Compagni di scuola

di Alphacent
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rette, equazioni e...sorrisi ***
Capitolo 2: *** Sveglie, compiti, scommesse: che vita faticosa ***
Capitolo 3: *** Se fai una promessa, la devi mantenere ***
Capitolo 4: *** Quel mio stupido orgoglio ***
Capitolo 5: *** K.O. a fine giornata ***
Capitolo 6: *** Filosofeggiando un po' ***
Capitolo 7: *** Please accept my apologies ***
Capitolo 8: *** In balia degli ormoni ***
Capitolo 9: *** Una giornata sotto effetto di febbre ***
Capitolo 10: *** Risposta immunitaria ***
Capitolo 11: *** Galeotto fu il telecomando quando Full Metal Jacket ispirò amore ***
Capitolo 12: *** My Little Panda ***
Capitolo 13: *** Un pezzettino del suo mondo ***
Capitolo 14: *** Gusto Cioccolato ***
Capitolo 15: *** Due passi indietro e uno avanti ***



Capitolo 1
*** Rette, equazioni e...sorrisi ***


Salve a tutti, questa è la prima FF che pubblico su questo sito, spero vi faccia almeno un po’ sorridere! Volevo solo dire che anche se i personaggi sono sempre quelli, saranno un po' OC, e dato che non conosco le materie che si studiano in Giappone, fate finta che i protagonisti seguano scuole italiane, con il nostro programma di studio. Aspetto critiche o comlpimenti, e anche se è solo il primo capitolo spero comunque vi incuriosisca!
Non ho ancora trovato un titolo che mi piaccia, quindi se avete qualcosa da proporre ben venga!
Vi lascio al capitolo, buona lettura!

Capitolo 1: Rette, equazioni e…sorrisi

Mi dicono che sto sempre sulla luna, che mi incanto, e che divago. Mi dicono che sono distratta! Io!? Distratta! Ah, questa è bella! Un persona come me, distratta!
Ok forse non sarò capace di dirvi che diavolo stia dicendo quel tipo alla lavagna che altri non è che il mio professore di matematica… ma che c’entra?
Voglio dire, come si fa a seguire un tipo così noioso, ma guardatelo! Con quei pantaloni tirati su su, e la maglia messa dentro, e quella orribile giacca, ma che si crede ancora ai tempi di Grease? È tutto contento di spiegare le sue… sue…linee? Un momento come siamo passati dalle equazioni di matematica alle proiezioni che si fanno a disegno tecnico? Mi sono persa un pezzo? Uffa!
Ok mi sono distratta, ma non significa che sia una persona distratta!
Questa mattina me lo sono detta, adesso ti impegni a seguire una lezione di matematica, lo devi fare se non vuoi essere rimandata come al solito, e ci stavo riuscendo fino a quando il professore, per rendere, a suo avviso, più allegra la lezione, non ha divagato su qualcosa di strano, che non ho afferrato, ma la sua voce è così…così soporifera. Se non ci fosse questa corrente d’aria fresca dalla finestra alla porta che mi tiene sveglia, starei già dormendo, sognando.
O mamma! Che cosa sta facendo!?? La lavagna è diventata un campo di battaglia, in alto a sinistra c’è quello che credo, suppongo, ipotizzo sia un grafico? Aspettate c’è scritto qualcosa li su…Ca..cait?..catiaino? ma chè? Cartesio! Ma che razza di nome è Cartesio! Credo comunque che sia qualcuno importante perchè c’è scritto pure qui in grande sul libro di matematica! Comunque di fianco a questo coso Cartesiano, grafico, ci sono un sacco di x, e y e barre, e frazioni, e equazioni, o mamma! Non ci sto capendo niente! Ma come è potuto succedere, fino a due secondi fa c’era solo un’equazione!!!!!
Nel momento in cui realizzo che non ho capito una mazza, mi accorgo di uno strano sussurrare alle mie spalle. Che sta succedendo vi chiederete? E bella domanda! Me lo chiedo anch’io! Ruoto di novanta gradi verso Aya, lei si che è sempre attenta, saprà qualcosa…era sempre attenta…come non detto! Quella ragazza è incredibile, sta appiccicata a Tsuyoshi tutto il tempo, e viceversa, figurati se le sue labbra possono smettere di fare quello che stanno facendo, per spiegare a me, povera anima dannata, perché cavolo tutti si stanno agitando! E adesso se permettete, mi agito anch’io.
“Kurata!” chi osa pronunciare il mio nome con quel tono! O dannazione so perfettamente chi mi sta chiamando! Magari è solo un incubo! Si per forza! Deve esserlo! Il prof. non mi può chiamare.
“S-ssi?” o cielo e mo che vuole? Mi guarda come se io dovessi saperlo , c’è un problema qui però, io non posso saperlo, io ero, come dire…. E va bene e va bene, ero distratta, ok? Ma come non posso perdermi nei miei pensieri, in un ora di matematica? Continua a guardarmi. Aiuto, aiuto. Siamo a un punto morto. Io non so che dire.
“…vuole restare lì tutto il giorno, signorina?” che mi prende in giro certo che no! Me ne andrei a casa volentieri, ora, o a prendere un gelato chissà, ho un paio di idee a riguardo. O ma non è che vuole che io…che io vada alla lavagna vero?
Non rispondetemi, vi prego potreste uccidermi seduta stante.
Mi sto alzando, per quale diavolo di motivo mi sto alzando, o cielo fermate le mie gamba che mi portano verso la lavagna. Che faccio? Che devo fare? Che dovrei fare?

Eccomi qui, davanti al prof. che ghigna convinto di poter mettere un bel due, e voglio essere ottimista. Guardo speranzosa la classe. Tsz! Come non detto, dalla mia attentissima analisi, fatta in meno di un millesimo di secondo, ah la luce mi fa un baffo in quanto a velocità, il risultato è: ultima fila è impegnata in tre attività interessantissime, gli inquilini dei posti verso la finestra si impegnano ad accecare con specchi che riflettono la luce del sole quelli che dall’altro lato della stanza stanno svolgendo un rispettabilissimo lavoro da amanuensi: copiare i compiti è sempre una cosa seria, ci vuole concentrazione, impegno. Quelli centrali invece stanno facendo una allegra partita a… mi sporgo un po’, poker! Be’ un mio compagno non ha una faccia felice, è un pessimo attore quello….. la penultima fila sta...pomiciando o dormendo, quella è la mia fila, posso vedere il posto mio vuoto, a quanto vorrei essere seduta li ora… la terzultima fila neanche la considero ci sono quelli che, secondo i prof, devono essere controllati, e glielo si legge sulle facce che non sanno di che stiamo parlando. Loro dovrebbero essere in prima fila, ma li si sa ci sono loro, le secchie, e a quelli non cacci un’informazione se non sotto minaccia. Sono dei fifoni, e non rovinerebbero la loro media per niente al mondo, e questo si può sfruttare, ma ora come ora, sono chissà perché tutti concentrati sui loro quaderni, e comunque non potrei minacciarli con il prof a due passi da me! Comincio a sudare freddo.
Guardo la lavagna, ti prego fa che quei segni si posizionino a formare una frase di senso logico, che mi dica cosa fare. Ti prego.
A questo punto non mi rimane che provare a leggere? quello che c’è scritto. Prendo tremando il gessetto, e lo poggio sulla lavagna, sto giusto per scrivere una x, che si sa nelle equazioni c’è sempre una x, quindi non posso sbagliare, non ancora, una x c’è sempre vero? X è l’incognita per eccellenza, c’è sempre lei! Poveretta forse la sfruttiamo. Ma che cavolo pensi, sei a rischio di un votaccio e ti metti a pensare ai diritti delle lettere?
Quando la porta si spalanca mostrando in tutta la sua bellezza, il mio peggior nemico… Akito Hayama, LUI.
Si da tante di quelle arie che quelli che …. cioè no, mi sono spiegata male, non è un tipo che si da arie, ma sono tutte quelle galline che gli sbavano dietro che gliele danno. Tsz! È un cretino, si crede di poter fare qualsiasi cosa, quello, è così…così….mi manda in bestia! Il suo solo portare la borsa su una spalla, cosa che faccio pure io tra l’altro, mi fa venire i nervi, come non guarda in faccia a nessuno…grr, vorrei strozzarlo…però…però porca miseria che pezzo di Ehi! Che stai pensando! Non lo stavi per strozzare? Ecco appunto!
“ Hayama, la matematica è proprio la sua vita, se la spinge perfino ad entrare in classe” ma perché i professori si credono spiritosi? E poi guardano la classe convinti di aver suscitato una grande ilarità. Questi ridono pure se entra la bidella e dice ‘una circolare…’, ma le migliori risate se le fanno quando interrogano, questi sadici bastardi…
Hayama guarda il professore, mazza che occhi ragazzi, fiuu…mi sto sciogliendo…che cosa? No, no!! Ti stai ringallinendo? Dubito che esista questa parola, vabbe traduco, stai diventando come quelle galline che balbettano davanti a lui?….si…no!! Comunque non si può dire che sia brutto…anzi….ee basta!
Comunque guarda il professore come se potesse bruciarlo, be se i miei capelli non fossero già rossi di suo lo diventerebbero ora… Ehi! Quello è Hayama! Ricordi?! Hayama, l’eterno tuo rivale? L’eterno tuo opposto? Tu ami le materie umanistiche, lui il freddo calcolo, tu sei allegra e estroversa, forse pure troppo, lui è introversissimo, ecc ecc ecc.
Il professore sta sudando, ah così è come fai sentire le tue povere vittime…non è bello vero? “dato che è così allegro perché non viene a fare l’esercizio” continua? Ma non ha capito che il suo umorismo fa pena? Zuccone, ehi un momento mi sta sostituendo, dovrei esserne offesa? No no! Prego Hayama, prendi pure il mio posto… gli porgo il gesso. Mi guarda con una faccia indifferente, poi gira i tacchi e va a sedersi a quello che sarebbe il mio posto! Si lo so che i posti non sono assegnati, ma che c’entra! Quello è occupato e poi mi ci siedo sempre io, ergo è mio! quel posto è perfetto! Non mi vedono i prof, ma io vedo, sto verso il muro e posso sonnecchiare di quanto in quanto, è perfetto. Ho dovuto lottare, con le unghie e con i denti per ottenerlo e lui non può fregarmelo così, un po’ di rispetto! Be forse ‘lottare con le unghie e con i denti non è proprio quello che ho fatto, ma l’importante è rendere il concetto no?. Intanto io resto come una cretina con la mano allungata, porgendo il gessetto al mio amico immaginario. Ehi è da tanto che non ti fai vedere amico immaginario! Come stai? Io sto in una situazione che proprio non ti augurerei.
“non mi spreco per ‘ste cavolate, mi chiami quando passeremo a problemi seri, quelle le può far fare ad altri, anche se dubito che la nostra attrice ne sia capace…nonostante sia un esercizio banalissimo” come scusa? COME SCUSA? Mi ha offeso? Mi ha dato della stupida e per di più incapace davanti a tutti, ma io quello lo strozzo! Gli do una martellata e lo rispedisco alle elementari al primo piano!! Ma guarda tu! Sto per scattare..
“MA CHI DIAVOLO TI CREDI DI ESSERE, BRUTTO ZUCCONE?! COME TI PERMETTI..”si è messo le cuffiette!! Si è messo le cuffiette!! Mi sta prendendo in giro ! scusi prof ma qui si parla di onore! E-CHE-CAVOLO!
Mi avvicino come una furia, anche Aya si stacca, stranamente e prematuramente, da Tsuyoshi. Mi metto di fronte a lui, mani sui fianchi e uno sguardo che in quanto a bellezza gareggia con il suo, e vince, tremerebbero tutti, tutti e lui resta impassibile.
“è il mio banco” e che c’entra? Lo dico pure con calma! Ma sto fuori? Mm si! Ehi! Non mi guarda. NESSUNO Può PERMETTERSI DI IGNORARMI!!!
Gli prendo gli auricolari e glieli strappo dalle orecchie, ora vediamo se fai l’indifferente. Si alza e rovescia banco e sedia, con tutta la mia roba sopra, ovviamente!
“hai finito?”sarà pure bello, ma è un cretino!
“ma come ti permetti di darmi della stupida e poi mi freghi il banco, e ti premetti pure di ignorarmi?”
“hai finito?” cretino? È proprio demente!
“no! Tu non puoi entrare quando ti pare, e fare il tuo porco comodo! Sei uguale a tutti noi! Quindi smettila di atteggiarti da duro, da piccolo genio che spreca il suo tempo, che manda a quel paese tutto e tutti, e che fa l’incompreso, l’unico che ha problemi nella vita” ok forse sto esagerando, non penso la metà di queste cose, ma la mia bocca vaneggia da sola, soprattutto quando mi sento offesa, ma a quanto pare ho colpito nel segno.
Nel giro di un miliardesimo di secondo mi ritrovo sbattuta al muro, non so se ve lo avevo detto che sto seduta dalla parte del muro? Ma non è questo il punto ora ma la sua mano che mi stringe la gola, e stringe forte! Fa male!
“tu non sai niente di me! Non permetterti mai più” sibila, fa proprio paura, ma da duro è ancora più bello!
Molla! Molla, molla! Cavolo non respiro….deve essersene accorto perché mi lascia, io tossisco un po’ e mi porto le mani alla gola.
“è vero io non ti conosco, non so niente di te ma di chi è la colpa? Tu sei scontroso con tutti! Non permetti a nessuno di avvicinarti emotivamente, hai degli amici? Amici veri? Che ti rispettano e che rispetti? E secondo te di chi è la colpa se vivi una vita fredda come i calcoli matematici che ti piacciono tanto?” non forse, STO esagerando, non credo che lui non abbia amici, anche se in effetti non l’ho mai visto trattare qualcuno con rispetto, certo Tsuyoshi non è un suo lecchino come gli altri ragazzi, ma non credo lui si apra con lui, forse è una amicizia giusto per darle un nome. La rabbia che avevo prima è evaporata in un sol secondo alla vista di Hayama solo, non lo avevo mai visto sotto quest’aspetto, mi ero sempre fermata alla prima impressione, quelle che tutti hanno di lui, e che lui vuole che tutti abbiano, ma adesso è come se per un secondo, in quegli occhi, avessi visto un qualcosa, che mi diceva che Hayama non è forse così Hayama.
Lui sta ancora di spalle, si volta un secondo, ma giusto uno, come a controllare se ho davvero detto quelle cose, credo di essere andata molto vicina alla verità, così vicina da turbarlo. Prende la borsa e sparisce dietro la porta.
Mi guardo intorno disorientata, vedo il prof, oh oh, e adesso?
“dopo questo delizioso spettacolo signorina” fa che dica torni a posto! Fa che dica torni a posto! “può deliziarci ancora con la risoluzione dell’esercizio” deliziarci? Ma come parli! E smettila di fare il simpatico! Potrei psicoanalizzarti in un secondo, razza di suino mancato! Ma guarda tu ‘deliziarci con la risoluzione dell’esercizio’.
Mi è passata l’allegria, Hayama mi ha sconvolto, e il bello che non ha fatto niente! A parte quel qualcosa nel suo sguardo che si è lasciato sfuggire.

Inutile dire che ‘la risoluzione dell’esercizio’ è stato un disastro, avevo incognite che avanzavano, dati che mancavano, ma alla fine, dopo vari balbettamenti, frasi dette a metà, e sudate, sono riuscita venirne a capo, mi faccio i complimenti da sola perché il prof. non mi li ha fatti, alla fine l’ho risolto no? Bisogna pur dare un incoraggiamento, altrimenti uno si demoralizza, e se quello che fa non viene nemmeno apprezzato! Ma adesso la matematica non è il mio pensiero principale, Hayama Akito, tu, che diavolo ti spinge a comportarti in questo modo? Qual è il tuo problema?

“Ehi Akito!”
“Akito!! AKITOOOO!!!AAAKIIIIITOOO” ma che è pure sordo? Possibile che non mi sente sono a soli tre metri da lui!
“Kurata” mazza, un po’ più disprezzo no e?.
“Ehi Akito! Posso chiamarti Akito? Tu puoi chiamarmi Sana!” vai Sana rompi il ghiaccio, ha! In confronto a lui il polo sud è posto dove girare in bikini.
“no, Kurata, sparisci” gentile, ma almeno non mi ha dato della puttana donna di spettacolo, per essere educati.
“ti ho detto che puoi chiamarmi Sana, e volevo chiederti scusa per le cose che ho detto io ecco non” in realtà penso quasi tutto quello che ho detto, soprattutto l’analisi che ti ho fatto, ma non mi sembra l’approccio giusto.
“non mi interessa Kurata” ma questo più di quattro parole in una frase non le mette? “Sana, e comunque sono stata invadente, mi dispiace, è che tu mi hai attaccata così” già non si da della stupida alla prima che incontri zuccone! Bellissimo e misteriosissimo zuccone, ma sempre zuccone!
“ho solo detto la verità!” sto faticando immensamente per trattenere la rabbia, brutto, anzi bello, idiota, sfacciato, presuntuoso…grrr calma.
“non sei neanche capace di risolvere uno stupido problema, e vorresti risolvere i miei, sei patetica, sparisci” caaalma, conta fino a dieci, 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11…seee di sto passo …. calma…vuole solo provocarti, e fare quello che fa con tutti: allontanarti.
“Akito”
“Kurata sono stato gentile, e con sparisci, non intendo continua a infastidirmi, e se non vuoi che ripeta la scena di prima, faresti bene a stare lontano da me! ORA” oo sono riuscita a farlo parlare, brava Sana! Complimenti! Scusa ma a me gli ordini da un orecchio mi entrano e dall’altro mi escono, devi sapere che quando mia madre parla di rimettere a posto la mia stanza, o cose del genere io annuisco e cancello dalla memoria quelle parole, e non lo faccio solo con lei…quindi gli ordini tienteli per te.
“tu hai un problema! Perché non ne parli” see, è più facile che i numeri sulla lavagna si dispongano da soli a risolvere il problema! Mentre camminiamo siamo arrivati alla sua moto, che per la miseria è bella quanto lui! Ci sale e la mette in moto.
“Hei sto parlando con te! Non puoi andartene così!”
“Scommetti?” dice abbassandosi la visiera del casco. Certo! Per chi mi hai presa, sta giusto per partire, ancora un secondo, ancora un momento, e salto come una dolce donzella a cavallo di ‘sto bestione, con la delicatezza di una fata, bleaa ma certe cretinate da dove le caccio e mi aggrappo ai suoi addominali, chiamatemi scema, o distratta, queste cose non mi sfuggono affatto! Però mica male il ragazzo! Si ferma di botto pochi metri più avanti.
“Che cazzo fai? Scendi immediatamente!” questo è sordo, deciso. Io non prendo ordini!
“no!” suona come una bambina viziata.
“sei una bambina viziata” ecco appunto! Già ma i tuoi addominali possono viziarmi quando gli pare!
“ho detto scendi!”
“mm no!”
“e va bene”. Ma guarda tu! Questo si crede che io abbia paura della velocità, haa mi spiace per te, ma io non mi stacco.

Cavoli però va veloce! Stai calma…. Non può mica suicidarsi per farmi scendere! Vero? Vero. O almeno spero! O cielo che fa ora? Sta impennando? È pazzo, è deficiente... Non mi stacco! Non mi stacco! Haha! Puoi andare dove vuoi ma io non mi muovo! E non mi sentirai strillare di paura.

Be forse adesso avrei proprio voluto urlare…. Ha fatto un sorpasso con un camion che veniva nella corsia opposta, credo di aver visto l’autista imprecare, e anche poco elegantemente! Però sa guidare…bhe mi sto stufando! Quando la finisci?
Ehi ma io queste strade le conosco! Certo che le conosco ci abito qui! Faccio queste strade tipo trecentocinquanta miliardi di volte al giorno! Come vuoi che non le conosca! Idiota! Mi do dell’idiota da sola! Sono proprio idiota! Ma che ci facciamo davanti il cancello di casa mia, mm però devo ammettere di aver proprio una bella casa, la mia mamma ha gusto, forse è un po’ stravagante, un po’ tanto! Quante persone vanno in giro con cappelli assurdi come lei! Una volta ne aveva uno, no vabbe andiamo avanti.
Dicevo? A si che ci facciamo qui!?
“che ci facciamo qui?” parole di saggezza.
“è casa tua” ma va? Non mi dire? Bravo! Un applauso prego! Certo che so che è casa mia ci abito! Sai vedi quella luce là e, quella accecante, quella è la stanza di mia madre, e sopra la finestra di sopra, quella aperta, o cavolo ho lasciato la finestra aperta!! E mo chi la sente!
“si appunto quindi?”
“ti ho riportata a casa così mi lasci”oo che dolce, mi ha scortata fino a casa!
“che dolce!”
“non l’ho fatto per te! È solo per farti levare dai piedi!” antipatico!
“se se certo, è comunque bello da parte tua” ma io ancora non mi muovo, anzi appoggio pure la testa sulla sua spalla, abbracciandolo. Ha!
“puoi scendere!” suona come un ordine, e quindi da ignorare.
“e perché mai?”
Visto che non scendo io si alza lui, accidenti! Rivoglio gli addominali!! Se mi metto a piangere come una bambina tornano?
Ehi ma che fa? Com’è finito un suo braccio sotto la mia gamba e uno sotto la mia schiena? O mettimi giù che fai?
Mi ha presa in braccio? Sono scioccata.
“ma-ma-che-che fai?....AHIA!” mi ha letteralmente mollata, sono caduta come un sacco di patata sul mio bel didietro! Brutto grrrr! Mi sembrava strano che mi avesse presa in braccio. “Addio” addio? Che cosa…Ehi! Sorride? Sorride! Quant è bono quando sorride! “Sana” Sana? Mi ha chiamata per nome, mi ha chiamata per nome!! “Ciao Aki, a domani! GraZIEE!!” sono sicura che mi ha sentita, sicurissima, è già lontano, anche se noi invece ci stiamo avvicinando. Sei più buono di quello che vuoi far credere! Mi hai regalato un sorriso, farò di tutto per regalarti un po’ di felicità. Akito, sento già di volerti bene!

Grazie di aver letto fino a qui! Aspetto le vostre recensioni!
Un grazie speciale a Princess of Darkness e ryanforever per aver commento la mia prima one-short su EFP, mi ha fatto molto piacere che vi sia piaciuta, e spero di non avervi deluso con questo capitolo!

Baci Lucia

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Capitolo 2
*** Sveglie, compiti, scommesse: che vita faticosa ***


Scusate, scusate tantissimo, ci ho messo una vita, purtroppo è un mio enorme difetto.  E non sapete quanto mi dispiacce, spero di riuscire a farmi perdonare con questo secondo capitolo.  Quindi non vi trattengo oltre e buona lettura.

Capitolo 2: Sveglie, compiti, scommesse: che vita faticosa

 

Che sonno! Quella maledetta sveglia suona ogni giorno cinque minuti prima, ma io arrivo sempre nello stesso ritardo! Chissà com’è!?

Bha.. poi tutti questi ragionamenti di prima mattina mi fanno venire il mal di testa!

Per me svegliarmi è sempre traumatico. Ieri per esempio, quando ho sentito suonare quella dannatissima sveglia, ho lentamente cacciato il braccio fuori dalle coperte, e ho avuto il primo contatto con la realtà: freddo. Per istinto di sopravvivenza ho richiamato il braccio a rapporto sotto le calde coperte, ma lo stesso istinto di sopravvivenza mi ha detto di ricacciarlo immediatamente se non volevo che quel fastidioso suono mi perforasse i timpani. Quindi mi sono sporta per scaraventare quell’aggeggio verso il muro, ma qualcuno, qualcuno di mia conoscenza aveva già pensato di spostare la sveglia di venti centimetri più lontano da me, così sporgendomi sono rotolata con tutte le coperte per terra. Che dolce risveglio! Quando dicono che il buongiorno si vede dal mattino…ti prendono per il culo.

Oggi però non è stato da meno, la mia dolce mammina ha pensato bene di svegliarmi con un microfono collegato al mio stereo, annunciandomi con voce squillante, dannatamente squillante, che la colazione era pronta. Sono volata di tre metri, mi è preso un colpo! Stavo sognando qualcosa di bello, non ricordo cosa, ma era qualcosa di estremamente bello e affascinante, qualcosa tipo Hayama? Be forse!

“Ciao Sana! Che è quel sorrisone imbambolato? E per un ragazzoo?” chissà perché deve stare li a sottolineare ogni cosa, e soprattutto perché deve allegare sempre le sue ipotesi!?

“ma che dici? Piuttosto … mi fai copiare geometria?” e sfodero il mio sorriso a trentadue denti, anche se tecnicamente non lo sono, non ho ancora i denti del giudizio, faccio gli occhini dolci e torno a sorridere. Bhe ieri dopo la corsa in moto, no ho avuto tempo di pensare cose come la geometria: partiamo dal nome geometria, dai è come dolciastro, come se non ti entrasse in bocca, poi ogni argomento nuovo sembra annullare quello precedente. A sto punto! Prendete il teorema di Pitagora, gli stupefacenti allora non era ancora illegali vero? Solo sotto effetto uno si sarebbe potuto veder quadrati su cateti e compagni bella, comunque alla fine è utile ti leva dai pasticci, però non puoi usarlo sulla terra, se uno ti dice che sta al polo nord, che fa quaranta kilometri verso sud, poi trenta verso est, e ti chiede quanti ne servono per tornare al punto di partenza, chiunque conosca il teorema di Pitagora direbbe 50, e invece no! Perchè non ti sei ricordato che la Terra è, più o meno, una sfera e quindi bastano quaranta kilometri per tornare allo stesso punto!  Ma a parte, tutte quelle dimostrazioni. Dimostra che quest’angolo è retto! Hanno costruito i goniometri a posta, mi spiegate perché non posso prenderlo e misurarlo!? No mi devo scervellare! Pua!

“Sana ma perché non ti impegni un po’ non è difficile...” lascio Aya divagare sull’importanza della geometria, o sull’impegno che la scuola richiede e blablabla….le so a memoria queste parole, le mette pure nello stesso ordine, non c’è quindi bisogno di perdere tempo e risentirle, tanto finita la ramanzina mi farà copiare! È che la geometria…non fa per me! Io, lo giuro, lo guardo ci provo, mi metto li a guardare un triangolo,  con altezze bisettrici e baricentri ecc, però rimangono sempre lì, non è che mi mostrano angoli nascosti o cosa…. E poi frena la mia immaginazione…vabe è meglio dire che non mi piace e buona notte!

“Si ma Aya, ho avuto da fare…ti prego solo per questa volta!”

“ma se il professore ti chiama a risolverlo come fai?”

“ma mi ha chiamata ieri non può chiamare sempre me!!” e! che ci sono solo io in classe!

“e chi glielo vieta?” be ci sarà scritto qualcosa sul regolamento no? No.

“vabbe allo è proprio uno stronzo! E poi in qualche modo me la cavo su! Ti prego! Please!!!”

“vabbe ti faccio copiare ma che sia l’ultima volta” si! E fuori uno!

“sese!” che fa che lo ha detto. Ormai…

 

 “Hey Sana, com’è che non sei tornata con noi ieri?”cavoli ma non può sbaciucchiare il suo ragazzo invece di indagare sempre! E sempre a sproposito…

“be ecco io, ho avuto un passaggio” non è molto distante dalla verità infondo, diciamo che più che avuto, mi sono appropriata di un passaggio. E per di più, di Akito.

“ma mi sorprende che te ne sia accorta… ogni riferimento è puramente casuale!ovviamente” hehe sta diventando rossa! Ma io non capisco, prima pomicia ovunque e in ogni momento e poi si vergogna se si accenna alla cosa. Ma che c’è di male! Io la prendo in giro perché lei diventa rossa e se la prende, ovvio. Devo pur sfogarmi in qualche modo no? Voglio dire, il prof di matematica si sfoga con me e io mi sfogo mettendola in imbarazzo, quindi, come direbbe il suddetto prof, per la proprietà transitiva dell’uguaglianza, che se la prendesse con il prof. E comunque sono stata felicissima di non fare la terza incomoda. Quei due fanno salire lo zucchero a mille anche a chi non è diabetico: cuccioletto, pasticcino, amorino, tesorino, dolcettino, tenerino e tenerone, e bastonicini findus! Bleaa che schifo! Hanno coniato una serie di –ini che farebbero dirizzare i capelli a uno scoppato. Dovrebbero essere vietati ai minori… non oso immaginarli nell’intimità…agrr bleaa!

“ma-ma io, ehi non cercare di cambiare discorso come sei tornata? Quando? Perché? E soprattutto CON CHI?”

“ehi mamma calma, ecco solo ..un conoscente.. mi ha dato un passaggio.. tutto qui!”

“che tipo di conoscente?” ecco che comincia con le domande.

“alto, bello, occhi e capelli castani, con un fisico da paura, come la sua moto…” e questa come diavolo lo sa? Certo che a volte mi fa paura, come fa a  sapere tutto anche se non è ‘presente’?

“ahah divertente” mentire, mentire sempre su oggetto chi ti ha riaccompagnata a casa, nuova regola di sopravvivenza.

“…e che risponde al nome di Hayama Akito” BINGO!! Ma …..MENTI MENTI MENTI!

“mi hai fatto sbagliare, Aya! Ma tu guarda!Hayama! Tzse! Io e quello, dopo quello che mi ha detto!”

Mi guarda con l’aria di chi ha capito benissimo che stai mentendo! Mi guarda dall’alto in basso, poi si avvicina a cinque centimetri del mio naso e mi fa guardandomi negli occhi:

“ti piace!” con una certa nota che mi sfotte!

“no ma che dici! Oggi vaneggi!”

“cioè tu mi vorresti dire che quel gran fig” occhiataccia di Tsuyoshi e Aya si corregge “figliuolo non ti ha riaccompagnata a casa? E che non ti piace?” 

“mm..No! Non ho alcun interesse per quel figliulolo” mentire sempre sempre sempre.

“quindi non sei tu che sei corsa dietro ad Akito, e non sei tu quella che è saltata sulla sua moto?” cavoli! Ma che mi fa seguire?

“che ne sai tu? Magari ho un sosia, proprio tale e quale a me, in tutto e per tutto!” tra tutte le cavolate che potevi inventarti, una peggiore non la potevi trovare?  Aspetta secondo Murphy non c’è mai fine al peggio, quindi non gioire troppo presto.

“so che cosa è un sosia, e poi eri tu dato che hai urlato per mezza scuola il suo nome!” arg! Ma come diavolo fa a saperlo se era incollata a Tsuyoshi? Per la miseria!

“io urlare il suo nome, ma se ci rivolgiamo a malapena la parola!”… non convinci nessuno, ti stai arrampicando sugli specchi.

“aaaaaaaaaa ti piace Hayama! Ti piace Hayama!” inizia a urlare come una pazza! Che figura!

“no Aya, no!! Non mi piace Hayama!! E smettila di urlare…o pubblico sui giornalino della scuola tutte le foto tue e di Tsuyoshi con allegati tutti  i vostri soprannomi!” colpito e affondato. Aya e Tsuyoshi prima sbiancano di colpo, poi si siedono e si fanno piccini piccini arrossendo! AH! Io quelle foto le ho buttate tanto tempo fa! Ma loro non lo sanno…e non lo sapranno. Erano foto fatte in una gita scolastica... fuori dal controllo dei professori… ho detto tutto. Un bel ghigno mi si stampa sul mio bel faccino. Ha! Mai provocare Kurata!

“Aya? Il gatto ti ha mangiato la lingua per caso?” domanda innocua, e puramente casuale.

“io, ma mi avevi promesso che le avresti distrutte” infatti ma tu mi costringi a non dirtelo!

“bhe se non mi farai fare altre figure del genere…e se la smetterai di insinuare che mi piace A-Hayama” fiu stavo per dire Akito al posto di Hayama, gli avrei offerto un’occasione su di un piatto d’oro, altro che argento.

“ma non c’è niente di male se ti piace, è un bel ragazzo!”

“ma non mi piace!!!”

“se lo dici tu…” si lo dico io, la mia parola è legge!

“ma neanche un pochino?” uffa!!!! Ma che palle se ho detto no è no!

“no Aya no!” 

“vabbene…hai finito di copiare?”

“mmm quasi…em Aya… mi faresti dare un occhiata anche a fisica, solo per controllare sai?” risfodero il mio sorrisone sperando che faccia effetto… uffa non cede, bhe mi costringi ma è una questione di vita o di morte.

Faccio un finto colpo di tosse dove per caso, c’è un suono “foto”. Arrossisce e mi porge il quaderno. Di solito non la ricatto, giuro, oggi è stata un eccezione, anche perché non posso tirare troppo la corda altrimenti capisce il mio bluff.

“t.v.t.t.t.t.t.t.t.t.t.t.b.” faccio con voce da bambina a cui hanno promesso un bel giocattolo.

“se se …però voglio sapere come è andata ieri” e te pareva! Figurati se non indaga! Sbuffo.

“e va bene, sono tornata con Hayama, solo perché lui mi ignorava…sai come sono quando vengo ignorata!”

“si ne ho una vaga idea” ehi! Che vorresti dire?

“ah-ah divertente! E comunque niente… mi ha detto di non rompergli le scatole altrimenti me ne avrebbe date”

“interessante…gli piaci” che varietà! E poi scusa, in quale universo parallelo se uno ti dice che vuole farti male significa che gli piaci? No questa me la dovete spiegare.

“Aya, non tutti quelli che si rivolgono la parola si piacciono. Soprattutto se le parole sono sparisci, levati dai piedi o ti faccio nera! E poi secondo quale contorto e arcano ragionamento, sei giunta a tale conclusione?”

“a te letteratura fa male, parli come una centenaria! E comunque gli piaci”

“argomenta”

“Sana ma sei proprio cieca, voglio dire ti ha riaccompagnata a casa, secondo te quante ragazze a riaccompagnato a casa? Nessuna… quante ragazze ha lasciato andare così senza portarsele a letto? Nessuna,  se non provasse niente per te ti avrebbe fatta scendere a calci…” forse non proprio a calci ma mi ha lasciata sul marciapiede. Ma a me non convince, e comunque a me non piace, certo è un bel ragazzo, ma è anche, e soprattutto, uno sbruffone!

“no io non credo, e comunque a me non interessa in quel senso, voglio solo capire perché ce l’ha con il mondo” dico mentre finisco di aggiustare i miei problemi di fisica. A questo punto si intromette Tsuyoshi che era rimasto in disparte a scrivere qualcosa, forse copiava, ma io quello non lo capisco molto, se non fosse per il fatto che sta con Aya, non lo conoscerei nemmeno.

“non cercare di scoprire qualcosa della sua vita Sana” mm ma perché qui mi vogliono dare dei consigli che sanno di ordini?

“e perché scusa?”

“diventerebbe pericoloso, per te” e mamma! Ma stiamo parlando di un diciassettenne, mica di un esponente della mafia!

“tu sai qualcosa?”

“…io comunque non potrei dirtelo” tu sai qualcosa e non vuoi dirmelo…e no! Mio caro sputa il rospo, parlerai.

“avanti che c’è di tanto grave da non poter essere detto?”

“c’è che non sono affari tuoi, ma solo di Akito e della sua famiglia”

“quindi c’entra la sua famiglia?” dai ha detto questo ora va avanti che ti costa?

“Sana stanne fuori” ma perché mi danno ordini, io per principio non li seguo!

“sai che potrei estorcerti certe informazioni…con un…ricatto?” faccio la vaga… so che hai capito, sei sbiancato di nuovo…. Ma perché mi fai scendere a questi livelli. Io voglio solo aiutarlo!

“no Sana, puoi tenerti il ricatto per te, non tradirò Akito, mai, non su questa cosa” è incredibilmente serio.

“va bene” va bene va bene per ora hai vinto tu. Ma non ti credere che mi arrenda! Scoprirò che diavolo ha Hayama. Fosse la penultima cosa che faccio! La penultima certo. Perché l’ultima sarà quella di cacciarlo da quella situazione ovvio!

Super Sana la paladina della giustizia! Io vedo troppa tv!

Devo farmi curare…credo che potrei chiedere aiuto al ragazzo che viene a chiedere a mia madre i manoscritti…si farà sicuramente  seguire da qualcuno, o sarebbe impazzito da tempo… anche se devo dire che non so fino a che punto posso essere chiamato sano.

 

Il professore è uno stronzo!

Un viscido schifoso bastardo! Mi ha chiamata! Mi ha chiamata anche oggi! E che diavolo! Su trenta alunni, ha chiamato proprio me! Di nuovo, questo sfida tutte le leggi della probabilità, e strafoga nella sfiga!

Inutile dire che se ieri mi ero salvata, oggi è stato un completo disastro, mi auto-facevo pena! Aya alla mia implorazione di aiuto mi ha lanciato uno sguardo alla ‘te l’avevo detto’. Lasciamo perdere, tanto non c’è speranza per me!

Se volete sapere se c’era Akito, perché tanto lo so che volete saperlo, vi dirò subito che si, è venuto a scuola, ma no, non è stato a scuola.

E dovete sapere che quando questa mattina, dopo aver finito di ‘correggere’ i miei esercizi, ho incrociato il suo sguardo, e invece di ignorarmi come pensavo avrebbe fatto, mi ha continuato a fissare. Si lo so che fissare non significa salutare amorevolmente, ma è un inizio, con certi tipi bisogna accontentarsi. Non ho comunque avuto modo di indagare su i suoi problemi, e sono rimasta colpita dalla minaccia di Tsuyoshi, che può esserci di tanto grave?

 

 

Oggi sono uscita e sono passata nel parco. E indovinate chi mi trovo davanti… Hayama.

Sta correndo. E devo dirlo, con quella maglietta che risalta i suoi bicipiti, e i suoi tricipiti perfetti, è estremamente sexy. E i capelli bagnati, lo rendono… basta va!

Ha le cuffie, quindi deduco sia inutile chiamarlo. Ma ragazzi, io sono un mito nelle corsa, il pelide Achille era una lumaca, Zenone non conosceva me, altrimenti non avrebbe mai, dico mai, raccontato la storiella di Achille e la tartaruga, vedete dovrebbero fare un poema su di me, sarebbe molto più divertente di stragi, sangue epidemie di peste, guerre&co. Che ne dite di: Cantami o dea, della celere Sana, la sfiga funesta, che infiniti addusse risi agli amici… non suona così male poi. O si?

Si si sto divagando.

Comunque sono veloce, ho reso l’idea, e non ci metto molto a raggiungerlo, mi guarda con sufficienza, poi torna a guardare dritto.

“si saluta” l’educazione prima di tutto.

“Hayama” perché continua a ignorarmi? Che stupida ha le cuffie. No problem, gliele strappo proprio come ieri a scuola.

“ciao Aki, che fai?” domanda stupida lo so.

“corro” ma dai! Non ci sarei mai arrivata da sola, ma che gli posso dire in effetti me la so cercata. Si sta rimettendo le cuffiette, certo però che è proprio un maleducato.

“uffa e io che cerco di fare conversazione” l’ho per caso detto a voce alta?

“ecco non provarci e sparisci” ordine?

“uff Aki, ma non hai ancora capito che io gli ordini non li ascolto?”

Accelera, ma io li sto dietro tranquillamente. Poi si ferma di botto, e io lo copio, però a volte, molte volte non lo capisco proprio.

“ti credi veloce?”

“io non mi credo veloce, caro, io sono veloce”e modesta tre parentesi.

“a davvero?”

“si ti potrei battere anche dandoti un’ora di vantaggio” dico incrociando le braccia sotto il petto, lui ghigna. Non mi piace.

“non credo proprio”che cosa? No Sana fermati, non farlo, non fralo, non sfidarlo.

“scommettiamo?” come non detto.

“a chi arriva prima al gazebo, quello alla fine del parco, se vinco smetterai anche solo di rivolgermi la parola, a meno che non te lo dica io”

“ma se vinco io, tu mi dirai perché ce l’hai con tutti” rispondo sicura.

“non hai speranza” gli porgo la mano, io vincerò, non ci sono dubbi.

“al tre”

“uno…” fa lui

“due…” io

Insieme:“TRE”

E ci lanciamo nella corsa, però devo dire che è veloce, credo sia l’unico che riesce a stami dietro senza mangiare la polvere.

Ma come vi ho detto, io sto vincendo, e la distanza che ci separa diventa ogni passo più grande, ahah, Akito ti aprirai come un libro.

Vedo il gazebo finalmente, pochi passi e la vittoria sarà mia, mia, mia mia. MIA.

Ehi un momento, fermi tutti, che diavolo sta succedendo? Accelero, non posso perdere.

Corri Sana, corri, e così corsi per 3 anni ecc ecc (quanto corse Forrest Gump?), chissà chi è più veloce tra me e Forrest, forse lui è più resistente, devono essere le aragoste, a me non piacciono, ma credo che il suo amico gliele abbia fatte adorare, ma non è importante ora, mi preme di più il fatto che Akito corra davanti a me, e non dietro. Ma sbaglio o stavo vincendo?

Come è possibile che stia toccando il gazebo, ed io devo ancora fare alcuni passi per arrivarci? Qualcuno mi spieghi come è potuto succedere! ORA!

“hai perso” dice semplicemente. Io arrivo finalmente al gazebo, appoggio le mani sulle mie ginocchia, cercando di riprendere fiato.

“come hai fatto?” dico ancora con il fiatone.

“eri dietro di me” lui sorride, però ha proprio un bel sorriso. NON DISTRARTI! Ti ha battuto, non era mai successo.

“volevo farti credere di aver la vittoria in tasca, ed ora mantieni la tua promessa” cioè io non dovrei mai più rivolgergli la parola?

Sorrido, prendo dalla sacca il mio blocchetto e una penna. Lui mi guarda storto. Hehe, non ti rivolgerò la parola, ma posso sempre scriverti.

“-Aki, anche se hai vinto non mi arrendo-” legge il bigliettino, poi lo accartoccia e me lo tira in testa.

 “-aio-” scrivo.

“non chiamarmi Aki”

 “- Sappi che anche se non ti parlo direttamente, troverò il modo per romperti, non ti sbarazzerai di me” lui è incredibilmente impassibile.

“fa come vuoi” e se ne va correndo, quant’è bono! Devo capire che gli passa per la testa, e smettila di pensare ai suoi addominali!

Allora, perdoanata? Gli altri due personaggi entreranno presto nella trama, che tra l'altro non l'ho ancora ben decisa, ed è questo il motivo principale per cui ci metto tanto ad aggiornare, non so ancora cosa voglio che succeda!  E il secondo motivo è che il mio computer ha deciso di scioperare, spegnandosi di sua spontanea volontà, facendomi perdere tutto, o decidendo di non concedermi la conessione. Comunque, una cosa è certa, Akito non si libererà affatto di Sana... su questo non ci sono dubbi! Non so se sia riuscito questo capitolo, a voi l'ardua(mica tanto) sentenza.Allora una piccola recensionuccia?  

Un grazie comunque a coloro che avrannò coraggio anche solo di leggere.

E in particolare a: 

AngelOfLove:o si il sorriso lascia presupporre parecchio, ma le litigate, quelle le vedremo ancora parecchio prima di lasciare spazio solo a sorrisi e altro, voglio principalemente divertirmi e far ridere, e spero che questo capitolo ci riesca. Grazie per aver recensito.
ryanforever:grazie del complimento, mi fa veramente picere che ti piaccia(scusa la ripetizione XD), ma sopratutto che ti abbia fatto divertire, la ff è nata per questo.       
Geo88:non ci sono ancora stati grandi evoluzioni nella storia, ma piano piano, siamo solo al secondo capitolo... ho già qualcosina in mente. Non preoccuparti, grazie dei complimenti, alla prossima.
Manila:allora, soddisfatta?Sono curiosa di sapere cosa ne pensi. Non voglio far soffrire Sana più di quanto non la si faccia soffrire normalmente, e cercherò di farle mantenere questa ironia anche nelle situazioni un po' più scomode. Altrimenti sarebbe troppo facile, credo.
alexis_92:ciao, sono felice che ti piccia la mia ff, e ti chiedo scusa se la tua attesa è stata lunga. Sorry! Spero di essermi fattra perdonare, almeno un poco!
daygum, anche a te devo delle scuse per il mio ritardo, sono una frana! grazie del complimento e spero di non averti deluso. Me sarebbe tanto dispiaciuta! Grazie ancora per la recensione.

Un bacio a tutti

Lucia

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Capitolo 3
*** Se fai una promessa, la devi mantenere ***


Questa volta non ci ho messo tanto? più ora abbiamo una settimana di vacanza per carnevale, mi impegnerò a trovare spunti divertenti. Ma non mi perdo in chiacchiere! Ecco a voi il terzo capitolo.


 

Capitolo 3: Se fai una promessa, la devi mantenere

Aya ha avuto il coraggio di abbandonarmi un’ora prima della fine delle lezioni, e la cosa peggiore è che mi ha lasciata a prendere appunti per lei, il che sarebbe pure logico, se non stessimo parlando dell’ora di Storia dell’arte, storia dell’arte! Vi rendete conto a quale tortura mi abbia costretto!!?Ma siccome me l’ha fatto promettere mi ero concentrata al massimo a seguire la lezione di storia dell’arte, e ci stavo riuscendo, fino agli archi a tutto sesto di San Marco, c’ero! O anche fatto il disegnino delle cupole, quanto sono brava! Poi però una forza a me sconosciuta mi ha portata a voltarmi.

Non l’avessi mai fatto.

Un mio compagno mi sillaba una domanda: no…hidi?nonn?

Quando finalmente traduco quello che mi sta dicendo, bhe tutte le mie buone intenzioni di concentrarmi sui i capitelli, partono con un biglietto di sola andata per Ibiza. E con un budget niente male!

Ma volete sapere quel era la celebre domanda, quali le parole mi hanno fatto abbandonare la verace via?

E mi hanno gettata nella più totale confusione, parole che mi hanno sconvolto la giornata?

Ebbene sette parole gente, sette stupidissime e comunissime parole che mi hanno fatto passare tutta l’ora a rimembrare infantili ricordi! Ed eran queste:

Come si chiamava il nonno di Heidi?

Come si chiamava il nonno di Heidi?

Ma che cavolo ti fumi la mattina?  Quale sedicenne sano di mente si chiede una cosa del genere durante un’ora di lezione? Ve lo dico io! Noiiii!!

Come si chiamava il nonno di Heidi? E pur c’era un nome! Ma nessuno riusciva a ricordarlo, sconvolti da questa domanda, ci guardavamo come babbei, ipotizzando i più disparati nomi. E non so dirvi come ma siamo finiti parlare di chi disseminasse le briciole di pane, se fosse Pollicino, o Hansel e Gretel. Dietro questi dilemmi si cela il vero senso della vita! Bonolis fatti un giro. Io credo che la mia classe abbia veramente seri problemi! Isomma! Il nonno!!!!

 

E voi sapete che quando io mi getto in una conversazione, bhe diciamo che i toni non li mantengo moderati.. non sono tipo che riesce a sussurrare per un’ora intera su argomenti importanti come i cartoni!.. si spiega quindi il perché mi trovi con la porta della classe sbattuta in faccia, da un prof. abbastanza incazzato. Abbastanza? Era furioso! Vorrei dire urlare in classe- NOOOOOOO! NON SI CHIAMAVA COSì!! Non è proprio una cosa normale, ma sbattermi la porta in faccia!

È proprio qui davanti a me, un parete di compensato scadente, che mi sfotte con aria da snob! Pua!

Ormai anche le porte mi prendono i giro…Sana torna in te!

Voi di certo non pretenderete che io, me medesima, ipse me, se ne stia con un deficiente imbambolata davanti alla porta, ovvio che non lo pretendete. E che si fa in questi casi, ci si fa un giro per la scuola, nella speranza di incontrare qualcuno o qualcosa di veramente interessante.

 

E mentre m’incammino per i corridoi deserti, che poi non capisco come mai lo siano, mi viene naturale pensare a lui, non pensate subito male, è che voglio veramente capire perché cavolo è sempre così tenebroso, insomma che cavolo gli abbiamo fatto per farci odiare. Tsuyoshi mi dice che potrebbe essere “pericoloso per me” indagare, non so, comunque il mio sesto senso mi spinge a volerne sapere di più, e si sa proprio istinto non deve essere ignorato. Mi sa che non si sa, e che me lo sono inventata adesso, ma fa niente.

 

Per fortuna un’ora dura sessanta minuti, e per fortuna sessanta minuti sono sempre uguali, per la scuola non c’era un anima, nessuno, erano tutti in classe da alunni diligenti. Così ho girovagato senza meta per i corridoi fino a ritrovarmi di nuovo davanti alla porta snob della mia classe, e rientrare alla fine dell’ora per prendere la borsa. Pare che il dibattito sul nome del nonno si sia un po’ calmato, credo che ognuno approfitterà per andare a chiedere ai proprio compari, per avere nuove prove a favore. Che palle, oggi è una noia mortale. Per fortuna è finita, e adesso come consuetudine ce ne andiamo a prendere qualcosa da magiare tutti insieme da Niki. Per chi non lo sapesse Niki, non è un semplice fast food come tanti altri, perché è un fast food di giorno, un pub di notte, una pizzeria di sera, e un gelataio di pomeriggio. Niki è Niki, che poi perché si chiami Niki che di “iki” non c’è nulla dato che è un omone alto due metri e largo uno, non lo so, ma gli vogliamo un gran bene, e poi lui mi adora!

 

“Tu! Come ti è venuto in mente di abbandonare la tua migliore amica ben 60minuti prima della fine!!!!” soffio, mentre mi siedo, ad un Aya sorridente seduta di fronte a me, al fianco di un assonnatissimo Tsuyoshi.

“Avevo bisogno di lamentarmi e tu non c’eri!!!!”

“Dai, non essere tragica, come è andata?” come se non si vedesse dalla mia faccia.

“Uno schifo!” Quando sono tornata in classe, il prof. che tra l’altro è coordinatore di classe, come cavolo faccia a esserlo poi non lo capirò mai, mi ha consegnato la pagella.

“Sei la solita esagerata, fa vedere” esagerata è una catastrofe, Katrina ha fatto meno danni.

“Esagerata? Aya ma ci vedi? C’è una voragine al posto del voto di matematica!”

“E si in effetti” fa una smorfia.

“Kurata, vedo che l’esercizio dell’altro giorno ti è fruttato un bel voto” questa, questa insulsa, fastidiosa, e profonda voce, che ora saluta Aya e Tsuyoshi, non è la mia coscienza, che ormai ha rinunciato, no questa è la voce di quello schifoso presuntuoso, che si è piazzato alla mie spalle. Vi avevo detto che Niki è il punto di ritrovo per tutti quelli dalla mie età in su? Quindi è facile incontrare individui discutibili.

“Aya puoi dire al nostro genio incompreso di non rompere?”

“Perché non glielo dici tu?” fa perplessa

“Allora non le hai detto di come il sottoscritto ti abbia battuto?” in questo momento, lo sto odiando con tutto il mio cuore, e non immaginate quanto.

“Di un po’ vuoi morire giovane?” sbotto girandomi verso di lui, che mi era arrivato alle spalle.

“Pensavo che mantenessi le promesse, ma mi sbagliavo” fa serio.

“scusa” dico abbassando lo sguardo.

Un momento. Ho chiesto scusa ad Hayama, ma che siamo matti, e adesso che gli chiedi di perdonarti? Lui però è scioccato quanto me.

“Mamma mi uccide” faccio tristemente ad Aya, per levarmi dall’imbarazzo.

“A come se non lo sapesse che vai male” ma grazie! Grazie tante, bell’amica! Certo che se fossi depressa voi mi tirereste proprio su.

“Glielo avevo promesso” odio quando non riesco a mantenere le promesse che faccio.

“Ma con il nuovo film, ho trascurato troppo la scuola, e i miei voti in matematica ne hanno risentito trop…” dico a mo’ di spiegazione, prima di essere interrotta da uno zzzz

C’è qualcosa che vibra nella tasca destra della mia giacca ? Che cavolo…Rey. Santo cielo, Rey trovati una ragazza, sei il mio menager sembri un fidanzato geloso! Che vuoi!?

“- Sana Tesoro! Ho un NO-TI-ZIO-NE!!!!!!!! Sono riuscito a farti AVERE LA PARTE!!!!!!!!!!!! IN QUEL FILM CON NAOZUMI KAMURA!!!!!!!!!!!!!NON SEI EUFORICA?Alle 4 agli studio-“

Io no tu decisamente troppo. Avrai usato centocinquantamila punti esclamativi.

“Noo, non mi va di andare agli studii….oggi dovevo essere libera!! uffaa …e poi chi è Naozumi Kamura voi lo conoscete?” dico ad alta voce rileggendo il messaggio.

“CHE COSA?” urla Aya.

“Rey mi ha appena mandato un messaggio in cui dice che farò un film con questo” spiego alla mia amica che è già in crisi, mostrandogli lo schermo del telefono.

“ma chi la fatina?” ok, il fatto che Akito si sia seduto al mio fianco è di per se sconvolgente. Poi che abbia parlato di sua spontanea volontà è scioccante, e se ci aggiungete che sta parlando di un attore che la sottoscritta non conosce, be allora, ho visto tutto nella vita.

“NON CHIAMARLO COSì” lo rimprovera Aya. “o Sana è fantastico, è un ragazzo stupendo, EHI NIKI vieni, dobbiamo festeggiare, Sana reciterà con KAMURA!!!!!” che entusiasmo ragazzi, ma chi cavolo è?

“O Tesoro è fan-ta-sti-co! Ecco, offre la casa” e ci porge quattro fette di torta al cioccolato.

“ma si può sapere chi è questo?  E poi come fai tu a conoscerlo?”

“Tutti sanno chi è Kamura-la-fatina-l’idolo-delle-galline” ma guarda tu è capace di fare dello spirito pure lui. Aya non è poi così felice, però.

“non è un fatina, e noi non siamo galline, è un eccellente attore, ha recitato in un mucchio di film!!!! Lascialo perdere Sana, è solo geloso perché Kamura è più bello e famoso di lui!” fa gelida. UU si fa interessante. Mi chiedo come faccia Akito a conoscerlo.

“si geloso della fatina, io posso avere tutto quello che voglio”

“tranne la fama, la bellezza e il denaro che ha lui” ribatte lei

“ma fammi il piacere. Non ha un minimo di muscoli, Akito lo schiaccerebbe in due secondi” risponde Tsuyoshi, chissà come ha fatto a trovare il coraggio di contraddire la ragazza.

“AAAh non è affatto vero, ha un corpo scultoreo!”

“e tu che ne sai?”

“ecco io, io, ecco” è più rossa dei miei capelli!

“ehi Niki, ci porti due birre, così brindiamo alla fama, alla bellezza e al denaro della fatina” ordina autoritario Akito. “si capo!”

“Perché fatina?”

“Perché è una fatina! Un damerino, un rammollito,un” okay, hai reso l’idea.

“è UN GENTILUOMO! E NON è ROZZO COME TE! Sana mi farai avere un autografo! TI prego!Farò qualsiasi cosa”

“Qualsiasi cosa, interessante…” le deglutisce spaventata.

“E va bene…” tanto ho ancora la storia delle foto con cui ricattarla.

Nel frattempo Tsuyoshi e Akito si lasciano andare a una serie di battute poco eleganti nei confronti del mio nuovo futuro collega.

 

 

“Eccomi Rey” eccolo, il mio menager, alto, ben vestito, un ciuffo di capelli che non segue la pettinatura all’indietro, e che ricadono su di un paio di occhiali da sole neri. Mi abbraccia un po’ troppo calorosamente, e mi sorride felice. Rey sarà anche un rompiscatole ma il suo sorriso lo batte solo uno! E non c’è bisogno di dire a chi appartiene vero?

“Sana sei quasi in ritardo”

“o ti prego! Invece di, di che parla il film?” solo ora mi sto rendendo conto che di questo film non so niente. E a quanto pare Rey nemmeno.

“Non avrai accettato senza leggere uno spunto di copione?” no, non di nuovo!

“ecco io…”

“REY!! MA CHE TI VIENE IN MENTE! ERAVAMO D’ACCORDO CHE NON AVRESTI ACCETTATO Più NIENTE SENZA SAPERE DI CHE PARLA!” io non lo so, non lo so che ha questo al posto del cervello, segatura? Cerume? Materia oscura?

“ma.. Kamura!”

“per quanto ne so io questo potrebbe essere anche un porno!!! Ti rendi”

“o no io non girerei mai film del genere!” chi cavolo è che parla interrompendo il mio discorsetto a Rey?

“scusa tu chi sei?” sbotto a un ragazzo non molto più alto di me. Ha un che di familiare, ha gli occhi celesti, un viso…delicato e dei capelli, dei capelli di cui non so definire il colore. Una cosa tra celeste, azzurro e lila. A un che di fatato in effetti, ma non credo sia questo il motivo del sopranome.

“Naozumi Kamura, piacere” aa la fatina!  “tu devi essere Rossana” mi porge la mano, la sua voce è molto diversa da quella di Rey, che è profonda e adulta, o da quella di Hayama, no questa è fanciullesca.

“Si sono io, piacere” emh che gli dico?

“Allora il tuo menager ha accettato senza leggere il copione?”

“si, è stato un po’ impulsivo, si è fatto trascinare dall’entusiasmo” faccio io mentre guardo Rey, e poi torno a guardare la fatina, ops pardon Kamura.

“tu sai di che parla?”

“si mi hanno mandato il copione, è una bella storia, una storia piena di sentimento, d’amore” che schifo! Un romanticone.

“aah bello”

“tu sei la protagonista?”

“chi-chi io? Rey?”

“Si, Sana ha avuto la parte di Isotta” Isotta? O mio dio, non dirmi che è la storia d’amore tra quei due, tra Tristano e Isotta! No, no no che gli è saltato in mente!

“Fantastico, io sono Tristano!!” il mio dito di alza a indicarlo.

“tu-tu sei, sei Tristano?” lui annuisce felice, bene Rey sei morto!

“Però c’è un problema” cioè il fatto che tu sia Tristano e io Isotta, si in effetti è un problema.

“cioè?”

“Sei rossa” quindi?

“scusa?”

“Sei una rossa, i tuoi capelli sono rossi!” senti chi parla!

“Ehi scusa ma hai visto i tuoi di capelli!? Che colore sarebbero eh?” ma guarda tu! Ride, una risata cristallina.

“No, non era un’offesa! Colpa mia, scusa, intendevo dire che Isotta, come tutte le donne delle storie d’amore della tradizione cortese, sono bionde” quanto parla questo! È una macchina. E il tono di voce, ora capisco il perchè della Fatina.

“Non mi farò bionda!” no! No! No e no!

“Sana ma se lo chiedono devi farlo”

“questo è uno dei motivi per cui ti avevo chiesto di leggere prima di firmare un contratto!”

“Scusa Kamura, dov’è il tuo menager?” che mi ignora!AAAAAA! Sono offesa.

“Di là signore” e indica una porta lungo un corridoio, Rey si avvia e mi lascia sola con Kamura.

“Allora Kamura”

“Chiamami Naozumi” eeeeee.

“si emh, Naozumi” che gli dico? Help! “be, tu sai come sono finita a fare questo film, tu, invece, come mai hai deciso di farlo”

“Mi sono sempre piaciute le storie d’amore epiche” ooooooo.

“ma non mi dire, quindi”

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA” un coro di urli arriva pericolosamente verso di noi. Un mucchio di ragazzine assatanate si avvicinano troppo velocemente per trovare una via di fuga. Ma chi sei tu?

“Ciao ragazze, calma per favore calma!” lui non è affatto spaventato. Firma autografi a destra e a manca, sorride gentilmente a chi lo chiama, guarda ci sono due o tre ragazze che stanno piangendo, addirittura.

“O Naozumi, sei così bello!” e tu molto timida!

“Nao! Nao!Nao, posso avere una foto con te? ?”

“Certo, Rossana potresti?” e? chi io? Scusate mi ero incantata.

“si-si certo” Prendo la macchina fotografica della ragazza e scatto la foto. Lei ringrazia e gli da un bacio sulla guancia. Lui le sorride dolcemente e la ringrazia, poi riprende a firmare autografi. Senza mai smettere di essere gentile, e non sembra affatto scocciato, anzi sembra, sembra sincero, non avevo mai visto un così, così dolce.

Quando finalmente finisce, si rivolge a me e mi sorride.

“Scusami”

“no e di che! Figurati” è così strano questo ragazzo.

“Vogliamo andare”

“Andiamo”

 

 

 

“Rey non mi farò bionda!” no, no, no, no e no!

“Sana non fare la bambina! Se non fosse un esigenza, non te lo chiederemmo!”

“BIONDA! MA STIAMO SCHERZANDO! CON CHE FACCIA MI PRESENTO A SCUOLA!”

“non essere sciocca, con la tua!” che razza di cretino. Ma il mio sguardo spegne immediatamente il suo sorriso. Io non posso farmi bionda! Chiaro, passino le lenti a contatto azzurre per farmi gli occhi chiari, ma bionda, no, andiamo, siamo seri!

“Sana, è questione di essere professionali, devi dimostrare che tu sei disposta a modificarti per entrare di più nel personaggio, che non sei una super star viziata!”

“ma bionda!!”

“ne stai facendo una tragedia per niente! Dimostra di essere un’attrice di alto livello, dimostra a quelli che ti dicono che hai solo un bel corpo, che vali! Che hai talento da vendere, che non sei una gallina senza cervello” belle parole, però bionda… e va bene, così voglio vedere se Akito dopo la mia sublime performance avrà il coraggio di dire qualcosa.

“va bene”

“si, brava Sana, per fortuna, il contratto era irreversibile, e poi tranquilla, le riprese inizieranno solo tra un mese” ma sentilo!

“Sana?”

“mm?” ho in mente la mia testa con la chioma bionda.

“non ti hanno dato la pagella oggi?” ops. E adesso?

“perché non ne parliamo quando arriviamo?” dico mentre mi slaccio la cintura molto lentamente.

“Sana” al tre. Uno, Tolgo la sicura alla porta.

“sai quanto sia importante l’istruzione” due. Prendo la borsa che ho tra i piedi con la mano destra.

“molti registi ritengono che un alto livello di cultura aiuti gli attori a penetrare di più i personaggi quindi” TRE!!! Apro la portiera e esco fuori dall’auto in corsa.

“SANA TORNA SUBITO QUI! SANA!SANA !” corri, corri, corri. Corro in  direzione opposta a quella della macchina e svolto nel primo incrocio che trovo. Rey si arrabbia sempre moltissimo quando lo faccio. Quindi è meglio far calmare le acque prima di tornare a casa.

“zz-zz” o no lo avevo dimenticato.

“pronto?” sprizzo allegria da tutti i pori.

“SANA, CHE TI È SALTATO IN MENTE, SEI PAZZA, POTEVI FARTI MOLTO MALE, FORTUNA CHE IO GUIDO PIANO” tu sei una lumaca al volante!

“CHE HAI INTENZIONE DI FARE, TORNA SUBITO QUI! ORAA!”

“si Rey, ci vediamo a casa, ciaooooo”

“SANA NON PROVARE A RICHIUDER” ciao ciao Rey.

Dite che sono cattiva con lui? Naaaa.

Che ore saranno? Le sette e mezza. Va è meglio avviarsi verso casa. Certo che dovrò trovare una buona scusa questa volta. Una per il voto di matematica, una per la pagella in generale, e una per quello che ho appena fatto! Fantastico, tre scuse, io sono brava a fregare Rey, mamma è più difficile, ma tre scuse. O no! Il professore è il coordinatore! Avrà chiamato per dirle che mi ha sbattuto fuori! Fantastico quattro scuse!

“SEI LA ROVINA DELLA MIA VITA!” chi è che urla in questo modo disumano, neanch’io riesco a urlare così.

“NON HAI IL BENCHÉ MINIMO DI RISPETTO PER NOI, TI AVREMMO DOVUTO SBATTERE FUORI CASA QUANDO NASCESTI!” è isterica questa! Il dottore raccomanda camomilla.

“È TUTTA COLPA TUA!” voglio imparare anch'io a urlare così, poi vogliov edere se Rey accetta anche solo un altro contratto senza leggerlo.

“IO NON HO IL TEMPO DI ESSERE RESPONSABILE DI OGNI CATASTROFE CHE TI SUCCEDE” o mio dio questo è.

“SI INVECE, SE NON CI FOSSI TU, LA MIA VITA SAREBBE DI GRAN LUNGA MIGLIORE, E LUI MI NON AVREBBE MAI LASCIATA!! TI ODIO!!”

“NON DARE LA COLPA A ME SE NESSUNO SANO DI MENTE TI VORREBBE COME FIDANZATA! SEI ISTERICA! LA TUA SOLA VOCE È INSOPPORTABILE!” si questo è proprio.

“VAFFANCULO!” uu aia.

“DOPO DI TE!” Hayama.

“ADESSO BASTA! TROVATI UN ALTRO POSTO PER CENARE STA SERA, E VEDI DI NON RIENTRARE FIN QUANDO SIAMO SVEGLI!!”

“SENZ’ALTRO!” o santo cielo. Quel uomo, è così così simile a lui, ha il suo stesso taglio degli occhi, ha la sua stessa altezza, che sia, no un padre non si comporterebbe mai così con un figlio. lo ha trattato con un disprezzo inumano, e quella ragazza! È stata crudele. Vedo Hayama tirare un calcio contro il muretto. E poi avviarsi verso la strada. Mi avvicino lentamente alla casa dove abitano quei due pazzi, e resto di sasso quando leggo Hayama, è casa sua, è la casa di Akito!

 

Torno indietro di corsa, sono spaventata, come può Akito vivere lì. Svolto a destra, e continuo a correre, come si può urlare in faccia ad una persona quelle cattiverie, accusarlo di essere la rovina della propria vita, come si può mandarlo a cenare fuori da solo? Come?

Come può dormire la notte quella ragazza? Come fa a volerlo fuori di casa? Dio è suo fratello! Sangue del suo sangue! Non sa lei cosa significhi non avere un parente di sangue al mondo! E quel uomo, come può trattare così suo figlio! Come? E perché la mamma non dice niente, come può permettere che lo trattino così.

Eccolo finalmente, sta entrando da Niki, lo sapevo, lo sapevo che sarebbe andato da lui, me ne sono accorta da come ci parlava oggi pomeriggio, ora però come faccio?

Prima cosa da fare è avvertire casa, non voglio che Rey spieghi le forze dell’ordine in mia ricerca. Dai rispondi, su!

“Mamma! Ciao, senti io mangio da Niki sta sera, non preoccuparti per me sto bene. Un bacio ciao!”

“sana as” non ho il tempo di parlare ora!

Dimmi che ho carta e penna, borsa non abbandonarmi. Si! Perfetto.

Entro.

“Ciao Niki!”

“Ciao Bella! Come mai a quest’ora?”

“Sono appena uscita dagli studi, e indovina un po’ chi ho conosciuto?”

“Kamura!?!!!” non sono un ottima attrice?

“in persona!”

“e com’è?” com’è, dunque l’unico aggettivo che mi viene in mente è:”gentile!”

“ti preparo un tavolo?” ora, faccio la finta tonta e mi giro intorno.

“o guarda chi c’è Hayama”

“ehm Sana, non ha avuto una buona serata, non tormentarlo” lo guardo, ha gli occhi tristi. Troppo tristi, per essere un barista che ha un cliente abituale. Profondamente tristi, per essere un conoscente. Troppo. Lo hai cresciuto tu, vero Niki? Nelle sere in cui lui non poteva stare a casa, lo hai accolto tu. Sei il padre che non ha avuto?

“lo so” mi guarda interrogativo, ma non gli do il tempo di ribattere. Mi avvicino al tavolo, lui ha lo sguardo fisso su un bicchiere di birra vuoto. Mi siedo davanti a lui, e caccio carta e penna. Una promessa è una promessa. E ahimè se lui non me lo permette dovrò scrivere a vita.

 

E allora?  Era ora di far entrare gli altri personaggi. Dunque, Sana incontra Kamura (la fatina, non è una mia pura invenzione, ultimamente ho rivisto troppo spesso Slevin- Patto Criminale, e ne risento ancora l'influenza!). Rey, resta il menager che vuole fare di Sana una grande star, e vede opportunità ovunque, e poi Akito, lei non sa bene la sua condizione famigliare, non sa della mamma, sa solo quello che ha visto. Un uomo, presumibilmente il padre di Akito, e una ragazza. Che altro? A si la storia del nome del nonno, è successa veramente, ma non sono stata sbattuta fuori, poi il pomeriggio sono andata alla ricerca del nome su internet, e sono rimasta scioccatta dal numero delle discussioni che ci sono! Comunque per me il nome resta Tobias. Che ve ne pare? 

Ringraziamenti:

rayanforever:fai il tifo per Sana? E si Sana  è in tutti noi, ma anch'io vorrei essere al posto di Sana certe volte! Poi tra un testardo e  un'orgogliosa, che ci si può aspettare!? Grazie della recenzione! A presto.

alexis_92:figurati, grazie a te per aver recensito ancora, mi fa infinitamente piacere che ti piacciano questi capitoli, i prossimi saranno un'evoluzione della storia, e spero continueranno a piacerti.

DenaDena:grazie del la recensione,  sono contenta che i riferimenti ad altri film ti piacciano, perchè io ne faccio sempre in tutti i giorni, sono moolto influenzata da certi film, e devo dire che cerco sempre di non metterne molti, altrimenti creod che i dialoghi rallenterrebbero troppo e perderebbero la velocià del botta e risposta. Grazie ancora, e alla prossima.

MaKiCo:credo, anzi spero, che quel -hahahahahahah[...]!!!- sia una risata, da cui deduco che ti abbia fatto ridere? E quindi che ti sia almeno un po' piaciuta? Spero lascerai una recensione più emh lunga, a questo capitolo, se vorrai.

Manila:grazie infinitamente, mi riempie di gioia sapere che ti piace, e continuo a tenere le dita incrociate nella speranza che non ti abbia deluso! La storia del blocchetto mi è venuta da un'esperienza personale, una volta, sono stata tutto il giorno senza voce e usavo davvero il blocco per gli appunti,sembravo una pazza! E poi una lavagnetta non sarebbe stata credibile!  E riguardo al tormentare Akito, credo che quello che Sana ha sentito l'abbia convinta definitivamente a stargli vicino, ma non dico che li permetterà insulti o quant'altro, anzi.

elyranma:del bel tenebroso, ha scoperto poco e troppo, poco per sapere tutta la storia, troppo per non interessarsene. Sana non demorde, e poi dovrà affrontare la pagella. grazie per la recensione a presto.

Maty:grazie del complimento, e sono contenta che ti piaccia, lo so hai perfettamente ragione, sono lenta, lentissima, ma ora ho una settimana di vacanza, proverò a impegnarmi di più, nel frattempo goditi questo capitolo, che ho postato velocemente almeno questo! Un bacio

Un bacione a tutti!

Lucia

 

 

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Capitolo 4
*** Quel mio stupido orgoglio ***


Giusto due paroline, poi vi lascio al capitolo, credo che questo Akito sia un poco OOC...  sta a voi giudicare, buona lettura!

Capitolo 4: Quel mio stupido orgoglio

  

 

   “-Ciao Aki!!-“  ma guarda come devo fingere!

   “Sparisci” e come dargli torto. Neanche io vorrei sentire una rompiscatole come me dopo un litigio così.

   “-Ma smettila, tanto lo so che ti fa piacere la mia presenza-“ Sana Sana, stai giocando con  il fuoco, ed è troppo facile bruciarsi.

   “Kurata, non è aria, sparisci”…sta perdendo la pazienza devo inventarmi qualcosa.

   “-Ma dato che questa sera mi sento allegra-“ legge mentre scrivo

   “Non mi dire” il mio sopracciglio si alza involontariamente, fai del sarcasmo?

   “-voglio offrirti la cena-“ cosa cosa cosa? Possibile che non penso nemmeno prima di scrivere?

   “?!” sto iniziando a scrivere quando mi dice:”So leggere e basta con questi, sei fastidiosa!”

Io lo guardo con un sorrisone aspettando che lo dica, avanti dillo. Daii!

   “Hai vinto, parla!” SSSSIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!! Nella mia testa parte l’inno alla gioia di Behtovenn. Naanaanaanaanaanaaaaaaanananananaaa.nana! Forse non fa proprio così, particolari.

   “OOOO finalmente, stava per venirmi un crampo alla mano!”

   “Succede a chi non sa scrivere, sai non è abituato” però è bravissimo a farmi perdere la pazienza. Quello che invece mi stupisce è che è antipatico nella norma. Voglio dire non sembra più scorbutico del solito, è nomale. È esattamente come mi sarei aspettata di incontrarlo, in un momento qualsiasi.

   “vieni!?” e gli porgo la mano.

   “Dove?”

   “Ho detto che ti avrei offerto la cena o sbaglio?” e adesso lo devo pure portare a cena fuori, ma guarda un po’ in che guaio mi sono cacciata!  “Allora ti piace il sushi?” ragazzi fermi tutti…giurerei di aver visto un lampo nei suoi occhi alla parola sushi.

   “Non mi dispiace”

   “Che significa che non ti dispiace? Me lo spieghi? Anzi no, me lo spieghi dopo, Niki torniamo più tardi!” e lo trascino davanti al bancone.

   “Okay, …e comunque quando dice che non gli dispiace significa che ci va pazzo!’” mi sussurra all’orecchio. Hai capito Aki.

   “Ciao ragazzi a dopo!”

Okay lo devo ammettere, Niki ha un difetto, non vende pesce. E si! È una grave mancanza! Ma forse è più igienico. Non trovate?

 

   "Aki, quanto ne sai di Heidi?" lo so lo so, ma sta storia mi è rimasta in testa! Mi guarda storto. Guarda che è solo una domanda!
   “ok lasciamo perde...Da quando conosci Niki?” troppo invadente?

   “A te che importa?” chiede sospettoso.

   “uffa Aki, era solo una domanda per conversare!”

   “erano meglio i bigliettini almeno ci mettevi tempo tra una cazzata e l’altra! E piantala di chiamarmi così”

   “ehi, sia chiaro, io non dico cazzate, le mie parole sono sempre piene si saggezza e verità, sono pensieri profondi i miei!”

   “come no”

   “che vorresti dire?”

   “che sei una stupida”

   “e tu un idiota”

   “gallina”

   “arrogante”

   “ricreduta”

   “deficiente”

   “quello che manca di intelligenza non sono io”

   “è una chiara allusione alla mia pagella?”

   “non l’ho detto io”

   “a si? E fammi vedere la tua intelligentone.. scommetto che non hai neanche una sufficienza, non ci sei mai a scuola” con mia enorme sorpresa caccia un foglio tutto ripiegato dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni, e me lo porge, io lo apro con curiosità e rimango allibita.

   “hai 8 in matematica e 9 in fisica?” sono spiazzata, non lo facevo così bravo, questo mi diventa un nobel! Ritiro tutto quello che ho detto, ma non glielo dirò mai.

   “allora ritiri quello che hai detto, o sei troppo orgogliosa?” certo.

   “lo prendo come un complimento”

   “non lo era” grrrr,

   “antipatico, Kamura oggi è stato molto più gentile di te” ah, beccati questo!

   “certo hai mai visto una fatina scorbutica?” in effetti ha ragione.

   “non chiamarlo così” e poi in quanto a essere scorbutici basti tu.

   “a ti sei unita anche tu alle gallinexKamura?”

   “no, è stato molto carino con me, e non ho motivo di parlarne male, io, non sono gelosa!”

   “neanche io” sibila offeso.

   “sembrava”

   “comunque siamo arrivati!” lui si ferma e alza lo sguardo verso l’insegna luminosa, sopra una grande porta di vetro. Poi mi guada per la prima volta da quando siamo usciti.

   “guarda che paghi tu” non proprio.

   “lo so”

   “questo è uno dei posti più cari, ne sei cosciente?” o si che ne sono cosciente, lo scelto a posta.

   “lo so”

   “hai fumato!?”

   “ma no! Scemo. Non potevo farti mangiare sushi scadente se ti ho invitato io a cena, che figura ci farei” in realtà faccio pagare tutto a Rey, così impara! La vendetta è piatto che va gustato freddo, muahahhaha, immagino già la faccia che farà quando vedrà il conto.

   “non ti credo” non mi piace se riesce a capirmi.

   “te lo spiego dopo! Avanti fidati.” Non è affatto convinto ma entra, deve proprio piacergli il sushi.

 

 

                                                                                   *

 

 

   “Mio dio, Aki, hai un buco nero al posto dello stomaco” dico mentre rientriamo da Niki. Si sarà mangiato una quarantina di porzioni! Una dopo l’altra. Non mi aspettassi una gran conversazione, ma così, era talmente impegnato che annuiva solo. Fortuna che paga Rey.

   “senti chi parla”

   “Ciao belli, vi siete divertiti?” ci urla Niki da dietro il bancone mentre serve un paio di clienti contemporaneamente.

   “Su Niki sii serio, chi è che non si diverte con me?” dico girando su me stessa, ride sonoramente.

   “nessuno, piccola!”

   “ma zitta” mi raggiunge Akito al bancone.

   “zitto tu! Ti ho offerto la cena” ribatto appoggiando la mano destra sul mio fianco… in stile maestria d’asilo.

   “non te l’ho chiesto io, e poi non me l’hai offerta tu, ma il tuo gigolò” questo non te la perdono! Gli tiro un leggero pugno sulla pancia… e credetemi se avessi fatto sul serio, mi sarei frantumata la mano. È una roccia!

   “ehi non offenderlo, e poi scusa non posso cenare con un mio amico e divertirmi?”

   “noi non siamo amici”

   “Certo che lo siamo! Andiamo a sederci” e lo trascino ad un tavolino. Mi guarda per un po’ poi: “Perché lo fai?” o-ooh e che gli dico ora? In realtà non saprei dirtelo, volevo avvicinami a te già prima di oggi pomeriggio, ora voglio aiutarti, ma non so dirti il motivo, sento che lo devo fare, sento che lo voglio fare. E troppo senza senso?

   “cosa?” prendiamo tempo.

   “questo, parlarmi…in continuazione

   “te l’ho detto che non ti saresti liberato facilmente di me” anzi, non ti saresti liberato e punto.

   “Niki” ed ecco che arriva il mio amicone, con una birra per Akito.

   “è la seconda volta” mi guarda come si guarda una versione di Cicerone.

   “oggi è la seconda volta che ordini da bere solo per te” spiego.

   “vuoi un succo di frutta?...tu non bevi”  afferma sprezzante, e infatti io non bevo. Però tu poi essere gentile.

   “certo che bevo” ma cosa? Se non hai mai tocca alcool in tutta la tua lunga vita di quasi diciassettenne.

   “ma fammi il piacere” io lo guardo con sfida e lui mi rimanda un ghigno quando fa scivolare la bottiglia fino a me. Dai Sana è solo birra.

   “Niki, la bimba ha sete” chiedendo due di non so che con la mano.

   “capo è una bambina” bambina?

   “ehi bambina a chi, portami quello che ti ha chiesto!” ma guarda tu, bimba, ma va! Niki non ci pensa due volte, e arriva subito con due bicchieri, che posa uno davanti a me, e uno davanti ad Aki, e una bottiglia piena.

Questa non è di certo birra, no no. Ho paura di sapere cos’è.

   “alla calata” ops, forse era meglio che mi portasse un succo di frutta. Posso cambiare ordinazione? Sei una cretina! Stupida! Sei un deficiente, ora come pensi di levarti da questo impiccio?

Vedo i suoi occhi guardarmi con sfida, e quel ghigno sulla sua faccia da schiaffi, mi fa venire i nervi è convinto che io non lo faccia, e forse non dovresti, è convinto che io non sia capace, e infatti non lo sei, ma si sbaglia di grosso. Sicuro Sì, si sbaglia.

   “dai” il suo sguardo dice mille parole, e io che posso fare, di certo Sana Kurata non si tira indietro di fronte ad una sfida, ergo  prendo il bicchiere e lo bevo tutto di un sorso……….Io,io……. …….MIO DIO QUANTO CAZZO BRUCIA! AHH-AH LA MIA GOLA! ARIA ARIA! BRUCIA!! BRUCIAA!!!!AHHHHH! Stringo i denti, e anche gli occhi, finché il bruciore non diminuisce e posso riaprirli, ho quasi le lacrime! Ma è legale sta roba? E guardatelo quello, guardatelo come se la ride, come si fa beffa di me! Ti faccio vedere io! Prendo la bottiglia e riempio il mio e il suo bicchiere, e glielo sbatto davanti. Lui mi scruta, io invece lo guardo di sbieco, convinta, decisa.

   “alla calata” lo imito inclinando il capo, alzo il bicchiere a mo’ di brindisi, e di nuovo giù. Brucia brucia, però questa volta non stringo gli occhi ne i denti, ribatto il bicchiere vuoto sul tavolo. Lui mi porge la bottiglia, ancora? O mamma, e va bene!

E ancora, questa volta ne sento anche il sapore, e non è affatto male, anzi, quasi quasi ne provo ancora un po’.

   “però non ti facevo così coraggiosa” non è coraggio stupido, è orgoglio.

   “non mi conosci”

   “o forse è solo orgoglio” non mi piace affatto sto fatto che capisce i miei pensieri. Generalmente mi sgama solo mamma, e nessun altro, ho sempre saputo essere credibile, è il mio lavoro tra l’altro, ma lui, grr, lui capisce i miei pensieri ancora prima che li pensi!

   “Kurata ti sta suonando il cellulare”…e il bello è che c’azzecca sempre! Che rabbia!! E ora che ci penso, è la seconda volta che mi faccio fregare da lui. Vorrei strozzarlo, grr! .....Davvero?

   “o a si, -Pronto? Mamma ciao….. si si sono da Niki…… no no torno da sola, ioeh, ops scusa ho il singhiozzo….si vai pure a letto, notte ciao”

   “devo andare” cerco di alzarmi, ma con poco successo, perché ricado come una pera cotta sulla sedia, Akito ride, mentre si porta alla bocca quella che era la bottiglia di birra. Almeno lo faccio ridere! Anche se lui sghignazza di me, il che non è bello, sono al centro dell’attenzione di tutti, e non per aver fatto una cosa eroica.

   “meno male che lo reggevi l’alcool” sta zitto, brutto imbecille è colpa tua se sto così, tua e del mio stupido orgoglio.

   “taci”

   “la accompagni tu” gli chiede Niki

   “non ho bisogno di essere riaccompagnata, sto benone” Niki non mi calcola, si rivolge solo ad Aki. Ehi io non sono ubriaca!

   “è stata lei a cominciare!” protesta però sempre con distacco.

   “Akito”

   “e va bene, vieni super star”

   “Sana, il mio nome è Sana, non è difficile, Sa-na, dai prova, Sa-na!” mi aiuta ad alzarmi e mi porta fuori, mi guarda negli occhi. Ve lo mai detto quanto sono belli i suoi occhi, profondi, sembrano risucchiarti. Non riesci a staccarti, sono peggio del tranello del diavolo, non puoi non guardarli, sono stupendi, per non parlare del resto, no è l’alcool che mi fa sparlare. Ma quale alcool, è un bonazzo, ti piace anche da sobria! Non mi piace! Anzi ora sembra anche più bello.

Guardatelo com’è sexy, i capelli svolazzanti e scompigliati, il viso duro, sotto la giacca di pelle rigorosamente nera la camicia a righe, nera che scopre leggermente quei pettorali perfetti, e una collana di quelle elasticizzate bianche; i pantaloni di un marrone pastello larghi ma eleganti, retti da una cinta di quelle sportive, nera. Una perfetta visione. Sana finiscila, ma cosa, è uno stra…basta!

Ci avviamo per la strada, in silenzio, non so a cosa lui stia pensando, molto probabilmente alla mia pietosa figura, io invece non faccio altro che vedere i suoi occhi. Mi hanno incantata dalla prima volta che li ho visti, ma adesso, a quella distanza….fiuuu.

   “sai che hai dei bei occhi” che cosa hai detto? Che cosa hai fatto! Sgrano i miei occhi, l’ho detto davvero. Certo che sono stupida.

Ma guardalo è arrossito.

   “aaa sei arrossito!!!!” vuoi stare zitta una buona volta?

   “non sono arrossito, e se non la smetti ti ci mando a calci a casa”

   “potresti anche essere più gentile!”

   “appunto potrei”

   “si, potresti benissimo esserlo con le persone che ti circondano”

   “sono circondato da idioti” fa quasi tra sé.

   “idiota ci sarai tu, sarai anche un figo da paura ma in quanto a carattere devi lavorare parecchio”

   “che hai una cotta per me” fa ridendo.

   “ma quale cotta! Per uno come te…tzs” non sono completamente andata, un minimo di razionalità mi è rimasta.

   “menomale, sei troppo poco formosa per i miei gusti” mi sta provocando, lo so e infatti non risponderò.

   “ma vaffanculo, io sono perfetta” ok, ho parlato troppo presto, ma non è che abbia il pieno controllo della mia bocca ora, non ce l’ho in condizioni normali, quindi…

   “certo, e come mai non riesci a tenerti in piedi” infatti devo appoggiarmi a lui. Il che non mi dispiace affatto. E mentre cerco di camminare in una posizione decente senza fare voli, perché diavolo mi sono messa i tacchi per andare agli studio?! È un miracolo che non sia caduta mentre uscivo dalla macchina. Abitudine? Eheh.

Non noto la bella buca su cui il mio tacchetto va a scivolare per poi spezzarsi e farmi cadere di lato, e nello sforzo che Akito fa per riprendermi gli scivola dalla camicia una seconda collana dal filo nero, c’è al posto di un ciondolo un anello, sembra oro bianco, è un anello discreto, una semplice fedina, ma è molto bello.

   “che bello, è tuo? Chi te lo ha regalato?” mentre me la rigiro tra le mani.

Lui la strappa dalle mie mani e se la rimette dentro la camicia.

   “cerca di non cadere in continuazione, non sei una piuma” è una mia impressione o ha cambiato velocemente argomento? Cambiato? No ha letteralmente ignorato l’argomento, come se io non avessi detto niente, chissà perché.

   “Aki, sono stanca perché non ce ne stiamo un po’ qui al parco” sento le forze abbandonarmi, e l’ultima cosa che percepisco sono le braccia di Akito che mi sostengono e poi più niente.

 

 

                                                                                  *

 

 

   “mm” apro gli occhi, lentamente, non mi ricordo niente, la prima cosa che vedo è la luna, quanto è bella, è stupenda, c’è solo uno spicchio, bianco, domani sera sicuramente non si vedrà, è così elegante, fine, raffinata, tutta intorno le stelle, su un plenilunio nero. Aspettate, come faccio a vedere il cielo? Mi alzo di scatto e mi accorgo di una mano che stringe la mia. E di una giacca di pelle che mi scivola via. Che ci faccio nel gazebo del parco? E perché c’è Akito seduto per terra che dorme con la mia mano nella sua! Ah! Che dolore, mi scoppia la testa!

Lo guardo dormire con la schiena appoggiata alla panca, deve aver dormito scomodissimo, …e si è tolto la sua giacca per non farmi sentire freddo, che dolce! lo guardo così con gli occhi chiusi, ha un volto angelico quando dorme, è così bello. Che dite se ne accorge se gli faccio una foto, è troppo bello! Piano piano prendo il cellulare e ne scatto una. Ah dannato flash!

   “eliminala immediatamente” ii ii era sveglio. Si alza e si stiracchia. Raccoglie la giacca e se la mette.

   “alla buon ora ti sei svegliata” un momento, io e AKito, parco, notte, nessuno in giro, e io non ricordo.

   “che è succ…CHE COSA MI HAI FATTO BRUTTO PERVERTITO!!!!????” mi tocco un po’ sembra che sia tutto a posto, non mi sembra di aver lividi, o qualcosa di strappato.

   “niente” dice alzando le mani. Non so perché ma decido di credergli, ho ancora l’immagine pura di lui che dorme teneramente. Così innocente.

   “mm non mi fido”

   “ti stavo riaccompagnando a casa, ci siamo fermati qui, ma ti sei addormentata mentre camminavi..come ci si può addormentare mentre si cammina?” mentre camminavo, ma fammi il piacere.

   “vuoi dire che abbiamo dormito qui?”

   “no tu hai dormito allungata” ooo sei stato a vegliare su di me, che bello.

   “mi fa male la testa!” meglio dire che mi scoppia, pulsa da tutte le parti. Sembra che dentro qualcuno stia giocando a pallone con il mio cervello, e si stia divertendo a calciare contro il mio cranio! Porto le mie mani sulle tempie, come se stringendo potessi alleviare il dolore.

   “ti credo, ti sei finita una bottiglia di brandy alla calata”

   “mmm..è tutta colpa tua” stringo di più la testa, fa male.

   “guarda che hai chiesto tu da bere”

   “non devi darmi sempre retta, devo averlo fatto per”

   “orgoglio, sei cocciuta” conclude lui.

Però, lui ha dormito li per terra tutta la notte al freddo e non si lamenta per niente, anzi sembra pieno di energie. Nonostante abbia anche lui bevuto. …Tutta la notte? Ma quanto ho dormito?

   “scusa che ore sono?”

   “le sei e mezza”

   “a ok…”

   “di mattina” aggiunge poi.

   “che cosa?!!!!! E me lo dici così?”

   “come dovrei dirtelo, con una canzone?” come fa a essere così tranquillo, e a fare dell’ironia.

   “scusa ma i tuoi non saranno preoccupati?!”

   “figurati…” e svia lo sguardo da me.

   “ma-ma abbiamo passato tutta la notte fuori, o mio dio Rey mi uccide, perché non mi hai svegliata!”

   “eri così- se tu ti sei addormentata io che colpa ne ho! E poi cosa avrebbero pensato i tuoi se mi fossi presentato con te in braccio mezza morta, e con l’alito di alcool” c’ha ragione. Rey lo avrebbe ucciso.

   “hai ragione, Rey ti avrebbe ucciso”

   “dai ti offro la colazione” mi viene da sorridergli spontaneamente, non so perché, so solo che mi piace sorridergli.

   “grazie” credo di sembrare parecchio deficiente, mi sto ancora stringendo la testa, però mi scoppia!!!

   “non approfittarne, è solo un momento” così torniamo indietro. Ma come mi alzo riperdo l’equilibrio, guardo in basso, porca puttana il tacco!

   “dammi la scarpa” purqua? Dico fra me pensando, e con un espressione crucciata.

   “l’altra” mi dice mentre io alzo il tacco rotto. Prende la scarpa e …e…e….e gli rompe il tacco!!

   “di ma ti sei rincretinito?” le mie scarpe!

   “almeno ora sono alla stessa altezza!” fa con ovvietà. Come se fosse la cosa più normale del mondo! Le mie scarpe!

   “ma-ma.. come pretendi che mi faccia veder in giro in questo modo? Ti ti rendi conto?” le mie scarpe…

   “e va bene aspetta, non muoverti”

   “dove vai?” gli urlo.

   “torno subito” dice correndo. Dove diavolo starà andando?

 

Tre minuti…che cavolo sta facendo?

 

Cinque minuti… se non torna entro altri cinque me ne vado.

 

Sette minuti… bello hai solo tre minuti, poi ti mollo qui.

 

Nove minuti… a eccolo finalmente.

   “dove ti eri cacciato?”

   “ecco provati questi” e mi porge delle decoltè nere, non molto alte.

   “dove le hai prese?” dico mentre me le provo, oo sono del mio numero! Fantastico. Batto le mani. “mi vanno!” applaudo ancora contenta.

   “sono di mia sorella, non abito molto lontano da qui” sua sorella? Quella pazza che urlava oggi pomeriggio, cioè no…ieri pomeriggio? Sono confusa.

   “hai una sorella?”

   “ti stanno?” perché non risponde.

   “si si, ma lei non si arrabbierà?!”

   “non preoccuparti, andiamo?”

   “ok, però non andiamo da Niki, ci ha visto uscire insieme, e abbiamo gli stessi vestiti di oggi, no ieri”

Sarebbe molto imbarazzante. Lui annuisce.

   “dici che è meglio che chiami casa?” mi sa di si, anche lui è d’accordo.

   “-mamma?”

   “-SONO REY SANA DOVE SEI FINITA?”

   “-noo guarda che sono uscita presto questa mattina per vedere l’alba!”Akito mi guarda, e scuota lentamente la testa.

   “-non prendermi in giro Sana, perché non hai lasciato un biglietto!”

   “-Rey perché non mi passi la mamma?!” almeno mi ti levo di torno.

   “-SANA? Buongiorno! dormito bene?”

   “-certo, sto bene, ora vado a fare colazione, ci vediamo”

   “-ok, divertiti” che mamma, non dovrebbe rimproverarmi fino alla morte per quello che ho fatto? Dirmi che sono un’irresponsabile, chiedermi dove diavolo ho la testa, che cosa stavo pensando, e perché cavolo non ho avvertito?

   “l’alba, a vedere l’alba?” mi chiede.

   “si per il compito di fisica che il prof, ha assegnato ieri, osservare la diffusione di quello lì, Riligt, come si chiama, vabbe hai capito, all’alba e al tramonto”

   Rayleigh?”  

   “e quello…io che ho detto? “

   “certo che te ne inventi di balle” lui sorride. Non sono un mito a inventare storie?

   “dovresti sorride più spesso, sei molto carino” sicuri che io non sia più sotto effetto dell’alcool?

   “non rompere” uu scommetto che quel complimento se l’è segnato. Ci incamminiamo per la strada in silenzio. Piano paino il cielo inizia a schiarirsi.

 

   “guarda ecco la tua alba, per il compito di fisica”

E mentre camminiamo così, lui con le mani in tasca e io con un sorrisone sul viso, il sole si degna di illuminare finalmente questa giornata, che, ammettiamolo non poteva iniziare meglio!


    A parte il mal di testa.

 

 

 

 

 

Eccoci qua, dunque dunque, non vi sembra strano Akito? Un po' giù... non saprei...Sana non perde tempo, no no... non è che ci sia una chissà che evoluzione della storia, perchè secondo me le cose cambiano lentamente, e prima che Sana se ne renda conto... comunque, rileggendo i capitoli, ho notato che sono carente di descrizioni, sopratutto dei luoghi, mi chiedevo se vi desse fastidio, solo che le descrizioni rallentano il dialogo, però se le volete, o se volete che approfondisca su gli altri personaggi, posso provarci! Fatemi sapere.
E siccome non mi viene in mente altro da dirvi, vi tedio con le scuse per il ritardo, ma studiare da Guinizelli a Dante mi ha completamente demolito, senza contare che Fisica non ci porta mai in laboratorio... è deprimente! Ma a voi non interessa giusto? A vi avverto mi sono buttata nel Don Chisciotte non so quanto ciò influenzerà i miei capitoli, oddio spero per niente anche se c'è qualcosa di divertente anche in lui, ma sono ancora sulla scia dei libri di Feynman quindi l'ironia non mi manca! Ma quanto parlo oggi, dovrei sfogare la mia parlantina in altro modo.... A dimenticavo lo so che la diffusione di Rayleigh si studia in secondo, e non in terzo superiore, è solo nostalgia degli esperimenti che facevamo... credo di aver parlato abbastanza, megli passare ai ringraziamenti;

MaKico... per la faccenda del nonno, non so dirti, un mio amico che si è scaricato le puntate dice che in una Heidi lo chiama così, poi bo alzo le mani, mi fa piacere che continui a farti ridere baci, e grazie!

Elyranma...allora soddisfatta di Sana? che caratterino eh, tra tutte e due, alla prossima, e grazie della recensione

Rayanforever...sana casini, macchè farà terremoti di sto passo! Per quanto riguarda la faccenda dei capelli, ci faremo due risate, thanks, byee

AngelOfLove... grazie per la recensione, allora questo capitolo come ti è sembrato, sarà pronto Akito per il cambiamento di Sana? gioà riesce a controllare questa Sana chissà, chissà a presto.

Manila...la tua recensione rende sempre felice, grazie grazie grazie! credo che nel prossimo capitolo Sana dovrà spiegare oltre che la pagella alla madre, anche qualcos'altro a qualcuno tipo Aya, mm e credo che sarà divertente, ho già qualche idea... ma non voglio rovinarti la lettura... grazie ancora per tutto quello che hai scritto!

Geo88...grazie per aver commentato il cap precedente, spero che i tuoi esami siano andati bene, io credo che Sana ci stia prendendo gusto a sfidare Akito, ora si deve solo capire il perchè...poi io mi offrirei volontaria per conosalare il cucciolo..tu?

Un bacio a tutti, e grazie anche a chi legge solamente

 

 

Lucia 

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Capitolo 5
*** K.O. a fine giornata ***


Capitolo 5: K.O. a fine giornata

 

Aya? O no, o no, devo nascondermi…

   “SANA CIAO!” oops, mi ha visto. Ecco non bastava il mal di testa, ora devo pure rispondere all’interrogatorio di Ayaèmegliochemidicituttotutantoloscoprolostesso.

  

   “Ciao Aya, come mai qui?”

   “Io? Tu che ci fai qui?” e? mi sfugge qualcosa.

   “scusa?”

   “non mi dire che te ne sei dimenticata?” lavora cervello, dai fai un piccolo sforzo, e ricorda, o andiamo che ci può essere da ricordare? Compleanni? Anniversari?

   “no, certo che no, non mi sono dimenticata… noi…tu dovevi..hem…”

   “si?” guarda come se la ride!

   “o andiamo lo sai” ride, di gusto proprio.

   “sputa il rospo” no, no che cavolo, non è giusto… non le dirò niente. Mantieni un minimo di privacy.

   “be non devo mica stare sempre da Niki…”

   “tu ami Niki, gli faresti una statua se ne fossi capace”

   “chi ti ha detto che non ne sono capace? E poi ciò non toglie che le altre caffetterie mi siano vietate” dico mentre mi guardo intorno, sperando che una certa persona non torni con i cornetti proprio  ora.

   “ma chi cerchi?” dice voltandosi intorno.

   “eh? No niente… io”

   “Sana?”

   “hai ragione non me lo ricordo, tu che ci fai qui?” ok tentativo patetico lo so, ma come faccio, lei è pur sempre Aya.

   “Sana di un po’ hai la minima idea di che giorno sia oggi?”

   “certo, oggi è.. Sabato” è vero! È sabato. Lei mi guarda sconsolata e rassegnata.

   “…ti dice niente 14 febbraio?” quattordici febbraio, quattordici febbraio….o mio DIO!

   “già proprio San Valentino” fa alla mia faccia sconvolta, ora ho capito tutto!

   “A quindi tu e Tsuyoshi… di certo non andrete a scuola”

   “no, ma tu?”

   “io, si ci vado a scuola” come non lo so proprio.

   “in quelle condizioni” dice indicandomi. Be perché che ho che non va?

   “sembri appena uscita dai postumi di una bella sbronza!” ee…non sai quanto hai ragione.

   “ma no è solo che no dormito poco”

   “di la verità”

   “ho dormito poco sul serio”

   “Sana non far finta di non capire, come mai sei sveglia a questa ora, in questo giorno, e come mai in questa caffetteria?!” …ecco sono un libro aperto per lei, non dovevo fidarmi di Hayama.

   “hey solo perché non sto ancora ignorando una sveglia significa per forza che c’è qualcosa sotto, no, io ecco…NO!” no, faccio cenno ad Akito di arretrare, ma figuratevi se mi dava retta. 

   “Tieni Kurata” no no no! Aya si gira di scatto verso Akito, e io mi copro il viso con le mani. Ho paura, veramente! Lei si gira verso di me, con un espressione maliziosa, che non avrei mai pensato di vedere, mista a una di soddisfazione.

   “non è assolutamente come pensi” dico ancora nascondendomi.

   “Ecco amore” e ci mancava Tsuyoshi!

   “Hayama?”

   “Tsuyoshi ‘giorno” dice come se fosse un saluto e si siede. Di certo Aya, non prede tempo e si siede anche lei, seguita a ruota dal suo ragazzo. Bene ora che siamo io, Akito, Tsuyoshi, e Aya seduti in questo bel tavolino rotondo, il mio cervello sta lavorano enormemente per trovare una soluzione. Ma non ha mai lavorato così tanto a questa ora, e con questo dolore.

   “allora da dove venite?” lancio uno sguardo ad Aya, e chiunque si sarebbe zittito, ma lei no! Lei ignora bellamente il mio sguardo e inizia a mangiare il suo cornetto alla crema, in attesa della risposta.

   “sai che ieri ho conosciuto Naozumi?” Akito fa una smorfia, aiutarmi no, eh? Di certo il suo caffé è più importante.

   “no non ci casco”

   “ma è vero!”

   “e l’autografo?” d’ho!

   “ehm.. me ne sono scordata...” ma è vero!

   “Sana non devi andare a rifarti il trucco, in bagno?” no.

   “veramente no” Akito ride mentre beve il caffè.

   “io credo di si” si alza e mi afferra il braccio in maniera che non ammette repliche.

   “ahu ahu… Aya mi fai male..”

   “certo certo” arriva in bagno e spalanca la porta.

   “tu fuori” dice a una ragazzina che si sta rifacendo il trucco, non avrà nemmeno dodici anni, e già è così? Bha le nuove generazioni, non le capisco molto.

   “e perché mai scusa?” che sfrontatezza.

   “perché lei” e indica me “ed io dobbiamo parlare” Aya è minacciosa.

   “e va bene tanto ho finito, e sono perfetta lo stesso” alla faccia.

Quando esce, Aya chiude la porta e incrocia le braccia sotto il petto.

   “…io non devo rifarmi il trucco”

   “perché invece non ti guardi un po’?” mi giro verso lo specchio…o ragazzi… a parte i capelli, tutto il resto è distrutto! Sono bianca come un cencio, il trucco di ieri e solo una lontana ombra su due occhiaie, belle profonde, sembro L’Urlo!

   “e si ho dormito poco”

   “come no”

   “che? È la verità!”

   “non ne dubito, la mia domanda è un’altra”...c’avrei scommesso.

   “o che vuoi sapere?”

   “tut-to”

   “uff… ecco diciamo che Akito mi offre la colazione”

   “a San Valentino, e di sua spontanea volontà?!” si sembra strano, però..

   “no, non sapevo che fosse oggi, giuro, è stato un caso” assottiglia ancora di più lo sguardo. Ora capisco come fa a sapere tutto di tutti. È impossibile nasconderle qualcosa.

   “Ieri, sono stata da Niki… e Akito mi ha accompagnata a casa, ma mi sono addormentata per strada e mi sono risvegliata al parco, con lui” ok detto così, sembra che sia successo qualcosa di opinabile. Ma non è così.

   “oddio che ti ha fatto?”

   “niente! Tranquilla, anzi mi ha anche coperta con la sua giacca”

   “come hai fatto ad addormentarti mentre camminavi?”…mi appello al diritto di rimanere in silenzio.

   “..ecco..non è che avessi il totale controllo di me, ho pure rotto il  tacco della scarpa”

   “e quelle?” non vuoi sapere troppo ora?

   “di sua sorella”

   “e ti ha coperto con la giacca? aaa…lo sapevo!!! Che bello! Che altro avete fatto?”

   “NIENTE!” dico alzando le mani.

   “non spererai certo che ci creda, per ora ti lascio stare, ma tu non ci vai a scuola oggi!”

   “come?”

   “punto primo c’è i test di fisica”

   “c’è il test? Ma non era sabato prossimo?”

   “buongiorno…e tu hai già abbastanza voti da recuperare, senza questo test” abbasso lo sguardo, già.

   “non preoccuparti ce la farai! Secondo punto, se ti presenti a scuola in queste condizioni…non vai lontano, e poi non so se i professori ti faranno andare in giro con i tacchi…” mi guardo i piedi…

   “Terzo, rintontita come sei faresti solo qualcosa di stupido…si vede lontano un miglio che ieri hai bevuto” alzo la testa per replicare, ma non mi fa aprire bocca.

   “quindi ci penso io a te, oggi pomeriggio, a casa mia alle 5”

   “no non voglio, oggi è San Valentino, tu e Tsuyoshi…”

   “non preoccuparti lui oggi pomeriggio deve lavorare perciò stiamo insieme questa mattina”

   “sicuro?”

   “certo e ora torniamo di la” è la migliore! Senza dubbio.

 

                                                              *

 

   “il fatto che abbiamo passato tempo insieme non significa che puoi intrometterti nella mia vita!” è piuttosto arrabbiato, devo dire. Anche se non urla, è minaccioso ugualmente.

   “stavi importunando quel ragazzo senza motivo!”

   “quello mi deve dei soldi” grr perché è così cocciuto!

   “Stavi per fare una stupidaggine”

   “ma a te cosa importa!?””

   “Erano in tre contro te!” che bella rima!

   “non avevo paura di loro”

   “su questo non c’è dubbio, sei fin troppo sicuro delle tue capacità!”

   “te lo dico una sola volta, non intromettermi più nella mia vita” e mi spinge verso il muro, mettendomi all’angolo.

   “di che hai paura?”

   “di certo non di te”

   “e allora che motivo hai di comportarti così, volevo solo aiutarti” io non lo so!

   “non ho bisogno dell’aiuto di nessuno, tanto meno di una bambinetta viziata, che ha avuto tutto e di più dalla sua vita! E non sa niente di niente, che non ha idea di cosa sia la vita” no questo non lo può dire, non sa niente, niente di me!

La mia mano si alza e riscende con tutta la forza che ho sulla sua guancia.

   “non puoi permetterti”

   “cos’è da piccola la mammina non ha voluto comprarti la bambolina appena uscita? È questo il tuo trauma infantile?” sto per ridargli un altro schiaffo, ma questa volta mi ferma prendendomi al braccio e stringendolo con una facilità inumana.

   “stai passando il limite”

   “sei tu che lo hai passato” rivolgendomi alla sua mano, che invece si stringe di più, stringo un poco i denti, mi sta facendo un male cane, ma non lo ammetterò mai. Purtroppo per me i miei occhi iniziano a luccicare e lui se ne accorge.

   “sparisci” dice mollando.

   “va al diavolo” dico mentre mi prendo il braccio. Raccolgo poi la mia borsa con un movimento secco e mi incammino verso casa di Aya. Lo odio, lo odio! Grr, non lo posso sopportare! Sembrava così tenero questa mattina, e adesso! Io ho fatto tutto in buona fede. Lo viso con tre ragazzi che lo circondavano, mentre manteneva una aria da duro e pretendeva i soldi, che ha vinto non so dove, e non potevo stare li a guardarlo! In realtà avevo più paura per quei tre, e ad Hayama, non serve di certo un’altra denuncia. Per questo sono intervenuta, solo che i ragazzini sono scappati, e Akito è rimasto senza i suoi soldi.

Ma arrivare a dirmi che io non so cosa sia la vita, come se io non avessi mai sofferto, come se la mia vita fosse stata tutta rosa e fiori, che ne sa lui, con che diritto si permette di dirlo, vada al diavolo lui e la sua presunzione, non capisce niente e nemmeno ci prova, sputa sentenze come un cobra che si sente in pericolo, ma per il cobra la paralisi è di quaranta secondi e c’è l’antidoto, invece lui è talmente velenoso che non c’è aria intorno a lui. Non lo sopporto!!! Chi cavolo si crede di essere? Credevo che avesse accettato la mia presenza, e invece, e dannazione perché non lo ha detto prima! AA! Vorrei strozzarlo!

   “è un cretino!” vedi mi ha fatto venire un nervoso che non riesco nemmeno a stare zitta, e adesso mezza strada si è girata verso di me! Ecco che mi ci mancava!

 

                                                               **

   “no lui è un’idiota!” dico ad Aya che mi siede affianco, siamo dal parrucchiere. Per schiarire i miei capelli, ho raccontato tutto ad Aya, non che avessi scelta in effetti… e abbiamo deciso di pensare un po’ a noi stesse, e dato che io dovevo iniziare, eccoci qui. Su queste belle sedie girevoli, con un specchio gigante e degli estranei con le mani nei miei capelli. Devo dire che non ho mai avuto un parrucchiere preferito, forse perché generalmente venivo affidata a qualcuno assunto, durante le riprese di qualche film. Ma devo dire che questo posto è proprio bello! Non è uno di quei parrucchieri con le mura bianche che ti mettono una depressione degna di ospedale, no, no questo ha le pareti dipinte, e gli specchi enormi che ti vedi in ogni minimo particolare.

   “lo avrai detto cento volte” mi ammonisce Aya.

   “o al diavolo, che razza di persona è, guarda” gli dico mostrandogli il braccio, che piano piano si è inscurito, li dove presto ci sarà un livido, senza contare i graffi, che mi sono fatta, quando mi ha sbattuto contro il muro!

   “io credo che ci sia qualcosa sotto”

   “si, di certo sta tentando di farmi venire una crisi di nervi”

   “no quanto sei superficiale! Non hai detto che ieri pomeriggio era stato cacciato di casa”

   “questo non c’entra niente con i suoi problemi familiari” anche se è una idea, se non si trova bene in famiglia deve riversare tutto il suo stato sugli altri. Ma allora? In tutte le famiglie c’è un qualche problema, ma non per questo tutti sbattono le persone verso il muro.

   “sai non vedo l’ora di vederti bionda, credo che mi farò proprio due risate” la guardo, e lei mi risponde con un sorriso.

   “chi ti ha detto che mi farò vedere?”

   “o dovrai…” ci pensa su un po’. “tra qualche mese è anche il tuo compleanno”

   “per allora avrò avuto un collasso per i tuoi zuccherosi sogni su Naozumi”

   “be, morirai lo stesso bionda”

   “tiè!...e poi non potresti vivere senza di me, pensa a quando dovranno scrivere la mia biografia, e entreranno nella mia stanza e troveranno le foto! Allora io riderò!” fa una smorfia di disappunto.

   “per quanto hai intenzione di tenerle”

   “vedrai…”

   “comunque sarà uno spasso vederti bionda..ahaha” e ride. Che si ride? Che si ride, è una tragedia per me!

 

 

 

 

 

                                                       ***

   “Signorina Sana!!” esclama la signora Patricia.

   “Ciao, Patri, hem potresti far finta di non avermi vista rientrare?” sussurro mentre mi chiudo la porta dietro di me, molto delicatamente.

   “che cos’?”

   “SIGNORA PATRICIA? CHI È?” sento la voce di Rei.

   “tipregotipregotiprego” dico mentre mi inginocchio supplicandola.

   “NESSUNO REI, HO SOLO PRESO LA POSTA!” e mi sorride.

   “grazie grazie grazie” e mi lancio in un abbraccio, per poi scappare in punta di piedi verso la mia camera e fare una bella dormita, su di un letto degno di questo nome. Ma, ragazzi, ho cantato vittoria troppo presto, e si perché proprio lì, mentre sto per aprire la porta della mia camera, sento delle ruote sgommare, e mi si gela il sangue.

   “Mammina!!.. Ciao” hehe aiuto.

   “Sana Sana Sana” e mi porge la mano. Bene, qui parte la colonna sonora di Kill Bill,  avete presente? BANG BANG, my mumy shot me down! Dovrei fare testamento? Già so cosa vuole, e non posso fare niente per scappare, dannazione, gli porgo la pagella. Lei la prende e con una lentezza disumana, la apre, ed io sto qui, ad attendere il verdetto.

Fa una strana smorfia e la richiude. Ecco lo sapevo, l’ho delusa, cavolo, mi fa male più questo che qualsiasi altra cosa. In questo momento ce l’ho a morte con me. Possibile che non ne faccia mai una giusta!??

   “Mi sembrava che avessi detto che ti saresti impegnata, e invece la scuola non la vedi mai”

   “no! A scuola ci vado! Solo og”

   “E non mi pare che io ti abbia fatto alcuna pressione”

   “…lo so”

   “Mi pare che ti stia lasciano sufficientemente libera, non ti sto dicendo niente o sbaglio?”

   “no.. no tu hai ragione, però”

   “Ti lascio tutta la libertà di questo mondo, ti faccio uscire quando vuoi, non ti impongo il coprifuoco, mi fido ciecamente della tua decisione di frequentare certa gente, o fare certe cose”

   “che vuoi dire? Io non ho fatto niente te lo giuro” chissà cosa pensa, ma non ha appena detto che si fidava di me? Uffa non è giusto, io non ho fatto niente di male! Non ho fatto niente!

   “Fammi parlare” ok sto zitta.

   “ripeto mi fido di te, e se dici di poter recuperare io ti do campo libero, ma non per questo te ne devi approfittare” mi sta facendo sentire esecrabile, oltre che un’approfittatrice odiosa, insomma una vera cattiva nullità.

   “no io”

   “ti do un mese di tempo, se non riporterai buoni voti, sarò io a farteli prendere, ma alle mie condizione, e sacrificando i tuoi impegni” ecco lo sapevo che sarebbe finita così. Lo sapevo, lo sapevo e non l’ho evitato.

   “mamma io”

   “niente mamma, era un accordo semplice e chiaro, non mi importa da chi ti farai aiutare, o se studierai tutto da sola, hai i tuoi trenta giorni per dimostrarmi che ti stai impegnando, io ora vado fuori città per la presentazione di un libro, il treno parte tra poco, fa la brava” detto questo gira i tacchi e se ne va, lasciandomi di nuovo di fronte ad una porta, inizio ad odiarle queste porte. Entro finalmente in camera, più depressa che mai, mi siedo sul letto, e poi mi allungo, questa volta ha proprio ragione, credo sia ora di rimboccarsi le maniche, o andiamo se ci riescono gli altri non vedo perché non possa riuscirci io, sono o non sono Sana Kurata… ma a chi voglio darla a bere, non sono mai stata una cima in matematica. Che posso fare?

Mi rimetto a sedere, come se così possa avere un’illuminazione, peccato che non ce né nessuna.

   “-zzz-zzz” o basta con questo dannato cellulare.

   “chi è?” sbotto un po’ poco educatamente.

   “Sana?” questa voce la conosco, chi è? O no e mo che vuole?

   “Ciao Naozumi”

   “Ciao, come stai?” vuoi la verità, mi sento completamente svuotata. Una vera schifezza, ho deluso una delle persone più importanti della mia vita, mi sto facendo bionda, e ho un segno violaceo sul braccio, e non è un bracciale, ho un mal di testa da questa mattina che mi sta facendo vedere tutta la costellazione del centauro, e i piedi mi pulsano a causa dei tacchi. Una meraviglia in conclusione.

   “bene tu?”

   “molto bene, grazie, volevo chiederti se ti andava di studiarci insieme il copione?” questo non perde tempo devo dire.

   “certo, quando vuoi”

   “ti va bene domani pomeriggio” di domenica, ma che sei matto?

   “veramente domani non potrei, sai devo iniziare a studiare..” incredibile cosa possa fare il senso di colpa.

   “però fine settimana prossima per me va bene…tanto c’è tempo prima delle riprese no?” non ci credo sto sacrificando il mio sabato pomeriggio per passarlo con lui, è assurdo!

   “è perfetto, allora a sabato!”

   “si ciao”

   “ciao Rossana”

Che cavolo mi prende, non è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, certo con mamma non litigo quasi mai, tranne che per la scuola, eppure, eppure sto così. Allora che cos’è questo disorientamento, questa depressione, questo senso di impotenza?

Basta adesso mi faccio una dormita e non mi importa niente se è sabato sera, e se tutti i sedicenni del mondo sono fuori con gli amici. Se la vita è breve, e bisogna godersela e tutte quelle belle citazioni di persone celebri, no non mi interessa. Sana non è disponibile, causa depressione post-pagella.




______
Nota^^


Il mio computer ha bevuto! Quindi non so se questo capitolo avrà delle imperfezioni, ed è già tanto che si riuscita a scriverlo in queste condizioni pietose! Forse la mamma di Sana sembrerà un po' troppo severa, ma credo che ci tenga a Sana, e voglia che lei si impegni un po' di più, e credo anche che voglia farle capire che non le è tutto dovuto.  Non lo so, non c redo che lei e Sana non abbiano mai avuto una discussione, e spero di averla resa bene, io creod che Misako sia benissimo capace di imporre la sua autorità su Sana, non lo fa spesso perchè da campo libero alla figlia, perchè si fida, ma quando lo fa, non si ammettono repliche. Forse è solo tutto nella mia testa! Comunque per quanto riguarda Akito, c'è un antefatto alla sua ira, che non so ancora come farvelo sapere, e poi non si cambia una persona in quattro capitoli. Forse non ho neanche dato tanto spazio a San Valentino, non è affatto importante, mi serviva solo un giorno così, in più io odio la suddetta festa. Aya, ha capito sia Sana che Akito, ma sta dalla parte della ragazza, i cui serntimenti in questo periodo sono veramente contraddittori, e infine ritorna Naozumi.  Presto entreranno anche un altro personaggio, a complicare la storia.  Sono molto scontenta di questo capitolo, ed è tutta colpa dei professori! Come sempre, mi hanno mandato indepressione!
Be non so cos'altro aggiungere. Quindi mi congedo lasciandovi i rigraziamenti ad personam:
MaKiCo: ora come ora, i due piccioncini si odiano! E stando alla mia testa... forse dovrai fare fuori qualcuno, o anche più!
Miolety: Dante richia troppo, sto pensando di costruire una macchina del tempo, per tornare nel 1300 per farlo fuori! E anche Beatrice!
Totta91: grazie del complimento,  in effetti Sana non ha proprio bisogno di alcool per sciogliersi ma una sfida è uan tentazione troppo grande per lei.
Daisy88: fa sempre piacere che la storia piaccia, quindi grazie infinitamente, si anche Akito sa essere dolce, certo che per titrargliela fuori questa dolcezza senza cadere nello scontato è davvero difficile, qui invece tutto è stato tranne che romantico... ognuno ha i suoi momenti.
Manila: grazie di tutto come al solito! Qui ho trascurato un po' l'ironia, proprio perchè credo che Sana tenga alla madre e deluderla la fa soffrire, o almeno per me è così, forse non ho reso al meglio Misako, ma come ho già detto, non lo fa per cattiveria, è la carta mamma che si gioca quando crede che Sana stia deviando un po' troppo nello svago. Grazie ancora per le tue recensioni!  XManila's sister: grazie!  per quanto riguarda la statua, non preoccuparti, non sono esigente, mi basta un piccolo monumento, scherzo! aa sono ciecata anch'io! ! e poi se c'è spazio perchè non usarlo! Un bacio e grazie per leggere la storia.
Rayanforever:grazie grazie grazie, l'hai anche messa tra i preferiti!  grazie, e anch'io vorrei stare la, però proprio questa spontanetà, che le fa dire tutto, mista a quell'orgolio, che pure la fa rispondere a tono, è quello che stupisce Akito, che di ragazze che gli sbavano dietro ne ha viste tante.
AngelOfLove:il cambiamento è durato poco, lo so, ma devi dargli tempo, dopo 16 anni che si coporta così, non sarà semplice cambiarlo, anche se si tratta di Sana! Ma la storia va avanti e vedrai"

GRAZIE A TUTTI

baci

Lucia

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Capitolo 6
*** Filosofeggiando un po' ***


Salve a tutti! Non ho molto tempo a disposizione per cui ringrazio tutti coloro che hanno commentato e spero che questo capitolo vi piaccia! A non si offenda chi ama Platone, io non lo condivido proprio! Un Bacio a presto Lucia

Capitolo 6: Filosofeggiando un po'

 

“Sana!” mm chi è? Sento qualcuno chiamarmi…

“Svegliati” noo..non mi va!

“mm… cinque minuti..” si solo cinque minuti per raccogliere le energie, per aprire queste due pesantissime palpebre.

“me lo hai detto un quarto d’ora fa, muoviti” … ma che volete? AAAA! Cos’è questa luce improvvisa? Vedo tutto rosso!... Chi ha aperto le finestre?? Meglio tirarsi su il piumone!

“e no bella mia…”

“luce… freddo…chiudi finestra” decodifica e agisci. Io intanto mantengo gli occhi ben chiusi per evitare che la luce entri.

“Sana c’è Hayama qui con me” Haya-CHE?

“CHE COSA?” salto su a sedere in un lampo e mi guardo intorno. Dov’è? In un primo momento vedo tutto bianco, la luce che entra della finestra è biaaanca e accecante, poi piano piano, iniziano a delinearsi i contorni di una figura davanti a me.

“Aya?” la ragazza viene a sedersi sul mio letto con un sorriso in faccia di chi ha qualcosa con cui prenderti in giro per molto tempo. Finalmente realizzo.

“ma buongiorno!” uffa ho sonno voglio dormire! Mi abbandono di nuovo sul mio morbido cuscino e tiro le coperte fino al mento, maledicendola in tutte le lingue che conosco! E sono troppo poche. Dovrò seguire dei corsi, devo essere più preparata!

“ma guada tu, salti solo per Hayama…forse dovrei chiamarlo” dice sfilando il suo cellulare dalla tasca lentamente.

“non hai il coraggio” biascico io, con la bocca impastata e gli occhi sigillati nuovamente.

“sta squillando…!” non è vero… con fatica apro di nuovo gli occhi e vedo che ha davvero il cellulare all’orecchio…CHE COSA STA FACENDO QUESTA PAZZA?! Con una forza che non mi appartiene mi alzo e le tiro il cellulare via dalle mani. Non ci posso credere lo ha chiamato davvero! Chiudo la chiamata, fortunatamente non ancora rispondeva.

“ma tu sei pazza!”

“però ti sei alzata e sei pure piena di energie!” la guardo sconvolta, ma questa ragazza la mattina si fa di qualcosa ancora sconosciuto alla gente comune? Ma io non lo so. Che cavolo ci fa qui? Volto lo sguardo verso la sveglia…le  7: 30.

“Aya… è presto…non mi sveglio mai a quest’ora!” mi sembra di essermi svegliata all’alba! Vediamo di fare il punto della situazione…che giorno è? Domenica…ieri che è successo?... A ora ricordo… San Valentino …Aya…Hayama.. che bastardo…mamma…

“devi aiutarmi!” dico illuminata ad Aya. Salto sul letto e mi fiondo in bagno urlando per farmi sentire. Le racconto velocemente tutto quello che è successo ieri e poi aggiungo:

“allora… devo recuperare in tutte le materie! E tu, devi aiutarmi” dico indicandola con lo spazzolino.

“io? Cosa posso fare io?” dice mentre si mette a rifare il letto. “lascia stare!” la riprendo io, questa ragazza ha la mania di mettere a posto ogni cosa…è stressante. Il disordine non lo può vedere, io invece ci vivo nel disastro della mia camera. Anche se adesso non la vedo, perché sono in bagno sono sicura che ancora tirando le lenzuola.

“ferma! Comunque ritornando a te, sei bravissima, sapresti farmi capire anche la meccanica quantistica se ti impegnassi!” già la ragazza ha un vero talento per l’insegnamento a ragazzi come me, e per come me intendo ragazzi che non capiscono una x di equazione!

“dai su, soprattutto nelle materie scientifiche…le altre basteranno poche lezioni!” la supplico, sapendo benissimo che non basteranno poche lezioni.

“e va bene…ma non sarò solo io ad aiutarti!” che vuol dire?

“che intendi? …che hai in mente ragazza?” dico affacciandomi dalla porta del bagno.

“chi vivrà vedrà!” come chi vivrà vedrà! Io mi preoccupo quando fai così!

“ci vediamo tra dieci minuti, sotto!” e mi abbandona alla quotidiana guerra tra me e l’armadio, bene e ora che mi metto?

 

“finalmente Sana, credevo ti fossi riaddormentata! Allora siediti pure ti illustro il mio programma, che ho appena stilato” si, l’armadio stava vincendo con alcune azioni lampo, ma alla fine la temperanza ha premiato me, sono riuscita a ribaltare la situazione e a mettermi qualcosa di decente! Aya è talmente entusiasta che non posso che sorridere. Mi siedo davanti all’isola della cucina, afferro un cornetto che la Signora Patricia ha amorevolmente preparato per me, e lo addento con soddisfazione mentre vedo Aya disporre sul piano una serie di tovagliolini di carta accuratamente riempiti dalla sua calligrafia. Maniacale.

“potevi prendere della carta…”

“le illuminazioni non vengono a comando! Mi sarei scordata tutto prima di trovare qualcosa! Dunque ecco la situazione: non ci sono altri compiti in classe/test in programma se non prima di tre settimane, tua mamma ti ha concesso un mese, quindi se ti impegni dovresti iniziare a riportare buoni voti entro la quarta settimana!” wow che precisione!

“a si hai stimato anche le ore di studio, e di svago?” mi guarda con rimprovero e poi continua a parlare.

“ieri nel test c’è stata una debacle generale a parte per pochi, tra cui Hayama” ma perché me lo nomina in continuazione?

“quindi non devi preoccuparti ne faremo uno di recupero, e a questo non puoi sbagliare, ma mettiamo da parte fisica… quali sono le materie in cui ti trovi più in dietro?” che è una domanda retorica? I miei occhi rispondono per me.

“Ed. Fisica vado bene!”

“Sana!! Dimmi almeno quelle in cui pensi di poter recuperare più facilmente!”

“Italiano, Latino…forse storia, e filosofia…non ce la farò mai!” è troppa roba. Affogherò i miei dispiaceri in un secondo cornetto, al cioccolato sta volta. Sono così buoni, li fa proprio la Signora Patricia, apposta per me, e sono squisiti. Ti fanno dimenticare ogni amarezza della vita. Goduria pura!

“o si invece, dunque dunque lasciami pensare…. Io direi che oggi possiamo fare latino e filosofia, e diluire le altre due materie lungo questa settimana? Per matematica e fisica…ci penseremo poi”

“mi vuoi morta? Latino e filosofia?!” io non studio latino da…da Terenzio! E filosofia, ho tutto Platone! Io quello poi lo odio… razzista!

“Sana vuoi recuperare o no?!” la guarda dritta negli occhi, mi vuole davvero aiutare, mi vuole davvero bene…

“da cosa cominciamo?” dico abbandonando l’idea di addentare il terzo cornetto. E dirigendomi in sala, seguita da una sorridente Aya.

“Correva l’anno 234 a.C che un certo rosso emetteva il suo primo grugnito…il primo di una lunga serie direi!” mi viene da sorridere, come si fa a scordarsi le cose che si imparano con i commenti di Aya!

 

*

 

“Basta!!” basta non ne posso più! Ho bisogno di riposarmi! Almeno quaranta giorni di vacanza!

“su andiamo, ci manca solo la faccenda delle leggi!” no no non ne voglio più sentire!

“Aya sono le cinque di pomeriggio…non ne posso più! Mi fa male il cervello! Questo Platone stava fuori di testa! Insomma, ma hai letto che sta scritto qua? Che il popolo non può aprir bocca sulle decisioni dei filosofi? Ma che siamo matti!!! Secondo te un filosofo che ne sa di quanta fatica ci voglia per arare un campo?! Se da delle disposizioni impossibili?”

“e tu invece ne sei esperta!” allude alla mia inguaribile pigrizia?

“ma che c’entra, infatti io non mi permetterei mai di imporre leggi su un tipo di lavoro che non faccio mai!”

“si ma Sana devi considerare che stiamo parlando di più di due millenni fa! Cerca di capire”

“ma perché secondo te questo genere di governo andrebbe bene per Socrate?!”

“secondo me no, ma evidentemente per Platone si!”

“no! Vedi non sta ne in cielo ne in terra! Se fosse per lui faremmo le persone in provetta come nel Mondo Nuovo…ci saranno alfa, beta e gamma, e poi gli ipsilon che puzzano di alcool!”

“addirittura, vuoi anche mettere il cartello Big Brother is watching you?!Non sia mai che a qualcuno venga in mente di filosofeggiare!”

“io non capisco perché sia così apprezzato!”sembro una pazza! Sbraitando contro uno che è morto da una vita!

“bene, perché non lo dici alla prof quando ti interroga?”

“potrei, ma ha la capacità di rigirarmi la frittata in maniera talmente velata che non me ne accorgerei…comunque basta, non sono più in grado di ascoltare altri vaneggiamenti!” dico sbattendo la testa sul tavolo. Aio questo legno è duro!

“va bene, però domani pomeriggio ripassati Catone, e studia Petrarca, almeno la vita” e quello poi è un altro complessato!

“si mamma”

“be credo che ci siamo meritate un’uscita di svago” rialzo la testa, questa si che mi interessa!

“SI si, concordo a pieno… troppa cultura in un giorno solo potrebbe farmi male davvero, poi stiamo parlando di filosofia… Che facciamo?” ci guardiamo, e pensiamo alla stessa cosa, o meglio allo stesso posto : NIKI!

Mi avvio verso l’ingresso per prendere una giacca, certo che in due giorni il tempo è proprio cambiato, fa un freddo…ho dovuto ricacciare una felpa, non so proprio come ho fatto a dormire fuori venerdì, voglio dire a metà febbraio! Evidentemente l’alcool mi ha tenuta calda! A eccola qua. Mentre la indosso guardo per terra, e mi fermo. Le scarpe…dovrei riportargliele…me le ha prestate… e che gli dico? Dopo quello che è successo…e se non c’è? Io non la conosco la sorella però dovrei andare a riconsegnarle…magari posso lasciarle davanti la porta, così da evitarlo. Già credo che farò così.

“Aya, dovrei riportare queste…” dico mostrando le scarpe.

“sono di sua sorella?” annuisco.

“pensavo di lasciargliele da qualche parte davanti la porta”

“che idea pessima! Dai vieni ti accompagno”

E così, dopo aver riposto le scarpe in una busta di carta, ci avviamo per la strada che, secondo i miei calcoli porta a casa di Hayama. Chissà cosa dirà, Aya sta blaterando su qualcosa di strano, quando se ne esce all’improvviso:

“SANA! GUARDA ! GURADA! Non è Kamura?” inizia a saltellare come una ragazzina ad un concerto tutta felice. Io mi volto e riconosco il ragazzo dai capelli strani appoggiato al muretto, mentre parla al cellulare. In una posizione da super divo, con la giacca di pelle e i jeans chiari strappati.

“si ma non urlare, non vorrai mica che tutta la popolazione femminile che c’è in giro lo assalisca proprio ora?” e con lui, noi.

“dai andiamo a salutarlo, presentamelo!”

“ma no dai, avrà da fare…”  dico ad Aya continuando a fissarlo. Poi ad un certo punto alza lo sguardo e mi riconosce, come lo so? Perché mi sorride…e mi fa uno strano effetto. Un effetto che non mi piace!

“ormai ci ha visti, ma cerca di essere … normale!”

“o Sana non sai come sei fortunata, sarai invidiata da tantissime….” E solo questo ci manca.

“facciamo solo un film”

“solo un film? Farete Tristano e Isotta, avrai l’opportunità di sbaciucchiartelo tutto, e chissà che altro!” ottio, non cia avevo pensato, o mamma! Che schifo!

“bleaa, Aya…non ci avevo ancora pensato, perché me l’hai detto!? Torniamo indietro, mi vergogno”

“Rossana! Ciao!” ops troppo tardi! Mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia, uno solo, poggiandomi una mano sulla schiena. O no sento che qualcosa sulle mie guance non va. Mi ha solo salutata, che cavolo mi è preso?

“ciao, ti presento Aya, la mia migliore amica!” dico senza guardarlo in faccia, perché sono arrossita? Che cavolo di figura!

“ciao, è un vero piacere” dice, e mentre Aya gli allunga la mano, lui la prende e la sfiora leggermente con le labbra! Ehi con me non ha fatto così!!!

“piacere mio, scusa, non sono abituata a questa cavalleria” wow, ha il pieno controllo di se, la cosa mi lascia sbigottita.

“allora dove state andando?” io e Aya ci guardiamo, come chi la sa lunga. Pessima domanda per te!

“hai programmi per il pomeriggio Nao?” dico prendendolo sottobraccio, e guadagnandomi un paio di occhiatacce da due bionde cotonate che avrebbero voluto avvicinarsi.

“a vostra disposizione” dice prendendo anche Aya sottobraccio.

“uu è quello che volevamo sentirci dire!!! Non so, però, quanto sia buono per te!!” risponde Aya. La ragazza ha capito. Lui ci guarda interrogativo, e io da brava bambina mi sento in dovere di tranquillizzarlo sciogliendo i suoi dubbi…anche se temo che la risposta non lo tranquillizzerà affatto.

“Shopping!!” lui si ferma di botto, e sfila le braccia da me ed Aya.

“ora a ripensarci, ho proprio una faccenda da risolvere..” tenta di indietreggiare.

“oo non sarà così devastante!” la sua espressione alle mie parole diventa tenerissima, da cucciolo. Peccato che stasera sarà distrutto!

                                                                       **

“be direi che ti sei proprio meritato una serata da Niki!” ammette Aya. La ragazza ha iniziato con Naozumi quella che sarà una grande amicizia. Siamo stati proprio bene insieme. Certo ogni tanto ci siamo dovute fermare o nascondere a causa delle ammiratrici, che erano dappertutto, giuro, sembrava che avessero messo una ricetrasmittente a Naozumi, ci trovavano sempre, e non credo di aver ricevuto tante occhiatacce cariche d’odio come oggi! Abbiamo scoperto un nuovo Naozumi! È galante per davvero, un tipo che ci apriva le porte dei negozi… ma ha sviato un paio di nostre domande. Anche Aya non ha insistito.

“vorrei dire, mi avete distrutto!” dice alzando gli occhi al cielo, uscendo dal quarantesimo negozio del giorno.

“su che ti abbiamo comprato anche qualcosa di carino!”

“già secondo me dovevi prendere anche quell’altra camicia! Tu che dici Sana?”

“ok basta parlare di vestiti non ne posso più!” e io che credevo che fossi un po’ più damerino!

“dai ora da Niki ti potrai riposare”

“non lo conosco ma lo adorerò se potrò lasciare questi!” dice alludendo alla dozzina di buste che tiene in ogni mano! Si, oggi abbiamo dato il meglio di noi, abbiamo comprato di tutto! Scarpe, borse, maglie, camicie, pantaloni, giacche, ho svaligiato un negozio!

Arriviamo finalmente da Niki, e non so perché sento che qualcosa non va, la stessa sensazione che ho prima di un interrogazione, per capirci, mm sarà, avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male.

Entriamo dal portone di vetro, che si apre facendo suonare uno di quei campanellini che si mettono sopra le porte, subito da dietro il bancone il mio omone preferito si gira e ci sorride, facendoci segno di andargli incontro.

“Ciao, io sono Niki” dice stringendo la mano di Kamura, poi squadrandolo dall’alto in basso, nota i pacchi che porta in mano e sghignazza “non sarai andato a fare shopping con loro? Mi dispiace, devi essere distrutto! Queste sono due pazze” e quanto hai ragione! Naozumi poggia tutte le buste per terra e si siede su una di quelle fantastiche sedie altissime che si trovano davanti al bancone.

“Ehi, non è vero!”

“Certo Aya, ti ricordo in che condizioni mi hai riportato Tsuyoshi l’altro giorno, fidati avrei dovuto fargli un’endovena per rimetterlo in sesto! C’è voluta mezza torta per farlo rinsavire, vaneggiava” o si me lo ricordo quel giorno, Aya, doveva comprare un vestito per il matrimonio della cugina, e veramente ha torturato quel povero ragazzo trascinandolo da parte a parte della città, alla ricerca del particolare! Poveretto era veramente distrutto.

“Che esagerato, piuttosto dov’è il mio amore?!” chiede Aya con occhi sognanti. Si vede lontano un miglio che è proprio innamorata.

“Non è ancora qui, l’ho visto prima con Akito” e mi guarda. Perché mi guarda? Che cavolo hanno tutti da rivolgersi a me ogni volta che viene pronunciato il nome di Hayama?! Come se io sapessi qualcosa di lui, come se fossimo amici! Ma mi pare evidente che non lo siamo, l’ha sottolineato più di una volta.

“perché guardi me!?”

“chi sono Tsuyoshi e Akito?” chiede giustamente Naozumi che si è trovato escluso dalla conversazione.

“Tsuyoshi è l’amore mio, e Akito il prossimo di Sana!” esclama Aya mentre fa un occhiolino complice a Niki. CHE COSA?

“QUEL BRUTTO IMBECILLE? Quel deficiente, ingrato! Io lo faccio a fettine! Lo stritolo!”

“Ci ha praticamente dormito insieme!” mi tradisce Aya maliziosamente. Vedo Naozumi sgranare leggermente gli occhi sorpreso. Ecco ora che penserà di me… poi però lo vedo sorridere, a menomale.

“Non è per niente vero, io quello non lo sopporto, non lo voglio nemmeno vedere!” 

“Ma davvero!” mi giro di scatto, la deve finire di arrivarmi alle spalle! Di fronte a me, in tutta la sua dannatissima bellezza, c’è lui. Il mio sguardo è carico di odio, e inconsciamente sento la mia mano sfiorarmi il braccio. Che nervoso!

“è un sentimento reciproco” risponde continuando a guardarmi dritto negli occhi, come a sfidarmi a dirgli qualcosa, crede di potermi piegare? Bello mio, hai sbagliato persona! Mentre noi due continuiamo a fronteggiarci, sento Aya salutare Tsuyoshi e presentarlo a Naozumi, io però continuo a fissarlo. Come se tutto quello che mi circonda diventasse più opaco, ci siamo noi due. Poi mi riviene in mente ieri pomeriggio, e sento le gambe farsi più floscie, mi invade una tristezza enorme, mi verrebbe voglia di piangere, che mi sta succedendo?

“Ciao a tutti, io me ne vado” dico voltandomi velocemente, raccolgo tutte le buste che Naozumi aveva lasciato, ed esco con passo spedito. Che diavolo mi è preso? Perché non sono riuscita a stargli di fronte?

Passano pochi secondi che sento la porta di Niki aprirsi nuovamente. Non mi volto a guardare chi è, e continuo a camminare verso casa. Poi però qualcosa, o meglio qualcuno mi costringe a fermarmi bloccandomi il braccio.

"Tu!"

 

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Capitolo 7
*** Please accept my apologies ***


Capitolo 7: Please accept my apologies

“Rossana” mi volto verso di lui e restiamo in silenzio per quasi minuto. I miei occhi si sono arrossati e sono troppo umidi.

“Scusa Nao…” ho fatto la figura di una stupida.

“Ti va di dirmi che hai?” dice dolcemente prendendomi le buste.

“Io…non lo so” non lo so, non so perché non sono riuscita a stargli di fronte. Non me lo spiego, so solo che mi sentivo combattuta dal desiderio di strozzarlo e quello di abbracciarlo.

“Rossana” fa apprensivo “quel ragazzo, quel Hayama”

“Non mi va di parlarne” dico voltandomi per non guardarlo in faccia.

“Ti piace così tanto?” no! Non è niente di simile…credo. No, sicuro! Insomma, è stato solo un momento.

“No! Solo io, ecco, è una cosa complessa”

“Complessa?” fa scettico. Si be? Mai sentita come parola?

“io ti conosco da molto poco, ma mi sei sembrata decisa e forte, non mi sembra da te cedere di fronte ad uno, soprattutto se è un ragazzo, il tuo orgoglio, quello che hai mostrato tutto il pomeriggio ogni volta che credevi di vedere una discriminazione delle donne, dov’è finito?” io continuo a stare in silenzio, che c’entra tutto questo con Akito?

“insomma credevo che tu fossi una che rispondeva a tono, non che ti offendessi, e piangessi per niente”

“chi ti dice che sto piangendo”rispondo tentando di fare la dura.

“però ti sei offesa”

“non è per nulla vero, figurati se me la prendo per quella scimmia”

“Ti va di rientrare?” mi volto di nuovo e vedo che mi regala un bel sorriso, che mi intenerisce da morire. Mi va di rientrare, si mi va, ma saprò stare a un metro da lui?

“va bene” porta tutte le buste su una mano e con l’altra mi circonda le spalle, stringendomi a lui.

Con pochi passi torniamo dentro, e facciamo suonare nuovamente quella specie di campanello. E ci avviamo verso il tavolo dove stanno seduti gli altri e tre.

Mi siedo di fronte ad Aya e Tsuyoshi, cercando di evitare lo sguardo di Hayama, la cosa è palesemente imbarazzante, e Tsuyoshi deve essersene accorto tanto che lancia occhiataccia ad Hayama, non so con quale fine.

“Sana, Kamura cosa ordinate?” mi chiede Tsuyoshi cercando di avviare una qualsiasi conversazione.

“Il solito, per me” già affogherò la mia confusione nei sani grassi saturi. Sento Kamura che mi da un colpetto con la mano. Ti faccio vedere io se ho paura di quel gorilla.

“Giusto per rimanere leggeri!!” commenta Aya sorridendo.

“Cioè? Devo ricordarti che tutte le mie energie sono state consumate dalla stessa persona che codesta mattina mi ha svegliato all’alba?! Senza alcuna ragione”

“Erano le 7.30! Poi il tuo ‘solito’ è praticamente un pranzo da sposa!” su questo ha perfettamente ragione.

“Tu, Kamura?” chiede Tsuyoshi impedendomi di rispondere.

“Non lo so, prendo quello che prendete voi, è uguale” come è uguale? No, no, no cocco, devi esprimere la tua opinione! Non mi piace chi risponde così, avrai dei gusti no? Anche se queste sono sciocchezze, sono comunque figura di quello che sei, e se non prendi decisione per sciocchezze del genere, nelle cose serie, che devo pensare?

“Tu, Hayama?” Akito accenna la risposta con il capo. “il solito anche per te” conclude Tsuyoshi, ripetendo a mente tutte le ordinazioni. Poi si alza e si avvia verso il bancone per ordinare.

“Allora…”io guardo Aya che guarda Hayama, che guarda Naozumi, che mi rimanda lo sguardo, si è mooolto divertente, mi sento totalmente a disagio.

“Voi andate tutti in classe insieme?” chiede Naozumi, sforzandosi di sembrare spontaneo.

“Si” rispondiamo io e Aya, figurati se Hayama si sforza di far vibrare le sue corde vocali per partecipare alla serata. Cala di nuovo il silenzio, l’unico che si sente a suo agio sembra essere proprio Akito.

“Tu dove frequenti Kamura?” chiede Aya, e lei si che sembra spontanea, e sinceramente interessata.

“puoi chiamarmi per nome, comunque, no io non frequento una scuola, sono seguito da un professore privato, per via degli spostamenti” Vedo Akito fare una smorfia, anche Naozumi se ne accorge ma fa finta di niente.

“non è così male infondo”

“si ma senza compagni, è una noia!”

“già, io in classe mi faccio le migliori risate” e anche sudate, mi ricordo l’altro giorno, quando quel infimo bastardo di professore mi ha chiamata a tradimento.

“si ma viaggiando spesso, rischierei di non avere una frequenza sufficiente alla promozione”

“e i tuoi che dicono?” per esempio Rei mi starebbe attaccato tutto il tempo se viaggiassi.

“i miei non dicono” poi vedendo le facce perplesse aggiunge “non li conosco, sono cresciuto in un orfanotrofio con mia sorella”

“oddio mi dispiace” commenta Aya, sono stata troppo indiscreta, come mio solito.

“no, non c’è problema”

“povero Trilli” commenta Akito sarcastico.

“scusa?” oh oh, prevedo guai.

“dici che viaggi spesso dove sei stato di bello?” cerco di distrarlo, e infatti lancia un ultimo sguardo ad Akito e poi si rivolge a me.

“be tra i posti più belli? O ce ne sono così tanti!” be io il posto più lontano che ho visto è stato quando mamma mi ha portato con se in un paesino sperduto tra le campagne, ma ero così piccola, ricordo solo che c’era un lago pazzesco, era un paesino bellissimo l’ho visto pure dall’elicottero. A ecco Tsuyoshi con i vassoi, due sono solo miei! Hihi! Doppia porzione di patatine fritte, pizza con sopra tutto, cheeseburger doppio senza ketchup, hot dog, con tutte le spezie possibili e immaginabili, ma sempre senza salse, e per chiudere in bellezza una coca-cola alla spina formato gigante!

“Niente pop-corn?” dice Akito, guardando i due vassoi rossi che tremano sotto il mio sguardo.

“Quelli li lascio per quando io e te andremo al cinema”

“Vedrò quando sarà proiettato il prossimo cartone animato”

“o ma l’importante è stare con te” dico facendogli gli occhi dolci, questo tira e molla mi sta facendo rilassare!

“sempre che la bottiglia non ti seduca prima” commenta addentando il suo hamburger. Vuoi giocare duro?

“ma ho chi mi riaccompagna” lascio in sospeso la frase, giusto per non fargli capire se mi riferisco a lui, o a Kamura.

“non sapevo che Trilli avesse di questi poteri, alzare un ippopotamo come te..”

“ma io mi riferivo a te!” Tiè!

“se vuoi una scusa per starmi appiccicata almeno sii più originale!”

“no!! Antipatico che non sei altro!”

“bene piccioncini, quando avrete finito noi” piccioncini a chi? A noi due?

“Tsuyoshi!” lo riprendo io “ha cominciato lui” dico difendendomi. Poi mi accorgo di qualcosa alla mia sinistra che sta vibrando. Naozumi abbassa la mano e tira fuori dalla tasca il suo cellulare ultramoderno.

“Pronto?” smette subito di mangiare la sua piazza, e si concentra nella conversazione.

“Arrivo subito Cecil” Cecil? Chi diavolo è Cecil? Lo guardo interrogativo, ma lui mi evita senza nemmeno preoccuparsi di farlo di nascosto, questo faceva il carino con me, quando c’è la ragazza ad aspettarlo a casa? Brutto…! Compone un numero e aspettata tamburellando con il piede per terra.

“Brad, dove diavolo sei finito? Richiamami appena senti il messaggio” Brad? E adesso chi è Brad? Continuo a guardarlo nella speranza di ricevere una spiegazione. Non perché me ne debba una, solo perché sono curiosa come nessuna. Giuro che la rima non era voluta! O ancora d’ho!

“tutto a posto?” chiedo, pulendomi la bocca con il fazzoletto, non riesco a trattenermi.

“hem, si, cioè no, però… devo andare grazie della serata” ci bacia sulla guancia, si avvia verso il bancone e paga.

“bel due di picche Kurata” chi può dire una cosa del genere secondo voi? Gli tiro un pugno sul braccio per farlo azzittire.

“ehi non sfogare le tue delusioni su di me”

“taci, Aya, chi diavolo sono Cecil e Brad” e ragazzi, per la prima volta in vita mia vedo Aya alzare le spalle. Non era mai successo prima che Aya non sapesse chi fosse una persona! Lei sa tutto! Tutto ciò è preoccupante.

“Ho un’idea, Tsuyoshi vieni con me! Voi aspettate qui” dice trascinando il suo ragazzo al bancone, vedo Niki fare cenno che è già tutto pagato… Naozumi ci ha pagato la cena, cioè… anche a me… mi ha pagato la cena?

Ehi, un momento Aya torna qui!! Non puoi lasciarmi con questo! Mi rimetto composta e inizio a mangiare per non dover parlare. Addento un qualcosa, bevo un sorso, addento qualcos’altro… è già la seconda volta che mi sento così a disagio… Restiamo così in silenzio per un po’, un bel po’, ho quasi finito tutto, mi mancano le patatine, ciò significa che presto dovrò inventarmi qualcos’altro.

“perché prima sei scappata?” mi volto a guardarlo in faccia. Ha finito di mangiare anche lui e sta bevendo la sua birra.

“io..” lo fisso negli occhi cercando una risposta decente. Poi ricordo quello che ho provato poco prima. E automaticamente mi porto il braccio al petto, toccando il livido con l’altra mano. Hayama se ne accorge.

“perché ti sei comportato così?” chiedo con sincerità. E in più rispondere a una domanda con una domanda è sempre la cosa migliore. Finisco di mangiare le mie patatine fritte osservando la sua espressione indecifrabile.

“ti va di fare un giro?” che cosa? Be si, capisco la tecnica del rispondere con una domanda, ma almeno che sia pertinente! Che sta tramando? Non puoi uscirtene con ‘ti va di fare un giro’, ce no, non puoi!

“Aya ha detto”

“da quando fai quello che ti dicono?” chiede senza volere una risposta. Già, gliel’ho detto più di una volta. Comunque c’è qualcosa che pzza, tutto questo nasconde qualcosa, e poi come mai in due secondi è diventato così sopportabile? Che Aya gli abbia detto qualcosa?

“o-ok” dico continuando a mantenere alta la guardia. Ci alziamo contemporaneamente, e in un silenzio spaventoso ci avviamo verso l’uscita. Ormai si è fatto buio, ma la città è strapiena di luci, dei bar, delle insegne, delle auto, sembra giorno praticamente.

“ti dispiace se passiamo da me che lascio tutte queste?” lui annuisce. Poi mi guarda, devo fargli pena non lo so, perché si avvicina. Molto molto vicino, che vuole fare? È sempre più vicino, sento che sto per sciogliermi…scioglierti perché mai? È solo Akito, calmati! Mi sta facendo un brutto effetto, e sento che qualcosa sta per tradirmi…con le mie guance per esempio! Ok sta superando il limite di sicurezza…. Poi sento un peso in meno su di me, lui prende dalle mie mani le buste e si avvia verso la strada che porta a casa mia. Giurerei di averlo visto sorridere, forse ghignare sarebbe meglio.

Ok la cosa si sta facendo insostenibile, siamo arrivati a casa, ho poggiato le buste all’ingresso, e sono riuscita. Non ha detto una parola.

Adesso ci troviamo di nuovo in pieno centro. E stiamo ancora in silenzio!

“o basta! Parla, dì qualcosa”

“qualcosa”

“AKI! Sei impossibile, mi spighi come faccio? Non possiamo continuare così, tu sembri Enigma! Vuoi spiccicare qualche frase di senso compiuto o”

“mi dispiace” come?

“p-per cosa?” non se ne può uscire con questo tipo di frasi però! Mi manda in crisi, mi impalla il cervello! Lo vedo indicare il mio polso.

“no-non preoccuparti, solo non capisco perché?” perché sei cambiato così di botto? Che ti era successo?

“tu non lo puoi capire” ma cosa non posso capire?

“Aki…fammi provare” lui nega con la testa. Forse sto pretendendo troppo. E visto che lui non parla, parlo io. Sto proprio per aprire la bocca quando lui mi spiazza nuovamente dicendo “che hai fatto?”Scusa?

“mh?” senti i monosillabi della saggezza.

“i capelli, sono diversi” ok sta delirando, io non ho fatto assolutamente niente ai miei capelli… un momento! Si è accorto di un mio cambiamento? Ok ora sono veramente spiazzata, stupita, non so che dire. Comunque non ho fatto niente a parte… iniziare a schiarirli… ero talmente sovrapensiero che non mi sono nemmeno accorta che sono andata dal parrucchiere, Dio santissimo mi sto facendo bionda, la cosa è pressoché ridicola, non sono come sono entrata in questo pasticcio, cioè lo so REI! Comunque mi vergogno da morire, se penso che per chissà quanto tempo dovrò avere un capa gialla! Che cosa imbarazzante! IO BIONDA! MA CI RENDIAMO CONTO!!!! Guarda non mi ci fa ripensare, che la cosa mi sconvolge ancora! Il mio bel rosso, cambiato così … e lui se ne è accorto… wow sono scioccata.

“niente, devo schiarirli per una parte, ma si nota appena” dico piano ancora stranita.

Dei dolci suoni melodiosi mi arrivano sopra la casciara della strada, e piano piano riconosco la canzone, e mi intenerisce il cuore. Le prime parole che mi arrivano e mi confermano che canzone è.

“Fermati, Senti!” dico trascinando Akito su una panchina di fronte ad un bar. Ascolta questa canzone.

“…I think about it every year, so I picked up a pen
Happy birthday, I love you whoever you would have been

Happy birthday


What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed

Happy birthday
What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed

I made a mistake …”

“è così triste ma bella” mi volto verso Aki e lo vedo assumere una strana espressione, sembra molto triste.

“ti piace?” gli chiedo con dolcezza, lui scuote debolmente il capo, in senso negativo.

“deve essere proprio una brutta situazione” che idiota che sono, questa frase è talmente stupida, è ovvio che sia una brutta situzione… intanto la canzone continua di sottofondo, e Akito non sembra uscire dal suo stato.

Continua a fissare il vuoto davanti a se, e anche se la sua espressione è dura, è triste, rassegnata… sembra che lui ascoltando queste parole, stia.. sembra che stia provando dolore ...sembra che stia soffrendo..?

“Aki tutto bene?” non risponde, continua a fissare il vuoto.

“…I never tell a woman what to do with her body
but if she don't love children then we can't party
I think about it every year so I picked up a pen…”

Dio messa così è tremenda.

“Happy birthday


What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed

Happy birthday
What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed

I made a mistake…”

“Deve essere tremendo per una donna… io non so se potrei continuare a vivere” commento tra me e me. Questa volta lui si gira e mi guarda.

“Potrebbe salvarti la vita” sussurra. Come se parlasse di qualcuno che conosce.

“si ma uccidere tuo figlio…”

“non è vivo”

“ma lo sarà, io preferirei dare la mia vita che sacrificare quella di mio figlio”

“e costringerlo a vivere senza madre?”

“avrebbe un padre, una famiglia” lo guardo interrogativo, lui mi rivolge uno sguardo pieno di dolore. Non lo capisco. Voglio dire, io non sono contro l’aborto, solo che non credo sarei mai in grado di farlo. Perché gli fa questo effetto.

“…maybe one day we can meet face to face
in a place without time and space
happy birthday

Happy birthday


What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed

Happy birthday
What I thought was a dream
make a wish
was as real as it seemed

I made a mistake…”

“Tu, pensa se tua madre avesse abortito!?” sgrana gli occhi. È, è come se stesse cercando di trattenersi dal piangere, ma questo è assurdo Akito non piange, Akito non fa trapassare un’emozione nemmeno sotto tortura, Akito è impassibile, e non gli costa esserlo, e allora? Perché sembra così turbato da tutto ciò?

“Siamo in ritardo, Tsuyoshi ci starà aspettando” dice alzandosi e avviandosi lungo il marciapiede.

Intanto le ultime note della canzone finiscono. E la voce del deejay introduce due ospiti in studio.

“Aki aspettami!”

Veramente, io non saprei come comportarmi, sarebbe egoistica qualsiasi scelta!

Se dovessi abortire, sarei egoista nel non volermi prendere le mie responsabilità, se non lo facessi, sarei egoista perché non voglio avere il senso di colpa di aver ucciso un bimbo, e se vivere per lui dovesse essere una condanna? Allora ne sarei responsabile.

Se nel non abortire dovessi morire, allora sarei egoista perché per non soffrire io, ho deciso di mettere al mondo un bambino destinato a vivere senza madre. E questo forse sarebbe ancora più crudele, quanto ne risentirebbe un bimbo di questo?

E nel contempo, tutto ciò è egoistico, perché sto ragionando per non sentirmi egoista, e quindi sto ragionando su cosa sarebbe meglio per me, quindi sono egoista!

Non so capire la situazione. Come si fa?

[Flipsyde - Happy Birthday]

Ma buon pomeriggio a tutti!

Credevate che non mi avreste visto per mooolto tempo, e invece tatan!! Ecco che Lucia viene a disturbarvi con il frutto della sua follia, in realtà dovrei studiare italiano, matematica e biologia e sono già le cinque di pomeriggio, però--- c’è quella dannata canzone che mi si è messa in testa e non vuole lasciarmi, quindi ho pensato di metterla da qualche parte, magari passa…magari no!

Allora analizziamo un po’ tutto quanto: Naozumi hai fatto un passo falso. In realtà era riferito un po’ alle persone che non esprimono le loro opinioni nemmeno quando gli vengono chieste…

Qualcuno deve aver detto qualcosa ad Akito, che si è comportato meglio. Comunque Akito zitto zitto nota tutto. E infine uno spazio da dedicare all’ultima parte del capitolo:

io credo che Akito senta l’aborto come una soluzione che avrebbe dato a sua madre una possibilità, perciò la reazione alla domanda ipotetica di Sana, che non sa, e da per scontato, anche ingenuamente, che abbia una madre. Credo che noi, o almeno io, diamo troppo spesso per scontato cose che non lo sono.

L’aborto, certamente una scelta dura, durissima, io non so se me la sentirei di farlo, però di una cosa sono convinta, certa al 100%, deve esserci la possibilità per ogni donna, di poter sceglierlo. Perché per ogni cosa, c’è la situazione estrema. E quindi la libertà deve esserci.

Con questo chiudo, perché non è nemmeno questo il luogo dove parlarne, se volete potete contattarmi!

Passiamo ai ringraziamenti:

AngelOfLove: dai ho postato abbastanza presto, no? Ora mi ucciderai perché non era Akito, però dai stavano passando una bella serata? Dimmi che non devo girare con il giubbotto antiproiettile!!!

totta91: ok, sto rischiando veramente la vita…. Però che ci posso fare devi prendertela con le mie dita, sono loro che scrivono! Be due settimane ci ho messo, mica tanto? Che ne pensi di questo casino che sto facendo? ?

cicia123456: allora che ne pensi di questa quasi conversazione tra Sana e Akito? Spero che non ho deluso troppo le tue aspettative! Un bacio alla prossima.

ryanforever: be non era Akito, era Nao, a cui ho complicato un po’ la vita, ma fa niente! Meritava qualche altra complicazione dopo un pomeriggio di Shopping con Sana e Aya. Ora sarà interessante vedere che succederà, non ti anticipo niente perché non ho idea di cosa farò accadere!

Manila: Ciao! Dai qui ho lasciato un bel po’ da parte la scuola, quindi il problema di mat&fis lo risolverà in un altro momento, e potresti avere ragione XD! Sana, poi non è mica sciocca, la cena la paga solo a chi merita! Ho pensato di farla rientrare, perché credo che sia anche sorpresa di se stessa, inizia ad avere qualche dubbio, e poi non volevo farla andare in giro con Nao, nono! Una ragazza cocciuta come lei, non si lascia l’ultima parola a nessuno, o quasi! UN BACIONE ENORME ANCHE A VOI!

daygum: che succederà mi chiedi? Be forse è meglio dire che non succederà! Spero che il capitolo abbia soddisfatto qualche tua domanda, anche se credo che ne abbia poste solo di più, ho almeno aumentato un poco la tua curiosità?? Goditi il cap, un bacio Lucia

miolety: ok, Akito non si è proprio sbottonato, però abbiamo toccato un tasto particolarmente dolente, quindi forse Sana riuscirà a capire qualcosa, spero almeno!

stezietta: niente conati di vomito, Nao è momentaneamente fuori, però questi personaggi devono chiarirsi un po’ le idee, non trovi, be forse le idee me le devo chiarire anche io.

Sana88: grazie dei complimenti! Mi fa piace che ti piaccia, è scritta per divertire però non voglio che sia stupida, il tema che affronto alla fine del capitolo secondo me, può far capire qualcosa di Akito, secondo me lui è favorevole all’aborto, pensando che la madre avrebbe potuto vivere.. e se Sana persisterà capirà anche lei il comportamento di Aki

GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE LEGGONO E ALLE 17 PERSONE CHE HANNO MESSO QUESTA FF TRA I PREFERITI, GRAZIE DI CUORE

E infine

AUGURI A TUTTE LE MAMMA DEL MONDO, E IN PARTICOLARE ALLA MIA MAMMA, E A TUTTE QUELLE CHE LEGGONO STORIE AI PROPRI FIGLI!!!

Un Bacione

Lucia

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Capitolo 8
*** In balia degli ormoni ***


Capitolo 9: In balia degli ormoni

                        

 

CHE COS’È QUELLO!? Quella cosa gialla…sono …io? Noo, non posso essere io. No, cioè sono bionda…sono davvero bionda. No deve essere un sogno. Proviamo a darci un pizzicotto. AIHA! D’ho! È tutto vero…Allora, per prima cosa calmiamoci, ispira, espira, ispira, espira….piano per favore, ci tengo alla mia vita.  Ora prendi coraggio e apri gli occhi, ok? Non ti ucciderà! Sicuro? Siiii!

“Dio santissimo” non posso guardare… mi trovo a voltarmi involontariamente, mettendomi le mani sulla fronte come se dovessi risolvere una catastrofe imminente. Su Sana è solo uno specchio! Solo una stupida superficie talmente liscia che ti mostra al contrario, chiaro?

Riproviamoci…mi metto di nuovo davanti allo specchio, a testa bassa, e piano piano alzo lo sguardo su me stessa…

È  anche peggio di quanto pensassi, no cioè guarda là, ho della paglia secca in testa! Poi proprio biondo biondo…proprio giallo!!! E non sta per niente bene con i miei occhi, sembro Lady Oscar! Oddio levatemelo!

Fuuuuuuuuuuuuuuuuuu! Mi butto sul letto più disperata che mai, e la cosa peggiore è che io domani ci devo andare a scuola!! In codeste condizioni!!

“dimmi Lolli come devo fare?” chiedo al mio peluche che mi guarda con un’espressione felice. Lolli è con me praticamente da sempre, è un tigrottino tenerone, non mi ha mai abbandonata, però ora non fa altro che ridere! Smettila!

“perché gioisci così delle mie disgrazie?!” gli chiedo ancora più offesa. AAA lo lascio abbandonato sul mio cuscino mentre torno per la centesima volta davanti allo specchio. Dovrei smetterla di parlare così da sola.

“Sana!!!!”chi è?... Aya aprendo la porta della mia camera. Ma questa è pazza? Mi ha fatto prendere un colpo! Lei si blocca un po’ squadrandomi dalla testa ai piedi, fin quando io non realizzo il perché!

“nonononono non mi guardare!”dico coprendomi la testa con le braccia! “potresti, per piacere smetterla di entrare così in camera mia! Mi dai saltare un battito ogni volta!” uno di questi giorni mi manda all’ospedale.

“smettila di fare la bambina! Fatti vedere!” dice avvicinandosi e abbassandomi le braccia. Sta un po’ in silenzio a studiarmi…poi se ne esce con uno strano “wow…” wow? Che significa? Cos’è male? Più di quanto ho visto? Come faccio?

“si lo so faccio schifo” inizio con la mia autocommiserazione, prima che lei mi interrompa entusiasta “schifo? Ma dove? Stai benissimo! Sei stupenda!”

“davvero?” chiedo sinceramente sorpresa. Mi sento un mostriciattolo! Come faccio ad essere stupenda?

“si davvero, Sana guardati”

“mi sono già vista e sono pietosa!” dico indicando prima lo specchio e poi me.

“non dire cretinate” no non riesco a convincermi. Mi sento strana, mi sento un’altra.

“Sana, ricresceranno del tuo colore!” si lo so questo, però…

“vabe…tu che ci fai qui?”

“sana…certo che la tua memoria è portentosa, altro che Golfera… seriamente dovresti controllare di non soffrire di Alzheimer!” ah ah ah spiritosa.

“dopo questi saggi consigli, mi dici cosa ci fai qui?”

“devo farti studiare!” … aa ora ricordo…certo che ha preso davvero alla lettera la mia richiesta di aiuto! Prima o poi imparerò a farmi i fatti miei. Per forza. Alzo gli occhi al cielo e mi butto sul letto.

“Lolli salvami tu!”

 

                                                                                                                     *

Ci siamo sedute in salotto a studiare, cioè io sto studiando Aya sta leggendo un libro, e ogni tanto mi fa qualche domanda, o mi fa ripetere. E se sbaglio alza un sopracciglio che sembra davvero Str, la prof di latino, e mi dice di rivederla e ridirla. Sembra una professoressa. Basta non ne posso più! Voglio un gelato! Che c’entra? Be mi è venuta voglia di un gelato al cioccolato fondente e stracciatella! Dopo dovrei fare un salto da Niki…

“a proposito!” quasi quasi me ne dimenticavo! “dove sei sparita l’altra sera!?!”già perché io e Akito siamo rimasti da soli per parecchio tempo prima di decidere di andarcene. Si erano volatilizzati. Vedo Aya sorridere.

“perché ridi?”

“io so qualcosa che tu non sai!” mi canzona…bè sai che novità!

“be…parla!!” la incito io con la penna. Le scuote la testa.

“daii!”

“noo, non voglio distrarti!” bello roba, prima mi sorride e mi dice che sa qualcosa che io non so e poi non vuole parlare, ormai la mia attenzione sullo studio è fritta!.

“daiiiiiiii, si vede lontano un miglio che muori dalla voglia di sbandierarlo in giro!”

“va bene però sappi, che io tifo l’altro” ee? Che significa? Sappi che tifo l’altro?  Di cosa parliamo?

“ti ricordi la ragazza con cui ha parlato Naozumi al telefono? “ Cecil... già, come dimenticare. Annuisco. “be, non è la sua ragazza!” dice felice.

“e chi è?”

“la sorella, e Brad, quello che ha chiamato dopo, è il quasi-ragazzo di lei, cioè da quello che ho saputo lui piace a lei, ma non so quanto il contrario, comunque c’è ancora qualcosa che mi sfugge!”

“ovvero?”

“che diavolo sia successo! So”

“ferma un attimo! Tu tutte queste cose come diavolo le sai? Cioè posso capire sapere chi siano, ma pure che lei è innamorata ecc…chi te lo dice?”

“non posso dirtelo” sorride tra se.

“Aya!”la imploro

“Ntu, Ntu”…no un momento, fermi fermi fermi! “No, non ci credo!!”

“cosa?”o si ho visto giusto!!

“no, ne sei felice?!”AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

“ddi cosa?”

“inutile che fai la finta tonta, tu sei strafelice!”

“Sana giuro che non sto capendo un accidente di ciò che dici!”

“ammettilo!!!!” dico puntandole la penna contro, come ad inchiodarla.

“ammettere cosa?!” chiede alzando le mani.

“ah tu sei strafelicissima che lei non sia la ragazza!”

“COSA? Nonononono ti sbagli, io io” a beccata in flagrante!

“ad Aya piace Nao, ad Aya piace Nao, e adesso il povero Tsy? Lo mollerai per il super divo? Oppure lo terrai con zerbino? Dirai a Tsuyoshi che lo ami e poi un’ora dopo te la spasserai con Nao!?” il sorriso di Aya si trasforma in una smorfia furiosa… oh-o mi sa che ho esagerato.

“A me non piace Kamura! Io amo Tsuyoshi, e non so come tu posso anche solo pensare che io possa comportarmi così male con la persona con cui sto! Smettila di vaneggiare e mettiti a studiare!” forse si è un tantino arrabbiata!

“scusa io stavo scherzando, non volevo” non ottengo risposta, ma la vedo tirar fuori dalla borsa bianca il cellulare, con il display illuminato,  scrive un messaggio e finalmente parla.

“Si, si scusa Sana ma devo andare da Tsuyoshi, studia Catullo e i neoterici ci vediamo domani a scuola” si alza dalla sedia, mi da un bacio freddissimo sulla guancia e se ne va velocemente verso la porta.ok forse ho esagerato ma stavo scherzando!! Si è offesa troppo! Chi sa se Tsuyoshi ha davvero bisogno di lei, o se ne ha approfittato per andarsene?

“DLINDLON” e adesso chi è? Sarà tornata indietro? Avrà scordato qualcosa? No Aya entra sempre senza suonare. Mi avvio verso l’ingresso urlando di entrare. Un ragazzo ventenne direi, un po’ bruttino e con un ridicolo cappello con scritto su ‘più veloce di me non c’è ne, consegne a domicilio rapide e sicure!’, mi si piazza davanti.

“Sasana Kurata?” rilassati mica uccido!

“ si?”

“c’è un pacco per lei” un pacco per me che strano, chi me lo invia. Come il ragazzo avanza per darmi una busta marrone abbastanza grande, lo vedo cadere rovinosamente a terra, facendo volare il suo cappello ai miei piedi….ahahahah ……..gigiuro, giuro che ci sto provando a non ridergli in faccia, veramente sto facendo grandi sforzi. Nel inutile tentativo di non ridere mi avvicino per aiutarlo ad alzarsi e vedo la causa di tutto ciò una busta abbandonata proprio al centro dell’ingresso.

“tutto a posto?” chiedo trattenendo il riso.

“”si-si sono inciampato” e lo vedo, quella busta ti ha mandato in crisi, ma di chi è? AA sono le scarpe di Akito, cioè della sorella, le avevo proprio dimenticate!!

“dove devo firmare?” chiedo al ragazzo delle consegne.

“una qui…. e una qui….e questa è per lei!” mi dice dandomi la ricevuta firmata per prima.

“ok grazie!” lui si gira di scatto e se ne va. Che ragazzo strano penso scuotendo la testa. Mi avvicino alle scarpe della sorella di Akito e mi siedo sul gradino che si trova all’ingresso.

Un pacco per me, sono emozionata, che sarà mai?!? Rigiro e rigiro la busta giallognola fin quando non mi decido ad aprirla… è abbastanza pesante… speriamo di essere stata ammessa alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!!!!

Sfilo una risma di fogli, pericolosamente grande e una busta più piccola, ma abbastanza pesante. Che diavoleria è mai questa? Sicuramente niente scuola di magia…peccato.

Mi poggio il rismone sulle ginocchia e apro la prima pagina.

“Sceneggiatura provvisoria di Tristano e Isotta” e sotto “Kamura Naozumi e Kurata Sana” nooo. Il mio incubo è iniziato.

Apro la busta più piccola è rimango esterrefatta, anzi no solo fatta…

C’è una tabella con tutti i giorni della settimana, con tutte le sere piene… poi trovo un foglio con indirizzi e infine una lettera…la leggo velocemente.

“…i corsi preparatori per danze medievali…scuola d’arte medievale..” che è sta roba!!!

“REEEEEEEEEEEEIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!” sento i passi del mio menager che dall’altra parte della casa arriva di corsa.

“si Sana”

“che è sta roba?” gli chiedo mostrando il chili di fogli.

“a sono arrivati finalmente”

“finalmente? Dimmi quando pensavi di dirmi che avrei dovuto seguire dei corsi di danza…e scuole… e che altro non so che di medievale!?”

“be pensavo di dirtelo quella volta in macchina… ma poi sei volata fuori! E poi che pensavi di dover ballare la bachata?”

“Reiii!” dico come se fosse un lamento.

“a proposito Sana, rinfrescami la memoria quand’è che io e te siamo andati a mangiare il sushi” dice risistemandosi gli occhiali da sole..sushi?

“o mi sono appena ricordata che devo riportare queste scarpe al proprietario! Ciao Rei!” prendo la busta delle scarpe, mi infilo velocemente un paio di scarpe da ginnastica e mi lancio fuori casa. Fiuu lo scampata per un pelo!

 

 

                                                                                                                **

 

“dlin..dlon”  

“si?” una ragazza poco più alta di me apre la porta di casa, e rimane a guardarmi…

“ciao, sono Sana”

“Sana, quella Sana? L’attrice?” inizia sgranando gli occhi… in questi momenti mi sento sempre in imbarazzo. Sembra strano ma non so mai cosa dire!

“o scusa non ti avevo riconosciuta”

“si, sono io ehm” le mi guarda curiosa di sapere cosa voglia, e anche giustamente, insomma se un’attrice mi si presentasse a casa così all’improvviso rimarrei anch’io un po’ stranita.

“ops, scusa sono rimasta incantata, che maleducata, perché non entri?” dice aprendo completamente la porta e sposandosi di lato. Ok come posso dire che le ho riportato le scarpe che Akito le ha preso, molto probabilmente senza dirle niente? Entro timidamente nell’ingresso, pensando freneticamente a come dirlo senza fare la figura di una sciocca. Nel frattempo lei mi chiude la porta alle spalle e io mi giro verso di lei.

“ma tu non eri rossa?!” chiede all’improvviso. Io mi volto e mi trovo a guardarmi nello specchio sulla destra. Mi ci vogliono alcuni secondi prima di capire che quella sono io, che trauma non ancora ci prendo l’abitudine.

“be ecco, storia lunga!” mi dimentico sempre che devo tenere la bocca chiusa sui nuovi film. Quando Tom Hanks girò Cast Away, nessuno sapeva perché andasse in giro con quel barbone in faccia… e io invece sto spiattellando ai quattro venti quello che faccio…non va bene, non è professionale!!

Rimaniamo un po’ in silenzio, poi mi rendo conto che sono io che sono venuta, e che forse dovrei decidermi a parlare.

“ehm…io ecco, sono venuta qui, perché… non è che potrei parlare con Akito? È in casa?” si delego a lui e buonanotte. Vedo la sua espressione cordiale trasformarsi in una di disprezzo.

“che ha combinato mio fratello?” fratello allora è veramente sua sorella, è la stessa che urlava l’altra sera, non me la ricordo molto bene… Aya ha ragione la mia memoria fa pena “Ti ha fatto qualcosa?” dice incrociando le braccia al petto.

“nono, assolutamente…”

“non preoccuparti non gli dirò che sei stata tu a dirmelo, mi chiedo come abbia fatto a rovinare la vita anche a te che sei così dolce, possibile che quel ragazzo si metta sempre nei guai…! Inutile dove c’è lui c’è problema, è insopportabile, e io continuo ancora a stupirmi” si Akito non è sempre dei più dolci però…ora dai non esageriamo.

“no, veramente, non c’è alcun problema, vorrei solo parlargli!”

“non sarai cotta di lui?” chiede sgranando gli occhi. Che cosa? Ma che siamo impazziti tutti!

“NO!”

“guarda se posso darti un consiglio stai il più lontano possibile da lui”

“non sono cotta di lui! Ne sono sicura, forse è una delle poche cose di cui sono convinta! Sotto quel punto di vista è spregevole” credo, spero… io e akito? Pua! Una barzelletta.

“io non credo!” mi volto rapidamente, e quasi svengo… è, è una visione, un’allucinazione…non può essere così bello, dai deve avere un qualche piccolo difetto…forse io non lo trovo, è appena uscito dalla doccia evidentemente, perché ha i capelli gocciolanti….con un asciugamano se li friziona e fa volare l’acqua da per tutto, alcune gocce cadono sul suo petto nudo, dio mi sto sciogliendo, tutto perfettamente delineato. Non avevo mai invidiato delle gocce d’acqua prima. Poteva mettersi una dannatissima maglietta sopra quei jeans che, per inciso, sono anche abbastanza bassi dato che sono abbottonati solo due bottoni… non ci vuole molta fantasia… fidatevi, per immaginare. Gli si vede muscolo per muscolo dagli obliqui a pettorali… sto morendo…

“vestiti sei indecente!” sento la ragazza dietro di me… a lei non fa alcun effetto, perché invece io sono paralizzata, non faccio altro che guardarlo dall’alto in basso e poi dal basso in alto. Dio l’avete visto… è..è ogni aggettivo positivo esistente sulla terra al grado superlativo, bellissimo, sexissimo, perfettissimo…non mi sposterei mai…

“Natsumi non rompere” Natsumi si chiama allora la sorella. Inizio anche a pensare cose stupide e ovvie. Odioi essere così vittima degli ormoni!

“Che deficiente devo avere come fratello… mi spieghi come cavolo hai fatto a metterti nei guai con lei! Possibile che non sai fare altro che combinar danni, mi sono rotta, rotta e strarotta di dover aggiustare i tuoi casini!”

“ma chi ti ha chiesto niente!” io intanto resto come una deficiente in mezzo a loro due, di spalle alla ragazza e di fronte ad Akito… cervello potresti metterti di nuovo in funzione per piacere, e tu cuore la smetti di pompare così? Grazie. Dopo aver riorganizzato il mio organismo mi decido ad entrare nella conversazione prima che diventi un uragano di insulti.

“Nat-natsumi Akito non ha fatto niente, fidati” dico senza nemmeno girarmi, sono ancora concentrata a guardarlo.

“o di te mi fido, e su quello che ho qualche dubbio!” no scusa lei si fida di me, di una perfetta sconosciuta invece che del fratello? Questa ragazza ha qualche problema.

“tzs.. perché non ti levi dai piedi?”

“con piacere! Ciao Sana!” mi passa davanti e se ne va attraverso il corridoio. Incredibile il cambio di tono che ha avuto tra il ‘con piacere’ e il ‘ciao Sana’… altro che attrice.

“tu che vuoi?!” mi dice duro appena la sorella non c’è più.

“quella è tua sorella? Vi volete molto bene?! Che fai mi fai restare qui all’ingresso, è da maleducati lo sai!”

“parla miss galateo!”

“tu e gentilezza state in due dizionari diversi vero?”

“senti ragazzina non ho tempo da perdere” dice avvicinandosi pericolosamente. Mi mette con le spalle al muro, cioè alla porta. Con una mano di fianco alla mia testa, dovrei aver paura, ma il sentimento che provo, è moooooolto diverso dalla paura. Troppo forse. Inizio a balbettare frasi senza senso. Basta ti vuoi riprendere? È un ordine!

“ma come non ero, com’era, spregevole?” che brutto bastardo, sta giocando! Spregevole? Ba credo sia l’aggettivo più lontano da quello che sto pensando io…

“ssii, alloallontanati!” dico mettendo le mani sul suo petto e spingendolo via. Nel momento in cui lo tocco però tutte le mie convinzioni spariscono, e invece di allontanarlo…

Lui non si muove, rimane impassibile nonostante la mia lieve pressione. Ad un certo punto, sento le mie braccia piegarsi, e lui avvicinarsi..no no fermi tutti. Fermo tu! Cavolo.

“io-iosonovenutaaportartilescarpe!” dico tutto di un fiato, quando lui arriva quasi a sfiorarmi il naso. Continua a fissarmi negli occhi con fermezza, credo che ormai le mie guance siano completamente rosse. Riporto le mani su di lui e lo spingo via, questa volta con decisone, lui non si oppone. Quel piccolo infame voleva vedere fino a dove gli avrei concesso…Gli cedo la busta, e continuo a guardarlo.

“ioio vado, cciao” Gambe ci siete? No perché questo sarebbe esattamente il momento di girare e tornare indietro sapete? Forza muovetevi. Do un ultimo sguardo generale a questo gioiellino dell’umanità e poi apro la porta, con molto rammarico mi decido a levare lo sguardo da lui. Esco senza nemmeno voltarmi, ho fatto  così tanta fatica per girare lo sguardo che non so  quanto potrei resistere. Possibile che sono così scombussolata qua dentro.

“stai bene, però ti preferivo rossa” lo sento dire prima che la porta si chiuda definitivamente. Questa volta non ce la faccio e mi volto subito, non so perché, forse perché è il primo complimento che mi fa, forse perché me lo ha detto così, forse solo perché è stato lui a dirmelo. Sta di fatto che la porta è chiusa, e io mi sento avvampare come una scema. O Sana cerca di controllarti! Dai! Per piacere.

 

 

Ciao gente, scusate il mio ormai noioso ritardo, ma da quando si è chiusa la scuola, mi sembra di aver ancora più impegni! Comunque sabato c’è il saggio, per fortuna, non c’e la faccio più a fare le stesse cose mattina e pomeriggio… ecco perché non ho molto tempo da dedicare ai ringraziamenti, devo fare un pranzo-lampo e poi tornare in palestra, basta non ne posso più!!! (questa mattina alle otto!!!). Qualche dettasglio  da aggiungere? desideravo essere Sana!  Akito stava giocando,  ma che fa , è così--- vabe! basta , che gli ormoni stanno schizzando da tutte le parti!            un saluto a tutti! Bacione Lucia

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Capitolo 9
*** Una giornata sotto effetto di febbre ***


Permetto, il capitolo non è lunghissimo…. Però ho aggiornato prestissimo no? La cosa compensa? XD no ?

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 9: Una giornata sotto effetto di febbre

 

Non ci posso credere! Veramente, non ci credo! AAAAAAAAAAAA! Ragazzi segnatevi questa data, perchè oggi, sabato ventuno, la sottoscritta, Sana Kurata ha sostenuto un'interrogazione degna di lode! Be adesso addirittura la lode, può sembrare eccessivo, in effetti...comunque è andata bene! La cosa lascia interdetta anche me fidatevi...wow... non posso crederci! Allora precisiamo che non è stata fortuna, domenica ho passato tutto il giorno, letteralmente tutto il giorno a studiare. Si, sembra incredibile, e non so nemmeno io come ci sia riuscita, credo che il senso di colpa di aver deluso mamma, misto ad uno strano senso di pietà nei miei stessi confronti mi abbiano spinto a darmi da fare... sta di fatto che ho passato una domenica intera a studiare latino e filosofia, solo alla fine ho dato un'occhiata alle altre materia, un po' poco in verità, ma questo non c'entra, dicevo? A si, dunque sotto suggerimento, meglio dire costrizione, di Aya ho ripassato tutti i giorni e oggi, quando la STR mi ha chiamata, ero sicurissima di me, e infatti ho risposto a ogni domanda, ogni curiosità, ogni trabocchetto, lasciandola senza parole! Quella ha avuto il coraggio di dire ‘questa non è tutta farina del tuo sacco, Kurata!’ ma ti rendi conto?! Se le ho risposto ad ogni domanda in modo fluido e corretto! Ma chi se ne importa. AH! Sono tutta felice!! Non credevo si potesse essere tanto contenti di un'interrogazione!

Nonostante questo, mi rimane un problema, anzi due, che se non risolvo... matematica e fisica! A, quelle materie non le capisco! Ma perchè rovinarsi la giornata?

"Sana" mi si avvicina Aya mentre io sto ancora ficcando delicatamente i libri nella borsa.

“senti Aya…io, mi dispiace di aver detto quelle cose…io”

“è tutto a posto” mi fa serena.

“sei sicura, giuro so benissimo cosa provi per Tsuyoshi, e non penserei mai a te come una”

“tranquilla Sana, ho avuto una reazione esagerata”

“ok…” dico abbassando lo sguardo. “sono stata brava e?” dico ritrovando il sorriso…

“yep”

"Grazie a te, se non mi avessi costretto a ripassare anche gli altri giorni..." e si parte, gran parte, del merito è suo, che mi ha seguito.

"Si ma davanti a STR ci sei stata tu!"

"si.. modestamente... sono un genio, non tutti sono al mio livello, tu che dici un Oscar e un Nobel farebbero bella figura sul mio comodino?"

"naa, non per qualcosa ma rischierebbero di essere scaraventati al posto della sveglia ogni mattina"

"be potrei vincerne alcuni di riserva"

"certo, sopratutto di Nobel!"

"be? Un Nobel per la matematica me lo vedo proprio bene"

"già.. peccato che non esista, c'è la Medaglia Fields se proprio vuoi"

"davvero?! pensi che potrei vincerla?" dico sorridendo.

"senza dubbio...ora però torna sulla Terra, che fai dopo?"

"be non lo so, non ho niente da fare…senti posso chiederti una cosa?” lei annuisce e io prendo coraggio “ma perché sei scappata così? Era solo per rabbia?”

“no ecco, Tsuyoshi ha dei problemi… i genitori stanno divorziando, e lui si sta trasferendo con la madre e la sorella”

“nooooo, mi dispiace tantissimo, come sta? C’è qualcosa che posso fare?”

“stargli vicino” fa tristemente, “oggi pomeriggio vado ad aiutarlo a spacchettare pacchi e pacchetti vuoi venire?”

“si, si ci sarò… a che ora?” non si abbandona mai un amico! Se la nostra presenza può non fargli pensare a tutto ciò, allora ben venga. Quanto mi dispiace… anche se lo conosco da poco, sono sicura che è una brava persona, e non si merita di soffrire così.

"allora ti passo a prendere verso le cinque, e andiamo insieme?" annuisco, mentre ci avviamo verso i corridoi per tornare a casa.

 

 

                                                       *

Tra poco Aya sarà qui. Ma io dovevo assolutamente riprendere fiato, e mi sono infilata sotto l'acqua bollente... meritato riposo. Studiare è una faticaccia, non invidio per niente i secchioni della mia classe. Chissà se si divertono? Be sicuramente studiare non sarà mai il mio mestiere, certo però se penso che ho sprecato un altro anno, scolasticamente parlando, mi mette una po’ di malinconia, non ho raggiunto alcun obbiettivo, la mia media è diventata una retta x, parallela alle ordinate…be almeno qualcosa l’ho imparato di matematica…. Vabbe niente pensieri tristi, devi consolare un amico, non puoi essere triste.

 

"DINDLON!" deve essere arrivata Aya, sono le cinque. Mi infilo i pantaloncini beige che trovo buttati sul letto, e un reggiseno che prendo a caso dal cassetto, giusto per non andare incontro alle sue battutine. E mi fiondo all'ingresso, urlando come una pazza, per poco non cado per le scale, inciampando sui miei stessi piedi.

"AYA FINALMENTE, NON HO IDEA DI CO" apro la porta.

....

........................................................ Devo metabolizzare.

........................................................

........................................................ Sto metabolizzando.

.... …………………………………..

.... Abbasso velocemente lo sguardo su di me, e lo rialzo su di lui. Poi d'istinto richiudo la porta.

Merde

E adesso che faccio? Non posso mica lasciarlo la fuori! Ok, lo faccio entrare. Possibilmente senza che mi veda...

"SENTI" urlo in modo che lui possa sentirmi. "IO ORA APRO LA PORTA, TU ASPETTA UN PO' E POI ENTRA, FA COME SE FOSSI A CASA TUA, IO NEL FRATTEMPO VADO A SOTTERRARMI, DOPO ESSERMI MESSA QUALCOSA DI DECENTE"

"ok" già me la immagino la sua faccia da schiaffi…

Vorrei seppellirmi, sprofondare, sparire dalla Terra, finire in uno di quegli universi figli di Smolin, mio dio che vergogna. Sento le guance bruciarmi, perchè? PERCHè? Che figura di...

Che diavolo ci fa lui qui!??????

E adesso che mi invento? Apro un poco la porta, giusto quel tanto che basta per non farla richiudere, e corro verso la mia camera. Non è mai stata così lontana. Appena arrivo richiudo la porta, come se avessi paura che possa ancora vedermi., ed ho ancora paura che possa vedermi. Ma poi perché lui? Tra tutte le persone al mondo, perché lui? Immagina se fosse stato il corriere di ieri? Che schifo!

Che vergogna, mi guardo… ma poi perchè, perchè tra tutti i reggiseno che ci sono in quel cassetto, perchè dovevo prendere proprio quello di pizzo bianco!!!!???????????

Pensa al lato positivo, almeno portavi i pantaloncini! A si, bella consolazione!! Mi ha vista mezza nuda, però solo la parte di sopra!

Certo non avrà visto un gran chè, ma che cavolo significa, mi ha vista! Per almeno quindici secondi mi ha vista, e so che l'ha fatto perchè ho notato il suo sguardo ben fisso su di me e non di certo sui miei occhi. E poi, proprio lui…

Sono rimasta così, con una mano sulla porta che avevo aperto, e l'altra con un asciugamano con cui mi stavo frizionando i capelli.

Ho impiegato almeno dieci secondi, cercando di ritrovare in quella persona davanti a me i lunghi capelli castani o gli occhi, o la piega della bocca, o anche solo l'altezza della mia amica, quando mi sono resa conto che quella persona non era Aya. I capelli più chiari, l’altezza superiore…ecc.

E avevo anche le braccia ben aperte! Fantastico! Strepitoso! Non oso immaginare se non mi fossi vestita…Ora con che coraggio torno di la? Devi tornare, che hai intenzione di aspettare? Che mi invento? Ripenso ancora una volta a quello che è appena successo no, non ho il coraggio di tornare di la.

Mi sento chiamare.. no, è Aya. Aya? Ok, ok, calma. Me ne sono scordata.

 

Prendo una maglia a maniche lunghe, bianca, semplice, ma lunga. Me la infilo, e torno di là, ho ancora i capelli bagnati. Che figura.

 

“evita di dire qualsiasi cosa!” lo vedo ghignare seduto sul divano. Devo dire che in quella posizione è estremamente…. No! Ma che vai a pensare?! Sana per piacere piantala!

“mi dici che diavolo ci fai qui!? E tu perché non me l’hai detto?” dico rivolgendomi ad Aya che non fa altro che ridere sotto i baffi. Un momento, Aya? Da dove è uscita?

“aspetta un attimo da dove sei saltata fuori!?” le chiedo mentre lei si siede sulla poltrona del mio salotto.

“sono entrata prima, solo che stavo salutando la signora Patricia…ha fattto dei biscotti che sono una meraviglia, con le nocciole dentro…” e io non mi sono accorta di niente? Se fosse stato un ladro? Bha che incosciente…

“la smetti di ridere!!!” sbotto verso di lui, che continua a sghignazzare! "scommetto che non ti è dispiaciuto" o non l'ho detto a voce alta? Bene, ora, arrossisco ancora di più se possibile.

"...ora vado a sotterrarmi davvero"

“non c’era niente da vedere …e poi almeno adesso siamo pari”e ..mica è stato lui a essere visto mezzo nudo, cioè si l’ho visto mezzo nudo, ma che c’entra lui è un ragazzo, e non stava in reggiseno! Anche se la cosa… non mi dava ribrezzo…e nemmeno adesso se volete proprio saperlo, oggi con la semplice felpa, e i jeans chiari, è un vero bonazzo…ma la finisci di pensare queste cose? Se ti sentisse qualcuno! Ecco, sento di nuovo le guance arrossarsi. Dannazione!

“stai facendo dei pensieri su di me?” mi chiede provocatorio, per nulla malizioso, solo strafottente, non lo sopporto!

“ma per piacere!”

“e allora perché sei arrossita?” mi chiede Aya, completamente maliziosa, e questa volta si becca una delle mie peggiori occhiate.

“taci!!” lo anticipo prima che possa dire qualsiasi cosa..

“dlindlon” o ma porca miseria, che è questa casa un albergo!

“Akito renditi utile vai ad aprire” ordino al biondino, dare direttive mi fa sentire importante.

“che credi che sia il tuo schiavo?”

“mi spieghi perché sei venuto?”

“me lo ha chiesto lei” dice indicando Aya.

“per Tsuyoshi” si per Tsuyoshi, qua gatta ci cova. “andiamo tutti insieme”

“dlindlon”

“dai muoviti, io vado ad asciugarmi i capelli e poi andiamo…magari prima mi vesto” dico più a me stessa che a loro. Mi incammino per le scale e Aya si alza e mi segue.

“ma non c’è una cameriera o qualcosa del genere?”

“dlindlon”

“muoviti!!!!!”gli urlo dal corridoio, con qualche sbuffo Akito va finalmente ad aprire la porta.

“Aki chi è?” urlo dalla mia camera, nella speranza che possa sentirmi. Non sento risposta, per cui mi affaccio dal corridoio, e vedo qualcosa che potrebbe diventare molto pericoloso.

Porca miseria.

Avevo completamente rimosso. Lui…

COME CAVOLO HO FATTO A NON RICORDARMI DI KAMURA!!!

“Aya…codice rosa!” dico girandomi di scatto verso la ragazza.

“codice rosa?”

“rosa, si quasi rosso, è quasi una catastrofe!” vedendo la sua espressione confusa tento di chiarire i suo dubbi “dobbiamo evitare un qualsiasi scambio di opinione tra quei due”

“che stai dicendo?” come spiegarle in due secondi?

“ecco…di la c’è Kamura con cui avrei dovuto iniziare a studiare il copione!”veloce, coinciso, chiaro.

“CHE COSA?”

“me ne ero scordata!!! L’hai detto tu che non ho la memoria di quel tizio..!poi non l’ho più sentito…”

“sei incredibile, okok finisci di asciugarti i capelli, ci penso io!”

“ok…non fare macelli!”

“che mi chiamo Sana io?” ah.ah.ah. mentre lei esce, io attacco il phon e non sento più niente di quello che avviene a qualche metro da me…per fortuna.

               

 

 

 

 

“dov’è finito Kamura?!” chiedo quando esco dalla mia camera, decisamente più coperta, scarpe da ginnastica, jeans, felpa rossa con la zip, e capelli raccolti in una coda.

“Aya l’ha liquidato” commenta laconico Akito.

“non l’ho liquidato, gli ho detto che eri sotto la doccia, e che ti scusavi, gli ho spiegato la situazione e lui ha capito”

“proprio quello” commenta Akito.

“gli hai detto di Tsuyoshi?”

“no, non vado spiattellando i fatti degli altri, io!” la guardo alzando un sopracciglio.. “ok gli ho detto che avevi la febbre alta, e che vomitavi tutto ciò che mangiavi”

“e ti ha creduto?” andiamo era una balla talmente evidente…

“si, cioè no, ma non poteva provarlo”

“e di lui non ha detto niente?”

“gli ho detto che mi accompagnava dal mio ragazzo dopo”

“e ti ha creduto?” scusa ma dai, solo un’idiota crede a queste scuse!

“si perché ha visto solo la moto e io ho raccolto il casco di Akito dal salotto senza farmi vedere” che genio.

“che deficiente” commenta Akito. Io lo ignoro.

“ma andiamo in autobus?” Aya fa un sorriso che non mi piace per niente, è uno di quei sorrisi che fa quando sta tramando qualcosa.

“io ho il motorino, e Akito la moto….”

“no!” risponde Akito piatto.

“perché hai detto no?”

“certo che sei lenta… vorrebbe che ti accompagnassi io” io, moto, Akito…di nuovo? Nononono.

“dai ci sei già andata una volta!”

“appunto non vorrei ripetere l’esperienza!” dico incrociando le braccia al petto, e sfidando chiunque a contraddirmi.

“ti prego Akito, per Tsuyoshi che mi aspetta  da un po’”

“va bene, ma non fiatare”

“non darmi ordini”

“ti lascio qua”

“sta zitto e muoviti” dico spingendolo fuori dalla porta.

“e non attaccarti a me come una cozza”

“ma chi ti vuole toccare!” si gira verso di me e mi fa un ghigno come a dire ‘ tu muori dalla voglia’ e io che vorrei veramente dargli torto, mi sento nuovamente arrossire. Così gli tiro un colpo sulla spalla, idiota! Vedo Aya sorridere, e lanciarmi sguardi eloquenti, decido di ignorarla, prima che possa avere qualche altra brillante idea. Questa comunicazione ad espressioni e sguardi mi sta coinvolgendo.

Arriviamo finalmente alla moto, e prendo il casco che Akito mi porge.

“guida bene” lo ammonisco, mentre lui sale.

“non rompere”

“scusa ma ne va della mia vita” lo seguo io.

“vai a piedi allora”

“puoi smetterla di sottolineare che non mi sopporti”

“no”

“sei intrattabile”

“da che pulpito”

“nessuno a mai disdegnato la mia compagnia”

“ti rendi conto di quello che hai detto?” ?no, che ho detto?

“scusa?”

“lascia perdere, tieniti forte, non vorrei che te ne volassi per strada, non ho bisogno di altri problemi” dice mettendo finalmente in moto.

Ho un piccolo dejavu, e mi aggrappo saldamente a lui. Questa scena mi è familiare….

“allora sei tu che vuoi che ti tocchi”

“il colore ti ha dato alla testa”

“se se…”

“io non divento rosso ogni volta che ti avvicini”

“nemmeno io”

“a si? Quindi l’altra volta a casa mia?” ecco preferirei non parlarne… anche perché non ho idea di cosa sia successo davvero dentro di me.

“era la febbre”

“continua a ripetertelo magari ci credi anche tu”

“aki..” ma qualsiasi cosa io voglia dire, le parole mi muoiono in gola, e lui parte improvvisamente, e così d’istinto mi stringo ancora i più a lui, appoggiandomi completamente sulla sua schiena, e anche se mi sembra impossibile perché siamo divisi da spessi strati di tessuto, è come se sentissi il calore del suo corpo arrivare fino al mio…e mi sento percossa da brividi…sicuro di non avere la febbre, per davvero? Ho fatto una buona interrogazione, mi sono piazzata in intimo davanti ad akito, e adesso sono in moto con lui, stretta a lui, e mi sento molto bene di esserlo…. Deve essere tutta un’allucinazione… io ho la febbre!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maha buongiorno!

Allora questo capitolo è dedicato ad Angeloflove, mi sono impegnata a scriverlo velocemente, oggi che mci hanno lasciate stranamente libere, proprio perché volevo darti il mio in bocca al lupo per gli esami!!

Dunque Sana avrà la febbre o no? Bella domanda, ve la lascio tutta quanta e passo ai ringraziamenti che l’altro giorno non ho fatto.

AngelOfLove: buona fortuna soprattutto a te! Che brutta cosa gli esami! Comunque questa volta ho aggiornato in tempo record, per i miei standar, così potrai iniziare gli esami sapendo che quei due sono in moto… e scusa se è poco, stanno per passare un pomeriggio, un sabato pomeriggio insieme! Un bacione! E ancora in bocca al lupo!

Pinkgirl:crepi il lupo! Mi fa piacere che il cap ti sia piaciuto, ovviamente anch’io sarei voluta essere al posto di Sana, purtroppo queste fortune capitano solo agli altri…sign alla prossima!

fra007: wow, mi stupisco sempre quando mi scrivete che vi piacciono i miei capitoli…grazie, (lucia piega il capo umilmente) hai capito bene, Akito lìha fregata si, comunque prima o poi…anche lui…fidati!

Stezietta: lo so, chi non avrebbe fatto così, ma Sana è diversa...e lo sarà agli occhi di Akito. Qualsiasi ragazzuola sarebbe caduta ai suoi piedi (me compresa) e Akito questo lo sa!

totta91: oo prima o poi toccherà anche ad Akito, e dovrò inventarmi un modo per farlo capire, perché Sana, non è molto perspicace come sappiamo…ma prima o poi..

ryanforever: ecco il seguito, non collegato però… ha fatto sorridere te, ha fatto effetto a Sana, chissà Akito, si sarà maledetto per averlo detto a voce alta!hehe, che ne pensi di questo capitolo?

cicia123456:ho aggiornato presto! Questa devi concedermelo! Guarda per Akito, ti capisco, non so se lo avrei aspettato.. ma di sicuro no me ne sarei andata…

after_all: alla fine il tempo l’ho trovato…ormai ho serie difficoltà a dormire la notte, per cui metto a frutto questo tempo sprecato, per immaginarmi situazioni, e poi una volta seduta davanti ad una tastiera, è fatta…almeno quando c’è ispirazione… oggi ho fatto fuori Kamura, anche poco educatamente, ma non o volevo tra i piedi, anche se… no vabbe meglio così, altrimenti si sarebbe offerto di accompagnare tutti con il suo macchinone! Ti faccio la stessa domanda di sopra, secondo te è la febbre o Sana ha qualcosa che non va quando sta con Akito, a me sempre essere più spontanea quando sta con lui, invece che con kamura…

__BIGIA__:eccomi con un capitolo fresco fresco, spero ti piaccia! E si magari un giorno anche noi ci troveremo in certe situazione (non sperarci troppo, con i tempi che corrono) ma fammi sognare uffa!

 

E dopo avervi sottratto un po’ di tempo…posso ritenermi soddisfatta!

Un bacione

Lucia

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Capitolo 10
*** Risposta immunitaria ***


Ciao a tutti! Ho pochissimo tempo, quindi scusate se non ringrazio adeguatamente! Ecco il nuovo capitolo tutto per voi! A presto! Lucia
ps. siccome siamo arrivati al decimo capitolo e a me continua a non venirmi in mente un titolo decente, penso che lascero questo! Quindi Salvo particolari illuminaizoni, dal prossimo aggiornamente sarà solo compagni di scuola... che comuqnue non mi piace per niente! Vabbe me ne vado che mi madre sta già per urlare... bacio

Lucia




Capitolo 10: Risposta immunitaria


Non è che io abbia paura delle cose, tanto meno delle persone. Sono abbastanza spericolata, e azzarderei che mi piace esserlo. Non sono nemmeno timida, non ho alcuna difficoltà a fermare la gente per strada e chiedergli qualcosa... questo è più un aspetto da Aya, che studia le persone. Io mi limito ad interagire, quindi in un certo senso sono soggetto di studio da parte di Aya. Ecco perchè ormai mi conosce più di quanto voglia farmi credere. Aya nasconde certi aspetti però...inquietanti.
Comunque dicevo che tra le due, Aya è quella più calma, almeno in pubblico, e io quella a cui piace esagerare, ottenendo poi anche un discreto numero di belle figure. Nonostante questo non posso negare di essere un poco preoccupata di dover passare un pomeriggio con Hayama. Ancora di più da quando Aya e Tsuyoshi sono andati a riordinare un'altra stanza al piano di sopra, che secondo me concide casualmente con la sua camera.
La mia preoccupazione è data principalemnte dal fatto che in moto, non sono stata proprio un passeggero passivo, e questo però non è solo colpa mia. Voglio dire, siete mai andati in moto con Akito? No? Buon per voi! Intendo dire che è un pazzo! Per lui il codice della strada ha la stessa importanza di un opuscolo pubblicitario! Non scherzo! Le precedenze? Che cosa sono mai? Il limite di velocità? Si certo quello minimo. Ora, andare a centocinque per le strade della città è, effettivamente, emozionante, certo però cavolo il limite è cinquanta...sai com'è! Ma non certo io mi sono stata zitta, gli ho fatto spesso notare che si trovava fuori limite, e sapete cosa mi ha risposto quando siamo arrivati? No perchè ha dell'incredibile! Ha detto che il limite era cinquanta per ognuno, e siccome eravamo in due sulla moto, cinquanta per due faceva cento, ed eravamo fuori solo di cinque! Non che mi abbia dato una risposta così eloquente... ho dovuto chiedere più spiegazioni, sotto forma di insulti ovviamente. Ormai oltre al disprezzo che ci portiamo dietro da tempo, sia subentrato l'orgoglio, e diciamolo io ne ho troppo.
Altra cosa è il fatto che Akito è forte. Almeno in confronto a me. E questo sembra strano ma mi mette soggezione, non glielo dirò mai, però l'altra volta mi ha fatto un livido, la prossima? Questa soggezione è dovuta anche dall'ultimo punto: non lo conosco. Non conosco il suo carattere, non so nemmeno da cosa è dovuto. Ho solo tanti piccoli frammenti che non coincidono, so che la sua situazione famigliare non è delle migliori, almeno non con la sorella e il padre. Però
"Kurata, datti da fare" e quando ti dice così, uno che dovrebbe fare? Io provo a tenere a freno la mia linguiaccia però!
"perchè? Ti serve il mio aiuto?" vediamo come risponde.
"Dubito che tu ne sia capace- gli mando una smorfia alla 'ah.ah' -comunque prima finiamo prima andiamo via" mi decido finalmente ad entrare nel salotto, e a guardarmi intorno.
"CHE COSA? NOI DOVREMMO SISTEMARE TUTTO QUESTO?" esclamo disperata. Non so se ve ne rendete conto, ma non si vede la parete per tutti gli scatoloni che ci sono! In più la stanza è spoglia di qualsiasi tipo di arredamento! Questo significa che...significa che dovremo montare i mobili!
"possibile che sia capace solo di lamentarti?" inutile che fai il duro, è un lavoraccio. In questa stanza c'è di tutto.
"sto constatando la realta!"
"questo non ci aiuta quindi non farlo" chiudo gli occhi...che pazienza.
"sei impossibile"
"reciproco" risponde appena indirizzandosi verso uno scatolone enorme. Io d'altro canto vado dall'altro lato della stanza, il più lontano possibile da lui. Prendo uno scatolone abbastanza grande con scritto libri e inizio ad aprirlo.
“è inutile che li apri, dove hai intenzione di metterli?” mi riprende Akito.
“… a si e che dovrei fare allora?”
“darmi una mano” devo avvicinarmi a lui? E no sorry, non posso. “prometto di non morderti”
“a adesso mi sento più sicura” mi avvicino lentamente e lo aiuto a dividere i vari pannelli di legno che si trovano nello scatolone. Credo che siano i ripiani di un mobile. Anche perchè non riesco a pensare a cosa diavolo possa pesare così.
"hii ma quanto pesano!?" inutile dire che la fatica sembra provarla solo io dato che Akito tira su i vari pannelli come se fossero lenzuola. Vabe che il suo corpo è perfetto, però non può essere sempre perfetto! Sempre bono, in ogni movimento che fa! per Dinci!
Dopo aver spacchettato ogni pezzo, disposto le viti eccedera in maniera "ordinata" su quello spicchio di pavimento libero da cianfrusaglie, mi limito a guardare Akito.
"e adesso?" chiedo ingenuamente.
“lo montiamo”
“noi?”
“no, aspettiamo che si monti da solo? Certo quante altre persone vedi?”
“ma io non lo so fare”
“ci sono le istruzioni!”
“oo” ok, che sarà mai, seguiamo le istruzioni e montiamo… semplice, almeno spero.
“tu fai i cassettoni che sono molto semplici, io monto la struttura della base, e poi andiamo avanti” dice indicando parte della figura. Il mobile sembra abbastanza grande, credo che occuperà tutta la parete.
"e come facciamo a sapere dove metterlo? Cioè se poi alla mamma di Tsyoshi non piace?" Akito mi guarda per un po'. Poi si incammina lungo il corridoi, e poi per le scale. Arriviamo davnti ad una porta.
"Copritevi che entro" dice scocciato. Dopo un po' Akito entra e troviamo Tsuyoshi e Aya ai lati opposti della stanza... sospetto! Hehe!
"da che parte montiamo il mobile?"
"mm, quella di fianco alla finestra, e davanti alla porta va bene"
"ok" e torniamo di sotto. Ci sono delle finestre in quella stanza? Perchè io non le ho viste?
Quando riteriamo noto uno spicchio di cielo non troppo felice, nascosto da un totem di scatoloni...ecco dov'era.
Il mobile smembrato sul pavimento è fatto di quattro pannelli più grandi che dovrebbero costituire il pannello posteriore.
Poggia su una base di quattro cassetti, in particolare due cassettoni grandi laterali e due più piccoli sovrapposti, al centro.
Nella parte superiore a questa, c’è il vano per il televisore, e sia ai lati che sopra ci sono dei ripiani. Gli ultimi ripiani sono tutti chiusi da sportelli, mentre quelle della fila inferiore, sono chiusi i laterali, mentre i due centrali hanno gli sportelli in vetro. Come ad incorniciare la parte centrale, ovvero quella del televisore, in più ci sono ante scorrevoli, in modo che si può nascondere la tv, oppure i ripiani laterali. La parte che dovrei costruire io? I cassettoni. Ok dai un cassetto non è difficile, vero? Prendo le istruzioni e cerco la pagina dei cassettoni…allora qui dice che mi servono queste viti, questi pezzi di legno…ok ce la posso fare.




Non ce la posso fare! Sono quindici minuti che sto con questi due pezzi di legno in mano cercando di capire come vadano!
“sei ancora li!!” uffa! Lui ha fatto quasi tutta la base.
“ti ho detto che non lo sapevo fare” quanto mi costa dirglielo. Lui alza gli occhi al cielo e si siede di fronte a me.
“allora, questo si infila qui, perché è la base del cassetto, e va solo ad incastro così vedi… poi prendi il pezzo posteriore, che è questo qui perché ha da entrambe le parti queste specie di sporgenze,… e lo infili di forza tra i laterali, vedi queste sporgenze? Si infilano nei laterali, aiutati con un martello. Adesso prendi la parte frontale, mettici un po’ di colla per sicurezza, e li incastri, come hai fatto per la parte posteriore, aiutandoti sempre con un martello, ma fai attenzione a ricordarti di far entrare nella fuga la base…ci sei?”
“si”
“sei capace di rifarlo con gli altri cassetti” dice abbastanza scocciato.
"si" siceramente ho capito tutto. Veramente!
"poi metti le maniglie"
"si capo!" lui alza gli occhi al cielo. Poveretto, mi fa un po' pena... naa, non è vero.
Inizio a ripercorrere tutti i passi, così come me li ha detti lui,e dopo un po' TADAN! Il primo cassettone by Sana Kurata!
Posso firmarlo? Eddai una piccola iniziale qua dietro chi la nota?! Il mio primo cassetton! Sono emozionata! Posso fare il falegname! Oddio, forse non proprio.
Wow! Sono fiera di me stessa.
"evvai!" esclamo più a me stessa che ad Hayama.
"certo che ti accontenti di poco"
"ma scusa! Ho fatto qualcosa che mi è riuscita discretamente bene, è la prima volta che la faccio, non vedo perchè non dovrei essere contenta! Si può sapere perchè hai sempre da ridire?" sbotto un poco offesa.
"perchè ti ecciti per un cassetto" be detto così..
"oo che palle che sei, fattelo di!"
"oo la principessina si è offesa"
"pensi questo di me?"
"che t'importa?"
"ma tu rispondere a una domanda mai?"
"dipende dalla domanda"
"allora con me non rischi, io faccio sempre domande intelligenti!"
"se" dice continuando a montare.
"tu che fai?" chiedo per passare il tempo.
"questa sarebbe una domanda intelligente?!"
"rispondi!"
"monto un mobile".... permettetemi i punti di sospensione.
"ah.ah che spiritoso, intendo che fai quando non sei a scuola?- cioè praticamente sempre - fai qualche sport?"
"no" certo ci credo.
"certo come no"
"cosa ti fa pensare che faccia qualcosa?" chiede questa volta curioso. Io inizio a balbettare... ehm. O ma al diavolo, mi ha vista mezza nuda, e viceversa quindi posso anche smetterla di fare la ragazza piena di pudore.
"bha solo il fatto che hai un fisicaccio, invidiato dai quattro quinti della popolazione maschile della scuola e ammirato dal 99% della popolazione femminile!" alzo lo sguardo su di lui e vedo una smorfia divertita sul suo viso.
"e sentiamo tu di quale percentuale faresti parte?" ecco lo sapevo, io faccio parte del 99% perchè ammettiamolo, al fisico non gli si può dire niente.
"ok mi correggo dal 100% della popolazione femminile, non è un mistero che tu sia bello..." e che bello sia un eufenismo a dirla tutta, ma questo è meglio ometterlo. "non per questo il 100% della popolazione femminile è disposta a caderti ai piedi- precisiamo - e ora smettila di evitare la domanda"
"perchè vuoi saperlo?" mmm che noia.
"perchè in realta penso che tu sia una spia del KGB...per fare conversazione, perchè senno?" ma dico io!
"karate" dice scocciato. E scusami se è poco! Avete presente il film su Bruce Lee, il fisico dell'attore che interpretava Lee non era niente male... per niente. Certo Lee non era un karateca, ma è per dire! Le arti marziali in generale! Quanto siete pignoli.
"wow! che cintura sei? e gareggi? da quanto tempo lo fai?" ok forse mi ha preso un po' la mano.
"hai finito?"
"dai è per passare il tempo" dico lamentandomi.
"intendevo con i cassetti" a! Ops.
"ssi, scusa ecco l'ultimo!" dico alzandomi da per terra dove mi ero seduta quando stavo contemplando quei pezzi che non coicidevano.
Continuiamo così per una buona ora, così nel senso che io faccio le domande, lui le evita con battute, io insisto, lui cede per farmi tacere. Ho scopreto che fa karate da quando aveva otto anni, è già cintura nera, e gareggia. Queste spicciole informazioni le ottenute dopo un ora di interrogatorio. Ho anche provato a chiedere se potessi andare a vederelo, inutile dirvi quale sia stata la risposta... ora comunque non ho più paura di lui. Non che ne avessi avuta... però, avete capito.
Inizio a sentirmi parecchio stanca. Ma non mi sembra il caso, ora che abbiamo finito di montare il mobile, possiamo iniziare a disporre tutto il contenuto dei pacchi. Prendo uno straccio dalla cucina, e mi metto a spolverare i ripiani e gli oggetti che tiro fuori dagli scatoloni. Sono per lo più fotografie, libri e album. le dispongo in modo decrescente, ovvero le cornici più grandi le metto ai lati, nel ripiano sopra il vano del televisore, e le più piccole al centro. Dispongo gli albun nei ripiani aperti, così come i libri, mentre nascondo le vidiocassette nei ripiani con gli sportelli.
Poi apro uno scatolone pieno di oggetti delicati, tipo bomboniere, cosetti di vetro... wow, credo che questi non sarò io a metterlli. Li romperei troppo presto.
"che fai?" dico mezza scandalizzata nel vedere che è rimasto a petto nudo! Non scandalizzata in quel senso.. però cioè avete capito.
"ho caldo! perchè ti disturba?!" e ditemi, che dovrei rispondere in questo caso? Se dico si, mentirei di brutto, perchè non mi dispiace per niente, e comuque gli farei capire che mi mette in soggezione e chissà cosa capirebbe lui, se dico no, lui ci rimane, e l mio autocontrollo potrebbe andare a farsi fottere da un momento all'altro.
"fa come vuoi!" lui sghignazza, e io faccio di tutto per non guardarlo.
Dopo altre due ore di lavoro e occhiatine per nulla causuale al suo busto, la stanza inizia a sgombrarsi. Scopro con piacere che sotto la montagna di scatoloni centrale, non c'erano altre scatole, ma solo un divano bianco. Abbastanza grande. Sistemiamo tutto ciò che ci capita tra i piedi, questa sala è nata a Ikea praticamente. Ogni lampadario, tavolino eccedera è stato preso la, però inizio a divertirmi. Abbiamo scoperto, per fortuna, che un sacco di bustoni, constenevano unici oggetti, come un tappeto, un vaso, e piano piano abbiamo sgombrato tutto. Akito ha anche montato le mensole, non gli ho permesso di scegliere la disposizione di queste, lui resta comunque un ragazzo... ma alla fine abbiamo fatto un buon lavoro. Sono andata in cerca di un aspirapolvere per dare una pulita, e dopo quattroore di lavoro complessivo posso dire che un buon 70% della stanza è fatto. Aprendo uno scatolone trovo delle cianfrusaglie non ben identificate ed un album. Un po' per stanchezza e un po' per curiosità, mi butto sul divano e inizio a sfogliarlo. Mi sento parecchio stanca e accaldata. Sono le foto di Tsuyohi, direi che sono un sunto della sua vita perchè partono da quando era piccolo. E dopo un po' che sfoglio...
"A!!! QUESTO SEI TU!" c'è una foto di un bambino con il pannolino, e un'espressione all'Akito. Oddio è bellissimo! Ricorda lontanamente il suo volto quando abbiamo dormito al parco. Dietro di lui c'è una signora, giovane, ma molto molto bella. Capelli castano chiaro, quasi biondo, e degli occhi... wow, sono così espressivi. Sorride abbracciando il bambino.
"mollala" dice Akito prendendomela dalle mani.
"quella è tua madre?!- chiedo curiosa- è molto bella!" lo vedo abbassare lo sguardo. Ok forse non ha un bel rapporto con la madre... e per non rovinare l'atmosfera civile tento di cambiare argomento. "lo sai che eri proprio un bel bambino, pacioccone!"
"ma zitta!"
"oo, così bello, con il pollice in bocca- dico imitando la posizione della foto- l'espressione è sempre quella! AHAHAHA scusa non ce la faccio... sei troppo carino...!"
"la pianti!"
"sisi, ahahah, oddio, troppo bello, eri troppo bello... ehh" vediamo se ci sono altre foto sue.
"Guadra questa!! quanto avevi tre? Quattro anni?" oddio dovete vederla è bellissimo! Con la cighia della sacca sulla testa, e l'espressione imbronciata!
"con il grembiulino azzurro, oo che bello, ahaha, perchè non le porti a scuola! ahaha!" oddio non ce la faccio più!
"comunque la tua faccia ha sempre la stessa espressione!!...ehm vado a riportare l'aspirapolvere al suo posto!" dico dopo la sua faccio alla 'smettila o ti uccido' io comunque continuo a ridere. Troppo bello.



Quando torno in sala trovo anche Aya e Tsuyoshi che si complimentano per il lavoro, grazie grazie, modestamente...
"vi va di venire da me, ordiniamo una pizza e ci inventiamo qualcosa?" propongo presa dalla contentezza.
"per noi va bene!" proclama Aya, parlando anche per Tsuyoshi.
"Aki?"
"tsz"
"lo prendo per un si- poi mi torna in mente una cosa - ehi Tsuyohsi perche non porti anche il tuo album fotografico, con tutte le foto di Akito?"
"aa le hai viste!! Spiacente amico" fa Tsuyoshi... sembra che stia leggermente meglio di come l'avevamo trovato tutto merito di Aya...mm ma possibile che mi senta così senza forze, gli altri stanno bene.
"ok allora, allora andiamo" uooou, che è sto trabballamento mo?
Ignoro e mi avvio verso l'uscita seguendo gli altri. Mamma mia che freddo! Si che sono le nove di un sabato di febbraio però...
"scommetto che io devo andare con Akito!" faccio guardando Tsuyoshi prendere la moto.
"inutile che ti dica di guidare bene vero?"
"facciamo progressi!!" dice porgendomi il casco. Ok. Ormai.




"mazza che freddo, brrrbrr" sto tremando. Mi avvio all'ingresso ed entro precendendo Aya e gli altri. Faccio strada fino al salotto. E mi butto sul divano.
"ordi-ordiniamo adesso?" chiedo ancora balbettando per il freddo. Mi alzo di scatto per prendere il telefono, e nello sforzo, vedo tutto nero. Faccio qualche passo perchè tanto so che tra qualche secondo inizierò a vedere di nuovo. Le solite vertigini. Peccato che non passa.. perchè inizio a sentire le mie gambe moolto flaccide?
"Kurata?"







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Capitolo 11
*** Galeotto fu il telecomando quando Full Metal Jacket ispirò amore ***



Capitolo 11: Galeotto fu il telecomando quando Full Metal Jacket ispirò amore


Mmm, che caldo... Mm-mm ho la bocca impastata, credo che andrò a prendermi un bicchiere d'acqua. Però prima dovrei aprire gli occhi...già aprire gli occhi, che cosa difficile.
No, mi sono addormentata con la tv accesa! A che incompetente... ma che film stavo vedendo? Ho caldo.
Basta devo andare a bere un po' d'acqua fresca, no fredda, si meglio fredda, quindi devo aprire gli occhi... ok posso farcela, forse... tra due secondi... meglio 5... si ecco.
Apro lentamente gli occhi, sbatto lentamente le palpebre una o due volte, e inizio a mettere a fuoco la stanza. Mmm può sembrare una frase strana, ma questa, non è la mia camera. Non ricordavo di essermi addormentata in sala. E con la tv accesa.
Ma che razza di film stanno mandando...?

"Se voi signorine finirete questo corso, e se sopravvivrete all'addestramento... sarete un'arma, sarete dispensatori di morte e pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno... siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta merda. Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi, ma più mi odierete, più imparerete! Io sono un duro però sono giusto! Qui non si fanno distinzioni razziali! Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza non conta un cazzo nessuno, i miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno la palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene luridissimi vermi?!!”

"che gentilezza!" ma dico io! Non ha sputato un attimo! Tatatatatatatatatata! Respira. Certo che risvegliarsi con questo bel signore è una meraviglia.
Mi metto lentamente a sedere e mi giro, sbatto le palpebre un'altra volta… non può essere lui... devo avere una qualche allucinazione, perchè? Perchè è impossibile che ci sia Akito seduto lì! Sbatto ancora le palpebre tanto in stile cartone animato... mm ok... io allungata sul divano e Akito seduto vicino al cuscino...sto sognando, che diavolo ci farebbe qui Akito?
"Che diavolo ci fai tu qui?... cha caldo" perchè sono sotto una coperta... e perchè ho un fazzoletto bagnato appiccicato in testa? Me lo tolgo via, e mi rendo conto che i miei capelli sono bagnati fradici... come me d'altronde. E poi perché puzzo così?
"ti sei svegliata" dice in tono piatto, no, sto ancora dormendo... non credevo di essere così malata... sognare Akito.. mi sembra eccessivo, è meglio controllare. Mi do un pizzicotto sul braccio, e "AIHA!"
"le persone normali, generalmente non si fanno male da soli" no, non è un sogno. Ok, ora qualcuno mi dovrebbe fare un sunto della situazione.
"da quando fa così caldo?" mi lamento tirando via la coperta.
"sei sfebbrata" aa?
"mm? La febbre, io non ho la febbre!” dico toccandomi la fronte.
"perché devi sempre contraddirmi! non ti ricordi?" no Akito, no altrimenti non te le chiederei queste cose!
"no"
"Dopo essermi caduta addosso con il tuo peso piuma- guardarlo storto mi sembra normale! - hai perso i sensi, e poi hai dormito fino ad adesso, hai avuto la febbre alta"
"quanto?"
"non scendevi mai sotto i 38.8" mi stropiccio gli occhi, mi sento un po' intontita in effetti.
"e sei rimasto solo tu?" Akito indica l'altro divano dove Aya e Tsuyoshi stanno dormendo teneramente... Ovviamene vicini e insieme, sembrano due bambini, si tengono pure per mano, che dolci che sono.
“che ore sono?" "le sei meno dieci" mi lascio cadere di nuovo sul divano. Sono stati molto dolci a starmi vicino, insomma dovevamo tirar su Tsuyoshi e invece... Poi se non ricordo male, siamo tornati presto, quindi sono rimasti tutta la notte vicino a me. Sarebbe dovuta esserci mamma. Ma loro non mi hanno lasciata sola, nemmeno Akito. Sono buoni amici, più che buoni.
"grazie" dico alzando lo sguardo su di lui, che mi guarda con la sua solita faccia impassibile, annuisce e torna a guardare la tv.
"scusa ma tu hai dormito?" chiedo con la faccia spiaccicata contro il cuscino, è una fortuna che io non porti gli occhiali, altrimenti in un’occasione come questa, me li sarei ficcati in faccia.
"no"
"e non sei stanco?"
"no"
"noo?- ho sonno io per lui- e che hai fatto tutto sto tempo?"
"ho guardato la tv"
"divertente...mm...mi sento tutta intontita... ho fame! Tu hai mangiato?"
"si, lo sai che hai un sacco di roba dentro quel frigo, ci siamo serviti da soli" dice indicando una bottiglia di limonata con i vari bicchieri messi intorno, mm figurati, con Aya in giro, questa casa non ha segreti.
“vi ha guidato Aya, scommetto”

"Chi ha parlato? Chi cazzo ha parlato? Chi è quel lurido stronzo comunista checca pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno eh? Sarà stata la fatina buona del cazzo! Vi ammazzo a forza di ginnastica, vi faccio venire i muscoli al buco del culo, che ci potrete succhiare il latte senza cannuccia! "

"ma che roba è?" mi tiro su a sedere, e mi metto vicino a lui, afferrando il cuscino come se fosse Lolli.
"Full Metal Jacket"
"di Kubrick?"
"si" e allora andiamo bene...




"Monta monta ciccia molla! Svelto datti da fare Palla, sali su! Sali su! A vederti sembra di guardare un vecchio che cerca di scopare, te ne rendi conto Palla?! Avanti coraggio! Vai troppo piano, muoviti muoviti! Soldato Palla di lardo fai quello che vuoi ma non mi cascare di sotto, mi faresti morire di crepacuore! Su, forza, passa di là! Passa di là! Allora, che cazzo stai aspettando, soldato Palla di lardo? Passa dall'altra parte, muoversi! Muoversi! Muoversi! Allora mi vuoi proprio deludere? Hai deciso così? Allora rinuncia e vattene via brutto tricheco grasso di merda, vattene via dal mio ostacolo del cazzo! Scendi giù da questo ostacolo del cazzo! Scendi! Muoviti! Altrimenti ti strappo via le palle così ti impedisco di inquinare il resto del mondo! Io giuro che riuscirò a motivarti, Palla di lardo, a costo di andare ad accorciare il cazzo a tutti i cannibali del Congo! Avanti, muovi i piedi, cammina, Palla di lardo! Più svelto! Muoviti! Ma tu ci sei nato sotto forma di viscido sacco di merda, Palla di lardo? O hai studiato per diventarlo? Muoviti, più svelto! Tirati su! La guerra è gia bella che finita prima che arrivi tu! Lo capisci Palla di lardo? Muoviti! Ma che fai, ci lasci l'anima Palla di lardo? Tu vuoi morire per fregare me? Avanti crepa! Fai vedere, vai muoviti, svelto svelto svelto! Che c'è ti gira la testa? Ti senti svenire? Ma Cristo di un Dio, cosa fai, stai svenendo?! "

"MA STIAMO SCHERZANDO?!"
"Kurata, dormono, sta zitta”
“ma stiamo scherzando?!“ esclama a voce bassa ma con la stessa indignazione.
“smettila di criticare ogni cinque secondi magari riusciremmo a vederlo il film!" dice Hayama spazientito.
"Punto primo, io critico quanto mi pare e piace, punto secondo, ma siamo matti?! Come gli viene in mente di parlare in quel modo!?”
"sono Marines" dice come se questo dovesse giustificare tutto. Certo sono Marines, è solo un film! Peccato che quello è un personaggio vero.
"e allora? Sono uomini fino a prova contraria!"
"il fine non è quello di farli diventare uomini, ma macchine di morte"
"fa lo stesso, quel tipo non può parlare così! Finirà per fargli perdere la testa! E poi che bisogno c'è di dire tutte quelle cose!! Non lo aiuta mica così... dovrebbe spiegargli come fare, no urlare in quel modo!"
Akito scocciato, nemmeno ci prova a rispondermi, invece spegne la tv e incrocia le braccia.
"e adesso perchè hai spento?" mi volto verso di lui alla ricerca di una spiegazione.
"non si può vedere un film con te" commenta continuando a guardare davanti a se.
"scusa?"
"non stai un attimo zitta" dice leggermente irritato.
"ma,ma... Ooooookok, posso vedere io allora!?!" dico allungandomi per pendere il telecomando, che lui aveva poggiato sul divano. Non faccio in tempo che a sfioralo quando lui lo prende per primo.
"no!"
"perchè?"
"non ho intenzione di subirmi un film romantico"
"scusa ma non sei stato in compagnia di Aya e Tsuyoshi finora?" dico indicando i due piccioncini addormentati vicini. Quando lui si gira, mi butto su di lui e arranco verso il telecomando che lui allontana prontamente, non è che ci volessero chissà quali riflessi! Sono tutta molle in questo momento. Nello sforzo del salto devo aver impiegato troppa energia, evidentemente sono ancora troppo debole, perchè torno ad avere le vertigini.
“uooou“ dico perdendo l‘equilibrio e cadendo a peso morto su Akito.
"sei un'idiota" mi riprende alzandomi e aiutandomi a sedermi. "secondo te perchè i malati stanno a letto?"
"perchè vogliono guardare la tv!” saputello, credo che tra poco perderà la pazienza e mi prenderà a schiaffi come minimo. Si alza e torna a sedersi allungandomi il telecomando.
"grazie" dico vittoriosa pigiando sul tasto di avvio.
Ora dovete sapere che io raramente guardo la tv, è molto raro che io riesca a trovare film che mi piacciano... anche perchè la maggior parte li vedo al cinema con Aya, e per inciso siamo tremende. Così quando ho in mano un telecomando passo tanto, ma tanto, ma tanto tanto tempo girando tra i canali, sono fortunata ad avere la tv satellitare, mi permette di perdere parecchio tempo, scorrendo tutti i novecentonovantanove canali, non c‘è paragone con la scarsa quindicina di canali normali.
Dopo poco più di dieci minuti Akito mette fine al mio zapping.
"ehi!!!!" mi lamento io, scusa ma da quanto in qua si sottrae il telecomando alla padrona di casa? Ha rimesso il film di prima, e... e HA NASCOSTO IL TELECOMANDO DIETRO LA SCHIENA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
"ridammi quel telecomando!" lo minaccio strizzando gli occhi.
"sennò?"
"non fare il bambino!" … oddio questa forse me la potevo risparmiare. Tra noi due, diciamo che io non sarei quella che sarebbe subito definita matura.

"Ma che cazzo di cinematografo è questo? Soldato Joker, cosa ci fa il soldato Palla di Lardo con quel fucile in mano nel mio fottutissimo bagno?"

"Senti, non ho alcuna intenzione di vedere e sentire le invettive, gli epiteti e le onte che causa quel pazzo che meriterebbe una pallottola nella tricuspide! Inutile al progresso della società e buono solo a far impazzire la gente. Perchè non ci va lui in guerra? Invece di sputare bile su quel povero ragazzo solo perchè è in sovrappeso! Guarda che sguardo da folle omicida gli ha fatto venire! L'ho detto e lo ripeto lo demoralizza troppo, finirà per suicidarsi!!"
"bang!"
seguito dal tonfo del corpo che cade mi fanno voltare verso lo schermo.
"oddio!" gli ha sparato! ... gli ha sparato!
"lui, gli, gli ha sparato per davvero!?"
"ha avuto la sua pallottola, non so se gli ha preso proprio quella valvola però" commenta Akito. Io lo guardo sconvolta.
"gli ha sparato!" continuo sotto schok. Voglio dire, lui ha veramente… non veramente nella realtà, certo lo so, ma veramente nel film.. lui…
"aspetta"
“aspetta? E cosa? Che inizi a sparare contro tutti quelli che l’hanno saponettato quella notte… -sempre che saponettato esista come parola!- O che si suicida?”
Akito mi fa cenno di voltarmi verso il televisore.
“Nononono, fermati! Che stai facendo? Possiamo trovare una soluzione! Palla di-ehm-Leonard, non farlo, ferm” mi guarda e mi volto di nuovo verso Akito, aggrappandomi al suo braccio e nascondendomi.

“bang!!”
Lo sento irrigidirsi per un momento al mio tocco. Poi più per curiosità che per altro, volto la testa e torno a guardare lo schermo…
“si è sparato in bocca…” constato allontanandomi dal braccio e avvicinandomi allo schermo. Mi metto a sedere.
“già” già?!! Che diavolo sarebbe sto già?
“Già? Quello si spara e tu dici già?!”
“Sai quante volte l’ho visto questo film!? Che vuoi che dica?” inutile che fai lo scocciato, chiaro, tu non puoi uscirtene con già.
“non già! Tu non puoi guardare uno che si spara e dire ’già’!”
“perché?”
“che razza di domanda è? È una cosa seria, non puoi dire solo ‘già’! Un po’ si sensibilità!”
“scusa se non sono coinvolto emotivamente come te!”
“io non sono coinvolta emotivamente!”
“a no?” be forse un pochino, poco poco!
“giusto un po’…”
“un po’? Stai scherzando, hai cercato di impedirgli di spararsi come se tu fossi stata li, ti sei girata quando ha guardato la telecamera!”
“si bhe, questo non cambia niente… tu devi fare un corso di sensibilità!! Sei troppo freddo mi spieghi perché?” lui continua ad ignorarmi.
“sei tu che sei esagerata!”
“come fai a essere sempre convinto di avere ragione?”chiedo io, al limite della sopportazione.
“perché ho ragione”
“uuu sei insopportabile!!!!”… uno di questi giorni lo strozzo!! Dico sul serio!! “Senti, ora abbiamo parecchie ore prima che quei due si sveglino, non so Tsuyoshi ma Aya si sveglia presto perché mette la sveglia, non per altro. Non c’è nessuno in giro, spegni quella tv e parliamo chiaramente come due persone ragionevoli” Akito tira fuori il telecomando da dietro la schiena e spegne la tv. MM facciamo progressi.
“Ragionevole non è un aggettivo che ti si addice molto” grrr, questa persona non ragionevole sta per metterti le mani addosso!!!
“Ho visto sai, la tua pagella, sei un piccolo genio, mi spieghi perché devi fare l’incompreso? Guarda Eistain!! Come era allegro, sempre a discutere di gatti”
“quello era Schrodinger”
“non è quello il punto, comunque vedi sai un sacco di cose! C’è qualcosa che ti da particolarmente fastidio? Che non ti fa essere felice”
“Mi danno fastidio tante cose e tante persone, te inclusa”
“non ti credo nemmeno se me lo dimostri!” dico mettendomi seduta proprio verso di lui.
“non ti è bastata l’altra volta?”
“l’altra volta eri turbato da qualcosa, ed era l’altra volta, io non ho paura di te, e poi se ti do fastidio perché sei rimasto qui?” chiedo provocatoria.
“qualsiasi posto è meglio di casa mia” ecco se le fatto scappare, ora posso indagare??
“senti, perché tua sorella…è così… i vostri rapporti insomma, non sembrano dei migliori?” wow, viva la sicurezza. Lui mi guarda a lungo.
“perché tua mamma non dice niente?” chiedo dolcemente.
“io non ho una mamma” dice duro, come non hai una mamma, e da dove saresti saltato fuori? Questo lo scoprirò in un altro modo.
“perché vuoi saperlo?” questa volta sembra una domanda fatta per interesse, non per diffidenza.
“…perché sei un mio amico, ti sto conoscendo, inizio a volerti bene”
“non dire idiozie, non puoi volermi bene”
“questa è un’idiozia, e poi non far leva sul mio orgoglio, stiamo parlando, rispondi, lo chiedo a te, non voglio saperlo dagli altri” lui continua a stare zitto. Perché è così difficile per lui aprirsi? “senti, anch’io ho delle giornate no, come tutti, però cerco di vivere la vita con ottimismo, preferisco ridere che piangere, anche se rido per le cavolate, per le figuracce, un sorriso è sempre un sorriso, già questo mondo fa schifo di suo, se tutti ci intristiamo, non cambierà mai!… Si può provare felicità anche per le cose stupide… per le cose nuove… non è così difficile, a te non capita mai?”
“stai scherzando vero?” è totalmente inutile che fa così, tanto lo so che sotto sotto mi sta a sentire.
“Vedi, tu sei troppo contorto, metti tristezza anche a chi ti vede! E poi non ti credo! Sei bravo nelle materie scientifiche, quindi ti piacciono”
“non mi dispiacciono”
“vedi che sei contorto?!!! Se c’è un problema si affronta, e si risolve, c’è sempre una soluzione, in qualche modo, se ne viene a capo, certo con sacrifici a volte, però se ne viene a capo” mi sento tanto adulta…
“e se la soluzione fosse la morte” .. Co-cosa? No, non può dire sul serio!
“Akito, no! Perché dovresti pensare una cosa del genere?!”
“non c’è niente che mi tenga legato a questa vita” giuro che non capisco se sta dicendo sul serio o no, dal suo tono non traspare niente!
“certo perché invece hai molte cose che ti legano alla morte!! Non puoi pensare di morire, la vita è una e una sola, e siccome nessuno la dimostrato, non puoi pensare all’aldilà eccetera, nessuno è mai tornato a dire cosa c’era, una volta morti, al di qua si è morti per sempre e basta. Non puoi sprecare l’occasione che hai avuto. Tu puoi vantarti di un sacco di cose! Te lo dice pure Darwin, tu sei stato l’unico spermatozoo che ce l’ha fatta! E solo per questo dovresti essere abbastanza testardo da dimostrare che nella vita puoi fare anche altro! Poi, tua madre ti ha messo al mondo, non so ora perché dici che non ne hai una, ma lei ti ha messo al mondo, e anche se poi non ha fatto la madre, gli dovresti essere grato!!… Non dico che devi sentirti super speciale solo perché sei venuto ad essere, quelle persone sono insopportabili, però dico che questo dovrebbe essere un motivo più che sufficiente a voler farti stare qui il più a lungo possibili, perché, insomma, puoi morire quando ti pare, e prima o poi potrai farlo, a sto punto tanto vale provare tutto! E dovresti essere così sbalordito di vivere in quest’epoca, tu poi che ami le materie scientifiche, in cui si sanno un sacco di cose, di come funziona il mondo, ed è così bello e interessante saperlo che non dovresti nemmeno aver il tempo di pensare a quel genere di cose! Pensi che il mondo faccia schifo, bene allora aspetta diciotto anni e vai a votare, non basta? Aspetta l’età giusta e candidati per cambiare! Non venirmi a fare certi discorsi, che parto in terza sparata a parlare! Questo ti dovrebbe legare alla vita! Cosa diavolo ti dovrebbe spingere alla morte, a soli sedici anni!?” quanto parlo!
“mia, mia sorella, mi odia” dice forse un po’ intimorito da tuta questa tiritera.
“odia, addirittura stai esagerando”
“no, mi odia, lei e mio padre mi odiano, e preferiscono non avermi in giro per casa”
“vi ho, vi ho sentiti una volta… te lo giuro non era voluto, stavo passando di li” cerco di giustificarmi al suo sguardo indagatore.
“la sera del sushi?” chiede, perché poi mi guarda così negli occhi, mi mette in soggezione.
“e tu come lo sai?”
“perché nessuna cerca quel tipo di compagnia da me” dice ghignando.
“certo playboy…” credo che per oggi basti parlare di cose troppo serie, ormai sono entrate in orbita, posso aspettare.
“sono il ragazzo desiderato dal, quant’era? 100% della popolazione femminile!”
“le stupide ci sono in tutte le specie”
“ne ho un esemplare davanti, se ti porto al circo guadagno?” …il cuscino che stringevo come un peluche gli arriva in faccia con violenza!
“ora dammi il telecomando!” dico buttandomi su di lui per afferrarlo. Iniziamo una sorta di lotta… certo posso dire che lui non sta impiegando nemmeno un quinto dell’energia che ha, al contrario mio, che invece mi sto esaurendo come una pila di terza marca.
“preso!!!” ahah ho vinto ho vinto! Ehi, alzati, questa posizione è imbarazzante, Sana muovi quelle gambe e levati da Akito! Sana? Perché sei ancora a cavalcioni su di lui? Oddio perché mi guarda con quegli occhi??? E perché si fanno più vicini? Arrossisco e non sono sicura che sia la febbre!!



Limone
Lui sa di limone.











___________________________________________________________
Buonanotte a tutti! Comprendo che questa non è l’ora di aggiornare, ma ero così nel vivo… e dovevo interrompere il capitolo, sono arrivata a 3200 parole! Io penso alla vostra salute, non voglio rovinarvi gli occhi! Non dirò niente del capitolo, perché voglio sapere cosa ne pensate voi. Però una cosa piccina la devo dire! Le riconoscete le frasi del manga, e dell’anime? Be scusate il ritardo, è che sono euforica e disperata per la mia condizione sentimentale, pare che io abbia un debole per ragazzi che non mi considerano particolarmente… e quindi avevo/ho un po’ di difficoltà a scrivere progressi amorosi per la coppia… mi è uscito un bacio originale, o tremendamente schifoso? Non lo so… io vorrei sentirlo al te al limone.. no lo sto facendo di nuovo! Spero che non passi di qui… perché deve essere così difficile per le ragazze? Che rabbia! Vabbe la smetto e passo ai ringraziamenti!


stezietta- ancora viva? Dai, visto che Akito non se ne è andato? Anzi… per quanto riguarda l’aggiornamento… lo so, ma che posso farci, sono umana, e sono una ragazza! Compatiscimi! Un bacio, e fammi sapere.
ryanforever- non credo di essere così portata per la falegnameria, considerato che sono pure allergica alla polvere… davvero si capisce? Io credevo di essere stata contorta! Be la stanchezza di Sana, la febbre che per ora è passata, ha avuto i suoi frutti! O no?
AngelOfLove- il tuo nick mi ferisce! Perché non fai qualcosa per me! AngelOf Love! Cavolo, non faccio altro che riferimenti a lui!!! BASTA!! Ok … finalmente libera dagli esami! Buono buono, ora hai tutto il tempo per maledirmi… dimmi che ne pensi!
lilly95lilly- grazie! Mi fa sempre piacere! E adesso, cosa pensi che succederà!? Questi sono imprevedibili! Anche se è colpa mia…
__BIGIA__- grazie, non sai che bello che è sapere che piace quello che scrivi! Per Sana non ti preoccupare è in ottime mani….. A presto!
cicia123456- allora avevi ragione o no sulla persona che chiama Sana?! Non sarai ancora arrabbiata per la fine del capitolo, è così lungo!!! E poi dubito che Sana sia così lucida da pensare qualsiasi cosa!
fra007- aa chi non vorrebbe vederlo dal vivo? CHI? Comunque spero che ti sia piaciuto anche questo cap! Grazie dei complimenti!! Un bacio
Saku_piccina93-Bingo, c’hai preso in pieno! Dai un cassettone è solo un cassettone… poi figurati che per la mia poca immaginazione ho preso un catalogo di Ikea, ho scelto il mobile e l’ho descritto.. Me confessa! Vabbe, non devo mica costruire mobili… ! Xd, scusa poco forte! Dimmi di questo capitolo ok? Ci conto!
Manila- Se Aya non è furba! Per quanto ne sappiamo, potrebbe aver messo sonnifero nel suo bicchiere e in quello di Tsuyoshi, così da lasciare quei due in pace! Questa volta c’era Akito, eccome se c’era! Non preoccuparti della fatina, in questo periodo non sono molto propensa a più prossimi! Cosa pensi di questa fine? Limone non a caso! Anche il loro primo bacio di manga sapeva di limone!! Dimmi dimmi dimmi che sono curiosa!
pinkgirl- credo di aver capito di che foto si trattano! Potessi averne di vere.. Aaa.. Per quanto riguarda la febbre, con l’autorità conferitami da me medesima, ti nomino di Febbrologa dell’anno, presto arriverà a casa tua la fascia ufficiale basta digitare il numero 883 ****** , mondialcasa ti aspetta! Oddio, mi si sta bruciando il cervello!! Mi sa che è meglio che vado a fare la nanna….
sicurakiarasi- grazie, grazie tantissimo, mi fa un immenso piacere… davvero l’hai letta così tante volte? Wow! Forse la consci meglio di me! Avrai notato tutti i miei orrori grammaticali…mm me arrossisce e si nasconde dietro lo schermo….Comunque grazie ancora dei complimenti, e dimmi che ne pensi di questo capitolo?

Be ora vado a combattere la mia guerra contro quelli insulsi animaletti comunemente dette zanzare! Un bacione a tutti, compresi coloro che leggono semplicemente, e anche a coloro che la mettono tra i preferiti, GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!


Lucia

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Capitolo 12
*** My Little Panda ***


“Limone.
Lui sa di lim-”
“Rossana!!!” eh chi è?  AHIA!! Oioioi…che male…!
“Rossana stai bene?” imbecille! Certo che non sto bene! Come potrei stare bene? Ho appena avuto un incontro del terzo tipo con la colonna e tu mi chiedi se sto bene?! Aiuu che male il mio povero faccino… mi rialzo faticosamente, quasi fossi un ippopotamo e cerco di continuare a fare quello che stavo facendo prima che mi tornasse in mente… tutta colpa di quello stupido bacio! Oddio, chiamalo stupido… ma perché non se ne vuole uscire dalla mia testa? Accidenti a lui! Accidenti a Akito! Accidenti a me! Accidenti a Rei che ha firmato questo stupido film! Accidenti a questo pavimento che è scivoloso…e no, accidenti a lui! Perché lui, si mi ha baciata! Mi ha baciata… ed è stat
“Attenta!”
“AHIA!!”  aaa! Ti odio!
“Kurata! Pensi di farcela a fare un giro di sala senza incrociare l’unica colonna presente nella stanza?!”  eh… ma sta proprio li in mezzo… agrrh.
“mi scusi” io non ci volevo nemmeno venire! Uffa… che cosa sarebbe corso di ballo medievale? EH????  Rei me la pagherà cara… non sa quanto!
“le parole tienile per quando inizieranno le riprese!” antipatica vecchiaccia che non ha avuto successo e che si ritrova a insegnare in un quartiere disabitato! Più o meno è questo il pensiero che accompagna la linguaccia che faccio appena si volta…ok oggi mi sento capricciosa.
“Rossana che hai per la testa?” mi giro verso la fatina  “niente!” gli rispondo in maniera non proprio elegante. Insomma non ci dimentichiamo quello che ha fatto. E poi cosa gli dico?… Appunto.
“che hai?” insiste con quegli occhi acquosi che sembrano privi di sostanza… ok oggi mi sento capricciosa e polemica. Però infondo cerca solo di sapere che cosa mi turba.
“nulla” dio che male la faccia, ho perso completamente la sensibilità, provo a fare parecchie smorfie ma nulla, in compenso ho trovato un’espressione veramente buffa… sembra Akito… Akito…Bacio no basta nonono!
“a me sembra che tu abbia la testa da un’altra parte…” …e già, però…!
“macchè! Come sta tua sorella?” butto li per cambiare discorso..
“come sai di mia sorella?” io , eh…
“ehm.. No, me l’hanno detto..” mi so fatta sgamare come una bambina che incide con il coltellino svizzero del nonno il suo nome sul tavolo e poi dice con occhi di chi è stato accusata ingiustamente che non è stata lei… Mi guarda con fare indagatorio.
“sta bene” risponde, di circostanza. Vabbe, non sono affari miei.
“cos’era successo? Qualcosa di grave?!”… aspettate come è che avevo detto? Non sono affari miei … vabbe sarò stata influenzata da Catone.
“la situazione di mia sorella è un po’ …complicata” a ha imparato la parola complicata!!
“complicata?” faccio innocentemente.
“VOI DUE, RAGAZZINI, DATEVI DA FARE O USCITE DALLA MIA SALA!!!” vecchiaccia, zitella, acida! Ha calcato particolarmente sull’aggettivo possessivo, eppure a guardarla sembra così dolce e aggraziate, come se non fosse da lei cedere all’ira  o a sentimenti così terreni. E invece è solo un’arpia, ci ha fatto fare un riscaldamento che forse usano nei campi di tortura, io sono una persona delicata!! Non posso fare tutte quelle cose nello stesso giorno!
“quante scene di ballo ci sono in Tristano e Isotta?!” chiedo sconsolata.
“a sufficienza..” mi cadono le braccia. Poi l’illuminazione!
“dobbiamo trovarle un ragazzo!”
“mmmm che le faccia mangiare qualcosa di dolce!” aggiunge ridendo…qualcosa di dolce…mm..chissasè..?? Mi è venuta in mente una piccola idea malvagia..
“bravo fa,-Nao, mi è venuta in mente una certa persona..”  





Sono distrutta! A pezzi, tantissimi piccoli pezzi con gli angoli smussati. Sono allungata supina sul muretto di mattoni che circonda l’edificio, aspettando pazientemente Rei, che oltre ultimamente ha la testa fra le nuvole, e il mio unico obiettivo ora come ora è oziare. Adesso vado a casa e mi faccio un bel bagno caldo e rilassante, altro che la misera doccia di questa palestra. Niente potrà distogliermi da questo proposito. Vedo Naozumi che esce dagli spogliatoi, con i capelli asciutti e pettinati, la felpa a righe blu e azzurre pulita e stirata e i jeans chiari, non si può dire certo che sia brutto però devo dire che non ha quel fascino di Akito.. Che c’entra mo Akito?
“Sei già pronta?” fidati non sono io che sono veloce a prepararmi…
“Non è Rei che è in ritardo!” salto giù dal muretto e vengo investita da una nuvola di gas che dovrebbe profumare… mamma mia quanto profumo ti sei messo. Mi escono uno o due colpi di tosse.
“A ecco, posso riaccompagnarti io, se vuoi” butta li con nonchalange.
“No non preoccupati, devo avere delle scuse per vendicarmi sul povero Rei” già, ogni passo falso, è un interesse in più sulla mia vendetta.
“Mi sembra giusto!..eccolo” mi giro alle mie spalle.
“Finalmente!! Ci vediamo sabato” lo congedo dandogli due frettolosi baci sulla guancia. Che pelle morbida… sembra un bimbo.
“ok, e fai pace con lui!” mi urla mentre salgo in macchina. EH!????????????????? CHE SIGNIFICA? Lo vedo farmi l’occhiolino, mentre estrae il cellulare dalla tasca dei jeans.
Per questa volta lascio correre.. Mi volto verso Rei, e lo trovo inebetito.
“Iuuuhu.. C’è nessuno?! Ti spiacerebbe portarmi a casa giàcchè Aya mi aspetta ed è tardi” dico sventolando la mano davanti al viso del mio autista.
“eeeeee si..” fa sospirando.
“Di un po’ ti sei fatto una canna?”
“… eeeeee…”…sospira ancora... lui guarda la strada con occhi sognanti, e parecchio distratti dato che stiamo andando nella corsia sbagliata.
“REII!!!!” tiro il volante verso di me riportandoci in carreggiata.
“O ciao Sana! Che ci fai qui?” si sveglia guardandomi al di la delle lenti scure.
“Pronto!! Prenditi un po’ di potassio non hai più sinapsi! Ma dico io, si può sapere che hai fatto?!”
“Sana niente, sono normalissimo..! Come è andata la lezione di teatr-ehm-danza?”
“uno schifo, quella acida arpia non ci da un attimo di tregua! Ma non cambiare discorso, e poi perchè sei arrivato così in ritardo?”
“non sono in ritardo, ma considero sempre trenta minuti in più dell’orario che dici, dato che ci metti una vita a prepararti!”
“ma se sono velocissima io… comunque tu non me la racconti giusta” dico poggiando la testa sulla parte alta dello schienale.
“Senti Sana, ma dove stiamo andando?!”
“REiiiiii iii ii i … a casa!” ma come si può? COME SI Può!?






“Sana alleluia, pensavo non venissi più!” nemmeno entro e già inizia a rimproverarmi!
“lasciamo perdere!”
“come sono andate le” la interrompo subito “non mi dire niente che quella vecchiaccia ci ha uccisi”
“vecchiaccia…ma non ha solo trentacinque anni?”
“fa lo stesso!”
“che hai fatto al naso?” naso? Perché? Mi sporgo all’ingresso dove c’è uno specchio e lo vedo di un colore che spicca parecchio sulla mia carnagione chiara.
“..deve essere per lo scontro che ho avuto con la colonna… basta beviamo per dimenticare!” Mi incammino nel corridoio e arrivo al divano.
“a sacrosanto riposo…”
“Bene adesso finalmente posso dirti quello che dovevo dirti” a me ne ero quasi dimenticata.. Oggi l’una mi arriva un messaggio di Aya che deve dirmi qualcosa di importantissimo ma che no può dire per telefono. Aya è strana, ma ormai…
“Si tratta di Akito…” noo non lo voglio sentire..  La mia espressione è più che eloquente.
“io ti dico cosa ho saputo da Tsuyoshi, ma prima tu mi dici che cosa è successo prima che suonasse la mia sveglia, questa mattina” sorrido spontaneamente. Pensare che nel momento in cui lo stupidissimo cellulare di Aya ha iniziato a suonare, tralasciando che mi è preso un colpo che mi avrebbe fatto arrivare sulla luna, comunque ci siamo allontanati come due magneti dello stesso polo, poi Aya si è svegliata e ci ha guardati , e passava da me ad Akito e viceversa.
“niente Aya..” dico abbracciando il cuscino del suo divano. Il suo sopracciglio si alza di venti metri. Continua a rimanere in silenzio. Aspettando che parli io. E vabene.
“un bacio” dico chiudendo gli occhi per ricordarlo.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA” urla piena di gioia e corre ad abbracciarmi. Questa ragazza è pazza.
“lo sapevo lo sapevo lo sapevo!”
“guarda che non significa niente… “ faccio amaramente, a scuola non mi ha rivolto la parola. Io volevo andargli incontro, ma tra la gente che mi fermava a destra e a manca chiedendomi di Kamura l’ho preso di vista.
“niente? Che dici?”
“non mi ha minimamente considerata oggi”
“a.. ecco, Sana… Akito… tu oggi l’haii visto?”
“non proprio..o, di sfuggita..perché?” la guardo interrogativa.
“a si spiegano parecchie cose… allora, oggi sono arrivata a scuola e c‘erano lui e Tsuyoshi parlando, o meglio Tsuyoshi tartassandolo di domande e lui che aveva lo sguardo perso guardando fuori dalla finestra.. Mi sono avvicinata per salutare l‘amore mio e Akito, e.. e aveva fatto a botte con qualcuno perché aveva il labbro tagliato e un occhio tutto arrossato e gonfio..” ma, ma io, io non l’ho visto, se avessi.. .
“Tsuyoshi era abbastanza preoccupato e quando siamo andati via mi poi mi ha detto quello che era successo” fa una pausa, cercando le parole.
“quindi? “ la incito io.
“ehm… il padre”
“il padre cosa? Sta male?”
“L’ha picchiato”
“Stai scherzando?” mi fa cenno di no con la testa.
“… perché?” lei alza le spalle, dice che Tsuyoshi non ha voluto dirle più niente.
“sai dov’è?”
“no, perché? “
“devo trovarlo, ci vediamo domani a scuola, buonanotte” saluto Aya e mi metto alla ricerca di Akito.
Come diavolo gli è venuto in mente al padre di picchiarlo! È suo figlio, che razza di gente è! Possibile che non riesce a stare una sera tranquillo! Dove diavolo si sarà cacciato? Cosa mai avrà combinato? Ecco perché oggi non mi ha minimamente calcolato, e io che stupida egoista che sono! Non mi è minimamente passato per la testa che potrebbe aver avuto qualche problema, invece ho pensato subito che fosse un bastardo e molto altro! Sono un’idiota! Invece aveva problemi più grandi di lui.
Eccolo! Gira da solo come un cane bastonato, ma a testa alta, come sempre, è strano, è orgogliosamente triste, non suscita compassione, solo tanta tanta tristezza, perché un ragazzo a sedici anni soffre così tanto? Mi stringo nel mio giubbotto .. Aki… A prima vista sembrerebbe ben mimetizzato con la mandria di gente che si muove automaticamente per le strade della città. Ma basta guardare il suo volto inespressivo, per vedere che lui con quella gente che lo sorpassa frettolosamente lanciandogli uno sguardo veloce e disinteressato o che gli cammina intorno, non c’entra niente, è li non per sua volontà, ma perché ci si è ritrovato.
Aki.. Perché soffri così tanto? Mi avvicino piano piano,  fino a che non gli arrivo davanti, non gli dico niente, non sono brava con le parole, non riuscirei fargli capire che sono dalla sua parte, che può contare su di me. Lo guardo negli occhi, poi gli accarezzo piano il viso, come lo ha ridotto… lo prendo per mano e lo porto via dalla folla della strada. Arriviamo all’inizio del parco, quella bolla di sapone di colori naturali dentro questa città di luci prepotenti che ti tolgono anche la notte, in silenzio.
Ci addentriamo nel parco, ormai è notte a un bel po’, e appena rimaniamo soli, mi fermo e lo abbraccio forte forte forte. Come se così potessi trasmettergli tutto quello che ho da offrirgli, lui rimane inerte per un poco, poi alza le braccia e mi stringe a sua volta, è la prima volta che risponde ad un mio gesto, be non che ce ne siano stati molti, però io posso dire di averlo abbracciato parecchie volte, hehe, ma questa volta è diverso.
“Quanto sei dolce, hai deciso di farti male insieme a me! Così il mio faccino è molto più bello in confronto al tuo” dico sorridendo abbracciandolo ancora.
“io non ho un bernoccolo al centro della testa che sembra il terzo occhio di Tensing!”
“ma sembri un panda!” il mio piccolo panda! Aggiungo tra me e me. Ci stacchiamo per guardarci in faccia, e iniziamo a ridere, così senza alcun motivo. Una risata contenuta ovviamente, però liberatoria.
“allora cosa hai combinato?” chiedo tornando seria, ma non severa. Lo prendo sottobraccio e arriviamo ad una panchina in legno su cui ci sediamo. Io con le gambe incrociate e il mento poggiato sulle mani, guardandolo in attesa che parli, lui si accomoda appoggiandosi allo schienale con le braccia.
“tu cosa hai combinato? Hai avuto un incontro con qualche fan di Kamura?” molto peggio.
“no, mentre aspettavo Rei sono stata accerchiata da tre ragazzi, ma non preoccuparti sono tutti all’ospedale, con le mie virtù nascoste da samurai li ho messi ko nel giro di due secondi colpendoli con il calcio rotant…ho sbattuto contro una colonna mentre facevo delle piroette..”  HI!
“sei assurda”
“mi dici che hai combinato?”
“perché non lo sai già?” allora possibile che non mi possa mai dare la soddisfazione di aprirsi tranquillamente con me!?
“ma io voglio sentirlo dal mio panda”  esita ancora.
“preferisco non parlarne”  
“oo…. Vabene…” non si fida ancora di me. Ma perchè? Perché non mi considera degna di argomenti un po’ più seri? Perché?
“senti, per ieri” no, non gli permetterò di distruggermi anche oggi.
“non preoccuparti è tutto a posto, scusa devo proprio andare”  dico alzandomi velocemente, e tentando di andar via.
“aspetta” io mi congelo sul posto. Che vuole? Perché gioca così con me? Lui si alza  e mi blocca per il polso, ma questa volta è molto più delicato dell’altra, io alzo lo sguardo su di lui, e per la prima volta, il suo volto mi chiede di ascoltarlo, e i suoi occhi, i suoi occhi non sono più duri e freddi.
“posso farti vedere un posto?”











__________________________________________________________________________
Buongiorno--
ammetto di avere un po' paura, dopo il mio ritardo di sei mesi, a ripresentarmi con un capitolino piccolo, e senza sviluppi amorosi... però eccomi qui!
Vi devo delle scuse gigantesche, lo so sono inperdonabile, ma voi mi perdonerete lo stesso vero? ?
Va be, ora che sono in vacanza potrei promettervi di scrivere un po' di più, ma ripensando a tutto quello che devo fare in 13 gironi di vacanza , non mi arrogo questo compito. XDXD
Dato che si è fatta quasi ora di pranzo, e devo muovermi se voglio mangiare, vi lascio senza ringraziamenti ad personam, sperando che non vi offendiate troppo... vi chiedo ancora scusa per il ritardo sinceramente, me ne vergogno, purtroppo il tempo mi è scivolato tra le mani (io propongo giornate di 36 ore... ma non credo riuscirò a cambiare il mondo... ) ...quindi ringrazio tutti colori che leggono, commentano e che mettono tra i preferiti le mie parole, grazie!


UN BACIONE GRANDE GRANDE A TUTTI

E BUONE FESTE
Lucia


ps. qualcuno sa come si scrive Mio piccolo panda in giapponese??

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Capitolo 13
*** Un pezzettino del suo mondo ***




Capitolo 13:Un pezzettino del suo mondo

"Posso farti vedere un posto?" Sei parole magiche? Non credo. No, non lo sembrerebbero, neppure sono particolarmente gentili o che, ma dette da lui, mi suonano incredibilmente tenere. E come al solito sono indecisa e divisa, una parte di me ha una voglia matta di sapere dove vuole portarmi e perché, e di passare anche del tempo in sua compagnia, l’altra ha una paura folle, di cosa poi? Non lo so.
“Per favore” mi sta chiedendo per favore? Wow. Basita annuisco con il capo, e lui prendendo la mia mano, mi conduce fuori dal parco, di nuovo in strada. Camminiamo ancora, superiamo Niki, che stranamente è chiuso, e molti altri, in silenzio, guardandomi attorno, distraendomi ad ogni luce, e tornando a pensare a dove stiamo andando, senza tentare di chiederlo a lui. Attraversiamo tutto un quartiere e poi un altro, e alla fine ci fermiamo davanti ad una casa, due piani, un edificio relativamente moderno, con un giardino dall’erba curata e le luci del primo piano accese almeno su una parte. Akito alza un coso, una specie di statuetta di quindici centimetri, a forma di rana con gli occhi strabici, e prende la chiave che sta sotto. Questa, sono sicura, non è casa sua, non starà violando una proprietà privata?
“Akito cosa stai…?” lui mi fa cenno di abbassare la voce, questo non mi sembra essere un buon segno, credo proprio che non dovremmo. Intanto il cancello si apre con il suo suono metallico e del tutto silenzioso, lo apre lentamente tentando di limitare il rumore di questo, ci beccheranno.
“Akito” sussurro questa volta, mentre senza nessuna ragione apparente lo segue nel giardino. Perché lo sto seguendo? Non mi tiene nemmeno più per mano, non c’è ragione che io continui a camminare attraverso il giardino, invece di correre a gambe levate dalla parte opposta. E allora? Che aspetti Sana? Ti stai cacciando in un guaio, grosso.
“Rilassati…” rilassarmi? Scusa e come? Come diavolo posso rilassarmi se stiamo entrando dove non dovremmo e per di più con gli inquilini presenti?! EH? Rilassarmi, è la prima cosa che mi viene in mente in una situazione così. Certo, di che mi preoccupo?
“Akito” sussurro per la terza volta mentre ormai siamo proprio nel mezzo del giardino senza nemmeno preoccuparci di comminare appartati, e non so se notate che sto parlando al plurale, finirò nei guai! Ma quello che ancora non capisco è perché io lo faccia, non mi sta obbligando! Ehi un momento! “Akito fermati, ci hanno visti, c’è qualcuna alla finestra, li guarda.. Akito?” per niente preoccupato entra nell’ingresso e apre la porta che dovrebbe dare al piano inferiore che si trova alla fine dell’ingresso. E io che mi ripeto di levare le tende, quando l’idea viene finalmente presa in considerazione e approvata dal cervello, a quanto pare un organismo del tutto separato da me, pronta a fare retrofront, Akito vedendomi indecisa sull’uscio, mi prende per mano e mi tira dentro, chiudendo la porta dietro di me, il tempo di accendere la luce e io mi ritrovo in una grande stanza con due porte sul fondo.
È una sala, grande, più di quella di Tsuyoshi sicuramente, è rettangolare, con le pareti bianche, a sinistra ci sono tre porte di vetro, che danno sull’esterno, coperte da delle tende bianche e pesanti, davanti a queste un tavolino in vetro, con almeno due dita di polvere sopra, circondato da due divani, coperti entrambi da un telo bianco, posti ad angolo di novanta gradi, e tra i due un lampadario in acciaio. Di fronte a questi, appoggiato alla parete un mobiletto in legno, con sopra un televisore un po’ vecchiotto, a sua volta coperto da un telo di plastica trasparente.
Sulla parete di fondo, dietro a uno dei due divani, c’è una libreria alta fino al soffitto e larga fino a una delle due porte, è completamente stipata di volumi, dalle più prepotenti enciclopedie e raccolte, ai libricini più sottili, messi orizzontalmente negli spazi tra gli altri volumi e la fine del ripiano, chiunque abitasse qui, doveva amare la leggere. Dall’altra parte della parete un altro mobiletto, sempre color legno più piccolo e più basso, ma altrettanto pieno di dischi e cassette, sopra questo altri libri messi un po’ in disordine. Davanti a questo quello che sarebbe stato chiamato qualche anno fa un impianto di ultima generazione, con tanto di giradischi. Sopra questo un quadro enorme. Sempre lungo la parete della mia destra un elegantissimo pianoforte nero, tutto in torno fotografie incorniciate, e tutto coperto da uno strato di polvere, lo stesso pianoforte, grigio per essa ha dei segni che indicano che qualcuno ogni tanto lo suona, senza pulirlo però.
Akito mi sfila il capotto appendendolo all’appendiabiti che era nascosto dalla porta, e fa lo stesso con il suo. Effettivamente non fa freddo, anzi sembra che sia acceso il riscaldamento, i due termosifoni vicino al televisore e il parquet fanno un ottimo lavoro. Qui tutto ha un’aria strana, abbandonata, ma viva. È strana anche al sensazione che da.
“Akito” sussurro ancora, sento anche i passi al piano di sopra, ma la sua tranquillità mi contagia, senza alcuna ragione, ma va be, e mentre lui fa qualcosa che non vedo, io mi avvicino alla foto gigante che ho visto prima, è di una ragazza, sui vent’anni, vestita in abiti tradizionali giapponesi, un kimono bianco, con motivi floreali rosa pallido, è seduta all’ombra di un ciliegio, su una coperta, mentre sorride all’obiettivo distraendo l’attenzione dal libro che tiene tra le dita affusolate, è magra, la fascia rosa del kimono la circonda fino alla vita stretta, i capelli castani, chiari, raccolti sulla nuca, con due ciocche che cadono leggermente ai lati di un viso morbido, zigomi alti, pelle candida tirata in un sorriso che mostra denti bianche e diritti. E poi gli occhi, così profondi e così caldi, sono proprio come quelli di Akito, la differenza è che sono felici. Lo si sente sotto la pelle. Lei è la stessa persona che ho vista con Akito piccolo nelle foto a casa di Tsuyoshi, sono sicura, quella donna, e questa ragazza sono la madre di Akito, ma che ci fa una sua foto qui, questa non è mica casa di Akito? No perché altrimenti mi sono persa qualche pezzo.
“Lei è tua madre?” chiedo continuando a guardare la parete e spostandomi verso le altre foto, c’è sempre la ragazza vestita in mille modi diversi, perlopiù alla yōfuku, spesso in compagnia di un ragazzo, dall’aria familiare, ma no questo è europeo, non credo di conoscere nessuno, magari assomiglia a qualcuno che conosco, questa è buffa, c’è lui che sta impastando una piazza, e lei gli mostra del sushi con un sorriso enorme, lui con le mani occupate per poter fare qualche gesto, la guarda furioso e oltraggiato! Sono momenti di vita, lei al pianoforte, lei nel giorno della laurea, lei in cucina, sul divano mentre legge, con gli amici, lei un po’ più grande con una bambina*, lei con il pancione! Mi risveglio dal sogno che mi stavo facendo, vivendo in quelle foto solo quando Akito biascica un sì. “e questo chi è ha l’aria familiare..?”
“non immagini minimamente chi sia” fa divertito.
“È bella tua madre” già, credo, Akito caro, che le devi parecchio. Finalmente mi giro “perchè qui? Perché mi hai portata proprio qui?” chiedo timidamente.
“non lo so” eeeeh? Vedete se fossi uno di quei cartoni animati giapponesi adesso una grossa, enorme goccia mi cadrebbe dalla testa.
“che significa che non lo sai?!” ma perché a me? Uffa!
“questa era la casa di mia madre quando frequentava l’università, posso venire qui ogni volta che voglio, ci vengo quasi ogni notte” eppure sembra abbandonata da anni. Perchè mi ha portata qui? Non avrà cattive intenzioni? Mi allontano di un passo, e lo guardo mantenendo la guardia alta, ha il volto verso la foto della madre da giovane, uno sguardo così triste, cosi nostalgici i suoi occhi. Non ha cattive intenzioni, piano piano abbasso le braccia, anche perché sono ridicola, e mi avvicino spostando gli occhi dai suoi alla foto, cercando di capire. Ma mica è facile, se ci mettiamo il fatto che io sono una ritardata, stiamo freschi!
“come mai è così polverosa?” chiedo, tentando di non spezzare questa atmosfera. Ho paura di dire qualcosa di troppo, di essere indiscreta e insistente.
“la proprietà è di un suo vecchio amico, che vive al piano di sopra, e che non ha voluto toccare niente… prima pensavo che fosse innamorato… prima, non capivo tante cose” l’ultima frase la pronuncia amaramente. Poi tace. Io lo guardo per un po’, curiosa e titubante. Non so cosa voglia dire, non riesco a mettere a posto i pezzi di puzzle che ho, lentamente lo abbraccio, per la seconda volta, mi sento una privilegiata, hehe, vorrei veramente trasmettergli un briciolo di serenità, non è giusto che quegli occhi così meravigliosamente ipnotici siano sempre freddi, e duri, non è giusto che il suo sorriso sia così raro, anche se rende più speciale quelle volte che me lo dedica, non è giusto che nelle sue frasi si senta un’amarezza così grande. Lui ha tutto il diritto di essere felice, di ridere e scherzare. Vorrei poter fargli capire che può parlare con me, che io non lo giudicherò, che saprò ascoltarlo e che non lo faccio se non per vederlo più felice. Continuo a tenerlo stretto a me, stretta al suo petto, sento quel cuore battere contro di me, e con il mio viso, nell’incavo del collo, sento il suo odore arrivarmi dritto al cervello, la cosa sta prendendo un’altra piega. Il contatto con la sua pelle mi fa un brutto effetto. Brutto, non nel vero senso della parola, insomma, avete capito. Brutto non potrà mai essere riferito ad Akito. “credo che tu stia facendo qualche pensierino su di me” butta li. Ma come cavolo fa a beccare sempre in pieno? Me lo spiegate? No perché non può essere, sempre sempre sempre!
“ma perché devi rovinare tutto con quella tua linguaccia!?” fa un sorriso sornione, anche se strafottente, bello da morire. Sembra quasi voler dire -non lo pensavi domenica- no non lo pensavo va bene!
“se mi annusi, hai intenzione di iniziare a sniffarmi!?” mi stacco impulsivamente e gli tiro un colpo sul petto. Ma tu guarda!
“non è affatto vero! Io stavo solo respirando!” mi giustifico mettendo le mani sui fianchi, e poi che mi devo giustificare a fare?
“dite tutte così” dice mettendosi le mani in tasca e assumendo una faccia da schiaffi incredibile!
“grrru - sei incredibile! Tu, tu ” dico voltandomi e iniziano da camminare come un’isterica gesticolando a più non posso cercando di trovare delle offese che lo zittiscano. E il movimento del mio corpo non è seguito alla stessa velocità dei piedi che mi abbandonano facendomi cadere, e nel tentativo di attaccarmi a qualcosa faccio cadere quei libri che stavano sul mobiletto dei dischi, ma prima di toccare il pavimento sento tirarmi in alto e Akito prendermi. Anche questa scena non mi è del tutto estranea, chissà. Ma perché quando mi muovo qualcosa si rompe, cade, si muove, si rovina o mi fa cadere?????
“sei un’imbranata!”
“non sono un‘imbranata!”
“…però, hai un gusto stuzzicante in fatto di intimo” CHE COSA? Ah!! La mia camicia! i bottoni? Dove diavolo?
“brutto pervertito! Lasciami” inizio a riempirlo di botte e perdiamo l’equilibrio, cioè lui mi molla e perde l’equilibrio, cadendo su di me.
“aio aio” mi lamento massaggiandomi la schiena, ha! Come se non avessi già abbastanza lividi io!!! Ci rialziamo, e inizio a raccogliere i libri borbottando tra me e me. Sono sicura l’ha fatto a posta! È un maniaco! Elementi di Fisica, Fisica Quantistica, La Fisica di Faynman, questo è quello che mi ha fatto più male quando mi è caduto addosso, è un matto 50x50 cm!! Wow questi sono tutti libri di fisica…
“tua mamma adorava la fisica per caso?”
“no sono miei”
“tuoi?”
“miei” questo è pazzo, è così assurda come materia.
“io non ci capisco niente…” chissà se… “dato che ti piace tanto, non è che tu, ecco, mi daresti qualche … aiutino?”
“non ho abbastanza pazienza”
“dai ti prego ti giuro che mi impegnerò”
“non dubito di questo”
“ah ah ah- dai!”
“e vabene!”
“o grazie Aki!” gli dico buttandogli le braccia al collo. “il mio eroe..” faccio con voce sognante.
“a una condizione” scatto subito indietro.
“scusa non dovresti farlo spontaneamente così per amicizia, compassione ecc ecc?”
“non devi dire a nessuno di questo posto” io sto per rispondere ma mi interrompe “nemmeno ad Aya o Tsuyoshi”
“ok, perché? okok quando iniziamo?” perché mi guarda brutto?
“non oggi!” e chi ne aveva voglia!! Ma come diavolo siamo finiti a parlare di fisica?
“Aki, lo sai che non hai ancora risposto alla domanda che ti ho fatto prima?”
“si che ho risposto”
“hai detto ‘non lo so’, e non è una risposta!”
“si che lo è”
“no, non lo è”
“si”
“aaaaaaaaaaaaa! Perché continuo a perderci tempo!” lui alza le spalle.
“posso chiederti una cosa?… sta tranquillo non riguarda te e il tuo occhio pandoso” lo rassicuro, e non aspetto nemmeno che mi risponda altrimenti non avrò coraggio “quello che è successo domenica, mentre vedevamo quel delizioso e romantico film..” fino a qualche minuto fa non lo volevo sapere, però mi ha portata qui e penso che sia un posto importante, mi ha aperto un pezzettino del suo mondo, devo sapere che ruolo ho, devo saperlo, anche a costo di avere una batosta, perché se sarà così, starò male, perché, perché a me Akito, a me piace. Come sia stato possibile non lo so! Giuro, però ogni volta che ci sfioriamo, ogni volta che incrocio il suo sguardo, io, io, io sento lo stomaco fare le capovolte, le guance prendere un colore rosato particolare, e quando mi rivolge la parola, io non so come faccio a rispondergli con calma, se si può chiamare calma la mia, e anche quando discutiamo e ci prendiamo in giro, mi fa impazzire, ma soprattutto quando mi rivolge quello poche parole sincere io non posso fare a meno di desiderare quei momenti e …..





































* è la foto che Nastumi mostra a Sana quando la ragazza passa la notte dagli Hayama, dopo la pubblicazione del libro sulle origini di Sana.















Scusate il ritardo ho avuto degli imprevisti gravi, e non ho nemmeno il tempo di rispondere alle vostre recensioni singolarmente, scusate ancora..spero comunque che il capitolo vi soddisfi, fatemi sapre cosa va e cosa non va, con sincerità, ne ho bisogno. Un Bacione a Tutti! LUCIA



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Capitolo 14
*** Gusto Cioccolato ***


...e se non mi risponde rischio l’infarto, con tutta la drammaticità che ne conseguirebbe.
E No! Mi rifiuto di crederci… Non può essere!
“Chi è?” rispondo più maleducatamente possibile.
“Ciao Sana, che per caso disturbo?”
“Aya… tu!” sibilo.
“perché? Sei impegnata? Non sei a casa a studiare? Sei ancora con Hayama?!!!”
“ecco …io” ehm ehm..
“noo, non mi dire, allora si che disturbo.. che state combinando? Ho interrotto qualcosa di.. intimo?”
“AYA!” ma guarda tu!
“che? Comunque niente volevo sapere se eri uscita fuori? Ma credo di no.. guarda un po’, come quando eravamo piccole!!”
“perché? Che succede?”
“scusa scappo da Tsuyoshi, un bacione”
“aspetta!..pronto?” niente ha chiuso.
“Non credere di averla vinta tu!” dico rivolgendomi ad Akito. “Aya ha detto che… dov’è il cappotto? Dai muoviti..!” lo prendo per un braccio e lo trascino fuori. E .. wow.. era una vita che non vedevo questo spettacolo.
“Guarda che bello Akito.. nevica!!” e come una bambina sorrido verso l’alto con gli occhi brillanti.
“oo e adesso?!”.. che antipatico che è!
“smettila di essere così freddo, guarda che spettacolo!”
“non c’è nemmeno un centimetro!”
“sei una noia assurda tu! Guarda il cielo! È ..è”
“solo acqua ghiacciata che cade…” conclude al mio posto.
“dai andiamo..!” dico tirandolo sotto il cielo.
“perché ti emozioni così tanto?”
“daiiii” lo prendo e lo trascino … no, non può essere solo acqua ghiacciata, si scientificamente è quello, nessuno lo mette in dubbio, però… però quello che ti smuove quest’acqua ghiacciata che cade dal cielo non è paragonabile all’acqua ghiacciata che metti sopra a una caviglia gonfia, o che ne so. Stringo di più la mano di Akito. La neve è una cosa meravigliosa, da tutti i punti di vista, è pura, è infinita, che tu sia un matematico, o un poeta non puoi guardarla con disprezzo. È così pulita, delicata, impalpabile. Non si lascerà mai afferrare, non mostrerà mai il suo segreto, appena toccherà le tue mani si trasformerà, facendoti godere di se per un brevissimo istante. Per quanto tu sia ostacolato dalla neve, nei movimenti, nel freddo, non puoi non aver provato quella curiosità e meraviglia di un bambino davanti a uno spettacolo del genere., almeno una volta. Non saresti umano allora.
“mi piace la neve, a te Aki?”
“non mi dispiace” sorrido. Anzi gli sorrido. Non so se cogliete la differenza. “sai cosa è perfetto fare con la neve?!” propongo. “ levati quel pensiero dalla testa”.





“Questa sarebbe una cosa perfetta con la neve?!?” dice accomodandosi sulla poltroncina del bar. “una cioccolata, davanti una finestra?”
“NOO! Una cioccolata calda, con panna, davanti a un panorama emozionante!!! Dimmi quando ti capita di vedere uno spettacolo così eh? Tutta la città innevata ai tuoi piedi, non dirmi che non ti piace!! … Tu non sai cogliere i piccoli piaceri della vita”
“Piccoli piaceri della vita? Tze.. e comunque non vado pazzo per le altezze…” ?? noooooooo!
“Soffri di vertigini! AHAHAHA il duro Akito che trema davanti a qualche metro di altezza!”
“non è qualche metro, qualche metro è quando sali su un albero, qui ... siamo su uno dei palazzi più alti della città, e poi non soffro di vertigini, sono uno con i piedi per terra, non come te, sempre tra le nuvole” guarda guarda come riporta l’attenzione su di me!
“secondo me, infondo infondo, ti stai commuovendo… vero?” si ma quando infondo? Cosa mai potrà spingerlo a mostrare quei sentimenti? Con quegli occhi… troppo belli, troppo indifferenti a me. Beve la sua cioccolata senza mostrare alcun accenno di gustarla, come se non fosse qui, qui con me. Forse non ha assolutamente alcun interesse per me… forse quel bacio è stato … niente, forse lui ha visto in me quello che vede in tutte, un corpo, un corpo con cui giocare. No, non ci credo, non sono un corpo, non voglio, non posso essere solo questo per lui, altrimenti avrebbe approfittato delle varie occasioni che gli si sono presentate, e non l’ha fatto. Ma allora, allora perché i suoi occhi non mi vedono?
“ma come fai?” scusa? Lo guardo interrogativo. “ci sono due tizi lì che ti stanno fissando da quando siamo arrivati.. come fai a sopportarlo?” e già, ha ragione. “..non ci faccio caso..be, all’inizio ne ero spaventata e felice, perché avevo delle speranze ora..semplicemente non mi importa, io ho i miei amici, mia madre, Rey e la signora Patricia, tutto il resto non mi riguarda”
“ma non puoi muoverti senza che gli altri non ti guardino..”
“o questo non è niente.. tra qualche giorno sarà molto peggio, e tutti mi guarderanno con occhi diversi, ma non posso pensare a ogni singolo individuo che conosce il mio nome.. non potrei mai, e poi secondo me guardano te, più che me”
“me? Perché? … Pensano che sia il tuo ragazzo?” dice senza alcun tono. “penso di si” dico amaramente.. amaramente?? Cioè? Sto dicendo che ne sarei felice? ..dio.. sono cotta.
“che succederà tra qualche giorno?”… abbasso lo sguardo. “e come mai ti interessa saperlo?” si sto cercando di sviare la domanda.
“rispondi”
“tu non rispondi mai invece, perché dovrei?”
“perché tu, muori dalla voglia di parlarne, ne hai bisogno” lo guardo sconvolta, come ha fatto? Come ha fatto a capire? Lui, lui è capace di guardarmi dentro, di abbattere ogni barriera che mi sono costruita per non crollare. Come fa?
“è stupido, non è niente di che”
“non lo è per te però” ci penso su, è qualcosa che ho deciso di tenere per me, e ho provato con tutte le mie forse a sminuirla..ma, in realtà, ha ragione, io … faccio un respiro profondo..
“… mia mamma sta promuovendo il suo ultimo libro, in cui.. racconta la mia storia” la mia storia.. “mia mamma, non è la mia.. la mia madre biologica, lei… lei mi ha abbandonato nel parco, avevo qualche mese, e mia madre, quella che mi ha cresciuto, mi ha preso in affidamento, e quando mi ha detto la verità, avevo quattro anni, abbiamo stretto un patto, avrei dovuto impegnarmi al massimo per diventare famosa, così avrei avuto più possibilità di ritrovarla, e lei avrebbe cercato di-diventare un importante scrittrice così che quando avrebbe scritto la mia storia, la mia vera madre avrebbe potuto contattarmi, ma adesso..”
“hai paura?”
“.. non è paura, sono preoccupata per mia madre, per me è lei, lei mi ha cresciuto, lei mi ha dato affetto, era lei che mi stava vicino quando stavo male, che nonostante tutto mi abbracciava quando avevo lo sguardo triste.. quando pensavo di essere malvagia.. e cercavo una spiegazione al fatto di essere stata abbandonata, e non vedevo che persona meravigliosa avevo davanti, e lei nonostante io non facessi altro che pensare all’altra, lei nonostante tutto, mi abbracciava e mi sorrideva sempre.. e ora.. se dovesse uscire fuori la mia madre biologica.. io non saprei cosa provare..per me lei non esiste, e invece ho paura che la mia mamma posso soffrire di nuovo, come in passato.. per un dannato 5%,… e se mi si presenterà una scelta?” no, non voglio piangere, non voglio ti prego. Akito con una delicatezza immonda si avvicina, raccoglie la lacrima bastarda che è sfuggita al mio controllo e .. e mi abbraccia.
“ora penseranno che sono veramente il tuo ragazzo.. ah, tutta la mia dignità è andata a farsi friggere”… che idiota.
“.. se se, come se non ti piacerebbe?!!” dico provocandolo.
“kurata..” dice con un tono semi-sprezzante. Poi ci ripensa “sono sicuro che nessuna delle tue madri pretenderà che tu faccia una scelta del genere, e se dovesse succedere qualcosa.. io, io ti aiuterò se vorrai”
Io ti aiuterò se vorrai.. io ti aiuterò se vorrai.. wow. Lo ha detto davvero? Continuo a guardarlo incantata dals uo sguardo, che ora, non è indifferente..
“grazie.. io.. grazie!” dico abbracciandolo forte.
“si, però adesso staccati.. andiamo?”
“no dai, perché? È così bello quassù!”
“muoviti”
“si capo!!...ehi Aki.. perché non andiamo al cinema?”
“Io non vedrò mai più un film con te!”
“e perché?” chiedo sbattendo le ciglia in modo infantile.
“perché non stai zitta un momento!”
“non è vero!!!” uffa, sono offesa!
“a no? E chi parlava durante Full Metal Jacket?”
“vabbè, ho solo fatto qualche commentino.. e poi se non sbaglio un modo per azzittirmi l’hai trovato!!” Ah! Beccati questo! Akito vs Sana : 0-1 palla al centro.
“funziona con tutte” ehm ehm. Sana K.O. Tutte? Sana che è questa fitta allo stomaco? Gelosia???
“quindi io sarei una come tante? Vaffanculo!” no, ora sono profondamente offesa. Ma uffa, ma tu guarda!
E ora perché mi spinge? Che vuole? E no! Nono! Caro mio, non sei tu a decidere, non farai il bello e il cattivo tempo, non con me.. questa volta sono io che lo spingo contro il muro, e per la prima volta il corpo fa quello che il cervello gli dice.. oo non l’avrei mai detto.
“no, non sei una come tante.. nessuna mi ha mai messo con le spalle al muro, te lo riconosco” ah!
“e allora perché mi hai baciata?” gli sussurro a due centimetri dalle sue labbra. La tentazione è forte..
Niente da fare, non spiccica mezza parola. Ma! Insomma! Mi sfiora con la mano la guancia, e poi la posa delicatamente sul collo,avvicinandomi e posando le mie labbra sulle sue… di nuovo. Ok, inutile dire che il mio cuore sta per saltar fuori dal petto, e che i brividi mi attraversano ogni millisecondo.

E questa volta, questa volta sa di cioccolata.
“solo una babbea come te, non lo capirebbe” sono indecisa se saltare di gioia, o prenderlo a schiaffi per avermi offesa. Opto per la seconda.
“permalosa”
“e non lo so! Tu mi offendi sempre, tu, mi baci, e poi mi dai della babbea, io che..” alza gli occhi al cielo, e mi bacia di nuovo…
“ehi mi baci per farmi stare zitta?”
“magari potessi!” ok, adesso lo picchio. O forse no…


Il primo bacio, sapeva di limone, il secondo di cioccolata, ma il terzo.. il terzo sapeva di lui. Anche se non mi dispiacerebbe assaporare tutti i gusti possibili su queste labbra.






















...Salve.. imperdonabilmente in ritardo, sicuramente molti di voi avranno abbandonato questa fanfiction, e avete perfewttamente ragione, e per questo vi chiedo umilmente perdono.
ma se vorrete degnare di una letta questo capitolo, mi farebbe veramente tanto tanto tanto felice!! .. e buone feste!

Lucia

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Capitolo 15
*** Due passi indietro e uno avanti ***


Dove...dov’ero rimasta? Al cioccolato? Si,  dunque il cioccolato..ai brividi e al cioccolato… Si dice cioccolato o cioccolata? Va bene comunque andiamo avanti.
“se domani sarai su tutti i giornali è solo merito mio, quindi voglio una percentuale” esclama mentre camminiamo verso casa mia. Ma per piacere!!
“cosa? se io non fossi la star che sono” modestia a parte “non ci sarebbe stato nessuno a fotografarmi quindi il merito è totalmente mio!”  be si sdrammatizziamo!! Non che sia un dramma, anzi tutt’altro!! Diciamo più.. facciamo finta che non mi stia battendo il cuore a mille, che non voglia saltellare in giro per la strada come una bimba, che non abbia una piacevolissima stretta allo stomaco. Comunque, tutto ok!
“..ti creerà molti problemi?” o santissimo Brad Pitt !! Akito, Akito Hayama si sta preoccupando per me!
“alt! sei serio?? Mi stai dicendo, sul serio, seriamente sul serio che sei preoccupato per me? “
“effettivamente no”
“sei , tu sei , sei odioso!” dico tirando un piccolo colpo sul braccio. A guardarlo però è troppo dolce!! Un sorriso affiora sulle mie labbra, e mi ritrovo inebetita e guardarlo, a scrutare i suoi occhi, il profilo del suo volto, le labbra, la linea del mento e sono felice! Si gongolo!
“non lo pensi sul serio” sottolinea. Ma possibile che sia un libro aperto? E dire che faccio l’attrice. Sana sei un’idiota, non puoi odiarlo e guardarlo come se fosse un dio greco.. concentrati! “e tu invece cosa pensi?! Non mi rendi mai partecipe dei tuoi pensieri!”
“perché non ti riguardano” tagliente!
“non mi riguardano? Nel senso che non sono affari miei o che ..non pensi a me?” avete presente tutta la felicità che avevo due nanosecondi fa? Be è stata spezzettata, emulsionata e disintegrata in un attimo! Parla, parla brutto pezzo di ..!
“ma sei scemo? Possibile che non funzioni proprio come una persona normale? Non so se eri presente, ma ti faccio notare che mi hai baciata anche tu! E anche se non sono il tipo che ritiene un bacio la firma sul certificato di matrimonio, non è nemmeno vero che per me non significhi niente e che vada baciando tutti i ragazzi fisicamente appetibili!! Chiaro? Quindi se per te non vale nulla, be dimmelo ora, perché forse, e dico forse per me non è così!!” e che diamine!
“be si, non mi dispiaci..” io non sono violenta, be forse a volte.. no dai possiamo dire che io sono una diplomatica, però ora vorrei strozzarlo, sul serio!
“non ti dispiaccio? Bene, e che cosa significa?!” un tono di voce poco superiore.
“significa che non ti schiaccerei come una zanzare.. anche se hai molto in comune con loro” io sono diplomatica! Respira, Sana respira! Ok, posso farcela!
“potresti per una volta, una volta soltanto, SMETTERLA DI PARLARE CON NEGAZIONI??? Non mi dispiaci, non ti schiaccerei.. e parla chiaro una volta!!!!” fumo dalle orecchie!
“…io, ecco io, tu sei un’idiota!!” coooooooooooooosa?
“scusami? Credo di non aver afferrato il concetto”
“ti si deve proprio spiegare tutto!! Non ci arrivi con quella zucca?!”
“..no! Non ci arrivo! Perché con te, niente è come sembra! Cavolo! E se anche capissi, che problema hai a parlare!! Te l’ho già detto, non hai un sacchetto con dentro un numero finito di parole in gola, che quando finiscono non le puoi dire più!!!”
“tu sei un’idiota!” alta letteratura ragazzi.
“e tu sei ripetitivo!”
“non capisci mai niente! Vuoi che ti faccia un disegnino!”
“se serve, cavolo si!”
“idiota! Come puoi dire si!?!”
“puoi continuare a darmi dell’idiota, o poi semplicemente dirmi cosa ti passa per quella casseruola di piombo che ti ritrovi come testa!!”
“ma chi ti credi di essere?”
“Sana, piacere!”
“siamo arrivati…”  lo fulmino con lo sguardo, ma va bene, se non vuole parlare addio e tanti cari saluti, me ne vado a casa. Mentre mi volto per entrare, infuriata come una belva, mi ferma tirandomi a se, il solito sfacciato!! Sempre così!
E invece lo sento respirare piano vicino il mio orecchio “..tu, tu mi piaci, con te mi sento bene, ma non so controllare, non so controllarmi, non mi sei indifferente...” Sussurra e a testa bassa scappa via. Forse è il caso che inizi a farmi seguire da uno psicologo. Già.
*
 
Ecco, ci siamo, il libro è stato pubblicato, e mamma è in Tv per un’intervista esclusiva. È, forse, una delle poche volte che si è presentata senza stramberie in testa! È così seria, che strano, quasi avrei preferito che mettesse su un qualche spettacolo, almeno avrei saputo che per lei non cambia niente, che per lei è un giorno come tanti. Invece ha preferito presentarsi cosi: con il suo kimono più discreto e i capelli raccolti in un semplice chignon.
La mia mamma sta raccontando al mondo i nostri più intimi segreti, e io? Io me ne sto qui, seduta per terra accovacciata a cinquanta centimetri dal televisore e aspetto. Cosa io stia aspettando non è proprio facile da definire. Sono anni che aspetto! Ho aspettato per anni questo giorno, questo si è vero! Quante notti  ho passato a immaginare questo momento, e quelli successivi.. ho immaginato mille e mille situazioni, milioni di spiegazioni, milioni di perché che possano giustificare il fatto che io sia stata abbandonata, e francamente non ne ho mai trovata una che fosse anche solo lontanamente paragonabile a una giustificazione! Poi, un giorno, una sera mi sono addormentata senza soffermarmi a pensare, e da allora ho aspettato per inerzia. Una strana abitudine non trovate? Aspettare per abitudine! Sembrava che non mi riguardasse, non mi faceva stare male, ero anestetizzata.
Poi mamma ha detto che aveva completato il libro, l’anestesia è passata e il formicolio del risveglio ha iniziato a dare fastidio: addormentarsi è diventato di nuovo complicato.
La mia vita mi piace, e ho paura che si scombussoli tutto! E non voglio, proprio non mi va, sono persino arrivata a sperare che mamma si imbattesse in qualche cosa di fantastico che la tenesse occupata lontano dalla mia storia.. il che è totalmente stupido! Si, anche i migliori ogni tanto hanno dei pensieri stupidi.
“mi rivolgo alla madre naturale di Sana, sappia che può mettersi in contatto con noi quando vuole, chiedo soltanto di non fare niente di cui non si senta sicura”
Già! Ma si, noi siamo qui, a stenderle il tappeto rosso in modo che possa entrare e sconvolgermi  la vita con molta facilità, fregandosene di quello che abbiamo passato, comodo, le dobbiamo servire anche un bicchiere di champagne per accompagnare lo show?
 Sana! Ma che dici!? Hai sempre voluto conoscerla e adesso? E adesso non voglio più! Doveva pensarci prima!
AAAHA questa vita inizia a stressarmi troppo!! E a me non pare di aver firmato un contratto alla mia nascita in cui accettavo i termini e le condizioni d’uso! Uffa! Ho bisogno di staccare! Decisamente. Non ne posso più di discutere con me stessa, conosce tutti i miei punti deboli e diventa frustrante riuscire ad avere ragione, oh cavolo! Sto degenerando! Sto impazzendo..potrei iniziare oltre che a litigare con me stessa, che so a riferirmi a me in terza persona..D’accordo la pianto. Ho le braccia intorpidite per lo sforzo di stringermi le gambe al petto, a proteggere il cuore, a proteggere me.
Dovrei chiamare qualcuno, magari potrei chiamarlo, lui ha detto che se avessi avuto bisogno..
“Akito…ti va di venire?” ti prego dì di si, per favore.
 
*
“quell’idiota di mia sorella ha pianto per cinquanta minuti davanti al televisore mentre vedeva l’intervista” commenta mentre si siede, anzi si spaparanza sul divano di casa.
“non chiamarla così, è tua sorella” rispondo senza troppa enfasi.
“be? Non cambia il fatto che sia una totale rimbambita!” quanto è testardo questo ragazzo.
“prima o poi dovrai spiegarmi perché vi odiate così tanto lo sai, non è tanto normale”
“non c’è niente da spiegare! È stupida!!” ahh quanta pazienza!  Lasciamo perdere, ho altro per la testa.
“senti ma dobbiamo proprio farlo?!” occhi dolci, musino triste non faranno effetto su di te?
“si”
“ma dai ti prego!!! Guarda ho fatto anche il musino tenero! Ti prometto che sarò tanto tanto dolce con te! Poi io sono una brava bambina, non ho mai fatto male a nessuno e poi”
“non farmi irritare!”  è terribilmente deciso, mm devo pensare a una strategia!
“ ma..!”   “niente ma!” e ma così non vale!!
“però!?..” ok ok ho capito! Il suo sguardo, quello bellissimo, mi ha fulminato all’istante e deduco che non ho altra scelta che sedermi e aprire il libro.
“mmm mi sento male!” giuro! Non sto mentendo! È la prima e spontanea reazione del mio corpo a quel libro.
“ti spiego una cosa Kurata, un libro non può farti male fisicamente! Ficcatelo in quella zucca vuota che ti ritrovi!!” sarò pure una zucca vuota, e su questo possiamo parlarne, fatto sta che mi hai baciata pure più di una volta! Ma questo forse ora è meglio non dirlo, mi limito ad accennare un sorriso.
“no ma perché mi vuoi male? Non possiamo fare qualcos’altro? Proprio matematica??! Cioè io volevo un po’ di compagnia .. non era proprio necessario portare questi con te!..ma ..si ho capito, non c’è bisogno che mi guardi torvo!” ma quanto sei bello!
Cominciamo: ellisse.. che diavolo me ne devo fare nella vita dell’ellisse!! Ba!
                                                                                                 *
“MAMMA!!” urlo quando realizzo che uno scoiattolo mi sta solleticando il naso! Mentre la mia mamma sorride a trentadue denti, seduta sul mio lettuccio. Perché poi sorrida?
“oh Sana!” esclama abbracciandomi forte! Molto forte! Decisamente troppo forte, mamma staccati non respiro! Mamma? “Mahm..ma”
“bene ora devo andare ciao!! E salutami il tuo ragazzo!!” CHE COSA??? Stop, time out, fermi tutti, alt! Che cosa ha detto?
“ehhh????????????”  be si la traduzione pensiero-parola non è proprio perfetta, ma su dai, è pur sempre mattina.
“uu si ho visto le foto! E devo dire che è proprio carino!!” le foto? Ma di che parla?
“mamma ma cosa?!”
“si tesoro! Comunque ora devo fuggire, nel senso letterale del termine, sappi però che devo parlati, ho delle cose da dirti! Scusa ma vogliono che firmi un contratto in cui mi impegni a scrivere nei tempi previsti da un altro contratto!!! Ahh Editori!! Ciaooooooooooooooo!”
Quanta energia! Quanta energia per la mia testa ammaccata dai numeri! Credo proprio che mi rimetterò a dormire! O si! Infondo me lo sono meritata! Akito è stato cattivissimo con me, mi ha fatto fare solo una pausa all’ora! Assurdo! Mi ha fatto fare matematica per tre, dico tre, ore!! Centottanta minuti! È ovvio che io mi meriti una pausa! Si si me la merito proprio!
Povera illusa che sono! In questa casa non si può dormire, il telefono ovviamente. Chi diavolo mi succhia l’anima la mattina all’alba? Numero sconosciuto, ok sconosciuto sei morto!
“Kurata ti sto aspettando sotto casa, datti una mossa!” bum bum bum.. Akito?
“eh??” continuo ad avere questi piccoli problemi di traduzione tra gli impulsi del cervello e la formulazione delle parole, secondo voi sto diventando scema? No perché a volte ci penso, ma ho proprio paura a rispondermi.
“muoviti!” si capo, padrone supremo luce dei miei occhi?!?! Luce dei miei occhi? Ma te le studi o ti vengono naturalmente queste cavolate?? Fatto sta che biascico un si, e mi rotolo giù dal letto! Mi rotolo è ancora un immagine troppo elegante, diciamo che atterro sul pavimento, freddo, con un sonoro “scbang”! In una posizione da contorsionista e sempre con la stessa eleganza cerco di divincolarmi dalle lenzuola che hanno deciso di vivere in simbiosi con me, mi spiace lenzuoline care ma il mio cuore batte per qualcun altro or ora. Eee, poi soprattutto dopo quello che mi ha sussurrato: è stato così dolcissimisssimo!

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