Scelte di HarryMacy2020 (/viewuser.php?uid=100433)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
Ti
amo ma non posso stare con te.
Questo
era in sintesi quello che Oliver le
aveva detto
quella sera.
Sapeva
quello che provava, la paura che doveva averlo attanagliato dopo
l'esplosione e che era divenuta ancora più palpabile dopo
Sara.
Cielo,
non riusciva ancora a realizzare ciò che le era successo,
era
così assurdo.
Vederla
su quel tavolo le aveva fatto comprendere che la vita è
breve
e che ogni momento deve essere vissuto appieno, per non doversi
guardare un giorno indietro e pentirsi di non aver colto ogni
opportunità. E, in cuor suo, aveva sperato che anche Oliver
avesse la sua stessa idea. Ci aveva davvero sperato, senza riflettere
a fondo sul suo carattere, sul suo modo di pensare e agire, su tutto
quello che aveva dovuto passare e che lo avevano reso l'uomo che era
ora: forte e coraggioso, disposto a tutto per aiutare gli
altri...eppure così fragile e spezzato, così
incapace
di fidarsi, come lui stesso le aveva rivelato, di credere di meritare
di essere amato, di avere una vita.
Si
era arrabbiata con lui per non aver voluto dare una chance alla loro
storia, per non averle permesso di stargli accanto quando ne aveva
avuto davvero bisogno ma ora la rabbia era un po' svanita.
Aveva
preso una decisione...non sarebbe rimasta a guardarlo morire giorno
dopo giorno, chiuso nel suo guscio, non poteva farlo. Non
più.
Così
aveva accettato la proposta di Ray Palmer di lavorare per lui, di
andare avanti...o almeno di provarci, perché, con la
consapevolezza dei loro sentimenti, sarebbe stato difficile fingere.
Con
questi pensieri, si ritrovò davanti al suo ufficio nel
reparto
informatico della QC, stesso reparto ma mansioni più
delicate
e, sicuramente, un ufficio che meritasse questo nome.
-Buongiorno.
Ray
la stava aspettando appoggiato allo stipite della porta, a braccia
conserte, con quel suo stupido sorriso stampato in faccia.
-Buongiorno.
-Sono
davvero contento che tu abbia accettato di lavorare con me...
-Per
te. Io lavoro per te...lei, signor Palmer.
-Ray,
ti prego. E no, ne abbiamo già discusso, tu lavori con me.
Voglio che tu ti consideri più una mia pari...-non gli
sfuggì
lo sguardo incredulo della donna-...ok, diciamo la mia partner, non
una mia dipendente.
Il
cuore di Felicity perse un battito. Non sarebbe stata la partner di
nessun altro, nessuno tranne Arrow.
-Vorrei
chiarire, per l'ennesima volta, visto che evidentemente, nonostante
il tuo elevato quoziente intellettivo non hai compreso, che il nostro
rapporto lavorativo sarà strettamente legato...al lavoro. Io
lavoro per te, Ray.-quasi urlò, sottolineando il suo nome.-E
questo è quanto.
-Ok,
ok, non arrabbiarti. Sei molto più carina quando sorridi.
Ancora
una volta non gli sfuggì il suo sguardo assassino.
-Ora
ho del lavoro da fare, se non le...ti dispiace.-detto ciò,
gli
diede le spalle e chiuse la porta dietro di se.
La
giornata era trascorsa velocemente, come sempre, ma mentre la sera si
avvicinava, Felicity sentì crescere dentro quella ormai
famigliare sensazione di disagio, al pensiero di tornare al covo.
Qualcosa che non la faceva stare bene,
perché
quel luogo era il suo posto sicuro, la sua casa, e già una
volta Slade Wilson era riuscito a rovinarlo, non voleva accadesse di
nuovo.
Scese
le scale e trovò
il team intento ad allenarsi. Tutti le sorrisero ma quando il suo
sguardo incontrò quello di Oliver seppe con certezza che
qualcosa era cambiato. Avrebbero lavorato ancora insieme, sarebbero
stati partner ma qualcosa si era rotto, sperava soltanto non fosse
irreversibile.
Ormai
le giornate si
susseguivano così: lavoro stressante con Ray alla QC di
mattina, lavoro stressante con Oliver al covo di notte.
-Serata
fiacca per il
crimine, eh?
Roy
cercava sempre di
farla sorridere, nonostante anche lui fosse a pezzi per la storia con
Thea, e spesso ci riusciva. Si capivamo, condividevano qualcosa.
-Così
sembra.-gli
sorrise.
-Che
ne dici di andare a
berci qualcosa?-lasciò cadere l'arco con cui poco prima si
stava allenando e le si parò davanti.-Io e te, una pizza e
un
paio di birre, che ne dici?
Sapeva
cosa stava facendo
e lo adorava per questo.
-Dico
che è
un'idea fantastica.
Felicity
prese le sue
cose e seguì l'amico verso le scale.
-Dove
andate?
Solo
in quel momento John
e Oliver si accorsero della loro “fuga”.
-Non
sembra ci sia molto
da fare stasera così andiamo a mangiare qualcosa. Buona
serata.
Roy
salutò e,
prendendola sotto braccio, la trascinò fuori dal covo.
Una
volta all'aria
aperta, i due si guardarono.
-Credo
ci voglia qualcosa
di più forte di una birra..-iniziò Roy, ridendo
di
gusto, seguito, subito, da Felicity.
Con
la chiara intenzione
di passare una serata tra amici, si allontanarono tra le vie di SC.
NOTE
DELL'AUTRICE: Ciao,
è davvero un bel po' che non scrivo, sorry, ma sono stata
davvero impegnata.
Cmq,
chi di voi si è
ripresa dalla 3x01? Io ancora ho serie difficoltà , lo
ammetto, e sono certa che le cose non miglioreranno in futuro :(
Cerco
di trovare un senso
alla mia vita ahahahah e nel frattempo provo a scrivere un po'. Non
sono sicura di quello che ne verrà fuori, con tutti questi
spoiler succulenti, ma spero vi aiuti a passare un po' il tempo.
Fatemi
sapere che ne
pensate di questo inizio... ;)
PS.
Vorrei ringraziare le
mie sis del cuore per il sostegno e...tutto il resto. Vi lovvo :*
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Capitolo 2 *** 2 ***
In qualche modo, il tempo stava scorrendo, i giorni passavano e il
dolore...beh, no quello non stava scomparendo. Si stava attenuando,
forse. FORSE.
Alla QC procedeva bene, Ray le aveva assegnato compiti di un certo
spessore e non mancava mai di congratularsi con lei per l'ottimo lavoro
svolto. A questo non era facile abituarsi.
Sorrise tra sé pensando a quella mattina, quando l'aveva
fermata davanti all'entrata dell'edificio per esprimerle apertamente
tutta la sua stima. Le aveva sorriso, in quel suo modo che all'inizio
l'aveva urtata, ma a cui ora iniziava ad affezionarsi, e le aveva
sfiorato un braccio gentilmente.
Era davvero un uomo incredibile, si ritrovò a pensare.
Intelligente, capace, simpatico, innegabilmente affascinante e
così propenso ad esternare i suoi pensieri...i suoi
sentimenti. A differenza di qualcuno.
Il sorriso si tramutò in una smorfia di fastidio. Si era
ripromessa di non pensare a lui il più possibile, cosa
decisamente troppo complicata al momento.
Fece un profondo respiro e s'incamminò verso l'ascensore,
diretta all'uscita.
-Buona serata, Felicity. E grazie di tutto.
Si voltò e gli sorrise spontaneamente.-Anche a te, Ray.
I loro sguardi rimasero incollati per qualche istante, creando una
sorta di bolla che li divideva dal resto del mondo, poi, in silenzio,
entrambi tornarono alla loro vita.
Non era la prima volta che capitava, Felicity ne era consapevole. Stava
permettendo a quell'uomo di avvicinarsi giorno dopo giorno, in punta di
piedi. Lui era così diverso, così...
Scosse la testa, lasciando quei strani pensieri al luogo oscuro a cui
appartenevano, doveva sbrigarsi ad arrivare al covo.
Come sempre, la notte era quella che trascorreva con più
velocità. C'era sempre qualcosa d'importante da fare,
ultimamente...Malcolm Merlyn da tenere sott'occhio, la Lega degli
Assassini da monitorare, i cattivi di turno da catturare...e poi c'era
la questione Thea.
Roy fingeva beatamente di non avere problemi a lavorare con lei, di
nuovo, al Verdant ma Felicity sapeva come si sentiva dentro. Quando ami
qualcuno è difficile fingere, ma anche Thea aveva preso una
decisione: non potevano che essere amici e Roy preferiva questo
all'idea di non averla più nella sua vita, per quanto
potesse far male.
Dal canto suo, doveva ammettere di non aver ancora ben inquadrato tutto
l'accaduto. Qualcosa non le tornava della storia raccontata da Thea
riguardo la notte della guerriglia e del tempo trascorso a Corto
Maltese ma aveva i suoi problemi e finchè il suo amico non
avesse voluto parlarne, lei avrebbe lasciato in sospeso il discorso.
Un'altra giornata d'ufficio stava finendo. Era distrutta, ma il
pensiero di essere riuscita a sbrigare i suoi compiti in tempo record
poteva essere di buon auspicio. Si sarebbe potuta trascinare a casa
prima del solito, avrebbe fatto un bagno caldo e forse...forse un po'
della stanchezza che sentiva addosso sarebbe scivolata via, lasciandola
pronta e scattante per una nuova nottata al covo.
-Dovresti riposare di più, sembri stanca.
Si voltò seguendo la direzione della voce e lo vide poggiato
alla porta, come al su solito.
Felicity non potè dargli torto, ad ogni modo, le sue
giornate erano piene dall'alba al tramonto, e spesso anche oltre. Ma
sapeva di non poter rinunciare a nessuna delle sue attività:
il lavoro alla QC le serviva per vivere e quello con Arrow a sentirsi
viva.
-Forza, andiamo, ti porto a cena fuori.
Le si avvicinò oltrepassando la scrivania e, prendendole il
gomito, la fece alzare.
Non oppose resistenza, aveva bisogno di aria, di respirare, di...andare
avanti.
Accettare la sua proposta non avrebbe cambiano niente, lo faceva
soltanto per dimostrare a se stessa che poteva esserci altro nella
vita, che lei poteva essere altro...oltre alla sua partner.
Era soltanto una cena, questo si era ripetuta per tutto il viaggio in
auto con Ray fino al Belly Burger. Solo una cena.
Quando si era fermato, gli aveva scoccato uno sguardo perplesso ma lui
aveva sorriso e l'aveva aiutata a scendere.
Era stato gentile e dannatamente divertente per tutta la serata e il
tempo era trascorso veloce.
Aveva scoperto che Ray era a conoscenza del suo lavoro
“notturno” ed era rimasta sorpresa dalla sua
perspicacia. Non le aveva spiegato come lo avesse capito e lei aveva
preferito non approfondire, non ora. Si era aspettata, però,
da lui una serie di domande imbarazzanti alle quali sviare goffamente,
invece era stato schietto ammettendo di preoccuparsi per lei e di
capire quanto fosse importante la segretezza. Un altro punto per
lui...nonostante la cosa fosse decisamente strana.
Prese nota di fare più attenzione negli spostamenti e,
magari, di fare qualche altro controllo sul suo passato.
Un bip proveniente dalla sua borsa interruppe il loro accorato
dibattito sulla fisica quantistica.
Era un messaggio. Di Oliver...Oddio...
-Dove sei?
Breve, sintetico, come sempre, il minimo indispensabile.
Guardando l'ora sul display del cellulare scattò in piedi,
rischiando di rovesciare il tavolo.
-Sono le 23 passate?-chiese sconvolta.
-Hai il coprifuoco?-domandò lui divertito.
Felicity lo fulminò con lo sguardo e raccolse le sue cose
alla svelta.-Grazie...davvero, Ray. Era tanto che...grazie.-gli sorrise
nuovamente e fece per andarsene ma lui la bloccò con un
lieve tocco della mano sul braccio.
-Anche per me è stato...piacevole. Spero di poter ripetere
l'esperienza.
Poteva leggere speranza e qualcos'altro nei suoi occhi, qualcosa a cui
non voleva dare un significato. Qualcosa che la fece fremere.
-Devo andare, mi spiace. Buonanotte, Ray. A domani.
Si precipitò fuori dal locale senza attende oltre. Doveva
sbrigarsi.
Nota dell'autrice: Come al solito non riesco ad essere costante con gli
aggiornamenti, chiedo venia :(
Spero cmq vi piaccia anche questo capitolo e ricordate: le recensioni,
buone o cattive, sono sempre gradite :)
Buona lettura e alla prossima :*
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Capitolo 3 *** 3 ***
La serata era stata piacevole, come sempre in compagnia di Ray.
Cena e passeggiata nel parco, una tranquilla e divertente alternativa
allo stare a casa a rimuginare sul suo complesso e incomprensibile
rapporto con Oliver.
Oliver. Perché i suoi pensieri rivolgevano sempre a lui?
Avrebbe dovuto pensare all'uomo accanto a lei che riusciva a farla
sorridere e con il quale poteva discorrere ore di matematica, fisica e
informatica. Quell'uomo era bello, intelligente e decisamente sapeva
tenerle testa.
Allora perché non era lui a invadere i suoi pensieri?
Perché non poteva andare avanti, come le aveva detto lui
quella maledetta sera, e cercare di farsi una vita?
Ma Felicity sapeva la risposta e questa era la cosa che più
la terrorizzava. Lei amava ancora Oliver Queen non avrebbe mai smesso
di amarlo! Qualsiasi cosa lui le avrebbe detto o fatto per farla
allontanare, non sarebbe mai riuscita a smettere di amarlo. Mai.
Ci stava provando però. Stava usando Ray per darsi una
possibilità ma, per quanto si sforzasse, non stava
funzionando.
In quel momento si accorse che l'uomo le stava parlando e attendeva una
sua risposta.
-Scusa, Ray, ero distratta. Cosa dicevi?-cercò di riprendere
il controllo dei suoi pensieri.
-Ti ho chiesto se volevi un gelato.-le sorrise in quel modo tutto suo
che, era certa, avrebbe fatto breccia nei cuori di qualsiasi donna, ma
che su di lei non aveva alcun effetto.
-Si, certo.-rispose al suo sorriso tentando di sembrare convincente.
Un gruppo di giovani scelse quell'istante per uscire dal percorso del
parco e piombargli addosso correndo e ridendo. Uno di loro aveva in
mano uno dei bicchieri del BellyBurger che, inevitabilmente,
finì sul vestito nuovo di Felicity, imbrattandolo di
frappè alla fragola insieme ai capelli, che aveva scelto di
lasciare sciolti quella sera.
Felicity spalancò gli occhi sorpresa per quel inconveniente
mentre Ray le prendeva la mano e la faceva allontanare verso l'uscita
del parco.
-Credo sia meglio che mi riporti a casa.-sperava davvero che il suo
tono celasse la sua gioia a tale possibilità.
-Il mio appartamento è più vicino. Potrai darti
una pulita, poi ti riaccompagnerò personalmente.-Il suo di
tono non ammetteva repliche, in questo gli ricordava...basta!
-Non credo sia il caso, Ray.
-Siamo a piedi, ricordi? Non vorrai andartene in giro per SC conciata
così?-la canzono' sorridendo.
Evitò ogni protesta e si lasciò trascinare verso
il suo appartamento.
Appena saliti all'ultimo piano dell'attico, Ray le indicò il
bagno.
-Vado a cercare qualcosa da farti mettere...-la osservò
attentamente con sguardo lusinghiero-...magari una delle mie tute ti
andrà.-e sparì lasciandola sola nel grande salone.
Felicity allora entrò nel sofisticato e lussuoso bagno, si
guardò allo specchio e scoprì che,
effettivamente, il suo stato era peggiore di quanto avesse immaginato.
La bevanda era colata sull'abito ma le era finita anche sui capelli e
sulle spalle. Che disastro.
Chiuse la porta e si spogliò. Trovò delle
salviette e tentò di darsi una pulita quando
sentì dei rumori oltre la soglia. Infilò un
asciugamano per coprirsi e sgattaiolò curiosa verso la fonte
di tale frastuono e la scena che le si parò davanti aveva
dell'assurdo.
Ray era nel salotto, in posizione di difesa, davanti ad un Arrow pronto
a colpire. Che diavolo ci faceva Oliver li'?
Senza esitare, o riflettere, si portò nello spazio tra i due
cercando di dividerli.
-Che sta succedendo?-chiese ad entrambi, passando con lo sguardo
dall'uno all'altro.
Entrambi la guardarono decisi a parlare ma, quando notarono il suo
abbigliamento, ammutolirono.
Felicity si rese conto soltanto in quel momento di essere praticamente
mezza nuda e arrossì, fissando Oliver, che sembrava
piuttosto arrabbiato.
Ray fu il primo a riprendersi.- Esci da casa mia! Ora!
-Me ne andrò quando sarò sicuro che lei stia bene.
-Credi che quel frappè possa ucciderla? O sono io che potrei
farle del male, secondo te?-lo provocò.
Oliver scattò, pronto a colpirlo, ma Felicity gli mise una
mano sul petto.
-Va tutto bene...dovresti andare.-la voce come un sussurro.
-Ti riaccompagno a casa.-insistette lui senza toglierle gli occhi di
dosso.
-Posso farlo io!
-Smettetela.-urlò esasperata.-Ray, ti prego, dammi un minuto
con lui.
-Non capisco cosa voglia Arrow...
-Siamo amici...a volte può essere un po' troppo protettivo.
Sicuramente stava seguendo qualcuno...
Senza dar segno di aver compreso, li lasciò soli.
Felicity allora affrontò l'uomo incrociando le braccia al
petto.
Oliver, involontariamente, la squadrò, mettendo entrambi in
imbarazzo.
-Smettila! Va via, Oliver. Non sono in pericolo.
-Devi tornare a casa per cambiarti.-era irremovibile.
La donna, sospirò profondamente. Non sarebbe mai riuscita a
liberarsi di queste sensazioni, sensazioni che soltanto lui era in
grado di farle provare.
Si arrese perchè non voleva che quella situazione divenisse
ancora più imbarazzante.
Tornò in bagno dove Ray le aveva lasciato una tuta, forse
troppo grande ma decisamente meglio dello stato attuale, e si
cambio'.
Nel salone, l'attendevano i due uomini che si guardavano ancora in
cagnesco.
-Arrow mi accompagnerà a casa.
-Dovrei essere io a farlo.
Felicity si avvicinò a lui e lo baciò sulla
guancia.-Grazie della serata ma...devo andare ora, sai...l'altro lavoro
mi chiama.-gli fece l'occhiolino.
Lui la lasciò andare arrabbiato e confuso ma quello non era
ne il luogo neil momento per discutere con l'uomo mascherato. Un
giorno, forse.
Felicity seguì Oliver in silenzio fino alla sua moto,
parcheggiata poco più in là.
Arrivati, lei salì salutandolo distrattamente. Era troppo
arrabbiata in quel momento, avrebbero parlato l'indomani, ma quando
entrò nell'appartamento, lui era li ad aspettarla. Braccia
conserte, il cappuccio abbassato e lo sguardo serio.
-Togliti immediatamente quei vestiti!
Lei ammutolì e arrossì nuovamente, fissandolo
confusa.
Lui prese un respiro e cercò di calmarsi, cosa piuttosto
difficile visto come si sentiva ad averla vista prima mezza nuda e ora
con indosso gli abiti di un altro. Non poteva ne doveva indossare gli
abiti di un altro, maledizione!
Gi era arrivato il sangue alla testa...doveva calmarsi, davvero.
-Intendo dire che dovresti cambiarti e andare a riposare.-Detto questo
si voltò per andarsene.
-Tutto qui? Questo è tutto quello che hai da dirmi?-era
incredula e davvero arrabbiata.
Sapeva che li aveva seguiti e sapeva il perché e voleva che
lui lo ammettesse.
-Cos'altro vuoi che ti dica?
Lei lo fissò per un lungo istante, poi sospirò
arrendendosi.-Niente. Come sempre, Oliver, tu non hai niente da dire,
tu non ne vuoi parlare ma, ti chiarisco le idee...sei stato tu a
decidere di non darci una possibilità, tu! E quindi non hai
il diritto di seguirmi o...fare quella faccia...
-Quale faccia?
-Sai cosa?-sbottò lei, ormai furente.-Lascia stare. Grazie
del passaggio. Ci vediamo domani.
Gli diede le spalle e si chiuse in bagno lasciandosi cadere contro la
porta, pronta a dar libero sfogo alle lacrime non appena se ne fosse
andato.
Come sarebbe riuscita ad andare avanti così? Come ci
sarebbero riusciti entrambi? Innamorati ma troppo spaventati...
Sperava davvero che un bel bagno e un bel sonno le avrebbero portato
consiglio.
Note dell'autrice: eccomi con un nuovo capitolo, sempre più
incasinato ahahahahh
Nell'ultimo periodo ho avuto mille idee ma metterle insieme e dar loro
un senso è davvero difficile, alla fine ho deciso di
scrivere tutto quello che mi veniva in mente e di lasciare che le cose
si sistemassero da sole, come tante piccole scene, situazioni, in cui
la nostra OTP poteva imbattersi. Spero non risulti solo un guazzabuglio
confuso :) e che vi piaccia condividere con me la mia pazzia per questi
due che mi stanno letteralmente rovinando la vita.
Buono lettura :*
|
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