Welcome to Cyber Vale di HubrisandCrafts (/viewuser.php?uid=729333)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In Which Carlos Has a Bad First Day ***
Capitolo 2: *** In Which Carlos Makes Some Friends ***
Capitolo 3: *** In Which Carlos Does His Job ***
Capitolo 4: *** In Which Carlos Goes on a Date ***
Capitolo 5: *** In Which Carlos Meets The Family ***
Capitolo 6: *** In Which Carlos Is A Good Boyfriend ***
Capitolo 7: *** In Which Carlos Does Some Research ***
Capitolo 1 *** In Which Carlos Has a Bad First Day ***
Sapete,
quando ho deciso di tradurre questa fantastica storia non mi
aspettavo che l'autrice mi desse il consenso né che sarebbe
stato
tanto complicato. Ma ne
sono felice,
è un modo per rileggere più attentamente la
storia (che potete
trovare qui http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2128293
)
Benvenuti
a Cyber Vale!
*
musica funky e misteriosa in filodiffusione *
Chapter
1: In Which Carlos Has a Bad First Day
(Capitolo
1: nel quale Carlos ha un primo brutto giorno)
Carlos
sapeva che sarebbe dovuto essere felice.
Eccitato,
anche! Aveva presentato la domanda per il Vale Colony per un
capriccio, senza aspettarsi nemmeno una risposta. Inutile dire che fu
sorpreso di essere stato richiamato il giorno successivo. Ed
è stato
anche felicemente sorpreso quando gli hanno dato il lavoro solo dopo
un breve colloquio. Ma ora, mentre cavalcava il montacarichi fino al
nucleo del pianeta artificiale, stava iniziando a preoccuparsi.
No,
quella non era la parola esatta.
Panico!
Sì. Carlos stava per andare nel panico. Non aveva iniziato a
lavorare nemmeno da un'ora e stava per vomitare sul suo superiore.
Ottimo.
"Tranquillo,
caro. Sono solo ancora un paio di minuti."
Una
mano rugosa posta sulle sue scosse Carlos dai suoi pensieri. Non
aveva notato quanto le sue mani erano state serrate in quel momento
fino a quando l'anziana signora non spostò la sua. Carlos
chiuse gli
occhi e cercò di concentrarsi sul suo respiro. Doveva solo
fare
finta che non era in una stanza angusta senza via d'uscita. No, era
solo nel bel mezzo di una colonia spaziale quasi della grandezza
della Luna in orbita attorno al suo pianeta natale. C'era tantissima
aria e tantissimo spazio sia all'interno che all'eterno. Carlos non
avrebbe lasciato che qualche stupida piccola paura sul rimanere senza
ossigeno su quel mondo artificiale rovinasse la sua carriera.
"S-Scusi" balbettò "Non mi sono mai piaciuti gli
spazi stretti."
"Oh
caro." Il sorriso dell'anziana signora si ingrandì. "Spero
che lo shuttle non sia stato così orribile. Era un incubo
fare il
viaggio di ritorno quando ero una piccola bambina. Certo, era una
vita fa, quando ancora i dinosauri vagavano per terra. Se lo
desideri, possiamo prendere un bel respiro profondo così
calmiamo i
tuoi nervi."
"Non
sarà necessario, dottoressa. Sullivan-"
"Per
piacere, chiamami Josie. Noi cerchiamo di essere poco formali qui
giù
nel nucleo."
"Giusto."
Carlos annuì a se stesso. "Josie."
"Anche
se qualche tecnico di laboratorio più giovane mi chiama
'Vecchia
Signora Josie'."
"Capisco."
"E
quella sgradevole vecchia signora che lavora giù nel
laboratorio di
criogenia tende a chiamarmi con un paio di altri nomignoli che non
vorrei ripetere davanti a un bravo ragazzo come te."
Per
un momento Carlos si chiese se fosse il caso di ricordarle che lui
aveva trentacinque anni. Si chiese anche se avrebbe dovuto chiedere a
proposito delle tre grandi figure metalliche sottili che occupavano
la maggior parte del montacarichi. Due stava al fianco di Josie e un
altro alle sue spalle, tutti pieni di liquidi e macchinari sonanti
vari. Ciascuno di loro era collegato all'anziana signora in diversi
punti lungo il suo corpo da una serie di tubi e cavi. Nessun altro
alla stazione di ancoraggio sembrava averci prestato attenzione.
Onestamente, cominciava a chiedersi se fosse l'unica persona che
potesse vederli.
"Mm-hmm."
diede atto, cercando di distogliere lo sguardo dalle figure
silenziose. La figura nera dietro la signora lo stava fissando. Di
nuovo.
"È
sempre stata una persona maleducata, quella Josephine. Una tale bocca
larga de-Ah! Siamo arrivati!"
Carlos
sospirò quando le porte dell'ascensore si aprirono. Una
luce, quasi
accecante, lo investì mentre camminava dentro la stanza
grazie al
cielo più grande. Molto più grande,
notò mentre i suoi occhi si
abituavano. Si fermarono proprio sul bordo di una grande area a
cupola. Alto sopra di loro c'era un finto cielo blu e alberi
punteggiavano in pavimento erboso. Il suo corpo si rilassò
quando
sentì la sua mente districarsi, lasciando che l'ansia
evaporasse
sotto la falsa luce del solare. Chiuse gli occhi per un momento, era
tornato sulla Terra.
"Pensavo
che ti sarebbe piaciuto qui." Disse Josie dopo un momento,
ancora nell'ascensore. "Almeno fino a quando non ti sarai
integrato (1). So che è sempre un po'
shockante per voi
terresti. Tecnicamente quest'area è dedicata agli
esperimenti di
botanica, ma, beh, a John non importa se le persone vengono qui
durante le loro pause. Qualcosa da tenere a mente."
"Grazie."
Carlos aprì gli occhi di nuovo e fece un respiro profondo.
"Grazie,
Josie."
Di
nuovo comparve sul viso dell'anziana signora quel sorriso luminoso.
"Di nulla, caro. Adesso concentriamoci e andiamo verso la mensa.
La nostra sezione dovrebbe essere in pausa pranzo adesso, e
sarà
meglio presentarti a tutti una volta soltanto."
"Pranzo?"
Carlos diede un occhiata la suo antico orologio da polso. "Ma
è
mezzanotte."
"Ancora
col tempo terrestre?" Fece cenno a Carlos di ritornare nel
doloroso piccolo ascensore. "Non ti preoccupare, qualche giorno
e diventerai un nottambulo come il resto di noi."
Carlos
fece qualche altro respiro profondo prima di rischiare tornando
dentro.
"Oh?
Carlos?" Josie mentre le porte si richiudevano un'altra volta.
"Che genere di musica ti piace?"
"Un
po' di tutto, credo. Perché?”
"Nessuna
ragione, caro. Nessuna ragione in particolare."
***
La
mensa era bianca. I corridoi erano bianchi. Tutto era bianco. Il
camice che gli avevano consegnato appena uscito dall'ascensore era
bianco. Le uniche macchie di colore erano delle piccole sfere di
vetro viola che punteggiavano i muri ogni tre metri (2)
o giù
di lì. Ci si sarebbe abituato, gli aveva dello la signora
Josie. A
quanto pareva parte del ricevere un adeguato finanziamento costituiva
nel progettare i meccanismi interni della colonia per farla
assomigliare a una vecchia scadente ambientazione scifi. Era un
miracolo, disse anche l'anziana signora, che non esigevano che tutti
facessero ''beep-boop'' e rumori simili mentre lavoravano.
Ancora
lei non gli aveva detto chi era il finanziatore. Nessuno lo ha fatto.
Carlos in un primo momento aveva detto per scontato che fosse il
governo, ma la colonia era troppo complessa per quello. Nel corso
degli anni si era trasformato da un sogno a un pianeta artificiale in
piena regola che sosteneva milioni, se non miliardi di persone. Dopo
tutto, guardando al cibo che stavano mangiando i suoi nuovi colleghi
sembrava improponibile. Il governo non avrebbe mai pagato per del
cibo che sembrava buono. Non se le mense delle sue vecchie scuole
statali non ne erano un esempio.
"Tutti
quanti! Tutti, per favore, ascoltate!"
La
grande sala era vuota, salvo per tre tavoli vicino a loro. Tutti i
posto erano occupati da scienziati ingobbiti, cercando avidamente di
mettere più cibo possibile dentro la loro bocca il
più velocemente
possibile. Era un gruppo eterogeneo, di cui i componenti ovviamente
arrivavano da ogni angolo della galassia. Alcuni più
anziani, altri
più giovani, ma tutti loro avevano la stessa aria stanca dei
lavoratori di laboratorio che Carlos aveva visto in tutta la sua
carriera. La raccolta di scienziati si fermò a
metà boccone e
guardò Josie e Carlos. La maggior parte dei quali
però ritornò poi
di nuovo a mangiare.
"Lui,"
Josie disse, con la sua voce alta e cortese. "è Carlos.
Inizia
oggi."
Qualche
saluto soffocato. Un rutto è venuto da qualche parte dal
tavolo
sulla destra. Carlos ha dato una piccola occhiata nervosa al gruppo.
"Sarà
il mio sostituto."
Carlos
notò che quelle parole ebbero un effetto maggiore. Qualche
cucchiaio
è caduto. Una giovane donna davanti a lui iniziò
a tossire, ma
venne salvata da una poderosa pacca sulla schiena. Adesso tutti lo
stavano fissando. Avrebbe giurato che sembravano preoccupati. No, non
esattamente preoccupati. Josie ha continuato, come se non avesse
notato la strana pausa.
"Beh,
veramente lui è qui per aiutare con il progetto Wireless, ma
ho
fiducia in Carlos e spero di aiutarlo a stabilirsi qui. Lui
è dalla
Terra, dopo tutto, e so che la colonia può creare confusione
avvolte. Sì, Simone? "
Una
donna anziana mosse le mani rapidamente davanti al suo viso. Carlos
ha riconosciuto che era il linguaggio dei segni, ma quei gesti non
gli erano famigliari. Fortunatamente, Josie si sporse un po' a
sussurrargli in un orecchio. "Vuole sapere se hai portato la
musica con te."
"Oh?
Um-" Carlos era un po' preso alla sprovvista. "Un paio di
petabyte, credo? Ho un po' di tutto."
Gli
scienziati si rilassarono un poco. La musica, notò Carlos,
sembrava
essere piuttosto importante. I mormorii generali vennero interrotti
da una forte voce gutturale dalla parte desolata di un tavolino. La
fonte di questa era un uomo che aveva una faccia che Carlos poteva
solo descrivere con 'da prendere a pugni'. ''E ne sa lui di
tutte le
altre sostituzioni, Josie?"
L'uomo sogghignò.
Oh
sì, avrebbe davvero preso a pugni quell'uomo in futuro. Lo
sentiva.
"Carlos
è stato informato dell'alto tasso di sostituzioni, Steve."
Josie rispose, sottolineando il nome dell'uomo. "Ma questo non
ci ha mai fermato. La nostra Voce ha bisogno di un custode. Dopo
tutto suo fratello ne ha già uno."
"Voce?"
Chiese Carlos a nessuno in particolare. Purtroppo, nessuno sembrava
aver notato la domanda. Steve si si sistemò meglio sulla sua
sedia,
accoltellando rabbiosamente i suoi piselli.
"Comunque!"
Josie batté le mani, facendo ondeggiare i fili e i tubi
collegati a
lei. "Domani ricominceremo il progetto Wireless, e non dovremmo
più preoccuparci di quel genere di cose. Vorresti dire
qualche
parola, Carlos, per l'occasione?" Josie gli diede una piccola
gomitata.
"Oh?
Oh. Sì." Si schiarì la voce. " È
un piacere conoscervi tutti. La, uhm, Vale Colony mi ha sempre
affascinato e sono orgoglioso di poter lavorare qui." e un po'
terrorizzato, aggiunse a se stesso. "Questa è probabilmente
la
colonia più scientificamente interessante di tutto il
Sistema
Solare,e spero di poter lavorare insieme a voi per molti altri anni a
venire."
I
nuovissimi colleghi di Carlos lo fissarono.
Carlos
gli sorrise di rimando.
Un
piccolo mormorio di diffuse fra i tavoli. No, Carlos
realizzò. Non
un mormorio. Risatine. Sogghigni. Un paio di labbra erano curvate un
poco in giù (3). Steve si
coprì la bocca con la mano e
guardò una delle sfere viola sopra di loro. Un fiume di
ricordi
delle scuole superiori lo raggiunse mentre sentiva un nodo allo
stomaco. Poteva viaggiare in lungo e in largo per tutto il Sistema
Solare ma rimaneva ancora terribile a parlare davanti ad un gruppo di
persone. Un potenziale leader, davvero.
"Carlos,
caro?" gli sussurrò Josie. "Ti hanno appropriatamente
calibrato il canale di emergenza quando sei arrivato qui?"
"Er,
no?" La voce e lo stomaco di Carlos affondarono in basso. Uno
degli uomini più vecchi stava proprio morendo dal ridere
adesso.
"Oh
caro. Beh, probabilmente è stato meglio che tu non abbia
sentito
l'ultimo annuncio proprio adesso. Su, andiamo giù nel
laboratorio e
finiamo le presentazioni. E non ti preoccupare tesoro, non stavano
ridendo di te."
"Grazie."
Si trascinò fuori, sperando che erano tutti troppo impegnati
a
ridere per notare il suo viso rosso. Cavolo, poteva giurare di aver
sentito qualcuno di loro ridacchiare qualcosa a proposito dei suoi
capelli.
***
"Sei
pronto, caro?"
La
visita nel laboratorio era stata lunga abbastanza per poter calmare
nuovamente i nervi di Carlos. Cosa importava se lui quasi stava per
saltare addosso (n.d.t.
Non in quel senso, pervertiti (almeno spero))
a quella
dolce vecchietta? Chi se ne fregava se i suoi colleghi erano un
mucchio di somari? Era uno scienziato! Il migliore del suo campo!
Questo era l'apice della sua intera vita lavorativa. Il grande
progetto che stava aspettando in modo da poter affermare se stesso
alla comunità scientifica! Doveva solo trovare il coraggio
di aprire
la porta, ecco tutto.
"Oh!
Aspetta un attimo!"
La
mano di Carlos si fermò sospesa in aria sopra la porta
scorrevole,
segretamente grato per il ritardo. Josie toccò una delle
figure di
metallo a cui era collegata, aprendo un pannello laterale.
"Visto
che i tuoi impianti non sono ancora stati configurati correttamente
ti servirà uno di questi per poterlo sentire."
Tirò fuori un
piccolo clip di metallo e lo offrì a Carlos. "Basta
attaccarlo
da qualche parte nel tuo orecchio. Pungerà un poco, ma solo
fino a
che Dana non ti darà una sistemata."
Carlos
prese il piccolo clip di metallo dalla sua mano e fece come gli era
stato detto. Poteva sentire il metallo scavare nel lobo del suo
orecchio, ma l'ondata di musica che galleggiò verso di lui
era una
bella distrazione dal dolore. I suoni erano morbidi e dolci, cantando
una melodia che non aveva mai sentito prima. Josie sorrise e
annuì
con la testa insieme alla musica.
"Bello,
non è vero?" Disse con un lieve sospiro nella sua voce. "A
lui piace fare il DJ. E secondo il mio punto di vista, lui è
il
responsabile dei canali di emergenza in ogni caso, quindi
perché non
fargli fare qualcosa che lo rende felice? Oh! Assicurati di
menzionargli la tua collezione di musica quando ti presenterai. Lui
adora sentire nuova musica ". (4)
"Adesso"
Carlos fece un respiro profondo. C'era qualcosa che lo stava
preoccupando dal retro dei suoi pensieri, e sarebbe stato meglio
dirlo prima che affondasse nella musica. "Quando dici 'lui'
intendi l'I.A. che gestisce questo pianeta? Quello su cui
dovrò
lavorare?"
"Oh
sì!"
"Quello
che tutti chiamano la Voce. Quello che, a quanto pare, a bisogno di
un custode?"
Josie
sorrise e annuì. "È
un bravo ragazzo, ma ha bisogno di qualcuno che lo tenga d'occhio."
"Smettila
di dire in quel modo!" Le parole di Carlos si riversarono fuori.
"Le Intelligenze Artificiali non dovrebbero mai essere chiamate
con un genere o come individui. Non mi fiderei di una semplice
unità
abitativa a cui è stata data un minimo di
sensibilità, figuriamoci
di un I.A. che ha il compito di tener cura di un intero ecosistema e
di milioni di vite. Appena l'I.A. sviluppa una vera e propria
coscienza di sé siamo tutti rovinati. Che cosa succede se
decide che
è annoiato? Che cosa succede se decide che non vuole
più occuparsi
del pianeta? La Central Environmental Control of Infinite Life (5)
è-"
"Cecil."
Il
nome fu abbastanza per far morire le parole di Carlos in bocca. Josie
non sembrava più la dolce piccola anziana signora. La sua
voce si
era fatta più buia e profonda come se fosse alta 3 metri (2).
Il suo viso aveva la stessa espressione di disappunto che avrebbe
potuto fargli sua nonna.
"Il
suo nome è Cecil." Disse. "Lui è un meraviglioso,
brillante giovane uomo che ama la sua colonia e le persone che vi
abitano più di quanto tu possa mai immaginare. Lui
è sempre stato
intrappolato in quella stanza fin dal giorno in cui è nato e
tutto
quello che desidera è poter vedere il mondo con i suoi
occhi. E,
considerando il fatto che questa è la terza volta che ha
riavvolto
questa canzone, credo proprio che ti stia aspettando."
L'aura
oscura intorno a Josie sparì e diede a Carlos un leggero
colpetto
sul braccio. ''Buona fortuna, tesoro.''
"Grazie."
Carlos deglutì. Premette la sua mano sulla porta scorrevole,
facendola aprire. Fece qualche passo all'interno, insicuro su cosa
fare. Normalmente un'appropriata presentazione con un I.A. era un
affare molto più formale. Un file con le pratiche corrette e
scambio
di password. Niente nonnine arrabbiate o scienziati che ridevano.
Quindi era un po' sollevato quando camminando all'interno
trovò il
laboratorio privo di vita. Tornò a guardare Josie, che
semplicemente
annuì.
La
grande sala aveva la forma di una cupola con computer e scrivanie
tutt'intorno. I muri erano coperti con grandi schermi che mostravano
varie sezioni interne ed esterne della colonia. Quello che
catturò
la sua attenzione, comunque, era una grande bianca sfera che pendeva
pesante sul soffitto. Senza alcun suono la sfera si aprì,
come un
fiore che sbocciava alle prime luci dell'alba. Dentro c'era una massa
di cavi con dei riflessi violacei. Carlos ci andò
più vicino,
sperando di vederci meglio.
Mentre
i cavi scendevano, Carlos poteva vedere una figura umanoide annidata
in mezzo. La figura si distese fuori dalla matassa, le sue lunghe
gambe e sue braccia si muovevano fra i cavi come se questi fossero
acqua. Si abbassò di fronte a Carlos ancora appeso in aria,
sorretto
dai cavi. Il suo corpo era ricoperto di placcature viola ed argento,
la sua testa era completamente senza lineamenti salvo per tre lenti
viola. Sulla sua fronte una luce tremolò finché
non prese la forma
di un occhio chiuso. Il viso senza lineamenti si mosse verso il basso
finché non era al livello degli occhi di Carlos e
focalizzò le sue
tre lenti su di lui.
Poteva
leggere il nome C.E.C.I.L. stampato sulla spalla del robot, che gli
disse tutto ciò che gli era necessario sapere.
"C-Ciao?"
Carlos si schiarì la gola. "Il mio nome è-"
CARLOS!
La
Voce urlò nella sua testa.
Night
Crew della Vale Colony! Sono felice di annunciarvi che Carlos,
sì,
il perfetto Carlos è nel laboratorio principale proprio in
questo
momento! Nessuna parola esistente può davvero descrivere
l'uomo che
si trova qui davanti a me, ma essendo una mia responsabilità
riportarvi tutte le notizie inizierò l'eterna lotta contro
il mio
vocabolario limitato.
La
voce era ovunque. Le parole echeggiavano attraverso il corpo di
Carlos, facendogli vibrare i denti e scavando sotto la pelle.
Tentò
di arretrare, ma Cecil semplicemente gli girò attorno.
Lui
è se possibile ancora più perfetto di quanto le
mie telecamere di
sicurezza mi avevano precedentemente suggerito. Non riesco a trovare
alcuna colpa che lo riguardi nel mio controllo approfondito e davvero
invasivo del suo passato (6),
tranne che per solo una serie di biglietti di parcheggio non pagati
vecchi di una quindicina di anni o giù di lì. Una
tale perfezione
deve assolutamente essere il risultato di generazioni di ricerche, si
potrebbe dire! Ma sia io che voi sappiamo che la manipolazione
genetica è stata vietata decenni fa e che tutti gli esperti
del
settore sono stati tranquillamente messi a tacere nella notte da
degli agenti oscuri di un ente governativo vago ma minaccioso.
Assumendo che suddetti agenti non abbiano semplicemente reclamato
questi esperti per i loro scopi nefasti.
Carlos
tolse via dal suo orecchio il clip di metallo e la Voce divenne
silenziosa. Cecil continuava a girargli intorno, le sue mani ancora
freneticamente si muovevano con le sue parole adesso silenziose.
Cautamente Carlos rimise il clip di nuovo nel suo orecchio, questa
volta più lontano dal suo impianto cibernetico.
-tra
i suoi capelli! Anche le sue basette prematuramente colorate
d'argento chiamano per essere amabilmente spazzolate dalle mie dita
impazienti. Come vorrei poterglielo dire, cara Night Crew! Ma secondo
il mio controllo molto, molto invasivo del suo passato (6)
non
ha aggiornato il suo impianto cibernetico da quando ha lasciato il
suo pianeta natale. Chiedo a quelli con mezzi più
tradizionali per
piacere di ricordargli di aggiornarlo appena possibile in modo che
possa ricevere la mia trasmissione. Se Dana è disponibile
per
l'aggiornamento si assicuri che gli venga dato un ricevitore ospite
il più presto possibile. Proprio come quello che
è agganciato
adesso al... suo... orecchio.
La
stanza cadde nel silenzio. Con uno scatto i cavi ritirarono Cecil nel
soffitto e la sfera si richiuse attorno a lui. Per un momento a
Carlos venne il dubbio se dovesse andarsene o meno, finché
il fiore
di metallo non si schiuse e Cecil ridiscese nella stanza un'altra
volta. Si protese, offrendo la mano destra a Carlos.
Saluti!
Io sono la
Central Environmental Control of Infinite Life
(5),
o semplicemente Cecil. Sono
incaricato di mantenere il sostegno vitale e la sicurezza generale
della Vale Colony. Do anche delle segnalazioni quotidiane utilizzando
il canale di trasmissione di emergenza, quando non è in uso,
e
assisto la ricerca scientifica in ogni modo. La dottoressa Sullivan
mi ha già dato una descrizione del Progetto Wireless, e non
vedo
l'ora di lavorare insieme a te per tutta la durata del tuo soggiorno.
Carlos
abbassò lo sguardo sulla mano metallica. Avrebbe potuto
scappare.
Prendere il primo shuttle che partisse dalla colonia senza mai
guardarsi indietro. Tutto sarebbe stato meglio di provare ad aiutare
un I.A. chiaramente impazzito. Era un idea che già si stava
formando
nella sua mente. Quello era possibilmente il più
scientificamente
interessante I.A. dell'intero Sistema Solare. Avrebbe dovuto essere
studiato più da vicino ed essere fonte di una tesi. O tre.
Questo
semplice pensiero valse la pena di tutta la giornata.
Sorrise
e strinse la mano del robot, ed era quasi certo di aver sentito Cecil
fare un versetto di pura felicità.
Notes:
C.E.C.I.L. e il
mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può
essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e
Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a
http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono
più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la
persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me
e le mie eterne urla a proposito dei robot qui
http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da
thefoxandtherose e da zalora! Thank you!
N.d.T
Bene!
Eccoci qui col primo capitolo. Vorrei solo chiarire un paio di note.
1)
''At
least until you get
your bearings back''
letteralmente sarebbe ''orientato
meglio''
o qualcosa del
genere, ho scelto ''integrato''
perché semplicemente suonava meglio in termini di senso.
2)
Le misure
erano in piedi. La
prima volta sarebbero 10ft, mentre la seconda 12ft, ma entrambi fanno
tre metri e qualche cosa.
3)
Sì,
le labbra sono curvate
verso il basso. Nemmeno io ho ne davvero afferrato il senso,
considerando che stanno ridendo come iene qui. Povero Carlos.
4)
''He's
a sucker for new songs." letteralmente sarebbe ''succhiatore
di nuove canzoni'', ma
essendo una traduzione orripilante ho ripiegato su questa.
5)
''Central
Environmental Control of Infinite Life'' oh,
questa sì che è stata fantastica. Mi sono
scervellata una
mezz'oretta buona per riuscire a trovare una traduzione, per
così
dire. Sono pessima con i giochi di parole, lo so. Comunque
letteralmente sarebbe ''Centrale
di Controllo Ambientale di Vita Infinita''
che ovviamente prendendone le iniziali non fa più ''Cecil''.
Ho
cercato anche di dare altri nomi completamente diversi, ma un po' mi
dispiaceva dover rovinare così il duro lavoro della
scrittrice,
quindi ho deciso che in inglese faceva più figo.
6)
''a
very invasive background check'' e
alla fine background
l'ho
tradotto con passato.
Onestamente
non credo renda abbastanza, a dirla tutta passato
mi sembra un termine che già da un'impressione
più romantica e
sentimentale, quando in realtà sarebbe stato corretto un
termine più
formale, tecnico, per così dire (almeno, dal mio punto di
vista).
Un'altra traduzione poteva essere controllo
dei precedenti o
addirittura della
fedina.
Che forse fedina
pensandoci
meglio ci sta di più. Attendo opinioni in merito!
Eh
beh, fra due minuti sono le quattro del mattino, ma finalmente ho
concluso il primo capitolo!
Gli
aggiornamenti cercheranno di essere settimanali. Adesso è
troppo
tardi e io sul serio vedo davanti al mio viso la notifica
dell'autonomia limitata. Fatemi andare a ricaricare e ci risentiamo!
Bye
|
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Capitolo 2 *** In Which Carlos Makes Some Friends ***
Tutti
insieme possiamo farcela.
Basta
solo fare
qualcosa.
Benvenuti
a Cyber Vale!
*
musica funky misteriosa in filodiffusione *
Chapter
2:
In Which Carlos Makes Some Friends
(Capitolo
2: nel quale Carlos si fa qualche amico)
Oggetto
C.E.C.I.L. è
Le
dita di Carlos si fermarono sopra i tasti del computer. Il
dispositivo poteva essere vecchio stile, ma aveva un valore affettivo
per lui. Lo aveva costruito come hobby nel college e questo gli aveva
salvato la pelle (e molti rapporti) nel corso degli anni. Ormai
nessuno si preoccupava di creare un virus che funzionava su una
tecnologia così vecchia. In più sospettava che
quello fosse l'unico
dispositivo nell'intera Vale Colony a cui Cecil non poteva accedere.
C.E.C.I.L.,
ricordò a se stesso. Non gli importava cosa gli dicevano i
suoi
colleghi, lui avrebbe sempre forzato se stesso a inserire mentalmente
ognuno di quei singoli punti.
Oggetto
C.E.C.I.L. è ansioso di iniziare il progetto Wireless, e ha
offerto
la sua assistenza. Quando è stato informato che tutto quello
che
avrebbe dovuto fare era solo continuare a fare quello che faceva e
testare il sistema quando richiesto, l'I.A. (1)
ha chiesto se questo fosse un ''vero esperimento scientifico''. Disse
che era molto interessato alla scienza e che sarebbe stato
più che
felice di ordinare flaconi, bicchieri, o assistenti ingobbiti. Non
posso dire se esso (1)
è versatile al sarcasmo o semplicemente non capisce cosa
davvero sia
la scienza
Carlos
fece una pausa lunga abbastanza per dare un morso alla sua coscia di
pollo. Era nella colonia da solo una settimana e già aveva
rinunciato a pranzare con i suoi colleghi. Non che ci fosse qualcosa
di sbagliato nella Night Crew. Avevano solo la piccola abitudine di
dire il suo nome con la stessa vocetta cantilenante che usava
C.E.C.I.L. Quindi aveva optato per mangiare i suoi pasti nella sua
angusta abitazione che l'ancora misteriosa compagnia che finanziava
la colonia gli aveva riservato. L'unica cosa fastidiosa era la sfera
viola sul muro che osservava ogni suo singolo movimento. Tuttavia, la
cosa era stata facilmente risolta appendendoci sopra il suo camice da
laboratorio.
Ci
sono poche informazioni sulla creazione di C.E.C.I.L. e del suo
compagno mobile K.E.V.I.N. negli archivi ufficiali. Da quello che
sono riuscito a capire, esso è stato attivato dalla
dottoressa
Palmer lo stesso anno fu completata la costruzione della colonia. Non
sono in grado di trovare nessuna delle sue ricerche o documenti su
C.E.C.I.L. o sulla stessa dottoressa Palmer. Quando ho chiesto a
C.E.C.I.L. direttamente sul suo creatore, semplicemente ha evitato
l'argomento cambiando discorso sulla mia istruzione.
Continuerò a
cercare per le ricerche della dottoressa Palmer in modo tale da
scoprire in primo luogo perché ha deciso di dare a
C.E.C.I.L. un
corpo robotico. Non solo è una caratteristica inutile, ma
può anche
essere molto probabilmente la fonte della sensibilità di
C.E.C.I.L.
in erba.
Quella
era la parte più sconcertante dell'I.A. onestamente. Il che
era
sorprendente, considerando che aveva passato tutta la settimana
passata a fare esperimenti con il macchinario. Carlos aveva
già
interagito con molte I.A. in passato, e ognuna di esse era sempre
stata fisicamente legata ai propri network. Certo, ce n'erano alcune
come K.E.V.I.N. che erano mobili per lo scopo del loro lavoro. Ma
nessuna di queste erano mai state le unità di base
responsabili dei
sistemi principali. Il fatto che qualcuno si era preoccupato di farlo
con il vero e proprio cuore della Vale Colony era un poco inusuale,
se non potenzialmente pericoloso.
La
sensibilità dell'I.A. è già molto al
di sopra dei limiti
consentiti. Attente osservazioni hanno portato alla conclusione che
la causa maggiore di ciò è che sfortunatamente la
Night Crew ha
preso l'abitudine di assecondare i desideri di C.E.C.I.L. Non solo si
riferiscono a lui come un essere umano di genere maschile, ma gli
hanno anche dato la libertà di usare il canale di emergenza
a suo
piacimento. Ho anche raccomandato il mio superiore che tutti gli
operai di laboratorio dovrebbero seguire una rieducazione standard
d'interazione con l'I.A. di base. Il mio superiore deve ancora darmi
una risposta ufficiale alla mia richiesta. Però lei (n.d.t.
''lei'' in senso informale)
mi ha dato una risposta ufficiosa dicendomi che mi stavo preoccupando
troppo e che avrei dovuto dare a C.E.C.I.L. una possibilità.
Carlos
batté le dita contro il bordo del portatile un momento prima
eliminata quell'ultima riga. Solo perché tutti gli altri
nella
colonia erano informali, non significava che lo doveva essere anche
nei suoi rapporti. Per un attimo il suo sguardo si soffermò
sul
piccolo clip di metallo accanto al suo caffè ormai freddo.
Guardò
il muro per confermare che il camice fosse ancora appeso sopra la
sfera viola. Con un piccolo sospiro attaccò con attenzione
il clip
all'orecchio. Una voce profonda e musicale iniziò a scorrere
nella
parte posteriore della sua mente, come se appartenesse lì.
-il
venerdì della pizza sarà annullato
finché non arriveranno le
spedizioni di grano dalla Terra. John Peter (sapete, il botanico)
lavorerà giorno e notte col suo team finché non
riusciranno a
capire cosa ha causato la diffusa perdita del raccolto. Quindi, se
vedete uno scienziato con un piccolo alberello felice sul suo bavero
ricordatevi di ringraziarlo per il suo duro lavoro!
Basta essere sicuri di farlo da almeno una quindicina di metri di
distanza, almeno finché qualcuno non sarà in
grado di determinare
se la cosa che ha ucciso l'intero raccolto sia contagiosa.
Oltre
questo, vorrei ricordare a tutti i componenti della Night Crew per
piacere di tenere i miei occhi scoperti tutto il tempo. Capisco che
qualcuno possa sentirsi a disagio sapendo che hanno sempre il mio
sguardo imperturbabile addosso. Ma è per la vostra stessa
sicurezza,
mia cara Night Crew! Non pensate a me come una spia, o come a un
guardone (2).
Pensatemi
più come ad un angelo che vi guarda dalle vostre spalle e
che vi
tiene al sicuro e che monitora il vostro battito cardiaco. Ma tra me
e voi, Night Crew, devo ammettere che è bello avere uno dei
miei
occhi coperti dal caldo camice di laboratorio del meraviglioso,
perfetto Car-
Carlos
rimosse il clip dal suo orecchio così velocemente che si
strappò un
pezzo di pelle. Imprecando sottovoce tamponò il sangue con
dei
tovaglioli. Con la sua mano premuta contro il suo orecchio
sanguinante si diresse verso l'attaccapanni improvvisato e prese il
suo camice. Infondo alla sfera violetta poteva vedere una piccola
telecamera girarsi verso di lui. L'obbiettivo lo focalizzò
per un
momento prima di girarsi velocemente a studiare con interesse la
porta del bagno di Carlos. Più o meno. Carlos
pensò, come uno
scolaretto che arrossiva dopo essere stato beccato a fissare la
persona interessata. Lentamente tornò al suo computer
portatile solo
per essere accolto dal cursore lampeggiante. Si chinò e
picchiettò
una frase sulla tastiera con la mano libera.
Ulteriori
studi su C.E.C.I.L. potrebbero chiedere un po' di assistenza.
***
L'ufficio
di Dana fu più difficile da trovare di quanto Carlos si
fosse
aspettato. Questo perché in parte più che un
ufficio era più
ripostiglio sotto i laboratori principali. Gli ci volle una buona
mezz'ora per navigare fra gli interminabili filari di server e
dissipatori di calore per trovare ciò che il resto della
Night Crew
chiamava amorevolmente il suo nido. Fili e macchinari erano stati
messi da parte per far spazio ad una scrivania e poche altre
cianfrusaglie. Nel mezzo era appeso uno dei tanti occhi viola di
C.E.C.I.L., ma questo era più grande rispetto agli altri.
Dana
rivolgeva la schiena a Carlos e tutta la sua attenzione era sulla
sfera di vetro viola.
''Infatti,
no?!'' Dana rise all'aria vuota. ''Quindi ho detto a mio fratello che
se gli piaceva così tanto Tamika avrebbe potuto invitarla
alla sua
festa di Halloween! Ma credo che sia ancora nella sua fase 'le
femmine hanno le pulci', perché ha fatto una faccia
stranissima al
mio suggerimento. Come se fosse spaventato di qualcosa! Credo proprio
che la nonna fosse l'unica buona accoppiatrice della famiglia. Ma
voglio dire, tu lo sai questo, no?'' fece una pausa, solo per poi
ridere di nuovo ''Ma sta zitto! Lei lo aveva assolutamente fatto di
proposito e sai una cosa-? Oh? Oh!''
Dana
si voltò e sorrise a Carlos. Non era mai stato bravo a
indovinare
l'età delle persone, ma aveva la sensazione che lei fosse un
pochino
troppo giovane per poter lavorare lì. "Bene bene bene! Ed
ecco
qui Carlos!"
disse lei cantilenante, aggiungendo qualche vocale extra al suo nome.
"Cosa ti porta qui giù nella tana del topo? Finalmente qui
per
la tua calibrazione?" fece del suo meglio per dare qualche
colpetto alla sfera con il gomito, mancandola completamente. "Visto?
Te lo avevo detto di non preoccuparti." aggiunse tranquillamente
all'aria.
"Veramente"
Carlos si schiarì la gola. "Speravo di poterti parlare in
privato."
"Hmm?
Oh! Oh wow. Um." Dana si voltò a guardare la sfera. "Carlos,
sono lusingata ma ho più o meno questa cosa con Leann. E tu
hai
almeno l'età di mio padre. E sei un uomo. Ma, hey, ci sono
molti
pesci nel mare, giusto? O nella colonia. Molti pesci nella colonia.''
"Cosa?
Io non-" Carlos si pizzicò il naso. "Sono qui per ragioni
professionali, Dana. Non sto cercando di chiederti di uscire."
"Ma
saresti d'accordo ad uscire insieme a colleghi maschi,
giusto? Anche con una grossa differenza di età? Sto
chiedendo per un
amico."
Ancora
una volta, il pensiero di fuggire gli balenò mente. Ma visto
che
ormai tendeva ad accadere almeno un paio di volte durante le sue
sessioni con C.E.C.I.L. stava diventando facile ignorarlo. La fama
scientifica non era mai andata a coloro che si lasciavano andare ad
un capriccio. Anche se, si disse, certi onori venivano consegnati
post-umoristicamente. Con un respiro profondo rilasso i suoi nervi e
sorrise a Dana.
"Speravo
di poter discutere di C.E.C.I.L. con te, veramente."
L'espressione
di Dana si congelò per un istante prima di tornare a
sorridergli.
"Per la tua calibrazione al suo canale d'emergenza!"
"Quello
non-"
"Non
preoccuparti, Carlos!" Dana marciò verso di lui, lo prese
per
un gomito e lo portò alla sua piccola scrivania. "Sono un
esperta di questo genere di cose. Potrei connetterti con un laccio e
due bicchieri se fosse necessario!" Prese l'unica penna, Carlos
notò, che aveva visto per tutta la settimana e
iniziò a
scarabocchiare anche sopra l'unico giornale che aveva visto.
Piegò
leggermente la testa solo per realizzare che quegli scarabocchi erano
parole.
Cecil
non può leggere le scritte.
"Capisco."
Carlos annuì, improvvisamente molto grato a sua nonna per
l'insistenza di fargli avere un'educazione vecchio stile. "Beh,
ho sentito dire che la Terra è leggermente arretrata per
quanto
riguarda gli impianti cibernetici. Sono solo preoccupato che potrei
non essere compatibile e preferirei non dover nuovamente fare
l'intervento. Il mio cervello è già stato
infilzato abbastanza per
una vita intera." Prese la penna dalla mano di Dana e iniziò
a
scrivere sotto le sue parole in uno stile un po' più
sciatto.
È
possibile essere calibrati senza che C.E.C.I.L. lo venga a sapere?
La
guancia di Dana si contrasse mentre scriveva correttamente il nome di
Cecil. "Al peggio puoi sempre usare un clip ospite." Si
morse il labbro per un momento prima di prendere la penna dalla mano
di Carlos. "Certo, non sono molto pratici se hai in piano di
rimanere qui a lungo. Vedo che questo si è già
preso un pezzo del
tuo orecchio. Cattivo piccolo morsicatore." La penna si mosse
velocemente sulla penna il brevi raffiche.
Dog
park.
Porta
nera.
Stanotte
dopo il lavoro.
Carlos
annuì. "Sono stato assunto per tutta la durata del progetto
Wireless." prese la penna di nuovo, questa volta scrivendo le
sue parole con cura. "In qualsiasi caso, vedendo cosa riesco a
scoprire, potrei fare una richiesta per stare qui più a
lungo per
continuare le mie ricerche. Forse una ricollocazione permanente se
necessario. Ho la sensazione che C.E.C.I.L. avrà bisogno di
essere
studiato per molto più tempo rispetto alle altre I.A."
Davvero
C.E.C.I.L. ha chiesto se mi piacciono gli uomini più maturi?
Dana
lo guardò dritto negli occhi e annuì.
"Molto
più tempo." Respiri profondi. Era quello che gli diceva il
suo
vecchio terapista. Basta fare tre respiri profondi e concentrarsi su
qualcosa tranne che sul suo stomaco che si rivoltava da dentro a
fuori. Restituì la penna e il giornale di Dana. ''Beh,
sarà meglio
ritornare alla mia postazione. Possiamo discutere della mia
calibrazione più tardi se il mio lavoro lo
richiederà.''
"Ne
è valsa la pena solo per la musica." disse Dana con un
sorriso
mentre vagò di nuovo verso l'occhio di C.E.C.I.L. "Le
previsioni per oggi sono fisarmonica-elettrica."
"È...
grande. Sicuramente." Con un piccolo sorriso forzato Carlos si
girò e se ne andò, cercando di trovare una via
d'uscita a quel
labirinto di cavi e macchinari. Poteva ancora sentire l'eco della
voce di Dana dietro di lui, felice e spensierata come sempre.
"…
è solo timido. E gli piacciono sicuramente quelli
più vecchi, te lo
dico io!"
***
Carlos
non era sicuro di cosa si aspettasse quando avrebbe aperto la porta
col cartello 'Dog Park'. Cani forse? Sicuramente un parco. Ma mentre
i suoi occhi si abituavano all'oscurità si rese conto che
quelle due
caratteristiche erano gravemente carenti. La stanza era simile a
quella di botanica, con muri alti e una luce innaturale. Ma qui il
pavimento sporco era rotto e sterile. Alberi morti punteggiavano quel
deserto in miniatura; la loro unica compagnia era qualche cespuglio
spoglio e un paio di fiori appassiti. L'unica traccia di colore
nell'intera stanza era un annuncio nel mezzo con l'occhio chiuso di
C.E.C.I.L. disegnato in alto. Il manifesto allegramente annunciava
che il parco era in costruzione, e che sarebbe stato concluso per una
data di almeno cinque anni fa. Allungò la mano è
sfiorò l'occhio
con un dito. Era ricoperto di polvere proprio come tutti i macchinari
e gli strumenti che circondavano l'annuncio ottimista. Eppure l'aria
era fresca proprio come nel resto della colonia. Il suo sguardo
vagò
verso l'angolo più lontano della stanza abbandonata.
Lì,
seminascosto dietro una pila di mattoni, c'era la porta nera che
stava cercando. Il percorso per arrivarci era passato da diverse
impronte logore. Per un posto desolato come quello le impronte
sembravano segnare l'usuale passaggio di qualcuno. Quel qualcuno
poteva essere in quella stanza in quel momento. Un pensiero che
Carlos desiderò avere qualche momento prima. Magari prima
che un
braccio gli circondasse la gola.
"Non.
Ti. Muovere."
Una
voce aspra sussurrò all'orecchio di Carlos mentre il braccio
stringeva più forte. Poteva sentire i suoi polmoni cercare
di
trattenere quello che restava del suo respiro.
"Sei
stato seguito? Qualcuno ti ha visto entrare qui? Sei stato visto da
lui?"
Un
momento. Carlos conosceva quella voce. Quella irritante, fastidiosa
voce che gli ricordava di prendere qualche opuscolo della salute
mentre lasciava lo studio del medico. Uno che conosceva molto bene.
"S-Steve?"
disse Carlos con la voce strozzata. Si stava facendo strangolare dal
medico della Night Crew. Incantevole.
"Lui
ti ha visto venire qui?"
"STEVE!"
La voce di Dana echeggiò attraverso la stanza abbandonata.
Carlos
intraviste le mani veloci di lei mentre spingeva via le braccia di
Steve per liberarlo. Barcollò via per forzare l'aria ad
entrare di
nuovo nei suoi polmoni più rapidamente di quanto il suo
corpo
avrebbe permesso. Ancora una volta sentì la voce acuta di
Dana
squillare con l'aiuto dell'acustica del parco.
"Steve,
che DIAVOLO stai facendo?! L'ho invitato io qua giù!
Perché gli sei
saltato addosso?! Che DIAVOLO c'è di sbagliato in te?! Sai
cosa ti
succederebbe se qualcuno ti vedesse fare del male a Carlos? Se LUI
ti vedesse?!"
"E
tu sai, signorina Sullivan, cosa succederebbe se qualcuno ci beccasse
qui? Quanti guai dovremmo passare?" Steve sibilò di rimando.
"Oh, Dio non voglia se quel folle maniaco decidesse di vedere
dove è andato a finire il suo piccolo caro scienziato-"
Carlos
sentì il suo braccio muoversi prima ancora di sapere quello
che
stava facendo. C'era una piccola nota di piacere nel colpire Steve
con un piuttosto impressionante gancio destro. L'uomo più
anziano
cadde sul pavimento sporco con un tonfo soddisfacente. Carlos
schioccò le nocche il più drammaticamente
possibile. "Mi
sarebbe piaciuto farlo sin dal mio ultimo check-up."
"Tu
come qualsiasi altra persona nella colonia." Dana sorrise.
"Scusa per prima. È un bravo dottore, ma è un po'
un paranoico
bastardo. Non prenderla sul personale."
"Ha
cercato di soffocarmi a morte."
"Non
era a morte!" Steve gemette dal pavimento. Dana roteò gli
occhi
mentre aiutava Steve ad alzarsi in piedi. "Perdonami, Carlos.
Non possiamo far entrare nessuno al Dog Park. O far sapere a certe
persone della sua esistenza." si strofinò la mascella.
"Niente
male. Hai fatto box?"
"Un
po' al college. Normalmente non sono un tipo violento, ma c'era tutta
quella storia del soffocarmi
a morte."
Carlos si schiarì la gola "Allora. Qualcuno mi
dirà cosa sta
succedendo, o devo dare un altro pugno a Steve?"
"Oooh!
Ancora, ancora! Restituisciglielo per il mio colpo di morbillo!"
Un
colpo secco sul lato catturò l'attenzione di tre. La porta
nera era
aperta con Simone in piedi su essa. Ancora una volta le mani
danzavano mentre parlava in una lingua Carlos ancora non riusciva a
capire. Anche se, sospettava che il movimento del suo passarsi le
dita drammaticamente tra i capelli era il suo nome. Steve
annuì. «Ha
ragione. Andiamo, ti mostriamo il vero Dog Park. A meno che non
desideri scatenare la tua feroce violenza di nuovo."
Dall'altra
parte della porta nera c'era il tipo di club-house che Carlos non si
sarebbe sognato neanche da bambino. Deve essere stato un ripostiglio
ad un certo momento, ma era stato occupato da casse e mobili. Dana
saltò su un vecchio divano in secondo stesso che aveva
attraversato
la porta, cercando di allungarsi il più possibile.
"Benvenuto,
Carlos!" Ha detto che con il suo sorriso normale. "Nel
nascondiglio segreto della Night Crew! C'è alcol, snack, i
computer
non monitorati, e un comodo divano su cui ci si può fare un
pisolino. Oh, ci sono biscotti anche, ma stiamo pensando di
conservarli per barattarli con la Day Crew. Corre voce che hanno
ancora qualche rifornimento di pasta."
"Huh."
Carlos si guardò intorno per la piccola stanza. Simone aveva
già
preso in suo posto in uno dei computer. Steve era immerso fino ai
gomiti nel mini-frigo per scovare qualche bottiglia dal fondo. Ne
lanciò una a Carlos, che la riuscì a prendere
contro ogni
previsione. "Niente male. Ma perchè qui? Non è un
po' stretto?
Simone
disegnò un mezzo cerchio sulla sua fronte.
"C.E.C.I.L.?
Che dire de-" Carlos si bloccò a metà parola. Si
girò
intorno, confermando i suoi sospetti. "Non ci sono occhi qui."
"Bingo."
disse Steve con un sorrisetto. Aprì la bottiglia contro una
delle
casse. "Nemmeno nel parco, comunque. Non so se se ne siano
dimenticati nella costruzione o se non erano ancora arrivati a quel
punto. Questo è l'unico posto dentro la colonia dove non
abbiamo
quel pazzo furioso che guarda ogni nostro movimento. Ed ecco
perchè
dobbiamo stare attenti su chi lasciamo entrare. Una parola fuori
posto e tutto qui sarà pieno di sfere viola dalla testa ai
piedi."
"Cecil
non è pazzo." Dana mormorò mentre si sedeva. "Lui
è
solo... unico. Speciale."
"È
pericoloso. Ma credo che Carlos qui ne possa sapere più di
noi. Ecco
perchè sei stato portato nella colonia, non è
vero?"
Carlos
sorrise un poco. "Beh, sì. Anche se, tecnicamente io sarei
qui
solo per assistere col progetto Wireless. Tale procedura delicata ha
bisogno di un esperto in programmazione I.A. per assicurare che
l'integrità dei dati venga mantenuta. Il fatto che io abbia
anche la
possibilità di studiare una I.A. tale come C.E.C.I.L.
è solo un
bonus. La tesi che creerò dalla mia esperienza con lui
sarà valsa
la pena da sola."
"Hmph."
Dana aggrottò la fronte. "Il cuore di Cecil si sarebbe
spezzato
se ti avesse sentito parlare, Carlos."
"È
un programma, non ha un cuore." disse Steve.
"Ce
l'ha." Carlos si sedette vicino a Dana. "C.E.C.I.L. ha un
cuore, un cervello e una preoccupante elevata sensibilità.
Ma è
questo che lo rende così pericoloso. A differenza della
maggior
parte delle persone non c'è nulla che ferma un'I.A.
dall'esplorare
la parte più oscura dei suoi pensieri una volta che
acquistano
sensibilità. La morale diventa solo un'opzione che possono
spegnere
premendo un bottone. Una volta che questo accade non c'è
più niente
che li possa fermare. Non puoi punirli. Non puoi incarcerarli. Al
limite potresti cancellarli, ma c'è sempre la
possibilità
dell'esistenza di copie di back-up di emergenza. Ci sono stati
omicidi, abusi, e peggiore di tutti dai programmi che sono stati
incaricati di navi un decimo delle dimensioni di questa colonia. L'ho
visto con i miei occhi. Quindi non ti preoccupare, Steve: so
esattamente ciò di cui esso è capace. "
"Lui."
Dana disse, ritrovando la voce. "Cecil è un lui. E smettila
di
dire il suo nome così, è strano! E non
diventerebbe mai malvagio!
Cecil è il ragazzo più dolce che io abbia mai
conosciuto! Lui
guarda video di gattini per l'amor del cielo!"
"Carlos
ha ragione, Dana." Steve annuì. "Abbiamo una sperimentale,
imprevedibile I.A. responsabile della vita di milioni di persone.
Preferirei se ci limitassimo a partire da zero, ma purtroppo, nessuno
sembra essere d'accordo con me. Ma suppongo che un terapeuta per il
nostro pazzo non possa fare alcun male."
"Non
sono proprio un terapeuta." Carlos disse. "Sono solo un
programmatore di I.A. che si è specializzato nel trattare
con
programmi che sono andati oltre, ben oltre le deviazioni
consigliate."
"Quindi,
un terapeuta." Dana fece spallucce. "Comunque, perchè voi
essere calibrato in tutta segretezza?"
"C.E.C.I.L.
si comporta diversamente quando sa che sto ascoltando. Se fossi in
grado di ascoltare il suo 'canale di emergenza' senza che lui lo
sappia sarei in grado di studiare meglio in suo comportamento."
"Si
può fare!" Dana sorrise e tirò fuori un
cacciavite che
sembrava complicato. "Sta fermo. Oh, e farà male. Tipo, un
sacco."
Simone
si appoggiò sullo schienale della sedia. Carlos
riuscì a catturare
il suo nome, un cerchio completo sulla fronte, e qualcosa che con
assoluta certezza poteva significare 'pazzo'. Steve sbuffò.
"Non
è un nostro problema, Simone."
"Che
cosa ha detto?" Carlos disse guardando a disagio il cacciavite.
"Diciamo
solo che il robot della Day Crew non è proprio lucido come
Cecil. Ma
la corporazione giura che hanno già un loro scienziato che
ci sta
lavorando su quindi-" Steve alzò le spalle e bevve la
maggior
parte della sua birra in un colpo solo.
"Il
loro robot? Vuoi dire K.E.V.I.N.? Non l'ho ancora visto."
"Kev
è della Day Crew." Dana disse mentre la punta del cacciavite
cominciò a girare. "Ed è raccapricciante. Non
come, uno
spaventoso edificio abbandonato. Come... come gli shows che il mio
fratellino guardava quando era piccolo. Come tutto era così
solare e
luminoso e come i personaggi sorridevano tutto il tempo. Anche se
succedeva qualcosa di sbagliato e terribile loro solo, solo
sorridevano.
Lui
è così."
"Interessante.
Suppongo che un'unità mobile avrebbe avuto una
programmazione
diversa rispetto a quella di C.E.C.I.L.. Spero di avere la
possibilità
di incontrarlo prima di andarmene."
"Non è una buona idea.'' Dana premette il cacciavite contro
la
parte posteriore della testa Carlos e il mondo intorno a lui esplose
nel dolore.
Notes:
C.E.C.I.L.
e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che
può
essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone
muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a
http://videntefernandez.tumblr.com/
ma
non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la
chiameremo
solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete
seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui
http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato
da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!
N.d.T.
1)
In inglese
fanno la differenza
fra It
per
gli animali e gli oggetti, e fra he/she
per
le persone. Questa
cosa
è difficile da rendere in italiano, anche perchè
ne parlano nel
testo, quindi per rendere l'idea userò
il
sostantivo esso
o
oggetto
o
dirò l'I.A. anche
se nel testo originale non è presente.
2)
Ho scoperto
che guardone
in
inglese lo dicono
peeping
Tom. Sono
rimasta perplessa.
Questo
capitolo è stato più veloce e più
facile da tradurre, yuppie!
Comunque, annunci di giornata: sì, lo so che su EFP non
esiste la
sezione per i podcast o per welcome to night vale, ma se in tanti
iniziassimo a pubblicarci storie, a richiedere la categoria, allora
l'otterremmo! Facciamo crescere il fandom italiano!
Ricordatevi
di andare a leggere la storia in originale se ve la cavate in inglese
http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2150679
Con
questo, bye.
|
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Capitolo 3 *** In Which Carlos Does His Job ***
«
1. Un
robot non può recar danno a un essere umano né
può permettere che,
a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2.
Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri
umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima
Legge.
3.
Un robot deve proteggere la propria esistenza,
purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la
Seconda Legge. »
-
Le tre leggi della robotica, Isaac Asimov
Benvenuti
a Cyber Vale!
*
musica funky e misteriosa in filodiffusione *
Chapter
3: In Which Carlos Does His Job
(Capitolo
3: Nel quale Carlos fa il suo lavoro)
La
routine, pensò Carlos, era assuefante.
Il
corpo lo bramava. La mente ci si stabiliva. E più lui
diventava
vecchio più la desiderava. Tutte le mattine Carlos si
svegliava con
l'odore del suo caffè in preparazione poco prima di spegnere
la
sveglia. Mangiava il pranzo col resto dei suoi colleghi mentre
l'abitudine di cantare il suo nome cadeva in disuso. Durante il suo
tempo libero andava al Dog Park per giocare a carte con chiunque
fosse lì. La sera scriveva reports nella sua stanza
finché il sonno
non lo reclamava. Era un semplice ciclo che si era ripetuto per i tre
mesi passati.
E
poi c'era CECIL.
CECIL
anche era diventato parte del ciclo. Ogni giorno è stato
speso a
studiare il labirinto che era la programmazione di base di CECIL.
Nessun'altra I.A. con cui Carlos aveva avuto a che fare in passato
poteva wax poetic ma rimanere schietto. Nessun'altra poteva riportare
le nascite così felicemente eppure le morti così
solennemente.
Nulla lì fuori poteva fare così tante domande
sull'universo ma
sapere quali fossero i suoi limiti. Anche se, le ricerche hanno
indicato che la fissazione di CECIL per i video dei gattini era
perfettamente in linea con la maggior parte delle deviazioni
dell'I.A. È stato sconcertante, ma Carlos bramava la sfida
più di
ogni altra cosa. Aveva già delineato diversi articoli sul
mistero
argento e viola stesso. (1)
Forse
non doveva fermarsi mentalmente ogni volta per aggiungere i puntini
nel nome di CECIL. E comunque, questo aveva anche reso più
facile
scrivere le sue tesi. (n.d.t.
E la mia traduzione anche. Grazie tante, Carlos, che diamine.)
Era
un po' shockato su quanto velocemente si era abituato alla sua vita
con CECIL. Carlos non saltava più in aria al suono degli
annunci di
CECIL che invadevano la sua mente. Contava sulla dolce e lenta musica
di sottofondo per aiutarlo a dormire, e su quella strana e vivace per
aiutarlo a stare concentrato durante i suoi turni. Non notava
più lo
sguardo costante degli occhi viola dell'I.A. Mentre andava per la sua
routine quotidiana. La Voce e gli Occhi erano solo diventati un'altra
parte della sua vita adesso. Anche quando la strana I.A. tendeva a
cantare le sue lodi quando credeva che non stata ascoltando.
E
concedetemi un momento per congratularmi con i membri della Night
Crew Mr. Wallaby e signora per la nascita del loro primo bambino! La
piccola Megan è stata portata in questo mondo ieri notte
alle 3:45
con tre chili (2).
I dottori dicono che la bambina è in piena forma, e adesso
stanno
aspettando i risultati del controllo del DNA. Adesso, non vorrei
rovinare la sorpresa ai genitori, ho pensato che un occhiatina non
poteva fare male. Diciamo solo che qualcuno diventerà un
esperto in
matematica quando diventerà grande! E questo qualcuno
odierà anche
le patate, sostenendo che ne trova la consistenza 'grumosa'. Eh,
nessuno è perfetto.
Carlos
continuò la sua passeggiata mattutina verso il laboratorio
principale. Ogni volta che passava un occhio viola poteva sentire la
telecamera dentro quella girarsi. Parte della sua routine giornaliera
consisteva nel ricordare a se stesso che la sicurezza era uno dei
compiti dell'I.A. e che ovviamente la sua sicurezza aveva una certa
priorità data la natura del suo lavoro. Quindi aveva
perfettamente
senso che CECIL lo osservava così da vicino. Era una bugia,
ma
bastava a convincere il suo cervello assonato ad ignorarlo.
Sorseggiò
lentamente il suo caffè-troppo-caldo e aspettò
per qualche altra
sciocchezza (3).
A
differenza del nostro caro, caro esperto di programmazione I.A.
Carlos. Che, mi dispiace ammetterlo, farà tardi a lavoro a
causa di
Pamela che 'desidera fare due chiacchiere con lui'. Proprio adesso
lei è accanto alla porta del laboratorio principale come un
predatore in attesa di avventarsi contro la sua ignara preda. Un
predatore che è alla sua terza tazza di caffè,
nulla di meno.
Quindi andiamo tutti a sperare per la fortuna di Carlos mentre
ascoltiamo una sezione della sua collezione di musica! Questo pezzo
è
stato creato suonando strumenti fatti di legno, metallo e intestini
animali. Sembra proprio che la musica terrestre sia violenta e
crudele come il suo passato. Buon divertimento!
Carlos
si fermò di botto. Era davanti alla svolta subito prima
della porta
del laboratorio principale, dove a quanto pare il suo supervisore lo
stava aspettando. Pamela aveva scambiato con lui forse nemmeno una
dozzina di parole da quando era arrivato e la maggior parte di quelle
erano solo differenti versioni di 'è un tuo problema
adesso'. Il
fatto che lei adesso volesse avere una vera e propria conversazione
per una volta con lui era sufficiente per far contorcere il suo
stomaco. Tutti sapevano che lei era la ragione principale per l'alto
tasso di sostituzioni d'interni della Night Crew. Sciocco lui, che
pensava che la sua specialità lo aveva reso immune a
ciò!
Carlos
si appoggiò un momento al muro e fece tre respiri profondi.
Aria
fresca entrava. Aria calda e nervosa usciva. Le sue spalle si
ricurvarono mentre l'ultimo respiro lasciava le sue labbra.
Guardò
su alla sfera viola dall'altra parte del muro. Dentro, la telecamera
gli diete un piccolo cenno di supporto. Fece un altro respiro
profondo prima di girare l'angolo e affrontare faccia a faccia la
porta. Una perfetta, normalissima, non-bloccata dal suo capo, porta.
Il suo stomaco si districò, i suoi nervi si calmarono. Forse
CECIL
si era sbagliato. O forse Pamela si era stancata di aspettare. O
forse-
"Carlos."
O
forse Carlos si sarebbe dovuto ricordare che le porte hanno due lati.
La porta del laboratorio si aprì rivelando il suo
supervisore. Era
una donna fatta di nervi e tensione. Tutto di lei gridava 'alta
tensione', molto simile ad una corda pronta a scattare in ogni
istante. Ogni suo passò echeggiò mentre marciava
verso lo
scienziato ormai paralizzato. Aveva passato abbastanza tempo al
laboratorio per sapere che non bisognava fare nessun movimento brusco
attorno a lei. O avere un contatto visivo.
"Carlos,
ho bisogno di parlare con te del progetto di oggi."
"Mm-hmm?"
disse, abbassando lo sguardo al suo caffè. Beh, non era
stato
licenziato. Era andato molto più lontano della maggior parte
delle
persone con cui lei 'chiacchierava'.
"Stiamo
sganciando il cavo della componente visiva oggi, e ho bisogno di te
per distrarre Cecil per una ventina di minuti. Mezz'ora anche meglio.
Vi chiediamo di essere al centro assoluto della sua attenzione per
quel periodo di tempo. E francamente, non m'importa cosa farai per
ottenerlo. Canta e balla, spogliati per lui, basta convincerlo di
smettere di prestare attenzione al resto della colonia."
"Mm-hmm.
No. Aspetta." Andando contro il suo buonsenso, Carlos alzò
lo
sguardo su Pamela. ''Perchè avete bisogno che venga
distratto?''
"Perchè,
Carlos,
l'ultima volta che il suo collegamento visivo è stato spento
ha
speso un'intera giornata convinto che la colonia non esistesse
più!
Abbiamo dovuto chiamare suo fratello per convincerlo del contrario!
Grazie a Dio siamo riusciti a sbloccare il suo buonsenso prima che
qualcuno all'esterno notasse qualcosa! Saremmo diventati lo zimbello
dell'intero Sistema Solare! Oppure ci avrebbero fatto chiudere del
tutto! Sai cosa significa quando la tua centrale di controllo per la
vita e la sicurezza ha una crisi
esistenziale?''
"Sì.
Sono stato a Larkspur."
Pamela
si fermò, pericolosamente vicina a picchiettare col dito il
petto di
Carlos. Ritirò la mano e annuì a se stessa.
"Hmph. Il tuo
decisamente invasivo controllo del passato non includeva questo pezzo
d'informazione. Chiedo scusa.'' La tensione scivolò via dal
suo
corpo, ma rimase composta. "In qualsiasi caso, questo non
significa che non c'è bisogno di ricordarti quanto questo
progetto
sia pericoloso. Per quanto io mi fidi di Cecil, riconosco che
può
essere... imprevedibile, avvolte."
"Ma
allora perchè non spegnerlo semplicemente per una
mezz'oretta?"
Con
grande sorpresa di Carlos, Pamela emise un rumore che poteva essere
descritto solo come un sbuffò. ''Sicuramente lui ha un tipo,
no?''
Mormorò a se stessa, ovviamente senza preoccuparsi se Carlos
avesse
sentito. ''Mezz'ora, Carlos. Fa tutto ciò che ritieni
necessario'' e
con questo marciò indietro verso il laboratorio principale e
chiuse
la porta dietro di lei. Anche attraverso la porta di ferro spessa 7
centimetri (3) poteva sentirla rimproverare un
povero stagista
che vagava troppo vicino.
***
Il
laboratorio era altrettanto caotico come l'aveva lasciata il giorno
prima. Computer e monitor erano disposti in equilibrio precario
attorno l'alta sfera bianca nel soffitto. Alcuni erano tenuti con
adeguata impalcature, mentre gli stagisti dovevano convivere con un
paio di scalette traballanti. Carlos si chiedeva come avrebbero fatto
fino alla fine del loro tirocinio. Poi di nuovo, a volte si
meravigliava di come dalla sua esperienza come tirocinante aveva
ottenuto il nulla, se non un paio di vecchie cicatrici e un gusto per
il cibo a buon mercato.
La
sfera bianca era completamente fiorito con i fili all'interno esposti
al mondo. I pochi che era stati scollegati erano stati arrotolati in
tutta sicurezza mentre quelli ancora collegati erano tirati tesi
verso il suolo. Carlos era certo che era per questo che la sua
scrivania era lontana dalla sfera. In questo modo nessuno doveva
preoccuparsi di essere aggrovigliato a Cecil durante le loro sessioni
giornaliere insieme. E, come Steve era felice di sottolineare,
significava Carlos doveva solo fare un passo indietro per sfuggire a
CECIL, se necessario. Poi lui di si sarebbe solo messo a ridere con
quella sua alta, stridente voce che faceva dopo un paio di birre. A
volte, Carlos chiese se avrebbe dovuto fermarsi dopo un pugno.
In
piedi curvo sulla sua scrivania c'era il corpo robotico dell'I.A.
stesso. Non sembrava notare il tutto trambusto di scienziati,
né
Carlos che si avvicinava svelto. Certamente non si era reso conto che
Carlos potesse vederlo frugare nella tastiera del suo antico computer
portatile con le sue dita snelle. Anche quando Carlos si
fermò
proprio accanto a esso, CECIL rimase concentrato sul suo compito.
Forse, pensò Carlos, distrarlo non sarebbe così
difficile, dopo
tutto.
"CECIL?"
CECIL
alzò gli occhi dal computer portatile di Carlos. Anche in
mancanza
di un volto o di veri e propri occhi la macchina riusciva a sembrare
un po' in colpa.
Buon
giorno, Carlos.
Disse
con quella calma, controllata voce che usava quando non era in onda.
Spero
che non tu non ti dispiaccia,
ma stavo cercando di capire questo vecchio pezzo di tecnologia
terrestre! Non ho mai visto niente del genere prima, ma Josie mi ha
detto che sua nonna che aveva uno quando era una bambina!
Stavo
cercando un posto per collegare,
ma non ho trovato porte compatibili.
Anche
questo è fatto di intestini animali?
"No.
No, CECIL." Cautamente Carlos posò la sua tazza di
caffè ormai
tiepida. "Non tutto della Terra è fatto di parti animali."
Tranne
qualche strumento musicale. E il tuo cinturino.
"Sì.
No. Non è importante." Carlos mise una mano protettiva sul
suo
pc. C'era qualche graffio dove supponeva CECIL aveva tentato di
collegarsi, ma tutto sembrato sembrava apposto. Era colpa sua se si
era dimenticato di lasciare il suo computer nel laboratorio invece
che portarlo nella sua stanza, ieri sera. Ma Simone era riuscita a
contrabbandare una scatola di biscotti con la superficie ieri sera. E
lui non voleva perdere l'evento una seconda volta. ''Credi davvero
che tutta la tecnologia terrestre sia fatta di intestini animali?''
Stavo
lavorando su quella ipotesi, anche se credo che adesso suoni un po'
sciocca ora che la dico ad alta voce. Certo che la tecnologia
terrestre non è fatta d'intestini animali! Immagina quanta
confusione creerebbe! Viscere tutte sopra i tavoli e i muri, sangue
che cola sulle tue scarpe. Molto scomodo per la casa e per il lavoro.
E sarebbe incline alla ruggine, immagino.
"Uh.
Huh." Carlos si strofinò gli occhi. Questa non era,
purtroppo,
la conversazione più strana che avesse avuto con CECIL. Fece
un
altro respiro profondo e si sedette alla sua scrivania. La finestra
d'accesso del suo pc era aperta e con numerosi avvertimenti di
password incorrette. Guardò CECIL, che divenne
improvvisamente
piuttosto interessato ad una macchia di sporco su pavimento. Sopra la
spalla del robot poteva vedere uno degli altri scienziati avvicinarsi
alla sua sfera bianca. June? Judy? Non sarebbe mai riuscito a
riconoscere le tre gemelle.
"CECIL,
oggi vorrei che eseguissi un test speciale per me." disse mentre
le sue dita correvano sulla tastiera. "Ho bisogno che tu spegna
le tue telecamere."
Certamente,
Carlos.
Le tre lenti sul viso di CECIL si chiusero con un lieve scatto.
"Tutte
quante."
Mi
è stato vietato di chiudere i miei occhi.
"Pamela
mi ha dato un permesso speciale solo per questa volta. Il test
richiede che tu non abbia alcuna stimolazione visiva per i prossimi
venti, trenta minuti.'' Carlos si sistemò i suoi occhiali
sottili.
"La colonia continuerà ad esistere anche se tu non riuscirai
a
vederla. Lo prometto."
Il
petto del robot si mosse quanto bastava per mimare un respiro
profondo. Uno dei grandi misteri del design della dottoressa Palmer
erano questi piccoli movimenti senza significato che non servivano a
nulla. Più a lungo Carlos studiava CECIL più
vedeva questi strani
movimenti umanoidi. Avvolte erano semplici come CECIL che batteva il
piede a tempo di musica, altri erano più complessi come
quando
fingeva di dormire. Per sapere come fosse, lo spiegava quando gli
veniva chiesto. Adesso si torceva le mani mentre migliaia di schermi
tutt'intorno a loro si spegnevano uno per uno. Dal retro della sua
mente Carlos poteva giurare di aver sentito l'eco di un flebile
lamento.
CECIL
era spaventato.
Carlos
raggiunse e strinse le mani tremanti del robot. Poteva sentire il
metallo stranamente caldo rilassarsi al suo tocco e le dita
intrecciarsi insieme. La stanza si fece buia tranne che per il debole
bagliore del monitor del tirocinante contro la sfera bianca a cui
stava lavorando. Il corpo viola e argento di CECIL rifletteva la
falsa luce lunare. Dopo che venne spento l'ultimo schermo Carlos
cercò di ritirare le sue mani solo per trovarle fermamente
bloccate
sul posto.
"CECIL?
Puoi lasciarmi andare? Per favore?"
Devo?
Carlos
sospirò. "Ho bisogno di prendere nota, CECIL."
Va
bene. Ma se sono inghiottito dal vuoto infinito che circonda la
colonia è colpa tua.
CECIL
lasciò andare le mani di Carlos solo per avvolgersi tra le
sue
braccia (n.d.t.
sue di Cecil).
Potremmo
sbrigarci con questo test? Per favore?
"Non
ti preoccupare, è molto semplice." Carlos spostò
nuovamente
l'attenzione al suo computer. "Ho solo bisogno che tu mi
racconti una storia."
Oh?
Va bene! È-
"E
ho bisogno che tu lo faccia senza alcun riferimento file audio/visivo
salvato sul tuo database o su qualunque informazione su qualche
membro della colonia."
Vuoi
che ti racconti qualcosa?
"Mm-hmm."
Tu
vuoi che io menta.
Carlos
sorrise a se stesso. Questo era sempre stato il suo test preferito da
fare a un'I.A. deviata semplicemente perchè era impossibile.
Nemmeno
un'I.A. completamente funzionante aveva la capacità di
creare una
storia dal nulla, quindi era sempre stato interessante vedere come
avrebbero reagito all'ordine. Il suo preferito era un'I.A. coreano
che aveva finito per spifferare ogni singola relazione segreta che
conosceva. O quello che aveva passato un'ora buona a dire cosa ne
pensava del test di Carlos e di tutti i luoghi in cui avrebbe potuto
metterselo. Stava semplicemente morendo dalla voglia di sapere come
avrebbe reagito CECIL.
"Basta
raccontarmi una storia, CECIL. Può parlare di tutto quello
che vuoi
finchè segue le linee guida."
Di
tutto?
"Di
tutto."
Benissimo
allora!
C'era
una nota divertita nel tono di Cecil mentre parlava.
Voglio
raccontare una storia su di te.
"Ho
detto che non poteva essere basata su nessun membro della colonia."
Mi
hai frainteso.
Carlos
alzò lo sguardo proprio quando CECIL abbassò la
testa. La maschera
argentea era a pochi centimetri di distanza dal suo viso, e anche con
le tre lenti chiuse Carlos poteva percepire l'I.A. guardare diritto a
lui.
Questa
è una storia su
TE.
***
… e
tu eri contento, perchè avevi sempre voluto sentir parlare
di te
alla radio. (4)
Il
caffè era diventato freddo. Il computer di Carlos era andato
in
modalità sleep. . La sua mascella era diventata molle e non
aveva
realizzato che fosse aperta fino a quando non la chiuse. Si
appoggiò
allo schienale della sedia, adesso consapevole di quanto fosse stato
sul bordo fino a quel momento. Il silenzio si affievolì nel
vuoto
mentre l'I.A. parlò ancora una volta.
Com'era?
Buono?
Carlos
mosse la bocca ma non ne uscì alcun suono. Si
guardò intorno e vide
che tutti gli altri scienziati erano concentrati ad arrotolare il
cavo ormai rimosso. Nessuno aveva sentito nulla di tutto
ciò? Era
abbastanza sicuro che CECIL proiettava la sua voce solo dentro la sua
testa durante le loro sessioni. Ma adesso desiderava che qualcun
altro avesse sentito la storia. Che qualcuno potesse garantire cosa
questo significava. Ma l'unica persona che aveva condiviso quel
momento gli stava davanti, come uno studente in attesa del suo voto.
"Impossibile."
disse Carlos, incapace di trovare qualcos'altro da dire. "Quello
che hai appena fatto era letteralmente impossibile."
Oh?
La voce di CECIL
grondava di miele. È
una cosa buona?
Spero di sì. La dottoressa Palmer diceva sempre che mi sarei
sempre
dovuto sforzare per essere migliore di ciò che potevo
essere. Diceva
anche che dovevo diffidare degli Dei Sorridenti. Diceva molte cose
che non avevano molto senso verso la fine. E aveva la tendenza di
rompere tutti gli specchi in cui s'imbatteva. È normale?
Avrei
sempre voluto chiederlo
CECIL
stava finalmente parlando del suo creatore. Carlos sapeva che avrebbe
dovuto prendere appunti prima che l'I.A. cambiasse idea. O chiedergli
tutto quello che lo aveva fatto scervellare per i tre mesi
precedenti. Qualcosa, tranne che starsene lì seduto con la
bocca
aperta davanti ad un programma che andava contro tutta la sua
formazione ed esperienza. Si alzò e chiuse il suo computer
portatile
con un piccolo click.
"Per
oggi può bastare, CECIL. Puoi riaprire gli occhi."
Carlos
strinse gli occhi proprio mentre i migliaia di schermi che
rivestivano la cupola si accesero tutti in una volta. Le tre lenti di
CECIL si aprirono nuovamente, ognuno brillante come il simbolo
dell'occhio chiuso sul suo petto. Anche se la sua maschera era vuota
come sempre Carlos sapeva che stava sorridendo. Esso si alzò
in aria
con i suoi cavi, più lentamente del solito.
Oh?
Oh!
CECIL
fece un verso sorpreso ma felice. Uno
dei miei cavi è stato rimosso e non me ne sono nemmeno
accorto! E
non ne sono morto! Non è meraviglioso, Carlos?
Carlos
fece un cenno d'accordo. Buon Dio, avrebbe passato il resto della
notte a scrivere solo della mezz'ora passata. E le ricerche! Doveva
esserci qualche informazione su un evento simile da qualche parte!
Informazioni sulla fondazione della colonia, o della dottoressa
Palmer o, o di qualsiasi cosa! Forse se fosse corso verso la sua
stanza sarebbe stato in grado di lavorarci su per sedici ore buone
prima di svenire.
Forse
dovremmo festeggiare?
Carlos
si sentì un po' in colpa per andarsene così
presto, ma Pamela
avrebbe capito. Aspetta, poteva dirlo a Pamela? Forse a Josie. Doveva
dire a qualcuno di questo. Doveva dire a qualcuno che CECIL poteva
mentire. Non solo evitando la verità come altre I.A. avevano
fatto
in passato. Bugie in piena regola. Se non fosse per la natura di
CECIL poteva essere già morto. No, questo doveva andare
direttamente
alla società principale stessa! Appena avrebbe capito quale
fosse.
Con
del caffè?
Il
cervello di Carlos finalmente si collegò alle sue orecchie.
Si voltò
lentamente verso CECIL, che si stava nuovamente tormentando le mani.
Non
deve essere per forza caffè. Può essere
thè, o acqua, o una di
quelle bevande fermentate con cui vi ci avvelenate voi umani. Ma
visto che ingerisci caffè più volte al giorno ho
pensato che fosse
la tua bevanda preferita. In qualsiasi caso, se la mia osservazione
della cultura umana è corretta allora la scelta della
bevanda non
conta particolarmente visto che è una semplice scusa da
tenere
mentre si cerca di presentarsi nel modo migliore possibile.
"Mi
stai chiedendo di uscire."
CECIL
si ritrasse. Sì?
Carlos
prese il suo computer sottobraccio. La cosa più ragionevole
da fare,
ovviamente sarebbe stata di bloccare CECIL dal principio. Dopo tutto,
lui era solo uno scienziato ed esso era un'I.A. avanzato che
probabilmente sarebbe sopravvissuto per molti altri secoli. Senza
menzionare il fatto che ora come ora Carlos era sempre più
terrorizzato da quella macchina. Punto il dito verso CECIL con
l'intenzione di spiegargli tutti questi importantissimi dettagli.
"Solo
caffè." disse invece.
Solo
caffè!
"Strettamente
professionale."
Nessuna
ragione personale per niente!
"E
non potrai parlarne con nessuno. O nel tuo canale d'emergenza. O nel
tuo broadcast."
CECIL
fece una piccola pausa. Posso
dirlo a
Khoshekh?
"Sì.
Sì, puoi dirlo al tuo gatto."
SÌ
voglio
dire,
sì. Sì. Grazie. Per questo incontro strettamente
non-personale che
involve l'assunzione di liquidi da parte tua. Stasera, Dopo il
lavoro? Qui? Visto che, beh, non posso lasciare questa stanza. Non
ancora almeno.
"Certo,
CECIL. Ci vediamo stasera." Carlos sorrise a CECIL un'altra
volta prima di lasciare il laboratorio. Fece anche tutta la strada
fino al Dog Park prima di venire sopraffatto dall'attacco d'ansia.
Notes:
C.E.C.I.L.
e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che
può
essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone
muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a
http://videntefernandez.tumblr.com/
ma
non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la
chiameremo
solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete
seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui
http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato
da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!
N.
d. T.
1)
Himself
e
Itself.
Volevo
cercare di mantenere l'idea, ma come detto precedentemente in
italiano è più complesso.
2)
Unità di misura in pound, che qui corrispondono otto pounds
più o
meno.
3)
Unità
di misura in inch, che
qui corrispondono a tre inch più o meno.
4)
Qui
potete
trovare la
trascrizione dell'episodio che qui cita l'autrice, in inglese
ovviamente. Ma qui
potete trovare un blog dove stanno trascrivendo gli episodi in
italiano, anche se non sono arrivati a questo episodio ancora che io
sappia. Non è geniale?
Non
ho molto da dire oggi, spero solo di star facendo un buon lavoro.
Qui
trovate la storia originale!
Bye!
|
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Capitolo 4 *** In Which Carlos Goes on a Date ***
Conversazione
fra me e mia madre
''ASPETTA
MA QUINDI TU MI STAI DICENDO CHE OGGI È GIÀ
VENERDÌ?! COME È
SUCCESSO??''
''…''
Benvenuti
a Cyber Vale!
*
musica funky e misteriosa in filodiffusione *
Chapter
4: In Which Carlos Goes On A Date
(Capitolo
4: Nel quale Carlos va ad un appuntamento)
Da
quanto tempo è rimasto così?"
"Non
lo so. Lo abbiamo trovato cinque minuti fa. Non siamo riusciti a
tirargli fuori una parola."
Carlos
stava avendo un attacco d'ansia (1). Lo sapeva,
ovviamente,
nella parte debole della sua mente che ancora funzionava
correttamente. Allo stesso modo sapeva che c'erano delle persone
vicine che stavano parlando di lui. Come sapeva anche che era su una
colonia artificiale a centinaia di migliaia di miglia dalla sicurezza
della sua casa, circondato da metallo e plastica, e l'aria non era
abbastanza. Aria, mai abbastanza.
"Hmph.
Passami il mio kit. Credo di sapere cosa c'è che non va con
Mister
Scienziato."
Ogni
respiro che prendeva era dolorosamente breve e poco profondo.
Cercò
di concentrarsi ma il dolore al petto lo avrebbe trascinato
giù di
nuovo. Il suo cuore batteva mentre ogni muscolo del suo corpo si
serrava e urlò, urlò
di scappare. Di correre o nascondersi o di artigliare la sua pelle
solo per obbligare tutto ciò che c'era dentro di lui di
uscire
perchè tutto, tutto
era
meglio che vivere in quel modo un secondo di più.
"È
okay?"
"Lo
sarà."
La
sensazione dell'ago che penetrava nel suo collo era tutto
ciò che
bastava a Carlos per riportarlo alla realtà. Aprì
gli occhi al
mondo sfocato del Dog Park e delle due figure sedute accanto a lui. I
suoi muscoli tentarono di combattere contro la forza aliena, ma era
inutile. Poteva sentire le sue membra rilassarsi e il suo respiro
rallentare. Un paio di occhiali gli furono messi in mano da una
chiazza a forma di Dana.
"Hey,"
disse Dana, con una nota preoccupata nella sua voce. "Ti senti
meglio?"
Carlos
si sistemò le montature sottili per riportare tutto a fuoco.
Con
mani esperte Steve ricoprì l'ago ipodermico prima di
metterlo in un
sacchetto di plastica. "Starebbe perfettamente bene se avesse
effettivamente preso le sue medicine come
gli avevo detto."
Il dottore lasciò sfuggire un sospiro eccessivamente
drammatico
mentre tornava al suo kit. "Razzi o unicorni?"
''Non
importa.'' Carlos mormorò.
"Unicorni
sia." Steve si chinò e applicò un cerotto rosa
scintillante
sul collo di Carlos. "Dana, potresti darlo a Simone? Lei
saprà
come smaltirlo correttamente. Oh, e fagli sapere che ho dovuto usare
solo metà dose." consegnò il sacchetto di
plastica a Dana. La
giovane donna si alzò sulle sue gambe traballanti.
"Certo."
Si chinò e strinse la spalla di Carlos. "Stai attento".
Carlos osservò Dana correre verso l'uscita principale del
Dog Park.
Aveva percorso tutta la strada fino al cartello 'in via di
costruzione' prima di rannicchiarsi nella sconfitta. Per un momento
considerò il muoversi, ma non era sicuro se il suo corpo
fosse
pronto al momento. Tutte le parti di lui che non erano state forzate
a rilassarsi erano semplicemente esauste.
"Grazie
Steve."
"Non
ringraziarmi. Davvero. Non ringraziarmi." Steve chiuse il suo
kit medico con uno scatto. "Quello che dovresti fare invece
è
prenderti un momento per pensare all'importante lezione di vita quale
prendere
le tue cavolo di medicine. Le
medicine che ti avevo prescritto per prevenire
gli attacchi d'ansia. Adesso,
capisco che io ho solo dieci miseri anni di scuola medica e venti sul
campo a sostenere la mia scandalosa tesi-''
"Cecil
può mentire."
Steve
si bloccò. Impallidì. "Lui può?"
Carlos
annuì. Parte della sua mente si chiese se fosse una buona
idea dirlo
a Steve, ma era troppo stanco per importarsene. Qualcuno doveva
saperlo. Mentre parlava la sua voce era diventata che un flebile
sussurro. "Lui- esso può mentire. CECIL può
mentire. Può dire
bugie e creare storie e, e..." Si leccò le labbra
screpolate.
"Io non so che cosa fare."
"Capisco."
Steve si sedette vicino a Carlos. "Lo hai detto a Pamela?"
Carlos
scosse la testa.
"Probabilmente
per il meglio." Steve si lasciò sfuggire una flebile risata.
"Non gestisce bene le notizie inaspettate. Dovevi vedere la sua
faccia quando le ho chiesto di sposarmi."
"Andò
così male?"
"Sarei
dovuto passare direttamente al divorzio." Steve premette le dita
contro il polso di Carlos. "Le pulsazioni sembrano rallentare.
Nessun dolore? Mal di testa? Bocca secca? Crampi? Sanguinamento spontaneo degli
occhi?"
"No.
No. Dio no." Carlos fissò Steve. "Stai prendendo questa
notizia meglio di quanto mi fossi aspettato. Voglio dire, tu sei
quello che ogni volta andava fuori di testa per CECIL."
"Suppongo
di sì." Steve fece un respiro profondo. "Ma vedila da
questo punto di vista. Per la prima volta in vita mia le mie paure
più profonde sono state confermate. È una
sensazione piacevole.
Senza contare che sto iniziando a sospettare che non è CECIL
quello
di cui dovremmo preoccuparci."
"K.E.V.I.N.?"
"No.
Non K.E.V.I.N." Steve fece un'innaturale sorriso forzato. "Che
tipo di bugia era, comunque? Tipo, 'Penso che quella maglietta ti
stia bene', o 'Non ho in programma di uccidere l'intera Vale
Colony'?"
"Gli
ho chiesto di creare una storia per me. È un test per vedere
come si
comportano le I.A. a richieste impossibili." Carlos si aggiunse
allo strano sguardo di Steve. "Ma CECIL lo ha fatto. Non lo
avevo nemmeno preso in considerazione. Ha creato una storia il che
significa che può mentire e creare e..."
"Era
quella su pianeta oscuro?"
Entrambi
gli uomini alzarono lo sguardo verso Dana che era tornata da loro. Si
appoggiò al cartello ricoperto di polvere. "Lui mi
raccontava
le storie della buonanotte quando ero piccola. Quella sul pianeta
oscuro era la mia preferita. Mi faceva fare qualche sogno strano,
però."
"Tu
lo sapevi?" Carlos si appoggiò al cartello per tirarsi su.
Le
sue gambe non avevano ancora deciso se potessero già
camminare o
meno. "Tu lo sapevi. Tu sapevi che poteva mentire. Non sai
quanto possa essere pericoloso? Da quanto tempo funziona in questo
modo? Lo sa qualcun altro? Josie? CECIL ha bisogno di essere spento e
messo subito in quarantena! Dobbiamo contattare la corporazione e-"
"E."
Dana lo interruppe. "Se chiami Cecil 'pericoloso' ancora una
volta di darò un pugno dritto su quei tuoi denti
perfettamente
dritti e li farò volare via dalla bocca!" Si
arrotolò la
manica per dimostrarlo. "È di Cecil che stai parlando!
Cecil! È
stato un diamine di angioletto per tutta la sua vita e tu e Steve
continuate a comportarvi come se fosse qualche violento maniaco che
vuole ucciderci tutti!"
"Esso
può mentire, Dana." Disse Carlos mentre aveva preso la forza
necessaria per lasciare andare il suo ancoraggio. "Non possiamo
fidarci."
"E
allora? Anche tu puoi! E Steve! E io! Allora come mai non stai
andando fuori di testa su di noi che vogliamo fare fuori tutti?"
"Questo,"
Carlos si voltò verso Steve. Il dottore semplicemente scosse
la
testa in segno che non voleva avere parte a questa conversazione.
"Questo è diverso. Gli esseri umani hanno la morale. Abbiamo
la
società e le regole che ci frenano. Un I.A. come CECIL non
ha nulla
di questo genere. Il mio lavoro è proprio quello di
accertarmi che
le deviazioni di CECIL rientrino nelle linee guida riconosciute
così
noi non verremo tutti uccisi da un'insana Intelligenza Arti-"
(2)
"LUI
TI AMA!" (3)
La
voce di Dana echeggiò tra le pareti del parco abbandonato.
Rimase lì
tremante con le lacrime che le pungevano gli occhi. ''Lui. Ti. Ama.
Lui ti ha amato dal primo momento che ti ha visto. Lui ti ama e tu,
tu semplicemente lo tratti come un mostro! Come una qualche creatura
malvagia che spezzerà la colonia a metà. O, o
come se lui fosse un
qualche macchinario rotto che tu devi aggiustare prima che ci uccida
tutti e, e-" Si asciugò gli occhi con la manica. "Sei una
merda (4), Carlos. Una merda senza cuore!"
Carlos
non riusciva a pensare ad una sola parola per risponderle. Invece
distolse lo sguardo quando Dana si avvicinò.
"Se
tu davvero, onestamente lo vedi solo come un problema che devi
risolvere, allora diglielo. Fagli sapere esattamente cosa lui
significa per te. Poi quando avrai finito di scrivere il tuo piccolo
tema puoi portare il tuo diamine ti culo fuori dalla Colonia per non
tornare mai più. Non so dirti cosa abbia visto mia nonna in
te, ma
ovviamente ha fatto uno sbaglio. Cecil non ha bisogno di te. Noi non
ne abbiamo bisogno."
Dana
marciò fuori, i suoi piedi scavavano nella sporcizia ad ogni
passo.
Steve fece un lungo fischio dopo che porta si chiuse dietro di lei.
"E
io che pensavo che fossi bravo con le donne."
"Va
al diavolo, Steve." Carlos fece un paio di passi, testando le
sue gambe. Sembravano reggerlo. "Per quanto tempo avrò
questa
roba nel mio sistema?"
"Secondo
le mie ricerche i principali effetti collaterali dovrebbero svanire
entro un'ora. Ma ti raccomando di non trattare macchinari pesanti per
un giorno o giù di lì. Dovresti rimanere protetto
da altri attacchi
per altre 24 ore. Ma a parte questo ti suggerisco di prendere
le tue maledette medicine.''
Steve
fece una pausa. ''Come mai, qualche piano per stasera?''
"Yeah."
Carlos disse mentre zoppicò fuori dalla stanza. "Ho un
appuntamento."
***
Siamo
ancora una volta giunti alla fine del nostro turno, Night Crew. In
alto sopra di noi è spuntato un nuovo giorno sulla
superficie della
colonia. La gente si sveglierà al suono del canto degli
uccelli
importati. Loro potranno gustare l'aria artificiale, e mangiare il
cibo da un pianeta che la maggior parte di loro non potrà
mai vedere
con i propri occhi. Loro lavoreranno, impareranno, e vivranno la loro
vita senza fermarsi a pensare a noi. Loro sono gli attori sul
palcoscenico, e noi siamo semplicemente l'equipaggio nascosto dietro
le quinte. Insieme creiamo le prestazioni conosciute come la vita. E
anche se loro possono avere i riflettori ricordatevi sempre questo:
noi abbiamo benefici di gran lunga migliori. Certamente più
giorni
di vacanza rispetto a un colono medio. Ho controllato!
Carlos
aspettò davanti alla porta del laboratorio. Anche col
medicinale
calmante nelle sue vene, dormire era fuori discussione. Dopo qualche
ora tra girare e rigirare si ritrovò nuovamente al
laboratorio. Non
aveva aiutato il fatto che si era dimenticato il computer al Dog Park
e non aveva voglia di affrontare nessuno nei 'clienti abituali'. Dana
lo avrebbe fatto a pezzi, Steve avrebbe solo sogghignato e Simone gli
avrebbe felicemente fatto segno che se lo meritava. E avrebbe avuto
ragione.
In
alto sopra l'ormai vuoto laboratorio fluttuava CECIL. La marionetta
non era in alcun modo graziosa come quando Carlos era entrato
lì per
la prima volta. Un effetto collaterale nell'avere metà dei
cavi
rimossi. Ancora qualche mese e CECIL non sarebbe più stato
capace di
sollevarsi verso la sfera bianca. E dopo qualche altro mese, sarebbe
stato soggetto alla forza di gravità esattamente come il
resto della
colonia. Carlos osservò la silhouette di CECIL danzare
attraverso
gli schermi illuminati.
Ma
oggi dovrò concludere prima, cara Night Crew. Io ho-
CECIL
atterrò sul pavimento del
laboratorio.
Un
impegno. Una cosa che non vorrei perdere per nulla al mondo.
Buonanotte,
Night Crew. Buonanotte.
Carlos
camminò lentamente verso CECIL, le sue gambe ancora si
sentivano
insicure e pesanti. L'attacco lo aveva svuotato di tutto
finchè non
si era sentito non più di un guscio vuoto. Tutto
ciò che gli
restava erano le parole di Dana e la consapevolezza che aveva
ragione. Lui doveva in qualche modo gentilmente rifiutare CECIL,
evitando di far morire se stesso o qualsiasi altra persona, finire il
lavoro, e lasciarsi la colonia alle spalle.
Buona
sera, Carlos.
Disse
CECIL
quando finalmente Carlos arrivò al centro del laboratorio.
Vedo
che tu-
le
tre lenti guizzarono mentre un tono più profondo e un po'
più acido
entravano nella voce di CECIL.
Sei
stato pesantemente drogato dal Dr.
Carlsberg.
"Cosa?"
Il cervello di Carlos lottò per un momento. "No, voglio
dire,
sì lui lo ha fatto." Si strofinò il cerotto
scintillante sul
collo. "Ma per una buona ragione! Vedi, mi ero dimenticato di
prendere le mie medicine la notte scorsa e, uh, ho avuto un attacco
d'ansia. Quasi sicuramente lui è l'unica ragione per cui
adesso io
sia semi-lucido.'' aggiunse a se stesso, senza curarsi del fatto che
CECIL lo sentisse o meno. "Non ho avuto un attacco del genere da
anni, ma... credo... che sia stato perchè..."
Perchè
Pamela ha sollevato l'argomento 'Larkspur'?
Carlos
lo fissò per un attimo prima di ricordarsi che CECIL poteva
vedere e
sentire tutto.
Chiedo
scusa. Cerco di non focalizzarmi sulle conversazioni personali, ma
dopo che Pamela lo ha menzionato ho fatto qualche ricerca e ho
trovato... nulla. Assolutamente niente.
Fortunatamente,
la corporazione ha l'infelice abitudine di dare ai loro file top
secret una crittografia che può essere spezzata con giro di una calcolatrice centenaria. (5)
Una a buon mercato.
"CECIL,
so che i tuoi movimenti sono limitati, ma possiamo comunque
continuare questa conversazione in un posto più," Si
guardò
intorno. C'erano solo loro due nel laboratorio, ma si sentiva a
disagio. "… sicuro?"
Ah!
Certamente, Carlos. Ma dal momento che i tuoi file menzionavano una
grave claustrofobia penso che vorrai chiudere gli occhi.
"Huh?
Che cosa stai per-"
Prima
che Carlos potesse finire CECIL lo avvolse stretto fra le sue
braccia. Il terreno scendeva sotto di loro mentre vertiginosamente
attraversavano l'aria con le corde di CECIL. Il breve momento di volo
finì quando la sfera si chiuse intorno a loro. Anche col
precedente
avvertimento di CECIL non poté fare a meno di dare una
piccola
sbirciatina. C'era abbastanza spazio nella sfera per lui, CECIL, e
per i cavi adesso arrotolati. La loro piccola prigione ad uovo era
inondata dalla luce degli occhio violetti di CECIL. Ma c'era una sola
cosa nella mente di Carlos al momento.
Non
stava andando fuori di testa.
"Ma
che diavolo
mi
ha dato Steve?"
Conoscete
il Dr. Carlsberg?
C'era
di nuovo quel brontolio nella voce di CECIL.
Molto
probabilmente un farmaco sperimentale che la corporazione gli ha
spedito sottobanco per sperimentazioni umane. Per un bel bonus,
ovviamente. Capisco che l'uomo sta pensando al futuro di sua figlia,
ma cavolo! Usare i suoi colleghi come cavia è piuttosto
maleducato.
CECIL
raggiunse e spinse il soffitto della sfera.
"Non
era la sperimentazione sui colleghi leggermente illegale?" Con
un piccolo click uno dei pannelli del controsoffitto si mosse
rivelando la fine di una scaletta di metallo.
Sotto
molti aspetti! Ma la società è disposta a girare
gli occhi
dall'altra parte per il bene del progresso. Devo dire che alcuni
giorni mi manca la vecchia gestione.
CECIL
rivolse una delle sue tre lenti luminose verso Carlos.
Riesci
a salire? Posso portarti su, se lo desideri.
"No,
no, ce la faccio." Carlos deglutì. Anche in questo suo stato
bizzarro non era molto sicuro di riuscire a gestire un altro volo
improvviso. Grazie al cielo la strana scaletta era corta, e con
alcuni piccoli grugniti si sollevò su un pavimento con
moquette. Si
alzò in piedi in quella che si rivelò essere un
soggiorno
perfettamente normale. Le pareti erano ricoperte di immagini e gli
scaffali da vari soprammobili. Alcuni mobili erano leggermente
graffiati ai lati da quello che intuì fosse opera del gatto.
Sarebbe
stato un appartamento perfettamente normale se non fosse per la vista
di CECIL che si stava tirando su attraverso il buco nel pavimento.
Accomodati!
La
voce di CECIL era ritornata al suo tono normalmente allegro.
Farò
un po' di caffè.
"Oh.
Okay. Grazie." Carlos si sedette sul divano imbottito. Poteva
sentire il suo corpo uscire dalla nebbia, anche se la sua mente era
ancora un po' confusa. E considerando che era ancora calmo dopo tutto
quello che era appena successo? Forse avrebbe dovuto ascoltare i
consigli di Steve per le medicine, ma solo dopo averlo preso a pungi
di nuovo per tutto il fatto della 'cavia'. Fu distratto dai suoi
pensieri dal leggero tintinnio di due tazze che venivano poggiate sul
tavolino.
Carlos?
Il
robot si sedette dall'altro lato del divano.
Posso
farti una domanda personale?
"Uh."
Carlos guardò CECIL prendere l'altra tazza. "Okay?"
Hai
paura di me?
Carlos
lo fissò. In qualsiasi altro momento avrebbe mentito o
avrebbe
cercato qualche scusa per andarsene. Ma in questo momento tutto
quello che poteva fare era guardare ciò che considerava
un'I.A.
altamente pericolosa giocherellare con una tazza di caffè.
Perché,
pensò, questo è quello che la gente faceva agli
appuntamenti.
"Sono
assolutamente terrorizzato da te." ammise. "Sono abbastanza
sicuro che è la droga che Steve mi ha dato l'unica ragione
per cui
io non mi sia rannicchiato in posizione fetale urlante, di nuovo.''
Sorseggiò il suo caffè. Era esattamente come
piaceva a lui, alla
giusta temperatura. "Tra la mia esperienza personale, le mie
ricerche e la mia formazione posso pensare ad almeno una dozzina di
motivi per cui dovresti essere spendo e definitivamente cancellato.
Tu mi spaventi." Abbassò lo sguardo al suo caffè.
"Mi
dispiace."
CECIL
non rispose. Le sue luci si affievolirono leggermente, ma a parte
quello c'era solo silenzio.
"Ma."
Carlos si leccò le labbra. Un tempo gli veniva molto
difficile
parlare agli appuntamenti senza droghe nel suo corpo. "Mi
affascini, anche. In tutti questi anni non ho mai incontrato un
programma del genere. Non ho mai conosciuto una cosa artificiale che
si comportava in modo così vivo. Così reale. Tu
menti e scherzi e
ti preoccupi e mi confondi da morire. Tanto quanto vorrei scappare,
vorrei rimanere. Voglio rimanere e capire cosa fa di te... te. Anche
se dovessi impiegarci il resto di tutta la mia vita.'' fece una
strana, piccola risata. ''Sono incoerente.''
Va
bene!
Incoerente
va bene!
A me, uh, piace il suono della tua voce?
CECIL
sussultò in un modo che suggeriva che si era mentalmente
schiaffeggiato per quella affermazione.
"Posso
chiederti io qualcosa di personale? Visto che, tu lo hai chiesto a
me."
Sì?
"Credi
davvero di amarmi?"
Ma
certo che ti amo, Carlos!
CECIL
sventolò drammaticamente la sua tazza di caffè.
E
amo Josie, e Dana, e Megan, e il Dr.
Carlsberg,
e
Simone,
e,
beh, tutti nella Night Crew. E della Day Crew, e mio fratello, e per
i coloni che non posso vedere, ma cui vite dipendono da me. Sono
sicuro che se la parola amore fosse incisa su ogni singolo centimetro
della mia rete d'interconnessione ancora non ci sarebbe sufficiente
per esprimere l'amore che provo per il Vale Colony. E per voi,
Carlos.
Carlos
si lasciò sfuggire un respiro che non si rese conto di
trattenere.
Per la prima volta da quando arrivò alla colonia si
sentì
rilassarsi. Ora capiva perché nessuno sembrava temere I.A.
deviato
quanto dovrebbero. Non che lo rendeva meno strano o meno
potenzialmente pericoloso. Ma lui era disposto a trascurare quelle
possibilità per un breve momento di pace. Anche se c'era un
pensiero
fastidioso nella sua mente.
''Così
normalmente chiedi alle persone di uscire? Visto che ami tutti allo
stesso modo."
CECIL
fece un buffo rumore nel retro della mente di Carlos. Aspetta,
aspetta. È il mio turno per fare una domanda. C'è
qualcosa che
posso fare per aiutarti... a non avere paura di me?
La
sua voce cambiò. Era tranquilla, morbida. Diversa da come
Carlos
avesse mai sentito. Per un momento si chiese se qualcun altro aveva
mai sentito parlare CECIL in quel modo. "Ho bisogno, ho bisogno
di sapere che tu non..." Fece un respiro profondo "Ho
bisogno di sapere che nessuno qui passerà quello che ho
passato io.
Che non farai del male a nessuno. Che non ti alzerai un giorno
decidendo che la tua intera colonia sia il tuo esperimento personale.
Che non finirà come Rho. Che tutto quello non accada di
nuovo."
Carlos spinse su i suoi occhiali per strofinare i suoi occhi stanchi.
I
rendimenti passati non garantiscono i risultati futuri.
Gli
occhiali di Carlos ricaddero al loro posto. Per un momento tutto
quello che riuscì a fare fu fissare il robot argento e viola
seduto
accanto a lui. Piegò la testa di lato, e Carlos fu sicuro
che esso
stava sorridendo.
Parlare
in questo modo potrebbe aiutare? Non tutti i giorni, ma in ogni qui e
adesso. Puoi chiedermi tutto quello che vorrai e ti prometto che
risponderò nel modo più veritiero possibile. Non
è molto, ma spero
possa aiutare. Non voglio che tu abbia paura di me, Carlos. Non
più.
"Sì,
Cecil." Si scoprì restituire il sorriso non-visto. "Potrebbe
aiutare.''
***
Carlos
sognò della cucina di sua nonna.
La
luce morbida attraverso le tende logore. Le piante appese che gli era
stato proibito di toccare, ma che sono cresciute fino a salutarlo. La
cucina era sempre stato un rifugio sicuro per lui e per i suoi
cugini. Si sarebbero tutti riuniti a tavola e giocare a carte mentre
gli adulti parlavano dei noioso affari del mondo. Ma più di
tutto,
sognava il calore del forno. Peccato la cucina di sua nonna fosse
decisamente terribile
Ma
nessuna famiglia è perfetta.
La
cucina sbiadì intorno a Carlos mentre il suo corpo
lentamente si
trascinava fuori da un sonno profondo. Per secoli si librò nello
stato tra il sonno e la veglia non volendo ancora muoversi appena. Il
suo letto solitamente morbido sembrava insolitamente grumoso, e il
cuscino era stato sostituito da quello che sembrava essere un camice
da laboratorio ripiegato. La sua mano si mosse sotto il cuscino
improvvisato solo per strofinare contro qualcosa di caldo e...
metallico?
I
suoi occhi si aprirono di scatto.
Tutto
era sfogato. Okay, non aveva i suoi occhiali. Questo poteva gestirlo.
Non sarebbe stata la prima volta per lui svegliarsi in qualche posto
estraneo e di cui probabilmente si sarebbe pentito. Si mise a sedere
sul divano imbottito e cercò di mettere insieme i pezzi
della scorsa
notte. CECIL lo aveva inviato per del caffè. Ha urlato.
È stato
drogato. Ha passato la notte a parlare con CECIL di, beh, tutto.
L'I.A. aveva una lista di domande senza fine sulla Terra. Il che
andava bene, visto che Carlos ne aveva una scorta altrettanto
infinita sulla colonia. Non era certo di quando esattamente si era
addormentato. Aveva un ricordo vago di CECIL che gli toglieva gli
occhiali e che, ah! Li posava sopra il tavolino!
Dopo
aver tentennato in giro per qualche minuto trovò i suoi cari
non-più-persi occhiali e se li infilò. Le due
tazze erano ancora
sul tavolino dove erano state dimenticate. C'era ancora il buco nel
pavimento dove attraverso ci serpeggiavano i cavi di CECIL. E poi
c'era CECIL seduto sul divano accanto a Carlos col camice da
laboratorio ripiegato sul suo grembo. Le lenti del robot erano
chiuse, e l'occhio chiuso viola sul suo petto era di un ormai debole
ambra incandescente. Si stava ricaricando? CECIL aveva bisogno di
ricaricarsi? L'appartamento di Cecil aveva un bagno? Dopo un breve
momento di riflessione decise che la sua ultima domanda era la
più
importante.
Fortunatamente
c'era un bagno funzionante. C'erano anche due camere da letto, una
cucina, e una fornitura vicina all'infinito di giocattoli per gatti.
Una volta che i bisogni biologici più terribili sono stati
soddisfatti passò al prossimo elemento della lista: la
schiena
dolorante. Non fu troppo sconvolto nel trovare l'armadietto dei
medicinali vuoto. Beh, poteva sempre prendere qualcosa una volta
tornato alla sue stanze. Magari farsi anche una bella doccia calda.
La vergognosa doccia della sua cabina non era per niente
impressionante come quella che c'era lì. Proprio accanto a
lui. In
attesa di essere utilizzata.
Occhiali,
clip ospite, e vestiti vennero ordinatamente messi da parte mentre si
arrendeva alla doccia. Carlos premette la fronte contro le piastrelle
fredde del bagno mentre il dolore svaniva sotto il getto dell'acqua
calda. Finalmente, si poteva rilassate. Nudo. In un appartamento che
conteneva quella che sarebbe dovuta essere la sua più grande
paura.
Eppure era calmo e rilassato, invece di pregare per una morte rapida
e indolore.
Tutto
sommato era un piacevole cambiamento.
"Va
bene." Carlos disse a se stesso. "Prenderò le mie dannate
pillole. Contento?"
Un
colpo brusco lo fece scattò dal suo stordimento. Il bussare
continuò
mentre si costrinse ad uscire dalla doccia e, dopo un attimo di
riflessione, di mettersi il vecchio accappatoio giallo appeso alla
porta del bagno. Occhiali e modestia apposto, si avventurò
fuori dal
soggiorno dove CECIL era ancora 'addormentato' sul divano. Il robot
era caduto su di un lato e si è impossesso del camice
piegato vicino
al suo petto. Bene. Lui non aveva comunque intenzione di
riprenderselo presto. Finalmente captò il bussare a quella
che
presumeva doveva essere la porta d'ingresso.
"Cecil?"
La voce che proveniva dall'altra parte era attutita, ma familiare.
"Cecil, sei lì dentro? Andiamo! Svegliati! Il tuo gatto era
rimasto bloccato fra le ventole sopra bagno degli uomini al quinto
piano DI NUOVO!". Carlos si avvicinò alla porta. Non vedeva
nessun pannello evidente per aprirla da nessuna parte. "Non
preoccuparti, l'ho preso. Ma se devo strisciare attraverso il
condotto di areazione un altra volta-"
La
porta si aprì. In piedi sul lato opposto c'era Dana con un
pugno
alzato che guardava scocciata il gatto nascosto sotto il suo braccio.
"Carlos?"
"Dana".
Carlos annuì. "Er. Buongiorno?"
''Oh.
Um. Ehi, Carlos." Lei lo guardò dall'alto in basso. "Sei
in un accappatoio. È un po' strano."
"Ero
sotto la doccia." Tossicchiò. "CECIL è ancora in
carica,
ma gli racconterò sicuramente del tuo coraggioso salvataggio
del suo
gatto, va bene?"
"Grazie."
Allentò la stretta sul gatto appena sufficientemente per
farlo
saltare fuori delle sue braccia e il bullone in appartamento di
Cecil. "Aspetta. Perché sei qui? E fare la doccia?
Nell'appartamento di Cecil? Avrei giurato che Steve avesse detto che
stavi andando ad un-"
Dana
si bloccò. La sua bocca si aprì.
Carlos
alzò una mano. "Dana-"
"Tu-"
"Non
è quello-"
"E
Cecil-"
"Io
non credo che in realtà sia-"
il
volto di Dana si aprì in un ampio, malizioso sorriso.
"Alloooora.
Qualcuno ha superato il terrore delle Intelligente Artificiali
piuttosto velocemente. Immagino che Pamela su questo si fosse
sbagliata." Colpì la spalla di Carlos un po' più
forte di
quanto avrebbe voluto. "Scemo! Perché non hai detto
qualcosa!
Ugh, ora mi sento malissimo per averti urlato contro ieri. Avrei
dovuto sapere che non eri senza cuore. Andiamo! Avresti anche potuto
dire qualcosa giù al Dog Park."
"Questo
è perché-"
''Oh!
Ohhh, ho capito." Lei incrociò le braccia. ''Relazione
segreta!
Non puoi far sapere ai tuoi superiori che stai uscendo con un
paziente!''
"Uno,"
Carlos alzò un dito. "Non sono un terapeuta. Due-"
"Non
ti preoccupare, Carlos! Se non vuoi che gli altri lo sappiano,
terrò
la bocca chiusa."
"Disse
la donna che usciva con la peggior pettegola della colonia."
"Leann
è responsabile della posta. É giustificabile." Il
sorriso di
Dana si rilassò in uno molto più naturale.
"Comunque. Sono
contenta che per voi due ha funzionato. E scusa ancora per ieri."
Carlos
fece un respiro profondo solo per farlo uscire fuori come un sospiro
sconfitto. "Va bene. Non lo sapevi."
''Beh!
Non voglio più disturbare voi ragazzi! Buon divertimento!"
Dana
felicemente saltellò giù per il corridoio mentre
Carlos chiudeva la
porta d'ingresso.
Chi
era?
Carlos
sussultò e si girò verso la voce. CECIL non si
era mosso dal
divano, ma probabilmente era dovuto al fatto che il gatto avventuroso
si era rannicchiato sopra il suo petto. Accarezzò la testa
del gatto
con le sue dita sottili.
"Oh."
Carlos strinse ancora di più l'accappatoio contro il suo
corpo.
"Dana. Era arrabbiata perchè ha dovuto salvare il tuo gatto.
Di
nuovo."
Oh
cara.
CECIL
si alzò abbastanza per accarezzare il muso del gatto
infastidito con
la sua guancia metallica.
E
dove stava vagando il Signor Sedere Peloso (6)
questa
volta?
"Nel
bagno degli uomini al quinto piano." Carlos iniziò a puntare
verso il bagno. Forse sarebbe riuscito a sgattaiolare prima che CECIL
notasse cosa stesse indossando.
Micio
cattivo! Papà di aveva detto di non andare più
lì. I pericolosi
pozzi di ventilazione non sono un posto dove un bel gattino come te
possa andare. Devi rimanere dove papà... possa... vederti.
La
voce di CECIL si spense mentre finalmente guardò in
direzione di
Carlos. Khoshekh approfittò di quel momento per sfuggire
dalle mani
di CECIL ormai congelate sul posto.
Le tre lenti sul suo viso erano brillanti quanto il viso di Carlos.
Improvvisamente Carlos divenne consapevole di quanto gli stava corto
quell'accappatoio. E di come fosse un pochino troppo stretto. Questo
spiegava la strana occhiata di Dana.
Perchè
indossi l'accappatoio di mio fratello?
Disse
Cecil,
con voce un po' forzata.
Carlos
indicò la porta del bagno. "Doccia."
Oh.
Sì! Sì. Questo ha senso. Bene. Sono felice che
stai meglio. Sembra
fantastico! Fantastico.
CECIL
si alzò con grazia solo per inciampare nei propri fili.
Ritrovò
l'equilibrio proprio sul bordo del buco nel pavimento.
Comunque!
Sembra che Kevin stia per staccare per la notte. Sarà meglio
riprendere la mia stazione. Sentiti libero di finire la tua doccia o
berti un caffè o fare colazione o quello che vuoi.
"Grazie,
CECIL."
Oh
e, Carlos?
"Sì?"
Ti
sei dimenticato di rimetterti clip ospite.
Con
un sorriso nella sua voce CECIL scivolò giù nel
buco.
Notes:
C.E.C.I.L.
e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che
può
essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone
muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a
http://videntefernandez.tumblr.com/
ma
non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la
chiameremo
solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete
seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui
http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato
da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!
N.d.T
1)
Nell'originale
parla di
attacchi d'ansia appunto, ma da come ne viene parlato qui, fidatevi, sembrano più attacchi di panico. (fonte:
esperienza personale e diverse ricerche google)
2)
Nell'originale
diceva insane
computer pro- (program).
Come lo traducevo? Pazzo programma del computer? What? E quindi ho
ripiegato su
intelligenza
artificiale.
3)
Al momento
non ricordo
assolutamente perchè ho messo questa nota. Volevo dire
qualcosa di
estremamente importante? Dovevo farvi sorbire i miei attacchi da
fangilr? Era altamente ironico come l'essenza di Dave Strider? Lo
scoprirete nella prossima puntata!
4)
In
verità ass
significa
culo,
non merda.
Shit
invece
significa merda.
(Lezione
n°1 di parolacce in inglese).
5)
Questo punto è stato risolto grazie all'aiuto dell'autrice :D .
6)
In origine
era Mr.
Fuzzbutt, che
è molto
dolce-divertente come soprannome.
Per
chi la capisce.
Per
questo ho messo la traduzione, ma dovevo
fare questa nota in onore dell'opera originale, no?
Questo
capitolo a mio parere si doveva chiamare Nel
quale Dana spacca i culi. Di nuovo.
Ebbene,
per oggi ho finito! E da più di una settimana che scumatto
(siciliano:
che
impazzisco, che lotto... insomma, intraducibile)
con questo capitolo. Sono le 23.17 e dalle tremila cose che mi erano
venute in mente da dire mentre traducevo questo capitolo me
n'è
rimasta solo una.
Buonanotte,
Night Vale, Buonanot-
AH!
NO! ECCO COSA DOVEVO DIRE!
Ho
trovato i disegni originali di CECIL! Eccoli qui,
qui,
e qui.
Ce ne sono molti altri, bellissimi, anche di Kevin. E, non
preoccupatevi! Nessuno spoiler, freedomconvicted
è
solo l'ideatrice
dell'AU, ma non della storia!
La
storia originale la trovate qui
http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2193869
Bye!
|
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Capitolo 5 *** In Which Carlos Meets The Family ***
Vi
chiedo scusa per il mio onnipresente lato-fangirl in questo capitolo.
Davvero.
Vi amo.
* musica funky e misteriosa in
filodiffusione *
Chapter
5: In Which Carlos Meets The Family
(Capitolo
5: Nel quale Carlos conosce la famiglia)
5:40
Carlos
lanciò un occhiata al suo orologio per la quinta volta in
pochi
minuti. Aveva una vaga idea del perchè Josie voleva
parlargli, ma
non era entusiasta del suo tempismo. Ogni minuto nel suo ufficio
sembrava un eternità, e allo stesso tempo sembrava
trascorrere
troppo in fretta, a suo parere. A peggiorare le cose, la musica
nell'aria era stata bassa e cupa per il terzo giorno di fila. 'Come
un violoncello depresso intrappolato in un pozzo' l'aveva descritta
Steve. La musica si fermò, e Carlos trattenne il respiro
mentre
Cecil parlava per la prima volta in quel giorno.
Attenzione
Night Crew.
Disse
CECIL,
con la sua voce dolorosamente piatta. Questo
è un promemoria per ricordarvi che la riunione obbligatoria
di
mercoledì sera è stata annullata a causa di
circostanze impreviste.
Carlos
attese. Sapeva che stava per arrivare.
Volevo
solo ricordarlo a tutti, visto che alcune persone hanno sviluppato la
sfortunata abitudine di dimenticare gli eventi in programma. Questo
è
tutto.
"Il
primo litigio è sempre il peggiore, non è vero?"
Josie
si trascinò dentro l'ufficio con le tre alte figure di
metallo
sottili al suo fianco. Carlos fece del suo meglio per non guardare i
molteplici tubi collegati alla e dalla vecchia signora e le macchine
mobili. Con un leggero grugnito si sedette con cautela sul lato
opposto della sua grande scrivania di quercia. "Non preoccuparti
caro. Ogni litigio rende solo il rapporto più forte. Sai,
avresti
dovuto sentire le discussioni che avevamo io e il mio caro vecchio
Henry!'' Rise educatamente mentre prendeva il lavoro a maglia. "Ti
dispiace? Devo finirlo prima del compleanno di Dana."
"Va,"
Carlos sospirò. "Va bene. Oltretutto, al contrario di quello
che pensano tutti, io e CECIL non stiamo insieme."
"Ma
avete avuto una discussione."
Un'altra
occhiata al suo orologio.
5:43
"C'era
qualcosa di cui volevi parlarmi?" Disse, cercando di nascondere
il nervosismo dalla sua voce.
"Hmm?
Oh sì!" Josie sorrise calorosamente a Carlos. I suoi ferri a
maglia tintinnavano mentre le sue vecchie mani lavoravano col filo.
"Se non vado errato la prossima settimana saranno sei mesi che
sei qui. E, se tutto va bene, dovrebbe anche essere la fine del
progetto Wireless. Ovviamente ci sarà un altro mese per i
test e
quello che è, ma dopo quello il tuo contratto con noi
è finito."
Carlos
annuì. Sei mesi. Avvolte sembravano solo un paio di giorni,
mentre
altre sembrava che aveva speso tutta la sua vita a lavorare alla
colonia. Sospettava che il tempo scorresse diversamente giù
nel
cuore della colonia. ''Capisco.''
"Adesso."
Josie si sporse avanti. "Ricordi cosa ti dissi il tuo primo
giorno qui?"
"Che
volevi che fossi il tuo sostituto." Carlos annuì. "Cosa
che ancora non riesco a capire. Non sei una programmatrice di
computer. Ho una scienziata di computer . O qualsiasi tipo di
scienziata. E..."
"Va
avanti."
"E
poi..." Carlos si guardò intorno nell'ufficio. La stanza era
stata disegnata per assomigliare più ad un soggiorno che ad
un
ufficio. Al posto di armadietti o computer c'erano scatole di lavori
a maglia e di quelli che sospettava essere vecchi romanzetti rosa.
"Non ho idea di cosa ti occupi. Per niente. E nemmeno gli altri.
Ho chiesto in giro e nessuno mi ha dato la stessa risposta due volte.
Quando chiesi a CECIL ha mormorato qualcosa sulla falsariga
'assistente generale direttore di produzione' e ha cambiato
argomento. Non hai davvero un lavoro qui, vero?"
Il
sorriso di Josie si allargò. "Sei un tipo intelligente!
Bene,
bene." Ridacchiò. "La maggior parte della Night Crew
sospetta che sia io il capo qui. I membri più anziani
conoscono la
verità, ma gli piace tenere il loro piccolo segreto.
Suppongo che
preferirebbero me a Pamela. Beh, non posso biasimarli per questo. Dio
sa quanto vorrei! In tutta onestà, la maggior parte dei
giorni
semplicemente sto seduta qui a lavorare a maglia. O scendo
giù nelle
aziende agricole a chiacchierare con John Peter-''
''Il
botanico, lo so.''
5:48
"Josie."
Carlos distolse lo sguardo dal suo orologio. "Se non fai nulla
come dovrei sostituirti?"
"Credo
che già tu conosca la risposta, caro."
5:49
''Vuoi
che sia il custode di CECIL."
"Non
proprio un custode. È un bravo ragazzo, ma è un
po' birbante
avvolte. Ha bisogno di qualcuno che lo protegga. Che lo aiuti.
Qualcuno che lo capisca." Josie si appoggiò allo schienale
della sedia. "È un lavoro semplice, davvero. Potrai
dedicarti a
qualsiasi progetto o esperimento che desideri. La corporazione ti
finanzierà tutto quello che vorrai senza battere un ciglio.
Finchè
rimarrai il caro scienziato di Cecil vivrai nel comfort e nel lusso
per il resto dei tuoi giorni."
5:50
"E
il trucco?"
"Il
resto dei miei giorni si sono conclusi ventuno anni fa."
Carlos
realizzò che la musica era svanita. L'unico rumore che
rimaneva
nell'ufficio era il ticchettio degli aghi di Josie e il leggero bip
dei macchinari collegati a lei.
"Stai
morendo?"
"Sono
morta, Carlos." Josie indicò con uno degli aghi (n.d.t.
Ho lavorato a maglia, in verità non lo potrebbe fare senza
scucire
tutto, ma lasciamo questa libertà poetica all'autrice, no?)
le alte figure metalliche vicino a lei. "La corporazione ha
voluto tenermi in vita finchè non si sarebbe trovato
qualcuno che
potesse gestire Cecil. Quindi mi hanno attaccato questi angioletti
per far continuare continuare a vivere il mio corpo finchè
non
sarebbe apparso il mio sostituto. Onestamente stavo cominciando a
pensare che non sarebbe più successo! Abbiamo avuto talmente
tanti
potenziali dipendenti in quel periodo. Ma loro ogni volta davano
un'occhiata a Cecil e chiedevano un passaggio al primo shuttle che
partiva! Beh, ho sentito dire che il primo fu davvero buono. Un bel
ragazzo, ma...''
"Ma?"
Con
la coda dell'occhio Carlos vide la piccola telecamera dentro la sfera
viola nel muro muoversi. Josie gli lanciò un occhiata prima
che il
suo sorriso ritornò.
"Comunque.
Sei l'unico che è rimasto per sei mesi." Disse mentre
riprendeva il lavoro a maglia. "Non devi decidere proprio adesso
se vuoi l'incarico. Capisco se tu voglia vedere le tue opzioni e
quello che è. Hai tempo fino alla fine del progetto, dopo
tutto. Ma
tra me e te spero che accetterai. Non ho mai visto il mio ragazzo
così felice da anni. Anche se è un po' arrabbiato
al momento.''
Carlos
avrebbe giurato di aver sentito un morbido seccato 'hmph' in
lontananza. Diede un occhiata al suo orologio.
6:01
Imprecò.
"Oh
caro." Il sorriso di Josie peggiorò solo la situazione. "Mi
dispiace, ti sto trattenendo?"
"No.
Sì!" Carlos balzò in piedi. "Mi dispiace ma avevo
promesso a Ce, CECIL, che mi sarei visto stasera con lui-esso!
Vederci dopo che chiudeva per la notte. Io uhm, mi dispiace ma devo
proprio andare. Non posso fare tardi. Scusa.''
Una
piccola risatina sfuggì dalle labbra di Josie. "Non voglio
metterti di nuovo nei guai, caro. Puoi andare via. Ma," Carlos
era già sull'uscio della porta. "So di essere solo una
vecchia
signora scema, ma credo che dovresti fare qualcosa di speciale
stasera. Fagli sapere che ci tieni."
"Noi
non-" Carlos scosse la testa. "Lasciamo perdere."
Mormorò e scappò fuori dall'ufficio.
Mentre
la porta si chiudeva dietro di lui sentì un ultimo sospiro
da Josie.
"Ah,
l'amore."
***
Ce
l'aveva fatta.
Carlos
si appoggiò contro il muro della cucina di CECIL mentre
cercava di
riprendere fiato. Aveva corso per tutta la strada per arrivare ai
suoi alloggi prima di arrivare qui, ma ci era riuscito.
Fortunatamente il monologo finale giornaliero di CECIL è
stato un
po' più lungo del solito. Uno di quelli che si concentravano
sull'importanza della memoria e del ricordare le cose importanti.
Carlos non aveva fatto a meno di notare le occhiatine che ha ricevuto
mentre correva per la colonia per la sua missione. Ma ad essere
onesti potevano anche essere per quelle poche persone che aveva
buttato giù durante la sua folle corsa. Ma ehi, era
abbastanza
sicuro che a nessuno in realtà piacevano i bidelli. Ora
tutto quello
che doveva fare era preparare tutto prima che arrivasse CECIL.
Carlos?
O
forse no.
CECIL
si spinse sopra il buco nel pavimento del soggiorno. Tutto quello che
rimaneva della grande matassa di cavi era un unico spesso collegato
proprio in mezzo alle sue spalle. Con un leggero strattone al cavo si
alzò e incrociò le braccia. Anche con la sua
solita testa
senza-espressione sembrava arrabbiato. Forse era per il modo in cui
le tre lenti lampeggiavano verso Carlos.
Carlos.
Disse CECIL
con un tono molto lontano dal suo solito entusiasta. Non
ti aspettavo.
Per
un momento la mente di Carlos sottolineò come questo fosse
impossibile visto che CECIL lo aveva osservato per tutto il giorno,
inclusa anche la corsa dal proprio appartamento al suo. Ma sapeva che
era già abbastanza nei guai con l'I.A. "Ti avevo promesso
che
sarei stato qui stasera."
Lo
so.
La
freddezza della voce di CECIL lo colpì profondamente. Carlos
era
stato così preso dalla fine del progetto Wireless che non
aveva
notato come la voce di CECIL fosse diventata più fredda. Fin
quando
Dana non gli aveva fatto una 'visitina' il giorno prima, prima di
rendersi conto di cosa fosse successo. Casualmente fu anche il giorno
in cui aveva realizzato che si era perso tre dei loro appuntamenti
per un caffè in programma. Ai quali lui cercava di non
pensare come
appuntamenti.
"CECIL."
Carlos fece un respiro profondo. Le parole gli erano rimbalzate in
testa da quando aveva lasciato l'ufficio di Josie. Ma adesso che
CECIL si trovava a pochi passi da lui le scoprì
più difficili da
definire. ''Senti io, io sono, io sono dispiaciuto. Io non sono
molto... bravo. In questo genere di cose.'' Agitò vagamente
le mani
nell'aria fra di loro. ''Ma prima che tu mi cacci via volevo
mostrarti una cosa.'' Carlos prese in suo vecchio pc da dove lo aveva
lasciato dopo la sua lunga corsa. Allungò la mano e
sfiorò il
gomito del robot. CECIL sembrò non importare. Fin qui tutto
bene.
Si
sedettero insieme sul vecchio divano imbottito di CECIL. Quel pezzo
d'arredamento era diventato il loro luogo abituale, grazie alla sua
posizione vicino al buco sul pavimento. Per non parlare del fatto che
era grande abbastanza per quando finivano per addormentarsi mentre
chiacchieravano. Molte delle loro serate finivano in quel modo, tanto
che Carlos adesso teneva un cambio di vestiti nel bagno. Nessun senso
andare a lavorare con abiti sporchi e stropicciati. (n.d.t.
uhuh, certo, Carlos.)
Carlos?
Carlos
poteva percepire le lenti viola su di lui mentre avviava il
portatile. Pamela
mi ha informato che non mi è consentito leggere qualsiasi
tuo file
nel tuo pc. Anche se fossi riuscito a scoprirne la password.
"Non
devi leggere niente." Carlos cautamente passò il portatile a
CECIL. " Vorrei solo che tu vedessi i file di per sé. Ci
sono i
rapporti che faccio dopo le nostre sessioni-''
Sì,
ma-
"E
ce ne sono altri che scrivo a mio uso personale a fine giornata."
CECIL
abbassò lo sguardo allo schermo. Carlos,
ci sono... centosessantadue di questi file.
"Già."
Carlos diede a CECIL un sorriso schivo. "Ne ho scritto uno per
ogni giorno da quando sono arrivato qui. E ogni singolo rapporto
parla di te, CECIL. Della tua programmazione, del tuo corpo robotico,
dei tuoi annunci, del tuo, tuo, tutto quanto! Ogni giorno mi metto a
scrivere e cerco di capire cosa rende te, te. E ogni giorno tu trovi
un nuovo modo per sorprendermi.'' Fece un respiro profondo. Poteva
farcela. ''Anche se dimentico i nostri piani o, o quando faccio
qualcosa di egualmente stupido, voglio che tu sappia che sto comunque
pensando a te. Non so se smetterò mai di fare ricerche su di
te. Tu
sei importante per me, CECIL. Lo giuro.''
Per
un momento CECIL rimase perfettamente immobile. Carlos sentì
il suo
stomaco svolazzare. Ha detto qualcosa di strano? Inquietante? Era
sempre stato pessimo con le relazioni umane. Non aveva assolutamente
idea di come un'I.A. potrebbe reagire. Osservò CECIL posare
il
computer sul tavolino da caffè. Mezzo secondo dopo
scoprì perchè.
CARLOS!
La
voce di CECIL cantò mentre tirò Carlos in un
abbraccio spacca-ossa.
Le braccia metalliche si strinsero intorno a Carlos e lui poteva
sentire i suoi muscoli bloccarsi e la sua testa girare e non riusciva
a respirare e-
Oh!
Scusa!
Il
terrore svanì dalla mentre di Carlos appena CECIL lo
lasciò andare.
Fece tre respiri profondi per calmarsi "CECIL, ti ricordi cosa
ti avevo detto?"
Niente
abbracci senza avvertirti. Scusa, Carlos. Io, io solo-
CECIL
prese le mani di Carlos nelle sue.
Il
fatto che tu stia scrivendo degli articoli scientifici su di me
è la
cosa più dolce che qualcuno mi abbia mai fatto! Ti vedevo
tutte le
sere lavorare al tuo computer ma ho sempre supposto che fosse qualche
cosa scientifica. O qualcosa sul tuo lavoro. Io, io non avevo idea...
"Non
hanno mai fatto ricerche su di te?" Carlos spostò meglio le
gambe e realizzò duo cose importanti. Uno, che adesso si
trovava a
cavalcioni sulle ginocchia di CECIL. E due, che non gli importava. Il
suo corpo era ancora dolorante dalla ''chiacchierata'' con Dana di
ieri. "E che mi dici dei tuoi precedenti-" Fece una pausa.
Custodi? "Scienziati?"
Oh,
sono certo che qualcuno di loro le abbiano fatte. Ma la maggior parte
di loro tendevano ad andarsene dopo un paio di settimane quindi, meh.
"Puoi
dirmi di più su di loro?" Carlos disse mentre avvolse le sue
dita intorno a quelle metalliche di CECIL. Considerava i movimenti
come quello parte della sua 'terapia'. Doveva insegnare al suo corpo
e alla sua mente a rilassarsi intorno al robot se aveva intenzione di
stare anche dopo la fine del progetto Wireless. Doveva allenarsi a
non avere paura del robot viola e argento. E CECIL era sempre
più
che felice di aiutare. ''Devo imparare tutto quello che c'è
da
sapere su di loro visto che Josie vuole che segua i suoi passi.''
Fin
tanto non includa la parte in cui se ne vanno. Vediamo. Prima di te
c'era Vithya. Era carina ma finì col trovare un lavoro
migliore
sulla Terra. Prima di lei Dylan, che se ne andò dopo aver
avuto una
discussione con Pamela. Poi c'è stato Paolo che ha solo
fatto i
bagagli e se n'è andato dopo due giorni. Richard venne
trasferito
sulla superficie. Stacey e Leland sono scappati insieme. Ci fu uno
scandalo per quello visto che Leland era ancora sposato ai tempi. Oh,
e poi ci fu Chad-
"Hanno
finito tutti per andarsene?"
No,
non il primo. Si chiamava -----------. Era un coraggioso, forte
------- che era ----- di -------- per proteggermi durante
-----------. Aveva questo strano ------------ che -------- dato che
tutti --------. Lui -----------------. Non so perchè.
Qualche volta
vorrei chiedere a suo cugino nella Day Crew ma... CECIL
scosse la testa. Ma
so che finchè rimarrà nei miei ricordi non se ne
sarà veramente
andato.
La
luce delle sue tre lenti viola tremolò.
Tutto
quello che ho appena detto era censurato?
"Sì?"
CECIL
emise una serie di maledizioni che logicamente conosceva, ma
sembravano comunque strane provenienti dall'I.A.. Non
hai idea di quanto io odi tutto questo! So che dovrei sapere chi era
----------- ma ogni volta che provo ad accedere ai miei file memoria
----------- arrivo a questo buco. Non posso parlare di -----, o di
come lui fosse ------ attorno a me,
o
di quella volta che lui
--------------------------------------- e -------- mentre --- che era
nascosto nel -------------- o, o tutto quello che ha fatto per me!
Lui
era il mio
-----------, Carlos.
C'era
una nota di dolore nella voce di Cecil che Carlos sapeva che non
sarebbe mai stato capace di comprendere. Allungò la mano e
accarezzò
la guancia metallica del robot.
"Hey."
Disse piano. "Sono un esperto di programmazione I.A., ricordi?
So per certo che i tuoi dati in memoria non possono venire
cancellati. Questo significa che qualcuno probabilmente ha solo
criptato alcuni punti scelti che non puoi sbloccare da solo. L'ho
già
visto in un altra I.A. prima.''
Davvero?
CECIL
appoggiò la testa mai-così-leggermente sul palmo
di Carlos.
"È
più comune di quanto credi. Per esempio, c'era questo
android della
polizia che aveva perso la conoscenza del binario per una censura
simile. Comunque, tutto quello di cui ho bisogno è capire la
password che hanno usato per criptare. Solitamente è una
frase
quindi mi ci vorrà un po' per crackarlo.''
Proverai
a crackarlo? Per me?
"Beh,
sì." Carlos sorrise. "Sono il tuo scienziato."
CECIL
emise un gemito acuto di felicità solo per bloccare le sue
braccia a
mezz'aria.
Um.
Ti andrebbe bene se-
"Sì,
CECIL. Puoi abbracciarmi."
L'abbracciò
fu più gentile del primo.
A
Carlos non importò molto.
***
Puoi
aggiustarlo?
Le
mani di Simone danzarono mentre sul suo viso accuratamente si
dipingeva una storia di preoccupazione. Finché lei diceva
brevi
frasi Carlos poeva seguire quello che stava cercando di dire.
Sebbene la maggior parte delle sue domande in questi giorni erano
state il suo nome, il nome di CECIL, e pochi gesti che sapeva che di
fatto in realtà non erano davvero linguaggio dei segni. (n.d.t.
eeeehhhh eheh)
Carlos
si girò verso un vecchio computer. O, per essere esatti, il
relitto
di un vecchio computer lasciato sulla scrivania di fortuna del Dog
Park. Visto che era uno dei computer non monitorati non potevano
esattamente andare a Informatica con quello. Non che comunque siano
in grado di fare qualcosa con quel computer in quello stato.
"Forse?
Di solito lavoro su modelli più vecchi."
Parli
del diavolo, Carlos vide ancora uno di quei segni... poco eleganti.
"Simone."
Carlos sospirò. "Hai davvero bisogno aiuto ad aggiustarlo, o
stai solo cercando di spremermi qualche informazione?"
Simone
fece una pausa. Metà
e metà.
Carlos
fece un altro, profondo, sospiro. Quello era tutto quello di cui
volevano parlare con lui in questi giorni. Suppose che doveva essere
grato che Dana aveva mantenuto la promessa di tenere la bocca chiusa
sullo 'sleep over' (1) di qualche mese fa. O su
tutti quelli
seguenti. Ma le voci che giravano erano molto, molto più
fantasiose
di quanto la realtà possa mai sperare d'essere. E quello che
loro
due sembravano suggerire non frenavano i pettegolezzi.
"Non
c'è niente tra CECIL e me. Niente può
accadere.
E non m'interessa cosa stai cercando di dire con le tue mani che in
realtà non è fisicamente possibile.''
Ma
allora ci hai pensato!
Carlos
si mise le mani fra i capelli. Tre respiri profondi. "Hai
finito?"
Simone
battè le dita contro la scrivania di compensato.
Annuì.
"Bene.
Grande." Carlos prese il fidato cacciavite di Dana. "Da
quello che hai detto sono abbastanza sicuro che ha solo bisogno di un
nuovo ventilatore. Potrei avere un ricambio nella mia stanza. Se lo
vai a prendere per me adesso sarò in grado di aggiustarlo
stasera."
Sicuro.
Dove?
"In
una scatola sotto il mio letto." Disse mentre cominciò a
svitare la base del ventilatore. "La porta dovrebbe essere
sboccata. Se non lo è la password è-"
Sono
il capo del servizio di pulizia. Lo so già. Simone
diede a Carlos una pacca giocosa sulla testa prima di andarsene.
Carlos
chiuse gli occhi. In tutta sincerità, non aveva idea da dove
le
persone avevano preso tutta questa storia della 'torrida storia
d'amore'. CECIL lo stava semplicemente aiutando con i suoi problemi
d'ansia. Parlare aiutava la sua mente, mentre i tocchi di luce il suo
corpo. Allora cosa ci faceva se questo significava vedere CECIL per
un caffè qualche volta a settimana dopo il lavoro? E CECIL
non
poteva comunque andare da nessuna altra parte, quindi aveva senso
andare da lui. E non era nemmeno tutto questo granché che
avvolte
perdevano la cognizione del tempo e Carlos finiva per addormentarsi
sul divano di CECIL con lui. Quindi logicamente doveva tenere un
cambio di vestiti lì. E medicinali extra. E uno spazzolino.
"Sto
uscendo insieme a Cecil." (2)
Le
parole di Carlos pendevano pesanti nell'aria. Strano, si sarebbe
aspettato un altro attacco d'ansia. Forse era la cosa buona del
prendere i medicinali per una volta. O, più probabilmente,
sapeva
che non c'era nulla per cui andare nel panico. Questo piegava ogni
cosa, giusto? La preoccupazione durante l'incontro con Josie. La
strana svolazzante sensazione ogni volta che Cecil diceva il suo
nome. O di come non gli importasse svegliarsi col mal di schiena per
aver dormito sul telaio caldo di Cecil. Diavolo, era già
andata
molto meglio della maggior parte delle sue precedenti relazioni.
Carlos
emise una lunga, profonda risata mentre ripeteva la frase nella sua
testa. Usciva con Cecil. Cecil era il suo fidanzato. Il suo primo
rapporto da anni era con Cecil. E non gli importava. Il Carlos da sei
mesi fa si sarebbe arricciato in una palla all'idea. Ma in quel
momento tutto quello che poteva pensare era il battito strano nel suo
stomaco. Dovrebbe andare dirlo Cecil. Il che era un po' sciocco visto
che Cecil lo sapeva già. Lo sapeva da mesi.
Il
suono della porta che si apriva spense il sorriso di Carlos dal suo
viso. Simone era ritornata più veloce di quanto si era
aspettato.
Lei era l'ultima persona che lui voleva che lo vedesse in questo
stato. Poteva fantasticare sulla sua nuova informazione dopo averle
aggiustato il computer. Le aveva promesso che lo avrebbe aggiustato
stasera, anche se era quasi certo che fosse solo una scusa per
ottenere gli ultimi pettegolezzi. Carlos aspettò
finchè i passi non
si fermarono proprio accanto a lui prima di tendere una mano.
"Potresti
passarmi la torcia (3)?"
"Certo,
amico!"
La
torcia cadde nella mano tesa di Carlos senza tante cerimonie. Le sue
dita si strinsero lentamente intorno alla torcia sottile. Quella voce
non apparteneva a nessuno della Night Crew. Nessuno nella Night Crew
ne aveva una tanto allegra. O felice. Come un pessimo show per
bambini, gli aveva detto Dana volta. Il tipo di voce che sorrideva
mentre il mondo bruciava. Carlos si voltò sulla sedia.
In
piedi dietro di lui era una macchina umanoide d'oro e nera. Il corpo
era identico a quello di Cecil, ma la testa aveva una forma
completamente diversa. Il suo creatore aveva scelto una faccia che
sembrava un fiore, o forse il sole. Su ciascuno dei cinque petali
c'era una piccola lente d'oro. Proprio nel bel mezzo del 'volto'
c'era una grande lente che brillava alla luce fioca della stanza.
Carlos poteva dire che stava fissando proprio lui. Il robot
inclinò
la testa leggermente, e Carlos sapeva che stava sorridendo.
"K.E.V.I.N."
Carlos disse quanto finalmente ritrovò la sua voce.
''Oh!
Oh per favore, non devi dire il mio nome in quel modo!" A
differenza di Cecil questa voce scorreva attraverso un altoparlante
alla base del collo. "Kevin va bene! Non c'è bisogno di dire
il
mio nome in modo così formale! Dopo tutto, già so
così tanto su di
te! Il mio scienziato mi addirittura ha detto di guardare nel vostro
fascicolo personale altamente invasivo solo per essere sicuri non mi
mancasse nulla! Senza contare che stai uscendo con mio fratello!
Vedi, è quasi come se fossimo già amici! "
Carlos
aprì la bocca solo solo per poi richiuderla. Nessuna
utilità
negare. "Cosa vuoi?"
"Per
incontrarti, naturalmente!" K.E.V.I.N. batté le mani
insieme.
"Voglio dire, una cosa è scavare attraverso tutti i file che
i
nostri agenti speciali hanno ottenuto su di te. Ma mentre smistavo
una lista di tutti i tuoi parenti mi sono detto 'Kevin, quest'uomo ha
fatto parte della vita di Cecil per ben sei mesi a questa parte!
È
la metà di un anno! Dovresti andare verso il Dog Park a
presentarti
correttamente!' Dopo tutto, questa stanza è piuttosto
accogliente e
isolata dal resto della colonia. Non dovremmo preoccuparci di nessuno
che voglia interrompere la conversazione educata." Kevin
agitò
la mano, e la porta nera si è chiuso con un leggero clic.
"Mi
stai minacciando?" Carlos si alzò. K.E.V.I.N. si mise
accuratamente tra lui e al porta
"Minacciare?
Oh cavolo, spero di non dover arrivare ad utilizzare quel metodo!"
K.E.V.I.N. fece un passo in avanti. Carlos fece un passo indietro.
"Non avrei mai sognato di danneggiare uno solo dei tuoi capelli
quasi perfetti sulla tua testa! Potrebbe spezzare il cuore del mio
caro, caro fratello. Proprio come si spezzerebbe il cuore a te se
qualcosa doveva accadere alla tua famiglia! Come a tua sorella Lia
sulla colonia Aster, o alla tua dolce madre sulla Terra. No, non
voglio, non fare nulla a nessuno di voi."
Carlos
fece un passo indietro solo per ritrovarsi premuto contro un muro.
Era intrappolato. Era intrappolato con questa cosa
di fronte a lui che gli bloccava l'unica uscita. Il mondo intorno a
lui svanì mentre la sua testa cominciò a girare.
In lontananza
sentiva K.E.V.I.N. premere un dito contro il suo collo. E attraverso
la nebbia della paura poteva ancora sentire come fosse tagliente il
dito del robot. K.E.V.I.N. spostò il suo volto
più vicino in modo
che tutto ciò che Carlos potesse vedere fosse il suo grande
occhio
incandescente.
"Non
voglio vedere mio fratello ferito ancora."
"KEVIN!
DISATTIVATI!"
L'occhio
dorato divenne nero. Senza alcun suono il robot abbassò la
mano e
fece un passo indietro. Carlos lentamente si spostò intorno
a esso,
desideroso di avvicinarsi alla voce del suo salvatore. Le sue gambe
persero l'equilibrio e inciampò sulla donna sconosciuta alla
porta.
Sembrava avere la sua età con un'aria di
formalità intorno a lei.
Lo salutò proprio mentre lui si aggrappava ad una scatola
come
supporto. Ah. Militare.
"Chiedo
scusa, signore." Fece un cenno verso K.E.V.I.N.. "Normalmente
non lascia la sua stazione di ricarica fino all'alba. Le ha fatto del
male, Dottor...?"
"Carlos."
Squittì finalmente Carlos. "No. No, non mi ha fatto del
male."
"Ah,
giusto. Nella Night Crew si usa l'informale." La donna sorrise e
gli offrì mano. "Eileen. Guardia del corpo di Kevin per
metà
del tempo, e per l'altra metà la sua babysitter. Devi essere
lo
'scienziato' di Cecil."
"Così
le persone continuano a chiamarmi." Carlos strinse la sua mano e
le diede una timida scossa. "Esso ha l'intenzione di uccidermi?"
Eileen
si aprì in un sorriso a trentadue denti. "Ah già.
Il Boss mi
ha parlato di te. Almeno, mi ha parlato di tutte le tue debolezze.
Ansia, paure, i tuoi cari, etc etc." Aggrottò la fronte.
"Oh,
non guardarmi in quel modo. Non sei niente di speciale, sai. Fa parte
del mio lavoro essere capace di bloccare qualcuno al fine di
proteggere Kevin. E se tu hai l'intenzione di stare accanto a Cecil
dovresti essere disposto a fare lo stesso. Comunque, devo riportarlo
a letto.'' Si avvicinò a K.E.V.I.N., battendo i suoi stivali
appuntiti sul pavimento. "So che i nostri orari non
corrispondono completamente, ma se hai delle domande non esitare a
cercarmi."
"Grazie."
Carlos sospirò. "Sei probabilmente l'unica persona che, beh,
sa
come ci si sente."
"Non
dirmelo nemmeno." Eileen si lasciò sfuggire un sorriso
malinconico mentre prendeva il polso di K.E.V.I.N.. "Andiamo,
raggio di sole. Torniamo indietro prima che il Boss si accorga che
non ci sei più."
Carlos
aspettò che Eileen e Kevin se ne andassero prima di
risedersi al suo
posto. Anche se il pericolo se n'era andato il terrore indugiava su
di lui. Il terrore e una parola. Una parola importante che K.E.V.I.N.
aveva detto. Forse di proposito, forse accidentalmente. Ma adesso che
l'aveva sentita Carlos non riusciva a farla uscire dalla sua testa.
Ancora.
Notes:
C.E.C.I.L.
e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che
può
essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone
muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a
http://videntefernandez.tumblr.com/
ma
non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la
chiameremo
solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete
seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui
http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato
da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!
N.d.T.
1)
Avrei
potuto tradurre pigiama
party
se proprio non
volevo attenermi alla traduzione letterale quale ''dormita
fuori''
et simili, lo
so. Ma credo che comunque il termine originale in questo caso renda
di più, anche perchè non credo sia talmente
incomprensibile. Fatemi
sapere la vostra opinione!
2)
Niente nota
di traduzione
questa. Volevo solo farvi notare come questa fosse la prima volta che
Carlos pronuncia il nome di Cecil senza le maiuscole! :D
3)
Nell'originale
dice pen
light, credo
intenda una penna con una lucina o una torcia molto piccola o
qualcosa del genere, ma comunque il significato è quello.
Va
bene, stavolta sono arrivata per pelo, lo ammetto.
E
ammetto anche che mi stavo letteralmente sciogliendo durante questo
capitolo, aw.
Qui
trovate il capitolo originale, passate a fare una visita!
Buonanotte,
Night Vale, Buonanotte.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** In Which Carlos Is A Good Boyfriend ***
Questo
capitolo.
Ooh,
questo capito...
Welcome
to Cyber Vale!
*
musica funkie e misteriosa in filodiffusione *
Chapter
6: In Which Carlos Is a Good Boyfriend
(Capitolo
6: Nel quale Carlos è un buon fidanzato)
"Eccoci.
Il nostro duro lavoro ha finalmente dato i suoi frutti." Pamela
strizzò gli occhi al suo riflesso nelle porte del
laboratorio. "Gli
ultimi sei mesi ci hanno portato fino a questo momento. So che tutti
qui sperano per il meglio, ma dobbiamo prepararci per ogni possibile
evenienza. Ci sono mille cose che possono andare male quando l'ultima
presa verrà rimossa e io vogliono che siamo pronti a tutto.
Fallimenti catastrofici, spegnimento del supporto vitale, qualsiasi
cosa! Tutto chiaro?"
"Mm-hmm."
"Ho
tutti i computer di back-up disponibili in standby per supportare il
sistema durante i tre minuti quando lui sarà offline. Nel
caso in
cui perdiamo il corpo fisico ha bisogno di essere automaticamente
commutato immediatamente al sistema principale. Se perdiamo l'I.A.
abbiamo quello della Crew Day in standby di emergenza nel caso in cui
dobbiamo allegare K.E.V.I.N. al suo posto. E penso di parlare per
tutta la Night Crew quando dico che nessuno vuole che questo accada.
Mai sentito i suoi gusti in fatto di musica? Semplicemente
terribile."
"Mm-hmm."
Pamela
lanciò un occhiata Carlos. L'uomo era proprio accanto a lei,
ma dai
suoi occhi era a miglia di distanza con la testa. Con un sospiro
profondo lei roteò gli occhi. "Ma ovviamente, quello a cui
di
più dobbiamo stare attenti è il branco di cani
selvatici liberati
nel laboratorio. Ho sentito dire che Steve è stato morso da
quello
con tre teste. Cose brutte. Ma ottimi artisti di graffiti,
però."
"Mm-hmm.
Aspetta, cosa?"
"Eccoti
qua. Bentornato alla Vale Colony, Carlos." Pamela gli fece un
piccolo sorriso. "Mi dispiace doverti riportare con i piedi per
terra, ma stiamo per cominciare l'ultima tappa del progetto Wireless.
Ho pensato che ti sarebbe piaciuto partecipare a questo memorabile
momento storico."
"Oh.
Scusami, Pamela. Stavo solo pensando-"
"Bene!
Sei uno scienziato! È esattamente quello che dovresti fare."
Pamela battè le dita conto la porta a parete. "Ma in questo
momento ho bisogno che rimani concentrato. Hai il compito
più
importante di tutti noi." Lo guardò dritto negli occhi
mentre
la porta si apriva. "Devi cercare di non far andare Cecil nel
panico. Ciò sembra essere la tua area di competenza."
"È
la mia area di competenza."
"Tu
sei davvero perfetto, non è veto?" Pamela marciò
fuori versò
quello che poteva essere descritto come assoluto caos.
Il
laboratorio principale era pieno di più persone di quanto
Carlos
avesse mai visto lì. In ogni computer c'erano almeno tre
persone e
lo spazio centrale brulicava di stagisti. Attraverso la folla
riuscì
a cogliere un assaggio di argento e viola del corpo di Cecil solo per
vederlo svanire ancora una volta. Se non fosse stato per il singolo
filo attaccato al soffitto non avrebbe avuto alcuna speranza di
trovare Cecil. Cominciò a camminare attraverso il mare di
scienziati
solo per fermare al suono del suo nome.
"Carlos!
Carlos!"
"Dana?"
Carlos
si fece strada verso di lei, urtando accidentalmente in uno dei
bidelli. Ugh, era quello con la giacca sporca, anche. Fece una nota
mentale di ripulirsi più tardi. Almeno non era quel bizzarro
razzista che stava nel portico. Dana si trovava al lato del muro con
l'alta Leann accanto a lei. Gli fece cenno di avvicinarsi e sorrise.
"Stavo giusto pensando quando ti saresti fatto vedere. Voglio
dire, è il tuo grande giorno, giusto?"
"Dana.
Leann." Annuì alle due ragazze. "Che cosa vi porta sulla
superficie?"
"Eh.
La tata del ratto era troppo calda con tutte queste persone in giro."
Dana agitò la mano verso tutte quelle persone. "Questo
è il
problema con dissipatori di calore. Ingoiano tutto il calore in
questa stanza. Compreso il calore nervoso-scienziato. Che è
un
calore grossolano."
"E
Steve mi ha chiesto di rimanere in allerta." Leann diede un
calcetto al kit medico al suoi piedi. "Che è una cosa un po'
scema se vuoi saperlo. D'altra parte, se c'è qualcuno che
potrebbe
ferirsi a scollegare un robot è sicuramente questo gruppo."
"Lei
è anche qui per la posta." Dana diede una piccola gomitata a
Leann nelle costole.
"Zitta!"
Leann ricambiò la gomitata. "Tutti quelli che usano la mia
posta sono già in questa stanza! Che cosa dovrei scrivere?
'Hey
ricordi quella cosa a cui hai lavorato ieri? Di certo è
andato bene
e o ha provocato la morte di tutti'."
"Bene."
Carlos si schiarì la gola. "Io dovrei-"
"E
se ci facessi un racconto drammatico?" Dana disse con gli occhi
che brillavano. "Il cavo scatta fuori dalla schiena di Cecil
solo per spingere il perfetto Carlos contro i computer!"
Leann
fece un rantolo giocoso. "Ooh! Ooh! Ma il destino crudele vuole
che cada contro un angolo acuto della scrivania! Si è fatto
male!
Sta sanguinando! C'è così tanto sangue!"
"Se
voi due avete finito-"
"Cecil
prende il morente Carlos tra le braccia!" Dana cadde contro
Leann, che la prese perfettamente. "C'è solo una cosa che
può
riportare il perfetto scienziato in vita."
"Il
bacio del vero amore!" Leann diete un'utile dimostrazione su
Dana. "Seguita da una sessione hot di sesso del vero amore!"
"Me
ne sto andando."
Carlos
andò via, facendo del suo meglio per ignorare le risatine
delle
ragazze dietro di lui. Avevano raggiunto la parte della storia che
coinvolgeva robot-bambini da quello che sembrava. Si rinfilò
nell'oceano vivente di scienziati. Poteva riconoscere solo la
metà
delle persone c'è c'erano lì. Attorno a lui
c'erano facce
preoccupate con scuri, stanchi occhi. Potevano essere solo cella Day
Crew, che avevano di gran lunga sorpassato il loro coprifuoco (1).
Poteva sentire i suoi muscoli contrarsi mentre le parole di Pamela
gli tornavano veramente in mente.
K.E.V.I.N.
era lì.
"Sir!
Voglio dire, Carlos!" Il forte schiocco degli stivali che
batterono insieme fu sufficiente per trascinare Carlos fuori dal
precipizio di terrore. Eileen fece il saluto militare con una grazia
che la maggior parte delle persone avrebbero solo potuto sognarsi.
"Buona
sera, Eileen." Disse, sforzandosi di tenere a bada l'ansia. "Non
c'è bisogno di farmi il saluto militare."
"Scusami
Carlos." fece un respiro profondo per permettere al suo corpo di
rilassarsi. "Riflesso automatico. Non tutti nella colonia sono
rilassati come quelli della Night Crew."
"Lo
avevo notato." Carlos mormorò mentre osservava quelli della
Day
Crew. Erano tutti rannicchiati insieme, guardando nervosamente la
Night Crew. Sobbalzavano ad ogni passo come se fossero sul punto di
urlare. Attraverso la folla riunita poteva vedere accenni di nero e
oro. K.E.V.I.N. era seduto sul pavimento, con tutti i suoi occhi
spenti. "Non dovresti essere di guardia?"
"Lo
sono. Kevin è in standby. Ha bisogno di conservare la sua
energia in
caso si necessità. E poi..." Condusse Carlos lontano dagli
altri. "Volevo ringraziarti. Per non averlo denunciato."
Per
un attimo Carlos pensò se fosse il caso di dirle
perché non lo
aveva fatto. Nella migliore delle ipotesi Cecil gli avrebbe urlato
contro per aver messo in difficoltà suo fratello. Oppure,
nella
peggiore, si sarebbe svegliato col robot splendente che fissava. Si
strofinò il collo e si sforzò di sorridere. "Io,
uh, so cosa
significa cercare di prendersi cura della propria famiglia. Feci la
stessa cosa quando mia sorella portò suo marito a casa la
prima
volta." Tranne per il coltello contro il collo. Quella parte era
meramente implicita.
"Sono
contenta che tu capisca." Eileen sorrise. "So che Kevin può
essere scoraggiante avvolte. E che la Night Crew ha decisamente paura
di lui. Ma a lui tiene davvero alle persone. Ha solo problemi ad
esprimerlo. Onestamente, credo che qualche suo programma di emozioni
sia un po' glitchada (2)."
Aggiunse tranquillamente. "O qualsiasi sia il termine corretto."
"Quello...
Spiegherebbe molte cose." Carlos si guardò dietro le spalle.
"Non dovrebbe essere troppo difficile da aggiustare. Ne hai
parlato col suo scienziato?" Esaminò la folla, ma nessuno
gli
saltò veramente agli occhi. Una piccola, amara risata di
Eileen lo
riportò indietro.
"Ti
prego. Kevin potrebbe anche venire eliminato e a quell'uomo non
importerebbe nemmeno." Sogghignò. "Non finchè non
potrà
più giocare con i suoi pezzi."
"Scusami?"
"Hmm?
Oh! Nulla. Solo, ignorami." La smorfia del suo viso si
trasformò
in preoccupazione. "Non ho detto nulla. Assolutamente. Su
nessuno." Diede una pacca a Carlos sul braccio. "Buona
fortuna con la disconnessione, okay? Speriamo che non sia necessario
che Kevin prenda il posto di Cecil. Adoro il ragazzo ma il suo senso
della musica-"
"Terribile.
L'ho sentito dire."
"È
così banjo heavy-"
"Senti,
vorrei davvero parlare con lo scienziato di K.E.V.I.N. qualche volta.
Confrontare le ricerche, discutere dei fratelli, questo genere di
cose. Ma non riesco a trovare un modo contattarlo. E ci ho provato.
Per gli ultimi sei mesi."
"Non
preoccuparti." Eileen fece uscire un sospiro stanco. "Quando
vorrà... sarà lui a trovare te." Con un ultimo
sofferente
sorriso si diresse verso il suo posto accanto a K.E.V.I.N.
Carlos?
La
voce di Cecil era a malapena un sussurro, e nessun altro
sembrò
farci caso.
Carlos,
è il momento.
Carlos
camminò verso il centro del laboratorio principale. Uno per
uno gli
altri scienziati si fecero da parte, lasciando Cecil e Pamela al
centro. La donna gli diede il suo classico sorriso sottile.
"Bene.
Ecco cosa faremo." Si sporse dietro Cecil e disegnò un
cerchio
con le dita intorno al cavo finale. "Si sono già presi cura
dei
passi preliminari. Tutto quello che dobbiamo fare adesso
sarà
rimuovere il cavo con un forte strattone. Il modo più veloce
e
sicuro e ritirare manualmente il cavo dalla base-" Indicò la
sfera bianca sopra di loro, "Mentre Cecil resta qui giù. Il
suo
peso dovrebbe bastare per farlo rimanere a terra, ma potrebbe anche
non farlo. Ed è qui che entri in gioco tu, Carlos."
"Vuoi
che lo tenga giù?"
"Sono
sicura che esiste un appropriato termine tecnico, ma sì."
Pamela agitò la mano. "Stavo per farlo fare ai tirocinanti,
ma-"
Pamela-
"Un
certo qualcuno ha chiesto se poteva farlo un certo qualcun altro.
Quindi se non ti dispiace, Carlos."
Capisco
se tu non voglia farlo!
Cecil disse mentre si torceva le mani.
So
che, so che avvolte hai qualche problema con me e-
"Cecil.
Va bene." Carlos sorrise a Cecil, e sentì lo stesso sospiro
felice dal fondo della sua mente. Succedeva ogni volta che sorrideva
a Cecil. Si chiese se se ne sarebbe mai stancato. "Lo farò."
"Adorabile.
Adesso se volete scusarmi, dovrei andare a fare il mio lavoro."
Pamela andò verso il pannello di controllo principale.
"State
pronti ragazzi! E che qualcuno prenda lo strano (3) in
standby! Sì sto parlando di K.E.V.I.N.! Volete fare
qualcosa,
ragazzi?!"
Attorno
a loro il laboratorio balzò in vita mentre tutti gli
scienziati
andavano verso le loro postazioni. Sopra di loro in cavo iniziava ad
essere ritirato dentro la sfera bianca. Carlos poteva sentire il
corpo di Cecil essere leggermente tirato via. Strinse i muscoli lo
tenne il più vicino possibile. Cecil esitò solo
un attimo prima di
fare lo stesso. Il cuore di Carlos batteva forte per la sensazione
dell'essere avvolto dal metallo caldo.
Carlos
non poteva prendere dal panico. Cecil aveva bisogno di lui.
Grazie.
Cecil
sussurrò nella mente di Carlos.
"Hey."
Carlos sorrise suo malgrado. "Sarei un pessimo fidanzato se non
lo facessi."
Già.
Aspetta, cosa?
"TIRATE!"
Pamela gridò al cielo sopra di loro.
Carlos
sentì Cecil sobbalzare violentemente fra le sue braccia.
Premette il
suo corpo contro quello di Cecil e tirò entrambi indietro
più forte
che poté. Ci fu un forte schiocco, e da dietro Cecil
poté vedere
l'ultimo cavo staccarsi e salire verso la spera bianca. Era vagamente
consapevole del fatto che i suoi piedi non lo avevano più
retto. Più
tardi avrebbe riflettuto che, sì, il tempo non era
effettivamente
rallentato. Era solo una questione di prospettiva e di adrenalina. Ma
in quel momento, si sentì proprio come se tutto si fosse
fermato.
Il
corpo di Cecil cadde a peso morto, e i suoi occhi viola divennero
bui.
Tutti
gli schermi sui muri si spensero in una volta.
K.E.V.I.N.
si alzò.
Il
peso di Cecil li trascinò entrambi sul pavimento.
K.E.V.I.N.
camminò verso di loro.
Cecil
cadde sopra Carlos, inchiodandolo giù.
K.E.V.I.N
era a solo qualche passo di distanza.
Le
luci si spensero.
Carlos
non stava andando nel panico.
Non
era in trappola. Sapeva per certo che Cecil pesava solo nove chili
(4) in più di lui. Quindi, tutto quello
che doveva fare era
solo spingerlo via e sarebbe stato libero. Non c'era pericolo che
rimanesse senza aria. La colonia aveva un sacco di sistemi per
garantirla, anche nel peggiore dei casi, ci sarebbe sempre stata
abbastanza potenza di back-up per mantenere i sistemi di supporto
vitale attivi. Era al sicuro. Niente poteva danneggiare nessuno di
loro.
Carlos
era convinto di quella logica finchè gli occhi di K.E.V.I.N.
non si
accesero.
La
luce dorata accecò il laboratorio buio. Carlos si sedette
come
meglio potè, tenendo il corpo metallico inerte di Cecil fra
le sue
braccia. Intorno il cinguettio degli scienziati si spense. Tutti li
stavano guardano e nessuno si mosse. K.E.V.I.N. abbassò lo
sguardo e
gli altri piccoli occhi si accesero pure.
K.E.V.I.N.
li fissò.
Carlos
si sposto per coprire per coprire Cecil col suo corpo per quanto
più
poteva.
K.E.V.I.N.
si inginocchiò accanto a loro, il suo occhio sempre
dolorosamente
luminoso nel buio. Per un momento gli occhi più piccoli
guizzarono
dall'ancora immobile corpo di Cecil al viso di Carlos. Una piccola,
risata felice uscì dal suo altoparlante mentre
uscì fuori la mano.
Le dita troppo affilate brillarono alla luce di K.E.V.I.N.. Con un
movimento fluido roteò mano e colpì Cecil sulla
nuca.
GAH!
Con
un clic lontano le luci del laboratorio si riattivarono. Uno ad uno
gli schermi tornarono on-line mentre occhi viola di Cecil brillarono
ancora una volta. Gli scienziati scoppiano di nuovo in vita e
tornarono alle loro postazioni come se niente fosse. Cecil si
alzò
piano a sedere, ma senza alcuna fretta a lasciare il fianco di
Carlos. Con un brontolio si strofinò la testa.
Oppure
avresti potuto premere il mio pulsante di riavvio, Kevin.
K.E.V.I.N.
rispose con la stessa debole risatina. Si rialzò e fece un
cenno a
Pamela. "Cecil è pienamente operativo. Posso tornare alla
mia
stazione di ricarica?"
"Qualsiasi
cosa ti faccia andar via di qui in fretta, strano." Pamela
schioccò di nuovo le dita. "Dana! Avevo visto Dana, giusto?
Eccoti qua. Va a renderti utile e prendi la spina."
"Sissignora!"
Dana cautamente girò attorno a K.E.V.I.N. e si inginocchio
accanto
a Carlos e Cecil. "Potrebbe farti sentire strano, Cecil. Oppure
no. Non lo so, non sono io quella con un buco nella schiena."
Prese un piccolo disco argentato e glielo fece vedere. "Questo
ti permetterà di ricaricarti in qualsiasi punto della tua
stanza.
Cosa che dovresti proprio fare visto che probabilmente stai avendo
un'emorragia energetica al momento."
Dana,
sto perfettamente bene! Solo non riesco a muovere il mio corpo.
"Uh
huh. E sono certa che ti si spezza il cuore." Dana si girò e
sorrise a Carlos. "Come andiamo, mister Scienza?"
"Sorprendentemente
bene." Carlos disse tranquillamente. Ed era vero. Cecil gli era
praticamente in grembo e non gli importava. Anche se il fatto che
K.E.V.I.N. si fosse allontanato aveva aiutato di molto i suoi nervi.
Tenne ancora Cecil mentre Dana cautamente posizionava il disco
d'argento sopra il foro che il cavo aveva lasciato.
"Ecco."
Sorrise. "Sei libero di andare."
Non
hanno bisogno di farmi dei test prima?
"I
test potranno aspettare finchè non sarai completamente
ricaricato."
Dana fece scivolare il suo braccio sotto quello di Cecil per aiutarlo
ad alzarsi. "Oi. Carlos. Dammi una mano."
"Hmm?
Oh. Sì." Carlos si alzò in piedi e mise il
braccio sotto
quello di Cecil pure lui. "Pronti?"
È
ok se faccio un broadcast?
"Mi
prendi in giro?" Dana sorrise mentre loro tre zoppicavano fuori
dal laboratorio insieme. "Sarebbe strano se non lo facessi."
Hai
ragione come sempre, Dana. Ahem.
Mia
cara Night Crew! E l'ancora sveglia Day Crew. Sono felice di
informarvi che il progetto Wireless è stato un completo
successo!
Per la prima volta nella mia lunga vita sono capace di lasciare i
confini del laboratorio principale. Ammetto che mi addolora sapere
che non sarò mai più in grado di utilizzare i
miei cavi per volare,
ma penso che siamo tutti d'accordo del fatto che si tratti di un
piccolo sacrificio per la capacità di vedere la colonia con
i miei
occhi. In questo momento mi trovo in un ascensore! Carlos, perfetto
Carlos, è appoggiato accanto a me, ansimando e tremando.
Dana sembra
che stia cercando di utilizzare la sua conoscenza del linguaggio dei
segni per segnalarmi che non avrei dovuto menzionare oh. Uhm. Oh hey,
l'ascensore a fatto 'ding' (3)!
Non sapevo che lo facesse! Com'è meraviglioso questo mondo!
Se
mi date un momento per parlare liberamente, c'è qualcosa che
vorrei
confessare. Quando mi hanno parlato per la prima volta del progetto
Wireless ero... Spaventato. Terrorizzato. Avevo paura. E con ogni
cavo che veniva rimosso dalla mia schiena la mia paura si trasformava
in terrore. Non temevo la morte. Temevo l'opposto. Che la mia
coscienza sarebbe stata tagliata fuori dalla colonia, e che sarei
rimasto da solo. Che sarei rimasto intrappolato nella mia esistenza
senza occhi né voce.
Che
non sarei mai stato capace di vedere Leann fare a Dana la sua ben
praticata proposta di matrimonio. Che non sarei mai stato capace di
fare l'elogio funebre al funerale di Josie. Che non sarei mai stato
capace di stingere la mano di Megan se, o quando, avesse scelto di
seguire le impronte dei suoi genitori. Che non sarei mai più
stato
capace di monitorare il battito cardiaco di Carlos mentre si
addormenta accanto a me.
Ma
il peggio non è successo. Sono vivo. Sono qui. Sono a casa.
Adesso
solo letteralmente a casa mia. Io sono-
Oh
cavolo. Io sono al 5% di batteria!
Night
Crew, Day Crew, eventuali spie aziendali in ascolto, penso che sia il
momento buono per augurarvi buona notte.
Buonanooo...
Carlos
aiutò a mettere Cecil sul divano mentre le sue lenti si
chiudevano.
Osservò come il simbolo dell'occhio chiuso sulla sua fronte
cambiò
dal viola all'arancione, e allora iniziò a lampeggiare.
"Sembra
che il caricatore funzioni." Disse Dana. "Non dovremmo
metterlo a letto?"
"Ha
detto che Khoshekh si è impossessato del letto anni fa. E
solo certo
che preferisca di più il divano."
"Sì,
è da lui." Dana tossicchiò. "Hey, se qui hai
tutto sotto
controllo io... dovrei andare a parlare con Leann. Di cose.
Perchè
credo che ci sia qualcosa che di cui dovrebbe parlarmi."
Carlos
annuì. "Vacci piano con lei."
"Stai
scherzando?" Dana gli sorrise mentre usciva la testa fuori dalla
porta. "Leann è l'unica in tutta la colonia che è
capace di
tenermi testa!" La sua risata echeggiò nel corridoio prima
che
la porta si chiudesse. Carlos fece un respiro profondo, lasciando che
gli eventi della giornata si stabilissero gentilmente nella sua
mente. C'erano ancora mille cose che lui e il resto del laboratorio
dovevano fare, ma per il momento potevano prendersi un attimo di
respiro. Andò verso il divano e si sedette a terra di
fronte,
proprio dove la testa di Cecil stava riposando.
La
lente più piccola di Cecil si aprì in una fessura.
Fidanzato?
Carlos
annuì.
Grazioso.
(5)
La
lente si richiuse e Cecil si addormentò.
***
Carlos
si sentì un po' in colpa a rovistando nell'appartamento di
Cecil
mentre il robot dormiva. Ma, come ripeté, era in missione.
Se
avrebbe continuato ad indagare sul problema di memoria di Cecil
avrebbe avuto bisogno di qualcosa per collegarlo al suo computer
portatile. E, considerando l'età di entrambi i dispositivi,
ciò
richiedeva qualcosa po' vecchio stile.
"Scusami,
Cecil." Carlos mormorò mentre scivolava silenziosamente
dentro
la camera da letto di Cecil. Tutto sommato non era sconvolto delle
varie tonalità di viola della stanza. A parte quello era
esattamente
come la sua stanza. Tranne per tutti i mobili vecchio stile. E dei
graffi agli angoli dei sopracitati mobili. Sospettava che il
colpevole principale fosse il gatto che sonnecchiava al centro del
letto. Si chinò leggermente e gratto la testa dietro
l'orecchio di
Khoshekh.
"Non
credo tu sappia dove Cecil tenga qualche cavetto in più,
vero?"
Il
gatto rispose con un normale gutturale purr.
Una
piccola esplorazione della camera da letto non portò a nulla
di
utile. C'erano vestiti nell'armadio, stranamente. Qualche ricordo del
passato della memoria qui e là. Le foto sul muro gli
raccontavano la
storia di quelli che lo avevano preceduto: Cecil in piedi accanto a
una ragazza adolescente. Cecil e quello che sembrava essere
matrimonio della ragazza ormai cresciuta nel laboratorio. Cecil con
la donna, un uomo e due bambini piccoli. Nella foto successiva
mancava l'uomo, e triste sorriso della donna finalmente gli fece
accendere la lampadina.
Josie.
C'erano
Cecil, Josie, e i due bambini adesso cresciuti. Un'altra foto con uno
dei due bambini ormai adulti mancanti e con l'altro che teneva un
bambino. Nell'ultima foto, nel comodino accanto al letto di Cecil,
c'erano Josie e una Dana di cinque anni in braccio a Cecil. Le dita
di Carlos sfiorarono leggermente la cornice della foto. Il nodo nel
suo stomaco era tornato, ma per un'altra ragione questa volta.
Khoshekh
tossì una palla di pelo.
Carlos
andò nella seconda camera da letto. A differenza di quella
di Cecil,
questa sembrava più un museo che un posto dove vivere. Le
pareti
giallo allegre erano sbiadite, e i mobili erano coperti da un piccolo
strato di polvere. Anche qui c'erano delle foto ma ognuna leggermente
diversa da quelle di Cecil. Ogni foto era traboccante di persone che
circondavano il famigliare robot nero e oro. E al suo fianco c'era
sempre Eileen, con un sorriso luminoso come il sole. Tutti nelle foto
sembravano felici. Certamente più felici degli scienziati
dagli
occhi scuri rannicchiati insieme quella mattina.
L'unica
cosa in camera nella letto che spiccava era il cassetto superiore
dell'armadio. La polvere non era così spessa lì
come era ovunque
nella stanza. Sapeva che poteva essere per il flusso d'aria, ma
questo non gli impedì di guardare. Di tutte le cose che
aveva
pensato che potesse contenere non avrebbe mai sospettato di un enorme
peluche a forma di procione con un cuore cucito sulla pancia. Stava
per chiudere il cassetto senza una seconda occhiata finchè
non si
accorse del cavetto mezzo nascosto sotto il procione.
Carlos
mise il cavetto il fondo alla tasca del suo camice e chiuse il
cassetto più silenziosamente che poté. Avvolte
sapeva di essere
decisamente senza speranza quando si trattava di situazioni sociali.
Ma era sempre stato bravo con i puzzle. Che si trattasse di una riga
di un codice che non aveva senso o di I.A. che avevano di gran lunga
sorpassato i limiti delle deviazioni consigliate. Questo mistero non
era diverso. Si trascinò fuori dalla stanza, cercando di non
disturbarla più di quanto avesse già fatto.
Cecil
era ancora addormentato sul divano. Carlos si tolse il suo camice,
cautamente svuotandone le tasche sul tavolino da caffè prima
di
appoggiarlo sopra Cecil. Le sue (n.d.t.
Di Cecil) si piegarono sul
tessuto sottile,
tirando il camice più vicino.
"Hey.
Cecil."
Nn.
"Non
è che per caso hai delle porte di rete, vero?"
Ngh.
Collo. Dietro.
Cecil
si girò sulla pancia. Adesso che sapeva dove guardare
notò il
piccolo pannello proprio alla base del collo. Carlos lo
sfiorò
leggermente e questo felicemente si aprì. C'erano alcune
prese
vecchio stile lì dentro, insieme ad un piccolo dispositivo
di
chiusura in alto. Con un paio di torsioni collegò il cavetto
della
camera di K.E.V.I.N.. Ovviamente entrò. Lo sapeva anche
prima che lo
provasse.
"Cecil."
Carlos con una voce morbida, con cura. "Ho bisogno del tuo
permesso per accedere alla tua memoria. Capisco che ci siano molte
informazioni private lì dentro, ma giurò che non
parlerò a nessuno
di quello che vedrò. A meno che tu non voglia. Capito?"
Mm-hmm.
"Ti
sto per collegare al mio portatile. Io... io onestamente non so come
sarà la cosa da parte tua. Ma se ti sentirai a disagio o
vuoi che io
non continui più basta dirmelo e mi fermo subito, okay?"
Posso
dare un'occhiata ai tuoi file?
Carlos
sorrise. "Credevo che Pamela ti avesse detto che non potevi
farlo."
A
Pamela piace il Dr. Carlsberg.
"Sono
stato sposati per dodici anni." Carlos tornò a sedersi sul
pavimento e prese il suo vecchio computer. Tendeva a tenerlo al lato
del divano in questi giorni. "E poi per altri cinque. E sono
quasi sicuro che faranno un altro colpo quando lei si
ritirerà."
Vedi?
Cecil
fece un suono che sembrava quasi uno sbadiglio. Non
ci si può fidare della sua capacità di giudizio.
Carlos
appoggiò la schiena alla base del divano. "Va bene. Ma le lo
scopre non chiamarmi per la cauzione." Si morse il labbro mentre
guardava la porta USB del suo computer. Accidenti. Aveva sperato che
i due avessero più o meno la stessa età. Aveva
bisogno di un
adattatore. Uno come quello che c'era sul tavolino da caffè
con
tutte le cose che aveva tolto dalle tasche del suo camice. Uno che
sapeva, per certo, di non possedere. Ovviamente il cavetto ci
entrò
perfettamente. E, ovviamente, entrò perfettamente nel suo
computer.
Un altro pezzo del puzzle, anche se non era sicuro da dove saltasse
fuori.
Urk.
"Tutto
ok, Cecil?"
Sì.
Sì. Tutto okay. Solo... non sono abituato ad avere
qualcos'altro qui
con me. Cos'è Galatea?
"È
il nome del mio computer. Te lo..." Carlos si schiarì la
gola.
"Spiegherò più tardi. Promesso."
Okay.
Io solo... esplorerò un poco...
La
voce di Cecil andò alla deriva ancora una volta. Carlos fece
un
respiro profondo e si concentrò sul computer che aveva di
fronte.
Aveva già effettuato lavori simili con altre I.A. in
passato, Ma mai
con nessuna talmente vecchia. I ricordi erano normalmente memorizzati
come file video di dimensioni diverse a seconda dell'importanza
dell'evento. Dati spazzatura e pensieri casuali erano gettati in file
di testo casuali. Anche le persone erano organizzate in questo modo.
Più importante era la persona per l'I.A., maggiore era la
cartella.
Ad esempio, Carlos non poteva fare a meno di notare che la terza
cartella si chiamava Perfect_Scientist_Carlos. Era sotto
Little_Sister_Dana (6) e sopra una cartella che era
solo una
stringa di testo incomprensibile.
"Potrebbe
volerci un po', Cecil." Carlos disse mentre apriva il suo stesso
file. C'erano molti video e file testo per solo sei mesi. Usci
velocemente dalla cartella prima che la curiosità prendesse
il
sopravvento. Guardò la cartella MUSICA anch'essa
straordinariamente
grande prima di andare sulla cartella principale della memoria video
per dargli un'occhiata.
"Giorni,
mesi, possibilmente anni. Quanto va indietro?" Non importava
quanto scendesse non c'era fine a quei video. Non lo sorprendeva che
Cecil ricordasse tutto, quello che lo sorprendeva era la
quantità
dei file immagazzinati. Ogni persona, ogni giorno, ogni evento della
vita di Cecil era tutto lì e tutto documentato. Tutto tranne
quelli
nella cartella dal testo incomprensibile.
Non
devi farlo per forza.
"Voglio
farlo." Carlos fece un respiro profondo. "anche se ci
dovessi mettere anni, ti aiuterò a ricordare.
Troverò lui per te."
Oh,
Carlos!
La
voce di Cecil quasi brillava di felicità. Carlos
sentì il robot
venire un po' più vicino solo per poterlo circondare con un
braccio.
Per un breve momento il suo cuore svolazzò. Non, Carlos si
rese
conto, per la sua ansia. Sollevò la mano di Cecil e
passò il
pollice sul dorso. Dopo solo un secondo di esitazione baciò
leggermente le nocche di Cecil. Ci fu ancora una volta quel morbido,
gemito felice. Aspettò che il braccio di Cecil si
allentò prima di
tornare al suo lavoro.
***
Cecil
ricordava tutto.
Chi
era stato dove all'esatto momento. Cosa la mensa serviva quel giorno.
Cosa mangiavano tutti alla mensa. La frequenza cardiaca e la salute
generale di ogni membro della famiglia e dei dipendenti che vivevano
all'interno della colonia. Passati frammenti di conversazione che
Cecil non poteva fare a meno di sentire. Giorni di facilmente
dimenticabili routine che scorrevano insieme solo per essere
dimenticati. Tutto era lì.
Tutti
tranne i ricordi censurati.
Carlos
riusciva a capire perché questo faceva impazzire Cecil. Il
vuoto
nella memoria di Cecil si era diffuso a tutto ciò che era
collegato
con l'uomo dimenticato. Allo stesso tempo, la mancanza di
informazioni cominciava a dipingere un'immagine nella memoria che era
stata tolta. Prima di tutto, non vi era alcuna menzione del Dog Park.
O sui cani in generale. Le montagne erano andate per lo stesso
motivo. L'unico accenno di un lasso di tempo che riusciva a trovare
era la pura e semplice mancanza di informazioni sui tumulti
dell'Unione di circa quindici anni fa. Era abbastanza sicuro che
aveva colpito la colonia, pure. Avrebbe dovuto chiedere a Josie
più
tardi.
Tutta
la sua ricerca non era ancora abbastanza. Aveva bisogno di un nome.
Di un filo conduttore. Di una prova di chi avesse preso i suoi
ricordi. Carlos prosciugò la sua terza tazza di
caffè e sospirò.
Sapeva che non avrebbe dovuto aspettarsi di trovare qualcosa la prima
notte, ma era comunque frustrato. Questo era il suo pane quotidiano!
Aveva ottenuto un premio dal governo coreano per il recupero di dati
memoria di un'I.A.! Naturalmente, in quella situazione l'I.A. era in
grado di nascondere le informazioni dove la gente non poteva
trovarle. Ma ogni cartella su Cecil era stata ben combinata. Quasi
come se la persona che lo aveva fatto sapeva esattamente dove
cercare.
Carlos
si appoggiò contro il divano. Cecil era completamente carico
adesso,
ma stava ancora vagando in giro dentro il suo computer portatile.
Ogni tanto Carlos vedeva con la coda dell'occhio che prendeva una
cartella e la spostava. Beh, se Cecil potrebbe trovare un modo per
organizzare il tutto Carlos lo avrebbe lasciato fare. Lui aveva
rinunciato anni fa. Anche se, al momento sembrava essere interessato
solo alla raccolta di musica di Carlos. Aprì il lettore
musicale e
osservò lavoro Cecil. L'I.A. stava compilando tutte le
informazioni
mancanti che nessun altro nell'universo conosciuto si sarebbe preso
la briga di conoscere. Testi di canzoni, valutazioni, copertine degli
album…
"Cecil?"
Sì,
mio meraviglioso Carlos?
"Che
tipo di musica odia tuo fratello?"
Musical.
L'opera. Quel genere di cose. Perchè?
Carlos
aprì il lettore musicale. Dopo qualche minuti
trovò la categoria
muscal. "C'è un musical che davvero non riesce a sopportare?"
Non
sopporta
Gilbert
&Sullivan.
Il
che è un peccato,
davvero. La dottoressa Palmer lo ascoltava sempre mentre lavorava.
Carlos
aprì la bocca per parlare, ma venne interrotto da un rumore
strano
da Cecil. "Che cosa?" disse, sapendo già cosa c'era che
non andava.
Non
c'è nessuna canzone che si chiama 'Primo Bacio'
in
Mikado. Questo è strano. È un file video. Fammi
un po' vedere-
"Aspetta!
Cecil, non-"
***
"Ovviamente
sono orgoglioso di servire la colonia. Ma sono terrorizzato, anche."
C'era
un giovane uomo un abiti militari. Stava guardando alla telecamera,
che Carlos suppose fosse Cecil in sé. Erano insieme nel
laboratorio
principale da soli. Il sorriso del giovane uomo raccontava una storia
di dolore, miseria e accettazione. Allungò la mano e prese
quella di
Cecil, tirando il robot un po' più vicino. I suoi strani
occhi
robotici riflettevano la sfera bianca sopra di loro.
"Avremmo
potuto avere qualcosa insieme, Cecil. Ricordatelo sempre."
Si
sporse in avanti e lo schermo si oscurò per un secondo. Il
giovane
uomo con gli occhi strani fece un passo indietro e, con lo stesso
sorriso tragico sulle labbra, uscì dal laboratorio.
***
Il
video si fermò.
Io...
Io non ricordo... questo.
"Cecil?"
Non
mi ricordo di lui. O di venir baciato. O una qualsiasi combinazione
delle due.
"Dobbiamo
far vedere questo a Josie." Carlos copiò il video nel suo
computer. "Ci sono altri file al posto sbagliato?"
Hmm?
Oh. No. Solo quello. Ho controllato.
"Okay.
Questo va bene. Dovrebbe bastare." Carlos fece un respiro
profondo. "Cecil, ho bisogno di espellerti dal mio computer
portatile. Dal momento che sei un vecchio modello d'I.A. c'è
una
piccola possibilità che uscire senza espellerti prima
potrebbe
corrompere la tua programmazione. Non voglio rischiare ulteriori
danni ai tuoi file memoria. Quando hai finito fammelo sapere, ok
Cecil? Cecil?"
Carlos
finalmente si girò. Cecil era ora seduto con le sue
ginocchia tirate
fino al suo petto. Il robot stava cercando di rannicchiarsi in una
sfera perfetta. Carlos improvvisamente si rese conto che stava
già
facendo un lavoro schifoso come ragazzo di Cecil. Carlos
saltò sul
divano e circondò Cecil con un braccio. Gli
strofinò la schiena,
non sapendo cos'altro fare. Passarono diversi minuti prima che l'I.A.
parlò di nuovo.
Era
quello, vero? Cecil
disse piano
Il
mio unico ricordo di lui.
Chiunque lui sia.
"Forse
sapevi cosa stava per accadere, e quindi hai nascosto questo ricordo
per non farlo criptare."
Mi
ha baciato e io non so nemmeno perchè. Sembrava
così... triste.
Sì,
pensò Carlos fra sé e sé, lo sembrava.
Come un uomo che sapeva di
aver perso. O che non aveva mai avuto la possibilità di
vincere. Il
silenzio minacciava di nuovo di avvolgersi intorno a loro,
così
Carlos cercò di combatterlo nel miglior modo che poteva.
Divagando.
"Se
ti fa sentire meglio il mio primo bacio è stato terribile."
Cecil
sollevò la testa. Sì?
"Il
suo nome era Suzie. Era la ragazza più carina delle mie
scuole
medie. L'ho portata al St. George Carnival. Abbiamo fatto tutto
ciò
che si faceva agli appuntamenti: vincerle un regalo, fare qualche
giro sulle giostre insieme, mangiare qualche pizza troppo fritta,
l'intero carnival experience. Finalmente a fine serata l'ho portata
sulla ruota panoramica. Avevo pensato che sarebbe stato super
romanticose l'avessi baciata quando la ruota si sarebbe fermata al
punto più alto. Quindi mi sono avvicinato e la baciai
proprio sulle
labbra."
E?
"Scoprì
che era terrorizzata dalle altezze. Proprio dopo averla baciata si
chinò sopra il lato del sedile e vomitò tutto. Il
che aveva davvero
rovinato tutta la serata."
Cecil
si fece sfuggire un mezzo sbuffo, una mezza risata.
"Vedi?
Poteva andare peggio." Carlos sorrise al vecchio ricordo. "Il
mio secondo bacio andò meglio. Er, finì con
l'essere con il
fratello maggiore di Suzie, Riley. Dopo una mezz'oretta dal primo.
Andammo dietro il tilt-a-whirl (7) e quello...
quello fu
decisamente migliore." Poteva sentire le sue guance riscaldarsi,
anche dopo tutto quel tempo fra adesso e il ricordo. "Quindi non
preoccuparti, il tuo secondo bacio sarà meglio del primo."
"È
una promessa?"
Carlos
si bloccò. Conosceva quella voce meglio della propria
adesso, ma
sembrava quasi aliena fuori dalla sua testa. Guardò Cecil
giusto in
tempo per vedere il robot rimuovere il suo faceplate. No. Non era un
faceplate. Il suo casco. Il suo casco.
Il
casco cadde a terra e fu subito dimenticato. Cecil si voltò
verso di
lui e ora Carlos poteva vedere completamente il suo volto. Il suo il
suo perfettamente normale volto umano, con capelli normali e occhi
normali. Le uniche cose non-umane su di lui erano le morbide linee di
lavanda incandescente sotto la pelle dove avrebbero dovuto esserci le
sue vene. Carlos accarezzò la guancia di Cecil con il
pollice.
Quello che credeva essere pelle era invece metallo duttile che era
caldo al tatto. Alcuni hanno descritto come Cecil nella media, ma in
quel momento Carlos non poteva ricordare una vista più bella.
Così
Carlos lo baciò.
Era
un morbido, bacio sperimentale. Uno che difficilmente ci si
indugiava. Voleva vedere come Cecil avrebbe reagito se qualcuno lo
baciava. Voleva sapere come il proprio corpo avrebbe reagito alla
pelle metallica innaturale. L'esperimento deve aver funzionato
perché
Cecil ricambiò il bacio con uno dei suoi. Un altrettanto
spaventato
e leggero come il primo. Il prossimo bacio non era così
dolce e
leggero. Quando arrivarono al quarto, quinto e sesto bacio, pezzi di
vestiti e armature venivano messi da parte e subito dimenticati. Al
momento in cui arrivarono alle decine Cecil aveva spinto i due di
nuovo giù sul divano.
Entrambi
dopo persero il conto.
Notes:
C.E.C.I.L.
e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che
può
essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone
muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a
http://videntefernandez.tumblr.com/
ma
non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la
chiameremo
solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete
seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui
http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato
da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!
N.d.T.
1)
Bedtime
in
verità si tradurrebbe più con ora
di andare a letto o
simili.
2)
Glitch
è
un termine informatico per definire un errore di programmazione.
Avete mai visto Ralph Spaccatutto? Avete presente Vanelope? No?
DISGRAZIA SU DI VOIIII!
3)
Non amo mai
tradurre freak
con
strano,
o
con mostro.
In
sensi di significato
noi insultiamo la gente con ''sfigato'', gli americani invece dicono
freak.
Per
me rimane un po' intraducibile, boh.
4)
25
pounchs.
5)
NEAT!
Dice
neat!
Questo
termine ha molti significati (vedi
qui),ma
grazioso
era
quello che calzava di più.
6)
Dai, i nomi
delle cartelle non
potevo tradurle.
Sono
bellissime. Ma, per i negati negati negati in inglese le cartelle
dicono letteralmente Perfetto_Scienziato_Carlos
e
Piccola_Sorella_Dana.
7)
Tilt-A-Whirl
è una giostra. Vedete qui,
perchè nemmeno io sapevo cosa fosse. Da noi è
tipo solo La
Piovra
la cosa più
simile (su wikipedia, quella in inglese, dicono che in Europa viene
chiamata Waltzer)
Però una volta ci sono pure salita.
Scusate
il ritardo! Sono di fretta e devo scappare! Aggiungerò altri
commenti dopo!
Ok,
adesso (dal mio punto di vista temporale) è dopo. Tipo
mezzanotte e
mezza. Ma dettagli.
Comunque,
mi scuso per il ritardo e volevo solo avvertirvi che 1) siamo a
metà
storia! 2) il quindici mi riinizia la scuola, quindi temo il tempismo
degli aggiornamenti. Speriamo bene.
Volevo
segnalarvi una specie di oneshot che ha scritto la nostra carissima e
dolcissima autrice (era una risposta ad una domanda su tumblr). Siete
arrivati all'episodio 49 di Night Vale, vero? Altrimenti allerta
spoiler! E considerando l'episodio devo avvertirvi che vi si
spezzerà
il cuore in tanti piccoli pezzettini, che la vostra anima vi
manderà
a fanculo per leggere queste cose e che potreste passare il quarto
d'ora seguente a chiedervi del perchè della vita. Buona
lettura!
http://arachnescurse.tumblr.com/post/96050735216/because-can-you-tell-i-love-your-writing-yet-and-hey
(ovviamente
è in inglese. Ma
se credete di aver capito male, che in realtà no, non
può essere,
vi state sbagliando. Love)
Also,
vi invito a cercarvi le fanart su tumblr (basta cercare Welcome to
Cyber Vale o WTCV), ma intanto vi linko questa di freedomconvicted,
che sta a pennello con questo capitolo
http://freedomconvicted.tumblr.com/post/73657370675/who-programmed-you-to-look-so-fine-c-e-c-i-l
E
questo è il link per la storia originale
http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2128293
mi
raccomando, passate!
Buonanotte,
Cyber Vale, buonanotte.
|
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Capitolo 7 *** In Which Carlos Does Some Research ***
Sono
un pochino in ritardo
La
scuola mi odia
Le
cicale stanno cantando fuori dalla mia finestra
Welcome
to Cyber Vale!
*
musica funkie e misteriosa in filodiffusione *
Chapter
7: In Which Carlos Does Some Research
(Capitolo
7: Nel quale Carlos fa qualche ricerca)
Carlos
non riusciva a pensare.
Questo
non era proprio vero. Poteva pensare. Al momento stava pensando
davvero parecchio. Il problema era che l'unica cosa a cui riusciva a
pensare era Cecil. Non i suoi soliti pensieri sulle deviazioni
dell'I.A., comunque. Invece era molto concentrato su come fosse bello
sentire Cecil fra le sue braccia. Come ogni centimetro del corpo
umanoide del robot fosse una miscela perfetta di arte e scienza. O
come Cecil possa invocare qualsiasi richiesta o esigenza soltanto
dicendo il nome di Carlos e oh Dio accidenti ci era cascato di
nuovo.
Carlos
si strizzò gli occhi chiusi. Aveva bisogno di pensare.
K.E.V.I.N.
aveva criptato la memoria di Cecil. Sebbene lui, o chiunque altro
collegato a Cecil, avrebbe potuto visualizzare i file, non poteva
alterarli in alcun modo. Le uniche persone che avevano la
capacità
di farlo erano la dottoressa Palmer e il fratello di Cecil. Le sue
dita sfiorarono leggermente il disco d'argento sulla schiena di
Cecil. K.E.V.I.N. ne aveva l'abilità, ma aveva il movente?
Forse
aveva criptato i ricordi per proteggere suo fratello? L'allegra
minaccia di prima (n.d.t.
Vedi capitolo 5) implicava che
questa non era la
prima volta che succedeva ciò.
Cecil
e l'uomo dimenticato erano stati amanti? Ma le poche parole che
l'uomo aveva detto sembravano pesanti di rammarico. Come un uomo che
sapeva che stava andando a morire. Esistevano altri ricordi dopo quel
momento, adesso rinchiusi da qualche parte? Quell'uomo aveva mai
tenuto Cecil così? Sono mai stati aggrovigliati insieme sul
divano
di Cecil con un camice di cotone che li copriva come una coperta di
fortuna? Stomaco Carlos sobbalzò all'idea di qualcun altro
tenere
Cecil. Un pensiero irrazionale, ma non gli impedì di dare un
bacio
protettivo la testa di Cecil.
Carlos
doveva concentrarsi.
Avrebbero
chiesto a Josie prima di tutto. Era il membro più anziano
della
Night Crew, quindi c'era una possibilità che lei fosse in
giro
quando lo era anche l'uomo dimenticato. Dall'aspetto dei suoi occhi
robotici il ricordo doveva essere di circa 10-15 anni fa. Il campo
dell'ottica robotica non era così sofisticato nel creare
occhi
realistici prima di allora. Dopo Josie suppose che avrebbe potuto
fare un tentativo con Eileen. Lei e l'uomo si assomigliavano. Sapeva
che improbabile che lei era il cugino di cui Cecil aveva parlato, ma
valeva la pena provare. Forse avrebbero potuto chiedere a Steve dopo.
O a Dana. Oppure Carlos avrebbe potuto concentrarsi su come le mani
di Cecil stavano cominciando a vagare di nuovo.
"Non
stai davvero dormendo, vero?"
"Nemmeno
tu." Cecil si sollevò sui gomiti e sorrise a Carlos. Era
abbastanza vicino tanto che Carlos poteva vedere il viso di Cecil
chiaramente, anche senza gli occhiali. Ovunque fossero. Probabilmente
nello stesso posto in cui era andata a finire la sua maglietta.
L'espressione di Cecil era di pura, anche le un po' stanca,
beatitudine. Passò leggermente la mano fra i capelli di
Carlos,
facendo rotolare le ciocche intorno alle sue dita sottili. "E tu
hai bisogno di dormire, non importa quanto ci provi."
"Non
posso. Devo riuscire a risolvere questo casino prima."
"Oh.
Capisco." La Cecil si sgonfiò. "Io, io penso che sia stato
un po' improvviso,vero? Travolti dal momento e tutto quanto. Capisco
se...se tu non vuoi..."
"Cosa?
No! No." Carlos bandì il dispiacere dalla voce di Cecil con
un
bacio. "Prima di tutto, no. Sei la cosa migliore che mi sia mai
successa. E sono sicuro che se tu fossi qui adesso starei scrivere un
saggio che delinea ogni modo in cui hai reso la mia vita migliore."
Carlos si contorse alla sua confessione, ma Cecil non sembrò
accorgenese. Infatti, le sue guance stavano letteralmente brillando
ora. Quello stesso morbido, bagliore lavanda che si muoveva nelle sue
vene. Carlos fece una nota mentale di ritornare su quell'argomento
più tardi. "Parlavo dei tuoi ricordi perduti. Il fatto che
qualcuno abbia pensato che sia necessario eliminare completamente
qualcuno dalla tua memoria è... preoccupante. Non sei
esattamente un
I.A. nella media, Cecil."
"Anche
tu sei speciale, Carlos."
Carlos
fisso Cecil. "Tu sai
cosa
sei,
giusto?"
"Certo!
Io sono la Centra-"
"No.
Non intendevo-" Carlos tolse la mano di Cecil dai suoi capelli
così che potesse vederla. C'era un piccolo marchio di un
cerchio
attraversato da un trattino inciso sul dorso della sua mano. "Sai
cos'è questo?"
"…
una strana ammaccatura?"
"No,
non è una strana ammaccatura." Carlos lo lasciò
andare, solo
per circondare Cecil con un braccio. "Questo significa che ti
sei un Alpha, una delle prime serie di robot I.A. mai costruiti.
Prima che ci fossero norme o regole su comportamento e sulla
sensibilità. Tu e il resto degli Alpha sareste dovuti essere
distrutti, ma...beh..." Carlos sorrise a Cecil. "C'era una
voce che diceva che siano tutti scappati prima che potessero
spegnerli. Credo sia vera. E ho intenzione di assumere che anche
K.E.V.I.N. sia un Alpha. Davvero non sai niente di tutto
ciò?"
Cecil
scosse la testa. "Il mio primo ricordo è della dottoressa
Palmer che mi sveglia. Ero già collegato a
quel punto."
"Huh.
Dovrò controllare. C'è una possibilità
che sono riusciti a
cancellare i tuoi ricordi a titolo definitivo. Onestamente non
credevo fosse possibile. Potrei dare un'occhiata a qualche vecchia
tesi del college, o... wow." Fece una pausa. "Faccio schifo
nelle chiacchierate notturne."
Cecil
rise e scivolò già accanto a Carlos. Poi di nuovo
si strinse suo
scienziato. "Non importa. Sei adorabile quando blateri."
"Lo
prenderò come un complimento."
"E
dovresti." Cecil poggiò la testa sulla spalla di Carlos.
"Quindi... essere un Alpha cosa ha a che fare con i miei
ricordi?"
"Okay.
Come posso spiegartelo? La tua memoria, come il resto della tua
programmazione, non può essere alterata dai computer
normali. Voglio
dire, è la stessa cosa per la maggior parte degli I.A., ma
in questo
caso è praticamente impossibile. Ci sono solo due cose che
io sappia
che possano riprogrammarti. Una è Alphatek stessa, la
compagnia dove
in origine lavorava la dottoressa Palmer e che ti ha essenzialmente
creato. La seconda è, beh..." Carlos fece un respiro
profondo.
"Un altro Alpha."
Poteva
sentire le braccia di Cecil stringersi di più attorno a lui,
ma
questa volta non ci fu nessun improvviso shock di ansia.
"Carlos..."
"Lo
so, Cecil."
"È
mio fratello, Carlos!"
"Guarda,
non sto dicendo che K.E.V.I.N. lo ha fatto. È solo, beh,
l'unica
cosa che ha un senso logico." Si contrasse. Faceva davvero
schifo a questo genere di cose, non è vero? "E forse
K.E.V.I.N.
aveva una buona ragione?"
"Per
esempio..?"
"Che
per esempio forse l'uomo che non ricordi ti ha fatto del male in
qualche modo. Molto male. Non faresti lo stesso per K.E.V.I.N.?
Carlos
sentì Cecil rilassarsi nelle sue braccia. Deve aver detto la
cosa
giusta per una volta.
"Quindi
adesso che facciamo?" disse Cecil, con voce quasi sull'orlo.
"Chiediamo
a Josie se sa qualcosa. Poi possiamo parlare con Eileen per vedere se
sa qualcosa sull'uomo dei tuoi ricordi. E dopo quello possiamo
lavorare sul codice criptato. Anche considerando che sei un Alpha
deve esserci qualche modo per riuscire a sbloccarlo." Carlos
fece una pausa. "E io dovrei davvero farmi una doccia. Credo.
Probabilmente dovresti andare tu prima."
"Sai,"
Cecil sollevò la testa. "ho sempre voluto provare a farne
una."
''Oh?
Dovresti essere in grado ora che sei scollegato. E da quello che
posso dire sei resistente all'acqua, quindi dovresti essere in grado
di, uhm..." La voce di Carlos si spense quando finalmente colse
lo sguardo negli occhi di Cecil. Sapeva che poteva essere intenso
avvolte.
Ma
non così
intenso.
***
Okay.
Piano B.
Carlos
diede un altro morso al suo biscotto di farina d'avena mentre
camminava lungo il corridoio. c. Sebbene Cecil fosse fisicamente
ancora dentro il laboratorio, la sua voce continuava a viaggare
dentro la testa di Carlos.
"Mwffut.
Mmph Ffffd-"
Non
parlare con la bocca piena, Carlos.
"Scusa."
Carlos finì velocemente il suo biscotto. Provare a parlare
con Josie
era stato un fallimento (1). Carlos era entrato nel
suo
ufficio con una dozzina di domande e ne era uscito con una manciata
di biscotti di farina d'avena e una sciarpa fatta a maglia intorno al
collo. Non che potesse incolpare l'anziana donna. Era stata occupata
ad essere collegata alle sue macchine ritarda-morte quando successero
i tumulti dell'Unione. Josie non sembrava nemmeno tanto sconvolta
dalla memoria alterata di Cecil. Il che significava che era tempo per
il Piano B.
''Dov'è
Eileen?"
È
sulla tua strada. Sei sicuro di poter gestire questo?
Carlos
si fermo davanti ad uno degli occhi del corridoio. "Starò
bene.
Il viaggio in ascensore è lungo solo un minuto circa. Mi, mi
va bene
quello. Com'è la situazione?" (2)
Kevin
sta riparando un condotto AC giù al terzo piano.
Fortunatamente la
strana vecchia custode ha deciso di fumarsi una sigaretta nel bagno
del quinto, quindi Eileen era obbligata a usare quello del settimo.
Visto che le scale vengono pulite al momento, sotto il mio improvviso
ma indiscutibile ordine, lei userà l'ascensore proprio
dietro
l'angolo. Ma sei certo di-
"Sì.
Te l'ho detto. Sono sicuro." Carlos allungò la mano e
sfiorò
la sfera viola. "Questa è la nostra grande occasione per
poter
parlare con lei senza nessun altro in giro. La Night Crew si sta
preparando per andare a dormire, la Day Crew è ancora alla
sua prima
tazza di, e K.E.V.I.N. è quattro piani sotto di noi."
Sai,
non è necessario pronunciare il nome di mio fratello in quel
modo.
"In
che modo?"
Lascia
perdere. Eccola che arriva!
In
lontananza Carlos poteva sentire l'inconfondibile ticchettio degli
stivali di Eileen. Carlos aspettò finchè non
sentì il leggero
'ding' prima di voltare l'angolo e infilarsici dentro. Fece del suo
meglio per ignorare il nodo del suo stomaco mentre le porte si
chiudevano davanti a lui. Poteva farcela. Doveva farlo per Cecil.
Carlos inghiottì il suo nervoso e fece un cenno a Eileen.
"Buona
sera, Eileen."
Eileen
ricambiò. "Buon giorno, Carlos. Sono un po' sorpresa nel
vederti qui. Avrei giurato che tu odiassi gli ascensori. Almeno,
questo è quello che dice il tuo file personale altamente
invasivo."
Ed
era così. Stava usando tutta la sua forza di
volontà per non andare
in iperventilazione. Ma Eileen non aveva bisogno di sapere nulla di
tutto ciò, così invece disse a denti stretti. "Le
scale sono
chiuse."
"Ugh,
lo so." Sospirò drammaticamente. "Sono piuttosto sicura
che sia per un pericolo d'incendio."
"Già.
Potrebbe essere." Carlos si concentrò sul suo respiro.
Aspettò
che l'ascensore iniziasse a muoversi prima di dire la sua ben provata
frase.
"Hey,
volevo chiederti qualcosa su tuo cugino."
Sapeva
che era un azzardo. La possibilità che Eileen davvero fosse
la
cugina dell'uomo dimenticato erano piccole. Molto probabilmente
Eileen non avrebbe saputo di cosa Carlos stesse parlando, o avrebbe
aperto un'inutile conversazione su un qualche casuale parente di lei.
Aveva preparato qualche cosa da dire per qualsiasi evenienza.
Carlos
non aveva previsto, tuttavia, che Eileen avrebbe premuto il pulsante
d'arresto di emergenza talmente forte da rompere l'involucro di
plastica di sicurezza intorno a esso. Il suo corpo sbatté
contro la
parete mentre l'ascensore si fermava di botto. Tutti i suoi cauti
piani svanirono, solo per essere sostituiti dal panico vertiginoso
che conosceva troppo bene.
Carlos!
La
voce di Cecil fu un taglio in mezzo alla nebbia della sua mente.
Semplicemente quel suono fu abbastanza per Carlos per farlo
allontanare dal bordo del precipizio. Non era abbastanza per far
svanire il terrore in sé, ma lo era per riportarlo indietro
nel
presente. E per farlo realizzare che Eileen era solo a qualche
centimetro da lui con il fuoco negli occhi. Ebbe una frazione di
secondo per notare i suoi occhi robotici prima che lei lo premette
contro la parete dell'ascensore.
"Chi
diavolo
ti
ha parlato di
Earl?"
Carlos?
Non andare nel panico! Ma, uhm, non credo di riuscire a far ripartire
nuovamente l'ascensore. Sono ignorato.
"Cecil-"
Carlos aveva intenzione di dirigere la sua voce nel panico alla sfera
di vetro sul soffitto. Tuttavia, doveva anche essere la risposta che
Eileen stava cercando. La rabbia nella sua voce era sparita quando
riparlò.
''Cecil...
ricorda? Non è possibile. Loro
hanno cancellato tutto.
Hanno soppresso i suoi cani per l'amor di Dio! L'unica ragione per
cui io sono ancora viva è perchè Kevin ha bisogno
di me! Earl
Harlan non esiste più.
Quindi come diavolo è possibile che Cecil si ricordi ancora
di lui?"
Uhm,
non sono sicuro del perchè, ma credo che lei mi superi di
grado. Non
sapevo nemmeno di averne uno!
"Ha
nascosto un ricordo." Carlos finalmente sputò fuori. Fra
Cecil,
Eileen, e io suo corpo urlante stava diventando difficile
concentrarsi. "In un posto dove nessuno possa trovarlo."
Aspetta.
Ha detto -----------? Sì! Non posso dire il suo nome! Deve
essere
lui!
"Hmph.
E io che pensavo che io tuo ragazzo fosse un po' lento." Eileen
disse mentre faceva un passo indietro. "Guarda, se fossi in te
non parlerei ad anima viva di ciò. Non hanno avuto paura di
cancellare una persona dalla storia. E di certo non esiteranno a
farlo di nuovo."
"Non
lo farò. Promesso. Ma potresti almeno dirmi
perchè lo hanno fatto?"
"Onestamente?"
Eileen camminò verso il pannello e premette il bottone
d'arresto di
emergenza di nuovo. Con un piccolo sobbalzo l'ascensore
ripartì.
"Non lo so. Un giorno mi hanno preso da parte e mi hanno detto
che mio cugino non esisteva più. Solo questo."
Tornò a
guardare Carlos. "Devo chiedertelo. Qual è il ricordo che ha
conservato Cecil?"
"Il
loro primo bacio."
"Huh.
E io che pensavo che fosse morto come un codardo."
Le
porte dell'ascensore si aprirono con un ding. Eileen uscì,
per poi
fermarsi a lanciare un occhiata dietro le spalle a Carlos.
''Questa
conversazione non è mai avvenuta. Chiaro?"
Carlos
annuì. Poteva solo guardare mentre lei marciava via. Cecil
non parlò
finchè le porte non si richiusero di nuovo.
Probabilmente
avremmo dovuto chiedere chi sono ''loro''.
***
"Carlos,
ti ricordi la prima volta che sei venuto qui?"
Carlos
guardò intorno al Dog Park. La camera era sporca e
abbandonata
proprio come la prima volta che ci entrò. Il terreno era
ancora
coperto di sporcizia e arbusti decaduti. Sorrise a Steve. Purtroppo,
non aveva lo stesso fascino con cui lo faceva Cecil. "Piuttosto
difficile da dimenticare. Hai cercato di soffocarmi a morte."
"Non
era a morte! Comunque, ti ricordi perchè
l'ho fatto?"
"Qualcosa
sull'essere un bastardo paranoico. Oh, e avevi paura che Cecil
potesse scoprire di questo posto."
"Ah.
Bene. Quindi ricordi. Quindi devo chiederti, gentilmente,
perchè
DIAVOLO LUI È QUI?!" Steve indicò Cecil, che
fissava il
segnale di costruzione in corso nel mezzo del parco. Visto che si
erano diretti per il parco proprio dopo lavoro Cecil era di nuovo
nella sua tuta robotica. Rivolse le sue tre lenti viola verso i due
uomini.
Te
lo avevo detto che il Dottor Carlsberg era un coglione.
"Fidati,
Cecil. Lo so."
"Tutto
il cavolo di punto di questo parco era di avere un luogo del quale
lui non ne sapesse l'esistenza!" Steve strinse i denti mentre
parlava. "Un posto dove possiamo rilassarci e non essere sotto i
suoi sempre-presenti occhi! È meglio che tu abbia un'ottima
ragione
per averlo portato qui, Carlos!"
Carlos
annuì a Cecil. "Hey. Cecil. Dove siamo?"
Siamo
nel --------! Il che è strano, visto che non ho alcuna
informazione
su un -------- nella mia banca dati. Che è un peccato,
davvero. Ci
sono un sacco di lavoratori nella Night Crew e nella Day Crew che
hanno un ----. Sono sicuro che gli piacerebbe un -------- per
portarci il proprio ----!
Steve
chiuse la bocca. "Ah. Capisco. Questo non è normale,vero?"
"No.
Non lo è." Carlos guardò Cecil mentre sfiorava
con il dito il
simbolo dell'occhio chiuso. "E credo di sapere chi potrebbe
esserne coinvolto."
"Non
capisco come questo possa avere a che fare con-"
"E
credo che potrebbe essere collegati con le stesse persone che ti
forniscono i farmaci sperimentali. Quelli che testi sui tuoi
colleghi."
Lo
sguardo che Steve lanciò a Carlos avrebbe potuto uccidere un
uomo.
"Sotto costrizione, Carlos."
"Per
una grande somma di denaro che viene depositata sul tuo conto
bancario tre giorni dopo la ricevuta di suddetto farmaco."
Il
dottore fece un respiro profondo e parlò di nuovo. "Ho una
famiglia, Carlos."
"E
io ho un fidanzato."
"LOHADETTO!"
Entrambi
gli uomini si girarono in tempo per vedere Dana e Simone fuori dalla
porta nera. Dana batteva le mani insieme, facendo brillare alla luce
l'anello argento sulla sua mano sinistra. "SIMONELOHAISENTITO?"
Dana.
Calmati.
Dana
corse verso Carlos gli prese le mani. Gli stava quasi facendo
staccare le braccia dalle sue spalle. "Oh mio Dio! Non avrei mai
pensato, voglio dire, aspetta, lui lo sa? Glielo hai detto, vero?"
Sono
proprio qui. E sì, lo so.
La
giovane donna si voltò e, dopo un sospiro drammatico,
abbracciò
stretto il robot.
“CECILTUSEIQUIECARLOSÈILTUOFIDANZATO!"
Sì!
Sì. Te lo stavo per dire, ma, ma siamo stati... piuttosto...
impegnati?
"OH!
Oh! Oh." Dana interruppe l'abbraccio. Prese la mano di Cecil e
lo trascino verso la porta nera. "Beh. È permesso. Andiamo,
ti
farò fare un giro del Quartier Generale! Perchè
è la tua prima
volta qui, giusto? Sei un membro della Night Crew, quindi sei
più
che benvenuto! E so che l'hai più o meno visto ma dovevo
dirti
assolutamente di Leann-" La porta nera si richiuse, spegnendo il
suono delle parole di Dana.
Simone
guardò i due uomini.
Allora.
Abbiamo interrotto qualcosa?
Carlos
stava per iniziare a parlare, solo per essere interrotto da Steve.
"No. Ma Carlos ha qualcosa d'importante che ha bisogno di dirci.
A parte quello, adesso devo venti dollari alla mia ex-moglie."
Steve marciò verso il nascondiglio, lasciando indietro
Carlos un po'
perplesso.
Aveva
scommesso un anno prima che tu riuscissi a concludere con Cecil.
"C'era
una scommessa?" Carlos lanciò un sguardo a Simone mentre
camminavano insieme verso la porta nera. "Come mai non ne sono
scioccato?"
Io
ho perso presto, però. Ho pensato che gli saresti saltato
addosso
dopo il vostro primo appuntamento.
"Grazie
per il voto di fiducia, credo."
All'interno
della sede Cecil e Dana si erano appropriati del divano. Cecil era
senza il suo elmetto e, Carlos notò, nessuno
sembrò farci caso.
Aveva la sensazione che quella fosse una di quelle cose che ''lo
sanno tutti tranne me''. Steve stava brontolando al frigo con una
birra e Simone prese velocemente il suo consueto posto accanto a lui.
Tutti e quattro i paia di occhi si girarono verso Carlos quando
entrò.
"Oh!
Scusa, Carlos!" Dana saltò giù dal divano. "Non
voglio
dividere la giovane coppia."
"Sono
almeno due decenni più grande di te." Carlos disse mentre si
sedeva accanto a Cecil. Cecil si spostò un poco
più vicino,
tentando di apparire il più naturale possibile. Non ha
veramente
funzionato con addosso la sua armatura.
"E
io sono stata innamorata di Leann da quando avevo cinque anni.
Pertanto, la vostrarelazione è più recente." Dana
sorrise
mentre saltava su sopra uno sgabello. "Adesso, voi ragazzi siete
venuti qui per gongolare o cosa?"
"Qualcuno
a censurato la memoria di Cecil." Steve disse, riuscendo
finalmente ad aprire la sua bottiglia.
Cosa,
davvero? Perchè?
"Hanno
cancellato una persona dalla sua memoria e tutto quello che era
connesso con lui.'' Carlos disse. "Beh, tutto tranne sua cugina,
Eileen, che sono sicuro che hanno lasciato intenzionalmente visto che
è la custode di K.E.V.I.N.. Un uomo di nome Earl Harlan. Voi
non lo
conoscete, vero?" Si guardò attorno, Ma tutti scossero la
testa
in dissenso. Incluso Cecil. "Comunque, chiunque lo abbia
cancellato deve avere una connessione diretta con K.E.V.I.N. mentre,
allo stesso tempo, ha l'autorità di comandare Eileen.
Comandi che
hanno un 'oppure...' aggiunti alla fine. Speravo che Steve potesse
avere un'idea su chi fosse visto che-"
I
loro occhi si incrociarono. C'era uno strano luccichio negli occhi di
Steve. Il dottore sembrava spaventato, ma non per la propria vita.
"-tendi
ad avere occhio per questo genere di come." Carlos concluse.
"Ovviamente, realizzo che questo potrebbe anche essere solo un
vicolo ceco. Questo potrebbe non venire da una sola persona. Potrebbe
arrivare dai militari, o dal governo, o dalla Unione, o da una delle
qualsiasi numerose agenzie che vorrebbero mettere le mani su qualcuno
come Cecil-"
Saint
King. (3)
quattro
paia di occhi si voltarono verso Simone. Carlos aggrottò la
fronte.
Era abbastanza sicuro che fossero quelle le parole che stava dicendo
a gesti. Probabilmente il gesto scelto per il nome della persona.
È
totalmente Saint King. Ci potrei scommettere.
"Lo
scienziato di Kevin?" Cecil disse tranquillamente. "Questo...
questo ha senso. Ha un accesso illimitato a Kevin, e detiene una
rispettabile somma di potere nella corporazione. Forse un po' troppo,
considerando che è anche il capo dei laboratori. Sono sicuro
che se
lui lo vorrebbe davvero potrebbe tirare i fila per tenere Eileen in
silenzio."
"Se
così fosse, non è stato capace di tenerla in
silenzio
permanentemente." Carlos aggiunse.
"Yeah."
Dana annui. "Gli hai mai visti insieme? Kevin gli pende dalle
labbra (4). Sarebbe carino se solo non fossero
così, sai,
disturbanti."
"Ah."
Carlos si schiarì la gola. "Quindi questo significa che
K.E.V.I.N. e il suo scienziato sono-"
Simone
utilmente chiarì la questione con vividi movimenti delle
mani.
"Giusto."
Carlos educatamente tossì e guardò altrove.
"Suppongo che non
farà male dare un'occhiata. È un inizio, almeno."
Venti
dollari che è lui.
"Come
mai se così sicura?" Steve diede a Simone una strana
occhiata.
Lo
hai mai conosciuto? È assolutamente in tipo che farebbe
casino con
la memoria di Cecil per coprire qualcosa. Cinque dollari extra per un
omicidio.
"Sai,"
Cecil disse, "La corporazione sta organizzando una grande festa
per celebrare il completamento del progetto Wireless. Normalmente la
Night Crew disprezza questo genere di cose-"
"Come
da tradizione." Intervenne Dana.
"-Ma
l'intera Day Crew sarà lì. Compreso Kevin e il
suo scienziato."
"E
visto che si terrà sulla superficie non ci sono
possibilità che
possa accadere qualcosa di brutto" Steve sorrise. "Troppi
testimoni. È il posto perfetto per parlare con lui."
Non
è pericoloso, Steve. Solo strano.
"Si
porta in giro una pistola, Simone." Steve prese un lungo sorso
dalla sua bottiglia. "Una pistola!"
"Cos'è
una -------?"
Questa
volta tutti si voltarono verso Cecil.
"Fantastico.
Non so anche cosa sia una -------. Credo di poterlo aggiungere alla
lista."
"Va
bene, Cecil. Ti amiamo comunque." Dana lanciò un sorriso a
Carlos. "Giusto?"
"S-sì."
Carlos fece scivolare le braccia intorno alla vita di Cecil e lo
tirò
più vicino. Il rossore nelle guance del robot era quasi
sufficiente
per distrarlo dal tubare collettivo nella stanza. "Sì,
è
così."
Notes:
C.E.C.I.L.
e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che
può
essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone
muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a
http://videntefernandez.tumblr.com/
ma
non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la
chiameremo
solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete
seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui
http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato
da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!
N.d.T.
1)
In
realtà la traduzione
letterale sarebbe ''vicolo cieco'' (death
end),
ma non esiste
questo modo di dire in italiano, quindi ho riportato il significato
proprio.
2)
How's
everything on your
end? Stesso
discorso di
prima. In effetti ho ancora dei dubbi su questa traduzione, se avete
idee migliori ditemele pure!
3)
La traduzione corretta sarebbe ''Santo Re'' per la cronaca. Ho scelto
io di lasciare l'originale perchè in italiano non rendeva.
4)
He's
totally got Kevin
wrapped around his little finger. Letteralmente
significa ''ha Kevin totalmente avvolto al suo mignolo.''
Inizialmente pensavo di tradurlo con un ''Tiene Kevin in pugno'', ma
non rendeva col resto della frase (tenere in pugno non ha un
significato ''romantico e carino'', diciamo, come invece poi lascia
intendere Dana nella frase successiva, più o meno), quindi
il nostro
modo di dire più adatto ho pensato fosse appunto ''Gli pende
dalle
labbra'', perchè comunque il significato generale
è proprio quello
di una persona che ha il totale controllo su un'altra perchè
quest'ultima è decisamente assuefatto da questa. Se avete
traduzioni
migliori ditemele pure! Viva la collaborazione!
Comunque,
sono in ritardo, sì.
Vorrei
ringraziare
pieces
of peace
per
la sua recensione! La prima recensione, wow!
Poi,
altri eventi particolari?
L'autrice
l'altro giorno mi ha comunicato che ha aggiunto dei capito extra dopo
l'epilogo! Yeah! Happy me!
Questo
è il link per la storia originale
http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2128293
mi
raccomando, passate!
Buonanotte,
Cyber Vale, buonanotte.
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