L'amore per Alessandro.

Nascosto nell'oscuro angolo della sala gli occhi di Efestione non si allontanavano da Alessandro. I candelieri tremolavano su entrambi i lati del suo corpo, creando ombre sul suo viso e nell'area intorno a lui.
Efestione sentì bisbigliare il suo nome, distinguendo paura e timore nelle lingue straniere.

In Grecia c'era solo risentimento. Negli anni, Efestione era abituato ai molti mormorii. Da quando lui ed Alessandro erano ancora ragazzi a Pella. 
Rispettava gli altri ragazzi che erano stati compagni di gioco di Alessandro che non erano nessuno di speciale.
Tuttavia, era l'unico che avrebbe trattato Alessandro in eguale modo.
L'unico che non aveva scrupoli a spingere il viso del ragazzo più piccolo nella polvere quando si dimostrava più debole in uno scontro di wrestling.
Efestione lo amava perché lui era Alessandro e non perché era Alessandro, figlio di Filippo.

Di amare Alessandro l'uomo, pensava, sapeva che il suo cuore apparteneva a molti. Come molti sapevano che Alessandro lo amava, Efestione potrebbe fare non solo una richiesta agli affetti dell'uomo.

Ha dovuto condividere Alessandro con un gran numero di altri compresi tra l'eunuco Bagoa che era in quel momento davvero allettante, Macedone dai capelli biondi con il suo corpo sinuoso.
Efesione non domandava ad Alessandro come avrebbe speso la sua notte divertendosi con i piaceri dell'eunuco Persiano, né lo invidiava per i conforti che Bagoa avrebbe offerto.

Mentre Efestione continuava a guardare, Alessandro sollevava la sua testa, esplorando la stanza per qualcosa.
Era immediatamente rincuorato quando lo sguardo di Alessandro indugiò su di lui, un lieve sorriso curvato sulle labbra del giovane uomo. Molti momenti come quelli erano "quelli" che Efestione custodiva molto gelosamente perché mentre Alessandro potrebbe essere disposto a condividere il suo corpo con molti altri, il suo cuore, la parte più profonda del suo amore, apparteneva solo ad Efestione.

Anche con quella conoscenza, Efestione ancora sentiva un dolore profondo nel suo petto quando guardava Alessandro andare nella sala finale dopo Bagoa.

L'ambasciatore dell'Imperatore

Promo: Il capitolo precedente vi avevo lasciato con la malinconia (e anche la gelosia, ammettiamolo) di Efestione. Efestione perdutamente innamorato di Alessandro, amici sin dall'infanzia, ma allo stesso tempo sa che come può fidarsi del giovane Re questo affetto lo fa anche tremendamente soffrire. Il cuore di Alessandro apartiene ad Efestione, e questo lui lo sa, ne è certo ma sa anche dei suoi piaceri nello stare con l'eunuco Bagoa, giovane Macedone servitore del Re costretto a servirlo per ogni suo capriccio. Anche nei capricci da letto. E' proprio questo che fa soffrire il giovane, ma anche rassegnato dall'emminente verità, Efestione.

In questo nuovo capitolo la trama - e il luogo - cambia. Niente più sale e feste. Riunioni di generali. Sembra quasi che Efestione non sopporti Bagoa. Nuovi piani per i progetti futuri del Re e per il suo potere crescente.

Efestione non aveva bisogno di guardare per sapere che Alessandro si stava avvicinando. Tutte le voci intorno a lui morivano in un soffio e poteva percepire il calore dello sguardo fisso di Alessandro dietro di lui, dietro il suo collo. Lasciando il cavallo nelle mani capaci di uno dei suoi scudieri, Efestione lentamente si voltò verso il suo amore.

Mentre stava guardando, le sopracciglia di Alessandro si aggrottarono insieme, prendendo in apparenza un po' di malinconia di Efestione. 
Il generale dagli occhi azzurri rimase in silenzio, fa meno male dimenticare come Alessandro sollevava una mano per toccare leggermente la punta delle sue dita per uno squarcio di croste sopra, proprio vicino alla sua tempia sinistra.

"La nostra guida traduttrice ha dimostrato di essere inadatta e c'era anche una breve colluttazione prima, per riuscire a convincere il nostro ospite che non avevo intenzione di trasportare suo figlio", Efestione diceva in modo da poter chiarire. "Era abbastanza brutta in ogni caso".

"Invierò Bagoa con te la prossima volta", Alessandro offriva, i suoi occhi continuavano a fissare la guarigione delle ferite. "Parla entrambe le lingue correttemente."

Efestione tirò su un sorriso agli angoli delle sue labbra, mentre scuoteva la testa. "Sarebbe meglio per il ragazzo che restasse con te. Non ha l'istruzione o la disciplina per tenersi al passo con i miei uomini. Anche se l'avesse, dubito che lui permetterebbe a chiunque di portarlo con sè. Anche da parte mia."

"Vorrei ordinarlo perché ho pensato che ti terrebbe lontano dal male", Alessandro insisteva, la sua mano finalmente ritornava vicino al suo fianco.

"E vorrei lasciarlo dietro in ogni caso".

I due uomini iniziavano l'un l'altro, ignari degli altri che si muovevano verso di loro. I più giovani che smettevano di guardare non potevano nascondere il loro shock. Uno dei generali doveva rifiutare un ordine del Re che era alquanto inconcepibile. Il più vecchio di questi era semplicemente divertito, accettando scommesse tra di loro come per quelli che vanno nelle grotte per volontà altrui. La scommessa più privilegiata era Efestione come vincitore.

"Tu dimentichi, Alessandro, che anche se non ci fossero ostacoli di lingue, noi ancora siamo i loro conquistatori", Efestione ricordava al suo amato amico. "Tuttavia nobile potrebbe essere le tue intenzioni, ci saranno sempre quelli che non sosterranno di trovare l'oppressione -dove non c'è nessuno- per la pace. Non preoccuparti di conquistarli, Alessandro, nemmeno con una volontà forte come la nostra".

"Le parole sono facili da dire quando non sei tu a dare ordini", Alessandro sospirava, le sue parole suonavano molto come una concessione e Efestione immaginava che le avrebbe ricevute dal suo amico.

"Ma dal momento che sono io Alessandro, i tuoi ordini sono i miei e così tu non puoi prendere tutta la colpa quando le cose non vanno bene come speri".

Era difficile per Alessandro mantenere la sua disapprovazione, accigliando il viso all'allegro sorriso di Efestione. Era contento che le contusioni, che aveva ricevuto, iniziavano a dissolversi e che quelli che non aveva potuto facilmente spiegare senza far crescere le colpe di Alessandro. In verità Efestione non lo aveva incolpato. Da quando era un ragazzo, Efestione era stato qualificato per essere un soldato e i soldati seguono gli ordini senza nessun riguardo per la loro personale salvezza.
Non avrebbe esitato a intervenire nella traiettoria di una freccia o una spada puntata se questo avrebbe salvato Alessandro dal male.
Anche se avrebbe rischiato il suo regno, Efestione sapeva che Alessandro avrebbe fatto qualcosa. Non concepiva la sua posizione, ma era una semplice verità.
Una verità che entrambi, lui ed Alessandro, avrebbero ammesso alla fondatezza.