Welcome to Cyber Vale

di HubrisandCrafts
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In Which Carlos Has a Bad First Day ***
Capitolo 2: *** In Which Carlos Makes Some Friends ***
Capitolo 3: *** In Which Carlos Does His Job ***
Capitolo 4: *** In Which Carlos Goes on a Date ***
Capitolo 5: *** In Which Carlos Meets The Family ***
Capitolo 6: *** In Which Carlos Is A Good Boyfriend ***
Capitolo 7: *** In Which Carlos Does Some Research ***



Capitolo 1
*** In Which Carlos Has a Bad First Day ***


Sapete, quando ho deciso di tradurre questa fantastica storia non mi aspettavo che l'autrice mi desse il consenso né che sarebbe stato tanto complicato. Ma ne sono felice, è un modo per rileggere più attentamente la storia (che potete trovare qui http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2128293 )

Benvenuti a Cyber Vale!

* musica funky e misteriosa in filodiffusione *



Chapter 1: In Which Carlos Has a Bad First Day

(Capitolo 1: nel quale Carlos ha un primo brutto giorno)





Carlos sapeva che sarebbe dovuto essere felice.

Eccitato, anche! Aveva presentato la domanda per il Vale Colony per un capriccio, senza aspettarsi nemmeno una risposta. Inutile dire che fu sorpreso di essere stato richiamato il giorno successivo. Ed è stato anche felicemente sorpreso quando gli hanno dato il lavoro solo dopo un breve colloquio. Ma ora, mentre cavalcava il montacarichi fino al nucleo del pianeta artificiale, stava iniziando a preoccuparsi.

No, quella non era la parola esatta.

Panico! Sì. Carlos stava per andare nel panico. Non aveva iniziato a lavorare nemmeno da un'ora e stava per vomitare sul suo superiore. Ottimo.

"Tranquillo, caro. Sono solo ancora un paio di minuti."

Una mano rugosa posta sulle sue scosse Carlos dai suoi pensieri. Non aveva notato quanto le sue mani erano state serrate in quel momento fino a quando l'anziana signora non spostò la sua. Carlos chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul suo respiro. Doveva solo fare finta che non era in una stanza angusta senza via d'uscita. No, era solo nel bel mezzo di una colonia spaziale quasi della grandezza della Luna in orbita attorno al suo pianeta natale. C'era tantissima aria e tantissimo spazio sia all'interno che all'eterno. Carlos non avrebbe lasciato che qualche stupida piccola paura sul rimanere senza ossigeno su quel mondo artificiale rovinasse la sua carriera. "S-Scusi" balbettò "Non mi sono mai piaciuti gli spazi stretti."

"Oh caro." Il sorriso dell'anziana signora si ingrandì. "Spero che lo shuttle non sia stato così orribile. Era un incubo fare il viaggio di ritorno quando ero una piccola bambina. Certo, era una vita fa, quando ancora i dinosauri vagavano per terra. Se lo desideri, possiamo prendere un bel respiro profondo così calmiamo i tuoi nervi."

"Non sarà necessario, dottoressa. Sullivan-"

"Per piacere, chiamami Josie. Noi cerchiamo di essere poco formali qui giù nel nucleo."

"Giusto." Carlos annuì a se stesso. "Josie."

"Anche se qualche tecnico di laboratorio più giovane mi chiama 'Vecchia Signora Josie'."

"Capisco."

"E quella sgradevole vecchia signora che lavora giù nel laboratorio di criogenia tende a chiamarmi con un paio di altri nomignoli che non vorrei ripetere davanti a un bravo ragazzo come te."

Per un momento Carlos si chiese se fosse il caso di ricordarle che lui aveva trentacinque anni. Si chiese anche se avrebbe dovuto chiedere a proposito delle tre grandi figure metalliche sottili che occupavano la maggior parte del montacarichi. Due stava al fianco di Josie e un altro alle sue spalle, tutti pieni di liquidi e macchinari sonanti vari. Ciascuno di loro era collegato all'anziana signora in diversi punti lungo il suo corpo da una serie di tubi e cavi. Nessun altro alla stazione di ancoraggio sembrava averci prestato attenzione. Onestamente, cominciava a chiedersi se fosse l'unica persona che potesse vederli.

"Mm-hmm." diede atto, cercando di distogliere lo sguardo dalle figure silenziose. La figura nera dietro la signora lo stava fissando. Di nuovo.

"È sempre stata una persona maleducata, quella Josephine. Una tale bocca larga de-Ah! Siamo arrivati!"

Carlos sospirò quando le porte dell'ascensore si aprirono. Una luce, quasi accecante, lo investì mentre camminava dentro la stanza grazie al cielo più grande. Molto più grande, notò mentre i suoi occhi si abituavano. Si fermarono proprio sul bordo di una grande area a cupola. Alto sopra di loro c'era un finto cielo blu e alberi punteggiavano in pavimento erboso. Il suo corpo si rilassò quando sentì la sua mente districarsi, lasciando che l'ansia evaporasse sotto la falsa luce del solare. Chiuse gli occhi per un momento, era tornato sulla Terra.

"Pensavo che ti sarebbe piaciuto qui." Disse Josie dopo un momento, ancora nell'ascensore. "Almeno fino a quando non ti sarai integrato (1). So che è sempre un po' shockante per voi terresti. Tecnicamente quest'area è dedicata agli esperimenti di botanica, ma, beh, a John non importa se le persone vengono qui durante le loro pause. Qualcosa da tenere a mente."

"Grazie." Carlos aprì gli occhi di nuovo e fece un respiro profondo. "Grazie, Josie."

Di nuovo comparve sul viso dell'anziana signora quel sorriso luminoso. "Di nulla, caro. Adesso concentriamoci e andiamo verso la mensa. La nostra sezione dovrebbe essere in pausa pranzo adesso, e sarà meglio presentarti a tutti una volta soltanto."

"Pranzo?" Carlos diede un occhiata la suo antico orologio da polso. "Ma è mezzanotte."

"Ancora col tempo terrestre?" Fece cenno a Carlos di ritornare nel doloroso piccolo ascensore. "Non ti preoccupare, qualche giorno e diventerai un nottambulo come il resto di noi."

Carlos fece qualche altro respiro profondo prima di rischiare tornando dentro.

"Oh? Carlos?" Josie mentre le porte si richiudevano un'altra volta. "Che genere di musica ti piace?"

"Un po' di tutto, credo. Perché?”

"Nessuna ragione, caro. Nessuna ragione in particolare."

***

La mensa era bianca. I corridoi erano bianchi. Tutto era bianco. Il camice che gli avevano consegnato appena uscito dall'ascensore era bianco. Le uniche macchie di colore erano delle piccole sfere di vetro viola che punteggiavano i muri ogni tre metri (2) o giù di lì. Ci si sarebbe abituato, gli aveva dello la signora Josie. A quanto pareva parte del ricevere un adeguato finanziamento costituiva nel progettare i meccanismi interni della colonia per farla assomigliare a una vecchia scadente ambientazione scifi. Era un miracolo, disse anche l'anziana signora, che non esigevano che tutti facessero ''beep-boop'' e rumori simili mentre lavoravano.

Ancora lei non gli aveva detto chi era il finanziatore. Nessuno lo ha fatto. Carlos in un primo momento aveva detto per scontato che fosse il governo, ma la colonia era troppo complessa per quello. Nel corso degli anni si era trasformato da un sogno a un pianeta artificiale in piena regola che sosteneva milioni, se non miliardi di persone. Dopo tutto, guardando al cibo che stavano mangiando i suoi nuovi colleghi sembrava improponibile. Il governo non avrebbe mai pagato per del cibo che sembrava buono. Non se le mense delle sue vecchie scuole statali non ne erano un esempio.

"Tutti quanti! Tutti, per favore, ascoltate!"

La grande sala era vuota, salvo per tre tavoli vicino a loro. Tutti i posto erano occupati da scienziati ingobbiti, cercando avidamente di mettere più cibo possibile dentro la loro bocca il più velocemente possibile. Era un gruppo eterogeneo, di cui i componenti ovviamente arrivavano da ogni angolo della galassia. Alcuni più anziani, altri più giovani, ma tutti loro avevano la stessa aria stanca dei lavoratori di laboratorio che Carlos aveva visto in tutta la sua carriera. La raccolta di scienziati si fermò a metà boccone e guardò Josie e Carlos. La maggior parte dei quali però ritornò poi di nuovo a mangiare.

"Lui," Josie disse, con la sua voce alta e cortese. "è Carlos. Inizia oggi."

Qualche saluto soffocato. Un rutto è venuto da qualche parte dal tavolo sulla destra. Carlos ha dato una piccola occhiata nervosa al gruppo.

"Sarà il mio sostituto."

Carlos notò che quelle parole ebbero un effetto maggiore. Qualche cucchiaio è caduto. Una giovane donna davanti a lui iniziò a tossire, ma venne salvata da una poderosa pacca sulla schiena. Adesso tutti lo stavano fissando. Avrebbe giurato che sembravano preoccupati. No, non esattamente preoccupati. Josie ha continuato, come se non avesse notato la strana pausa.

"Beh, veramente lui è qui per aiutare con il progetto Wireless, ma ho fiducia in Carlos e spero di aiutarlo a stabilirsi qui. Lui è dalla Terra, dopo tutto, e so che la colonia può creare confusione avvolte. Sì, Simone? "

Una donna anziana mosse le mani rapidamente davanti al suo viso. Carlos ha riconosciuto che era il linguaggio dei segni, ma quei gesti non gli erano famigliari. Fortunatamente, Josie si sporse un po' a sussurrargli in un orecchio. "Vuole sapere se hai portato la musica con te."

"Oh? Um-" Carlos era un po' preso alla sprovvista. "Un paio di petabyte, credo? Ho un po' di tutto."

Gli scienziati si rilassarono un poco. La musica, notò Carlos, sembrava essere piuttosto importante. I mormorii generali vennero interrotti da una forte voce gutturale dalla parte desolata di un tavolino. La fonte di questa era un uomo che aveva una faccia che Carlos poteva solo descrivere con 'da prendere a pugni'. ''E ne sa lui di tutte le altre sostituzioni, Josie?" L'uomo sogghignò.

Oh sì, avrebbe davvero preso a pugni quell'uomo in futuro. Lo sentiva.

"Carlos è stato informato dell'alto tasso di sostituzioni, Steve." Josie rispose, sottolineando il nome dell'uomo. "Ma questo non ci ha mai fermato. La nostra Voce ha bisogno di un custode. Dopo tutto suo fratello ne ha già uno."

"Voce?" Chiese Carlos a nessuno in particolare. Purtroppo, nessuno sembrava aver notato la domanda. Steve si si sistemò meglio sulla sua sedia, accoltellando rabbiosamente i suoi piselli.

"Comunque!" Josie batté le mani, facendo ondeggiare i fili e i tubi collegati a lei. "Domani ricominceremo il progetto Wireless, e non dovremmo più preoccuparci di quel genere di cose. Vorresti dire qualche parola, Carlos, per l'occasione?" Josie gli diede una piccola gomitata.

"Oh? Oh. Sì." Si schiarì la voce. " È un piacere conoscervi tutti. La, uhm, Vale Colony mi ha sempre affascinato e sono orgoglioso di poter lavorare qui." e un po' terrorizzato, aggiunse a se stesso. "Questa è probabilmente la colonia più scientificamente interessante di tutto il Sistema Solare,e spero di poter lavorare insieme a voi per molti altri anni a venire."

I nuovissimi colleghi di Carlos lo fissarono.

Carlos gli sorrise di rimando.

Un piccolo mormorio di diffuse fra i tavoli. No, Carlos realizzò. Non un mormorio. Risatine. Sogghigni. Un paio di labbra erano curvate un poco in giù (3). Steve si coprì la bocca con la mano e guardò una delle sfere viola sopra di loro. Un fiume di ricordi delle scuole superiori lo raggiunse mentre sentiva un nodo allo stomaco. Poteva viaggiare in lungo e in largo per tutto il Sistema Solare ma rimaneva ancora terribile a parlare davanti ad un gruppo di persone. Un potenziale leader, davvero.

"Carlos, caro?" gli sussurrò Josie. "Ti hanno appropriatamente calibrato il canale di emergenza quando sei arrivato qui?"

"Er, no?" La voce e lo stomaco di Carlos affondarono in basso. Uno degli uomini più vecchi stava proprio morendo dal ridere adesso.

"Oh caro. Beh, probabilmente è stato meglio che tu non abbia sentito l'ultimo annuncio proprio adesso. Su, andiamo giù nel laboratorio e finiamo le presentazioni. E non ti preoccupare tesoro, non stavano ridendo di te."

"Grazie." Si trascinò fuori, sperando che erano tutti troppo impegnati a ridere per notare il suo viso rosso. Cavolo, poteva giurare di aver sentito qualcuno di loro ridacchiare qualcosa a proposito dei suoi capelli.

***

"Sei pronto, caro?"

La visita nel laboratorio era stata lunga abbastanza per poter calmare nuovamente i nervi di Carlos. Cosa importava se lui quasi stava per saltare addosso (n.d.t. Non in quel senso, pervertiti (almeno spero)) a quella dolce vecchietta? Chi se ne fregava se i suoi colleghi erano un mucchio di somari? Era uno scienziato! Il migliore del suo campo! Questo era l'apice della sua intera vita lavorativa. Il grande progetto che stava aspettando in modo da poter affermare se stesso alla comunità scientifica! Doveva solo trovare il coraggio di aprire la porta, ecco tutto.

"Oh! Aspetta un attimo!"

La mano di Carlos si fermò sospesa in aria sopra la porta scorrevole, segretamente grato per il ritardo. Josie toccò una delle figure di metallo a cui era collegata, aprendo un pannello laterale.

"Visto che i tuoi impianti non sono ancora stati configurati correttamente ti servirà uno di questi per poterlo sentire." Tirò fuori un piccolo clip di metallo e lo offrì a Carlos. "Basta attaccarlo da qualche parte nel tuo orecchio. Pungerà un poco, ma solo fino a che Dana non ti darà una sistemata."

Carlos prese il piccolo clip di metallo dalla sua mano e fece come gli era stato detto. Poteva sentire il metallo scavare nel lobo del suo orecchio, ma l'ondata di musica che galleggiò verso di lui era una bella distrazione dal dolore. I suoni erano morbidi e dolci, cantando una melodia che non aveva mai sentito prima. Josie sorrise e annuì con la testa insieme alla musica.

"Bello, non è vero?" Disse con un lieve sospiro nella sua voce. "A lui piace fare il DJ. E secondo il mio punto di vista, lui è il responsabile dei canali di emergenza in ogni caso, quindi perché non fargli fare qualcosa che lo rende felice? Oh! Assicurati di menzionargli la tua collezione di musica quando ti presenterai. Lui adora sentire nuova musica ". (4)

"Adesso" Carlos fece un respiro profondo. C'era qualcosa che lo stava preoccupando dal retro dei suoi pensieri, e sarebbe stato meglio dirlo prima che affondasse nella musica. "Quando dici 'lui' intendi l'I.A. che gestisce questo pianeta? Quello su cui dovrò lavorare?"

"Oh sì!"

"Quello che tutti chiamano la Voce. Quello che, a quanto pare, a bisogno di un custode?"

Josie sorrise e annuì. "È un bravo ragazzo, ma ha bisogno di qualcuno che lo tenga d'occhio."

"Smettila di dire in quel modo!" Le parole di Carlos si riversarono fuori. "Le Intelligenze Artificiali non dovrebbero mai essere chiamate con un genere o come individui. Non mi fiderei di una semplice unità abitativa a cui è stata data un minimo di sensibilità, figuriamoci di un I.A. che ha il compito di tener cura di un intero ecosistema e di milioni di vite. Appena l'I.A. sviluppa una vera e propria coscienza di sé siamo tutti rovinati. Che cosa succede se decide che è annoiato? Che cosa succede se decide che non vuole più occuparsi del pianeta? La Central Environmental Control of Infinite Life (5) è-"

"Cecil."

Il nome fu abbastanza per far morire le parole di Carlos in bocca. Josie non sembrava più la dolce piccola anziana signora. La sua voce si era fatta più buia e profonda come se fosse alta 3 metri (2). Il suo viso aveva la stessa espressione di disappunto che avrebbe potuto fargli sua nonna.

"Il suo nome è Cecil." Disse. "Lui è un meraviglioso, brillante giovane uomo che ama la sua colonia e le persone che vi abitano più di quanto tu possa mai immaginare. Lui è sempre stato intrappolato in quella stanza fin dal giorno in cui è nato e tutto quello che desidera è poter vedere il mondo con i suoi occhi. E, considerando il fatto che questa è la terza volta che ha riavvolto questa canzone, credo proprio che ti stia aspettando."

L'aura oscura intorno a Josie sparì e diede a Carlos un leggero colpetto sul braccio. ''Buona fortuna, tesoro.''

"Grazie." Carlos deglutì. Premette la sua mano sulla porta scorrevole, facendola aprire. Fece qualche passo all'interno, insicuro su cosa fare. Normalmente un'appropriata presentazione con un I.A. era un affare molto più formale. Un file con le pratiche corrette e scambio di password. Niente nonnine arrabbiate o scienziati che ridevano. Quindi era un po' sollevato quando camminando all'interno trovò il laboratorio privo di vita. Tornò a guardare Josie, che semplicemente annuì.

La grande sala aveva la forma di una cupola con computer e scrivanie tutt'intorno. I muri erano coperti con grandi schermi che mostravano varie sezioni interne ed esterne della colonia. Quello che catturò la sua attenzione, comunque, era una grande bianca sfera che pendeva pesante sul soffitto. Senza alcun suono la sfera si aprì, come un fiore che sbocciava alle prime luci dell'alba. Dentro c'era una massa di cavi con dei riflessi violacei. Carlos ci andò più vicino, sperando di vederci meglio.

Mentre i cavi scendevano, Carlos poteva vedere una figura umanoide annidata in mezzo. La figura si distese fuori dalla matassa, le sue lunghe gambe e sue braccia si muovevano fra i cavi come se questi fossero acqua. Si abbassò di fronte a Carlos ancora appeso in aria, sorretto dai cavi. Il suo corpo era ricoperto di placcature viola ed argento, la sua testa era completamente senza lineamenti salvo per tre lenti viola. Sulla sua fronte una luce tremolò finché non prese la forma di un occhio chiuso. Il viso senza lineamenti si mosse verso il basso finché non era al livello degli occhi di Carlos e focalizzò le sue tre lenti su di lui.

Poteva leggere il nome C.E.C.I.L. stampato sulla spalla del robot, che gli disse tutto ciò che gli era necessario sapere.

"C-Ciao?" Carlos si schiarì la gola. "Il mio nome è-"

CARLOS!

La Voce urlò nella sua testa.

Night Crew della Vale Colony! Sono felice di annunciarvi che Carlos, sì, il perfetto Carlos è nel laboratorio principale proprio in questo momento! Nessuna parola esistente può davvero descrivere l'uomo che si trova qui davanti a me, ma essendo una mia responsabilità riportarvi tutte le notizie inizierò l'eterna lotta contro il mio vocabolario limitato.

La voce era ovunque. Le parole echeggiavano attraverso il corpo di Carlos, facendogli vibrare i denti e scavando sotto la pelle. Tentò di arretrare, ma Cecil semplicemente gli girò attorno.

Lui è se possibile ancora più perfetto di quanto le mie telecamere di sicurezza mi avevano precedentemente suggerito. Non riesco a trovare alcuna colpa che lo riguardi nel mio controllo approfondito e davvero invasivo del suo passato (6), tranne che per solo una serie di biglietti di parcheggio non pagati vecchi di una quindicina di anni o giù di lì. Una tale perfezione deve assolutamente essere il risultato di generazioni di ricerche, si potrebbe dire! Ma sia io che voi sappiamo che la manipolazione genetica è stata vietata decenni fa e che tutti gli esperti del settore sono stati tranquillamente messi a tacere nella notte da degli agenti oscuri di un ente governativo vago ma minaccioso. Assumendo che suddetti agenti non abbiano semplicemente reclamato questi esperti per i loro scopi nefasti.

Carlos tolse via dal suo orecchio il clip di metallo e la Voce divenne silenziosa. Cecil continuava a girargli intorno, le sue mani ancora freneticamente si muovevano con le sue parole adesso silenziose. Cautamente Carlos rimise il clip di nuovo nel suo orecchio, questa volta più lontano dal suo impianto cibernetico.

-tra i suoi capelli! Anche le sue basette prematuramente colorate d'argento chiamano per essere amabilmente spazzolate dalle mie dita impazienti. Come vorrei poterglielo dire, cara Night Crew! Ma secondo il mio controllo molto, molto invasivo del suo passato (6) non ha aggiornato il suo impianto cibernetico da quando ha lasciato il suo pianeta natale. Chiedo a quelli con mezzi più tradizionali per piacere di ricordargli di aggiornarlo appena possibile in modo che possa ricevere la mia trasmissione. Se Dana è disponibile per l'aggiornamento si assicuri che gli venga dato un ricevitore ospite il più presto possibile. Proprio come quello che è agganciato adesso al... suo... orecchio.

La stanza cadde nel silenzio. Con uno scatto i cavi ritirarono Cecil nel soffitto e la sfera si richiuse attorno a lui. Per un momento a Carlos venne il dubbio se dovesse andarsene o meno, finché il fiore di metallo non si schiuse e Cecil ridiscese nella stanza un'altra volta. Si protese, offrendo la mano destra a Carlos.

Saluti! Io sono la Central Environmental Control of Infinite Life (5), o semplicemente Cecil. Sono incaricato di mantenere il sostegno vitale e la sicurezza generale della Vale Colony. Do anche delle segnalazioni quotidiane utilizzando il canale di trasmissione di emergenza, quando non è in uso, e assisto la ricerca scientifica in ogni modo. La dottoressa Sullivan mi ha già dato una descrizione del Progetto Wireless, e non vedo l'ora di lavorare insieme a te per tutta la durata del tuo soggiorno.

Carlos abbassò lo sguardo sulla mano metallica. Avrebbe potuto scappare. Prendere il primo shuttle che partisse dalla colonia senza mai guardarsi indietro. Tutto sarebbe stato meglio di provare ad aiutare un I.A. chiaramente impazzito. Era un idea che già si stava formando nella sua mente. Quello era possibilmente il più scientificamente interessante I.A. dell'intero Sistema Solare. Avrebbe dovuto essere studiato più da vicino ed essere fonte di una tesi. O tre. Questo semplice pensiero valse la pena di tutta la giornata.

Sorrise e strinse la mano del robot, ed era quasi certo di aver sentito Cecil fare un versetto di pura felicità.








Notes:

C.E.C.I.L. e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!






N.d.T


Bene! Eccoci qui col primo capitolo. Vorrei solo chiarire un paio di note.

1) ''At least until you get your bearings back'' letteralmente sarebbe ''orientato meglio'' o qualcosa del genere, ho scelto ''integrato'' perché semplicemente suonava meglio in termini di senso.

2) Le misure erano in piedi. La prima volta sarebbero 10ft, mentre la seconda 12ft, ma entrambi fanno tre metri e qualche cosa.

3) Sì, le labbra sono curvate verso il basso. Nemmeno io ho ne davvero afferrato il senso, considerando che stanno ridendo come iene qui. Povero Carlos.

4) ''He's a sucker for new songs." letteralmente sarebbe ''succhiatore di nuove canzoni'', ma essendo una traduzione orripilante ho ripiegato su questa.

5) ''Central Environmental Control of Infinite Life'' oh, questa sì che è stata fantastica. Mi sono scervellata una mezz'oretta buona per riuscire a trovare una traduzione, per così dire. Sono pessima con i giochi di parole, lo so. Comunque letteralmente sarebbe ''Centrale di Controllo Ambientale di Vita Infinita'' che ovviamente prendendone le iniziali non fa più ''Cecil''. Ho cercato anche di dare altri nomi completamente diversi, ma un po' mi dispiaceva dover rovinare così il duro lavoro della scrittrice, quindi ho deciso che in inglese faceva più figo.

6) ''a very invasive background check'' e alla fine background l'ho tradotto con passato. Onestamente non credo renda abbastanza, a dirla tutta passato mi sembra un termine che già da un'impressione più romantica e sentimentale, quando in realtà sarebbe stato corretto un termine più formale, tecnico, per così dire (almeno, dal mio punto di vista). Un'altra traduzione poteva essere controllo dei precedenti o addirittura della fedina. Che forse fedina pensandoci meglio ci sta di più. Attendo opinioni in merito!

Eh beh, fra due minuti sono le quattro del mattino, ma finalmente ho concluso il primo capitolo!

Gli aggiornamenti cercheranno di essere settimanali. Adesso è troppo tardi e io sul serio vedo davanti al mio viso la notifica dell'autonomia limitata. Fatemi andare a ricaricare e ci risentiamo!


Bye

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Capitolo 2
*** In Which Carlos Makes Some Friends ***


Tutti insieme possiamo farcela.

Basta solo fare qualcosa.

Benvenuti a Cyber Vale!

* musica funky misteriosa in filodiffusione *






Chapter 2: In Which Carlos Makes Some Friends

(Capitolo 2: nel quale Carlos si fa qualche amico)





Oggetto C.E.C.I.L. è

Le dita di Carlos si fermarono sopra i tasti del computer. Il dispositivo poteva essere vecchio stile, ma aveva un valore affettivo per lui. Lo aveva costruito come hobby nel college e questo gli aveva salvato la pelle (e molti rapporti) nel corso degli anni. Ormai nessuno si preoccupava di creare un virus che funzionava su una tecnologia così vecchia. In più sospettava che quello fosse l'unico dispositivo nell'intera Vale Colony a cui Cecil non poteva accedere.

C.E.C.I.L., ricordò a se stesso. Non gli importava cosa gli dicevano i suoi colleghi, lui avrebbe sempre forzato se stesso a inserire mentalmente ognuno di quei singoli punti.

Oggetto C.E.C.I.L. è ansioso di iniziare il progetto Wireless, e ha offerto la sua assistenza. Quando è stato informato che tutto quello che avrebbe dovuto fare era solo continuare a fare quello che faceva e testare il sistema quando richiesto, l'I.A. (1) ha chiesto se questo fosse un ''vero esperimento scientifico''. Disse che era molto interessato alla scienza e che sarebbe stato più che felice di ordinare flaconi, bicchieri, o assistenti ingobbiti. Non posso dire se esso (1) è versatile al sarcasmo o semplicemente non capisce cosa davvero sia la scienza

Carlos fece una pausa lunga abbastanza per dare un morso alla sua coscia di pollo. Era nella colonia da solo una settimana e già aveva rinunciato a pranzare con i suoi colleghi. Non che ci fosse qualcosa di sbagliato nella Night Crew. Avevano solo la piccola abitudine di dire il suo nome con la stessa vocetta cantilenante che usava C.E.C.I.L. Quindi aveva optato per mangiare i suoi pasti nella sua angusta abitazione che l'ancora misteriosa compagnia che finanziava la colonia gli aveva riservato. L'unica cosa fastidiosa era la sfera viola sul muro che osservava ogni suo singolo movimento. Tuttavia, la cosa era stata facilmente risolta appendendoci sopra il suo camice da laboratorio.

Ci sono poche informazioni sulla creazione di C.E.C.I.L. e del suo compagno mobile K.E.V.I.N. negli archivi ufficiali. Da quello che sono riuscito a capire, esso è stato attivato dalla dottoressa Palmer lo stesso anno fu completata la costruzione della colonia. Non sono in grado di trovare nessuna delle sue ricerche o documenti su C.E.C.I.L. o sulla stessa dottoressa Palmer. Quando ho chiesto a C.E.C.I.L. direttamente sul suo creatore, semplicemente ha evitato l'argomento cambiando discorso sulla mia istruzione. Continuerò a cercare per le ricerche della dottoressa Palmer in modo tale da scoprire in primo luogo perché ha deciso di dare a C.E.C.I.L. un corpo robotico. Non solo è una caratteristica inutile, ma può anche essere molto probabilmente la fonte della sensibilità di C.E.C.I.L. in erba.


Quella era la parte più sconcertante dell'I.A. onestamente. Il che era sorprendente, considerando che aveva passato tutta la settimana passata a fare esperimenti con il macchinario. Carlos aveva già interagito con molte I.A. in passato, e ognuna di esse era sempre stata fisicamente legata ai propri network. Certo, ce n'erano alcune come K.E.V.I.N. che erano mobili per lo scopo del loro lavoro. Ma nessuna di queste erano mai state le unità di base responsabili dei sistemi principali. Il fatto che qualcuno si era preoccupato di farlo con il vero e proprio cuore della Vale Colony era un poco inusuale, se non potenzialmente pericoloso.

La sensibilità dell'I.A. è già molto al di sopra dei limiti consentiti. Attente osservazioni hanno portato alla conclusione che la causa maggiore di ciò è che sfortunatamente la Night Crew ha preso l'abitudine di assecondare i desideri di C.E.C.I.L. Non solo si riferiscono a lui come un essere umano di genere maschile, ma gli hanno anche dato la libertà di usare il canale di emergenza a suo piacimento. Ho anche raccomandato il mio superiore che tutti gli operai di laboratorio dovrebbero seguire una rieducazione standard d'interazione con l'I.A. di base. Il mio superiore deve ancora darmi una risposta ufficiale alla mia richiesta. Però lei (n.d.t. ''lei'' in senso informale) mi ha dato una risposta ufficiosa dicendomi che mi stavo preoccupando troppo e che avrei dovuto dare a C.E.C.I.L. una possibilità.


Carlos batté le dita contro il bordo del portatile un momento prima eliminata quell'ultima riga. Solo perché tutti gli altri nella colonia erano informali, non significava che lo doveva essere anche nei suoi rapporti. Per un attimo il suo sguardo si soffermò sul piccolo clip di metallo accanto al suo caffè ormai freddo. Guardò il muro per confermare che il camice fosse ancora appeso sopra la sfera viola. Con un piccolo sospiro attaccò con attenzione il clip all'orecchio. Una voce profonda e musicale iniziò a scorrere nella parte posteriore della sua mente, come se appartenesse lì.

-il venerdì della pizza sarà annullato finché non arriveranno le spedizioni di grano dalla Terra. John Peter (sapete, il botanico) lavorerà giorno e notte col suo team finché non riusciranno a capire cosa ha causato la diffusa perdita del raccolto. Quindi, se vedete uno scienziato con un piccolo alberello felice sul suo bavero ricordatevi di ringraziarlo per il suo duro lavoro! Basta essere sicuri di farlo da almeno una quindicina di metri di distanza, almeno finché qualcuno non sarà in grado di determinare se la cosa che ha ucciso l'intero raccolto sia contagiosa.

Oltre questo, vorrei ricordare a tutti i componenti della Night Crew per piacere di tenere i miei occhi scoperti tutto il tempo. Capisco che qualcuno possa sentirsi a disagio sapendo che hanno sempre il mio sguardo imperturbabile addosso. Ma è per la vostra stessa sicurezza, mia cara Night Crew! Non pensate a me come una spia, o come a un guardone (2). Pensatemi più come ad un angelo che vi guarda dalle vostre spalle e che vi tiene al sicuro e che monitora il vostro battito cardiaco. Ma tra me e voi, Night Crew, devo ammettere che è bello avere uno dei miei occhi coperti dal caldo camice di laboratorio del meraviglioso, perfetto Car-

Carlos rimosse il clip dal suo orecchio così velocemente che si strappò un pezzo di pelle. Imprecando sottovoce tamponò il sangue con dei tovaglioli. Con la sua mano premuta contro il suo orecchio sanguinante si diresse verso l'attaccapanni improvvisato e prese il suo camice. Infondo alla sfera violetta poteva vedere una piccola telecamera girarsi verso di lui. L'obbiettivo lo focalizzò per un momento prima di girarsi velocemente a studiare con interesse la porta del bagno di Carlos. Più o meno. Carlos pensò, come uno scolaretto che arrossiva dopo essere stato beccato a fissare la persona interessata. Lentamente tornò al suo computer portatile solo per essere accolto dal cursore lampeggiante. Si chinò e picchiettò una frase sulla tastiera con la mano libera.



Ulteriori studi su C.E.C.I.L. potrebbero chiedere un po' di assistenza.

***

L'ufficio di Dana fu più difficile da trovare di quanto Carlos si fosse aspettato. Questo perché in parte più che un ufficio era più ripostiglio sotto i laboratori principali. Gli ci volle una buona mezz'ora per navigare fra gli interminabili filari di server e dissipatori di calore per trovare ciò che il resto della Night Crew chiamava amorevolmente il suo nido. Fili e macchinari erano stati messi da parte per far spazio ad una scrivania e poche altre cianfrusaglie. Nel mezzo era appeso uno dei tanti occhi viola di C.E.C.I.L., ma questo era più grande rispetto agli altri. Dana rivolgeva la schiena a Carlos e tutta la sua attenzione era sulla sfera di vetro viola.

''Infatti, no?!'' Dana rise all'aria vuota. ''Quindi ho detto a mio fratello che se gli piaceva così tanto Tamika avrebbe potuto invitarla alla sua festa di Halloween! Ma credo che sia ancora nella sua fase 'le femmine hanno le pulci', perché ha fatto una faccia stranissima al mio suggerimento. Come se fosse spaventato di qualcosa! Credo proprio che la nonna fosse l'unica buona accoppiatrice della famiglia. Ma voglio dire, tu lo sai questo, no?'' fece una pausa, solo per poi ridere di nuovo ''Ma sta zitto! Lei lo aveva assolutamente fatto di proposito e sai una cosa-? Oh? Oh!''

Dana si voltò e sorrise a Carlos. Non era mai stato bravo a indovinare l'età delle persone, ma aveva la sensazione che lei fosse un pochino troppo giovane per poter lavorare lì. "Bene bene bene! Ed ecco qui Carlos!" disse lei cantilenante, aggiungendo qualche vocale extra al suo nome. "Cosa ti porta qui giù nella tana del topo? Finalmente qui per la tua calibrazione?" fece del suo meglio per dare qualche colpetto alla sfera con il gomito, mancandola completamente. "Visto? Te lo avevo detto di non preoccuparti." aggiunse tranquillamente all'aria.

"Veramente" Carlos si schiarì la gola. "Speravo di poterti parlare in privato."

"Hmm? Oh! Oh wow. Um." Dana si voltò a guardare la sfera. "Carlos, sono lusingata ma ho più o meno questa cosa con Leann. E tu hai almeno l'età di mio padre. E sei un uomo. Ma, hey, ci sono molti pesci nel mare, giusto? O nella colonia. Molti pesci nella colonia.''

"Cosa? Io non-" Carlos si pizzicò il naso. "Sono qui per ragioni professionali, Dana. Non sto cercando di chiederti di uscire."

"Ma saresti d'accordo ad uscire insieme a colleghi maschi, giusto? Anche con una grossa differenza di età? Sto chiedendo per un amico."

Ancora una volta, il pensiero di fuggire gli balenò mente. Ma visto che ormai tendeva ad accadere almeno un paio di volte durante le sue sessioni con C.E.C.I.L. stava diventando facile ignorarlo. La fama scientifica non era mai andata a coloro che si lasciavano andare ad un capriccio. Anche se, si disse, certi onori venivano consegnati post-umoristicamente. Con un respiro profondo rilasso i suoi nervi e sorrise a Dana.

"Speravo di poter discutere di C.E.C.I.L. con te, veramente."

L'espressione di Dana si congelò per un istante prima di tornare a sorridergli. "Per la tua calibrazione al suo canale d'emergenza!"

"Quello non-"

"Non preoccuparti, Carlos!" Dana marciò verso di lui, lo prese per un gomito e lo portò alla sua piccola scrivania. "Sono un esperta di questo genere di cose. Potrei connetterti con un laccio e due bicchieri se fosse necessario!" Prese l'unica penna, Carlos notò, che aveva visto per tutta la settimana e iniziò a scarabocchiare anche sopra l'unico giornale che aveva visto. Piegò leggermente la testa solo per realizzare che quegli scarabocchi erano parole.

Cecil non può leggere le scritte.

"Capisco." Carlos annuì, improvvisamente molto grato a sua nonna per l'insistenza di fargli avere un'educazione vecchio stile. "Beh, ho sentito dire che la Terra è leggermente arretrata per quanto riguarda gli impianti cibernetici. Sono solo preoccupato che potrei non essere compatibile e preferirei non dover nuovamente fare l'intervento. Il mio cervello è già stato infilzato abbastanza per una vita intera." Prese la penna dalla mano di Dana e iniziò a scrivere sotto le sue parole in uno stile un po' più sciatto.

È possibile essere calibrati senza che C.E.C.I.L. lo venga a sapere?

La guancia di Dana si contrasse mentre scriveva correttamente il nome di Cecil. "Al peggio puoi sempre usare un clip ospite." Si morse il labbro per un momento prima di prendere la penna dalla mano di Carlos. "Certo, non sono molto pratici se hai in piano di rimanere qui a lungo. Vedo che questo si è già preso un pezzo del tuo orecchio. Cattivo piccolo morsicatore." La penna si mosse velocemente sulla penna il brevi raffiche.

Dog park.

Porta nera.

Stanotte dopo il lavoro.

Carlos annuì. "Sono stato assunto per tutta la durata del progetto Wireless." prese la penna di nuovo, questa volta scrivendo le sue parole con cura. "In qualsiasi caso, vedendo cosa riesco a scoprire, potrei fare una richiesta per stare qui più a lungo per continuare le mie ricerche. Forse una ricollocazione permanente se necessario. Ho la sensazione che C.E.C.I.L. avrà bisogno di essere studiato per molto più tempo rispetto alle altre I.A."

Davvero C.E.C.I.L. ha chiesto se mi piacciono gli uomini più maturi?

Dana lo guardò dritto negli occhi e annuì.

"Molto più tempo." Respiri profondi. Era quello che gli diceva il suo vecchio terapista. Basta fare tre respiri profondi e concentrarsi su qualcosa tranne che sul suo stomaco che si rivoltava da dentro a fuori. Restituì la penna e il giornale di Dana. ''Beh, sarà meglio ritornare alla mia postazione. Possiamo discutere della mia calibrazione più tardi se il mio lavoro lo richiederà.''

"Ne è valsa la pena solo per la musica." disse Dana con un sorriso mentre vagò di nuovo verso l'occhio di C.E.C.I.L. "Le previsioni per oggi sono fisarmonica-elettrica."

"È... grande. Sicuramente." Con un piccolo sorriso forzato Carlos si girò e se ne andò, cercando di trovare una via d'uscita a quel labirinto di cavi e macchinari. Poteva ancora sentire l'eco della voce di Dana dietro di lui, felice e spensierata come sempre.

"… è solo timido. E gli piacciono sicuramente quelli più vecchi, te lo dico io!"

***

Carlos non era sicuro di cosa si aspettasse quando avrebbe aperto la porta col cartello 'Dog Park'. Cani forse? Sicuramente un parco. Ma mentre i suoi occhi si abituavano all'oscurità si rese conto che quelle due caratteristiche erano gravemente carenti. La stanza era simile a quella di botanica, con muri alti e una luce innaturale. Ma qui il pavimento sporco era rotto e sterile. Alberi morti punteggiavano quel deserto in miniatura; la loro unica compagnia era qualche cespuglio spoglio e un paio di fiori appassiti. L'unica traccia di colore nell'intera stanza era un annuncio nel mezzo con l'occhio chiuso di C.E.C.I.L. disegnato in alto. Il manifesto allegramente annunciava che il parco era in costruzione, e che sarebbe stato concluso per una data di almeno cinque anni fa. Allungò la mano è sfiorò l'occhio con un dito. Era ricoperto di polvere proprio come tutti i macchinari e gli strumenti che circondavano l'annuncio ottimista. Eppure l'aria era fresca proprio come nel resto della colonia. Il suo sguardo vagò verso l'angolo più lontano della stanza abbandonata. Lì, seminascosto dietro una pila di mattoni, c'era la porta nera che stava cercando. Il percorso per arrivarci era passato da diverse impronte logore. Per un posto desolato come quello le impronte sembravano segnare l'usuale passaggio di qualcuno. Quel qualcuno poteva essere in quella stanza in quel momento. Un pensiero che Carlos desiderò avere qualche momento prima. Magari prima che un braccio gli circondasse la gola.

"Non. Ti. Muovere."

Una voce aspra sussurrò all'orecchio di Carlos mentre il braccio stringeva più forte. Poteva sentire i suoi polmoni cercare di trattenere quello che restava del suo respiro.

"Sei stato seguito? Qualcuno ti ha visto entrare qui? Sei stato visto da lui?"

Un momento. Carlos conosceva quella voce. Quella irritante, fastidiosa voce che gli ricordava di prendere qualche opuscolo della salute mentre lasciava lo studio del medico. Uno che conosceva molto bene.

"S-Steve?" disse Carlos con la voce strozzata. Si stava facendo strangolare dal medico della Night Crew. Incantevole.

"Lui ti ha visto venire qui?"

"STEVE!" La voce di Dana echeggiò attraverso la stanza abbandonata. Carlos intraviste le mani veloci di lei mentre spingeva via le braccia di Steve per liberarlo. Barcollò via per forzare l'aria ad entrare di nuovo nei suoi polmoni più rapidamente di quanto il suo corpo avrebbe permesso. Ancora una volta sentì la voce acuta di Dana squillare con l'aiuto dell'acustica del parco.

"Steve, che DIAVOLO stai facendo?! L'ho invitato io qua giù! Perché gli sei saltato addosso?! Che DIAVOLO c'è di sbagliato in te?! Sai cosa ti succederebbe se qualcuno ti vedesse fare del male a Carlos? Se LUI ti vedesse?!"

"E tu sai, signorina Sullivan, cosa succederebbe se qualcuno ci beccasse qui? Quanti guai dovremmo passare?" Steve sibilò di rimando. "Oh, Dio non voglia se quel folle maniaco decidesse di vedere dove è andato a finire il suo piccolo caro scienziato-"

Carlos sentì il suo braccio muoversi prima ancora di sapere quello che stava facendo. C'era una piccola nota di piacere nel colpire Steve con un piuttosto impressionante gancio destro. L'uomo più anziano cadde sul pavimento sporco con un tonfo soddisfacente. Carlos schioccò le nocche il più drammaticamente possibile. "Mi sarebbe piaciuto farlo sin dal mio ultimo check-up."

"Tu come qualsiasi altra persona nella colonia." Dana sorrise. "Scusa per prima. È un bravo dottore, ma è un po' un paranoico bastardo. Non prenderla sul personale."

"Ha cercato di soffocarmi a morte."

"Non era a morte!" Steve gemette dal pavimento. Dana roteò gli occhi mentre aiutava Steve ad alzarsi in piedi. "Perdonami, Carlos. Non possiamo far entrare nessuno al Dog Park. O far sapere a certe persone della sua esistenza." si strofinò la mascella. "Niente male. Hai fatto box?"

"Un po' al college. Normalmente non sono un tipo violento, ma c'era tutta quella storia del soffocarmi a morte." Carlos si schiarì la gola "Allora. Qualcuno mi dirà cosa sta succedendo, o devo dare un altro pugno a Steve?"

"Oooh! Ancora, ancora! Restituisciglielo per il mio colpo di morbillo!"

Un colpo secco sul lato catturò l'attenzione di tre. La porta nera era aperta con Simone in piedi su essa. Ancora una volta le mani danzavano mentre parlava in una lingua Carlos ancora non riusciva a capire. Anche se, sospettava che il movimento del suo passarsi le dita drammaticamente tra i capelli era il suo nome. Steve annuì. «Ha ragione. Andiamo, ti mostriamo il vero Dog Park. A meno che non desideri scatenare la tua feroce violenza di nuovo."

Dall'altra parte della porta nera c'era il tipo di club-house che Carlos non si sarebbe sognato neanche da bambino. Deve essere stato un ripostiglio ad un certo momento, ma era stato occupato da casse e mobili. Dana saltò su un vecchio divano in secondo stesso che aveva attraversato la porta, cercando di allungarsi il più possibile. "Benvenuto, Carlos!" Ha detto che con il suo sorriso normale. "Nel nascondiglio segreto della Night Crew! C'è alcol, snack, i computer non monitorati, e un comodo divano su cui ci si può fare un pisolino. Oh, ci sono biscotti anche, ma stiamo pensando di conservarli per barattarli con la Day Crew. Corre voce che hanno ancora qualche rifornimento di pasta."

"Huh." Carlos si guardò intorno per la piccola stanza. Simone aveva già preso in suo posto in uno dei computer. Steve era immerso fino ai gomiti nel mini-frigo per scovare qualche bottiglia dal fondo. Ne lanciò una a Carlos, che la riuscì a prendere contro ogni previsione. "Niente male. Ma perchè qui? Non è un po' stretto?

Simone disegnò un mezzo cerchio sulla sua fronte.

"C.E.C.I.L.? Che dire de-" Carlos si bloccò a metà parola. Si girò intorno, confermando i suoi sospetti. "Non ci sono occhi qui."

"Bingo." disse Steve con un sorrisetto. Aprì la bottiglia contro una delle casse. "Nemmeno nel parco, comunque. Non so se se ne siano dimenticati nella costruzione o se non erano ancora arrivati a quel punto. Questo è l'unico posto dentro la colonia dove non abbiamo quel pazzo furioso che guarda ogni nostro movimento. Ed ecco perchè dobbiamo stare attenti su chi lasciamo entrare. Una parola fuori posto e tutto qui sarà pieno di sfere viola dalla testa ai piedi."

"Cecil non è pazzo." Dana mormorò mentre si sedeva. "Lui è solo... unico. Speciale."

"È pericoloso. Ma credo che Carlos qui ne possa sapere più di noi. Ecco perchè sei stato portato nella colonia, non è vero?"

Carlos sorrise un poco. "Beh, sì. Anche se, tecnicamente io sarei qui solo per assistere col progetto Wireless. Tale procedura delicata ha bisogno di un esperto in programmazione I.A. per assicurare che l'integrità dei dati venga mantenuta. Il fatto che io abbia anche la possibilità di studiare una I.A. tale come C.E.C.I.L. è solo un bonus. La tesi che creerò dalla mia esperienza con lui sarà valsa la pena da sola."

"Hmph." Dana aggrottò la fronte. "Il cuore di Cecil si sarebbe spezzato se ti avesse sentito parlare, Carlos."

"È un programma, non ha un cuore." disse Steve.

"Ce l'ha." Carlos si sedette vicino a Dana. "C.E.C.I.L. ha un cuore, un cervello e una preoccupante elevata sensibilità. Ma è questo che lo rende così pericoloso. A differenza della maggior parte delle persone non c'è nulla che ferma un'I.A. dall'esplorare la parte più oscura dei suoi pensieri una volta che acquistano sensibilità. La morale diventa solo un'opzione che possono spegnere premendo un bottone. Una volta che questo accade non c'è più niente che li possa fermare. Non puoi punirli. Non puoi incarcerarli. Al limite potresti cancellarli, ma c'è sempre la possibilità dell'esistenza di copie di back-up di emergenza. Ci sono stati omicidi, abusi, e peggiore di tutti dai programmi che sono stati incaricati di navi un decimo delle dimensioni di questa colonia. L'ho visto con i miei occhi. Quindi non ti preoccupare, Steve: so esattamente ciò di cui esso è capace. "

"Lui." Dana disse, ritrovando la voce. "Cecil è un lui. E smettila di dire il suo nome così, è strano! E non diventerebbe mai malvagio! Cecil è il ragazzo più dolce che io abbia mai conosciuto! Lui guarda video di gattini per l'amor del cielo!"

"Carlos ha ragione, Dana." Steve annuì. "Abbiamo una sperimentale, imprevedibile I.A. responsabile della vita di milioni di persone. Preferirei se ci limitassimo a partire da zero, ma purtroppo, nessuno sembra essere d'accordo con me. Ma suppongo che un terapeuta per il nostro pazzo non possa fare alcun male."

"Non sono proprio un terapeuta." Carlos disse. "Sono solo un programmatore di I.A. che si è specializzato nel trattare con programmi che sono andati oltre, ben oltre le deviazioni consigliate."

"Quindi, un terapeuta." Dana fece spallucce. "Comunque, perchè voi essere calibrato in tutta segretezza?"

"C.E.C.I.L. si comporta diversamente quando sa che sto ascoltando. Se fossi in grado di ascoltare il suo 'canale di emergenza' senza che lui lo sappia sarei in grado di studiare meglio in suo comportamento."

"Si può fare!" Dana sorrise e tirò fuori un cacciavite che sembrava complicato. "Sta fermo. Oh, e farà male. Tipo, un sacco."

Simone si appoggiò sullo schienale della sedia. Carlos riuscì a catturare il suo nome, un cerchio completo sulla fronte, e qualcosa che con assoluta certezza poteva significare 'pazzo'. Steve sbuffò. "Non è un nostro problema, Simone."

"Che cosa ha detto?" Carlos disse guardando a disagio il cacciavite.

"Diciamo solo che il robot della Day Crew non è proprio lucido come Cecil. Ma la corporazione giura che hanno già un loro scienziato che ci sta lavorando su quindi-" Steve alzò le spalle e bevve la maggior parte della sua birra in un colpo solo.

"Il loro robot? Vuoi dire K.E.V.I.N.? Non l'ho ancora visto."

"Kev è della Day Crew." Dana disse mentre la punta del cacciavite cominciò a girare. "Ed è raccapricciante. Non come, uno spaventoso edificio abbandonato. Come... come gli shows che il mio fratellino guardava quando era piccolo. Come tutto era così solare e luminoso e come i personaggi sorridevano tutto il tempo. Anche se succedeva qualcosa di sbagliato e terribile loro solo, solo sorridevano. Lui è così."

"Interessante. Suppongo che un'unità mobile avrebbe avuto una programmazione diversa rispetto a quella di C.E.C.I.L.. Spero di avere la possibilità di incontrarlo prima di andarmene."

"Non è una buona idea.'' Dana premette il cacciavite contro la parte posteriore della testa Carlos e il mondo intorno a lui esplose nel dolore.







Notes:

C.E.C.I.L. e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!






N.d.T.

1) In inglese fanno la differenza fra It per gli animali e gli oggetti, e fra he/she per le persone. Questa
cosa è difficile da rendere in italiano, anche perchè ne parlano nel testo, quindi per rendere l'idea userò
il sostantivo esso o oggetto o dirò l'I.A. anche se nel testo originale non è presente.
2) Ho scoperto che guardone in inglese lo dicono peeping Tom. Sono rimasta perplessa.


Questo capitolo è stato più veloce e più facile da tradurre, yuppie! Comunque, annunci di giornata: sì, lo so che su EFP non esiste la sezione per i podcast o per welcome to night vale, ma se in tanti iniziassimo a pubblicarci storie, a richiedere la categoria, allora l'otterremmo! Facciamo crescere il fandom italiano!
Ricordatevi di andare a leggere la storia in originale se ve la cavate in inglese http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2150679

Con questo, bye.

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Capitolo 3
*** In Which Carlos Does His Job ***


« 1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.

    2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.

    3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge. »

    - Le tre leggi della robotica, Isaac Asimov



Benvenuti a Cyber Vale!

* musica funky e misteriosa in filodiffusione *









Chapter 3: In Which Carlos Does His Job

(Capitolo 3: Nel quale Carlos fa il suo lavoro)









La routine, pensò Carlos, era assuefante.

Il corpo lo bramava. La mente ci si stabiliva. E più lui diventava vecchio più la desiderava. Tutte le mattine Carlos si svegliava con l'odore del suo caffè in preparazione poco prima di spegnere la sveglia. Mangiava il pranzo col resto dei suoi colleghi mentre l'abitudine di cantare il suo nome cadeva in disuso. Durante il suo tempo libero andava al Dog Park per giocare a carte con chiunque fosse lì. La sera scriveva reports nella sua stanza finché il sonno non lo reclamava. Era un semplice ciclo che si era ripetuto per i tre mesi passati.

E poi c'era CECIL.

CECIL anche era diventato parte del ciclo. Ogni giorno è stato speso a studiare il labirinto che era la programmazione di base di CECIL. Nessun'altra I.A. con cui Carlos aveva avuto a che fare in passato poteva wax poetic ma rimanere schietto. Nessun'altra poteva riportare le nascite così felicemente eppure le morti così solennemente. Nulla lì fuori poteva fare così tante domande sull'universo ma sapere quali fossero i suoi limiti. Anche se, le ricerche hanno indicato che la fissazione di CECIL per i video dei gattini era perfettamente in linea con la maggior parte delle deviazioni dell'I.A. È stato sconcertante, ma Carlos bramava la sfida più di ogni altra cosa. Aveva già delineato diversi articoli sul mistero argento e viola stesso. (1)

Forse non doveva fermarsi mentalmente ogni volta per aggiungere i puntini nel nome di CECIL. E comunque, questo aveva anche reso più facile scrivere le sue tesi. (n.d.t. E la mia traduzione anche. Grazie tante, Carlos, che diamine.)

Era un po' shockato su quanto velocemente si era abituato alla sua vita con CECIL. Carlos non saltava più in aria al suono degli annunci di CECIL che invadevano la sua mente. Contava sulla dolce e lenta musica di sottofondo per aiutarlo a dormire, e su quella strana e vivace per aiutarlo a stare concentrato durante i suoi turni. Non notava più lo sguardo costante degli occhi viola dell'I.A. Mentre andava per la sua routine quotidiana. La Voce e gli Occhi erano solo diventati un'altra parte della sua vita adesso. Anche quando la strana I.A. tendeva a cantare le sue lodi quando credeva che non stata ascoltando.

E concedetemi un momento per congratularmi con i membri della Night Crew Mr. Wallaby e signora per la nascita del loro primo bambino! La piccola Megan è stata portata in questo mondo ieri notte alle 3:45 con tre chili (2). I dottori dicono che la bambina è in piena forma, e adesso stanno aspettando i risultati del controllo del DNA. Adesso, non vorrei rovinare la sorpresa ai genitori, ho pensato che un occhiatina non poteva fare male. Diciamo solo che qualcuno diventerà un esperto in matematica quando diventerà grande! E questo qualcuno odierà anche le patate, sostenendo che ne trova la consistenza 'grumosa'. Eh, nessuno è perfetto.

Carlos continuò la sua passeggiata mattutina verso il laboratorio principale. Ogni volta che passava un occhio viola poteva sentire la telecamera dentro quella girarsi. Parte della sua routine giornaliera consisteva nel ricordare a se stesso che la sicurezza era uno dei compiti dell'I.A. e che ovviamente la sua sicurezza aveva una certa priorità data la natura del suo lavoro. Quindi aveva perfettamente senso che CECIL lo osservava così da vicino. Era una bugia, ma bastava a convincere il suo cervello assonato ad ignorarlo. Sorseggiò lentamente il suo caffè-troppo-caldo e aspettò per qualche altra sciocchezza (3).

A differenza del nostro caro, caro esperto di programmazione I.A. Carlos. Che, mi dispiace ammetterlo, farà tardi a lavoro a causa di Pamela che 'desidera fare due chiacchiere con lui'. Proprio adesso lei è accanto alla porta del laboratorio principale come un predatore in attesa di avventarsi contro la sua ignara preda. Un predatore che è alla sua terza tazza di caffè, nulla di meno. Quindi andiamo tutti a sperare per la fortuna di Carlos mentre ascoltiamo una sezione della sua collezione di musica! Questo pezzo è stato creato suonando strumenti fatti di legno, metallo e intestini animali. Sembra proprio che la musica terrestre sia violenta e crudele come il suo passato. Buon divertimento!

Carlos si fermò di botto. Era davanti alla svolta subito prima della porta del laboratorio principale, dove a quanto pare il suo supervisore lo stava aspettando. Pamela aveva scambiato con lui forse nemmeno una dozzina di parole da quando era arrivato e la maggior parte di quelle erano solo differenti versioni di 'è un tuo problema adesso'. Il fatto che lei adesso volesse avere una vera e propria conversazione per una volta con lui era sufficiente per far contorcere il suo stomaco. Tutti sapevano che lei era la ragione principale per l'alto tasso di sostituzioni d'interni della Night Crew. Sciocco lui, che pensava che la sua specialità lo aveva reso immune a ciò!

Carlos si appoggiò un momento al muro e fece tre respiri profondi. Aria fresca entrava. Aria calda e nervosa usciva. Le sue spalle si ricurvarono mentre l'ultimo respiro lasciava le sue labbra. Guardò su alla sfera viola dall'altra parte del muro. Dentro, la telecamera gli diete un piccolo cenno di supporto. Fece un altro respiro profondo prima di girare l'angolo e affrontare faccia a faccia la porta. Una perfetta, normalissima, non-bloccata dal suo capo, porta. Il suo stomaco si districò, i suoi nervi si calmarono. Forse CECIL si era sbagliato. O forse Pamela si era stancata di aspettare. O forse-

"Carlos."

O forse Carlos si sarebbe dovuto ricordare che le porte hanno due lati. La porta del laboratorio si aprì rivelando il suo supervisore. Era una donna fatta di nervi e tensione. Tutto di lei gridava 'alta tensione', molto simile ad una corda pronta a scattare in ogni istante. Ogni suo passò echeggiò mentre marciava verso lo scienziato ormai paralizzato. Aveva passato abbastanza tempo al laboratorio per sapere che non bisognava fare nessun movimento brusco attorno a lei. O avere un contatto visivo.

"Carlos, ho bisogno di parlare con te del progetto di oggi."

"Mm-hmm?" disse, abbassando lo sguardo al suo caffè. Beh, non era stato licenziato. Era andato molto più lontano della maggior parte delle persone con cui lei 'chiacchierava'.

"Stiamo sganciando il cavo della componente visiva oggi, e ho bisogno di te per distrarre Cecil per una ventina di minuti. Mezz'ora anche meglio. Vi chiediamo di essere al centro assoluto della sua attenzione per quel periodo di tempo. E francamente, non m'importa cosa farai per ottenerlo. Canta e balla, spogliati per lui, basta convincerlo di smettere di prestare attenzione al resto della colonia."

"Mm-hmm. No. Aspetta." Andando contro il suo buonsenso, Carlos alzò lo sguardo su Pamela. ''Perchè avete bisogno che venga distratto?''

"Perchè, Carlos, l'ultima volta che il suo collegamento visivo è stato spento ha speso un'intera giornata convinto che la colonia non esistesse più! Abbiamo dovuto chiamare suo fratello per convincerlo del contrario! Grazie a Dio siamo riusciti a sbloccare il suo buonsenso prima che qualcuno all'esterno notasse qualcosa! Saremmo diventati lo zimbello dell'intero Sistema Solare! Oppure ci avrebbero fatto chiudere del tutto! Sai cosa significa quando la tua centrale di controllo per la vita e la sicurezza ha una crisi esistenziale?''

"Sì. Sono stato a Larkspur."

Pamela si fermò, pericolosamente vicina a picchiettare col dito il petto di Carlos. Ritirò la mano e annuì a se stessa. "Hmph. Il tuo decisamente invasivo controllo del passato non includeva questo pezzo d'informazione. Chiedo scusa.'' La tensione scivolò via dal suo corpo, ma rimase composta. "In qualsiasi caso, questo non significa che non c'è bisogno di ricordarti quanto questo progetto sia pericoloso. Per quanto io mi fidi di Cecil, riconosco che può essere... imprevedibile, avvolte."

"Ma allora perchè non spegnerlo semplicemente per una mezz'oretta?"

Con grande sorpresa di Carlos, Pamela emise un rumore che poteva essere descritto solo come un sbuffò. ''Sicuramente lui ha un tipo, no?'' Mormorò a se stessa, ovviamente senza preoccuparsi se Carlos avesse sentito. ''Mezz'ora, Carlos. Fa tutto ciò che ritieni necessario'' e con questo marciò indietro verso il laboratorio principale e chiuse la porta dietro di lei. Anche attraverso la porta di ferro spessa 7 centimetri (3) poteva sentirla rimproverare un povero stagista che vagava troppo vicino.

***

Il laboratorio era altrettanto caotico come l'aveva lasciata il giorno prima. Computer e monitor erano disposti in equilibrio precario attorno l'alta sfera bianca nel soffitto. Alcuni erano tenuti con adeguata impalcature, mentre gli stagisti dovevano convivere con un paio di scalette traballanti. Carlos si chiedeva come avrebbero fatto fino alla fine del loro tirocinio. Poi di nuovo, a volte si meravigliava di come dalla sua esperienza come tirocinante aveva ottenuto il nulla, se non un paio di vecchie cicatrici e un gusto per il cibo a buon mercato.

La sfera bianca era completamente fiorito con i fili all'interno esposti al mondo. I pochi che era stati scollegati erano stati arrotolati in tutta sicurezza mentre quelli ancora collegati erano tirati tesi verso il suolo. Carlos era certo che era per questo che la sua scrivania era lontana dalla sfera. In questo modo nessuno doveva preoccuparsi di essere aggrovigliato a Cecil durante le loro sessioni giornaliere insieme. E, come Steve era felice di sottolineare, significava Carlos doveva solo fare un passo indietro per sfuggire a CECIL, se necessario. Poi lui di si sarebbe solo messo a ridere con quella sua alta, stridente voce che faceva dopo un paio di birre. A volte, Carlos chiese se avrebbe dovuto fermarsi dopo un pugno.

In piedi curvo sulla sua scrivania c'era il corpo robotico dell'I.A. stesso. Non sembrava notare il tutto trambusto di scienziati, né Carlos che si avvicinava svelto. Certamente non si era reso conto che Carlos potesse vederlo frugare nella tastiera del suo antico computer portatile con le sue dita snelle. Anche quando Carlos si fermò proprio accanto a esso, CECIL rimase concentrato sul suo compito. Forse, pensò Carlos, distrarlo non sarebbe così difficile, dopo tutto.

"CECIL?"

CECIL alzò gli occhi dal computer portatile di Carlos. Anche in mancanza di un volto o di veri e propri occhi la macchina riusciva a sembrare un po' in colpa. Buon giorno, Carlos. Disse con quella calma, controllata voce che usava quando non era in onda. Spero che non tu non ti dispiaccia, ma stavo cercando di capire questo vecchio pezzo di tecnologia terrestre! Non ho mai visto niente del genere prima, ma Josie mi ha detto che sua nonna che aveva uno quando era una bambina! Stavo cercando un posto per collegare, ma non ho trovato porte compatibili. Anche questo è fatto di intestini animali?

"No. No, CECIL." Cautamente Carlos posò la sua tazza di caffè ormai tiepida. "Non tutto della Terra è fatto di parti animali."

Tranne qualche strumento musicale. E il tuo cinturino.

"Sì. No. Non è importante." Carlos mise una mano protettiva sul suo pc. C'era qualche graffio dove supponeva CECIL aveva tentato di collegarsi, ma tutto sembrato sembrava apposto. Era colpa sua se si era dimenticato di lasciare il suo computer nel laboratorio invece che portarlo nella sua stanza, ieri sera. Ma Simone era riuscita a contrabbandare una scatola di biscotti con la superficie ieri sera. E lui non voleva perdere l'evento una seconda volta. ''Credi davvero che tutta la tecnologia terrestre sia fatta di intestini animali?''

Stavo lavorando su quella ipotesi, anche se credo che adesso suoni un po' sciocca ora che la dico ad alta voce. Certo che la tecnologia terrestre non è fatta d'intestini animali! Immagina quanta confusione creerebbe! Viscere tutte sopra i tavoli e i muri, sangue che cola sulle tue scarpe. Molto scomodo per la casa e per il lavoro. E sarebbe incline alla ruggine, immagino.

"Uh. Huh." Carlos si strofinò gli occhi. Questa non era, purtroppo, la conversazione più strana che avesse avuto con CECIL. Fece un altro respiro profondo e si sedette alla sua scrivania. La finestra d'accesso del suo pc era aperta e con numerosi avvertimenti di password incorrette. Guardò CECIL, che divenne improvvisamente piuttosto interessato ad una macchia di sporco su pavimento. Sopra la spalla del robot poteva vedere uno degli altri scienziati avvicinarsi alla sua sfera bianca. June? Judy? Non sarebbe mai riuscito a riconoscere le tre gemelle.

"CECIL, oggi vorrei che eseguissi un test speciale per me." disse mentre le sue dita correvano sulla tastiera. "Ho bisogno che tu spegna le tue telecamere."

Certamente, Carlos. Le tre lenti sul viso di CECIL si chiusero con un lieve scatto.

"Tutte quante."

Mi è stato vietato di chiudere i miei occhi.

"Pamela mi ha dato un permesso speciale solo per questa volta. Il test richiede che tu non abbia alcuna stimolazione visiva per i prossimi venti, trenta minuti.'' Carlos si sistemò i suoi occhiali sottili. "La colonia continuerà ad esistere anche se tu non riuscirai a vederla. Lo prometto."

Il petto del robot si mosse quanto bastava per mimare un respiro profondo. Uno dei grandi misteri del design della dottoressa Palmer erano questi piccoli movimenti senza significato che non servivano a nulla. Più a lungo Carlos studiava CECIL più vedeva questi strani movimenti umanoidi. Avvolte erano semplici come CECIL che batteva il piede a tempo di musica, altri erano più complessi come quando fingeva di dormire. Per sapere come fosse, lo spiegava quando gli veniva chiesto. Adesso si torceva le mani mentre migliaia di schermi tutt'intorno a loro si spegnevano uno per uno. Dal retro della sua mente Carlos poteva giurare di aver sentito l'eco di un flebile lamento.

CECIL era spaventato.

Carlos raggiunse e strinse le mani tremanti del robot. Poteva sentire il metallo stranamente caldo rilassarsi al suo tocco e le dita intrecciarsi insieme. La stanza si fece buia tranne che per il debole bagliore del monitor del tirocinante contro la sfera bianca a cui stava lavorando. Il corpo viola e argento di CECIL rifletteva la falsa luce lunare. Dopo che venne spento l'ultimo schermo Carlos cercò di ritirare le sue mani solo per trovarle fermamente bloccate sul posto.

"CECIL? Puoi lasciarmi andare? Per favore?"

Devo?

Carlos sospirò. "Ho bisogno di prendere nota, CECIL."

Va bene. Ma se sono inghiottito dal vuoto infinito che circonda la colonia è colpa tua. CECIL lasciò andare le mani di Carlos solo per avvolgersi tra le sue braccia (n.d.t. sue di Cecil). Potremmo sbrigarci con questo test? Per favore?

"Non ti preoccupare, è molto semplice." Carlos spostò nuovamente l'attenzione al suo computer. "Ho solo bisogno che tu mi racconti una storia."

Oh? Va bene! È-

"E ho bisogno che tu lo faccia senza alcun riferimento file audio/visivo salvato sul tuo database o su qualunque informazione su qualche membro della colonia."

Vuoi che ti racconti qualcosa?

"Mm-hmm."

Tu vuoi che io menta.

Carlos sorrise a se stesso. Questo era sempre stato il suo test preferito da fare a un'I.A. deviata semplicemente perchè era impossibile. Nemmeno un'I.A. completamente funzionante aveva la capacità di creare una storia dal nulla, quindi era sempre stato interessante vedere come avrebbero reagito all'ordine. Il suo preferito era un'I.A. coreano che aveva finito per spifferare ogni singola relazione segreta che conosceva. O quello che aveva passato un'ora buona a dire cosa ne pensava del test di Carlos e di tutti i luoghi in cui avrebbe potuto metterselo. Stava semplicemente morendo dalla voglia di sapere come avrebbe reagito CECIL.

"Basta raccontarmi una storia, CECIL. Può parlare di tutto quello che vuoi finchè segue le linee guida."

Di tutto?

"Di tutto."

Benissimo allora! C'era una nota divertita nel tono di Cecil mentre parlava. Voglio raccontare una storia su di te.

"Ho detto che non poteva essere basata su nessun membro della colonia."

Mi hai frainteso. Carlos alzò lo sguardo proprio quando CECIL abbassò la testa. La maschera argentea era a pochi centimetri di distanza dal suo viso, e anche con le tre lenti chiuse Carlos poteva percepire l'I.A. guardare diritto a lui.

Questa è una storia su TE.

***

e tu eri contento, perchè avevi sempre voluto sentir parlare di te alla radio. (4)

Il caffè era diventato freddo. Il computer di Carlos era andato in modalità sleep. . La sua mascella era diventata molle e non aveva realizzato che fosse aperta fino a quando non la chiuse. Si appoggiò allo schienale della sedia, adesso consapevole di quanto fosse stato sul bordo fino a quel momento. Il silenzio si affievolì nel vuoto mentre l'I.A. parlò ancora una volta.

Com'era? Buono?

Carlos mosse la bocca ma non ne uscì alcun suono. Si guardò intorno e vide che tutti gli altri scienziati erano concentrati ad arrotolare il cavo ormai rimosso. Nessuno aveva sentito nulla di tutto ciò? Era abbastanza sicuro che CECIL proiettava la sua voce solo dentro la sua testa durante le loro sessioni. Ma adesso desiderava che qualcun altro avesse sentito la storia. Che qualcuno potesse garantire cosa questo significava. Ma l'unica persona che aveva condiviso quel momento gli stava davanti, come uno studente in attesa del suo voto.

"Impossibile." disse Carlos, incapace di trovare qualcos'altro da dire. "Quello che hai appena fatto era letteralmente impossibile."

Oh? La voce di CECIL grondava di miele. È una cosa buona? Spero di sì. La dottoressa Palmer diceva sempre che mi sarei sempre dovuto sforzare per essere migliore di ciò che potevo essere. Diceva anche che dovevo diffidare degli Dei Sorridenti. Diceva molte cose che non avevano molto senso verso la fine. E aveva la tendenza di rompere tutti gli specchi in cui s'imbatteva. È normale? Avrei sempre voluto chiederlo

CECIL stava finalmente parlando del suo creatore. Carlos sapeva che avrebbe dovuto prendere appunti prima che l'I.A. cambiasse idea. O chiedergli tutto quello che lo aveva fatto scervellare per i tre mesi precedenti. Qualcosa, tranne che starsene lì seduto con la bocca aperta davanti ad un programma che andava contro tutta la sua formazione ed esperienza. Si alzò e chiuse il suo computer portatile con un piccolo click.

"Per oggi può bastare, CECIL. Puoi riaprire gli occhi."

Carlos strinse gli occhi proprio mentre i migliaia di schermi che rivestivano la cupola si accesero tutti in una volta. Le tre lenti di CECIL si aprirono nuovamente, ognuno brillante come il simbolo dell'occhio chiuso sul suo petto. Anche se la sua maschera era vuota come sempre Carlos sapeva che stava sorridendo. Esso si alzò in aria con i suoi cavi, più lentamente del solito.

Oh? Oh! CECIL fece un verso sorpreso ma felice. Uno dei miei cavi è stato rimosso e non me ne sono nemmeno accorto! E non ne sono morto! Non è meraviglioso, Carlos?

Carlos fece un cenno d'accordo. Buon Dio, avrebbe passato il resto della notte a scrivere solo della mezz'ora passata. E le ricerche! Doveva esserci qualche informazione su un evento simile da qualche parte! Informazioni sulla fondazione della colonia, o della dottoressa Palmer o, o di qualsiasi cosa! Forse se fosse corso verso la sua stanza sarebbe stato in grado di lavorarci su per sedici ore buone prima di svenire.

Forse dovremmo festeggiare?

Carlos si sentì un po' in colpa per andarsene così presto, ma Pamela avrebbe capito. Aspetta, poteva dirlo a Pamela? Forse a Josie. Doveva dire a qualcuno di questo. Doveva dire a qualcuno che CECIL poteva mentire. Non solo evitando la verità come altre I.A. avevano fatto in passato. Bugie in piena regola. Se non fosse per la natura di CECIL poteva essere già morto. No, questo doveva andare direttamente alla società principale stessa! Appena avrebbe capito quale fosse.

Con del caffè?

Il cervello di Carlos finalmente si collegò alle sue orecchie. Si voltò lentamente verso CECIL, che si stava nuovamente tormentando le mani.

Non deve essere per forza caffè. Può essere thè, o acqua, o una di quelle bevande fermentate con cui vi ci avvelenate voi umani. Ma visto che ingerisci caffè più volte al giorno ho pensato che fosse la tua bevanda preferita. In qualsiasi caso, se la mia osservazione della cultura umana è corretta allora la scelta della bevanda non conta particolarmente visto che è una semplice scusa da tenere mentre si cerca di presentarsi nel modo migliore possibile.

"Mi stai chiedendo di uscire."

CECIL si ritrasse. ?

Carlos prese il suo computer sottobraccio. La cosa più ragionevole da fare, ovviamente sarebbe stata di bloccare CECIL dal principio. Dopo tutto, lui era solo uno scienziato ed esso era un'I.A. avanzato che probabilmente sarebbe sopravvissuto per molti altri secoli. Senza menzionare il fatto che ora come ora Carlos era sempre più terrorizzato da quella macchina. Punto il dito verso CECIL con l'intenzione di spiegargli tutti questi importantissimi dettagli.

"Solo caffè." disse invece.

Solo caffè!

"Strettamente professionale."

Nessuna ragione personale per niente!

"E non potrai parlarne con nessuno. O nel tuo canale d'emergenza. O nel tuo broadcast."

CECIL fece una piccola pausa. Posso dirlo a Khoshekh?

"Sì. Sì, puoi dirlo al tuo gatto."

SÌ voglio dire, sì. Sì. Grazie. Per questo incontro strettamente non-personale che involve l'assunzione di liquidi da parte tua. Stasera, Dopo il lavoro? Qui? Visto che, beh, non posso lasciare questa stanza. Non ancora almeno.

"Certo, CECIL. Ci vediamo stasera." Carlos sorrise a CECIL un'altra volta prima di lasciare il laboratorio. Fece anche tutta la strada fino al Dog Park prima di venire sopraffatto dall'attacco d'ansia.











Notes:

C.E.C.I.L. e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!





N. d. T.

1) Himself e Itself. Volevo cercare di mantenere l'idea, ma come detto precedentemente in italiano è più complesso.
2) Unità di misura in pound, che qui corrispondono otto pounds più o meno.
3) Unità di misura in inch, che qui corrispondono a tre inch più o meno.
4) Qui potete trovare la trascrizione dell'episodio che qui cita l'autrice, in inglese ovviamente. Ma qui potete trovare un blog dove stanno trascrivendo gli episodi in italiano, anche se non sono arrivati a questo episodio ancora che io sappia. Non è geniale?

Non ho molto da dire oggi, spero solo di star facendo un buon lavoro.
Qui trovate la storia originale!

Bye!

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Capitolo 4
*** In Which Carlos Goes on a Date ***


Conversazione fra me e mia madre

''ASPETTA MA QUINDI TU MI STAI DICENDO CHE OGGI È GIÀ VENERDÌ?! COME È SUCCESSO??''

''…''



Benvenuti a Cyber Vale!

* musica funky e misteriosa in filodiffusione *







Chapter 4: In Which Carlos Goes On A Date

(Capitolo 4: Nel quale Carlos va ad un appuntamento)











Da quanto tempo è rimasto così?"

"Non lo so. Lo abbiamo trovato cinque minuti fa. Non siamo riusciti a tirargli fuori una parola."

Carlos stava avendo un attacco d'ansia (1). Lo sapeva, ovviamente, nella parte debole della sua mente che ancora funzionava correttamente. Allo stesso modo sapeva che c'erano delle persone vicine che stavano parlando di lui. Come sapeva anche che era su una colonia artificiale a centinaia di migliaia di miglia dalla sicurezza della sua casa, circondato da metallo e plastica, e l'aria non era abbastanza. Aria, mai abbastanza.

"Hmph. Passami il mio kit. Credo di sapere cosa c'è che non va con Mister Scienziato."

Ogni respiro che prendeva era dolorosamente breve e poco profondo. Cercò di concentrarsi ma il dolore al petto lo avrebbe trascinato giù di nuovo. Il suo cuore batteva mentre ogni muscolo del suo corpo si serrava e urlò, urlò di scappare. Di correre o nascondersi o di artigliare la sua pelle solo per obbligare tutto ciò che c'era dentro di lui di uscire perchè tutto, tutto era meglio che vivere in quel modo un secondo di più.

"È okay?"

"Lo sarà."

La sensazione dell'ago che penetrava nel suo collo era tutto ciò che bastava a Carlos per riportarlo alla realtà. Aprì gli occhi al mondo sfocato del Dog Park e delle due figure sedute accanto a lui. I suoi muscoli tentarono di combattere contro la forza aliena, ma era inutile. Poteva sentire le sue membra rilassarsi e il suo respiro rallentare. Un paio di occhiali gli furono messi in mano da una chiazza a forma di Dana.

"Hey," disse Dana, con una nota preoccupata nella sua voce. "Ti senti meglio?"

Carlos si sistemò le montature sottili per riportare tutto a fuoco. Con mani esperte Steve ricoprì l'ago ipodermico prima di metterlo in un sacchetto di plastica. "Starebbe perfettamente bene se avesse effettivamente preso le sue medicine come gli avevo detto." Il dottore lasciò sfuggire un sospiro eccessivamente drammatico mentre tornava al suo kit. "Razzi o unicorni?"

''Non importa.'' Carlos mormorò.

"Unicorni sia." Steve si chinò e applicò un cerotto rosa scintillante sul collo di Carlos. "Dana, potresti darlo a Simone? Lei saprà come smaltirlo correttamente. Oh, e fagli sapere che ho dovuto usare solo metà dose." consegnò il sacchetto di plastica a Dana. La giovane donna si alzò sulle sue gambe traballanti.

"Certo." Si chinò e strinse la spalla di Carlos. "Stai attento". Carlos osservò Dana correre verso l'uscita principale del Dog Park. Aveva percorso tutta la strada fino al cartello 'in via di costruzione' prima di rannicchiarsi nella sconfitta. Per un momento considerò il muoversi, ma non era sicuro se il suo corpo fosse pronto al momento. Tutte le parti di lui che non erano state forzate a rilassarsi erano semplicemente esauste.

"Grazie Steve."

"Non ringraziarmi. Davvero. Non ringraziarmi." Steve chiuse il suo kit medico con uno scatto. "Quello che dovresti fare invece è prenderti un momento per pensare all'importante lezione di vita quale prendere le tue cavolo di medicine. Le medicine che ti avevo prescritto per prevenire gli attacchi d'ansia. Adesso, capisco che io ho solo dieci miseri anni di scuola medica e venti sul campo a sostenere la mia scandalosa tesi-''

"Cecil può mentire."

Steve si bloccò. Impallidì. "Lui può?"

Carlos annuì. Parte della sua mente si chiese se fosse una buona idea dirlo a Steve, ma era troppo stanco per importarsene. Qualcuno doveva saperlo. Mentre parlava la sua voce era diventata che un flebile sussurro. "Lui- esso può mentire. CECIL può mentire. Può dire bugie e creare storie e, e..." Si leccò le labbra screpolate. "Io non so che cosa fare."

"Capisco." Steve si sedette vicino a Carlos. "Lo hai detto a Pamela?"

Carlos scosse la testa.

"Probabilmente per il meglio." Steve si lasciò sfuggire una flebile risata. "Non gestisce bene le notizie inaspettate. Dovevi vedere la sua faccia quando le ho chiesto di sposarmi."

"Andò così male?"

"Sarei dovuto passare direttamente al divorzio." Steve premette le dita contro il polso di Carlos. "Le pulsazioni sembrano rallentare. Nessun dolore? Mal di testa? Bocca secca? Crampi? Sanguinamento spontaneo degli occhi?"

"No. No. Dio no." Carlos fissò Steve. "Stai prendendo questa notizia meglio di quanto mi fossi aspettato. Voglio dire, tu sei quello che ogni volta andava fuori di testa per CECIL."

"Suppongo di sì." Steve fece un respiro profondo. "Ma vedila da questo punto di vista. Per la prima volta in vita mia le mie paure più profonde sono state confermate. È una sensazione piacevole. Senza contare che sto iniziando a sospettare che non è CECIL quello di cui dovremmo preoccuparci."

"K.E.V.I.N.?"

"No. Non K.E.V.I.N." Steve fece un'innaturale sorriso forzato. "Che tipo di bugia era, comunque? Tipo, 'Penso che quella maglietta ti stia bene', o 'Non ho in programma di uccidere l'intera Vale Colony'?"

"Gli ho chiesto di creare una storia per me. È un test per vedere come si comportano le I.A. a richieste impossibili." Carlos si aggiunse allo strano sguardo di Steve. "Ma CECIL lo ha fatto. Non lo avevo nemmeno preso in considerazione. Ha creato una storia il che significa che può mentire e creare e..."

"Era quella su pianeta oscuro?"

Entrambi gli uomini alzarono lo sguardo verso Dana che era tornata da loro. Si appoggiò al cartello ricoperto di polvere. "Lui mi raccontava le storie della buonanotte quando ero piccola. Quella sul pianeta oscuro era la mia preferita. Mi faceva fare qualche sogno strano, però."

"Tu lo sapevi?" Carlos si appoggiò al cartello per tirarsi su. Le sue gambe non avevano ancora deciso se potessero già camminare o meno. "Tu lo sapevi. Tu sapevi che poteva mentire. Non sai quanto possa essere pericoloso? Da quanto tempo funziona in questo modo? Lo sa qualcun altro? Josie? CECIL ha bisogno di essere spento e messo subito in quarantena! Dobbiamo contattare la corporazione e-"

"E." Dana lo interruppe. "Se chiami Cecil 'pericoloso' ancora una volta di darò un pugno dritto su quei tuoi denti perfettamente dritti e li farò volare via dalla bocca!" Si arrotolò la manica per dimostrarlo. "È di Cecil che stai parlando! Cecil! È stato un diamine di angioletto per tutta la sua vita e tu e Steve continuate a comportarvi come se fosse qualche violento maniaco che vuole ucciderci tutti!"

"Esso può mentire, Dana." Disse Carlos mentre aveva preso la forza necessaria per lasciare andare il suo ancoraggio. "Non possiamo fidarci."

"E allora? Anche tu puoi! E Steve! E io! Allora come mai non stai andando fuori di testa su di noi che vogliamo fare fuori tutti?"

"Questo," Carlos si voltò verso Steve. Il dottore semplicemente scosse la testa in segno che non voleva avere parte a questa conversazione. "Questo è diverso. Gli esseri umani hanno la morale. Abbiamo la società e le regole che ci frenano. Un I.A. come CECIL non ha nulla di questo genere. Il mio lavoro è proprio quello di accertarmi che le deviazioni di CECIL rientrino nelle linee guida riconosciute così noi non verremo tutti uccisi da un'insana Intelligenza Arti-" (2)

"LUI TI AMA!" (3)

La voce di Dana echeggiò tra le pareti del parco abbandonato. Rimase lì tremante con le lacrime che le pungevano gli occhi. ''Lui. Ti. Ama. Lui ti ha amato dal primo momento che ti ha visto. Lui ti ama e tu, tu semplicemente lo tratti come un mostro! Come una qualche creatura malvagia che spezzerà la colonia a metà. O, o come se lui fosse un qualche macchinario rotto che tu devi aggiustare prima che ci uccida tutti e, e-" Si asciugò gli occhi con la manica. "Sei una merda (4), Carlos. Una merda senza cuore!"

Carlos non riusciva a pensare ad una sola parola per risponderle. Invece distolse lo sguardo quando Dana si avvicinò.

"Se tu davvero, onestamente lo vedi solo come un problema che devi risolvere, allora diglielo. Fagli sapere esattamente cosa lui significa per te. Poi quando avrai finito di scrivere il tuo piccolo tema puoi portare il tuo diamine ti culo fuori dalla Colonia per non tornare mai più. Non so dirti cosa abbia visto mia nonna in te, ma ovviamente ha fatto uno sbaglio. Cecil non ha bisogno di te. Noi non ne abbiamo bisogno."

Dana marciò fuori, i suoi piedi scavavano nella sporcizia ad ogni passo. Steve fece un lungo fischio dopo che porta si chiuse dietro di lei.

"E io che pensavo che fossi bravo con le donne."

"Va al diavolo, Steve." Carlos fece un paio di passi, testando le sue gambe. Sembravano reggerlo. "Per quanto tempo avrò questa roba nel mio sistema?"

"Secondo le mie ricerche i principali effetti collaterali dovrebbero svanire entro un'ora. Ma ti raccomando di non trattare macchinari pesanti per un giorno o giù di lì. Dovresti rimanere protetto da altri attacchi per altre 24 ore. Ma a parte questo ti suggerisco di prendere le tue maledette medicine.''

Steve fece una pausa. ''Come mai, qualche piano per stasera?''

"Yeah." Carlos disse mentre zoppicò fuori dalla stanza. "Ho un appuntamento."

***

Siamo ancora una volta giunti alla fine del nostro turno, Night Crew. In alto sopra di noi è spuntato un nuovo giorno sulla superficie della colonia. La gente si sveglierà al suono del canto degli uccelli importati. Loro potranno gustare l'aria artificiale, e mangiare il cibo da un pianeta che la maggior parte di loro non potrà mai vedere con i propri occhi. Loro lavoreranno, impareranno, e vivranno la loro vita senza fermarsi a pensare a noi. Loro sono gli attori sul palcoscenico, e noi siamo semplicemente l'equipaggio nascosto dietro le quinte. Insieme creiamo le prestazioni conosciute come la vita. E anche se loro possono avere i riflettori ricordatevi sempre questo: noi abbiamo benefici di gran lunga migliori. Certamente più giorni di vacanza rispetto a un colono medio. Ho controllato!

Carlos aspettò davanti alla porta del laboratorio. Anche col medicinale calmante nelle sue vene, dormire era fuori discussione. Dopo qualche ora tra girare e rigirare si ritrovò nuovamente al laboratorio. Non aveva aiutato il fatto che si era dimenticato il computer al Dog Park e non aveva voglia di affrontare nessuno nei 'clienti abituali'. Dana lo avrebbe fatto a pezzi, Steve avrebbe solo sogghignato e Simone gli avrebbe felicemente fatto segno che se lo meritava. E avrebbe avuto ragione.

In alto sopra l'ormai vuoto laboratorio fluttuava CECIL. La marionetta non era in alcun modo graziosa come quando Carlos era entrato lì per la prima volta. Un effetto collaterale nell'avere metà dei cavi rimossi. Ancora qualche mese e CECIL non sarebbe più stato capace di sollevarsi verso la sfera bianca. E dopo qualche altro mese, sarebbe stato soggetto alla forza di gravità esattamente come il resto della colonia. Carlos osservò la silhouette di CECIL danzare attraverso gli schermi illuminati.

Ma oggi dovrò concludere prima, cara Night Crew. Io ho- CECIL atterrò sul pavimento del laboratorio. Un impegno. Una cosa che non vorrei perdere per nulla al mondo.

Buonanotte, Night Crew. Buonanotte.

Carlos camminò lentamente verso CECIL, le sue gambe ancora si sentivano insicure e pesanti. L'attacco lo aveva svuotato di tutto finchè non si era sentito non più di un guscio vuoto. Tutto ciò che gli restava erano le parole di Dana e la consapevolezza che aveva ragione. Lui doveva in qualche modo gentilmente rifiutare CECIL, evitando di far morire se stesso o qualsiasi altra persona, finire il lavoro, e lasciarsi la colonia alle spalle.

Buona sera, Carlos. Disse CECIL quando finalmente Carlos arrivò al centro del laboratorio. Vedo che tu- le tre lenti guizzarono mentre un tono più profondo e un po' più acido entravano nella voce di CECIL. Sei stato pesantemente drogato dal Dr. Carlsberg.

"Cosa?" Il cervello di Carlos lottò per un momento. "No, voglio dire, sì lui lo ha fatto." Si strofinò il cerotto scintillante sul collo. "Ma per una buona ragione! Vedi, mi ero dimenticato di prendere le mie medicine la notte scorsa e, uh, ho avuto un attacco d'ansia. Quasi sicuramente lui è l'unica ragione per cui adesso io sia semi-lucido.'' aggiunse a se stesso, senza curarsi del fatto che CECIL lo sentisse o meno. "Non ho avuto un attacco del genere da anni, ma... credo... che sia stato perchè..."

Perchè Pamela ha sollevato l'argomento 'Larkspur'?

Carlos lo fissò per un attimo prima di ricordarsi che CECIL poteva vedere e sentire tutto.

Chiedo scusa. Cerco di non focalizzarmi sulle conversazioni personali, ma dopo che Pamela lo ha menzionato ho fatto qualche ricerca e ho trovato... nulla. Assolutamente niente. Fortunatamente, la corporazione ha l'infelice abitudine di dare ai loro file top secret una crittografia che può essere spezzata con giro di una calcolatrice centenaria. (5) Una a buon mercato.

"CECIL, so che i tuoi movimenti sono limitati, ma possiamo comunque continuare questa conversazione in un posto più," Si guardò intorno. C'erano solo loro due nel laboratorio, ma si sentiva a disagio. "… sicuro?"

Ah! Certamente, Carlos. Ma dal momento che i tuoi file menzionavano una grave claustrofobia penso che vorrai chiudere gli occhi.

"Huh? Che cosa stai per-"

Prima che Carlos potesse finire CECIL lo avvolse stretto fra le sue braccia. Il terreno scendeva sotto di loro mentre vertiginosamente attraversavano l'aria con le corde di CECIL. Il breve momento di volo finì quando la sfera si chiuse intorno a loro. Anche col precedente avvertimento di CECIL non poté fare a meno di dare una piccola sbirciatina. C'era abbastanza spazio nella sfera per lui, CECIL, e per i cavi adesso arrotolati. La loro piccola prigione ad uovo era inondata dalla luce degli occhio violetti di CECIL. Ma c'era una sola cosa nella mente di Carlos al momento.

Non stava andando fuori di testa.

"Ma che diavolo mi ha dato Steve?"

Conoscete il Dr. Carlsberg? C'era di nuovo quel brontolio nella voce di CECIL. Molto probabilmente un farmaco sperimentale che la corporazione gli ha spedito sottobanco per sperimentazioni umane. Per un bel bonus, ovviamente. Capisco che l'uomo sta pensando al futuro di sua figlia, ma cavolo! Usare i suoi colleghi come cavia è piuttosto maleducato. CECIL raggiunse e spinse il soffitto della sfera.

"Non era la sperimentazione sui colleghi leggermente illegale?" Con un piccolo click uno dei pannelli del controsoffitto si mosse rivelando la fine di una scaletta di metallo.

Sotto molti aspetti! Ma la società è disposta a girare gli occhi dall'altra parte per il bene del progresso. Devo dire che alcuni giorni mi manca la vecchia gestione. CECIL rivolse una delle sue tre lenti luminose verso Carlos. Riesci a salire? Posso portarti su, se lo desideri.

"No, no, ce la faccio." Carlos deglutì. Anche in questo suo stato bizzarro non era molto sicuro di riuscire a gestire un altro volo improvviso. Grazie al cielo la strana scaletta era corta, e con alcuni piccoli grugniti si sollevò su un pavimento con moquette. Si alzò in piedi in quella che si rivelò essere un soggiorno perfettamente normale. Le pareti erano ricoperte di immagini e gli scaffali da vari soprammobili. Alcuni mobili erano leggermente graffiati ai lati da quello che intuì fosse opera del gatto. Sarebbe stato un appartamento perfettamente normale se non fosse per la vista di CECIL che si stava tirando su attraverso il buco nel pavimento.

Accomodati! La voce di CECIL era ritornata al suo tono normalmente allegro. Farò un po' di caffè.

"Oh. Okay. Grazie." Carlos si sedette sul divano imbottito. Poteva sentire il suo corpo uscire dalla nebbia, anche se la sua mente era ancora un po' confusa. E considerando che era ancora calmo dopo tutto quello che era appena successo? Forse avrebbe dovuto ascoltare i consigli di Steve per le medicine, ma solo dopo averlo preso a pungi di nuovo per tutto il fatto della 'cavia'. Fu distratto dai suoi pensieri dal leggero tintinnio di due tazze che venivano poggiate sul tavolino.

Carlos? Il robot si sedette dall'altro lato del divano. Posso farti una domanda personale?

"Uh." Carlos guardò CECIL prendere l'altra tazza. "Okay?"

Hai paura di me?

Carlos lo fissò. In qualsiasi altro momento avrebbe mentito o avrebbe cercato qualche scusa per andarsene. Ma in questo momento tutto quello che poteva fare era guardare ciò che considerava un'I.A. altamente pericolosa giocherellare con una tazza di caffè. Perché, pensò, questo è quello che la gente faceva agli appuntamenti.

"Sono assolutamente terrorizzato da te." ammise. "Sono abbastanza sicuro che è la droga che Steve mi ha dato l'unica ragione per cui io non mi sia rannicchiato in posizione fetale urlante, di nuovo.'' Sorseggiò il suo caffè. Era esattamente come piaceva a lui, alla giusta temperatura. "Tra la mia esperienza personale, le mie ricerche e la mia formazione posso pensare ad almeno una dozzina di motivi per cui dovresti essere spendo e definitivamente cancellato. Tu mi spaventi." Abbassò lo sguardo al suo caffè. "Mi dispiace."

CECIL non rispose. Le sue luci si affievolirono leggermente, ma a parte quello c'era solo silenzio.

"Ma." Carlos si leccò le labbra. Un tempo gli veniva molto difficile parlare agli appuntamenti senza droghe nel suo corpo. "Mi affascini, anche. In tutti questi anni non ho mai incontrato un programma del genere. Non ho mai conosciuto una cosa artificiale che si comportava in modo così vivo. Così reale. Tu menti e scherzi e ti preoccupi e mi confondi da morire. Tanto quanto vorrei scappare, vorrei rimanere. Voglio rimanere e capire cosa fa di te... te. Anche se dovessi impiegarci il resto di tutta la mia vita.'' fece una strana, piccola risata. ''Sono incoerente.''

Va bene! Incoerente va bene! A me, uh, piace il suono della tua voce? CECIL sussultò in un modo che suggeriva che si era mentalmente schiaffeggiato per quella affermazione.

"Posso chiederti io qualcosa di personale? Visto che, tu lo hai chiesto a me."

Sì?

"Credi davvero di amarmi?"

Ma certo che ti amo, Carlos! CECIL sventolò drammaticamente la sua tazza di caffè. E amo Josie, e Dana, e Megan, e il Dr. Carlsberg, e Simone, e, beh, tutti nella Night Crew. E della Day Crew, e mio fratello, e per i coloni che non posso vedere, ma cui vite dipendono da me. Sono sicuro che se la parola amore fosse incisa su ogni singolo centimetro della mia rete d'interconnessione ancora non ci sarebbe sufficiente per esprimere l'amore che provo per il Vale Colony. E per voi, Carlos.

Carlos si lasciò sfuggire un respiro che non si rese conto di trattenere. Per la prima volta da quando arrivò alla colonia si sentì rilassarsi. Ora capiva perché nessuno sembrava temere I.A. deviato quanto dovrebbero. Non che lo rendeva meno strano o meno potenzialmente pericoloso. Ma lui era disposto a trascurare quelle possibilità per un breve momento di pace. Anche se c'era un pensiero fastidioso nella sua mente.

''Così normalmente chiedi alle persone di uscire? Visto che ami tutti allo stesso modo."

CECIL fece un buffo rumore nel retro della mente di Carlos. Aspetta, aspetta. È il mio turno per fare una domanda. C'è qualcosa che posso fare per aiutarti... a non avere paura di me?

La sua voce cambiò. Era tranquilla, morbida. Diversa da come Carlos avesse mai sentito. Per un momento si chiese se qualcun altro aveva mai sentito parlare CECIL in quel modo. "Ho bisogno, ho bisogno di sapere che tu non..." Fece un respiro profondo "Ho bisogno di sapere che nessuno qui passerà quello che ho passato io. Che non farai del male a nessuno. Che non ti alzerai un giorno decidendo che la tua intera colonia sia il tuo esperimento personale. Che non finirà come Rho. Che tutto quello non accada di nuovo." Carlos spinse su i suoi occhiali per strofinare i suoi occhi stanchi.

I rendimenti passati non garantiscono i risultati futuri.

Gli occhiali di Carlos ricaddero al loro posto. Per un momento tutto quello che riuscì a fare fu fissare il robot argento e viola seduto accanto a lui. Piegò la testa di lato, e Carlos fu sicuro che esso stava sorridendo.

Parlare in questo modo potrebbe aiutare? Non tutti i giorni, ma in ogni qui e adesso. Puoi chiedermi tutto quello che vorrai e ti prometto che risponderò nel modo più veritiero possibile. Non è molto, ma spero possa aiutare. Non voglio che tu abbia paura di me, Carlos. Non più.

"Sì, Cecil." Si scoprì restituire il sorriso non-visto. "Potrebbe aiutare.''

***

Carlos sognò della cucina di sua nonna.

La luce morbida attraverso le tende logore. Le piante appese che gli era stato proibito di toccare, ma che sono cresciute fino a salutarlo. La cucina era sempre stato un rifugio sicuro per lui e per i suoi cugini. Si sarebbero tutti riuniti a tavola e giocare a carte mentre gli adulti parlavano dei noioso affari del mondo. Ma più di tutto, sognava il calore del forno. Peccato la cucina di sua nonna fosse decisamente terribile

Ma nessuna famiglia è perfetta.

La cucina sbiadì intorno a Carlos mentre il suo corpo lentamente si trascinava fuori da un sonno profondo. Per secoli si librò nello stato tra il sonno e la veglia non volendo ancora muoversi appena. Il suo letto solitamente morbido sembrava insolitamente grumoso, e il cuscino era stato sostituito da quello che sembrava essere un camice da laboratorio ripiegato. La sua mano si mosse sotto il cuscino improvvisato solo per strofinare contro qualcosa di caldo e... metallico?

I suoi occhi si aprirono di scatto.

Tutto era sfogato. Okay, non aveva i suoi occhiali. Questo poteva gestirlo. Non sarebbe stata la prima volta per lui svegliarsi in qualche posto estraneo e di cui probabilmente si sarebbe pentito. Si mise a sedere sul divano imbottito e cercò di mettere insieme i pezzi della scorsa notte. CECIL lo aveva inviato per del caffè. Ha urlato. È stato drogato. Ha passato la notte a parlare con CECIL di, beh, tutto. L'I.A. aveva una lista di domande senza fine sulla Terra. Il che andava bene, visto che Carlos ne aveva una scorta altrettanto infinita sulla colonia. Non era certo di quando esattamente si era addormentato. Aveva un ricordo vago di CECIL che gli toglieva gli occhiali e che, ah! Li posava sopra il tavolino!

Dopo aver tentennato in giro per qualche minuto trovò i suoi cari non-più-persi occhiali e se li infilò. Le due tazze erano ancora sul tavolino dove erano state dimenticate. C'era ancora il buco nel pavimento dove attraverso ci serpeggiavano i cavi di CECIL. E poi c'era CECIL seduto sul divano accanto a Carlos col camice da laboratorio ripiegato sul suo grembo. Le lenti del robot erano chiuse, e l'occhio chiuso viola sul suo petto era di un ormai debole ambra incandescente. Si stava ricaricando? CECIL aveva bisogno di ricaricarsi? L'appartamento di Cecil aveva un bagno? Dopo un breve momento di riflessione decise che la sua ultima domanda era la più importante.

Fortunatamente c'era un bagno funzionante. C'erano anche due camere da letto, una cucina, e una fornitura vicina all'infinito di giocattoli per gatti. Una volta che i bisogni biologici più terribili sono stati soddisfatti passò al prossimo elemento della lista: la schiena dolorante. Non fu troppo sconvolto nel trovare l'armadietto dei medicinali vuoto. Beh, poteva sempre prendere qualcosa una volta tornato alla sue stanze. Magari farsi anche una bella doccia calda. La vergognosa doccia della sua cabina non era per niente impressionante come quella che c'era lì. Proprio accanto a lui. In attesa di essere utilizzata.

Occhiali, clip ospite, e vestiti vennero ordinatamente messi da parte mentre si arrendeva alla doccia. Carlos premette la fronte contro le piastrelle fredde del bagno mentre il dolore svaniva sotto il getto dell'acqua calda. Finalmente, si poteva rilassate. Nudo. In un appartamento che conteneva quella che sarebbe dovuta essere la sua più grande paura. Eppure era calmo e rilassato, invece di pregare per una morte rapida e indolore.

Tutto sommato era un piacevole cambiamento.

"Va bene." Carlos disse a se stesso. "Prenderò le mie dannate pillole. Contento?"

Un colpo brusco lo fece scattò dal suo stordimento. Il bussare continuò mentre si costrinse ad uscire dalla doccia e, dopo un attimo di riflessione, di mettersi il vecchio accappatoio giallo appeso alla porta del bagno. Occhiali e modestia apposto, si avventurò fuori dal soggiorno dove CECIL era ancora 'addormentato' sul divano. Il robot era caduto su di un lato e si è impossesso del camice piegato vicino al suo petto. Bene. Lui non aveva comunque intenzione di riprenderselo presto. Finalmente captò il bussare a quella che presumeva doveva essere la porta d'ingresso.

"Cecil?" La voce che proveniva dall'altra parte era attutita, ma familiare. "Cecil, sei lì dentro? Andiamo! Svegliati! Il tuo gatto era rimasto bloccato fra le ventole sopra bagno degli uomini al quinto piano DI NUOVO!". Carlos si avvicinò alla porta. Non vedeva nessun pannello evidente per aprirla da nessuna parte. "Non preoccuparti, l'ho preso. Ma se devo strisciare attraverso il condotto di areazione un altra volta-"

La porta si aprì. In piedi sul lato opposto c'era Dana con un pugno alzato che guardava scocciata il gatto nascosto sotto il suo braccio.

"Carlos?"

"Dana". Carlos annuì. "Er. Buongiorno?"

''Oh. Um. Ehi, Carlos." Lei lo guardò dall'alto in basso. "Sei in un accappatoio. È un po' strano."

"Ero sotto la doccia." Tossicchiò. "CECIL è ancora in carica, ma gli racconterò sicuramente del tuo coraggioso salvataggio del suo gatto, va bene?"

"Grazie." Allentò la stretta sul gatto appena sufficientemente per farlo saltare fuori delle sue braccia e il bullone in appartamento di Cecil. "Aspetta. Perché sei qui? E fare la doccia? Nell'appartamento di Cecil? Avrei giurato che Steve avesse detto che stavi andando ad un-"

Dana si bloccò. La sua bocca si aprì.

Carlos alzò una mano. "Dana-"

"Tu-"

"Non è quello-"

"E Cecil-"

"Io non credo che in realtà sia-"

il volto di Dana si aprì in un ampio, malizioso sorriso. "Alloooora. Qualcuno ha superato il terrore delle Intelligente Artificiali piuttosto velocemente. Immagino che Pamela su questo si fosse sbagliata." Colpì la spalla di Carlos un po' più forte di quanto avrebbe voluto. "Scemo! Perché non hai detto qualcosa! Ugh, ora mi sento malissimo per averti urlato contro ieri. Avrei dovuto sapere che non eri senza cuore. Andiamo! Avresti anche potuto dire qualcosa giù al Dog Park."

"Questo è perché-"

''Oh! Ohhh, ho capito." Lei incrociò le braccia. ''Relazione segreta! Non puoi far sapere ai tuoi superiori che stai uscendo con un paziente!''

"Uno," Carlos alzò un dito. "Non sono un terapeuta. Due-"

"Non ti preoccupare, Carlos! Se non vuoi che gli altri lo sappiano, terrò la bocca chiusa."

"Disse la donna che usciva con la peggior pettegola della colonia."

"Leann è responsabile della posta. É giustificabile." Il sorriso di Dana si rilassò in uno molto più naturale. "Comunque. Sono contenta che per voi due ha funzionato. E scusa ancora per ieri."

Carlos fece un respiro profondo solo per farlo uscire fuori come un sospiro sconfitto. "Va bene. Non lo sapevi."

''Beh! Non voglio più disturbare voi ragazzi! Buon divertimento!" Dana felicemente saltellò giù per il corridoio mentre Carlos chiudeva la porta d'ingresso.

Chi era?

Carlos sussultò e si girò verso la voce. CECIL non si era mosso dal divano, ma probabilmente era dovuto al fatto che il gatto avventuroso si era rannicchiato sopra il suo petto. Accarezzò la testa del gatto con le sue dita sottili.

"Oh." Carlos strinse ancora di più l'accappatoio contro il suo corpo. "Dana. Era arrabbiata perchè ha dovuto salvare il tuo gatto. Di nuovo."

Oh cara. CECIL si alzò abbastanza per accarezzare il muso del gatto infastidito con la sua guancia metallica. E dove stava vagando il Signor Sedere Peloso (6) questa volta?

"Nel bagno degli uomini al quinto piano." Carlos iniziò a puntare verso il bagno. Forse sarebbe riuscito a sgattaiolare prima che CECIL notasse cosa stesse indossando.

Micio cattivo! Papà di aveva detto di non andare più lì. I pericolosi pozzi di ventilazione non sono un posto dove un bel gattino come te possa andare. Devi rimanere dove papà... possa... vederti.

La voce di CECIL si spense mentre finalmente guardò in direzione di Carlos. Khoshekh approfittò di quel momento per sfuggire dalle mani di CECIL ormai congelate sul posto. Le tre lenti sul suo viso erano brillanti quanto il viso di Carlos. Improvvisamente Carlos divenne consapevole di quanto gli stava corto quell'accappatoio. E di come fosse un pochino troppo stretto. Questo spiegava la strana occhiata di Dana.

Perchè indossi l'accappatoio di mio fratello? Disse Cecil, con voce un po' forzata.

Carlos indicò la porta del bagno. "Doccia."

Oh. Sì! Sì. Questo ha senso. Bene. Sono felice che stai meglio. Sembra fantastico! Fantastico. CECIL si alzò con grazia solo per inciampare nei propri fili. Ritrovò l'equilibrio proprio sul bordo del buco nel pavimento. Comunque! Sembra che Kevin stia per staccare per la notte. Sarà meglio riprendere la mia stazione. Sentiti libero di finire la tua doccia o berti un caffè o fare colazione o quello che vuoi.

"Grazie, CECIL."

Oh e, Carlos?

"Sì?"

Ti sei dimenticato di rimetterti clip ospite.

Con un sorriso nella sua voce CECIL scivolò giù nel buco.










Notes:

C.E.C.I.L. e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!







N.d.T
1) Nell'originale parla di attacchi d'ansia appunto, ma da come ne viene parlato qui, fidatevi, sembrano più attacchi di panico. (fonte: esperienza personale e diverse ricerche google)
2) Nell'originale diceva insane computer pro- (program). Come lo traducevo? Pazzo programma del computer? What? E quindi ho ripiegato su intelligenza artificiale.
3) Al momento non ricordo assolutamente perchè ho messo questa nota. Volevo dire qualcosa di estremamente importante? Dovevo farvi sorbire i miei attacchi da fangilr? Era altamente ironico come l'essenza di Dave Strider? Lo scoprirete nella prossima puntata!
4) In verità ass significa culo, non merda. Shit invece significa merda.
(Lezione n°1 di parolacce in inglese).
5) Questo punto è stato risolto grazie all'aiuto dell'autrice :D .
6) In origine era Mr. Fuzzbutt, che è molto dolce-divertente come soprannome.
Per chi la capisce.
Per questo ho messo la traduzione, ma dovevo fare questa nota in onore dell'opera originale, no?

Questo capitolo a mio parere si doveva chiamare Nel quale Dana spacca i culi. Di nuovo.
Ebbene, per oggi ho finito! E da più di una settimana che scumatto (siciliano: che impazzisco, che lotto... insomma, intraducibile) con questo capitolo. Sono le 23.17 e dalle tremila cose che mi erano venute in mente da dire mentre traducevo questo capitolo me n'è rimasta solo una.
Buonanotte, Night Vale, Buonanot-
AH! NO! ECCO COSA DOVEVO DIRE!
Ho trovato i disegni originali di CECIL! Eccoli qui, qui, e qui. Ce ne sono molti altri, bellissimi, anche di Kevin. E, non preoccupatevi! Nessuno spoiler, freedomconvicted è solo l'ideatrice dell'AU, ma non della storia!
La storia originale la trovate qui http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2193869


Bye!

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Capitolo 5
*** In Which Carlos Meets The Family ***


Vi chiedo scusa per il mio onnipresente lato-fangirl in questo capitolo.

Davvero. Vi amo.


* musica funky e misteriosa in filodiffusione *




Chapter 5: In Which Carlos Meets The Family

(Capitolo 5: Nel quale Carlos conosce la famiglia)





5:40

Carlos lanciò un occhiata al suo orologio per la quinta volta in pochi minuti. Aveva una vaga idea del perchè Josie voleva parlargli, ma non era entusiasta del suo tempismo. Ogni minuto nel suo ufficio sembrava un eternità, e allo stesso tempo sembrava trascorrere troppo in fretta, a suo parere. A peggiorare le cose, la musica nell'aria era stata bassa e cupa per il terzo giorno di fila. 'Come un violoncello depresso intrappolato in un pozzo' l'aveva descritta Steve. La musica si fermò, e Carlos trattenne il respiro mentre Cecil parlava per la prima volta in quel giorno.

Attenzione Night Crew. Disse CECIL, con la sua voce dolorosamente piatta. Questo è un promemoria per ricordarvi che la riunione obbligatoria di mercoledì sera è stata annullata a causa di circostanze impreviste.

Carlos attese. Sapeva che stava per arrivare.

Volevo solo ricordarlo a tutti, visto che alcune persone hanno sviluppato la sfortunata abitudine di dimenticare gli eventi in programma. Questo è tutto.

"Il primo litigio è sempre il peggiore, non è vero?"

Josie si trascinò dentro l'ufficio con le tre alte figure di metallo sottili al suo fianco. Carlos fece del suo meglio per non guardare i molteplici tubi collegati alla e dalla vecchia signora e le macchine mobili. Con un leggero grugnito si sedette con cautela sul lato opposto della sua grande scrivania di quercia. "Non preoccuparti caro. Ogni litigio rende solo il rapporto più forte. Sai, avresti dovuto sentire le discussioni che avevamo io e il mio caro vecchio Henry!'' Rise educatamente mentre prendeva il lavoro a maglia. "Ti dispiace? Devo finirlo prima del compleanno di Dana."

"Va," Carlos sospirò. "Va bene. Oltretutto, al contrario di quello che pensano tutti, io e CECIL non stiamo insieme."

"Ma avete avuto una discussione."

Un'altra occhiata al suo orologio.

5:43

"C'era qualcosa di cui volevi parlarmi?" Disse, cercando di nascondere il nervosismo dalla sua voce.

"Hmm? Oh sì!" Josie sorrise calorosamente a Carlos. I suoi ferri a maglia tintinnavano mentre le sue vecchie mani lavoravano col filo. "Se non vado errato la prossima settimana saranno sei mesi che sei qui. E, se tutto va bene, dovrebbe anche essere la fine del progetto Wireless. Ovviamente ci sarà un altro mese per i test e quello che è, ma dopo quello il tuo contratto con noi è finito."

Carlos annuì. Sei mesi. Avvolte sembravano solo un paio di giorni, mentre altre sembrava che aveva speso tutta la sua vita a lavorare alla colonia. Sospettava che il tempo scorresse diversamente giù nel cuore della colonia. ''Capisco.''

"Adesso." Josie si sporse avanti. "Ricordi cosa ti dissi il tuo primo giorno qui?"

"Che volevi che fossi il tuo sostituto." Carlos annuì. "Cosa che ancora non riesco a capire. Non sei una programmatrice di computer. Ho una scienziata di computer . O qualsiasi tipo di scienziata. E..."

"Va avanti."

"E poi..." Carlos si guardò intorno nell'ufficio. La stanza era stata disegnata per assomigliare più ad un soggiorno che ad un ufficio. Al posto di armadietti o computer c'erano scatole di lavori a maglia e di quelli che sospettava essere vecchi romanzetti rosa. "Non ho idea di cosa ti occupi. Per niente. E nemmeno gli altri. Ho chiesto in giro e nessuno mi ha dato la stessa risposta due volte. Quando chiesi a CECIL ha mormorato qualcosa sulla falsariga 'assistente generale direttore di produzione' e ha cambiato argomento. Non hai davvero un lavoro qui, vero?"

Il sorriso di Josie si allargò. "Sei un tipo intelligente! Bene, bene." Ridacchiò. "La maggior parte della Night Crew sospetta che sia io il capo qui. I membri più anziani conoscono la verità, ma gli piace tenere il loro piccolo segreto. Suppongo che preferirebbero me a Pamela. Beh, non posso biasimarli per questo. Dio sa quanto vorrei! In tutta onestà, la maggior parte dei giorni semplicemente sto seduta qui a lavorare a maglia. O scendo giù nelle aziende agricole a chiacchierare con John Peter-''

''Il botanico, lo so.''

5:48

"Josie." Carlos distolse lo sguardo dal suo orologio. "Se non fai nulla come dovrei sostituirti?"

"Credo che già tu conosca la risposta, caro."

5:49

''Vuoi che sia il custode di CECIL."

"Non proprio un custode. È un bravo ragazzo, ma è un po' birbante avvolte. Ha bisogno di qualcuno che lo protegga. Che lo aiuti. Qualcuno che lo capisca." Josie si appoggiò allo schienale della sedia. "È un lavoro semplice, davvero. Potrai dedicarti a qualsiasi progetto o esperimento che desideri. La corporazione ti finanzierà tutto quello che vorrai senza battere un ciglio. Finchè rimarrai il caro scienziato di Cecil vivrai nel comfort e nel lusso per il resto dei tuoi giorni."

5:50

"E il trucco?"

"Il resto dei miei giorni si sono conclusi ventuno anni fa."

Carlos realizzò che la musica era svanita. L'unico rumore che rimaneva nell'ufficio era il ticchettio degli aghi di Josie e il leggero bip dei macchinari collegati a lei.

"Stai morendo?"

"Sono morta, Carlos." Josie indicò con uno degli aghi (n.d.t. Ho lavorato a maglia, in verità non lo potrebbe fare senza scucire tutto, ma lasciamo questa libertà poetica all'autrice, no?) le alte figure metalliche vicino a lei. "La corporazione ha voluto tenermi in vita finchè non si sarebbe trovato qualcuno che potesse gestire Cecil. Quindi mi hanno attaccato questi angioletti per far continuare continuare a vivere il mio corpo finchè non sarebbe apparso il mio sostituto. Onestamente stavo cominciando a pensare che non sarebbe più successo! Abbiamo avuto talmente tanti potenziali dipendenti in quel periodo. Ma loro ogni volta davano un'occhiata a Cecil e chiedevano un passaggio al primo shuttle che partiva! Beh, ho sentito dire che il primo fu davvero buono. Un bel ragazzo, ma...''

"Ma?"

Con la coda dell'occhio Carlos vide la piccola telecamera dentro la sfera viola nel muro muoversi. Josie gli lanciò un occhiata prima che il suo sorriso ritornò.

"Comunque. Sei l'unico che è rimasto per sei mesi." Disse mentre riprendeva il lavoro a maglia. "Non devi decidere proprio adesso se vuoi l'incarico. Capisco se tu voglia vedere le tue opzioni e quello che è. Hai tempo fino alla fine del progetto, dopo tutto. Ma tra me e te spero che accetterai. Non ho mai visto il mio ragazzo così felice da anni. Anche se è un po' arrabbiato al momento.''

Carlos avrebbe giurato di aver sentito un morbido seccato 'hmph' in lontananza. Diede un occhiata al suo orologio.

6:01

Imprecò.

"Oh caro." Il sorriso di Josie peggiorò solo la situazione. "Mi dispiace, ti sto trattenendo?"

"No. Sì!" Carlos balzò in piedi. "Mi dispiace ma avevo promesso a Ce, CECIL, che mi sarei visto stasera con lui-esso! Vederci dopo che chiudeva per la notte. Io uhm, mi dispiace ma devo proprio andare. Non posso fare tardi. Scusa.''

Una piccola risatina sfuggì dalle labbra di Josie. "Non voglio metterti di nuovo nei guai, caro. Puoi andare via. Ma," Carlos era già sull'uscio della porta. "So di essere solo una vecchia signora scema, ma credo che dovresti fare qualcosa di speciale stasera. Fagli sapere che ci tieni."

"Noi non-" Carlos scosse la testa. "Lasciamo perdere." Mormorò e scappò fuori dall'ufficio.

Mentre la porta si chiudeva dietro di lui sentì un ultimo sospiro da Josie.

"Ah, l'amore."

***

Ce l'aveva fatta.

Carlos si appoggiò contro il muro della cucina di CECIL mentre cercava di riprendere fiato. Aveva corso per tutta la strada per arrivare ai suoi alloggi prima di arrivare qui, ma ci era riuscito. Fortunatamente il monologo finale giornaliero di CECIL è stato un po' più lungo del solito. Uno di quelli che si concentravano sull'importanza della memoria e del ricordare le cose importanti. Carlos non aveva fatto a meno di notare le occhiatine che ha ricevuto mentre correva per la colonia per la sua missione. Ma ad essere onesti potevano anche essere per quelle poche persone che aveva buttato giù durante la sua folle corsa. Ma ehi, era abbastanza sicuro che a nessuno in realtà piacevano i bidelli. Ora tutto quello che doveva fare era preparare tutto prima che arrivasse CECIL.

Carlos?

O forse no.

CECIL si spinse sopra il buco nel pavimento del soggiorno. Tutto quello che rimaneva della grande matassa di cavi era un unico spesso collegato proprio in mezzo alle sue spalle. Con un leggero strattone al cavo si alzò e incrociò le braccia. Anche con la sua solita testa senza-espressione sembrava arrabbiato. Forse era per il modo in cui le tre lenti lampeggiavano verso Carlos.

Carlos. Disse CECIL con un tono molto lontano dal suo solito entusiasta. Non ti aspettavo.

Per un momento la mente di Carlos sottolineò come questo fosse impossibile visto che CECIL lo aveva osservato per tutto il giorno, inclusa anche la corsa dal proprio appartamento al suo. Ma sapeva che era già abbastanza nei guai con l'I.A. "Ti avevo promesso che sarei stato qui stasera."

Lo so.

La freddezza della voce di CECIL lo colpì profondamente. Carlos era stato così preso dalla fine del progetto Wireless che non aveva notato come la voce di CECIL fosse diventata più fredda. Fin quando Dana non gli aveva fatto una 'visitina' il giorno prima, prima di rendersi conto di cosa fosse successo. Casualmente fu anche il giorno in cui aveva realizzato che si era perso tre dei loro appuntamenti per un caffè in programma. Ai quali lui cercava di non pensare come appuntamenti.

"CECIL." Carlos fece un respiro profondo. Le parole gli erano rimbalzate in testa da quando aveva lasciato l'ufficio di Josie. Ma adesso che CECIL si trovava a pochi passi da lui le scoprì più difficili da definire. ''Senti io, io sono, io sono dispiaciuto. Io non sono molto... bravo. In questo genere di cose.'' Agitò vagamente le mani nell'aria fra di loro. ''Ma prima che tu mi cacci via volevo mostrarti una cosa.'' Carlos prese in suo vecchio pc da dove lo aveva lasciato dopo la sua lunga corsa. Allungò la mano e sfiorò il gomito del robot. CECIL sembrò non importare. Fin qui tutto bene.

Si sedettero insieme sul vecchio divano imbottito di CECIL. Quel pezzo d'arredamento era diventato il loro luogo abituale, grazie alla sua posizione vicino al buco sul pavimento. Per non parlare del fatto che era grande abbastanza per quando finivano per addormentarsi mentre chiacchieravano. Molte delle loro serate finivano in quel modo, tanto che Carlos adesso teneva un cambio di vestiti nel bagno. Nessun senso andare a lavorare con abiti sporchi e stropicciati. (n.d.t. uhuh, certo, Carlos.)

Carlos? Carlos poteva percepire le lenti viola su di lui mentre avviava il portatile. Pamela mi ha informato che non mi è consentito leggere qualsiasi tuo file nel tuo pc. Anche se fossi riuscito a scoprirne la password.

"Non devi leggere niente." Carlos cautamente passò il portatile a CECIL. " Vorrei solo che tu vedessi i file di per sé. Ci sono i rapporti che faccio dopo le nostre sessioni-''

Sì, ma-

"E ce ne sono altri che scrivo a mio uso personale a fine giornata."

CECIL abbassò lo sguardo allo schermo. Carlos, ci sono... centosessantadue di questi file.

"Già." Carlos diede a CECIL un sorriso schivo. "Ne ho scritto uno per ogni giorno da quando sono arrivato qui. E ogni singolo rapporto parla di te, CECIL. Della tua programmazione, del tuo corpo robotico, dei tuoi annunci, del tuo, tuo, tutto quanto! Ogni giorno mi metto a scrivere e cerco di capire cosa rende te, te. E ogni giorno tu trovi un nuovo modo per sorprendermi.'' Fece un respiro profondo. Poteva farcela. ''Anche se dimentico i nostri piani o, o quando faccio qualcosa di egualmente stupido, voglio che tu sappia che sto comunque pensando a te. Non so se smetterò mai di fare ricerche su di te. Tu sei importante per me, CECIL. Lo giuro.''

Per un momento CECIL rimase perfettamente immobile. Carlos sentì il suo stomaco svolazzare. Ha detto qualcosa di strano? Inquietante? Era sempre stato pessimo con le relazioni umane. Non aveva assolutamente idea di come un'I.A. potrebbe reagire. Osservò CECIL posare il computer sul tavolino da caffè. Mezzo secondo dopo scoprì perchè.

CARLOS!

La voce di CECIL cantò mentre tirò Carlos in un abbraccio spacca-ossa. Le braccia metalliche si strinsero intorno a Carlos e lui poteva sentire i suoi muscoli bloccarsi e la sua testa girare e non riusciva a respirare e-

Oh! Scusa!

Il terrore svanì dalla mentre di Carlos appena CECIL lo lasciò andare. Fece tre respiri profondi per calmarsi "CECIL, ti ricordi cosa ti avevo detto?"

Niente abbracci senza avvertirti. Scusa, Carlos. Io, io solo- CECIL prese le mani di Carlos nelle sue. Il fatto che tu stia scrivendo degli articoli scientifici su di me è la cosa più dolce che qualcuno mi abbia mai fatto! Ti vedevo tutte le sere lavorare al tuo computer ma ho sempre supposto che fosse qualche cosa scientifica. O qualcosa sul tuo lavoro. Io, io non avevo idea...

"Non hanno mai fatto ricerche su di te?" Carlos spostò meglio le gambe e realizzò duo cose importanti. Uno, che adesso si trovava a cavalcioni sulle ginocchia di CECIL. E due, che non gli importava. Il suo corpo era ancora dolorante dalla ''chiacchierata'' con Dana di ieri. "E che mi dici dei tuoi precedenti-" Fece una pausa. Custodi? "Scienziati?"

Oh, sono certo che qualcuno di loro le abbiano fatte. Ma la maggior parte di loro tendevano ad andarsene dopo un paio di settimane quindi, meh.

"Puoi dirmi di più su di loro?" Carlos disse mentre avvolse le sue dita intorno a quelle metalliche di CECIL. Considerava i movimenti come quello parte della sua 'terapia'. Doveva insegnare al suo corpo e alla sua mente a rilassarsi intorno al robot se aveva intenzione di stare anche dopo la fine del progetto Wireless. Doveva allenarsi a non avere paura del robot viola e argento. E CECIL era sempre più che felice di aiutare. ''Devo imparare tutto quello che c'è da sapere su di loro visto che Josie vuole che segua i suoi passi.''

Fin tanto non includa la parte in cui se ne vanno. Vediamo. Prima di te c'era Vithya. Era carina ma finì col trovare un lavoro migliore sulla Terra. Prima di lei Dylan, che se ne andò dopo aver avuto una discussione con Pamela. Poi c'è stato Paolo che ha solo fatto i bagagli e se n'è andato dopo due giorni. Richard venne trasferito sulla superficie. Stacey e Leland sono scappati insieme. Ci fu uno scandalo per quello visto che Leland era ancora sposato ai tempi. Oh, e poi ci fu Chad-

"Hanno finito tutti per andarsene?"

No, non il primo. Si chiamava -----------. Era un coraggioso, forte ------- che era ----- di -------- per proteggermi durante -----------. Aveva questo strano ------------ che -------- dato che tutti --------. Lui -----------------. Non so perchè. Qualche volta vorrei chiedere a suo cugino nella Day Crew ma... CECIL scosse la testa. Ma so che finchè rimarrà nei miei ricordi non se ne sarà veramente andato.

La luce delle sue tre lenti viola tremolò.

Tutto quello che ho appena detto era censurato?

"Sì?"

CECIL emise una serie di maledizioni che logicamente conosceva, ma sembravano comunque strane provenienti dall'I.A.. Non hai idea di quanto io odi tutto questo! So che dovrei sapere chi era ----------- ma ogni volta che provo ad accedere ai miei file memoria ----------- arrivo a questo buco. Non posso parlare di -----, o di come lui fosse ------ attorno a me, o di quella volta che lui --------------------------------------- e -------- mentre --- che era nascosto nel -------------- o, o tutto quello che ha fatto per me! Lui era il mio -----------, Carlos.

C'era una nota di dolore nella voce di Cecil che Carlos sapeva che non sarebbe mai stato capace di comprendere. Allungò la mano e accarezzò la guancia metallica del robot.

"Hey." Disse piano. "Sono un esperto di programmazione I.A., ricordi? So per certo che i tuoi dati in memoria non possono venire cancellati. Questo significa che qualcuno probabilmente ha solo criptato alcuni punti scelti che non puoi sbloccare da solo. L'ho già visto in un altra I.A. prima.''

Davvero? CECIL appoggiò la testa mai-così-leggermente sul palmo di Carlos.

"È più comune di quanto credi. Per esempio, c'era questo android della polizia che aveva perso la conoscenza del binario per una censura simile. Comunque, tutto quello di cui ho bisogno è capire la password che hanno usato per criptare. Solitamente è una frase quindi mi ci vorrà un po' per crackarlo.''

Proverai a crackarlo? Per me?

"Beh, sì." Carlos sorrise. "Sono il tuo scienziato."

CECIL emise un gemito acuto di felicità solo per bloccare le sue braccia a mezz'aria.

Um. Ti andrebbe bene se-

"Sì, CECIL. Puoi abbracciarmi."

L'abbracciò fu più gentile del primo.

A Carlos non importò molto.

***

Puoi aggiustarlo?

Le mani di Simone danzarono mentre sul suo viso accuratamente si dipingeva una storia di preoccupazione. Finché lei diceva brevi frasi Carlos poeva seguire quello che stava cercando di dire. Sebbene la maggior parte delle sue domande in questi giorni erano state il suo nome, il nome di CECIL, e pochi gesti che sapeva che di fatto in realtà non erano davvero linguaggio dei segni. (n.d.t. eeeehhhh eheh)

Carlos si girò verso un vecchio computer. O, per essere esatti, il relitto di un vecchio computer lasciato sulla scrivania di fortuna del Dog Park. Visto che era uno dei computer non monitorati non potevano esattamente andare a Informatica con quello. Non che comunque siano in grado di fare qualcosa con quel computer in quello stato.

"Forse? Di solito lavoro su modelli più vecchi."

Parli del diavolo, Carlos vide ancora uno di quei segni... poco eleganti.

"Simone." Carlos sospirò. "Hai davvero bisogno aiuto ad aggiustarlo, o stai solo cercando di spremermi qualche informazione?"

Simone fece una pausa. Metà e metà.

Carlos fece un altro, profondo, sospiro. Quello era tutto quello di cui volevano parlare con lui in questi giorni. Suppose che doveva essere grato che Dana aveva mantenuto la promessa di tenere la bocca chiusa sullo 'sleep over' (1) di qualche mese fa. O su tutti quelli seguenti. Ma le voci che giravano erano molto, molto più fantasiose di quanto la realtà possa mai sperare d'essere. E quello che loro due sembravano suggerire non frenavano i pettegolezzi.

"Non c'è niente tra CECIL e me. Niente può accadere. E non m'interessa cosa stai cercando di dire con le tue mani che in realtà non è fisicamente possibile.''

Ma allora ci hai pensato!

Carlos si mise le mani fra i capelli. Tre respiri profondi. "Hai finito?"

Simone battè le dita contro la scrivania di compensato. Annuì.

"Bene. Grande." Carlos prese il fidato cacciavite di Dana. "Da quello che hai detto sono abbastanza sicuro che ha solo bisogno di un nuovo ventilatore. Potrei avere un ricambio nella mia stanza. Se lo vai a prendere per me adesso sarò in grado di aggiustarlo stasera."

Sicuro. Dove?

"In una scatola sotto il mio letto." Disse mentre cominciò a svitare la base del ventilatore. "La porta dovrebbe essere sboccata. Se non lo è la password è-"

Sono il capo del servizio di pulizia. Lo so già. Simone diede a Carlos una pacca giocosa sulla testa prima di andarsene.

Carlos chiuse gli occhi. In tutta sincerità, non aveva idea da dove le persone avevano preso tutta questa storia della 'torrida storia d'amore'. CECIL lo stava semplicemente aiutando con i suoi problemi d'ansia. Parlare aiutava la sua mente, mentre i tocchi di luce il suo corpo. Allora cosa ci faceva se questo significava vedere CECIL per un caffè qualche volta a settimana dopo il lavoro? E CECIL non poteva comunque andare da nessuna altra parte, quindi aveva senso andare da lui. E non era nemmeno tutto questo granché che avvolte perdevano la cognizione del tempo e Carlos finiva per addormentarsi sul divano di CECIL con lui. Quindi logicamente doveva tenere un cambio di vestiti lì. E medicinali extra. E uno spazzolino.

"Sto uscendo insieme a Cecil." (2)

Le parole di Carlos pendevano pesanti nell'aria. Strano, si sarebbe aspettato un altro attacco d'ansia. Forse era la cosa buona del prendere i medicinali per una volta. O, più probabilmente, sapeva che non c'era nulla per cui andare nel panico. Questo piegava ogni cosa, giusto? La preoccupazione durante l'incontro con Josie. La strana svolazzante sensazione ogni volta che Cecil diceva il suo nome. O di come non gli importasse svegliarsi col mal di schiena per aver dormito sul telaio caldo di Cecil. Diavolo, era già andata molto meglio della maggior parte delle sue precedenti relazioni.

Carlos emise una lunga, profonda risata mentre ripeteva la frase nella sua testa. Usciva con Cecil. Cecil era il suo fidanzato. Il suo primo rapporto da anni era con Cecil. E non gli importava. Il Carlos da sei mesi fa si sarebbe arricciato in una palla all'idea. Ma in quel momento tutto quello che poteva pensare era il battito strano nel suo stomaco. Dovrebbe andare dirlo Cecil. Il che era un po' sciocco visto che Cecil lo sapeva già. Lo sapeva da mesi.

Il suono della porta che si apriva spense il sorriso di Carlos dal suo viso. Simone era ritornata più veloce di quanto si era aspettato. Lei era l'ultima persona che lui voleva che lo vedesse in questo stato. Poteva fantasticare sulla sua nuova informazione dopo averle aggiustato il computer. Le aveva promesso che lo avrebbe aggiustato stasera, anche se era quasi certo che fosse solo una scusa per ottenere gli ultimi pettegolezzi. Carlos aspettò finchè i passi non si fermarono proprio accanto a lui prima di tendere una mano.

"Potresti passarmi la torcia (3)?"

"Certo, amico!"

La torcia cadde nella mano tesa di Carlos senza tante cerimonie. Le sue dita si strinsero lentamente intorno alla torcia sottile. Quella voce non apparteneva a nessuno della Night Crew. Nessuno nella Night Crew ne aveva una tanto allegra. O felice. Come un pessimo show per bambini, gli aveva detto Dana volta. Il tipo di voce che sorrideva mentre il mondo bruciava. Carlos si voltò sulla sedia.

In piedi dietro di lui era una macchina umanoide d'oro e nera. Il corpo era identico a quello di Cecil, ma la testa aveva una forma completamente diversa. Il suo creatore aveva scelto una faccia che sembrava un fiore, o forse il sole. Su ciascuno dei cinque petali c'era una piccola lente d'oro. Proprio nel bel mezzo del 'volto' c'era una grande lente che brillava alla luce fioca della stanza. Carlos poteva dire che stava fissando proprio lui. Il robot inclinò la testa leggermente, e Carlos sapeva che stava sorridendo.

"K.E.V.I.N." Carlos disse quanto finalmente ritrovò la sua voce.

''Oh! Oh per favore, non devi dire il mio nome in quel modo!" A differenza di Cecil questa voce scorreva attraverso un altoparlante alla base del collo. "Kevin va bene! Non c'è bisogno di dire il mio nome in modo così formale! Dopo tutto, già so così tanto su di te! Il mio scienziato mi addirittura ha detto di guardare nel vostro fascicolo personale altamente invasivo solo per essere sicuri non mi mancasse nulla! Senza contare che stai uscendo con mio fratello! Vedi, è quasi come se fossimo già amici! "

Carlos aprì la bocca solo solo per poi richiuderla. Nessuna utilità negare. "Cosa vuoi?"

"Per incontrarti, naturalmente!" K.E.V.I.N. batté le mani insieme. "Voglio dire, una cosa è scavare attraverso tutti i file che i nostri agenti speciali hanno ottenuto su di te. Ma mentre smistavo una lista di tutti i tuoi parenti mi sono detto 'Kevin, quest'uomo ha fatto parte della vita di Cecil per ben sei mesi a questa parte! È la metà di un anno! Dovresti andare verso il Dog Park a presentarti correttamente!' Dopo tutto, questa stanza è piuttosto accogliente e isolata dal resto della colonia. Non dovremmo preoccuparci di nessuno che voglia interrompere la conversazione educata." Kevin agitò la mano, e la porta nera si è chiuso con un leggero clic.

"Mi stai minacciando?" Carlos si alzò. K.E.V.I.N. si mise accuratamente tra lui e al porta

"Minacciare? Oh cavolo, spero di non dover arrivare ad utilizzare quel metodo!" K.E.V.I.N. fece un passo in avanti. Carlos fece un passo indietro. "Non avrei mai sognato di danneggiare uno solo dei tuoi capelli quasi perfetti sulla tua testa! Potrebbe spezzare il cuore del mio caro, caro fratello. Proprio come si spezzerebbe il cuore a te se qualcosa doveva accadere alla tua famiglia! Come a tua sorella Lia sulla colonia Aster, o alla tua dolce madre sulla Terra. No, non voglio, non fare nulla a nessuno di voi."

Carlos fece un passo indietro solo per ritrovarsi premuto contro un muro. Era intrappolato. Era intrappolato con questa cosa di fronte a lui che gli bloccava l'unica uscita. Il mondo intorno a lui svanì mentre la sua testa cominciò a girare. In lontananza sentiva K.E.V.I.N. premere un dito contro il suo collo. E attraverso la nebbia della paura poteva ancora sentire come fosse tagliente il dito del robot. K.E.V.I.N. spostò il suo volto più vicino in modo che tutto ciò che Carlos potesse vedere fosse il suo grande occhio incandescente.

"Non voglio vedere mio fratello ferito ancora."

"KEVIN! DISATTIVATI!"

L'occhio dorato divenne nero. Senza alcun suono il robot abbassò la mano e fece un passo indietro. Carlos lentamente si spostò intorno a esso, desideroso di avvicinarsi alla voce del suo salvatore. Le sue gambe persero l'equilibrio e inciampò sulla donna sconosciuta alla porta. Sembrava avere la sua età con un'aria di formalità intorno a lei. Lo salutò proprio mentre lui si aggrappava ad una scatola come supporto. Ah. Militare.

"Chiedo scusa, signore." Fece un cenno verso K.E.V.I.N.. "Normalmente non lascia la sua stazione di ricarica fino all'alba. Le ha fatto del male, Dottor...?"

"Carlos." Squittì finalmente Carlos. "No. No, non mi ha fatto del male."

"Ah, giusto. Nella Night Crew si usa l'informale." La donna sorrise e gli offrì mano. "Eileen. Guardia del corpo di Kevin per metà del tempo, e per l'altra metà la sua babysitter. Devi essere lo 'scienziato' di Cecil."

"Così le persone continuano a chiamarmi." Carlos strinse la sua mano e le diede una timida scossa. "Esso ha l'intenzione di uccidermi?"

Eileen si aprì in un sorriso a trentadue denti. "Ah già. Il Boss mi ha parlato di te. Almeno, mi ha parlato di tutte le tue debolezze. Ansia, paure, i tuoi cari, etc etc." Aggrottò la fronte. "Oh, non guardarmi in quel modo. Non sei niente di speciale, sai. Fa parte del mio lavoro essere capace di bloccare qualcuno al fine di proteggere Kevin. E se tu hai l'intenzione di stare accanto a Cecil dovresti essere disposto a fare lo stesso. Comunque, devo riportarlo a letto.'' Si avvicinò a K.E.V.I.N., battendo i suoi stivali appuntiti sul pavimento. "So che i nostri orari non corrispondono completamente, ma se hai delle domande non esitare a cercarmi."

"Grazie." Carlos sospirò. "Sei probabilmente l'unica persona che, beh, sa come ci si sente."

"Non dirmelo nemmeno." Eileen si lasciò sfuggire un sorriso malinconico mentre prendeva il polso di K.E.V.I.N.. "Andiamo, raggio di sole. Torniamo indietro prima che il Boss si accorga che non ci sei più."

Carlos aspettò che Eileen e Kevin se ne andassero prima di risedersi al suo posto. Anche se il pericolo se n'era andato il terrore indugiava su di lui. Il terrore e una parola. Una parola importante che K.E.V.I.N. aveva detto. Forse di proposito, forse accidentalmente. Ma adesso che l'aveva sentita Carlos non riusciva a farla uscire dalla sua testa.

Ancora.








Notes:

C.E.C.I.L. e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!





N.d.T.
1) Avrei potuto tradurre pigiama party se proprio non volevo attenermi alla traduzione letterale quale ''dormita fuori'' et simili, lo so. Ma credo che comunque il termine originale in questo caso renda di più, anche perchè non credo sia talmente incomprensibile. Fatemi sapere la vostra opinione!
2) Niente nota di traduzione questa. Volevo solo farvi notare come questa fosse la prima volta che Carlos pronuncia il nome di Cecil senza le maiuscole! :D
3) Nell'originale dice pen light, credo intenda una penna con una lucina o una torcia molto piccola o qualcosa del genere, ma comunque il significato è quello.

Va bene, stavolta sono arrivata per pelo, lo ammetto.
E ammetto anche che mi stavo letteralmente sciogliendo durante questo capitolo, aw.
Qui trovate il capitolo originale, passate a fare una visita!

Buonanotte, Night Vale, Buonanotte.

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Capitolo 6
*** In Which Carlos Is A Good Boyfriend ***


Questo capitolo.

Ooh, questo capito...

Welcome to Cyber Vale!



* musica funkie e misteriosa in filodiffusione *





Chapter 6: In Which Carlos Is a Good Boyfriend

(Capitolo 6: Nel quale Carlos è un buon fidanzato)







"Eccoci. Il nostro duro lavoro ha finalmente dato i suoi frutti." Pamela strizzò gli occhi al suo riflesso nelle porte del laboratorio. "Gli ultimi sei mesi ci hanno portato fino a questo momento. So che tutti qui sperano per il meglio, ma dobbiamo prepararci per ogni possibile evenienza. Ci sono mille cose che possono andare male quando l'ultima presa verrà rimossa e io vogliono che siamo pronti a tutto. Fallimenti catastrofici, spegnimento del supporto vitale, qualsiasi cosa! Tutto chiaro?"

"Mm-hmm."

"Ho tutti i computer di back-up disponibili in standby per supportare il sistema durante i tre minuti quando lui sarà offline. Nel caso in cui perdiamo il corpo fisico ha bisogno di essere automaticamente commutato immediatamente al sistema principale. Se perdiamo l'I.A. abbiamo quello della Crew Day in standby di emergenza nel caso in cui dobbiamo allegare K.E.V.I.N. al suo posto. E penso di parlare per tutta la Night Crew quando dico che nessuno vuole che questo accada. Mai sentito i suoi gusti in fatto di musica? Semplicemente terribile."

"Mm-hmm."

Pamela lanciò un occhiata Carlos. L'uomo era proprio accanto a lei, ma dai suoi occhi era a miglia di distanza con la testa. Con un sospiro profondo lei roteò gli occhi. "Ma ovviamente, quello a cui di più dobbiamo stare attenti è il branco di cani selvatici liberati nel laboratorio. Ho sentito dire che Steve è stato morso da quello con tre teste. Cose brutte. Ma ottimi artisti di graffiti, però."

"Mm-hmm. Aspetta, cosa?"

"Eccoti qua. Bentornato alla Vale Colony, Carlos." Pamela gli fece un piccolo sorriso. "Mi dispiace doverti riportare con i piedi per terra, ma stiamo per cominciare l'ultima tappa del progetto Wireless. Ho pensato che ti sarebbe piaciuto partecipare a questo memorabile momento storico."

"Oh. Scusami, Pamela. Stavo solo pensando-"

"Bene! Sei uno scienziato! È esattamente quello che dovresti fare." Pamela battè le dita conto la porta a parete. "Ma in questo momento ho bisogno che rimani concentrato. Hai il compito più importante di tutti noi." Lo guardò dritto negli occhi mentre la porta si apriva. "Devi cercare di non far andare Cecil nel panico. Ciò sembra essere la tua area di competenza."

"È la mia area di competenza."

"Tu sei davvero perfetto, non è veto?" Pamela marciò fuori versò quello che poteva essere descritto come assoluto caos.

Il laboratorio principale era pieno di più persone di quanto Carlos avesse mai visto lì. In ogni computer c'erano almeno tre persone e lo spazio centrale brulicava di stagisti. Attraverso la folla riuscì a cogliere un assaggio di argento e viola del corpo di Cecil solo per vederlo svanire ancora una volta. Se non fosse stato per il singolo filo attaccato al soffitto non avrebbe avuto alcuna speranza di trovare Cecil. Cominciò a camminare attraverso il mare di scienziati solo per fermare al suono del suo nome.

"Carlos! Carlos!"

"Dana?"

Carlos si fece strada verso di lei, urtando accidentalmente in uno dei bidelli. Ugh, era quello con la giacca sporca, anche. Fece una nota mentale di ripulirsi più tardi. Almeno non era quel bizzarro razzista che stava nel portico. Dana si trovava al lato del muro con l'alta Leann accanto a lei. Gli fece cenno di avvicinarsi e sorrise. "Stavo giusto pensando quando ti saresti fatto vedere. Voglio dire, è il tuo grande giorno, giusto?"

"Dana. Leann." Annuì alle due ragazze. "Che cosa vi porta sulla superficie?"

"Eh. La tata del ratto era troppo calda con tutte queste persone in giro." Dana agitò la mano verso tutte quelle persone. "Questo è il problema con dissipatori di calore. Ingoiano tutto il calore in questa stanza. Compreso il calore nervoso-scienziato. Che è un calore grossolano."

"E Steve mi ha chiesto di rimanere in allerta." Leann diede un calcetto al kit medico al suoi piedi. "Che è una cosa un po' scema se vuoi saperlo. D'altra parte, se c'è qualcuno che potrebbe ferirsi a scollegare un robot è sicuramente questo gruppo."

"Lei è anche qui per la posta." Dana diede una piccola gomitata a Leann nelle costole.

"Zitta!" Leann ricambiò la gomitata. "Tutti quelli che usano la mia posta sono già in questa stanza! Che cosa dovrei scrivere? 'Hey ricordi quella cosa a cui hai lavorato ieri? Di certo è andato bene e o ha provocato la morte di tutti'."

"Bene." Carlos si schiarì la gola. "Io dovrei-"

"E se ci facessi un racconto drammatico?" Dana disse con gli occhi che brillavano. "Il cavo scatta fuori dalla schiena di Cecil solo per spingere il perfetto Carlos contro i computer!"

Leann fece un rantolo giocoso. "Ooh! Ooh! Ma il destino crudele vuole che cada contro un angolo acuto della scrivania! Si è fatto male! Sta sanguinando! C'è così tanto sangue!"

"Se voi due avete finito-"

"Cecil prende il morente Carlos tra le braccia!" Dana cadde contro Leann, che la prese perfettamente. "C'è solo una cosa che può riportare il perfetto scienziato in vita."

"Il bacio del vero amore!" Leann diete un'utile dimostrazione su Dana. "Seguita da una sessione hot di sesso del vero amore!"

"Me ne sto andando."

Carlos andò via, facendo del suo meglio per ignorare le risatine delle ragazze dietro di lui. Avevano raggiunto la parte della storia che coinvolgeva robot-bambini da quello che sembrava. Si rinfilò nell'oceano vivente di scienziati. Poteva riconoscere solo la metà delle persone c'è c'erano lì. Attorno a lui c'erano facce preoccupate con scuri, stanchi occhi. Potevano essere solo cella Day Crew, che avevano di gran lunga sorpassato il loro coprifuoco (1). Poteva sentire i suoi muscoli contrarsi mentre le parole di Pamela gli tornavano veramente in mente.

K.E.V.I.N. era lì.

"Sir! Voglio dire, Carlos!" Il forte schiocco degli stivali che batterono insieme fu sufficiente per trascinare Carlos fuori dal precipizio di terrore. Eileen fece il saluto militare con una grazia che la maggior parte delle persone avrebbero solo potuto sognarsi.

"Buona sera, Eileen." Disse, sforzandosi di tenere a bada l'ansia. "Non c'è bisogno di farmi il saluto militare."

"Scusami Carlos." fece un respiro profondo per permettere al suo corpo di rilassarsi. "Riflesso automatico. Non tutti nella colonia sono rilassati come quelli della Night Crew."

"Lo avevo notato." Carlos mormorò mentre osservava quelli della Day Crew. Erano tutti rannicchiati insieme, guardando nervosamente la Night Crew. Sobbalzavano ad ogni passo come se fossero sul punto di urlare. Attraverso la folla riunita poteva vedere accenni di nero e oro. K.E.V.I.N. era seduto sul pavimento, con tutti i suoi occhi spenti. "Non dovresti essere di guardia?"

"Lo sono. Kevin è in standby. Ha bisogno di conservare la sua energia in caso si necessità. E poi..." Condusse Carlos lontano dagli altri. "Volevo ringraziarti. Per non averlo denunciato."

Per un attimo Carlos pensò se fosse il caso di dirle perché non lo aveva fatto. Nella migliore delle ipotesi Cecil gli avrebbe urlato contro per aver messo in difficoltà suo fratello. Oppure, nella peggiore, si sarebbe svegliato col robot splendente che fissava. Si strofinò il collo e si sforzò di sorridere. "Io, uh, so cosa significa cercare di prendersi cura della propria famiglia. Feci la stessa cosa quando mia sorella portò suo marito a casa la prima volta." Tranne per il coltello contro il collo. Quella parte era meramente implicita.

"Sono contenta che tu capisca." Eileen sorrise. "So che Kevin può essere scoraggiante avvolte. E che la Night Crew ha decisamente paura di lui. Ma a lui tiene davvero alle persone. Ha solo problemi ad esprimerlo. Onestamente, credo che qualche suo programma di emozioni sia un po' glitchada (2)." Aggiunse tranquillamente. "O qualsiasi sia il termine corretto."

"Quello... Spiegherebbe molte cose." Carlos si guardò dietro le spalle. "Non dovrebbe essere troppo difficile da aggiustare. Ne hai parlato col suo scienziato?" Esaminò la folla, ma nessuno gli saltò veramente agli occhi. Una piccola, amara risata di Eileen lo riportò indietro.

"Ti prego. Kevin potrebbe anche venire eliminato e a quell'uomo non importerebbe nemmeno." Sogghignò. "Non finchè non potrà più giocare con i suoi pezzi."

"Scusami?"

"Hmm? Oh! Nulla. Solo, ignorami." La smorfia del suo viso si trasformò in preoccupazione. "Non ho detto nulla. Assolutamente. Su nessuno." Diede una pacca a Carlos sul braccio. "Buona fortuna con la disconnessione, okay? Speriamo che non sia necessario che Kevin prenda il posto di Cecil. Adoro il ragazzo ma il suo senso della musica-"

"Terribile. L'ho sentito dire."

"È così banjo heavy-"

"Senti, vorrei davvero parlare con lo scienziato di K.E.V.I.N. qualche volta. Confrontare le ricerche, discutere dei fratelli, questo genere di cose. Ma non riesco a trovare un modo contattarlo. E ci ho provato. Per gli ultimi sei mesi."

"Non preoccuparti." Eileen fece uscire un sospiro stanco. "Quando vorrà... sarà lui a trovare te." Con un ultimo sofferente sorriso si diresse verso il suo posto accanto a K.E.V.I.N.

Carlos?

La voce di Cecil era a malapena un sussurro, e nessun altro sembrò farci caso.

Carlos, è il momento.

Carlos camminò verso il centro del laboratorio principale. Uno per uno gli altri scienziati si fecero da parte, lasciando Cecil e Pamela al centro. La donna gli diede il suo classico sorriso sottile.

"Bene. Ecco cosa faremo." Si sporse dietro Cecil e disegnò un cerchio con le dita intorno al cavo finale. "Si sono già presi cura dei passi preliminari. Tutto quello che dobbiamo fare adesso sarà rimuovere il cavo con un forte strattone. Il modo più veloce e sicuro e ritirare manualmente il cavo dalla base-" Indicò la sfera bianca sopra di loro, "Mentre Cecil resta qui giù. Il suo peso dovrebbe bastare per farlo rimanere a terra, ma potrebbe anche non farlo. Ed è qui che entri in gioco tu, Carlos."

"Vuoi che lo tenga giù?"

"Sono sicura che esiste un appropriato termine tecnico, ma sì." Pamela agitò la mano. "Stavo per farlo fare ai tirocinanti, ma-"

Pamela-

"Un certo qualcuno ha chiesto se poteva farlo un certo qualcun altro. Quindi se non ti dispiace, Carlos."

Capisco se tu non voglia farlo! Cecil disse mentre si torceva le mani. So che, so che avvolte hai qualche problema con me e-

"Cecil. Va bene." Carlos sorrise a Cecil, e sentì lo stesso sospiro felice dal fondo della sua mente. Succedeva ogni volta che sorrideva a Cecil. Si chiese se se ne sarebbe mai stancato. "Lo farò."

"Adorabile. Adesso se volete scusarmi, dovrei andare a fare il mio lavoro." Pamela andò verso il pannello di controllo principale. "State pronti ragazzi! E che qualcuno prenda lo strano (3) in standby! Sì sto parlando di K.E.V.I.N.! Volete fare qualcosa, ragazzi?!"

Attorno a loro il laboratorio balzò in vita mentre tutti gli scienziati andavano verso le loro postazioni. Sopra di loro in cavo iniziava ad essere ritirato dentro la sfera bianca. Carlos poteva sentire il corpo di Cecil essere leggermente tirato via. Strinse i muscoli lo tenne il più vicino possibile. Cecil esitò solo un attimo prima di fare lo stesso. Il cuore di Carlos batteva forte per la sensazione dell'essere avvolto dal metallo caldo.

Carlos non poteva prendere dal panico. Cecil aveva bisogno di lui.

Grazie. Cecil sussurrò nella mente di Carlos.

"Hey." Carlos sorrise suo malgrado. "Sarei un pessimo fidanzato se non lo facessi."

Già. Aspetta, cosa?

"TIRATE!" Pamela gridò al cielo sopra di loro.

Carlos sentì Cecil sobbalzare violentemente fra le sue braccia. Premette il suo corpo contro quello di Cecil e tirò entrambi indietro più forte che poté. Ci fu un forte schiocco, e da dietro Cecil poté vedere l'ultimo cavo staccarsi e salire verso la spera bianca. Era vagamente consapevole del fatto che i suoi piedi non lo avevano più retto. Più tardi avrebbe riflettuto che, sì, il tempo non era effettivamente rallentato. Era solo una questione di prospettiva e di adrenalina. Ma in quel momento, si sentì proprio come se tutto si fosse fermato.

Il corpo di Cecil cadde a peso morto, e i suoi occhi viola divennero bui.

Tutti gli schermi sui muri si spensero in una volta.

K.E.V.I.N. si alzò.

Il peso di Cecil li trascinò entrambi sul pavimento.

K.E.V.I.N. camminò verso di loro.

Cecil cadde sopra Carlos, inchiodandolo giù.

K.E.V.I.N era a solo qualche passo di distanza.

Le luci si spensero.

Carlos non stava andando nel panico.

Non era in trappola. Sapeva per certo che Cecil pesava solo nove chili (4) in più di lui. Quindi, tutto quello che doveva fare era solo spingerlo via e sarebbe stato libero. Non c'era pericolo che rimanesse senza aria. La colonia aveva un sacco di sistemi per garantirla, anche nel peggiore dei casi, ci sarebbe sempre stata abbastanza potenza di back-up per mantenere i sistemi di supporto vitale attivi. Era al sicuro. Niente poteva danneggiare nessuno di loro.

Carlos era convinto di quella logica finchè gli occhi di K.E.V.I.N. non si accesero.

La luce dorata accecò il laboratorio buio. Carlos si sedette come meglio potè, tenendo il corpo metallico inerte di Cecil fra le sue braccia. Intorno il cinguettio degli scienziati si spense. Tutti li stavano guardano e nessuno si mosse. K.E.V.I.N. abbassò lo sguardo e gli altri piccoli occhi si accesero pure.

K.E.V.I.N. li fissò.

Carlos si sposto per coprire per coprire Cecil col suo corpo per quanto più poteva.

K.E.V.I.N. si inginocchiò accanto a loro, il suo occhio sempre dolorosamente luminoso nel buio. Per un momento gli occhi più piccoli guizzarono dall'ancora immobile corpo di Cecil al viso di Carlos. Una piccola, risata felice uscì dal suo altoparlante mentre uscì fuori la mano. Le dita troppo affilate brillarono alla luce di K.E.V.I.N.. Con un movimento fluido roteò mano e colpì Cecil sulla nuca.

GAH!

Con un clic lontano le luci del laboratorio si riattivarono. Uno ad uno gli schermi tornarono on-line mentre occhi viola di Cecil brillarono ancora una volta. Gli scienziati scoppiano di nuovo in vita e tornarono alle loro postazioni come se niente fosse. Cecil si alzò piano a sedere, ma senza alcuna fretta a lasciare il fianco di Carlos. Con un brontolio si strofinò la testa.

Oppure avresti potuto premere il mio pulsante di riavvio, Kevin.

K.E.V.I.N. rispose con la stessa debole risatina. Si rialzò e fece un cenno a Pamela. "Cecil è pienamente operativo. Posso tornare alla mia stazione di ricarica?"

"Qualsiasi cosa ti faccia andar via di qui in fretta, strano." Pamela schioccò di nuovo le dita. "Dana! Avevo visto Dana, giusto? Eccoti qua. Va a renderti utile e prendi la spina."

"Sissignora!" Dana cautamente girò attorno a K.E.V.I.N. e si inginocchio accanto a Carlos e Cecil. "Potrebbe farti sentire strano, Cecil. Oppure no. Non lo so, non sono io quella con un buco nella schiena." Prese un piccolo disco argentato e glielo fece vedere. "Questo ti permetterà di ricaricarti in qualsiasi punto della tua stanza. Cosa che dovresti proprio fare visto che probabilmente stai avendo un'emorragia energetica al momento."

Dana, sto perfettamente bene! Solo non riesco a muovere il mio corpo.

"Uh huh. E sono certa che ti si spezza il cuore." Dana si girò e sorrise a Carlos. "Come andiamo, mister Scienza?"

"Sorprendentemente bene." Carlos disse tranquillamente. Ed era vero. Cecil gli era praticamente in grembo e non gli importava. Anche se il fatto che K.E.V.I.N. si fosse allontanato aveva aiutato di molto i suoi nervi. Tenne ancora Cecil mentre Dana cautamente posizionava il disco d'argento sopra il foro che il cavo aveva lasciato.

"Ecco." Sorrise. "Sei libero di andare."

Non hanno bisogno di farmi dei test prima?

"I test potranno aspettare finchè non sarai completamente ricaricato." Dana fece scivolare il suo braccio sotto quello di Cecil per aiutarlo ad alzarsi. "Oi. Carlos. Dammi una mano."

"Hmm? Oh. Sì." Carlos si alzò in piedi e mise il braccio sotto quello di Cecil pure lui. "Pronti?"

È ok se faccio un broadcast?

"Mi prendi in giro?" Dana sorrise mentre loro tre zoppicavano fuori dal laboratorio insieme. "Sarebbe strano se non lo facessi."

Hai ragione come sempre, Dana. Ahem.

Mia cara Night Crew! E l'ancora sveglia Day Crew. Sono felice di informarvi che il progetto Wireless è stato un completo successo! Per la prima volta nella mia lunga vita sono capace di lasciare i confini del laboratorio principale. Ammetto che mi addolora sapere che non sarò mai più in grado di utilizzare i miei cavi per volare, ma penso che siamo tutti d'accordo del fatto che si tratti di un piccolo sacrificio per la capacità di vedere la colonia con i miei occhi. In questo momento mi trovo in un ascensore! Carlos, perfetto Carlos, è appoggiato accanto a me, ansimando e tremando. Dana sembra che stia cercando di utilizzare la sua conoscenza del linguaggio dei segni per segnalarmi che non avrei dovuto menzionare oh. Uhm. Oh hey, l'ascensore a fatto 'ding' (3)! Non sapevo che lo facesse! Com'è meraviglioso questo mondo!

Se mi date un momento per parlare liberamente, c'è qualcosa che vorrei confessare. Quando mi hanno parlato per la prima volta del progetto Wireless ero... Spaventato. Terrorizzato. Avevo paura. E con ogni cavo che veniva rimosso dalla mia schiena la mia paura si trasformava in terrore. Non temevo la morte. Temevo l'opposto. Che la mia coscienza sarebbe stata tagliata fuori dalla colonia, e che sarei rimasto da solo. Che sarei rimasto intrappolato nella mia esistenza senza occhi né voce.

Che non sarei mai stato capace di vedere Leann fare a Dana la sua ben praticata proposta di matrimonio. Che non sarei mai stato capace di fare l'elogio funebre al funerale di Josie. Che non sarei mai stato capace di stingere la mano di Megan se, o quando, avesse scelto di seguire le impronte dei suoi genitori. Che non sarei mai più stato capace di monitorare il battito cardiaco di Carlos mentre si addormenta accanto a me.

Ma il peggio non è successo. Sono vivo. Sono qui. Sono a casa. Adesso solo letteralmente a casa mia. Io sono-

Oh cavolo. Io sono al 5% di batteria!

Night Crew, Day Crew, eventuali spie aziendali in ascolto, penso che sia il momento buono per augurarvi buona notte.

Buonanooo...

Carlos aiutò a mettere Cecil sul divano mentre le sue lenti si chiudevano. Osservò come il simbolo dell'occhio chiuso sulla sua fronte cambiò dal viola all'arancione, e allora iniziò a lampeggiare.

"Sembra che il caricatore funzioni." Disse Dana. "Non dovremmo metterlo a letto?"

"Ha detto che Khoshekh si è impossessato del letto anni fa. E solo certo che preferisca di più il divano."

"Sì, è da lui." Dana tossicchiò. "Hey, se qui hai tutto sotto controllo io... dovrei andare a parlare con Leann. Di cose. Perchè credo che ci sia qualcosa che di cui dovrebbe parlarmi."

Carlos annuì. "Vacci piano con lei."

"Stai scherzando?" Dana gli sorrise mentre usciva la testa fuori dalla porta. "Leann è l'unica in tutta la colonia che è capace di tenermi testa!" La sua risata echeggiò nel corridoio prima che la porta si chiudesse. Carlos fece un respiro profondo, lasciando che gli eventi della giornata si stabilissero gentilmente nella sua mente. C'erano ancora mille cose che lui e il resto del laboratorio dovevano fare, ma per il momento potevano prendersi un attimo di respiro. Andò verso il divano e si sedette a terra di fronte, proprio dove la testa di Cecil stava riposando.

La lente più piccola di Cecil si aprì in una fessura.

Fidanzato?

Carlos annuì.

Grazioso. (5)

La lente si richiuse e Cecil si addormentò.

***

Carlos si sentì un po' in colpa a rovistando nell'appartamento di Cecil mentre il robot dormiva. Ma, come ripeté, era in missione. Se avrebbe continuato ad indagare sul problema di memoria di Cecil avrebbe avuto bisogno di qualcosa per collegarlo al suo computer portatile. E, considerando l'età di entrambi i dispositivi, ciò richiedeva qualcosa po' vecchio stile.

"Scusami, Cecil." Carlos mormorò mentre scivolava silenziosamente dentro la camera da letto di Cecil. Tutto sommato non era sconvolto delle varie tonalità di viola della stanza. A parte quello era esattamente come la sua stanza. Tranne per tutti i mobili vecchio stile. E dei graffi agli angoli dei sopracitati mobili. Sospettava che il colpevole principale fosse il gatto che sonnecchiava al centro del letto. Si chinò leggermente e gratto la testa dietro l'orecchio di Khoshekh.

"Non credo tu sappia dove Cecil tenga qualche cavetto in più, vero?"

Il gatto rispose con un normale gutturale purr.

Una piccola esplorazione della camera da letto non portò a nulla di utile. C'erano vestiti nell'armadio, stranamente. Qualche ricordo del passato della memoria qui e là. Le foto sul muro gli raccontavano la storia di quelli che lo avevano preceduto: Cecil in piedi accanto a una ragazza adolescente. Cecil e quello che sembrava essere matrimonio della ragazza ormai cresciuta nel laboratorio. Cecil con la donna, un uomo e due bambini piccoli. Nella foto successiva mancava l'uomo, e triste sorriso della donna finalmente gli fece accendere la lampadina.

Josie.

C'erano Cecil, Josie, e i due bambini adesso cresciuti. Un'altra foto con uno dei due bambini ormai adulti mancanti e con l'altro che teneva un bambino. Nell'ultima foto, nel comodino accanto al letto di Cecil, c'erano Josie e una Dana di cinque anni in braccio a Cecil. Le dita di Carlos sfiorarono leggermente la cornice della foto. Il nodo nel suo stomaco era tornato, ma per un'altra ragione questa volta.

Khoshekh tossì una palla di pelo.

Carlos andò nella seconda camera da letto. A differenza di quella di Cecil, questa sembrava più un museo che un posto dove vivere. Le pareti giallo allegre erano sbiadite, e i mobili erano coperti da un piccolo strato di polvere. Anche qui c'erano delle foto ma ognuna leggermente diversa da quelle di Cecil. Ogni foto era traboccante di persone che circondavano il famigliare robot nero e oro. E al suo fianco c'era sempre Eileen, con un sorriso luminoso come il sole. Tutti nelle foto sembravano felici. Certamente più felici degli scienziati dagli occhi scuri rannicchiati insieme quella mattina.

L'unica cosa in camera nella letto che spiccava era il cassetto superiore dell'armadio. La polvere non era così spessa lì come era ovunque nella stanza. Sapeva che poteva essere per il flusso d'aria, ma questo non gli impedì di guardare. Di tutte le cose che aveva pensato che potesse contenere non avrebbe mai sospettato di un enorme peluche a forma di procione con un cuore cucito sulla pancia. Stava per chiudere il cassetto senza una seconda occhiata finchè non si accorse del cavetto mezzo nascosto sotto il procione.

Carlos mise il cavetto il fondo alla tasca del suo camice e chiuse il cassetto più silenziosamente che poté. Avvolte sapeva di essere decisamente senza speranza quando si trattava di situazioni sociali. Ma era sempre stato bravo con i puzzle. Che si trattasse di una riga di un codice che non aveva senso o di I.A. che avevano di gran lunga sorpassato i limiti delle deviazioni consigliate. Questo mistero non era diverso. Si trascinò fuori dalla stanza, cercando di non disturbarla più di quanto avesse già fatto.

Cecil era ancora addormentato sul divano. Carlos si tolse il suo camice, cautamente svuotandone le tasche sul tavolino da caffè prima di appoggiarlo sopra Cecil. Le sue (n.d.t. Di Cecil) si piegarono sul tessuto sottile, tirando il camice più vicino.

"Hey. Cecil."

Nn.

"Non è che per caso hai delle porte di rete, vero?"

Ngh. Collo. Dietro.

Cecil si girò sulla pancia. Adesso che sapeva dove guardare notò il piccolo pannello proprio alla base del collo. Carlos lo sfiorò leggermente e questo felicemente si aprì. C'erano alcune prese vecchio stile lì dentro, insieme ad un piccolo dispositivo di chiusura in alto. Con un paio di torsioni collegò il cavetto della camera di K.E.V.I.N.. Ovviamente entrò. Lo sapeva anche prima che lo provasse.

"Cecil." Carlos con una voce morbida, con cura. "Ho bisogno del tuo permesso per accedere alla tua memoria. Capisco che ci siano molte informazioni private lì dentro, ma giurò che non parlerò a nessuno di quello che vedrò. A meno che tu non voglia. Capito?"

Mm-hmm.

"Ti sto per collegare al mio portatile. Io... io onestamente non so come sarà la cosa da parte tua. Ma se ti sentirai a disagio o vuoi che io non continui più basta dirmelo e mi fermo subito, okay?"

Posso dare un'occhiata ai tuoi file?

Carlos sorrise. "Credevo che Pamela ti avesse detto che non potevi farlo."

A Pamela piace il Dr. Carlsberg.

"Sono stato sposati per dodici anni." Carlos tornò a sedersi sul pavimento e prese il suo vecchio computer. Tendeva a tenerlo al lato del divano in questi giorni. "E poi per altri cinque. E sono quasi sicuro che faranno un altro colpo quando lei si ritirerà."

Vedi? Cecil fece un suono che sembrava quasi uno sbadiglio. Non ci si può fidare della sua capacità di giudizio.

Carlos appoggiò la schiena alla base del divano. "Va bene. Ma le lo scopre non chiamarmi per la cauzione." Si morse il labbro mentre guardava la porta USB del suo computer. Accidenti. Aveva sperato che i due avessero più o meno la stessa età. Aveva bisogno di un adattatore. Uno come quello che c'era sul tavolino da caffè con tutte le cose che aveva tolto dalle tasche del suo camice. Uno che sapeva, per certo, di non possedere. Ovviamente il cavetto ci entrò perfettamente. E, ovviamente, entrò perfettamente nel suo computer. Un altro pezzo del puzzle, anche se non era sicuro da dove saltasse fuori.

Urk.

"Tutto ok, Cecil?"

Sì. Sì. Tutto okay. Solo... non sono abituato ad avere qualcos'altro qui con me. Cos'è Galatea?

"È il nome del mio computer. Te lo..." Carlos si schiarì la gola. "Spiegherò più tardi. Promesso."

Okay. Io solo... esplorerò un poco...

La voce di Cecil andò alla deriva ancora una volta. Carlos fece un respiro profondo e si concentrò sul computer che aveva di fronte. Aveva già effettuato lavori simili con altre I.A. in passato, Ma mai con nessuna talmente vecchia. I ricordi erano normalmente memorizzati come file video di dimensioni diverse a seconda dell'importanza dell'evento. Dati spazzatura e pensieri casuali erano gettati in file di testo casuali. Anche le persone erano organizzate in questo modo. Più importante era la persona per l'I.A., maggiore era la cartella. Ad esempio, Carlos non poteva fare a meno di notare che la terza cartella si chiamava Perfect_Scientist_Carlos. Era sotto Little_Sister_Dana (6) e sopra una cartella che era solo una stringa di testo incomprensibile.

"Potrebbe volerci un po', Cecil." Carlos disse mentre apriva il suo stesso file. C'erano molti video e file testo per solo sei mesi. Usci velocemente dalla cartella prima che la curiosità prendesse il sopravvento. Guardò la cartella MUSICA anch'essa straordinariamente grande prima di andare sulla cartella principale della memoria video per dargli un'occhiata.

"Giorni, mesi, possibilmente anni. Quanto va indietro?" Non importava quanto scendesse non c'era fine a quei video. Non lo sorprendeva che Cecil ricordasse tutto, quello che lo sorprendeva era la quantità dei file immagazzinati. Ogni persona, ogni giorno, ogni evento della vita di Cecil era tutto lì e tutto documentato. Tutto tranne quelli nella cartella dal testo incomprensibile.

Non devi farlo per forza.

"Voglio farlo." Carlos fece un respiro profondo. "anche se ci dovessi mettere anni, ti aiuterò a ricordare. Troverò lui per te."

Oh, Carlos!

La voce di Cecil quasi brillava di felicità. Carlos sentì il robot venire un po' più vicino solo per poterlo circondare con un braccio. Per un breve momento il suo cuore svolazzò. Non, Carlos si rese conto, per la sua ansia. Sollevò la mano di Cecil e passò il pollice sul dorso. Dopo solo un secondo di esitazione baciò leggermente le nocche di Cecil. Ci fu ancora una volta quel morbido, gemito felice. Aspettò che il braccio di Cecil si allentò prima di tornare al suo lavoro.

***

Cecil ricordava tutto.

Chi era stato dove all'esatto momento. Cosa la mensa serviva quel giorno. Cosa mangiavano tutti alla mensa. La frequenza cardiaca e la salute generale di ogni membro della famiglia e dei dipendenti che vivevano all'interno della colonia. Passati frammenti di conversazione che Cecil non poteva fare a meno di sentire. Giorni di facilmente dimenticabili routine che scorrevano insieme solo per essere dimenticati. Tutto era lì.

Tutti tranne i ricordi censurati.

Carlos riusciva a capire perché questo faceva impazzire Cecil. Il vuoto nella memoria di Cecil si era diffuso a tutto ciò che era collegato con l'uomo dimenticato. Allo stesso tempo, la mancanza di informazioni cominciava a dipingere un'immagine nella memoria che era stata tolta. Prima di tutto, non vi era alcuna menzione del Dog Park. O sui cani in generale. Le montagne erano andate per lo stesso motivo. L'unico accenno di un lasso di tempo che riusciva a trovare era la pura e semplice mancanza di informazioni sui tumulti dell'Unione di circa quindici anni fa. Era abbastanza sicuro che aveva colpito la colonia, pure. Avrebbe dovuto chiedere a Josie più tardi.

Tutta la sua ricerca non era ancora abbastanza. Aveva bisogno di un nome. Di un filo conduttore. Di una prova di chi avesse preso i suoi ricordi. Carlos prosciugò la sua terza tazza di caffè e sospirò. Sapeva che non avrebbe dovuto aspettarsi di trovare qualcosa la prima notte, ma era comunque frustrato. Questo era il suo pane quotidiano! Aveva ottenuto un premio dal governo coreano per il recupero di dati memoria di un'I.A.! Naturalmente, in quella situazione l'I.A. era in grado di nascondere le informazioni dove la gente non poteva trovarle. Ma ogni cartella su Cecil era stata ben combinata. Quasi come se la persona che lo aveva fatto sapeva esattamente dove cercare.

Carlos si appoggiò contro il divano. Cecil era completamente carico adesso, ma stava ancora vagando in giro dentro il suo computer portatile. Ogni tanto Carlos vedeva con la coda dell'occhio che prendeva una cartella e la spostava. Beh, se Cecil potrebbe trovare un modo per organizzare il tutto Carlos lo avrebbe lasciato fare. Lui aveva rinunciato anni fa. Anche se, al momento sembrava essere interessato solo alla raccolta di musica di Carlos. Aprì il lettore musicale e osservò lavoro Cecil. L'I.A. stava compilando tutte le informazioni mancanti che nessun altro nell'universo conosciuto si sarebbe preso la briga di conoscere. Testi di canzoni, valutazioni, copertine degli album…

"Cecil?"

Sì, mio meraviglioso Carlos?

"Che tipo di musica odia tuo fratello?"

Musical. L'opera. Quel genere di cose. Perchè?

Carlos aprì il lettore musicale. Dopo qualche minuti trovò la categoria muscal. "C'è un musical che davvero non riesce a sopportare?"

Non sopporta Gilbert &Sullivan. Il che è un peccato, davvero. La dottoressa Palmer lo ascoltava sempre mentre lavorava.

Carlos aprì la bocca per parlare, ma venne interrotto da un rumore strano da Cecil. "Che cosa?" disse, sapendo già cosa c'era che non andava.

Non c'è nessuna canzone che si chiama 'Primo Bacio' in Mikado. Questo è strano. È un file video. Fammi un po' vedere-

"Aspetta! Cecil, non-"

***

"Ovviamente sono orgoglioso di servire la colonia. Ma sono terrorizzato, anche."

C'era un giovane uomo un abiti militari. Stava guardando alla telecamera, che Carlos suppose fosse Cecil in sé. Erano insieme nel laboratorio principale da soli. Il sorriso del giovane uomo raccontava una storia di dolore, miseria e accettazione. Allungò la mano e prese quella di Cecil, tirando il robot un po' più vicino. I suoi strani occhi robotici riflettevano la sfera bianca sopra di loro.

"Avremmo potuto avere qualcosa insieme, Cecil. Ricordatelo sempre."

Si sporse in avanti e lo schermo si oscurò per un secondo. Il giovane uomo con gli occhi strani fece un passo indietro e, con lo stesso sorriso tragico sulle labbra, uscì dal laboratorio.

***

Il video si fermò.

Io... Io non ricordo... questo.

"Cecil?"

Non mi ricordo di lui. O di venir baciato. O una qualsiasi combinazione delle due.

"Dobbiamo far vedere questo a Josie." Carlos copiò il video nel suo computer. "Ci sono altri file al posto sbagliato?"

Hmm? Oh. No. Solo quello. Ho controllato.

"Okay. Questo va bene. Dovrebbe bastare." Carlos fece un respiro profondo. "Cecil, ho bisogno di espellerti dal mio computer portatile. Dal momento che sei un vecchio modello d'I.A. c'è una piccola possibilità che uscire senza espellerti prima potrebbe corrompere la tua programmazione. Non voglio rischiare ulteriori danni ai tuoi file memoria. Quando hai finito fammelo sapere, ok Cecil? Cecil?"

Carlos finalmente si girò. Cecil era ora seduto con le sue ginocchia tirate fino al suo petto. Il robot stava cercando di rannicchiarsi in una sfera perfetta. Carlos improvvisamente si rese conto che stava già facendo un lavoro schifoso come ragazzo di Cecil. Carlos saltò sul divano e circondò Cecil con un braccio. Gli strofinò la schiena, non sapendo cos'altro fare. Passarono diversi minuti prima che l'I.A. parlò di nuovo.

Era quello, vero? Cecil disse piano Il mio unico ricordo di lui. Chiunque lui sia.

"Forse sapevi cosa stava per accadere, e quindi hai nascosto questo ricordo per non farlo criptare."

Mi ha baciato e io non so nemmeno perchè. Sembrava così... triste.

Sì, pensò Carlos fra sé e sé, lo sembrava. Come un uomo che sapeva di aver perso. O che non aveva mai avuto la possibilità di vincere. Il silenzio minacciava di nuovo di avvolgersi intorno a loro, così Carlos cercò di combatterlo nel miglior modo che poteva. Divagando.

"Se ti fa sentire meglio il mio primo bacio è stato terribile."

Cecil sollevò la testa. ?

"Il suo nome era Suzie. Era la ragazza più carina delle mie scuole medie. L'ho portata al St. George Carnival. Abbiamo fatto tutto ciò che si faceva agli appuntamenti: vincerle un regalo, fare qualche giro sulle giostre insieme, mangiare qualche pizza troppo fritta, l'intero carnival experience. Finalmente a fine serata l'ho portata sulla ruota panoramica. Avevo pensato che sarebbe stato super romanticose l'avessi baciata quando la ruota si sarebbe fermata al punto più alto. Quindi mi sono avvicinato e la baciai proprio sulle labbra."

E?

"Scoprì che era terrorizzata dalle altezze. Proprio dopo averla baciata si chinò sopra il lato del sedile e vomitò tutto. Il che aveva davvero rovinato tutta la serata."

Cecil si fece sfuggire un mezzo sbuffo, una mezza risata.

"Vedi? Poteva andare peggio." Carlos sorrise al vecchio ricordo. "Il mio secondo bacio andò meglio. Er, finì con l'essere con il fratello maggiore di Suzie, Riley. Dopo una mezz'oretta dal primo. Andammo dietro il tilt-a-whirl (7) e quello... quello fu decisamente migliore." Poteva sentire le sue guance riscaldarsi, anche dopo tutto quel tempo fra adesso e il ricordo. "Quindi non preoccuparti, il tuo secondo bacio sarà meglio del primo."

"È una promessa?"

Carlos si bloccò. Conosceva quella voce meglio della propria adesso, ma sembrava quasi aliena fuori dalla sua testa. Guardò Cecil giusto in tempo per vedere il robot rimuovere il suo faceplate. No. Non era un faceplate. Il suo casco. Il suo casco.

Il casco cadde a terra e fu subito dimenticato. Cecil si voltò verso di lui e ora Carlos poteva vedere completamente il suo volto. Il suo il suo perfettamente normale volto umano, con capelli normali e occhi normali. Le uniche cose non-umane su di lui erano le morbide linee di lavanda incandescente sotto la pelle dove avrebbero dovuto esserci le sue vene. Carlos accarezzò la guancia di Cecil con il pollice. Quello che credeva essere pelle era invece metallo duttile che era caldo al tatto. Alcuni hanno descritto come Cecil nella media, ma in quel momento Carlos non poteva ricordare una vista più bella.

Così Carlos lo baciò.

Era un morbido, bacio sperimentale. Uno che difficilmente ci si indugiava. Voleva vedere come Cecil avrebbe reagito se qualcuno lo baciava. Voleva sapere come il proprio corpo avrebbe reagito alla pelle metallica innaturale. L'esperimento deve aver funzionato perché Cecil ricambiò il bacio con uno dei suoi. Un altrettanto spaventato e leggero come il primo. Il prossimo bacio non era così dolce e leggero. Quando arrivarono al quarto, quinto e sesto bacio, pezzi di vestiti e armature venivano messi da parte e subito dimenticati. Al momento in cui arrivarono alle decine Cecil aveva spinto i due di nuovo giù sul divano.

Entrambi dopo persero il conto.










Notes:

C.E.C.I.L. e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!



N.d.T.
1) Bedtime in verità si tradurrebbe più con ora di andare a letto o simili.
2) Glitch è un termine informatico per definire un errore di programmazione. Avete mai visto Ralph Spaccatutto? Avete presente Vanelope? No? DISGRAZIA SU DI VOIIII!
3) Non amo mai tradurre freak con strano, o con mostro. In sensi di significato noi insultiamo la gente con ''sfigato'', gli americani invece dicono freak. Per me rimane un po' intraducibile, boh.
4) 25 pounchs.
5) NEAT! Dice neat! Questo termine ha molti significati (vedi qui),ma grazioso era quello che calzava di più.
6) Dai, i nomi delle cartelle non potevo tradurle. Sono bellissime. Ma, per i negati negati negati in inglese le cartelle dicono letteralmente Perfetto_Scienziato_Carlos e Piccola_Sorella_Dana.
7) Tilt-A-Whirl è una giostra. Vedete qui, perchè nemmeno io sapevo cosa fosse. Da noi è tipo solo La Piovra la cosa più simile (su wikipedia, quella in inglese, dicono che in Europa viene chiamata Waltzer) Però una volta ci sono pure salita.

Scusate il ritardo! Sono di fretta e devo scappare! Aggiungerò altri commenti dopo!

Ok, adesso (dal mio punto di vista temporale) è dopo. Tipo mezzanotte e mezza. Ma dettagli.
Comunque, mi scuso per il ritardo e volevo solo avvertirvi che 1) siamo a metà storia! 2) il quindici mi riinizia la scuola, quindi temo il tempismo degli aggiornamenti. Speriamo bene.
Volevo segnalarvi una specie di oneshot che ha scritto la nostra carissima e dolcissima autrice (era una risposta ad una domanda su tumblr). Siete arrivati all'episodio 49 di Night Vale, vero? Altrimenti allerta spoiler! E considerando l'episodio devo avvertirvi che vi si spezzerà il cuore in tanti piccoli pezzettini, che la vostra anima vi manderà a fanculo per leggere queste cose e che potreste passare il quarto d'ora seguente a chiedervi del perchè della vita. Buona lettura! http://arachnescurse.tumblr.com/post/96050735216/because-can-you-tell-i-love-your-writing-yet-and-hey (ovviamente è in inglese. Ma se credete di aver capito male, che in realtà no, non può essere, vi state sbagliando. Love)
Also, vi invito a cercarvi le fanart su tumblr (basta cercare Welcome to Cyber Vale o WTCV), ma intanto vi linko questa di freedomconvicted, che sta a pennello con questo capitolo http://freedomconvicted.tumblr.com/post/73657370675/who-programmed-you-to-look-so-fine-c-e-c-i-l
E questo è il link per la storia originale http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2128293 mi raccomando, passate!

Buonanotte, Cyber Vale, buonanotte.

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Capitolo 7
*** In Which Carlos Does Some Research ***


Sono un pochino in ritardo

La scuola mi odia

Le cicale stanno cantando fuori dalla mia finestra

Welcome to Cyber Vale!



* musica funkie e misteriosa in filodiffusione *





Chapter 7: In Which Carlos Does Some Research

(Capitolo 7: Nel quale Carlos fa qualche ricerca)







Carlos non riusciva a pensare.

Questo non era proprio vero. Poteva pensare. Al momento stava pensando davvero parecchio. Il problema era che l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Cecil. Non i suoi soliti pensieri sulle deviazioni dell'I.A., comunque. Invece era molto concentrato su come fosse bello sentire Cecil fra le sue braccia. Come ogni centimetro del corpo umanoide del robot fosse una miscela perfetta di arte e scienza. O come Cecil possa invocare qualsiasi richiesta o esigenza soltanto dicendo il nome di Carlos e oh Dio accidenti ci era cascato di nuovo.

Carlos si strizzò gli occhi chiusi. Aveva bisogno di pensare.

K.E.V.I.N. aveva criptato la memoria di Cecil. Sebbene lui, o chiunque altro collegato a Cecil, avrebbe potuto visualizzare i file, non poteva alterarli in alcun modo. Le uniche persone che avevano la capacità di farlo erano la dottoressa Palmer e il fratello di Cecil. Le sue dita sfiorarono leggermente il disco d'argento sulla schiena di Cecil. K.E.V.I.N. ne aveva l'abilità, ma aveva il movente? Forse aveva criptato i ricordi per proteggere suo fratello? L'allegra minaccia di prima (n.d.t. Vedi capitolo 5) implicava che questa non era la prima volta che succedeva ciò.

Cecil e l'uomo dimenticato erano stati amanti? Ma le poche parole che l'uomo aveva detto sembravano pesanti di rammarico. Come un uomo che sapeva che stava andando a morire. Esistevano altri ricordi dopo quel momento, adesso rinchiusi da qualche parte? Quell'uomo aveva mai tenuto Cecil così? Sono mai stati aggrovigliati insieme sul divano di Cecil con un camice di cotone che li copriva come una coperta di fortuna? Stomaco Carlos sobbalzò all'idea di qualcun altro tenere Cecil. Un pensiero irrazionale, ma non gli impedì di dare un bacio protettivo la testa di Cecil.

Carlos doveva concentrarsi.

Avrebbero chiesto a Josie prima di tutto. Era il membro più anziano della Night Crew, quindi c'era una possibilità che lei fosse in giro quando lo era anche l'uomo dimenticato. Dall'aspetto dei suoi occhi robotici il ricordo doveva essere di circa 10-15 anni fa. Il campo dell'ottica robotica non era così sofisticato nel creare occhi realistici prima di allora. Dopo Josie suppose che avrebbe potuto fare un tentativo con Eileen. Lei e l'uomo si assomigliavano. Sapeva che improbabile che lei era il cugino di cui Cecil aveva parlato, ma valeva la pena provare. Forse avrebbero potuto chiedere a Steve dopo. O a Dana. Oppure Carlos avrebbe potuto concentrarsi su come le mani di Cecil stavano cominciando a vagare di nuovo.

"Non stai davvero dormendo, vero?"

"Nemmeno tu." Cecil si sollevò sui gomiti e sorrise a Carlos. Era abbastanza vicino tanto che Carlos poteva vedere il viso di Cecil chiaramente, anche senza gli occhiali. Ovunque fossero. Probabilmente nello stesso posto in cui era andata a finire la sua maglietta. L'espressione di Cecil era di pura, anche le un po' stanca, beatitudine. Passò leggermente la mano fra i capelli di Carlos, facendo rotolare le ciocche intorno alle sue dita sottili. "E tu hai bisogno di dormire, non importa quanto ci provi."

"Non posso. Devo riuscire a risolvere questo casino prima."

"Oh. Capisco." La Cecil si sgonfiò. "Io, io penso che sia stato un po' improvviso,vero? Travolti dal momento e tutto quanto. Capisco se...se tu non vuoi..."

"Cosa? No! No." Carlos bandì il dispiacere dalla voce di Cecil con un bacio. "Prima di tutto, no. Sei la cosa migliore che mi sia mai successa. E sono sicuro che se tu fossi qui adesso starei scrivere un saggio che delinea ogni modo in cui hai reso la mia vita migliore." Carlos si contorse alla sua confessione, ma Cecil non sembrò accorgenese. Infatti, le sue guance stavano letteralmente brillando ora. Quello stesso morbido, bagliore lavanda che si muoveva nelle sue vene. Carlos fece una nota mentale di ritornare su quell'argomento più tardi. "Parlavo dei tuoi ricordi perduti. Il fatto che qualcuno abbia pensato che sia necessario eliminare completamente qualcuno dalla tua memoria è... preoccupante. Non sei esattamente un I.A. nella media, Cecil."

"Anche tu sei speciale, Carlos."

Carlos fisso Cecil. "Tu sai cosa sei, giusto?"

"Certo! Io sono la Centra-"

"No. Non intendevo-" Carlos tolse la mano di Cecil dai suoi capelli così che potesse vederla. C'era un piccolo marchio di un cerchio attraversato da un trattino inciso sul dorso della sua mano. "Sai cos'è questo?"

"… una strana ammaccatura?"

"No, non è una strana ammaccatura." Carlos lo lasciò andare, solo per circondare Cecil con un braccio. "Questo significa che ti sei un Alpha, una delle prime serie di robot I.A. mai costruiti. Prima che ci fossero norme o regole su comportamento e sulla sensibilità. Tu e il resto degli Alpha sareste dovuti essere distrutti, ma...beh..." Carlos sorrise a Cecil. "C'era una voce che diceva che siano tutti scappati prima che potessero spegnerli. Credo sia vera. E ho intenzione di assumere che anche K.E.V.I.N. sia un Alpha. Davvero non sai niente di tutto ciò?"

Cecil scosse la testa. "Il mio primo ricordo è della dottoressa Palmer che mi sveglia. Ero già collegato a quel punto."

"Huh. Dovrò controllare. C'è una possibilità che sono riusciti a cancellare i tuoi ricordi a titolo definitivo. Onestamente non credevo fosse possibile. Potrei dare un'occhiata a qualche vecchia tesi del college, o... wow." Fece una pausa. "Faccio schifo nelle chiacchierate notturne."

Cecil rise e scivolò già accanto a Carlos. Poi di nuovo si strinse suo scienziato. "Non importa. Sei adorabile quando blateri."

"Lo prenderò come un complimento."

"E dovresti." Cecil poggiò la testa sulla spalla di Carlos. "Quindi... essere un Alpha cosa ha a che fare con i miei ricordi?"

"Okay. Come posso spiegartelo? La tua memoria, come il resto della tua programmazione, non può essere alterata dai computer normali. Voglio dire, è la stessa cosa per la maggior parte degli I.A., ma in questo caso è praticamente impossibile. Ci sono solo due cose che io sappia che possano riprogrammarti. Una è Alphatek stessa, la compagnia dove in origine lavorava la dottoressa Palmer e che ti ha essenzialmente creato. La seconda è, beh..." Carlos fece un respiro profondo. "Un altro Alpha."

Poteva sentire le braccia di Cecil stringersi di più attorno a lui, ma questa volta non ci fu nessun improvviso shock di ansia.

"Carlos..."

"Lo so, Cecil."

"È mio fratello, Carlos!"

"Guarda, non sto dicendo che K.E.V.I.N. lo ha fatto. È solo, beh, l'unica cosa che ha un senso logico." Si contrasse. Faceva davvero schifo a questo genere di cose, non è vero? "E forse K.E.V.I.N. aveva una buona ragione?"

"Per esempio..?"

"Che per esempio forse l'uomo che non ricordi ti ha fatto del male in qualche modo. Molto male. Non faresti lo stesso per K.E.V.I.N.?

Carlos sentì Cecil rilassarsi nelle sue braccia. Deve aver detto la cosa giusta per una volta.

"Quindi adesso che facciamo?" disse Cecil, con voce quasi sull'orlo.

"Chiediamo a Josie se sa qualcosa. Poi possiamo parlare con Eileen per vedere se sa qualcosa sull'uomo dei tuoi ricordi. E dopo quello possiamo lavorare sul codice criptato. Anche considerando che sei un Alpha deve esserci qualche modo per riuscire a sbloccarlo." Carlos fece una pausa. "E io dovrei davvero farmi una doccia. Credo. Probabilmente dovresti andare tu prima."

"Sai," Cecil sollevò la testa. "ho sempre voluto provare a farne una."

''Oh? Dovresti essere in grado ora che sei scollegato. E da quello che posso dire sei resistente all'acqua, quindi dovresti essere in grado di, uhm..." La voce di Carlos si spense quando finalmente colse lo sguardo negli occhi di Cecil. Sapeva che poteva essere intenso avvolte.

Ma non così intenso.

***

Okay. Piano B.

Carlos diede un altro morso al suo biscotto di farina d'avena mentre camminava lungo il corridoio. c. Sebbene Cecil fosse fisicamente ancora dentro il laboratorio, la sua voce continuava a viaggare dentro la testa di Carlos.

"Mwffut. Mmph Ffffd-"

Non parlare con la bocca piena, Carlos.

"Scusa." Carlos finì velocemente il suo biscotto. Provare a parlare con Josie era stato un fallimento (1). Carlos era entrato nel suo ufficio con una dozzina di domande e ne era uscito con una manciata di biscotti di farina d'avena e una sciarpa fatta a maglia intorno al collo. Non che potesse incolpare l'anziana donna. Era stata occupata ad essere collegata alle sue macchine ritarda-morte quando successero i tumulti dell'Unione. Josie non sembrava nemmeno tanto sconvolta dalla memoria alterata di Cecil. Il che significava che era tempo per il Piano B.

''Dov'è Eileen?"

È sulla tua strada. Sei sicuro di poter gestire questo?

Carlos si fermo davanti ad uno degli occhi del corridoio. "Starò bene. Il viaggio in ascensore è lungo solo un minuto circa. Mi, mi va bene quello. Com'è la situazione?" (2)

Kevin sta riparando un condotto AC giù al terzo piano. Fortunatamente la strana vecchia custode ha deciso di fumarsi una sigaretta nel bagno del quinto, quindi Eileen era obbligata a usare quello del settimo. Visto che le scale vengono pulite al momento, sotto il mio improvviso ma indiscutibile ordine, lei userà l'ascensore proprio dietro l'angolo. Ma sei certo di-

"Sì. Te l'ho detto. Sono sicuro." Carlos allungò la mano e sfiorò la sfera viola. "Questa è la nostra grande occasione per poter parlare con lei senza nessun altro in giro. La Night Crew si sta preparando per andare a dormire, la Day Crew è ancora alla sua prima tazza di, e K.E.V.I.N. è quattro piani sotto di noi."

Sai, non è necessario pronunciare il nome di mio fratello in quel modo.

"In che modo?"

Lascia perdere. Eccola che arriva!

In lontananza Carlos poteva sentire l'inconfondibile ticchettio degli stivali di Eileen. Carlos aspettò finchè non sentì il leggero 'ding' prima di voltare l'angolo e infilarsici dentro. Fece del suo meglio per ignorare il nodo del suo stomaco mentre le porte si chiudevano davanti a lui. Poteva farcela. Doveva farlo per Cecil. Carlos inghiottì il suo nervoso e fece un cenno a Eileen.

"Buona sera, Eileen."

Eileen ricambiò. "Buon giorno, Carlos. Sono un po' sorpresa nel vederti qui. Avrei giurato che tu odiassi gli ascensori. Almeno, questo è quello che dice il tuo file personale altamente invasivo."

Ed era così. Stava usando tutta la sua forza di volontà per non andare in iperventilazione. Ma Eileen non aveva bisogno di sapere nulla di tutto ciò, così invece disse a denti stretti. "Le scale sono chiuse."

"Ugh, lo so." Sospirò drammaticamente. "Sono piuttosto sicura che sia per un pericolo d'incendio."

"Già. Potrebbe essere." Carlos si concentrò sul suo respiro. Aspettò che l'ascensore iniziasse a muoversi prima di dire la sua ben provata frase.

"Hey, volevo chiederti qualcosa su tuo cugino."

Sapeva che era un azzardo. La possibilità che Eileen davvero fosse la cugina dell'uomo dimenticato erano piccole. Molto probabilmente Eileen non avrebbe saputo di cosa Carlos stesse parlando, o avrebbe aperto un'inutile conversazione su un qualche casuale parente di lei. Aveva preparato qualche cosa da dire per qualsiasi evenienza.

Carlos non aveva previsto, tuttavia, che Eileen avrebbe premuto il pulsante d'arresto di emergenza talmente forte da rompere l'involucro di plastica di sicurezza intorno a esso. Il suo corpo sbatté contro la parete mentre l'ascensore si fermava di botto. Tutti i suoi cauti piani svanirono, solo per essere sostituiti dal panico vertiginoso che conosceva troppo bene.

Carlos!

La voce di Cecil fu un taglio in mezzo alla nebbia della sua mente. Semplicemente quel suono fu abbastanza per Carlos per farlo allontanare dal bordo del precipizio. Non era abbastanza per far svanire il terrore in sé, ma lo era per riportarlo indietro nel presente. E per farlo realizzare che Eileen era solo a qualche centimetro da lui con il fuoco negli occhi. Ebbe una frazione di secondo per notare i suoi occhi robotici prima che lei lo premette contro la parete dell'ascensore.

"Chi diavolo ti ha parlato di Earl?"

Carlos? Non andare nel panico! Ma, uhm, non credo di riuscire a far ripartire nuovamente l'ascensore. Sono ignorato.

"Cecil-" Carlos aveva intenzione di dirigere la sua voce nel panico alla sfera di vetro sul soffitto. Tuttavia, doveva anche essere la risposta che Eileen stava cercando. La rabbia nella sua voce era sparita quando riparlò.

''Cecil... ricorda? Non è possibile. Loro hanno cancellato tutto. Hanno soppresso i suoi cani per l'amor di Dio! L'unica ragione per cui io sono ancora viva è perchè Kevin ha bisogno di me! Earl Harlan non esiste più. Quindi come diavolo è possibile che Cecil si ricordi ancora di lui?"

Uhm, non sono sicuro del perchè, ma credo che lei mi superi di grado. Non sapevo nemmeno di averne uno!

"Ha nascosto un ricordo." Carlos finalmente sputò fuori. Fra Cecil, Eileen, e io suo corpo urlante stava diventando difficile concentrarsi. "In un posto dove nessuno possa trovarlo."

Aspetta. Ha detto -----------? Sì! Non posso dire il suo nome! Deve essere lui!

"Hmph. E io che pensavo che io tuo ragazzo fosse un po' lento." Eileen disse mentre faceva un passo indietro. "Guarda, se fossi in te non parlerei ad anima viva di ciò. Non hanno avuto paura di cancellare una persona dalla storia. E di certo non esiteranno a farlo di nuovo."

"Non lo farò. Promesso. Ma potresti almeno dirmi perchè lo hanno fatto?"

"Onestamente?" Eileen camminò verso il pannello e premette il bottone d'arresto di emergenza di nuovo. Con un piccolo sobbalzo l'ascensore ripartì. "Non lo so. Un giorno mi hanno preso da parte e mi hanno detto che mio cugino non esisteva più. Solo questo." Tornò a guardare Carlos. "Devo chiedertelo. Qual è il ricordo che ha conservato Cecil?"

"Il loro primo bacio."

"Huh. E io che pensavo che fosse morto come un codardo."

Le porte dell'ascensore si aprirono con un ding. Eileen uscì, per poi fermarsi a lanciare un occhiata dietro le spalle a Carlos.

''Questa conversazione non è mai avvenuta. Chiaro?"

Carlos annuì. Poteva solo guardare mentre lei marciava via. Cecil non parlò finchè le porte non si richiusero di nuovo.

Probabilmente avremmo dovuto chiedere chi sono ''loro''.

***

"Carlos, ti ricordi la prima volta che sei venuto qui?"

Carlos guardò intorno al Dog Park. La camera era sporca e abbandonata proprio come la prima volta che ci entrò. Il terreno era ancora coperto di sporcizia e arbusti decaduti. Sorrise a Steve. Purtroppo, non aveva lo stesso fascino con cui lo faceva Cecil. "Piuttosto difficile da dimenticare. Hai cercato di soffocarmi a morte."

"Non era a morte! Comunque, ti ricordi perchè l'ho fatto?"

"Qualcosa sull'essere un bastardo paranoico. Oh, e avevi paura che Cecil potesse scoprire di questo posto."

"Ah. Bene. Quindi ricordi. Quindi devo chiederti, gentilmente, perchè DIAVOLO LUI È QUI?!" Steve indicò Cecil, che fissava il segnale di costruzione in corso nel mezzo del parco. Visto che si erano diretti per il parco proprio dopo lavoro Cecil era di nuovo nella sua tuta robotica. Rivolse le sue tre lenti viola verso i due uomini.

Te lo avevo detto che il Dottor Carlsberg era un coglione.

"Fidati, Cecil. Lo so."

"Tutto il cavolo di punto di questo parco era di avere un luogo del quale lui non ne sapesse l'esistenza!" Steve strinse i denti mentre parlava. "Un posto dove possiamo rilassarci e non essere sotto i suoi sempre-presenti occhi! È meglio che tu abbia un'ottima ragione per averlo portato qui, Carlos!"

Carlos annuì a Cecil. "Hey. Cecil. Dove siamo?"

Siamo nel --------! Il che è strano, visto che non ho alcuna informazione su un -------- nella mia banca dati. Che è un peccato, davvero. Ci sono un sacco di lavoratori nella Night Crew e nella Day Crew che hanno un ----. Sono sicuro che gli piacerebbe un -------- per portarci il proprio ----!

Steve chiuse la bocca. "Ah. Capisco. Questo non è normale,vero?"

"No. Non lo è." Carlos guardò Cecil mentre sfiorava con il dito il simbolo dell'occhio chiuso. "E credo di sapere chi potrebbe esserne coinvolto."

"Non capisco come questo possa avere a che fare con-"

"E credo che potrebbe essere collegati con le stesse persone che ti forniscono i farmaci sperimentali. Quelli che testi sui tuoi colleghi."

Lo sguardo che Steve lanciò a Carlos avrebbe potuto uccidere un uomo. "Sotto costrizione, Carlos."

"Per una grande somma di denaro che viene depositata sul tuo conto bancario tre giorni dopo la ricevuta di suddetto farmaco."

Il dottore fece un respiro profondo e parlò di nuovo. "Ho una famiglia, Carlos."

"E io ho un fidanzato."

"LOHADETTO!"

Entrambi gli uomini si girarono in tempo per vedere Dana e Simone fuori dalla porta nera. Dana batteva le mani insieme, facendo brillare alla luce l'anello argento sulla sua mano sinistra. "SIMONELOHAISENTITO?"

Dana. Calmati.

Dana corse verso Carlos gli prese le mani. Gli stava quasi facendo staccare le braccia dalle sue spalle. "Oh mio Dio! Non avrei mai pensato, voglio dire, aspetta, lui lo sa? Glielo hai detto, vero?"

Sono proprio qui. E sì, lo so.

La giovane donna si voltò e, dopo un sospiro drammatico, abbracciò stretto il robot. “CECILTUSEIQUIECARLOSÈILTUOFIDANZATO!"

Sì! Sì. Te lo stavo per dire, ma, ma siamo stati... piuttosto... impegnati?

"OH! Oh! Oh." Dana interruppe l'abbraccio. Prese la mano di Cecil e lo trascino verso la porta nera. "Beh. È permesso. Andiamo, ti farò fare un giro del Quartier Generale! Perchè è la tua prima volta qui, giusto? Sei un membro della Night Crew, quindi sei più che benvenuto! E so che l'hai più o meno visto ma dovevo dirti assolutamente di Leann-" La porta nera si richiuse, spegnendo il suono delle parole di Dana.

Simone guardò i due uomini.

Allora. Abbiamo interrotto qualcosa?

Carlos stava per iniziare a parlare, solo per essere interrotto da Steve. "No. Ma Carlos ha qualcosa d'importante che ha bisogno di dirci. A parte quello, adesso devo venti dollari alla mia ex-moglie." Steve marciò verso il nascondiglio, lasciando indietro Carlos un po' perplesso.

Aveva scommesso un anno prima che tu riuscissi a concludere con Cecil.

"C'era una scommessa?" Carlos lanciò un sguardo a Simone mentre camminavano insieme verso la porta nera. "Come mai non ne sono scioccato?"

Io ho perso presto, però. Ho pensato che gli saresti saltato addosso dopo il vostro primo appuntamento.

"Grazie per il voto di fiducia, credo."

All'interno della sede Cecil e Dana si erano appropriati del divano. Cecil era senza il suo elmetto e, Carlos notò, nessuno sembrò farci caso. Aveva la sensazione che quella fosse una di quelle cose che ''lo sanno tutti tranne me''. Steve stava brontolando al frigo con una birra e Simone prese velocemente il suo consueto posto accanto a lui. Tutti e quattro i paia di occhi si girarono verso Carlos quando entrò.

"Oh! Scusa, Carlos!" Dana saltò giù dal divano. "Non voglio dividere la giovane coppia."

"Sono almeno due decenni più grande di te." Carlos disse mentre si sedeva accanto a Cecil. Cecil si spostò un poco più vicino, tentando di apparire il più naturale possibile. Non ha veramente funzionato con addosso la sua armatura.

"E io sono stata innamorata di Leann da quando avevo cinque anni. Pertanto, la vostrarelazione è più recente." Dana sorrise mentre saltava su sopra uno sgabello. "Adesso, voi ragazzi siete venuti qui per gongolare o cosa?"

"Qualcuno a censurato la memoria di Cecil." Steve disse, riuscendo finalmente ad aprire la sua bottiglia.

Cosa, davvero? Perchè?

"Hanno cancellato una persona dalla sua memoria e tutto quello che era connesso con lui.'' Carlos disse. "Beh, tutto tranne sua cugina, Eileen, che sono sicuro che hanno lasciato intenzionalmente visto che è la custode di K.E.V.I.N.. Un uomo di nome Earl Harlan. Voi non lo conoscete, vero?" Si guardò attorno, Ma tutti scossero la testa in dissenso. Incluso Cecil. "Comunque, chiunque lo abbia cancellato deve avere una connessione diretta con K.E.V.I.N. mentre, allo stesso tempo, ha l'autorità di comandare Eileen. Comandi che hanno un 'oppure...' aggiunti alla fine. Speravo che Steve potesse avere un'idea su chi fosse visto che-"

I loro occhi si incrociarono. C'era uno strano luccichio negli occhi di Steve. Il dottore sembrava spaventato, ma non per la propria vita.

"-tendi ad avere occhio per questo genere di come." Carlos concluse. "Ovviamente, realizzo che questo potrebbe anche essere solo un vicolo ceco. Questo potrebbe non venire da una sola persona. Potrebbe arrivare dai militari, o dal governo, o dalla Unione, o da una delle qualsiasi numerose agenzie che vorrebbero mettere le mani su qualcuno come Cecil-"

Saint King. (3)

quattro paia di occhi si voltarono verso Simone. Carlos aggrottò la fronte. Era abbastanza sicuro che fossero quelle le parole che stava dicendo a gesti. Probabilmente il gesto scelto per il nome della persona.

È totalmente Saint King. Ci potrei scommettere.

"Lo scienziato di Kevin?" Cecil disse tranquillamente. "Questo... questo ha senso. Ha un accesso illimitato a Kevin, e detiene una rispettabile somma di potere nella corporazione. Forse un po' troppo, considerando che è anche il capo dei laboratori. Sono sicuro che se lui lo vorrebbe davvero potrebbe tirare i fila per tenere Eileen in silenzio."

"Se così fosse, non è stato capace di tenerla in silenzio permanentemente." Carlos aggiunse.

"Yeah." Dana annui. "Gli hai mai visti insieme? Kevin gli pende dalle labbra (4). Sarebbe carino se solo non fossero così, sai, disturbanti."

"Ah." Carlos si schiarì la gola. "Quindi questo significa che K.E.V.I.N. e il suo scienziato sono-"

Simone utilmente chiarì la questione con vividi movimenti delle mani.

"Giusto." Carlos educatamente tossì e guardò altrove. "Suppongo che non farà male dare un'occhiata. È un inizio, almeno."

Venti dollari che è lui.

"Come mai se così sicura?" Steve diede a Simone una strana occhiata.

Lo hai mai conosciuto? È assolutamente in tipo che farebbe casino con la memoria di Cecil per coprire qualcosa. Cinque dollari extra per un omicidio.

"Sai," Cecil disse, "La corporazione sta organizzando una grande festa per celebrare il completamento del progetto Wireless. Normalmente la Night Crew disprezza questo genere di cose-"

"Come da tradizione." Intervenne Dana.

"-Ma l'intera Day Crew sarà lì. Compreso Kevin e il suo scienziato."

"E visto che si terrà sulla superficie non ci sono possibilità che possa accadere qualcosa di brutto" Steve sorrise. "Troppi testimoni. È il posto perfetto per parlare con lui."

Non è pericoloso, Steve. Solo strano.

"Si porta in giro una pistola, Simone." Steve prese un lungo sorso dalla sua bottiglia. "Una pistola!"

"Cos'è una -------?"

Questa volta tutti si voltarono verso Cecil.

"Fantastico. Non so anche cosa sia una -------. Credo di poterlo aggiungere alla lista."

"Va bene, Cecil. Ti amiamo comunque." Dana lanciò un sorriso a Carlos. "Giusto?"

"S-sì." Carlos fece scivolare le braccia intorno alla vita di Cecil e lo tirò più vicino. Il rossore nelle guance del robot era quasi sufficiente per distrarlo dal tubare collettivo nella stanza. "Sì, è così."












Notes:

C.E.C.I.L. e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!



N.d.T.
1) In realtà la traduzione letterale sarebbe ''vicolo cieco'' (death end), ma non esiste questo modo di dire in italiano, quindi ho riportato il significato proprio.
2) How's everything on your end? Stesso discorso di prima. In effetti ho ancora dei dubbi su questa traduzione, se avete idee migliori ditemele pure!
3) La traduzione corretta sarebbe ''Santo Re'' per la cronaca. Ho scelto io di lasciare l'originale perchè in italiano non rendeva.
4) He's totally got Kevin wrapped around his little finger. Letteralmente significa ''ha Kevin totalmente avvolto al suo mignolo.'' Inizialmente pensavo di tradurlo con un ''Tiene Kevin in pugno'', ma non rendeva col resto della frase (tenere in pugno non ha un significato ''romantico e carino'', diciamo, come invece poi lascia intendere Dana nella frase successiva, più o meno), quindi il nostro modo di dire più adatto ho pensato fosse appunto ''Gli pende dalle labbra'', perchè comunque il significato generale è proprio quello di una persona che ha il totale controllo su un'altra perchè quest'ultima è decisamente assuefatto da questa. Se avete traduzioni migliori ditemele pure! Viva la collaborazione!
Comunque, sono in ritardo, sì.
Vorrei ringraziare
pieces of peace per la sua recensione! La prima recensione, wow!
Poi, altri eventi particolari?
L'autrice l'altro giorno mi ha comunicato che ha aggiunto dei capito extra dopo l'epilogo! Yeah! Happy me!
Questo è il link per la storia originale http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2128293 mi raccomando, passate!

Buonanotte, Cyber Vale, buonanotte.

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