The Marauders

di Marauder_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° settembre 1977 ***
Capitolo 2: *** I Malandrini ***
Capitolo 3: *** Sparizioni ***
Capitolo 4: *** Il ladro ***
Capitolo 5: *** Falsa identità ***
Capitolo 6: *** Delle parole importanti ***
Capitolo 7: *** Sospetti e sentimenti ***



Capitolo 1
*** 1° settembre 1977 ***


1° settembre 1977

 

Sotto alla grigia coltre di nebbia ed in mezzo ad una pioggia fitta e sottile, i londinesi si preparavano ad affrontare una giornata come tante altre.
Le automobili correvano attraverso la città, schizzando i pedoni sui marciapiedi, mentre i pendolari camminavano rapidi verso la stazione dei treni, riparandosi chi sotto l'ombrello, chi sotto la pesante ventiquattrore.
Per il sonnolento controllore della stazione di King's Cross, quella mattinata non aveva niente che le impedisse di finire presto nel dimenticatoio: treni che arrivavano pieni e partivano vuoti, uomini in giacca e cravatta che imprecavano al telefono, una famiglia che passava attraverso il muro della barriera..
Cosa? No, era solo la sesta ora di turno che giocava brutti scherzi, o almeno questo era quello che aveva pensato il controllore.
Il primo settembre, infatti, non era un giorno come un altro proprio per tutti; per i giovani maghi e le giovani streghe della Gran Bretagna quella giornata significava dover raggiungere il binario nove e tre quarti, passando appunto attraverso il muro della barriera tra i binari nove e dieci, per salire sull'Hogwarts Express, il treno che li avrebbe portati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Oltre il muro che il controllore aveva scambiato per un'allucinazione, si nascondevano centinaia di famiglie, che correvano avanti e indietro spingendo carrelli carichi di pesanti bauli e gabbie di animali, alla ricerca di un posto vuoto su una carrozza, mentre gli studenti si salutavano e si abbracciavano felici di rivedersi dopo le vacanze, entusiasti di raccontarsi le novità estive.
“Hey Lily! Eccoti finalmente! Ci sediamo insieme, ti va?”
“Jo! Certo che sì! Aspetta, vado a salutare i miei genitori e ti raggiungo” rispose la giovane Lily Evans, che era pronta a frequentare il suo settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
I suoi lunghi capelli rossi svolazzavano alle sue spalle, mentre si spostava con la leggerezza di una ballerina in mezzo alla gente, cercando con lo sguardo i suoi genitori.
Dei brillanti occhi verdi, proprio come i suoi, lampeggiarono nella sua direzione: “Lily! Vieni qui!” urlò sua madre agitando un braccio per aria.
“Scusate, stavo salutando Johanne” spiegò, rivolta ai suoi genitori.
Suo padre le diede le solite raccomandazioni, che erano le stesse da ormai sette anni, mentre sua madre lasciava cadere qualche lacrima di tristezza, ma anche di orgoglio: in fondo si trovavano di fronte alla nuova Caposcuola.
Da quando aveva ricevuto via gufo la spilla color rosso Grifondoro con una C d'oro incisa sopra, i suoi genitori non avevano mai smesso di ricordarle quanto fossero fieri che lei avesse conquistato quella carica.
Dopo aver abbracciato il papà, Lily si avvicinò all'orecchio della madre, per sussurrarle: “Anche se so che non lo apprezzerà molto, salutami Petunia!”
Petunia, sua sorella, aveva sviluppato, con gli anni, una gelosia sempre più profonda nei confronti di Lily, l'unica strega della famiglia, tanto che il suo risentimento si era trasformato in odio vero e proprio: si era categoricamente rifiutata di accompagnare la famiglia fino a King's Cross.
Subito dopo aver abbracciato i suoi genitori, Lily si riavvicinò al treno, mentre suo padre passava un braccio attorno alle spalle della moglie e insieme cominciavano ad agitare le braccia, per salutarla.
Dopo essersi lasciata alle spalle l'entrata della carrozza, iniziò a trascinare il suo baule lungo il corridoio centrale del treno, in cerca della sua amica Jo.
Molti compagni la salutavano e lei si voltava, sorridente, per rispondere.
Mentre rivolgeva uno sguardo alle sue spalle, per scoprire chi aveva appena urlato il suo nome, si sentì sbattere contro qualcuno molto più alto di lei.
“Ciao Lily”.
“Severus” rispose lei, in un sibilo, osservando il ragazzo dai capelli neri e untuosi di Serpeverde.
“Come stai?”
“Benissimo, fammi passare per favore” aggiunse sbattendo contro la sua spalla e proseguendo verso il fondo del treno.
Raggiunse lo scompartimento di Jo e, caricando il baule sopra ai sedili, le disse: “Scusa Jo, mi sono appena ricordata che devo andare nel vagone davanti con gli altri Caposcuola..”
“Tranquilla, lo sapevo, mi raggiungerai dopo.. Ma perché quella faccia, cosa è successo?”
“Piton..”
“Severus Piton? Non dirmi che ha di nuovo tentato di scusarsi”.
“No, non ha fatto in tempo, sono praticamente scappata via..” rispose Lily, con una punta di amarezza.
Lei e Severus erano stati amici durante i primi anni, fino a quando lui non le aveva dato della Sanguesporco, uno dei peggiori insulti che si possa rivolgere ad un mago.
Non era mai riuscita a perdonarlo, ma lui non si era mai arreso: ogni volta che la incontrava le chiedeva scusa, ma questo lo faceva anche perché era perdutamente innamorato di lei.
Lily temeva ormai da molto tempo che Piton si sarebbe schierato dalla parte di Lord Voldemort, il mago oscuro più pericoloso di tutti i tempi, ed il fatto che l'avesse insultata in quel modo che era così tipico dei seguaci del Signore Oscuro, le diede la conferma che era meglio dare un taglio alla loro amicizia.
Il movimento del treno in partenza scacciò via i ricordi dalla mente di Lily, che sospirò: “Beh, comunque sarà meglio che vada..”
Stava per uscire dallo scompartimento, quando qualcuno la travolse come un tornado, facendola cadere a terra.
“Ma che diavolo..” iniziò, massaggiandosi la schiena “Ah, Potter” disse, mostrando lo sguardo più truce che riuscisse a fare.
“Vedo che sei sempre il solito idiota” aggiunse poi, una volta in piedi.
“Vedo che sei sempre la solita lagna, Evans” rispose James Potter, facendo qualche passo verso di lei e sfoderando uno dei suoi sorrisi più affascinanti.
“Allora, quest'anno uscirai con me” aggiunse James, avvicinando sempre di più il suo viso a quello di Lily.
“E cosa te lo fa pensare?” chiese, incapace di allontanarsi da quel volto maledettamente bello.
“Oh, non lo sai? Passeremo un sacco di tempo insieme” sussurrò James, ormai a pochi centimetri da lei, tirando fuori dalla tasca una spilla di Grifondoro con una grossa C sopra, che era tremendamente simile a quella che aveva ricevuto Lily.
Notando il suo sguardo orripilato, James aggiunse: “Già, a quanto pare questo idiota non deve essere tanto più idiota di te”.
Lily era ancora traumatizzata dal fatto di essersi trovata difronte ad un James Potter Caposcuola, quando un paio di labbra calde e morbide si premettero sulle sue.

 

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Capitolo 2
*** I Malandrini ***


I Malandrini

 

Neanche un secondo dopo, da tutte le parti spuntarono facce di studenti che, dopo aver sentito un forte tonfo, come se qualcosa di pesante fosse appena caduto a terra, volevano sapere che cosa stesse succedendo.
Gli occhi di tutti si spostavano da James, steso sul pavimento verso il fondo della carrozza, a Lily, con la bacchetta ancora stretta nella mano tremante, puntata verso di lui.
“C'è qualche problema, Lily? Che succede?” chiese la voce affannata di Piton, che aveva raggiunto di corsa la carrozza e aveva sfoderato anche lui la bacchetta.
“Non ti immischiare, Severus” ringhiò Lily, col viso rosso di rabbia e le tempie che pulsavano.
“Sparisci, Mocciosus” continuò James, alzandosi da terra e raggiungendo a sua volta Lily.
“Che cosa le hai fatto?!” urlò Piton, puntando pericolosamente la punta della sua bacchetta al petto di James.
“I problemi tra la mia ragazza e me non sono affari tuoi, Mocciosus” rispose tranquillamente lui, scostando la bacchetta di Piton con un dito “Ora, se non ti dispiace, io e Lily dobbiamo andare, vero tesoro?” proseguì, facendo l'occhiolino a Lily.
Impegnando tutte le sue forze nel tentativo di uccidere James con lo sguardo, passò in mezzo ai due ragazzi, spingendoli bruscamente contro le due pareti opposte del corridoio che passava in mezzo alla carrozza.
Lily entrò nel vagone dove si erano riuniti tutti i Prefetti ed i Caposcuola, seguita poco dopo da James, che stette ben attento a sedersi lontano da lei, che aveva ancora tutta l'aria di volerlo ammazzare nella maniera più dolorosa che riuscisse a trovare.
La distanza di sicurezza non gli impedì però di continuare a tormentarla: ogni volta che Lily si voltava verso di lui, James era sempre pronto a farle l'occhiolino, o a mandarle un bacio; purtroppo, però, la presenza di tutte quelle “autorità” la tratteneva dal scagliargli una maledizione.

 

Terminata la lunga riunione, Lily si precipitò fuori dalla carrozza senza degnare James di uno sguardo e, dimenticatasi di dover pattugliare i corridoi del treno, si avviò verso lo scompartimento in cui aveva lasciato Jo, che, con suo grande sollievo, era sparita.
Non aveva affatto voglia di ascoltare tutti i suoi commenti sull'accaduto, compreso il bacio a tradimento che James le aveva stampato sulle labbra, a cui aveva sicuramente assistito guardando fuori dal vetro che dava sul centro del vagone.
Lily non riuscì a trovare la forza di volontà per non pensare a quel bacio: come aveva osato baciarla?
Era così allettante l'idea di farla impazzire dalla rabbia? O forse sperava che lei ci sarebbe stata, come tutte quelle stupide ragazzine che sbavavano sempre ai piedi di James?
Si era forse dimenticato di quanto Lily lo odiasse? Glielo aveva dimostrato in parecchie occasioni, durante i precedenti sei anni di scuola, visto che lui faceva lo stesso con lei: non faceva che darle fastidio e, anche se spesso le chiedeva di uscire con lui, lei era certa che la detestasse, e che lo facesse solo per farla innervosire.
No, James Potter l'aveva baciata solo per provocarla, perché James Potter non aveva un cuore, e non avrebbe mai potuto sperare di ricevere un bacio da Lily.
Senza volerlo, la sensazione di quelle tenere labbra premute contro le sue si insinuò nella sua mente, provocandole un tremito.
Strinse i denti, strizzo gli occhi e si costrinse a concentrarsi sul paesaggio fuori dal finestrino, mentre delle lacrime di rabbia cominciavano a rigarle le guance.
Si chiese come una strega tanto brillante come lei potesse essere messa in difficoltà da un imbecille come James Potter, che odiava almeno tanto quanto desiderasse un altro suo bacio.

 

“Sgancia i galeoni, Sirius” esordì James soddisfatto, entrando nel suo scompartimento seguito da Remus, che, essendo Prefetto di Grifondoro, aveva partecipato alla riunione assieme a lui.
“Ero sicuro che ce l'avresti fatta” esclamò allegro Peter, battendo le mani grassottelle e fissando ammirato James, con i suoi piccoli e acquosi occhietti grigi.
“Cosa?! E lo chiami bacio quello? Tutto ciò che ho visto io è stato una ragazza infuriata che ti ha fatto fare un volo di quattro metri senza troppi problemi” rispose Sirius, passandosi una mano tra i folti capelli neri e lanciando uno sguardo di sfida a James.
“James, non è così che conquisterai il cuore di Lily” disse saggiamente Remus, lasciandosi cadere accanto a Peter.
“Infatti non avevo alcuna intenzione di conquistarla, questo non faceva parte della scommessa” rispose James, sedendosi accanto a Sirius e dandogli una gomitata per ricordargli che doveva tirare fuori cinque galeoni.
Remus alzò gli occhi al cielo e scosse la testa in segno di rassegnata disapprovazione.
“Beh, io vado a conoscere quella bella ragazza di Corvonero” disse Sirius alzandosi, subito dopo che un'ombra era passata ridendo davanti al loro scompartimento.
“Posso venire anche io?” chiese Peter, con gli occhi che brillavano.
“Mmm.. Ma sì, dai. Se ha delle amiche carine vi vengo a chiamare” aggiunse rivolto ai due amici rimasti seduti.
“Hei!! I miei..” iniziò James, mentre cinque monetine d'oro volavano nella sua direzione e un attimo dopo Sirius e Peter scomparivano nel corridoio della carrozza.
“Allora, com'è andata l'estate, Lunastorta?” chiese James con tono affettuoso, a quello che era uno dei suoi migliori amici.
“Abbastanza noiosa, e la tua?”
“Non male, io e Sirius ci siamo divertiti, ma senza di te non era proprio lo stesso. Piuttosto.. Quand'è la luna piena, questo mese?”
“Oh, sai, temo che mi perderò lo Smistamento, questa sera”.
“Fantastico! Avevo propria voglia di farmi una scorrazzata per i boschi!” esclamò James raggiante.
“Mmm.. Forse sarebbe meglio se rimanessi al castello. Sei Caposcuola, non puoi sparire così il primo giorno”.
“Lily se la può cavare benissimo anche senza di me! E poi sarà divertentissimo, domani, quando si arrabbierà perché non mi ha trovato”.
“James..” iniziò Remus in un sospiro.
“Si?” chiese lui, mentre guardava con improvviso interesse il paesaggio, riuscendo ad immaginare ciò che stava per dire il suo amico.
“So che non lo ammetterai mai, ma Lily ti piace, e non come ti piacciono tutte quelle ragazzine con cui giri di solito; lei ti piace sul serio.”
“Su una cosa hai ragione: non lo ammetterò mai. E sai perché? Perché non è affatto vero. Come fai a dirlo, tra l'altro?”
“Non è che ci voglia un Auror per capirlo: è dal primo giorno del primo anno che non la lasci in pace. E' l'unica ragazza della scuola di cui non ti sei mai dimenticato dell'esistenza” spiegò Remus sorridendo, con l'aria di quello che la sa lunga.
Per quanto Sirius fosse come un fratello per James, non era mai stato in grado di capirlo al volo come faceva Remus.
Riusciva sempre ad immaginare quello che pensavano i suoi amici, e trovava sempre i consigli migliori, anche se a volte erano difficili da mettere in pratica.
“Non è vero..” borbottò James arrossendo leggermente e pensando al fatto che, in effetti, a parte Lily, non gli venivano in mente i nomi di molte altre ragazze.
Fortunatamente, arrivarono Sirius e Peter ad interrompere i loro discorsi.
“Quella Jennifer è proprio una racchia” commentò Sirius sedendosi al suo posto.
“Già” confermò Peter “E voi di che cosa stavate parlando?”
“Oh, niente di che” disse vago Remus “Questa sera ci sarà la luna piena”.
“Grande!” “Evvai!” esclamarono i due.

 

Il viaggio verso Hogwarts fu lungo e noioso: fuori dai finestrini bagnati non si riusciva a vedere nient'altro che un fitto spessore di nebbia umida e grigia.
Solo quando mancava ormai davvero poco alla stazione di Hogsmeade, dove il treno si sarebbe fermato, le nuvole iniziarono a diradarsi, lasciando spazio ad un cielo che stava diventando sempre più scuro, pronto ad accogliere le stelle della notte.
Quando l'Espresso si fermò, tutti si affrettarono a scendere, per andare in cerca di una carrozza vuota che li avrebbe portarti fino ai piedi delle mura della scuola.
Nel momento in cui gli studenti raggiunsero finalmente l'entrata che dava sul Salone d'Ingresso del castello, era ormai quasi arrivata la sera e Remus fu il primo ad entrare, per correre subito verso la professoressa McGranitt.
James, Sirius e Peter, una volta varcata la porta, li videro sussurrare in un angolo della sala, ben attenti che nessuno li ascoltasse.
Quando la professoressa si allontanò, Remus, rivolto agli amici, alzò il pollice, agitò le mani in un modo che significava “ci vediamo dopo” e salutò, passando di nuovo attraverso il portone.
Finché le porte della Sala Grande si spalancavano per accogliere tutti gli alunni, Sirius, James e Peter rimasero indietro, avvicinandosi con circospezione allo stesso angolo in cui poco prima la professoressa e Remus stavano parlando.
“James, hai qui il mantello?” chiese sottovoce Sirius.
“Certo. Entriamo lì dentro” rispose, indicando uno stanzino in cui erano contenuti detersivi e stracci.
James tirò fuori dalla borsa marrone che aveva a tracolla un grande mantello argentato, che brillava come se migliaia di stelle fossero state prese dal cielo ed incollate sopra.
I tre si coprirono, ben attenti a non far spuntare nemmeno la punta di una scarpa, e diventarono completamente invisibili.
Sotto al mantello, James tirò fuori dalla borsa anche la Mappa del Malandrino, una mappa magica disegnata qualche anno prima proprio da loro, che si facevano chiamare, appunto, “I Malandrini”.
“Giuro Solennemente di non avere buone intenzioni” dissero all'unisono Peter, James e Sirius, puntando le loro bacchette, e una precisissima rappresentazione dell'intera Scuola di Hogwarts, con le posizioni esatte di tutte le persone che ci si aggiravano, apparve sulla pergamena, che, fino a pochi istanti prima, era completamente vuota.
Senza fare alcun rumore, uscirono dal ripostiglio ed aggirarono con cura il gruppo di ragazzi del primo anno che circondavano la professoressa McGranitt.
Dopo essersi accertati, osservando la mappa, che il parco fosse completamente vuoto, uscirono dal castello e camminarono verso il Platano Picchiatore, l'albero che era solito difendere il suo territorio con tutte le sue forze, se disturbato.
“Credete che sia già nel bosco?” Chiese Peter, osservando la luna che ormai era piuttosto luminosa.
All'improvviso, un ululato lungo e acuto echeggiò attraverso la Foresta Proibita.
“Sembrerebbe di sì” risposero in coro James e Sirius, togliendosi il mantello e rificcandolo con la mappa all'interno della borsa, che nascosero accuratamente ai piedi del Platano.
I tre si guardarono, sorrisero e si precipitarono verso il bosco.
“I Malandrini sono tornati!!” urlò Sirius, spiccando un salto e atterrando un metro più avanti sotto forma di enorme cane nero.
“Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, i signori della Foresta!” esclamò James, mentre tra un passo e l'altro i suoi piedi si trasformavano in zoccoli e dalla sua testa spuntavano delle enormi corna cervine.
“I Magici Malfattori!” aggiunse Peter, mentre diventava sempre più piccolo e sempre più simile ad un topo.
Raggiunsero in fretta i meandri della Foresta Proibita, dove sapevano che avrebbero trovato un grosso Lupo Mannaro, che erano soliti chiamare amichevolmente Lunastorta.


La mattina dopo, a colazione, l'intera Sala Grande rimbombò di urla furiose, che fecero tremare persino i vetri: “JAMES POTTER! DOVE – DIAVOLO – ERI – FINITO – IERI – SERA?” stava strepitando Lily Evans, mentre attraversava la sala a grandi passi.
“Ti sono mancato così tanto, Evans?” chiese beffardo James, scuotendo la testa per spostare un ciuffo di capelli neri che gli era caduto davanti agli occhiali.
“TU – SEI – PROPRIO – UN – CRETINO!! Adesso sbrigati e seguimi!!” proseguì, trascinandolo per il braccio verso la Sala d'Ingresso.
“Si può sapere che cosa..” iniziò James, ma Lily lo interruppe “I Caposcuola ed i Prefetti sono stati convocati ieri sera nell'ufficio di Silente, ma siccome mancavate tu e Remus, è stata indetta un'altra riunione, che è iniziata cinque minuti fa”.
“E tu avresti fatto tutto questo casino per una stupida riu..” “No, brutto idiota. Il Cappello Parlante è scomparso”.

 

 

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Capitolo 3
*** Sparizioni ***


Sparizioni

 

“In c-che senso, scomparso?” chiese James, la cui voce era, per quanto Lily potesse ricordare, per la prima volta vagamente insicura.
“Nel senso che nessuno sa dov'è finito. Proprio come eri tu ieri sera, come la McGranitt ci ha fatto gentilmente notare” spiegò irritata Lily, mentre correvano su per le scale che portavano all'ufficio del Preside.
Quando giunsero difronte al gargoyle di pietra che nascondeva l'entrata, entrambi erano piegati in due dal fiatone.
Cioccorane!” ansimò Lily, tentando di riprendere fiato, mentre il gargoyle si spostava di lato mostrando una scala a chiocciola che saliva verso l'alto.
I due bussarono all'ufficio di Silente, che li accolse con un sorriso parzialmente nascosto da una lunga e tremolante barba grigia.
“Benissimo, siamo tutti. Si sente meglio, signor Potter?”
“Meglio? Cos..” Iniziò a dire James osservando Silente con sguardo interrogativo, quando una forte gomitata gli fece capire che non era il momento di fare domande: “Oh, sì, grazie”.
“Meraviglioso! La signorina Evans ci aveva informato che ieri si sentiva troppo male per raggiungerci”.
Sentito questo, James ritrovò il suo solito sorriso beffardo.
“Quindi ora, se siete tutti d'accordo, inizierei da un breve riassunto di ciò che è successo ieri sera”.
“Mi scusi, Preside, ma manca ancora Remus Lupin, il Prefetto di Grifondoro” lo interruppe il professore di Pozioni, Lumacorno.
“Oh sì, beh, lui non potrà essere presente nemmeno oggi. Credo che sia affetto dalla stessa malattia che ha colpito il signor Potter” spiegò Silente, rivolgendo un rapidissimo occhiolino, almeno così lui aveva creduto di aver visto, a James.
“Bene, se non ci sono altre obiezioni” e fece una pausa per scrutare tutti attraverso i suoi occhialini a mezza luna “darei inizio a questa riunione straordinaria. Come quasi tutti sapete” e ammiccò di nuovo in direzione di James “ieri sera la Cerimonia dello Smistamento non si è potuta svolgere, in quanto l'elemento fondamentale, il Cappello Parlante, non era presente. Sono desolato di informarvi che nessuno si è ancora fatto idee precise su chi, o su cosa, abbia potuto rimuoverlo dalla sua sede originale, anche se il misfatto è certamente avvenuto ieri sera, mentre noi professori eravamo già seduti al tavolo nella Sala Grande, e prima che la professoressa McGranitt salisse per prendere il Cappello. Questa versione è stata confermata dai quadri” spiegò, stendendo una mano in direzione della parete tondeggiante che circondava il suo ufficio, dove decine di ritratti gonfiavano orgogliosi il petto “che sostengono di aver assistito ad un Incantesimo di Appello, che ha fatto si che il Cappello Parlante raggiungesse l'uscita. Per il momento, tutti i nuovi alunni sono stati suddivisi nelle quattro Case secondo l'ordine alfabetico dei loro nomi, in modo da assicurare la loro ambientazione nella scuola, nonché la loro educazione. Nel frattempo, tutti i Prefetti ed i Caposcuola devono assicurare il normale proseguimento della vita scolastica, anche se nella rispettiva Casa potrebbero venire ospitati studenti che non si sentono propriamente a loro agio. Siete tutti pregati, inoltre, di avvertire immediatamente un professore, nel caso in cui abbiate delle informazioni che potrebbero aiutarci a ritrovare il nostro caro Cappello Parlante”.
Silente si interruppe e ripercorse di nuovo tutti i presenti con lo sguardo.
“Bene, se nessuno ha nulla da aggiungere, siete liberi di andare” li congedò, tornando a sedersi dietro alla sua scrivania.
Usciti dall'ufficio, tutti apparivano molto pensierosi e turbati, tutti tranne James, che sembrava, come al solito, il ritratto della tranquillità.
“Quindi ieri sera mi hai coperto, eh Lily?”
La rabbia dentro di lei montò in un attimo: da una parte era ancora furente perché James la sera prima non si era fatto vedere, dall'altra era sconvolta che in un momento come quello lui riuscisse a pensare solo al fatto che Lily gli avesse coperto le spalle; da un lato era furiosa con sé stessa per aver difeso un idiota del genere, dall'altro le aveva dato fastidio anche il fatto che lui l'avesse chiamata per nome, invece che per cognome, come faceva sempre.
Senza pensarci due volte, stampò un potente schiaffo sulla guancia di James, che, evidentemente preso alla sprovvista, sgranò gli occhi per un istante, per poi recuperare il suo solito sguardo presuntuoso.
Lily scappò via, certa che stare ad ascoltare la voce di James anche solo per un secondo di più, l'avrebbe fatta impazzire.

 

“Allora, dov'eri finito?” chiese Sirius, quando James lo raggiunse prima che entrasse nella classe di Incantesimi.
“Ti racconterò tutto più tardi, deve sentire anche Remus. A proposito, come sta?”
La trasformazione in Lupo Mannaro non era banale come potevano sembrare quelle in Animagi di Sirius, James e Peter.
A Remus capitava spesso di sentirsi male anche parecchi giorni dopo la sera della luna piena.
“Meglio del solito. L'ho incontrato mentre scendeva a colazione e ha detto che probabilmente verrà alle lezioni del pomeriggio. Credo che ci raggiungerà a pranzo”.
Finché ascoltava l'amico, James seguì con lo sguardo Lily, che si sedette, sicuramente non per caso, nell'angolo esattamente opposto rispetto a dove erano sistemati loro due.
“L'hai fatta arrabbiare?” chiese Sirius, come se gli avesse letto nelle mente.
“Che domande, certo che sì. Piuttosto, dov'è finito Peter?”
“Non ne ho idea, non l'ho nemmeno visto a colazione. Conoscendolo, si sarà dimenticato di svegliarsi” concluse Sirius, mentre il professor Vitious richiedeva il silenzio.


Durante l'ora di pranzo, sia James, sia Lily, stavano raccontando ai propri amici tutto ciò che Silente aveva detto loro durante la riunione e, sul tavolo di Grifondoro, si facevano largo le teorie più fantasiose.
“Deve essere stato qualcuno di Serpeverde, sono gli unici che arriverebbero a tanto”
“Beh, anche i Mangiamorte ne sarebbero capaci”
“E se fosse stato Voi-Sapete-Chi in persona..?” chiese in un sussurro una giovane e spaventata Grifondoro del secondo anno.
“Non dite sciocchezze. Come avrebbero potuto, tutte queste persone, entrare nello studio di Silente?” chiese Lily seria.
“Però qualcuno l'ha fatto” commentò pensierosa Jo “e poi, non sono poche le persone che conoscono la parola d'ordine per far spostare il gargoyle”.
“E tu credi che quella sia l'unica cosa che impedisce agli estranei di entrare? Non credo che sia così facile, quando Silente non è nell'ufficio” rispose Lily.
“Ben detto” la appoggiò Mary, un'altra Grifondoro del settimo anno.
Qualche metro più in là, affianco ad un gruppo di ragazzini del primo anno che discutevano furiosamente, anche Sirius e Remus stavano formulando delle ipotesi.
“Potrebbe essere stato un professore: sono gli unici che riuscirebbero ad entrare nell'ufficio del Preside senza troppi problemi” suggerì Sirius.
“Non lo so, non credo che nessuno di loro danneggerebbe mai Silente o la scuola” rispose pensieroso Remus.
“Sapete, credo che dovremmo dare un'occhiata alla mappa.. Giusto per vedere se c'è qualcuno di strano che si aggira tra le mura del castello” aggiunse in un sussurro.
“LA MAPPA!” esclamò James, sbattendo la sua mano contro la fronte “Ho dimenticato di riprendere la borsa, 'sta notte, quando siamo tornati al castello”.
“Sai, Lily ha ragione: a volte sei proprio un idiota! Muoviti, andiamo a recuperarla” disse Sirius alzandosi dal tavolo.
“No, voi andate a lezione, andrò io. Dirò che mi sono sentito di nuovo male. La mappa è nella borsa, James?” chiese Remus, alzandosi a sua volta.
“Sì, assieme al mantello. L'ho nascosta vicino al Platano Picchiatore, in mezzo ad un cespuglio” spiegò, mentre Remus si stava già avviando verso l'uscita.

 

Quel pomeriggio Lily aveva un'ora vuota, che passò nel parco, leggendo la sua copia della Gazzetta del Profeta, alla luce del sole ancora estivo.
Tra un articolo e l'altro, alzava lo sguardo per sbirciare verso la Torre dell'Orologio, in modo da tenere sotto controllo lo scorrere del tempo, che scivolava via ad una velocità straordinaria, durante una giornata così bella.
Un paragrafo del giornale colpì in modo particolare la sua attenzione: riportava l'elenco delle persone scomparse nelle ultime settimane.
Non erano molte di più rispetto al mese precedente, ma erano comunque troppe.
Lily notò tristemente che una parte di quella gente era Babbana: a quanto pareva, Lord Voldemort non faceva alcuna differenza tra Maghi e non; chiunque intralciasse il suo cammino, veniva rapito, o ucciso, senza alcuno scrupolo.
I pensieri di Lily andarono ai suoi genitori, che, pur essendo entrambi Babbani e nonostante fosse piuttosto difficile che ostacolassero un piano di Voldemort, potevano comunque trovarsi in pericolo.
Con la mente ancora affollata di pensieri, si alzò per tornare al castello, ma, all'improvviso, sentì qualcosa di molto simile ad un laccio stringersi attorno ai suoi piedi, che la fece cadere rovinosamente a terra.
Stava già iniziando a dire “Potter” prima ancora di guardare chi le avesse fatto l'Incantesimo delle Pastoie, quando un inaspettato bel ragazzo di Corvonero le tese una mano per aiutarla ad alzarsi, subito dopo aver pronunciato il controincantesimo “Finite Incantatem”, con uno scocco di bacchetta.
“Scusami, il mio amico non ha una gran mira.. Voleva colpire me” spiegò indicando un altro ragazzo di Corvonero che stava entrando rapidamente nel castello.
“Non ti preoccupare, non fa niente” rispose Lily sorridendo e guardando i meravigliosi occhi azzurri che aveva davanti.
“Lily.. Lily Evans, giusto?” chiese il ragazzo.
“Esatto. E tu sei..”
“Cody Turner, Prefetto di Corvonero”
“Ecco dove ti avevo già visto!” esclamò Lily, illuminata, pensando alla riunione di poche ore prima “Beh, è stato un piacere, ma ora devo andare nella classe di Pozioni..”
“Ti accompagno, anche io ho un'ora di Pozioni adesso” rispose Cody prontamente, iniziando a camminare verso il portone d'entrata.
Lily entrò per prima nell'aula del professor Lumacorno, dove la sua compagna Mary smise di indicare il banco accanto al suo, non appena vide che l'amica non era sola.
“Beh, Cody, ci vediamo dopo” disse Lily, sedendosi tranquillamente accanto a Mary, che le scoccava sguardi di grande disappunto.
“Ma sei matta?!” sussurrò, quando Cody fu abbastanza lontano “Perché non ti sei seduta con lui? Non hai visto quanto è carino?”
“Sì, ho visto, ma non voglio essere distratta, durante la lezione” concluse secca Lily lanciando uno sguardo fugace a James, seduto qualche banco più in là, mentre il professor Lumacorno dava il benvenuto agli studenti del settimo anno.
Alla fine dell'ora, Cody si appoggiò alla parete accanto al banco di Lily: “Che complicata questa lezione, non ci ho capito davvero nulla..”
“Oh no, a me è piaciuta, la Pozione Nascondente mi è venuta abbastanza bene” rispose lei, mentre infilava i libri nella borsa.
“Lo so, il professore ce l'ha fatto notare, mentre passava accanto al tuo calderone”.
Lily era una delle studentesse preferite di Lumacorno da quando aveva messo piede nella scuola, lo sapevano tutti.
Non faceva che farle i complimenti, e suggerirla come esempio da seguire per il resto della classe.
L'aveva anche invitata a far parte del Lumaclub, il club esclusivo riservato agli studenti migliori in Pozioni e a quelli più autorevoli della scuola.
Lumacorno, infatti, amava l'idea di poter influenzare i maghi più potenti e famosi, e sfruttava quindi il Lumaclub a questo scopo.
“Quindi.. Mi chiedevo se potevi darmi una mano a capire come si fa, uno di questi giorni” proseguì Cody.
Lily arrossì, quando sentì un braccio stringerla per la vita “Che fai, Turner, ci provi con la mia ragazza?” chiese la voce tagliente di James Potter.
Lily se lo scrollò di dosso e, senza pensarci, con un tono di voce molto più alto del necessario, rispose: “Certo che ti aiuterò, Cody. Facciamo questa sera dopo cena, d'accordo?”
“Perfetto” rispose, guardando incuriosito James, che si stava allontanando ridacchiando preceduto da Severus Piton, che pareva tutt'altro che divertito.

 

Un agitato Remus piombò nella Sala Grande, a cena, sbattendo la borsa di James sul tavolo.
“E' tutto quello che ho trovato” disse, mentre James rovesciava la borsa e, con grande delusione, non ne vedeva uscire niente: né il suo fedele Mantello dell'Invisibilità, né la Mappa del Malandrino.
Finché James sbatteva disperato la testa sul tavolo, Sirius chiese a Remus: “Credi che questa storia possa avere qualcosa a che fare con la scomparsa del Cappello Parlante?”
“Oh sì, mi sono fatto un'idea piuttosto precisa, a dire il vero. Ma dove è finito Peter?”
“Boh, è da tutto il giorno che non si fa vedere” spiegò Sirius, mentre stringeva James per la maglia, in modo da impedirgli di continuare a sbattere contro il tavolo.
“Sentiamo la tua teoria, comunque”.
“Beh, vi ricordate che Silente ha parlato di un Incantesimo di Appello, che ha fatto fluttuare il Cappello fino alla porta?”
Sirius e James annuirono.
“Io non credo che si trattasse di un incantesimo. Vedete, dubito che se urlassi Accio ad un qualsiasi oggetto che si trova nell'ufficio del Preside, quello verrebbe fino qui così semplicemente. Ritengo, piuttosto, che qualcuno in carne ed ossa abbia afferrato il Cappello”.
“Ma i quadri l'avrebbero visto..” rifletté James.
“Sì, a meno che la persona in questione..” iniziò Remus “Non si trovasse sotto un Mantello dell'Invisibilità!!” concluse Sirius, sbattendo un pugno sul tavolo.
“Ma, aspettate un attimo” iniziò James dubbioso “Quando siamo usciti dal castello, gli studenti del primo anno erano già arrivati, e quando ho nascosto la borsa, la McGranitt doveva essere già partita verso l'ufficio di Silente. Anche avendo trovato il mio Mantello dell'Invisibilità, come avrebbe fatto il ladro a raggiungere prima di lei il Cappello Parlante?”
“Scommetto che ha usato la Mappa del Malandrino. Ieri sera ci siamo dimenticati di cancellarla, prima di infilarla nella borsa” rispose Sirius.
“Era quello che immaginavo. Deve aver attraversato quel passaggio segreto che dal parco porta dritto dritto all'interno dello studio del Preside.” concluse Remus, come se non potesse esistere alcuna alternativa alla loro teoria.
“C'è qualcosa che non mi torna, però” aggiunse Sirius “A pranzo Lily ha fatto un'osservazione intelligente: come avrebbe fatto il ladro ad aggirare tutti gli incantesimi che Silente sicuramente usa per proteggere il suo studio?”
Remus e James si guardarono, incapaci di trovare una risposta.

“E poi” continuò Sirius “a cosa può servire un Cappello Parlante, a parte dirti a quale Casa di Hogwarts appartieni?”
 

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Capitolo 4
*** Il ladro ***


Il ladro

 

“A questo credo di poter rispondere. Riflettete: cosa succede, esattamente, durante la Cerimonia dello Smistamento?” chiese Remus.
“Beh, i ragazzini del primo anno si infilano il Cappello e quello urla la loro Casa” disse James, incapace di capire dove Remus volesse andare a parare.
“Sì, ma il punto è: come fa a sapere qual è la Casa adatta a te?”
“Ti legge nella mente” rispose Sirius, che iniziava a seguire il ragionamento dell'amico.
“Esatto! Pensateci bene: Se Voi-Sapete-Chi riuscisse a controllare il Cappello Parlante, significherebbe ottenere non solo un Legilimens molto potente che è venuto a conoscenza di tutti i punti deboli di chiunque l'abbia indossato, ma anche una spia che risiede proprio nell'ufficio di Silente! Per non parlare di tutti i problemi che potrebbe causare interferendo con lo Smistamento: giovani maghi potrebbero sentirsi negare di essere tali, ed essere rispediti a casa, impedendo a dei potenziali combattenti di schierarsi al fianco del Preside” spiegò concitato Remus.
“Quindi, secondo te, dietro a tutto ciò c'è proprio Tu-Sai-Chi?” sussurrò Sirius.
“A parte i suoi seguaci, non mi viene in mente nessun altro che si aggirerebbe attorno al Platano Picchiatore la sera dello Smistamento per poi irrompere nell'ufficio del Preside. Se fosse stato qualcuno di interno alla scuola, sarebbe semplicemente entrato dalla porta del suo studio, e non avrebbe certo trovato la borsa di James”.
“Ma se un Mangiamorte è riuscito a penetrare nel castello e a raggiungere addirittura l'ufficio di Silente, perché dovrebbe disturbarsi ad agire attraverso uno stupido Cappello Parlante, quando potrebbe semplicemente entrare adesso nella Sala Grande ed ucciderci tutti?” chiese James.
“Non dobbiamo dimenticarci che Voi-Sapete-Chi ha paura di Silente, e dubito che, per il momento, prenderà in considerazione l'idea di tentare di radere al suolo Hogwarts proprio sotto al suo naso. Sarebbe molto più sicuro per lui cercare di annientarci piano piano, dall'interno, studiandoci prima con cura”.
“Hai ragione, ma, a dire il vero, il Cappello Parlante è stato rubato proprio sotto al naso di Silente” ribatté Sirius.
“Sì, ma se non avesse avuto a disposizione una mappa incantata e un Mantello dell'Invisibilità, probabilmente il ladro non sarebbe riuscito a rubare proprio niente” rispose Remus, con una vaga aria di rimprovero, che colpì nel segno.
Per la prima volta, James si rese conto che in fondo era stata colpa della sua sbadataggine se il Cappello era sparito, ed era stata colpa sua se la sicurezza della scuola era stata violata.
“Beh, cosa stiamo aspettando? Andiamo a cercare questo ladro, prima che sia troppo tardi!” esclamò James, ansioso di rimediare ai suoi errori il prima possibile e di impedire a Voldemort di mettere in pericolo Hogwarts.
Sirius e Remus scattarono in piedi quasi automaticamente, pronti come sempre ad appoggiare il loro migliore amico.
Remus si chiese per un attimo se fosse più saggio andare prima a raccontare tutto a Silente, ma subito capì che i suoi amici non l'avrebbero mai accompagnato fino alla torre del Preside, e che, quindi, si sarebbe reso molto più utile rimanendo con loro.
“Da dove cominciamo?” chiese Sirius una volta giunti nella Sala d'Ingresso.
“Credo che dovremmo percorrere il passaggio segreto che va alla presidenza, magari il Cappello Parlante è stato nascosto lì” propose James, precedendo gli altri due attraverso l'uscita del castello.
Proprio in quel momento, Lily, affiancata da Mary e Johanne, passò davanti al portone d'entrata, diretta alla Sala Grande.
“Dove pensate che stiano andando, quei tre?” chiese alle due amiche facendo un cenno con il capo.
“Non saprei, e non ho nemmeno voglia di scoprirlo. Sono davvero troppo affamata” rispose Jo, avviandosi verso il tavolo di Grifondoro assieme a Mary.
Lily restò immobile qualche secondo, indecisa sul da farsi; alla fine, la curiosità ebbe la meglio e scelse di seguire i tre Malandrini fuori dalla porta.
Rimase qualche passo dietro a loro, fino a quando li vide fermarsi ai piedi della torre che si affacciava proprio sulla zona in cui era piantato il Platano Picchiatore.
Alla sua base, molto ben nascosta da piante rampicanti e grovigli di erbacce, era nascosta una piccola porticina, talmente bassa che anche un Elfo Domestico avrebbe dovuto chinarsi per attraversarla.
Lily sentì Remus sussurrare “Lumos”, e vide la punta della sua bacchetta illuminarsi di una luce bianca ed intensa.
James e Sirius si scambiarono uno sguardo d'intesa e, subito dopo, James disse: “Alohomora!”, facendo si che la porta si aprisse.
Tutti e tre puntarono rapidamente le bacchette verso l'interno della torre, come se si aspettassero di veder saltar fuori un drago sputafuoco da un momento all'altro.
Dopo averli visti abbassare la guardia e attraversare, inginocchiandosi, la porticina, Lily decisa che era ora di fare luce su tutta quella storia.
“Dove state andando?!” urlò, dopo aver superato a sua volta la stretta entrata ed essere sbucata in una zona molto più ampia, dove si riusciva a stare comodamente in piedi.
I tre si voltarono, sorpresi.
“Lily! Cosa ci fai tu qui?” esclamò Remus allargando gli occhi, come per assicurarsi che si trattasse proprio di lei.
“Io.. io vi stavo seguendo” ammise, felice che fosse troppo buio per poter notare il rossore sulle sue guance.
“Torna subito al castello, Evans. Non sono affari adatti alle ragazzine, questi” disse James con il suo solito tono da sbruffone.
“No, facciamola venire con noi. Chiunque riesca a metterti al tappeto, James, è assolutamente all'altezza dei Malandrini. Voglio dire, sa il fatto suo, no? Potrebbe rendersi utile” controbatté Sirius, mentre Remus lo guardava un po' incerto.
“E va bene” sbuffò James, mentre Lily, avvicinandosi al gruppo, estraeva la bacchetta, e Remus iniziava a raccontarle rapidamente tutto ciò che era successo.
Nel momento in cui seppe che James aveva lasciato in giro un Mantello dell'Invisibilità e una mappa magica, si trattenne dal strangolarlo, limitandosi a gettargli un'occhiata di rimprovero.
Terminato il racconto, proseguirono nel buio del cunicolo.
Quando si furono addentrati abbastanza da non riuscire più a distinguere la luce che proveniva dal parco, Remus sussurrò all'orecchio di Lily: “Qualunque cosa succeda, resta sempre dietro di noi, pronta a scappare, se sarà necessario”.
Dopo quelle parole, l'unico suono che si poteva sentire erano i flebili passi dei ragazzi che avanzavano verso l'alto, lungo il passaggio.
Pochi istanti più tardi, uno scricchiolio proveniente da più avanti, li fece fermare di colpo per tendere le orecchie.
Dopo qualche secondo di assoluto silenzio, Sirius stava per ricominciare a camminare, ma Lily gli passò un braccio davanti al petto, per fermarlo: “Homenum Revelio” bisbigliò alla sua bacchetta.
Dalla punta, uscì una densa macchia nera, molto simile a del fumo, che proseguì nella stessa direzione da cui era provenuto quel rumore.
“C'è qualcuno!” scandì Lily con le labbra, rivolta agli altri tre.
James si voltò verso Sirius e Remus e alzò tre dita, mimando un conto alla rovescia, abbassandole una per una.
Nell'istante in cui l'ultimo dito si era piegato, trasformando la sua mano semiaperta in un pugno, i quattro ragazzi si scagliarono in avanti.
Quello che prese forma alla luce della bacchetta di Remus appariva davvero molto bizzarro: appoggiato contro la parete del passaggio, legato dalla testa ai piedi, e con il Cappello Parlante poggiato sul capo, giaceva Peter Minus, che, nel vedere i compagni, prese a boccheggiare, come incapace di emettere alcun suono.
Dopo essersi reso conto che il suo tentativo di parlare era assolutamente inutile, prese a spostare febbrilmente gli occhi, alternando sguardi che andavano dai suoi amici, all'altro lato del cunicolo.
“Chi c'è?” chiese una voce roca preceduta da dei passi pesanti, provenienti dal secondo punto verso cui Peter continuava a guardare.
Nox” disse Remus, spegnendo la punta della sua bacchetta.
I tre ragazzi si posizionarono davanti a Lily, pronti ad attaccare.
Un getto di luce si stava avvicinando rapidamente e, quando una lunga veste nera, seguita da un volto incappucciato molto simile a quello dei Mangiamorte, fece capolino da dietro una curva poco più avanti di loro, il passaggio si riempì all'improvviso di bagliori colorati.
Expelliarmus!!” urlò subito James, mentre quasi contemporaneamente lo sconosciuto gridava: ”Protego!”, facendo in modo che l'incantesimo tornasse dritto dritto al mittente, facendogli volare via la bacchetta.
Stupeficium!!” strillarono in coro Sirius e Remus, balzando davanti al compagno disarmato, mentre il loro nemico scompariva rapidamente dietro alla curva, schivando i lampi rossi degli Schiantesimi.
Avada Kedavra!” sbraitò ferocemente il Mangiamorte, che si mosse però troppo lentamente; nel momento in cui la sua bacchetta sbucò da dietro le rocce, tutti si erano già riparati dentro ad una piccola grotta laterale.
La maledizione rimbalzò un paio di volte sulla sommità delle pareti, che si illuminarono di verde lasciando cadere alcuni grossi massi proprio sopra ad un piede di James, che si incastrò, diventando un facile bersaglio per il Mangiamorte.
Il cedimento del soffitto della grotta fece balenare in mente un'idea a Lily: senza neanche rendersene conto, saltò fuori dal suo riparo, si posizionò davanti a James e gridò “Bombarda!”, puntando la bacchetta esattamente sopra alla testa del mago incappucciato, che crollò a terra, svenuto, sotto al peso delle pietre che franarono dall'alto.
Sirius, James, Lily e Remus si guardarono, sconvolti da ciò che era appena accaduto.
Mentre Sirius restituiva la bacchetta a James e lo aiutava a liberarsi dalle rocce, Remus corse a recuperare la bacchetta del Mangiamorte, che decise di schiantare, per ulteriore sicurezza.
“Peter, stai bene?” chiese poi, voltandosi verso di lui.
“E' svenuto” spiegò Lily, che si era chinata per osservarlo: “deve essere stato colpito da uno dei vostri Schiantesimi”.
“State tutti bene, voi altri?” domandò di nuovo Remus.
“Credo di essermi rotto il piede” gemette James.
“Non lamentarti, fratello. Se non fosse stato per lei, a quest'ora saresti già morto” disse Sirius, scoccando uno sguardo ammirato a Lily.
“Vi dispiace pensarci dopo, ai convenevoli?” esclamò nervoso Remus “Dobbiamo andare da Silente, subito”.
“Ha ragione. Cerco di svegliare Peter” rispose Lily.
“No, meglio lasciarlo così, o inizierà a piagnucolare. Sirius, pensaci tu a lui, io prendo questo qui” decise Remus, che, subito dopo, proprio come Sirius, scandì “Mobilicorpus”, e una serie di fili sottili si avvolsero attorno ai corpi inerti del Mangiamorte e di Peter, che presero a levitare davanti a loro.
“Lily ti dispiacerebbe..” iniziò Remus, guardando James ancora seduto a terra.
“Veramente sì, mi dispiace” rispose, chinandosi a raccogliere il Cappello Parlante che era appena caduto dalla testa ciondolante di Peter “ma siccome voi siete occupati..” aggiunse, allungando una mano per aiutare James ad alzarsi, che le posò un braccio attorno al collo, in modo da riuscire a camminare.
“Bene, continuiamo da questa parte, ormai non dovrebbe mancare molto alla fine del passaggio” dichiarò Remus, passando sopra alle rocce che poco prima avevano atterrato lo sconosciuto.
Il corpo svenuto di Peter procedette dietro di lui, guidato da Sirius, che era seguito a sua volta da James e Lily.
“Come mai non fai tanto lo sbruffone adesso?” chiese lei, mentre una fitta di dolore pervadeva il volto di James.
“Azie” borbottò lui, guardando dall'altra parte, mentre tentava di farsi strada sul terreno sconnesso.
“Cosa? Non ho sentito bene” disse Lily, che anche se aveva capito perfettamente che cosa aveva detto, voleva sentirselo ripetere.
“Grazie!” scandì questa volta James, che, come se si fosse liberato da un peso, riacquistò una vaga aria di superiorità.
Qualche minuto più tardi, Remus annunciò di aver raggiunto un vicolo ceco, probabilmente la fine del passaggio.
Sirius alzò lo sguardo per osservare la parete, ma cadde a terra.
“Ma che cosa.. Hey James! Guarda un po'! Credo di essere appena inciampato sul tuo mantello” esclamò, stringendo in mano quello che sembrava un fagotto trasparente.
Lo aprì, confermando ciò che aveva appena detto: quello divenne improvvisamente visibile e prese a brillare, illuminando la fine della grotta, nonché una pergamena ancora avvolta nelle sue pieghe scintillanti.
“C'è anche la mappa qui dentro!” aggiunse, mentre James si passava una mano sulla fronte, sollevato dall'aver ritrovato i suoi fedeli compagni di avventure.
Nel frattempo, Remus aveva preso a tastare le rocce, che iniziarono a ritirarsi in una maniera che ricordava molto l'apertura del passaggio del Paiolo Magico che permetteva di raggiungere Diagon Alley.
All'improvviso, sotto agli occhi dei ragazzi, apparve la stanza che precedeva l'entrata dello studio del Preside e che si trovava subito al di sopra della scala a chiocciola di solito nascosta dal gargoyle.
Dopo che anche James e Lily ebbero raggiunto il pavimento levigato al di fuori del cunicolo, il passaggio si chiuse, esattamente come si era aperto, lasciando un muro che appariva assolutamente solido ed impenetrabile.
Remus scrutò gli amici, alzò un pugno e busso con forza alla porta dell'ufficio di Silente.

 

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Capitolo 5
*** Falsa identità ***


Falsa identità

 

“Avanti” disse una voce gentile.
Il portone si spalancò senza che nessuno lo spingesse, mostrando un paio di occhi celesti vagamente stupiti.
Cinque ragazzi dai visi imbrattati di sporcizia, di cui uno svenuto, legato e levitante, preceduti dal corpo sospeso di un Mangiamorte schiantato, si avvicinarono alla scrivania dietro alla quale sedeva, immobile, Silente.
Lily, Sirius, James e Remus iniziarono a parlare contemporaneamente, ognuno raccontando un momento diverso della loro avventura.
“Calmatevi, tutti quanti” disse con tranquillità il Preside alzandosi in piedi, aggirando il tavolo e sollevando le braccia.
“Darò a ciascuno la possibilità di dirmi ciò che è successo, ma non subito. Prima di tutto, mi preme sapere se qualcuno di voi è stato ferito, e se c'è qualcun altro coinvolto che potrebbe trovarsi in pericolo”.
Tutti, a parte James, che non riusciva a fare altro che contrarre il viso in una smorfia di dolore, scossero il capo, in segno di dissenso.
“Bene. Secondariamente, vorrei sapere se tutto questo ha a che fare con il Cappello Parlante”.
Lily mosse il braccio che non sosteneva James, sollevando uno sporco fagotto nero, stupita dal fatto che Silente pareva non aver ancora fatto caso al Mangiamorte che era sospeso a mezz'aria accanto a lui.
“Meraviglioso! La ringrazio, signorina Evans. Adesso, la pregherei di accompagnare..”
“Albus! Albus!!” gridò una voce che stava risalendo la scala a chiocciola.
“Mio alunno.. Piton.. avvertito.. quattro studenti.. Grifondoro.. nel parco.. pericoloso.. proprio adesso!!” ansimò, una volta giunto sulla soglia, il professor Lumacorno, che era talmente affaticato da tutte le scale che doveva aver fatto, che metà delle parole gli erano rimaste incastrate in gola.
Quando sollevò lo sguardo, che aveva abbassato per piegarsi a riprendere fiato, si accorse che Silente non era solo.
“Oh, vedo che.. Li hai trovati” aggiunse infine, osservando curioso la strana folla che aveva davanti.
“Sì, grazie lo stesso, Horace” rispose Silente.
“Allora io.. Tolgo il disturbo” disse Lumacorno, chiudendosi la porta della presidenza alle spalle.
“Stavo dicendo” proseguì il Preside “signorina Evans, le dispiacerebbe accompagnare il signor Potter in infermeria? Ha l'aria di avere qualcosa di rotto”.
Lily si avvicinò all'uscita, sorreggendo ormai gran parte del peso di James.
Quando i due ebbero lasciato la stanza, Silente riprese a parlare: “Bene. Non credo di sbagliare, se ritengo che costui” e osservò per quella che sembrava la prima volta il Mangiamorte “sia l'artefice della scomparsa del Cappello”.
Remus e Sirius annuirono.
“Ora, se non vi dispiace, gradirei sapere esattamente che cosa è successo” annunciò Silente, riaccomodandosi dietro alla sua scrivania.
Mentre Sirius mostrava, un po' riluttante, la Mappa del Malandrino, Remus iniziò a raccontare tutta la storia, tralasciando però alcuni dettagli, quali la scorrazzata dei suoi amici nella Foresta Proibita sotto forma di Animagi e la momentanea perdita di un Mantello dell'Invisibilità.
Per rendere la sua versione ancora più convincente, aggiunse che era stato lui a dimenticare la mappa, che aveva utilizzato per raggiungere la via che portava alla Stamberga Strillante ad Hogsmeade, dove avrebbe dovuto passare la sua notte da Lupo Mannaro.
Naturalmente, Silente era al corrente delle sue trasformazioni: era stato lui stesso a piantare il Platano Picchiatore sopra al passaggio segreto che permetteva a Remus di allontanarsi da Hogwarts in totale segretezza.
I Malandrini, però, non avevano mai raccontato che, per fare a compagnia al loro amico durante le notti di luna piena, erano diventati Animagi.
Quando Remus spiegò il funzionamento della mappa e il modo in cui lui, Sirius, James e Peter l'avevano disegnata, Silente ne rimase molto sbalordito.
“Molto bene” esclamò il Preside, quando il racconto giunse alla fine “Adesso, signor Black, la prego di andare a cercare la professoressa McGranitt, che dovrebbe trovarsi..” si interruppe, per sbirciare la mappa “Oh si, eccola. Nel corridoio del quinto piano. Le dica di venire qui immediatamente”.
Sirius si alzò e raggiunse la scala a chiocciola, mentre il Mangiamorte, che era sorretto dalla sua bacchetta, cadde a terra perdendo il cappuccio: sotto di esso si nascondeva un volto anziano e grassottello, che non si adattava per niente ad un mago oscuro.
“Oh, non temere, a breve ci occuperemo anche di lui” spiegò Silente, notando che Remus lo stava osservando con aria un po' spaventata.
“Prima di ascoltare le altre testimonianze” disse, spostando lo sguardo da Peter, al Cappello Parlante, al Mangiamorte “vorrei chiederti se puoi prestarmi per qualche giorno questa magnifica mappa. Non preoccuparti, non ho intenzione di confiscarla” aggiunse sussurrando, strizzando un occhio, “ma devo assolutamente mettere in sicurezza tutti i passaggi segreti che avete scoperto. Dopotutto, se ci è riuscito lui” e ammiccò di nuovo verso il mago incappucciato “chiunque potrebbe entrare di nuovo ad Hogwarts passando inosservato; di questi tempi, bisogna stare molto attenti”.
“Certo, la prenda pure” rispose Remus.
“Sono davvero sorpreso di non essermi mai accorto dell'esistenza di un passaggio che porta proprio qui dentro. Questa scuola non smetterà mai di stupirmi..” sospirò il Preside, mentre Sirius rientrava nell'ufficio, seguito dalla McGranitt.
“Albus! Cosa sta succede.. Per tutti i gargoyle!” esclamò la professoressa, mentre il suo solito sguardo severo lasciava spazio ad un volto sconvolto,
“Capirai tutto tra pochi istanti, Minerva. Ora, ti prego, sveglia quel povero ragazzo” rispose Silente indicando Peter.
Reinnerva” sussurrò lei puntando la bacchetta verso Minus che cominciò a piangere disperato, anche se, proprio come nella grotta, dalla sua bocca non usciva alcun suono.
“Ma cosa..” iniziò a chiedere Sirius, guardando curioso l'amico.
“E' soltanto un Incantesimo Tacitante. Ascolta, Peter. Adesso parleremo con il Cappello; appena ti sarai calmato, ti restituirò la tua voce”.
Silente si stava voltando verso il fagotto nero che gli aveva consegnato Lily, quando la professoressa McGranitt, che si era chinata per osservare da vicino il ladro, esclamò: “Albus! Io non.. Non credo che quest'uomo sia un Mangiamorte. E' solo.. travestito”.
Il Preside si avvicinò allo sconosciuto e sussurrò qualcosa sottovoce; dopo pochi istanti gli alzò una palpebra, per studiare attentamente l'iride verde.
“E' sotto il controllo della maledizione Imperius. Non è costui il vero colpevole del furto” dichiarò.
“Minerva, convoca al castello Alastor Moody, per favore. Forse, con l'aiuto di un Auror, riusciremo a scoprire per conto di chi quest'uomo è arrivato a scuola” e si voltò di nuovo verso Peter “Sonorus. Signor Black, signor Lupin, signor Minus, potete andare”.
Peter, che aveva riacquistato la voce, cominciò a farneticare tra le lacrime, mentre Remus e Sirius protestavano, avidi di saperne di più.
“Per favore, ragazzi. Vi informerò dell'evolvere degli eventi, ma adesso, andate”.

 

Nel frattempo, Lily e James avevano raggiunto l'infermeria, dove Madama Chips preparò un letto in cui far stendere l'infortunato.
James si posizionò e si levò la scarpa, trattenendo un gemito di dolore; quando la fitta fu passata, si tolse gli occhiali e si rilassò sul materasso.
Lily rimase a guardare Madama Chips che aggiustava, con qualche tocco di bacchetta, tutte le ossa del suo piede: non riusciva a fare a meno di pensare a quanto quegli occhi castani, non più nascosti dagli occhiali, fossero attraenti.
“Lo sai che farai tardi all'appuntamento, se non ti muovi?” disse James infrangendo i suoi pensieri, quando l'infermiera si fu allontanata.
“Che appuntamento?” chiese, confusa.
“So che la mia bellezza ti manda fuori di testa, ma credevo che ti piacesse, quel Cody”.
Senza neanche ribattere, Lily schizzò verso la biblioteca: era in ritardo di solo un quarto d'ora, forse Cody la stava ancora aspettando.
James rimase solo per pochi minuti, perché subito venne raggiunto da Peter, Sirius e Remus, che gli raccontarono tutto ciò che Silente aveva detto in sua assenza.
“Ma se non è un Mangiamorte, chi diavolo è quel tipo?” domandò frastornato James.
“Sicuramente si tratta di un seguace di Voi-Sapete-Chi!” rispose Sirius sedendosi ai piedi del letto.
“Ma perché era vestito da Mangiamorte?”
“Si vede che, chiunque l'abbia mandato, voleva farci credere che quell'uomo stesse agendo completamente da solo, in modo da sviare qualsiasi sospetto su di lui: insomma, stava cercando di nascondere il meglio possibile la maledizione Imperius” propose Remus, misurando l'infermeria a grandi passi.
La stanza cadde per qualche secondo in un silenzio perentorio, che venne rotto da Sirius: “Peter, ma come hai fatto a lasciarti catturare?” chiese, rivolgendosi con fare accusatorio a Minus.
“Stavo.. stavo seguendo quella Jennifer, e sono stato preso alle spalle” borbottò lui guardando verso le finestre.
“E perché diavolo non ti sei trasformato in un topo?”
“Io non.. non ci ho pensato” sussurrò, torcendosi nervosamente le dita, mentre gli altri tre si lanciavano occhiate disperate.


Gran parte degli studenti di Grifondoro non dormì molto, quella notte: erano tutti troppo occupati a riflettere sugli ultimi avvenimenti, che erano stati accuratamente raccontati dai Malandrini nella Sala Comune.
Anche Lily era preda di un fitto turbinio di pensieri e tutto ciò che era accaduto le aveva dato una tale scarica di adrenalina che non riusciva ad evitare di girarsi nel letto ogni pochi minuti.
Era riuscita a trovare Cody, ma lui era scappato via senza lasciarle il tempo di spiegare, urlando che l'aveva vista in infermeria insieme a James e che, se preferiva stare con lui, poteva fare a meno di accettare di aiutarlo in Pozioni.
Infine, come se non bastasse, continuava a chiedersi come fosse possibile, nonostante tutto quello che avevano passato, che il profumo di James le avesse impregnato i capelli.

 

Il giorno successivo, dovunque andassero, Sirius e James erano seguiti da una folla di giovani streghe che, tra risatine e sospiri sognanti, non facevano che ripetere quanto coraggiosi ed eroici erano stati.
A colazione, tutta la scuola era ormai venuta a conoscenza della storia: gli studenti correvano su e giù per la Sala Grande, in cerca di ulteriori ed avvincenti dettagli, che erano spesso frutto dell'immaginazione di qualche esaltata ammiratrice dei Malandrini.
Poco prima dell'inizio della delle lezioni, un mago di Corvonero si stava avviando a passo spedito verso Lily: “Hem.. Posso parlarti un attimo?”
“Cody!! Ieri sera non..”
“Lo so, Lily. Sono venuto a scusarmi, avrei dovuto darti la possibilità di parlare. Sta mattina, quando Nathan mi ha raccontato quello che hai passato, mi sono sentito uno schifo!” disse tutto d'un fiato Cody “Mi potrai mai perdonare?”
“Certo che sì, anzi, l'ho già fatto!”
“Allora.. Sono ancora in tempo per quelle ripetizioni?”
“Assolutamente!” esclamò arrossendo, mentre James la guardava con disappunto.
Al suono della campana la Sala Grande si svuotò rapidamente.
“Dove stai andando?” chiese Remus a Sirius, che, invece di uscire, si stava lanciando verso il tavolo di Serpeverde.
“Ho un conto in sospeso!” urlò, mentre si avvicinava pericolosamente a Piton.
“Mocciosus..” inizò, spingendo la punta della bacchetta contro le sue costole “Ho saputo che ieri sera hai cercato di metterci nei guai..”
Piton si voltò e guardò Sirius con un tenue riflesso di panico negli occhi, consapevole che il suo tentativo di far scoprire lui e i suoi amici da Lumacorno era miseramente fallito.
“Forse è il caso di ricordarti perché non bisogna mai infastidire i Malandrini..”
“Sirius, NO!!” gridò Remus, che si stava precipitando verso l'amico per sfilargli di mano la bacchetta.
“La McGranitt è ancora qui dentro!” sussurrò al suo orecchio, per poi trascinarlo via di peso, mentre Piton lo fissava ghignante.
“Gliela farò pagare, fosse l'ultima cosa che faccio!!” ringhiò Sirius, marciando verso la classe di Incantesimi.


Quella sera, a cena, con grande sollievo degli alunni del primo anno, si svolse la tanto attesa Cerimonia dello Smistamento.
“Come immagino che tutti ormai sappiate” cominciò Silente con tono solenne “grazie alle coraggiose gesta di alcuni giovani maghi della casa di Grifondoro, il nostro amato Cappello Parlante è stato ritrovato; Remus Lupin, Sirius Black, Lily Evans e James Potter, ritengo più che giusto assegnarvi cento punti, per i servigi resi alla scuola” disse, tra i fragorosi applausi degli studenti.
“Trovo di dovervi informare che il mago che è stato catturato, che è risultato chiamarsi Martins Green, stava agendo sotto l'effetto della maledizione Imperius, lanciatagli da un malintenzionato che deve essere ancora riconosciuto”.
Nella sala, tutti iniziarono a bisbigliare, sconvolti da quell'ultima notizia; un Mangiamorte, forse, si stava ancora aggirando tra le mura di Hogwarts.
“Ma non dovete temere: il castello verrà perquisito e tutti gli accessi, compresi quelli di cui sono venuto a conoscenza solo di recente, verranno tenuti sotto controllo” spiegò Silente, guardando fugacemente in direzione di Remus.
“Il colpevole ha tentato di stregare il Cappello, facendo in modo di imporre la stessa maledizione Imperius a chiunque lo indossasse. Ovviamente, i suoi tentativi sono stati vani; nessun mago sarebbe mai in grado di infrangere la protezione della magia antica che è stata conferita al Cappello dai Fondatori di questa scuola, più di mille anni or sono. A questo punto, quindi, trovo che non ci sia più nulla che possa impedirci di dare inizio alla Cerimonia di Smistamento. Minerva, procedi pure” concluse Silente, sedendosi al tavolo degli insegnanti.
Mentre la McGranitt radunava gli studenti del primo anno, Lily appariva molto turbata: continuava a tormentarsi un orecchio, come se stesse cercando di capire se ci sentiva bene.
“Che ti succede?” le chiese Sirius.
“Niente, è che.. E' che Martins Green è il mio vicino di casa”.

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Capitolo 6
*** Delle parole importanti ***


Delle parole importanti

 

Un numeroso gruppo di ragazzi, che era seduto abbastanza vicino da sentire le sue parole, si voltò, a bocca spalancata, verso di Lily: “Cosa?
“Non guardatemi così, ne so quanto voi!” rispose, alzando le braccia come per difendersi dagli sguardi inquisitori.
“Devi dirlo a Silente” disse decisa Mary.
"Lo farò, ma non sta sera.. Scusate, vado a dormire” dichiarò Lily, ancora prima di iniziare a cenare, alzandosi dal tavolo di Grifondoro.
Aveva raggiunto la scalinata che saliva verso la Sala Comune, quando il professor Lumacorno apparse da un corridoio laterale.
“Ah, signorina Evans! Stavo proprio per venirla a cercare! Le vorrei mostrare una nuova pozione che.. Lily, c'è qualcosa che non va?” chiese infine, notando lo sguardo vacuo della ragazza.
“No, no professore, sono solo molto stanca..”
“Mi creda, so riconoscere quando una giovane donna ha delle preoccupazioni per la testa, ho qualche anno di esperienza sulle spalle! Coraggio, venga con me”.
“Grazie ma..” cominciò Lily, che non desiderava altro che rimanere sola.
“Si fidi, non esiste niente che un buon bicchiere di Idromele non possa curare” insistette Lumacorno, avviandosi verso il piano sotterraneo in cui si trovava il suo studio.
Di malavoglia, Lily lo seguì e si accomodò su una delle poltrone rosse all'interno dell'ufficio, mentre il professore versava un liquido giallastro in due bicchieri decorati.
“Allora, che cos'è che la turba?” chiese gentilmente Lumacorno, mentre adagiava la bottiglia di Idromele sul tavolino al centro della stanza.
Lily, anche se non era del tutto convinta, decise di dare voce ai suoi pensieri: in fondo sapeva che il professore avrebbe saputo darle dei buoni consigli.
“Beh, avrà sentito da Silente che quel mago che ha tentato di sabotare il Cappello Parlante si chiama Martins Green..”
“Certamente! Pover'uomo, non aveva mai dato fastidio a nessuno, da quel che ci risulta.. E poi, puf! Qualcuno gli scaglia la maledizione Imperius e quello si ritrova ad essere una specie di Mangiamorte. Quando potranno mai finire tutte queste ingiustizie..” esclamò, guardando in aria come perdendosi in mille altri pensieri.
“Comunque, cosa stava dicendo?”
“Stavo dicendo che.. Che quel mago, Martins Green, vive nella casa difronte a quella dei miei genitori, loro lo conoscono”.
“Oh, mia cara, ma non c'è nulla di cui preoccuparsi! La maledizione verrà scongiurata e quell'uomo ritornerà in sé!”
“Lo so, ma se penso che qualcuno di malvagio, forse un seguace di Lei-Sa-Chi, che non si è fatto alcuno scrupolo a lanciare una maledizione senza perdono ad una persona innocente, si è trovato a pochi passi dalla mia famiglia.. Sa, loro sono Babbani, non avrebbero avuto alcuna possibilità di difendersi..” spiegò Lily mentre la sua voce si trasformava sempre più in un singhiozzo.
“Lily cara, non piangere, ti prego!” disse Lumacorno posandole le mani sulle spalle “Chiunque abbia stregato il signor Green, non era assolutamente interessato a fare del male a nessun altro! Il suo scopo non era certo quello, l'ha visto con i suoi occhi!”
“Sì ma.. se i miei genitori, o mia sorella, avessero per caso intralciato i suoi piani..” sussurrò Lily tra le lacrime.
“No, non avrebbe mai rischiato di attirare ulteriormente l'attenzione del Ministero su di sé disturbando una famiglia di Babbani, il suo piano sarebbe stato stroncato ancora prima di arrivare ad Hogwarts! Comunque, mia cara, adesso prenda subito carta e piuma e mandi una lettera alla sua famiglia, che sono certo le assicurerà di stare bene!”
Lumacorno aveva ragione: gli Auror l'avrebbero scoperto subito, se un Mangiamorte, dopo aver lanciato la maledizione Imperius, avesse anche fatto sparire dei Babbani che, il Ministero ne era a conoscenza, abitavano accanto ad un mago.
E poi, Lily l'avrebbe già saputo, se i suoi genitori fossero stati nei guai, ma riteneva comunque che mandare un gufo l'avrebbe fatta sentire meglio.
“Ha ragione, professore” disse asciugandosi le lacrime sulla manica "grazie di avermi ascoltata".
Lumacorno arrossì, le diede un colpetto sulla spalla e la lasciò andare.
Per lui, Lily Evans non era solo la studentessa più brava e diligente della classe, era anche la persona più coraggiosa che avesse mai visto tra le mura di Hogwarts.
Durante i suoi sette anni, aveva sempre affrontato a testa alta ogni difficoltà, senza mai arrendersi o scoraggiarsi.
Quella sera, quando aveva notato il suo sguardo spento, Lumacorno si era sentito in dovere di fare tutto ciò che era nelle sue capacità, per poter vedere di nuovo Lily sorridere: una ragazza così speciale non meritava affatto di vivere in un periodo tanto oscuro come quello.

 

Durante l'ora di Pozioni del pomeriggio successivo, con la scusa di chiederle di nuovo perdono per come l'aveva trattata, Cody si sedette accanto a Lily, che cercò di mostrarsi molto più felice di quanto non fosse realmente.
Il professore assegnò la preparazione della Pozione Alleggerente, che Cody sembrò trovare molto semplice, anche se in realtà era complicata almeno tanto quanto quella Nascondente della lezione precedente.
Dopo soli pochi minuti, una potente esplosione proveniente dal calderone di James e Sirius fece sobbalzare l'intera classe.
"Mi chiedo come diavolo abbiano fatto due incompetenti come voi a prendere Oltre Ogni Previsione al G.U.F.O. di Pozioni!!" sbottò Lumacorno, facendosi largo tra il fumo che annebbiava l'intera aula.
Presto, signor Black, si sposti accanto al signor Piton; lei, signor Potter, lavori con la signorina Evans. Forse i due migliori maghi della classe riusciranno a far uscire qualcosa di buono dai vostri calderoni!"
Mentre Cody cercava di protestare, Sirius e James si scambiarono un'occhiata maliziosa.
"Bene, Mocciosus. Vedi di farmi prendere una bella E" sussurrò Sirius quando fu certo che il professore non l'avrebbe sentito.
Piton, troppo furioso per riuscire a ribattere senza farsi notare da Lumacorno, sbatté il suo volume di Pozioni Avanzate sul tavolo ed incominciò, in silenzio, a versare ingredienti nel paiolo, trascrivendo febbrilmente appunti sulle pagine del libro.
Ad intervalli regolari Sirius fingeva di studiare con grande interesse le parole scritte dal suo compagno, quando, all'improvviso, lo sguardo gli cadde sulla quarta di copertina del manuale, dove, con la grafia frettolosa di Piton, era scarabocchiato: Questo libro è di proprietà del Principe Mezzosangue.
"Principe Mezzosangue??" esclamò cercando di trattenere le risate "Preferisci che ti chiamiamo principino, invece che Mocciosus?"
Piton, che era diventato dello stesso colore del fumo che usciva dal calderone di Sirius e James prima di scoppiare, riempì rapidamente una piccola ampolla della sua pozione, la consegnò al professore e uscì dalla classe chiudendosi violentemente la porta alle spalle.
Lumacorno guardò sospettoso in direzione di Sirius, che, in risposta, scrollò le spalle, sforzandosi con tutto se stesso di non scoppiare a ridere.
Nel frattempo, anche la pazienza di Lily era messa a dura prova dal suo compagno di lavoro.
"Quel Cody è molto più sveglio di quel che credevo" disse James mentre frantumava un corno di Bicorno.
"E perché?"
"Perché l'aveva capito subito, che tu preferisci stare con me, invece che con lui".
Lily stava per far notare a James che iniziava a pentirsi di averlo aiutato ad uscire da quel cunicolo, due sere prima, quando la professoressa McGranitt piombò nell'aula di Pozioni.
"Perdonami, Horace, ma Silente ha bisogno di vedere il signor Lupin nel suo ufficio".
Remus abbandonò la sua Pozione Alleggerente e, con sguardo sorpreso, seguì la professoressa fuori dalla classe.
Raggiunsero il gargoyle, che si spostò al suono di "Cioccorane!", e bussarono alla spessa porta di legno che nascondeva la stanza circolare dello studio del Preside.
"Oh, ti ringrazio, Minerva. Adesso puoi andare" disse Silente alzando lo sguardo da una lettera dall'aria ufficiale poggiata sulla sua scrivania.
"Buon pomeriggio, Remus! Accomodati pure. Ti ho fatto venire fin qui per restituirti questa" spiegò, avvicinandogli una vecchia pergamena ingiallita.
"Mi sono preso la libertà di fare qualche modifica" proseguì, mentre Remus osservava la Mappa del Malandrino, sulla quale erano comparse delle nuove parole e quello che sembrava un passaggio segreto che non aveva mai visitato.
"Come puoi vedere, ora molte delle vie che portano ad Hogwarts sono protette da parole magiche, che ho accuratamente segnato, in modo da permettervi di continuare ad usarle. Inoltre, ho aggiunto un passaggio che voi non avevate notato. Sai, io lo usavo spesso, quando ero ancora studente, se la cena non mi soddisfaceva abbastanza" sussurrò Silente facendo l'occhiolino.
Remus era piacevolmente stupito: accanto alla sagoma d'inchiostro della statua della Strega Orba, che nascondeva una strada per il negozio di Mielandia ad Hogsmeade, era ora scritta con calligrafia elegante la formula Dissendium, mentre il nuovo passaggio di cui parlava Silente, che portava probabilmente nelle cucine del castello, era affiancato dalla frase Fare il solletico alla pera.
La mappa era disseminata di molte altre parole, ma Remus decise che le avrebbe studiate assieme agli altri Malandrini.
"Naturalmente, mi aspetto che usiate queste informazioni esclusive con estrema saggezza".
"Grazie mille, professore. Lo faremo" esclamò Remus, sinceramente grato della fiducia che il Preside riponeva in lui e nei suoi amici.
Stava per lasciare la stanza, quando, improvvisamente, gli tornò in mente una domanda che lo assillava da quando il Cappello Parlante era stato rubato: “Professore, ma come ha fatto quel Martins Green ad entrare qui, in questo studio? Voglio dire, non ha disposto degli incantesimi anti - magia oscura o qualcosa del genere?"
“Incantesimi anti – magia oscura?” ripeté Silente, ridacchiando “E a cosa servirebbero? Nessun mago oscuro con un po' di cervello tenterebbe mai di entrare qui dentro! Guarda che fine ha fatto l'ultima persona che ci ha provato!”

 

Quella sera anche Lily fece visita a Silente, per raccontargli tutto ciò che sapeva su Martins Green; proprio come era prevedibile, il Preside non esternò alcun pensiero, lasciandola affogare in un mare di domande.
Poche ore più tardi, raggiunse la biblioteca, dove si incontrò con Cody, che, per quanto ci provasse, non era per niente capace di fingere di non essere bravo in Pozioni.
“Senti, non sono una stupida. Lo so che non hai affatto bisogno delle mie spiegazioni! Quindi, facciamola finita, e dimmi perché siamo qui!” esclamò Lily, chiudendo Pozioni Avanzate.
“Davvero non riesci a capire perché ho messo su tutta questa recita?”
“No, altrimenti non te l'avrei chiesto!” rispose Lily, scocciata e nervosa allo stesso tempo.
Cody alzò gli occhi al cielo, e poi, sorridendo come si fa ad un bambino che ti ha appena fatto la domanda più stupida del mondo, disse: “Vieni, facciamo due passi”.
La prese per mano e la precedette lungo le scale che portavano in cima alla Torre di Astronomia.
Era una serata meravigliosa: sembrava che tutte le stelle dell'universo avessero lasciato il loro posto per sistemarsi sopra ad Hogwarts, e guardare giù, proprio verso Cody e Lily, che erano rimasti senza fiato alla vista di quello spettacolo.
“Tutto questo è davvero stupendo ma.. io continuo a non capire..” sussurrò Lily, come temendo che parlando a voce troppo alta avrebbe potuto spaventare le stelle.
Cody ridacchio per un momento, ma poi divenne improvvisamente serio, come pronto a pronunciare le parole più importanti della sua vita: “Vedi, io.. beh, ti ho portato qui perché.. perché tu mi piaci, Lily. Mi piaci da tantissimo tempo! Sei così sveglia, così divertente, così bella.. Ed io desidero fare questa cosa da tutta l'estate..”
Lily era talmente sconvolta da quelle parole, che non si era nemmeno accorta che Cody era ogni secondo più vicino al suo viso; fino a quando, per la seconda volta in pochi giorni, delle labbra si appoggiarono alle sue.
Quel bacio, però, non aveva niente a che vedere con quello che aveva ricevuto sull'Espresso per Hogwarts.
Le labbra di James erano state decise, sicure, come uno Schiantesimo; quelle di Cody, invece, erano esitanti e impacciate, come un giovane mago che prende in mano una bacchetta per la prima volta.
Il bacio di James l'aveva emozionata, l'aveva travolta; il bacio di Cody l'aveva solo sfiorata, come se a darglielo fosse stata una di quelle lontanissime stelle, che, pur essendo bellissima, era solo un misero puntino, in mezzo all'oceano di luce che era il cielo quella sera.
“Cody io.. io devo andare, mi dispiace” bisbigliò Lily, senza riuscire a guardarlo negli occhi.

Si voltò e scappò verso la Torre di Grifondoro, pensando che, alla fine, era stata tutta colpa di James, se si era appena lasciata sfuggire un ragazzo meraviglioso come Cody.

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Capitolo 7
*** Sospetti e sentimenti ***


Sospetti e sentimenti

 

“Come sarebbe a dire, te ne sei andata?!” strillò Mary, dopo che Lily ebbe raccontato a lei e a Johanne tutto quello che era successo la sera precedente.
“Smettila, Mary! Avrà avuto le sue ragioni!” la difese Jo.
“E allora, sentiamole!”
Lily si chiese se fosse sensato raccontare alle sue compagne che era scappata via da Cody perché il suo bacio non aveva retto il confronto con quello di James.
Tuttavia, la verità non era esattamente quella: Lily aveva rifiutato Cody perché lui non era James.
Si sarebbe comportata allo stesso modo, con qualsiasi ragazzo diverso James.
Questo, però, non era pronta a raccontarlo a nessuno; non era pronta ad ammetterlo nemmeno a se stessa.
“Non è il mio tipo” borbottò infine, sperando che Mary si facesse bastare quella misera spiegazione.

 

Gli ultimi avvenimenti le avevano tenuto la mente talmente occupata, che Lily si era persino dimenticata che il suo vicino di casa era da poco arrivato fino ad Hogwarts sotto l'effetto della maledizione Imperius.
Inoltre, nei giorni successivi, Piton iniziò a tampinarla: ogni volta che se ne presentava l'occasione, si avvicinava e tentava di dirle qualcosa, ma veniva sempre cacciato da qualcuno ancora prima che lei riuscisse a capire che cosa potesse significare il farneticare che usciva dalla sua bocca.
Una mattina, a colazione, ci aveva pensato Sirius a tenerlo lontano dal tavolo di Grifondoro.
“Grazie” sospirò Lily “Si è comportato così anche durante le vacanze.. Sapete, abita nel mio quartiere e quest'estate non mi ha lasciata in pace un attimo, non faceva che seguirmi dovunque andassi!”
A quelle parole, James, che sembrava stesse lanciando sguardi fugaci ad una studentessa di Tassorosso, voltò di scatto la testa verso di Lily.
Dopo qualche istante, esclamò: “Andiamo, o faremo tardi per la lezione di Erbologia”.
Sirius e Remus lo guardarono con aria stranita: “E da quando ti preoccupa arrivare in ritardo?” chiese Sirius.
“Da adesso. Forza, muovetevi!” esclamò James nervoso, costringendo gli amici ad alzarsi.
Peter, che aveva Cura delle Creature Magiche quella mattina, li osservò curioso, allontanarsi.
“Si può sapere che ti prende?” chiese Remus quando i tre raggiunsero l'uscita del castello.
“Credo di sapere chi ha stregato Martins Green”
Remus e Sirius si fermarono di colpo e, all'unisono, esclamarono: “Chi?”
“Piton!”
“Non essere sciocco” rispose Remus, riprendendo a camminare verso la serra di Erbologia.
“Aspetta, l'idea di incolpare Mocciosus mi interessa” disse Sirius.
“Ascoltate: quanti altri maghi in grado di scagliare una maledizione senza perdono vivono nel paese di Lily?”
“Lo dici solo perché non sopporti Severus..” commentò Remus.
“No, James ha ragione. In effetti, è proprio nel suo stile, mandare qualcuno a fare il lavoro sporco al posto suo in modo da rimanere fuori dai guai” esclamò Sirius.
“Non può essere un Mangiamorte” ribatté Remus, che non poteva credere che uno studente di Hogwarts potesse mai schierarsi contro Silente.
“Non bisogna essere per forza un Mangiamorte, per lavorare per Tu-Sai-Chi!”
“Io appoggio James” concluse Sirius.
Remus squadrò gli amici con aria pensierosa, e si avviò a passo veloce verso la serra.
James e Sirius lo osservarono allontanarsi, per poi riprendere a discutere: “Ti ricordi che Lumacorno era stato avvertito da Piton, che noi ci trovavamo nel parco? Secondo me non voleva farci finire in punizione, voleva impedirci di intralciare il suo piano” continuò James.
“Come facciamo a scoprire se hai ragione?”
“Beh, io un'idea ce l'avrei..”

 

Il giorno successivo, arrivò al castello un uomo dall'aspetto davvero curioso: zoppicava, per via di una probabile gamba di legno, mentre il suo viso, coperto da cicatrici, presentava un inquietante occhio finto, di color blu elettrico, che si spostava in tutte le direzioni, completamente indipendente dai movimenti dell'altro occhio.
“Io so chi è!” aveva esclamato un ragazzo di Tassorosso che si trovava accanto ai Malandrini “E' Alastor Moody, un Auror! Mio padre mi parla sempre di lui!”
“Certo, l'ha convocato Silente, ricordate?” chiese Remus agli amici.
Moody si guardò attorno con circospezione, facendo roteare all'impazzata l'occhio finto, e si avviò verso la professoressa McGranitt, che si trovava accanto alla scalinata nella Sala d'Ingresso.
“Buongiorno, Minerva” sussurrò con voce roca “Scusa il ritardo, ma sai com'è, di questi tempi; abbiamo molto lavoro da fare”.
“Non preoccuparti, Alastor. Vieni, ti accompagno da Silente”.
La presenza di un Auror nella scuola aveva messo in agitazione molti degli studenti: per quanto fosse piuttosto comune, di quei tempi, incontrarli e sentirne parlare, mai ci si sarebbe aspettati di vederne uno varcare le porte Hogwarts, che era uno dei pochi posti rimasti che veniva ancora considerato sicuro, da quando la Guerra Magica contro Lord Voldemort era cominciata.
Per fortuna, la presenza del Preside permetteva agli alunni di vivere e studiare in tranquillità, nella consapevolezza che, finché Silente fosse rimasto nel castello, né il Signore Oscuro né nessuno dei suoi seguaci avrebbe mai osato tentare di penetrare nel territorio della scuola.
Questa era la certezza che aveva aleggiato tra i ragazzi, almeno fino al giorno della scomparsa del Cappello Parlante: da quel momento, molti sembravano aspettarsi di veder sbucare un Mangiamorte dietro l'angolo da un momento all'altro.
La presenza di Moody pareva aver confermato che, forse, Hogwarts non era più un luogo sicuro: la notizia del suo arrivo fece tanto scalpore che, con la posta del mattino, arrivarono alcuni gufi che portavano lettere di genitori che chiedevano ai propri figli di tornare a casa.
Nessuno, però, pareva intenzionato ad andarsene; in fondo, la situazione fuori dalla scuola non era affatto rassicurante.
Era molto più semplice rimanere a Hogwarts e fingere che stesse andando tutto bene, piuttosto che tornare a casa e vedersi sbattere in faccia la dura realtà degli eventi.

 

Tra vento e pioggia, arrivò Novembre, che portò l'inizio delle partite di Quidditch.
Moody, ormai soprannominato da tutti Malocchio, non aveva dato ancora alcuna notizia sul colpevole che aveva inflitto la maledizione Imperius a Martins Green, ma nessuno sembrava averci fatto caso, perché l'imminente incontro tra le squadre di Serpeverde e Grifondoro teneva tutti occupati in pronostici e scommesse.
James, che era Cercatore nonché capitano della squadra della sua Casa, era talmente esausto per via degli allenamenti che aveva persino smesso di infastidire Lily chiedendole di uscire con lui.
Lei, dal canto suo, aveva deciso di andare alla partita, quel sabato: in fondo James era davvero bravo a volare e valeva la pena andarlo a vedere.
Era molto freddo e nuvoloso, quando suonò il fischio d'inizio: quattordici giocatori presero il volo e scomparvero nel cielo bianco.
La Pluffa venne subito conquistata da Serpeverde, che segnò facilmente i primi dieci punti.
Mentre Julie, la Cacciatrice di Grifondoro, riportava il punteggio in pari, James e il cercatore di Serpeverde continuavano a percorrere il campo in tutta la sua lunghezza, in cerca del Boccino d'Oro.
Dopo mezz'ora in cui nessuna delle due squadre era più riuscita segnare, il Battitore di Serpeverde sparò un Bolide proprio addosso a Julie, che precipitò a terra svenuta, mentre la Pluffa, tra i fischi furiosi dei tifosi rosso-oro, veniva fatta passare attraverso gli anelli di Grifondoro.
La squadra di Serpeverde continuò a giocare sporco, cercando di danneggiare quanti più avversari possibili.
Quando ormai Grifondoro era in svantaggio di sessanta punti, finalmente James riuscì a vedere il Boccino, che stava gironzolando tra gli anelli della porta della squadra avversaria.
Si tuffò verso la fine del campo, scartando quattro giocatori di Serpeverde e passando a pochi centimetri dal viso del loro portiere, mentre il sibilo di entrambi i Bolidi si faceva sempre più vicino.
Allungò la mano e quando sentì la superficie fredda del Boccino toccare le sue dita, si lanciò subito in picchiata, lasciando i due Bolidi schiantarsi uno contro l'altro, qualche metro sopra alla sua testa.
Sollevò il braccio trionfante, facendo esplodere lo stadio in urla e applausi, mentre l'intera squadra di Serpeverde si scagliava rabbiosa contro il proprio Cercatore, che non si era nemmeno accorto che James aveva posto fine alla partita.
Lily era rimasta davvero stupita dalle sua abilità, tanto che si disse che sarebbe andata a congratularsi con lui, non appena l'avesse incontrato.
Scese dagli spalti seguita da Remus, che era seduto affianco a lei, e raggiunse l'entrata degli spogliatoi, dove James era appena stato sollevato dagli altri compagni di squadra, che gridavano festanti il suo nome.
Lo lasciarono scendere, e subito un gruppo di ragazze del sesto anno ne approfittò per accorrere e fargli i complimenti.
Una di loro, davanti agli sguardi sbalorditi delle altre, gli gettò le braccia al collo e gli diede un lungo e sonoro bacio sulle labbra: Sirius prese ad applaudire, mentre Lily, che aveva sgranato gli occhi, sentì l'improvviso bisogno di allontanarsi subito da lì.
Si voltò e, con gli occhi che pizzicavano, camminò verso l'entrata del castello; quando il portone si fu chiuso alle sue spalle, iniziò a correre verso la Torre di Grifondoro.
Con il viso ormai bagnato per via delle lacrime, si raggomitolò su uno dei divani della Sala Comune.
“Lily!” esclamò Remus, che l'aveva inseguita fino alla torre.
Si sedette accanto a lei, che singhiozzava silenziosa, ed iniziò ad accarezzarle i capelli.
Lily, di slancio, si gettò tra le braccia di Remus, che, un po' imbarazzato, la accolse stringendola al suo petto.
“Che succede?” Le chiese, anche se era certo di sapere perché stesse piangendo.
“Io.. Non lo so” sussurrò sincera Lily, che ancora non riusciva a credere di sentirsi così male per colpa di quella stupida ragazza: insomma, non era una novità che James fosse sempre circondato da studentesse, anche se non l'aveva mai visto baciare nessuna..
“Quella ragazza non conta niente per James” disse Remus con tono rassicurante, quasi come se avesse letto nella sua mente.
Lily alzò la testa: in effetti, era proprio quello che voleva sentirsi dire.
“Remus.. Ti prego.. Non dirgli che io..”
“Non ti preoccupare” la interruppe, sapendo perfettamente che cosa intendesse.
“Grazie” rispose Lily, che si asciugò le lacrime e si alzò, diretta all'uscita della torre.
Stava per spingere il retro del ritratto, quando qualcuno, che stava entrando, la precedette.
“Togliti” sbuffò, spingendo James da parte.
“E adesso che ho fatto?” chiese lui rivolto a Remus, che era ancora seduto sul divano.
“Oh, niente. Piuttosto, hai fatto conquiste?”
“Ma chi, quella di prima? Non so nemmeno come si chiama.. Mi è saltata addosso così, dal nulla!”
Remus ridacchiò, pensando a quanto fossero stupidi Lily e James, che, pur essendo palesemente innamorati uno dell'altra, sembravano fare di tutto per starsi lontani.


Quella notte Sirius venne svegliato da un eccitato James, che iniziò a sventolare il Mantello dell'Invisibilità e la Mappa del Malandrino davanti al suo naso “Hei, sbrigati, dobbiamo andare!”
“C-cosa? Che succede?” chiese Sirius confuso.
“Il piano, ricordi? Muoviti, prima che si sveglino anche gli altri!”
Sirius, che aveva finalmente capito cosa intendesse James, saltò fuori dal letto e precedette James giù per la scala del dormitorio e oltre il ritratto della Signora Grassa, dove i due si infilarono sotto al Mantello.
Controllando assiduamente la Mappa, raggiunsero indisturbati il corridoio dei sotterranei.
Camminarono fino alla porta dell'aula di incantesimi, dove Sirius sussurrò “Alohomora”; una volta entrati e dopo essersi richiusi la porta alle spalle, i due Malandrini si sfilarono il mantello.
Sirius iniziò a frugare tra gli armadi, mentre James ispezionava i cassetti della scrivania di Lumacorno.
“Speriamo che l'abbia preparata come si deve” commentò Sirius.
“Sicuramente avrà fatto un lavoro da E”
“Perché non prendiamo quella di Lily? E' lei la migliore della classe”
“Prenderebbe una T. Sarà molto più divertente vedere la faccia di Mocciosus, quando Lumacorno dirà che non ha consegnato il compito!” rispose James, che non riusciva a smettere di chiedersi perché Lily fosse di nuovo arrabbiata con lui.
“Eccola qui!” esclamò dopo qualche minuto Sirius, che stava sollevando, trionfante, una piccola boccetta contenente un liquido trasparente, che presentava un'etichetta che diceva “Veritaserum – Severus Piton”.

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