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di universaljudgments
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Linee ***
Capitolo 2: *** 2.Universi ***
Capitolo 3: *** 4. 10 inverni ***



Capitolo 1
*** 1.Linee ***


Sono tornata!

Okay non sono una persona di parola, nell'ultima pubblicazione avevo detto che mi sarei presa un periodo di pausa ed invece eccomi qui a proporvi una cosa un po' diversa dai miei soliti standard; si tratta di una raccolta di flash/os/drabble che aggiornerò probabilmente due volte a settimana, ma non posso assicurarvi niente. Ne ho quattro pronte, poi sarà quel che sarà.

Fino ad ora sono tutte fini a se stesse, ma non escludo la possibilità che vi troverete degli estratti (che ho scritto ma non inserito) dalle altre storie che ho già pubblicato.


Mi resta solo che augurarvi buona lettura e cominciare a sperare che questa mia nuova idea vi piaccia.


Conteggio: 389

Pairing: Larry [Louis pov]

Raiting: verde



Linee.


Louis rientra in casa, spossato dal caldo umido della metropoli.

"New York è fantastica, non te ne pentirai" gli dicevano. Certo! Per restarci qualche giorno, passeggiare per le strade di Manatthan e sentirsi per qualche istante come catapultato in un episodio di Sex and the City.

Preferisce la pioggia e il cielo grigio di Londra; non c'è dubbio.

Il clangore delle chiavi poggiate sul piattino di vetro lo risveglia. C'è silenzio, ma le finestre sono tutte spalancate segno che lui è in casa.

Non lo chiama, non rompe la quiete. Si toglie le scarpe, attraversa scalzo la cucina e subito dopo il salottino che è diventato più la sua galleria personale.

Si ferma poi sullo stipite della porta della loro camera. Lui è lì.

Seduto nel letto immenso, che forse stona con la casa in miniatura che abitano, coperto solo fino al bacino da un lenzuolo bordeaux che sembra seta, ma seta non è.

La cosa più pregiata in quella stanza rimane il corpo del suo amante.


C'è un pittore del neoclassicismo francese che ha dipinto un nudo.

Non gli è mai stato attribuito un nome; ma lui, ora come non mai, direbbe che l'artista si è ispirato all'uomo che ha in questo momento di fronte agli occhi per ritrarlo, se non fosse che è cronologicamente impossibile.


Il fatto poi è che Harry è una linea continua. Che si ricongiunge perfettamente da dove è partita.

C'è una linea per i muscoli delle braccia, una per le gambe magre ma sode e forse una anche per le dita lunghe. "Sei un pianista?" gli chiedono sempre e lui, mentre l'altro scuote la testa arrossendo, ride, perché Harry non sarebbe capace neanche di suonare un triangolo.

È tanto armonioso nelle forme quanto disarmonico nei movimenti.

È un'esplosione di irriverenza per chiunque possa guardarlo ma non toccarlo.

Ma lui di questo non se ne deve di certo preoccupare.

I muscoli delle spalle, o le gambe atletiche, perfino quei boccoli da putto Raffaellesco appartengono e sempre lo faranno a lui.

Non deve chiedere il permesso per appropriarsene.

Lui, studente di storia dell'arte, la conosce la raffinatezza di un corpo: ed Harry ne ricalca le forme, i colori e perfino la suggestione che dovrebbe scaturire all'occhio umano.

È poeticamente utopico, quasi.

È suo.


Lo guarda fin quando può osare farlo; poi quello stesso, sino ad ora rimasto inerme si gira e "sei tornato".




Universal Corner


È corta lo so, ma a questa flash ci tengo particolarmente.

Il quadro di David a cui faccio riferimento è questo e la prima volta che l'ho visto ho pensato assomigliasse in qualche modo ad Harry, perciò ecco il risultato.


Mi trovate come al solito qui.

Ci rivediamo tra giovedì e venerdì.

Vi rimando alla traduzione che stiamo portando avanti io e Nonhounnome: baby heaven's in your eyes, fateci un salto se volete.


Uj.

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Capitolo 2
*** 2.Universi ***


Conteggio: 1849

Pairing: Larry [Zayn, Liam, Niall pov]

Raiting: verde


Universi.


Se a Zayn glielo chiedessero, alla domanda "Harry ha mai tradito Louis?" lui pur non sapendolo per certo risponderebbe di si, senza neanche pensarci, pentendosene immediatamente dopo, ma lo farebbe. Li conosce Harry e Louis- O almeno così pensa lui.

Li conosce, li ha conosciuti e li conoscerà, forse per sempre. Per ancora qualche anno sicuro.

Ad oggi, sono quattro ed ancora, dopotutto, non è sicuro di cosa sia a legarli o come dovrebbe sul serio definire il rapporto che c'è fra due dei suoi migliori amici.


Liam Payne crede nell'amore, ma lui quello vero, probabilmente, non l'ha ancora trovato. Pensava che Danielle: i capelli ricci, il sorriso grande e le gambe da ballerina, avesse la giusta combinazione di ingredienti per farlo restare alzato la notte, ancora vittima del jet-leg, spossato, con la gola in fiamme, solo per poterla chiamare, sentirne la voce o vederne gli occhi da cerbiatta e pensare “si, è la donna della mia vita”. Ma non è stato così. Perciò se gli dovessero chiedere cosa sia l'amore per lui, senza dubbio, risponderebbe Harry e Louis.


Zayn li ha visti crescere. Li ha visti scambiarsi i primi baci, li ha sentiti consumare il loro primo rapporto dentro quella cuccetta ad X-Factor, quando pensavano non ci fosse nessuno ed invece lui era tornato prima da l'unica serata libera a loro concessa e, piuttosto che entrare in quella camera che tutti e cinque condividevano, si era accasciato fuori, sulla moquette non troppo pulita e la testa poggiata con il legno bianco della porta. Aveva captato le urla basse di Harry, i gemiti mal trattenuti di Louis, i “ti amo” mancati, che invece, per un motivo o per l'altro, lui si aspettava. Non li ha mai sentiti dirsi ti amo, da quattro anni a questa parte ancora non è riuscito a cogliere quelle parole uscire dalle bocche di nessuno dei due. A volte pensa che non sia abbastanza fortunato per essere presente quando accade; altre immagina solo di non farci caso, forse le ha sentite talmente tante volte che gli sembrano solo lettere vicine come altre, pronunciate con tono monotono. In realtà è convinto che non se lo siano mai detto. Ci ha pensato, una volta, a chiedere a Louis se amasse veramente Harry Styles, ma poi quando prima l'ha confessato a Liam, la risata fragorosa di quello lo ha interrotto, poi una pacca sulla spalla amichevole, uno sguardo stupito e allo stesso tempo interdetto, e allora lui ci ha ripensato.


Varie volte è capitato a Liam di essere presente mentre una giornalista, una faccia anonima come tutte le altre, guardava Harry o Louis, a seconda della circostanza, le mani incrociate sulle cosce e gli occhi vispi, scintillanti, di chi si vede già idolatrata per aver fatto la domanda del secolo, chiedere “allora, chi è Larry Stylinson?”. Ha perso il conto delle volte che Niall ha risposto “una nostra amica”, di quelle in cui Zayn ha taciuto estraniandosi completamente dal discorso, oppure di quelle in cui Harry e Louis, hanno cercato di non guardarsi e poi, come da programma, il più grande ha preso la parola ed ha iniziato dicendo “le persone pensano genuinamente..” ed ha finito con un sorriso sulle labbra ma la morte negli occhi. Sempre più spesso si chiede come la gente non riesca a non notarlo. Come si possa non accorgere del respiro affannoso di Harry, delle parole che arrancano per uscire dalla sua gola ma rimangono lì, ferme immobili; di come Louis abbia lo sguardo perso ogni volta che risponde, di come poi, ogni volta finita l'intervista, cerca in ogni modo il contatto con Harry. Stesso identico copione, quattro anni di interviste differenti. Eppure persino lo stesso Zayn, in un pomeriggio di ottobre, gli aveva chiesto se avesse potuto chiedere a Louis se amasse davvero Harry. Gli aveva riso in faccia. Solo ora, pensandoci per più di un minuto, non sa se abbia sbagliato a non considerare seriamente quello che il moro gli aveva chiesto.


A Zayn non viene mai chiesto se ci sia una relazione fra i suoi migliori amici. Così come se Harry tradisce Louis o se si amino di nascosto da tutti. Figuriamoci: molte persone sono spaventate dal chiedergli addirittura se è vero che si stia per sposare con Perrie Edwards, perché mai dovrebbero sfociare in altro che non sia qualcosa che lo riguarda? Forse è meglio così, perché sarebbe in grado di cambiare le carte in tavola quando si parla di lui o della sua fidanzata famosa, ma non sarebbe capace di negare che ha visto le labbra di Harry su quelle di Louis, i loro corpi avvinghiati, o il riccio uscire da solo, tornare a tarda notte, rientrare nella camera che, puntualmente, condivide con il più grande e le urla strozzate, la voce irata che si è poi tramutata in qualche gemito. Si chiede, a volte, se risolvano tutto con il sesso; tuttavia non può realmente crederci, perché, dopo quattro anni, se la loro relazione si basasse solo su quello, se Harry e Louis non fossero stati quelli che sono ancora, la band si sarebbe sciolta da un pezzo.
Il punto è che gli risulta difficile riuscire a capire come le loro anime siano tanto affini, quando loro sono diametralmente opposti.

Harry preferisce le camice di Burberry da centinaia di sterline ed il caos di Los Angeles; mentre Louis indossa sempre più spesso le magliette ormai lacere del suo fidanzato? e, quando può, si rifugia nella loro casa a Londra o in qualche isola sconosciuta al mondo. Harry ha un telefono pieno di canzoni di band con il cantante suicida, mentre Louis preferisce la sua vecchia copia di Madame Bovary, o la collezione di fumetti. Non capisce.


Una notte, mentre erano a letto, Sophia, la sua fidanzata da qualche mese ormai, al tempo solo qualche settimana, gli ha detto: “oggi, mentre eravate alla SYCO ho visto Harry e Louis in studio di registrazione, ma non si parlavano, erano lì fermi l'uno a fissare l'altro”. Liam allora ha preso un bel respiro e le ha raccontato tutto. Se lo è fatto promettere, perciò non ha paura di mettere in pericolo la sua stessa carriera, quando le confessa che ogni singola canzone scritta da Louis è stata pensata per Harry, che è vera la “leggenda” che i loro tatuaggi siano complementari e non è solo un sogno delle fans quello che ogni notte Louis intreccia le dita sottili fra i capelli ricci di Harry. Gli racconta anche di quella volta che Harry ha preso un bambino in braccio sul palco e poi, dopo essere tornati in albergo nel buio della loro suite da cinque sempre il riccio, con tono ingenuo ha sussurrato all'orecchio di Louis “voglio un bambino” e quello “vorrei che avesse i tuoi boccoli e i miei occhi azzurri” gli ha risposto. Non sa bene se li abbia sentiti solo lui, oppure se anche Niall fosse sveglio; sicuramente Zayn dormiva dopo le gocce di sonnifero che aveva mischiato alla tisana per combattere il jet-leg.

“Sono anime gemelle?” gli ha chiesto lei alla fine. Lui ci ha pensato un attimo e “certo, sono l'uno la nemesi dell'altro” ma in realtà lui non lo sa cosa significa, perché non crede che la donna che ora lo affianca sia la sua, può solamente immaginare.


Niall, tecnicamente parlando, è una mina vagante. Pronta ad esplodere. Lui è l'unico a conoscenza di ogni singola cosa. Lui non sembra essere presente, ma alla fine c'è sempre.

Lui è l'unico a sapere che Harry ha tradito Louis, una sola volta; sa per certo che Zayn sospetta mentre Liam non se lo immagina nemmeno.

È sempre l'unico ad aver sentito quei due confessarsi il proprio amore. Non se lo sono detti la notte della prima volta come se lo immagina Liam e tanto meno è vero che non hanno mai pronunciato quelle parole come crede Zayn. È successo una sera, ai tempi ancora dell'up all night tour, mentre erano seduti sul balcone di una camera di albergo, gli occhi fissi nel vuoto sottostante e le luci della città a circondarli. Non sarebbe dovuto essere lì nel momento in cui Louis, ancora con la testa china, ha detto “mi sa tanto che ti amo” e ancor di meno quando Harry ha alzato il viso e “penso proprio che ti amo anch'io”. È tornato indietro, uscendo da quella porta che avevano sbagliato, forse, a non chiudere.

Sa che Harry ha detto a Louis di volere un bambino, come lo sa Liam; ma il castano non è a conoscenza del fatto che Louis, forse un'ora dopo, gli ha chiesto di sposarlo. A volte crede che la proposta non sia stata fatta davvero a nessuno, perché Harry non ha risposto e non ha potuto vedere se effettivamente dormisse oppure la sua è stata solo una tacita risposta. Affermativa o negativa che sia. È vero quando Zayn pensa che in realtà non c'è quasi niente in comunque fra Harry e Louis, se non l'amore che provano l'uno verso l'altro.

Si immagina, a volte, di poter essere lo scrittore della loro storia, di poter mettere la parola fine dove più gli piace. Ma ogni mattina, quando si sveglia, si accorge che non può farlo; che i suoi migliori amici non dipendono dalla sua penna come la sua musica e che, purtroppo, non sa come andrà a finire e se mai finirà.
Un giorno prenderà Zayn da una parte e gli confesserà che si, i loro migliori amici si amano veramente e che lui, quella volta che è andato da Liam, ha solo cercato la persona sbagliata, perché se lo avesse chiesto a lui, gli avrebbe semplicemente detto che è facile perdersi in qualcosa di troppo grande per chiunque in questo mondo; non avrebbe riso dei suoi dubbi e soprattutto, gli avrebbe raccontato ogni piccolo segreto di questa storia come solo lui la conosce.

Farà capire poi a Liam che fino a quando sarà innamorato dell'amore che c'è fra i loro migliori amici non riuscirà mai a trovare la persona adatta a lui, se continuerà a cercare l'Harry o il Louis della sua storia, non avrà mai il lieto fine della sua vita; perché Harry e Louis sono essi stessi un universo a se stante e non esiste e non esiterà mai un amore come il loro. Tormentato o candido che sia.

Vorrebbe essere lui a rilasciare l'intervista del coming out; non far affrontare ai suoi migliori amici tutte le conseguenze direttamente. Gli piacerebbe sedersi sulla poltrona di un qualche show inglese, ascoltare la fatidica domanda e rispondere “si, Larry Stylinson è reale”, essere l'unico ad esporsi per loro, con tutta la pressione mediatica che ne conseguirebbe. Perché come li conosce lui, nessuno lo fa, forse neanche gli stessi Harry e Louis e sarebbe felice di farlo per loro, sono la storia d'amore più bella che abbia mai avuto il piacere di leggere, tra le righe.


Se a Niall venisse chiesto di descrivere Harry e Louis, risponderebbe con una metafora che usò Seneca prima di lui: “Sono come il vetriolo e lo zucchero.” Corrosivi e allo stesso tempo soavi. Aggressivi ed angelici. Una reazione chimica.







Mi trovate come al solito qui.

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Capitolo 3
*** 4. 10 inverni ***


Conteggio: 4010

Pairing: Larry

Raiting: rosso



10 inverni.




1.

Harry


Harry Styles odia l'inverno; non che in Russia a giugno sia meno freddo, ma detesta il dover aspettare che le strade vengano spalate dalla neve per poter uscire, o indossare tre maglioni l'uno sopra l'altro, per non parlare di quegli orrendi stivali di gomma fuori e pelo dentro che sua madre gli ha comprato senza consultarlo ed ora lo costringe a mettere. L'unica nota positiva di quella stagione è il camino costantemente acceso davanti al quale può studiare, o la cioccolata calda che gli prepara sua nonna.

Non c'è mai nessuno a fargli compagnia. Vive in un paesino a qualche chilometro dalla grande capitale, per arrivarci deve prendere il treno ed i suoi compagni di scuola non si sono mai proposti di invitarlo a casa loro, né tanto meno raggiungerlo nella sua. Gli piace definirsi un tipo particolarmente solitario. Sua madre il primo giorno di scuola, prima di lasciarlo entrare in classe, gli aveva detto “vedrai ti farai tanti amici tesoro. Fai il bravo, rispondi in modo educato alle insegnanti e non toglierti il maglione che poi ti ammali”. Nulla era andato come previsto. Si era seduto al primo banco, non aveva scambiato una parola neanche con il ragazzino biondo che sedeva nel posto accanto al suo e la febbre l'aveva presa comunque: perché nella scuola i riscaldamenti erano al massimo, il maglione come promesso non lo aveva tolto, ma all'uscita da scuola il vento freddo di settembre lo aveva colpito ed era rimasto a casa due settimane con una broncopolmonite acuta.


“Nonna sono tornato!” urla, dopo aver chiuso la porta di casa ed essersi lasciato alle spalle l'aria gelida di dicembre.

“Oh tesoro come è andato l'ultimo giorno di scuola?” le chiede lei quando la raggiunge in cucina dove si trova seduta al tavolo con un libro fra le mani. Sua nonna è bella e ancora giovane. I capelli di un rossiccio ramato corti le incorniciano il viso pallido e fanno risaltare quei grandi occhi verdi che assomigliano tanto ai suoi.

“Come al solito” risponde alzando le spalle.

Lei annuisce e poi si alza dalla sedia per andare verso il forno ed aprirlo.

“Aspettavo proprio te comunque -dice mentre estrae una teglia con dei muffin, alla banana, presuppone dall'odore- sono arrivati dei nuovi vicini questa mattina, hanno un figlio e rimarranno per tutto il periodo natalizio. Mi chiedevo se avessi voglia di portargli questi dolci per dargli il benvenuto? Potresti fare anche amicizia con quel ragazzo, l'ho visto solamente dalla finestra ma deve avere più o meno la tua età”.

Harry riflette un minuto. In realtà di voglia di uscire di nuovo non ne ha molta, ma la voce di sua nonna sembrava così speranzosa mentre glielo chiedeva perciò “si nonna, mi cambio le scarpe e vado” risponde. Si affretta a salire le scale di legno che portano fin in camera sua, si toglie gli stivali di gomma, si infila uno scarponcino più comodo e sicuramente più guardabile e scende di nuovo al piano di sotto.

Sua nonna gli porge un cestino coperto da una tovaglietta a quadri rossi e bianchi, all'ultimo ci poggia sopra un cartoncino che scritto in bella calligrafia recita “Dobro pozhalovat'”, poi lo spinge verso la porta.

Attraversa il viale alberato e pieno di neve che lo separa dal grande cancello, esce e si dirige verso l'altra grande casa accanto alla sua sebbene sua nonna non gli abbia esattamente indicato qual è. Non che abbia molta scelta comunque; nel vicinato ci sono altre sei case in tutto, delle quali era in vendita solo quella a cui si trova davanti ora.

Suona il campanello e senza che nessuno gli risponda il cancello davanti ai suoi occhi si apre e lui arriva davanti alla grande porta di casa.

Poi questa viene aperta.

Un ragazzino, non molto alto, i capelli lisci e gli occhi incredibilmente azzurri è appoggiato allo stipite di legno con sguardo sia perplesso che curioso.

Privièt” dice Harry e poi “Dobro pozhalovat'” continua.

Il ragazzo ancora davanti a lui a quel punto sbarra gli occhi e affannando come se stesse cercando di ricordarsi qualcosa, agita le mani “ya- ya nie ga- gavariu pa rùski” cerca di dire ed Harry capisce, a stento perché il suo russo non è affatto corretto e la pronuncia è prettamente inglese, ma sorride. “Mia nonna non mi aveva detto che non parlavate il russo. Mi dispiace, io sono Harry e prima ti ho dato il benvenuto”. L'altro tira un sospiro di sollievo ed allungando una mano verso quella di Harry “piacere e grazie. Io sono Louis” dice. Harry si allarga in un sorriso completo di fossette, poi sembra ricordarsi del cestino che ha nelle mani e “questi li ha fatti mia nonna per darvi il ben venuto, sono muffin alla banana” spiega allungando il cestino verso di Louis, che lo guarda sorpreso. “Ringrazia tua nonna da parte della mia famiglia. Ma comunque qui fuori è freddo, vuoi entrare?” gli chiede, quasi speranzoso. Harry piega un attimo la testa, sembra pensarci; si volta poi un attimo verso il cancello pensando che sua nonna alla fine non si preoccuperà, poi ritorna a guardare Louis ed annuisce. Il castano lo fa di rimando e poi si scosta dalla porta e lo fa entrare, mentre si chiudono la porta alle spalle “perché parli così bene l'inglese?” gli chiede Louis ed Harry mentre lo segue verso quella che pensa sia la cucina “mia nonna è scozzese” gli risponde. L'altro annuisce e poi si volta a guardarlo sorridendo di nuovo.

Harry per la prima volta sente di aver trovato qualcuno che non esita a regalargli sorrisi.






2.

Louis

Gli sembra già una sorta di tradizione eppure è solo la seconda volta che prende un aereo diretto in Russia.

È passato un anno da quando ci è stato l'ultima volta eppure sembra un'eternità.

Trova sia questo il bello di seguire degli studi privati: può partire e tornare quando vuole. Lo scorso anno è arrivato in Russia a dicembre ed è ripartito a marzo. Non si può dire che il suo russo sia migliorato, ma Harry ci ha provato davvero ad imparargli almeno le nozioni base. Harry. Se si concentra può ricordare ancora la prima volta che l'ha visto, o il sapore dei muffin alla banana di sua nonna e perfino i suoi ricci morbidi. Non pensava si sarebbe fatto degli amici ed è vero, sono stati praticamente per quattro mesi insieme solo loro due, ma non poteva chiedere di meglio e pensandoci non vede l'ora di atterrare e sapere se lui è ancora lì: in quella casa grande, calda ed accogliente, ad aspettarlo nella camera la cui finestra si affaccia proprio davanti alla sua.


Si stanno abbracciando.

Il viso di Harry è premuto contro la piega del collo di Louis e semplicemente sembra passata una vita, anche se in realtà sono solo otto mesi.

“Ti avevo promesso che sarei tornato ed eccomi qui” gli dice il castano, mentre iniziano a separarsi. Harry sorride, portando le fossette a crearsi sulle sue guance e “finalmente, ero così stanco di stare da solo” gli confessa. Probabilmente sono ancora entrambi troppo piccoli o troppo ingenui per dare il peso che quelle parole meritano.

“Festeggerai il tuo quindicesimo compleanno qui?” gli chiede sempre Harry. Allora Louis mentre lo prende per una mano ed inizia a condurlo verso la sua camera annuisce “sarò qui anche per il tuo probabilmente, in realtà penso di rimanere fino a marzo come la volta scorsa” gli spiega, mentre si siedono sul letto. Harry se possibile sorride ancora di più, per poi gettarglisi addosso e farlo stendere sul letto mentre si abbracciano.






3.

Harry

“No Lou, rientriamo fa troppo freddo qui fuori” lo prega Harry, tirandolo per una mano verso casa.

“Si hai ragione, volevo solamente sentire per l'ultima volta il vento freddo prima di ripartire” lo segue quello.

“Sei proprio sicuro di dover andare?” gli chiede il riccio, la voce ora più triste.

“Mio padre è già ripartito da due settimane e mia madre dice che è bene se torniamo anche noi in Inghilterra a casa nostra” spiega Louis, mentre si siedono di fronte al grande camino del salone.

“Anche questa è casa tua, Lou” gli dice un istante dopo Harry mentre si volta a guardarlo, con le guance arrossate per lo sbalzo di temperatura e gli occhi quasi lucidi.

“Lo so Haz. Ma tornerò, lo faccio sempre.” gli promette, mentre fissa lo sguardo nel suo e gli stringe una mano.

Harry gli crede.






4.

Louis

Louis lo guarda e pensa sia bellissimo.

Sono distesi nel letto in camera di Harry, è quasi il primo febbraio e lui sta per compiere quindici anni.

Glielo ha chiesto la sera prima se gli andasse di passare la notte a casa sua e lui ha accettato. Ma ora, mentre sono distesi nello stesso letto non crede più che sia la scelta più giusta che potesse fare. Sa che non è più come quando si sono conosciuti la prima volta, a dire la verità non è neanche come un anno prima. Louis ha capito che prova qualcosa per Harry. Si è reso conto che le ragazze non gli interessano ma preferisce le forme mascoline. In realtà lui preferisce Harry.

“3.. 2.. 1.. buon compleanno Haz!” gli sussurra, non appena i numeri della sveglia che il riccio tiene sul comodino cambiano e segnano la mezzanotte.

“Grazie Lou” gli risponde quello, mentre voltati su un fianco entrambi si guardano, ancora, ormai da troppo tempo.

Louis non sa cosa fare. No, in realtà c'è solo una cosa che vuole, ma non sa come potrebbe reagire Harry e se dovesse scappare da lui? È tutto quello che ha, tutto ciò che conta realmente ora nella sua vita. Non può farselo sfuggire solo perché lui non sa tenere a freno i suoi istinti.

Si avvicina, al viso liscio dell'altro, lo accarezza e poi gli lascia un bacio sulla guancia.

L'altro sorride.

Si addormentano abbracciati.






5.

Harry

pyat, shest, syem.. DYEH-syat?”

“Oh andiamo Lou, sono cinque anni che vieni in Russia per te mesi all'anno e non hai ancora imparato i numeri fino a dieci” lo ammonisce Harry.

Non è colpa mia okay? Semplicemente non è la mia lingua” gli risponde Louis imbronciato, tornando a sfogliare senza realmente prestare attenzione un libro che Harry aveva poggiato sulla scrivania.

“Ah capisco e quale sarebbe la tua lingua?” gli chiede il riccio, cercando di non sorridere.

“Il francese” afferma quello, serio. Chiudendo il libro con forza come per marcare il concetto.

“Il francese?” gli chiede allora l'altro scettico alzandosi dalla sedia accanto alla scrivania e andandogli a togliere il libro dalle mani.

Louis annuisce convinto, perciò “okay, dimmi qualcosa in francese allora” lo sfida Harry, incrociando le braccia al petto fermandosi a pochi centimetri da lui. Louis lo guarda e “J'aimerais vous embrasser” gli dice. Coinciso, veloce, senza neanche rifletterci.

“E cosa significa?” gli chiede, mentre si volta di spalle per rimettere a posto il libro.

“Che voglio baciarti”

Harry si irrigidisce. Non sa neanche se Louis lo abbia detto veramente o stia solo scherzando con lui. Non ha il tempo però di formulare una risposta perché sente una mano stringersi attorno al suo polso e Louis che lo tira per farlo voltare.

Poi non esiste più niente. Niente che non siano le labbra fine di Louis sulle sue carnose, o gli occhi celesti che ha visto chiudersi di scatto. Nulla è importante se non le sue mani che si intrecciano nei capelli lisci ed ora corti del castano o la lingua di Louis che chiede accesso sua bocca.

Passano i secondi, i minuti, se fosse per loro farebbero passare anche le ore ma, purtroppo, non possono ancora essere l'ossigeno l'uno dell'altro.

“Pensavo non l'avresti mai fatto” gli sussurra Harry, ancora sulle sue labbra.

Louis riapre gli occhi e come supernove che collidono incontra lo sguardo verde e cristallino del riccio.

“Se sapevo bastasse solo un po' di francese avrei giocato questa carta molto tempo fa, lo parlo da quando ho quattro anni”

Harry ride. Ma poi viene interrotto di nuovo dalle labbra di Louis.






6.

Louis

Sdravsstvutie Clara”

“Oh Louis caro, ben tornato” gli dice la nonna di Harry non appena gli apre la porta.

“Sspassìba” risponde Louis, sorridente. Poi guarda oltre le sue spalle, per vedere se effettivamente colui che cerca è in casa.

“Lui è di sopra” le dice alla fine lei, scostandosi di lato per farlo entrare.

Lui annuisce grato e mentre entra in casa fa cenno con la mano verso le scale che portano in camera di Harry e Clara annuisce.

Fra poco saranno pronti i muffin ai mirtilli, scendete se ne avete voglia” lo invita lei, ma lui già non ha più il tempo per pensare a qualcosa che non sia HarryHarryHarry.

Bussa alla porta e non appena il riccio apre e si ritrova di fronte la figura di Louis sorride, e “Lou sei tornato” dice, quasi sul punto di cominciare a piangere. L'altro annuisce e poi mentre l'altro gli getta le braccia al collo lui lo solleva leggermente da terra, per farlo entrare definitivamente dentro la stanza e chiudere dietro di se' la porta con un piede. “Non sai quanto mi sei mancato” gli dice, dopo di che fanno in tempo a guardarsi per una frazione di secondo negli occhi, che si stanno già baciando.


“Lou mi passi quella pallina argento” gli indica Harry, dallo scalandrino sul quale è salito.

Non capisco perché ti ostini a voler fare l'albero di un colore diverso ogni anno -dice mentre inizia a frugare fra le scatole- e poi quale che sono tutte argento?” esclama stizzito, mentre l'altro comincia a ridere scuotendo i ricci.

“Smettetela di litigare voi due!” dice Anne, mentre entra nella stanza con in mano un vassoio con due tazze e qualche biscotto.

“Anne, ti prego, diglielo anche tu che di questo passo ci ritroveremo a fare l'albero rosa il prossimo anno” dice Louis, con tono quasi pietoso, dopo che lei ha posato la loro merenda sul tavolo e gli si è affiancata.

“Oh caro, ti avevamo detto che non avresti fatto un buon affare diventando amico di Harry” gli risponde lei, per poi regalargli un bacio sulla guancia ed incamminarsi di nuovo verso la cucina. “Ah e la punta è storta” aggiunge come ultima cosa prima di sparire.

“Ecco Lou, te l'avevo detto, ora vieni tu a sistemarla” esclama Harry imbronciato, cosa che fa alzare gli occhi a Louis, che tuttavia sale qualche gradino dello scalandrino largo e, guardandosi prima intorno attento, gli prende le guance fra le mani e lo avvicina per scoccargli un bacio.






7.

Harry

Ha il cuore in gola mentre suona alla porta di casa di Louis. Sa che probabilmente non potrà mai più mettere piede in quella casa e che avrà rovinato tutto una volta fatto quello che deve fare.

È Jay ad aprirgli. Lo saluta con un abbraccio, lui gli da il ben tornato e lei gli chiede come stanno sua nonna e sua madre. Poi vengono interrotti. Vengono interrotti da Louis che si affaccia dal soppalco del piano di sopra e “Haz!” esclama sorridente, quello lo guarda dal basso per qualche istante e poi distoglie lo sguardo. È bellissimo e questo rende tutto più difficile.


“C'è qualcosa che devi dirmi non è vero?” gli chiede Louis una volta che si sono seduti entrambi sul letto.

Harry annuisce.

“Mi stai lasciando?”

Harry non risponde.

“Chi è lui? O lei, per quello che vale”

Harry lo guarda, cerca di prendergli una mano ma quello gli sfugge. Si fa più distante, non solo fisicamente.

“È il miglior amico di Niall, quel mio compagno di classe. Si chiama Liam. È per metà russo e per met-” “non mi interessa” lo ferma Louis. Mentre lo guarda ferito, con le lacrime agli occhi.

“Lou fammi spiegare” prega Harry, anche lui ormai sull'orlo del pianto.

“E cosa dovresti spiegarmi Harry? Che mi hai rimpiazzato, che hai trovato qualcuno che ti fa sentire come ti facevo sentire io?”

“Nessuno mi fa sentire come mi fai sentire tu” dice il riccio a bassa voce.

“Allora cosa? Dimmi Harry perché io non capisco” urla quasi Louis, ora in piedi dall'altra parte della stanza

Harry si sente morire dentro. Mentre vede Louis che sta per precipitare in un baratro per colpa sua. Come fa a spiegargli che nulla è vero. Che lo sta solo lasciando andare. Perché lui ha già vent'anni e non può rimanere bloccato con un ragazzino come lui. Non può fargli questo. Non può tenerlo prigioniero in questa favola invernale e non può costringerlo a rimanere lontano da casa sua, dagli amici che si presuppone abbia, per più di tre mesi all'anno solo per lui.

Perciò “ci siamo conosciuti ad una festa, ci siamo piaciuti, l'ho baciato o forse lui ha baciato me ed è nata così” risponde.

Louis lo guarda, sconvolto, con le lacrimi a rigargli il volto.

“Lo avete fatto?” gli chiede.

Harry è incerto nel rispondere a quella domanda. Ha un peso sul cuore eppure pensa se dico di si sarà ferito a tal punto che non tornerà più da me, sarà libero; perciò annuisce.

E “Fuori di qui!” urla Louis, per poi sbattere la porta della camera, che fa rimbombare le pareti della casa e la gabbia toracica di Harry, anche se non è sicuro sia per quello o per la velocità con cui ha preso a battere il suo cuore.

Lo ha fatto per Louis, se ne convince.






8.

Louis

Louis non torna in Russia quell'anno. Per la prima volta dopo otto anni saluta i suoi genitori sulla porta di casa e lascia che quelli si dirigano in aeroporto senza di lui.

Non sente più Harry dal dicembre dell'anno prima.

Senza spiegare il perché si era fatto prenotare un biglietto dalla segretaria di suo padre ed era ripartito per Londra due giorni dopo.

Zayn lo torva sotto una coltre di coperte la mattina del diciotto dicembre, ai piedi del letto un posacenere pieno ed una bottiglia di vodka vuota. Non lo dirà mai a nessuno ma aveva riso per poi piangere quando l'aveva trovata nella credenza degli alcolici di suo padre, per poi svitarla e finirla nel giro di qualche ora.

“Amico alzati, c'è puzza di cadavere in questa stanza” lo incita quello mentre comincia a tirare via una coperta delle tante.

“Oggi terminano i suoi corsi a scuola. Oggi è il giorno in cui io arrivavo e facevamo l'albero di Natale. Vorrei sapere di che colore ha trovato le decorazioni quest'anno. Sai non sono mai riuscito a vedere quelle dell'anno scorso, non ho idea se fossero davvero rosa come avevamo detto sarebbero state o se Gemma sia riuscita a convincerlo a cambiare” dice, vomitando parole su parole, come un disco rotto.

“Lou, non puoi andare avanti così” gli dice Zayn, mentre si arrende e dopo essersi tolto le scarpe si infila nel letto con lui “è passato un anno, devi superare questa storia, lo devi a te stesso” cerca di convincerlo, mentre prende ad accarezzargli i capelli.

“Non ce la faccio -prende un bel respiro- Mi ero innamorato di lui, sono ancora innamorato di lui Z” dice. Mentre una lacrima gli scende dagli occhi.

Zayn non può far altro che abbracciarlo.


Riprende ad uscire di casa solo per non far preoccupare Zayn. Ma ogni cosa gli sembra sbagliata. Non c'è neve a Londra, i fiumi non sono ghiacciati, non c'è una ferrovia che porta a Mosca. Non c'è Harry. Ha fatto finta di non pensare all'albero di natale che non hanno fatto insieme, mentre Perrie metteva le palline sul suo e di Zayn il giorno prima di Natale e lui la osservava in silenzio seduto sul divano di casa loro, mentre il moro gli raccontava qualcosa a proposito di Nick e il lavoro in radio. Ha cercato di non sembrare troppo deluso quando ha visto un prefisso russo comparire sul suo telefono ma la chiamata arrivava da parte di sua madre. Ha provato anche a non piangere quando il giorno del suo compleanno Clara, Anne e Gemma l'hanno chiamato per augurargli buon compleanno e l'ultima delle tre, prima di chiudere, gli ha sussurrato un “mi dispiace”. Sua madre una volta ha provato a tirar fuori l'argomento Harry; aveva cominciato con il dire “cammina sempre da solo per strada, al massimo con lui c'è un ragazzo biondino -o “quando mi affaccio dalla finestra della tua camera lo vedo spesso poggiato alla porta a leggere o sul computer, ma mai insieme a qualcuno” ma poi lui l'aveva fermata: perché non voleva sapere perché Harry Styles stesse da solo, cosa facesse e tanto meno come stesse. In realtà aveva fatto solo finta, mentendo a se stesso per sentirsi meglio e convincendosi che entrare nel primo discount e comprare una bottiglia di vodka fosse meglio che prende il primo volo per Mosca.






9.

Harry

Harry lo guarda tutti i giorni dalla sua finestra ed ancora non ci crede. È passato un mese, è arrivato gennaio e Louis Tomlinson è ancora lì, in Russia. Non sa perché sia tornato, non si aspettava di rivederlo, proprio come l'anno precedente. Non era preparato nel vederlo scendere dalla Mercedes di suo padre quel 18 dicembre, con un cappello di lana a coprirgli la testa ed un borsone in spalla. Non ha avuto il coraggio di parlargli. Sua nonna e sua madre sono state invitate più volte da Jay a casa loro, ma mai una volta ha chiesto notizie di Louis. Si vergogna, si sente tremendamente in colpa ed anche un completo sciocco che ha lasciato andare la cosa più bella della sua vita. Che non si dica però che non è una persona altruista.


“Forse è il caso che tu faccia qualcosa” esordisce sua sorella, mentre entra nella sua stanza senza neanche bussare.

“Le buone maniere Gemma” l'ammonisce, mentre lei si butta sul suo letto sbuffando.

“È inutile che cambi discorso. Prima o poi dovremo cambiare le assi del parquet davanti a quella finestra se continuerai a startene lì senza fare niente” gli dice.

“E cosa dovrei fare Gem? Ho fatto una cosa orribile, l'ho lasciato dicendogli che mi ero fidanzato con un altro e che me l'ero pure fatto” spiega arcuando le sopracciglia e voltandosi di nuovo verso la finestra.

“Mi sarei risparmiata i dettagli grazie -dice disgustata- in ogni caso non penso sia tornato per nulla, se avesse voluto sarebbe rimasto in Inghilterra come l'anno scorso ed invece è proprio qui e credo tanto si aspetti che tu faccia qualcosa” conclude, alzandosi poi di nuovo dal letto ed uscendo dalla stanza.

Harry riflette qualche minuto sulle parole di sua sorella e poi “nonna -urla per farsi sentire- preparami una teglia di muffin alla banana” .


“Andiamo Lou più veloce” ride Harry, mentre si volta a guardare quello dietro di lui.

“Vogliamo forse ricordare chi ti ha imparato a cavalcare Harold?” risponde Louis, facendo trottare il cavallo a fianco di quello nero del riccio.

“Un conto è cavalcare per le campagne inglesi, un conto è la neve russa e tu hai perso l'allenamento” dice, mentre imbocca il sentiero che sa che porta al lago ghiacciato.

Louis ride dietro di lui mentre lo segue e tutto ciò a cui pensa Harry è quanto gli sia mancata la sua risata cristallina, o i suoi occhi celesti che lo diventano ancora di più quando si riflettono su di essi i raggi del sole ed il bianco candido della neve.

Non sa ancora perché Louis sia tornato o se lo abbia perdonato. Ma è febbraio, ha compiuto vent'anni da tredici giorni e la sera del suo compleanno Louis l'ha baciato dopo quasi due anni che non lo faceva ed è stata la sensazione migliore del mondo.


“Perché mi hai mentito?” gli chiede Louis, mentre sono seduti sotto il tetto di una casupola accanto al lago.

“Come?” chiede Harry, mentre si irrigidisce.

“So che non è vero tutto quello che mi hai detto due anni fa. Ci avevo già pensato quando mia madre mi raccontava di vederti sempre camminare da solo o con Niall e poi tua sorella me l'ha confermato” spiega Louis, mentre beve un sorso di tè caldo dal thermos che stringe fra le mani per riscaldarsi.

“Gemma?” fa Harry stupito.

L'altro annuisce solamente, spronandolo poi a continuare senza soffermarsi su quel particolare.

Volevo lasciarti andare. Tu avevi già vent'anni ed io ero solamente un ragazzino” Louis prova ad interromperlo ma l'altro lo ferma “lascia che ti spieghi. Ero convinto che questa fosse solo una bella favola invernale russa. Come quella di Anastasia sai. Avevo paura di averti intrappolato per sempre in una gabbia fatta di ghiaccio. Volevo solamente che tu ti rendessi conto che questo non era davvero quello che volevi. Pensavo che il mio amore non fosse abbastanza, convintomi io che tutto sarebbe stato più facile per te se mi avessi lasciato indietro, non è stato difficile inventarsi una scusa credibile per farti pensare che, nonostante fossimo cresciuti insieme, non conoscevi più la persona con cui stavi condividendo tutto. Perciò perdonami, ma al tempo credevo fosse la cosa più giusta da fare. Ma poi tu te ne sei andato ed i mesi hanno ricominciato a trascorrere piatti come prima che tu mettessi piede qui. Non trovavo più divertente fare l'albero di Natale senza che tu mi dicessi che era stupido cambiargli colore, o mangiare i muffin alla banana di nonna senza pensare che erano i tuoi preferiti. Lo scorso anno camminavo da solo perché faceva tanto freddo che nessuno si offriva di uscire con me, ma a me piaceva sentire il vento freddo sulla pelle e pensare che fossi tu a dirmi di resistere, perché dopotutto era una bella sensazione. Come è bello risentire il tuo calore adesso e sapere che sei qui e sei tornato” termina Harry, dopo aver parlato per minuti interi, senza che l'altro facesse una mossa, che lo guardasse e basta.

Louis non dice nulla, sovrastato da tutte quelle parole non riesce a trovarne altre che non siano già state usate. In fondo sa di averlo perdonato, lo sa sin da quando lo ha visto sulla porta quel giorno di gennaio con un cestino di muffin alla banana. Fa l'unica cosa che non è stata fatta dunque: posa il thermos a terra, si sfila guanti e poggia le mani sulle guance di Harry, lo accarezza per qualche minuto, si avvicina e lo bacia.






10.

Louis

Louis si spinge dentro di Harry lento e calibrato, come fosse la prima volta. Mentre il più piccolo è disteso sotto di lui bellissimo come sempre, prende le loro mani e le porta ad intrecciarsi sopra le loro teste. Lo ammira, sembra un angelo ed è solo suo, lo è sempre stato. Ama toccare la sua pelle candida, ammirare come migliaia di goccioline gli imperlano il collo, poi subito le spalle ed il petto. Le due rondini che ha tatuate assomigliano in un certo qual modo a loro e mentre lo penetra un'altra volta scende a baciare la gabbia che ha tatuata sul costato. Gli uccellini di quella ce li ha lui sul polso ormai liberi.

Harry geme, perché probabilmente ha appena colpito la sua prostata. Lo fa con quelle labbra aperte che hanno preso il colore delle ciliege mentre le sue guance si sono tinte di una tonalità cremisi, probabilmente per lo sforzo di resiste all'orgasmo. Sanno entrambi che non dureranno ancora per molto, tuttavia vorrebbero che quella notte fosse eterna. Ma il fuoco davanti a loro si sta per spegnere, la luce non è più brillante e non sprigiona più calore; Clara ed Anne torneranno entro mezz'ora e loro non possono farsi trovare così. L'erezione di Harry costretta fra il suo stomaco e quello di Louis ha già cominciato ha lasciare scie di liquido pre-seminale e la pelle intorno al suo inguine è tesa fino alla spasmo.

“Lou--” sussurra il più piccolo all'orecchio di Louis e lui capisce; così si stacca dal collo che aveva cominciato a mordere e dopo avergli lasciato un bacio bagnato sulle labbra velocizza le spinte. Non lascia la presa sulle sue mani, gli dice solo “voglio che vieni senza toccarti” e quello immediatamente dopo lo fa, inarcando la schiena ed aprendo la bocca in un urlo osceno che però porta anche Louis al limite e si riversa dentro di lui, lasciando che il suo seme cominci a scendere anche fra le sue cosce aperte.

“Ti amo” gli dice, dopo esser uscito da lui.

“Ti direi che non vale, ma sappiamo entrambi che non è un orgasmo a fare la differenza” risponde Harry sorridendo, mentre Louis ancora sudato comincia a ridere.

Il riccio lo interrompe baciandolo, stringendo ancora una volta i suoi capelli e premendo il loro corpi insieme. Quando si sono entrambi ripresi Louis si alza e gli porge una mano per aiutarlo. Harry si lascia guidare fino in camera sua e quando sono entrambi sotto le coperte di quel grande letto matrimoniale “ti amo veramente Haz” gli confessa Louis sulle labbra. Harry sorride e dopo averlo baciato “lo so Lou, ti amo anche io”. E si addormentano.

Hanno tutti gli inverni che il tempo concederà loro per amarsi.



~



Giusto per specificare:

  • la storia inizia un 18 dicembre perciò Harry ha ancora 11 anni, nel febbraio sempre del primo inverno ne compie 12, Louis ne fa invece 14 alla vigilia di Natale.

  • quando Harry lascia Louis nel settimo inverno non è ancora il nuovo anno perciò non ne ha ancora 18, mentre Louis ne ha compiuti 20.

  • nell'ultimo inverno descritto è ancora dicembre perciò hanno 23 anni Louis e 20 Harry.



Spero vi sia piaciuta. Fatemi sapere se volete.

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