Elisabeth

di Afrodyte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Una richiesta inaspettata ***
Capitolo 3: *** Parole dette al vento ***
Capitolo 4: *** L'ennesima delusione ***
Capitolo 5: *** Il ballo ***
Capitolo 6: *** Uno strano incontro ***
Capitolo 7: *** L'addio ***
Capitolo 8: *** La partenza ***
Capitolo 9: *** Ritorno a Versailles ***
Capitolo 10: *** Partita di croquet ***
Capitolo 11: *** Una triste verità ***
Capitolo 12: *** Ricordi del passato ***
Capitolo 13: *** Quel momento imbarazzante ***
Capitolo 14: *** Verità che viene a galla ***
Capitolo 15: *** Un ultima possibilità ***
Capitolo 16: *** Una terribile realtà ***
Capitolo 17: *** Il segreto ***
Capitolo 18: *** L'ultimo saluto ***
Capitolo 19: *** In viaggio ***
Capitolo 20: *** Il matrimonio ***
Capitolo 21: *** L'amore ritrovato ***
Capitolo 22: *** Marie Antoniette ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Mi sembra trascorso così tanto tempo dall'ultima volta che la vidi, tanto che l'immagine che ho oggi difronte a me si confonde con quella di una volta.
Mi avvicinai a lei cercando di trattenere le lacrime, ancora non mi sembra vero di essere quì in sua presenza, dopo tutti questi anni trascorsi lontane una dall'altra.
Io, Elisabeth, sono la sesta figlia di Maria Teresa D'Austria e sono nata venticinque anni fa a Vienna dove ho trascorso momenti gioiosi insieme alle mie sorelle e oggi dopo dieci anni posso dinuovo abbracciare una di loro, colei che è diventata la Regina di Francia : Maria Antonietta.
Abbracciai con affetto mia sorella e provai una gioia immensa nel poterla rivedere,riabbracciare e nel poter parlare con lei dal vivo e non solo per corrispondenza.
Erano anni che non ci vedevamo, eppure entrambe ci sentivamo a proprio agio come se tutti gli anni trascorsi in lontananza non fossero mai esistiti.
"Spero che il vostro viaggio non sia stato tanto gravoso, cara sorella"
"Oh non preoccupatevi, ciò che ho fatto è stata una mia scelta"
"Ho dato disposizione affinchè vi venisse preparata una stanza quì alla reggia, sarete mia ospite per tutto il tempo che vi sarà gradito, adesso vogliate scusarmi ma sono attesa al concerto al fianco di sua maestà il re, nel frattempo voi potreste riposarvi un poco nella vostra camera e raggiungerci questa sera per il ballo a corte"
"Vi ringrazio molto per la vostra ospitalità, farò sicuramente così"
"Bene, allora vogliate seguire Colette, la mia cameriera, lei vi condurrà nella vostra stanza. A questa sera Elisabeth"
"A questa sera"
Le sorrisi prima di uscire dalla stanza per raggiungere i miei alloggi.
Entrai nella camera che mi venne cortesemente elargita da mia sorella e dopo aver ringraziato Colette per il suo aiuto mi sdraiai sul letto per riprendere le forze e caddi in un sonno profondo.
Mi svegliai all'impovviso sentendo bussare alla mia porta non riuscendo a intuire quanto tempo fosse passato da quando mi fui ritirata nelle mie stanze.
Andai ad aprire alla porta e all'ingresso trovai Colette , la quale mi disse cortesemente che era stata mandata da mia sorella per ricordarmi del ballo di questa sera, la congedai rapidamente e mi preparai per l'evento.
Al ballo vi erano le persone più illustri della nobiltà e io mi sentivo spaesata tra tutti loro poichè ancora non conoscevo nessuno se non mia sorella, per questo motivo ero intenta a cercarla con lo sguardo e finalmente la vidi, così, spaesata, decisi di dirigermi verso di lei quando mi capitò di imbattermi in un giovane molto affascinante
"Perdonatemi, madame, potrei chiedervi di concedermi l'onore di questo ballo?"
"Con molto piacere"
Iniziammo a ballare, io ero rapita dal suo sguardo intenso e dai suoi modi aggrazziati
"Mi perdoni , madame, posso sapere qual è il vostro nome?"
"Sono la principessa Elisabeth D'Austria, ma voi potete chiamarmi semplicemente Elisabeth"
"La sorella di sua maestà la regina Maria Antonietta?"
"Si"
"Sono molto onorato di fare la vostra conoscenza, io sono il conte Hans Axel di Fersen"
"Sono lieta di fare la vostra conoscenza"
Gli sorrisi e lui ricambiò cortesemente , tutto sembrava perfetto ma , purtroppo, la musica terminò esattamente come il nostro ballo e io mi dovetti sottrarre dal suo abbraccio.
Lui si inchinò, mi prese la mano e la baciò da perfetto gentiluomo , io gli sorrisi ancora e lo invitai premurosamente ad erigersi.
"Elisabeth, vedo che avete avuto il piacere di far la conoscenza del carissimo conte di Fersen" mi voltai e vidi mia sorella dietro di me, il conte fece una riverenza per porgere i suoi saluti a mia sorella la quale gli fece un cenno con la testa per ricambiare
"Si, cara sorella, ho avuto l'onore di imbattermi casualmente nel conte di Fersen e debbo dire che è una compagnia alquanto gradevole"
" Vi ringrazio molto, madame" rispose lui cortesemente " Conte di Fersen spero che possiate perdonarci ma debbo presentare alcuni dei presenti a mia sorella"
"Ma certo Maestà"
"Spero di poter godere della vostra compagnia al più presto"
"Non mancherò di porvi omaggio quanto prima Maestà"
Ci allontanammo.
Mia sorella mi presentò prima a mio cognato e poi ad alcuni dei nobili presenti, ma la mia attenzione ricadde in particolare a due tra i tanti gentiluomini che mi furono presentati da mia sorella
"Elisabeth, ho il piacere di presentarvi il colonnello Oscar Francois De Jarjayes e il suo attendente"
"I miei ossequi maestà, sono molto lieta di poter far conoscenza con vostra sorella"
" Il piacere è mio colonnello" risposi cortesemente
Il colonnello e il suo attendente si congedarono da noi così io rimasi sola con mia sorella
" Debbo ammettere che è un giovane molto affascinante" le dissi
"State parlando del colonnello Oscar?"
"Si"
"Mi spiace deludervi mia cara sorella ma il colonnello in realtà è una donna"
"Come una donna?"
"Devi sapere , cara Elisabeth, che dopo aver dato alla luce l'ennesima figlia femmina il generale JarJayes decise di allevare l'ultima figlia appena nata come un ragazzo"
"Stento a credere a quanto ho appena udito e debbo ammettere che questa è una storia assai bizzarra" commentai ma non ricevetti alcuna risposta
La serata passò piacevolmente e a tarda notte riuscii a ritirarmi nei miei alloggi.
Stanca, mi sdraiai a letto e mi misi a pensare, i miei pensieri si soffermarono sul bellissimo conte di Fersen il quale mi sarebbe molto piaciuto rivedere al più presto , su mia sorella, sulla strana storia del colonnello Oscar e sul suo attendente .
Continuavo a pensare e a riflettere, inconsapevole del fatto che le nostre vite si sarebbero presto intrecciate.

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Capitolo 2
*** Una richiesta inaspettata ***


Mi svegliai e mi guardai intorno, notando con immensa gioia che non era stato tutto un sogno come avevo pensato in un primo momento, era tutto reale, mi trovavo veramente in Francia da mia sorella.
Mi alzai e andai a guardare fuori da una delle finestre della mia camera che davano sul bellissimo giardino di Versailles e notai che mia sorella stava passeggiando in compagnia di alcune dame, così mi vestii velocemente per raggiungerle.
Attraversai velocemente i lunghi corridoi del palazzo e mi diressi in giardino.
Cercavo con lo sguardo mia sorella per raggiungerla e quando la trovai iniziai ad andare velocemente verso la sua direzione senza accorgermi delle persone intorno a me.
In quel momento urtai contro un giovane e mi cadde a terra  il ventaglio, lui si girò verso di me e  raccolse il mio ventaglio restituendomelo cortesemente
"Oh conte di Fersen, vi prego di perdonarmi, non vi avevo visto, spero di non avervi fatto male"
"Rincuoratevi Madame, non mi avete recato alcun dolore"
Mi sorrise e io ricambiai.
"Spero che voi possiate deliziarmi della vostra compagnia e accettare di fare una passeggiata con me nei meravigliosi giardini di Versailles"
La sua proposta giunse inaspettata e io ,felice, accettai immediatamente.
Mentre passeggiavamo notai delle rose rosse ma una tra tutte mi piacque in particolar modo così,volendo metterla in un vaso nella mia stanza, mi chinai per prenderla ma il conte mi fermò
"Aspettate, la colgo io per voi, non vorrei mai che vi pungeste con una spina"
"Vi ringrazio"
Mi diede la rosa e io guardandola dissi "Non pensate che sia davvero bellissima?"
ed egli mi rispose "Questo non lo metto in dubbio, ma penso che non sia bella tanto quanto voi Elisabeth"
Lo ringraziai e il mio cuore, gioioso, iniziò a battere sempre più forte
"Elisabeth, spero che vogliate scusarmi ma, purtroppo, debbo ritirarmi nei miei alloggi"
"Spero di rivedervi al più presto conte"
"Perchè non questa sera? Potreste essere tanto gentile da deliziarmi della vostra compagnia venendo con me all'operà"
Un'altra proposta inaspettata, questa volta mi colse impreparata poichè non potevo immaginare se questo avrebbe recato fastidio a mia sorella, tuttavia decisi di accettare egoisticamente e lasciai il conte con la promessa di rivederlo quella sera stessa.
Affaticata, decisi di rientrare a palazzo e mentre mi dirigevo all'entrata sentii due dame conversare tra loro
"Avete visto il conte di Fersen? Non gli è bastato conquistare il cuore della regina, adesso vorrebbe possedere anche quello della sorella"
"Ma vedete contessa, è un giovane tanto affascinante, penso che chiunque possa rimanere colpita da cotanta bellezza"
"Su questo non posso darvi torto marchesa"
Cosa udirono le mie orecchie, rimasi sconvolta.
Non pensavo che circolassero queste voci a palazzo, così mia sorella era innamorata del bellissimo conte di Fersen.
Mi sentivo spaesata, non avrei mai potuto immaginare una cosa del genere e non riuscivo ad immaginare quale sarebbe dovuto essere il comportamento più appropriato da tenere in queste circostanze.
Mentre ero assorta dai miei pensieri incrociai mia sorella che mi chiese di unirmi a lei per il pranzo, così accettai l'invito e trascorsi ore piacevoli in sua compagnia
Tuttavia mi chiese improvvisamente
"Elisabeth, perchè non vi unite a noi questa sera? Io e la contessa abbiamo deciso di andare ad un ballo in maschera, vedrete sarà divertente"
Non sapendo quale fosse il modo più appropriato per declinare l'invito decisi di essere sincera nei suoi confronti, così le risposi "Vi ringrazio tanto per l'invito, cara sorella, ma purtroppo ho già accettato quello del conte di Fersen per andare all'operà"
"Ah capisco, non vi preoccupate, sarà per un'altra volta"
Nonostante la sua risposta notai che il viso di mia sorella si fece improvvisamente cupo e io intuii il perchè, pensai che in questo momento la mia presenza la potesse infastidire, così decisi di tornare nella mia stanza per potermi riposare un pò prima di iniziare a prepararmi per andare all'operà.
Il pomeriggio trascorse velocemente e io dovetti iniziare a prepararmi.
Una carrozza mi venne a prendere, il conte di Fersen , da gentiluomo, scese e mi prese la mano aiutandomi a salire.
"Cara Elisabeth, spero che vi divertiate questa sera"
"Sono sicura che sarà così conte"
"Questa potrebbe essere una possibilità per conoscervi meglio, cosa che mi fa un immenso piacere"
"Il piacere è tutto mio "
Lo spettacolo fu molto interessante e la serata passò piacevolmente.
Salimmo in carrozza e durante il viaggio di ritorno commentammo lo spettacolo appena visto.
Il conte di Fersen mi sembrò molto informato su molte delle tematiche affrontate nello spettacolo il che colpì la mia attenzione
"Noto con piacere che siete molto informato a riguardo"
"Sono tante le cose che ancora non conoscete di me Madame, ma spero che riuscirete a conoscermi bene e al più presto"
Detto ciò mi prese la mano e il mio cuore iniziò a scalpitare.
Che iniziasse ad interessarsi a me? Questo non poteva che rendermi felice.
Tornai al palazzo a tarda notte, scesi dalla carrozza e salutai cortesemente il conte di Fersen.Alzai uno sguardo per ammirare la bellezza del palazzo la notte e notai che mia sorella ci stava osservando da una delle finestre, la cosa mi stupì molto ma decisi di far finta di non averla vista ed entrai nel palazzo, ma con mia grande sorpresa la incrociai nel corridoio.
"Bentornata Elisabeth, vi siete divertita all'operà?"
"Molto, è stato uno spettacolo alquanto interessante. Ma ditemi, voi non avete più preso parte al ballo in maschera nel quale mi avevate invitato?"
"Si ma purtroppo la contessa di Polignac, mia accompagnatrice, ha avuto un lieve malore e siamo rientrate prima del previsto"
"Spero sia stata una cosa di poco conto"
"Ma certo, non preoccupatevi, Elisabeth, la contessa adesso stà riposando nei suoi appartamenti"
"Ne sono felice"
"Avrei bisogno di parlarvi in privato se me lo concedete"
"Ma certo, quando preferite"
"E' una questione molto delicata e se permettete vorrei rubarvi qualche minuto in questo istante"
"Ma certo, entriamo nella mia stanza"
Entrammo nella  stanza.
Questo comportamento da parte di mia sorella mi parve alquanto strano e insolito ma io potevo intuire perfettamente quale sarebbe stato l'argomento del nostro discorso : il conte di Fersen.
Si avvicinò alla finestra e guardando fuori mi iniziò a parlare mostrandomi le spalle.
"Vedi Elisabeth, io e il conte di Fersen siamo buoni, anzi, ottimi amici direi.."
Non le diedi il tempo di finire la frase e le dissi "Spero che non ti dispiaccia che io e il conte siamo entrati in confidenza, non era mia intenzione recarti qualche fastidio"
"Oh no, non temete, e che se lui dovesse causarvi qualche dolore non me lo perdonerei e credo che la nostra amicizia potrebbe anche terminare, perciò penso che voi possiate comprendere benissimo il motivo per il quale io vi debbo domandare di non frequentarlo in privato"
La proposta di mia sorella mi colse impreparata, non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto, dunque le voci che avevo sentito a palazzo erano vere.
Adesso avrei dovuto fare una scelta : continuare a frequentare il conte contro il volere di mia sorella o non vederlo più per il bene di quest'ultima.

Qualsiasi cosa io avessi deciso di fare mi avebbe recato dolore poichè  provo per il conte un sentimento di sincero affetto e sapere che tra noi non potrebbe mai accadere nulla mi rattrista, anzi oserei dire che il solo pensiero mi affligge, ma devo pensare che la proposta mi è stata fatta da mia sorella, colei con la quale ho condiviso la mia infanzia.

La testa mi scoppiava, cosa avrei potuto fare?

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Capitolo 3
*** Parole dette al vento ***


Guardai mia sorella un pò incerta, ancora non riuscivo a credere che una tale domanda mi fosse stata posta proprio da lei.
"Spero che voi non stiate parlando sul serio, cara sorella, sapete benissimo che non potrei fare niente che possa recare danno alla vostra persona, nè alla vostra amicizia con il conte"
"Oh, questo non lo metto in dubbio, Elisabeth, ma sapete molto spesso accade tutto troppo in fretta e prima che possiate rendervene conto vi troverete coinvolta con Fersen più di quanto voi pensiate. Mi rendo perfettamente conto che la mia proposta possa sembrare assurda ma credetemi, non lo è"
"Non ne siate tanto sicura, riesco a comprendere benissimo le vostre motivazioni ma spero che voi possiate comprendere le mie con altrettanta clemenza, ciò che stò per dirvi vi turberà e non poco ma non vorrei fare promesse che poi non sarei in grado di mantenere, perciò vi chiedo di accettare con benevolenza la mia amicizia con il conte e vi garantisco fin da adesso che questa nostra amicizia non influirà in alcun modo con la vostra e quella di quest'ultimo"
"Spero che sia come voi dite, Elisabeth, perchè se dovessero incrinarsi i miei rapporti con il conte a causa vostra non potrei mai perdonarvelo, adesso vogliate scusarmi ma preferirei ritirarmi nei miei alloggi"
Si avvicinò alla porta e prima di uscire mi disse queste parole lanciandomi uno sguardo intimidatorio
"Vi prego di non dimenticarvi mai della discussione avvenuta questa notte"
Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere poichè rimasi sola nella stanza prima ancora di aver avuto il tempo di pensare ad un possibile responso. Il mattino seguente mi svegliai a tarda mattinata ancora frastornata dagli avvenimenti della sera precedente, speravo che fosse tutto un sogno o peggio ancora un incubo poichè i sogni sono gradevoli e la conversazione di ieri sera fu tutt'altro che lieta. Mi preparai e decisi di andare a fare una passeggiata nel giardino per alleggerire le mie pene rilassandomi in mezzo alla natura. L'ultima persona che vorrei incontrare oggi è proprio mia sorella; che pensiero bizzarro, sono venuta fino in Francia per trascorrere il mio tempo con lei e adesso cerco in tutti i modi di evitarla. Percorrevo i corridoi del palazzo quando sentii dei passi avvicinarsi : erano il colonnello Oscar e il suo attendente. Mi salutarono facendo una riverenza ma si congedarono molto velocemente. In questo momento avrei bisogno di una persona amica con cui potermi confidare poichè mi servirebbe molto parlare con qualcuno e magari ricevere qualche consiglio su come avrei dovuto comportarmi. Tentai di trattenere madamigella Oscar, la compagnia di qualcuno mi avrebbe fatto bene.
"Perdonatemi madamigella.."
Si fermò all'improvviso e si voltò verso di me "Avete bisogno di qualcosa, principessa?"
"Oh, di nulla in particolare in realtà, vorrei chiedervi, piuttosto, di poter soddisfare un mio capriccio. E' una cosa di poco conto, ma mi domandavo se foste così gentile da accompagnarmi a fare una passeggiata a cavallo"
"Vedete principessa, con rammarico debbo rifiutare il vostro invito poichè sono attesa da sua Maestà per un udienza privata"
"Ah capisco. Spero di non avervi fatto perdere troppo tempo e perdonatemi se vi ho recato disturbo"
"Oh nessun disturbo, spero di potervi accompagnare un'altra volta principessa. Adesso vogliate scusarmi"
Lei e il suo attendente si allontanarono rapidamente e io rimasi sola con me stessa, sola con i miei pensieri. Mi diressi in giardino come avevo progettato prima del loro incontro, così, sola con me stessa, la mia mente ritornava agli avvenimenti avvenuti la sera prima, non potevo farne a meno, il mio era un pensiero fisso. Mia sorella era davvero innamorata e non riesco a capacitarmi del fatto che non me ne sia accorta prima. Forse, avrei potuto notare il modo in cui lo guarda, il suo sguardo non passa certo inosservato,adesso me ne sono accorta anch'io ,ma prima i miei occhi ingenui non potevano notare nulla se non il fascino del conte. Ero immersa nei miei pensieri quando due voci conosciute mi riportarono alla mia triste realtà: erano il colonnello Oscar e il suo fedele attendente
"Precedimi a casa Andrè, io ho una faccenda da sbrigare per volere di sua Maestà la Regina"
"Come preferisci Oscar"
Madamigella Oscar salì in sella al suo destriero e si allontanò rapidamente. Io, non sapendo come comportarmi, decisi di rimanere in silenzio facendo finta di non essermi accorta del loro arrivo. Notai tutta la scena da dietro una siepe, dietro la quale finii casualmente. Notai lo sguardo dell'attendente perso nel vuoto, l'aveva guardata allontanarsi dai cancelli della reggia e nonostante l'assenza della giovane lui continuava a fissare in quella direzione, come se i suoi pensieri stessero vagando.
"Conosco quello sguardo Oscar, la regina deve averti chiesto di andare da Fersen per portargli un messaggio e tu, ligia ai tuoi doveri, hai accettato, come sempre. Percepisco la tua sofferenza Oscar perchè è la stessa sofferenza che accompagna me tutti i giorni pensando che i tuoi pensieri sono rivolti ad un altro uomo"
Il giovane salì in sella al suo cavallo e,come fece lei pochi minuti prima, si allontanò lentamente. Udii quelle parole incidentalmente. Parole che per il giovane attendente erano state dette al vento, non pensando che mai qualcuno le avesse potute udire. Ero venuta inconsapevolmente a conoscenza dei suoi sentimenti, ma decisi che avrei mantenuto il segreto e che mai lo avrei rivelato a qualcuno. Mi diressi nella mia stanza disorientata. Dopo pochi giorni dal mio arrivo ero venuta a conoscenza dei tanti segreti che si celavano tra le mura di Versailles.

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Capitolo 4
*** L'ennesima delusione ***


Che giornata bizzarra quella di oggi, e pensare che ancora non è finita.
Mi rifugiai nella mia camera continuando a riflettere a ciò che era accaduto pochi minuti prima nel giardino del palazzo.
Se non avessi udito quelle parole con le mie orecchie non avrei mai potuto intuire che lui fosse innamorato di lei.
Oh certo, non avrei mai potuto capirlo, non so nulla di loro in realtà e  continuerò a non sapere nulla su nessuno se continuo a rimanere confinata nella mia stanza.
Decisi di andare a parlare con mia sorella, solo così avrei potuto sapere se le cose tra noi da adesso in poi sarebbero cambiate, perchè è questo che mi turbava maggiormente.
Mi diressi nei suoi appartamenti e bussai alla porta ma non mi rispose nessuno, fortunatamente nel corridoio incontrai Colette, la sua cameriera, che mi informò cortesemente che mia sorella si trovava al piano superiore insieme alla contessa di Polignac, sua amica fidata.
La ringraziai e mi diressi da loro, se ci fosse stata anche la contessa sarebbe stato meno imbarazzante per entrambe a mio avviso.
Giunsi difronte alla porta della stanza, alzai il braccio per bussare quando all'improvviso sentii pronunciare il mio nome.
Mi voltai credendo di trovare qualcuno alle mie spalle ma non vidi nessuno, dopo qualche secondo sentii la voce di mia sorella, sembrava in collera.
Che avesse litigato con la contessa? Mi misi ad origliare pur sapendo che quello non era il comportamento che tanto si addice ad una principessa.
"Vedete contessa, io ho provato a parlarne con Elisabeth ma pare che a lei stia molto a cuore l'amicizia del conte"
"Se mi permettete, Maestà, vi consiglierei di provare a parlarne direttamente con il conte di Fersen"
"Oh contessa sapete benissimo che non potrei mai domandargli nulla del genere, non riuscirei ad essere tanto sfrontata"
"Se fossi in voi, Maestà, proverei a far risaltare le caratteristiche negative di vostra sorella ai suoi occhi"
"Contessa, mi meraviglio di voi! Come potete pensare che io possa fare una cosa tanto ignobile nei confronti di mia sorella"
"Perdonatemi Maestà, ma ritengo che in guerra e in amore tutto sia lecito e se fossi in voi utilizzerei ogni mezzo per mantenere vivo l'interesse che il conte dimostra nei vostri confronti"
"Forse avete ragione voi"
Fu un colpo al cuore udire queste ultime parole pronunciate da mia sorella.
Non riuscivo a credere che proprio lei potesse ordire alle mie spalle un piano tanto malvagio, no, non può essere vero.
E' mai possibile che per un uomo lei sia disposta ad arrivare a tanto?
"Siete riuscita a trovare vostra sorella, madame?"
Una voce interruppe i miei pensieri
"Oh Colette, siete voi, a dire il vero sono passata prima a rinfrescarmi nella mia camera avendo così perso del tempo"
Rimase in silenzio, così pensai che toccasse a me parlare dinuovo
"Era, dunque, questa la stanza che mi avevate indicato?"
"Si madame"
"Vi ringrazio, ma adesso vogliate scusarmi, desidero raggiungere mia sorella e la contessa"
Detto questo bussai.
Bussai come avrei dovuto fare prima, prima di sentire la loro conversazione.
Da dietro la porta sentii la voce di mia sorella che mi invitava ad entrare
"Oh, sorella cara, siete voi!Sono felice che voi siate venuta a farmi visita di prima mattina, qualcosa in particolare vi ha condotto da me prima del consueto?"
"Oh no, nulla di particolare in realtà, avevo il desiderio di trascorrere un pò di tempo in compagnia e ho pensato di raggiungervi"
"Avete fatto bene a venire da me, accomodatevi"
Mi sedetti vicino a loro e iniziammo a parlare, è incredibile con quanta facilità mia sorella sia riuscita a cambiare umore, debbo ammettere che riesce a mascherare molto bene i suoi sentimenti quando le è più convenievole.
Trascorsi qualche ora in loro compagnia quando bussarono alla porta, era Colette:
"Perdonatemi Maestà ma il conte di Fersen è quì fuori che.."
non le diede il tempo di finire la frase che subito le rispose
"Molto bene, ditegli che lo raggiungerò subito" ma Colette disse incerta
"Veramente il conte ha chiesto di vostra sorella Maestà ed io, sapendo che fosse venuta quì, sono venuta ad avvisarla"
Una gioia immensa mi pervase, era venuto per me, non per lei, mai notizia mi fu più soave.
Riuscii a leggere nei suoi occhi la delusione, sentimento che subito si trasformò in rabbia nei miei confronti ma non mi feci turbare da un simile comportamento, se per mia sorella era una guerra io non gliel'avrei lasciata vincere tanto facilmente, non dopo le parole maligne udite poco fa.
"Dite al conte di Fersen che lo raggiungerò immediatamente"
"Si madame"
Colette si allontanò per portare il mio messaggio al conte ed io,dopo aver salutato cortesemente mia sorella e la contessa, la raggiunsi.
Mi stavo incamminando per raggiungerlo e ad ogni passo percorso la mia felicità accresceva.
Ed eccolo lì, in piedi ad aspettarmi, più radioso che mai.
"Conte di Fersen, è un piacere rivedervi così presto"
"Sono passato a salutarvi madame, dopo la bella serata di ieri trascorsa in vostra compagnia il desiderio di rivedervi fu tale da condurmi da voi di prima mattina"
"Ne sono lusingata conte"
"Quest'oggi sono venuto a proporvi di fare una passeggiata a cavallo "
"Che magnifica idea avete avuto"
Ci dirigemmo verso le scuderie dove uno scudiero mi affidò un bellissimo cavallo dal manto bianco
Il conte mi aiutò a salire e quando le sue mani toccarono le mie un brivido mi percorse lungo la schiena
Ci spostavamo lentamente, sotto l'azzurro del cielo sereno, solo io e lui.
Che iniziasse ad interessarsi a me? Chissà, magari sarei riuscita a trovare un pò di spazio per me nel suo cuore e,forse, con il tempo sarei riuscita a cancellare definitivamente mia sorella dai suoi pensieri.
"Elisabeth, mi stavo domandando se vi facesse piacere farmi da accompagnatrice per il ballo di questa sera, sempre se non avete già un altro cavaliere"
"Ma certo conte, ne sarei molto lieta"
Per ora di pranzo ci lasciammo, con la promessa di rivederci quella sera stessa, proprio come il giorno prima.
Trascorsi il pomeriggio preparandomi per il ballo di questa sera, certo potrebbe sembrare esagerato ma il mio desiderio più grande era quello di incantare il conte tanto quanto lui era riuscito ad incantare me.
Arrivò a prendermi la sua carrozza, finalmente.
Passerò la serata a ballare tra le sue braccia, sembra quasi un sogno.. si, un sogno che si avvera.
Molte delle ragazze presenti in sala mi guardano incuriosite, altre con invida, prendere parte al ballo con il conte era il desiderio comune a molte fanciulle a quanto pare.
All'improvviso tutti parvero incantati da qualcosa, o da qualcuno.
Ancora non riuscivo a vedere bene, così mi feci spazio tra la folla.
Che avesse preso parte al ballo anche mia sorella?
Lo avrei scoperto tra poco.

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Capitolo 5
*** Il ballo ***


Guardai meravigliata quella fanciulla dai bellissimi capelli biondi.
No, non era mia sorella ma non saprei dire chi fosse, non l'avevo mai vista prima d'ora
Tutti ne parvero incantati, anche il mio amato accompagnatore non riusciva a distogliere lo sguardo da quello della giovane.
"Perdonatemi, spero che non vi offendiate ma desidererei ballare con quella fanciulla se me lo concedete"
"Ma certo conte, fate pure, non sarò certo io a fermarvi"
Tentai di non apparire tanto adirata, come aveva potuto trattarmi in questo modo, è inconcepibile
Certo, la serata non stava procedendo nel modo in cui avevo sperato, adesso c'era lei stretta fra le sue braccia, non io.
Li guardavo da lontano tentando di trattenere le lacrime ma più li vedevo ballare insieme, più mi diventava difficile trattenerle
Mi affrettai ad allontanarmi dalla sala, mai avrei voluto mostrarmi in pubblico lacrimante.
Scesi rapidamente le scale e mi rifugiai in una stanza isolata al piano inferiore dove, finalmente sola, potei lasciar le mie lacrime rigarmi il viso
L'immagine di loro due mi riaffiora nella mente, mi sento afflitta e delusa.
L'uomo che fino ad un attimo prima mi sembrava l'ideale adesso mi sembra comune a tutti, poter conquistare il cuore di una giovane tanto affascinante deve renderlo molto fiero di sè.
No, sto mentendo, sto mentendo a me stessa.
Per quanto mi sforzi di pensare al contrario lui rimane sempre nel mio cuore e nei miei pensieri.
Però fa male, sento un dolore al petto, come se una lama mi avesse trafitto il cuore.
Già, sembra che questo amore mi porti più sofferenza che gioia.
Guardai fuori dalla finestra e cercai di distrarmi contemplando il paesaggio, ma sembra che nemmeno questo riesca a scacciare dalla mia mente lo spiacevole avvenimento.
Sotto al chiaro di luna vidi una ragazza di spalle , dal lungo vestito bianco mosso dal vento, reggersi con le mani su una fontana presente nel giardino.
Anche lei deve avere il cuore infranto, come il mio, non riuscirei a trovare un' altra spiegazione per la sua solitudine.
Era abbattuta, lo notai dal suo sguardo quando si voltò.
Io riuscivo a vedere lei ma lei non poteva vedere me e in lei riuscivo a vedere la mia sofferenza.
Lasciava che il vento le scompigliasse i capelli, i suoi bellissimi capelli biondi.
La rividi ballare con Fersen nei miei ricordi e mi domandai il motivo che l'avesse condotta ad abbandonare il ballo così presto.
Salì su una carrozza e si allontanò nell'oscurità della notte.
Mi ricomposi e decisi di tornare in sala, Fersen si starà domandando il motivo della mia assenza,forse.
Lo cercai tra tutti i presenti e lo trovai in un angolo a sorseggiare del vino in solitudine.
Mi avvicinai.
"Elisabeth, debbo porvi le mie più sentite scuse, non ho tenuto un comportamento che si addice ad un gentiluomo e di questo me ne vergogno, non è da me abbandonare la mia accompagnatrice e ballare con un'altra dama, è stato davvero imperdonabile da parte mia, ma spero che possiate ugualmente accettare le mie scuse"
Sembrava sincero, ma questo non poteva cancellare ciò che aveva fatto.
Tuttavia decisi di accettare le sue scuse e di non portargli rancore anche se non avrei dimenticato questo avvenimento tanto repentinamente.
Durante il viaggio di ritorno alla reggia, tra noi regnò il silenzio.
Quando fui finalmente sola nella mia stanza piansi ancora e mi addormentai, stremata, tra una lacrima e l'altra.

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Capitolo 6
*** Uno strano incontro ***


E' trascorsa una settimana da quella sera e da allora non ho più avuto il piacere di trascorrere il mio tempo con lui.
Fersen è sparito dalla mia vita e da quella di mia sorella.
Oh se solo bastasse questo per farci riappacificare, sarebbe tutto più semplice e invece questa situazione sembra rendermi più detestabile agli occhi di mia sorella poichè sono considerata la causa dell'assenza di Fersen alla reggia.
Odio me stessa per essermi intromessa tra loro, odio me stessa poichè continuo ad amarlo nonostante tutto.
Mi ritrovo a girovagare nei giardini della reggia, come d'abitudine, sola e in cerca di compagnia.
Così, mi parve di scorgere da lontano un uomo accanto ad un albero in attesa di qualcosa, o qualcuno.
Fersen, Fersen era tornato per me, avrei potuto rivederlo e dargli una possibilità per riuscire a cancellare definitivamente il mio risentimento nei suoi confronti.
Si, gli avrei dato una possibilità per potersi riscattare ai miei occhi, questo potevo concederglielo.
Mi avvicinai e ogni passo mosso verso la sua direzione faceva accrescere la mia ilarità.
Mi fermai di colpo, ebbi un abbaglio.
Non era il mio amato conte svedese, no.
Era l'attendente di madamigella Oscar, Andrè.
Era fermo affianco al suo cavallo, forse la stava aspettando.
Infatti, lei non tardò ad arrivare, eppure tra i due mi sembrava cambiato qualcosa.
Mi era solito scorgere una sorta di complicità nei loro sguardi, due amici più uniti che mai, eppure adesso erano uno in piedi difronte all'altro e mi parve di scorgere dell'imbarazzo.
"Andrè.."
"Si?"
"In attesa di assumere il nuovo incarico vado nella villa di famiglia in Normandia. D'ora in avanti non dovrai più occuparti di me"
"Bene"
Lui abbassò la testa, riuscivo a scorgere la tristezza nei suoi occhi.
"E per quello che è accaduto l'altra sera non cel'ho con te, comunque preferisco dimenticare"
Lo sguardo di madamigella Oscar mi parve freddo ma la sua anima mi sembrava afflitta, qualcosa la tormentava.
Non si salutarono nemmeno, lei fuggì a cavallo e lui continuò a guardarla mentre si allontanava, sempre di più, fino a che non scomparve definitivamente dalla sua vista.
Cosa sarà mai accaduto tra di loro da condurli a rompere così un'amicizia che dura da molti anni?
Credo che se lui fosse stato solo e non in un luogo pubblico adesso il suo volto sarebbe cosparso di lacrime amare.
Adesso era solo, come me.
Forse avrei potuto aiutarlo, a volte parlare con qualcuno riesce ad alleggerire le nostre pene, e se non avesse voluto dire niente avrei parlato io per tutti e due, dando delle risposte a ciò che non avrebbe osato domandarmi.
Lo raggiunsi.
"Sono lieta di potervi rivedere, Andrè"
Lui si voltò di scatto, non mi aveva sentito arrivare.
Chissà, forse stava pensando ancora a lei.
"Buon giorno principessa"
Si inchinò e mi baciò la mano.
"State aspettando qualcuno?"
"Oh no, Oscar è appena andata via, la stavo giusto per raggiungere"
"Mi farebbe piacere conversare un pò con voi se non vi dispiace"
"Sarò lieto di ascoltarvi, madame"
Iniziammo a passeggiare.
"Vedete è da qualche tempo che mi sento piuttosto sola dopo un fatto increscioso accaduto al ballo avvenuto una settimana fa"
Non rispose.
Fisicamente era con me, ma la sua mente stava vagando.
"Ero in compagnia del conte di Fersen quando.."
Si fermò improvvisamente, come se fosse a conoscenza di ciò che gli stavo per dire.
"Oh perdonatemi principessa mi era parso di scorgere qualcosa in lontananza, mi sarò sbagliato, continuate pure se volete"
"Stavo dicendo? Ah adesso ricordo, ero in compagnia del conte di Fersen quando una giovane alquanto affascinante riuscì ad attirare la sua attenzione. Attirò l'attenzione di tutti in realtà poichè era di una bellezza straordinaria."
Rimase in silenzio
"Mi parve di riconoscere in lei dei tratti comuni a quelli di madamigella Oscar"
"Vedete principessa, Oscar fin da quando era bambina è sempre stata educata come un uomo e tutt'ora continua a comportarsi come se lo fosse, dubuito che quella fanciulla fosse lei"
Tentò di proteggerla, ma io sapevo che quella giovane era proprio lei.
Per giorni ho avuto questo dubbio e adesso riuscii ad averne la conferma.
Purtroppo è stato il comportamento del suo attendente a tradirla, per quanto si sforzasse di farmi credere il contrario il suo atteggiamento mi rivelò la verità.
"State tranquillo, non potrei mai credere che madamigella Oscar abbia preso parte ad un ballo vestita da donna, sarebbe stata riconosciuta almeno dal conte di Fersen, da quanto mi è parso di capire sono amici da molti anni ormai"
So che avrebbe voluto smentirmi ma non lo fece, non potè farlo.
"E' da tanto che siete al servizio della famiglia Jarjayes?"
"Da vent'anni"
"Oh è davvero molto tempo, dunque conoscete molto bene madamigella Oscar"
"Vedete io sono cresciuto insieme a lei"
"E nutrite un profondo affetto per lei, non è vero?"
Si fermò di colpo.
"Vedete madame, io .. "
Ci pensò un pò su, poi disse
"Sono legato a lei da una profonda amicizia"
Decisi di non andare oltre, non era tenuto a confidarmi i suoi segreti.
Ero come una sconosciuta per lui, come potevo prefendere che si confidasse con me?
Una principessa non dovrebbe essere tanto sfacciata.
"Perdonatemi, non era mia intenzione mettervi in imbarazzo"
"Non vi preoccupate madame"
"Bene, spero che vogliate perdonarmi ma preferirei ritirarmi nei miei alloggi, mi ha fatto piacere parlare con voi"
"Il piacere è stato mio principessa"
Mi allontanai lasciandolo solo, solo con il suo dolore.
Non credo di essere la persona più indicata per aiutarlo a reprimere le sue pene d'amore, anche se so bene cosa si prova.
In lui riuscii a rispecchiare il mio stato d'animo.
Per quanto ancora mi sentirò afflitta?
Riuscirò mai a trovare pace?
No, non se continuerò a rimanere quì in Francia, così vicina a lui ..eppure così lontana.
Iniziai a valutare l'idea di tornare in Austria prima del previsto.
Forse, con il tempo sarei riuscita a dimenticarlo.

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Capitolo 7
*** L'addio ***


Mi diressi negli appartamenti di mia sorella, le avrei comunicato la mia decisione all'istante.
Bussai e sentii la sua voce che mi invitava ad entrare.
Non sembrò farle piacere ricevere una mia visita, come avrebbe potuto, si sentiva minacciata dalla mia presenza, le potevo portare via il suo amato da un momento all'altro.
"Oh Elisabeth, qual buon vento vi porta quì?"
"Vedete ho riflettuto parecchio e sono giunta alla conclusione che forse è meglio che io torni in Austria prima del previsto"
"Mi rincresce molto ciò che mi avete appena detto, credetemi"
"Oh non lo metto in dubbio e spero che voi non mi portiate ancora rancore per ciò che è accaduto tra di noi"
"Non potrei mai, siete pur sempre mia sorella"
In cuor mio sperai che le parole appena udite siano sincere
"E' mia intenzione partire al più presto, oggi stesso magari"
"Non affrettate le cose, cara sorella, potreste prolungare la vostra permanenza quì alla reggia almeno fino a domani"
"Credo che abbiate ragione, farò come voi dite, in modo tale da riuscire a prepararmi con calma e magari riuscire a salutare madamigella Oscar e il conte di Fersen "
"Perfetto allora, manderò Colette nella vostra stanza tra poco, si occuperà lei dei vostri bagagli"
"Vi ringrazio molto"
Spero che la mia partenza riesca a cancellare tutto il rancore di mia sorella nei miei confronti, non potrei sopportare l'idea di saperla adirata con me nonostante la mia assenza.
Mi congedai al più presto da mia sorella e chiesi ad una cameriera di far preparare una carrozza, avevo l'intenzione di salutare madamigella Oscar e il conte di Fersen.
Da chi mi sarei diretta per prima?
Da madamigella Oscar, così il ricordo di Fersen mi sarebbe rimasto maggiormente impresso nella mente se lo avessi salutato per ultimo.
Raggiunsi la sua dimora e venni accolta dalla vecchia governante la quale, dopo avermi fatto accomodare in casa, mi disse che madamigella Oscar si trovava nella villa di famiglia in Normandia e che a causa di ciò non avrei potuto salutarla, cosa che mi dispiacque e non poco.
Decisi, quindi, di lasciare il suo palazzo per dirigermi da Fersen, ma mentre stavo per salire sulla mia carrozza vidi Andrè a cavallo entrare dal cancello
"Andrè, sono felice di avervi trovato in casa"
"Principessa, è un piacere rivedervi così presto"
Scese dal cavallo e si avvicinò a me
"Potrei passeggiare ancora un pò insieme a voi, Andrè?"
"Ma certo principessa"
Camminammo nei dintorni del palazzo, fino a giungere vicino ad un fiume.
Potevo vedere le nostre immagini riflettersi nell'acqua cristallina.
"Debbo partire, Andrè, e sono venuta a salutarvi"
"Oh, debbo ammettere che la vostra notizia mi giunge inaspettata, principessa"
"Vedete, ho preso questa decisione poco fa, dopo avervi lasciato alla reggia"
Rimase in silenzio
"Mi rincresce molto non riuscire a salutare madamigella Oscar, mi avrebbe fatto molto piacere rivederla prima della partenza"
"Sono sicuro che sia così anche per Oscar, madame"
"Credo che oggi sia l'ultima volta che ho il piacere di vedervi, Andrè. Se non vi dispiace vorrei darvi un consiglio"
"Dite pure, principessa"
"Voi dovete dirle tutto, Andrè"
"Scusate ma credo di non seguirvi"
"Leggo nei vostri occhi una profonda sofferenza.. voi l'amate, dico bene?"
Rimase in silenzio, ancora.
La domanda gli giunse inaspettata, me ne accorsi dall'espressione sorpresa che fece.
"Più volte mi avete dato motivo di pensare che voi siate innamorato profondamente di madamigella Oscar e credo proprio di non sbagliarmi"
"Vedete io .."
"Oh non giustificatevi Andrè, io non sono la persona più adatta per giudicarvi"
Abbassò lo sguardo, mortificato
"Vedete io ho deciso di allontanarmi dalla Francia per amore, la mia partenza è giunta inaspettata tanto a voi quanto a me. Erroneamente, mi sono innamorata di colui che appartiene già ad un' altra, perciò non mi resta altro da fare che scappare"
"Scappare non serve a nulla, credetemi. Oh se solo servisse questo, io sarei già scappato tanto tempo fa"
"In voi, Andrè, riesco a rispecchiare la mia stessa sofferenza.Siete molto caro con me, ma nonostante tutto non posso cambiare i miei piani."
"Capisco"
"E' stato un piacere trascorrere del tempo in vostra compagnia, ma adesso debbo proprio andare. Addio Andrè, e vi prego di ricordare bene tutto ciò che vi ho detto"
"Certo principessa"
Mi allontanai lasciandolo lì da solo.
Mi voltai per osservarlo un ultima volta prima di andare.
Si era seduto sull'erba e continuava a fissare l'acqua del fiume, chissà, forse lei era dinuovo nei suoi pensieri.
Potrebbero avere una vita felice se solo potessero amarsi.
Perchè deve essere sempre tutto così difficile?
Spero con tutto il cuore che almeno la loro amicizia possa tornare come prima.
Adesso mi restava solo una cosa da fare : dire addio all'uomo che amo con tutta me stessa e che, sono sicura, non avrei dimenticato tanto facilmente.

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Capitolo 8
*** La partenza ***


Mi trovavo nella carrozza in viaggio verso il palazzo del conte di Fersen.
Tuttavia , il percorso fu molto breve e dopo pochi minuti arrivai a destinazione.
Venni accolta da un maggiordomo che mi fece accomodare nel vistoso salotto della sua abitazione.
"Se volete scusarmi, principessa, vado ad avvisare il conte della vostra visita"
"Vi ringrazio"
Poco dopo, sentii dei passi provenire dal corridoio avvicinarsi sempre di più verso la stanza nella quale mi trovavo.
Iniziai ad agitarmi, cosa avrei potuto dirgli?
Come avrei giustificato il motivo della mia partenza se solo me lo avesse domandato?
Non avrei certo potuto dirgli la verità.
La porta si aprì:
"Oh Elisabeth, che gioia rivedervi!"
"Salve conte"
"E' da diverso tempo che non ho più avuto piacere di trascorrere il mio tempo con voi, mi fa piacere vedere che state bene"
"Vi ringrazio e mi fa piacere vedere che anche per voi è lo stesso"
"Si, io godo di ottima salute. Ma vi prego, accomodatevi. Gradite qualcosa da bere?"
"No, vi ringrazio. In realtà la mia sarà una visita breve. Vedete io sono solo venuta a salutarvi, conte di Fersen, poichè ho deciso di tornare in Austria"
"Come!? .. Oh scusatemi se ho alzato troppo la voce, ma ciò che ho udito mi ha colto di sorpresa, non vorrei che voi avesse deciso di partire a causa mia .. per il comportamento inappropriato che ho tenuto al ballo"
"Oh no, state pure tranquillo conte, la mia partenza è dovuta ad altro in realtà, ma per nulla che abbia a che fare con voi, non allarmatevi"
"Sono felice che non sia a causa mia, ma mi rattrista molto non potervi più vedere per chissà quanto tempo, non c'è proprio modo per convincervi a restare?"
Chiedetemi di restare, Fersen, basta solo questo e io resterei, perchè me lo avete domandato voi.
Non ho il coraggio di dirvelo, non potrei mai, ma nonostante questo in cuor mio spero che voi riusciate ad intuire i miei pensieri
"Credo proprio di no, conte"
"Mi addolora molto, ma se è così non insisto"
Mi rattristò molto udire queste ultime parole, furono un colpo al cuore.
Non fece altro per trattenermi, solo una frase di circostanza.
Già .. gli sarei mancata davvero poco.
Trascorsi piacevolmente le ultime ore in sua compagnia e, a malincuore, mi ritirai alla reggia per ora di pranzo.
Mia sorella aveva gentilmente organizzato un banchetto per la mia partenza, così avrei potuto salutare tutti gli altri nobili che avevo avuto il piacere di conoscere durante la mia permanenza.
Ero circondata da tante persone, eppure mi sentivo così sola.
Ero abbattuta, l'unica persona con la quale avrei volentieri trascorso altro tempo non era presente.
Fortunatamente il banchetto non finì nel tardo pomeriggio perchè avevo bisogno di stare sola fino all'ora della mia partenza, che sarebbe avvenuta domani mattina.
Come programmato, trascorsi il resto della giornata nella mia camera e non appena si fece buio andai a dormire poichè l'indomani mattina mi sarei dovuta svegliare molto presto.
Sembra quasi assurdo, ma non riuscii a chiudere occhio quella notte e l'ora del mio risveglio giunse rapidamente.
Mi alzai dal letto con molta fatica, non avrei mai immaginato che la mia permanenza quì in Francia sarebbe terminata in questo modo.
Avrei portato con me tanti ricordi, certo alcuni più belli e altri un pò meno, ma questo viaggio è riuscito ad aprirmi gli occhi su molte cose, ho imparato a conoscere meglio mia sorella, ma anche me stessa e ho potuto conoscere dei lati del mio carattere che fino a poco tempo prima mi erano sconosciuti.
Mi preparai con calma e prima della mia partenza andai a salutare mia sorella, la quale sembrava sinceramente dispiaciuta a causa della nostra separazione
"Spero di rivedervi presto"
"Anch'io Elisabeth, tornate pure quando volete, sarò felice di avervi quì"
"Vi ringrazio"
"Fate buon viaggio"
Ci abbracciammo.
Chissà quanto tempo avremmo trascorso lontane una dall'altra questa volta.
Salii sulla mia carrozza e, in lacrime, mi allontanai da Versailles.

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Capitolo 9
*** Ritorno a Versailles ***


Mi allontanai dalla reggia continuando ad osservare dal finestrino l'ambiente intorno a me.
Ero poco lontano dalla reggia quando vidi una persona che mai avrei pensato di vedere: Fersen.
"Cocchiere fermatevi!"
Scesi dalla carrozza e lo raggiunsi correndo
"Fersen cosa ci fate voi qui? "
Mi prese le mani e le strinse tra le sue
"Vedete io non so la vera ragione per cui avete deciso di partire, ma io ho deciso ugualmente di provare a fermarvi, ho riflettuto molto dopo la vostra visita ieri e anche se voi avete detto che non è così io continuo a pensare che forse la colpa possa essere mia e per questo vorrei chiedervi di restare in modo tale da potermi riscattare ai vostri occhi, siete stata poco tempo alla reggia e non abbiamo trascorso molto tempo insieme, perciò vorrei che voi mi conoscesse meglio perché, credetemi, non mi sono mai comportato come quella volta in vita mia e mi piacerebbe dimostrarvelo, dopo l'accaduto non ho nemmeno più avuto il coraggio per venire alla reggia perché credevo che la mia compagnia non vi fosse più gradita, ma vedendo che ieri siete venuta a salutarmi ho pensato che forse non mi portate rancore ed è grazie a questa convinzione che ho preso la decisione di venire qui a fermarvi. Siate ragionevole, vi chiedo di restare solo un'altra settimana.."
"Vedete io .."
"Oh vi prego non ditemi di no"
Era tutto ciò che avrei voluto sentire, disse anche di più a dire il vero, mi sarebbe bastato un semplice "restate" e sarei rimasta.
"Credo che abbiate ragione voi conte, infondo si tratta solo di un'altra settimana, se vi fa davvero piacere avermi qui allora rimarrò"
"Mi date una grande gioia madame"
Era il gesto più bello che avesse fatto per me fin dal mio arrivo, forse contavo qualcosa per lui.
"Venite con me vi riaccompagnerò alla reggia"
"Oh non vi preoccupate conte, tornerò con la mia carrozza, non è necessario che mi riaccompagnate, davvero, ma vi ringrazio comunque per la vostra gentilezza"
Mi disse che sarebbe passato a farmi visita al più presto e ci salutammo.
Tornai alla reggia, ancora inconsapevole su come avrei affrontato mia sorella.
Spero solo che questa mia decisione non possa infastidirla, ma chissà.
Giunsi a palazzo poco tempo dopo e pregai la servitù di non avvertire mia sorella del mio arrivo, avrei voluto farlo da sola.
Bussai alla porta della sua stanza e mi invitò ad entrare
"Credo che non vi libererete di me tanto facilmente"
Si voltò di scatto
"Elisabeth cosa ci fate qui ? È per caso successo qualcosa durante il viaggio?"
"Oh no nulla del genere, ho semplicemente cambiato idea, spero che le parole di questa mattina siano ancora valide"
"Oh ma certo potete restare qui quanto volete, la stanza che vi era stata assegnata è ancora disponibile"
"Vi ringrazio"
"Oh sono sicura che voi avreste fatto lo stesso per me"
"Ma certo, cara sorella, senza ombra di dubbio"
"Sono felice che siate tornata, potremmo trascorrere insieme il tempo che abbiamo perduto la settimana scorsa, mi rendo conto che vi siate potuta sentire sola"
"Oh non vi preoccupate, stare sola con me stessa a volte può solo farmi piacere, tuttavia sarò felice di trascorrere più tempo in vostra compagnia"
"Bene"
Occupai il resto della mattinata a conversare con lei e quando fu ora andammo a pranzare insieme
Credo di aver fatto bene a non partire questa mattina, non è scappando che si risolvono i problemi ma restando ad affrontarli.
"È veramente un pranzo squisito, non trovate Elisabeth?"
"Oh certo, è veramente tutto molto buono"
"Mi fa piacere che vi sia piaciuto, ma adesso vogliate scusarmi, vorrei ritirarmi nei miei appartamenti, vi consiglio di fare lo stesso Elisabeth, dovete essere piuttosto stanca, questa mattina vi siete svegliata molto presto"
"Certo, farò sicuramente come voi dite"
"Verrò a farvi visita nel pomeriggio"
"Vi aspetterò volentieri"
Ci salutammo e ognuna di noi raggiunse la propria stanza.
Mi sdraiai nel letto per riprendere le forze ma senza rendermene conto mi addormentai.
Quando riaprii gli occhi erano passate da poco le cinque del pomeriggio, così mi alzai e mi preparai per poi raggiungere mia sorella.
Nel corridoio incontrai Colette che quando mi vide si inchinò per porgermi i suoi saluti.
"Mi dispiace disturbarla principessa ma mi hanno chiesto di chiamarvi, vi stanno attendendo al piano inferiore"
"Oh scusatemi tanto con questa persona, ma non ho intenzione di ricevere nessuno quest'oggi"
"Porgerò le vostre scuse al conte di Fersen"
"Il conte di Fersen ? Lo riceverò ma per pochi minuti"
Seguii Colette al piano inferiore e trovai Fersen ad attendermi nel salotto.
"Fersen, non avrei mai pensato che vi avrei rivisto così presto"
"Dopo questa mattina ho deciso che non avrei più dovuto perdere tempo perché una settimana può trascorrere molto velocemente"
"Concordo pienamente con voi, vi andrebbe di fare una passeggiata nel giardino?"
"Ecco.. veramente sono venuto a chiedervi una cosa"
"Oh dite pure"
"Dei miei amici di vecchia data mi hanno invitato nella loro villa per prendere parte alla loro tradizionale partita di croquet e mi chiedevo se vi andasse di venire insieme a me"
"Oh sarebbe magnifico!"
"Allora sarà bene metterci subito in viaggio"
"Va bene, ma lasciate che prima avvisi mia sorella"
"Temo che non abbiate abbastanza tempo, lasceremo questa incombenza a qualcuno della servitù, vostra sorella non si offenderà, state tranquilla"
Lasciammo detto a Colette di avvertire mia sorella del nostro viaggio e partimmo.
Forse, non avrei dovuto lasciare questo compito a Colette, avrei dovuto farlo io stessa, così avrei potuto vedere la sua reazione, se le avesse dato fastidio sarei, certo, rimasta alla reggia.

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Capitolo 10
*** Partita di croquet ***


Il viaggio fu piuttosto lungo e arrivammo a destinazione per ora di cena.
"Scusate, ma a quest'ora ci sarà impossibile giocare"
"Oh ma certo, giocheremo domani pomeriggio e questa sera rimarremmo loro ospiti"
"Spero solo di non disturbare"
"State tranquilla, se vi ho invitato significa che non ci sono problemi"
Scendemmo dalla carrozza e ci accolse un maggiordomo che ci fece accomodare all'interno dell'abitazione.
Sentii dei passi provenire dal corridoio e all'improvviso la porta venne spalancata da una donna molto appariscente.
"Fersen! Da quanto tempo! Siete splendido come al solito! E questa giovane chi è? Un'altra delle vostre conquiste? Oh non siete cambiato affatto conte"
La osservai incredula, un'altra delle sue conquiste?
"Ma fatevi vedere cara, siete splendida! Formate proprio una bella coppia!"
"Calmatevi Julienne, credo che voi abbiate frainteso qualcosa"
"Oh state tranquillo conte, sapete bene che di me potete fidarvi, ma vi prego, seguitemi, di là vi attendono tutti gli altri, erano tutti entusiasti per il vostro arrivo"
Ci condusse in una stanza lì accanto dove c'erano altre cinque persone ad attenderci
"Da quanto tempo !"
"Che piacere rivedervi !"
"Calmatevi signori, vi prego, ho il piacere di annunciarvi il ritorno del conte di Fersen accompagnato da .. Come avete detto che vi chiamate ?"
"Elisabeth, mi chiamo Elisabeth tanto piacere"
"Bene Elisabeth quì difronte a voi ci sono la contessa Odette e sua sorella Béatrice e alla vostra destra ci sono i conti Arthur, Terence e Dorian"
"È un piacere fare la vostra conoscenza signori"
"Il piacere è tutto nostro madame Elisabeth"
Sembrano persone simpatiche, sarà piacevole trascorrere il tempo insieme a loro
"Ma vi prego signori, seguitemi nella sala accanto per la cena"
Ci spostammo come ci aveva chiesto Julienne e ci trovammo in un enorme sala con una lunga tavolata imbandita di cibo e bevande
"Esagerate sempre contessa, noi siamo solo in otto, tutto questo cibo potrebbe sfamare il doppio di noi"
"Suvvia, non dite idiozie Dorian, vi dico che andrà bene e adesso accomodatevi pure, prego"
Ci accomodammo e iniziammo a cenare.
Durante la cena mi parlarono della loro partita dell'anno scorso
"Vedete Elisabeth, Julienne non sa proprio perdere, dovevate vederla l'anno scorso.. per la rabbia era diventata tutta rossa"
Una risata generale rimbombò nella stanza
"Oh non credetegli Elisabeth, sono in grado di controllarmi benissimo"
"Vi dovete essere allenata tutto l'anno per riuscire a farlo"
"Oh Dorian sapete sempre essere così fastidioso!"
Passammo una bella serata in loro compagnia e a mezzanotte ci ritirammo nelle nostre stanze.
"Conte di Fersen la vostra stanza è sempre la solita e a Elisabeth ho riservato quella della vostra accompagnatrice dell'anno scorso, come si chiamava già? Ah si Emmanuelle, come potete vedere, Elisabeth, sono proprio una affianco all'altra così se voi non vi doveste ricordare la strada basterà seguire il conte, adesso vogliate scusarmi ma preferirei andare a dormire, buona notte"
"Vi ringrazio Julienne, buona notte anche a voi"
Si allontanò da noi e io rimasi sola con Fersen
"Vi auguro una buona notte Elisabeth, fate sogni d'oro"
"Vi ringrazio conte, sogni d'oro anche a voi"
Entrammo ognuno nella propria camera e andammo a dormire.
Quando mi svegliai il mattino seguente il sole era già alto,così mi preparai e mi diressi a cercare gli altri.
Andai in giardino, convinta di poter trovare qualcuno per poter trascorrere il tempo il sua compagnia
"Buongiorno Elisabeth"
Mi voltai
"Oh salve Dorian, avete dormito bene?"
"Benissimo direi e spero che sia stato altrettanto per voi"
"Oh ma certo"
"Vi andrebbe di passeggiare in mia compagnia?"
"Ma certo, volentieri conte"
Ci incamminammo uno affianco all'altro
"Debbo ammettere che ho conosciuto molte delle accompagnatrici di Fersen negli anni passati, ma nessuna è mai stata bella tanto quanto lo siete voi"
"Oh vi ringrazio"
"Ho semplicemente detto la verità Elisabeth"
Gli sorrisi, sapeva certamente essere molto galante ma il mio interesse era già rivolto a qualcun altro
"Spero che questo pomeriggio sarete nella mia squadra Elisabeth, non mi piacerebbe l'idea di avervi come rivale"
"A dire il vero ancora non so con chi sarò in squadra ma se ciò vi può far piacere vi dico fin da adesso che sarò una vostra compagna e non una vostra rivale"
"Molto bene, allora è deciso"
Trascorsi molto tempo in sua compagnia e a tarda mattinata ci venne in contro Fersen
"Dorian noto con piacere che non avete perso tempo"
"Oh Fersen stavo semplicemente conversando con la vostra amica"
"Ogni anno vi ritrovo a conversare con la mia accompagnatrice, forse dovrei provare a portare un accompagnatore l'anno prossimo"
"Ciò che dite mi offende, io sto solo cercando di fare amicizia"
"Spero che non ne vogliate fare troppa, conte"
La situazione divenne piuttosto imbarazzante, possibile che Fersen fosse così geloso?
Cercai di trattenere un sorriso ma non riuscii nel mio intento, spero solo che nessuno dei due lo abbia notato
"Signori ,vi prego, non dovete discutere a causa mia"
"Oh non vi preoccupate Elisabeth , a noi due piace stuzzicarci in questo modo di tanto in tanto"
Sembrava una scusa assai banale, ma non ebbi il tempo di replicare poichè ci interruppe una voce giunta da lontano
"Dorian! Fersen! Il pranzo è pronto, venite!"
"Bene, credo che sia meglio andare, Julienne non è una donna paziente"
Raggiungemmo gli altri in silenzio, credo che nessuno di noi sapesse cosa dire, era calato tra noi un silenzio imbarazzante e a spezzarlo fu la voce di Odette al nostro arrivo in sala
"Sono arrivati"
"Finalmente! Spero che il cibo sia ancora caldo"
"Calmatevi Julienne, abbiamo ritardato solo di alcuni minuti"
Pranzammo tutti insieme e nel primo pomeriggio ci dirigemmo nel campo per iniziare la partita di croquet.
La mia squadra era formata da altri tre componenti oltre a me: Dorian,Fersen e Odette.
Dunque i miei rivali erano Julienne, Bèatrice, Arthur e Terence.
Iniziammo la partita e anche se le nostre squadre erano parecchio bilanciate la squadra avversaria aveva pochi punti di vantaggio.
"Quest'anno vinceremo noi, Dorian"
"Non ne siate così sicura Julienne, la partita non è ancora terminata"
Continuammo a giocare e verso la fine della partita riuscimmo a recuperare quei pochi punti di svantaggio.
Adesso eravamo pari.
"Beh signori, direi che adesso tutto dipende da Elisabeth"
"Julienne non mettetela in agitazione"
"Suvvia Elisabeth state tranquilla, anche se fosse è solo un gioco"
Ma questo non mi tranquillizzava affatto.
Colpii la palla e riuscii a terminare tutto il percorso, avevamo vinto.
"Elisabeth lo avevo detto che ci avreste fatto vincere!"
Si intromise Julienne
"Suvvia Dorian, sarà stato solo un colpo di fortuna"
"Oh io non credo Julienne, accettate il fatto di essere stata battuta per una volta"
"Oh Julienne ci resta sempre la partita del prossimo anno"
"Ma certo Bèatrice e vinceremo noi"
"Se pensarla così vi fa stare meglio"
"Dorian siete sempre così insensibile!"
Ci ritirammo in casa dove chiacchierammo per il resto del pomeriggio.
"Credo che sia arrivata l'ora della nostra partenza, signori"
Disse Fersen ad un certo punto
"Il nostro viaggio sarà lungo e arriveremo a tarda notte se partiamo adesso"
"Va bene Fersen, come preferite voi"
"Tornerò a trovarvi presto"
"E portate anche Elisabeth con voi"
"Se ce ne sarà l'occasione la porterò con me volentieri"
"È stato un piacere fare la vostra conoscenza"
"Lo è stato anche per noi Elisabeth"
Ci salutammo tutti quanti con la promessa di rivederci al più presto, dopodichè salimmo sulla carrozza e partimmo.
Il nostro viaggio fu molto lungo e per tutto il tempo parlammo della nostra permanenza alla villa.
Era stata un esperienza lieta per entrambi e mi sarebbe tanto piaciuto tornare il prossimo anno per ripeterla.
Verso mezzanotte giungemmo alla reggia, così salutai il conte ed esausta mi diressi in camera mia.
Non appena mi sdraiai nel letto mi addormentai e il mattino seguente mi svegliai solo quando il sole era già alto nel cielo.
 

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Capitolo 11
*** Una triste verità ***


Quando aprii gli occhi un po' mi dispiacque non trovarmi nella stanza della villa, tuttavia, mi alzai e mi preparai come da abitudine.
Decisi di andare a parlare con mia sorella per poterle spiegare il motivo della mia assenza.
Mi diressi nei suoi appartamenti e bussai alla porta entrando solo dopo aver ricevuto il permesso di farlo.
"Salve Elisabeth, vi siete divertita durante la vostra permanenza con il conte?"
"Vedete il suo invito mi è giunto inaspettato e non ho avuto il tempo di avvisarvi personalmente, spero che non mi portiate rancore per questa piccolezza"
"Sapete cosa è successo? Due giorni fa vi ho lasciato con la promessa di rivedervi quel pomeriggio e dopo avervi aspettato, invano, fino a sera mi hanno avvertito della vostra assenza"
"Perdonatemi"
"Questo l'ho già fatto Elisabeth, non temete non vi porto rancore, spero solo che in futuro mi avvisiate per tempo"
"Ma certo, farò sicuramente così"
"Bene,nonostante tutto spero che sia stata una permanenza gradevole"
"Oh si, ho avuto il piacere di fare delle nuove conoscenze e debbo dire che sono stati tutti molto amichevoli nei miei confronti"
"Sono felice per voi"
Trascorsi il resto della mattinata a raccontare delle piacevoli giornate trascorse durante la mia breve permanenza alla villa tralasciando solo alcuni dettagli quali, per esempio, la gelosia del conte di Fersen nei confronti del conte Dorian, ciò le avrebbe potuto recare assai fastidio.
A tarda mattinata mi congedai da lei e poco tempo più tardi la raggiunsi per il pranzo, proprio come facevamo una volta.
Notai con piacere che con il passare del tempo il nostro rapporto migliora di giorno in giorno e, forse, un prima o poi saremmo riuscite a cancellare definitivamente dai nostri pensieri gli spiacevoli imprevisti accaduti in passato.
Nel pomeriggio decisi di andare a trovare il conte di Fersen, solo poche ore prima lo avevo salutato scendendo dalla sua carrozza, è vero, ma in cuor mio sentivo un disperato bisogno di stare al suo fianco poichè sento la sua mancanza in ogni momento trascorso lontana da lui.
Salii sulla carrozza e mi diressi verso la sua abitazione.
Ad accogliermi fu il suo fedele maggiordomo il quale mi fece gentilmente accomodare nel lussuoso salotto del palazzo promettendomi che pochi minuti più tardi mi avrebbe ragggiunto il conte.
Rimasi sola in quella stanza, impaziente di rivederlo.
Pochi minuti più tardi il conte mi raggiunse.
"Elisabeth, non avrei mai pensato di rivedervi così presto, è forse accaduto qualcosa di spiacevole che vi ha indotto da me questo pomeriggio stesso?"
"Oh no conte, non allarmatevi, volevo semplicemente trascorrere del tempo in vostra compagnia, spero di non avervi disturbato"
"Oh no, nessun disturbo. Gradite forse qualcosa da bere?"
"No vi ringrazio conte, magari più tardi"
"Come preferite.. e vostra sorella come sta?"
"Gode di ottima salute"
"Ciò che dite mi rallegra, è diverso tempo che non mi reco a corte per renderle omaggio e ciò mi dispiace non poco"
"Non vi preoccupate conte, sono sicura che mia sorella sappia bene che voi siete alquanto indaffarato"
"Tuttavia ciò non mi giustifica"
Possibile che lei sia sempre nei suoi pensieri?
Oh Fersen, adesso ci sono io quì con voi, vi prego, non pensate a lei, non adesso.
"Noto con piacere che le siete molto leale"
"Certamente"
"E' mai possibile che voi pensiate sempre a lei?"
Lo dissi quasi involontariamente.
Feci l'errore di dire un mio pensiero a voce troppo alta, ma non avrei mai voluto che udisse quanto ho detto.
"Oh scusatemi, io non.."
Ma non mi diede il tempo di finire la frase
"Vi chiedo di perdonarmi, non avrei mai pensato che potesse recarvi fastidio"
"Oh no, credetemi, non mi avete recato nessun fastidio"
"Vedete Elisabeth, non vorrei mai che ci fossero dei fraintendimenti tra di noi, per quanto spiacevole sia io mi vedo costretto a chiarire che nei vostri riguardi nutro un sincero e profondo affetto ma nulla di più ve lo posso assicurare"
Mai avrei potuto udire nulla di più spiacevole.
Rimasi in silenzio, cercando di trattenere le lacrime.
Mai avrei voluto piangere in sua presenza.
Parlai, solo quando trovai la forza per farlo
"Questo non lo metto in dubbio conte, e spero che non abbiate frainteso le mie intenzioni poichè vi garantisco che non provo nulla di più che un sincero affetto"
"Ne sono contento"
Non potevo restare, non adesso, non dopo quanto ho udito.
"Perdonatemi conte, ma non mi sento troppo bene, preferirei tornare alla reggia"
"Spero che non sia nulla di grave"
"Oh no, non vi preoccupate, solo un leggero mal di testa"
"Spero di rivedervi al più presto madame, e riposatevi"
"Vi ringrazio, a presto"
"Arrivederci"
Salii sulla carrozza e mi diressi alla reggia.
Quando finalmente arrivai corsi velocemente in camera mia e solo dopo aver chiuso la porta alle mie spalle mi lasciai cadere sul letto e diedi libero sfogo al mio dolore.
Piansi.
Piansi più di quanto ebbi mai fatto per qualcuno.
Fersen non mi amava, solo un sincero affetto, come per un amica.
Non provava niente paragonato a ciò che provavo io nei suoi confronti.
Lui ama lei.
Lei ama lui.
Certi amori sono scritti nel destino e ad esso nessuno è in grado di opporsi.
Non posso fare altro che dimenticarlo e tutto ciò mi sarà più facile una volta che sarò tornata a Vienna e quando ripenserò a questi giorni tristi nulla potrà più farmi soffrire poichè ogni sentimento sarà già stato cancellato dal mio cuore.
Mi resteranno solo i ricordi di questo viaggio in Francia.
Oh se solo si potesse tornare in dietro nel tempo!
Non commetterei due volte lo stesso errore, non mi farei coinvolgere dal mio bellissimo conte, non avrei accettato di danzare con lui, non avrei litigato con mia sorella e non sarei mai arrivata a questo punto.
Oh si, adesso non sarei quì a piangere.
Fersen, vorrei non avervi mai incontrato.
No, ma che cosa sto dicendo, io non penso a tutto ciò che ho detto, anzi, non penso a niente di ciò che ho detto.
Non cenai quella sera, e pregai a Colette di dire a mia sorella che mi sentivo poco bene e che appena mi sarei sentita meglio la sarei andata a trovare.
Volevo restare sola.
Sola con i miei pensieri.
Sola con il mio dolore.
Oh Fersen, io vi amo.
Vi amo anche se mi fate soffrire in questo modo.
Vi amo anche quando vorrei dire basta a questo peso sul petto.
Sarò mai in grado di dimenticarvi?
Distrutta, mi addormentai tra una lacrima e l'altra, ma non riuscii a dormire sogni tranquilli, non dopo quanto successo.
Mi rimbombavano in testa quelle dure parole.
Non sapevo ancora come avrei fatto ma una cosa era certa: avrei dovuto dimenticarlo e al più presto.

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Capitolo 12
*** Ricordi del passato ***


Quando mi svegliai il mattino seguente mi sentivo poco bene, avevo trascorso una notte insonne e sentivo che il dolore mi lacerava il cuore e mi tormentava l'anima.Mi alzai dal letto affaticata e mi preparai come d'abitudine, ma la voglia di mostrarmi in pubblico era assai poca.
Appena ebbi finito di prepararmi sentii bussare alla porta della mia stanza, mi avvicinai adagio ad essa e quando la aprii, con mia grande sorpresa, trovai  nel corridoio Colette, la fedele cameriera di mia sorella, la quale dopo aver fatto un inchino per porgermi i suoi saluti mi disse che un ospite mi stava attendendo nel salotto al primo piano, così la pregai di avvertire costui che tra alcuni minuti lo avrei raggiunto e detto ciò richiusi la porta dietro di me.
Mi avvicinai allo specchio e mi osservai perplessa: mai avevo avuto un aspetto tanto indecente in vita mia.
Amareggiata, iniziai ad abbellire il mio volto con del trucco sperando di riuscire a migliorare la situazione per quanto mi fosse possibile.
Quando fui pronta mi incamminai per i lunghi corridoi del palazzo interrogandomi su chi potesse essere il mio ospite inaspettato, anche se mi ero già fatta una vaga idea su chi fosse e, in cuor mio, sperai che non fosse proprio lui.
No, dopo ieri non avrei voluto più rivederlo, la sua presenza mi avrebbe fatto troppo male e la sua voce mi avrebbe ricordato quelle dure parole udite poche ore fa.
Aprii la porta del salotto e vidi una figura maschile osservare il paesaggio dalla grossa finestra che si trovava all'interno della stanza.
"Buongiorno conte di Fer.."
Prima di avere avuto il tempo di terminare la frase, l'uomo si voltò verso di me e mi sorrise cortesemente ed io, con mia grande sorpresa, pronunciai un nome diverso da quello che mi aspettavo di dover pronunciare
"Dorian, cosa ci fate quì?"
"Elisabeth, sono contento che vi ricordiate ancora di me, come state?"
Male, davvero tanto male conte, per ciò che mi è stato detto dal vostro amico
"Bene, e voi?"
"Molto bene direi e adesso che sono quì in vostra compagnia mi sento ancora meglio"
"Qual buon vento vi porta quì?"
"Voi Elisabeth"
Oh se solo avessi la capacità di attirare a me il conte di Fersen proprio come sono stata in grado di attirare voi adesso gioirei vittoriosa, pensai tra me e me.
"Mi fa piacere rivedervi"
Dissi con poca convinzione, facendo passare quelle parole come delle semplici frasi di cortesia.
"Anche a me Elisabeth"
"E' una sorpresa per me vedervi quì al palazzo, come avete fatto a trovarmi?"
"Mi sono rivolto al caro conte di Fersen, madame"
Mi riaffiorarono alla mente gli avvenimenti della sera precedente e rimasi in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto
"Per caso vi sentite poco bene?"
Feci un sussulto ritornando alla mia triste realtà
"Oh no, non vi preoccupate conte, davvero"
Mi guardò perplesso
"Gradite forse qualcosa da bere, conte?"
"Oh no, vi ringrazio, vi proporrei invece una passeggiata nel bellissimo giardino di questo palazzo"
"Volentieri conte"
Passeggiavamo uno accanto all'altra sotto i raggi del sole e ammiravamo il paesaggio attorno a noi
"Debbo ammettere che questo giardino è incantevole, molto più bello del giardino nel quale passeggiammo l'ultima volta, quello della villa"
"Ricordo quei giorni con molta nostalgia, mi divertii molto in vostra compagnia"
"Nessuno vi vieta di tornare anche il prossimo anno"
"Mi piacerebbe ma temo che sia impossibile"
"Perchè mai?"
"Il dovere mi vieta di fare ciò che più mi aggrada conte, tra due giorni tornerò a Vienna e solo Dio sà quando e se mai riuscirò a tornare in Francia"
"Oh .. capisco"
Mi parve di scorgere nel suo volto un sincero rammarico
"Ma vi garantisco che farò il possibile per tornare al più presto"
Dissi sperando di risollevargli il morale
"Guardate conte, non trovate che sia una rosa bellissima?"
Aggiunsi, cercando di cambiare agomento
"Certo madame, ma non bella tanto quanto lo siete voi"
Ebbi la sensazione di avere avuto un dejavu.
Improvvisamente mi tornarono alla mente i ricordi dei miei primi pomeriggi trascorsi in Francia

-Non pensate che sia davvero bellissima?-
- Questo non lo metto in dubbio, ma penso che non sia bella tanto quanto lo siete voi-
Le immagini di Fersen che mi porgeva la rosa rossa, io che gli sorridevo e lo guardavo con curiosità mi riaffiorarono nella mente senza che io lo volessi, possibile che tutto mi riconduceva a lui?

Trascorsi la mattinata insieme al conte Dorian, cercando di non pensare all'uomo che mi aveva spezzato il cuore senza nemmeno rendersene conto.
"Vi andrebbe di restare per pranzo Dorian?"
"Ecco io.."
"Suvvia, non potete dirmi di no"
"Bene, in tal caso mi vedo costretto ad accettare e vi ringrazio per la vostra gentile offerta"
Arrivammo nell'immensa sala da pranzo dove ad accoglierci trovammo mia sorella in compagnia della contessa di Polignac
"Elisabeth, stavamo aspettando giusto voi"
Mi disse mia sorella al mio arrivo
"Oh vedo che avete un ospite" aggiunse poco dopo
"Lui è il conte Dorian, un amico del conte di Fersen"
Pronunciai il suo nome con molta fatica
"Ma è magifico! Allora credo che vi farà piacere sapere che oggi pranzerà in nostra compagnia"
"Chi?"
Domandai, sperando di avere male interpretato quanto udito
"Il conte di Fersen, sarà quì a momenti"
Non appena udii quelle parole ebbi l'istinto di dire ad alta voce "Oh no!" ma, fortunatamente, riuscii a trattenermi.
No, non lui.
Non quì.
Non oggi.
Queste erano le uniche parole che non volevano abbandonare la mia mente.
Come avrei potuto trascorrere del tempo in sua compagnia dopo quanto accaduto ieri?

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Capitolo 13
*** Quel momento imbarazzante ***


Potrei far credere di sentirmi male e allontanarmi velocemente da quì prima del suo arrivo, pensai in un primo momento, ma ciò sarebbe sconveniente, come potrei congedarmi lasciando il conte Dorian in compagnia altrui sapendo che si è recato a corte solo per vedere me?
Cosa avrei potuto fare?
Pensai a tutto questo inutilmente, non ebbi il tempo di mettere in atto il mio piano poichè il conte di Fersen ci raggiunse prima di quanto pensassi
"Conte di Fersen! Stavamo giusto parlando di voi"
disse mia sorella non appena lo vide entrare nella sala
"Spero non male, maestà"
Mia sorella gli sorrise divertita
"Oh no, niente affatto conte"
Le sorrise e poi si rivolse a me
"Elisabeth, come state? Vi sentite meglio?"
Se devo essere sincera adesso che ci siete voi mi sento ancora peggio, mi sento presa in giro da voi conte, mi sento umiliata, e non sopporto l'idea di dover trascorrere altro tempo in vostra compagnia, non dopo quanto accaduto tra di noi, pensai.
"Mi sento molto meglio, vi ringrazio"
glielo dissi cercando di non fare incrociare il mio sguardo con il suo, non sarei riuscita a mentire altrimenti
"Dorian, ci siete anche voi!"
"Salve Fersen, come state?"
"Molto bene, vi ringrazio"
Quando finì di salutare tutti quanti ci accomodammo al tavolo e iniziammo a pranzare.
Durante il pranzo cercai di parlare il meno possibile, soprattutto con Fersen e quando finalmente finimmo, ci radunammo tutti in uno dei tanti vistosi salotti della reggia per conversare.
"Dorian, mi ha raccontato più volte mia sorella della divertente permanenza alla villa per la partita di croquet in vostra compagnia e dei vostri amici , voi vi siete divertito?"
disse mia sorella,  forse per rendere il conte partecipe ai nostri discorsi
"Si, debbo ammettere che quest'anno è stato più divertente rispetto agli anni scorsi grazie alla deliziosa compagnia di vostra sorella, oserei dire che tra tutte le accompagnatrici di Fersen è stata la migliore"
"Chissà quante giovani avete potuto conoscere negli anni grazie al conte di Fersen"
dissi a Dorian, lanciando indirettamente un'accusa a Fersen, troppo arrabbiata per riuscire a tacere ancora
"Oh beh .. direi abbastanza"
disse il conte, cercando di non offendere Fersen che nel frattempo era rimasto ad ascoltare in silenzio
"Fersen, non conoscevo questo lato del vostro carattere"
gli disse mia sorella, gelosa di tutte quelle giovani a lei sconosciute prima d'ora
"Vedete maestà erano tutte giovani legate a me da una profonda amicizia e nulla di più"
tentò lui di giustificarsi, ma io ancora offesa nel profondo non riuscii a trattenermi , così dissi
"E sono sicura che voi abbiate messo bene in chiaro tutto ciò, non è vero conte?"
"Ho dovuto farlo, per evitare fraintendimenti"
"Credo che solo voi abbiate frainteso qualcosa, conte"
"In tal caso credo che dovrei scusarmi nei loro confronti"
Sicuramente entrambi non stavamo facendo riferimento alle tante accompagnatrici del conte ma alla nostra conversazione del giorno prima.
Tutti gli altri presenti in sala si guardavano gli uni con gli altri non riuscendo a comprendere il nostro discorso, ma credo che avessero intuito anche loro che potesse essere accaduto qualcosa tra di noi.
Adesso era calato il silenzio nella stanza e anche un certo imbarazzo tra i presenti e tutto ciò rendeva difficile iniziare un nuovo discorso.
Dopo pochi minuti arrivò Colette a spezzare  quell'atmosfera gelida e imbarazzante ricordando a mia sorella che doveva ricevere dei nobili al fianco di sua maestà il re.
"Il dovere mi chiama"
disse, e si allontanò in compagnia della contessa di Polignac
Così rimasi sola con Dorian e Fersen
"Dorian, vi andrebbe di andare a fare una passeggiata a cavallo quì vicino?"
Non attesi una sua risposta, forse diedi per scontato che acconsentisse alla mia richiesta, così mi alzai , ma la mia mano venne afferrata da quella di Fersen
"Io.."
mi disse
"Ovviamente potete venire anche voi se lo desiderate, conte"
"Volevo dirvi che mi dispiace, davvero"
"Non riesco a capire a cosa state alludendo"
"Credo che voi abbiate capito benissimo invece"
Lo guardai negli occhi e rimasi in silenzio.
Non riuscii a rispondergli, era impossibile negare qualcosa di così evidente.
Liberai la mia mano da quella di Fersen e mi diressi verso la porta
"Dorian, vogliamo andare?"
"Come preferite voi, Elisabeth"
Si alzò e mi seguì.
"Arrivederci conte"
dissi prima di chiudere la porta alle mie spalle.
Raggiungemmo le scuderie dove chiesi allo scudiero di sellare un cavallo per me e uno per il conte e ottenuti questi ultimi salimmo in groppa ai nostri destrieri e ci incamminammo.
"Mai avrei voluto farvi assistere a ciò che è accaduto poco fa, spero che vogliate accettare le mie scuse conte"
"Non rammaricatevi Elisabeth, non credo sia successo nulla di grave"
"Ho esagerato, me ne rendo perfettamente conto"
"Io non so cosa sia accaduto tra voi e non è mia intenzione intromettermi, ma se ho ben capito ciò che è successo voi avete tutte le ragioni per essere tanto adirata"
"Vi ringrazio per la comprensione"
"Vedete, voi mi avete molto colpito fin dal nostro primo incontro, mi avete affascinato Elisabeth e mi è difficile pensare di starvi lontano, per questo sono tornato, ma credo che nel vostro cuore non ci sia abbastanza posto per me poichè, da quanto ho capito, il posto che io vorrei avere è gia occupato da qualcun'altro"
Mi sorprese molto sentire tutto ciò, mi colse impreparata
"Dorian io.."
"No, vi prego Elisabeth, non dite niente, non riuscirei a sopportare di sentirvi dire frasi di circostanza o qualcosa per cercare di consolarmi, non lo fate ve ne prego"
"Io sono molto onorata di tutto questo Dorian, davvero"
Continuammo la nostra passeggiata fino a che un sentiero non ci ricondusse alla reggia e per tutto il tragitto rimanemmo in silenzio, forse per l'imbarazzo provato dopo quella dichiarazione o, forse, perchè Dorian non sapeva come comportarsi o come iniziare un nuovo discorso e, ad essere sinceri, nemmeno io.
Tornati alla reggia mi congedai dal conte dicendo di essere troppo stanca  e lo lasciai con la promessa di rivederlo quella sera stessa.
Mi diressi verso la mia stanza ma ad attendermi davanti alla porta trovai proprio lui : Fersen.
Speravo di non doverlo affrontare apertamente, e invece a quanto pare ne ero obbligata.
Cosa vorrà ancora?
Cosa avrei potuto dire?
Come mi sarei dovuta comportare?
 

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Capitolo 14
*** Verità che viene a galla ***


Mi avvicinai lentamente a lui, interrogandomi sul motivo della sua visita
"Fersen, cosa ci fate quì ?"
"Elisabeth, io vorrei parlarvi.. posso entrare?"
Aprii la porta della stanza e dissi
"Ecco vedete, adesso sono molto stanca e preferirei riposarmi, magari più tardi"
Detto questo tentai di chiudere la porta ma Fersen me lo impedì infilando il piede in mezzo ad essa, dopodichè la riaprì con prepotenza e la richiuse dopo essere entrato nella stanza senza il mio permesso.
Rimasi stupita da questo suo comportamento, mai avrei pensato che potesse fare ciò, un gentiluomo come lui entrare di prepotenza nella stanza di una fanciulla
"Come avete osato fare questo?"
"Ecco .. dovete perdonarmi ma non mi avete lasciato altra scelta"
"Un'alternativa l'avevate, potevate tornare più tardi come vi è stato chiesto di fare!"
"Non credo che dopo mi avreste voluto ricevere"
"Dovete uscire immediatamente di quì, avete idea di ciò che potrebbero pensare se qualcuno vi vedesse uscire dalla mia stanza? Inizierebbero a malignare su di noi grazie alla vostra reputazione"
"Credo che lo farebbero comunque, madame"
Lo guardai esterrefatta.
E' mai possibile che riesca a tenermi testa nonostante tutto?
"Bene, che cosa volete?"
"Parlare con voi di ciò che è accaduto poco fa"
"Mi sembra che non ci sia nient'altro da aggiungere"
"Vedete io non avevo capito che voi fosse offesa per.."
Non gli diedi il tempo di finire la frase, sbottai
"Offesa per cosa, Fersen? Forse per il fatto che avete giocato con i miei sentimenti per tutto questo tempo facendomi credere di contare qualcosa per voi e invece sarei stata solo una delle vostre tante conquiste?
Offesa per avermi fatto soffrire? Offesa per avermi illusa? Allora, offesa per cosa!?"
Rimasi sconcertata, mai avrei pensato di dar libero sfogo alla mia rabbia in presenza di qualcuno, ma soprattutto mai avrei pensato di farlo davanti a lui.
Davanti alle mie dure parole nei suoi confronti, Fersen rimase in silenzio per alcuni istanti, forse per trovare il coraggio di darmi spiegazioni, che non tardarono molto ad arrivare
"Avete ragione, ho giocato con i vostri sentimenti e non avrei dovuto farlo, ma dovete credermi non era mia intenzione ferirvi, cercavo solo un modo per .. distrarmi"
Avevo capito bene? Ero solo stata una distrazione?
"Avete appena detto che io ero semplicemente una distrazione per voi!? Ma che razza di uomo siete, Fersen!"
"Ecco io .."
Rimase alcuni istanti in silenzio, forse per trovare le parole adatte alla situazione che, a mio avviso, si stava facendo alquanto delicata.
"Credo che oramai siate venuta a conoscenza delle voci che girano a palazzo riguardo me e .. vostra sorella, come avrete capito sono intrappolato in un amore impossibile, che mi causa più sofferenza che gioia e voi siete così diversa dalle altre dame con le quali ho cercato di dimenticarmi di lei, voi le assomigliate così tanto.. certo questo non mi fa onore ma in mia difesa posso solo dire che ho visto in voi qualcosa che mi ricordava lei e con voi era più .. semplice trascorrere del tempo insieme, potevamo mostrarci in pubblico senza che tutti gli altri presenti potessero sputare false sentenze su di me o su di voi .. sapete bene che con vostra sorella non mi è concesso fare tutte le cose che ho fatto con voi, gli altri nobili inizierebbero a calunniare"
Udire queste parole mi fece soffrire infinitamente, era come se una lama mi avesse trafitto il cuore più e più volte
E così, istintivamente, gli tirai uno schiaffo anche se, forse, non avrei dovuto farlo, poi aggiunsi
"E in tutto questo a me non ci pensate, non è vero? Non avete pensato che avrebbero potuto malignare anche su di noi? Ma, ovviamente, voi non vi siete preoccupato nemmeno una volta della mia reputazione e tantomeno dei miei sentimenti!"
Lacrime amare iniziarono a rigarmi il viso, non riuscii a trattenermi anche se mai avrei voluto farmi vedere piangere da lui, per lui.
"Elisabeth vi prego io .. non piangete"
"Perfavore uscite subito di quì"
Mi avvicinai alla porta e gliela aprii, così da fargli capire che non ero più disposta ad andare avanti in quella discussione, il discorso era terminato quì.
Mi voltai verso la porta per asciugarmi le lacrime senza farmi vedere da quell'uomo per il quale stavo piangendo e con mia grande sorpresa vidi lì, davanti alla porta, Dorian, con ancora il braccio sollevato, come se gli avessi impedito di bussare alla porta.
Come mai era tornato indietro?
Aveva sentito tutto ciò che ci eravamo detti io e Fersen?
Come avrei potuto giustificargli la sua presenza quì?
 

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Capitolo 15
*** Un ultima possibilità ***


Guardai il conte imbarazzata e riuscii solamente a dire
"Dorian.."
"Elisabeth, cosa vi succede?"
Si avvicinò a me e mi guardò il viso ancora bagnato dalle lacrime versate poco prima.
Guardò alle mie spalle e vide Fersen, ancora lì, in piedi dietro di me
"Fersen!Cosa le avete fatto!?"
Si allontanò velocemente da me e gli tirò un pugno che lo fece cadere a terra.
Vista la situazione corsi velocemente in aiuto a Fersen e bloccai Dorian, pronto a sferrare su di lui un'altro pugno potente
"Dorian tranquillizzatevi, Fersen non mi ha fatto nulla di male, dovete credermi!"
"Spero solo che ciò che mi dite è la verità e non solo un tentativo per difendere chi non merita tutte queste attenzioni da voi"
Sembrava essersi calmato o, per lo meno, non sembrava intenzionato a colpirlo per l'ennesima volta.
Gli lasciai le braccia e aiutai Fersen ad alzarsi
"E' la verità conte, noi stavamo solo .. parlando"
poi mi rivolsi a Fersen e dissi
"Credo che sia meglio che voi andiate adesso"
e non ebbi bisogno di aggiungere una parola di più per allontanarlo.
"Come mai siete tornato indietro?"
chiesi a Dorian, avvicinandomi a lui dopo aver chiuso la porta alle mie spalle
"Ero venuto per scusarmi, sapete.. per ciò che vi ho detto prima"
"Non era necessario, credetemi"
"Ecco .."
"Vi ringrazio per esservi preoccupato per me poco fa"
dissi interrompendolo per l'ennesima volta
"Sapete bene che mi è difficile non farlo, Elisabeth"
"Io.. ne sono davvero molto lusingata"
Ed era vero, ma purtroppo non ero in grado di poter ricambiare i suoi sentimenti
"Vi prego Elisabeth dimenticatevi .. dimenticatevi di Fersen"
"Come?"
chiesi sorpresa, avevo capito bene?
"Non lo dico per me ma per voi, vi farà soffrire ancora, lo fa con tutte, ma io non voglio che accada anche a voi"
"Vi ringrazio per il vostro consiglio e vi assicuro che ci proverò, credetemi"
Certo, ci avrei provato anche se non sarebbe stato facile dimenticarmi di lui, così bello, così dolce, così galante .. ma anche tanto disonesto, come mi aveva dimostrato poco fa
"Datemi la possibilità di conquistarvi"
disse all'improvviso
"Ecco io.."
Non credo che possiate farcela Dorian, non in così poco tempo.
Oh, se solo vi avessi conosciuto prima, forse non mi sarei innamorata così intensamente di Fersen, forse adesso potrei ricambiare i vostri sentimenti
"Non ditemi di no, ve ne prego"
"Dorian io .. sapete bene che tra due giorni dovrò partire per tornare in Austria, non credo che .."
"Almeno saprò di averci provato, magari i miei sforzi non saranno stati vani e una volta tornata in Austria vi ricorderete di me"
"Penso che non mi dimenticherei di voi comunque, conte"
Ed era vero, non potrei mai dimenticarmi di nessuno conosciuto quì in Francia, saranno ricordi che porterò per sempre nel cuore, poi aggiunsi
"Ma se ciò vi può rendere felice..  allora va bene, trascorrerò questi ultimi due giorni in vostra compagnia"
"Oh Elisabeth, ne sono così felice, vi ringrazio .. grazie"
Certo conte, io ve lo concedo, ma non cambierà niente tra di noi e non solo perchè il mio cuore appartiene ad un altro uomo, ma perchè non devo dimenticare chi sono e qual è il mio dovere, io sono una principessa, un giorno sarò la futura regina di chissà quale nazione, una volta tornata in Austria mi dovrò sposare e molto probabilmente sarà con qualcuno di cui non sono davvero innamorata, la mia unica gioia saranno i miei figli, come accade a tutte le regine, come è accaduto a mia sorella e come accadrà anche a me.
Oh Dorian, perdonatemi se, forse, mi prendo gioco di voi, ma non è mia intenzione, vorrei rendervi felice per questi ultimi due giorni, almeno voi potrete esserlo, non vorrei mai che anche voi vi ritroviate intrappolato in un amore che vi dia solo sofferenza, vorrei almeno concedervi due giorni in cui possiate essere felice, due giorni di gioia, quella che io non ho potuto avere, quella che spero possiate avere voi in questi miei ultimi due giorni di libertà.
Gli sorrisi, è davvero un caro amico, mai avrei voluto che soffrisse a causa mia.
Prima di congedarsi, Dorian mi prese la mano e la portò alle sue labbra baciandola delicatamente, poi si allontanò chiudendo la porta dietro di sè.
Io ero rimasta lì ferma a fissare il vuoto, ad ascoltare il rumore dei suoi passi rimbombare nel corridoio del palazzo mentre si allontanava, fino a che mi fu impossibile continuare a sentirli.
Mi lasciai cadere seduta sul letto, stava accadendo tutto così infretta ed io non ero sicura di essere in grado di andare al passo con le novità, era come se io camminassi, ma il tempo era poco e avevo bisogno di correre.
"Perchè mi sono messa in questa situazione? Come ci sono finita?"
Mi domandavo, ma non era difficile trovare la risposta
"Oh semplice, ho rovinato tutto con le mie stesse mani, come sempre"
Dissi parlottando tra me e me.
Questa doveva essere una semplice visita a mia sorella, doveva essere piacevole, invece passo più tempo con il suo innamorato che continua a farmi soffrire e con l'amico presentatomi da quest'ultimo, davvero una cara persona ma che, andando avanti così, farò soffrire io.
Avrò sbagliato a dargli quest'ultima possibilità? Chi lo sa.
E mentre io ero sommersa dai miei problemi il tempo trascorreva in fretta, senza che io me ne accorgessi.
Si fece buio e mi iniziai a preparare poichè mi attendeva una serata in compagnia di Dorian, anche se la voglia di mostrarmi il pubblico era assai poca.
Mi diressi verso il giardino del palazzo dove tra poco la carrozza del conte sarebbe arrivata per scortarmi chissà dove.
Non mi fece attendere, quando arrivai in giardino notai la carrozza ad aspettarmi all'ingresso e lì fuori il mio accompagnatore ad attendermi con un mazzo di rose in mano.
Rose rosse, come quelle che mi aveva aiutato a cogliere durante la nostra passeggiata in giardino questa mattina.
Ancora non so cosa mi riserverà questa serata, ma in cuor mio sono sicura che sarà indimenticabile.

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Capitolo 16
*** Una terribile realtà ***


Mi avvicinai al conte
"Buonasera Dorian"
Gli sorrisi
"Buonasera Elisabeth, permettetemi di dirvi che siete incantevole questa sera, oserei dire più bella del solito"
"Vi ringrazio"
"Oh non dovete ringraziarmi, vi ho solamente detto la verità"
Arrossii
"Queste sono per voi"
Disse porgendomi il mazzo di rose rosse che teneva in mano
"Oh sono davvero bellissime, ma non era necessario"
Gli sorrisi ancora
Gentilmente il conte mi aprì la porta della carrozza invitandomi a salire e, dopo averla richiusa, fece il giro e salì anche lui.
La carrozza partì
"Perdonatemi conte, potrei sapere dove mi state portando?"
"Oh vedete, ho pensato che fosse una buona idea partecipare ad uno spettacolo all'operà, mi hanno detto che vicino a Saint- Antonine questa sera metteranno in scena un esibizione avvenente, spero di aver fatto la scelta giusta"
"Oh certo, mi è sempre piaciuto andare all'operà, pensate che durante uno dei primi giorni trascorsi quì in Francia vidi uno spettacolo bellissimo con.."
Con Fersen, avrei voluto dire, ma non lo feci, mi fermai appena in tempo
".. Con?"
Chiese Dorian incuriosito
"In compagnia di mia sorella"
Mentii
"Uno spettacolo affascinante"
Aggiunsi con poca convinzione e credo che, forse, anche il conte si fosse accorto della mia incertezza.
Eravamo partiti da alcuni minuti dal palazzo e ormai dovevamo quasi essere arrivati all'operà quando mi voltai a guardare fuori dal finestrino per poter ammirare il paesaggio che ci circondava, ma non ebbi il tempo di farlo poichè la carrozza frenò bruscamente
"Che cosa succede? Perchè vi siete fermato?"
Chiese Dorian al cocchiere
"Perdonatemi conte, ma credo che mi sarà impossibile proseguire per questa strada, guardate laggiù, devono avere assalito una carrozza poco fa, adesso la folla non c'è più ma credo che sia meglio tornare indietro"
Scesi dalla carrozza
"No Elisabeth, tornate su, dobbiamo andare subito via di quì, è pericoloso!"
Urlò preoccupato Dorian
Mi voltai verso di lui
"Non temete, tornerò subito"
Gli dissi per rassicurarlo
Improvvisamente passò al mio fianco un cavallo bianco al galoppo, ma non riuscii a vedere il suo cavaliere, andava troppo veloce.
L'uomo si fermò poco distante da noi e aiutò un soldato ad alzarsi da terra e aiutandolo a camminare, passo dopo passo, entrarono in un vicolo.
"Dorian avete visto!? C'era qualcuno lì a terra!"
Dissi preoccupata e subito mi precipitai a vedere se avessero bisogno di aiuto.
Corsi verso la loro direzione, sperando che non fossero andati tanto lontano e non appena voltai l'angolo li vidi a pochi metri di distanza da me.
Avrei tanto voluto dire qualcosa, ma non appena li riconobbi le parole mi morirono in gola.
Fersen.. era lui il cavaliere accorso in aiuto a quel soldato sofferente ancora sdraiato a terra, ma quello non era un soldato
"Tornate in voi.. tornate in voi, Oscar"
Continuava a strattonarla preoccupato per cercare di farle riprendere i sensi
"Oh Fersen"
Disse lei confusa
"State bene?"
Le chiede subito allarmato il conte, ma lei non gli rispose o per lo meno non rispose alla sua domanda, poichè si agitò pronunciando parole poco comprensibili
"Che cosa ti hanno fatto!"
Iniziò ad urlare improvvisamente
"Ma non dovete muovervi, state ferma"
Fersen cercò di trattenerla, ma lei si dimenava, voleva a tutti i costi liberarsi dalla sua presa
"Lasciatemi andare, il mio Andrè è in pericolo!"
Disse improvvisamente, come se fosse la cosa più naturale al mondo .. il suo Andrè.
Rimasi sbalordita da quanto ebbi appena udito e anche Fersen non riusciva a credere di averlo sentito dire davvero, non da lei.
"Che cosa avete detto? Il mio Andrè?"
E fu in quel momento che anche lei si rese conto di averlo detto davvero
"D'accordo, andrò io ad aiutare il vostro amico"
Ha  aggiunto allontanandosi da lei per salire in sella al suo destriero dal manto bianco
Ci guardammo negli occhi per pochi istanti prima che si allontanò per raggiungere la folla in delirio
"Spero che non vi accada niente Fersen"
Bisbigliai tra me e me, prima di tornare a questa triste realtà, non era il momento di pensare all'amore adesso.
Dorian mi raggiunse correndo
"Elisabeth! State bene?"
"Dorian, dovete subito fare allontanare la carrozza da quì, tra poco tornerà quella folla inferocita e potrebbe assalire anche la vostra carrozza, dite al cocchiere di attenderci in un vicolo quì vicino e tornate subito da me, ho bisogno del vostro aiuto"
"Va bene, farò come voi dite "
Disse il conte prima di allontanarsi.
Mi voltai e la vidi lì, seduta a terra a fissare il pavimento stravolta..
Eh già madamigella, credo che voi siate molto scossa per l'accaduto, avete temuto il peggio, ma la vostra preoccupazione più grande non era perdere la vita..ma perdere lui, vel'ho letto prima negli occhi, quando volevate accorrere in suo aiuto anche se non avevate le forze per farlo.
Mi avvicinai a lei , facendola sussultare non appena sentì il rumore dei passi farsi sempre più vicini.
Mi guardò, anche se non sono sicura che abbia capito chi io sia.
"Non temete magamigella, sono venuta per aiutarvi"
"Oh ma voi siete.."
Le porsi la mano
"Coraggio, aggrappatevi a me, faremo solo pochi passi, la carrozza è quì dietro l'angolo"
"Io .. c'era anche Andrè insieme a me"
"Non vi preoccupate, il conte Dorian penserà a lui"
Si aggrappò alla mia mano e con tutta la forza che le restava in corpo si alzò, e fece pochi passi barcollando, non aveva proprio le forze per reggesi da sola, così la aiutai a fare quei pochi passi prima di fermarci nuovamente.
Un cavallo bianco ci passò davanti al galoppo e dietro di lui una folla di uomini urlanti lo rincorrevano per "fargliela pagare" in quanto si trattava di un nobile e per di più dell'amante della regina.
Voltammo l'angolo e lì trovammo Dorian ad attenderci in piedi in un angolo nascosto
"Venite, la carrozza si trova quà dietro"
Ci disse non appena ci avvicinammo a lui
"Dorian, perfavore, aiutate madamigella a salire sulla carrozza"
"Madamigella?"
Chiese lui perplesso, non sapendo che sotto a quell'uniforme si nascondeva un corpo femminile
"Non vi preoccupate, riesco a farcela da sola"
Disse lei tentando di salire sulla carrozza con le ultime forze che le erano rimaste in corpo
Mi sedetti accanto a lei e pregai al cocchiere di proseguire adagio per quella strada, per poter vedere dove si trovava Andrè
"Fermatevi!"
Dissi improvvisamente
"Mi è parso di scorgere un uomo a terra, proprio laggiù.. voi madamigella aspettatemi quì, andrò io ad aiutare il vostro amico"
"Io vorrei.."
"Vi prego madamigella, siate ragionevole, adesso non ne avete le forze"
Le dissi cercando di farla ragionare.
Lo so bene che avrebbe voluto salvare l'uomo che, credo, aveva appena scoperto di amare, lo avrei voluto anch'io se fossi stata al suo posto, ma non ci sarebbe mai riuscita in quelle condizioni.
Scesi dalla carrozza e mi avvicinai velocemente al soldato seduto a terra
"Oh Andrè, come vi hanno ridotto!"
Dissi non appena mi avvicinai
"Lasciate che vi aiuti"
Gli slegai le mani che gli avevano legato dietro la schiena per potergli impedire di opporre resistenza quando lo avrebbero appeso.. alla forca.
"Ma .. ma voi siete"
"Si Andrè, sono proprio io"
Dissi interrompendolo
"Coraggio alzatevi, dobbiamo raggiungere quella carrozza laggiù, non dovete camminare molto"
Lo aiutai ad alzarsi e insieme ci incamminammo verso la carrozza
"Voi .. non eravate partita? Io credevo che.."
"Avevate ragione voi, Andrè, è inutile scappare"
Gli risposi, certa che avesse capito a cosa stessi alludendo
"Coraggio, un ultimo sforzo"
Lo incitai
"E Oscar!? Sapete dirmi dov'è Oscar!?"
Chiese impensierito
"Non vi preoccupate, è già sulla carrozza che vi attende"
Nell'apprendere la notizia, Andrè iniziò a camminare più veloce che potè, forse per riuscire a vederla il prima possibile.
Aprii la porta della carrozza e i loro occhi si illuminarono non appena si guardarono l'un l'altra.
"Oscar.. non è nulla di grave, vero?"
Chiese prima ancora di salire e sedersi accanto a lei
"Oh Andrè.. che cosa ti hanno fatto!"
Esclamò vedendogli il labbro sanguinante e la camicia dell'uniforme sgualcita
"Non devi preoccuparti per me Oscar, non è nulla di grave, piuttosto tu.."
Si guardarono per un istante negli occhi senza dirsi niente, come se in quel silenzio loro riuscissero a dialogare lo stesso e a dirsi tutto ciò che non avevano il coraggio di dire con le parole.
"Coraggio Andrè, salite anche voi sulla carrozza, è meglio allontanarsi da quì, da un momento all'altro potrebbero tornare gi uomini di prima"
Dissi rompendo il silenzio calato intorno a noi.
Andrè salì sulla carrozza e prese posto accanto a lei, dopodichè salimmo anche io e Dorian e ordinammo al cocchiere di dirigerci a palazzo Jarjayes per poter riaccompagnare a casa madamigella e il suo attendente.
Sedevano uno accanto all'altra con lo sguardo fisso nel vuoto e le braccia distese lungo i fianchi.
Non ci parlammo per tutto il viaggio, forse loro erano troppo stanchi anche per fare quello.
Arrivammo a palazzo Jarjayes e venimmo accolti dalla vecchia governante, sorpresa di ricevere una visita a quell'ora.
"Oh bambina mia, come ti hanno ridotto!"
Disse non appena la vide dolorante, poi posò il suo sguardo anche su Andrè che sedeva accanto a lei
"Andrè .. ma cos'è successo?"
"Ecco .. perdonatemi signora"
Mi intromisi
"Ma credo sia meglio scortarli dentro casa, lì vi racconteremo ogni cosa"
"Oh certo, certo avete ragione"
Dorian aiutò Andrè a reggersi in piedi e dirigersi dentro casa, mentre io e la vecchia governante facemmo lo stesso con madamigella Oscar.
"Ma che modi, prendersela così con una povera ragazza!"
Disse non appena madamigella le raccontò l'accaduto
"Parigi sta diventanto una città pericolosa!"
Continuò a borbottare tra sè e sè dirigendosi in cucina, tornando poco più tardi con del tè caldo per ciascuno.
"Bere qualcosa vi farà sentire meglio"
Disse porgendoci una tazzina a testa.
Non restammo a palazzo Jarjayes a lungo: madamigella Oscar e Andrè erano allo stremo delle forze, così preferimmo tornare a Versailles.
La nostra carrozza tornò nello stesso punto dal quale era partita qualche ora prima e, dopo che si fermò, entrambi scendemmo e passeggiammo un po' nel giardino prima di salutarci.
"Elisabeth, non sapete quanto mi dispiaccia che la serata sia andata in questo modo, avrei voluto trascorrere allegramente il poco tempo che ci è rimasto da passare insieme e invece.."
Mi confessò Dorian quando ci sedemmo su una panchina vicino ad una  grande fontana.
"Se debbo essere onesta io sono felice che sia andata così, pensateci su.. se non ci fossimo stati noi quei due giovani sarebbero ancora a vagare per le strade cercando di reggersi in piedi l'un l'altro per riuscire a tornare a casa.
Suvvia, non siate abbattuto, potremmo sempre rivederci domani"
Cercai di risollevargli il morale, anche se non ci riuscii affatto.
La nostra passeggiata terminò presto, entrambi eravamo molto stanchi, pertanto decidemmo di tornare ognuno nei propri appartamenti e ci lasciammo con la promessa di rivederci il giorno dopo.
Raggiunsi la mia stanza con molta fatica: ero davvero tanto stanca.
Entrai all'interno di essa e raggiunsi velocemente il mio letto.
Devo essermi addormentata nell'istante in cui la mia testa si è poggiata sul cuscino perchè questa è l'ultima cosa che mi ricordo di aver fatto.
Quella notte sognai l'aggressione alla carrozza di madamigella, ma la ragazza aggredita non era lei.. ma io.
Uomini rabbiosi mi percuotevano, mi strattonavano a destra e a sinistra, cercavano di colpirmi con tutta la forza che avevano in corpo e mi urlavano contro
"Vogliamo il pane per i nostri figli!"
Già .. ma io cosa avrei potuto fare?
Scappavo impaurita, correvo e correvo ma quegli uomini erano molto più veloci di me, poi ad un certo punto inciampai a causa della lunghezza del mio vestito e caddi a terra.
Gli uomini mi circondarono.
Il terrore cresceva in me.
Mi svegliai di soprassalto, impaurita.
Scoppiai a piangere, quel sogno sembrava essere stata una paurosa e terribile realtà.
Perchè mai i cittadini di Parigi assalgono le carrozze dei nobili?
Mia sorella è a conoscenza di ciò che accade oltre le mura del palazzo?
Non può non accorgersi di tutto questo.

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Capitolo 17
*** Il segreto ***


Mi svegliai di soprassalto, impaurita.
Le voci di quegli uomini continuavano a rimbombarmi nella testa e, nonostante io facessi di tutto per distrarmi, continuavo a vedere attorno a me le loro faccie rabbiose e a sentire le loro voci che gridavano vendetta contro la nobiltà e contro la famiglia reale.
Forse l'accaduto di ieri sera mi aveva spaventato più del previsto e restare quì da sola non mi avrebbe, di certo, aiutato.
Mi vestii velocemente e raggiunsi il prima possibile gli appartamenti di mia sorella: avevo bisogno di parlare.
Quando entrai nella sua stanza la trovai in compagnia della contessa di Polignac che, come al suo solito, riuscì a farmi sentire un intrusa.
"Sapete, è nostra consuetudine trascorrere la mattinata insieme, talvolta chiacchieriamo, talvolta giochiamo a carte.."
Non faceva altro che ripetermi queste parole non appena ne aveva l'opportunità, non badando tanto al fatto di riferirsi alla sorella della regina di Francia.
Fortunatamente, la contessa non mi afflisse a lungo poichè si congedò da noi a metà mattinata.
"Avete bisogno di parlarmi, non è vero?"
Mi domandò mia sorella non appena rimanemmo sole nella stanza
Come avrà fatto a capirlo?
"Ecco vedete, ieri sera è accaduto un fatto increscioso a Saint Antoine"
"Oh vi riferite per caso all'aggressione della gente del popolo alla carrozza di madamigella Oscar? L'ho saputo questa mattina dal conte di Fersen, pare che sia stato lui a salvarla"
"Lo so, ero presente quando è successo, l'ho riaccompagnata io al suo palazzo, ma non era di questo che vi volevo parlare.. vi siete domandata perchè mai il popolo abbia aggredito senza alcun motivo una carrozza di nobili?"
"Suvvia Elisabeth, non vi preoccupate, è solo una cosa di poco conto"
"Oh, sorella cara, non sapete quando vorrei che lo fosse! Ieri sera quegli uomini urlavano rabbiosi vendetta contro il conte di Fersen, desideravano ucciderlo, e la stessa cosa hanno fatto anche con madamigella Oscar, e tutto questo solo perchè si trattava di nobili! Il popolo è sempre più adirato con la famiglia reale a causa delle condizioni di vita che conduce, dovete agire al più presto o temo che possa accadervi qualcosa di molto spiacevole"
Forse non avrei dovuto essere così diretta con lei, ma in queste circostanze non potevo più restare a tacere.
"Vedete, so molto bene che situazione sta attraversando la Francia attualmente, e so bene che il popolo potrebbe ribellarsi da un giorno all'altro, ed è per questo che tra pochi giorni arriveranno in Francia dei reggimenti di vari paesi per reprimere la rivolta e difendere la famiglia reale"
Impallidii.
"Spero che non stiate parlando sul serio, in questo modo il popolo si sentirà minacciato e questo potrebbe portarli a ribellarsi, se voi diminuiste il numero delle imposte che sono costretti a pagare non si arriverebbe a tutto ciò"
"Elisabeth, vi prego di non intromettervi in affari che non vi riguardano, io, ormai, ho già preso la mia decisione"
Affari che non mi riguardano?
Oh sorella mia, tutto ciò che riguarda voi riguarda anche me, se vi accadesse qualcosa ne soffrirei immensamente, possibile che non riusciate a capirlo?
Mi alzai di scatto e, cercando di trattenere le lacrime, mi diressi verso la porta
"Allora vi prego di perdonarmi"
Le dissi prima di uscire dalla stanza, e solo quando mi trovai sola nel corridoio scoppiai a piangere.
"Elisabeth"
Guardai avanti a me e notai Dorian, in piedi in un angolo, a fissarmi sconcertato
Mi portai le mani al viso per non farmi vedere da lui in quelle condizioni
"Oh scusatemi, non vi avevo visto"
Dissi prima di correre via per evitare di essere vista in quello stato, ma lui mi afferrò per un polso e mi trascinò dentro una delle tante stanze del palazzo
"Che cosa vi è successo?"
Mi chiese non appena richiuse la porta dietro di noi.
Rimasi in silenzio, decisa a tenere per me il mio dolore.
"Coraggio, sapete benissimo che di me vi potete fidare, vorrei cercare di aiutarvi se mi è possibile"
A quelle parole non riuscii più a trattenermi, gli corsi incontro e piansi ancor più di prima
"Oh Dorian, temo che molto presto capiti qualcosa di spiacevole a mia sorella, il popolo francese è furioso contro la nobiltà e la famiglia reale, potrebbe ribellarsi ai sovrani da un momento all'altro e nessuno può impedire che questo accada "
"Non dovete temere, Elisabeth, forse siete rimasta sconvolta più del dovuto da ciò che è accaduto ieri sera"
Cercò di tranquillizzarmi, il conte, ma non ci riuscì
Già, cosa avrebbe potuto dirmi?
Anche se avesse negato l'evidenza io non mi sarei tranquillizzata lo stesso perchè sapevo bene che, purtroppo, le mie paure non erano insensate.
"Vedete Elisabeth, purtroppo piangere non serve a nulla, non è piangendo che impedirete che tutto ciò accada"
Già, piangere non cambia la situazione della Francia.
Cercai di farmi forza, così riuscii ad impedire alle lacrime di rigare ancora una volta  le mie guance e poi.. stare abbracciata a Dorian riuscì a tranquillizzarmi.
Tra le sue braccia mi sentivo protetta e mi sembrava che nulla di brutto mi sarebbe potuto accadere se fossi rimasta abbracciata a lui.
Chiusi gli occhi e rimasi abbracciata a lui per lungo tempo, in silenzio.
"Vi sentite meglio?"
"Si, vi ringrazio Dorian"
Gli sorrisi, adesso ero più sollevata
"Ne ero sicuro, siete molto più bella quando sorridete"
"Vi ringrazio, ancora"
"Guardate che bella giornata, vi andrebbe di andare a fare una passeggiata in giardino? Stare in mezzo alla natura mi piace molto"
"Ma certo, adoro passeggiare all'aria aperta e sentire il profumo dei fiori circondarmi"
Così, ci recammo in giardino e passeggiammo a lungo sotto i caldi raggi del sole.
"Dorian, perdonate la mia domanda indiscreta, ma voi avete fratelli o sorelle? In tutto questo tempo non mi avete mai parlato della vostra famiglia"
"Ma certo, ho un fratello di un anno più piccolo di me, ma non lo vedo da molti anni"
"Oh, perchè mai?"
"Ecco vedete.. quando ero molto piccolo sono stato costretto ad allontanarmi dalla mia famiglia e da allora non ho più rivisto nessuno di loro..  magari un giorno vi racconterò la mia storia"
Non gli feci più domande, in questo modo mi aveva chiaramente fatto capire che quello non era il momento opportuno per parlarmene, anche se avrei tanto voluto sapere perchè fu costretto ad abbandonare la famiglia e perchè mai da allora non li aveva più rivisti.
Chissà.. quale segreto tiene nascosto nel profondo del suo cuore?
Quando me lo avrebbe svelato?

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Capitolo 18
*** L'ultimo saluto ***


Trascorsi il resto della mattinata in compagnia del conte e, quando si fece tardi, lui tornò al suo palazzo.
Così, rimasta sola, decisi di andare a trascorrere alcuni minuti tranquilla nella mia stanza prima di raggiungere gli altri nobili per il pranzo: avevo bisogno di restare sola con i miei pensieri.
Mi sedetti su una sedia di fronte alla graziosa specchiera che si trovava vicino alla finestra e lì vidi la mia immagine riflessa nello specchio e, quasi senza rendermene conto, immaginai al mio fianco.. Dorian.
Ne rimasi molto sorpresa, perchè mai Dorian era diventato il mio sogno ad occhi aperti?
Avrei dovuto vedere Fersen al mio fianco, eppure.. ultimamente Fersen è quasi totalmente uscito dai miei pensieri.
Sentii un rumore provenire dal corridoio e questo servì per riportarmi alla realtà.
Mi diedi un'ultima specchiata veloce per vedere se fossi presentabile e raggiunsi gli altri per il pranzo.
Per tutto il tempo cercai di evitare lo sguardo di mia sorella: dopo quanto accaduto mi sentivo leggermente imbarazzata in sua presenza.
Non appena finimmo di pranzare, tutti gli altri si riunirono in uno dei tanti sontuosi  salotti della reggia per continuare a conversare, ma io decisi di non unirmi a loro, così mi congedai trovando una scusa per allontanarmi.
Chiamai Colette, la cameriera di mia sorella, e le ordinai di far preparare la carrozza: sarei andata a trovare madamigella Oscar.
Quando arrivai a palazzo Jarjayes venni accolta calorosamente dalla vecchia governante, che ancora mi ringraziava per aver riportato a casa la sua "bambina" la sera prima.
"Vi prego, accomodatevi"
Mi disse Oscar non appena rimanemmo sole nello splendido salotto del suo palazzo
"Posso offrirvi qualcosa da bere?"
"Oh no, vi ringrazio"
Mi sorrise e si mise a sedere accanto a me
"Sono contenta di vedere che oggi state meglio"
Le dissi sinceramente rincuorata per la sua salute
"Vi ringrazio Elisabeth, se non fosse stato per voi non so come avremmo fatto"
"E' stato un piacere, credetemi"
Le dissi
"E Andrè come stà?"
"Anche lui si sente meglio quest'oggi, anche se debbo ammettere che le sue ferite sono assai più gravi delle mie, ieri sera.. ho temuto il peggio"
La guardai amorevolmente: si era innamorata.
Poi dissi
"Sapete, c'è gente che ama tutta la vita una persona senza che questa se ne accorga"
La guardai
Mi guardò
"E quando finalmente quella persona aprirà gli occhi di fronte a certe verità, sempre se non lo abbia già fatto, non dovrebbe tenersele per sè"
".. Io non capisco"
Oh madamigella voi avete capito benissimo, i vostri occhi dicono ciò che non avete il coraggio di dire ad alta voce a me e tantomeno a voi stessa: si può mentire con le parole, ma non con gli occhi.
Le sorrisi
"Sapete, Andrè è proprio un bravo ragazzo.. siete stata fortunata, non tutti possono vantare un'amicizia come la vostra"
"Certo, io.. credo di si"
Le presi le mani tra le mie e la guardai negli occhi
"Vedete madamigella, questa notte io partirò per tornare a Vienna, ho sempre odiato gli addii, per questo motivo ho detto a tutti che partirò domani sera, ma non potevo partire senza salutarvi.. voi siete una ragazza giudiziosa, sono sicura che alla fine prenderete la decisione che più ritenete opportuna e io spero che prendiate quella giusta"
Le lasciai le mani e mi diressi verso la porta
"Vi auguro ogni gioia, madamigella"
Oscar, ancora scossa per quanto udito, si alzò di scatto e mi raggiunse
"Io vi ringrazio dal profondo del cuore Elisabeth, per tutto ciò che avete fatto per me.. per noi"
Le sorrisi
"Spero di rivedervi"
Mi disse
"Anch'io"
Risposi tristemente, perchè in cuor mio sapevo che quello era un addio.
Uscii dal palazzo, ma prima di uscire definitivamente dalle loro vite mi restava ancora una cosa da fare: salutare Andrè.
Mi diressi nelle scuderie, convinta di trovarlo lì, e, infatti, fu così.
"Salve Andrè"
Mi avvicinai sorridendogli
"Buongiorno madame, posso esservi utile?"
Gli misi una mano sulla spalla
"Suvvia Andrè, non siate così formale in mia presenza, non occorre.. sono venuta fin quì per salutarvi, questa sera partirò per tornare a Vienna e temo che mi sarà difficile rivedervi in futuro, per cui sono venuta quì per dirvi addio anche se mi dispiace"
Rimase in silenzio per alcuni attimi, forse per poter trovare le parole adatte da dirmi in questa circostanza
"Ecco, preferirei lasciarvi con un arrivederci, non si sà mai, magari un giorno ci rivedremo"
"Lo spero tanto Andrè"
"Anch'io"
Lo guardai per l'ultima volta per riuscire a memorizzare appieno i tratti del suo viso
"Spero che siate felice e che questa felicità non tardi ad arrivare"
Gli dissi prima di allontanarmi da lui.
Ero già uscita dalle scuderie quando gli sentii dire tra sè e sè
"Addio"
"Addio"
Risposi a bassa voce
Tornai alla mia carrozza e, prima di dare al cocchiere l'ordine di tornare a Versailles, guardai per l'ultima volta il palazzo Jarjayes, poi partii.
 

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Capitolo 19
*** In viaggio ***


Non appena tornai alla reggia, diedi l'ordine di preparare le mie valigie e una carrozza per il viaggio assicurandomi che le cameriere di mia sorella non le riferissero le mie intenzioni.
Nel corridoio c'era un via vai di cameriere che dalla mia camera trasportavano le mie valigie alla carrozza, così mi allontanai da tutto quel trambusto e decisi di andare a salutare per l'ultima volta mia sorella.
Mi recai nei suoi appartamenti , dove la trovai a giocare con i suoi figli.
"Elisabeth! Che gioia vedervi! Accomodatevi pure"
Disse mia sorella non appena mi vide
"Marie Thérèse, Louis Charles giocheremo insieme più tardi, adesso ho bisogno di dialogare un pò insieme a vostra zia"
Disse facendo loro una carezza sulla guancia
"Va bene"
Dissero entrambi tristemente
"Arrivederci zia"
"Arrivederci"
Dissi sorridendo loro
Quando fummo sole ci sedemmo una accanto all'altra
"Sono davvero due bimbi vivaci"
Disse lei
"Marie Thérèse vi assomiglia moltissimo, sapete mi ricorda tanto voi quando avevate la sua età, sempre così allegra e spensierata.."
"Ricordo con molta nostalgia la mia infanzia trascorsa a Vienna, ancora accanto a nostra madre"
"Lei ha sofferto molto quando siete partita.. e anch'io"
"Fortunatamente adesso siete quì insieme a me"
"Ancora per poco" avrei voluto dire, ma mi limitai semplicemente ad un "Già"
Pochi attimi di silenzio seguirono a questa mia affermazione, poi mia sorella disse
"Siete venuta per dirmi qualcosa in particolare?"
"Oh no, avevo pensato di trascorrere un pò di tempo insieme a voi"
"Ne sono felice"
Così, trascorsi l'ultimo pomeriggio in compagnia di mia sorella e quando la salutai riuscii a trattenere a stento le lacrime
"Ci rivedremo al ballo di questa sera?"
Mi chiese
"Certo"
Mentii
"Bene, a più tardi"
"A più tardi"
Mi voltai un ultima volta per vedere il viso di colei a cui sono tanto legata, poi mi allontanai.
Raggiunsi la mia stanza dove trovai delle cameriere intente a spolverare
"La carrozza è pronta, madame"
Disse una giovane alle mie spalle
"Molto bene, la raggiungerò tra breve, avvertite il cocchiere"
"Subito.. ah madame, il conte Dorian vi stà attendendo nel salotto al piano superiore"
Dorian.. come farò a dirvi addio?
"Vi ringrazio, ora potete andare"
Fece un inchino e si allontanò.
Raggiunsi il conte al piano superiore, decisa a congedarmi da lui in pochi minuti
"Elisabeth"
"Dorian che piacere rivedervi"
Dissi chiudendo la porta alle mie spalle
"Perdonatemi.. non vorrei essere scortese ma in questo momento sono piuttosto indaffarata"
"Oh vi prego di perdonarmi se vi ho arrecato disturbo"
"No perdonatemi voi, davvero"
Mi prese le mani tra le sue
"Potrò rivedervi al ballo di questa sera?"
"Certo"
"Bene, perchè avrei bisogno di parlarvi, è importante"
"Potete farlo adesso se volete"
"No, preferirei dirvelo questa sera"
"Come volete"
Mi baciò la mano
"A questa sera"
Lo guardai e non potei fare a meno di pensare che da quel momento in poi non avrei più potuto farlo, così mi avvicinai velocemente a lui e lo baciai.
Le mie labbra sfiorarono le sue e in quel momento, tra le sue braccia, riuscii a sentire i battiti accelerati del suo cuore.
Non furono che pochi attimi, meravigliosi ed indimenticabili.
Ci guardammo negli occhi
"A questa sera"
Gli dissi
"Elisabeth io vi.."
Disse mentre chiudevo la porta alle mie spalle
"Vi amo anch'io"
Dissi tra me e me.
Raggiunsi la mia carrozza e, dopo aver guardato un ultima volta la reggia, partii.
 

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Capitolo 20
*** Il matrimonio ***


Era già trascorsa una settimana dal mio ritorno in Austria quando mio fratello Giuseppe mi chiamò nei suoi appartamenti per dialogare con me di una questione alquanto importante.
Quando lo raggiunsi mi fece accomodare e mi porse una tazzina di thè caldo.
"Vedete, vi ho fatto chiamare per parlarvi di una questione piuttosto delicata, Elisabeth"
Mi disse seriamente
"Vi ascolto"
"Come ben sapete, quando era ancora in vita, nostra madre ha sempre dato grande importanza al bene dell'Austria e per fare ciò non ha esitato a stipulare contratti di matrimonio per creare delle utili alleanze, voi stessa siete da poco tornata da un viaggio in Francia dove si trova nostra sorella Maria Antonietta"
"Questo lo so bene, ma non capisco dove vogliate arrivare con questo discorso"
Stette alcuni secondi in silenzio e, dopo aver preso un grande coraggio, continuò
"Ebbene, in quanto imperatore d'Austria devo chiedervi di sposare il figlio di Federico Guglielmo II di Prussia, come avete potuto vedere in Francia vi è un clima di tensione tra i primi due ordini e il terzo stato, semmai ci dovesse essere una ribellione o peggio.. una rivoluzione avere la Prussia come alleata sarebbe la cosa migliore, in questo modo potremmo entrare in guerra affiancati dall'esercito prussiano e salvare la monarchia francese, spero che possiate comprendere bene le motivazioni di questa mia decisione e che non vi rammarichiate per quanto vi ho chiesto"
Sposarmi.
Rivoluzione.
Alleanza.
Queste erano le tre parole che continuavano a rimbombarmi nella testa
Sposarmi..
Eppure un giorno sarebbe dovuto succedere, allora perchè soffrivo così tanto al solo pensiero di sposarmi con qualcuno che non sia.. lui? Con qualcuno che non sia il mio Dorian?
Rivoluzione..
Io stessa avevo potuto constatare che in Francia le cose stavano andando di male in peggio ed è per questo che non potevo  fare altro che accettare per il bene di mia sorella, per poterla aiutare e creare un'alleanza con la Prussia.
"Devo sposarmi per dovere, insomma"
Sospirai
"Mio caro fratello, sapete bene che non potrei mai sottrarmi al mio dovere, per il bene dell'Austria, della Francia e per mia sorella Maria Antonietta.. accetto"
E fu un colpo al cuore sentirmi pronunciare quelle parole che sembravano condannarmi ad una vita infelice.
Contrariamente a me, mio fratello era felicissimo di sentirmi pronunciare quella frase, tanto che si alzò e spalancò le braccia verso di me, abbracciandomi
"Avete fatto la scelta migliore Elisabeth, per voi e per nostra sorella, sono felice"
Disse mentre continuava ad abbracciarmi
"Sapete, ero sicurissimo di questa vostra decisione, tanto che ho invitato il principe a raggiungerci per la festa che questa sera si terrà in vostro onore, per il vostro matrimonio, così finalmente potrete conoscere il vostro futuro sposo"
Ma io non ero pronta.
"Non avrei mai pensato di incontrarlo così presto"
Gli dissi
"Mia cara sorella, il tempo è denaro e io non perdo tempo, questo dovreste saperlo, coraggio andate a preparavi, l'arrivo del principe è fissato per questa sera e come potete vedere mancano solo poche ore al suo arrivo"
"Bene, farò come voi dite"
E passo dopo passo mi trascinai nella mia stanza.
Diverse cameriere mi aiutarono a prepararmi, erano tutte indaffarate per rendermi più che presentabile per questa sera.
Per l'occasione indossai un bellissimo abito color rosa antico su espresso desiderio di mio fratello
"Il rosa antico vi stà d'incanto"
Aveva detto
Così lo indossai
"Maestà, vi attendono nel salone, il principe è arrivato"
Il cuore mi batteva fortissimo
"Va bene, annunciatemi pure"
Dissi alla cameriera che mi aveva riferito la notizia.
Così, passo dopo passo, mi avvicinai al salone dove ero richiesta.
Bussai alla porta
"Avanti"
Entrai e feci un sussulto quando vidi il volto del mio futuro consorte.
 
Note dell'autrice
Salve a tutti!
Innanzitutto ci terrei a scusarmi per questo enorme ritardo nel pubblicare il capitolo ma ultimamente la scuola mi stà prendendo parecchio tempo,ma a parte questo ci terrei a precisare una cosuccia: in realtà Maria Elisabetta  (Elisabeth nella mia storia) non si sposò mai poichè il vaiolo le aveva sfigurato il viso, così ho pensato molto all'uomo da metterle al fianco e inizialmente avevo pensato di "prendere in prestito" il marito di sua sorella Maria Carlotta ma poi ho cambiato idea per vari motivi. Il fatto di averla promessa in sposa al futuro sovrano della Prussia è una mia invenzione ma per fare questa scelta ho pensato ai fatti realmente accaduti nella storia nel corso della rivoluzione e la Prussia fu realmente un alleata dell'Austria, tuttavia ci terrei ad avvisare che ho dovuto lavorare un pò con la fantasia per trovare il consorte adatto alla nostra Elisabeth e nel prossimo capitolo capirete meglio il perchè, per adesso non vi anticipo altro.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito fino quì, sia le lettrici silenziose che quelle che hanno recensito la mia storia.
Grazie a tutti :)

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Capitolo 21
*** L'amore ritrovato ***


Dovevo ancora varcare la soglia della porta quando lo vidi ..ed impallidii
"Ma voi siete.."
Dissi sorpresa
"Federico II di Prussia"
Rispose mio fratello
"Elisabeth, ho il piacere di presentarvi il vostro futuro sposo"
Aggiunse
"Sono onorata di fare la vostra conoscenza"
Avrei voluto dire, ma le parole mi morirono in gola.
"Non può essere.."
Riuscii solo a dire
"Elisabeth, cosa vi succede? Non salutate il vostro futuro consorte?"
"M..ma certo, sono onorata di fare la vostra conoscenza, principe"
Dissi facendo un inchino
Mi sorrise
"Perdonate, potrei parlare solo con vostra sorella?"
Disse rivolgendosi a mio fratello
"Ma certo principe, ci rivedremo questa sera per il ballo"
Disse mio fratello allontanandosi dalla stanza.
Non appena rimanemmo soli il principe si rivolse a me
"Vi andrebbe di fare una passeggiata?"
"Si"
Percorremmo il lungo corridoio della reggia e raggiungemmo il giardino, e per tutto il tempo entrambi rimanemmo in silenzio.
In realtà, io avrei tanto voluto dirgli qualcosa ma non riuscivo a trovare le parole adatte, non riuscivo a formulare delle domande sensate e, anche se ci fossi riuscita, in quel momento non ero sicura di voler conoscere le risposte.
Non oggi.
Non adesso.
"E' un piacere rivedervi, Elisabeth"
Disse spezzando l'imbarazzante silenzio calato in mezzo a noi
"Anche per me"
Risposi seria
"Suvvia, non fate quella faccia, non vi avrò scioccato così tanto spero"
Mi fermai all'improvviso
"Dorian, voi mi avete mentito! Ho sempre creduto che voi foste un conte e adesso scopro che voi siete.."
"Il vostro futuro consorte, cosa c'è di strano? In fondo, non era ciò che desideravamo entrambi?"
Già.. allora perchè mi ero arrabbiata tanto?
"Si ma io ho sempre creduto che voi foste un conte, perchè mi avete presa in giro?"
"Prendervi in giro non era nelle mie intenzioni, credetemi.
Avrei voluto confessarvelo, sapete ero sul punto di farlo prima che voi partiste ma poi.. siete sparita"
"Ecco io.."
Come avevo potuto fargli questo?
"Non avevo il coraggio di dirvi addio"
Ammisi
"Oh se solo mi aveste detto della partenza! Non ce ne sarebbe stato bisogno!"
"Avete ragione, ma purtroppo io non potevo immaginare che voi foste.. un principe"
Era davvero strano per me concepirne l'idea e sentirlo pronunciare dalle mie labbra lo era ancora di più
"Scusate..ma voi, quindi, sapevate già da tempo del nostro matrimonio?"
"Oh no, credetemi, questa è stata una piacevole sorpresa anche per me"
Mi prese la mano e iniziò a camminare fino a che non trovammo una panchina sulla quale ci sedemmo uno affianco all'altra.
"Vedete, fin da piccolo ho vissuto con una famiglia francese che mi ha cresciuto come se fossi loro figlio, io stesso credevo di esserlo, poi, quando fui grande abbastanza per conoscere la verità, mi raccontarono di quando, da piccolo, fui affidato a loro per poter proteggere me e il mio popolo, alcuni nemici della corona attentarono alla mia vita, se mi fosse accaduto qualcosa di spiacevole la Prussia sarebbe rimasta senza erede al trono e la corona sarebbe finita in mani sbagliate"
Ero allibita.
Non riuscivo a credere a quanto avevano appena udito le mie orecchie.
Fece un sospiro, poi continuò
"Ho vissuto per molti anni in Francia pregiandomi del titolo di conte e lì conobbi molti dei miei attuali amici e uno in particolare mi condusse a voi.. mi innamorai di voi fin da quando il vostro sguardo si incrociò con il mio, fin da quando vi vidi entrare in quella stanza affiancata da Fersen.. così bella e aggrazziata, così decisi di conoscervi meglio per poter vedere se eravate tanto bella quanto virtuosa.. e voi lo siete Elisabeth, avete un animo nobile e generoso, per questo decisi di raggiungervi a Versailles e di dichiararvi i miei sentimenti"
Mi guardò negli occhi e mi prese le mani
"Quando mio padre mi richiamò in Prussia e mi comunicò del mio futuro matrimonio subito mi opposi perchè non volevo nessuna donna al mio fianco se non voi, ma poi, quando ho saputo chi fosse in realtà la mia futura consorte mi sembrò di toccare il cielo con un dito perchè io vi amo.. vi amo davvero ed è raro che in un matrimonio stipulato unicamente per creare un'alleanza ci sia l'amore vero tra i due coniugi"
Non appena smise di parlare lo abbracciai calorosamente
"Oh Dorian, perdonatemi, non avrei mai dovuto dubitare di voi"
Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso
"Suvvia, Elisabeth, non piangete"
Mi disse
"Oh no, non sono triste, sono lacrime di gioia le mie"
Dissi stringendolo forte a me
"Io vi amo, Dorian"
"Vi amo anch'io, Elisabeth"




Note dell'autrice
Salve a tutti,so bene che ci potrebbero essere delle critiche riguardo la trama di questo capitolo, un principe che per molti anni vive insieme ad una famiglia che non sia la sua e di rango inferiore..
Già nell'altro capitolo avevo annunciato che in questo avrei lavorato moolto con la fantasia, in realtà questa idea mi è venuta ricordando il finale di "E' un pò magia per Terry e Maggie" in cui si narra una vicenda simile a quella del mio Dorian.
Inizialmente il finale della mia storia doveva essere diverso da quello al quale mi sto indirizzando, era sicuramente molto più realista ma mancava il "lieto fine".
Spero che nonostante tutto questo capitolo sia stato di vostro gradimento, ormai ci stiamo avvicinando alla fine, i capitoli non saranno ancora molti, spero che questa storia non vi deluderà, al prossimo capitolo :)

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Capitolo 22
*** Marie Antoniette ***


Il nostro, fu uno splendido matrimonio.
Ci sposammo durante i primi giorni di luglio di quello stesso anno, proprio quando in Francia iniziarono i primi scontri tra i soldati dei vari reggimenti e la gente del popolo che protestava contro i privilegi del clero e della nobiltà.
Come concordato, alleammo l'esercito prussiano e quello austriaco per attaccare quello francese, sperando di vincere.
La guerra durò parecchi anni e si può dire che inizialmente in me vi era la speranza di riuscire a riabbracciare mia sorella grazie alla potenza dell'esercito austro- prussiano ma, poi, la situazione si ribaltò e in me si iniziò a spegnere piano piano quel piccolo barlume di speranza che mi dava la forza di continuare a lottare.
Persi definitivamente le speranze quando, nel '92, venne proclamata la Repubblica e mio cognato venne condannato a morte.
Non credevo che il popolo arrivasse a tanto ma, forse, aveva sopportato troppo a lungo le condizioni di miseria in cui era costretto a vivere.
Non fu difficile per me capire che anche mia sorella avrebbe fatto la sua stessa fine nove mesi dopo.
Mi lasciò il 16 ottobre del '93 e quello per me fu un colpo al cuore.
Dopo aver sofferto per tutti quei mesi in cui venne insultata e trattata come una donna della peggior specie la uccisero.
Misero fine alle sue pene solo dopo averle ucciso il marito e allontanato i figli.
Furono così crudeli con lei.
Pochi mesi dopo la sua morte mi giunse una lettera che mi scrisse la mattina stessa in cui salì al patibolo

 
"Questo 16 Ottobre alle quattro del mattino è a voi, mia sorella, che scrivo per l'ultima volta.
Sono stata condannata non a una morte vergognosa, essa non è tale che per i delinquenti, ma a raggiungere vostro cognato, innocente
come lui, spero di mostrare la stessa sua fermezza negli ultimi
momenti.
Sono calma come lo si è quando la coscienza non
rimprovera nulla; ho un profondo dolore d'abbandonare i miei
poveri bimbi; voi sapete ch'io non esistevo che per loro e per
voi, mia buona e tenera sorella, voi che avete per la vostra
amicizia sacrificato tutto per essere con noi, in che posizione vi lascio!
Ho appreso durante il processo che mia figlia è separata da voi.
Ahimé! Povera bimba, non oso scriverle, ella non riceverebbe la mia lettera; non so
nemmeno se questa vi perverrà.
Ricevete per loro due la mia benedizione.
Spero che un giorno, quando saranno più grandi, potranno riunirsi con voi e godere interamente delle vostre tenere cure.
Pensino essi a tutto quello che io non ho cessato d'ispirar loro, che i principii e l'esecuzione esatta dei propri doveri sono la prima base
della vita; che la loro amicizia e la loro scambievole fiducia
ne farà la felicità; che mia figlia senta come sia suo dovere,
data la sua età, aiutare sempre suo fratello con i consigli
dell'esperienza ch'essa ha in più di lui e che la sua amicizia potrà ispirarle.
Che mio figlio, da parte sua, renda a sua sorella tutte
le cure, i servizi che l'amicizia può ispirare; sentano entrambi,
infine, che in qualunque posizione vengano a trovarsi, essi non
saranno veramente felici che grazie alla loro unione.
Prendano esempio da noi!
Quanta consolazione, nelle nostre disgrazie, ci
è venuta dalla nostra amicizia, e nella gioia, si gode
doppiamente, quando si può dividerla con un amico; e dove si può
trovarne di più teneri, di più uniti che nella propria famiglia?
Mio figlio non deve mai dimenticare le ultime parole di suo
padre che io gli ripeto espressamente: non cerchi mai di vendicare
la nostra morte.
Debbo parlarvi d'una cosa molto penosa per il mio cuore.
So quanto quel bimbo deve avervi data pena; perdonatelo, mia
cara sorella, pensate alla sua età e come sia facile
far dire a un bambino quello che si vuole e
anche quello ch'egli non comprende: verrà un giorno, lo spero,
nel quale egli sentirà maggiormente tutto il valore della vostra
bontà e della vostra tenerezza per tutti e due.
Mi rimane da confidarvi ancora i miei ultimi pensieri; avrei voluto
sçrivervi dal principio del processo; ma oltre al fatto che non mi
lasciavano scrivere, l'incalzare degli avvenimenti è stato cosi
rapido, che non ne ho avuto realmente il tempo.
Io muoio nella religione cattolica, apostolica e romana, in
quella dei miei padri, nella quale sono stata allevata,
e che ho sempre professata, non avendo nessuna consolazione
spirituale da aspettare, non sapendo se esistano ancora qui
preti di questa religione, e, anche se ciò fosse, il luogo in cui mi
trovo li esporrebbe troppo se vi entrassero una volta.
Io chiedo sinceramente perdono a Dio di tutti gli errori che ho potuto
commettere da quando esisto.
Spero che nella sua bontà, vorrà
accogliere i miei ultimi voti, come quelli che ho fatto da molto
tempo, perché voglia ricevere la mia anima nella sua misericordia
e nella sua bontà.
Chiedo perdono a tutti quelli che conosco, e a voi, mia sorella, in
particolare, di tutte le pene che, senza volerlo, ho potuto causar loro.
Perdono tutti i miei nemici per il male che mi hanno fatto.
Dico qui addio alle mie zie e a tutti i miei fratelli e sorelle.
Avevo degli amici, l'idea d'esserne separata per sempre e le loro
pene sono uno dei più grandi rimpianti ch'io porti con me
morendo, sappiano almeno che sino all'ultimo istante ho pensato a loro.
Addio, mia buona e tenera sorella; possa questa lettera
giungervi!
Pensate sempre a me, vi bacio con tutto il cuore,
così come quei poveri e cari bambini,
Mio Dio! Com'è lacerante lasciarli per sempre!
Addio, addio, non mi occuperò più che
dei miei doveri spirituali.
Siccome non sono libera delle mie
azioni, mi porteranno forse un prete, ma protesto qui che non
gli dirò una parola, e che lo tratterò come un essere assolutamente estraneo." 

 
Quando la lessi per la prima volta, avevo da poco appreso la notizia della sua morte e da allora decisi di leggerla ogni 16 ottobre in sua memoria, proprio come sto facendo in questo momento.
"Madre, perchè state piangendo?"
La guardai, era ancora così piccola e indifesa.. mi ricordava tanto la mia amata sorella.
Bionda come lo era lei.
Bella come lo era lei.
Vivace come lo era lei.
"Non è niente, Marie Antoniette, stavo solo pensando ad una persona a me cara"
Le risposi
No, non confusi il suo nome, io e Dorian decidemmo di chiamarla come colei che permise il nostro incontro, Marie Antoniette.
Quando scoprimmo che la Prussia avrebbe avuto presto un erede al trono era appena iniziato il mese di ottobre ed entrambi pensammo che non fosse un caso e fu proprio Dorian a proporre il nome quando alla sua nascita scoprimmo che era una bambina.
Asciugai la lacrima che mi percorse la guancia e riposi la lettera al suo posto.
Quando sarebbe diventata abbastanza grande avremmo raccontato alla nostra piccola Marie Antoniette la nostra storia, quella mia e di Dorian, e di tutti gli avvenimenti che segnarono la storia francese.
Le avremmo insegnato che non esiste l'uomo nobile, ma l'animo nobile e che non vi è una differenza di classe perchè siamo tutti uguali.
Le avremmo parlato di Oscar e Andrè e di come sono stati capaci, a modo loro, di stare accanto a sua zia fino all'ultimo.
E, sopratutto, le avremmo insegnato che il vero amore esiste, basta solo saperlo riconoscere quando lo si vede arrivare.




 
NOTE DELL'AUTRICE
E così siamo giunti al termine di questa avventura.
Ringrazio di cuore tutti i lettori silenziosi di questa storia e anche tutti coloro che hanno lasciato una recensione, ma un grazie in particolare va a Tetide che è sempre stata presente dall'inizio alla fine di questa fic.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e che la fine non sia stata noiosa.
A proposito, la lettera che Maria Antonietta ha scritto ad Elisabeth non l'ho inventata io ma l'ho trovata su un sito insieme a tutte le altre lettere che si scriveva con Fersen, ovviamente non era indirizzata ad una sua sorella ma a quella di Luigi XVI che si chiamava proprio Elisabeth, quindi io non ho modificato nulla se non una parolina alla quarta riga che da "vostro fratello" io ho trasformato in "vostro cognato"
Ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno letto questa storia, alla prossima :)

 

 

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