Il fermacapelli

di MarcoG
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Penultima pagina ***
Capitolo 2: *** Ultima pagina ***



Capitolo 1
*** Penultima pagina ***


14 Maggio

Caro diario, ti ho parlato della promessa che ho fatto alla mamma vero? Ebbene, credo proprio che dovrò rimangiarmela. Come vedi sono qua a scriverti, nonostante le avessi promesso di non farlo più. Mi sembra di sentire ancora la sua voce nella testa, quando mi diceva "Solo le ragazzine sole scrivono i diari! E lo fanno perché non hanno nessun altro con cui parlare! Butta via quel coso e fatti qualche amica!!"...e forse aveva anche ragione, ma che ci posso fare se scrivere mi rasserena tanto? Mi sembra quasi di poter tirare fuori tutto ciò che c'è di triste o sbagliato nella mia vita...ma vabbè, tanto lo so che tu queste cose le sai già e che non ho bisogno di ripetertele. Alcune volte mi immagino che tu sia una persona in carne e ossa, che mi guardi male quando ti scrivo che faccio arrabbiare i miei genitori o che mi consoli quando ti scrivo che sono giù.
Comunque, si è fatto tardi, è ora di andare a dormire.
Buonanotte diario.
***

15 Maggio

Non solo non riesco a non scriverti, ma oltretutto non riesco neanche a far passare più di un giorno senza farlo!
Ma oggi ho i miei buoni motivi: per l'ennesima volta ho chiesto a mio padre se potevo avere finalmente un cliente tutto mio e lui ha rifiutato come al solito. "Hai solo sedici anni, non puoi lavorare ancora! Accontentati di darmi una mano dietro in officina!" e quando ha visto che lo guardavo male, ha pure osato aggiungere "E poi tu devi studiare! Non voglio una figlia che non sa leggere o scrivere!"
Vedi diario come mi tratta? Certo che so leggere e scrivere!! E per sua informazione è grazie ai miei automail che il negozio va avanti così bene, mica come quelli che fa lui! Quando ancora non gli davo una mano io riusciva a farne solo di qualità pessime e tutti quelli che passavano da noi poi non si facevano più vedere...chissà come mai!
Ora invece in tanti tornano e non solo quando gli occorre una riparazione! Stamattina è tornato Gear, te lo ricordi? A lui ho fatto il braccio sinistro -anche se poi mio padre glielo ha consegnato lui prendendosi tutti i meriti- e oggi è tornato per dirgli che si sentiva benissimo e che abbiamo fatto un ottimo lavoro! Avrei quasi voluto dirglielo che sono stata io a costruirlo...ma sicuramente avrebbe detto "ma come? una ragazzina giovane come te che costruisce automail?" e io avrei finito per arrabbiarmi e rovinarmi la giornata, quindi è stato meglio che sia stata zitta.
Però sono felice che sia tornato! Anche se non lo sa, alla fine i suoi complimenti erano rivolti a me.
Sono la migliore, c'è poco da fare!
Va bene va bene la smetto e vado a dormire...però tu per lo meno potresti essere più gentile con me!!
***

17 Maggio

Brutte notizie quest'oggi. Nostro zio è appena tornato dal suo viaggio di lavoro e come ci aveva promesso ha portato con se una medicina per mia sorella Emy. Aveva detto di averla comprata in una farmacia famosa per avere dei medicinali sperimentali, che molto spesso curano la gente. Lui ha chiesto se avevano qualcosa per la sordità...e quelli gli hanno risposto di provare questa pillola che oggi ci ha portato. Figurati quanto Emy era felice quando è corsa in cucina a prendersi un bicchierone d'acqua per mandarla giù...e quanto è rimasta delusa quando non è successo niente. Noi tutti le avevamo raccomandato di non crederci troppo, ma come si fa in questi casi? Ha solo tredici anni...e guardando quella sua faccina delusa ne dimostrava ancora meno.
***

19 Maggio

Meno male che è arrivata domenica! Ieri non ti ho potuto scrivere perché è stata una giornataccia in cui non ho quasi mai alzato la testa dai libri, poi quando ho finito con loro papà mi ha chiamata perché -ovviamente- non riusciva a sistemare una mano. E quindi alla fine l'ho dovuta riparare io! Sono arrivata talmente tanto stanca al letto che ho fatto giusto in tempo a togliermi le scarpe che mi sono addormentata con ancora i vestiti addosso! Saranno state le tre o le quattro del mattino...ma visto che oggi dovevo stare via tutto il giorno con mamma ho dovuto finirla per forza ieri.
Sarebbe tutto molto più comodo se non dovessi dividere il mio tempo fra i libri e gli automail!
Comunque...sai che oggi mentre ero al mercato ho sentito già parlare due signore della nostra festa dell'anno? Anche se mancano ancora dieci giorni è bello sentire che sta già iniziando l'eccitazione! La festa che ricorda la fondazione di Startop è sempre emozionate e poi vengono in città anche tutti i nostri parenti che non vivono qui, così posso rivedere le mie cugine!
Non vedo l'ora...
***

23 Maggio

Ho una grande novità!!!
Papà mi ha promesso che il prossimo cliente sarà mio!! Mi ha però sgridato sull'abbigliamento: mi ha detto che se voglio ricevere i clienti mi devo vestire bene e che non posso accoglierli con la tuta da lavoro. Ma se devo lavorare, come faccio a non vestirmi così? Mi ha risposto che bisogna essere eleganti quando entra qualcuno, che bisogna sorridergli sempre e non parlare mai del prezzo prima di avergli decantato le qualità dei nostri automail...forse ha paura che scappino subito tutti appena sentito il prezzo, non so. Per il sorriso e le storie su quanto siamo bravi ok, ma sul vestito? Mamma mi ha detto che cercava qualcosa di suo, ma anche se ha tirato fuori i suoi vestiti da giovane non ha trovato nulla della mia taglia.
Questo sabato allora mi ha promesso di andare insieme a lei a comprare qualcosa...mi ha detto che dovrò sembrare un po' più grande della mia età altrimenti tutti penseranno che non sarò all'altezza e che di conseguenza mi servono vestiti eleganti e un po' di trucco.
Caro diario, non mi sembra vero tutto questo!!!
***

25 Maggio

Ho comprato tutto!
Appena tornate dal mercato siamo subito andate su in camera sua a provare ciò che abbiamo preso...mi sono messa il completo blu chiaro, ho sciolto i capelli lungo le spalle e la mamma mi ha aiutata a mettermi un velo di trucco...quando mi sono guardata allo specchio mi sono sembrata così strana! Sembravo un'altra persona!! Se l'effetto che volevano era quello di sembrare più grande, ci sono riusciti di sicuro! La mamma mi ha detto che ero stupenda e che la mia bellezza aiuterà il negozio a incrementare il numero di clienti!
Devo dirti però che appena ho potuto mi sono rimessa la mia cara vecchia tuta da lavoro...non che non mi piaccia il completo che abbiamo comprato, ma non lo so...mi sentivo così strana! Forse mi devo solo abituare...beh buonanotte diario!!
***

27 Maggio

Oggi è successa una cosa strana: verso mezzogiorno quando eravamo tutti a mangiare si è sentito fuori dalla finestra un gran botto, come se fosse crollato qualcosa. Siamo usciti di casa per capire cos'era successo, ma nella nostra via oltre ai nostri vicini confusi quanto noi non c'era nulla di strano. Allora non ci abbiamo fatto particolarmente caso e siamo tornati a mangiare, ma più tardi Emy mi ha raccontato ciò che è successo.
E' tornata a casa tutta di corsa e mi ha raccontato che ci sono due alchimisti di stato in città e che sono stati loro a fare quel fracasso! Se è tutto vero quello che mi ha raccontato lei, a quanto pare stavano inseguendo qualcuno e per farlo hanno usato l'alchimia per aprirsi un varco attraverso le mura della città...peccato che devono aver sbagliato le loro misure perché pochi minuti dopo è crollato un'intera colonna di pietre!
Pare che alla fine non abbiano preso la persona che cercavano e che siano tornati in città per scusarsi, dicendo al nostro sindaco che domani sistemeranno tutto. Ma non potevano stare più attenti prima così non dovevano ripararlo? Mah! Di alchimisti di stato ne ho visti pochi e quei pochi mi sono sembrati sempre tutti strani!
Addirittura domani in tanti vogliono vederli "all'opera" mentre rimedieranno al disastro creato e hanno detto che si riuniranno tutti attorno alle mura per aspettarli.
Un po' curiosa lo sono pure io...ma ho troppa voglia di poter gestire il mio primo cliente, quindi non mi muoverò dal negozio fino a quando non ne avrò avuto uno tutto mio!
***

28 Maggio

Diario, oh diario! Mi sono innamorata! E' stato un colpo di fulmine a ciel sereno! Non so neanche come esprimerti i miei sentimenti!
Forse se provo a raccontarti tutto dall'inizio capirai meglio, ma credimi che sono ancora scossa e non so quanto mi potrò esprimere correttamente!
Ti ricordi vero che ieri ti ho parlato di due nuovi alchimisti di stato arrivati in città? Beh come ti dicevo non sono andata a vedere come hanno sistemato il caos che hanno combinato e me ne sono rimasta tutta la mattinata in negozio. Scelta sbagliata, visto che nessuno è entrato.
Quando mia sorella è tornata mi ha riferito che questi due alchimisti sono stranissimi, uno va in giro in armatura e l'altro dimostra sì e no la mia età! Ci siamo anche parecchio divertite a prenderli in giro per i possibili nomi che gli hanno dato, visto che pare che ognuno di loro ne possegga uno unico! Dunque: quello grosso in armatura è stato da noi soprannominato all'unisono "Alchimista di latta", mentre su quello giovane eravamo di idee diverse...io propendevo per "l'alchimista dei tappi" visto che Emy mi aveva detto che ad occhio era più basso di me, mentre invece lei era più dell'idea di "alchimista semolino" sempre per lo stesso motivo.
Oh diario, a pensare che prima lo prendevo in giro così tanto...e ora sono qua a pensare a lui ogni minuto!
Beh comunque, come ti dicevo stamattina non li ho visti perché sono stata qua tutto il giorno, li abbiamo incontrati invece alla taverna di Frider nel pomeriggio. Io ero lì con Emy a bere qualcosa e loro sono entrati pressapoco quando noi stavamo andando via.
E in quel momento l'ho visto!
Sarà anche vero che è basso, ma è...è...bellissimo! Lo dovresti vedere, ha i capelli lunghi biondi che tiene raccolti in una treccia e anche gli occhi sono dello stesso colore! Ma poi l'espressione che ha!! Ha fatto solo un rapidissimo sorriso al ragazzo che è venuto a servirli ma sono stra-sicura di non aver mai visto un sorriso più bello in vita mia! E anche il modo di fare...sembra così fiero e sicuro di sé! D'altra parte è un alchimista di stato...chissà come ha fatto a diventarlo così giovane!
Quando l'ho visto entrare nella locanda e successivamente sedersi credo proprio di essermi imbambolata per qualche attimo, visto che Emy è arrivata a portarmi la mano davanti alla faccia scuotendola prima che mi ritornasse in mente che c'era anche lei e tutti gli altri!
Ma come si fa a non guardare un ragazzo tanto bello??
Purtroppo siamo dovute andare via poco dopo perché sia io sia mia sorella dovevamo finire i compiti e poi si mangiava...ma sarei rimasta lì tutto il tempo ad osservarlo! Magari anche per sapere se rimarranno ancora altri giorni in città o no!
Spero tanto di rivederlo domani...
Buonanotte!!
***

29 Maggio

Una giornata pazzesca!!
Diario, non potevo avere una fortuna più grande!
Oggi ho scongiurato mia sorella a tornare da Frider per sapere se l'alchimista di cui ti parlavo ieri sarebbe ripassato da lì e...incredibile! Era lì sul serio!
Ma le sorprese non sono finite! Mentre lo stavo guardando -anche se a essere sinceri dovrei dire che lo stavo letteralmente fissando!- ho notato che ha tirato su per un attimo una manica della sua felpa e ho chiaramente visto sotto un automail!
Appena mi sono girata per dirlo a Emy ha subito anche lei aguzzato lo sguardo per notarlo e abbiamo chiaramente visto entrambe che si stava guardando la parte vicino al polso, come se stesse cercando qualcosa di anomalo. Emy mi ha subito detto che se mi piaceva tanto dovevo approfittarne per andare lì e chiedergli se c'era qualcosa che potevo fare per lui visto che sono una costruttrice di automail...ma con quale coraggio l'avrei fatto? Non ne avevo!
Ed è così che fra un "vai!" e un "no, non ce la faccio!" e un altro "ma dai vai!" e un altro ancora "no, non ce la faccio proprio!" che lei si è alzata ed è andata da loro!
Il problema è che Emy è abituata qua in città dove la conosco tutti e si è messa subito a parlare attraverso il linguaggio dei gesti e loro ovviamente non capivano nulla! Anzi, la guardavano anche strano, per quanto io possa aver capito dallo sguardo di quello in armatura.
Allora ho raccolto tutto il coraggio che avevo in corpo, mi sono alzata e li ho raggiunti!
"Scusate" ho detto, "mia sorella ignora il fatto che non tutti conoscono questi gesti" cercando di mascherare la  gomitata che le stavo tirando. E lei? Si è messa a ridacchiare! Sapeva benissimo che mi sarei alzata per raggiungerla e l'ha fatto apposta per farmi parlare con loro!
Il ragazzo biondo ha fatto un sorriso un po' strano, quasi se fosse imbarazzato...e a me è sembrato ancora più bello con quel mezzo sorriso sul viso! Credo anche di essere diventata improvvisamente rossa come un peperone, tanto che ci sono stati interi secondi di silenzio prima che Emy mi prendesse di forza una mano porgendola verso l'alchimista. "P-piacere!" ho cercato di dire, ma sono sicura di aver balbettato! Che figura! "I-io sono Nicky e lei è mia sorella Emy" gli ho detto mentre gli stringevo la mano. In quel momento ho visto il suo mezzo sorriso imbarazzato imbarazzarsi ancora di più...d'altra parte lui non ci aveva detto niente e noi eravamo apparse lì dal nulla nel giro di un minuto! "H-ho notato..." mi sono fermata un attimo cercando di ritrovare un briciolo di calma per evitare di continuare a balbettare "...ho notato che ti guardavi il polso e ho visto che è un automail...sai mio padre ha un negozio qui in città, se ti serve un controllo siamo a vostra disposizione!". Emy ha pensato bene di aggiungerci -sempre a gesti- un bel "ma la migliore è mia sorella, dovreste vedere quanto è abile!" ma l'ho sgridata nuovamente ricordandogli che loro non potevano capire che cosa stava facendo.
A quel punto è saltata fuori un'altra sorpresa! L'altro alchimista, quello che noi avevamo chiamato l'alchimista di latta, ha risposto a Emy con lo stesso linguaggio, dicendogli che lui era in grado di capirla. "Ehi Al che stai facendo?" gli ha chiesto il ragazzo. Benissimo, sapevo come si chiamava l'alchimista di latta! Al si è portato una mano dietro la testa dell'armatura, quasi come se fosse imbarazzato, e gli ha risposto -stavolta a parole- "Ah forse non te l'ho detto ma qualche giorno fa mentre tu dormivi mi è capitato sotto mano un manuale che spiegava il linguaggio dei sordi e..beh...l'ho imparato un po'!". Il bellissimo ragazzo biondo lo ha guardato male, come se non gli credesse e poi ha aggiunto "Ti sei messo a imparare il linguaggio dei sordi?" socchiudendo gli occhi. "Beh sì...tu dormi tanto fratellone e io non so cosa fare nel frattempo!". Questa frase ci sembrò strana e Emy gli chiese subito se soffriva di insonnia ma vedendo che fra noi quattro l'unico che non capiva cosa si stessero dicendo era lui il ragazzo si indispettì parecchio! "Ehi ma la volete finire? Io non capisco niente di quello che state....dicendo!" esclamò cercando le parole giuste.
E non ci crederai caro diario, ma in quel momento ci siamo messi tutti a ridere! Anche lui deve averlo capito che ridevamo della situazione e non di lui, tanto che abbandonò subito quella specie di broncio che gli era apparso sul viso. "Comunque io mi chiamo Edward" mi ha detto mentre mi allungava la mano!
E gliel'ho stretta! Non sai che emozione!
"P-piacere Edward" senza volerlo mi ero rimessa a balbettare..."p-posso fare qualcosa per la tua mano allora?" In quel momento entrambi gli alchimisti risposero, solo che Edward rispose con un "no!" mentre Al con un "sì!". "Sto benissimo te l'ho già detto!" ha provato a dire Edward ma Al sembrava non credergli. "Avanti fratellone è meglio esserne sicuri no? E' da ieri che dici che ti da fastidio...se suo padre costruisce automail potremmo fartela  vedere e poi ripartire più tranquilli no?". Usciva una strana voce metallica da Al, mi devo ricordare di chiedergli come mai ci tiene tanto a sembrare un'armatura. "Uff...e va bene" ha risposto Edward, ma la mia felicità iniziò e finì nel giro di pochi secondi visto che a quell'ora ormai papà aveva già chiuso tutto! "Ehm veramente...a quest'ora credo che possiamo già ritenerci chiusi. P-però se domattina vorrete venire sarete i primi a essere serviti!" Nonostante il balbettio ho cercato di risultare convincente, ma Edward non si era dimostrato per niente contento all'idea. "Aspettare fino a domani mattina? Ma non scherziamo! Lo sai cosa stiamo cercando Al e sai anche chi ci è sfuggito ieri! Non possiamo rimanere qua ancora!" Caspita, che caratterino che ha questo Edward! Ma l'altro sembrava molto più tranquillo e cercò di farlo ragionare: "Sì ma se poi scopriamo che hai veramente qualcosa che non va? Nel deserto non ci sono negozi di automail non puoi mica farti riparare nel posto dove stiamo andando ora! Dai fratellone cosa ti costa aspettare mezza giornata in più? Fallo per me, mi sentirò più tranquillo se ti saprò al pieno della forma!" Quella continua parola, "fratellone", mi fece capire che non erano semplicemente compagni di viaggio. "Uff...e va bene...a che ora aprite voi?"
Nonostante me lo avesse chiesto con aria estremamente scocciata, ti giuro diario che in quel momento mi sono sentita felicissima!
Domani infatti verrà da me in negozio e sarà il mio primo cliente!!!
***

30 Maggio

Caro diario, oggi sono successe talmente tante cose che non so neanche io come spiegarmele.
Inizio dalle cose belle: stamattina ero eccitatissima perché stavo aspettando Edward, quindi mi sono svegliata ancora prima del solito e mi sono preparata. Volevo veramente apparire bella e credo di essermi guardata allo specchio almeno una ventina di volte prima di dirmi "Ok dai, non fai troppo schifo!"
La cosa bella invece è che è andata esattamente all'opposto, quando sono scesa e ho aperto il negozio -loro erano già lì fuori che aspettavano!- li ho invitati a entrare e Edward non mi ha riconosciuta!
Caspita, allora era proprio vero quando mia madre mi diceva che sembravo un'altra persona!
Li ho fatti entrare e prima di poterli far accomodare Edward si è presentato, proprio come se fossi una sconosciuta! Quando ho osato rispondergli "Sì so come ti chiami...ce lo siamo detti ieri ricordi?" lui ha letteralmente strabuzzato gli occhi e mi ha fissata a lungo! L'altro alchimista lo ha rimproverato "Ma fratellone è Nicky, come fai a non ricordartene più?" ma lui era troppo indaffarato a guardarmi i capelli, gli occhi e qualsiasi altro particolare del mio volto! Mi sono sentita avvampare in quel momento, avere i suoi occhi fissi su di me mi ha messo una vergogna addosso incredibile...mi sono anche portata le mani alle guance per sentirne la temperatura e mi sono accorta che ero caldissima! Che figura che devo aver fatto!
"Ahaha è vero!!" ha cercato di dire lui, "è che così conciata non ti avevo riconosciuta!" era in evidente imbarazzo anche lui per essersi sbagliato, ma non è stato carino a dirmi "così conciata"!! Suo fratello Al infatti l'ha sgridato subito "Ma che modi sono fratellone?? Ci scusi Nicky, mio fratello ogni tanto è un po'...manca di un po' di tatto ecco!" e gli ha tirato una forte pacca sulla spalla, che lui non deve aver gradito visto che gli ha lanciato subito un'occhiataccia da brontolone.
Non sapevo come uscire da quella situazione!
"Beh comunque..." ha ripreso lui, "mi puoi controllare la mano così ce ne possiamo andare?" Per un attimo avevo dimenticato il motivo per il quale erano lì! "Sì sì certo, accomodati pure!" gli ho detto indicandogli la poltrona nell'ingresso. "Siediti e appoggia la mano sull'appoggia braccio così posso controllare!"
Diario, non so se sono riuscita a sembrare calma, ma in realtà dentro di me tremavo come una foglia! E se avessi sbagliato qualcosa? Se gli avessi fatto un'operazione fatta male? Che ricordo gli avrei lasciato di me? Dovevo assolutamente fare una bella figura!
Dopo che si era accomodato ho preso una sedia e mi sono seduta anche io accanto a lui e ho incominciato ad esaminargli la mano. Mentre abbassavo lo sguardo ho visto che con la coda degli occhi mi ha lanciato un'altra occhiata come quella di prima, sembrava quasi come se ancora non ci credeva che ero io!
Sarà stata quella o sarà stato il fatto che ora ero molto vicina a lui...ma ho ricominciato a balbettare!! Che nervoso, mi odiavo in quel momento! "C-così a una p-prima occhiata non sembra niente di grave..." poi mi sono fermata e ho deglutito, non potevo continuare così! "Cioè... dicevo...devo prendere i miei attrezzi per guardare meglio..." e dicendolo ho alzato la testa per guardarlo mentre gli parlavo. Solo quando l'ho fatto mi sono accorta che le nostre facce erano a non meno di due spanne di distanza.
Quanto era bello visto così da vicino!!!
Sembrava quasi che quei bellissimi capelli biondi gli ornassero il viso alla perfezione, talmente era...era...l'ho già scritto bellissimo?? Beh lo era, non ci sono altre parole!!
Figurati diario che sono rimasta letteralmente imbambolata a guardarlo, tanto che dopo qualche attimo lui ha tirato indietro leggermente la testa e mi ha detto "Beh?" ricordandomi solo in quel momento che mi ero fermata fissa a guardarlo!
"V-vado subito..." ho cercato di dirgli mentre mi rialzavo, ma credo di essere tornata nuovamente rossissima come prima e mentre mi allontanavo ho sentito che ha fatto una piccola risata. Rideva di me? Se possibile, mentre mi allontanavo, sono diventata ancora più rossa di prima!
Ed è stato così che mentre scendevo di corsa -molto di corsa- le scale per raggiungere il piano di sotto dove c'è la mia officina che sono scivolata. Avrò fatto un milione di volte quelle scale su e giù da quando sono piccola, ma a quelle scarpe con i tacchi alti proprio non sono abituata...e distratta com'ero dalla situazione, ho messo male un piede e in un attimo mi sono ritrovata piegata per terra alla base della scala.
I due fratelli sono subito corsi a vedere cos'era stato quel tonfo e quando mi hanno vista distesa per terra hanno reagito in maniera diversa; Al è subito sceso a darmi una mano e Edward si è messo a ridere come un pazzo.
Ti descriverei questa scena con maggior senso dell'humour, caro diario, se solo non fosse stato così sconvolgente la scoperta che abbiamo fatto dopo.
Ti dicevo: Al mi ha raggiunta e mi ha dato una mano a tirarmi su, mentre Edward ancora rideva. "FRATELLONE! SMETTILA!" gli ha urlato lui. "Scendi e vieni a darmi una mano! Magari si è fatta male!" Mi sono fatta male sì, ho pensato! E così mentre lui mi dava una mano ad alzarmi, l'altro fratello scendeva lentamente le scale e ci raggiungeva.
"Oi oi..." mi è sfuggito un lamento mentre mi massaggiavo il mio povero fondo schiena. Edward si è messo a ridere di nuovo, iniziando la frase "Spero che tu possa ancora lavorare, altrimenti abbiamo perso tutto questo tempo per nient..." ma si è interrotto così, da un momento all'altro.
Lo ha fatto mentre guardava verso di me e per un attimo ho pensato che avesse visto un qualche bernoccolo che stava già crescendo da qualche parte sulla mia testa.
E invece guardava esattamente sopra di me, più precisamente guardava un ferro di cavallo che è appeso lì in officina da non so più quanto tempo.
Appena l'ha visto è diventato subito serio e ha chiesto al fratello "Ehi Al, l'hai visto quello?". Lui mi ha aiutata a sedermi, poi si è messo a guardare nella stessa direzione di Edward. "Quello? Quel ferro di cavallo?". Io continuavo a non capire cosa aveva di così importante da catturare così tanto la loro attenzione.
"Sì...hai visto il nome inciso nel ferro? A. Kiroshi. Non ti dice niente?" ma il fratello si limitò semplicemente a fare di no con la testa. "Sì hai ragione, forse ho letto solo io la sua storia. Però quella pietra lì...posso prenderlo?" mi chiede voltandosi e guardandomi per la prima volta dopo essere caduta. Non ero contenta dal come si stava comportando, visto che ero appena precipitata dalla scala e non mi aveva neanche aiutata o chiesto come stavo. Ma gli ho detto sì, cosa potevo fare?
Quando ha tolto dal chiodo il ferro di cavallo -che è lì da una vita, non so neanche chi ce l'aveva messo- e l'ha preso in mano, per un attimo la piccola pietra rossa al centro del ferro si è illuminata.
Si è subito girato verso il fratello, con l'espressione completamente cambiata. Si è girato dopo anche verso di me, aveva la faccia sconvolta. "Che c'è?" gli ho chiesto mentre cercavo di ritirarmi in piedi. "Questa è...questa è..." Edward sembrava turbato. Si mise la pietra in una manica, prese in mano il primo oggetto che trovò sotto tiro -un martello- e batté forte le mani toccando poi l'oggetto appena preso. Esplose immediatamente una violentissima luce azzurrognola, io diario ho dovuto chiudere gli occhi perché mi stava accecando!
Quando sono riuscita a riaprirli la luce era sparita e davanti ai due fratelli alchimisti c'era un martello uguale e identico a quello che avevano appena preso, ma almeno dieci volte più grosso!
Non so chi fra noi tre aveva lo sguardo più stupito. "Ma cosa...cosa...avete fatto?" sono riuscita a chiedere. Edward si è tolto dalla manica la pietra rossa e l'ha guardata nuovamente, poi si è avvicinato di corsa a me e mi ha afferrato le braccia con entrambe le mani. "Ti prego, devi assolutamente dirmi dove hai preso quel ferro di cavallo! E' importante!".
Sembrava sconvolto.
Io gli ho risposto che non lo sapevo perché era lì da quando ero piccola e lui mi ha subito chiesto se qualcun altro lo avrebbe saputo al posto mio. "Mio padre...credo" gli ho risposto.
Lui mi ha lentamente lasciato le braccia, poi si è girato verso suo fratello. "Hai capito vero come ho potuto ingrandire così tanto quel martello senza rispettare la legge dello scambio equivalente?" Al non ha fatto passare più di un secondo prima di rispondere "Sì, quella è una pietra filosofale incompleta".
Caro diario, forse ho fatto la figura della stupida, ma non ho potuto non chiedere "una pietra...che??" ma nessuno dei due mi ha riposto. "E' in casa tua padre? Gli devo parlare al più presto". Ho ripensato velocemente ai suoi impegni della giornata e ho potuto confermagli che sarebbe tornato nella tarda mattinata.
Lui ha fatto una piccola pausa, come se stesse ricapitolando nella sua mente cosa fare. "C'è un telefono che posso usare qui?" mi ha chiesto. "Certo, è proprio all'ingresso del negozio, sulla sinistra." Appena gli ho risposto si è subito girato e ha iniziato di corsa a salire le scale, ma io volevo sapere cosa stava succedendo! "Ehi aspetta! Spiegami almeno cos'è successo!" ma non si è fermato, nel giro di pochissimi secondi lo stavo già sentendo parlare al telefono.
"Te lo posso spiegare io, se ti va..." mi risponde Al con una voce più timida del solito. Io annuisco, e lui inizia a parlare. "Innanzitutto io mi chiamo Alphonse Elric, ma puoi chiamarmi Al. Lui è mio fratello nonché alchimista di stato, l'hanno chiamato l'alchimista d'acciaio". L'ho subito interrotto perché c'era qualcosa che non mi tornava. "Perché dici "lui"? Tu non lo sei?" Al scuote la testa e poi continua. "No, solo lui ha fatto e superato l'esame di stato. Vedi...noi cerchiamo da tanto tempo una pietra, una pietra chiamata pietra filosofale." Poi si è fermato per un momento, guardando ancora il grosso martello che Edward aveva lasciato lì. "Tu quanto sai di alchimia?" a costo di fare nuovamente una brutta figura, gli ho risposto la verità. "Assolutamente nulla. E' la prima volta che vedo un alchimista praticarla..." Al fece un'altra pausa, poi riprese. "Vedi la legge fondamentale dell'alchimia è il principio dello scambio equivalente; se si desidera ottenere qualcosa bisogna dare in cambio qualcos altro del medesimo valore. La pietra filosofale, quella pietra di cui ti ho parlato prima, permette di ottenere quello che si vuole senza dare nulla in cambio." In quel momento mi ricordo che mi sentii preoccupata. Diario, ho avuto paura che quei due fossero due pazzi che volevano conquistare il mondo! Ma Al sembrò quasi avermi letta nel pensiero perché aggiunse subito: "Noi in passato abbiamo fatto uno...sbaglio, molto grave...e ora ci serve quella pietra per cercare di porvi rimedio. Non c'è altro modo per noi se non questo..."
Sentendogli raccontare quella storia Al mi sembrò ancora più piccolo. "Quella che c'era nel tuo ferro di cavallo è una pietra filosofale incompleta, ma testimonia che chi l'ha messa in quel ferro ha conoscenze dell'alchimia molto elevate. Neanche io so a chi è andato a telefonare mio fratello, ma è probabile che conosca l'uomo il cui nome è riportato sul ferro." Non che la storia si stesse chiarendo più di tanto, ma quando gli ho detto che Kiroshi era il mio cognome e che quel A. stava per Almet, ovvero il nome del mio bisnonno, Al ha tirato indietro la testa per un attimo, come se fosse spaventato. "Allora il tuo bisnonno era un alchimista?" mi ha chiesto. "No certo che no! Lui era un fabbricante di chiavi, non sapeva nulla dell'alchimia!". Questa risposta confuse ulteriormente Al. "Eppure se l'ha messa lui quella pietra in quel ferro..." mi è sembrato che stava più che altro parlando a se stesso più che a me.
Poi abbiamo sentito Edward che ci chiama da sopra. Siamo saliti - Al mi ha aiutato ad alzarmi, davvero carino!- e lo abbiamo raggiunto. Ci ha accolto con uno sguardo serio, poi ha detto: "Ho chiamato Mustang ma non c'era, così ho parlato con Hawkeye. Mi ha confermato quello che già sapevo, quindi ora più che mai mi serve poter parlare con tuo padre. Mi hai detto che tornava questa mattina sul tardi giusto? Allora ci rivediamo nel primo pomeriggio, ora io e Al dobbiamo andare." Continuavo a non capirci molto. "Ma...Edward...la tua mano?" Lui mi ha sorriso dolcemente -che bellissimo sorriso!!- e mi ha risposto "chiamami pure Ed, mi chiamano tutti così. La mia mano ora può aspettare, è più importante parlare con tuo padre."
E così se ne stavano per andare, visto che anche Al si stava avviando ad uscire. "Beh allora ci vediamo dopo Nicky" ha cercato di dire con un po' di entusiasmo. "O-ok..." sono riuscita a rispondergli mentre usciva insieme a Ed.
E così sono spariti.
Cos'avrei dovuto fare? Ho fatto la figura della scema ma non mi hanno lasciato il tempo di dire nulla...l'unica cosa che ho potuto fare è dire tutto a mio padre quando verso mezzogiorno è tornato a casa.
Prima di tutto a sentire che stamattina non sono andata a scuola per rimanere in negozio la mamma si è arrabbiata tantissimo, poi papà quando ho finito di dire tutto è diventato serio di colpo e mi ha chiesto "Hai detto che erano due alchimisti di stato giusto?" "No, solo Ed lo è." gli ho risposto io, ma non mi sembrava rasserenato da questa cosa.
In quel momento mi ricordo bene che mi sono chiesta di che cavolo dovevano parlare Ed e mio padre di così importante da lasciarmi all'oscuro.
Poi è arrivata l'una e Ed e Al si sono ri-presentati in negozio. Io e mio padre eravamo al bancone che li aspettavamo e dopo le presentazioni Ed mi ha chiesto "Nicky, credo che dovrò dire delle cose poche belle sul tuo bisnonno, forse è meglio che tu non stia qui" e quando ha finito di dirlo, ho guardato subito mio padre e ho visto che il suo viso non ha fatto una sola smorfia.
Sapeva esattamente cosa avrebbe detto da lì a poco! Ma cos'era che pareva che tutti sapessero tranne me? "Io rimango qui" ho detto con un filo di voce. Ed ha sospirato, come se sperasse che la mia risposta fosse diversa, poi ha iniziato a parlare con mio padre. "Che lavoro faceva il padre di suo nonno?" "Oh andiamo, mi risparmi le domande preliminari. Lei è un alchimista di stato no? Non credo di potermi rifiutare di rispondere, quindi mi faccia le domande che vuole e così la facciamo finita in fretta." Io ero allibita! Non avevo mai visto mio padre tanto serio!
Ed ha fatto un sorriso divertito, dopodiché ha continuato. "Ok, arrivo subito al dunque. Almet Kiroshi era un noto ladro di gioielli tanto tempo fa, uno dei più bravi e scaltri di tutta la regione. Si dice che fra le sue mani passarono più di mille collane, anelli e bracciali. Una leggenda voleva addirittura che, in modo misterioso, fosse entrato in contatto con una pietra dal valore così grande e dalla bellezza così sublime che decise di tenerla per sè per non separarsene mai. Nei libri si trovano parecchie fantasie su cosa fosse quella pietra...e credo di aver capito cos'è."
Queste parole le pronunciò con un misto di tristezza e di paura.
Cosa c'era che lo impensieriva tanto?
Poi riprese. "Lei era al corrente di queste sue attività criminali vero?". Ricordo chiaramente che papà mi ha guardato, come se mi chiedesse per un'ultima volta se volevo andarmene o no. Ma io ho scosso la testa, volevo sapere la verità. "Sì, certo. Il padre di mio padre non era certo una brava persona, ma alla fine della sua vita si è severamente pentito di ciò che aveva commesso."
In quel momento Al prese la parola per dire qualcosa ma Ed lo zittì subito. "Mi creda, non sono qui per giudicare nessuno! Noi per primi dovremmo evitare di farlo..." abbassò lievemente lo sguardo. "ma se quella pietra di cui parlano le leggende esiste veramente ed è esattamente quella che penso che sia...noi dobbiamo averla!!" disse alzando velocemente la testa.
Oh diario, se solo sapessi cos'è questa pietra! Sarà la pietra filosofale di cui parlava Al prima?
Ed e mio padre si fissarono a lungo, quasi come se si stessero parlando senza aprire bocca. Poi mio padre ha risposto "E' una pietra dal valore così elevato?" ma Ed scosse la testa subito. "Non è una questione di valore monetario, se è quella che penso io al contrario nessun orafo capirà mai il suo valore. Assume un grande potere solo nelle mani di un alchimista...e a noi serve per fare una cosa che non possiamo fare in nessun altro modo. Ce la potete mostrare?"
Mio padre per l'ennesima volta non rispose immediatamente ma fece passare qualche secondo. "Se dico di no voi denuncerete me e la mia famiglia per i furti di Kiroshi vero?" In quel momento credo di aver fatto un salto. Cosa stava dicendo mio padre? Il mio bisnonno le aveva combinate talmente grosse da far ricadere la colpa su di noi?
"Se mi darete quella pietra le prometto che non dirò nulla a nessuno e voi potrete continuare con la vostra vita. Vi risarcirò inoltre di qualsiasi cifra voi vogliate in cambio, come alchimista di stato posseggo una buona quantità di denaro per pagarvi."
Mio padre sbuffò. "Non voglio niente in cambio. Vi prenderete quella pietra e lascerete in pace me e la mia famiglia ok?" Ed annuì. "Ora la posso vedere?" "No perché non è qua in questa casa". A cosa si riferiva mio padre? "E' rimasta nella vecchia casa di mio padre, che dista circa un giorno emmezzo da qui. Vi accompagnerò a prenderla, ma domani c'è la festa della fondazione della nostra città e non la voglio perdere. E' un giorno in cui ci raduniamo con tutti i nostri parenti che non vedremmo altrimenti per tutto il resto dell'anno, partiremo dopodomani mattina." il suo tono era stranamente severo. "Se non possiamo fare altrimenti...andrà bene così." rispose Ed.
Ed è così che se ne andarono uscendo lentamente dal negozio. Al mi salutò con un gesto della mano mentre suo fratello invece non mi degnò neanche di uno sguardo.
Appena usciti iniziai a fare a mio padre le prime delle mille domande che avevo in testa ma lui mi fermò subito. "No Nicky, non è il caso che tu sappia tutte quelle cose che fino ad adesso hai ignorato. Il passato del tuo bisnonno è oscuro e pieno di brutti avvenimenti, daremo quello che vogliono a quei due ragazzi e poi dobbiamo solo pregare che ci lascino in pace." era molto convinto mentre lo diceva e io dovetti tenermi le mie domande.
E ora sono qua a scriverti caro diario. Sto per andare a dormire, dopo questa giornata così assurda e intensa. Sono riuscita a convincere mio padre a portarmi con lui quando andranno alla casa del bisnonno perché non posso fare finta completamente di niente. Lui in un primo momento ha rifiutato ma poi ci ha ripensato ed ha accettato.
Per quanto riguarda Ed e Al...non so, non mi entusiasma più così tanto Edward. E' stato così freddo e scontroso con me oggi...tutto il contrario di suo fratello. Chissà come mai poi va sempre in giro con quell'armatura addosso...
Boh, vedremo domani che è il giorno della grande festa.
Io ora vado a dormire, diario. Buonanotte.
***

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Capitolo 2
*** Ultima pagina ***


31 Maggio

Se possibile, oggi è stata una giornata ancora più assurda di quella di ieri! Santo cielo Diario, non so più cosa pensare...cosa provare...sono confusa!
Però aspetta, lascia che ti spieghi con calma cos'è successo. Cercherò di farlo nella maniera più breve possibile, perché sono stanchissima e ho molto sonno, ma voglio cercare di lasciare impresse in queste pagine tutte le sensazioni bellissime che sento ora!
Dunque, stamattina sono andata a scuola perché altrimenti la mamma mi mangiava viva, poi al pomeriggio sono tornata a casa perché c'era la chiusura per la festa della città.
Come al solito i nostri organizzatori in pochissimo tempo hanno decorato tutta Startop, riempiendo i vicoli di anelli di carta colorati e la piazza piena di palloncini. Anche gli striscioni sono stati immediatamente alzati sulle colonne dell'edificio comunale e tutta la città ha completamente cambiato aspetto!
Il negozio è rimasto aperto solo la mattina ma prima che papà lo chiudesse ho selezionato gli utensili che mi servivano per riparare la mano di Ed e me li sono portata dietro alla taverna di Frider, dove speravo di trovarli. Quella taverna ha anche delle camere dove poter dormire e fortunatamente chiedendo a Frid mi ha confermato che dormivano lì la notte!
Gli ho chiesto se poteva chiamarmeli dicendogli che ero qui per Ed che se aveva tempo potevo sistemarlo. Sono scesi entrambi dopo pochi minuti e Frid ci ha lasciato la stanzetta che c'è dietro il bancone per lavorare.
Inizialmente Ed mi guardava strano, forse pensava che non avrei più voluto aiutarlo dopo quello che aveva detto sul mio bisnonno. Ma lui si è anche offerto di darci dei soldi in cambio di quella pietra, infondo non ce la sta mica portando via! E poi così avrei potuto rivederlo...anche se poi alla fine sono stata più contenta di rivedere Al.
Già, perché è stato proprio lui a rompere il ghiaccio mentre lavoravo sulla mano di Ed in un silenzio tombale.
"Ehm...allora il mio fratellone aveva veramente un problema giusto?" mi ha chiesto lui con una vocina un po' imbarazzata. Diario, non so cosa mi sta succedendo, ma quella voce così carina e timida...non so, non mi lascia indifferente! Comunque ho annuito, rispondendogli che non era niente di grave ma alla lunga avrebbe potuto danneggiare anche altre parti del polso e che era meglio sistemarlo subito per evitare che ciò accadesse. "Vedi fratellone che ho fatto bene a dirti di fermarci? Se non fosse stato per me non saremmo nemmeno ancora qui!". Ed ha fatto un'altra volta quella sua buffissima faccia imbronciata e ha girato la testa dall'altra parte, cosa che ha provocato una piccola risata sia a me che a Al. Ne ho approfittato di quel momento di buon umore per chiedere ad Al dell'armatura, ma la risposta che mi ha dato in quel momento è stata strana. "Scusami Al ma te la posso fare una domanda? Come mai vai sempre in giro con quell'armatura addosso?" gli ho chiesto senza pensarci troppo. Nel momento in cui non l'ho sentito subito rispondere mi è venuto in mente che forse ero stata troppo indiscreta a chiederglielo, in fondo chi ero io per farmi gli affari loro? "Non è una mia scelta Nicky..." mi ha risposto debolmente. Stavo per chiedergli cosa intendesse dire ma Ed ci ha fermati entrambi dicendo "Eh tu non lo conosci mio fratello, è tutto strano! Questa è solo una delle tante sue stranezze, non ci fare caso!" risposta che in quel momento mi sembrò anche buona, ma poi nel corso della giornata ho capito che Ed voleva solo tenermi lontana dalla loro verità.
Quella risposta comunque aveva provocato un altro momento di silenzio fra noi; Al sembrava quasi imbarazzato e Ed era tornato a guardare fuori dalla finestra non dando molta attenzione a quello che gli facevo alla mano. "Beh comunque" ho detto io, "se avete scoperto che Kiroshi era il mio bisnonno è solo grazie ai miei tacchi". Ed si è voltato verso di me con aria interrogativa e anche Al ha alzato la testa. "I tuoi tacchi?" mi ha chiesto lui. "Sì, i miei tacchi! Se non li avessi indossati probabilmente non sarei mai precipitata giù per la scala e voi non avreste mai visto il ferro di cavallo!" fu proprio una bella risposta caro diario perché appena finii di dirla si misero subito tutti e due a ridere!
Avevo contribuito ad alleggerire l'atmosfera e questo ci aiutò a passare più in allegria gli ultimi minuti in cui sistemavo la mano di Ed. Una volta finito gli ho detto "A posto, ora è tutto fissato correttamente!" e ho incominciato a mettere via tutto. Poi mi è venuto in mente che avrei potuto invitarli per la festa, visto che qua non conoscevano nessuno come avrebbero potuto festeggiare?
Ancora una volta, come era successo due giorni fa, Al rispose un bel "Sì!" e Ed un brutto "No" secco. I due si guardarono un attimo, poi Al ha insistito per esserci "Avanti fratellone! Cosa ci costa? Tanto dobbiamo rimanere qua comunque fino a domani mattina, se la festa è così bella quanto dice Nicky ci possiamo divertire!" e fortunatamente Ed ha ceduto subito. "Va bene va bene...se ci tieni tanto ci verremo...".
Diario, ero felice che sarebbero venuti!
Li ho salutati e sono tornata di corsa a casa dove da lì a poco sarebbero arrivate anche le mie cugine con i miei zii, ho fatto giusto in tempo a togliermi la tuta da lavoro e farmi una doccia che sono arrivati subito tutti i parenti.
La zia non ha risparmiato di dire a Emy e a me "Ooooh! Ma quanto sei cresciuta!!!" cosa che dice regolarmente OGNI ANNO che ci vediamo a questa festa! Però in fondo è simpatica, è molto diversa dallo zio che invece ha un carattere più introverso ma tutte queste cose so che le sai già perché te le ho raccontate in passato.
Una volta che sono arrivati tutti i parenti materni e paterni abbiamo fatto un'unica grossa tavolata in giardino ed è stato bellissimo; a capotavola si sono messi i miei genitori e gli zii e la parte finale della tavola l'hanno lasciata a me e alle mie cugine così che potessimo rimanere tutte vicine!
Abbiamo parlato molto fra noi ragazze, però caro Diario se ti riporto tutto quello che ci siamo dette credo che non mi basteranno tutte le tue pagine! Quindi mi limito a dirti che stanno tutte bene, Darrel ha anche trovato il ragazzo!!
Corro un po' perché voglio arrivare al punto più importante della giornata: la festa della sera.
Come al solito ci siamo messi tutti estremamente eleganti, considera che vedere mio padre vestito così per me è sempre una sorpresa! Ripensando poi alle facce che faceva ieri quando Ed ci raccontava del mio bisnonno...vabbè comunque eravamo tutti "tirati a lucido", come si dice in questi casi!
Appena siamo stati tutti pronti siamo usciti tutti di casa e ci siamo diretti verso la piazza e mentre ci arrivavamo abbiamo trovato Ed e Al che si guardavano attorno un po' spaesati. Ci siamo avvicinate e ho fatto le presentazioni del caso ma Ed non si è dimostrato molto allegro nello stringere la mano alle mie cugine. Devo ammettere che eravamo un po' tutte eccitate per la festa e forse siamo apparse un po' troppo "rumorose", ma che cavolo, in fondo bisogna stare allegri durante le feste!
Mah, in ogni modo appena presentati Bettie mi ha lanciato subito uno sguardo di fuoco, come se mi volesse dire "Carinooo!" e io le ho sorriso annuendo.
Una volta arrivate in piazza il colpo d'occhio è stato notevole: a parte il fatto che era già tutta piena,  c'erano anche già i tavoloni con le torte e i dolci che le signore di Startop avevano fatto. Ovviamente anche mamma ne ha portata una e devo dire che quest'anno era particolarmente buona...e anche la città ha risposto bene visto che ce ne erano veramente tante!
Dal momento che abbiamo iniziato a fare il giro dei tavoloni devo ammettere che ho perso completamente di vista Al e Ed; fra una fetta di torta e un'altra, un saluto ai numerosi bambini che correvano dappertutto per la piazza, una stretta di mano ai vari vicini di casa -c'erano proprio tutti!- e altro mi sono un po' immersa nel mio mondo assieme a mia sorella e alle cugine.
A farci tornare con i piedi per terra è stata mia madre quando è venuta a chiamare Emy perché era arrivata la famiglia Miller -la loro figlia è sorda come Emy e ogni volta che tornano a Startop parlano sempre tanto insieme, credo siano diventate grandi amiche pur abitando lontano- e ne abbiamo approfittato tutte per fare un giro fra le persone che ancora non avevamo salutato. Bettie mi aveva detto che avrebbe voluto provarci con Ed, io le fatto presente che era sì carino, ma era vero che aveva anche un caratteraccio! Ma lei non mi ha voluto ascoltare e una volta che l'ha rintracciato si è avvicinata e lo ha letteralmente strappato via dalla fetta di torta che stava assaggiando - Bettie diciamo che è...in carne, visto che pesa quasi 90 kili- e lo ha trascinato via dalla folla ridendo come una pazza. Il povero Ed ha fatto in tempo a guardarmi per un attimo con uno sguardo implorevole di aiuto che poi è stato trascinato via. Poveretto! Se Bettie si mette qualcosa in testa...è proprio difficile farle cambiare idea.
Comunque diario è qua che volevo arrivare: ci siamo separate con l'appuntamento di ritrovarci fra una quindicina di minuti lì dove eravamo rimaste a parlare prima ma in realtà io ci sono tornata solo molto dopo.
Il fatto è che dopo aver salutato un altro paio di vicini mi sono accorta che Al, separato -con la forza- da Ed, si era allontanato dalla piazza e si stava dirigendo su per la collina. Mi ricordo di aver pensato che lui e Ed erano pur sempre "stranieri" in questa città e di conseguenza non potevano sentire la festa esattamente come facevamo noi. Quindi ho pensato di raggiungerlo per fargli un po' di compagnia, per lo meno fino a quando Ed non si fosse liberato dalle grinfie di mia cugina.
Appena mi sono avvicinata gli ho chiesto se si stava annoiando e lui mi ha subito tranquillizzata rispondendomi "nono tranquilla! volevo solo fare quattro passi...e tu cosa ci fai qui?" Gli ho risposto che avrei voluto farmi quattro passi anch'io e gli ho proposto, tanto che ormai eravamo quasi arrivati, di andare fin su la collina e fermarci lì a guardare la piazza dall'alto.
Mentre camminavamo non sono più riuscita a trattenere la mia curiosità sull'armatura e gliel'ho chiesto. "Senti Al, non è che posso farti una domanda? Stamattina mi hai detto che indossare quell'armatura non era una tua scelta...ma cosa significa esattamente?"...questa domanda lo ha portato a raccontarmi tante cose e ora un po' mi pento di avergliela fatta.
Mi rispose che voleva aspettare di essersi allontanato un po' dalla città per spiegarmelo e quando finalmente siamo arrivati in cima alla collina mi ha detto "Forse è meglio che ci sediamo, non vorrei spaventarti..." come dovevo reagire a una frase così? Mi sono messa a ridere! "Suvvia Al, il motivo per cui stai dentro quell'armatura è così pauroso dal dovermi sedere?" Lui non mi ha risposto e mi ha chiesto nuovamente di sedermi.
Io ridacchiando l'ho fatto e...è stato in quel momento che si è sfilato la testa dal collo e si è piegato verso di me per farmi vedere il vuoto che aveva dentro.
Sì, hai capito bene caro diario, dentro l'armatura di Al non c'è proprio nulla.
A ripensarci ora credo di aver fatto la figura della cretina, perché sono passata dal ridere all'urlare come una scema. "Santo cielo! Un'armatura telecomandata!" mi è venuto da urlare.
Ma lui con calma si è infilato la testa nel resto dell'armatura e mi ha spiegato tutto. "Non sono telecomandato Nicky...io sono l'armatura stessa, il mio corpo non ce l'ho più da quattro anni ormai..." e per farmi capire meglio mi ha spiegato tutta la loro storia. "Il motivo per cui sono diventato così è perché assieme a mio fratello abbiamo provato a fare una cosa che l'alchimia da sempre vieta di fare...e noi da bambini ci abbiamo provato comunque. Ed non ha quegli automail perché ha avuto un incidente, il braccio e la gamba che ha perso sono anch'essi frutti del mio stesso peccato".
Tutta la storia che mi ha raccontato dopo, caro diario, te la risparmio. E' una storia shockante che mi ha fatto star male, non pensavo neanche che lui e Ed fossero in quelle condizioni. Ho capito immediatamente perché volevano la Pietra filosofale e credimi, anche se non ti racconto tutta la loro storia, che non lo fanno per scopi malvagi.
Le lacrime hanno iniziato a uscirmi senza che potessi fermale e lui appena se ne è accorto mi ha subito aiutata "ehi Nicky perché piangi?" ma cosa gli potevo rispondere? Che piangevo per la condizione in cui erano? "Mi..mi dispiace...se lo avessi saputo non..non..." ma le parole mi sono morte in gola. Lui si è avvicinato e mi ha messo una mano sulla spalla. "Nicky non devi reagire così...tu non lo potevi sapere. Te l'ho raccontato solo perché vorrei che capissi il mio fratellone se ogni tanto si comporta male...non lo giustifico però mi rendo conto di quello che sente."
Hai sentito caro diario? Mi aveva raccontato tutta quella storia solo per giustificare Ed e il suo modo di fare. Quanto bene gli deve volere per arrivare a scusarsi per lui?
Mi sono sentita veramente in colpa per avergli fatto ricordare tutta quella faccenda e non ho potuto fare altro che ripetergli che mi dispiaceva. E lui mi ha preso le mani e me le ha strette. Un paio di mani fredde e metalliche, ma credimi diario, io sono riuscita a sentire il calore di quella stretta.
In quello stesso momento dalla città è arrivato il suono delle canzoni che erano iniziate da poco e mentre cercavo di riprendere il controllo di me stessa ho visto che le persone avevano iniziato a ballare. "Tu sai ballare Nicky?" mi ha chiesto lui. "No, non ho mai imparato. E tu?" gli ho chiesto asciugandomi il volto. "No, ma mi piacerebbe in futuro. Sembra molto divertente!" ha esclamato cercando di metterci un po' di entusiasmo.
Hai capito caro diario? In quel momento era lui che cercava di consolare me. Quanto gli devo essere sembrata sciocca? Semmai sarebbe dovuto accadere il contrario, IO avrei dovuto consolare lui!
"Vuoi che torniamo in piazza?" mi ha chiesto tenendo sempre lo stesso tono gentile. "Certo" gli ho risposto io cercando di sorridergli.
Mentre percorrevamo la strada al contrario per rientrare in città mi sono sforzata a lungo di trovare qualcosa da dirgli prima di dividerci ancora, non potevo far sì che ci lasciassimo con quel clima di tristezza fra noi. "Ehi Al, te lo posso svelare anche io un segreto?" gli ho chiesto sforzandomi di sorridere. "Sono tutto orecchi!" mi ha risposto lui con aria divertita. "Io dico sempre a tutti di chiamarmi Nicky ma il mio vero nome è un altro...è un po' imbarazzante, promettimi di non ridere!" Lui si è portato una mano dietro la testa e me lo ha promesso -già ridacchiando!- e io gliel'ho detto. "Il mio nome per intero è Nicodema...brutto vero?" e lui ha riso, ha riso di gusto!! "Ehi ma non sei carino a reagire così!!" gli ho detto cercando di risultare arrabbiata. Ma lui al contrario si è messo a ridere ancora più forte e ha finito per contagiare nella risata anche me."Sì, decisamente brutto, lasciatelo dire!" mi ha detto ancora fra le risate. "Ma insomma!!!" e abbiamo riso ancora.
Arrivati in città abbiamo dovuto dividerci dandoci l'appuntamento per domani mattina presto per partire.
La festa poi è proseguita bene e verso mezzanotte siamo tornati tutti in casa. Ora ti sto scrivendo dal bagno perché in camera mia questa sera dormono anche le mie cugine e non posso tenere la luce accesa.
Sono infatti un po' scomoda e credo di finire qui il mio resoconto di oggi.
Al è veramente un bravo ragazzo...quasi mi dispiace che domani dopo che avranno trovato quello che cercano se ne andranno via.
Buonanotte, caro Diario.
***

1 Giugno

Volevo scrivere giusto un paio di righe prima di partire, visto che non so se avrò il tempo di aggiornati durante il viaggio.
Sono le cinque emmezza del mattino e siamo già tutti svegli, anche Emy che ha detto a papà di voler venire con noi. Lui ovviamente non vuole e fino a cinque minuti fa stava cercando di convincerla a rimanere, poi si sono spostati di sotto e non so più chi l'ha avuta vinta.
In ogni modo, ho avuto un sonno agitato. La storia che mi ha raccontato Al è stata tremenda...e non sono riuscita a non pensarci durante la notte. Ci sono un sacco di cose che ora vorrei chiedergli ma non so se risulterei inopportuna o no...d'altra parte sembra così un bravo ragazzo, cosa succederebbe se riuscisse veramente a recuperare la pietra filosofale insieme a Ed? Non mi ha detto cosa hanno intenzione di fare dopo...
Credo di aver già scritto troppo, sento papà che sta tirando fuori la macchina e questo vuol dire che manca poco a partire. Chissà se Al e Ed sono già arrivati.
Finisco di sistemare due cose e ti metto nella borsa, magari se mi va bene stasera riesco a scriverti direttamente dalla casa di nonno.
***

2 Giugno

Sono felice di riuscire a scriverti, ma purtroppo non siamo ancora arrivati e così fra poco ci arrangeremo nel dormire in macchina. Nessuno è entusiasta all'idea -neanche Emy che alla fine è riuscita a convincere papà a farla venire- però ci dobbiamo accontentare.
La giornata è inizia male ed è finita abbastanza bene, ora ti racconto.
Come ti dicevo stamattina siamo partiti prestissimo, papà e Emy in macchina sono stati davanti e io e i fratelli dietro.
 Per i primi minuti di viaggio c'è stato un silenzio imbarazzante; Ed guardava fuori dal finestrino, Al sembrava a disagio perché probabilmente sentiva di dover dire qualcosa ma non sapeva cosa, mio padre ovviamente non diceva nulla...e io e Emy eravamo lì a pensare a cosa fare per rompere quel brutto clima. Fortunatamente c'ha pensato lei, girandosi verso Al e iniziando a parlargli con l'alfabeto dei gesti."Bello! Così mi posso allenare un po'!" ha detto lui iniziando a risponderle. Emy ne ha approfittato che Ed non capiva quello che si dicevano per riferire a Al che suo fratello mi piaceva tantissimo, appena ha finito di dirglielo mi sono messa a urlare! Non volevo che Al pensasse questo di me...soprattutto poi dopo quello che praticamente gli ho costretto a raccontarmi!
E non so caro diario, forse è stata solo una mia illusione, ma mi è sembrato che abbia abbassato un po' la testa quando Emy gliel'ha detto.
Era dispiaciuto? Geloso?
Non so se è la verità oppure sono io che me lo sono sognato...
Comunque hanno continuato a parlare a lungo, Al le ha chiesto da quanto ha questo problema e se quelli di Startop conoscono il suo linguaggio per capirla nel caso in cui vada in giro da sola. E' stato veramente dolce e sereno mentre le chiedeva queste cose...e raramente ho visto Emy parlare del suo problema con tanta tranquillità.
 Tutto questo ci ha aiutati a "scioglierci" un po' visto che la partenza è stata così disastrosa...ma il massimo l'abbiamo avuto quando siamo passati davanti al lago Ashino e Emy ha chiesto a papà di fermarsi per farci tutti un bagno. "Assolutamente no, se ci sbrighiamo forse riusciamo ad arrivare oggi stesso" ma Emy ha insistito facendogli notare l'ora -era l'una passata- e dicendogli che ci saremmo dovuti fermare ugualmente per pranzare.
 Sotto le sue insistenze allora ha accettato, ricordandoci però di fare una cosa svelta. "Tu hai voglia di fare un bagno con noi Ed?" ho provato a chiedergli, ma lui ha subito declinato l'offerta "No rimango fuori con Al, non c'è problema" mostrando un lieve sorriso -sì, proprio quello che quando ho visto per la prima volta mi ha fatto impazzire- ad accompagnare la risposta.
Se il suo rifiuto lo consideravo quasi scontato, quello che non mi aspettavo era il sì di nostro padre. Ha chiesto ai due fratelli di fare la guardia alla macchina e al resto dopodiché si è buttato anche lui in acqua!
E' stato molto bello perché come molti altri giorni a questa parte faceva veramente un gran caldo e l'acqua si è rilevata incredibilmente fresca...ce lo siamo proprio godute quel bagno!
Papà è stato dentro proprio poco, tempo dieci minuti ed era già fuori, però io e Emy siamo riuscite a rimanerci ancora un po' prima che ci chiamasse perché era pronto. Abbiamo mangiato i sandwich che ci aveva fatto la mamma e c'è stato un momento di panico quando quando Al ha rifiutato.
 Mio padre l'ha presa subito male, ha iniziato a chiedergli "Perché non accetti? Mia moglie li ha preparati per tutti, anche per voi due...anche se non capisco perché l'abbia fatto" e Al ha provato a rispondergli "Io la ringrazio ma...è che non ho proprio fame!" ma ti ho raccontato com'è mio padre no, diario? Si era messo in testa che aveva rifiutato perché non voleva mangiare qualcosa fatto da noi...e si è innervosito. "Guarda che non ci fermeremo più fino a quando non arriveremo, quindi se non mangi adesso poi non lo potrai più fare" e quando Al ha rifiutato nuovamente mio padre ha sbottato con un bel "Allora affari tuoi!" che ha riportato fra noi quel silenzio imbarazzante che già avevamo sentito la mattina in macchina. Io e Emy abbiamo lanciato un'occhiataccia a papà mentre Ed -poverino!- ha cercato di difendere la situazione dicendo a mio padre che avrebbe mangiato lui la parte del fratello, ma ormai papà era arrabbiato e non lo avrebbero più fatto cambiare di umore.
Che nervoso quando fa così! E poi se la prende sempre con chi non c'entra...anche a casa si comporta spesso in questo modo.
 Non volevo che Al pensasse di essere stato in qualche maniera l'artefice di quel malinteso allora gli ho chiesto di fare un giro con me "Hai voglia di fare un giretto? Sai ho ancora i capelli tutti bagnati e camminare un po' sotto il sole me li asciugherebbe velocemente..." lui fortunatamente ha accettato subito.
 Appena abbiamo fatto qualche passo allontanandoci mi sono subito scusata con lui, ma lui mi ha tranquillizzata "No non fa niente, sul serio. Purtroppo mi capita spesso di risultare strano agli occhi della gente ma...ormai mi sono abituato". Che triste sorte la sua, ho pensato appena mi ha risposto. "Ma quindi tu non mangi e non dormi? E' così?" la mia curiosità aveva avuto il sopravvento e mi aveva fatto fare quella domanda. "Sì, è così. Ho un sacco di tempo libero!" ha risposto con un tono allegro. E' incredibile come quel ragazzo riesca a prendere la sua situazione in quel modo. Certo è vero che ormai è quattro anni che è così però...non so diario, ma mi sono ritrovata a chiedergli sempre più informazioni sul suo conto. "Tu hai detto che prima di essere così sei stato bambino...ma com'eri da piccolo? Eri biondo come Ed?" in quel momento non c'ho pensato che forse parlarne lo avrebbe fatto stare male, ma volevo veramente sapere qualcosa in più su di lui. "Sì ero biondo, assomigliavo molto al mio fratellone. Forse con qualche chilo in più però!" e si è messo a ridere, seguito subito da me.
 Il discorso però è diventato subito serio. "Senti Nicky..." mi ha detto. "io credo che forse sarebbe più giusto se una volta recuperata la pietra filosofale la usassimo per curare Emy più che far tornare me come ero una volta. In fondo, lei non ha colpe per essere così com'è, mentre io invece..."
 Hai sentito caro diario? Mi stava proponendo di usare la sua opportunità di tornare normale per curare mia sorella, è o non è un ragazzo dolcissimo? Lo so che l'ho già detto e che lo dicevo proprio riferito a suo fratello ma...devo ammettere che sto cambiando idea, ora mi sento molto più attratta da Al. Non è ovviamente una questione di bellezza, è che...Al mi sembra talmente buono da non sembrare vero! Chissà che gran persona che deve essere...dovevo però dargli una risposta, al di là dei miei pensieri. "Io ti ringrazio per quello che stai dicendo, dimostri una grandissima umanità anche se sei un'armatura..." ma non ho saputo dire altro. Forse avrei dovuto rispondergli "ma no, non farlo!" ma diario...tu lo sai quanto Emy ci terrebbe a poter parlare come tutti noi...
Abbiamo percorso il tragitto di ritorno in silenzio, ognuno dei due con i suoi pensieri. Appena tornati siamo subito ripartiti ma come ti dicevo all'inizio ora dobbiamo dormire in macchina perché non ce l'abbiamo fatta a raggiungere la casa.
Ci riusciremo domani nella prima mattina, e se quello che ha detto papà è vero...domani si concluderà il loro viaggio durato quattro lunghi anni.
Ti racconterò, caro diario.
***

5 Giugno

Ebbene sì, è finito tutto.
Ti scrivo solo oggi perché prima proprio non ce l'ho fatta, troppe emozioni si sono mischiate nella mia mente per scrivere qualcosa.
Proverò a raccontarti qualcosa ora, cercando di risultare il più chiara possibile per quello che ho capito io, visto che nonostante siano passati tre interi giorni alcune delle cose che sono successe ancora non le ho comprese.
Siamo arrivati alla nostra destinazione alle dieci circa del mattino, dopodiché siamo scesi dalla macchina e siamo entrati in casa.
Mi ha fatto uno strano effetto tornare in quel posto, ormai erano tre anni che non ci venivamo più. A ogni estate mamma chiedeva di tornarci per passare una settimana di relax fuori città ma poi per un impegno o per un altro non lo abbiamo mai fatto.
Comunque, alla fine del nostro viaggio eravamo lì e potevo leggere l'agitazione negli occhi di Ed talmente era in ansia.
Poco prima di arrivare aveva chiesto a mio padre se era sicuro che il padre di suo padre avesse realmente la pietra filosofale, ma fu una domanda a cui papà non diede mai risposta. Per quanto ne sapevamo noi, il mio bisnonno poteva avercela come no, non avevamo nessuna certezza in nessuno dei due casi.
Al invece è rimasto zitto tutto il tempo, io sentivo di dovergli dire qualcosa ma non sono riuscita a farlo. Non avevo accennato niente a Emy di quello che mi aveva detto, se ci avesse ripensato all'ultimo cosa avrei potuto dire? Non potevo illudere mia sorella se non avevo la certezza di quello che le dicevo.
Appena entrati in casa papà ha subito aperto le finestre per far entrare un po' di luce, la polvere ormai aveva ricoperto tutto come a sgridarci per tutto il tempo in cui non ci eravamo presi cura di tenerla pulita.
Poi siamo subito scesi in cantina, dove sapevamo che erano rimaste le vecchie cose del bisnonno. Lo scantinato era in condizioni ancora peggiori della casa, c'erano ragnatele dappertutto e abbiamo anche visto un paio di topi scappare via.
 Siamo arrivati davanti a un grosso scatolone, papà l'ha preso e senza dire niente a nessuno l'ha portato su. "E' lì dentro che ci sono i gioielli di Kiroshi?" gli ha chiesto Ed, senza avere risposta.
 Una volta tornati in casa ha sbattuto lo scatolone per terra in centro alla stanza d'ingresso, poi ha detto "Se c'è veramente in questa casa ciò che cercate, allora è lì dentro".
Ed si è lanciato su quello scatolone come un animale affamato si lancia sulla sua preda: ha fatto una strana cosa sulla sua mano -alchimia?- che è diventata una sorta di lunga lama che ha utilizzato per tagliare in due lo scatolone. Appena l'ha fatto si sono riversati sul pavimento un mucchio di piccoli sacchetti, ognuno di loro si è rovesciato facendo uno strano rumore, come un tintinnio. Ed ha iniziato ad aprirli tutti, uno per uno, buttando via quelli che contenevano anelli o collane.
Proprio così caro diario, appena capiva che dentro quel sacchettino c'erano "solo" gioielli preziosi, se li buttava subito alle spalle senza guardarli più. Anche sul viso di mio padre ho visto un certo stupore, era ormai chiaro a tutti che a Ed non interessava nulla della ricchezza del mio bisnonno, era altro quello che cercava.
E lo trovò, proprio quando ormai lo scatolone si stava svuotando e la sua speranza svanendo.
 Un piccolo sacchettino iniziò a brillare di un'intensa luce rossa e appena Ed lo prese trovò al suo interno una grossa pietra dello stesso colore. "A-Al...q-questa è..." si mise a balbettare mentre la guardava nella sua mano -occupava quasi tutto il suo palmo- e poi guardò subito Al in quale si era avvicinato anche lui. "D-dammi una mano ad alzarmi Al..." il fratello accorse subito in suo aiuto, sembrava che Ed avesse perso le forze da un momento all'altro. "Dopo quattro anni...dopo quattro anni di ricerche..." continuava a ripetere. "Avanti fratellone, usala per riprenderti il braccio e la gamba" gli ha detto Al. "Non..non vuoi usarla prima tu?" ma Al scosse la testa. "Va bene..." Ed si girò verso di noi. "Dovete farmi spazio...dovete spostare tutti i mobili più vicini a noi, tu Al passami il tuo gessetto...devo disegnare il cerchio alchemico per attivarla." e così mentre i due fratelli si davano da fare la mia ansia cresceva, perché se Al fosse stato di parola da lì a pochi minuti Emy avrebbe incominciato a parlare come tutti noi.
Una volta che lo spazio affianco a noi si era liberato, Ed sbatté le mani e le impose sulla pietra, la quale iniziò ad alzarsi e a galleggiare a mezz'aria. Ne' io ne' Emy e papà avevamo mai visto niente del genere. Lo strano cerchio che Ed aveva disegnato per terra iniziò a illuminarsi di rosso, seguito immediatamente dalla pietra. Il suo bagliore era quasi accecante, solo Ed sembrava non soffrire di quella intensa luce. Chiuse gli occhi e iniziò a bisbigliare qualcosa, dopodiché tutta la stanza si illuminò con una luce di un'intensità mai vista prima, che al confronto quella precedente era nulla. Tutti noi ci coprimmo gli occhi con le mani e sentimmo chiaramente uno specie di botto, seguito immediatamente da un vento fortissimo che sembrava generarsi dalla pietra che ancora fluttuava a mezz'aria.
Il tutto durò pochi secondi, dopodiché tutto tornò alla normalità.
Appena riuscii a riaprire gli occhi vidi Emy stretta a papà che cercava di proteggerla dalla luce facendo del suo corpo uno scudo e Al e Ed ancora in piedi uno davanti all'altro. Ed si tolse subito il guanto bianco dalla mano destra e si guardò la mano mentre le lacrime iniziavano a bagnargli il viso. Aveva due mani umane, come se l'automail che gli avevo riparato io solo pochi giorni fa non fosse mai esistita.
 "Al...funziona!!" gli disse ritrovando il sorriso. "Funziona, FUNZIONA!" urlò mentre tentava di abbracciare il fratello. "Sono felice Ed, sono felice che dopo tutto questo tempo tu possa essere finalmente tornato normale." ma il tono della voce di Al mi fece intendere che stava per dire a suo fratello esattamente la stessa cosa che aveva detto a me il giorno prima. "Ma ti chiederei di usare la pietra per Emy, per farla parlare come tutti noi. Lei non ha colpe per la situazione in cui è, io invece sì."
 Queste parole fermarono immediatamente la felicità di Ed. "Ma...ma cosa stai dicendo Al? Non scherzare nemmeno, io ora ti faccio tornare umano!" ma Al scosse la testa, davanti allo stupore più generale di mio padre che stava assistendo a questo dialogo per lui incredibile. Ricordo chiaramente che anche Emy mi chiese cosa stavano dicendo ma ero troppo in ansia e presa da quel momento per risponderle. "No fratellone, sul serio. Ci ho pensato a lungo in questi ultimi due giorni e credo sia giusto così."
Ma Ed non si fece convincere.
 "No che non è giusto così Al!! Sono quattro anni che aspettiamo questo momento! Dispiace anche a me per la situazione di Emy ma dobbiamo pensare a noi, a quello che abbiamo cercato e a tutto quello che abbiamo sacrificato per arrivare a questo punto!"
 Come potevo dargli torto? In cuor mio speravo che Al lo convincesse, ma sapevo che  Ed aveva tutte le ragioni per non essere d'accordo. "Fratellone, ho deciso così. Se non vuoi farlo tu allora lo farò io" e così dicendo si avvicinò alla pietra rossa. "No fermo Al! Tu non sai come si attiva!" gli urlò Ed, ma ormai Al sembra intenzionato a provarci ugualmente. "Aaaaaaaaal!!" urlò ancora Ed, poi prima che suo fratello potesse fare qualsiasi cosa batté nuovamente le mani e la stanza fu nuovamente illuminata con la stessa intensità di prima. Questa volta però il vento fu molto più forte, io mi sentii chiaramente alzare da terra e sbattere contro il muro che avevo alle spalle. Udii anche chiaramente l'urlo di mio padre, poi da un momento all'altro solo il silenzio.
Quando riaprii gli occhi sentii un forte dolore alla schiena e vidi Ed chinato per terra.
 Cercai di rialzarmi per capire cos'era successo e vidi un ragazzo nudo sdraiato affianco a Ed, mentre quest'ultimo lo stava coprendo con il suo mantello rosso. "Ora sei di nuovo tu Al..." gli bisbigliò dolcemente. Mi guardai attorno e vidi mio padre per terra ancora svenuto abbracciato a Emy, nessuno dei due sembrava riportare ferite. Io sentivo un po' di male dappertutto ma alla fine non mi sono fatta niente di grave.
Ed, ancora chinato su suo fratello, mi guardò. E io non seppi fare altro che abbassare lo sguardo, la pietra era scomparsa e con lei la speranza di curare mia sorella.
Non posso biasimare Ed per quello che ha fatto, io al suo posto probabilmente avrei fatto la stessa cosa.
 Ed provò a svegliare il fratello scuotendolo leggermente, io provai a fare la stessa cosa mio padre e Emy. Quando papà si riprese si guardò attorno per cercare di capire cos'era successo, poi guardò Emy e iniziò a urlare "mia figlia ora può parlare? può realmente farlo?" ma prima che potesse chiederlo ancora gli feci di no con la testa. Ora era il turno delle mie, di lacrime. Mio padre lanciò un'occhiata di fuoco a Ed, ma non gli disse nulla. Forse anche lui aveva capito il perché si era comportato così, agendo contro la volontà del fratello.
 "Emy? Emily mi senti?" gli chiedeva mio padre mentre le versava un po' di acqua sul volto. Io guardavo un po' lei e un po' Al e il primo a riprendere coscienza fu proprio lui.
Era un bel ragazzo caro diario, esattamente così come me lo ero immaginato io. Biondo e con gli occhi dello stesso colore, proprio così come era Ed.
Lo sguardo che fece appena si accorse di avere un corpo vero fatto di carne e ossa mi fece sorridere, nonostante la delusione del momento. Era felice, probabilmente di una felicità che non aveva mai provato prima.
 Poi spostò lo sguardo su di me e su Emy ancora fra le braccia di mio padre. Infine guardo Ed, ma non gli disse nulla. Si alzò un po' a fatica e si mi si avvicinò. "Mi dispiace...mi dispiace di non aver-" ma lo feci smettere. Era inutile che finisse quella frase, non aveva nessun senso.
 Lui capì e rimase per qualche attimo in silenzio. Poi guardò i miei capelli sciolti e mi chiese se stavo bene. "Sì sto bene, devo aver rotto il mio ferma capelli quando è successo...beh quando è successo quello che è successo. Comunque sto bene, sul serio." Ed si avvicinò a me e a Al, gli posò uno mano sulla spalle e gli disse che era il momento di andare.
Effettivamente non c'era più nessun motivo per cui dovevano rimanere con noi, quello che volevano l'avevano preso e ora niente ci legava più.
Non salutarono mai mio padre, nè lui si accorse che se ne stavano andando. Emy riprese i sensi solo dopo quasi un quarto d'ora e quando ci chiese che fine avevano fatto i due fratelli, gli raccontammo che se ne erano andati senza dirle nulla riguardo agli intenti di Al.
Mio padre non volle neanche sistemare i mobili, si preoccupò semplicemente di chiudere porta e finestre e partimmo subito per tornare a casa convinti di voler dimenticare per sempre ciò che era successo.

Ma ieri incredibilmente ho rivisto Al.
Ero uscita dal negozio per tirare giù la saracinesca e me lo sono trovata davanti, con uno sguardo preoccupato e  con un piccolo pacchetto in mano.
 "Cosa ci fai qui?" gli ho chiesto sorpresa di rivederlo. "Io...ecco...eravamo ripartiti per tornare a Central City ma...non potevo andarmene via così da te e allora sono tornato. Volevo solo dirti che mi dispiace per quel che è successo, so che questo non ti consolerà ma volevo dirtelo." Feci ricorso a tutte le mie forze per non piangere, mi limitai a dirgli "se mio padre ti vede ancora da queste parti...non so cosa farebbe". Lui ha allungato la mano e mi ha dato il pacchetto. "Certo, lo capisco. Volevo solo ridarti questo, visto che il tuo si era rotto durante...durante quello che è successo."
 Ho aperto il pacchetto e dentro c'era un fermacapelli, più o meno simile a quello che avevo io. Ho sorriso, senza volerlo. "Nicky...credi che se ci fossimo incontrati in un'altra occasione noi..ecco...saremmo potuti diventare amici?" e a quella domanda non ce l'ho più fatta a trattenere le lacrime.
Al fece un passo avanti per avvicinarsi a me, ma poi si fermò. Ed è stato meglio così, non so come avrei reagito se mi avesse abbracciata.
Si girò e se ne andò lasciandomi sola con il suo pacchetto in mano.
Che ricordo avrà di me, caro diario?
Avrei dovuto inseguirlo? Dirgli che non ce l'avevo con lui? Che non era colpa sua quello che era successo?
Non ce l'ho fatta a fare nulla di tutto questo.
Chissà come sarebbe andata se, come diceva lui, ci fossimo incontrati in un'altra situazione. E chissà se ci rincontreremo mai, prima o poi.
Con queste parole, diario, credo di smettere di scriverti. Mi sono convinta che ha ragione mia madre, tutte queste cose le dovrei raccontare a qualcuno e non semplicemente metterle nero su bianco in queste pagine.
Ho anche deciso di dedicarmi completamente alla scuola e di lasciar perdere il negozio, così facendo potrò stare più tempo assieme a Emy, a darle una mano nei compiti ed andare a scuola insieme a lei tutti i giorni.  
Oggi mentre tornavamo assieme a casa mi sono chiesta se il tempo mi aiuterà a dimenticare ciò che è successo, oppure mi rimarrà sempre un ricordo indelebile di quello che ho vissuto.
La risposta non la so, ma sento che anche Al ovunque adesso sia si farà la stessa domanda.
Io, in attesa di trovare una risposta, continuo a tenere il suo fermacapelli qui vicino a me, per non dimenticare.
***

FINE.

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