Coppa del mondo di Quidditch

di Seazor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il miglior cercatore italiano ***
Capitolo 2: *** La lettera ***



Capitolo 1
*** Il miglior cercatore italiano ***


            
                                          Capitolo 1
                                            Il miglior Cercatore Italiano
 

Sugli spalti, nel piccolo stadio circondato da un fitto bosco a sud della pianura padana, ventimila maghi e streghe urlavano, saltavano, festeggiavano, esultavano ma sopratutto incitavano un solo nome : Alexander. 
Ora, per chi ancora non avesse capito cos'è il Quidditch lo spiegherò molto velocemente. Il Quidditch è lo sport più amato nel mondo della Magia. Spopolato in Europa nel quattordicesimo secolo e successivamente in tutto il mondo nel diciottesimo secolo, questo sport si gioca su delle scope volanti e lo scopo del gioco e far entrare la palla in uno dei tre anelli sorretti da altrettanti pali, lunghi quindici metri. A proposito di palle da Quidditch, nel gioco ce ne sono tre, tutte molto diverse. La prima si chiama "Pluffa", ovvero una palla in cuoio a cui è stato fatto un incantesimo di adesione e rallentamento per evitare che scivoli dalle mani dei giocatori e se comunque accadesse la pluffa rallenterebbe per aria in modo da consentire un recupero facilitato. La seconda palla di chiama "Bolide" ed è un palla completamente in ferro, poco più piccola della pluffa. Il bolide serve a disarcionare i giocatori. La terza palla si chiama "Boccino d' oro" ed è praticamente la più importante. Il boccino d' oro è una piccola pallina completamente dorata con delle ali. E' molto veloce, non sta mai ferma e ha una memoria tattile, infatti si ricorda chiunque sia il primo a toccarlo durante una partita. Nel Quidditch si gioca in quattordici, ovvero sette contro sette. Ogni squadra ha in campo : Tre cacciatori ( che devono far entrare la pluffa nei tre grandi anelli, passandosela ). Due battitori ( il loro compito è quello di evitare che i bolidi disarcionino i loro compagni usando una mazza corta di ferro, possono anche spedire i bolidi agli avversari per ostacolarli ). Un Cercatore ( il suo compito è quello di prendere il boccino d' oro, la cui presa sancisce la fine della partita e regala centocinquanta punti alla squadra che lo acciuffa. ). Un portiere ( il cui compito è quello di difendere i tre anelli e parare i tiri dei cacciatori avversari). Ci sono delle regole nel Quidditch, ne elencherò qualcuna : Non si può uscire dal campo di gioco, se un giocatore commette fallo l' arbitro può decidere se assegnare punizioni o rigori, solo i cacciatori possono segnare come solo i battitori possono usare le mazze come solo i cercatori possono prendere il boccino, la pluffa deve essere per forza "tirata" per poter segnare e non può essere "accompagnata" fino all' anello. Detto questo per chi non conoscesse il Quidditch ora conosce le basi fondamentali, per chi invece lo conosceva già ho dato un leggero ripasso.
 Ma torniamo alla storia, come stavo raccontando la folla chiamava un solo nome : Alexander. 
Alexander era un ragazzo di diciannove anni che faceva parte della Longobadia, una squadra popolare del campionato italiano di Quidditch. Aveva una corporatura muscolosa ed era alto un metro e sessantasei, era abbastanza basso ma questo gli conferiva
maggior velocità, una caratteristica essenziale per un cercatore. Aveva i capelli rasati, il naso a patata e le labbra fini. Alexander era il 
capitano della sua squadra, da qualche anno aveva finito l' accademia di magia italiana di Estense a Ferrara dove tutti i giovani maghi e streghe si riunivano. Inutile dire che in italia il Quidditch era uno sport popolare fra la comunità magica. Ed è proprio nel castello di Estense che Alexander diventò un cercatore popolare, successivamente fù chiamato negli OroNeri Longobardi ( la Longobardia ) e dopo soli due anni ne divenne capitano. 
«Gli OroNeri vincono la partita grazie al capitano Alexander che ha catturato il boccino in trenta secondi, vincendo la partita 150 a 0 e superando nel calendario l' Apulia di tre punti, vincendo così il campionato!» Gridò euforico il telecronista sugli spalti. Alexander esultò facendo una capriola a mezz' aria in sella alla sua Firebolt e subito i compagni di squadra seguirono il suo esempio volteggiando e sfecciando per il campo. I tifosi erano più felici che mai, cantavano e gridavano a squarciagola 
«ALEXANDER, ALEXANDER, ALEXANDER».
I giocatori erano ormai tornati tutti negli spogliatoi, dove un meraviglioso clima festivo e di gioia riscaldava la fredda e uggiosa giornata di fine settembre. Il campionato era finito e grazie ad Alexander la Longobardia aveva superato l' Apulia, che prima era a parimerito, portandosi in cima all' ultima giornata di campionato. 
«Ehi Alex, ci vediamo dopo al pub "I cavalieri della tavola rotonda" per i festeggiamenti!» disse un suo compagno di squadra. «Va bene Federico, ci vediamo dopo» rispose Alexander. Fù l' ultimo ad andarsene, voleva un pò di tranquillità. Aspettò che i cori e le grida dei tifosi cessassero e si mise seduto nello spogliatoio e pensare. 
Alexander era un ragazzo dal carattere forte, irruento e impulsivo. Era molto orgoglioso, e perciò non amava molto perdere. Benchè fosse un ragazzo molto serio, si stupì delle lacrime che ormai gli solcavano il viso. Si alzò in piedi e si bagnò il viso con dell' acqua pensando che le sue lacrime non erano un segno di debolezza ma bensì un grande eccesso di felicità, aveva portato la sua squadra in cima e tra qualche giorno avrebbe stretto la sua tanto sognata coppa dei capioni italiani di Quidditch. Si asciugò òa faccia con la manica della divisa e si cambiò, pronto per dirigersi verso il suo pub preferito nonchè sede del club ufficiale dei tifosi della sua squadra.
«ECCOLO QUA! IL NOSTRO EROE!» gridarono in coro i suoi compagni di squadra all' ingresso del pub. "I cavalieri della tavola rotonda" era un locale vecchio e poco frequentato, sopratutto dai babbani per tutte quelle dicerie su Antonio, il vecchio locandiere. Credevano fosse pazzo e che uccidesse tutti i visitatori bisognosi di camere per la notte, ovviamente era una bugia inventata da lui stesso per tenere lontano i babbani. Alexander fù molto sopreso, perchè quel vecchio locale umido e ammuffito era stracolmo di maghi e streghe che cantavano e festeggiavano ininterrotamente. Alla sua vista i cori e le grida divennero ancora più alti e Alexander dovette fare molta fatica per sentire quello che i suoi compagni avevano da dirgli. Riuscì a capire solo "prima pagina", "appena stampata" e "nazionale". Dai volti euforici dei suoi compagni di squadra la cosa che non aveva sentito doveva essere proprio importante, ma Alexander capì di cosa si trattava quando un suo compagno gli sbattè in faccia un giornale. 
Era l' edizione speciale del "Tutto Quidditch!" ( il giornale più famoso in italia se si parlava di Quidditch). In prima pagina c'era proprio una sua foto, dove schizzava da una parte all' altra facendo piroette sulla sua scopa volante. Il titolo diceva: 
                                                  
                                                               Longobardia campione!!!


Alexander si deresse verso un piccolo armadio contenente scope e boccali di ricambio con in mano il giornale, fece slalon fra la folla, zigzagando a destra e a sinistra in mezzo ai tifosi che cercavano di abbracciarlo, toccarlo e baciarlo. Entrò nella buia e piccola stanza che sapeva di muffa, estrasse la bacchetta da sotto la cintura e disse
«Lumos!», subito dopo una tenue luce uscì dalla punta della sua bacchetta e il ragazzo potè leggere. Dentro la stanzetta umida i cori e le grida che venivano dal pub erano molto più bassi e Alexander si concentrò con maggior facilità nella lettura. L'articolo diceva:
                                                                      
  
                                                     ALEXANDER PORTA ALLA VITTORIA LA LONGOBARDIA!



                                                               
 
E' ufficiale! La Longobardia vince il campionato italiano
                                                                e tutto questo è merito di una sola persona: Alexander!!!
                                                               Il giovane cercatore che in soli due anni è diventato capi-
                                                               tano della sua squadra, è riuscito nell' impresa! Ha porta-
                                                               to la Longobarda in vetta alla classifica nell' ultima giorna-
                                                               ta e tutto in soli trenta secondi, una prestazione eccezzio-
                                                               nale! Ha battuto il record italiano di cinque secondi detenu-
                                                               to dal vecchio cercatore Romeo Aqualinux! E non è tutto,
                                                               dopo questa partita si è subito iniziato a parlare di lui in tutta
                                                               Italia! E chi lo sà che proprio adesso che il vecchio cercatore 
                                                               Dante ha messo divisa e scopa nazionali appesi al chiodo, che
                                                               il posto di cercatore nella nazionale per gli imminenti campio-
                                                               nati mondiali di Quidditch non possa conquistarlo Alexander!
                                                               Sono tutti fiduciosi, è lui il talento emergente di questa stagio-
                                                               ne! La sua velocità e leggerezza ha conquistato tutti, anche i
                                                               tifosi delle altre squadre. E' stato definito come " Il miglior
                                                               cercatore italiano del 2009/2010". Ma anche lui ha diversi
                                                             "nemici" che competono per il posto in nazionale, come il cer-
                                                               catore del Taurinorum ( le Lance Piemontexi ) Marcus Roxi.
                                                               La coppa del mondo è alle porte e presto sapremo chi verrà
                                                               convocato; fino ad allora tutto può succedere, non ci resta 
                                                               che aspettare il verdetto del capitano Albertus Glaciem! Per       
                                                               ora lasciamo ad Alexander il suo momento di gloria meritatis-
                                                               simo e ci auguriamo che contui a tenere i riflettori puntati su
                                                               di lui e che faccia parlare del Quidditch italiano anche perchè
                                                               finora la nazionale italiana non ha mai vinto una coppa del mon-
                                                               do, anzi quattro anni fà è stata eliminata al primo turno dalla 
                                                               sua rivale storica, la Bulgaria di Victor Krum.
                                                                                Art. Scritto da "Helena Tarantula"              

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Capitolo 2
*** La lettera ***


                                                                                                Capitolo 2
                       
                                                          La lettera

 Appena Alexander finì di leggere l' articolo, la porta della piccola stanza si spalancò. «Alex?! Che ci fai qui?» chiese una donna alta e smilza coi capelli neri e corti. 
«Niente, Aurora stavo...» La ragazza strappò gli strappò dalle mani il giornale, diede un' occhiata volece e disse «Avanti, fila di là a festeggiare con noi! Avrai tempo per leggere queste ciance dopo la festa!». 
«Hai ragione, è solo che...» La ragazza lo interrupe prima che potesse finire «E' solo che niente! Avanti tutti di là si chiedono dove sei finito, è la tua festa! Non senti gridare il tuo nome? MUOVITI! «E va bene Aurora! Se è me che vogliono, me avranno!» disse Alexander con un gran sorriso stampato in faccia. «Ecco, ora ti riconosco! E' questo il mio bel fratellino!» disse la ragazza ricambiando il sorriso, accartocciò il giornale e lo gettò per terra. «Avanti muoviamoci, non ci vorremo mica perdere la festa ora che è sul più bello!» ribadì con un altro sorriso Aurora. Afferò il braccio del fratello e lo strattonò fin fuori dalla piccola e mediocre stanza, finò ad arrivare al centro del locale dove c' erano numerosi maghi e streghe che continuavano a saltare e cantare attorno a loro. Aurora era la sorella maggiore di Alexander, aveva ventitrè anni. Era una bella ragazza, alta e magra. Aveva anche lei il naso a patata, due grandi occhi verdi e delle labbra rosse e carnose. Aveva molti ammiratori, anche perchè lavorava a "I cavalieri della tavola rotonda" e tutti i maghi che frequentavano il locale tornavano più per vedere lei piuttosto che l' improponibile torta di mele che cucinava e serviva Antonio, il vecchio locandiere. Aurora aveva un carattere molto vivace e festaiolo, ad ogni occasione cercava di festeggiare, anche per gli avvenimenti più banali. Aveva molto a cuore il fratello, sopratutto dopo la morte della loro madre, uccisa da una rara malattia quando loro erano ancora piccoli. Il padre dei due invece era attualmente ad Azkaban per l' accusa di omicidio. Fin da piccoli i due si sono dovuti addattare, passando tra orfanotrofi fino all' età giusta per frequentare l' accademia di Estense. Aurora lasciò gli studi al terzo anno perchè non si potevano permettere i vari libri, quindi sacrificò la sua istruzione lavorando e così facendo riuscì a pagare i libri per il fratello. Quando si scoprì il talento innato del fratello per il Quidditch, Aurora risparmiò mancie su mancie, falce per falce fino ad ottenere abbastanza soldi per comprare al fratello la sua prima scopa professionale da corsa, una Comet 3000. E con quella scopa Alexander vinse ben cinque coppe di Quidditch nella scuola, finchè un giorno, quando il ragazzo era prossimo per gli esami dell' ultimo anno, un osservatore lo vide allenarsi e, colpito dal suo enorme talento lo presentò ad un provino per la Longobardia, che superò a pieni voti. Per tutto questo Alexander era molto devoto a sua sorella ed ora che era famoso e i soldi incominciavano a farsi vedere, le chiese pure se voleva mollare il suo lavoro ed usufruire delle sue ricchezze, ma la sorella dall' animo festaiolo si divertiva troppo in quel pub logoro e umido per accettare la sua offerta. 

La festa proseguì tra le urla e i balli, fra montagne di cibo e fiumi di alcool. Ben presto il locale si svuotò, tranne che per Aurora che puliva agitando la bacchetta da tutte le direzioni, facendo volare boccali e piatti in un enorme lavandino. Era rimasto anche Antonio insieme alla ragazza che burbero e polemico come sempre, si lamentava dei piatti sbeccati e delle sedie scheggiate. 
Alexander era già tornato a casa, la sua piccola ma graziosa abitazione. Il ragazzo abitava in una casetta situata nel piccolo villaggio di Parva. Parva era un insieme di case su una collina. accerchiato da mura e torri, probabilmente una volta era un piccolo borgo medievale, sta di fatto che il villaggio era abitato per lo più da maghi. Infatti pochi babbani ci vivevano, i pochi erano tutti anziani per giunta perchè si diceva che in quel villaggio accadessero cose strane e solo i babbani che avevano già casa nel villaggio, per forza maggiore erano costretti a restarci. Beh quello che è normale per un mago pare molto strano per un babbano, ci siamo capiti no? Ad alexander piaceva il suo villaggio, la sua casa e i suoi vicini. Essendo molto piccola, Parva era costituita solamente da un centinaio di abitazioni, una chiesetta diroccata, una piccola piazza circondata da qualche negozio babbano e qualche negozio di magia. L' unica fonte di divertimento erano i due pub, quello dove lavarova la sorella e un altro che era ben più frequentato. Alexander si tolse i vestiti e li gettò in un piccolo cesto, raggiunse il bagno, diede un colpo di bacchetta verso la vasca che subito si riempì di acqua calda, vi si immerse dentro e chiuse gli occhi ripensando alla fantastica e stancante giornata appena trascorsa.
Un leggero dolore all' alluce fece svegliare di colpo Alex che dormiva beatamente sul suo letto. Era mattina, il sole penetrava sotto le lunghe tende bianche della piccola finestra aperta, riscaldando in vari punti il corpo del ragazzo che era in mutande. Aveva un bel fisico, definito e tonico. Si guardò in torno e notò che vicino al suo piede destro, un gufo lo guardava con aria impaziente e frettolosa. Si mise seduto e capì chi gli aveva procurato il taglietto sull' alluce, sfilò la lettera dalla zampa e guardò l' animale spiccare il volo e uscire dalla camera. Alex scrutò la busta, c' era scritto "Per Alexander Aer". Sotto c' era lo stamma della S.N.I.Q. ( Società Nazionale Italiana Quidditch ), un grosso drago azzurro che sputava fiamme blu. Subito Alexander la aprì e inizio a leggere la lettera.




                                                                         Egregio signor Alexander Aer,
                                                        
                                                                        Siamo lieti di informarla che l' attuale capitano della nazionale
                                                                        Italiana ovvero i "Draghi Azzurri", richiede la sua presenza sul
                                                                        campo di allenamento della nazionale stessa, il giorno quindici
                                                                        ottobre alle sei e mezzo del mattino per un "allenamento" condi-
                                                                        viso. Le ricordiamo inoltre che potrà portare la propria scopa
                                                                        ma divisa e protezioni le verranno date negli spogliatoi.
                                                                       Ossegui, 
                                                                       S.N.I.Q.

In meno di un minuto Alex era vestito di tutto punto, scese le scale più in fretta che poteva e uscito di casa corse come un pazzo con ancora in mano la lettera. Dopo cinque minuti arrivò davanti a una piccola casa, esteriormente simile alla sua, bussò alla porta con molta veemenza. Dopo cinque ininterrotti minuti, dove Alex stava "molestando" il legno massiccio della porta, quella si aprì e la sagoma alta di una ragazza comparve. 
«Ma sei scemo?!» esclamò Aurora. 
«Guarda qua!» ribadì il fratello con un sorriso ampissimo.
«E tu... Mi hai svegliata per quell' inutile straccetto di carta?! Ma lo sai a che ora ho finito di lavorare?!» urlò lei.
«No, non lo so a che ora hai finito di BERE, comunque questo non è uno straccetto...» disse lui, in un ghigno ironico.
«Ha-ha-ha, molto spiritoso davvero, comunque che cos'è?» chiese lei, guardando con aria incuriosita il foglio di carta stropicciato e trasandato grazie alla breve corsa fatta da Alex.
«E' una lettera mia cara sorella, tieni leggila!» disse lui, porgedole il foglio di carta malmesso.
Aurora scrutò attentamente il contenuto della lettera e dopo un primo sbadiglio, un ampio sorriso le solcò la faccia. 
«CE L'HAI FATTA! FINALMENTE AAAAHH, EVVIVA IL MIO FRATELLINO VA IN NAZIONALEEE!!!» gridò euforica saltandogli in braccio.
«Ok,ok calmati adesso. Non c' è scritto che vado in nazionale ma solo che mi allenerò con loro.» disse lui correggendola.
Ma Aurora era più euforica che mai e saltellava contenta sul posto.
«Dai entra dobbiamo festeggiare! Oh, vedrai appena si saprà! Festeggeremo per una settimana intera!» disse lei ancora più euforica.
«Sarà meglio che entriamo, sei praticamente mezza nuda!» sentenziò Alexander dopo aver notato un gruppetto di vecchietti babbani sulla strada alle sue spalle che sbavavano dietro le forme sinuose della sorella. In effetti Aurora non si era accorta che fosse in mutande e reggiseno. Il suo bel corpo aveva distratto il gruppo di vecchietti che stavano passeggiando e che ora erano fermi a guardarla in estasi. Ma alla sorella poco importava, riverse loro un sorriso e entrò insieme al fratello in casa, chiudendo la porta. Alex si sedette su una sedia nel piccolo salotto. L' arredamento della casa era decisamente migliore del suo, anche se piccole avvisaglie di disordine ( vestiti sparsi quà e là ) spezzavano la graziosità dell' arredamento. Poco dopo la sorella entrò nella stanza con la colazione, vestita "alla meglio" e chiese con voce euforica «Allora, quando si festeggia?»

 

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