continuo a perderci tempo!” lui alza le spalle.
“posso chiederti una cosa?… sta tranquillo non riguarda te e il tuo occhio pandoso” lo rassicuro, e non aspetto nemmeno che mi risponda altrimenti non avrò coraggio “quello che è successo domenica, mentre vedevamo quel delizioso e romantico film..” fino a qualche minuto fa non lo volevo sapere, però mi ha portata qui e penso che sia un posto importante, mi ha aperto un pezzettino del suo mondo, devo sapere che ruolo ho, devo saperlo, anche a costo di avere una batosta, perché se sarà così, starò male, perché, perché a me Akito, a me piace. Come sia stato possibile non lo so! Giuro, però ogni volta che ci sfioriamo, ogni volta che incrocio il suo sguardo, io, io, io sento lo stomaco fare le capovolte, le guance prendere un colore rosato particolare, e quando mi rivolge la parola, io non so come faccio a rispondergli con calma, se si può chiamare calma la mia, e anche quando discutiamo e ci prendiamo in giro, mi fa impazzire, ma soprattutto quando mi rivolge quello poche parole sincere io non posso fare a meno di desiderare quei momenti e …..
* è la foto che Nastumi mostra a Sana quando la ragazza passa la notte dagli Hayama, dopo la pubblicazione del libro sulle origini di Sana.
Scusate il ritardo ho avuto degli imprevisti gravi, e non ho nemmeno il tempo di rispondere alle vostre recensioni singolarmente, scusate ancora..spero comunque che il capitolo vi soddisfi, fatemi sapre cosa va e cosa non va, con sincerità, ne ho bisogno.
Un Bacione a Tutti!
LUCIA
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Capitolo 14 *** Gusto Cioccolato ***
...e se non mi risponde rischio l’infarto, con tutta la drammaticità che ne conseguirebbe.
E No! Mi rifiuto di crederci… Non può essere!
“Chi è?” rispondo più maleducatamente possibile.
“Ciao Sana, che per caso disturbo?”
“Aya… tu!” sibilo.
“perché? Sei impegnata? Non sei a casa a studiare? Sei ancora con Hayama?!!!”
“ecco …io” ehm ehm..
“noo, non mi dire, allora si che disturbo.. che state combinando? Ho interrotto qualcosa di.. intimo?”
“AYA!” ma guarda tu!
“che? Comunque niente volevo sapere se eri uscita fuori? Ma credo di no.. guarda un po’, come quando eravamo piccole!!”
“perché? Che succede?”
“scusa scappo da Tsuyoshi, un bacione”
“aspetta!..pronto?” niente ha chiuso.
“Non credere di averla vinta tu!” dico rivolgendomi ad Akito. “Aya ha detto che… dov’è il cappotto? Dai muoviti..!” lo prendo per un braccio e lo trascino fuori. E .. wow.. era una vita che non vedevo questo spettacolo.
“Guarda che bello Akito.. nevica!!” e come una bambina sorrido verso l’alto con gli occhi brillanti.
“oo e adesso?!”.. che antipatico che è!
“smettila di essere così freddo, guarda che spettacolo!”
“non c’è nemmeno un centimetro!”
“sei una noia assurda tu! Guarda il cielo! È ..è”
“solo acqua ghiacciata che cade…” conclude al mio posto.
“dai andiamo..!” dico tirandolo sotto il cielo.
“perché ti emozioni così tanto?”
“daiiii” lo prendo e lo trascino … no, non può essere solo acqua ghiacciata, si scientificamente è quello, nessuno lo mette in dubbio, però… però quello che ti smuove quest’acqua ghiacciata che cade dal cielo non è paragonabile all’acqua ghiacciata che metti sopra a una caviglia gonfia, o che ne so. Stringo di più la mano di Akito. La neve è una cosa meravigliosa, da tutti i punti di vista, è pura, è infinita, che tu sia un matematico, o un poeta non puoi guardarla con disprezzo. È così pulita, delicata, impalpabile. Non si lascerà mai afferrare, non mostrerà mai il suo segreto, appena toccherà le tue mani si trasformerà, facendoti godere di se per un brevissimo istante. Per quanto tu sia ostacolato dalla neve, nei movimenti, nel freddo, non puoi non aver provato quella curiosità e meraviglia di un bambino davanti a uno spettacolo del genere., almeno una volta. Non saresti umano allora.
“mi piace la neve, a te Aki?”
“non mi dispiace” sorrido. Anzi gli sorrido. Non so se cogliete la differenza. “sai cosa è perfetto fare con la neve?!” propongo. “ levati quel pensiero dalla testa”.
“Questa sarebbe una cosa perfetta con la neve?!?” dice accomodandosi sulla poltroncina del bar. “una cioccolata, davanti una finestra?”
“NOO! Una cioccolata calda, con panna, davanti a un panorama emozionante!!! Dimmi quando ti capita di vedere uno spettacolo così eh? Tutta la città innevata ai tuoi piedi, non dirmi che non ti piace!! … Tu non sai cogliere i piccoli piaceri della vita”
“Piccoli piaceri della vita? Tze.. e comunque non vado pazzo per le altezze…” ?? noooooooo!
“Soffri di vertigini! AHAHAHA il duro Akito che trema davanti a qualche metro di altezza!”
“non è qualche metro, qualche metro è quando sali su un albero, qui ... siamo su uno dei palazzi più alti della città, e poi non soffro di vertigini, sono uno con i piedi per terra, non come te, sempre tra le nuvole” guarda guarda come riporta l’attenzione su di me!
“secondo me, infondo infondo, ti stai commuovendo… vero?” si ma quando infondo? Cosa mai potrà spingerlo a mostrare quei sentimenti? Con quegli occhi… troppo belli, troppo indifferenti a me. Beve la sua cioccolata senza mostrare alcun accenno di gustarla, come se non fosse qui, qui con me. Forse non ha assolutamente alcun interesse per me… forse quel bacio è stato … niente, forse lui ha visto in me quello che vede in tutte, un corpo, un corpo con cui giocare. No, non ci credo, non sono un corpo, non voglio, non posso essere solo questo per lui, altrimenti avrebbe approfittato delle varie occasioni che gli si sono presentate, e non l’ha fatto. Ma allora, allora perché i suoi occhi non mi vedono?
“ma come fai?” scusa? Lo guardo interrogativo. “ci sono due tizi lì che ti stanno fissando da quando siamo arrivati.. come fai a sopportarlo?” e già, ha ragione. “..non ci faccio caso..be, all’inizio ne ero spaventata e felice, perché avevo delle speranze ora..semplicemente non mi importa, io ho i miei amici, mia madre, Rey e la signora Patricia, tutto il resto non mi riguarda”
“ma non puoi muoverti senza che gli altri non ti guardino..”
“o questo non è niente.. tra qualche giorno sarà molto peggio, e tutti mi guarderanno con occhi diversi, ma non posso pensare a ogni singolo individuo che conosce il mio nome.. non potrei mai, e poi secondo me guardano te, più che me”
“me? Perché? … Pensano che sia il tuo ragazzo?” dice senza alcun tono. “penso di si” dico amaramente.. amaramente?? Cioè? Sto dicendo che ne sarei felice? ..dio.. sono cotta.
“che succederà tra qualche giorno?”… abbasso lo sguardo. “e come mai ti interessa saperlo?” si sto cercando di sviare la domanda.
“rispondi”
“tu non rispondi mai invece, perché dovrei?”
“perché tu, muori dalla voglia di parlarne, ne hai bisogno” lo guardo sconvolta, come ha fatto? Come ha fatto a capire? Lui, lui è capace di guardarmi dentro, di abbattere ogni barriera che mi sono costruita per non crollare. Come fa?
“è stupido, non è niente di che”
“non lo è per te però” ci penso su, è qualcosa che ho deciso di tenere per me, e ho provato con tutte le mie forse a sminuirla..ma, in realtà, ha ragione, io … faccio un respiro profondo..
“… mia mamma sta promuovendo il suo ultimo libro, in cui.. racconta la mia storia” la mia storia.. “mia mamma, non è la mia.. la mia madre biologica, lei… lei mi ha abbandonato nel parco, avevo qualche mese, e mia madre, quella che mi ha cresciuto, mi ha preso in affidamento, e quando mi ha detto la verità, avevo quattro anni, abbiamo stretto un patto, avrei dovuto impegnarmi al massimo per diventare famosa, così avrei avuto più possibilità di ritrovarla, e lei avrebbe cercato di-diventare un importante scrittrice così che quando avrebbe scritto la mia storia, la mia vera madre avrebbe potuto contattarmi, ma adesso..”
“hai paura?”
“.. non è paura, sono preoccupata per mia madre, per me è lei, lei mi ha cresciuto, lei mi ha dato affetto, era lei che mi stava vicino quando stavo male, che nonostante tutto mi abbracciava quando avevo lo sguardo triste.. quando pensavo di essere malvagia.. e cercavo una spiegazione al fatto di essere stata abbandonata, e non vedevo che persona meravigliosa avevo davanti, e lei nonostante io non facessi altro che pensare all’altra, lei nonostante tutto, mi abbracciava e mi sorrideva sempre.. e ora.. se dovesse uscire fuori la mia madre biologica.. io non saprei cosa provare..per me lei non esiste, e invece ho paura che la mia mamma posso soffrire di nuovo, come in passato.. per un dannato 5%,… e se mi si presenterà una scelta?” no, non voglio piangere, non voglio ti prego. Akito con una delicatezza immonda si avvicina, raccoglie la lacrima bastarda che è sfuggita al mio controllo e .. e mi abbraccia.
“ora penseranno che sono veramente il tuo ragazzo.. ah, tutta la mia dignità è andata a farsi friggere”… che idiota.
“.. se se, come se non ti piacerebbe?!!” dico provocandolo.
“kurata..” dice con un tono semi-sprezzante. Poi ci ripensa “sono sicuro che nessuna delle tue madri pretenderà che tu faccia una scelta del genere, e se dovesse succedere qualcosa.. io, io ti aiuterò se vorrai”
Io ti aiuterò se vorrai.. io ti aiuterò se vorrai.. wow. Lo ha detto davvero? Continuo a guardarlo incantata dals uo sguardo, che ora, non è indifferente..
“grazie.. io.. grazie!” dico abbracciandolo forte.
“si, però adesso staccati.. andiamo?”
“no dai, perché? È così bello quassù!”
“muoviti”
“si capo!!...ehi Aki.. perché non andiamo al cinema?”
“Io non vedrò mai più un film con te!”
“e perché?” chiedo sbattendo le ciglia in modo infantile.
“perché non stai zitta un momento!”
“non è vero!!!” uffa, sono offesa!
“a no? E chi parlava durante Full Metal Jacket?”
“vabbè, ho solo fatto qualche commentino.. e poi se non sbaglio un modo per azzittirmi l’hai trovato!!” Ah! Beccati questo! Akito vs Sana : 0-1 palla al centro.
“funziona con tutte” ehm ehm. Sana K.O. Tutte? Sana che è questa fitta allo stomaco? Gelosia???
“quindi io sarei una come tante? Vaffanculo!” no, ora sono profondamente offesa. Ma uffa, ma tu guarda!
E ora perché mi spinge? Che vuole? E no! Nono! Caro mio, non sei tu a decidere, non farai il bello e il cattivo tempo, non con me.. questa volta sono io che lo spingo contro il muro, e per la prima volta il corpo fa quello che il cervello gli dice.. oo non l’avrei mai detto.
“no, non sei una come tante.. nessuna mi ha mai messo con le spalle al muro, te lo riconosco” ah!
“e allora perché mi hai baciata?” gli sussurro a due centimetri dalle sue labbra. La tentazione è forte..
Niente da fare, non spiccica mezza parola. Ma! Insomma! Mi sfiora con la mano la guancia, e poi la posa delicatamente sul collo,avvicinandomi e posando le mie labbra sulle sue… di nuovo. Ok, inutile dire che il mio cuore sta per saltar fuori dal petto, e che i brividi mi attraversano ogni millisecondo.
E questa volta, questa volta sa di cioccolata.
“solo una babbea come te, non lo capirebbe” sono indecisa se saltare di gioia, o prenderlo a schiaffi per avermi offesa. Opto per la seconda.
“permalosa”
“e non lo so! Tu mi offendi sempre, tu, mi baci, e poi mi dai della babbea, io che..” alza gli occhi al cielo, e mi bacia di nuovo…
“ehi mi baci per farmi stare zitta?”
“magari potessi!” ok, adesso lo picchio. O forse no…
Il primo bacio, sapeva di limone, il secondo di cioccolata, ma il terzo.. il terzo sapeva di lui. Anche se non mi dispiacerebbe assaporare tutti i gusti possibili su queste labbra.
...Salve.. imperdonabilmente in ritardo, sicuramente molti di voi avranno abbandonato questa fanfiction, e avete perfewttamente ragione, e per questo vi chiedo umilmente perdono.
ma se vorrete degnare di una letta questo capitolo, mi farebbe veramente tanto tanto tanto felice!! .. e buone feste!
Lucia
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Capitolo 15 *** Due passi indietro e uno avanti ***
Dove...dov’ero rimasta? Al cioccolato? Si, dunque il cioccolato..ai brividi e al cioccolato… Si dice cioccolato o cioccolata? Va bene comunque andiamo avanti.
“se domani sarai su tutti i giornali è solo merito mio, quindi voglio una percentuale” esclama mentre camminiamo verso casa mia. Ma per piacere!!
“cosa? se io non fossi la star che sono” modestia a parte “non ci sarebbe stato nessuno a fotografarmi quindi il merito è totalmente mio!” be si sdrammatizziamo!! Non che sia un dramma, anzi tutt’altro!! Diciamo più.. facciamo finta che non mi stia battendo il cuore a mille, che non voglia saltellare in giro per la strada come una bimba, che non abbia una piacevolissima stretta allo stomaco. Comunque, tutto ok!
“..ti creerà molti problemi?” o santissimo Brad Pitt !! Akito, Akito Hayama si sta preoccupando per me!
“alt! sei serio?? Mi stai dicendo, sul serio, seriamente sul serio che sei preoccupato per me? “
“effettivamente no”
“sei , tu sei , sei odioso!” dico tirando un piccolo colpo sul braccio. A guardarlo però è troppo dolce!! Un sorriso affiora sulle mie labbra, e mi ritrovo inebetita e guardarlo, a scrutare i suoi occhi, il profilo del suo volto, le labbra, la linea del mento e sono felice! Si gongolo!
“non lo pensi sul serio” sottolinea. Ma possibile che sia un libro aperto? E dire che faccio l’attrice. Sana sei un’idiota, non puoi odiarlo e guardarlo come se fosse un dio greco.. concentrati! “e tu invece cosa pensi?! Non mi rendi mai partecipe dei tuoi pensieri!”
“perché non ti riguardano” tagliente!
“non mi riguardano? Nel senso che non sono affari miei o che ..non pensi a me?” avete presente tutta la felicità che avevo due nanosecondi fa? Be è stata spezzettata, emulsionata e disintegrata in un attimo! Parla, parla brutto pezzo di ..!
“ma sei scemo? Possibile che non funzioni proprio come una persona normale? Non so se eri presente, ma ti faccio notare che mi hai baciata anche tu! E anche se non sono il tipo che ritiene un bacio la firma sul certificato di matrimonio, non è nemmeno vero che per me non significhi niente e che vada baciando tutti i ragazzi fisicamente appetibili!! Chiaro? Quindi se per te non vale nulla, be dimmelo ora, perché forse, e dico forse per me non è così!!” e che diamine!
“be si, non mi dispiaci..” io non sono violenta, be forse a volte.. no dai possiamo dire che io sono una diplomatica, però ora vorrei strozzarlo, sul serio!
“non ti dispiaccio? Bene, e che cosa significa?!” un tono di voce poco superiore.
“significa che non ti schiaccerei come una zanzare.. anche se hai molto in comune con loro” io sono diplomatica! Respira, Sana respira! Ok, posso farcela!
“potresti per una volta, una volta soltanto, SMETTERLA DI PARLARE CON NEGAZIONI??? Non mi dispiaci, non ti schiaccerei.. e parla chiaro una volta!!!!” fumo dalle orecchie!
“…io, ecco io, tu sei un’idiota!!” coooooooooooooosa?
“scusami? Credo di non aver afferrato il concetto”
“ti si deve proprio spiegare tutto!! Non ci arrivi con quella zucca?!”
“..no! Non ci arrivo! Perché con te, niente è come sembra! Cavolo! E se anche capissi, che problema hai a parlare!! Te l’ho già detto, non hai un sacchetto con dentro un numero finito di parole in gola, che quando finiscono non le puoi dire più!!!”
“tu sei un’idiota!” alta letteratura ragazzi.
“e tu sei ripetitivo!”
“non capisci mai niente! Vuoi che ti faccia un disegnino!”
“se serve, cavolo si!”
“idiota! Come puoi dire si!?!”
“puoi continuare a darmi dell’idiota, o poi semplicemente dirmi cosa ti passa per quella casseruola di piombo che ti ritrovi come testa!!”
“ma chi ti credi di essere?”
“Sana, piacere!”
“siamo arrivati…” lo fulmino con lo sguardo, ma va bene, se non vuole parlare addio e tanti cari saluti, me ne vado a casa. Mentre mi volto per entrare, infuriata come una belva, mi ferma tirandomi a se, il solito sfacciato!! Sempre così!
E invece lo sento respirare piano vicino il mio orecchio “..tu, tu mi piaci, con te mi sento bene, ma non so controllare, non so controllarmi, non mi sei indifferente...” Sussurra e a testa bassa scappa via. Forse è il caso che inizi a farmi seguire da uno psicologo. Già.
*
Ecco, ci siamo, il libro è stato pubblicato, e mamma è in Tv per un’intervista esclusiva. È, forse, una delle poche volte che si è presentata senza stramberie in testa! È così seria, che strano, quasi avrei preferito che mettesse su un qualche spettacolo, almeno avrei saputo che per lei non cambia niente, che per lei è un giorno come tanti. Invece ha preferito presentarsi cosi: con il suo kimono più discreto e i capelli raccolti in un semplice chignon.
La mia mamma sta raccontando al mondo i nostri più intimi segreti, e io? Io me ne sto qui, seduta per terra accovacciata a cinquanta centimetri dal televisore e aspetto. Cosa io stia aspettando non è proprio facile da definire. Sono anni che aspetto! Ho aspettato per anni questo giorno, questo si è vero! Quante notti ho passato a immaginare questo momento, e quelli successivi.. ho immaginato mille e mille situazioni, milioni di spiegazioni, milioni di perché che possano giustificare il fatto che io sia stata abbandonata, e francamente non ne ho mai trovata una che fosse anche solo lontanamente paragonabile a una giustificazione! Poi, un giorno, una sera mi sono addormentata senza soffermarmi a pensare, e da allora ho aspettato per inerzia. Una strana abitudine non trovate? Aspettare per abitudine! Sembrava che non mi riguardasse, non mi faceva stare male, ero anestetizzata.
Poi mamma ha detto che aveva completato il libro, l’anestesia è passata e il formicolio del risveglio ha iniziato a dare fastidio: addormentarsi è diventato di nuovo complicato.
La mia vita mi piace, e ho paura che si scombussoli tutto! E non voglio, proprio non mi va, sono persino arrivata a sperare che mamma si imbattesse in qualche cosa di fantastico che la tenesse occupata lontano dalla mia storia.. il che è totalmente stupido! Si, anche i migliori ogni tanto hanno dei pensieri stupidi.
“mi rivolgo alla madre naturale di Sana, sappia che può mettersi in contatto con noi quando vuole, chiedo soltanto di non fare niente di cui non si senta sicura”
Già! Ma si, noi siamo qui, a stenderle il tappeto rosso in modo che possa entrare e sconvolgermi la vita con molta facilità, fregandosene di quello che abbiamo passato, comodo, le dobbiamo servire anche un bicchiere di champagne per accompagnare lo show?
Sana! Ma che dici!? Hai sempre voluto conoscerla e adesso? E adesso non voglio più! Doveva pensarci prima!
AAAHA questa vita inizia a stressarmi troppo!! E a me non pare di aver firmato un contratto alla mia nascita in cui accettavo i termini e le condizioni d’uso! Uffa! Ho bisogno di staccare! Decisamente. Non ne posso più di discutere con me stessa, conosce tutti i miei punti deboli e diventa frustrante riuscire ad avere ragione, oh cavolo! Sto degenerando! Sto impazzendo..potrei iniziare oltre che a litigare con me stessa, che so a riferirmi a me in terza persona..D’accordo la pianto. Ho le braccia intorpidite per lo sforzo di stringermi le gambe al petto, a proteggere il cuore, a proteggere me.
Dovrei chiamare qualcuno, magari potrei chiamarlo, lui ha detto che se avessi avuto bisogno..
“Akito…ti va di venire?” ti prego dì di si, per favore.
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“quell’idiota di mia sorella ha pianto per cinquanta minuti davanti al televisore mentre vedeva l’intervista” commenta mentre si siede, anzi si spaparanza sul divano di casa.
“non chiamarla così, è tua sorella” rispondo senza troppa enfasi.
“be? Non cambia il fatto che sia una totale rimbambita!” quanto è testardo questo ragazzo.
“prima o poi dovrai spiegarmi perché vi odiate così tanto lo sai, non è tanto normale”
“non c’è niente da spiegare! È stupida!!” ahh quanta pazienza! Lasciamo perdere, ho altro per la testa.
“senti ma dobbiamo proprio farlo?!” occhi dolci, musino triste non faranno effetto su di te?
“si”
“ma dai ti prego!!! Guarda ho fatto anche il musino tenero! Ti prometto che sarò tanto tanto dolce con te! Poi io sono una brava bambina, non ho mai fatto male a nessuno e poi”
“non farmi irritare!” è terribilmente deciso, mm devo pensare a una strategia!
“ ma..!” “niente ma!” e ma così non vale!!
“però!?..” ok ok ho capito! Il suo sguardo, quello bellissimo, mi ha fulminato all’istante e deduco che non ho altra scelta che sedermi e aprire il libro.
“mmm mi sento male!” giuro! Non sto mentendo! È la prima e spontanea reazione del mio corpo a quel libro.
“ti spiego una cosa Kurata, un libro non può farti male fisicamente! Ficcatelo in quella zucca vuota che ti ritrovi!!” sarò pure una zucca vuota, e su questo possiamo parlarne, fatto sta che mi hai baciata pure più di una volta! Ma questo forse ora è meglio non dirlo, mi limito ad accennare un sorriso.
“no ma perché mi vuoi male? Non possiamo fare qualcos’altro? Proprio matematica??! Cioè io volevo un po’ di compagnia .. non era proprio necessario portare questi con te!..ma ..si ho capito, non c’è bisogno che mi guardi torvo!” ma quanto sei bello!
Cominciamo: ellisse.. che diavolo me ne devo fare nella vita dell’ellisse!! Ba!
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“MAMMA!!” urlo quando realizzo che uno scoiattolo mi sta solleticando il naso! Mentre la mia mamma sorride a trentadue denti, seduta sul mio lettuccio. Perché poi sorrida?
“oh Sana!” esclama abbracciandomi forte! Molto forte! Decisamente troppo forte, mamma staccati non respiro! Mamma? “Mahm..ma”
“bene ora devo andare ciao!! E salutami il tuo ragazzo!!” CHE COSA??? Stop, time out, fermi tutti, alt! Che cosa ha detto?
“ehhh????????????” be si la traduzione pensiero-parola non è proprio perfetta, ma su dai, è pur sempre mattina.
“uu si ho visto le foto! E devo dire che è proprio carino!!” le foto? Ma di che parla?
“mamma ma cosa?!”
“si tesoro! Comunque ora devo fuggire, nel senso letterale del termine, sappi però che devo parlati, ho delle cose da dirti! Scusa ma vogliono che firmi un contratto in cui mi impegni a scrivere nei tempi previsti da un altro contratto!!! Ahh Editori!! Ciaooooooooooooooo!”
Quanta energia! Quanta energia per la mia testa ammaccata dai numeri! Credo proprio che mi rimetterò a dormire! O si! Infondo me lo sono meritata! Akito è stato cattivissimo con me, mi ha fatto fare solo una pausa all’ora! Assurdo! Mi ha fatto fare matematica per tre, dico tre, ore!! Centottanta minuti! È ovvio che io mi meriti una pausa! Si si me la merito proprio!
Povera illusa che sono! In questa casa non si può dormire, il telefono ovviamente. Chi diavolo mi succhia l’anima la mattina all’alba? Numero sconosciuto, ok sconosciuto sei morto!
“Kurata ti sto aspettando sotto casa, datti una mossa!” bum bum bum.. Akito?
“eh??” continuo ad avere questi piccoli problemi di traduzione tra gli impulsi del cervello e la formulazione delle parole, secondo voi sto diventando scema? No perché a volte ci penso, ma ho proprio paura a rispondermi.
“muoviti!” si capo, padrone supremo luce dei miei occhi?!?! Luce dei miei occhi? Ma te le studi o ti vengono naturalmente queste cavolate?? Fatto sta che biascico un si, e mi rotolo giù dal letto! Mi rotolo è ancora un immagine troppo elegante, diciamo che atterro sul pavimento, freddo, con un sonoro “scbang”! In una posizione da contorsionista e sempre con la stessa eleganza cerco di divincolarmi dalle lenzuola che hanno deciso di vivere in simbiosi con me, mi spiace lenzuoline care ma il mio cuore batte per qualcun altro or ora. Eee, poi soprattutto dopo quello che mi ha sussurrato: è stato così dolcissimisssimo! |
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