The doll's tears

di mizuki95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Buona serata a tutti. E' la prima volta che scrivo in questa sezione, forse anche l'ultima. Questo perché ormai su questo animemanga è stato scritto tutto lo scrivibile, quindi non avrei materiale per le storie. Il motivo per cui ho scelto di scrivere questa storia, oltre al puro diletto, è che ho pensato a tante, tantissime fan fictions su Fairy Tail, ma sono tutte talmente lunghe, complicate e angst, che ho deciso di non scriverle per bene mio e vostro. Anche se in futuro le cose potrebbero cambiare... poi si vedrà. Mi scuso per la banalità della storia, ma una volta tanto volevo scrivere qualcosa senza riflettere per tre giorni su ogni singolo dettaglio e momento, diciamo che mi sono abbandonata all'Ispirazione del momento (che, da brava stronza, non compare mai quando devo aggiornare altre storie che ho in corso); non per questo, tuttavia, scriverò una storia con i piedi e senza senso compiuto. Ma, per ogni evenienza, ho messo l'avvertenza OOC, in quanto dubito di saper ritrarre alla perfezione i personaggi di questo animemanga. La storia durerà al massimo cinque capitoli, ho molto poco da dire ma cercherò di farlo al meglio. Non aspettatevi la telecronaca dei combattimenti, per me sono difficili da descrivere, quindi penso che farò qualcosa di veloce. Dato che ancora sono al sesto volume del manga e seguo settimanalmente l'anime, ci sono delle cose che non so, quindi chiedo perdono in anticipo per eventuali strafalcioni, ripetizioni di cose già dette, Capitan Ovvio e quant'altro. Vi auguro una buona lettura e, se vi va, recensite per farmi sapere cosa ne pensate.

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“La luce del sole è davvero forte” fu la prima cosa che pensò appena fu uscito all’aria aperta. La sua ultima opera lo aveva tenuto occupato per svariate settimane, ma era soddisfatto del risultato. Stiracchiando le braccia tese per il troppo lavoro, lanciò uno sguardo alla cassetta della posta; piena zeppa, come ogni volta che si dedicava alle sue creazioni. Con fare annoiato raggiunse la cassetta e lesse velocemente i mittenti delle lettere e i titoli delle prime pagine dei giornali.

Un giornale in particolare attirò la sua attenzione, che strinse tra le mani tremanti per l’emozione, dopo aver lasciato cadere a terra gli altri. Lesse più volte il titolo che occupava un quarto di pagina, che annunciava “La gilda vincitrice dei Grandi Giochi Magici: FAIRY TAIL!”. Ad attirare davvero il suo interesse, però, fu la grande foto che mostrava i membri della gilda che avevano partecipato ai Giochi «Lilith…» mormorò, e quel nome fu seguito da un ambiguo sorriso.
 

 
Molti mesi dopo, alla gilda di Fairy Tail giunse una richiesta d’aiuto «Un uomo che si dichiara membro di Fairy Tail ha messo a soqquadro il suo villaggio?» ripeté Erza, e il basso vecchietto di fronte a lei annuì. «Natsu, tu c’entri qualcosa?» domandò la rossa dopo aver interrotto il litigio in corso tra il ragazzo e Gray mediante un pugno sulla testa di ciascuno. Natsu, tenendosi la testa dolorante negò, e Happy lo sostenne «Non siamo mai stati in quel villaggio, aye!». «Sono molti i farabutti che si fingono dei nostri, sarà solo l’ennesimo idiota» commentò Gray, tenendosi anch’egli la testa. Nel frattempo, Lucy e Wendy si erano avvicinate al gruppetto per saperne di più.

«Vi prego, dovete venire al villaggio» li supplicò il vecchietto, stringendo tra le dita i bordi del cappello di paglia che poc’anzi portava sulla testa «Uhm, vi ricompenseremo con 150,000 jewels se ci aiuterete…» «Accetto la missione!» esclamò con entusiasmo la bionda, alzando la mano destra «Nessuno impostore può usare il nome di Fairy Tail! Vengo anch’io!» affermò Natsu, sgranchiendosi le dita «Non mi sento sicura sapendo di mandarti in un villaggio così piccolo, quindi ti terrò d’occhio» disse Erza, e anche Wendy si unì, mormorando un timido «Ehm, vengo anch’io». Anche Gray, fece un passo in avanti e annunciò «Verrò anch’io» per poi lanciare uno sguardo al vecchio, che sospirò di sollievo. Non sapeva perché, ma il mago del ghiaccio trovava istintivamente la storia del villaggio un po’ strana. «Se verrà Gray-sama, allora verrà anche Lluvia!» esclamò la maga dell’acqua, affiancandosi al ragazzo. Dunque l’uomo comunicò ad Erza che sarebbero partiti la mattina successiva, dopodiché se ne andò.

Il giorno dopo, mentre la carrozza affittata si dirigeva verso il villaggio, Lucy chiese all’uomo informazioni sul falso membro della gilda «Non so molto su di lui» confessò muovendo nervosamente le dita sull’estremità del cappello «E’ arrivato circa un mese fa e si è trasferito nel castello abbandonato sulla collina vicino al villaggio … è un giocattolaio…» «Giocattolaio?» ripeté Charles, e l’uomo spiegò «Costruisce giocattoli di ogni tipo. I primi tempi scendeva al villaggio per venderli, ad alcuni bambini li regalava pure… ma una settimana fa, nel bel mezzo della notte quei giocattoli so sono animati e ci hanno attaccati. Quelli che ci sono riusciti, si sono nascosti sulle montagne, ma le ragazze e i bambini sono stati catturati. Ed è stato allora che il giocattolaio si è dichiarato mago della vostra gilda e ha nominato il villaggio di sua …» . Detto ciò, si zittì. «Non lasceremo che questo individuo faccia quello che vuole» lo rincuorò Erza.

Una ventina di minuti dopo, giunsero al villaggio. O, per meglio dire, quello che era rimasto del villaggio: le case di legno e paglia erano state rase quasi tutte al suolo, stessa cosa per i negozi e gli edifici pubblici. Non c’era anima viva, oltre alle persone mancavano anche gli animali da allevamento. «E’ terribile…» mormorò Lucy, scolvolta da quel triste spettacolo. Il vecchio camminò a passo spedito mentre li guidava al castello del “Giocattolaio”.

Quella innaturale fretta, dopo la paura mostrata poco prima, insospettirono Gray, che sussurrò i suoi dubbi all’orecchio destro di Erza «Dobbiamo stare in guardia» disse la ragazza, anch’ella diffidente nei confronti della storia raccontata dall’anziano. Giunti dinnanzi al castello dall’aria un po’ spettrale nonostante fosse pieno giorno, l’uomo li condusse dentro, fermandosi solo dopo aver varcato una gigantesca porta che collegava il corridoio appena attraversato con quella che una volta era una sala da ballo.

Allora l’uomo gridò, osservando una zona imprecisata del soffitto «Signor Isara, vi ho portato i maghi di Fairy Tail che volevate! Vi prego, mantenete la vostra promessa e restituiscici il villaggio e i giovani!» «E questo che significa?» gli domandò Gray, ma l’anziano si limitò a sobbalzare dalla paura. Allora il ragazzo lo afferrò per la maglietta e disse «Mi sembrava strano che, nonostante il tuo villaggio fosse in queste condizioni, tu avessi voluto partire il giorno dopo anziché il prima possibile. Senza contare che il villaggio è anche più piccolo di quello che ci hai detto, non credo affatto che possiate racimolare i 150,000 jewels della ricompensa. Hai detto di non saperne molto su di lui, eppure ora l’hai appena chiamato per nome. Fin dove hai mentito, vecchio? Perché ci hai portati qui?» «Lascialo, Gray!» esclamò Lucy, ed Erza intervenne per liberare l’anziano.

Quest’ultimo, tremando, spiegò «Non lo so, davvero. Ho detto la verità, credetemi. Ma il Giocattolaio mi ha catturato e mi ha ordinato di portarvi da lui, o avrebbe ucciso i giovani che ha catturato e gli abitanti del villaggio sulle montagne… Mi dispiace, non volevo ingannarvi. Non… » «Chiamarlo “Giocattolaio” è errato» disse improvvisamente una voce proveniente da chissà dove «Chi sei?» domandò Natsu, con un pugno già infuocato. La tragedia avvenuta nel villaggio, causata da un mago malvagio che per giunta insultava il nome di Fairy Tail, lo aveva fatto davvero arrabbiare. La voce, il cui timbro non faceva capire il sesso del proprietario, ignorò la sua domanda «Crea giocattoli per puro diletto, le sue vere creazioni sono le bambole. Ecco perché andrebbe chiamato “Creatore di bambole”, il termine usato da voi è decisamente volgare. Ma ora va’, vecchio uomo, hai terminato il tuo compito»

«Esci fuori!» gridò Natsu, mentre il vecchietto fuggì nella direzione da cui erano arrivati. Dalla stessa gigantesca porta da cui era appena passato quello, sì udì l’urlo dell’anziano e il rumore di qualcosa che si avvicinava. I maghi si misero in posizione da combattimento, preparandosi al peggio.

Con passo lento, il più grande orsetto marrone di peluche che avessero mai visto entrò nella sala, puntando i giganteschi occhi di vetro sul gruppetto sbalordito. Dietro di esso, apparvero un burattino di legno a forma di Jolly non più alto di un metro, una dozzina di manichini femminili armati di spade ed una bambola a grandezza naturale ma con tre paia di braccia. In lontananza, si udiva il rumore di altri giocattoli che arrivavano. La voce si fece sentire di nuovo,  pronunciando queste parole «Consegnatemi Lilith» … 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Buona sera a tutti! Chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma sono stata molto occupata. Però ho avuto l'occasione di scrivere diversi capitoli di altre storie, quindi preparatevi ad (in)sperati aggiornamenti dopo anni! Parlando di questa storia... beh, che dire? Ho già spiegato tutto nello scorso capitolo xD Però vi avverto che il prossimo capitolo sarà più concentrato su Isara e Kan che sui maghi di Fairy Tail. La storia durerà solo cinque capitoli, anche di meno se mi passa la voglia di scrivere questa fan fiction. Vi auguro una buona lettura! Se vi va, recensite! :)

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Natsu compì un lungo salto per scagliarsi col pugno infuocato contro il gigantesco peluche, ma questo assorbì totalmente il colpo con la morbidissima pancia. Il ragazzo vide il pugno sprofondare come se avesse colpito un cuscino, per poi essere lanciato all’indietro dal movimento rivolto in avanti fatto dall’orso. Atterrò in piedi nello stesso momento in cui due individui sbucarono da dietro l’orso: uno era un ragazzino di circa quattordici anni dal viso efebico, dai corti e ondulati capelli bianchi e dagli occhi neri come la pece, il corpo senza un filo di muscoli, indossava una semplice camicia bianca e dei pantaloncini neri ed aveva un insopportabile sorrisino sulle labbra; l’altra era una donna di incredibile bellezza, dai lunghissimi capelli corvini che sfioravano il pavimento ed occhi castani, il suo longilineo corpo era coperto da un tradizionale kimono giapponese color azzurro cielo, infine il suo viso era privo di qualsiasi espressione.

Il ragazzino parlò, e i maghi riconobbero la voce udita pochi minuti prima «Se mi consegnate Lilith, vi lascerò andare senza rompervi qualcosa di importante. È un affare, quindi accettate» «Non dire assurdità!» esclamò Natsu, scagliandosi contro di lui. Il ragazzino evitò il colpo semplicemente saltando e usò la spalla sinistra del mago come base d’appoggio per la mano, per poi atterrare in piedi dall’altra parte della sala. Ma appena avvenne il contatto, il fuoco che circondava i pugni del Dragon Slayer scomparve e questi cadde in ginocchio «Tu … che cosa mi hai … » chiese, tremando, sentendosi improvvisamente privo di forze.

«E’ il momento di giocare!» esclamò il ragazzino rivolto vero i giocattoli, e quelli si mossero in direzione del gruppo di maghi, superando Natsu come se non lo avessero neanche visto. Erza si ritrovò a combattere con la donna in kimono, i cui capelli si allungavano a proprio piacimento, più resistenti dell’acciaio e capace di dare alla maga del filo da torcere; Gray e Lluvia furono circondati dai manichini con le spade, che continuavano a sbucare da qualche parte nonostante le distruggessero ogni volta; Wendy si ritrovò come nemico i gigantesco orsetto, immune ai suoi attacchi e talmente pesante da non poter essere sollevato col vento; Charles ed Happy, invece, fuggivano dalla bambola con sei braccia, che li rincorreva anche camminando sui muri quando loro provavano a volare via da essa.

Solo Lucy non era stata attaccata, anzi i giocattoli facevano di tutti pur di non avvicinarsi a lei. Il ragazzo, che nel frattempo le si era posto davanti, le disse «Seguimi, il Creatore ti aspetta» «Perché io? Che volete da me? Io non sono … » rispose la bionda, ma l’altro la interruppe, smettendo di sorridere «Non puoi ribellarti al volere del Creatore solo perché hai un corpo di sangue e carne, sciocca. Da umana sembri più stupida di quando accompagnavi quel mago». Prima che la ragazza potesse prendere il mazzo delle Chiavi Stellari, quello le si avvicinò ancora di più e, dopo aver tirato indietro il braccio destro, la cui mano era chiusa in pugno, lo mosse velocemente in avanti e la colpì in pieno stomaco. Il colpo fu talmente potente da scaraventarla contro una delle pareti della sala. Il ragazzino la raggiunse nel momento in cui cadde a terra, priva di sensi «Eshya ha detto che in questo modo il corpo degli umani smette di ribellarsi. Forza, ora andiamo». Ma lei ovviamente non si mosse.

«Ehi, Lilith?» la chiamò, inginocchiandosi accanto a lei e scuotendola con una mano, ma non ottenne risposta «No, sono sei guai! Il Creatore me la farà pagare se ti ho rotto qualcosa! Sei ancora intera, vero? Funzioni ancora? Se perdi la “vita” verrò messo da parte o peggio, non farmi questo!» esclamò rivolgendosi più a se stesso che alla ragazza svenuta. Allora la sollevò, borbottando «Beh, nel frattempo ti porto da lui, spero che riprenderai a muoverti quando lo vedrai … ». Ma mentre stava per mettersi la ragazza sulla spalla, Natsu gli corse incontro e lo colpì al fianco sinistro con la gamba destra, ottenendo però solo di spostarlo di qualche centimetro. Il mago si sentiva ancora inspiegabilmente debole e fiacco, ma non riusciva a credere di non avergli fatto nulla. Infatti quello non mostrò alcuna espressione sofferente, anzi riprese a sorridere. Nella mano sinistra, infatti, apparve una grossa fiamma, che scagliò contro il mago. Che non si fece niente perché, scoprì in fretta, erano le sue stesse fiamme. Nel breve lasso di tempo in cui fece quella scoperta, il ragazzino e Lucy erano spariti…
 

 
La prima cosa di cui si accorse fu una chioma argentea. Aprendo lentamente gli occhi, Lucy vide chino sopra di sé un uomo molto giovane dai lisci capelli argentei legati e appoggiati sulla spalla sinistra, gli occhi color malva ed un caldo sorriso sulle labbra «Bentornata … Lilith» le disse l’uomo, sorridendo e accarezzandole la guancia sinistra. D’istinto si ritrasse, e fu muovendosi che si accorse di essere incatenata per i polsi e le caviglie, sdraiata su freddo pezzo di pietra pianeggiante. La stanza era poco illuminata, ma riuscì a scorgere dietro all’uomo il ragazzino di poco prima «Non ti spaventare. Kan mi ha detto che non ricordi nulla, ma non è un problema. Non è quello che mi interessa … »

«Liberami! Cosa vuoi da me?» lo interruppe la ragazza, spaventata. «Non prenderti tante libertà con il Creatore, Lilith! » la rimproverò Kan, il ragazzino dai capelli bianchi, ma l’uomo lo tranquillizzò «Non è importante come mi si rivolge, lei può. È la mia opera d’arte, in fondo» «Di che stai parlando?» chiese Lucy, ma quello ignorò la sua domanda. La mano che prima aveva accarezzato la sua guancia scese lentamente sul collo, mentre lo sguardo dell’uomo sembrava analizzarla a fondo, in ogni dettaglio «Ci ho provato e riprovato per quattrocenti anni, ma non sono mai riuscito a creare un’altra bambola come te … » mormorò Isara, con aria triste «Come hai fatto, Lilith? Tu, una bambola come le altre, come sei riuscita a crearti un’anima?>

«N-non sono una bambola!» esclamò Lucy, confusa e arrabbiata «Sono umana, sono una maga degli Spiriti Stellari! E il mio nome è … » «In questa vita» la interruppe l’uomo, per poi sospirare «Questo volgare corpo di sangue e carne non è paragonabile al corpo che ti avevo creato» affermò, per poi sorridere in una maniera che Lucy trovò molto inquietante «Ma non preoccuparti, Lilith. Mi è costata molta fatica, ma sono riuscito a creare un corpo pressoché identico a quello che avevi prima. Mia preziosa Lilith, mostrami come sei riuscita a compiere quel miracolo. E fammi vedere se un’anima umana può sopravvivere nel corpo perfetto di una bambola». Dopo aver detto ciò, l’uomo dai capelli argentati fece un cenno con la testa al ragazzino, che le si avvicinò e la imbavagliò. Lucy provò inutilmente a chiamare gli amici, terrorizzata come mai prima d’allora…
 

 
«Maledette bambole! Dov’è Lucy?» esclamò Natsu, mentre correva con gli altri maghi per il castello. I giocattoli avevano impedito loro di uscire dalla sala, continuando ad attaccarli anche quando riuscivano a distruggerli. Furono costretti a congelarli con la magia del ghiaccio di Gray o a ridurli in cenere con il fuoco di Natsu, che aveva riacquistato velocemente il proprio potere magico. Solo la bambola dal kimono azzurro era fuggita dalla sala poco dopo il rapimento di Lucy, interrompendo il combattimento con Erza. Cercarono l’amica in ogni stanza, ma non la trovarono. Erano giunti al terzo piano del castello quando per terra trovarono una bambola dai lunghi riccioli biondi, che indicava con la mano destra una porta in particolare. Con la guardia alzata, Erza aprì la porta.

Nella sala che apparve ai loro occhi c’era solo una poltrona riccamente decorata, posta in fondo alla sala. Ma sulla poltrona c’era Lucy: le braccia erano stese sui braccioli di stoffa ricamata, indossava un lungo e smanicato vestito bianco e aveva la testa inclinata in avanti. Le corsero tutti incontro tranne Wendy ed Erza, che avevano visto anche la gigantesca scritta sul pavimento della sala. La scritta riportava il seguente messaggio: “Vi affido temporaneamente il mio più grande capolavoro. Abbiatene cura”. Letto il messaggio, le due raggiunsero velocemente gli altri. Gray scosse la ragazza per la spalla sinistra chiamandola per nome, ma quella non rispose. Toccandole la spalla nuda, il ragazzo si accorse che la pelle non era calda, ma cercò di non pensare al peggio. Anche perché in quel momento la bionda, lentamente e tremando, sollevò la testa per guardarli. Prima che se ne accorgessero anche gli altri, Natsu, sconvolto, le afferrò il polso della mano destra.

Ciò confermò il suo spaventoso timore: sotto quella pelle non c’erano ossa, il polso era troppo leggero. Le toccò anche l’avambraccio, e non vi avvertì la presenza di muscoli, ma solo della stessa cosa di cui era fatto il polso. Quando Lucy sollevò finalmente la testa, il viso mostrava un’espressione calma. Ma quando Gray provò a farla alzare, prima che Natsu potesse fermarlo, il corpo cadde a terra con un tonfo. Da ciò, dallo sguardo fisso, dalla strana leggerezza del corpo i maghi realizzarono: quel corpo non era umano, ma di una bambola.

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