Da quanto sei innamorato di me?

di NathalieKheel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao Carissimissimi. Chi sono? Una nuova writer * si fa piccina e saluta con la zampa *. Mi chiamo Francesca, e questa è la mia prima storia! Sono un'amante della serie Sherlock Lupin ed Io, e... Niente godetevi la storia e commentate! ******** Inverno 1872. Sono ormai due anni che conosco i miei fantastici amici, ed ormai mi hanno legato a loro con una rete infrangibile. Vivo a Londra da ormai sei mesi, e da quando Arsene Lupin è partito, io e Sherlock siamo diventanti ancora più intimi. E questo mi spaventa. Ho paura, che ci potremmo legare " troppo" e che io gli possa dare delle delusioni, dato che sono innamorata del nostro amico Lupin, e lui di me. Ho paura inoltre, che Sherlock possa fraintendere ciò che provo per lui, perchè nonostante tutto quello che provo per lui può essere definito amore, anche se non ne sono del tutto sicura, e se non lo sono io, come può esserlo lui? Il fatto è che Sherlock è il mio migliore amico, e con lui mi senro sempre al sicuro perchè mi dona molta sicurezza essere al suo fianco. Ma a volte mi piace provare il brivido che provo quando vengo baciata da Arsene Lupin. Non che Sherlock non mi piaccia, anzi. Ma preferisco il rischio al porto sicuro. Erano le 15.20 e mi stavo avviando verso la caffetteria, per incontrare il mio amico Francese che era ritoenato da un viaggio con il circo del padre in Islanda. Camminavo per la strada, facendo grosse orme con le mie scarpette sulla neve e guardando le vetrine illuminate per Natale. Ad un certo punto mi accorsi che una figura mi stava seguendo. Ceecai di seminarla correndo, ma ottenni solo di cadere diatesa su quel manto bianco. Imprecai, e cercai di alzarmi, ma la figura incaplucciata mi precedette e mi si lanciò sopra. Mi accorsi solo dopo che era il mio amico Lupin, ma quando lo feci mi stava baciando ed io come un'automa stavo ricambiando il bacio con passione. Commentateee

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Hello dear, come state? Spero che anche questo capitolo vi piaccia e... Recensite!!! ******* Ero imbambolata, completamente persa nei suoi occhi castano dorato. Lui mi accarezzò il viso e poi mi aiutò ad alzarmi, con una risata. - Ciao Irene, ti ho spaventato?- disse spazzando via la neve dal suo cappotto. Io scossi la testa e feci una risatina nervosa - no, no stai tranquillo - Lui mi prese una mano, e disse - Bene, andiamo alla caffetteria o no?-. Io indugiai ma alla fine scoppiai a ridere - Sei sempre lo stesso Monsieur Paupon - risposi ricordandomi del falso nome che aveva acquistato durante la nostra scorsa avventura. Camminammo per la strada innevata, e Arsene mi raccontò che durante la sua assenza era andato in Islanda, dove aveva conosciuto un'uomo, che in cambio di un favore gli aveva prestato una casa a Londra. - E queste sono le chiavi - disse sventolandone un paio sotto i miei occhi - E tu e Sherlock come state? Lo sai cosa mi ha scritto in una lettera?- disse con il sorriso negli occhi. Scossi la testa - No, me lo dici?- Si grattò il mento - no, meglio di no. Deve essere lui... Ma ti sto dicendo troppo. Allora come state?- Mi lasciò la mano e io presi a raccontare le nostre noiose giornate d'inverno Londinesi. - Una gran noia- commentai infine - Proprio una gran noia - Finalmente arrivammo nella caffetteria, ed entrando notammo che Sherlock non era ancora arrivato. Così ci sedemmo ad un tavolo vicino al fuoco e chiedemmo al cameriere due bricchi di caffè per scaldarci. Chiusi gli occhi e mi appoggiai allo schienale della poltrona, mentre Arsene andava ad ordinare due cornetti. Che cosa mi stava succedendo? Avrei dovuto affrontare i miei sentimenti con il mio amico od era meglio aspettare?. Quante domande. Domande che avrebbero avuto risposte immediate, se formulate. Desideravo veramente che tra me e Arsene cambiasse qualcosa, o addirittura " se tra me e Lupin cambiasse qualcosa come la prenderebbe Sherlock?" Così quando il mio bellissimo amico si sedette sulla poltrona decisi di chiederglielo. - Senti Arsene... - dissi diventando rossa come un peperone maturo - tu... - non riuscivo a trovare le parole adatte. Proprio in quel momento, come una furia entrò Sherlock Holmes correndo come un fulmine. - Irene, Arsene venite - gridò. Cosa era successo? Mi chiesi agitata. Corremmo da lui, prendendo le nostre giacche. - Dobbiamo partire immediatamente, in fretta, subitissimo. - - Perchè?- chiesi. - La guerra, Irene, la guerra. E tuo padre... È morto. E ti ha affidata a me. - Non potevo crederci - ...Morto?Non scherzare su queste cose Sherlock, non fa ridere - - Non sto scherzando Irene, ma non abbiamo tempo da perdere. Qui fuori ho tutti i tuoi bagagli, e dei soldi dati da tuo padre prima di morire... Dobbiamo partire! E in fretta!- Le lacrime mi sgorgavano a fiotti dagli occhi. Arsene mi prese la mano e me la strinse forte. La mia mente era piena di interrogativi. Papà? Guerra? Morte? Partire? ~~~~~~~~~ Non uccidetemi ma commentate. Alla prossima Un besos

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Ciao Care Amiche ^ accento british^ come state? Spero che anche il terzo capitolo della storia vi gusti.
Continuate a leggere … E recensite!
 
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Inorridita rimasi in piedi con le lacrime che mi si rincorrevano sul viso.
-Sherlock come fai a sapere che mio padre è morto?- chiesi cercando di trattenere i singhiozzi.
Lui si fermò. Si girò e disse – Allora Irene ti sbrighi ad andare? Non abbiamo tempo da perdere con i sentimenti, c’è una guerra alle porte, DOBBIAMO andarcene in fretta prima divenire uccisi e tu sei lì ferma immobile? Sbrigati! –
Lupin lo guardò con rabbia crescente sul suo viso – Sherlock come puoi non capire? Le è appena morto il padre, e sinceramente è venuta a saperlo in un modo abbastanza orrendo! Puoi cielo, dire le cose con un minimo, ma un minimo di tatto?-
Sherlock ci guardò. Sentii il suo sguardo cercare di andare a fondo dei nostri sentimenti – Abbiamo un treno Irene, che ci condurrà fino a Parigi. Poi prenderemo una carrozza che ci porterà ad Evreux. Staremo al sicuro in quella casa, stai tranquilla. E poi ti spiegherò tutto-
Continuavo a piangere, ma cercai d darmi un tono annuendo.
-Io non ho il biglietto del treno- disse il mio amico Arsene.
-E con quali soldi pagheremo il biglietto del nostro?- chiesi.
Sherlock si passò le mani nei capelli e poi a bassa voce disse- Tuo padre mi ha dato seicento franchi prima di morire. E ne troveremo abbastanza alla tua casa per sopravvivere almeno due mesi, prima che il signor Nelson venga scagionato. Poi si prenderà cura lui di te suppongo .Per noi ho già i biglietti, mentre tempo che Arsene debba prendere il treno successivo al nostro.-
-Ci vediamo domani- dissi così al mio amico francese. Mi abbracciò stretto e disse –Vedrai che si sistemerà tutto Irene, fai tutto ciò che dice Sherlock. Nonostante non capisca molto di sentimenti è un grande amico e ti vuole molto bene-
Lo baciai su una guancia, raccolsi la mia valigia e salii su una carrozza con Sherlock, che ci portò alla stazione.
La gente era in uno stato di vero e proprio allarme, e continuava a correre sopra i binari per cercare di prendere i treni, di cui però  non avevano i biglietti.
Io e Sherlock rimanemmo in silenzio su una banchina. Poi ad un certo punto dissi- Devo andare in bagno, torno subito-. Lui annui e mi indicò una porta alle mie spalle.
Entrai e fissai la mia disastrosa immagine alle spalle. Avevo i capelli arruffatissimi e gli occhi pieni di lacrime e rossi di pianto. Cercai di sistemarmi i miei capelli in una treccia, e lavai il mio viso, riuscendo alla fine ad avere un’aspetto, non dico decente ma presentabile.
Quando uscii dal bagno, ero molto più calma. Mi sedetti di fianco l mio amico e lui mi strinse forte a se.
-Mi dispiace tantissimo Irene per tuo padre.- sussurrò. Gli sorrisi cercando di sembrare più normale possibile, e non una persona rotta all’interno.
Passarono altri dieci minuti, e alla fine arrivò il treno. Sistemammo i bagagli in alto e passato il controllore, la vettura partì verso Parigi.
 
 
 
 
 
 
COMMENTATE PLEAAAASE.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


Hola Ciche, o come cavolo volete essere chiamate. Como estate? Todo Bien? Merci?
Ok basta. Vi lascio alla storia, leggetela e COMMENTATE ^faccina carina^ pleeeeeeeeeeeease.
Bando alle ciancie. Ciancio alle bande.
 
 

 
 
Mi addormentai guardando il paesaggio fuori dal treno. Sognai che ero in una caverna, buia e piena di ragnatele, con alberi rinsecchiti all’esterno e mani scheletriche che cercavano di afferrarmi dietro di me. Io correvo ma ogni volta che cercavo di superare l’entrata della caverna facevo dieci passi indietro.
Quando mi svegliai cacciai un’urlo e Sherlock mi guardò con aria preoccupata.
-Tutto bene?- chiese stringendomi il polso.
Annui cercando di sembrare convincente, ma lui fece una smorfia e disse -Il tuo cuore sta battendo troppo forte, cerca di calmarti (1) Irene, vedrai che arriveremo sani e salvi fuori anche da questa avventura-
Cercai di sorridere ma ottenni solo di fare una buffa espressione. Poi sedendomi più comodamente dissi –Sherlock, puoi per favore raccontarmi cosa … è successo?-
Lui si fece serio – Stavo venendo a prenderti a casa tua, per accompagnarti alla caffetteria, quando ho trovato la porta della tua abitazione aperta. Così deducendo che fosse successo qualcosa, sono entrato e ho trovato un grandissimo disordine. Ho salito le scale, fino ad arrivare allo studio di tuo padre, e l’ho trovato disteso in una pozza di sangue. Era ancora vivo. Mi ha riconosciuto e mi ha detto che il signor Nelson era stato preso dalle forze Russe, e che lui stava per morire. Così mi ha indicato un mazzo di banconote e mi ha dato la sua benedizione. E io me ne sono andato da te per avvertirti e… adesso siamo qua.
Trattenni a stenti le lacrime e deglutii. Lui mi strinse la mano- Coraggio, sono sicuro che supererai tutto, e poi adesso ci sono io con te- disse sorridendo debolmente.
-E i tuoi genitori? – chiesi con un sospetto che non li avesse avvertiti.
- Ho mandato un telegramma, e poi mia mamma e Mycroft non si preoccupò- rispose ricordandomi che anche lui aveva perso il padre anni prima.
Poi prese un libro e ci si perse dentro. Così io non potetti altro che guardare fuori dal finestrino il panorama.
Quando arrivammo alla stazione di Evreux, Sherlock mi aiutò a prendere le valige e ci incamminammo in silenzio verso casa. Prese la chiave, e non mi chiesi affatto come se l’avesse procurata, perché lui era Sherlock Holmes.
-Bene- disse – Se ti vuoi sistemare … Io credò che andrò in soffitta a dormire… Tu fai come vuoi. – ostentò un po’ di imbarazzo.
Decisi di dormire nella camera dei miei genitori, per avere con me un pezzo di loro almeno nel dormire. Era una stanza grande e profumava ancora di mamma e papà nonostante non ci tornassimo da un’anno.
Aprii la mia valigia e trovai dentro i miei effetti personali, creme, shampoo e saponi e poi biancheria e praticamente tutti i miei vestiti e cappotti. Sorrisi, e pensai che dovevo tanto al signor Nelson.
Appesi il tutto e poi entrai in punta di piedi in salotto. Aprii le tende, spolverai la libreria e poi entrai in cucina. La dispensa era vuota.
-Sherlock!- gridai.
Lui scese frettolosamente le scale, soltanto in pantaloni e in sottomaglia e imbarazzato disse –E’ successo qualcosa?-
Scossi la testa e sorrisi. Era adorabile quando si preoccupava per me – No la dispensa è vuota. Vado a fare la spesa … Credo che mi distrarrà-
Lui borbottò qualcosa che assomigliava ad un –Mmph okay-
Così uscii. Erano quasi le sette e sperai di trovare un negozio aperto. Mi affrettai a comperare del pane e della focaccia, poi del prosciutto, un po’ di bresaola,molta frutta e due dolci all’amarena. Poi entrai in un altro e comprai del the e della marmellata. Tutti mi riconobbero e mi sorrisero chidendomi come stavano i miei. Io mentii.
Tornai a casa, trovando Sherlock intento a leggere il suo libro, vestito e profumato da un bagno probabilmente ristoratore.
-Ciao Irene, ti ho preparato la vasca- disse diventando rosso come un pomodoro maturo. Io risi e ringrazia, e anche se non lo dissi apprezzai veramente quel gesto gentile.
Mi spogliai ed entrai nel bagno caldo. Per un po’ i miei problemi sparirono e rimasi solo io con l’acqua e le bolle.
Mi rilassai molto, e poi uscendo misi un’ abito pulito, il preferito di mio padre. Con le maniche a sbuffo.
Sentivo Sherlock ridacchiare, e immaginai che la sua lettura fosse molto spiritosa. Dopotutto ero molto felice che ci fosse lui a prendersi cura di me.
Cucinai quel che potevo, dopotutto avevo solo 13 anni e non ero mai entrata in cucina se non per mangiare. Apparecchiai la tavola e chiamai Sherlock dicendo che era pronto.
Lui entrò e disse- Irene non sapevo avessi la stoffa della cuoca, è tutto delizioso.
Io non ero proprio sicura di ciò, ma la sua prova nel farmi sorridere fu esatta. Era quello di cui  avevo bisogno.
Parlammo di tutto tranne che di mio padre. Mi raccontò i buffi aneddoti sulla sua famiglia, soffermandosi sull’ingordigia del fratello e delle piccole marachelle di sua sorella Violet.
Subito dopo ci coricammo. Io in camera, e lui in soffitta nonostante le mie insistenze.
Mi addormentai, ma mi svegliai nel cuore della notte a causa di un’ incubo. Mi misi a piangere perché mi accorsi di quello che era successo. Ero sola. Soffocai un’ urlo.
Ma Sherlock se ne accorse, e scese le scale di fretta entrando nella mia camera.
-Cosa succede?- chiese sedendosi sul bordo del letto esitante.
Io non smisi di piangere e dissi –Oh al diavolo-e lo abbracciai fortissimo.
Sentivo la stoffa ruvida del suo pigiama contro la mia camicia da notte.
-Irene calmati. Non sei sola, ci sono io con te tranquilla- diceva accarezzando i miei capelli.
-Non lasciarmi per stanotte, non voglio restare da sola- dissi.
Si stese di fianco a me, coprendosi con una coperta mentre mi continuava ad accarezzare i capelli.
Era una situazione priva di ogni malizia, ma ero rinfrancata di sentire il suo respiro sul mio collo. E così mi addormentai.
La  mattina dopo mi trovai completamente abbrancata a lui, e sorrisi per la prima volta veramente.
 
 






: (1) credo fosse simpatico, dato che succede la stessa cosa nel telefilm della BBC, e volevo in qualche modo ricordarlo.
ANGOLO DELL’AUTRICE: Eh dai. Il terzo capitolo è concluso. Cosa succederà? Boh. Trallallerolallala recensite my dear! UN besosss
 
 

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